Lacrime di vita

di Sun Ivan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Muro ***
Capitolo 2: *** Eccezione alla regola? ***
Capitolo 3: *** Pierre ***
Capitolo 4: *** IO. ***
Capitolo 5: *** Legame ***
Capitolo 6: *** Proposta di Matrimonio ***



Capitolo 1
*** Muro ***


"Eva, Aiutami... Eva. Sto morendo"
Sono bloccata, non so cosa fare. Lo schock mi congela il sangue nelle vene.
Distesa per terra c'è Annaelle. La mia gemella. Non si sa quale di noi due sia nata per prima dal punto di vista tecnico (una stranezza dei nostri genitori. Non ce lo hanno mai voluto dire per paura che potessero nascere dei conflitti). E' immersa in una pozza di sangue. Gli occhi spalancati che tremano leggermente. Quasi riesco a toccare il suo dolore. Una macchina l'ha investita in pieno.
Mi fissa supplicante. Cerca nel mio sguardo un modo per salvarla. 
Non riesco a reagire i miei occhi argentei sono bloccati nei suoi del medesimo colore. 
Cosa devo fare?!  In me sento nascere una luce, un bisogno. Non riesco bene a definirlo come una sorgente di calora. Come se nel mio corpo si fosse sbloccato qualcosa. Ma prima che io riesca a muovermi o dire qualcosa, arriva un'ambulanza. Degli uomini vestiti in arancione cercano di spostarmi con la forza ma non riesco a parlare. 
Annaelle per paura di perdermi mi stringe forte la mano. 
Resto immobile. 
La alzano e la adagiano con cura su una barella mentre urlano frasi dissociate con foga. Li ascolto ma non capisco. Le loro espressioni sono cariche di rammarico e anche qualcos'altro. 
Come se provassero pena per me.
Perchè dovrebbero avere pena per me?
Ah giusto. Annaelle sta per morire e io non sono in grado di fare niente. Sto ferma, senza reagire, senza parlare senza muovermi. Lo sguardo asciutto.

Gli uomini in arancione dopo aver notato che io ed Annaelle abbiamo la stessa faccia e che quest'ultima non ha la minima intenzione di lasciar andare la mia mano. Ci fanno salire nell'ambulanza.
All'improvviso sento un esplosione bruciarmi il petto. 
Inizio a piangere, piango senza far rumore, le lacrime scivolano dense dai miei occhi. 
Piango per un bel po'.
*Chi vuoi curare?* Sussurra una voce che è penetrata nel mio cuore. 
E' una voce che non ho mai sentito prima. So per certo che non è la mia. Le capisci queste cose. Quando nei libri le protagoniste pensano di essere impazzite perchè sentono delle voci che non appartengono a loro lo fanno solo per fare scena.
Lo capisci subito quando una voce non è la tua. Perchè le cose che dice non le pensi, e non le provi.

"Annaelle. Voglio salvare Annaelle" 


"Eva, svegliati subito o giuro che ti butto l'acqua addosso!"
Apro gli occhi di mala voglia ed incontro i miei stessi occhi che mi fissano.
"Buongiorno anche a te raggio di sole..." 
Annaelle per tutta risposta mi fa una linguaccia, alzo gli occhi al cielo per enfatizzare il mio pessimo umore. Senza stare a girarci intorno affera la coperta e la butta per terra lasciandomi disarmata contro il freddo mattutino. Freddo che mi colpisce all' improvviso come uno schiaffo in faccia.
Merda.
"Stasera ho sognato l'incidente" dico giusto per fare conversazione e liberarmi del sonno rimasto. 
Lei sbianca leggermente. Si avvicina a me, abbiamo entrambe ancora il pigiama addosso. 
"Sei la mia salvatrice. Non me ne dimenticherò mai."
Le sorrido con tutta la dolcezza che possiedo. 
"Però questo non cambia il fatto che ti devi alzare subito. Arriveremo in ritardo. Di nuovo. Per colpa tua. Di nuovo"
 

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Capitolo 2
*** Eccezione alla regola? ***


