L'illusione del Tempo di samara89 (/viewuser.php?uid=33232)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Episodio 1: Addio ***
Capitolo 2: *** Episodio 2: Patti chiari... ***
Capitolo 3: *** Episodio 3: Similitudini ***
Capitolo 4: *** Episodio 4: Viaggio.... ***
Capitolo 5: *** Episodio 5:....di non ritorno. ***
Capitolo 6: *** Episodio 6: Tasche bucate ***
Capitolo 7: *** Episodio 7: Ogni problema ha la sua soluzione. ***
Capitolo 8: *** Episodio 8: Storie parallele. ***
Capitolo 9: *** Episodio 9: S.O.S ***
Capitolo 10: *** Episodio 10: Il ritorno dei tamburi. ***
Capitolo 11: *** Episodio 11: Ritorno ai vecchi tempi. ***
Capitolo 12: *** Episodio 12: Dolorosi risvegli. ***
Capitolo 13: *** Episodio 13: Piacevoli arrese e spiacevoli rivelazioni (anche dette scomode gravidanze) ***
Capitolo 14: *** Episodio 14: Espedienti ***
Capitolo 15: *** Episodio 15: Intermezzi ***
Capitolo 16: *** Episodio 16: Questione di numeri.... ***
Capitolo 17: *** Episodio 17: Tre al prezzo di uno. ***
Capitolo 18: *** Episodio 18: Piano suicida ***
Capitolo 19: *** Episodio 19: Nuova coscienza ***
Capitolo 20: *** Episodio 20: L'ora è giunta ***
Capitolo 21: *** Episodio 21: Nuovi arrivi, vecchie conoscenze ***
Capitolo 22: *** Episodio 22: Ritorno a casa ***
Capitolo 23: *** Episodio 23: Buoni propositi ***
Capitolo 24: *** Episodio 24: Inattese intromissioni ***
Capitolo 25: *** Episodio 25: Tutto cambia ***
Capitolo 26: *** Episodio 26: Perdersi di nuovo ***
Capitolo 27: *** Episodio 27: Confuse spiegazioni. ***
Capitolo 28: *** Episodio 28: Sono scozzese! ***
Capitolo 29: *** Episodio 29: Ultimo atto di un nuovo inizio ***
Capitolo 1 *** Episodio 1: Addio ***
Ipotizzando una
nuova serie, Crossover
(sempre che abbia senso parlare di Crossover dato che fanno parte dello
stesso
universo) tra
Doctor Who e Torchwood, ho
tirato fuori questa cosa... fatemi sapere cosa ne pensate che la mando
alla BBC
hahahah! A parte gli scherzi, il Maestro è un gran bel
personaggio e mi andava
di scrivere qualcosa su di lui...
Dunque dunque
qualche premessa:
in questa fanfiction tutti i membri di Torchwood tranne Gwen muoiono
lottando
contro i 456, e l'Hub è stato violato dall'esercito UNIT; l'ultima puntata della
quarta serie di Doctor
Who, "la fine del tempo", è leggermente diversa, nel senso
che il
Maestro viene colpito dal Presidente dei Signori del tempo e invece di
ritornare indietro con loro rimane sulla terra...il resto è
uguale quasi del
tutto a parte qualche piccolo dettaglio...Inoltre non tiene conto
dell'ultima
serie di Doctor Who dato che ho cominciato a scriverla prima della sua
messa in
onda, ma ho ripreso qualche informazione da "Il giorno del Dottore",
oltre che riprendere l'idea di fondo per la
conclusione della storia volendo mantenere lo stile della
serie... insomma se vi sembra che ci sia
qualche
incongruenza con la serie vi assicuro che è voluta e dovuta
ad un'attenta
pianificazione.
Un'altra piccola
postilla: ammetto con
candore di non sapere molto
sulle rigenerazione precedenti alla numero nove, in quanto non ho mai
visto le
serie che potremmo definire "classiche" (rimedierò, ho
già cominciato
la prima), perciò le mie informazioni in merito presentano
varie lacune... lacune
che colmerò con la mia fantasia, spero in modo gradevole e
sensato.
Mi sembra ovvio
che i personaggi non
sono miei (purtroppo) e che io non ci guadagno nulla.
Il
tempo è il mezzo con cui la natura fa si che tutto non
accada contemporaneamente;
passato, presente e futuro non sono altro che illusioni
K.H.
Episodio 1: Addio
-Come sarebbe a
dire tienimelo tu!?
Non è mica un cane!-esclamò Jack guardando
incredulo il Dottore mentre quello
trascinava il Maestro fuori dal Tardis reggendolo sotto le ascelle.
-Certo che
no!-sbuffò quello mollando
l'altro a cozzare per terra.-è un Signore del Tempo..-disse
leggermente
confuso.
Jack si
schiaffò una mano sulla
faccia, pregando che quell'incubo finisse all'improvviso come era
cominciato.
Fece un respiro
profondo.
-Lo so bene che
è un Signore del Tempo,
ma mi chiedo per quale recondito motivo tu mi abbia cercato..riuscendo
chissà
come a scovarmi in questo squallido bar interstellare...per scaricarmi
quello
che a conti fatti possiamo chiamare un botolo rognoso!- evidentemente
questa
cosa di mantenere la calma non gli riusciva affatto bene al momento:
forse perché
aveva bevuto un po', forse perché l'arrivo del Dottore gli
aveva impedito di
agganciare il bel soldatino su cui aveva messo gli occhi, o forse
perché la sua
squadra era stata fatta a pezzi e il suo Janto era morto in quel modo
così
inutile...si forse.
Il Dottore lo
guardò interdetto per un
minuto prima di sorridere come un bambino la notte di Natale.
-Penso che vi troverete bene
insieme!-esclamò prima di
precipitarsi dentro il Tardis, seguito a ruota dal Capitano che ancora
si
chiedeva cosa lo trattenesse dal prenderlo a pugni.
Sapeva che era
stupido...che non era
colpa sua...ma non poteva fare a meno di pensare che quando avevano
avuto
bisogno di lui, lui non c'era...perché non c'era?
-Non voglio!-
disse semplicemente
piantandosi davanti all'ingresso del Tardis e incrociando le braccia al
petto.
-Cosa non vuoi?-
chiese distrattamente
il Dottore senza smettere di toppicare i comandi del Tardis, che come
di
consueto iniziò ad ansimare.
-Non
farò da babysitter alla tua
nemesi senza che tu mi dia uno straccio di motivo...- urlò,
più di quanto
avrebbe voluto in effetti, ma era frustrato dall'abitudine dell'altro
di
comparire solo quando gli serviva qualcosa.
Il Dottore
alzò gli occhi e lo squadrò
da sopra le lenti rettangolari...che poi, gli servivano davvero gli
occhiali o
li portava solo perché gli andava? Jack se lo era sempre
chiesto, ma a
giudicare da come l'altro lo guardava probabilmente lo avrebbe buttato
di peso
fuori dal Tardis e non avrebbe mai avuto occasione di chiederglielo.
Si
agitò a disagio.
Invece il
Dottore sospirò e spense il
Tardis, mettendo fine a quel rumore che rischiava di far uscire di testa il
Capitano...insomma come diavolo
faceva quello a sentire i suoi pensieri era un mistero per Jack.
-C'è
qualcosa che non va,Capitano?-chiese
guardandolo con quegli occhi...gli occhi che riservava alle situazioni
che non
gli piacevano affatto...quegli occhi antichi che tirava fuori solo
quando c'era
da risolvere un problema...e Jack decise che aveva ragione...c'era un
problema.
-Mi chiedi se
c'è qualcosa che non va?
La mia squadra è morta, dottore! Tosch, Owen...Janto...loro
non ci sono più e
Gwen si è salvata solo per un colpo di fortuna...e tu non
c'eri! Ci sei sempre,
dannazione! Perché questa volta non c'eri!- gridò
tutto il suo dolore in quelle
poche frasi, era la prima volta che lo diceva a voce alta...Janto non
c'era
più.
Il Dottore non
rispose.
Abbassò
gli occhi e si sfilò gli
occhiali, ripiegandoli con cura e infilandoli nella taschina del
cappotto, non
parlò neppure mentre percorreva i pochi metri che lo
separavano da Jack e lo
abbracciava.
Solo in quel
momento il Capitano si
accorse di tremare.
-Mi
dispiace...-il Signore del Tempo
lo strinse forte.- Sai che non funziona così...certe cose
non si possono
cambiare...-
-Non meritavano
di morire così.- il
mugugno del Capitano fu quasi inudibile.
-No...non lo
meritavano.-convenne il Dottore.
E Jack pianse
per loro...pensava di
non poterlo più fare dopo aver versato tutte quelle lacrime
sul cadavere di
Janto, ma a quanto pareva quel dannato corpo immortale aveva deciso di
continuare a stupirlo.
Il Dottore lo
lasciò fare, finché non
ci fu il silenzio.
-Se sei
arrabbiato con me lo
capisco...troverò qualcun altro.- disse scostandosi senza
guardarlo in faccia e
dirigendosi verso la porta aperta, attraverso cui si intuiva il corpo
del
Maestro sdraiato a terra circondato da alcuni cani che lo annusavano
curiosi
con entrambi i nasi.
-Shò!
via!- il Dottore li scacciò
allarmato e si affacciò per vedere se avessero fatto dei
danni.
Jack
scoppiò a ridere.
-Lascia stare,
un'altro giorno con te
e non sopravvivrà...di nuovo... a proposito, da dove esce?
Non era morto quel
giorno sulla Valiant?- chiese uscendo anche lui dalla cabina e
osservando il Dottore
che si chinava sul Signore del Tempo steso al suolo.
-Si, ma ha
trovato il modo per
tornare...pensa che mi ha persino salvato la vita...-sorrise il Dottore
passando il cacciavite sonico sul corpo a terra.
Jack
strabuzzò gli occhi.
-Impossibile! Ti
sarai sbagliato...-
disse scioccamente.
-Non
è una cosa su cui ci si può
sbagliare non ti pare?- rispose l'altro leggendo la scansione
strizzando gli
occhi e arricciando le labbra e chiudendo il cacciavite con un colpo
secco.
-Beh, mi pare
che al momento il suo
corpo sia più stabile...sai prima non lo era
molto...fluttuazioni...nulla di
cui preoccuparsi! La scarica che si è preso dal Presidente
dei Signori del Tempo
per salvarmi lo ha ricaricato...e probabilmente gli ha salvato la vita,
ma lo
ha reso un po' instabile per un po' di tempo...beh, è tutto
passato...almeno
credo.- concluse mordendosi il labbro, con quell'espressione tutta sua
che
generava in Jack un prepotente istinto di prenderlo a calci....o di
saltargli
addosso, una delle due.
-Credi?-chiese
scegliendo un
compromesso...scoppiare a ridere.
-Beh, si, ma che
ne so...non era mai
successo...non è fantastico!?-chiese il Signore del Tempo
eccitato.
-No...-rispose
il Capitano serio
guardandolo rialzarsi.-Non lo è affatto....-
-Naaaah, tu non
capisci niente!
Andiamo... è un'anomalia, mi piacciono le
anomalie!-gongolò il Signore del Tempo
guardando il biondo steso a terra come se fosse particolarmente
soddisfatto.
-Non mi sembrava
quando mi hai abbandonato...-rispose
Jack.
Il Signore del
Tempo lo guardò,
tirando fuori quell'espressione da cucciolo che metteva
Jack in difficoltà.
-Jack...-cominciò
il Signore del Tempo,
ma il Capitano lo interruppe.
-Basta
così, va tutto bene...non c'è
l'ho con te, davvero...e sono anche disposto ad accollarmi mister Saxon
se
proprio devo, in fondo non è niente male, ma prima di
accollarmi lo psicopatico
vorrei sapere almeno perché...-
Il Dottore
abbassò lo sguardo sul
volto del Maestro, che si contraeva come se l'uomo stesse avendo un
incubo.
-Siamo cresciuti
insieme..io e lui...
poi...beh diciamo solo che le nostre strade si sono divise...ma
c'è del buono,
dentro di lui, io lo so e...ah!- il Signore del Tempo si
piegò in due
portandosi una mano ai cuori, sostenuto immediatamente dalle braccia
forti del
Capitano.
-Dottore...cosa...oh...stai
morendo
non è vero?-realizzò Jack mentre quello si
contorceva nella sua stretta.
-Si...-ansimò
l'altro a denti stretti.
-è
per questo che vuoi che lo tenga
con me?-
-... io...-il
Dottore si raddrizzò,
cercando di darsi un contegno- non voglio morire Jack... ma ormai
è troppo
tardi...non posso prendermi cura di lui, non so come
sarò...insomma, potrebbe
essere complicato... alla rigenerazione segue sempre un periodo di
assestamento
e non credo che sarò in grado di prendermi cura di lui...
non so nemmeno se
sarò in grado di prendermi cura di me, in effetti...-sorrise
brevemente al Capitano,
tornando subito serio e riportando lo sguardo sul Maestro.
- Ho bisogno di
sapere che sarà al
sicuro finché non potrò tornare a
riprenderlo...per favore...Jack?- lo guardò
in attesa.
Jack si chiese
se la tattica degli
occhioni umidi funzionasse solo con lui o fosse una tecnica
comprovata... sperò
che non fosse una caratteristica di tutti i Signori del Tempo, o si
sarebbe
trovato nei guai con il botolo suddetto...anche se presumibilmente la
tecnica
persuasiva di Saxon era più distruttiva.
-Daccordo,
daccordo, ma abbassa quello
sguardo- acconsentì, provocando nel Dottore un mezzo sorriso
triste...altra
espressione patentata.
-Ti ringrazio...
-disse il Signore del
Tempo tornando al Tardis.- resterei a ricordare i bei tempi andati, ma
il tempo
sta finendo...buffo...pensavo di poterne avere quanto ne volevo...mi
sbagliavo...addio, Capitano.- fece il suo brillante sorriso ancora una
volta.
Ma Jack non
aveva voglia di sorridere.
Lo
afferrò per la cravatta e lo baciò
sulle labbra prima di spingerlo indietro.
-Addio....-
Il Dottore si
girò semplicemente e si
chiuse la porta alle spalle.
Rimase li in
piedi accanto al Signore
del Tempo dormiente, ascoltando i lamenti del Tardis perdersi in
lontananza.
Solo quando
furono cessati del tutto
abbassò lo sguardo sul fagotto ai suoi piedi chiedendosi
cosa se ne sarebbe
fatto di quella egocentrica scocciatura dai capelli biondi.
Fine
Nel prossimo
episodio...
-Non
c'è più...-disse con leggerezza
sedendosi sul letto, di spalle al Signore del Tempo.
Il Maestro
rimase un momento
interdetto.
-Come sarebbe a
dire.- acido...il suo
tono era acido, ma Jack aveva sentito la voce tremare prima che il
proprietario
riuscisse a riprendere il controllo.
-Si è
rigenerato...pensavo sapessi
come succede, non ve lo insegnano alla vostra scuola di Signori del
Tempo?-
chiese senza voltarsi e addentando il suo panino.
Silenzio.
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Capitolo 2 *** Episodio 2: Patti chiari... ***
Episodio 2:
Patti chiari...
-Andiamo
Saxon...non guardarmi così,
te la sei cercata...mordermi in quel modo...-il Capitano scosse la
testa con
aria divertita.- Davvero non si fa...non mi hai nemmeno offerto da bere
prima.-
La sua
attenzione era rivolta al Signore
del Tempo imbavagliato e legato ai suoi piedi, che lo guardava come se
volesse
sbranarlo.
Il risveglio del
biondo era stato un po'
traumatico e Jack era stato costretto a placcarlo mentre tentava la
fuga in un
attimo di distrazione del suo carceriere...o almeno così lo
aveva chiamato il
biondo... le parole esatte erano state "carceriere affetto da scompensi
sessuali gravi"... Jack aveva riso e il biondo gli si era lanciato
addosso
mordendogli una spalla prima di lanciarsi contro la porta.
Per sua sfortuna
era chiusa a chiave,
e la chiave la aveva Jack, ma la finestra doveva essergli sembrata una
buona
alternativa perché ci si era lanciato contro con
slancio...slancio che aveva
perso quando aveva notato che stavano al sesto piano dell'unico hotel
presente
su quel particolare asteroide perso nello spazio.
-Ma in che razza
di posto siamo!-aveva
protestato lasciandosi catturare dal bruno e lanciando occhiate
incredule al
panorama sotto di lui: chilometri di nuda roccia e universo stellato,
neanche
una bava di atmosfera a rallegrare la vista.
-Mi sembra il
posto adatto: da qui non
puoi scappare senza di me...non so molto della fisiologia dei Signori
del Tempo,
ma non mi pare che possiate sopravvivere senza ossigeno... o vuoi
provare a
farti una nuotata nello spazio profondo?-aveva chiesto ironico il
Capitano
allungandosi indietro per raccattare dal letto il collare rosso, con
tanto di
guinzaglio, che gli aveva tolto quando lo aveva trascinato nella sua
stanza.
E
così ora il Signore del Tempo si
trovava accucciato accanto al termoconvettore, con le mani legate nel
guinzaglio e un brandello di lenzuolo in bocca.
Si
agitò debolmente... inutile! Il
Capitano sarà stato anche un inutile umano,
ma doveva ammette che i suoi nodi non erano male.
-Allora, posso
toglierti il bavaglio?
Se farai il bravo potrei anche decidere di slegarti.- Jack sorrise nel
vedere
l'occhiata omicida che il biondo gli stava lanciando e si
chinò per tirare in
basso lo straccio che aveva intorno alla bocca.
Si guardarono
per un momento.
-Ho fame...-
sbottò il Signore del Tempo
senza smettere di guardarlo come se fosse una bistecca particolarmente
succulenta.
-Se mi guardi
così mentre lo dici fai
impressione...-scherzò Harkness.- dunque sai cosa
faremo?-gli chiese
accucciandosi sui talloni per portarsi alla sua altezza.-Tu farai il
bravo
mentre io non ci sono e in cambio ti porterò qualcosa di
buono, intesi?-
Senza aspettare
una risposta si alzò e
si diresse verso la porta, aprendola con la chiave magnetica che aveva
in
tasca.
-Non puoi
lasciarmi qui così!-protestò
il biondo incredulo.-Se entrasse qualcuno? Non potrei nemmeno
difendermi...-
-Piantala di
lamentarti..chiuderò a
chiave e nessuno ti disturberà...torno subito, non
schiamazzare o ti rimetto il
bavaglio..- senza dire altro l'uomo sparì in uno svolazzo
del suo inseparabile
cappotto, sbattendosi la porta alle spalle.
-schiamazzare?!...schiamazzare!
Io non
schiamazzo, scherzo della natura!- gli urlò dietro il biondo.
Si
agitò leggermente cercando di
spezzare i nodi, ma era impossibile.
Digrignando i
denti e imprecando
contro il Dottore, il Capitano, Martha Jones e chiunque gli venisse in
mente si
dispose ad aspettare il ritorno del suo carceriere.
Jack non aveva
voglia di ritornare
nella sua camera...nessuna voglia... il che era strano visto che amava
passarci
del tempo, specialmente in compagnia di qualcun altro.
Ma il qualcuno
in questione non era
mai stato un Signore del Tempo psicotico con un mostruoso problema di
gestione
della rabbia e probabilmente in possesso di personalità
multiple... e il
Capitano supponeva che non avesse avuto un carattere tanto amabile
nemmeno
quando era ancora sano di mente.
Gironzolò
per un po' nel bar tentando
di farsi venire un'idea.
Il Dottore gli
aveva chiesto di
prendersi cura di lui, cosa che sicuramente non comprendeva il
lasciarlo legato
per terra in una stanza d'albergo, ma non capiva come avrebbe potuto
tenerlo al
sicuro se l'altro cercava in tutti i modi di scappare... o di
mangiarselo... si
massaggiò la spalla ancora dolorante... visti da fuori quei
denti non
sembravano così affilati.
Passò
accanto ad una coppia che
camminava mano nella mano...beh, una coppia... probabilmente lei era
una
prostituta, oppure lo era lui, ma su quel planetoide non è
che si potesse
pretendere di trovare il vero amore.
Si chiese per
quale motivo il Dottore
non avesse portato il Maestro con se... oh, si la scusa della
rigenerazione era
ottima, ma doveva esserci qualcos'altro... un altro motivo che il
Dottore non
voleva palesare, qualcosa che non gli piaceva ammettere.
Ripensò
a quando il Maestro era morto,
quando Lucy gli aveva sparato sulla Valiant... ripensò al
dolore del Dottore...
e si illuminò...forse tra quei due c'era qualcosa
più di una semplice amicizia?
Ritornò
in camera dopo aver comprato
due panini contenenti carne di dubbia provenienza, ma dubitava che il
Maestro
si sarebbe lamentato.
Quando
entrò lo trovò che cercava di
tagliare il guinzaglio con i vetri della finestra che aveva rotto
usando... beh
a giudicare dal taglio in fronte la testa.
-Ma ti sei
bevuto il cervello?! Ma che
cavolo fai!- gli gridò Harkness gettando i panini su letto e
scattando per
togliergli il pezzo di vetro di mano.
Il sangue lo
aveva reso scivoloso, e
riuscì a levarglielo facilmente.
-Che diavolo
vuoi, lasciami andare...
e poi come diavolo ci sono finito qui con te posso saperlo? Poco fa
stavo
morendo per uno stupido ed ecco che mi ritrovo con un altro stupido!-
sbraitò
il biondo permettendo all'altro di aiutarlo ad alzarsi per sedersi sul
letto.-
Ahi fa piano, mi fanno male le gambe...potevi rimanere fuori ancora un
po',
tanto io stavo così comodo!-protestò guardando il
Capitano andare in bagno e
bagnare un asciugamano per poi lanciargliela in
testa.
-Ehi!-
protestò di nuovo il Signore
del Tempo.
-Sta zitto!
L'unico stupido qui sei
tu...- il Capitano
slacciò facilmente i
nodi che aveva fatto permettendo all'altro di togliersi da solo
l'asciugamano
sulla testa e di tamponarsi il piccolo taglio che gli attraversava il
sopracciglio destro.
-Non
è niente... sono pieno di energia
e si rigenererà presto, stupido umano... e poi che vuoi non
ci voglio stare qui
con te, dov'è quell'idiota del Dottore...-
Jack quasi
sorrise...era peggio di un
bambino!
-Non
c'è più...-disse con leggerezza
sedendosi sul letto, di spalle al Signore del Tempo.
Il Maestro
rimase un momento
interdetto.
-Come sarebbe a
dire.- acido...il suo
tono era acido, ma Jack aveva sentito la voce tremare prima che il
proprietario
riuscisse a riprendere il controllo.
-Si è
rigenerato...pensavo sapessi
come succede, non ve lo insegnano alla vostra scuola di Signori del
tempo?-
chiese senza voltarsi e addentando il suo panino.
Silenzio.
Il Capitano non
si voltò.
Davvero non
voleva vedere lo
psicopatico piangere o cose così... non credeva che sarebbe
sopravvissuto.
Quello che
davvero non si aspettava
era l'urlo di frustrazione che ne seguì.
-Dannato! Mi ha
battuto di nuovo!
Scommetto che ha fatto l'eroe, come al suo solito...IO dovevo essere
l'eroe,
era questa la mia vendetta...ma NO! Mister Sacrificio in persona doveva
fare
l'eroe!- il disgusto del Maestro era evidente.
Jack
soffocò una risata, un po' per il
discorso senza senso e un po' per la scenata da primadonna frustrata, e
per
poco non si strozzò con il panino attirando l'attenzione del
suo nuovo
coinquilino...
-Perché
non ti siedi e non mangi? Non
avevi fame?-chiese per distrarlo dalla sua rabbia, porgendogli il
panino.
Il Maestro
sbuffò, ma accettò il
pranzo e si sedette di nuovo dandogli la schiena e divorando il suo
panino.
Mangiarono in
silenzio.
-E
perché mi ha scaricato qui? Non ha
detto che si sarebbe preso cura di me?- l'amarezza che traspariva dal
suo tono
era di nuovo evidente e a Jack venne in mente un solo aggettivo:
trasparente...quell'uomo era dannatamente trasparente, come fosse fatto
di
vetro...ogni sua emozione era evidente e messa in bella mostra senza
che lui
facesse, o potesse fare, qualcosa per nasconderla.
Jack
soppesò la risposta, masticando
lentamente l'ultimo boccone e appallottolando la carta unta del panino.
-è
stato per la rigenerazione... non
sapeva cosa sarebbe diventato e non sapeva bene come gestirti
credo...insomma
sei sveglio da dieci minuti e ti sei già procurato una
ferita alla testa, non
sei il più facile degli incarichi che mi siano stati dati...-
-Incarico...- di
nuovo l'amarezza.
Jack si disse
che avrebbe dovuto
imparare a mordersi la lingua se non voleva che il già
precario equilibrio
mentale del Maestro andasse allegramente a puttane.
-Si, per me
intendo... per lui non sei
di certo un incarico...cioè sembrava preoccupato per averti
dovuto lasciare...
ha detto che tornerà a prenderti... non voleva andarsene...-
chiarì Jack
cercando di mettere in chiaro le cose...non per la prima volta si
chiese cosa
mai ci fosse stato tra il Dottore e il Maestro prima che il loro
pianeta
andasse perduto.
Era vero che
ogni uno aveva i suoi
scheletri nell'armadio, ma si pentiva di non averlo mai chiesto al
Dottore...anche perché ora non avrebbe più potuto
farlo...non a quel Dottore
almeno...Jack si chiese se era così che si era sentita Rose
quando il suo
Dottore si era trasformato nel professorino che era adesso... pardon
che era
prima...ok, che era adesso ...ma che ora non era
più........................................
mal di testa!
Jack si
alzò e fece il giro del letto
sedendosi accanto al Maestro che si tormentava i capelli con una mano,
ondeggiando avanti e indietro.
Bene
Bene...l'istinto del Capitano gli
diceva che era in arrivo una bella crisi di nervi, di quelle gestibili
solo con
una bella botta in testa, quindi a meno di non dire subito qualcosa di
azzeccato meglio tenere a portata di mano un oggetto contundente.
-Non voleva
lasciarti...-disse
ottenendo l'attenzione del Maestro, che lo guardò come a
voler capire se stava
mentendo.
Jack sostenne il
suo sguardo finché
quello non si alzò con un verso sprezzante.
-Ed è
qui che hai intenzione di
tenermi? In un letamaio ai confini dell'universo?- chiese piantando le
mani sui
fianchi e piegandosi leggermente in avanti.
-No...-disse
d'istinto Jack...
veramente si, ma visto che l'altro glielo aveva fatto notare non gli
sembrava
la risposta giusta...-certo che no...torneremo sulla Terra...-disse,
l'idea che
gli balzava in testa proprio in quel momento.
Il Maestro fece
un verso di disgusto.
-Non lamentarti
o ti imbavaglio di
nuovo... fai le valige, Saxon...torniamo a casa.- Jack uscì
di nuovo senza
attendere risposta e scatenando l'ira dell'altro.
-Ma la smetti
con le uscite ad effetto?
Cosa sei, un attore? E poi a casa di chi? Non mia di certo!...E poi
quali
valige!-
Il Capitano
ignorò lo sbraitare dietro
la porta e si avviò al navettiporto deciso a trovare un
passaggio per la Terra...
o a sequestrare una navetta se necessario.
Fine
Nel prossimo
episodio....
Alla fine aveva
vinto il Signore del Tempo,
se non altro perché accontentandolo almeno rimaneva
zitto...per un po' almeno.
-Ho fame...-
Per troppo poco
comunque.
-Ma cos'hai, una
specie di verme
solitario dei Signori del Tempo?-
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Capitolo 3 *** Episodio 3: Similitudini ***
Episodio 3: Similitudini
-Come agente di
viaggi non sei un
granché...-commentò il Maestro uscendo dalla
pozzanghera dentro il quale si
erano teletrasportati.
Il viaggio dal
planetoide non era
stato confortevole, visto che era avvenuto su un
cargo commerciale che trasportava pelli di
pentapalmi*... e se non sono la cosa più schifosa che ci sia
nell'universo comunque
sono in un'ottima posizione in classifica.
-Io facevo
l'Agente del Tempo, mica
organizzavo gite a Disneyland!- Jack si avviò lungo la
strada buia che
costeggiava il Tamigi, avanzando verso il London Eye.
Avevano litigato
a lungo per scegliere
la destinazione... Jack voleva tornare a Cardiff, mentre il Maestro
voleva
assolutamente andare a Londra.
Alla fine aveva
vinto il Signore del Tempo,
se non altro perché accontentandolo almeno rimaneva
zitto...per un po' almeno.
-Ho fame...-
Per troppo poco
comunque.
-Ma cos'hai, una
specie di verme
solitario dei Signori del Tempo?- Jack svoltò a destra,
salendo le scale che li
portarono su Westmister
Bridge.
-è
colpa della rigenerazione... che
nel mio caso è anche avvenuta in maniera non proprio
spontanea, temo.- ammise
Saxon storcendo la bocca in un mezzo sorriso.
Il Capitano fece
un verso per far
capire che non era affatto interessato...quello che voleva davvero era
raggiungere il suo contatto e farsi finalmente una doccia calda
nell'appartamento che quello gli aveva procurato.
-Chissà
cosa ha mangiato il Dottore
dopo la rigenerazione...-
Jack si
voltò.
Il commento del
Maestro era stato poco
più di un sussurro, ma Jack lo aveva sentito visto quanto
l'altro gli camminava
vicino.
Tentò
di sbirciare tra le ombre del
cappuccio della felpa nera che quello teneva calato sul viso, ma
inutilmente.
-Ci siamo
quasi.-disse solo.
Erano entrambi
stanchi, e una bella
dormita gli avrebbe fatto bene.
Trovarono il suo
contatto vicino alla
cattedrale di Westmister, intento a nascondersi nell'ombra dietro un
albero.
-pssst.-
-Ti abbiamo
visto Jerry... non c'è
bisogno di tutta questa segretezza...- Jack alzò gli occhi
al cielo.
-Oh...-fece
l'uomo uscendo
dall'ombra.-Non sei ricercato?-chiese lanciando un'occhiata incerta al
tipo con
il cappuccio e dall'aria famelica.
Indossava una
giacca a vento nera
lunga fino alle ginocchia e jeans neri con il risvolto. Delle scarpe da
ginnastica nere completavano il suo monocromatico abbigliamento. Nel
complesso
era un tipo comune, con gli occhi e i capelli neri...un inglese
medio... che
arrotondava lo stipendio facendo qualche lavoretto per gli alieni di
passaggio.
-No Jerry, non
sono ricercato...ho
solo bisogno di una casa.- si strinse nelle spalle il Capitano,
chiedendosi
perché era così difficile da credere.
-Beh, non ti
offendere ma è
strano...cioè mi hai chiesto di nasconderti, mi hai chiesto
armi...mi hai
chiesto anche delle banane... ma non mi hai mai chiesto di trovarti un
appartamento.-
-Beh, ho deciso
di mettere la testa
apposto... io e il mio..amico abbiamo bisogno di un posto dove passare
un po'
di tempo... va bene anche qualche giorno, spostarci non è un
problema.-
Il Maestro lo
guardò per comunicargli
che era un problema eccome... lui voleva restare a Londra, ma Londra
era grande
quindi perché non la piantava di guardarlo in quel modo? Gli
aveva detto che
sarebbero rimasti li, cosa voleva una dichiarazione firmata?!
- D'accordo ,
Jack... ti ho trovato
un'appartamentino in
Kensington
Road, per te e il tuo...amico...ecco le chiavi-
Quel bastardo
doveva proprio evidenziare la sua indecisione di un momento
prima? Ovviamente non poteva chiamarlo compagno, che nel suo caso
sarebbe
suonato equivoco, e sicuramente non voleva ripetere la figura che aveva
fatto
sul planetoide chiamandolo incarico... come gli era venuto in mente
poi...davvero poco...galante... oh, al diavolo!
-Grazie
Jerry...-rispose solo, allungando le mani per prendere le chiavi
che l'altro gli porgeva.
Avevano un
portachiavi a forma di cuore verde fluorescente.
-Hai rubato le
chiavi di casa di una bambina di dieci anni?-chiese il
Capitano alzando un sopracciglio.
Jerry
borbottò qualcosa circa dove poteva ficcarsi il suo senso
dell'umorismo e sparì dopo aver agguantato i soldi che Jack
gli stava porgendo.
Rimasero soli
sotto gli alberi, ad ascoltare il rumore del traffico.
Il Maestro dava
evidenti segni di nervosismo... continuava a guardarsi
intorno scrutando nelle ombre, il cappuccio calato sugli occhi, le mani
nelle
tasche e le spalle tese.
-Andiamo...-gli
intimò Jack con un gesto secco della mano dirigendosi
verso un posto più appartato.
Si
fermò in un vicolo armeggiando con il suo bracciale e
attivò il teletrasporto.
Sentiva la
presenza del Maestro dietro di se, molto vicino, ma quando si
voltò fu sorpreso di trovarselo quasi attaccato alla schiena.
Quello non diede
segno di essersene accorto, ma tenne la testa bassa.
Senza dire nulla
il Capitano gli mise la mano sulla spalla e li
teletrasportò.
-Questo posto fa
schifo... A parte che c'è un solo letto... quel Jerry ti
conosce bene eh?!-fu quello che disse il Maestro quando entrarono nel
"loro" monolocale...per Jack fu fin troppo.
-Beh sai come si
dice da queste parti? è quello che passa il convento,
quindi vedi di abituarti...- aveva mal di testa, e non gli andava di
sentire le
lamentele del Signore del Tempo.
Si sedette sul
letto e si passò le mani tra i capelli.
Il Maestro
rimase in piedi a guardarlo.
Irritante.
-Vado a fare la
doccia...- Il Capitano si diresse verso il bagno e chiuse
la porta...a chiave.
Stava scappando,
stava inequivocabilmente scappando... Aveva sempre
pensato che il Maestro fosse assolutamente irrecuperabile...un mostro
che si divertiva
della sofferenza altrui...ma la creatura con lo sguardo perso che si
aggirava
per la stanza dietro quella porta sembrava più un profugo di
guerra piuttosto
che un dittatore sconfitto.
Sospirò
cominciando a spogliarsi.
Probabilmente
era solo la stanchezza, e domani tutto gli sarebbe parso
più chiaro.
Quando
uscì dalla stanza da bagno, ben quaranta minuti dopo e senza
lasciare acqua calda, trovò il Maestro raggomitolato sul
letto dandogli la
schiena.
Tenendo
l'asciugamano con un mano fece il giro del letto matrimoniale,
affondando nella moquette morbida, e si chinò leggermente su
di lui per vedere
se stesse dormendo.
Il Maestro aveva
il volto contratto, e tremava leggermente...cosa non
imputabile al freddo dato che lui era nudo e non ne aveva...
evidentemente
stava sognando qualcosa che lo sconvolgeva.
