Principessa del ghiaccio… guardiana nel cuore

di SylviettaMyss
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nel regno dell'est ***
Capitolo 2: *** Arendelle ***
Capitolo 3: *** Buio, profondo buio ***
Capitolo 4: *** La principessa del ghiaccio ***
Capitolo 5: *** Lasciarla andare ***



Capitolo 1
*** Nel regno dell'est ***


Principessa del ghiaccio… guardiana nel cuore
 

Capitolo 1: Nel regno dell’est

… And I don't want the world to see me 
'Cause I don't think that they'd understand 
When everything's made to be broken 
I just want you to know who I am…

IRIS – GOO GOO DOLS 

Era una sera di tardo autunno, una di quelle dove la gente amava accendere il camino e gustarsi un buon latte caldo. Il villaggio accanto al castello era deserto, le botteghe erano ormai chiuse. Anche a casa del commerciante di stoffe, Arlbert, un omone di trent’anni circa, e della sarta della regina, Yvonne, una donnina moretta della stessa età, era giunta ora di andare a letto. Solo una persona non dormiva: la loro figlia di quattro anni. Era in piedi, davanti alla finestra, incantata da quello spettacolo. Le sembrò di vedere i primi fiocchi di neve cadere dal cielo. Controllò bene che i propri genitori dormissero, si mise il mantello ed uscì. Le sembrava uno spettacolo bellissimo e iniziò a ballare nel giardinetto di casa. Le parve fin di sentire delle risate oltre alle sue, così si voltò. Davanti a lei c’era un ragazzo… La bimba si spaventò e fece per nascondersi “Aspetta! “ esclamò lui. “ Riesci a vedermi?” chiese poi. La bimba annuì. “Significa che credi in me! Sono Jack Frost!” disse infine. “ … la mia mamma dice sempre che Jack Frost è uno spiritello, e che se non vado a letto mi gelerà il nasino…” disse la piccola, spaventata. Jack scoppiò a ridere e fece per lei una piccola nevicata. La bimba rideva, alzando le braccia al cielo. in quel momento qualcosa uscì dalle sue mani, una strana mini bufera che si muoveva circolarmente, come se danzasse. Jack s’immobilizzò, aveva incontrato solo un’altra persona in grado di dominare la neve ed il ghiaccio come lui. “Iris, vieni dentro!” si sentì. “Ora devo andare, verrai ancora a giocare con me?” disse rivolgendosi a lui. Jack annuì e la guardò andare in casa. Sentì uno strano legame con la bimba ma doveva pensare alla felicità di tutti i bambini. Comunque, sarebbe tornato a trovarla…
… da allora passarono dodici anni…

Era una mattina calda d’estate. Il sole stava sorgendo alto nel cielo e i bottegai stavano aprendo i loro negozi. Anche il buon Albert si era svegliato di buon ora, per preparare le stoffe e come sempre le aveva trovate tutte belle piegate e sistemate. “ Buon giorno, padre!” disse una ragazza, seduta in un angolo a cucire. “ Dovresti fare questi lavori quando il sole è più alto, se no diventerai ceca!” la rimproverò l’uomo. Iris gli sorrise, poi fissò l’orologio a cucù. “Devo andare!” esclamò. Prese una sacca fatta a tracolla ed un mantello, poi diede un bacio al padre. “Non andrai ancora in giro con quel fannullone di Lukas?” chiese. “Papà…” rispose, scocciata lei. Uscì, chiudendo la porta di casa. Si avviò correndo verso il ponte che separava il villaggio dalla foresta. Continuava a pensare perché suo padre fosse così protettivo con lei. Ormai aveva sedici anni, e si riteneva abbastanza grande da poter decidere con chi andare. Comunque, Lukas non era un fannullone. Lui era un principe.
L’attendeva seduto su un tronco, mentre lucidava una spada. Era identico a suo padre, ma gli occhi verdi, li aveva presi dalla madre. Iris gli andò incontro poi si fermò ad ansimare. “Sei in ritardo!” disse lui, scocciato. “Prima ho dovuto finire l’abito per tua madre!” rispose lei, facendogli la lingua. “ Io non sono mica una principessa, non ho tempo da perdere” poi incrociò le mani. “Ehi! Guarda che anche la vita di un principe non è facile, sai? Con tutte le lezioni di scherma e di dizione… è uno strazio…” disse Lukas, stirandosi, con le braccia al cielo. “ Tutta colpa di mio padre! E pensare che lui era un ladro!” esclamò poi. “Si, ma poi ha incontrato tua madre” disse Iris sedendosi accanto a lui. “… la storia la conosco benissimo anche io! Bla, bla, bla! Poi si son sposati e voilà! La favola di Rapunzel e Eugene!” esclamò lui, passandosi la mano sulla faccia. “Però è una bellissima storia!” disse lei. Lukas si alzò in piedi facendo volteggiare la spada e facendo qualche passo. “Mi era giunta voce che presto dovrai farlo anche tu…” sussurrò Iris. Lukas si fermò e sospirò. “Si, ma vedi! A me tocca sposare una principessa, non chi mi pare …” concluse lui. Iris lo capiva, faceva parte dei suoi doveri. Lei, invece, avrebbe fatto la sarta per tutta la vita. Si fissò le mani. Lei che aveva tutto quel potere. “Comunque” continuò lui “ sposerò chi mi pare al momento giusto! E i miei dovranno accettarlo!”. Iris rise. “Hai qualche candidata?” chiese. Lukas le sedette accanto e le prese una mano. “Tu, per esempio!” esclamò lui. Iris fece una faccia sorpresa. Poi lui si avvicinò col  volto a lei. Iris fece una piccola palla di neve con l’altra mano e gliela spiaccicò in faccia. “Ehi! Usare la neve non è valido!” esclamò lui, mentre si levava la neve dalla faccia. Iris si alzò in piedi e gli fece la lingua. “ Stupido! Smettila di dire stupidaggini!” esclamò lei, iniziando a correre. “Ah, se ti prendo… “ esclamò infine lui, correndole dietro.

Sperava scherzasse. Loro erano cresciuti insieme e mai si sarebbe sognata di sposarlo. Ma chissà? Forse non scherzava. Non sapeva bene come avrebbe reagito se glielo avesse chiesto seriamente. Lui poi era un principe…

Tornò a casa nel pomeriggio e aiutò il padre a sistemare le stoffe invendute.

Sera. Iris era pronta per andare a dormire, prese un libro dalla libreria e si sedette sul letto a gambe incrociate e lesse…

“C’era una volta una regina dei ghiacci. Viveva sola in un bellissimo palazzo, in una montagna. La regina si sentiva molto sola, così una notte di plenilunio, chiese alla luna di donargli qualcuno che le facesse compagnia. La luna esaudì il suo desiderio e gli mandò lo spirito dell’inverno. Insieme si divertivano e giocavano finché non finirono per innamorarsi. Ma un giorno la regina venne rapita e lo spirito, tornando nel palazzo, non la trovò. Non si rincontrarono mai più …”

Iris ebbe un piccolo tonfo al cuore. Poi sentì il rumore delle finestre che sbattevano. Si avvicinò e guardò oltre, le era sembrato di aver sentito qualcosa. Chiuse la finestra, appoggiò il libro sul comodino, spese la candela con un soffio e s’infilò sotto alle coperte.

Jack Frost la fissava dalla finestra. Aveva continuato a vegliare su di lei anche se era cresciuta, perché con lei erano cresciuti i suoi poteri. Ma aveva smesso di credere in lui da un pezzo. Si rattristo, quella storia era divenuta una fiaba ma faceva parte della sua vita. La finestra si riempì di cristalli di ghiaccio. Era tornato al palazzo. Aveva deciso che avrebbe presentato la sua amata agli altri guardiani e che sarebbe stato con lei per l’eternità. Ma al suo ritorno, lei non c’era…

Jack saltò sul tetto della casa, osservando sempre la sua luna, mentre Sandman iniziava il suo lavoro.

