Le principesse non si ubriacano!

di Kyokushu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ti va di fare colazione? ***
Capitolo 2: *** Quell'idiota... ***
Capitolo 3: *** Cosa ci faccio qui... di nuovo? ***
Capitolo 4: *** Sei in ritardo! ***
Capitolo 5: *** Comincia a correre! ***
Capitolo 6: *** Seriamente? ***
Capitolo 7: *** Non ho detto che mi dia fastidio! ***



Capitolo 1
*** Ti va di fare colazione? ***


Le principesse non si ubriacano!

Ti va di fare colazione?

Era oramai mattina a Magnolia, e l'intera città era già in fermento, inondando le strade e le piazze, come noncurante del tempo infame che aleggiava sopra tutta la regione. Di colpo un flebile raggio solare, sbucato da una microscopica fessura venuta a crearsi tra gli strati di nuvole che ricoprivano il cielo, filtrò dal vetro della finestra andando a posarsi sul volto di Cana. La ragazza in tutta risposta si girò dall'altra parte tirando a se le coperte, in segno di non volersi svegliare.

Si era ritrovata con un malditesta allucinante, segno di un'evidente sbronza della sera prima, un dolore alla caviglia che doveva essere il risultato di una qualche caduta dovuta sempre alla sbronza e una sete assurda. Decise di alzarsi per andare a bere, dunque, lentamente, aprì gli occhi, mettendo a fuoco in un secondo momento ciò che aveva davanti: una scrivania in legno, una sedia, un orologio appeso alla parete bianca e l'altra metà di un letto a due piazze... Quella non era casa sua.

Aggrottò la fronte e si alzò sui gomiti, guardandosi attorno per cercare di capire dove diavolo fosse finita, invano, mentre squadrava ogni singolo oggetto di quel luogo sconosciuto.
<< Buongiorno, principessa! >> Disse di colpo una voce, voce fin troppo conosciuta per essere confusa o dimenticata.

<< Bacchus! >> Il primo impulso che ebbe fu quello di guardare se avesse ancora il reggiseno... si, era ancora al suo posto. Ritrovò il ragazzo seduto a terra, con la schiena appoggiata alla parete, sopra di lui vi era una finestra. Indossava i suoi soliti pantaloni, ma stavolta aveva le braccia scoperte. << Che diavolo ci fai qui!? >>

<< Domanda sbagliata, ritenta. >>

<< … Che diavolo ci faccio qui!? >> Bacchus si toccò la punta del naso, in segno che avesse indovinato, e poi parlò:

<< Stanotte ho sentito un rumore, sono andato a vedere e ti ho trovata stesa a due metri dal mio zerbino, e visto che in questa zona di notte non accadono cose piacevoli... eccoti qui! >> Disse, facendo spallucce e sorridendole come un'idiota.

<< Oh... Beh, allora... Grazie. >> Disse lei, evidentemente in imbarazzo.

<< Di nulla, principessa! >> Le rispose, mantenendo un'espressione poco normale.

<< E ora perchè mi chiami principessa? >> Chiese Cana, inarcando un sopracciglio.

<< Devo aver avuto a che fare con qualcosa del genere ultimamente e non credo di essere ancora esattamente sobrio. >> Ecco spiegato il sorriso da beota.

<< Sei mai stato sobrio? >> Gli chiese lei, come domanda retorica.

<< Non in tua presenza, per quanto ne so siamo usciti a bere due volte insieme durante il Dai Matou Enbu e poi basta. >> Cana ci riflettè un secondo: era vero, c'era stata la volta di quando le aveva rubato il reggiseno e la volta della cena di fine giochi.

<< Com'è che poi non siamo più usciti a bere? >> Chiese lei.

<< Primo: non mi hai dato il tuo numero; secondo: entrambi abbiamo delle brutte abitudini da sbronzi. >> Disse lui, tenendo il conto sulle dita.

<< Il mio numero potevi chiederlo a Mirajane... >> Disse lei, immaginando che si fossero rivisti.

<< No, non hai capito: io volevo avere il tuo numero, non morire nel tentativo di ottenerlo! >> Le disse con tono sarcastico mentre gesticolava, facendola ridere. Quella risata lo spiazzò, era la prima volta che la vedeva ridere di gusto, non come quando si è ubriachi.

<< Comunque riguardo alle brutte abitudini hai ragione: io inizio a piazzare scommesse a caso. >> Disse lei, notando di non averci mai fatto poi molta attenzione.

<< Io mi porto a letto qualcuno. >> Ammise lui con tono impassibile. Si fissarono per un momento, silenziosamente. << Vuoi rischiare di venire a letto con me? >>

<< Non dopo che hai provato a portartici la mia migliore amica. >> Disse subito di risposta. << Vuoi rischiare di scommettere su qualcosa con me? >>

<< Non dopo che ho scoperto che sai predire il futuro. >> Calò il silenzio. Poi Bacchus inarcò un sopracciglio. << Seriamente ti dà così fastidio che ci abbia provato con la tua migliore amica? >>

<< Ti fa apparire talmente viscido che non ti bacerei nemmeno. >> Gli disse, scimmiottando un tono schifato.

<< Secondo me dopo la terza bottiglia si! >> Cana, ci pensò.

<< Più che altro alla seconda e mezza, ma solo se me lo chiedessi. >> Lei lo guardò dall'alto del letto.

<< Scommetto che entro la nona bottiglia ti avrei già convinta a venire a letto con me! >>

<< Solo entro la fine dell'ottava. >> Si strinsero la mano. Poi si guardarono, in una danza di sguardi straniti e sopracciglia inarcate.

<< Siamo un po' contraddittori... >> Ammise Bacchus.

<< Già... >> Gli diede ragione, ritornando a sedersi sul materasso del letto. << Senti, come faccio a tornare a Fairy Hills? >> Gli chiese, ricordandosi di non sapere dove si trovasse. Bacchus fece cadere lo sguardo oltre di lei, puntandolo sull'orologio che aveva difronte, appeso sopra la scrivania.

<< Mmm... l'autobus dovrebbe arrivare tra un'ora e mezza. >> Disse lui. Cana guardò fuori dalla finestra sopra al ragazzo, per cercare di capire in quale zona della città si trovasse, ma l'unica cosa che riuscì a vedere fu... pioggia. Scese dal materasso, senza far caso al dolore che le pulsava sulla caviglia, ritrovandosi a scavalcare la sua borsa ai piedi del letto e Bacchus, avvicinandosi al vetro imperlato di pioggia e ritrovandosi davanti un'acquazzone così forte da strappare le foglie primaverili dagli alberi.

<< Oh mio Dio! >> Esclamò, disperata. << Un'ora e mezza là fuori!? >> Non era sicura che sarebbe riuscita ad arrivare alla gilda tutta intera. Scivolò lentamente verso il basso, accovacciandosi a pregare di non morire in attesa dell'autobus.

Bacchus si ritrovò a guardarla disperarsi a fianco a lui, con la testa tra le ginocchia e in procinto di strapparsi i capelli. Si alzò in piedi e guardò fuori, inneffetti non si vedeva assolutamente nulla se non acqua che cadeva dal cielo, bombardando il terreno e tutto ciò che vi stava sopra. Guardò Cana e le tese una mano, in segno di volerla aiutare ad alzarsi.

