Adventure

di MisteryInTruble
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** prologo ***


Allora... come presentarvi questa storia per me è un mistero.
Naturalmente il tema sono le vacanze... che altro dirvi? E' del tutto inventata, nomi, e descrizioni... i luoghi sono reali però ^^
spero che non vi annoi... e spero che questa speranza non sia vana XD
commentate se volete ^^





prologo


-Elena!!! l' hai messa una felpa pesante??-
Una ragazza dai capelli castani, con la frangetta folta sbuffò. Gli occhi verdi esasperati.
-Si, mà.-
-E gli asciugamani? Ne vuoi qualcun altro?- la donna si riaffacciò. Somigliava alla figlia. Tranne che per i capelli, rosso ramato, e il naso aquilino. La ragazza, inginocchiata accanto ad una valigia di quelle non rigide sbuffò nuovamente. -No.- rispose secca.
La madre se ne andò, lasciandola sola immersa nel silenzio della stanza. Elena si alzò, e avanzò verso il balcone che aveva in camera. Era stata felicissima di ottenerlo quando si erano trasferiti lì, tanti anni prima. E lo era ancora. Il balcone era un luogo di perdizione, dove riflettere, ascoltare musica e talvolta di nascosto, fumarsi una buona sigaretta. E guardando il fumo che si innalzava da quel piccolo tubicino di piacere, desiderava molte volte di poter volare anche lei via, via da quel mondo che l' aveva stufata, in soli sedici anni.
Sospinse lievemente la finestra, ed uscì. Si sedette, spalle contro il muro, osservando i palazzi che sostavano goffi davanti al suo.
Odiava quella città. Odiava abitare al Sud, lontana dal mondo.
Quel giorno nella sua mente si accavallavano mille domande. L' indomani li avrebbe rivisti. I suoi amici delle vacanze, incontrati l' anno prima, in quelle maledette colonie che aveva sempre odiato. Non era mai riuscita a trovarsi bene, ad ambientarsi, fino alla anno prima, quando aveva conosciuto tre persone stupende.
Ma aveva paura che fossero cambiate, aveva paura che lei fosse cambiata troppo. Dopotutto era maturata molto quell anno, ma era anche più cinica e chiusa. L' anno prima era simpatica e spensierata.... E la domanda che tamburellava costantemente con fastidio era quella più banale: e se mi troveranno odiosa?
Scrollò le spalle, tentando di pensare ad altro. Il pensiero vagò ad Andrea, suo ragazzo, con il quale non si sentiva più tanto spesso. Si era ripromessa di parlargli, tornata dalle vacanze. Lei lo amava, eppure sentiva che qualcosa non andava bene tra loro.
Rientrò nella cameretta, e andò all armadio. Aprì l' anta. L' armadio era stato svuotato, gran parte dei suoi abiti era piegato e sigillato nella valigia, pronto a passare due settimane in campeggio.
Si guardò allo specchio. Il riflesso rivelò una ragazza non troppo alta, con leggero sovrappeso, non di troppi chili. Un volto molto grazioso, contornato da folti capelli castani lisci e lunghi, occhi grandi dal bel taglio, di un verde misto al grigio, le labbra vermiglie sottili, e il naso e gli zigomi contornati da piccole e graziose lentiggini, che lei tanto odiava.
Chiuse l' anta sbuffando. Era cambiata anche fisicamente. L' anno prima portava un orribile caschetto, aveva chili in più e aveva una seconda. Quell' anno il seno le si era gonfiato arrivando a sfiorare addirittura la quarta. Non sapeva come mai così in ritardo aveva finito lo sviluppo ma di certo le andava meglio così.
Si voltò e andò alla scrivania di legno nero. Il computer nuovo della Apple regnava sovrano. Regalo dovuto alla sudata media dell otto con la quale aveva lasciato il quinto ginnasio. Lo accese, e andò nella cartella delle immagini. Lì, inutilizzate da circa un annetto c' erano le loro foto.
Quelle foto che le avevano dato troppa nostalgia. Le guardò. Una foto in particolare, quella a cui teneva di più. Eccola, sorridente e spensierata, abbracciata ad un altra ragazza, dai capelli neri ricci, lunghi e legati, due grandi occhi nocciola, felici. Elisa. La sua amica Elisa. Le labbra si dischiusero in un debole sorriso. Era straordinario sorridere guardando quel volto così pieno di vita. A destra si trovava Samuele, dritto, spalle in dietro e petto in fuori, come il militare che sognava di diventare, i capelli cortissimi biondi quasi rasati, e gli occhiali graduati che coprivano due bellissimi occhi azzurro mare. I lineamenti erano dolci, un viso molto carino. A sinistra c' era Daniele. Lo guardò meglio, meravigliandosi. L' anno prima si era presa una cotta, difficile da smaltire per il ragazzo. E ora lo guardava, non ricordando come mai le era piaciuto. Dopotutto non era affatto carino. Lineamenti non armoniosi, capelli corti neri, occhi nocciola coperti dagli occhiali da sole, naso troppo grande e bocca troppo carnosa. No. Non era bello, eppure qualcosa in lui l' aveva affascinata, e aveva passato due settimane in compagnia di quella fastidiosa cotta segreta, che era rimasta tale solo per lui. Dopotutto l' aveva scoperta anche gli altri due.
Li guardò. Il giorno dopo li avrebbe rivisti, e ciò la disarmava. Non si sentiva abbastanza pronta.
Aveva paura, e odiava aver paura.
-Oh, al diavolo!!- afferrò l' mp3 e andò sul balcone, per sentire nelle orecchie a volume elevato ''people are strange'' dei Doors.

