La magia? Non esiste. E' ovvio

di Stellyna_P
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La magia? Non esiste. ***
Capitolo 2: *** Incubo o sogno? ***
Capitolo 3: *** Sala d'attesa ***
Capitolo 4: *** Foto e piccoli segreti. ***
Capitolo 5: *** Per non dimenticare ***
Capitolo 6: *** Monotonia, paranoie e strani dolori ***
Capitolo 7: *** Nutella e punizioni ***
Capitolo 8: *** I Trussendor ***
Capitolo 9: *** Giù le mani da Hermione ***



Capitolo 1
*** La magia? Non esiste. ***


Talvolta un pensiero mi annebbia l'Io: sono pazzi gli altri, o sono pazzo io

 

La magia? Non esiste. E’ovvio

 

 

Talvolta un pensiero mi annebbia l'Io: sono pazzi gli altri, o sono pazzo io?" Albert Einstein

 

 

 

 

Il rumore del campanello di casa fece sobbalzare Hermione Jane Granger. La ragazza alzandosi, ancora sonnecchiante, maledì mentalmente suo padre che molto probabilmente come ogni mattina aveva dimenticato di prendere le chiavi di casa.

Aprì la porta e con un gesto ormai meccanico passò le chiavi al padre che sorrise in direzione di sua figlia.

-Grazie tesoro, Quanto mi sei mancata è tutto l’anno che ogni giorno aspetto un’ora fuori per le chiavi. Tua madre non mi sente mai.-

-Certo papà. Non abituarti troppo. A Settembre m'iniziano i corsi per diventare medimago.- sussurrò con voce impastata dal sonno.

-Medi che?Vabbè non ho capito ma devo scappare a lavoro. Oggi devo fare una ricostruzione dentale alla signora Meller. Povero me.-  brontolò il signor Granger.

- A dopo papà.- rispose con un tono divertito.

Chiuse di getto la porta e corse in bagno. Era una visione spettrale.

I capelli erano più nodosi e cespugliosi del solito, aveva gli occhi rossi e gonfi, il colorito era piuttosto pallido e i vestiti stropicciati. A completare l’opera c’era anche quel mal di testa che la stava facendo diventare pazza.

La sera prima aveva festeggiato con Harry, Ron, Lavanda, Calì, Neville, Seamus e Dean la fine della scuola. Il loro settimo anno era finalmente finito. Adesso tutti dovevano decidere che strada prendere. Lei aveva già deciso, ma prima di affrontare quell’avventura voleva passare un po’ di tempo con i suoi genitori. La guerra era stata una delle tante cause per cui la riccia aveva trascurato mamma e papà.

Si pettinò alla meglio maniera i capelli e si lavò la faccia velocemente. Lo specchio rifletteva l’immagine di una ragazza troppo matura. Forse non era bellissima ma lei si piaceva. Si, si disse, non avrebbe cambiato la sua vita per niente al mondo.

Il campanello suonò di nuovo e la ragazza fu costretta a uscire dal bagno. E adesso chi era?

Con passo lento si avvicinò alla porta e l’aprì. La persona che le si presentò tuttavia la sorprese.

Harry Potter la guardava in un modo malizioso e in mano aveva un reggiseno di pizzo nero. Hermione arrossì violentemente. Quello era suo!Cosa ci faceva Harry con quel coso in mano?

-Harry ma che ci fai qua? E con quello in mano? Dove l’hai preso.- domandò confusa, stappandogli dalle mani l’oggetto che l’aveva fatta diventare di un adorabile colore vermiglio.

-L’hai dimenticato l’altro giorno a casa mia.- dichiarò divertito avvicinandosi alla ragazza che, per tutta risposta, indietreggiò. Un classico.

L’unico problema era che Harry molto probabilmente era diventato pazzo, oppure molto più probabile era ancora un po’ ubriaco.

E poi cos’era quell’ultima sparata? Casa sua. Ma se fino a due giorni fa si trovavano ad Hogwarts.

-Harry di che diavolo stai parlando?- sbottò ancora un po’ imbarazzata.

- Te l’ho detto. E poi dai che ti prende. Non è la prima volta.-

Non è la prima volta? Non è la prima volta? Questo era troppo.

-Harry ricordi chi sono?- domandò irritata.

-Certo, Hermione. La mia ragazza.- rispose con una naturalezza innata.

-Mio Dio Harry, che hai bevuto. La tua ragazza è Ginny. Ricordi?-

-Di cosa diavolo stai parlando? Della Weasley?-

-Si, Harry lei. La ragazza che ti è stata vicino quando hai sconfitto Voldemort…e-

-Voldemort? Mi sa che quella che ha bevuto sei tu.-

Se quello era uno scherzo Hermione non si stava divertendo. Aveva sonno e voleva tornare a dormire.

-Harry basta con gli scherzi. Tu stai con Ginny Weasley e ora fammi dormire.-

-La Weasley? Ma lei sta con Blaise Zabini.-

Oh santo Merlino, Harry era completamente fuso.

-Zabini? Il migliore amico di Draco Malfoy? Certo Harry che hai una bella fantasia.-

-Hermione ma di chi stai parlando? Non esiste nessun Draco. I Malfoy non hanno figli.-

Harry sembrava convinto della sua teoria e sembrava anche buffo.

-E’ impossibile Harry. Come fai a non ricordare Malfoy? Il borioso Serpeverde, colui che…-

-Serpeverde? Stai male Hermione, vuoi che chiami tua madre.-

Harry sembrava preoccupato e non era più tanto buffo.

-Hogwart? Almeno questo lo ricordi vero Harry?- domandò Hermione accigliata.

-Hermione calmati. Che cos’è questa Howortz?-

Harry sembrava confuso e Hermione lo trovò terrificante. Non buffo.

-Hogwarts Harry, si dice Hogwarts. La nostra scuola di magia…-

-Hermione- la interrupe lui accarezzandole il viso -la magia non esiste e non è mai esistita.-

Harry aveva appena sparato una grande boiata. Era impossibile. La magia esisteva.

Si allontanò velocemente e incominciò a correre nella stanza alla ricerca della sua bacchetta.

Harry la seguì senza dire niente, ma quando la ragazza sbuffò sonoramente non riuscì a trattenersi.

-Mi vuoi dire cosa stai cercando?-

-La bacchetta.- disse Hermione mentre guardava sotto il letto.

-La bacchetta eh? Senti Hermione facciamo così tu ti corichi e ti riposi. Più tardi ripasso e ne riparliamo ok?-

Il ragazzo la guardava come se fosse una pazza appena uscita dal manicomio.

-L’ho trovata Harry, l’ho trovata.- esclamò felicemente la mora.

-Un pezzo di legno? Molto bello, veramente.- la voce era ironica ma Hermione fece finta di non sentire.

-Guarda Harry, guarda. Accio penna.-

La penna non arrivava.

-Avrò sbagliato a dire l’incantesimo riprovo. Accio penna.-

Nemmeno stavolta la magia funzionò.

-Hermione for..-

-Zitto riprovo. Accio penna.-

Perché non funzionava? Forse non si ricordava come si faceva un incantesimo d’appello. Possibile in fondo aveva un mal di testa terribile.

-Alohomora- disse dirigendo la bacchetta verso la porta.

Essa non si aprì.

 

 

La stanza numero 12 del San Mungo era piena di gente.

Le pareti bianche di quell’ospedale l’opprimevano. Erano troppo bianche. Troppo perfette.

Harry Potter leggeva distrattamente “Guida ai manici di scopa” solo per nascondere il volto stanco. Non aveva dormito tutta la notte e adesso la stanchezza iniziava a farsi sentire. Ma non riusciva a chiudere gli occhi. Non voleva lasciarla sola.

-Harry tesoro, dormi un po’.- la voce di Molly Weasley sembrava lontana.

-Mmm. Forse più tardi.- mormorò

-Harry, mamma ha ragione. Dormi un po’. Ci siamo noi con lei.- Ginny con la sua voce dolce e rassicurante ottenne quello che Molly non era riuscita a fare.

-Ok, non lasciatela sola però, ok?-

-Certo. Non ti preoccupare, si riprenderà.- o almeno sperava. Il volto di Ginny si rabbuiò.

-Aspetta che vado a chiamare Ron, così andate insieme.-

La ragazza si avvicinò al fratello che a fianco di Hermione guardava le pareti bianche.

-Ron.- lo strattonò Ginny per avere la sua attenzione –Vai a riposarti.-

Il ragazzo nemmeno le rispose.

-Ron, non puoi stare tutto il tempo qua.-

-E’ colpa mia Ginny, se non mi fossi spostato l’incantesimo avrebbe preso me, non lei. E’ tutta colpa mia.-

-Ron non è colpa tua. Ok?- la voce sicura di Ginny però non lo rassicurò per niente.

-No, io rimango qua.-

-Fai come vuoi.- sbuffò la rossa per poi allontanarsi con Harry.

Rassegnati.

 

La stanza numero 2 del San Mungo era più o meno vuota.

Narcissa Malfoy leggeva distrattamente “Il settimanale della strega” solo per nascondere il volto stanco. Non aveva dormito tutta la notte e adesso la stanchezza iniziava a farsi sentire. Ma non riusciva a chiudere gli occhi. Non voleva lasciarlo solo.

Blaise Zabini abbracciava una Pansy piangente.

-Blaise e se non si riprendesse?-

-Non dirlo nemmeno.- la voce di Zabini era dura e fredda. Da essa Non trapelava nessuna emozione. Anche se Pansy notò subito la paura che alleggiava nei suoi occhi.

-Dobbiamo solo aspettare. Draco è forte, è un Malfoy.-

-Hai ragione.-

La porta si aprì di botto. Una medimago entrò catturando subito l’attenzione dei tre.

-Ha superato il periodo di pericolo. Non corre nessun rischio di morte. Dobbiamo solo capire qual è l’incantesimo che l’ha colpito.-

Pansy sorrise. Dovevano solo aspettare.

 

Speranzosi.

 

Nuova long. Sinceramente non so da dove è saltata fuori. Stavo studiano e puf mi è venuta l’ispirazione( forse era meglio che continuavi a studiare xD N.D.tutti)

Alcune precisazioni:

1)Voldemort è morto al sesto anno in circostanze misteriose. No, scherzo la ucciso Harry con l’aiuto di Silente.

2)Non tiene conto quindi del sesto e settimo libro.

3)Harry da una parte può sembrare un po’ OOC ma solo nel mondo di “Hermione” ed è per questo che non ho messo la nota OCC.

4)Se vi aspettate una Pansy oca e senza cervello avete sbagliato storia. Ho un’adorazione pazzesca per questa ragazza che viene sempre maltratta, povera stella.

Una delle coppie fondamentali sarà appunto Blaise/Pansy.

5) Anche se i protagonisti saranno Draco ed Hermione la ff non parlerà solo di loro. Di solito mi piace molto parlare dei personaggi secondari.

6) Ci saranno almeno 5 o 6 personaggi nuovi.

7) Non vi aspettate che aggiorni presto perché in questo periodo a causa della scuola sto diventando pazza.

8) Questa è una specie di prova se l’idea non vi piace non vi preoccupare ditemelo che cancello subito la fanfiction^_^

9) Non c’è nessun punto nove ma voglio arrivare al 10 xD.

10) Spero che la fanfiction vi piaccia, un bacio a tutti e se volete recensite. Mi farebbe molto piacere.

 Ilenia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Incubo o sogno? ***


Un incubo

Incubo o sogno?

Non ho mai provato molta avversione per quelle illusioni inoffensive che tendono a renderci più felici. (Oliver Goldsmith)

 

Un incubo.

Si, doveva essere per forza un incubo.

Doveva solo svegliarsi e tutto sarebbe tornato al suo posto, oppure doveva solo aspettare che Harry le dicesse che era tutto uno scherzo.

Si, non c’erano altre spiegazioni.

-Ti sei ripresa? Hai finalmente capito che la magia non esiste?-

Ironico. Il tono che stava utilizzando Harry era ironico.  Stava per caso insinuando che fosse diventata pazza?

-Harry è uno scherzo? dimmi di si.- 

-No.-  un monosillabo che può dire tutto come può dire nulla.

In fondo si aspettava quella risposta. Dai, diciamocelo Harry non riusciva a fare uno scherzo. Lui si sarebbe messo a ridere dopo cinque minuti . E  di minuti ne erano passati anche troppi.

Il silenzio calò fra i due. Hermione molto probabilmente stava elaborando il tutto. Mentre Harry stava cercando di capire se quella sceneggiata era un modo carino per dirgli che fra loro era tutto finito.

-Herm?- il ragazzo spezzò quel silenzio.

-Mmm.-

-Vuoi lasciarmi?- domandò imbarazzato abbassando il volto.

Hermione in quel momento avrebbe voluto cruciare il suo migliore amico-ragazzo, lei stava praticamente impazzendo e lui la prendeva così alla leggera?

-Harry, tesoro, ti ricordi chi sei?.-

-Certo. Harry James Potter- rispose orgoglioso. 

Che Merlino sia ringraziato, almeno questo lo ricordava.

-Ecco ora dimmi come ti sei fatto quella cic…- Hermione si bloccò di colpo.

La cicatrice era scomparsa. Nessun sfregio faceva comparsa nella fronte di Harry. Il simbolo che aveva fatto diventare famoso Harry era sparito.

Era tutto troppo surreale, lei non era pazza.  Lei credeva e sapeva che il mondo magico esisteva veramente. Loro non erano semplici babbani.

Harry era il bambino sopravvissuto.

Aveva queste semplici certezze. E certezze sarebbero rimaste.

Si porto le mani alla testa, che aveva cominciato a dolerle ancora di più. Fissò la bacchetta che gettata malamente nel divano sembrava veramente un pezzo di legno. Quando l’aveva toccata non aveva sentito quella scarica magica che sentiva tutte le volte. Anche lei si sentiva strana, prima non ci aveva fatto casa, ma adesso…

Si sentiva vuota. Ecco, si, vuota era la parola giusta.

-Non hai risposto alla domanda di prima: Vuoi lasciarmi?-  chiese Harry a bruciapelo per la seconda volta.

-No, Harry, no. Non voglio lasciarti.- ci mancava solo lui.

Il campanello suonò per la terza volta. Hermione non sapeva più cosa aspettarsi.

Quando timorosa aprì la porta le si presentò davanti una ragazza. Aveva i capelli castani raccolti in due graziose treccine, gli occhi color nocciola e il naso a patata che stonava un po’ con il viso piccolo e rotondo.

-Tesoro, come stai oggi?- la voce era squillante e del tutto nuova per la riccia.

-Ehm…bene. Scusa la domanda: Ma chi sei?-

La ragazza che ancora si trovava davanti alla porta della villa la guardò scioccata, come se avesse appena detto una grande eresia.

-Tesoro, non scherzare, ho tante cosa da raccontarti.-

Stavolta fu il turno di Hermione di guardarla scioccata.

-Scusa non so veramente chi sei, mi avrai scambiata per qualcun’altra.- stava per chiudere la porta quando la ragazza la fermò.

-Herm, dai non fare la biricchina. Quello che devo dirti è importantissimo. Ieri ho saputo da Catherine, che l’ha saputo dal fioraio della signora Rosie che a sua volta l’ha saputo dal parrucchiere di sua moglie che Marykate si è lasciata con Draco. Non è strabiliante come cosa?Adesso hai il campo libero con lui. Ah, quando lasci Harry digli che se vuole io lo posso consolare.-  la ragazza aveva appena raccontato tutto senza mai prendere fiato. Hermione non aveva capito una sola parola di tutto quello. Tranne il nome “Draco”.

