It's Cause You Make Me Smile

di jamesguitar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uno ***
Capitolo 2: *** Due ***
Capitolo 3: *** Tre - Fine ***



Capitolo 1
*** Uno ***


It’s Cause You Make Me Smile.
Rido come una pazza, per l’ennesima volta da quando sono uscita.
Il vento soffia forte fuori dai finestrini aperti, mi arriva nelle orecchie, mi fa girare la testa. Non mi diverto così da anni.
“è fantastico!” urla Josh.
Spinge un tasto, e un ennesimo finestrino sul tetto della macchina si apre, lasciandoci ancora più esposti sotto al cielo notturno e pieno delle stelle del Kentucky.
“Cavolo, se è bello!” grido a mia volta.
Riesco a sentire la musica country del posto a tutto volume nello stereo dell’auto, mentre rido ancora.
È così, Josh mi fa sorridere sempre e comunque.
I miei capelli volano di fronte al mio viso, non vedo niente a parte loro e quale straccio di cielo.
Mi alzo dal sedile, facendo ridere Josh, e mi metto in piedi nell’auto, in modo da fare uscire la testa nell’aria notturna. Come speravo, è bellissimo.
Il cielo è fantastico, il vento che sferza il mio viso lo rende migliore.
“Come te la passi lassù?” urla il mio migliore amico, cercando di sovrastare i milioni di rumori che ci circondano.
In risposta lancio un urlo carico di entusiasmo, che lo fa ridere.
Dio, adoro la sua risata.
“Amo questo posto!” urlo. “Ferma la macchina!”
Josh mi da ascolto. Mi dispiace un po’ abbandonare questa sensazione di libertà assoluta, ma ho sempre amato questo pezzo di campagna e non posso evitare di passarci un po’ di tempo. Sono le tre del mattino, ma a chi importa?
C’è troppo silenzio quando scendiamo dall’auto, ma le nostre risate fanno presto a spezzarlo.
“Oddio, è la cosa più divertente che abbia mai fatto” dichiara Josh, allontanandosi dalla macchina.
“Hai ragione, tappetto”
Ignora la mia battutina, ma mi da una leggere gomitata.
Mi affretto a raggiungere un particolare che mi piace di quel posto, una roccia vicino ad un lago con una piccola cascata, e mi siedo. È bello essere qui, nel posto che amavo tanto da bambina, con la persona più importante della mia vita.
Josh si siede accanto a me e ci leviamo le scarpe, per poi mettere le nostre gambe in modo tale che si tocchino mentre penzolano ad un metro dal lago.
Alzo la testa ammirando il cielo, e ammiccando. Non c’è paragone tra questo posto e Los Angeles in fatto di stelle, lì non se ne vede nessuna per via delle luci della città, mentre qui ogni angolo è coperto da quei puntini fatati.
“Che fai, conti le stelle?” mi prende in giro il mio amico, guardandomi.
“E tu che fai, conti i miei brufoli?”
Lui ride, passandosi una mano fra i capelli.
“Tu non hai brufoli.”
“Infatti non ho detto che ha senso farlo.”
Rido insieme a lui, percorrendo con le dita le fessure della roccia una ad una.
“Sai, è bello staccare dal lavoro, a volte.” Affermo, osservando le mie dita muoversi agili.
“Vorrei poter restare qui per sempre. Nella mia vera casa.”
I nostri occhi si incontrano, e mi lascio scappare un sorriso.
“Anche io. Da piccola volevo tanto scappare da qui, ma adesso è l’unico posto in cui vorrei stare.”
“Hai ragione.”
Distolgo lo sguardo, e guardo i miei piedi che penzolano accanto ai suoi.
“Hai mai voglia di mollare tutto? Tutti i fan, tutti i soldi, tutti gli amici? Di tornare qui?” mi chiede.
“Beh, a volte” rispondo, senza tornare a guardarlo negli occhi. “Ma non lascerei mai te.”
Josh ride, e mi passa un braccio intorno alla vita.
“Si, questo era sottinteso.”
Riderei seriamente e non in modo superficiale, se il respiro non mi si fosse mozzato. Le sue mani intorno a me sono una cosa completamente nuova.
Respiro l’aria fredda nella notte, senza dirgli di lasciarmi, perché so che sentirei subito la sua mancanza.
Non so più cosa dire, perché nel mezzo della notte, con il sonno che minaccia i miei occhi di chiudersi, essere con lui mi basta.
“Sposerai Nicholas?” chiede Josh, dopo quelli che sembrano secoli.
La sua domanda mi sorprende, e mi porta a girare di scatto la testa verso di lui.
“Perché me lo stai chiedendo?”
“Non so, ho bisogno di saperlo.”