Il giorno seguente, al palazzo Lukas scivolava giù per il corrimano delle scale. Arrivato a terra si sistemò i capelli e si avviò nella sala delle udienze. Là i suoi genitori l’attendevano. “Mi avete fatto chiamare?” disse. “Si, figliolo, ho buone notizie per te!” esclamò Eugene. “Si terrà un ballo, dove verrà presentata ufficialmente la principessa Klara!” disse Rapunzel sedendosi. Lukas scattò su tutte le furie. “Klara di Arendelle, suppongo!” esclamò. “Si, la figlia di mia cugina Anna!” concluse Rapunzel. “ Ma quella è una pazza! Dai, non vorrete mica che la sposi io!” esclamò di nuovo Lukas. Rapunzel non parlò e nemmeno Euguene. Lukas intuì, doveva per forza essere così. Si allontanò dalla sala, facendo cadere una delle due armature che vi erano all’entrata. Se era così preferiva davvero sposare Iris, la sua amica d’infanzia. Almeno con lei poteva essere se stesso, e non dover sottostare ad un cerimoniale. Andò nella sua stanza, gettando la spada sul letto, affacciandosi al balconcino. Fu in quel momento, nel riflesso del vetro del balcone che notò una strana ciocca bionda tra i suoi capelli. La ignorò e si gettò sul letto. “ … sono i miei ultimi giorni da scapolo… mi sa …” sussurrò.

Dirlo ad Iris sarebbe stato molto difficile…

Iris e sua madre Yvonne vennero convocate a castello. Raggiunsero la regina nelle sue stanze, mentre rincorreva la principessa Isabelle, chiamata semplicemente da tutti Belle. “Vieni qui subito! La sarta deve prenderti le misure! Dai, fai la brava!” gridò Rapunzel. La bimba notò Iris e le corse incontro abbracciandola. “Iris! Sono contenta che sei qua! Lo fai tu il mio vestito? Bello come quello della mamma!” esclamò Belle. “Ma certo, principessa!” rispose Iris, sorridendole. “Ci occorrono degli abiti nuovi per la proclamazione della figlia di mia cugina Anna…” continuò Rapunzel “ Sapete! Elsa, l’altra mia cugina, sta pensando di nominarla erede al trono, dal momento che non ha figli!”. Yvonne si voltò verso Iris, la vedeva strana. “Davvero non ha figli?” chiese timidamente. “Si, si dice che una volta abbia anche avuto una gravidanza ma che poi abbia perso il bambino! Dopodiché non ne abbia più voluto saper nulla! Non si sposò mai…” Le rispose la regina. Iris si rattristò, anche se non capiva il perché. “Ah, e là mio figlio chiederà in sposa Klara! Così finalmente metterà la testa a posto” esclamò infine Rapunzel. Ci mancava anche questa! Pensò Iris.

Per tutto il giorno rimase distratta. Non aveva voglia di vedere nessuno. Una piccola nevicata si era formata su di lei. Mentre le sue mani avevano disegnato dei fiori di ghiaccio sul tessuto che stava tessendo. Poi le caddero delle lacrime che lo gelarono definitivamente.
Quella sera suo padre la mandò a chiamare. Iris scese in cucina e li vide entrambi davanti al camino, erano seri. Sua madre aveva le lacrime agli occhi. “Cosa sta succedendo?” chiese. “La regina ha chiesto che tu vada con lei, come dama di compagnia della principessina!” le rispose il padre. “Beh, non mi sembra il caso di essere così seri! E’ una bella notizia!” esclamò lei. Il padre appoggiò la mano sulla spalla di sua madre, facendogli cenno di si con la testa. “Dobbiamo parlare…”

Le raccontarono che lei non era mai stata la loro figlia, anche se l’amavano come se lo fosse stato davvero. Le raccontarono che un troll l’aveva condotta da loro, le avevano detto che era una bimba speciale e che andava protetta. Loro accettarono senza ritegno, visto che non riuscivano ad averne dei loro. “Quel troll veniva da Arendelle… dove andrai tu…”. 

Iris corse fuori. Troppi eventi per un giorno solo e la ragazza si scatenò. Il cielo si annuvolò e iniziò a grandinare. Continuava a piangere mentre muoveva le mani. Le sue lacrime divenivano piccoli fiori di ghiaccio. Era uno spettacolo bello ma pericoloso. Infine, cadde sulle ginocchia, circondata da un paesaggio di saette e fiori di ghiaccio.

Jack Frost come suo solito la fissava e la vegliava. Ma iniziò a capire che quel potere avrebbe potuto divenire pericoloso per la gente che le era accanto.

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Salve a tutti! 
Finalmente ho iniziato la storia vera e propria! Sono contentissima che il prologo abbia avuto tante visualizzazioni e già ben due notifiche... GRAZIE MILLE! 
Che dire, si entra nella storia, finalmente! Anche perchè l'ho scritta ascoltando Iris dei Goo goo dols ( che fantasia).  
Il potere di Iris deve essere ancora defitnito bene, ma mi piace l'idea che quando è triste o arrabbiata lo scateni proprio come faceva Elsa. Vedremo che combinerà ad Arendelle...
Commentate!!
SylviettaMyss

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Capitolo 2
*** Arendelle ***


Capitolo 2: Arendelle
 
…I Don't want to close my eyes
I don't want to fall asleep
Cause I'd miss you baby
And I don't want to miss a thing
Cause even when I dream of you
The sweetest dream will never do
I'd still miss you baby
And I don't want to miss a thing…
I DON’T WANNA MISS A THING – AEROSMITH
 
Ripensava ancora alle parole dei suoi genitori, mentre seguiva la carrozza e il resto della corte. Aveva il cappuccio calato sul volto ed era triste. Mentre camminava, si formavano degli strani ghiacciolini. Non riusciva a controllarli, per questo era rimasta a terra.
 
Lukas era a cavallo davanti alla carrozza. Pensava al perché non avesse accettato di salire sulla carrozza con sua madre e sua sorella, avrebbe sicuramente fatto meno fatica.
 
Da lontano, Jack la seguiva, volando sul suo bastone. Stava pensando se fosse il caso di convocare i guardiani e parlargli del potere di Iris. Ma non poteva permettersi di lasciarla sola, chissà cosa avrebbe mai combinato con quei poteri. Comunque doveva farlo e decise di fidarsi di lei.
 
Iris sentì una strana brezza, percorrerle la schiena. Si irrigidì e si voltò, ma trovò nessuno. Lukas la raggiunse a cavallo. “Tutto bene?” le chiese. “Si, avevo come avuto l’impressione che qualcuno mi stesse dicendo qualcosa…” rispose lei. “Eh, sarà tutto questo sole!” esclamò Lukas. Poi la prese di peso e la fece salire a cavallo. Il tutto fece molto insospettire Eugene, ma non ci diede peso.
 
Intanto Jack volava alto nel cielo, per raggiungere il polo Nord. Volò per qualche giorno prima di raggiungerlo. Entrò da una finestra, facendo sussultare il povero Nord, intento a creare minuziose statuine di ghiaccio. “Ciao, vecchio mio!” esclamò Jack. “Mmh… Jack Frost? Come mai tu essere qui? “ chiese Nord. “Devi convocare i guardiani, c’è una cosa che devo dirvi!” esclamò il ragazzo. Nord incrociò le braccia, toccandosi il mento con una mano. “Ma a me non risulta che ci sia Pitch nei paraggi, non vedo utilità!” gli rispose. “Ho scoperto una ragazza con un potere, come quello di un guardiano!” esclamò Jack. A quel punto Nord capì. Si recò nella sala dove si trovava il globo ed azionò la macchina che creava l’aurora boreale per chiamare gli altri guardiani. Nel giro di qualche ora, tutti erano riuniti in consiglio.
“Come mai ci hai chiamati, Nord?” chiese Calmoniglio, mentre colorava un uovo. “Jack Frost ha qualcosa da dire!” gli rispose Nord. “Sentite, è da diversi anni che sto sorvegliando una ragazza… lei ha uno strano potere: può controllare il ghiaccio e la neve, come me, ma è molto più potente…” disse. Nord continuò a toccarsi il mento, mentre pensava. Dentolina svolazzò avanti e indietro. “Un nuovo guardiano!” esclamò. “No” rispose Nord “ Uomo nella Luna detto niente!”. “E’ strano, da come ci racconti, sembra che questa ragazza sia nata con questi poteri… “ rifletté Calmoniglio. “Suppongo di si…” rispose Jack.
Nord alzò lo sguardo e fissò la luna, poi guardò Jack, cosa aveva combinato questa volta? Ma non disse nulla. “Quanti anni ha questa ragazza?” chiese infine. “Sedici… mi sembra di aver capito…” rispose ancora Jack. Nord si mise le mani dietro alla schiena e iniziò a girare per la stanza. “Sedici anni fa, noi sconfitto Pitch Black… noi non sapere cosa tu hai combinato…” disse Nord. Jack s’irrigidì, sentendosi in colpa di chissà quale crimine. “Ehi! Io non ho fatto proprio niente!” gridò. “Non tu, lui!” disse Nord, voltandosi verso la luna. “Ad ogni modo è una ragazza molto debole e non è ancora in grado di controllarli… temo che qualcuno possa approfittarne…” disse Jack. Calmoniglio si voltò verso Nord. “Pitch è sempre e comunque in agguato, dobbiamo stare attenti!” disse. Nord annuì. ” Jack continua a vegliare su di lei! Noi terremo d’occhio il globo e i bambini!” disse infine. Jack annuì e schizzò fuori dalla finestra.
 
