Nella testa dei malandrini

di phoede
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Era l’inizio di Giunio, c’era il sole, ma non faceva ancora troppo caldo, si sarebbe proprio stati bene fuori in riva al lago

Era l’inizio di Giunio, c’era il sole, ma non faceva ancora troppo caldo, si sarebbe proprio stati bene fuori in riva al lago.

Io però non avevo voglia di uscire a gozzovigliare con i miei amici come al solito.

E già, proprio io, Sirius Black, il più impenitente tra i Malandrini, me ne stavo solo, disteso sul letto a pensare.

Certo, i più non credono che io ne sia capace, ma sono un ragazzo dalle mille risorse io, e, quando mi ci metto, ho anche un cervello mica male, senza false modestie.

E i miei amici avevano capito che non era aria, lasciandomi così solo nella nostra camera a riflettere., e a scacciare quell’amore malinconico che poco mi si addice.

Loro sì che mi conoscono bene, e mi capiscono, loro sono più che amici, sono fratelli.

Più fratelli loro di quello che dovrebbe essere mio fratello, quello vero, quello di sangue. Lui neanche mi conosce, lui come il resto della famiglia, non gli è mai importato conoscermi.

Il sesto anno sarebbe finito di qui ad un mese, ed io non volevo proprio tornare a vivere in quella prigione che era la mia casa. Perché era così che mi sentivo ogni volta che vi mettevo piede.

Ma cosa avrei potuto fare?

Dopotutto ero ancora minorenne, avrei compiuto gli anni, i tanto agognati diciassette, che finalmente mi avrebbero reso libero, solo tra sei mesi, poco dopo Natale.

Nel frattempo non mi restava altro da fare, se non stringere i denti, e tornare alla mia tanto odiata casa, dalla mia tanto odiata famiglia.

Anzi no, non ero io che odiavo loro, a me sarebbe bastato che mi lasciassero vivere in pace. Erano loro ad odiare me, con tutte le loro forze, e non facevano nulla per nasconderlo.

Sì perché, diciamocelo chiaro, io ero la rovina della famiglia, la pecora nera (come dicono i babbani), il disonore di una tra le più nobili ed antiche famiglie del mondo magico: l’antichissima e nobilissima casata dei Black, come stava scritto su quell’arazzo del nostro salotto.

Bleh, solo a pensarci mi vengono i conati.

E io, io solo, avevo avuto l’ardire, alla tenera età di undici anni, di sfidare una tradizione vecchia di secoli.

E già perché mai nessuno, prima di me, aveva osato farsi smistare a Grifondoro dal cappello parlante. In realtà ho sempre avuto il sospetto che se fossi finito a Corvonero o a Tassorosso, la cosa, per quanto riprovevole, non sarebbe stata così grave. Ma uno che aveva il fegato di sfidare la mia famiglia non avrebbe potuto finire che a Grifondoro.

Quando lo seppero a casa lo presero come un affronto personale. E, naturalmente, la mia adorabile madre non tardò a prendere provvedimenti.

Prima di sera aveva spedito il suo viscido elfo domestico ad Hogwarts, per farmi dare una bella frustata (a casa mia non solo le idee erano da Medioevo), inoltre aveva anche il compito di convincermi a ripetere lo smistamento.

Io, chiaramente, non ne volli sapere, e per fortuna, anche Silente fu irremovibile su questo punto.

“Il cappello aveva detto la sua, e la sua parola è legge!” aveva sostenuto.

Così io me ne restai a Grifondoro, e da casa mia partirono tutta una serie di rappresaglie, per farmi capire che la cosa non era gradita.

Quello che proprio non riuscivano a capire era che più loro s’intestardivano con questo comportamento, più io diventavo irremovibile sulle mie scelte.

Ero sempre stato un bastiancontrario!

Ogni giorno, mi arrivava una strillettera, nella quale, la soave voce della mia mammina, mi ricordava che delusione fosse avermi come figlio. Si premurarono di farmi sapere che, date le mie scelte didattiche, non era il caso che tornassi a casa per Natale, ma che sarebbe stato meglio che mi concentrassi sul mio rendimento scolastico. Insomma una simpatica perifrasi per dirmi: “Sta fuori dai piedi!”.

Ma cosa credevano? Non saprei tornato a casa comunque. Ora che ne avevo la possibilità sarei stato lontano da quel posto il più possibile.

Insomma la mia vita a casa era una sorta di calvario senza fine.

Solo a scuola potevo essere veramente me stesso: allegro, impulsivo, giocherellone, espansivo, felice, e tutte quelle cose che un vero Black non avrebbe dovuto essere, ma che facevano di me un ottimo Malandrino.

I Malandrini, per fortuna che c’erano loro.

L’ho già detto, ma non mi stancherò mai di ripeterlo, loro soni i miei amici, i miei fratelli, la mia famiglia.

Loro sono la cosa più importante per me. Io so tutto di loro, e loro tutto di me.

Conosco il più sordido segreto di Lunastorta, il più inconfessabile.

So ogni minimo, minuscolo, insignificante dettaglio della cotta megagalattica che Ramoso ha per la Evans da quando l’ha vista sul binario 9e¾ il primo giorno di scuola (no ma dico io, ci rendiamo conto, non eravamo ancora saliti sul treno e lui aveva già trovato la donna della sua vita! Secondo me non è normale).

E Codaliscia… beh Codaliscia è Codaliscia: non è coraggioso coma James, non è intelligente coma Remus, non è intraprendente come me, ma se mancasse lui, mancherebbe una parte fondamentale del nostro gruppo. Mancherebbe una parte di noi.

Ok ora basta!

Basta piangersi addosso, Sirius Black non lo fa.

Basta essere tristi, Sirius Black non lo è mai.

Basta rimuginare, Sirius Black non lo fa.

E allora che cavolo fa Sirius Black?

Eh eh… Sirius Black è un Malandrino, e quindi ora si alza e si ricongiunge ai suoi compari.

“ATTENTO MONDO STO ARRIVANDO!”

Proprio mentre mi sto alzando, qualcosa entra dalla finestra e mi colpisce in piena faccia.

Ma che cavolo è? È bagnata, ed è… fredda?!

Come ci è arrivata nel dormitorio, al settimo piano del castello, ed in pieno Giunio, una palla di neve?

Forse forse un’idea ce l’ho!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Allora, volevo aspettare a mettere il secondo capitolo, ma visto che è pronto…

Allora, volevo aspettare a mettere il secondo capitolo, ma visto che è pronto…

Volevo solo dirvi che sono molto contenta che vi sia piaciuto, sapete è la prima volta che faccio leggere a qualcuno quello che scrivo, quindi quando ho letto le mie prime due recensioni, e ho visto che qualcuno ha messo anche la mia storia tra i preferiti, ho cominciato a saltellare attorno al mio portatile battendo le mani come se fossi impazzita di colpo.

Ora veniamo a noi, questo è il secondo capitolo, si svolge contemporaneamente al primo, solo che qui parlano in due, nella prima parte Codaliscia, nella seconda Remus.