“Io..” sospiro, guardando i suoi occhi marroni. “Non ne ho idea, ho paura di star andando troppo veloce.”
“Vuoi prenderti un po’ di tempo?”
“Esattamente.”
Come fa a capirmi sempre? In ogni istante?
“Se cito Hunger Games mi prendi per pazzo?”
Rido, appoggiando una mano sulla sua gamba e sentendo un piccolo brivido da parte sua.
“No, spara.” Lo rassicuro.
“Ehm.. okay.. ‘Vorrei poter fermare questo momento, qui, adesso, e viverlo per sempre’.”
È rosso come un peperone, e mi fa sorridere. È così dolce.
“Aw Josh, sei l’amore.”
Mi alzo in piedi sulla roccia e lui mi imita, anche se è un po’ confuso.
“Che vuoi fare?” mi chiede.
“Buttarmi.”
Lui sgrana gli occhi, e mi afferra il braccio.
“Che?”
“Fare il bagno, nanetto. E tu lo farai con me.”
“Assolutamente no, santo cielo. Sono le tre del mattino.”
“E allora?”
Apre la bocca per ribattere ma lo interrompo, spingendolo giù dalla roccia. Urla quando i suoi piedi incontrano l’acqua fredda, e io scoppio a ridere.
Lo vedo scuotere i capelli bagnati, e rabbrividire dal freddo.
“Tu vuoi morire, Lawrence!”
Sghignazzo, e mi tuffo.
L’acqua gelida entra a contatto con il mio corpo, e per un secondo smetto di respirare. Ma poi torna tutto normale, e spunto fuori dalla superficie, urlando di entusiasmo.
“Questo si che è divertente!” grido.
Josh si gira dalla mia parte, e si affretta a nuotare per raggiungermi.
Sta ridendo anche lui adesso, e galleggiamo a pochi centimetri di distanza, nell’acqua torbida e fredda del lago.
“Cavolo, tu sei pazza.” Mi prende in giro Josh, alzando gli occhi al cielo.
“Lo so caro, ma ammetti che non è stato tanto male.”
“Ahh, va bene” sospira, facendomi sorridere. “è stato divertente”.
Un brivido di freddo mi percorre la schiena, credo sia meglio uscire.
“Diamine però, l’acqua è gelida.”
Lui scoppia a ridere, iniziando a nuotare verso la riva.
“Tu dici?” mi prende in giro.
Alzo gli occhi al cielo, nuotando nella direzione opposta.
“Dove vai?” mi chiede, ormai vicino alla terraferma.
“Alle cascate, scemo.”
Josh sospira, ma si avvia verso di me. Non ho idea di come faccia a sopportarmi.
Quando ormai siamo vicini a quella piccola cascata di acqua fredda, il rumore rende quasi impossibile parlare. Decido di nuotare in profondità per raggiungere la parete interna della cascata, mentre Josh fa il contrario, aggirandola.
Quando spunto dalla superficie, respiro a fondo, perché lo shock termico fa faticare un po’ i miei polmoni.
“Oddio” dico, quando Josh mi raggiunge. “Sto congelando”
Lui ride, per quanto il fiato mozzato dal freddo glielo permette, e scuote i capelli bagnati.
“Anche io. Però avevi ragione, è davvero bello.”
“Quindi pensi ne sia valsa la pena?”
“Certo.”
Decido di ravvivare la situazione, così lo schizzo. Lui urla, e io scoppio a ridere.
Mi schizza a sua volta, interrompendo la mia risata.
Scherziamo così per un po’, ridendo ed urlando, forse esagerando, ma a nessuno dei due importa molto. Ci siamo solo e lui, dietro questa magnifica ma piccola cascata, senza tutti i casini della vita di tutti i giorni.
Quando ormai abbiamo troppo freddo, ci dirigiamo verso la riva, senza smettere di sghignazzare.
Usciamo di fretta dal laghetto, e mi stringo le braccia al petto, tremando.
Rivolgo a Josh un timido sorriso, e lui si avvicina a me. È più basso, decisamente, ma con il terreno in discesa quasi non si nota.
Ci stiamo fissando negli occhi, adesso. Ed è bello, bellissimo.
Riesco a sentire il suo respiro sulla pelle, e so che lui sta sentendo il mio. Non so cosa stiamo facendo, se ha senso, se ha un collegamento logico a ciò che è appena successo. So solo che mi piace.
“Non siamo troppo vicini?” sussurro, anche se il mio cuore mi sta ordinando si stare zitta.
“Giusto, scusa.” Mi dice Josh, imbarazzato. Si allontana, passandosi una mano fra i capelli bagnati.
“Tranquillo..”
“No, sul serio, non avrei dovuto. Mi dispiace davvero tanto.”
“Ehi, guarda che non è successo niente.”
Lui alza le spalle, e afferra le sue scarpe. Si gira, e inizia a camminare verso la sua macchina.
Cosa sarebbe successo se non avessi detto nulla?
Prendo le mie scarpe con una mano e lo seguo, senza smettere di pensare a cosa è appena successo.
Alle scintille nei suoi occhi.


