La leggenda dei sette

di Arvati77
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il temporale ***
Capitolo 2: *** Il deposito ***
Capitolo 3: *** Le fiamme dell'Inferno ***
Capitolo 4: *** Dubbi, paure e... premonizioni ***
Capitolo 5: *** Gabriel ***
Capitolo 6: *** ...Destino... ***
Capitolo 7: *** Il sacrificio ***
Capitolo 8: *** Ritorni e nuovi arrivi ***
Capitolo 9: *** La seconda chiave ***
Capitolo 10: *** Sospetti ***
Capitolo 11: *** Una vecchia conoscenza ***
Capitolo 12: *** Scelte ***
Capitolo 13: *** Faccia a faccia ***
Capitolo 14: *** L'ultimo Peccato ***
Capitolo 15: *** La città posseduta ***
Capitolo 16: *** La battaglia di Anna ***
Capitolo 17: *** Un aiuto inatteso ***
Capitolo 18: *** Prologo ***
Capitolo 19: *** Arcangeli e angeli caduti ***
Capitolo 20: *** Incontri ***
Capitolo 21: *** Michele ***
Capitolo 22: *** Uno spiraglio nell'anima ***
Capitolo 23: *** Emozioni e speranze ***
Capitolo 24: *** Rivelazioni ***
Capitolo 25: *** Cuori in subbuglio ***
Capitolo 26: *** L'inspiegabile gioco dei sentimenti ***
Capitolo 27: *** Le ragioni del cuore ***
Capitolo 28: *** Il matrimonio ***
Capitolo 29: *** L'ultimo arcangelo ***
Capitolo 30: *** ...non è la fine... ***
Capitolo 31: *** L'Apocalisse ***
Capitolo 32: *** Le infinite strade del destino ***
Capitolo 33: *** Segreti svelati, segreti taciuti ***
Capitolo 34: *** Il primo Sigillo ***
Capitolo 35: *** Il peso del mondo ***
Capitolo 36: *** Con il cuore, con l'anima ***
Capitolo 37: *** Le lacrime di un angelo ***
Capitolo 38: *** Attacco a sorpresa ***
Capitolo 39: *** ...dopo mezzanotte i demoni mi guardano... ***
Capitolo 40: *** Il quinto sigillo ***
Capitolo 41: *** I quattro Cavalieri dell'Apocalisse ***
Capitolo 42: *** Insieme ***



Capitolo 1
*** Il temporale ***


PARTE I . LE SETTE VIRTU’


CAPITOLO I. IL TEMPORALE

"Caro diario,
ho appena finito di parlare con Anna, e devo assolutamente scrivere quello che ha combinato. Per me è del tutto impazzita! Non avrei mai immaginato che sarebbe arrivata a tanto! Io lo so che è innamorata persa da ben due anni di un suo compagno di classe, Sebastiano, che da un po' di tempo si è unito alla nostra compagnia... Anna è sicura di non interessargli, l'ha sempre saputo, perciò non gli ha mai rivelato apertamente i suoi sentimenti... Però, oggi pomeriggio, prima di telefonare a me, ha chiamato proprio Sebastiano, e... mi sento male solo a pensarci!!! In conclusione gli ha detto, alla sua maniera, quello che prova, e adesso ovviamente si vergogna perfino a presentarsi a scuola domani! Comunque, non è tipo da preoccuparsi per una cosa del genere e sfacciata com'è non avrà problemi a riallacciare i rapporti con Sebastiano, magari fra un po' di tempo però... quando si tratta di quel ragazzo, la mia amica si scioglie e, come raramente avviene, le mancano le parole (cosa che purtroppo non è accaduta oggi mentre gli parlava al telefono!!!). Mi spiace non essere a scuola con lei per vedere cosa succederà domattina, ma tanto so che me lo racconterà, o lo farà qualcuno dei nostri amici, che sono tutti in classe con lei.".
L'agile pennino scivola sul foglio colorato e traccia una scia nera che elegantemente si incurva disegnando parole dettate dalla vivace mente di una ragazza, desiderosa di rendere sulla carta immortali i suoi ricordi. L'affusolata mano guida la penna stilografica, aiutante instancabile ed indispensabile per riempire le pagine di un diario prezioso, custode da anni di mille pensieri. Rileggendo le poche righe appena scritte, Manuela sorride e ripensa a tutti i guai in cui, spesso involontariamente, si è cacciata la sua amica Anna. Poi, richiuso il diario, si allontana dalla scrivania e si dirige verso lo specchio in corridoio, trovandosi di fronte l'immagine di una normalissima diciottenne, già al quarto anno del liceo artistico, capelli castani che scivolano con sinuose onde sulle strette spalle, labbra sottili, occhi color ambra... ma non questo in realtà Manuela vede: quella riflessa nello specchio è semplicemente una ragazza insicura, fragile, introversa, che teme di affrontare il mondo ancora per lei ignoto. Invece, Anna, lei sì ha coraggio e grinta da vendere, è vivace, estroversa, allegra, non fugge dai problemi ma li affronta a viso aperto, quasi amasse scontrarsi con essi per mettersi alla prova, ed il suo aspetto fisico ben ne rispecchia il carattere: viso dai tratti ancora fanciulleschi circondato da un simpatico caschetto ramato, più corto dietro, con una sottile frangia ed un ciuffo scalato da una parte, labbra carnose, guance rosa, grandi occhi azzurri guizzanti e vivi, spalancati sul mondo alla perenne ricerca di qualcosa. Eppure, anche un ragazza in apparenza tanto sicura ed intraprendente a volte crolla e si abbatte, ed in tali momenti Manuela la sente più vicina, lieta di poter ogni tanto essere lei a dare consigli e supporto, e non solo a chiederne!
Improvvisamente la giovane è distratta da una voce: sua madre la sta chiamando. In fretta e furia Manuela prende il diario e lo ripone nel cassetto del comodino, accanto al letto. Dopodiché, raggiunge i genitori in cucina, come al solito, per aiutare a preparare la cena.
Nel frattempo, in un'altra casa, in un altro appartamento, un telefono squilla. Ad alzare la cornetta è Kirk, un giovane alto, dai capelli biondi leggermente lunghi, perfettamente pettinati, con qualche ciuffo che scivola sulla spaziosa fronte e sfiora i grandi occhi color verde acqua. Kirk è il miglior amico di Sebastiano e con lui frequenta la quarta classe del liceo scientifico, pur essendo di un anno più grande: prima del liceo infatti ha frequentato un anno di ragioneria, rinunciando poi per le troppe ore e le materie che poco gli interessavano. Proprio Sebastiano ha chiamato il fidato compagno per raccontargli dell'inaspettata telefonata di Anna. Kirk, da tempo a conoscenza dei sentimenti della ragazza, che con lui spesso si confida, è indubbiamente sconcertato ed inizialmente, pensando si tratti solo di uno scherzo, suggerisce all'amico di non raccontare sciocchezze. Alla fine però, costretto a credere all'inaspettata notizia, non sa se ridere o piangere e l'unica cosa di cui è convinto è che Anna abbia raggiunto il culmine della follia. Tuttavia, nel tentativo di dare un aiuto alla strampalata amica, domanda a Sebastiano cosa provi ora per lei, ricevendo purtroppo la risposta che già si aspettava:
"Non è cambiato niente, a me non interessa... e poi la cosa non mi ha sorpreso un gran che, già sapevo tutto da almeno un anno...".
"Sì sì, lo so, ne abbiamo parlato insieme, però pensavo che sentendolo dire da lei, magari... Vabbè dai, lasciamo perdere." conclude Kirk rassegnato.
Chiuso così l'argomento, i due compagni cominciano a chiacchierare e scherzare, come sono soliti fare, e si scordando in fretta l'iniziale motivo della telefonata per dedicarsi a questioni ben più divertenti.
Nel mentre Anna, chiusa nella sua stanza, cerca di ripassare filosofia, senza in verità riuscirci: continuano a fischiarle le orecchie e la cosa la infastidisce non poco.
"Forse qualcuno sta parlando di me..." pensa tra sé la giovane, per poi richiudere i libri e raggiungere i genitori per la cena.
Cala la notte, una fredda notte di febbraio, le cui ombre si dispiegano silenziose sulla città mentre Morfeo, con il suo invincibile esercito, penetra nelle case spegnendo ovunque ogni segno di vita. Le stelle, perfino loro paiono dormire, adagiate sulle oscure nubi che le nascondono preannunciando un prossimo temporale, e l'opaca luna, circondata da un arcano alone, diffonde una tetra luce che sembra quasi nascondere una segreta minaccia.
In questa stessa notte, in un villaggio dell'Africa centrale si aggira tra le capanne una donna, dalla pelle nera come le tenebre, gli occhi d'ebano, i bianchi capelli avvolti, come il resto del corpo, in una colorata stoffa. Con passo rapido l'inquietante figura si dirige verso una modesta e piccola capanna dai muri di sterpi e fango. Il silenzio regna nello spettrale luogo, in apparenza disabitato. D'un tratto, un agghiacciante grido si innalza fino al cielo, mentre un'alta fiamma squarcia il tetto sotto il quale si era rifugiata la misteriosa donna. Per un breve istante tutto è illuminato a giorno da un gelido fuoco che presto svanisce, senza lasciare tracce, se non un cumulo di cenere spazzato via da un improvviso ed impetuoso vento.
Ben lontano dallo sperduto villaggio africano, Sebastiano si desta bruscamente dal suo sonno ed un inquietante brivido gli attraversa la schiena.
''Sarà stato un incubo...'' pensa il ragazzo, seduto sul letto, spaesato e confuso quasi si trovasse in un luogo sconosciuto, prima di cedere inesorabilmente alla stanchezza e crollare di nuovo con la testa sul cuscino.
Ma per l'intera notte il giovane non chiude occhio, oppresso da una terribile ed inspiegabile angoscia e, giunta la mattina, è stanchissimo ed ha una fortissima emicrania.
"Tutta colpa di quell'incubo!" si ripete mentre a piedi raggiunge la scuola cercando di svegliarsi e riprendere il controllo di sé.
Anna, al contrario, ha dormito talmente bene che ha faticato alquanto ad alzarsi dal letto: è davvero in ritardo stamattina! Senza far colazione sale in fretta e furia sul motorino e si dirige verso il centro città, dove si trova il suo liceo. La ragazza vive in una villetta in periferia, in un antico quartiere, dove il pessimo gusto delle moderne villette a schiera non è ancora arrivato. Ogni abitazione è circondata da un giardino più o meno grande, spesso ricco di aiuole che d'estate colorano il paesaggio. Il posto è bello, ma anche qui a volte domina una tetra atmosfera, soprattutto in giornate come questa, in cui una fitta nebbia trasforma ogni cosa in una sinistra ombra. Anna comunque non ha certo in mente il panorama al momento, preoccupata com'è di raggiungere in tempo la scuola. Per sua fortuna, dopo aver miracolosamente schivato ben due auto che le hanno tagliato la strada, riesce ad entrare in classe nell'esatto momento in cui suona la campanella della prima ora. Stravolta e spaventata dagli scontri che grazie al cielo ha evitato, crolla infine su una sedia, sotto gli sguardi dei compagni che, dopo averla osservata per un po' incuriositi, se ne tornano poi a chiacchierare di interrogazioni, film, musica, e quant'altro.
L'unico ad accostarsi all'esausta ragazza è Kirk, che senza dir nulla la fissa con un beffardo sorrisetto. Inutile chiedere il motivo di una simile espressione ed Anna intima all'amico di tacere e sorvolare su una certa telefonata dettata da un momento di follia. Mentre parla, la giovane si accorge che lentamente Sebastiano si sta avvicinando e per non dovergli rivolgere la parola pensa bene di allontanarsi in tutta fretta... Per le prime tre ore di lezione mantenere le distanze per i due non è difficile. Il problema sorge durante l'intervallo, quando entrambi, per non incrociarsi, sono costretti a fuggire qua e là di continuo. A dire il vero, la più imbarazzata è Anna, che, nel tentativo di mostrarsi indifferente, si mette a sfogliare il libro di fisica... alla rovescia però! Kirk, nel vederla, scoppia a ridere e le suggerisce di stare calma per evitare di far ulteriori figuracce, mentre invece Sebastiano la guarda in un modo strano e lei non capisce se questo sia un buon segno oppure no.
Per fortuna il tempo scorre rapido e la mattina di scuola presto termina. Fuori dal liceo, Kirk e Anna, insieme a Brian, Fabio e Simone, loro compagni di classe e soprattutto cari amici, tentano di organizzare la serata: oggi è sabato e di sabato sera non si può star a casa coi genitori!
Ad un certo punto Brian fa notare che Sebastiano è già andato via:
"Come mai è tornato a casa subito? Forse oggi è impegnato e stasera non verrà con noi...".
Kirk lancia una maliziosa occhiata ad Anna, per poi assicurare che avviserà lui l'amico del programma per la serata, basta che un programma ci sia! Ma Anna ha qualcosa che le gira per la testa ed improvvisamente se ne esce con un'inattesa domanda:
"Avete visto com'era strano stamattina?".
"E adesso di chi parli?" interviene perplesso Simone.
"Di Sebastiano!" risponde la diretta interessata.
"Ovviamente!!!" è lo scherzoso commento che in coro Brian, Kirk, Simone e Fabio rivolgono all'amica, essendo ormai proverbiale e risaputa la sua cotta per il compagno di classe!
"Ha detto di non aver dormito per niente stanotte." interviene Kirk "Forse è colpa di una certa telefonata...".
Naturalmente il misterioso riferimento accende la curiosità dei tre ragazzi ancora ignari della dichiarazione di Anna e la poverina è perciò costretta a raccontare ogni cosa. Nessuno si azzarda comunque a far commenti, anche perché nelle menti di tutti si riaffaccia il problema iniziale: come passare il sabato sera? Alla fine fortunatamente si giunge ad un accordo: si va al bowling!
La nebbia è quasi scomparsa, l'aria è ancora fredda e pungente, mentre il sole è oscurato dalle stesse nubi che la notte appena passata hanno nascosto le stelle. E' una triste atmosfera quella che si respira in questo pomeriggio ed Anna, osservando dalla finestra della sua camera la strada semideserta, si sente più che mai depressa e si perde in mille pensieri:
"Sebastiano, perché devo soffrire tanto per colpa tua? Non ho scelto io di innamorarmi di te! E allora per quale assurdo motivo deve rimanerci male sempre la sottoscritta?! Non posso smettere di volerti bene, per i tuoi pregi, per i tuoi difetti... e pure per il tuo fisico! E poi, i tuoi occhi verdi, così espressivi, i tuoi capelli neri, il tuo sorriso, e... Basta! Non posso continuare così!".
La ragazza sospira svuotando per un attimo la mente e con lo sguardo segue una donna che porta a passeggio un cane, un bassotto con un cappottino rosso e blu. Anna scoppia a ridere immaginando cosa direbbero i suoi amici nel vedere il povero animale così conciato, e soprattutto pensa alle battute che farebbe Sebastiano: lui, sempre pronto a scherzare e ridere, ma spesso nervoso, insicuro,...
"Ci risiamo!!!" brontola tra sé Anna, per poi accendere il televisore alla ricerca di un programma divertente che la distragga un po', finendo invece col ritrovarsi a guardare il telegiornale, incuriosita dal titolo: "Fenomeni paranormali o extraterrestri?".
Un uomo di circa trent'anni, intervistato da un giornalista, sta raccontando un misterioso fatto a cui ha assistito alcuni giorni fa:
"Era più o meno mezzanotte, stavo lavorando al computer, quando ho sentito dei forti rumori, e poi un grido spaventoso... Sono andato subito alla finestra e ho visto delle luci nel campo davanti a casa mia, e un uomo, girato di spalle, fermo in strada, con le mani in tasca. Mi sono preoccupato e ho chiamato la polizia, ma quando sono tornato alla finestra l'uomo non c'era più, e la cosa più strana era che due dei pini che separano il campo dalla strada, delle piante enormi, erano a terra come se un tornado li avesse sradicati...".
Quindi il giornalista fornisce altre interessanti informazioni, rivelando che molte persone, anche in altre nazioni, hanno segnalato avvenimenti simili, senza tralasciare il fatto che negli ultimi anni in varie parti del mondo si sono verificati fenomeni sconcertanti e misteriosi, fenomeni messi a tacere dai vari Governi e che solo da poco, dati i recenti accadimenti, stanno uscendo allo scoperto.
Anna sbadiglia e, spento il televisore, si sdraia sul letto per riposare, finendo col riflettere su come affrontare l'inevitabile ed imminente incontro con Sebastiano: non può evitarlo in eterno! D'improvviso scatta in piedi e corre al telefono, commentando tra sé a voce alta:
"Devo avvisare Manuela per stasera! Dove ho la testa?!".
La madre della giovane, che ancora nulla sapeva dei programmi della figlia, la aspetta al varco e le lascia finire la telefonata con l'amica per poi domandarle dei chiarimenti.
"Viene a prendermi Fabio alle sette." spiega la diretta interessata "Non farò tanto tardi, promesso.".
"Sai che non mi piace che tu vada in macchina con qualcuno." replica l'altra severa.
"Dai, lo conosci, dovresti fidarti di lui!".
"Io mi fido di lui, ma degli altri no!".
"Che scatole! Sempre il solito discorso!!! Lo vuoi capire che tra quattro mesi avrò diciott'anni?!".
Le due, trasportate dalla discussione, alzano la voce e come spesso accade finiscono col litigare. Anna scocciata si chiude in camera sbattendo violentemente la porta, mentre sua madre continua ad urlarle dietro che è una maleducata e dovrebbe aver più rispetto per i genitori.
"Rispetto... Rispetto..." si ripete tra sé la ragazza barricata nella sua stanza, strappando i fogli di un quaderno per sfogarsi "Sempre così! Sempre uguale! La mia vita è sempre uguale, i miei pensieri sono sempre uguali, le mie reazioni sono sempre uguali... Vorrei che cambiasse tutto, così, in un attimo... Non ne posso più!".
Fortunatamente presto arriva il momento di uscire di casa e divertirsi, scacciando molesti pensieri. Salita sull'auto di Fabio, Anna lo avvisa che bisogna passar a prendere Manuela, ma lui si accorge dalla voce e dall'espressione dell'amica che qualcosa non va e prontamente le domanda cosa le sia capitato.
"Niente di particolare." risponde lei, con un ambiguo sorrisetto "Ho solo litigato con mia mamma. Non è una novità, è troppo apprensiva, ha paura che mi capiti chissà cosa!".
"Ha paura che io faccia un incidente? Che fiducia!" interviene dispiaciuto Fabio "Mi sa che non sono simpatico a tua mamma...".
"Non dire cavolate!" ribatte immediatamente Anna, dando un'affettuosa pacca sulla spalla dell'amico.
Fabio ha la stessa età di Kirk, come lui ha perso un anno perché in prima liceo è stato bocciato, e per non replicare l'esperienza adesso studia talmente tanto che è diventato uno dei migliori della classe. Ad essere sinceri, non ha il classico aspetto di uno che trascorra pomeriggi sui libri: capelli ramati, corti, con dei riccioli più lunghi che gli coprono la fronte e sfiorano i due grandi occhi castani, vivaci e ridenti, perennemente puntati su qualche ragazza, ed un abbigliamento di regola originale e stravagante che non passa certo inosservato! Per di più, si diverte a sparare una montagna di sciocchezze, tanto da sembrare a volte uno che non riesca a prendere niente sul serio... Ma l'apparenza inganna!
L'automobile corre rapida sull'asfalto ed il buio velocemente scende sulla città. Anna comincia a pensare alle sere d'estate, quando il sole splende fino a tardi e diffonde allegria con la sua rassicurante luce, ma le sue riflessioni vengono d'un tratto interrotte da Fabio con una precisa domanda:
"Le hai parlato?".
Anna sa bene a cosa si riferisca l'amico, che già da un po' le ha chiesto aiuto per scoprire se Anita, una loro compagna di classe per la quale il giovane si è preso una bella cotta, ricambi o meno i suoi sentimenti.
"Non ancora..." confessa l'interrogata, mentendo spudoratamente: lei con Anita già ha parlato, ma non trova né le parole né il coraggio per dire all'amico che non ha la benché minima speranza di conquistarla.
Chiacchierando i due arrivano sotto casa di Manuela, che abita al terzo piano di una palazzina non lontana dal centro città. Stranamente la ragazza tarda a scendere e Fabio inizia a spazientirsi. Dopo circa un quarto d'ora d'attesa, Manuela fa la sua apparizione, scusandosi e spiegando cosa l'abbia trattenuta:
"Volevo vedere la fine del telegiornale.".
"E proprio stasera dovevi guardarlo?" borbotta Fabio mentre velocemente mette in moto l'auto e riparte.
"Parlavano di un argomento molto interessante." continua la giovane, palesemente impressionata "Sapevate che di recente sono scomparsi un sacco di ragazzi? E sembra che ci sia un collegamento con l'aumento spaventoso dei suicidi degli ultimi anni, parlo di suicidi di gente tra i diciotto e i trent'anni... e dicono che i corpi di molti di questi suicidi siano misteriosamente spariti... E' allucinante, è un problema a livello mondiale, e fino adesso avevano insabbiato tutto... chissà cosa c'è sotto?".
Il concitato racconto termina nel momento in cui l'auto, giunta a destinazione, si ferma, e zittiti angoscianti pensieri i tre amici entrano nel Bowling dove incontrano Simone, Kirk e Brian. Fabio si informa subito su dove sia Sebastiano ed immediata ma non inattesa arriva la risposta di Kirk:
"Non era sicuro di venire.".
Manuela si lascia spontaneamente andare ad un logico commento:
"Prima chiede se può unirsi al nostro gruppo e poi non viene quasi mai con noi... E' un tipo incostante.".
"Forse con noi non si diverte." osserva dispiaciuta Anna.
"E fatto così, non ci si può far niente!" conclude Brian.
I sei amici decidono di cominciare a giocare e, mentre si stanno cambiando le scarpe, ecco che si presenta Sebastiano.
"Eravamo sicuri di non vederti!" esclama sorpreso Kirk.
"Se volete me ne torno a casa." ribatte scherzoso il diretto interessato.
"Per me fai pure." ribatte Manuela, e la sua inaspettata uscita lascia i compagni senza parole, in particolare il destinatario dell'acida frecciatina.
La ragazza in verità non voleva essere dura, non le è antipatico Sebastiano, è che spesso, involontariamente, le capita di apparire rigida, troppo severa, e le sue battute appaiono piuttosto come dei rimproveri. Tutto ciò le dispiace molto, Manuela vorrebbe essere spigliata e vivace come Anna e non si rende conto di quanto invece la sua amica vorrebbe essere a volte più ponderata e meno impulsiva, dandole piuttosto fastidio passare per una ragazzina scapestrata ed imprevedibile, quasi il clown della compagnia. Ma non è il sabato sera il momento per farsi trascinare da certi pensieri ed a rasserenare l'atmosfera ci pensa Fabio, spronando i compagni ad iniziare a giocare.
I giovani rimangono al Bowling più o meno fino alle dieci e mezza, dopodiché decidono di far due passi in città e concedersi magari uno spuntino. Ma mentre passeggiano per le affollate vie del centro vengono sorpresi da un improvviso e violento temporale, che li spinge, alla ricerca di un riparo, in uno stretto e buio vicolo, in fondo al quale c'è un negozio che nessuno ha mai visto prima. I ragazzi entrano e restano a bocca aperta nell'osservare i particolari ed insoliti oggetti esposti nella piccola bottega. Appesi al soffitto ci sono tessuti stupendi, stoffe colorate dai caratteristici disegni. Su antichi mobili sono riposti ornamenti di ogni genere e materiale, statuette di legno e molti altri oggetti, tutti sicuramente provenienti dall'Africa centrale, come fa notare Simone, il "secchione" del gruppo. Sopra una bellissima specchiera in noce, disposti su lucenti vassoi d'argento, ci sono gioielli unici ed originali: sottili lamine d'oro con incisi stilizzati disegni o arcani simboli, orecchini e bracciali in cui sono incastonate colorate pietre, collane, diademi. I sette amici sono estasiati, in particolare Manuela ed Anna, colpite dagli originali e preziosi monili. Nel medesimo momento in cui Kirk scherzando si chiede ad alta voce se il negozio appartenga a qualche guru o stregone in trasferta, compare il proprietario, che sagace ed ironico risponde:
"Non preoccupatevi, non sono uno stregone.".
E' un uomo di circa cinquant'anni, dalla pelle scura ed il viso ovale dai tratti marcati, labbra carnose e grandi occhi castani. I ricci capelli, un tempo neri come l'ebano, sono ora quasi completamente grigi, ed il sorriso cordiale dipinto sol volto maturo fa risaltare le rughe intorno agli occhi ed alla bocca. Lo sconosciuto non indossa abiti strani, bensì un paio di jeans ed un maglione blu e verde. Kirk si scusa immediatamente per la pessima battuta, mentre Sebastiano e Simone ridono piano nascondendosi la bocca con una mano.
"Ecco, le solite figure del cavolo!" riflette tra sé Anna "E in più, dovremo comprare qualcosa, mica possiamo dire che siamo entrati per ripararci dalla pioggia...".
Come se leggesse nella mente della ragazza, il proprietario del negozio, dopo essersi presentato come Jabez, invita gentilmente i giovani a restare finché il temporale non sarà terminato.
"Noi però non vogliamo comprare niente." precisa in tutta onestà Brian.
"Qui non si deve comprare nulla." risponde tranquillamente il diretto interessato, lasciando perplessi i visitatori, per poi aggiungere:
"Semmai posso predirvi il futuro o contattare qualche spirito per voi...".
Spontaneamente prende il via una discussione tra i ragazzi che non credono in profezie, sedute spiritiche o in cose simile, e Jabez che sostiene la tesi contraria, una discussione vivace e animata che coinvolge con piacere tutti coloro che vi prendono parte. Ad un certo punto però Manuela si allontana dal gruppo per osservare dei gioielli riposti in un angolo, su di un piccolo mobile, quasi dovessero rimaner nascosti ad occhi indiscreti. Ci sono un anello, una spilla, due bracciali e tre catenine con dei ciondoli di varie forme: sono stupendi, probabilmente d'oro, e su ciascuno è raffigurato un diverso animale stilizzato. Meravigliosi oggetti, di sicuro preziosi, che con il loro arcano fascino inducono la curiosa ragazza a toccarli ed a prendere in mano con estrema delicatezza la spilla su cui è rappresentata una colomba. Con occhi estasiati Manuela fissa lo stupendo gioiello, desidera fortemente averlo per sé ed in un certo senso già lo sente suo. In un attimo la spilla si solleva sopra la candida mano e si posa sul maglione della giovane, che impaurita assiste immobile alla scena ed ovviamente finisce col gridare per lo spavento, allontanandosi di scatto dai misteriosi gioielli e rompendo una grande anfora posta alle sue spalle. I suoi amici la raggiungono immediatamente, seguiti da Jabez, e lei terrorizzata balbetta confuse frasi ed indica col dito i preziosi monili, provando a spiegare quanto accaduto. Nessuno tuttavia sembra credere al racconto, nessuno tranne Jabez, che con occhi sbarrati fissa i sette giovani davanti a lui. L'uomo, con un filo di voce, sbigottito come avesse appena visto un fantasma, chiede ai ragazzi di prendere in mano i gioielli in questione, cosa che loro, incuriositi, fanno subito, ritrovandosi d'improvviso miracolosamente addosso i singolari monili.
"Finalmente!" grida colmo di gioia Jabez, sotto gli sguardi increduli dei frastornati giovani che, per poter avere delle spiegazioni, accettano di seguire il misterioso individuo e si incamminano per un breve e buio corridoio, arrivando così in una piccola stanza, al cui centro c'è un tavolo rotondo coperto da una lunga tovaglia nera di velluto, mentre ai quattro angoli sono posti dei bassi mobili triangolari con tre cassetti ciascuno. Il locale è pervaso da una luce soffusa e la temperatura è piuttosto fredda. I sette amici si guardano intorno spaesati, fino a che la loro attenzione non viene catturata dalla profonda voce di Jabez:
"Prima di parlarvi di quei gioielli, devo dirvi altre cose. Perciò ascoltatemi senza interrompere per favore.".
Il tono solenne preannuncia un importante discorso, che tutti i presenti, seduti intorno al tavolo circolare, sono pronti ad ascoltare. Dopo un attimo di sacrale silenzio, Jabez inizia il suo racconto:
"Sono venuto qui da un piccolo villaggio dell'Africa centrale. Non sono uno stregone, come pensavate, sono semplicemente un medium, un sensitivo. La mia vita era assolutamente normale e tranquilla, non mi turbavano i contatti con gli spiriti, e se qualcuno chiedeva il mio aiuto per comunicare con l'al di là, ero sempre pronto a darglielo. Una notte, però, ho ricevuto un avvertimento da uno spirito, se di un semplice spirito si trattava: avrei dovuto iniziare un viaggio alla ricerca di qualcuno che contrastasse il Male che stava per rinascere in questo mondo. Il giorno dopo ho cercato attraverso altri spiriti dei chiarimenti, e li ho trovati, ma ho avuto un contatto talmente violento che sono svenuto. Quando in piena notte mi sono svegliato, mi sono trovato circondato da sette gioielli posti sopra a degli strani indumenti colorati. Questo avrei dovuto fare: trovare sette amici, dotati di poteri paranormali, a cui donare quei misteriosi oggetti. Ho capito in seguito la loro importanza e tra poco la rivelerò anche a voi.".
L'uomo si interrompe ed osserva i ragazzi impietriti, che ancora non si rendono conto dell'incredibile vicenda in cui sono stati coinvolti. Jabez prende dai mobili d'angolo delle variopinte divise e ne dispone una davanti ad ognuno dei giovani. Quindi suggerisce ad Anna di provare a muovere col pensiero la pesante tovaglia di velluto e se pur titubante la diretta interessata fa un tentativo, tentativo che a sorpresa riesce davvero...
Jabez ricomincia la sua narrazione:
"Fin dalla nascita, senza saperlo, avete delle capacità particolari: i gioielli che ora indossate le potenzieranno e vi aiuteranno ad usarle, mentre queste divise vi serviranno da difesa.".
"Difesa da che? E perché noi? Cosa dobbiamo fare?" domanda impaziente Simone, fattosi portavoce della curiosità dei compagni.
Jabez allora chiarisce la situazione:
"Una donna del mio villaggio, caduta vittima del Male - quello che voi chiamate Satana o Lucifero - ha fatto rivivere nei corpi di giovani morti delle creature demoniache, attraverso un potente rito di magia nera. Siamo stati tutti costretti ad abbandonare il villaggio e io ho iniziato così il mio viaggio. Questo è accaduto ben due anni fa. Ho scoperto solo dopo qualche tempo che il compito dei sette ragazzi che stavo cercando sarebbe stato quello di trovare una CHIAVE - la cui funzione ancora mi sfugge - prima che possa trovarla Lucifero, o chi per Lui.".
Kirk tenta di fare il punto di quanto finora appreso:
"Da quello che ho capito - non molto sinceramente - noi dobbiamo trovare una CHIAVE e per farlo ci toccherà affrontare questa specie di zombies con i nostri poteri... Però, giusto per capire, come riconosciamo la CHIAVE e dove la troviamo?".
Jabez rivela che la misteriosa CHIAVE è avvolta da una rosa rossa con lo stelo spinoso, ma dove cercare il fatidico oggetto nessuno lo sa, sarà necessario seguire l'intuito. Sebastiano, che ha scorto una grande tristezza negli occhi del maturo uomo, d'istinto gli porge una spontanea domanda:
"Conoscevi quella donna, vero?".
Jabez, che ben ha inteso a chi si riferisca il giovane, con gli occhi chiusi ed una smorfia di dolore sul viso confessa che la donna che ha dato vita ai demoni era sua moglie e proprio durante una seduta spiritica Satana si è impossessato di lei.
I sette ragazzi sono confusi e indecisi, si guardano smarriti, non osando dir nulla nel timore di complicare ancor più la già intricata vicenda, e l'uomo che ha svelato loro la sconcertante verità non sa in cuor suo come incoraggiarli, ma può solamente suggerire loro di rifletterci su, liberi di rifiutare il gravoso impegno se non se la sentissero di prendersene carico, con la promessa di non rivelare mai a nessuno ciò che hanno saputo.
Il temporale è ormai passato ed il cielo è limpido, cosparso di brillanti stelle, mentre un'aria gelida scivola sui volti pensierosi dei sette compagni appena usciti dal negozio di Jabez. Nessuno parla, nessuno ha qualcosa da dire. Anche tornando a casa in auto, Manuela, Anna e Fabio mantengono il silenzio: hanno paura, sono terribilmente spaventati per quello che hanno appreso.
E' tardi, molto tardi, ed i genitori di Anna sono terribilmente in ansia, tanto più che la figlia nemmeno risponde al cellulare: che sia successo qualcosa di grave? Inevitabilmente, non non appena la ragazza rientra in casa, viene investita da rimproveri e urla, ma lei pare non sentire nulla e con lo sguardo perso nel vuoto, stringendo al petto la divisa affidatale da Jabez avvolta in un sacchetto di carta, senza aprir bocca lentamente sale le scale per rifugiarsi nella sua stanza. I genitori, sbollita la rabbia, iniziano di nuovo a preoccuparsi: cosa sarà mai accaduto?
La madre della giovane entra nella camera dove la figlia si è chiusa e trovandola seduta sul letto, al buio, palesemente crucciata, premurosa le chiede se abbia dei problemi, ottenendo soltanto una vaga e distratta risposta:
"Non è successo niente, tranquilla...".
E' di breve durata il dialogo. Anna confessa di essere stanchissima e di dover riposare. Ma non appena si ritrova di nuovo sola, apre con un reverenziale timore l'armadio in cui ha nascosto la sua divisa, per poi posare gli occhi sull'anello con incisa l'effige di un gatto stilizzato, ripassando nella mente il racconto di Jabez: credere o non credere ad una storia tanto assurda? E soprattutto, come accettare una simile verità?
E non soltanto Anna è preoccupata e sconcertata: anche i suoi amici non possono dimenticare l'insolita serata e la consapevolezza di dover prendere al più presto una decisione fondamentale rende tutto più complicato.
"Forse è un compito troppo difficile per noi." pensa tra sé Brian, sdraiato sul letto, le mani dietro la testa, i celesti occhi puntati sul candido soffitto "Abbiamo solo diciotto anni, perché dovremmo metterci a cercare questa CHIAVE, combattere i demoni...? Alla nostra età, abbiamo tante altre cose a cui pensare...".
Ma alla fine il sonno prende il sopravvento, tacciono i pensieri, e mente e cuore riposano almeno per qualche ora perdendosi nei meandri inestricabili dei sogni.

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Un saluto a tutti, tanto per cominciare. Questo è il secondo lavoro che pubblico su Efp. Il primo è una fanfiction su Capitan Harlock che ho scritto e disegnato a quattro mani con mia cugina Cinzia (e che potete trovare nella sezione "Anime e Manga"). Questa storia invece, come altre che spero di pubblicare, è solo opera mia. Ve la introduco in poche parole, spiegandovi che la prima parte, quella che come sottotitolo ha "Le sette Virtu'", costituisce l'antefatto di quelle che seguiranno. Col passare dei capitoli, cresceranno i protagonisti e con essi le vicende narrate, infittendosi di eventi particolari e colpi di scena, in una mia personale rivisitazione di elementi tratti dalla mitologia cristiana e non solo. Questa prima parte è nata quando frequentavo il penultimo anno delle superiori, proprio come i protagonisti della storia (un bel po' di anni fa!). Una speciale dedica perciò vorrei farla ai miei amici di allora (alcuni dei quali sono tutt'ora parte della mia vita), ai professori (in particolare al professore di italiano del triennio), e a quegli anni spensierati che nel cuore conservo gelosamente. Non vi anticipo nulla di più per ora. Spero vi affezionerete ai personaggi e avrete voglia di seguirli nelle loro avventure, nel loro percorso di crescita e maturazione. Ho fatto anche dei disegni relativi ai protagonisti e vi lascerò di volta in volta i link per vederli. Al prossimo capitolo!

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Capitolo 2
*** Il deposito ***


PARTE I. LE SETTE VIRTU’

CAPITOLO II. IL DEPOSITO

Trascorre abbastanza tranquilla la notte per i sette amici, ma alla mattina si ripresenta loro un atroce dilemma: come trovare una soluzione? Cosa scegliere? Accettare il compito affidato loro da Jabez o rifiutarlo?
Simone, che abita in periferia, in campagna (la classica campagna coltivata che circonda le cittadine di pianura nel nord Italia) esce di casa molto presto in questa domenica mattina per far un giro in bicicletta. Le ruote scorrono leggere sull'asfalto della strada ancora deserta e nemmeno la buche che di tanto in tanto si presentano lungo il percorso riescono a distrarre il giovane immerso nei suoi pensieri. Gli scuri capelli castani sfiorano le spalle, mossi dalla fredda aria di febbraio, mentre un dispettoso ciuffo scivola davanti agli occhi marroni offuscandone la visuale. Simone, sbuffando, si ferma ed osserva il paesaggio, avvolto dalla foschia mattutina, e nelle confuse immagini che lo circondano vede rispecchiarsi la sua mente, annebbiata da dubbi e preoccupazioni. Riordinati velocemente i capelli con le affusolate mani, prosegue poi la sua pedalata, con la speranza di riuscir presto a far chiarezza nel proprio animo.
Chi invece pare essersi dimenticato della sera appena trascorsa, sono Kirk e Sebastiano che, rintanatisi in camera di quest'ultimo già dalle otto e mezza col pretesto di studiare, stanno allegramente ridendo e scherzando con i libri ermeticamente chiusi sulla scrivania. Kirk continua a far riferimento ad una certa telefonata:
"Il telefono squilla! Rispondi tu Sebastiano: forse c'è qualcun'altra che vuole dichiararti il suo amore!".
"Basta che non sia sempre la stessa!" replica ironico il diretto interessato.
"Non essere cattivo. Anna è simpatica..."
"Non lo metto in dubbio, però..."
"... e non è nemmeno brutta..."
"Sì, lo so, però... insomma, vuoi che la sposi?!"
I due ridono prendendosi in giro a vicenda e tra battute e scherzi trascorrono il tempo senza minimamente sfiorare i libri abbandonati in disparte...
La nebbia lentamente si dirada, ma il cielo non accenna a rischiarare: probabilmente pioverà ancora, le scure nubi che dopo il temporale notturno si erano diradate, si sono ripresentate più minacciose di prima.
Anna si sveglia alle nove e mezza circa ed è già tornata del solito umore felice e scanzonato. Di conseguenza i suoi genitori, rasserenatisi nel vederla nuovamente allegra, non perdono l'occasione di rimproverarla per averli fatti tanto preoccupare la scorsa notte, e lei a testa bassa ascolta in silenzio, facendosi piccola piccola, sommersa dalle grida della madre furibonda, mentre il padre, più pacato di natura, interviene solo con un rimprovero breve ed incisivo. Dopo aver subito mezz'ora di grida materne, Anna è obbligata a promettere di essere in futuro più responsabile e rispettosa nei confronti dei genitori, ed a questo ovviamente segue una punizione: nessuna uscita o telefonata per l'intera giornata.
Lamentandosi a bassa voce la ragazza torna in camera e qui da sola si sfoga:
"Non è giusto! Gli altri magari si troveranno e andranno a divertirsi e io invece devo restare rinchiusa qua dentro, come una criminale... Uffa! Non ho voglia di studiare, guarderò un po' di tv.".
Detto fatto, Anna afferra il telecomando ed inizia a dare un'occhiata sui vari canali, finché la sua attenzione non viene catturata da un telefilm, sinceramente un tantino assurdo, in cui cinque ragazzi, ingaggiati come spie dall' FBI, sono costretti a cambiare continuamente identità. Colta da un improvviso raptus, la giovane spegne il televisore, prende carta e penna e comincia a rimuginare su dei possibili nomi in codice per lei ed i suoi amici:
"Se decidessimo di accettare il compito di cercare questa CHIAVE, non potremmo certo usare i nostri nomi davanti ai nemici - parlo come un'eroina dei fumetti, che emozione! -... Non vanno bene e non sono per niente d'effetto: uno che si chiama Simone o Kirk non fa paura nemmeno a una formica!".
Si può intuire quanto seriamente Anna abbia preso il discorso di Jabez, almeno per il momento, ma l'importante è che, quando sarà necessario, metta nella fondamentale missione lo stesso impegno che ora sta dedicando alla ricerca di nuovi nomi per lei ed i compagni. Per più di un'ora la ragazza si strugge nel tentativo di inventarsi qualcosa di originale, quando d'un tratto, per una strana associazione di idee, ricollega il gatto inciso sul suo anello con la letteratura inglese da studiare per lunedì, e le viene in mente una parola: Cat. Trovato!!! Presa da una furia cieca, Anna afferra il dizionario di inglese e si concentra per ricordare gli animali raffigurati sui gioielli degli amici: fortunatamente ha buona memoria!
"Vediamo..." si dice tra sé la giovane "Manuela aveva una spilla con una colomba, quindi sarà Dove. Kirk, un ciondolo rotondo con un lupo: Wolf. Poi Simone, aveva un bracciale con uno scoiattolo... e come si dice scoiattolo in inglese?".
Anna fa una rapida ricerca sul dizionario e soddisfatta esclama:
"Squirrel! Simone è Squirrel!".
Quindi tocca a Brian, con il suo ciondolo triangolare con incisa un'aquila, e a Fabio, con una volpe sul suo bracciale: loro dunque diventeranno rispettivamente Eagle e Fox. Sorge però un problema quando arriva il turno di Sebastiano: cos'è raffigurato sul suo ciondolo romboidale?
Anna si dispera, possibile che sia sempre lui a complicarle la vita?! Ma ben presto le sue lamentele si trasformano in un elogio del suo grande amore:
"... Ah, Sebastiano... Com'è carino, con i suoi magnetici occhi verdi, che mi fanno venire i brividi a vederli, e i suoi capelli neri sempre spettinati, agile come una pantera... Eccolo! E' questo il suo animale, e lui allora sarà Panther!".
Soddisfatta la ragazza controlla i nomi scritti sul foglio e si compiace del proprio lavoro:
"Ecco fatto! Spero solo che non sia stata una fatica inutile!".
In riflessioni decisamente più serie è impegnata Manuela, intenta a ragionare sugli animali associati non a caso a lei ed ai suoi amici: ogni gioiello sicuramente rafforza le caratteristiche proprie dell'animale su di esso raffigurato, così come le speciali divise, caratteristiche ovviamente già in possesso di chi del gioiello è stato scelto come custode. Dettaglio questo interessante, che però non aiuta a risolvere l'interrogativo principale: accettare o meno la missione?
Tra pensieri più o meno seri la domenica giunge al termine e la mattina successiva, poco prima delle otto, si riuniscono fuori da scuola Kirk, Simone, Brian, Fabio e Sebastiano. E' Brian che si accolla l'impegno di intavolare lo scottante argomento ben presente nelle menti di tutti:
"Allora, ci avete pensato? Cercheremo 'sta CHIAVE o no?".
Nessuna risposta, e intanto la campanella suona annunciando l'inizio delle lezioni. Ma i cinque compagni non entrano nel liceo e si dirigono invece a rapidi passi verso il negozio di Jabez: troppo grande è la preoccupazione che grava sui loro animi per starsene tranquilli seduti in classe... o è forse questa soltanto una scusa per evitare le lezioni?!
Giunti a destinazione, i ragazzi si soffermano per un attimo sulla porta e alla fine, preso coraggio, varcano la fatidica soglia ritrovandosi di nuovo circondati dai caratteristici oggetti africani. Ben presto, ecco sbucare Jabez che accoglie a braccia aperte e con un rassicurante sorriso i visitatori, e subito dopo di lui fa la sua apparizione nel negozio anche Manuela, guidati i suoi passi dal medesimo istinto che ha spinto i suoi amici.
Jabez conduce i sei giovani nella stanza sul retro e qui avviene un altro incontro: Anna è già arrivata da un po', e strano non è se tutti e sette i ragazzi hanno avuto la medesima idea. Hanno dunque preso la medesima decisione? Jabez è palesemente ansioso di conoscere la scelta dei giovani e la sua impazienza traspare da ogni gesto, sguardo, parola.
E' Kirk che intavola apertamente il discorso:
"Che si fa?".
"Sinceramente, non sono convinto..." ammette Simone "Però si potrebbe provare.".
Nessuno risponde a parole ma tutti annuiscono concordi.
Jabez è entusiasta ma si trattiene dal mostrare apertamente la propria gioia, mentre Kirk e Manuela intuiscono che la furbesca espressione di Anna non preannuncia nulla di buono e temono che l'amica abbia in serbo una delle sue bizzarre idee. Infatti, ecco la proposta dell'imprevedibile ragazza:
"Ho pensato che i nostri nomi non sono adatti al nostro nuovo ruolo, così ho cercato qualcosa che potesse andar bene. Alla fine ho concluso che potremmo usare i nomi in inglese degli animali incisi sui gioielli.".
"Che fantasia!" commenta ironicamente Sebastiano.
Kirk al contrario è perplesso:
"Dobbiamo cambiare i nomi sulla carta d'identità?".
"No!" esclama la promotrice dell'idea "Non hai capito niente! Solo quando ci scontriamo coi nemici dobbiamo usare gli altri nomi!".
Jabez è sorpreso e divertito dalla buffa pensata ma è anche preoccupato: che Anna davvero non abbia colto l'importanza del suo compito? Gli amici della ragazza, invece, ormai abituati a simili stranezze, non sono affatto stupiti e nemmeno tanto interessati alla strampalata trovata, ma per non scatenare una discussione la accettano di buon grado, nonostante Kirk continui a mostrare qualche dubbio:
"Insomma, quando devo chiamarti Anna e quando Cat?".
"Quando ti pare!" risponde rassegnata la diretta interessata, mentre gli altri del gruppo scoppiano a ridere.
Passato il momento di ilarità Jabez espone un altro problema:
"E' necessario che uno di voi si assuma il ruolo di leader.".
"Io credevo che saresti stato tu a guidarci." osserva Manuela.
"Lo farò." risponde il saggio uomo "Se avrete bisogno potrete venire da me in qualsiasi momento, però è fondamentale che ci sia un capo nel vostro gruppo, e vi dirò chi dovrà esserlo.".
I ragazzi sono molto curiosi ed attendono trepidanti di conoscere chi di loro sia stato scelto per l'importante incarico. Fabio però ha un'obiezione:
"Un leader deve essere intelligente, coraggioso, furbo, insomma, quasi un eroe... nessuno di noi è così.".
"Tutti in fondo lo siete, dovete solo rendervene conto." risponde fiducioso Jabez, soggiungendo poi con voce solenne:
"E' stabilito che a capo del gruppo sia colui che ha come simbolo la pantera, perciò dovrai esserlo tu Sebastiano, o, per far contenta Anna, Panther.".
Il giovane chiamato in causa è sconcertato. La sua espressione, indescrivibile, è un misto tra stupore, paura, gioia, incredulità. Come volevasi dimostrare, Kirk non è convinto:
"Se c'è uno che proprio non ha la stoffa del capo, quello è Sebastiano! E noi dovremmo dargli retta?".
Della stessa opinione sono anche gli altri compagni e per placare le proteste Jabez interviene severo:
"Nessuno di voi è ancora pienamente cosciente di quello che dovrà fare, delle responsabilità che si dovrà assumere. Vi dovrete aiutare a vicenda, e aiuterete anche il vostro amico a essere un buon capo. Non potete perdere tempo a discutere su chi sia il migliore, ognuno ha un ruolo fondamentale, indipendentemente da chi sia il capo. Mi auguro di essere stato chiaro.".
E' la prima volta che l'uomo parla in modo tanto autoritario, ma non è nelle sue intenzioni spaventare nessuno: lui vuole soltanto rendere i sette compagni maggiormente responsabili, nonostante sappia perfettamente che sono dei semplici adolescenti ed è normale che per adesso considerino questa vicenda come un avventuroso gioco di cui non conoscono le regole.
I giovani escono dal negozio verso mezzogiorno e notano che il cielo non è più coperto da oscure nubi: il sole splende alto, senza purtroppo riuscir coi sui raggi a scaldare la gelida aria invernale.
"Ehi, ascoltate!" esclama ad un certo punto Sebastiano "Non so dove ci porterà questa storia, ma vi giuro che sarò un buon capo.".
"E noi ti crediamo!" risponde sorridendo Anna, mettendo una mano sulla spalla dell'amico...
Senza particolari problemi trascorrono alcuni giorni, durante i quali Kirk, scettico, comincia a pensare che questi demoni e questa CHIAVE nemmeno esistano. Manuela al contrario continua a riflettere su quale sia il posto migliore per iniziare le ricerche e nella speranza di ricevere un aiuto consulta spesso Jabez. Da ben altre preoccupazioni è invece tormentata Anna: deve trovare un modo per comunicare a Fabio che Anita, la ragazza per cui lui ha perso la testa, si è da poco messa insieme a un tipo più grande, e fare da ambasciatore in queste situazioni non è mai facile né piacevole.
Una svolta importante avviene una mattina, quando Simone, prima dell'inizio delle lezioni, legge un articolo piuttosto interessante su di un giornale portato a scuola da un compagno di classe: in un deposito poco fuori città si sono verificati ripetutamente fenomeni strani, più persone che per caso in auto sono passate da quelle parti in piena notte dichiarano di aver visto luci inquietanti e sentito insoliti rumori, ma nessuno ha mai avuto il coraggio di fermarsi e verificare. Il primo ad essere avvisato della scoperta è Sebastiano, ma al momento incombe su di lui l'interrogazione di latino e non c'è spazio per altri pensieri!
Solo durante l'intervallo il gruppo di amici riesce a discutere sull'argomento.
"Forse la CHIAVE si trova lì..." fa notare Brian, ed immediata è la proposta di Sebastiano:
"Bene, stasera andremo in quel deposito. Anna, avvisa tu Manuela.".
La giovane pone allora un problema non trascurabile:
"Una volta là, come facciamo a sapere se c'è la CHIAVE? Non possiamo rovistare dappertutto!!! Forse meglio parlare prima con Jabez.".
"Lui ha già detto di non poterci aiutare in questo." rimarca Simone "E poi che consigli ci servono per andare in un deposito d'auto?".
Kirk riflette un attimo e poi esprime il proprio ponderato parere:
"Se non sbaglio Jabez ci aveva suggerito di usare l'intuito per capire dov'è questa CHIAVE... Dovranno pur servire a qualcosa i nostri poteri paranormali!".
Anna sta per aprir di nuovo bocca, ma i compagni la zittiscono prima che possa confonder ulteriormente le idee di tutti, e l'accordo finale è di riunirsi per le nove al deposito d'auto.
Tornando a casa in motorino, Anna è assillata da una pressante preoccupazione: di sicuro i misteriosi fenomeni riportati sul giornale sono stati provocati da spiriti demoniaci, perciò è molto probabile che lei ed i suoi amici si troveranno presto faccia a faccia con questi malefici esseri. Come affrontarli? Come sconfiggerli? E soprattutto, come difendersi da loro?
D'improvviso la ragazza, persa nei suoi ragionamenti, frena bruscamente come se un terribile pensiero l'avesse trafitta e paralizzata, e sotto gli sguardi attoniti dei passanti si lascia sfuggire un accorato:
"Oh, no!".
Ecco cosa è tornato in mente ad Anna, la notizia che deve dare a Fabio riguardo ad Anita, notizia che non ha avuto ancora il tempo, o il coraggio, di riferire: dovrà farlo domani, non può più rimandare, via il dente via il dolore!
Giunta a casa, la giovane avvisa la madre di aver preso un impegno con gli amici per la sera, e la donna, contrariata, si limita a raccomandare alla figlia di non far tardi perché l'indomani c'è scuola, assicurandole che se non rispetterà gli accordi verrà punita e non potrà più uscire per un bel po' di tempo.
Anche Brian deve risolvere un problema per potersi presentare all'appuntamento con i compagni: dal momento che i genitori usciranno per cena, deve trovare qualcuno a cui affidare il fratellino di sette anni, e fortunatamente nello stesso palazzo in cui lui abita, vive una sua zia che accetta volentieri di far da baby sitter.
La sera si avvicina e Manuela si prepara, non solo spiritualmente, per l'imminente missione. Con reverenziale cautela prende da un cassetto la divisa colorata affidatale da Jabez e la fissa incuriosita, la tocca, la esamina con meticolosa perizia, quasi a volersi accertare che sia reale. Con scrupolosa attenzione ne studia i particolari, notando che è confezionata con gran cura, non un filo fuori posto, ed è originale nel suo insieme: una tuta verde chiaro con i pantaloni lunghi fin sotto al ginocchio, una casacca di una tonalità più scura, con stampato il simbolo della colomba, un paio di buffi calzini corti e delle ballerine, ovviamente verdi.
Anche Anna indossa la sua divisa, il cui colore dominante è il rosso, e soddisfatta si rimira nello specchio, augurandosi di attirare l'attenzione di Sebastiano vestita con i particolari abiti che le calzano a pennello: un tuta attillata, che da una parte è senza manica e dall'altra copre braccio e mano, un guanto arancione per la mano destra, un corto gilet sempre arancione e degli originali stivali alti fino alle ginocchia. Di soppiatto la ragazza esce di casa all'ora stabilita, badando di non farsi scoprire dai genitori: come spiegherebbe il suo insolito abbigliamento?
La notte scende sulla città. Nel buio cielo la luna splende come una fiera regina e le stelle sue ancelle la circondano premurose. Il deposito d'auto non è illuminato, ma ciò non impedisce a Cat di trovare gli amici, che la attendono fuori dal cancello, ed il suo felino sguardo immediatamente si posa su di loro per esaminare con cura come siano vestiti. Nella divisa di ciascuno predomina un colore e su tutte compare il simbolo stilizzato dell'animale a cui è associata. Wolf indossa una t-shirt turchese, jeans azzurri con l'orlo sfrangiato, scarpe da tennis, un simpatico fazzoletto bianco al collo ed uno legato alla gamba sinistra. Fox ha una giacca grigio scuro più lunga dietro con un largo collo e le maniche corte, pantaloni grigio chiaro, un paio di buffe scarpe da folletto e dei guanti lunghi fino ai gomiti rigidi nella parte che copre il braccio. Squirrel ha una fascia gialla sulla fronte, legata dietro la testa, una larga cravatta, un gilet sempre giallo senza maniche e dei pantaloni arancioni che cadono morbidi e si infilano dentro agli stivaletti alti fino a metà polpaccio. C'è poi Eagle, vestito di viola, con una canotta dalla tonalità più chiara, dei jeans scuri abbastanza stretti, un guanto da ciclista alla mano sinistra e dei particolari stivali di stoffa, dei quali il sinistro alto fin sopra il ginocchio, legati da una cordicella viola scuro che si avvolge intorno alle gambe simile ad un serpente. La divisa di Dove Cat già l'aveva vista, perciò su di essa il suo sguardo sorvola veloce per fissarsi invece su Panther, che indossa una tuta blu senza maniche, scollata davanti e legata da un'alta cintura, sotto la quale si intravede una maglietta più scura della stessa tonalità dei guanti e delle scarpe da tennis: inevitabilmente un simile abbigliamento mette in risalto il suo fisico atletico, come non notarlo?!
I sette si accingono ad entrare nel deposito e per farlo dovranno scavalcarne l'alto cancello. Prima di tutto Dove riferisce un'importante conclusione a cui è arrivata e che le è stata confermata da Jabez:
"Ognuno di noi è abbinato a un animale e questi animali rappresentano delle caratteristiche che ci appartengono e che i gioielli in qualche modo potenziano. Per esempio la pantera rappresenta l'agilità, e mi pare si adatti a Seb... Panther.".
"Non c'è dubbio!" commenta sottovoce Cat, attirando involontariamente l'attenzione degli amici.
Per sottrarsi all'imbarazzante situazione, prontamente la giovane cambia argomento e ricorda a tutti di usare i nomi in codice.
"Ok, come vuoi." afferma rassegnato Wolf, incitando poi la compagna a scavalcare il cancello.
"Il primo passo deve farlo il capo." ribadisce l'altra, con furbesca espressione.
Per Panther non è un'impresa difficile oltrepassare l'ostacolo: come giustamente intuito da Dove, la sua agilità, caratteristica che ha in comune con la pantera, è notevolmente accresciuta dal dorato ciondolo che indossa, così come vista, olfatto e udito. Dopo di lui, senza alcun problema anche gli altri uno alla volta entrano nel deposito. L'unica che sembra far molta fatica è Cat. Gli amici la spronano a darsi una mossa, ma lei non vuole rompersi l'osso del collo e per di più soffre di vertigini, perciò procede con estrema cautela, ripetendosi tra sé:
"Ce la posso fare, ce la posso fare...".
Quando finalmente arriva in cima al cancello, la ragazza si blocca, come paralizzata, con gli occhi sbarrati rivolti a terra, e la bocca aperta.
"Forza!" le urla Fox "I gatti sono famosi per l'agilità! Non vorrai rovinare la loro reputazione!".
"Ma i gatti hanno paura dei cani, e dovreste averne anche voi!" replica l'altra, appollaiata sul cancello, facendo cenno ai compagni di voltarsi indietro.
Non è piacevole la sorpresa che i sei scoprono alle loro spalle: tre minacciosi dobbermann li stanno fissando e ringhiano mettendo ben in mostra i candidi canini. Cat scende dal cancello, al sicuro all'esterno del deposito, e suggerisce agli amici di raggiungerla, ma purtroppo il suo consiglio cade nel vuoto, dal momento che i giovani sono troppo impegnati a difendersi dagli attacchi dei feroci cani.
Wolf, in preda al panico, si aggrappa al cancello ed inizia ad arrampicarsi più simile ad una scimmia che ad un maestoso lupo. Cat prova ad attirare l'attenzione degli animali gridando, senza però ottenere alcun risultato, e terrorizzata si copre con le mani il viso non appena vede uno dei dobbermann avventarsi contro Dove, rimanendo di sasso nell'osservare la scena che le si presenta davanti non appena riapre gli occhi: la sua amica è salva e i tre cani stanno fluttuando nel vuoto.
Ed il resto del gruppo, dov'è? Panther è in piedi sul tetto di un'auto, Wolf è aggrappato al cancello, Eagle e Fox sbucano da sotto un furgoncino, mentre Squirrel, accanto a Dove, fissa incredulo gli animali che galleggiano per aria, spiegando così l'accaduto:
"Cat, credo che tu abbia usato i tuoi poteri senza rendertene conto... Complimenti, ottimo tempismo!".
La diretta interessata sente le gambe cedere e crolla in ginocchio sospirando. Quindi, preso coraggio, si rialza e ricomincia l'ardua scalata, ma di nuovo si ferma in cima al cancello, preoccupata di cadere nella discesa, mentre nel frattempo Dove ha ipnotizzato i dobbermann e Panther li ha fatti tornare a terra.
Fox si rivolge a Cat per smuoverla:
"Dai, su, non aver paura. Tu lanciati e noi ti prendiamo.".
"Promesso?" chiede l'altra titubante.
"Promesso!" rispondono in coro Wolf e Squirrel.
Confidando negli amici, la ragazza si lascia andare e cade addosso a Wolf, Eagle e Fox.
"Hai mai pensato di metterti a dieta?" chiede a fatica Eagle, sulla cui schiena grava il dolce peso della compagna.
"Non ti rispondo nemmeno, sono superiore a queste insinuazioni." ribatte l'altra.
"Non rispondere ma alzati!" sottolinea Fox.
Panther interviene e rimprovera gli amici:
"Non fate i bambini! Dobbiamo cercare la CHIAVE!".
"Agli ordini capo!" esclama Cat scattando in piedi, mentre un po' meno agilmente si rialzano i tre su cui era franata poco prima.
"Sembrate dei vecchietti!" commenta sorridendo Dove "Degli uomini duri e coraggiosi come voi non dovrebbero lamentarsi per così poco!".
"Che fai, prendi in giro?" chiede Wolf, mettendosi in cammino insieme agli amici.
Cat ha un'ennesima lamentela:
"Ho freddo, dovevamo tenerci i cappotti... Ho capito che dobbiamo essere liberi nei movimenti, ma sto congelando!".
Stavolta anche gli altri sono d'accordo: Wolf batte i denti senza controllo, Dove trema come una foglia, Eagle si strofina le mani ghiacciate, e Fox, invece di camminare, saltella per scaldarsi.
D'un tratto, un rumore rompe il silenzio. I sette si fermano e, trattenendo il respiro, si guardano intorno attentamente per scoprire se ci sia qualcun altro lì con loro. Ancora un rumore, proveniente da sotto un'auto. Squirrel si fa coraggio e va a controllare, rivelando poi ai compagni che a spaventarli è stato un innocuo gatto. Fox scherzando suggerisce a Cat di parlare con il micio per domandargli se abbia visto in giro la CHIAVE, e lei, ignorando la battuta dall'amico, si avvicina all'animale terrorizzato, chiamandolo per farlo uscire dal suo nascondiglio: probabilmente è capitato per caso nel deposito ed è stato aggredito dai cani da guardia.
"Dev'essere spaventato a morte." fa notare la giovane, china di fianco all'auto, mentre gli altri la fissano perplessi e si chiedono perché perda tempo con un gatto randagio in un simile momento.
D'un tratto l'agghiacciante grido di Dove cattura l'attenzione di Cat, che subito si rialza in piedi e scopre i compagni circondati da inquietanti individui. La ragazza sente poi una mano sconosciuta sfiorarle la spalla ed atterrita dall'arcana presenza che avverte dietro di sé si volta lentamente, trovandosi faccia a faccia con un giovane di circa vent'anni, dai lunghi capelli neri e ricci ed il viso pallido come un cadavere, il cui sguardo, per nulla rassicurante, ben si adatta al malefico ghigno stampato sul suo volto. Cat agilmente sfugge al nemico che stava per afferrarla ed inizia a correre chiamando aiuto, mentre i suoi amici stanno cercando un modo per tornare con i piedi per terra, nel vero senso della parola, dal momento che gli otto individui che li hanno aggrediti, hanno neutralizzato ogni loro possibile attacco tenendoli sospesi per aria.
"Forse questi sono i demoni di cui ci ha parlato Jabez." osserva ad un certo punto Fox, raggiunto immediatamente dall'ironico commento di Wolf:
"Sei proprio una volpe! Visto che sei così astuto, trova un modo per farci scendere!".
Ad esaudire la richiesta ci pensano però le creature demoniache, che fanno tornare a terra i sei giovani in maniera piuttosto brusca, sbattendoli violentemente contro un rimorchio abbandonato nel deposito. Il primo a riprendersi dal duro colpo è Eagle, che si vede suo malgrado arrivare addosso uno dei nemici, e precisamente quello che inseguiva Cat: la ragazza infatti, stanca di correre, ha provato ad utilizzare le sue facoltà di telecinesi, ma non controllandole ancora molto bene, ha involontariamente scagliato il demone che la assediava contro l'amico già malridotto. Alla fine Eagle è costretto a difendersi dall'avversario che gli è stato lanciato addosso ed intima a Cat di non avvicinarsi per non complicare ulteriormente la situazione. La caparbia giovane tuttavia non demorde e, nella speranza di rendersi utile, con la forza del pensiero stacca il paraurti di un auto legando con questo il nemico... e anche Eagle, che spazientito comincia ad inveire contro la maldestra compagna attribuendole epiteti non ripetibili! Fortunatamente il ragazzo riesce abilmente a liberarsi, mentre i suoi cinque amici, anche se un po' ammaccati, replicano agli attacchi degli avversari utilizzando le loro speciali facoltà psichiche e finendo così col far volare da una parte all'altra automobili, camion, furgoni, moto.
Improvvisamente, senza un apparente motivo, la battaglia termina, i demoni si dileguano, ed i sette amici si guardano intorno spaesati, e spaventati: non c'è più un'auto intera, tutto è distrutto, ovunque portiere, vetri rotti, paraurti, ruote... Si sentono in colpa i giovani, ma, in fondo, cosa potevano fare?
"E' inutile che restiamo qui." fa notare Cat, rompendo il tetro silenzio "La CHIAVE non c'è. E poi, se non ce ne andiamo rischiamo di farci scoprire: col casino che abbiamo fatto, anche se siamo fuori città, non è detto che qualcuno non capiti da queste parti.".
Lasciandosi alle spalle una completa distruzione, con gli animi pervasi da una profonda desolazione, i ragazzi tornano alle rispettive case, ma non è facile prender sonno dopo quanto accaduto.
Manuela non riesce a dimenticare la rovina che si è trovata davanti e teme di non essere adatta per il compito che lei e i compagni si sono assunti:
"E' troppo per noi! Non ci siamo resi conto di quello che dovevamo fare, ci sembrava una bella avventura, e invece... E poi non voglio morire adesso, e questa sera c'è mancato poco: ho male dappertutto, sono piena di lividi... All'inizio mi piaceva l'idea di avere un ruolo importante a questo mondo, e adesso vorrei che tornasse tutto come prima. Ho già i miei problemi, perché devo occuparmi di 'sti demoni?!... Sono una stupida, potevo tenermi la mia vita monotona e noiosa, ignorando Jabez, i gioielli, e tutto il resto, e invece ho scelto di cacciarmi in mezzo questa storia assurda. Non serve piangersi addosso, tanto vale pensare a cosa farò in futuro...".
Sdraiata sul letto, la giovane continua a rigirarsi, le è impossibile chiudere gli occhi e riposare, e ciò che maggiormente la tormenta è l'idea di finir col combinare insieme agli amici più guai che altro nella ricerca della fatidica CHIAVE, facendo così il gioco del nemico. Ed è talmente difficile credere all'esistenza di questi demoni, incarnatisi in questo mondo per scovare una misteriosa CHIAVE di cui nessuno pare conoscere l'utilità!
Anche Simone è preoccupato per l'intricata situazione e, seduto alla scrivania, tiene gli occhi fissi sul computer acceso: è un mago nel campo dell'elettronica, riesce ad inserirsi in qualsiasi programma, naviga su internet come un esperto lupo di mare al comando della sua nave, è geniale in questo senso. Eppure non potrà mai trovare una soluzione alla complicata vicenda in cui si trova coinvolto attraverso il suo fidato computer, e lo sa bene, ma già il solo fatto di veder il monitor acceso, la tastiera sotto il suo controllo, gli infonde sicurezza, nella speranza di avere da un momento all'altro una provvidenziale illuminazione che gli permetta di far chiarezza nella mente frastornata. Nel buio della stanza, la luce emanata dallo schermo si riflette sul volto pensieroso del ragazzo, creando sinistre ombre sulla fronte corrugata e sotto gli occhi semichiusi, finché il computer non viene spento e della camera si impossessano la notte ed il silenzio.
Brian, Anna, Kirk e Fabio, sono invece crollati in un sonno profondo non appena hanno posato la testa sul cuscino, mentre ancora sveglio è Sebastiano, non in verità immerso in riflessioni profonde su quanto appena accaduto, bensì smarrito nei meandri del latino:
"Se non finisco questa versione per domani, il profe mi uccide!" si ripete il ragazzo, intento a cercare sul dizionario una misteriosa parola che proprio non vuole farsi trovare.
Sorge nuovamente il sole, spodestando dal suo trono la luna che a malincuore gli cede il posto trattenendosi dispettosa ancora per un po' nel cielo mattutino. E' più calda l'aria in questo primo giorno di marzo, la primavera si sta avvicinando.
La travagliata notte appena trascorsa ha lasciato un segno nei sei amici che a scuola si ritrovano, ancora stanchi ed assonnati. Durante l'ora di filosofia, Anna prova a seguire la lezione, ma non riesce a smettere di sbadigliare. Ridotto peggio di lei è Kirk che, seduto in ultima fila, si è addormentato con la testa appoggiata sulle braccia incrociate sopra il banco, la bocca aperta, i biondi capelli stranamente spettinati a coprire gli occhi ermeticamente chiusi. Buffa è invece l'ebete espressione di Sebastiano, che simile ad un automa scrive senza rendersene conto quello che il professore dice, mentre le palpebre sempre più pesanti rischiano di farlo cadere da un momento all'altro in un sonno profondo. Fabio, con la testa sorretta dal braccio sinistro, non prende appunti e fa scarabocchi con la matita sul banco, tenendosi davanti il libro di filosofia per dar l'impressione di ascoltare la lezione. Brian guarda in direzione della cattedra con assoluta indifferenza, alternando sospiri e sbadigli e cercando invano di tanto in tanto di trovare la pagina che l'insegnante sta leggendo.
Un brusco risveglio attende però tutti nell'ora successiva, ora in cui scatta l'interrogazione di latino. Originale è il metodo con cui il professore sceglie le sue vittime, una specie di lotteria che parte con il lancio di una moneta: testa è pari, croce dispari. A che numeri si fa riferimento? Ai numeri d'ordine degli alunni sul registro, ovviamente. A questa prima parte, segue l'apertura di un libro per stabilire il numero prescelto, che corrisponde all'ultima cifra della pagina su cui cade lo sguardo dell'insegnante. Il rituale ha dunque inizio: ecco che la dorata moneta volteggia leggera sopra la cattedra e vi ricade provocando un acuto tintinnio. Il primo verdetto è: "Dispari!", come annuncia con voce solenne il professore, un uomo di mezza età, non molto alto, con un paio di occhiali poggiati sulla punta del naso aquilino, dietro ai quali sbucano i piccoli occhi castani dall'espressione severa eppur benevola. Metà della classe esulta, quella che corrisponde ai numeri pari, cosa che si ripete di frequente ultimamente, mentre tra gli studenti ancora in pericolo si diffonde il panico. Viene ora aperto il libro che decreterà la scelta finale, e la conclusione è: "Tre!".
Ad essere sinceri, nessuno è stupito, nemmeno i poveri ragazzi destinati ad essere per l'ennesima volta interrogati, ovvero tre, tredici e ventitré, che hanno finora raccolto in latino nel secondo quadrimestre già quattro interrogazioni, mentre c'è qualcuno che non ne ha nemmeno mezza!
I fortunati sono Anna, Sebastiano e Paolo, un altro loro compagno di classe: costoro infatti corrispondono sul registro ai famigerati numeri. I giovani si dirigono verso la cattedra rassegnati come dei condannati diretti al patibolo. In particolare Sebastiano è terribilmente agitato, ha studiato latino solo la scorsa notte e ha una gran confusione in testa: le mani tremano e sudano freddo, un tallone batte nervosamente a terra, gli occhi vagano da una parte all'altra dell'aula in cerca di conforto. Il tempo pare non passare mai, le domande del professore sembrano dei quiz senza soluzione, ma fortunatamente puntuale la campanella suona annunciando l'agognato intervallo. L'interrogazione dunque termina, e Sebastiano deve ringraziare Anna e i suoi suggerimenti per averlo salvato da una sicura insufficienza che avrebbe inferto un fatale colpo alla sua media già critica.
La mattina di scuola termina in questa giornata a mezzogiorno e Simone, desideroso di andar da Jabez per parlargli dello scontro col nemico, propone la sua idea per primo a Sebastiano, che però nel pomeriggio ha ripetizioni di matematica e deve tornare subito a casa. Anche Brian è impegnato, ha lezione di Judo alle due, mentre Kirk, Fabio e Anna si sono dileguati nel nulla prima che l'amico potesse parlar loro. Simone decide alla fine di portar a termine da solo la propria idea e lungo la strada si imbatte in Manuela, che, uscita da scuola tre ore prima, ha avuto il medesimo pensiero del compagno.
La porta del negozio di Jabez è chiusa ed i due giovani non possono far altro se non provare a bussare sperando che il loro saggio amico non sia uscito. Dopo qualche minuto, Manuela suggerisce di scassinare la serratura con la telecinesi ed in questo modo i ragazzi riescono alla fine ad entrare, giusto nel momento in cui compare Jabez con in mano un hamburger.
"Perché mi guardate così?" chiede l'uomo ai due che lo fissano stupiti "Anch'io devo mangiare per vivere.".
Ingoiato l'ultimo boccone, Jabez si informa sul motivo della visita. Subito Manuela, visibilmente turbata, confessa che secondo lei le cose non vanno come dovrebbero e, dopo aver lasciato raccontare a Simone quanto avvenuto la notte appena trascorsa, espone sinceramente i propri dubbi:
"Non so se potremo combinare qualcosa di buono. Non so se ne siamo capaci. Ho paura che faremo solo disastri se continuiamo così, e peggioreremo la situazione.".
"Perché sei così tesa?" domanda perplesso Jabez.
La ragazza, con un'espressione terribilmente affranta, risponde:
"Finita quella - come posso dire?- battaglia, mi sono vista intorno un completo disastro, e l'avevamo provocato noi!... Non vorrei mai che in futuro...".
Manuela non termina nemmeno il discorso, teme perfino di esprimere l'atroce paura che grava sul suo cuore, ma è chiaro cosa voglia dire e Jabez cerca di tranquillizzarla, con parole semplici e rassicuranti:
"Quello che tu e i tuoi amici fate non potrà mai essere di nessuna utilità a Colui che dovete contrastare, fino a quando saranno i migliori sentimenti presenti in voi a guidarvi. Non potreste indossare quei gioielli se i vostri animi fossero governati dalla malvagità.".
"Mi sembrano solo belle parole... ma la realtà?" rimarca la giovane non convinta, e sono le dirette parole di Simone a scuoterla infondendole un po' di fiducia:
"Diamoci un'altra possibilità. Se capiremo di non essere all'altezza, ci tireremo indietro.".
Così dicendo il ragazzo mette un braccio intorno alle spalle della titubante amica e con un fraterno sorriso la sprona a non arrendersi e a non preoccuparsi troppo, almeno per ora. Manuela alla fine torna a casa con l'animo più leggero, sollevata da una rinnovata fiducia, mentre Simone si trattiene ancora un po' con Jabez avendo altre domande da porgli:
"La CHIAVE che stiamo cercando, a cosa serve? Perché la vogliono quei demoni? E poi, faccio fatica a credere che possano esistere queste incarnazioni di spiriti maligni, anche se… ieri... le ho viste.".
Il maturo uomo inizia di buon grado a fornire le spiegazioni richieste:
"In primo luogo, io so soltanto che la CHIAVE serve per completare il rito destinato a far risorgere Satana. Per quanto riguarda l'altro tuo dubbio, dovresti sapere che esistono molti casi, più o meno confermati, di possessione demoniaca. Perché ti stupisci tanto?".
"Sinceramente ho sempre fatto molta fatica a credere a queste manifestazioni del Diavolo, e adesso... Ho una gran confusione in testa!" confessa il giovane scuotendo la testa sconsolato, se pur soddisfatto di aver avuto qualche notizia in più sulla misteriosa CHIAVE.
Distanti anni luce da questi pensieri sono Kirk e Anna, che, intenti a ripassare per il compito di chimica, sono a dir poco sconvolti, non capendo niente dell'oscura materia. Anna, con le mani tra i capelli, i gomiti sul tavolo, gli occhi puntati inutilmente sulla stessa pagina da un'ora, tenta invano di decifrare un problema, non riuscendo nemmeno a comprendere cosa richieda. Kirk, invece, ha già risolto alcuni esercizi, ma, confrontati i suoi risultati con quelli del libro, non ce n'è uno che coincida, e ciò lo getta nella più cupa disperazione. Improvvisamente il telefono squilla, offrendo una buona scusa per far una meritata pausa. E chi può essere ad aver chiamato se non Sebastiano, che, in preda al panico, cerca l'aiuto degli amici, ed il problema è sempre lo stesso: chimica! Ben poco possono fare i due per il compagno sconsolato, sono già in crisi per conto loro e di certo, finché non avranno messo ordine nel caos che invade le loro menti, non potranno dar una mano a nessuno. Riattaccata la cornetta, Anna e Kirk tornano sui libri, rendendosi conto di non sapere un bel niente: tra formule, simboli, sigle, sembra di esser davanti ad un geroglifico indecifrabile!

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Non ho molto da dire per ora. La trama per adesso è abbastanza semplice. Ho pensato di pubblicare i primi due capitoli a distanza ravvicinata così da permettervi di conoscere un po' i personaggi. Ricordo che ai tempi delle superiori mi chiesi come ci saremmo comportati io ed i miei amici calati in una situazione surreale come questa, e da qui partì il tutto. Unendo le mie esperienze, una buona dose di fantasia e molti elementi tratti dalla simbologia cristiana, ho costruito questa storia. Non stupitevi se la prima parte è più scanzonata ed allegra rispetto a quelle che seguiranno, a giocar un ruolo fondametale all'inizio è la giovane età dei protagonisti, con la loro incoscienza e spontaneità. Più avanti le cose cambieranno, e se volete sapere come non dovete fare altro che seguirmi. A presto!

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Capitolo 3
*** Le fiamme dell'Inferno ***


PARTE I. LE SETTE VIRTU'

CAPITOLO III. LE FIAMME DELL'INFERNO

I giorni passano e si portano via, nel loro incessante incedere, anche il temuto compito in classe di chimica. Si respira nell'aria, ancora fresca, il profumo della primavera, mentre il paesaggio si tinge di nuova vita: i ciliegi stanno per sbocciare, fiori variopinti riempiono i giardini, i colori si diffondono ovunque, generando un'atmosfera di serenità e gioia.
I vecchi amori si rinnovano e di nuovi ne nascono, ma qualcuno c'è sempre che non ama questa romantica stagione, e tra costoro al momento ci sono Fabio, che dopo la delusione avuto con Anita è alla disperata ricerca di una ragazza, e Anna, che davvero non può, o non vuole, togliersi dalla testa Sebastiano. In un tiepido e limpido pomeriggio di marzo, Anna sta parlando proprio di questo argomento con Manuela. Sedute al sole in giardino, con i libri di scuola chiusi sulle ginocchia, le due chiacchierano. Manuela esprime sinceramente la propria opinione:
"Secondo me la tua non è costanza, ma follia! Da due anni stai dietro a Sebastiano e sai di non interessargli minimamente, te l'ha fatto capire in tutti i modi. Devi rinunciare!".
"Lo farei se potessi!" risponde l'altra, giocherellando con le pagine del libro di latino "Non riesco spiegarti... so che la mia è una battaglia persa in partenza, mi rendo conto che lui non è perfetto, i suoi difetti li vedo, e so che non ha una grande opinione di me, però... sono un caso disperato!".
"E unico!" aggiunge ridendo Manuela "Non so più che dirti. Fai come ti pare, ma credo che staresti meglio se...".
Anna interrompe bruscamente l'amica:
"Uffa! Parlate tutti nello stesso modo! Anche Kirk mi ripete le stesse cose!".
"Sei tu che chiedi il nostro parere."
"E' vero, ma potreste avere un minimo di fantasia e dire qualcosa di diverso ogni tanto!"
Per non far arrabbiare la compagna, Manuela non ribatte ulteriormente e tace, mentre Anna, con lo sguardo rivolto a terra e malinconica voce riprende a parlare:
"Ho paura che tutto questo causerà dei guai.".
"Non ti seguo" interviene l'altra.
"I miei sentimenti, intendo. Secondo me ci daranno soltanto problemi... e non so che fare..."
Sinceramente rimane oscuro a Manuela il significato delle parole dell'amica, dettate da un cuore in subbuglio e pronunciate in un tono terribilmente triste: sono solo un momentaneo sfogo o piuttosto l'oscuro presagio di futuri accadimenti?
Anna tiene gli occhi fissi su una fila di formiche, osservandole mentre ordinatamente si muovono rapide tra i sassi mantenendosi le une dietro alle altre, ma repentinamente cambia umore, scatta in piedi lasciando cadere il libro di latino ed esclama con squillante voce:
"Devo mettere in ordine la mia camera. Mi dai una mano?".
"Chi ti capisce è bravo!" conclude rassegnata  Manuela, che da tempo ormai ha rinunciato a comprendere gli intricati processi mentali dell'incontenibile compagna.
E proprio ad Anna sta pensando in questo stesso momento Brian, sulla scia di un vago ricordo mai cancellato che inaspettatamente riaffiora nella sua mente, provocandogli una strana ed incontrollabile ansia. La memoria torna indietro di un anno, ad una festa alla quale il giovane aveva partecipato appunto con Anna, e con Kirk: in quell'occasione la sua amica gli era apparsa stupenda, come mai l'aveva vista, fasciata in un corto abito nero stretto in vita, non troppo scollato, che faceva risaltare la bianca pelle d'avorio. Di trucco non aveva bisogno il bel volto già della natura delicatamente dipinto: labbra rosse perfettamente disegnate, guance del color dei fiori di pesco, grandi occhi celesti circondati da nere e lunghe ciglia. Ma Anna gli sarebbe allora apparsa meravigliosa anche vestita come al solito, con un paio di jeans ed una semplice maglia... Sì, Brian deve ammetterlo, aveva un debole per lei, e quel sentimento che a nessuno ha mai rivelato e che pensava d'aver ormai scordato, è riapparso ora, improvviso e fugace come un lampo, un sogno che all'alba svanisce lasciando dietro sé una scia di confusi pensieri. Brian avrebbe voluto confessare i suoi sentimenti ad Anna, in più di un'occasione gli era parso che in qualche modo lei ricambiasse il suo interesse, ma il mondo gli è crollato addosso quando la verità è venuta a galla e l'amica gli ha confidato quello che provava per Sebastiano.
"Possibile che ancora le piaccia?" si chiede il ragazzo osservando la foto di classe dello scorso anno, dove nemmeno compare Sebastiano... Ma la gelosia appartiene al passato, non è sentimento da alimentare ora, anche perché è del tutto inutile interessarsi a qualcuno che ha occhi per un'unica persona e nient'altro vede...
Termina l'ennesima settimana di lavoro ed il tanto atteso sabato puntualmente arriva, preannunciando il meritato riposo.
A scuola ovviamente si respira un'inevitabile euforia: superato lo sprint finale delle lezioni della mattina, ci si potrà godere il tempo libero tra relax e divertimento! A rovinare l'atmosfera ci sono però le interrogazioni, che purtroppo anche di sabato mietono vittime.
Anna e Kirk, nei pochi minuti che precedono l'inizio della prima ora, sono intenti a ripassare fisica, quando di colpo un'allarmante sensazione irrompe nei loro pensieri e li distrae. Assecondando l'istinto i due escono immediatamente dall'aula e, sicuri che stia per accadere qualcosa, controllano il corridoio gremito di studenti. Quindi si incamminano verso le scale, guidati dal loro sesto senso. Anna si sporge dal parapetto e con lo sguardo perlustra attentamente ovunque, mentre l'amico scende alcuni scalini, osservando scrupolosamente in giro. Niente di niente. Kirk si sofferma a pensare chiedendosi se il motivo che ha spinto lui e la compagna a fiondarsi in velocità fuori dalla classe sia lo stesso, e finché così riflette vede Anna passargli di fianco di corsa, per poi confondersi tra la folla di studenti che stanno salendo. Il ragazzo fa infine ritorno nella propria aula, al terzo piano, in fondo al corridoio, la più fredda e piccola dell'intero edificio, e qui attende il ritorno dell'amica, che ben presto riappare, talmente immersa nei suoi pensieri da non badare nemmeno al suono della campanella ed alle domande del curioso compagno. Kirk, dopo qualche tentativo andato a vuoto, finalmente riesce a catturare l'attenzione dell'assorta giovane, ottenendo da lei una vaga risposta:
"Ho trovato quello che stavamo cercando, ma non ho capito una cosa.".
L'arrivo del professore interrompe ogni discussione e perché la fumosa frase possa trovare una spiegazione bisogna aspettare l'intervallo tra la prima e la seconda ora, quando Kirk ed Anna discutono con Sebastiano, Fabio, Simone e Brian di quanto accaduto. La ragazza rivela la propria scoperta:
"Avete presente Adam della quinta E, quel tipo strano che porta sempre dei pantaloni neri di pelle e degli stivali di cuoio con la punta di ferro? Stamattina l'ho visto...".
Con una battuta Brian interrompe l'amica:
"Non mi dire, l'hai visto? Che strano!...".
"Taci!" lo ammonisce seccata l'altra "Dicevo... Quando l'ho visto mi ha fatto una strana impressione, dobbiamo controllarlo.".
Kirk non perde l'occasione di scherzare e con un malizioso sorrisetto se ne esce con una delle sue solite frecciatine:
"Controllalo tu! So io cosa pensi, altro che strana impressione...".
Ben più duro si mostra Sebastiano, che sembra quasi voler rimproverare la compagna:
"Stai diventando paranoica! Cominci a vedere demoni dappertutto!".
La diretta interessata non gradisce affatto il tono di superiorità usato dall'amico ed immediatamente replica infastidita:
"Ascolta grande saggio, non hai capito niente! Comunque, posso arrangiarmi, non ho bisogno del vostro aiuto.".
Anna si zittisce un attimo e abbassa gli occhi. Poi, con un ambiguo sorriso torna a guardare i compagni e con una vena di sarcasmo nella voce commenta:
"Siamo proprio una bella squadra!".
Così termina la discussione, anche perché il professore è entrato in aula e richiama l'attenzione degli allievi.
L'intervallo, che mai troppo presto arriva, permette agli studenti di sfogare i propri animaleschi istinti azzannando panini, correndo per i corridoi, nascondendosi nei bagni a fumare. Anna ne approfitta per cercare Adam, l'individuo sospetto, ma non lo trova, e a poco a poco cresce in lei una terribile inquietudine, mescolata ad un profondo e desolante sconforto: un orribile presentimento, non ben definito, la tormenta e non le dà pace.
Prende il via l'ennesima ora di lezione ed Anna non può evitare di entrare in classe, ma il nefasto presagio non cessa di tormentarla, tanto da costringerla a chiedere di uscire dall'aula con la banale scusa di andare ai servizi. La ragazza si aggira per il corridoio deserto e, fermandosi  davanti al profondo cunicolo dove verrà presto collocato l'ascensore, si stupisce che la zona non sia protetta: c'è il rischio che qualcuno cada e si schianti al suolo tre piani più in basso! Anna si avvicina all'orlo del baratro, a guardare di sotto le vengono i brividi, e dopo poco si accorge di non esser più sola: di fianco a lei c'è Adam, ha un'espressione assente negli occhi ed è terribilmente pallido. La giovane prova a parlargli, gli ripete di allontanarsi dalla pericolosa zona, tentando di smuoverlo, ma non ci riesce, anzi! Il ragazzo la spinge via, gettandola a terra, e fa poi un passo nel vuoto... E' un attimo, un brevissimo istante, ed in un istante, con uno scatto felino, Anna si rialza ed afferra per un braccio Adam, privo di sensi, fermando così la sua caduta. Altrettanto fulminea è la reazione di Fabio, Kirk, Sebastiano, Brian e Simone, che, lasciando a bocca aperta insegnante e compagni, si catapultano fuori dall'aula, avendo nitidamente percepito il pericolo, ed arrivano giusto in tempo per aiutare l'amica, che da sola non riesce a sollevare e portare in salvo Adam. Nel frattempo accorrono sul posto bidelli e professori, oltre a qualche curioso studente, e nessuno bada minimamente alla presenza di Anna e dei suoi amici. Tutte le attenzioni sono rivolte verso Adam, ancora svenuto, ma vivo.
Terminano in tale brusca maniera le lezioni di questo sabato ed ovviamente Sebastiano e compagni si precipitano da Jabez per riferirgli l'accaduto ed avere la conferma di una loro ipotesi. Lungo la strada, Fabio chiede ad Anna perché non abbia usato la telecinesi per aiutare Adam, e lei elenca tre buoni motivi: primo, i suoi amici sono intervenuti quasi immediatamente; secondo, non è una campionessa nell'usare i suoi poteri e rischiava di combinare guai o di farsi scoprire da qualcuno; terzo, non ci ha proprio pensato!
Narrato lo sconcertante avvenimento a Jabez, i giovani espongono la loro teoria: gli spiriti dannati si incarnano in corpi privi di vita e probabilmente, per procurarseli, spingono i prescelti ad uccidersi, se non li uccidono loro direttamente. L'acuta intuizione è confermata da Jabez, che, compiaciuto, si convince sempre più di aver affidato gli speciali gioielli alle persone giuste: sono solo dei ragazzi, è vero, ma c'è qualcosa di speciale in loro, nei loro cuori, qualcosa che va al di là di poteri paranormali o soprannaturali facoltà.
Quando i sei escono dal negozio, si mettono d'accordo per incontrarsi la sera in discoteca, dopodiché si separano. Sebastiano, percorrendo un tratto di strada insieme Kirk, gli propone di giocare a calcio nel pomeriggio insieme ad altri ragazzi del suo quartiere, e Kirk accetta, ma subito cambia discorso sentendosi in dovere di dire una cosa al compagno:
"Secondo me dovresti scusarti con Anna.".
"Perché?" domanda noncurante l'altro.
"Le hai dato della paranoica e invece aveva ragione. Fossi in lei, sarei arrabbiato."
"E allora? Le passerà."
"Capisco che non ti interessa, però... Vabbè, fai come ti pare, io ti ho detto quello che penso."
Kirk alla fine conferma l'appuntamento per il pomeriggio, prende il motorino e si dirige verso casa. Lo stesso fa Sebastiano, che, ad essere sinceri, è un tantino irritato per l'osservazione dell'amico e tra sé pensa:
"Mi tocca pure sentirmi prediche da Kirk! A parte il fatto che secondo me Anna è sul serio paranoica, e comunque è imbranata e... Speriamo che non piova...".
Effettivamente le nubi in cielo non preannunciano nulla di buono e, come volevasi dimostrare, verso le due inizia a diluviare. Kirk telefona a Sebastiano per dirgli che forse è meglio rimandare la partita di calcio, dopodiché gli chiede di prendere carta e penna e segnarsi un numero, congedandosi infine con un'eloquente frase:
"Dai, che ti costa?".
Sebastiano, indeciso e titubante, fissa il telefono, non ha nessuna voglia di fare questa chiamata, ma non vuole nemmeno passare per maleducato.
"Se non fosse stato per Kirk," rimugina tra sé "non mi sarei posto il problema di scusarmi... Accidenti a lui!".
Alla fine il giovane fa un bel respiro e compone il numero. Uno squillo, due squilli, magari non rispondesse nessuno! Ma così non è, e dopo il terzo squillo, qualcuno risponde. Non Anna però, bensì sua madre. La donna subito chiama a gran voce la figlia, che distratta aveva lasciato il cellulare in cucina, e la ragazza, non appena sente il nome della persona al telefono, esce in fretta e furia dalla sua camera e si precipita sulle scale, scivolando nel suo impetuoso slancio sugli scalini bagnati e franando così rovinosamente a terra, ai piedi di sua mamma. Sebastiano distingue degli strani rumori provenire dall'altro capo dell'apparecchio ed intuendone la causa preferisce non indagare su cosa, o meglio chi, li abbia provocati. Finalmente Anna riesce a rispondere e con falsa ingenuità domanda il motivo dell'inattesa chiamata.
"Volevo scusarmi per averti detto che sei paranoica." ammette, se pur con qualche esitazione, Sebastiano "Avrei dovuto darti retta.".
Anna non è stupida, sa perfettamente che il gesto del compagno non è farina del suo sacco, ma ne è comunque piacevolmente colpita e con la solita voce allegra ed un tono velatamente ironico si prende una piccola rivincita:
"Non voglio sapere chi ti ha suggerito di chiamarmi, anche se mi immagino chi sia stato. Comunque, non mi ero arrabbiata, tanto lo so che grande opinione hai di me.".
"Chi te l'ha detto?" replica sorpreso l'altro "Non è vero!".
"Mi sottovaluti proprio! Se non hai bisogno di altro, ti saluto. Ciao!"
Senza dar il tempo all'interlocutore di rispondere, Anna riattacca e, benché non sia al settimo cielo per la gioia, è soddisfatta di sé: da quanto tempo desiderava rivolgersi a Sebastiano in modo tanto sicuro, deciso, schietto, diretto!
"E' vero che mi piace." pensa tra sé la ragazza, tornando in camera "Ma non può trattarmi come gli gira!".
Completa presto il sole il suo corso e svanendo in un infuocato tramonto lascia via libera alla luna, che superba e fiera prende il suo posto nel cielo notturno. Lei, la luna, che pur essendo solo un riflesso del diurno astro si riflette, orgogliosa della sua bellezza, nell'oceano, nel mare ed in qualunque specchio d'acqua; lei, contornata da miriadi di stelle, che sembrano adorarla ammirate; lei, che spesso si diverte a velarsi di oscure nubi, per riapparire come indispensabile bagliore nel buio.
Simile ad una stella caduta in terra, con le sue coloratissime e iridescenti luci, è la discoteca Asterix, dove Anna e i suoi amici si sono dati appuntamento per trascorrere il sabato sera. Circondata da un enorme parcheggio, sempre colmo di auto e moto, la struttura ha un perimetro irregolare ed un volume compatto e massiccio. Massicci sono pure i due buttafuori, pronti ad intervenire in caso di bisogno, figure imponenti che incutono paura solo a vederli: alti quasi due metri, con lo sguardo truce e dei muscoli ben evidenti sotto le aderenti magliette nere e gli stretti jeans, sembrano statue di marmo, apparentemente non in armonia con il posto pieno di musica, allegria, colori. Anna e Kirk si incontrano sulla porta e decidono di bere qualcosa al bar mentre aspettano gli amici.
"Sebastiano non viene?" chiede la ragazza.
"No, non ne aveva voglia..." risponde l'altro, aggiungendo poi:
"Mi ha detto della telefonata di oggi.".
"Ci avrei giurato!"
"Perché gli hai sbattuto giù il telefono?"
"Non l'ho fatto..."
Anna fissa l'interlocutore sperando le dica:
"Povero Sebastiano, era così triste per come l'hai trattato. Lui, che ti vuole tanto bene...".
E in questo caso lei direbbe:
"Allora, ci tiene a me!".
E poi, voltandosi, vedrebbe il suo il suo amato farsi strada tra la folla per raggiungerla...
Ma non vanno esattamente in questo modo le cose. Infatti, tutto ciò che dice Kirk è:
"Guarda, stanno arrivando Manuela, Brian e Simone!".
Anna ritorna bruscamente con i piedi per terra e saluta i compagni, ma con un'espressione indubbiamente meno allegra e scanzonata del solito.
"Che ha?" si informa Brian sottovoce rivolgendosi a Kirk e tenendo gli occhi fissi sulla malinconica giovane.
"Indovina un po'!" risponde l'altro rassegnato "A chi potrebbe mai pensare?!".
Anna in fretta si riprende dal momentaneo stato di depressione e con lo sguardo inizia a scrutare tra la gente come stesse cercando qualcuno:  stupita del ritardo di Fabio, sospetta che l'amico sia già nella discoteca e si stia divertendo da solo, o con qualche nuova conquista. Anche gli altri del gruppo iniziano a guardarsi intorno, ed ecco che Simone scopre il malandrino ridere e scherzare con due bionde mozzafiato. Immediata è la reazione di Kirk, Brian e Simone, che si dirigono a rapidi passi verso il compagno lasciando indietro Anna e Manuela. Mentre quest'ultima scuote la testa e si arrende all'evidenza, l'impulsiva amica non si trattiene e, quasi a volersi vendicare, corre da Fabio, lo abbraccia e sorridendo gli sussurra: "Ti ho trovato, tesoro!", voltandosi poi verso le due bionde sconosciute con minatoria espressione, spingendole di conseguenza ad andarsene.
E ciò avviene sotto gli sguardi increduli di Kirk, Simone e Brian, che non hanno fatto in tempo a raggiungere il compagno per fermare Anna: se la sono vista passare accanto in tutta velocità e non hanno immaginato potesse combinarne una delle sue!
Riunitosi il gruppo, la pestifera giovane è bersagliata da una miriade di rimproveri:
"Che ti è saltato in mente?!"
"Non c'era niente di male se parlavamo con quelle due!"
"Perché devi sempre metterti in mezzo?!"
Manuela tace e, coprendosi la bocca con una mano, ride in silenzio. Anna invece ha l'espressione di una birbante bambina che ha appena combinato un guaio e viene sgridata dai genitori, finché ad un certo punto, stanca di ascoltare critiche a suo parere eccessive, reagisce d'istinto:
"Per voi qualunque cosa faccio, sbaglio! Mai una volta che proviate a capirmi o che mi diate ragione! Comunque vada, io sbaglio!!! Bene, se per voi sono solo un problema, mi tolgo dai piedi, così potrete divertirvi.".
Ciò detto, la ragazza a passo deciso si allontana mescolandosi tra la folla.
Manuela smette di ridere ed inizia a preoccuparsi. Per rincuorarla, Kirk le assicura che presto Anna tornerà indietro: non è tipo da stare arrabbiata troppo a lungo.
"In effetti, stavolta avrebbe anche ragione." sottolinea la giovane "L'avete trattata malissimo. In fondo, eravate stati voi maleducati a scaricarci così su due piedi per quelle tipe!.".
"Non te la prendere anche tu!" esclama Brian alzando gli occhi al cielo.
Alla fine i cinque compagni si siedono sulle comode poltroncine rosse intorno alla pista da ballo ed attendono di veder ricomparire la lunatica amica. Dopo un'ora, però, di lei non ci sono tracce e il suo cellulare è spento. Simone suggerisce di far un giro per la discoteca, ma, terminata la perlustrazione, la conclusione è una sola: Anna è sparita. Manuela, tanto per cambiare, comincia ad agitarsi, mentre gli altri si innervosiscono.
"Che sia tornata a casa?" si domanda Fabio, proponendo poi di verificare la sua idea con una semplice telefonata.
E' appunto la diretta interessata ad alzare la cornetta e rispondere, intercalando ad ogni parola uno sbadiglio:
"Vi sembra l'ora di chiamare?... Stavo dormendo...Come mai avete chiamato?".
Di risposta la giovane riceve frasi non troppo educate riguardo alla sua improvvisa sparizione ed è Manuela che prova a placare gli animi prendendo in mano la situazione:
"Perché sei andata via senza dir niente? Avevamo paura che ti fosse successo qualcosa...".
"Sempre tragica!" commenta serafica Anna, sforzandosi di trattenere l'ennesimo sbadiglio, per poi salutare in tutta tranquillità decisa a tornarsene presto a letto, mentre i suoi amici vorrebbero averla ora tra le mani per strozzarla: li ha fatti stare tutti in ansia e li liquida di fretta sbadigliando... E' veramente una peste!
Intanto nella discoteca impazza il divertimento, un'assordante musica rimbomba ovunque, una massa indistinta di individui scatenati si agita, e fortuitamente si verificano degli accidentali scontri tra gli indemoniati ballerini. D'un tratto però scoppia una rissa proprio nel bel mezzo al locale. Kirk e compagni osservano, mantenendosi ben lontani, la folla che rapidamente si sposta ai bordi della pista, al cui centro rimane soltanto un gruppetto di sei persone, tra le quali una in particolare cattura l'attenzione dei cinque amici: si tratta di un uomo di circa trent'anni, alto più o meno un metro a novanta, fisico asciutto, spalle larghe sulle quali scivolano in flessuose onde i capelli grigi, elegante cornice del viso ovale dai delicati lineamenti e la carnagione chiara, sul quale risaltano, sopra gli zigomi sporgenti, due grandi occhi dall'espressione non molto benevola. Manuela fissa esterrefatta, come i suoi compagni, l'efebico essere dall'elegante portamento e si sofferma ad osservarne l'originale abbigliamento: stretti jeans neri, un'alta cintura in cuoio con una vistosa fibbia di metallo ed una camicia blu di seta con elaborati  disegni bianchi.
Simone e Fabio decidono di avvicinarsi per capire meglio cosa stia accadendo, lasciando indietro gli altri. La situazione è piuttosto tesa e si complica ulteriormente quando il misterioso uomo dai lunghi capelli prende per il collo uno degli individui che lo circondano, scaraventandolo violentemente a terra. Immediatamente intervengono i massicci buttafuori, ma neppure loro hanno la meglio e vengono atterrati con una mossa di karate dall'affascinante sconosciuto al centro della pista. Nessuno ha il coraggio di mettersi in mezzo. La folla inizia a diradarsi e se ne vanno anche i quattro che avevano accerchiato l'individuo dai capelli grigi, trascinando via il compagno privo di sensi.
La musica è terminata da un po', ma solo ora Simone e Fabio, immobili ai bordi della pista deserta, se ne rendono conto, mentre di fronte a loro c'è l'inquietante sconosciuto che ha messo ko i buttafuori. Costui, dopo aver squadrato severo i due giovani che lo stanno fissando, si allontana con passo fiero e con un provocatorio sorriso stampato in viso e, scavalcati i corpi dei due colossi ancora svenuti, prende da una poltrona un lungo soprabito nero di pelle ed esce tranquillamente dalla discoteca, lasciandosi alle spalle un'atmosfera densa di paura e curiosità.
Il D.J. fa ripartire la musica non appena i buttafuori si sono ripresi e la pista si riempie nuovamente, caduta completamente nel dimenticatoio la rissa appena avvenuta, cancellata da assordanti rumori, colorati cocktail e psichedeliche luci.
"Come se non fosse successo  niente." pensa tristemente Manuela, che davanti agli occhi ha la prova di quanta superficialità e quanto egoismo siano diffusi tra le persone "La vita è monotona e faticosa, per questo si viene in discoteca, per sfogarsi... e se qualcuno si picchia, tanto meglio, anche questo è un modo per rompere la noia quotidiana... E' così che dovrei ragionare?!...".
La ragazza è sconcertata, forse stupidamente si è sempre illusa che molta gente la pensasse alla sua stessa maniera. Ma, in fondo, è meglio che non sia così, lei ha una visione fin troppo pessimistica della realtà ed ogni cosa non conforme alle sue ponderate idee le appare come la dimostrazione che il mondo sta andando alla deriva. Fortunatamente ha degli amici come Kirk, Anna, Brian, Fabio, sempre pronti a ridere, a prendersi in giro e a sdrammatizzare ogni problema, cercando il lato positivo delle cose. Ed anche in questa circostanza Kirk tenta di risollevare la pensierosa compagna:
"Coraggio! Non fare quella faccia... Per fortuna non è capitato niente di grave! E poi, mi sa che quel tipo coi capelli lunghi ti ha colpita, aveva un certo fascino...".
Brian fissa un attimo l'amico, per poi insinuare in tono ironico e velatamente malizioso :
"Non è che ti sei innamorato di quel tizio? Devo preoccuparmi?".
"Non temere, non ti tradirei mai!" risponde l'altro, scoppiando poi a ridere.
I cinque giovani decidono infine di buttarsi nella mischia e scatenarsi, ma qualcosa rovina per l'ennesima volta i loro piani: sei centauri si piombano con le moto dentro la discoteca e circondano le persone che stanno ballando. Dopo aver girato per un po' intorno alla folla spaventata, la banda di motociclisti si ferma ai bordi della pista ed una misteriosa forza impedisce ai giovani accerchiati di fuggire via. In balia dell'arcano potere sono pure Kirk, Brian e Fabio, e quest'ultimo, più che spaventato, pare scocciato per i continui imprevisti che gli stanno rovinando il sabato sera:
"Io volevo solo divertirmi... Sono proprio stufo! Se va avanti così divento matto! Pure 'sti qua dovevano venir a rompere?!".
I teppisti indossano una tuta nera di pelle, con i pantaloni tanto lunghi da coprire i piedi, e dopo qualche minuto si tolgono i caschi rossi mostrando così i loro volti, segnati da un beffardo sorriso. La gente fuori dalla pista rimane immobile, paralizzata non da misteriose forse, bensì dal terrore. Simone e Manuela istintivamente corrono a vedere dove siano i buttafuori e li trovano in piedi davanti alla porta d'ingresso spalancata, impietriti, freddi come il ghiaccio, con gli occhi sbarrati e la bocca aperta. Sicuramente sono stati ipnotizzati e Simone suggerisce di provare a risvegliarli, ma né lui né l'amica sono ancora molto abili con i loro poteri e riescono solo a far addormentare i poveri giganti.
"Hanno avuto una brutta serata," osserva sorridendo Manuela "almeno adesso potranno riposare un po'.".
"Oh. No!" grida improvvisamente Simone "I motociclisti nella discoteca sono...".
Inutile terminare la frase, i due compagni si capiscono al volo e di corsa tornano nella sala principale.
"Che facciamo?" si domanda il giovane "In teoria dovrebbe essere Sebastiano a guidarci, ma lui non c'è, dovremo arrangiarci.".
"Non importa!" rimarca con voce ferma Manuela "Non abbiamo bisogno di lui per liberarci di quei tipi!".
Simone è piuttosto stupito: non ha mai visto l'amica tanto determinata e sicura di sé, né così veloce nel prendere una decisione, anche perché, ad essere sinceri, di decisioni non ne prende quasi mai, sono di solito gli altri ad avere l'iniziativa. In questo momento Manuela si sente un'altra persona, cresce in lei il desiderio di tenere le redini del proprio destino, senza che nessuno debba guidarla, per la prima volta sa davvero cosa vuole e le sembra di poter realizzare tutto ciò che in passato nemmeno riusciva a pensare. 
"Allora Squirrel, sei pronto?" esclama infine Dove.
"Certamente!" risponde l'altro, contagiato dall'incontenibile energia della compagna.
Non con pugni, calci o particolari armi intervengono i due, bensì con le loro menti: mediante la telepatia provano a raggiungere gli animi dei motociclisti, trovandosi in tal modo immersi in oscure e spaventose tenebre. E' ovvio che i sei centauri sono incarnazioni di demoni e purtroppo è ancora sconosciuta ai coraggiosi ragazzi la maniera per eliminarli. Sopraggiunge inoltre un altro non trascurabile problema: senza che Dove e Squirrel se ne rendessero conto, sfuggiti i poteri medianici al loro controllo, si è verificato un raro fenomeno, la trasmigrazione dell'anima. Le anime dei due amici sono infatti passate nel corpo di uno dei motociclisti, rimanendo prigioniere dell'oscurità del maligno spirito che se ne era già impossessato. Squirrel, intuita la situazione, la spiega a Dove, concludendo con delle parole non molto rassicuranti:
"Se non torniamo presto nei nostri corpi, rischiamo di non poterci tornare mai più!".
"E come facciamo?" chiede l'altra sconvolta.
"Non so... ma dobbiamo mantenere il sangue freddo."
"Hai voglia di far battute?... Scusa, ma se adesso siamo solo due anime in un corpo estraneo, come possiamo comunicare?"
"Penso si tratti di telepatia..."
"Aiuto! Voglio tornare a casa!"
"Perché mi interrompi sempre?"
La presenza di tre differenti spiriti all'interno di un unico corpo è ovviamente qualcosa di insolito e l'individuo che ne è vittima inizia a manifestare i sintomi della triplice possessione: il volto trasfigurato da smorfie di dolore muta rapidamente colore, da un bianco cadaverico ad un rosso violaceo, come se l'uomo stesse soffocando, ed è questa l'impressione che tutti hanno nel vederlo contorcersi e piegarsi fino a terra portandosi le mani alla gola. Intanto la gente fuori dalla pista, come risvegliatasi da un incantesimo, comincia a gridare e scappare, mentre tra le persone prigioniere qualcuno sviene o piange per la paura. Immobili all'entrata della sala restano i corpi di Dove e Squirrel, rigidi e freddi come statue, bianchi come la neve. Wolf, Eagle e Fox intuiscono che dell'improvviso malore del centauro devono esser responsabili i loro compagni, ma nemmeno immaginano in quale maniera. L'uomo sofferente cade e si contorce sul pavimento, tenendosi la testa tra le mani, finché un grido agghiacciante non fa rabbrividire tutti i giovani prigionieri, che di colpo sono liberi ed in grado di muoversi e fuggire, accalcandosi verso la porta.
Wolf, Fox e Eagle vengono trascinati fuori dalla folla terrorizzata, ma subito rientrano nella discoteca in soccorso degli amici, che purtroppo non rispondono ad alcun richiamo, quasi fossero in trance. Alle loro anime prigioniere giungono però le voci dei compagni ed è seguendone la scia che gli spiriti tornano nei rispettivi corpi.
Rimane un'importante questione da risolvere: come sconfiggere i motociclisti infernali? Per ora l'unica soluzione è fuggire e così fanno i cinque ragazzi, mentre una diabolica risata, macabro segno di vittoria, risuona nella discoteca ormai completamente deserta.
Allontanatisi di corsa, i giovani si fermano a riprender fiato nel parcheggio, senza aver il coraggio di voltarsi, finché ad un certo punto, attirati da una misteriosa luce alle loro spalle, si guardano indietro. E' una notte limpida questa. Nel cielo buio solo una dispettosa ed impertinente nuvola osa offuscare per un secondo la regale luna. Il suo è però soltanto un misero bagliore a confronto dell'imponente fuoco cui si trovano di fronte Wolf, Dove, Fox, Eagle e Squirrel: l'Asterix è in fiamme e nessuno se ne spiega il motivo.
E' forse questo lo stesso fuoco che imprigiona le anime dannate rinchiuse all'Inferno? Sembra quasi di poter vedere da un momento all'altro Lucifero innalzarsi maestoso al di sopra delle sinuose fiamme, che per lui danzano seducenti  come eleganti odalische, e ben presto del demoniaco falò rimane soltanto un cumulo di macerie e cenere.
Un gelido brivido corre lungo la schiena di Sebastiano e lo risveglia dal suo pacifico sonno.
"E' successo qualcosa..." pensa crucciato il ragazzo "Forse gli altri sono nei guai... o magari sto semplicemente impazzendo! Non ci capisco più niente!".
Sbuffando Sebastiano richiude nuovamente gli occhi e, cedendo alla stanchezza, si riaddormenta, abbandonandosi sul soffice cuscino, i neri capelli sparsi sull'esausto volto placidamente assopito.