Su su ora leggete!

CAPITOLO 2

Siamo scesi in giardino perché Sirius è in uno dei suoi periodi neri, e quando è così è meglio girargli al largo.

Io poi, per qualche starna ragione, va a finire sempre che ne pago le conseguenze, senza aver fatto nulla. Tanto lo so che se la prendono con me perché sono lo sfigato del gruppo. Quindi è meglio stare lontano.

Certo non è che loro mi lascino indietro volontariamente, ma ho sempre l’impressione che di rincorrerli e di non riuscire mai a raggiungerli.

Non ho mai capito perché sono diventati miei amici, mentre so benissimo perché io sono diventato loro amico. Loro sono tutto quello che io vorrei essere: belli, affascinanti, intelligenti, coraggiosi, intraprendenti, hanno successo con le ragazze, e tutti i ragazzi li invidiano, io invece sono la loro esatta antitesi.

Sembra uno scherzo del destino che io faccia parte di questo gruppo, ma è proprio così.

A volte penso che se non fossimo capitati nella stessa camera, ora loro non sarebbero neanche a conoscenza della mia esistenza, mentre loro, lo so, anche se fossero finiti in case diverse alla fine si sarebbero trovati. Si trovano sempre i tipi come loro. Sembra che abbiano una specie di radar interno che gli indica dove trovare quelli della loro specie, e di solito non stanno con tipi come me.

Però è anche vero che tutte le volte che io sono rimasto indietro, loro mi hanno aspettato, e mi hanno aiutato, proprio come ora.

- Grazie Remus, tutti i giorni perdi il tuo tempo per spiegare tutta questa roba ad un capoccione come me- dico. E gia ho bisogno delle sue spiegazioni tutti i giorni.

- Tranquillo – mi dice lui, -Per me non è certo un problema, e poi serve anche a me per studiare-

Ecco, lo sapevo, c’è sempre un doppio fine.

- Direi quasi- aggiunge subito, - che sei tu a fare un favore a me, e quindi sono io che ti dovrei ringraziare.-

Non si fa in tempo a pensare male, che subito trova il modo di farti ricredere. E anche Sirius e James, quando ho bisogno, non faccio neanche in tempo a rendermene conto, che loro sono già accorsi in mio aiuto.

Loro sì che sono dei veri amici.

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è un po’ che sono qui a studiare, e al contrario di quello che pensano i miei amici, anche io devo staccare la spina qualche volta.

- Allora Peter, tutto chiaro? Hai capito come devi muovere il polso per quest’ultima formula?- domando all’unico del mio gruppo cui sembra interessare lo studio. Forse il suo è un interesse un po’ forzato. A James e Sirius basta vedere una volta un incantesimo, e subito l’hanno imparato. Anche per ma è facile imparare, ma non mi basta ripetere meccanicamente un esercizio, io voglio capire.

Per Peter, invece è diverso. Povero lui, ogni volta fa fatica, deve esercitarsi e ripetere gli esercizi fino alla nausea, per imparare ad eseguire l’incantesimo correttamente.

- Certo Remus, ora è tutto chiaro- è ansioso di compiacere me e gli altri, non vuole restare indietro.

- Senti, Lunastorta, ma che hanno sti due? Li hai visti? Felpato, rinchiuso su in camera che sembra pronto per un funerale, e Ramoso, no dico l’hai visto bene, sembra che si è fumato qualcosa di strano, guarda che faccia!- a volte mi viene da chiedermi se è veramente distratto come sembra o se è solo una posa.

- E dai Codaliscia! Quanto tempo è che ci conosciamo? Cosa vuoi che abbiano?

Sirius pensa che tra poco finirà la scuola, e per quanto lui non sia sicuramente uno studioso gli piace stare qui, almeno quanto odia tornare a casa tutte le estati.

E James, invece pensa a ciò a cui pensa sempre, Lily, mi sembra più che evidente. Guarda come è assorto, sguardo vacuo e sorrisino idiota, manca solo che se lo tatui in fronte.-

Siamo lì che parliamo di questa infatuazione che il nostro amico ha da ben cinque anni, cinque anni in cui ha provati a convincerla in tutti i modi, e forse, solo forse, sembra che qualcosa in lei si stia smuovendo. Ed ecco che passa l’oggetto della nostra discussione.

Ci saluta e si siede poco distante da noi con un libro, non la si vede mai a mani vuote quella ragazza, sembra sempre che abbia qualcosa da fare.

- James, James, hai visto chi è arrivato?- Io e Peter lo chiamiamo e cerchiamo di scuoterlo per farlo tornare da noi, ma lui sembra proprio non sentirci. Deve essere veramente stupenda la fantasia dietro la quale si è perso.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Allora ecco qua il mio nuovo capitolo

Allora ecco qua il mio nuovo capitolo. Dopo questo capitolo la storia dovrebbe procedere in maniera più spedita, anche perché, ancora non è che sia successo molto, ma questi capitoli mi servivano per inquadrare i vari personaggi e le loro storie pregresse.

Dunque, qui siamo ancora allo stesso punto dei capitoli precedenti, però questi sono i punti di vista di James e di Lily.

Bene allora leggete, e vi scappa di laciarmi detto cosa ne pensate (anche soloper dire che vi fa schifo) a me fa piacere.

Ciao ciao.

Sirius oggi era un po’ malinconico, è sempre così quando sta per finire la suola, non vuole tornare a casa, lui lì ci sta male. Così io e gli altri malandrini ci siamo dileguati e gli abbiamo lasciato il suo spazio.

Ci siamo seduti in riva al lago, sotto quello che abbiamo ribattezzato “il nostro albero”, perché è sempre qui che ci mettiamo.

Remus, come al solito, sta studiando, e ne approfitta per rispiegare a Peter le lezioni del giorno. Codaliscia è un disastro, ma Remus ha una pazienza infinita. Sarà un grande insegnante, se glielo permetteranno. Io sarei onorato se in futuro i miei figli potessero prendere lezioni da lui, altro che tutte quelle storie sull’inadeguatezza di lupi mannari, Remus è mille passi avanti agli altri, lupi o umani non importa, lui è il migliore.

Quanto a me, me ne sto qui sdraiato a guardare le nuvole e penso. Beh a chi volete che pensi? Penso a lei naturalmente.

All’unica ragazza a cui io abbia mai pensato da quando avevo undici anni.

Non è che non sia mai stato con altre ragazze, certo ho avuto le mie esperienze, forse fin troppe, come dice lei ogni tanto!

Penso a quando l’ho vista per la prima volta, sul binario, alla stazione, e lei era lì, sola e un po’ spaesata, ce lo aveva scritto in fronte che arrivava da una famiglia babbana. E io ho capito. Ho capito che era lei la donna con la quale avrei diviso la mia vita. Non so spiegarlo, ma lo sapevo.

Sapevo che o sarebbe stata lei o non sarebbe stata nessuna.

