☀ che bello essere dei ladri! ☀

di Kamirei
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** quella delinquente mai vista prima... ***
Capitolo 2: *** ''era solo un gioco!'' ***
Capitolo 3: *** la mafia dei sobborghi -capitolo in due parti- ***
Capitolo 4: *** -la mafia dei sobborghi- seconda metà del capitolo ***



Capitolo 1
*** quella delinquente mai vista prima... ***


~~Salve abitanti di efp(?) ho deciso di scrivere un’ennesima storia! *si sente un rantolìo abbattuto dalla platea* zitto,internet! Come stavo dicendo,in questa storia l’original character di mia creazione incarnerà tutto il peggio del peggio,vediamo cosa ne esce ≧^◡^≦


Tammil scrutò con i suoi occhi cremisi il prezioso gioiello che aveva appena sottratto ad un
orefice. Sorride mostrando i suoi denti bianco brillante nella notte. Dal promontorio dove si
trovava,poteva vedere tutto ciò che si estendeva sotto di lei: la immensa città di Sofokia,con le
sue luci brillanti e la sua vita notturna. In quel momento si sentì la regina del mondo,che
situazione appagante. Sentì uno scricchiolio dietro di lei,e si dileguò nella notte.

In un posto lontano,ma non così tanto,un ladrubo conosciuto come Remington Smisse contava
i kama appena rubati. Aveva una maschera che gli lasciava il viso scoperto dal naso in giù,un
mantello lungo e leggermente stracciato sull’orlo,abiti rigorosamente neri e un guanto rosso
con svariati occhi su di esso,era certamente uno shushu. Se qualcuno avesse controllato più
attentamente avrebbe notato altri demoni intrappolati in oggetti assieme al delinquente:due
moschetti,un pugnale boomerang e uno spadone sulla schiena. –guarda un po’ fratellone,che
te ne pare?- domandò al suo mao mao facendo tintinnare le monete nel sacchetto –niente
male remie,devo riconoscerlo- miagolò lui facendo le fusa    –ed ora?- domandò dopo un po’
 –ora li andiamo a spendere!- ghignò il ladro,accarezzando distrattamente uno dei suoi
moschetti-shushu.

I due compagni scelsero il sentiero per il bosco,per dirigersi a Sofokia,per non essere fermati
 da delle guardie.. la prudenza non è mai troppa,si sa. Stavano passando per un tratto dove gli
 alberi crescevano incolti perfino sul percorso ciottolato,quando il gatto che era appollaiato
sulla spalla di Remington venne sollevato in aria;l’animale lanciò uno strillo e il fratello
impugnò immediatamente la sua pistola,puntandola verso l’albero dove il mao mao era stato
 tratto –lascia immediatamente Grany- ordinò con fare autoritario –oh,ma questo mao mao è
trooooppo carino.. come faccio a lasciarlo? ~ una voce mielosa e leggermente canzonatrice
rispose al ladrubo. Quando egli ammiccò per mettere a fuoco la figura,non fu comunque sicuro di
quel che vide. Una persona con un lungo mantello beije dotato di cappuccio,che non gli
permetteva di vedere al di sotto di esso,dei pantaloni neri stretti alla vita e alle caviglie, ma
leggermente ampi lungo le gambe ,una maglia dello stesso colore a maniche larghe e
un fischietto argentato con delle piume verdi attaccate appeso al collo. Quando la
ragazza scese dall’albero,il ladrubo notò che alla vita portava una fascia dove erano infilate due
pistole e una frusta,la sua mano destra era coperta da un guanto,evidentemente per maneggiare
la frusta,e una cinturina di cuoio al braccio,vicino alla spalla,dove c’era un pugnale dall’aspetto
bizzarro. –ti ho detto di lasciarlo- ripetè Remington,sempre con l’arma carica puntata su di lei –
come siamo scortesi!- disse la sconosciuta,lasciando cadere delicatamente il gatto –nemmeno ci
presentiamo,e già mi punti una pistola contro?- continuò con fare innocente,guardandolo,e da
sotto al cappuccio gli occhi rossi brillarono di curiosità. lui ripose la pistola,e come per un gesto
istintivo fece per tastare il saccheto di kama… ma non c’era… si girò guardando in cagnesco la
ragazza,che palleggiava il contenitore sul palmo della mano –cerchi qualcosa?- domandò ridendo –
questa battuta è vecchia- sorrise lui stando al gioco –allora cosa mi consigli?- continuò lei –
prepararti a correre da un medico- e mentre lo diceva,estrasse il suo pugnale e lo lanciò contro la
ragazza. Lei mostrò i suoi denti candidi sorridendo,e saltò sul posto,sfruttando lo slancio offertole
dalle scarpe da pappaballer che il ragazzo non aveva notato prima –non fartela scappare!- si
lamentò Grany –tranquillo,non ne ho la minima intenzione- inseguì la ladra arrampicandosi su un
albero e rincorrendola da ramo in ramo,certo,lei era avvantaggiata dalle calzature,ma crescere
come un ladrubo aveva i suoi vantaggi riguardo l’agilità. Ad un certo punto gli
alberi,semplicemente, finirono. I due fratelli si accorsero di aver inseguito per tutto il tempo un
mantello legato alla coda di un volatile,mentre la ragazza si era dileguata      –merda- ringhiò
Remington,tirando un calcio ad una pigna –ci ha fregati…- il mao mao saltò giù dalla sua spalla –
come hai fatto a lasciartela sfuggire?- lui cercò una giustificazione –sono stanco- disse freddo,e si
incamminò verso Sofokia.