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Iniziano finalmente a comparire dettagli interessanti. Qualcosa, o qualcuno, si muove nell'ombra e presto si rivelereà, e intanto i sette protagonisti un po' alla volta cominciano a rendersi conto dell'importanza, nonchè del peso, del loro compito. Tuttavia solo verso la fine di questa prima parte ci saranno fondamentali rivelazioni che creeranno i presupposti per le parti successive, nelle quali entreranno in gioco in maniera palese molte più forze di quelle che finora si sono manifestate.

LINK PER LE ILLUSTRAZIONI
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Capitolo 4
*** Dubbi, paure e... premonizioni ***


PARTE I. LE SETTE VIRTU'

CAPITOLO IV. DUBBI, PAURE E... PREMONIZIONI

Il giorno successivo all'incendio della discoteca Asterix, Anna, ignara di quanto accaduto, alle sette e mezza è già sveglia e affacciata alla finestra della sua camera contempla la strada, il roseo viso tra le mani, i gomiti appoggiati alla fredda pietra del davanzale, gli occhi ancora lucidi per il sonno. La pungente aria mattutina sfiora le guance e muove disordinatamente i capelli che ricoprono la fronte corrugata. La strana luce del sole nascente crea arcane ombre sul fanciullesco volto, mentre un ennesimo sbadiglio ne scompone i delicati lineamenti. Lentamente e svogliatamente la giovane spalanca la bocca emettendo un lieve gemito, alza le braccia inarcando leggermente la schiena, ed i muscoli indolenziti pian piano si destano. Un brivido scuote la ragazza, che decide di chiudere la finestra onde evitare di beccarsi un bel raffreddore, anche se quasi quasi ammalarsi non le dispiacerebbe in questo momento... almeno non andrebbe a scuola per un po'.
Seduta sul letto Anna riflette su come trascorrere la domenica:
"Non mi va di vedere nessuno, andrò a farmi un giro in centro... No, mi annoierei da sola... In TV non c'è niente, e nemmeno alla radio. A dire il vero dovrei studiare, ma non ho voglia... Basta! Vado in centro.".
C'è invece chi ha passato la notte in bianco, rigirandosi nel letto: Brian non riesce a scordare gli eventi della sera appena trascorsa, ha impresso negli occhi l'imponente fuoco che ha distrutto la discoteca e preoccupato si domanda cosa ne sarà di lui e dei suoi amici, mentre cammina inquieto per la stanza, con la testa bassa e le braccia dietro la schiena.
"Bruceremo anche noi nelle fiamme dell'Inferno?" si ripete tra sé "Come possiamo credere di scontrarci con il Diavolo e di avere la meglio?! Non siamo degli eroi. Forse la nostra è solo presunzione, e incoscienza... Eppure, le parole di Jabez...".
Il giovane si ferma di colpo, incrocia le braccia e nervosamente continua a muovere la mano sinistra senza rendersene conto. Quindi, corre davanti allo specchio del bagno ed osserva il proprio volto riflesso: le labbra sottili tinte di un tenue rosa, la pelle chiara e liscia, gli occhi azzurri contornati da folte ciglia, il viso ovale dagli zigomi sporgenti, i capelli corti color miele intonati all'angelica espressione del viso... nulla è cambiato, eppure è cambiato tutto. Brian cerca nel suo aspetto un mutamento, che rappresenti la svolta subita dalla sua vita, ma fuori è rimasto lo stesso, mentre dentro... Uno specchio non può aiutarlo a capire cosa sia avvenuto in lui, eppure minuziosamente i suoi occhi studiano l'immagine riflessa, illudendosi talvolta di cogliere una diversa piega agli angoli della bocca, o una ruga strana sull'alta fronte.
"Che stupido!" pensa sconsolato il ragazzo tornando nella sua camera, con la mente sempre più confusa.
Il giorno intanto comincia a vivere: verso le dieci e mezza la città si è ormai destata in questa fresca domenica primaverile. Anna, parcheggiato il motorino, cammina per le vie del centro non ancora troppo affollate. Non è la sua però una semplice passeggiata, ha un preciso incarico a cui adempiere: invitare a pranzo zia Luisa, sorella di sua mamma, che abita in un palazzo del centro storico. Perché non telefonarle? Anna ci ha provato, ma il telefono di sua zia pare al momento fuori uso e con il cellulare la donna non ha un buon rapporto. E comunque la giovane già aveva in mente di uscire ed offrendosi di recapitare l'invito ha potuto farsi un giretto lasciando in casa il padre ad aiutare sua mamma in cucina. Mentre cammina Anna osserva le vetrine dei negozi e si sofferma a rimirare un abito estivo che da tempo vorrebbe  comprarsi: ha una scollatura quadrata sul davanti, decorata con piccole perline azzurre e rosa, come l'orlo delle corte ed ampie maniche, e l'attillato corpetto si allarga in una gonna lunga e leggerissima, con due spacchi laterali. La stoffa sembra essere molto sottile e sulla base dalle delicate tinte pastello sono disegnati dei variopinti fiori stilizzati. Al momento le finanze di Anna non le permettono di acquistare l'abito e la poverina se ne va via sospirando, dirigendosi a rapidi passi verso casa della zia. La donna vive in un  palazzo raffinato e molto antico. I resti degli affreschi sulla facciata ne ricordano il passato splendore e gli donano un senso di mistero ed un particolare fascino, che spinge i passanti a contemplarlo con viva ammirazione. Intorno alle finestre si notano, se pur rovinate dallo smog e dal tempo, delle decorazioni eleganti ed originali, delle rose alternate a foglie d'acanto.
Anna, rimirando i disegni, rammenta le parole di Jabez: la CHIAVE ricercata dai demoni è avvolta da una rosa rossa con lo stelo spinoso... Che storia! A raccontarla, chi potrebbe crederci?! A stento lei, che ne è coinvolta, la considera reale. Quella CHIAVE, perché è così importante? E quanto durerà la ricerca? Per caso lo sguardo della ragazza cade sull'orologio:
"Oh, no! E' quasi mezzogiorno! Mia mamma mi uccide!".
Accortasi del ritardo, Anna suona immediatamente il campanello augurandosi che la zia si prepari in fretta ad uscire: non vuole beccarsi una sgridata anche oggi!
Anna ovviamente ha ben pensato di uscire di casa senza cellulare, e così la povera Manuela, che più volte ha provato a chiamarla senza alcun risultato, deve suo malgrado per oggi rinunciare a parlarle di quanto accaduto alla discoteca Asterix, anche perché in questa giornata è piuttosto impegnata: torna infatti a casa dopo diverso  tempo sua sorella maggiore, Erika, che ha ventidue anni e studia medicina all'università in una città piuttosto distante da quella in cui vive la famiglia, e là abita dividendo un appartamento con delle compagne di corso. Manuela e la sorella non si somigliano molto: Erika è bionda ed ha lunghi capelli lisci, occhi verdi, naso aquilino, labbra carnose di un rosso acceso, non è una bellezza ma possiede un carattere allegro, intraprendente, estroverso, insomma, l'opposto della riservata ed introversa Manuela. Per la prima volta però Manuela, che ha sempre provato un senso di  inferiorità rispetto alla sorella, è certa di poterla finalmente guardare in faccia con orgoglio e sicurezza, perché adesso lei ha qualcosa in più, un'importante missione, dei poteri straordinari, un segreto unico che le dà forza e coraggio. Manuela temeva all'inizio la vicenda in cui è stata coinvolta, mentre ora ha trovato grazie a tutto questo una risolutezza ed una grinta che non aveva mai avuto. Sembra un controsenso, ma è spesso la paura la fonte della forza, purché affrontata nel modo giusto: se non si ha nulla con cui confrontarsi, nulla da superare, se non si teme niente il carattere non può temprarsi e l'animo resta in balia di ciò che si sceglie di ignorare. Non accettare i propri limiti, le proprie paure, è un evidente segno di codardia, riconoscerle significa aver coraggio ed è il primo passo per sconfiggerle. Manuela, fino a poco tempo fa, spesso si era lasciata sovrastare dai sui timori, dai suoi dubbi, mentre adesso che una responsabilità più grande l'ha investita, è riuscita a fronteggiarli ed in parte a vincerli. Si sente speciale ora nei confronti dei coetanei e nei confronti di tutte le persone esistenti al mondo: è consapevole del ruolo fondamentale affidatole, sa di essere nata per realizzare grandi risultati, non soltanto nella ricerca della CHIAVE.
Chi in questo momento di pensieri positivi ne ha gran pochi è Anna, che rientrata a casa in ritardo si becca l'ennesima sgridata dalla madre, dopo esser per altro incappata in un brutto intoppo finché tornava dal centro: mentre in motorino percorreva la strada verso casa, un idiota in vespa le ha tagliato la strada facendola cadere e procurandole così un brutto livido sul ginocchio destro oltre a numerosi graffi sulle mani. L'incosciente non si è nemmeno accorto dell'incidente causato, ma Anna l'ha riconosciuto al volo: Sebastiano. Ora l'unico desiderio della giovane è aver tra le mani il compagno per strangolarlo, anche perché sua mamma sta dando a lei tutta la colpa della caduta.
Fortunatamente l'arrivo della zia pone fine alle grida, impedendo lo scatenarsi di un furibondo litigio. Zia Luisa è una donna raffinata, aperta ed allegra, con un rassicurante e gioviale sorriso perennemente disegnato sul roseo viso rotondo, ed interviene sempre in difesa della nipote, che le vuole un bene dell'anima. La discussione tra madre e figlia è presto dimenticata ed il pranzo sarebbe piacevole e divertente se non fosse per la rabbia che tormenta Anna:
"Gli vorrei rompere la vespa in testa! Sebastiano è un cretino... e dovrebbe essere il mio capo?! Siamo matti?! Non voglio morire a diciotto anni e mettermi nelle sue mani sarebbe un suicidio... Parlerò con Jabez, non si può continuare così!!!".
Improvvisamente l'attenzione della ragazza viene catturata da un discorso di sua zia, che sta raccontando come da alcuni giorni, alla sera, senta degli strani rumori in casa, sempre alla stessa ora.
"O sto impazzendo, o con me vivono dei fantasmi!" commenta divertita la donna, mentre la nipote impallidisce e lascia cadere le posate, fissando Luisa con gli occhi sgranati.
Accortisi del repentino mutamento di Anna, i suoi genitori subito si preoccupano temendo stia per svenire, mentre lei, confessando di aver una terribile emicrania, si alza da tavola lasciando a metà il pranzo (cosa questa più unica che rara!) e si rifugia in camera, dove crolla sul letto, senza forze, con gli occhi chiusi, le braccia a penzoloni, i capelli sparsi sul cuscino.
"Che la CHIAVE sia a casa di mia zia? Forse quei rumori... e se fossero i demoni?... Bisogna far qualcosa, ho paura che succeda qualcosa di brutto...":
questo si domanda Anna, prima di addormentarsi sopra le lenzuola. Ma non è il suo un sonno tranquillo, arcani e terrificanti presagi tormentano la sua mente, grandi occhi bianchi che appaiono nel buio impregnati di una smisurata malvagità, sangue che scorre dai petali scarlatti di una rosa, grida agghiaccianti, lampi improvvisi. Senza riuscir a svegliarsi Anna trascorre così metà del pomeriggio, finché, verso le quattro, riapre gli occhi, ed è in un bagno di sudore. Le immagini tanto reali che l'hanno assediata nel sonno hanno scatenato in lei una profonda angoscia, paura e dolore, che in un istante vengono cancellati da un'incontrollabile rabbia. La ragazza afferra i libri sulla scrivania e li scaraventa contro il muro, inginocchiandosi poi a terra con le mani tra i capelli e gli occhi pieni di lacrime. Cosa c'era dunque in quegli incubi di tanto terribile? Cos'ha capito Anna? O meglio, cosa teme d'aver capito? Il pianto lentamente cessa, lasciando all'inspiegabile impeto d'ira soltanto dei singhiozzi per sfogarsi. Ma era sul serio rabbia? Non proprio... infatti, appena sveglia, alla giovane era parso di scorgere qualcosa sulla sua mano destra, qualcosa che l'ha sconvolta portandola ad agire come una pazza isterica. Pallida in viso, Anna avvicina agli occhi le mani tremanti, non vedendo nulla di strano: qualche graffio procurato dalla caduta in motorino, le unghie ben curate, insomma, niente di diverso dal solito.
"E' stata un'allucinazione... solo un'allucinazione." pensa la ragazza "Accidenti a quella maledetta CHIAVE, e a tutta 'sta storia!".
La giovane vorrebbe parlare con Jabez e si precipita di corsa sulle scale, ma qui i genitori la fermano, preoccupati per la sua salute e decisi a tenerla sotto controllo per qualche giorno. Non la vogliono nemmeno far andare a scuola, figurarsi se le permetteranno di uscire ora! Anna tenta invano di convincerli, inventa mille scuse: che deve incontrarsi con Manuela per svolgere un'opera di volontariato in un orfanotrofio, che deve aiutare Kirk a studiare chimica altrimenti rischia un'insufficienza, si offre perfino di andare a fare la spesa, impresa piuttosto ardua dal momento che di domenica i supermercati nelle vicinanze sono chiusi. Alla fine è suo malgrado costretta ad arrendersi e vorrebbe almeno chiamare gli amici, ma i suoi genitori la controllano a vista, temendo stia nascondendo qualcosa, e non è perciò libera di avvisare il resto del gruppo del pericolo corso da sua zia. Più depressa che preoccupata la ragazza si ritira nella sua stanza, dove rimane per il resto della giornata, e per convincere madre e padre di star benissimo ricompare verso sera  saltellando, ridendo e scherzando come al solito.
La domenica di Simone è stata indubbiamente meno movimentata: il poverino è a letto con una brutta influenza e gli unici suoi compagni sono starnuti e medicine. Mentre si soffia il naso, ormai violaceo, il giovane rimugina tra sé:
"Non mi sento esattamente un valoroso eroe che deve contrastare i demoni. Tra Don Chisciotte e Sancio Panza, mi sento Ronzinante!".
Sconsolato si rimette poi a dormire, ma a guastargli il sonno si aggiunge una fastidiosa tosse, che lo scuote dalla testa ai piedi e gli impedisce di chiuder occhio per tutta notte.
"Qualcuno mi aiuti!" pensa lo sventurato, mentre, nella speranza di addormentarsi, arriva a contare 4.000 pecore, 2.551 mucche e 1.010 galline!
Si ripresenta puntuale l'ennesimo lunedì. La settimana ricomincia e probabilmente l'unica persona felice di questo è oggi Anna, che riuscirà finalmente a sottrarsi alla sorveglianza dei genitori ed a parlare agli amici del nuovo compito da portar a termine. Solo dopo esser entrata in aula, la ragazza è assalita da un profondo sconforto: le spiegazioni, le interrogazioni, i compiti, per un attimo aveva rimosso cosa avrebbe dovuto sopportare in questa ennesima mattina di scuola. La depressione si fa più acuta nel vedere che in classe non ci sono né Sebastiano, né Kirk, e neppure Brian, Simone e Fabio. Anna si accascia sulla sedia e crolla con la faccia sul banco, quasi rischiando di fratturarsi il naso, ma ecco che qualcuno giunge alle sue spalle e le dà una pacca sulla schiena, tanto forte da farla tossire e provocando inevitabilmente la sua istintiva reazione.
"Vuoi che mi finisca il cuore in gola?!" esclama seccata la ragazza, voltandosi di scatto con occhi furenti.
Dietro di lei c'è Kirk che ride, e come lui fanno anche tutti gli altri in classe. Le guance di Anna si tingono di un rosa acceso, che presto si muta in un rosso vivo, mettendo in risalto i grandi occhi celesti puntati come un fucile contro l'amico burlone. Se lo sguardo potesse uccidere!
Le risate in fretta terminano, ma ben presto riprendono, sull'onda di una buffissima scena: mentre Kirk si sta sedendo, Anna con passi felpati gli si apposta alle spalle e silenziosamente gli sfila la sedia, facendolo piombare a terra come un sacco di patate. Il malcapitato fulmina la pestifera compagna con lo sguardo, e lei, con angelica espressione, compiaciuta dichiara: "Chi la fa, l'aspetti!", per poi tornarsene saltellando al proprio posto. 
Nel frattempo, nell'aula sono entrati Sebastiano, Brian e Fabio, che hanno fatto in tempo ad assistere all'esilarante siparietto e continuano a ridere divertiti. Anna li saluta sorridendo con un semplice gesto della mano, ma riserva a Sebastiano una minatoria occhiataccia, ben rammentando l'incidente della scorsa mattina.
"Cosa le hai fatto stavolta?" chiede curioso Brian al destinatario del pungente sguardo.
"E che ne so!" risponde l'altro sbuffando "Non è colpa mia se è lunatica.".
Durante l'intervallo, accantonato momentaneamente il problema di zia Luisa, Anna si trattiene in aula e, sforzandosi di mantenere la calma, racconta a Sebastiano di quanto accaduto domenica mattina, sentendosi rispondere da lui con totale indifferenza:
''Non me ne sono proprio accorto.".
A questo punto la giovane, già per suo conto molto nervosa ultimamente, esplode:
"Sei un incosciente! Un irresponsabile! Avrebbe potuto succedere qualcosa di grave, lo capisci o no?! E nemmeno ti scusi, cafone idiota!".
"Smettila di urlare come una matta!" ribatte il diretto interessato alzando la voce.
"La matta non sono io..." replica l'altra inferocita "Come potrei darti retta ancora?! Sei un immaturo, e anche maleducato!".
"E tu sei isterica!"
"Cretino!" è la secca conclusione di Anna, che solo ora si accorge di aver puntati addosso gli occhi dei compagni rimasti in classe a ripassare.
C'è perfino un professore  fermo sulla porta con un'espressione stupita ed incredula: era accorso dopo aver udito le furiose grida ma non ha avuto il coraggio di intervenire, tanto non sarebbe stato ascoltato!
Anna vorrebbe sprofondare, però non si pente di quanto detto e, dopo aver lanciato un'ultima fiera occhiata a Sebastiano, a testa alta esce dall'aula, con le guance in fiamme. Il ragazzo, invece, resta immobile, i pugni chiusi, i denti stretti, vorrebbe sfogarsi e prendersela con qualcuno, ma si limita a dare un calcio ai banchi in prima fila, per poi affacciarsi alla finestra e respirare a fondo per calmarsi.
Il professore, ancora impalato sulla porta, timidamente e a bassa voce domanda:
"Qualcosa non va?".
Nessuna risposta, e l'uomo torna in corridoio, dove incrocia Anna che gentilmente lo saluta, come nulla fosse successo. L'insegnante rinuncia a capire cosa sia accaduto, già gli basta esser sano e salvo: per un istante aveva temuto che i due studenti infuriati iniziassero a lanciarsi addosso libri, astucci, sedie. Nessun altro in corridoio o nelle aule accanto ha prestato attenzione alle grida dei due: la ricreazione è un momento sacro e sono tutti troppo impegnati a mangiare, rilassarsi e chiacchierare per interessarsi a qualcuno che urla, cosa tra parentesi non rara.
Kirk, Brian e Fabio, che non erano nei paraggi, nulla sanno del litigio e rientrati in classe notano che Sebastiano è palesemente alterato. Brian prova a chiedergli cosa gli sia capitato e non dall'amico gli giunge la risposta, bensì da un altro compagno, Luca, un tipo particolare, con ricci capelli rossi, raccolti in un simpatico codino, grandi occhi castani, sempre sorridenti, ed una bocca che, per ciò che può far uscire, è una vera arma. E le parole di Luca muovono la curiosità dei tre ragazzi ignari dell'accaduto:
"Con la strigliata che si è preso, per forza non ha voglia di parlare! La nostra Anna è proprio arrabbiata con lui, anche se non ho capito perché. Chi batte ama...".
"Chiudi quella bocca, c'è corrente" lo interrompe bruscamente Sebastiano.
"Che divertente!" commenta ironica Anna, rientrata in aula al suono della campanella, e su di lei si posano gli sguardi attoniti di Kirk, Fabio e Brian.
Ma l'arrivo del professore di matematica tronca ogni discorso: tutto rimandato!
Al termine delle lezioni, Anna, Kirk, Brian e Fabio di comune accordo decidono da andare da Jabez prima di tornare a casa, mentre Sebastiano se ne va appena suona la campanella dell'ultima ora, senza salutare nessuno.
Lungo la strada, Anna rivela ai compagni il motivo del litigio e, giunti da Jabez, i quattro parlano proprio del loro ipotetico capo, ovvero Panther, ed è appunto Anna ad esprimere forti riserve relativamente alla capacità del compagno di adempiere al suo importante ruolo, rimarcando che lei comunque non ha più intenzione di stare ai suoi ordini.
Fortunatamente, passato il momento di rabbia, Jabez riesce a far ragionare la cocciuta giovane e la convince a dare un'altra possibilità all'amico, aggiungendo poi severo:
"Se tra voi sette non ci fosse più affiatamento, non potreste continuare in questa impresa.".
L'uomo cambia quindi discorso:
"Manuela ieri è venuta a riferirmi quello che è successo sabato.".
"Cos'è successo?" chiede sorpresa Anna, ancora allo scuro dell'incendio della discoteca, mentre i suoi tre compagni sussultano: si sono completamente scordati di raccontarle dell'Asterix!
"E io che mi fidavo di voi! Almeno a Sebastiano l'avete detto?!" esclama Jabez, mettendosi le mani tra i capelli, per poi alzare le braccia al cielo bisbigliando incomprensibili frasi.
"Sì... mi sembra..." risponde Kirk "Sì, sì, dai, l'ho sentito ieri.".
Intanto Anna, sempre più curiosa, continua a far domande, fino a quando non le viene rivelata la verità. Ma ciò pare non soddisfarla, evidentemente qualcosa le passa per la testa, ed il suo sguardo assorto perso nel vuoto lo dimostra.
"Stai male? Sei arrabbiata?" si informa Brian.
La giovane, con un buffo sorriso, risponde:
"No, no... però anch'io mi sono dimenticata di dirvi una cosa.".
Jabez, sempre più sconsolato, preparandosi al peggio, con il viso tra le mani quasi supplica la ragazza di parlare e lei serafica riferisce ciò che casualmente è venuta a sapere da sua zia, concludendo pensierosa:
"Adesso che mi avete raccontato quello che è successo in discoteca, sono ancora più in ansia.".
"Per il momento non possiamo far niente." sottolinea Fabio "Mancano ben tre elementi del gruppo, e poi... è tardi, voglio andar a mangiare!".
I giovani alla fine se ne vanno e Jabez, rimasto solo, pensa ai suoi simpatici e scanzonati amici, al loro comportamento a volte tanto infantile e buffo, riflettendo tra sé con paterno affetto:
"Spero che abbiate preso sul serio il vostro compito... ma spero soprattutto che, qualunque cosa accada, rimarrete sempre così allegri ed entusiasti della vita e non vi riduciate come me, un uomo incapace di sognare, stanco del mondo, che sa solo pensare, pensare, pensare... eppure mi state contagiando, mi state restituendo quella gioventù che mi pareva ormai solo un lontano ricordo... Vi voglio bene...".
Quanta tenerezza prova il maturo uomo per le sette piccole pesti e su di loro riversa lo stesso affetto che a dei figli avrebbe donato, se mai li avesse avuti.
Mentre Kirk e Anna tornano a scuola per prendere i motorini, ripensano al discorso di Jabez e la ragazza commenta:
"Ha parlato di affiatamento... Ce n'è mai stato tra noi?".
"Mah, non so... forse no" risponde l'altro titubante.
"E allora, non rischiamo di perderlo!"
"Esatto!"
I due sembra convinti di quello che stanno dicendo ed in effetti l'unico ad aver visto nello sgangherato gruppo affiatamento ed intesa è Jabez: che sia un eccesso di fiducia? I sette compagni infatti a fatica riescono a trovare un accordo all'unisono su qualunque cosa, a volte non escono tutti insieme per intere settimane, capita perfino che non abbiano argomenti comuni di cui discutere. Chi sta sbagliando dunque nel valutare la situazione? Se il destino ha voluto unire questi giovani, dovrà pur esserci un motivo!
Nel frattempo Sebastiano, rinchiuso nella sua camera, titubante se proseguire o meno lungo il cammino iniziato, giunge ad una decisione:
"Questa storia è una stupidaggine! Tanto vale mollare adesso. Inutile continuare una simile assurdità! Ho ben altro da fare che correre dietro a una CHIAVE di cui non me ne frega niente... e se ho dei poteri speciali, perché non posso usarli come mi pare invece di combattere demoni?".
Il ragazzo è ancora furioso per la lite con Anna e nonostante sappia di essere dalla parte del torto, non ha intenzione di scusarsi con lei, non gliela vuole dare vinta. Nervosamente vaga per la stanza, finché ad un certo punto prende dall'armadio la divisa donatagli da Jabez e la osserva severo: vorrebbe strapparla, bruciarla, non sopporta più d'averla sotto gli occhi. Senza alcuna cura la caccia in un sacchetto e si avvia deciso verso il posto in cui è cominciata l'avventura alla quale adesso vuole porre fine. Con un'espressione cupa, insolita per il suo viso, che sulla fronte ed intorno ai verdi occhi crea sinistre ombre, il giovane afferra la bicicletta e pedala con tutta l'energia che ha in corpo, tentando di cancellare il litigio della mattina. Presto arriva a destinazione, ma non entra subito nel negozio e fermo davanti alla porta ricorda la prima volta che l'ha attraversata: quella notte pioveva a dirotto ed il buio conferiva un fascino particolare a quel posto ed agli oggetti in esso racchiusi. Era rimasto senza parole allora! E' trascorso un mese o poco più, ma sembra passata un'eternità. Il volto del ragazzo pian piano si rasserena, ma rimane salda la convinzione di voler rinunciare al compito affidatogli.
Improvvisamente Jabez apre sorridendo la porta invitando Sebastiano ad entrare ed il giovane si perde negli scuri occhi, profondi e sinceri, capaci di infondere sicurezza e coraggio: anche quel giorno, la prima volta in cui li vide, avevano la stessa cordiale espressione. I due si ritirano nella stanza sul retro e si siedono intorno al tavolo rotondo per parlare.
"Farò in fretta. Volevo restituirti una cosa...": così dicendo Sebastiano posa sulla tavola il sacchetto con dentro la sua divisa. Jabez, senza aprirlo, ne indovina il contenuto e di conseguenza intuisce che intenzioni abbia il ragazzo, ma non gli lascia terminare il discorso che si era preparato e prende lui stesso la parola:
"Sei sicuro? Non sanno niente gli altri, vero? Stai decidendo tu per tutti, te ne rendi conto?".
"Io decido per me." risponde fermo il diretto interessato "E sono sicuro di non voler continuare.".
"Se lo dici tu." conclude con assoluta tranquillità Jabez, mantenendo la sua imperturbabile espressione, per poi aggiungere con un inspiegabile sorriso:
"Devi restituirmi anche il ciondolo.".
Sebastiano lentamente, quasi stesse compiendo un rito sacro, stringe nelle mani la catenina dorata ancora legata al suo collo e con sua gran sorpresa non riesce a toglierla, non può nemmeno sollevarla, gli sembra pesante come un macigno. Invano prova a sganciarla, senza alcun risultato, ed inizia a sudar freddo, spaventato, fissando con gli occhi sbarrati l'uomo di fronte a lui in attesa di una spiegazione. Jabez non si mostra minimamente stupito, aveva già previsto tutto, ormai riesce a leggere nel cuore dei suoi sette giovani amici, come un padre fa con i propri figli, e con paterna voce si rivolge al perplesso ragazzo:
"Ah, Sebastiano! Puoi mentire a me, non a te stesso. Non cercare di liberarti di quel ciondolo, potrai riuscirci solo quando vorrai farlo davvero. E adesso non è così. Hai solo paura.".
"No!" irrompe l'altro bruscamente.
"Ascolta e poi parla. Hai paura di non combinare nulla. Ti spaventano le delusioni, gli errori, i tuoi errori soprattutto, e temi di non essere capace di sostenere il ruolo che ti è toccato. Non so chi abbia rafforzato così tanto i tuoi dubbi, ma sappi che se non ne fossi degno non indosseresti quel gioiello.".
"Non riesco a credere che sia tutto vero..."
"L'importante è che tu vada avanti seguendo il tuo cuore. E, un'ultima cosa, parla con quella persona..."
"Quale persona?"
"Quella che ti ha fatto arrabbiare così!" conclude Jabez con un affettuoso sorriso.
Nel pomeriggio di questo intenso lunedì, Anna è talmente impegnata a ripassare letteratura italiana per l'imminente verifica da non accorgersi di nulla, nemmeno del cellulare, abbandonato nello zaino, che squilla insistentemente. Solo il richiamo della madre la distoglie d'un tratto dallo studio:
"C'è un tuo amico che ti cerca!".
Continuando a ripetere mentalmente la vita di Machiavelli, la ragazza scende le scale e, appoggiata la cornetta all'orecchio, riconosce la voce di Sebastiano che la saluta con un semplice: "Ciao!".
"Tu?" chiede sorpresa e diffidente la ragazza "Che vuoi?"
"Volevo..." il giovane esita, balbetta incomprensibili parole, tace un istante e alla fine se ne esce con una banalissima domanda:
"Cosa bisogna ripassare di italiano per domani?".
Anna ride piano ed a fatica risponde alla richiesta cercando di restar seria, ma prima di riattaccare con due semplici parole scherzosamente smaschera le intenzioni del compagno:
"Scuse accettate!".
Sebastiano rimane immobile, con la cornetta in mano mentre un monotono "TU - TU - TU" gli martella l'orecchio. Anna invece se ne torna in camera allegra e soddisfatta, pensando tra sé:
"E' la seconda volta in tre giorni che gli tocca scusarsi con me... Dev'essere stata dura per lui, è già un miracolo che ci abbia provato! Anche 'sto giro però mi sa che ha parlato con qualcuno, ma non importa, va bene così.".
La settimana si avvia alla conclusione e Simone stenta a guarire, l'influenza non vuole proprio abbandonarlo. Di conseguenza i suoi sei amici, che volevano aspettarlo per la missione a casa della zia di Anna, si arrendono e decidono di non rimandare ulteriormente e per venerdì sera alle nove si danno appuntamento nei pressi dell'appartamento di zia Luisa, approfittando del fatto che la donna è partita per una vacanza e non c'è quindi il rischio di venir scoperti.
L'ora stabilita si avvicina ma non per tutti è facile rispettare gli accordi presi.
Brian ad esempio deve trovare un modo per sfuggire al controllo dei genitori, contrariati dalle sue frequenti uscite serali che, a parer loro, durante la settimana vanno ridotte drasticamente per evitare problemi la mattina a scuola. E così, fingendo di starsene tranquillo in camera a studiare, il ragazzo è costretto a sgattaiolare fuori di casa quatto quatto, augurandosi che i genitori, inchiodati davanti ad un programma televisivo, non si accorgano della sua fuga.
Manuela, invece, si è appena beccata un quattro in matematica e solo dopo una complessa opera di persuasione riesce a convincere mamma e papà a lasciarla uscire, ma a causa dell'intoppo non può evitare di far tardi all'appuntamento.
I sei compagni, con addosso le loro speciali divise, se ne stanno nascosti in un buio vicolo nei pressi della casa sospetta, attenti a non farsi vedere da nessuno, e con la telepatia comunicano tra loro. Panther è molto pensieroso: come entrare? Bisogna intrufolarsi nel palazzo senza farsi notare: facile a dirsi! Nonostante qualche esitazione i sei si muovono e, controllando stavolta abbastanza bene le loro facoltà medianiche, riescono nell'intento, rendendosi come invisibili al mondo circostante con il solo ausilio della loro energia psichica. Il gruppo sgattaiola così nell'appartamento da perlustrare, forzando la serratura con la telecinesi. Inizia quindi l'ispezione, ma il buio fitto che avvolge l'ambiente non semplifica le cose e Wolf, vagando nell'oscurità, finisce nel bagno.
Dove si guarda intorno: l'atmosfera è tetra e lugubre, tutto è immerso nelle tenebre, i mobili non si distinguono, si scorgono solo vaghe ombre che la fantasia trasforma in feroci creature pronte ad assalire le loro prede. Fox trova sul muro un interruttore e sta per accendere la luce, ma Dove lo ferma:
"Non farlo, è un rischio! Qualcuno dei vicini potrebbe insospettirsi.".
"Io però non vedo un accidenti!" borbotta l'altro.
"Seguite me e Cat." interviene deciso Panther "Noi al buio ci vediamo.".
"Per forza, i felini hanno una vista eccezionale!" pensa tra sé Fox, mentre con gli altri si mette a cercare il compagno che manca all'appello.
Wolf da parte sua sta provando ad uscire dal bagno, ma muovendosi alla cieca dà una testata contro uno scaffale, ed è grazie ai suoi gemiti che gli amici lo trovano. Ben presto però altri rumori si sentono nell'appartamento, rumori sordi e cupi dall'indistinta origine.
"Sono loro." fa notare Eagle.
"Dove sono, sembrano dappertutto!" esclama preoccupata Cat, che non sa come comportarsi e vaga con lo sguardo nel terrore di scorgere qualche sinistra ombra muoversi.
"Dividiamoci." suggerisce Panther, provocando l'immediata replica di Cat:
"Sei pazzo!".
Purtroppo l'idea del capo è accettata dalla maggioranza e Cat viene trascinata per un braccio da Eagle, finendo suo malgrado nel corridoio su cui si affacciano le camere da letto.
I ragazzi, divisi in coppie, controllano tutte le stanze, senza trovare nulla di strano. La preoccupazione dunque aumenta: come sconfiggere un nemico che non si rivela?
Dove ripete ininterrottamente di aver paura e Fox, non sopportando più le sue lamentele, si volta di scatto verso di lei per zittirla, ma scorgendo alle sue spalle un'inquietante ombra dalla sagoma irregolare, prontamente la spinge a terra per allontanarla dal pericolo. Dove, non capendo il comportamento dell'amico, si arrabbia con lui e gli urla dietro, rendendosi conto della situazione solo quando vede Fox colpire con un pugno l'oscuro nemico per farlo indietreggiare.
Intanto, in salotto, anche Panther e Wolf sono incappati in un brutto incontro e stanno fronteggiando tre creature demoniache.
"Il tre è proprio il tuo numero!" esclama Wolf, riferendosi al numero che tante interrogazioni ha procurato al compagno.
"Non è il momento di far battute!" ribatte l'altro seccato.
Cat nel frattempo interviene in soccorso di Fox rompendo un vaso in testa al possente nemico, ma questi purtroppo si riprende subito.
"Ti ricordo che sono già morti." fa notare Fox all'amica delusa, difendendosi dal forte avversario a suon di calci e pugni.
"E allora perché continui a picchiarlo?" replica prontamente lei "Stai facendo ginnastica o vuoi tenere in allenamento lui?!".
"Smettetela di parlare a vuoto! Siamo nei guai!" è il logico intervento di Dove, ma il problema è che nessuno sa come eliminare le demoniache creature.
Eagle, giunto in aiuto di Panther e Wolf, ha fortunatamente una provvidenziale idea:
"Dovranno pur servirci le nostre facoltà paranormali! Proviamo a concentrarci su quello che vogliamo fare, e cioè mettere ko questi demoni...".
"Ma 'sti qua ci ammazzano se non li teniamo lontani!" rimarca preoccupato Wolf.
Panther invece è d'accordo con Eagle: se non è fisicamente che possono sconfiggere gli avversari, ferendoli nel corpo, devono farlo con la mente. E' dunque una lotta di spiriti che si scatena, impossibile da descrivere a parole. Una tale energia si sprigiona che non è facile da gestire, ma i tre amici alla fine riescono nell'intento, i loro avversari crollano a terra ed i corpi senza vita, liberi dagli spiriti demoniaci, si dissolvono in un cumulo di cenere.
E' necessario avvisare gli altri della scoperta ed immediatamente Panther, Wolf ed Eagle si precipitano dai compagni gridando loro di concentrarsi: solo sfruttando la loro energia psichica otterranno la vittoria! E così è.
Terminata la battaglia, Cat non può evitare di provare una desolante tristezza, spontaneamente si fa il segno della croce davanti ai cadaveri che lentamente svaniscono mutandosi in cenere, ed il suo gesto è imitato poi da Dove e dal resto dei compagni. Prima di uscire i giovani verificano che tutto sia a posto: la CHIAVE non c'è, i demoni sono sconfitti, il lavoro è terminato.
Appena rientrata a casa Anna corre nella sua stanza, evitando di esser vista dai genitori, e rapidamente si toglie la divisa riponendola con cura dove nessuno possa trovarla, dopodiché si sdraia sul letto e riflette:
"In che razza di storia mi sono cacciata?! All'inizio mi sembrava divertente, ma adesso è diverso. Ho scoperto dentro di me qualcosa che non conoscevo e che mi spaventa. Sono cambiata, e non so se in meglio... A volte però mi sento la stessa di prima... Che strano...".
Morfeo scivola sulle morbide labbra e fa nascere un pigro sbadiglio, per adagiarsi poi sulle palpebre che, gravate dal suo peso, lentamente si chiudono.
Peccato che Anna sia tanto stanca da non poter godere dello splendido cielo di questa limpida notte, come al contrario fa Manuela, affacciata alla finestra della sua camera. Le stelle brillano più del solito, lontane fiammelle in cui è celato il mistero della vita e della morte, e proprio ai notturni astri è rivolto il pensiero della ragazza:
"Quando la loro luce arriva a noi, significa che sono già svanite, uccise da un'esplosione della quale quella luce è l'ultimo segno, il simbolo della loro morte, come il canto più bello della Fenice prima di gettarsi nelle fiamme... Da piccola mi ricordo che mia mamma mi diceva che le stelle sono gli spiriti delle persone volate in cielo e le comete sono le anime pure che dal cielo scendono per generare una nuova vita: mi piacerebbe poter credere ancora a queste favole...''.
Mentre la giovane sta per chiudere la finestra, una stella cadente solca il buio cielo, svanendo in una scia di luce. Nel medesimo istante il telefono squilla e Manuela si chiede chi possa chiamare così tardi, ma dura poco la sua curiosità perché ben presto sua madre la raggiunge in camera per annunciarle la tanto attesa nascita del suo cuginetto. Istintivamente la ragazza spia attraverso le persiane socchiuse, lasciandosi sfuggire uno spontaneo sorriso: forse non sono solo favole...

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Dicevo l'altra volta, qualcosa si muove nell'ombra e presto si rivelerà. Ma qualcosa si sta muovendo anche dentro Sebastiano, Anna ed i loro amici, paure, dubbi, incertezze, ed insieme ad essi una profonda consapevolezza che comincia a far capolino tra la spensieratezza e l'allegria proprie dell'età dei protagonisti. Il ritmo della storia non è veloce ed incalzante ora, ma lo diventerà presto... Alla prossima!

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Capitolo 5
*** Gabriel ***


PARTE I. LE SETTE VIRTU'

CAPITOLO V. GABRIEL

Trascorse quasi due settimane dall'ultima volta in cui Simone si è visto a scuola, Anna, Brian e Kirk si mettono d'accordo per andarlo a trovare, sia per accertarsi della sua salute che per raccontargli dell'ultimo scontro col nemico.
Il giovane è a letto, con il naso violaceo e gli occhi lucidi, pallido pallido, coperto fino al collo. E' indolenzito e la sua voce è quasi irriconoscibile, ma almeno non ha più febbre e tra un paio di giorni potrà tornare a scuola. Mentre sta ringraziando i compagni della gradita visita, uno starnuto lo interrompe bruscamente ed Anna ne approfitta per prender la parola, raccontando tutto d'un fiato quanto accaduto a casa di zia Luisa per poi chiudere il discorso accennando in corsa ad una fondamentale scoperta. Kirk sfrutta un attimo di pausa dell'amica per aprir finalmente bocca con una scherzosa domanda:
"Mi concedi l'onore di parlare?".
Anna, resasi conto di aver monopolizzato il discorso, con monella espressione si scusa e cede la parola al compagno, che spiega chiaramente cosa lui e gli altri abbiano capito di così importante per la loro missione:
"Abbiamo trovato un modo per sconfiggere quei demoni...".
Il discorso è inaspettatamente troncato dalla madre di Simone, una donna bassa e grassottella, con due piccoli occhiali tondi sulla punta del naso, sempre allegra e sorridente, che entra nella stanza con delle fumanti fette di torta di mele appena sfornata.
Uscita la donna, Kirk riprende da dove si era interrotto:
"Dicevo: più o meno adesso sappiamo come fermare i nemici. Prima dobbiamo stancarli, o più precisamente stancare il corpo in cui si trovano, e poi... non so spiegarlo...".
Brian prova ad intervenire in aiuto dell'amico:
"... poi dobbiamo concentrarci sui nostri poteri mentali e...", ma anche lui è in difficoltà e non sa come concludere.
Per fortuna Simone ha già intuito cosa vogliano dire i compagni:
"Dobbiamo far uscire con la nostra energia psichica gli spiriti malvagi dai corpi, giusto? E tra l'altro non dovrebbe essere difficile come un esorcismo vero e proprio, davanti non abbiamo persone ancora vive e con un'anima.".
"Bravissimo!" esulta Anna, lieta di non aver dovuto metter bocca in una questione che sinceramente non ha ben capito.
"Però," fa notare lo stesso Simone "mi sa che ci manca ancora qualcosa... Gli spiriti che abbiamo incontrato finora di sicuro sono i più deboli, i più forti arriveranno dopo, e allora dovremo essere più forti anche noi.".
"Quanta strada dobbiamo ancora fare!" sospira Anna, seduta alla scrivania, mentre distrattamente sfoglia un quaderno di appunti.
L'argomento presto cambia e la conversazione cade sulla scuola e sugli ultimi avvenimenti, come, per esempio, la furiosa litigata tra Anna e Sebastiano, o l'ennesima interrogazione di tre, tredici e ventitré. Tra chiacchiere più o meno serie passa veloce il tempo e verso sera i tre giovani in visita si congedano dall'amico, augurandogli di rimettersi in fretta: la sua mancanza si sente terribilmente! Simone saluta con un bel sorriso e ad Anna rivolge uno spontaneo suggerimento:
"Non ti preoccupare, abbi fiducia!".
"In cosa?" si domanda lei, celando gelosamente in sé tale pensiero quasi fosse un importante segreto.
Una nuova alba annuncia un nuovo giorno, nuove speranze, e i soliti problemi. Il traffico, il lavoro, le bollette, la scuola... Insomma, la vita procede lungo il suo monotono corso, quasi per tutti almeno: di sicuro ci sono sette adolescenti che hanno per la testa qualche pensiero insolito e particolare riguardo a fenomeni soprannaturali e poteri paranormali.
E' una normalissima mattina di scuola, ma nel corso della seconda ora, durante la lezione di fisica, Fabio e Kirk fanno un'interessante scoperta. Mentre di nascosto stanno ripassando La Divina Commedia per la prossima interrogazione, hanno un'illuminazione nel vedere nominate, tra le note a piè di pagina riguardanti alcuni versi, le sette Virtù, tre teologali e quattro cardinali: che abbiano un collegamento con loro? Probabile! Durante l'intervallo la questione viene sottoposta anche a Sebastiano, Anna e Brian.
"Interessante..." è il laconico commento del capo, che pensieroso continua a toccarsi i capelli.
"Cerchi di mettere in funzione il cervello toccandoti la testa?" domanda pungente Anna, avanzando poi una ben più seria proposta:
"E' inutile pensare qui e adesso al legame tra noi sette e le Virtù, troviamoci sabato sera a casa di qualcuno così potremo parlarne con calma. Proviamo a cavarcela da soli senza avvisare Jabez.".
"Ok, per me va bene." afferma sicuro Sebastiano, e del suo stesso parere sono anche Fabio, Brian e Kirk.
Di comune accordo i ragazzi decidono di riunirsi da Simone, per evitargli di uscire e di avere magari una ricaduta, e così il gruppo al completo si raduna sabato sera dal giovane convalescente, che fortunatamente si è quasi del tutto ristabilito: il naso non è più violaceo, ha ripreso colore il viso, prima terribilmente pallido, la voce è ancora un po' rauca ma la tosse è scomparsa e solo qualche raro starnuto si fa sentire.
Ascoltata l'ipotesi degli amici, Simone, seduto sul letto, riflette a voce alta ed esprime una serie di ponderate considerazioni sulla questione:
"Potreste aver scoperto una cosa interessante, però ci servirebbe un aiuto per capire  se c'è davvero un collegamento tra noi e le sette Virtù.".
"Perché correre sempre da Jabez?" ribatte Anna, appoggiata alla finestra, intuito il pensiero del compagno.
"Non sappiamo nemmeno da dove cominciare!" replica l'altro "E forse non sappiamo nemmeno di cosa stiamo parlando.".
"Qui ti sbagli." interviene severo Sebastiano, mentre, seduto per terra con le gambe incrociate e la schiena appoggiata all'armadio, si osserva le mani e muove le dita come se stesse tenendo il conto di qualcosa, per poi alzare lo sguardo e rivolgersi agli amici:
"Sette le Virtù e sette noi: probabilmente a ognuno di noi corrisponde una Virtù!".
"Ovvio!" commenta con aria di superiorità Kirk, appostato alla scrivania ed impegnato ad armeggiare con il computer.
"Tanto ovvio che finora nessuno l'aveva detto." conclude irritato Sebastiano.
"Bene!" interviene Brian, seduto ai piedi del letto "Vediamo, le tre Virtù teologali sono Fede, Speranza e Carità: a chi abbiniamo la prima?".
"A Simone!" esclama immediatamente Anna.
"Perché?" chiede il diretto interessato non convinto, e l'amica subito gli risponde:
"Perché se qualcuno è preoccupato, gli dici sempre: "Abbi fede!... Abbi fiducia!"... oppure perché vai in chiesa più di tutti noi... oppure... non so, ma ti si addice!".
Manuela appoggia l'idea della compagna, mentre Fabio ha un'obiezione:
"Questo non è un criterio razionale per decidere.".
"La parola razionale in tutta questa storia va presa in con le pinze..." rimarca Kirk, spegnendo il computer "E comunque ha un senso quello che ha detto Anna... Ma soprattutto, da quando tu usi criteri razionali?".
Inevitabilmente tutti, tranne Fabio, scoppiano a ridere, ed un'altra serie di battute si scatena non appena Anna afferma, con assoluta convinzione, che la virtù più adatta a lei è la Speranza.
"Finché c'è vita c'è speranza! E' una minaccia?" inizia Kirk, al quale fa eco Sebastiano:
"La speranza è l'ultima a morire: aiuto!!!... Speriamo in bene!".
Anna si sente ferita nell'orgoglio dagli scherzi degli amici: possibile che non la prendano mai sul serio?
"Finitela! Siete dei maleducati e degli stupidi!!!" grida spazientita la giovane, e la sua rabbia provoca in lei un'imprevista ed incontrollabile esplosione delle sue facoltà paranormali.
Oggetti di ogni tipo iniziano a volare per la stanza ed è impossibile per i presenti schivarli tutti. Brian si becca il libro di storia in testa, a Simone arriva un portaritratti nello stomaco, mentre a Kirk e Fabio, in piedi ai lati della finestra, si spalancano i vetri in faccia, e per miracolo si salva Sebastiano, che al volo riesce a bloccare una sedia prima che gli arrivi addosso. L'unica ad aver avuto il tempo di fiondarsi fuori dalla stanza è stata Manuela, la più vicina alla porta, per sua fortuna, e non appena la situazione è di nuovo calma la ragazza rientra nella camera trovandosi davanti un vero disastro: Anna è a terra svenuta per le troppe energie consumate, Brian si tocca dolorante un vistoso taglio sulla fronte, Simone è rannicchiato sul letto e si tiene con le braccia lo stomaco, Sebastiano sta chiudendo la finestra, mentre Fabio e Kirk, entrambi con metà faccia di un rosso acceso, soccorrono l'amica priva di sensi. L'unica frase che esce dalle labbra di Manuela è:
"Sembra che qui sia esplosa una bomba!".
"Cos'è successo?" sono le prime stentate parole di Anna, che lentamente si riprende e, accortasi del caos provocato, con furbesca espressione ammette:
"Visto cosa posso fare quando sono arrabbiata!", aggiungendo poi perplessa:
"Ma come ho fatto a ridurvi così? Sono stata sul serio io?!".
Di preciso la giovane ricorda solo di aver sentito una strana energia crescere in lei, una forza immensa ed incontenibile: le gambe tremavano, un calore intenso la avvolgeva e nella sua mente dominava un vuoto totale.
"Altre volte mi sono arrabbiata," conclude titubante Anna "ma non ho mai combinato un guaio simile...".
Simone ha una teoria e benché ancora dolorante la espone ai compagni:
"Credo dipenda da questi gioielli. Prima i nostri poteri soprannaturali erano come addormentati, questi gioielli li hanno risvegliati e possono portarli al massimo della potenza. Noi non sappiamo per ora controllarli bene e possono sfuggirci di mano.".
"Siamo più pericolosi dei demoni." osserva preoccupato Brian, tamponando la ferita in fronte con un fazzoletto.
"Per fortuna in casa non c'era nessuno." fa notare Kirk, toccandosi il livido sullo zigomo destro.
"Cosa racconto ai miei di quest'occhio nero?" si lamenta Fabio, che come Kirk ha un vistoso livido in faccia, ma sul lato sinistro.
"Puoi sempre dire che una ragazza, stufa delle tue battute, ti ha dato un pugno!" conclude ironica Manuela, scatenando una generale risata.
I giovani si rimettono poi al lavoro, analizzando le Virtù nel loro senso più profondo e ampio, andando ben al di là del loro significato religioso e filosofico. Fede è la certezza di cose che non si vedono, ma la si può considerare in senso lato non solo rivolta verso Dio, ma anche, come fiducia, verso le persone, e la Speranza è l'innata capacità di guardare oltre il presente, con gioia e ottimismo, alimentando sogni che nulla può infrangere. Segue la Carità, che è l'amore incondizionato, quello che niente pretende in cambio, puro e trasparente, amore verso gli altri e verso il mondo. E ci sono poi la Fortezza, la forza spirituale e fisica di superare le difficoltà e il dolore senza arrendersi davanti agli ostacoli, e la Temperanza, ovvero il controllo, la misura, la moderazione nel vivere le cose, mantenendo equilibrio e stabilità, mentre Prudenza significa muoversi con accortezza nelle avversità, discernere tra bene e male per evitare di commettere irrimediabili errori. Per concludere c'è la Giustizia e ben poco c'è da dire per spiegarne l'importanza ed il senso.
Queste dunque sono le Virtù, ed ecco gli abbinamenti a cui giungono i ragazzi a fine serata: Simone - Fede, Anna - Speranza, Brian - Carità, Fabio - Fortezza, Manuela - Temperanza, Kirk - Prudenza e Sebastiano – Giustizia. I sette all'unanimità decidono di riferire a Jabez la loro teoria per averne conferma e ne approfitteranno anche per chiedergli dei consigli utili su come gestire al meglio i loro poteri per non rischiare di combinare troppi guai in giro.
Termina così il sabato e, trascorsa anche la domenica tra impegni vari, il lunedì verso le sei di sera i giovani si recano dal saggio amico per discutere dei loro dubbi e si ritirano con lui nella piccola stanza sul retro. E' come al solito illuminata da una luce soffusa tendente all'arancione, al centro il tavolo rotondo coperto dalla lunga tovaglia di velluto, con le sedie disposte ordinatamente intorno. Prima di cominciare discorsi seri ed importanti, Anna vuole soddisfare una curiosità:
"Ma tu, Jabez, dove vivi?".
L'uomo, sorridendo, con la sua imperturbabile calma si dirige verso una porta in fondo alla stanza, una piccola porta in legno che nessuno aveva notato prima, dietro alla quale c'è una semplicissima camera, con una finestra ed un'altra porta che si affacciano su un buio vicolo, un letto ordinato appoggiato al muro, un modesto angolo cottura, un tavolino, una poltrona e, sul lato destro, una tenda a fiori a chiudere l'entrata del minuscolo bagno.
"Uno che soffre di claustrofobia morirebbe qua dentro." commenta Kirk.
"E' più che sufficiente per me." risponde pacifico Jabez, invitando poi i ragazzi a sedersi e raccontargli il motivo della visita.
E' Sebastiano che intavola l'argomento del possibile collegamento con le Virtù e Jabez lo osserva compiaciuto mentre con estrema serietà ed evidente fervore espone le riflessioni sue e dei suoi compagni. Gli altri ascoltano attentamente, in perfetto silenzio, pronti ad intervenire in caso fosse necessaria qualche precisazione. Quando il giovane tocca il punto cruciale, ovvero gli abbinamenti trovati con le Virtù, Jabez lo interrompe ed entusiasta confessa:
"Sono felice che vi siate appassionati al vostro compito e che abbiate capito da soli qualcosa che vi avrei detto io presto, però...".
L'uomo si zittisce di colpo, si è accorto che qualcuno è entrato nel negozio e, lasciando i ragazzi a discutere tra loro, esce dalla stanza, seguito da Anna, più che mai curiosa.
Ad osservare i suggestivi oggetti africani c'è un giovane, al quale Jabez gentilmente si rivolge scusandosi per averlo fatto aspettare. Anna, attenta a non farsi scoprire, spia nascosta dietro alla porta e rimane notevolmente colpita dall'affascinante sconosciuto: alto, spalle larghe, fisico atletico, elegante nel portamento, vestito con un paio di jeans, scarpe da ginnastica ed un'originale felpa viola con geometrici disegni azzurri. Ciò che maggiormente attrae la ragazza è il meraviglioso viso ovale, dalla carnagione chiarissima, i lineamenti marcati eppur addolciti dall'argentea chioma che in sinuose onde scivola sulle spalle. Brian raggiunge l'amica e, sbirciando dalla porta socchiusa, scorge l'individuo nel negozio: l'ha già visto da qualche parte, ne è sicuro, ma dove?
Non una parola esce dalle labbra dello sconosciuto e Jabez resta immobile, quasi paralizzato davanti ai taglienti occhi viola dalle sfumature blu e azzurre: l'agghiacciante sguardo penetra fin nelle ossa dell'uomo e lo spaventa a tal punto da far scomparire in un istante il sorriso dal suo volto.
"Cosa fanno?" chiede sottovoce Anna a Brian, ma lui nemmeno la ascolta concentrato com'è nel ricordare dove abbia già incontrato l'individuo dai lunghi capelli grigi.
I due amici sono però costretti ad uscire dal loro nascondiglio non appena vedono Jabez accasciarsi al suolo, stringendosi il petto con una mano, e sentendo Anna urlare anche gli altri ragazzi accorrono, trovando Jabez seduto sul pavimento, sorretto da Brian, con una mano sul cuore ed il volto sfigurato da una terribile smorfia di dolore.
"E' un infarto!" urla sconvolta Manuela.
Sebastiano e Kirk prontamente afferrano i cellulari per chiamare un'ambulanza, ma non c'è campo e nessun telefonino riesce a prendere la linea. I due escono allora per cercare una cabina o un bar da cui telefonare e di corsa si avventurano sotto la pioggia che da poco ha iniziato a cadere a dirotto. Anna e Manuela continuano a ripetere premurose al maturo amico che andrà tutto bene, che ci sono loro ad aiutarlo, mentre Brian lo sorregge, insieme a Simone.
"Non possiamo far niente coi nostri poteri?" chiede angosciata Anna.
"Non siamo medici e non possiamo fare miracoli." è la rassegnata risposta di Fabio, che si inginocchia poi a terra accanto ai compagni.
Quello che è successo non impedisce tuttavia a Brian di far luce nella sua memoria ricordando dove avesse già incontrato lo sconosciuto intravisto poco fa nel negozio e svanito ora nel nulla: in discoteca, la sera dell'incendio, aveva messo ko i buttafuori prima della comparsa dei motociclisti demoniaci.
Presto tornano Sebastiano e Kirk, bagnati dalla testa ai piedi, annunciando l'imminente arrivo dell'ambulanza. Le scarpe da tennis, completamente fradice, creano pozzanghere ovunque si posino e ad ogni passo spruzzano acqua dappertutto, quasi si stessero muovendo in un fiume.
Sebastiano starnutisce, ma non è la sua salute che lo preoccupa. Jabez è svenuto, respira a fatica, ha bisogno di cure, subito. Fortunatamente nel giro di pochi minuti si presentano sulla porta tre paramedici: l'uomo privo di sensi viene caricato sulla barella e portato in ospedale, dove prontamente Anna e Sebastiano si dirigono in motorino per tenere sotto controllo la situazione. Gli altri restano nel negozio e qui attendono trepidanti notizie dagli amici.
Purtroppo, trascorsa circa un'ora, non ci sono novità e l'ansia cresce di minuto in minuto. Brian ha poi un'altra preoccupazione e la espone ai compagni:
"Il tipo che era entrato nel negozio e che è sparito appena Jabez si è sentito male, era lo stesso che abbiamo visto all'Asterix, quello della rissa in mezzo alla pista. Ve lo ricordate?".
"Sì, sì." risponde Fabio "Mi sa che porta sfortuna: ogni volta che lo incontriamo succede qualcosa, prima i motociclisti posseduti, e adesso...".
La mente dei giovani torna di nuovo a Jabez: si sarà ripreso?
"Perché non viene nessuno a dirci qualcosa?" si ripete Kirk, camminando per il negozio, le mani dietro la schiena, il viso rivolto a terra, la fronte corrugata. Manuela non parla, seduta su uno sgabello, immobile, lo sguardo smarrito e confuso. Brian, in piedi, giocherella nervosamente con delle statuette di legno poste su un tavolo. Simone prova a chiamare col cellulare i compagni, adesso c'è di nuovo campo, ma nessuno gli risponde. Fabio, guardando fuori, fa notare che ha smesso di piovere, mentre una gelida aria penetra dalla fessura sotto alla porta.
Passa un'altra ora prima che Anna e Sebastiano facciano ritorno e non appena entrano dalla porta su di loro si puntano gli occhi degli amici. Nessuno ha il coraggio di far domande ed è Sebastiano a prendere la parola con un  rassicurante sorriso:
"E' stato un attacco di cuore, ma il peggio è passato: è forte il nostro Jabez! Lo terranno in osservazione un paio di giorni, e poi lo dimetteranno. Semmai andresti a prenderlo tu, Fabio?".
"Certo!" risponde l'altro, liberando la tensione con un lungo sospiro.
"Chiudiamo la baracca e andiamo a casa." suggerisce Anna, mentre prende le chiavi del negozio dal cassetto che Jabez le ha indicato.
L'invito è ben accolto da tutti e finalmente i ragazzi possono ricominciare a respirare, liberi dall'opprimente angoscia che si era impossessata di loro, ignari però che ben presto un pensiero che in questa giornata li ha solo sfiorati tornerà a farsi sentire più concreto che mai...
Trascorse un paio di settimane Jabez si ristabilisce completamente e tutto sembra tornare alla normalità... sembra...
E' una mattina come le altre e prima dell'inizio delle lezioni nella classe di Anna sono in questa giornata due i principali argomenti di discussione: tra le ragazze, l'ultimo film di Keanu Reeves, e tra i ragazzi, il calcio. A dire il vero, immerse nei discorsi sul campionato ci sono pure Anna, che non ama chiacchierare di attori più o meno belli e famosi, Lucia, sempre in mezzo ai ragazzi alla disperata ricerca di un fidanzato, e Corinne, tifosa accanita che se solo sente parlar male della sua squadra del cuore esplode come una bomba.
"Quella squadra non può vincere lo scudetto!"
"E nemmeno le femminucce di quell'altra!!!"
Anna di tanto in tanto prova ad intervenire, ma regolarmente viene zittita da frasi del tipo:
"Taci tu che non capisci niente di calcio.".
Al contrario Lucia, una creatura magra magra, con lunghi capelli biondi che le sfiorano la vita, sempre raccolti con nastri colorati, mento appuntito, occhi piccoli, ascolta in silenzio i discorsi che in realtà non le interessano minimamente, beata tra i ragazzi, se così si può dire!
Corinne, invece, che di femminile ha il nome e poco altro, scatenata e agguerrita prende parte alla discussione sostenendo strenuamente la propria squadra e non accettando obiezioni: è davvero un osso duro!
Il suono della campanella zittisce ogni chiacchiera ed obbliga gli studenti a sedersi al proprio posto. Con gran stupore di Anna e compagni la lezione di latino tarda ad iniziare, e Kirk e Sebastiano spiano nel corridoio per controllare se stia arrivando il professore. Niente di niente. Nell'aula aleggia una logica curiosità, che pian piano si trasforma in gioia per la possibile ora libera. L'entusiasmo degli alunni è destinato però a spegnersi presto: ecco sulla porta comparire un bidello, dalla truce espressione e la voce severa, che annuncia l'arrivo di un supplente. L'insegnante in questione varca la soglia con regale portamento e si ferma davanti agli allievi sbigottiti. Anna, quasi senza fiato, posa gli occhi sull'individuo in piedi accanto alla cattedra e non appena ne incrocia l'altero e gelido sguardo viene scossa da un brivido di terrore. Impietrita fissa l'etereo viso dalla diabolica espressione, non si capacita di averlo di nuovo di fronte, e come lei anche Sebastiano, Brian, Fabio, Simone e Kirk stentano a credere a ciò che vedono. E' lui, lo sconosciuto della discoteca, lo stesso presente quando Jabez è stato male.
Il bidello, con il suo cupo vocione, fa le dovute presentazioni:
"Finché non tornerà il docente di ruolo, terrà le lezioni il professor Gabriel Devil.".
L'insegnante inizia quindi a spiegare tranquillamente l'argomento del giorno, come nulla fosse, indifferente e distante eppur capace di emanare un inquietante fascino in grado di sedurre e stregare.
Senza particolari intoppi termina l'ora di lezione, ma quando gli studenti si alzano in piedi per salutare il professore, Anna incrocia inavvertitamente gli occhi di Gabriel e si sente d'improvviso privata di ogni forza, mentre avverte un lancinante dolore alla mano destra, quasi l'avesse trafitta un'affilata lama. Poi, più nulla, Anna sviene, ed immediatamente gli amici la soccorrono, primo fra tutti Sebastiano, attanagliata la sua mente da un sospetto che simile ad una serpe si è insinuato in lui. Con minatoria espressione il giovane squadra Gabriel che, senza minimamente scomporsi, prende in braccio l'allieva priva di sensi e rivolge a colui che apertamente lo sta sfidando solo uno sprezzante e beffardo sorriso prima di uscire dall'aula. Come Sebastiano, anche Kirk, Fabio, Simone e Brian non hanno avuto una buona impressione del misterioso individuo: non è un caso se è di nuovo sulla loro strada, perfino il suo nome pare una presa in giro. Cosa vorrà da loro?
Anna ben presto torna in aula e non appena scatta l'intervallo i suoi cinque amici, preoccupati, si informano sulla causa del suo malore, convinti che nella vicenda abbia un ruolo Gabriel. Sebbene anche la giovane sia del medesimo parere, preferisce evitare l'argomento e con una banale risposta tronca il discorso:
"Non so, niente di grave comunque, forse avevo fame!".
Fabio manifesta apertamente il proprio turbamento:
"Quel tipo non può essere un insegnante... e poi, vi ricordate la rissa in discoteca? E il suo comportamento quando Jabez è stato male? Dobbiamo avvisare il preside, bisogna mandarlo via.".
Tutti sono d'accordo, ma Sebastiano si rivela alquanto sfiduciato:
"Proviamo, se volete. Ma secondo me non serve a niente.".
Mentre gli amici discutono, Anna si esamina scrupolosamente la mano destra, quasi vi cercasse sopra qualcosa di importante, e Kirk, notata la sua evidente agitazione, gliene chiede il motivo:
"Ti fa male la mano? Ti sei tagliata?".
Sorridendo la diretta interessata scuote la testa e, con viso più rilassato, chiede ai compagni di cosa stiano parlando tanto animatamente.
"Tu dove sei stata fino adesso?!" esclama Brian alzando le braccia la cielo, mentre Sebastiano sorride, con una velata tenerezza negli occhi, e la sua reazione piacevolmente sorprende Anna, suscitando in lei una vaga speranza: che i suoi sentimenti stiano cambiando?
Nel pomeriggio Anna immancabilmente telefona a Manuela e, manco a dirlo, si sofferma non sul misterioso Gabriel o sul proprio malore improvviso, bensì sull'insolito comportamento di Sebastiano, fattosi più premuroso e gentile, e nonostante la saggia compagna le raccomandi di non illudersi, lei non riesce ad evitare di perdersi in romantiche fantasie: dopotutto, quell'inaspettato sorriso non può che essere un segno positivo!
Sebastiano invece dedica il pomeriggio a ripassare fisica con Kirk, e questi ad un certo punto, insospettito dal lieve mutamento dell'amico nei confronti di una certa persona, prova ad indagare con una diretta domanda:
"Non è che comincia a piacerti?".
"Chi?" replica l'altro con simulata indifferenza.
"Smettila! A me puoi dirlo." insiste il tenace interlocutore.
"Smettila tu!"
Kirk a più riprese tenta di sfondare le difese dell'ermetico compagno, ma alla fine è costretto a rinunciare, ogni provocazione cade nel vuoto, Sebastiano se vuole tenere per sé qualcosa è una vera tomba!
La mattina successiva Anna è molto in ansia all'idea di imbattersi in Gabriel ed immobile davanti al portone della scuola riflette: è sicura che quell'individuo abbia uno strano potere su di lei, ne è in qualche modo affascinata, eppure non riesce a stargli vicina. Tormentata da tali pensieri non varca la soglia del liceo e si dirige invece da Jabez, deve assolutamente esprimergli i suoi dubbi, è l'unico che possa aiutarla.
Simone e Sebastiano invece si prendono l'incombenza di parlare col preside prima dell'inizio delle lezioni, ma entrati nel suo ufficio si guardano intorno spaesati: non si sono preparati alcun discorso, come possono spiegare le loro ragioni? Il preside, arcigno e severo, è seduto all'elegante scrivania in radica e squadra i due studenti fermi impalati sulla porta. Preso coraggio, fatto un profondo respiro, Sebastiano si avvicina e balbetta frasi confuse. Simone corre in suo aiuto e con la sua innata calma rivela quello che lui ed i compagni sanno di Gabriel. Il preside ascolta attentamente, con gli occhi chiusi, ed ogni tanto annuisce con la testa. Terminato il racconto, Sebastiano e Simone attendono trepidanti una risposta. Il preside, impassibile, osserva i due allievi, si sfiora con le dita le labbra carnose ed esprime infine la propria opinione:
"Non preoccupatevi, conosco bene il vostro nuovo professore. Sicuramente vi state sbagliando, non era lui quello che avete visto in discoteca, o in quel negozio.".
Sebastiano stringe i pugni, arrabbiato, ma non stupito: era certo che sarebbe andata così. Simone fissa sconcertato l'uomo seduto alla scrivania e si accorge che ha qualcosa di strano, il suo sguardo è diverso dal solito: che sia sotto l'influsso di una misteriosa ed arcana forza? Con questo terribile sospetto nel cuore il ragazzo esce dall'ufficio insieme all'amico, al quale immediatamente rivela la propria perplessità, trovandolo pienamente d'accordo: già da un po' infatti Sebastiano nutriva tale dubbio, ancora prima di parlare col preside. Una sola è la conclusione che i due possono dunque trarre: Gabriel ha a che fare con loro e con la ricerca della CHIAVE.
I giovani si dirigono poi verso la loro aula ed entrano quando l'ora di latino è già iniziata, rivolgendo taglienti occhiate al tenebroso insegnante, mentre lui li osserva con sguardo fiero ed altero, per nulla intimorito, sicuro della propria superiorità. Simone subito si accorge che Anna non c'è e la sua assenza turba alquanto Gabriel, come ben presto si rende conto Brian, abile a far intendere a gesti la cosa ai quattro amici. Inevitabilmente ciò suscita altre domande e nefasti presagi: chi è dunque quest'individuo? E cosa vuole?
Nel frattempo Anna, spaventata dall'ignoto futuro e da quello che potrebbe nascondere, a rapidi passi si dirige verso il negozio di Jabez, fiduciosa di poter ricevere utili e fondamentali consigli. Una tiepida brezza primaverile sfiora i ramati capelli e le lunghe ciglia nere, cornice d'ebano per gli espressivi occhi celesti. La candida mano sistema le ribelli ciocche sparse sul viso ed accarezza poi le rosee guance. Sospirando Anna muove gli ultimi passi che la separano dall'ormai familiare atmosfera del negozio africano ed istintivamente raggiunge la stanza sul retro, dove trova Jabez immerso in una profonda meditazione. Ammirata contempla il volto assorto, la fronte corrugata, le palpebre saldamente serrate, quasi a nascondere importanti segreti. L'uomo, seduto per terra, con le gambe incrociate e le mani poggiate sulle ginocchia, è totalmente isolato dal mondo circostante e non si accorge della persona che gli è accanto finché non è lei a rivelarsi involontariamente: lo zaino pieno di libri scivola dalle mani di Anna e cade a terra, provocando un sordo rumore. La giovane si scusa per aver interrotto la meditazione e Jabez la guarda intenerito, quindi si alza in piedi, le si avvicina ed in un gesto affettuoso le mette una mano sulla testa, rassicurandola con calorosa voce:
"Stai tranquilla, sapevo che saresti venuta. Ti stavo aspettando.".
Anna è sconcertata, anche se dopotutto dovrebbe aver capito quanto quest'uomo sia speciale e difficile da cogliere di sorpresa. I due tacciono per qualche minuto, si siedono e si guardano. E' Jabez a rompere il silenzio:
"Dimmi cosa ti ha spinto a venire qui. Questo ancora non lo so.".
Anna scuote la testa, come per svegliarsi da un lungo sonno, e riferisce poi ciò che è successo a scuola. Jabez non nasconde il proprio turbamento nell'ascoltare il racconto e quel che maggiormente lo allarma è la costante presenza di Gabriel in momenti critici: di quell'individuo non può scordare l'ambigua espressione e gli inquietanti occhi, gelide ametiste incastonate sull'etereo volto. Mentre Jabez riflette, Anna si chiede se sia il caso di parlargli dell'assillante dubbio che ultimamente la tormenta ed alla fine desiste dal farlo, convincendosi si tratti soltanto della sua immaginazione. Quindi riprende la parola domandando al maturo amico cosa pensi della strana situazione e lui risponde in maniera piuttosto vaga:
"Potrei fare solo ipotesi, niente di più.".
"Sii sincero." insiste la ragazza "Gabriel c'entra con le ricerca della CHIAVE, lui è...".
"Non dirlo!" la interrompe bruscamente Jabez, palesemente spaventato, con la fronte solcata da gocce di sudore, le mani tremanti, gli occhi sbarrati.
Anna impallidisce: che la sua ipotesi sia dunque fondata?
Jabez, camminando nervosamente per la stanza, riflette tra sé:
"Non deve essere così, no... se l'avessi saputo prima...".
Poi, d'un tratto, si ferma di fronte alla sua giovane amica, palesemente angosciata, le prende le mani e con paterna sollecitudine cerca di tranquillizzarla:
"Non devi trarre conclusioni affrettate, aspetta un attimo.".
I neri occhi colmi d'affetto e la premurosa voce placano il fragile cuore inquieto, Jabez riesce a fingersi abbastanza sereno da rassicurare Anna, anche se il suo animo è travagliato da cupi presagi.
"E' vero, Gabriel deve essere coinvolto in qualche modo in questa storia, ma non dobbiamo dargli troppo peso." spiega l'uomo apparentemente calmo, prima di porre un'ultima fondamentale domanda:
"Mi hai detto tutto, vero? Non mi stai nascondendo niente?".
Anna, nascondendo la propria inquietudine dietro un dolcissimo sorriso, assicura d'aver vuotato completamente il sacco e lancia solo un furtivo sguardo alla sua mano destra, ripetendosi tra sé:
"E' solo la mia immaginazione.".
Scorrono i giorni ed i demoni si fanno vivi una sola volta, portando ai sette custodi dei gioielli un attacco nemmeno troppo violento. Intanto la ricerca della CHIAVE prosegue, non solo in città e dintorni, ma anche sui libri, nella speranza di scoprire qualche interessante informazione, qualche indizio, per comprendere in quale luogo al mondo il misterioso oggetto potrebbe essere custodito. Simone naviga assiduamente su internet per rintracciare notizie utili, ma nemmeno lui ottiene un benché minimo risultato...
In una tiepida mattina, quando sta per entrare a scuola, Anna, con il felino udito, avverte insoliti rumori nelle vicinanze e, curiosa come una gatta, decide di andar a controllare, capitando così in un buio e isolato vicolo, nel quale perfino il sole fatica a penetrare. Forse incoscientemente si avventura nella stretta stradina e, sfruttando la propria acuta vista, perlustra in giro per scoprire l'origine dei rumori uditi. Un silenzio funereo piomba sull'avventata ragazza, che spaventata inizia a considerare seriamente la possibilità di fuggire, ma qualcuno da dietro la afferra per le braccia impedendole di andarsene. Superato l'iniziale sgomento, la giovane abilmente si divincola liberandosi dalla stretta, ma purtroppo per lei si vede comparire davanti un numero imprecisato di creature demoniache, troppe per poterle affrontare da sola. Anna non si arrende e per un po' tiene a bada i nemici, ma questi si moltiplicano a dismisura ed è necessario chiamare aiuto per non aver la peggio. La ragazza con la telepatia prova a contattare i fedeli amici, augurandosi non siano lontani, e fortunatamente la sua richiesta giunge a destinazione, mettendo in allerta Sebastiano e gli altri, che si precipitano senza esitare dalla compagna nei guai. Qualcuno però li precede... Anna, inginocchiata a terra e circondata dai nemici, scorge un'indistinta figura farsi avanti, dopodiché sviene, stremata. Un'autoritaria voce intima ai demoni di allontanarsi ed è sempre l'individuo inaspettatamente apparso a tener testa agli esseri infernali fino all'arrivo degli amici di Anna, che con le loro speciali facoltà eliminano gli avversari. Quando la ragazza riapre gli occhi e si rialza, aiutata da Brian, riconosce accanto a sé non solo i cinque compagni, ma anche Gabriel: è stato dunque lui il primo a soccorrerla. Che significa? Frastornati e confusi i sei giovani se ne vanno, lasciandosi alle spalle il misterioso uomo dagli occhi di ghiaccio, e Sebastiano allontanandosi non smette un attimo di guardarlo, finché non svanisce del tutto dalla sua vista, avvolto dalle tenebre. Gabriel esce poco dopo dal buio vicolo e, voltandosi indietro, tra sé pensa ghignando soddisfatto:
"No, non ora, non così... lasciamoli in pace per un po'.".
Anna e gli altri sono più in ansia per l'inspiegabile comportamento di Gabriel che non per il violento attacco dei demoni, e la loro perplessità aumenta quando, nell'ora di latino, entra in aula il docente di ruolo. Terminata la lezione Kirk parla con un compagno di classe della repentina uscita di scena del supplente, ma il suo interlocutore pare non comprendere affatto il discorso:
"Che stai dicendo? Chi è questo Gabriel Devil? Ma hai bevuto? Non è mai stato qui nessuno con quel nome.".
Kirk è senza parole, completamente smarrito ed incredulo. Facendo domande in giro, lui ed i cinque amici scoprono che nessuno nella scuola si ricorda di Gabriel, soltanto loro ne hanno memoria, purtroppo. L'insidioso nefasto sospetto è ora una certezza: Gabriel fa parte della satanica orda dei nemici, ma chi è? Qual è il suo ruolo?
Nel pomeriggio il gruppo si riunisce da Jabez, ma nemmeno il saggio uomo è in grado di districare l'intricata matassa, anche lui e Manuela rimangono di sasso una volta apprese le ultime novità: è indecifrabile il contraddittorio comportamento del conturbante individuo dal viso angelico e lo sguardo demoniaco, quest'individuo in bilico tra luce ed ombra. La discussione si accende e tutti vi prendono parte, tutti tranne Anna, al momento concentrata su di un'unica persona, quella su cui tiene fissi i celesti occhi indagatori, osservandone il volto dai mascolini lineamenti, le ribelli ciocche nere scompigliate, le mani che si muovono nervosamente accompagnando dubbiose parole: Sebastiano sta mutando il suo atteggiamento verso di lei, questo è sicuro, magari perché, essendo entrambi coinvolti in una intricata vicenda che inevitabilmente li ha avvicinati, ha imparato a conoscerla meglio, più in profondità, apprezzandone qualità che prima ignorava. Seduta con il mento appoggiato sulle braccia incrociate sul tavolo, Anna ininterrottamente rimira il compagno a lei tanto caro, finché non viene distratta da Manuela, che le dà una gomitata bisbigliandole in un orecchio:
"Svegliati! Torna tra noi! Vorresti partecipare alla discussione o vuoi continuare a sognare a occhi aperti?".
Anna, di punto in bianco, scatta in piedi e con voce cristallina intavola nuovo argomento:
"Mi sono accorta che i miei sensi si sono affinati molto!".
Gli altri ragazzi, bruscamente interrotti nei loro discorsi, hanno bisogno di un po' di tempo per riordinare le idee e, dopo un momento di smarrimento collettivo, tutti ammettono sinceramente di condividere l'opinione dell'amica. Per esempio Sebastiano, come Anna, ha sviluppato in maniera eccezionale vista, udito e olfatto. Kirk riesce a correre velocissimo e saltare agilmente gli ostacoli simile ad un maestoso lupo. E come loro anche Simone, Manuela, Fabio e Brian si sentono di giorno in giorno più vicini agli animali che li rappresentano, dai quali mutuano capacità fisiche e addirittura atteggiamenti. A volte Anna si addormenta rannicchiata come un gatto e Manuela inconsciamente cammina sul ciglio dei marciapiedi mantenendo l'equilibrio leggera come una colomba su un esile ramo. Già prima forse i giovani avevano queste abitudini e possedevano determinate caratteristiche, ma sicuramente adesso tali particolarità sono divenute maggiormente evidenti, soprattutto agli occhi di coloro che ne sono direttamente interessati.
Nel tardo pomeriggio il gruppo si congeda da Jabez ed esce dal negozio.
"Perché non ci facciamo un giro e poi andiamo a mangiarci una pizza?" propone ad un certo punto Fabio, e la sua idea è accolta all'unanimità.
I sette camminano per le vie del centro chiacchierando spensierati, si sentono come se avessero fatto un salto indietro nel tempo, a quando ancora non c'erano Jabez, i gioielli e nessuna missione da compiere. Le risate, gli scherzi, i discorsi tornano quelli di allora, le menti sono improvvisamente sgombre da preoccupazioni, pare non sia cambiato nulla, ed è bello per un po' immedesimarsi in questa rassicurante atmosfera, convincendosi che una vaga illusione emersa dal passato sia la realtà. Ma purtroppo le mura dei sogni sono spesso troppo sottili e fragili per resistere all'urto della Verità e crollano senza far rumore sotto gli attacchi del Destino, impietoso generale che non lascia scampo. I sette amici comunque per questa sera si godono la riconquistata libertà e bersaglio principale di ironiche battute diventa come al solito Anna. Anche Sebastiano le rivolge le classiche frecciatine e lei reagisce come sempre, fingendosi arrabbiata e ribattendo colpo su colpo ai maliziosi e pungenti attacchi degli amici. Dunque Sebastiano non è cambiato, era solo una momentanea impressione: Anna si arrende all'evidenza, si era soltanto illusa, ma non per questo si rovina la divertente serata, anzi! E poi non è detto che le cose non cambino in futuro...

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Udite udite! Mancano solo due capitoli alla fine della prima parte. La ricerca della CHIAVE sta per arrivare al termine... Ci si rivede al prossimo capitolo!

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Capitolo 6
*** ...Destino... ***


PARTE I. LE SETTE VIRTU'

CAPITOLO VI. ...DESTINO...

