Adventure di MisteryInTruble (/viewuser.php?uid=54035)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** capitolo 2 ***
Capitolo 1 *** prologo ***
Allora... come
presentarvi questa storia per me è un mistero.
Naturalmente il tema sono le vacanze... che altro dirvi? E' del tutto
inventata, nomi, e descrizioni... i luoghi sono reali però ^^
spero che non vi annoi... e spero che questa speranza non sia vana XD
commentate se volete ^^
prologo
-Elena!!! l' hai messa una felpa pesante??-
Una ragazza dai capelli castani, con la frangetta folta
sbuffò. Gli occhi verdi esasperati.
-Si, mà.-
-E gli asciugamani? Ne vuoi qualcun altro?- la donna si
riaffacciò. Somigliava alla figlia. Tranne che per i
capelli, rosso ramato, e il naso aquilino. La ragazza, inginocchiata
accanto ad una valigia di quelle non rigide sbuffò
nuovamente. -No.- rispose secca.
La madre se ne andò, lasciandola sola immersa nel silenzio
della stanza. Elena si alzò, e avanzò verso il
balcone che aveva in camera. Era stata felicissima di ottenerlo quando
si erano trasferiti lì, tanti anni prima. E lo era ancora.
Il balcone era un luogo di perdizione, dove riflettere, ascoltare
musica e talvolta di nascosto, fumarsi una buona sigaretta. E guardando
il fumo che si innalzava da quel piccolo tubicino di piacere,
desiderava molte volte di poter volare anche lei via, via da quel mondo
che l' aveva stufata, in soli sedici anni.
Sospinse lievemente la finestra, ed uscì. Si sedette, spalle
contro il muro, osservando i palazzi che sostavano goffi davanti al suo.
Odiava quella città. Odiava abitare al Sud, lontana dal
mondo.
Quel giorno nella sua mente si accavallavano mille domande. L' indomani
li avrebbe rivisti. I suoi amici delle vacanze, incontrati l' anno
prima, in quelle maledette colonie che aveva sempre odiato. Non era mai
riuscita a trovarsi bene, ad ambientarsi, fino alla anno prima, quando
aveva conosciuto tre persone stupende.
Ma aveva paura che fossero cambiate, aveva paura che lei fosse cambiata
troppo. Dopotutto era maturata molto quell anno, ma era anche
più cinica e chiusa. L' anno prima era simpatica e
spensierata.... E la domanda che tamburellava costantemente con
fastidio era quella più banale: e se mi troveranno odiosa?
Scrollò le spalle, tentando di pensare ad altro. Il pensiero
vagò ad Andrea, suo ragazzo, con il quale non si sentiva
più tanto spesso. Si era ripromessa di parlargli, tornata
dalle vacanze. Lei lo amava, eppure sentiva che qualcosa non andava
bene tra loro.
Rientrò nella cameretta, e andò all armadio.
Aprì l' anta. L' armadio era stato svuotato, gran parte dei
suoi abiti era piegato e sigillato nella valigia, pronto a passare due
settimane in campeggio.
Si guardò allo specchio. Il riflesso rivelò una
ragazza non troppo alta, con leggero sovrappeso, non di troppi chili.
Un volto molto grazioso, contornato da folti capelli castani lisci e
lunghi, occhi grandi dal bel taglio, di un verde misto al grigio, le
labbra vermiglie sottili, e il naso e gli zigomi contornati da piccole
e graziose lentiggini, che lei tanto odiava.
Chiuse l' anta sbuffando. Era cambiata anche fisicamente. L' anno prima
portava un orribile caschetto, aveva chili in più e aveva
una seconda. Quell' anno il seno le si era gonfiato arrivando a
sfiorare addirittura la quarta. Non sapeva come mai così in
ritardo aveva finito lo sviluppo ma di certo le andava meglio
così.
Si voltò e andò alla scrivania di legno nero. Il
computer nuovo della Apple regnava sovrano. Regalo dovuto alla sudata
media dell otto con la quale aveva lasciato il quinto ginnasio. Lo
accese, e andò nella cartella delle immagini. Lì,
inutilizzate da circa un annetto c' erano le loro foto.