-Parli di Draco Malfoy?- chiese Hermione curiosa.

-No sciocchina, parlo di Draco Walker, certo che certe volte sei proprio strana.- disse entrando senza permesso in casa sua, sedendosi sul suo divano e buttando per terra la sua bacchetta.

- Oh ciao Sophie.- la salutò cordialmente Harry che per tutto il tempo era rimasto in salotto ad aspettare la ragazza.

-Harry tu la conosci?- domandò perplessa Hermione.

-Certo che la conosco. E’ la tua migliore amica.- disse, per poi sussurrare a Sophie un: “Oggi è più strana del solito, non ti preoccupare.”

Hermione si buttò senza pensarci due volte su una poltrona e ignorò i due ragazzi che continuavano a parlare.

Era incredibile.

Il giorno prima era felice, con un migliore amico normale, una migliore amica di nome Ginny normalissima, e con una vita pressoché normale.

-Piccola devo andare, mamma mi ha appena chiamato. Oggi viene a cena Sirius e devo comprare delle cose.- Harry si era avvicinato a lei e cercava di baciarla inutilmente. Visto che la ragazza si spostava in continuazione.

-Ok, Harry ciao.-

La situazione stava diventando sempre più critica. La madre di Harry e Sirius erano morti. Adesso cosa avrebbe scoperto? Che Voldemort in realtà era un dolcissimo vecchietto?

Harry uscì dalla casa lasciando un Hermione sconcertata ma più rilassata e una Sophie rossa in viso.

-Herm, lo sai cosa mi ha detto Harry? Mi ha detto che con le trecce sono dolcissima. Non è meravigliosamente meraviglioso?- La ragazza sembrava una bambina che aveva appena scoperto il luogo in cui la mamma nasconde le caramelle.

-Non m’interessa. Voglio solo capire.- sbuffò spazientita la riccia.

-Cosa Herm? Cosa?- domandò preoccupata Sophie senza però smettere di sorridere.

- Chi sono io?-

Una domanda che nessuno mai dovrebbe fare. E molto stupida. Chi non si conosce?

E poi Hermione non lo sai che ognuno è solo chi vuole essere?

-Hermione tu sei tu-

Ma che risposta soddisfacente, adesso si che aveva capito tutto, pensò ironicamente.

Hermione lo sai che essere se stessi in realtà è più difficile di quanto credi?

-Molti potrebbero considerarti superficiale…-

Lei superficiale? Impossibile

-…addirittura stupida e un’ochetta senza cervello…-

Hermione riuscì a malapena a trattare una risata. Lei stupida? No, non si considerava stupida.

Sicura Hermione? Tu ti conosci veramente?

-….ma chi ti conosce sa che non sei stupida. Sei dolce e generosa. E’ una colpa, per caso il fatto che ti piace vestirti bene, parlare sempre di trucchi e ragazzi?

Si, voleva risponderle. Non era una cosa da Hermione.

Hermione è una ragazza, ansi una strega, petulante, saccente, debole ma forte e orgogliosa. Lei era tutto questo. Un leone che attaccava e sapeva difendersi. E non una ragazzina superficiale e viziata.

-Sei la ragazza che sbaglia ma che impara dai suoi errori...-

No, no quella che si  sbagliando era Sophie. Lei non sbagliava mai. MAI.

Tutti sbagliano Hermione. Tu non sei l’eccezione.

-… sei la ragazza che critica tutti ma che lo fa solo perché vuole difendersi…-

Perché diavolo le aveva fatto quella domanda? Si aspettava una risata o una “sciocchina” da parte di quella ragazza.

La verità fa male Hermione, vero?

-….Pensi di essere un gradino più in alto di tutti…-

No. Perché non stava zitta?

Lo sai vero? Sei solo una sporca mezzosangue. Non sarai mai qualcuno, sei destinata ad essere nessuno.

-…Ami gli animali. Sei o non sei colei che ha fondato il SICA? Salviamo i cuccioli abbandonati…-

Almeno qualcosa rimaneva invariabile.

Ma perché li ami Hermione? Solo perché sai che loro non ti giudicheranno mai.

-…Odi i falsi anche se ti consideri tu stessa una falsa…Quindi ti odi?- domandò innocentemente Sophie.

-BASTA!- urlò Hermione.

-Voglio stare da sola. Puoi tornare…dopo?- continuò sempre ad alta voce.

-Ho detto qualcosa di sbagliato?-

Hermione suo malgrado si ritrovo a sorridere. Quella ragazza era ingenuamente sincera.

-No niente. Voglio solo rimanere da sola. Ti dispiace?-

-No, a dopo.- disse salutandola e uscendo sorridente dalla casa.

Hermione rimase sola. Con quella bacchetta che continuava a volerle dire una sola verità: Lei non era nessuno senza essa.

Quella bacchetta che aveva sconvolto la sua vita. La bacchetta che l’aveva fatta diventare Hermione Granger.

Ma Hermione, senza la magia chi sei veramente?

Era solo una sconosciuta. Una sconosciuta con un volto e un nome ma senza un pezzo fondamentale. Il pezzo che la distingueva da tutti.

 

 

Sempre la stessa stanza del San Mungo. Sempre la dodici. Sempre la solita confusione. Sempre la solita scena.

Harry Potter continuava a leggere, ormai leggeva quel giornale da due maledettissimi giorni. L’aveva addirittura imparato a memoria.

Il corpo di Hermione Granger era sempre disteso in quel letto. Non voleva aprire gli occhi. Forse non voleva, pensò il bambino sopravvissuto.

Stavano tutti male per lei, ma quella strega continuava a rimanere lì immobile. Senza muovere un ciglio. Immersa in un mondo diverso da quello. Almeno così aveva continuato a dire il medimago.

Un mondo che avrebbe odiato. Un mondo pieno delle sue paure. Un mondo che l’avrebbe fatta diventare pazza prima o poi.

-Harry, non hai sentito? Hanno detto che si sveglierà-

-E se invece non lo farà?- sbottò infuriato. Non aveva senso prendersela con Ginny, ma era nervoso e se ne avesse avuto la possibilità avrebbe anche litigato con la porta.

-E perché invece non dovrebbe?- il tono di Ginny era uguale a quello dei suo fidanzato. Cosa credeva? Che solo lui stesse male? Che lei non stesse soffrendo per Hermione.

-Scusa Ginny. Non dovevo alzare la voce e che…- si spettinò i capelli neri con una mano – sono nervoso. Ecco.-

-Lo siamo tutti Harry. Guarda Ron.-

Il ragazzo dai capelli rossi continuava a fissare la figura di Hermione. Dire che stesse soffrendo era un eufemismo.

Luna cercava sempre di farlo distrarre ma con risultati inesistenti.

-Scusate? Dovrei controllare la paziente.-

Una ragazza dai lunghi capelli castano scuro e con due occhi azzurri entrò dalla porta. Nella mano teneva dei foglietti e una penna. Era molto carina costatò Ron per un secondo. Ma tornò immediatamente ad osservare Hermione.

-Ha avuto un peggioramento! Non sappiamo cosa sia successo. Dovreste uscire tutti.- La medimaga rivolse uno sguardo timido e deluso ai ragazzi.

La porta si aprì di nuovo.

-Diletta ti aspettano anche nella stanza due. Anche lì un peggioramento.- la informò un’infermiera.

- Grazie Lucy, controllerò dopo. Adesso uscite.- Disse rivolgendosi dopo ai ragazzi.

Ron guardò per l’ultima volta Hermione per poi osservare Diletta.

Bel nome, pensò Ron.

Prima di chiudere la porta.

Perché Ron? Perché è così difficile dimenticarla?

 

 

Un sogno.

Quello doveva essere per forza un sogno.

Era felice, strano ma vero. Il principe delle serpi era felice.

E non felice perché aveva appena insultato il trio dei miracoli. No, felice perché si sentiva se stesso.

Niente regole. Niente doveri. Nessun Mangiamorte che pretendeva qualcosa da lui. No, niente di tutto questo.

Finalmente era libero.

Anche se felice significava essere un inutile babbano. Non si era ancora domandato cosa fosse successo. Il bello era che non gli importava.

-Ehy Draco. Ciao.-  lo salutò Marykate con un bacio.

- Ciao.- l’ennesima ragazza che non conosceva.

- Oggi facciamo cinque mesi. Stiamo da cinque mesi. Non è stupendo.-

-Si stupendo. Ah Marykate?.-

-Si?- chiese speranzosa la ragazza.

-E’ finita.- le disse con un ghigno sulle labbra.

In fondo era pur sempre Draco Malfoy anche se alla anagrafe babbana usciva come Draco Walker.

Lasciarsi  trasportare dal corso della vita. Senza qualcuno che ti guida come un burattino. E’ sempre stato il tuo sogno Draco, sei felice vero?

Draco uscì dal locale. Qualcuno si chiedeva dove fosse finito il Draco buono e gentile. Draco Walker in quei giorni sembrava diverso. Più cattivo e più viscido.

Ma nessuno ci badò più di tanto. Qualsiasi cosa facesse Draco Walker rimaneva lo stesso perfetto.

Lo sai Draco Malfoy? Lo sai che tu non sei lui? Sei solo un riflesso di lui. Tu rimarrai sempre Draco Malfoy. La viscida serpe.

 

Stanza due del San Mungo.

Una ragazza dai corti capelli neri dormiva in una sedia.

Blaise Zabini aveva continuato a guardarla per tutta la notte. E adesso non si sentiva di svegliarla.

Pansy aveva fatto tante storie, non voleva addormentarsi in una squallida sedia era abituata alla seta eppure dopo essersi agitata non se ne andò.

Rimase lì a vegliare con Blaise e Narcissa.

Zabini la coprì con una coperta e uscì dalla camera aveva bisogno di un bicchiere di succo di zucca.

 Perché Blaise? Perché non riesci a distogliere gli occhi da lei?

Eppure lo sai. Amare non è conveniente.

Tu lo sai.

Lo hai imparato da tua madre..

Mai amare è da perdenti.

 

Aggiornato. Amata Domenica xD, prossimo aggiornamento venerdi!!

Piaciuto il capitolo? Spero di si. Scusate ma devo correre a ripassare psicologia. Domani ho interrogazione. Un bacione a tutti.

Un grazie speciale a:

vale e fra(grazie, sei stata la prima a recensire*_*. Pensavo che a nessuno piacesse questa idea. Invece mi sono sbagliata. Quindi credo proprio che continuerò), kucciolaflea(Tesoroooo, *_* grazie, ti è piaciuto questo capitolo?? Un bacio. Tvbttttttt), Mione1194(Così mi fai arrossire, sono una tua fan, adoro le tue drabble. Anche se non le ho mai recensite. Cmq le coppie saranno Herm/Draco, Ginny/Harry, Nuovo personaggio/Ron, Blaise/Pansy e Nuovo personaggio/Sophie. Anche se ci sarà un po’ di Ron/Herm) waka_laka_lilli(ho aggiornato prestissimo xD, piaciuto il chap?) ferao(Grazie sono davvero contenta che trovi l’idea originale. Non sai quanto è soddisfacente sentirsi dire che non è la solita storia banale. Un bacio e grazie ancora) debby12(Grazie tesoro, un bacio. Felice che l’idea ti sia piaciuta e che ti ha fatto ridere Harry. Un bacio) juju210(Non vi ho fatto aspettare molto. Quanto sono buona. Prossimo aggiornamento venerdì) Dogma( L’ho continuata. Sono felice che ti piaccia.)

Un bacio Ile

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Sala d'attesa ***


-Pansy sei sveglia

Sala d’attesa.

 

 

Blaise Zabini si diresse nella stanza numero due del San Mungo.

Camminava con passo deciso, sorpassando le persone che in mezzo ai corridoi parlavano.

Si fermò un attimo, solo per non tornare in quella stanza, dove avrebbe dovuto vedere lei e soprattutto Draco disteso in quel letto.

Quando i mangiamorte avevano attaccato si era sentito male. Stavano così bene senza tutte quelle costrizioni.

Lui, Draco, Pansy , Daphe e tutte le altre serpi. E adesso ritornava, di nuovo, per rovinare le loro vite, per portare il terrore.

E poi per cosa? Per stupidi ideali a cui Blaise nemmeno credeva.

Un uomo con una pianta circondata in testa passò vicino al moro che stranizzato decise finalmente di entrare in quella stanza.

 

Pansy sussultò quando sentì la porta aprirsi, non era pronta, aveva i capelli tutti scompigliati e i vestiti stropicciati.

Non poteva farsi vedere da Blaise in quel modo. Lei doveva essere sempre perfetta.

-Pansy sei sveglia?- Blaise si avvicinò alla ragazza che con gli occhi ancora socchiusi si stiracchiava.

-Più o meno.-

In effetti era sveglia da almeno un’ora ma era rimasta lì, con gli occhi chiusi e a pensare un po’.

-Sai se ci sono novità?-

Una delle qualità che più apprezzava di Blaise era che andava subito al punto, niente giri di parole.

-Nessuna.- rispose la ragazza portandosi una ciocca di capelli neri dietro l’orecchio.

Pansy non sapeva cosa dire, era una cosa strana. Lei parlava sempre, soprattutto quando era agitata.

Ma in quel momento non riusciva nemmeno a pronunciare una sillaba. Come se la presenza di Blaise la intimorisse.

-Bella giornata, vero?.-

Ecco, esatto. Una domanda più stupida non poteva farla.

Nel viso di Blaise comparse un sorriso, o almeno una specie di ghigno.

-Sta piovendo.- rispose sempre sorridendo.

Pansy si volto verso la finestra, in effetti aveva ragione, Gocce di pioggia cadevano velocemente, come se volessero fare una gara. E le nubi nascondevano il sole.

-Ah. Non avevano notato.- ribatté imbarazzata torcendosi le mani.

- Non fa niente.- 

Il silenzio calò di nuovo fra i due, fu interrotto solo da due infermiere che con dei fogli e delle penne, erano appena entrate.

-Dobbiamo controllore, vi dispiace uscire.- chiese una delle due con dolcezza.

-Oh,no, andiamo subito.-

Pansy prese la giacca verde, che aveva buttato per terra la sera prima e insieme a Blaise uscì di fretta dalla stanza.

-Ehy calma, che ti prende?- sbottò Blaise.

Pansy lo stava trascinando come un cagnolino.

-Oh scusa, sono solo agitata, voglio sapere come sta Draco. Tutto qui.-

Pansy abbassò lo sguardo, in quel momento trovava le mattonelle lucide del corridoio interessantissime.

Rabbrividì.

Ma cosa gli prendeva? Perché adesso sentire la mano ruvida e grande di Blaise che afferrava con decisione la sua le procurava tutti quei brividi?

No, no, no, non doveva nemmeno pensarci. Inoltre lei amava Theo Nott, era anche la sua futura sposa. Ansi, se non sbagliava oggi Theo li avrebbe raggiunti, insieme a Daphe.

Velocemente tolse la sua mano da quella di Blaise, facendo finta di niente. Come se quel semplice contatto non le avesse fatto accelerare i battiti del suo cuore.

-Devo andare in bagno.- sussurrò come scusa.

-Oh, si certo. Ti aspetto qua.-  Blaise rimase lì fermo a maledirsi mentre vedeva la figura esile di Pansy allontanarsi piano piano.

Non sapeva nemmeno lui cosa aveva fatto. Sapeva solo che quando aveva visto Pansy in quello stato non ci aveva pensato due volte. Voleva solo aiutarla a dimenticare e magari…no, niente.

