Acqua & Fuoco

di Ice Star
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Acqua ***
Capitolo 2: *** Fuoco ***
Capitolo 3: *** Acqua + Fuoco= Vapore ***



Capitolo 1
*** Acqua ***


ACQUA
 

 

 

 

Acqua.

Fredda come ghiaccio.

Buia come le profondità oceaniche che divorano i corpi dei naufraghi.

Lui, subisce ogni ferita, attutendo il dolore con la sua anima e il suo spirito.

Lui, non mostra sentimenti ed è freddo, come l'acqua congelata ed immobile.

Lui, ha un'anima con un demone di puro odio nel cuore.

Ovunque vada il nero dei suoi occhi rispecchia il buio del suo cuore.

Zoro,
l'acqua.

 

 

 

Non riesco ancora a credere a ciò che ho sentito.

É davvero quello che pensa di me?

É stata proprio la sua voce a dire quelle parole?

Non credevo che una voce tanto dolce e, alle volte aspra, potesse dire parole piene di veleno e dolore.

L'avevo vista seduta su di una panchina in una piccola piazza, intenta a chiacchierare con Robin, seduta accanto a lei.

Era, come sempre, bellissima ed incantevole:i tacchi vertiginosi di sempre, un paio di corti shorts bianchi, una maglietta azzurra senza maniche ed i soliti lunghi e brillanti capelli rossi lasciati liberi nell'aria.

L'avevo subito notata, in mezzo alla folla che si aggirava per le strade di quella minuscola isola e, senza rendermene conto, mi sono avvicinato molto a lei, come fosse una calamita.

Forse troppo.

Di certo mi sono avvicinato abbastanza da poter udire le sue parole.

Mi ero arreso dopo una battaglia inutile e senza fine contro quello strano sentimento che non avevo mai avuto modo di provare, sentimento da tutti chiamato amore.

Già...l'amore per una donna così incantevole quanto fragile e delicata.

Come avevo potuto anche solo sperare che lei ricambiasse i miei sentimenti se, tutto ciò che prova verso di me, è solo paura ?

Non ho mai provato tale sentimento ma, osservando gli occhi di chi mi riconosceva ed additava come “Il temutissimo e sanguinario Roronoa Zoro”, ho sempre capito cosa fosse la paura ed ho anche capito che non è mai sola.

La paura è sempre accompagnata dall'ignoranza, perché gli esseri umani hanno paura solo di ciò che considerano “sconosciuto” e “privo di logica”.

Ignoranza e paura.

Sentimenti che non avrei mai immaginato scorressero nelle vene di Nami ogni volta che mi incontrasse.

 

-Sai..alle volte mi fa paura ...-”

 

Sono queste le parole che ho sentito e che continuano a rimbombarmi nelle orecchie mentre, a passo svelto, mi dirigo verso una meta a me ignota.

Mi importa solo di allontanarmi da quella ragazzina fatta di puro fuoco che mi ha stregato e poi ucciso.

Non credevo facesse così male il solo pensiero di amare e non essere ricambiato, non avevo mai provato tanto dolore, nemmeno in una battaglia quando vengo ricoperto di cicatrici.

Cosa non darei affinché questo dolore che mi uccide l'anima diventasse dolore fisico, affinché tutti possano vedere il sangue che scorre dalle ferite che solo il fuoco ha aperto.

No.

La mia anima non potrà mai morire perché io non ho mai avuto un'anima.

Da quando ho preso il mare ed ho deciso di vivere, anzi di sopravvivere, uccidendo la gente....è stato allora che ho ucciso la mia anima rinchiudendola in un blocco di freddo ghiaccio.

Credevo che lei, con il fuoco che ha al posto del sorriso, sarebbe riuscita a salvare il mio cuore dal freddo perenne che abita da troppo tempo il mio corpo.

Alle volte mi faccio scivolare tutto addosso, senza far vedere ciò che provo.

Alle volte sono proprio come...

Acqua

Così mi aveva descritto, con una sola parola, l'archeologa di bordo mentre, durante uno dei soliti giochi infantili, le avevano detto di descrivere qualcuno di noi usando una sola parola.

Ricordo che aveva puntato quegli occhi azzurri, sempre pronti ad indagare e ficcanasare in giro, proprio su di me ed aveva pronunciato quella sola ed unica parola :

-Acqua-”

Chissà perché ha voluto descrivermi con quella parola......