#ANGOLOAUTRICE
Eccomi qui! Avevo voglia di scrivere dei miei due bimbi preferiti, quindi sono tornata.
Sarà una storia cortissima, vi avverto! Tre capitoli, penso. So che non ha senso, ma l'ho fatto perchè non mi piaceva mettere tutto in una sola one shot. Sono pazza, lo so. Niente, spero che la storia che vi piaccia e che lasciate qualche recensione!
A presto tesori,

-jamesguitar

 

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Capitolo 2
*** Due ***



It's Cause You Make Me Smile. 
Due.
 
 
Entriamo nella macchina di Josh senza dire una parola. Mi sento in imbarazzo, molto. Che mi sta succedendo? Da quando mi comporto così con lui?
Mette in moto l’auto e io appoggio la testa al sedile. Stavolta non apriamo i finestrini, non facciamo niente. Non so perché.
“Jen?” mi chiama.
Mi volto di scatto, rendendomi conto che stavo per addormentarmi.
“Si, si, scusa.. sto morendo di sonno.”
“No, non era per quello.”
Deglutisco.
“Ah”
 
“Voglio.. credo di doverti spiegare il perché di quella vicinanza.”
Oh mio Dio. Non è stato niente, perché gli da tanta importanza?
“Il.. motivo?”
“Si, il motivo.”
“Oh. Sono stanca, potresti dirmelo domani?”
Josh sospira, dando un leggero colpetto sul volante. È una questione fin troppo rilevante per lui, non capisco.
“Certo, mi dispiace.”
“Tranquillo.”
 
Nessuno dice una parola per il resto del viaggio e arriviamo sotto casa mia qualche minuto dopo. È strano, è come se stanotte qualcosa fosse cambiato.
Scendo dalla macchina e rivolgo a Josh un piccolo sorriso.
“Ciao, a domani”
“Ciao” borbotta lui.
Chiudo la portiera della macchina, e lui sfreccia via. Sospiro, avvicinandomi alla porta di casa. Mi sbrigo a entrare, perché sto davvero congelando. I capelli si stanno asciugando, ma per il resto sono zuppa dalla testa ai piedi.
Entro piano in camera, per non svegliare i miei genitori.
Mi faccio una piccola doccia calda senza i capelli, giusto per scrollarmi di dosso quel gelo. I miei muscoli si rilassano all’istante, e faccio un piccolo sorriso.
 
Lego i capelli ormai quasi asciutti in una crocchia, infilo uno dei miei vecchi pigiami e mi infilo sotto le coperte.
Mi addormento nell’istante in cui chiudo gli occhi.
 
***
 
Quando mia madre entra nella stanza per svegliarmi è fin troppo presto. Mi raggomitolo nelle coperte, sbadigliando.
“Dai Jen, è mezzogiorno, Josh ti aspetta di sotto da venti minuti.”
Le sue parole mi fanno spalancare gli occhi.
Josh è di sotto.
È mezzogiorno.
Josh è di sotto.
Josh è di sotto.
Balzo a sedere, guardando la sveglia. Santo cielo, è tardi.
“Oddio”
“Dai, sbrigati a prepararti e scendi”
Annuisco mentre esce dalla stanza. Mi alzo ancora assonnata ed entro in bagno. Ho fatto più tardi di così, ma mi sento comunque tremendamente stanca.
Mi sbrigo a lavarmi, ed infilo dei jeans marroni ed una camicia a caso.
 