Si sedette in una sedia, appoggiando la schiena sulla parete fredda dell’ospedale.

La scritta “SALA D’ATTESA” lampeggiava in un’indicazione.

Esatto attendeva… ma cosa esattamente?

 

 

 

-Hermione per favore…-

-No.-

-Daiii, ci saranno tutti.-

-No.-

-Ma me l’avevi promesso.-

-Io non ti ho promesso nulla.-

Hermione Jane Granger stava litigando con la sua vicina che conosceva da si o no due giorni.

L’unico dettaglio e che aveva scoperto che questa era la sua migliore amica e che di lei sapeva vita, morte e miracoli.

-Devi venire per forza, è un evento super importante.-

Sophie White annuiva con la testa, per dare più enfasi alla sue parole, quel giorno aveva i capelli sciolti, senza le sue treccine e il sorriso era ancora più aperto del giorno precedente.

Prese la sua brioche al cioccolato e l’addento.

-Ti è mai passato per la testa che io non voglia venire?-

La ragazza la guardò di nuovo come se avesse detto qualcosa di schioccante.

-No. Impossibile.- sentenziò convinta pulendosi la bocca con un tovagliolino.

-Ecco peccato, perché io non verrò.-

Le famose ultime parole.

 

un’ora dopo.

Hermione indossava un vestito abbastanza lungo di un particolare viola scuro. 

La sua stanza era piena di vestiti. Vestiti che ricordava non aver mai comprato, anche se Sophie continuava a ripeterle che quei “cosi” che non coprivano niente erano stati acquistati da lei e dal suo “buon gusto” come l’aveva definito la sua vicina.

-Sicura di voler indossare questo? Non è del tuo genere. Cioè è leggermente lungo e la scollatura è quasi inesistente.-

domandò porgendogli un vestito nero cortissimo.

-Perché non metti questo.-

Hermione lo guardò attentamente, lo prese dalle mani di Sophie e con un gesto secco lo buttò.

-Io non metterò mai quel coso. Me lo chiami vestito?- urlò alla ragazza.

-Su, su, tesoro. Non ti agitare, poi ti vengono le rughe.-

Hermione voleva solo urlare e incontrare qualcuno di normale. Solo per scambiare quattro parole per non diventare pazza.

-Ricordami perché vengo?- domandò più a se stessa che a Sophie.

-Perché ti ho promesso di raccontarti tutto quello che vuoi sapere?-

Hermione sospirò, prese la borsetta viola e insieme a Sophie uscì da quella stanza che di suo non aveva niente.

Quando scese l’ultimo gradino e aprì il portone del palazzo potette notare la bellissima giornata.

Il sole splendeva e gli uccellini cantavano. Si sembrava proprio il palcoscenico perfetto per una favola.

-Herm, sciocchina, sei rimasta imbambolata?- domandò Sophie passandosi un rossetto chiaro sulle labbra.

-Oh, ehm…no, andiamo.-

Il locale in cui si doveva svolgere “l’evento dell’anno” era abbastanza grande, le pareti erano decorate da piccole rose bianche donando un’aria di raffinatezza e un grande palco faceva la sua comparsa al centro della stanza.

-Herm, vado a prendere qualcosa da bere.-  il sorriso di Sophie stranamente era scomparso,

-Oh si, non ti preoccupare. Io sono qui.-

E dove voleva andare? Lei non era abituata a tutto questo. Era già un miracolo se non aveva combinato nessun pasticcio.

Sophie arrivò cinque minuti dopo con in mano due bicchieri pieni di qualcosa che non sapeva identificare.

-Tieni so che tu non vai pazza per gli alcolici, per questo ti ho preso una coca cola.- il sorriso di Sophie era tornato anche se era strano.

-Oh grazie.- ringrazi Hermione.

-Senti io vado. C’è Harry, vieni anche tu?.- domandò Sophie.

-Oh no, vai tu.-

Ci mancava solo Harry che tentava in tutti i modi di baciarla.

-Ok a dopo.-

Hermione rimase lì immobile, la gente continuava a guardarla, come se si aspettasse qualcosa da lei.

Il bicchiere stretto nella sua mano si spaccò di colpo, aveva stretto troppo la presa. Il sangue le colava mentre le schegge di vetro penetravo e si conficcavano nella pelle procurandole un piacevole dolore.

Hermione si avvicinò al bar, nascondendo la mano nella tasca. Con l’altro mano cercò di prendere un panno anche se qualcuno ci riuscì prima di lei.  Stava per dirgliene quattro quando una voce seducente e calda la immobilizzò.

-Salve mezzosangue. E’ un piacere vederti.-

Mezzosangue.

Esatto lei era una mezzosangue.  Nel suo corpo circolava sangue babbano ma anche sangue di strega.

Non era mai stata così felice di sentirsi chiamare così.

-Malfoy?-

Il ragazzo rimase un attimo allibito.

La Granger non avrebbe dovuto chiamarlo Walker come avevano fatto Potter, Blaise e Daphe?

-Mmm.- mormorò seccato.

-Ripetilo.- ordinò la ragazza dimenticandosi della mano, di Harry che la guardava dall’altra parte della sala ingelosito e di Sophie che rideva felice o ubriaca.

-Cosa?-  rispose Draco accigliato.

-Quello che hai detto.- sbottò la Granger impaziente, sperando di aver sentito bene e di non essersi sognata niente.

-Ti ho salutato, mezzosangue, cosa altro ti ho detto?-

Perfetto. Non era pazza. Almeno questo era sicuro.

 

Eccomi con il nuovo aggiornamento^^ Draco ed Herm si sono incontrati e adesso?

Spero di poter aggiornare Domenica, se no se ne parla venerdì prossimo. Per fortuna questa settimana infernale è finita adesso ho le ultime interrogazioni importanti e poi..VACANZA…

Ps: Per chi segue l’altra mia ff aggiornerò domani, l’ho gia scritto devo solo rivedere il capito.

 

21 recensioni e 27 preferiti sono contentissima **

 

Ringraziamenti:

 

ferao: eh già povera Herm, credo che la torturerò ancora per molto. xD, sono molto sadica. Sono contenta che l’idea della ff ti sia piaciuta. Un bacione ile.

 

Luxcis: Si infatti, Maggio è un mese che odio con tutto il cuore xD, sono sempre stressata e studio anche di più di Hermione xD, questo chap ti è piaciuto? Kiss Ile

 

Hachiko_Black: Grazie veramente. Un bacio, continua a leggere a mano a mano farò capire tutto.

 

 

Vale Lovegood: Aggiornato. Felicissima che la fanfiction ti piaccia. Un bacio.

 

Mione1194:Ciau, si ci sono il 70% di probabilità che il personaggio che si metterà con Ron sia Diletta, però ancora non ne sono sicura. Ho scelto il nome Diletta per il suo significato(vuol dire Desiderata in latino) Non sapevo che il personaggio si chiamasse come te. Ti dispiace? Perché se vuoi posso sempre cambiarlo^^. Un bacio Ile.

 

hEiLig FuR ImMeR: Quanti complimenti, mi fai arrossire xD. Grazie veramente. Ti è piaciuto questo chap?

 

Queensol: Adoro le tue recensioni. Ogni volta analizzi qualsiasi cosa e questo mi fa davvero piacere, anche nell’altra fanfiction fai lo stesso. Davvero, grazie molto. Come hanno fatto ad essere catapultati in questa dimensione parallela ancora non posso dirlo. Ti basta sapere che è a causa di un incantesimo xD.

Per Ron ed Herm si c’è stata qualcosa fra i due, ma ormai è tutto finito anche se Ron non lo capisce(non ti preoccupare questa coppia non esisterà in questa ff, sarà solo accennata) Sono felicissima che mi hai messo negli autori preferiti*_* davvero grazie tantissimo.

La fanfiction sarà sui 20 capitoli. Un bacione e grazie^^

 

juju210: Grazie di cuore. Un bacio. Questo capitolo ti è piaciuto?

 

waka_laka_lilli_ Grazieeeee, sono contenta che l’idea ti sia piaciuta. Un bacione e continua a recensire. Ci tengo.

 

kucciolaflea: Nicluccia non ti preoccupare, questo periodo è stressantissimo. L’importante è che mi fai sapere la tua, poi anche se lo fai nel 2009.  Grazie tesoro. Un bacione Ile^^

Ps: Msn è impazzito O.o non mi fa collegare.

Pss. Voglio sapere tutto del tuo “Draco”, appena riesco a collegarmi devi raccontarmi*_*. Un amore all’Hermione e Draco??

 

Dogma: Grazie davvero…un bacio. Ile.

 

Aeris_chan: Ti ringrazio per la recensione, davvero non me la sono presa, ansi tutto il contrario.

So che la trama è un po’ confusionaria, ma e perché non voglio rivelare niente. Qual è la causa, il come, il dove lo spiegherò più avanti. Non ti preoccupare non è una svista ma proprio qualcosa che ho fatto di proposito.

Sullo stile hai ragione è abbastanza scarno xD, ma sto cercando in tutti i modi di migliorare, ma come hai detto sono molto diretta senza troppi giri di parole a abbellimenti.

Grazie davvero anche per i complimenti. Sono contenta che la trama ti piaccia e che non la trovi banale.

Questo capitolo come ti è sembrato? Sinceramente non credo di averlo scritto come avrei voluto. Vorrei davvero sapere una tua opinione. Un kiss Ile.

 

MartyViper: *__* una tua recensione, me contenta xD. Che onore… un commento da una delle scrittrici che apprezzo di più. Sono davvero felice che l’idea ti piaccia. Un bacio. E grazie ancora.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Foto e piccoli segreti. ***


Foto e piccoli segreti

Foto e piccoli segreti.

 

Solo chi ha segreti nel cuore potrà indovinare i segreti del nostro cuore.

dal libro "Sabbia e schiuma"
di Kahlil Gibran

 

 

 

In quei giorni Draco Malfoy si era divertito a prendere in giro tutti quelli che pensavano di conoscerlo. Aveva detto a Blaise che l’avrebbe avadakarizzato se non avesse fatto quello che lui voleva, e aveva gioito della faccia sbalordita dell’amico e delle sue domande sconnesse.

Adesso però quando aveva chiamato la Granger mezzosangue,  non si era affatto divertito.

Ansi voleva sapere perché quella maledetta Grifondoro lo guardava come se avesse detto qualcosa di affascinante e di estremamente importante.

Molto probabilmente se lui non fosse stato Draco Malfoy l’avrebbe addirittura abbracciato.

-Granger sei ancora fra noi?- la voce strascicata e disinvolta del serpeverde la fece finalmente rinsavire.

-Quindi tu sai della magia?- domandò sottovoce inutilmente, visto che la musica copriva le loro voci, come quelle di tutti.

Draco dovette avvicinarsi a lei per capire quello che cercava di dire. Hermione dopo aver sbuffato, ripeté la frase con un tono più forte e chiaro.

-Si.- rispose svogliatamente, come se parlare con lei gli costasse un'enorme fatica.

-E non trovi niente di strano?- continuò Hermione, mentre si appoggiava a uno dei muri del locale.

-Si Granger ma quello che penso non sono affari tuoi.- sbottò irritato. Non sopportava la Granger. Era carina si, con i suoi dolci occhi castani e con quel corpicino che si ritrovava ma era pur sempre petulante e saccente, inoltre aveva provato troppe volte a sfidarlo e questo per un Malfoy era una cosa indecente.

Nessuno aveva il diritto di sfidare un Malfoy quantomeno una stupida Mezzosangue.

-Forse hai ragione, ma voglio capire cosa sta succedendo. E lo farò con o senza il tuo aiuto.- rispose con lo stesso tono del biondino.

-Allora Granger vai a capire cosa succede da un’altra parte e soprattutto lontano da me- Draco stava per andarsene quando la voce della Mezzosangue lo fece fermare.

-Ma non capisco, mi costa molto chiedere il tuo aiuto ma è necessario. Sei l’unico finora che mi ha detto quello che veramente volevo sentire. E tu? tu non ti senti strano senza la magia?- riprovò ancora. Era così fastidioso chiedere aiuto a Malfoy ma come aveva già detto era necessario.

-No, Granger. Non voglio capire cos’è successo, non me ne frega niente.- il tono di Draco era aumentato pericolosamente. Hermione si rassegnò. Era impossibile discutere con quella serpe.

-Allora perfetto Malfoy, ansi scusa volevo dire Walker, vattene continua a fregartene di tutti. Io posso far a meno di te. Non ho bisogno di te.- Hermione aveva posato le sue mani sui fianchi in una perfetta imitazione della signora Weasley.

-Infatti Mezzosangue, è quello che voglio fare. Andarmene.-

Malfoy si girò per la seconda volta e stavolta se ne andò. Lasciando Hermione di nuovo sola, e ancora più disperata di prima.

Per adesso aveva solo due certezze:

1)Non era pazza.

2) Malfoy, sfortunatamente, rimaneva sempre il solito furetto rimbalzante.

Troppe poche cose.

Un dolore lancinante alla mano le ricordò per quale motivo si trovava in quella specie di bar. Cercava qualcosa per non far uscire il sangue dalla ferita.

Sbuffò violentemente, se avesse avuto la bacchetta avrebbe sistemato tutto con un semplice incantesimo.

Si mosse velocemente verso il bagno, avanzando e muovendosi fra le coppie che ballavano al centro della sala, chi abbracciati, chi letteralmente attaccati chi invece abbastanza impacciato.

Fra queste persone c’era anche una ragazzina dai capelli biondo scuro che appena vide Hermione si stacco subito da uno dei ragazzi e si avvicinò a lei.

Indossava uno di quei vestiti che Sophie le aveva consigliato qualche ora prima. Era di un verde mela e molto corto.  Ai piedi indossava un paio di scarpe con un tacco vertiginoso, Hermione si chiese come riuscisse a camminare e se per caso esisteva un corso che insegnava come camminare su quei trampolini. Perché quando una volta li aveva messi lei era stato un grande disastro.

-Hermione ciao, ho visto che parlavi con Draco. State per tornare insieme?- domandò innocentemente fissando con i suoi occhi neri quelli di Hermione.

-Eh? Che cosa? Io non sto tornando con nessuno. E poi non stavo con Harry?-

Hermione non ci stava capendo più niente, prima le dicevano una cosa e adesso un’altra.

-Oh si, ma tutti sanno che Harry è solo un ripiego. Tu e Walker voi due siete fatti per stare insieme.- rispose come se stesse parlando a una straniera che non capiva una parola d’inglese.

-Mi hanno detto che eri strana, ma non pensavo fino a questo punto. E’ una cosa permanente?- domandò innocentemente.

-Oh, ma andate tutti al diavolo.-

Era scoppiata. Impossibile, solo Ron e Malfoy riuscivano a farla arrabbiare. Eppure in pochi giorni questo piccolo privilegio si era esteso. Adesso ogni singolo essere umano riusciva a farla indiavolare.

-Ora scusa ma devo andare in bagno.- Hermione si allontanò velocemente da quella ragazza, senza rispondere al “ciao, e stammi bene” che le aveva urlato contro.

Quando arrivò senza interruzione in bagno, ringraziò Merlino per non aver incontrato nessun’altro pazzo.

Si affiancò al lavabo e quando l’acqua iniziò a defluire avvicinò la mano. L’acqua scorreva sulla ferita mentre il sangue a poco a poco scompariva. Fece un sospiro di sollievo.