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Capitolo 2
*** ''era solo un gioco!'' ***


~~Remington era seduto in un bar di Sofokia,a rimuginare sul furto appena subito.. allora era così che si
sentivano le persone che derubava… sbuffò,giocherellando col bicchierino di liquore che aveva ordinato –
che hai,fratello?- indagò il mao mao accovacciandosi sul bancone –quella maledetta mi ha rubato il bottino
- ringhiò,non accennando a voler bere il liquido nel bicchiere-ancora con quella storia?- sospirò il gatto –è
una questione di principio,so che posso rubarne altri,ma devo fargliela pagare- in quel mentre una figura
incappucciata entrò e si sedette a 4 posti dal ladro,appoggiandosi sul bancone –oste,un piatto di stufato per
 favore- nello stesso momento qualche posto più in là, smiss bevve tutto il liquore di un sorso e appoggiò il
bicchiere sul tavolo dicendo –oste,un altro- l’uomo confuso,fece per dirigersi in cucina a consegnare il
 primo ordine,ma Remington si lamentò –ho detto un altro- sibilò, l’oste spaventato prese una bottiglia di
liquore ma dall’altro capo del banco il cliente domandò piccato –allora,questo stufato?- l’uomo si diresse in
cucina una seconda volta,ma venne richiamato –non ci vuole tanto a versare del liquido in un bicchiere!-

E ancora,dall’altra parte –ho fame!-

-allora,si sbrighi!-

-che diamine sta aspettando?-

-sto iniziando a scocciarmi-

-ma insomma,mi sta ascoltando?-

-credo che non mi stia degnando della sua attenzione!-

-oste!-

-oste!-
I due batterono violentemente un pugno sul tavolo nello stesso momento,mentre chiamavano all’unisono  
–OSTE!- la figura incappucciata girò lentamente la testa a destra,dove il ladrubo la stava già guardando
sbigottito,aveva immediatamente riconosciuto la voce della delinquente. Lei sorrise imbarazzata –si è fatto
tardi!- disse e corse immediatamente fuori dalla porta –EHI TU FERMA!- urlò lui correndole
dietro,lanciando due kama sul bancone e sfiorando la coda del suo mao mao –stai attento Remie!- si
lamentò lui,ma il fratello era oramai uscito.