Scendo di sotto, e vedere Josh parlare con mia madre mi fa sorridere.
L’argomento sono i pancake di mia madre, da sempre tremendi. Josh però dice che gli piacciono molto, mentendo in maniera pessima.
È anche un attore, penso, sogghignando.
Quando i due mi vedono, mia madre sorride entusiasta.
“Ciao tesoro, vuoi dei pancake?”
Josh trattiene una risata, e io faccio lo stesso.
“No grazie, tranquilla.”
“Buongiorno, Jen” mi saluta Josh, interrompendoci.
Ha un sorriso a trentadue denti stampato in volto, uno di quelli che chiamo ‘sorrisi quadrati’, come se ieri sera non fosse successo niente. Mi sorprendo un po’ di questo suo atteggiamento.
“Ciao tappetto”
“Che ne dici se ti porto a pranzo fuori?” propone, appoggiandosi al bancone della cucina.
Ho paura di quello che vuole dirmi, ho paura che succedano casini. E dio, odio quando succedono.
“Si, certo.”
Cerco di sembrare naturale, anche se il mio cuore fa un balzo.
“Sei pronta?”
“Si, si. Andiamo.”
 
Josh saluta cordialmente mia madre e mi sento un po’ in imbarazzo. Sinceramente questa uscita è troppo simile ad un appuntamento da adolescenti, e non sono sicura che mi piaccia.
Usciamo di casa. Vedo la macchina di Josh con i finestrini abbassati, e mi scappa un sorriso.
Non diciamo più una parola mentre saliamo sul veicolo. Il mio cuore batte a mille, sono nervosa. Non ho la situazione sotto controllo.
Sento Josh schiarirsi la voce quando mette in moto, e controvoglia lo guardo negli occhi.
“Jennifer, ehm, credo che questo pranzo sia il momento giusto per parlare.”
Jennifer? Mi ha davvero chiamato in questo modo? Non so perché, ma a sentire il mio nome completo le mie guance diventano rosse. Cosa diavolo sta succedendo?
“Okay.”
 
Josh ha la mascella tesa. Non va bene.
Lo conosco, e so che quando fa così vuol dire che è nervoso o in ansia per qualcosa. Non è esagerato? Siamo già stati vicini in quel modo, perché è così importante?
Josh guida in silenzio per un po’. Anche i suoi muscoli sono tirati, riesco ad immaginarmeli sotto la maglia. Arrossisco di nuovo.
“Perché non mi parli?” sbotto così, senza nemmeno pensarci. Sono troppo impulsiva.
Lui sembra a disagio. “Sei tu che non parli con me.”
“Non è vero”
Non sono mai stata in questa situazione. È strano, è come se stanotte gli alieni ci avessero fatto il lavaggio del cervello, o avessero sostituito Josh con qualcun altro. Il mio Josh.
“Non credi che tutto questo sia esagerato?” lo guardo, ma lui non fa lo stesso. “Non ci siamo baciati, va tutto bene.”
“Noi…” fa un respiro profondo. “Dobbiamo parlare in ogni caso.”
“Okay”
 
***
 
Ci fermiamo nel mezzo di un bosco non molto lontano da casa sua. Pensavo che saremmo andati in un ristorante, perciò sono sollevata di scoprire che ci saremo solo noi due, e nessun altro.
Sospiro e scendo dalla macchina, aspettando che faccia lo stesso.
Josh apre il portabagagli e tira fuori uno stereo a batterie ed un cestino da pic-nic. Mi offro di aiutarlo, ma non c’è verso.
“Faccio io, non preoccuparti” è ciò che continua a dire.
Camminiamo un po’ fino ad arrivare in un punto da cui non si vede la strada, in mezzo a tre/quattro alberi. È come se avesse organizzato tutto ne minimi dettagli, e non mi piace. Almeno credo.
 
Josh prende una tovaglia a quadri dal cestino e la stende per terra, per poi invitarmi a sedere. Mette un cd nello stereo, schiaccia play e si siede a debita distanza da me, per poi sistemare la roba da mangiare. Sinceramente, sono troppo agitata per prestare attenzione alla musica.
Sorrido notando i tramezzini disordinati di Josh, da cui escono pezzi di pomodoro tagliati malissimo e montagne di tonno. Arrossisce.
“Scusa, non sono un ottimo cuoco.”
Mi sporgo per accarezzargli il braccio e tranquillizzarlo, ma noto che si è irrigidito. Proprio non capisco.
“Allora, vuoi dirmi che cosa ti prende?”
“Sto bene.”
Alzo gli occhi al cielo. “Di cosa vuoi parlarmi?”
 
