Where Everyone Feels The Same

di TeskY
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** When The Day Met The Night ***
Capitolo 2: *** There was a terrible... Boom! ***
Capitolo 3: *** Give Me A-A-Attention! ***
Capitolo 4: *** Mad As Rabbits ***
Capitolo 5: *** Mad As Rabbits II parte ***



Capitolo 1
*** When The Day Met The Night ***


~ When The Day Met The Night ~ 

14 Agosto, Ore: 4:07

Una mano fredda svegliò Alessia sfiorandole il viso e bastò a farla sussultare, ''mmhhh''.
''Oh scusa non sapevo che ti avrei svegliata, io vado'' disse l'ombra sopra di lei, Alessia riconobbe la sua voce ma si limitò ad un altro ''mmhhh'' come risposta.
In quei 20 secondi successivi organizzò di svegliarsi e iniziare la giornata con un pò di musica, ma il suo corpo era talmente pesante che non riuscì nemmeno a sedersi nel letto enorme dove si ritrovava.
''Okay okay non sforziamoci troppo così, di prima mattina che se no oggi...'' non riuscì nemmeno a finire il pensiero quando si ricordò che giorno era ''oggi! Oggi è.. Oh mio dio non posso credere che oggi sia davvero arrivato! Cazzo due settimane... troppo poche....'' ci mise mezzo secondo a ricordare gli eventi dei giorni precedenti, si era organizzata ogni giorno un qualcosa per far passare le ore più voloci in attesa di quella mattina, dalla piscina al centro commerciale, dall'entrare in un negozio senza soldi e provare vestiti orribili allo organizzare feste che mai farà, beh a quanto pare aveva funzionato.
Le due settimanete erano passate finalmente e adesso gliene aspettavano altre due dove davvero si sentiva a casa, in Sardegna, dove l'aria era pulita, dove il pomeriggio siuscivi a non sentire le macchine sgommare sotto casa e dove la notte era semplicemente magica. Non passava giorno che non pensasse a quiei luoghi, a quelle spiagge e a quei monti.
Mentre iniziava già ad assaporare i luoghi dove ancora non si trovava, Alessia mise il suo solito cd mattutino che da solo riusciva a darle la carica di un toro.
''Mh forse, ma dico forse, è meglio se uso le cuffie... che ore sono? mh le 4 e mezza... buono... tanto per cambiare ho dormito tanto... babbè babbè'' disse ad alta voce e d'un tratto sentì il frigo della cucina aprirsi e richiudersi subito dopo.
''Doh'' suo padre si era svegliato, allora rimise radio, cuffie e lingua apposto e si sdraiò sul letto facendo di nuovo finta di dormire,
Quasi rise al pensiero che suo padre l'avrebbe bevuta di sicuro.

Intanto, parecchi chilometri più in là, si svegliavano altre due ragazze un pò più grandi di Alessia, Talia e Giada, beh non si erano mai incontrate ma il legame tra le tre era davvero forte.
Si erano conosciute su un forum del loro gruppo preferito , i Panic at the disco, e Alessia le aveva contattate per fare i complimenti riguardo ad una fanfiction, ''Stupenderrima! l'ho stampata e l'ho letta tutta nel giro di 2 ore!'' aveva detto, ed era la verità, quel giorno iniziò a leggere un pò annoiata ma capì subito che le scrittrici erano davvero brave, descrizioni, discorsi e i personaggi avevano fin dall'inizio una loro storia e quasi un anima, più leggeva e più i personaggi erano facili da immaginare nelle situazioni dei vari capitoli. Il primo, il secondo, il terzo, andava come un treno ormai e nel giro di qualche giorno era diventata come una droga quel racconto.
Beh passarono circa tre mesi e per Alessia, quelle due ragazze pazze quasi quanto lei, erano diventate come le sue migliori amiche a distanza.
Si chiamavano la ''Pretty Odd Family'' e non potevano esserne più orgogliose, avevano organizzato chi era sorella di chi e chi fosse la madre tra le tre, e ne venne fuori un albero genealogico vertuale che comprendeva personaggi come Brendon Urie, Pete Wentz, Madonna e Chuck Palahniuk.
Si erano davvero tre pazze e ne erano consapevoli.
Talia e Giada si alzarono molto lentamente, Talia si pentì di aver promesso una simile cosa ad Alessia, ''Beh amore avevo pensato che un giorno... potremmo svegliarci tutte alle quattro di mattina e guardare l'alba, sarà come essere vicine e guardare lo stesso bellissimo spettacolo! ok è una cazzata... hai il permesso di crocifiggermi!''  Talia pensò che in effetti era quello che si meritava, le quattro di mattina? siamo pazzi??
Giada era già in piedi e alzava la tapparella a dochi metri dal letto e un filo di luce invase la camera e la riempì di un forte colore arancione. é vero, quello spettacolo era davvero bellissimo. ''... forse però ne vale la pena...''