Non me lo sarei mai aspettato ma, conoscendo il suo carattere enigmatico, l'avrà detta per qualche sua sciocca storiella mentale sul mio comportamento, il mio modo di parla re e .......

Mi annoia pensare a lei.....

Però.... l'acqua...

Io sono proprio come l'acqua: tendo a farmi scivolare tutto addosso e, come l'acqua che torna ad avere una superficie liscia dopo ogni increspatura, faccio sempre finta di non essere stato ferito o di non aver fatto caso a nulla.

Ma le cose possono passarmi di mente, come tutti gli insulti e le occhiatacce che ho avuto dalla gente, ma nulla si dimentica, come quelle parole incise nella mia mente col fuoco

 

-Sai..alle volte mi fa paura ...-”

 

Ecco che ritorna il dolore che mi brucia nel petto, proprio all'altezza del cuore.

Non mi stupirei nemmeno di vedermi sputare i polmoni fuori dalla gola per il ritmo accelerato dei miei passi, che ha trasformato il mio solito camminare lento e pigro in una vera e propria corsa.

Mi guardo intorno e noto solo un sacco di gente intenta a far spese nei negozi che si stagliano alla mia destra e alla mia sinistra, lungo la via di fronte a me.

Volto lo sguardo, sentendo un rumore che conosco bene.

Attraverso un vicolo alla mia destra, posso vedere degli scogli che, molto probabilmente, sono la causa del rumore delle onde che sento.

Mi dirigo lì a passo svelto, pronto ad allontanarmi da tutto e da tutti per restare da solo.

Da solo a capire come rimediare alle ferite della mia anima.

Ferite che, molto probabilmente, non si rimargineranno.

Lei ha paura di me.

La mocciosa ha paura del buzzurro.

La piccola ladra ha paura del mostruoso assassino.

E come darle torto? In fondo, non sono altro che un mostro con le mani sporche di sangue.

La gente ha ragione a giudicarmi ed additarmi come “mostro” ma....chissà se sotto questo spesso strato di ghiaccio il mio cuore è capace ancora di battere.

Credo che non lo scoprirò mai....

 

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Capitolo 2
*** Fuoco ***


FUOCO
 

 

 

 

Fuoco.

Calda fiamma rossa.

Luminosa e tenue fiammella che illumina la notte.

Lei, riscalda il cuore di tutti con la sua risata ed il suo spirito di pura fiamma.

Lei, non nasconde le sue risate spensierate e i suoi occhi possono mostrare la felicità di un momento e

il dolore di una vita.

Lei, ha un'anima di pura luce;
ovunque vada si può ammirare il calore del suo sorriso e il fuoco dei suoi capelli che,
liberi,
danzano al ritmo veloce della sua anima spensierata.

Nami,
il fuoco.

 

 

 

Sarà circa un'ora che giro a vuoto per queste strade piene di gente.

Mentre eravamo in giro per negozi, Robin mi ha convinta a parlare un po', dato che si era accorta del mio umore un grigio.

Mentre parlavamo sedute su di una panchina, sono riuscita a dire ciò che mi tenevo dentro da un po' di tempo ormai, qualcosa che riguarda il buzzurro che mi ritrovo spesso a pensare.

Appena conclusa la frase, ho avuto la sensazione di essere osservata e, voltando lo sguardo alla mia destra, l'ho visto proprio lì: capelli spettinati, solito yukata ma, al contrario del solito, il suo sguardo era incredulo e forse, anche ferito.

Credo che non abbia notato il mio sguardo stupito alla vista del suo viso sfigurato dalla rabbia, mentre si voltava e spariva tra la folla.

Ed ora sono qui, in un'enorme via piena di gente e negozi e, per la prima volta, senza avere idea di dove andare.

Lo stavo seguendo da lontano, osservando la sua brillante ed inconfondibile zazzera verde ma, dopo pochi minuti, aveva accelerato ed io, non riuscendo a mantenere il passo, l'ho perso di vista.

Spero solo che non si cacci nei guai! Accidenti, ma perché è corso via come un fulmine!?

Non capisco proprio perché gli sono corsa dietro....ho lasciato Robin da sola ma, mentre correvo via, l'ho sentita gridare qualcosa.