Il Capitano si
disse che lui non era di certo così gentile da svegliarlo,
non dopo quello che gli aveva fatto passare nella Valiant, ma si
scoprì curioso
di sapere quali mai potessero essere gli incubi di un Signore del Tempo
egocentrico e megalomane...probabilmente non molto diversi dai suoi
visto che
entrambi avevano perso la loro casa e la loro famiglia per colpa di una
guerra
su cui non avevano il minimo controllo...ed entrambi avevano perso la
persona
che amavano.
Fine
*ovvio
riferimento a The Avengers
Nel prossimo
episodio...
C'era qualcosa
nel modo in cui il Maestro diceva Capitano che Jack
trovava irritante... o eccitante, non aveva ancora deciso.
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Capitolo 4 *** Episodio 4: Viaggio.... ***
Episodio 4:
Viaggio....
La mattina dopo
Jack si svegliò con l'insopportabile sensazione di essere
osservato da qualcosa che stava per mangiarlo.
Aprì
gli occhi e trovò il Maestro che incombeva su di lui, seduto
sul
letto con le gambe incrociate.
-Che diavolo,
Saxon! Sei inquietante...- si lamentò tirandosi a sedere e
tirando su il lenzuolo a coprire il petto nudo.-Fammi indovinare, hai
fame...-
si grattò la testa.
-Si, ma non come
ieri...la rigenerazione è finita...-rispose l'altro
studiandosi le mani.
Il Capitano si
infilò i pantaloni sotto le lenzuola, ben sapendo che il
Maestro non avrebbe lasciato perdere.
Infatti se ne
uscì con un sorriso sprezzante.
-Andiamo,
Capitano, sono io quello che dovrebbe temere per la sua
virtù...in fondo sei tu quello con la fama di seduttore....-
scoppiò a ridere
in maniera fastidiosa.
C'era qualcosa
nel modo in cui il Maestro diceva Capitano che Jack
trovava irritante... o eccitante, non aveva ancora deciso.
-Mi dispiace
deluderti, Saxon, ma non sei il mio tipo...- sogghignò il
bruno alzandosi e abbottonando i pantaloni.
-E io che
pensavo che tutti fossero il tuo tipo... e il mio nome è Maestro...-
Uh Uh il Maestro
era irritato.
-Non quelli che
mi tengono legati per un anno in una sala macchine
puzzolente...Saxon.-
Il sibilo
irritato che ricevette in risposta lo rallegrò non poco.
Riuscirono ad
uscire solo in tarda mattinata, tra una lamentela e l'altra
del Maestro che pareva fare di tutto per irritare il Capitano.
-Capitano....-
Jack
respirò profondamente.
-Ripetimi un po'
dove stiamo andando?-
Jack si
fermò al semaforo rosso, insieme ad un gruppetto di
ragazzine
cinguettanti che lanciavano loro occhiate curiose.
Jack
lanciò loro un sorriso, e quelle cinguettarono
più forte.
Il Maestro
alzò gli occhi al cielo.
Il Capitano se
ne accorse e si schiarì la voce.
-Abbiamo bisogno
di vestiti nuovi, e di qualcosa da mangiare... ma per
averli ci servono dei soldi...hai presente? Quei pezzetti di carta che
si danno
in cambio di altre cose...hai presente?- il Capitano si
chinò leggermente su di
lui, scatenando altre grida dal gruppetto di ragazzine in uniforme
scolastica.
Il Maestro le
fulminò con lo sguardo, ma quelle non smisero di parlottare
al loro indirizzo.
-Ho presente,
Capitano, ma mi chiedo in che modo vorresti
procurarteli...non crederai che mi metta a lavorare vero?- il
sopracciglio del
Maestro andò in alto.
-Non credo che
tu ne abbia le capacità Saxon...però potremmo
occuparci di
qualche lavoretto...- il verde scattò, e i due
attraversarono, seguiti dalle
ragazzine bisbigline.
-Vuoi forse
prostituirti?-chiese il Maestro con leggerezza.
Jack quasi
sorrise.
Si
fermò piantandosi davanti a lui
-Non credo
proprio...però ora che il Torchwood non c'è
più ci saranno
parecchi casi "strani" da gestire...-
Il Maestro si
illuminò.
-Non male,
Capitano, non male...mi sembra una buona idea... di alieni è
pieno il mondo in fondo...-
E la sua non era
una battuta.
L'ennesimo
scoppiò di risatine dietro di loro lo indusse a voltarsi.
-Perché
non fate ridere anche me?-
Le ragazzine si
bloccarono inquiete.
Jack si
appuntò il fatto che probabilmente quello psicotico non
andava
impiegato negli interrogatori...a meno di non voler terrorizzare il
soggetto
interrogato, ovviamente.
-Tutto bene
ragazze?- sorrise tirando fuori il suo sorriso D.O.C.
Le ragazzine
bisbigliarono tra loro e alla fine una si fece avanti.
-Voi due state
insieme?-chiese quasi sussurrando.
Jack e il
Maestro si guardarono... quest'ultimo aveva addirittura la
faccia schifata.
-No,
dolcezza...non siamo una coppia...-Jack si chiese per quale strano e
assurdo motivo fossero giunte ad una conclusione del genere.
-Oh...peccato...
sareste una bella coppia...-
Le ragazzine
ridacchiarono di nuovo, defilandosi nello
Starbucks dopo il negozio di perline,
lanciando loro occhiate divertite.
-La
gioventù di oggi....-
Il Maestro
continuò a borbottare finché non raggiunsero
King's Cross.
-Usciamo da
Londra?-il sospetto del Maestro si fece certezza quando lui
comprò due biglietti per Cardiff.
-Solo per oggi,
Saxon...Un mio contatto a Cardiff ci procurerà un'auto e
qualche altra cosetta che ci sarà utile.-
Il Maestro
stranamente non commentò.
Quando furono
sul treno Jack non resistette.
-Sei
silenzioso....-
Il Maestro non
rispose.
-Beh? Il gatto
ti ha mangiato la lingua? Ci sono i gatti sul tuo pianeta?
Non ci ho mai pensato, ma sono curioso...-
Il Maestro lo
guardò di traverso.
-Non ci sono
gatti su Gallifrey...- pronunciò la parola gatti come se
avesse un gusto orrendo.
-Strano... tu
somigli ad un gatto...stesso carattere da schifo... non mi
sono mai piaciuti i gatti...anche se suppongo sia questione di gusti...-
-Oggi parli un
sacco, Capitano...- il tono del Signore del Tempo era
evidentemente infastidito.
-Te lo detto,
sono curioso...-
-Scommetto che
non hai mai fatto queste domande al Dottore...- lo sguardo
inquisitore si illuminò di vittoria quando l'altro distolse
lo sguardo.- Lui
non è uno che risponde alle domande personali... non lo
è mai stato... beh, io
sono diverso... tu diresti che mi piace il suono della mia voce, e
forse hai ragione...
a proposito, nemmeno a me piacciono i gatti... forse mi somigliano
troppo.-
Il Maestro
concluse incrociando le braccia al petto e appoggiandosi allo
schienale, mostrando di ritenere chiusa la discussione.
Jack
rifletté che il Maestro aveva ragione... lui al Dottore non
piaceva...gli aveva chiesto di andare con lui, ma sapeva che avrebbe
rifiutato... Jack era una anomalia nel flusso del tempo, e al Dottore
non
piaceva.
Quando uscirono
dalla stazione la nebbia li avvolse e Jack avrebbe fatto
fatica ad individuare Gwen se quella non li avesse visti per prima e
non fosse
corsa loro incontro gridando il suo nome.
Jack rise e la
accolse con un abbraccio, contento che il suo bel sorriso
non fosse stato spento dai recenti lutti che avevano colpito entrambi.
-Gwen, non sei
cambiata...-
-Non
scherzare,Jack...tu non sei cambiato, naturalmente...- il sorriso
della ragazza pareva triste, e i suoi occhi lo scrutavano in viso come
a voler
cercare qualche segno rivelatore.
Jack si
affrettò a tirare avanti il Maestro...non avrebbe retto ad
un
interrogatorio da parte dell'amica...no, decisamente no...
-Questo
è il Maestro, un amico del Dottore...- lo
presentò con il nome
che gli piaceva tanto, non per cortesia ma per il bene di Gwen...
-Dottore,
Maestro... ma avete tutti nomi del genere sul tuo pianeta?-
chiese la ragazza rivolgendo un sorriso a Jack.
Il Maestro
pensò che quella donna sorridesse fin troppo.
-Non credo che
tu possa giudicare... Gwen.-
Il tono acido
dell'altro spense il sorriso sulle labbra della donna, che
lanciò a Jack un'occhiata seria inducendolo a stringersi
nelle spalle con un
sorrisino.
-Allora sei
riuscita a procurarci quello che ti avevo chiesto?- era
diventato proprio bravo a sviare i discorsi...
-Si, ho la
macchina e un po' di soldi... sei sicuro di volerci andare
Jack?-chiese poi seguendoli verso il furgoncino blu scuro parcheggiato
li
davanti.
Jack non rispose
subito.
Non era sicuro
del perché volesse tornare a Torchwood...la scusa
ufficiale era per vedere se era rimasto qualcosa di utile per la loro
nuova attività
lavorativa, ma non era la verità...non tutta almeno.
-Può
esserci rimasto qualcosa di utile... non sei obbligata a venire con
noi se non te la senti... hai già fatto tanto, dopo che sono
sparito in quel
modo...- voleva scusarsi per averla mollata da sola o perché
di li a poco lo
avrebbe rifatto, tornando a Londra per continuare il lavoro di
Torchwood senza
di lei e con un nuovo collega mentalmente instabile?
-No,
Jack...vengo con te...- Gwen sembrava risoluta e calma, ma Jack
aveva imparato a leggere le sue emozioni lavorando con lei... e poi
c'erano
tutte quelle cose non dette.. il fatto che fosse stata colpa di Jack
per
esempio... ovviamente lei lo avrebbe negato, ma Jack sapeva che era
così.
Il viaggio si
svolse nel silenzio...cosa strana visto che zittire il
Maestro gli era difficile, ma a quanto pareva anche lui percepiva
l'atmosfera
tesa che serpeggiava tra i due ormai ex-colleghi, e perciò
rimaneva in
silenzio.
D'altra parte
quello non era un problema suo...il suo problema era quel
malato del Dottore, che lo aveva di nuovo lasciato indietro...lui e la
sua
stupida mania di scappare via...ecco cosa non aveva mai sopportato del
Dottore...
quel dannato vizio di scappare...se almeno lo avesse portato con
sé.
Fine
Nel prossimo
episodio...
-Portateli in
una stanza più comoda...tranne la ragazza... lei
liberatela...mi raccomando signorina Cooper...avverta il Dottore il
prima possibile...-
la giovane donna rimase a guardare mentre Gwen veniva slegata.
-Ma se non so
nemmeno dove sia, non so come chiamarlo...- Gwen guardò la
siringa di sedativo in mano al soldato davanti a lei.
-Oh sono sicura
che qualcosa troverà, signorina Cooper... e non ci metta
troppo: tendo ad annoiarmi facilmente, e questo ai suoi amici non
conviene...-
il suo sorriso non lasciava intendere niente di buono e Jack, non per
la prima
volta nella sua vita doveva ammetterlo, si sentì davvero in
trappola.
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Capitolo 5 *** Episodio 5:....di non ritorno. ***
Episodio
5:....di non ritorno.
-Dunque questo
è il molesto Torchwood...- si guardò intorno con
aria
critica.- Sembra una stazione della metropolitana rimaneggiata a covo
segreto...-
L'ingresso
secondario dell'Hub era
rimasto nascosto e inutilizzato, e per Jack era stato uno sforzo quasi
impossibile digitare il codice di accesso e calare nelle tenebre del
quartier
generale di Torchwood.
Gwen
borbottò qualcosa avviandosi ai pannelli elettrici e
smanettando
fino a riportare la luce in quelle sale.
Quello che
colpì Jack più di tutto fu il silenzio...almeno
finché il
Maestro non si mise a parlare.
Jack
ingoiò la bile.
-Nessuno ha mai
detto che dovesse piacerti, ora se non ti dispiace
siediti li e fai silenzio...- un po' più rabbioso del
dovuto, ma ci era morto
li dentro... e non meno importante ci erano morti gli altri.
Il Maestro lo
guardò un momento, incredulo e spiazzato dalla rabbia che
traspariva dalla voce e dalla postura dell'altro, e si sedette
permettendosi
comunque di assumere un leggero broncio offeso.
Jack
evitò lo sguardo di Gwen e si diresse nel suo ufficio.
L'aria era
stantia e quasi soffocò quando aprì la porta... o
forse la
sensazione di oppressione che gli cresceva nel petto era dovuta al
senso di
colpa.
Aprì
il cassetto della scrivania e trovò quello che cercava...la
foto del
loro piccolo gruppo... dedicò la propria attenzione ad ogni
uno di loro prima
di concentrarsi sulla figura composta che si trovava accanto a lui
nella foto,
fasciata in un abito troppo elegante per un
appartenente ad un gruppo come il loro.
Janto...
-Jack...-
Il capitano si
asciugò velocemente gli occhi prima di voltarsi verso
Gwen.
-Il tuo amico di
là mi ha detto di chiamarti...non so cosa voglia di
preciso...- il rammarico nei suoi occhi era evidente.
-Arrivo...-si
sforzò di sorriderle.
Quando lei se ne
fu andata aprì il retro della cornice per estrarre la
foto...la piegò con cura e la mise nella tasca del suo fido
cappotto.
Scese al piano
di sotto solo per vedere Saxon che si trastullava tra cavi
elettrici e congegni alieni.
-Che stai
facendo?- chiese avvicinandosi.
-Questo posto
è una miniera d'oro!- Il Maestro riemerse da sotto un
modificatore di campo elettromagnetico con un invertitore di massa in
una mano
e un cacciavite nell'altra- Non è che hai un cacciavite
sonico vero?-
Jack si
lasciò sfuggire un breve sorriso.
-Gwen... tienilo
d'occhio mentre vado un momento nel deposito...non
lasciare che ci faccia saltare in aria...-
Gwen
annuì, cercando di mettere un po' d'ordine in quel macello,
senza
guardarlo.
Jack capiva come
si sentiva... non poteva lasciar vagare lo sguardo
nemmeno per un momento che gli tornava in mente tutto quello che
avevano
vissuto insieme in quel posto... la gioia, il dolore... quello era
stato il suo
piccolo regno e non era stato in grado di difenderlo, aveva lasciato
che
arrivassero e gli portassero via ciò che aveva di
più prezioso... tutto quello
che aveva.
Quando avevano
abbandonato la base i militari avevano messo tutto a
soqquadro, senza però portare via nulla a parte le armi...la
loro intenzione
era di tornare successivamente e sguinzagliare una squadra di tecnici e
scienziati all'interno dell'Hub, ma al loro ritorno l'entrata era
rimasta
cocciutamente chiusa.
Merito di Tosh
che aveva programmato il computer in modo da chiudere
tutto ermeticamente in caso di accesso non consentito, inserendo una
password
che solo il Capitano conosceva... Speranza.
La speranza in
effetti era l'unica cosa che era rimasta loro quando i 456
avevano fatto la loro comparsa, o ri-comparsa, e solo la speranza di
riuscire
in qualche modo a dare un senso alla loro morte aveva permesso a Jack
di tirare
avanti...quello e il fatto di non poter morire, nemmeno volendo...e
quanto lo
aveva voluto in un primo periodo!...davvero..lo aveva voluto
disperatamente.
Digitò
il codice di accesso e recuperò il cacciavite sonico dalla
sua
scatola di latta.
Lo aveva vinto
alle carte, quel cacciavite... ci teneva perché gli
ricordava il Dottore, ma non lo aveva mai usato.
Lui era sempre
stato un tipo più da pistole...
L'allarme rosso
lo colse di sorpresa, riportandolo indietro nel
tempo...ora Janto si sarebbe precipitato nel suo ufficio e avrebbe
fatto una
battuta sul pericolo imminente, invitandolo a raggiungere gli
altri...cosa che
lui avrebbe fatto, ma non prima di avergli palpato il sedere mentre gli
passava
accanto.
Ma Janto non
sarebbe mai più entrato da quella porta, quindi Jack si fece
coraggio e tornò nella sala centrale da solo.
-Che succede?-
Gwen
batté sui tasti del computer e guardò confusa la
miriade di puntini
rossi che sciamavano sulla mappa dai contorni blu.
-Non lo so, i
sistemi sono impazziti...indicano che un esercito sta
entrando nell'Hub, ma non....-
Il rumore degli
stivali che battevano sul metallo era inconfondibile, e
presto si trovarono circondati da soldati con indosso una divisa nera e
in
testa caschi che coprivano loro il volto.
Jack
alzò le mani, seguito da Gwen, chiedendosi dove mai fosse
finito il
Maestro.
-Jack
Harkness... sono il Colonnello Stewart, della U.N.I.T., è
pregato
di seguirci insieme ai suoi compagni....-
-Strano modo di
pregare il suo, Colonnello...- Jack adocchiò i fucili.
Il Colonnello
stava per rispondere quando una scarica di pallottole
risuonò nell'Hub.
La radio del
Colonnello gracchiò.
-Signore, uno di
loro si è impadronito di una delle nostre armi..crr...non
sembra intenzionato a venire con noi di sua spontanea
volontà...crrr...
crediamo che sia Lui...-
-Ha sentito
Capitano? Farebbe bene a richiamarlo se non vuole che dia un
ordine di cui mi pentirò..- il Colonnello sembrava un uomo
di infinita
pazienza, con quel suo tono di voce basso e controllato, ma Jack sapeva
per
esperienza che i tipi del genere erano pericolosi, perché
non si sapeva cosa
passasse loro per la testa.
-Mi passi quella
radio....- si arrese Jack.
Il Colonnello
gli porse la radio e Jack si schiarì la voce.
-Saxon, mi
senti?- attese.
-La sente...- la
voce del soldato gli arrivò leggermente distante, come
se parlasse con il vivavoce.
-Lascia stare,
siamo circondati e non vorrei che tu morissi in modo
stupido...una nostra comune conoscenza mi ammazzerebbe...-
Non
arrivò nessuna risposta, ma in breve il Maestro comparve
circondato
da un gruppetto di soldati...di cui uno dotato di due fucili e uno
svenuto.
-Non posso
lasciarti solo un attimo, Saxon...- scherzò il Capitano
mentre
quello veniva spinto nel gruppo.
-Potrei dire la
stessa cosa... sono amici tuoi? Non fraintendere, ma non
mi interessa partecipare ai tuoi party.-
-Fate
silenzio...-il Colonnello fece un gesto in risposta a cui Jack vide
Gwen accasciarsi al suo fianco, a seguito di una potente scarica
elettrica sul
collo.
La stessa cosa
successe a lui, e mentre chiudeva gli occhi vide il ghigno
del Maestro sopra di lui rivolto al Colonnello.
-Ben tornato tra
noi...-
Sentire la voce
del Maestro appena sveglio non era proprio il modo
migliore di mettersi di buon umore... Jack cercò di
ricordare per quale motivo
stesse così scomodo, considerando che visto che si stava
svegliando doveva
trovarsi presumibilmente su un letto...beh o almeno su una superficie
piana...
invece gli sembrava di essere in piedi...e questo era quantomeno
sospetto.
Aprì
gli occhi, scoprendosi seduto su una sedia di metallo alquanto
scomoda e priva di qualsiasi gusto estetico... le mani legate dietro la
schiena
gli facevano male, come se non arrivasse abbastanza sangue, e le
caviglie erano
nella stessa situazione.
-Gwen?-chiese
cercando di mettere a fuoco.
-Sta bene... o
almeno non sta peggio di noi, il che è tutto dire...-
rispose il Maestro dalla sua destra.
Adesso Jack
vedeva che il Maestro era nella sua stessa situazione, se non
peggio visto che aveva un bavaglio sul collo.
-Eri
imbavagliato?-Jack scrollò la testa tentando di schiarirsi
le idee.
Il Maestro fece
un verso di disprezzo.
-Non sono
riusciti a mettermi K.O...naturalmente, non sono mica un misero
umano come voi... quindi hanno pensato bene di imbavagliarmi... a
quanto pare
non erano contenti di quello che mi usciva dalla bocca...- si strinse
nelle
spalle per quanto glielo permettevano i legacci.
-E chi lo
sarebbe...- mugugnò il Capitano.
Gwen
attirò la sua attenzione alla sua sinistra con un gemito,
segno che
si stava risvegliando.
-Tutto bene,
Gwen?-
-Si...sto
bene... ma che...oh, ora ricordo...ma cosa vogliono da noi?..-
gemette di nuovo muovendo il collo su e giù.
-Credo che lo
sapremo presto....- il BIIIP che seguì la lucetta verde
sulla serratura della loro prigione era quanto mai allusivo.
Lo stridore
della pesante porta che si apriva fece gemere il mal di testa
di Jack, che lo costrinse a serrare gli occhi in attesa che quella
tortura
finisse.
-Bene bene... Il
famoso Capitano Harkness... e la signorina Cooper... mi
dispiace di avervi causato tanti guai. In realtà ero
interessata solo al
Signore del Tempo, ma il Signor Saxon ha promesso di seguirci senza
causare
problemi se non vi avessimo ucciso, perciò per ora resterete
vivi...-
La giovane donna
davanti a lui indossava un tailleur blu scuro, e aveva i
capelli biondi raccolti sulla testa. Nel complesso sembrava una giovane
donna
di bell'aspetto con una bella carriera, e Jack era quasi sicuro di aver
fatto
centro...una giovane donna di bell'aspetto e con una bella carriera
nella U.N.I.T....
... e un bel
pancione da otto mesi.
-Ma
davvero?-Jack guardò incredulo e derisorio il Maestro.- Ma
che
gentile...-
-Non mi andava
di stare solo... mi annoio facilmente...- spiegò il
Signore del Tempo con un sorriso allusivo.
-Voglio parlare
con Martha Jones...- Jack era sicuro che Martha non
centrasse niente con quella faccenda, e magari poteva tirarli fuori da
li...a
quanto aveva capito aveva scalato la gerarchia dell'organizzazione in
maniera
piuttosto brillante.
-Mi dispiace ma
la signorina Jones non è più uno dei nostri
membri... lei
e il suo compagno Mickey Smith hanno ricevuto il loro congedo 20.2 ore
fa...
hanno fatto ricorso, ritenendolo immotivato, ma siamo stati obbligati
ad
insistere....-
-Immagino che
non l'abbiano presa bene...-ghignò il Capitano.
-No,
affatto...-il disappunto della loro giovane ospite era
evidente...sicuramente
Martha e Mickey erano fuggiti all'arresto...Jack non poteva fare altro
che
augurare loro ogni bene.
-Cosa volete?-
Il Maestro non era mai stato un tipo paziente... anche a
scuola lo mettevano sempre in punizione perché non stava
fermo e zitto... e
mettevano in punizione anche il Dottore visto che lo trascinava sempre
con
se... e anche adesso dava segni di irrequietezza... non lo avrebbe
ammesso nemmeno
sotto tortura, ma avrebbe pagato oro pur di avere al suo fianco il
Dottore
piuttosto che l'immortale ninfomane che si stava rivelando del tutto
inetto...
si chiese in base a quale criterio il Dottore lo avesse scelto per
tenerlo al
sicuro... vero era che il Dottore aveva strani gusti, ma la sua
inefficacia
come guardia del corpo era lampante.
-Vogliamo lei...
signor Saxon...lei e il Tardis.-
Silenzio.
La
stupidità di quell'affermazione costrinse Jack a scoppiare a
ridere,
attività in cui non si trovò da solo.
Miss Janet si
limitò a sorridere e ad accarezzarsi la pancia.
Quando la sua
risata e quella del Maestro si spensero Jack sorrise.
-Mi dispiace ma
avete preso il Signore del Tempo sbagliato... noi non
abbiamo un Tardis, quindi perché
non ci
liberate e non andate a cercare il Dottore? O forse avete paura di lui,
per
questo avete ripiegato su di lui....- accennò con la testa
al biondo al suo
fianco.
Il Maestro si
accigliò.
-Hei...anche io
faccio paura... E a questo proposito vi avverto... non
rimarrò seduto qui ancora per molto, quindi liberatemi o ve
ne pentirete...- la
minaccia sarebbe sembrata vuota detta da un uomo qualsiasi, ma quello
era un
Signore del Tempo e per di più era QUEL Signore del
Tempo...quello che aveva
quasi distrutto la razza umana per la sua vendetta contro il Dottore.
Ma loro non
potevano saperlo, visto che quell'anno... per quanto vivido
nei ricordi di Jack...non era mai esistito.
La donna si
avvicinò e si piegò leggermente per avere il viso
al livello
di quello del Maestro.
-Mi rincresce,
ma se è vero che voi non avete il Tardis è anche
vero che
conoscete il Dottore...e ho come l'impressione che non appena
saprà che lei è
mio prigioniero verrà a riprenderla...in fondo le ha
già salvato la vita una
volta, molto, molto, molto tempo fa... su un pianeta che ormai non
esiste più.-
gli sorrise maliziosa e si voltò per andarsene.
Jack
capì che si trovavano nei guai solo in quel momento... nel
momento
in cui vide il Maestro impallidire visibilmente, in cui il Maestro
rimase senza
parole.
- Come fai a
saperlo?- mormorò.
-Portateli in
una stanza più comoda...tranne la ragazza... lei
liberatela...mi raccomando signorina Cooper...avverta il Dottore il
prima
possibile...- la giovane donna rimase a guardare mentre Gwen veniva
slegata.
-Ma se non so
nemmeno dove sia, non so come chiamarlo...- Gwen guardò la
siringa di sedativo in mano al soldato davanti a lei con evidente
preoccupazione.
-Oh, sono sicura
che qualcosa troverà, signorina Cooper... e non ci metta
troppo: tendo ad annoiarmi facilmente, e questo ai suoi amici non
conviene...-
il suo sorriso non lasciava intendere niente di buono e Jack, non per
la prima
volta nella sua vita doveva ammetterlo, si sentì davvero in
trappola.
Fine.
Nel prossimo
episodio....
(Il Maestro alla
rapitrice)
-Vorrei un
cacciavite sonico, un ripetitore quantico e, se non è
troppo,
due forcine grazie...-tirò fuori un sorriso innocente.
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Capitolo 6 *** Episodio 6: Tasche bucate ***
Episodio 6:
Tasche bucate
-Gwen! Gwen,
stai bene tesoro?-
Avrebbe voluto
rispondere che no...non stava affatto bene, ma
la sua lingua non voleva proprio collaborare.
Il vento
salmastro della baia le scompigliava i capelli e il sole le
bruciava la faccia, mandando scariche di dolore dritte al suo cervello
confuso.
Serrò
le palpebre cercando di riprendersi e tirando un profondo respiro
si tirò a sedere, lottando contro la nausea... nemmeno
durante la gravidanza le
nausee mattutine erano state così terribili.
-Ris!- quando lo
riconobbe si sentì ancora più confusa.- Dove
siamo?-
-A Cardiff,
amore... mi hai mandato un messaggio dicendo che dovevamo
vederci qui davanti al vecchio Torchwood e ti ho trovata svenuta su
questa
panchina..si può sapere cosa succede? è colpa di
Jack,vero? è sempre colpa di
Jack... è stato lontano così a lungo lasciandoci
in pace...perché è dovuto
tornare mi chiedo io....-
Gwen
si guardò intorno lasciando che Rhys
si
sfogasse e approfittandone per riprendere il
controllo.
Coppiette felici
passeggiavano mano nella mano, e un bambino piangeva perché
la mamma non voleva fermarsi a comprargli il gelato.
-Dov'è
la bambina?-chiese interrompendo il marito mentre si lanciava in
un'altra serie di lamentele sul suo ormai ex-datore di lavoro
ricomparso dal
nulla per rovinare la loro vita e bla bla bla... Ris aveva tenuto quel
monologo
parecchie volte in passato e Gwen non fu sorpresa dalla sensazione di
famigliarità che generava in lei quella situazione.
-è
con tua madre...le ho chiesto di andarla a prendere all'asilo e di
tenerla per un po'- Ris
sospirò e si
sedette al suo fianco mentre lei si prendeva la testa tra le mani.
-Si
può sapere cosa succede?- Era davvero preoccupato.
Gwen
alzò lo sguardo su suo marito, incontrandone lo sguardo
ansioso..davvero non riusciva a credere di averlo di nuovo cacciato nei
guai...gli aveva promesso che dopo la nascita della bambina avrebbe
smesso di
mettersi in pericolo...era stato facile visto che ormai Torchwood non
c'era
più...che Jack non c'era più.
-Mi dispiace, Rhys...Jack
è nei guai e ha
bisogno del nostro aiuto.-
Rhys alzò
lo sguardo al cielo
gemendo disperato.
-Lo sapevo...e
naturalmente tu non puoi tirarti indietro vero? Dare il
compito a qualcun altro...-
Gwen scosse la
testa.
-Non
c'è nessun altro....- rispose affranta, gli occhi lucidi.
Rhys rimase in
silenzio...Dio
solo sapeva quanto odiava quel rubacuori da strapazzo, il Capitano che
era
sbucato fuori dal nulla mettendo la sua Gwen in pericolo tante di
quelle volte
che ormai Rhys aveva perso il
conto...per
un certo periodo aveva temuto che lei si fosse stancata di lui e che lo
avrebbe
lasciato, ma per fortuna non era accaduto e adesso era sua moglie e non
poteva
abbandonarla.
Sospirò
con rassegnazione.
-Allora cosa
possiamo fare per lui?-
Gwen gli
sorrise, e quel sorriso valeva tutti i pericoli che avrebbero
dovuto affrontare.
-E questa voi la
chiamate una stanza comoda? Mi spiace ma non ci vedo
nulla di comodo...- si lamentò il Maestro quando lo
portarono nella sua stanza
bianca.- Mancano solo le pareti imbottite...-
-Mi rincresce
che non sia di suo
gradimento; faccia sapere di cosa ha bisogno e
sarà mia premura
procurarglielo...-il sorriso della giovane donna che li aveva rapiti
sfolgorò
di nuovo in tutta la sua bianchezza.
La sua cortesia
sarebbe stata meno indigesta per il Maestro se non avesse
avuto quei due gorilla accanto, sull'attenti.
-Vorrei un
cacciavite sonico, un ripetitore quantico e, se non è
troppo,
due forcine grazie...-tirò fuori un sorriso innocente.
-Mi dispiace ma
non posso rischiare che lei costruisca un ripetitore di microonde
a lungo raggio riuscendo a mettersi in contatto diretto con il
Dottore... lui
deve avere solo le informazioni che noi intendiamo dargli tramite la
signorina
Cooper.- la donna si voltò e fece segno ai due militari in
nero di chiudere la
porta.
-Che non sono
poi molte...- obiettò il Maestro con scherno.
-Lo
sono...considerato che abbiamo impiantato un circuito di suggestione
che ci permette di suggerire idee alla vostra amica senza che lei si
accorga
che non sono sue... in aggiunta ad un campo di ipnosi che ci permette
di
controllare la sua mente a distanza, ovviamente...qui facciamo le cose
per bene-
Il sorriso di
quella donna non avrebbe potuto essere più amorevole.
Mentre il
sorriso del Maestro si era spento già da un po'.
La porta si
chiuse davanti a lui con un rumore sordo di aria compressa,
isolandolo totalmente dal mondo esterno.
Naturalmente il
Maestro fece l'unica cosa che avrebbe potuto fare...
diede fuori di matto.
Il suo urlo di
frustrazione attirò l'attenzione della loro giovane ospite,
che lanciò un'occhiata allo schermo giusto in tempo per
vedere il Signore del Tempo
che strappava le coperte dal letto con furia.
La donna
sogghignò.
Lo aveva in
pugno...e ora toccava al Capitano.
-Bello...molto...minimale...-commentò
Jack quando le guardie lo
scaraventarono nella sua stanza bianca.
Si chiese che
fine avesse fatto il Maestro, ma era ragionevolmente certo
che non gli avrebbero fatto del male visto che volevano usarlo come
merce di
scambio per ottenere il Tardis...che poi cosa se ne sarebbero fatti
restava un
mistero: solo i Signori del Tempo sapevano come pilotarli, e dato che
al
momento rimanevano solo il Maestro e il Dottore
difficilmente...però Jack
ricordava come quella donna avesse sorpreso il Maestro rivelandosi
depositaria
di informazioni che evidentemente non poteva avere.
-Dov'è
Saxon?-chiese alle guardie.
Quelle lo
ignorarono e chiusero la porta, che si sigillò con un sibilo.
Jack la
raggiunse per tastarne la robustezza...no, nessuna via di fuga da
quella parte.
Intanto la sua
irritazione saliva.
Passeggiò
avanti e indietro per calmarsi e contò dieci passaggi
davanti
alla porta della cella prima che questa si aprisse nuovamente rivelando
la loro
adorabile padrona di casa.
Un ghigno si
aprì sulla faccia del Capitano.
-Miss...ma che
bella sorpresa! è venuta ad intrattenersi con me?- la
provocò mostrandosi più sicuro di quello che era
in realtà.
-Ho appena
lasciato il Maestro nella sua stanza..non era molto contento
della sistemazione, ma confido che a lei invece non dispiaccia.-
Adorabile e
composta, educata e sensibile... Jack si chiese che razza di
persona fosse una che rapiva due persone per i suoi scopi e poi li
trattava
come se fossero suoi ospiti.
-Oh, si
adorabile davvero...- fece qualche passo verso di lei, giusto per
innervosire le due guardie armate.- Vorrei proprio capire qual
è il suo
gioco...-
-Ne
più ne meno quello che ho detto... se il Dottore si
consegnerà a noi
completo di Tardis voi sarete liberi di andare.... tutto qui.- la sua
aria
innocente fece venire la nausea a Jack.
-E lei crede che
noi abbandoneremmo il Dottore al suo destino senza
combattere?-
Il sorriso della
donna si allargò.
-Se
combatterete, morirete...-
Il Capitano
sostenne il suo sguardo con aria di sfida.
-Ora mi perdoni
ma devo andare...ho molte faccende di cui occuparmi.-
-Capirai...i
rapimenti e le estorsioni sono faccende complicate...se poi
ci aggiungi una gravidanza....- ironizzò il Capitano
accennando al suo ventre.
-Non immagina
nemmeno quanto... ci rivedremo presto Capitano, buona permanenza.-
Il sibilo della
porta che si chiudeva sembrò quasi un suono di derisione
per Jack.
Il Maestro se ne
stava rannicchiato sotto la coperta bianca, seduto sul
pavimento freddo.
Era una fortuna
che la loro ospite fosse così cortese da fornire loro
abiti puliti, ma non obbligarli a metterli...altrimenti avrebbe notato
il
cacciavite sonico nascosto nella sua giacca... e dire che c'era chi si
lamentava di avere le tasche bucate... per lui erano state una manna
dal cielo.
Tirò
fuori il cacciavite e lo aprì....
...e il sorriso
che il bagliore azzurrino illuminò non aveva niente di
buono
Fine
Nel prossimo
episodio...