Alessia buttò un cuscino a terra e ci saltò sopra con l'agilità di un gatto,  aveva alzato la tapparella di circa mezzo metro e ora riusciva a vedere gran parte del cielo e dei palazzi di fronte casa sua.
Era quasi una scena da film, gli uccellini cantavano, il gallo della casa di riposo vicino al suo palazzo gridava al mondo che il sole sorgeva... e l'alba era una delle più belle che aveva mai visto. Il sole si intravedeva all'orizzonte e contrastava con i palazzi che lo contornavano, da una parte quasi le dispiaceva non vedere più la notte, ma quello spettacolo non poteva darle brutti pensieri. Tra un sospiro e l'altro Alessia si alzò e attaccò la presa della radio, traccia numero otto, play.
Il suono di un violino le entrò dentro e quasi ballò per tornare al suo luogo d'osservazione, ''When the moon fell in love with the sun ,all was golden in the sky, all was golden when the day met the night'' sussurò a suon di musica.
Ecco cosa la faceva davero felice, niente feste con tante persone o l'amore perfetto del suo principe azzurro, ma i momenti come quello che la cullavano nella loro semplicità, che la favevano sentire viva e libera pur restando chiusa in una stanza ad ammirare qualcosa che non può avere. Da un anno e mezzo vedeva tutto un pò diverso, forse l'età che avanza o forse quel gruppo musicale che con stranissimi testi si avvicinano molto alla sua idea del mondo... ''che cosa sciocca'' pensò, se qualcuno fosse entrato in quella stanza in quel preciso momento sarebbe di sicuro scoppiato a ridere. Naaaa ma che le importava! Lei era lì e stava benissimo col mondo e con se stessa, non le impostava niente degli altri....
Il telefono squillò. ''Nuoooo proprio adesso? ma chi è che chiama a quest'ora??'' ormai erano le sei e in telefono continuava persistente a riempire la casa con un fastidioso rumore metallicco.
''Pronto?'' finalmente rispose e la suoneria del telefono cessò ''Amore! we buon giorno! cazzo avevi proprio ragione! l'alba è stupenda!'' un sorriso enorme si fece spazio sul viso di Alessia ''Ma amore! io ho sempre ragione, no dai scherzo comunque l'alba mi sembra stupenda ovunque la vedo... certo quella di domani sarà molto più... vera...'' e pronunciò l'ultima parola quasi sbavando all'idea che il giorno dopo si sarebbe svegliata nel luogo che chiamava ''casa''.
''... sono sicura che ti divertirai un mondo, e fai taaaaante tante foto! così poi avrò anch'io un pezzo di Sardegna nell'armadio!'' il sorriso della ragazza divenne quasi nostalgico, ''puoi contarci... ''.
''Sai Ale? credo proprio che la prossima scampagnata io e tua madre la faremo lì in Sardegna... ti daremo fastidio?'' Alessia si accorse che stava ridendo solo dalla sua immagine riflessa nello specchio poco distante da lei. ''Ha ha! posso insegnarvi a riconoscere i funghi buoni da quelli velenosi! Beh... in realtà non son mai andata a prendere funghi... però posso postarvi al mare! Due anni fà sono andata in una spiaggia stupenda, acqua quasi trasparente, sabbia e sassi luminosi e ci sono pure le tartagughe! Minchia la Sardegna è troppo bella... Oppure un altra spiaggia, c'e' una specie di lingua di sabbia e ci sono due ... robe... in entrambi i lati e...''.
Giada dall'altro capo del telefono continuava ad ascoltare le descrizioni dell'amica, si capiva lontano un chilometro che avrebbe dato la vita per essere in quei luoghi.
''Ok ok amore basta, ci sarai domani! non c'è bisogno di raccontarmi ogni centimetro cubo di quella bellissima isola!'' Ops, forse era stata un pò troppo diretta? ''Ha ha scusa zia ma... mi manca mucho mucho! vabbe' dai facciamo che andiamo a vedere l'alba e basta?'' già, non metteva mai a freno la lingua Alessia, però che ci poteva fare? era fatta così, ''oki amore, ciau ciau!'' Talia cantilenò in coro a Giada ''ciau ciau!''.
Entrambe poggiarono il telefono e tornarono in camera, sebrava quasi un cinema, tutti ad ammirare quello spettacolo, Alessia attraversando il corridoio disse tra sè e sè: ''santa patata, Sardegna, la mia P.O.F. e il mare... è un sogno!'' beh lo era....
Ma Alessia non sapeva che con la sua POF, appunto la sua Pretty Odd Family avrebbe condiviso momenti ben più magici di quello, con persone che sentivano così vicine pur non avendole mai incontrate.