Un singhiozzo proveniente da una dei bagni la fece sussultare.

Hermione si avvicinò alla porta da cui provenivano quei singhiozzi e mentre bussava la porta maledì le sue manie da crocerossina.

-Va tutto bene?- domandò timidamente.

La porta fece uno scatto e si aprì, Hermione un po’ titubante entrò e quello che trovo la fece rabbrividire.

Sophie White seduta a terra, aveva un aspetto terribile.

La testa appoggiata al muro, le gambe messe in posizione fetale come se dovesse difendersi da qualcosa o da qualcuno, e fissava con uno sguardo vacuo il soffitto.

Le lacrime scorrevano sul suo viso, facendole scolare la matita e il mascara. I capelli erano leggermente gonfi e la coda di cavallo che si era fatta si era completamente sciolta.

Inoltre il vestito bianco che aveva indossato per l’occasione era tutto stropicciato ed era un po’ sporco.

Anche se non aveva perso il suo sorriso, sorrideva anche fra le lacrime.

-Sophie è successo qualcosa?- domandò preoccupata Hermione.

-Oh no, niente.- scosse la testa, e sorrise in direzione della riccia.

La ragazza cercò di alzarsi, con pochi risultati visto che ogni volta che cerva issarsi barcollava e poi cadeva.

Solo dopo vari tentativi Hermione le porse la mano che fu accettata dalla ragazza dopo pochi secondi.

-Herm, torniamo a casa? Forse avevi ragione non dovevamo venire.- sentenziò sorridendo, mentre con una mano cercava di sistemarsi i capelli.

-Sono un disastro. Guarda il vestito, ora come faccio?- domandò più a se stessa che a Hermione.

-Sicura che va tutto bene?- chiese Hermione con uno sguardo indagatore.

-Oh si, ho solo esagerato con la vodka.- rispose, anche se Hermione capì subito che stava mentendo.

-Ok, dai andiamo.-

Quando uscì dal bagno, sia Hermione sia Sophie avevano gli occhi puntati su di loro.

Era una novità vedere Sophie White non essere perfetta. Hermione riuscì anche a sentire dei commenti abbastanza pesanti e acidi da molte ragazze, sicuramente invidiose.

La White abbassò lo sguardo, ma prima di uscire de finitamente dal locale si accorse di quegli occhi blu impenetrabili e profondi che continuavano a fissarla. Scosse la testa e sorrise, di sicuro stava guardando qualcun altro.

Il tempo era cambiato, non c’era più il sole, il cielo si era oscurato.

-Ma che ore sono?- domandò Hermione.

-Sono le otto.- rispose Sophie dopo aver consultato il suo orologio.

-Oh.-

Il resto del tempo lo passarono in silenzio, mentre Hermione si guardava intorno e Sophie cercava di coprire le macchie del vestito con le mani.

-Siamo arrivate Herm.- disse ad un certo punto Sophie, l’abbracciò e sorridente entrò a casa sua, lasciando Hermione nelle scale che cercava di capire il comportamento di quella bizzarra ragazza.

Mise le chiavi nella toppa della porta e dopo averla aperta andò di corsa in camera sua e si sdraiò sul letto. Senza cambiarsi e far niente.

Voleva solo riposare.

Si mise a pancia e in giù e nascose le mani sotto il cuscino.

Qualcosa si liscio e piccolo catturò la sua attenzione.

Hermione alzò la testa e quando osservò bene quel riquadro non riuscì a trattenere un esclamazione di pura sorpresa.

Una piccola foto si faceva beffa di lei.

Una Hermione Granger sorridente ricambiava il suo sguardo, indossava la sua divisa da Grifondoro, e la spilla da prefetto brillava grazie ai raggi del sole.

Ma la cosa che la sorprese di più fu la persona che l’abbracciava. Draco Malfoy non sorrideva ma aveva uno strano ghigno che poteva essere benissimo scambiato per qualcosa di simile di un sorriso. Lui indossava la divisa verde-argento.

E adesso quello? Che cosa diavolo doveva rappresentare?

Si porto una mano sui capelli, non ci capiva più niente.

Riposò la foto di nuovo sotto il cuscino e chiuse gli occhi. Anche se non riuscì a non pensare che quella foto oltre ad essere molto strana era anche famigliare. Come se fosse una cosa del genere.

Chiuse gli occhi per non pensare e per cercare di dimenticare quel giorno. Un altro di quei giorni in cui non si era sentita affatto Hermione.

 

 

 

Ci sono persone che amano la notte, persone che vivono solo di tenebre. Quando il sole scompare e lascia un presagio di mistero e di morte.

Quando i bambini dormono indisturbati e quando i lupi continuano a ululare alla luna.

Anche lei amava la notte.

La sua vita era una notte. Buia e oscura e lei amava tutto questo.

Amava l’oscurità.

-Inutile, sei solo un essere indegno e inutile.- la voce dura e persuasiva di quella donna rimbombava nella sala illuminata solo da poche candele, il rumore del tacco di quella donna, che sfregava a terra era qualcosa di snervante.

-Mi dispiace. Ho sbagliato.- la giovane ragazza abbassò gli occhi. Non riusciva a fissare e a dimostrare la sua magnificenza quando aveva davanti a sé quella donna.

Incuteva paura.

Adesso capiva perché era la sua preferita.

Folle, si, ma decisamente furba e imponente.

-Hai sbagliato?- la bocca della donna si arricciò in un broncio, che di adorabile aveva ben poco.

-Sai cosa fanno quelli che sbagliano? Eh? Noi non possiamo sbagliare. Hai capito?- urlò istericamente.

-La prossima volta starò più attenta.- bisbiglio stringendo i denti per non farsi scappare qualche frase di troppo.

-Lo spero. Non ti avevo chiesto niente di difficile. Dovevi solo ucciderli, sai quanto mi davano d’intralcio, e non mandarli in un letto d’ospedale.-

Uccidere, tzè, ne parlava come qualcosa di normale.

Lei non ci riusciva, aveva provato a ucciderli, veramente ci aveva provato. Ma non ci era riuscita. Chi era lei per mettere fine alle vite di quei due?

Soprattutto quando aveva letto il disgusto in quegli occhi.

Si era odiata, quando aveva detto tutto a lui. Aveva visto i suoi occhi grigi diventare da allegri a disgustati. Ed era stato umiliante quando lui le aveva detto che si era fidata di lei e che invece non doveva farlo.

E in quel momento inchinata come uno dei più umili servitori voleva solo piangere, piangere e scomparire.

Ma non poteva.

 

Lei non era una codarda.

 

Lei doveva servirlo,

 

L’onore prima di tutto.

 

-Puoi andare adesso, un altro falso passo e…- la donna lasciò la frase in sospeso. E la ragazza deglutì sonoramente.

La giovane ragazza uscì con un passo autoritario da quell’opprimente casa, e il buio la accolse fra le sue spire trascinandola e nascondendola.

Adesso era al sicuro. Lì dove il buio l’avrebbe cullata e accudita.

E nell’oscurità si poté concedere il lusso di far scorrere quella lacrima biricchina che si pretendeva gioco di lei. Ricordandogli che anche lei era vulnerabile e che non era perfetta.

 

Ma lo sarebbe stata prima o poi.

 

 

Credevo di non riuscire a postare il capitolo oggi. Invece eccomi qua.

Devo dire che il capitolo non mi piace molto, anche se è entrato in scena uno dei personaggi che più amo, cos’è successo a Sophie? E la foto? Da dove salta fuori? Eh booo xD.

Ho iniziato a scrivere il capitolo successivo se tutto va bene lo posterò mercoledì in caso contrario venerdì.

Ora passiamo ai ringraziamenti sono contentissima.

20 recensioni *____*

 

Sly_monica: Ciau, grazie.  Anche a me all’inizio non piacevano le Harry/Herm anche se adesso alcune le trovo carine. E quelle che sono scritte bene le leggo pure xD. Sono felice che l’idea ti piaccia^^ Un bacio.

 

Axyna: Salve, si anche io amo le Draco/Herm scrivo praticamente solo su di loro. Grazie per la recensione. Un bacio

 

Mione1194: *me ci pensa molto e poi dice di si con la testa* ok, credo che ci sarà una bella Ron/Diletta xD. Però prima povera Diletta ne dovrà passare delle belle. xD questo chap ti è piaciuto? Spero di si. Un kiss ile.

 

Draconcina_:*__* ho visto che mi hai messo fra gli autori preferiti * me piange dalla gioia* ok, ok basta xD. Davvero grazie, sono contenta che la ff ti piaccia. Spero che anche questo chap ti sia piaciuto.

 

waka_laka_lilli: Arrossisco, grazie. Sono contenta che trovi l’idea originale. E anche io trovo Pansy e Blaise adorabili. Un bacio Ile

 

mary0094: Grazie, felice davvero che l’idea la trovi originale. Hai ragione povera Herm svegliarsi una mattina e  scoprire che sei la ragazza del tuo migliore amico. Io sarei morta seduta stante xD. Un bacio e continua a recensire.

 

juju210: *_* Sei troppo buona, davvero, grazie. Sono super contenta che ti sia piaciuto il chap precedente e questo come lo trovi?

 

giulia malfoy: Grazie, piaciuto questo chap?

 

Lyan: xDDD, lo so è strana però sono contenta che ti piaccia. Un kiss Ilenia.

 

Queensol: Carissimaaaaaaaaa, le tue recensioni mi fanno sempre piacere. Lunedì ho l’ultimo compito in classe( quello di latino **) e poi sono salva xD e potrò dedicarmi alle due fanfiction.

Ora passiamo a commentare la tua stupenda recensione. Mi piace il fatto che ti piaccia Blaise( scusa il giro di parole ^^’)  Ho voluto farlo diverso dal “solito” Blaise, la Row non parla molto di lui(diciamo che non dice quasi niente) e quindi ho voluto fare un Blaise in sicuro che non crede all’amore a causa di sua madre e dei suoi famosi sette mariti morti (poracci, mi fanno un po’ di pena). Poi passando a Pansy, si è obbligata a sposare Theo anche se alla fine ha imparato ad “amarlo” a modo suo. Ma non sarà mai Blaise. Giusto? Si il chap precedente era in centrato sui sentimenti e sono contenta che questo concetto ti sia arrivato. Inoltre nemmeno io digerisco le Ron/Herm U___U lei non è fatta per stare con lui. Nunu, troppo fratelli, troppo amici. E quando si è  amici spesso si confonde l’amore con amicizia. Ed è per questo che amo le Draco/Herm perché dall’odio si passa all’amore. O si amano o si odiano. Niente intermezzi.

Spero che questo capitolo ti piaccia, anche se secondo me potevo far di meglio. E vabbè xD un bacio Ile.

 

Hachiko_Black: Grazieeeeeeeeeeeee**, felice che l’idea ti piaccia. Un grande bacio.

 

Vale Lovegood: Si sono finiti in una specie di mondo parallelo dove solo loro due sanno che la magia esiste, poverini. Li farò diventare prima o poi pazzi xD.

 

fragola1991: Felice che adesso capisci un po’ la ff,quando l’idea girava ancora nella mia mente malata nemmeno io la capivo bene, però adesso ho tutta la storia in testa. Devo solo scriverla xD.

 

jaily: Ciau, ancora Draco ed Herm prima di stare insieme dovranno fare tante cose Xd. Non è facile innamorarti del tuo peggior nemico. Nono. Continua a recensire mi raccomando. Un bacio.

 

 

Aeris_chan: Ciao, il chap precedente era corto. Volevo che l’incontro di Draco ed Herm fosse messo in primo piano senza essere oscurato da altro.

Come hai visto Sophie in questo capitolo? Sempre insopportabile. Se devo essere sincera volevo creare un personaggio che risultasse all’apparenza davvero stupida e insopportabile ma che alla fine nasconde tanti pregi. Prima o poi si scoprirà la vera Sophie. Per il fatto che Draco la chiami Mezzosangue l’ho spiegato in questo capitolo. Quindi è inutile ripeterlo xD. Un bacio.

 

Dogma: *__* addirittura un mito? *wub* grazie. Davvero.

 

debby12: Ciau, sisi Herm e Draco si sono invertiti di posto. E’ divertentissimo descrive un Draco che per gli altri è un santo mentre una Herm che è una stupida ragazza superficiale. Spero che questo chap ti sia piaciuto. Un bacio Ile.

 

 

kucciolaflea: Tezorooo, xD vabbè come ti ho gia detto o la prima o la 19esima basta che recensisci xD…Draco ed Herm si sono incontrati, come sono lovvosi *__*, Per Pansy e Theo che sono promessi sposi(No, stavolta niente Manzoni), susu, tesoro non mi morire perché poi ti ho sulla coscienza U_U e io sono una brava persona.

 i Drachi (O.O fa uno strano effetto sto nome) si stanno moltiplicando, poi se il tuo Draco è ancora peggio del nostro Dracuccio ancora meglio no?? Adesso devi solo fargli sbattere la testa su un muro così diventa docile docile e pronto per te xD. Ok basta, sto delirando. Ho studiato troppa storia comprendimi. Un bacio Niclussa( Povero nome lo sto storpiando tutto xD) tvbttt.

 

cherie: Un’appassionata di Ron/Herm che legge una Draco/Herm? *___* grazie, sono felice che nonostante la coppia l’idea ti piaccia. Un bacio Ile.

 

Sono finiti? Sisi xD.

Un altro speciale ringraziamento va alle 49 persone che hanno messo la ff fra i preferiti.

 

1 - Axyna
2 - baby93
3 - bbolloo
4 - cherie
5 - Diddola
6 - Dogma
7 - finalfantasy
8 - fragola1991
9 - furbacchina
10 - gattina80
11 - giuliettaTH
12 - giuly94
13 - h1lary
14 - Hachiko_Black
15 - herm83
16 - HermyKitty
17 - Honey Evans
18 - Jael
19 - jaily
20 - juju210
21 - kassandra_Black
22 - Kel
23 - kucciolaflea
24 - Lady85
25 - laretta
26 - Lexie89
27 - LUNA1987
28 - Lunastortalupin
29 - mary0094
30 - mrs snape
31 - mustardgirl
32 - ninfea_82
33 - pingu
34 - Queensol
35 - Rue Meridian
36 - scarabbokkio
37 - Selene_Malfoy
38 - Shona
39 - SlytherinPrincess
40 - steg94
41 - tinky tinky
42 - titti6493
43 - usagi87
44 - vale e fra
45 - Vale Lovegood
46 - valefan
47 - waka_laka_lilli
48 - witchmelanie
49 - _claire_

 

 

E anche a chi legge semplicemente. Smack e al prossimo aggiornamento.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Per non dimenticare ***


Per non dimenticare

Per non dimenticare.

 

"...e come i semi che sognano sotto la neve, il vostro cuore sogna la primavera. Fidatevi dei vostri sogni, perché in essi è nascosto il passaggio verso l'eternità."

Kahlil Gibran

 

 

 

Maggio era arrivato, velocemente e indisturbato.

Si respirava un’aria genuina e quella sensazione di gioia che circolava contagiava tutti.

La giovane ragazza seduta sulla riva del lago però sembrava non essere stata contagiata da questa strana malattia. Anzi sembrava l’opposto della felicità.

Le mani le tremavano leggermente e il cuore le batteva freneticamente.

Non doveva farsi vedere in quel modo da lui, quindi si dipinse un’espressione felice e spensierata che come gli diceva sempre lui, le donava.

Si portò una mano sui capelli sistemandosi i ricci alla meglio.