<< Ti va di fare colazione? >>


Angolo autrice:
Buona sera notte, rieccomi con una storia a capitoli questa volta! Ebbene si, questa è la prima long fic che pubblico, scriverne ne ho scritte abbastanza da superare la Bibbia. Questa è una coppia che fin dal primo momento mi era piaciuta, sono semplicemente perfetti e quando ho letto la scheda personaggio di Bacchus sono letteralmente andata in escandescenza. Mi ci sono volute tre settimane di scrivi... cancella... riscrivi... salva... elimina... nuovo documento... per realizzare questa cavolata -.-" Spero vi piacerà, non sono esattamente convinta di questo primo capitolo, sono molto più sicura su quelli ancora da scrivere, comunque buona notte a tutti (è l'1:35)

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Capitolo 2
*** Quell'idiota... ***


Le principesse non si ubriacano!

Quell'idiota...

Cana era riuscita a svegliarsi con tre ore di ritardo per la terza volta in una settimana, per il lunedì aveva avuto la scusante di essersi ritrovata a casa di qualcun'altro in una zona della città che non conosceva, ma questa volta si sarebbe dovuta preparare una bugia credibile. Si vestì in fretta e furia, mettendosi gli abiti del giorno prima, guardò che non piovesse e si mise i suoi soliti sandali blu. Raccattò borsa e tarocchi e si avviò di fretta e furia verso la gilda, con l'intenzione di entrare, prendere una richiesta ed uscire veloce come la luce, ma non fece tempo ad aprire del tutto la porta della gilda, una volta arrivata lì, che qualcosa attirò la sua attenzione: una paio di piedi, in delle scarpette da arti marziali, sbucavano dal vicolo subito dietro alla gilda.

<< Non ci voglio credere... >> Si disse, spiaccicandosi una mano in faccia e dirigendosi verso quella persona che se ne stava mezza morta dietro la sua gilda.

Svoltò l'angolo, con l'intenzione di dare un'occhiata e poi tornare alla sua giornata, ma appena riuscì a vedere l'idiota lì a terra e lo stato in cui era messo, non riuscì ad andarsene.

<< Bacchus... >> Sussurrò, con tono di resa. Il Falco se ne stava sdraiato a terra, svenuto o dormiente che fosse, con un occhio nero che sfociava in una ferita e qualche altro taglio superfluo che facevano da contorno ad uno squarcio sul braccio. Al suono della voce della ragazza si svegliò subito, come se fosse stato in una fase traballante tra sonno e veglia per tutto il tempo precedente.

<< Sono vivo... cioè, sveglio. Sono sveglio! >> Esclamò, tirandosi a sedere di colpo e provocandosi un giramento di testa. Cana lo fissò, inarcando un sopracciglio, appoggiata al muro del vicolo mentre i raggi solari stagliavano la sua ombra sulle mattonelle che ricoprivano il terreno. << Buongiorno principessa. >>

<< Che diavolo ti è successo? >> Gli chiese, indicandolo.

<< In che senso? >> Apparentemente non si ricordava. Cana tirò fuori dalla borsa uno specchietto e glielo mise davanti. Lui si diede un'occhiata, girando il capo verso la parte dell'occhio nero, il livido era tanto scuro da rendere quasi invisibili i triangoli neri sotto gli occhi, e poi le sorrise sardonico.

<< Non credi anche tu che non sia mai stato più bello di così? >> La ragazza gli lanciò uno sguardo severo, in senso di volere una risposta. << Va bene... mi hanno pestato ed ero troppo ubriaco per reagire... forse... >> Mentiva. Lei lo guardò ancora più male. Bacchus si alzò in piedi e si spolverò i vestiti interrati, con movimenti che a Cana sembrarono anormali per uno con una tale ferita sull'avambraccio. << Però ora sto bene! >> Le disse, in posa trionfante. Ci mise tre secondi a svenire nuovamente.

 

<< Mira, prendo il kit medico! >> Urlò Cana, appena entrata in gilda. Mirajane, che stava lavando tazzine e piattini da caffè la guardò sospettosa.

<< Chi devi curare? Non ti sarai mica fatta male! >> Disse appoggiando la tazzina che aveva in mano sul lavandino, con una nota di preoccupazione.

<< No, non sono io, è... >> La ragazza spezzò la frase a metà, maledicendosi mentre usciva all'infermeria con la valigetta rossa in mano. << Il mio gatto...? >>

<< Ma tu non hai una gatto. >> Disse l'amica, inarcando un sopracciglio.

<< Si... lo ho trovato stamattina... scombussolato... ferito... no collare... >> Mirajane la guardava sempre più male, ma poi tornò al suo hobby di lavare stoviglie.

<< Inneffetti hai sempre voluto una gattina! >> Disse alla fine, come in segno che se la fosse bevuta. Cana la guardò, ringraziando il cielo.

<< Si... esatto, una femmina! >> Le disse, rendendosi il più credibile possibile.

<< Come l'hai chiamata? >> Cana si guardò attorno in cerca di idee.

<< Il suo nome è... >> Non dire Bacca! Non dire Bacca! << Ribes...? >> Disse, per poi uscire di corsa dalla porta, farfugliando cose sul tempo, in modo da non dare occasione a Mira di fare altre domane.

 

<< Seriamente, come hai fatto a farti ridurre così!? >> Disse Cana, incredula ai propri occhi. Si erano seduti su una cassa abbandonata nel vicolo, e lei si era messa a sistemargli le ferite partendo da quella del braccio, per poi iniziare il viso.

<< Ho usato la tattica dell'opossum. >> La chiaroveggente gli lanciò uno sguardo interrogativo. << Mi sono finto morto per sopravvivere! >> Lei non ci credette. << Ok, sono svenuto dopo un colpo alla testa. >>

<< Ah, ecco. >> Iniziò a pulirgli la ferita attorno all'occhio, facendolo trasalire di dolore alla minima pressione. << Scusa. >> Disse, facendo con più calma.

<< Ricordi almeno chi è stato? >> Chiese, mentre imbeveva una pezzo di cotone di disinfettante.

<< … No, cioè, si, ma... no, non ricordo assolutamente nulla! >> Disse, arrancando frasi a caso.

<< Facciamo entrambi schifo a mentire. >> Osservò lei, sottovoce. << Sai che so predire il futuro, ma anche vedere il passato, vero? >> Bacchus strabuzzò gli occhi. Sospirò e poi indicò la gilda, arrendendosi al fatto che tanto lo avrebbe scoperto.

<< È stata Mirajane. >> Disse, in un soffio. Lei gli sorrise.

<< Bene, e cosa avresti fatto per farla talmente tanto incazzare? >> Gli chiese con calma, come se stesse parlando a qualcuno che non conosceva bene la sua lingua.

<< Ciò non posso dirtelo. >> Affermò lui. Cana sospirò.

<< Seriamente preferisci che io lo legga nei miei tarocchi? >> Bacchus non diede segno di cedere su questo punto.

<< Si, almeno non sarò lì a sentirmi dire che sono un'idiota anche da te. >> Disse, con aria di chi la sa lunga. << Quella vocina nella mia testa è già bastata. >> Lei si rassegnò e, dopo aver tolto il sangue dall'occhio, iniziò a pulirgli il resto del viso.

<< Ti devo togliere il trucco sotto gli occhi. >> Disse, concentrata sulla medicazione.

<< Oh, non è trucco. >> Disse lui con disinvoltura.

<< Seriamente? >> Si fermò lei, diventando di colpo confusa.

<< Oh si, ci si potrebbe fare una favoletta educativa per bambini: “L'ubriaco e il tatuatore”! >> Disse, scrivendo un ipotetico titolo in aria con un gesto della mano. Cana rise, di nuovo come la volta di qualche giorno prima, era bello vederla ridere. Riprese a pulirgli le ferite sul volto, mantenendo un sorriso calmo.

