You Make Me Strong

di Love00
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Piacere, Julie Cooper ***
Capitolo 2: *** Non c'è speranza di cambiare una come me. ***
Capitolo 3: *** Perché ti preoccupi per me, Zayn? ***
Capitolo 4: *** Adesso ci sono io ***



Capitolo 1
*** Piacere, Julie Cooper ***


Julie’s POV
Il mio nome è Julie Cooper e questa è la mia storia.
Frequentavo la “London School of Journalism" e quello era il mio primo giorno di università. Ero molto agitata, a dire il vero. Per me, non era mai stato facile farmi accettare dagli altri. Ero piuttosto timida e al liceo, per questo motivo, ero vittima di bullismo. Tutti si prendevano gioco di me solo perché non facevo nulla per impedirlo.  Fu per questo motivo che iniziai a tagliarmi. Ma questo non lo sapeva nessuno. A chi  sarebbe potuto importare di un'insignificante ragazzina come me? A nessuno.
Per quell'anno non avevo intenzione di cambiare, tanto ero sicurissima che nessuno si sarebbe accorto della sottoscritta, se non per copiare gli appunti. Ed io come sempre li avrei lasciati fare, perché ero troppo debole, non sapevo vivere la mia vita come  avrei voluto.
 
Arrivai a scuola e mi sentii osservata. Sentivo gli occhi di tutti gli studenti puntati su di me. Non mi piaceva essere al centro dell’attenzione: mi imbarazzava e poi avevo sempre paura che qualcuno avrebbe potuto scoprire qualcosa su di me. Ad esempio che mi tagliavo, o altri segreti che custodivo gelosamente.
Presto però il loro sguardo cadde su un ragazzo, il quale era intento a sbaciucchiarsi una finta bionda. Dai commenti che mi giungevano all’orecchio, capivo che quel ragazzo era il classico puttaniere. Pensavo che all’università non ce ne fossero, ma mi sbagliavo.
“E’ sempre il solito, non si smentisce mai. Ha già catturato la nuova preda.” – disse un ragazzo castano al suo amico, entrambi si trovavano a pochi passi da me.
“Già Zayn è quello di sempre. Andiamo a salutarlo.” - rispose l’altro. Quest’ultimo attirò la mia attenzione. Per essere precise, la sua voglia sul collo attirò la mia attenzione. Era la stessa di quel bambino che mi aveva aiutata al parco, quando avevo l’età di quattro anni.
“E se fosse lui?” – pensai.
Non l’avevo più incontrato da quel giorno, riconoscerlo sarebbe stato impossibile.
In quel momento iniziai a ricordare che quel bambino era stato particolarmente gentile.
Ero caduta dall’altalena e i miei genitori non se ne erano accorti. Erano troppo occupati a litigare. Ero sul punto di piangere. Poi arrivò lui, essendo più grande di me di un anno, seppe gestire meglio la situazione.
“Ciao, sono Liam. Non ti preoccupare, adesso mettiamo un po’ d’acqua e passa tutto, non piangere dai! Come ti chiami?” – mi disse sorridendo.
“Mi chiamo Julie.” – risposi trattenendo i singhiozzi.
“Julie. Hai un bel nome.”
“Ehi Liam, che ti prende?” – a sentire quel nome mi risvegliai dai miei ricordi.
 Il ragazzo con la voglia si chiamava come quel bambino.
E se fosse stato davvero lui?
Notai che anche lui mi guardava. Lo vidi scuotere la testa, come per liberarsi da dei pensieri, per poi ricominciare a camminare accanto al suo amico.
“Nulla, Louis.” – rispose dopo un po’ alla domanda fatta in precedenza dall’amico.
Louis. Adesso sapevo anche come si chiamava il suo amico. Era abbastanza alto e slanciato, ricoperto da molti tatuaggi; i capelli erano castani e gli occhi di ghiaccio. Sul viso aveva disegnato un sorrisetto beffardo che trasmetteva tutto, tranne che paura. Era davvero carino.
Liam invece aveva i capelli castani, come i suoi occhi, alzati in un ciuffo corto. Anche lui aveva un bel fisico; aveva dei tatuaggi, ma erano meno di quelli di Louis. E poi aveva quell’inconfondibile voglia rosa sul collo. Era anche lui un bel ragazzo.
Li seguii con lo sguardo, fermandomi poi a osservare Zayn, il quale si era staccato dall’ochetta che gli stava attaccata prima, vedendo i suoi amici andargli incontro.
Ero un’ottima un’osservatrice, forse era per questo che mi ero iscritta a giornalismo.
Guardando meglio Zayn mi accorsi che tutti erano bellissimi in quella scuola. Era alto, fisico da invidiare e aveva la pelle ambrata.
Perfetto, mi sarei sentita molto peggio di come mi ero già sentita al liceo.
“Sarà difficile, non so se ce la farò.” – pensai entrando in classe dopo aver sentito il suono della campanella che dava inizio all’inferno.