Cammino per i corridoi della St. Lillian insieme ad Annelle.
Vedo studenti ancora vestiti con i loro pigiami sorriderci e salutarci. Ricambiamo i loro saluti, ma non approfondiamo il contatto.
Io ed Annaelle siamo sempre state cosi.
Per me esiste solo lei e per lei esisto solo io.
Nulla di complicato, semplicemente un dato di fatto.
Certo, ogni tanto appare una persona nuova nella nostra vita che, inevitabilmente, cerca di inserirsi nel nostro giro. Nella nostra vita. Ma ovviamente senza successo.
Non lo facciamo apposta ad isolarci.. solo che non ci piace la compagnia degli altri.
A me è sempre bastata lei.
Ovviamente esiste l'eccezione ad ogni regola. La nostra eccezione  è alta circa un metro e novanta, con una muscolatura da fare invidia.. gli occhi castani piu' belli che esistano e il carattere piu' scontroso e strano del mondo.
Si chiama Charles.  È il nostro migliore amico. Non esiste un essere umano che ci piaccia piu' di lui.
Come se sentissimo un bisogno morboso di stargli accanto.
Intorno a lui c' è sempre un alone strano e pieno di mistero.
È molto autorevole, solo standogli vicino riusciamo a percepire la sua importanza e la sua autorità.
Con lui  è stato tutto molto strano, all'inizio eravamo diffidenti.  È un tipo che s'innervosice spesso e molto. Beh' c' è anche da aggiungere che quando gli saltano i nervi (più o meno ogni ora) ha sempre ragione.
È intelligentissimo ma non  è stata questa la qualita' che piu' ci ha attirate verso di lui..  è stato qualcos' altro..
La sua immensa bonta'. La maggior parte delle persone ha paura di lui, e fa bene.. ma nonostante la paura tutti sanno che ha un gran cuore e che farebbe veramente di tutto per le persone a lui care.  È rispettato da tutti qui in collegio.
Ebbene si.. io ed Annaelle studiamo in un collegio nella cittadina di Northampton.
I nostri genitori sono sempre occupati a lavoro e cosi ci hanno spedite qui.
Non gli abbiamo mai incolpati, ne tanto meno soffriamo per via della lontananza. Certo, ci hanno pur sempre mandate in collegio, e certo, ogni tanto ci mancano. Ma hanno rispettato le nostre priorità. Per esempio hanno fatto il possibile per far saltare la regola delle camere singole per far stare me ed Annaelle nella stessa stanza.
Hanno fatto si che alla mensa servissero del cibo vegetariano decente, e non le solite verdure senza gusto.. Hanno fatto dei sacrifici solo per migliorarci la vita. Gli abbiamo capiti. E poi come ho gia' specificato prima a noi non serve altro che stare insieme.
C' è un’altra cosa bizzarra da specificare sulla nostra vita. Il fatto che io so guarire tutti. Dico tutti perchè posso guarire anche animali e piante.. non solo persone umane.
Non so come mai, succede e basta. Mentre Annaelle riesce ad ipnotizzare le persone con la voce. Ovviamente il suo potere è molto più figo del mio.
Per fortuna con me i suoi poteri non funzionano, non sappiamo bene il perchè. E’ così e basta.
Non posso dire che sia esattamente il massimo avere dei poteri soprannaturali come i nostri ma non potrei mai dispiacermene. Grazie a questi poteri sono stata in grado di salvare Annaelle.
Continuiamo a camminare per altri venti minuti prima di raggiungere la mensa.
Appena entriamo le narici sembrano esplodere, come sempre questo luogo ha un odore rivoltante. Andiamo a prendere una pizza ai quattro formaggi più grande della versione standard per poterla mangiare in due.
Annaelle a mia differenza non ha problemi a mangiare gli animali, ma ha sempre rispettato la mia decisione e non li mangia in mia presenza. Be’ in realtà ogni tanto succede che lei mangi animali a pranzo, anche se mangiamo insieme. Ma il più delle volte si astiene.
Non voglio essere una moralista.  Ma se ci pensate bene, mangiare carne è l'equivalente di mangiare un cadavere. Il che è disgustoso.
Purtroppo il mio potere  è solo quello di guarire di conseguenza non posso far risorgere gli animali. Se potessi però mi divertirei a farlo ogni giorno andando al mc Donald, solo per vedere le reazioni delle persone.
Sospiro mentre ci sediamo al tavolo di Charles.
Lo fisso per qualche istante mentre affondo i denti nella pizza.
Probabilmente  è uno dei ragazzi piu' belli del mondo. Sicuramente  è il ragazzo piu' bello che io abbia mai visto.
<< Smettila di fissarmi quando mangio>>. Dice lui all'improvviso facendomi ritornare sul pianeta terra.
Distolgo lo sguardo senza dire una parola.
<< Scusa. Mi sono appena svegliata.. E che risveglio! >> rispondo guardando Annie di sottecchi.
Lei mi fa la linguaccia e mi scompiglia i capelli.
<< Eva, fai la brava se no ti do in pasto alle salamandre >>.
Lo fisso per qualche istante. Non so se scoppiare a ridere o fingermi minacciata.
Primo la sua frase non ha un nesso logico con quello di cui stavamo parlando poco fa.
Secondo.. Perchè?!
Quella che interrompe i miei pensieri  è Annie che scoppia a ridere.
<< Ma Char.. Le salamandre non mangiano!>>.
Ok, questa   è troppo perfino per loro due. Scoppio a ridere, non riesco a trattenermi.
<< siete due coglioni. Primo cazzo centrano le salamandre con il fatto che mi sono svegliata stamattina? Secondo le salamandre mangiano eccome Annie! Non ho parole>>
Scoppiamo tutti a ridere istericamente.
Finiamo di mangiare e ci dirigiamo verso le lezioni.
La mia pirma ora quest'oggi  è “Psicologia” una delle materie che piu'preferisco tra l'altro.
Noto Annie che fissa Char..
Ormai non  è un segreto che lei sia innamorata di lui. Non capisco solo perchè non si mettono insieme piu' in fretta!
Ci separiamo.
Faccio per entrare in classe ma la porta si spalanca di colpo colpendomi in piena faccia.
Un ragazzo spunta da dietro la porta con un'espressione leggermente scioccata in volto. Mentre mi tengo il naso dolorante fra le mani alzo lo sguardo per vedere chi sia.
Resto immobile a fissarlo.  È bellissimo.
Non assomiglia al tipo di bellezza che sprigiona Charles.  È molto piu' grazioso ed elegante di lui. Ha la pelle del colore giusto, ne troppo pallido ma nemmeno abbronzato. Le labbra gommose e abbastanza grandi. Il naso minuto e i lineamenti spigolosi. Veramente stupendo. Sembra un elfo venuto qui da un regno lontano.
Indossa una camicia a quadri e dei jeans scuri. Gli occhi dorati sprigionano vita.
I suoi sguardi sono quelli in grado di farti stare sveglia tutta la notte a fantasticare sul senso della vita.
Sembra tutto perfetto fino a che non inizia a parlare.
<< Merda! >>
Lo fisso. Sbigottita. << E io che pensavo che in queste occasioni bisognasse chiedere scusa.. che ingenua >>. Decido di punzecchiarlo. E’ la prima volta che vengo colpita in faccia da una porta, a causa di un ragazzo bellissimo che non si degna nemmeno di scusarsi. Non ci posso credere per davvero.
<< Non so proprio perchè mai dovrei chiedere scusa >>. Ma pensa te questo !  Che ingiustizia. Pure la sua voce  è stupenda. Non mi faccio incantare nonostante tutto e lo fisso male per qualche istante. Lui si sorprende un po' ma dura solo per una frazione di secondo. Tempo di un battito di ciglia ed indossa ancora la sua maschera di indifferenza.
<< l'ho notato. Probabilemnte le scuse sono un concetto a te sconosciuto. Comunque dovresti chiedere scusa per educazione, oppure  è anche questo un concetto sconosciuto? >>.
Senza ascoltare la sua risposta lo scanso ed entro in classe. Il professore deve ancora arrivare. Mi siedo al mio posto di fianco a Susan, una ragazza che pensa solo ai trucchi. 