La nave stava percorrendo il piccolo mare che separava Arendelle dal Regno dell’Est. Tutti si erano sistemati nella stiva. Rapunzel aveva in braccio la piccola Belle e le faceva le trecce. Eugene guardava divertito il povero Lukas che soffriva il mal di mare. Iris era sulla poppa a fissare l’orizzonte. Ad Arendelle c’erano i suoi veri genitori, continuava a chiedersi perché l’avessero abbandonata. Cercava di giustificarli in un qualche modo, ma poi si fissò le mani. Forse era per quello… “… è per quello, mia cara…” … si voltò. Credeva di aver sentito una voce, pensò di avere le allucinazioni dalla stanchezza.
 
Il porto di Arendelle era davanti a loro. Tutti si affacciarono dalla poppa. La piccola Belle esultava, saltellando intorno alla madre e a Iris. Lukas divenne serio pensando che fosse giunta la sua fine. Poi rientrò nella stiva. Iris s’insospettì e lo seguì. Stava sistemando il carico e le sue cose. “Lukas…” sussurrò. Il ragazzo prese la spada e si girò. “Tu hai davvero piacere che io mi sposi con una perfetta sconosciuta?” le chiese. Iris non rispose, l’aveva colta di sorpresa. Poi si fece coraggio. “Ognuno di noi deve seguire il proprio destino…” si limitò a rispondere. Lukas le passò a fianco. “In questo caso, io lo cambierò!” esclamò infine.
 
Attraccarono verso sera. Ad attenderli c’era un consigliere che gli diede il benvenuto. “Benvenuti ad Arendelle!” esclamò. Tutti scesero dalla nave e si avviarono al castello. Stavano entrando nel cortile ed iris notò una tenda tirata, su una balconata, poi una folata di vento fece cadere il mantello della ragazza. Se lo rimise di fretta e tornò a guardare la balconata, dove la tenda era tornata a posto. Ad Iris venne dato un piccolo alloggio, dove stava la servitù. Si sistemò la, finalmente, dopo un lungo viaggio, poteva riposare.
 
Klara correva a perdifiato per le sale del palazzo. Era proprio uguale a sua madre, in tutto, carattere e aspetto fisico. Tra tre giorni sarebbe diventata ufficialmente una principessa ed era al settimo cielo. “Muoviti, mamma! Dobbiamo preparare il vestito!” gridò per i corridoi. Anna la seguiva, camminando. Si era calmata molto da quando era diventata madre, ma tutta la sua allegria l’aveva ereditata la figlia. Kristof era sempre in giro per congressi e conferenze, ma sarebbe arrivato presto. Non avevano avuto altri figli. La gravidanza di Klara era stata moto difficile per Anna. Così avevano deciso di non rischiare. Poi, erano felici così. Chi non era felice, invece, era Elsa…
 
… la regina fissava il quadro del padre, appeso nella sala. Era stata un’ottima regina per tutti quegli anni, ma era sempre stata seria e triste. Come se tutta la felicità accumulata se ne fosse andata con la figlia, tra i boschi. Si era sempre chiesta come stesse, se la famiglia che l’aveva adottata l’avesse amata. Si chiedeva anche se l’avesse mai riconosciuta tra tutti i volti delle ragazze della sua età. Sospirò. Erano già passati sedici anni. Doveva esserci lei, tra tre giorni, al posto di sua nipote…
 
Il giorno dopo, Iris decise di passeggiare per il piccolo villaggio davanti al castello. Le persone erano carine e disponibili… ma terribilmente curiose. La riempivano di domande e continuavano a chiedere se fosse parente della regina. Per sfuggire a quegli assalti si ritrovò a passeggiare nel bosco vicino al villaggio. Si sedette su un piccolo masso. Arendelle era proprio un bel regno, gli piaceva anche più del Regno dell’Est. Improvvisamente, sentì un piccolo tonfo. “Ciao!” Iris si voltò e vide uno strano coniglietto. “Oddio, sono impazzita… adesso sento anche i conigli che parlano...”esclamò. “Infatti, sono io che ho parlato!” le rispose quell’esserino. “Mi presento, sono Pluffy! E ho una missione da compiere!” le disse. “Starò con te e ti aiuterò a trovare i tuoi genitori!”. "Tu li conosci?” le chiese. “Si, mi hanno fatto loro!” rispose.
 
Iris ritornò al castello, seguita da quello strano animaletto fatto di neve. Badò bene di non farsi vedere da qualcuno, sarebbe stato un altro assalto… Dopo raggiunse Rapunzel nella stanza che gli era stata affidata. Si stava provando il vestito per il giorno dopo. “Eccoti qui! Entra” disse alla ragazza. “Sai che sei proprio brava! Lo hai cucito alla perfezione!” si complimentò con lei. “Grazie, maestà! Ma, se posso, se non è per il vestito, perché mi avete mandata a chiamare?” chiese. Rapunzel sospirò poi le andò vicino. “Iris, per noi sei come una di famiglia, ma ti rendi conto delle conseguenze?” disse lei. “Non capisco di cosa state parlando…” disse Iris. “So che mio figlio è innamorato di te…” concluse. Iris rimase immobile, tra lo scioccato ed il sorpreso. “Non mi dire che non te ne eri accorta!” esclamò la regina. Iris scosse la testa, no, non lo aveva notato. Si diede della stupida. Rapunzel le sorrise. “Allora, capisco che è una cosa a senso unico e che tu non condivida i suoi sentimenti…” parlò ancora Rapunzel. “No, maestà! Io gli voglio bene, ma come amica… siamo cresciuti insieme…” rispose Iris. “Bene, allora non devo preoccuparmi!” concluse ancora la regina.
 
Iris ripercorse il corridoio del castello. Si sentiva strana, terribilmente strana. Si lasciò scivolare davanti ad una porta e sospirò. Era seduta e sospirava. Quando sentì la porta aprirsi si alzò in piedi e una strana ragazza con i capelli castani che le andò addosso. “Oddio scusami! Non ti avrò fatto male?” chiese preoccupata quella strana ragazza. “No, direi di essere tutta intera…” rispose Iris. “Fammi vedere…” disse la ragazza. Fece per prenderle le mani, ma Iris le spostò. “Sto bene grazie!” rispose, un po’ seccata. Anna da lontano, osservava quella scena.  Le sembrava di vedere un ricordo attraverso le ragazze. “Sei qui con Lukas, vero?” chiese. Quella ragazza era ancora più curiosa degli abitanti del villaggio. “Si, sono la dama di compagnia di sua sorella!” rispose Iris. “Forte! Io sono Klara, piacere!” esclamò. “Io Iris…”.
 