Penso alla prima volta che le ho parlato, che ho sentito la sua incantevole voce, non ricordo neanche che cosa dicesse, ma, per quanto mi riguarda, avrebbe pure potuto declamare l’elenco del telefono, e mi sarebbe piaciuto come se fosse stata un’opera, di Shakespeare, anzi di più!

Penso alla prima volte che abbiamo litigato (che poi era anche la prima volta che ci siamo parlati, realizzo con un ghigno!), com’era meravigliosamente incantevole mentre mi urlava in faccia tutto quello che pensava di me e della mia arroganza (io non sono mai stato d’accordo su questa cosa dell’arroganza, ma lei ne è così convinta che non la posso certo smentire), con il volto rosso e i capelli scarmigliati.

Penso a com’è stupenda quando ride.

Penso a com’è bello il suo sorriso, e a com’è ancora più bello (se è possibile migliorare la perfezione) quando quel sorriso è rivolto a me.

Penso a come sono morbidi i suoi capelli, sono riuscito a toccarli solo una volta, e da allora non ne ho più dimenticato la consistenza sotto le mie dita.

Penso a tutte le volte che abbiamo litigato, a quanto ho sempre trovato stimolante confrontarmi con lei su ogni cosa, e a quanto i nostri punti di vista differiscano su molte cose, ma sono tutte piccolezze, sulle cose importanti la pensiamo allo stesso modo, anche se alla fine, non so bene come, riusciamo a litigare anche se siamo d’accordo

Penso al fatto che nell’ultimo anno il nostro rapporto è cambiato, da quella volta in cui litigò con Piton e io l'ho consolata. Non ho mai capito perché si è lasciata consolare da me, ma da allora siamo diventati amici, o quasi.

Certo non nascondo che a me piacerebbe approfondire, e a volte sembra che… anche lei… c’è, non so, mi sembra di leggere qualcosa tra le righe, ma non voglio certo forzarle la mano.

Nel momento in cui penso a Piton, non posso trattenermi dal fare una smorfia.

Stupido idiota! Avevi tutto quello che un uomo potesse desiderare, avevi lei. E l’hai scacciata in malo modo, offendendola pesantemente, perché la sua famiglia è babbana, e non volevi sfigurare davanti ai tuoi amici Mangiamorte (che nome scemo poi!). Senza accorgerti che lei è mille volte meglio di loro, e tu l’ha scacciata. Ne sarà valsa la pene poi? Io non credo.

Meglio per me, perché quando l’ho trovata in lacrime, nascosta dietro un arazzo, ho potuto fare quello che sognavo da cinque anni: l’ho abbracciata, l’ho stretta a me senza dire nulla e ho aspettato che si calmasse. Quando alla fine mi ha raccontato quello che quel viscido verme le aveva fatto, di come l’aveva trattata, devo dire la verità, ho dovuto fare violenza su me stesso per non andare subito a cercarlo e dargli quello che si meritava, ma come avrei potuto abbandonarla lì da sola, proprio ora, poi, che finalmente era tra la mie braccia?

Alla fine però ho chiarito con lui che se di nuovo avessi visto una lacrima sul volto della mia Lily, gli avrei fatto talmente male, con le mie stesse mani, che avrebbe desiderato che gli facessi un cruciatus, non avevo bisogno della bacchetta magica per rifargli i connotati, le mie mani sarebbero state sufficienti. E per rendere più chiaro il concetto, gli ho fatto un bell’occhio nero.

Tuttora Lily non sa che sono stato io, ma chissà se mi sgriderebbe come faceva in passato quando me la prendevo con Mocciosus, o se lascerebbe correre.

Non lo so, so solo che io per lei prenderei a pugni l’intera scuola, e al diavolo le conseguenze.

Perché lei è la più bella, ha gli occhi più profondi, il sorriso più incantevole, le labbra più rosse, la pelle più morbida, i capelli più luminosi, il profumo più dolce.

Lei è più. E basta.

- James! James! Ci sei? Torna tra noi! James se ci sei batti un colpo!-

- Codaliscia, che vuoi? Non vedi che sto pensando? Non rompere!-dico con aria scocciata.

-Lo vediamo che stai pensando. E sappiamo anche a che stai pensando- interviene Remus, certo lo so che lui è molto perspicace, ma di qui a leggermi nel pensiero…

-E sentiamo geniaccio, a cosa starei pensando?- chiedo non curante, Remus è bravo, ma non è certo un leglimens.

-Allora, analizziamo i fatti! Primo: ti abbiamo chiamato per circa dieci minuti, senza che tu dessi segno di vita, e non credo che le nuvole ti prendano così tanto- l’ho sempre sostenuto io che Remus nota anche i più piccoli particolari.

- Secondo- interviene Peter, come se non volesse essere lasciato in disparte – Hai un’espressione ebete ed un sorrisino da idiota stampato in volto- Però, anche Peter si sta facendo attento, forse a furia di frequentare Remus ha trovato il modo di far trasmigrare qualcuno dei suoi neuroni nel proprio cervello.

- E come se tutto ciò non fosse sufficiente, ti sono pure venuti gli occhi a forma di cuore. Non poteva essere più chiaro neanche se te lo tatuavi in fronte che stai pensando alla Evans!- sottolinea Remus.

- E poi, anche senza tutti questi indizi, non sarebbe stato molto difficile, pensi sempre a lei- rincara Peter.

Mi sento un po’ idiota per il fatto che tutti mi possano leggere in faccia quanto mi piace, ma io non me ne vergogno di certo, anzi!

E poi loro sono i miei amici, sanno tutto di me, solo loro possono permettersi di prendermi in giro per la mia unica debolezza, chiunque altro verrebbe subito affatturato, ma loro possono fare quello che altri non possono neanche pensare.

- E allora, se si capisce così bene che ho pensieri molto importanti per la testa, perché diavolo mi avete interrotto? Si può sapere o devo tirare ad indovinare?- qualcosa lo devo pur ribattere, non posso lasciare loro l’ultima parola.

È Peter il più veloce a rispondere: - Nulla solo che la Evans si è sed… -
Non gli do neanche il tempo di finire la frase, che scatto in piedi come una molla e prima che loro se ne rendano conto sono già a metà strada, con quello che quei due hanno definito espressione ebete, sorriso idiota e occhi a forma di cuore.

A volte vorrei farne a meno, ma che ci posso fare se quando la vedo comincio a camminare sulle nuvole?

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Oggi c’è un bel sole, ho preso il mio libro e ho deciso di fare una passeggiata, e sedermi un po’ in riva al lago a leggere. Probabilmente anche James e i suoi Malandrini sono fuori a prendere il sole e a progettare qualche scherzo.

James. Mi piace il suono del suo nome. Fino a poco tempo fa avrei potuto contare sulla dita di una mano le volte in cui avevo usato il suo nome. Lui per me è sempre stato Potter.