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Capitolo 3
*** Pierre ***


Appena il professore di psicologia. il signor Natale, inizia a parlare delle differenze che ci sono tra carattere e temperamento, sento vibrare il cellulare. Abbasso lo sguardo e vedo la tasca dei miei jeans emettere una luce chiara. Afferro il telefono e vedo un messaggio su whatsapp. Lo apro è Annie. “c’è uno nuovo alla St. Lilian! Frequentiamo trigonometria insieme!” Ne ricevo subito un altro. Sempre suo: “è un figo da paura… e ha degli occhi dorati stupendi”. Appena leggo il commento sugli occhi del ragazzo in questione, capisco di chi si tratta. Deve essere per forza il ragazzo che mi ha ferita poco prima. Quello che ha un problema serio quando si tratta di chiedere scusa alle persone. Sospiro mentre inizio a scrivere per risponderle il più in fretta possibile in modo tale da poter dedicare nuovamente la mia attenzione al prof. “Fidati di me. Quello lì è bello quanto stronzo. Mi ha sbattuto la porta in faccia senza neanche chiedere scusa. Ci vediamo all’intervallo.. i miei polmoni hanno bisogno di nicotina”.
Il mio difetto più grande? Fumo. Non so perché abbia iniziato. Forse per gioco oppure per mostrarmi più matura di quello che sono.. o semplicemente perché non mi ammalerò mai e i miei polmoni non ne risentono per niente.
Il mio potere funziona anche per me. Se mi taglio guarisco subito. Senza che io faccia niente la mia pelle si rigenera all’istante. E’ una cosa che non riesco a controllare. Infatti devo sempre stare bene attenta a non ferirmi in pubblico. La gente inizierebbe a farsi delle domande. Rimetto il cellulare nella tasca. Il prof ha gli occhi azzurri chiari puntati su di me mentre parla. Ovviamente dal suo sguardo capisco che mi ha vista con il cellulare. Ma non da troppo peso alla cosa. Probabilmente perché è cosciente del fatto che sono l’unica studentessa di tutta la scuola che ama la sua materia e che lo rispetta profondamente.
E non cerco di dirlo nel senso che gli altri studenti gli mancano di rispetto, lo temono troppo per non farlo. Il professor Natale riuscirebbe a spaventare anche una tigre ! E per questo motivo è uno dei professori più severi e temuti della St. Lilian. Eppure nonostante questo non posso fare a meno di  ammirarlo. Perché a differenza degli altri noto il suo sguardo illuminarsi di una luce diversa dal solito quando ci parla delle mille sfaccettature della mente umana. Si vede lontano un miglio che ama la sua materia. Forse a volte è un po’ difficile da comprendere, questo sì. Però ha una passione tale mentre spiega che non lo so.. Mi piace veramente starlo a sentire. E poi ho deciso che voglio diventare una psicologa solo grazie a lui. Lo devo riconoscere il primo anno di liceo, quando mi sono scontrata per la prima volta con la sua materia, non mi ha fatto una buona impressione. Anzi a dirla tutta non sopportavo ne lui ne la sua materia. Ma in un modo o nell’altro con il passare dei giorni la sua passione si è infiltrata dentro la mia anima. E sono lieta di aver capito cosa voglio fare più tardi nella vita. Il signor Natale continua a fissarmi mentre sto ancora armeggiando con il cellulare. Blocco lo schermo e sospiro e abbassando lo sguardo a mo’ di scuse. Lui mi sorride.
Prendo  appunti come una furia fino a che non suona la campanella. Quando esco fuori dalla classe il prof richiama la mia attenzione.
<< Oggi eri abbastanza distratta >>. Non lo dice come un’accusa o altro. È una semplice affermazione. Faccio spallucce e lo guardo dispiaciuta lo stesso.
<<  Infatti è così. Ma sono lo stesso in grado di ripeterle ogni parola che ha detto oggi >>. Ho una buona memoria. Lui fa spallucce. <<  Non lo metto in dubbio. Il problema non è questo e lo sai. Mi stavo solo chiedendo cosa fosse successo. Vederti distratta alle mie lezioni è raro quanto vedere Susan struccata  >>. Scoppio a ridere. Lo adoro per davvero. Ecco un’altra eccezione alla regola. Ovviamente il signor Natale non è amico mio o di Annie. Però con lui mi sento libera di parlare di ogni cosa. Come se fosse un nonno. Ovviamente mi sembra strano pensare a lui come un nonno. Non è affatto vecchio! Anzi è uno dei professori più giovani, senza contare il fatto che è anche un uomo molto attraente. E se non portasse la sua fede nuziale probabilmente le ragazze della St. Lilian gli sarebbero già saltate tutte addosso. Forse pure me compresa. Scherzo. Non mi piace in quel senso. Dopotutto lo vedo come un nonno. E lui lo sa. Una volta l’ho chiamato così ed è scoppiato a ridere. Una risata vera, non come quelle di circostanza.
Faccio un respiro profondo e gli spiego la situazione.