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Capitolo 2
*** capitolo 1 ***


Questo nuovo capitolo è precisamente l' inizio della vacanza.
Si ritrovano tutti, cambiati e maturati.. spero vi piaccia!


capitolo 1
tutti qui, davanti a te.

-Sveglia!-
la voce squillante della madre riempì quella dannata stanza. Sentì i passi pesanti, delle tallonate date al parqet che si avvicinavano alla finestra. Il cigolio delle ante che si aprivano, il cupo rumore della serranda che veniva alzata dal pulsantino automatico. La fastidiosa luce dell alba che la colpiva sugli occhi. E poi di nuovo quelle odiose tallonate verso di lei.
-'Hono s_eglia..- bonfocchiò la ragazza, rigirandosi, già innervosita da quel risveglio. La madre abbandonò la stanza, lasciandola in pace. Elena si alzò, aprendo un solo occhio, stropicciandosi con insistenza l' altro. Le lenzuola erano a terra, il cuscino era scivolato ai suoi piedi. Le era ancora ignoto il motivo per cui si agitava così tanto di notte. Mise i piedi scalzi a terra e andò alla finestra. Era davvero l' alba. Odiava le levataccie. Il sole faceva capolino tra le montagne, il cielo era ancora nuvoloso. 'Fantastico. Do quello che voglio che arriviamo e piove a dirotto'.
L' incontro era a Napoli, alla stazione. E dopo sarebbero dovuti andare a Maratea, dove si teneva il campeggio. Il che significava fare uno stupido tragitto da Potenza-Napoli per poi tornare indietro. Sua madre avrebbe voluto accompagnarla direttamente a Matera, ma lei l' aveva pregata. Ed era riuscita a convincerla.
Non le andava di aspettare già sul posto tutti arrivare. Voleva abbracciarli all' aereoporto.
-Elena!-
-Vengo!!!- sbottò stufa. Avanzò verso la porta, gettando un occhio alla valigia. Uscì dalla stanza, passando davanti allo specchio appeso al muro. Il volto assonnato, e i capelli scombussolati dalla nottata. Avanzò verso la cucina, dove la aspettava una tiepida tazza di latte, colorato dal dolce cioccolato in polvere, senza il quale non poteva sopportare il latte. La madre stava sorseggiando il caffè. Quanto odiava quel risucchio che emetteva!!!
-Buongiorno!- salutò solare la donna. Elena rispose con un mugugno. Non aveva voglia di parlare in generale, figuratevi la mattina.
-Hai messo tutto nella valigia?- Elena annuì, stanca delle sciocche domande. La madre era diventata fin troppo appiccicosa da quando erano rimaste sole. Quell anno avevano ottenuto il divorzio. Suo fratello maggiore poi, era fin troppo maggiore per stare a casa. Viveva a Bologna con la sua ragazza, mentre frequentava giurisprudenza.
Finita la colazione andò in camera per prendere i vestiti che avrebbe indossato per il viaggio. Dei pantaloncini di jeans a pinocchietto, tagliati dalla nonna, una maglietta nera, e le amate converse distrutte dal notevole uso. Entrò in bagno, chiudendo a chiave la porta. Sentì abbaiare Ulisse dal salone, doveva essersi svegliato.
Elena iniziò a guardare il proprio stanco riflesso allo specchio. Andò verso il lettore CD che aveva trasferito sopra la cassettiera e premette 'play'. Il Cd iniziò a girare, e poco dopo per il bagno dilagò la vocina di Bill dei Tokio Hotel. Non che impazzisse per quei quattro ragazzi... anzi, li iniziava a detestare. Ma una e una sola canzone le piaceva, come le piaceva il testo. Non conosceva neppure il titolo, eppure la melodia le piaciucchiava. Lei ascoltava di tutto, bastava che avesse un senso.