Improvvisamente due mani le coprirono gli occhi, impedendole di vedere.

-Chi sono?- sussurrò una voce sensuale alle sue spalle.

-Un cretino.- riuscì a dire la ragazza ridendo felicemente.

Il ragazzo tolse le mani dai suoi occhi e le sorrise.

Si sedette accanto alla ragazza, e come lei inizio a contemplare il lago. Era impressionante come il tempo fosse volato. Si ricordava ancora di come i giorni, prima del suo arrivo, passassero lenti e strazianti.

Lei era stata quella dolce novità, quella novità che aveva cambiato in poco tempo le abitudini della sua vita.

-Allora è vero, sta davvero finendo tutto?- la voce della ragazza interruppe i suoi pensieri.

Non sapeva che risponderle, voleva veramente dirle che quello era solo l’inizio e non la fine. Ma non riusciva a parlare, e quel silenzio era pesante come un macigno.

Si girò verso la ragazza che lo fissava attentamente, gli occhi che fin un attimo prima erano luminosi adesso erano diventati lucidi.

Lei si maledisse mentalmente per non essere riuscita a nascondere i suoi sentimenti a lui, ma la consapevolezza di essere arrivati alla fine era troppo forte e le impediva anche di ragionare.

Lui si avvicinò di più alla ragazza, e posandole una mano sulla guancia arrossata asciugò la lacrima che era appena scivolata dagli occhi di lei.

-Allora, è vero? Non sei obbligato, lo sai. Perché non vieni con me? Potresti vivere da me… non devi per forza tornare a casa. Non devi per forza torn..-

Il ragazzo bloccò quella sfilza di parole, imprigionando le sue labbra in un bacio disperato. Un bacio che sapeva di addio.

Si stacco solo per prendere aria, e quel distacco fece male ad entrambi.

-Lo sai, sai che non posso.-

La ragazza a quelle parole si alzò di scatto irrigidendosi.

-Allora questo è un addio?-

-No, è solo un arrivederci.-

La ragazza si voltò e se ne andò di corsa. Lasciandolo da solo.

-E’ solo un arrivederci, te lo prometto.- sussurrò al vento prima di alzarsi e andarsene anche lui.

Adesso il parco rimaneva deserto, solo il rumore delle piccole onde del lago che s'increspavano e il leggero venticello che smuoveva leggermente le foglie degli alberi.

 

Hermione si svegliò di colpo, gli occhi sbarrati e una strana sensazione di agitazione e ansia.

Si toccò la fronte per verificare di non avere la febbre e non si meravigliò quando sentì la mano scottare, si sentiva male e non riusciva a respirare.

Quando si era svegliata, si era sorpresa di aver solamente sognato quella scena, tutto sembrava così reale e soprattutto familiare.

Come se l’avesse vissuto lei stessa. Spostò bruscamente le coperte che coprivano il suo corpo e scese dal letto.

La testa le girava e sentiva il corpo debole.

Non riuscì a stare in piedi e senza pensare si sedette per terra. Rabbrividì quando sentì il marmo freddo a contatto con il suo corpo.

Voleva chiamare sua madre o suo padre, ma non riusciva a parlare.

L’unica cosa che riuscì a fare fu solo appoggiare la testa sulle ginocchia raggomitolate e a lasciarsi andare a un pianto disperato.

 

 

-Ha avuto un peggioramento.-

-…-

-Ron calmati, si riprenderà. Lo sai che…-

-Lo so cosa Harry? Cosa? Spiegami per favore.-

Silenzio.

 

 

-I guaritori stanno facendo quello che possono. Non abbiamo mai avuto pazienti affetti da questa…malattia. Dovete solo lasciarci lavorare.-

-Grazie Diletta.-

-Non preoccuparti Ron.-

 

-Ginny mangia è da due giorni che sei qui. Non eri tu quella che mi diceva che tutto si sarebbe sistemato?-

-Non so più niente. Non spero più in niente Harry.-

 

 

-Oh Harry caro, come sta Ginny? E tu?E Hermione si è ripresa?-

Silenzio.

-Harry tesoro, allora?-

-Si. Va tutto bene, signora Weasley.-

Bugia.

 

-Sono venuta il prima possibile. Sai i Nargilli mi hanno bloccato per un po’.-

-Oh…-

-Ginny stai bene?.-

-No.-

-Ok.-

 

-Dovete uscire. Dobbiamo fare dei controlli.-

-Altri?-

-Si.-

-Diletta, è in pericolo?-

-Non lo sappiamo Ron, speriamo di no.-

 

-Ti ho preso delle caramelle tutti i gusti più uno. Tieni.-

-Grazie Harry.-

-Prego…ehy quella non è la Greengrass?-

-Sembra di si.-

-Potter sai per caso dov’è la stanza numero due?-

-al piano di sotto.-

-Ehm… grazie.-

-Prego.-

Dolore di nuovo.

E tutto per colpa sua.

 

-Ha avuto un miglioramento, davvero non è più in pericolo. I battiti del cuore sono regolari e respira perfettamente.-

-Ma si è svegliata?-

-No. Mi dispiace.-

 

 

-Etciù-

-Su tesoro, bevilo tutto. Questo brodo ti farà bene.-

Sophie White era ancora più insopportabile del solito, era più apprensiva del solito e sorrideva più del solito.

Hermione provò una grande gelosia. La sua vicina era così felice, mentre lei in quel letto si deprimeva.

Il dottore le aveva detto che aveva una semplice influenza che insieme allo stress e al poco riposo si era trasformata in un febbrone da paura.

Per questo Sophie le aveva completamente vietato di alzarsi e di uscire. E Hermione questo non poteva sopportarlo. Per prima cosa nessuno poteva obbligarla a fare qualcosa senza la sua autorizzazione e per secondo lei stava benissimo.

-Etciùùùùù.-

Ok, ok, forse non stava benissimo, ma lei doveva uscire per forza. E parlare con Malfoy. Voleva sapere se quella serpe sapeva qualcosa riguardante la foto che aveva trovato giorni prima.

-Sophie per favore, devo uscire.-

-No, no, no, non se ne parla.-

Sophie sembrava intenzionata a distruggere la sua vita, e quella sua vocina acuta la stava infastidendo.

-Non m'importa. Io vado-

Hermione cercò di alzarsi dal letto, ma appena mise i piedi per terra sentì una gran fitta alla testa che le impedì di fare altri passi.

-Vedi che ti avevo detto? Per favore sdraiati.-

Hermione sbuffò contraria, e dopo due secondi fu obbligata dal suo stesso corpo di coricarsi e di chiudere le palpebre…

 

 

-Una foto, solo una.-

-No, ti ho detto di no.-

Camminavano mano nella mano, nei giardini della scuola.

Il campo di Quiddich si poteva vedere benissimo, e la ragazza poté notare i suoi due amici che volando sulle loro scope si allenavano.

-Una foto, per non dimenticare.- sussurrò la voce.

-perché senza un’inutile foto mi dimenticheresti?- domandò lui tra il curioso e il divertito.

La ragazza arrossì.

-Non era questo, quello che volevo dire, e solo… che mi farebbe piacere avere una nostra foto. Tutto qui.-

Il ragazzo la guardò attentamente. Era stupenda, con i suoi capelli spettinate e le gote arrossate. Come poteva dirle di no?

-E va bene. Ma solo una.-

La ragazza sorrise. Per poi unire la sua bocca con quella del ragazzo.

-Grazie.-

Una foto.

Un flash.

Per non dimenticare.

 

 

-Ehy Hermione, svegliati. Stai bene?-

La prima cosa che vide Hermione al suo risvegliò fu la faccia di Harry Potter a due centimetri dalla sua.

-Oh ehm si, ma come hai fatto ad entrare?.- domandò sorpresa.

-Mi ha aperto Sophie. Ma tu scotti.- esclamò dopo averle sfiorato la fronte con le labbra.

-Di nuovo? Ma prima stavi meglio.- costatò Sophie amareggiata. Non era riuscita nemmeno ad aiutare Hermione.

-Mmm, voglio solo dormire. Andatevene.- sbottò Hermione ancora addormenta.

-Ok, allora noi andiamo. Guarisci prestissimo tesoro.- sentenziò Sophie uscendo insieme ad Harry dalla stanza.

Hermione chiuse gli occhi e cercò di addormentarsi sperando di non fare altri stupidi sogni.

 

 

 

 

I ricordi sono come i sogni: si interpretano. Leo Longanesi

 

 

Scusate per il ritardo U.U ma questo è stato un periodaccio.

Ho avuto la febbre (e poi l’ho contagiata anche ad Hermione xD), tantissime interrogazione, e il saggio di danza. Quindi non ho avuto nemmeno il tempo di aprire Word.

Comunque adesso però sono qui, e vi dico subito che non ho idea di quando aggiornerò( fra 1 settimana parto per Barcellona *_*) spero prima della mia partenza.

Il capitolo vi piace? L’ho scritto in classe durante le interrogazioni( se no non avrei aggiornato più xD). Dedicato completamente ai Grifondoro.

Scusate se il capitolo è corto, vi prometto che il prossimo sarà molto più lungo.

Scusate ma devo veramente scappare, domani ho un interrogazione di latino e devo ripassare…

 

Un grazie a tutti quelli che recensiscono la storia:

Hachiko_Black, mary0094, Queensol, Mione1194, Draconcina_, jaily, cherie, kucciolaflea, tinkerBLOOD, joker666, waka_laka_lilli, Vale Lovegood, hEiLig FuR ImMeR, HermyKitty.

Vorrei rispondere solo ad HermyKitty: Ti dico subito che la tua recensione mi ha reso davvero felice, non solo perché ti considerò una scrittrice bravissima(adoro letteralmente le tue fanfiction) ma anche perché preferisco mille volte una recensione costruttiva a un “bravissima.” Quindi davvero ti ringrazio. "La porta si aprì di botto. Una medimago entrò catturando subito l’attenzione dei tre. -A superato il periodo di pericolo." avevo visto anche io questo orrore. Me ne sono accorta dopo averlo pubblicato e poi non ho avuto il tempo di sistemarlo, grazie per avermelo ricordato. Per tutti gli altri consigli ti ringrazio(sono ripetitiva xD)Sistemerò tutti gli errori appena potrò. Un bacio e spero presto di leggere una tua altra recensione. Ilenia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                                                                                                                   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Monotonia, paranoie e strani dolori ***


Monotonia, paranoie e strani dolori

Monotonia, paranoie e strani dolori.

 

Soffrire è sempre colpa nostra.

Pavese

 

 

 

 

Daphne Greengrass nella vita si era sempre predisposta a dei piccoli traguardi. La sua vita era un programma già scritto, e lei non doveva fare altro che rispettarlo senza fare modifiche.

Quel giorno doveva andare al San Mungo a far visita a Draco, e questo avrebbe fatto.

Accanto a se Theodore Nott camminava, o meglio trascinava il corpo come se stesse facendo chissà quale grande cosa.

Daphne avrebbe tanto voluto che quel troglodita di Theo si sbrigasse o che scomparisse dalla faccia della Terra.

A lui la scelta.

-Theo muoviti.- lo incitò Daphe mentre accelerava il passo.

Il ragazzo borbottò qualcosa d'incomprensibile e si avvicinò alla bionda.

Theodore non si sorprese della strana sensazione di gelo che incombeva fra i due, anzi pensò che la cosa fosse abbastanza normale.

Il giorno prima aveva detto a Daphne del matrimonio con Pansy e dalle urla soavi della bionda, Theo aveva subito capito che la ragazza non l’aveva presa bene.

Lui si che aveva intuito.

Daphe si sporse verso una corsia dell’ospedale e una chioma rossa catturò subito la sua attenzione.

Ron Weasley e Harry Potter stavano parlando abbassa voce e il rosso aveva la testa abbassata. Daphe si lasciò scappare una risata sarcastica. Avevano i faccini così tristi ed erano davvero penosi, e lei sapeva benissimo il motivo di tanta sofferenza.

Si avvicinò un attimo a Potter, non aveva senso girare intorno a quell’ospedale per cercare la stanza di Draco.

Per una volta poteva abbassarsi a parlare con quei due.

-Potter sai per caso dov’è la stanza numero due?- domandò Daphe, dopo aver catturato l’attenzione dei ragazzi.

Weasley la guardò come se fosse uno Schiopodo Sparacoda e la ragazza si trattene per non mandarlo a quel paese.

La risposta di Potter non tardò ad arrivare.

-Al piano di sotto.-

Daphne sbuffò impazientita, doveva scendere di nuovo? Non si ricordava che il San Mungo fosse un labirinto.

-Ehm… Grazie.- disse senza pensarci, e si pentì subito di quello che disse.

-Prego.-

Prima, troppo presa dai suoi pensieri non aveva notato che il tono della voce di Potter era strano. Era preoccupato per la Mezzosangue che ancora non si era ripresa.

Sentì una fitta dolorosa al petto e dovette andarsene di corsa. Adesso non riusciva a ridere delle disgrazie del trio dei miracoli.

Dietro l’angolo l’aspettava Theo.

Incontrò i suoi occhi scuri che molte volte erano riusciti a leggere la sua anima e per un attimo sperò che Theo non riuscisse a capire il piccolo e insignificante segreto che conservava dentro di sé.

-Muoviti, dobbiamo scendere.-

Voce risoluta, calma e decisa.

Daphne si complimentò con se stessa per la perfetta recita.

Perfetta come sempre.

Theo seguì la ragazza senza dire niente e prese nota di parlare con Daphne appena ne avesse avuto tempo.

Percorsero i corridori dell’ospedale tutti uguali fra loro, finche Theo riuscì a leggere il piccolo pezzetto di bronzo in cui in rilievo faceva la sua comparsa il numero dodici.

Anche Daphne si era fermata e dopo aver fatto un grande respiro bussò.

-Avanti.-

Daphe non potette sbagliarsi, la voce che aveva appena sentito era quella della sua migliore amica, o meglio l’amica che le aveva nascosto di starsi sposando con il ragazzo che credeva di amare.

Era questa l’amicizia che le univa?

Theo aprì la porta e Daphne lo maledì mentalmente per quel gesto inaspettato. Voleva rimanere fuori un altro po’.

Daphe si girò furiosa per fargli capire il suo stato emotivo ma dal ragazzo ricevette solo un’alzata di spalle.

Odioso Nott, aveva voglia di sbattere i piedi per terra come una bambina capricciosa oppure di fingere un improvviso mal di pancia per scappare in bagno, qualsiasi cosa pur di non entrare in quella stanza.

Pensava di essere pronta e determinata ma solo in quel momento il suo cervello aveva registrato che in quella stanza giaceva Draco Malfoy legato alla  vita solo per un miracolo.

Sentì la mano di Theo che appoggiata sua spalla cercava di darle coraggio.

Si spostò bruscamente.

Quando entrò la prima cosa che vide fu Blaise Zabini che in un angolo stava leggendo una rivista.

Pansy si avvicinò a Daphne e a Theo. La prima la guardava infuriata e Pansy capì subito che Theo le aveva detto tutto. L’ipotesi fu confermata quando si girò verso il ragazzo e lui annuì.

-Daphne vorre...-

-Sono venuta per Draco, solo per lui. Non per parlare.-

Daphne si allontanò dalla mora per avvicinarsi al lettino che nel mezzo della camera riuscì a procurarle un’altra fitta al cuore.

Draco sdraiato era più pallido del solito, le palpebre erano chiuse come delle conchiglie che Daphne sapeva nascondevano due perle grigie. Le mani lunghe erano distese e rilassate. La cosa che però la colpì di più furono le labbra contratte in un sorriso sereno.