-Dobbiamo
trovare il modo per contattare il Dottore...-
-Non conosci
nessuno che abbia il suo numero di telefono?- chiese.
Gwen
abbassò la tazza di caffè e lo guardò.
-Ris, sei un
genio!- balzò in piedi e lo baciò prima di
l
anciarsi fuori
dal bar.
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Capitolo 7 *** Episodio 7: Ogni problema ha la sua soluzione. ***
Episodio 7: Ogni
problema ha la sua soluzione.
-Dobbiamo
trovare il modo per contattare il Dottore...-
Il bar in cui
avevano trovato rifugio si trovava nelle vicinanze della
baia, e serviva il caffè migliore che Gwen avesse mai
bevuto... dopo quello di
Janto ovviamente.
Rhys si
guardò intorno
nervosamente e non rispose...quello non era il suo campo, non sapeva
come
trattare con alieni e consimili, e non si trovava affatto a suo agio in
quel
clima teso.
-Non conosci
nessuno che abbia il suo numero di telefono?- chiese
tentando di alleggerire la tensione.
Gwen
abbassò la tazza di caffè e lo guardò.
-
Rhys,
sei un genio!- balzò in piedi e lo baciò prima di
lanciarsi fuori dal
bar.
-Gwen,
aspettami!-
L'Hub era
deserto.
Gwen ci aveva
sperato, ma non ne era stata certa finché non erano
entrati.
- Nei nostri
computer c'è ancora la rete di sub-frequenza con cui Harriet
Jones ha chiamato il dottore quando la terra è stata rubata,
ricordi?- Gwen si
lanciò alla postazione di Toshiko.
Era sicura che
la rete fosse ancora li...Tosh non era tipa da cancellare
qualcosa del genere.
Ci mise
più tempo del previsto per trovare il programma, mentre Ris
ordinava due pizze e ne mangiava una senza che lei riuscisse a venirne
a capo.
Ci mise quattro
ore, ma non si arrese finché non la trovò.
-Eccola! La rete
di sub-frequenza... però bisogna trovare il modo per
amplificare il segnale altrimenti non lo raggiungerà mai...
per quel che ne so
potrebbe essere ovunque nell'universo e nel tempo... o almeno
così diceva
Jack...- si sedette accanto a suo marito sul divano logoro e
guardò disgustata
la pizza al formaggio ormai fredda.
-Dovresti
mangiare qualcosa Gwen...- la riprese Rhys.
Lei fece una
smorfia.
-Non ho fame...-
sospirò- non c'è la faccio, Rhys...non posso
aiutarlo, non ne ho le capacità.-
Lui la
abbracciò stringendosela al petto.
-Tu sei una
poliziotta eccezionale, e una moglie fantastica... e non c'è
al mondo una madre come te... non sei incapace, non lo sei mai stata, e
non ti
sei mai arresa...-
Gwen si
raddrizzò.
Gli sorrise.
-Hai ragione, Rhys... riusciremo a
trovare una
soluzione...insieme.-
Era ormai notte
fonda, nel centro di ricerca della UNIT.
Le guardie
pattugliavano i
corridoi con diligenza, comunicando via radio con il
centro di controllo
situato nel cuore del complesso e attraverso cui tutti i sistemi di
sicurezza
venivano monitorati.
Alcuni dei
ricercatori più agguerriti, invece, continuavano nei loro
laboratori
a giocare a fare Dio cercando di scoprire i misteri della vita.
Tra quelli
ancora sveglia c'era anche lui.
Il Maestro non
dormiva.
Qualcuno
potrebbe pensare che il suo piano di evasione avesse subito un
penoso stallo visto che si trovava ancora li dentro, ma in
realtà stava
vagliando le possibilità che gli erano concesse.
Poteva rimanere
li e spettare che il tempo facesse il suo corso, anche se
non era mai stato bravo in questo...poteva aspettare che il Dottore
venisse a
salvarlo... subito sentì una fitta di dolore al suo
orgoglio... lui non era di
certo una delle amichette bisognose di aiuto che il Dottore soleva
portarsi dietro...lui
era un Signore del Tempo, lui era il Maestro,
non aveva bisogno di nessuno...
Cambiò
posizione sotto la sua coperta bianca.
Oppure poteva
mettere a ferro e fuoco quel posto e scappare da li in
grande stile... opzione che gli era senza dubbio più
congeniale...per farlo
avrebbe dovuto abbandonare Jack, e anche questo gli era abbastanza
congeniale...o
forse no... non riusciva a decidersi, era quello il problema: ogni
volta che
elaborava un piano gli pareva sempre di aver tralasciato qualcosa, e
quel
qualcosa alla fine si rivelava essere il Capitano.
Trattenne un
verso disgustato... da quanto era diventato così altruista?!
Il vento
soffiava sulla baia, ma ne Gwen ne tantomeno Rhys se ne accorsero
dato che si trovavano nel
sottosuolo.
Avevano lasciato
le luci di emergenza dell'Hub accese e si erano
rintanati nella camera sotterranea dove Jack dormiva quando ancora
Torchwood
esisteva.
Rhys aveva fatto un
sacco di
battute concernenti quel letto, ed era riuscito a migliorare l'umore di
Gwen
che si era infine addormentata cedendo alle carezze del marito.
Anche Rhys si era
addormentato perciò
non si accorse del fatto che la donna al suo fianco si era voltata
dall'altra
parte, mormorando qualcosa e aggrottando le sopracciglia.
Tutto era
silenzio intorno a loro, e continuarono a dormire.
Lo scettro che
si trovava appoggiato sul tavolo davanti a lei emise un
bagliore soddisfatto mentre si insinuava nella mente di Gwen Cooper,
suggerendole di collegare la rete di sub-frequenza alla fessura situata
sopra
Cardiff... in questo modo il loro messaggio sarebbe stato trasmesso in
tutto
l'universo, e anche in parecchi di quelli paralleli, mettendo in
allarme il
Dottore.
Si
stirò soddisfatta passando una mano sullo scettro e annuendo
tra se...
si, sarebbero stati soddisfatti del suo lavoro.
-Ho trovato, Rhys... non so come
ho fatto a
non pensarci subito... è proprio vero che la notte porta
consiglio!- Gwen
armeggiò con i cavi che fuoriuscivano dalla grande colonna
al centro dell'Hub.
-Hai trovato
cosa?-chiese il marito sorseggiando il caffè che si era
preparato usando la grande macchinetta che si trovava in un angolo.
-La soluzione al
nostro problema... collegherò i computer alla fessura e
spedirò il messaggio attraverso la rete di sub frequenza in
tutto l'universo!-
Rhys era contendo di
vederla sorridere
di nuovo, ma non riusciva a condividere il suo entusiasmo.
-Vedrai, il
Dottore arriverà e risolverà tutto...- gli disse
Gwen senza
fermarsi.
Rhys si
limitò a bere un sorso
di caffè senza commentare... infatti dal suo punto di vista
l'arrivo di un altro
personaggio strambo nella loro vita non avrebbe portato altro che guai,
ma se
questo gli avrebbe permesso di sistemare la faccenda e tornare alla sua
vita
deliziosamente priva di Jack Harkness allora tanto meglio.
Fine
Nel prossimo
episodio....
Il Capitano gli
sorrise complice.
-Saxon, ti ho
già detto che sei diventato il mio compagno di giochi
preferito?-
|
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Capitolo 8 *** Episodio 8: Storie parallele. ***
Episodio 8:
Storie parallele.
Il giovane
soldato della UNIT era fiera della sua nuova uniforme nera...
aveva sempre sognato di indossare quelle uniformi, fin da quando le
aveva viste
all'opera durante quei tragici giorni in cui il cielo di Londra era
stato
invaso da gas velenosi. La UNIT li aveva salvati tutti e lei voleva
entrare a
far parte di quel gruppo così valoroso e ben addestrato che
combatteva per la
difesa della razza umana.
I primi
incarichi erano stati semplici e noiosi, ma non si era
lamentata... sapeva che era necessario cominciare dal basso e che
presto
sarebbe riuscita a salire più in alto: aveva fiducia in se
stessa.
Un anno dopo si
trovava quasi al punto di partenza.
Aveva capito che
quella non era l'organizzazione pulita e ben
amministrata che aveva creduto all'inizio, e mentre persone meno dotate
di lei
facevano carriera lei rimaneva un soldato semplice per il semplice
fatto che
non conosceva nessuna personalità influente e che non era
quel genere di
persona che si vendeva facilmente.
La frustrazione
avvelenava il suo animo e lei si sentiva tradita.
Tutto era
cambiato quando la terra era stata rubata.
Si trovava nel
centro di controllo quando il terremoto aveva scosso la
base, e in meno di un'ora tutte le unità si erano trovate
mobilitate nella
difesa dei civili inermi... peccato che il nemico si fosse rivelato
impossibile
da sconfiggere.
Così
si erano nascosti, per salvarsi la vita.
Correva nel
bosco insieme ai suoi commilitoni e ai civili che erano
riusciti a raccogliere prima che i Dalek scendessero sulla terra per il
rastrellamento....si voltò un momento indietro ed
inciampò nel buio della
boscaglia, scivolando lungo un crinale scosceso.
La caduta fu
lunga perché non le riuscì di aggrapparsi a nulla
per
frenarla, finché non colpì il fondo.
Si
tirò a sedere ansimando a strinse la mano destra, sorpresa
di sentirla
occupata.
Abbassò
gli occhi sul lungo bastone che stringeva tra le dita e si mise
in ascolto della voce.
-Miss Janet, il
Capitano Harkness ha tentato di violare la sorveglianza
durante la consegna del pasto... lo abbiamo immobilizzato.. dice che
vuole vedere
il Maestro..-
Il gracchiare
della radio la riportò al presente...era ormai mattina e il
sole filtrava dalle finestre dell'ufficio facendo risplendere il
bastone.
Sciolse la presa
sullo scettro che teneva stretto al petto e premette un
tasto.
-Molto bene,
Colonnello Stewart... vi raggiungo subito.-
Si
alzò prendendo lo scettro e lo richiuse nella cassaforte
prima di
uscire dal suo studio.
Raggiunse la
cella sempre scortata dalle sue onnipresenti guardie del
corpo ed entrò dalla porta che un soldato le teneva aperta.
-Capitano, lei
mi stupisce... credevo che le piacesse stare qui...-
-Dove
è il Maestro?...voglio vederlo- rispose soltanto lui,
evidentemente
spazientito.
Janet si accorse
che così non andava... tenendoli separati non solo il
Capitano le avrebbe creato dei problemi, in più non aveva
possibilità di sapere
nulla su di lui... le informazioni che aveva sul Maestro e sul Dottore
erano
pressoché totali, ma non sapeva quasi nulla sul Capitano.
-Il Maestro sta
bene... posso portarla da lui se vuole, ma non tenterà
più di scappare... non vorrei doverla uccidere, sarebbe un
tale spreco.-
sorrise maliziosa facendo cenno alle guardie armate di tirarlo su e li
precedette in corridoio.
-Non credo che
lei abbia ben chiara la portata di quello che sta facendo,
io conosco il Dottore e non è uno con cui si possa
scherzare... verrà qui e vi
spazzerà via tutti se non vi arrenderete, credetemi gliel'ho
già visto fare...-
Jack non credeva che avrebbe funzionato, ma almeno doveva provarci...il
Dottore
lo avrebbe fatto, li avrebbe prima avvertiti.
La giovane donna
non si voltò nemmeno.
-So tutto quel
che c'è da sapere sul Dottore, non si preoccupi... -
Il Capitano fece
un verso rassegnato.
-Inutile parlare
con lei... non può capire...-
Si fermarono
davanti ad una porta di acciaio identica a quella della sua
cella.
-Lei ha molta
fede nel Dottore... chi le dice che verrà a salvarla? Non
escludo che verrà a riprendersi il Maestro, ma per quanto
riguarda lei non ne
sono molto sicura....- la sua espressione limpida e vagamente curiosa
lo
irritò.
-Mi fido di
lui...perché so come è fatto....-rispose mentre i
soldati
aprivano le porte e lo gettavano dentro.
Si contorse sul
pavimento fino a voltarsi verso la porta.
-Lei crede di
conoscerlo....ma in realtà non sa nulla di lui.- rispose
Janet lanciando dentro la cella la chiave delle manette, che
atterrò in grembo
a Jack.
La porta si
chiuse con un tonfo.
Il Capitano
sentì dietro di lui qualcuno che batteva le mani.
-Davvero molto
teatrale, non c'è che dire...quella donna sa come
intrattenere il suo pubblico.-
Il Maestro si
alzò dal letto e si accucciò davanti a lui.
-Ti mancavo
così tanto?- lo prese in giro, parodiando un'espressione
preoccupata.
-Sta zitto e
toglimi queste manette...- ringhiò Jack.
Il Maestro prese
in mano le chiavi con studiata lentezza e le lasciò
tintinnare sospese tra di loro, un sorriso sadico sul volto.
- Saxon...-
cominciò il Capitano, ma Il Maestro si limitò a
sorridere.
-Scusa, non
volevo spaventarti... solo prenderti un po' in giro...-
ammise girandogli intorno per levargli le manette.
Il Capitano si
alzò massaggiandosi i polsi.
-Però!...
o qui le stanze sono tutte uguali o le hanno costruite apposta
per noi... quale onore...- commentò poi guardandosi intorno.
-
Perché ti hanno portato qui?-
Jack si accorse
del tono infastidito dell'altro.
-Cos'è
ti do fastidio? che vuoi che ne sappia...- ribatté acido.
In
realtà lo avevano portato li perché lo aveva
chiesto lui, ma dato che
l'ego del Maestro era già smisurato pensò non
fosse il caso di dirglielo...avrebbe
potuto raggiungere nuove vette di autocompiacimento ed era sicuro che
non lo
avrebbe sopportato.
-Vuole qualcosa
da noi...- rispose il Maestro tornando a sedersi sul
letto a gambe incrociate e guardandolo torvo.
-Magari si
annoia...- rispose il Capitano sedendosi al suo fianco.
Il Maestro fece
una smorfia.
-In questo caso
diamole qualcosa con cui divertirsi....- disse mostrandogli
il cacciavite sonico con un ghigno.
Il Capitano gli
sorrise complice.
-Saxon, ti ho
già detto che sei diventato il mio compagno di giochi
preferito?-
Si alzarono
dirigendosi alla porta.
-Il mio nome...
è Maestro!- gridò l'altro puntando il cacciavite
contro
la porta e facendola esplodere verso l'esterno.
Fine
Nel prossimo
episodio.....
-Oh, Oooh ora
ricordo! Gwen Cooper giusto? Si si certo! Beh, mi sono
rigenerato...-disse fregandosi le mani.- Stessa persona, ma persona
diversa...o
diversa persona, ma stessa persona...- ci pensò un momento
poi accantonò il pensiero
con un gesto della mano- Dimmi per quale motivo mi hai chiamato?! Non
è da
tutti riuscire a chiamarmi...- chiese curioso alzando le sopracciglia
con un
sorrisetto stampato in faccia.
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Capitolo 9 *** Episodio 9: S.O.S ***
Episodio 9: S.O.S
-Ecco fatto!
Dovrebbe funzionare....- Gwen si spostò una ciocca di
capelli dalla fronte sudata e si sedette accanto a Rhys sull'ultimo
gradino.
-E adesso che si
fa?- chiese lui guardando poco convinto l'ammasso di
cavi che la sua dolce metà aveva creato in una notte.
Lei si
alzò.
-Adesso inviamo
un messaggio... non deve essere troppo lungo o rischiamo
che non arrivi tutto a destinazione e che perda significato... deve
essere
qualcosa di conciso e significativo...-
-Che ne dici di
aaaaaah aiutoooo!!!- fece Rhys agitando le
mani.
Gwen sorrise.
-Pensavo a
qualcosa di più sottile... tipo: la Terra è in
pericolo... che
ne dici? Breve e conciso..- digitò quelle poche parole sulla
tastiera.
-Forse
troppo...chi ci dice che gliene importi qualcosa?- Rhys la
guardò in attesa di una risposta.
Lei si
fermò un momento.
-Jack mi ha
detto che ci ha salvato molte volte senza chiedere mai nulla
in cambio... perché dovrebbe tirarsi indietro proprio ora?-
riprese a digitare
ordini sulla tastiera.
Rhys si strinse
nelle spalle.
-Non saprei, non
so come ragionano questi alieni....- borbottò ancora
poco convinto.
-Vedrai che
verrà... deve venire...è la nostra unica
speranza...- detto
questo premette il tasto invio, inviando in tutto l'universo il suo
messaggio:
Vieni Dottore, la Terra è in pericolo.
Fuori il vento
si era alzato... sibilava tra i rami degli alberi facendo
stormire le foglie... stava per scatenarsi una tempesta... e la sua
venuta era
imminente.
Il Dottore si
scaraventò contro lo schermo del Tardis e ci
batté contro
la mano aperta.
-Ma si
può sapere che diavolo succede?- premette un pulsante blu e
tirò
una leva che pareva uno schiacciapatate guadagnandosi un'altro scossone
da
parte del Tardis.
-Ma
perchè non vuoi andare su Artaxa? è un bel
pianeta, potremmo prendere
il sole sulla spiaggia dorata di Yaxo!- si lamentò
aggrappandosi alla
pulsantiera.
Si
tirò in piedi a fatica e vide una scia luminosa attraversare
lo
schermo.
-Un momento...
io l'ho già vista, dov'è che l'ho già
vista?- ci pensò un po'
e ridacchiò- no, non li, d'accordo... ma l'ho già
vista... dunque
concentriamoci....- si premette le dita sulle tempie.
L'ennesimo
scossone lo mandò a gambe all'aria, buttandolo davanti al
telefono che in quel momento prese a squillare.
Il Dottore
rispose come niente fosse, puntellandosi sui gomiti per
tenersi in equilibrio sulle ginocchia.
-Pronto?-
Sentì
un biiip che gli lacerò l'orecchio.
Scattò
in piedi lasciando la cornetta del telefono a penzoloni e si
lanciò dall'altra parte della consolle dei comandi, girando
una manovella e
tirando delle leve.
In quel momento
una scritta in gallifreyano apparve sullo schermo davanti
a lui, che sgranò gli occhi nel leggerla.
-Ma non potevi
dirlo subito?!- balzò in piedi e si lanciò
dall'altra
parte della pulsantiera dei comandi.- Geronimooooo!!!- spinse una leva
in
avanti e il Tardis partì alla massima velocità.
Il Tardis si
materializzò con il consueto ansimare davanti all'entrata
segreta di Torchwood.
Il Dottore
spalancò la porta e si affacciò, guardando a
destra e a
sinistra... nessuno.
Uscì
dal Tardis, fece il giro della cabina e si affacciò
all'interno.
Si
guardò intorno con aria spaesata.
-Ma che...-
-Hei... -
Il Dottore si
voltò sorpreso, vedendo una coppia che correva verso di
lui.
-Salve...-
sorrise aggiustandosi il farfallino e passandosi una mano tra
i capelli.
-Chi sei? Non
sei il Dottore, ma hai la sua cabina... Jack me ne ha
parlato.- Gwen rimase a distanza di sicurezza dallo sconosciuto
dall'aria
strana davanti a lei.
-Non
è lui?- chiese l'uomo che la aveva raggiunta, ansimante.
Lei scosse la
testa.
-Ci
conosciamo?..- chiese il Dottore scrutandola da vicino.
-Ho intravisto
il Dottore quando la terra venne rubata, e non gli
assomigli per niente..- ammise Gwen facendo un passo indietro per
sottrarsi
alla sua ispezione.
-Oh, Oooh ora
ricordo! Gwen Cooper giusto? Si si certo! Beh, mi sono
rigenerato...-disse fregandosi le mani.- Stessa persona, ma persona
diversa...o
diversa persona, ma stessa persona...- ci pensò un momento
poi accantonò il
pensiero con un gesto della mano- Dimmi per quale motivo mi hai
chiamato?! Non
è da tutti riuscire a chiamarmi ...- chiese curioso alzando
le sopracciglia con
un sorrisetto stampato in faccia.
-è
per Jack... è stato rapito e la donna che lo ha in ostaggio
ha detto
che se ti consegnavi allora lui era libero, lui e l'altro Signore del
Tempo...
il Maestro...tutto bene Dottore?-
Man mano che
spiegava la situazione il sorriso del Dottore si spegneva e
la sua espressione si faceva più cupa.
-Vuoi dire che
li tengono prigionieri e solo se mi consegno a loro li
libereranno?- disse con un sibilo.
Gwen
annuì.
-Si,
è così...-
Il Dottore
sferrò un pugno alla cabina blu.
-Dannazione, non
posso prendermi una vacanza che succede qualcosa...
pensavo di potermi fidare di Jack...- imprecò e i
lanciò dentro il Tardis.
I due coniugi
aspettarono fuori finché non lo videro affacciarsi alle
porte della cabina.
-Beh, cosa
aspettate? Venite...- lanciò loro un'occhiata e si
rituffò
nella cabina.
I due si
guardarono.
-Ma ci stiamo
tutti la dentro?-chiese Rhys.
Gwen
allungò una mano e spalancò la porta... e gli
occhi.
-
Rhys,
non ci crederai ma... è più grande
all'interno...- disse stupita
entrando.
Rhys la
seguì, sparendo
all'interno della cabina blu.
La porta si
chiuse alle spalle dell'uomo e il Tardis cominciò ad
ansimare
mentre si lanciava nell'infinito dello spazio e del tempo.
Fine
Nel prossimo
episodio.....
Il Dottore si
voltò velocemente e vide il Maestro appoggiato alla porta
del Tardis.
Il Maestro gli
sorrise.
-Ciao... sembri
un ragazzino...e poi cos'è quella cosa ridicola che hai
al collo...- lo prese in giro indicandolo con la pistola che teneva
ancora in
mano.
-è
cool...-si difese il Dottore aggiustando il cravattino.
ATTENZIONE: dato che non potrò aggiornare per tre settimane, migrerò verso gli splendidi lidi calabresi, questa settimana l'aggiornamento sarà doppio quindi aggiornerò verso la fine della settimana... tipo venerdì. Grazie per l'attenzione! Saluti e baci! |
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Capitolo 10 *** Episodio 10: Il ritorno dei tamburi. ***
Episodio 10: Il
ritorno dei tamburi.
Si nascosero in
un laboratorio vuoto mentre il rumore degli stivali
battuti con forza sul pavimento si allontanava.
Avevano messo a
dormire le guardie davanti alla loro cella facilmente, e
si erano appropriati delle loro armi.
Ora
però si rendevano conto di essere più somiglianti
di quanto entrambi
avrebbero ammesso: nessuno dei due si era chiesto cosa sarebbe successo
dopo
essere usciti dalla cella...due teste calde insomma.
-Ripeti un po'
il piano, Saxon...- Jack si trovava accucciato accanto ad
uno spettrografo di massa e si rivolgeva al Maestro ,che stava
appiattito
accanto ad una cappa.
-Scappiamo...-
rispose semplicemente il Maestro affacciandosi cautamente
al vetro della doppia porta del laboratorio.
-Gran bel
piano!- esclamò ironico Jack raggiungendolo e accucciandosi
dietro di lui.
Il Maestro fece
una smorfia.
-
perché tu hai un piano migliore? E non starmi
così appiccicato...-
Il Capitano fece
un passo indietro alzando gli occhi al cielo.
-Non mi sembra
il momento più appropriato per attentare alla tua
virtù,
non sono uno stupido...-
Il Maestro lo
guardò come a dire che se era convinto lui...
Jack si chiese
cosa lo trattenesse dal prenderlo a calci sul posto... al
diavolo la loro fuga e tutto il resto, lo avrebbe preso e lo avrebbe
sculacciato per bene... evidentemente nessuno lo aveva mai fatto visto
il suo
modo di comportarsi... una manchevolezza a cui Jack avrebbe volentieri
posto
rimedio.
-Andiamo...- il
Maestro mise fine alle sue elucubrazioni, che
comprendevano lo strumento migliore da utilizzare per il suo recente
proposito,
aprendo la porta del laboratorio e uscendo velocemente.
Il Capitano lo
seguì da vicino.
-Ti faccio
presente che non sai dove stai andando...- gli sussurrò Jack.
-Lo senti questo
odore?- il Maestro si fermò e annusò l'aria.
Jack
aggrottò la fronte.
-Non sento un
bel niente, solo odore di chiuso... questo posto è un
labirinto.-
-è
l'odore del mare, stupido... a quanto pare l'immortalità ti
ha
penalizzato l'odorato...- lo prese in giro il Maestro ricominciando a
muoversi.
-Guarda che qui
quello che si comporta come un cane sei tu!- sibilò
irritato in risposta il Capitano.
Proseguirono
lungo il corridoio e svoltarono a destra, con le dovute
cautele, trovandosi davanti una porta di colore grigio.
Il Maestro
appoggiò la mano alla porta e chiuse gli occhi.
-Da
sull'esterno...-sentenziò tirando fuori il cacciavite e
puntandolo
contro la porta.
-FERMI!.-
Tre guardie
comparvero nel breve tratto di corridoio, spianando le armi
contro di loro.
Jack
alzò le mani.
-Saxon, dovresti
sbrigarti...- disse al suo compagno prima di sorridere
ai soldati.
- Andiamo,
ragazzi... non dovete per forza obbedirle, noi non abbiamo
fatto nulla...-
I soldati
presero posizione senza dare impressione di ascoltare le sue
parole.
Uno di loro
azionò la radio per comunicare la loro posizione.
In quel momento
il Maestro spalancò la porta e si voltò con la
pistola in
mano, sparando a due dei soldati prima che il terzo riuscisse a
rispondere al
fuoco colpendo Jack in pieno petto.
Il Maestro
colpì il terzo soldato e, scavalcato il cadavere di Jack,
corse fuori.
All'esterno
c'era un gran movimento.
I soldati
correvano a destra e a manca, gli ufficiali gridavano ordini, e
nessuno fece caso alla porta secondaria che era rimasta aperta al suo
passaggio.
Si nascose
dietro ad un camion coperto da un telo parcheggiato contro il
muro e attese il momento buono per saltarci dentro e scappare.
-Maestro, non
dimentica qualcosa?-
La voce di
quella donna impossibile lo raggiunse nonostante la cacofonia
che li attorniava... non c'era dubbio che i suoi polmoni funzionassero
bene.
Il Maestro
digrignò i denti ed uscì dal suo nascondiglio,
parandosi
davanti al piccolo plotone che si era schierato davanti al camion.
Jack stava
inginocchiato davanti a loro, i polsi legati insieme davanti
al petto, la testa bassa.
-Dannazione
Capitano! potevi almeno avere la decenza di non farti beccare
così presto...-sbraitò il Maestro gesticolando
con la pistola.
-Sei tu che mi
hai mollato morto sul pavimento!- lo accusò Jack tentando
di mettersi in piedi, ma venendo prontamente spinto a terra da uno dei
soldati
li accanto- E fai piano...- sbottò contro di lui rimanendo
però in ginocchio.
-Non hai scampo
Maestro... getta la pistola.- la voce di Miss Janet era
per la prima volta colorata di irritazione.
-Non ci penso
proprio...-il Maestro si puntò la pistola alla tempia con
un sorriso folle.
Miss Janet
sussultò.
-Non lo
farà...-disse.
-Oh, io non ci
giurerei...quello lì è matto da legare...- rise
Jack.
-Lo
farò! E allora non potrai più usarmi per i tuoi
scopi!-
In quel momento
il rumore ansimante del Tardis riempì l'aria, facendo
sgranare gli occhi al Maestro.
-Dottore...-
sussurrò abbassando la pistola.
La cabina blu si
materializzò davanti al Maestro, che rimase a fissarne
il retro incredulo.
La porta si
spalancò, lasciando uscire il Dottore subito seguito da Gwen
e Ris.
-Bene Bene...-
il Dottore si fregò le mani- A quanto pare non posso
lasciarvi soli un momento che vi mettete nei guai Jack ti avevo chiesto
ti
tenerlo al sicuro non di coinvolgerlo in un complotto!-
sparò tutto d'un fiato
indicando il Capitano con il gesto di una mano.
-Sono quasi
sicuro che sia successo il contrario...- asserì Jack mentre
il Dottore si guardava intorno con aria soddisfatta.
-Dov'è
il Maestro?-chiese quando si accorse che mancava qualcuno
all'appello.
-Sono qui...-
Il Dottore si
voltò velocemente e vide il Maestro appoggiato alla porta
del Tardis.
Il Maestro gli
sorrise.
-Ciao...- fece
sornione-.. sembri un ragazzino...e poi cos'è quella cosa
ridicola
che hai al collo...- lo prese in giro indicandolo con la pistola che
teneva
ancora in mano.
-è
cool...-si difese il Dottore aggiustando il cravattino.
-è
venuto... il Dottore... proprio come loro avevano detto...- Miss Janet
fece qualche passo avanti, fino a portarsi davanti al Dottore.
-Chi lo aveva
detto?- volle sapere lui scrutandola in volto.- Lei chi è?-
Miss Janet fece
un gesto ad uno dei soldati che avanzò verso di lei
porgendole un oggetto che fino a quel momento nessuno aveva notato, ma
che
costrinse il Dottore a fare qualche passo indietro.
-Non
è possibile...- disse scuotendo la testa.
-Che diavolo
è quello?-volle sapere Gwen in tono ansioso, tenendo la
pistola alta davanti a se.
-è lo
scettro del Presidente! Come puoi averlo.. dovrebbe essere insieme
a lui, bloccato nella Guerra del Tempo...- il Maestro guardò
l'oggetto con
disgusto, avanzando fino a trovarsi accanto al Dottore che tese un
braccio per
impedirgli di avvicinarsi oltre.
In quel momento
il bastone prese a brillare, accecando i presenti per un
momento.
I soldati
rimasero incantati a fissare il fenomeno, permettendo a Jack di
alzarsi in piedi e di lanciarsi verso il Tardis.
-Andiamo
via!-gridò, mentre Gwen si faceva avanti per aiutarlo a
correre,
seguita da Ris dopo un attimo di esitazione.
I due Signori
del Tempo colsero il suggerimento e si lanciarono verso il
Tardis.
Pareva che ce
l'avessero fatta...mancava così poco.
Il Dottore era
praticamente dentro, a seguito dei tre umani, quando sentì
i tamburi.
Trattenne il
respiro e si voltò.
Il Maestro era a
pochi metri da lui, paralizzato.
Era come se il
tempo si fosse fermato.
-I tamburi...-
esalò in un rantolo.
-NO!-
Il Dottore lo
raggiunse e lo afferrò per le spalle.
-Non ascoltare,
mi hai sentito?! Non ascoltarlo...- gli gridò
costringendolo a guardarlo in faccia.
-Ma...i
tamburi...li senti Dottore?- chiese il Maestro, il volto una
maschera d'angoscia.
-Li sento quei
dannati tamburi, ma ora dobbiamo andare.-
Praticamente
trascinò il Maestro verso il Tardis.
La luce dietro
di loro si faceva più forte e calda, e il Dottore poteva
percepire nell'aria l'odore di ferro e disperazione che aleggiava su
Gallifrey durante
gli ultimi giorni
della Guerra del Tempo.
Erano quasi
arrivati alla porta quando quella si chiuse loro in faccia.
-Che cosa?!- il
Dottore guardò incredulo il suo fido Tardis che
cominciava a scomparire ansimando.
Il Maestro
crollò tra le sue braccia, reggendosi la testa tra le mani e
il
Dottore non poté fare altro che accompagnarlo ad accucciarsi
al suolo.
Proteggendolo
con le braccia si
voltò verso l'uomo vestito di rosso che ormai
era del tutto apparso
davanti a loro, un sorriso trionfante sul volto.
- Rassilon...-
il Dottore lo guardò con astio.
La
consapevolezza che questa volta il Presidente non fosse davvero li, ma
si trattasse solo di una proiezione non lo rassicurò
affatto...era comunque un
pessimo segno.
Fine
Nel prossimo
episodio.....
-Fantastico...-udì
Rhys lamentarsi-
Adesso siamo
pure dei ladri...-
-Lo stiamo
prendendo in prestito...- rettificò Jack mordendosi un
labbro
mentre tentava di accendere il fuoristrada... sorrise sentendo il rombo
del
motore.
-Mi sembra di
essere tornato ai vecchi tempi...- sorrise tristemente
chiudendo la portiera e partendo velocemente per immettersi nel
traffico di
Londra.
Ecco qui... vi ricordo che la fanfiction riprenderà il 25 di Agosto. Vi chiedo un po' di pazienza. Intanto vi ringrazio e v auguro buone vacanze! A presto!
|
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Capitolo 11 *** Episodio 11: Ritorno ai vecchi tempi. ***
Eccomi di
ritorno... dopo il sole della Calabria il grigiore di Torino mi
deprime.
Nonostante
questo da oggi i capitoli verranno nuovamente postati ogni
lunedì... saluti!
Episodio 11:
Ritorno ai vecchi tempi.
-Gwen, che hai
fatto!- Jack si lanciò contro le porte serrate del Tardis
cercando inutilmente di aprirle.
Quando si
accorse che era inutile si lanciò sulla donna, che stava
manovrando il Tardis con lo sguardo fisso nel vuoto.
-Gwen,
rispondi!- Rhys la scosse
preoccupato, ma
quella lo allontanò senza battere ciglio e riprese la
procedura di atterraggio.
Toccarono terra
senza quasi accorgersene vista la mancanza del consueto
ansimare che precedeva l'arrivo della cabina blu.
Gwen
sbatté le palpebre.
-Cosa
è successo?-chiese confusa appoggiandosi al marito che la
sostenne
prontamente.
-Hai pilotato il
Tardis, come è possibile...- Jack imprecò contro
le
manette che gli tenevano insieme i polsi e si affacciò alla
porta che nel
frattempo si era spalancata.
-Io...non lo
so...sono così confusa...- rispose la donna guardandosi
intorno.
-Venite, siamo a
Cardiff...- Jack fece loro cenno di uscire.
Erano davanti
alla cascata che faceva da entrata a Torchwood, e il
cinguettare degli uccelli li accolse, irritando ancora di
più il Capitano.
-Come
è successo, Gwen...?!- rivolse alla donna uno sguardo severo.
-Non prendertela
con lei... sei stato tu a piombare nella nostra vita per
trascinarci in questa faccenda...- Ris spinse indietro il Capitano con
una
mano, allontanandolo dalla moglie.
Prima che Jack
potesse rispondere Gwen si mise in mezzo a loro.
-Non litigate...
non lo so Jack... ricordo solo che sono entrata li
dentro e poi il buio...non sapevo nemmeno come si chiamasse questa
cosa, come
pensi che saprei pilotarla?-
Jack la
guardò corrucciato.
Scosse la testa.
-Ti hanno fatto
qualcosa... ti hanno influenzata in qualche modo, forse
fin da quando ci siamo incontrati alla stazione..- rifletté
un momento-
Dobbiamo trovare aiuto... dobbiamo
cercare Martha.-
Si
voltò nascondendo senza parere le mani sotto la sua lunga
giacca.