Entrò nella doccia e girò la levetta sull acqua fredda. La doccia fredda la mattina la svegliava, dandole la carica necessaria. E quella mattina alle 6 e mezza del mattino, necessitava di tanta carica. Anche perchè era sempre più agitata.
Li avrebbe rivisti. Cazzo. Li avrebbe rivistio di lì a qualche ora.
Si vestì, ormai del tutto agitata, e uscì. Si legò i capelli con un elastico.
-Sei pronta?- chiese la madre, già sull uscio. -Un attimo...- andò in camera sua, prese in braccialetto che tempo prima Andrea le aveva regalato, e prese l' i-pod.
La musica di Bon Jovi le entrò nel cervello.
"It's my life...."
Afferrò la valigia. Era davvero pesante, tutta colpa della madre, che tendeva sempre a riempire le borse. Avanzò, barcollando. Salutò il bassotto che già la guardava teneramente, come per chiederle dove stava andando. E mentre la musica continuava, lei avanzava, fino ad uscire, chiudendo la porta alle sue spalle.
-Dov' è la macchina?-
-Proprio qui davanti...- disse la madre, avanzando verso il portone. Elena si voltò l' ultima volta a guardare la porta, senza rimpianto, poi se ne andò, senza voltarsi.
Odiava gli addii... aveva odiato salutarli l' anno prima. Aveva preso il bus da sola, per andare a Napoli, e lì, senza di loro aveva iniziato a piangere. Come una sciocca ragazzina, aveva pianto anche alla vista dei genitori. Non si era trattenuta... era per quello che non voleva tornare in vacanza... non voleva star male di nuovo...
Eppure ora erano in macchina, e stavano andando a Napoli. Elena chiuse gli occhi, mentre la musica cambiava, e somewhere over the rainbow prendeva il posto di bon Jovi. Poco dopo, la ragazza sprofondò in uno strano sogno, dove c' erano loro, ma era tutto troppo confuso.
Si sveglio che erano arrivare. -Ma quanto ho dormito?- bonfocchiò, passandosi una mano sul volto, per poi massaggiarsi il collo. Un altra domanda utile era: come diavolo aveva dormito?? Le faceva malissimo il collo! -Tu dormi tantissimo in macchina... io non riuscivo mai a chiudere occhio da piccola....- Elena le sorrise, un sorriso un pò stiracchiato. Le piaceva quando la madre faceva la persona seria. Scesero dalla macchina, e la ragazza prese il bagaglio. Guardò l' orologio. Erano le otto e mezza. Non erano in ritardo, fortunatamente! Il treno da Roma doveva arrivare per le 10... prima arebbero arrivatio i Siciliani, Calabresi, Pugliesi e Campani.. insomma il Sud.
Non fu difficile trovare il luogo di ritrovo. L' animatore era già lì. Edoardo, non sembrava troppo vecchio.
-Buongiorno... lei è?- chiese, voce gentile. Elena lo guardò diffidente. Sarebbe stato uno degli animatori di quella vacanza.. meglio conoscerlo già da subito...
-Elena Santilli. Da Potenza...- disse con voce afona Elena. Detto ciò si andò a sedere, alzando la musica dell mp3. Sua madre e l' animatore parlavano. Non le interessava di cosa.. lei voleva solo che arrivasse quel momento. Ma avrebbe dovuto aspettare molto.
I primi ad arrivare furono naturalmente i ragazzi di Napoli, seguiti da puglia, poi Calabria e Sicilia.
Per le nove erano già in trentasei.
Elena non aveva aperto bocca. -Ele, perchè non fai amicizia con qualcuno?- le chiese la madre, avvicinandosi speranzosa.
-Io gli amici ce li ho.-
-Ma non puoi passare tutta la vacanza con solo tre amici! Sarete in 110!!- Elena non rispose, rimase a guardare il grande orologio, aspettando impaziente i ragazzi di Roma.