 
Ciao a tutte meraviglie!
Non sapete quanto sono emozionata, questa è la  prima fanfiction che pubblico e sono un po' terrorizzata.
Spero che mi seguirete in questa nuova avventura, ne sarei felice. Spero che la storia vi piaccia. Vi avverto che l'argomento è delicato, quindi se non ve la sentite non leggete ;)
Ci sentiamo nel prossimo capitolo!
Bacii <3

 

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Capitolo 2
*** Non c'è speranza di cambiare una come me. ***


La prima lezione era finita e adesso mi trovavo davanti al mio armadietto per prendere i libri per il corso successivo.

Avevo scoperto che Zayn, Louis e Liam erano in classe con me.

"Li hai visti che carini che sono?" – disse una ragazza alla sua amica, mentre passavano "i famosi cinque."

Già cinque. Nel gruppo del moro tutto muscoli e tatuaggi, ovvero Zayn, si erano aggiunti due nuovi ragazzi, anche loro bellissimi: un ragazzo riccio, con due occhi verdi da far perdere la testa e uno biondo tinto, che al posto delle iridi aveva due pozzi azzurri.

"Certo che li ho visti. Sono ansiosa di farli conoscere alle mie lenzuola!" – rise l'altra. Alla sua fastidiosa risata si aggiunse anche quella della sua amica, e unite sembravano la peggior melodia che un musicista potesse comporre.

Tutto questo mi dava fastidio, perché mi faceva ripensare ai brutti momenti passati al liceo.

Anche in quegli anni c’era questa identica situazione e io venivo presa in giro dalle troiette e dai ragazzi fighi, che mi rinfacciavano che loro erano andate a letto con uno di quest'ultimi, mentre io, invece, con nessuno.

"Nemmeno un pazzo si innamorerebbe di te." – dicevano.

Tutto questo mi faceva soffrire, perché anche se non volevo fare quello che facevano loro, non mi piaceva essere insultata.

Non ero mai riuscita a rispondere a quelle streghe.

Non le calcolavo proprio, ma questo dava loro la forza di continuare, così crebbe in me un odio, che giorno dopo giorno aumentò, ma non era odio verso quelle ragazze, era verso me.

E una volta che lo ebbi accumulato tutto per bene, decisi di riversarlo proprio su me stessa: tagliandomi.

Iniziai così ad odiarmi.

Non ero capace a fare nulla di buono. Nessuno mi voleva bene. Nessun essere presente sulla faccia della Terra. L'unica ad amarmi era la lametta.

Ormai era diventata la mia migliore amica.

Se qualcuno mi fosse venuto a confessare che faceva una cosa simile, io avrei fatto di tutto per aiutarlo ad uscire da quella orribile dipendenza, perché nessuno si sarebbe dovuto ridurre in quel modo. Nel modo in cui mi ero ridotta io.