-E... Questo
affare?- chiese Rhys indicando la
cabina blu.
-Può
difendersi da solo...nessuno ci farà caso...- lo
informò Jack senza
voltarsi.
-Nessuno
farà caso ad una cabina della polizia in mezzo alla strada?-
ironizzò seguendoli comunque- Mi sembra un po' strano.-
-Dovresti
esserci abituato ormai..- rispose Jack.
Jack si
infilò nella prima cabina del telefono che incontrarono e ci
rimase per un'ora.
Gwen e Rhys tenevano
d'occhio la strada
dalla panchina di fronte al Nero Caffè dove si erano seduti.
Rhys aveva comprato
due caffè
lunghi e una ciambella, che avevano finito pochi minuti prima.
-Credi che
riuscirà a trovare quella sua amica?- chiese Rhys per spezzare il
silenzio.
Gwen scosse la
testa.
-Non lo so e non
lo voglio sapere...se sono riusciti ad entrare nel mio
cervello una volta potrebbero farlo di nuovo, e io non voglio fornirgli
informazioni che potrebbero mettervi in pericolo.- guardò
Jack che gli dava le
spalle parlando al telefono.
Erano passati da
un amico di Jack che aveva una ferramenta. L'uomo era
stato molto sorpreso di vederlo, soprattutto perché non era
invecchiato affatto
da quando si erano conosciuti, negli anni settanta, ma li aveva
comunque
aiutati liberandolo dalle scomode manette.
In quel momento
Jack uscì dalla cabina, guardandosi intorno nervosamente
e facendo loro cenno di alzarsi.
-L'hai trovata?-
chiese Rhys mentre lo
seguivano in una
via meno trafficata.
Jack non gli
rispose, ma appena giunsero in un vicoletto deserto si
voltò, dando un colpo in testa a Gwen con il calcio della
pistola che lei gli
aveva dato mentre uscivano dal parco.
-Che diamine
fai!- urlò Rhys chinandosi
sulla moglie
svenuta.- Non ti permetto di...- Jack lo tirò in piedi e se
lo avvicinò al
volto tenendolo per il bavero della giacca.
-Senti un po',
era necessario... se la portiamo con noi potrebbe
avvertire il nemico, anche contro la sua volontà...-
tirò un sospiro per
calmarsi e fece un passo indietro, lasciandolo andare.- E non vorrai
mollarla
da sola, no?-
Rhys scosse la testa
e si passò
una mano sugli occhi.
-No, certo che
no... ma bisognava essere così violenti?- si
chinò di
nuovo sulla moglie e la prese in braccio con difficoltà.
-Starà
bene...- lo liquidò Jack dirigendosi verso una delle
macchine
parcheggiate lungo la stradina.
Si
guardò un momento intorno prima di raccogliere una pietra e
rompere il
vetro di un range rover nero, aprendo poi la portiera dietro per
caricare Gwen.
Rhys chiuse la
portiera e fece
il giro per prendere posto sul lato del passeggero mentre Jack
armeggiava con i
fili sotto il volante.
-Fantastico...-udì
Rhys lamentarsi-
Adesso siamo
pure dei ladri...-
-Lo stiamo
prendendo in prestito...- rettificò Jack mordendosi un
labbro
mentre tentava di accendere il fuoristrada... sorrise sentendo il rombo
del
motore.
-Mi sembra di
essere tornato ai vecchi tempi...- sorrise tristemente
chiudendo la portiera e partendo velocemente per immettersi nel
traffico di Cardiff.
Fine
Nel prossimo
episodio.......
-Non volevo
lasciarti indietro...- il Dottore si avvicinò
inconsapevolmente all'altro.
-Questa volta...
o quella prima?- infierì il Maestro, sapendo di toccare
un nervo scoperto.
Sul viso del
Dottore si dipinse un'espressione triste.
-Ne una, ne
l'altra...- rispose-...mai... non avrei mai voluto lasciarti
indietro...-
|
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Capitolo 12 *** Episodio 12: Dolorosi risvegli. ***
Episodio 12: Dolorosi risvegli.
Il Dottore non
poteva credere ai suoi occhi.
Quando il Maestro aveva rimandato
indietro Gallifrey non credeva che avrebbe mai rivisto il Presidente,
ma a
quanto pareva si era sbagliato...e questo non era da lui.
Si
alzò in piedi e tirò fuori il cacciavite sonico,
puntandolo verso
l'apparizione.
-è
inutile, Dottore... io non sono qui, non ancora, ma grazie al Maestro
potrò presto ritornare sulla Terra... e con me
tornerà anche Gallifrey, e
finalmente la stirpe dei Signori del Tempo
tornerà...più forte di prima!- il
Presidente fece un passo verso di loro e il Dottore si
preparò al peggio...
....non seppero
mai qual'era la sorte che sarebbe toccata loro perché in
quel momento qualcosa interruppe il contatto che il Presidente aveva
con la Terra
e la sua figura scomparve in un lampo di luce.
Quando il
Dottore riuscì a vedere di nuovo vide che lo scettro era
caduto
dalle mani della donna bionda che lo aveva attirato li.
La giovane
ansimava, cercando di riprendere fiato, spossata dal mantenere
aperto il varco spaziotemporale che si era generato davanti a loro
tramite lei.
Il Dottore si
chiese se la giovane sapesse che per mantenere aperta
quella via aveva consumato la sua energia vitale, e che ogni volta che
lo
faceva la sua vita si accorciava sempre di più.
Abbassò
lo sguardo sul Maestro e si accorse che era svenuto, una guancia
premuta sull'asfalto e le palpebre che si muovevano a scatti.
Si
accucciò su di lui e lo scannerizzò con il
cacciavite..tirò un sospiro
di sollievo e lo chiuse di scatto prima di rialzarsi per raggiungere la
loro
ospite, che nel frattempo aveva cominciato a sputare sangue.
I soldati
sciamarono intorno a lei, preoccupati, ma all'avvicinarsi del
Dottore tre di loro gli puntarono contro le armi intimandogli di
fermarsi.
-Lasciatelo
venire....-rantolò la donna cercando di tenersi in piedi, ma
prossima a svenire.
Il Dottore la
guardò serio prima di usare il cacciavite sonico su di lei.
Osservò
la lettura e la guardò attentamente.
-Stai morendo..
tu e il tuo bambino state morendo... ma questo lo sapevi
già, non è vero?- rimase ad osservarla negli
occhi.
Lei non rispose,
ma dal suo sguardo capì che c'era qualcosa di più.
Al suo risveglio
Gwen sentì una fitta alla testa.
Il suo primo
pensiero fu che avrebbe ucciso Jack in maniera dolorosa, per
quanto impossibile potesse sembrare...il secondo fu che non sapeva dove
si
trovava.
Aprì
gli occhi per risolvere almeno quel problema.
Si trovava in
una stanza sotterranea fiocamente illuminata da una
lampadina di servizio priva di paralume, ingombra di cavi elettrici e
server. La
stanza non era molto grande e non aveva
una porta bensì
un'intelaiatura vuota nella parete di fronte a lei che faceva da
ingresso.
Il locale
aldilà le pareva più grande ed era illuminato
solo da un vago
chiarore azzurrino che le ricordava le ore passate davanti ai monitor
di
Torchwood.
Si
tirò a sedere e notò che era sdraiata sul
cappotto di Jack... rifletté.
Non riteneva di
trovarsi in pericolo visto che era stato Jack a metterla
K.O. però non sapere dove si trovava, ne dove fosse Rhys, e la cosa la metteva in agitazione.
Stava per
alzarsi in piedi per raggiungere le voci basse che sentiva
arrivare dalla stanza di fronte quando sentì dei passi
venire verso di lei.
Jack si
affacciò al vano della porta e sorrise nel vederla
sveglia...e
arrabbiata.
-Scusa...- le
disse avvicinandosi per tirarla su da terra.
-Era proprio
necessario darmi una botta in testa?-chiese lei chinandosi
per raccogliere il cappotto e porgendoglielo.
-Sul momento non
mi è venuta un'idea migliore...- Jack si strinse nelle
spalle e afferrò il cappotto facendole segno di precederlo
con la mano libera.
Gwen
seguì il chiarore e si ritrovò nell'altra stanza.
In effetti era
più grande, ma più ingombra di cavi e
apparecchiature
impolverate e questo la faceva sembrare più angusta.
Alcuni computer sembravano essere
stati aggiunti di recente, ed era li davanti che Martha Jones e Mickey
Smith
erano seduti.
-Ragazzi vi
presento la nostra traditrice....- esordì Jack facendoli
voltare.
Gwen fece una
smorfia, fermandosi a pochi passi dalla postazione.
-Non l'ho fatto
di proposito, Jack...-
-Lo so
bene...-Jack la superò con un sorriso malizioso- Altrimenti
non
saresti qui...-
Martha le
sorrise.
-Ciao...
benvenuta nel nostro "covo"- la salutò frizzante.
Mickey le
strinse la mano presentandosi e poi tornò al suo lavoro.
-
dové Rhys?- chiese Gwen
rimanendo
distante.
-è in
missione...- le rispose Jack con un mezzo sorriso, mettendo le
bretelle sulle spalle e infilando il suo inseparabile cappotto.
Gwen rimase un
momento interdetta.
-In
missione...?!- chiese incredula pensando ad uno scherzo.
-Già...
lo abbiamo mandato a fare la spesa... non preoccuparti, lo sto
tenendo d'occhio...- la rassicurò Mickey indicando lo
schermo che stava
guardando e digitando alcuni comandi sulla tastiera, che fecero
aumentare lo
zoom su un alquanto nervoso Rhys intento a fare
la fila alla
cassa di un supermercato Tesco.
-Siediti,
Gwen...- Jack le portò una sedia, che posizionò
lontano dagli schermi.
Gwen
tornò sui suoi passi, cogliendo l'implicito suggerimento ad
allontanarsi dalla postazione dei computer, e si sedette.
-Non potete
dirmi nulla vero? Non posso aiutarvi...- disse a Jack, con
amarezza.
-No, mi
dispiace..-Jack le accarezzò una guancia.- è
già un pericolo
tenerti qui, ma dato che possono manipolarti non possiamo nemmeno
mandarti a
casa...per il tuo bene.-
Gwen
annuì...lo capiva... era evidente che potevano guidare le
sue
azioni, e se le avessero ordinato di andare da loro lo avrebbe fatto...
magari
portando anche Ris...o la bambina.
Annuì
di nuovo.
-Cosa facciamo
adesso? No, non puoi dirmelo, hai ragione... è che ho
paura Jack... cosa mi hanno fatto?- Lo guardò, spaesata, in
cerca di un conforto
che lui non sapeva come darle.
Avrebbe voluto
dirle che sarebbe andato tutto bene, come avrebbe fatto
una volta, ma la
verità era che da
quando aveva perso Janto non ci credeva più... le cose
potevano andare
male...molto male.
Dato che non
sapeva come aiutarla optò per la verità.
-Non lo so
Gwen...ma lo scopriremo- Le strinse la spalla e tornò dai
loro
nuovi compagni, chinandosi su Martha per dirle qualcosa.
Gwen si
agitò a disagio quando il medico si girò verso di
lei per
guardarla brevemente e poi annuire, riportando lo sguardo su Jack.
I due si
alzarono e si diressero verso di lei.
-Allora, Gwen...
per capire cosa ti hanno fatto dovrò fare qualche
esame... ovviamente non ho molte attrezzature qui, ma possiamo svolgere
alcune
ricerche di base e forse capiremo cosa ti hanno fatto... non
preoccuparti,
andrà tutto bene...- Martha cercò di sorridere
rassicurante, ma si rese conto
di quanto fosse patetico il suo tentativo... probabilmente si trattava
di
avanzata tecnologia aliena e lei, per quanto agente della UNIT ed
ex-compagna
del Dottore, aveva poche probabilità di riuscire a capirci
qualcosa... se poi
si trattava di un fenomeno di suggestione senza alcun riscontro a
livello
fisico la sua conoscenza di medico sarebbe stata inutile.
Consapevoli di
essere aggrappati ad un filo di vana speranza i tre si
guardarono con ansia crescente.
Gwen fece un
sorriso tirato.
-Cominciamo
allora...-
Martha la fece
alzare indicandole un corridoio debolmente illuminato, ed
insieme le due donne se ne andarono.
Jack si
buttò con un sospiro sulla sedia precedentemente occupata da
Martha, coprendosi gli occhi con le mani.
Mickey lo
guardò.
-Martha
è in gamba... troverà cosa non va nella tua amica
e risolverà il
problema- lo rassicurò.
Jack scosse la
testa.
-Da dove ti
viene tutta questa sicurezza?- gli chiese serio... avrebbe
voluto essere anche lui così fiducioso.
-Mi fido di mia
moglie... e poi, la speranza è l'ultima a morire no?!
Insomma guarda me: ricordi come ho cominciato?! E guardami ora! Un
soldato
della UNIT...beh, ex-soldato visto che sono stato licenziato-
scherzò l'uomo al
suo fianco tentando di strappargli un sorriso.
E Jack lo
accontentò, ricordando il ragazzo che aveva incontrato
insieme
a Rose nel Tardis.
Questo lo
portò a pensare al Dottore... non al ragazzino che era sceso
dal cielo per salvarli, ma al suo Dottore...quello che non c'era
più.
Speranza... una
volta credeva che ci fosse sempre una speranza... ma da
quando Janto era morto, non ci credeva più.
Al suo risveglio
il Maestro sentì una fitta di dolore alla testa.
...TAMBURI....
Scattò
a sedere e si accorse di essere di nuovo nella cella bianca,
sdraiato sul letto sfatto.
Restò
in ascolto.
Nessun tamburo...
Preso atto della
cosa focalizzò l'attenzione sul Dottore, che gli parlava
da quando si era svegliato... o magari da prima per quello che poteva
saperne... il Dottore aveva sempre avuto difficoltà a stare
zitto, ma quella
rigenerazione gli sembrava vagamente logorroica.
-...capisci, il
Tardis non sarebbe mai partito senza di me...devono averle
fatto qualcosa... il Presidente ha lasciato cadere di proposito il suo
scettro
sulla terra... o forse gli è caduto e per un colpo di
fortuna è riuscito a
infiltrarsi nei pensieri di quella donna, ma che cosa le abbia promesso
in
cambio del suo aiuto non riesco nemmeno ad immaginarlo... forse le ha
promesso
di salvarle la vita, ma non può farlo e lo sa bene...-
Il Dottore
passeggiava avanti e indietro esponendo le sue teorie al
Maestro... o forse a se stesso, questo non era chiaro.
Il Maestro lo
osservò...sembrava giovane... schifosamente giovane, e
nonostante non avesse senso il Maestro sentì la mancanza del
vecchio Dottore,
come sempre... gli ci voleva un po' per abituarsi alle nuove
rigenerazioni...
per ritrovare il suo Dottore nel viso di uno sconosciuto.
-A quale sei
adesso?- chiese in tono pacato fissandolo.
Il Dottore si
fermò, visibilmente a disagio.
Strofinò
le dita della mano destra, indugiando, e alla fine distolse lo
sguardo.
-L'undicesima...-
rispose guardandolo di sfuggita.
Il Maestro
rimase in silenzio a fissarlo.
-MA... Quello
che conta adesso è che non abbiamo possibilità di
uscire da
qui senza il Tardis, e che non so come potremmo recuperarlo...-
continuò il
Dottore riprendendo a fare su e giù.
Il Maestro fece
una smorfia indispettita.
-Vuoi stare
fermo? Mi stai facendo innervosire....-
Il Dottore si
bloccò a metà di un passo, ma sembrava che non
gli
riuscisse di stare fermo per troppo tempo e infatti si agitava sul
posto con
l'aria da scolaretto preso in flagrante.
-Cosa
è successo?- chiese il Maestro.
Il Dottore lo
guardò con rammarico.
-Ho dovuto
farlo...- disse, all'improvviso serio.
-Per salvare
qualcuno?- volle sapere il Maestro.
Il Dottore
annuì.
-Lo
immaginavo...- rispose vagamente schifato.
Il Maestro si
alzò per camminare intorno al Dottore, che si
voltò per
seguirlo con lo sguardo girando su se stesso.
Non capiva le
intenzioni del Maestro, ma si sentiva sotto esame e la cosa
non gli piaceva... non sapeva cosa aspettarsi da lui dopo quello che
era
successo...dopo che il Maestro gli aveva salvato la vita... Il Dottore
si era
chiesto il perché...beh, il precedente Dottore si era
chiesto il perché, questo
invece si chiedeva cosa aspettarsi da un Maestro che non sentiva
più il suono
dei tamburi...poteva essere come prima? Prima...quando correvano
insieme sui
prati di Gallifrey...
- Koschei...-
tentò il Dottore, trattenendo poi il fiato...in attesa.
Il Maestro si
bloccò davanti a lui e alzò la testa per
guardarlo in
faccia...
...era
dannatamente più alto di lui quel maledetto...
-Quello non
è il mio nome...-lo corresse con un sorrisetto.- Sai bene
qual
è il mio nome...-
Il Dottore
scosse la testa e sorrise apertamente.
-Non cambi
mai...-
-Si
può dire lo stesso per te....- lo rimbeccò senza
astio l'altro.- Sei
sempre così di corsa...- mormorò studiandolo.
-Non volevo
lasciarti indietro...- il Dottore si avvicinò
inconsapevolmente all'altro.
-Questa volta...
o quella prima?- infierì il Maestro, sapendo di toccare
un nervo scoperto.
Sul viso del
Dottore si dipinse un'espressione triste.
Ecco...quella
era una cosa di lui che non cambiava mai...come il Maestro
aveva la sua caparbietà, il Dottore aveva quell'espressione
triste che ti
faceva sentire un verme per esserne la causa... ti apriva un buco
all'altezza
dei cuori, quell'espressione... e l'aveva ritrovata in ogni
rigenerazione.
-Ne una, ne
l'altra...- rispose-...mai... non avrei mai voluto lasciarti
indietro...avrei voluto correre con te, ricordi?-
Il Maestro si
sentiva fisicamente sull'orlo di un baratro... e sentì che
poteva scegliere...
...poteva
voltare le spalle alla mano tesa dell'altro, come aveva fatto
innumerevoli volte prima... a cominciare da quel giorno, nel bel mezzo
della
Guerra del Tempo, in cui lui lo aveva lasciato libero di scegliere se
andarsene
o rimanere con lui per combattere con i Signori del Tempo e in cui lui
gli
aveva voltato le spalle, preferendo diventare un umano e perdere la
coscienza
di se stesso piuttosto che abbandonare il suo orgoglio... oppure poteva
afferrarla e lasciare che lui lo portasse con se come diceva di voler
fare...
ma lo aveva detto anche quella volta, sui prati di Gallifrey, eppure lo
aveva
lasciato indietro...lo aveva abbandonato.
Il Dottore stava
li in piedi davanti a lui, in attesa...
Sapeva che anche
lui percepiva quella vaga vibrazione che precedeva il
cambio di binari percorsi da quello che gli
esseri umani chiamavano
stupidamente destino... il tempo cambia in continuazione, e nessuno lo
sapeva
meglio di loro... aveva l'occasione di scegliere....
...e scelse di
cambiare.
Appoggiò
le labbra su quelle del Dottore e sorrise... erano esattamente
come le ricordava.
Fine
Nel prossimo
episodio....
-Non voglio...
loro...non voglio più sentire quei dannati tamburi nella
mia testa! non vi permetterò di usarmi per i vostri scopi,
dovessi morire
definitivamente...- minacciò il Maestro furente cercando di
lanciarsi contro la
porta...
...che si
aprì con un sibilo facendolo inchiodare.
Miss Janet era
li in piedi davanti a loro, ma aveva qualcosa di
strano...entrambi se ne accorsero subito.
-Cosa hai
fatto?- chiese il Dottore fissandola incredulo.
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Capitolo 13 *** Episodio 13: Piacevoli arrese e spiacevoli rivelazioni (anche dette scomode gravidanze) ***
Episodio 13:
Piacevoli arrese e spiacevoli rivelazioni (anche dette
scomode gravidanze)
-Andiamo Theta,
muoviti!-
L'aria era
immobile e il mare d'erba dei prati di Gallifrey altrettanto
statico, a parte per l'erba smossa da due giovani che correvano verso
il
secondo sole che tramontava in quel momento.
Quell'immobilità
non era un buon segno...avrebbe piovuto e si sarebbero
bagnati tutti se non fossero andati al riparo.
-
Koschei,
aspetta...tra poco pioverà, dobbiamo tornare.-
Theta lo disse
senza troppa convinzione... era contento che Koshei quel
giorno stesse meglio perché ultimamente questa cosa dei
tamburi lo faceva
preoccupare... soprattutto perché nessuno sapeva cosa fare
in merito, era
chiaro da come tutti si erano tenuti sul vago: loro erano Signori del
Tempo, la
potenza più grande dell'universo, nulla sfuggiva al loro
occhio onnisciente...
ma allora perché non potevano aiutare Koschei?
-Non fare il
guastafeste, Dottore...- lo riprese ironico quello
marcando
il soprannome dell'altro, ma fermandosi per aspettarlo.
-Mi sembra
più borioso Maestro rispetto a Dottore...- lo prese in giro
il
biondo quando lo raggiunse, prendendolo per un braccio.
Il Maestro si
liberò con una scrollata di spalle.
-
Sarà perché sono migliore di te in tutto.-
Il
Maestro rise mentre il Dottore
lo buttava a terra con un sorriso, lanciandosi sopra di lui.
-Non credo
proprio!- protestò il biondo.
Rotolarono
nell'erba per un po'.
Le loro risate
si spensero così come la scherzosa lotta, e i due rimasero
sdraiati sull'erba calda a guardare il cielo arancione.
-Un giorno...-
esordì quello che si faceva chiamare Dottore, dopo aver
ripreso fiato.- Un giorno viaggeremo tra le stelle e andremo a vedere
l'universo... Ogni giorno vivremo avventure, solo io e te...-
Il Maestro fece
un verso incredulo.
Non era la prima
volta che il suo amico gli diceva quelle cose, ma sapeva
bene che non era possibile.
I suoi tamburi
tuonavano in lontananza...fece uno sforzo per cacciarli
via, sapeva che preoccupavano Theta e non voleva rovinare quella bella
giornata.
-Sai che non
possiamo... i Signori del Tempo non devono interferire... è
la nostra legge, per quanto sia noiosa.- ammise.
Il Maestro si
puntellò sui gomiti per guardarlo in faccia.
-A meno che...
non scappiamo insieme...- sorrise a quella prospettiva.
-Vuoi dire una
fuga d'amore?- sorrise il Dottore.
-Una specie...-
ammise il Maestro accontentando il compagno, ben sapendo
quanto amasse quei termini da essere umano.
-In questo caso
dovrò chiedertelo per bene...-
Il Dottore si
mise in ginocchio davanti a lui, che rimase seduto
sull'erba a guardarlo perplesso, e gli tese la mano.
-Maestro... vuoi
correre con me?- chiese solenne guardandolo
negli occhi.
I tamburi
cominciarono a rullare più forte, ma il Maestro li
ignorò...
-Si...- rispose ignorando la mano tesa e avvicinandosi
alle sue labbra....
...e i tamburi
esplosero.
-Perché
quell'aria nervosa?- volle sapere il Maestro, sdraiato sul letto
bianco e coperto fino all'ombelico dal lenzuolo, le mani dietro la
testa.
-Forse
perché mi hai praticamente violentato davanti a degli
estranei...-
lo informò il Dottore, sdraiato il più lontano
possibile da lui, il lenzuolo
tirato fino al mento.
Il Maestro si
strinse nelle spalle.
-Non me lo hai
impedito...-
Il Dottore lo
guardò storto prima di cominciare a vestirsi velocemente.
-Beh... non dici
niente?- lo punzecchiò il Maestro con un sorrisetto.
-Dico...-
sbottò l'altro recuperando i suoi pantaloni da sotto il
sedere
del Maestro tirandoli con forza.- Che abbiamo cose più
importanti di cui
parlare... per esempio il motivo per cui siamo chiusi in cella... odio
essere chiuso
in cella...- protestò all'indirizzo della telecamera.
-Adesso
calmati... vogliono il Tardis e vogliono te, ma non so dirti per
quale motivo....- lo informò il Maestro cominciando anche
lui a rivestirsi.
Il Dottore si
bloccò con la giacca in mano e lo raggiunse.
Esitò
un momento mentre il Maestro lo ignorava per stringere il laccio
della tuta.
-Non ha
senso...- il Dottore scosse la testa.- Non ha senso... non
vogliono me...-
Il Maestro
alzò gli occhi e lo fissò interrogativo.
-Ma certo che
si, loro...- il Maestro si interruppe.- Ha mentito...non
vogliono te...-
Il Dottore si
infilò velocemente la giacca e si piazzò di
fronte alla
telecamera, posta sopra la porta.
-Allora,
cerchiamo di chiarire i fatti... a cosa vi servirei io? nooo, oh
noo...L'unica cosa che il presidente vuole è portare
Gallifrey fuori dal blocco
temporale e non vi servo io... vi serve lui.- indicò il
Maestro- e il Tardis...
e perché?... vi serve una finestra temporale, ma il Tardis
non può crearne una
nella Guerra del Tempo, quel periodo è inaccessibile...A
meno che!- sorrise
trionfante- A meno che non utilizziate la frattura come portale... ma
questo
distruggerà la Terra, se non tutto l'universo... oh, mio Dio
ma siete pazzi!-
concluse puntando un dito accusatorio verso la telecamera.
-Non voglio...
loro...non voglio più sentire quei dannati tamburi nella
mia testa! non vi permetterò di usarmi per i vostri scopi,
dovessi morire
definitivamente...- minacciò il Maestro furente cercando di
lanciarsi contro la
porta...
...che si
aprì con un sibilo facendolo inchiodare.
Miss Janet era
li in piedi davanti a loro, ma aveva qualcosa di
strano...entrambi se ne accorsero subito.
-Cosa hai
fatto?- chiese il Dottore fissandola incredulo.
La donna fece un
passo lento verso di loro, facendoli indietreggiare
istintivamente.
-Ho fatto quello
che era necessario fare...- rispose pacata, la voce
priva di colore.- L'ho fatto per la Terra... la venuta dei Signori del
Tempo
porterà la prosperità e la pace... sono esseri
superiori e ci guideranno verso il
futuro..niente più violenza, niente più malattia,
nessuno dovrà più soffrire
come me quando mi hanno detto che sarei morta di cancro in sei mesi...
ormai un
anno fa. Il Presidente mi ha guarito, e lo farà anche con
gli altri.-
Fece un altro
passo spingendoli di nuovo indietro.
La sensazione
che dava quella donna era orribile, possibile che non se ne
fossero accorti prima?
Per essere
già a quello stadio doveva essere iniziato parecchio tempo
prima, appena lei aveva raccolto lo scettro, e loro se ne accorgevano
solo
adesso... evidentemente il Presidente aveva più poter di
quanto pensassero,
almeno sul suo corpo.
Il Dottore e il
Maestro potevano vedere l'energia temporale che
convergeva verso di lei da ogni parte, finendo risucchiata nel suo
corpo come
l'acqua nello scarico di un lavandino, per essere immagazzinata
nell'unico
spazio adatto a contenerla.
Il suo bambino.
-Tu non sai cosa
hai fatto!- le urlò il Dottore con angoscia.-Morirete
entrambi!-
Lei scosse la
testa, come se volesse allontanare una mosca fastidiosa.
-No...lui ha
promesso che il mio bambino vivrà...ha messo il mio tumore
sotto un blocco temporale in modo che potessi rimanere in vita fino
alla fine
della gravidanza... e quando verrà il momento lui
nascerà sano...e forte... non
è questo quello che vuole ogni madre, Dottore? La salvezza
dei propri figli...-
Il Dottore si
morse il labbro, incapace di rispondere.
-Chi
è il padre?- chiese il Maestro guardandola cupo.
Lei rimase un
momento interdetta.
-Non le sembra
una domanda indelicata?- rispose lei mentre l'indignazione
le colorava leggermente le gote.
Il Dottore
aggrottò la fronte guardando il Maestro e cercando di capire
dove volesse andare a parare.
-Quando
è stato concepito? Prima o dopo che trovassi lo scettro? Te
lo
ricordi almeno? Oppure lui non si è nemmeno preso la briga
di installarti dei
falsi ricordi per convincerti a fare di tutto per quello che credi tuo
figlio?-
il disgusto nelle sue parole era evidente.- Guardalo Dottore... non lo
vedi?-
Il Dottore
guardò... e lentamente la sua bocca si spalancò.
-Non
è possibile... non può averlo fatto...- scosse la
testa,
incredulo... ma non c'erano dubbi: aveva pensato che il convergere
delle linee
temporali sul bambino fosse dovuto al blocco temporale che poteva
vedere
localizzato nella parte destra del suo fegato, ma il Maestro aveva
ragione...
non era quello ad attirarle...era il feto... il feto di un Signore del
Tempo.
-Quello non
è tuo figlio...-ringhiò il Maestro con
cattiveria.- quello è
il figlio di un Signore del Tempo...-
Lei si
portò istintivamente la mano destra al grembo, per nulla
impressionata dallo sfogo dell'uomo di fronte a lei.
-Sta crescendo
dentro di me... è il mio bambino.- rispose sicura di se.
Il Maestro stava
per replicare...sicuramente avrebbe fatto un'altro
commento acido, magari sul fatto che in questo caso avrebbe dovuto
considerare
suo bambino anche il tumore che le cresceva dentro... ma il Dottore non
credeva
che fosse l'approccio migliore per ottenere qualcosa da quella donna...
in
effetti non sapeva bene quale fosse l'approccio in questione: era
convinta di
fare il bene dell'umanità e del suo bambino, e qualsiasi
cosa loro le avessero
detto lei non gli avrebbe creduto.
-Senti... il
Presidente vuole solo portare a termine il suo piano e
distruggere tutto l'universo... a lui non importa un accidente del tuo
bambino...- tentò comunque di spiegarle la situazione, ma
lei sorrise.
-Ma non
è solo il mio bambino... è anche il suo...- disse
indicando verso
il Maestro.
Il Signore del
Tempo sbatté le palpebre... si voltò a guardare
indietro... e non vedendo nessuno si voltò a guardare il
Dottore che lo stava
fissando con l'aria di uno sotto shock.
-Giuro che non
ho fatto niente!- si difese alzando entrambe le mani.- Non
l'avevo mai vista, prima...-
Miss Janet
ridacchiò, attirando nuovamente la loro attenzione.
- Per poter
richiamare i
Signori
dal luogo in cui sono rinchiusi è necessario un
collegamento...- cominciò a
spiegare vedendo i loro sguardi confusi.
-Si, si... lo
sappiamo... i tamburi nella mia testa... ma cosa centra
il...quella cosa...- rimbeccò il Maestro accennando al suo
ventre.
-Non basta il
segnale mandato al suo cervello, Maestro... ne serve
un'altro che faccia da controllo, che permetta a Gallifrey di
agganciare il
segnale giusto tra tutti quelli che sono sparsi nel tempo... prodotti
dalle
precedenti versioni di lei... quindi il Presidente ha usato il suo DNA
per
darmi questo bambino- sorrise compiaciuta.
-Questo ha
perfettamente senso...l'altra volta non serviva perché il
segnale era molto amplificato, cosa che lo rendeva facilmente
distinguibile,
mentre questa volta sarebbe difficile capire quale agganciare...- il
Dottore si
sporse verso di lei, pensieroso.- Ma perché non scegliere un
tempo a caso? perché
proprio questo?....- si chiese, per
poi rispondersi senza attendere l'intervento degli altri due...- ma
certo... in
questo tempo ci sono il Maestro e la fessura nello stesso luogo... in
questo
modo il segnale potrà viaggiare direttamente all'interno
dello squarcio nel
tempo e nello spazio e raggiungere Gallifrey... naturalmente dovrete
collegare
il Tardis alla fessura e per farlo dovrete portarlo a Cardiff insieme
al
Maestro e al bambino... scommetto che il Tardis è
già là...- prese a camminare
avanti e indietro di fronte ai due che ormai erano solo spettatori del
suo
rimuginare.- L'onda temporale sarà talmente potente da
trascinare qui Gallifrey
all'istante, spazzando via la Terra... nessuno si salverà...
nessuno...-
concluse facendo qualche passo verso lei.- nemmeno il tuo bambino...-
Lei
alzò gli occhi per guardarlo in faccia e sorrise di nuovo,
accarezzando la pancia.
-Lui mi ha
promesso che saremo in salvo...-
Il Maestro vece
un verso iroso che attirò l'attenzione della donna.
-Io non mi
fiderei di una persona che manipola un bambino di otto anni
per i suoi scopi, infliggendogli una tortura tale da portarlo sull'orlo
della
pazzia... lo farà anche con il tuo bambino, e se tu non
glielo impedisci non
sei meglio di lui.- continuò il Dottore senza voltarsi,
continuando a fissare
il Maestro che sfuggì al suo sguardo.
Lei
stirò le labbra, trattenendo la rabbia.
-Manca ancora un
mese perché tutte le condizioni siano ottimali..nel
frattempo se non causerete spiacevoli inconvenienti chiederò
al Presidente di
essere clemente e di non punirvi per i vostri crimini... in caso
contrario...
peggio per voi.- Si voltò decisa superando la porta della
cella, che si chiuse
dietro di lei con un sibilo.
I due Signori
del Tempo si rilassarono, accorgendosi solo in quel momento
di quanto l'aria della stanza fosse diventata pesante a causa dei
flussi
temporali stipati in quella piccola creatura...le madri gallifreyane
erano
fisiologicamente adatte a gestire quei flussi, indirizzandoli in
maniera da
formare in modo adatto il fisico e la mente del feto senza provocare
danni...
Miss Janet invece non ne era in grado, e quei flussi restavano senza
controllo... a quello stadio della gravidanza erano più
fastidiosi che
pericolosi, ma presto avrebbero provocato fenomeni temporali nelle sue
vicinanze... cosa che avrebbe potuto rivelarsi molto
pericolosa...soprattutto
durante il parto.
-Uff...-
sbuffò il Dottore passandosi una mano tra i capelli
scompigliati.- Finalmente si respira... Mi sentivo schiacciare!- si
voltò verso
il Maestro che lo stava fissando.
-Hei...
andrà tutto bene...- gli disse impacciato, indeciso se
toccarlo o
no.
Conosceva il
Maestro... beh, dire da una vita sarebbe stato riduttivo nel
loro caso... lo conosceva praticamente da sempre, e sapeva cosa voleva
dire
quello sguardo... certe cose non cambiavano, dopo la rigenerazione, e
quello
sguardo aveva sempre significato solo una cosa...Aiutami.
Il Maestro si
corrucciò.
-Non sono una
delle tue ingenue amichette, non puoi dirmi "andrà
tutto bene" con quella faccia da cane bastonato e sperare che ci
creda...-
sbraitò scimmiottando le sue parole.