Lui era di Roma. Daniele, era un Romano, non proprio DOC. Un ragazzo gentilissimo, e simpatico, almeno così era l' anno prima. Non lo conosceva benissimo, ma a prima vista sembrava un ragazzo adorabile. Ma non era questo che l' aveva attratta. Non riusciva a ricordare quella cosa che l' aveva affascinata....
Dopo un altra mezz ora che sembrò durare sette giorni, finalmente i ragazzi di Roma, assoeme all accompagnatore arrivarono.
Elena fece un grande sforzo per non alzarsi sulla sedia, e cercarlo.
Non fu difficile trovarlo. Era lì. Alto come lo ricordava, i capelli ora lunghi, gli occhiali da sole graduati. Le mani della ragazza arrivarono meccanicamente alla bocca, per tenere dentro un felice grido di goia.
Era davanti a lei, ma non l' aveva vista.
-Daniele...- bisbigliò. Naturalmente ilragazzo non la sentì, oltre tutto era di spalle e ascoltava la musica. Si alzò, stupendosi di trovare le gambe abbastanza tremanti. Fece qualche passo e allungò la mano, fino a toccargli il bicipite non troppo allenato, ma comunque esistente.
-Daniele!- disse a voce più alta, sorridendo nel suo modo migliore, mostrando i denti piccoli e regolari. Il ragazzo la guardò, poi sorrise, compiaciuto. Si tolse le cuffiette, che ricaddero nel vuoto, attaccate all mp3 che sostava nella tasca dei pantaloni.
-Ciao Elena!!- niente abbraccio, le diede una semplice pacca sulla spalla. Elena lo scrutava. Non sembrava cambiato,aveva ancora quell espressione fanciullesca sulle gote.
- Come va?- chiese lui. Domanda banale, per allentare la tensione? Elena la sentiva crescere, come un muro di dura pietra. Ma forse era solo suggestione del momento... -Abbastanza bene, tu?-
Abbastanza bene.. ormai lo ripeteva sempre, anche se none ra esattamente così. La madre si avvicinò -Elena, hai trovato il tuo amico?- chiese. La ragazza la guardò interdetta.. perchè lo chiedeva se l' aveva già visto? Annuì, e si voltò verso Daniele.
-Lui è Daniele... c' era anche l' anno scorso...- disse. Odiava presentare alla madre i prorpi amici, poichè se ne usciva sempre con battute sciocche. I due si strinsero la mano. -Allora, io posso andare.... ciao Tesoro, divertiti!- disse, abbracciandola... Elena rispose all abbraccio nel solito modo freddo. -Ciao mà..- . La guardò andarsene, dopodicchè si voltò. Daniele stava chiedendo all animatore per che ora era previsto l' arrivo dei ragazzi del Nord.
-Bah, potete mettervi comodi.. l' aereo ha un grande ritardo, arriveranno oggi pomeriggio...-
Le ore passarono lentamente. Si stupì di non avere argomenti di conversazione con Daniele, dopo un anno. C' era troppo imbarazzo da parte sua, mentre il ragazzo continuava a sentire la musica. Pranzarono al fast food della stazione.. poi, verso le 16, finalmente arrivarono tutti gli altri ragazzi. Daniele ed Elena si alzarono, avanzando verso l' enorme gruppo di settendrionali.
Sarebbe stato difficile trovarli, ma non impossibile.
-Li vedi?- chiese a Daniele, guardando la folla. -Si eccoli!!- indicò un punto impreciso.
Erano Elisa e Samuele, che avanzavano. Il sorriso di Elena si allargò ancora di più. Elisa era esattamente come la ricordava, con i capelli neri lunghi e ricci, gli occhi vivaci... Samuele era cresciuto in altezza, si vedeva che aveva compiuto lo sviluppo. Daniele fu il primo ad avanzare, mentre lei rimase lì, con le mani davanti alla bocca, troppo felice.
Erano lì davanti a lei, ed avanzavano. Più cresciuti, più maturati, ma sempre loro. I suoi amici migliori.. erano lì, davanti a lei.
Come un anno prima.
 E le erano terribilmente mancati