Io per lui ero: Lillina, Lilluccia, tesorino mio, amoruccio, bambolina, luca dei miei occhi, e chi più ne ha più ne metta. Quanto odiavo tutti quei vezzeggiativi stupidi, ma lui lo sapeva e lo faceva apposta. Quando proprio mi andava bene ero Evans.

Ora invece anche lui usa il mio nome: Lily, senza nessun vezzeggiativo, ma lo dice in un modo che mi dà i brividi.

Mi ha dato la caccia per cinque anni, a volte era per provocarmi, ma di solito era per provarci con me (o forse le due cose se la viaggiano di pari passo), ma il risultato era sempre lo stesso: io in mezzo ad un corridoio che gli grido dietro di tutto.

Ma ora è cambiato tutto, all’inizio di quest’anno, quello che credevo il mio migliore amico, ha fatto in modo di rompere definitivamente il nostro rapporto. James, dal canto suo, quando mi ha trovato in lacrime, nascosta dietro ad un arazzo, ha saputo consolarmi, e tirarmi su di morale. Mi ha abbracciata, mi ha ascoltata mentre mi sfogavo, e mai, neanche una volta, ha esternato i terribili pensieri che sicuramente gli passavano per la testa riguardo al mio amico.

Anche se so che quell’occhio nero, il giorno seguente, Severus non se lo è certo fatto andando a sbattere contro una porta.

James pensa che io non lo sappia, e io glielo lascio credere, perché in fondo sono contenta che lui un pochino tenga a me!

E sì, siamo sinceri, ora che sto imparando a conoscerlo meglio, mi piace, e anche tanto.

È molto maturato in questo ultimo periodo. Quando siamo insieme discutiamo di un sacco di cose. E come si accalora per farmi comprendere il suo punto di vista. Oh certo litighiamo ancora, eccome se litighiamo, a volte litighiamo persino sulle cose su cui siamo d’accordo.

Però mi piace tutta questa passione che mette nelle cose che fa.

Certo, quando è con i suoi Malandrini, sembra regredire ad una sorta di stato animalesco, dove è l’istinto più che la mente a decidere la sua prossima azione, così come avviene per gli altri. Come poi siano riusciti a corrompere anche Remus non l’ho mai capito. Sembra quasi che abbia una doppia personalità. Voglio dire, un minuto prima è seduto accanto a me tutto concentrato che discute dei massimi sistemi, il minuto dopo corre dai suoi amici e sembra che abbia ancora undici anni, mentre progetta con loro il prossimo scherzo.

Però è carino, anzi no, è proprio bello.

Tutte le ragazze della scuola farebbero carte false per essere al mio posto, per essere corteggiate da lui.

E sì, perché anche se ha avuto qualche (parecchie) storie, lui non ha mai voluto stare con loro.

Lui dice, da quando abbiamo undici anni, che vuole stare con me, solo con me, che sono la donna della sua vita. Ma come si fa a dire una cosa del genere a undici anni?

Chi c’è là sotto il loro albero? Sono solo tre non possono essere i Malandrini, loro quattro non si separano mai.

E, invece, sono proprio loro.

Remus e Minus stanno studiando, e James è sdraiato lì accanto, sembra stia dormendo. Che fine avrà fatto Sirius?

Vabbè non è che mi interessi, non sono mica uscita per cercare loro, sono uscita per prendere un po’ d’aria e leggere il mio libro.

Ok Lily, ore la smetti di pensare a James, ti siedi qui a leggere e fine della storia!

Beh, e ora che è tutto questo casino? Sono proprio dei bambini, prima erano lì tutti tranquilli, e ora si stanno azzuffando, non credo che cresceranno mai da questo punto di vista, anzi, ho l’impressione che stando insieme regrediscano. Ma come fa Remus a stare con loro, lui che è così posato?

Oh mi ha vista. Sta venendo qua. Sono in ordine? Mi sono pettinata prima di uscire? Lily tranquilla, è solo un amico, non devi preoccuparti, non ti devi mettere tutta in tiro per fare quattro chiacchiere con un amico.

Ma non è per lui, è per me, mi piace essere sempre a posto.

Tanto per lui saresti in ordine anche appena scesa dal letto.

No dai, nessuno può pensare che io sia carina appena sveglia, con tutti i capelli aggrovigliati, e i segni del cuscino sulla faccia.

Lui lo penserebbe, e se ti vedesse in pigiama non penserebbe solo a quello.

Oddio che faccio? Sto impazzendo! Non posso mettermi a parlare da sola. Merlino che effetto che mi fa.

BASTA LILY! Fai un respiro profondo, ecco così, inspira, espira, sta calma e sorridigli.

Non sono sicura che i miei muscoli facciali abbiano risposto correttamente. Forse sì visto che anche la sua espressione si è allargata in un bellissimo sorriso.

Come mi brillano gli occhi quando sorride!

- Ciao – mi dice

- Ciao – rispondo, sembriamo due scemi.

Il mio cuore ha appena perso un battito al suono della sua voce.

Non sarà che le mie compagne hanno ragione quando sostengono che mi piace?

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4

Ecco qui il nuovo capitolo, è leggermente diverso dagli altri, anche qui ci sono due punti di vista differenti, James e Lily, ma sono in contemporanea (le parti in nero sono di James, e quelle rosse di Lily). Ho deciso di scriverla in questo modo perché volevo rendere l’immediatezza dei loro pensieri, cosa che mi sembrava più difficile se avessi descritto due volte la stessa scena da due punti di vista. Spero di non aver incasinato troppo le cose.

Posso farvi una domanda?

Come posso convincervi a lasciarmi un commentino?

CAPITOLO 4

- Posso sedermi accanto a te? Non ti voglio disturbare- chiedo indicando il libro aperto posato sulle sue gambe (è possibile essere invidiosi di un libro? Beh ecco io lo sono).

- Certo – mi risponde lei – Nessun disturbo – e si affretta a chiudere il libro e a posarlo a terra.

Mi sdraio e poso la testa vicino alle sue ginocchia, senza toccarla, più volte in passato mi ha fatto capire che non gradiva la cosa, e io non voglio farla arrabbiare.

E poi riesco a vederla perfettamente in volto!

O Merlino, guarda com’è vicino alle mie gambe, ancora qualche centimetro e potrebbe poggiarci la testa. Ma James è molto attento, sa che non amo che mi si tocchi, e lui non lo fa, a volte mi prende la mano, o mi abbraccia, ma mai in maniera fastidiosa.

E poi guarda come si è messo, così posso vederlo benissimo in faccia!

- Allora Lilly cara, cosa fai qui fuori tutta sola? Sei venuta a cercarmi? – le chiedo sfoderando il mio miglior sorriso da malandrino, per prenderla un po’ in giro.

Ma guarda che sbruffone, si diverte a prendermi in giro.

Però che sorriso!

- Sbruffone – mi dice, poteva andarmi peggio, detto da lei poi, sembra un complimento.

- E tu, invece, come mai hai deciso di abbandonare i tuoi malandrini? Non si sentiranno persi senza di te?- e così mi vuoi provocare, attenta piccolo diavoletto, stai giocando col fuoco.