Stava correndo a perdifiato dietro la ladra,che era diretta alla spiaggia,credeva che avrebbe avuto un
 vantaggio sugli scogli che frastagliavano la costa –fermati brutta ladra!- lei rise e gli rispose –credi davvero
che lo farò?!- continuò a correre,saltando di scoglio in scoglio fino a raggiungerne uno particolarmente in
alto –merda- mormorò,accorgendosi che non avrebbe potuto scendere se non dalla parte dove il ladrubo si
stava arrampicando. Riflettè in fretta,poi il suo sguardo cadde sul mare. L’idea era folle,certo,a l’uomo
gliel’avrebbe fatta pagare di sicuro. Fece un respiro profondo,tenne dentro di sé tutta l’aria accumulata e si
gettò –che sta facendo adesso?!- mugolò lui,esasperato. Poi sospirò,e la seguì in acqua. Rivoleva i suoi
kama,diamine! La luna era così luminosa che illuminava perfino sott’acqua, dove la ragazza teneva stretto il
sacco di kama con la destra mentre con la sinistra cercava di allontanare il ladrubo che stava cercando di
strapparle i soldi. All’improvviso lei si sentì esplodere,aveva finito l’ossigeno e l’anidride carbonica che le
era rimasta nei polmoni le premeva contro la bocca per uscire. Lei aprì la bocca e si liberò dell’aria che salì
in superficie sotto forma di piccole bolle sottili,poi si accorse dell’acqua che iniziò a penetrarle nella
gola,allora si spinse contro l’avversario e ‘’ASPETTA COSA?!’’ pensò lui, sconcertato,mentre sentiva la ladra
appoggiare le sue labbra sulla propria bocca. Stava ancora assimilando quello che stava succedendo quando
lei si staccò all’improvviso e risalì verso la spiaggia ad una velocità impressionante. Il ladrubo aveva lasciato
i kama perché si era portato entrambe le mani alla bocca,cercando di trattenere le bolle d’aria che stavano
uscendo dalla sua bocca. Risalì in superficie,dove sputò così tanta acqua da riempirci una bottiglia –QUELLA
STRONZA- si fermò scosso da un violento attacco di tosse –MI HA PRESO I SOLDI E ANCHE L’OSSIGENO!- il
ladro famoso per la sua calma e il suo sangue freddo stavolta aveva davvero perso le staffe. Riusciva ancora
 a scorgere l’ombra della ragazza correre via,e si gettò all’inseguimento per la seconda
volta,furente;stavolta era intenzionato a riprendersi il maltolto,a qualsiasi costo. La raggiunse prima di
 quanto lei avesse potuto immaginare,estrasse il suo spadone e si preparò a colpirla –era ora!- commentò
lo shushu,mentre Remington abbatteva l’arma sulla ragazza. Lei si spostò,e ne uscì indenne,solo,il suo
mantello era rimasto infilzato per terra. Lui la guardò e rimase leggermente sorpreso dal suo aspetto –tu sei
un’osamodas,non una ladrubo!- lei si strinse nelle spalle –che ci vuoi fare,ci si annoia a dover sempre e solo
ammaestrare bestiole!- gli osamodas sono infatti delle creature caratterizzate dalla pelle blu cobalto e dai
capelli bianco latte,dai quali spuntano delle piccole corta tozze color beije-marrone,e una coda sottile
terminante in una punta di freccia. Questi esseri sono famosi per la loro abilità nell’ammaestrare qualsiasi
animale si pari loro davanti. –mi spiace se ti sto rubando il lavoro- sorrise canzonatrice la ragazza –oh ma
che maleducata non mi sono nemmeno presentata! Il mio nome è Tammil!- lui non strinse la mano che lei
aveva teso –potrei tagliartela,hai fatto una mossa stupida –non mi taglieresti la mano,anche perché..- gettò
il sacco di soldi ai piedi dell’uomo –ti ridò il tuo bottino- disse sorridente –era un gioco,,mi sono
stancata,ma è stato divertente!- continuò –dài,mi si stanca la mano- disse poi, sbuffando. Lui gliela strinse –
Remington Smisse- si presentò lui. Tammil mostrò i denti affilati in un sorriso,poi si rimise il mantello e
corse via. –tss…un gioco.. che ragazza ingenua-