RINGRAZIO di cuore martozza e hachi92, e tutti quelli che hanno letto senza commentare! spero di non deludervi con questo capitolo!
Alla prossima!

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Capitolo 3
*** capitolo 2 ***


Questo capitolo è stato noioso da scrivere... la vera storia inizierà dal prossimo!
Grazie per i commenti, e ringrazio anche chi ha solo letto!!
Spero di non deludervi con questo capitolo!!!
A voi!

capitolo 2

smistamento

Li guardava, li scrutava uno alla volta. Erano cresciuti, ma sembravano esser rimasti gli stessi. Possibile che solo lei era maturata? Fece un insicuro passo in avanti. Elisa e Samuele si voltarono, ed esibirono larghi sorrisi.
-Eleeee!!- gridò Elisa, esuberante come solito, correndole incontro. Si abbracciarono, e l' odore di vaniglia dei capelli corvini della ragazza la colpì nuovamente come era successo l' anno prima. -Shampo alla vaniglia?- chiese staccandosi da quel caloroso abbraccio. Elisa rise annuendo. -Ciao Elena!- salutò Samuele, dopo averle raggiunte. Elena l' abbracciò. Si accorse allora si quanto Samuele fosse cresciuto in altezza e di quanto il suo viso sembrava più adulto.
Stavano parlando del più e del meno quando l' animatore parlò.
-Allora ragazzi... adesso prenderemo un bus che ci porterà a Maratea, dove entreremo nel campus. Lì sarete ''smistati'' nei vari gruppi, in base all età... gruppi di massimo 15 persone... non dateci preferenze perchè non le seguiremo!-
Elena scambiò un veloce e preoccupato sguardo con Elisa. E se non li avessero smistati nello stesso gruppo? L' anno scorso si erano trovati insieme ma non si conoscevano... ad ogni modo iniziarono ad avviarsi verso il bus. Elena non poteva far altro che osservare Daniele. Ascoltava con un orecchio Samuele, con l' altro chissà quale canzone. -Che ti ascolti?- chiese, avvicinandosi. Lui si voltò.
-I queen... come l' anno scorso!- rispose, sorridendole. Elena ricambiò. Ricordava bene l' anno prima, quando lo sentivano canticchiare ''Show must go on'' imitando Mercury, attraverso i bungalow vicini. Le sembrò di risentire le risate di Elisa, e lei che iniziava a ridere fino alle lacrime, per poi sgattaiolare fuori dal bungalow per andare a guardare dal vivo quel novello cantante.
-Elena... vieni un attimo!- disse con voce divertita Elisa. Elena si voltò e la guardò, arretrando, mentre Samuele e Daniele avanzavano.
-Dimmi..-
-Ma ti piace ancora?- detto questo allungò una mano, con il polso ricoperto dai più stravaganti braccialetti, per indicare Daniele. Elena arrossì. -Ma no! E poi a Potenza ho un ragazzo...- bonfocchiò. Stranamente l' immagine di Andrea, che per mesi l' aveva emozionata, adesso sembrava distante, opaca. Mentre quella di Daniele era più vivida che mai. Si stava nuovamente prendendo quella cotta?
-Dimmi.. l' hai portato lo shampo alla vaniglia vero?- chiese, per cambiare discorso. -Ahahah, si certo, e ti ho pure comprato una bottiglietta più piccola!- disse, facendole l' occhiolino. Elena le sorrise felice, ringraziandola.