Quelle foto che le avevano dato troppa nostalgia. Le guardò.
Una foto in particolare, quella a cui teneva di più. Eccola,
sorridente e spensierata, abbracciata ad un altra ragazza, dai capelli
neri ricci, lunghi e legati, due grandi occhi nocciola, felici. Elisa.
La sua amica Elisa. Le labbra si dischiusero in un debole sorriso. Era
straordinario sorridere guardando quel volto così pieno di
vita. A destra si trovava Samuele, dritto, spalle in dietro e petto in
fuori, come il militare che sognava di diventare, i capelli cortissimi
biondi quasi rasati, e gli occhiali graduati che coprivano due
bellissimi occhi azzurro mare. I lineamenti erano dolci, un viso molto
carino. A sinistra c' era Daniele. Lo guardò meglio,
meravigliandosi. L' anno prima si era presa una cotta, difficile da
smaltire per il ragazzo. E ora lo guardava, non ricordando come mai le
era piaciuto. Dopotutto non era affatto carino. Lineamenti non
armoniosi, capelli corti neri, occhi nocciola coperti dagli occhiali da
sole, naso troppo grande e bocca troppo carnosa. No. Non era bello,
eppure qualcosa in lui l' aveva affascinata, e aveva passato due
settimane in compagnia di quella fastidiosa cotta segreta, che era
rimasta tale solo per lui. Dopotutto l' aveva scoperta anche gli altri
due.
Li guardò. Il giorno dopo li avrebbe rivisti, e
ciò la disarmava. Non si sentiva abbastanza pronta.
Aveva paura, e odiava aver paura.
-Oh, al diavolo!!- afferrò l' mp3 e andò sul
balcone, per sentire nelle orecchie a volume elevato ''people are
strange'' dei Doors.
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Capitolo 2 *** capitolo 1 ***
Questo
nuovo capitolo è precisamente l' inizio della vacanza.
Si ritrovano tutti, cambiati e maturati.. spero vi piaccia!
capitolo 1
tutti qui, davanti a te.
-Sveglia!-
la voce
squillante della madre riempì quella dannata stanza.
Sentì i passi pesanti, delle tallonate date al parqet che si
avvicinavano alla finestra. Il cigolio delle ante che si aprivano, il
cupo rumore della serranda che veniva alzata dal pulsantino automatico.
La fastidiosa luce dell alba che la colpiva sugli occhi. E poi di nuovo
quelle odiose tallonate verso di lei.
-'Hono
s_eglia..- bonfocchiò la ragazza, rigirandosi,
già innervosita da quel risveglio. La madre
abbandonò la stanza, lasciandola in pace. Elena si
alzò, aprendo un solo occhio, stropicciandosi con insistenza
l' altro. Le lenzuola erano a terra, il cuscino era scivolato ai suoi
piedi. Le era ancora ignoto il motivo per cui si agitava
così tanto di notte. Mise i piedi scalzi a terra e
andò alla finestra. Era davvero l' alba. Odiava le
levataccie. Il sole faceva capolino tra le montagne, il cielo era
ancora nuvoloso. 'Fantastico. Do quello che voglio che arriviamo e
piove a dirotto'.
L' incontro
era a Napoli, alla stazione. E dopo sarebbero dovuti andare a Maratea,
dove si teneva il campeggio. Il che significava fare uno stupido
tragitto da Potenza-Napoli per poi tornare indietro. Sua madre avrebbe
voluto accompagnarla direttamente a Matera, ma lei l' aveva pregata. Ed
era riuscita a convincerla.
Non le andava
di aspettare già sul posto tutti arrivare. Voleva
abbracciarli all' aereoporto.
-Elena!-
-Vengo!!!-
sbottò stufa. Avanzò verso la porta, gettando un
occhio alla valigia. Uscì dalla stanza, passando davanti
allo specchio appeso al muro. Il volto assonnato, e i capelli
scombussolati dalla nottata. Avanzò verso la cucina, dove la
aspettava una tiepida tazza di latte, colorato dal dolce cioccolato in
polvere, senza il quale non poteva sopportare il latte. La madre stava
sorseggiando il caffè. Quanto odiava quel risucchio che
emetteva!!!