Il Dottore
sorrise triste... dopo tutto quel tempo ancora non riusciva a
capire come prenderlo... era sempre imprevedibile, il Maestro, e quello
che
avrebbe funzionato con qualsiasi altra persona con lui rischiava di
portare ad
un fiasco totale... era stimolante... di più: era eccitante.
-Hai ragione,
scusa... moriremo tutti...- ammise stringendosi nelle
spalle.
Il Maestro si
voltò borbottando qualcosa che suonava come un "non
prendermi in giro, imbecille"... sul resto non ci avrebbe messo la mano
sul fuoco, ma sull'imbecille si.
-Hei....- lo
richiamò di nuovo il Dottore, tacendo finché lui
non si
voltò a guardarlo con aria infastidita.- Non
permetterò che accada qualcosa di
male alla Terra...e nemmeno a te... e se dovessi mai fallire, cosa che
non
succederà, li distruggerò. -
Il Maestro
rimase a fissarlo per un momento prima di ghignare.
- dovresti
sapere ormai che preferisco la verità...A proposito di
verità...
ti sei fatto un'idea di quando sarà il lieto evento?- chiese
con una smorfia.
-Un mese
significa Dicembre... scommetti che sarà a Natale?- sorrise
all'indirizzo del compagno- Adoro il Natale...-
-Io lo
detesto...- si lagnò il Maestro voltandosi per tornare a
letto.-Cosa
conti di fare? pensavo fossi venuto a salvarmi e invece eccoti qui,
prigioniero
esattamente come me...cosa che si sarebbe potuta evitare se tu non mi
avessi
lasciato indietro...di nuovo.- si sdraiò sul letto, tra le
lenzuola sfatte, guardandolo
con aria irritata.
-Non potevo
portarti con me... non in quel momento...- si scusò il
Dottore con espressione addolorata.- Ma sono qui adesso... fa tanta
differenza?- chiese sedendosi ai piedi del letto e strofinandosi i
capelli con
entrambe le mani, rimanendo a testa bassa.
-Non lo so...-
ammise il Maestro perdendo la sua aria provocatoria.- Ti
ho rincorso per così tanto tempo che non lo so
più... ero così arrabbiato.-
Calò
il silenzio.
Il Dottore si
chiese se anche il Maestro stesse pensando a quel giorno...
il giorno in cui tutto era cambiato.
-Mi
dispiace...-si ritrovò a ripete, senza riflettere e senza
specificare... sapeva che il Maestro avrebbe capito a cosa si riferiva.
-Sai... a volte
mi chiedo... perché? Non ti fidavi di me?- si
voltò a
guardarlo, in attesa di una risposta.
Non ne avevano
mai parlato in quel modo tranquillo... forse perché la
rabbia del Maestro era sempre stata troppa...o forse non era rabbia...
pensò un
momento dopo... forse era delusione, abbandono, ferita, dolore.
-No...non lo
so... è successo e basta.- il Dottore scattò in
piedi
irritato, rifiutandosi di guardarlo e agitandosi a disagio. Non voleva
parlare
di quel giorno, non voleva ricordare l'espressione dell'altro quando
aveva
scoperto che viaggiava nell'universo senza di lui a bordo di un Tardis
rubato.-
Io... Tu avevi l'incarico di punire quelli come me... non volevo che
dovessi
scegliere.-
Non era vero
ovviamente.. o per meglio dire si, era quello che gli
piaceva credere perché anche se era il Dottore in fondo non
era altro che un
pazzo con una cabina blu che scappava da qualcosa di cui aveva
paura...la sua
vita si era ridotta a questo da quando aveva guardato nel vortice del
tempo:
una costante e disperata fuga.
Le labbra del
Maestro si incresparono leggermente.
-Bugiardo...-
mormorò.
Il Dottore si
fermò e si voltò a guardarlo...chiedendosi cosa
rispondere.
-Ma non ha
più importanza ormai... sono morto così tante
volte, sono
diventato così tante cose e in tutto questo tempo il rancore
per te è stata
l'unica cosa che mi ha tenuto in vita... e guardati, riesci sempre a
cavartela...- disse con una risata amara.- così tanto tempo
sprecato...-
Il Dottore si
avvicinò al letto e si stese al suo fianco.
-Magari potremmo
ricominciare... noi due intendo, insieme... non come se
non fosse mai successo niente...-aggiunse in fretta.- ma come due amici
che
fanno pace.- non si voltò a guardare il Maestro
finché quello non gli tirò i
capelli.
-Ahia!-
esclamò guardandolo male.- Non farlo mai più! Ma
che ti
prende...- si strofinò la cute dolorante.
-Amici... che
termine umano fastidioso... io non ho amici...solo
nemici... dei buoni nemici...- quasi sorrise... quasi... quel dannato
del
Dottore riusciva a metterlo in confusione, c'era sempre riuscito, con
quel suo
modo infantile di affrontare le cose... sempre pronto a cercare il
compromesso,
a cercare la via d'uscita dalle situazioni difficili in maniera da
riportare
meno danni possibili, ma pronto al sacrificio estremo per le persone
che amava...lui
invece nelle situazioni difficili ci si infilava a testa bassa, senza
pensare
alle conseguenze per se e per gli altri, e
mai una volta che trovasse il modo di
uscirne senza farsi del male... senza ferirsi: d'altronde era la sua
natura, ma
si sentiva così stanco.
-E va bene...
allora saremo dei buoni nemici...- il Dottore invece
sorrise apertamente.
-Togliti quel
sorriso ebete dalla faccia, Dottore...-
Fine.
Prima che
gridiate all'OOC... c'è un buon motivo per tutto questo...
abbiate fiducia.
Nel prossimo
episodio....
Ma
l'amore di una
madre va oltre il mero fatto della sopravvivenza della propria
specie... è
incondizionato, e anche se Janet avesse scoperto che tutto quello era
frutto di
un inganno restava il fatto che il suo bambino doveva essere salvo...
era
quello l'imperativo
nella sua mente...
a
discapito della sua
vita....
a
discapito del
Mondo...
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Capitolo 14 *** Episodio 14: Espedienti ***
Episodio 14:
Espedienti
-Eccolo qui...-
Martha
mostrò agli altri la lastra del cervello di Gwen.
Durante l'esame
il medico si era accorta che c'era un minuscolo taglietto
alla base del cranio dell'altra donna... il che poteva significare
tutto o
niente.
Quindi erano
entrati di nascosto in una clinica privata e avevano fatto
una TAC individuando alla fine un dischetto piatto inserito nella zona del sistema
limbico corrispondente
all’uncino dell’ippocampo ed al giro dentato, che
regolano le reazioni di
attacco/ fuga-spavento. Era verosimile che tramite quel piccolo
aggeggio
fossero riusciti a controllare
la mente
di Gwen obbligandola a fuggire davanti al pericolo con il solo mezzo
disponibile a portata di mano.
Tutti
tirarono un sospiro di sollievo, sicuri che una volta rimosso l'oggetto
estraneo dal suo cervello Gwen sarebbe tornata la stessa... tutti
eccetto
Martha.
Martha
aveva viaggiato con il Dottore ed era avvezza a vedere cose strane,
parecchio
strane in effetti, ma in tutta quella faccenda c'era qualcosa che non
andava...
potevano aver indotto a Gwen l'istinto della fuga, ma come aveva fatto
a
pilotare il Tardis quando lo aveva visto in funzione una sola volta?
Lei aveva
osservato il Dottore farlo volare parecchie volte, ma non per questo
aveva
imparato a farlo a sua volta.
Quindi,
ignorando il suo istinto di conservazione, dopo l'intervento avvenuto
nel loro
"covo" grazie alle attrezzature che avevano rubato, decise di
parlarne con Jack.
L'uomo
guardava il letto della degente stando appoggiato allo stipite privo di
porta.
L'ambiente
era tutto meno che salubre, quindi avevano circondato il letto di Gwen
con teli
di plastica illuminando
la zona con
faretti alogeni che Mickey e Rhys avevano rubato
da un cantiere li
vicino. Il tutto creava un'atmosfera fredda e opprimente, che faceva
nascere
nel cuore cattivi presagi per quello che li aspettava.
Ovviamente
avrebbero potuto mollare tutto e andarsene, magari cambiare paese...o
pianeta... ma nessuno di loro era disposto ad arrendersi... erano stati
pronti
a morire per difendere la terra, e le cose non erano cambiate.
-Jack...-
lo chiamò posandogli una mano sulla spalla.
Il
Capitano si voltò a guardarla interrogativo.
-Ho
bisogno di parlarti....-
Jack
annuì e la seguì nella stanza accanto, dove
Mickey stava controllando i monitor
della sicurezza; uno di essi era collegato alla telecamera di una banca
che al
momento non si occupava di monitorarne l'ingresso, bensì il
Tardis abbandonato
in mezzo al prato.
Quando
Jack gli aveva dato le coordinate Mickey era rimasto stupito...non
c'era niente
li in mezzo... così si era voltato per dirlo al Capitano, ma
il suo sorriso di
trionfo lo aveva spinto a guardare di nuovo il monitor ed eccolo
lì... il
Tardis in tutto il suo splendore... con il senno di poi Mickey si disse
che
doveva aspettarselo.
Quando
Martha si girò a fronteggiarlo Jack incrociò le
braccia al petto.
-So
cosa vuoi dirmi e credo che tu abbia ragione...quel chip non poteva
pilotare il
Tardis, è solo uno specchietto per allodole... deve esserci
un altra cosa,
magari non a livello fisico, ma mentale, che ha permesso a Gwen di
farlo.-
Martha
annuì soddisfatta: aveva temuto che gli evidenti sentimenti
di affetto che lo legavano
a Gwen gli impedissero di vedere la verità, ma Jack non
l'aveva delusa.
-E
ora che facciamo? Non possiamo fidarci di lei, ma se quel chip era
messo li
solo per sviarci e noi la teniamo ancora in isolamento potrebbero
capire che
sappiamo ed eliminarla perché ormai è inutile...-
Jack
annuì.
Ci
aveva pensato anche lui, e gli pareva che la soluzione migliore fosse
ribaltare
la cosa a loro vantaggio... in fondo era sempre stato bravo a vivere di
espedienti.
-Ho
un idea...- sorrise a Martha... e Martha non poté fare a
meno di preoccuparsi.
Gwen
si svegliò con il mal di testa... sembrava essere diventata
una costante nella
sua vita... si guardò intorno spaesata e vide Rhys che si teneva
la testa tra le mani, i gomiti
appoggiati al suo letto... sembrava pregare.
- Rhys...- ok, non le
riuscì rassicurante come
avrebbe voluto, ma aveva appena subito un'operazione al cervello che
pretendete!
-Gwen...
oh Gwen come ti senti, amore?- Rhys quasi piangeva
dalla gioia di vederla
di nuovo sveglia... si chiese se per caso ci fossero state delle
complicazioni,
ma alla fine non aveva importanza: era viva e stava bene... stavano
bene
entrambi e la loro bambina era al sicuro... sarebbe andato tutto
bene...tutto
bene...tutto bene...
Gwen
non si accorse consciamente che i suoi pensieri cadevano lentamente in
un loop
inesorabile che la allontanavano dalla realtà, ma il suo
cervello scalciò
ribellandosi alla cosa per una manciata di secondi, finché
la coscienza creata
apposta dallo Scettro del presidente non riuscì a prendere
il controllo.
Nessuno
di quelli che erano accorsi nella stanza ci fece caso... insomma, aveva
appena
subito un intervento e si era appena svegliata quindi era normale che
fosse un po'
confusa.
Lo
scettro ordinò alla finta Gwen di dire che era stanca e che
aveva bisogno di
riposare... un breve periodo di sonno e la sua presa su quel cervello
umano
sarebbe stata più forte, e il Presidente avrebbe potuto
usarlo per carpire
informazioni... tutto stava andando secondo i piani e presto avrebbe
potuto
liberarsi di quella inutile donna, che lo aveva costretto a scendere a
patti
con un misero essere umano come lei.
Miss
Janet era davvero soddisfatta.
Tutto
andava secondo i piani, e quando fosse stato il momento suo figlio
sarebbe
stato salvo.. una nuova razza sarebbe nata dal suo bambino, che sarebbe
stato
abbastanza forte da scalare le vette della gerarchia dei Signori del
tempo.
Era
questo che
sognava, troppo presa dai suoi desideri per notare le piccole cose che
non
andavano intorno a lei... una sensazione di Déjà
vu qui, persone che passavano
davanti ai suoi occhi per due, tre volte di seguito nel giro di pochi
minuti senza
che lei ci facesse caso, il cane che aveva avuto da bambina che
attraversava il
cortile inosservato...tutti questi fatti e altri che nessuno
comprendeva, e che
mostravano inequivocabilmente che i due Signori del tempo che teneva
prigionieri avevano ragione.
Ma
l'amore di una
madre va oltre il mero fatto della sopravvivenza della propria
specie... è
incondizionato, e anche se Janet avesse scoperto che tutto quello era
frutto di
un inganno restava il fatto che il suo bambino doveva essere salvo...
era
quello
l'imperativo nella sua mente...
a
discapito della sua
vita....
a
discapito del Mondo
intero...
-Mi
annoioooooo!!!-
il Dottore sbuffò, soffocando nel cuscino un grido frustrato.
Erano
passati due
giorni da quando avevano visto Miss Janet e avevano saputo la
verità sul suo
bambino.
Il
Dottore e il
Maestro avevano discusso per un po' di quello che sarebbe successo,
della
tempesta temporale che avrebbe portato un parto senza controllo come
quello e
del fatto che avrebbe potuto anche distruggere le pareti dell'universo
in cui
si trovavano se non lo avessero evitato.
Tutte
belle parole,
senza dubbio, ma restava il fatto che erano chiusi in quella stanza e
che per
il momento non vedevano possibilità di uscirne...tanto
più che il Dottore non
era Jack e quindi qualsiasi proposta di fuga del Maestro veniva
accantonata
dall'altro perché
troppo violenta,
finché il Maestro gli chiese se pensasse di evadere da li
distribuendo
arcobaleni e pony rosa tra le guardie... il Dottore non gli rivolse
più la
parola per un'ora... il Maestro si domandò perché
mai non lo avesse fatto
prima.
-Trova
il modo di
intrattenerti da te...- gli suggerì il Maestro, evitando di
ricordargli che lui
gli aveva proposto un modo per passare il tempo e che lui lo aveva
rifiutato
con imbarazzato sdegno.
Il
Signore del Tempo
aveva permesso al Dottore di scappare, come al suo solito, ma adesso si
chiedeva se non valesse la pena di prenderlo comunque anche senza il
suo
esplicito consenso solo per farlo stare zitto.
-Questo
posto è
troppo noioso... avrebbero potuto mettere un televisore, o qualcosa del
genere!Magari
una Wii...ci hai mai giocato? Un gioco fantastico...- il Dottore prese
a
passeggiare avanti e indietro davanti al letto, entusiasta, lanciandosi
nella
descrizione del suddetto gioco.
Il
Maestro sospirò
chiedendosi per l'ennesima volta come l'uomo tormentato che era stato
il decimo
Dottore si fosse trasformato in quel ragazzino logorroico che pareva
non avere
il minimo controllo delle sue emozioni, figuriamoci della situazione.
E
la loro era una
brutta situazione.
E
dire che tra i due
dovrebbe essere lui quello squilibrato.
-Senti,
Dottore...
dobbiamo uscire di qui...-
Il
Dottore si rivolse
verso di lui agitato.
-Ma
come!? Come!-
chiese tirandosi i capelli scompigliati.- Questo posto
è...una dannata
cassaforte per Signori del Tempo! Siamo chiusi qui dentro e non
c'è niente!
Assolutamente niente in questo dannato posto che... quella è
un'anatra?- si
interruppe bruscamente guardando l'animale in questione passargli
davanti con
la sua andatura dondolante.
L'animale
starnazzò
all'indirizzo del Maestro quando quello si alzò dal letto
per osservarla
meglio, dopo di che spiccò il volo e sparì in una
spirale dorata.
I
due si guardarono.
-A
quanto pare la
cosa si sta facendo seria, Dottore... la regolarità centrica
del vortice del
tempo comincia a non essere più regolare a quanto pare...
magari qui c'era uno
stagno per le anatre prima che costruissero questa struttura...- il
biondo si
strinse nelle spalle e poi sorrise malizioso.- Immagina cos'altro
potrebbe
comparire da un momento all'altro... magari un carro-armato.-
Il
Dottore non gli
prestò attenzione.
-Tecnicamente
potremmo manipolare la
curvatura positiva dello spazio-tempo con
un modificatore
geometrico di direzione tachionica...
pensaci! la curvatura positiva dello spazio-tempo
è positiva per la
maggioranza dei punti, ma può essere trovato qualche punto
dove non lo
è...e nei
punti a curvatura negativa,
c'è un varco spazio-temporale... se riuscissimo ad
imbrigliare le particelle
tachioniche che si trovano in quello spazio potremmo viaggiare nel
tempo anche
senza il TARDIS...
- propose girandosi a guardarlo intensamente negli occhi.
Il
Maestro si passò
una mano sul mento.
-Rudimentale
ma
efficace... perché no, Dottore... tentar non nuoce, potrebbe
anche funzionare
nonostante sia una tua idea...-
Il
Dottore borbottò
qualcosa tipo "fumetto" e "papero", ma il Maestro non ci
fece caso e si guardò invece intorno per poi dirigersi verso
il letto per
disfarlo tirando su la coperta di cotone bianco saggiandone
la consistenza.
-Ti
basta come vela?-
chiese sorridendo.
-Tu
si che mi
capisci...- commentò il Dottore rimboccandosi le maniche
della camicia.
Fine
Ovviamente
l'idea
della cronovela è ispirata a PK, anche se non il principio
secondo cui dovrebbe
funzionare.... un piccolo omaggio ad un bel fumetto.
Nel
prossimo
episodio....
(riferito
al Maestro)
Generalmente
le sue
notti erano piene di piani, progetti, invenzioni... e del Dottore.
|
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Capitolo 15 *** Episodio 15: Intermezzi ***
Episodio
15: Intermezzi
Era
notte fonda, e il Dottore dormiva al suo fianco.
Inutile
dire che non stava zitto nemmeno durante il sonno, e anzi si
agitava e mormorava parole incomprensibili che avevano tenuto sveglio
il
Maestro, la schiena appoggiata alla parete dietro il letto a due piazze
e le
braccia incrociate al petto...nervoso, contrariato per la piega che
avevano
preso gli eventi.
Non
che si sarebbe addormentato se l'altro fosse rimasto zitto per
più di
tre minuti, sia ben chiaro... l'energia febbrile che lo caratterizzava
si era
calmata, ma non si era spenta del tutto e il Signore del Tempo non
aveva mai
amato perdere tempo a dormire.
Generalmente
le sue notti erano piene di piani, progetti, invenzioni... e
del Dottore.
Sempre
e comunque del Dottore... anche quando lo aveva odiato con tutto
se stesso per averlo lasciato indietro... per averlo abbandonato...
anche
quando aveva tradito tutto quello in cui credeva diventando un
ricercato... Anche
quando gli aveva orgogliosamente voltato le spalle, scappando dal loro
mondo in
rovina dopo che l'altro gli aveva salvato la vita liberandolo dalle
prigioni
dei Signori del Tempo...tutto ruotava intorno al Dottore.
C'era
stato un tempo, quando entrambi non erano altro che due ragazzini
che sognavano su prati di erba rossa, in cui avevano diviso le loro
notti... in
più modi... in realtà in tutti i modi possibili,
anche se mai abbastanza a
parer suo... felici di essere insieme e di poter condividere la
semplice gioia
di essere vivi.
Poi
Koschei
era entrato a far parte della Commissione Disciplinare e le loro notti
si erano fatte più rare... Koschei
doveva
lavorare, e anche Theta
aveva il suo lavoro
da svolgere... il tempo
dei sogni era finito.
Nonostante
questo il Maestro non aveva mai smesso di fidarsi del Dottore,
e aveva creduto che per l'altro fosse lo stesso.. finché non
aveva ricevuto
l'ordine di arrestarlo per tradimento... per aver interferito nel tempo
come
nessuno di loro aveva mai osato fare.
Il
Maestro era rimasto incredulo.
Non
solo il Dottore non aveva abbandonato il suo stupido sogno
impossibile, ma aveva addirittura trovato il modo di realizzarlo... di
correre
via... e non lo aveva portato con se.
Con
il senno di poi il Maestro doveva ammettere, almeno con se stesso,
che gran parte del suo odio verso il Dottore veniva dal fatto che si
era
sentito tradito... messo da parte... il Dottore si era fatto una
famiglia e lo
aveva dimenticato.
Aveva
promesso che avrebbe corso con lui, e invece lo aveva lasciato
indietro.
Il
Maestro aveva cercato di non farsi trascinare dall'odio, ma i tamburi,
che per un breve periodo si erano affievoliti, avevano ricominciato a
martellare... come se volessero ricordargli quale era il suo destino...
sei
solo, parevano scandire con il loro ritmo incalzante... sei solo.
E
così solo era rimasto... isolandosi dai suoi famigliari fino
ad
abbandonarli del tutto... fino ad abbandonare il suo pianeta natale...
fino a
diventare uno di quelli che aveva sempre punito... un traditore... in
lotta con
l'unica persona che avesse mai amato.
Abbassò
lo sguardo sulla figura raggomitolata al suo fianco, che scelse
proprio quel momento per scalciare all'aria e voltarsi verso di lui,
mugugnando
qualcosa che suonava come "spoiler".
Si
chiese cosa mai stesse sognando.
Magari
valeva la pena di svegliarlo per scoprirlo... o magari per fare
altro... in fondo l'indomani avrebbero tentato un esperimento
disperato.. non
aveva senso sprecare quella notte di tranquillità per
dormire.
Con
un sorriso tra il minaccioso e l'ironico scavalcò la figura
dormiente
del Dottore per abbassarsi
sul suo collo
esposto, mordendolo.
Se
lui non poteva dormire non avrebbe dormito nemmeno l'altro.
Jack
Harkness non era il tipo da piangersi addosso...lui in mezzo ai guai
ci era cresciuto, e aveva imparato ben presto che se non avesse mosso
il culo
per prendersi cura di se stesso nessuno lo avrebbe fatto per lui... e
lui lo
faceva egregiamente, con stile... aveva sempre pensato di potersela
cavare
nelle peggiori situazioni, insomma era riuscito persino a cavarsela
dopo essere
stato ucciso dai Dalek, perciò credeva di avere una fortuna
sfacciata...
...almeno
finché Janto non era morto.
Pensare
al benessere di Janto per lui era fondamentale per avere cura di
se stesso, e quando il ragazzo era morto era venuto meno il primo
fondamentale
della sua vita... non aveva salvato Janto, e questo voleva dire che non
aveva
mosso il culo abbastanza per farlo... era colpa sua...punto.
Gwen
aveva negato, persino il Dottore lo aveva fatto... eppure lui sapeva
che si sbagliavano.
E
adesso Gwen era stesa su quel letto.
Mangiava,
sorrideva, sembrava la solita Gwen... ma non aveva chiesto
nemmeno una volta della sua bambina... nemmeno una.
Non
aveva chiesto a Rhys se aveva notizie, se poteva chiamarla per
sentire la sua voce... aveva rischiato di morire sotto i ferri durante
un'operazione pericolosa svolta con gli strumenti dell' Allegro
chirurgo, ma il
suo corpo non sembrava subire i postumi dell'anestesia, ne pareva aver
bisogno
di riposo... sembrava che si fosse appena svegliata da un sonnellino...
evidentemente
qualunque fosse il metodo con qui i Signori del tempo la tenevano sotto
controllo aveva delle pecche evidenti... parecchio evidenti da come
Gwen
addentava il suo pollo: se
c'era una
cosa che la donna aveva sempre odiato era il pollo.
In
compenso la loro non-più-amica aveva subito chiesto quale
fosse il
piano... persino Rhys, che diciamocelo non era l'uomo più
sveglio del mondo,
aveva aggrottato la fronte perplesso ricordandole che aveva appena
subito
un'operazione e che doveva riposarsi... era rimasto perplesso anche
davanti al
suo entusiasmo per il pollo, e allora aveva chiesto spiegazioni a
Jack... ma
come spiegare ad un uomo come Rhys, per il quale le stranezze erano
più tabù
del sesso per strada, che sua moglie era praticamente posseduta da una
razza
aliena superiore il cui unico desiderio era distruggere l'universo?
La
soluzione era stata che Martha lo aveva preso da parte e gli aveva
parlato... con il risultato che Rhys sembrava tranquillo, anche se un
pò
verdognolo.
Jack
si tenne lontano da lui... se gli avesse rinfacciato che tutto
quello era colpa sua non avrebbe saputo come dargli torto... aveva
ragione... e
così aveva fallito due volte...
...
e non c'è due senza tre...
pensò Jack alzandosi il bavero del cappotto e uscendo dai
sotterranei per
raggiungere l'aria aperta... un po' d'aria gli avrebbe fatto bene,
decise
facendo un cenno a Mickey mentre usciva, forse sarebbe riuscito a
mandare via
quella sensazione di disfatta che lo accompagnava da quando Janto gli
era morto
tra le braccia... se solo avesse potuto stringerlo ancora una volta.
Fine
Nel
prossimo episodio......
(Il
Maestro) Guardò i due idioti, che finalmente avevano smesso
di
litigare per fissarlo.
-Abbiamo
un problema...-li informò.
-Di
che genere?- chiese Dieci.
-Del
genere armato fino ai denti...- ringhiò lui quando la porta
si
scosse, come se una guardia armata e coperta da una pesante armatura
stesse
cercando di aprirla.
-Direi
che è ora di andare...- fece Undici scattando verso la porta
del
TARDIS.
per quanto di provi non riesco a togliere il grassetto a causa della mia totale ignoranza circa i meccanismi dell'HTML... Chiedo perdono. |
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Capitolo 16 *** Episodio 16: Questione di numeri.... ***
Episodio
16: Questione
di numeri....
Il
Dottore face un
sospiro contrito.
Era
successo di
nuovo... si era voltato per dire qualcosa a Donna... nel dettaglio per
farle
notare l'ape gigante che ronzava indignata contro un venditore di
frutta, e
chiederle se ricordava Agatha
Christie...
e si era sentito morire le parole in bocca accorgendosi che lei non
c'era.
Ovviamente
non c'era... anche solo ricordarsi di lui le avrebbe
distrutto il cervello, figurarsi vedere un'ape gigante.
Ma
gli mancava... gli
mancava persino la sua parlantina inarrestabile.
Era
solo, adesso... e
non aveva intenzione di cambiare la sua situazione... pensò
cocciutamente
dirigendosi verso il TARDIS.
Azionò
con rabbia il
motore e spinse qualche leva, impostando una destinazione casuale.
La
Cabina blu atterrò
con il consueto suono ansimante, e lui azionò gli schermi
per capire dove fosse
finito.
-Non
ci posso
credere...- ringhiò leggermente irritato.
Quella
intorno a lui
era senza dubbio la Terra, la splendida, ingrata e sempre bisognosa di
protezione Terra, ed era senza dubbio nei dintorni della Cardiff del
1890.
Stava
per uscire a
dare un'occhiata quando un urto improvviso scosse la porta del TARDIS,
facendolo bloccare sul posto.
Estrasse
il
cacciavite sonico dalla tasca interna del cappotto marrone e si
avvicinò
cautamente alla doppia porta.
Dopo
una scansione
veloce, avendo appurato che nulla sembrava fuori posto a parte una
lieve
traccia tachionica sicuramente lasciata dal TARDIS, aprì di
poco la porta.
-Ahio!
La mia
testa...- imprecò l'uomo sdraiato a terra li davanti, dopo
aver ricevuto la
porta di legno in testa.
Il
Dottore alzò un sopracciglio.
-E
spostati non
riesco ad alzarmi!- un'altra voce giunse da sotto la coperta che stava
ammucchiata per terra.
Dopo
una breve lotta
una testa bionda e arruffata emerse imprecando e fissò gli
occhi nei suoi.
-TU!-
esclamarono
insieme il Dottore e il Maestro.
L'uomo
che gli dava
le spalle, e che ancora si strofinava la testa dolorante,
guardò in su fino ad
incontrare il viso del vecchio se stesso.
-Oh...-disse
solo.
-Da
dove sbuchi...-
volle sapere il decimo Dottore.- E lui chi è?!- chiese in
tono inquisitorio.
-Da
dove sbuchi tu...
e lui è te... o meglio lo sarà... è la
tua prossima rigenerazione...
fantastico, come se un Dottore non bastasse...- rispose il Maestro
indispettito
dal tono che aveva usato l'altro Signore del Tempo, tirandosi in piedi.
-Salve...-
sorrise
l'undicesimo Dottore alzandosi a sua volta.- Il mio TARDIS... oh come
mi sei mancata...-
tubò passando una mano sulla porta di legno dipinta di blu.
-Il
MIO TARDIS vorrai
dire... - protestò l'altro Dottore.
Intanto
il Maestro si
affacciò alla porta di quella che a suo parere era la camera
da letto più
pacchiana che avesse mai visto...insomma scimmie dipinte sulle pareti?
Voleva
uscire di
li... e più di tutto voleva mettere quanta più
distanza possibile tra se stesso
e i due idioti che litigavano davanti al TARDIS.
La
guardia in piedi
accanto alla porta lo fissò per un momento
interdetta...momento di cui lui
approfittò per chiudergliela in faccia appoggiandoci il suo
peso.
Guardò
i due idioti,
che finalmente avevano smesso di litigare per fissarlo.
-Abbiamo
un
problema...-li informò.
-Di
che genere?-
chiese Dieci.
-Del
genere armato
fino ai denti...- ringhiò lui quando la porta si scosse,
come se una guardia
armata e coperta da una pesante armatura stesse cercando di aprirla a
spallate.
-Direi
che è ora di
andare...- fece Undici scattando verso la porta del TARDIS.
In
quel momento la
porta alla loro destra si aprì, rivelando quello che a conti
fatti pareva a
tutti gli effetti un boudoir..
e infatti la signora che ne uscì si rivelò essere
vestita in
maniera poco consona... almeno per l'epoca.
-E
voi si può sapere chi siete?- chiese la
donna in questione, lady
Gwendolen Fitzalan-Howard, moglie del
Marchese di Bute, agitando
furente la chioma e portando le mani ai fianchi.
Jack
ripasso ancora una volta il piano,
mentalmente.
Lui
e Gwen sarebbero entrati dal retro della
base, mentre Martha, Mickey e Rhys
avrebbero creato un diversivo all'entrata principale... o
almeno questo era il piano che aveva spiegato a Gwen mentre bevevano un
caffè
ormai freddo procurato da Ris nella sua ultima uscita per rimpinguare
la loro
dispensa.
In
realtà il piano era l'esatto contrario...
lui e Gwen erano l'esca... inutile dire che Martha non era convinta
della
cosa...in quanto a Rhys...
Jack aveva ritenuto opportuno non dirgli niente.
"Prendere
in prestito", come aveva
detto Jack, il motoscafo non sarebbe stato difficile... più
difficile si sarebbe
rivelato avvicinarsi all'isola con tutte le luci spente, soprattutto
perché
l'isola in questione poteva spostarsi a seconda degli ordini di Miss
Janet.
Avevano
scoperto la localizzazione dell'isola
per caso, scandagliando l'area geografica di Cardiff in cerca del luogo
in cui
erano imprigionati i due signori del tempo... l'unico indizio che
avevano era
l'odore del mare che avevano sentito la notte della fuga, e che
posizionava la
struttura vicino alla baia...perciò avevano cominciato a
controllare le coste
prendendo in prestito un satellite meteo che orbitava sopra al Galles e
avevano
scoperto, a pochi kilometri dalla terraferma, l'isola non mappata su
cui
sorgeva il quartier generale di Miss Janet.
Martha
era rimasta stupita, ma questo spiegava perché
la base U.N.I.T. di Londra inspiegabilmente avesse tutti i telefoni
fuori
uso... evidentemente Miss Janet aveva spostato le risorse su un'isola
artificiale che poteva dirigere a suo piacimento dopo averli
gentilmente
congedati.
Jack
dovette ammettere suo malgrado la validità
dell'idea, visto che questo permetteva alla donna di usufruire di tutte
le
risorse in suo possesso in qualsiasi luogo del pianeta grazie al fatto
che
poteva semplicemente portarle tutte con se.
Jack
ripassava mentalmente il piano da due ore
ormai... e ci vedeva sempre la stesse pecche... ma era inutile
chiedersi se
avrebbe funzionato, doveva provare e basta... perché loro
erano fatti così: la
Terra era in pericolo, e loro l'avrebbero salvata...
...senza
contare il fatto che molto
probabilmente solo un Signore del tempo avrebbe potuto liberare Gwen, e
loro al
momento ne erano sprovvisti... per fortuna sapevano come procurarsene
non uno,
ma addirittura due.
Jack
si alzò risoluto.
Era
ora di andare.
-Come
sarebbe a dire che i prigionieri sono
scappati! E come avrebbero fatto visto che erano rinchiusi?!-
Miss
Janet sapeva che arrabbiarsi in quel modo
avrebbe fatto male al bambino, ma non poteva proprio impedirselo... un
momento
prima aveva due Signori del tempo sotto chiave e adesso quell'imbecille
balbettava scuse su come fossero spariti nel nulla.
La
donna mise fine alla conversazione sbattendo
la cornetta in faccia al soldato, e accese gli schermi con un gesto
stizzito.
Selezionò
la registrazione giusta e la
riavvolse.
Schiacciò
play e poté vedere, come in incubo, i
due Signori del tempo che sparivano nel nulla trascinati da una vela
fatta con
le lenzuola bianche... decise all'istante che se fosse riuscita a
riprenderli...no, quando fosse riuscita a riprenderli... avrebbe
scavato una
fossa di cemento e ce li avrebbe chiusi dentro con solo una grata per
far
passare l'aria.
Premette
un altro bottone e la faccia squadrata
del colonnello
Stewart apparve sul grande schermo.
-Colonnello!
Voglio che me li riporti
indietro!- ordinò la donna portando la mano destra al
pancione.
-Mi
dispiace, Signora, ma a quanto pare non si
trovano più in questo tempo... secondo le apparecchiature
costruite seguendo i
suoi progetti si sono spostati nel tempo, anche se non siamo in grado
di dire
in che anno si trovino ora...- rispose quello.
Il
Colonnello era un uomo tutto d'un pezzo...
se qualcuno gli avesse chiesto per quale motivo stesse seguendo gli
ordini di
Miss Janet, ammesso che qualcuno fosse così pazzo da mettere
in dubbio
l'autorità della donna davanti a lui, avrebbe risposto che
lo faceva per
onore... quello era il suo ruolo... il suo compito era appoggiare e
servire
l'attuale capo della U.N.I.T., e
se
questo al momento era una donna incinta per lui non avrebbe fatto
alcuna
differenza... In più Miss Janet stava assicurando il futuro
della razza umana
stringendo alleanza con un popolo alieno con tecnologie nettamente
superiori e
che avrebbe assicurato il loro benessere semplicemente in cambio di due
criminali fuggiti alla giustizia... quello che stavano facendo era
semplicemente giusto.