Adesso avevo smesso di tagliarmi. Lo facevo solo in casi di estremo bisogno.

Sospirai a quei pensieri. Chiusi il mio armadietto e mi diressi verso l'aula, dove si teneva la mia prossima lezione.

***

"Vorrei avere la forza di poter cambiare. Ma purtroppo, nessuno può cambiare una come me. Nessuno." – pensai prendendo la tracolla con i libri, per tornare a casa.

Finalmente il primo giorno di università era finito.

Per uscire dalla classe, lasciai passare tutti gli altri studenti.

Quando arrivò il mio turno, ormai la stanza era vuota.

Appena misi piede fuori sentii qualcosa venirmi contro, facendomi perdere l'equilibrio.

Supposi che quel qualcosa fosse una persona.

Per mia fortuna, non toccai il pavimento, il quale era sicuramente freddo.

Quel qualcuno mi aveva presa e adesso mi teneva stretta.

Alzai gli occhi per vedere di chi si trattava.

Il mio sguardo incontrò il suo. Mi persi in quegli occhi nocciola. Era proprio lui. Adesso ne avevo la conferma. Era il bambino del parco di qualche anno fa, era Liam.

"Tutto bene? Ti sei fatta male?" - mi chiese.

"N-no, tutto bene, grazie." - risposi imbarazzata. Ancora mi teneva stretta.

"Mi puoi lasciare, per favore?" - stringeva la presa sui miei fianchi e lì c'era un grosso taglio ancora fresco, il quale faceva male.

"Scusa, non volevo." - disse. Lo vidi arrossire e a quella scena mi venne da sorridere. Era carino.

"Tranquillo. Grazie per non avermi fatto cadere."

"Figurati, era il minimo che potessi fare. Ti sono venuto io addosso."

"Piacere, io sono Liam." - sorrise poi allungando la mano verso di me.

"Julie." - mi presentai stringendogliela.

"Per caso ci conosciamo già? Perché il tuo viso e il tuo nome mi sono famigliari."

"No, non credo." - mentii. Sicuramente non si ricordava nulla, non ne valeva la pena raccontargli l'episodio della nostra infanzia.

"Ehm, io devo andare." - dissi.

"Okay, ci vediamo domani, ciao." - mi salutò ancora un po' imbarazzato dalla situazione.

Ritornai a casa e per mia fortuna non c'era nessuno al suo interno.

Mi sdraiai sul letto e guardando il soffitto, mi misi a pensare alla giornata appena trascorsa.

"E' stata una giornata un po' strana. Ho già individuato i più fighi della scuola e quindi quelli da cui mi dovrei tenere a distanza, per non rivivere il passato; ho fatto conoscenza, se così si può definire, con uno di loro e infine, ho capito che sarà difficile affrontare questo nuovo anno." - pensai mentre mi lasciavo andare ad un riposino pomeridiano, prima che l'inferno sarebbe scoppiato quella stessa sera, in quella casa.

 



Buonasera a tutti!
Comincio scusandomi per aver aggiornato in ritardo, ma ho avuto gli esami e adesso che sono finiti, posso aggiornare con calma!
In questo capitolo vediamo la nostra protagonista scontrarsi con Liam. Lui pensa che il suo viso è famigliare, e lei, sicura che non si ricordi nulla, non gli dice del loro incontro avvenuto da bambini. 
Liam si ricorderà di lei?
La risposta la scoprirete nei prossimi capitoli.
Vi volevo informare di aver modificato il modo dei tempi verbali del prologo. Preferisco scrivere la storia al passato :)
Adesso passiamo ai ringraziamenti.
Ringrazio le sette meraviglie che hanno recensito. Grazie mille, ragazze!
Volevo ringraziare in particolar modo, Poppy, che mi ha aiutato a trovare il mio stile di scrittura e che per me è diventata ormai come una sorellona. Grazie di tutto! Ti voglio tanto bene, Poppy! <3
Un altro ringraziamento speciale va alla mia dolce Ros, che mi sostiene sempre in tutto. Grazie anche a te dolcezza! Ti voglio tanto bene! <3