<< Oggi, uno studente nuovo mi è venuto addosso. Sono rimasta ammaliata dalla sua bellezza e subito dopo delusa dal suo brutto carattere. Mia sorella ha avuto la prima lezione con lui e mi ha scritto di quanto è bello. Ci ho pensato su e le ho fatto notare che è anche stro.. ehm. Che è anche antipatico. Dopo di che mi sono ricordata che oggi non ho ancora fumato e che vorrei tanto farlo. Poi ho rimesso il cellulare nella tasca e sono tornata ad ascoltare la sua lezione  >>. Lui ascolta attentamente e poi si apre in un sorriso.
<< In effetti è un bel ragazzo! >>.
Gli racconto l’accaduto della porta mentre lui scoppia a ridere.
Nonostante sappia che fumo non mi ha mai giudicata. Adoro veramente questo professore. L’unico prof che non mi abbia mai delusa.
Se vi state chiedendo perché posso fumare in un collegio nel quale dovrebbe essere vietato farlo la risposta è semplice.
La mia famiglia.
Il moi vero nonno è il preside di quest’accademia che è sempre appartenuta alla nostra famiglia da generazioni. Nel lontano futuro il mio cuginetto di primo grado che ha compiuto tre mesi fa otto anni sarà il successore del nonno.
Mio nonno fuma, io fumo. Ho semplicemente fatto in modo che nel cortile del retro gli studenti potessero fumare e visto che anche lui è un fumatore e capisce lo stress degli studenti per lo studio severo della scuola ha dato la sua approvazione.
Il signor Natale fa spallucce e mi congeda.
<< Vai pure ad avvelenarti i polmoni Eva. Ci vediamo la prossima ora >>. Annuisco allegra ed esco dalla classe.
Alla fine di ogni lezione alla St. Lilian c’è una pausa di dieci minuti. Abbiamo una mensa e fra la terza e la quarta ora disponiamo di cinquanta minuti per poter mangiare. Le lezioni durano cinquanta minuti.
Le ore iniziano alle sette e mezza. La prima ora è finita, infatti, alle otto e venti. Controllo l’orologio ho speso ben cinque minuti con lui. Lui non si lascia scappare questo gesto e sospira scuotendo la testa.  << Visto che sei la mia allieva preferita ti do il permesso di ritardare cinque minuti alla nostra prossima lezione a patto che tu mi faccia un riassunto delle due lezioni >>. Annuisco ed esco dalla classe in fretta. Afferro il cellulare che mi sta squillando. È Annie. << Dimmi? >>  dico mentre mi sbrigo ad arrivare nel cortile sul retro. Appena arrivo tiro fuori una sigaretta e l’accendo. Questo è il paradiso. << Niente, ti stavo per chiedere dove sei e quando arrivi ma sei già qui >>. Mi giro e la vedo di fianco a Char con il cellulare in mano. Qualche metro più in là noto Susan parlare con il ragazzo di nuovo. Che come se avesse percepito il mio sguardo punta gli occhi su di me e mi sorride malizioso. Alzo gli occhi al cielo per mascherare il battito accelerato che quell’azione ha appena causato in me. Cosa diavolo mi sta succedendo.
Scaccio via la sensazione mentre spiego anche ad Annie e Char l’accaduto della porta. Lei mi fissa come se stesse guardando un film emozionante mentre Char scoppia a ridere prendendomi in giro.
Mi dice anche che secondo lui me la sono presa troppo. Lo mando al diavolo.
La campanella che annuncia la fine dell’intervallo mi fa sobbalzare.
<< Merda non ho ancora finito di fumare! >> sbotto poi. Annie e Char mi sorridono. Chissà come mai si divertono quando mi sentono imprecare o quando mi comporto in modo molto poco femminile. << Noi di certo non ti aspettiamo. Abbiamo storia e se arriviamo in ritardo la Hlevka ci uccide>>. La professoressa Hlevka è il male in effetti. Faccio spallucce. Loro rientrano nella scuola.  Lasciando solo me e la mia sigaretta nel cortile .
<< Tutta sola soletta? >> chiede una voce alle mie spalle. Mi giro leggermente scazzata. Quando vedo chi ha parlato sbuffo ancora più nervosa. Il ragazzo nuovo.
<< Sembrerebbe di no >>. Dico fissandolo come se fosse ovvio. Lui si apre in un sorriso.
<< Sei sempre così dolce oppure sono solo fortunato? >>.
Io lo fisso leggermente perplessa. Che fine ha fatto il ragazzo che ha detto “Merda” al posto di scusa?
<< Solo te hai l’onore di stare con il mio lato zuccheroso >>.
Il suo sorriso già sghembo se possibile si apre ancora di più.
<< Secondo me abbiamo iniziato con il piede sbagliato >>.
<< Se non hai ancora scoperto il significato della parola ‘scusa’ e quando dovrebbe essere utilizzata, invece io penso di no >>.
Sospira leggermente esasperato.
<<  Mi dispiace per prima >> dice come se fosse lo sforzo più grande del mondo quello di chiedermi scusa. Sorrido soddisfatta.
<< Io sono Eva >> rispondo poi offrendogli la mano. Lui la ignora e si piega verso di me per baciarmi la guancia. Dopo avermi baciato la guancia che ora è a fuoco posa le labbra sul mio orecchio.
<< Io invece sono Pierre >>.
Mi allontano come scottata. Butto a terra la sigaretta. Balbetto un saluto ed entro nella scuola. 