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Capitolo 2
*** There was a terrible... Boom! ***



~ There was a terrible... Boom! ~


''Uff, me dura!'' Disse Alessia aprendo la porta della propria camera, e con ''me dura'' intendeva dire che aveva i muscoli contratti e non riusciva a muoversi come voleva, così iniziò a fare qualche esercizio di stretching e una cinuquantina di adominali.
Qualce minuto dopo si era già lavata e adesso moriva di fame così si sazio con un pacchetto di grissini, intanto, tra un grissino e l'altro, si mise alla ricerca del telecomando e si immaginò un cartellone simile ad una locandina di un film cons critto in caratteri cubitali ''il mistero di Alessia, alla ricerca del telecomando perduto'', beh per la precisione si era quasi inventata tutta la locandina, con l'immaginazione che aveva sarebbe anche riuscita a farla nel giro di venti minuti al computer...
''Eccolo!'' esclamò e si muttò sul divano ormai mezzo sfondato, iniziando a cambiare canale ogni mezzo secondo, film, telefilm, ''programmi per vecci'' come li chiamava lei, niente di niente, solo pubblicità, così mise sul primo canale musicale che trovò.
Su quel canale stavano trasmettendo un video che non aveva mai visto, ma così a pelle capì che non era nulla di speciale, si insomma... non le sarebbe mai piaciuto!
Così cambiò canale; pubblicità, ''e che palle! ma perchè non ci mettono mai un bel video dei-'' Panic?
La ragazze cadde sulle ginocchia, nemmeno lei sapeva che movimento aveva fatto, ma chi diavolo se ne importava!
''Back to the street, back to the place, Back to the room where it all began! na na narana na na narana!'' le bastartono meno di un millisecondo per capire di che canzone si trattava e già la cantava a voce spezzata, come se fosse troppo difficile da cantare con naturalezza.
La canzone finì dopo pochi minuti e la ragazza si meravigliò di come si divertiva con poco, ''che diavolo! una canzone! dei panic, però una canzone... e mi son pure fatta male! come cazzo ho fatto???'' così prese il primo cerotto che trovò nell'armadio dell'antibagno e se lo mise al ginocchio destro dove si era procurata un piccolo taglio, non faceva male ma non voleva lasciare macchie di sangue in giro per casa.
Notò solo più tardi che il cerotto ora verde con un Topolino che giocava a tennis disegnato sopra.
''BOOM''
''Oddeo'' disse, che cavolo era? una bomba? una aereo caduto? no... non quel giorno! non quel giorno che doveva partire proprio in aereo! beh forse tutta la sfortuna dei passeggeri italiano del giorno si era racchiusa in quel singolo aereo caduto... naaa che stupidata che aveva appena pensato! un fulmine, ecco cos'era quel rumore.
Non ne aveva mai sentito così forti, ma non se ne preoccupò più di tanto.
Ormai era quasi mezzo giorno, si mise a fare l'unico piatto che conosceva, la pasta.
''cento grammi? io mica c'ho fame... facciamo 80...''
Qualche minuto dopo, mentre scolava la pasta tornò sua madre, Teresa.
Indossava jeans a mezza gamba e una maglietta azzurra con delle perline dorate come ricamo principale. ''ciao madre!'' disse la ragazza con un sorriso stampato in faccia che voleva dire solo una cosa ''Guarda! Guarda! Guarda! Ho fatto la pasta! E non mi hai nemmeno aiutato! E non ho nemmeno bruciato la casa! E non sono nemmeno svenuta per una fuga di gas!''
La madre la guardò pensando ''eh sai che ci vuole! io lo faccio tutti i giorni!... vabbè dai, però questa soddisfazione oggi te la dò''