-Buongiorno!-
salutò solare la donna. Elena rispose con un mugugno. Non
aveva voglia di parlare in generale, figuratevi la mattina.
-Hai messo
tutto nella valigia?- Elena annuì, stanca delle sciocche
domande. La madre era diventata fin troppo appiccicosa da quando erano
rimaste sole. Quell anno avevano ottenuto il divorzio. Suo fratello
maggiore poi, era fin troppo maggiore per stare a casa. Viveva a
Bologna con la sua ragazza, mentre frequentava giurisprudenza.
Finita la
colazione andò in camera per prendere i vestiti che avrebbe
indossato per il viaggio. Dei pantaloncini di jeans a pinocchietto,
tagliati dalla nonna, una maglietta nera, e le amate converse distrutte
dal notevole uso. Entrò in bagno, chiudendo a chiave la
porta. Sentì abbaiare Ulisse dal salone, doveva essersi
svegliato.
Elena
iniziò a guardare il proprio stanco riflesso allo specchio.
Andò verso il lettore CD che aveva trasferito sopra la
cassettiera e premette 'play'. Il Cd iniziò a girare, e poco
dopo per il bagno dilagò la vocina di Bill dei Tokio Hotel.
Non che impazzisse per quei quattro ragazzi... anzi, li iniziava a
detestare. Ma una e una sola canzone le piaceva, come le piaceva il
testo. Non conosceva neppure il titolo, eppure la melodia le
piaciucchiava. Lei ascoltava di tutto, bastava che avesse un senso.
Entrò
nella doccia e girò la levetta sull acqua fredda. La doccia
fredda la mattina la svegliava, dandole la carica necessaria. E quella
mattina alle 6 e mezza del mattino, necessitava di tanta carica. Anche
perchè era sempre più agitata.
Li avrebbe
rivisti. Cazzo. Li avrebbe rivistio di lì a qualche ora.
Si
vestì, ormai del tutto agitata, e uscì. Si
legò i capelli con un elastico.
-Sei pronta?-
chiese la madre, già sull uscio. -Un attimo...-
andò in camera sua, prese in braccialetto che tempo prima
Andrea le aveva regalato, e prese l' i-pod.
La musica di
Bon Jovi le entrò nel cervello.
"It's my
life...."
Afferrò
la valigia. Era davvero pesante, tutta colpa della madre, che tendeva
sempre a riempire le borse. Avanzò, barcollando.
Salutò il bassotto che già la guardava
teneramente, come per chiederle dove stava andando. E mentre la musica
continuava, lei avanzava, fino ad uscire, chiudendo la porta alle sue
spalle.
-Dov'
è la macchina?-
-Proprio qui
davanti...- disse la madre, avanzando verso il portone. Elena si
voltò l' ultima volta a guardare la porta, senza rimpianto,
poi se ne andò, senza voltarsi.
Odiava gli
addii... aveva odiato salutarli l' anno prima. Aveva preso il bus da
sola, per andare a Napoli, e lì, senza di loro aveva
iniziato a piangere. Come una sciocca ragazzina, aveva pianto anche
alla vista dei genitori. Non si era trattenuta... era per quello che
non voleva tornare in vacanza... non voleva star male di nuovo...
Eppure ora
erano in macchina, e stavano andando a Napoli. Elena chiuse gli occhi,
mentre la musica cambiava, e somewhere over the rainbow prendeva il
posto di bon Jovi. Poco dopo, la ragazza sprofondò in uno
strano sogno, dove c' erano loro, ma era tutto troppo confuso.
Si sveglio che
erano arrivare. -Ma quanto ho dormito?- bonfocchiò,
passandosi una mano sul volto, per poi massaggiarsi il collo. Un altra
domanda utile era: come diavolo aveva dormito?? Le faceva malissimo il
collo! -Tu dormi tantissimo in macchina... io non riuscivo mai a
chiudere occhio da piccola....- Elena le sorrise, un sorriso un
pò stiracchiato. Le piaceva quando la madre faceva la
persona seria. Scesero dalla macchina, e la ragazza prese il bagaglio.
