Insieme possiamo essere straordinari piuttosto che ordinari separati

di angyp
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Giugno 1997 ***
Capitolo 2: *** Luglio 1997 ***
Capitolo 3: *** Settembre 1997 ***
Capitolo 4: *** Maggio 1998 ***



Capitolo 1
*** Giugno 1997 ***


-Devo dirti una cosa, Remus. –esordì Tonks, i palmi poggiati alla finestra da cui si poteva vedere il Lago Nero e il Marchio sfumante nel cielo.
-No, non devi. –rispose l’uomo accanto a lei, con gli occhi rivolti verso l’esterno.
-Non sai neanche cosa sto per dirti.
-Temo di saperlo visto la scenata di poco fa e non dovresti dirmelo. –Remus si mise le mani nei capelli.
-Remus …
-Tonks, non lo capisci? Ho capito, ho capito quello che tu vuoi dirmi, da quella sera, quando eravamo di turno insieme e hai detto che …
-Che sei troppo impegnato a mortificarti per capire di chi mi fossi innamorata.-sbuffò lei.
-Esatto!
-Merlino, Remus, da quella sera ti sei totalmente allontanato da me, hai pure accettato di buttarti in quella missione schifosa!
-Era necessario, Tonks.
-Era necessario rischiare di farti uccidere?
-Non vuoi proprio capire, Tonks? Ti ho spiegato un milione di volte le mie ragioni e tu ti ostini a non capire? Rovino sempre tutto! Tutte le persone che amo, che mi erano vicine, se ne sono andate. Ho perso mia madre, James e Lily, Sirius, e poco fa Silente …
-La gente muore, Remus, siamo in guerra; e tua madre non è certo morta per colpa tua.-gli disse, accarezzandogli il viso, rosso a causa del fervore crescente per la discussione.
-La disperazione, l’ansia, la preoccupazione … tutto questo l’ha uccisa e sono stato io a provocarlo.
-Remus, basta darti colpe che non sono tue. Molly ha ragione: la tua posizione è ridicola.
-Molly non può capire come mi sento …
-Remus, ti prego.  
-Non capisci ancora? Io-non-posso. Non posso perderti. Mi sento morire al pensiero di rovinarti la vita, di poterti fare del male ad ogni Plenilunio, di farti diventare una reietta, per chi? Per me …
-Non succederà –replicò Tonks con certezza –anche se lo avevi capito, ho bisogno di dirtelo comunque, Remus, perché non te l’ho mai detto, in effetti. Io ti amo. Ti amo dal primo giorno. Amo tutto di te. Amo anche le stupidaggini che dici, anche le tue continue mortificazioni. Ti amo e penso che anche tu mi ami. Anche se hai provato a nasconderlo, anche se continui ad allontanarti da me, io so che anche tu mi ami. Mi ami e stiamo sprecando un sacco di tempo stando lontani ed in inutili discussioni mentre fuori c’è una guerra e non sappiamo neanche se ci arriveremo al prossimo Plenilunio.
-Ninfadora, ti prego non dirlo nemmeno.
-Cosa?
-Il solo pensiero di perderti mi impedisce di respirare, mi soffoca.
-Io guardo solo in faccia la realtà. Sono un Auror, sono Mezzosangue, rischio ogni ora, ma la mia vita è adesso, non faccio progetti a lungo termine. La mia vita è qui, ora, e io volevo dirti che ti amo. Sappi che io combatterò, e non sarà certo il tuo rifiuto a salvarmi da ogni pericolo, Remus.
Il Licantropo la fissò a lungo, il viso sofferente, il respiro affannoso. Tonks fece per andarsene, delusa ancora, ma lui le prese la mano non appena si voltò.
-Ti amo.
-Cosa? –le chiese Tonks cercando i suoi occhi rivolti verso il basso.
-Oh Merlino, avevo giurato a me stesso di non dirti mai che ti amo. Oddio mi è scappato di nuovo.
Tonks rise vedendolo così impacciato mentre, finalmente, faceva uscire tutto ciò che aveva dentro.
-Io … io ti amo, ti amo davvero, ho cercato di non dirlo, mi sono sforzato tanto di reprimere e di ignorare quello che provavo ma … è stato impossibile. Credevo che tu non ti saresti mai potuta innamorare di uno come me e invece … Godric, non l’avrei mai immaginato. Ho accettato la missione, era un’ottima scusa, un ottimo modo per stare lontano da te, forse mi sarebbe passata. Invece no. Io non mi sono mai innamorato. Adesso … ti amo talmente tanto e tu, tu sei dentro di me, sei come una malattia, è come se io fossi stato contagiato da Ninfadora Tonks e non riesco a pensare a niente e nessun altro; non riesco a dormire, non riesco a respirare, ti amo e io ho già una malattia, ma questa … è bella, Godric bella, bellissima, ma impossibile. Mi sento diviso a metà da un coltello perché le due malattie non possono convivere e io sto male, sto malissimo. Due malattie insieme sono insopportabili.
Tonks non perse altro tempo e lo baciò.
-Sapevo che mi amavi, Remus, lo sapevo … Ma non è molto romantico paragonarmi ad una malattia …
-Ti rovinerò la vita, Tonks.
-Non rovinerai un bel niente. Ti prego, non sprechiamo altro tempo.
-Hai ragione. Merlino se hai ragione.
-Resta con me, per favore.
-Si, resto con te.
 