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Capitolo 4
*** IO. ***


Ok...
Questo capitolo non è un vero e proprio capitolo...
Solo che non so come dovrei aggiungere le note alla fine del capitolo quindi ho deciso di scrivere qui per precisare alcune cose.
Questa è la prima storia che scrivo. E visto che sono una vera e proprio fifona sono molto emozionata. Spero che vi piaccia la mia scrittura. Ovviamente ci saranno un sacco di errori grammaticali e di punteggiatura per i quali vi chiedo assolutamente scusa.
Ringrazio tutte le persone che hanno letto finora. Grazie mille. Mi emoziono sempre tanto quando vedo delle nuove visualizzazioni alla storia!!
Non so che altro dire.. Se vi va potreste aiutarmi a dire quello che vi piace e non piace della storia in modo tale da poter migliorare insieme a voi.
Grazie mille per aver letto. 
 E grazie ancora di più se qualcuno recensirà e mi manderà un messaggio per farmi sapere se vi piace o meno! 

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Capitolo 5
*** Legame ***


Ormai è passata anche l’ora di cena e non ho più avuto contatti con Pierre.
Pure il suo nome è bello! Con la doppia R che ti sfiora il palato. È fastidiosa la sua mancanza di difetti apparenti. Mi ha pure chiesto scusa per tutta la faccenda della porta quindi non posso più dire nemmeno che ha un carattere osceno.
Sono seduta sul mio letto. Annaelle non è ancora rientrata.
È stata chiamata prima di cena dalla professoressa di chimica. La signorina Melissa Stanck.
Una donna dai boccoli dorati che le arrivano alle spalle e un colore degli occhi non definibile. A volte sembrano verdi, altre grigi e altre azzurri come il cielo. Strana come donna.
Non mi faccio troppi problemi. Annaelle è capace di ipnotizzare le persone con la voce. Anche se va contro i suoi principi so che in un momento di estremo bisogno li userebbe.
Fisso il soffitto pensando a lei. Mi ritorna in mente il momento nel quale le ho salvato la vita. Da allora tra di noi c’è stato un legame anche più forte di quello già esistente. Io veramente non potrei vivere senza di lei.
Non nel senso platonico della frase. Non è una cosa che penso perché suona bene ma solo perché non potrei mai immaginarmi senza di lei. Io sono quella che sono grazie a lei. I ricordi che abbiamo vissuto insieme ma in modi diversi ci hanno fatte diventare le persone che siamo.
Ma soprattutto io sono diventata Eva Lilian solamente grazie alla sua costante presenza. Come se lei avesse in un qualche modo contribuito alla mia esistenza.
Lascio andare un sospiro.
Inizio a preoccuparmi un po’.
Sono già le 23.13 e lei ancora non è tornata. Fisso il cellulare con uno sguardo di fuoco. Come se minacciandolo con gli occhi  farerebbe tornare prima Annie.
Le regole qui sono abbastanza dure. Il coprifuoco è subito dopo l’ora di cena. Vale a dire alle 21.30.
Ma anche se è così. A me e a lei non è mai successo niente nemmeno quando abbiamo cercato di scappare.
O meglio non è che volevamo proprio scappare.. Solo che erano venuti in vacanza per l’estate un gruppo di ragazzi svedesi. E visto che i ragazzi sono sempre più interessanti delle serate passate a dormire come brave bambine abbiamo tentato di evadere. Anche se come evasione non è stata granchè originale. Siamo uscite dal cancello principale e siamo state beccate subito dalla guardia. Che però sapendo che siamo le nipoti del preside ci ha fatte uscire lo stesso senza troppe storie.
Mi vien da ridere ora che ci penso su’.
Sento un rumore. Mi spavento  e mi faccio prendere dal panico fin quando non mi rendo conto che è la suoneria del cellulare. Abbasso lo sguardo. Ho un nuovo messaggio.
“ Ho novità potenti da raccontarti. Ma ti riferirò tutto dopo. Qui mi sa che dura per le lunghe. E quindi visto che so che non riusciresti a dormire fino a quando torno mi sono fatta perdonare! Quello nuovo ti aspetta nel cortile sul retro! Un bacio –A”.
Sospiro, sarà la centoventesima volta che mi sfugge un sospiro dalle labbra questa sera.
Sono quasi seccata dal fatto che mi abbia organizzato un incontro con Pierre senza chiedermi il permesso. Ma non ho tempo da perdere per essere arrabbiata visto che il cuore ha iniziato a pompare troppo sangue nel corpo e io sono già fuori dalla camera diretta verso il cortile del retro.
Solo quando esco e vengo colta di sorpresa dal vento freddo mi rendo conto di come sono vestita:
Ho ancora indosso il pigiama, non mi sono mai veramente cambiata da quando ho ricevuto il messaggio di Annie. Quindi ho le gambe coperte solo da un paio di panaloncini quasi inivisibili di seta e una maglietta XL. Perfetto.
Pierre sente la porta del cortile richiudersi alle mie spalle e si gira verso di me. I suoi occhi dorati mi fanno la radiografia. Si prende un minuto intero per analizzarmi. All’inizio sgrana leggermente gli occhi, il che mi fa, inevitabilmente, arrossire fino alla punta dei miei capelli castani.
Quando finalmente incrociamo i nostri sguardi noto il suo viso aprirsi in un sorriso sensuale, che è pure dotato di fossette.
Sto seriamente iniziando a pensare che dovrei denunciarlo per troppa bellezza.
È ingiusta. La sua perfezione è assolutamente ingiusta!
<< Se quella del pigiama è una tattica per sedurmi… >> Punta gli occhi su di me, e li fa cadere leggermente sulle gambe nude, apposta. << Sappi che sta funzionando. Sono tuo >>.
Lo fisso seria con il cuore che batte a mille per qualche secondo. Ovviamente so che non fa sul serio. Ma è bello sentir dire le sue bellissime labbra le parole “sono tuo”.  Cerco di riprendermi.
<< Mio? Quindi ti stai autodefinendo oggetto? >>  Chiedo con una punta di sfida nella voce.
Lui scoppia a ridere. Una risata leggera. E, visto che la vita è ingiusta, bella e musicale. Mi perdo nelle note delle sue corde vocali.
<< Tutto quello che serve per conquistarti >>.
<< Mi piaci quando stai zitto.. >> Gli rispondo avvicinandomi a lui sorridente.
Lui fa cadere lo sguardo sulle mie labbra.
<< A me invece piaci decisamente di più quando parli >>. Rialza lo sguardo fissandolo nei miei occhi. Mi dedica un sorriso malizioso, e poi. A mia grandissima sorpresa. Si sfila la giacca per porgermela.
<< Non sono gentile solo che vestita così è difficile non saltarti addosso >>. Riabbasso lo sguardo sui miei vestiti. Specialmente sulla mia maglietta XL. Lo guardo scettica e rifiuto con la mano la sua giacca.
<< Devo interpretarlo come un segno di resa? Vuoi veramente che ti salto addosso? >> La sua voce sembra quasi delusa. Mi giro verso di lui e con tutto il sarcasmo che possiedo gli rispondo: << Sei un ragazzo molto perspicace >>. Iniziamo a ridere entrambi.
<< Fa’ freddo ed  Annie mi uccide se ti prendi un raffreddore >>. Lo squadro di sott’ecchi.
<< Annie?! >> Lui annuisce in risposta.
<< Ah .. è vero che siete nella stessa classe. Avete già legato? >> . Annuisce di nuovo.