Il giorno dopo passò veloce, e Iris famigliarizzò con Klara. Non era poi così male… era soltanto un po’ “matta”. Quando scoprì che era una sarta, le chiese di dargli un occhiata al vestito. Iris lo guardò, ma era a posto.
Anche lei era stata invitata, come dama di compagnia della principessa. Si era cucita un vestito con una stoffa che aveva comprato al villaggio di Arendelle. Era color glicine e ci lavorò tutto il giorno. Era venuto bene.
 
La sera gli ospiti riempirono la sala da ballo del castello. La famiglia reale era al completo, Anna, Kristof e Klara erano da una parte mentre attendevano l’arrivo della regina. In quel momento, entrò Iris. Le persone si voltarono a fissarla. Persino Anna rimase stupita. Klara le corse incontro abbracciandola, Iris rimase rigida. Improvvisamente, suonarono le trombe che annunciavano l’arrivo della regina.
 
Elsa entrò seria, come sempre. Il suo volto non lasciava trapelare alcun sentimento. Salutò gli ospiti e si sedette sul trono.  Iris la fissò a lungo, le batteva forte il cuore e non capiva perché. Tutti danzavano e lei se ne stava in un angolo a guardarli. Eugene ballava, come poteva, con la piccola Belle. Quella scena la fece sorridere.
Lukas se ne stava in un angolo a sbadigliare. Sua madre lo stava spingendo a chiedere a Klara di ballare, ma lui faceva finta di niente. Poi si alzò in piedi, si sistemò.
 
“Mi concede questo ballo?”. Iris rimase sorpresa, poi appoggiò la mano su quella del ragazzo. Questo avrebbe fatto infuriare i suoi genitori, ma piuttosto che ballare con quella pazza…
 
La musica si fece più dolce e tutti si fermarono a fissare i due ragazzi. Iris si strinse a Lukas, vivevano in una dimensione tutta loro. Continuava a chiedersi come avesse fatto ad innamorarsi di lei, lei era solo una sarta…
 
Elsa li fissò. Poi notò la ragazza e si alzò in piedi.  Si sentì strana, le sembrò di aver visto un fantasma, qualcosa che aveva celato nel suo cuore.
 
Improvvisamente, Klara passò tra gli ospiti e prese Iris per il polso. “Cosa fai? Vuoi rubarmi il mio principe?” gridò. “Lasciami!” gridò anche Iris. “Lascia immediatamente il mio principe!” gridò Klara. Ma mentre si dimenava per liberarsi dalla presa, Iris sfiorò la mano di Klara che la ritrasse subito. Aveva la mano congelata. “Cosa mi hai fatto?” domandò urlando. Le persone si erano fermate a fissare la scena ed Iris si sentì sotto pressione. Il cuore le batteva a mille, tanto era spaventata. “Vi prego state lontani da me…” tentò di sussurrare. Ma ai suoi piedi si era formata una lastra di ghiaccio. Le iniziarono a cadere delle lacrime che, una volta toccato il suolo, si trasformarono in fiori di ghiaccio.
 
Elsa fece per avvicinarsi alla ragazza, aveva una sottile piccola speranza…
 
Ma Iris scappò via…
 
“Iris!” gridò Lukas.
 
Elsa ebbe un tonfo al cuore. Era lei, era sempre stata lì sotto al suo naso, la sua bambina. La seguì.
 
Iris stava correndo per il villaggio, continuava a piangere ed il cielo si fece nero. Poi iniziò a grandinare, tra lampi e saette di ghiaccio che cadevano dal cielo. Elsa si fermò. “Iris!” la chiamò. Ma era troppo lontana.
 
Jack arrivò proprio in quel momento. Ma era troppo tardi, Iris aveva scatenato tutto il suo potere. Vide una figura in mezzo al cortile del palazzo, e le sembrò famigliare. Pensò si trattasse di Iris, le aveva visto solo i capelli. Ma quando si avvicinò vide qualcun altro che pensava di non vedere più. “… Elsa …” sussurrò.
 
Elsa si voltò, era lui. “… Jack…” sussurrò anche lei.
 
Intanto, Iris stava continuando a correre per i boschi. “ … non ti hanno mai amata … ti hanno abbandonata …”. Continuava a sentire strane parole. “ Vieni da me… ti darò quello che vuoi… ti vendicherai di coloro che ti hanno fatto del male…”.
 
… Pitch Black era molto vicino …

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Salve salve, sono tornata! Secondo capitolo con colpo di scena...
Stavo calcolando quanto sarebbe venuta lunga la FF e direi circa 4-5 capitoli... non è molto lunga, ma capitemi, sono capitoli talmente lunghi...
Ci tenevo a ringraziare AMY E BLAZE  e KEY_95 che mi seguono dal prologo e commentano. 
Nel prossimo capitolo ritroveremo Pitch Black, ce ne saranno delle belle...
Alla prossima!
SylviettaMyss

 

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Capitolo 3
*** Buio, profondo buio ***


Capitolo 3: Buio, profondo buio
 
I know the truth now 
I know who you are 
and i don't love you anymore 

it never was and never will be 
you don't know how you've betrayed me 
and somehow you've got everybody fooled...
EVERYBODY'S FOOL - EVANESCENCE

 
“… non ti hanno mai amata… ti hanno abbandonata…”

Le parole continuavano a rimbombargli nella testa, mentre correva tra i lampi e le saette ghiacciate. Ad un certo punto, la ragazza inciampò e cadde a terra. Nella caduta si era ferita e il sangue le sgorgava dalla caviglia. “ … no …” sussurrò con un filo di voce.  Poi pianse, talmente forte che il cielo tuonò.

Un’ombra nera dietro di lei rideva. Era nera come la notte. Era questo che voleva. Vedere tutto il suo potere, impregnato dell’odio e della paura. Sapeva che sarebbe diventato potente con lei accanto
.
Nel frattempo, al castello di Arendelle, gli occhi di Elsa riempirono di lacrime. Non sapeva che dire, non capiva se era triste o arrabbiata. Jack le sorrise e fece per abbracciarla ma ricevette un bel ceffone sul volto. “Dove sei stato per tutti questi anni?!” gridò Elsa. Anna pensò fosse impazzita, visto che parlava al vento. “Elsa, stai bene?” chiese. “Certo che sto bene! Ti ricordi quando dicevi se avevo incontrato un uomo? Precisamente era un ragazzo e ce lo hai davanti alla faccia!” le rispose Elsa. Anna si guardò attorno e lo stesso fece Kristof.

Jack si massaggiò il volto, non la ricordava così manesca. “Ehi! Ma che ti è preso?” chiese. “Non hai risposto alla mia domanda!” gridò Elsa. “Ho svolto il mio lavoro da guardiano…” rispose sicuro. “Potevi dirmelo che eri un guardiano!” gridò la regina. “E tu potevi dirmi che eri una regina!” gridò più forte lui. Litigavano come due ragazzini. Poi Elsa tentò di congelarlo ma lui si difese e la contrattaccò. “Fermi!” In quel momento Nord atterrò nel cortile del palazzo, con slitta e renne. Sandman scese salutando Elsa con un inchino, Dentolina svolazzava qua e là, parlando di quanti denti aveva collezionato di quelle parti, e Calmoniglio si stava riprendendo dal “mal di volo”. “Abbiamo problemi più importanti! Una nuova forza, un nemico si è risvegliato!” disse Nord. Jack capì, era Pitch Black.

Iris zoppicava, ma continuava ad andare avanti. La caviglia le faceva male, molto male. Trovò un bastone, le sembrava abbastanza resistente. Lo prese e si ci appoggiò. Il bastone si riempì subito di decorazioni di ghiaccio. Lei lo guardò, gli ricordava quello che Jack Frost portava con se. Già, lo spiritello che le faceva compagnia da bimba…

“Non ti ha mai voluto bene!”. Quelle voci ancora nella sua testa. “Basta!” gridò lanciando il bastone a terra. Improvvisamente si alzò in volo. Non credeva di essere capace di fare anche quello, ma non ne fu spaventata. Dall’alto vide un enorme montagna, con qualcosa che luccicava sul fianco. Decise di provare ad andare là a ripararsi da quel tempaccio.