Da quando rispondo alle sue provocazioni? Non è che la sua idiozia sarà contagiosa? Però mi piace scherzare con lui.

Non riesco a trattenere un sorriso.

Per Morgana, mi sta sorridendo, è il secondo sorriso in pochi minuti.

Morissi ora sarei contento. Anzi no! Ti prego Signore, non farmi morire prima che sia riuscito a baciarla. Solo questo, solo un bacio, e poi potrai fare di me ciò che vorrai.

- Allora – James, amico, lei sta parlando e tu ora ti concentri, non guardarle le labbra, devi ascolta quello che ti sta chiedendo che poi le devi rispondere.

O mio Dio, perché mi sta fissando con quell’espressione seria?

Non avrò mica qualche schifo spalmato in faccia!

- Che fine avete fatto fare al quarto moschettiere?dove avete lasciato Sirius? Non lo avrete rinchiuso in qualche sgabuzzino?- Sirius, perché mi sta chiedendo di lui? Non è che… No Sirius è mio amico, se ci fosse qualcosa me lo avrebbe detto.

E poi che sarebbe sto moschettiere? Un dolce?

Perché fa quella faccia? Avrò detto qualcosa di male? Magari ha qualche problema serio e io lo sto prendendo in giro.

- Non lo abbiamo rinchiuso da nessuna parte, è solo rimasto su in dormitorio. È un po’ malinconico – Non ha un interesse particolare per Sirius, è che a lei interessano le persone. Se fossi mancato io, sicuramente avrebbe chiesto di me.

Forse se le racconto i suoi problemi lei saprà darmi un consiglio per aiutare il mio amico.

- Vedi lui ha un problema a casa – inizio con un informazione che già sanno tutti.

Questo non è certo un segreto, le abbiamo sentite tutti le strillettere di quella invasata della madre, al primo anno.

Se ci penso mi viene da star male per lui, poverino.

- Sai i suoi genitori sono fissati con la purezza del sangue, la supremazia della razza magica e scemate del genere. Ma a lui tutto questo non è mai piaciuto. Non è mai stato d’accordo con queste idee medioevali. Mi sembra chiaro che altrimenti non avrebbe mai potuto essere mio amico! -

James sarà pure uno stupido alle volte, ma ha dei valori molto solidi. Mi ha sempre difeso quando qualcuno mi prendeva in giro per le mie origini.

- Insomma per lui la sua famiglia è un grosso problema, e poi lo trattano in una maniera mostruosa sai.

A me dispiace molto vedere il mio migliore amico in quello stato, e vorrei poterlo aiutare…

Certo che è molto pi maturo di quando ci siamo conosciuti, e poi tiene così tanto ai suoi amici, forse più di quanto tenga alla sua famiglia.

E poi come è carino così preoccupato per il suo amico. Certo che ha proprio un viso espressivo, e che fisico che ha! Anche se non l’ho mai detto e mai lo dirò a nessuno, gli occhi per guardare li ho anche io. E quello che vedo in questo momento mi piace.

Gli allenamenti hanno fatto proprio un bel lavoro su di lui. Certo già di partenza era un bel ragazzo, quindi…

- E tu Lily che ne pensi? Credi che sarebbe una buona idea? -

- Io… io… ecco…- o santa polenta, cosa diavolo mi ha chiesto? E adesso che gli dico? Non posso certo dirgli che non ho ascoltato una parola di quello che mi diceva perché stavo ammirando il suo corpo.

- Io… io… ecco… - balbetta e arrossisce, come è carina, forse è reticente nell’esprimere la sua opinione su una situazione piuttosto delicata, e che non conosce bene, ma non è il caso che si faccia problemi, sono stato io a chiedere il suo parere.

- Dai Lily, non farti problemi, dimmi cosa ne pensi, non c’è certo una risposta giusta o una sbagliata.- Ok, tranquilla, pensa Lily, pensa, perdi tempo, inventati qualcosa, così magari capisci di cosa state parlando.

- Ecco io non saprei James, certo è una cosa su cui riflettere – benissimo così Lily, risposta perfetta, piuttosto vaga, ma esprime interesse per il problema.

Certo se il problema era “è meglio una torta di fragole o una al cioccolato”…

- E Remus che cosa ne pensa? – avanti dritta per la mia strada come se sapessi quello che sto dicendo, benissimo. E poi posso sempre dare ragione a Remus, sappiamo tutti quanto lui sia intelligente.

- Beh, veramente non ne avevo parlato ancora con nessuno, è una cosa che mi è venuta in mente così, proprio ora, e devo ancora definire i dettagli, ma visto che ne stavo parlando con te, ho pensato di chiedere un tuo parere.-

Mi sembra un po’ strana Lily oggi, come se fosse di un altro pianeta, come se stesse pensando ad altro, come se non sapesse neanche di che stiamo parlando.

Ma dai James, che vai a pensare, è qui che parla con te, a cosa vuoi che stesse pensando? Di certo non hai tuoi muscoli scolpiti dagli allenamenti!

- Comunque Lily grazie per avermi ascoltato. -

Se solo sapesse!!!

- Ma figurati James, quando vuoi, gli amici esistono per questo -.

Ipocrita, sono un’ipocrita, e pure bugiarda, non ho sentito una parola di quello che mi ha detto.

- Senti visto che sei qui a sola ti va di venire a sederti con me e gli altri? Giuro che se vuoi leggere non ti daremo nessunissimo fastidio, neanche il più piccolo rumore, però così potremmo farti compagnia -.

O Merlino, se me lo chiedi con quell’espressione come faccio a rifiutare?!

Ti prego, ti prego, ti prego, dì di sì, voglio stare ancora con te, ti prego.

- E va bene, dai andiamo – la risposta più bella che mi potesse dare.

Con un balzo sono subito in piedi, e mi giro offrendole la mano per aiutarla ad alzarsi. Lo so che non ne ha bisogno, ma così ho una scusa per prenderle la mano.

Per tutti gli elfi, come è gentile, mi aiuta ad alzarmi.

Beh ora che sono in piedi potrebbe anche lasciarmi, e invece, lui a finta di niente, e ci avviamo così, mano nella mano.

Forse dovrei farglielo notare, ricordargli i limiti di contatto fisico che normalmente impongo, però… la mia mano nella sua ci sta proprio bene.

Ok, basta, ora conto fino a tre e poi ritiro il braccio.

Uno… due… no, no, perché la mia mano si stringe nella sua? O Santa Polenta, non controllo più i miei muscoli, dovrebbero fare quello che dico io, non quello che pare a loro.

Forse ora che è in piedi dovrei lasciarli andare, ma la sua mano piccola e morbida sembra fatta apposta per essere stretta dalla mia.

Ok, allora il piano è questo: io faccio finta di niente, e se poi lei toglie la mano io non la trattengo, se invece non la toglie… È lei che deve decidere.