<< Hai perso l’uso delle parole? >>. Lui fa spallucce ed annuisce per l’ennesima volta. Lo spingo con delicatezza e lui inzia a sorridere.
<< Stavo cercando di piacerti. Hai detto di stare zitto >>.
Alzo gli occhi al cielo, più divertita che esasperata.
<< Lo sai, voi due avete proprio la stessa faccia. Ho conosciuto anch’io dei gemelli e anche se si somigliano molto non sono proprio identici. Voi due invece… Siete perfettamente uguali. Fa impressione >>.
Ora sto iniziando a sentirmi a disagio. Sono abituata a queste riflessioni da parte della gente. Ma non sopporto lo sguardo che hanno tutti quando parlano di me ed Annie.. come se fossimo uno scherzo della natura. Mi fa arrabbiare sul serio.
Lui abbassa lo sguardo su di me. Analizzandomi. Ma in lui non vedo ombra di disgusto mentre mi fissa. Solo sincera curiosità. Sospiro.
<< Sinceramente non lo sappiamo neanche noi.. perché è così. Ah e la cosa dei “ solo i vostri genitori saranno in grado di riconoscervi” è del tutto falsa. Non è assolutamente vero. Nemmeno loro riuscivano a distinguerci. Non lo sanno fare nemmeno ora. Io so tutto di Annie ed Annie sa tutto di me. È impossibile distinguerci. Anche se abbiamo pensieri diversi utilizziamo gli stessi toni di voce, scherziamo quasi allo stesso modo.. ma soprattutto abbiamo gli stessi identichi gesti! >>.
Lui riprende la sua espressione attenta e concentrata.
<< Annie.. cammina più lentamente, e ogni tanto strizza gli occhi. I suoi occhi sono sensibili alla luce del sole. Tu sei più atletica, e schiocchi la lingua quando qualcosa non ti conviene. Siete riconoscibili >>.
Lo guardo leggermente sorpresa. Tutto quello che ha detto è vero. Ed è la prima volta che qualcuno se ne rende conto ! E sono scioccata anche dal fatto che gli ci è voluto solamente un giorno per rendersene conto. Lo fisso sbalordita e con la bocca aperta. Dopo di che mi ricompongo e prendo le sue parole come una sfida. Dice che siamo riconoscibili eh ? Gli sorrido e gli faccio vedere una cosa che non facevo da un po’. Gli faccio vedere che posso diventare Annaelle in qualsiasi momento della giornata. Potrei imitarla pure nel sonno.
Mi raddrizzo un po’ di più. Sistemo il piede sinistro davanti e inzio a camminare con più calma del solito e con la stessa andatura che le vedo avere da quando siamo nate. Dopo di che alzo lo sguardo verso il cielo e anche se non c’è il sole strizzo gli occhi. Lui rimane immobile e scioccato.
<< Siete identiche sul serio >>.  Questa è l’unica cosa che dice. Io faccio spallucce. Ovvio che siamo identiche mi dico. Siamo fatte della stessa essenza io e lei. Siamo nate insieme, cresciute insieme abbiamo fatto tutto insieme. Pure adesso che siamo separate la sento più vicina che mai. Non penso che al mondo esista un legame più forte di quello che ho io con Annie.
Come se seguisse anche lui il filo dei miei pensieri. Si raddrizza e mi fissa per qualche istante.
<< Tu e lei come siete insieme? Nel senso.. come vi capite tra di voi? >> si poggia la fronte sul palmo della mano destra.
<< Dio che domande da gay! >> dice poi fra sé.
<< Ok, allora,  non so bene come spiegarlo. È difficile da dire a parole. Ma ecco. Lei è tutto. Tutto quello che ho, che ho sempre avuto e che vorrò mai avere. I ragazzi perdono importanza di fronte a lei. Rinuncerei oggi a tutto quello che possiedo, sarei in grado di ferire altre persone per lei. Noi due siamo.. intense. Ma allo stesso tempo anche leggere. Come se fossimo veramente fatte per restare insieme tutta la vita. Ma.. a volte non ci facciamo bene a vicenda. Se tu ora dovessi farmi del male, ne soffrirei solo in minima parte. Se ora venisse Annie a ferirmi, sarei distrutta, come se non esistessi più, e la stessa cosa vale per lei. Il nostro legame è fortissimo ma anche tanto fragile.
Sto parlando tantissimo. Comunque, il primo ricordo che ho è quello  della sua mano nella mia.  La prima parola che ho detto è stata Annaelle. La prima persona che ho imparato ad amare è stata lei. Le prime lacrime versate sono state per lei. Una volta poi mi ha fatta spaventare a morte. Stavo per perderla.. >> La voce inizia a tremarmi. Non abbiamo mai detto a nessuno dell’incidente. Ovviamente, non sto per rivelare i miei poteri a Pierre. Che è un perfetto sconosciuto. Però sento il bisogno di liberarmi. Di spiegare a qualcuno tutta la paura che avevo accumulato in quel frammento di tempo tanto corto ma anche tanto lungo.
<< Ecco.. lei era ferita ed i-io ero spaventata a morte. Non riuscivo a parlare, o a muovermi, o a battere le ciglia o a rallentare il battito del cuore che mi stava per uscire dalla gabbia toracica. Il sangue aveva iniziato a farmi male nelle vene. Stavo malissimo e nel suo sguardo vedevo il dolore che provava per me. In quel momento anche lei ha realizzato che non avrei mai potuto vivere senza di lei ed infatti aveva iniziato a piangere per questo. Era disperata. Io ero disperata e sotto shock.Mi sono sentita inutile. Ero paralizzata all’idea di perderla, ma allo stesso tempo non potevo fare niente per evitarlo. È stata l’esperienza più brutta della mia intera esistenza. Per fortuna però.. non è successo niente e lei è ancora qui >>.
Mentre gli spiego la vicenda il suo viso assume un’espressione sospettosa. Ma non ci do peso e continuo a spiegargli un po’ di cose che riguardano me ed Annie. Per esempio il fatto che io sia vegetariana ma lei no. Lui per tutto il tempo mi ha ascoltata in silenzio. A parte le poche volte che ha fatto una battuta o due giusto per farmi arrossire e balbettare.
Gli chiedo anche io qualcosa di lui. Mi risponde che non sopporta troppo gli sport ma che è bravo a nuotare. Mi dice che non ha ne fratelli ne sorelle e che i suoi genitori lo hanno spedito qui per via del lavoro. Mi spiega che adora i film e non sopporta i libri, cosa che mi ha fatto sussultare parecchio! Dopotutto io sono un’amante dei libri accanita!.
La sua attività preferita è dormire. Preferibilmente con me nel letto. (questa cosa l’ha detta lui non io).
Di punto in bianco ci siamo messi a parlare anche dei funghi e della loro forma strana. Io ho detto che sono carini ma lui ovviamente non sarebbe mai potuto essere d’accordo con me.  E abbiamo iniziato ad analizzare pro e contro dei funghi per circa mezzora!
MEZZORA a parlare di funghi. Siamo troppo strani.
Dopo un po’ sbadiglio. Cosa che a lui non sfugge. Si offre di accompagnarmi in camera ed io accetto volentieri. Spaventandomi un po’ vedendo che sono già le 3.15.
Il tempo è veramente volato.
Lo saluto gentile quando arriviamo di fronte alla mia porta e lui si piega per baciarmi la guancia. Facendomi andare letteralmente in fiamme.
Entro in camera e trasalgo leggermente quando vedo Annie che sorride com un’ebete sopra al mio letto.
<< Quali sono le novità? >> chiedo sedendomi di fianco a lei e abbracciandola forte.