Spero che il capitlo vi piaccia.
Vi lascio un bacio enorme.
A presto! <3

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Capitolo 3
*** Perché ti preoccupi per me, Zayn? ***


Quella mattina mi svegliai presto. La notte prima non ero riuscita a chiudere occhio. I miei genitori erano tornati da lavoro la sera prima e avevano iniziato a litigare come sempre. A differenza delle altre, questa era stata terribile da sentire. Papà aveva lanciato dei piatti contro la mamma per il suo ennesimo tradimento. Non sapevo se l’aveva ferita o meno, perché ero rimasta chiusa in camera a piangere per le brutte parole che si urlavano entrambi contro.
Adesso di quei piatti, ne rimanevano solo dei cocci sparsi sul pavimento della cucina.
Mi abbassai per raccoglierli e compiendo quel movimento, si alzò la manica del pigiama che portavo, rivelando le cicatrici.
Sì, mi ero tagliata ancora una volta.
Tutta questa situazione mi faceva male e  avevo bisogno di  sfogarmi e il mio modo per farlo era quello.
Avevo fatto alcuni tagli sul braccio destro e adesso bruciavano da morire: dovevo disinfettarli.
Finii di raccogliere tutto  e salii al piano di sopra per curarmi i tagli.
Purtroppo mi accorsi che il prodotto era finito e quindi dovetti resistere e iniziare a prepararmi per andare all’università.
Anche quel giorno avevo lezione presto.
“Meglio così. Almeno potrò allontanarmi da questa casa.” – pensai mentre indossavo un jeans chiaro con sopra una felpa larga, in modo da nascondere per bene i tagli.
Una volta finito di essermi preparata, presi chiavi e tracolla e mi chiusi alle spalle quel mondo che mi stava distruggendo da anni.
Non ne potevo più dei loro litigi. Non capivano che mi facevano del male così, ma a loro non era mai importato nulla della loro unica figlia.
Non riuscivo a capire per quale motivo non chiedessero il divorzio. Si tradivano a vicenda, ma nonostante questo non affrontavano mai la questione nel modo giusto.
Avevo deciso di andarmene da quella casa. Prima però avrei dovuto procurarmi dei soldi per pagare l’affitto di un piccolo appartamento, per questo mi dissi che finite le lezioni, sarei andata a cercare un lavoro.
A Londra, gli appartamenti erano abbastanza cari e già ero sicura che avrei avuto difficoltà a trovarne uno economico, ma decisi comunque di non arrendermi.
Arrivata a scuola, corsi in infermeria a cercare del disinfettante.
Le ferite bruciavano da farmi piangere. Chissà se poi erano le ferite a far uscire delle lacrime salate dai miei occhi o il casino che era la mia vita.
Per mia fortuna non c’era nessuno all’interno della stanza.
Iniziai a disinfettarmi le braccia. Ormai ero piena di quei tagli. Per me era diventata una dipendenza. E con tutto quello che mi capitava, non era facile smettere.
Mentre ero a metà nel finire, la porta si aprì rivelando il ragazzo dal ciuffo sempre perfetto: Zayn Malik.
Mi sorrise malizioso, ma appena vide i tagli cambiò espressione.
“Che cazzo hai fatto alle braccia?” – mi chiese furioso.
Mi domandai perché reagiva in quel modo, non erano affari suoi e poi neanche ci conoscevamo.
Intimorita, abbassai subito la manica della felpa, ma lui mi bloccò.