Sembra imbarazzata, forse ha paura di offendermi, forse il mio piano non era così grandioso. Va bene, allora adesso la lascio io. Per tutti gli gnomi, mi sta stringendo la mano, allora forse non le do così fastidio.

Ma guarda quegli scemi dei miei amici, ma come si permettono di farci le boccacce. Appena rimaniamo soli questa gliela faccio pagare. Più tardi però, ora ho altro da fare.

Ci sediamo tutti all’ombra e Lily ci guarda sorridendo: - Allora, James mi ha detto che Sirius è triste, e voi che fate? Restate lontano? Su forza, andate a riprenderlo, non può mica starsene lì da solo! –

- E che dovremmo fare, andare su al settimo piano, e tirarlo fuori con la forza?- lo sappiamo tutti che Peter non brilla certo per la sua intraprendenza.

Lei scoppia a ridere, e velocissima tira fuori la sua bacchetta e lancia un incantesimo. Qualcosa di parte e si dirige verso la nostra finestra.

- Vedrete che tra trenta secondi è giù! – afferma soddisfatta.

- Evans?! – diciamo noi tre all’unisono.

- Cos’era? – chiedo ridendo

- Una palla di neve! – risponde facendomi l’occhiolino.

Mi sa che ci sta frequentando un po’ toppo.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Bene signori, indovinate un po’

Mi ci è voluto un po’, ma alla fine ce l’ho fatta a finire il capitolo, è che non ero molto convinta e ogni volta cambiavo qualcosa. Ora non lo rileggo più altrimenti comincio a correggerlo di nuovo e non ne vengo più a capo.

Dunque in questo capitolo “parlano” Sirius, Remus, e Peter (l’ho scritto quindi si capiva anche senza la mia precisazione), con un paio di piccole piccole intromissioni di James. Che avranno combinato questa volta i nostri Malandrini preferiti?

Ditemi che ne pensate, baci.

Fede

xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx Sirius xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx

Bene signori, indovinate un po’?

Siamo nell’ufficio del preside.

Ok, ok non è certo una novità i Malandrini convocati dal preside. Abbiamo percorso questa strada talmente tante volte che potremmo farla ad occhi chiusi.

E allora qual è l’evento eccezionale questa volta?

Lily Evans!

Questa volta non solo abbiamo trascinato Remus in una delle nostre geniali pensate, ma siamo riusciti a coinvolgere anche Lily.

In pratica abbiamo coinvolto nelle nostre malandrinate entrambi i prefetti di Grifondoro.

Mai prima di noi due prefetti erano stati convocati dal preside insieme per essere puniti.

Siamo i migliori! Noi si domina! Passeremo alla storia!

Anche se ad essere proprio sinceri non siamo stati noi a coinvolgere la Evans, direi più che è stata lei a coinvolgere noi. Sua l’idea, suo il piano, e suo il merito se anche questa volta ce la siamo cavata solo con una punizione e una lavata di capo.

In pratica è successo che, ieri mattina, io, Remus, e Peter ce ne stavamo seduti in Sala Grande a fare colazione, aspettando James che ci aveva mandato avanti, quando vediamo tre ragazze serpeverde del settimo anno che entrano tutte ridacchianti e con aria soddisfatta.

Poco dietro di loro arrivano due figure tutte fradice ed infangate.

James e Lily? Ma che avranno combinato per ridursi in quello stato?

Lei ha un espressione furente, avete presente quando si dice “se gli sguardi potessero uccidere”? Ecco esattamente quella.

Lui, invece, sta cercando, fallendo miseramente, di trattenersi dal ridere. Nel frattempo, poi, con la scusa di aiutarla a stare in piedi, trattiene la Evans per la vita, e lei, non solo lo lascia fare, ma, causa equilibrio compromesso dal fango, gli sta praticamente avvinghiata alle spalle.

Secondo me Ramoso ci rimane secco.

OMIODIOMIODIOMIODIOMIODIOMIODIOMIODIOMIODIO

La sto abbracciando… e lei sta abbracciando me!

Cioè, lo so che non la sto proprio abbracciando, però…

OMIODIOMIODIOMIODIOMIODIOMIODIOMIODIOMIODIO

Vedendoli arrivare in questo stato, da bravi amici dovremmo offrire loro il nostro aiuto. Ma noi non siamo “bravi amici”, noi siamo i Malandrini, quindi, quando finalmente riescono a raggiungerci illesi al tavolo, cominciamo a ridere come matti e a prenderli in giro per le loro condizioni pietose.

xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx Remus xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx

Siamo tutti nell’ufficio del preside, noi e la Evans. Per noi è normale, ma per lei credo che sia la prima volta in cinque anni. Insomma lei è un’allieva modello, e anche un prefetto. Sì lo so che anche io sono un prefetto, ma guardate con che gente vado in giro, chiaro che poi finisco nei guai!

Avrei dovuto prevederlo come sarebbe andata a finire quando ho visto quei due entrare tutti infangati in Sala Grande l’altra mattina, ma come diavolo si fa a prevedere che la Evans finisca dal preside? Neanche la Cooman, con le sue farneticazioni avrebbe potuto!

Insomma quei due fanno la loro comparsa in Sala Grande per la colazione, ricoperti di fango dalla testa ai piedi, cercando di non scivolare, tenendosi su uno con l’altra; voglio dire, è stata una scena decisamente comica, ance se solo noi abbiamo avuto il coraggio di ridere.

Nessuno a scuola vuole fare arrabbiare James, sanno tutti che è uno dalla bacchetta facile. Ma, ancor meno di James, vogliono far arrabbiare Lily, che per quanto sia meno incline di James a reagire, quando è arrabbiata, è meglio correre ai ripari, anzi, è meglio correre al riparo!

- Cosa vi è successo? – domanda Sirius, tra un latrato e l’altro di quella che è la sua tipica risata.

James, vedendo noi piegati in due dalle risate, abbandona quel poco di contegno che era riuscito a mantenere (decisamente poco tra le sue condizioni pietose e l’abbraccio di Lily), si butta sulla panca di fronte a noi e comincia a ridere come un matto, gli vengono pure le lacrime agli occhi.

Lily invece non ride, anzi direi che fa paura.

Tra un’occhiataccia di Lily e una risata di James, riusciamo a capire che, mentre scendevano a colazione, hanno trovato una scatola in un angolo, e James, con la curiosità che contraddistingue un Malandrino che si rispetti, ha deciso di aprirla. Solo che la scatola gli è praticamente esplosa in faccia riducendoli in quello stato.

xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx Peter xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx

Ancora una volta dal preside, ma per una volta non è per colpa nostra. Già, per una volta i Malandrini non centrano nulla con questa storia. Va bene, forse non proprio nulla, diciamo che siamo stati il braccio, ma la mente è stata un’altra. Per essere precisi la Evans. Ultimamente James le sta sempre appiccicato e la ascolta come se ogni parola che esce dalla sua bocca fosse oro colato.

Insomma dopo quel trionfale ingresso in Sala Grande, Lily ha cominciato a tramare propositi di vendetta contro le tre serpeverde, ed erano pure piuttosto ingegnosi.