La conclusione della scuola si avvicina inesorabile e gli studenti, soprattutto quelli che durante l'anno non hanno studiato molto, sono costretti allo sprint finale per raggiungere il traguardo della agognate vacanze senza lo spettro degli esami a settembre.
Per Anna ed i suoi sei compagni, al problema delle ultime e fondamentali interrogazioni, se ne aggiunge un altro non da poco. I loro genitori, infatti, iniziano a sospettare che i figli stiano nascondendo un segreto: le uscite furtive, i discorsi evasivi ed i risultati scolastici non troppo soddisfacenti  dell'ultimo periodo, tutto fa pensare che qualcosa non vada e bisogna correre ai ripari prima che sia tardi. I ragazzi sono perciò costretti ad agire con attenzione e per un po' devono lasciar da parte l'affannosa ricerca delle CHIAVE concentrandosi invece sui libri, onde evitare di venir scoperti e di mettere anche a repentaglio l'anno scolastico.
In una tiepida sera di fine maggio Sebastiano, seduto alla scrivania, legge e rilegge gli appunti di filosofia, senza riuscir a memorizzare nemmeno una parola. Non riesce a prestar attenzione a quello che sta studiando, la sua mente è lontana, smarrita nella nebbia di vaghi e tristi presagi. Non comprende il motivo della sua inquietudine, svogliatamente si alza in piedi e si avvicina alla finestra, pervaso il suo animo da un profondo turbamento. Una dispettosa ciocca corvina scivola sulla fronte sfiorando i verdi occhi, mentre le dita picchiettano nervosamente il vetro macchiato dalla pioggia. Sebastiano sbuffa e appoggiando la fronte alla finestra segue distrattamente con lo sguardo le auto che di tanto in tanto appaiono per strada finché non spariscono totalmente dalla sua vista. Con le braccia incrociate inizia poi a camminare avanti e indietro nella piccola e disordinata stanza, scansando i libri sparsi per terra e calpestando i fogli che giacciono sul pavimento, e guardandosi intorno spaesato quasi si trovasse in un luogo sconosciuto, tra sé riflette. Proprio lui, per natura incerto ed ansioso, è stato di colpo costretto ad acquisire fermezza e determinazione, gravate le sue spalle da un oneroso fardello. Eppure, nonostante cerchi di mostrarsi sicuro e forte, dentro è scosso da un uragano di contrastanti emozioni: è dunque possibile cambiare radicalmente? Forse si può soltanto tentare di superare i propri limiti, ammettendoli per prima cosa. All'inizio era questa la principale preoccupazione di Sebastiano e adesso invece qualcos'altro lo tormenta, un tetro sentore, inspiegabile eppur vivo ed incalzante nel suo cuore in subbuglio. D'improvviso un lampo trafigge la mente irrequieta ed il ragazzo afferra al volo il cellulare: vuole chiamare Brian, non sa perché, ma deve assolutamente farlo, subito. Quando l'amico risponde al telefono, Sebastiano non dice nulla, ma è sollevato nell'udire la familiare voce e l'animo inquieto si placa immediatamente.
"Ehi, Sebastiano, che hai?" ripete Brian, che ha riconosciuto il numero del compagno e non ne capisce il silenzio.
Finalmente il giovane apre bocca ed intavola un banale argomento, giusto per non sembrare completamente impazzito. Quindi saluta e riattacca, ridendo di se stesso per il proprio assurdo comportamento, tentando di cancellare l'assillante presentimento che ancora martella il suo animo.
Giugno arriva e per gli studenti si presentano gli ultimi interminabili giorni di scuola. Un pomeriggio Manuela chiede una mano ad Anna e Kirk per studiare matematica, la materia che lei odia profondamente. Mentre i tre sono impegnati a risolvere intricati problemi, giunge una provvidenziale telefonata ad interrompere l'ardua fatica. Fabio ha chiamato Kirk sul cellulare in cerca di aiuto: è rimasto senza benzina in una strada di campagna e non sa che fare. Ridendo per la disavventura del distratto amico, i tre compagni non si tirano indietro e, dopo essersi fatti spiegare dove lo sventurato sia bloccato, gli assicurano che presto lo raggiungeranno con il carburante. In cantina Manuela trova miracolosamente una tanica vuota, ma Kirk pone un altro problema: come far passare la benzina dalla tanica al serbatoio? Basterebbe un tubo di plastica e per merito della fisica e della legge dei vasi comunicanti sarebbe poi facile il travaso di carburante. Di tubi di plastica però non ce ne sono a disposizione ed Anna escogita un diverso metodo: con decisione afferra un imbuto e lo mostra soddisfatta come fosse un tesoro inestimabile. Kirk è scettico, ma ormai è tardi, bisogna affrettarsi a soccorrere l'automobilista in panne.
Con i motorini i tre si avviano verso il distributore più vicino e, recuperata la benzina, bisogna rintracciare l'amico disperso in aperta campagna. I ragazzi vagano a vuoto per più di mezz'ora sotto il sole cocente, i cui raggi si specchiano sui colorati caschi facendoli splendere come piccole stelle. Finalmente la ricerca ha termine ed i quattro compagni si riuniscono. Fabio è sollevato nel veder la tanica piena, ma di nuovo si preoccupa osservando Anna avvicinarsi con un imbuto in mano e diffidente le domanda cosa voglia fare.
"Dobbiamo riempire il serbatoio, no?" fa notare la giovane.
"Appunto, è un serbatoio, non un fiasco di vino." rimarca contrariato Fabio.
"Se hai un'idea migliore, di' pure." insiste l'altra infastidita.
Kirk e Manuela sorridono, nascondendosi la bocca con le mani, finché Anna non li scopre e li rimprovera:
"Smettetela di ridere e datemi una mano.".
Sotto gli occhi increduli di Fabio, la testarda amica, con l'aiuto di Kirk, mette in atto il proprio piano, o almeno cerca di farlo: mentre l'uno regge l'imbuto, l'altra versa la benzina, ma la tanica è pesante e metà del contenuto finisce addosso a Kirk, che si infuria e comincia ad inveire contro la compagna pasticciona, e lei offesa incrocia le braccia.
Fabio allora interviene, offrendosi di reggere l'imbuto mentre Kirk travasa il carburante, ed è perciò Fabio stavolta a venir investito dalla benzina, cosa che Anna prontamente fa notare rivolgendosi ironica all'amico che poco prima l'aveva rimproverata:
"Non sono io l'unica incapace e imbranata!".
Kirk si trattiene a fatica dal rispondere alla pungente frecciatina e si limita a borbottare tra sé frasi irripetibili.
Alla fine, per fortuna, nel serbatoio quasi per caso entra abbastanza carburante da far muovere l'auto verso il primo benzinaio. Fabio ringrazia gli amici e raccomanda loro di tornar a casa prima di combinare altri guai. Manuela continua a ridere, con le lacrime agli occhi, mentre Kirk brontolando si avvia in motorino lasciando dietro di sé un forte odore di gasolio. Anche Anna si unisce alle risate dell'amica e le due ripartono alla volta della città, mentre dentro di loro si fa largo una domanda: perché hanno fatto tanto casino per recuperare la benzina e far ripartire l'auto di Fabio? Non potevano usare i loro poteri per togliersi d'impiccio? Non ci hanno minimamente pensato, ancora nella vita di tutti i giorni si ritrovano a ragionare come dei comuni adolescenti, un po' per scelta ed un po' perché ancora viene loro naturale comportarsi così, ed a questo ci tengono in realtà, è importante non perdere simili momenti di normalità, aria fresca per delle giovani anime già travagliate da importanti e onerose responsabilità.
Giunge la sera e Manuela si rilassa ascoltando musica sdraiata sul letto. Con gli occhi chiusi, la testa mollemente adagiata sul cuscino, i muscoli totalmente rilassati, vuota la mente, facendola volare per un momento al di sopra dei gravosi pensieri che costantemente la appesantiscono. Così assorta, non si accorge della persona che sta entrando nella camera e ne avverte la presenza soltanto quando la sente sedersi accanto a lei. Manuela riapre gli occhi e si prepara ad ascoltare ciò che sua madre, visibilmente preoccupata, sta per dirle.
"Mi nascondi qualcosa, vero?" sono le prime prevedibili parole della donna, alla quale non occorrono poteri soprannaturali per leggere nel cuore della figlia.
La ragazza non aveva mai percepito tanta tenerezza e pena nella voce materna e si sente fortemente in colpa nel mantenere il proprio segreto, le è difficile tacere davanti ad uno sguardo così amorevole e premuroso. Manuela fugge i supplichevoli occhi e confessa di essere semplicemente stanca per la fine della scuola, ma non riesce con le parole a convincere sua madre, che, accarezzandole dolcemente i capelli, prova a spingerla ad aprirsi e, non ottenendo da lei alcuna risposta, rassegnata si limita alla fine a rivolgerle un invito:
"Ti va se domani pomeriggio andiamo al centro commerciale a comprare quel vestito di cui mi hai parlato tanto?".
Manuela sorride e, fissando il materno volto, le sembra di rinascere, di essere di nuovo la bambina spensierata di un tempo. Ma quella bambina non c'è più, è cresciuta molto in fretta nell'ultimo periodo, o forse si è solamente smarrita in un labirinto di pensieri che l'hanno investita come una tempesta. Rimasta sola la giovane si rannicchia sul letto come un cucciolo impaurito, candida colomba mortalmente ferita, e scoppia in un pianto silenzioso, solcato il suo pallido volto da sottili e limpide lacrime che scivolano sulle guance per andar a morire sulle bianche e morbide lenzuola.
Ben altri sono i problemi che incontra Anna non appena rientra a casa dopo aver soccorso Fabio. Appena varcata la soglia domestica, la ragazza avverte una strana atmosfera, nitidamente percepisce la tensione che impregna le familiari mura. In cucina trova i suoi genitori e dalle loro espressioni intuisce che qualcosa di grave deve essere accaduto. I coniugi invano provano a mascherare la loro preoccupazione durante la cena, nulla sfugge all'acuta sensibilità della figlia. Finito di mangiare, la verità viene rivelata: il padre di Anna dovrà operarsi, ha una ciste in gola e le analisi hanno rivelato che si tratta di un cancro, per fortuna circoscritto. Anna vorrebbe usare le sue facoltà speciali per scoprire cosa succederà, il suo desiderio più grande è di aiutare suo papà, eppure nemmeno lei, lei che è stata scelta per un importante compito, lei che deve contrastare il Male, non può nulla ora per salvare una persona che le è tanto cara, completamente impotente davanti al pericolo che incombe sulla sua famiglia.
"Devo rischiare la vita per salvare il mondo intero..." pensa sconsolata la ragazza, rinchiusa nella sua camera "e non posso far niente per mio papà?!".
Desolata Anna prende la sua rossa divisa e la stringe forte a sé, come per trarne energia e fiducia. Lei che si è trovata faccia a faccia con feroci demoni e li ha sconfitti, ha le mani legate quando si tratta di aiutare le persone che le sono più vicine. Non è giusto... Perché deve essere così? La giovane affranta ripone gli speciali indumenti nel loro segreto nascondiglio e si sofferma a rimirare attentamente l'anello dorato con inciso il suo simbolo, finché d'un tratto la vista si annebbia ed i celesti occhi si colmano di amare e brucianti lacrime. Con il viso tra le mani Anna crolla in ginocchio a terra e scoppia in un pianto dirotto. Sua madre così la trova quando entra nella sua stanza e non può trattenersi dall'abbracciarla forte con tutto l'amore che ha nel cuore, abbraccio al quale la ragazza disperata si abbandona per trarne consolazione, affetto, coraggio.
In questa stessa notte, Sebastiano si rigira nel letto, incapace di star fermo quasi fosse sdraiato su di un materasso di carboni ardenti. L'inquietudine lentamente svanisce ed inspiegabilmente una furtiva lacrima sfugge dalle palpebre chiuse, salata goccia rubata al mare di tristezza in cui stanno naufragando altre due anime al giovane molto vicine. Ci sono legami che oltrepassano spazio e tempo, perché la vicinanza del cuore supera senza problemi la lontananza fisica, ed in questa limpida notte nulla è la distanza fra tre creature legate da una profonda e indissolubile amicizia.
I giorni successivi Anna appare molto schiva e solitaria, stranamente silenziosa, se ne sta in disparte, non ha voglia di chiacchierare e scherzare, e l'ultima mattina di scuola non si fa nemmeno vedere. I suoi cinque fidati compagni di classe ben intendono che qualcosa di grave deve esserle accaduto e, terminate le lezioni dell'ultimo giorno, guidati tutti dallo stesso presentimento si dirigono in ospedale, dove si riuniscono a Manuela, spinta dalla loro medesima intuizione. Qui i sei ritrovano la loro amica, insieme alla madre, entrambe talmente immerse nei loro pensieri da non accorgersi di essere osservate.
Il papà di Anna è in sala operatoria e lei, con gli occhi chiusi, prega in silenzio, muovendo appena le tremanti labbra senza emettere alcun suono. I sei ragazzi appena arrivati senza bisogno di usare poteri particolari intuiscono che il padre della loro amica deve essere malato e nella mente di sua mamma leggono poi la verità. Sebastiano più di tutti sente crescere nel cuore una desolante tristezza, prova una sincera commozione nel guardare l'angosciata compagna ed assecondando uno spontaneo istinto le si avvicina, si siede accanto a lei e con dolcissima premura la stringe a sé. Anna non si sorprende, aveva percepito la presenza degli amici e si abbandona all'affettuoso abbraccio senza interrompere la sua preghiera: la vicinanza del giovane a lei tanto caro le dà sollievo e coraggio, restituendole le speranze che il Destino così malamente aveva provato a toglierle.
L'attesa logora lentamente gli animi angustiati. Pare che il tempo, stanco e pigro, abbia cessato il proprio corso. Dopo un paio d'ore, l'operazione del padre di Anna termina ed il medico compare assicurando che il paziente l'ha superata bene, ma una notizia non positiva è che forse il tumore non era circoscritto come si pensava e bisognerà fare altri accertamenti per scongiurare ogni pericolo.
Il mattino successivo, un caldo e limpido mattino di giugno, mentre gli studenti ormai liberi dalle lezioni si godono le ambite vacanze, una desolata creatura si aggira come uno spirito errante per la città, in balia della depressione e dello sconforto. Anna cammina senza meta, inutilmente in cerca di risposte, ignara della lugubre ombra che su di lei incombe, vagando con lo sguardo senza scorgere nulla che la rincuori. D'improvviso si ferma e con gli occhi si addentra nel vicolo in fondo al quale c'è il negozio di Jabez. Fiduciosa di ricevere un utile consiglio dal saggio amico si avventura nel vicolo, silenziosamente varca l'ormai familiare soglia ed avvicinandosi alla stanza sul retro distingue chiaramente alcune voci: con Jabez ci sono Kirk e Sebastiano. Nascosta ed attenta a non far rumore, la giovane ascolta la conversazione dei tre, piacevolmente sorpresa di scoprire che i suoi amici sono lì proprio per parlare di suo padre nella speranza che Jabez possa dar loro qualche certezza. L'uomo ammette di non poter far molto, al limite può tentare di interrogare qualche spirito per assicurarsi che il pericolo maggiore sia scampato, ma Anna esce allo scoperto gridando un secco: "No!", sotto gli occhi stupiti di Kirk e Sebastiano, che proprio non si aspettavano di vedersela comparire davanti e non comprendono nemmeno la sua reazione.
La ragazza si avvicina ai compagni e sorridendo li prende per mano. Un dolce tepore, quasi un magico fluido, sentono i due giovani penetrare nei loro corpi attraverso le mani dell'amica e lei, con occhi languidi, spiega che ora sa perfettamente quello che accadrà in futuro. Andrà tutto bene, ne è sicura. Da cosa derivi tale certezza Anna lo ignora, però è talmente convinta di ciò che sta dicendo da persuadere anche Sebastiano e Kirk, inizialmente titubanti. Nemmeno Jabez riesce a capire l'origine della premonizione della ragazza, può solo pensare che in lei si stiano sviluppando delle facoltà più potenti del previsto, forse troppo, e la cosa lo turba non poco.
Nel medesimo momento, nella stanza d'ospedale in cui il padre di Anna sta dormendo, qualcuno furtivamente entra e con passi felpati si avvicina al letto dove giace l'uomo. Un'affusolata e candida mano sfiora il corpo immobile, soffermandosi sulle palpebre chiuse, mentre un beffardo sorriso compare sull'angelico viso dai perfetti lineamenti, circondato dagli argentei capelli, e gli occhi d'ametista osservano con fredda indifferenza l'uomo assopito. No, non è umano quest'essere, che con passo sicuro e fiero esce dalla stanza. Non c'è segno di emozioni in lui, imponente e gelido come una statua di ghiaccio.
Anna intanto, salutato Jabez, si incammina per strada con Kirk e Sebastiano, ed a quest'ultimo lancia di tanto in tanto fuggevoli occhiate: per la prima volta lo sente davvero vicino, fortemente unito a lei, e ciò la colma di gioia. Ma l'inspiegabile tranquillità che Anna ha raggiunto dentro di sé non può derivare soltanto dalla vicinanza dei suoi cari amici, un'altra presenza lei avverte accanto, una presenza della quale non può fare a meno e che nel contempo la intimorisce. Preoccupante è il fatto che tale consapevolezza sia nata dopo l'incontro con Gabriel: che sia lui la causa di tante preoccupazioni? Per il momento la giovane inconsciamente rifiuta di considerare tale possibilità e si concentra invece sulla salute di suo padre, ignorando forse quanto in lei stia avvenendo. Al contrario Sebastiano è profondamente turbato dall'arcano alone che talvolta percepisce intorno all'amica: cosa, o chi, sta minacciando lei e di conseguenza tutto il gruppo? Un'insidiosa forza insegue i sette ragazzi ed è impossibile sfuggire a questo sconosciuto nemico, nonostante se ne odano i passi sempre più vicini, ormai dietro le spalle: bisogna voltarsi ed affrontarlo prima che sia lui a portare un fatale attacco.
Passati alcuni giorni dall'operazione, una mattina Anna, insieme a sua mamma, si reca in ospedale per conoscere il temuto esito delle analisi del padre, scortata dai fedeli amici sempre pronti a sostenerla. Mentre i sei attendono trepidanti che la ragazza e sua madre finiscano di parlare col medico, Manuela sente un terribile brivido attraversarle la schiena e tremando confida agli altri la propria allucinante sensazione:
"E' stato qui... è stato qui da poco.".
"Parli di Gabriel?" sottolinea prontamente Simone, che ha avuto la medesima impressione, così come il resto del gruppo.
Anna invece pare non essersi accorta di nulla, è troppo felice per la notizia appena ricevuta e con gioia la condivide con i compagni: suo padre sta bene e presto tornerà a casa. Come guastare il suo entusiasmo nominando ancora Gabriel? E' alla fine l'euforia della giovane ad avere la meglio contagiando i suoi amici e sollevandoli almeno per un po' da nefasti presagi: per una volta che c'è una bella notizia da festeggiare, bisogna approfittarne!...
Le vacanze sembrano non dover mai iniziare per i sette custodi dei gioielli: un nuovo incarico sta per essere affidato loro e forse la svolta tanto attesa è alle porte.
In una calda mattina di fine giugno, Anna e Manuela passeggiano tranquille per le vie del centro, guardando le vetrine dei negozi, e discutono su come trascorrere il pomeriggio, giungendo alla conclusione di andare in piscina. Di colpo hanno l'impressione di sentire una voce conosciuta che le chiama ed immediatamente si guardano intorno, senza vedere nulla di strano. Guidate dall'istinto raggiungono Jabez in negozio e lui le saluta con la solita cordiale espressione, confessando che le stava aspettando. Presto il mistero è svelato e l'uomo rivela ciò che ha di recente scoperto:
"Nel castello diroccato che si intravede sulle colline intorno alla città, si radunano gli adepti di una setta satanica. Dovete indagare.".
Manuela ascolta attentamente ogni parola e quando si volta verso Anna per chiederle la sua opinione, la vede intenta a giocherellare con dei buffi animali di legno esposti su un tavolo lì vicino: è evidente che non ha sentito una sola parola del discorso di Jabez. Il maturo uomo, sconsolato, scuote la testa, ma osservando l'imprevedibile ragazza divertirsi come una bambina non può evitare di sorridere intenerito. Manuela invece sospira rassegnata e, avvicinatasi all'amica, bruscamente ne richiama l'attenzione:
"Che accidenti fai?!".
Anna, colta di sorpresa, si volta di scatto, rischiando di far cadere a terra le statuette con cui si trastullava, e con occhi innocenti replica:
"Vuoi che mi venga un infarto?".
"Sei irrecuperabile!" conclude ridendo Manuela.
Nel pomeriggio le giovani rintracciano gli altri membri del gruppo e, riunitisi da Jabez, i sette discutono su come agire. Anna sembra però lontana con la mente, lo sguardo completamente assente: a cosa sta pensando?
"Vorresti degnarci della tua attenzione?" la richiama ad un certo punto Brian.
La ragazza stavolta non ha perso una sola parola dei discorsi dei compagni, ma nella testa le frulla un'idea di tutt'altro genere e si lascia perciò andare ad una sincera considerazione:
"E' strano, ho l'impressione che il legame tra di noi non sia spontaneo.".
"In effetti è così." risponde Sebastiano "Siamo diventati molto uniti perché siamo capitati in mezzo a questa storia.".
Kirk non è d'accordo:
"Secondo te, se non fosse stato per questa missione, non ci sarebbe mai stata una bella amicizia tra di noi?".
"Non so." replica l'altro "Ma di certo, non così! Si è creato un rapporto fin troppo stretto, mi sembra.".
"Troppo stretto?" interviene infastidita Anna "Ti dà fastidio?".
"Perché ti arrabbi? Hai intavolato tu l'argomento." osserva Simone.
Jabez prova metter un po' d'ordine nella delicata questione:
"E' giusto e normale che abbiate delle perplessità. Voi eravate amici, come lo sono tanti vostri coetanei. La vicenda in cui siete stati coinvolti ha reso più forte il vostro legame, quasi fraterno direi.".
"Quando tutto sarà finito, finirà anche il nostro legame?" si chiede rammaricata Manuela.
Silenzio: chi può rispondere?
Al momento comunque il problema principale riguarda la setta satanica ed è Fabio a riportare l'attenzione sull'argomento:
"Allora gente, quando si va a fare un giro al castello?!".
"Stasera!" conclude deciso Brian, trovando d'accordo tutti i compagni.
...E' una limpida e stellata notte estiva e delle ombre si aggirano circospette tra i ruderi dell'antico castello sulle colline. Le imponenti rovine, avvolte dalle tenebre, sembrano enormi giganti minacciosi, ed il flebile bagliore della luna è l'unica luce per coloro che stanno vagando nel maniero diroccato. Panther non ha la minima idea di dove andare e si consulta col resto del gruppo per non continuare a camminare a vuoto. Cat non migliora certo la situazione con le sue continue lamentele:
"Ho paura! Ci sono rumori dappertutto... Ho paura!".
Fox, esasperato, prega l'amica di tacere, rammentandole che fino a poco prima era lei la più elettrizzata all'idea della nuova avventura.
"E' vero..." replica piagnucolando la diretta interessata "Mi hanno sempre incuriosita i riti magici e le sette segrete, ma adesso che ci sono in mezzo ho paura!".
"Perché ti comporti come una bambina?" interviene Panther, e Cat immediatamente ribatte:
"Tu stai zitto! Dovresti guidarci invece di farci girare in tondo!".
"Allora guidaci tu!" incalza l'altro seccato.
"Sarei un capo migliore di te!!!"
"Sì, certo, come no!"
Ad interrompere la diatriba interviene serio Squirrel, che ammonisce i due compagni rammentando loro la missione da compiere. Cat sbuffa scocciata e Panther ricomincia a camminare senza aprir bocca, sotto lo sguardo perplesso di Wolf: possibile che quei due non abbiano proprio nulla in comune e non siano mai d'accordo?
D'un tratto il fine udito del capo percepisce qualcosa: una sinistra litania proviene dai sotterranei del castello. I sette si avventurano lungo una buia scalinata, chiusa tra pareti di roccia ricoperte di muschio. Gli scalini sono molto scivolosi e portano i segni evidenti del recente passaggio di numerose persone. Improvvisamente Cat, ultima della fila, perde l'equilibrio e cade, trascinando nella sua caduta anche i compagni davanti a lei. Ammassati sul freddo suolo in fondo alla scala, uno addosso all'altro, i giovani rivolgono alla maldestra amica frasi non troppo gentili, ma lei finge di ignorarle e per prima si rialza, catturata la sua attenzione da un gigantesco stemma di pietra affisso al muro, sul quale è rappresentato un appuntito tridente con ali di pipistrello. La curiosa ragazza osserva la strana figura da varie angolature, senza capirne il significato, se mai dovesse averne uno, ed anche i suoi compagni si avvicinano per osservare il misterioso stemma. Panther è pensieroso: quell'immagine non gli è nuova, dove l'ha già vista? Nei meandri della memoria il giovane rintraccia un vago ricordo: per caso una mattina a scuola aveva notato sul collo di Gabriel, dietro l'orecchio destro, un tatuaggio identico alla figura scolpita nella roccia, e di ciò prontamente informa il resto del gruppo.
Cat sussulta e torna con la mente al giorno in cui ha parlato a Jabez di Gabriel: si riaffaccia così in lei il terribile sospetto che allora non riuscì nemmeno ad esprimere a parole e che adesso si rivela spaventosamente fondato, ma del proprio dubbio tace con gli amici la ragazza, non sapendo in verità nemmeno lei perché non abbia il coraggio di confessarlo.
L'inquietante melodia percepita poc'anzi si distingue ora nitidamente, tutti la sentono e la seguono attraverso i freddi e bui corridoi scavati nel sottosuolo. Scorrendo le mani sulle ruvide e umide pareti, i sette giovani ne seguono l'andamento per guidare nell'oscurità i loro passi e giungere alla fonte della macabra litania. Una flebile luce si intravede dietro ad alcuni imponenti massi e restando ben nascosti nell'ombra i ragazzi spiano il rituale che davanti ai loro occhi si sta svolgendo.
Alcuni uomini incappucciati, avvolti in neri mantelli, sono disposti a cerchio intorno ad un altro individuo, come loro vestito, che con un pugnale sta incidendo qualcosa sulla nuda terra. Il gruppo è illuminato da alti candelabri in ferro, piantati al suolo, raffiguranti orrende creature, sui quali sono posti dei grandi ceri rossi, tutti decorati col medesimo simbolo dello stemma di pietra. La luce delle tremule fiammelle crea lugubri ombre che sembrano danzare al ritmo della monotona ed incomprensibile nenia intonata dagli individui incappucciati.
"Sono esseri umani, vivi, non posseduti da demoni." fa notare Wolf, dando voce alla sensazione che anche i suoi amici hanno avuto.
L'uomo incappucciato al centro del cerchio si alza di scatto, spaventato, e lascia cadere il coltello che stringeva in mano: qualcosa ha disturbato il suo rituale ed i sette amici temono di essere stati scoperti. Eppure nessuno presta loro attenzione, l'interesse dei membri della setta è rivolto alle parole scritte in terra. Panther, Cat ed Eagle, grazie all'acuta vista, riescono a scorgere le parole in questione: si tratta dei sette Peccati Capitali. Ma qualcosa di strano accade: nessuno si muove, non c'è nemmeno un filo d'aria, eppure le lettere al suolo si cancellano e lentamente delle altre prendono forma, ed Eagle, occhio d'aquila, scopre che le sette Virtù si sono misteriosamente impresse sul terreno.
"Il tempio è stato profanato!" grida d'un tratto l'uomo al centro del cerchio.
"Forse è meglio scappare!" suggerisce Dove, iniziando a correre insieme ai compagni, mentre gli individui incappucciati si gettano al loro inseguimento.
Nulla però possono gli adepti della setta contro le facoltà paranormali dei sette fuggitivi, che ipnotizzando i nemici riescono a mettersi in salvo. Una volta lontani dal castello, i ragazzi si fermano per riprender fiato, quando di punto in bianco Cat urla disperata:
"Ho fame!".
Eagle è allibito:
"Dopo quello che abbiamo visto, la prima cosa che ti viene in mente è mangiare?!".
"A stomaco vuoto non ragiono." confessa l'altra con furbesca espressione.
"Nemmeno a stomaco pieno!" è l'immancabile commento di Panther.
Il giorno successivo è d'obbligo far visita a Jabez per confrontarsi con lui su quanto accaduto. L'uomo, con lo sguardo severo e la fronte corrugata, ascolta attentamente la concitata narrazione dei giovani amici e, terminato il racconto, dopo un attimo di silenzio Brian per primo espone un proprio dubbio:
"Non capisco: potrebbe quasi sembrare che noi siamo l'incarnazione delle Virtù, ma come è possibile? Noi siamo delle persone come tante altre, non siamo privi di difetti o colpe.".
Jabez sorride e chiarisce la situazione:
"Voi non siete l'incarnazione delle Virtù, e non posso nemmeno dirvi perché siete stati scelti: chiunque possegga facoltà speciali non ne conosce il motivo, ma una ragione c'è sempre. Nel vostro caso, almeno conoscete il compito che vi è toccato, ma rimanete dei comuni esseri umani e le Virtù semplicemente proteggono le vostre anime fin troppo esposte al Male per evitare che ne siano vittime. Questo comunque non vi impedisce di commettere errori come chiunque altro.".
Anna, come al solito, muta repentinamente argomento:
"Adesso che siamo tutti insieme, devo parlarvi di un sospetto che ho da un po'.".
Jabez si incupisce, consapevole della questione che sta per emergere, ma non si intromette, essendo anche per lui mutato in certezza quello che prima era solamente un dubbio. Anna esita un istante e poi riprende la parola:
"Gabriel non è un essere umano, e fin qui ci siamo arrivati tutti. Il suo non è un ruolo di poco conto, lui, lui è...".
La voce si spegne in gola, la ragazza non riesce a proseguire, nel timore che la verità, una volta svelata, possa diventare ancora più terribile di quanto già non sia. I suoi amici hanno vagamente intuito il senso del discorso, dei sospetti in proposito li avevano anche loro, eppure solo ad Anna la realtà dei fatti si è manifestata in maniera così evidente fin da subito. Con le mani tremanti e flebile voce la giovane conclude:
"Gabriel è il supremo messaggero di Lucifero, è venuto a preparare il suo ritorno. Sono sicura che sa benissimo dov'è la CHIAVE e sta solo giocando con noi.".
Anna ha dunque avuto il coraggio e la forza di dire quello che nelle menti di tutti aleggiava da un po', come se soltanto in lei questo pensiero fosse maturo a tal punto da poter essere espresso a parole.
"Bene, abbiamo capito come stanno le cose." interviene risoluto Fabio "E ora che si fa?".
"Dobbiamo aspettare che sia il nemico a fare la prima mossa." osserva Sebastiano, posando quasi involontariamente lo sguardo su Brian: un oscuro sentore lo rattrista nel profondo, la stessa sensazione che un giorno, tempo fa, l'aveva spinto a telefonare all'amico senza un apparente motivo.
Anche Anna è travagliata da un atroce presentimento e nervosamente continua a strofinarsi le mani, finché i suoi occhi non si scontrano con quelli di Jabez, fondendosi con essi. Al perspicace uomo non occorrono parole per capire finalmente quale sia il tormento della giovane amica ed a conferma di ciò è proprio lei ad inviargli con la telepatia un significativo messaggio:
"Se questo è il mio destino, non posso tirarmi indietro, vero? Dipende tutto da me.".
Jabez sorride malinconico, conscio ormai del segreto celato nel tormentato cuore della ragazza, ed anche se vorrebbe far qualcosa per aiutarla, è impotente di fronte a questa realtà che nemmeno lui aveva previsto.
La tesa atmosfera è rotta da Manuela, che se ne esce con un provvidenziale suggerimento:
"Dobbiamo riflettere in pace. Non c'è un posto dove possiamo starcene da soli?".
"I miei hanno una casa in montagna!" esclama Simone.
"Oh, no, in montagna..." brontola Anna, tornata del suo solito scanzonato umore, e Sebastiano subito la riprende:
"Smettila di fare capricci! La situazione è seria!".
"Ha parlato il grande capo..." ribatte la pungente giovane.
Prima che scoppi l'ennesimo litigio, Kirk interviene riportando l'attenzione sulla prossima gita tra i boschi:
"Dai, potrebbe essere anche divertente, starcene un po' per conto nostro senza genitori... Allora, quando si parte?"...
...Intanto, altrove, due occhi d'ametista scrutano il cielo azzurro ed un ghigno malefico accompagna minacciose parole:
"Avete scoperto la mia identità. Bene, lotteremo ad armi pari... si fa per dire. L'ora è giunta.".
Un freddo vento, innaturale in piena estate, soffia tra i sinuosi capelli, simili a grige onde marine che preannunciano una furiosa burrasca, mentre una nube dal nulla comparsa oscura il sole: la resa dei conti è vicina, i tempi sono ormai maturi perché il Destino faccia il suo corso, qualunque esso sia...
Giunge la sera di quest'intensa giornata e Brian è nella sua camera che rimugina sulla prossima gita in montagna, quando d'improvviso un gelido brivido gli attraversa la schiena: una tempesta di macabre e confuse allucinazioni investe la sua mente e davanti agli occhi gli scorrono indistinte e oscure figure. Il ragazzo scuote la testa per liberarsi dal turbinio di immagini che ha travolto il suo animo e riesce infine a recuperare il controllo di sé. Ma una forte inquietudine resta in lui e stringe il suo cuore in una dolorosa morsa: cosa sta dunque per accadere?

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Manca poco... molto poco... cosa succederà? Non vi anticipo nulla. Scoprirete leggendo. Ma intanto se vi va lasciatemi un commento, così almeno so cosa ne pensate di questa storia. A prestissimo!!!

LINK PER LE ILLUSTRAZIONI
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Capitolo 7
*** Il sacrificio ***


PARTE I. LE SETTE VIRTU'

CAPITOLO VII. IL SACRIFICIO

Luglio è ormai iniziato ed in un'afosa mattina Sebastiano e compagni si accingono a partire per la montagna, divisi tra l'auto di Fabio e quella del padre di Simone, che volentieri si è offerto di accompagnarli. I giovani si radunano sotto casa di Manuela e, salutati i genitori, sono ormai pronti per partire, sotto gli occhi di qualcuno che in disparte li osserva con tenera apprensione: Jabez, tenendosi a distanza, rimira i suoi ragazzi con un paterno sguardo, amorevole e tacito saluto, e loro ricambiano con occhi colmi d'affetto prima di salire in auto ed avviarsi verso il loro destino. Anna più di tutti avverte nel cuore una grande malinconia ed allontanandosi continua a fissare l'uomo fermo all'angolo della strada, finché questi ben presto svanisce dalla sua vista, nutrendo nel profondo la strana sensazione di avergli detto in silenzio addio.
Durante il viaggio, Fabio, che come passeggeri ha Manuela, Brian ed Anna, si accorge che quest'ultima, seduta accanto a lui, indossa dei guanti da ciclista e le domanda come mai se li tenga addosso.
"Ho la pelle un po' irritata." spiega lei tranquillamente, continuando imperterrita a guardare fuori dal finestrino.
Fabio decide di credere alla banale spiegazione nonostante sia piuttosto perplesso: la sua amica è stranamente taciturna ed ha un'espressione assente e spenta, ma di certo non è questo il momento di affrontare difficili discorsi, ci sarà più avanti tempo di parlare, ed il giovane alla guida riporta la sua attenzione sulla strada, accantonando qualunque altro pensiero.
Gli azzurri occhi di Anna si confondono tra i fitti alberi dei verdi boschi montani, che si susseguono ininterrottamente ai lati della strada. Ad un certo punto le pare di scorgere tra la vegetazione un cerbiatto ed il suo viso si ravviva di colpo, illuminato da una dolcissima espressione curiosa ed infantile. Anna appoggia mani e fronte al finestrino per osservare meglio l'animale, ma purtroppo in un istante lo perde di vista e sbuffando delusa rimugina su come rallegrare un po' il viaggio. L'unica idea che le viene in mente è alzare al massimo il volume della radio, scatenando l'immediata reazione di Manuela:
"Cosa fai?!".
"Qui non parlava nessuno..." borbotta l'altra imbronciata.
"Guarda che neanche tu eri molto loquace!" fa notare Brian, mentre Fabio spegne la radio invitando la pestifera compagna ad intavolare un qualsiasi interessante argomento di discussione.
Anna ovviamente non si fa pregare e prende volentieri la parola:
"Allora, come ci dividiamo i compiti in casa? Staremo là due settimane, qualcuno deve cucinare, qualcun altro pulire... Che dite?".
Brian ha la risposta pronta:
"Tu e Manuela lavorate, noi riposiamo.".
"Come no!" ribatte Manuela, mentre la sua amica muta rapidamente discorso:
"Dovremo anche esercitarci con le nostre facoltà paranormali e pensare a un piano per non farci sorprendere da Gabriel.".
"E dovremo pure trovare questa benedetta CHIAVE!" aggiunge Fabio.
Anna si rabbuia, si morde le labbra nervosamente e poco dopo insinua un dubbio nelle menti dei compagni:
"E se fino ad ora avessimo sbagliato tutto? Se questa CHIAVE non fosse un oggetto?".
Un totale silenzio cala nell'auto. Non è molto chiaro il discorso di Anna ed il suo tono serio e preoccupato insospettisce i tre amici: che lei sappia qualcosa a loro oscuro? Di certo dalle sue parole emerge una profonda consapevolezza che sembra scaturire da particolari noti soltanto a lei, ma è impossibile chiedere spiegazioni perché l'imprevedibile giovane, con occhi ridenti, muta per l'ennesima volta argomento ed euforica sforna mille idee per trascorrere al meglio la vacanza. Manuela tuttavia non si lascia trarre in inganno, è convinta che il repentino cambiamento d'umore sia solamente una maschera per celare un difficile segreto e si ripromette di parlarne con la compagna appena ne avrà l'occasione.
Giunti a destinazione, Anna si mostra impaziente di entrare nella bella villetta dai candidi muri, sui quali risalta il legno delle finestre e dell'ampio balcone, e come una saetta vi si catapulta dentro non appena Simone apre la porta. Senza sosta ispeziona attentamente ovunque osservando ogni minimo dettaglio, già pensando a come spartire le camere da letto: lei logicamente la dividerà con Manuela e per loro ha scelto la più grande e luminosa. Con un salto si siede sul soffice letto, sollevando un immane polverone: è chiaro che da un po' nessuno fa le pulizie, bisogna provvedere subito! Come colta da un raptus di follia, di corsa Anna raggiunge in salotto gli amici, che hanno appena finito di portar dentro le valigie, ed espone loro a gran velocità il piano di lavoro ideato. I sei, che hanno dovuto scaricare i bagagli senza il minimo aiuto della compagna, si rifiutano di muovere un solo dito, almeno per il momento, ma quando Kirk e Sebastiano si buttano sul divano per rilassarsi, vengono investiti da una nube di polvere: è proprio necessario rimboccarsi le maniche e riordinare al più presto!
Prima di tutto, bisogna mangiare qualcosa, ed Anna e Manuela si offrono di imbastire una veloce pasta al pomodoro. Mentre le due cucinano, Brian si avvicina preoccupato e fissa Anna che con gran fervore prepara il sugo. Lei, sentendosi osservata, si volta verso l'amico per capire cosa voglia, e lui, serio serio, le domanda:
"Stai facendo un sugo per la pasta o una pozione magica? Non è che vuoi avvelenarci, vero?".
La giovane non risponde a parole, ma con un buffo ghigno da streghetta dei fumetti, seguito da una simpatica smorfia. Brian scuote la testa e, allontanandosi, le dice ridendo:
"Sei proprio matta!".
Il pomeriggio scorre tra frenetiche pulizie e scherzi a non finire. I ragazzi si sbizzarriscono ad usare le loro facoltà telecinetiche per spostare mobili, pulire, spolverare, combinando magari qualche guaio e divertendosi come non mai.
Nel sistemare le camere da letto, Anna e Manuela si scatenano in battaglie con i cuscini e si mettono addosso le lenzuola, vagando poi per la casa come degli improbabili fantasmi. Kirk, Sebastiano e Fabio, ai quali toccano cucina e salotto, rischiano in continuazione di rompere piatti e bicchieri nel fingersi abili giocolieri. Simone e Brian, che malvolentieri devono occuparsi dei bagni, iniziano a schizzarsi a vicenda con l'acqua, bagnando ovunque. Con un simile ritmo, le faccende domestiche si trascinano a lungo e quando finalmente sono terminate nessuno ha voglia di mettersi ai fornelli. Simone ha un'idea:
"Qui vicino c'è una pizzeria. Io e Fabio possiamo andar a comprare delle pizze.".
"Sììììì!!!" gridano in coro Kirk e Anna, letteralmente affamati, e la proposta viene alla fine accolta all'unanimità.
Dopo cena i ragazzi decidono di guardare un film comico in televisione e, accomodatisi su divano e poltrone, si gustano il rilassante spettacolo. A dire il vero, qualcuno è talmente stanco da non reggere a lungo: Anna, seduta sul sofà tra Manuela e Brian, si addormenta con la testa appoggiata alla spalla del compagno, e lui sta ben attento a non muoversi per non svegliarla, anche se, ad essere sinceri, non la sveglierebbero nemmeno le bombe.
Per un attimo Sebastiano distoglie lo sguardo dal televisore e posa i verdi occhi sulla fanciulla placidamente assopita: sembra diversa dal solito, fragile e dolce, con il viso dipinto d'una infantile serenità. Il giovane prova un'immensa tenerezza rimirando la gattina rannicchiata sul divano e con rammarico ripete a se stesso che non potrà mai ricambiare i sentimenti che lei nutre nei suoi confronti, non potrà mai amarla come si meriterebbe. Sicurezza reale o forte autosuggestione? Sebastiano contempla l'indifesa creatura, sentendosi quasi in colpa per non riuscir a volerle bene come lei spera, ma d'un tratto una rumorosa risata di Kirk lo distrae, e con un sottile velo di malinconia nel cuore il ragazzo torna a guardare il film.
Diversi, e anzi opposti pensieri fa Brian, mentre sul collo sente il caldo respiro di Anna. Lui saprebbe amarla, veramente... soltanto adesso si accorge di provare per lei sentimenti di cui ignorava l'esistenza. Sì, lui la renderebbe felice, le regalerebbe la luna se potesse, ma purtroppo è consapevole che il suo cuore è rivolto altrove, verso chi non è in grado di apprezzarla davvero. Brian è sicuro che Sebastiano non meriti nemmeno la metà dell'affetto che Anna nutre per lui e vorrebbe che lo capisse anche lei, per smettere di soffrire inutilmente. Ma a volte al cuore basta amare, senza pretendere nulla, senza essere ricambiato, gli basta essere libero di amare per continuare a battere ed infondere linfa vitale negli animi umani. Per Anna è così. Vive del suo amore nonostante spesso la faccia star male, le basta questo per sognare ed andar avanti con fiducia verso il futuro. In fondo, i sentimenti sono l'unica certezza davanti alla realtà che tante volte inganna e tradisce, l'unica cosa totalmente nostra di fronte al tempo capace di rubare tutto ciò che incontra, la sola spinta a non arrendersi per chi intorno a sé non ne ha più. E anche Brian, in fin dei conti, è nella stessa situazione: non è ricambiato il suo amore se non da un fraterno affetto, eppure lui sarebbe pronto a far qualsiasi cosa per la ragazza che gli ha rubato il cuore.
Ignara delle riflessioni inconsapevolmente suscitate, Anna dorme serena, completamente immersa nell'onirico universo. Manuela invece, acuta osservatrice, ha ben notato gli sguardi di Sebastiano e Brian e le diverse espressioni dipinte sui loro volti: gli occhi pensierosi ed inteneriti dell'uno e quelli dolci ed amorevoli dell'altro non lasciano spazio a dubbi nella perspicace mente, che ben comprende il significato ed i sentimenti dietro ad essi nascosti. Manuela giura a se stessa di non rivelare ciò che ha intuito e di non indagare oltre: è troppo riservata e rispettosa per intrufolarsi spavaldamente nelle vite altrui. Semplicemente, aspetterà di vedere cosa succederà in futuro, perché, di sicuro, qualcosa accadrà...
Il mattino successivo Anna si sveglia all'alba per preparare una succulenta colazione e fare una sorpresa agli amici lasciandoli a bocca aperta. Silenziosa si alza e con passi felpati si avvia verso la cucina rischiarata dalla fioca luce mattutina che penetra da un'unica piccola finestra. Purtroppo, nonostante le buone intenzioni, la ragazza mette il locale sottosopra alla disperata ricerca degli ingredienti e degli utensili che le servono, ma, confusione a parte, riesce dopo un'ora di lavoro ad infornare una magnifica crostata ed inginocchiata a terra ammira soddisfatta il dolce che si cuoce e si indora lentamente, emanando un eccellente profumino. Mentre riordina e pulisce, Anna sistema sul fuoco latte, caffè e acqua per il tè, ma, intenta a ricercare uno straccio per lavare il pavimento sporco di farina e uova, si scorda dei fornelli accesi, finché non le arriva l'odore di bruciato di caffè e latte. Con le mani nei capelli la giovane si rassegna a dover rimediare all'ennesimo pasticcio e fortunatamente, dopo due ore di fatica, può rimirare con orgoglio la tavola imbandita. I suoi compagni, svegliati da un allettante odorino, come ipnotizzati si dirigono in cucina, dove, esterrefatti e piacevolmente sorpresi, contemplano la ricca colazione: fette tostate imburrate, marmellata, una splendida crostata fumante, caffè, tè, frutta... una meraviglia per gli occhi, e per gli stomaci affamati!
Anna invano attende degli elogi per la sua opera d'arte. A malapena gli amici, già a bocca piena, le rivolgono un frettoloso "Grazie!", e l'unica a darle un po' di soddisfazione è ovviamente Manuela, che si congratula con lei e le suggerisce affettuosamente di non arrabbiarsi con gli altri. La novella cuoca, sorridendo, risponde:
"Non posso pretendere di più da loro. Mi basta che mangino tutto di gusto senza far stupide battutine: è già questa una vittoria!".
Alla fine anche le due ragazze si mettono a tavola per far colazione, prima che i voraci compagni divorino tutto, ed a fatica sottraggono alle loro fauci una fetta di crostata e un po' di latte e caffè.
Terminato di mangiare, i cinque componenti maschili del gruppo, ormai sazi, sorprendono Anna con un caloroso ringraziamento. Perfino Sebastiano è gentile con lei e non le rivolge le solite ironiche frecciatine.
"E' la giornata mondiale dei buoni sentimenti!'' esclama la giovane colta alla sprovvista da una simile dimostrazione d'affetto.
"Vedi," spiega Simone "il punto è che se non ti trattiamo bene non ci prepari più queste colazioni!".
"E ti pareva!" commenta sottovoce la diretta interessata, scuotendo sconsolata la testa.
Fabio intanto si accorge che l'amica indossa ancora i guanti da ciclista, non li ha mai tolti da ieri, e non spiegandosene il motivo prova ad indagare:
"Come mai hai ancora quei guanti? Vuoi partecipare al giro d'Italia?".
Anna impallidisce di colpo, in fretta deve inventarsi qualcosa per non insospettire i compagni e così, ben mascherando la propria incertezza, con una scherzosa battuta si toglie d'impaccio:
"Beh, non pensate che mi donino? Pensavo di lanciare una nuova moda!".
Detto ciò, atteggiandosi a modella, la scaltra ragazza si inventa buffe pose, provocando negli amici delle spontanee risate: il suo segreto per ora è salvo!
Manuela tuttavia coglie ben al di là delle apparenze: nonostante si finga serena ed allegra Anna sta nascondendo qualcosa e non dev'essere niente di buono. Allo stesso modo anche Brian non è convinto ed inizia a credere che la compagna si stia tenendo dentro una misteriosa verità che non vuole svelare a nessuno, ma non ha intenzione di metterla in difficoltà adesso davanti a tutti, le parlerà al più presto da solo, e forse così riuscirà a spingerla a confidarsi.
...Trascorrono sereni alcuni giorni, tra rilassanti passeggiate, scherzi e risate: l'importante missione da portare a termine pare completamente scordata, ma è soltanto messa momentaneamente da parte per un po' di meritato e necessario relax.
Una calda mattina, mentre un'afa soffocante avvolge ogni cosa, Anna si aggira per casa come un automa, in cerca di ristoro, ed il suo inutile vagare viene d'un tratto interrotto da una geniale idea: ci vuole una bella doccia fresca! Già pregustando il piacere che proverà nel farsi investire da una gelida pioggia, la giovane apre di scatto la porta del bagno e sulla soglia resta impietrita senza aver il coraggio di entrare. Davanti a lei c'è Sebastiano, appena uscito dalla doccia, con addosso soltanto un asciugamano, che la fissa incredulo e stupito. Anna, rossa in volto come un peperone, vorrebbe sprofondare sotto terra, sparire nel nulla, si vergogna talmente tanto da non riuscir a dir nulla e con un fulmineo scatto per sottrarsi all'imbarazzo chiude la porta sbattendola con forza e fugge via come se fosse inseguita da una bestia feroce. Arrivata nella sua camera, si butta sul letto e scoppia a ridere, ripensando alla faccia esterrefatta di Sebastiano, mentre una dolce tristezza lentamente si impossessa di lei. Con i ramati capelli sparsi sul candido cuscino, i celesti occhi puntati sul soffitto, Anna si lascia invadere da una tenera malinconia:
"Lo so che non si innamorerà mai di me, eppure mi piace volergli bene, senza ricevere nulla in cambio se non la sua amicizia... Forse sono davvero matta!".
Cullata da una struggente dolcezza, la giovane ha perfino scordato l'afa che fino a poco prima la tormentava e giocherellando con delle ciocche di capelli rimane sdraiata, voltando pian piano la testa verso la finestra, dalla quale si scorgono gli alberi che circondano la villetta. L'acuto sguardo si insinua tra i rami, penetra in mezzo agli aghi dei possenti pini, mentre la fantasia si avventura per i verdi boschi che odorano di resina.
Verso l'ora di pranzo, Anna raggiunge la cucina per preparare qualcosa e qui si imbatte nel resto della compagnia, compreso Sebastiano. Non appena i verdi occhi di pantera la colpiscono, lei arrossisce e china la testa imbarazzata, convinta che tutti siano a conoscenza di quanto accaduto, ma così non è: i suoi amici infatti, allo scuro dell'accidentale incontro in bagno, la fissano incuriositi non comprendendo il motivo del rossore sulle sue guance.
Sebastiano non ha parlato e non pare intenzionato a dir nulla: tra lui ed Anna si sta creando una singolare complicità, condividono un segreto che per quanto apparentemente di poca importanza per la ragazza ha un grande valore, come ne ha il benevolo sorriso che proprio Sebastiano le rivolge. Kirk e Manuela sospettano che gli amici nascondano qualcosa e vorrebbero approfondire la faccenda, ma Fabio ricorda che è ora di mangiare, risvegliando così l'appetito di tutti: ogni altra questione si può rimandare, adesso bisogna pensare al pranzo!
Alla sera, mentre gli altri se ne stanno davanti alla tv, Anna esce di casa e, seduta su una panchina di legno, malinconica osserva attraverso i rami degli alti pini il limpido cielo punteggiato da miriadi di stelle. Inaspettatamente Sebastiano la raggiunge e si siede accanto a lei. I due non si guardano e rimirando il firmamento chiacchierano un po'. Anna chiede al compagno di aiutarla a riconoscere le diverse figure disegnate in cielo dalle stelle, e lui, piuttosto esperto in materia, sfoggia le sue conoscenze puntando il dito qua e là ed elencando i nomi di questa e di quella costellazione. D'un tratto la ragazza cambia argomento e voltandosi verso l'amico gli domanda seriamente:
"Credi nel destino?".
Sebastiano non sa che dire, incerto sul vero significato delle parole della compagna: i celesti occhi, solitamente vispi e ridenti, sono velati d'una disarmante tristezza e di fronte ad un simile sguardo ogni pensiero si zittisce e le parole si spengono in gola. Dopo una breve pausa, Anna riprende il discorso:
"Pensi che tutti noi abbiamo un destino segnato?".
Sebastiano, disorientato, si passa una mano tra i capelli corvini e continua a fissare in silenzio colei che gli sta di fronte in attesa d'una risposta. Ma ecco che di nuovo Anna muta radicalmente espressione e scattando agilmente in piedi con voce squillante ed un radioso sorriso si rivolge al silenzioso amico:
"Allora, ti sei mangiato la lingua? Sveglia!!!".
"Accidenti a te! A starti dietro si diventa matti!" esclama Sebastiano, nascondendo dietro ad un affettuoso sguardo una profonda preoccupazione, dovuta non solo al comportamento della compagna, ma anche alla consapevolezza di aver lasciato per troppo tempo da parte la ricerca della CHIAVE...
...In una tetra mattina di pioggia, nere nubi incombono sulle alte cime degli alberi piegate dal forte vento che ulula insinuandosi nei fitti boschi. I sette custodi dei gioielli, al sicuro in casa, discutono su come dare una svolta decisiva alla loro missione e l'unica a non partecipare attivamente ai discorsi è Anna: appoggiata alla finestra, con sguardo assente, immobile come una statua di cera osserva indifferente le gocce che si infrangono al suolo. Gli altri provano a chiamarla per coinvolgerla nel dialogo, ma lei pare non sentire le loro voci.
Tale atteggiamento dopo un po' inizia ad irritare Kirk e Sebastiano, ed allora Brian si avvicina all'amica e delicatamente ne cattura l'attenzione posandole una mano sulla spalla. Lei finalmente si volta e la sua impenetrabile espressione fa ammutolire tutti quanti, mentre le sue lapidarie parole non concedono repliche:
"Non capite che è inutile parlare ancora? Sono già qui. Non li sentite?".
Un brivido scuote Sebastiano dalla testa ai piedi: non servono più le parole, è giunto il momento di agire. I sette indossano prontamente le loro divise ed ecco che un poderoso tuono fa saltare la corrente elettrica. Un'arcana oscurità avvolge i corpi e le menti dei ragazzi, consapevoli loro malgrado di non poter rimandare oltre il fatidico momento della verità... e nessuno ormai si può tirare indietro.
I vetri delle finestre iniziano improvvisamente a vibrare, non certo a causa del vento di colpo cessato, e quando le porte si spalancano bruscamente una gelida aria di morte investe il gruppo radunato in salotto. Agli occhi nulla appare, ma chiaramente gli animi percepiscono le demoniache presenze che si fanno avanti. Dov'è il nemico? Dove si nasconde? Come difendersi da ciò che non si può né vedere né toccare?
La casa è ormai infestata, l'unica possibilità per non soccombere è fuggire subito, nella speranza che presto i demoni si manifestino apertamente. E sotto una scrosciante pioggia i custodi dei gioielli si addentrano nel bosco, illuminata la via solo dai lampi che di tanto in tanto trafiggono il cielo. Corrono i sette compagni, corrono a più non posso. Si sentono inseguiti e non sanno dove nascondersi, come reagire. Sono impotenti, in balia di colui che con le loro vite sta crudelmente giocando. Bagnati fradici, si fermano per riprender fiato: improvvisamente non percepiscono nessuna malefica presenza ed anche la pioggia concede loro una tregua. Esausti e profondamente scossi, i ragazzi si guardano intorno spaesati ed il primo che ha la forza di aprir bocca è Squirrel:
"Dobbiamo fare qualcosa. Non possiamo continuare a scappare.".
"Bella scoperta!" esclama Fox, appoggiandosi al tronco di un imponente abete.
"Sapete una cosa?" interviene Cat "Mi è venuta una gran fame!".
Bruscamente reagisce Panther:
"Smettila di parlare per niente!".
"Se litighiamo fra di noi, ci condanniamo con le nostre mani." fa notare Dove, placando così i turbolenti animi.
E' poi Eagle, seduto su una roccia, a lasciarsi andare ad una spontanea considerazione:
"Ci ha messo proprio alle strette. Gabriel sa esattamente come muoversi e invece noi abbiamo le mani legate.".
"Abbiamo fallito." ammette Wolf sconsolato, ma ci prova poi Panther a risollevare gli amici:
"Non possiamo abbatterci. Chi dice che siamo già sconfitti? Al punto in cui siamo, tanto vale tentar il tutto per tutto.".
"L'intenzione è buona." osserva Dove "Ma cosa facciamo? Non abbiamo niente da cui partire per concludere qualcosa.".
"Non è vero!" afferma decisa Cat, mentre dai capelli fradici scivolano sul pallido volto limpide gocce d'acqua ed i grandi occhi azzurri vagano impauriti nel vuoto.
Cat vorrebbe piangere, gridare, scappare, dimenticare una verità che per troppo tempo ha nascosto a se stessa ed agli amici. Si rende conto che forse è tardi per parlare. Si vergogna e si pente d'aver taciuto tanto a lungo, e la voce anche adesso le si blocca in gola, non vuole uscire. Non riuscendo più a reggersi in piedi, la ragazza crolla in ginocchio a terra e con la testa bassa, come un gattino ferito, si rivolge ai compagni:
"Perdonatemi, vi prego... Spero che non mi odierete per avervi detto niente prima...".
Preso coraggio, la giovane si rialza e raccolto l'ultimo residuo di orgoglio guarda negli occhi gli amici pronta a confessare il suo doloroso segreto:
"La CHIAVE  non dobbiamo più cercarla...".
"Smettila!" si intromette Panther, ma non è il suo un rimprovero, bensì un disperato grido, quasi una supplica, e Cat per un attimo, sorpresa dall'inatteso intervento, resta senza parole, trafitta dagli amati occhi verdi impregnati ora di una struggente tristezza.
Wolf, ansioso di capire cosa stia accadendo, tenta di smuovere la situazione, ma di nuovo Panther impedisce alla compagna di parlare stringendola forte a sé. Gli altri ragazzi non comprendono un simile comportamento, soltanto Cat ha capito, e commossa sussurra nall'orecchio dell'amico:
"Tu sapevi già...".
"Speravo di sbagliarmi..." confessa mestamente Panther, rassegnato a non poter impedire alla verità di uscir allo scoperto.
Un'ultima complice occhiata si lanciano i due e l'amorevole sorriso che le rivolge il compagno dà a Cat la forza di compiere il passo decisivo: lentamente la ragazza si sfila il guanto che le copre la mano destra e senza esitare mostra ciò che su di essa è disegnato, un tatuaggio che non ha bisogno di spiegazioni: una chiave dorata avvolta da una rosa purpurea dallo stelo spinoso.
Dove si sente mancare, e Fox la sorregge. Wolf e Squirrel tacciono sgomenti, mentre Eagle si avvicina all'amica e sconvolto le rivolge una disperata preghiera:
"Dimmi che è tutto uno scherzo... Non può essere vero.".
Panther si allontana dal gruppo con il viso rivolto a terra, per rabbia e per dolore non sa trattenersi dal piangere e non vuole essere visto dagli altri, mentre scuotendo la testa tra sé ripete:
"Perché... perché dev'essere lei la CHIAVE?".
Wolf, notato il profondo turbamento del compagno, gli si avvicina, ma comprende che non è questo il momento di rivolgergli la parola: deve trovare da solo la forza di reagire, per il bene suo e di tutti quanti.
Cat è seduta su di una roccia, affranta, e Eagle teneramente la stringe per consolarla e darle coraggio: farebbe qualsiasi cosa per proteggerla, ma che può fare ora? Ci deve essere un modo per salvarla dal suo destino...
Squirrel, pur mantenendo a fatica il sangue freddo, cerca di vedere la situazione in una prospettiva positiva:
"Dobbiamo muoverci e agire: non abbiamo perso né la battaglia né tanto meno la guerra. Abbiamo le stesse possibilità di Gabriel di farcela!".
"Giusto!" esclama Cat alzandosi in piedi con un balzo felino "Dobbiamo cogliere il nemico di sorpresa... No, non credo sia possibile... Beh, insomma, non aspettiamo che venga lui a cercarci, andiamogli incontro e affrontiamolo!".
La voce sicura della giovane scuote anche Panther, che si riunisce al gruppo e recuperata un po' di grinta sprona i compagni, per poi voltarsi verso Cat mostrandosi assolutamente pronto a cederle lo scettro del comando:
"Siamo con te. Guidaci tu.".
"No, sei tu il capo." risponde lei sorridendo.
Wolf osserva un attimo i due e se ne sbuca poi fuori con una delle sue solite maliziose battutine:
"Allora, volete celebrare subito il matrimonio o ci spostiamo da qua?".
Finalmente gli animi si risollevano e rinvigoriti da una nuova energia i sette amici si incamminano nel bosco, seguendo più l'istinto che la ragione: per scovare e sconfiggere il nemico non servono tante riflessioni!
Mentre si aggirano tra gli alberi, i ragazzi chiedo a Cat alcune spiegazioni e lei volentieri racconta ogni cosa, finalmente senza timore può liberare il suo cuore:
''Poco dopo l'incontro con Jabez ho iniziato a fare strani sogni e avere delle visioni. Pensavo fossero allucinazioni, invece erano delle premonizioni, dei presagi di quello che mi aspettava. Prima di partire per la montagna è comparso il tatuaggio, ma già prima mi era sembrato più volte di vederlo e da stupida non ho voluto dargli peso... avrei dovuto parlarvene subito.''.
D'un tratto Wolf si ferma, si appoggia ad un albero e ad alta voce chiede:
''Dove stiamo andando? Qualcuno per caso lo sa?''.
Gli amici si guardano perplessi: nessuno sinceramente ha una risposta sensata.
''Camminare fa bene!'' esclama Fox con uno scanzonato sorriso.
''Ha parlato la volpe del gruppo!'' commenta ironico Squirrel.
D'improvviso Cat grida e si porta le mani alla testa, trafitta da un lancinante ed inspiegabile dolore, al quale fa immediatamente seguito una significativa premonizione: Gabriel non è lontano.
I sette giovani si destreggiano agilmente nella fitta vegetazione, assecondando l'istinto di Cat, ed è sempre lei che, al solito sbadata, inciampa sbattendo la faccia per terra. Panther la fissa sconsolato: possibile che non ne combini mai una giusta? Eagle prontamente la aiuta a rialzarsi e lei per un attimo coglie nello sguardo e nei gesti del compagno qualcosa di più di un semplice affetto fraterno, ma non appena lui le sfiora la mano un fulmineo presagio la scuote nel profondo facendola rabbrividire.
Il gruppo riparte e ben presto esce dal bosco, ritrovandosi in un'ampia e verde valle, racchiusa tra alti monti dietro ai quali il sole sta tramontando. In lontananza si scorgono le rovine di un'antica costruzione, della quale ormai ben poco resta. Disposti a cerchio, i massicci basamenti di imponenti colonne. Probabilmente in quel luogo secoli fa sorgeva un tempio, eppure nessuno ne ha mai sentito parlare. Con i loro poteri medianici i giovani percepiscono le indefinite presenze che aleggiano tutto intorno e si preparano a rispondere a qualunque attacco. E' Squirrel a richiamare l'attenzione dei compagni non appena si accorge che nel gruppo manca qualcuno: dov'è Cat?
La ragazza, come ipnotizzata, si sta dirigendo al centro delle rovine, nel punto in cui è posto un altare di pietra. Prontamente gli altri la raggiungono e lei sviene tra le braccia di Panther.
''E' qui!'' annuncia lapidaria Dove.
Ecco dunque far la sua comparsa Gabriel, il nemico da sconfiggere, l'ambiguo ed insidioso essere che da tempo si prende gioco dei sette custodi dei gioielli: già sapeva della CHIAVE e si è divertito che le sue vittime prima di dare loro il colpo di grazia. Chi è dunque quest'individuo? Non uno spirito, non un uomo, non un demone, ma poco conta quale sia la sua vera essenza, non è più importante adesso.
''Mi cercavate, no? Sono qui, che volete fare?'' sono le provocatorie parole di Gabriel.
Eagle telepaticamente comunica con Panther, augurandosi che almeno il capo abbia una qualche idea, ma nemmeno lui sa come agire, inerme di fronte al temibile e potente avversario. E Gabriel attende, consapevole della propria forza, immobile ed impassibile, con un beffardo sorriso dipinto in faccia.
Lentamente Cat si riprende e sui volti degli amici legge l'angoscia di chi si sente del tutto impotente davanti al pericolo, ma lei non ha intenzione di arrendersi ed avanza una proposta:
''Aspettiamo che sia lui a far la prima mossa. Non possiamo far niente se non scopre le sue carte.''.
C'è un unico modo per far uscire Gabriel allo scoperto, Cat è pronta a rischiare, e dopo aver lanciato agli amici un'eloquente occhiata, con passo fiero e sicuro si dirige verso il nemico, senza mai abbassare lo sguardo. Panther ha un repentino ripensamento, ma Wolf gli impedisce di intervenire:
''Fermo o rovinerai tutto e ci condannerai a morte.''.
Stringendo i pugni Panther si rassegna ad attendere le mosse di Gabriel. Con occhi sempre più preoccupati osserva Cat avvicinarsi inesorabilmente al pericolo e soltanto ora si rende conto di provare per lei qualcosa, un sentimento a cui avrebbe dovuto da tempo lasciar spazio invece di soffocarlo con ostinazione, avrebbe dovuto concedere a lei ed a se stesso una possibilità senza nascondersi dietro banali pretesti... Non è questo comunque il momento per romantiche riflessioni, bisogna prepararsi ad intervenire.
Gabriel già pregusta il proprio successo, gioisce per l'inevitabile resa degli sciocchi e miseri esseri che invano hanno tentato di ostacolarlo. Ecco, finalmente ha di fronte colei che gli permetterà di spalancare le porte dell'Inferno e far risorgere Satana, come nelle antiche profezie è scritto, e con voce stentorea declama la propria vittoria:
''Che tu viva o muoia, che tu voglia o non voglia, sarai la chiave per realizzare ciò che da sempre è scritto e che gli uomini temono più di qualsiasi altra cosa.".
Il panico si diffonde negli animi dei sette amici: non c'è dunque alcun modo per fermare il piano di Lucifero? Non esiste alcuna possibilità per impedire tutto questo? Cat grida terrorizzata voltandosi per ritornare dai compagni e d'istinto Panther le corre incontro e la abbraccia, mentre Gabriel soddisfatto continua ad infierire su coloro che ormai considera definitivamente sconfitti:
"Andatevene pure, la conclusione della mia opera è solo rimandata. Piccola Anna, vattene se vuoi. Vivrai ancora, non morirai ora, ma prima o poi succederà, e adesso che il sigillo della CHIAVE si è manifestato, in qualsiasi momento abbandonerai questa vita, potrò portar a termine il rituale. Non puoi scappare, è il tuo destino, morendo darai vita a Colui che mi ha mandato e spalancherai le porte dell'Inferno.".
Cat piange disperata, mentre insieme agli amici viene attaccata da una miriade di spiriti demoniaci comparsi dal nulla, indubbiamente difficili da tenere a bada. Panther d'un tratto abbandona la lotta e si dirige verso Gabriel deciso ad eliminarlo, a qualsiasi costo, ma le capacità soprannaturali del malefico individuo non lasciano scampo ed il temerario ragazzo si ritrova presto a terra, incapace di muoversi, mentre Cat ed i compagni, sconfitti i nemici, assistono impotenti allo scontro che davanti a loro sta avvenendo.
Gabriel ride, ride per la sua vittoria, e con occhi impregnati di odio estrae dalla cintura un pugnale per poi dirigersi verso il giovane che ha osato sfidarlo. Cat corre da Panther e si inginocchia accanto a lui per proteggerlo, ma il suo gesto può giovare solo a Gabriel che così terminerà il rituale prima del previsto. Gli altri cinque ragazzi sono come paralizzati ed i loro poteri psichici a nulla servono contro il terribile nemico, la cui bianca e affusolata mano impugna saldamente l'affilata lama e scende inesorabile verso i due inginocchiati a terra.
E' dunque la fine di tutto? Non c'è più speranza? No, non è così, qualcuno impedisce al pugnale di giungere a destinazione: Eagle col suo corpo fa da scudo ai compagni, venendo mortalmente ferito. L'eroico ragazzo è subito circondato dagli amici, che invano tentano di soccorrerlo, tamponando la profonda ferita. Dove e Cat piangono disperate e come loro neanche gli altri trattengono le lacrime. Nessuno pensa più a Gabriel, Satana, demoni... ogni cosa ha perso valore davanti al sacrificio d'un così caro amico. Lentamente il viso di Eagle si tinge d'una angelica serenità ed una flebile ma rassicurante voce esce dalle sue pallide labbra:
"Calmatevi, non è finita ancora. Io non sento più dolore... Vedrete, andrà tutto bene.".
Con un meraviglioso sorriso il giovane si spegne, lasciando questa vita per un'altra, forse migliore, di certo eterna, mentre delle urla lancinanti echeggiano nella valle. Gabriel sembra impazzito, il suo viso è sfigurato da smorfie di dolore e rabbia e le sue grida squarciano il cielo. Appare ora chiaro a Panther e compagni quanto è accaduto: Eagle, morendo al posto di Cat durante il satanico rituale, ha spezzato la catena che la legava a Lucifero, sventandone il nefasto progetto, ed infatti dalla mano della ragazza è sparito il tatuaggio della CHIAVE, non ce n'è traccia, come non fosse mai esistito. I sei custodi dei gioielli assistono impassibili alla disfatta di Gabriel, con disprezzo lo guardano contorcersi e accasciarsi a terra, fino a dissolversi in una nube di fumo, mentre un tuono bruscamente segna la fine di tutto.
In piedi intorno al corpo esanime di Eagle sono riuniti i suoi amici, e nonostante immenso sia il dolore che stanno provando, la pacifica espressione dipinta sul volto del giovane infonde nei desolati cuori un'inspiegabile serenità: il viso ancora leggermente rosato, le palpebre delicatamente chiuse, le labbra a disegnare un dolce sorriso... sembra stia dormendo, immerso in un beato sonno pieno di magnifici sogni.
Cat non sa darsi pace per quanto accaduto, si sente terribilmente in colpa, e come lei Panther è attanagliato dal rimorso, non doveva permettere che succedesse una cosa del genere. Dove, singhiozzando, abbraccia Fox, mentre i riccioli castani le scivolano sul viso sfiorando le lacrime che incessantemente cadono dai suoi occhi. Wolf e Squirrel cercano di farsi forza e non piangere, ma non possono evitarlo e alla fine si abbandonano al dolore. Cat si inginocchia di fianco al corpo senza vita dell'amico e con un affettuoso gesto delicatamente sistema le bionde ciocche spettinate, per poi accarezzare dolcemente il placido volto.
La notte cala inesorabile, e mentre la luna si impossessa del buio cielo, i sei compagni, assaliti da un incontrollabile torpore, crollano a terra e si addormentano. Quanto duri l'ipnotico sonno, minuti, ore, giorni, i ragazzi non lo sanno e quando si svegliano il sole splende alto, frenati i suoi raggi dalla fitta vegetazione.
Anna si strofina gli occhi sbadigliando e si guarda intorno per orientarsi: massicci alberi, rocce coperte di muschio, bassi cespugli, erba umida... evidentemente non si trova più nell'ampia vallata in cui si era addormentata, bensì di nuovo all'interno del bosco. Con la mente piuttosto confusa Anna si passa una mano tra gli arruffati capelli, si sfiora il viso sporco di terra ed alla fine la sua attenzione cade sull'anello che porta ancora al dito, il prezioso gioiello con inciso un gatto stilizzato. Ma dov'è la rossa divisa donatale da Jabez? Anna ora indossa semplici jeans e una maglietta, imbrattati di fango, ed è così anche per i suoi amici, che poco alla volta riaprono gli occhi, come lei spaesati. Il ricordo di quanto accaduto sembra talmente sbiadito e lontano da confondersi nella mente tra realtà e sogno, ed i sei continuano a guardarsi intorno senza aprir bocca.
D'improvviso si sentono in lontananza dei cani abbaiare, poi delle voci, e dei passi farsi avanti nel bosco. Facile immaginare che presto qualcuno spunterà tra gli alberi, e così è: preceduti da pastori tedeschi e agenti, arrivano i genitori dei sette giovani, che hanno allertato la polizia dopo aver trovato la casa in montagna vuota, con porte e finestre spalancate, mentre i loro figli da giorni non davano notizie.
Manuela ed Anna sono le prime e correre incontro ai loro cari, per trovar rifugio nel caldo abbraccio delle loro madri, ma improvvisamente un disperato grido attira l'attenzione di tutti: la madre di Brian ha trovato il figlio, steso a terra, senza vita. La donna, inginocchiata accanto al corpo esanime, urla e piange sconvolta, chiamando a gran voce chi ormai non può più risponderle, e distrutta da un atroce dolore si getta sul pallido cadavere quasi a volerlo risvegliare.
Il ricordo di quanto accaduto si ripresenta più vivo che mai agli occhi dei sei amici che, ben sapendo di non poter raccontare a nessuno la verità, a chi chiede spiegazioni continuano a ripetere di essere stati aggrediti da degli sconosciuti, senza aggiungere molti dettagli al loro racconto. Sebastiano ancora si morde le labbra ripensando al compagno che non ha saputo salvare, mentre Anna sconsolata piange rammentando chi per lei ha dato la vita e, sfiorandosi involontariamente il collo, con sorpresa scopre di avere addosso il ciondolo di Brian.
Lentamente un misterioso senso di pace si diffonde ovunque: i cani tacciono, le lacrime smettono di cadere, un'angelica presenza aleggia tra gli alberi. Solo i sei custodi dei gioielli capiscono chi sia lo spirito sceso per donare un po' di sollievo agli animi in subbuglio ed Anna, stringendo la catenina ora al suo collo, si rende conto che mai le verrà a mancare la protezione dell'amato e coraggioso amico, tornato per un attimo tra i vivi per condividere con loro la pace che ha ora raggiunto...
...Rientrati in città, per alcuni giorni Sebastiano e compagni non si incontrano né si sentono: hanno bisogno di tempo per riflettere e ritrovar se stessi in mezzo alla bufera dei loro cuori travagliati.
Un pomeriggio però un medesimo istinto li spinge ad uscire di casa portandoli a dirigersi tutti nella stessa direzione, verso il posto in cui tante volte di sabato sera si sono dati appuntamento e, una volta insieme, i sei ragazzi si incamminano per raggiungere il negozio di Jabez, assillati da un triste pensiero. Lungo la strada accennano, se pur vagamente, agli ultimi avvenimenti, sorvolando su quello per loro più doloroso, e Kirk se ne esce con una logica domanda:
"Che fine avranno fatto le nostre divise?".
"Terminata la missione, non servivano più." fa notare Manuela "Saranno tornate da dove sono venute.".
"E i gioielli? Perché li abbiamo ancora?" chiede pensieroso Fabio.
"Per non dimenticare..." confessa laconica Anna, fissando seriamente l'anello al suo dito, per lanciare poi un'eloquente occhiata a Sebastiano, che con un altrettanto intenso sguardo le risponde.
Silenzio. Le menti dei sei compagni si rivolgono a Brian ed anche se nessuno pronuncia il suo nome, è a lui che ognuno sta pensando: era consapevole di quello che faceva, tutti ne sono convinti, sapeva che avrebbe mandato all'aria i piani di Gabriel con il suo intervento ed ha scelto di morire per salvare le persone che amava. Chissà quanti e quali sentimenti l'hanno spinto a sacrificarsi, ma sta di fatto che il suo gesto ha lasciato un segno indelebile nei cuori dei compagni, che gelosamente custodiranno per sempre il caro ricordo come un inestimabile tesoro. Anna stringe forte il ciondolo che ha al collo, con le dita sfiora l'incisione dell'aquila stilizzata, e sospirando rivede davanti agli occhi il volto sorridente dell'amico. Perché il gioiello appartenuto a Brian ora sia di Anna, nessuno se lo chiede, benché tutti abbiano notato il non trascurabile dettaglio. Un motivo ci sarà di sicuro, ma non è sempre necessario indagare e scoprire ogni mistero, la realtà si svela a poco a poco, basta aver la pazienza di attendere il momento giusto.
Quando il gruppo giunge a destinazione, ad accoglierli non c'è il volto rassicurante di Jabez, bensì una fredda saracinesca, ferrea prigione in cui sono racchiusi tanti ricordi, dolci e amari. Un dispettoso ricciolo scivola davanti agli occhi di Fabio, che con un nervoso gesto della mano sposta di scatto la ribelle ciocca, mentre una struggente nostalgia si impossessa di lui.
Inutile il tentativo di Kirk e Simone di passare dal retro: anche l'altra entrata è sbarrata.
Come davanti ad uno schermo buio, i sei fissano storditi e confusi la serranda abbassata ed in un istante con la memoria passano in rassegna i tanti momenti vissuti all'interno del negozio. La voce di Jabez ancora risuona nelle loro orecchie e negli occhi è impressa l'austera e paterna immagine del maturo amico: il volto serio dai marcati chiaroscuri, solcato da profonde rughe, i neri occhi incastonati sotto le folte sopracciglia, le labbra carnose spesso socchiuse in un affabile sorriso.
Un lampo improvviso attraversa i cuori dei giovani e, simili ad un testamento spirituale, giungono loro le ultime parole pronunciate da Jabez prima di partire:
"Non posso restare qui. Devo tornare in Africa per ritrovare me stesso e superare il rimorso per la morte di un coraggioso ragazzo, un amico. Grazie, piccoli grandi eroi. E se mai sentirete questi miei pensieri, vi chiedo di perdonarmi per quello in cui vi ho coinvolto e per il dolore che vi ho procurato''.
La commozione per il sincero messaggio è grande e nemmeno il sempre pacato Simone sa trattenere una malinconica lacrima che sbuca furtiva dai profondi occhi castani.
Anna si avvicina alla fredda saracinesca e la sfiora con la candida mano, quasi per dare un'affettuosa carezza d'addio al saggio amico ora lontano. Come era venuto, così se ne è andato, lasciando forse a sua insaputa una grande eredità ai suoi ragazzi, un'eredità di saggezza e maturità, oltre a mille ricordi che legheranno le loro vite per sempre, nella certezza che qualunque strada essi prenderanno, anche se si separeranno, le loro anime, accomunate da un indimenticabile segreto, saranno inesorabilmente unite da una forza tanto superiore da poter stringere nelle sue invisibili mani il destino di questo nostro piccolo mondo.

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Un grazie a chi è arrivato a leggere fin qui. E adesso, preparatevi, stanno per fare la loro comparsa i sette Peccati. Quando? Come? Dove? Abbiate pazienza e lo scoprirete.

LINK PER LE ILLUSTRAZIONI
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Capitolo 8
*** Ritorni e nuovi arrivi ***


PARTE II. I SETTE PECCATI CAPITALI

CAPITOLO I. RITORNI E NUOVI ARRIVI

In una calda e afosa mattina di luglio il sole, velato da un malinconico alone, domina il cielo estivo e sotto i suoi incandescenti raggi cammina Anna, con sguardo tristemente assente, ricordando perché questo giorno sia per lei il più triste di tutto l'anno: scade infatti oggi l'anniversario della morte del suo caro amico Brian. Ed in questa giornata, da sei anni ormai, Anna non manca di far visita al compagno che si è sacrificato per salvare lei, ed il mondo intero.
Già sei anni sono trascorsi e quel giorno nefasto ha impresso un segno indelebile in tutti coloro che l'hanno vissuto. Anna ripensa agli amici con cui in quel tempo condivise non solo l'adolescenza, ma anche e soprattutto un'avventura che cambiò le loro vite per sempre. Del gruppo di allora ben poco è rimasto, almeno così pare.
Dopo la morte di Brian, Anna, Sebastiano, Kirk, Fabio, Manuela e Simone rimasero abbastanza uniti fino al termine delle scuole superiori, e poco dopo ancora, senza più parlare di Jabez, di Gabriel o di poteri soprannaturali. Nascosero i loro gioielli per non doverli più vedere, così come riposero in un angolo del cuore ogni avvenimento ad essi legato, e cercarono di ricondurre le loro vite ad una assoluta normalità, una normalità forse fittizia ma necessaria per andare avanti. Ma tanto, troppo era accaduto, e quegli stessi eventi che avevano unito e legato indissolubilmente i sei giovani, quegli stessi eventi in qualche modo li allontanarono.
Anna cammina, immersa in ricordi dal sapore dolce e amaro, e così assorta nemmeno si accorge di essere giunta a destinazione, se non quando nota davanti alla tomba di Brian una figura a lei familiare. L'individuo in questione le volta le spalle e lei si avvicina silenziosa e circospetta come una gatta, rivelando la propria presenza solo quando è ad un passo dall'amico di un tempo.
"Ciao Sebastiano." sono le uniche parole che Anna riesce a pronunciare, con il timore di chi ha più la speranza che non la certezza di aver ritrovato una persona cara.
Il giovane si volta ed Anna è di nuovo faccia a faccia con quello che non è stato solo un grande amore dell'adolescenza, ma soprattutto uno speciale compagno d'avventura con il quale condivide un grande segreto ed un profondo dolore.
I due si guardano in silenzio, come di vedessero ora per la prima volta, ed in effetti è da più di quattro anni ormai che non si incontrano. Anna osserva l'amico con attenzione, quasi riaffiorassero nel suo cuore le emozioni che negli anni del liceo provava standogli accanto: ha i capelli più corti ed i suoi occhi hanno un'espressione più severa e matura, ma per il resto non è cambiato molto ed il sorriso dipinto sul suo volto riporta la ragazza indietro nel tempo, al periodo della scuola, quando tra scherzi e battute si trascorrevano le giornate e si superavano i piccoli grandi problemi di un'età ormai perduta. E quella spensieratezza Anna ed i suoi compagni l'hanno smarrita prima del tempo, con la precoce morte d'una persona davvero unica e ancora viva nei loro cuori.
Anche Sebastiano si sofferma ad osservare l'amica fortuitamente incontrata: il suo viso, se pur immutato in apparenza, ha una luce diversa, una luce che si avvicina adesso a quella di una donna e non più a quella di una scanzonata ragazzina; gli occhi celesti sono sempre limpidi e vivi, e lo sbarazzino caschetto ramato ha ceduto il posto ad un taglio più lungo e scalato, intrigante e femminile. La mente del giovane fa un balzo indietro nel tempo, al giorno dello scontro finale con Gabriel, e precisamente al momento in cui in lui si affacciò la consapevolezza di nutrire per Anna un sentimento del quale aveva stupidamente negato l'esistenza. Ma troppi avvenimenti accaddero allora perché tale consapevolezza di colpo acquisita potesse crescere e maturare liberamente... Sebastiano ed Anna trascorsero all'incirca un anno e mezzo in bilico fra amicizia e qualcosa di più di un semplice affetto fraterno, eppure non iniziò mai tra loro una storia nel vero senso della parola, ed il perché nessuno l'ha capito né lo capirà mai.
"Sei anni..." sospira Sebastiano tornando a guardare la tomba di Brian.
"Sei anni." ripete sottovoce Anna, mettendo una mano sulla spalla del compagno, quasi a rincuorarlo per un dolore che invade entrambi inesorabilmente: loro due infatti quel fatidico giorno erano sulla traiettoria del pugnale di Gabriel e per loro due, prima di chiunque altro, intervenne Brian, per salvare la ragazza di cui era innamorato ed un caro amico.
Sebastiano volge nuovamente gli occhi verso Anna e nota su di lei un particolare che prima gli era sfuggito: indossa ancora il ciondolo triangolare raffigurante l'aquila stilizzata, il ciondolo di Brian. La ragazza, intuito cos'abbia attirato l'attenzione del compagno, si confida con lui:
"Non l'ho mai tolto, non me ne sono mai separata. Sono sicura che se è arrivato a me c'è un motivo e sto aspettando di capire quale sia. L'anello, invece, l'ho chiuso in un cassetto e non l'ho nemmeno più guardato.".
"Anch'io ho fatto la stessa cosa." ammette Sebastiano riferendosi al ciondolo con la pantera che da anni ha nascosto ai suoi occhi ed al suo cuore.
I due amici danno un ultimo saluto a Brian e si allontanano insieme, provando una strana sensazione nel farlo, come se non fosse passato tanto tempo dal loro ultimo incontro, e soprattutto dai giorni in cui fianco a fianco hanno lottato contro i demoni e contro le loro paure.
Sebastiano offre un passaggio in auto ad Anna e lei al volo accetta, aggiungendo una spontanea proposta:
"Ti va di stare insieme per oggi? Ovviamente se non hai di meglio da fare... Così potrai rivedere Manuela e Kirk. Mi trovo con loro per pranzo.".
L'invito è accettato ed i due giovani trascorrono il resto della mattina raccontandosi a vicenda come abbiano passato gli ultimi anni.
Anna non ha avuto decisamente una vita movimentata: la maggior parte del tempo l'ha dedicata all'università, facoltà di Lettere, dove si è laureata con buoni voti ed è ora impegnata a conseguire la specializzazione in giornalismo.
Sebastiano invece, che aveva iniziato a frequentare la facoltà di Giurisprudenza, ha poi deciso di lasciar perdere, non essendo quella la sua strada, e dopo il servizio militare si è trasferito in un'altra città, dallo zio paterno, per lavorare in una ditta di import-export e riuscir a mettersi da parte qualche soldo per potersi mantenere da solo. Ora sta pensando di riprendere a studiare, pur continuando a lavorare, ma è ancora incerto sul da farsi.
E gli altri componenti della vecchia compagnia del liceo?
Ad essere più informata in materia è Anna, perché effettivamente Sebastiano da quando se ne è andato ha tagliato i ponti con tutti, tranne Kirk.
La ragazza racconta che Simone sta per laurearsi in Ingegneria Elettronica e da tempo vive nella città in cui si trova l'università, non solo per motivi di studio, ma anche per amore, dal momento che proprio all'università ha conosciuto quella che ormai è la sua compagna da ben tre anni.
Fabio, invece, ha seguito i genitori che hanno traslocato per problemi di lavoro un paio di anni fa, ma non è molto lontano perciò ogni tanto si fa vedere. Sta frequentando la facoltà di Economia, ma, causa qualche intoppo ed un po' di pigrizia, è rimasto indietro con gli esami. Affettivamente non gli è andata molto bene, le sue storie non sono mai durate più di alcuni mesi, però lui non si scoraggia!
Sebastiano ascolta divertito il racconto e, nonostante di molte cose sia già stato informato da Kirk nelle loro interminabili telefonate, gli piace sentire in che modo allegro e appassionato Anna narri vicende assolutamente normali, condite con buffi aneddoti ed ironiche battute. Eppure c'è un velo di malinconia nella voce della giovane, dovuto sicuramente all'amara consapevolezza della distanza che, volente o nolente, si è venuta a creare tra gli amici di un tempo. D'improvviso una fulminante domanda coglie Sebastiano alla sprovvista.
"Perché sei sparito così?" chiede seriamente Anna, scomparsa dal suo viso la scanzonata espressione di poco prima.
Silenzio. Cosa rispondere?
I due, seduti al tavolino di un bar del centro, si guardano senza aprir bocca. Sebastiano non sa che dire, messo alle strette di fronte ad una verità che aveva cercato di ignorare, almeno fino ad oggi. Perché se ne è andato? Perché ha chiuso con tutti, mantenendosi però legato al passato attraverso la voce di Kirk? Da cosa è scappato? Da quello che è successo? O da se stesso?
Anna intuisce d'aver messo in difficoltà l'amico, perciò con la sua innata disinvoltura cambia repentinamente argomento:
"Di Kirk e Manuela sai già tutto, immagino?".
L'assorto interlocutore viene così rapito ai suoi pensieri e torna a chiacchierare serenamente con la compagna della nuova questione intavolata.
Kirk e Manuela da un po' di tempo si frequentano non più solo come amici. E' nato un sentimento diverso tra loro, un sentimento che inizialmente ha faticato ad uscire allo scoperto, soprattutto per i mille dubbi di lei, ma che adesso cresce e si rafforza di giorno in giorno. Per il resto, Kirk si sta laureando alla facoltà di Giurisprudenza, mentre Manuela, terminato il liceo artistico, ha seguito dei corsi per design d'interni ed ora lavora in un negozio d'arredamento.
"Pensi che sia scappato?" chiede ad un certo punto Sebastiano, cogliendo di sorpresa Anna, che comunque non perde la parola:
"Non so... forse tutti noi siamo scappati, non tanto da quello che è successo, ma piuttosto da quello che abbiamo scoperto di noi stessi.".
"Dici?"
"Dico, dico... Io non sono andata via ma non ho più avuto il coraggio di prendere in mano quell'anello..."
"Eppure adesso siamo ancora qui."
"Non possiamo fuggire da quello che siamo, io sono Anna, e nello stesso tempo sono e sarò sempre Cat. Possiamo far finta di niente, non usare più i nostri poteri – non so, chiamali come vuoi -, ma sono ancora dentro di noi e questo non cambierà mai."
I due parlano sottovoce per non farsi sentire dalla gente intorno, quasi il mondo fosse interessato ai loro discorsi, però non è così, non importa nulla al mondo del loro segreto, e nessuno saprà mai che è stato proprio quel segreto a salvare il mondo intero. Anna e Sebastiano chiacchierano vicini e pian piano mettono da parte argomenti fin troppo seri per dedicarsi invece a questioni più leggere, e forse non meno importanti.
"E a ragazze come va?" chiede ad un certo Anna, con un'aria furbetta e maliziosa.
"Lasciamo perdere." confessa l'altro alzando gli occhi al cielo, per poi aggiungere con beffardo sorriso:
"E tu, hai trovato qualcuno che ti sopporta?".
La giovane non risponde a parole e scoppia a ridere: è sempre la solita, imprevedibile e incontrollabile nelle reazioni, la sua spontaneità non l'ha persa, e di ciò Sebastiano ne è felice. In un attimo la ragazza si fa seria seria e con sguardo indagatore fissa l'amico. Cosa nasconde il rapido mutamento d'umore? Cosa si cela nei celesti occhi dalla tagliente luce?
"Sei tornato per restare?" è la domanda che, come un fulmine a ciel sereno, piove addosso a Sebastiano facendolo di nuovo ammutolire.
"Allora?" insiste Anna, con voce ferma.
"Sei incredibile!" commenta l'altro sorridendo, con gli occhi socchiusi, mentre la compagna gli si avvicina e gli dà un bacio sulla guancia, sussurrandogli poi  dolcemente:
"Sono felice che tu sia qui.".
In questo affettuoso atteggiamento i due vengono visti da qualcuno che si sta avvicinando: Kirk e Manuela quasi non credono ai loro occhi non appena riconoscono la persona insieme ad Anna ed a passi veloci raggiungono la coppia di amici.
"Che bello rivederti!" esclama entusiasta Manuela, abbracciando Sebastiano.
"Era ora che venissi a trovarci!" sottolinea Kirk, dando una pacca sulla spalla al compagno, prima di aggiungere con maliziosa ironia:
"Per caso vi abbiamo disturbato?".
Anna rivolge un'occhiataccia minatoria al linguacciuto amico, dopodiché dà un lieto annuncio ai due appena arrivati:
"Sebastiano rimarrà qui... Non è una bella notizia?!".
Il diretto interessato confessa di aver bisogno di aiuto per trovare un lavoro e una casa al più presto, non vuole pesare sui genitori né dipendere da nessuno, ed i suoi amici ovviamente non si tirano indietro.
Manuela, sguardo acuto sempre pronto ad esaminare ciò che accade intorno, osserva i volti di Anna e Sebastiano quasi a volervi scoprire il segno dei sentimenti che esistono adesso tra loro: c'è amicizia ora, oppure il ricordo di quel che non è stato e che poteva essere si è riaffacciato dopo questo inatteso incontro? C'è ancora qualcosa in sospeso o il tempo trascorso ha messo ordine nella mente e nel cuore? Manuela non vuole impicciarsi degli affari altrui, desidera solo che i suoi amici siano sereni, vorrebbe la felicità per Anna e Sebastiano, i due che probabilmente più di tutti hanno sofferto per quanto accaduto ormai sei anni fa.
I quattro ragazzi decidono di far una passeggiata prima di pranzo e allegramente chiacchierano e scherzano come se non fosse passato nemmeno un giorno dal periodo delle superiori. Sebastiano inevitabilmente osserva Kirk e Manuela: non sono cambiati molto, il primo ha tagliato i capelli ed ha messo su qualche chilo, cosa non strana dal momento che ama i piaceri della tavola; l'altra ha mantenuto la sua peculiare espressione sagace ed attenta, forse più fiera e sicura adesso, ed ha soltanto accorciato un po' i capelli senza cambiarne il taglio.
Camminando il gruppetto si ritrova a passar davanti allo stretto vicolo in fondo al quale c'era il negozio di Jabez e per un attimo si fa sentire l'impulso di ripercorrere la strada un tempo familiare. Ma tale inspiegabile istinto viene zittito di colpo ed i quattro riprendono a passeggiare lasciandosi alle spalle ricordi riaffiorati d'improvviso più vivi che mai... Sono dunque soltanto ricordi questi? O piuttosto il presagio di qualcosa che sta per accadere?...
Scorrono i giorni, inesorabili nel loro incedere. In una mattina di fine luglio, Manuela è a spasso per la città e rimugina sugli ultimi avvenimenti, in particolare sul ritorno di Sebastiano. Grazie al provvidenziale aiuto di Kirk, Sebastiano ha trovato lavoro in un piccolo alimentari vicino al centro, mentre Anna ha scovato per lui un modestissimo bilocale nel quartiere dove anche lei vive con i genitori.
Manuela cammina guardandosi distrattamente intorno, immersa come sempre in mille pensieri, e di nuovo i suoi passi la conducono davanti al vicolo dove poco tempo fa si era soffermata con gli amici, per un attimo, un fuggevole istante. L'istinto di quel giorno riaffiora, ma quando la ragazza sta per assecondarlo una voce sconosciuta la ferma: qualcuno le sta chiedendo dove si trovi una certa via e lei, come sempre gentile e disponibile, si gira verso la persona che le ha rivolto la parola.
Un brivido corre lungo la schiena di Manuela non appena i suoi occhi si posano sull'individuo che le è accanto: è un giovane probabilmente suo coetaneo, alto, spalle larghe, fisico atletico, con un viso dai lineamenti mascolini eppure delicati, capelli castani mossi, dispettosi e ribelli, dal taglio scalato di media lunghezza, labbra sottili, e due magnifici occhi dalla forma leggermente allungata e di un colore indefinito tra il verde ed il marrone. Ma non è l'aspetto fisico, o almeno non solo quello, che scuote profondamente la ragazza, quanto piuttosto l'inspiegabile sensazione di aver già incontrato lo sconosciuto, o di aver qualcosa in comune con lui.
Manuela fissa imbambolata il giovane che ha davanti, mentre lui, perplesso, ripete la domanda fatta poc'anzi e, ottenuta l'indicazione richiesta, ringrazia e si allontana, inconsapevole di aver puntati addosso due scaltri occhi indagatori ed una mente che ha ricominciato ad ascoltare il proprio sottile intuito.
E' con Anna che Manuela si deve trovare in questa singolare mattina e non appena la vede ovviamente le racconta dello strano incontro fatto. Anna ascolta seria seria, rimugina un attimo e poi visibilmente interessata domanda:
"Era proprio carino quel tipo?".
"Sì... ma non è questo il punto." ribatte l'altra.
"Uffa, avrei voluto vederlo io..."
Manuela si mette le mani tra i capelli e scuote la testa rassegnata: la sua amica non cambierà mai!
"E in che via doveva andare?" si informa Anna, con un'aria furbesca che lascia ben intuire le sue intenzioni.
"Cosa vorresti fare?" chiede severa Manuela.
"Dai, dimmelo, voglio solo vederlo..."
"Non voglio far figuracce. Per favore, lascia perdere."
Ma Anna non demorde e tormenta a tal punto l'amica da costringerla a confessarle l'informazione che le interessa, per poi trascinarla con sé al compimento del proprio piano. Lungo la strada Manuela invano prova a far ragionare la cocciuta compagna, ma nemmeno rimproverandola ottiene nulla e si rassegna perciò a doverla assecondare per l'ennesima volta in una delle sue strampalate idee.
Cammina, cammina, le due arrivano a destinazione, ma dell'affascinante sconosciuto non c'è traccia. Anna borbotta tra sé delusa, mentre la sua amica la sprona a darsi una mossa:
"Dai, su, andiamo via. Oggi abbiamo altro da fare, te lo sei dimenticata?".
In effetti questa è una giornata speciale, perché dopo tanto tempo la vecchia compagnia si riunisce: sono infatti in città anche Fabio e Simone, ed è un'occasione davvero  più unica che rara veder di nuovo insieme il gruppo al completo dopo ben quattro anni.
Anna si arrende e con repentino slancio si volta per incamminarsi nella direzione da cui è venuta. Nel farlo però, distratta come il suo solito, non si accorge che qualcuno le sta passando accanto e lo scontro è perciò inevitabile. A testa bassa la maldestra ragazza si scusa, ma rimane senza fiato quando il suo sguardo si posa sull'individuo che ha di fronte, e le basta una fugace occhiata a Manuela ed alla sua sconcertata espressione per capire chi sia l'attraente sconosciuto. Nel tentativo di superare l'imbarazzo Anna si abbandona ad un dolcissimo sorriso, tanto spontaneo e radioso da colpire non poco il giovane dall'ignota identità, il quale, tra l'altro, riconosciuta Manuela, la saluta con un semplice gesto della mano. Manuela dal canto suo vorrebbe sprofondare sotto terra e per uscire dall'assurda situazione si scusa per quanto accaduto e trascina via l'amica combinaguai afferrandola per un braccio. Una voce richiama però l'attenzione delle due che si stanno velocemente allontanando: l'affascinante sconosciuto si sta avvicinando... cosa vorrà? Anna è alquanto felice della cosa, mentre al contrario Manuela non vede l'ora di andarsene. Il giovane senza nome, giunto ad un passo dalle ragazze, porge loro la catenina appartenuta un tempo a Brian, accompagnando il suo gesto con poche parole:
"Dev'essere vostra questa.".
Anna è stupita, non si era nemmeno accorta che il ciondolo le fosse caduto e sorridendo ringrazia e recupera il caro gioiello dalle mani dello sconosciuto, ma è proprio nello sfiorare quelle mani che qualcosa le accade: un brivido la scuote dalla testa ai piedi e confuse immagini si affollano nella sua mente, rapide e potenti come un fulmine nella notte. La sensazione che in precedenza aveva avuto Manuela colpisce anche la sua amica, ma più intensa, profonda, incontrollabile. Alla fine il misterioso individuo saluta e si allontana, e stavolta sono i suoi passi ad essere fermati da una squillante voce alle sue spalle:
"Come ti chiami?" chiede Anna puntando i celesti occhi sullo sconosciuto.
"Liam." risponde il diretto interessato con un magnifico sorriso, per poi andarsene confondendosi tra la gente che affolla le vie cittadine.
Le due ragazze rimangono per un po' imbambolate con lo sguardo fisso nella direzione in cui si è incamminato Liam e con un languido e malinconico sospiro Anna posa lentamente gli occhi sul ciondolo a lei caro, non poco sorpresa da ciò che vede, come ben rivela la sua incredula espressione, alla quale fanno seguito solo poche parole:
"Non è possibile!".
"Che succede adesso?" si informa preoccupata Manuela.
Ed effettivamente qualcosa è accaduto: il disegno sul ciondolo triangolare, l'aquila stilizzata, è cambiato, è un altro l'animale raffigurato, e poco importa cosa rappresenti adesso, il problema è capire quale sia il motivo dell'inatteso mutamento. Liam ha preso in mano il gioiello ed è stato in quel momento che è successo tutto, è questa l'unica certezza... ma come è stato possibile?
"Cosa vuol dire? Che storia è questa?" si domanda Anna, mentre con l'amica si avvia al luogo dell'appuntamento con Sebastiano, Kirk, Simone e Fabio.
Intanto Liam, ormai lontano dalle due simpatiche sconosciute, si ferma un attimo e si volta, quasi avvertisse alle proprie spalle una presenza. Si sente diverso, prova nel cuore una pressante inquietudine e non può evitare di pensare alle particolari ragazze in cui si è imbattuto ed al ciondolo che ha restituito loro.
"Ah, che stupido!" si ripete poi tra sé, riprendendo subito a camminare, come a voler fuggire da un'arcana presenza, da un'inspiegabile sensazione, o forse dal richiamo insistente del destino.
Manuela ed Anna si riuniscono infine agli amici e dopo aver salutato con un affettuoso abbraccio Simone e Fabio, che da tempo non vedevano, si informano sul programma della giornata. Ma sui loro volti Sebastiano scorge una strana espressione ed intuendo che qualcosa deve averle messe in agitazione, prontamente domanda loro cosa le preoccupi.
"A dire il vero..." inizia titubante Anna, rigirando nelle mani il ciondolo appartenuto a Brian senza saper come proseguire il discorso.
Manuela prende quindi la parola, con estrema decisione, ed il modo in cui lo fa lascia perplessa Anna, che solo adesso si accorge di quanto la compagna sia cambiata negli ultimi anni: è più determinata e padrona di sé, come volesse mascherare dietro una sfacciata sicurezza, che talora sfiora la superbia, la fragilità che ancora si agita nel suo sensibile animo.
Mentre Manuela racconta quanto avvenuto, Anna osserva minuziosamente gli amici: anche Fabio e Simone fisicamente non sono cambiati molto, giusto il modo di vestire un po' meno bizzarro ed i ricci ramati più in ordine per il primo ed il taglio di capelli leggermente più corto per il secondo, mentre ovviamente i tratti del viso sono per loro come per gli altri più da adulti ora che non da ragazzini. Ma negli occhi di ognuno, così come nel profondo dell'animo, c'è qualcosa di diverso e negli sguardi che, data la giovane età, dovrebbero essere spensierati e gioiosi, si è insinuata da tempo un'oscura ombra, traccia di un passato fin troppo presente e non ancora completamente accettato.
Anna, persa nelle sue riflessioni, non ascolta il concitato discorso di Manuela, ma poco importa, tanto lei sa benissimo come siano andate le cose, e richiamata alla realtà da Kirk mostra il ciondolo di Brian agli amici. In tutti balena logicamente la medesima idea e senza bisogno di parole i passi di ciascuno si muovono nella stessa direzione, guidati da una forza tanto misteriosa quanto ben nota ai sei ragazzi. Il gruppo si ferma davanti al negozio di Jabez e nessuno si sorprende nello scoprire che non è più chiuso, barricato dietro una vecchia saracinesca, ma ha invece riaperto i battenti.
Con la sensazione di far un tuffo nel passato, i giovani varcano la familiare soglia e si ritrovano nello stesso posto in cui, anni fa, capitarono una sera non per caso, con il solo intento di ripararsi da un violento temporale. Ed il temporale di allora si scatena adesso nei loro cuori, nuovamente immersi in quella stessa atmosfera un tempo fonte di sicurezza ed ora invece causa di sospetti e paure.
Jabez è dunque tornato? Questa è la domanda che ognuno ha dentro e nessuno riesce a pronunciare, domanda che trova comunque la sua risposta sul volto dell'individuo che ben presto si presenta davanti ai ragazzi.
Jabez osserva i sei amici e sorride loro con paterno affetto, nello stesso modo in cui quel giorno di sei anni fa li aveva salutati, consapevole che il suo ritorno non suona certo come una visita di cortesia.
"Cosa dobbiamo aspettarci stavolta?" chiede severo Sebastiano, con una sfumatura di rabbia nella voce.
"Non è che non siamo felici di vederti." precisa Fabio "Ma di sicuro sei qui per un motivo.".
Silenzio. Anna osserva il ciondolo che stringe ancora tra le mani e con passi leggeri si avvicina a Jabez per mostrarglielo, fiduciosa di aver una risposta ai propri dubbi. L'uomo si fa serio, il suo volto si incupisce, e ciò non lascia ben sperare.
"Ecco, lo sapevo..." commenta sottovoce Kirk, beccandosi una gomitata nello stomaco da Manuela.
Jabez invita i giovani a seguirlo nella stanza sul retro dove tante volte si sono riuniti: nulla è cambiato da allora, o forse è cambiato tutto, se non all'esterno, di certo nel cuore di ciascuno.
I sei amici, ripetendo un gesto naturale per loro, si siedono intorno al tavolo rotondo al centro della stanza, coperto da una lunga tovaglia di velluto rosso, unico dettaglio diverso rispetto al passato. Jabez Finalmente parla, con voce pacata e rassicurante:
"Mi fa piacere rivedevi, anche se so benissimo che il mio ritorno vi preoccupa.".
"Almeno puoi spiegarci cos'è successo al ciondolo?" chiede trepidante Manuela.
"Ditemi voi perché l'immagine è cambiata." replica Jabez.
Per l'ennesima volta Manuela racconta dello strano incontro con Liam e terminato di parlare attende che il maturo amico faccia chiarezza nella misteriosa vicenda.
"Cosa rappresenta adesso?" interviene Anna, curiosa di sapere quale sia l'animale ora raffigurato sul gioiello.
"Un falco." risponde risoluto Jabez, con la fermezza di chi già da tempo aveva previsto ciò che si sta verificando.
"Vuoi dirci quello che sai?!" irrompe spazientito Sebastiano, scattando in piedi.
"Calmati!" lo ammonisce Simone, ma solo Anna riesce a tranquillizzarlo, avvicinandosi a lui ed invitandolo con carezzevole sguardo a sedersi ed avere un attimo di pazienza.
"Non sappiamo che pensare..." commenta Kirk sconsolato, seguito a ruota da Fabio:
"Dobbiamo scontrarci di nuovo con demoni e altra roba simile? Ma non era finita?".
"Non finirà mai..." afferma severo Simone, ben interpretando la crucciata espressione di Jabez.
L'uomo accoglie infine la richiesta dei sei giovani e rivela loro le informazioni raccolte negli ultimi anni:
"Partiamo dal presupposto che esiste il Bene ed esiste il Male, qualunque nome volgiate dare all'uno e all'altro questa è la verità. E ci sono esseri schierati dalla parte del Bene così come ce ne sono di votati al Male. Per capirci meglio, userò i termini della vostra religione per spiegarvi quello che ho scoperto.".
Una pausa ed un profondo respiro interrompono il discorso, che dopo poco riprende:
"Solo da qualche tempo ho saputo che le CHIAVI erano due: una, avvolta da una rosa rossa, doveva aprire le porte dell'Inferno, l'altra, avvolta da una rosa bianca, doveva aprire le porte del Cielo.".
"Cosa?!" si intromette Anna stupita, che, sospettando di aver correttamente inteso il senso delle parole di Jabez, attende con viva apprensione di avere la conferma di quanto intuito.
L'uomo prosegue con voce solenne:
"Nel momento in cui si fosse compiuto il rituale che avrebbe liberato Lucifero, si sarebbe compiuto anche quello destinato a risvegliare le schiere celesti per contrastare le creature infernali.".
"E questa seconda CHIAVE era... è una persona?" chiede Manuela.
"Sì, era un ragazzo nato lo stesso anno, lo stesso giorno e la stessa ora di Anna." spiega Jabez "Dico era non perché sia morto, ma soltanto perché non appena Anna ha smesso di essere la CHIAVE, anche lui ha smesso di esserlo, e probabilmente non ha mai saputo cosa lo aspettava: la sua esistenza doveva essere nascosta a tutti, e nemmeno lui doveva conoscere la verità, per poter essere al sicuro fino al momento in cui il suo destino si fosse compiuto.".
"E' Liam! E' lui!" esclama Anna alzandosi in piedi.
"Liam è il tipo che avete incontrato oggi, giusto?" osserva Kirk un tantino frastornato, e Manuela gli risponde con un semplice cenno del capo, per poi  domandare a Jabez come abbia fatto a scoprire tante cose.
L'interrogato prontamente risponde, con un velo di malinconia negli occhi:
"Solo uno spirito poteva rivelarmi tutto questo, uno spirito che ora fa parte delle anime giuste che dimorano in quello che voi chiamate Paradiso...".
"Brian..." sussurra mestamente Sebastiano, lasciando dalle labbra uscire il nome del caro amico come un flebile respiro che sfiora tutti i presenti, recando con sé affetto, tristezza, rabbia, una commistione di contrastanti emozioni che si tramuta in lacrime sul viso di Anna e su quello di Manuela.
Jabez si alza in piedi, col suo maestoso incedere si avvicina alle ragazze affrante e con un gesto paterno posa una mano sulle loro spalle, quasi a voler prender su di sé il loro dolore.
"Allora, che si fa?" chiede Fabio scattando in piedi ed asciugandosi gli occhi prima di lasciarsi sfuggire qualche lacrima.
"Ancora non sappiamo perché sei qui." incalza Kirk, vincendo la commozione suscitata dai tristi ricordi.
Jabez sta per parlare, ma qualcosa di inatteso accade e gli impedisce di farlo.  Sebastiano, senza aprir bocca, con la testa bassa e una cupa espressione dipinta in viso esce dalla stanza con passo deciso. Non vuole sapere altro. Non tornerà a combattere demoni o chi per loro. Già una volta l'ha fatto causando la morte di un amico, non si farà di nuovo trascinare in una guerra che lui non ha scelto e non vuole. Anna intuisce cosa passi nella mente del compagno e lo raggiunge immediatamente, salutando di fretta gli altri.
"Siamo a posto adesso!" esclama sconsolato Kirk, alzando gli occhi al cielo.
"Troviamoci qui domani, a questa stessa ora. E speriamo di esserci tutti." propone Simone.
"Ma tu non devi ripartire?" si informa Manuela.
"Non per adesso, anzi... La mia ragazza mi raggiungerà domani," spiega il giovane "e abbiamo intenzione di rimaner a vivere qui. Tanto mi mancano solo un esame e la tesi...".
"Non ce l'avevi detto questo!" è l'entusiasta commento di Fabio.
"Non ce n'è stato il tempo." fa notare il diretto interessato.
E Jabez in tutto ciò coglie un significato importante:
"Non è un caso se siete qui di nuovo, insieme. Vi aspetto domani e vi dirò quello che non sono riuscito a raccontarvi oggi.".
I giovani salutano il maturo amico e si incamminano per le vie del centro, chiedendosi come faranno a convincere Sebastiano a partecipare al prossimo incontro: non pare davvero intenzionato a riprendere la battaglia contro i demoni.
"Tra l'altro non sappiamo nemmeno cosa ci aspetta stavolta." osserva Simone.
"Ho un gran casino in testa." borbotta tra sé Kirk, stringendo forte a sé Manuela, quasi a volerla proteggere dalle minacciose nubi che si affacciano all'orizzonte.
"Chissà che fine hanno fatto quei due?..." si domanda Fabio, dopo aver tentato per l'ennesima volta di chiamare sul cellulare sia Sebastiano che Anna, senza ottener alcuna risposta.
"Non preoccupatevi, dopo li recupero io." afferma serafico Kirk, suggerendo poi di fermarsi a mangiare qualcosa: con tutto quello che è successo, nessuno ha ancora pranzato, e la fame inizia a farsi sentire!
Nel frattempo Sebastiano, seguito da Anna, ha raggiunto la sua auto e, non riuscendo a liberarsi della cocciuta compagna, la invita a salire e rimanere con lui, se ci tiene tanto. Lei non si fa pregare e così i due si ritrovano a vagare senza una meta precisa, in assoluto silenzio. Sebastiano vuole solo andare, andarsene via, non sa nemmeno lui dove, ma vuole andarsene per non rischiare di rimanere nuovamente invischiato in una storia che ha scelto di relegare al passato. Anna per un po' asseconda l'amico e tace, ma alla fine non resiste e con assoluta franchezza confessa un proprio dubbio:
"Vuoi scappare ancora?".
Un coriaceo silenzio è l'unica risposta di Sebastiano, ma la tenace giovane non demorde:
"Allora, che ti passa per la testa? Vuoi andare via di nuovo? Fai pure, però così non risolverai niente.".
Sebastiano con una brusca manovra accosta l'auto e frena di colpo, rivolgendo un minaccioso sguardo all'amica, e lei, manco a dirlo, non si fa minimamente intimorire, non abbassa neanche per un istante i pungenti occhi celesti. L'espressione della ragazza lentamente si addolcisce e premurose parole, non rimproveri, escono dalle sue labbra:
"Non è colpa tua quello che è successo a Brian.".
Anna ha colto nel segno ed il volto di Sebastiano si rasserena, mentre gli occhi lucidi ne svelano la profonda commozione e l'inconsolabile senso di colpa, radicato da anni nel suo cuore. Anna sfiora dolcemente con la mano il viso dell'amico e con un languido sorriso gli parla:
"Non credere... anch'io mi sono sentita come te per molto tempo, ma poi ho capito che sbagliavo ad assumermi tutta la responsabilità di quello che è capitato. Noi, tutti noi, ci siamo comportati nell'unico modo possibile, abbiamo accettato un compito enorme, e anche se all'inizio l'abbiamo preso come un gioco, un po' alla volta abbiamo capito l'importanza della nostra missione, e con coraggio siamo andati avanti, fino in fondo. Purtroppo è finita come sappiamo, ma non c'era modo di impedirlo: se non si fosse sacrificato Brian, saremmo morti tutti, e non solo noi... e lui sapeva esattamente quello che stava facendo...".
"Avrei dovuto essere io al suo posto!" grida Sebastiano prendendo a pugni il volante.
"Brian ci ha salvati. Non puoi odiare te stesso perché sei vivo, lui non lo vorrebbe!"
La calda e appassionata voce di Anna placa l'animo inquieto di Sebastiano,  ed il giovane abbandona ogni difesa e si lascia andare ad un pianto dirotto tra le braccia della compagna, che teneramente gli sussurra:
"Piangi, piangi pure... Butta fuori tutta la rabbia, l'odio, il rimorso che ti porti dentro da tanto tempo.".
Anna si rende conto che probabilmente né lei né i suoi amici fino ad oggi avevano in pieno accettato ciò che insieme hanno vissuto e negli ultimi anni hanno cercato in qualche modo di prender distanza da quei giorni, quasi non appartenessero alle loro vite, ignorando la voce che ognuno di loro ha sempre avuto dentro, la voce di ciò che sono, quella voce che ora ha ripreso a chiamare e non può più esser messa a tacere.
Dopo essersi sfogato Sebastiano si sente meglio, libero finalmente, libero di essere se stesso e di accettarsi per quello che è, con tutto ciò che questo comporta. Rasserenatosi in viso, guarda l'amica al suo fianco e con un eloquente sorriso le raccomanda di non raccontare a nessuno d'averlo visto piangere.
"Ok capo!" risponde allegramente l'altra, per poi sollevare un problema non da poco:
"Ascolta... non abbiamo mangiato niente... Ho fame!".
Sebastiano ride e decide di offrire il pranzo alla compagna: è un modo per ringraziarla di averlo aiutato a riprender finalmente in mano la propria vita, così com'è, pronto ad accogliere ciò che gli si presenterà lungo la strada...
Giunge la sera dell'impegnativa giornata ed Anna parla al telefono con Manuela di quello che è successo. Entrambe ancora vivono con i genitori, come pure Kirk e Fabio, e per chiacchierare con tranquillità se ne stanno rintanate nelle loro camere, come facevano nel periodo della scuola. Tutto le riporta indietro nel tempo e solo una cosa le riconduce al presente: Liam, il cui nome risuona spesso nei loro discorsi. Ma c'è un'altra questione non  trascurabile da tener in considerazione: né le due ragazze né i loro amici riescono a trovare da nessuna parte gli speciali gioielli che nascosero sei anni fa e non guardarono più nemmeno una volta da allora. Dove saranno finiti? Come possono esser spariti nel nulla? Certo è che tale inconveniente non impedisce ai sei ragazzi di prender sonno, a tutti è chiaro che questo ennesimo mistero verrà presto svelato: inutile angosciarsi per niente!
Chi invece stanotte fatica a dormire è Liam. Il giovane vive in un bilocale in periferia, in un quartiere di recente costruzione. L'appartamento è piuttosto spoglio, ci sono pochi mobili, il minimo essenziale, e gli scatoloni ancora imballati disseminati in giro sono il segno evidente di un recente trasloco.
Liam, disteso sul letto, continua a rigirarsi tra le lenzuola, finché d'improvviso  spalanca gli occhi e si guarda intorno spaesato. Gli ci vuole un attimo per rendersi conto di dove si trovi e con la mente torna a ciò che si è lasciato alle spalle, abbandonando la città in cui è nato: un padre che non ha mai provato davvero a capirlo e che ha sempre dimostrato stima e rispetto soltanto per sua sorella, laureata a pieni voti ed ora intenta a far carriera come avvocato. E poi, cosa ancora? Una relazione sgangherata, non certo un grande amore, con una donna di otto anni più grande e troppo, troppo diversa da lui, non solo per età. Ecco, tutto qui. Liam se ne è partito con ciò che aveva di più caro, ovvero se stesso e la sua ferma volontà di scoprire quale sia la sua strada nella vita. Per adesso si accontenta di lavorare in un negozio di articoli musicali, avendo accettato l'offerta di un vecchio amico che gli ha così permesso di cambiare finalmente aria... ed il lavoro tra l'altro gli piace, non potrebbe volere di più in questo momento! Mentre riflette camminando avanti e indietro per la stanza, Liam si sente pian piano assalire da una grande stanchezza ed inevitabilmente crolla sul letto, sbadigliando. D'improvviso però, un rumore cattura la sua attenzione ed il giovane scatta in piedi, rimanendo impietrito nel momento in cui percepisce una presenza alle proprie spalle. Eppure non è spaventato, non sa perché ma non ha paura, ed è piuttosto la curiosità a spingerlo a voltarsi per scoprire chi ci sia dietro di lui.
E' un individuo mai visto prima quello che il ragazzo si trova davanti, e allora come mai gli sembra così familiare? Lo sconosciuto tace, è angelico il suo aspetto: capelli color miele, profondi occhi azzurri, pelle chiara, labbra sottili, pare avere diciassette o diciotto anni, ed ha un rassicurante sorriso dipinto sull'etereo volto. Ma chi è? E perché è lì?
Liam non riesce a parlare, forse non vuole farlo, ed è il giovane di fronte a lui a rompere il silenzio con pacata e rassicurante voce:
"Io sono Brian. Le ragazze che hai incontrato oggi erano due mie carissime amiche, Anna e Manuela, e il ciondolo che hai raccolto era mio.".
"Perché parli al passato?" domanda Liam, pervaso il suo cuore da un'inspiegabile serenità.
"Ora tocca a te. Riprendi da dove io ho dovuto lasciare e scopri il tuo destino." risponde deciso Brian.
"Non capisco, spiegati meglio..."
"Ti dirò dove potrai trovare le spiegazioni che cerchi. Questo è il mio compito, dopodiché tornerò da dove sono venuto."
Brian accenna al negozio di Jabez, fornendo tutte le indicazioni necessarie per raggiungerlo, e Liam ascolta con attenzione, senza nemmeno badare a quanto sia strana la situazione in cui si trova: gli sembra di parlare con un vecchio amico, non ne ha timore e desidera fortemente scoprire la verità che ora riesce soltanto ad intravedere. Dopo aver adempiuto al proprio dovere, prima di andarsene Brian, con occhi colmi di tenerezza, chiede un favore al giovane di fronte a lui:
"Devi dire ai miei amici che sono sempre con loro e che sto bene dove sono ora, anche se mi mancano tantissimo. E dai un forte abbraccio ad Anna da parte mia.".
Ciò detto, in un respiro lo spirito si dilegua e Liam, rimasto solo con se stesso, comincia a domandarsi se si sia trattato soltanto di un sogno o se invece sia tutto reale. C'è un unico modo per scoprire la verità ed il ragazzo è deciso ad andare fino in fondo. Il suo istinto lo spinge in una precisa direzione e lui è intenzionato a seguirla senza esitare.