Sereno da come non era da molto tempo.

-Ora posso anche andare.- disse Daphne girandosi verso Pansy e Theo che parlavano fittamente.

-Ma Daphne sei appena arrivata.- disse ragionevolmente Theo.

-Bhè, adesso voglio andare. Theo tu rimani qua, se vuoi.-

Daphne non salutò né Blaise né Pansy e uscì dalla stanza. Due secondi dopo Theo sussurrò qualcosa a Pansy. La ragazza annuì e lo abbracciò.

Blaise che dal suo angolo aveva guardato la scena nascosto dalla sua rivista provò un moto di rabbia e… gelosia.

No, non era gelosia era solo rabbia. Blaise non aveva mai sopportato Theo.

Blaise posò la rivista e si alzò dalla sedia e uscì dalla camera. La stanza tutto di un tratto era diventa soffocante e Blaise si chiese per quale strano motivo.

 

 

Draco Malfoy si stava annoiando.

Si proprio annoiando, dopo i primi giorni di assoluto divertimento adesso non sapeva che fare.

La gente quando lo vedeva lo fissava.

E questo era una cosa naturale, tutti lo guardavano perché era bello, affascinante e carismatico. Nessuna novità.

Il problema era che lo guardavano come se si aspettassero che lui da un momento all’altro facesse qualcosa di sdolcinatamente buono. Come salvare un gatto da un albero, e per la cronaca lui era anche allergico a quei cosi.

Inoltre quando vide la sua vera madre, Narcissa Malfoy che non era Marie Walker tagliare le erbe del giardino ci manco poco che non svenisse. Sua madre era una Malfoy mica un elfo domestico.

Il colmo fu quando la stessa Narcissa lo vide e lo salutò borbottando un: “Che bravo ragazzo.”

Disgustoso.

Quindi in quel momento mentre cercava fra gli scaffali della cucina i suoi cereali si accorse che fare colazione era la cosa più emozionante che potesse accadere a Draco Walker.

Disgustosamente noioso.

Con sguardo da predatore prese la scatola dei cereali e quando lo agitò si accorse che era vuoto.

Il sorriso che era comparso il momento prima nelle sue labbra si spense di colpo.

E in quel momento si accorse che il momento più affascinante della giornata non era nemmeno iniziato.

Dopo aver borbottato qualcosa come maledetti babbani, tornò in camera sua buttandosi sul letto e ricordandosi di andare al supermeccanico per comprare due o quattro confezioni di cereali.

 

 

Hermione Granger si stava annoiando.

Quel giorno aveva passato tutta la giornata a osservare Sophie che provava vestiti sopra vestiti.

Il compito di Hermione era quello di annuire e quelle poche volte di sussurrare un “bellissimo” o un “si, ti sta bene”, un compito semplice semplice che non la costringeva ad ascoltare Sophie e di poter pensare.

 C’erano alcune cose che non quadravano e lei per capire doveva solo sistemare tutti i dati che aveva raccolto nella sua mente ed elaborarli.

Niente di più semplice.

Era possibile che Hogwarts fosse solo un sogno? Era possibile che l’avesse solo sognata? In fondo l’unico che si ricordava del mondo magico era Draco Malfoy, Walker o come diavolo si chiamava.

E per dirla tutta quel tizio poteva essere anche un pazzo.

Seconda possibilità: Lei e Malfoy erano normali mentre tutto il resto del mondo era impazzito.

Da escludere, anche se un pensierino poteva farlo.

Terza possibilità: Tutto quello che stava passando era solo un sogno e il giorno dopo tutto sarebbe tornato alla normalità.

Hermione annuì.

Quarta possibilità: Poteva essere uno scherzo di Fred e George. Una di quelle realtà virtuali che avevano creato e forse in quel momento i gemelli se la stavano spassando mentre la guardavano.

-Bellissimo.-

Quinta possibilità: Era successo qualcosa al mondo magico, forse un pazzo squilibrato aveva cancellato la memoria a tutti quanti e lei e Malfoy erano sopravissuti.

-Stai molto bene con questo vestito.-

Sesta possibilità e forse la più probabile lei e Malfoy erano pazzi, anche se alcune cose continuavano a non tornare come la foto, il fatto che entrambi ricordassero Hogwarts e i sogni.

-E' Bella, Sophie.-

-Tu non mi stai ascoltando.- la voce infuriata di Sophie le penetrò un timpano.

-Io… certo, come fai a pensare il contrario?- domandai facendo finta di niente.

-Avanti, cosa ho detto?-

Il sorriso di Sophie non le piaceva molto aveva qualcosa di diabolico e spettrale.

-Ehm, se il vestito era bello?-

Sophie sorrise ancora di più e scosse la testa.

-Scusa- sbottò alla fine Hermione –Non ti stavo ascoltando.-

Il sorriso di Sophie tornò a essere sereno e tornò a provare vestiti.

-Senti io vado di là, ho fame.- disse Hermione mentre si alzava dalla sedia.

Sophie annuì e la riccia andò in cucina, aprì il frigorifero e notò che era quasi vuoto.

Prese una brioche promettendo di andare il prima possibile in un supermercato per comprare qualcosa.

 

 

 Dalla finestra la ragazza poté vedere uno spicchio di luna che nel cielo brillava insieme alle sue stelle.

Si porto il bicchiere alle labbra e dopo aver sorseggiato il contenuto lo posò sul tavolo aspettando che un elfo domestico lo portasse via.

La persona che la guardava da un po’ sembrava addolorata.

-Allora hai fatto quello che ti avevo chiesto?- domandò la ragazza, era stata una giornata orribile e lei voleva solo tornare a dormire.

-Si, ma io non capisco. Perché? Perché vuoi aiutarli dopo aver tentato di ucciderli?- la voce dell’invitata era rotta dal pianto ma la padrona di casa non se ne preoccupò.

-Tu non devi capire, devi solo fare quello che ti dico.-

-Ma… se vuoi salvarli perché non dai la pozione come fai a me?- domandò l’ospite.

-Perché se loro si salvano io sono morta.-

-Ma allora...-

-Basta!- urlò la ragazza.

-Vuoi che il tuo amore si salvi? Vuoi che i Mangiamorte lo liberino?- continuò la ragazza.

L’ospite annuì.

-Bene, allora non intromettermi nel mio lavoro. Se tutto va come dico io, tu rivedrai molto presto il tuo amato Lucas.-

A quel nome l’altra ragazza si animò, nascondendo in un angolino del suo corpo il rimorso.

-Ora vai via, è stata una giornata abbastanza difficile.-

L’ospite uscì dando finalmente la merita pace alla giovane donna.

La padrona versò altro Whisky, dimenticando per un attimo la persona orribile che era diventata.

Chi sa soffrire tutto può osar tutto.

Vauvenargues

 

 Ho dovuto ripostare il capitolo^^  scusate ma quando l’ho pubblicato si è incasinato. E’ una parte si è mischiata con un’atra.

In poche parole ho combinato un casino xD

 

 

Attenzione: Prossimo aggiornamento il 30 Giugno. Causa vacanze xD.

Scusate il ritardo, dai in fondo due settimane non sono molte.

Capitolo di transizione e ricco di indizi, chi li trova bene chi non li trova peggio per loro^^

L’altra volta avevo lasciato spazio ai Grifondoro stavolta è toccato alle serpi, spero che il capitolo piaccia. Quello precedente a quanto ho visto non è piaciuto a tutti, se avete qualche consiglio o qualche critica dite^^ Come ho detto questo è un esperimento ed è un modo per provare un nuovo stile di solito sono più cupa e chi segue “La forza di rialzarsi” sa di cosa parlo xD.

Scusate prima per gli eventuali errori ma non ho avuto tempo di leggere il capito è.é in poche parole o postavo ora oppure giorno 30 xD ho preferito farlo ora.

Un grazie speciale a chi commenta, a chi ha messo me e la fanfiction nei preferiti.

Siete dolcissimi *-*

Dogma: Grazie per la recensione e non ti preoccupare se non hai potuto commentare prima^^ l’importante e sapere prima o dopo non importa che il capitolo ti sia piaciuto!! Un bacio Ile.

HermyKitty: Grazie anche a te per la recensione, come ho detto prima non mi dispiace quando mi fanno notare dove sbaglio. Sono ancora alle prime armi e alcuni errori scappano. Quindi non ti preoccupare sei libera di farmi notare tutti gli errori che trovi anzi mi fa piacere, nel frattempo io cerco qualcosa da poterti tirare addosso per la prossima recensione xD. Un saluto e alla prossima recensione ^^

pei_chan: Non ho aggiornato presto ma alla fine ho aggiornato^^ felice di avere un’altra lettrice e contentissima che l’idea ti sia piaciuta. Un bacio Ilenia^^

shikon93: Grazie per i complimenti, mi hai reso felicissima quando hai scritto che ti ho fatto ridere^^ sinceramente non sono molto brava nelle commedie prediligo il genere triste, introspettivo e malinconico xD. Un bacio e spero che questo capitolo ti sia piaciuto.

Hachiko_Black:  Grazie** Ogni volta che mi dite che vi piace l’idea e lo stile mi sento al settimo cielo xD Pensa che ogni volta impiego più tempo a trovare le citazioni che scrivere il capitolo. Ogni volta spulcio libri, pagine di diario e alcune le pesco su internet xD Un bacio Ile^^

Cherie: Già, finalmente la scuola è finita e adesso abbiamo un po’ di pace. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto di + di quello precedente. Un bacio Ile!!

Queensol: Tesoro, felice dei tuoi commenti. Ormai sono diventata recensioneQueensol-dipendente. E non ti ho mai chiesto come ti chiami ‘^^. Comunque non ti preoccupare a mano a mano svelerò tutti i segreti, quindi non ti farò aspettare il 25esimo capitolo al massimo il 24esimo xD. Parti per Budapest? Mi raccomando fai un buon viaggio io aspetto le tue recensione anche dopo l’estate. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Un bacio Ile!!

mary0094: Ho aggiornato prima di partire^^ spero che il capitolo ti sia piaciuto. Un saluto Ile.

 

 

 

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Capitolo 7
*** Nutella e punizioni ***


Nutella e punizioni

Nutella e punizioni.

 

Una rosa non ha bisogno di predicare. Si limita a diffondere il proprio profumo.

Mahatma Gandhi

 

 

 

 

 

-Il secondo anno… si è successo proprio quell’anno.-

Il paiolo magico era affollato, Ron poteva sentite il rumore del cucchiaio che nel tavolo vicino tintinnava contro la tazza del caffè.

Quel posto l'era sempre piaciuto, aveva un’atmosfera di pace e famigliarità.

Quando era lì non si sentiva mai fuori posto.

Un dolciastro odore di briosce e miele lo inebriò, ricordava molto la colazione che preparava sua madre ogni mattina.

-Non ci posso credere... io non ne sapevo niente. Quello era il mio sesto anno e sinceramente non m'interessavano molto le imprese del famoso Harry Potter.-

La ragazza seduto di fronte a lui, rideva mentre giocava con una ciocca dei capelli castani.

-Sisi è stata un’idea di Hermione, sai quella della polisucco.-

Il volto di Ron si rabbuiò un attimo, ricordandosi che in quel momento mentre lui rideva e scherzava con Diletta, Hermione era ancora sdraiata nel letto del San Mungo.

Sentì una dolorosa fitta al cuore.

-L’ami molto, eh?- la voce della medimaga sembrava rassegnata.

-Non sai quanto.-

E quella dopotutto era la verità, Ron non aveva mai smesso di amare Hermione. La loro storia non era sbocciata come si era ripromesso.

Gli avrebbe confessato i suoi sentimenti appena la guerra fosse finita, questo si ripeteva sempre. Peccato che adesso non ci fosse più tempo.

-Invece tu?- Ron cambiò subito discorso.

-Oh bhè che vuoi che ti dica, non ho avuto una vita avventurosa come la vostra.- Diletta rise per poi continuare.

-Bhè ero una Tassorosso, e da solo un anno sono una medimaga. Questo è tutto, come ti ho detto la mia vita è piatta come una tavola da surf.-

-Una tavola da che?- chiese Ron mentre mescolava il suo caffè.

-Scusa, avvolte dimentico che voi purosangue non sapete niente sui babbani.- rise di nuovo.

-Comunque il surf è uno sport babbano.- spiegò dopo.

-Ah, sei una nata babbana?- domandò il rosso curioso.

La ragazza annuì.

Ron aprì la bocca per poi richiuderla, voleva chiederle se c’erano novità sullo stato di salute di Hermione, ma poi ci ripensò. Glielo avrebbe chiesto più tardi.

-Ehm, adesso devo andare. Il turno m'inizia fra pochi minuti. Arriverò in ritardo.- sbottò Diletta alzandosi dalla sedia.

-Miseriaccia, scusa è colpa mia. Ti ho trattenuto troppo.- sentenziò Ron rosso in volto.

-Oh non ti preoccupare, sarei arrivata in ritardo lo stesso. Il capo ogni volta si lamenta di me. Sono una ritardatrice cronica.- rise di nuovo, e Ron non poté impedirsi di pensare che la ragazza avesse un sorriso meraviglioso.

-Ehm… allora ci vediamo.-

Inutile dire che le orecchie di Ron avevano lo stesso colore dei suoi capelli.

-Certo.- disse Diletta avvicinandosi al ragazzo per scoccargli un bacio sulla guancia.

Ron sgranò subito gli occhi, l’essenza di briosce e miele che prima l’aveva catturato altro non era che il profumo di Diletta.

Sorrise mentre vide la figura della mora scomparire, confondendosi con gli altri maghi che uscivano dal locale.

 

 

 

 

Harry Potter era famoso in tutto il mondo magico, questo era un dato di fatto.

La sua cicatrice era il suo dono e la sua maledizione contemporaneamente.

Il bambino sopravvissuto è così che lo chiamavano.

Eppure quando stava con Ginny riusciva a ricordarsi che lui prima di essere l’eroe del mondo magico era anche Harry.

-Harry non mi prendi.- disse la Weasley fra le risate correndo tra le piccole viuzze del bosco. Sentiva il rumore della ghiaia che sotto i suoi piedi si muoveva, i sassolini a ogni suo passo si spostavano ostacolando la sua corsa.

-Ah si? Io non credo proprio.- rispose maliziosamente Harry.

Facendo pochi passi annullò subito la distanza fra lui e la sua ragazza.

-Ti ho presa.-

Strinse la vita di Ginny in un abbraccio mentre affondava la testa fra i suoi capelli rossi.

Era stata una trovata di Ginny quella di staccare un po’ la spina. Stare tutto il giorno al San Mungo faceva solo del male a lui e a lei.  Per quanto volessero bene a Hermione non potevano continuare a soffrire così tanto. I medimaghi avevano parlato chiaro, dopo la sua ultima crisi.

Nessuno sapeva se si sarebbe ripresa.

La medicina magica non era mai precisa, i medici non potevano dirgli la data in cui si sarebbe ripresa, sempre se l’avrebbe fatto, dovevano solo aspettare.

E per quanto ci provassero aspettare era sempre un tormento. Sapevano di non poter far nulla e questo sopratutto per Harry era davvero atroce, aveva salvato le vite di tutto il mondo magico ma non riusciva invece a salvare la vita della sua migliore amica.

Era questo il destino che incombeva sulle persone che gli stavano accanto? Sarebbe successo la stessa cosa a Ginny? O a Ron?