Il punto comune di ogni piano era che le tre malcapitate, alla fine, sarebbero dovute essere ridotte nelle stesse condizioni in cui erano ridotti loro due, anzi, se possibile, peggio!

Alla fine hanno deciso che il fango non era adatto.

Il piano era questo: Sirius avrebbe dovuto attirarle con una scusa nel corridoio (anche se lui è un Grifondoro, e le tre sono Serpeverde e per di più di un anno più grandi, il suo indiscusso fascino avrebbe fatto il suo lavoro!), e poi una volta giunte a destinazione, insieme avremo fatto grandinare sulle loro teste, in modo che alla fine, non solo sarebbero state bagnate fradice, ma anche gelate fino alle ossa.

Si vede che a lei il freddo è congeniale, tra la palla di neve lanciata a Felpato l’altro giorno, e olra la grandine, andrà a finire che ci ammaliamo tutti.

Abbiamo dovuto imparare l’incantesimo (Remus l’ha trovato in biblioteca), e una volta che lo conoscevamo è scattata la “nostra” vendetta. Che poi perché dovremmo essere noi a vendicare la Evans? Il problema dovrebbe essere di James mica di tutti, infondo è lui che ci prova con lei.

Sirius ha dato appuntamento alle tre ragazze, che si sono presentate puntuali, e noi, nascosti dietro agli arazzi, non abbiamo esitato ad agire, scatenando sulle loro teste un diluvio universale.

Perfetto, piano riuscito, siamo stati bravissimi, abbiamo calcolato tutto alla perfezione.

Tranne che, mentre stavamo venendo via, è sbucata la McGranit.

Beccati in pieno!

Solo l’ammissione di Lily, di avere avuto una parte preponderante nel piano ci ha salvati da espulsione certa.

E ora ci tocca pure la punizione.

Dato che stanno riorganizzando la biblioteca, dobbiamo dare una mano, dobbiamo aiutare a mettere via i volumi di due interi reparti, la sera, dopo cena, fino l’ora del coprifuoco.

Ed è una punizione a tempo illimitato. Iniziamo domani e termineremo quando tutti i libri saranno sistemati.

Ora dovrò passare tutte le sere che ci separano dalla fine della scuola in punizione per colpa di Lily Evans, e a sentire Ramoso, dovremmo pure esserle grati, perché se non era per lei ci espellevano.

Sì, sì, grazie Lily. Grazie mille!

Ma che avrà poi quello lì da fare quella faccia trasognata?

James, la tua bella ci ha fatto finire in punizione, sveglia, reagisci, dì qualcosa!

Non ci credo, passerò tutte le sere che mancano alla fine della scuola con la mia Lily!

Ma questa non è una punizione, è un premio.

L’ho sempre detto io che Silente ha una mente illuminata.

Grazie prof.! Grazie!

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


xxxxxxxxxxxxxxxxxxxx James xxxxxxxxxxxxxxxxxxxx

Sono ancora qui!

È passata una vita dall’ultimo capitolo, spero che ci sia ancora qualcuno che abbia voglia di leggere quello che ho scrittoscritto, quindi evito di perdermi in chiachere e vi lascio alla mia storia.

Chissà come se la sono cavata i nostri beniamini con la loro punizione!

Come sempre potete spendere un minutino per lasciarmi una recensione.

Baci

Fede

xxxxxxxxxxxxxxxxxxxx James xxxxxxxxxxxxxxxxxxxx

Lily in punizione, questo sì che è un evento. Lo dicevo io che ci stava frequentando un po’ troppo, era impossibile non traviarla.

Così ora siamo qui con due reparti della biblioteca da sistemare, dobbiamo riordinare tutti i libri, ma avete idea di quanti sono?

Appena arrivati Remus prende in mano la situazione:

-Secondo me è meglio se ci dividiamo, così portiamo avanti contemporaneamente entrambi i reparti, e poi se facciamo tutti e cinque lo stesso va a finire che c’intralciamo l’un l’altro senza combinare niente. Se per voi va bene possiamo fare che noi tre prendiamo questo reparto qui, e James e Lily fanno quello nella stanza in fondo- Remus tu sei un genio, l’ho sempre detto io.

-Ok, d’accordo. James andiamo- è sempre sorridente lei, ma come fa a non essere arrabbiata con noi visto che l’abbiamo messa nei guai? Sì lo so che l’idea è stata sua, ma se ultimamente non avesse passato tanto tempo con noi, non avrebbe mai pensato di vendicarsi, non in questo modo per lo meno, sarebbe andata dalla McGranit, o da Lumacorno, e avrebbe lasciato a loro il compito di punirle.

-Sai- mi dice mentre entriamo nella sala che dobbiamo sistemare –Ho finalmente trovato risposta a quello che per me era rimasto un mistero irrisolto-

-E sarebbe, Lily mia?- lo so che siamo amici e che non dovrei farlo perché a lei da fastidio, ma non riesco a trattenermi dallo stuzzicarla un po’ con qualche nomignolo, e poi, ultimamente, quando la chiamo così, mi fa certi sorrisi, che mi schizza il cuore in gola.

-Sarebbe, James caro- ogni tanto ci prova anche lei a prendermi in giro, ma quando mi chiamo caro o tesoro non riseco a trattenermi dal fare finta che sia vero –Come mai Remus, così tranquillo e studioso…-

-Remus sarà pure studioso, ma ti assicuro che non è per niente tranquillo!- lo so che è da maleducati interrompere le persone mentre parlano, ma sono stufo che tutti credano che Lunastorta sia un santo e noi dei pazzi criminali.

-Guarda, caro il mio James, che lo so perfettamente che Remus non è un santo, sto solo dicendo che ho capito perché è sempre nei guai, guarda che pessima influenza avete avuto su di me in pochi mesi, figuriamoci su di lui in sei anni!-

-Vorresti dire che è colpa nostra se sei in punizione piccola?- forse visto che si sta arrabbiando questa me la potevo risparmiare

-James Potter! Considerando che sono alta solo pochi centimetri meno di te direi che “piccola” proprio non mi si addice, e ora piantala di farmi perdere tempo, al lavoro che prima finiamo, prima ce ne andiamo.-

E con questo considera chiusa la nostra discussione c’è solo un problema:

-Lily, esattamente, che cosa dovremmo fare per punizione? Io mica l’ho capito!-

-Sei impossibile- mi dice sbuffando –ma che stavi facendo mentre il preside ci sgridava?dormivi- No, non stavo dormendo guardavo lei che stava sulle spine e si morsicava il labbro, nell'attesa della terribile punizione.

-Beh, veramente sì! Sai, sentita una, sentite tutte! Ormai conosco a memoria tutte le tirate sulla buona educazione, il rispetto delle regole e del prossimo, e tutte quelle cose lì, quindi sai, invece che ascoltare occupo il mio tempo in modo più utile!- ora è veramente scioccata.