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Che farà Liam? Accetterà il passaggio di testimone di Brian? E se dovesse accettare, come lo accoglierà il resto del gruppo? Voi che ne dite?... staremo a vedere!

 

LIAM
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Capitolo 9
*** La seconda chiave ***


PARTE II. I SETTE PECCATI CAPITALI

CAPITOLO II. LA SECONDA CHIAVE

Un nuovo giorno nasce ed il sole stende la sua possente ed infuocata mano sulle creature che piano si destano al suo richiamo.
A ora di pranzo, come d'accordo, Anna ed i suoi amici si incontrano da Jabez. Uno alla volta arrivano, e mano a mano che giungono sul posto si radunano nella solita stanza sul retro, nella quale ritrovano, disposti con ordine sul tavolo rotondo, le loro divise ed i gioielli.
Manuela è un po' in ritardo e sinceramente non le piace l'idea di presentarsi per ultima, ma quando si ricongiunge al gruppo si accorge che qualcuno ancora manca: Sebastiano. Verrà?
Nell'attesa Anna si impossessa avidamente del suo anello ed osserva i colorati abiti che da tempo non vedeva: c'è qualcosa di diverso, i colori hanno adesso una tonalità più scura rispetto a prima, chissà, forse perché rispecchiano in un certo senso l'età più matura di chi li deve indossare. Sulla tavola è risposta anche la divisa che ha come simbolo il falco, molto simile in verità a quella appartenuta una volta a Eagle, e la diversità più evidente sta nel colore dominante, che non è più il viola, bensì il marrone: mutato il proprietario e l'animale raffigurato sul ciondolo, è cambiata ovviamente anche la divisa, non c'è nulla di strano!
Tutto questo osserva Anna, e come lei i suoi amici, mentre l'attesa di Sebastiano si fa un po' troppo lunga.
"Forse non verrà..." bisbiglia tra sé Fabio, quasi temendo di farsi sentire e di dar corpo ad una preoccupazione da tutti in verità condivisa.
Ma ecco che finalmente fa la sua apparizione anche l'ultimo componente del gruppo, scusandosi per il ritardo: al lavoro proprio non si decidevano a mollarlo!
"Bene, non manca nessuno." esordisce Anna guardandosi intorno soddisfatta.
"Allora, che dobbiamo fare?" interviene serio Simone, invitando i compagni a sedersi.
Jabez non fa inutili giri di parole e va diritto al punto:
"I sette Peccati Capitali, con loro dovrete scontrarvi.".
L'uomo si interrompe un attimo, ma gli occhi stupiti e confusi che si vede puntati addosso lo obbligano a chiarire subito la propria affermazione:
"Anche i sette Peccati sono demoni, e tra i più potenti. Si sono risvegliati e hanno trovato il modo di incarnarsi in esseri umani per portare l'Inferno in questo mondo e far risorgere Lucifero.".
"Roba da poco..." commenta ironico Kirk.
"E come li fermiamo?" chiede incerto Fabio.
"Come avete fatto in passato, ma stavolta il nemico è più forte e voi dovrete essere molto più abili e attenti.": la risposta di Jabez non rassicura affatto i ragazzi, che ben sanno di essere decisamente fuori allenamento, e tra l'altro adesso non sono nemmeno più in sette, ma solamente sei.
Jabez tenta di fugare i dubbi dei giovani amici, se pur consapevole di poterlo fare solamente in parte:
"Dovete fermare i Peccati prima che rinascano tutti. Per adesso non sono ancora al completo. E non preoccupatevi se al momento manca un componente del vostro gruppo, presto sarete di nuovo sette, come deve essere.".
"Pensi che quel Liam si unirà a noi?" domanda pensieroso Sebastiano, mentre con un'ironica battuta esprime la propria opinione Fabio:
"Sì, come no! Andiamo da lui e gli diciamo che deve aiutarci a combattere i sette Peccati e il loro esercito di demoni... Ci prenderà sul serio immediatamente!".
"Non dovete far niente voi." interviene con voce grave Jabez "Sarà lui a venirvi a cercare.".
Nessuno stavolta sembra farsi persuadere da quanto appena ascoltato, nonostante la fermezza che traspare dal volto di quello che ormai per i sei ragazzi è un maestro, una guida insostituibile. E proprio sul volto di Jabez si sofferma Manuela, rendendosi conto di come gli anni trascorsi vi abbiano impresso un segno indelebile: c'è dolore ed apprensione negli occhi d'ebano, la fronte è solcata da rughe profonde e le carnose labbra a stento si lasciano sfuggire un sorriso. Quanto deve aver sofferto Jabez per tutto ciò che è successo! Ed è sicuramente consapevole che di sofferenza e sacrifici ce ne saranno ancora in futuro, ma a spingerlo è la ferma ed incrollabile convinzione di poter far nascere e crescere qualcosa di buono in questo mondo. Lo sguardo dell'uomo lentamente si addolcisce ed ecco sul suo viso comparire la paterna amorevole espressione con cui spesso aveva rincuorato e talora rimproverato i suoi giovani amici: è un affetto sincero che prova per loro e se da un lato è dispiaciuto per averli coinvolti in una difficile missione, dall'altro ha piena ed assoluta fiducia in loro ed in ciò che sono in grado di fare.
Mentre in queste riflessioni è persa Manuela, in diversi pensieri è assorta Anna, che ben presto con desolata espressione confessa apertamente una propria radicata paura:
"Esistevano due CHIAVI... e io ero destinata ad aprire le porte dell'Inferno... allora c'è il Male dentro di me...".
L'atmosfera si raggela di colpo, ma Jabez, con premuroso e confortante sguardo, si rivolge alla crucciata ragazza:
"Non è così: era necessario sacrificare un'anima pura per compiere il rituale, e ci sono voluti secoli per poter imprimere in una creatura pura il sigillo della CHIAVE. Ecco perché sono tuttora tanto accaniti i demoni e chi li guida: hanno visto andar all'aria un progetto di secoli e non hanno intenzione di rinunciare.".
Anna, sollevata, con animo leggero può tornare ad ascoltare quello che ancora ha da dire Jabez:
"L'altra volta avete dovuto scontrarvi con demoni che avevano preso possesso di corpi senza vita, adesso non è più così...".
Un attimo di pausa, interrotto dal preoccupato commento di Kirk:
"Qui la faccenda si complica...".
Quindi Jabez riprende:
"Ora, guidate dalle incarnazioni dei Peccati, le creature infernali hanno preso coraggio, si sentono più forti, sono pronte a muoversi alla luce del sole, se così si può dire. Infatti, i casi di possessioni demoniache negli ultimi anni sono aumentati in maniera spaventosa, anche se la notizia viene tenuta ben nascosta dalle autorità in materia.".
"Vogliono creare un esercito..." osserva acutamente Simone.
Jabez annuisce, aggiungendo poi:
"Un esercito di uomini e donne, di ogni razza ed età... E' un piano apparentemente azzardato, ma chi l'ha ideato sapeva di non aver nulla da perdere.".
"E tutto 'sto casino per far rinascere Satana?!" rimarca serio Fabio.
"Ma cosa gliene importa a quello di venire qui..." borbotta scocciato Kirk, subito fulminato da un'occhiataccia di Manuela.
Sebastiano posa un attimo lo sguardo su Anna e si rende conto che la compagna è immersa in qualcuno dei suoi bizzarri pensieri: cosa le starà passando adesso per la testa?
"Dovremo fare degli esorcismi in piena regola allora." sottolinea Manuela, mettendo in rilievo una questione di una certa importanza che nessuno ancora aveva preso in considerazione.
Di risposta Jabez posa al centro del tavolo un antico libro, non molto grande, dalla copertina logora e le pagine ingiallite, ed in seguito spiega ai sei curiosi amici che dovranno imparare alla perfezione alcune formule in esso contenute, per essere pronti a fronteggiare il nemico quando se lo troveranno davanti. Simone prende in mano il consunto volume e con cautela lo maneggia, temendo di rovinarlo. Sfogliandolo osserva che deve essere molto antico, come dimostrano le pagine dai bordi irregolari, ruvide e scurite dal tempo: eppure le parole su di esse scritte si leggono alla perfezione, quasi gli innumerevoli anni trascorsi non le avessero nemmeno sfiorate.
"E' stato tramandato da secoli di generazione in generazione." spiega Jabez "Contiene rituali di varie religioni per compiere esorcismi.".
"E noi dovremmo imparare a memoria formule in lingue che non conosciamo neanche lontanamente?" chiede sconcertato Fabio.
Jabez sorride e bonariamente ammonisce i giovani dubbiosi:
"Voi non siete come tutti gli altri, avete delle capacità particolari, non dimenticatelo!".
L'antico libro ad un certo punto giunge ad Anna e lei con reverenziale timore lo apre ed inizia a leggerne una pagina a caso: perché quelle parole, delle quali in teoria dovrebbe ignorare il significato, le sembrano familiari? Perché sa esattamente cosa c'è scritto prima ancora di procedere nella lettura? Perché conosce alla perfezione ogni singolo vocabolo di qualsiasi pagina su cui posa gli occhi? Due persone soltanto si accorgono dell'espressione particolarmente sorpresa della ragazza, ovvero Manuela e Jabez, e mentre la prima ne ignora la causa, l'altro ne ha ben inteso il senso.
Con un gesto rapido ed improvviso Anna richiude il libro, lo ripone al centro del tavolo e con uno scanzonato sorrisetto esclama:
"E con Liam come la mettiamo? Se volete vado a cercarlo io!".
"Ti pareva?!" brontola sottovoce Sebastiano, coprendosi gli occhi con le mani.
Improvvisamente un rumore zittisce ogni discorso: qualcuno è entrato nel negozio e Jabez prontamente va a controllare. Chi sarà arrivato? Un cliente forse? O qualcun altro?
Manuela si è accorta che il maturo amico si è portato via il ciondolo con il falco e fa notare questo dettaglio ad Anna, che immediatamente con scatto felino si alza in piedi ed esce dalla stanza La sua compagna la segue e subito dopo anche il resto del gruppo si muove, senza nemmeno sapere perché. I sei curiosi ragazzi percorrono in silenzio il breve corridoio che li separa dal negozio e si fermano dietro alla porta socchiusa. Alla fine, le uniche che riescono a vedere qualcosa sono Anna e Manuela, arrivate per prime, mentre i quattro amici rimangono alle loro spalle in attesa di ricevere qualche interessante informazione.
Un ragazzo si aggira tra le stoffe ed i monili africani, talmente immerso nei suoi pensieri da non accorgersi di Jabez, almeno finché questi non gli si avvicina e sorridendo gli porge il ciondolo con il falco, accompagnando tale gesto con poche significative parole:
"Cercavi questo?".
Liam osserva lo sconosciuto ed esita un attimo, incerto sul da farsi. Quindi, rammentando le parole di Brian, prende coraggio ed afferra il gioiello, ritrovandoselo poi al collo senza nemmeno rendersene conto. A questo punto, Anna e compagni escono allo scoperto salutando il nuovo arrivato, ancora piuttosto confuso. Jabez, con un cenno, fa capire ai giovani amici di dover parlare da solo con Liam, ed i sei, recepito il messaggio, si accingono ad uscire, anche perché ognuno di loro ha impegni da rispettare nel pomeriggio, chi per lavoro,chi per studio.
Liam però ha un messaggio da riferire e, ripreso contatto con la realtà, adempie al compito affidatogli:
"Voi dovete essere gli amici di Brian...".
L'espressione sorpresa e commossa dei ragazzi che ha di fronte fa ammutolire il giovane per qualche secondo, ma non gli impedisce di riportare le parole confidategli dallo spirito celeste:
"Mi è apparso, la notte scorsa... Mi ha detto che è sempre con voi, che sta bene dov'è ora e che gli mancate molto...".
Furtive lacrime sfuggono agli occhi dei sei compagni nell'ascoltare il saluto dell'indimenticabile amico e la più colpita è indubbiamente Anna, che piangendo in silenzio continua a fissare Liam senza riuscir a dire nulla. Manuela le si avvicina e le mette un braccio intorno alle spalle, e così facendo la smuove dalla sua sofferta commozione, mentre Liam capisce che deve essere proprio lei quella a cui Brian si è raccomandato di dar un forte abbraccio da parte sua.
Jabez prende in mano la situazione invitando il nuovo arrivato a seguirlo se desidera avere delle risposte, ed i due si ritirano a parlare in tranquillità nella stanza sul retro.
Sebastiano, Kirk, Fabio e Simone si guardano perplessi, scettici riguardo al ruolo di Liam ed alla sua capacità di entrare nel gruppo, ed è per prima Manuela a scuotere gli amici titubanti:
"Se Brian ha parlato con lui, c'è un motivo.".
I dubbi tuttavia rimangono ed in particolare Sebastiano si mostra diffidente ed incerto, mentre chi al contrario pare entusiasta del nuovo elemento è Anna:
"Secondo me le cose andranno per il meglio, ne sono sicura!".
"Parli così perché quel tipo ti piace..." rimarca malizioso Kirk, incalzato da Fabio:
"C'era da aspettarselo che sarebbe finita così!".
"Siete degli imbecilli!" si difende la diretta interessata, fingendosi arrabbiata.
Scherzano i sei compagni, in parte per superare la tristezza suscitata dal ricordo appena evocato, in parte per alleggerire la tensione accumulata nell'ascoltare le novità riportate da Jabez. E' Simone a ricondurre il gruppo a problemi contingenti:
"Ehi, qui ci dobbiamo dare una mossa! Avete visto che ora è?".
In effetti, si è fatto tardi, bisogna sbrigarsi: il mondo fuori chiama, con il tran tran della vita quotidiana, ed i sei ragazzi, portandosi via divise e gioielli, escono dal negozio e si separano, dirigendosi ognuno per la propria strada.
Ma qualcuno non ha intenzione di allontanarsi: Anna infatti finge soltanto di andarsene e di nascosto dagli altri dopo poco torna sui propri passi per attendere paziente che Liam e Jabez finiscano di parlare. Il negozio è chiuso questo pomeriggio e la giovane se ne sta tranquilla seduta in un angolino rimuginando sugli ultimi eventi e su ciò che riserva il futuro. Dopo un paio d'ore o poco meno, ecco ricomparire Jabez, per nulla sorpreso nel vedere la persona rimasta ad aspettare, ed alle sue spalle sbuca Liam, apparentemente tranquillo: probabilmente ancora deve realizzare quanto gli sta accadendo e si ritrova al momento in bilico tra la realtà che ha sempre vissuto  e  quella che solo oggi ha scoperto. Anna lo osserva e gli sorride per fargli capire che, di qualunque cosa abbia bisogno, lei è pronta ad offrirgli aiuto e sostegno, ed i due rimangono immobili per alcuni interminabili istanti a fissarsi. Tanto li accomuna, non semplicemente la data di nascita, non solo il fatto che entrambi avevano impresso il sigillo della CHIAVE, c'è molto di più che li lega, ma non è questo il momento per fare di una sensazione una consapevolezza, svelerà il tempo la verità, ed in uno sguardo si scioglie in entrambi il vorticoso turbinio di emozioni e pensieri.
"Allora, come va?" chiede con occhi ridenti Anna.
"Sono un bel po' confuso..." ammette Liam passandosi una mano tra i capelli.
"Se hai bisogno di chiacchierare, non ho impegni oggi." si propone subito l'altra.
"Ti ringrazio, mi farà bene parlare con qualcuno che è già da un po' in questo casino!"
Jabez osserva con benevola espressione i giovani che discorrono allegramente e per l'ennesima volta deve riconoscere che Anna ha la grande qualità di riuscir a rasserenare e mettere di buon umore chiunque, in qualsiasi situazione, con il suo sorriso spontaneo ed i suoi occhi vivi e gioiosi. Prima che i due se ne vadano il saggio uomo ha però qualcos'altro da comunicare loro:
"Avete avuto per le mani quell'antico libro di esorcismi e so che entrambi avete avuto l'impressione di conoscere già quello che c'era scritto.".
Anna e Liam si scambiano un'eloquente sguardo, trovando l'uno nell'altra la conferma di quanto appena sentito. Jabez quindi prosegue:
"Il sigillo della CHIAVE che era stato impresso in voi fin dalla nascita, anche se adesso è scomparso, ha lasciato comunque un segno. Nelle vostre menti sono racchiuse da sempre le parole riportate sul testo che vi ho mostrato, e non solo quelle, parole legate a rituali antichi, in lingue diverse, che vi portate dentro e vi scorrono nelle vene... e il vostro sangue ha qualcosa di unico, è l'arma più potente che esista contro i demoni.".
Liam è sconcertato, ma non può evitare di sorridere non appena si accorge della singolare reazione di Anna, che sbuffando e guardando per aria si mette a gironzolare per il negozio borbottando tra sé:
"Pure questa ci voleva... Tutte a me capitano!".
Poi, in un baleno, l'imprevedibile ragazza muta espressione e seria seria si rivolge a Jabez:
"E come funzionerebbe questa storia degli esorcismi? Cosa dovremmo fare di particolare?".
L'uomo severo confessa di non sapere di preciso in che modo i due giovani debbano comportarsi, come possano usare il loro sangue contro i demoni, saranno l'intuito e la loro innata predisposizione a guidarli per il meglio. Un'ultima raccomandazione si sente però in dovere di farla:
"Colui che dovete combattere vi vuole dalla sua parte...".
"Impossibile!" irrompe inorridita Anna, ripudiando anche solo l'idea di passare al nemico.
Jabez imperterrito conclude il discorso:
"Fate attenzione. Se per un qualsiasi motivo doveste passare all'altra parte, sarebbe la fine.".
"E' un problema che non si pone nemmeno." replica Anna infastidita da un'ipotesi a suo parere totalmente assurda e infondata.
Liam al contrario tace, da quel poco che ha capito finora Jabez è dotato di grande saggezza, dietro a ciò che dice ci sono sempre ragionevoli motivazioni, e poi, da ultimo arrivato, meglio ascoltare con attenzione e studiare scrupolosamente tutto quello che succede.
I due ragazzi alla fine escono dal negozio, con la testa talmente piena di pensieri da sembrar pesante come un macigno. L'iniziale silenzio viene rotto da Liam, che curioso chiede ad Anna per quale motivo non sia andata via con  il resto del gruppo, e lei gli risponde con un malandrino sorriso:
"Non so... Perché? Ti dispiace?".
Il giovane tace e ricambia il sorriso della maliziosa interlocutrice, quando d'un tratto si fa largo nella sua mente una delicata questione lasciata in sospeso e quasi involontariamente dalle sue labbra esce una spontanea domanda:
"Tu sei Anna, vero?".
"Hai ragione! Che stupida, non mi sono nemmeno presentata!" esclama l'altra "Hai indovinato, sono Anna. Ma come fai a sapere il mio nome? Te l'ha detto Jabez?".
 "Veramente me l'ha detto qualcun altro prima di lui...".
E' chiaro a chi si riferisca il ragazzo, che di colpo viene trafitto da due indagatori occhi celesti velati di struggente malinconia.
"Sai," continua Liam cercando di fuggire il penetrante sguardo che ha puntato addosso "il tuo amico mi ha detto di darti un forte abbraccio da parte sua...".
Anna si trattiene a stento dal piangere. Tante, troppe lacrime ha già versato, ed in un attimo si fa piccola piccola come una fragile gattina, cosa che intenerisce a tal punto il giovane con lei da spingerlo a compiere spontaneamente quel gesto che da Brian gli era stato chiesto.
Anna si abbandona al caldo abbraccio che inaspettatamente la avvolge e per  un istante ha l'impressione che sia il suo fraterno amico a stringerla a sé per infonderle coraggio e farla sentire protetta. Invece, le braccia che la circondano sono quelle di un ragazzo a lei praticamente sconosciuto, ma già così vicino alla sua anima, tanto da smuovere nel suo cuore il desiderio di restar prigioniera dell'appassionata eppur dolcissima stretta che l'ha catturata.
Prima che la situazione diventi imbarazzante, Liam si allontana di un passo scusandosi del proprio avventato gesto e di nuovo viene trafitto dai due intensi e curiosi occhi azzurri che poco prima l'avevano profondamente scosso.
"Cosa starà pensando adesso?" si domanda tra sé il giovane.
"Raccontami qualcosa di te." è la spontanea richiesta di Anna, il cui viso è tornato sereno come un limpido cielo primaverile.
Chiacchierando i due passeggiano per la città, fino a quando il sole non tramonta, cogliendoli seduti su una panchina in un parco non lontano dal centro.
"Ma che ora è?" si domanda Anna dando un'occhiata all'orologio.
"Non pensavo che fosse già così tardi!" osserva Liam stupito.
"Sono la migliore compagnia del mondo, con me il tempo vola!" commenta divertita l'altra, per poi chiedere con occhi supplichevoli un favore al nuovo amico:
"Mi daresti un passaggio a casa?".
Liam non si tira indietro ed i due hanno così modo di parlare ancora un po', durante il breve tragitto in auto, affrontando una questione non di poco conto.
E' Anna ad intavolare l'argomento:
"Jabez di sicuro ti ha detto che noi eravamo le due CHIAVI...".
"Sì, me l'ha detto."
"E tu, non ti sei mai accorto, non hai mai visto niente... Insomma, sei anni fa a un certo punto sulla mia mano destra è comparso un tatuaggio, una chiave avvolta da una rosa rossa..."
Liam rimugina un attimo, per poi confessare una verità che con nessuno ha mai condiviso prima:
"A dire il vero, sei anni fa anch'io per un periodo ho visto una cosa del genere sul mio polso sinistro, la stessa immagine ma con una rosa bianca... Ho pensato che fosse solo la mia immaginazione e non gli ho dato peso... Invece...".
Il discorso presto termina ed Anna, giunta a destinazione, se pur a malincuore ringrazia del piacevole pomeriggio e scende dall'auto. Liam la osserva allontanarsi fino a sparire dietro la porta di casa, ed inizia poi a riflettere su quello che il futuro ha in serbo per lui, chiedendosi se sarà in grado di adempiere al compito affidatogli. Quindi lancia una furtiva occhiata al sacchetto ben riposto sul sedile posteriore, nel quale è racchiusa la speciale divisa consegnatagli da Jabez: sembra tutto talmente assurdo, ed è invece talmente  vero...
Anna, rientrata in casa, saluta al volo i genitori e si rifugia in camera per telefonare a Manuela e raccontarle delle ore trascorse con Liam. E' a dir poco entusiasta e la sua amica non può che ascoltarla senza riuscir a pronunciare una sola parola. Terminata la concitata narrazione, finalmente Manuela può aprir bocca e non risparmia un bonario rimprovero alla compagna:
"Ti ricordi quello di cui ci ha parlato oggi Jabez? Capisco che tu sia felice di aver conosciuto un tipo interessante come Liam, ma non perdere di vista le cose importanti e il compito che ci aspetta.".
"Lo so, hai ragione." ammette l'altra "Ma per un'ultima volta volevo comportarmi e pensare semplicemente come una della mia età. Comunque nei prossimi giorni, appena possibile, dobbiamo trovarci con gli altri, devo parlarvi di una cosa.".
Manuela incita l'amica a confidarsi, ma lei è irremovibile: vuole raccontare di persona ai compagni della particolare facoltà che ha scoperto di possedere insieme a Liam, e poi è giusto riunirsi al più presto tutti quanti con il nuovo membro del gruppo, in modo da permettergli di ambientarsi e non sentirsi escluso. E' necessario ritrovare affiatamento e sintonia per affrontare il minaccioso nemico emerso dall'Inferno.
Che ci siano poi anche altre motivazioni a spingere Anna, è facile intuirlo: indubbiamente il giovane da poco incontrato ha suscitato in lei emozioni intense, ancora confuse, ma radicate nel suo cuore, ed il desiderio di scoprire dove esse la condurranno è più forte del timore per l'ignoto dipanarsi di un domani dall'esito più che mai incerto.

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Dunque la faccenda si complica... Cosa comporterà l'esistenza non di una, bensì di due CHIAVI?... E cosa o chi ha fatto rinascere i Peccati?... Vi avevo avvertiti che la storia sarebbe diventata via via più interessante e ricca. Ci si rivede al prossimo capitolo!
Marta

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Capitolo 10
*** Sospetti ***


PARTE II. I SETTE PECCATI CAPITALI

CAPITOLO III. SOSPETTI

Passano alcuni giorni prima che i sette custodi dei gioielli riescano ad incontrarsi al completo, a causa degli impegni quotidiani che ognuno ha ed ai quali non è possibile sottrarsi tanto facilmente.
Simone, tra l'altro, si sta occupando di risistemare la vecchia casa in cui fino ad alcuni anni fa abitava con la famiglia e che presto potrà condividere con Katia, la sua ragazza, dal momento che i suoi genitori si sono trasferiti in un appartamento più vicino al centro città ed hanno lasciato a lui la villetta in periferia. Inoltre il giovane ha già un lavoro sicuro che lo aspetta non appena terminerà gli studi, e questo grazie agli ottimi voti ottenuti negli esami ed alla buona parola messa per lui da un professore del quale, con il suo impegno, si è guadagnato stima ed ammirazione.
Proprio Simone, in un'assolato pomeriggio d'agosto, sta chiacchierando con Fabio seduto al tavolino di un bar in centro, in attesa che arrivi il resto del gruppo. Ascoltando l'amico parlare dei propri risultati e dei progetti che desidera fortemente realizzare, Fabio si sente a disagio e si lascia andare ad una spontanea confessione:
"Ti ammiro, hai scelto una strada e l'hai portata avanti al meglio... Io invece non ho fatto un gran che in questi anni. Sono rimasto indietro con gli esami perché per mesi ho combinato ben poco... non avevo voglia di far niente.".
"Capita a tutti un periodo nero." fa notare Simone "Ma adesso è passato, giusto?".
"Sì, sì, mi sono rimesso sui libri, e mi fa strano pensare di aver buttato tanto tempo così, senza motivo..." conclude l'altro, sforzandosi di non esser eccessivamente duro con se stesso pur ammettendo l'errore commesso.
Simone, pensieroso, si confida altrettanto sinceramente:
"A me, invece, sai che è successo? Mi conosci, a me è sempre piaciuto studiare e non mi sono mai tirato indietro se si trattava di aiutare qualcuno in una qualsiasi materia. Però, quando ho iniziato l'università, mi sono chiuso in me stesso, non avevo nessuna voglia di dar una mano a chi mi chiedeva consigli e spiegazioni su un argomento o su un altro... Mi sono ritrovato ad essere, per così dire, avaro di tempo e disponibilità nei confronti degli altri. E' stata Katia a farmi tornare quello che ero.".
"Ah, questa Katia!" esclama sospirando Fabio "Quando la incontreremo?".
"Già stasera." risponde l'altro, proprio mentre ai due si aggiunge Kirk, che prontamente si informa:
"Cosa succede stasera?".
"Conosceremo la ragazza di Simone!" annuncia allegramente Fabio.
Kirk si accomoda al tavolo ed ordina un panino e una birra.
"Devi avere una gran fame!" osserva Simone, aggiungendo poi:
"In effetti qualche chiletto l'hai messo su dai tempi del liceo!".
"E non mi hai visto tre anni fa!" confessa il diretto interessato "Ero ingrassato un sacco... Per fortuna ho ripreso a fare sport e mi sono dato una regolata con il cibo, così mi sono rimesso in forma!".
Mentre i tre chiacchierano, arrivano anche Sebastiano, Manuela ed Anna, ed è quest'ultima che invita i compagni a seguirla nel posto in cui li aspetta Liam.
"Perché non viene lui qui?" domanda scocciato Sebastiano.
"Se vogliamo parlare tranquillamente," spiega Anna "non possiamo farlo in un bar.".
"E dove dovremo andare?" chiede curioso Kirk.
Anna non risponde e prega gli amici di fidarsi di lei e seguirla senza far tante domande. Nemmeno nel breve tragitto in auto rivela la meta prestabilita e solo una volta giunti a destinazione, davanti ad una palazzina in periferia, l'enigmatica ragazza spiega ai compagni che Liam li sta aspettando a casa sua.
"E tu come fai a sapere dove abita quel tipo?" chiede, sempre più infastidito, Sebastiano.
"Me l'ha spiegato lui." risponde serafica la diretta interessata.
"E quando te l'avrebbe detto?" insiste l'altro visibilmente alterato.
"Oggi, al telefono."
"Hai pure il suo numero di telefono... Siete diventati molto amici a quanto pare!"
"Scusa tanto, hai qualche problema? Mi stai facendo un interrogatorio..."
"Vorrei solo che tu prendessi sul serio quello che sta succedendo. Non è un gioco!"
"Non scaldarti tanto, capo!!!"
Kirk interviene per troncare l'accesa diatriba tra Anna e Sebastiano, prima che la situazione degeneri:
"Ehi, che ne dite di calmarvi? Possiamo evitare di scannarci tra di noi?".
Mentre Anna, sbuffando, suona il campanello per avvisare Liam del loro arrivo, Manuela le si avvicina e le bisbiglia piano in un orecchio:
"Non è che sei già stata qui, vero?".
"Ma figurati!" risponde l'altra ad alta voce, spiegando poi agli amici di aver semplicemente scambiato due parole con Liam per aiutarlo ad entrare in contatto con una realtà per lui completamente nuova e farlo così sentire meno solo.
"Beh, adesso ha tutti noi, di certo non potrà soffrire di solitudine!" commenta spiritoso Fabio, lanciando una maliziosa occhiata a Sebastiano.
I sei ragazzi raggiungono infine l'appartamento di Liam e, non appena entrati,  tutti, o quasi, salutano allegramente il nuovo elemento del gruppo, dimostrandogli di considerarlo già uno di loro. Soltanto Sebastiano appare fin troppo diffidente e dubbioso, e la sua cupa espressione provoca il benevolo rimprovero di Kirk:
"Puoi almeno evitare di ringhiare o devo metterti la museruola?".
"Non sono sicuro che quel tipo... Boh, non so, non mi convince..." ribatte l'altro sottovoce.
"Non sarai per caso geloso?" sottolinea con beffardo sorriso Kirk.
Manuela si accorge dei due che stanno parlottando in disparte e prontamente li richiama:
"Ehi, voi, pensate di starvene per conto vostro o ci degnate della vostra compagnia?".
Liam precede qualsiasi domanda raccontando un po' di sé e dei motivi che l'hanno spinto ad abbandonare la città d'origine, e la spontanea fiducia che manifesta nei confronti dei giovani da poco conosciuti spinge anche la comitiva di amici a fare lo stesso, creando un'atmosfera particolarmente familiare. L'unico a mostrarsi ostinatamente distaccato è Sebastiano, che si limita a qualche ironica battuta mirata più a provocare che a divertire, e stranamente Anna, che per sua natura non ama simili atteggiamenti e puntualmente li sottolinea con pungenti frecciatine, stavolta ignora lo scostante comportamento del compagno e preferisce lasciar correre, concentrando la sua attenzione su Liam e sulla richiesta che lui ad un certo punto rivolge a lei ed ai suoi amici:
"Voi da un po' avete scoperto di avere queste capacità... soprannaturali, e magari mi potete dare dei consigli su come usarle.".
Al ragazzo giungono immediatamente una serie di utili informazioni su come controllare le proprie facoltà psichiche, alle quali fa seguito il racconto di alcuni buffi aneddoti riguardanti i primi approcci dei sei giovani con i loro poteri paranormali. Tra una risata e l'altra ovviamente viene presa in causa quella che in principio era la più pasticciona del gruppo, e alla battuta di Kirk:
"Dovevi vedere Anna che guai combinava all'inizio!", fa seguito la replica della diretta interessata:
"Perché dovete sempre mettermi in mezzo?! Mica solo io avevo dei problemi!".
Mentre gli altri scherzano, Manuela si avvicina a Sebastiano, il cui sorriso di circostanza proprio non le piace, e gli chiede cosa lo preoccupi tanto.
"Quel Liam non mi convince." spiega severo il ragazzo "Lui non è Brian.".
"Infatti." rimarca Manuela "Però credo meriti la nostra fiducia. Fatti guidare dall'istinto, non dalla gelosia o dall'orgoglio.".
Sebastiano accantona, se pur a fatica, la propria ostilità e decide di prender parte ai discorsi degli amici, concedendo almeno il beneficio del dubbio al nuovo arrivato.
E così, sulla scia della richiesta di Liam, tutti quanti prendono, o meglio  riprendono un po' alla volta confidenza con le loro capacità psichiche, scoprendosi inevitabilmente un tantino arrugginiti, e per assurdo, chi sembra controllarle meglio degli altri è proprio Liam, mentre Anna è la solita casinista e per poco non scaraventa una sedia contro il povero Kirk, che si ritrova steso sul pavimento ad inveire contro la maldestra amica.
Ad un certo punto Anna se ne esce con una delle sue bizzarre trovate e, assicuratasi che ognuno abbia con sé la propria divisa, come lei aveva espressamente richiesto, propone di indossarle.
"Perché?" domanda curioso Simone.
"Perché sì!" risponde sicura la promotrice dell'idea "E' un po' come a teatro, quando si fa la prova generale con i costumi di scena!".
Silenzio.
Manuela scuote la testa sconsolata. Fabio si mette le mani tra i capelli. Simone è immobile con un'indecifrabile espressione dipinta in viso. Kirk guarda la strampalata amica incerto se ridere o piangere. L'unico a parlare è Sebastiano, che rassegnato, ma divertito, pronuncia due semplici parole:
"Sei pazza!".
Liam, inizialmente perplesso, non può evitare di scoppiare a ridere, contagiando con la sua risata tutti i presenti, tranne Anna, che insiste per portar a termine la sua idea. Alla fine l'insistente ragazza viene accontentata e, una volta indossate le divise, spontanea sorge una curiosità, ed è Simone ad esporla chiaramente:
"Adesso, che si fa?".
Anna non ascolta minimamente il compagno e, seguendo l'intricata trama dei suoi pensieri, si volta verso Liam e con voce solenne annuncia:
"Tu sei Hawk.".
Il giovane non capisce cosa stia succedendo ed è Sebastiano a far un minimo di chiarezza:
"Questa è una fissa di Anna: quando usiamo i nostri poteri ha pensato che dobbiamo chiamarci con i nomi degli animali sui nostri gioielli.".
"Come se fossero il nostro alter ego..." sottolinea Liam, che pare gradire e quasi approvare l'idea dei nomi in codice.
"Finalmente qualcuno che mi capisce!" esulta Anna soddisfatta e fiera.
"E chi la ferma adesso?" bisbiglia tra sé Fabio chinando la testa rassegnato.
D'un tratto cala il silenzio tra i ragazzi, un'inquietante sensazione si  impossessa di loro e li spinge ad uscire di casa. Fuori non è ancora buio, ma il cielo bigio diffonde una surreale luce che rende l'atmosfera lugubre e minacciosa.
I sette scendono per le scale senza incontrare anima viva e si ritrovano nel cortile sul retro della palazzina. Apparentemente non c'è nessuno nei paraggi, eppure l'intuito dei giovani li sprona a guardarsi intorno con attenzione: qualcosa sta per accadere. Wolf solleva però un problema:
"Se ci arriva addosso qualche tizio posseduto, che facciamo? Io non le ho ancora imparate le formule di Jabez. E voi, come siete messi?".
"Io mi ricordo delle frasi qua e là." ammette crucciato Fox.
"Benissimo!" commenta ironico Panther.
"Non preoccupatevi." interviene risoluta Cat, provocando lo stupore degli amici ancora allo scuro della particolarità del sangue suo e di Hawk.
Come prima cosa, comunque, bisogna controllare bene in giro. Squirrel, con l'agilità che gli è propria, sale su di un albero e perlustra la zona: niente di strano. Panther e Wolf fiutano l'aria in cerca di tracce. Cat e Hawk indagano con gli occhi per scoprire movimenti sospetti, mentre Fox e Dove cauti e silenziosi si aggirano furtivi per assicurarsi che non ci sia qualcuno nascosto nei dintorni.
Sembra davvero tutto tranquillo. Che sia stato solo un falso allarme?
D'improvviso il gruppo viene attaccato da cinque individui, sbucati da chissà dove, la cui forza fisica e l'incredibile agilità mettono in seria difficoltà i sette amici. Lo scontro è violento, anche perché i nemici manifestano ben presto dei poteri psichici molto sviluppati: dopotutto, sono demoni, non c'è da stupirsi! Sì, sono demoni, ma sono anche esseri umani, e dentro a quei corpi posseduti da malefici spiriti ci sono delle anime prigioniere che chiedono solo la libertà.
I sette custodi dei gioielli non demordono e dopo aver inizialmente faticato a reagire, riescono a riprendersi ed attaccare a loro volta. Bisogna però escogitare una maniera per porre fine alla battaglia e nessuno sa come fare, nessuno a parte Cat e Hawk. Le parole di Jabez risuonano chiare nelle menti dei due ragazzi che, scambiandosi uno sguardo d'intesa, decidono di intervenire, assecondando un naturale impulso che li scuote dal profondo e guida le loro azioni: insieme si avvicinano al cancello e scivolando entrambi con un braccio sulle affilate punte in ferro si procurano delle ferite dalle quali inizia a sgorgare rosso sangue. Il loro inspiegabile comportamento sorprende non solo i cinque amici, ma anche i demoni, che di punto in bianco si sottraggono alla lotta ed indietreggiano spaventati.
"Cosa succede?" si chiede sorpresa Dove, incredula ed immobile come i quattro compagni, ignari di quel che sta accadendo.
Cat e Hawk si avvicinano ai nemici tenendo gli occhi chiusi e sussurrando frasi in latino, mentre il sangue scorre incessantemente dalle loro ferite tracciando una purpurea scia tra l'erba ingiallita. I due si fermano davanti agli individui posseduti, i cui volti deformati hanno perso ogni umano connotato, e spalancano di colpo gli occhi su di loro, occhi che hanno smarrito il colore dell'iride e sono ora completamente bianchi.
"E' come se fossero in trance, come succede ai medium." fa notare Squirrel, l'unico ad avere il coraggio di aprir bocca nell'assistere all'incredibile scena.
Cat e Hawk, con un gesto rapido e sicuro, segnano col sangue le creature demoniache e portano infine a compimento l'esorcismo salvando dagli spiriti infernali le persone che ne erano state possedute. I cinque individui così liberati svengono: al loro risveglio non ricorderanno più nulla, per fortuna, e qualsiasi domanda potrebbe sorgere in loro non appena si riprenderanno verrà spazzata via dalla stessa forza che li ha salvati dal Male.
Terminato il rituale Cat perde i sensi, mentre Hawk si inginocchia a terra stremato, osservando con stupore che le ferite che lui e l'amica si erano procurati si sono già rimarginate senza lasciare alcuna cicatrice. Panther e gli altri, vincendo lo sconcerto per quanto accaduto, si rendono conto di doversene andare prima che qualcuno li veda, così, mentre il capo prende in braccio la compagna svenuta, Fox e Wolf sorreggono Hawk aiutandolo a camminare e nel suo appartamento i sette si rifugiano.
Lo scontro è stato duro ed i sette giovani hanno bisogno di riprendersi e curarsi ferite e lividi. Anna lentamente si risveglia e quando riapre gli occhi si ritrova addosso gli sguardi inquisitori degli amici.
"Ti sei dimenticata di dirci qualcosa?" domanda Sebastiano, al quale si somma subito la voce di Manuela:
"Ci spieghi che succede?".
Liam e Anna raccontano quanto appreso da Jabez relativamente a ciò che il sigillo della CHIAVE ha provocato in loro ed insieme ai compagni fanno mente locale su quanto appena accaduto per capire cosa si agiti in loro nel momento in cui compiono l'esorcismo con il sangue. Evidente è che i due ragazzi devono raggiungere un elevato grado di concentrazione per far sì che nelle loro vene confluisca il particolare potere in grado di ricacciare i demoni all'Inferno, e durante questa sorta di trance sono pienamente coscienti delle loro azioni e delle parole che spontaneamente sgorgano dalle loro menti, memoria ancestrale di sacri riti con cui nei secoli popoli diversi hanno combattuto il Male in ogni sua forma. Altra cosa certa è che tutto questo provoca un enorme dispendio di energie e non è perciò ripetibile a breve distanza di tempo, almeno per adesso.
Fatto il punto della situazione e recuperate le forze, Simone dà un'occhiata all'orologio ed in fretta e furia si rimette i suoi normali abiti per poi correre via dando appuntamento ai compagni in pizzeria tra un'ora circa.
"Come mai è scappato via così?" chiede Liam, e imperterrito gli risponde Kirk:
"La sua ragazza arriva stasera con il treno, anzi! Mi sa che è già arrivata... e lui deve andare a prenderla in stazione... Ma con quello che è capitato si è fatto tardi!".
Fabio sghignazza pensando all'amico trafelato, beccandosi un calcio negli stinchi da Anna, per il quale non osa nemmeno lamentarsi nel timore della reazione che potrebbe scatenare.
"Dopo ci troviamo tutti in pizzeria." sottolinea Manuela, rivolgendo poi uno spontaneo invito a Liam:
"Perché non vieni anche tu? Ormai sei uno di noi!".
Il giovane è titubante e a sorpresa è Sebastiano che cerca di convincerlo:
"Dai, su, vieni. Tanto non potrai più liberarti di noi!".
Alla fine i sei compagni si dirigono insieme in pizzeria, ansiosi di conoscere l'ormai famosa Katia, che ancora nessuno è mai riuscito a vedere.
Simone arriva per ultimo sul luogo dell'appuntamento insieme alla fidanzata e trova il resto del gruppo già seduto al tavolo e intento a consultare il menù. Scattano immediatamente le presentazioni di rito e le prime a farsi avanti sono Anna e Manuela, entusiaste della nuova amica con cui potranno discutere di argomenti solo ed esclusivamente da donne.
Katia dimostra subito un carattere aperto e solare, ed il suo aspetto sbarazzino e grintoso ne sottolinea l'indole risoluta ed allegra: capelli biondi corti corti, viso ovale, grandi occhi castani che spuntano dietro un paio di occhiali dalla vistosa montatura blu elettrico, non molto alta, fisico asciutto, forse fin troppo magra, veste in modo sportivo e dai suoi gesti trapela un'assoluta e naturale padronanza di sé. Tutti i componenti del gruppo hanno la medesima ottima impressione di Katia e non si stupiscono quando Simone ne rivela la grandissima abilità al computer:
"E' molto più brava di me, è davvero eccezionale!".
"Se è più brava di te, dev'essere un genio!" commenta Kirk strizzando un occhio all'amico.
"Si può sapere cos'avete fatto oggi?" domanda istintivamente Katia.
"Perché?" replica con finta ingenuità Simone.
"Perché tu sei arrivato a prendermi in ritardo e con un bel taglio sopra l'occhio." spiega l'altra "E i tuoi amici mi sembrano un po' acciaccati. Non avrete fatto a pugni con qualcuno?".
Fabio per poco non si strozza con la birra che stava bevendo e Anna gli dà una sonora pacca sulla schiena per farlo smettere di tossire. Kirk sorride in maniera del tutto innaturale mentre Sebastiano finge di leggere il menù. E' Liam a prendere in mano la situazione:
"La verità è che mi hanno aiutato a sistemare casa. Sai, mi sono trasferito da poco.".
Pericolo scampato, ma Katia è attenta e acuta e se ne esce con un'altra scomoda domanda, diretta a Liam:
"Ah, sei qui da poco... Infatti Simone non mi ha mai parlato di te. E come hai conosciuto questa banda di scatenati?".
Stavolta è Manuela ad intervenire:
"Liam è un mio cugino, era da un sacco di tempo che non ci vedevamo e quando è arrivato mi ha chiesto una mano per ambientarsi.".
Placata almeno per il momento la curiosità di Katia, finalmente si può ordinare qualcosa da mangiare, ma l'opinione comune è che sarà dura tenere la perspicace giovane lontana da una verità non facile da nascondere.
La serata procede tranquilla e spensierata, senza particolari intoppi o difficili domande. Anna osserva Simone e Katia e il loro affettuoso atteggiamento un po' la intristisce. Anche lei vorrebbe aver qualcuno con cui trascorrere teneri momenti e invece non le è mai successo, non ha mai avuto un ragazzo. Con Sebastiano forse anni fa avrebbe potuto nascere qualcosa, e probabilmente era nato, ma tardi, troppo tardi, ed il loro rapporto non è andato mai oltre un'affettuosa amicizia. Inutile rimuginare sul passato, Anna si scrolla velocemente di dosso ricordi e rimpianti, che a nulla servono se non ad intristirla, decisa a godersi l'allegra serata e la compagnia di Liam, seduto accanto a lei. Accidenti, è proprio bello, ha uno sguardo furbo ed intrigante, e nello stesso tempo dolcissimo... Per evitare di imbambolarsi a fissare il giovane al suo fianco, Anna si immerge totalmente tra i discorsi e le battute degli amici, avvertendo comunque dentro di sé una sottile invidia nel vedere lo scambio di languide occhiate tra Simone e Katia. Ecco che in un baleno nella fervida mente della ragazza si fa largo un sospetto che prende via via i connotati di un'inquietante certezza.
"No, non è possibile..." pensa tra sé Anna, sbiancando in viso.
Manuela si accorge del pallore della compagna e subito le chiede se si senta male.
"Devo solo prendere un po' d'aria..." risponde la diretta interessata, alzandosi in piedi per poi uscire dal locale.
In tre si muovono per seguirla: Sebastiano e Liam, che si scambiano un'occhiataccia minacciosa, e Manuela, che sui due litiganti ha la meglio e raggiunge fuori dalla pizzeria l'amica, alla quale preoccupata domanda cosa l'abbia turbata tanto.
"Ho pensato una cosa..." rivela Anna "Ma non possiamo parlarne qui. Domani sera troviamoci da Jabez.".
"Ok, adesso però calmati."
"Mi calmo, mi calmo."
Per far distrarre la crucciata compagna, Manuela le riferisce del non benevolo incrocio di sguardi tra Sebastiano e Liam, scattato nel momento in cui lei è uscita: entrambi d'istinto volevano seguirla e si sono lanciati occhiate taglienti come lame.
"Ma scherzi?" si sorprende Anna, scordando per un attimo le sue preoccupazioni.
"No, no, è la verità." insiste l'amica "Secondo me Sebastiano è geloso.".
"Figurati!" esclama scettica l'altra "Gli sono stata dietro una vita al liceo e non glien'è mai fregato niente... Vuoi che si svegli adesso?!".
"A dire il vero, qualcosa era cambiato l'ultimo anno delle superiori tra voi due, non ti ricordi?"
"Sì, forse, ma non è successo niente comunque. Evidentemente io e lui possiamo essere solo amici, e va bene così."
"Magari in questi anni ci ha pensato e si è accorto che le cose avrebbero potuto andar diversamente..."
"Non è un mio problema, e sono sicura che ti sbagli."
Il dialogo tra le due compagne presto termina, interrotto da Kirk che sbuca dalla pizzeria con una importante richiesta:
"Prendete il dolce?".
Anna e Manuela scoppiano a ridere e si ricongiungono alla compagnia: meglio far riposare mente e cuore almeno per un po' e godersi dei momenti spensierati finché è ancora possibile!
La sera successiva, su esplicita e perentoria richiesta di Anna, il gruppo al completo, se pur con qualche difficoltà, fa il possibile per radunarsi da Jabez.
Simone, ospite per ora dai genitori insieme a Katia, per uscire deve aspettare che la sua scaltra e curiosa compagna si addormenti; Manuela con una scusa fa in modo di sottrarsi ad una cena tra parenti; a Fabio tocca chiedere ospitalità per la notte a Kirk per risparmiare tempo e benzina ed evitarsi più di un'ora di strada; e Sebastiano in fretta e furia deve sbrigare alcune faccende al lavoro per potersi liberare in un orario decente.
Anna arriva per prima al negozio e Jabez subito nota sul viso solitamente sorridente e luminoso un'oscura ombra che ne rabbuia il vitale sguardo.
"Cosa c'è che non va?" chiede l'uomo con sollecita premura.
"Sai, ieri ho capito che..." la ragazza si interrompe, quasi temesse di esporre il proprio pensiero, e quando sta per riprendere a parlare, ecco che fa la sua apparizione Liam.
Lo scambio di sguardi tra i due giovani, evidente segno di complicità e tacita intesa, non sfugge a Jabez, che ne viene non poco turbato, come se vi scorgesse dietro una minaccia, un incombente pericolo. L'uomo però finge indifferenza e sprona Anna a concludere il discorso lasciato in sospeso.
"Aspettiamo che ci siano anche gli altri." risponde laconica lei, mentre si siede al suo solito posto e delicatamente sfiora con la mano la purpurea tovaglia di velluto.
Quando tutti i componenti del gruppo sono arrivati, Anna si trova puntati addosso gli occhi curiosi e preoccupati dei compagni, ansiosi di conoscere il motivo dell'incontro. La giovane fa un profondo respiro, dopodiché prende la parola:
"Ricordate, avevamo trovato un collegamento tra di noi e le sette Virtù... Penso che in qualche modo siamo legati anche ai sette Peccati, e forse c'entriamo col loro risveglio.".
Nessuno ha il coraggio di porre obiezioni e di negare la fondatezza dell'ipotesi appena ascoltata, nonostante sia difficile dover ammettere una simile verità.
"Pensate un attimo." prosegue Anna, fattasi coraggio dopo essersi liberata dal peso che si portava dentro "In questi anni, vi sembra di aver avuto dei comportamenti che in un certo senso si ricollegano a uno dei Peccati? Io per esempio devo dire di aver provato invidia in alcuni momenti, e non mi era mai successo prima.".
I ragazzi riflettono ed ognuno di loro è costretto ad ammettere di aver ceduto ad atteggiamenti e stati d'animo che non avevano mai vissuto in precedenza: ira per Sebastiano, gola per Kirk, avarizia per Simone, accidia per Fabio e superbia per Manuela.
"Questi sono i Peccati che finora sono rinati e camminano sulla Terra con sembianze umane." spiega Jabez "Uno ancora ne manca, uno soltanto."
Gli occhi dei presenti si puntano inevitabilmente su Liam: sarà dunque lui a risvegliare l'ultimo demone?
"Manteniamo la calma." interviene deciso Simone "Intanto preoccupiamoci di quello che c'è, non di quello che potrebbe arrivare. Ne abbiamo già abbastanza, mi pare.".
Ma tutti e sette i custodi dei gioielli sentono gravare sul cuore un pesante fardello, Liam per ciò che potrebbe provocare, gli altri per ciò che hanno causato: sono stati loro l'innesco che ha permesso ai Peccati di rivivere in questo mondo, di uscire dall'Inferno, hanno ceduto al lato buio delle loro anime emerso dopo quel che sei anni fa è accaduto ed hanno permesso alle forze demoniache di metter in atto un nuovo nefasto piano. Jabez prova a risollevare i giovani amici e con voce ferma si rivolge loro:
"Bene e Male convivono dentro ogni uomo e che vogliamo o meno si alternano nelle nostre parole, nei nostri gesti, nei nostri pensieri. Possiamo sbagliare, siamo esseri fragili con paure e debolezze, ma è ciò che consapevolmente scegliamo a fare la differenza. E voi la vostra strada l'avete già scelta.".
Ci vorrà del tempo ai sette compagni per riuscir ad accettare quanto appena compreso, però di sicuro le pacate e sagge parole del maturo amico ottengono un positivo effetto sui loro animi scossi ed inquieti.
Giunge quindi l'ora di separarsi per tornare ciascuno alla propria casa, con mille pensieri nella testa ed un'incrollabile determinazione nel cuore. Jabez trattiene un attimo Liam nella stanza sul retro, di nascosto dagli altri, e gli fa una precisa raccomandazione, più simile ad un ordine che ad un consiglio:
"Attento con Anna, c'è un forte legame tra voi ma devi far in modo che questo legame non diventi troppo stretto. Mantieni una distanza con lei, altrimenti potrebbero esserci dei grossi problemi.".
I due sono interrotti proprio da Anna, ritornata sui suoi passi per capire che fine abbia fatto Liam, e lui con simulata noncuranza spegne ogni possibile domanda con una piccola bugia:
"Sai, avevo delle cose da chiedere... non mi è ancora tutto chiaro, ho una gran confusione in testa!".
Jabez saluta sorridendo gli amici, celando nel cuore i propri timori ed augurandosi non debbano mai concretizzarsi in realtà: forse di preciso nemmeno lui sa cosa lo spaventi, ma non ha dubbi su come comportarsi e così farà.
Arrivato nel suo appartamento, Liam si sdraia sul letto, le mani dietro la testa, e riflette, riflette, riflette... Si chiede come sia riuscito ad accettare di buon grado quello che gli è capitato ed il compito affidatogli Un altro, al suo posto, si sarebbe tirato indietro, invece lui non ci ha pensato nemmeno un minuto. Come mai? Non certo per coraggio o puro spirito di sacrificio! No, non per questo, ma forse soltanto perché ciò che gli sta accadendo è la chiara spiegazione del suo essersi sempre sentito diverso, diverso da coloro che lo circondano, diverso da amici, familiari, diverso da tutti. Nonostante il rapido susseguirsi degli aventi, il ragazzo finalmente intravede il lento dipanarsi della propria vita, ogni cosa comincia ad acquistare un senso e la strada da percorrere si illumina, poco alla volta, assumendo precisi contorni. Ma ecco che pian piano un nuovo pensiero si fa largo e le ultime parole di Jabez risuonano come un imperioso monito nella mente: eloquente ne è il significato, non altrettanto evidente il motivo. Liam si domanda perché debba tenere lontana Anna e non sa neppure se sarà in grado di farlo: tanto vicina la sente, e non semplicemente per il similare destino che li accomuna. C'è un legame più forte e profondo che li unisce e li spinge l'uno verso l'altra, quasi le loro anime si fossero rincontrate e fuse in una dopo esser state a lungo divise. La cosa più difficile non sarà affrontare demoni o il Diavolo in persona, bensì mantenere a distanza una persona tanto, troppo vicina la cuore.
Qualcun altro in questa notte è ancora sveglio. Fabio e Kirk, seduti sul letto, commentano quanto successo negli ultimi due giorni: il primo scontro con i nuovi nemici, le particolari facoltà di Anna e Liam, e la scoperta appena fatta del collegamento con i sette Peccati.
"Che casino!" esclama Kirk alzando gli occhi al cielo.
" 'Sto giro è anche peggio dell'altra volta!" rimarca Fabio sbadigliando.
"Ho visto Sebastiano molto preoccupato." osserva l'altro palesemente turbato.
"Già... e per me è anche geloso del nuovo arrivato. Non è che ha un debole per Anna? Pensa che storia..."
"Boh, non so!... Sì, può essere che sia geloso, ma non è solo questo. Lo conosco, è uno che si tiene tutto dentro... adesso chissà quanti pensieri gli passano per la testa!"
"Prova a parlargli tu, sei l'unico che può tirargli fuori qualcosa!"
Fabio pare convinto, mentre Kirk è scettico, sa perfettamente quanto Sebastiano non si confidi facilmente, e comunque lui già immagina cosa tormenti l'amico: il ruolo di capo non gli piace, non gli è mai piaciuto, e con quello che è accaduto sei anni or sono sente ancora più gravoso il peso di tale incarico, senza scordare il fatto che fino a quando non riuscirà a fidarsi di Liam l'unità del gruppo è seriamente in pericolo.
E non sbaglia Kirk, bene ha individuato le preoccupazioni del compagno che, disteso sul letto, fatica a prender sonno. Ma c'è anche un altro infido presagio che assilla Sebastiano, un'idea che ancora nessun altro ha preso in considerazione, la sensazione di qualcosa lasciato incompiuto, un filo mai reciso con un passato tornato alla ribalta recando con sé un nome oscuro come la morte.

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Una precisazione su questo capitolo. Le associazioni tra i sette ragazzi ed i Peccati capitali non sono casuali, come non lo erano quelle con le Virtù. Quado ho pensato a come collegare ognuno dei custodi dei gioielli ad una Virtù ho cercato quella più adatta ad ogni personaggio (valutando soprattutto i loro diversi caratteri), e per associare i Peccati ho provato a metterli in contrapposizione ciascuno con una precisa Virtu'. Per esempio, Liam, che ha preso il posto di Brian, è legato alla Virtù della Carità (l'amore nel suo senso più nobile e puro) ed il Peccato a lui associato è la Lussuria. Nulla è scritto a caso. Attenti a ogni dettaglio... Un grazie di cuore a chi mi segue!
Alla prossima!
Marta

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Capitolo 11
*** Una vecchia conoscenza ***


PARTE II. I SETTE PECCATI CAPITALI

CAPITOLO IV. UNA VECCHIA CONOSCENZA

Scorrono i giorni ed agosto si avvia alla conclusione. In quest'ultimo periodo i sette custodi dei gioielli hanno avuto un paio di incontri, o meglio scontri, con alcuni demoni e se la sono cavata abbastanza bene: sotto la guida di Jabez hanno imparato buona parte delle invocazioni necessarie per gli esorcismi e stanno via via prendendo il pieno controllo delle loro facoltà medianiche.
Anna e Liam in più stanno cercando la maniera di gestire al meglio il potere che scorre nel loro sangue, così da non rimanere stremati quando lo usano, e per farlo di tanto in tanto si incontrano da soli per confrontarsi ed aiutarsi a vicenda.
Giunge settembre. Un pomeriggio Anna e Liam sono insieme nell'appartamento di lui, e stanno sfogliando un antico manoscritto consegnato loro da Jabez: è in latino e non è molto semplice da leggere, la grafia è particolare ed alcune parole sono cancellate, ma Anna, ripescando la memoria di quanto studiato all'università, ai corsi di paleografia e diplomatica, riesce a decifrare le pagine ingiallite e, vocabolario alla mano, traduce accuratamente ogni frase, con il fondamentale aiuto di Liam, che come lei ha studiato latino al liceo.
I due, seduti sul divano, immersi nella lettura, non si accorgono nemmeno di essere terribilmente vicini, almeno finché entrambi, spinti da un uguale istinto, sollevano gli occhi ormai stanchi dall'antico testo, posandoli involontariamente l'uno sull'altra, senza più riuscir a dir nulla. In silenzio si guardano, a dividerli un respiro, mentre un fuoco inarrestabile cattura le loro anime fondendole in una sola. Che fare adesso? Fuggire o lasciarsi andare?
Il preciso monito di Jabez si riaffaccia prepotente nella mente di Liam e lo spinge a sottrarsi alla difficile situazione per non cedere all'impulso di abbracciare e baciare colei che invece deve allontanare da sé. Anna, sorpresa e dispiaciuta, osserva il giovane che si alza e si avvicina al frigorifero per prendere qualcosa da bere. Perché è scappato via così? Non prova anche lui quello che lei sta provando? Quante domande si affollano nel cuore della ragazza, ferma immobile, rannicchiata sul divano, confusa ed in parte infastidita dal comportamento di Liam, che nemmeno la guarda in faccia. Non sopportando tale assurda indifferenza, Anna scatta in piedi, prende la borsa e, senza degnare di un'occhiata il padrone di casa, freddamente saluta e se ne va.
Liam, rimasto solo, posa la lattina di birra che stava sorseggiando e si accascia sconsolato su una sedia. Ha agito nel modo giusto? Ha seguito la raccomandazione di Jabez, eppure si sente in difetto, sente di aver mancato verso se stesso e verso Anna. Perché non può ascoltare liberamente la voce del suo cuore? Perché deve malamente soffocarla? E' questa dunque la strada che deve percorrere? Cosa potrebbe mai accadere se si abbandonasse a ciò che prova per quella ragazza?
In questo stesso pomeriggio, Manuela si gode una meritata giornata di ferie e seduta al tavolino di un bar attende l'arrivo di Kirk, al solito in ritardo. Sfogliando una rivista sorseggia una fresca bibita e, assorta nella lettura, non si accorge che qualcuno ad un certo punto si siede accanto a lei, finché non è l'individuo in questione a salutare con un sussurrato:
"Ciao Manuela.".
L'inconfondibile voce, mai dimenticata, scuote dalla testa ai piedi la ragazza, che, tremando come una foglia, posa la rivista trovando la conferma delle proprie paure negli inquietanti occhi d'ametista che la stanno fissando.
"Gabriel..." è il nome che Manuela con un fil di voce a stento pronuncia, prima di scattare in piedi decisa a fuggire via.
Gabriel però la afferra per un braccio e con furbesca espressione la invita a non comportarsi in modo avventato per non attirare l'attenzione della gente intorno.
"Non voglio farti del male." continua con beffardo sorriso il malefico individuo "Volevo solo scambiare due parole con te in ricordo dei vecchi tempi.".
"Ti rimanderemo all'Inferno." gli intima decisa Manuela, tornando a sedersi e sforzandosi di vincere il subdolo terrore che dentro lei sta crescendo togliendole il respiro.
"Come puoi essere ancora vivo?" chiede la giovane, facendosi coraggio.
"Forse il punto è che non sono vivo..." risponde l'altro impassibile "Devo ringraziare te e i tuoi amici, è anche merito vostro se ho potuto far rinascere i   sette Peccati.".
"Per ora ne hai solo sei." rimarca l'interlocutrice.
"Per ora..." conclude Gabriel, per poi allontanarsi col suo elegante e maestoso incedere.
Manuela respira profondamente, provando a placare il galoppo del suo cuore. Rivedere il maledetto essere è stato per lei come trovarsi faccia a faccia con un incubo, il peggior incubo in cui avrebbe mai potuto imbattersi. Dunque, è tornato, Gabriel è tornato, ed è lui a capo dell'orda di demoni risorta dagli Inferi: ci sarà un modo per eliminarlo definitivamente?
La ragazza, alquanto scossa, stenta a tranquillizzarsi e non appena Kirk la raggiunge subito comprende dalla sua atterrita espressione che qualcosa l'ha terribilmente spaventata.
"Chiamiamo gli altri. Dobbiamo parlare." afferma con voce tremante Manuela, preoccupando non poco il compagno, che immediatamente chiama sul cellulare il resto dei componenti del gruppo ottenendo però risposta solo da Liam e Sebastiano.
E da Sebastiano i quattro si incontrano poco dopo, nella speranza di essere raggiunti dai tre al momento irraggiungibili sui telefonini. Manuela è ancora evidentemente turbata e tutto d'un fiato, in poche parole, rivela quanto appena scoperto:
"Gabriel è tornato.".
Sebastiano e Kirk sono scossi da un brivido nell'udire il detestato nome ed una profonda rabbia si impossessa di loro nel ricordare che quel malefico essere ha ucciso il loro amico Brian. Liam, invece, che di Gabriel ha soltanto sentito parlare, riesce ad essere lucido e distaccato e cerca di calmare i due compagni che, inviperiti, inveiscono contro il satanico nemico. Manuela un po' alla volta si riprende e dà man forte a Liam in modo da placare gli amici travolti dalla collera.
Recuperato il controllo di sé, Kirk riprova a chiamare Simone, Fabio e Anna. Il primo fortunatamente risponde al telefono ed assicura che si unirà al gruppo il prima possibile. Gli altri due invece sono ancora irraggiungibili. Grazie al cielo Fabio presto si fa vivo e contatta Kirk, mentre dall'ultima che manca all'appello non giunge alcun segnale, niente, né un messaggio né una telefonata.
"Ma dov'è finita Anna?" chiede preoccupata Manuela, temendo possa essere accaduto qualcosa di grave all'amica.
"Stai calma, vedrai che chiamerà presto." interviene apparentemente tranquillo Kirk, mentre Sebastiano si rivolge severo a Liam insospettito dal suo sguardo assente e dal suo silenzio:
"E tu, non ne sai niente?".
"Di cosa?" ribatte l'altro fingendo di non aver recepito il messaggio.
"Di Anna, non sai niente? Non sai dov'è?" insiste Sebastiano con aria di sfida "Mi pare che siate diventati molto amici, no?...".
"Se hai qualche problema con me, dimmelo chiaramente." replica allora Liam accogliendo l'evidente provocazione.
"Ehi, voi due!" si intromette risoluto Kirk "Abbiamo già abbastanza guai, vedete di piantarla una buona volta!".
Il suono del campanello interrompe definitivamente la discussione: Simone è arrivato, e poco dopo si presenta alla porta anche Fabio, e subito entrambi vengono informati del ritorno di Gabriel.
Rimane il problema di rintracciare Anna, mentre in tutti si insinua il subdolo timore che l'amica possa aver fatto qualche brutto incontro. Il gruppo decide di raggiungere Jabez ed è mentre i sei si dirigono al negozio che il cellulare di Manuela squilla: Anna, riacceso il telefono ed accortasi delle numerose chiamate ricevute, ha ben pensato di farsi sentire per informarsi su cosa sia successo di importante.
"Accidenti a te!" risponde Manuela piuttosto alterata "Non sai quanto ci hai fatto preoccupare! Vieni subito da Jabez.".
"E stai calma..." replica l'altra come nulla fosse "Avevo solo bisogno di starmene un po' da sola... Arrivo, arrivo!".
Alla fine i sette compagni si riuniscono nella solita stanza con il maturo amico, ed è qui che di nuovo viene pronunciato il nome di Gabriel. Anna impallidisce e si copre il viso con le mani: non vuole incontrare ancora quell'individuo, ben ricorda l'arcano fascino che su di lei esercitava e ciò la spaventa terribilmente. Poco importa se ora il sigillo della CHIAVE è sparito, lei non vuole più trovarsi davanti il volto da angelo demoniaco ed i conturbati occhi d'ametista.
"Dobbiamo togliercelo dai piedi una volta per tutte!" afferma determinato Sebastiano, battendo i pugni sul tavolo e rivolgendo un amorevole sguardo ad Anna.
"Sì, siamo più forti, più sicuri, possiamo farcela." ribadisce risoluto Fabio, seguito a ruota da Simone:
"Certo che ce la faremo. Restiamo uniti e rispediamolo all'Inferno.".
Liam non interviene: è l'ultimo arrivato, non ha vissuto quello che gli altri hanno condiviso, e a volte fatica a sentirsi parte del gruppo, anche se è pronto ad affrontare ciò che lo aspetta e non si tirerà indietro per nessun motivo al mondo.
D'un tratto gli occhi di Anna e quelli di Liam si incontrano, e quasi involontariamente ad entrambi sfugge un tenero sorriso, ma il giovane subito si rabbuia, ed Anna scocciata distoglie lo sguardo da lui. Dello strano comportamento dei due si accorgono Manuela e Fabio, e proprio Fabio, ospite per la notte a casa di Liam, facendo leva sul rapporto di confidenza che tra loro si è instaurato, non appena solo con l'amico gli chiede con assoluta franchezza cosa stia succedendo con Anna.
"Niente di particolare." risponde il diretto interessato con simulato distacco.
Ma il sagace e cocciuto interlocutore non demorde:
"Questo dillo agli altri, a me puoi dire la verità. Fidati, non ne parlerò con nessuno.".
"Lo so che posso fidarmi, ma davvero non c'è niente da dire."
"Dalla tua faccia non sembra. E poi si vede lontano un miglio che c'è qualcosa tra voi due, l'hanno capito anche i muri!"
"Ti sbagli!" conclude spazientito Liam.
Fabio fa marcia indietro: sarà il compagno a confidarsi non appena se la sentirà, o forse non c'è realmente nulla da confidare ed il comportamento di Anna è dovuto soltanto ad una simpatia non corrisposta, cosa peraltro già vista in passato.
In questa stessa sera c'è qualcun altro che sta animatamente discutendo: Anna e Manuela, barricate in camera di quest'ultima, stanno parlando del nuovo inatteso avvenimento che ha scosso le loro vite, ovvero il ritorno di Gabriel. Le due ragazze sono molto preoccupate e spaventate, ma la determinazione e la grinta dimostrate dagli amici le rincuorano non poco ed infondono in loro una rassicurante fiducia, piccolo e audace bagliore in una notte senza stelle. D'improvviso Anna si zittisce ed il suo sguardo si perde nel vuoto: cosa le sta passando per la testa? Manuela cattura con una logica domanda l'attenzione della compagna, che così le racconta quanto accaduto nel pomeriggio con Liam, esprimendo sinceramente le proprie perplessità e la propria delusione.
"Non so che dirti." ammette dubbiosa Manuela.
"Forse non gli interesso, tutto qui." replica l'altra con languida voce "E' sempre la stessa storia...".
"Aspetta a dirlo, vediamo come vanno le cose." interviene allora l'amica dimostrando un velato ottimismo.
Ma Anna non ha intenzione di ricadere nell'errore già commesso con Sebastiano. Non vuole soffrire ancora rincorrendo qualcuno che non vuol essere raggiunto. E poi è cresciuta, non può comportarsi come un'adolescente alla sua prima cotta, perciò in cuor suo decide di non inseguire stupidamente una romantica illusione e di considerare quindi Liam un semplice amico...
Chi invece sta vivendo una bella storia d'amore, nonostante demoni e creature infernali, è Simone, che in un tiepido e sereno sabato pomeriggio di settembre attende in stazione l'arrivo di Katia: finalmente la loro casa è a posto, sta per per iniziare la loro nuova vita insieme.
Il giovane cammina nervoso guardandosi intorno, impaziente, mentre una dispettosa ciocca di capelli gli scivola sul viso. Non si è mai sentito tanto agitato, nemmeno durante gli esami all'università. E' questa un'ansia diversa, densa di aspettative ed entusiasmo, ma anche di preoccupazioni e responsabilità per una scelta davvero importante. Simone comunque è sicuro dei suoi sentimenti per Katia, con lei vuole stare e con nessun altra, e questa convivenza è un passo fondamentale nel loro rapporto, che di giorno in giorno cresce e matura. La difficoltà maggiore sarà conciliare la presenza di Katia con l'impegno contro i demoni: non sarà semplice mantenere un simile segreto con una ragazza tanto perspicace ed intelligente, ma è necessario farlo, senza ombra di dubbio.
Finalmente Katia arriva e Simone la accoglie a braccia aperte con un raggiante sorriso, e così la coppia si avvia allegramente verso casa, con una gran gioia nel cuore e mille progetti nella mente. Ma qualcosa accade mentre i due stanno viaggiando in auto, discorrendo spensierati. Simone avverte un pericolo, d'istinto si ferma nei pressi di una villetta in periferia, circondata da un enorme giardino, ed in fretta smonta dall'auto pregando la compagna di aver pazienza e di aspettarlo un attimo.
"Torno subito." spiega il giovane con apparente tranquillità "Devo solo far una visita veloce a una persona.".
Entrato nella villetta il ragazzo si aggira furtivo e silenzioso, finché in una camera trova, rannicchiati in un angolo, due bambini terrorizzati e tremanti. Sono talmente spaventati da non riuscir a parlare e dal loro sguardo trapela una profonda angoscia, mentre dal corridoio proviene il cupo rumore di pesanti passi sempre più vicini. Simone si volta di scatto e dietro di sé vede un uomo dagli occhi impregnati di sangue: è sicuramente posseduto, e piuttosto arrabbiato! Ma Squirrel non si lascia sopraffare dalla paura e con agile scatto sfugge alla presa del nemico, che di conseguenza perde l'equilibrio e cade a terra. I bambini in preda al panico fuggono dalla stanza e Squirrel, approfittando del momento di smarrimento del demone, compie un esorcismo in piena regola, senza la minima esitazione. L'uomo, ormai libero, rimane steso sul pavimento, privo di sensi, e la cosa importante adesso è trovare i due piccoli terrorizzati per cancellare dalle loro menti il ricordo di quanto accaduto.
Il problema è che, quando Squirrel riesce a scovare i bambini, si rende conto di non aver più di fronte delle indifese creature, bensì altri due demoni, molto furbi ed agguerriti. Il giovane, colto di sorpresa ed incerto su come agire, viene malamente atterrato dai nemici, ma ecco che a sorpresa giunge in suo soccorso Cat, che compiendo il rituale con il suo sangue riesce a salvare i bambini sia dagli spiriti infernali che dal ricordo di quanto successo, crollando poi in ginocchio a terra stremata.
"Almeno non sono svenuta." scherza sorridendo la ragazza, spiegando poi all'amico come sia arrivata lì:
"Ero con Manuela, stavamo facendo un giretto da queste parti, e abbiamo visto la tua macchina qui fuori. Abbiamo percepito subito qualcosa di strano, così Manuela è rimasta a parlare con Katia – che tra parentesi stava per entrare in casa – e io ti ho raggiunto con una scusa.".
"Per fortuna sei arrivata!" ammette l'altro sospirando sollevato.
Prima di andarsene i due amici ripongono con cura i bambini svenuti sul divano e dedicano loro un malinconico sguardo. Non hanno pietà né rispetto per niente e nessuno quei maledetti demoni, perfino due creature tanto piccole ed indifese sono pronti ad usare a loro piacimento. Portare l'Inferno in Terra, questo vogliono e questo stanno facendo. Cat sente crescere dentro di sé una struggente tristezza, che presto si tramuta in rabbia, e come Squirrel si ripromette di mandare all'aria il piano di Gabriel e compagni: gli esseri umani non sono perfetti e spesso sono capaci di scellerate azioni, ma non meritano di essere manipolati come vuote marionette!
Non appena Katia rivede il fidanzato, con aria inquisitoria gli chiede dove fosse finito e cosa avesse da fare di tanto urgente, e prontamente l'altro risponde:
"Sai, qui abita un vecchio compagno del liceo, volevo dargli un saluto. Sapevo che ultimamente non era stato bene, e quando è arrivata Anna ci siamo un attimo persi in chiacchiere.".
"Potevi pure presentarmelo." ribatte sospettosa Katia.
"Ci saranno altre occasioni, magari con un po' più di calma." si difende abilmente Simone "E poi, ti ho detto, non è stato bene, non mi pareva il caso di capitargli in casa con te proprio adesso.".
Ma la scaltra giovane nota immediatamente il cadaverico pallore di Anna e non può evitare di domandarle se si senta male.
"No, no, tranquilla." risponde la diretta interessata "E' che ho appena passato una brutta influenza e oggi è il primo giorno che esco dopo una settimana.".
Chiuso il discorso, i quattro si separano riprendendo ciascuno la propria strada, ma nel cuore di Simone un subdolo pensiero si insinua strisciando: lui ed i suoi amici stanno tentando di fermare l'avanzata dei demoni pur continuando a portare avanti le loro vite come normali ragazzi di vent'anni... sarà davvero possibile questo? O è solo un'illusione che si sono costruiti ad arte e che presto vedranno malamente infranta? Come possono comportarsi normalmente ogni giorno con tutto il male con cui entrano in contatto costantemente? Tanti dubbi, tante paure, tante responsabilità...
Katia, accortasi dell'espressione crucciata del compagno, dolcemente gli sfiora i capelli con una mano, sussurrandogli premurosa:
"Ultimamente c'è qualcosa che ti preoccupa, lo sento. Io sono qui e ti amo, non escludermi.".
Simone si lascia accarezzare dalla voce dell'amata ed il suo animo si acquieta come per miracolo: è questa la strada, essere quello che si è, in tutto e per tutto. Ognuno ha un ruolo al mondo e tante pagine da scrivere e vivere: il cuore indica la via, basta avere il coraggio di seguirla, ovunque essa ci conduca.
Dunque, le vite dei sette custodi dei gioielli proseguono su binari paralleli, tra le abitudini e gli impegni quotidiani da una parte e la segreta lotta al Male dall'altra.
Anna è in attesa che ricomincino i corsi per la specializzazione in giornalismo e nel mentre ha trovato un impiego part-time in un quotidiano locale: mansioni semplici e paga ridotta all'osso, ma per il momento le può andar bene. Studio e lavoro non sono però l'unico e nemmeno il primo dei suoi pensieri: nella sua testa c'è sempre Liam e non è facile per lei considerarlo semplicemente come amico, mentre lui pare non voler altro.
In una bigia giornata di fine settembre, Anna, uscita dal lavoro, cammina per la città, fissa con la mente sull'ultimo pomeriggio trascorso da sola con Liam, quando i loro volti erano talmente vicini che il respiro dell'uno si fondeva in quello dell'altra. A lui rivolge ultimamente ogni suo pensiero e la cosa ormai inizia a stancarla, tanto da spingerla a prendere su due piedi una risolutiva decisione. Deve assolutamente parlargli, sì, deve parlare con Liam, non può andar avanti così. Detto fatto, la ragazza recupera l'auto e si dirige verso casa del giovane, ma non trovandolo nel suo appartamento, decide di aspettarlo, più che mai ferma sul proposito di voler chiarire la situazione.
Così, quando Liam alla sera rientra a casa, si trova a sorpresa faccia a faccia con Anna, seduta sul divano con una provocatoria espressione dipinta in viso.
"Cosa ci fai qui?" chiede il ragazzo stupito, ed in parte infastidito.
"Ti aspettavo." replica l'altra con un malizioso sorriso, avvicinandosi con feline e sensuali movenze.
"Non puoi entrare in casa mia in questo modo!" rimarca seccato l'altro, puntando i penetranti occhi sulla seducente creatura che avanza lentamente verso di lui.
Anna si ferma ad un passo da Liam e senza abbassare lo sguardo afferma decisa:
"Dobbiamo parlare.".
Il dialogo continua per un po' così, l'uno schiva gli sguardi e finge di non capire e l'altra insiste nel chiedere un chiarimento, finché l'inutile batti e ribatti non viene bruscamente troncato da Anna, che stanca di stupidi giri di parole arriva dritta al punto:
"Cosa provi per me?".
Liam, trafitto dalla fulminante domanda, tace un attimo, e poi, barricato dietro ad un indecifrabile sorriso, risponde:
"Siamo amici, niente di più. Perché, cosa pensavi tu?".
Anna in cuor suo non è convinta, ma sceglie di credere alle parole appena ascoltate per non continuare a coltivare sciocche illusioni e, scusandosi per il proprio comportamento, a testa bassa si avvia verso la porta. Liam la fissa in silenzio, vorrebbe stringerla a sé e baciarla, però non lo fa, non può farlo, anche se involontariamente allunga un braccio spinto dal desiderio di fermare colei che tristemente se ne sta andando. La porta alla fine si chiude, inesorabile, separando i due giovani, e sembra chiusa ormai ogni possibilità per loro di dar voce a ciò che nelle loro anime  incessantemente già da tempo si sta agitando.
Anna riprende l'auto e guidando senza una meta in testa finisce sotto casa di Sebastiano. Non sa nemmeno lei perché sia capitata lì, però dal momento che c'è pensa di fare un saluto all'amico. Il ragazzo è in casa ed è molto sorpreso non solo per l'inattesa visita, ma soprattutto per la desolata espressione dei celesti occhi solitamente vispi e ridenti.
I due inizialmente chiacchierano di argomenti assolutamente comuni e banali, come lavoro, università, per poi passar a discutere della loro missione e di come portarla a termine, augurandosi di poter presto escogitare un buon piano contro il nemico.
"Insomma, cos'hai?" chiede ad un certo punto Sebastiano "C'entra Liam, ho indovinato?".
"Sì... sono una stupida." si confida Anna con flebile voce "Mi fa strano dirlo proprio a te... Ho fatto lo stesso errore cretino che ho fatto al liceo... Non gli interesso, è inutile.".
Sebastiano tace, pensieroso, e l'amica lo osserva in attesa di una qualsiasi reazione.
"Peggio per lui." commenta il ragazzo rivolgendo un affettuoso sorriso alla triste compagna.
"Però intanto ci sto male io." sottolinea l'altra imbronciata.
"Quando si accorgerà di quello che ha perso ci starà male lui... come è successo a me."
La spontanea ed inattesa confessione fa calare il silenzio e zittisce ogni discorso. Un passato incompiuto torna sempre a chiedere il saldo, le questioni rimaste in sospeso pretendono giustamente una conclusione, ed i sentimenti taciuti o sottintesi, prima o poi escono allo scoperto, anche solo come rimpianto. Sebastiano liberamente rivela ad Anna ciò che neppure con se stesso aveva mai ammesso:
"Sono stato io lo stupido, non tu! L'ultimo anno delle superiori, non sai quante volte ho pensato che noi due potevamo stare insieme, te ne sarai accorta che ero diverso con te...".
"Sì, me n'ero accorta, ma non volevo illudermi. Mi bastava sentirti più vicino, vedere che c'era un'intesa diversa tra noi. Ero già contenta così, preferivo restare nel dubbio che qualcosa ci fosse piuttosto che avere la certezza che non c'era niente."
"Se ti avessi parlato allora, magari..." interviene Sebastiano in tono velatamente malinconico.
"E perché non l'hai fatto?"
"Non so... erano successe tante cose..."
"Sì, davvero tante..."
In un sospiro si spegne il delicato discorso, sciogliendosi in un lontano e nostalgico rimpianto, ed i due amici si salutano con la ferma intenzione di organizzare un incontro con il resto del gruppo per fare il punto della situazione e decidere come muoversi contro Gabriel ed il suo esercito infernale.
Sebastiano aspetta che Anna sia lontana, dopodiché prende l'auto e si dirige da Liam, che stupito lo accoglie nel suo appartamento informandosi sul motivo dell'imprevista visita.
"Tu nascondi qualcosa." afferma lapidario Sebastiano, aggiungendo poi:
"Con Anna cos'hai in mente di fare? E non dirmi che non ti interessa!".
"Ok, ti dirò la verità, ma non dovrai parlarne con nessuno." risponde l'altro sospirando "In fondo, sei il capo, è giusto che tu sappia...".
Liam racconta della raccomandazione di Jabez, o meglio del suo perentorio monito a non avvicinarsi troppo ad Anna per evitare che insorgano gravi problemi. Sebastiano ascolta attentamente e si chiede se c'entrino in tutto questo i sette Peccati, ma può soltanto ipotizzare che sia così, forse nemmeno Jabez ha una sicura risposta e l'unica sua certezza è di dover tener lontani coloro che avevano impresso il sigillo della CHIAVE, chissà poi perché... Liam è evidentemente turbato dalla situazione, è chiaro che nutre un profondo sentimento nei confronti di Anna, qualcosa che non è amicizia, né amore, né passione, ma è tutto questo insieme e molto di più, un sentimento così raro che è un vero delitto doverlo nascondere e reprimere.
"No, non è giusto!" esclama d'un tratto Sebastiano "Dobbiamo capire di cosa ha paura Jabez. E' vero che abbiamo accettato un compito difficile e dobbiamo portarlo a termine, ma non possiamo rinunciare alle nostre vite per questo!".
I due giovani si guardano in silenzio, soltanto adesso ammettono con loro stessi di poter contare l'uno sull'altro e l'iniziale ostilità lascia il campo ad una nascente amicizia. L'unità del gruppo è finalmente ricostituita e Sebastiano è  adesso consapevole d'aver trovato qualcuno davvero in grado di aiutarlo a guidare al meglio i compagni lungo un percorso irto di ostacoli e dalle mille incognite.