Davanti a loro c' erano due grandi autobus. Il grande gruppo si divise, naturlamente Elena, Elisa, Samuele e Daniele capitarono sullo stesso bus. Si sedettero in fondo, iniziando a parlare, e a scherzare.
-Vi ricordate il primo giorno l' anno scorso?- chiese Elena, cercando di non posare lo sguardo su Daniele. Gli altri tre annuirono, perdendosi nei ricordi.
Era stato strano. Elena non aveva conosciuto nessuno durante il viaggio, nè durante la presentazione fatta nel campeggio.
Indifferente quando l' avevano ''smistata'' nel gruppo, si era avvicinata. Aveva scrutato tutti incuriosita, soffermandosi su Daniele, per poi  passare agli altri. Non aveva avuto una gran bella impressione inizialmente... Per Elisa era stato un brutto momento, come aveva in seguito spiegato. Lei aveva già stretto amicizia con alcuni ragazzi, e non finendo in grupo con loro, si era unita a loro con gli occhioni in lacrime. Gli unici ad essere felici erano Samuele e Daniele, già conosciuti da un anno.
-Credo che quest anno andrà meglio!- commentò Elisa, scatenando le risa di Elena. Erano seduti su quattro sedili, di file opposte. Elena era seduta sul sedile, Elisa accucciata seduta nel ''corridoio''. Samuele seduto di fronte ad Elena, mentre Daniele continuava ad ascoltare musica, vicino al finestrino.
-Sbaglio o l' anno scorso non ti isolavi così?- chiese Elena. ''Ma da dove viene adesso quest' esuberanza?? Sono un idiota!!'' le guance della ragazza divennero di uno splendido rosso. "idiota idiota idiota'' continuò a ripetersi.
-Non mi sono isolato, sentivo una canzone..- disse Daniele. Detto ciò si tolse le cuffiette. Elena lo guardò rapita, poi scrollò le spalle.
-Lo so, ma è un anno che non ci vedi... potresti anche unirti a noi e parlare.- sbottò. Si sentiva strana, irritata.
Ma perchè? Samuele e Elisa la stavano guardando interdetti, Daniele inarcò le sopraciglia.
-Credo sia io a dover scegliere quando parlare..- disse, accennando un sorrisino. Fu come svegliarsi da una trance. Spalancò gli occhi. ''Ma che sto facendo?" si alzò. -Scusate vado un attimo avanti, saluto una vecchia amica...- e avanzò nell Bus, quasi correndo.  Non doveva sfogarsi su di lui. Era frustata perchè Daniele le piaceva nuovamente, ma non per questo doveva prendersela con lui!! Si sedette nel primo posto vuoto. Girandosi si rese conto di essersi seduta accanto ad un ragazzo, che la guardava interdetto. "Seconda figura di merda. Vai così!" pensò sarcasticamente, mentre le sue gote prendevano colore, mostrando l' imbarazzo che sentiva.
-Ehm... è occupato?- chiese. Un altra affermazione così idiota e si sarebbe lanciata dal finestrino.
-No no, stai pure..- disse quello, con tipico accento del nord. Non era proprio un bel ragazzo. I capelli erano rossi, la pelle non troppo chiara ma coperta da simpatiche lentiggini. La faccia era simpatica. -Da dove vieni?- chiese ad Elena.
-Potenza...tu?-
-Potenza? Io sono per metà Lucano... comunque dalla capitale!- Elena lo guardò inarcando le sopraciglia. Doveva essersi trasferito, perchè quello che sentiva non era un accento Romano.