Era una frase senza senso che solo adesso mi torna in mente :

-Sono certa che il fuoco scioglierà il ghiaccio!!-”

 

Non ho la più pallida idea di cosa significhi ma, conoscendola, avrà detto qualcosa di molto importante.

-Hai visto quel signore?- urla un bambino poco lontano da me, all'angolo di un vicolo alla mia sinistra

-Sì sì!- risponde un secondo bambino -Aveva dei buffissimi capelli verdi! Sembrava un' insalata!!-

I due bambini cominciano a ridere mentre io mi avvicino a loro.

-Scusate...- dico con voce gentile.

I due bambini si voltano verso di me e mi accorgo che sono perfettamente identici: avranno circa sette o otto anni, hanno i capelli capelli neri e corti, e la pelle pelle è chiara, quasi come il latte.

Sarebbero due gocce d'acqua se non fosse per il diverso colore degli occhi: uno ha gli occhi azzurri, mentre l'altro li ha color nocciola, anche se sembrano rossi.

Sembrano quasi occhi fatti di acqua e di fuoco.

-Che c'è?- mi chiedono all'unisono, guardandomi curiosi.

-Ecco...ho sentito quello che avete detto e volevo chiedervi dove avete visto quel signore dai capelli verdi..- domando basita dal loro stesso tono di voce.

-Sembrava molto triste ed arrabbiato, vero?- domanda quello con gli occhi azzurri, osservando il fratello

-Sì, è vero. Però all'improvviso è corso da quella parte!- dice l'altro, indicando col dito un vicolo alle mie spalle, perfettamente parallelo a quello in cui ci troviamo.

-E cosa c'è da quella parte?- domando curiosa di sapere cosa ha spinto quel buzzurro a correre in quella direzione

-Il mare!!! C'è uno strapiombo sul mare ed è davvero bellissimo!!- urlano insieme, saltando dalla gioia.

Li ringrazio velocemente, dirigendomi verso la direzione indicatami.

-Aspetta!!- si parano davanti a me con le braccia allargate, costringendomi a fermare la mia corsa.

-Devi stare attenta, quel signore sembrava davvero arrabbiato! Credo che volesse far del male a qualcuno- gli occhi rossi e seri di questo bambino mi incutono uno strano timore.

-Non è vero...- dice l'altro con voce sommessa, tenendo la testa bassa

-Ma che dici?! Non hai visto com'era arrabbiato?!- gli domanda il fratello

-Non era arrabbiato..- alza la testa, mostrando i suoi occhi azzurri pieni di lacrime -..a me sembrava triste e ferito anche se non so il perché...-

Come può un bambino capire ciò che prova un uomo criptico come Zoro?

Non posso credere che Lui sia ferito.

Perché?

-Sbrigati!- mi urla l'altro, mentre consola il fratello -Sbrigati a scioglierlo....- sussurra lieve.

Perché tutti dicono frasi incomprensibili oggi??!!

 

Senza che me ne renda conto, mi ritrovo a correre preoccupata verso quegli scogli che vedo in lontananza.

Perché sono tanto preoccupata per il buzzurro?

Perché mi ritrovo sempre a pensare a lui?

Perché, quando lo penso, sento un fuoco bruciarmi dentro senza controllo?

Chissà che non sia Zoro ad accendere questo fuoco in me....

Se io sono fuoco, allora Zoro è...

-Acqua-”

 

Sì, è proprio acqua.

Robin lo ha descritto così durante quello strambo gioco e credo che avesse proprio ragione.

Però l'acqua il fuoco sono opposti e non possono stare insieme.

Se io sono il fuoco e lui è l'acqua, non potremmo mai stare insieme.

Credo che i miei sentimenti nei suoi confronti non cesserebbero lo stesso di esistere.

Non potrei mai smettere di amarlo.

Però....credo proprio che lui non provi lo stesso.

Come potrebbe mai amare una mocciosa infantile ed inutile come me?

Come potrebbe un coraggioso guerriero che non sa cosa si provi a mentire a qualcuno, amare una bugiarda ladruncola da quattro soldi?

La gente ama deridere me e il mio passato però....mi chiedo se il fuoco che c'è sempre stato in me abbia mai smesso di ardere.

Forse lo scoprirò presto.....




 

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Capitolo 3
*** Acqua + Fuoco= Vapore ***


VAPORE

 

L'acqua può essere fredda, ma il fuoco può scaldarla.