Guardò l' orologio. Erano le otto e mezza. Non erano in
ritardo, fortunatamente! Il treno da Roma doveva arrivare per le 10...
prima arebbero arrivatio i Siciliani, Calabresi, Pugliesi e Campani..
insomma il Sud.
Non fu
difficile trovare il luogo di ritrovo. L' animatore era già
lì. Edoardo, non sembrava troppo vecchio.
-Buongiorno...
lei è?- chiese, voce gentile. Elena lo guardò
diffidente. Sarebbe stato uno degli animatori di quella vacanza..
meglio conoscerlo già da subito...
-Elena
Santilli. Da Potenza...- disse con voce afona Elena. Detto
ciò si andò a sedere, alzando la musica dell mp3.
Sua madre e l' animatore parlavano. Non le interessava di cosa.. lei
voleva solo che arrivasse quel momento. Ma avrebbe dovuto aspettare
molto.
I primi ad
arrivare furono naturalmente i ragazzi di Napoli, seguiti da puglia,
poi Calabria e Sicilia.
Per le nove
erano già in trentasei.
Elena non
aveva aperto bocca. -Ele, perchè non fai amicizia con
qualcuno?- le chiese la madre, avvicinandosi speranzosa.
-Io gli amici
ce li ho.-
-Ma non puoi
passare tutta la vacanza con solo tre amici! Sarete in 110!!- Elena non
rispose, rimase a guardare il grande orologio, aspettando impaziente i
ragazzi di Roma.
Lui era di
Roma. Daniele, era un Romano, non proprio DOC. Un ragazzo gentilissimo,
e simpatico, almeno così era l' anno prima. Non lo conosceva
benissimo, ma a prima vista sembrava un ragazzo adorabile. Ma non era
questo che l' aveva attratta. Non riusciva a ricordare quella cosa che
l' aveva affascinata....
Dopo un altra
mezz ora che sembrò durare sette giorni, finalmente i
ragazzi di Roma, assoeme all accompagnatore arrivarono.
Elena fece un
grande sforzo per non alzarsi sulla sedia, e cercarlo.
Non fu
difficile trovarlo. Era lì. Alto come lo ricordava, i
capelli ora lunghi, gli occhiali da sole graduati. Le mani della
ragazza arrivarono meccanicamente alla bocca, per tenere dentro un
felice grido di goia.
Era davanti a
lei, ma non l' aveva vista.
-Daniele...-
bisbigliò. Naturalmente ilragazzo non la sentì,
oltre tutto era di spalle e ascoltava la musica. Si alzò,
stupendosi di trovare le gambe abbastanza tremanti. Fece qualche passo
e allungò la mano, fino a toccargli il bicipite non troppo
allenato, ma comunque esistente.
-Daniele!-
disse a voce più alta, sorridendo nel suo modo migliore,
mostrando i denti piccoli e regolari. Il ragazzo la guardò,
poi sorrise, compiaciuto. Si tolse le cuffiette, che ricaddero nel
vuoto, attaccate all mp3 che sostava nella tasca dei pantaloni.
-Ciao Elena!!-
niente abbraccio, le diede una semplice pacca sulla spalla. Elena lo
scrutava. Non sembrava cambiato,aveva ancora quell espressione
fanciullesca sulle gote.
- Come va?-
chiese lui. Domanda banale, per allentare la tensione? Elena la sentiva
crescere, come un muro di dura pietra. Ma forse era solo suggestione
del momento... -Abbastanza bene, tu?-
Abbastanza
bene.. ormai lo ripeteva sempre, anche se none ra esattamente
così. La madre si avvicinò -Elena, hai trovato il
tuo amico?- chiese. La ragazza la guardò interdetta..
perchè lo chiedeva se l' aveva già visto?
Annuì, e si voltò verso Daniele.