“Io, ehm…” si passa una mano tra i capelli ed abbassa lo sguardo. “Devi promettermi che tra noi non cambierà nulla.”
Aggrotto le sopracciglia. “Josh, mi stai spaventando.”
“Promettilo e basta, Jennifer.”
“Io…” mi sto innervosendo. “Cazzo Josh, mi sta venendo un infarto. Cos’è di così importante? Andiamo, non sei mica innamorato di me!”
Sto per scoppiare a ridere, ma noto che non risponde alla mia battuta. Non dice niente. Ma no, giusto? Non può essere.
“Josh, ti sei preso una cotta per me?” sento la voce flebile. Probabilmente ho paura della sua risposta.
Essa però non arriva. È tutto abbastanza esplicito.
 
Arrossisco e non dico niente, perché ho paura che sia la cosa sbagliata.
“Tu lo sei?”
Apro la bocca per rispondere, ma mi blocco. La verità è che non so proprio cosa dire.
“Josh, io… non capisco.”
“Non capisci?”
Josh si alza in piedi e da un calcio allo stereo per zittirlo. Rimango paralizzata.
“Dopo tre fottuti anni ho il coraggio di dirti cosa provo per te e tu non capisci?”
Oddio. Deve essere un incubo.
 
 
Mi alzo anche io, mi sistemo la maglia e provo a guardarlo negli occhi, ma non ci riesco.
“Non credevo possibile niente del genere.”
Lo vedo alzare gli occhi al cielo e asciugarsi le lacrime che minacciano di uscire dai suoi occhi. Mi sento malissimo.
“Come immaginavo.”
Si gira per andarsene, ma corro verso di lui, bloccandogli il braccio. In questo momento non provo solo tristezza, provo anche rabbia. Tanta.
“Josh, come osi fare la vittima?” sento la mia voce un po’ stridula. “Mentre giravamo Hunger Games avevo una cotta per te, e tu lo sapevi! E cosa hai fatto? Mi hai detto che saremmo stati sempre e solo amici! Scusa se sono andata avanti, davvero!”
Spalanca gli occhi. Si libera dalla mia presa ed indietreggia, come scottato.
“Io…”
“Non hai scuse!”
“Cazzo Jennifer, mi fai parlare?”
Una lacrima solca il mio volto, ma la asciugo.
 
“Sapevo che sarebbe stata solo una cosa temporanea, e… ero piccolo, Jennifer, piccolo e stupido! Credevo che sarebbe finito tutto subito, che tu saresti diventata famosa e avresti trovato qualcuno migliore di me. Credevo che la fama ti avrebbe fatto dimenticare quello che provavi per me, e ho deciso di non soffrire.”
Cercai di respirare normalmente, ma mi stavo sentendo male.
“Josh, eravamo già famosi! E tu lo eri più di me!”
“Vuoi dirmi che la tua fama è rimasta la stessa? Hai vinto un oscar, Jennifer! Tutti sanno chi sei!”
Le lacrime mi offuscano la vista, e stavolta non le asciugo, perché sono stanca di mostrarmi forte davanti agli altri e non avere risultati.
“Io ti amavo! E se tu avessi amato me per davvero, avresti lasciato stare queste cazzate e saresti rimasto con me!”
Il cuore mi batte a mille nel petto, e mille emozioni mi fanno traballare. Rabbia. Rancore. Tristezza. Nostalgia.
 
“Non so cosa dirti, Jennifer. Ho provato ad aprirmi con te, ma è evidente che non funziona.”
Si precipita verso la sua macchina ed io resto sola. Sola in mezzo a quegli alberi, con il cibo, la musica. Mi lascio cadere a terra e le lacrime che credevo di aver finito tre anni fa rigano il mio viso. Mi stringo le gambe al petto come facevo da bambina, aspettando che il dolore passi.
Ma non succede. Anzi, viene perfino accentuato quando vedo la custodia del cd che ha messo nel lettore. Sono gli Hanson, quelli che ci piacciono tanto.
Continuo a piangere. Lui non torna. Non stavolta.