Mi guardava negli occhi. Erano anch'essi castani, come quelli di Liam, ma erano più scuri, più profondi. Temevo che quelle iridi potessero leggermi dentro. Quegli occhi erano tanto belli, quanto terrificanti. Non volevo che nessuno si accorgesse di me e soprattutto dei miei problemi. Facile a dirlo da una che voleva diventare giornalista, ma lo volevo essere perché volevo dare speranza ai lettori che avrebbero letto i miei articoli. Volevo sì, raccontare la crude realtà, ma volevo anche finire ogni articolo con una frase che avrebbe dato speranza.
“Non rispondi?” – mi chiese alterato, risvegliandomi dai mille pensieri che mi frullavano in testa.
“Non sono affari tuoi.” – dissi liberandomi dalla sua presa sul mio braccio, della quale non mi ero accorta, fino a quel momento.
In risposta, Zayn lo riprese di nuovo e l’osservò attentamente.
“Devi anche bendarli. Potresti causarti qualche infezione al contatto con gli indumenti.” – disse per poi andare a prendere l’occorrente che gli serviva per fare ciò che mi aveva consigliato.
“Perché ti preoccupi per me?” – gli chiesi dopo attimi di silenzio. Stava medicando i tagli e prima di curarne e bendarne uno, gli dava un piccolo bacio. Ero paralizzata da quella situazione.
“Non lo so.” – rispose dopo un attimo di esitazione.
Non sembrava nemmeno il Zayn che avevo visto sbaciucchiarsi con una tipa, il giorno prima.
“Nessuno doveva vederle.” – mormorai quando abbassò la manica.
“Devi promettermi che non lo farai mai più. Potresti rischiare la vita.” – a quelle parole sussultai. Sapevo a cosa andavo incontro, ma a me serviva per sfogarmi.
“N-non m'importa.” – dissi più a me stessa che a lui. Davvero non m’importava? Stavo mandando in frantumi la mia vita senza rendermene conto e non me ne importava?
Lo sentii sospirare. Alzai lo sguardo e incontrando il suo, capii che era davvero preoccupato per me.
“Perché sei preoccupato per me, Zayn?” – gli rifeci quella domanda.
Mi sorrise. Quel sorriso provocò qualcosa dentro di me, ma ormai nessuna emozione aveva più importanza per la persona che ero diventata. Volevo solo dimenticare il passato.
“Sai il mio nome?” – mi chiese cambiando discorso.
“Oh sì, sai ho imparato presto da chi stare lontana.”
“Che intendi?”
“Nulla. Dicevo solo che tutti già parlano di te.” – rise. Era bello quando rideva, forse anche troppo, perché mi rifece tornare quel fastidioso dolore allo stomaco.
“Sarà per il bacio con quella.” – rise ancora più forte, non ne capivo il motivo.
“Perché questa storia ti fa tanto ridere?” – chiesi.
“Semplice. L’università è uguale al liceo, quindi mi dovrò subire tutte quelle ragazze che mi verranno dietro”.
“Come no, perché a te dispiaceranno, giusto?”
“ Ok lo ammetto. Mi piace essere al centro dell’attenzione.”
“Sai, non lo avevo capito.” – era strano, con lui stavo riuscendo ad essere me stessa, quella parte di me che finora non era riuscita a venire più a galla.
“Sei molto intuitiva, cara Julie.”
“Come fai a sapere il mio nome?” – chiesi sconvolta. Se ricordavo bene, non glielo avevo detto.
“Non ha importanza adesso, cara.”
“L’importante è che tu adesso smetta di farti del male e che ti rivolga a me per qualsiasi motivo.” – continuò per poi andarsene, lasciandomi un bacio sulla guancia e un miliardo di domande in testa.
 