 

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Capitolo 3
*** la mafia dei sobborghi -capitolo in due parti- ***


-levami quelle mani di dosso!- Grany conosceva quella voce –ehi fratellino,hai sentito anche tu?- chiese
lui,appollaiato sulla spalla del ladrubo. Il sole stava tramontando,e i vicoli erano illuminati di arancio,come
se la luce stesse avvolgendoli l’uno dopo l’altro cercando di giungere al mare. L’uomo girò di scatto a
destra,infilandosi in una stradina secondaria –ti ho detto di non toccarmi!- ringhiò la voce di prima      
                  –altrimenti che fai,mi mangi,piccina?- una voce maschile gutturale rispose a quella precedente.
Quando i due corpi a cui le voci appartenevano arrivarono alla portata visiva di Remington,lui accellerò
leggermente il passo. lo yop alto circa due metri era chino per poter raggiungere il volto della ragazza;aveva
appoggiato una mano al muro e con l’altra le alzava il viso per fare in modo che lo guardasse negli occhi.Da
parte sua,l’osamodas sosteneva lo sguardo con fervore,impettita. Non si accorsero del ladrubo che era
arrivato loro vicino,sorridente –Tammil,ma dove ti eri cacciata!- esclamò,cogliendoli di sorpresa (Grany
avrebbe giurato che lo yop avrebbe anche fatto un piccolo salto all’indietro) –non ti trovavo più,dovresti
aver capito ormai quanto intricata sia Sufokia!-continuò,cingendole le spalle con un braccio. lei colse al volo
il piano di Remington,e resse il gioco con maestria –diamine fratellone,non posso allontanarmi un attimo
senza avere il tuo fiato sul collo..-sbuffò rumorosamente e alzò gli occhi al cielo,con aria scocciata –
fratellone? Aspetta,non può essere tuo fratello!- grugnì lo yop,confuso e nel contempo stizzito –voglio
dire,siete di due razze diverse!- tammil si fece scura in volto –sarai mica razzista?- chiese con rimprovero
 –io? Ma figurati!!!- disse lui gonfiando il petto –cooomunque sia- si intromise il ladro –noi dobbiamo
andare,a mai più rivederci!-disse,e si allontanò con tammil a braccetto. Non appena persero l’energumeno
di vista,la ragazza si staccò dal sedicente fratello –ehi,come siamo sgarbate,ricordati che ti ho tirata fuori da
una situazione alquanto spiacevole!- l’osamodas  gli gettò un’occhiataccia,poi l’espressione si addolcì
appena –hai ragione.. oh beh,grazie!- fece per andarsene. Sapeva che nulla ere gratis secondo i ladrubi –
 ah-ah-ah! Dove pensi di andare!- esordì infatti Remington bloccandole la via.lei digrignò i denti.. e ti
pareva…-non pensi di essere in debito con me?- chiese lui con un leggero tono di minaccia –uff..ma in
questa città non si può stare tranquilli un secondo,che sia uno!- l’altro fece spallucce- c’est la vie- Tammil
aveva adocchiato delle casse impilate con la coda dell’occhio,esattamente a tre metri da lei –allora,cosa
vorresti?- chiese a sua volta. Il tetto della casa a cui i contenitori erano appoggiati era basso,avrebbe potuto
saltarlo con facilità –beh,ho notato che hai una bella corona,proprio..- lei lo interrupe –certo,come no! Non
mi hai mica salvato la vita!- lui sospirò –almeno un bacetto?- chiese malizioso. Lei sorrise,e si
avvicinò,finchè le labbra non si sfiorarono. Poi il ladro avvertì un rapido spostamento d’aria,e Tammil era
corsa via –tss.. prevedibile-commentò,estraendo la daga che era legata alla sua cintola –evevo proprio
voglia di sgranchirmi un po’ le gambe…-
 