-Lui
è Daniele... c' era anche l' anno scorso...- disse. Odiava
presentare alla madre i prorpi amici, poichè se ne usciva
sempre con battute sciocche. I due si strinsero la mano. -Allora, io
posso andare.... ciao Tesoro, divertiti!- disse, abbracciandola...
Elena rispose all abbraccio nel solito modo freddo. -Ciao
mà..- . La guardò andarsene,
dopodicchè si voltò. Daniele stava chiedendo all
animatore per che ora era previsto l' arrivo dei ragazzi del Nord.
-Bah, potete
mettervi comodi.. l' aereo ha un grande ritardo, arriveranno oggi
pomeriggio...-
Le ore
passarono lentamente. Si stupì di non avere argomenti di
conversazione con Daniele, dopo un anno. C' era troppo imbarazzo da
parte sua, mentre il ragazzo continuava a sentire la musica. Pranzarono
al fast food della stazione.. poi, verso le 16, finalmente arrivarono
tutti gli altri ragazzi. Daniele ed Elena si alzarono, avanzando verso
l' enorme gruppo di settendrionali.
Sarebbe stato
difficile trovarli, ma non impossibile.
-Li vedi?-
chiese a Daniele, guardando la folla. -Si eccoli!!- indicò
un punto impreciso.
Erano Elisa e
Samuele, che avanzavano. Il sorriso di Elena si allargò
ancora di più. Elisa era esattamente come la ricordava, con
i capelli neri lunghi e ricci, gli occhi vivaci... Samuele era
cresciuto in altezza, si vedeva che aveva compiuto lo sviluppo. Daniele
fu il primo ad avanzare, mentre lei rimase lì, con le mani
davanti alla bocca, troppo felice.
Erano
lì davanti a lei, ed avanzavano. Più cresciuti,
più maturati, ma sempre loro. I suoi amici migliori.. erano
lì, davanti a lei.
Come un anno prima.
E le erano terribilmente mancati
RINGRAZIO di
cuore martozza e hachi92, e tutti quelli che hanno letto senza
commentare! spero di non deludervi con questo capitolo!
Alla prossima!
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Capitolo 3 *** capitolo 2 ***
Questo
capitolo è stato noioso da scrivere... la vera storia
inizierà dal prossimo!
Grazie per i commenti, e ringrazio anche chi ha solo letto!!
Spero di non deludervi con questo capitolo!!!
A voi!
capitolo 2
smistamento
Li
guardava, li scrutava uno alla volta. Erano cresciuti, ma sembravano
esser rimasti gli stessi. Possibile che solo lei era maturata? Fece un
insicuro passo in avanti. Elisa e Samuele si voltarono, ed esibirono
larghi sorrisi.
-Eleeee!!-
gridò Elisa, esuberante come solito, correndole incontro. Si
abbracciarono, e l' odore di vaniglia dei capelli corvini della ragazza
la colpì nuovamente come era successo l' anno prima. -Shampo
alla vaniglia?- chiese staccandosi da quel caloroso abbraccio. Elisa
rise annuendo. -Ciao Elena!- salutò Samuele, dopo averle
raggiunte. Elena l' abbracciò. Si accorse allora si quanto
Samuele fosse cresciuto in altezza e di quanto il suo viso sembrava
più adulto.
Stavano
parlando del più e del meno quando l' animatore
parlò.
-Allora
ragazzi... adesso prenderemo un bus che ci porterà a
Maratea, dove entreremo nel campus. Lì sarete ''smistati''
nei vari gruppi, in base all età... gruppi di massimo 15
persone... non dateci preferenze perchè non le seguiremo!-
Elena
scambiò un veloce e preoccupato sguardo con Elisa. E se non
li avessero smistati nello stesso gruppo? L' anno scorso si erano
trovati insieme ma non si conoscevano... ad ogni modo iniziarono ad
avviarsi verso il bus. Elena non poteva far altro che osservare
Daniele. Ascoltava con un orecchio Samuele, con l' altro
chissà quale canzone. -Che ti ascolti?- chiese,
avvicinandosi. Lui si voltò.