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Gabriel è tornato... Il conto con lui allora non è chiuso. Ma perché ancora non è rinato l'ultimo Peccato? Abbiate pazienza e lo scoprirete... A presto!
Marta

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Capitolo 12
*** Scelte ***


PARTE II. I SETTE PECCATI CAPITALI

CAPITOLO V. SCELTE

Settembre giunge al termine ed i colori autunnali inesorabilmente si impossessano del paesaggio e degli animi più sensibili e malinconici.
L'umore altalenante di Anna, incapace di nascondere la propria inquietudine, appare evidente agli occhi di sua madre, che un giorno decide di parlarle per comprendere cosa la tormenti e magari aiutarla a superare questo momento.
Così una sera la donna, carattere energico e mente acuta, raggiunge la figlia nella sua stanza, trovandola distesa sul letto, persa a fissare il soffitto con espressione assente.
"Non vuoi dirmi cosa ti fa stare così?" chiede premurosa la madre, ed Anna immediatamente le rivolge uno sguardo da cucciolo impaurito in cerca da protezione.
La donna, accarezzando i capelli della figlia, cerca di spingerla a confidarsi:
"Una volta parlavamo di più, adesso ti sento lontana. Lo so che sei cresciuta, ma io ci sono sempre se hai bisogno.".
Le due si fissano in silenzio e quanti ricordi ci sono in questo silenzio: litigi furibondi, confidenze, risate, pianti. Anna sospira e alla fine si lascia andare, per quel che le è possibile:
"E' colpa di un tipo che ho incontrato.".
La madre sorride benevola ed ascolta lo sfogo della figlia, che ovviamente sta ben attenta a non farsi sfuggire qualche parola di troppo riguardo ad altri pensieri che la assillano, pensieri che non può condividere con nessuno se non con i suoi sei compagni.
"Non c'è altro?" si assicura la donna prima di uscire dalla stanza.
"No mamma, stai tranquilla." risponde Anna con un affettuoso sorriso, salutando con una mano la madre ed augurandole la buona notte. Ma cos'è la strana luce che le vede negli occhi? Quali parole si celano dietro l'insolita espressione del familiare volto improvvisamente rabbuiatosi? E' un attimo, un fuggevole attimo, ed in quest'attimo Anna prova un'inspiegabile sensazione davanti a sua mamma, sarebbe fortemente tentata di leggerle nel pensiero e se non lo fa è solo perché lei ed i suoi compagni hanno scelto di non sfruttare le loro speciali facoltà nella vita quotidiana, nel rispetto degli altri e dei segreti che ognuno ha il diritto di avere. Eppure sembra che la donna si aspetti proprio questo dalla figlia, che le entri nella mente per scorgere ciò che le labbra hanno taciuto. Possibile?... Il sorriso con cui alla fine la madre si congeda rassicura Anna ed arresta il galoppo dei suoi pensieri, lasciandole nel cuore il dolce tepore che soltanto l'affetto materno può donare...
Ottobre avanza a passi rapidi e gli attacchi dei demoni sono momentaneamente cessati. Da un po' il fronte infernale tace e la cosa insospettisce non poco Jabez ed i suoi giovani amici: di sicuro qualcosa si prepara all'orizzonte e bisogna evitare di farsi cogliere impreparati.
La situazione di calma apparente subisce un brusco scossone in una piovosa e fredda sera autunnale. Simone rincasa dopo una giornata trascorsa in biblioteca ed entrando in salotto trova Katia seduta sul divano, con gli occhi sbarrati rivolti a terra ed una padella in mano. Ma cosa sta fissando? Su  cosa è puntato il suo sguardo sbigottito ed incredulo? Simone cammina lentamente verso la giovane atterrita ed ecco che, nascosto dietro al basso tavolino vicino al sofà, intravede il corpo di un uomo, steso a terra, la faccia rivolta sul pavimento.
Immediatamente il ragazzo si accerta che la compagna non sia ferita e che lo sconosciuto sia vivo, dopodiché preoccupato prova a farsi raccontare quello che è accaduto. Ma Katia è talmente spaventata che scoppia a piangere e tra i singhiozzi riesce a pronunciare solo qualche confusa parola:
"E' entrato... ho visto... i suoi occhi... non... non era umano...".
Simone, aiutato dalle proprie percezioni extrasensoriali e dall'innato intuito, capisce che l'individuo svenuto dev'essere posseduto da un demone e bisogna perciò esorcizzarlo prima che si risvegli. E con Katia, che fare? Lei non può, non deve scoprire la verità, come potrebbe conviverci poi? Ma come nascondergliela ora?
La ragazza, recuperato il proprio grintoso piglio nonostante la paura, si rivolge al compagno con irremovibile fermezza:
"Allora, mi spieghi chi è questo? Sono sicura che lo sai. Qualunque cosa stia succedendo, ormai ci sono in mezzo. Dimmi tutto.".
Inutile tentare di prender tempo o inventare banali scuse, la perspicace giovane ha compreso che un importante segreto le è stato finora celato e adesso pretende di conoscerlo. Simone non risponde a parole, ma si china sull'individuo svenuto e pratica l'esorcismo pronunciando il rito latino. Katia osserva allibita, senza riuscir a parlare, e fissa il fidanzato che, terminato il rituale, chiama un'ambulanza dicendo di aver trovato un uomo svenuto vicino a casa sua e trasporta poi fuori lo sconosciuto ancora privo di sensi.
Katia rimane immobile sul divano, con in mano la padella con cui aveva colpito l'intruso. La sirena dell'ambulanza pone fine all'incredibile incidente ma non zittisce le domande che si accalcano nella mente di colei che suo malgrado ne è rimasta coinvolta. Appena rientra in casa, Simone si siede accanto all'amata, delicatamente le toglie di mano il tegame e premuroso le mette un braccio intorno alle spalle e la stringe a sé, sussurrandole con amorevole voce:
"Perdonami, scusa se non ti ho raccontato tutto prima. Volevo proteggerti, tenerti fuori da questa storia... E adesso ormai non posso più farlo...".
Con queste parole il giovane inizia il suo discorso e se pur con difficoltà confessa la verità, fin dall'inizio, senza più nascondere nulla. Katia è incredula, vorrebbe ignorare quanto ha appena appreso, vorrebbe dimenticare e riprendere la propria vita come niente fosse, ma non può, non può scordare quello che con i suoi occhi ha visto, non può considerare menzogne le sincere parole del compagno, non può fingere di non conoscere la verità che le è stata rivelata. Di scatto si alza in piedi, le mani sul volto, e cammina nervosamente per la stanza, anima in pena investita da una realtà più grande di lei e davvero difficile, troppo difficile da accettare.
"Non... non è possibile... è assurdo." è l'unica stentata frase che esce dalle labbra della ragazza, mentre Simone le si avvicina e la abbraccia con tutto l'amore e la passione che ha nel cuore. Lentamente l'animo della giovane si acquieta ed una richiesta ne accompagna la crescente consapevolezza:
"Voglio incontrare i tuoi amici e Jabez. Stasera. Subito. Puoi farlo?".
Simone, colto alla sprovvista, esita un istante, ma lo sguardo sicuro di Katia lo spinge a chiamare i sei compagni per dar loro appuntamento da Jabez.
Il promotore dell'imprevista riunione per ultimo si presenta sul posto, e con gran sorpresa di tutti non è solo. Sebastiano e Kirk chiedono immediatamente all'amico se sia impazzito, mentre Anna e Manuela si guardano perplesse. Fabio e Liam studiano la situazione senza dir nulla e l'unico a rimanere almeno in apparenza impassibile è Jabez, che con un rassicurante sorriso accoglie la nuova arrivata invitandola a sedersi insieme agli altri.
Presto Simone svela il motivo del proprio comportamento, rivolgendo poi, se pur a malincuore, una proposta a Katia:
"Per non correre pericoli dovresti allontanarti da noi, e da me. Perché non torni dai tuoi, almeno finché non sistemiamo le cose?".
"Non ci penso nemmeno!" risponde risoluta la giovane, stringendo la mano del compagno "Anzi, voglio aiutarvi.".
"E' pericoloso. Restane fuori!" irrompe Sebastiano.
"Ascoltami un attimo." insiste l'altra "Se esistono dei segni, delle coordinate o un qualsiasi indizio per rintracciare i... demoni... io con il computer posso trovarli, così riuscirete ad attaccarli voi invece di aspettare che escano allo scoperto.".
"Credi davvero di poterlo fare?" domanda curiosa Anna.
"No, non voglio che tu finisca in mezzo a questo casino!" grida Simone scattando in piedi.
"Ci sono già in mezzo!" ribatte Katia oltremodo determinata.
Prende poi la parola Jabez e si rivolge severo alla ragazza che spontaneamente ha offerto la propria collaborazione:
"Forse è possibile costruire uno schema. Effettivamente ci sono dei segnali che rivelano la presenza di demoni in un determinato luogo, e così potremo anche scoprire dove si nascondano Gabriel e i Peccati. Sei davvero sicura di voler prendere parte a tutto questo? Sappi che poi la tua vita non sarà più la stessa.".
"Io ho deciso, non cambierò idea." ribadisce sicura Katia, posando un eloquente sguardo su Simone, che alla fine è costretto ad arrendersi alla scelta della tenace compagna.
"Benvenuta nel gruppo!" esclama sorridendo Fabio.
"Certo che hai un bel caratterino!" commenta Manuela abbracciando la coraggiosa ed intraprendente amica.
Jabez in realtà qualche dubbio ce l'ha, non avrebbe voluto coinvolgere nessun altro in questa guerra, teme per l'incolumità dei suoi giovani amici, però l'aiuto offerto da Katia potrebbe essere di non poca importanza ed il suo intervento potrebbe fare la differenza e permettere di cogliere di sorpresa i nemici.
Quando giunge il momento di salutarsi, non tutti se ne tornano a casa, qualcuno si trattiene con Jabez: Sebastiano vuole assolutamente chiarire una questione e senza giri di parole chiede il significato del perentorio monito rivolto a Liam riguardo ad Anna.
"Dovete fidarvi di me." risponde lapidario l'uomo, ma il suo interlocutore insiste:
"Cosa ti spaventa? C'entra con i sette Peccati?".
"Credi, mi spiace, ma quei due devono fare molta attenzione, il loro legame non deve diventare più stretto di quanto già non sia. Se così non fosse, non so che potrebbe accadere.".
"E' tanto grave la situazione?"
"Vedi, Anna e Liam sono come le due facce della stessa medaglia, sono nati nello stesso momento per garantire un equilibrio tra Cielo e Inferno. Un grande potere scorre in loro, bisogna evitare che questo equilibrio si rompa."
Sebastiano ascolta attentamente e, venendo meno all'accordo fatto con i compagni di non scrutare nella mente delle persone, se non al fine della loro missione, legge i pensieri di Jabez per scoprire se gli abbia detto la verità.
Il saggio uomo si rende conto di cosa stia facendo il ragazzo, ma non lo rimprovera e semplicemente gli garantisce di avergli raccontato tutto ciò che sa.
"Scusa, non dovevo entrare nella tua mente." confessa Sebastiano "Volevo capire una cosa e credo d'averla capita. Tu di preciso non hai idea del perché Anna e Liam non possano star insieme. Questo ti hanno riferito, questo si tramanda, ma la verità non la conosce nessuno. Sai che penso io? Che quei due devono stare insieme, perché c'è qualcosa di speciale tra loro, e non c'entrano né il destino, né i demoni, niente di niente. Io non sono un romantico o un sognatore e gli affari degli altri non me li faccio mai, però l'energia che scorre tra Anna e Liam, la sento io, la senti tu e la sentono tutti quanti. Non credo che questo possa essere di aiuto a Gabriel o a Lucifero.".
"Non sottovalutare le mie parole." ribatte autoritario Jabez "So quello che dico, lascia che le cose rimangano così.".
Con un'ultima lapidaria frase Sebastiano chiude il discorso, prima di andarsene:
"Lascerò le cose come sono, ok, ma ti assicuro che non farò niente per evitare che cambino.".
Rimasto solo, Jabez riflette sulle parole del giovane amico e le sue certezze iniziano a vacillare: che stavolta abbia sbagliato? Che ci sia un errore negli insegnamenti che gli sono stati affidati? Che due ragazzi siano riusciti a sovvertire una tradizione di secoli? E' scritto che le due CHIAVI non debbano mai unirsi, anche se il sigillo dovesse svanire: ha senso rischiare di compromettere tutto? A cosa, a chi credere dunque?
Passano un paio di settimane e di nuovo i demoni sembrano spariti nel nulla: qual è il loro gioco?
Per non lasciare al nemico il controllo della situazione, Katia, con la preziosa collaborazione di Jabez, porta avanti la propria idea e si dedica all'elaborazione di un particolare programma che le permetta con il suo computer di individuare, inserendo determinate variabili, i luoghi dove l'attività demoniaca potrebbe essere presente. Tra i dati da utilizzare nella ricerca ci sono elementi tratti da tradizioni religiose, leggende popolari, fatti insoliti accaduti negli anni, e fenomeni fisici di un certo rilievo, come per esempio campi elettromagnetici di notevole intensità e dalla particolare struttura, che si sviluppano ogni qualvolta agiscono forze soprannaturali, comprese quelle di Sebastiano e compagni. Tutto ciò apprendono i sette custodi dei gioielli direttamente da Katia, che, una sera, riunito il gruppo da Jabez, spiega a che punto sia il suo lavoro e come esso si svolga.
"C'è ancora da fare," ammette la giovane "ma sono sicura che presto avrò novità importanti per voi.".
"Sei veramente incredibile!" osserva entusiasta Fabio.
"Non te la meriti una così, Simone!" interviene divertito Kirk, ricevendo di risposta un affettuoso rimprovero da Manuela:
"Nemmeno tu ti meriti una come me!".
Jabez è ben lieto di vedere che i suoi ragazzi, nonostante tutto, hanno ancora voglia di ridere e scherzare. Sono ora davvero uniti ed Anna e Liam sembrano aver finalmente trovato un equilibrio nel loro rapporto. Con sguardo paterno il maturo uomo osserva gli amici scambiarsi ironiche battute alternandole a ben più seri argomenti: anche lui è stato così, in passato, ma si tratta di tanto tempo fa, ed i ricordi sbiaditi provocano solo una soffusa malinconia nel cuore ormai indurito dal dolore e le responsabilità che da anni lo costringono in una fredda morsa. Eppure, questi giovani, tanto imprudenti e sconsiderati a volte, ma capaci di grandi sacrifici, dotati di coraggio ed entusiasmo, ancora in grado di scorgere del bene nel mondo e di nutrire sogni e speranze, nonostante paure e difficoltà, questi scatenati giovani, tanto diversi benché accomunati da un simile destino, hanno scalfito la coriacea armatura di Jabez già dal loro primo incontro, facendogli riscoprire, o se non altro sfiorare, emozioni genuine e limpide da tempo abbandonate.
Terminata la riunione, i ragazzi si separano e non per caso Sebastiano e Liam imboccano la stessa strada. Da un po' i due non hanno modo di parlare e Sebastiano approfitta di questa occasione per intavolare una delicata questione:
"Ho provato a chiedere a Jabez spiegazioni... hai capito a cosa mi riferisco, vero?".
"Ho capito." risponde l'altro facendosi scuro in viso "E allora?":
"Non ho cavato un ragno dal buco... e anzi, scusami per essermi messo in mezzo."
"Tranquillo, è tutto ok."
"Una cosa però l'ho capita: nessuno sa di preciso cosa succederà in futuro, nemmeno Jabez. E se le sue preoccupazioni non fossero fondate?"
"Con questo, che intendi?"
"Niente. Pensa un po' tu a cosa vuoi fare."
E' chiaro il messaggio di Sebastiano e Liam è piacevolmente colpito dallo spontaneo interessamento del compagno, ma in questo momento non se la sente di mettere in discussione tutto e preferisce portare avanti la decisione già presa, chissà se per prudenza e buon senso o piuttosto per paura di se stesso e delle proprie emozioni.
Trascorre tranquillo qualche altro giorno, con i piccoli grandi problemi quotidiani a tenere il campo: studio, lavoro, discussioni in famiglia, l'auto da riparare, le bollette da pagare.
Immersi in questa improvvisa normalità, Manuela e Kirk, in una tiepida sera di fine ottobre, passeggiano mano nella mano, come una qualunque coppia di innamorati. Entrambi sanno che questa pace durerà poco, ma intanto vogliono godersela e ne approfittano per trascorrere del tempo in serenità.
Fino a qualche anno fa, chi mai avrebbe detto che il loro rapporto sarebbe cambiato così, mutando nome e natura! Stanno veramente bene insieme, la passata amicizia ha gettato solide basi per la loro relazione, e mentre passeggiano si scambiano confidenze e complici sguardi, ignorando il mondo che intorno si muove. D'un tratto Kirk si ferma e con un gesto rapido ed improvviso ruba un bacio alle labbra di Manuela, e lei, colta di sorpresa, arrossisce e sorridendo spinge via il compagno, per poi riavvicinarsi a lui e prenderlo sottobraccio. E' un giocherellone Kirk, ama scherzare e divertirsi, ma sa essere dolcissimo e molto protettivo nei confronti di chi ama: Manuela bene lo conosce, ormai sa leggergli nel cuore, ed accanto a lui si sente al sicuro e più forte.
La serenità dei due innamorati è purtroppo infranta da degli strani rumori  provenienti da un buio vicolo. I giovani immediatamente decidono di controllare cosa stia accadendo e si imbattono in una ragazza circondata da tre loschi individui. La poverina è terrorizzata e non può né fuggire né gridare aiuto perché uno degli aggressori l'ha immobilizzata e le tiene una mano sulla bocca. D'istinto Kirk attira su di sé l'attenzione degli sconosciuti e non occorre molto tempo a lui e a Manuela per capire chi abbiano di fronte.
Wolf e Dove entrano perciò in azione, e mentre il primo trattiene i nemici, l'altra porta via la vittima del malefico trio. Wolf si destreggia bene, ma gli astuti demoni non cedono facilmente ed il loro numero li aiuta. Dove raggiunge presto il compagno per dargli man forte e quando i due sembrano aver la meglio, uno dei nemici li attacca con un affilato pugnale, colpendo Wolf ad una spalla. Dove, spinta dall'amore e dalla disperazione, dà fondo a tutte le sue risorse ed incanala una tale energia nei suoi poteri psichici da atterrare da sola i tre esseri infernali. Quindi pone fine allo scontro liberando gli sconosciuti dai demoni che li avevano posseduti, e corre poi dall'amato per accertarsi delle sue condizioni.
E proprio benissimo non sta Wolf, ha perso molto sangue, ma ciò non gli impedisce di uscirsene con una battuta di spirito:
"Devo ricordarmi di non farti arrabbiare!".
"Non fare lo stupido..." lo rimprovera Dove, profondamente in pena "Dobbiamo andare al Pronto Soccorso, subito!".
I due concludono perciò la loro serata in ospedale e fortunatamente la ferita di Kirk non ha lesionato i muscoli, basterà tenere a riposo per un po' la spalla e non ci saranno complicazioni.
Prontamente vengono avvisati dell'accaduto anche gli altri componenti del gruppo, che senza indugio si precipitano dall'amico. Per fortuna stavolta è andata bene, ma a tutti è chiaro che bisognerà d'ora in poi far molta attenzione: il nemico è sempre più forte e nell'ombra sta tramando in attesa di mettere in atto il proprio oscuro piano.

 

NOTE DELL'AUTRICE

Katia è decisamente un bel tipetto, no?  E il suo aiuto di certo giunge provvidenziale in questo momento... Di scelte ne sono state fatte finora ed altre ne rimangono, decisioni da prendere o da rivedere. Al prossimo capitolo!
Marta

LINK PER LE ILLUSTRAZIONI
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Capitolo 13
*** Faccia a faccia ***


PARTE II. I SETTE PECCATI CAPITALI

CAPITOLO VI. FACCIA A FACCIA

Novembre si affaccia sul calendario con il suo malinconico volto e le sue fredde mani. Ha perso colore il cielo e sbiadito è il sole che tristemente fa capolino tra il grigiore circostante. La natura si spoglia e cade in letargo, nella speranza che una nuova radiosa primavera giunga a restituirle colori e vita.
Una mattina, mentre sta lavorando, Liam riceve in negozio la visita di Fabio, ed intuito che l'amico non sia lì per far acquisti, gli chiede come mai sia da quelle parti.
"Tra quanto hai una pausa?" domanda l'interrogato guardandosi intorno.
"Tra poco." risponde l'altro.
"Ok, allora ti aspetto e ci mangiamo un panino insieme. Che dici?".
L'invito è ben accolto, e così i due giovani si ritrovano seduti al tavolino di un bar a chiacchierare, tra una birra e un tramezzino. Fabio spontaneamente si abbandona ad una sincera confessione:
"Io di solito passo per il meno serio del gruppo, quello che prende ogni cosa come uno scherzo.".
"Non è proprio così." obietta Liam "Nessuno pensa che tu sia uno stupido o un buffone.".
"Mah, non so... è che a me piace scherzare, ridere... se non ci si prende un po' in giro è la fine!"
"Hai ragione, sono d'accordo con te."
La scanzonata espressione di Fabio muta repentinamente e dalla sua bocca escono amare e desolanti parole:
"Non voglio morire adesso, ho solo ventisei anni...".
Liam non sa che rispondere ed è l'amico a proseguire il discorso, con gli occhi velati d'una malinconica allegria:
"Ho tante cose da fare, voglio godermi la vita, divertirmi, stare bene, trovare un lavoro che mi dia delle soddisfazioni... Voglio vivere ancora per tanti, tanti, tanti anni.".
"E sarà così..." interviene Liam, mettendo una mano sulla spalla del compagno.
"Lo spero!" esclama l'altro recuperando il suo vivace sguardo.
Ma qualcos'altro ha Fabio per la testa, e presto lo espone all'amico:
"Mi ospiteresti qualche giorno da te? A fare continuamente avanti e indietro spendo un sacco di benzina e ho voglia di stare un po' qui.".
"Non c'è problema." risponde tranquillamente Liam, insospettito però dalla furbesca espressione dell'interlocutore.
E infatti Fabio ha un'altra proposta:
"Ti spiego: ho conosciuto una ragazza bellissima e ci sarebbe la possibilità di un'uscita a quattro domani sera con lei e una sua amica.".
"E il quarto dovrei essere io?" domanda contrariato Liam.
"Dai, sarà divertente! E' solo per una volta, non c'è niente di male."
"Lo so che non c'è niente di male, ma non mi va."
"Fallo per me, per favore. Non mi abbandonare..."
Il tono melodrammatico di Fabio fa sorridere Liam, che alla fine, se pur controvoglia, cede alle insistenti richieste, per poi tornare al proprio lavoro...
Giunge così la sera del fatidico appuntamento ed il giovane che ha architettato il tutto è a dir poco su di giri, al contrario del compagno, che vorrebbe tirarsi indietro  ma non se la sente di far la parte del guastafeste e si augura che la serata vada per il meglio e finisca presto, almeno per lui.
I due amici aspettano le ragazze in una caratteristica trattoria in campagna, un locale accogliente dall'arredamento rustico dove si mangia molto bene e si può ascoltare musica dal vivo. Fabio è palesemente agitato e non appena scorge la sua dama che si avvicina con l'amica, immediatamente i suoi occhi si spalancano ammirati e la sua buffa espressione diverte alquanto Liam, che non può evitare di mettersi a ridere.
Fatte le presentazioni di rito, i quattro, discorrendo tranquillamente, ordinano la cena. La ragazza per cui ha perso la testa Fabio si chiama Elisa ed è effettivamente molto bella: alta, longilinea, elegante e femminile nei movimenti, con lunghi capelli neri a circondare il viso da bambola, e non c'è da stupirsi quando racconta di lavorare come modella già da alcuni anni. La sua amica, Barbara, è meno appariscente ma ugualmente graziosa e sensuale, con i ricci capelli biondi, le labbra carnose, il fisico asciutto ed atletico. Entrambe mostrano poi una certa disinvoltura nel parlare di svariati argomenti, sono insomma una buona compagnia, e la cosa peraltro solleva Liam, che inizialmente temeva di trascorrere una noiosissima serata. Il giovane, seduto con le spalle rivolte alla porta, chiacchierando allegramente non si accorge di chi ad un certo punto fa il suo ingresso nella trattoria ed è Fabio che sottovoce gli suggerisce di non voltarsi se non vuole problemi. Puntualmente Liam, cedendo alla curiosità, si guarda in giro e scopre così che sono appena arrivate Manuela, Katia ed Anna, ma per fortuna loro non l'hanno visto e lui subito si volta sperando di passare inosservato e non incrociare gli occhi di una certa persona.
Le tre amiche hanno deciso di concedersi una serata tra donne, per dedicarsi a questioni meramente femminili, e non occorre loro molto tempo per accorgersi di chi altro ci sia nel locale. E' solo Fabio in principio a venir avvistato, e spontanea sorge una domanda: chi c'è con lui?
Appena Manuela si rende conto che la persona di spalle altri non è che Liam,  prova a distrarre Anna per evitare lo riconosca, ma ormai è tardi ed i celesti occhi inquisitori come lame si puntano in una precisa direzione. Fabio, notato il minaccioso sguardo dell'amica, avvisa Liam con un eloquente gesto, ed il giovane capisce che a questo punto gli conviene farsi coraggio e salutare, almeno per non sembrare maleducato peggiorando la situazione. E poi, in fin dei conti, non sta facendo nulla di male, perché deve sentirsi tanto in difficoltà, e in colpa?
Barbara ed Elisa si informano su chi siano le tre ragazze appena entrate ed è proprio Liam a rispondere con forzata tranquillità:
"Sono delle amiche.".
In una attimo l'espressione di Anna muta radicalmente, torna sorridente il suo viso come se l'imprevisto incontro non avesse lasciato traccia in lei, ma purtroppo non è così, e ben presto il suo fastidio inizia a trapelare da ogni gesto, sguardo, parola. Katia cerca di sviare l'attenzione della nervosa compagna parlando di qualsiasi cosa le venga in mente, però ciò non basta e Manuela teme fortemente stia per esplodere una bufera.
La serata prosegue, nel locale un gruppo sta suonando musica Jazz e tutto pare tranquillo, almeno finché Elisa e Barbara non si alzano per andare a sistemarsi il trucco, come si suol dire. Anna le vede e con felina agilità scatta in piedi e le segue. Manuela prontamente la raggiunge, per impedirle di commettere sciocchezze, sotto gli sguardi atterriti di Liam e Fabio, inchiodati alle sedie. Le quattro ragazze si ritrovano così faccia a faccia in bagno.
Barbara ed Elisa salutano cordialmente e da Anna in cambio ricevono solo un freddo "Ciao.", al quale si aggiunge uno scostante: "Vi state divertendo?".
"Sì, molto." risponde Barbara, in verità intimorita dal minatorio sguardo che ha puntato addosso.
"Scusate, ma avete qualche problema con noi?" fa notare infastidita Elisa.
Manuela ceca di mitigare l'atmosfera:
"No, no, tutto a posto. Noi adesso torniamo a sederci. Buona serata.".
Ma Anna non riesce a trattenersi e d'istinto, tornata al tavolo, afferra il cappotto ed esce a passi veloci dal locale. Katia vorrebbe seguirla, ma viene fermata da Manuela, che le spiega di come, in questi momenti, sia meglio lasciar stare l'amica finché non si è calmata.
Fabio con un cenno indica a Liam la ragazza che se ne sta andando e Liam, senza alcuna esitazione, la raggiunge immediatamente fuori dalla trattoria. I due, l'uno di fronte all'altra, si squadrano sospettosi quasi non si fossero mai visti prima. E' Anna a rompere il silenzio, con una provocatoria battuta:
"Non dovresti essere qui, c'è qualcuno che ti aspetta dentro.".
"Sono qui per fare un favore a Fabio." sottolinea Liam, seccato in realtà di doversi giustificare per il proprio comportamento.
"E allora?" continua l'altra con aria di sfida "A me non interessa.".
"Mi chiedo perché sto qui fuori a parlare con te..."
"Infatti, me lo chiedo anch'io... Lasciami perdere, fai quello che vuoi con chi vuoi, a me non importa."
"E perché sei così arrabbiata se non te ne importa niente?"
Il provocatorio dialogo viene bruscamente interrotto da Anna, che di scatto si volta e fa per allontanarsi, ma non riesce neppure a muovere un passo che Liam la afferra per un braccio, la stringe a sé e la sorprende con un appassionato bacio. Inizialmente lei pare voler sfuggire alla calorosa stretta, poi invece vi si abbandona ricambiando il bacio, ma alla fine spinge via malamente il giovane dandogli un sonoro ceffone.
"Non farlo mai più!" sono le ultime lapidarie parole di Anna, prima di tornare dalle amiche.
Liam resta immobile, stupito dal proprio gesto ma per nulla pentito. Tornasse indietro lo rifarebbe e l'unica cosa di cui si dispiace è la violenta reazione di Anna: deve averla ferita, quel bacio, potrà mai perdonare chi così avventatamente gliel'ha dato? Sì, questo è certo, non adesso però, dovrà passare del tempo, per entrambi, tempo per capire, per dimenticare, o magari per lasciar che le cose facciano il loro corso.
Liam rientra in trattoria mogio mogio e sulla porta si imbatte in Manuela, Katia ed Anna che stanno andando via, ma mentre le prime due lo salutano sorridendo, l'altra lo ignora completamente, nemmeno lo guarda di sfuggita, e d'altronde come potrebbe guardarlo ora...
Il giovane raggiunge quindi il suo tavolo e senza aprir bocca si siede, scuro in viso.
"Ma, scusa, quella era la tua ragazza?" chiede giustamente Elisa.
"No, non è... è solo un'amica." risponde Liam, come un automa, quasi stesse ripetendo una formula imparata a memoria, vuota di ogni significato.
"Che ne dite di schiodarci da qui?" propone Fabio, per smuovere la situazione.
Barbara ed Elisa però non possono far troppo tardi, domani devono svegliarsi presto a causa impegni di lavoro, e si congedano mostrandosi sinceramente ben disposte a ripetere una serata come quella trascorsa, magari senza amiche un po' troppo gelose nei paraggi.
Tornando verso casa, Liam si scusa con il compagno per aver rovinato il suo appuntamento e di risposta Fabio, inguaribile ottimista, ammette che in fondo non è andata male, di sicuro non sono mancati i colpi di scena e, scherzi a parte, una cosa soprattutto gli sta a cuore in questo momento, cioè capire cosa sia successo fuori dal locale di tanto grave da turbare così profondamente il suo amico. Liam inizialmente schiva abilmente ogni domanda, ma alla fine sospirando confessa:
"L'ho baciata...".
"Non mi pare niente di terribile!" commenta l'altro alzando gli occhi al cielo.
"Non dovevo farlo."
"Perché no?"
"L'ho ferita, non se lo merita."
"Non è il tuo bacio che l'ha ferita, ma il fatto che continui a trattarla come un'amica quando sappiamo tutti che non è solo questo per te."
Liam si zittisce di colpo, il suo compagno l'ha smascherato, ha colto perfettamente nel segno, però lui non conosce il motivo che si cela dietro ad una simile scelta, non sa e non può capire. Fabio insiste:
"Non te la prendere, sono abituato a dire sempre quello che penso.".
"Me ne sono accorto." rimarca l'altro sorridendo "E comunque ti assicuro che non sono innamorato di lei.".
"Sarà anche vero." osserva l'arguto interlocutore "Però non ho mai visto nessuno guardarsi come vi guardate voi, non te lo so spiegare...".
"E allora non farlo." conclude Liam, chiudendo il discorso, almeno a parole, almeno per stasera.
Nel frattempo Anna, inviperita, dirigendosi in auto verso casa si sfoga con le compagne, che rinunciano a calmarla limitandosi ad ascoltare il suo caotico e concitato monologo: con chi sia arrabbiata, questo è evidente, ma il motivo di una simile agitazione non è molto chiaro, disperso nel mare di convulse parole che piovono dalle labbra dell'irrequieta ragazza.
"Prendi fiato e spiegaci cosa è successo." fa notare ad un certo punto Manuela.
"Come?! Non avete capito?!!" si sorprende la diretta interessata.
"Non è facile starti dietro." sottolinea Katia frastornata.
"Mi ha baciata!" grida Anna "Vi rendete conto?! Mi ha baciata... Chi si crede di essere? Prima mi dice che siamo solo amici, e poi mi bacia!!!":
Manuela scuote la testa sconsolata e si lascia andare ad una spontanea considerazione:
"Anche tu, però, ci hai messo del tuo. Si vedeva lontano un miglio che eri gelosa, se avessi potuto avresti dato fuoco a quelle due... Volevi attirare la sua attenzione e ce l'hai fatta!".
"No, non è vero!" si difende Anna.
"Dovreste smetterla con questo tira e molla." interviene Katia "Decidete una buona volta cosa volete fare.".
Anna non replica e si limita a sbuffare scocciata, guardando fuori dal finestrino: quel che le dà più fastidio non sono le opinioni delle amiche o il bacio rubatole, quel che maggiormente la innervosisce sono le emozioni che quel bacio ha scatenato in lei, emozioni che si era ripromessa di metter da parte e che adesso invece si sono riaffacciate più forti di prima...
Per alcuni giorni Anna e Liam evitano accuratamente di incontrarsi e riescono a farlo finché Jabez non organizza una riunione per informare i sette amici delle importanti novità scoperte per merito di Katia. Il gruppo al completo si riunisce una sera, al solito posto, ed è così che tutti apprendono dalla voce di Jabez fondamentali informazioni:
"C'è un vecchio monastero abbandonato ad un paio d'ore da qui. Sta succedendo qualcosa in quel posto, qualcosa di grosso.".
"Allora andremo là." afferma risoluto Sebastiano, incalzato da Kirk:
"Certo, il prima possibile.".
"Dovete stare attenti, non siate imprudenti." si raccomanda Katia "Ci sono forze molto potenti, che non avete mai incontrato prima. I dati che ho raccolto parlano chiaro.".
"Non possiamo fermarci per questo." interviene pacato Simone "Ma faremo attenzione, non preoccuparti.".
"Inutile aspettare. Troviamoci già domani sera, che dite?" suggerisce Liam, e la sua proposta è accolta all'unanimità: non bisogna perder tempo se si vuole cogliere il nemico di sorpresa e soprattutto meglio non fermarsi troppo a pensare o la paura potrebbe farsi avanti e rendere tutto più difficile.
Durante la riunione Anna è particolarmente silenziosa e Kirk, insospettito dal suo insolito comportamento, le si avvicina e sottovoce le chiede come mai sia così seria, ricevendo di risposta uno sguardo talmente tagliente che se lo sente entrare fin nelle ossa. Meglio non far altre domande, in certi casi conviene non sapere!
Anche Sebastiano ha notato la stranezza dell'amica, ma gli basta un'eloquente occhiata di Kirk per capire che non tira una buona aria ed è prudente stare alla larga.
Concluso l'incontro, l'unico temerario che ha il coraggio di avvicinarsi alla scontrosa ragazza è Liam, che, fingendo di andarsene per una diversa strada, si fa poi trovare davanti all'auto di Anna. Kirk e Manuela, che avevano accompagnato l'amica, si dileguano in un attimo, ed i due che da giorni si evitavano si ritrovano nuovamente faccia a faccia.
"Che vuoi?" chiede distaccata la giovane.
"Volevo scusarmi con te." ammette l'altro sinceramente dispiaciuto.
"Ok, scuse accettate." risponde Anna fredda come il ghiaccio, continuando a mantenersi ad una certa distanza.
I due si fissano in silenzio finché la ragazza, barricata dietro ad una fittizia calma, confessa di essere molto stanca e di voler andare a casa. Liam allora si allontana dall'auto, senza mai abbassare lo sguardo, cosa che infastidisce non poco Anna e ne provoca l'inevitabile irruente reazione:
"Si può sapere cosa vuoi da me?! Quando avrai deciso, fammelo sapere!".
"Io ci tengo a te!" ribatte l'altro con struggente dolcezza "Non voglio che tu stia male o che ti succeda qualcosa... Non volevo ferirti. Credimi, ho le mie buone ragioni se ti dico che è meglio se restiamo solo amici. Fidati di me.".
Anna è confusa, non è più nemmeno arrabbiata, e si chiede cosa nascondano le parole di Liam, cosa racchiuda nel suo cuore, quali segreti, quali emozioni. Perché adesso ha l'impressione che lui voglia proteggerla? E proteggerla da cosa? Da chi? Eppure nessuna di queste domande la giovane riesce a pronunciare, le si spengono in gola come se non volessero uscire allo scoperto, ed alle sue labbra, dischiuse in un sorriso, sfuggono soltanto poche spontanee parole:
"Io mi fido di te.".
Liam sorride e sorridendo si allontana sotto lo sguardo attento di due occhi celesti limpidi come il cielo e profondi come il mare.
...Inesorabile giunge l'ora fatidica di partire per il monastero abbandonato, alla caccia del nemico. Consapevoli del pericolo a cui vanno incontro, e vincendo la paura che inevitabilmente si fa sentire, i sette custodi dei gioielli si avviano verso il loro destino: che sia lo scontro decisivo? Che finisca davvero tutto in questa notte? Sia quel che sia, non si può tornare indietro, la decisione è presa, e comunque andrà nulla sarà più come prima.
Arrivati a destinazione i sette si aggirano circospetti e furtivi, complice la notte che quasi a volerli aiutare si è privata di luna e stelle donando loro un manto di oscurità per proteggerli dal nemico. Ma non basta questo per non venir scoperti ed è necessario far la prima mossa e partire all'attacco.
Regna un lugubre silenzio nell'antica e cadente costruzione, l'umidità si trasforma in sottili rivoli che scorrono sulle pareti e sul pavimento dissestato. Se non fosse per i sensi particolarmente sviluppati, dono degli animali loro propri, i sette amici non riuscirebbero a muoversi ed orientarsi. Ora che sono in grado di controllare abilmente tutte le loro facoltà, possono destreggiarsi in qualsiasi circostanza, anche se qualcuno di sbadato c'è sempre. Ed infatti, Cat scivola e piomba rovinosamente a terra, mentre Wolf si scontra con una pentola abbandonata in mezzo ad una stanza provocando un gran rumore.
"Smettetela di far casino!" è il secco rimprovero che Panther rivolge ai maldestri compagni.
"Non vi si può portar da nessuna parte!" interviene sogghignando divertito Fox, beccandosi una minatoria occhiataccia da Hawk e Dove.
Il posto sembra assolutamente deserto, non c'è nessuno in giro, o almeno così pare. Che sia stato un falso allarme? No, non è possibile, Squirrel è certo che Katia non abbia preso un abbaglio. Bisogna cercare con più attenzione, qualcosa ci deve essere.
"Perché non andiamo via? Non mi piace qui." brontola Cat, ancora dolorante per la caduta.
"Non siamo in vacanza." la ammonisce severo Panther.
D'un tratto, un rumore, ed un'inquietante sensazione si insinua negli animi dei sette amici: chi sta arrivando? Una minaccia incombe e si avvicina inesorabile. I ragazzi si preparano ad attaccare, o a difendersi se occorre, ma quasi senza accorgersene si trovano circondati da sette individui incappucciati, che emanano un'energia fortissima e spaventosa, un oscuro potere dall'arcana origine. Gli sconosciuti senza volto fanno la prima mossa ed il loro attacco è così rapido e violento da stordire i giovani custodi dei gioielli, spingendoli quasi inconsciamente a dividersi per inseguire i nemici che improvvisamente fuggono in diverse direzioni.
I giochi sono fatti, i sette compagni vengono separati e dovranno adesso contare ognuno sulle proprie forze per potersi trarre d'impiccio.
Il primo a scoprire l'identità del suo nemico è Fox, che ha di fronte un uomo dal viso scavato, gli occhi infossati privi di espressione, magro, magrissimo, i cui movimenti lenti e calibrati sembrano più segno di pigrizia che non di prudenza.
"Accidia." afferma il ragazzo che ben ha compreso con chi si dovrà confrontare.
"Mi conosci allora." ribatte l'altro con sardonico sorriso "Beh, in effetti, abbiamo passato un po' di tempo insieme.".
"E' stato solo un momento, e adesso è passato." rimarca Fox iniziando ad innervosirsi, ma lo scaltro e malefico avversario insiste:
"Lo pensi davvero? Dai, ammettilo, a te non va di vivere così. Troppi impegni, troppe responsabilità. Non è più bello non far niente, non avere pensieri, non avere obblighi, doveri?...".
"Non mi freghi coi tuoi discorsi."
"Forse io sono la voce della tua coscienza."
"Te la faccio sentire io la mia coscienza!"
Detto ciò, Fox attacca con le sue facoltà psichiche il nemico, ma questi si rivela estremamente forte, dotato di poteri più che mai sviluppati, veramente difficile da contrastare. Il coraggioso giovane non si arrende e combatte strenuamente, finché non viene malamente sbattuto contro il muro, cadendo poi a terra... e quando a fatica si rialza scopre d'essere rimasto solo, Accidia è sparito. Che fare dunque? Trovare gli altri, ovviamente.
In una diversa parte del monastero Wolf è alle prese con un energumeno gigantesco, dal fisico decisamente abbondante, alto, viso squadrato, mani enormi, per nulla agile ma fisicamente fortissimo. Ben presto il temerario ragazzo viene scaraventato a terra e per puro miracolo schiva il calcio dello spaventoso individuo, che d'un tratto si ferma e con subdola voce si rivolge al proprio avversario:
"Perché dobbiamo lottare noi due? In fondo, ci assomigliamo, potremmo divertirci insieme.".
"Grazie dell'offerta ma non mi interessa." ribatte risoluto Wolf.
"Tu sei uno che ama godersi la vita, che ci fai qui?" continua l'altro con aria falsamente benevola.
"Sono qui per te." è la pronta risposta dell'incrollabile interlocutore, prima di partire al contrattacco.
Ma il demone della Gola assorbe ogni colpo come nulla fosse e di punto in bianco sparisce nel nulla, lasciando Wolf disorientato a guardarsi intorno per comprendere cosa sia successo e come muoversi ora.
Intanto Squirrel si sta confrontando con il proprio avversario, una donna dai tratti orientaleggianti, magra, alta, capelli neri, lisci e sottili, pelle chiara, non sembrerebbe pericolosa a vederla, ma è in realtà un essere spietato e letale: Avarizia è il suo nome.
"Non sei stanco di preoccuparti degli altri?" chiede provocatoria l'infernale creatura.
"Non è un tuo problema." replica serio Squirrel.
"Invece sì, io li conosco quelli come te." insiste l'altra "Cerchi di aiutare tutti, di fare il tuo dovere, ma in realtà vorresti startene per conto tuo, fregandotene degli altri, tenendo per te il tuo tempo e le tue energie.".
"Parli di qualcun altro, non di me, il tuo gioco non funziona."
"Quale gioco? E' la verità. La maggior parte delle persone è egoista, avara, e pensa solo solo a se stessa, perché negarlo? E tu pensi di essere diverso?"
"Quello che dici non mi tocca."
Squirrel tronca bruscamente il discorso e lo scontro che ne segue è piuttosto violento, il nemico è forte, molto forte, contrapporglisi sembra impossibile, ma d'improvviso il demone si dilegua lasciando buio e silenzio dietro di sé. Dove sarà andato? Qual è il piano di questi esseri infernali?
Nel mentre Dove è faccia a faccia con una donna bellissima, corpo perfetto, capelli biondi, viso sottile, elegante e sicura nei movimenti, altera e fiera nello sguardo.
"Allora è la Superbia il mio peccato." è l'acuta considerazione della ragazza.
"Hai indovinato, complimenti." risponde l'altra, falsa nella voce e nei modi.
"Ok, ci sta, a volte mi sono comportata come se fossi al di sopra di tutti, in particolare negli ultimi anni.": la spontanea e sincera ammissione coglie di sorpresa il demone, che inizialmente viene sopraffatto dall'attacco della scaltra e agguerrita avversaria, ma fin troppo in fretta si riprende e affonda duri colpi centrando in pieno il suo bersaglio.
"Hai peccato anche adesso, credevi di potermi sconfiggere tanto facilmente?" rimarca soddisfatta la demoniaca donna, per poi svanire nell'oscurità.
Dove, rimasta sola, si sente confusa e spaesata: sono potenti ed astuti questi nemici, intelligenti e subdoli... Come annientarli? Non così, non andando loro incontro senza un piano preciso, cadendo invece nella loro rete. Dovranno pur avere un punto debole? Forse...
Il Peccato con cui si deve misurare Cat ha l'aspetto di una donna di circa trent'anni, non molto alta, capelli rossi ricci, occhi verdi, sorriso cinico e voce stridula.
"Cosa volete da noi?" è la diretta domanda della ragazza.
"E tu, cosa vuoi?" replica la malefica interlocutrice "Non vorresti quello che hanno i tuoi amici Simone e Katia, o Manuela e Kirk?".
"Dovevo immaginarlo che l'Invidia avrebbe giocato questa carta. Sei piuttosto prevedibile e banale."
"Non dire che non vorresti stare con il tuo Liam come fa una qualsiasi coppia di innamorati. Io ti leggo dentro, so quello che provi."
"E allora? Non mi spaventi, non ho paura né di te né di me stessa. Non userai le mie debolezze come un'arma contro di me."
Cat in un attimo si zittisce, chiude gli occhi e si concentra sui propri poteri, rendendosi immune agli attacchi della temibile avversaria, e non appena volontariamente si procura una ferita sul braccio, dalla quale inizia a sgorgare vermiglio sangue, ecco che il demone dell'Invidia se ne va, dissolvendosi come un'ombra nella notte più nera e buia.
Che Peccato deve invece fronteggiare Panther? Ovviamente l'Ira, incarnatasi in un uomo dalla pelle ambrata, fisico robusto ed atletico, capelli corti castano scuro, collo taurino e braccia possenti, sguardo di fuoco truce ed impietoso.
"Finalmente ci incontriamo." inizia spavaldo il demone.
"Non vedevo l'ora." ribatte sprezzante Panther.
"Tu e i tuoi amici ci avete fatti arrivare fin qui, lo sai?" insiste l'altro con fare arrogante.
"E vi rimanderemo da dove siete venuti."
"Avanti, non ti trattenere. Quanta rabbia hai dentro! Contro Gabriel, contro te stesso, per la morte di Brian, contro Jabez che ti ha trascinato in questa guerra, e contro i tuoi compagni, contro Liam... Non nasconderti."
"Non lo faccio. Sono qui, di fronte a te, non ti basta?"
Panther è sicuro di sé, non abbassa gli occhi nemmeno per un secondo e con un beffardo sorriso osserva il suo avversario, con il chiaro intento di provocarlo e fargli compiere un passo falso. Non è facile per il giovane mantenere il controllo dopo aver ascoltato parole che hanno fatto leva su ricordi e pensieri vicini al suo cuore, eppure lui resiste e non si abbandona alla rabbia: deve combatterla prima di tutto dentro se stesso per poterne sconfiggere l'incarnazione che ha ora davanti.
Inevitabile è lo scontro e benché Panther in principio riesca a tener testa al vigoroso nemico, è costretto poi a cedere e stremato, fisicamente e mentalmente, crolla a terra, scoprendosi però da solo non appena si rialza in piedi. Che sta succedendo?
Sei Peccati si sono dunque rivelati, ma se ancora uno di essi non è rinato, con chi è Hawk? Il ragazzo ha di fronte un essere dall'eterea bellezza, elegante e regale nel portamento, con sinuosi capelli d'argento ed occhi d'ametista.
"Tu devi essere Gabriel." intuisce giustamente Hawk, che del crudele individuo aveva solo sentito parlare, almeno fino ad ora.
I due si squadrano in silenzio, finché ad un certo punto con un ingannevole sorriso Gabriel prende la parola:
"Ho una proposta da farti: passa dalla mia parte e ti darò quello che vuoi.".
Il destinatario dell'infida offerta risponde con una provocatoria risata, ma il demoniaco essere insiste con lusinghevole voce:
"Non vorresti poter stare con la tua Anna, voi due, per sempre? Posso donarvi l'eternità, un'eternità da passare insieme...".
Hawk si fa serio e ribatte con occhi infuocati:
"Non nominarla nemmeno.".
Gabriel, impassibile, non si scompone minimamente e prosegue:
"Posso salvarvi, tutti e due, e posso salvare anche i tuoi amici. Sta a te la scelta. Una tua parola e io non farò del male a nessuno di loro, e ti darò la possibilità di stare con Anna come non potete fare ora.".
"Non voglio niente da te! Non sarò mai dalla tua parte."
"Allora vedrai morire le persone che ami. Le vedrai soffrire. Perderai ogni cosa, e soprattutto perderai lei... non la salverai, non salverai nessuno, nemmeno te stesso."
"Non ti salverai neanche tu." conclude lapidario Hawk, mentre raccoglie le forze pronto a dar fondo a tutti i suoi poteri per rivolgerli contro l'efferato nemico, nella speranza di rispedirlo all'Inferno, qualunque sia il prezzo da pagare.
Gabriel comprende le intenzioni del coraggioso giovane, ma non lo teme: non può un essere tanto inferiore costituire una minaccia per lui!
D'un tratto fanno la loro comparsa anche gli altri ragazzi, guidati da Panther, e Cat immediatamente si avvicina ad Hawk, gli posa un mano sulla spalla e gli impedisce di portar a termine il suo piano suicida, sussurrandogli amorevole:
"Non vorrai far tutto da solo. Ci siamo anche noi.".
I due si scambiano un intenso ed eloquente sguardo e nel vederli insieme, per un attimo, un brevissimo attimo, Gabriel sente un brivido di terrore scorrergli lungo la schiena. No, lui non può aver paura, non di questi individui, non di creature fragili, limitate, insignificanti, inutili.
I sette custodi dei gioielli, nuovamente riuniti, concentrano la loro attenzione sul satanico essere che hanno davanti, ma questi svanisce come prima di lui avevano fatto i sei Peccati. Stupiti ed increduli i giovani scrutano nell'oscurità che li avvolge in cerca di tracce dei nemici e ben presto comprendono che oltre a loro non c'è più niente e nessuno nel vetusto e diroccato monastero. Possibile che sia finita così?
E' necessario raccogliere le idee per capire come comportarsi d'ora in poi e di sicuro un po' di riposo è necessario per recuperare le energie e far chiarezza nella mente e nel cuore. I sette amici tornano perciò alle proprie case, stanchi, delusi, amareggiati, confusi, e prima di salutarsi si danno appuntamento per la sera seguente da Jabez, decisi a far il punto della situazione e stabilire le prossime mosse.
Ed è così che, nuovamente riuniti intorno al tavolo circolare, i ragazzi discutono su quanto accaduto, mentre Katia, supportata da Simone, elabora al computer i volti dei sei Peccati, seguendo le accurate descrizioni fatte dai compagni: il suo intento è scoprire l'identità delle persone in cui si sono incarnati i demoni. Magari saperlo potrebbe essere utile...
Rapidamente si anima il confronto tra i membri del gruppo, ansiosi di scovare un modo per avere la meglio sui potenti ed agguerriti avversari.
"Se c'è un legame tra noi e loro - e abbiamo capito che c'è - i nostri punti di forza possono diventare i loro punti deboli." è l'assennata opinione di Sebastiano, a cui fa seguito la logica considerazione di Kirk:
"Dobbiamo combatterli dentro di noi per metterli ko. Dobbiamo lottare contro la nostra parte... come si può dire... contro la nostra parte oscura.".
Manuela non è completamente d'accordo ed esprime un diverso parere:
"Forse non dobbiamo combatterli, ma accettarli.".
"Che intendi?" chiede perplesso Fabio, al quale risponde Anna, che condivide  in pieno l'idea dell'amica:
"Se accettiamo che in noi, come in qualsiasi individuo, esistono sentimenti negativi, rabbia, rancore, insomma, esiste anche il Male, possiamo affrontarlo scegliendo di percorrere la strada opposta a quella che ci indica.".
"Perciò," interviene Liam "accettandoli li indeboliamo.".
Ed è infatti questo che Manuela ed Anna hanno compreso durante il recente scontro con i Peccati: acquisire la piena consapevolezza della loro esistenza è la sola maniera per sconfiggerli dentro se stessi e di conseguenza anche nella loro incarnazione terrena.
Jabez stranamente tace e compiaciuto osserva quanto i suoi ragazzi siano cresciuti, maturati, nella mente e nel cuore. Forse non hanno più bisogno di essere presi per mano e guidati, ormai sono in grado di camminare da soli, con coraggio, grinta, determinazione, ma Jabez si è ripromesso di non abbandonarli mai, di non andarsene un'altra volta, consapevole che la sua presenza è per loro fonte di sicurezza, come è per lui fonte di vita ascoltarli, guardarli ed accompagnarli lungo il difficile percorso che li attende.
Ad un certo punto Simone attira l'attenzione dei presenti: insieme a Katia ha identificato gli individui in cui i Peccati rivivono, e non c'è da stupirsi che si tratti di personaggi violenti, colpevoli di orribili crimini, gente insomma che già aveva scelto la via del Male ed era quindi un perfetto ricettacolo per gli spiriti infernali.
"Un paio di loro erano in carcere, altri erano ricercati dalla polizia..." spiega Katia inorridita "Arrivano un po' da tutto il mondo: America, Asia, Europa, Africa... Ci sono criminali di guerra, mercenari, assassini, e... lasciamo perdere, mi sento male solo a pensarci...".
"Ok ok, abbiamo capito!" interviene Fabio rabbrividendo.
"Li hanno scelti bene però." commenta Sebastiano visibilmente turbato.
"Dovevano trovare persone già predisposte al Male," fa notare Jabez "per essere più forti, per alimentarsi con la crudeltà di anime già dannate benché ancora vive.".
Manuela è profondamente scossa da quanto appreso e Kirk premuroso la stringe a sé per confortarla. Anna li rimira intenerita e quasi involontariamente sposta gli occhi su Liam, che la sta intensamente fissando, o meglio, la sta abbracciando con lo sguardo. La giovane si lascia sfiorare dalle invisibili e calde mani che la avvolgono, sentendosi al sicuro, protetta da tutto il male del   mondo, anche se nel cuore una domanda emerge insidiosa: perché provare simili emozioni per qualcuno che non può, o non vuole, ricambiarle? Perché amare senza essere in ugual modo amata? Probabilmente perché l'amore nulla chiede se non di esistere e a dispetto di qualsiasi razionale impedimento segue imperterrito la strada prescelta: nulla lo arresta, nulla lo spegne, imprendibile inarrestabile forza che abbatte montagne e oltrepassa oceani per giungere là dove ha deciso di vivere, o morire.
Jabez, sguardo vigile e profondo, osserva e tace, non può, forse non vuole, intervenire: ha già avvisato Liam, l'ha messo in guardia, e lui pare aver recepito l'avvertimento, ma nessuno può impedirgli di provare determinate emozioni, nonostante buon senso e prudenti raccomandazioni. Il cuore non sceglie ciò che la ragione impone e dove stia il giusto chi può saperlo: ogni decisione ha delle conseguenze, è questa l'unica certezza, l'importante è capire quale voce ascoltare ed accettare il rischio, se ne vale la pena.

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Il primo confronto diretto coi Peccati, dunque. Qualche indizio in più, qualche certezza, qualche buona intuizione, ma ancora tanti dubbi... Presto avverrà una svolta decisiva. Quale? Leggete il prossimo capitolo e lo saprete!
Marta

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Capitolo 14
*** L'ultimo Peccato ***


PARTE II. I SETTE PECCATI CAPITALI

CAPITOLO VII. L'ULTIMO PECCATO

Novembre fugge via, giunge al suo inevitabile epilogo, inchinandosi a dicembre che regale avanza col suo manto effimero di luci, colori e allegria, e presto, prestissimo, arriva anche l'ultimo giorno dell'anno.
E' la mattina del trentuno dicembre. Manuela ed Anna stanno cucinando, mentre Liam, con l'aiuto di Kirk, sta sistemando il suo appartamento per la festa con cui lui e gli amici accoglieranno il nuovo anno. A dire il vero sono state le ragazze del gruppo ad insistere per appendere ovunque addobbi colorati e luci natalizie e di conseguenza Liam e Kirk si ritrovano a sgobbare per accontentare le esigenti e cocciute compagne.
Le due giovani ai fornelli chiacchierano spensierate, non vogliono pensare a problemi almeno in questa speciale giornata e da un mese tra l'altro il nemico non si fa vedere, nonostante le ricerche di Katia: tanto vale godersi un po' di pace, senza pensare che presto dovrà finire.
D'un tratto Anna si illumina e confida a Manuela in un orecchio di aver avuto una geniale idea. Notando le due complottare sottovoce, Kirk, curioso, si avvicina loro per scoprire cosa stiano architettando, ma finisce col trovarsi in mano mestolo e coltello mentre le ragazze si fiondano fuori dalla porta senza dar spiegazioni.
"Dobbiamo anche cucinare adesso?" si domanda sospirando Liam, fissando il compagno immobile davanti al fornello.
"E che ne so!" esclama sconsolato Kirk, consapevole di essere un vero disastro come cuoco.
Cos'abbia spinto Anna e Manuela a fuggire via d'improvviso è un mistero e tale rimane fino a sera, quando tutti gli amici sono riuniti insieme nell'appartamento di Liam per la festa di fine anno.
"Si può sapere dove siete andate stamattina?" chiede sottovoce il padrone di casa avvicinandosi ad Anna.
"Tra un po' lo capirai, abbi pazienza." è la sibillina risposta della giovane.
Presto il segreto viene svelato: Jabez a sorpresa si presenta alla porta ed è accolto con un tale entusiasmo che quasi si commuove, come facilmente si può intuire dai suoi occhi lucidi velati di sincero affetto. E' strano vederlo così, lui, di solito sicuro di sé, imperturbabile, con il suo volto maturo dai tratti marcati, il fiero portamento, lui, il maestro, la guida, ora si lascia andare e ride, scherza, abbandonata la sua rigida armatura per godere almeno per un po' di ciò che di bello la vita può donare. E l'amicizia è indubbiamente uno dei doni più belli!
"Sei stata tu." osserva divertito Liam, passando una mano tra i capelli di Anna, e lei risponde con una buffa linguaccia, come una scanzonata bambina che ha appena combinato una marachella.
Ma Anna una bambina non è, è una donna, una giovane donna bella,  imprevedibile, passionale, istintiva, ha un particolare fascino la sua genuina spontaneità, è contagioso il suo straripante entusiasmo ed adorabile la sua tenera sbadataggine. In queste riflessioni si perde Liam, ma presto recupera il controllo dei propri pensieri e delle proprie emozioni, certo in cuor suo di una cosa: indipendentemente da ciò che accadrà, il suo legame con Anna non si spezzerà mai, niente e nessuno potrà in alcun modo reciderlo.
La serata prosegue alla grande, tra scherzi, musica e cibo in quantità. Ad un certo punto, però, Sebastiano si allontana dal gruppo e se ne resta un po' in disparte, guardando fuori dalla finestra. Anna gli si avvicina pian piano e posa languidamente la testa sulla sua spalla, prendendolo per mano senza dir nulla.
"Pensavo a quello che è successo negli ultimi mesi." confessa il ragazzo pensieroso.
"E sei triste per questo?" chiede l'altra sorridendo dolcemente.
"No.. non so... sono preoccupato."
"Ci penseremo domani, non stasera. Guarda anche Jabez, com'è diverso dal solito. Sembra addirittura felice! E' una serata speciale."
"Hai ragione, è davvero una serata speciale..."
Qualcuno osserva con attenzione i due che parlano in disparte: Liam non sente più nemmeno le voci degli amici, i suoi occhi ed il suo cuore non si staccano dalla coppia vicina alla finestra ed una sottile gelosia si impossessa di lui, trapelando dal suo sguardo. Fabio se ne accorge e prontamente si rivolge all'amico nell'intento di placare le acque:
"Non c'è niente tra loro due, non c'è mai stato.".
"Anche se qualcosa ci fosse, non sono affari miei." replica l'altro con fasulla noncuranza.
"Io ci rinuncio!" esclama rassegnato Fabio, che proprio non riesce a capire il comportamento del compagno: perché non si decide ad ammettere i suoi sentimenti invece di continuare a negarli ostinatamente? Davvero non se ne rende conto, non prova niente o finge soltanto?
Anna e Sebastiano si riuniscono al gruppo ed anche Liam si rasserena: niente deve rovinare questa serata, è un momento magico, in cui il mondo si ferma e aspetta con gioia e speranza che qualcosa di meraviglioso si affacci all'orizzonte. E se pure così non fosse, è bello viverlo in questo modo.
Nasce infine il nuovo anno, in una notte limpida cosparsa di stelle, sgargianti fuochi d'artificio ne annunciano l'arrivo, ma inevitabilmente un po' alla volta il clima di festa lascia il posto alla quotidiana normalità ed il mondo riprende il suo corso con la dura realtà che chiama a gran voce...
Gennaio fortunatamente reca con sé qualche positiva novità. Simone ha iniziato a lavorare alcune ore nell'azienda dove sarà assunto a tempo pieno non appena si sarà laureato, cosa molto gradita e utile dal momento che i risparmi guadagnati in questi anni con lavoretti part-time stanno ormai finendo. Non da meno è Katia che, oltre a studiare per completare la tesi, è stata assunta in una pizzeria, dove è impegnata quattro sere a settimana. Fabio invece è tornato ad abitare nella sua vecchia città, ospite di uno zio da poco rientrato dopo aver lavorato per anni all'estero. Per gli altri del gruppo continua il solito tran-tran e per tutti l'attesa logorante di una qualche mossa da Gabriel e compagni sta diventando insostenibile. Non bastano le occupazioni quotidiane a distrarre i sette amici dall'assillante pensiero che a breve qualcosa di grave accadrà... un silenzio tanto lungo non preannuncia nulla di buono.
E' a febbraio che iniziano a manifestarsi dei cambiamenti. Non molto in verità, però Katia col suo computer riesce a catturare sporadici e confusi segnali di attività demoniaca, confermati da Jabez che consultando alcuni spiriti riceve qualche, se pur vaga, indicazione.
Troppo pochi sono purtroppo gli indizi per tentare un attacco, anche perché i sette custodi dei gioielli ancora di preciso non sanno come sopraffare il nemico. Le idee ci sono ma qualcosa manca, un dettaglio importante, e questa è una sensazione collettiva non supportata per ora da alcuna certezza.
"Non mi piace star qui ad aspettare che quelli si facciano vivi... vivi, si fa per dire..." borbotta Kirk, passeggiando con Manuela in un sabato pomeriggio di febbraio.
Con loro ci sono Katia e Simone, ed è proprio Simone che confessa di condividere l'inquietudine del compagno, mentre Manuela parla fitto fitto con Katia quasi le stesse rivelando un importantissimo segreto.
"Cos'avete da complottare voi due?" si informa curioso Kirk, ed è la sua ragazza che gli risponde:
"Non so se ci avete mai pensato... Secondo me quei demoni non vogliono ucciderci ma portarci dalla loro parte.".
Simone rimugina un attimo ed ammette di aver avuto la medesima impressione durante lo scontro diretto con i Peccati, ma ha qualcosa da aggiungere:
"Comunque chi più di tutti vogliono avere come alleati sono Anna e Liam. Credo che siano loro l'ago della bilancia, forse è in questa direzione che dobbiamo proseguire per trovare delle risposte.".
"Se Anna è l'ago della bilancia," fa notare Kirk "siamo in una botte di ferro! Imprevedibile e impulsiva com'è... Speriamo in bene!".
I quattro decidono di condividere al più presto le loro riflessioni con il resto del gruppo ed organizzano per la sera stessa una riunione da Jabez: chissà che un pezzo alla volta il complicato puzzle non inizi a prender forma!
All'appuntamento si presentano tutti abbastanza puntuali e l'unica che si fa attendere è Anna. Dove sarà finita?
La ragazza è effettivamente in gran ritardo. Avendo passato il pomeriggio sui libri a studiare per il suo prossimo esame, ha perso di vista l'orologio, e quando finalmente sta per uscire di casa, un'agghiacciante sensazione la inchioda sulla porta, impedendole di andarsene.
Anna si guarda alle spalle con fare circospetto, avverte una pericolosa presenza accanto a sé e teme di aver riconosciuto a chi appartenga l'aura infernale che ha percepito. Eppure in casa non c'è nessuno, a parte sua mamma impegnata in cucina e suo papà che sta guardando la televisione in salotto. La giovane, perlustrata scrupolosamente ogni stanza, si tranquillizza e decide alla fine di uscire, ma sulla porta si imbatte proprio nell'individuo del quale aveva colto la nefasta presenza.
Gabriel entra in casa col suo regale portamento e con un beffardo sorriso dipinto sull'efebico volto, ignorando le urla della ragazza che, indietreggiando, gli intima di fermarsi. La furiose grida di Anna fanno accorrere i suoi genitori, che con stupore si trovano davanti l'essere infernale dall'eterea bellezza e gli occhi di ghiaccio, il cui arcano fascino cattura chiunque lo incontri sul suo cammino. E ciò accade anche ai due ignari coniugi, vittime dello sconosciuto che li fissa come volesse rubar loro l'anima.
"Vieni via con me?" è l'invito che Gabriel con seducente voce rivolge ad Anna, porgendole la mano.
"Mai!" ribatte seccamente lei, con occhi impregnati di odio e rabbia.
"Tu mi appartieni." insiste il satanico messaggero "Hai il sigillo dell'Inferno impresso dentro di te. Non puoi fuggire.".
Ma Anna non si lascia intimorire e replica prontamente:
"Non è così, non c'è più nessun sigillo, sono libera di scegliere da che parte stare e ho scelto di non stare dalla tua!".
Gabriel, impassibile, senza muovere nemmeno un muscolo scaraventa i genitori della ragazza contro il muro, per poi abbandonarsi ad una sardonica risata.
"Lasciali stare!" grida Anna correndo dai suoi cari per assicurarsi che non siano feriti.
"Vieni con me." insiste Gabriel, mal celando un certo fastidio.
La coraggiosa giovane non si arrende e, raccolte tutte le sue energie psichiche, riesce ad avere momentaneamente la meglio sul potente avversario e lo mette ko con la sola forza del pensiero, sotto gli occhi atterriti della madre e del padre, increduli nel vedere ciò che la figlia è in grado di fare. Il diabolico individuo, determinato e scaltro, in un attimo si rialza in piedi ed afferra Anna per la gola. Il padre della ragazza non può assistere ad una simile scena senza intervenire ed incurante delle conseguenze si scaglia contro lo sconosciuto per salvare la figlia, venendo così gravemente ferito.
Che qualcosa di terribile sia accaduto ad Anna chiaramente lo percepiscono i suoi amici, benché distanti, e rapidamente la raggiungono augurandosi non sia troppo tardi. Quando i sei entrano in casa, vedono il padre della compagna riverso a terra, sanguinante, con la moglie in lacrime al suo fianco, ed Anna priva di sensi stesa sul pavimento con Gabriel chinato su di lei, quasi volesse portarla via. Sebastiano e Liam si avventano contro il diabolico nemico, ma questi si dilegua in un istante senza lasciare alcuna traccia. Intanto Manuela soccorre l'amica svenuta e mentre Fabio si affretta a chiamare un'ambulanza, Simone e Kirk cercano di arrestare l'emorragia dell'uomo riverso al suolo tamponando con degli asciugamani la profonda ferita all'addome.
Anna riapre gli occhi in tempo per vedere il padre caricato su una barella dagli infermieri, ed immediatamente, con le lacrime agli occhi, prende l'auto e con sua madre segue l'ambulanza, talmente rapida e decisa che nessuno dei suoi amici riesce a fermarla. È stravolta, fisicamente e moralmente, nulla le importa se non che il suo adorato papà si salvi, e nemmeno l'affetto dei premurosi compagni che la raggiungono in ospedale le è di conforto: il senso di colpa la opprime, già una persona a lei molto cara è morta per salvarla, non può accadere di nuovo, no, non può...
Manuela, che ben comprende i turbolenti pensieri dell'amica, non la abbandona neppure un attimo e le resta accanto senza dir nulla, mentre gli altri del gruppo si tengono in disparte, facendo sentire la loro presenza evitando accuratamente di mostrarsi troppo invadenti in un momento tanto delicato.
"Non è il caso che restiamo tutti qui." fa notare ad un certo punto Simone.
"Aspettiamo di sapere com'è la situazione," interviene Sebastiano "e dopo al limite si fermeranno solo un paio di noi.".
L'idea è accolta all'unanimità e non rimane quindi che attendere, altro non si può fare.
Il tempo sembra non passare mai. Liam si perde ad osservare Anna, vorrebbe avvicinarsi a lei e stringerla forte, ma si trattiene dal compiere un simile gesto temendo di complicare ulteriormente le cose, e si limita perciò a sfiorarla con lo sguardo, abbracciandola con gli occhi, nell'unico modo in cui gli è concesso farlo.
Dopo un'estenuante attesa, finalmente si presenta il medico recando notizie che lasciano ben sperare: il padre di Anna è grave, non è ancora fuori pericolo, comunque per adesso è stazionario ed è tenuto in coma farmacologico; ha perso molto sangue, la ferita era profonda, ma fortunatamente non ha lesionato alcun organo. Ora bisogna solo aspettare l'evolversi della situazione.
Un'altra questione c'è però da risolvere: come spiegare quanto accaduto al medico che giustamente si informa su come il paziente possa essersi procurato una simile ferita da taglio, evidente segno di aggressione? La madre di Anna prontamente confessa che un intruso dal volto coperto, un ladro probabilmente, si è introdotto in casa e, vistosi scoperto, si è difeso con un coltello, per poi fuggire via.
"Farò denuncia alla polizia, ma adesso voglio pensare solo a mio marito." conclude la donna, sotto gli occhi esterrefatti della figlia, che si domanda il motivo della bugia raccontata ad arte quasi a voler nascondere uno scomodo segreto.
Anna, insieme a sua mamma, va quindi a far visita al padre, mentre ad aspettarla rimangono Kirk e Manuela, d'accordo con gli amici di avvisare se ci fossero novità. L'uomo ferito giace nel candido letto, sembra placidamente assopito, e la figlia gli sfiora dolcemente il viso, cancellando così dalla sua mente, con una carezza colma d'affetto, i recenti ricordi di quanto avvenuto.
"Non ricorderà più niente, vero?" osserva la madre della giovane, rivelando con tale frase di conoscere ben più di quanto le sarebbe concesso sapere. Da dove le arriva questa consapevolezza? Cosa nasconde e da quanto tempo? Ad Anna giunge una chiara risposta prima ancora di poter porre una qualsiasi domanda:
"Tua nonna aveva delle capacità particolari, e prima di lei altri nella nostra famiglia le avevano: riusciva a comunicare con gli spiriti, entrava in contatto con loro.".
"Perché non me l'hai mai detto?" chiede tristemente la ragazza, e sua madre commossa confessa:
"Vedi, quando ti aspettavo, una sera tua nonna mi ha detto che c'era qualcosa di speciale in te... e io in fondo non volevo che tu fossi speciale, volevo solo che fossi felice.".
Le due si abbracciano, abbandonandosi ad un pianto liberatorio, ed Anna in breve racconta quanto accaduto a lei ed ai suoi amici, sicura che il suo segreto sia al sicuro. Prima di uscire dalla stanza, la giovane rivolge uno sguardo colmo d'affetto al suo papà e posa poi il medesimo sguardo su sua mamma, che premurosa le sussurra con un fil di voce:
"Per me resti la mia bambina e se avrai bisogno ricordati che io ci sarò sempre per te.".
Madre e figlia tornano così in sala d'attesa e qui Anna, sollevata, si riunisce a Manuela e Kirk, ma non appena si avvicina loro, debole per lo scontro con Gabriel, ha un mancamento ed è costretta a sedersi per non svenire. Scortata dai fidati amici la ragazza lascia l'ospedale, mentre sua mamma si tratterrà per la notte a vegliare sull'amato consorte. Ad aspettare Anna fuori di casa c'è però qualcuno. Liam non ha resistito ed ha deciso di raggiungere la giovane a lui tanto cara per starle vicino, e lei, non appena lo vede, gli corre incontro e lo stringe in un appassionato e spontaneo abbraccio, sussurrandogli intenerita:
"Grazie di essere qui.".
Mentre l'esausta giovane si ritira in camera, accudita da Manuela, Kirk e Liam improvvisano qualcosa per cena: anche se è tardi lo stomaco reclama, è necessario mettere qualcosa sotto i denti!
Ad un certo punto Manuela entra in cucina e Kirk le domanda come si senta Anna.
"Insomma..." confessa la ragazza "E' a terra. Non riesce a riposare e non vuole mangiare niente.".
Liam, assecondando il tacito messaggio racchiuso negli sguardi dei due amici, senza dir nulla si dirige verso la stanza della triste compagna. Anna è seduta sul letto, con le ginocchia strette al petto ed un'espressione assente e smarrita, ma i suoi occhi si ravvivano di colpo non appena scorgono la persona ferma sulla porta, ed un sincero sorriso, velato di malinconia, appare sul viso stanco e pallido. Liam si siede sul letto e, quando Anna gli si avvicina, adagiando delicatamente la testa sulla sua spalla, lui le avvolge la vita con un braccio e premuroso la stringe a sé, baciandola dolcemente in fronte, per poi bisbigliarle con calda voce:
"Allora, non vieni a mangiare quello che abbiamo preparato io e Kirk?".
"Non ho fame..." risponde l'altra mogia mogia, apparendo stranamente una creatura fragile e vulnerabile e non il solito vulcano traboccante di entusiasmo ed energia.
I due restano in silenzio per un po', abbracciati, ed è Anna a riprendere la parola:
"Come mai sei qui?".
"Per starti vicino." risponde il diretto interessato "Lo sai che ci tengo a te, e non voglio vederti così. Devi reagire.".
"Reagire..." ripete sospirando la giovane, puntando i celesti occhi in quelli del compagno "Ho già perso Brian, non voglio che nessun altro muoia per me...".
"Non succederà." rimarca sicuro Liam, fissando intensamente la ragazza accanto a lui, per poi accarezzarne il viso dai delicati lineamenti e sfiorare le morbide labbra socchiuse.
Anna si abbandona come una gattina in cerca di coccole e sorride sentendo lentamente svanire l'angoscia che opprimeva il suo cuore.
"Ti proteggerò io, te lo prometto." sussurra con carezzevole voce Liam e con un amorevole sguardo la compagna gli risponde, stringendosi a lui.
I due alla fine decidono di raggiungere gli altri in cucina e qui li attende una bella sorpresa, perché ad aspettarli, oltre a Manuela e Kirk, ci sono Fabio, Katia, Simone, Sebastiano e perfino Jabez.
"Kirk ci ha detto che eravate qui..." spiega Fabio "e abbiamo avuto tutti la stessa idea.".
Anna, commossa, ringrazia gli amici per l'affetto che le stanno dimostrando e propone loro di fermarsi non solo a mangiare ma anche a dormire, se vogliono. L'unico a declinare l'invito è Jabez, che resta con i ragazzi poco meno di un'ora e se ne va poi tranquillo nel saperli tanto uniti e affiatati. Ed in effetti i giovani, in un momento così drammatico per una di loro, hanno davvero compreso, ora come non mai, quanto le loro vite siano legate, unite da una sorte comune e soprattutto da un'amicizia vera e profonda, nata quasi per caso tra i banchi di scuola, cresciuta e maturata negli anni nonostante eventi e scelte che l'hanno messa a dura prova. Ora realmente  possono farsi consapevoli portatori delle sette Virtù, alle quali sono indissolubilmente vincolati, si sentono degni dei preziosi gioielli affidati loro, ed anche Katia, entrata quasi per sbaglio in questa strana vicenda, è ben lieta di poter prender parte all'importante missione, determinata e pronta ad andare fin dove il destino la condurrà.
Con tale sicurezza nel cuore i sette compagni alla fine cedono alla stanchezza e si addormentano un po' dove capita: Manuela, Kirk, Simone e Katia crollano sul divano e lì restano, stretti come sardine in una scatola; Fabio e Sebastiano approfittano della stanza degli ospiti e si dividono un letto singolo, rischiando nel sonno di spingersi a terra a vicenda; Liam invece prende in braccio Anna, che si è assopita su una poltrona, la porta in camera, la adagia delicatamente sul letto e con lei rimane, addormentandosi al suo fianco.
Il giorno seguente, a metà mattina, la madre di Anna fa ritorno e con gran gioia si rende conto di quanto affetto circondi la figlia, non potendo evitare di sorridere intenerita nel vedere i ragazzi, sparpagliati per la casa, ancora immersi nel mondo dei sogni. La donna allora, se pur stremata, decide di cucinare qualcosa per i suoi ospiti e cercando di non far troppo rumore si mette ai fornelli.
La prima ad aprir gli occhi è Manuela che, indolenzita, nel tentativo di alzarsi in piedi dà una gomitata nello stomaco a Kirk e una spinta a Katia, e Katia a sua volta, muovendosi di scatto, dà una testata a Simone. Brusco risveglio!
Intanto, nella stanza degli ospiti, Fabio, convinto di essere nella sua camera, sbadigliando si rigira nel letto finendo col dare una manata in faccia a Sebastiano, e questi d'istinto reagisce spingendo il compagno e facendolo perciò franare a terra.
Chi ha un risveglio ben più dolce è Anna, che come prima cosa in questa giornata si trova davanti il volto sorridente di Liam, seduto accanto a lei: è amorevole il suo sguardo e rassicurante nel medesimo tempo, mentre la sua voce è una calda carezza in grado di giungere fin nel profondo dell'anima sussurrando un semplice "Buongiorno.". Anna si accoccola accanto al giovane e lui la abbraccia affettuoso senza stringerla troppo, quasi temesse di farle del male, o di farne a se stesso.
I due vengono d'un tratto distratti da dei rumori provenienti dal piano inferiore e curiosi, in silenzio, scendono le scale per scoprire cosa stia accadendo. In cucina Anna vede sua mamma che, aiutata da Katia e Manuela, sta cucinando, ed immediatamente con viva apprensione le chiede notizie del padre.
"E' stabile." risponde la donna, apparentemente tranquilla benché stanca "I medici sono fiduciosi. Tuo papà ha un fisico forte, vedrai che si riprenderà presto.".
Liam saluta la padrona di casa mal celando un certo imbarazzo e poi si unisce ai componenti maschili del gruppo che, per ringraziare dell'ospitalità, cercano di rendersi utili riordinando salotto e sala da pranzo.
Intanto, in cucina, Anna è oggetto degli sguardi sospettosi delle due compagne e della madre e, onde evitare malintesi, subito chiarisce che lei e Liam hanno solo dormito, anche perché sono amici e niente più.
"Se lo dici tu." commenta Katia con un ambiguo sorrisetto.
"Certo che lo dico io!" replica prontamente la diretta interessata, raggiunta poi da un'acuta ed indiscutibile osservazione della madre:
"Comunque si vede che ci tiene molto a te, si sente che c'è un'energia speciale tra voi due.".
"Questo è vero!" ribadisce Manuela.
"Ma finitela!" conclude Anna, deviando abilmente altrove il discorso.
Inevitabilmente anche Liam è bersagliato dalle maliziose battute dei pestiferi compagni, primi fra tutti Fabio e Kirk, che non smettono un attimo di sfoderare doppi sensi ed eloquenti allusioni sulla notte appena trascorsa.
"Siete uno stress!" interviene ad un certo punto Simone, mentre Liam, simulando una totale indifferenza, finge di ignorare le frecciatine dei dispettosi amici.
Sebastiano, invece, che ha dormito gran poco, è talmente stanco da non riuscir nemmeno ad ascoltare i discorsi dei compagni e finisce per addormentarsi su una sedia. E' la squillante voce di Anna, che chiama dalla cucina, a svegliarlo bruscamente, e la sua espressione spaesata è talmente buffa da provocare negli amici una spontanea e fragorosa risata...
Passano un paio di settimane e lentamente il padre di Anna si riprende, tanto da spingere il medico a considerare la possibilità di dimetterlo presto. In questo ultimo periodo, la ragazza ha potuto contare sulla costante presenza di Liam, che più di chiunque altro le è stato accanto, sempre presente e mai invadente, premuroso e attento, eppure discreto. Insomma, davvero un caro amico, o forse qualcosa di più di questo...
Ed è con Liam che un pomeriggio Anna va a trovare il padre in ospedale, ignara che nello stesso momento i suoi compagni vengono chiamati a raccolta da Jabez per discutere di un'importante scoperta. Katia infatti ha  individuato una zona in cui di punto in bianco hanno iniziato a manifestarsi forze soprannaturali particolarmente intense e non appena si è accorta dei movimenti sospetti ha immediatamente provveduto ad indire una riunione. Accantonato qualunque altro impegno il gruppo si riunisce ed invano Fabio e Kirk provano a rintracciare i due che mancano all'appello per avvisarli di quel che sta accadendo: i loro cellulari sono spenti, a casa non ci sono, sembrano spariti nel nulla.
"Saranno in ospedale dal papà di Anna." fa notare Manuela.
"Però noi dobbiamo andare." afferma deciso Sebastiano "Non possiamo perdere una delle poche occasioni che abbiamo per scoprire cosa stanno preparando Gabriel e i Peccati.".
Jabez, pensieroso, fa una raccomandazione ai suoi ragazzi:
"Andate, ma non intervenite finché non siete tutti e sette. Intanto state nascosti e osservate. Mi avete capito?".
I giovani annuiscono mentre Katia assicura che penserà lei a rintracciare i due amici al momento irraggiungibili per informali sulle ultime novità.
Nel frattempo Anna e Liam, completamente allo scuro di cosa stia accadendo, usciti dall'ospedale chiacchierano tranquillamente, scordandosi di riaccendere i telefonini, troppo presi l'uno dall'altra per preoccuparsi di quello che intorno a loro si sta muovendo. D'un tratto Anna si fa seria e con malinconica voce confessa di non voler tornare a casa.
"Vuoi andare da qualche parte?" chiede l'altro premuroso.
"No... Non saprei." risponde laconica la ragazza "E poi, tu non devi tornare al lavoro?".
"Mi sono preso il pomeriggio libero."
"lo fai per me... Grazie, mi hai aiutato moltissimo in questi giorni."
"Dimmi, che vuoi fare? Dove andiamo?"
Anna sorride, le attenzioni di Liam le scaldano il cuore, quando gli è accanto sente di essere davvero se stessa, non potrebbe più rinunciare a lui ormai. I due finiscono col girovagare a vuoto in auto, parlando di qualunque cosa passi loro per la testa, mentre le povera Katia li cerca disperatamente, andando fino a casa sia dell'uno che dell'altra senza alcun risultato, per poi far ritorno da Jabez per consultarsi con lui sul da farsi.
Intanto, Panther ed i suoi quattro compagni arrivano sul luogo indicato loro, mentre le ombre della sera scendono inesorabili tramutando in tenebre e silenzio tutto ciò che sfiorano. I cinque si ritrovano in un vecchio e isolato cimitero e, nascosti dall'oscurità e dalle monumentali tombe, celano la loro presenza ai nemici che qui si sono radunati. Ci sono Gabriel ed i sei Peccati, insieme ad altri individui incappucciati: stanno compiendo un rituale, questo è sicuro, ma a che scopo?
Telepaticamente comunicano i cinque temerari amici ed è Squirrel ad avere un'intuizione:
"Credo vogliano risvegliare l'ultimo Peccato.".
"Lussuria, giusto?" precisa Wolf.
"Già." risponde Dove "Ma sembra che abbiano dei problemi...".
"Infatti!" rimarca Panther "Se fosse stato così facile, perché aspettare tanto?".
Fox allora trae le conclusioni:
"Probabilmente hanno bisogno di qualcosa... Quello che mi preoccupa è che, se noi abbiamo contribuito a far rinascere gli altri Peccati, vuol dire che l'ultimo dovrebbe esser risvegliato da Liam, e lui adesso qui non c'è... Accidenti a lui, dove sarà finito?".
Ignaro di tutto ciò, Liam, stanco di guidare vagando senza meta, propone ad Anna di cenare da lui e magari guardarsi un film divertente per farsi due risate. La ragazza accetta volentieri e si offre addirittura di cucinare, ma, non appena mette piede nell'appartamento, nuovamente si rabbuia e con sguardo smarrito confessa apertamente cosa la preoccupi:
"Sai, con quello che è successo, prima a Brian, poi a mio papà... mi sono accorta che in un attimo possiamo perdere le persone che amiamo... e questo mi spaventa... Non voglio mai più rinunciare a quello che di bello può esserci in questa vita...".
Mentre le parole si spengono, i celesti occhi si posano su Liam, trafiggendolo nel profondo e annebbiando la sua mente. Anna gli si avvicina, sinuosa e seducente come una gatta, senza abbassare lo sguardo nemmeno per un istante, sicura di se stessa e dei propri sentimenti. Il giovane si sottrae ai felini occhi e con una bugia travestita da verità tenta di porre fine alla difficile situazione:
"Ascolta, te l'ho già detto. Ci tengo a te, ma come amica.".
"Per un'amica non avresti fatto tutto quello che hai fatto per me!" ribatte l'altra "Perché continui a scappare? Di cosa hai paura? Di essere felice? Possiamo continuare a prenderci in giro come abbiamo fatto finora o possiamo provare a vivere quello che c'è tra noi due...  Non si può scappare per sempre.".
Troppo vere, troppo sincere queste parole per non colpire dritto al cuore chi ne è il destinatario. Liam si siede sul divano ed Anna, accanto a lui, lo stringe in un tenero abbraccio, poggiando la fronte alla sua e sussurrandogli dolcemente:
"Voglio stare con te.".
"Non possiamo, sarebbe un errore..." replica il ragazzo incapace ormai di dominare le proprie emozioni "Se lo facciamo sarà tutto più difficile... io... io non posso...".
Anna sorride e Liam non riesce ad allontanarsi da lei, il cuore prende il sopravvento su ragione e buon senso, e dalle labbra non più parole escono bensì appassionati baci, mentre due anime, che non per caso si sono incontrate, si scoprono legate da un vincolo segreto ed indissolubile, cosa più unica che rara in questo mondo e perciò meravigliosamente preziosa, un vincolo temuto eppur fortemente atteso e amato. Dopo essersi a lungo cercati, fuggiti, desiderati, i due giovani liberamente si donano l'uno all'altra lasciando parlare il loro amore, così bello ed intenso, nato a dispetto di tutto e tutti, negato da un'arcana minaccia eppure tanto forte, reale, velato d'eternità. Liam ha dunque ceduto di fronte a colei che invano ha tentato di non amare e che invece è diventata parte integrante di lui. Ha ceduto infrangendo la promessa fatta a Jabez. Abbandonandosi alle proprie emozioni ha permesso che le due anime segnate dagli antichi sigilli si unissero in una sola. Ed è così che Lussuria, l'ultimo Peccato, risorge, incarnandosi nel corpo di un uomo di raffinata bellezza, dai tratti quasi femminei, pelle chiara, capelli corvini, occhi blu, elegante e seducente nel portamento: a questo assistono inermi Panther, Dove, Fox, Wolf e Squirrel, incapaci di reagire, impotenti davanti all'avverarsi delle loro paure.
Gabriel accoglie il nuovo arrivato come un padre di fronte ad un figlio appena ritrovato, ma, percepita una presenza minacciosa nelle vicinanze, si allontana con il suo seguito demoniaco. Istintivamente Panther fa per raggiungerli ed è Wolf a fermarlo, rammentandogli le parole di Jabez: non possono intervenire, troppo forte è il nemico per azzardarsi ad affrontarlo senza due importanti elementi del gruppo.
E appunto i due ragazzi in questione sono immersi in una ben diversa atmosfera, stretti l'uno all'altra sotto le lenzuola, a scambiarsi tenerezze da innamorati, ignari dell'oscurità che incombe intorno a loro. Ad un certo punto però, Anna, colta di una fulminea intuizione, si sottrae all'abbraccio di Liam per recuperare il cellulare e, quando lo accende, scopre le decine di telefonate ricevute dagli amici.
"Dev'essere successo qualcosa di grave." è la logica deduzione della giovane, che preoccupata cerca sostegno nello sguardo del compagno, ma anche lui è visibilmente in ansia ed un'unica cosa resta da fare: scoprire dove siano gli altri e raggiungerli.
Velocemente i due si preparano per uscire di casa, dopo aver invano cercato di rintracciare gli amici sui telefonini, ma quando sono ormai pronti per andare, inaspettatamente qualcuno suona il campanello, e sulla porta si presenta Katia, trafelata e piuttosto arrabbiata.
"Dove vi eravate cacciati?!" grida la ragazza sconvolta "Mi si è scaricato il cellulare a forza di chiamarvi!!".
"Cos'è successo?" chiede immediatamente Liam.
"Dovete raggiungerli subito!" risponde Katia provando a tranquillizzarsi, per poi spiegare in breve dove siano gli altri.
Ma ecco che sul telefono di Anna arriva un messaggio di Manuela:
"Spero leggerai in tempo questo sms. Troviamoci da Jabez tra un'ora.".
Sebastiano e compagni hanno infatti lasciato il cimitero e stanno tornando in città, straniti ed angosciati da quanto accaduto. In auto i cinque tacciono e d'altronde che potrebbero dire? Mille e mille pensieri aleggiano su di loro, cupi ed inquietanti come questa buia notte senza stelle: che fare ora? Quale sarà la prossima mossa del nemico? E come è rinato l'ultimo Peccato? Paure e sospetti si diffondono strisciando come serpi e minando l'unità del gruppo: bisogna impedire che ciò avvenga, per il bene di tutti, ma non è facile mantenere controllo e fiducia in un simile momento.
Quando i cinque giovani arrivano da Jabez, con sorpresa si trovano davanti non solo Katia, ma anche Anna e Liam, sollevati nel vedere gli amici sani e salvi e nel medesimo tempo preoccupati dai loro volti scuri e sdegnati.
"Guarda un po' chi si rivede!" commenta con un cinico sorriso Fabio.
"Grazie per l'aiuto!" incalza seccato Kirk, seguito a ruota da Simone:
"Con tutto quello che sta succedendo, vi pare il caso di sparire così?".
Anna, benché dispiaciuta, è infastidita dal tono sprezzante dei compagni e decisa ribatte:
"Ok, abbiamo sbagliato, ma non potete trattarci in questo modo... Non abbiamo fatto apposta...".
"Avevamo bisogno di voi e voi non c'eravate." replica duro Sebastiano, palesemente alterato.
"Perché non ci dite cos'è successo invece di prendervela con noi?" interviene allora Liam.
"Ti interessa?" è la secca risposta di Sebastiano.
Prima che la situazione degeneri, Jabez tenta di placare le acque e riporta l'attenzione sulla questione principale: cos'è accaduto in questa fatidica sera di così importante da smuovere tante forze soprannaturali?
E' Manuela che porta alla luce la terribile verità:
"E' rinato, l'ultimo Peccato... L'abbiamo visto.".
Un glaciale silenzio cala nella stanza. Gli occhi dei presenti si puntano sospettosi su Liam e solo Anna non ha il coraggio di guardarlo, comprendendone soltanto ora il comportamento: in qualche modo lui sapeva, sapeva di doverle star lontano perché altrimenti qualcosa di grave sarebbe accaduto... Ma come è possibile? Come può un sentimento così bello, sincero, profondo, generare il Male? No, non può essere, ci dev'essere una  spiegazione... Ed una spiegazione la attendono tutti ora, compreso Jabez, che per primo in realtà intuisce cosa sia successo e nel suo severo sguardo cela un tacito rimprovero che ben intende chi ne è il destinatario.
Liam non sa che dire, vorrebbe scusarsi, ma non riesce ad aprir bocca e non riesce neppure a guardare in viso Anna. Ormai è tardi, non può tornare indietro, e la cosa assurda è che se tornasse indietro si comporterebbe esattamente nello stesso modo, né il senso di colpa né la ragione possono cancellare i sentimenti che nel suo cuore sono più vivi che mai. Non occorre essere geni per indovinare cosa sia accaduto tra Anna e Liam e le loro espressioni non fanno che confermare i dubbi degli amici, eppure nessuno se la sente di incolparli per quanto successo, anche perché in fondo tutti, tranne Jabez forse, speravano di vederli insieme, percepito lo speciale legame che fin dall'inizio si era instaurato tra loro.
"Doveva andare così." fa notare Sebastiano "Di sicuro presto usciranno allo scoperto e noi saremo pronti a riceverli.".
"Forse per sconfiggerli dovevamo aspettare che fossero al completo." osserva fiducioso Simone, al quale fa seguito l'ironica battuta di Fabio:
"Il bello comincia adesso!".
Manuela e Katia si avvicinano ad Anna e sorridendo le fanno intendere di essere felici per lei, ben conoscendo i suoi sentimenti nei confronti di Liam: non vogliono rovinare la sua gioia, non potrebbero mai guastare un momento tanto speciale per lei, sarebbe ingiusto ed inutile farlo.
Il gruppo è dunque di nuovo unito e almeno di questo Jabez è sollevato, benché molto in ansia per i futuri sviluppi dell'intricata situazione. Anna ha però un'altra importante rivelazione da fare:
"E' successo... insomma... ho raccontato a mia mamma quello che stiamo facendo... Scusate se non ve l'ho detto prima.".
"Come ti è venuta questa idea?" chiede sorpreso Kirk, facendosi portavoce dello stupore collettivo.
La giovane allora spiega quanto appreso dalla madre riguardo alla sua famiglia e Jabez non si mostra minimamente sorpreso, quasi già sapesse, o perlomeno intuisse, che qualcosa di speciale doveva esserci nella genealogia dei due prescelti quali custodi degli antichi sigilli della porta celeste e di quella infernale.
Arriva inevitabilmente l'ora di separarsi. E' tardi e tutti hanno bisogno di riposare, ma qualcuno si trattiene ancora un po' nel negozio, necessitando di alcune spiegazioni: Anna e Liam vogliono capire quale sia il loro collegamento con la rinascita dell'ultimo Peccato e tale domanda pongono a Jabez.
"Non ho tutte le risposte che cercate." ammette l'uomo "Temevo che sarebbe andata così, e non sono riuscito ad impedirlo.".
"Noi vogliamo solo stare insieme." confessa Anna "Cosa c'è di male in questo?".
"C'è che voi eravate le due CHIAVI," risponde Jabez "e questo non doveva succedere.".
"E perché?" interviene risoluto Liam "Che assurda legge è questa? Dobbiamo iniziare a dettare noi le regole. Non permetterò più a niente e nessuno di decidere per me.".
Jabez è colpito dalla determinazione del ragazzo e, pur non potendone approvare le scelte, ne apprezza la grinta e la passione, frutto di emozioni vivide e sincere, di un cuore ed un'anima forti, vitali, e meravigliosamente umani.
Alla fine Anna e Liam se ne vanno e nel vederli allontanarsi insieme Jabez si chiede per quale assurdo gioco del destino proprio tra i due individui che mai avrebbero dovuto unirsi sia invece nato un legame così forte e profondo, un sentimento che va ben al di là dell'amore. Possibile sia accaduto solo per mettere alla prova quei ragazzi? Chissà, forse non c'è dietro nessun misterioso disegno, né la mano del Fato. Forse non solo non c'è risposta, ma nemmeno la domanda ha senso di esistere: il cuore non ha limiti né ragioni, ecco la verità, ed è questa la sua debolezza e nel contempo la sua più grande forza.