Tutti erano riuniti nella sala del consiglio di Arendelle. Dovevano fare qualcosa. Lukas batté i pugni sul tavolo. “Iris e là fuori chissà dove, in malia di questo tempaccio! Devo andare a cercarla!” gridò. “No!” rispose suo padre “ non fare pazzie! Non puoi andare da solo!”. Si misero a discutere. Jack intervenne anche se l’unica che poteva vederlo era Elsa, oltre ai guardiani. “ Iris ha un immenso potere che non riesce a dominare completamente…” disse. Elsa si toccò il volto, doveva averlo ereditato da lei. “E’ colpa mia…” disse. Si alzò in piedi e tutti si zittirono. “Ha ereditato quel potere da me, sicuramente… devo fermarla io…” disse, sicura. Jakc s’irrigidì, ereditato?

Il castello di ghiaccio era enorme e le sembrò il posto giusto per passare la notte. Salì le scale e si ritrovò in una sala con una balconata. Era un po’ malconcia e il lampadario era crollato a terra. Si sedette in un angolo, la caviglia le faceva molto male. Col gelo stava andando in ipotermia. In quel momento, un ombra si materializzò e prese forma. Iris non lo aveva mai visto prima, ma, stranamente, non aveva paura. Si avvicinò a lei e con una mano fece una magia che le curò la caviglia. “Vedi, io ci tengo a te!” le disse sorridendo. “Prova a rialzarti…” sussurrò. Iris si mise in piedi, la caviglia non le doleva più. “Solo io desidero che tu stia bene, non i tuoi genitori…” disse ancora.

“Chi sei?” chiese Iris. “L’unico che ti aiuterà ad utilizzare i tuoi poteri al meglio…” le rispose ridendo. “Non è quello che voglio…” disse la ragazza. “Oh, lo so! Ma vedi, principessa mia, loro non ti vogliono…” continuò quell’ombra. “Perché mi chiami principessa?” chiese Iris. “Perché lo sei… “. La ragazza iniziò a sentirsi irritata. “Vattene, lasciami sola!” le gridò contro. “Oh, ma non posso! Mi serve il tuo potere!” sussurrò quell’ombra. Poi fece un gesto con la mano. Iris si sentì soffocare e vide una macchia nera sulla caviglia. Si spaventò ed il vento iniziò a girare in quella stanza. Quella figura continuava a tormentarla e a tormentarla…

Elsa era nella sua stanza. Aveva visto sua figlia per pochi secondi ed ora era in pericolo. Ricordava i suoi occhi spaventati che si guardavano attorno. Si voltò, gettando per terra un piccolo scrigno che si aprì. Un tintinnio, era la corona che aveva lei da principessa.

Jack le bussò al vetro ed entrò. Voleva consolarla, ma la trovò diversa. “Elsa …”sussurrò. Lei si voltò e decise di dirgli tutto. “Jack, ricordi i giorni al palazzo di ghiaccio…” iniziò. “Certo, come se fosse ieri!” rispose Jack. “Io e te, beh, insomma! Ricordi quello che è successo?” disse con un filo di imbarazzo. Jack annuì, grattandosi la testa. “… non so che mi sia preso, giuro…” disse, tentando di giustificarsi. Elsa andò dritta al punto. “Jack, sono rimasta incinta!” disse. Jack sussultò. “Che?” chiese. “Aspettavo tuo figlio!” disse ancora. La testa del ragazzo non realizzava. “Ti prego, non dirmi che devo farti un disegno…” disse Elsa, rassegnata. “No, no! Credo di aver capito… cavolo! Ed era mio?” chiese. “Jack, dannazione! Non ho avuto nessun’altro prima di te!” gridò. Il ragazzo schizzò in piedi. “… non è possibile! Io sono un  guardiano! Sono morto e rinato! Non posso dare la vita!” esclamò. “Beh, è successo…” concluse Elsa. Jack si sentì strano, era padre. Quella sensazione gli diede una strana euforia ma poi si calmò. “Dov’e il bambino?” chiese. “Bambina…” precisò Elsa. “Si, va beh! Bambina! Dov’è? Posso vederla?” chiese ancora. Ad Elsa sembrò felice, non si aspettava di certo questa reazione. Elsa si sedette su una sedia, con le lacrime agli occhi. “La fuori, chissà dove…” concluse. A Jack venne un colpo al cuore. Per tutti quegli anni l’aveva vegliata, l’aveva vista crescere, piangere e gioire. Si fece coraggio e parlò “Iris è mia figlia?!”

Iris capì chi si trovò di fronte. Ne aveva sentito parlare quando era piccola, ma non credeva esistesse davvero: Pitch Black. Cercò di fronteggiarlo, ma non ci riuscì. L’oscurità era entrata dentro di lei. “E che dire di tua madre? Una regina codarda! Che temeva il tuo potere! Per questo ti ha abbandonato” continuò Pitch. Iris si voltò verso di lui. “… re-regina?!” chiese timidamente. “La regina che hai visto capeggiare il trono di Arendelle!” sussurrò Pitch. “Elsa…” disse con un soffio di voce.

Inizio ad urlare nel salone del palazzo, creando le più disparate immagini di ghiaccio. Pitch le girava attorno, le avrebbe dato una parte del suo potere per farla crollare. Era dura di comprendonio, proprio come suo padre… giusto suo padre…

“Ma dimmi, mia cara! Dov’è tuo padre?” chiese sorridendo malignamente. “Non ho la più pallida idea di chi sia!” rispose gridando. La testa le faceva malissimo e se la teneva tra le mani. Pitch rise ancora più forte. “Te lo mostrerò io…” disse. In una sfera andò a materializzarsi un immagine. Quando Iris la vide, cadde all’indietro. “No… non è possibile… Jack Frost…” sussurrò. “Si, bambina mia! Non ti ha mai voluta, per questo è scappato non appena ha scoperto che tua madre era incinta…” le sussurrò all’orecchio. Iris scoppiò in lacrime. Com’era possibile? Lei lo aveva visto quando era piccola. Sapeva che era sua figlia eppure non si era preoccupato per lei.  

La sensazione di soffocamento continuava, e la vista iniziò ad annebbiarsi. “Brava, così! Cedi all’oscurità!” La sensazione si fece ancora più forte e le mancò il respiro. Iris cadde a terra svenuta, mentre una nuvola nera l’avvolse…

Jack schizzò fuori dalla finestra. Doveva salvarla, doveva salvare sua figlia. “Jack!” gridò Elsa dalla finestra. Come al suo solito, aveva agito d’impulso. Voleva trovarla e proteggerla ancora di più. Ma la corrente era fortissima e volava evitando i fulmini e le saette ghiacciate. Capì subito che si trattava di lei, era il modo che aveva di sfogare rabbia e frustrazione. Ma una saetta lo colpì e Jack cadde nel vuoto.

… riaprì gli occhi. Ansimava lentamente. ma si sentiva potente come mai prima. Si alzò pian piano cercando di capire cosa le fosse successo. Iris stinse la mano formando un pugno, poi la aprì lanciando una saetta di ghiaccio, era nera. Nelle pareti di ghiaccio vedeva riflesso la sua nuova immagine. L’abito era nero e blu, con vertiginose scarpe. La macchia nera nella caviglia aveva formato uno strano simbolo.

Si vedeva come mai prima, ma quell’immagine nuova di se stessa le piaceva. Gli occhi chiari erano velati di rosso, truccati con un ombretto scuro. Le labbra avevano un color violaceo tendente al nero. Era bella e sensuale, una sensazione nuova, mai provata.Il bastone era diventato un lungo scettro, con un grosso pezzo di ghiaccio a forma di diamante di colore blu. “Ma non trovi manchi qualcosa?” chiese Pitch. Poi formò una corona con la sabbia nera. Iris sorrise lanciandogli un vento gelido che la congelò. Pitch rise e gliela mise sul capo. “Eccola qua! La mia principessa del ghiaccio!” esclamò vincente. Ora che Iris era stata domata dalla paura e dall’odio nessuno l’avrebbe mai fermato. “E’ il mio diritto! Mi riprenderò il mio regno, Arendelle cadrà nelle tenebre e nel freddo!” gridò la ragazza.