#ANGOLOAUTRICE
Sono tornata a roma, alleluia. Qui ho una connessione decente, e posso pubblicare.
Okay, non pubblico da tipo tre mesi e mi odiate, ma spero che ci sia ancora qualche buon'anima a cui interessa la mia storia.
La ho finita, don't worry, quindi la prossima domenica aggiornerò con l'ultimo capitolo.
So cosa state pensando... JOSHIFER FEELS.
Non ricordo con che carattere era l'angolo autrice e sono troppo stanca per controllare (Lol) quindi mi limito a colorarlo.
Adios, a domenica!

-jamesguitar

 
 

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Capitolo 3
*** Tre - Fine ***



It's Cause You Make Me Smile. 
Tre.
 
“Jennifer, diamine, esci da quella stanza!” è mia madre che urla, dall’altra parte della porta chiusa a chiave.
Va avanti da ore, ma è tutto inutile. Non uscirò da qui, non dopo aver letto il suo ultimo messaggio.
 
Ore 00:15
Da: Josh
Claudia mi ha chiamato, vuole sistemare le cose.
Oggi alle tre ho l’aereo, andrò da lei. Non cercarmi.
 
Lui andrà via. Non gli importa di come mi sento, non gli importa del fatto che mi sia aperta con lui. Vuole solo tornare da Claudia e ‘sistemare le cose’. Fa male, più male di ogni dolore che abbia mai provato. Pensare che abbiamo combinato solo casini, che non ci abbiamo mai provato davvero. Forse non era destino.
 
Non mi vuole sul serio, lui vuole lei, è così. È sempre stato così.
Penso a Nicholas, a Nicholas che prendo in giro tutto il tempo senza che nemmeno me ne renda conto. Io non lo amo, non lo ho mai amato davvero, e forse me ne sarei dovuta rendere conto prima di accettare di sposarlo. Cosa diavolo mi passava per la testa quando ho detto quel sì?
 
Mi ha chiamato decine di volte oggi, e non ho risposto. Non mi interessa più nulla ormai.
Josh mi ha fatto del male. Perché adesso non mi sento solo ferita, mi sento piena di sensi di colpa e soprattutto arrabbiata con lui per aver scatenato tutti questi casini. Non poteva restare al suo posto? Sembrava tutto scritto. Io dovevo essere la sua migliore amica, sposarmi con l’illusione di essere felice, avere bambini, invecchiare con lui e la mia famiglia creata con Nicholas al mio fianco. Ma ha rovinato tutto. E questa ferita non potrà essere curata come le altre.
Mi sento presa in giro nel profondo. Lo ho amato davvero, anche se ero più immatura di adesso. Era tutto per me, e lui mi ha fatto credere di non tenere a me come io tenevo a lui. Anzi, forse era proprio così, e quelle di ieri non sono state altro che menzogne. Come faccio a fidarmi di lui, adesso?
 
I colpi alla porta sono terminati, segno che mia madre si è rassegnata.
Alleluia.
Guardo l’anello di fidanzamento al mio dito, e faccio una smorfia. Come sono riuscita ad arrivare a questo punto? Ricordo come se fosse ieri il giorno in cui ho conosciuto Nicholas sul set di X-men. Ricordo di essermene innamorata. Ma non sono mai stata pazza di lui, capite? Era solo una stupida cotta. Ricordo quando poi ho girato Hunger Games e ho conosciuto Josh, quel ragazzo basso ma che mi faceva morire dal ridere. Ricordo come mi sono innamorata follemente di lui, quanto ho sognato, quanto ho fantasticato, ma anche quando purtroppo gliel’ho detto. Quando mi ha rifiutata, il mio rapporto con Nicholas è cambiato drasticamente, perché lui è passato da ‘fidanzato’ a ‘seconda scelta’. Sapevo che era sbagliato, ma ero così arrabbiata con Josh che non ho potuto fare a meno di andare avanti.
E adesso come per magia sono passati tre anni da quella storia e mi ritrovo con un anello al dito e il cuore spezzato da un ragazzo che non sposerò mai.
La mia vita non è perfetta come tutti pensano.
 