-Da Milano, Milano capitale!- disse sorridendo scherzoso. Elena accennò un sorriso, ancora stranita. Con la coda dell occhio vide i tre che continuavano a parlare.
-Senti ti vuoi unire a me e ai miei amici? Siamo in fondo all autobus!- Il ragazzo si voltò, osservando i tre che ridevano, e annuì.
-A comunque io sono Mattia!- disse. Non si erano ancora presentati! -Io Elena, piacere!- si presentò sorridendogli.
Tornando in fondo al bus, Elena si potè gustare lo sguardo interdetto di Daniele, alla vista del ragazzo.
-Lui è Mattia!- lo presentò la ragazza, sedendosi accanto ad Elisa. I due ragazzi si presentarono.
-Oh ma io lo conosco già, abbiamo fatto il viaggio insieme per Napoli..- disse Elisa. Mattia annuì. -Già, in aereo eravamo seduti vicini..-
-Vicini anche al bambino rompipalle!!- aggiunse Elisa.
Il resto del viaggio lo passarono conoscendosi. Ogni tanto Elena scrutava Daniele. Era insopportabile essere timida in sua presenza. Era irritante.
Arrivarono verso le sette di pomeriggio. Il posto era proprio come lo avevano lasciato l' anno prima. Sembrava che l' uomo non ci avesse mai messo piede. Era immerso nella natura. Davanti a loro c' era uno spiazzale, con un grande capannone stracolmo di sedie. Accanto a questo c' era il bungalow più grande, ove talvolta si tenevano delle feste. Poi si vedevano delle stradine di ghiaia, che portavano alle sedi dei gruppi con i rispettivi bungalow, ai bagni e alla mensa. Il gruppo si sedette sulle sedie del capannone, quando un animatore iniziò a parlare.
-Allora, benvenuti in questa colonia!!! Questa è la sede centrale, dove ci incontreremo la mattina, per dirvi il programma del giorno! Accanto c' è il bungalow dove ci saranno organizzate le varie serate, mentre da quelle stradine si raggiungono i Bungalow. Ora vi smisteremo nei vari gruppi. Quest anno i gruppi hanno il nome delle lettere greche, quindi Alfa, Beta, Gamma, Delta.. e così via..-
-Aw.. fantastico.. non bastavano i mesi scolastici!- sbuffò Elisa. Elena le sorrise. -fai il classico?-
-Già, da quest anno...- Elena annuì. Lei era un anno in avanti, quindi aveva appena concluso il primo anno al pedagogico, scuola che odiava. -Alora, adesso vi chiameremo, e voi vi alzerete e andrete dall animatore...-
Elena strinse automaticamente la mano ad Elisa. Aveva paura... e se non fossero capitati insieme nel gruppo?
L' uomo iniziò a chiamarli, uno ad uno. I gruppi nascevano, crescevano e partivano verso i bungalow... sospiri di sollievo accompagnavano quei nomi. Per adesso erano ancora tutti fuori da qualche gruppo. Ricordava bene l' anno prima, e con quanta indifferenza aveva affrontato quel momento. Aveva squadrato tutti i suoi compagni. Daniele sempre senza espressione, Elisa con gli occhi gonfi di lacrime...mentre Samuele era solamente stanco.