<< Va bene, ho finito. >> Disse, rimettendo in ordine la valigetta dei medicinali.

<< Grazie principessa. >> Le sorrise, anche se ciò gli provocò un male dell'accidente nella parte del livido.

<< Oh, mio prode cavaliere! >> Lo prese in giro, aiutandolo ad alzarsi in piedi, assicurandosi che non svenisse nuovamente. Gli diede due bustine di zucchero che aveva in borsa e poi lo direzionò verso la fermata autobus più vicina.

<< Datti una ripulita! >> Gli urlò. Lui si voltò per risponderle.

<< Mai codesta frase suonò più aggrazziata se non con la tua voce! >> Si soffermò un attimo a pensare a ciò che aveva appena detto. << Devo essere ancora ubriaco! >> Si salutarono andando in direzioni opposte.

Cana rientrò in gilda, rassegnata al fatto che non avrebbe mai saputo cosa diavolo aveva fatto quell'idiota a Mirajane, dato che i suoi tarocchi non erano così precisi, ma non fece in tempo a chiudere la porta che una voce le fece venire voglia di tornare fuori:

<< Come sta il tuo gatto? >> Le chiese una Mirajane semifuriosa, con tanto di vassoio e mano sul fianco.

<< B-bene! >> Balbettò lei, schiacciandosi sulla porta.

<< Ho sempre detestato i gatti impertinenti, sai? >> Cana la guardò per un secondo senza capire di cosa stesse parlando, poi si rese conto che quel dannato demone aveva capito tutto.

<< Si, ma a volte ti aiutano se sei nei guai. >> Le rispose lei, dirigendosi verso la bacheca delle richieste, facendo finta di nulla. << Comunque credo che lo lascerò andare non appena le ferite gli saranno guarite del tutto. >> Disse, tranquillizzando l'amica, che stava appoggiando il vassoio su un tavolo lì vicino. << Ma, la domanda è: che cosa ti ha fatto oggi quel povero gatto per ridurlo in quello stato? >> Cana incrociò le braccia e la fissò, cercando di apparire superiore.

<< Tsk! Ovvio no? Ricorda: le amiche servono a mettere un muro tra te e gli idioti che vogliono il tuo numero! >> Disse, incrociando le braccia a sua volta. << Beh, certo, poi ognuno ha i suoi metodi... >> Ma Cana non la stava neanche più ad ascoltare. Bacchus si era fatto picchiare brutalmente da Mira per avere il suo numero? Questa cosa le suonava familiare, ripensò alla conversazione che avevano avuto qualche giorno prima... Sorrise tra se e se, rendendosi conto che era stata lei a dargli l'idea.
<< Quell'idiota... >>

Angolo Autrice:
Rieccomi con la mia prima long fic! Spero vi stia piacendo, seriamente, e spero che recensiate dicendomi se sto sbagliando qualcosa o se volete darmi consigli! Questo capitolo l'ho dovuto riscrivere due volte, ma alla fine ci sono riuscita (tantatannnn!) e non vedo l'ora di vedere i vostri commenti ^^ Buona notte a tutti e prendete nota: non sono sotto effetto di medicinali!
PS: sono le 22:51, ma la storia la ho scritta ieri all' 1:28

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Capitolo 3
*** Cosa ci faccio qui... di nuovo? ***


Le principesse non si ubriacano!

Cosa ci faccio qui... di nuovo?

A dirla tutta i fatti precedentemente accaduti si potevano riassumere con una sola frase, frase che per un'intera giornata aveva lasciato Cana di stucco:

<< Quell'idiota si è fatto brutalmente picchiare da Mira, solo per avere il mio numero!? >>

Ciò farebbe pensare che Bacchus non avesse ottenuto il numero di Cana, ecco perchè lei rimase alquanto stupita quando ricevette una sua chiamata per invitarla ad uscire. Naturalmente con “uscire” quei due intendevano sedersi al bancone di un bar a caso ed iniziare a bere fino a svenire, o, in parole povere, ubriacarsi. E come credete che sia andata? Beh, come da copione naturalmente, ma ritorniamo alla vera e propria storia...

 

Le mattine si susseguivano in quel periodo, era appena finito il Dai Matou Enbu e tutti volevano godersi la tranquillità delle giornate di sole primaverili. Grazie a Dio nessuna gilda oscura stava complottando qualcosa di malefico o perfido come era spesso successo, e per giunta era sabato mattina! Quindi Cana prospettava qualcosa come dormire tutto il giorno o uscire con Mirajane a fare compere.

Si stropicciò gli occhi per poter scorgere la sua finestra, che sarebbe dovuta esserle davanti, per vedere se le previsioni del tempo del giorno prima erano esatte, in modo da poter decidere cosa fare. Ma davanti a lei non c'era nessuna finestra... bensì una scrivania in legno, una sedia, un orologio appeso ad una parete bianca e l'altra metà di un letto a due piazze... quella non era camera sua, ma di certo era una visione familiare.

Non di nuovo!

Si alzò facendo leva sugli avambracci e guardandosi attorno, in cerca del proprietario dell'appartamento in cui aveva dormito, che trovò come la volta precedente seduto sotto la finestra.

Almeno questa volta c'è il sole!

Si consolò, prima di riaccasciarsi sul materasso, con un sbuffo, attirando l'attenzione di Bacchus.

<< Buongior... >>

<< Chiamami “principessa” e giuro che ti ammazzo! >> Lo interruppe bruscamente, indicandolo con una mano che fino a pochi istanti prima se ne stava penzoloni giù dal materasso.

<< Credo che correrò il rischio. >> Disse lui, soffocando una risata. Lei si girò a guardare il ragazzo, senza curarsi dei capelli scompigliati che le coprivano parte del volto. Notò subito che l'occhio nero che Mira gli aveva fatto qualche giorno prima era diventato di un violaceo sbiadito, mentre parte delle altre ferite, soprattutto quella al braccio, si erano rimarginate.

<< Che diavolo ci faccio qui... di nuovo? >> Chiese lei, con tono assonnato.

<< Questa... è un'ottima domanda! >> Era evidente che nemmeno lui si ricordasse nulla della sera prima, quindi Cana cercò di arrivarci con la logica: si erano ubriacati e ora si ritrovavano a casa sua...

<< … Non è che abbiamo...? >> Chiese, sperando che la risposta non fosse positiva.

<< No, siamo ancora vestiti. >> Disse lui con tono tranquillo. Cana ci fece caso solo in quel momento, aveva ancora addosso i suoi vestiti! Pure il reggiseno!

Questo qui non è il Bacchus che ho conosciuto al Dai Matou Enbu.

Si liberò delle coperte stropicciate e si alzò in piedi, stiracchiandosi e guardando fuori dalla finestra. Fece per fare un passo verso il vetro, per cercare di capire in quale zona della città si trovasse (dato che la volta precedente non aveva capito nulla a causa del diluvio) quando... un secondo dopo si era ritrovata a due centimetri dal viso di Bacchus, trattenendo il respiro e probabilmente rossa come i capelli di Erza.

Ma cosa diavolo...?

Le si erano impigliate le caviglie nella cinghia della sua borsa, poggiata ai piedi del letto, facendola inciampare senza nemmeno che se ne accorgesse. Lui le aveva evitato una facciata contro il muro bloccando la sua caduta mettendole una mano sulla fronte e l'altra sulla spalla, in compenso non era minimamente stranito dalla situazione.

<< Mi piace il tuo spirito d'iniziativa. >> Disse, con una finta voce suadente. Cana riprese a respirare normalmente e lo guardò male, inarcando un sopracciglio.