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Capitolo 6
*** Proposta di Matrimonio ***


Siamo entrambe stese sul letto.
Lei mi fissa con gli occhi uguali ai miei.
Da sempre ci sono bastati solo gli sguardi per comprenderci.
Nei suoi occhi intravedo una leggera ombra di eccitazione. E’ felice per qualcosa. Questo è abbastanza chiaro. Solo che ancora non so cosa. Dopo un minuto di silenzio nel quale nessuna delle due dice niente mi abbraccia forte.
«  Il nonno sta organizzando una gita  »
«  In che senso una gita ? Vuoi dire, una vera e propria gita ?  » Lei annuisce, sprizza allegria da tutti i pori. E’ da un po’ che non la vedo così felice. Anzi in realtà è da un sacco di tempo che non la vedo così. Nell’ultimo periodo mi è sembrata un po’ spenta. Ma ogni volta quando le chiedevo cosa aveva evitava di rispondermi o di guardarmi. Fino ad ora, quando finalmente ho rivisto la Annaelle che amo tanto.. Non mi ero resa conto di quanto mi fosse mancata. Solo ora capisco quanto sia essenziale per me vederla felice. Che strano.  Nonostante siamo fatte per vivere la nostra vita insieme.. Per tutto questo tempo ho pensato quasi solo a me stessa. Anche quando penso a lei, in un modo o nell’altro, finisco per farlo per un mio interesse.  Sono una persona meschina ed egoista. Scuoto la testa cercando di mandare via l’onda di repulsione che provo nei miei confronti. Per farlo mi concentro su di lei. Sul suo sorriso aperto. Ripenso alla notizia che mi ha appena dato. Una gita eh ?
Wow ! Non è mai successo prima d’ora. L’entusiasmo finalmente si insinua anche dentro me e finisco per  intasare Annie di domande del tipo : quando ? Perchè ? Quali classi vanno in gita ? Dove si farà la gita ? Come lo hai scoperto ? Noi ci andiamo ? Quanto tempo durerà ? Come risultato appena finisco di parlare prendo un’enorme boccata d’aria per riempirmi i polmoni che ho svuotato dando voce alla mia sfrenata curiosità. Lei ride divertita della scena ma alla fine risponde.
Dice che la gita dovrebbe essere tra due mesi. Che durerà due intere settimane. Che andremo, udite.. udite.. in Giappone ! E che parteciperà assolutamente tutta la scuola. E non so se ve l’ ho già detto ma, il nostro non è un liceo.
La St. Lilian ha nel suo corpo sia elementari che medie che liceo. E se non ho capito male l’anno prossimo dovrebbero iniziare le costruzioni per  il corpo universitario. Lo è una cosa da pazzi. Per fortuna io ed Annie non abbiamo fatto le elementari e le medie in questo posto se no saremmo impazzite.
Parliamo per circa un’ora della gita, e non riusciamo a frenare il nostro entusiasmo nemmeno per un istante. Quando vogliamo sappiamo essere veramente logorroiche. Parliamo dei vestiti che dovremmo portarci dietro, dei posti che visitermo e cose varie.
«  Già mi immagino Charles che prova a mangiare con le bacchette di legno !  » Io scoppio a ridere mentre sento il suo commento. Un po’ mi fa tenerezza quando parla di lui. Perchè, come ho già detto prima.. l’ho capito da un bel po’, ormai, che è cotta di lui.
La fisso come incantata. Da quando sono nata a me non è mai successo di invaghirmi, nemmen lontanamente, di qualcuno. Be’ in realtà c’è stato un periodo nel quale ho insistito per diventare la moglie di Gohan. Secondo me anche tutt’ora rimane il ragazzo perfetto. Certo un ragazzo di un cartone animato, ma pur sempre perfetto.  Ma a parte Gohan, che poi crescendo ho capito che non potevo sposare, non mi è mai piaciuto nessuno. Mi chiedo perchè. Forse perchè fino ad ora la mia vita si è incentrata tutta su Annie. Ma anche se così fosse.. lei ha sempre fatto la stessa cosa con me, eppure lei è riuscita ad innamorarsi. Forse perchè Charles è l’unica persona che abbiamo veramente accettato da quando siamo nate. E poi non poteva piacere mica a tutte e due.
Stasera mi sento un po’ strana, come vuota.. oh dio.. non vuota per davvero. L’amore che provo per Annie e Charles mi riempie abbastanza. Però mi sento, annoiata. Insoddisfatta di me.
Le persone intorno a me sorridono sempre, ridono sempre. Ho letto milioni di libri nei quali le protagoniste sentivano le farfalle nello stomaco solo sentendo la voce della persona amata. A me questa cosa manca. Vorrei poter amare qualcuno anche io. Vorrei sudare freddo per l’emozione anche io. Tutti questi pensieri mi fanno venir voglia di immergemi in un libro romantico il prima possibile. Ma visto che è  tardi e devo andare a dormire rimando la mia eventuale lettura a domani. Mi segno un promemoria sul cellulare per non dimenticarmi di andare in bibblioteca a sceglirmi dei libri. Ultimamente sono un po’ a secco.  Metto il mio cellulare e quello di Annie in carica.
« Ci divertiremo un sacco noi quattro !  » Esclama, poi, Annie. Mi giro verso di lei senza capire.
«  Noi quattro ? e chi sarebbe la quarta persona ?  »
Lei mi lancia un’ occhiata che vuole dire ma sei scema o mangi sassi ? 
«  Pierre ovviamente !  » Ora sono io quella che le dedica quel tipo di occhiata.
«  Scusa.. ma lui cosa centra con noi ?  » Lei si schiarisce la voce e cerca di evitare il mio sguardo. Oh, oh.. qui qualcosa non mi convince.
«  .. Niente a parte il fatto che dal momento nel quale vi ho visti ho pensato che siete fatti l’uno per l’altra !  »
Le metto una mano sulla fronte per verificare che non abbia la febbre. Eccola ! Ci risiamo. Puntualmente, ogni fottutissimo anno, Annie prova a farmi mettere insieme a qualcuno. E puntualemnte decide la persona a caso. L’anno scorso  ha provato a farmi credere che l’uomo della mia vita esiste e che è Giulian. Ebbene sì. Fin qui tutto bene.. gli unici dettagli – secondo lei, ovviamente, irrilevanti – sono che il nostro caro Giulian aka Uomo della mia vita, ha non solo trentadue anni.. non solo.. ma udite udite ! è il mio professore di letteratura inglese ! C’è. Parliamone. Va bene che posso sembrare disperata perchè a parte Gohan non mi è mai piaciuto nessuno.. però non puoi venirmi a dire che l’uomo della mia vita è un vecchietto, che non mi sta nemmeno simpatico e pure professore !
«  … Ci mancava solo una sorella poco sana di mente. Fantastico  »
Lei mi pizzica infasidita. «  Perchè , lui non ti piace ?  »
«  ‘Notte Annaelle, fa tanti bei sogni, anche se ti stai già facendo pippe mentali senza bisogno di dormire !  » Detto questo mi alzo e vado a sedermi sul mio letto.
 
Pensando che la nostra conversazione riguardo a Pierre sia finitia qui. Chiudo gli occhi e mi addormento.
Grave errore.
 