Iris salì nel balcone più alto del palazzo. Poi prese coraggio e volò sulla cima con l’aiuto dello scettro. Allargò le braccia e lanciò un potentissimo vento, seguito da neve e grandine. In poco tempo, il cielo si tinse di nero e Arendelle divenne buia e fredda.  

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Ciao a tutti! Ben tornati!
Terzo capitolo e Pitch è arrivato... so che l'odiate ma dai è incompreso... Buahahahahahah! Che cosa grossa che ho detto, o meglio, scritto.
Il capitolo l'ho scritto abbastanza di getto, quindi perdonatemi se ci sono degli errori.
E dire che mentre Pitch tormentava Iris, mi ha fatto venire in mente un pezzo di Star Wars! Quello dove l'imperatore diceva a Luke " Cedi al lato oscuro della forza!"
( ... pensieri malati di una scrittrice incompresa...)
Grazie come sempre per i commenti! 
SylviettaMyss

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Capitolo 4
*** La principessa del ghiaccio ***


Capitolo 4: La principessa del ghiaccio
… Will you hold me now, hold me now my frozen heart 
I'm gazing from the distance and 
I feel everything pass through me 
I can't be alone right now 
Will you hold me now, hold me now my frozen heart 
I'm lost in a deep winter sleep 
I can't seem to find my way out alone 
Can you wake me …

WINTER SLEEP – OLIVIA inspì REIRA TRAPNEST ( NANA)

Erano tre giorni che nevicava e faceva freddo nel regno di Arendelle. La popolazione faceva quello che poteva per riscaldarsi e trovare del cibo. Elsa aveva fatto aprire le porte del palazzo ed ospitava chi non riusciva a riscaldare le proprie case, gli anziani e i bambini. Ma questa situazione non poteva andare avanti così, doveva far qualcosa.

Jack si risvegliò sotto una nevicata. Si toccò la testa, per quanto era rimasto lì sotto? Poi si ricordò, stava volando verso il temporale e si rimise in marcia. Doveva trovare assolutamente Iris, prima che accadesse il peggio. Il temporale era cessato ma aveva un’idea di dove potesse essersi rifugiata la ragazza. Così decise di provare ad andare lì.

Il palazzo di ghiaccio era diverso. Sembrava un enorme cristallo nero. Jack entrò dalla finestra, proprio come aveva fatto quando veniva a trovare Elsa. La sala aveva un aspetto spettrale, ovunque vi erano saette di ghiaccio nere e fiori di cristallo. Iris era proprio nel fondo di quella stanza, su un enorme trono, fatto di saette ghiacciate. Dormiva seduta da un lato. Era completamente diversa e Jack percepiva un potere e una malvagità che non erano sue. Aveva uno strano simbolo su una caviglia, e una macchia nera che si era espansa lungo tutta la gamba. Sembrava tranquilla, ma doveva aver pianto perché aveva dei disegni di fiori anche sugli zigomi.

La ragazza aprì gli occhi. Il rosso le aveva quasi preso tutto il cristallino e, ai lati esterni, iniziava a tingersi di nero. Non lo vedeva, ovvio lei non credeva in lui da moltissimo tempo. Ma lo percepiva. Prese il suo scettro e gli scagliò contro una setta nera. “Chi è là?” gridò. Jack non rispose. “So che sei lì, ti sento! Vattene! Non voglio nessuno!” gridò ancora. “Iris! Che ti è accaduto?” chiese Jack. Ma non ottenne risposta. Non lo vedeva e non lo sentiva. Continuava a lanciare saette a caso, nella speranza di beccarlo. Gli occhi continuavano a lacrimarle, come se la vera Iris sepolta sotto quell’ombra volesse uscir fuori in un qualche modo.

Pitch aprì la porta che dava sulla stanza. Jack si nascose dietro ad una saetta di ghiaccio più grossa, facendo attenzione a non farsi vedere.  Pitch si avvicinò alla ragazza. “Oh, no, bambina no! Cosa fai?” chiese. Iris si fermò ansimando, poi cadde a terra. “Vedi, se usi tutto il potere così, rimarrai senza energie molto presto…” le sussurrò. Poi le diede un bacio sulla fronte. Il sangue di Jack gli ribolliva nelle vene. Pitch aveva osato prendere il posto che avrebbe dovuto essere suo ed Iris si era affidata a lui, sola e abbandonata. Ma così facendo era caduta in un mondo di oscurità. Pitch andò a sedersi sul trono creato dalla ragazza, ridacchiava. “Guarda come sei potente!” esclamò. “Vai, prendi il posto che ti spetta sul trono di Arendelle!” concluse. La ragazza non se lo fece ripetere due volte. Con un movimento della mano, aprì la porta ed uscì.

Al palazzo di Arendelle, Anna, Klara ed Elsa continuavano ad assistere gli ospiti. Elsa si bloccò improvvisamente. “Tutti fuori dal salone, presto!” gridò. Le porte si spalancarono. Iris entrò, circondata da un vento gelido. Tutti scapparono dove poterono. Iris fece un ghigno, poi lanciò il bastone conficcandolo a terra. Il pavimento del palazzo divenne un enorme lastra di ghiaccio e le persone iniziarono a scivolare. Chi tentava di scappare veniva congelato all’istante. “Salve, madre!” disse. “Iris, ti prego! Lascia andare gli abitanti di Arendelle!” la supplicò Elsa. “Perché? Questa gente mi appartiene! Come il regno!” gridò la ragazza. Un bambino stava cercando di raggiungere la madre, Iris gli lanciò il vento, ma Elsa riuscì a pararlo via. Non avrebbe mai immaginato di doversi scontrare con la propria figlia.

Pitch rise ancora. Ormai Arendelle era nelle sue mani. “Oggi questo regno, domani il mondo…” sussurrò. Jack si fece coraggio e decise di saltar fuori. “Oh, Jack Frost! A cosa devo l’onore?” chiese. “Lascia andare subito Iris!” gridò Jack. “Oh, ma lei non è mia prigioniera…” disse alzandosi dal trono. “Cosa le hai fatto, maledetto?” gridò ancora Jack. Pitch sollevò una mano e creò una piccola ombra di sabbia. Era lo stesso metodo che aveva usato sedici anni prima. “Non ti ricorda nulla, questo?” sussurrò. Jack s’impietrì e capì. “Hai sporcato l’anima di mia figlia con la tua sporca oscurità!” esclamò. “Ah, ora è tua figlia!” disse Pitch. “io, l’ho accolta quando era debole, le ho dato potere… diciamo, sono stato un padre per lei” concluse. Jack ribolliva, doveva trovare un modo per liberare la ragazza prima che combinasse chissà quale disastro.

“Non voglio scontrarmi con te!” esclamò Elsa. “Temo che invece dovrai!” le rispose la ragazza. Era diversa, non c’era più innocenza e bontà nei suoi occhi. In quel momento, Klara ed Anna arrivarono dallo scalone. Iris alzò gli occhi, era stata quella maledetta ragazzina a rivelare al mondo il suo potere. “La pagherai…” sussurrò lanciandole una saetta. Ma  Elsa parò il colpo, e lo rimandò indietro. Iris si protesse con il bastone. “ Vuoi veramente affidare il regno a quella stupida!” gridò. Elsa si fermò, soffriva. Se solo avesse saputo dove l’avessero portata non sarebbe mai successo tutto questo. Iris s’infuriò ancora di più, quella non era sua madre, non poteva essere vero. Così, creò un’enorme sfera di polvere di ghiaccio nera e gliela scagliò contro. Elsa la contrattaccò con una sfera simile, ma Iris era nettamente più potente di lei.

Jack e Pitch si stavano già fronteggiando da un pezzo. Solo in quel momento Pitch si rese conto che senza il potere di Iris lui era nulla. Così, decise di richiamarla a se. “… bambina … vieni da me…” sussurrò.