Ovviamente
l'uomo non poteva sapere la verità
che stava dietro la menzogna abilmente imbastita da Miss Janet
affinchè la
U.N.I.T. la appoggiasse nel suo folle piano... nessuno è
perfetto d'altra
parte.
Quello
che lui sapeva era che aveva appena
fallito il suo compito, e che non sapeva ancora come rimediare... ma lo
avrebbe
fatto.
-Voglio
che siano trovati... devono essere
trovati altrimenti tutto quello per cui abbiamo lavorato
finirà in fumo... lei
può capirmi, Colonnello... pensi a sua moglie... i Signori
del tempo potranno
curarla solo se noi riusciamo a riportarli in questo universo... pensi
ai
nostri figli...- lo blandì Miss Janet, accarezzandosi la
pancia.
Le
spalle del Colonnello si raddrizzarono.
-Faremo
l'impossibile, Miss.-
La
comunicazione si interruppe.
Miss
Janet si sedette lentamente alla sua
scrivania, cercando di tranquillizzarsi respirando come le aveva
insegnato l'ostetrica.
Anche
se erano riusciti a scappare non
sarebbero rimasti liberi per molto tempo... non avevano il TARDIS, che
era
tenuto sotto stretta sorveglianza dai suoi uomini, e non avevano
armi...
sarebbe andato tutto per il meglio... il Presidente avrebbe saputo cosa
fare.
Si
accarezzo nuovamente la pancia prominente.
-Andrà
tutto bene piccolo mio... tutto bene...-
sussurrò.
Fine
Lady
Gwendolen
Fitzalan-Howard, moglie del Marchese di Bute, è esistita
davvero... e la sua
camera aveva davvero scimmie dipinte sulle pareti... pensate un po'!
Nel
prossimo episodio.....
Si,
il Maestro sapeva come funzionava... e non
gli importava un accidente... quello che voleva era sentirgli dire che
sì,
avrebbe mandato tutti al diavolo per lui... la Terra, l'Universo,
tutto... ma
sapeva che non sarebbe successo.
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Capitolo 17 *** Episodio 17: Tre al prezzo di uno. ***
Episodio
17: Tre al prezzo
di uno.
-Quindi..voi
sareste dei viaggiatori del
tempo?- chiese educatamente lady Bute sorseggiando la sua tazza di te.
-Proprio
così Milady... e non era nostra
intenzione piombare in quel modo nella sua camera da letto...- si
scusò il
decimo Dottore.
-Oh,
non fatevene un cruccio... non è stato poi
così spiacevole...-commentò maliziosamente la
donna.- Ma ditemi... non mi avete
ancora detto i vostri nomi, ne se è per questo il motivo
della vostra...
visita.-
-Io
sono il Dottore...-rispose l'undicesimo
afferrando una pasta alla crema dal vassoio- Lui è il
Maestro e lui... beh...
lui è il Dottore, in effetti, anche se la cosa
può sembrare
strana...insomma...- il suo balbettio confuso si spense nel silenzio.
Il
Maestro sbuffò.
-Perchè
non ci provi tu?- scattò piccato il Dottore
con il cravattino.
-Non
ha importanza... in realtà siamo finiti
qui per caso, e non vorremmo darle troppo disturbo, perciò
ce ne andiamo...- si
intromise Dieci alzandosi.
-Così
presto?- protestò la donna alzandosi a
sua volta e accostandosi a lui.- Sapete... mio marito è
spesso via per lavoro,
e io mi sento tanto sola...- fece sorniona accarezzandogli un braccio.
-Ehm...
mi spiace molto per la sua condizione,
Milady, ma io e i miei... compagni... dobbiamo partire al
più presto.- Si
scostò dalla donna cercando con gli occhi l'aiuto degli
altri due.
Il
Maestro si strinse nelle spalle come a dire
che lui se ne lavava le mani e si diresse alla porta del TARDIS.
-Già...
non abbiamo proprio tempo...- tentò Undici.
La
donna fece uno sbuffò divertito.
-Come
è possibile che dei viaggiatori del tempo
non abbiano tempo...- protestò con sussiego.
-Ci
dispiace davvero ma dobbiamo andare...
arrivederci.- disse deciso Dieci scostando le mani della donna che si
erano
infilate chissà come sotto il suo cappotto e praticamente
lanciandosi verso il
TARDIS,.
Le
proteste della donna li seguirono finché il
Maestro non le ebbe chiuso la porta in faccia.
-Uff..
per un pelo... ancora un minuto e sarei
finito sposato... di nuovo...- commento il numero Dieci.
-è
capitato anche a me!- fece entusiasta Undici.
Il
Maestro fece un verso che avrebbe potuto
essere di disgusto, oppure di indignazione.
-Vi
capita spesso?- chiese incrociando le
braccia la petto e fissandoli.
I
due Dottori si guardavano mentre insieme
governavano il TARDIS.
-Non
così spesso...- rispose Dieci tenendosi
sul vago.
-e
nemmeno raramente... diciamo un certo numero
di volte.- completò Undici la cui attenzione sembrava essere
tutta concentrata
sui comandi davanti a lui.
Il
Maestro lasciò cadere l'argomento... non era
certo di voler sapere quante volte quel buono a nulla si fosse sposato
accidentalmente.
-Devi
portarci indietro... dobbiamo impedire
che Gallifrey ritorni e distrugga la terra...- stava intanto dicendo
Undici.
-Cosa?!
Non è possibile, nessuno può farlo...-
protestò Dieci, mettendo però le coordinate che
Undici gli aveva fornito nel
sistema di navigazione del Tardis.
-Non
sottovalutare il Presidente... dunque sì,-
si fregò le mani- dobbiamo tornare a Cardiff, ma dove? Direi
che sarebbe
stupido ritornare in cella, quindi queste sono inutili... -disse
strappando il
foglio con le coordinate.
-E
me lo dici ora che le ho inserite?- chiese
Dieci irritato.
-Devi
darmi un momento per pensare! - fece
esasperato Undici- Ecco ci sono! riesci ad agganciare il Capitano Jack?
Il suo
manipolatore del vortice emette un segnale debole, ma continuo...-
propose alla
sua precedente rigenerazione.
-Posso
farlo...- rispose quello- ma sarà un
viaggio movimentato...- sorrise.
-E
quando mai non lo è...- sorrise complice
l'altro.
Dieci
fece partire la ricerca e in pochi
momenti il Tardis comunicò di aver agganciato l'apparecchio.
-allons
y!- gridò spingendo la leva e catapultandoli con violenza
nel
vortice del tempo.
Mickey
sterzò bruscamente per evitare il gatto
che aveva attraversato all'improvviso.
La
notte che avevano scelto per la loro sortita
era buia e senza luna, ma i lampioni lungo la strada espletavano
efficacemente
la loro funzione di illuminare la pubblica via.
-Scusate...-
disse rallentando leggermente.
La
strada per la baia era ancora lunga e non
aveva senso mandare a monte tutto a causa di un incidente.
Nessuno
rispose.
Erano
tutti tesi.
Jack
fissava fuori dal finestrino, seduto
accanto a Gwen per tenerla meglio d'occhio, cercando di tenere la sua
mente
lontana da pensieri dolorosi e fallendo miseramente.
Stava
giusto chiedendosi cosa avrebbe fatto se
uno di loro fosse morto quando una brusca frenata gli fece sbattere la
testa contro
il vetro.
-Ma
che diavolo fai, Mickey...- esordì premendo
una mano sulla fronte, ma la voce gli mancò quando vide il
TARDIS parcheggiato
di fronte a loro... solido e reale, luminoso in tutto il suo splendore.
Accanto
a lui Gwen diede segni di irrequietezza,
ma non si mosse.
-Come
è possibile...- fece Martha rompendo il
silenzio che era calato su di loro.
In
quel momento la porta di aprì, facendoli
sobbalzare, e con grande stupore di Jack fu il Decimo Dottore ad uscire
per
primo dalla cabina blu.
-Non
è possibile, infatti....- rispose
affrettandosi a scendere dalla macchina, seguito più
lentamente dagli altri.
-Come...
Cosa...- Jack non riusciva ad
articolare... Era stupito, confuso, grato... aveva le lacrime aglio
occhi e non
sapeva nemmeno perché.
-Ho
sbattuto contro me stesso, in effetti...-
rispose il Dottore con il suo sorriso saputello, indicando il Tardis
dal quale
erano appena usciti il Maestro, con l'aria di uno che sta soffrendo il
mal di
mare, e Undici, eccitato come un bambino in una gelateria.
-Ehi...
Jack! Caro, impossibile, Jack...-
Undici si fece avanti per abbracciarlo brevemente.- Scusa il ritardo,
abbiamo
avuto qualche contrattempo...- sorrise passandosi una mano tra i suoi
assurdi
capelli.
-Si
beh, anche noi abbiamo qualche guaio da risolvere...-
fece, voltandosi verso Gwen e accorgendosi che non c'era più.
-Dannazione!
Dov'è Gwen?- chiese a Ris.
L'uomo
di guardò intorno allarmato.
-Era
qui un momento fa...- fece deglutendo a
vuoto.- Gwen! GWEN!-
-è
inutile che gridiate tanto...- fece il
Maestro con una smorfia disgustata.- è andata da Lei,
è ovvio... Miss Janet ha
detto che le hanno installato un campo di ipnosi nella testa... non
può
opporsi.-
-Dannazione...-
ripetè Jack.
-
La troveremo, Jack...- fece il Decimo
Dottore.
-No,
dannazione, potrebbero farle del male e
non posso impedirlo! Esattamente come l'ultima volta! Non posso
permettere che
accada ancora, non perderò un altro membro della mia
squadra.- protestò il
Capitano.
Rhys
esplose.
-Se
non te ne fossi accorto, quella che tu
chiami la TUA squadra non esiste più da un pezzo! Gwen mi ha
raccontato quello
che è successo, ed è stata colpa TUA! TU hai
messo mia moglie in mezzo a questo
casino, DI NUOVO, e ora la tirerai fuori...-
-Credi
che potrei mai lasciarla lì?! Credi che io
mi diverta a stare a guardare mentre le persone che amo muoiono intorno
a me?!-
protestò Jack facendo un passo avanti, prontamente
trattenuto da Mickey.
-Così
non risolviamo nulla, ragazzi...- disse
allontanando Jack, costringendolo a camminare all'indietro fino alla
macchina.
-Non
la lasceremo lì...Andremo a riprenderla-si
intromise Undici.
-Parla
per te...-mormorò il Maestro dietro di
lui.... tutti lo ignorarono.
-Come
conti di fare? Quel posto è una fortezza!
Dottore...- fece Martha rivolgendosi al Dottore che lei aveva
conosciuto e
amato.- ... puoi aiutarci?-
Dieci
alzò le braccia aprendo le mani di fronte
a se, come per frenare l'amica, mentre Undici si corrucciava.
-Sono
io il Dottore... anche...- fece mettendo
su il broncio.
-Non
per me...- fece Martha squadrandolo
velocemente per poi riportare la sua attenzione su Dieci... ma lo fece
con
poche speranze... conosceva quell'espressione di rammarico... l'aveva
vista
tante volte.
-Oh,
Martha, mi dispiace... non dovrei nemmeno
essere qui... ogni istante che passo vicino a lui rischia di provocare
uno
strappo nella parete dell'universo...- disse indicando il se stesso
più
vecchio.
-C'è
la caveremo comunque...- fece Undici
leggermente risentito.
-Non
ne dubito... - commentò Dieci- Sono io,
davvero... solo... un po' diverso...- tentò di spiegare ad
una ancora scettica Martha.-Ma
non ti preoccupare, non andrò via subito... vi
aiuterò come posso prima di
andare.- le sorrise incoraggiante.
Il
TARDIS entrava nel loro rifugio a mala
pena... la luce in cima alla cabina sfiorava il soffitto, ma il Dottore
lo
aveva fatto atterrare senza difficoltà.
Adesso
i computer di Mickey erano collegati con
la consolle del Tardis, permettendo loro di monitorare i picchi nel
vortice del
tempo.
Dalla
mappa di Cardiff che si trovava su uno
dei loro schermi era ovvio da quale punto fossero originati i
disturbi... non
sarebbe stato difficile trovare Gwen... il difficile sarebbe stato
tirarla
fuori da li.
Fino
ad ora non avevano trovato un piano
decente...l'idea di Ris di usare il Tardis per entrare e uscire
velocemente era
stata subito bocciata dato che già il fatto di avere due
Tardis nello stesso
tempo era pericoloso, figuriamoci anche nello stesso posto....
...no,
quel periodo era già abbastanza provato
dai flussi senza controllo provocati dalla gravidanza di quella
donna... era
meglio evitare ulteriori sollecitazioni.
Il
decimo Dottore aveva promesso che avrebbe
lasciato loro qualche apparecchiatura per monitorare il flusso
temporale, e che
lui, Undici e il Maestro avrebbero trovato una soluzione non solo per
il
problema di Gallifrey, ma anche per Gwen.
Ben
lontano dall'essere del tutto sereno, Ris
si era abbandonato ad un sonno agitato.
Il
Maestro si guardò intorno.
Martha
e Mickey erano seduti davanti ai loro
schermi, discutendo di tattiche di approccio e monitorando i
dintorni... di
tanto in tanto le loro mani si sfioravano, e si scambiavano un
sorriso...
patetico.
Cercò
con lo sguardo il Capitano, e non si
stupì di vederlo seduto in un angolo, la testa tra le mani.
Non
aveva capito cosa fosse accaduto in
passato, quando aveva perso la sua squadra, e non gli importava, ma da
come
l'uomo si struggeva per la scomparsa della donna umana intuì
che si sentiva in
colpa per l'accaduto... nemmeno quello gli interessava... affatto...
...
...tornò
a perlustrare la stanza con gli occhi
individuando, attraverso le porte aperte, il Decimo Dottore che
lavorava nella sala
di comando del Tardis.
Si
alzò lentamente e lo raggiunse.
-Dunque,
se mettiamo questo qui... - stava
mormorando-... e questo li....- una piccola esplosione lo
interruppe...- d'accordo,
non c'è bisogno di essere così permalosi...-
mormorò.
-Ma
ti senti? Parli da solo, adesso?- chiese il
Maestro provocatorio.
-L'ho
sempre fatto, se ben ricordi...- rispose
il Dottore senza guardarlo, limitandosi ad aggiustare gli occhiali sul
naso.
-
dov'é l'altro?-
chiese il Maestro, sicuro che lui
avrebbe capito.
-
In biblioteca... si occuperà del problema di
Gwen, mentre io vi fornisco i mezzi per rendere questo posto sicuro...
poi lavoreremo
insieme ad una soluzione...- rispose dopo un momento di esitazione.
-Tu
sai qual è la soluzione... portami con
te...portami via... lascia che quella donna esploda portandosi dietro
l'Inghilterra... un' isola è meglio che tutto il pianeta.-
insinuò con un
ghigno.
Il
Dottore smise di trafficare con il suo
cacciavite sonico e si voltò a guardarlo.
-Sai
che non posso...- esordì, ben sapendo che
questo lo avrebbe ferito.
Il
Maestro sbuffò una risata irritata.
-
Sai che è così...- continuò l'altro
Signore
del Tempo - Sconvolgerebbe le cose, tutto questo... io non ti ho ancora
incontrato di nuovo dopo la tua morte sulla Valliant, non so come tu
abbia
fatto a tornare in vita, e non voglio saperlo... conosco fin troppo del
futuro... sai come funziona.- lo rimproverò con voce seria.
Sì,
il Maestro sapeva come funzionava... e non
gli importava un accidente... quello che voleva era sentirgli dire che
sì,
avrebbe mandato tutti al diavolo per lui... la Terra, l'Universo,
tutto... ma
sapeva che non sarebbe successo.
Sorrise
tristemente abbassando il capo.
-Non
cambi mai... dici che sono egoista e che
penso solo a me stesso, ma anche tu lo stai facendo... come quando mi
hai
abbandonato su Gallifrey per vivere la vita che avevi sempre
desiderato.- sputò
con veleno, voltandosi per andarsene... ma il Dottore lo
afferrò, tirandoselo
addosso e sfiorando le sue labbra con le proprie.
-Non
sai cosa stai dicendo... se mi comportassi
da egoista, come dici tu, ti porterei via da lui, all'altro capo
dell'universo,
lontano da Gallifrey, lasciando
che la
Terra finisca nell'oblio...- sibilò con rabbia,
stringendogli il braccio troppo
forte.
Il
Maestro sorrise malizioso, avvicinandosi in
modo che le loro labbra continuassero a sfiorarsi.
-Lui
sei tu...- gli ricordò.
-Non
ancora... per il momento tutto quello che
so è che lui può tenerti con se e io no... e fa
male, dannazione, anche senza
che tu ti metta a rigirare il coltello nella piaga.- Lo
lasciò andare, spingendolo
lontano da se, tornando al suo lavoro mentre quello rimaneva li a
massaggiarsi
il braccio offeso... un'espressione indecifrabile sul viso.
-Bene,
signori! Se non altro abbiamo risolto il
problema di Gwen...- esordì Undici sbucando dal corridoio.-
Sarà facile
eliminare il campo ipnotico, una volta che ci saremo avvicinati
abbastanza... è
una procedura piuttosto semplice...- fece scorrendo con gli occhi la
pagina del
volume che aveva nella mano destra.- Mi chiedo come mai non ci abbiamo
pensato
subito...-
Le
sue affermazioni caddero nel silenzio.
-Non
sento nessuno che mi dice quanto io sia
sexy e intelligente....- fece squadrandoli.- perché nessuno
lo sta facendo?-
-
perché io non ti direi mai che sei sexy e
intelligente...- rispose il Maestro.
-E
perché se lo facessi io suonerebbe
vanaglorioso visto che tu sei me...- completò Dieci.
Undici
sorrise indicandoli con il libro.
-Proprio
così!- fece, scendendo le scale e
saltando l'ultimo gradino.- E ora... è tempo di rimettere le
cose apposto.-
fece chiudendo il libro con un gesto della mano.
Fine
Nel
prossimo
episodio....
...
poteva essere che
il Dna del Signore del tempo si fosse mischiato con quello di sua
moglie al
momento della sua rinascita, lasciando in eredità al Maestro
una parte di
umanità.
Più
ci pensava più se
ne convinceva... chissà se il Maestro se ne era accorto.
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Capitolo 18 *** Episodio 18: Piano suicida ***
Episodio
18: Piano
suicida
-
Jones, mi aggiorni...-
L'Hub
era
irriconoscibile.
Al
centro, contro la
colonna che controllava la fessura, era parcheggiato il Tardis.
Non
era stato difficile
portarlo fin li, considerando che Miss Janet aveva ricevuto le
istruzioni per
pilotarlo dal Presidente, e nemmeno collegarlo alla fessura aveva
richiesto
troppo sforzo al team di scienziati che lavoravano al progetto.
Il
Dottor Jones era
stato molto lusingato del fatto che la scelta fosse caduta sul suo
team...
quando mai gli sarebbe capitata di nuovo l'opportunità di
studiare il TARDIS?!
-Eccomi,
Miss...-
l'uomo sbucò da dietro la cabina blu ravviandosi i radi
capelli neri e
aggiustando il camice, che pareva pendere dalla sua magra figura come
se fosse
troppo largo per lui. -Siamo a buon punto: i sistemi del TARDIS sono
stati
collegati alla fessura, seguendo i suoi progetti, e tutto funziona a
meraviglia.-
-Mi
è stato detto di
un qualche incidente...-
-Ehm,
si ecco... non
proprio incidente, diciamo che un paio di membri del team si sono persi
nel
TARDIS... nonostante io avessi avvertito
di non avventurarsi oltre la sala comandi...- precisò
alzando un dito e al
tempo stesso aggiustandosi gli occhiali rotondi con l'altra mano.
-E
li avete trovati?-
Miss Janet si avvicinò alla macchina, avvertendo un senso di
ostilità nei suoi
confronti provenire dal TARDIS.
-Ehm,
non tutti... e
quelli che abbiamo trovato... beh, diciamo che non erano proprio in
forma... -
ammise lo scienziato con una risatina agitata.
Miss
Janet rimase
seria.
-Voglio
che
l'ingresso sia limitato a chi deve effettivamente compiere del lavoro
all'interno... non voglio perdere altre vite...-
-Ma
certo, sarà
fatto... ehm.. e per quelli che già si sono persi?-
Miss
Janet esitò un
momento.
-Non
possiamo fare
più niente per loro...sarà il TARDIS a decidere
se restituirceli o no...- la
donna si voltò per andarsene... stare vicino a quella cabina
le faceva venire
mal di testa.
-Mi
scusi, ma da come
ne parla sembra che la consideri più di una semplice
macchina...mi pare ovvio
che si siano semplicemente smarriti e che la paura di non trovare
l'uscita li
abbia fatti impazzire, tutto qui- il dottor Jones si
affrettò a seguirla.
-La
tratti con rispetto,
dottor Jones, e andrà tutto per il meglio...Ha ancora tre
settimane per rendere
tutto stabile, e mi raccomando niente errori.-
Lo
scienziato si
fermò, interdetto.
Era
semplicemente
ridicolo considerare
una macchina più di
quello che era, anche una eccezionale come il TARDIS... avrebbe svolto
il suo
lavoro e poi avrebbe dato un'occhiata più all'interno,
giusto per controllare
di non aver fatto errori... era uno scienziato meticoloso, lui.
-Daccordo,
ecco il
piano...- esordì Undici alzando un braccio quando Martha gli
chiese se avessero
ideato qualcosa, o fossero semplicemente rimasti due ore a parlottare
senza
arrivare a niente.
Tutti
lo guardarono.
-In
realtà non
abbiamo un piano- ammise impacciato.-
però sappiamo come aiutare Gwen, è
già qualcosa...- sorrise compiaciuto.
-Peccato
che non
sappiamo come avvicinarci a lei per farlo...- commentò acido
il Maestro.
-Mi
inventerò
qualcosa... non lo faccio sempre?-
-Già,
ma non sempre i
tuoi piani riescono.-
-E
invece si...-
-Vuoi
forse dirmi che
non hai mai perso nessuno?-
Undici
questa volta
non rispose, limitandosi ad abbassare gli occhi.
-Non
essere
crudele...- mormorò Dieci, in piedi dietro di lui,
strappandogli una smorfia.
-Non
importa... ho io
un piano.-
Tutti
si voltarono
verso Rhys
-
Rhys..- cominciò
Jack, ma l'uomo lo interruppe.
-No,
statemi a
sentire... quella è mia moglie, e io la
salverò... perciò ora voi cervelloni mi
ascolterete...- disse rivolgendosi ai Signori del Tempo, che annuirono
inconsciamente.
-è
più che ovvio che
un marito voglia stare con sua moglie, giusto?-
Tutti
annuirono.
-Bene,
io raggiungerò
Gwen e la libererò...poi scapperemo... ci servirà
solo un diversivo.-
Gli
altri si
guardarono scettici.
-Potrebbe
funzionare...-
esordì il Maestro, stupendo tutti.- Ma il diversivo dovrebbe
essere qualcosa di
allettante, qualcosa che spinga quella donna ad abbassare tutte le sue
difese
pur di averlo...-
Dieci
scosse la
testa.
-Non
puoi andare da
lei... dobbiamo evitare che Gallifrey torni distruggendo la terra, non
facilitare la sua venuta..- protestò irritato.
Il
Maestro fece un
gesto stizzito.
-Manca
ancora un mese
al lieto evento, e puoi star certo che non mi uccideranno dato che gli
sono
indispensabile... troverete il modo di impedirle di usarmi per il suo
scopo, o
moriremo tutti...- sogghignò.
-No,
lui... il
Dottore... si insomma, io ho ragione... e se non riuscissi a trovare
una
soluzione?- fece Undici.
-Non
hai detto che i
tuoi piani funzionano sempre?- chiese il Maestro divertito.
-Ho
mentito...-
-Già...
beh, se non
ci riesci la Terra verrà distrutta.-
-Non
possiamo
rischiare...- Jack sapeva che comunque quel cocciuto non avrebbe
cambiato idea,
ma valeva la pena di tentare.
Il
Maestro fece una
smorfia.
-Anche
se io non mi
consegnassi il parto avverrebbe comunque e l'Inghilterra, ma
più probabilmente
la Terra, sarebbe comunque spacciata...-
-Meglio
un'isola che
tutto il pianeta...- lo citò Dieci.
-Meglio
un Signore
del Tempo che tutto un pianeta...- rispose il Maestro.
Rhys
annuì, dal suo
punto di visto era sicuramente meglio.
-Allora
siamo
d'accoro... spiegatemi cosa devo fare...-
Dieci
annuì rassegnato
e si spostò con lui verso il tavolo coperto di mappe e fogli
per spiegargli la
procedura, seguito dagli altri.
Undici
tese una mano
per trattenere il Maestro.
-Che
vuoi?- chiese
quello irritato.
-Non
c'è modo di
farti cambiare idea, non è vero?- chiese serio.
-No,
sai bene che non
c'è...-
-A
volte mi chiedo se
tu lo faccia solo per farmi un dispetto... le tendenze suicide non ti
si
addicono...-
Il
Maestro abbassò
gli occhi.
-Tu
non hai idea di
cosa mi si addice e di cosa no...e ora sei pregato di lasciarmi.-
Undici
intensificò la
presa.
-perché
lo fai?-
-Per
me, è ovvio.- Il
Maestro sembrò indignato- e ora lasciami, dannazione...-
Con
uno strattone si
liberò dalla presa dell'altro, raggiungendo gli altri nel
loro piccolo
consiglio di guerra.
Undici
rimase
indietro.
Con
quella era la
seconda volta che il Maestro si sacrificava per qualcun altro... e non
era da
lui... per quanto il Dottore potesse ammirarlo e tenere a lui sapeva
che non
era nella sua indole sacrificarsi per gli altri... e allora
perché lo stava
facendo?
Si
prese qualche
minuto per pensarci... poteva essere che il Dna del Signore del Tempo
si fosse
mischiato con quello di sua moglie al momento della sua rinascita,
lasciando in
eredità al Maestro una parte di umanità.
Più
ci pensava più se
ne convinceva... chissà se il Maestro se ne era accorto.
Fine
Ed
ecco spiegato
perché del leggero OOC del Maestro :-)
Per
capirci il Dottor
Jones somiglia nella mia mente a quello di Independence Day che si
diverte a
fare il gioco del ventriloquo con gli alieni.
Nel
prossimo
episodio....
(riferito
al Maestro)
La
sua neonata
coscienza scalpitò un po', ma lui la mise a tacere... si
stupì di quanto fosse
facile... ecco come facevano gli esseri umani a essere così
crudeli nonostante
quel fastidioso senso di colpa.
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Capitolo 19 *** Episodio 19: Nuova coscienza ***
Episodio
19: Nuova
coscienza
Mentre
lo legavano
alla sedia il Maestro si ritrovò a riflettere sul
perché si trovava li.
Con
quella era la
seconda volta che si sacrificava per qualcuno... e non sapeva
perché...
insomma, quell'impiastro del Dottore su una cosa aveva ragione: non era
da lui.
Per
sua natura non
era mai stato molto introspettivo, seguiva il suo istinto senza porsi
troppe
domande, ma doveva ammettere almeno con se stesso quanto la situazione
fosse
strana.
Tra
le tante ipotesi
che aveva vagliato, tra cui quella di aver contratto qualche strana
malattia
terrestre, l'unica che aveva un senso era anche la più
irritante: durante la
sua rinascita aveva assorbito una parte della coscienza di sua moglie,
Lucy...
quella più schifosamente altruista, a quanto pareva.
Se
fosse stato solo
probabilmente avrebbe imprecato, ma Miss Janet continuava a blaterare
in piedi
davanti a lui e forse era il caso che facesse attenzione a quello che
stava
dicendo.
Sperò
che almeno
quell'idiota fosse riuscito a salvare sua moglie... che poi cosa gli
importava
di loro?!
Gemette
interiormente... forse una bella rigenerazione era quello che ci voleva
per
lasciarsi alle spalle tutta quella faccenda... peccato che lui si
trovasse un
po' a corto al momento... si chiese se ci fosse un modo per rubarle al
bambino
di Miss Janet.
La
sua neonata
coscienza scalpitò un po', ma lui la mise a tacere... si
stupì di quanto fosse
facile... ecco come facevano gli esseri umani a essere così
crudeli nonostante
quel fastidioso senso di colpa.
Sì,
decise... sarebbe
stato possibile una volta uniti dal collegamento telepatico... tanto
quella
peste sarebbe morta comunque a causa dei flussi temporali che senza
un'adeguata
gestione non avrebbero permesso la formazione
di un corpo e di una mente sani ...o almeno lo sperava per lui, visto
che
l'alternativa era anche peggiore della morte.
-Siamo
d'accordo?-
stava chiedendo in quel momento Miss Janet, furente per la loro fuga.
Il
Maestro sorrise.
-Assolutamente...-
Gwen
sedeva accanto a
Rhys che sembrava non volerla lasciare sola.
Fece
vagare lo
sguardo sulla sala sotterranea che era il loro quartier generale.
Martha
e Mickey come
al solito stavano davanti agli schermi, che a Gwen sembravano essersi
moltiplicati durante la sua assenza.
Il
Dottore invece
faceva avanti e indietro per tutta la lunghezza del loro rifugio,
l'immagine
stessa della frustrazione.
Il
decimo Dottore era
rimasto giusto il tempo di recuperare lei e Rhys davanti all'Hub,
mentre il
Maestro distraeva le guardie di Miss Janet facendosi catturare, e poi
era
andato via.
A
farlo decidere era
stata la comparsa in centro di due spaventate dame del '700, che a
quanto
pareva erano sparite senza lasciare traccia dalla stanza di ospedale
dove erano
state portate dagli increduli agenti di una pattuglia della polizia.
Il
tessuto del tempo
e dello spazio si stava sfrangiando, aveva detto, e non potevano
rischiare di
peggiorare le cose.
Così
era andato via.
Beh,
più o meno visto
che alla fine il Dottore era comunque li con loro... anche se il suo
aspetto e
la sua voce erano diversi era sempre lui... o almeno così le
pareva di aver
capito.
Dal
canto suo il Dottore
non ne poteva più di aspettare.
Il
piano che aveva
formulato insieme a se stesso non gli pareva più
così brillante, e fremeva
dalla voglia di andare a riprendersi il Maestro immediatamente.
Se
avesse avuto il
suo TARDIS sarebbe stato possibile, ma ora come ora doveva ammettere
che il
piano originale aveva più possibilità di
riuscita... anche se l'idea di
aspettare un mese non lo entusiasmava affatto.
-Caffè?-
Il
suo andirivieni
venne bloccato da Jack, e da una tazza di caffè bollente.
La
accettò solo per
poter sentire il calore del liquido tra le mani e si sedette a terra
sbuffando,
la schiena appoggiata al muro umido.
Jack
si accomodò al
suo fianco.
-Mi
dispiace... non
sono un granché come guardia del corpo...- disse
l'immortale, dopo un momento
di silenzio.
-Non
è stata colpa
tua... non avrei dovuto lasciarlo.- ammise il Dottore lanciandogli una
breve
occhiata.
-Allora
perché lo hai
fatto?- forse non era il momento giusto per una simile domanda, non
quando il
Dottore sembrava così vulnerabile... o forse era proprio
quello il momento
giusto per ottenere delle risposte.
Attese.
-Avevo
paura... ho
sempre paura, in realtà... lui ti direbbe che non faccio
altro che scappare, e
forse ha ragione... scappo da così tanto tempo...-
-E
da cosa stai
scappando?- volle sapere Jack.
-Da
Lui, da me
stesso... da quello che ho fatto... se potessi tornare indietro...-
Jack
quasi scoppiò a
ridere.
-Certo
che puoi, hai
il TARDIS.-
Il
Dottore scosse la
testa.
-Quel
determinato
momento è irraggiungibile, fuori dal tempo... non posso
andarci, e se anche
potessi... non so se potrei fermare me stesso... 400 anni e ancora non
so se ho
fatto la cosa giusta... ma sai tendo a dimenticare le cose che non mi
piacciono
quindi magari lo so, ma non me lo ricordo... quello prima di
me
lo rimpiangeva... io credevo di essere andato avanti, ma forse non
è così...forse
ho solo mentito a me stesso- sorrise tristemente.
-E
cosa hai fatto di
così grave?-
Il
Dottore lo
guardò... lo guardò con quel suo sguardo triste e
antico.
-Ho
bruciato
Gallifrey...e sono sopravvissuto -
Rassilon
si affacciò
al balcone della sala del consiglio.
Nel
cielo di
Gallifrey continuavano a susseguirsi i lampi di luce provocati dalle
navi Dalek
che senza sosta tentavano di far cedere le Trincee del Cielo... nelle
strade la
gente continuava a morire urlando in mille modi diversi senza mai poter
trovare
pace... questo perché erano bloccati in quel preciso istante
della guerra del
tempo... per sempre... sempre lo stesso tormento...
...
era così orribile
desiderare che finisse?
Sapeva
bene che al di
fuori del blocco temporale Gallifrey non esisteva più,
bruciata dal Dottore
grazie al Momento... ma se lui fosse riuscito a sfuggire al blocco
allora
avrebbero potuto ricominciare...oppure morire nel tentativo.
Uno
dei membri del
consiglio lo raggiunse, facendo del suo meglio per distogliere lo
sguardo da
ciò che accadeva intorno a loro.
-Mio
signore...-
-Si?-
-Il
tempo è quasi
giunto... ormai manca poco...-
Un'esplosione
particolarmente vicina li costrinse a proteggersi il viso dal bagliore.
Le
urla dei cittadini
sofferenti li raggiungevano fino a lassù.
Il
Presidente si
raddrizzò risoluto.
-Gallifrey
non
cadrà... non di nuovo.-
Fine
Nel
prossimo
episodio...
-E
tu credi che Miss
Janet si fiderà di te abbastanza da farti provare?- chiese
scettico Jack
aprendola.
-Perchè
no?! Ho la
faccia di uno degno di fiducia, no? Voglio dire, indosso un
cravattino...
vedi?- chiese avvicinandolo ai suoi occhi.
-Lo
vedo, ma non
credo che basterà...-
|
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Capitolo 20 *** Episodio 20: L'ora è giunta ***
Episodio
20: L'ora è
giunta
Il
mese seguente fu
davvero difficile per il Maestro, e l'unica cosa che lo sostenne fu la
consapevolezza che probabilmente per il Dottore sarebbe stato anche
peggiore.
Mancava
ormai una
settimana alla nascita dello sgorbio, e lui non vedeva l'ora che quella
ridicola faccenda finisse per poter finalmente tornare a tormentare il
Dottore... tormentarlo, litigarci, farci sesso... non necessariamente
in
quell'ordine.