Erano le quattro del pomeriggio e Alessia non faceva altro che organizzare un countdown alle 9 di sera, quando sarebbe partita in aereo.
''Allora, chitarra? C'è, valigia? C'è, Alessia? C'è, Cervello? Manca... beh ovvio...'' la stanza era quasi ordinata, beh doveva partire e tutte le cianfrusaglie che erano in giro non gli sarebbero servite per due settimane... due settimane.. troppo poche!


''Aleeeeeeeessiaaaaaaaa!!! La smetti di truccarti e ti metti le scarpe che dobbiamo andare???'' Gridò Teresa dalla cucina, vicino alla porta per uscire con una valigia arancione in mano e la borsa sulla spalla destra.
''Arrivoooooo'' Fù l'unica risposta della figlia, ma tanto mancavano un ora, ventisei minuti e cinque secondi alla loro partenza!
Beh alla loro partenza prevista...


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Capitolo 3
*** Give Me A-A-Attention! ***



~ Give Me A-A-Attention! ~


''No aspetta ripeti? Che diavolo vuol dire che il volo è stato rimandato? Ma io devo dare da mangiare al mio cane!!'' strillò Ryan nell bel mezzo dell'aereoporto, quasi sembrava una donna con tutto quel cicerare. ''Ah certo poi son io che faccio fare brutte figure a lui...'' disse Brendon a una decina di metri dal primo ragazzo, anche senza sforzarsi riusciva a sentire i ridicoli discorsi dell'amico, ''ci penso io!'' disse poi rivolto a Jon che già si gustava la buffonata che avrebbe fatto.
''Signo Ross, mi scuso a nome di tutto l'aereoporto ma... vedere come piove? non potete partire con questo tempo e poi, penseremo noi stessi a trovarvi un albergo quà vicino, non dovrete nemmeno scomodarvi a pagare o cercare un hotel e...'' d'un tratto nella discussione si infiltrò anche Brendon che col suo solito sorrisetto da ''si parlava di me?'' si schiarì la voce pronto a dire la cosa più ragionevole che serviva appunto in quel momento: ''perchè in italia date del lei? ci sono pochi uomini quì?''
Appunto... ''Bre ma sei scemo o mangi sassi in mezzo a quella cazzo di insalata? non vedi che stavo discutendo col signore?'' rispose acido Ryan.
''Ma noi siamo una band! dobbiamo prendere decisioni tutti assieme! come quattro bei fratellini intorno al fuoco che cantano con una chitarra in mano! Beh forse evitiamo il fuoco...E LEI non mi HA ancora risposto!'' rispose il ragazzo pronunciando le parole ''lei'' e ''ha'' guardando il rappresentante dell'aereoporto, eppure suonavano così male in inglese quelle parole! Come potevano portare rispetto ad una persona cambiandogli il sesso nelle frasi? Che strana l'italia...
''Beh signore non saprei... ma comunque, tornando a noi, questo è l'indirizzo dell'hotel, lì vi daranno la suite migliore che hanno, ci rendiamo conto che non è molto ma... beh è il massimo che possiamo fare per non scomodarvi...'' e detto questo il signore si sfilò dalla manica sinistra della giacca un biglietto bianco con delle rifiniture grigie, forse in rilievo, e lo porse con un gesto quasi fulmineo al ragazzo davanti a lui.
''Grazie, sono sicuro che andrà bene... a tutti e quattro'' rispose Ryan, che aveva riacquistato il suo normale tono di voce.
''Hai visto come ha tirato fuori quel coso? Bellissimo! Secondo me quello quando gioca a carte bara benissimo... Devo imparare a farlo!'' Disse euforico Brendon, possibile si divertisse con così poco? intanto da un altra parte dell'aereoporto qualcun altro aveva ricevuto la brutta notizia e non ne era rimasto tanto contento da poter scherzare allegramente su pezzi di carta tirati fuori da maniche...