Il fuoco può essere pericoloso , ma l'acqua sa placare ed assorbire la sua ira.

L'acqua può diventare ghiaccio, ma il fuoco saprà sempre scioglierla.

Il fuoco può bruciare far male, ma l'acqua sa alleviarne il dolore.

Labbra di fuoco senza tempo poggiate su labbra d'acqua pura,
si uniranno in un bacio al sapor di
vapore

 

 

 

Era ormai da troppo tempo seduto su quegli scogli.

Quando aveva deciso di partire per inseguire il suo sogno, non credeva che si sarebbe potuto innamorare dell'oceano al punto da vederla come una silenziosa amica fedele.

Il mare non è altro che una cantante che aspetta di essere ascoltata, mentre ascolta la canzone del cuore di ogni persona.

Chiunque abbia vissuto su una nave, anche per poco tempo, non è più riuscito a restare sulla terraferma senza sentire il bisogno di ascoltare la soave voce delle onde.

Così si sentiva Zoro: un uomo che, ascoltando la voce del mare, cercava di alleviare il dolore del suo cuore.

Ringhiò, ancora preda del forte dolore che si diramava dal suo petto al resto del corpo.

Ancora non riusciva a comprendere il perché di tanto dolore.

Poteva, il fatto di aver scoperto di essere odiati dalla persona amata, provocare tanta sofferenza come solo la morte poteva fare?

No, la morte era nulla confrontata a quel calore che gli congelava l'anima.

Anzi, il fatto di togliersi la vita poteva essere un modo per eliminare quel dolore.

Peccato che Zoro non si arrendesse tanto facilmente al cupo mietitore per un qualcosa che sarebbe presto passato.

O forse no?

Forse non sarebbe mai passato ed il suo cuore sarebbe rimasto per sempre freddo e al buio, senza ricominciare a battere al ritmo del suo pesante respiro.

Chissà se, ascoltando l'oceano, sarebbe riuscito a dimenticare per un po' quello che accadeva dentro e attorno a lui.

Con sua grande sorpresa ci riuscì e, rilassandosi con il solo canto delle onde nelle orecchie, si distaccò da tutto ciò che lo circondava, cadendo in un pacifico stato di trans.

Chiuse gli occhi e decise di annebbiare tutti i sensi, in modo da staccarsi completamente dalla realtà, immergendosi in vecchi ricordi quasi dimenticati: un bambino e una bambina che, con il canto del mare in sottofondo, lottavano con le spade di bambù in una sfida che si ripeteva sempre allo stesso modo, ma che non sarebbe mai finita.

Era così perso in quella dolce musica che accompagnava quei ricordi felici, che non si accorse di due occhi nocciola che, accompagnati dalla figura della rossa, si avvicinavano velocemente.

Dopo aver percorso di corsa quei pochi metri che la separavano dagli scogli, Nami, poggiando le mani sulle ginocchia flesse, riprese fiato a grandi boccate d'aria.

Ripreso il controllo sul suo respiro e calmato il battito accelerato del suo cuore, osservò il paesaggio attorno a sé, restandone incantata: alla sua destra vi erano dei piccoli alberi che crescevano a pochi metri dagli scogli bianchi alla sua sinistra.

Voltando lo sguardo in quella direzione, vide finalmente colui che stava cercando da troppo tempo: seduto con le gambe incrociate e l'occhio chiuso, Zoro stava probabilmente meditando.

Ora che si trovava lì, non sapeva cosa fare.

Avrebbe dovuto parlargli?

Avrebbe dovuto semplicemente domandargli il perché del suo strano comportamento.

Però, quella dal comportamento strano era proprio lei: era stata lei a rincorrere un suo compagno senza un'apparente motivo, per poi perdersi tra le stradine della città, mentre la sua compagna era rimasta da sola in chissà quale parte di quel posto.

Non sapeva davvero cosa né se avrebbe dovuto fare qualcosa, era davvero confusa.

Decise di aspettare che lo spadaccino si accorgesse della sua presenza per parlargli e, nel frattempo, sarebbe rimasta lì ad osservarlo.

Poggiando la schiena su di un albero alle sue spalle, guardò incantata il suo buzzurro, mentre il vento le scompigliava i lunghi crini rossi.