<< Idiota... >> Si mise a sedere, liberandosi dalla morsa della sua borsa. << Tanto non te la faccio vincere la scommessa. >> Disse, tutta impegnata a districarsi dal garbuglio che le si era formato tra le caviglie.

<< Ah, ma allora abbiamo scommesso seriamente! >> Esclamò lui, quasi se lo fosse dimenticato. << E io che credevo di essermelo sognato. >> Sussurrò poi, tra se e se. Cana preferì non chiedergli nulla e limitarsi a lanciargli un'occhiataccia.

<< Già però non abbiamo stabilito cosa si vince. >> Osservò lei, poi ci pensò per un secondo. << Se vinco io mi offri un cena! >> Esclamò lei. << Tu? >>

<< Seriamente? >> La guardò storto. << Voglio dire, ti avrò già portata a letto, che altro dovrei chiedere? >> Cana rise.

<< Menomale che c'è ancora qualche cavaliere per bene al giorno d'oggi! >> Disse, soffocando le risa.

<< Tu sai che così mi stai autorizzando a darti di nuovo della principessa, vero? >> Osservò.

<< Avresti smesso? >> Bacchus ci pensò.

<< La prendo come una domanda retorica! >> Rimasero a fissarsi per qualche secondo. << Ah, se esci entro due minuti riesci a prendere il bus. >>

<< Ora me lo dici!? >> Si alzò di colpo ed iniziò a cercare le sue scarpe, cercando di ricordare dove le avesse messe... poi un pensiero le trapassò la testa: e se avesse perso le sue scarpe? Iniziò a cercare di ricordare qualcosa, qualsiasi cosa rispetto alla sera prima, non poteva aver perso le sue scarpe, non poteva assolutamente! Stava per andare nel panico, quando...

<< Principessa? >> Si voltò e trovò Bacchus a fissarla con in mano le sue scarpe. Lei si alzò e andò a prenderle, ringraziando un qualsivoglia dio che avesse fatto in modo di non farla tornare a casa a piedi nudi... per la terza volta. Raccattò la borsa e uscì, mentre lui le teneva aperta la porta come un maggiordomo, ma appena a un metro dallo zerbino si bloccò e fece retromarcia, si fermò davanti a Bacchus e gli prese il volto, iniziando poi a scrutare ogni singola ferita della quale vi fosse ancora traccia sul volto del ragazzo, girandogli lievemente il capo ogni volta che passava da un graffio all'altro. Infine gli scoccò un bacio sulla guancia, poco sotto il livido violaceo, mettendosi in punta di piedi per via dell'altezza elevata del ragazzo.

<< E questo per che cos'era? >> Chiese lui, più stranito che incuriosito.

<< Beh... potresti prenderlo come un premio di consolazione per il Dai Matou Enbu, >> Lui la guardò male. << oppure come una preghiera che non ti rimanga la cicatrice... >> Disse alludendo al livido sull'occhio. Lui non cambiò espressione. << Oppure, che ne so... un grazie per avermi fatto dormire da te lunedì! >> Ecco, adesso lo sguardo del Falco era diventato sorpreso.

<< … Vai, che il bus parte. >> Le disse semplicemente, sorridendole in segno di aver capito.

La guardò correre verso il bus, standosene appoggiato allo stipite della porta, per poi seguire il veicolo con lo sguardo fino a vederlo svoltare l'angolo. Poi i suoi occhi si posarono su un gatto dall'aria sospetta che si era fermato a fissarlo a qualche passo di distanza.

<< E tu che hai da guardare? >> Gli disse, cercando di scacciarlo via. << È solo un'amica! >> Ritornò in casa chiudendo la porta, senza ascoltare il gatto che gli miagolava dietro, contrariato.


Angolo autrice:
Heiii!!! Sono tornata, tempo di dirmi "vedo che pubblichi con costanza" che mi è venuto un blocco assurdo, e indovinate quando mi è balzato in mente come continuare? Mentre ballavo! Si, stavo ballando, poi all'improvviso mi è venuto il colpo di genio (si, genio proprio... -.-"). Questo è il perfetto esempio di come una fanfiction possa poi diventare due capitoli di una long, (il primo e questo capitolo prima erano un'unica storia), comunque spero vi piaccia questo capitolo e che continuiate a seguire la mia long, grazie mille a tutti quelli che mi seguono! (ore: 22:37)

 

 

 

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Capitolo 4
*** Sei in ritardo! ***


Le principesse non si ubriacano!

Sei in ritardo!

Cana stava percorrendo di fretta e furia la strada verso la piazza principale di Magnolia, era in ritardo astronomico e indovinate perchè? Aveva perso tempo a chiedere alle sue carte se avrebbe fatto tardi... l'universo l'aveva trollata! Si alternava tra corsa e passo veloce, facendo lo slalom tra le persone che camminavano, evitando di uccidere per sbaglio qualche bambino. Finalmente arrivata alla piazza non ebbe nemmeno il tempo di raggiungere una delle panchine che ne tracciavano la circonferenza, che vide due delle ultime persone che avrebbe voluto vedere in quel momento: due membri della sua gilda, Natsu e Lucy per precisione.

Questi appena la videro le corsero in contro, salutandola.

<< Hei Cana! >> Gridò la bionda agitando la mano in segno di saluto. << Che ci fai qui? >> Cana le sorrise, facendo finta di schiarirsi la voce per pensare ad una risposta convincente.

<< Sono qui per... fare compere! >> Natsu la guardò storto.

<< Strano, dov'è Mira? Di solito siete assieme. >> Cana si maledisse.

<< Beh... tra poco è il suo compleanno e voglio che il suo regalo sia una sorpresa! >> Ottima scusa, se non fosse che il compleanno dell'albina era avvenuto tre mesi prima. Ma per fortuna questo “piccolo” particolare non venne ricordato dai due maghi.

<< E allora chi stai aspettando? >> Chiese Lucy, guardandosi attorno. Cana non aveva idea di cosa rispondere.

<< Aspettare? Io... nessuno! E voi invece? >> Andò sulla difensiva. << Chi state aspettando? >> Chiese, con tono di chi accusa qualcuno di un crimine.

<< Noi? … Nessuno. >> Natsu la fissò inarcando un sopracciglio.

<< A-ha! Quindi è un appuntamento! >> Li incriminò, puntando un dito su di loro. << Tranquilli non lo dirò a quelli della gilda! >> Rassicurò i due compagni, mentre questi ultimi si scambiavano uno sguardo confuso.

<< Se lo dici tu... >> Dissero sottovoce. << Quella che sembra stia per avere un appuntamento sei tu! >> Cana, che credeva di essersela cavata, si ritrovò ad indietreggiare, quasi per difendersi da loro.

<< Nono! Posso assicurarvelo io n... >> Stava arrancando parole messe a cavolo in una frase, quando andò ad scontrarsi con qualcuno...

 

Stava camminando verso la piazza principale della città, la strada era quasi deserta in quell'intervallo, tra la sera e il pomeriggio, in cui il sole tramontava. Di colpo si fermò, al centro della strada, incrociò le braccia al petto e poi parlò:

<< In questo momento mi piacerebbe sapere una cosa... >> Si girò e passò lo sguardo su ciò a cui prima dava le spalle. << perchè diavolo mi state seguendo!? >> Da dietro due barili, da sotto un tavolo e da dentro una cassa sbucarono in sequenza Rocker, War Cry, Yaeger, Novally e Semas, i suoi compagni di gilda, nonché il team del Dai Matou Enbu per Quatro Cerberus.