“Come faceva quel ragazzo a sapere il mio nome?” – questa domanda me la portai dietro per il resto della giornata.
Buonasera splendori! <3
Finalmente mi sono decisa a pubblicare il terzo capitolo!
Lo so, lo so ve la sarete già dimenticata questa storia, ma ho avuo dei problemi...
Comunque non deprimiaoci per favore! ahahah <3
Passiamo al capitolo. In questo capitolo vediamo la nostra cara protagonista in una conversazione un po' strana con il ragazzo dal ciuffo perfetto!
Secondo voi, come sa Zayn il nome della ragazza?
Uhm...io lo so, ma voi dovrete aspettare i prossimi capitoli per scoprirlo!
Non sono cattiva, ma mi piace farvi aspettare un pochino :P
Spero che il capitolo vi piaccia.
Recensite con i vostri pensieri, le vostre impressioni sulla storia e tutto! Anche se c'è qualcosa che non vi piace, ditelo che magari mi servirà per migliorare :)
Benee, vado che lo spazio all'autrice sta diventando più lungo del capitolo O.O
Ringrazio come sempre tutte quelle magnifiche persone che hanno recensito gli scorsi capitoli e che seguono la storia.
Un bacione a tutte! <3

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Capitolo 4
*** Adesso ci sono io ***


- Come faceva a sapere il mio nome?

- Perché si era preoccupato per me?

Queste domande si erano impossessate dei miei pensieri. Alla fine l’unica risposta che riuscii ad ottenere fu quella che magari aveva sentito il mio nome in classe, poiché era un mio compagno.

“Lo hai sentito in classe il mio nome?” – gli chiesi a fine giornata, quando si fermò davanti al mio armadietto.

“Oh, sì certo.” – disse con un sorriso. Poteva essere strano, ma a me non sembrava la verità, ma mi accontentai lo stesso. Almeno per quel momento.

“Comunque ti cercavo perché ti volevo chiedere come stavi.” – disse subito dopo.

Mi lasciò sorpresa. Nessuno mi aveva mai chiesto se stessi bene e adesso un perfetto sconosciuto, perché Zayn lo era, me lo stava chiedendo. Dovevo mentirgli oppure dirgli la verità?

“Sto come sempre.” – optai alla fine per una via di mezzo. Non era una bugia, ma non diceva nemmeno come stavo realmente. Era perfetta come risposta.

“Ti va di andare a fare due passi, così mi racconti?”

“C-cosa?” – quel ragazzo era tutto strano. Mi aveva appena invitato ad uscire, cioè chi mai inviterebbe una come me?

“Non essere sorpresa, mi piaci. Sei simpatica.” – arrossii a quelle parole. Era stato dolce. Nessuno mi aveva mai dimostrato tutte quelle attenzione, nemmeno i miei genitori.

“P-perché ti faccio simpatia? Cioè voglio dire, nemmeno ci conosciamo, non posso farti simpatia. Non la faccio a nessuno. Quindi perché dovrei farla ad un tipo come te?” – ecco che le mie paure venivano a galla. Sì, avevo paura. Paura delle persone. Avevo sofferto troppo per i miei gusti, non mi andava di continuare.

“Ehi tranquilla, adesso ci sono io.” – disse abbracciandomi. Provai una sensazione strana. Si stava comportando come se avesse letto i miei pensieri e questo mi spaventava molto di più.

“E poi che tipo sarei io?” – disse staccandosi dall’abbraccio per poi posarmi un bacio sulla guancia.

“N-non lo so. Dovresti essere il classico fighetto che se la spassa con tutte, ma adesso non lo so, forse mi sono sbagliata.” – quel ragazzo mi confondeva le idee. Mi rendeva insicura, più di quando non lo fossi di mio, ma al tempo stesso riusciva a far venire a galla la vera me stessa. E non quella ragazza impacciata e timida, ma quella che ti rispondeva a tono, quella che non si lasciava abbattere da nessuno, quella forte: quella che avevano distrutto.

“Chi te lo dice che non lo sono?” – disse facendomi l’occhiolino.

“Sai, su una cosa sono sicura.”

“Cioè?” – mi chiese sorpreso.

“Cioè che sei abbastanza vanitoso.” – rimase scioccato in un primo momento, facendomi ridere. Presto però anche lui si unì alla mia risata.

“Sai, me lo dicono in tanti.” – mi rivelò.