Ancora la notte continuava a pensarci, se non avesse acconsentito il desiderio di Hermione forse in quel momento sarebbe stata lì con loro a scherzare.

Invece no, lui aveva acconsentito. Aveva deciso di far partecipare anche lei alla spedizione per trovare gli ultimi mangiamorte in libertà.

Fra cui anche Bellatrix Lestrange.

E poi tutto era successo all’improvviso, l’attacco a sorpresa che avevano organizzato gli si era andato contro.

Le scene dell’ultima battaglia s'infrangevano nella sua mente come gocce d’acqua.

Quegli uomini incappucciati di nero, come se fossero gli aiutanti della morte. I loro visi coperti da maschere elaborate e le bacchette puntate contro di loro.

E come ultima scena Hermione che cadeva per terra, quasi come se fosse morta.

I suoi occhi vitrei erano impressi nella sua mente. Indelebile.

L’urlo strozzato di Ron e la donna incappucciata che dopo aver fatto il suo lavoro scompariva erano i protagonisti dei suoi incubi.

E infine tutto era stata una corsa in discesa. Due auror morti, un mangiamorte catturato e Hermione in un letto d’ospedale.

Harry strinse Ginny più forte, voleva che il suo corpo si fondasse con il suo. Voleva dimenticare tutto e tutti.

-Ehy va tutto bene?- domandò Ginny mentre accarezzava quei capelli spettinati che adorava tanto.

-Stavo solo pensando.- rispose sospirando Harry.

Ginny continuò a pettinargli i capelli con la mano mentre degli occhi azzurri continuavano a guardare la scena in silenzio.

 

 

Hermione Granger strascinava il suo carrello fra i reparti del supermercato.

Non l'era mai piaciuto fare la spesa, anche da piccola per quanto ricordava, aveva sempre odiato andare a far compere con sua madre. Camminare avanti e indietro per compare cose che secondo il suo modesto parere erano inutili era davvero noioso.

E ancora adesso a diciassette anni non aveva cambiato idea.

Andare a fare la spesa era davvero noioso.                 

Prese da uno scaffale qualcosa d'indefinibile e con aria annoiata lo posò malamente sul carrello. La stessa sorte toccò ad altri barattoli e a qualche bottiglia d’acqua.

In quel momento, per essere sinceri, Hermione non c’era completamente con la testa.

I suoi neuroni erano concentrati sempre sullo stesso argomento.

La magia.

Ogni mattina quando apriva gli occhi sperava arduamente che tutto quello che aveva vissuto in quella settimana fosse solo un sogno.

Ma quella ingenua speranza ogni volta si sgretolava.

Stava camminando nel reparto zucchero e cerali quando…

Bum.

Qualcosa o meglio dire qualcuno si era scontrato contro di lei, sentì la voce dell’essere che le aveva procurato un dolore atroce sul fondoschiena lamentarsi e maledire qualcuno.

Alzò gli occhi e quello che vide la fece imprecare.

Ci mancava solo lui, adesso si che la sua giornata era completamente rovinata.

-Oh Granger stai attenta quando cammini.- rispose la persona misteriosa, che altro non era Draco Malfoy, ehm scusate, Walker.

-Vedi che è stata colpa tua.- sbottò irritata la riccia, facendosi leva con le mani per alzarsi.

-Certo Granger non sono io quello che guarda il vuoto quando cammina.-

Hermione sospirò, avrebbe tanto voluto che Malfoy scomparisse ma quell’essere continuava a guardarla.

Lo sguardo di Hermione si posò prima su Draco che indossava un paio di jeans e una maglietta a mezze maniche nere. Hermione si sorprese di vedere che i vestiti babbani gli donavano parecchio. La riccia continuò a guardarlo per un po’ fino a quando si decise di spostare il suo sguardo sul suo carrello. Era pieno di scatole di cereali di tutti i tipi. Cioccolato, integrali, alla frutta secca e al miele. Hermione non riuscì a trattenere una risata.

La risata naturalmente non sfuggì a Draco.

-Che hai da ridere Granger? Prima mi fissi come se non mi avessi mai visto e dopo scoppi a ridere.- ruggì irritato il ragazzo.

In risposta Hermione arrossì imbarazzata.

-Ma tu mangi solo cerali?- disse riferendosi al suo carrello.

-Mmm… può darsi. E anche se fosse non sono affari tuoi.-

Hermione borbottò qualcosa.

-Malfoy stavo solo cercando di parlare, ma vedo che con te è impossibile.- disse avvicinandosi allo scaffale e prendendo un barattolo di nutella.

-Allora io vado. A mai più rivederci Malfoy.- disse Hermione allontanandosi da Draco che continuava a guardarla.

-Ah un consiglio, prendi anche la nutella. E’ davvero buona.-

-Tzè, non ho bisogno dei tuoi consigli- brontolò Draco.

Hermione sollevò le spalle, per poi andare verso la cassa.

Quando la Granger scompari dalla visuale del biondino, Draco prese senza farsi vedere un barattolo di nutella nascondendolo sotto le scatole di cereali.

 

 

Sophie White era una ragazza alla moda, pronta ad aiutare tutti e con un sorriso sempre sulle labbra.

Anche se alcune persone continuavano a definirla futile e superficiale.

Le critiche però le scivolavano addosso senza scalfirla.

Le persone potevano pensare di lei quello che volevano.

Posò le buste piene di vestiti appena comprati per terra, prese la chiave dalla borsa e dopo averla infilata nella toppa della porta l’aprì.

Ad aspettarla c’era suo padre, seduto su una sedia. Leggeva il giornale ed era vestito di tutto punto. Daniel White era il ritratto della perfezione.

Perfezione che dava la nausea a Sophie.

-Papà sono tornata.- sussurrò la ragazza.

-Mmm.- borbottò il padre. –Spero che tu sia andata in qualche biblioteca a studiare. Ti ho già detto che ti hanno accettato in una delle università migliori della città?- continuò il padre, continuando a fissare il giornale.

Sophie s'irrigidì e un sorriso amaro comparse sul suo viso.

Di nuovo, quante volte doveva rivivere quella scena?

Non bastava la realtà a tormentarla, anche quell’illusione doveva rovinarla.

-Quanto hai pagato stavolta?- domandò ironicamente Sophie.

-Non sono affari tuoi. Io penso solo al tuo futuro visto che tu non ci pensi minimamente.-

-Non hai mai pensato che questo non sia il mio futuro, hai mai pensato che io avessi altri progetti per la mia vita?- urlò Sophie, irritata della falsa gentilezza del padre.

-Ne riparliamo un’altra volta.- rispose brusco Daniel.

-Certo, come sempre papà.- rispose Sophie abbassando la voce, ricordandosi che quella non era la realtà.

-Oggi andiamo da tua madre.- continuò il padre, tralasciando l’ultima affermazione della figlia.

Sophie chiuse gli occhi e respirò di nuovo.

Era solo un’illusione ma faceva male lo stesso.

-Io non vengo.-

-Tu invece verrai.-

-Ho detto di no papà. Ho diciannove anni posso decidere da sola oppure no?-

-Faresti felice tua madre.- rispose il padre posando il giornale.

Sophie rise istericamente.

-E’ morta. Come potrei farla felice?-

-Non parlare così, fila subito in camera tua.-

Sophie gettò le buste per terra e corse verso la sua stanza, rifugiandosi fra quelle quattro mura.

Aprì di corsa il cassetto e prese una piccola bottiglietta, se la portò fra le labbra ingerendo il contenuto.

Chiuse gli occhi e aspettò di ritornare alla realtà, che forse era ancora più dura.

 

-Mi dispiace Blaise, hai perso. Poker di regine.-

Il ragazzo guardò il viso sorridente di Pansy e sorrise a sua volta.

-La fortuna dei principianti.- rispose Blaise incrociando le braccia.

La ragazza mise il broncio e Blaise la trovò adorabile.

Si trovavano ancora nella stanza due del San Mungo, Theo continuava a camminare avanti e indietro nella stanza.

Blaise trovava la presenza del moro abbastanza fastidiosa ma non poteva dire niente anche perché Pansy l’avrebbe divorato per colazione.

L’unica che mancava all’appello era Daphne che non si vedeva da alcuni giorni, aveva detto di aver gia visto abbastanza e che non riusciva a sopportare il corpo di Draco disteso in un letto.

Tutte stronzate pensò Blaise, ci doveva essere per forza qualcosa sotto.

Qualcosa che a loro non era concesso sapere.

-Blaise ti sbrighi? Ho una coppia tu invece?- borbottò acidamente Pansy.

-Una scala.- rispose sorridendo Blaise.

Adesso erano pari.

 

 

-Come sta Lucas?-

-Va tutto bene. La Granger e Malfoy?-

-Nessun progresso…-

Si sentì Il rumore di un pugno che sbatté sul legno.

-Sei inutile!-

Lei tremò.

-Piaciuta la punizione di oggi?-

Sorriso sadico.

-No me la meritavo.-

Occhi abbassati.

-Invece sì, non devi più disubbidirmi.-

Le piaceva dare ordini, si sentiva importante.

Almeno una volta nella sua vita.

-Puoi andare.-

Altro ordine.

-Come vuoi.-

Sorriso amaro.

 

 

 

Non costruire mai castelli di fantasia perché ci sarà sempre qualcuno pronto a distruggerli a colpi di realtà. Solo la paura di fallire impedisce a un sogno di volare

BreeandBorn

 

 

 

Eccomi tornata dal mio viaggio *.* è stato bellissimo.

Avevo detto che avrei  aggiornato giorno 30 ma sono tornata ieri e avevo già scritto il capitolo quindi ho voluto anticipare ! Non sono una brava bimba? U.U

Il capitolo per la felicità di molti è un pozzo senza fine d’indizi. Draco ed Herm si sono incontrati di nuovo, non vi aspettate che la scintilla scocchi subito perché io sono mooolto mooolto lenta.

Abbiamo scoperto qualcosa su Sophie(Io adoro questo personaggio è così complessato)…

Domandina come la vedete Diletta per Ron? Io avevo pensato a un’altra coppia ma adesso mi sono affezionata a questi due… non so!

Forse e dico forse xD nel prossimo capitolo scoprirete chi è Lucas…

Un grazie a tutti quelli che hanno recensito il capitolo precedente, mi fanno sempre felice le vostre parole ** e alle 97 persone che hanno aggiunto la mia storia fra i preferiti * me piange*

Siete fantastici.

Un bacio e scusate se non commento ma devo andare.

PS: Per chi segue la forza di rialzarsi ho gia scritto tre capitoli, visto che sono parecchio indietro ** posterò domani…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** I Trussendor ***


I Trussendor

I Trussendor.

 

Se il destino di un uomo è annegare, annegherà anche in un bicchier d'acqua. (Proverbio Yiddish)

 

 

 

Fosca.

Era questo l’aggettivo con cui i cittadini della Londra magica descrivevano la dimora dei Trussendor.

Le persiane sempre abbassate, le mura piene di piccole crepe, il giardino poco curato dove le erbacce crescevano indisturbate: Era questa la condizione esterna di quella, che una volta, doveva esser stata una bellissima villa ottocentesca.

Adelia Trussendor ormai si era data pace, non ascoltava più le dicerie della gente che decretava di conoscere quella villa come le loro tasche e che  affermavano che Voldemort stesso avesse lanciato una maledizione.

Tutte stupidaggini, aveva detto un giorno Adelia a quel bambino che coraggiosamente si era avvicinato a casa sua e al suo giardino.

Adelia sorrise al ricordo di quel moccioso, che adesso era diventato un bellissimo ragazzo.

Si rammenta di aver visto quel nanerottolo una giornata di fine estate, i capelli biondi incorniciavano il viso allungato e i grandi occhi celesti la guardavano estasiati e paurosi allo stesso tempo.

-Sei la dama cattiva?- aveva domandato poco dopo.

Adelia aveva riso per poi negare con il capo.

-Io mi chiamo Adelia… tu invece sei?-

-Io sono Lucas, Aroldo, Dionigi Crox- disse lui con voce pomposa.

Adelia s'irrigidì per poi guardare quel bambino con occhi diversi.

-Vai via.- aveva sibilato la Trussendor con voce dura.

-Ma... perché?- sussurrò Lucas.

Il bambino non ebbe nessuna risposta, Adelia si era gia allontanata dal giardino.

Adelia in quel momento, mentre annaffia le sue amate rose gialle, inizio a pensare che fosse stato inutile allontanare quel giorno Lucas dai Trussendor.

In fondo non aveva fatto i conti con quell’uragano di sua nipote.

Nayada Trussendor.

Perché quando il destino ha in mente qualcosa, nessuno è in grado di dissuaderlo.

Nemmeno una veggente.

 

 

Non aveva mai lavorato tanto in vita sua.

Quando era piccolo era stato abituato dai suoi genitori ad essere riverito e coccolato.

A Hogworts aveva l’ammirazione dei professori, quando aveva intrapreso la carriera di alchimista aveva avuto il campo già arato.

Il mondo servito in un piatto d’oro per un Crox.

Il nome è tutto, gli aveva sempre detto suo padre. E Lucas aveva finito per credergli.

La porta dello scantinato si aprì e l’unica ragazza che da circa un mese continuava a vedere gli andò incontro.

Il volto di lei illuminato da una gioia perversa lo fece rabbrividire.

-Lucas hai preparato la pozione?- domandò sedendosi sul tavolo e facendo cadere le boccette d’inchiostro.

-Si- sbottò Lucas.

-Quando finirà tutto   questo?- continuò il ragazzo.

-Poco, devo solo aiutare o far impazzire quei due. Devo ancora decidere. Poi ci occuperemo di Potter.-

-Voglio vedere Nayada- sussurrò lui tenendo la fialetta con dentro la pozione in una mano.

Il liquido denso e argentato si agitava dentro la fiala e sembrava pronto a scoppiare da un momento all’altro.

-Nayada, Nayada, Nayada… sempre e solo Nayada suvvia cambia il tuo repertorio.- la voce cantilena della ragazza lo irritò, strinse il palmo della mano libera in un solido pugno.

-Quando la rivedrò?- disse facendo finta di non aver sentito nulla.

La ragazza si avvicinò a lui e prese la pozione con forza dalle sue mani, si allontanò da lui e si diresse verso la porta.

-Prima di quando pensi- sussurrò stancamente per poi chiudersi la porta alle spalle.

 

 

Quella foto era diventata un’ossessione.

Non ne aveva ancora parlato con Malfoy, anche se le opportunità non erano mancate.

Voleva che quello fosse solo un suo segreto.

La mano tremante afferrò il bordo stropicciato della foto, era dannatamente vera.

Il braccio di Malfoy circondava la sua vita. I suoi occhi grigi erano luminosi e scintillavano di malizia.

Draco Malfoy in quella foto era diverso.

E quando vedeva quella foto aveva una strana sensazione, una sensazione di completezza. Come se da quella foto dipendesse tutta la sua vita.

Un piccolo e prezioso tesoro, ecco cos’era.

Si rimise la foto nella tasca per poi aprire la porta che da pochi minuti aveva iniziato a suonare.

-Sto arrivando- disse trafelata Hermione mentre indossava le sue ciabatte a forma di maialino.

Attraversò il corridoi di casa sua e aprì la porta.

Sophie White la guardava agitata e non riusciva a parlare per il fiatone.

-Herm… Draco e Harry- riprese fiato.

-Si stanno prendendo a pugni in piazza. Per te- finii tossendo.

Hermione la guardò scioccata per poi portarsi una mano in fronte.