''No no no no NO! Eh ma che palle!'' Strillò Alessia, quasi sbattendo i piedi a terra come un bambino.
''Eh pesciolina mi dispiace... non possiamo farci niente... hai visto che tempo fà! per lo meno hanno trovato un albergo... e ci portano pure loro con il bus! Dai domani mattina partiremo, tanto questa sera non facevi in tempo ad uscire'' La consolò sua madre, passandole una mano tra i capelli. Erano entrambe sedute su una valigia e Alessia era perfettamente a suo agio, mentre Teresa si sentiva come una bambina un pò cresciuta nel seggiolino del carrello, ri-di-co-la.
''Beh questo lo dici te... vabbè dai andiamo...'' Disse infine rassegnata la ragazza, in effetti non si perdeva niente in una sola notte, così si rialzò dalla valigia arancione e si caricò lo zaino sulle spalle per salire su quel maledetto bus che l'avrebbe portata in quel maledetto hotel.
Ok rassegnarsi ma non vuol dire che non dovesse tenere il muso.

Cinque minuti dopo Alessia, Teresa e Severino erano davanti al bus. Era di un orribile colore blu con l'enorme stemma della compagnia aerea con cui sarebbero dovuti partire ventisette minuti e nove secondi prima. Ecco un altro motivo per cui arrabbiarsi, quel blu era dello stesso colore del cielo che continuava ad illuminarsi a causa dei fulmini per poi tornare blu scuro. ''Ma che bel blu...'' disse ironica, ''scommetto che stai contanto i minuti di ritardo che faremo'' disse per cambiare discorso la madre.
''Anche i secondi se è per questo...'' rispose Alessia con un tono di voce uguale per ogni singola lettera che aveva pronunciato, se esisteva un modo per definire quel modo di intonare le parole, ''musicale'' sarebbe stato il meno adatto.
''Guarda! lo guida un fantasma!'' esclamò Severino indicando un'area simile ad una piccola stanza di vetro dove sarebbe dovuto essere il guidatore della vettura. ''Scemo ci son due posti per quidare, uno è quello e l'altro è dall'altra parte, come le metro'' disse la ragazza a pochi centimetri da lui con lo stesso tono ''non-musicale'' che aveva usato prima.
Indossava jeans neri a sigaretta strettissimi, una maglietta grigia con scritte colorate e scarpe personalizzate da lei stessa con lacci diversi l'uno dall'altro e scritte un pò ovunque, i colori predominanti erano comunque il nero e il bianco. E sicuramente non erano quei jeans stretti a darle quella sensazione di soffocamento che si ha in un posto troppo piccolo per muoversi come si vuole, infatti dall'inizio del viaggio qualcuno continuava ad urtarla e ad ogni contatto Alessia rigirava gli occhi come per dire ''E che palle! ma le mani in tasca no?''.
Gliene avrebbe dette tante di quelle che si sarebbe messo a quattro zampe per farla sedere sopra.
Un altra gomitata, ed un altra ancora, e che cavolo! ''Qustu busca botte!'' disse infine in sardo [trad. questo cerca botte] e sua madre le rispose con un'occhiada senza un espressione precisa, aveva davvero parlato in sardo? forse stava impazzendo lei... e se aveva parlato in sardo aveva davvero detto quello che aveva capito?
Quasi intendendo lo sguardo confuso di sua madre come uno sguardo di consenso Alessia si girò ed.... Ecco il finimondo.