<< Bacchus... ci faresti il favore di dirci dove stai andando? >> Chiese il primo.

<< Nella piazza principale. >> Disse lui, come se fosse ovvio.

<< A fare cosa? >> War Cry assumeva un tono spaventoso quando si impegnava.

<< A bere... come sempre. >> Non capiva perchè erano talmente tanto sospettosi.

<< Da solo? >> Chiese Yaeger, assottigliando gli occhi. Bacchus riprese a camminare.

<< Apparentemente... >> Disse, mostrando con le braccia che attorno a lui non vi era nessun'altro. Camminarono fino alla piazza, seguendo Bacchus come se fossero le sue guardie del corpo, senza che lui riuscisse a liberarsene.

<< Si può sapere perchè mi state ancora seguendo? >> Chiese lui d'un tratto.

<< Per vedere con chi andrai a bere. >> Bacchus guardò Novally inarcando un sopracciglio.

<< E perchè vorreste saperlo? >> Chiese, sull'orlo i una crisi di nervi.

<< Perchè non dovresti dircelo? >> Chiese Semas facendosi furbo. Seriamente, si erano messi d'accordo su chi avrebbe detto ogni frase o avevano improvvisato!?

<< Questa... è un'ottima domanda. >> Disse, iniziano a camminare all'indietro per poterli guardare. << Tenendo conto del fatto che... >> Non fece tempo a finire la frase che andò a sbattere contro qualcuno...

 

Si girarono in contemporanea, per scusarsi con la persona cui fossero andati addosso, ma quando si ritrovarono a guardarsi l'un l'altra la scena andò un pò diversamente:

<< Ah eccoti, non ti avevo vista! >> Disse lui, dimenticandosi completamente dei suoi compagni.

<< Sei in ritardo! >> Lo cazziò prontamente lei, incrociano le braccia sotto il seno.

<< Hai il viso arrossato e il battito cardiaco accelerato, >> Disse prendendole il viso per il mento e facendo una lieve pressione sul collo con il mignolo. << quindi o sei imbarazzata o hai corso perchè eri in ritardo anche tu. >>

Entrambe le cose...

<< Si, ma io sono una donna. >> Disse, convinta di aver ottenuto un punto a suo favore. Lui la guardò confuso.

<< … E il mio vicino di casa ha un gatto. >> Disse poi, con tono incerto.

<< Questo cosa centra? >> Chiese lei, si erano completamente dimenticati che i loro compagni di gilda li stavano osservando.

<< Non lo so! Sei tu che hai iniziato a dire cose senza senso! >> Disse Bacchus, facendo spallucce. Lei sospirò, mascherando una risatina.

<< Intendevo... che i gentiluomini aspettano le donne. >> Era davvero convinta di avere un punto a suo favore. Lui la guardò sorpreso.

<< Gentiluomo? Io? ... Gentile? >> Cambiava espressione ad ogni domanda che poneva più a se stesso che a Cana. << Stai parlando con quello che ti ha rubato il reggiseno la prima volta che ti ha incontrata! >> Le ricordò.

<< No. >> Disse, iniziando a camminare, dandogli le spalle, in direzione di una via secondaria, probabilmente popolata da bar. << Sto parlando con quello che si è fatto picchiare dalla mia amica per avere il mio numero dopo la seconda volta che mi ha incontrata! >> Disse, lasciandolo fermo e impalato al centro della piazza, con occhi strabuzzati, a chiedersi come lo avesse scoperto.

<< Sappi che ero ubriaco! >> Le gridò, raggiungendola. Lei gli lanciò un'occhiata. << … Ok, sto mentendo. >> Ammise. << Comunque lo rifarei! >> Gli arrivò una seconda occhiata.

<< Stai mentendo ancora. >> Disse lei, con l'aria di chi la sa lunga.

<< E allora devo essere talmente tanto bravo che alla fine è la verità a sembrare meno credibile! >> Lei si fermò e gli si mise difronte, a fissarlo, notando che l'occhio nero gli era completamente scomparso. Gli sorrise, sospirando rassegnata.

<< Andiamo a bere. >> Si incamminarono tranquillamente verso un qualsiasi bar, mentre la piazza pian piano si svuotava.
<< Ma alla fine io sono un gentiluomo o un cavaliere? >>

 

La coppia di Fairy Tail e i cinque di Cerberus li seguirono con lo sguardo, in silenzio, senza sapere minimamente cosa dire... o pensare. Poi ad un certo punto Lucy ruppe il silenzio che si era instaurato nella piazza, a quel punto quasi vuota.

<< Hei Natsu, >> Disse, volgendo lo sguardo al suo compagno di squadra. << come credi che reagirebbe Gildarts se lo venisse a sapere? >> Sul volto aveva un sorriso mephistolico. Lui le sorrise, quasi dolcemente, sospirando.

<< Oh, Lucy, come ti ho educata bene! >> Disse, ricordando con nostalgia la ragazzina dolce e innocente che era all'inizio. Le mise un braccio attorno alle spalle e poi iniziarono ad incamminarsi verso la gilda, ideando modi per ricattare Cana, lasciando soli i compagni di Bacchus che ancora cercavano di realizzare la scena cui aveva assistito poco prima.

Angolo autrice:
Rieccomi! Capitolo un poco nonsense, si capirà lo scopo di esso più tardi, comunque spero che vi sia piaciuto! Mi scuso per il ritardo, ma ci sono varie ragioni: 1) blocco dello scrittore che mi si è sbloccato ieri sera dopo un'attenta riflessione (stare sdraiata sotto il condizionatore); 2) sono sotto esami; 3) sto lavorando ad una long fic a quattro mani con Kimiko_13 (se volete darle un'occhiata si chiama "Come diventare membri di Fairy Tail in 10 mosse").
Quindi vi ringrazio a voi che seguite la mia storia e spero vivamente che continuiate a recensire! (ore 22:31, visto che con l'estate riesco a scrivere in un orario decente?)

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Capitolo 5
*** Comincia a correre! ***


Le principesse non si ubriacano!

Comincia a correre!

Cana era appena arrivata in una via, che si diramava dalla piazza principale, molto frequentata a quell'ora della sera. Stava correndo già da un pò e non ce la faceva più, si sentiva quasi svenire, quindi si avvicinò ad un muro e ci si appoggiò a riprendere fiato, sperando di non iniziare a stare male. Di colpo una mano tremante le afferrò il polso, non con forza, quasi solo per richiamare l'attenzione, lei allora si voltò e si ritrovò a guardare un vicolo illuminato dall'insegna di un bar lì a fianco, sotto il neon lampeggiante c'era il suo compagno di bevute che, anche lui con il fiatone, se ne stava seduto su una cassa di legno in procinto di riprendere le forze.

<< Sei in ritardo, principessa. >> Le disse, forzando un sorriso che gli impedì di respirare il necessario.

<< Scusa. >> Gli disse lei sedendoglisi a fianco, ansimando in cerca d'aria. << Ma ho dovuto... evitare di farmi vedere dai miei... compagni di gilda. >> Farfugliò, spezzando le parole tra un respiro e l'altro, riferendosi alla reputazione che lui aveva per la maggior parte dei suoi nakama. << Non è stato facile. >> Disse poi, schiarendosi la voce. Inneffetti tra Natsu, Lucy e Gildarts era stata una bella sfida! Non ne volevano proprio sapere di lasciarla andare e i primi due continuavano a fare domande, probabilmente avrebbero utilizzato la loro versione di come stavano le cose tra lei e Bacchus per ricattarla!