-Allora James stammi bene a sentire perché te lo spiegherò un sola volta: per punizione dobbiamo aiutare la riorganizzazione della biblioteca, quindi ora noi dobbiamo togliere tutti i libri dagli scaffali, spolverarli e metterli nelle scatoloni che ci sono lì, catalogandoli, in modo che quando dovranno rimetterli a posto sapranno dove sono stati messi. Tutto chiaro o proviamo con un disegno?- che bella la mia maestrina.

-E tutto questo senza usare la magia vero?-

-Vedo che qualcosa l’hai ascoltato allora!- ma con chi crede di avere a che fare? Non sono mica uno sprovveduto io.

-Qualcosa l’ho imparata in tutti questi anni di punizioni sai? Allora da che parte si comincia?-

-Facciamo così: io mi arrampico sulla scala e ti passo i libri, tu li metti sul tavolo, quando abbiamo svuotato la prima mensola, scendo, li spolveriamo, li cataloghiamo e li mettiamo via. Facile no!- conclude con un incantevole sorriso, mentre comincia ad arrampicarsi e a passarmi i primi libri.

-Va bene però facciamo che io spolvero e tu scrivi-

-James, mi sembrava sottointeso, di certo non puoi scrivere tu con quelle zampe da gallina che ti ritrovi-

- Eh? Come scusa? Guarda che non ho mica gli artigli io, solo una brutta scrittura, non c’è mica bisogno di offendere sai!- e che facciamo, passiamo alle offese gratuite?!

-Ma no sciocco, è solo un modo di dire che scrivi male-

-Non ho capito cosa centrano le galline però, loro mica sanno scrivere!-

-Sai a dire la verità non lo so- scoppia a ridere lei, e intanto si sbilancia in avanti per prendere un libro, e naturalmente perde l’equilibrio, precipitando dritta dritta tra le mie braccia, che ero proprio lì sotto.

Ma no che pensate, ero così vicino per prendere i libri, non per guardarle le gambe. SEEEEEEEEEE, ci credono tutti!

-MERLINO LILY! Stai attenta per l’amor del cielo, mi hai fatto venire un infarto- però non mi dispiace poi così tanto avere una scusa per stringerla a me.

-Va bene paparino. Farò più attenzione. Contento?- Mah mica troppo di essere paragonato ad un papà

-Certo figliola- dico cercando di assumere un aria paterna. Visto che ci siamo meglio divertirsi. Lei nel frattempo con una risata si alza e sale di nuovo sulla scala.

Tra una battuta e l’altra lavoriamo per le tre ore che ci separano dal coprifuoco, senza neanche che me ne accorga.

Nel dormitorio i miei amici, naturalmente, voglio sapere per filo e per segno di cosa abbiamo parlato.

-Ramoso forse per domani sera è meglio che ti fai una bella manicure, non vogliamo certo che, per colpa dei tuoi artigli, la Evans ti scambi ancora per un pennuto- però che amci simpatici che mi sono trovato eh!

La sera dopo ci troviamo nuovamente noi cinque alle mostre postazioni di lavoro.

Mentre io e Lily ci avviamo verso la nostra sezione sento la voce petulante di Peter

-Però scusate perché la stanza più grande ce la dobbiamo smazzare noi? Insomma per una volta che non ci siamo messi nei casini noi, non solo dobbiamo sorbirci la punizione, ma ci prendiamo pure la parte più pesante, e poi non mi pare che questa per Ramoso sia una punizione, direi più che altro un premio- è tre giorni che si lamenta di questa punizione, secondo lui non ce la siamo meritata, ed è troppo pesante.

Però è vero, obbligarmi a passare tre ore della mia giornata con Lily, anche se per fare qualcosa di noioso, non è certo una punizione.

Mentre ci rimettiamo al lavoro le dico:

-Sai che Codaliscia non aveva poi tutti i torti-

-mmm?-

-Beh per essere una punizione è piuttosto divertente!-

-Come scusa tu ti diverti a mettere le mani in mezzo a questo schifo?- mi chiede tirando fuori dallo scaffale un libro ricoperto di ragnatele

-Ti diverti a respirare quintali di polvere?- continua spostandone un una nuvola mentre mi passa il libro da spolverare

-Oppure ti diverti a fare su e giù da scale traballanti?-

Beh la parte della scala traballante non mi dispiace poi tanto, visto che in due giorni è già caduta quattro volte. Intendiamoci non è che io voglia che lei si faccia male o altro, ma visto che il mio compito è di attendere sotto la scala per prendere i libri che lei mi passa, ne approfitto per recitare la parte dell’eroe e quando lei perde l’equilibrio io la salvo dalle cadute prendendola al volo.

-Non era questo che intendevo Lily. Volevo solo dire che in fondo ieri sera insieme ci siamo divertiti no?-

-Sì hai ragione, ci siamo divertiti abbastanza per essere in punizione-

Evvai! sì è divertita a stare con me! ma sì!ma andiamo! ma chi sono? (questo chiaramente è un urlo interiore, non potrei mai saltellare per la stanza compiacendomi di averla fatta divertire), anche se visto come mi sta guardando qualcosa dei miei pensieri deve essere trasparito, non è che ha intuito qualcosa dal fatto che sto gongolando?

Insomma un po’ alla volta il nostro lavoro procede senza troppi incidenti, qualche caduta dalla scala (che effettivamente è un po’ malconcia), qualche titolo scritto male, qualche libro messo nella scatola sbagliata, ma niente di rilevante, e soprattutto tante risate, mai mi sono divertito così durante una punizione.

“Purtroppo” visto che nell’altra stanza lavorano in tre, procedono più speditamente di noi, quindi finiscono la loro parte prima delle nostra.

Quando ci mancano solo due o tre serate di lavoro ci ritroviamo io e Lily soli in biblioteca.

Tra pochi giorni finirà la scuola e io vorrei parlare con lei seriamente, tutte le volte che ho cercato di spiegarle i miei sentimenti per lei, lei scrolla le spalle e mi liquida con una risata.

Forse avevano ragione Felpato e Ramoso, quando mi dicevano che non avrei dovuto dirle ad undici anni che lei era la donna della mia vita, e poi continuare a ricordarglielo con una sconcertante regolarità in questi cinque anni di conoscenza, anche perché, più che altro in questi ultimi anni ho fatto di tutto per irritarla, e ora temo che lei non mi prenda sul serio neanche un po’. E dopotutto come biasimarla se non lo fa, glie ne ho dato tutte le ragioni. Però uffa non ho più undici anni, e ora che mi conosce dovrebbe sapere quando sono serio e quando no. Forse è solo che in realtà io non le piaccio, e sono io che ho interpretato male dei segnali che credevo mi lanciasse.

La punizione è finita, ma non sono riuscito a parlare con Lily, però qualcosa l’ho scoperto, mi ha detto che andrà in vacanza al mare proprio dove i miei genitori hanno una casa, sono anni che non ci andiamo, ma improvvisamente mi è venuta un’incredibile voglia di vedere il mare

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