Zoro era seduto con le gambe incrociate a pochi metri dalla scogliera: i capelli verdi erano mossi dal vento e la pelle bronzea era ancor più luminosa data la luce del sole già al tramonto; il volto, seppur sembrasse tranquillo, era, di tanto in tanto, solcato da un'invisibile vena di tristezza.

Si domandava cosa stesse pensando, per essere così inquieto e felice al tempo stesso.

Non sapeva che, nella sua mente, lo spadaccino stava rivivendo attimi passati della sua infanzia in cui, prematuramente, aveva deciso il suo futuro, legando il suo sogno ad una promessa che rappresentava da sempre la sua unica ragione di vita.

Se non fosse stato per quella promessa e per l'incontro con la sua amica e nemica, non avrebbe mai lasciato la sua terra natale.

Se non avesse incontrato quel ragazzo dal buffo copricapo di paglia, sarebbe morto in una base della marina, senza poter nemmeno raggiungere l'ombra del suo sogno.

Sogno a cui erano legati anche i suoi sentimenti.

Si era ripromesso di slacciare quella corda di insicurezza che legava quei sentimenti così forti, in modo da potersi dichiarare alla sua mocciosa una volta raggiunto il suo sogno.

Però, ora che sapeva ciò che realmente lei pensava di lui, quella promessa si era sgretolata come sabbia al vento ed ora, nel suo cuore, non vi era altro spazio se non quello per il dolore.

Provò inutilmente a ripensare al suo sogno e alla sua promessa ma i suoi sentimenti erano tutto ciò che lo spingevano ad andare avanti, accettandosi come uomo fatto di carne con mille debolezze tra cui quello del piacere.

Ma se quei sentimenti stavano morendo, cosa avrebbe fatto da quel momento in poi? Non riusciva a trovare una risposta.

O, forse, non voleva rispondere.

 

Aprì piano l'occhio sano, osservando la tenue luce del sole e sentendo il vento che gli gelava la pelle.

Si alzò lentamente, cercando di riprendere il controllo dei suoi sensi e, in quell'istante, si accorse della presenza di colei che avrebbe voluto incontrare meno di chiunque altro al mondo.

Avrebbe preferito che fosse stata quella stupida marine quattrocchi a trovarlo invece della causa del calore che gli raggelava ogni muscolo del corpo.

Ma lei, con i capelli al vento e la schiena poggiata al tronco di un albero, era proprio lì, intenta ad osservare ogni sua mossa.

Sperava di non incontrarla e di non doverle parlare almeno fino al suo ritorno alla nave.

Ovviamente aveva in programma di rintanarsi in palestra e sottoporsi ad estenuanti allenamenti senza sosta e senza vedere nessuno, tentando di soffocare il dolore interno con quello fisico.

Si diresse lentamente verso di lei, ascoltando il tintinnio delle sue spade, cercando di calmare il respiro affannato e pesante.

 

-Cosa ci fai qui?- chiese freddo, mascherando il dolore che gli bruciava il petto

-Ecco io...- aveva uno sguardo confuso ed, in parte, colpevole, mentre cercava le parole adatte.

Non le disse altro, non le porse altre domande.

La squadrò dalla testa ai piedi in un secondo e, come se non l'avesse mai vista, la superò, dirigendosi verso la piccola via di fronte a sé.

-Ehi! Dove pensi di andare?!- si parò di fronte a lui con le mani sui fianchi ed il volto imbronciato, attendendo di essere ascoltata

-Alla nave..- la aggirò e riprese il suo lento cammino, rispondendole freddo.

La rossa sbarrò gli occhi, sentendo qualcosa gelare dentro di lei.

Zoro non le aveva mai risposto con un tono ghiacciato e serio come quello che aveva appena usato e, soprattutto, non l'avrebbe mai sorpassata senza darle retta.

-Cosa ti prende?- sussurrò con sguardo basso e voce tremolante, mentre stringeva i pugni lungo i fianchi

-Nulla.....non mi prende nulla, Nami....-

Si voltò velocemente, mostrando gli occhi bagnati di lacrime e il labbro sanguinante stretto tra i denti

-COME MI HAI CHIAMATA?!- domandò furente, avvicinandosi al compagno

-Con il tuo nome..come altro dovrei chiamarti?- si voltò anche lui, trattenendo lo stupore e mantendo una calma glaciale

-TU NON....- lo afferrò per i lembi dello yukata, osservando la sua iride nero pece -...tu non mi chiami mai col mio nome.....- cominciò a singhiozzare, stranamente preoccupata per il suo comportamento.