-I
queen... come l' anno scorso!- rispose, sorridendole. Elena
ricambiò. Ricordava bene l' anno prima, quando lo sentivano
canticchiare ''Show must go on'' imitando Mercury, attraverso i
bungalow vicini. Le sembrò di risentire le risate di Elisa,
e lei che iniziava a ridere fino alle lacrime, per poi sgattaiolare
fuori dal bungalow per andare a guardare dal vivo quel novello
cantante.
-Elena...
vieni un attimo!- disse con voce divertita Elisa. Elena si
voltò e la guardò, arretrando, mentre Samuele e
Daniele avanzavano.
-Dimmi..-
-Ma
ti piace ancora?- detto questo allungò una mano, con il
polso ricoperto dai più stravaganti braccialetti, per
indicare Daniele. Elena arrossì. -Ma no! E poi a Potenza ho
un ragazzo...- bonfocchiò. Stranamente l' immagine di
Andrea, che per mesi l' aveva emozionata, adesso sembrava distante,
opaca. Mentre quella di Daniele era più vivida che mai. Si
stava nuovamente prendendo quella cotta?
-Dimmi..
l' hai portato lo shampo alla vaniglia vero?- chiese, per cambiare
discorso. -Ahahah, si certo, e ti ho pure comprato una bottiglietta
più piccola!- disse, facendole l' occhiolino. Elena le
sorrise felice, ringraziandola.
Davanti
a loro c' erano due grandi autobus. Il grande gruppo si divise,
naturlamente Elena, Elisa, Samuele e Daniele capitarono sullo stesso
bus. Si sedettero in fondo, iniziando a parlare, e a scherzare.
-Vi
ricordate il primo giorno l' anno scorso?- chiese Elena, cercando di
non posare lo sguardo su Daniele. Gli altri tre annuirono, perdendosi
nei ricordi.
Era
stato strano. Elena non aveva conosciuto nessuno durante il viaggio,
nè durante la presentazione fatta nel campeggio.
Indifferente
quando l' avevano ''smistata'' nel gruppo, si era avvicinata. Aveva
scrutato tutti incuriosita, soffermandosi su Daniele, per poi
passare agli altri. Non aveva avuto una gran bella impressione
inizialmente... Per Elisa era stato un brutto momento, come aveva in
seguito spiegato. Lei aveva già stretto amicizia con alcuni
ragazzi, e non finendo in grupo con loro, si era unita a loro con gli
occhioni in lacrime. Gli unici ad essere felici erano Samuele e
Daniele, già conosciuti da un anno.
-Credo
che quest anno andrà meglio!- commentò Elisa,
scatenando le risa di Elena. Erano seduti su quattro sedili, di file
opposte. Elena era seduta sul sedile, Elisa accucciata seduta nel
''corridoio''. Samuele seduto di fronte ad Elena, mentre Daniele
continuava ad ascoltare musica, vicino al finestrino.
-Sbaglio
o l' anno scorso non ti isolavi così?- chiese Elena. ''Ma da
dove viene adesso quest' esuberanza?? Sono un idiota!!'' le guance
della ragazza divennero di uno splendido rosso. "idiota idiota idiota''
continuò a ripetersi.
-Non
mi sono isolato, sentivo una canzone..- disse Daniele. Detto
ciò si tolse le cuffiette. Elena lo guardò
rapita, poi scrollò le spalle.
-Lo
so, ma è un anno che non ci vedi... potresti anche unirti a
noi e parlare.- sbottò. Si sentiva strana, irritata.
Ma
perchè? Samuele e Elisa la stavano guardando interdetti,
Daniele inarcò le sopraciglia.
-Credo
sia io a dover scegliere quando parlare..- disse, accennando un
sorrisino. Fu come svegliarsi da una trance. Spalancò gli
occhi. ''Ma che sto facendo?" si alzò. -Scusate vado un
attimo avanti, saluto una vecchia amica...- e avanzò nell
Bus, quasi correndo. Non doveva sfogarsi su di lui. Era
frustata perchè Daniele le piaceva nuovamente, ma non per
questo doveva prendersela con lui!! Si sedette nel primo posto vuoto.