<< Immagino... >> Le rispose. Lei lo guardò.

<< Oh, andiamo, >> Iniziò. << Non dirmi che io invece sono vista benissimo nella tua gilda. >> Fece un ultimo sospiro e poi iniziò a respirare con ritmo pressocchè regolare.

<< Pricipessa, >> La guardò negli occhi. << la mia gilda ti venera! >> Lei inarcò un sopracciglio, stupita.

<< ... Cosa? >> Chiese, in cerca di spiegazioni.

<< Sai com'è, sei stata più o meno l'unica persona gentile con noi, al Dai Matou Enbu! >> Riprese anche lui a respirare normalmente.

<< Si chiama sportività! >> Esclamò, quasi non volesse crederci. << I vincitori sono simpatici con i perdenti! >> Spiegò, senza accorgersi di come suonava la cosa. Lui la gurdò, con finta sufficienza.

<< Io ti odio... >> Le disse, cercando di sembrare serio.

<< Tsk! >> Lei lo squardò da cima a fondo, incrociando le braccia ed imitando il suo tono. << Tu mi adori! >> Gli disse, sapendo di aver ragione.

<< Ok, è vero. >> Ammise lui, alzandosi e tendendole una mano. << Ma non farlo sapere in giro! >> Le sorrise, aiutandola ad alzarsi. Lei si spolverò i vestiti e si rimise a posto il mollettone che le fermava i capelli, poi le venne in mente una cosa:

<< Scusa, ma allora perchè hai dovuto correre anche tu? >> Chiese, mentre uscivano dal vicolo.

<< Ho dovuto seminare i ragazzi. >> Disse semplicemente. << Non la smettevano di seguirmi. >>

<< E che problema c'era? >> Lui la guardò come se la risposta fosse ovvia.

<< Tu sei la MIA compagna di bevute. >> Disse, calcando la voce, per poi incamminarsi verso una direzione a caso.

<< Che bello, ho un compagno di bevute possessivo! >> Disse tra se e se ragiungendolo per non perderlo tra la folla. Lui la sentì.

<< Ringrazia il fatto di avere un compagno di bevute che riesca a cacciare quelli che vogliono portarti a letto con una semplice occhiata. >> Disse tutto convinto, per poi ricordarsi che...

<< Tu sei uno di quelli che mi vogliono portare a letto. >> Gli ricordò lei, con un sorriso furbo stampato in faccia.

<< Ok, punto a favore per te. >> Ammise, gesticolando. << Però, al contrario di loro, io ti offro da bere e... >> Si guardò attorno come in cerca di qualcosa, poi si chinò e le porse un fiore dalla dubbia specie, con i petali lunghi e gialli, che si scurivano verso il centro. << ti regalo dei fiori! >> Le sorrise, cercando di apparire il più credibile possibile, mentre le infilava il gambo dietro l'orecchio. Lei lo guardò impassibile, ferma difronte a lui. Poi sospirò, incrociando le braccia.

<< ... Ti do mezzo punto perchè il fiore è bello. >> Disse, ricominciando a camminare, per poi bloccarsi di colpo e rimanere ferma come una statua.

<< Principessa, tutto bene? >> Si fermò a fianco a lei, seguendo la traiettoria dello sguardo di Cana e incrociando quello di un uomo, dall'aspetto familiare, qualche metro più in là.

<< Hei, quello non è mica il mago più forte della tua gilda? >> Le chiese. Lei scosse la testa.

<< Bacchus... comincia a correre... >> Gli disse, con voce flebile. << Quello non è il mago più forte della mia gilda... >> Lo indicò. << quello è mio padre! >> Le ultime due cose che sentì furono un primo spostamento d'aria provocato dal Falco che scattava fulmineo in direzione opposta, e un secondo spostamento d'aria, ovvero suo padre che lo rincorreva. Ma quando si girò di loro rimaneva solo il varco che si era creato tra la folla per farli passare.

<< Ti prego, non ucciderlo... >> Ecco chi era possessivo: Gildarts!


Angolo autrice:
Salve! Sono tornata, per questo capitolo ho dovuto fare tre (tre!) schemi! Non riuscivo assolutamente a capire cosa fare e indovinate un pò? Sono partita da un cerchio per arrivare ad un quadrato! Spero che vi piaccia questo capitolo, capirete poi il tutto, recinsite se avete consigli e/o richieste e spero di non starvi annoiando! Scusate se il capitolo è breve!
Buona notte! (ore: 00:46)

 

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Capitolo 6
*** Seriamente? ***


Le principesse non si ubriacano!

Seriamente?

Quella mattina si sentiva più rincoglionito del solito: il malditesta c'era, forte come poche volte in vita sua ma di routine; non riusciva a tenere fermo un pensiero per più di qualche secondo (Doveva aver bevuto roba veramente forte la sera prima!); e, per ultima cosa, aveva una percezione ovattata dei suoni. Certo, una delle peggiori sbronze che si fosse mai preso, i conti tornavano, ma nonostante tutto non si spiegava alcuni piccoli particolari come l'intorpidimento al braccio destro e una pressione sulla mano sinistra.

Decise di provare ad aprire gli occhi, cosa che fu uno sforzo immane: in quella frazione di secondo che i neuroni impiegarono per inviare il segnale alle palpebre di schiudersi fu come se lui venisse risucchiato via da un'altra dimensione e catapultato in quella dove si ritrovò un istante dopo. Un'esperienza terrificante!

Una volta aver messo a fuoco ciò che aveva davanti cercò di capire dove si trovasse: era tutto molto bianco, in un angolo in alto era posizionata una televisione e si ritrovava su un letto di quelli che si vedevano nei telefilm di medici.

Un ospedale...

Fu allora che si rese conto che quello non era uno di quei giorni post-sbronza: era stato menato da Gildarts il giorno prima. Passò qualche secondo a riattivare tutti i muscoli facciali, constatando che il suo volto fosse ancora integro, poi si ricordò del braccio e della mano: il braccio era ancora intorpidito, mentre la pressione sulla mano era molto più lieve di quella che aveva percepito poco prima.

Abbassò lo sguardo e si rese conto di avere tutta la parte dal gomito in giù completamente ingessata, Gildarts doveva avergli provocato migliaia di microfratture, ma forse si doveva ritenere fortunato per il solo fatto di avere ancora l'arto. Poi girò la testa per preoccuparsi della mano, ma la sua attenzione venne catturata da una certa ragazza che, malamente seduta su uno sgabello, se ne stava assopita appoggiata al materasso, con la testa fra le braccia e le dita che, nel sonno, stringevano le sue, ecco spiegata la pressione.

Liberò la mano dalla stretta di Cana, che nel percepire quel minimo movimento si svegliò, stropicciandosi gli occhi affaticati.

<< Buongiorno! >> Le sorrise lui. Lei nel sentire la sua voce si alzò di colpo e prese a guardarlo preoccupata.

<< Oh, mio Dio! Dimmi che stai bene... >> Esclamò con voce tremante, portandosi una mano al volto.

<< Beh... ho un braccio rotto, probabilmente sono sotto tre tipi diversi di antidolorifici >> Lanciò uno sguardo alle flebo che sbucavano da sotto il gesso. << e credo di essermi visto passare davanti tutta la vita, ma... hei, la mia faccia è come nuova! >> Disse sarcastico, in un invano tentativo di sollevare l'umore della maga.

<< Bacchus... ti prego... >> Aveva bisogno che l'espressione di lei cambiasse, non sarebbe riuscito a sostenere lo sguardo preoccupato della ragazza ancora per molto.