 
Ho lasciato dei progetti in sospeso, lo so, ma li riprenderò non appena sarò più ispirata.
I personaggi potrebbero essere un tantino diversi da come sono realmente, questo perché le battute non sono proprio le loro.
A presto!

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Capitolo 2
*** Luglio 1997 ***


-Non mi metterò in ginocchio, non ho alcun anello da regalarti. Non voglio sprecare più tempo, perché ti amo, Ninfadora Tonks, e voglio passare il resto della mia vita con te.
-Anche io, Remus. Non ho nessun dubbio. E voglio farlo adesso.
-Non posso permettermi un matrimonio come quello che stanno organizzando Bill e Fleur. –disse Remus con lo sguardo basso.
-Non mi interessa, Remus, non voglio un matrimonio pomposo. Mi conosci, sai che non mi piace. Voglio che sia veloce.
-Non ti piace perché non lo puoi avere o non ti piace davvero?
-Ascoltami bene, adesso viene il bello. Tu sei l’uomo con cui voglio svegliarmi, con cui voglio addormentarmi e con cui voglio fare quello che c’è in mezzo. Ho scelto te, Remus Lupin, e non mi interessa come, ma voglio essere tua moglie. Purché sia presto, abbiamo aspettato già troppo.
-Non voglio passare nemmeno un altro giorno senza essere sposato con te.
-Vogliamo la stessa cosa, Remus.
 
Molto malinconico, volutamente ci sono poche descrizioni e più dialoghi diretti.
Grazie a chi è passato a leggere questo mio esperimento, perché di questo si tratta in fondo.
Ciao!

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Capitolo 3
*** Settembre 1997 ***