Girandosi si rese conto di essersi seduta accanto ad un ragazzo, che la
guardava interdetto. "Seconda figura di merda. Vai così!"
pensò sarcasticamente, mentre le sue gote prendevano colore,
mostrando l' imbarazzo che sentiva.
-Ehm...
è occupato?- chiese. Un altra affermazione così
idiota e si sarebbe lanciata dal finestrino.
-No
no, stai pure..- disse quello, con tipico accento del nord. Non era
proprio un bel ragazzo. I capelli erano rossi, la pelle non troppo
chiara ma coperta da simpatiche lentiggini. La faccia era simpatica.
-Da dove vieni?- chiese ad Elena.
-Potenza...tu?-
-Potenza?
Io sono per metà Lucano... comunque dalla capitale!- Elena
lo guardò inarcando le sopraciglia. Doveva essersi
trasferito, perchè quello che sentiva non era un accento
Romano.
-Da
Milano, Milano capitale!- disse sorridendo scherzoso. Elena
accennò un sorriso, ancora stranita. Con la coda dell occhio
vide i tre che continuavano a parlare.
-Senti
ti vuoi unire a me e ai miei amici? Siamo in fondo all autobus!- Il
ragazzo si voltò, osservando i tre che ridevano, e
annuì.
-A
comunque io sono Mattia!- disse. Non si erano ancora presentati! -Io
Elena, piacere!- si presentò sorridendogli.
Tornando
in fondo al bus, Elena si potè gustare lo sguardo interdetto
di Daniele, alla vista del ragazzo.
-Lui
è Mattia!- lo presentò la ragazza, sedendosi
accanto ad Elisa. I due ragazzi si presentarono.
-Oh
ma io lo conosco già, abbiamo fatto il viaggio insieme per
Napoli..- disse Elisa. Mattia annuì. -Già, in
aereo eravamo seduti vicini..-
-Vicini
anche al bambino rompipalle!!- aggiunse Elisa.
Il
resto del viaggio lo passarono conoscendosi. Ogni tanto Elena scrutava
Daniele. Era insopportabile essere timida in sua presenza. Era
irritante.
Arrivarono
verso le sette di pomeriggio. Il posto era proprio come lo avevano
lasciato l' anno prima. Sembrava che l' uomo non ci avesse mai messo
piede. Era immerso nella natura. Davanti a loro c' era uno spiazzale,
con un grande capannone stracolmo di sedie. Accanto a questo c' era il
bungalow più grande, ove talvolta si tenevano delle feste.
Poi si vedevano delle stradine di ghiaia, che portavano alle sedi dei
gruppi con i rispettivi bungalow, ai bagni e alla mensa. Il gruppo si
sedette sulle sedie del capannone, quando un animatore
iniziò a parlare.
-Allora,
benvenuti in questa colonia!!! Questa è la sede centrale,
dove ci incontreremo la mattina, per dirvi il programma del giorno!
Accanto c' è il bungalow dove ci saranno organizzate le
varie serate, mentre da quelle stradine si raggiungono i Bungalow. Ora
vi smisteremo nei vari gruppi. Quest anno i gruppi hanno il nome delle
lettere greche, quindi Alfa, Beta, Gamma, Delta.. e così
via..-
-Aw..
fantastico.. non bastavano i mesi scolastici!- sbuffò Elisa.
Elena le sorrise. -fai il classico?-
-Già,
da quest anno...- Elena annuì. Lei era un anno in avanti,
quindi aveva appena concluso il primo anno al pedagogico, scuola che
odiava. -Alora, adesso vi chiameremo, e voi vi alzerete e andrete dall
animatore...-
Elena
strinse automaticamente la mano ad Elisa. Aveva paura... e se non
fossero capitati insieme nel gruppo?
L'
uomo iniziò a chiamarli, uno ad uno. I gruppi nascevano,
crescevano e partivano verso i bungalow... sospiri di sollievo
accompagnavano quei nomi. Per adesso erano ancora tutti fuori da
qualche gruppo. Ricordava bene l' anno prima, e con quanta indifferenza
aveva affrontato quel momento. Aveva squadrato tutti i suoi compagni.