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Capitolo 4
*** Mad As Rabbits ***


hem...
~ Mad As Rabbits ~

''Brendon la smetti di ballare come un cretino? mi metti in imbarazzo!'' disse Ryan e pronunciò l'ultima frase come una donzella di alta corte, wow! Aveva davvero fatto un imitazione?
''Ryanuccio mio, questo si chiama cantare col corpo! non senti-, anzi, non vedi la mia bellissima voce?'' Rispose Brendon con un tono da che-ignorante-che-sei-non-ti-sembra-ovvio? ''Veramente no... però siccome sono molto interessato... hem... perchè canti col corpo?''
''Non sai che sono un veggente?'' ecco di nuovo quel tono che aveva usato circa 20 secondi prima. ''Ah e da quando?'' Ryan non era proprio convinto di quello che stava dicendo l'amico, ma una cazzata ogni tanto faceva bene anche a lui, così stette al gioco.
''Da quando ho visto che... WHAAAA! ecco! un altra visione! vedo... vedo che... TU!'' Brendon cadde sulle ginocchia pronunciando quest'ultima parola, beh era palese che stava facendo finta di non saper recitare visto che pronunciò il tutto come fanno quegli attori del sabato mattina nei telefilm per ragazzini.
''IO! cosa cosa? dimmi!'' finse Ryan dopo essersi visto l'indice di brendon a 2 centimetri da un occhio.
''Tuuuuuuuu!! tuuu tu tu tu tu'' Una risata risuonò tra Jon e Spence che ovviamente avevano capito la scenetta, Brendon aveva pronunciato il primo ''tu'' come in un film horror quando il protagonista indemoniato minacchia qualcuno che stà per morire o qualcosa del genere... peccato che gli altri ''tu'' assomigliavano tanto al rumore di un telefono quando è occupato...
''Deficiente...''


''TUUUUU!!! La smetti santo cavolo!?!?'' Sbraitò Alessia ad un ragazzo alto circa un metro e novanta, ma la bassezza di Alessia in quel momento sembrava molto più possente vista la rabbia che la sosteneva. ''Ma che stavi facendo? Ballando? Che cavolo!'' il ragazzo quasi non riuscì a rispondere...
''Ah beh no scusa io... beh ecco... scusa'' Disse il novantone facendo gli occhi dolci, quasi provando a comprare la ragazza e la cosa non gli riusciva nemmeno tanto difficile. Magra, capelli scuri, occhi verdi, il mio tipo perfetto!  pensò, non sapeva si potesse incontrare qualcuno di decente in quel tipo di bus... beh non che fosse strano ma in quella situazione non si aspettava di incontrare qualcuno... qualcuno così!
'' Haha non ci pensare nemmeno! Non sono una bistecca! Posa quegli occhi su qualcun altro'' Rispose acida Alessia, beh il ragazzo non gli dispiaceva per niente ma... Grr! Era davvero irritata! Anche se non gli avesse gridato contro quell'ultima frase non sarebbe riuscita a dire qualcosa di decente.
''Uff ok... Piacere Davide!'' Oh no... non davanti ai suoi genitori che diavolo! Ma era stupido o cosa quel ''Davide'' sempre se si chiamava così...
''Mh... ciao sono una con problemi mentali che si vuole suicidare ogni giorno, ma chiamami pure Darla!'' Rispose la ragazza dalla sua bassezza, si chiedeva se quel Davide l'avesse sentita da lassù... beh chissene importa! E si girò consapevole che sua madre l'avrebbe guardata malissimo...
''....Dovevi rispondere una cosa tipo; piacere io sono.... col tuo nome... beh fà niente tanto andiamo nello stesso albergo! ci vediamo lì''
Azz... Questo Alessia non l'aveva calcolato...


''Eccoci!'' Brendon saltò giù dal bus come se fosse appena arrivato chissà dove... Dopo di lui scesero Jon, Ryan e infine Spence che era stato addocchiato da una bambina bionda, chissà perchè...

''Ah alleluja! Scendiamo vi prego!'' Disse Alessia, come scappando da quel novantone di poco prima.