<< Principessa, sto bene! Perchè non dovrei star... >> Non riuscì a finire la frase.

<< Perchè sei in un ospedale! >> Lo interruppe lei, lasciandolo direttamente senza fiato. La ragazza sospirò, camminando per la stanza in un tentativo di calmarsi. << Che cosa frustrante... >> Sussurrò tra se e se.

<< Te l'ho detto, sono sotto antidolorifici. >> Le ricordò, con tono spento.

<< No, non tu... cioè si, ma anche no... il tuo stato fisico intendo! >> Disse, incartandosi nelle sue stesse parole. Lui la guardò confuso.

<< Principessa, stai usando parole troppo complicate. >> Disse, era chiaro che non ci capisse più dello stretto necessario.

<< Intendo... sei stato appena picchiato per la seconda volta a causa mia! >> Disse, sentendosi evidentemente in colpa. << Dico davvero, se è solo per portarmi a letto allora... ritiro la scommessa, così puoi evitare di vedermi ancora e di essere ridotto... >> Lui la bloccò.

<< Seriamente? >> La guardò negli occhi. << Tu pensi davvero che io stia con te solo per portarti a letto? >> Cana prese a fissarlo a bocca aperta. << Ok, vedila in questo modo: io fino a due settimane fa vivevo di avventure di una notte, con donne che non portavo nemmeno in casa mia! Donne dalle quali, se mi capitava di riconoscerle in strada, mi nascondevo perchè non mi ricordavo nemmeno il loro nome! >> Disse tutto d'un fiato, gesticolando con il braccio sano. << Poi sei arrivata tu... due settimane fa. Sei stata la prima che abbia dormito in quel letto, la prima che mi abbia visto sobrio e la prima alla quale corra in contro quando la vedo in strada! >> Disse, elencando sulle dita. << Quindi direi che non sei una che mi voglio soltanto portare a letto... Cana. >> Il suo nome. In quel momento lei si rese conto che quella era la prima volta che gli sentiva pronunciare il suo nome. Aveva sempre usato quello strano nomignolo, ma mai il suo nome. E il suo nome, in quel momento le fece saltare un battito e venire le lacrime agli occhi.

Bacchus lo notò e soffocò una risatina.

<< Ti ho commossa!? >> Esclamò incredulo, facendola ridere. << Questa roba fa miracoli! >> Disse, alludendo ai medicinali contenuti nelle sacche accanto al letto. La guardò.<< Dai vieni qui, >> La prese per un braccio e la fece sedere sul materasso. Le asciugò una lacrima con il pollice, mentre lei si sforzava di sorridere. << smettila di piangere e, ti prego, continua a sorridere, perchè mi attendono almeno due settimane di astinenza da alcohol, ho bisogno di positività! >> Lei rise, asciugandosi gli occhi e annuendo.

<< Credo che la morfina sarà un'ottima sostituta! >> Disse con tono impastato, lanciando un'occhiata ad una sacca con scritto sopra il nome del medicinale in stampatello.

<< Ecco! Vedi, sei già tornata allegra! >> Le disse, sorridendole.

In quel momento la porta si aprì e ne sbucò fuori un'infermiera bassina e sulla quarantina, che senza rivolgere parola a nessuno prese la cartella del ragazzo e la lesse velocemente, per poi strabuzzare gli occhi, incredula, ed esclamare:

<< Ti sei fatto picchiare dal padre della tua ragazza!? >>

<< Eh? >> La guardarono entrambi, ben poco sicuri che una cosa del genere sarebbe dovuta essere scritta su una cartella clinica. Allora la donna si girò verso Cana e la indicò.

<< E tu devi essere la sua ragazza. >> Disse, tutta convinta. I due provarono ad obbiettare in ogni modo possibile, riuscendo ad ottenere solo scarsi risultati. << Cosa? >> Chiese alla fine lei. << Non è la tua ragazza? >> Li squadrò. << Amico, fatti un bell'esame di coscienza! >> Disse, per poi scoppiare a ridere.

Già fatto...

La seguirono con lo sguardo fino all'uscita, per poi rimanere a fissare la porta chiusa, allibiti.

<< Appena esco di qui io ti trascino nel primo bar che vedo. >> Disse alla fine lui, dopo una pausa di silenzio.

<< Ne avrai bisogno! >>


Angolo autrice:
Rieccomi! Visto che fulmine stavolta? Mi sono dovuta trattenere, altrimenti avrei pubblicato addirittura tre giorni fa! Beh, che ne dite? Capitolo dolcioso che spiega (più o meno) i due nonsense precedenti u.u finalmente! E ora provate a dire che i personaggi non sembrano OOC (beh, inneffetti Bacchus è sotto medicinali...)! Comunque, ci tengo a ringraziare chi mi sta seguendo, chi recensisce sempre e i lettori silenziosi *shhhhhhhhhhh*, spero che vi stia piacendo la storia e che continuiate a leggerla! Grazie ancora e buona notte! (ore 2:07)


 

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Capitolo 7
*** Non ho detto che mi dia fastidio! ***


Le principesse non si ubriacano!

Non ho detto che mi dia fastidio!

Cana e Bacchus erano giunti alla conclusione che quando si è ubriachi si riesce a dormire in qualsiasi luogo e in qualsiasi posizione: erano soliti a ritrovarsi a casa del Falco senza capire come diavolo fossero finiti in situazioni tipo ritrovarsi a dormire sotto al letto, nella vasca da bagno, sul piano della cucina o anche sullo zerbino (per quello Cana aveva riferito che era stato per via di una scommessa ed era tutta contenta di aver vinto, nonostante ciò Bacchus si era subito preoccupato di guardare che non le fosse successo nulla)! Altre volte capitava di ritrovarsi in luoghi assurdi come il tetto di un grattacielo, il bagno di una baita sulle montagne o un circo! E il copione era sempre lo stesso: lui che si svegliava e stava ad aspettare che Cana aprisse gli occhi, allora le dava il buongiorno con la sua ormai solita frase e lei gli rispondeva con un assonnato e confuso "Cos'è successo ieri sera?". Ma, nonostante tutte le situazioni in cui si fossero cacciati o ritrovati, non gli era mai successo di svegliarsi abbracciati.

<< Ah! >> Gridarono in coro, allontanandosi di colpo l'uno dall'altra e cadendo rispettivamente dal materasso. Si fissarono senza sapere cosa dire o fare per secondi che sembrarono ore.

<< ... Buongiorno...? >> Disse poi Bacchus con tono incerto, in un tentativo di riequilibrare la situazione.

<< Cos'è successo ieri sera!? >> Chiese Cana mettendosi in ordine i capelli ed alzandosi dal pavimento.

<< Non ne ho la più pallida idea! >> Ammise l'altro con tono euforico. Era tornato da pochi giorni dall'ospedale, Gildarts gli aveva provocato decine di microfratture che avevano impiegato due settimane per mettersi a posto, ma nonostante ciò lui era subito tornato a lavorare... e a bere.

Ci fu un secondo periodo di silenzio in cui fecero di tutto per evitare di guardarsi negli occhi, di colpo le assi del parquet che ricoprivano il pavimento erano diventate interessantissime!

<< Stavamo dormendo! >> Esclamò Cana in una disperata giustificazione.

<< Non eravamo coscienti! >> Le diede ragione.

<< Già! È perchè stavo sognando di abbracciare... mio fratello! >> Disse di nuovo lei, per nulla credibile. Bacchus inarcò un sopracciglio.

<< Hai un fratello? >> Chiese, più preoccupato di rischiare di essere menato di nuovo che per curiosità.