“Non avevo dubbi!” – in risposta mi sorrise. Aveva uno strano modo di farlo. Metteva la lingua tra i denti e quel suo vizio mi piaceva tanto.

“Allora, andiamo a farci questo giro?” – mi chiese dopo.

Ci pensai su. Non sarebbe stata una brutta idea. Non mi andava di tornare in quella casa e sentire i miei litigare e poi sarei dovuta uscire comunque per andare a trovare un lavoro.

“Sì, ci sto. Però mi devi aiutare a trovare un lavoro.”

“A che ti serve trovarne uno?”

“Voglio prendere in affitto un appartamento.” – rivelai.

“Non mi chiedere il motivo, per favore, per favore. Non sono pronta per raccontare la mia storia. Mi sto fidando di te e non è una cosa facile da fare.” – sperai dentro di me con tutte le forze che avevo in corpo. Era vero, mi stavo fidando di lui e questo era molto difficile per me.

“Ok, ti aiuterò. Andiamo, conosco un posto dove lo potresti trovare.”

 

***

 

Mi portò in un bar molto carino. Mangiammo e dopo aver finito mi disse che in quel posto avevano bisogno di una mano.

“Davvero?” – domandai sorpresa.

“Sì. Vieni andiamo a parlare con il padrone.” – disse per poi prendermi il polso.

“Zayn.” – lo chiamai.

“Sì, dimmi.”

“Potresti lasciarmi il polso? Scusa, ma mi fa male.” – dissi abbassando lo sguardo. Mi vergognavo di quei tagli, ma io avevo bisogno di farli.

“Oh, certo.” – disse lasciando subito la presa.

“Dai, vieni.” – disse alzandosi dalla sedia e abbozzando un sorriso. Era dispiaciuto per prima, lo leggevo nei suoi occhi.

“Zayn, io… ho paura.”

“Di cosa hai paura?” – mi chiese risedendosi.

“Non lo so.”

“Ehi ci sono adesso io, okay?” – non risposi. In quel momento il cervello mi si era riattivato e mi stava mettendo in guardia. Cosa stavo facendo? Non potevo aver permesso a quel ragazzo di vedere le mie cicatrici, non potevo avergli permesso di conoscere un po’ della mia storia. Nessuno doveva conoscerla, nessuno. Io non avevo bisogno di nessuno, non potevo fidarmi di lui, lo conoscevo da circa due giorni e non potevo fidarmi di una persona in così poco tempo. Non potevo. Non di nuovo. Se ne sarebbe andavo via come tutti gli altri e io questa volta non sarei stata forte, sarei crollata.

“Scusami, devo andare.” – dissi alzandomi e prendendo le mie cose frettolosamente. Uscii da quel bar allo stesso modo, con le lacrime salate che scendevano sulle mie guance e il suo sguardo puntato addosso che bruciava sulla mia schiena.

“Chissà cosa starà pensando adesso di me. Mi dispiace tanto Zayn.”

 



Salve Bellezze! <3
Come state? Pronte per la scuola?  A me inizia domani e sono un po' in ansia! Sapete, nuova scuola, nuovi compagni... CHE ANSIA ahahhahah <3
Allora, credo che stavolta ho pubblicato un po' prima rispetto al solito <3
Uhm... passiamo al capitolo. Julie alla fine crede che Zayn sappia il suo nome perché stanno nella stessa classe, ma sarà la verità? Ahahahah non vedo l'ora di mettere il prossimo capitolo perché vi sorprenderà molto. Spero in positivo però :)
Comunque, in questo capitolo Julie e Zayn si avvicinano, ma lei scappa ancora una volta.
Cosa succederà secondo voi nel prossimo capitolo? <3
Spero che questo capitolo vi piaccia.
Ringrazio come sempre tutti voi che seguite la storia, la leggete e la recensite. Mi rendete davvero felice, perciò grazie di cuore! <3
Auguro buona fortuna a tutti quelli che hanno iniziato o che inizieranno presto la scuola!
Un bacione e a presto <3

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