-Voglio te, Ninfadora. Voglio te e anche il nostro bambino.
-Ma te ne sei andato. –Tonks era profondamente delusa mentre si accarezzava la pancia.
-Ho avuto paura. Io scappo, quando ho paura. Ho avuto paura quando ho capito che ricambiavi il mio amore e ho paura adesso. Se il nostro bambino fosse malato, se fosse come me …
-Lo amerò proprio come amo te. Ma forse tu non mi ami abbastanza, per questo non capisci.
-Non dubitare mai del mio amore, Ninfadora.
-Tonks, è Tonks il mio nome, Remus.
-Mi dispiace davvero, Tonks, davvero … non ti lascerò mai più, non vi lascerò mai più … Io non posso vivere senza di te. Non ti abbandonerò più, te lo prometto.
-Avevi già fatto delle promesse, Remus. Ci siamo promessi di stare insieme, nella gioia e nel dolore, in salute e in malattia, nella buona e cattiva sorte. Avevi promesso, ma te ne sei andato! Come faccio a crederti adesso?
-Adesso mi sento pronto davvero.
-Remus …
-Ascoltami bene, Ninfadora Tonks. Oggi voglio sposarti di nuovo. –Remus si mise in ginocchio.
-Cosa? Remus andiamo, sei patetico, smettila!
-No. Oggi è il giorno in cui la mia vita comincia davvero. Per tutta la vita sono sempre stato solo io, la mia malattia, la mia paura di fare del male, di stare solo. Oggi non sono più solo. Oggi divento uomo. Oggi divento un Marito. Presto diventerò un padre. Da oggi dovrò rendere conto ad un’altra persona, presto a due persone, oltre che me. Da oggi divento responsabile di voi, del nostro futuro insieme e di tutte le possibilità che il nostro matrimonio ha da offrire. Insieme, qualunque cosa accada, io sono pronto. Adesso so che lo sono. Per qualsiasi cosa, per tutto. Per affrontare l’amore, la responsabilità e le possibilità. Oggi, se tu mi perdoni, inizia davvero la nostra vita insieme, Ninfadora. Ti prometto che voi sarete al primo posto per tutto, prima di ogni cosa e di ogni missione.
Tonks sbuffò e si lasciò sfuggire un sorriso:
-Mi hai sposata di nuovo?
-Esatto.
-E non mi lascerai mai più?
-Te lo prometto, se tu mi perdoni.
-Anch’io ho paura, Remus. Ho paura di svegliarmi e non trovarti più accanto a me, perché te ne sei andato. Ho paura anch’io per il nostro bambino.
- Se mio figlio mi odierà …
-Non ti odierà. Sarai un padre meraviglioso, lui ti vedrà per quello che ti vedo io, e insieme saremo fantastici e non avremo bisogno di nessun altro, esisteremo solo noi tre.
-Quindi mi perdoni?
-Non abbandonarmi mai più.
-Non lo farò, ora ho capito.

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Capitolo 4
*** Maggio 1998 ***


Tonks si precipitò verso Remus, sdraiato a terra e il corpo pieno di ferite, mentre Ginny correva a chiedere aiuto.
-Dora? Cosa ci fai qui? Teddy … -disse lui sofferente.
-Teddy è con la nonna, è al sicuro, sono qui per te.
-Torna … to-torna da lui, Dora, ti prego.
-Non vado da nessuna parte, sono qui per te.
-Dolohov mi ha colpito … sono stato lento …
-Shh, ora arriverà qualcuno per curarti.
-Dora, non farti uccidere, ti prego. Io sto morendo e se moriamo tutti e due … beh, sarebbe un finale pessimo per la nostra storia, davvero.
Tonks rise tra le lacrime silenziose.
-Fai lo scemo anche adesso? Io non morirò e tu non morirai. Devi vivere, perché il nostro bambino avrà bisogno di noi, perché noi avremo altri bambini …
-E saranno tutti sani? Saranno come te? –chiese l’uomo.
-Tutti sani, Remus, e noi saremo felici e avremo una vita bellissima.
-Sembra bello.
-Bellissimo, amore …
Remus deglutì con fatica, mentre Tonks gli accarezzava la testa.
-Dora, ricordi quando ti ho detto che eri come una malattia?
-Si …
-Non lo sei. Tu sei la mia guarigione. Sei stata ossigeno puro. Io stavo annegando e tu mi hai salvato. Tu sei tutto per me. Tutta la mia vita. Ti amo e voglio vivere. Perdonami se pensavo che stessimo sbagliando: una cosa che ti fa stare così bene non può essere sbagliata.
-Lo so amore, ma adesso non parlare e risparmia le forze, va bene?
-Va bene …
Remus fece un sorriso dolce, ma il suo respiro, fino ad un attimo prima affannoso, si bloccò.
-Remus, Remus, hey!
Tonks lo scuoteva, ma il suo uomo non reagiva.
-Non farmi questo scherzo! Ci abbiamo messo tanto a ritrovarci, tu sei la mia persona, non mi lasciare! Se tu muori, muoio anch’io!
La vita di un uomo è fatta di scelte: si o no; dentro o fuori, su e giù. E poi ci sono le scelte che contano davvero. Amare o odiare; essere un eroe o essere un codardo; combattere o arrendersi; vivere o morire. E non sempre dipende da noi.
 
 
Grazie a chi ha seguito questo esperimento.

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