Iris sentì il richiamo e smise di attaccare. Ma la sfera di Elsa la prese in pieno. Cadde a terra strisciando per un po’ sul ghiaccio. Si toccò con la mano il labbro, sanguinava. Si alzò in piedi, ignorando completamente l’ordine di Pitch. Si alzò in piedi e fece per attaccarla ma qualcosa la immobilizzò. Lukas l’aveva abbracciata per il bacino e la teneva ferma. “Smettila Iris! Questa non sei tu!” gridò. Iris tentò di liberarsi ma Lukas intensificò la presa. Iris gli mollò una gomitata nell’addome, Lukas perse l’equilibrio ed entrambi caddero a terra. Poi le bloccò il braccio con cui teneva il bastone e tentò di prenderlo.

“Oh, Jack!” sussurrò Pitch. “Anche se lei non viene da me, è comunque in mio potere!” esclamò poi. Jack gli scagliò contro una mini bufera e Pitch cercò di evitarla con un piccolo movimento della mano, ma qualcosa andò storto.

Lukas arrivò al bastone e lo afferrò. Credeva che la fonte di quel potere fosse lì, così lo scagliò a terra, rompendo il diamante di ghiaccio.

La mano di Pitch si congelò, arrivando pian piano a congelargli anche gambe e addome. Arrivò fin quasi alla testa. “Io vivrò, Jack Frost…” sussurrò.

“… perché la mia ombra è dentro a tua figlia… e finché ci sarà la consumerà fino ad ucciderla…”
 
Jack schizzò fuori dalla finestra. Doveva fare il più in fretta possibile.

Iris si bloccò improvvisamente. Poi si alzò in piedi barcollando. Lukas la aiutò ad alzarsi. Iris si guardò attorno e deglutì. “… ho fatto io questo…” disse con un filo di voce. “ Ah, dai! L’importante è che nessuno si sia fatto qualcosa!” esclamò sicuro lui. Poi guardò Elsa, quella era sua madre. Iris scoppiò in lacrime poi si avviò verso di lei. Elsa fece lo stesso. Ma Iris si fermò e cadde a terra. Si guardò le mani, erano nere, l’ombra la stava divorando. Tremava ed era fredda, poi il nulla.

Quando Jack entrò dalla porta distrutta, era troppo tardi. Si lanciò su di lei e la scosse. Elsa si precipitò anche lei dalla ragazza. Le prese il volto tra le mani, era fredda, troppo fredda. “… Jack …” sussurrò. Jack le toccò il polso ma non riusciva a sentire se le batteva il cuore o no.

Lukas si avvicinò. “Iris, no…” sussurrò. le toccò il polso, ma il cuore era fermo. Elsa e Jack si fecero indietro mentre Lukas l’abbracciava forte. “Iris … non te ne andare… ti prego …” sussurrò.

In quel momento entrarono anche Rapunzel, che si toccò il volto, Eugene e la piccola Belle. La regina dell’Est, notò una cosa strana. Non aveva mai visto che suo figlio aveva una ciocca dorata che luccicava tra i capelli. “Lukas hai una ciocca bionda… come… come me…” disse. Il ragazzo ricordava molto bene la storia che lei gli raccontava sempre, quella di come si era conosciuti lei e suo padre. Così, gli venne un’idea. Era folle, ma doveva provare, non voleva perderla…

… fiore dammi ascolto, se risplenderai
con i tuoi poteri, tu mi proteggerai
con la tua magia, tu mi aiuterai
e non dirmi che per me è tardi ormai
è tardi ormai…

Poi la baciò, tra le lacrime.

Sperava che quel gesto bastasse.

Improvvisamente, Iris tutta l’ombra nera che era nel cuore di Iris si dissolse nell’aria e solo in quel momento il coniglietto sbucò fuori dal nulla.

“ … sei il dono che ho voluto dare al mondo, Iris Frost… va e scegli… sei una principessa col cuore da guardiana…”
 
Iris iniziò a riaprire gli occhi. Non capì bene da dove arrivasse quella voce, ma le parve di vedere il coniglietto dissolversi e volare verso la luna. Lukas l’abbracciò forte e venne contraccambiato. “Come hai fatto?” le chiese. “Ehi! Ma il bacio del vero amore non è forse il più potente del mondo?” disse scherzando.

“… vero amore …” disse Jack frastornato. Elsa le si avvicinò, la fissò un attimo e l’abbracciò. L’aveva ritrovata, la sua bambina era lì e mai nessuno l’avrebbe portata via da lei.
 


Il giorno seguente, Iris ed Elsa erano nella stanza data alla ragazza. Quel giorno l’avrebbe presentata ufficialmente al popolo di Arendelle quale principessa. Elsa le sorrise.
“Somigli a me, quando avevi la mia età!” esclamò. Ma la vide triste. “Qualcosa non va, tesoro?” le chiese. “Sono felice, mamma, davvero! Solo avrei voluto vedere mio pare…” disse la ragazza. Elsa sorrise. “Ma lui è qui davvero, è felice e orgoglioso di te!” esclamò. “… si, ma io non riesco a vederlo ne a sentirlo …” sussurrò, triste.

“So che per te è difficile, ma devi credere in lui! Solo così potrai vederlo!” le disse Elsa, baciandola sulla fronte. Poi fece per andarsene e si voltò verso Jack. La porta si chiuse.

… Iris chiuse gli occhi. Doveva credere. Credere in lui. Si concentrò su i suoi ricordi, di quando era piccola, di come si divertivano insieme …

… Jack si avvicinò lentamente alla ragazza, l’aveva protetta per tutta la sua vita senza sapere chi fosse. Si sentiva stranamente emozionato ...

...Jack le mise una mano sulla spalla ed Iris lo sentì ...
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Salve a tutti! Terzo capitolo... non ci credo! Il prossimo sarà l'ultimo ... triste, molto triste...
Volevo informarvi che io ho anche un canale youtube dove presto pubblicherò il trailer del prologo ( solo del prologo... fare quello della storia, sarebbe difficile...) ci stò lavorando...
Inoltre essendo anche un'illustratrice (... così mi definisco...) ( se se, vola basso! nd tutti) sto disegnando personaggi ed abiti... potrei fare un video dove ve li faccio vedere... ci penserò su...
Grazie come sempre per leggere la mia storia e per commentarla!
SylviettaMyss

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Capitolo 5
*** Lasciarla andare ***


Capitolo 5: Lasciarla andare

... Slipping through my fingers all the time 
I try to capture every minute 
The feeling in it 
Slipping through my fingers all the time 
Do I really see what's in her mind 
Each time I think I'm close to knowing 
She keeps on growing 
Slipping through my fingers all the time 

Sometimes I wish that I could freeze the picture 
And save it from the funny tricks of time 
Slipping through my fingers... 


SLIPING THROUGHT MY FINGERS – ABBA

… Jack le mise una mano sulla spalla ed Iris lo sentì …

 “… papà…” sussurrò. 

Jack si senti sussultare. Aveva sempre vegliato su di lei, senza sapere chi fosse. Sentiva di avere uno speciale legame con quella ragazza e solo adesso capiva il perché. Era sua figlia, il resto non contava più. “… sono qui, Iris…” le sussurrò all’orecchio.

Questa volta Iris lo sentì. Il cuore le batteva forte, tanto era emozionata.  Si voltò e aprì gli occhi pian piano. Temeva di trovarsi davanti il nulla. Invece, si andò a formare la figura di un ragazzo. Lei lo guardò storta, doveva avere circa la sua età, forse poco più grande.

Poi si ricordò che lui era un guardiano, e quindi immortale e immutabile. “… papà…” sussurrò. Gli occhi le si riempirono di lacrime. Jack le posò la mano sul viso. Iris sentì un lieve brivido e capì che tutti quelli che aveva provato fino a quel momento erano state sue carezze o qualcosa di simile. Iris scoppiò in lacrime e l’abbracciò.

Jack contraccambiò l’abbraccio. La strinse forse. “… sono sempre stato con te … e sarò sempre con te, qualsiasi cosa tu decida di fare” le sussurrò. “ in che senso?” chiese lei, preoccupata. “ Una parte di te è guardiana e una parte una principessa… ovviamente, tua madre avrebbe piacere che rimanessi con lei… ed io che venissi con me… ma devi decidere te!” gli disse. “Ma oggi io divento la principessa di Arendelle…” disse lei, giustificandosi chissà quale crimine. “Se è quello che desideri…” le sussurrò lui, sorridendo.