Si sentiva colpevole per quel repentino cambiamento nel comportamento del suo buzzurro.

Non sapeva perché fosse così freddo e distante, ma sapeva che un motivo doveva esserci e lo avrebbe trovato solamente sciogliendo quella corazza di ghiaccio.

Spalancò gli occhi, capendo il significato della strana frase detta dalla sua sorellona e quella detta da quel bimbo:

 

-Sono certa che il fuoco scioglierà il ghiaccio!!-

-Sbrigati a scioglierlo....- “

 

 

Staccò le mani dal tessuto verde, poggiandole sul suo petto.

Gettò la testa all'indietro, cominciando a ridere sguaiatamente, lasciando che le lacrime scorressero sulle sue guance.

Lo spadaccino la guardava interdetto, non riuscendo lontanamente ad immaginare un motivo valido per un comportamento tanto strano ed improvviso.

La navigatrice smise di ridere e, tenendo una mano sul petto del verde, si asciugò lentamente le lacrime.

-Che ti prende? Hai bevuto per caso?- domandò scettico

-No, non ho bevuto......Ho solo capito cosa significano alcune strane parole....- sussurrò sorridendo.

Per un attimo, Zoro credette di aver sentito il suo cuore battere frenetico alla sola vista di quel dolce sorriso ma, ricordando il dolore che gli aveva invaso il petto al pensiero di quelle amare parole, riprese il controllo sul suo respiro un poco affannato e ritornò alla sua calma glaciale.

Pensava di poter proteggere quelle ferite invisibili e dolorose con il suo comportamento freddo e scostante, ma non sapeva chi, o meglio cosa, aveva di fronte.

Perché Nami aveva capito il significato di quelle parole a prima vista senza senso:

Se Zoro rappresentava l'acqua aveva anche la capacità di diventare ghiaccio freddo ed impenetrabile ma, se lei era davvero il fuoco, era suo dovere sciogliere il ghiaccio e farlo tornare ad essere acqua pura e cristallina.

 

Sollevò gli occhi, incatenandoli a quello nero pece di lui che, in quell'istante, erano distanti e vuoti.

Puntellò le mani sul suo forte petto e, sollevandosi in punta di piedi, poggiò le sue labbra morbide e calde su quelle più rivide e fredde di lui.

Rimase stupito da tale gesto ma, dopo un po' di esitazione, passò le braccia attorno alla vita sottile della ragazza, abbracciandola dolcemente.

 

Da lontano sarebbero potuti sembrare una qualsiasi coppia di giovani intenti ad amarsi nel modo più sincero che esista, ovvero attraverso un profondo bacio appassionato.

Ma non sapevano che, in quel semplice bacio, gli opposti avevano finalmente potuto toccarsi e fondersi.

Il freddo si era sciolto nel tepore di un semplice abbraccio.

La luce illuminò il buio più nero di un'anima non più sola.

La tristezza e il dolore lasciarono spazio alla gioia e alla sorpresa di un dolce regalo inaspettato.

Labbra infuocate di passione si incastravano perfettamente in quelle gelate dalla solitudine del tempo.

Il ghiaccio si stava sciogliendo e il fuoco stava trasformando l'acqua in vapore.

Sembrava non avere fine quel bacio tra eterni opposti uniti in una danza che solo loro conoscevano e potevano ballare.

 

Si staccarono riluttanti alla ricerca d'aria, poggiando le fronti e guardandosi negli occhi.

-Perché?- chiese semplicemente con una nota di stupore e felicità nella voce

-Perché il fuoco scioglie il ghiaccio e perché non potevo lasciare che ti perdessi nel dolore- rispose anch'ella affannata mentre fissava il suo occhio pieno di gratitudine.

-Ma tu...ecco tu...- non riusciva a formulare quella domanda che gli tormentava l'animo, annebbiandogli la mente

-Io cosa? Zoro cos'è che ti preoccupa così tanto?- gli prese il volto tra le mani, sentendo la presa sui suoi fianchi aumentare

-Ecco...questa mattina ti ho sentita mentre parlavi con Robin....Tu hai detto di aver paura di me...- ammise a sguardo basso

-Cosa? Ma quand'è che lo hai sentito?- era stupita da tale affermazione e si chiedeva se fosse quello il motivo della tristezza del samurai

-Passavo di lì e voi stavate parlando....