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Dunque, l'ultimo Peccato è rinato. In ogni uomo convivono bene e male, alle volte emerge l'uno, altre volte emerge l'altro, la differenza sta nella scelta di campo che si compie... Tornando alla storia, chi farà la prima mossa adesso? E Jabez aveva ragione a voler tener lontani Anna e Liam? Se volete sapere cosa succederà continuate a seguirmi. E intanto godetevi un paio di disegni...
Marta

ANNA E LIAM
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Capitolo 15
*** La città posseduta ***


PARTE II. I SETTE PECCATI CAPITALI

CAPITOLO VIII. LA CITTA' POSSEDUTA

Lussuria è dunque rinato e con il suo arrivo gli attacchi dei demoni si fanno più frequenti e brutali, mentre contemporaneamente nel mondo si verifica un vertiginoso aumento di violenza, crimini efferati, oltre alla capillare diffusione di una micro criminalità sempre più radicata che come un letale virus miete innumerevoli vittime. Parallelamente Sebastiano e compagni affinano i loro poteri e si rafforzano di giorno in giorno, con crescente coraggio e abilità fronteggiano i nemici e spesso vanno loro stessi a stanarli, salvando dalla possessione demoniaca decine e decine di persone. I sette amici si spostano molto per affrontare i subdoli avversari, fanno anche viaggi piuttosto lunghi per adempiere al meglio al loro compito, ed il supporto morale di Jabez, come quello pratico di Katia, risultano fondamentali.
Ciò che ancora non è chiaro sono le intenzioni di Gabriel: far risorgere Lucifero, questo è sicuro, ma come? Dove vuole arrivare? Se non l'ha fatto finora, cosa gliel'ha impedito? Per il momento è evidente che Gabriel sta preparando il terreno per la rinascita del suo Signore e di conseguenza sparge ovunque il seme del Male, facendo leva sul lato oscuro intrinseco nella natura umana. Altro dato innegabile è che il satanico messaggero mira ad avere dalla propria parte Liam e Anna, ma li vorrà sul serio entrambi? O soprattutto uno di loro è per lui fondamentale? E se fosse, chi potrebbe essere?
Mille domande, poche risposte, e tanto, tanto da fare. Ma i sette custodi dei gioielli non mollano e, oltre a portar avanti la loro battaglia, portano ugualmente avanti le loro vite, come fanno i loro coetanei, tra studio, lavoro, momenti felici e normalissimi problemi quotidiani...
Passano così alcuni mesi e l'estate avanza a rapidi passi, affacciandosi timidamente a maggio per poi esplodere a giugno, con un caldo improvviso che in anticipo rispetto alle previsioni si fa sentire più ardente che mai.
Una data speciale si avvicina per Simone e Katia: a metà giugno discuteranno la tesi, a distanza di due giorni l'uno dall'altra. Dopo Kirk, che lo scorso settembre ha raggiunto l'ambito traguardo, adesso è il loro turno di compiere il passo decisivo per uscire dal rassicurante mondo della scuola ed entrare a pieno regime in quello del lavoro. Tutti gli amici, compreso Jabez, sono ovviamente invitati a prender parte all'importante evento, o meglio ai due importanti eventi, a conclusione dei quali Anna e Manuela hanno già pensato di organizzare una bella festa.
La sera che precede il giorno della laurea, Simone non riesce a prender sonno e cammina nervosamente per casa, riflettendo su quello che negli ultimi anni è accaduto:  l'incontro con Jabez, la scoperta dei poteri, la morte di Brian... e poi, l'università, i progetti per il futuro, e Katia, la sua adorata Katia... e di nuovo, il ritorno di Gabriel, i sette Peccati, Lucifero... Come reggere tutto ciò? Non finirà mai questa guerra? No, probabilmente no, eppure, se un tempo un simile pensiero lo avrebbe fatto impazzire, ora come ora Simone bene accetta questa consapevolezza. Non ha intenzione di rinunciare ai suoi progetti ma non teme di doverli conciliare con il fondamentale compito che lui ed i suoi compagni hanno sulle spalle. Non soffre più, come in passato, il peso della difficile missione, ha imparato a conviverci e gestirlo dentro di sé, senza averne paura. Immerso in tali riflessioni lo trova Katia, seduto sul divano con lo sguardo assorto e le braccia incrociate, e leggera come una farfalla gli si siede accanto, senza dir nulla. Il giovane subito percepisce l'amorevole e rassicurante presenza al suo fianco ed un carezzevole sguardo posa su colei che ha scelto di rimanergli vicina pur conoscendo una verità non facile da accettare. I due si fissano per un po' in silenzio ed in un tenero bacio sciolgono tutte le parole che non sono riusciti a pronunciare ma che chiare e limpide arrivano diritte ai loro cuori.
Il giorno fatidico arriva dunque prima per Simone, che affronta con grinta e sangue freddo il momento della discussione della tesi, e non da meno è Katia quando viene il suo turno. Come era prevedibile, entrambi si laureano con il massimo dei voti: c'è poco da dire, sono proprio fatti l'uno per l'altra!
Per la gioia di Manuela ed Anna giunge infine l'ora di festeggiare. Le due hanno da tempo stabilito il programma e di sabato sera lo portano a compimento: con le loro mani imbastiscono una bella cena nell'appartamento di Liam, dopodiché, tutti in discoteca!
Jabez alla cena partecipa volentieri, ma a ballare non ha nessuna intenzione di andarci, e dopo mangiato si congeda di fretta onde evitare che Anna, cocciuta e persuasiva com'è, lo convinca a cambiar idea. Il gruppo di amici, prima di uscire, si trattiene un po' in casa a chiacchierare ed Anna ne approfitta per riordinare quel tanto che basta da non lasciar l'appartamento sottosopra, aiutata in ciò da Liam, che segue attento i suoi movimenti forse per affetto o forse per timore che combini qualche guaio. I due sono sempre più uniti ed il loro è un legame di reciproco scambio e sostegno, sono vicini nell'anima e nel cuore, la libertà dell'uno è tutt'uno con la libertà dell'altra. E' davvero un rapporto speciale il loro ed a vederli insieme viene da pensare che, per quanto terribile possa essere a volte questo mondo, qualcosa di meravigliosamente bello e puro esiste ancora.
L'allegra brigata se ne va infine in discoteca e qui subito si buttano in pista Anna e Katia, trascinando con loro la restia Manuela. Fabio invece si guarda intorno in cerca di qualche ragazza sola soletta, mentre Liam e Simone si divertono ad osservare le scatenate compagne che si dimenano come pazze.
Sebastiano pare non godersi la serata, si è improvvisamente fatto serio, e Kirk  gliene chiede il motivo.
"Pensavo..." risponde il giovane assorto "Ti ricordi quando eravamo al liceo? Anna a volte sembra la stessa di allora, come se tutto quello che è successo non l'avesse toccata.".
"Lei è così." osserva l'altro "E' piena di vita, non la abbatte niente, trova sempre il modo di sorridere. E' una casinista e una pasticciona, ma è anche una forza della natura!".
"Ti ricordi come mi stava dietro?" continua Sebastiano con una vena di malinconia nella voce "E io proprio non ne volevo sapere...".
"Sì che mi ricordo! Avrebbe fatto i salti mortali per farsi notare da te! Ma è passato tanto tempo, perché ci pensi adesso?"
"Mi chiedevo come sarebbero andate le cose se io... se noi due..."
"Amico mio, hai perso il colpo! Non ho mai capito perché quando eravamo all'ultimo anno non le hai detto che provavi qualcosa di più per lei, ma adesso è un po' tardi, non ti pare?"
Sebastiano tace un attimo e con un rassegnato sorriso conclude:
"Mah, non so nemmeno io perché non le ho detto niente... comunque hai ragione, è tardi adesso...".
Liam osserva i due amici di fronte a lui intenti a parlare fitto fitto, non riesce a coglierne le parole per via dell'assordante musica che rimbomba nel locale e si limita perciò a fissarli, intuito chi sia al centro del loro discorso dalla direzione in cui volgono spesso gli sguardi. Quasi quasi vorrebbe leggere i loro pensieri, ma non può farlo, le menti sua e dei suoi compagni sono schermate dal medesimo potere che permette loro di scrutare in quelle altrui.
Sebastiano si accorge degli occhi che ha puntati addosso e non può evitare di voltarsi verso Liam, quasi a rispondere ad una tacita provocazione. I due si squadrano senza aprir bocca ed Anna in questo atteggiamento li scorge tra la folla che la circonda, provando una strana sensazione, come se il suo passato ed il suo presente fossero faccia a faccia di fronte a lei. La ragazza istintivamente abbandona la pista da ballo e raggiunge gli amici seduti poco distanti, spinta dal desiderio di capire cosa stia accadendo tra Liam e Sebastiano. I due smettono di fissarsi non appena Anna si avvicina, mentre Kirk, Fabio e Simone, che avevano ben percepito le tensione d'un tratto creatasi, sospirano sollevati, benché stupiti dall'inspiegabile scambio di sguardi di cui non comprendono il motivo.
Non a parole ma semplicemente con gli occhi Anna domanda spiegazioni e di risposta Liam la afferra per un braccio trascinandola di nuovo in mezzo alla folla che si dimena instancabile, mentre Sebastiano si allontana con la scusa di voler prendere un po' d'aria.
"Mi vuoi dire che hai?" chiede spazientita Anna, ma Liam finge di non ascoltarla e lei, seccata, se ne va con passo deciso abbandonando la pista gremita.
"Cosa succede?" è la domanda che inaspettatamente si sente rivolgere Sebastiano dall'amica che l'ha raggiunto fuori dalla discoteca.
"Niente." risponde con un certo distacco il giovane.
"La finite di prendermi in giro?!" irrompe l'altra visibilmente alterata.
"Sono felice per te." è l'imprevista confessione di Sebastiano, che coglie di sorpresa Anna lasciandola senza parole "Sì, davvero, sono felice per te e Liam.".
"Non ti capisco..."
"Forse lo invidio un po', tutto qui."
"Perché mi dici questo? Adesso poi...?!"
Il dialogo è interrotto dall'improvvisa comparsa di Liam, che in maniera estremamente diretta si rivolge al compagno:
"Pensavo che i problemi che abbiamo avuto all'inizio fossero risolti. Mi sbagliavo? Perché non dici chiaramente quello che pensi... e che provi.".
"La chiarezza non è il mio forte." confessa sorridendo l'interrogato "Vuoi la verità? Non ditelo a nessuno, ma sono convinto che se c'è una qualcosa di buono in tutto questo casino, siete voi due.".
"Lo sai che sei strano?!" osserva titubante Liam.
"Beh, un po' strano lo sei anche tu..." rimarca scherzoso l'altro "per metterti con una pazza scatenata come Anna!".
"In effetti..." ammette divertito Liam.
"Andate a quel paese!" conclude Anna, fingendosi arrabbiata, per poi voltarsi ed andarsene, col cuore in realtà sollevato nel saper definitivamente chiuse le ostilità, se mai si fossero davvero aperte.
Ma Sebastiano qualcos'altro ha per la testa e l'amico lo intuisce al volo e si trattiene perciò con lui fuori dalla discoteca.
"Allora, parla." esordisce Liam, spronando l'inquieto compagno a confidarsi.
"Prenditi cura di lei." afferma l'altro, scuro in volto "E stai attento...".
Una breve pausa, dopodiché Sebastiano prosegue:
"E' lei che Gabriel vuole.".
"Lo so." confessa Liam non mostrando il minimo stupore.
"L'avevi capito anche tu. Lo immaginavo."
"E' da un po' che ci penso."
"Vedi, qualcosa non torna. Se Gabriel è ancora qui, vuol dire che il rituale per aprire le porte dell'Inferno è stato solo momentaneamente interrotto da Brian. Per fermarlo una volta per tutte bisogna uccidere quell'essere, farlo sparire. In qualche modo è lui il legame tra Anna e il Diavolo."
"Non so come, ma credo che Gabriel possa ricreare il sigillo della CHIAVE, e per farlo vuole Anna dalla sua parte. Forse all'inizio pensava di poterci riuscire sfruttando me, te e gli altri..."
Ancora una pausa di riflessione, i due amici si guardano palesemente preoccupati e con voce ferma Sebastiano conclude il discorso:
"Adesso noi siamo un problema per lui, soprattutto tu. Quello che è successo tra te e Anna, nemmeno Gabriel l'aveva previsto, non del tutto almeno, e anche se è rinato l'ultimo Peccato, in una qualche maniera i piani di quel bastardo sono stati scombinati.".
I due compagni maturano da tempo i medesimi pensieri e di comune accordo decidono di tenere per loro tali considerazioni, almeno per il momento, per non turbare eccessivamente il resto del gruppo, ed in particolare Anna, che di nuovo si trova ad essere al centro della battaglia e di ciò già ne ha sofferto fin troppo in passato. E' una grande responsabilità quella che i giovani si assumono, ma lo fanno con assoluta consapevolezza ed estrema determinazione, per il bene di tutti, nonostante un dubbio angosciante li impensierisca non poco: saranno mai in grado di liberarsi definitivamente di Gabriel? Come fermarlo per sempre?
L'unico a venir informato ben presto delle conclusioni a cui sono giunti Liam e Sebastiano è Jabez, e anche lui di buon grado accetta di mantenere il segreto, sicuro che i due ragazzi riusciranno a gestire al meglio la situazione, potendo contare l'uno sull'altro e condividendo in maniera assolutamente naturale il ruolo di leader e le responsabilità che esso comporta.
...Una totale ed irreale tranquillità regna fino a fine giugno e precisamente fino quando, una sera, Fabio, guardando il telegiornale, sente una notizia che calamita subito la sua attenzione: in una città, che dista poco meno di tre ore da quella in cui il giovane e gli amici vivono, si sono di recente verificati una quantità di crimini impressionante, fuori controllo, furti, violenze di ogni tipo, aggressioni, omicidi, insomma, un vero Inferno, nel quale nemmeno le forze dell'ordine sembrano aver potere. Fabio al volo telefona a Katia per chiederle se sul suo computer abbia rilevato delle tracce demoniache nei pressi della città in questione, ma tutto sembra tranquillo. Possibile?
La ragazza comunque tiene sotto controllo la zona per alcuni giorni e finalmente, una sera, ecco il segnale che aspettava: qualcosa sta succedendo e prontamente il gruppo al completo si riunisce da Jabez.
"C'è in ballo qualcosa di grosso in quel posto!" sottolinea Simone, mentre Katia espone chiaramente i preoccupanti dati raccolti.
"Dobbiamo andare, il prima possibile." fa notare Manuela "Ma può essere che dovremo star via un po' di tempo...".
Sebastiano prende le redini della situazione:
"Per domani sera, ce la fate tutti a organizzarvi per una "gita" di qualche giorno?".
"Ci si può provare!" risponde Fabio, perplesso.
"Non dobbiamo solo provarci." interviene risoluto Liam "Dobbiamo andare, non c'è tempo da perdere.".
"Non ci bastava un capo sgangherato come Sebastiano... adesso abbiamo pure il vice!" commenta ironico Kirk, strappando un sorriso agli amici e stemperando così l'atmosfera prima che diventi troppo tesa.
"Allora, a domani." conclude Anna "Dove ci troviamo?".
I sette compagni si danno appuntamento da Sebastiano, da lì partiranno alla volta della città sospetta, e Jabez, prima di congedarsi dai giovani amici, fa loro una sollecita raccomandazione:
"Ho l'impressione che la resa dei conti sia vicina, fate attenzione... e vedete di tornare.".
Anna, intenerita dalla premura dell'uomo, con uno spontaneo gesto lo abbraccia forte, come una figlia col padre, facendolo commuovere, e come lei fa subito dopo Manuela, seguita a ruota da tutti gli altri. Jabez ha gli occhi lucidi, fin dall'inizio si era affezionato a questi ragazzi e adesso li considera davvero come la sua famiglia e si preoccupa per loro: d'istinto vorrebbe fermarli, non lasciarli andare incontro ad un ignoto destino, vorrebbe restituir loro delle vite normali, più semplici, lontane da tanti pericoli, ed invece deve guardarli percorrere la strada che lui stesso ha indicato, non può salvarli dal Male verso cui si dirigono, deve aver fiducia in loro e sostenerli con la sua presenza ed i suoi consigli, come ha sempre fatto.
Ma non solo da Jabez devono separarsi i giovani, momentaneamente si spera, prima di affrontare la nuova missione, e veloci corrono le ore che conducono alla fatidica partenza...
Il momento cruciale arriva inesorabile. Prima di uscire di casa, Anna saluta il padre, che sta leggendo un giornale in salotto, abbracciandolo come se non dovesse vederlo mai più, e l'uomo, convinto che la figlia vada semplicemente in vacanza con gli amici, si sorprende del caloroso saluto, ma lo ricambia senza porre alcuna domanda, considerandolo un naturale slancio d'affetto. La ragazza passa poi in cucina, dove sua madre è impegnata ai fornelli. La donna nemmeno si volta e con tremante voce si limita a dire:
"Fai attenzione e dammi tue notizie... vorrei che tutto questo finisse presto.".
Anna vorrebbe rincuorare la madre, ma sa che le parole ora non servono e si rende conto di aver rimandato fin troppo a lungo un'inevitabile decisione: non può condannare qualcun altro a portarsi dentro la pesante responsabilità che già lei deve reggere, soprattutto sua mamma, anche se la faceva sentir sollevata saperla al proprio fianco in questa difficile situazione. No, non può essere tanto egoista, deve liberare dall'oneroso fardello chi non è obbligato a sostenerlo. La giovane si avvicina alla madre e sorridendo le dà un bacio sulla guancia, strappandole con tale affettuoso gesto i ricordi legati a Gabriel, demoni e poteri soprannaturali. La donna, sollevato il suo cuore da gravose preoccupazioni, recupera in un attimo il suo piglio deciso e raccomanda alla figlia di avvisare quando arriva a destinazione e di non combinare pasticci come il suo solito.
"Non preoccuparti!" risponde con voce squillante la ragazza "Non vado via da sola, vedrai che non succederà niente! Ci vediamo fra qualche giorno. Ciao ciao!".
Si finge allegra Anna e con una gioiosa espressione saluta ed esce di casa. Liam è venuto a prenderla e non appena la vede immediatamente capisce che qualcosa la turba, intuizione confermata dalla furtiva lacrima che dispettosa sbuca dai celesti occhi malinconici.
"Cos'hai?" chiede premuroso il giovane.
"Ho cancellato i suoi ricordi..." confessa tristemente Anna, e non c'è bisogno che aggiunga altro, il significato delle sue parole è più che mai evidente.
"Hai fatto la cosa giusta." commenta sinceramente Liam, stringendo a sé l'amata, quasi a volerla proteggere da tutto ciò che potrebbe farla soffrire.
Un'altra separazione difficile è quella tra Simone e Katia: la ragazza, solitamente ottimista e piena di positive energie, fatica stavolta a spronare il compagno e quasi non vorrebbe lasciarlo andare, temendo in cuor suo di non vederlo tornare.
"Che ti prende?" chiede stranito Simone.
"Non so..." ammette l'altra visibilmente turbata "Ho paura.".
"Ho già affrontato situazioni come questa, perché fai così?"
"Ho l'impressione che stavolta sarà più difficile... e se fosse una trappola?"
"Può essere, ma stai tranquilla, non siamo degli sprovveduti."
Katia, se pur a fatica, si calma, abbandonandosi al caldo abbraccio di Simone, e lui stringendola a sé dolcemente le sussurra:
"Tornerò da te, sempre. E' una promessa.".
La giovane si fa forza e, recuperata la solita grinta, incita il compagno a fare del proprio meglio e tornare vincitore. Quindi lo saluta con un appassionato bacio ed un radioso sorriso, ma, dopo aver richiuso la porta dietro di lui, si sente di nuovo assalire dallo sconforto. Non le appartiene un simile stato d'animo, deve reagire, dar fiducia a chi ha sempre dimostrato di meritarne, e così fa Katia, mettendo a tacere subdoli dubbi ed alimentando invece una positiva ed incrollabile speranza.
Anche Manuela ha un momento di sconforto nel salutare i genitori: deve fingere di esser felice per una vacanza con gli amici, mentre dentro di sé teme che questo viaggio sia senza ritorno e stavolta più delle altre fatica a staccarsi dagli affetti a lei tanto cari con una bugia, quasi sentendosi in colpa nel nascondere la verità. In un secondo le scorrono davanti agli occhi i ricordi dell'infanzia e dell'adolescenza, le crisi e le gioie vissute nella casa che l'ha vista crescere, i cui muri sono impregnati di emozioni indelebili. La tristezza prende per un attimo il sopravvento, ma in fretta viene scalzata da un ben diverso pensiero: anche per questo, per i suoi ricordi, per i suoi cari, Manuela deve e vuole lottare, per i valori che i genitori le hanno insegnato, per la fiducia che hanno in lei, per il loro, ed il suo, futuro. Facendosi scudo di tale convinzione, la ragazza vince la commozione e con il sorriso sulle labbra si congeda dai familiari, un sorriso fiero e sicuro, traboccante di sincero affetto, eppure velato d'una struggente malinconia.
Dunque, è l'ora. I sette compagni partono, con gli animi ricolmi di contrastanti emozioni, forti della loro amicizia, della scelta che li ha uniti, del coraggio e della determinazione che insieme hanno scoperto di possedere. Tutto è stabilito. I giochi sono fatti. Il nemico, il subdolo nemico li sta aspettando, forse ha preparato una trappola, ma non importa: loro andranno incontro al destino con coraggio, nonostante la paura. Non è più il momento di esitare o tirarsi indietro.
Il viaggio è tranquillo ed il gruppo giunge a destinazione quando la luna già domina il cielo notturno. Parcheggiate le auto, i ragazzi scendono e si guardano intorno: non c'è una solo anima in giro, un tetro silenzio regna ovunque, un silenzio di morte, agghiacciante ed irreale. Le strade sono deserte. Non una voce, un minimo rumore. Niente di niente. Sembra una città fantasma.
"Ma qui sono spariti tutti?" si chiede Wolf, incalzato da Fox:
"Non mi piace questa situazione. Non promette nulla di buono.".
"Intuito geniale!" commenta Cat ironica, vagando con lo sguardo in cerca di qualche segno di vita.
Hawk nota il portone aperto di un palazzo e suggerisce ai compagni di entrare per controllare se ci sia qualcuno. I sette cautamente esplorano tutti i piani, ogni singolo appartamento, e, non trovando nessuno, ritornano di nuovo in strada e riprendono a camminare. Che sta succedendo?
"Qualcosa non va..." rimarca Panther.
"Altra geniale intuizione!" esclama pungente Cat, beccandosi un secco rimprovero da Dove:
"La finisci di commentare quello che diciamo?! Prova a dire tu qualcosa di intelligente, se ci riesci!".
Cat sbuffa e di punto in bianco inizia ad urlare:
"Ehi, c'è qualcuno in giro? Volete venir fuori?".
"Che fai?" interviene Hawk chiudendo con una mano la bocca all'imprevedibile ragazza.
Squirrel scuote la testa, ormai rassegnato alle pazzie dell'amica, mentre Fox e Wolf non si trattengono e scoppiano a ridere. Panther, che a fatica resta serio, riporta il gruppo all'ordine:
"La smettiamo di comportarci da bambini? Non siamo qui in gita!".
"Non avete capito niente!" insiste Cat non appena è di nuovo libera di parlare "E' inutile che continuiamo a girare a vuoto. Tanto vale che attiriamo l'attenzione per vedere se succede qualcosa.".
"Non è un'idea sbagliata." osserva Squirrel, ed anche gli altri alla fine si mostrano del medesimo parere.
Cat sorride soddisfatta, come se avesse ottenuto un'eccezionale vittoria, ma non ne può gioire a lungo, perché improvvisamente un'angosciante sensazione si impossessa di lei e dei suoi amici. I giovani si fermano nel bel mezzo della piazza principale, quando d'un tratto ogni luce si spegne nella città e minacciose tenebre calano ovunque inesorabili. Sinistre ombre iniziano a muoversi avvicinandosi ai sette compagni. E' un'allucinazione? O è la realtà?
Unendo le loro energie psichiche i ragazzi riescono a far riaccendere i lampioni nella piazza e nelle vie circostanti, e non è certo un rassicurante spettacolo quello che si vedono davanti: decine e decine di persone, uomini, donne, bambini, anziani, li circondano, come apparsi dal nulla, generati dall'oscurità, ed i loro sguardi non lasciano spazio a dubbi. Sono tutti posseduti, un'intera città in balia dei demoni.
Con i loro poteri medianici i giovani momentaneamente tengono lontani i nemici, ma per quanto potranno farlo? Come esorcizzare così tanta gente in un colpo solo?
"Che si fa?" chiede giustamente Wolf "Qualunque idea è ben accetta!".
"Dobbiamo prendere tempo per capire come muoverci." fa notare Panther "Ma non so come possiamo andarcene da qui adesso!".
Bisogna creare un diversivo e gli unici in grado di farlo sono Hawk e Cat, sfruttando lo speciale potere che scorre in loro. Pronunciando le parole di un antico rituale, i due si procurano sulle braccia delle ferite e riescono così ad intimorire i demoni, che alla vista del temuto sangue indietreggiano spaventati. Approfittando del momento di smarrimento del nemico, i sette amici fuggono via e si dileguano velocemente, confondendo abilmente le loro tracce e barricandosi in un appartamento all'interno di un antico palazzo. Almeno per un po' sono al sicuro, ma devono escogitare un modo per risolvere al meglio la situazione e salvare le persone prigioniere degli spiriti infernali. Cat e Hawk tra l'altro devono riposare per recuperare le energie, senza il loro fondamentale contributo sicuramente sarà impossibile riuscire nell'ardua impresa...
"Ci staranno cercando?" si domanda preoccupata Dove, trascorse alcune ore  dall'incontro coi demoni.
"Non credo." risponde Fox "Tanto lo sanno che siamo ancora qui, stanno giocando al gatto col topo.".
Panther e Hawk sono in disparte che confabulano e, accortasi di ciò, Cat li raggiunge per scoprire di cosa stiano discutendo tanto segretamente.
"Di che parlate?" chiede la curiosa ragazza.
"Niente di particolare." spiega Hawk "Stavamo solo pensando a come muoverci adesso.".
"Non c'è molto di cui discutere." replica stranamente rassegnata Cat "Dobbiamo affrontarli.".
Panther scuote la testa contrariato:
"E' troppo rischioso uscire allo scoperto senza un piano ben definito.".
"Ma quale piano?!" esclama Wolf, che nel frattempo si è avvicinato al trio insieme agli altri compagni.
"Panther ha ragione." afferma sicuro Squirrel "Non possiamo andar là fuori sperando di cavarcela senza aver la minima idea di cosa fare!".
Anche Dove è dalla parte di chi vuole agire con cautela, mentre Fox è dell'opposta opinione, e si scatena inevitabilmente un acceso dibattito tra i due fronti.
"Ma tu non dovresti rappresentare la Prudenza?" domanda perplessa Dove rivolgendosi a Wolf, rammentandogli a quale Virtù sia legato.
"Sì, ma non possiamo restare qua dentro per sempre." ribatte l'altro "Se non ci viene in mente niente, dovremo uscire e affidarci all'intuito e ai nostri poteri.".
Hawk non prende parte alla diatriba, ascolta e tace, lo sguardo assorto, tormentato il suo cuore da un assillante pensiero, e d'improvviso, cedendo ad un incontrollabile scatto d'ira, dà un violento pugno contro una porta, sotto gli occhi attoniti degli amici, che non si spiegano il motivo di un simile gesto.
"Che ti prende?" chiede stupito Fox "E' per qualcosa che abbiamo detto?".
Panther si avvicina al compagno e gli mette una mano sulla spalla, ne ha compreso la preoccupazione e con un eloquente sguardo gli fa capire di condividerla. Il tacito dialogo tra i due muove una certa curiosità nel resto del gruppo ed un significativo silenzio cala di colpo recando con sé infiniti messaggi. Cat si stringe forte ad Hawk, abbandonandosi languidamente tra le sue braccia, e senza guardarlo in viso poche sospirate parole pronuncia:
"E' per me, vero?".
Panther non si trattiene e dà un calcio ad una sedia, scuro in volto, provocando una logica domanda da parte di Dove:
"Si può sapere che avete? Lo spiegate anche a noi?".
"E' me che vogliono." rivela Cat con amara rassegnazione "Avanti, lo sapevamo tutti che era così, ma nessuno aveva il coraggio di ammetterlo.".
"Gabriel è tornato per finire quello che aveva iniziato." osserva Squirrel sconsolato, ed alla sua voce si aggiunge quella di Wolf:
"Eagle non è riuscito a fermarlo per sempre... eppure il sigillo non c'è più...".
"Per ora..." precisa Cat con un malinconico sorriso.
"Ehi, vogliamo darci una mossa?!" irrompe deciso Fox "Non molleremo così facilmente! Non vorrete arrendervi, vero? Intanto liberiamo questa città, poi decideremo che fare.".
La grinta del giovane contagia gli amici, che si scrollano di dosso tristezza e sconforto e, accantonati deprimenti pensieri, si spremono le meningi per escogitare un piano sensato, se uno ce ne può essere!
L'unica proposta che dopo un paio d'ora viene fuori è quella di Wolf, che, stretto lo stomaco dai morsi della fame, suggerisce di cercar qualcosa da mettere sotto i denti.
"Ti pare il momento?" lo rimprovera Dove.
"Sì." replica prontamente l'altro "Abbiamo bisogno di energie. A digiuno non andiamo da nessuna parte.".
"Non ha tutti i torti." ammette Cat.
Nonostante la resistenza di Dove, che non vorrebbe frugare in casa altrui, l'idea di Wolf viene alla fine accolta di buon grado da tutti: a stomaco vuoto non si può riflettere né tanto meno combattere!
La notte passa stranamente tranquilla ed i ragazzi a turno riposano, sperando che la mattina porti loro qualche buona idea. Il sole sorge sulla città assediata, maestoso e caldo, ma non reca con sé utili suggerimenti per i sette amici, che davvero non sanno come togliersi d'impiccio, o forse non vogliono accettare quella che in verità è l'unica soluzione possibile.
Improvvisamente il nemico si rifà vivo, battendo con violenza contro il portone  sprangato del palazzo in cui il gruppo si è rifugiato. Con i loro poteri medianici i giovani impediscono ai demoni di entrare, ma per quanto potranno trattenerli?
D'un tratto il rumore cessa, quasi non ci fosse più nessuno in strada: sicuramente non durerà molto questa tregua, bisogna agire in fretta! E' Cat a mettere in rilievo una realtà che gli altri si rifiutano di prendere in considerazione:
"Se sono qui per me, dobbiamo usare questa cosa a nostro favore.".
"Non ci pensare nemmeno." replica severo Hawk.
"Non vorrai fare da esca?" interviene contrariato Panther "Non te lo lascerò fare, chiaro?".
Cat prova ad imporsi con straordinaria fermezza:
"Non abbiamo tante possibilità. Anche se vado là fuori, non mi uccideranno. Gabriel mi vuole viva, quelli che vuole morti siete voi.".
"E tu che ne sai?" replica Dove, con le lacrime agli occhi "E poi, che vorresti fare da sola?".
"Non avete mai pensato che forse sono l'unica in grado di fermarli?" insiste tenace l'altra "Hanno bisogno di me per liberare Lucifero, magari posso anche distruggere per sempre i loro piani.".
Hawk afferra l'ostinata ragazza per un braccio e guardandola dritto negli occhi giura che non le permetterà mai di affrontare il nemico da sola: in sette sono ed in sette devono rimanere per avere qualche possibilità di vittoria.
"Giusto!" esclama Wolf "E allora uniamo le nostre forze e i nostri poteri, o almeno proviamoci.".
"Hai ragione, è l'unica strada possibile." rimarca deciso Panther.
"E che facciamo, un esorcismo di massa?" osserva perplesso Fox.
Infatti, l'idea è esattamente questa, ed è ovvio che un normale esorcismo non potrebbe essere sufficiente: occorre arrivare ad un tale livello di energia da raggiungere tutti gli abitanti della città. Fondamentale in questo frangente è che ciascuno faccia la propria parte, mettendo a servizio degli altri ciò in cui è più forte: Fox e Wolf terranno lontani i nemici, mentre Panther, Squirrel e Dove si impegneranno completamente nell'esorcismo, sotto la guida di Hawk e Cat, indubbiamente i più ferrati in materia per via della loro innata predisposizione.
Ma Cat mette in rilievo un problema non trascurabile, offrendone nel contempo la soluzione:
"Abbiamo bisogno di qualcos'altro oltre ai poteri psichici per farcela. Userò il mio sangue per portar a termine il rituale e renderlo più efficace.".
"Perché non il mio?" obietta d'istinto Hawk.
"Perché tu sei più forte di me." gli risponde Cat con voce vellutata, sfiorandogli dolcemente il viso con la mano "Tu e Panther siete i più forti, c'è bisogno di tutta la tua energia. Ognuno di noi deve dare il meglio di sé, ed è quello che intendo fare anch'io. Non so come mai, ma loro temono più il mio sangue che il tuo. E' questa la mia forza, devi accettare la mia decisione. Sono sicura che andrà tutto bene.".
Il risoluto e persuasivo discorso della giovane, accompagnato dai suoi occhi ridenti e fiduciosi, infonde coraggio negli amici: è proprio la Speranza la Virtù di Cat, risplende nel suo sguardo, traspare dai suoi gesti e sgorga dalle sue parole. Con un tenero bacio la ragazza rincuora l'amato, mentre anche Dove e Wolf per un attimo si lasciano trasportare dal sentimento che li unisce e si stringono l'uno all'altra, giurando a se stessi che questo non sarà l'ultimo abbraccio tra loro.
Non è più tempo di aspettare, è giunta l'ora di fronteggiare il nemico. Panther fa un cenno e seguito dai compagni esce allo scoperto, alla luce del sole. Per strada non c'è nessuno ed i sette si dirigono verso la piazza principale: là li guida il loro istinto e là andranno. Arrivati nello stesso punto in cui la sera precedente erano stati accerchiati, i giovani si fermano, disponendosi in cerchio, e si guardano intorno.
Ecco che un po' alla volta le persone possedute si fanno avanti, circondando il gruppo di amici. E' uno spettacolo mostruoso e mostruoso è pensare che tanta gente sia in balia di creature infernali: quant'è grande il potere degli spiriti demoniaci? E se questi sono dei semplici soldati, mandati in avanscoperta, cosa accadrebbe se Colui che li ha generati e li governa risorgesse dalle fiamme e mettesse concretamente piede nel mondo? Sarebbe la fine, la fine di tutto...
Hawk si concentra, raggiungendo uno stato di trance cosciente, ed inizia a pronunciare antiche formule rituali. Alla sua voce si uniscono quelle di Dove, Panther e Squirrel, mentre Fox e Wolf impediscono ai nemici di muoversi. Cat fa alcuni passi ed esce dal gruppo, con gli occhi chiusi, sussurrando arcane frasi in una lingua sconosciuta, forse nemmeno umana. Un'aura angelica lentamente la avvolge, quasi un potere divino, e da una profonda ferita sulla sua mano destra comincia a fluire una quantità impressionante di sangue d'un rosso vivo, che a cerchio si dispone intorno a lei ed ai suoi compagni, diramandosi poi in sottili rivoli purpurei in direzione degli individui posseduti. Grida lancinanti squarciano il cielo. I demoni sono costretti ad abbandonare i corpi in cui si erano insediati e le persone finalmente libere crollano a terra svenute.
Se pur con un immane dispendio di energie i sette custodi dei gioielli portano a termine con successo il complesso esorcismo e concluso il rituale tutti gli abitanti della città giacciono al suolo privi di sensi, ma vivi. Hawk, raccolte le ultime forze, si avvicina a Cat e lei sviene tra le sue braccia, terribilmente pallida in viso e fredda come un cadavere: ha perso molto sangue, ma di certo non è questo il motivo del suo stato, non servirà portarla in ospedale per farla riprendere, di altro ha bisogno e solo Jabez probabilmente può aiutarla.
Assecondando l'istinto i giovani ripartono in tutta fretta. Sono distrutti, quasi completamente senza energie, e sorretti soltanto dalla preoccupazione per l'amica in fin di vita si precipitano senza esitare da Jabez, sperando di non arrivar troppo tardi. Se potesse volare Hawk lo farebbe, e a gran velocità spinge l'auto sull'asfalto, mentre rabbia e dolore creano dentro di lui un'esplosiva commistione che gli impedisce di ragionare: una sola cosa gli importa, salvare la ragazza che ama più di se stesso, a qualsiasi costo.
Jabez, per telefono, viene informato in breve di quanto accaduto da Manuela ed immediatamente si dirige a casa di Simone, dove insieme a Katia aspetta con ansia il ritorno dei sette amici.
"Puoi aiutarla, vero?" chiede ad un certo punto la giovane, visibilmente in ansia per la compagna ferita.
"Non so, spero di sì." ammette serio il saggio uomo "Ma prima devo capire cosa le è successo.".
Interminabili minuti si susseguono lenti e pigri ed il loro ticchettio nella mente rende insostenibile il crudele scorrere del tempo, quand'ecco che finalmente Sebastiano e gli altri arrivano, piombando in casa come delle furie.
Anna, ancora priva di sensi, viene delicatamente riposta sul letto da Liam: il suo respiro è quasi impercettibile, come il battito del suo cuore, ed il suo viso è più bianco e freddo della neve. Jabez la osserva scrupolosamente e si fa spiegare per filo e per segno come si sia svolto il complicato esorcismo. Dopodiché rivolge ai giovani amici una precisa richiesta:
"Datemi i vostri gioielli.".
"A cosa ti servono?" si informa Kirk, togliendosi dal collo il suo ciondolo.
"La salverai?" domanda Liam con viva apprensione.
Jabez, senza dir nulla, raccoglie i preziosi monili e li dispone accanto ad Anna. Quindi esce dalla camera invitando i suoi ragazzi a far lo stesso e loro, se pur restii, lo seguono. Appena fuori dalla stanza, il saggio uomo rivela ciò che presume d'aver capito:
"Se è come penso, nel momento in cui avete fatto quell'esorcismo, le vostre energie sono confluite in Anna e da lei, attraverso il suo sangue, sono arrivate ai demoni, ricacciandoli all'Inferno. E' come se lei avesse raccolto dentro di sé i vostri poteri e li avesse portati all'ennesima potenza. Ovviamente questo le ha creato un enorme scompenso, sia mentale che fisico, ed ha intaccato le sue funzioni vitali...".
Liam, esasperato, interrompe il discorso ripetendo la domanda fatta poco prima:
"Si salverà?".
"Dipende da lei." risponde pensieroso Jabez "Di più non posso fare. I gioielli dovrebbero aiutarla a ristabilire l'equilibrio sia psichico che fisico. Lei dovrà fare il resto. Se è abbastanza forte, come credo, se la caverà.".
Manuela e Katia si guardano sconsolate. Kirk scuote la testa. Fabio si mette le mani tra i capelli e Simone chiude gli occhi come se stesse pregando. Liam, fermo immobile, fissa la porta chiusa della camera da letto, mentre Sebastiano, con le mani appoggiate al muro, tiene gli occhi rivolti a terra, vuoto il suo sguardo come la sua mente.
"Quanto dobbiamo aspettare?" chiede con voce cupa Simone.
Jabez non risponde ma rivolge un'eloquente occhiata a Liam, dalle cui labbra escono solo poche significative parole:
"Anna sta lottando, lo sento. Tornerà da noi, ne sono sicuro.".
E non sbaglia il giovane, bene ha percepito cosa si agiti nell'animo della ragazza da lui profondamente amata, una battaglia che soltanto lei può combattere e vincere dentro se stessa, una battaglia contro le sue paure e contro il Male che subdolo la vorrebbe dalla sua parte.

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Cosa ne sarà di Anna? Come riuscirà a salvarsi dal Male che è entrato in lei? Arriverà qualcuno ad aiutarla o dovrà farcela da sola?... Con queste domande vi saluto! E un grazie di cuore a chi mi segue...
A presto!!
Marta

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Capitolo 16
*** La battaglia di Anna ***


PARTE II. I SETTE PECCATI CAPITALI

CAPITOLO IX. LA BATTAGLIA DI ANNA

Anna riapre gli occhi e nella mente ancora vivo ha l'ultimo violento scontro col nemico ed il difficile esorcismo compiuto con gli amici. Ma adesso, dove si trova? E dove sono gli altri? Intorno a lei, silenzio ed oscurità. Le sembra d'essere in un vecchio magazzino abbandonato e fuori dev'essere notte fonda, non penetra luce dalle grandi finestre se non lo sbiadito bagliore di un lampione. D'un tratto, una voce:
"Ehilà, come va?".
La ragazza si guarda in giro spaesata e non lontano da lei, seduto su di una cassa, scorge un individuo che la sta fissando con un ambiguo sorriso. Lo sconosciuto scatta in piedi e si avvicina a passi lenti, con le mani in tasca ed una malandrina espressione: potrebbe avere tra i quaranta e i cinquant'anni, non si capisce dal suo viso, i cui particolari lineamenti ne nascondono l'età dietro marcati chiaroscuri e vistose rughe sulla fronte ed intorno ai vispi occhi verdi; la bocca sottile è dischiusa in un enfatico sorriso, mentre i capelli biondo scuro, corti e spettinati, donano un'aria scanzonata al singolare individuo, vestito in maniera decisamente giovanile, con jeans sdruciti, camicia blu e giacca di pelle.
Anna, inginocchiata a terra, osserva immobile lo sconosciuto che si china di fronte a lei e nuovamente le chiede:
"Allora, come va?".
"Chi sei?" domanda la giovane perplessa e diffidente.
"Io sono Michele." le risponde l'altro, porgendole una mano per aiutarla ad alzarsi.
Il dialogo viene bruscamente interrotto da dei rumori che insospettiscono subito Anna: dev'esserci qualcun altro nel magazzino e non è certo una benevola presenza quella che nitidamente si percepisce nell'aria. Con gran sorpresa la ragazza scopre di non indossare più la sua divisa e di non avere al dito l'anello con il gatto stilizzato. Cosa sta succedendo? I suoi compagni dove sono? E perché non ha paura dell'individuo appena incontrato ed ha invece l'impressione di doversi fidare di lui?
Troppe domande che non possono trovar una risposta ora, anche perché un demone appare dal nulla ed aggredisce Anna. Lei abilmente si difende e con i suoi poteri inizialmente tiene a bada l'avversario, accorgendosi che di fronte non ha una persona posseduta da uno spirito maligno, bensì una strana entità, immateriale eppure terribilmente concreta, una creatura non corporea risorta nella sua essenza dalle fiamme infernali. Come sconfiggerla? La lotta è dura, l'esito incerto, ma qualcosa accade, un prodigio imprevisto: da una delle finestre aperte entra una candida colomba che si fionda sul demone facendolo svanire in una nube di fumo.
Anna rimane a bocca aperta, non si capacita di ciò che ha visto, e tra l'altro scopre di essere di nuovo sola. Confusa e spaventata esce dal magazzino ed appena fuori dalla porta si imbatte nello sconosciuto che si era poco prima presentato come Michele.
"Tu sai dove sono e cosa sta succedendo, vero?" chiede risoluta la giovane.
"Diciamo di sì." ammette l'altro con un emblematico sorriso.
"La pianti di sorridere e mi spieghi quello che sai?!" ribatte Anna cominciando ad innervosirsi.
"Che caratterino!" replica Michele "Eppure dovresti aver capito dove siamo. Chi meglio di te può saperlo?".
La ragazza, sospettosa, si guarda intorno e ripescando nella memoria uno sbiadito ricordo riesce a comprendere dove si trovi: è l'antico porto di una città in cui era stata in vacanza coi genitori, quando aveva più o meno sei anni, ed in quel posto allora si era persa per rincorrere un gattino. Quanta paura aveva provato vedendosi da sola in un luogo sconosciuto! L'angoscia ed il terrore di quei momenti si riaffacciano prepotenti nel suo cuore, emergendo dall'oblio in cui erano stati relegati, recando con loro una forte inquietudine.
"Perché siamo qui?" domanda Anna sempre più confusa.
"Siamo nella tua anima." confessa serio Michele "L'esorcismo che avete fatto tu e tuoi amici ti ha portato ad essere il fulcro di tutte le energie in campo in quel momento. Male e Bene stanno lottando dentro di te ora ed in gioco c'è la tua vita.".
"Tu sei qui per aiutarmi o per stare a guardare?"
"Io sono qui perché devo essere qui, ma la battaglia è tua."
D'improvviso un'altra creatura infernale attacca Anna e lei come prima strenuamente si difende, tanto più che adesso sa cosa ci sia in palio e non è intenzionata ad arrendersi. Il nemico è forte, fortissimo, sembra non ci sia modo di annientarlo, ma quando la situazione sembra precipitare, un maestoso lupo fa la sua comparsa e, come prima la colomba, si avventa contro il demone riducendolo ad un'oscura nube che presto svanisce.
"Sono i miei amici che in qualche modo mi stanno aiutando." intuisce Anna, mentre volge gli occhi da una parte all'altra in cerca di Michele, di nuovo svanito nel nulla.
La ragazza si mette in cammino, senza una meta, e si addentra nella città, chiedendosi come mai proprio in questo posto sia ambientata la battaglia. Semplice: è uno dei luoghi dove si è sentita più indifesa, debole, spaventata, per questo è riemerso dalla sua memoria come oscuro scenario per la difficile lotta. La città è deserta, avvolta dalle tenebre di una notte senza luna. Anna entra in un bar e qui ritrova Michele, seduto ad un tavolo a sorseggiare una birra.
"Non c'era nessuno e mi sono servito." spiega il singolare individuo, mentre Anna gli si accomoda di fronte e lo fissa in attesa di chiarimenti.
"Vuoi sapere chi sono, vero?" è la logica deduzione di Michele, che pone in seguito all'interlocutrice una sibillina domanda:
"Non ti dice niente il mio nome?".
La giovane riflette un attimo e poi titubante azzarda un'ipotesi:
"L'unica cosa che mi viene in mente sono... gli arcangeli... ma non è possibile...".
"Ancora pensi che ci sia qualcosa di impossibile?!"
"Tu sei l'arcangelo Michele?!"
"E' un po' riduttiva come definizione, ma può esser utile, giusto per capirci. Insomma, usiamo pure i termini della tua religione, per intenderci, come fa il tua amico Jabez..."
"Lo conosci?"
"Non interrompermi per favore!"
Michele si zittisce davanti allo sguardo esterrefatto ed incredulo di Anna: le riesce così difficile credere a tutto questo, anche se, come esistono Satana e i demoni, perché non dovrebbero esistere gli angeli? E lei, in fondo, ci ha sempre sperato...
Ci sarebbe ancora molto da dire, ma il dialogo è malamente interrotto da un demone, che scaraventa un tavolo contro Michele ed Anna e quasi per miracolo la ragazza riesce a deviarne all'ultimo momento la traiettoria. Il furente nemico viene avanti minaccioso ed al suo attacco rapida reagisce la tenace giovane, abile a gestire le proprie energie medianiche mettendo in difficoltà il potente avversario. Ma questi non demorde, i suoi poteri si rafforzano di secondo in secondo e senza rendersene conto Anna finisce a terra rischiando di venire sopraffatta. In suo soccorso giunge però una scaltra volpe, che con un agile balzo si fa incontro al demone svanendo insieme a lui senza lasciar tracce.
Stavolta Michele non se ne è andato ed aiuta Anna a rialzarsi invitandola poi ad uscire dal bar per far due passi e proseguire il discorso interrotto. La ragazza, benché provata dai recenti scontri susseguitisi in breve tempo, accetta la proposta, ansiosa di trovare finalmente le risposte ai propri innumerevoli dubbi. Ma non dei grandi misteri della vita e della morte pare intenzionato a discutere Michele, e come se stesse chiacchierando con una vecchia amica si rivolge alla giovane al suo fianco:
"Beh, come ti senti? Hai coraggio, lo sai? Mi piaci, davvero!".
"Ti ringrazio." interviene l'altra "Però avrei un po' di cose da chiederti.".
"Attenta, guarda che non sono qui per rivelarti chissà quali segreti."
"Qualche spiegazione almeno me la merito?"
Come obiettare? Purtroppo, l'ennesima creatura infernale si fa avanti ed Anna è nuovamente costretta a difendersi, cosa che inizia a farla sul serio arrabbiare: che seccatura questi demoni! Ancora una volta l'intrepida ragazza ribatte colpo su colpo agli attacchi del nemico, ma si rende conto che gli spiriti infernali con cui si sta scontrando diventano via via più brutali e difficili da contrastare. Ad un certo punto Anna viene scaraventata contro un muro e sanguinate in viso si rialza a fatica, reggendosi a malapena in piedi. Stavolta in sua difesa compare uno scoiattolo, che, lanciandosi nel vuoto dalla finestra di un palazzo, atterra sulla spalla dell'agguerrito demone e lo morde al collo, facendolo dissolvere in un cumulo di cenere. E Michele?
"Accidenti a lui..." pensa tra sé la dolorante giovane, asciugandosi con la mano il sangue che, da una vistosa ferita in fronte, le cola sugli occhi.
Ma Michele non è sparito e sbucando da una via secondaria invita Anna a seguirlo: con queste continue interruzioni non si riesce proprio a concludere un discorso! La ragazza subito lo raggiunge e con reverenziale timore gli pone una domanda:
"Allora, è tutto vero... Gli angeli? Dio?...".
"I concetti di vero e falso, reale e non reale, appartengono solo alla dimensione terrena e ti confesso che sono piuttosto limitanti. Voi esseri umani avete il bisogno di definire tutto, ma forse questo non è necessario. Bene e Male, comunque li chiami, esistono, e il punto non è che nome dargli, ma  da che parte stare.".
"Tu però mi sembri piuttosto... come dire... umano."
"Questa è la forma che noi spiriti celesti assumiamo nei rari casi in cui dobbiamo comunicare faccia a faccia con voi, quando non ci basta farlo attraverso la vostra anima."
Anna si zittisce e riflette. Avrebbe così tante cose da chiedere, ma sa perfettamente che non le è concesso avere tutte le risposte che vorrebbe e si limita perciò a fissare con occhi smarriti il suo insolito compagno di viaggio, in attesa di ricevere da lui un qualsiasi chiarimento. Michele coglie il tacito messaggio e prova ad accontentare la silente richiesta per quel poco che gli è permesso fare:
"Vedi, noi e voi siamo come rami di uno stesso albero, non siamo poi così diversi. E se noi siamo liberi da certi vincoli e convenzioni, propri degli esseri viventi, sappi che ne abbiamo altri, e non siamo né perfetti né infallibili...".
"Gabriel, chi è?"
"Appartiene alla schiera degli angeli caduti, quelli che come Lucifero si sono ribellati. Il suo vero nome è Asmodeus e la sua malvagità l'ha portato ad essere una guida per i demoni... Tra l'altro a mio fratello Gabriele secca molto che quel tipo si diverta a usare il suo nome!"
Di nuovo la conversazione si interrompe e fa la sua apparizione un mostruoso demone, dal fisico possente ed il volto sfigurato. Anna rabbrividisce e per di più è terribilmente stanca, non sa se riuscirà in queste condizioni ad affrontare lo spaventoso nemico, mentre Michele si fa da parte, non gli è consentito intervenire, se solo si azzardasse a violare tale ordine provocherebbe la morte della sua giovane amica. Anna comunque non si abbatte, più volte viene scaraventata a terra dal fortissimo avversario ma sempre si rialza e reagisce, e quando ormai le forze iniziano a mancarle, una maestosa pantera si scaglia contro il demone, che tra le fiamme si dissolve, inghiottito dal fuoco infernale. Michele si avvicina ad Anna, inginocchiata a terra, stremata, ed accanto a lei si siede, sorridendole intenerito.
"Ce la faremo da soli ad affrontare tutto questo?" chiede titubante la ragazza, con un fil di voce.
"Non siete soli." risponde l'altro con rassicurante sguardo "Non lo siete mai stati. Cosa credi siano le Virtù che già da tempo avete capito essere legate a voi? Se conosci un po' la gerarchia celeste, dovresti saperlo: sono anch'esse entità angeliche, se così volgiamo chiamarle. In un certo senso sono i vostri angeli custodi, i vostri poteri da loro derivano.".
"E allora, perché Brian è morto?"
"Ho detto che vi proteggono, ma non possono salvarvi da tutti i pericoli: vi danno gli strumenti e la forza per affrontarli, il resto sta a voi."
Anna è stanca, non ha nemmeno il fiato di muoversi, ha solo una gran voglia di rivedere i suoi amici ed abbracciare Liam, e colta dallo sconforto scoppia a piangere, coprendosi il viso con le mani, quasi si vergognasse della sua fanciullesca reazione. Michele non la conforta a parole, ma la afferra per un braccio costringendola ad alzarsi in piedi, per poi spronarla a suo modo:
"Sfogati, piangi, grida, fa' quello che vuoi, e quando ti sarai liberata, alza la testa e guarda avanti. Non è finita, per uscire da qui hai ancora da fare.".
La giovane si asciuga le lacrime, respira a fondo e con passo fiero riprende il cammino, per scovare gli ultimi demoni da battere così da poter tornare presto a casa. E non dura molto la ricerca, sotto forma di una sensuale donna si presenta il prossimo avversario, e stavolta è Anna ad attaccare per prima, compensando con la grinta ed il coraggio le energie ormai scarse. E' dunque uno scontro alla pari questo, non perché il demone sia più debole, bensì perché è Anna più determinata e convinta, sicura di sé e fiduciosa di poter aver la meglio: ci sono delle persone speciali che la aspettano e lei non le deluderà!
La battaglia imperversa, l'equilibrio non si spezza e a dar una svolta alla situazione giunge dall'alto un falco, che rapace punta la demoniaca creatura e la trafigge, dissolvendosi con lei in una nube di polvere.
"Solo se credete in voi potrete farcela." rimarca Michele, posando una mano sulla spalla di Anna, e lei finalmente sorride, rasserenandosi in viso.
Sorge il sole all'orizzonte, il cielo si tinge dei colori dell'alba, anche se le tenebre, restie a cedere il passo, si trattengono più del dovuto impedendo al nuovo giorno di nascere.
"Ho un'ultima cosa da dirti." continua Michele, con aria scanzonata "E' da un po' che io e i miei fratelli vi osserviamo. Abbiamo fiducia in voi. Crediamo in voi.".
"Non dovremmo essere noi a credere agli angeli?" replica divertita Anna "Mi fa strano pensare il contrario... E chi sono i tuoi fratelli? Gli altri due arcangeli?".
"Non due, ma sei." precisa l'interlocutore "Siamo in sette, siamo gli angeli planetari, o arcangeli, o spiriti di luce. Abbiamo tanti nomi ma questo siamo e questo saremo sempre... Adesso però basta, non sono un'enciclopedia!".
Anna ride e la sua risata è così spontanea e cristallina da contagiare Michele. D'un tratto però la ragazza si rabbuia, avverte una minacciosa presenza alle proprie spalle e, voltandosi, si trova davanti l'ultimo demone da sconfiggere per riconquistare il controllo della sua mente e della sua vita. Uno scambio di infuocati sguardi dà il via alla battaglia decisiva e stavolta è Anna con le sue sole forze ad annientare il crudele ed infido nemico, quel nemico che dentro di lei si celava, alimentandosi delle sue paure e soprattutto del radicato e subdolo timore di essere per sempre legata al Male essendo stata un tempo la CHIAVE delle porte infernali. Terminato lo scontro, una dolce gattina compare ai piedi della coraggiosa giovane e miagolando la fissa con occhi languidi, per poi andarsene svanendo all'orizzonte, nel caldo abbraccio del sole nascente.
Le tenebre si dileguano e Michele porta a termine il suo compito ponendo Anna di fronte ad un'importante decisione:
"Ti offro due possibilità: puoi tornare indietro e affrontare tutte le difficoltà e le sofferenze che ti si presenteranno in futuro, o puoi scegliere di venire con me e raggiungere la pace, la serenità, potrai rivedere il tuo amico Brian e vegliare dall'alto sui tuoi compagni. A pochi è concesso di poter scegliere. Che vuoi fare?".
La ragazza sorride, raggiante in viso, negli occhi ha scritta la strada che vuole intraprendere, e con poche semplici parole si congeda da chi fin qui l'ha accompagnata:
"Mi stanno aspettando, il mio posto è là... e salutami Brian per favore.".
Michele osserva Anna che si allontana, camminando sicura e fiduciosa verso il destino che la attende, ed in un lampo di luce svanisce infine l'angelo, per far ritorno in quel luogo indefinito da cui tutto proviene ed in cui tutto confluisce in un modo o nell'altro, quel luogo che ha mille nomi senza averne nessuno, perché non si può costringere in una parola ciò che non ha limiti né confini e non appartiene né al tempo né allo spazio ma del tempo e dello spazio è origine e fine...
...Sono trascorsi tre giorni dal loro rientro e Sebastiano e compagni se ne stanno rintanati a casa di Simone e Katia, insieme a Jabez. Non possono farsi vedere in giro, per riuscire a partire senza destar sospetti avevano detto che avrebbero fatto una vacanza di una settimana e ora devono star attenti a non smascherare la bugia da loro stessi inventata. Ma non è tanto questo che impedisce loro di muoversi, quanto piuttosto la viva preoccupazione per la cara amica, immersa ancora in un profondo sonno dal quale chissà quando, e se, si sveglierà.
Liam veglia costantemente su Anna, non si è allontanato nemmeno un secondo, è rimasto seduto accanto lei in attesa di vederle riaprire gli occhi, ma stremato dalle notti insonni e dalla stanchezza, pur non volendo ad un certo punto si assopisce, stringendo la mano dell'amata. E' una dolce carezza a destarlo ed il suo sguardo sorpreso immediatamente si posa sulla compagna, seduta sul letto con un radioso sorriso ad illuminarle il viso. Liam la abbraccia forte, senza dir una parola, nemmeno gli viene in mente di chiamare gli altri. Troppo grande è la sua gioia, qualunque pensiero passa in secondo piano: la sua Anna è viva, questo solo conta!
Intanto, in salotto, anche il resto del gruppo è stato vinto dalla stanchezza e Morfeo regna sovrano. L'unico sveglio è Jabez, che cauto e silenzioso si dirige verso la camera da letto e, spiando dalla porta socchiusa, scorge Anna e Liam teneramente abbracciati. E' felice che la sua giovane e coraggiosa amica sia salva ed inaspettatamente la scena a cui di nascosto assiste risveglia in lui una consapevolezza mai maturata prima: quei due ragazzi hanno sovvertito un destino apparentemente immutabile, come prima di loro aveva fatto Brian, sventando un piano che pareva perfetto a costo della propria vita; e allo stesso modo Sebastiano, Simone, Manuela, Fabio e Kirk hanno deciso di mettersi in gioco per realizzare qualcosa di veramente importante, per riportare la speranza in questo mondo, nel quale ancora credono nonostante tutto, forti della loro amicizia e della reciproca fiducia; e poi ci sono Katia, che con altruismo e determinazione ha scelto di prender parte ad una difficile missione, ed il padre di Anna, che per salvare la figlia ha messo a repentaglio la vita, non badando al pericolo a cui andava incontro. A queste persone appartengono il mondo ed il potere di salvarlo dal Male che lo infesta, a queste persone che non hanno bisogno di poteri soprannaturali perché celano dentro di sé il potere più grande, nei loro cuori e nelle scelte che quotidianamente fanno. Jabez si concentra nuovamente su Anna e Liam. L'idea di saperli insieme non lo spaventa più ed anzi genera in lui la speranza che questa non sia la fine, bensì l'unica via per la salvezza. Ciò che doveva accadere è accaduto e nessuno poteva impedirlo. I sette Peccati dovevano risvegliarsi tutti e saranno sentimenti veri come amicizia, amore, lealtà e coraggio a rispedirli all'Inferno. Certo, essi continueranno sempre a muoversi nel mondo, alla natura umana appartengono e questo non si può cambiare, ma li si può sconfiggere ogni giorno, confrontandosi con se stessi, con le proprie paure, e scegliendo da che parte stare.
Sebastiano per primo apre gli occhi e curiosando per casa raggiunge Jabez, scoprendo così che Anna ha finalmente ripreso conoscenza. Immediatamente viene dato  a tutti il lieto annuncio ed il gruppo al completo si precipita in camera per abbracciare la rediviva amica. Manuela per la gioia scoppia a piangere e Kirk sbadigliando commenta:
"Per una volta, possiamo evitare le lacrime?!".
Fabio, sollevato nel vedere la compagna sana e salva, finalmente si rilassa e di nuovo si lascia assalire dalla stanchezza, addormentandosi in piedi appoggiato allo stipite della porta. Simone d'istinto gli dà uno scossone, facendogli involontariamente perdere l'equilibrio. Conclusione? Fabio frana a terra come un sacco di patate ed i suoi amici scoppiano a ridere.
Anna restituisce ai legittimi proprietari i preziosi gioielli che tanto l'hanno aiutata, raccontando poi del particolare viaggio che ha intrapreso nella sua mente e dell'individuo che in tale viaggio l'ha accompagnata. Conclusa la dettagliata narrazione, una spontanea domanda pone a Jabez la ragazza:
"Michele, era reale o era solo frutto della mia fantasia?".
"Dovete scegliere voi a cosa credere." risponde il saggio uomo "Non a tutto ci sono spiegazioni razionali, dovreste averlo capito ormai.".
"E adesso che si fa?" interviene Kirk, rivolgendo un eloquente sguardo ai compagni.
"Togliamoci dai piedi Gabriel e i suoi demoni, una volta per tutte!" conclude risoluto Sebastiano, al quale fa seguito una spontanea e confortante affermazione di Anna:
"Possiamo farcela. Ora ne sono sicura.".

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Abbiamo fatto la conoscenza del generale supremo degli eserciti celesti, l'arcangelo Michele. Forse il modo in cui l'ho descritto è un po' originale, ma mi piace pensarlo così, tanto "angelico" quanto "umano". Molte nozioni che troverete nei prossimi capitoli riguardo alla mitologia cristiana, e non solo, non sono inventate. Ho fatto varie ricerche raccogliendo diverse tradizioni ed interpretazioni, per poi lavorarci su ed esprimerle alla mia maniera, dal mio punto di vista. Sempre nel rispetto delle fonti a cui ho fatto riferimento.
Intanto vi anticipo che ci avviciniamo alla conclusione di questa parte... A presto!!
Marta

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Capitolo 17
*** Un aiuto inatteso ***


PARTE II. I SETTE PECCATI CAPITALI

CAPITOLO X. UN AIUTO INATTESO

Attacchi di demoni si susseguono per tutto luglio e agosto, improvvisi e violenti, eppur mai decisivi: sembra una tattica ideata per temporeggiare, ed entrambi i fronti ne approfittano per studiarsi a vicenda.
La svolta decisiva avviene a settembre, in una tiepida sera di fine estate. Sebastiano e compagni sono riuniti in un tranquillo parco cittadino e, seduti sulle panchine, fanno il punto della situazione, confrontandosi sulle impressioni raccolte nell'ultimo periodo, mentre Katia espone i significativi elementi che scrupolosamente ha analizzato. D'un tratto, ogni rumore si zittisce, si crea il vuoto intorno al gruppo di amici e l'oscurità cala implacabile avvolgendo ogni cosa. Nel silenzio una voce risuona imperiosa:
"Mi sono stancato di giocare. Facciamola finita.".
Tra le tenebre un'ombra avanza, un'ombra che di queste tenebre è l'origine ed il fulcro, un'ombra che ha un nome, e un volto, e due occhi impregnati di malvagità.
"Asmodeus." esordisce in tono beffardo Cat, soggiungendo poi:
"Finalmente ti fai vedere... Adesso sappiamo chi sei.".
"E a che vi serve?" replica sprezzante il demoniaco essere, ormai ad un passo dai giovani "Avrei potuto liberarmi di voi da un bel po'. Avevo voglia di divertirmi, ma devo portar a termine il mio compito e voi state diventando piuttosto fastidiosi.".
"Se avessi potuto farci fuori tanto facilmente, l'avresti già fatto." rimarca Panther con aria di sfida "O noi siamo più forti di quello che pensavi, o sei tu a non essere all'altezza del tuo compito.".
Finito di parlare, d'improvviso il ragazzo si piega su se stesso, visibilmente sofferente: un lancinante dolore gli trafigge il petto e lo fa crollare a terra in ginocchio, con gli occhi chiusi ed i denti stretti.
"Bastardo! lascialo stare!" grida Hawk contro Asmodeus, mentre Cat e Dove si chinano accanto al dolorante amico per soccorrerlo.
Katia è terrorizzata e si stringe tremante a Squirrel: non si era mai trovata nel mezzo della battaglia ed è la prima volta in vita sua che prova tanta paura, il terrore le impedisce di muoversi e ragionare, come se una morsa le stringesse mente e cuore bloccandole in gola il respiro. Il compagno la stringe a sé, si odia per averla trascinata in mezzo ad un simile pericolo e adesso vuole solo proteggerla dal Male che incombe e avanza più forte che mai.
Asmodeus sorride soddisfatto e momentaneamente libera dal suo potere Panther, che a fatica si rialza sorretto da Wolf e Fox. Hawk decide di intervenire: forse non potrà annientare il potente nemico, ma di sicuro potrà tenerlo impegnato per un po' permettendo agli amici di scappare. Dall'espressione del compagno Cat ne intuisce le intenzioni ed immediatamente gli si avvicina per dissuaderlo dalla folle impresa:
"Non provare ad andare contro a quel mostro da solo. Moriresti per niente!".
"Dobbiamo fermarlo in qualche modo." ribatte l'altro determinato "O ci ucciderà tutti... e porterà via te.".
"Non si sacrificherà nessuno." afferma risoluto Panther.
"Arrendetevi." insiste Asmodeus, con aria di superiorità "Datemi quello che voglio e vi lascerò vivere... almeno per un po'.".
"Mai!" replica perentorio Fox.
Ma l'impietoso demone ripete il gioco fatto poc'anzi e stavolta porta il suo attacco a tutti i ragazzi di fronte a lui, tutti tranne Cat, che impotente assiste alla terribile scena senza poter far nulla per gli amici piegati dal dolore, e travolta da una rabbiosa disperazione riesce solo ad urlare all'infido essere di smetterla.
Occorre un'idea, un modo per prender tempo, per fermare il feroce nemico almeno momentaneamente, e Cat è pronta a mettersi in gioco, riponendo un'assoluta ed incrollabile fiducia nei compagni. Così, sotto gli sguardi esterrefatti degli amici inginocchiati a terra, paralizzati dal dolore, la coraggiosa giovane con passo sicuro si dirige verso Asmodeus, senza dir una parola, lasciando che siano i suoi gesti a parlare, ed il demone ride per la vittoria, afferrando per un braccio la sua preda per portarla via con sé. Inutili sono le grida di Hawk, che a gran voce chiama Cat per farla tornare indietro: ormai è tardi, non può più fuggire, e prima di essere inghiottita dalle tenebre la ragazza rivolge ai compagni un eloquente sguardo, il cui significato a tutti appare chiaro. C'è ancora speranza nei celesti occhi, e fiducia, e amore.
Nell'oscurità si dileguano Asmodeus e Anna, e solo quando sono scomparsi, Sebastiano e gli altri riescono a rialzarsi in piedi, benché alquanto provati. L'unico a restare a terra è Liam, che versando amare lacrime prende a pugni il freddo suolo, senza nemmeno sollevare la testa.
Manuela, disperata, piange tra le braccia di Kirk. Katia si stringe a Simone cercando di tranquillizzarsi e riprendersi, fisicamente e mentalmente. Sebastiano ha lo sguardo fisso nella direzione in cui l'amica se ne è andata. A smuovere gli affranti compagni ci prova Fabio, facendosi forza e scrollandosi di dosso paura, delusione e sconforto:
"Anna ci ha lanciato un chiaro messaggio, non l'avete capito? Non possiamo deluderla. Troviamola e chiudiamo questa storia una volta per tutte. Diamoci da fare!".
Ciò detto il giovane porge una mano a Liam, per spronarlo ad alzarsi e soprattutto a non farsi dominare da rabbia e dolore, perché così non salverà la sua amata Anna. Le debolezze vanno superate, i sentimenti negativi messi da parte. Le carte sono in tavola, bisogna giocare la partita.
I giorni successivi sono dominati dall'assidua, e per certi versi frenetica, ricerca del luogo in cui Asmodeus è intenzionato a compiere il rituale per aprire le porte infernali, ma i demoni sono astuti e spargono ovunque nel mondo segnali della loro presenza, creando perciò un ingannevole diversivo e rendendosi davvero difficili da stanare.
Ma i volonterosi e determinati amici non demordono ed ognuno dà il proprio contributo senza risparmiarsi. Simone e Katia lavorano sul computer giorno e notte nell'intento di perfezionare il programma di ricerca. Jabez si affida ad antichi testi ed ai suoi spiriti guida per carpire importanti informazioni, mentre il resto del gruppo si adopera per scovare utili indizi tramite libri, televisione, internet e qualunque altro mezzo a loro disposizione. Ci sono poi da tener a bada i genitori di Anna, onde evitare si insospettiscano per l'insolita scomparsa della figlia, ed è a Manuela che tocca rimediare inventandosi un'ipotetica gita romantica della sua amica insieme a Liam, e rendendo veritiera tale bugia più con i suoi poteri psichici che con persuasivi discorsi.
Dopo alcuni giorni, finalmente l'affannosa ricerca dà i suoi frutti e Katia individua in Germania, nel bel mezzo della Foresta Nera, un fondamentale punto di convergenza di potentissime forze soprannaturali.
Abbandonato ogni indugio, accantonate incertezze e paure, i coraggiosi custodi dei gioielli sono pronti ad affrontare a testa alta il loro destino, decisi a chiudere definitivamente una questione da troppi anni aperta, consapevoli della loro forza e del fatto che, se ancora il nemico non li ha eliminati, pur avendone avuto l'occasione, deve necessariamente aver bisogno di loro. Sono determinati come non mai, spinti da una sicurezza non frutto di incoscienza, bensì di esperienza, riflessione e, sopra a tutto, speranza.
Con il cuore in gola Katia si separa dal suo adorato Simone e sforzandosi di sorridere lo saluta, racchiudendo in un appassionato bacio la promessa di riabbracciarlo presto, silente promessa condivisa dai due cuori che ne sono legati. Jabez si congeda dai giovani amici senza particolari raccomandazioni o suggerimenti, non altre parole dedica loro, ma semplicemente un significativo sguardo impregnato di affetto e fiducia: non è più il momento di dubbi o negativi pensieri, per ottenere la vittoria bisogna crederci, come prima cosa, e Jabez crede fermamente nei suoi ragazzi, ed è certo di vederli tornare, tutti e sette.
Nel pomeriggio d'un tiepido giorno d'ottobre, alla volta della Foresta Nera partono i sei intrepidi compagni. Arriveranno a destinazione quando sarà ormai buio... e intanto proprio nella Foresta Nera, sulle rive di un lago circondato da alti alberi, Asmodeus, insieme ai sette Peccati, si prepara a celebrare il rituale a lungo agognato.
Ineluttabile giunge il tramonto. Si nasconde il sole dietro la linea dell'orizzonte, le ombre della sera avanzano lente e perfino luna e stelle temono di affacciarsi nel cielo, intimorite dal Male assoluto che sta per emergere dalle tenebre.
Anna, priva di sensi, giace a terra, circondata da nere pietre e rosse candele, la cui incerta luce a stento rischiara il suo corpo immobile. D'un tratto, un'inaspettata raffica di vento spegne le tremule fiammelle, facendo rabbrividire il satanico celebrante. Un'invisibile presenza aleggia sull'infernale consesso e stende le sue imponenti ali diffondendo ovunque un inspiegabile senso di pace. Asmodeus, insospettito dalla misteriosa sensazione, si guarda intorno per scoprirne l'origine, e come lui fanno i sette Peccati, senza però scorgere alcun tangibile pericolo. Ma qualcosa in realtà accade, e non appena gli otto demoni riportano la loro attenzione al rituale da compiere, scoprono che la ragazza al centro di tale rituale è svanita nel nulla.
Asmodeus è furente: chi ha osato per l'ennesima volta interferire mandando all'aria il suo piano?! Stavolta la sua vendetta sarà atroce e chiunque ne verrà travolto non avrà scampo.
Nel mentre Panther e gli altri sono arrivati nelle vicinanze della zona individuata da Katia e nonostante il luogo sia per loro completamente sconosciuto, senza esitazione si dirigono in una precisa direzione, sicuri di dove indirizzare i loro passi, quasi una forza misteriosa, di gran lunga superiore al semplice istinto, li guidasse dall'alto. Improvvisamente il gruppo arresta la sua corsa in una vasta radura e, nelle tenebre che dominano questa fatale notte, i sei cercano di scorgere l'indecifrabile presenza che tutti avvertono sempre più vicina, senza comprenderne la natura.
Ecco venire avanti una figura, inizialmente un'ombra tra le ombre, che via via assume familiari contorni. Ad un passo dagli amici si ferma Brian, o meglio Eagle, portando in braccio Cat, priva di sensi. Entrambi indossano le loro divise. Eagle sorride, posando delicatamente a terra l'amica per affidarla alle cure di Hawk, mentre i suoi compagni d'un tempo lo fissano esterrefatti, incapaci di pronunciare una sola parola: è esattamente uguale a come lo ricordavano, il suo volto, i suoi occhi, ma c'è una luce particolare nel suo sguardo, in grado di infondere pace e coraggio, vincendo la paure per mutarle in speranza.
E' Eagle a parlare per primo:
"Sono qui per aiutarvi. In otto sono loro, in otto siamo noi. Mi è stato concesso di intervenire per equilibrare le forze in campo, ed è l'ultima volta che potrò farlo.".
Panther abbraccia il caro amico e come lui fanno anche Dove, Squirrel, Fox e Wolf, mentre Hawk lo ringrazia di cuore per aver salvato Cat. E proprio Cat lentamente riapre gli occhi e li posa su colui che per l'ennesima volta è giunto in suo soccorso, non potendo evitare di versare malinconiche lacrime straripanti di tenerezza e vividi ricordi. Eagle allora si china accanto alla diletta compagna, seduta a terra, sorretta da Hawk, e con la mano dolcemente le asciuga le guance dicendole con voce colma d'affetto:
"Non è più il tempo di piangere. Adesso è il momento di lottare. Insieme ce la faremo.".
"Tu sai dove sono?" chiede Fox al redivivo amico, che con un cenno del capo annuisce indicando con lo sguardo la direzione in cui muoversi.
"Ce la fai?" domanda premurosa Dove a Cat.
"Certo! Sono pronta. Coraggio, andiamo!" risponde l'altra risoluta, stringendo forte la mano di Hawk.
I sette giovani, guidati da Eagle, raggiungono il luogo in cui sono radunati Asmodeus ed i Peccati, ma non si mostrano apertamente e si limitano a far percepire ai nemici la loro presenza, per poi separarsi addentrandosi nella foresta. I Peccati avvertono chiaramente chi ci sia nelle vicinanze ed istintivamente si lanciano all'inseguimento degli avversari, decisi a portare a termine il progetto a lungo scrupolosamente elaborato. Solo Asmodeus non si allontana. Resta immobile, impassibile sulla riva del lago, pronto ad accogliere l'individuo che per lui, e soltanto per lui, da lontano è venuto, riemerso da un passato fin troppo presente per esser considerato chiuso...
Tra gli alti alberi si aggira Accidia, con i suoi movimenti lenti e sgraziati ed il suo aspetto emaciato e sofferente, finché ad un certo punto si ferma e, in tono palesemente provocatorio, a gran voce si rivolge a colui che di nascosto lo sta spiando:
"Vieni fuori o vuoi continuare a giocare? Tanto è inutile. Ti troverò, non puoi continuare a scappare da me.".
"Beh, tanto vale guardarsi in faccia, che dici?" replica Fox, uscendo allo scoperto con un ambiguo sorrisetto.
"Mi sembri più sicuro dell'ultima volta." osserva l'altro, per nulla preoccupato.
"Può essere..."
"Forse non ti rendi conto di quello che ti aspetta."
"Dimmelo tu allora."
Il pungente scambio di battute termina presto e l'inevitabile scontro prende il via, più violento che mai.
Anche Gola ha scovato il suo avversario: Wolf lo sta fissando, apparentemente tranquillo, appoggiato ad un albero, con le braccia incrociate.
"Vedi, siamo di nuovo io e te, uno di fronte all'altro." esordisce il demone "Non ti libererai mai di me. Sono parte di te e lo sarò sempre.".
"Ma davvero?" ribatte Wolf con una sarcastica sfumatura nella voce, dirigendosi verso il nemico.
"Non hai paura?" insiste Gola.
"Non mi serve la paura, né per sconfiggerti, né per salvarmi." risponde il ragazzo, senza mai abbassare gli occhi.
Gola non indugia oltre e lancia il suo attacco, dal quale Wolf abilmente si difende contrattaccando a sua volta. La battaglia ha dunque inizio ed è incerto il suo esito. Le energie in campo sono potenti ed i due contendenti bene le governano, ma questo equilibrio è destinato a durar poco, e presto   qualcuno prenderà il sopravvento.
Intanto Avarizia, giunta in una verde radura, si guarda intorno in cerca del nemico, e questi le arriva alle spalle cogliendola di sorpresa. Ma la diabolica creatura non mostra alcuna incertezza ed in tono minatorio si rivolge all'avversario:
"Ti avevo avvisato. Avresti fatto meglio a tirarti fuori da questa storia quando  eri ancora in tempo. Adesso è tardi...".
"Dipende dai punti di vista." obietta sicuro Squirrel.
"Non capisco se a spingerti è il coraggio o l'incoscienza, ma poco importa. So quello che devo fare e lo farò.".
"In questo ci assomigliamo... Basta parlare allora!"
Con tale frase Squirrel pone fine ad inutili chiacchiere e si concentra sulla battaglia che immediatamente si scatena a suon di energie psichiche e poteri soprannaturali. Questa volta nessuno fuggirà o svanirà nel nulla, no, stavolta ci saranno un vinto ed un vincitore, e da che parte penda l'ago della bilancia a priori nessuno può saperlo. L'unica certezza è che una conclusione ci dovrà essere, e sarà per qualcuno fatale.
In un diverso punto della Foresta Nera, Superbia, col suo elegante incedere e l'altero sguardo, attende che la sua nemica si riveli e con un beffardo sorriso le rivolge un infido invito:
"Perché dobbiamo combattere? Lo trovo inutile. Esci e arrenditi, unisciti a noi... avrai in cambio ciò che desideri.".
"L'unica cosa che voglio è ricacciarvi all'Inferno." rimarca Dove, faccia a faccia con la demoniaca avversaria, che immediatamente ribatte:
"Come vuoi. Ma sarebbe tutto più facile se non fossi così testarda. Che pensate di fare tu e i tuoi amici?".
"Quello che abbiamo fatto finora." risponde risoluta Dove, trovandosi poi a doversi difendere da un repentino e feroce attacco della scaltra nemica.
Lo scontro decisivo ha inizio ed entrambe le contendenti sono determinate e pronte ad andar fino in fondo: troppo elevata è la posta in palio perché una qualunque delle forze in campo possa tirarsi indietro.
Nel frattempo, Ira cammina seguendo il corso di un torrente, quando d'un tratto i suoi passi vengono fermati da Panther, che gli si para davanti con un enfatico sorriso dipinto in volto.
"Eccolo qua... il capo!" afferma sprezzante il demone "Sei sicuro di aver guidato bene i tuoi compagni? Non pensi che forse li hai portati alla morte?".
"Ho fiducia in loro." ribatte l'altro.
"E in te?" insiste Ira "In cosa credi tu? E perché sei qui?".
"Scusa, ma non ho nessuna intenzione di chiacchierare con te."
"Ma non li senti?!" grida d'un tratto il demone, scoppiando poi a ridere.
Panther si concentra e nitidamente percepisce le energie che in questo momento si stanno scontrando intorno a lui, rendendosi conto che i suoi compagni stanno soccombendo sotto i colpi dei potenti nemici.
E infatti, Fox, Wolf, Squirrel e Dove vengono uno ad uno malamente sconfitti e non riescono perciò ad impedire ai malefici avversari di portar a compimento il loro piano. Accidia, Gola, Avarizia e Superbia, dopo aver sfinito e atterrato i quattro coraggiosi custodi dei gioielli, si incarnano in loro, come fin dall'inizio volevano fare, abbandonando i corpi che in principio li avevano ospitati, corpi ormai senza vita che si riducono in cenere mentre le malvagie anime che dalla nascita vi erano racchiuse raggiungono il luogo loro destinato per le scellerate azioni di cui si erano macchiate.
Panther sente dentro di sé ciò che agli amici è accaduto, con gli occhi del cuore assiste impotente alla loro sconfitta ed approfittando del suo momento di sconforto Ira lo colpisce duramente. Invano il temerario giovane reagisce e combatte: il suo destino è segnato, come quello dei compagni, ed anche lui finisce per essere il ricettacolo del Peccato che avventatamente si era illuso di poter contrastare.
Invidia intanto ha trovato la sua avversaria, ed impietosa, con stridula voce, la mette di fronte alla dura realtà:
"I tuoi amici hanno perso. Non salverai loro, né te stessa.".
Cat tace, con occhi lucidi colmi di dolore. Vorrebbe reagire, lottare, ribellarsi, ma a che servirebbe ormai? Ogni speranza è perduta. Non c'è via di scampo... il Male ha vinto e Lucifero risorgerà... Invidia, forte della disperazione della nemica, rigira crudelmente il coltello nella piaga, nell'intento di volgere a proprio favore la situazione:
"Io non posso incarnarmi in te. Il tuo sangue per me è veleno, a meno che non sia tu ad accogliermi spontaneamente. Che aspetti? Non hai altre possibilità.".
"Fai quello che vuoi, non mi importa." risponde la desolata ragazza "Sono stanca... non ce la faccio più.".
Cat crolla in ginocchio a terra, con gli occhi chiusi si arrende al suo destino e mentre Invidia si impossessa di lei, nuovamente sulla sua mano destra appare il tatuaggio della chiave avvolta da una rossa rosa.
La fine sembra ormai vicina. Soltanto Hawk è rimasto come baluardo contro il Male, ma i suoi amici sembrano perduti: potrà ancora salvarli? Il giovane ha di fronte a sé Lussuria, l'ultimo Peccato rinato, e sforzandosi di nascondere dolore e rabbia lo affronta a testa alta, pronto a dar fondo a tutte le sue energie per sconfiggerlo e tentar poi di aiutare i compagni. Il demone però, astuto e subdolo, fa leva sulle debolezze dell'avversario, trafiggendolo con parole taglienti come lame:
"Sei solo. Hai perso tutto, e hai perso il tuo grande amore. Che farai ora?".
"Non mi arrenderò." replica determinato l'altro.
"Perché no? Perché vuoi combattere? Non hai più nessun motivo per farlo."
"Ne ho più di quanti immagini!"
D'improvviso una voce giunge dal nulla, una voce ben nota e tanto cara ad Hawk:
"Fermati. Non ha senso continuare questa battaglia.".
Cat si avvicina con sensuali movenze feline, con un dolce bacio sfiora le labbra del compagno e gli mostra poi il sigillo della CHIAVE riapparso su di lei.
"Non è possibile!" urla inorridito il giovane "E' finita... è davvero finita...".
"Non ribellarti, lasciati andare." insiste Cat con carezzevole voce, e lentamente Hawk abbassa la guardia, piegandosi a ciò che ormai non è più in grado di contrastare. Tra gli alberi appaiono anche Panther, Wolf, Dove, Fox e Squirrel, che invitano l'amico ad unirsi a loro, ed il ragazzo definitivamente abbandona la lotta permettendo a Lussuria di entrare in lui.
Asmodeus ride soddisfatto. Già pregusta la vittoria e sicuro della propria superiorità invita il suo avversario, rimasto finora nell'ombra, ad uscire allo scoperto, preparandosi all'ineluttabile sconfitta. Eagle non si fa pregare e, faccia a faccia col malefico essere che gli ha tolto la vita, solo poche lapidarie parole pronuncia:
"Abbiamo un conto in sospeso io e te.".
"Non ho paura di uno spirito." afferma imperturbabile il demone.
"Forse non sono soltanto uno spirito." rimarca l'altro con un emblematico sorriso.
Breve è il dialogo e violento lo scontro che ne segue. Ci sono forze straordinarie in azione, quasi Cielo e Inferno si stessero affrontando a viso aperto, senza risparmiarsi. Mentre la battaglia imperversa, fanno la loro comparsa anche i sette giovani posseduti dai Peccati, ed alla loro vista Asmodeus si riempie di orgoglio rivolgendo ad Eagle un beffardo sguardo: ecco il segno tangibile della sua vittoria, ecco piegati al suo volere i miseri esseri che stupidamente avevano tentato di sopraffarlo.
Ma la verità è ben diversa da quella che appare e si manifesta nella sua reale essenza soltanto quando i custodi dei gioielli si dispongono in cerchio prendendosi per mano. Era questo il loro piano: far il gioco del nemico, lasciar che i Peccati si incarnassero in loro per imprigionarli e sconfiggerli definitivamente. Cat e Hawk pronunciano antiche formule ed il profondo legame che li unisce genera un'immensa aura che fonde le loro energie e quelle degli amici, concentrandole a tal punto da aprire nel terreno una buia voragine, dalla quale vengono inghiottiti i demoni dei Peccati, voragine che al termine del rituale si richiude imprigionando le malefiche creature in essa risucchiate.
I sette volgono poi lo sguardo in direzione di Asmodeus, ma non intervengono. Qualcun altro ha il diritto di rispedire il diabolico individuo all'Inferno, e questo fa Eagle, trafiggendo il nemico con la spada dell'arcangelo Michele, una spada di luce che dal nulla appare e nel nulla svanisce dopo aver adempiuto al suo compito. Di Asmodeus nulla resta, se non nella memoria di chi per causa sua tanta sofferenza e sacrifici ha dovuto sopportare.
"E' finita..." sospira Cat, sollevata nel vedere che dalla sua mano è sparito il simbolo della chiave.
"Non mi sembra vero... ce l'abbiamo fatta!" esulta Wolf, a cui fa seguito uno spontaneo commento di Fox, rivolto ad Eagle:
"Sei diventato un pezzo grosso, mi pare.".
"A quanto pare..." ripete divertito il diretto interessato avvicinandosi ai compagni, per poi aggiungere seriamente:
"Ascoltatemi. Non apparirà più il sigillo della CHIAVE, anche se il suo potere continuerà a scorrere in chi quel sigillo aveva impresso. E non tornerà più Asmodeus, ma altri ne verranno.".
"Era troppo bello per essere vero!" ammette rassegnato Squirrel.
"Qualunque cosa accadrà, la affronteremo insieme." rimarca fiduciosa Dove, stringendosi a Wolf, mentre Cat di slancio abbraccia il caro amico tornato per salvarla, racchiudendo in tale affettuoso gesto tutto ciò che a voce non le è possibile esprimere.
Prima di andarsene Eagle indirizza a Panther un eloquente sguardo, accompagnato da una semplice e significativa frase:
"Sei un buon capo, ma non rinunciare a vivere. Mi raccomando.".
"Non lo farò." risponde l'altro sorridendo.
"Ti ringrazio di tutto." sono le sincere parole che Hawk si sente in dovere di rivolgere al ragazzo che gli ha fatto scoprire il proprio destino.
"Grazie a te." gli risponde Eagle, pronto ormai a far ritorno al luogo da cui è venuto.
Ma una domanda ancora vuole porgergli Panther:
"Di là, cosa c'è?".
E con una breve ed incisiva risposta si congeda lo spirito celeste:
"Ci sono cose che si possono sapere ed altre in cui si può solo credere.".
In un soffio di vento si dileguano queste ultime parole insieme a colui che le ha pronunciate, ma a caratteri d'oro rimangono impresse nelle anime di chi le ha ascoltate, infondendovi un profondo senso di pace ed una rinnovata fiducia nel futuro.
Stavolta non sono sparite le speciali divise e nessuno ha intenzione di cacciare in fondo ad un cassetto il proprio prezioso gioiello. Un nuovo giorno sorride ai sette coraggiosi amici. Il sole sorge, incendiando il cielo, e sparge calore nel cuore di chi a questa meravigliosa alba assiste, offrendole in dono un passato non più rifiutato, un presente denso di emozioni ed un futuro intrecciato di speranze e sogni.

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Brian è tornato per saldare il conto lasciato in sospeso col perfido demone che gli ha tolto la vita e soprattutto per aiutare i suoi amici, una di loro in particolare... I Peccati sono stati ricacciati all'Inferno insieme ad Asmodeus, ma se è vero che una battaglia è finita, è vero anche che altre ne seguiranno. Sebastiano e compagni ne sono consapevoli, e finalmente sono pronti ad accettare il compito affidato loro, senza più rinnegare il passato ed accettandolo invece come una parte importante della loro vita. Il prossimo capitolo chiuderà questa parte... A presto amici!!
Marta

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Capitolo 18
*** Prologo ***


PARTE II. I SETTE PECCATI CAPITALI

CAPITOLO XI. PROLOGO

Scorre rapido il tempo e trascorsi un paio d'anni molti cambiamenti si sono verificati nelle vite dei coraggiosi ragazzi che hanno affrontato il Male infliggendogli una sonora sconfitta.
Kirk ha cominciato a lavorare per una compagnia di assicurazioni, nell'area dell'assistenza legale, e finalmente lui e Manuela hanno trovato un posto tutto per loro ed hanno iniziato la loro convivenza, che a gonfie vele procede nonostante piccoli intoppi quotidiani, dovuti spesso al carattere metodico e preciso dell'una che si scontra con l'inguaribile disordine dell'altro.
Anna si è trasferita da Liam ed è stata assunta a tempo pieno in un quotidiano locale, dopo aver concluso all'università la specializzazione in giornalismo, mentre Liam ha deciso di mantenere il suo posto al negozio di articoli musicali ed ha in parte riallacciato i rapporti con la sorella e soprattutto col padre, dal quale non si era separato in maniera troppo amichevole.
E l'altra coppia del gruppo? Per un fortunato caso del destino, Katia ha colto al volo l'occasione di lavorare nella stessa azienda in cui Simone è stato assunto, accaparrandosi grazie alle sue spiccate doti di programmatrice informatica un posto sicuro e ben retribuito, al fianco del suo fidanzato. Ed il loro rapporto si è rafforzato a tal punto che i due giovani presto si sposeranno.
Fabio si è laureato ed ha trovato un impiego nello studio di un commercialista. E' andato a vivere in un monolocale nello stesso quartiere di Sebastiano ed in campo sentimentale ha collezionato suo malgrado una serie di storie di breve durata che l'hanno magari deluso e amareggiato ma di certo non abbattuto.
Chi invece pare non esser minimamente intenzionato ad impegnarsi in un qualche rapporto di coppia è Sebastiano, che, dopo aver svolto lavori di ogni genere, cameriere, fattorino, magazziniere, postino, ha da un po' trovato un impiego stabile come barista in un locale. Apparentemente sembra davvero non nutrir il minimo desiderio di avere accanto una persona che lo ami e da amare, il tempo libero si diverte a trascorrerlo con gli amici, ed il massimo che si concede è qualche sporadica e fugace avventura. Quell'ultima raccomandazione di Brian: "Non rinunciare a vivere...", evidentemente aveva colto nel segno. Sebastiano è consapevole che la sua vita sarà sempre segnata dalla lotta contro il Male, il ciondolo che porta al collo glielo ricorda costantemente, e lui non vuole coinvolgere nessun altro in questa battaglia senza fine.
E Jabez? Beh, lui continua a gestire il suo negozio e a far da mentore ai giovani amici, che costantemente lo consultano in cerca di consigli non più riguardanti demoni e spiriti, bensì normalissime questioni di vita quotidiana.
Tuttavia ogni tanto qualche velato accenno alla latente guerra contro l'oscurità emerge dalle parole di chi quella guerra sulla propria pelle ha vissuto e dentro il cuore la sente ancora pulsare, e senza risposta inevitabilmente rimane la domanda che ognuno ha nell'anima: quando si rifarà vivo il nemico?
Un giorno di fine luglio, a ora di pranzo, i sette custodi dei gioielli si incontrano da Jabez per far quattro chiacchiere, ma è forse un sottile intuito a spingerli a riunirsi tutti insieme, un intuito a cui nessuno sembra dar importanza finché non si manifesta apertamente davanti agli occhi.
Mentre il gruppo è intento a discutere allegramente osservando delle particolari statuette di legno, qualcuno appare nel negozio senza far il minimo rumore. E' per prima Anna a notare l'individuo comparso dal nulla e le è familiare il suo volto, non l'ha mai scordato, così come il nome che dalle labbra le sfugge simile ad un respiro evocato da un sogno:
"Michele...".
Prevedibile è il motivo della speciale visita e le schiette parole dell'angelo non lasciano spazio a dubbi:
"C'è del lavoro per voi... Che dite, cominciamo?".