<< ... No. >> Ammise lei. Poi di colpo si sentì un rumore provenire dalla cucina. Entrambi si girarono istantaneamente verso la porta, senza però riuscire a scorgere nulla a causa del buio che dominava la sala principale. << Cos'era quello? >> Si scambiarono uno sguardo d'intesa, per poi iniziare a camminare lentamente verso il salotto, con i sensi allerta e prendendo un qualsiasi oggetto per usarlo come arma (anche se Cana avrebbe dovuto pensarci un attimo prima di prendere il portamatite). Si misero ai lati della porta a poi Bacchus accese la luce, mentre si buttavano nella stanza per cogliere di sorpresa il misterioso intruso, ritrovandosi davanti... un gatto.
Rimasero a fissare quella palla di pelo grigio che se ne stava seduta sul pavimento, con un'aria innocente a guardarli di rimando, per una decina di secondi. Si guardarono, sospirando tra il sorpreso e il tranquillizzato, scoppiando a ridere insensatamente.

<< Un gatto! >> Disse Cana andando a rimettere il portamatite sulla scrivania nella camera a fianco.

<< Il gatto della mia vicina probabilmente. >> Le rispose l'altro, riconoscendo l'animale e notando di averlo sempre visto aggirarsi nei paraggi di casa sua. << Glielo vado a riportare. >> Disse, avvicinandosi al micio e prendendolo in braccio, senza che lui iniziasse a dimenarsi. Si fece ridare le ciabatte da Cana, che, come ogni mattina, se n'era impossessata, ed uscì di casa, dirigendosi verso la casa sulla destra, suonò il campanello ed attese qualche secondo.

<< Buongiorno Bacchus! >> Esclamò una vocina stridula, appena la porta si aprì. << Come stai? >> Sbucò fuori dalla casa una ragazza castana con due codini alti e tirati.

<< Benissimo... anzi, reduce da un infarto dato che il tuo gatto mi ha fatto credere di avere un ladro in casa! >> Disse, sorridendo il più credibilmente possibile. Quella tipa era un'insopportabile pazza.

<< Oh, come mi dispiace! >> Esclamò in falsetto. << Peccato che quello non sia il mio gatto! >> Disse, indicando con l'indice il muso del micio che se ne stava a pensare ai fatti suoi. Bacchus inarcò un sopracciglio.

<< Non è tuo? >> Chiese di nuovo, ricevendo come risposta un sorriso. << E allora di chi è? >> Domandò, più a se che alla pazza.

<< Oh, non lo so! Pensavo fosse della tua ragazza! >> Disse, facendo spallucce senza perdere la voce stridula. Ma come diavolo faceva ad essere così energica alle sette di mattina!?

<< Ah... aspetta, cosa!? >> La guardò strabuzzando gli occhi. << Come l'hai chiamata? >>

<< ... La tua ragazza! >> Lui scosse la testa. << Non è la tua ragazza!? >>

<< No! Cosa te lo fa pensare? >> Chiese lui gesticolando, ormai il gatto era andato a farsi una passeggiata.

<< Mah, non lo so! Sai, fate parte delle cose che si fanno quando si sta insieme! >> In tutta risposta ricevette un'occhiata interrogativa. Sospirò e poi iniziò a spiegare, contando sulle dita: << Quando hai una ragazza esci spesso con lei, ci ridi assieme, la baci, ti piace la sua risata, la fai dormire da te senza dover per forza combinare nulla e poi lasci che ti rubi le ciabatte... >> Bacchus si chiese se fosse l'ora di avvertire la polizia che la sua vicina fosse una pazza stalker. << nel tuo caso... una che guardi i tuoi occhi e non i tuoi tatuaggi! >> Passò qualche secondo a fissarla, sbattendo più volte le palpebre.

<< ... No, è solo un'amica. >> Disse alla fine.

<< Oh, bene, buona giornata! >> Disse, rientrando in casa di tutto punto e chiudendo la porta. Lui fece per tornarsene nel suo appartamento quando si ritrovò la strada sbarrata dal gatto di prima, che lo fissava innocente mentre miagolava. Bacchus sospirò.

<< ... E va bene, ho una specie di ragazza! >> Ammise, esasperato dagli sguardi di quella bestiolina. << Contento ora? >>

 

Se ne stavano seduti sul divano a fissare il gatto davanti a loro nel più completo silenzio. Intanto il micio non si sentiva minimamente osservato, anzi, si sdraiava, miagolava, si stiracchiava... il tutto sotto lo sguardo indagatore dei due maghi.

<< E ora che facciamo? >> Chiese Bacchus, dopo una lunga pausa di silenzio.

<< ... Colazione? >> Suggerì Cana, lanciandogli un'occhiata.

<< Ma no! >> Disse in un sospiro. << Intendo con il gatto. >> Spiegò, indicando la bestiola che aveva iniziato a giocare con un filo di stoffa trovato Dio solo sa dove.

<< Beh... >> La ragazza ci pensò. << Lo terrò io! >> Annunciò, tutta sorridente.

<< Tu? >> Le chiese il ragazzo, quasi incredulo.

<< Beh, si! La mia casa è vicina a dove lavoro, ci sono altri gatti e i pescatori del corso sono gentili con gli animali... >> Notò che il Falco la stava guardando con un sopracciglio inarcato.

<< Principessa... tu in pratica vivi qui! >> Disse, indicando il pavimento di casa sua. La ragazza incrociò le braccia e si mise a guardare in aria.

<< Beh, se proprio vuoi passerò più tempo per i fatti miei! >> Esclamò, con un tono offeso che, anche se finto, suonò molto realistico.

<< Hei, ho detto che vivi qui, non che la cosa mi dia fastidio! >> Disse, mettendole un braccio attorno alle spalle e tirandola a se, mentre lei ridacchiava.

<< Quindi il gatto sarà tuo? >> Chiese lei, appoggiando la testa alla spalla del ragazzo.

<< No, sarà tuo ma lo terrò io. >> Annunciò lui. << Affare fatto? >> Si strinsero la mano, per poi rimanere in silenzio meditando se tornare a dormire o no, del resto era sabato mattina!

<< Hei Bacchus... >> Disse lei ad un certo punto. << Ti rendi conto che abbiamo un gatto? >> Lui annuì.

<< E tu ti rendi conto che la vicina pazza pensava che fossi la mia ragazza? >> Disse lui trattenendo una risata.

<< Stanotte abbiamo dormito abbracciati. >> Ricapitolò lei.

<< I miei compagni di gilda ci shippano. >> Cana si trattenne dallo scoppiare a ridere.

<< Cosa!? >> Chiese guardandolo incredula. Bacchus strabuzzò gli occhi ed iniziò a scuotere la testa, per poi dire, in un sospiro di frustrazione:

<< War Cry è peggio di una fangirl! >>


Angolo autrice:
Hei! Sono tornata dopo un sacco di tempo! Scusatemi ma questo capitolo è stato un vero dilemma per me perchè tecnicamente questo sarebbe dovuto essere il prossimo capitolo ^^" excuse moi (siscriveràcosì?). Ma, parlando di cose più serie... vi immaginate la mia reazione quando ho letto nell'ultimo capitolo (attenzione, spoiler capitolo 392 da qui...) che Fairy Tail avrebbe collaborato con tutte le altre gilde!? Voglio dire, quindi ci sarà ancora Bacchus! Stavo letteralmente sclerando XD (... fino a qui!) Benissimo! Vi ringrazio a voi che leggete e recensite sempre, un grazie a chi segue la storia ed ai lettori silenziosi u.u al prossimo capitolo!

 

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