Entrò correndo di nuovo in casa, prese borsa, chiavi e cappotto e uscì insieme a Sophie.

Bontà divina, Merlino doveva avercela con lei.

 

 

Harry Potter amava Ginny Weasley e Ginny Weasley amava Harry Potter: Questa era una verità indiscutibile.

C’era anche di vero che Harry Potter oltre ad amare la sua bellissima ragazza aveva anche una paura folle di lei.

Soprattutto quando metteva le mani sui fianchi e iniziava a urlare. Sì, si proprio come Molly Weasley.

-Harry, James Potter- la voce cristallina e soprattutto vellutata di Ginny lo fece sobbalzare.

-Cosa diavolo passa per quella testa da struzzo che ti ritrovi?-

-Amore tu non sai cosa sono gli stru…- cercò di dire Harry

-Sta zitto!-

-Sei un incosciente, potevi farti male, potevi essere catturato… Potevi morire.-

Eh sì, Ginny Weasley era la miniatura di Molly.

-Dai sorellina, non è successo niente- provò Ron indifesa del suo migliore amico.

-Tu sta zitto, non credere di cavartela così facilmente anche tu.-

Ron strinse fortemente i braccioli della poltrona.

-Cosa vi è saltato in mente? Non c’erano Auror, volete morire? Perché se è cosi posso sempre aiutarvi io.-

-Ginny noi volevamo vendicare Hermione- provò di nuovo Ron con voce timida.

-E come? Facendovi ammazzare dai mangiamorte?- continuò Ginny rossa in volta.

Camminava avanti e indietro come un generale pronto per l’attacco.

-Bhè è un’idea- disse Ron che non fu risparmiato da una gomitata dell’amico.

-Ohy, Harry mi ha fatto male.-

-Se non stai zitto Ginny te ne farà di più- continuò il bambino sopravvissuto a bassa voce.

-La prossima volta che andate in cerca di assassini che vi vogliono uccidere provate ad avvisare qualcuno prima- urlò Ginny portandosi le mani fra i capelli.

-Almeno- continuò la piccola Weasley – ci sono novità?-

Harry e Ron si guardarono negli occhi e poi annuirono.

-Abbiamo visto la Parkinson, ha il marchio nero-

 

-Pansy che è successo?- la sua voce, la voce di Blaise.

Maledetta voce, perché doveva abbassarsi così pericolosamente? Perché doveva essere così musicale?

-Niente Zabini, non è successo niente.- disse scontrosa.

Il maniero dei Parkinson non era mai stato così opprimente per l’ultima dei Parkinson.  Quelle pareti azzurrine che aveva sempre amato adesso le davano il volta stomaco.

Se solo la notte prima non fosse tornata a casa tutto sarebbe rimasto come prima e invece no.

Blaise si avvicinò a lei circondandola fra le sue braccia.

Pansy provò a staccarsi, ma poi ci rinunciò. Solo perché Blaise era troppo forte per lei.

Giusto, non c’entravano completamente i brividi che provava fra le sue braccia.

-Blaise spostasti se entra Theo e ci vede si insospettirà di qualcosa che non esiste- disse con poca convinzione.

Il bel serpeverde non si allontanò, anzi si avvicinò ancora di più.

Pansy poté sentire il suo profumo, era così buono. Sapeva di bagnoschiuma e dopobarba.

-E allora che si insospettisca.- sussurrò avvicinandosi alle sue labbra.

Pansy riuscì a vedere le sue ciglia folte, il suo naso che si avvicinava. Era così bello, si semplicemente bello.

Poi chiuse gli occhi.

Un rumore proveniente da fuori la fece ritornate nel mondo dei vivi.

Si staccò da Blaise velocemente, un elfo domestico aprì la porta.

-Signorina Parkinson, Dolly voleva dirle che la signorina Greengrass è qui. Dolly deve farla entrare?-

-Si Dolly falla entrare.-

 

Adelia Trussendor affacciata nel suo balcone continuava a osservare il panorama.

I capelli di un biondo ormai sbiadito, quasi del tutto bianchi svolazzavano.

Il sole stava tramontando.

-Silly lo senti anche tu vero? Senti quanta potenza nell’aria?-

Il falco annuì.

Le rose gialle stavano diventando nere, brutto presagio.

Lei lo sapeva, stava tornando e stavolta era ancora più potente di prima.

Nessuno l’avrebbe fermata.

Non stavolta.

Cassandra Crox era nelle vicinanze e stavolta Tom Riddle non era più il bambino di un tempo.

Stavolta uno dei due sarebbe morto.

E Adelia sapeva chi, in fondo lei sapeva tutto.

Lei aveva gia visto.

-Silly va a chiamare mio figlio.-

Il falco volo, alzandosi maestosamente in cielo.

Adelia chiuse il balcone e rientrò a casa.

Brutto tempo si annunciava per i maghi, per i veggenti e per Harry Potter.

 

 

 

 

La storia si ripete sempre, inesorabilmente.

 

Ecco ragassuoli il nuovo capitolo, scusate per il ritardo. Ma non ho avuto veramente tempo.

Grazie a tutti quelli che hanno recensito il capitolo precedente, non posso dirvi niente su Sophie, darei troppi indizi… mi dispiace U.U

Un grazie anche alle 103 persone che hanno messo la fanfiction nei preferiti, sarei felice anche di una vostra recensione,solo per sapere cosa ne pensate.

Questo capitolo è dedicato alla mia amica Lorena a cui è ispirato il personaggio di Adelia!

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, e che non vi siate persi troppo.

Scusate, so che ancora la trama è confusionaria ma è così che deve essere… per adesso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** Giù le mani da Hermione ***


Giù le mani da Hermione

Giù le mani da Hermione.

 

 

Una grande folla era riunita al centro della piazzetta, Hermione mentre correva, inseguita da Sophie, poteva sentire i commenti delle ragazzine che invidiose si lamentavano della fortuna di Hermione Granger.

Due dei ragazzi più belli del quartiere stavo litigando per lei.

Anche se il motivo era a tutti oscuro.

-Fatemi passare.- sbottò irritata.

Appena si avvicinò ai due, non poté non sentirsi male.

-Hermione è mia, ricordalo.- urlò infuriato Harry avvicinandosi a Malfoy.

-Ma tu sei tutto pazzo Potter, tienitela stretta la Granger.- contraccambiò Draco.

-E allora sta lontano da lei.-

Il moro gli sferrò un pugno mettendo tutta la potenza che aveva nel corpo, non riusciva più a sentire i commenti delle persone che continuavo a ripetere che la sua Hermione non era veramente sua ma del biondino.

Draco barcollò un po’, la guancia arrossata iniziava a pulsare.

-Adesso me la paghi Potter.-

Hermione si avvicinò ai due.

-Basta, Harry che ti è saltato in mente.- urlò la ragazza, dividendo i due.

-Deve capire che tu sei mia e che non ha nessuna speranza con te.- sbraitò Harry

Hermione lo guardò truce. Si era stancata di quella messa inscena.

-Harry noi due siamo amici.- disse, mentre qualcuno iniziava ad andarsene, adesso, con l’arrivo di lei non ci sarebbero più stata la rissa.

-Solo. Amici. Capito?- scandì lei.

Harry la guardò tristemente, gli occhi leggermente socchiusi.

-Lo sapevo è colpa sua vero?- disse mentre indicava Draco.

-Ehy, non guardare me, non dare la colpa a me se non riesci nemmeno a tenerti stretta la Granger.- si difese Malfoy.

-Ha ragione lui, fra noi non c’è niente.-

Le ultime persone che erano rimasti se ne andarono sconsolati.

Adesso le uniche persone rimaste erano: Draco, Harry, Hermione e Sophie.

-Ma perché Herm… stavamo così bene insieme.- insistette Harry staccandosi dalla presa della ragazza.

-Harry io non ti amo, troverai qualcuno che ricambierà i tuoi sentimenti.- disse sorridente, in fondo era vero.

Harry amava Ginny e lei anche.  

-Ma…-

-Che scena smielata, io vado, ricorda Potter ti tengo d’occhio.- Draco interruppe il discorso dei due, attirando l’attenzione su di sé.

Hermione si girò di scatto.

-Harry io vado devo parlare un attimo con lui.-  disse al moro velocemente.

-Allora è vero! Mi tradivi.- concluse Harry trattenendola per un braccio.

-Oh Harry, non ricominciare non ti tradivo e adesso vorresti lasciare il mio braccio.- sbottò irritata.

Harry suo malgrado la lasciò.

La ragazza corse verso la direzione in cui si era diretto Malfoy. Ma non riusciva a trovarlo. Era come se si fosse smaterializzato.

Maledizione, proprio adesso che si era convinta; Voleva parlargli della foto prima che tutta quella situazione degenerasse.

Sophie sorridente si avvicinò a lei.

-Torniamo a casa?- le disse.

Hermione annui, da lontano vide la figura di Harry che si dirigeva verso casa.

Provo una dolorosa fitta al cuore, in fondo non voleva far del male al suo migliore amico.

Ma era questo il punto lui non l’amava era solo il suo migliore amico.

 

Daphne Greengrass entrò in casa sbattendo forte la porta. Non riusciva più a digerire quella situazione. Stava diventando tutto troppo difficile per lei, non voleva più soffrire.

Aveva sbagliato, a tutti capitava, aveva fatto i suoi errori.

Schierarsi dalla parte del male a quei tempi poteva essere la soluzione migliore, adesso però tutto pesava sulle sue gracili spalle e lei non riusciva a sopportare il peso di quel fardello.

Non poteva nemmeno confidarsi con sua sorella, sapeva che anche lei l’avrebbe additata come traditrice.

Era colpa sua se Draco poteva morire. Solo colpa di Daphne.

E che andasse a quel paese la mezzosangue in quel momento voleva solo che il suo migliore amico tornasse a popolare le sue giornate.

Voleva che tutto tornasse come ai vecchi tempi, dove nessuna Hermione Granger intasava i sogni e i pensieri del giovane Malfoy.

Se lui non avesse tradito, a sua volta, tutto in quello che credeva per la Granger adesso lei non avrebbe dovuto fare tutto questo.

Scese lentamente le scale, come se quei scalini la portassero all’inferno.

Sorrise amaramente, aveva sbagliato, lei ci viveva già.

La porta che la conduceva da lui si aprì, cigolante.

Lucas Crox sdraiato nel letto guardava la bionda appena entrata con astio.

Se lei pensava di vivere all’inferno Lucas stava bruciando fra le fiamme del fuoco.

-Cosa vuoi?- le disse gelido.

-La pozione.- rispose meccanicamente Daphne troppo stanca per dargli corda.

-Prendila, è sul tavolo.-

Daphne si avvicinò al tavolo e afferrò la fialetta con dentro il liquido argentato.

-Nayada sta bene?- disse Lucas, la risposta era fondamentale per lui. Continuava a vivere solo per quel “si” che Daphne ogni giorno borbottava.

-Si, sta bene. Questa pozione serve proprio per farla tornare qui, nella realtà dopo essere stata con la Granger.- rispose. Dando più notizie del dovuto. Almeno lui poteva sperare in un futuro più roseo.

Lucas rimase colpito dalla confessione della ragazza, era la prima volta che lei gli rivelava qualcosa del suo piano.

Lui doveva solo preparare la pozione. Servirla. Il suo elfo domestico in pratica.

Un affronto per il suo nome. Lui era un Crox.

-Ma che c’entra Nayada con tutto questo, perché proprio lei?-

Daphne si avvicinò, lenta come una tigre pronta all’attacco. Si sedette accanto a lui, accavallando le gambe.

Un sorriso le si dipinse fra le labbra.

-Oh, ma non capisci che fin quando tu sei in mio pugno lei sarà disposta a tutto per riaverti?- sussurrò lei.

-L’amore fa fare pazzie Lucas, in fondo tutta questa situazione è nata per questo sentimento. Come dico sempre, mai farsi piegare dall’amore. L’amore non esiste Lucas, quello che voi chiamate amore è solo ossessione. – continuò allontanandosi da lui, si alzò.

-E Nayada è completamente ossessionata da te.- concluse chiudendo la porta alle sue spalle.

E se Nayada era completamente ossessionata da Lucas, Daphne lo era di Theodore Nott.

 

Sophie entrò di corsa nella stanza di Hermione, aveva poco tempo, era stata una stupida. Solo in quel momento si rendeva conto di aver perso la foto di Hermione e Draco.

E questo non era nei piani se Daphne si accorgeva che qualcosa era andato storto se la sarebbe presa con lei, o peggio con Lucas.

Buttò giù i vestiti di Hermione dal letto, quella maledetta foto doveva essere da qualche parte.

Che casino, la Granger non doveva completamente ricordare.

Non doveva.

Non poteva.

Rovesciò per terra il contenuto della scatola porta-tutto di Hermione, lì dentro c’era proprio tutto: Lettere, quaderni, gomme, penne mal funzionanti ma non quella foto.

La porta si aprì annunciando la presenza di qualcuno.

Sophie raggelata si girò, Hermione la guardava con fare sospetto.

-Ma tu non eri in bagno?- domandò poi

-Ehm, credo proprio di essermi persa.- rispose con un sorriso.

Hermione si accigliò.

I guai erano appena iniziati.

 

C’era sole e caldo, tanto caldo.

Il ragazzo camminava, attento.

Si fermò solo all’entrata di Mielandia.

Il loro punto d’incontro.

Percepiva la sua ansia, aspettava qualcuno.

Qualcuno d’importante.

Non riusciva a scorgere il viso del ragazzo, era oscurato.

I rintocchi dell’orologio della chiesa lo trafissero come un dardo infuocato.

Non era arrivata.

La persona che aspettava non sarebbe arrivata.

Sentiva dentro di sé quella sensazione d’impotenza, non riusciva a capire perché.

Non capiva per quale motivo quella persona era così speciale per lui, non capiva perché in quel momento si chiedeva il “perché”.

Perché si faceva tutte quelle domande?

 

Le immagini, che si susseguirono come foto sbiadite e cancellate lo confusero di più.

 

Erano le sensazioni quelle che sentiva. Non immagini.

Solo quelle.

E quando il ragazzo sentì quella voce petulante qualcosa di indefinibile scoppiò dentro il suo cuore.

Era arrivata.

 

Si svegliò di colpo. Il cuore batteva forte quasi come se fosse un tamburo.

Draco si portò una mano fra i capelli, scompigliandoli. Era lo stesso sogno che lo tormentava da due notti.

E finiva sempre allo stesso modo: Il ragazzo sorrideva.

Felice.

 

 

 

 

 

Capitolo corto, ma pieno. Abbiamo scoperto chi sono le due donne^^

La prima è Daphne e non Bellatrix, mentre la seconda è Nayada.

Ma chi è veramente Nayada?(Da questo capitolo si capisce xD)

Un grazie alle 111 persone che hanno messo la fanfiction nei preferiti e alle persone che recensiscono.

Il mio pc è rotto e io sto aggiornando da quello di mio fratello e quindi tutti i capitoli che avevo scritto non so se si sono cancellati nel mio computer.

Oggi ho riscritto questo, che è più corto di quello che avevo scritto, e spero che il mio pc si aggiusti così posso postare quelli. Se mi dicono che il mio vecchio e ormai stravecchio pc è morto scrivo di nuovo i capitoli… ma per adesso aspetto.

Quindi non credo che aggiornerò presto.

Un bacio, scusate per gli eventuali errori ma vado di fretta.

Sistemerò tutto appena riavrò il mio computer… adesso posso solo commentare senza scrivere -.-

 

 

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