Ora non ho dubbi, amo Josh. Lo amo così tanto che fa male il cuore, lo amo e non posso più cercare di non pensarci, cosa che mi sono detta ogni volta che mi sentivo morire per un suo sguardo.  
Mi manca. Mi manca come l’ossigeno nell’acqua fredda di quella cascata. Mi manca più di tutto il resto, e sento che senza di lui non sarò mai felice.
Ma cosa dovrei fare? Chiamarlo, rischiando di fare la figura dell’idiota? No. Non lo farò.
“Tesoro, per favore, lasciami entrare.”
È papà. Mi chiedo se dietro di lui non ci sia la mamma per entrare furtivamente.
“Non voglio vedere la mamma.”
“Ti devo parlare io, non lei.”
Alzo gli occhi al cielo ma vado ad aprire, scoprendo che non mentiva. Lo faccio entrare, e poi richiudo a chiave il mio fortino.
Si siede sul letto e spalanca le braccia, esattamente come quando ero bambina.
Faccio un piccolo sorriso nonostante le lacrime che non la smettono di colarmi sulle guance, e lo raggiungo, lasciando che mi culli nella mia stretta. Non mi interessano gli anni che passano. È mio padre.
 
“Perché non vuoi vedere la mamma?” sussurra.
“Perché darebbe ragione a Josh, e non è quello che mi serve.”
Lui e la mamma hanno saputo già tutto, è ovvio, perché non la smettono un secondo di aggiornarsi con la famiglia Hutcherson su qualunque cosa accada tra di noi o nel lavoro.
“Tesoro, entrambi siete innamorati l’uno dell’altra, perché vi ostinate a non capire l’evidenza?”
Scuoto la testa, e lui mi asciuga una lacrima. “Papà, è tutto complicato.”
“Io so quello che ti ha fatto passare. Mi ricordo il giorno in cui mi hai chiamato piangendo raccontandomi tutto, tre anni fa. Ma adesso lui è cambiato. Siete cresciuti entrambi.”
“Lui… ha detto che mi amava anche allora, ma aveva paura che rovinassimo tutto e quindi ha mentito su ciò che provava per me.”
Mio padre sospira, e mi stringe più forte. “Gli credi?”
“Non lo so. È tutto confuso e tutto ciò a cui riesco a pensare è che sta per andare a Los Angeles da Claudia, mentre io sto per sposare un ragazzo che non ho mai amato nemmeno un briciolo di quanto amo lui”
Quell’uomo così familiare mi guarda serio. “Se pensi questo, non dovresti sposarlo”
Mi copro gli occhi pieni di lacrime con le mani. “Lo so, ma ho paura che Nicholas la prenda male. Si è sempre sentito minacciato da Josh, e io non voglio ferirlo così. Gli voglio bene, papà.”
Mio padre mi accarezza il braccio per tranquillizzarmi. “Sai cosa farei se fossi in te?”
“Cosa?”
 
“Uscirei adesso, dato che manca un’ora all’imbarco, e mi precipiterei in aeroporto. Oh, gli direi che avete sbagliato. E sistemerei le cose.”
Scuoto la testa. “Non è così facile.”
“Jennifer, nella vita niente è facile. Ti devi solo chiedere se per lui vale la pena rischiare.”
 
***
 
Sto correndo come una matta con l’ansia di non arrivare in tempo. Posso farcela. Devo farcela.
Sono vicina all’imbarco del volo per Los Angeles, secondo il mio senso di orientamento. Spero che non mi tradisca.
Lo cerco ovunque, i miei occhi viaggiano di persona in persona per individuarlo. Dove diavolo si è cacciato?
Sono in agitazione, finché finalmente lo vedo. Seduto su una sedia per l’attesa, con il volto fra le mani, piange come un disparato. Mi blocco, con il cuore che batte a mille ma allo stesso tempo si è fermato per contemplare quell’immagine brutta, ma allo stesso tempo bellissima. Perché lui non vuole lasciarmi, pensa di aver sbagliato tutto esattamente come me.
Vado dietro di lui, in modo che non possa vedermi, e prendo il cellulare. Quando trovo il brano che cerco, metto play con il volume al massimo, e Josh sussulta.
 