Si
chiese cosa stesse
facendo in quel momento la sua nemesi e come avesse passato quei giorni
di
scacco... probabilmente si stava annoiando da morire visto che lui non
era li a
dargli il tormento... a meno che non si fosse messo a giocare con
Harkness e in
quel caso lo avrebbe preso a calci da li all'eternità...
solo lui poteva
giocare con il Dottore.
Il
rumore della porta
delle prigioni che si apriva interruppe i suoi pensieri.
La
luce improvvisa
gli ferì gli occhi.
Decisamente
il
servizio era molto peggiorato dalla volta precedente: al posto di
pareti
bianche e lenzuola di cotone adesso aveva una dannatissima cella con
una parete
trasparente e una panca come letto... decisamente avrebbe dovuto far
presente
al Capitano che le sue celle facevano schifo... davvero schifo.
-Maestro...
sono
venuto a vedere se per caso ha bisogno di qualcosa...-
Il
Colonnello
Stewart era per molti versi
un'incognita.
Sembrava
una persona intelligente, eppure
obbediva a tutti gli ordini di Miss Janet... il che per il Maestro era
un
controsenso.
-Gradirei
del te freddo, grazie... ah e se
potesse aggiungerci un letto vero non sarebbe male...-
scherzò il Maestro
portando avanti l'unico passatempo che gli era rimasto... insomma non
era come
tormentare il Dottore, ma comunque un surrogato accettabile.
-Mi
dispiace, ma ha perso il diritto ad un vero
letto quando è fuggito la prima volta...-
-Lei
cosa avrebbe fatto al mio posto?-
Il
Colonnello fece qualche passo vero la cella.
-Avrebbe
potuto collaborale... sarebbe stato
più facile per tutti, e avrebbe potuto ricevere il perdono
per i servigi
resi...-
Il
Maestro lo fissò incredulo.
-Non
capisco come voi esseri umani possiate
essere così idioti! Non ci sarà nessun perdono!
Ci sarà solo l'egemonia dei
Signori del tempo, e allora la tua insulsa e inutile razza inferiore
verrà
schiacciata.-
Il
Colonnello si tese.
-Non
creda di potermi ingannare, io so qual è
il mio dovere... Miss Janet è a capo della UNIT e grazie
alla sua guida
entreremo in una nuova era di prosperità.-
Il
Maestro si mise le mani nei capelli,
frustrato.
-Stupida
feccia... è inutile che io sprechi
parole per far ragionare delle scimmie... corri pure a testa bassa
nella tua
rovina... io starò a guardare mentre il tuo mondo brucia
nelle fiamme!-
-Può
anche alzare la voce, ma non mi lascerò
impressionare... tra pochi giorni tutto sarà compiuto e
allora lei non ci
servirà più...-
Il
Maestro scoppiò a ridere alla velata
minaccia dell'uomo di fronte a lui.
Quando
il Colonnello se ne andò stava ancora
ridendo.
-Finalmente!
Non ne
potevo più di aspettare...- esultò il Dottore
fregandosi le mani e aggiustando
il cravattino.
-Ah...
adesso abbiamo
un piano?- chiese stupita la donna.
-Ovviamente...
Andiamo?-
-E
dove?- chiese Jack
guardandolo divertito.
-Non
ve l'ho ancora
detto?- chiede il Dottore avvicinandosi all'uomo, che scosse la testa.
-Oh
beh...andiamo da
loro, ovviamente...- disse con leggerezza, dirigendosi verso la
superficie.
-E
come faremo ad
entrare senza farci catturare?- chiese Rhys scettico.
-è
impossibile... non
possiamo entrare li di nascosto- gli fece presente Martha correndogli
dietro.
-Oh,
Martha Martha...
non hai imparato niente in tutto questo tempo? Nulla è
impossibile...tranne le
cose impossibili, ovviamente...-
Martha
si fermò di
colpo, frustrata.
-Tu
sei impossibile!-
esclamò.
-Esatto,
hai centrato
il punto...- le gridò lui dal fondo del corridoio male
illuminati che portava
alla superficie.
Una
volta uscito all'aria
aperta il Dottore fece un verso soddisfatto.
-L'aria
che si
respira qui fuori è molto meglio...-
-Inquinamento
a
parte...- commentò Jack, comparendo al suo fianco.
-Ti
vedo tranquillo,
Capitano...- fece il Dottore con un sorrisetto ironico.
-Sono
vivo da
parecchio tempo... morire non mi sembra una brutta prospettiva... -gli
sorrise
Jack.
Il
Dottore annuì,
senza smettere di sorridere.
-
Ma quando arriva il
momento fai di tutto per sopravvivere... perchè?-
Il
Capitano si prese
un momento per pensarci.
-Perchè
sarebbe una
resa... e io non voglio arrendermi.- ammise.
Il
Dottore annuì di
nuovo.
-
Non mollare mai,
non arrendersi mai...è la mia prima regola, sai?-
Si
sorrisero
complici.
-Dottore...-
Il
Dottore alzò gli
occhi al cielo.
-Mia
cara Martha,
vuoi smetterla di agitarti?-
-Prima
di mettere la
mia vita nelle tue mani voglio sapere qual è il tuo piano...-
-Il mio piano... è
non avere un piano...- le
rivelò cospiratore.
Martha
balbettò
interdetta.
-Sai
che ragiono
meglio sotto pressione... mi verrà in mente qualcosa... a
questo proposito,
Gwen, se non sbaglio nei vostri computer c'è ancora la rete
di sub-frequenza,
giusto?-
-Esatto...
è così che
siamo riusciti a contattarti... - rispose incerta dopo aver lanciato
un'occhiata a Jack- ho collegato la rete di sub-frequenza alla
frattura,
inviando il messaggio...-
-Esatto...
immaginate
cosa accadrebbe se dovessi inviare un segnale in un punto
dell'universo, ma non
un punto qualsiasi badate bene bensì nel punto esatto dove
si trova il vuoto
nel quale si dovrebbe trovare Gallifrey...- sorrise, spalancando le
braccia.
-...
e se quel
segnale fosse il suono dei tamburi... è giusto, Dottore?
Vuoi fare in modo che
Gallifrey ricompaia in quel punto, vero?- continuò Martha,
iniziando a
mostrarsi entusiasta.
-Proprio
così...userò
il TARDIS e la frattura per ingannare la ricevente su Gallifrey... non
è geniale?
Avanti, qualcuno mi dica che è geniale...- fece saltellando
verso la macchina.
-E
tu credi che Miss
Janet si fiderà di te abbastanza da farti provare?- chiese
scettico Jack
aprendola.
-perché
no?! Ho la
faccia di uno degno di fiducia, no? Voglio dire, indosso un
cravattino...
vedi?- chiese avvicinandolo ai suoi occhi.
-Lo
vedo, ma non
credo che basterà...-
Salirono
in macchina.
-Beh,
lo vedremo...-
borbottò il Dottore mettendo il broncio e aggiustando il
farfallino.
Fine
Nel
prossimo
episodio....
-Salve...
lei è il
Maestro, giusto?-
Il
Maestro alzò lo
sguardo, studiando la figura del giovane in piedi davanti alla parete
trasparente della cella.
Indossava
un completo
formale, con la cravatta, e pareva più un maggiordomo che un
soldato della
UNIT.
-Fammi
indovinare,
carino, oggi è il giorno del Venerdì Casual?-
chiese scettico fissando lo
sguardo negli occhi azzurri, giganteschi
-Chi sei?-
note di autrice: scusate il ritardo, ma in questo periodo sono un po'
incasinata!
|
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Capitolo 21 *** Episodio 21: Nuovi arrivi, vecchie conoscenze ***
Episodio
21: Nuovi
arrivi, vecchie conoscenze
Il
Maestro cominciava
davvero a stufarsi.
Ormai
era il grande
giorno, e Miss Janet era in travaglio da 15 ore.
-Salve...
lei è il
Maestro, giusto?-
Il
Maestro alzò lo
sguardo, studiando la figura del giovane in piedi davanti alla parete
trasparente della cella.
Indossava
un completo
formale, con la cravatta, e pareva più un maggiordomo che un
soldato della
UNIT.
-Fammi
indovinare,
carino, oggi è il giorno del Venerdì Casual?-
chiese scettico fissando lo
sguardo negli occhi azzurri, giganteschi
-Chi sei?-
-Ianto
Jones,
signore... lavoro con il Capitano Jack Harkness, per Torchwood...
capirà che
sono rimasto piuttosto... spiazzato... quando mi sono ritrovato
circondato da
soldati della UNIT, così mi sono nascosto nei sotterranei
tenendoli d'occhio
dagli schermi che Jack ha nella sua stanza... e ho scoperto cosa stanno
facendo,
più o meno... ma lei chi è? Ci siamo
già conosciuti?-
-Non
credo proprio...
fammi uscire...- gli intimò il Maestro, incapace di credere
a tanta fortuna.
-Mi
perdoni, ma la
sua faccia mi è famigliare...- disse Janto, apprestandosi
però a fare come
l'altro gli aveva chiesto.
-Si,
beh... diciamo
che ho una faccia piuttosto comune... devo uscire da qui...-
-Possiamo
passare
dai...-
Ianto
non ebbe il
tempo di continuare.
La
porta della
prigione venne spalancata, e i soldati armati della UNIT li
circondarono.
-Ma
guarda... a
quanto pare abbiamo a bordo un clandestino...- commentò
l'ufficiale.
-Veramente,
se mi è
concesso, siete voi gli intrusi...- fece presente Ianto ignorando i
fucili
puntati.
L'ufficiale
lo
ignorò.
-Miss
Janet ha
richiesto la presenza del Maestro, e visto che sembrate così
amici verrai anche
tu...- detto questo continuò a parlare nella trasmittente.-
Colonnello, abbiamo
trovato un intruso nelle prigioni... no... corrisponde alla descrizione
di
Ianto Jones, signore... si signore, ne sono consapevole, signore... non
ne ho
idea.- concluse fissando l'uomo di fronte a lui.
Li
scortarono al
piano superiore, lasciandoli in attesa davanti al TARDIS mentre il
Colonnello
discuteva con Miss Janet sdraiata sul lettino dell'infermeria di Owen.
-Allora...
si può
avere un caffè?- fece Ianto alla guardia più
vicina.
-Fa
silenzio...- gli
intimò quella.
-Lascia
perdere...
non sono molto socievoli.- scherzò il Maestro cercando di
ascoltare quello che
veniva detto nell'altra sala.
-No,
non hanno l'aria
di persone che vogliono fare amicizia... dov'è Jack?-
Ianto
aveva resistito
parecchio prima di fare quella domanda, che gli premeva tra le labbra
da quando
si era ritrovato in quella situazione.
Purtroppo
la maggior
parte del cablaggio dell'Hub pareva fuori uso, ed era stata un'impresa
solo
riuscire a connettersi alle telecamere di sorveglianza interna.
-Sta
bene, fin
troppo...- il Maestro si concesse un momento per osservare meglio il
giovane in
piedi accanto a lui mentre quello ridacchiava un "so cosa intende
dire".
-Qual
è l'ultima cosa
che ricordi?- chiese all'improvviso, lasciando interdetto l'uomo.
-Ecco...
stamattina
mi sono alzato e ho preparato il caffè per Jack... a lui
piace prenderlo a
letto, il caffè... poi ho messo un po' in ordine
finché non sono arrivati gli
altri... poi... vediamo...-sospirò pesantemente.- Vecchie
pellicole
d'inizio secolo che prendono vita, lotta all'ultimo minuto per salvare
il salvabile,
caffè, doccia, letto... e mi sono svegliato qui... -
esitò un momento,
corrucciandosi - siamo all'inferno, signore?- chiese con sguardo
impassibile.
-Se
fosse...- rispose
amaramente il Maestro guardando il Colonnello avanzare verso di
loro.-Se fosse...-
*
Miss
Janet cercò di
respirare come le aveva insegnato l'ostetrica, che ora stava al suo
fianco
cercando di tranquillizzarla.
Camici
bianchi si
affollavano accanto a lei, perplessi e preoccupati, tutti ansiosi di
nasconderle qualcosa e lei, dalla nebbia del dolore, non riusciva a
capire
cosa.
Il
Colonnello fece
irruzione nella sala parto improvvisata.
Miss
Janet aveva dato
ordine di non fare entrare nessuno durante il parto, perciò
doveva essere
qualcosa di davvero grave.
-Miss
Janet, l'agente
Ianto Jones di Torchwood III è appena stato trovato nelle
prigioni in compagnia
del Maestro... Miss... c'è qualcosa che non va... ho
lasciato perdere perché mi
fido di lei, ma sembra che il Tempo stia cominciando a sfasciarsi...-
l'uomo
era preoccupato: gli era stato promesso che il mondo sarebbe stato
migliore,
che sua moglie sarebbe guarita e che si sarebbe aperta una nuova era di
prosperità per il genere umano, ma adesso non ne era
più convinto.
-Non
si preoccupi,
Colonnello Stewart... è ovvio che si tratta di un trucco del
Dottore, niente di
più...-
Miss
Janet pareva
stravolta... il parto si stava rivelando più difficile del
previsto, e ancora
non riusciva a capire cosa ci fosse che non andava.
Una
scossa di
terremoto scatenò un momento di panico, ma fu una scossa
leggera e i soldati
della UNIT erano istruiti per affrontare cose peggiori di un leggero
terremoto.
La
donna urlò di
dolore.
-Miss...-
La
donna si girò
verso il capo del team medico che aveva gestito le fasi della
gravidanza,
cercando di trattenere lo scalpitare del suo cuore... agitarsi non
avrebbe
fatto bene al bambino.
Annuì
per mostrare la
sua attenzione.
-Mi
dispiace, Miss,
ma pare che il bambino... il bambino non è fisiologicamente
in grado di
affrontare il parto... non capiamo il perché, le precedenti
ecografie
mostravano un feto assolutamente sano... invece adesso...-
Si
fermò, incapace di
continuare... le lacrime di una madre sono difficili da digerire, anche
per
qualcuno abituato a dare brutte notizie con una frequenza disgustosa.
-Non
è possibile...-
Miss Janet tentò di alzarsi, mentre i dottori presenti nella
sala si lanciavano
avanti per impedirglielo.
-è
così invece... Ti
avevamo avvertito che sarebbe successo.-
Tutti
si girarono
verso l'arco che faceva da ingresso all'infermeria e in cima alle scale
videro
il Dottore, un'espressione triste sul viso... braccia lungo i fianchi e
desolazione nei cuori.
-Se
ci avessi
ascoltato....- continuò
-Non
sarebbe cambiato
niente... - lo interruppe stancamente Miss Janet.- Io sapevo, dentro di
me lo
sapevo, ma ho voluto ignorarlo... volevo che stesse bene... il mio
bambino...ma
adesso è tardi... il Presidente distruggerà la
Terra, e nessuno può
salvarla...- gemette.
Il
Dottore scese le
scale ignorando i fucili che vennero puntati contro di lui.
Miss
Janet fece un
gesto stanco, in risposta al quale i soldati abbassarono le armi.
Il
Dottore tirò fuori
il suo fidato cacciavite sonico, scansionando il ventre della donna.
Lesse
la scansione e
scosse la testa addolorato, cercando di guardare ovunque tranne gli
occhi della
donna.
-è
tardi per te e per
il tuo bambino... non posso fare nulla... però posso salvare
la Terra, se tu me
lo permetterai.- disse dolcemente fissando finalmente lo sguardo nel
suo.
Miss
Janet annuì...
era stata stupida, era stata cieca, ma poteva ancora salvarsi... poteva
ancora
salvarli tutti.
-Molto
bene...
Colonnello, trasporti Miss Janet del TARDIS... io devo fare qualche
preparativo...-
-Dove
andrete?-
chiese il Colonnello, deciso a fare il suo dovere fino all'ultimo.
Il
Dottore si voltò
un momento a guardarlo.
-A
casa...-
Fine
*Ovviamente
la
battuta del Maestro è quella di Ade... quanto lo amo...
Nel
prossimo
episodio......
-Salve!
Sono il
Dottore... il Dottore che state cercando... e sono qui...-
I
soldati, dopo un
momento di incertezza, alzarono i fucili intimandogli di stare fermi.
Il
Dottore alzò le
mani e sorrise.
-Che
bravi
ragazzi...- disse fregandosi le mani.
|
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Capitolo 22 *** Episodio 22: Ritorno a casa ***
Episodio
22: Ritorno
a casa
Jack
fece strada nei
sotterranei che li avrebbero portati all'Hub.
Non
aveva mai usato
quell'ingresso, ma aveva previdentemente inserito il percorso nel suo
bracciale... sapeva che prima o poi gli sarebbe tornato utile.
Impiegarono
quasi due
ore per arrivare alla porta blindata che introduceva ai domini del
Torchwood,
introducendosi furtivamente nella base e lasciando la porta aperta
dietro di
loro in modo da avere una rapida via d'uscita in caso di bisogno.
Raggiunsero
i piani
superiori senza incontrare grandi difficoltà, solo un paio
di guardie
prontamente messe a tacere da Martha e Mickey e lasciate a dormire sul
pavimento di cemento.
Solo
una porta li
separava dalla sala centrale, e il gruppo si fermò un
momento per ripassare il
piano.
-Allora,
è tutto
chiaro? - chiese il Dottore fregandosi le mani soddisfatto.
Gli
altri lo
guardarono scettici.
-No...-rispose
Martha
alzando un sopracciglio e incrociando le braccia.- Non è
chiaro affatto...-
-Eppure
è semplice-
disse il Dottore senza ironia.- Entreremo dentro e chiederemo di
parlare con
Miss Janet...-
-Ci
cattureranno...-
disse Gwen un po' confusa, sottolineando l'ovvio.
-Esatto...
e ci
porteranno da lei... niente di più semplice...- sorrise il
Dottore spalancando
la porta.
-Salve!
Sono il
Dottore... il Dottore che state cercando... e sono qui...-
I
soldati, dopo un
momento di incertezza, alzarono i fucili intimandogli di stare fermi.
Il
Dottore alzò le
mani e sorrise.
-Che
bravi
ragazzi...- disse fregandosi le mani.
Li
scortarono nella
sala principale, dove un gruppo di soldati cercava di catturare la
colonia di
topi comparsa improvvisamente sotto alla scrivania di Gwen mentre un
altro
gruppo teneva sotto tiro....
-Ianto...-
Jack
si bloccò sul
posto, rifiutandosi di proseguire nonostante il fucile puntato.
Impossibile,
incredibile, meraviglioso, spaventoso, doloroso, straziante... il suo
cuore non
sembrava in grado di stare al passo con la sua mente e a tratti
galoppava
veloce mentre un momento dopo sembrava bloccarsi.
-Ianto!-
Gwen al
contrario si lanciò verso di lui, abbracciandolo.
Il
Dottore si fermò
accanto a Jack.
-No...
non è
giusto... perché questo? Non potrà rimanere,
vero? So che non potrà
rimanere...- chiese con disperazione il Capitano.
Il
Dottore abbassò lo
sguardo e Jack trattenne un singhiozzo.
-Sta
arrivando...-lo
avvertì il Dottore...
...
E Jack sorrise...
sorrise al suo Ianto che gli camminava incontro con aria preoccupata.
-Jack...
che sta
succedendo?- chiese il ragazzo.
-Andrà
tutto bene...-
lo tranquillizzò il Capitano stringendolo a
sé.-Tutto bene..-
In
quel momento un
urlo di dolore lacerò l'aria.
I
soldati si
agitarono preoccupati.
-Lasciatemi
andare da
lei...- disse il Dottore- Prima che sia troppo tardi.-
Il
Dottor Jones non
poteva credere ai suoi occhi.
Finalmente
si trovava
solo all'interno del Tardis.
Miss
Janet era appena
entrata in travaglio, e nessuno avrebbe prestato attenzione a quello
che lui
stava facendo.
Si
affacciò nel
corridoio oltre la sala di comando, sbirciando a destra e a sinistra.
Sorrise
entusiasta.
Quello
sarebbe stato
il più bel Natale della sua vita.
-
Porterò con me il
Maestro e Miss Janet, nessun altro... Jack, aiuta Miss Janet... fai in
modo che
stia comoda.- disse il Dottore con un tono che non ammetteva repliche.
Jack
annuì...Il piano
era stabilito, il tempo era agli sgoccioli, e non era il momento di
fare il
difficile: il Dottore se la sarebbe cavata bene anche senza di lui.
Ianto
rimase al suo
fianco, appena un passo indietro, mentre gridava ordini ai militari che
si
affollavano intono al TARDIS come api intorno ad un alveare.
Il
Capitano poteva
percepire la sua presenza al suo fianco, il suo calore...
sentì una fitta allo
stomaco pensando che una volta risolta quella faccenda, Ianto sarebbe
ritornato
indietro... e lui lo avrebbe perso di nuovo.
Cercò
di allontanare
quel pensiero dalla mente; fu sorprendentemente facile concentrarsi sul
suo
compito e chiudere fuori il resto... era sempre stato bravo ad ignorare
le
verità scomode.
Nel
giro di un'ora
tutto fu pronto.
Il
Dottore stava
mettendo a punto gli ultimi dettagli nella sala di comando del TARDIS,
quando
se ne accorse.
Lanciò
un'occhiata al
Maestro e vide il lampo nei suoi occhi mentre fissava Miss Janet, che
lottava
per ogni respiro sdraiata sul pavimento, sola.
Si
staccò dai comandi
e lo raggiunse.
-Cos'hai
in mente?-
gli chiese senza giri di parole.
Il
Maestro si voltò a
guardarlo, come valutando cosa rispondere, e alla fine fece un
sorrisetto.
-Tu
pensa a fare in
modo che Gallifrey non schiacci la tua amata Terra..e lasciami in
pace...-
detto questo il Signore del Tempo si voltò per avvicinarsi
alla donna.
Il
Dottore lo seguì.
-Come
stai?- chiese,
guardandola in viso.
Miss
Janet sfuggì al
suo sguardo, abbassando gli occhi.
-I
tocolitici
fermeranno le contrazioni, ma non per molto tempo....-
Il
Dottore annuì.
-Meglio
muoversi
allora!- esclamò andando a passo veloce verso la consolle
dei comandi.
-Si
torna a casa...-
mormorò, fissando lo sguardo negli occhi del Maestro.
E
tirò la leva.
Fine
nota di autrice: "Di solito, niente
può fermare il
travaglio quando è cominciato, ma le contrazioni possono
essere temporaneamente
rallentate con farmaci chiamati tocolitici"
(http://gravidanza.doctissimo.it/parto/parti-prematuri/e-troppo-presto/entro-travaglio-prematuro-medici.html)
Nel
prossimo
episodio...
Il
piano era
semplice: avrebbe fatto in modo che Gallifrey apparisse in quello
spazio di
universo vuoto, invece che sulla terra... in fondo il pianeta si
sarebbe
materializzato esattamente dove si trovavano il Maestro e il bambino,
così
doveva funzionare in origine e così avrebbe funzionato...
gli sarebbe bastato
usare il TARDIS come antenna, per convogliare il suono dei tamburi
nello spazio
vuoto che si trovava sopra di loro.
Probabilmente
sarebbero saltati in aria, ma forse Gallifrey sarebbe stato fuori dalla
guerra
del tempo: si chiese se quello fosse un bene o un male...
|
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Capitolo 23 *** Episodio 23: Buoni propositi ***
Episodio
23: Buoni propositi
Il
TARDIS sparì con
il consueto ansimare, e Jack non poté fare a meno di
chiedersi se lo avrebbero
visto tornare.
Il
gruppetto che
aveva assistito alla partenza comprendeva la loro squadra
più una ventina tra
scienziati e soldati, e nessuno pareva avere qualcosa da fare.
Nessuno
tranne Jack.
Si
voltò verso Ianto,
prendendolo per mano.
Ora
che non aveva
nulla che lo tenesse occupato, l'idea di vederlo andare via era
nuovamente
insopportabile.
-Cosa
succede, Jack?-
chiese il giovane uomo.
Il
Capitano non ne fu
sorpreso... era un tipo intelligente, il suo Tea-boy.
-Andrà
tutto bene...-
-Non
mentirmi... non
sono uno stupido. Per prima cosa, il fatto che qui non ci sia il "Me"
del futuro è una cosa strana, non credi?-
Jack
abbassò gli
occhi.
-Pensavi
che non me ne sarei
accorto? Mi sento
offeso...- sorrise.
-Speravo
che nella
confusione, sai...- scherzò Jack, strappando un sorrisino a
Ianto.
-Sono
morto, vero?-
chiese cercando i suoi occhi.
Jack
cercò invano di
sostenere il suo sguardo.
-Jack?-
-Vieni...
andiamo in
un posto più appartato...- propose il Capitano,
trascinandolo verso il suo
ufficio.
Il
Maestro chiuse un momento
gli occhi, respirando lentamente per calmarsi.
Il
piano era ben
delineato nella sua mente.
Poteva
vedere
l'energia rigenerativa del feto tentare di mettere ordine in
quell'ammasso di
cellule, senza riuscirci... Non c'era una memoria genetica su cui
basarsi,
durante la prima generazione, perciò non poteva sapere come
lavorare per
attuare una rigenerazione... era il corpo della madre a dover dare la
prima
forma al feto.
In
realtà se non
fosse stato per quell'energia che si dava tanto da fare, il feto
sarebbe già
morto da molto tempo.
Si
chiese come avesse
fatto Rassilon a trovare
il modo giusto,
la giusta combinazione per inserire le sue cellule nell'utero di quella
donna.
Non
che fosse
importante, visto che tanto non ne sarebbe uscito.
Sentì
una fitta di...
di cosa? Rimpianto? Dispiacere? Ridicolo...Si agitò a
disagio... quella cosa
della coscienza cominciava a diventare ridicola... era una cosa
così da
Dottore.
La
sua espressione si
indurì... sarebbe andato avanti con il suo piano, avrebbe
preso l'energia
rigenerativa di quel bambino senza lasciarsi influenzare dai sentimenti.
-Allora?
- chiese
Ianto, incapace di sostenere ancora a lungo la tensione.-Sono morto
vero? Puoi
dirmelo, non mi offendo...- tentò un sorriso, che si spense
subito.
Il
Capitano si
sedette sulla sua vecchia sedia, e sospirò passandosi una
mano sugli occhi.
Gli
tornò in mente la
fotografia che aveva preso, ormai gli sembrava una vita fa, durante la
prima
visita all'Hub.
In
quel momento non
poteva immaginare quanto quella storia si sarebbe complicata.
Infilò
una mano nella
tasca e appoggiò la foto sul ripiano della scrivania,
lisciando le pieghe.
-Tu,
Tosh e Owen...
siete morti per colpa mia... perchè non sono stato
all'altezza.- ammise, senza
guardare negli occhi l'altro uomo.
Ianto
si avvicinò,
spingendolo la sedia e inginocchiandosi tra le gambe del Capitano in
modo da
poterlo guardare negli occhi.
-Hai
fatto del tuo
meglio, lo so...- disse accarezzandogli una guancia.
Solo
allora Jack si
accorse delle lacrime che gli scendevano lungo le guance.
Si
lanciò verso
Ianto, stringendolo con tutte le sue forze... cercando di non pensare
al
momento in cui avrebbe dovuto lasciarlo andare.
Miss
Janet trattenne
il respiro, quando sentì arrivare l'ennesima contrazione.
Ormai
i farmaci stavano
perdendo il loro effetto, e presto avrebbe nuovamente sentito
l'esigenza di
spingere.
Pensò
al suo bambino,
a quel bambino che in realtà era esistito solo nella sua
mente... una menzogna,
che però l'aveva resa una donna felice.
La
sensazione di pienezza
che l'aveva accolta quando aveva scoperto di essere incinta, la
realizzazione
che aveva provato quando aveva scoperto che sarebbe stata madre...
tutte
menzogne.
Sentì
una lacrima
scenderle giù per la guancia e si accorse che il Maestro la
stava fissando.
Ricambiò
il suo
sguardo, tremando appena quando si accorse di quanto fosse
determinato... di
quanto apparisse famelico.
Ma
la paura durò solo
un istante: presto lei e il suo bambino non sarebbero stati altro che
un guscio
vuoto, e allora avrebbe smesso di soffrire.
-Siamo
in posizione!-
-E
dove siamo?- volle
sapere il Maestro.
-Il
più vicino
possibile al blocco temporale che circonda la guerra del tempo... nel
dettaglio, siamo un secondo dopo il blocco...-
Il
Maestro si lasciò
sfuggire un sorrisino.
-Complimenti...
è
pericoloso, sai?-
-Lo
so, ma che potevo
fare?! Era l'unico modo... mal che vada, esploderemo nel tentativo...
in fondo,
non è la prima volta che rischiamo la vita insieme...- gli
sorrise.
-Non
sarà nemmeno
l'ultima...-
-Lo
spero... Koshei...-
-Per
favore, Dottore!
Non diventare melenso, se non vuoi che vomiti sulla consolle!-
La
risposta del
Dottore venne interrotta da una forte vibrazione che scosse il TARDIS
costringendoli ad aggrapparsi a qualcosa per non cadere.
Miss
Janet gemette.
Il
Dottore sembrava
una molla carica e pronta a scattare.
Il
piano era
semplice: avrebbe fatto in modo che Gallifrey apparisse in quello
spazio di
universo vuoto, invece che sulla terra... in fondo il pianeta si
sarebbe
materializzato esattamente dove si trovavano il Maestro e il bambino,
così
doveva funzionare in origine e così avrebbe funzionato...
gli sarebbe bastato
usare il TARDIS come antenna, per convogliare il suono dei tamburi
nello spazio
vuoto che si trovava sopra di loro.
Quei
quattro battiti
di vita...
Probabilmente
sarebbero saltati in aria, ma forse Gallifrey sarebbe stato trasportato
fuori
dalla guerra del tempo: si chiese se quello fosse un bene o un male...
sapeva
che Rassilon era accecato dalla rabbia e dal rancore, ma non tutti
erano come lui...
non tutta la sua razza era corrotta... non poteva essere.
E
anche se fosse...
glielo doveva.
Fine.
Nel
prossimo
episodio....
Mi
dispiace ma ci
sarà una pausa negli aggiornamenti perché non
sono ancora riuscita a scrivere
il prossimo capitolo... dovrei farcela per questo lunedì...
mi scuso molto per
il disagio. Intanto vi auguro una
buona settimana e vi mando tanti saluti!
|
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Capitolo 24 *** Episodio 24: Inattese intromissioni ***
Episodio
24: Inattese
intromissioni
-
Ci siamo...- disse
il Dottore con un sorriso tirato, poggiando la mano su una delle
innumerevoli
leve di fronte a lui.
Il
Maestro si
avvicinò di un passo a Miss Janet, passando inosservato...
tirando fuori da una
delle tasche un normalissimo cacciavite blu con la punta a stella.
Il
Maestro fece un
respiro profondo, preparandosi ad agire.
Lui
non era un tipo
sentimentale come il Dottore, sapeva che Gallifrey ormai era perduto e nulla di quello che
avrebbero fatto avrebbe
riportato indietro il tempo restituendo alla loro razza l'antico
splendore.
Erano
perduti, ormai,
senza soluzione, e non aveva senso sprecare l'energia rigenerativa di
quel
bambino per un'impresa disperata... soprattutto considerando che
riuscire
nell'intendo avrebbe voluto dire, con ogni probabilità,
rompere il blocco
temporale e permettere a tutto ciò che si trovava all'
interno di uscire...
tutto.
Il
Dottore doveva
essere a conoscenza di questa eventualità, che
benché infinitesimale comunque
esisteva... ma il Dottore mentiva spesso e volentieri, nonostante tutti
i suoi
sforzi per comportarsi in maniera così schifosamente
giusta... il Maestro lo
conosceva meglio di chiunque altro, e vedeva quella parte oscura che
cercava
così disperatamente di tenere nascosta.
Quella
che lo
attirava così tanto.
Si
avvicinò ancora di
un passo, guardando con malcelata soddisfazione il Dottore esitare...
una mano
ancora sulla leva.
Si
chiese cosa
sarebbe successo... se si sarebbe rigenerato o se fosse riuscito
semplicemente
ad assorbire l'energia senza cambiare... non che fosse importante, ma
era
parecchio affezionato a Saxon.
Vide
il Dottore
trattenere il respiro, pronto ad iniziare, e si preparò a
colpire.
Il
Dottore mise la
mano destra sulla leva che avrebbe collegato il Tardis alla fessura,
permettendo al suono dei tamburi di raggiungere Gallifrey... si chiese
se
l'energia sarebbe stata sufficiente a creare un legame, o solo a farli
esplodere.
Ma
ormai era troppo
tardi, si disse... troppo tardi per tornare indietro.
E
forse lo era
davvero.
Esitò.
Preso
dai suoi
pensieri non si accorse che il Maestro si era avvicinato a Miss Janet,
che
ormai lottava per prendere ogni respiro.
Forse
era troppo
tardi per tornare indietro e cancellare ciò che aveva fatto,
non aveva
importanza se fosse sbagliato o meno, ormai era compiuto... anche se si
era
pentito di quel gesto un secondo dopo averlo fatto.
Ma
non aveva avuto
scelta! Loro non gli avevano lasciato scelta... eppure si sentiva
così in
colpa.
Strinse
i denti.
Si
chiese se stesse
facendo la cosa giusta, se nella smania di rimediare a quello che
riteneva il
suo errore più grande non rischiasse di condannare tutto
l'universo.
Si
asciugò il palmo
sui pantaloni, prima di afferrare meglio la leva, e trattenne il
respiro.
L'opportunità
di
scegliere comunque gli venne negata da un grido dietro di lui, che lo
spinse a
voltarsi sorpreso.
Incorniciato
da uno
degli archi che si aprivano nella sala di controllo e che portavano
all'interno
del TARDIS, si stagliava la figura allampanata di uno sconosciuto.
Indossava
un camice
bianco aperto a lasciare intravedere i cadenti vestiti che indossava e
che
sembravano degli stracci, ma non era questo a renderlo così
bizzarro: erano i
suoi occhi... che brillavano della luce della follia.
-Dottor
Jones...-
esalò Miss Janet, riconoscendolo.
-Tu!-
gridò lui,
indicandola con il dito, i capelli che si drizzavano in tutte le
direzioni- Tu,
devi morire!-
Si
lanciò contro il
Maestro, che si trovava tra lui e la donna, e gli strappò di
mano il cacciavite
lanciandosi poi su di lei.
Chi
avrebbe potuto
prevederlo.
Di
certo non il
Maestro... e nemmeno il Dottore, nonostante la sua abitudine di far
credere
agli altri di avere tutto sotto controllo.
Miss
Janet guardò il
cacciavite scendere verso il petto, come in una sequenza al
rallentatore... era
un cacciavite a stella, con il manico blu.
Stava
per morire, lo
sapeva, eppure non ci fu nessuna sequenza veloce della sua vita, non
vide
passare davanti agli occhi i suoi momenti migliori e nemmeno quelli
peggiori.
Vide
solo il Maestro,
che stava in piedi a pochi metri da lei... e la guardava.
Il
Dottore balzò
avanti per fermare Jones,
ma lei quasi
non ci fece caso.