-Ora chiamerò il gruppo Delta..- disse l' animatore, sfogliando il quaderno. -L' animatore è Vittorio, che è già lì ad attendervi..- gran parte dei ragazzi si voltò. Vittorio era un uomo sulla cinquantina, la faccia seria, gli occhi di un glaciale azzurro.
-Oddio, è inquietante!- sussurrò Elena, mentre l' amica annuiva.
-Accetti Sara...- una ragazza dai lunghi capelli biondi, legati in una coda bassa, il viso ovale e gli occhi spenti si alzò e avanzò verso l' animatore. Era dispiaciuta, probabilmente aveva già trovato delle amicizie. "ti prego, ti prego ti prego.. fammi finire con i miei amici!!!'' pensò Elena, a testa china.
-Cini Daniele..- "NO!" un urlo divampò nella sua mente. Alzò la testa di scatto, verso il ragazzo, che privo di espressione si alzava. Vide con la coda dell occhio Samuele e Elisa rammaricati. "no no no!!!" pensò, tristemente. Proprio lui no... lo guardò raggiungere la ragazza e Vittorio. Riabbassò lo sguardo.
-Datteri Elisa!- Elena sgranò gli occhi. -Eh no, è una congiura!- sbuffò, preoccupata, guardando Elisa. La ragazza aveva gli occhi tristi, e la guardava amareggiata. Riusciva a capire il suo stato d' animo. Era uguale al suo.
-Di Lascio Federico!- dal fondo si alzò un ragazzo biondo, il classico fighetto. Elena sentì delle ragazze dietro di lei ridacchiare. Alzò lo sguardo al cielo ''Ecco le oche!'' dopotutto c'erano sempre, in ogni colonia.
-Fori Mattia!- il ragazzo dai capelli rossi, conosciuto in bus si alzò, e abbastanza sollevato raggiunse il gruppo. Elena si sentiva sempre più amareggiata. Sarebbe finita da sola, lo sapeva. -Luca Gerani...- un ragazzino dai capelli biondi, la faccia tondeggiante si alzò e senza una parola, nè un espressione particolare si unì ai ''Delta''. "Bravo, fa proprio come Daniele.. diventeranno ottimi amici'' pensò sarcasticamente. -Levigato Samuele...-
-Eh no!!!- sbottò, a voce abbastanza alta Elena. Arrossì di botto, anche se continuava a guardare amareggiata Samuele. Era anche un pò irritata. Non avrebbe sopportato l' idea dei suoi amici insieme e lei immersa tra gli sconosciuti. Sentì la pacca di conforto del ragazzo. -Lo Russo Anna e Stefania!- si alzarono due ragazze bionde, identiche, con gli occhi azzurri, e raggiunsero il gruppo.
-Murato Elisa...- Elena alzò lo sguardo verso la ragazza. Era altissima. Osservò con divertimento vago Elisa fare una faccia stufata. L' anno prima aveva trovato un ononima e perfino un Elisabetta nello stesso gruppo. La ragazza li contò. Erano in undici. Altri due. Non sarebbe mai stata chiamata....
-Santilli Elena!- Alzò di scatto la testa, e quasi si prese uno strappo. ''Mi hanno chiamata???'' sentì un grido di gioia, da parte di Elisa. Si alzò e quasi volò tra il gruppo. Abbracciò l' amica. -Oddio ho avuto una paura folle!!- disse, sorridendo. Elisa annuì. -anche io!!-
Per ultima si unì Veltin Alessandra, che era una di quelle ragazze che aveva ridacchiato alla vista di Federico. -Bene ragazzi, andiamo, vi mostro i bungalow...- disse Vittorio, avviandosi. Dopo un veloce sguardo i ragazzi decisero di seguirlo.




 



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