“Mmbop.” Sussurro, con il groppo in gola. “Ricordi?”
Josh si gira. È sorpreso di vedermi, così sorpreso che apre la bocca per dire qualcosa e poi la richiude, perché non c’è nulla da dire.
“Io…” abbasso lo sguardo. “Sono qui per chiederti di non andare via.”
Sembra ritrovare la lingua tutto ad un tratto. “Mi stai prendendo in giro come al solito, vero?”
“No Josh, la verità è che mi dispiace. Abbiamo fatto entrambi degli errori in questi anni, così tanti che se invecchiassimo insieme ci renderemmo conto di quanto siamo stati stupidi. Il punto è questo. Io voglio invecchiare con te, non con Nicholas. Solo con te.”
Rimane di sasso. Lo capisco. Forse sono stata stupida a dire tutto quelle cose insieme.
“Non so cosa dire, Jennifer. Ci sono tantissimi casini, noi… roviniamo sempre tutto.”
“Non ci abbiamo mai provato davvero.”
Mi sento male all’idea che possa troncare davvero i rapporti con me e partire, andare da Claudia e lasciarmi sola come una stupida. Posso solo sperare che non lo faccia.
“Tu mi ami?”
Mi si blocca il cuore. Certo che lo amo. Lo amo con ogni centimetro di me stessa. Lui è una parte di me, e se va via, io non sono completa.
“Sì.”
 
Vedo una specie di scintilla nei suoi occhi mentre si alza e mi raggiunge.
“E saresti disposta a lasciare Nicholas per stare con me?”
Guardo l’anello al dito, e penso alla mia vita. Con Nicholas non sarò mai felice, con lui non sarò mai chi voglio essere.
“Certo. Tu… per me sei tutto, Josh. Non posso vivere senza di te.”
Lo vedo prendere il suo biglietto dell’aereo dalla tasca. È sul punto di strapparlo, quando vediamo una ragazza in lacrime. È seduta per terra, con due sacche in mano, piangendo disperata.
Ci avviciniamo, e gli chiedo: “Ehi, che succede?”
“Tu sei…”
“Si, siamo Jennifer Lawrence e Josh Hutcherson. Cosa ti è successo?”
“Io… sto scappando di casa. Voglio andare a Los Angeles e diventare famosa, avevo guadagnato i soldi per il biglietto, e ora me l’hanno rubato. Sono disposti a rimborsarmi tutto, ma il prossimo volo è fra tre giorni. E i miei zii per quel giorno saranno a casa.”
Josh si mette in ginocchio davanti a lei. “Scappare non è mai la giusta soluzione.”
Lei alza le sopracciglia. “Ah no? Neanche quando vieni maltrattata e picchiata da degli zii che non mi danno da mangiare e mi vorrebbero morta?”
Guardo Josh supplicante. Lui annuisce.
“Tieni” Josh le da il biglietto dell’aereo, e le si illuminano gli occhi.
 
“Oddio! Saresti disposto a darmelo!”
“Insegui i tuoi sogni, e non tornare più qui da gente che non ti vuole bene.”
Mi vengono le lacrime agli occhi vedendo una lunga cicatrice sul braccio della ragazza. Probabilmente le stiamo salvando la vita.
“Dammi il tuo numero” le dico. “Ti contatterò e ti aiuterò, va bene?”
Vedo nei suoi occhi la stessa scintilla che avevo io quando firmai il mio primo contratto.
 
***
 
Dopo aver salutato la ragazza e averla accompagnata all’imbarco, guardo Josh.
“È stato il regalo migliore che potessi farle, lo sai?”
“Si, e non posso essere più felice.”
“Pensa se non ci fossimo stati. Sarebbe andata a casa, e chissà quali cose…”
“Jen, con tutto il rispetto per quella ragazza, io e te dobbiamo finire un discorso.”
Mi si blocca il cuore.
“Io ti amo. Senza di te mi manca l’aria, ho bisogno della tua presenza per essere felice ogni giorno. Pechè tu riesci sempre a farmi sorridere. Voglio passare il resto della mia vita con te.”
E così lo bacio, lo bacio per la prima volta. In questo momento, posso dire che non scambierei Josh con nessun altro al mondo, perché lui è ciò che mi collega a casa. Anzi, ancora meglio. Lui è la mia casa.


#ANGOLOAUTRICE
Ebbene, la mia mini storia è giunta al termine!
Che dire? Spero che questa storiella vi sia piaciuta, i miei Joshifer sono troppo dolci e... Non lo so, ringrazio tutti quelli che hanno recensito e che mi sono stati accanto durante questa long. Un ringraziamento speciale va a Meras, che è dolcissima e mi è stata vicina più di tutte.
Okay, la smetto... Ciao ciao, cari lettori!

-jamesguitar

 

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