Sapeva
che non
avrebbe fatto in tempo per salvarla, ma non le importava... nessuno
l'avrebbe
salvata comunque... ma se lei fosse morta prima che si fosse compiuta
la
transizione, Gallifrey sarebbe rimasto nel blocco
temporale...un'occasione
sprecata.
Una
fantastica
occasione sprecata.
Non
fece nemmeno
male... solo un leggero bruciore, poi il suo campo visivo venne
inondato da una
splendente luce gialla, che sembrava cantare per lei.
Fine...
Nel
prossimo
episodio....
Se
solo fosse riuscito a raggiungere Miss
Janet...
Stava
per alzarsi in
piedi quando sentì un dolore acuto al petto.
Quando
abbassò lo
sguardo gli venne quasi da ridere... con tutti gli oggetti volanti che
avrebbero potuto colpirlo, proprio non si aspettava che si sarebbe
trattato del
cacciavite che aveva ucciso Miss Janet.
Note
di autrice: vi
chiedo ancora scusa per il ritardo, ma questo mese è stato
un po' bizzarro... e
non in senso positivo. Spero di riuscire a mantenere una certa
regolarità come
in passato, e ovviamente spero che la storia vi piaccia... siamo quasi
in
dirittura d'arrivo.
|
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Capitolo 25 *** Episodio 25: Tutto cambia ***
ATTENZIONE!!!!!!
In questo capitolo ci sono spoiler dell'ottava stagione, quindi se non
l'avete
ancora vista aspettate a leggerlo... io ve l'ho detto!
Episodio
25: Tutto
cambia
-NO!-
Il
Dottore impallidì
vedendo il cacciavite calare dritto sul cuore della donna stesa a terra.
Fece
appena in tempo
a rammaricarsi per la perdita dell'occasione di riparare al suo errore,
che
l'energia rigenerativa esplose mandandolo a gambe all'aria.
Si
tirò seduto,
guardandola agitarsi a vuoto... se non avesse trovato un modo per
incanalarla
fuori dal TARDIS lo avrebbe distrutto... un energia rimane sempre tale,
anche
se normalmente viene usata per scopi benevoli... senza controllo era
pericolosa
più di una bomba atomica.
Se
solo fosse riuscito a raggiungere Miss
Janet...
Stava
per alzarsi in
piedi quando sentì un dolore acuto al petto.
Quando
abbassò lo
sguardo gli venne quasi da ridere... con tutti gli oggetti volanti che
avrebbero potuto colpirlo, proprio non si aspettava che si sarebbe
trattato del
cacciavite che aveva ucciso Miss Janet.
Il
Maestro non perse
tempo.
Non
ne vedeva il
motivo.
Spinse
di lato lo
scienziato pazzo che gli aveva dato quell'aiuto inaspettato e si
chinò sul
corpo morto di Miss Janet.
Si
prese un momento
per guardarla in viso: non c'era più traccia di dolore in
lei, con la morte
aveva smesso di soffrire.
Cacciò
con rabbia il
desiderio di ottenere la stessa pace.
Era
durato meno di un
secondo, ma era comunque ridicolo e fin troppo umano... lui non si
sarebbe mai
arreso alla morte, lui era il Maestro.
Affondò
le mani
nell'energia che brillava davanti a lui, lasciandosi travolgere.
Durò
pochi minuti, ma
sembrò un'eternità... era sempre così.
Quando
finalmente
riaprì gli occhi gli sembrava di aver trascorso una vita
intera tenendoli
chiusi, e il mondo che gli apparve davanti gli sembrò
così magnifico e
stupefacente.
Si
guardò le mani,
pallide e delicate, flettendo le lunghe dita fini.
Mani
da donna, pensò
vagamente, usandole per spostare i lunghi capelli dal viso.
Era...eccitante!
Una
donna!
Sarebbe
stato davvero
divertente.
Si
guardò intorno,
ignorando completamente il patetico essere che ridacchiava e borbottava
a pochi
metri da lui...lei stava cercando il Dottore.
Lo
individuò
accasciato a terra, una mano premuta sul fianco sanguinante.
Si
alzò con grazia
studiata e lo raggiunse, inginocchiandosi accanto a lui.
Prese
mentalmente
nota di avere bisogno di vestiti nuovi, quelli non erano più
adatti.
-Ciao,
Dottore...-sorrise al suono della propria voce.. quella era davvero una
stimolante novità.
-Maestro...-
ansimò
lui, tentando di sorridere.
-Oh,
ma quel nome non
è più adatto, non credi?- esclamò il
Maestro alzandosi in piedi e passeggiando davanti
a lui su di giri.- che ne dici di Mistress? In breve... Missy, si mi
piace!
D'ora in poi chiamami Missy...- completò, inginocchiandosi
di nuovo accanto a
lui e abbassandosi verso il suo viso.
Il
Dottore sorrise,
sofferente.
-Mi
dispiace, ma non
credo che potrò usare il tuo nuovo nome molto spesso...-
Missy
lo guardò
interrogativa.
-E
perchè?-
-Perchè
ho finito le
possibilità... questa era l'ultima rigenerazione... alla
fine, hai vinto..- le
ultime parole si spengono in un sussurro, le forze lo stavano
abbandonando.-
Vorrei solo... esserci riuscito... è stata colpa mia...-
-Sh
Sh Sh... non dire
stupidaggini, tesoro...e poi, chi lo dice che non ci sarà
un'altra possibilità?
- rispose lei accarezzandogli il viso.
Il
Dottore la guardò
confuso, e avrebbe voluto chiedere spiegazioni, ma ormai la luce si sta
spegnendo...non riesce più a vedere nulla, solo... sono
capelli rossi, quelli?
Amelia?
Missy
sorrise, e gli
pizzicò il collo dolorosamente per richiamare la sua
attenzione su di lei.
-Mio
caro... io non
voglio che tu muoia... io rivoglio indietro il mio vecchio amico,
proprio come
una volta...-
Con
queste parole si
chinò su di lui e lo baciò, mentre l'energia
rigenerativa esplose di nuovo
intorno a loro.
Missy
attendeva che
il Dottore riprendesse conoscenza, ma era sempre più
spazientita.
Ci
stava mettendo
parecchio!
Nel
frattempo si era
cambiata d'abito, aveva trovato dei vestiti davvero carini nel
guardaroba del
Dottore e si era chiesta di chi fossero con una punta di gelosia, e
adesso non
ha niente da fare se non aspettare.
Il
ridacchiare
spasmodico dello scienziato ancora accasciato accanto al corpo ormai
freddo di
Miss Janet fa da sottofondo alla sua attesa... lo trova affascinante ed
evocativo...
come un' aria dei Racconti di Hoffmann*
Finalmente
il Dottore
emise un gemito, e si tirò a sedere lamentandosi.
Incrociò
lo sguardo
di Missy con aria confusa e quella gli sorrise allegra.
-Ben
tornato!-
Il
Dottore la fissò,
confuso, aggrottando le folte sopracciglia.
-Uhm,
adesso va
meglio... prima eri davvero troppo, troppo giovane...-
sentenziò Missy con un
cenno di apprezzamento, tirandosi in piedi.
-Ho
dei nuovi
reni...- commentò il Dottore.
-Lo
so caro, succede
sempre...- rispose Missy distrattamente, andando a passo spedito verso
la
consolle.
-Non
mi piace il
colore...-
-Dei
tuoi reni?-
-Cosa
stai facendo?-
-Torno
sulla terra..
immagino che sia necessario avvertire i tuoi animaletti di quello che
è
successo...- rispose Missy inserendo la rotta.
Il
Dottore si alzò
per raggiungerla.
-Sai
come si pilota
questo affare?-
Missy
lo guardò
sorridendo.
-Amo
i momenti
successivi alla rigenerazione, sei così... fuori!-
Un
ridacchiare acuto
attirò la loro attenzione sullo scienziato steso a terra.
-Fuori...fuori...
non
bisogna portarlo fuori... se esce fuori allora usciranno fuori anche
loro...-
Missy
e il Dottore si
fissarono.
-A
quanto pare,
l'abbiamo scampata per un pelo....- commentò Missy con aria
rammaricata.
-cosa...
cosa abbiamo
scampato.- chiese il Dottore, con aria confusa.
-Oh,
tesoro... non
preoccuparti di questo, ora... mi prenderò cura io di te.-
Il
Dottore pensò
vagamente che quella suonava più come una minaccia, che come
una
rassicurazione.
Accantonò
la
sensazione.
Sapeva
che ci sarebbe
voluto un po' di tempo per riportare tutto al posto giusto,
perchè tutto
tornasse ad avere un senso, e non era preoccupato... era successo
così tante
volte.
Missy
guardò il
Dottore con la coda dell'occhio.
Sapeva
che ci sarebbe
voluto un po' di tempo, perché il Dottore tornasse se
stesso... si chiese
quanto ci avrebbe messo, e quanti guai sarebbe riuscita a combinare nel
frattempo.
Sorrise...
non molti,
capì con rammarico.
Ma
ci sarebbe stato
tempo dopo... anche
considerando che ora
avevano solo metà ciclo rigenerativo a testa, sarebbe
riuscita a combinarne
parecchi.
Tirò
gioiosamente la
leva che li avrebbe riportati sulla terra.
Fine.
*
i racconti di
Hoffmann è
un'opera fantastica
molto bella, di Jacques Offenbach, in cui l'antagonista è un
alterego demoniaco
del poeta ( incarnato in più personaggi) contro cui lotta la
sua parte più pura
sotto forma di Niklausse che è la coscienza, diciamo, del
protagonista.
Nota
di autrice:
giuro, avevo deciso di far diventare il Maestro donna già
prima della stagione
otto, e Missy è stata una piacevole sorpresa... in
realtà avevo pensato ad una
bella biondina da affiancare ad Undici evitando la sua rigenerazione,
ma Missy
è davvero troppo fantastica e Capaldi nei panni del Dottore
mi è piaciuto molto
quindi ho cambiato idea... nel bene o nel male...
Nel
prossimo
episodio.....
(riferito
al
Capitano)
Ogni
minuto sembrava
un'agonia.
Avrebbe
tanto voluto
potersi godere il tempo che gli restava con Ianto, ma non riusciva a
non
pensare al momento in cui avrebbe dovuto dirgli addio.
Strinse
la sua mano,
e il giovane lo assecondò.
|
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Capitolo 26 *** Episodio 26: Perdersi di nuovo ***
(forse
lievemente
OOC, ma non vogliatemene...)
Episodio
26: Perdersi
di nuovo
Jack
non ne poteva
più di aspettare.
Ogni
minuto sembrava
un'agonia.
Avrebbe
tanto voluto
potersi godere il tempo che gli restava con Ianto, ma non riusciva a
non
pensare al momento in cui avrebbe dovuto dirgli addio.
Strinse
la sua mano,
e il giovane lo assecondò.
-Jack...Non
mi pento
di niente...-
Jack
chiuse gli
occhi.
Non
era la prima
volta che Ianto lo diceva, da quando si erano incontrati in quella
folle
avventura, ma Jack non riusciva a rassegnarsi.
-Jack,
non è stata
colpa tua...-
-E
invece
si...-esplose il Capitano scattando in piedi.
Erano
ancora nel suo
ufficio, lontano dagli altri, decisi a sfruttare ogni momento di
intimità che
gli era stato concesso per un miracolo.
Eppure
Jack si
sentiva in gabbia...
Avrebbe
tanto voluto
potersi godere il tempo che gli restava con Ianto, ma la
verità era che si
sentiva in colpa.
-Tutti
voi, siete
morti per colpa mia... perché non sono stato all'altezza...-
ci pensò un
momento e prese la sua decisione.
Sapeva
bene che
quello che stava per fare andava contro le regole, e sapeva che il
Dottore lo
avrebbe fatto a pezzi... ma non poteva restare in silenzio mandando il
suo
Ianto a morire... non di nuovo.
-Ianto...-
si
accucciò ai piedi della sua sedia, mettendo le mani sulle
sue gambe, ansioso.-
Quando tornerai indietro...-
-No!
Senti,
Jack, lo so come
funziona ok? Il Dottore
mi ha detto che la morte mia e degli altri è un punto...
fisso, del tempo...non
puoi cambiarlo...non puoi.- la sua voce si spense.
Jack
gemette
imprecando, ma sul suo viso era comparso un amaro sorriso: figuriamoci
se il Dottore
non avrebbe pensato a quell'eventualità... sempre un passo
avanti agli altri...
si chiese come ci si dovesse sentire... lui aveva l'impressione di
essere
sempre dieci passi in dietro, in quella dannata storia.
-Ianto...-
Jack si
chiese se l'altro riuscisse a sentire il suo tono di preghiera.
-Jack...
devo tornare
indietro e affrontare il mio destino...- sorrise brevemente- Ci siamo
divertiti, io e te...-
Il
Capitano scosse la
testa.
-No,
non era un
divertimento...- ma Ianto gli avrebbe creduto?
Ianto
gli sorrise,
triste
No,
non gli credeva.
Jack
aveva sbagliato
tutto, con lui, e adesso non aveva più la
possibilità di rimediare.
Oppure
si.
-Allora
fammi un
favore... se tornando dall'altra parte ti ricorderai di tutto,
raccontami
quello che è successo... tutto... e dimmi... dimmi che ti ho
detto che ne vale
la pena...- disse con urgenza: tutto ad un tratto sentiva di non avere
più
tempo.
Ianto
lo guardò
confuso.
-Fallo...
io ti
capirò...-lo fissò un momento.- Ti amo... mi
credi?-
Ianto
lo strinse.
-Si...si
Jack... ti
amo anche io.-
Jack
lo strinse a se,
ma sentiva che qualcosa non andava.
-Ianto...-
-Mi
dispiace, Jack...
credo che il momento sia arrivato...- rispose il giovane guardandosi le
mani,
che adesso avevano una strana luminescenza dorata.
-No...
oh, no...-
Il
Capitano sentì le
lacrime bagnargli il viso.
-Ciao,
Jack...- Ianto
si chinò a baciarlo, facendo premere forte le labbra sulle
sue, e scomparve in
uno sbuffo di polvere dorata.
Jack
si ritrovo a
stringere al petto soltanto aria, e dolore.
Il
rumore del TARDIS
lo riscosse, e la rabbia prese il sopravvento.
Si
lanciò fuori
dall'ufficio, deciso a prendere a pugni il Dottore.
Fine
Nel
capitolo successivo....
-Quella...
sarebbe il
Maestro?- chiese Jack, momentaneamente distratto dal suo proposito di
vendetta
-Mistress,
mio caro...-
rispose sorniona la donna.
nota
di autrice: vi
chiedo scusa per il ritardo, ma il Natale assorbe tutte le mie forze...
oggi ho
messo le luci sull'abete in giardino... ho rischiato di morire scalando
cinque
metri di abete in Connor Style!
Inoltre
la mia mente
è tutta presa dalla prossima uscita di Lo Hobbit: ho comprato una confezione
di Kleenex gigante,
che se mai dovessi mettermi a piangere almeno potrò farlo
con un briciolo di
dignità.
|
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Capitolo 27 *** Episodio 27: Confuse spiegazioni. ***
Episodio
27: Confuse
spiegazioni.
Jack
era così
arrabbiato.
Di
più, era furioso.
Se
il Dottore non si
fosse messo in mezzo, le sarebbero potute andare diversamente...e
Ianto...
perchè diavolo doveva essere sempre così
coscienzioso? Al diavolo la struttura
dell'universo, dannazione!
Sapeva
di essere nel
torto... di essere arrabbiato e di non pensare in maniera costruttiva.
Avrebbe
fatto meglio
a calmarsi, prima di dire cose che non pensava davvero, ma il TARDIS si
era
materializzato e la porta si stava aprendo.
Non
c'era davvero
tempo per calmarsi.
-DOTTORE!-
gridò
avanzando come un uragano verso la Cabina.
Gwen
si guardò
intorno.
-Dov'è
Ianto?- chiese
con un filo di voce, vedendolo sconvolto.
Martha
si fece avanti
per fermarlo.
-Jack,
JACK calmati!-
-Non
questa volta...Ianto
è tornato indietro e io... non sono riuscito a salvarlo, di
nuovo! -ringhiò
lui.
Gwen
sentì il cuore
sprofondare... aveva sperato che Ianto potesse rimanere li con loro,
che
potessero avere una seconda possibilità... con il senno di
poi si rese conto di
essere stata ingenua.
La
porta si aprì
velocemente e un uomo con corti capelli grigi si lanciò
fuori dal TARDIS.
Jack
si bloccò.
Non
me lo dire, ti prego...
-Ti
sei
rigenerato...- mormorò il Capitano.
-Come
prego?- chiese
l'uomo, guardandosi intorno.- Credo di essere un po' confuso al
momento... Sei...
il Comandante, giusto?
-Capitano...-ringhiò
tra i denti Jack, per niente disposto a mettere da parte il rancore per
il
momento.
-Capitano...-
annuì il
Dottore mordendosi le labbra e guardandosi in giro con gli occhi
brillanti. -Capitano
di cosa, poi...- completò con un mormorio ironico
-Senti
un po'...-
Martha
decise che era
venuto il momento di intervenire.
-Dottore...
cosa è
successo?- chiese, mentre il Signore del Tempo faceva un giro intorno
al
TARDIS.
-Nulla
di che...-
rispose agitando una mano, distratto da qualcosa.
Poi
portò la sua
attenzione su Martha.
-Già...
cosa è
successo?- chiese inarcando le sopracciglia.
Martha
rimase a
fissarle... incredibile quanto fossero mobili!
Il
peso di dover
trovare una risposta che avesse un senso gli venne tolta dalla donna
uscita in
quel momento dal TARDIS.
-Tesoro,
non dovresti
agitarti così...- disse, rivolta al Dottore.
-E
questa chi è?-chiese
Jack, vagamente esasperato.
-Capitano...
come sei
scortese..non riconosci un vecchio amico?- chiese Missy sorridendo.
Il
Capitano rimase un
momento interdetto... poi i suoi occhi si spalancarono.
-Quella...
sarebbe il
Maestro?- chiese Jack a nessuno in particolare, momentaneamente
distratto dal
suo proposito di vendetta.
-Mistress,
mio
caro...- rispose sorniona la donna.
-Complimenti...-
Jack
accennò un breve, ironico, inchino.
-Adulatore...-
Gwen
fece un passo
avanti, pensando fosse il caso di riportare la conversazione a livelli
più o
meno normali... normali per loro, almeno.
-Si
può sapere cosa è
successo? Perché comincio ad essere un po' confusa...-
-Si
sono
rigenerati... quando vengono feriti e stanno per morire i Signori del
Tempo
cambiano faccia e... beh, si rigenerano...- tentò di
spiegare Martha.
Missy
storse la
bocca.
-
Mia cara, potevi
fare di meglio...-
-Scusa
se non mi sono
lanciata in complicate spiegazioni scientifiche, data la situazione non
mi
sembra il caso... piuttosto, perchè non ci spieghi cosa
è successo visto che il
Dottore sembra così...- lanciò un'occhiata al
Dottore, che in quel momento
stava esaminando Jack da vicino come se lo vedesse per la prima volta.-
...
confuso.-
-Dunque,
tesoro, da
dove comincio... oh, si ecco, un pazzo con il camice è
sbucato fuori dalle
viscere del TARDIS e ha ucciso Miss Janet prima che potessimo usare il
collegamento
tra me e il feto per riportare indietro Gallifrey...-
La
sua rivelazione
cadde nel silenzio.
Il
Dottore la raggiunse
in due falcate.
-Quello
li...- disse
avvicinandosi a Missy con fare confidenziale.
-Si,
tesoro?-
-Quello
li ha
qualcosa che non va...- disse il Dottore indicando Jack.
-Si,
mio caro lo
so...- rispose Missy con fare materno.
-Che
diavolo ha?!-
volle sapere Jack.
-Un
incidente... un
cacciavite volante lo ha ferito... nulla di grave, un po' di confusione
per via
della rigenerazione... andrà tutto bene.... ora! Che ne dite
di togliere il cadavere
dal TARDIS? Mi rincresce essere così diretta, ma comincia a
puzzare...- disse
prime di girarsi e invitarli ad entrare nella Cabina con un gesto.
Gli
altri si
fissarono, indecisi, ma la seguirono.
-Gwen...
potresti
rimanere con il Dottore?- chiese Jack prima di entrare dietro a Martha
-
...e Colonnello,
lei e Mickey riorganizzate le truppe e tenetele pronte... il Maestro
potrebbe
avere in mente qualcosa...-
I
due annuirono e si
voltarono, gridando ordini.
Rimasto
solo Rhys si
strinse nelle spalle.
-Io...preparerò
del
caffè...-
Gwen
annuì con un
sorrise comprensivo, voltandosi verso il Signore del Tempo, che fissava
il
riflesso del suo viso su un monitor spento.
-Questo
viso... ho
già visto questo viso...- disse alla donna, quando lo
raggiunse.
-
Buon per te, perché
per noi è una novità...-
Fine.
Nel
prossimo
episodio....
-Ci
siamo salvati per
un pelo, a quanto pare...- commentò Jack- Cosa gli passava
per la testa?
Avrebbe davvero lasciato che la Guerra del Tempo si riversasse in tutto
l'universo?- chiese Jack a Missy, guardandola raccogliersi i capelli
davanti
allo specchio sopra al lavandino.
-Era
una possibilità
remota, per quanto ne sapeva...- tergiversò.- E poi... si
sentiva così in
colpa...-
Jack
storse la
bocca... il suo tono quasi entusiasta lo disgustava.
-E
adesso? Cosa hai
intenzione di fare?-
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Capitolo 28 *** Episodio 28: Sono scozzese! ***
Episodio
28: Sono
scozzese!
Gwen
guardò il medico
chiudere il sacco in cui era stato messo il corpo di Miss Janet, e
nonostante
quello che la donna le aveva fatto passare non riuscì a fare
a meno di provare
dispiacere: era stata ingannata molte volte anche lei.
Rhys
la strinse tra
le braccia, e lei appoggiò la testa sulla sua spalla.
Era
contenta che
tutto si fosse risolto per il meglio... ora poteva tornare dalla sua
bambina,
finalmente; questa avventura le aveva fatto capire che, nonostante
pensasse con
nostalgia ai tempi di Torchwood, quella non era più la sua
vita.
Spostò
lo sguardo su Jack,
che discuteva con la donna che era stata il Maestro.
Gwen
sapeva che finché
avesse avuto qualcosa a tenerlo occupato, Jack se la sarebbe cavata
egregiamente... il problema sarebbe venuto dopo, quando finalmente solo
si
sarebbe soffermato sul pensiero di Ianto... e lei non sapeva come
aiutarlo. Era
questo uno dei motivi per cui aveva scelto Rhys nonostante la sua
innegabile
attrazione per il Capitano Jack Harkness: non sarebbe mai riuscita ad
arrivare
davvero a comprenderlo, non sarebbe mai stato totalmente suo.
-Mi
raccomando,
ragazzi... pulite per bene...- si raccomandò Missy con i
tecnici che si
affaccendavano nel TARDIS.- E non andate troppo a zonzo... vedete cosa
succede,
ai curiosoni...- completò voltandosi verso il Dottor Jones-
Allora... vediamo
di risolvere questa faccenda...-mormorò.
Il
Dottore si chinò
per portare il viso all'altezza di Jones.
-Dimmi,
cosa ti è
successo? Deve essere qualcosa di grave per averti ridotto
così, insomma, non
ci siamo mai visti prima ma sono ragionevolmente sicuro che tu abbia
una
pessima cera...-
Il
Dottor Jones
ridacchiò folle.
-Voi
non potete
nemmeno immaginare! Ho visto... il mondo bruciare... l'Apocalisse!
L'universo
bruciava! E tutto per colpa del Signore...-
Jack
alzò un
sopracciglio: quel tipo aveva decisamente qualche rotella fuori posto.
-Il
Signore?!-chiese
scettico.
-Credo
che intenda il
Signore del Tempo...- rispose il Dottore lanciandogli un'occhiata.-
Parola mia,
ragazzo, prendi sempre tutto così alla lettera? Ti ricordavo
più
intelligente...-
Il
Capitano si
accigliò.
-E
io ti ricordavo
meno irritante! Si può sapere che ti è preso?-
-è
scozzese...-
commentò Missy con aria di sopportazione.
-Esatto!
Ora posso
lamentarmi di quello che mi pare! E ora mi lamento, perché
quest'uomo...-
esclamò indicando il Dottor Jones che ancora ridacchiava
seduto per terra.- è
entrato nel mio TARDIS senza permesso!- si accucciò accanto
a lui,
sonicizzandolo velocemente.- Credo che sia entrato in contatto con la
matrice
del TARDIS, e che Essa gli abbia dato un certo comando... ovvero
uccidere
Miss... Miss...-
-Miss
Janet, caro...-
venne in suo aiuto Missy.
Lui
la indicò con un
cenno del capo.
-Esatto...
quella.-
-In
pratica, mi stai
dicendo che il TARDIS ha ordinato a quest'uomo di impedire che
Gallifrey
tornasse....e come? è
solo un macchina!-
Jack sentiva l'emicrania montare.
Il
Dottore alzò gli
occhi al cielo, esasperato.
-è
incredibile quanto
voi esseri umani possiate essere stupidi! La domanda non è
come, e tra l'altro
la risposta sarebbe ovvia, la domanda è
perchè?!-disse alzando un indice
davanti al suo viso, rimanendo con la bocca aperta.
-Perchè
sapeva che
avrebbe funzionato... e che avrebbe distrutto l'universo.- disse Missy,
andandogli in aiuto.
I
due uomini si
voltarono a guardarla.
-Temo
di si... si, la
risposta è questa, temo...non ha importanza, troveremo un
altro modo...-
sentenziò il Dottore marciando verso il TARDIS.
Dopo
cinque passi
tornò indietro.
-Troveremo
un altro
modo, giusto?- chiese a Missy.
-Ovviamente...
forse,
dovremmo procurarci un esercito... in fondo un generale non
è niente, senza il
suo esercito...- cinguettò allungandosi verso il viso del
Dottore.- Nel
frattempo, io vado a mettermi in ordine...- si
baciò la punta delle dita e le appoggiò sulle
labbra del Dottore prima di dirigersi verso i bagni.
Jack
entrò nel bagno
con circospezione.
Vide
Missy truccarsi
davanti allo specchio.
Probabilmente
aveva
trovato il necessario nel guardaroba del Tardis... quel mascara
somigliava a
quello di Rose.
-Capitano...-trillò
lei, quando lo vide.- Questo è il bagno delle signore...-
disse maliziosa.
-Smettila
di fare la
smorfiosa... ti ricordo che fino a tre ore fa, eri un uomo...-
scherzò il
Capitano.
-E
per te non fa poi
molta differenza, giusto?- fece Missy, aprendo il rossetto.
-Già...Allora...Ci
siamo salvati per un pelo, a quanto pare...- commentò - Cosa
gli passava per la
testa? Avrebbe davvero lasciato che la Guerra del Tempo si riversasse
in tutto
l'universo?- chiese, guardandola raccogliersi i capelli.
-Era
una possibilità
remota, per quanto ne sapeva...- tergiversò.- E poi... si
sentiva così in
colpa...-
Jack
storse la
bocca... il suo tono quasi entusiasta lo disgustava.
-E
adesso? Cosa hai
intenzione di fare?-
-Ma
come, non lo
sai?- fece lei avvicinandosi al suo viso.- Ho intenzione di riavere
indietro il
mio vecchio amico...-
Fine...
Nota
autrice: scusate
il ritardo! Vi avverto che non ci saranno aggiornamenti fino al 12
Gennaio, perché
vado a lavorare in montagna e non
ho il
computer. Spero che fino ad ora la storia vi sia piaciuta... comunque
il
prossimo dovrebbe essere l'ultimo capitolo! Colgo l'occasione per farvi
gli
auguri di Buon Natale e di Buon anno nuovo... a presto!
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Capitolo 29 *** Episodio 29: Ultimo atto di un nuovo inizio ***
Episodio
29: Ultimo
atto di un nuovo inizio
I
soldati che
sciamavano via dall' Hub ricordarono a Gwen delle api operose: non un
solo
cavo, non una sola arma o elmetto vennero dimenticati.
Gwen
guardò Martha
che gridava ordini a destra e a manca, con l'immancabile Mickey
accanto; era
evidente che era una donna in gamba, sarebbe stata un ottimo capo per
la UNIT.
La
guardò avanzare
verso di lei, finchè non incrociò il suo sguardo
sorridendole.
-Allora,
a quanto
pare anche questa volta ce la siamo cavata.-
Gwen
annuì
ricambiando il sorriso.
Martha
le piaceva.
-A
quanto pare...
perciò assumerai il comando della UNIT, i miei complimenti.-
si congratulò.
Martha
fece una
piccola smorfia.
-Solo
perchè non
c'era nessun altro... comunque cercherò di fare del mio
meglio. E tu invece? Ci
servirebbero agenti come te...-
Gwen
scosse la testa.
-
Devo prendermi cura
della mia famiglia...- disse passando un braccio intorno alla vita di
Rhys e
guardandolo sorridente.- Quel capitolo della mia vita è
finito...-
Martha
annuì... la
capiva, e forse un giorno anche lei avrebbe fatto la medesima scelta.
-Allora,
questo è un
saluto... bada bene, non un addio! Non perdiamoci di vista.- Martha
sorrise
gioviale tendendo loro la mano, imitata poi da Mickey.
-Certo
che no...-
sorrise Rhys.
-Miss
Martha...- il
Colonnello comparve discreto al loro fianco.- Siamo pronti per
andare....-
-Colonnello,
le ho
già detto che di non chiamarmi così...- lo
riprese bonariamente il nuovo capo
della UNIT.
-Ci
proverò...e
grazie ancora per avermi dato un'altra possibilità...-
-Tutti
ne meritano
una, Colonnello...- rispose Martha voltandosi verso l'uscita.
Vedere
l'Hub
nuovamente deserto gli fece tirare un sospiro di sollievo.
Salutare
Martha e
Gwen un'altra volta era stato doloroso, soprattutto perchè
aveva l'impressione
che non le avrebbe più riviste, ma era stato anche
liberatorio: loro non
avevano bisogno di lui, se la sarebbero cavata benissimo da sole.
Jack
si prese il suo
tempo, soffermandosi su ogni ricordo che solleticava la sua mente, su
ogni
sensazione che lo sfiorava: bei ricordi e brutte avventure.
Tentò
di tirare le
somme della sua vita a Torchwood e nonostante i fallimenti, il dolore e
le
incomprensioni si rese conto di quanto fosse stata eccezionale... tutti
loro
erano stati eccezionali, la sua piccola e scalcinata squadra di persone
normali
pronte a dare la propria vita per difendere quel piccolo accumulo di
terra in
orbita intorno ad un sole... e lo avevano fatto davvero, erano morti
per
questo: la loro missione.
Gli
mancavano, gli
mancavano tutti... persino Owen... e non li avrebbe mai dimenticati.
Tirò
fuori la
fotografia del suo gruppo dalla tasca e la fissò un momento
prima di piegarla
con cura e infilarla nella tasca interna del suo inseparabile cappotto,
all'altezza del cuore.
Non
li avrebbe mai
dimenticati.
Il
Dottore stava
trafficando con comandi
del TARDIS,
mentre Missy si faceva la manicure con la schiena appoggiata alla
consolle.
-Allora..
ora ti
ricordi come si guida il TARDIS?- chiese lei.
-Certo
che si!-
esclamò lui chinandosi per guardare sotto al quadro comandi.
Si
tirò su e si tastò
la giacca.
Missy
sorrise.
-Sembri
un
prestigiatore...- commentò guardandolo affannarsi, prima di
sbuffare e alzare
gli occhi cielo.- Il cacciavite sonico è nella tasca destra
dei pantaloni...-
Il
Dottore esultò
tirandolo fuori, riprendendo a calibrare il TARDIS.
-Ti
rendi conto che
avresti potuto distruggere l'intero universo?- chiese Missy riprendendo
a
lavorare di lima.
Il
Dottore si tirò
su.
-E
tu ti rendi conto
che questa faccia...- disse indicandola con un ampio gesto della mano-
l'ho già
vista?-
Missy
si strinse
nelle spalle e sorrise, permettendo all'altro di aggirare la domanda.
-Non
volevo
accusarti, mio caro... solo sottolineare il fatto che non siamo poi
tanto
diversi, io e te....-
-Lo
siete eccome...-
intervenne Jack entrando a grandi passi dalle porte aperte.- Non avete
proprio
nulla da spartire.-
-Questo
lo dici tu,
caro...- rispose Missy sfarfallando le lunghe ciglia.
-Voi
due mi farete
impazzire con i vostri stupidi e inutili discorsi!- esclamò
il Dottore riponendo
il cacciavite.- Siamo pronti... partiamo!-
-
Partiamo?!- esclamò
Jack sorpreso.
-Perchè,
hai un altro
impegno?- chiese il Dottore perplesso, avvicinandosi cauto come per
studiarlo.-
Già, immagino che tu abbia qualche stupido impegno... per
esempio!- esclamò
tirando la leva che chiudeva le porte.- Avrai da rimpiangere i tempi
andati,
davanti ad un bicchiere in uno squallido bar...- tirò una
leva e il TARDIS
prese ad ansimare.- Oppure...- si avvicinò a Jack che lo
fissava sorpreso.-
Oppure potresti decidere di visitare il pianeta Artaxa con noi... la
spiaggia
dorata di Yaxo è splendida, in questa stagione.- concluse-
Ma tu hai altro da
fare...-
-A
te la scelta,
Capitano...- rincarò Missy, con quel suo sorriso sornione.
Jack
sapeva cosa
avrebbe dovuto fare... avrebbe dovuto declinare l'offerta e lasciarsi
alle
spalle il Dottore, il Maestro e tutta quella dannata faccenda dei
viaggi nello
spazio e nel tempo che non faceva altro che portare guai; eppure quale
alternativa aveva? Rimanere sulla Terra, senza più uno scopo
o un posto dove
stare... e con il ricordo di Ianto a lacerargli il cuore.
Faceva
così male.
Prese
la sua
decisione.
-Allora
si parte...-
disse sorridendo.
Fine.
nota
di autrice: Ringrazio
tutti voi che avete letto/seguito/preferito/recensito Spero che vi sia
piaciuta, almeno quanto mi sono divertita io a scriverla... doveva
finire in
modo totalmente diverso, ma mi sono innamorata di Missy quindi non ho
resistito!
Essendo
questo un
gigantesco What if ( o un WTF, se preferite) mi
sono presa parecchie libertà... sono consapevole
della sua imperfezione, ma spero che vi sia piaciuta comunque. Detto
questo vi
saluto, sperando di non vedere forconi e torce profilarsi
all'orizzonte.
Vi
lascio questi
video; il primo è il mio preferito.
http://www.youtube.com/watch?v=irikMQmNo5g
MinyaChan627
(ten master)
http://www.youtube.com/watch?v=CfZIElG2aHw
liza
barker (eleven
master)
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