 

NOTE DELL'AUTRICE

Strano intitolare un capitolo finale "Prologo", ma come avrete capito questo capitolo introduce alla prossima parte: "I sette Spiriti di Luce"... Volete saperne di più? Abbiate un po' di pazienza e capirete... A prestissimo!!!
Marta

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Capitolo 19
*** Arcangeli e angeli caduti ***


PARTE III. I SETTE SPIRITI DI LUCE

CAPITOLO I. ARCANGELI E ANGELI CADUTI

Michele se ne sta fermo immobile, con la sua aria scanzonata ed il suo beffardo sorriso. Stavolta perfino Jabez è senza parole e come i suoi giovani amici tace in attesa che l'indecifrabile essere chiarisca la situazione.
Anna invece, che già aveva incontrato, se pur in sogno, il singolare individuo, gli si rivolge come parlasse ad un vecchio amico, chiedendogli senza mezzi termini il motivo della sua visita, e lui risponde abbandonando l'iniziale sorriso, segnato il suo volto da una crucciata espressione:
"Dovete ritrovare me e i miei fratelli. Non ho molto tempo per spiegarvi, cercate di capirmi al volo: questa è soltanto una manifestazione temporanea della mia essenza, io sono altrove...".
"Cosa dobbiamo fare?" domanda Anna, l'unica che sembra aver almeno in parte compreso le enigmatiche parole dell'angelo.
Michele prosegue il discorso, solcata la sua fronte da profonde rughe:
"Siamo scesi tra di voi per fermare sette angeli caduti che sono stati mandati per scovare un nuovo accesso da cui far risorgere Satana. Ed esiste questo accesso, noi arcangeli l'abbiamo protetto finora, ma non possiamo dirvi qual è né come difenderlo finché non ci avrete riuniti tutti e sette restituendoci le nostre armi.".
"Armi?" se ne esce stupito Fabio.
"Certo, armi! Una guerra come la combattete voi?" risponde prontamente l'angelo "Ma non pensate che abbiano l'aspetto che voi conoscete. Dovrete individuarle tramite la loro energia e trovate loro troverete anche noi, così potrete restituircele insieme alla nostra memoria, della quale ci siamo momentaneamente privati, finché siamo separati, in caso il nemico ci trovasse.".
Kirk è profondamente perplesso, pian piano si avvicina a Sebastiano e gli bisbiglia in un orecchio:
"Tu ci stai capendo qualcosa?".
"Gran poco..." ammette pensieroso l'altro, per poi far notare all'amico un dettaglio insolito: c'è un assoluto silenzio tutt'intorno, un irreale silenzio, quasi il mondo si fosse fermato.
E così è infatti. L'improvvisa apparizione dello spirito celeste ha fatto interrompere il flusso spazio temporale: Jabez e i suoi ragazzi sono stati tratti fuori dallo spazio e dal tempo dall'essenza angelica che aveva bisogno di comunicare con loro e non poteva farlo, in questa sua forma, nella dimensione terrena.
Anna continua a colloquiare con Michele, come si trovasse completamente a proprio agio in una situazione tanto strana e suggestiva:
"Dove dobbiamo cercare voi e le vostre armi?".
"Ovunque." afferma il diretto interessato, quasi fosse la cosa più ovvia e semplice del mondo.
"Se ci dessi un aiuto magari..." insiste l'altra, sperando di ottenere una qualunque utile informazione per portar a termine la complessa missione.
Ma l'angelo non molto altro ha da dire e con poche significative parole si congeda:
"Liam era la CHIAVE per aprire le porte celesti, per questo lui può percepire la nostra presenza, mentre saranno i vostri gioielli ad indicarvi se siete nelle vicinanze delle nostre armi. Da dove partire con la ricerca, però, dovrete scoprirlo voi, e so che ce la farete...  A presto ragazzi.".
Ciò detto l'angelo scompare, ed il tempo riprende a fluire, come nulla fosse accaduto.
"Cosa dovrei fare io?" si chiede titubante Liam.
"Se qualcuno ci ha capito qualcosa, si faccia avanti!" esclama frastornato Simone, alla cui voce si aggiunge quella di Fabio:
"Almeno tu, Jabez, hai dei suggerimenti?".
L'uomo non dice nulla e volge gli occhi verso Anna, ed a lei Liam pone una logica domanda:
"Per caso hai le idee un po' più chiare di noi? Michele l'avevi già incontrato, magari ti ricordi qualcosa che può aiutarci a capire...".
"Sì, dai... gli arcangeli... i sette spiriti di luce... gli angeli caduti..." è la vaga e nebulosa  risposta della giovane, alla quale inevitabilmente fa eco l'ironico commento di Sebastiano:
"Adesso sì che ho capito tutto!".
"Uffa, datemi un attimo!" irrompe Anna sbuffando, per poi tentar di spiegare agli amici quel poco che ha colto dalle parole dell'angelo:
"Michele è uno degli arcangeli, uno degli spiriti di luce... Ve ne avevo parlato, quello che so io lo sapete anche voi. Dobbiamo ritrovarli...".
"Bene, fin qui ci siamo. E adesso?" fa notare Kirk, sempre più perplesso.
E' allora Jabez ad intervenire, dopo aver riflettuto e raccolto le idee:
"Gli arcangeli devono essersi scontrati con sette angeli caduti mandati da Lucifero, ma qualcosa dev'essere andato storto e Michele e gli altri hanno dovuto disperdersi e confondersi tra gli esseri umani per salvarsi, liberandosi momentaneamente della loro memoria e delle loro armi. E tutto per proteggere questo nuovo accesso, che sinceramente non so cosa sia, ma temo debba essere collegato alla rinascita di Satana.".
"Finalmente cominciamo a ragionare." osserva soddisfatto Fabio, che ha poi un dubbio da chiarire:
"Gli angeli caduti sono dei demoni, giusto?".
"Già..." risponde sospirando rassegnata Anna "E uno l'abbiamo conosciuto da vicino, non ricordi?".
"Come dimenticarlo?" rimarca amareggiata Manuela.
Ma di certo non è questo il momento di lasciarsi andare ai ricordi, bisogna assolutamente iniziare la ricerca e soprattutto capire cosa cercare e da dove cominciare. Che aspetto avranno ora gli spiriti celesti? E le loro armi?
L'unica proposta sensata giunge da Sebastiano, che suggerisce di riunirsi già in serata a casa di Simone per elaborare insieme a Katia un programma in grado di individuare le zone dove potrebbero trovarsi gli angeli e le loro armi, e logicamente per farlo bisognerà raccogliere molte informazioni in materia. Jabez ovviamente farà la sua parte, consulterà i suoi antichi testi per recuperare quante più notizie possibili, e chissà che qualche spirito in vena di confidenze non gli dia una mano.
Con una gran confusione in testa si salutano i sette compagni ed ognuno fa ritorno ai propri impegni quotidiani, ma nessuno può smettere di rimuginare su quanto accaduto e sulla nuova difficile missione che si prospetta all'orizzonte.
Persa nelle sue riflessioni, Anna, impegnata nel pomeriggio al giornale, seduta alla scrivania fissa il computer acceso e non riesce a scrivere nemmeno una parola dell'articolo che entro sera deve consegnare. E' altrove la sua mente, in bilico tra passato e futuro, sospesa in un intricato labirinto di confuse emozioni. Svogliatamente le sue mani sfiorano la tastiera e se per caso qualche parola compongono, subito la cancellano, non scorgendo la mente un filo logico da seguire per mettere insieme un discorso sensato e minimamente interessante.
La ragazza sospirando alza gli occhi e resta alcuni minuti così, immobile, guardando il soffitto, con le mani dietro la testa ed una penna in bocca. D'un tratto qualcosa cattura la sua attenzione: un giovane, mai visto prima, fa il suo ingresso nella redazione ed il direttore lo accoglie sorridendo per poi invitarlo nel suo ufficio. Lo sconosciuto in questione ha un aspetto piuttosto interessante: capelli corti corti, biondo scuro, viso dai tratti marcati, labbra carnose, occhi castani dall'espressione vivace e furba, sicuro e disinvolto nei movimenti, dotato di un certo carisma nel suo insieme. Anna sfrutta la vista felina per cogliere quanti più dettagli possibili dell'intrigante individuo, tanto da notarne la sottile cicatrice sul sopracciglio destro.
Sparito lo sconosciuto dalla sua vista, immediatamente la curiosa ragazza prova a tastare il terreno con i colleghi per scoprire se qualcuno ne conosca l'identità, ma la sua indagine non dà alcun risultato. Demoralizzata e rassegnata Anna torna alla scrivania ed inizia a comporre l'articolo assegnatole, riguardante la mostra di un emergente artista inglese i cui dipinti sono esposti in una rinomata galleria in città. Svogliatamente abbozza qualche frase, faticando non poco a concentrarsi, e quando sembra aver finalmente trovato l'ispirazione giusta, ecco che lo squillo del telefono la interrompe: il direttore la vuole immediatamente nel suo ufficio. Cosa vorrà da lei? Che voglia rimproverarla? Eppure di guai ultimamente non le sembra di averne combinati.
Ben altro è infatti il motivo della convocazione ed Anna lo intuisce non appena si ritrova faccia a faccia con l'individuo che poco prima aveva suscitato in lei tanta curiosità. Il direttore, un uomo affabile a dispetto della sua burbera espressione, fa le presentazioni del caso. L'interessante sconosciuto si chiama Geremia, è un fotografo di una certa esperienza, figlio d'arte, o almeno così dice il direttore, che confessa di averne conosciuto il padre, anch'egli fotografo, svariati anni fa, prima che si trasferisse in Canada con la famiglia.
Anna si chiede il perché di questo incontro ed attende che il suo capo gliene riveli il motivo, ma ormai lo conosce, sa quanto sia logorroico quando parte con un discorso che evoca in lui lontani ricordi, e si rassegna perciò ad ascoltarlo con la speranza giunga presto al dunque, anche perché si sente stranamente imbarazzata per via dei magnetici occhi che ha puntati addosso: Geremia la sta fissando da quando è entrata, non distoglie nemmeno per un attimo lo sguardo, e ciò la mette alquanto a disagio, cosa insolita per lei, e che la infastidisce molto.
Terminato il suo viaggio nella memoria, dopo aver rivangato i giorni in cui, appena laureato, aveva iniziato a lavorare in un piccolo quotidiano locale, proprio insieme al padre di Geremia, finalmente il direttore spiega quali siano le sue intenzioni:
"Anna sta scrivendo l'articolo sulla mostra di cui mi hai mostrato quelle foto stupende, Geremia. Lavorateci insieme. Sono sicuro che ne verrà fuori qualcosa di buono.".
I due giovani escono quindi dall'ufficio e si siedono alla scrivania, uno accanto all'altra, per portar a termine il compito affidato loro.
"Sarò sincera." ammette Anna, cercando di mostrarsi naturale nonostante la inquieti non poco la persona al suo fianco "Sono in alto mare col mio articolo e non voglio farti perdere troppo tempo. Perciò, se vuoi, possiamo scegliere alcune delle tue foto e poi tu sarai libero di andare.".
"Vuoi liberarti di me?" chiede pungente l'altro, cogliendo di sorpresa l'interlocutrice, che facendo finta di nulla prende tra le mani le fotografie tanto decantate dal direttore e le osserva con attenzione.
Effettivamente gli scatti sono molto originali, particolari le inquadrature ed interessante l'utilizzo della luce, insolito e suggestivo. Non è semplicemente rappresentata la realtà in queste immagini, ma vi è racchiusa la sua essenza.
"Io e mia sorella facciamo da anni questo lavoro." confessa Geremia "Ci ha insegnato tutto nostro padre.".
"E lui, lavora ancora?" domanda d'istinto Anna, posando gli occhi sul giovane accanto a lei.
"Purtroppo no... lui e mia mamma sono morti tre anni fa in un incidente."
"Scusa, non sapevo... mi dispiace."
"Tranquilla, non c'è problema, è passato tanto tempo."
"Sai, anch'io ho perso una persona a cui volevo un gran bene, so quello che si prova. E' un dolore che non passa mai, ti rimane dentro per sempre."
L'imprevista piega presa dal discorso avvicina i due giovani, vincendo l'iniziale distacco di Anna, e la loro collaborazione si rivela decisamente proficua. Mentre l'uno sceglie le foto migliori e l'altra scrive sul computer, inevitabilmente entrambi finiscono per raccontarsi reciprocamente qualcosa delle loro vite, seguendo lo spontaneo dispiegarsi di parole e pensieri che naturalmente si instaura tra persone accomunate da una particolare affinità emotiva. Geremia si rivela essere un tipo ironico, con la battuta pronta, spigliato ed estroverso, non superficiale né banale, acuto e profondo nella mente come nello sguardo.
"Io e mia sorella June siamo nati qui. E' la città di mio papà." spiega il giovane mentre Anna sta completando il suo articolo "Quando avevo dieci anni ci siamo trasferiti in Canada, nella cittadina di cui era originaria mia mamma, e ci siamo rimasti per quattordici anni. Siamo tornati più o meno quattro anni fa e siamo andati a vivere in una città non lontana da qui. Poi i nostri genitori sono morti... è stata dura... E' più o meno da tre mesi che io e June siamo venuti a stare da queste parti.".
"Accidenti!" commenta Anna, puntando i celesti occhi sull'interlocutore che, trafitto dal penetrante sguardo, si zittisce di colpo.
"Ti sei mangiato la lingua?" chiede scherzosa la ragazza, per poi invitare sorridendo il suo improvvisato collaboratore ad alzarsi e seguirla dal caporedattore per mostrargli il frutto del loro lavoro.
Ottenuta la totale ed entusiasta approvazione della loro opera, i due escono  insieme dalla redazione, scambiando ancora qualche parola prima di salutarsi.
"Bene. Alla prossima!" conclude allegramente Anna, sorpresa poi da un'inattesa proposta di Geremia:
"Se non hai da fare stasera, potremmo mangiar qualcosa insieme. Che ne dici?".
La ragazza, benché piacevolmente colpita dall'inaspettato invito, è costretta a declinarlo e lo fa in modo da non creare pericolosi malintesi:
"Non posso, ho già un impegno... E poi, voglio essere chiara con te: sto con una persona e preferisco che tu lo sappia, anche perché mi piacerebbe se potessimo diventare amici... Ora ti saluto! Devo proprio scappare.".
Con queste parole Anna se ne va a passi veloci e Geremia la osserva allontanarsi finché non la perde completamente di vista: si sente molto attratto da lei, non riesce a togliersela dalla testa, con i suoi occhi pieni di vita, il suo solare sorriso, il suo viso trasparente che non sa nascondere alcuna emozione. Non si incontra tutti i giorni una persona così!
Anna si dirige di fretta a casa di Simone: sicuramente gli altri sono già là, non le va di arrivare per ultima, ma purtroppo stavolta non può evitarlo, e non appena si riunisce ai compagni si scusa mogia mogia per il ritardo.
"Adesso che siamo al completo, vediamo un po' da dove cominciare." esordisce Kirk, preceduto in realtà nel suo proposito da Katia e Simone, già da un po' al computer per ricavare utili informazioni su spiriti di luce e angeli planetari.
Liam appare particolarmente distratto, continua a fissare Anna insospettito da un'insolita sfumatura nel suo sguardo. Dev'esserle successo qualcosa, glielo si legge negli occhi, e Liam vorrebbe chiederle spiegazioni, ma si trattiene dal farlo consapevole che questo non è il momento giusto per farlo. Fabio si accorge dell'espressione crucciata dell'amico e gli si avvicina per scoprirne il motivo, ma il diretto interessato schiva abilmente l'argomento e riporta l'attenzione sulla questione ora come ora di maggior rilievo: l'importante incarico affidato al gruppo da Michele.
Il lavoro di ricerca di Katia e Simone, coadiuvati dai volonterosi amici, consente di mettere insieme nozioni tratte da varie tradizioni culturali, più o meno antiche, e di scoprire di conseguenza dettagli ricorrenti sui sette arcangeli, detti anche angeli planetari o spiriti di luce, ognuno dei quali pare avere un preciso collegamento con i pianeti e le costellazioni ed un ruolo ben definito nei confronti del genere umano.
Michael, ovvero Michele, è legato agli elementi della luce e del fuoco, è il capo delle armate celesti e la sua influenza positiva sugli uomini aiuta nella lotta per il superamento degli ostacoli e protegge dalle energie negative. E' l'Angelo Solare e la sua arma è la spada.
Rapahel, o Raffaele, è alla guida degli angeli custodi e di quelli guaritori, è abbinato al pianeta Mercurio, il suo elemento è la terra e la sua arma lo scudo.
Gabriel, o Gabriele, è collegato alla sfera lunare, domina l'elemento dell'acqua, è l'Angelo della Rivelazione, l'ambasciatore per eccellenza per gli uomini, ed è colui che apre la mente umana al concepimento delle idee, alla comprensione, alla creatività. La sua arma è l'arco.
Anael è legato al pianeta Venere, è il custode della bellezza del mondo ed il protettore degli artisti, e ciò che mira a far riscoprire agli esseri umani sono sentimenti come amicizia, solidarietà, amore. E' la lancia la sua arma.
Samael è l'Angelo Punitore, colui che amministra la giustizia divina ed esamina l'agire degli uomini, mentre nel contempo li protegge dai pericoli terreni e rafforza la loro volontà e la risolutezza nel prender decisioni. Presiede inoltre al fenomeno del concepimento della vita, è Marte il suo pianeta e gli è propria la sciabola.
Sachiel è per tradizione legato a Giove ed è in grado di aiutare gli esseri umani nel raggiungimento del benessere, anche materiale. L'arma in suo possesso è la balestra.
Cassiel, chiamato l'Angelo del Silenzio, veglia sugli anziani, governa il regno minerale ed è associato a Saturno, simbolo della saggezza e della conoscenza anche delle cose occulte. La sua arma è il pugnale.
"E adesso... a che ci serve sapere tutta 'sta roba?" si chiede scettico Kirk, osservando gli appunti raccolti con i compagni.
"Tra l'altro, non sappiamo nemmeno se queste informazioni sono corrette..." sottolinea titubante Anna, e dopo di lei anche Manuela si mostra alquanto dubbiosa:
"Già, neppure dei nomi siamo sicuri...".
"Evviva l'ottimismo!" esclama Fabio "Abbiamo appena cominciato!".
Inaspettatamente il campanello suona ed alla porta si presenta qualcuno in grado di dare utili suggerimenti ai giovani perplessi. Jabez reca con sé interessanti novità, delle quali parla apertamente solo dopo aver dato un'attenta occhiata al lavoro dei suoi ragazzi:
"Credo che i dati che avete messo insieme siano corretti, almeno in base a quelli che anch'io ho raccolto, considerando il fatto che in una materia tanto delicata e complessa come questa ogni definizione va presa con le pinze. Sui miei libri ho trovato all'incirca gli stessi elementi di fondo, ma ho delle altre notizie, mi sono arrivate da uno spirito che ho consultato oggi pomeriggio. So chi sono i sette angeli caduti mandati da Lucifero, e da quello che ho capito sono tra i più feroci e astuti. Si tratta di Apollyon, Astharoth, Balberith, Onoskelis, Rahab, Vepar e Xaphan.".
"A parte i nomi, che non mi ricorderò mai," fa notare Sebastiano "a me basta sapere che questi sono i nemici. Altro non mi importa.".
"Non sono i nomi importanti, ma quello che rappresentano quei sette." precisa Jabez "Traggono la loro forza da morte, violenza, inganno. Sono tra i capi, se così vogliamo chiamarli, delle orde infernali. Dev'esserci qualcosa di grosso in gioco se sono venuti fin qui, ma di cosa si tratti ancora non l'ho scoperto. Credo che solo gli arcangeli possano dircelo.".
"E allora torniamo al problema iniziale." interviene Liam pensieroso "Dove cerchiamo Michele e gli altri? Io, a quanto pare, dovrei riuscir a percepire la loro presenza, ma dovremo arrivare nelle loro vicinanze perché questo sia possibile...".
Cala il silenzio nella stanza, un silenzio costellato di dubbi ed incertezze, pieno di domande e privo di risposte, almeno per ora. Solo Jabez sembra aver scovato in tanta confusione una buona idea e la espone chiaramente ai giovani amici:
"A nostra disposizione abbiamo la tradizione, o meglio le diverse tradizioni religiose e culturali che nei secoli gli uomini si sono tramandati. A quelle dobbiamo rifarci, come abbiamo fatto finora.".
"Ci dev'essere sfuggito qualcosa..." osserva Simone passandosi una mano tra i capelli.
"Forse, gli alberi..." se ne esce d'un tratto Manuela, alla quale subito replica ironico Kirk:
"Vuoi darti al giardinaggio?".
"Cretino!" risponde prontamente l'altra, per poi rivolgersi ad Anna in cerca d'aiuto:
"Ti ricordi, in libreria, un po' di tempo fa avevamo visto un libro che ci aveva incuriosito...".
"Sì, giusto!" esclama l'interpellata, come folgorata da un'inattesa illuminazione "Era un libro sui riti di vegetazione!".
Katia coglie al volo le parole della amiche e facendo una ricerca incrociata su mitologia angelica e tradizioni rituali legate alla natura, riesce ad estrapolare degli abbinamenti che lasciano ben sperare. Forse in questo si sono tramutate le armi degli arcangeli, per non essere identificate dal nemico, e questo è dunque da cercare, delle piante alle quali fin dall'antichità è stato attribuito un particolare significato e che possono dunque essere divenute il ricettacolo della sacre armi.
Alla fine Katia, con la fondamentale collaborazione di Jabez, giunge ad elaborare precise combinazioni: il cedro, simbolo di eternità e grandezza d'animo, per la spada di Michele; l'acacia, che rappresenta l'esistenza, la vittoria della vita sulla morte, per lo scudo di Raffaele; il melograno, emblema all'energia vitale, per l'arco di Gabriele; il mirto, simbolo dell'amore e della fecondità, anticamente associato alla dea Afrodite, per la lancia di Anael; la quercia, che evoca longevità, prosperità e forza, per la sciabola di Samael; il noce, il cui frutto simboleggia l'unione di corpo, spirito e anima, per la balestra di Sachiel; ed infine il mandorlo, simbolo della resurrezione, della saggezza e dell'essenza spirituale, per il pugnale di Cassiel.
"Beh, dai, direi che abbiamo fatto passi da gigante!" commenta Fabio soddisfatto, non riuscendo a trattenere un irrefrenabile sbadiglio.
"Sì, non male." ribadisce Sebastiano, con gli occhi lucidi per il sonno che incombe.
Ed in effetti la stanchezza si fa sentire. E' tardi e per tutti domani c'è una nuova giornata di lavoro. Meglio riposare e riunirsi in un altro momento per elaborare un piano d'azione, magari con la mente lucida e possibilmente le idee un po' più chiare. Chissà che la notte non porti davvero consiglio!
Rientrati a casa, Liam e Anna si preparano per andar a dormire e nel mentre la ragazza racconta al compagno del singolare incontro fatto al giornale, confessando di esser rimasta molto colpita dalle fotografie che Geremia le ha mostrato.
"Solo dalle foto?" insinua l'altro infastidito.
"Cosa vorresti dire?" replica Anna stupita dal pungente commento.
"Non so... mi sembravi strana stasera, e adesso almeno ho capito perché..."
"Sei geloso per caso?"
"Dovrei?"
Il rapido scambio di battute si spegne ben presto sulle labbra di Anna, che sorprende Liam con un appassionato bacio, per poi sussurrargli con vellutata voce:
"Ci sei solo tu per me, lo sai. Però non mi dispiace se sei un po' geloso...".
"Sei tutta matta!" risponde il giovane sorridendo, prima di rubare un altro bacio alla compagna, che languidamente si abbandona tra le sue braccia come una fiera leonessa trasformatasi di colpo in una docile e tenera gattina.
E' profondo ed intenso il legame tra i due ragazzi, fatto di dolcezza, passione, gioco, comprensione, discussioni, complicità, una rara commistione di pensieri ed emozioni, un vincolo quasi sacro generato da due anime che in una si sono fuse, per non separarsi mai più. Sono l'uno parte dell'altra, più di quanto essi stessi riescano a comprendere, ed è talmente naturale e spontaneo il fluire dei loro sentimenti che sembra esistere da sempre quasi avesse rubato uno spicchio di eternità.

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Su questo capitolo ho qualcosa da dire. Riguardo agli arcangeli (anche detti spiriti di luce e angeli plnetari) ho fatto un po' di ricerche ed ho trovato diverse tradizioni ed interpretazioni in merito ai loro nomi ed alle loro caratteristiche. Io ne ho scelta una e su di essa mi sono basata, scoprendo ad ogni arcangelo associato anche un colore (e proprio in base ai colori li ho abbinati ognuno ad un custode dei gioielli). L'unica mia invenzione sono le armi. Anche per quanto riguarda la simbologia legata alle piante mi sono documentata, e sfruttando i dati raccolti ho poi associato ad ogni arcangelo una pianta che mi pareva lo rappresentasse al meglio. Insomma, ci ho lavorato un bel po' su questo capitolo... ma è stato divertente. E non ho inventato nemmeno i nomi degli angeli caduti: pure quelli li ho ricavati da un elenco che ho scovato su internet!
Al prossimo capitolo!
Marta

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Capitolo 20
*** Incontri ***


PARTE III. I SETTE SPIRITI DI LUCE

CAPITOLO II. INCONTRI

Il giorno successivo all'incontro con Michele, un caldo e assolato venerdì di luglio, il gruppo al completo dovrebbe riunirsi da Jabez a ora di cena, ma c'è qualcuno che, causa improvvisi impegni di lavoro, si ritrova suo malgrado a dover rimandare l'importante appuntamento.
Anna, appena in mattinata mette piede in redazione, subito viene presa da parte dal caporedattore, intenzionato ad affidarle la stesura di un articolo per la pagina dello spettacolo, e per la precisione l'intervista ad una giovane artista che si esibirà in serata in un locale in città e pare essere incredibilmente brava, un vero talento: si chiama June, suona il pianoforte e canta, ed ha vissuto molti anni in Canada.
"Sta' a vedere che è la sorella di Geremia..." pensa tra sé Anna, sulla scia di una logica associazione di idee scattata in lei nell'ascoltare le parole del caporedattore. Ma immediatamente tra i suoi pensieri emerge un bel problema, al seguito del quale se ne affaccia anche la soluzione: l'incontro con gli amici dovrà essere rimandato, però non è detto non ci si possa vedere, anzi...
C'è qualcun altro che incappa in un imprevisto intoppo in questa giornata. Sebastiano da alcuni mesi lavora in un caratteristico locale in centro città ed in teoria oggi avrebbe dovuto concludere il suo turno alle sette, mentre invece sarà costretto a trattenersi fino alla chiusura per sostituire un collega malato, tanto più che per la serata è in programma musica dal vivo, ci sarà di sicuro un bel giro di clienti e non si può restar carenti di personale!
A combinar le cose ci pensa, alla sua maniera, Anna: l'artista che lei deve intervistare si esibirà proprio dove lavora Sebastiano, e perciò il gioco è fatto! La riunione con Jabez è posticipata ed il gruppo di amici, approfittando delle favorevoli coincidenze, potrà godersi della buona musica ed una rilassante serata!
Quando, via sms, Sebastiano viene informato della trovata dell'irrefrenabile compagna, non se ne sorprende affatto. Anna è un vulcano, riesce sempre ad escogitar un modo per volgere le cose al meglio, o almeno ci prova, e lui per questo la ammira molto ed in parte la invidia, vorrebbe avere un po' del suo entusiasmo, del suo ottimismo, vorrebbe prendere la vita col sorriso e lasciarsi andare, mentre invece non riesce a farlo, non più, quasi vi avesse rinunciato nel timore di... di cosa? Di ferir qualcuno? O di ferir se stesso?...
Qualcosa Sebastiano l'ha perso per strada, o più probabilmente ha preferito metterlo da parte, sentimenti, emozioni, che per caso o per scelta da tempo non prova più, quasi la solitudine fosse nella sua situazione una via obbligata. Non vuole costringere qualcun altro a sopportare una realtà che lui ha impiegato anni ad accettare, non può farlo, ed ha perciò chiuso il suo cuore in un cassetto per impedirgli di battere troppo forte, per zittirne il naturale richiamo.
Nel tardo pomeriggio fa la sua comparsa nel locale la talentuosa artista che con piano e voce dovrebbe incantare coloro che la ascolteranno, almeno stando alle parole del titolare, che la accoglie dimostrandole un sincero entusiasmo, ricevendo in cambio da lei un garbato sorriso in bilico tra imbarazzo e diffidente distacco.
Sebastiano inizialmente non presta attenzione alla giovane musicista, ma quasi involontariamente ad un certo punto i suoi occhi si posano su di lei e su  di lei si fermano, incuriositi ed ammirati. E' una bellezza insolita la sua, raffinata e discreta, che appare evidente pur volendo nascondersi, naturale e spontanea, ben lungi dall'essere ricercata e costruita. I capelli, castani e lisci, dal taglio scalato, sono poco più corti delle spalle e due ciocche più lunghe incorniciano il volto dai delicati lineamenti, sul quale spiccano le labbra sensuali ed i grandi occhi neri, orlati da lunghe ciglia messe in risalto da un velo di rimmel, occhi intensi e severi, che scrutano il mondo circostante come volessero farlo proprio, rubandone l'essenza, mentre il vestito blu, senza maniche, corto e attillato, con una profonda scollatura sulla schiena, avvolge le forme proporzionate ed armoniose, lasciando intravedere sulla spalla destra un tatuaggio raffigurante una piuma.
La ragazza si guarda intorno, studia l'ambiente con attenzione, quindi si siede al pianoforte e delicatamente ne sfiora i tasti, spargendo nell'aria dolci note soffuse, tanto simili a lei, che vorrebbe rendersi invisibile al mondo per apparire solo attraverso la sua arte. D'un tratto June, sentendosi osservata, distoglie lo sguardo dal piano e posa i penetranti occhi sull'individuo che da un po' la sta fissando, fulminandolo senza via di scampo. Sebastiano, trafitto dalle nere perle che ha puntate contro, sorridendo china la testa quasi volesse scusarsi, ma il suo gesto non smuove affatto la diffidente musicista, che indifferente riprende a suonare, delicata come una farfalla che vola di fiore in fiore.
Uno dei camerieri tenta un approccio galante con la bella pianista e lei, con l'abilità di chi è più abituato ad allontanare le persone che ad avvicinarle, lo liquida in un attimo, dirigendosi poi al bancone per ordinare qualcosa da bere. A servirla è Sebastiano che, memore dell'occhiataccia appena ricevuta, sta ben attento a non dire niente di sconveniente e si limita a far il proprio lavoro, rivolgendo a June semplicemente un'innocua domanda:
"Allora, come va?".
"Abbastanza bene direi." risponde l'altra garbata, posando per un attimo gli occhi sul giovane di fronte a lei, per poi guardarsi intorno con la tipica espressione di chi sta esaminando l'ambiente in cui si trova, come infatti rivelano le sue sincere parole:
"Mi piace qui. Si respira un'atmosfera familiare, e c'è un'ottima acustica.".
"Il proprietario ci tiene molto." spiega Sebastiano "Questo ormai è uno dei pochi posti in città dove si può ascoltare musica dal vivo.".
June accenna un sorriso, quindi ordina una bottiglietta d'acqua e ritorna infine al pianoforte, per terminare le verifiche dei suoni e dei volumi con il fonico, concentrandosi sulla propria musica ed intonando con la voce alcune melodie, che lasciano a bocca aperta le persone nel locale. E' davvero molto brava, ha uno stile particolare e personale ed una voce dalle mille sfumature, espressiva, in grado di emozionare chiunque la senta. Sprigiona un fascino, una magia particolare questa ragazza, che tra le note sembra dissolversi, bella ed eterea come un angelo, e nel contempo forte e passionale come una donna dal cuore palpitante. E se adesso sta solo abbozzando delle melodie, chissà cosa riuscirà a fare quando si metterà a suonare davvero!
Terminate le prove, June si siede ad un tavolo accanto ad un giovane e Sebastiano subito ne deduce che quello dev'essere il suo fidanzato: in fondo, meglio così, tanto vale togliersela subito dalla testa, inutile pensare a qualcosa che non potrà mai essere!
Verso le sette di sera fanno la loro apparizione Anna e Liam insieme al resto della compagnia, e subito Sebastiano viene raggiunto al bancone dagli amici che sperano di scroccargli da bere.
"Che ci offri?" inizia Fabio.
"Niente, qui si paga." risponde lapidario il diretto interessato.
"Dai, su, non fare il guastafeste!" insiste Kirk.
"Ma la finite?! Io sto lavorando!" replica Sebastiano seccato, e la sua brusca reazione insospettisce Liam: cosa sarà mai successo al suo amico per metterlo tanto di cattivo umore?
Anna intanto avvista Geremia seduto poco distante ed intuisce che la ragazza insieme a lui deve essere sua sorella. Così, spinta da un'incontenibile curiosità, si dirige verso di loro abbandonando i compagni, che perplessi si chiedono cosa le stia passando per la testa.
"Guarda un po' chi si vede!" esclama compiaciuto Geremia, accogliendo con un intrigante sorriso la giovane a lui ben nota, per poi presentarla alla sorella:
"Lei è Anna, ti ho parlato di lei ieri...".
June saluta ed invita la ragazza a sedersi, cosa che lei fa senza la minima esitazione, rivelando il motivo della propria presenza nel locale:
"Sai, June, devo scrivere un articolo su di te e sulla tua musica.".
"Della mia musica non c'è da parlare, bisogna solo ascoltarla." fa notare la diretta interessata.
"E allora intanto raccontami qualcosa di te." insiste tenace l'altra, prendendo dalla borsa un quaderno ed una penna  "Da quanto suoni? Com'è nata la tua passione?".
June non si tira indietro ed accenna brevemente alla propria esperienza:
"Credo di essere nata suonando il pianoforte... Ho iniziato a quattro anni e non ho più smesso. Sono vent'anni che suono, ho studiato anche chitarra per alcuni anni e me la cavo abbastanza bene. Scrivo io i miei brani, musica e testi, ma mi piace anche improvvisare, a seconda di quello che mi viene in mente al momento. Ascolto musica di ogni genere e si capisce ascoltando quello che faccio. Ho inciso un paio di album, quando ero in Canada, e so che sono arrivati anche in Europa. Ho fatto alcune tournee, ma preferisco serate come questa. Non cerco la fama, voglio solo fare la mia musica e condividerla con gli altri.".
"So che lavori anche come fotografa con tuo fratello." prosegue la giornalista.
"Sì, è la mia attività principale, ed è una mia grande passione."
Le due sono interrotte da Geremia, che a tradimento, impugnando l'inseparabile macchina fotografica, scatta una foto ad Anna e si offre di procurarle qualche bella immagine per il suo articolo.
"In effetti, ci contavo." ammette la giovane con un malizioso sorriso "Quando ho capito che avrei dovuto intervistare tua sorella, ho sperato che ci fossi anche tu.".
"Allora volevi rivedermi..." insinua malizioso Geremia, beccandosi di rimando una fulminante occhiataccia da entrambe le ragazze al suo tavolo.
Intanto, fermi al bancone, gli amici dell'incontenibile giornalista osservano in distanza la scena, e mentre Fabio è impaziente di esser presentato alla bella musicista, Liam è alquanto infastidito dagli sguardi che Geremia costantemente rivolge ad Anna: cosa vuole da lei?
"Perché te la prendi tanto?" domanda Sebastiano al compagno palesemente roso dalla gelosia "Quello non è il fidanzato della cantante?".
"No, è suo fratello..." risponde l'altro piuttosto alterato, sorseggiando una birra senza levare gli occhi dal tavolo dove a suo parere fin troppo a lungo si sta trattenendo Anna.
Proprio Anna ad un certo punto fa un cenno ai compagni invitandoli a raggiungerla, e quasi senza rendersene conto June le rivolge una spontanea domanda:
"Il barista, è un tuo amico?".
"Sì, perché?" chiede curiosa l'interrogata "Si chiama Sebastiano. Se vuoi te lo presento.".
Il discorso viene interrotto dall'arrivo della scatenata combriccola di Anna e soprattutto da Fabio, che subito si fa avanti con l'affascinante musicista, ricevendo in risposta alle sue spiritose battute un'eloquente occhiata che spegne in lui, in un istante, ogni minima speranza. Altro sguardo non troppo benevolo è quello che Liam indirizza a Geremia, sguardo perfettamente recepito dal diretto interessato e volutamente ignorato.
June si trattiene poco con il gruppo, prima di suonare è abituata a starsene tranquilla, da sola, per concentrarsi, e si congeda perciò dalla simpatica comitiva con un timido sorriso, appena accennato, per poi allontanarsi a passi leggeri sparendo tra la gente che inizia ad affollare il locale, intoccabile, evanescente, eppur concretamente presente ed attenta al mondo che la circonda, in un altalenante rapporto di amore e odio il cui contrasto ben rappresenta il suo complesso ed intricato animo. Sebastiano la osserva, fin quando gli è possibile, non riesce a distogliere da lei lo sguardo, è incuriosito da questa singolare creatura, ma per restar fedele a se stesso ed alle scelte fatte si sforza di scacciarla dalla mente, anche se nemmeno il rumoroso ciarlare dei clienti riesce a spegnere in lui questo pensiero sempre più incalzante.
Manuela, studiata per un po' la situazione, non può trattenersi dall'esprimere la propria opinione ad Anna, e lo fa parlandole sottovoce in un orecchio, attenta a non farsi sentire dai compagni:
"Mi sembra che a Liam non piaccia il tuo nuovo amico, e non ha tutti i torti.".
"Perché?" chiede l'altra cadendo dalle nuvole "Geremia è simpatico...".
"Sì, e anche molto carino. Ma non hai notato come ti guarda?"
"E' un problema suo questo."
"Mi sa che è anche tuo..."
In effetti Geremia pare non voler minimamente mascherare il proprio interesse per Anna e la cosa giustamente innervosisce Liam, che fatica non poco a far finta di niente e, per non scatenare una spiacevole discussione rovinando a tutti la serata, preferisce starsene zitto e controllare quello che succede, soffocando il vulcano che gli ribolle in petto. Per fortuna Geremia, raccolto un po' di buon senso, onde evitare di guastare la piacevole atmosfera, capisce di dover distogliere la sua attenzione da una certa persona e lo fa chiacchierando allegramente con tutti e sfoderando una serie di battute spiritose e sagaci tali da far concorrenza a Fabio e Kirk. E' un tipo di compagnia, non c'è che dire, e se non fosse per la sua evidente attrazione nei confronti di Anna, a Liam starebbe pure simpatico!
Finalmente l'esibizione ha inizio. Il proprietario del locale presenta la talentuosa artista e lei, con uno spontaneo sorriso, saluta e si siede subito al pianoforte. Ben presto il pubblico si zittisce, catturato dalle note che un po' alla volta si diffondono nell'aria, per poi esplodere in una melodia che trascina il cuore ed incanta la mente. June interpreta con passione e disinvoltura i suoi brani, che spaziano dal pop al rock, con venature di blues e richiami etnici, passando da ritmi orientaleggianti o latini per sfumare nella musica ambient. Il tutto miscelato ed accordato, solo con piano e voce, in un armonico disegno musicale dai mille colori, denso di influenze diverse eppur assolutamente personale, la cui apparente semplicità ne cela l'inestimabile ricchezza. La voce di June, versatile ed agile, calda e sensuale, potente e nel contempo dolcissima, meravigliosamente perfetta nelle sue imperfezioni, si adatta ad ogni melodia, con una naturalezza frutto d'un innato talento e non di anni di forsennati studi: una tecnica raffinata c'è sicuramente alla base, ma su tutto domina un istinto peculiare e travolgente. Mentre esprime liberamente la sua arte, June quasi perde i suoi umani connotati, avvolta da una magia inspiegabile fatta di emozioni, sogni, suggestioni antiche e concreta realtà, e se tutti rimangono profondamente colpiti dalla meravigliosa musicista, qualcuno in particolare ne viene suo malgrado totalmente rapito. Sebastiano fissa con occhi colmi d'ammirazione la ragazza che, seduta al pianoforte, non sfugge più al mondo schivandone gli sguardi, ma lo conquista con la forza e la passione della sua musica, ed esce allo scoperto per quello che è, senza soffocare la propria emotività ma dandole libero sfogo perché possa esplodere in tutta la sua pienezza.
Geremia approfitta del momento per fare delle fotografie alla sorella e, cercando di non farsi scoprire, dedica qualche furtivo scatto ad Anna, ma di ciò inevitabilmente si accorge Liam e prontamente lo fa notare alla compagna, non nascondendo il proprio fastidio:
"Deve farlo a te il sevizio fotografico?".
"Non dire sciocchezze!" risponde l'altra cercando di sminuire la spinosa questione "Sta inquadrando la sala, è piena di gente!".
"No, quello ha inquadrato per bene te!"
"Non essere così geloso. Lui può fare quello che vuole, ma io amo te e soltanto te.".
Con un tenero bacio Anna placa l'animo inquieto di Liam e per fortuna la coinvolgente musica prende il sopravvento e spegne ogni malumore sulla scia di suggestive emozioni.
Conclusa l'esibizione, June viene praticamente travolta dalla gente che vuole complimentarsi con lei, ed agli innumerevoli elogi risponde pacata e composta, senza dilungarsi troppo in chiacchiere. Le fa piacere che la sua musica arrivi al cuore delle persone, ma a suo parere tante parole non servono, l'arte va amata e vissuta, non racchiusa in discorsi che invano tentano di definirla finendo solo per perderne la più pura essenza.
Anche Anna ed i suoi compagni esprimono la loro sincera ammirazione alla giovane musicista non appena riescono ad averla di nuovo al loro tavolo, e lei ringrazia con un sincero sorriso. Le piacciono questi ragazzi, incontrati così, per caso, istintivamente li sente vicini, hanno qualcosa di speciale che le infonde allegria e serenità.
Sebastiano, sfruttando un momento di quiete, raggiunge gli amici e rivolge a June un intenso sguardo accompagnato solo da poche parole:
"Complimenti! Hai conquistato tutti stasera...".
La ragazza ringrazia con un semplice cenno del capo e posa gli sconfinati occhi neri sul giovane che ha di fronte e che non smette di lanciarle furtive occhiate fingendo di guardarsi intorno per controllare se qualche cliente abbia bisogno di lui. Anna immediatamente dà una gomitata a Manuela e Katia, sedute accanto a lei, e con un eloquente gesto della mano fa notare a Kirk e Liam il significativo gioco di sguardi tra il loro amico e la bella musicista, cosa della quale tutti al tavolo si sono accorti, come rivela il malizioso sorriso che si scambiano Simone e Fabio. Anche Geremia si rende conto che la sua sorellina deve in qualche modo esser rimasta piuttosto colpita da Sebastiano, ma fa finta di nulla e gliene parla soltanto quando, a conclusione della serata, se ne torna con lei a casa, salutati i nuovi amici con la promessa di rivedersi ancora in un futuro non troppo lontano.
"Mi devi dire qualcosa?" esordisce Geremia con furbesca espressione.
"Sinceramente, sì." afferma June, intavolando però un argomento totalmente diverso da quello che aveva in testa suo fratello "Non mi piace come ti stai comportando. Anna non è libera, sta con Liam, non puoi ignorarlo.".
"Non lo faccio." risponde serafico l'altro "Lei mi piace sul serio, perché dovrei nasconderlo? Non c'è niente di male! E stai tranquilla che non voglio mettermi in mezzo tra quei due... però se tra loro non dovesse funzionare..."
"… ti faresti subito avanti!... Ti piace così tanto?"
"Eh già! Stavolta mi sa che ho davvero perso la testa!"
"Se mai l'avessi avuta!... Certo che, con tutte le ragazze che ci sono in giro, proprio di una già impegnata dovevi innamorarti?!"
Geremia sorride e fa un'affettuosa carezza in testa alla sorella, mentre lei gli rivolge con lo sguardo un benevolo rimprovero. Ma il giovane in un attimo torna alla questione di cui in partenza voleva parlare e lo fa con una pungente allusione:
"Piuttosto tu, dimmi: è la prima volta che ti interessi a qualcuno in maniera così... evidente...".
"Non ti capisco." replica con falsa indifferenza June.
"Sebastiano intendo, il barista..."
"Oggi ho parlato con lui, non molto a dire il vero, ma mi è sembrato diverso dalla maggior parte dei ragazzi, ha dentro qualcosa... non so... lui e i suoi amici hanno un'energia speciale."
"A volte mi dimentico che riesci a sentire l'energia della gente, come la mamma... Non so come fai!"
"Non lo so nemmeno io!"
Ed infatti questa peculiarità possiede June: lei non vede con gli occhi le persone, prima di tutto le sente, percepisce la loro essenza e sa perciò individuare le forze positive o quelle negative che dominano in ognuno. E' una caratteristica che ha ereditato da sua madre, la possiede dalla nascita e non le pesa affatto. Ha imparato presto a conviverci e nulla ha questo a che vedere con l'indole riservata e diffidente che per natura le appartiene, legata forse all'intima paura di venir ferita o delusa e al desiderio di proteggere il proprio mondo interiore. June maschera la propria emotività dietro un apparente distacco e soltanto quando suona si esprime all'ennesima potenza, mettendo in gioco tutta se stessa, con i suoi pensieri e le sue emozioni, quasi si sentisse protetta dalla musica e perciò libera di dar voce alla parte più istintiva e passionale del suo animo, la più forte e la più fragile nel medesimo tempo.
In chiacchiere più o meno serie si dilungano anche Anna e i suoi compagni, mentre fuori dal locale, ormai in chiusura, aspettano che Sebastiano li raggiunga. Appena il giovane si riunisce agli amici, ovviamente loro non gli risparmiano maliziose allusioni alla talentuosa musicista che pare aver suscitato in lui una certa curiosità, e non solo.
"Brava quella June, non ti pare?" inizia Kirk, assecondato da Fabio:
"Mi sa che le piaci... Fortunato te!".
"E finitela!" ribatte lapidario il diretto interessato.
Liam allora, in tono tutt'altro che scherzoso, esprime all'amico il proprio sincero parere:
"Perché non provi a conoscerla meglio, magari...".
"Ho altro per la testa, e anche voi! Ricordate?!" conclude bruscamente Sebastiano, allontanandosi palesemente nervoso.
Anna e Liam si scambiano una complice occhiata. Entrambi hanno capito cosa passi nella testa del compagno e sanno quanto sia cocciuto se prende una decisione, ma stavolta forse dovrebbe, per il suo bene, far un passo indietro e mettere in discussione alcune sue radicali scelte, accettando la possibilità di essere, magari, felice...
Anche il resto del gruppo ha intuito quali contrastanti emozioni si stiano scontrando nel cuore di Sebastiano ed è Simone a dar voce alla comune preoccupazione:
"Se continua così, si farà del male. Se solo non fosse tanto testardo!".
"Ci sono cose che non si possono fermare." osserva Manuela sorridendo intenerita "Se ne accorgerà anche lui.".
La vivace comitiva scambia infine le ultime battute per chiudere la bella serata in allegria, dopodiché si passa ai saluti, ed ognuno prende la propria strada verso casa. Prima di andarsene, però, Liam si avvicina a Sebastiano, già in auto pronto a partire, e gli dà lo stesso consiglio che un tempo a lui diede l'amico:
"Ricordi quello che mi hai detto quando non sapevo cosa fare con Anna? Quelle stesse cose dille a te stesso adesso! Non possiamo rinunciare a tutto per via del destino che ci è toccato...".
"Non voglio che nessuno debba soffrire per colpa mia." risponde rassegnato Sebastiano.
"E allora smettila di comportarti così." conclude Liam sorridendo, per poi raggiungere Anna che lo sta aspettando accanto all'auto.

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Direi che Sebastiano è stato "colpito e affondato"... anche se ancora pone una coriacea resistenza ai sentimenti che stanno nascendo in lui.
Di sicuro l'incontro con June e Geremia scombussolerà non poco le vite dei nostri amici! Staremo a vedere...
A presto!!!
Marta

LIAM, ANNA E GEREMIA
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Capitolo 21
*** Michele ***


PARTE III. I SETTE SPIRITI DI LUCE

CAPITOLO III. MICHELE

Devono aspettare fino a domenica Sebastiano e i suoi amici per riuscir ad incontrarsi, e stavolta non ci sono intoppi. Subito dopo pranzo il gruppo si riunisce a casa di Simone e Katia, ed ovviamente anche Jabez è presente. L'argomento principale è sempre lo stesso: da dove iniziare con la ricerca degli arcangeli? Simone ha un'idea:
"Concentriamoci su Michele. Se ci è apparso, forse significa che è più vicino a noi rispetto agli altri. Proviamo a individuare qualche zona qua intorno in cui potremmo trovarlo...".
"Prima dobbiamo trovare la sua spada." fa notare Kirk "Da quello che ho capito, la memoria di questi angeli è legata alle loro armi, perciò...".
"Sono arcangeli, non angeli." precisa Anna.
"Sì, ok!" interviene Sebastiano "Ma con il casino che abbiamo in testa, non mi pare il caso di dar troppo peso alle parole!".
Anna sbuffa ed inizia a vagare con lo sguardo, come stesse cercando l'ispirazione per escogitare una della sue bizzarre idee.
"Che hai in testa adesso?" le chiede diffidente Liam, e lei con un buffo sorriso risponde:
"Un bel niente... vuoto totale!".
"Per fortuna!" è lo spontaneo commento di Fabio.
Jabez riporta i ragazzi all'ordine, ricordando loro il motivo della riunione:
"Concentriamoci per favore! Penso sia una buona idea partire da Michele, l'intuizione di Simone è corretta. Alla sua spada è collegato il cedro, vero?".
"Infatti." conferma Katia, aggiungendo poi:
"Credo di poter rintracciare con il computer delle zone in cui le energie angeliche sono in azione, come facevo con le forze demoniache. Il principio più o meno è lo stesso, e se inserisco alcuni dati dei riti di vegetazione posso restringere di molto il campo.".
"Mi sembra di cercar un ago in un pagliaio!" osserva preoccupata Manuela.
"Tranquilla, abbiamo il nostro "angel detector"!" se ne buca fuori Anna, posando una mano sulla spalla di Liam, che ovviamente replica perplesso:
"Cosa sarei io?".
"Michele ha detto che tu puoi avvertire la presenza degli angeli, no?" spiega l'altra imperterrita.
"Sì, l'ha detto." confessa titubante il diretto interessato "Ma al momento non sento proprio niente di strano.".
Jabez sorride con fare paterno: a volte ha l'impressione di avere davanti degli scanzonati adolescenti, che ancora non hanno ben capito quale sia la loro importante missione, ed invece di fronte ha dei coraggiosi giovani che hanno consapevolmente fatto determinate scelte, decisi a percorrere una difficile strada senza arrendersi e senza perdere quel minimo di leggerezza ed allegria che costituisce un loro innegabile punto di forza.
Katia armeggia per un po' con il computer, supportata da Simone e Jabez, ed ecco che finalmente riesce ad individuare la zona in cui Michele e la sua spada potrebbero trovarsi, zona che effettivamente non è troppo lontana da raggiungere: in auto in un'ora ci si dovrebbe arrivare senza problemi.
D'un tratto, mentre il gruppo sta definendo gli ultimi dettagli prima di partire, un'inquietante sensazione si diffonde strisciando ed il cielo di colpo si oscura: qualcosa, o qualcuno, si sta inesorabilmente avvicinando. Sebastiano lancia un'eloquente occhiata a Jabez, che immediatamente prende per mano Katia per portarla via con sé, ma la ragazza è restia e solo le risolute parole di Simone, che in pratica le ordina di allontanarsi il più possibile, la convincono a lasciar i compagni, ed in tutta fretta lei e Jabez salgono in auto e se ne vanno per mettersi al sicuro: se fossero rimasti sarebbero stati solo d'intralcio ed oltre a mettere in pericolo le loro vite, avrebbero messo a rischio anche quelle degli amici.
Intanto i sette custodi dei gioielli, che previdenti si erano portati dietro le loro divise, nuovamente le indossano, dopo ben due anni che non lo facevano, ed attendono che il nemico si riveli apertamente. Il cielo lentamente si rischiara senza che nulla di particolare sia successo: possibile che finisca tutto così? No, non è possibile, e sono per primi Fox e Dove ad accorgersi degli esseri che dal nulla si sono in silenzio materializzati.
I sette amici si trovano di fronte tre creature indefinibili, dall'aspetto umano e la demoniaca aura, tanto simili ad Asmodeus per l'arcano malefico fascino che sono in grado di esercitare. A parlare per primo è un individuo dai lunghi e lisci capelli neri, sul cui volto dalla pelle chiarissima spiccano due gelidi occhi blu, alto, longilineo, elegante nel portamento, vestito con una camicia tinta petrolio ed un paio di jeans, le cui affusolate mani si muovono agili accompagnandone le infide parole:
"Finalmente abbiamo l'onore di conoscere i ragazzi che hanno sconfitto Asmodeus. Mi sembra buona educazione presentarsi: io sono Apollyon, e loro sono Astaroth e Vepar.".
Astaroth ha capelli biondi, mossi, raccolti in una lunga coda, occhi neri come la pece, dalla forma allungata, un viso ovale dai tratti delicati, labbra sottili, maestoso e superbo nei movimenti, a vederlo sembra un nobile, forse anche per via del suo raffinato abbigliamento: camicia grigio perla di seta, gilet lungo color antracite ed un paio di pantaloni neri dal taglio classico.
Vepar ha la bellezza di una sirena, tanto incantevole quanto pericolosa, ha lunghissimi capelli biondi, occhi verdi, labbra carnose, sensuale e ricercata nei modi, fasciata in abiti molto aderenti che ne mettono in risalto il sinuoso fisico: maglia rosso fuoco scollata senza maniche, jeans ed alti stivali di pelle.
Superato l'iniziale momento di smarrimento, Panther si rivolge senza timore ai nemici:
"Non ci importa come vi chiamate. Farete la stessa fine di chi vi ha preceduto!" .
"Fai attenzione a quello che dici." ribatte Vepar con ambigua espressione "Lui era solo, noi siamo in sette. Non potete nemmeno immaginare di cosa siamo capaci.".
"Forse anche voi ci state sottovalutando." interviene Wolf, a cui fa seguito una diretta domanda di Cat:
"Perché siete qui? Cosa volete? Cosa cercate?".
"Dovreste dircelo voi." rimarca arrogante Astaroth.
Hawk e Panther si guardano e senza bisogno di parlare si intendono al volo: bisogna darsi una mossa e attaccare, inutile sprecar tempo e fiato per niente, dando modo al nemico di agire per primo. Ma gli avversari sono forti, terribilmente forti ed astuti, ed i sette compagni si ritrovano in un istante immobilizzati, non possono muovere nemmeno un muscolo, impossibilitati a reagire, in balia delle tre inquietanti creature di fronte a loro.
"Volevate andare da qualche parte?" domanda provocatorio Apollyon.
"Facciamo un patto." interviene con lusinghevole voce Vepar "Voi ci dite dove si trova quello che ci serve e noi vi liberiamo.".
"Fatica sprecata!" replica con beffardo sorriso Fox "Noi ne sappiamo meno di voi... Mi sa che avete fatto un bel buco nell'acqua! Non siete così furbi come pensavo.".
Il ragazzo ha osato troppo e viene malamente scagliato a terra ed immobilizzato poi contro il muro. Dove e Cat assistono alla scena con gli occhi sbarrati: quale terribile potere hanno questi esseri emersi dalle fiamme infernali? E quanta rabbia, quanta malvagità! Sono davvero potenti i tre demoni, tanto da non aver bisogno di un corpo in cui incarnarsi, perché da soli sono in grado di mutare la loro essenza in materia, assumendo la forma loro più congeniale, proprio come Asmodeus, e come d'altronde anche gli angeli possono fare. E costoro in effetti in un tempo lontano appartenevano alle schiere celesti, prima di ribellarsi ed essere gettati nelle fiamme infernali, trasformandosi in creature demoniache.
"Provate a pensare..." fa notare ad un certo punto Apollyon, camminando per la stanza "Noi siamo stati condannati in eterno per gli stessi peccati che quelli della vostra razza commettono ogni giorno. Perché a voi è concesso il perdono e a noi no? Vi sembra giusto?".
"Non sta a noi dirlo." risponde sicuro Squirrel.
"Diplomatico il ragazzo." commenta con aria di superiorità Astaroth.
Nel mentre, Cat e Hawk cercano un modo per rivolgere il loro speciale potere contro i nemici, ma nel momento in cui a fatica riescono a sfiorarsi le mani per unire le loro forze, vengono bruscamente separati ed allontanati, scaraventati sul pavimento, incapaci di muoversi.
D'un tratto, senza un apparente motivo, Panther scoppia a ridere, cogliendo di sorpresa amici e nemici.
"E' impazzito?" si chiede stupito Wolf.
"Cos'ha in mente?" riflette tra sé Dove, sicura che dietro l'assurdo comportamento del compagno si nasconda un preciso piano.
Vepar domanda al giovane cosa lo diverta tanto e lui risponde con un ironico sorrisetto:
"E' buffo. Voi non avete la minima idea di cosa state cercando e sperate di scoprirlo da noi... e il bello è che noi non sappiamo niente!".
"Noi sappiamo perfettamente cosa dobbiamo trovare." ribatte infastidito Apollyon "Forse siete voi a non avere la minima idea di cosa dovete proteggere.".
Vepar si avvicina con sensuali movenze a Panther e con la mano gli sfiora il viso, sussurrandogli in un orecchio con vellutata voce:
"Se solo volessi, ti farei cadere ai miei piedi riducendoti come una larva in mio potere. Fossi in te la smetterei di scherzare.".
"Non ci penso proprio." risponde prontamente l'altro, beccandosi di rimando dall'infernale creatura una ginocchiata nello stomaco, che lo fa piegare in due ma non lo zittisce:
"Perché non vi liberate di noi? Non potete farlo?".
"Questo ci fa ammazzare tutti!" rimugina tra sé Fox preoccupato, volgendo lo sguardo verso Wolf e Squirrel, altrettanto crucciati.
Cat invece pensa bene di assecondare il temerario amico e si aggiunge alla sua voce:
"Infatti, non capisco cosa aspettate. Se siete così forti, perché siamo ancora vivi?".
Ed anche Hawk a sorpresa dà man forte ai due compagni:
"Allora?! Sbrigatevi! Perché perdere ancora tempo?!".
"Siete tutti fuori di testa?!" esclama incredulo Wolf.
Ma la trovata di Panther ottiene l'effetto sperato. Il trio demoniaco, alquanto irritato, per lanciare un attacco agli irriverenti giovani nell'intento di punirli della loro sfrontatezza, li libera per un fuggevole istante dal potere con cui li aveva paralizzati, quel tanto che basta a Cat ed Hawk per far fluire il loro innato potere, unendo le forze per renderlo ancor più efficace: dalle loro mani, unite in un'inviolabile stretta, inizia a scorrere purpureo sangue, che inquieta non poco Apollyon, Astaroth e Vepar, obbligandoli ad andarsene svanendo in un abbagliante lampo.
"Stavolta ce la siamo vista davvero brutta!" commenta Fabio, seduto per terra con la schiena appoggiata al muro.
"E le altre volte no?" rimarca puntuale Simone, crollando su una sedia.
"Come ti è venuto in mente di metterti a ridere per distrarli?" chiede curioso Kirk a Sebastiano, e questi, sedendosi sul divano, tranquillamente confessa:
"Non sapevo cosa fare!".
"Un piano ben studiato..." osserva Fabio.
"Però ha funzionato." sottolinea soddisfatta Anna, stringendosi a Liam, che dolcemente le sorride passandole una mano tra i capelli, mentre Manuela rivolge loro una spontanea domanda:
"E voi due, come mai avete pensato di assecondare Sebastiano?
"Intuito!" ammette Liam, non avendo in effetti altre risposte per il proprio istintivo comportamento.
Sebastiano comunque ha colto un particolare di un certo rilievo e lo espone ai compagni per capire se anche loro l'abbiano preso in considerazione:
"Secondo me, gli angeli caduti sono in difficoltà e sono convinti di arrivare grazie a noi a questo nuovo "accesso" che servirebbe a Satana. Hanno bisogno di noi, non ci uccideranno, almeno per adesso.".
"Anch'io ci ho pensato." rivela Simone "Dobbiamo stare attenti, sicuramente studiano tutte le nostre mosse.".
"Io li posso sentire." confessa a sorpresa Anna "Posso avvertire la loro presenza prima di voi, come può fare Liam con gli angeli. Li terrò io sotto controllo, così potremo muoverci un po' più liberamente.".
"Controllo o meno," interviene risoluto Fabio "dobbiamo sbrigarci e andare a cercare Michele. Avvisiamo Katia e Jabez che per stavolta ce la siamo cavata, e poi partiamo.".
Detto fatto, i sette amici si dirigono alla volta del luogo in cui, secondo i loro calcoli, dovrebbero trovarsi l'arcangelo e la sua spada. Ancora non sanno di preciso come agire, lo capiranno strada facendo e si comporteranno di conseguenza, consapevoli di non poter programmare ogni dettaglio in una simile situazione e che intuito ed astuzia guideranno le loro azioni, traendo forza da un'incrollabile volontà ed una profonda speranza.
La zona sospetta è situata in aperta campagna. Non c'è anima viva nei paraggi, e probabilmente è meglio così! I sette compagni, abbandonate le auto, si incamminano in mezzo ai campi, tra filari di piante da frutto, peschi, ciliegi, meli. Il sole splende alto e caldo nel cielo, un sole estivo prepotente che fa valere il suo regale potere e rende l'aria irrespirabile a causa della pesante afa. D'un tratto il bracciale di Squirrel inizia a risplendere di un singolare bagliore, non frutto di luce riflessa, bensì di una luce che dal gioiello stesso proviene, generata da una qualche misteriosa forza.
"La spada è qui vicino." osserva Wolf, mentre con gli amici si guarda intorno con attenzione.
"Dobbiamo cercare un cedro, giusto?" chiede perplesso Fox "E come è fatto? Di piante non me ne intendo!".
"Assomiglia a un pino o un abete." spiega Dove "Ed è molto alto.".
Ecco che in lontananza i ragazzi scorgono quello che probabilmente è l'albero che stanno cercando ed iniziano a correre per raggiungerlo il prima possibile, mentre il bracciale con inciso lo scoiattolo è sempre più luminoso.
Giunti davanti all'imponente albero, i sette lo fissano per qualche minuto come fosse un oggetto raro, dopodiché Squirrel, seguendo il suggerimento di Panther, sfiora con reverenziale timore il possente tronco ed avverte immediatamente un'energia immensa scorrergli nelle vene. Qualcosa  accade e, quando il giovane si scosta dall'imponente cedro, nelle sue mani si materializza per un istante una spada dorata, che in una cascata di luce si scioglie avvolgendo colui che per un fuggevole momento l'ha sfiorata, mentre il maestoso albero dal suo potere generato si dissolve nel vento frantumandosi in sottili aghi verdi che come una pioggia cadono al suolo fondendosi con esso.
"Dov'è finita la spada?" si chiede sorpresa Cat.
"E' dentro Squirrel." rivela sicuro Hawk.
"E tu come lo sai?" interviene perplesso Panther.
"Lo sento..." conclude senza esitazione il diretto interessato.
I sette compagni iniziano a far un minimo di chiarezza sulla complessa situazione. Intanto hanno compreso che ognuno di loro è destinato a trovare e custodire una delle armi degli arcangeli per poi restituirla al legittimo proprietario, ed è già qualcosa. Inevitabilmente nelle menti di tutti emerge preponderante il prossimo problema da risolvere: recuperata la spada, bisogna scovare Michele.
Stavolta fondamentale è il contributo di Hawk, in grado di percepire prima di chiunque altro la vicinanza delle creature celesti: l'arcangelo è vicino, ma individuarlo non è semplice. E poi, che aspetto avrà? I ragazzi vagano per la campagna, seguendo l'amico che dovrebbe guidarli e che invece al momento è piuttosto confuso dal nuovo compito al quale non è per niente abituato.
"Ok, stop!" grida ad un certo punto Cat, per poi avvicinarsi ad Hawk e prendergli le mani, accompagnando il suo gesto con poche significative parole:
"Usa la mia energia, potrà aiutarti rafforzando le tue percezioni.".
Il giovane accetta di buon grado il provvidenziale aiuto della compagna e lentamente dal suo animo scompaiono incertezze e dubbi, mentre le sue sensazioni si fanno più nitide ed una profonda sicurezza si fa largo prendendo il sopravvento. Il gruppo riprende dunque a muoversi in una precisa direzione, giungendo nei pressi di una grande villa, circondata da un enorme giardino. I ragazzi si fermano davanti ad un alto cancello in ferro battuto e con sorpresa vedono venir loro incontro un bambino di circa sei anni, col viso paffuto, ricci capelli neri e due vispi occhi verdi, che sorridendo li osserva e spontaneamente porge loro la mano attraverso le sbarre del cancello. Lo sguardo di Hawk racchiude un eloquente messaggio e quando Squirrel d'istinto sfiora le dita del bambino, questi cade a terra svenuto.
"Complimenti, mi avete trovato!" sono le parole che i sette amici sentono pronunciare alle loro spalle da una voce conosciuta, voce che li spinge a voltarsi trovandosi così di fronte Michele, con la sua solita aria malandrina e gli occhi furbi e ridenti. L'angelo impugna la sua spada e con un gesto della mano, senza dir nulla, invita Sebastiano e compagni a seguirlo.
"Dove stiamo andando?" si informa curiosa Anna.
"Dobbiamo parlare con calma. Conoscete un posto tranquillo dove possiamo farlo?" ribatte lo spirito celeste facendo roteare con disinvoltura la sua arma.
"Dai un po' nell'occhio con quella cosa in mano." fa notare Kirk.
In un baleno Michele fa sparire la spada, dentro di sé la custodirà come pura energia e la brandirà solo quando sarà necessario per affrontare il nemico, come lo fu un tempo contro Lucifero.
"Andiamo da me." propone Liam "Avvisiamo anche Jabez e Katia. Penso sia giusto che ci siano anche loro.".
"Perché non cominci a darci qualche spiegazione?" domanda serio Simone all'angelo, che imperterrito con il suo solito furbesco sorriso risponde:
"Tra un po'... abbiate pazienza.".
Il viaggio di ritorno è piuttosto strano. Michele sale in auto con Liam, Anna e Fabio, e durante il tragitto si diverte a canticchiare le canzoni trasmesse alla radio, rivolgendo di tanto in tanto ai tre ragazzi con lui delle domande su quali siano i loro impegni ed interessi nella vita di tutti i giorni.
"E' assurdo!" pensa tra sé Fabio, osservando il singolare individuo seduto accanto a lui.
Giunti a destinazione, i sette amici e Michele si riuniscono a Katia e Jabez, e appunto Katia, faccia a faccia per la prima volta con l'arcangelo, alquanto stupita si lascia sfuggire una spontanea e lecita domanda:
"Ma tu sei davvero un angelo?".
"Così pare!" risponde con malandrina espressione il diretto interessato, passando poi ad un argomento per lui di maggior interesse:
"Non mi offrite niente da bere?".
I presenti sono a dir poco increduli: tutto può sembrare il particolare individuo fuorché un messaggero del Cielo, e non uno qualunque tra l'altro, ma addirittura il capo delle armate celesti! Possibile?!
L'unica a non scomporsi è Anna. Lei già ha conosciuto Michele e ne rammenta il bizzarro modo di fare, come l'aveva incontrato in sogno così se lo trova davanti adesso, e da quel che ricorda di ciò che lui le aveva raccontato, non c'è da stupirsi se gli angeli appaiano più simili di quanto si immagini agli esseri umani: sono tutti rami dello stesso albero, questo le era stato detto e lei non l'ha scordato.
"Vuoi una birra?" chiede Anna al singolare ospite, comodamente seduto sul divano.
"Sì, può andare." risponde lui serafico, prendendo al volo la lattina che la ragazza gli lancia.
"Vuoi qualcos'altro o possiamo cominciare?" rimarca spazientito Sebastiano.
"Avete fretta?" replica Michele, sorseggiando la birra.
"Ascolta, ti abbiamo dato retta, siamo venuti a cercarti, stiamo facendo del nostro meglio. Delle spiegazioni ce le devi!" interviene deciso Liam.
L'angelo sorride e lancia un'occhiata d'intesa a Jabez, quasi attendesse da lui un segnale per iniziare a parlare, dopodiché comincia il suo discorso con una domanda:
"Che volete sapere? Ditemi.".
"Cos'è successo a te e agli altri arcangeli?" esordisce Fabio, e finalmente Michele si fa serio e racconta quanto accaduto:
"Dovevamo proteggere una speciale porta per impedire a Lucifero di trovarla e servirsene, e siamo venuti fin qui appena abbiamo avvertito un pericolo molto vicino. Ma siamo stati precipitosi e ci siamo fatti prendere di sorpresa dagli angeli caduti capeggiati da Apollyon. Per evitare che venisse scoperto quello che invece dovevamo proteggere, ci siamo separati liberandoci delle nostre armi dopo avervi racchiuso la nostra memoria, e ci siamo per così dire addormentati, nascosti all'interno di alcune persone normalissime, insospettabili. In questo modo, se i nemici dovessero trovare uno di noi, non potrebbero ottenere alcuna informazione utile, e per essere ancor più sicuri abbiamo fatto sì che, pur rientrando in possesso delle nostre armi recuperando la nostra memoria, una cosa non potremo ricordarla finché non saremo di nuovo tutti e sette insieme: dove sia questo speciale accesso, il segreto punto di contatto tra questa dimensione e le altre. Dimenticarlo era in quel momento l'unica maniera di proteggerlo.".
"Cosa sono queste porte di cui continuiamo a sentir parlare?" chiede con vivo interesse Simone.
E Michele spiega, per quel che gli è possibile, una verità nella sua essenza fondamentalmente inspiegabile:
"Esistono diversi passaggi, alcuni per l'Inferno, altri per il Cielo. Quelli principali, che sono tre tanto per l'una quanto per l'altra parte, sono chiusi, per mantenere le diverse dimensioni distinte ed evitare il caos. Ma ne esistono molti altri più piccoli, socchiusi o aperti, dai quali angeli e demoni riescono a passare o a far giungere fin qui la loro influenza. Ecco il perché delle possessioni demoniache, del contatto che alcune persone riescono ad avere con gli spiriti, dell'esistenza di individui votati palesemente al bene o al male. E questi punti di accesso non si possono chiudere, un collegamento tra le varie dimensioni ci deve essere, è impossibile impedirlo. Cosa sono queste porte volete sapere... Luoghi, oggetti, persone, anche i sogni e le premonizioni sono porte con cui noi, o loro, comunichiamo con voi. Voi sette, per esempio, siete delle porte: lo siete per me e i miei fratelli, per le Virtù, e lo siete stati in un qualche modo per i Peccati. Anna e Liam erano le due CHIAVI, le prime e presumo le uniche, le CHIAVI che avrebbero spalancato tutte le porte, nessuna esclusa. Non so se mai un giorno qualcun altro porterà su di sé quei sigilli, e francamente spero di no!".
Anche Sebastiano esprime una propria perplessità:
"Lucifero, potente com'è, perché non può arrivare qui come gli altri demoni? Cosa glielo impedisce?".
"Ehi, quando l'ho cacciato là sotto," puntualizza Michele orgoglioso "ho fatto un buon lavoro! E poi, lui non può usare i passaggi che usano i suoi demoni. Come potrebbe un gigantesco elefante passare dalla fessura da cui a malapena passa una formica? Lui da quei pertugi può soltanto far filtrare una minima parte del suo potere e non è questo che gli interessa. Lucifero vuole dominare questo mondo, non distruggerlo. Lo vuole per sé, vuole sottomettere gli esseri umani ed asservire a sé anche gli spiriti celesti, e con pazienza per secoli e secoli ha cercato il modo più efficace per riuscirci. Ha mandato uno dei suoi seguaci più potenti, Asmodeus, per portar a termine il perfetto piano che voi avete mandato all'aria, e adesso ha deciso di ricorrere al piano di riserva. Esiste una porta, una per ogni secolo, una porta speciale dalla quale Lucifero può giungere fin qui per spalancare da solo tutti gli accessi infernali e far arrivare, sotto la sua guida, i suoi eserciti. Noi sette arcangeli abbiamo costantemente vegliato, nel corso dei secoli, su queste pericolose porte e le abbiamo sempre distrutte impedendo a Lucifero di usarle. Ma stavolta è diverso: non è un oggetto o un luogo questo passaggio, come in passato era stato, bensì una persona, una persona immune ai poteri di angeli, demoni, anche ai vostri, una persona abbastanza forte da poter ospitare Lucifero dentro di sé per un tempo prolungato, in modo da permettergli di arrivare qui in tutta la sua potenza per aprire le porte infernali, soprattutto le tre principali. Non credo che i sette angeli caduti sappiano che è un essere umano quello che stanno cercando, almeno per adesso, e ora come ora non vi so dire nemmeno io chi sia questo individuo. Potrò ricordarlo solo quando sarò di nuovo insieme ai miei fratelli. Comunque esiste un modo per chiudere definitivamente questo accesso, per rendere immune questa persona a Lucifero, un rituale particolare che non possiamo compiere noi arcangeli, ma può essere portato a termine soltanto da qualcuno che unisca insieme natura umana ed energie angeliche. Questo qualcuno siete voi, voi, con i vostri gioielli e le nostre armi. Vi spiegherò quando sarà il momento, intanto dobbiamo trovare i miei fratelli.".
"Noi sette, perché noi?" domanda Manuela, incredula e confusa.
"Non siete i primi e non sarete gli ultimi." rivela Michele "Gioielli come i vostri sono appartenuti ad altri prima di voi, ed altri ne verranno dopo. Voi però siete capitati in un momento cruciale, quando i tempi erano ormai maturi perché le due CHIAVI nascessero, grazie ad una congiuntura di energie ed eventi particolari, in cui il Male ha preso forza anche a causa delle scelte che gli uomini nei secoli hanno fatto, portando le cose al punto in cui sono adesso. Ma c'è ancora speranza...".
Quando la voce di Michele si spegne, cala un totale silenzio nella stanza: d'altronde, che dire?
"Allora, capito tutto?" conclude l'angelo balzando i piedi, recuperata la sua aria scanzonata.
"Che storia!" è lo spontaneo commento di Kirk.
D'un tratto Anna inizia a guardarsi intorno, come fiutasse nell'aria un pericolo, trovandosi puntati addosso gli occhi degli amici, preoccupati di quello che potrebbe aver percepito.
"E' meglio se te ne vai." suggerisce la ragazza a Michele "Non sono lontani e non devono vederti con noi.".
L'angelo recepisce al volo il messaggio e, salutando con un simpatico sorriso, sparisce nel nulla.
"Devo andar via anch'io?" si informa pensierosa Katia.
"No, tranquilla, non sono così vicini." spiega Anna "Ma ci tengono sotto controllo. Dobbiamo essere prudenti.".
"Sono strani questi angeli però..." osserva Fabio, guardando per aria "Sembrano proprio come noi.".
"In un certo senso lo sono." fa notare Jabez "Ed assumono un aspetto simile al nostro perché è quello che gli serve per entrare in diretto contatto con noi e agire in prima persona in questa dimensione. Almeno così ti aveva detto Michele, giusto Anna?".
"Eh già, proprio così!" sospira distrattamente la diretta interessata, già persa in ben altri pensieri, come rivelano le inaspettate parole che d'improvviso escono dalle sue labbra:
"Mi piacerebbe avere un cane. Che dici Liam, lo prendiamo?".
Liam scuote la testa sconsolato, mentre Sebastiano, Kirk e Fabio scoppiano a ridere, e Manuela rassegnata commenta:
"Non cambierai mai! A provar a capirti si diventa matti!!".
"Cambiando argomento." interviene Simone "Su chi ci concentriamo adesso?".
"Direi Raffaele." risponde prontamente Katia, dando un'occhiata al suo inseparabile computer "Ci sono già dei segnali. Appena ho qualcosa di definito ve lo farò sapere subito.".
"E ora, che ne dite di pensare alla cena?" propone Kirk, al solito affamato, volgendo un supplichevole sguardo verso Manuela, che sorridendo gli si siede sulle ginocchia e gli dà un affettuoso bacio.
"Pizza?" chiede Liam con il telefono già in mano.
"Pizza!" rispondo in coro tutti quanti, compreso Jabez.
E termina così, in allegria, l'intensa domenica dell'affiatata combriccola, quasi problemi e responsabilità fossero almeno per un po' spariti lasciando spazio a scherzi, risate e chiacchiere tra amici, necessario sollievo per l'anima e rinfrancante ristoro per il cuore.

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

E qui, amici, ho lavorato di fantasia. Anzi, non proprio di fantasia. Più che altro, attraverso le parole di Michele, ho espresso la mia libera interpretazione di quello che è il rapporto tra Inferno, Paradiso e mondo umano (definiamoli così, giusto per capirci) e delle connessioni esistenti tra queste diverse dimensioni. Che ne dite?
Ci si rivede al prossimo capitolo
A presto!
Marta

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Capitolo 22
*** Uno spiraglio nell'anima ***


PARTE III. I SETTE SPIRITI DI LUCE

CAPITOLO IV. UNO SPIRAGLIO NELL'ANIMA

Il calendario segna l'incessante passare dei giorni ed anche ferragosto si presenta puntuale al suo annuale appuntamento, per poi andarsene aprendo le porte all'ultimo squarcio d'estate.
Anna si è presa per fine agosto una settimana di ferie e l'ultimo giorno di lavoro, uscendo dalla redazione nel primo pomeriggio, si imbatte a sorpresa in Geremia.
"Che ci fai da queste parti?" chiede curiosa la ragazza con il suo solito allegro sorriso.
"Volevo vederti." ammette schietto il giovane.
"C'è da dire che non sei uno che gira intorno ai discorsi. Però mi sa che hai poca memoria..."
"Tranquilla, lo so che stai con quel tipo - come si chiama? - Liam. Avevo solo voglia di vederti, non c'è niente di male."
"Mi sei simpatico e mi diverto a chiacchierare con te, ma non voglio che ci siano malintesi. E soprattutto non voglio casini."
"Scusa, se il vostro rapporto funzione così bene, cosa ti preoccupa tanto? Per caso vedermi ti crea dei problemi?"
"Ok, adesso basta. Ti saluto."
Anna tronca bruscamente il discorso e si allontana a rapidi passi, piuttosto infastidita dalle insinuazioni e dalla sfacciataggine di Geremia, ma il cocciuto giovane la segue e, dopo averla raggiunta, la afferra per un braccio obbligandola a fermarsi. Lei allora gli punta contro un minatorio sguardo, accompagnato da una secca frase:
"Lasciami in pace.".
"Ehi, calmati!" replica sorridendo Geremia, mollando la presa "Non volevo farti arrabbiare. Ero venuto per invitare te e i tuoi amici alla mostra che a breve faremo io e June con le nostre foto.".
"Non potevi dirlo prima?!"
"E' che mi diverto a stuzzicarti! Hai un bel caratterino."
"Anche tu ti batti bene se è per questo!"
I due alla fine si salutano amichevolmente e si muovono poi in opposte direzioni, ma sarà vero che le parole di Geremia erano soltanto una provocazione? Probabilmente no, ed Anna ne è consapevole, però sceglie di ignorare la cosa per non crearsi inutili problemi. Già ne ha abbastanza di pensieri, non è il caso di aggiungerne altri per niente!
In questo stesso caldo pomeriggio d'agosto, Sebastiano è in giro con Kirk e Fabio. Tutti e tre sono in ferie e si godono un po' di meritata libertà, accantonando almeno per alcune ore preoccupazioni e responsabilità, nonostante nei loro discorsi di tanto in tanto facciano capolino velati riferimenti alla difficile ricerca degli arcangeli, che al momento ha purtroppo subito una battuta d'arresto.
Cammina cammina il trio di amici passa davanti al negozio di June e Geremia, e mentre Sebastiano fa finta di nulla deciso a tirar dritto, i suoi due pestiferi compagni si fermano e con un malizioso sorrisetto suggeriscono di entrare. Impossibile opporsi: Kirk e Fabio trascinano con loro l'amico e così l'imprevedibile terzetto si ritrova davanti a June, che, pur sorpresa dall'inattesa visita, accenna un sorriso e saluta con imperturbabile calma.
"Non male questo posto." commenta Fabio guardandosi intorno.
"Abbiamo acquistato il negozio dal precedente proprietario appena ci siamo trasferiti qui." spiega la ragazza, riordinando alcune fotografie "Siamo stati fortunati e non abbiamo nemmeno dovuto metterci mano più di tanto, così abbiamo potuto iniziare subito a lavorare.".
"Perché non ci fai vedere qualcuna delle tue foto?" domanda Fabio, con un  ammiccante sorriso.
"Non le ho qui." rivela la diretta interessata senza scomporsi "Ma tra poco io e mio fratello faremo una mostra. Perché non venite?".
"Fantastico!" esclama Kirk, dando una gomitata a Sebastiano, che ancora non ha aperto bocca e continua a guardarsi intorno con simulata indifferenza, evitando accuratamente di incrociare gli occhi di June.
E June, dal canto suo, mantiene una calma assoluta, non trapela alcuna particolare emozione dal suo viso e dal suo comportamento. Ha un totale controllo di sé, quasi non sembra la stessa che, con pianoforte e voce,  incanta e travolge con impetuosa passione chiunque la ascolti. Eppure, quando il suo sguardo finalmente si incontra con quello di Sebastiano, qualcosa in lei accade, un lieve e quasi impercettibile mutamento sul suo volto, ed una luce nuova per un fuggevole istante balena nei suoi occhi accendendoli d'una spontanea dolcezza. L'arrivo di un cliente interrompe l'intenso momento, ma Kirk non si arrende e prima di andarsene lascia a June i numeri di telefono suo e dei suoi due amici, raccomandandole di avvisarli con un sms su luogo e ora della mostra fotografica. Dopodiché i ragazzi escono dal negozio salutando allegramente la bella proprietaria, alla quale Sebastiano non può evitare di rivolgere un ammirato sguardo, più eloquente di tante parole.
I tre compagni si avviano quindi verso l'auto, devono a breve incontrarsi con il resto del gruppo, ed inevitabilmente mentre camminano al centro dei loro discorsi c'è un solo argomento.
"Quella June è proprio carina." sottolinea Fabio, al quale fa seguito il pungente commento di Kirk:
"E di certo non è una di molte parole. Non si capisce mai quello che pensa. Mi ricorda qualcuno...".
"Per quanto volete andar avanti?" interviene distaccato Sebastiano "Se volete dirmi qualcosa, parlate chiaro.".
"Ok." risponde risoluto Kirk, guardando dritto negli occhi l'amico "Perché non le chiedi di uscire? Secondo me, stareste bene insieme. E non dirmi che non ci hai pensato...".
"Non abbiamo tempo per queste cose adesso." replica duro l'altro, ma il suo compagno insiste, alzando la voce:
"E piantala una buona volta! Non sarà mai il momento giusto se ragioni così! Vuoi passar da solo tutta la vita? Come un eremita?! Adesso basta. E' da anni che ti vedo scappare da qualsiasi storia che potrebbe coinvolgerti. Hai sempre una scusa, e invece la tua è solo paura!".
"Che diritto ho di condannare qualcun altro alla vita assurda che mi è toccata?!"
"Non puoi decidere tu per tutti! Sono sicuro che se stavolta ti fai scappare quella ragazza, te ne pentirai per sempre!!"
"Io decido per me."
"Accidenti a te! Prova a guardare Simone e Katia: stanno insieme e sono felici, lei ha scelto di restargli vicina nonostante tutto... Datti una svegliata!"
La discussione si accende fin troppo e Sebastiano afferra per la camicia Kirk, fulminandolo con una minacciosa occhiata. Fabio allora interviene e separa i due amici, cercando di sbollire gli animi:
"Datevi una regolata! Non mi pare il caso di litigare. Si può ragionare con calma, no? Pensate di riuscirci?".
La gente per strada osserva perplessa i tre ragazzi e qualcuno si ferma non molto distante per scoprire come andrà a finire, ma lentamente la curiosità si spegne tra sguardi contrariati e sussurrati commenti. Tornata la calma, il trio di amici riprende a camminare ed è Kirk a rompere il silenzio prima di salire in auto, rivolgendosi a Sebastiano:
"Scusa, ho esagerato. Ma lo faccio per te.".
"L'ho capito." risponde l'altro sorridendo "E' tutto a posto. Adesso sbrighiamoci o arriveremo tardi.".
C'è qualcun altro che deve affrettarsi oggi per non tardare all'appuntamento con i compagni. Anna e Liam hanno passato buona parte del pomeriggio navigando su internet intenti a programmare una mini-vacanza di un paio di giorni, pur titubanti che la cosa possa andar in porto vista la situazione, e quando per caso danno un'occhiata all'orologio, in fretta e furia devono abbandonare il computer e i loro progetti per uscire di casa. Qualcosa però li ferma sulla porta. Liam percepisce una presenza molto vicina e, voltandosi d'istinto, si trova davanti Michele che, appoggiato al muro, con le braccia incrociate ed un sagace sguardo, saluta allegramente con il suo solito tono scanzonato:
"Ehilà, come va? Andate da qualche parte?".
"Sei qui per scroccare una birra o per mollarci qualche altro casino?" chiede mordace Anna.
"Una birra non mi spiacerebbe." ammette l'angelo "Ma in effetti devo dirvi una cosa.".
I tre si siedono intorno al tavolo in sala da pranzo e discutono di una questione di un certo rilievo mai affrontata prima. Michele rivela ad Anna che è dotata di una particolare capacità, sempre legata all'antico sigillo un tempo impresso in lei:
"Tu non solo puoi percepire la vicinanza dei demoni, ma puoi anche nascondere loro la presenza tua e dei tuoi amici, per un tempo limitato ovviamente. Sei abbastanza forte adesso e padrona delle tue facoltà per riuscir a farlo.".
"Potrà esserci utile per andar in cerca degli altri arcangeli senza farci scoprire." osserva Liam.
"Ci proverò..." afferma la diretta interessata, un po' scettica in verità "E perché non me l'hai detto prima?".
"Ogni cosa a suo tempo." conclude Michele alzandosi in piedi, per poi svanire nel nulla così come dal nulla era arrivato.
"Certo che ha un tempismo quel tipo!" commenta Anna "Gli altri ci staranno aspettando. Diamoci una mossa!".
I due giovani escono infine di casa e si riuniscono al gruppo già radunato da Jabez, arrivando per ultimi e beccandosi di conseguenza i bonari e scherzosi rimproveri degli amici.
"Oh, eccovi finalmente!" inizia Kirk.
"Ma che avete combinato?... Anzi no, preferisco non saperlo..." rimarca malizioso Fabio.
"Tutta invidia." risponde a tono Anna, con un ambiguo sorrisetto, mentre Liam racconta dell'inatteso incontro con Michele e di quanto da lui appreso.
D'improvviso Katia, che tiene costantemente sotto controllo il suo computer, esclama ad alta voce:
"Trovato!".
"Raffaele?" domanda immediatamente Sebastiano.
"Sì, proprio lui." conferma Simone, osservando il monitor "E' da giorni che riceviamo segnali confusi e adesso abbiamo individuato una zona precisa.".
Jabez si complimenta con i suoi ragazzi, è orgoglioso di loro e glielo esprime con sentite parole, anche se nel cuore cela una sincera preoccupazione per uno di loro in particolare. Sebastiano, lui che all'inizio più di tutti non voleva accettare la missione né il ruolo che gli era toccato, insicuro, pieno di dubbi,  ora è un leader forte, determinato, in grado di trascinare i compagni con coraggio e grinta superando paure ed incertezze, e proprio lui, acuto nelle battute e nello sguardo, maturato negli anni a discapito di una spensieratezza ormai abbandonata, volontariamente si è privato di emozioni alle quali avrebbe diritto, alla sua età. Per lui Jabez è preoccupato, perché in lui rivede se stesso e non vuole che il suo giovane amico percorra la sua stessa strada, chiudendo il cuore in una rigida prigione che troppo poca luce lascia filtrare.
La zona individuata da Katia e Simone si trova nella Sardegna meridionale e la notizia è accolta con un certo entusiasmo. Fortuna vuole che al momento tutti i ragazzi abbiano dei giorni di ferie e così, una volta tanto, potranno unire l'utile al dilettevole. Vacanza al mare e, soprattutto, ricerca di Raffaele e del suo scudo.
"Non penserete di lasciarmi qui, vero?" puntualizza Katia, già intenta a scovare su internet un volo last minute per lei ed i suoi amici.
"Non è una viaggio di piacere." precisa serio Simone.
"Vorrà dire che voi lavorate e io me ne sto buona buona in spiaggia." insiste la tenace giovane.
"Credo sia impossibile farle cambiare idea." osserva rassegnato Sebastiano.
Manuela suggerisce una soluzione:
"Facciamo così: lei viene con noi e se la situazione dovesse diventar troppo pericolosa tornerà subito indietro. Che dite?".
La diplomatica proposta ottiene il consenso generale ed in breve tempo, complice un pizzico di fortuna, Katia trova i biglietti per poter partire già il giorno successivo, confessando inoltre di aver trascorso molte estati da bambina in Sardegna con i genitori e la sorella e di conoscere di conseguenza alcuni piccoli alberghi dove poter alloggiare senza spendere troppo.
"Tutto a posto allora!" commenta soddisfatta Anna, rivolgendo uno spontaneo invito a Jabez:
"Perché non vieni con noi?".
L'uomo sorride e con benevola voce risponde:
"Non è il caso, sarei di troppo. Mi raccomando, ricordatevi perché andate là, non è una vacanza... ma se riusciste anche a rilassarvi un po', non sarebbe male, ve lo meritate.".
Prima di partire, una cosa fondamentale per il gruppo di amici è nascondere agli angeli caduti le loro intenzioni e di ciò soltanto una persona se ne può occupare. Anna aspetta fino all'ultimo momento, ben sapendo che questa sua speciale facoltà ha un'efficacia temporanea, e ripescando nella sua ancestrale memoria un antico rituale, riaffacciatosi nella mente insieme alla rinata consapevolezza del particolare potere prima sopito, crea un'invisibile barriera spirituale che ameno per un po' eluda il controllo dei sette demoni permettendo a lei ed ai suoi compagni di agire con una discreta libertà. Questo fa la ragazza la mattina della partenza, poco prima di uscire di casa insieme a Liam per raggiungere in aeroporto il resto della comitiva, e con gli animi più leggeri i giovani infine partono, mascherando dietro la spensieratezza e l'allegria di una bella vacanza, la preoccupazione per l'importante ricerca che devono assolutamente portar a termine con successo il prima possibile.
In città rimane dunque Jabez a tener sotto controllo le mosse del nemico e, mentre i custodi dei gioielli sono in viaggio, proprio la visita di uno dei nemici riceve il maturo uomo, che dall'alto della sua esperienza non si lascia trarre in inganno dall'aspetto apparentemente normale dell'individuo che gli si presenta in negozio: capelli castani corti, occhi grandi e scuri come la notte, carnagione ambrata, volto dai tratti marcatamente mascolini, sicuro e fiero nel portamento, vestito con una maglietta nera ed un paio di jeans, concreto e reale nella sua presenza quanto la nefasta energia che emana, affascinante e mostruoso nel medesimo tempo, come il suo predecessore dagli occhi d'ametista.
Jabez osserva lo sconosciuto senza mostrare alcun timore e di ciò il demone si stupisce, mentre con diabolico ghigno prende per primo la parola:
"Quei sette, sono abbastanza svegli... Tu sai dove sono, giusto?".
"No." ribatte secco l'altro.
"Bugia... Chi credi di prendere in giro? Non hai paura di me? Non vuoi sapere chi sono?"
"Chi sei?"
"Balberith. Ti dice qualcosa il mio nome?"
"Poco importa quello che so su di te, tanto non posso difendermi. Avanti, che vuoi fare?"
Simile ad una tigre che studia la preda, l'angelo caduto cammina intorno a Jabez e prova a leggere nella sua mente per scoprire ciò che gli interessa.
"Perché non vedo niente?" si chiede contrariato il demone.
E l'altro compiaciuto risponde:
"Le informazioni che cerchi le ho fatte cancellare da loro per evitare che voi poteste trovarle nei miei pensieri.".
"Siete furbi, devo ammetterlo." replica l'infernale creatura "Sarà ancora più divertente annientarvi, ad uno ad uno...".
Ciò detto, Balberith si dilegua e Jabez sospira sollevato: aveva temuto di non uscirne vivo stavolta, ma fortunatamente gli è andata bene, anche se lo preoccupa non poco la potente energia che ha percepito nel temibile nemico, e dal momento che sono in sette questi angeli caduti e tutti ugualmente forti si prospettano all'orizzonte tempi molto duri.
Ignari di quanto accaduto al loro maturo amico, Sebastiano e compagni si godono il viaggio, chiacchierando sereni, beandosi di un'assoluta normalità almeno fino a quando l'aereo non atterra all'aeroporto di Cagliari, riconducendo bruscamente le loro menti all'importante missione da compiere, nonostante la tentazione di correre in spiaggia e rilassarsi al sole sia grande!
Katia è riuscita a prenotare delle stanze in una pensione dove andava da bambina con la famiglia e, noleggiate due auto per muoversi liberamente, subito il gruppo si rifugia nell'albergo non tanto per disfare i bagagli, quanto piuttosto per discutere sulle prossime mosse. Tutti radunati in una camera, i ragazzi attendono che Katia e Simone ricostruiscano con il computer il percorso più rapido e sicuro per raggiungere il luogo in cui, secondo i loro calcoli, dovrebbe trovarsi lo scudo di Raffaele, racchiuso in un'acacia. La zona in questione non è lontana da dove il gruppo alloggia e probabilmente per arrivarci sarebbe utile chiedere indicazioni a qualcuno del posto.
La proprietaria della pensione è una signora di circa settant'anni, capelli grigi raccolti in un curato chignon, pelle olivastra, occhi neri, esile nel fisico ma solida nel carattere, disponibile e sorridente. A lei Kirk e Manuela con una scusa si rivolgono per ottenere le informazioni per loro fondamentali, e la donna, affabile e con una gran voglia di chiacchierare, sforzandosi di parlare in italiano se pur con un inconfondibile accento sardo, spiega ai giovani ospiti ben più del necessario. Se non fosse per il provvidenziale arrivo di Fabio e Sebastiano, che con un banale pretesto sottraggono gli amici al prolisso racconto, i due malcapitati mandati in avanscoperta rimarrebbero tutta la giornata prigionieri di passate memorie e locali leggende.
I sette custodi dei gioielli di comune accordo rinunciano ad indossare le loro divise, onde evitare di dar troppo nell'occhio, consapevoli che per il momento i demoni dovrebbero esser fuori gioco, e, lasciata Katia in albergo, si dirigono verso la loro meta. Seguendo le indicazioni ricevute, arrivano ben presto nei pressi dell'area sospetta e la conferma di essere nel posto giusto proviene dal ciondolo di Hawk, che inizia ad emettere intermittenti bagliori.
"Stavolta tocca a te!" fa notare Fox.
"Ho già capito." borbotta imbronciata Cat "Ci toccherà di nuovo far una bella camminata!".
I giovani parcheggiano le auto ed iniziano a perlustrare la zona. Non sono lontani dalla costa, l'aria calda e salmastra rivela la vicinanza del mare e non ci sono centri abitati nei paraggi.
"Qui dovremmo trovare un'acacia? Mi sembra impossibile!" riflette Wolf a voce alta, trovandosi davanti agli occhi un ambiente aspro punteggiato dalla tipica vegetazione mediterranea.
"Sbagliato." puntualizza Squirrel "Esistono diverse specie di acacia ed alcune si trovano anche in queste zone.".
"E poi, ricordiamoci che non stiamo cercando un albero come gli altri." precisa Dove "E' stato generato dal potere degli arcangeli, perciò tutto è possibile!".
"Ok ok... Come non detto!" conclude Wolf, ritrovatosi di colpo nei panni di un allievo ripreso dai professori per non aver studiato la lezione.
Cammina cammina, finalmente qualcosa di particolare si scorge all'orizzonte, una pianta completamente diversa da quelle che la circondano, ed è Squirrel a confermare ai compagni che si tratta proprio di una specie d'acacia, mentre la luce emessa dal gioiello con il falco spegne ogni possibile dubbio. Velocemente il gruppo raggiunge il tanto ricercato albero ed Hawk, assecondando un istintivo impulso, poggia le mani sul tronco, vedendo materializzarsi davanti a sé uno scudo dorato, che in un attimo si muta in un'infuocata onda di luce, mentre la rigogliosa acacia si dissolve in tanti fiori rosa e bianchi simili a piume, trasportati dal vento nel cielo come una colorata nube.
"Stavolta dovrai fare gli straordinari!" commenta Fox, mettendo una mano sulla spalla di Hawk.
"Beh, dai, per fortuna ai demoni ci penso io!" rimarca Cat, ed immediata è la spontanea osservazione di Dove:
"Appunto, i demoni. Non sappiamo per quanto riusciremo a nascondere le nostre tracce, quindi non perdiamoci in chiacchiere!.".
"Ok maestra!" ribatte Wolf con l'aria di un bimbo che ha appena combinato una marachella, beccandosi di rimando un'occhiataccia dalla sua ragazza.
"O vi muovete o vi metto in punizione!" interviene divertito Panther, per poi spronare seriamente i compagni a tornare il più in fretta possibile alle auto per andar a cercare Raffaele.
"Sono stanca di correre!" borbotta Cat, benevolmente rimproverata da Squirrel:
"Se vuoi restar qui da sola, fai pure. Noi ce ne andiamo.".
"Qui da sola?! Nemmeno per sogno! Allora, vi sbrigate!!!" conclude la scatenata giovane, iniziando a correre ed incitando gli amici a seguirla.
I sette si riuniscono a Katia quando ormai è già sera, e forte, fortissima è la sensazione che Liam avverte entrando nella pensione: l'arcangelo dev'essere vicino, molto vicino, ma dove? Che sia uno degli ospiti? Bisogna indagare e con fare circospetto i ragazzi gironzolano per l'albergo, senza incontrare molta gente in verità, se non qualche turista tedesco.
Il gruppo ad un certo punto incappa di nuovo nella loquace proprietaria del posto, stavolta insieme a suo marito, un signore di una certa età, non molto alto, fisico robusto, burbera espressione a nascondere un cuore buono e generoso, e su di lui si puntano gli occhi di Liam. Anna, Manuela e Katia, inteso al volo il cruciale momento, con una scusa si allontanano portandosi via la moglie dell'uomo, e finalmente l'arcangelo può essere risvegliato da Hawk, allo stesso modo in cui aveva fatto precedentemente Squirrel, mentre colui che lo racchiudeva inconsapevolmente in sé crolla svenuto, sostenuto da Panther e Wolf.
Raffaele fa dunque la sua apparizione: alto, fisico asciutto, con grandi e affusolate mani, capelli castani ricci, occhi verdi, viso dai lineamenti delicati e pelle d'avorio, indossa camicia e pantaloni bianchi ed impugna saldamente il suo scudo dorato. L'arcangelo ringrazia con un rassicurante sorriso coloro che l'hanno destato dal suo sonno e, dopo aver garbatamente salutato con un cenno del capo le tre ragazze che di fretta si sono riunite ai compagni, sparisce in una nube di luce.
"Appena in tempo!" sospira Anna, consapevole che la protezione da lei creata contro i demoni è ormai in procinto di dissolversi.
"E adesso, vacanza!" esulta infine Fabio, trovando pienamente d'accordo gli amici.
In verità, non si sono concessi molti giorni di ferie i giovani. Giusto quattro, tanto per staccare da tutti gli impegni più o meno quotidiani di cui le loro vite sono a dir poco piene.
Katia e Simone ne approfittano per rifinire alcuni dettagli del loro matrimonio: mancano ancora alcuni mesi, la data è fissata per dicembre, ma i preparativi sono già a buon punto e nemmeno i nuovi nemici emersi dall'Inferno hanno mandato all'aria i piani dei due ragazzi, semmai li hanno un pelo rallentati.
La altre coppie del gruppo, ovvero Anna e Liam e Manuela e Kirk, si ritagliano dei romantici momenti soltanto per loro, cosa che ultimamente faticano a fare e della quale hanno decisamente bisogno.
Fabio invece in spiaggia tenta qualcuno dei suoi soliti approcci con delle turiste straniere, più per gioco e per mantener fede alla sua reputazione che per vero interesse, e coinvolge nella cosa Sebastiano, che lo asseconda  giusto perché non ha di meglio da fare ed insieme allo scatenato amico almeno evita di fermarsi troppo a pensare.
L'ultima sera di permanenza in Sardegna, proprio sul cellulare di Sebastiano, come su quelli di Kirk e Fabio, arriva un sms di June, che avvisa su data e ora dell'inaugurazione della mostra fotografica allestita da lei e suo fratello.
"Che carina, si è ricordata!" esclama, per nulla stupito, Kirk.
"Quando sarà la mostra?" si informa curiosa Manuela.
"Tra un mese." risponde Fabio "Che dite, ci andiamo?".
"Io farei anche a meno." ammette serio Liam, al quale subito Anna si rivolge con languidi occhioni e carezzevole voce:
"Dai, non fare così... Sono sicura che le foto ti piaceranno!".
"E' il fotografo che non mi piace." replica l'altro.
"Mica ci devi uscire insieme!" conclude scherzosa Anna, per poi abbracciare con affettuoso slancio il compagno dandogli un tenero bacio sulle labbra.
Sebastiano è completamente indifferente alle chiacchiere degli amici, se ne resta immobile e zitto, a fissare sul cellulare il messaggio ricevuto da June. Quella ragazza l'ha catturato, ha rapito i suoi pensieri e le sue emozioni, insinuando in lui il dubbio che forse le radicali scelte fatte siano quantomeno da rivedere. Un sorriso sfugge inconsciamente al giovane, il cui sguardo, forse in cerca di conferme, ad un certo punto incontra quello di Liam, che ne interpreta correttamente il significato ed annuisce in segno di approvazione.
Uno spiraglio si è aperto nel cuore di Sebastiano, uno spiraglio nel quale si sono insinuate due nere incantevoli perle incastonate su un volto di fanciulla, il cui potere e la cui forza sono racchiusi in uno spirito che tra note e parole sfugge ad ogni controllo per rifugiarsi in un'anima pura che attende solo d'essere scoperta e sfiorata.