-capitolo diviso in due parti perché QUALCUNO *guarda male il signor papà* non mi lascia scrivere e.e oh beh continuerò il prima possibile,gomen! D:-

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Capitolo 4
*** -la mafia dei sobborghi- seconda metà del capitolo ***


…Tammil correva,era salita sul tetto del fabbricato e correva tra i comignoli. Alle sue spalle sentì dei passi,
 
sapeva chi fosse. E sapeva anche che non avrebbe mai potuto distanziarlo. Non era allenata quanto il
 
ladrubo,né aveva la resistenza fisica necessaria per seminarlo. Stava ancora riflettendo,quando di fronte a
 
lei si palesarono quattro figuri vestiti di nero. Erano dei giovani anutroph, famosi per il loro amore per i
 
soldi. Lei si fermò di scatto,le bloccavano la via –levatevi,fatemi passare!- intimò loro. Lo disse più come
 
frase fatta,conosceva gli anutroph e sapeva che non l’avrebbero fatta passare; tammil conosceva
 
perfettamente il simbolo che riportava la spilla che ognuno degli uomini portava al petto,per legarsi il
 
mantello. –rendici il maltolto.- ordinò il più alto –non so i che parliate- sorrise lei,acida. Qualche comignolo
 
prima, Remington Smisse si era accovacciato dietro delle assi,in ascolto –la corona. Adesso.- l’anutroph più
 
massiccio le si parò davanti,porgendo la mano destra,aperta. Tammil guardò la mano e ci sputò sopra –che
 
diamine sta facendo?! È pazza!- il mao mao rabbrividì,al solo pensiero di quello che le avrebbero fatto –
 
piccola insolente,minuscola…- l’energumeno alzò una mano sopra la testa,pronto ad abbatterla con forza
 
sulla ragazza, quando uno sparo rimbombò nell’aria fresca della sera –quattro contro una donzella? Non è
 
leale!- remington scosse la testa, mentre tammil pensava a come fargli pentire di averla chiamata ‘donzella’
 
. tuttavia, si rilassò sapendo che almeno non era da sola –non impicciarti,ladrubo – ringhiò uno dei quattro
 
–ci ha rubato un pezzo importante- lui li guardò curioso –qualcosa di importante? Di che si tratta?- il grosso
 
rispose –non sono affari tuoi- smisse si avvicinò piano a tammil,e le sussurrò nell’orecchio –che diamine stai
 
facendo,lo sai chi sono?- l’osamodas rabbrividì sentendo il respiro di lui vicino al viso –fanno parte della
 
mafia dei sobborghi di sufokia- lei cercò di sembrare sicura di sé,ma fallì miseramente –io..uh… ho solo
 
preso questo gioiello da un orefice…- lui si allontanò e si portò al suo fianco, poi ripose la pistola – la mia
 
amica vi restituirà il maltolto immediatamente, vero tammil ?- sibilò le ultime due parole,ammonendola –
 
certo..- borbottò lei,tirando fuori dalla tracolla una tiara dorata,tempestata di pietre verdi. Remington
 
sgranò gli occhi alla vista,ed emise un fischio di ammirazione –eccovi la corona- la ragazza fece per porgerla
 
all’anutroph più alto,poi, quando la mano di lui era a soli pochi centimetri dal manufatto, tammil la lanciò in
 
aria. Colto di sorpresa,l’uomo estrasse una pistola e fece per sparare all’osamodas,che schivò abilmente il
 
colpo e gli passò sotto le gambe. Saltò,per reuperare il gioiello,ma fu preceduta da una mano guantata di
 
nero –questo lo valuto come ringraziamente per prima!- rise il ladrubo,correndole davati. Lei partì
 
all’inseguimento,con i quettro anutroph alle calcagna. I sarebbe detta la scena di un film comico,ma di
 
comico c’era poco,soprattutto adesso che ogni individuo aveva un’arma in pugno…

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