Al risveglio la mia cara e dolce metà aveva voglia di chiacchierare, accantonando i discorsi che ero propensa a trattare (come il fatto che la bibblioteca sarebbe stata chiusa per tre giorni. Cause sconosciute. Secondo me è il destino bastardo che ha deciso di prendersela con me.) e si era ovviamente messa a parlare di Pierre. Di  quanto io e lui siamo perfetti l’uno per l’altro e di come Eva Gaudin ( cognome di Pierre) suoni bene. Ma  non è finita qui ! Ora che siamo a pranzo non molla la presa e continua a parlarne !
Charles si viene a sedere di fianco a noi, e per salutarlo gli rubo una fetta di pizza dal vassoio. Ok, forse non per saluto ma solo perchè l’insalata che ho preso oggi fa schifo e dopo il primo morso l’ho buttata nel cestino. La fame unisce le persone.
«   Abbiamo fame oggi ?  » mi chiede divertito «  Ah, e comunque ciao anche a te !  » 
Annie non aspetta nemmeno che gli risponda ed inizia ad aggiornarlo sulla gita e dopo ovviamente anche sulla fantasmagorica, favolosa e stupenda coppia Pieva ! Ebbene sì. Da quando ha scoperto che i nostri nomi mischiati davano Pieva non ha smesso per un secondo con la storia di me e Pierre.  Mentre lei parla io smetto di ascoltarla e le taglio la bistecca. Lo so, sono vegetariana. Ma anche se m’ infastidisse tagliare i cadaveri degli animali, e non è il caso, mia sorella rischia di uccidersi con un coltello in mano. E’ un’ imbranata. Quindi sono un po’ costretta ad aiutarla. E anche se puntualmente non perdo occasione di lamentarmi del fatto che non sia in grado di fare quasi niente da sola a meno che non si tratti di calcoli, mi sento sempre all’apice della felicità quando la aiuto. Mi piace il fatto che un po’ dipende da me. Forse anche troppo. Diciamo che lei dipende da me e io dipendo da lei. Quindi siamo pari.
Charles mastica e ascolta le fantasie romantiche di mia sorella. In questo momento sta parlando di me e Pierre sotto la torre effeil mentre lui  mi chiede se voglio sposarlo. Charles allora parla per la prima volta.
«  No, no. Aspetta un attimo. Questa è assurda da ogni punto di vista  ». Finalmente mio eroe !
Gli sorrido vivave. «  Grazie al cielo esiste qualcuno sano di mente ! Ti voglio bene Charles !  »
Lui ride.
«  Prima di tutto tua sorella odia Parigi, quindi niente torre. Direi piuttosto sotto il duomo. So che non è proprio la cosa più romantica del mondo, ma stiamo parlando di Ev  qui !  E poi lui chiede a lei di sposarlo ? ma siamo dementi ? Sarà sicuramente lei a fare la proposta !  »  Lo fulmino subito  con lo sguardo. E giuro che in questo momento rimpiango il mio desiderio di diventare una psicologa. Sarebbe stato più utile se avessi fatto una scuola per diventare un’assassina professionista.
Annaelle batte le mani felice e io le restituisco il piatto con la sua bistecca tagliata alla perfezione.
«  Ah, a proposito Ev. Anche io ti voglio bene  »  dice poi Charles. Lo guardo di nuovo male mentre lui ed Annie tornano a parlare di, ebbene sì.. quasi inaspettato come argomento, me e Pierre.
  Dopo qualche minuto una voce interrompe la discussione.
«  Di cosa state parlando ragazzi ?  » ed è proprio la sua voce. Avete già capito di chi no ? è una cospirazione secondo me.
«  Del fatto che sono disposta a fare di tutto per un’altra fetta di pizza ! Charles ti prego, dammi almento un’altra fetta !  » Rispondo a Pierre nello stesso tempo nel quale Annie e Charles dicono «  Di te ed Ev  ».
Pierre allora si gira verso di me e con un sorriso sghembo dice : «  Pensa che fortuna ! Anche io ho preso la pizza oggi  » e mi porge il suo vassoio. Senza indugiare oltre gli rubo una fetta, gesto che lui interpreta come invito a sedersi di fianco a me.  Appena finisco di ingoiare il primo boccone lui punta gli occhi su di me. «  Ora sei in debito con me.  E visto che hai detto di tutto, fossi in te avrei paura  »
Mi perdo per qualche secondo nella bellezza del suo sguardo. Poi mi riprendo e per prendere tempo mentre elaboro una risposta prendo un altro morso di pizza. Mmh. Ingoio.
«  Già me lo immagino. Mi chiederai di portarti dei panini in camera alle 3 di notte !  »
Lui ride un po’ senza notare lo sguardo sognante di Annie mentre ci vede parlare e quello concentrato di Charles.
«  tu in camera mia alle 3 di notte sicuramente. Magari non per dei panini ecco..  »
Gli tiro un pizzicotto mentre scoppio a ridere. Che tipo !
«  Ma quindi, di cosa stavate parlando esattamente voi due ?  ».
Quasi mi strozzo. E io che pensavo che se ne fosse dimenticato !
Annaelle si illumina per la sesta volta da quando ci siamo svegliate ed inizia.
«  Del matrimonio tra te e mia sorella !  ». Ora mi strozzo veramente. Tossisco alla disperata ricerca d’aria. Pierre  si gira verso di me con un’espressione divertita e maliziosa sul viso.
«  In realtà stavamo parlando della proposta di matrimonio  » La corregge Charles. Lo guardo tradita. Ci mancava solo che questi due facessero comunella contro di me !
«  Capisco. E tanto per sapere, accetterà di sposarmi ?  » chiede Pierre con un sorriso ebete stampato in faccia. Altro che due ! Rettifico. Ci mancava solo che questi tre facessero comunella contro di me !
«  In realtà sarai tu quello a cui toccherà accettare  o rifiutare !  » Chiarisce in fretta Annie.
Uccidetemi. Ora mi sotterro.
Pierre si gira verso di me con un’espressione alquanto interdetta.
«  Eva, hai intenzione di chiedermi di sposarti ?! Ma prima non dovremmo fare le cose con calma ? Tipo baciarci, tenerci per mano. Io che ti chiamo biscottino e tu che mi chiami cucciolotto .. ?  ».
Alzo gli occhi al cielo e con un gesto stizzito mi tolgo i capelli dagli occhi.
«  Il giorno nel quale io ti chiamerò cucciolotto è molto lontano  » Lo vedo sorridere.
«  Sono un tipo paziente  ». Ignoro il suo commento. «  E poi questi sono solo i loro filmini mentali. Non mettermi in mezzo. Stando ai registi sarò io quella a fare la proposta, al Duomo di Milano tra l’altro.. ».
«  Per me va bene. Tanto non sarò mai abbastanza pazzo da rifiutare una proposta di matrimonio fatta  dal moi dolce biscottino. Basta che non ti inginocchi. I passanti potrebbero pensare a qualcos’altro  »
Non ci posso credere. Loro tre scoppiano a ridere mentre io poggio la faccia piena di esasperazione sul palmo della mia mano.
«  Sono felice che questo pranzo assurdo sia finalmente finito ! Però, prima di andarmene, vorrei sapere cosa vi siete fumati  »  Loro ridono sempre più forte ma alla fine ci alziamo tutti per andare in classe. Per fortuna la tortura è finita. Maledetto Pierre che al posto di sostenermi si è messo a dare corda a quei due. Maledetto Charles che preferisce dar retta ad Annie piuttosto che a me.  E maledetta Annie.. No aspetta. Nemmeno nel pensiero non riesco a chiarmarla maledetta.
Sbuffo e vado a lezione.
«  Ci vediamo dopo biscottino  » Mi urla dietro Pierre mentre entro in classe. Io alzo gli occhi al cielo.
«  Spero di no !  » Gli grido dietro.
Lo sento ridere, poi entro in classe.
 

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