Ecco la scena, due sportelli che si aprono cinque metri l'uno dall'altro e ne scendono Alessia dal'uscita di sinistra, e Brendon, da quella di destra.
I due ragazzi osservarono l'hotel come se dovessero decidere se quelle cinque stelle se le meritava davvero, quasi si sfiorarono i polsi, e un secondo prima che si potessero incrociare i loro sguardi, ''Ale! Mica la prendo io la tua chitarra! Vieni e prendi qualcosa!'' La ragazza si girò di scatto e non ebbe il tempo di squadrare il ragazzo che aveva affianco, così tornò saltellante al bus e si caricò la chitarra sulla spalla destra, pesavano più i quaderni che c'erano dentro che la chitarra stessa, era letteralmente un peso aver scritto tutte quelle canzoni nel giro di otto mesi.
Invece Brendon squadrò per bene la ragazza, bassina ma.. beh carina!
Mh forse aveva trovato una sfida per la sera stessa...

 

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Capitolo 5
*** Mad As Rabbits II parte ***



~ Mad As Rabbits ~
*seconda parte*

''Che guardi?'' chiese Ryan all'amico che sembrava non esserci più, così sventolò una mano davanti al suo viso. ''Eh? Cosa? Che fai?''
''No, TU che fai? che guardavi?'' chiese il ragazzo. ''No niente... ''
Mh strano, Brendon era solito prendere la palla al balzo quandi gli si chiedeva qualcosa, o per fare se sue battute stupide o per... beh di solito era per sparare cazzate, e invece non aveva proprio risposto. Ma come diavolo era finito Ryan Ross in quella situazione? Il ragazzo vide scorrere tutti gli avvenimenti passati, la rottura con Keltie, la fuga in italia che non aveva ancora capito il preciso motivo; beh non ci siete mai stati e poi è per decidere un paio di cose buracratiche, roba da menager, gli avevano detto, e in effetti una gita in italia gli ci voleva, certo non era come un mese al mare, a non far niente, ma in confronto a viaggiare tutto il giorno e suonare la sera sempre le stesse cose, era molto meglio.
''Papà ho fame'' Disse brendon imitando una vocina squillante e curvandosi un pò per sembrare più basso. ''Si figlia adesso andiamo a mangiare'' Rispose


''Wha! ecco zia marghe, madre, ho fame!'' Disse altrettanto squillante Alessia, mentre si caricava sulle spalle la chitarra, che da 6 anni chiamava Margherita, e la sua valigia arancione. Forse doveva riempirla di meno, pesava tantissimo.
''Si FIGLIA adesso andiamo a mangiare, Pizza?'' rispose chiedendo la madre, per lo meno la figlia non era più nè depressa nè errabbiata per gli eventi appena accaduti.


''Esatto padre! Siamo in italia? la Pizza è d'obbligo! Anzi, facciamoci consigliare alla plebe del posto una pizzeria interessante!'' Disse Brendon, ma senza quella vocina che aveva usato prima. D'un tratto pure lo stomaco del ragazzo si fece sentire. ''Eh ha fame!'' Strillò e si girò di colpo verso la ragazza che aveva guardato prima, hehe, ora ho la scusa! pensò, era una buona occasione sia per lui che per Ryan, si organizzò infatti un piano per fare in modo che Ryan sbavasse dietro a quella ragazza, ma alla fine il suo egoismo ebbe la meglio. ''Scusi!'' Disse rincorrendo la ragazza che gli era appena passata affianco gridando ''Siiii Pizzaaa!''
Perfetto! Bastava dire di non essere della zona, beh più precisamente erano americani, quindi serviva una guida del posto no? ''Breeeee! Non farci fare le solite figure!''
''Figure? Che figure? No aspetta, ma ce l'hai con me? ma io volevo solo chiedere una guida del posto! te sai dov'è una pizzeria per caso?'' Chiese il ragazzo, si sentì un genio.
''Beh in effetti no...'' Ryan guardò in basso.
''Ok! Allora andiamo a cercare una guida! Lo spettacolo deve continuare!'' E le ultime quattro parole accesero il dubbio negli altri tre componenti della band, ''Spettacolo? ma non eravamo quì in vacanza?'' azzardò Spence, sperando che l'amico non lo sentisse.

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