Daniele sempre senza espressione, Elisa con gli occhi gonfi di
lacrime...mentre Samuele era solamente stanco.
-Ora
chiamerò il gruppo Delta..- disse l' animatore, sfogliando
il quaderno. -L' animatore è Vittorio, che è
già lì ad attendervi..- gran parte dei ragazzi si
voltò. Vittorio era un uomo sulla cinquantina, la faccia
seria, gli occhi di un glaciale azzurro.
-Oddio,
è inquietante!- sussurrò Elena, mentre l' amica
annuiva.
-Accetti
Sara...- una ragazza dai lunghi capelli biondi, legati in una coda
bassa, il viso ovale e gli occhi spenti si alzò e
avanzò verso l' animatore. Era dispiaciuta, probabilmente
aveva già trovato delle amicizie. "ti prego, ti prego ti
prego.. fammi finire con i miei amici!!!'' pensò Elena, a
testa china.
-Cini
Daniele..- "NO!" un urlo divampò nella sua mente.
Alzò la testa di scatto, verso il ragazzo, che privo di
espressione si alzava. Vide con la coda dell occhio Samuele e Elisa
rammaricati. "no no no!!!" pensò, tristemente. Proprio lui
no... lo guardò raggiungere la ragazza e Vittorio.
Riabbassò lo sguardo.
-Datteri
Elisa!- Elena sgranò gli occhi. -Eh no, è una
congiura!- sbuffò, preoccupata, guardando Elisa. La ragazza
aveva gli occhi tristi, e la guardava amareggiata. Riusciva a capire il
suo stato d' animo. Era uguale al suo.
-Di
Lascio Federico!- dal fondo si alzò un ragazzo biondo, il
classico fighetto. Elena sentì delle ragazze dietro di lei
ridacchiare. Alzò lo sguardo al cielo ''Ecco le oche!''
dopotutto c'erano sempre, in ogni colonia.
-Fori
Mattia!- il ragazzo dai capelli rossi, conosciuto in bus si
alzò, e abbastanza sollevato raggiunse il gruppo. Elena si
sentiva sempre più amareggiata. Sarebbe finita da sola, lo
sapeva. -Luca Gerani...- un ragazzino dai capelli biondi, la faccia
tondeggiante si alzò e senza una parola, nè un
espressione particolare si unì ai ''Delta''. "Bravo, fa
proprio come Daniele.. diventeranno ottimi amici'' pensò
sarcasticamente. -Levigato Samuele...-
-Eh
no!!!- sbottò, a voce abbastanza alta Elena.
Arrossì di botto, anche se continuava a guardare amareggiata
Samuele. Era anche un pò irritata. Non avrebbe sopportato l'
idea dei suoi amici insieme e lei immersa tra gli sconosciuti.
Sentì la pacca di conforto del ragazzo. -Lo Russo Anna e
Stefania!- si alzarono due ragazze bionde, identiche, con gli occhi
azzurri, e raggiunsero il gruppo.
-Murato
Elisa...- Elena alzò lo sguardo verso la ragazza. Era
altissima. Osservò con divertimento vago Elisa fare una
faccia stufata. L' anno prima aveva trovato un ononima e perfino un
Elisabetta nello stesso gruppo. La ragazza li contò. Erano
in undici. Altri due. Non sarebbe mai stata chiamata....
-Santilli
Elena!- Alzò di scatto la testa, e quasi si prese uno
strappo. ''Mi hanno chiamata???'' sentì un grido di gioia,
da parte di Elisa. Si alzò e quasi volò tra il
gruppo. Abbracciò l' amica. -Oddio ho avuto una paura
folle!!- disse, sorridendo. Elisa annuì. -anche io!!-
Per
ultima si unì Veltin Alessandra, che era una di quelle
ragazze che aveva ridacchiato alla vista di Federico. -Bene ragazzi,
andiamo, vi mostro i bungalow...- disse Vittorio, avviandosi. Dopo un
veloce sguardo i ragazzi decisero di seguirlo.
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