 

-Allora navigatrice....Che mi dici di Bushido-san?- domando la mora alla compagna, lanciandole uno sguardo piuttosto eloquente

-Ecco io....Sai..alle volte mi fa paura ...-

La donna guardò la compagna negli occhi, sorridendole dolcemente per farle capire che comprendeva perfettamente i suoi sentimenti....”

 

...poi me ne sono andato...non riesco ancora a credere a quello che ho sentito- sciolse bruscamente l'abbraccio, voltandole le spalle.

Nami spalancò gli occhi, ricordandosi il discorso fatto con Robin quella mattina e, ascoltando le parole del compagno, capì subito il malinteso.

Zoro aveva ripreso a camminare verso la città ma, una mano poggiata sulla sua spalla lo fece voltare per l'ennesima volta.

La vide sorridere felice e, senza dargli il tempo di formulare alcuna domanda, gli saltò addosso gettandogli le braccia al collo.

-Hai sbagliato baka...- sussurrò contro il suo collo

-Cosa?...Che intendi dire- rimase immobile, con le braccia lungo i fianchi ascoltando la dolce voce della rossa

-Io e Robin non stavamo parlando di te...-

-Ma ha detto “Bushido-san” e solo lei mi chiama in quel modo...- ribatté leggermente irritato

-Noi non stavamo parlando di te...ma di quello che provo per te....- si staccò da lu, tenendo le mani sulle sue spalle

-E..cos'è che provi per me?...-

Aveva paura che, dopo aver sentito quello che stava per dirgli, avrebbe iniziato a ridere deridendola o che potesse scappare via per non ferirla.

Lo guardò di nuovo negli occhi, trovando nel piccolo ricordo del bacio di prima il coraggio di dire quelle tre parole.

-Io..e-ecco io...sì io ti amo, Zoro- chiuse gli occhi aspettando di sentire le risate del samurai.

Tutto ciò che sentì furono due dita sotto il mento e le labbra salate dell'uomo contro le sue.

Aprì gli occhi, osservando il volto sereno del suo uomo.

-Anche io ti amo, mocciosa....- sorrise debolmente, ad un soffio dalle sue labbra

Zoro aveva finalmente compreso che non era lui a farle paura ma quel sentimento che spaventava anche il suo cuore di coraggioso guerriero.

Avevano entrambi paura di ricevere una delusione ma, ora che avevano superato quella insignificante paura erano pronti ad affrontare qualsiasi cosa.

 

Si diressero verso la città, finalmente felici e, soprattutto, insieme.

-Dai..non serve che mi tieni per mano..- arrossì, osservando le persone che li fissavano sorridendo felici.

-E invece sì..- sorrise allegramente -..adesso stiamo insieme e non vedo perché nasconderlo..- s'imbronciò

-Io non dico di nasconderlo, mocciosa, è solo che....non mi piace avere gli occhi di tutti puntati addosso...- continuò a guardarsi attorno imbarazzato

-Ma quanto sei carino quando ti imbarazzi...- disse con sguardo divertito, tirandogli una guancia

-Ehi! Smettila di prendermi in giro!!- urlò al limite dell'imbarazzo.

 

 

-Ehi, ma quelli non sono Zoro e Nami?-

-Si Rufy, sono loro ma....perché si tengono per mano?-

-Non saprei Chopper....- rispose dubbioso il moro

-A quanto pare l'acqua e il fuoco hanno potuto trasformarsi in caldo e leggero vapore...- sorrise enigmatica Robin

-Acqua? Fuoco? Vapore? Ma che dici Robin?...- chiese curioso osservando i compagni che litigavano

-Niente dottore, niente...-

-Secondo me quei due si sono messi finalmente insieme! Chissà la faccia di Sanji quando lo scoprirà hihihhihiihhi-

-Credo che tu abbia ragione, capitano-

-Davvero? Ma che bello!! Nami e Zoro stanno insieme!- canticchiò la piccola renna, felice di aver compreso

-Si...staranno insieme per sempre e nessuno li separerà....-

 

Seppur stessero litigando come cane e gatto, le dita bronzee dello spadaccino non accennavano minimamente a lasciare la presa sulla diafana mano della navigatrice creando uno strano accostamento di pelli, come vapore nell'aria.....

 


*La fanart l'ho trovata navigando sul web

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