Non aveva mai considerato quella opzione. Guardiana o principessa. Nel cuore sapeva di essere entrambe, ma non intendeva deludere ne suo padre ne sua madre. Improvvisamente la porta si aprì. Era Lukas “ Iris, stai bene!” gridò. Poi le corse in contro e l’abbracciò, poi la baciò. Iris scoppiò a ridere. “… forse non ti conviene… baciarmi, qui…” sussurrò. Lukas la guardò dubbioso. “Dietro di te c’è mio padre…” sussurrò ancora. Lukas s’irrigidì. Jack incrociò le mani scuotendo la testa. Iris scoppiò a ridere.

La cerimonia stava per iniziare. Iris stava in piedi davanti alla finestra. Era pronta, vestita secondo la moda di Arendelle e con i capelli acconciati a dovere. La corona era nello scrigno sulla scrivania. La guardò un po’ poi provò a mettersela sul capo. Si guardò un  po’, continuandosi a chiedersi se quello era ciò che voleva veramente.
La porta si aprì ed entrò Elsa. “Sei pronta?” le chiese. Iris sospirò. “… capisco… ti lascio ancora qualche momento…” disse ancora. “Mamma!” esclamò Iris. “Io non credo di essere in grado di fare la principessa…” concluse. Elsa si sedette sul letto , chiedendo ad Iris di fare lo stesso.  “Nemmeno io ero pronta a fare la regina… ma, insomma, non me la cavo affatto male!” disse Elsa. Iris abbassò lo sguardo. “Ma tu sei stata cresciuta per esserlo…” continuò a giustificarsi Iris. “Anche tu avresti dovuto seguire il mio stesso percorso se le cose fossero andate diversamente…” le rispose Elsa. “So che il tuo cuore è diviso a metà… una parte di te vorrebbe stare con me e una parte andare con tuo padre…” disse ancora. Iris annuì. Elsa le diede un bacio sulla fronte. “Voglio che sia tu a prendere la decisione che ritieni più giusta…” le sussurrò. “In questo modo uno di voi due soffrirà…” disse Iris. Elsa le sorrise e la lasciò sola.

Iris stava ancora seduta sul letto, sembrava una bimba indifesa. La luna rifletteva alta nel cielo, bianca e splendente come sempre. Iris si alzò in piedi e la fissò. “Cosa devo fare?” le chiese. La luna non le rispose. Aveva sentito che non era una gran chiacchierona, ma nel guardarla si sentì meglio. Poi sorrise, non aveva mai considerato quella opzione. Aveva deciso…

… And I will love you, baby - Always 
And I'll be there forever and a day - Always 
I'll be there till the stars don't shine 
Till the heavens burst and 
The words don't rhyme 
And I know when I die, you'll be on my mind 
And I'll love you – Always …

ALWAYS – BON JOVI


Lukas si stava sistemando i capelli. Voleva essere impeccabile, anche se quella ciocca bionda gli dava un po’ da fare. Provò a nasconderla, ma risbucava sempre fuori. Sbuffò.

La porta si aprì. Lukas si voltò e sorrise. Era proprio lei, Iris. “Cosa ci fai qui?” le chiese. “Dovevo darti una risposta…” gli rispose lei. Lukas la guardò dubbioso. Iris si sedette sul letto di lei, rideva come una bambina. “Tempo fa, mi avevi fatto una domanda, ricordi?” disse lei. Il volto dubbioso di lui divenne allegro. Si inginocchio davanti a lei, tenendole le mani. “Allora?” chiese. “Chiedimelo come si deve! Sei difronte ad una principessa adesso!” esclamò lei, incrociando le braccia.

 
“Iris, principessa di Arendelle, mi concedereste l’onore di sposarmi?”    

“Si…”
 
Elsa ritornò nella stanza della figlia ma non la trovò. Si affacciò alla finestra e vide un cavallo che si allontanava. Distinse due figure a cavallo di quell’animale. Capì e sorrise.

Jack era sul balcone della stessa stanza. Elsa gli si avvicinò. “Ha scelto, dunque…” disse. “La trovo la scelta migliore… ci ha messi pari tutte e due…” disse Jack. “Oh, beh! In questo deve sicuramente aver preso da te…” disse lei. Jack la guardò storta ed Elsa rise. “Avevo ragione dunque!” continuò poi Jack. “Su che cosa?” chiese lei. “Quando facciamo qualcosa unendo i nostri poteri, creiamo sempre qualcosa di bello…” concluse lui.

 
… PASSARONO SETTE ANNI …
 
Jack stava volando nel cielo del Regno dell’Est. Era una vita che non ci andava e poi era inverno e doveva svolgere il suo compito. Chissà se Iris stava bene. Aveva sposato Lukas ed era diventata principessa di quel luogo. Poi qualche anno dopo, Eugene aveva abdicato a favore del figlio, così era diventata anche regina. Aveva sulle spalle un bel po’ di responsabilità ma trovava sempre il tempo per andarla a trovare. Ormai non ci andava da anni.

Stava per dirigersi alla sala principale del castello quando vide due bambini che giocavano nel cortile. Decise di avvicinarsi per vederli meglio.  Erano buffi e avranno avuto sui quattro anni. Erano un maschietto ed una femminuccia. Entrambi con i capelli biondo chiaro e gli occhi blu. Si tiravano le palle di neve e facevano buffissimi pupazzi dalle forme più svariate.

Jack si avvicinò ancora di più ma spaventò i bambini. “Non abbiate paura… sono uno spirito buono…” disse. Poi creò una palla di neve dalle mani e la fece scoppiare come un fuoco d’artificio. La bimba le andò incontro ridendo, mentre il bimbo rimase ancora indietro, impaurito. Rideva poi iniziò a cantare e i capelli le si tinsero d’oro. La neve si sciolse e al suo posto sbocciarono dei fiori. Jack rimase immobile, com’era possibile? La bimba fece cenno al fratello di avvicinarsi. Lui si avvicinò a loro poi con un movimento della mano fece ingiallire le foglie di quei fiorellini.

Jack non poteva credere ai suoi occhi. Forse erano due guardiani anche loro?

“Elsa, Jack! Venite dentro che fuori fa freddo!”

I bambini corsero dentro ridendo. La figura femminile che li chiamava si affacciò controllando la situazione, poi rientrò.

Jack stava già svolazzando in cielo, ridendo. Avrebbe riconosciuto il biondo dei capelli di quella giovane donna dovunque. Fece una piccola nevicata per celebrare quel lieto evento: era diventato nonno.

THE END
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Salve a tutti! Siamo dunque giunti alla fine!
... già piango ...
Sto ancora lavorando al trailer... che fatica! Questa settimana è stata un inferno e non ho avuto tempo per far qualcosa!
Finalmente ho ricavato due minuti e ho scritto il capitolo! Un po' più corto degli altri ma va beh!
Stavo pensando ( se troverò il tempo) di fare un'altra FF, magari con protagonosti i piccoli Jack ed Elsa, e, perché no, incrociarli con altri film ( pensavo a "The brave" e a "Dragon Trainer"... ma per la seconda scelta attendo di vedere il film in uscita ...).
Commentate e fatemi sapere!!
A presto!
SylviettaMyss

PS: Lo so ... è passato un sacco da quanto ho scritto questa FF... la verità è che la FF che segue doveva incrociarsi con Dragon Trainer, così ho atteso l'uscita del secondo film... sto cominciando a scriverla.
Essendo anche un'appassionata di anime, recentemente ho visto Sword Art Online ( stupendo, davvero... le prime 14 puntate, ovviamente) e ho pensato ad un crossover davvero carino ( pensato sotto la doccia, ovviamente...) ma è solo un'idea e devo ancora metterla giù. 
Spero di finire al più presto la FF che segue questa, dovrebbe chiamarsi "Cuore di drago" o qualcosa di simile. 
Continuate a seguirmi!!!

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