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

E anche il nostro Sebastiano ci è cascato! Insomma, June l'ha colpito e affondato. Ed è una fortuna!!! Cosa farà ora il nostro amico? E Liam è sempre più geloso di Geremia...
A presto gente!
Marta
PS: non so di preciso quando posterò il prossimo capitolo... me ne vado un po' un ferie anch'io! Ma la prossima settimana di sicuro lo trovate, non vi so dire il giorno ma lo pubblico!

 

JUNE E SEBASTIANO
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Capitolo 23
*** Emozioni e speranze ***


PARTE III. I SETTE SPIRITI DI LUCE

CAPITOLO V. EMOZIONI E SPERANZE

Agosto termina ed un settembre caldo e assolato concede l'illusione di un ultimo strascico d'estate, prima che l'autunno prenda il sopravento tingendo cielo e natura con i suoi inconfondibili colori.
In un tiepido pomeriggio, terminato il proprio turno al lavoro, Sebastiano, assecondando il proprio cuore, si presenta in negozio da June e, trovandola impegnata con un cliente, si sofferma a rimirarla. Nel mentre Geremia sbuca dalla camera oscura e, avvistato il giovane immobile sulla porta, subito gli si avvicina e lo saluta allegramente, iniziando a chiacchierare della mostra fotografica ormai prossima, abile comunque a farsi da parte ed andarsene con una scusa non appena si accorge che la sorella si è liberata.
June osserva Sebastiano e nel silenzio gli occhi dell'uno si perdono in quelli dell'altra e la voce si spegne sul nascere soffocata dal galoppo di emozioni che premono per uscire allo scoperto e dispiegare le loro ali.
"Hai bisogno di qualcosa?" chiede ad un certo punto June con indecifrabile espressione, in bilico tra sincero stupore e trattenuta gioia.
"Hai da fare stasera?" domanda diretto l'altro, avvicinandosi.
La ragazza, colta di sorpresa, spalanca gli occhi e non dice nulla, rimanendo immobile con in mano delle fotografie, mentre il cuore le balza in gola togliendole il respiro. Perché si sente così? Non le era mai capitato, nessuno finora l'aveva toccata tanto nel profondo da farle perdere il controllo di sé impedendole di dominare le proprie emozioni. Soltanto la musica, fino ad oggi, aveva avuto un simile potere sui di lei, la musica, che è la sua espressione, la sua libertà, la sua protezione. E adesso, un giovane apparso per caso nella sua vita è riuscito a turbarla a tal punto da farla sciogliere come neve al sole.
"Scusa, forse non dovevo..." ammette con un triste sorriso Sebastiano, chinando la testa e voltandosi verso la porta, rassegnato ad andarsene.
Ma un'improvvisa frase, inattesa quanto sperata, ferma i suoi passi:
"Non ho niente da fare stasera.".
Ciò detto, June si copre la bocca con una mano, meravigliandosi delle parole che quasi involontariamente le sono uscite dalle labbra, e così Sebastiano la vede nel momento in cui nuovamente posa lo sguardo su di lei.
"Quando finisci di lavorare, passo di qui e andiamo a mangiarci una pizza. Ti va?" propone il giovane con accattivante sorriso, e la ragazza annuisce in silenzio, velate le sue guance da un tenue rossore.
Dopodiché Sebastiano esce dal negozio e June lo saluta con la mano, incapace di distogliere da lui gli occhi, stupita di se stessa e di ciò che nel suo cuore si sta agitando.
Intanto Geremia, deciso a sfruttare al meglio la pausa forzata che si è dovuto prendere per lasciare da soli sua sorella e Sebastiano, ha ben pensato di far una visita al giornale in cui lavora Anna, con l'intento, o forse la scusa, di offrire la propria collaborazione per alcuni eventi culturali in programma prossimamente in città. Con la sua solita aria sicura e spregiudicata entra nella redazione e si mette a parlare col caporedattore, quasi si trovasse davvero lì solo e soltanto per lavoro. Con fare circospetto Anna lo fissa un attimo, quindi spegne il computer, riordina la scrivania e quatta quatta infila la porta e sgattaiola via, sperando di passar inosservata ed evitare così sconvenienti situazioni. Una volta uscita in strada sospira sollevata, ma un'inconfondibile voce giunge alle sue spalle facendola sussultare:
"Stavi scappando da me?" è la maliziosa domanda con cui Geremia le si rivolge, e lei, fingendo di cadere dalle nuvole, saluta sorridendo e confessa di avere una gran fretta perché rischia di tardare ad un importante appuntamento.
"Come mai non ti cedo?" commenta perspicace l'altro.
"E' un problema tuo questo, io devo andare." insiste la ragazza, cominciando ad innervosirsi e sentirsi a disagio di fronte ai penetranti occhi castani che la fissano con amorevole ammirazione.
"Beviamo qualcosa, come due buoni amici. Vuoi?" propone Geremia.
"E tu vuoi essermi solo amico?"
"Se mi tocca... mi accontento."
Anna esita un attimo: da un lato la compagnia di Geremia le piace, dall'altro teme di dar corpo ad emozioni che non hanno ragione di esistere né in lui, né tanto meno in lei. Ma il giovane non demorde e smuove la curiosità della titubante ragazza con un'allusiva affermazione:
"Non vuoi che ti racconti del tuo amico Sebastiano?".
"Che intendi?" si informa l'altra con vivo interesse.
"Vieni con me e ti dico tutto." conclude Geremia con intrigante sorriso.
Anna si arrende ed accetta di bere un aperitivo in un bar nelle vicinanze, venendo così a sapere della visita a sorpresa di Sebastiano a June. Ma la conversazione prende poi un'inaspettata piega, stranamente naturale, e senza rendersene conto i due giovani si perdono a chiacchierare di svariati argomenti: ricordi dell'adolescenza, delusioni, gioie, scelte fatte o non fatte, film, libri... Scorre rapido il tempo tra discorsi più o meno seri e quando Anna per caso dà un'occhiata all'orologio, si accorge che sono già trascorse quasi due ore e si è fatto davvero tardi, come conferma la telefonata che le giunge da Liam, preoccupato per non averla trovata a casa rientrando dal lavoro.
"Arrivo subito! Scusami!!" risponde sbrigativa la ragazza, chiudendo rapidamente la chiamata nel timore di creare pericolosi sospetti nel compagno, ma è talmente agitata per la fretta di andarsene che lascia cadere il cellulare e per raccoglierlo si china contemporaneamente a Geremia, spinto dal medesimo intento. Inevitabilmente le loro mani si sfiorano ed i loro volti si ritrovano terribilmente vicini... Per un fugace istante Anna perde il contatto con la realtà lasciandosi rapire dagli intensi occhi che la accarezzano con struggente dolcezza. Ma fortunatamente recupera ben presto il controllo di sé e, afferrato il telefono, se ne va di corsa, salutando a stento. E' una fuga la sua, lo è veramente stavolta. A casa c'è Liam che la aspetta, il suo Liam, l'amore della sua vita, il primo e l'unico per lei, tutt'uno con la sua anima. E allora perché Geremia ha un così forte ascendente su di lei? Perché se ne sente tanto attratta? Prima di Liam, Anna un ragazzo non l'aveva mai avuto e adesso non sa che pensare, è confusa e non dovrebbe, non vorrebbe esserlo. Può fuggire da Geremia, non da se stessa...
Rientrata a casa la giovane non riesce a mascherare la propria inquietudine, ed il suo compagno se ne accorge immediatamente e premuroso gliene chiede il motivo.
"Non so come dirtelo... ho paura che ti arrabbi." confessa preoccupata Anna.
"Non mi arrabbio, promesso." afferma sorridendo Liam.
"Vedi... prima... ero con Geremia..." rivela con un fil di voce la ragazza.
"Ma cosa vuole quello?!" irrompe impetuoso l'altro, camminando nervosamente per la stanza "Gli conviene finirla di mettersi in mezzo?!".
"Calmati! Ascoltami... Abbiamo parlato un po'... mi ha raccontato che oggi..."
"Non me ne frega niente di quello che ti ha detto!"
"Avevi promesso di non arrabbiarti... Non ho fatto niente di male! E smettila di urlarmi dietro!!"
La discussione assume toni infuocati. Liam è furibondo e se la prende con Anna:
"Possibile che non capisci cosa vuole quel tipo?! O forse ti fa piacere che ti stia dietro?!".
"Adesso piantala! Non puoi pensarlo davvero!!" si difende la ragazza alzando la voce, ma il compagno non la ascolta e se ne va in camera da letto sbattendo violentemente la porta.
Anna, rimasta sola, si lascia sopraffare dallo sconforto e crolla sul divano in lacrime, coprendosi il viso con le mani. Dopo alcuni minuti Liam torna sui suoi passi e, rasserenatosi in volto, si siede accanto all'amata e la stringe forte a sé, asciugandone le lacrime con premurosa dolcezza e sussurrandole sinceramente dispiaciuto:
"Perdonami piccolina. Ho esagerato.".
"Non voglio perderti, per una cosa tanto stupida poi..." confessa Anna, affondando il viso tra le braccia del compagno, come un cucciolo in cerca di affetto e protezione.
"Tranquilla, nemmeno io voglio perderti... Allora, cosa ti ha raccontato di interessante Geremia?"
"Mi ha detto che oggi Sebastiano è capitato in negozio, per vedere June immagino."
"Una bella notizia direi! Che sia la volta buona che il nostro amico si trova una ragazza? Sarebbe ora!"
"E' anche per merito suo se stiamo insieme. Gli voglio bene e spero possa esser felice. Secondo me lui e June sono fatti l'uno per l'altra."
Dopo la tempesta, serenamente si conclude la serata per i due giovani. In fondo è normale discutere quando in gioco ci sono sentimenti veri, travolgenti, radicati nell'animo, sentimenti che hanno superato ostacoli apparentemente insormontabili pur di far sentire la loro voce e farsi ascoltare.
Intanto Sebastiano, come promesso, si presenta puntuale in negozio da June, proprio mentre lei sta sbrigando le ultime faccende prima della chiusura. Ragionando su dove andar a mangiare, i due di comune accordo decidono di cenare in un locale vicino al centro città, in cui si può scegliere sia cucina che pizza, un posto originale e confortevole, arredato come un ristorante americano degli anni '30. Inizialmente la conversazione stenta a decollare, per diffidenza, per prudenza, o semplicemente per timore, o incapacità, forse, di lasciarsi andare, abbandonandosi alla voce del cuore senza difese, assecondando il naturale bisogno di aprirsi e specchiarsi in qualcuno che si sente tanto simile quanto meravigliosamente diverso, qualcuno di speciale da scoprire e da cui lasciarsi scoprire. Alla fine però istinto ed emozioni prendono il sopravvento e dopo essersi studiati con sguardi rubati e sottintesi messaggi, Sebastiano e June si ritrovano a chiacchierare con la confidenza e la sincerità propria di due persone che da tempo si conoscono ed al volo si intendono. Invece entrambi hanno tanto, anzi tutto da scoprire l'uno dell'altra, e ciò che in principio li aveva frenati impedendo loro di esprimersi liberamente, a poco a poco si scioglie concedendo a due anime, prigioniere di se stesse, di uscire alla luce del sole e mostrarsi così, senza timori, attraverso sguardi, sorrisi, gesti, parole, silenzi.
La serata scorre piacevole e ad un certo punto viene naturale a Sebastiano rivolgere un eloquente invito a June, fissandola intensamente negli occhi:
"Tu non ridi spesso, non so perché. Ma dovresti farlo. E' un peccato nascondere quel sorriso.".
La ragazza, con femminile grazia, si copre la bocca con una mano e con occhi ridenti osserva il giovane di fronte a lei, questo giovane che tanto a fondo l'ha capita pur conoscendola da così poco, questo giovane dallo sguardo profondo e malinconico, dalla mente acuta ed il cuore inquieto.
"Ora dimmi, perché non hai una ragazza?" chiede diretta June, prendendo le redini del discorso "E' una scelta la tua, vero? Hai qualcosa dentro, una responsabilità che ti senti addosso e che ti ha fatto prendere questa decisione.".
"Mi sembri fin troppo sicura di quello che dici." osserva stupito e curioso Sebastiano.
"Te lo si legge negli occhi. Non è difficile capirlo."
"E tu allora? Potrei farti la stessa domanda."
"Chissà, magari anche la risposta potrebbe essere la stessa..."
"No, non credo."
"Attento, ho detto la risposta, non il motivo. Sai cosa penso: che tutti e due abbiamo volontariamente scelto di tener una distanza tra noi e gli altri, per proteggerci credo, per paura... Io lo so, sono consapevole di questo mio limite, ci convivo ogni giorno e almeno con la mia musica riesco a superarlo. E tu?"
Sebastiano è colpito dalla sottile intelligenza e dalla profonda sensibilità di June, per un attimo resta senza parole davanti a lei e la contempla come fosse un prezioso tesoro più unico che raro, ma ben presto si riprende e risponde:
"Beh, io... Sì, è vero, ho scelto di star da solo, ma non potrei spiegarti perché nemmeno se lo volessi.".
"Non te l'ho chiesto." precisa l'altra con amorevole sguardo.
Sebastiano non può evitare di soffermarsi a guardare la ragazza che ha di fronte: quant'è bella, nel suo naturale apparire, senza tanti trucchi o artifici, con i suoi sconfinati e sfuggenti occhi neri, densi di mistero e poesia, così dura ed irraggiungibile in apparenza, indecifrabile, lontana, uno scrigno di emozioni e pensieri che tutti vorrebbero possedere ma che appartiene soltanto a se stesso.
Giunge presto, troppo presto l'ora di salutarsi. Sebastiano accompagna June fino alla sua auto per godere ancora un po' della sua compagnia, faticando terribilmente a lasciarla andare, ed è lei che, se pur a malincuore, si trova costretta a far terminare la piacevole serata:
"Si è fatto tardi. Domani lavoro e devo svegliarmi presto.".
"Hai ragione, è ora di tornare a casa." ammette l'altro con un velo di tristezza nella voce.
"Sono stata davvero bene..."
"Anch'io. Mi piacerebbe vederti ancora..."
"Perché no?" conclude June, con accattivante sguardo.
I due giovani si zittiscono di colpo e restano immobili a fissarsi, legati da una forza incontrollabile che impedisce loro di andarsene, ma anche di restare, ed il magico momento termina così come è iniziato, sciogliendosi in un invisibile e caldo respiro. June e Sebastiano con un sorriso si salutano e tornano ognuno alla propria casa, con la sensazione di aver lasciato qualcosa di incompiuto e la speranza di dar presto le giusta conclusione a ciò che tra loro è per il momento rimasto sottinteso.
Appena messo piede nel suo appartamento, Sebastiano riceve un sms da Simone, che lo informa di aver individuato insieme a Katia altri due arcangeli ed è perciò necessario organizzar il prima possibile una riunione col gruppo.
"Ma quelli non dormono mai?! Beh, ci penserò domattina..." pensa tra sé il giovane, disteso sul letto, con le braccia dietro la testa e gli occhi puntati sul soffitto. E' altrove la sua mente, un'unica immagine domina i suoi pensieri e con tale immagine impressa nell'anima Sebastiano si addormenta, felice come da tempo non gli capitava di essere. Ha ritrovato se stesso, finalmente, o perlomeno quella parte di sé che aveva chiuso a chiave in uno sperduto angolo del cuore.
La sera successiva, sulla scorta dell'importante scoperta fatta da Simone e Katia, il gruppo al completo si raduna da Jabez per analizzare le ultime novità e decidere come muoversi. C'è qualcuno però che ha altro per la testa: Anna, sopraffatta dalla curiosità, precede qualunque discorso chiedendo a Sebastiano, senza tanti giri di parole, come sia andato il suo appuntamento con June.
"La discrezione è il tuo forte!" commenta il diretto interessato, mentre Liam rimprovera in tono affettuoso la linguacciuta ed indiscreta compagna:
"Tu proprio non ci riesci a farti gli affari tuoi!".
"Ma scusa, io sono felice se Sebastiano e June stanno insieme." risponde Anna con aria innocente.
"Frena un attimo!" interviene appunto Sebastiano "Abbiamo mangiato qualcosa e fatto due chiacchiere, tutto qui.".
"Ah, devo insegnarti delle cosette..." fa notare malizioso Fabio.
"Amico mio, sei fuori allenamento!" rimarca Kirk con ammiccante sguardo.
Jabez riporta l'attenzione dei suoi ragazzi su ben altri argomenti ed invita Simone e Katia ad illustrare quanto scoperto. E' per primo Simone a parlare:
"Abbiamo localizzato due arcangeli nella stessa zona.".
"Chi sono? E dove dobbiamo andare stavolta?" si informa Manuela.
"Anael e Samael, e si trovano in Spagna, nell'Estremadura."
"Ah, bene!" interviene Kirk "E come ci andiamo in Spagna? Mica possiamo continuare a prenderci ferie! Che raccontiamo al lavoro?!".
"Dovrete usare i vostri poteri." afferma serio Jabez "So che non vorreste farlo, ma avete bisogno di qualche giorno almeno e, se non riuscite in altro modo, dovrete ricorrere alle vostre facoltà psichiche.".
"Non mi piace l'idea di influenzare in pensiero delle persone." ammette Sebastiano "Ma mi sa che mi toccherà farlo: non ho tanti giorni liberi prossimamente!".
"Per evitare di complicare ancora di più la situazione," suggerisce Liam "proviamo a limitare la cosa a un fine settimana: possiamo farcela!".
La proposta riscuote il consenso generale ed un provvidenziale aiuto giunge da Jabez, che se ne esce con un'inattesa rivelazione:
"Conosco qualcuno da quelle parti. Voi pensate all'aereo, io vi trovo dove dormire per un paio di notti, sempre che riusciate a dormire...".
Detto fatto, l'uomo si mette in contatto con un vecchio amico che abita in Spagna e Katia riesce a prenotare un volo già per il prossimo venerdì, tra due giorni soltanto. Anna assicura ai compagni che i demoni non sono nei paraggi, perciò nulla possono sapere del loro piano, ma per evitare che scoprano qualcosa è necessario rimuovere dalle menti di coloro che resteranno in città ogni informazione riguardo al prossimo viaggio, e così Jabez e Katia accettano di buon grado di rinunciare a qualche ricordo per la sicurezza di tutti, in primis la loro.
Il giorno che precede la partenza, Sebastiano va in negozio da June, spinto dal desiderio di vederla, fosse anche solo per un brevissimo secondo, e lei, piacevolmente sorpresa dalla gradita visita, lascia il fratello ad occuparsi dei clienti e dedica la sua attenzione al giovane già così caro al suo cuore, raccomandandogli, tra un discorso e l'altro, di non mancare all'inaugurazione della mostra fotografica, prevista per la prossima settimana.
"Non me lo dimentico, non preoccuparti." assicura Sebastiano "Ci saremo tutti!".
"Mi fido di te." confessa June, racchiudendo in tale frase una promessa ed una speranza che ben intende colui che ne è il destinatario.
Sebastiano non si trattiene molto, ha diverse faccende da sbrigare ed anche June ha un bel po' da fare, ma in fondo è dolce separarsi sapendo che presto ci si potrà rivedere. Non appena rimane solo con la sorella, Geremia ovviamente non perde l'occasione di lanciarle una provocatoria frecciatina:
"Mi sembra che stiate bene insieme. E' strano, non ti ho mai vista così!".
"C'è una prima volta per tutto." risponde laconica l'altra.
"Sei innamorata?"
"Non a tutto si può dar un nome, fratellone..."
"Saprai se sei innamorata o no?! A me puoi dirlo!"
"Sto bene... Ti può bastare?"
"Ah, non si può parlare con te!"
June scoppia a ridere e Geremia si lascia contagiare dalla sua allegria mettendosi a ridere a sua volta. C'è un bel rapporto tra loro, fatto di complicità e rispetto, un affetto sincero mai soffocante, una comprensione reciproca che, ben lungi dall'essere passiva sopportazione o condiscendenza, talvolta lascia giustamente spazio ad accese discussioni. Tanto diversi sono, fratello e sorella, per carattere, per idee, eppure inscindibilmente legati da un vincolo di sangue non scontato né banalmente accettato, bensì costruito di giorno in giorno, attraverso valori e sentimenti che non risiedono semplicemente nella nascita ma sono parte integrante della vita di ogni individuo.
Dunque, di nuovo in viaggio si trovano i sette amici alla ricerca degli arcangeli, ed in aereo Anna e Manuela siedono vicine approfittando dell'occasione per chiacchierare come da tempo non fanno.
"E' da tanto che non parliamo un po' noi due." sottolinea Anna "Ti ricordi le nostre interminabili telefonate?".
"Già, hai ragione..." sospira Manuela "E' sempre più difficile avere del tempo per noi.".
"Oltre al lavoro e agli impegni di tutti i giorni, ci si è messa pure questa nuova missione a incasinarci la vita!"
"E' difficile, ma è il nostro destino, non possiamo farci niente. Anche se a volte mi pesa."
Manuela si zittisce di colpo, socchiude gli occhi e con aria sognante e malinconica confessa all'amica un proprio intimo desiderio:
"Mi piacerebbe sposarmi, avere una famiglia, dei bambini... ma non credo sarà possibile."
"Perché no?" chiede sorpresa e contrariata Anna.
"Perché la nostra battaglia non finirà mai." risponde l'altra rassegnata "Come posso anche solo pensare di avere dei figli?!".
"Non è giusto! A quante cose dobbiamo rinunciare?! No, non è giusto..."
"Abbiamo un compito importante, molte vite dipendono da noi... Va bene così!"
Le due ragazze vengono interrotte da Kirk che, affacciandosi dal sedile davanti, domanda con furbesca espressione:
"Che avete da confabulare? Posso saperlo anch'io?".
"Sei più pettegolo di una donna!" commenta Anna, dando un'affettuosa sberletta in testa all'amico ficcanaso.
"Parli proprio tu!" replica Fabio, sbucando da dietro ed incrociando le braccia sul poggiatesta della compagna "Non mi sembra che tu abbia molto tatto quando vuoi sapere qualcosa che ti interessa! Non sei una che se ne sta in disparte!".
"Io mi informo su quello che succede per essere sempre aggiornata!" conclude la sagace ragazza, con malandrino sorriso.
"Beh, se la metti così!" osserva divertito Simone, facendo capolino da dietro il sedile di Manuela per unirsi ai giocosi discorsi degli amici.
Anche Liam e Sebastiano, seduti alcuni posti più avanti, si confidano liberamente l'un con l'altro. Il loro rapporto, iniziato in maniera piuttosto burrascosa, si è col tempo consolidato in una sincera e profonda amicizia, basata su fiducia reciproca ed un'intesa quasi fraterna.
"Sei preoccupato?" domanda Sebastiano "Per Geremia, intendo.".
"Preoccupato no." ammette Liam scuro in volto "Geloso sì, molto... Mi dà fastidio il modo di fare di quel tipo.".
"Non credo che la tua storia con Anna sia in pericolo: con tutto quello che avete fatto per stare insieme! Fidati di lei, se lo merita."
"Lo so... E tu invece, che mi racconti di June? Quella ragazza ha fatto un miracolo!"
"Addirittura? Ero messo così male?"
"Abbastanza... E noi eravamo preoccupati per te."
"Direi che adesso non dovete più preoccuparvi! Lei è speciale, davvero..."
Tra chiacchiere più o meno serie, la prima parte del viaggio giunge presto a conclusione. I sette giovani fanno scalo a Barcellona e da qui ripartono alla volta dell'Estremadura, arrivando a destinazione a notte fonda. Ad attenderli all'aeroporto di Badajoz c'è una coppia di amici di Jabez, Felipe ed Helena. Lui, non molto alto, fisico robusto, con un viso dai tratti tipicamente latini, capelli e barba brizzolati, occhi neri; lei, piccola e minuta, non bella ma estremamente femminile, capelli castani, lunghi e mossi, raccolti un una coda, carnagione ambrata, con un affabile sorriso ad illuminarle il volto. Avranno entrambi più o meno cinquant'anni ed accolgono i ragazzi mandati loro con sincero entusiasmo, quasi fossero dei vecchi amici. Su di uno sgangherato pulmino il gruppo si dirige verso la Valle dello Jerte, dove la coppia abita, in una grande fattoria circondata da campi di ciliegi. Ci vorranno un paio d'ore per arrivare e durante il viaggio Felipe ed Helena chiedono notizie del loro amico Jabez e raccontano di come l'abbiano incontrato, una ventina d'anni fa, poco dopo essersi sposati, mentre erano impegnati come volontari in Africa: un giorno, imprudentemente, si allontanarono dalla missione in cui lavoravano, trovandosi così faccia a faccia con alcuni guerrieri di una tribù locale, non molto socievoli con gli stranieri. Fu Jabez allora a tirarli fuori dai guai e così nacque la loro amicizia. Grazie a lui i due coniugi tra l'altro scoprirono di essere entrambi dei sensitivi e di possedere capacità pranoterapeutiche, che tuttora mettono al servizio di chi ne ha bisogno.
"Però, interessante!" commenta Fabio.
"Jabez non ci ha mai parlato della sua vita in Africa." osserva perplessa Anna.
"E' fatto così." rimarca Helena, mentre Felipe ci tiene a chiarire con i giovani ospiti un'importante questione:
"Non vi chiederemo niente, né perché siete qui, né cosa dovete fare. Da Jabez abbiamo imparato anche questo: esistono segreti che devono restare tali.".
Arrivati a destinazione i sette ragazzi si concedono qualche ora per riposare e raccogliere le idee, e quando al mattino si svegliano per partire alla ricerca degli arcangeli, si trovano davanti una tavola imbandita con pane tostato, marmellata fatta in casa, prosciutto, formaggio, due crostate appena sfornate, latte, caffè... insomma, una meraviglia!
Felipe ed Helena, abituati ad alzarsi prestissimo, secondo i ritmi della campagna, sono in piedi già da un po' ed hanno pensato di imbastire un'abbondante colazione per i loro ospiti, in modo da farli sentire a proprio agio e dar loro una buona dose di energie sufficienti per l'intera giornata. In aggiunta a ciò, immaginando che la comitiva dovrà restar fuori per diverse ore, i previdenti coniugi hanno preparato uno zaino con panini e bibite ed una mappa della zona con indicati a penna i percorsi migliori da seguire e quelli da evitare. Sebastiano e compagni non sanno come ringraziare e titubanti esitano a sedersi a tavola, non volendo approfittare troppo dell'ospitalità dei padroni di casa.
E' Helena a spronare gli incerti ragazzi ad accomodarsi:
"Coraggio, di cosa vi preoccupate? A noi fa piacere avervi qui.".
I primi a cogliere al volo l'invito sono ovviamente Anna e Kirk, seguiti poco dopo dal resto del gruppo.
"Siete davvero gentili con noi, non sappiamo come sdebitarci." confessa Manuela.
"Fate quello per cui siete qui. Ecco cosa dovete fare." afferma serio Felipe "Non so di cosa si tratti, ma di sicuro è importante, e non solo per voi.".
Chissà se i due coniugi conoscono più di quanto non dicano, o se la loro è soltanto una sensazione, ma sta di fatto che la fiducia assoluta che traspare dai loro occhi infonde coraggio e speranza nel cuore dei sette compagni, rammentando loro non la difficoltà bensì il valore del destino che devono compiere, al di là dei sacrifici e delle dure scelte che esso impone.
Terminata la colazione, con il pulmino gentilmente concesso in prestito da Felipe ed Helena il gruppo si dirige verso la zona in cui dovrebbero trovarsi le armi degli arcangeli, mentre Cat si assicura che la protezione contro i demoni sia ancora abbastanza efficace da resistere almeno fino a sera.
In questo sabato di fine settembre, c'è qualcun altro in movimento per portar a termine il proprio compito. Apollyon, alquanto infastidito dall'abilità dei suoi avversari nel mascherare le proprie tracce, decide di lanciar un ennesimo avvertimento andando a far visita a qualcuno che con i sette custodi dei gioielli ha evidentemente a che fare da vicino, e si presenta perciò al negozio di Geremia e June insieme a Xaphan, un altro angelo caduto che ha assunto l'aspetto di un uomo dal fisico muscoloso, il viso squadrato, media statura, capelli rossi ricci, occhi verdi, carnagione chiarissima.
I due insoliti individui colpiscono non poco Geremia non appena se li trova davanti, ma professionale e garbato il giovane si rivolge loro come a dei normali clienti. Nel mentre, June, chiusa nella camera oscura per sviluppare delle foto, non vede ma sente che qualcuno dev'essere arrivato e percepisce un'energia spaventosa che la scuote dalla testa ai piedi e la fa rabbrividire. Non aveva mai in vita sua avvertito una simile forza, così malvagia ed angosciante: a chi può appartenere un'aura tanto oscura? Ad un essere umano? La ragazza non riesce nemmeno a muoversi, è come paralizzata e l'ansia cresce in lei insieme alla preoccupazione per il fratello: che sia in pericolo?
Ma Geremia in pericolo non è, Apollyon non ha interesse ora come ora a fargli del male e si limita a pronunciare poche sibilline parole:
"Tu e tua sorella conoscete Sebastiano e la sua banda, vero? Portagli i miei saluti.".
Ciò detto il demone se ne va ghignando, seguito da Xaphan, mentre Geremia rimane fermo impalato con lo sguardo fisso alla porta, chiedendosi come potrà riferir il messaggio se non conosce nemmeno il nome di colui che gliel'ha affidato.
June, una volta libera dalla morsa che l'aveva immobilizzata, si precipita fuori dalla camera oscura e tremante si avvicina al fratello per assicurarsi che stia bene e scoprire da lui cosa sia accaduto. Geremia osserva stupito la sorella e, preoccupato dal suo pallore e dal suo evidente stato di agitazione, premuroso le raccomanda di tranquillizzarsi e la fa sedere, domandandole il motivo della sua inquietudine. Lei allora fa un profondo respiro e sforzandosi di calmarsi prova a spiegare cosa l'abbia tanto profondamente scossa:
"Ero di là e ho sentito un'energia mostruosa, vicina, vicinissima... Non mi era mai successo, non avevo mai sentito niente di così... oscuro... malvagio... E' stato terribile!".
"Non so che dirti." ammette pensieroso Geremia "Qui sono venuti due tipi, un po' strani, è vero, però non mi sembravano dei mostri... e da quello che ho capito dovrebbero conoscere Sebastiano e gli altri.".
"E poi?"
"E poi basta. Sono andati via quasi subito. Non so neanche i loro nomi."
June si fa descrivere minuziosamente i due individui incontrati dal fratello, quasi a voler ripescare nella memoria un ricordo che però non le appartiene. Non ha mai visto gli sconosciuti in questione... e poi è sicura che provenisse da loro l'aura malefica che ha percepito? Possibile che Sebastiano ed i suoi amici abbiano in qualche modo a che fare con esseri del genere?
"Vuoi andare a casa sorellina?" suggerisce Geremia "Qui ci penso io.".
"No, no, ora mi riprendo." risponde la ragazza "Meglio se lavoro, almeno non penso!".
Ignari di quanto accaduto nella loro città, Panther e i suoi compagni, lasciato il pulmino, a piedi perlustrano la zona individuata da Katia e Squirrel, aiutati in questo dalla mappa preparata da Felipe ed Helena. Il posto è stupendo, la natura regna sovrana, risuonano ovunque pace ed armonia... è un altro mondo!
"Che meraviglia!" esclama Dove con viva ammirazione.
"In effetti, è proprio bello qui." rimarca Fox.
"Non siamo venuti a guardare il paesaggio!" fa notare Wolf.
Cat, al solito distratta, persa a contemplare la natura, finisce con un piede in una buca e frana rovinosamente a terra, trascinando con sé Dove e Squirrel, ai quali si è d'istinto aggrappata nella vana speranza di non cadere.
"Siamo alle solite!" commenta rassegnato, e divertito, Panther, e mentre Fox e Wolf ridono a crepapelle, Hawk, ridendo a sua volta, aiuta i malcapitati amici a rialzarsi e dà poi un affettuoso bacio in fronte a Cat, la sua adorata e scatenata combinaguai!
"Che dite, riprendiamo a camminare?" suggerisce Panther, tenendo le redini della situazione come compete al suo ruolo.
Il gruppo ricomincia ad esplorare la zona e verso metà pomeriggio finalmente giunge un positivo segnale dai gioielli di Dove e Cat, che iniziano a brillare di luce propria. Un mirto ed una quercia, queste piante devono trovare i giovani e queste piante si vedono ben presto davanti, l'uno accanto all'altra, quasi a proteggersi a vicenda.
Cat, con gli occhi chiusi, poggia braccia e viso sul tronco della verde quercia, e tra le sue mani si materializza una sciabola d'argento, che in una scia luminosa si innalza verso al cielo e sulla ragazza ricade come una stella cometa. Anche Dove, benché inizialmente titubante, sfiora la rigogliosa chioma del mirto e senza rendersene conto si ritrova ad impugnare un'aurea lancia, che in un istante si dilegua in un'abbagliante scheggia di luce. E ancora una volta, le due piante generate dal potere angelico svaniscono, disgregandosi in una fitta pioggia di verdi foglie dalle diverse dimensioni e forme, simili alle tessere di un puzzle ormai frantumato, tornato alla sua primordiale origine per essere ricomposto in un nuovo segreto ordine. A terra si posano le foglie, come un morbido tappeto che ben presto si dissolve  lasciando nell'aria il tipico profumo di erba appena tagliata.
"E adesso, vediamo dove sono gli angeli!" afferma risoluto Wolf.
Cat però d'improvviso sussulta e dai suoi occhi trapela una pressante preoccupazione, che nelle sue parole trova forma ed espressione:
"Sbrighiamoci, non li terrò lontani per molto... i demoni, intendo.".
In velocità il gruppo torna al pulmino e percorre la via del ritorno, augurandosi che un colpo di fortuna permetta di scovare il prima possibile gli arcangeli. E chissà se per fortuna o per un qualche strano gioco del destino, rientrando alla fattoria di Felipe ed Helena, Hawk avverte l'inconfondibile energia emanata dalla creature celesti.
"Che siano i due amici di Jabez?" si chiede pensieroso Squirrel.
"No, me ne sarei accorto subito." sottolinea sicuro Hawk.
Il mistero viene svelato quando i ragazzi mettono piede in sala da pranzo. Insieme a Felipe ed Helena c'è un'altra coppia, evidentemente dei loro cari amici, e su costoro si posa lo sguardo di Hawk. I padroni di casa, forti della loro speciale, o meglio soprannaturale, sensibilità, con una scusa si allontanano, lasciando da soli gli ospiti, e così Dove e Cat sono libere di risvegliare i due arcangeli sopiti, mentre a crollare in un sonno profondo è la coppia che senza saperlo ne è stato il rifugio.
Anael ha le fattezza di una donna, non molto alta, viso paffuto, guance rosa, labbra carnose, occhi azzurri, capelli corti color miele, dall'aria sbarazzina e vivace, vestita in maniera decisamente sportiva, con una maglietta bianca, jeans e scarpe da tennis.
Samael invece è alto, spalle larghe, capelli biondi corti con un ciuffo più lungo che gli scivola sinuoso sul volto dai tipici tratti nordici, sul quale risaltano due occhi blu dal taglio a mandorla, ed indossa con disinvoltura una giacca nera lunga, camicia bianca e pantaloni grigio chiaro dal taglio classico.
"Grazia mille ragazzi!" esordisce Anael, con voce squillante e sguardo ridente "Ditemi, come procede la ricerca?".
"Ci mancano ancora tre angeli..." spiega Hawk.
"Poco male. Mi raccomando, fate in fretta!" continua l'altra, strizzando un occhio ai sette giovani davanti a lei.
"Mi ricordi qualcuno..." fa notare Cat, alludendo a Michele, con la sua aria furbesca ed il suo accattivante sorriso.
"Direi che hai ragione!" rimarca Samael, avendo ben compreso il sottinteso riferimento.
I due angeli non possono trattenersi a lungo ed impugnando le loro armi se ne vanno, dileguandosi in una cascata di minuscole scintille luminose. Poco dopo fanno la loro comparsa Felipe ed Helena, che immediatamente si chinano accanto alla coppia di amici svenuti e chiedono ai loro giovani ospiti se si riprenderanno presto.
"Sì, staranno bene e non ricorderanno niente." risponde serio Sebastiano.
"Ci basta sapere questo." afferma Felipe con affabile sorriso.
"Grazie di tutto." interviene Simone, dando voce anche al pensiero dei suoi sei compagni.
Intanto la barriera protettiva creata da Anna cade e la ragazza, per prudenza, legge nelle menti di Felipe ed Helena per capire se sia il caso di cancellarne la memoria. Nulla c'è in loro che potrebbe metterli in pericolo o renderli utili fonti di informazioni per i demoni, e ciò che Anna vede è soltanto una grande fiducia in lei e nei suoi amici, quali custodi e portatori di un messaggio di speranza e salvezza per questo mondo. La giovane lancia allora un'eloquente occhiata a Sebastiano, che recepisce il messaggio e desiste dall'idea di cancellare i ricordi dei due gentili coniugi, pur restando fermamente convinto che, per evitare di metterli in una difficile situazione, è necessario ripartire il prima possibile.
"Rimanete almeno per stanotte." suggerisce con materna sollecitudine Helena.
"Meglio di no." risponde Manuela "Dobbiamo andare.".
"Ma è tardi, e il vostro volo è domani." insiste la donna.
"Aspetteremo in aeroporto." rimarca Liam "Grazie ancora di tutto.".
Felipe si offre di accompagnare i sette ragazzi in aeroporto con il pulmino e la sua proposta in questo caso non può essere rifiutata: a piedi non si va da nessuna parte!
Prima di partire però Anna vuol fare qualcosa per sdebitarsi con le due persone che con lei ed i suoi compagni si sono mostrate tanto disponibili pur non conoscendo nulla di loro e, per proteggerli, di nascosto da tutti rivolge una preghiera a Michele, che le appare immediatamente, con la sua solita aria da simpatica canaglia.
"Non preoccuparti." afferma l'angelo "Finché non sarete lontani, veglieremo noi su di loro. E comunque non credo che i demoni verranno qui, non c'è più niente di interessante per loro in questo posto.".
"Grazie mille!" esclama Anna abbracciando di slancio Michele, come fosse un vecchio amico.
"Dovere." risponde lui, colpito e quasi quasi commosso dall'inatteso gesto.
Non appena l'arcangelo è sparito, fa la sua comparsa Manuela, mandata dai compagni in cerca dall'amica:
"Che combini? Non è il momento di giocare a nascondino. Dobbiamo andare.".
"Dovevo fare una cosa." confessa l'altra "Dopo vi spiego.".
Termina dunque con successo anche l'avventura spagnola e quando i sette custodi dei gioielli rientrano in città, nel tardo pomeriggio di domenica, sono a dir poco stremati. Ma nonostante ciò c'è comunque qualcuno che, invece di riposare, decide di andare a far visita ad una certa persona. Sebastiano, arrivato a casa, prende al volo l'auto e pensa bene di raggiungere June,  sapendo di trovarla alla galleria dove, con il fratello, sta sistemando gli ultimi dettagli per la mostra che tra quattro giorni aprirà i battenti.
E' quasi sera, l'aria fresca annuncia l'autunno ormai pronto a scalzare gli ultimi strascichi d'estate. Sebastiano, parcheggiata l'auto, cammina a passi rapidi per le vie del centro e per un fortuito caso del destino si imbatte in Geremia, che subito gli si avvicina e lo saluta dimostrando di averne chiaramente intuito le intenzioni:
"Guarda chi si vede! Se cerchi June, ti porto da lei. Pignola com'è, uscirà solo a notte fonda da là dentro... ma forse tu puoi convincerla a venir via.".
"Se sta lavorando, non vorrei disturbarla." obietta titubante l'altro.
"Ma che disturbo! Ormai è tutto a posto. E' lei che a volte esagera: è una perfezionista! Le fai un favore se la porti via!"
"Se dici che si può fare, ok, andiamo."
I due chiacchierando raggiungono la galleria d'arte e quando entrano trovano June intenta ad osservare alcune fotografie per capire se siano esposte con la luce giusta.
"Ehilà, sorellina!" esordisce allegramente Geremia "Visto chi ti ho portato?! Io direi che qui abbiamo finito. Su, dai, pensa a goderti la serata. Io vado, tanto c'è qualcuno che può darti uno strappo a casa. Ciao ciao!".
Con queste parole il giovane si congeda e se ne va, mentre Sebastiano si sofferma a guardare delle fotografie che hanno catturato la sua attenzione non appena vi ha posato gli occhi. Si tratta di alcuni primi piani, intensi, particolari, quasi tutti in bianco e nero o color seppia, raffiguranti una galleria di individui di età, sesso, nazionalità diverse, sorridenti, seri, malinconici, sognanti. In ogni scatto sono impressi non tanto dei volti, quanto piuttosto delle emozioni. Hanno un'anima queste immagini e la si può vedere, sentire, respirare, toccare.
"Le hai fatte tu queste?" chiede con sincero interesse Sebastiano.
"Alcune sono mie, altre di mio fratello." risponde sorridendo June "Ti piacciono?".
"Io non me ne intendo ma, accidenti, sono proprio belle. Avete un grande talento voi due." confessa l'altro con viva ammirazione.
"Non credevi fossimo dei bravi fotografi, allora?"
"Forse non così bravi! C'è qualcosa in queste foto, non so come dirlo..."
"Non farlo. Non è necessario dire sempre tutto."
Improvvisamente June si incupisce. Le è tornato di colpo in mente quanto successo il giorno prima in negozio e si affaccia in lei il dubbio se riferire o meno a Sebastiano dei due strani individui che hanno detto di conoscerlo. Ma dalle sue labbra alla fine nemmeno una parola esce riguardo all'accaduto, quasi la giovane avesse timore di parlarne, risvegliando il ricordo della terribile sensazione provata. Conoscendo Geremia, avrà già scordato tutto, ed anche lei ora vuole dimenticare, non pensarci più.
"Che hai?" domanda Sebastiano insospettito dalla crucciata espressione di June.
"Niente, niente... sono solo un po' agitata per la mostra." risponde la diretta interessata, cambiando subito argomento "Andiamo a mangiare una pizza?".
I due ragazzi, come era prevedibile, finiscono col passare insieme la serata. Spensierati chiacchierano e scherzano accantonando qualunque preoccupazione, godendo in pieno della compagnia l'uno dell'altra, e quando giunge il momento di salutarsi, per entrambi è estremamente difficile separarsi.
June abita con il fratello in un quartiere di recente costruzione, non lontano dal centro città, in una villetta a schiera con un piccolo giardino sul retro, e Sebastiano la accompagna fin davanti al cancello di casa, sfruttando ogni secondo che può passare con lei. Non vorrebbe lasciarla andare, vorrebbe portarla via con sé, ma teme che potrebbe perderla sbilanciandosi troppo e manifestando apertamente certe emozioni, emozioni che perciò preferisce soffocare, almeno per adesso, nascondendole dietro poche semplici parole:
"Allora, buona notte. E in bocca al lupo per la mostra!".
June non risponde e resta immobile, puntando i neri occhi sul giovane di fronte a lei, con un'indecifrabile espressione dipinta in viso ed un enigmatico sorriso, bella ed affascinante, avvolta da un misterioso silenzio intrecciato con una latente passione capace di farsi sentire senza parole. Sebastiano è irresistibilmente attratto dal pungente sguardo che gli si è conficcato nel cuore, non è più padrone dei suoi pensieri né delle sue azioni. Senza quasi rendersene conto si avvicina sempre più a June, fino ad avvolgerla con le braccia, stringendola a sé e sfiorando le sue labbra con il respiro, e lei non si sottrae all'appassionata stretta, arrendevole e docile come mai in vita sua è stata, desiderando questo momento con tutta se stessa.
Nasce così un bacio, un dolcissimo, intenso, travolgente bacio, messaggero di segrete emozioni che la mente non può contenere né comprendere e le parole non possono esprimere, sentimenti cresciuti in silenzio, dentro lo scrigno in cui due anime si erano rinchiuse e che ora non può più imprigionarle. Tanto, tutto c'è in questo bacio, e se le labbra ad un certo punto si allontanano, non così è per i cuori dai quali è spontaneamente sgorgato, che rimangono uniti in un caldo vitale abbraccio.
Sebastiano saluta June accarezzandole dolcemente il viso ed aspetta di vederla entrare in casa prima di salire in auto ed allontanarsi, andando  incontro al domani con una rinnovata speranza nel cuore, con l'entusiasmo e la forza di chi finalmente ha riscoperto un motivo per continuare a lottare, vivere, sognare.










NOTE DELL'AUTRICE

Mancano solo tre arcangeli all'appello. Poco male, no? Intanto tra Sebastiano e June sta crescendo qualcosa di importante, mentre tra Anna e Liam c'è un po' di maretta. Di soprannaturale in questo non c'è nulla dopotutto. Quando scendono in campo i sentimenti, può accadere qualsiasi cosa...
Scusate la pubblicazione un tantino irregolare dei capitoli. A settembre riprenderò a postare con ordine!
A presto
Marta

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Capitolo 24
*** Rivelazioni ***


PARTE III. I SETTE SPIRITI DI LUCE

CAPITOLO VI. RIVELAZIONI

Arriva la fatidica sera dell'inaugurazione della mostra fotografica di June e Geremia. Anna deve faticare non poco per convincere Liam a prendervi parte, e lui, dal canto suo, non ha per niente voglia di incontrare una certa persona, però non vuole nemmeno lasciar andare da sola la compagna, soprattutto quando gli si presenta davanti fasciata in un attillato abito color amaranto, corto e scollato, abbinato a delle scarpe con un tacco vertiginoso, che rendono le movenze feline della ragazza ancor più sensuali ed attraenti.
"E tu pensi di andar là vestita così?" chiede contrariato Liam.
"Mica posso mettermi jeans e scarpe da ginnastica!" risponde imperturbabile l'altra "E' un'occasione speciale, ci vuole un po' di eleganza!".
"Non lo fai per Geremia, vero?"
"Che testa che hai! Non hai capito che lo faccio per te, e per me! Mi piace farmi carina ogni tanto. Sono una donna, te lo sei dimenticato?"
Liam sorride, abbraccia forte Anna e la travolge con un inaspettato bacio, e lei si lascia andare ricambiando il bacio con altrettanta passione, sentendo il cuore batterle in petto come la prima volta che il compagno l'ha stretta a sé rubandole un bacio, beccandosi in risposta allora un sonoro ceffone...
La galleria è gremita di gente e non c'è da stupirsene: le foto di June e Geremia sono davvero stupende, ti catturano impedendoti di distogliere gli occhi. Anna questo già lo sapeva ed è ben lieta di vedere che nemmeno Liam può sottrarsi al fascino dalle immagini esposte, costretto ad ammettere che sono veramente originali ed interessanti. I due ragazzi comunque vorrebbero  prima di tutto riunirsi ai loro amici, che in teoria dovrebbero essere già arrivati... Dove si saranno cacciati? Finalmente tra la folla ecco spuntare Kirk e Manuela, e poco distanti vengono avanti Simone e Katia.
I sei compagni si guardano intorno per individuare i due che mancano all'appello, ma sono loro ad essere avvistati da qualcuno e, per la gioia di Liam, Geremia si avvicina e con spigliata disinvoltura chiede agli amici cosa ne pensino delle opere esposte. Anna per un attimo si incanta ad osservare il giovane fotografo, che indossa una giacca lunga grigio fumo, dello stesso colore dei pantaloni dal taglio sportivo, ed una semplicissima camicia grigio perla. E' un'eleganza sobria la sua, condita con un intrigante sorriso ed un modo di fare sicuro ed accattivante.
Manuela si accorge dell'espressione imbambolata della compagna e le dà una gomitata per svegliarla, rivolgendole un'occhiataccia molto simile ad un tacito rimprovero. Fortunatamente Liam, intento ad osservare le fotografie, non si è reso conto di nulla ed Anna sospira sollevata, non sfuggendo però all'acuto sguardo di Geremia, che nota in lei un certo imbarazzo, ma fa finta di nulla e sposta invece l'attenzione su un'altra questione:
"Se cercate Fabio e Sebastiano, sono con mia sorella, al tavolo del buffet. Venite, andiamo da loro.".
"Ottimo! Si mangia!" se ne esce entusiasta Kirk, ripreso scherzosamente da Simone:
"Dai, trattieniti! Non facciamoci sempre riconoscere!".
"Dobbiamo tenercelo così, che ci vuoi fare?!" commenta divertito Liam, mettendo una mano sulla spalla del goloso amico.
Alla fine il gruppo raggiunge il buffet e si riunisce a Fabio e Sebastiano, trovandoli, come anticipato da Geremia, in compagnia di June, che accoglie col suo solito composto sorriso i sei giovani scortati dal fratello, mentre inevitabilmente gli sguardi di Anna, Manuela e Katia si posano su di lei per esaminarne l'abbigliamento, cedendo ad una peculiare curiosità femminile: indossa una lunga maglia color verde acqua che cade morbida lasciando intravedere le sinuose forme di donna, legata in vita da un'alta cintura, dei pantaloni neri attillati ed un paio di stivali, sempre neri, alti fino alle ginocchia, il tutto arricchito da dei vistosi orecchini d'argento. Non c'è che dire, possiede una classe ed un'eleganza innate questa ragazza, donatele dalla natura e non frutto di studiati atteggiamenti, ed Anna un po' la invidia: lei a volte si sente imbranata e maldestra, più buffa che femminile, mentre June è così composta, aggraziata, sensuale, e lo è in maniera assolutamente spontanea, quasi non se ne rendesse conto. Anche Manuela e Katia fanno simili pensieri osservando la giovane e talentuosa artista, capace di stregare tutti non solo con il suo aspetto fisico, ma anche, e soprattutto, con le sue fotografie e la sua musica. E per la gioia dei presenti, June si esibirà anche questa sera, stavolta non con il pianoforte, bensì solo con voce e chitarra, offrendo un breve spettacolo a coloro che hanno gentilmente accettato di prender parte all'inaugurazione della mostra.
Ecco che la musica inizia ed immediatamente ogni rumore, ogni chiacchiera, si zittisce, mentre nel silenzio soltanto la voce della meravigliosa cantante si diffonde, cavalcando le note che dalla chitarra nascono e scorrono come un fiume in piena.
"Sembra un angelo..." è lo spontaneo commento che sfugge a Manuela, incantata dalla soave melodia, così come tutti quelli che la stanno ascoltando.
Poi, d'un tratto, la musica cambia ritmo, si fa più veloce e concitata e quasi quasi farebbe venir voglia di ballare, di scatenarsi lasciandosi travolgere dal suo incalzante incedere.
Presto purtroppo termina l'esibizione ed alle numerose richieste di bis, June con garbo risponde:
"Siamo qui per dar spazio a queste foto, sono loro che devono parlare stasera. Vi assicuro che la mia musica potrete ascoltarla presto, se lo vorrete.".
"E' brava tua sorella con le parole." fa notare Fabio rivolgendosi a Geremia.
"Molto più di me!" ammette l'altro "E se le gira storta, con una frase ti falcia!".
June si riunisce al gruppo di amici, puntando gli occhi su Sebastiano, e d'istinto lui, abbandonata ogni esitazione, la prende per mano e se ne va con lei, salutando i compagni con un sintetico:
"Ci vediamo dopo!".
"Non ho mai visto mia sorella così." confessa Geremia, piacevolmente sorpreso.
"E noi non abbiamo mai visto così Sebastiano!" rimarca Kirk sorridendo.
D'improvviso Anna si estranea dai discorsi degli amici e, visibilmente turbata, inizia a guardarsi intorno. Liam subito si accorge del suo repentino mutamento d'umore e sottovoce gliene chiede il motivo, cogliendo già nei suoi occhi preoccupati la risposta, senza bisogno di parole. Il giovane immediatamente col pensiero comunica ai compagni che devono esserci nei paraggi dei demoni e prontamente Katia, raggiunta come gli altri dal messaggio telepatico, con una scusa si allontana insieme a Geremia, permettendo in tal modo agli altri di andar in cerca del nemico.
Non solo Anna ha colto una malvagia presenza nelle vicinanze: anche June ha avvertito un'energia oscura, molto simile a quella che aveva percepito alcuni giorni fa in negozio, e di nuovo viene assalita da un'angoscia che la paralizza e le impedisce di ragionare. Sebastiano, vedendola impallidire di colpo, le chiede se si senta male, ma lei non sa che rispondere e con occhi spauriti si guarda attorno tentando di individuare a chi appartenga l'aura malefica che l'ha investita. Lo stesso Sebastiano comincia ad avvertire una forza demoniaca nelle vicinanze ed incerto se restare con June o andar a controllare in giro, volge gli occhi tutt'intorno, in cerca della conferma del proprio sentore.
Ecco che, tra la gente che affolla la galleria, si fanno largo due individui piuttosto singolari: una donna dal fisico asciutto, la pelle olivastra, i capelli d'ebano, mossi, poco più lunghi delle spalle, con una frangia che sfiora i neri occhi, incastonati sul volto dai lineamenti marcati, femminile e sinuosa nei movimenti, accompagnata da un uomo dalla carnagione scura, gli occhi azzurri, i capelli corti, neri e ricci, alto, fisico atletico, spalle larghe. Sono Onoskelis e Rahab, due angeli caduti, e su di loro si posano contemporaneamente gli sguardi di Anna, Manuela, Liam, Kirk, Fabio e Simone, così come quelli di Sebastiano e June. Quest'ultima però si sente di colpo mancare e quasi sviene. Fortunatamente Sebastiano la sorregge e subito in suo aiuto arrivano Katia e Geremia. I due demoni approfittano dell'imprevisto per confondersi tra la gente e dileguarsi nel nulla, e come Anna si rende conto che i nemici se ne sono andati, non avvertendo più la loro presenza, allo stesso modo June non percepisce più la negativa energia che l'aveva tanto scossa, e lentamente si riprende.
"Ci hai fatti spaventare, lo sai?!" esclama Geremia, accarezzando premuroso i capelli della sorella.
"Ma cosa ti è successo?" chiede sospettosa Katia.
"Non so, credo sia colpa della stanchezza..." risponde la diretta interessata con falsa ingenuità, non convincendo con le sue parole né Katia né Sebastiano, che inizia a pensare che il malore dalla ragazza sia in qualche maniera collegato ai due angeli caduti.
Una cosa è certa, i demoni hanno lanciato un ennesimo avvertimento. Sanno perfettamente quali persone siano vicine ai sette portatori dei gioielli, conoscono le loro vite ed i loro punti deboli, possono colpirli in qualsiasi momento e lo faranno se non riusciranno ad ottenere ciò che vogliono... E nonostante la serata prosegua poi tranquilla, inevitabilmente quanto accaduto spinge Sebastiano a compiere una scelta importante, una scelta difficile ma  necessaria per impedire che qualcuno, innocente, si faccia del male...
Così, dopo la sera dell'inaugurazione, il giovane non si fa più né vedere né sentire con June, e lei, di natura ben lontana dall'essere insistente e soffocante, dopo un paio di sms rimasti senza risposta, benché molto dispiaciuta non lo cerca più, non perché non desideri farlo, ma semplicemente per rispetto del silenzio da lui scelto. Trascorsi una decina di giorni però, nella mente della ragazza si insinua un sospetto: che l'improvvisa ed inspiegabile sparizione di Sebastiano sia collegata agli strani individui capitati in negozio e a quelli che si sono presentati alla mostra? Il tarlo del dubbio è troppo assillante e logorante per esser messo a tacere e June, assecondando il proprio spiccato sesto senso, una sera decide di far visita a Sebastiano nel locale in cui lavora. Seduta al bancone del bar, la ragazza resta in silenzio aspettando pazientemente che il barista, al momento occupato con dei clienti, le presti attenzione, e nonostante lui inizialmente finga di non vederla, ad un certo punto non può evitare di incrociare il suo sguardo inquisitore, rimanendone alquanto colpito.
"Che fai qui?" chiede scostante Sebastiano.
"Perché sei sparito?" ribatte seria June "Cos'è successo?".
"Ascolta, è meglio se non ci vediamo più." replica duro l'altro, volgendo altrove gli occhi.
"Ok. Ma dimmi perché."
"Lascia perdere. Dammi retta, è meglio così. Non tutto si può dire, giusto? E' una frase tua questa."
"Non girare intorno ai discorsi, non funziona con me. Chi erano quei due?"
La diretta domanda fa sussultare Sebastiano, che colto alla sprovvista non sa come rispondere e si limita a pronunciare un perentorio monito:
"Stanne fuori!".
"Non prendo ordini da nessuno." rimarca fiera June "Chi sono? Dimmelo! Ho il diritto di saperlo. Me ne sono capitati altri due in negozio un po' di tempo fa e hanno detto di conoscere te e i tuoi amici. Chi sono? Con che razza di gente avete a che fare?".
"Stai lontana da me e non avrai problemi. Chiaro?!"
"Non darmi ordini!"
June scatta in piedi, trafiggendo con occhi infuocati Sebastiano, che, dall'altra parte del bancone, la afferra per un braccio intimandole nuovamente di stargli alla larga. I clienti presenti nel locale osservano la scena con una certa preoccupazione ed è uno dei camerieri ad avvicinarsi ai due al banco suggerendo loro di abbassare i toni della discussione onde evitare problemi.
June torna a sedersi e, con voce più pacata, rivela a Sebastiano della particolare facoltà in suo possesso:
"Ti sembrerà assurdo, ma io sento l'energia delle persone, riesco a visualizzare la loro aura. Non sono matta, credimi, è la verità.".
"Ti credo." ammette l'altro rasserenandosi in volto.
"Ho avvertito un'energia spaventosa sia in negozio che alla mostra. Dipende da quelle persone, vero? Quelle che c'erano all'inaugurazione e quelle con cui ha parlato Geremia... C'è tanta malvagità in loro. Cosa c'entrano con te?"
"Non posso parlarne qui. Tra poco finisco il turno. Aspettami."
Terminato di lavorare, Sebastiano esce dal locale insieme a June e, accompagnandola all'auto, le confessa quel poco che gli è concesso raccontare:
"Hai ragione, quella è brutta gente. Non posso spiegarti in che modo ho a che fare con loro, ma per la tua sicurezza devi starmi lontana. Tu e tuo fratello, fate la vostra vita e dimenticatevi di averci conosciuto".
"Non posso, non chiedermelo." replica visibilmente preoccupata la ragazza.
"Ti prego, fidati di me."
D'un tratto, nel silenzio del parcheggio deserto, dei rumori insospettiscono Sebastiano ed una sensazione a lui ben nota prende corpo nel suo cuore: qualcuno si sta avvicinando.
"Che succede?" chiede June evidentemente turbata.
"Vai via. Subito." risponde serio l'altro "Prendi la macchina e vai.".
Ma la ragazza non fa in tempo a salire sull'auto che si vede circondata da un gruppo di persone, in apparenza normali, ma che emanano una malefica energia decisamente non umana.
"Chi sono questi?" grida spaventata June.
"Ci penso io a loro. Tu vai!" insiste Sebastiano, o meglio Panther, impegnato ad immobilizzare i nemici con la forza del pensiero per permettere alla compagna di fuggire.
June sale in auto e mette in moto, supplicando il giovane a lei tanto caro di seguirla, ma lui la sprona a partire senza guardarsi indietro, raccomandandole di non raccontare a nessuno quello che ha visto. Non appena la ragazza è lontana, Panther scaraventa a terra, con i suoi poteri psichici, gli individui in balia dei demoni e porta a compimento il rituale di esorcismo per liberare le persone divenute loro malgrado uno strumento degli spiriti infernali.
June guida senza nemmeno pensare alla strada. Sta scappando da non sa cosa. Ha paura e non sa perché. Ha una gran confusione nella testa e nel cuore. Che sta succedendo? Quale potrà mai essere la fonte della malefica energia che ultimamente fin troppo spesso le capita di percepire? Non può essere umana, no, non è possibile... E allora? June guida e piange, incapace di trattenere le lacrime. Pensa a Sebastiano: starà bene? E chi è in verità? Lui e i suoi amici, chi sono? Cosa fanno? A tutti appartiene un'aura forte, luminosa... c'è qualcosa di speciale in loro...
Piena di dubbi e profondamente inquieta, la ragazza arriva a casa e si rintana nella sua stanza, sotto lo sguardo stupito di Geremia che se la vede passare davanti senza nemmeno salutare. Cosa le sarà accaduto? Il giovane, premuroso, raggiunge la sorella e si siede sul letto, dove lei è rannicchiata con la testa fra le gambe, cucciolo impaurito in cerca d'un rifugio.
"Non chiedermi niente." sono le prime parole che June pronuncia, senza nemmeno sollevare il viso.
"Ok. Però almeno dimmi se hai bisogno di qualcosa." si informa Geremia, con amorevole sollecitudine.
"No, non preoccuparti."
"E' per Sebastiano che stai così?"
"Diciamo di sì..."
"Capito! Ti lascio tranquilla. Se hai bisogno, sono di là."
Prima che il fratello se ne vada, June posa su di lui gli occhi dedicandogli un dolce sorriso, quasi a ringraziarlo della sua presenza, costante e attenta, eppur mai oppressiva o invadente, e, una volta rimasta sola, si stende sul letto, con gli occhi chiusi e le braccia incrociate sulla fronte, vagando con il pensiero nel caos totale della sua mente, non scorgendo nemmeno un minimo spiraglio di luce da cui partire per districarne l'intricata matassa. Improvvisamente il suono del telefonino le fa balzare il cuore in gola e di fretta June recupera dalla borsa il cellulare e risponde, ben lieta di sentire la rassicurante voce di Sebastiano:
"Volevo dirti che sto bene. E tu, come stai?".
"Insomma... Non ci capisco più niente..."
"Ti spiegherò, non preoccuparti. Appena possibile ci vediamo così parliamo un po'. Ok?"
"Ok! Fatti vivo, mi raccomando!"
"Sì, sì, tranquilla. Adesso rilassati e non pensare troppo."
Dura poco la conversazione, ma abbastanza da far calmare June, con la speranza che presto ogni cosa le verrà chiarita, mentre invece ben diverse sono le intenzioni di Sebastiano, fermamente deciso a cancellare ogni ricordo legato a lui ed ai suoi amici sia dalla mente della ragazza che da quella di Geremia. E' l'unico modo per salvarli, non c'è altra strada!
Dopo aver salutato June, Sebastiano chiama a raccolta i suoi compagni e da Jabez il gruppo si riunisce, nella solita stanza, intorno al tavolo rotondo.
"Si può sapere perché avevi tanta fretta di vederci?" chiede Anna sbadigliando.
"Sì, infatti, cosa c'è di così urgente?" interviene Kirk sbuffando.
"Ci sono novità sugli arcangeli?" è la logica deduzione di Liam.
Ma Simone e Katia non hanno alcuna nuova da riferire e neppure Jabez è al corrente del motivo dell'improvvisa riunione.
Finalmente Sebastiano si decide a rivelare cosa l'abbia spinto ad indire un incontro così, su due piedi, e racconta quanto gli è accaduto, partendo da quello che ha appreso da June per arrivare allo scontro nel parcheggio con gli individui posseduti dagli spiriti infernali.
"Ci toccherà far ancora esorcismi..." commenta pensieroso Fabio.
"Esorcismi a parte, come ci comportiamo con June e Geremia?" osserva Manuela "Sono in pericolo secondo voi? Potrebbero prendersela con loro i demoni?".
"Potrebbe essere..." rimarca severo Jabez "Soprattutto lei, ha scoperto più di quello che dovrebbe sapere e non vorrei che la sua particolare capacità facesse gola agli angeli caduti.".
"Dobbiamo cancellare la loro memoria." afferma risoluto Sebastiano "E non farli più avvicinare a noi.".
"Aspetta un attimo..." obietta d'istinto Anna, subito zittita da una fulminante occhiata di Liam.
Anche Katia non può esimersi dall'esprime la propria opinione:
"Perché non diciamo loro la verità e li lasciamo decidere, come avete fatto con me?".
"No! Adesso basta!" irrompe Sebastiano, battendo i pugni sul tavolo "Io sono il capo, io decido. Non verrà coinvolto nessun altro.".
"Ci hai pensato bene?" chiede perplesso Jabez "Sei sicuro sia la scelta giusta?".
"E' l'unica possibile." conclude il diretto interessato, per poi andarsene sotto gli sguardi stupiti dei compagni.
Kirk e Liam si lanciano una complice occhiata e seguono l'amico, mentre Manuela approfitta del momento di confusione per avvicinarsi ad Anna rivolgendole sottovoce una logica domanda:
"La tua uscita di prima, era per Sebastiano o per te?".
"Non ti capisco..." replica l'altra con simulata indifferenza.
"E' per June e Sebastiano che ti preoccupi, o per Geremia?"
"Non dire sciocchezze!"
"Stai attenta, credo tu sia un po' confusa..."
"Piantala!"
Anna seccata se ne va, non vuole più ascoltare Manuela e non ha intenzione di crearsi inutili problemi per via di una persona che presto uscirà dalla sua vita tanto velocemente quanto vi è entrata.
"Ma che succede?" si chiede Fabio, guardandosi intorno.
"Non mi piace questa situazione." confessa Jabez, visibilmente turbato, con la fronte corrugata e gli occhi socchiusi.
"Ecco, ci mancava solo questo!" esclama ad un certo punto Simone, intento a controllare con Katia il computer "Si è fatto vivo un altro arcangelo: Sachiel... E' in Val d'Aosta.".
"Che casino ragazzi!" commenta Fabio passandosi le mani tra i capelli.
Intanto Kirk e Liam hanno raggiunto Sebastiano e stanno facendo con lui due passi ragionando sugli ultimi accadimenti, nel tentativo di aiutarlo ad escogitare una diversa soluzione. Ma purtroppo sembra non esserci davvero altra via da seguire.
"Perché non cancelliamo solo gli ultimi ricordi di June?" propone Kirk "Non è detto che devi sparire dalla sua vita.".
"Non voglio metterla in pericolo." ribadisce tristemente Sebastiano.
"E se Katia avesse ragione?" interviene Liam.
Ma la decisione è stata presa, non si può tornar indietro, e riflettendo sulle prossime mosse i tre giovani si dirigono nuovamente verso il negozio di Jabez, imbattendosi lungo la strada in Anna.
"Eri preoccupata per noi?" domanda sorridendo Kirk.
"Non vi ho più visti, volevo sapere dove eravate finiti." risponde la ragazza, puntando gli occhi su Liam per capire se sia arrabbiato con lei per il suo intervento di poco prima, e Liam tace, il suo sguardo è severo e freddo, deve aver interpretato come Manuela la frase della compagna e la cosa non gli è piaciuta affatto.
Anna ora non sa come rimediare, teme che qualcosa si sia rotto e non ha la minima idea di come riparare al danno fatto. E forse il problema di fondo è veramente il senso di quelle parole uscite così, di getto, dettate dal cuore e non dalla ragione...
D'un tratto i cellulari dei quattro amici iniziano a suonare, interrompendo qualsiasi riflessione. Urge riunirsi al gruppo, ci sono importanti novità sugli arcangeli. Di nuovo tutti radunati nella solita stanza, protetti dai demoni grazie alla barriera mentale di Anna, i ragazzi discutono del prossimo viaggio e Simone suggerisce di partire di sera già l'indomani, e quindi di venerdì, cercando di sbrigare la faccenda nel week end.
"Direi che è una buona idea." sottolinea Sebastiano "Ma quando torneremo, ci occuperemo di June e Geremia.".
Dandosi appuntamento per la sera successiva i giovani si salutano e, una volta rientrata a casa, Anna prova a parlare con Liam per chiarire qualunque malinteso possa essersi creato tra loro. Lui però non sembra intenzionato a discutere e se ne va subito in camera dicendo di essere molto stanco. La tenace ragazza non desiste, segue in silenzio il compagno e, seduta sul letto, gli rivolge una schietta e diretta domanda:
"Che problema c'è? Me lo dici?".
"Dimmelo tu." risponde l'altro distaccato.
"Per me, nessuno. Forse hai frainteso quello che ho detto stasera."
"Perché ti giustifichi? Non mi pare di averti chiesto niente."
"La smetti di fare così?!"
Liam punta gli occhi in quelli di Anna e, con una sfumatura di rabbiosa tristezza nella voce, confessa sinceramente ciò che nel suo cuore si agita:
"Credo che Geremia ti piaccia, e molto... Tu sei qui con me, adesso, ma non devi farlo perché è la cosa giusta, devi stare con me perché è quello che vuoi.".
"Io ti amo." sussurra con gli occhi lucidi Anna.
"Sono il primo ragazzo che hai avuto, come puoi essere sicura di amarmi? Come fai a saperlo?"
"Lo sento. Ti amo..."
"Sono stanco di arrabbiarmi, di essere geloso... Fai quello che ti pare. Resta, se vuoi restare, ma per stasera lasciami in pace. Ok?"
Ciò detto il giovane si mette sotto le lenzuola e chiude gli occhi, mentre la compagna, seduta sul letto, lo osserva senza riuscir a trattenere le lacrime, preda il suo cuore di un desolante vuoto che ha l'amaro sapore di un inevitabile addio.
Quando, al mattino, Liam si sveglia, quasi involontariamente posa lo sguardo sulla dolce creatura assopita al suo fianco e si accorge che le sue guance sono bagnate da salate lacrime, lacrime che incessantemente sfuggono dalle palpebre chiuse, insinuandosi tra le nere ciglia per andar a morire sulle rosate labbra. Ha dunque pianto tutta la notte, la sua piccola Anna? Per lui sta piangendo? Perché ha paura di perderlo? Dolcemente il giovane sfiora i soffici capelli ramati sparsi sul cuscino e con la mano accarezza il viso di fanciulla asciugandolo con estrema delicatezza, con la premura di chi sta maneggiando un prezioso e delicato cristallo. Anna lentamente si desta e la prima cosa che vede è il volto sorridente del suo Liam, seduto accanto a lei. Non si dicono nulla i due, ma si stringono l'uno all'altra con la passione e la struggente tenerezza di chi si è appena ritrovato, o sta per separarsi inesorabilmente...
Il venerdì passa tranquillo e l'ora della partenza si avvicina, ma prima di uscir di casa Simone ha bisogno di parlare con Katia, preoccupato per lei e per la sua incolumità:
"Gli angeli caduti sono andati da Jabez, e poi da June e Geremia. Forse verranno anche da te.".
"Tranquillo, nella mia mente non c'è niente che possa aiutarli." risponde sorridendo la ragazza, accarezzando amorevole il crucciato compagno.
"Non è questo il punto... Non voglio che ti succeda niente."
"Non mi succederà niente, vedrai."
"Sei ancora convinta di volermi sposare e passare con me la tua vita? Puoi tirarti indietro se vuoi."
"Non lo farò. Voglio stare con te e sostenerti anche in questa tua lotta, per sempre."
Un tenero bacio si scambiano i due giovani, forti della reciproca fiducia che nutrono l'un l'altra, certi dell'amore che li lega e li aiuterà, come finora li ha aiutati, a superare ogni ostacolo ed ogni difficoltà.
...All'ora stabilita i sette custodi dei gioielli partono alla volta di Saint Pierre, in Val d'Aosta, sfruttando stavolta il camper che Fabio è riuscito a farsi prestare da suo zio. I ragazzi viaggiano durante la notte, alternandosi alla guida e concedendosi qualche sosta, ed arrivano a destinazione quando è ancora buio, decidendo perciò di fermarsi in uno spiazzo in campagna per riposare, in attesa che faccia giorno.
Non appena il sole sorge, i primi a svegliarsi sono Anna e Kirk, che senza esitare espongono quale sia per loro il primo problema da risolvere: la colazione! Manuela, previdente, ha portato via qualcosa da mangiare, e così, sedati i morsi della fame, la ricerca può finalmente iniziare.
La zona in cui dovrebbe trovarsi la balestra di Sachiel, sotto forma di un noce, è in collina, nella località di Etavel, e come le altre volte i sette compagni si immergono nella natura sperando che il loro vagare dia presto dei risultati.
"Sempre per campi dobbiamo andare?" commenta Fox guardandosi intorno.
"Considerato che stiamo cercando degli alberi," osserva Squirrel "è più facile che li troviamo qui piuttosto che in una metropoli.".
"Ci sono tanti parchi anche nelle città." continua l'altro perplesso.
"Che problemi ti fai?" interviene Hawk "E poi, meglio per noi se abbiamo poca gente intorno, visto quello che dobbiamo fare.".
Di punto in bianco il ciondolo di Wolf inizia ad emettere dei bagliori intermittenti, chiaro segnale che nelle vicinanze c'è l'arma di Sachiel. La cosa però si fa un tantino difficile: il gruppo finisce proprio nel bel mezzo di una coltivazione di alberi di noce. Quale sarà quello giusto?
"Cavolo! Ci tocca passarli tutti?!" chiede preoccupata Cat, subito ripresa da Panther:
"Hai sempre da lamentarti! Sei uno stress!".
"Uffa! Mi sgridate ogni volta!" borbotta la ragazza, imbronciata come una bimba.
"Non crescerai mai!" rimarca Wolf, atteggiandosi a uomo maturo, freddato dal pungente commento di Dove:
"Senti chi parla!".
Cammina cammina, finalmente il ciondolo del lupo inizia a brillare sempre più intensamente e di fronte ad un imponente noce emette un'abbagliante luce, un lampo accecante che in un attimo svanisce. Wolf si appoggia al tronco con un braccio, vedendo apparire ai suoi piedi una balestra dorata e, non appena la afferra, questa lo avvolge dissolvendosi in una spirale di luminose scintille, mentre l'alto albero che la racchiudeva in pochissimi secondi a ritroso percorre i normali stadi della crescita e si trasforma in un tenero verde germoglio.
"Anche questa è fatta!" esclama soddisfatto Fox, aggiungendo poi:
"E ora, dove si va?".
"Non ne ho la più pallida idea." ammette Hawk pensieroso.
Panther propone di avvicinarsi alla città: se c'è da trovare una persona, in mezzo alle persone bisogna andare!
Come semplici turisti i sette amici si aggirano per le vie di Saint Pierre, in attesa che qualche segno giunga da Sachiel, ma la ricerca pare più ardua del previsto. Dove si sarà mai cacciato l'arcangelo?
A metà pomeriggio, finalmente qualcosa accade: mentre il gruppo cammina nei pressi della cappella di Rumiod, Hawk avverte un'energia speciale ed avvisa immediatamente i compagni, che iniziano a guardarsi intorno. L'attenzione del giovane viene catturata da un prete che ad un certo punto sbuca dalla cappella, ed a costui senza perder tempo Wolf si avvicina per portar a compimento la missione.
Dunque, anche Sachiel si sveglia, tornando in possesso della sua arma e mostrandosi con le sembianze di una donna alta, filiforme, dai lineamenti perfetti ed armoniosi, occhi neri, una folta chioma riccia castano chiaro, sofisticata nelle movenze, vestita con un abito bianco attillato, di media lunghezza. Con estrema grazia l'angelo accenna un inchino per ringraziare dell'aiuto ricevuto ed in un soffio di vento si dilegua, sotto gli sguardi meravigliati di Wolf e dei suoi amici.
"Non mi ci abituerò mai!" commenta Anna.
"A chi lo dici?!" sottolinea Fabio, grattandosi la testa.
Liam dà una smossa ai compagni e suggerisce di ripartire subito: non c'è più nulla da fare in questo posto, e tra l'altro la barriera protettiva di Anna sta svanendo. E soprattutto, un'importante questione è rimasta in sospeso e va risolta il prima possibile.
Durante il viaggio di ritorno, Sebastiano riporta al centro dell'attenzione generale un argomento che gli sta molto a cuore:
"Appena arriviamo, dobbiamo fare una cosa, vi ricordate? Cancellerò io la memoria di June. A Geremia chi ci pensa?".
"Se lo becco al giornale, ci penso io." risponde contrariata Anna, mentre Liam confessa apertamente di non essere d'accordo con la decisione presa:
"Credo sarebbe giusto far scegliere a loro, come è stato con Katia.".
Anche Simone è del medesimo parere:
"Non ha senso cancellare ogni ricordo che hanno di noi, tanto li incontreremo ancora!".
"Cancelleremo quel che basta per allontanarli da noi." insiste irremovibile Sebastiano "E anche se li vedremo in giro, eviteremo di stringere qualunque legame d'amicizia con loro.".
Manuela e Kirk, se non a parole, almeno con lo sguardo manifestano la loro perplessità, mentre Fabio, che sta guidando, si lascia andare ad uno spontaneo commento:
"Secondo me non è la soluzione giusta. Non puoi pensare di gestire i rapporti che si creano tra le persone come se stessi guidando una macchina: certe cose non le puoi controllare, vanno da sole dove vogliono.".
Ma Sebastiano non ha intenzione di accettare obiezioni e si impone facendo valere il suo ruolo di capo:
"Questo ho deciso. Questo faremo. Non vi ho mai obbligati a far niente, però stavolta dovrete darmi retta senza discutere. Chiaro?!".
Nessuno ribatte, la tensione è palpabile, ed un'atmosfera piuttosto pesante domina per quasi tutto il viaggio, complice forse un po' di stanchezza unitamente alla giustificata preoccupazione per una situazione che pare complicarsi sempre di più invece di risolversi.
Dopo una domenica alquanto tormentata, passata a riflettere ed a mettere in discussione ogni decisione presa o da prendere, Sebastiano il lunedì si sveglia determinato a portar a termine il proprio intento, e nel primo pomeriggio, concluso il turno di lavoro, si reca in negozio da June, dopo averle mandato un sms per avvisarla della sua visita.
Geremia non c'è e Sebastiano pensa bene di approfittare del momento di tranquillità per metter in atto il proprio piano, benché sia difficile, terribilmente difficile per lui accettare di perdere per sempre June, facendola uscire definitivamente dalla sua vita. Davanti ai neri occhi che lo fissano pervasi di curiosità, preoccupazione, ma anche di tenerezza e fiducia, Sebastiano vacilla, sentendosi mancare le forze, e la tentazione di lasciar tutto così com'è si affaccia prepotente nel suo cuore... No, non può mollare adesso, se davvero ci tiene a questa ragazza e vuole proteggerla, deve fare un ennesimo sacrificio e rinunciare a lei.
"Perché non dici niente?" chiede inquieta e sospettosa June "Avanti, parla!".
Sebastiano sorride malinconico e dolcemente sfiora con la mano il viso della giovane, pronto ormai a cancellarle dalla memoria qualunque ricordo possa metterla in pericolo... ma il suo gesto non ottiene il risultato sperato, come se i suoi poteri psichici non avessero alcun effetto. Che significa?
Sebastiano spalanca gli occhi, incredulo, spaventato, ed i suoi sospetti si mutano in certezza non appena si rende conto di non riuscir neppure a leggere nei pensieri di June. Alla mente gli tornano le parole di Michele riguardo la speciale porta che permetterebbe a Satana di arrivare in questo mondo E' June quella che gli arcangeli stavano proteggendo, è lei la porta che i demoni stanno cercando.

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

E qui le cose si complicano. Sebastiano voleva proteggere June facendole dimenticare ogni cosa su di lui ed i suoi amici, e invece... dovrà proteggerla in tutt'altro modo. Lei è la porta che potrebbe far risorgere Lucifero.
Dite un po', ve l'eravate immaginato?
Al prossimo capitolo gente!!!
Marta

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Capitolo 25
*** Cuori in subbuglio ***


PARTE III. I SETTE SPIRITI DI LUCE

CAPITOLO VII. CUORI IN SUBBUGLIO

Sebastiano stenta a riprendersi dalla sconcertante scoperta appena fatta, gli sembra di rivivere qualcosa già vissuto, tanti anni fa, quando un'altra persona a lui cara si trovò ad essere l'ago della bilancia nella battaglia tra Bene e Male, ed è la voce di June a ricondurlo alla realtà, al presente:
"Ehi, cosa c'è? Mi stai spaventando!!".
Il giovane, tornato padrone di sé, con un improvviso impetuoso gesto abbraccia la ragazza ferma in piedi di fronte a lui, stringendola forte. Vorrebbe sbagliarsi su di lei, prenderla e portarla via da tutto e tutti, dal suo destino, dai pericoli che dovrà affrontare, ma non può farlo e deve invece agire nella maniera opposta a quella che si era prefissato. Le spiegherà dei demoni, di Lucifero, degli arcangeli, senza rivelarle che lei ha un ruolo fondamentale in tutto questo: nasconderle tale verità per ora è l'unico modo per proteggerla.
"O parli o mi arrabbio." grida June sottraendosi all'abbraccio, visibilmente agitata.
"Ok, ok, ti spiego." risponde Sebastiano, per poi iniziare a raccontare in breve del compito suo e dei suoi amici:
"Io e gli altri abbiamo capacità particolari e i gioielli che portiamo ci hanno aiutato e ci aiutano tuttora a sfruttarle al massimo. La persona che ce li ha dati è la stessa che ci ha fatto scoprire il nostro destino, quando ancora eravamo al liceo. E' da allora che affrontiamo i demoni mandati direttamente da Lucifero per farlo risorgere, e quelli che hai visto alla mostra, come quelli che sono venuti qui, sono degli angeli caduti, i nemici che stiamo affrontando adesso. Dobbiamo ritrovare i sette arcangeli e le loro armi... E' una storia lunga, ti racconterò meglio un'altra volta, con calma.".
June è senza parole, ma abituata ad ascoltare più l'intuito che la ragione non fatica a credere a quanto appena ascoltato. E' sicura che questa sia la verità ed invece di esserne spaventata, si sente sollevata, come dimostra lo spontaneo sorriso che le appare sul volto.
Sebastiano è stupito da una simile reazione, anche se ormai dovrebbe aver capito che June è davvero una persona speciale, fuori dagli schemi, uno spirito libero, un'anima limpida, sincera, ancora capace di guardare il mondo con gli occhi del cuore. Non può, non deve il Male servirsi di una creatura così, ma è evidentemente proprio la forza e la grande energia presenti in lei che servono a Lucifero per raggiungere il proprio infame scopo.
"Posso fare qualcosa?" chiede la ragazza, prendendo per mano il giovane che le sta di fronte e la contempla con genuina ammirazione.
"Cosa vuoi dire?" replica Sebastiano sorpreso.
"Posso aiutarvi in qualche modo?"
"Stai attenta e non raccontare a nessuno quello che sai, nemmeno a Geremia."
"Il vostro segreto è al sicuro. Grazie per avermi detto la verità."
"Grazie a te per avermi creduto."
June si avvicina a Sebastiano per dargli un bacio, ma lui la anticipa, prende il suo viso tra le mani e le dà un dolce bacio in fronte. Non può non amarla, vorrebbe abbracciarla e baciarla, ma deve evitare di farsi coinvolgere troppo, deve tener a bada le proprie emozioni per non commettere imprudenze ora che ha scoperto la verità su di lei. In qualche modo June intuisce il senso del comportamento di Sebastiano e, pur non conoscendone fino in fondo il motivo, sceglie di rispettarlo, nonostante sia un'impresa ardua anche per lei controllare i sentimenti che nel suo cuore scalpitano con fervente passione.
Non appena uscito dal negozio, Sebastiano manda un sms ad Anna e lei, impegnata alla redazione, seduta alla scrivania, abbandona l'articolo che stava completando e legge immediatamente il messaggio dell'amico, intuendo si tratti di qualcosa di importante:
"Piano rimandato. Urge incontro. Fai quello che sai e poi ci risentiamo.".
La ragazza recepisce subito il significato delle parole del compagno e senza esitare si concentra creando l'aura protettiva contro gli angeli caduti. Deve esserci qualcosa di grosso nell'aria, bisogna agire in fretta e con estrema cautela. Attivata la difesa psichica, Anna avvisa Sebastiano e lui dà appuntamento al gruppo al completo in un luogo diverso dal solito, un vecchio magazzino abbandonato nella zona industriale. Per evitare di fornire indizi al nemico, Jabez e Katia, le cui menti sono vulnerabili ai demoni, non vengono informati sul posto dell'incontro e vi saranno accompagnati rispettivamente da Fabio e Simone. Non deve mancare nessuno e sarà necessario contattare anche gli arcangeli.
Gli angeli caduti però, stanchi di sentirsi presi in giro e beffati da quelli che per loro sono degli esseri deboli ed insignificanti, intuito che qualcosa si sta muovendo decidono stavolta di uscire allo scoperto per carpire qualche utile indizio.
Così, quando Anna verso sera, lasciata la redazione, raggiunge di fretta il parcheggio per prendere l'auto, incappa per sua sfortuna in Apollyon e Onoskelis, che la immobilizzano in una morsa psichica e le si rivolgono non celando il loro fastidio e disprezzo.
"Tu sei la piccola guastafeste che si diverte a tenerci sotto scacco." commenta Apollyon, con sardonico sguardo.
"Adesso ci divertiamo un po' noi." continua la sua malefica complice.
"Come mi avete trovata?" domanda Anna con un certo stupore, e piuttosto preoccupata.
"Sappiamo molto di te e dei tuoi amici." confessa Onoskelis "Ci siamo stancati del tuo giochetto. Anche se sei brava a nascondere le tue tracce, sapevamo dove trovarti e abbiamo pensato di venirti a fare una visita.".
Anna prova a liberarsi e quasi ci riesce, ma Apollyon rincara la dose e la giovane si piega su se stessa trafitta da un lancinante dolore al petto.
"Potrei annientarti senza muovere un dito." afferma altero e fiero l'angelo caduto.
"Non credo proprio." ribatte la ragazza a terra, con aria di sfida "Parli come Asmodeus, sei come lui, e farai la sua stessa fine.".
I demoni si infuriano e per Anna si metterebbe molto male se non fosse per l'inattesa comparsa di Michele, che la libera e la sprona poi ad andarsene, lasciando a lui i nemici.
Se pur titubante, Anna sale in auto e se ne va: deve assolutamente raggiungere i compagni e l'aiuto giunto dal cielo per lei si è rivelato provvidenziale, deve approfittarne anche se le dispiace abbandonare Michele  da solo, con i forti avversari, vorrebbe combattere al suo fianco piuttosto che fuggire come una ladra. Ma ognuno deve adempiere al proprio compito ed in un lavoro di squadra la fiducia reciproca è fondamentale. E poi, come non fidarsi di un arcangelo?
"Il generale delle armate celesti ci degna della sua attenzione!" esordisce sprezzante Apollyon "Sei qui per difendere la tua protetta... Hai preso a cuore la sorte di quella ragazzina.".
"Lei e i suoi amici vi rispediranno al mittente." ribatte a tono Michele "E avete paura per questo.".
"Prima o poi Lui tornerà." rimarca Onoskelis "Non potrete impedirlo.".
Improvvisamente il parcheggio si affolla di gente, decine di persone in balia di spiriti demoniaci, ma Michele non si fa cogliere impreparato, con un rapido gesto sfodera la sua spada, forgiandola dall'aria che lo circonda, e genera poi un'aura celeste così luminosa e potente da liberare tutti gli individui posseduti, obbligando i nemici alla ritirata.
Intanto Fabio, come da accordi, passa in negozio da Jabez per raggiungere con lui il luogo dell'appuntamento indicato da Sebastiano, ma mentre stanno per uscire i due vengono fermati sulla porta da Xaphan, deciso a scoprire cosa stia accadendo di tanto importante da creare una simile mobilitazione.
"Dove andate di bello?" chiede con beffardo ghigno il malefico essere "Ditelo anche a me, coraggio!".
"Non sei invitato." ribatte sicuro Fabio "Non siete proprio capaci tu e quegli altri di trovare da soli quello che vi interessa?".
Xaphan scaraventa a terra l'impertinente giovane, ed è allora Jabez a parlare, per attirare su di sé l'attenzione del demone:
"Il potere di Anna vi impedisce di scoprire quello che vi serve e vi tocca abbassarvi a chiedere direttamente a noi... E' divertente direi...".
"Taci vecchio!" replica l'essere infernale con occhi incandescenti.
"Lascialo stare! Prenditela con me se vuoi!" urla Fabio alzandosi a fatica in piedi.
Xaphan sta per lanciare un altro attacco, ma ad impedirglielo appare dal nulla Anael, che lo ferisce con la sua lancia.
"Andate e non preoccupatevi di niente. Qui ci penso io." sono le parole con cui l'angelo si rivolge a Jabez e Fabio, che colgono al volo l'invito ed escono dal negozio.
"Avete deciso di scendere di nuovo in campo?" osserva con arroganza Xaphan.
"Ti dispiace?" risponde senza scomporsi Anael.
"Come ai vecchi tempi! E pensare che una volta eravamo dalla stessa parte!"
"Le cose cambiano. Ognuno di noi ha scelto da che parte stare."
"Vedremo chi ha scelto quella giusta."
Anael arresta il flusso spazio temporale per imprigionare almeno momentaneamente il nemico, e questi reagisce con un violento attacco, attacco dal quale prontamente l'arcangelo si difende con la sua lancia. Xaphan però non ha intenzione di perder tempo in questo modo, non ora, e liberatosi dal potere angelico si dilegua rapidamente, anche se ormai ha perso ogni traccia di Fabio e Jabez e qualunque tentativo di trovarli è assolutamente inutile.
Simili circostanze sono quelle in cui finiscono per trovarsi Simone e Katia, bloccati in casa dall'imprevisto arrivo di Astaroth. Il demone afferra la ragazza impaurita per un braccio, paralizzando il suo compagno e prendendosi gioco di lui:
"Nemmeno riesci a proteggere la tua fidanzata, e vorresti salvare il mondo? Fermare Lucifero? Non ti rendi conto della follia del piano tuo e dei tuoi amici?".
Simone non si lascia intimorire e risponde con grinta e coraggio:
"Non ci illudiamo di salvare il mondo, non è questo il nostro compito. Ci limitiamo a fare la nostra parte. E finora l'abbiamo fatta bene direi.".
Astaroth sorride fiero e spinge a terra Katia, che subito si rialza e raggiunge il compagno, stringendosi a lui. Ma ben presto si spegne il sorriso del demone, non appena gli compare davanti Raffaele con tanto di scudo.
"Che carino, l'angioletto custode!" commenta in tono apertamente denigratorio l'essere infernale.
"Un po' di invidia perché tu le ali non la hai più?" ribatte con distaccata superiorità l'arcangelo, per poi disporre la sua arma a protezione di Simone e Katia permettendo loro di fuggire.
"Perdi tempo!" insiste superbo Astaroth, elegante e fiero in ogni suo gesto.
"Intanto un po' di tempo lo faccio perdere a te." replica serafico Raffaele, immobilizzando il nemico in un cerchio di luce.
Per poco resta prigioniero Astaroth, ma abbastanza per perdere ogni minima traccia di Simone e Katia, e palesemente adirato si dilegua minacciando una terribile vendetta contro coloro che hanno osato opporsi al ritorno di Satana.
Un intoppo non da poco lo incontrano anche altri due componenti del gruppo. Kirk passa a prendere Manuela fuori dal negozio in cui lavora, ma i due non fanno in tempo a percorrere molti chilometri che la loro auto sbanda fermandosi nel bel mezzo di una strada buia e isolata. Causa dell'incidente sono Rahab e Vepar, che trascinano a forza fuori dall'auto i giovani e con maniere piuttosto brusche provano a farsi dire ciò che interessa loro sapere.
"Bene bene..." esordisce la sensuale Vepar "A che punto siete con la vostra ricerca? Ho il sospetto che abbiate scoperto qualcosa di interessante.".
Segue poi Rahab:
"Parlate con le buone. Vi conviene.".
"Altrimenti?" ribatte provocatorio Kirk, assecondato da Manuela:
"Vediamo cosa sapete fare!".
Vepar afferra per i capelli la ragazza, che d'istinto le si ribella dandole un bel calcio, venendo poi però scaraventata malamente contro l'auto. Kirk sta per intervenire, ma Rahab lo immobilizza e lo colpisce con un pugno allo stomaco.
Improvvisamente dal cielo, simile ad una cometa, giunge una freccia d'argento, che ferisce di striscio Vepar e si conficca a terra ai piedi di Rahab. Ed al celeste strale segue le provvidenziale apparizione di Sachiel, che punta la sua balestra contro i nemici, invitando con un eloquente sguardo Manuela e Kirk ad allontanarsi il più velocemente possibile. I due giovani seguono senza indugio il tacito suggerimento dell'angelo e, saliti in auto, partono in velocità, dispiaciuti in parte di dover fuggir via così, ma consapevoli che qualcosa di importante li attende. Sebastiano deve avere novità di non poco rilievo, ogni minuto può esser fondamentale.
Rahab non perde l'occasione di rivolgere pungenti battute a Sachiel e lo fa con la subdola perfidia propria di quelli della sua razza:
"Voi arcangeli vi atteggiate a paladini del Bene, ma non siete molto diversi da noi, né dai fallaci esseri mortali che difendete con tanta premura. Sapete essere meschini, impietosi, superbi. Lo so bene perché anch'io ho fatto parte delle vostre schiere e conosco il lato più oscuro delle creature del cielo, solo apparentemente perfette.".
"Non appartiene a noi la perfezione." ammette con nobile fierezza Sachiel "Ma al di là dei nostri difetti, delle nostre mancanze, quel che è certo è che abbiamo fatto una precisa scelta di campo e la portiamo avanti.".
"Che bel discorso!" esclama con palese sarcasmo Vepar, girando intorno all'arcangelo con fare minaccioso.
Ma Sachiel non si scompone, punta in alto la balestra e scaglia una freccia verso il cielo ormai buio, provocando un'improvvisa pioggia di lucenti scintille che paralizza momentaneamente i nemici. Quando Rahab e Vepar si liberano, il loro primo impulso sarebbe di attaccare l'arcangelo, però qualcosa li blocca, un perentorio richiamo che li obbliga ad abbandonare il campo e dileguarsi nel nulla.
Anche Liam fa un pessimo incontro, uscito dal lavoro: ad aspettarlo accanto alla sua auto trova Balberith, e per non mettere in pericolo le persone per strada il giovane si addentra in un isolato vicolo, sicuro di essere seguito dall'infernale individuo.
I due, faccia a faccia, si squadrano con minatorio sguardo. Liam precede qualsiasi mossa dell'avversario iniziando a pronunciare un antico rituale, già pronto ad usare il proprio sangue per difendersi e attaccare, e Balberith allora a parole tenta di distrarlo, facendo leva su uno dei suoi punti deboli:
"Come mai non sei con la tua Anna? Non va troppo bene tra voi ultimamente mi pare...".
Liam cerca di non perder la concentrazione per non cadere nella trappola del subdolo nemico, ma per un istante esita e Balberith ne approfitta e lo immobilizza impedendogli di terminare il pericoloso rituale.
"Siete prevedibili. Troppo prevedibili." infierisce il perfido essere, ghignando soddisfatto.
In aiuto di Liam fortunatamente appare Samael, che ruotando nell'aria la sua sciabola rompe il maleficio e libera il giovane, rivolgendogli poi un significativo suggerimento:
"Fa' in modo che i tuoi sentimenti siano per te una forza, non una debolezza. Ricordalo sempre! E ora vai, veloce, fai quello che devi fare.".
Liam annuisce e se ne va di corsa, voltandosi indietro una sola volta ma senza fermarsi, consapevole di dover raggiungere gli amici al più presto. Samael intanto tiene occupato Balberith, ingaggiando con lui un potente scontro di invisibili energie dall'esito incerto, nel quale le forze si equilibrano e nessuno pare prevalere.
"Potreste avere un ruolo importante anche voi nel piano di Lucifero." rivela ad un certo punto Balberith "Perché vi date tanto da fare per questo mondo? Ci penserà Lui a governarlo come si deve.".
"Non è a lui che ho scelto di ubbidire." ribatte risoluto Samael "E questo mondo non appartiene né a noi né a voi, ma a coloro che lo abitano.".
"Gli uomini stanno distruggendo tutto, da soli, non lo vedi? Meritano ancora fiducia?"
"Molti di loro sì."
"A presto angioletto..." conclude con aria di scherno il demone, per poi dissolversi in un'oscura nube di fumo.
Nemmeno Sebastiano è immune all'attacco dei nemici e appena esce di casa per raggiungere il luogo dell'incontro viene circondato da un gruppo di individui posseduti, evidentemente intenzionati a non farlo andare da nessuna parte. Il giovane si difende strenuamente, attento a non ferire le persone vittime del potere demoniaco, ma da solo non è in grado di esorcizzarle tutte, sono troppe per lui. In suo soccorso giunge fortunatamente Cat, che, guidata dalla sua innata predisposizione a percepire le energie infernali, una volta fuggita da Apollyon e Onoskelis, passando vicino al quartiere in cui abita l'amico ha nitidamente avvertito il pericolo e si è precipitata sul posto per fermare le oscure presenze. I due compagni uniscono le forze e, mentre Panther immobilizza i nemici, Cat compie l'esorcismo con il suo sangue, liberando tutti coloro che i demoni avevano soggiogato.
"Ottimo tempismo!" ammette Sebastiano salendo in auto con l'amica.
"Allontaniamoci da qui che ti racconto quello che è capitato a me!" confessa Anna mettendo in moto "Gli angeli caduti si stanno muovendo e non c'è da star tranquilli.".
"Non mi ricordo nemmeno cosa vuol dire star tranquilli." sottolinea l'altro sorridendo rassegnato.
Nonostante gli ostacoli incontrati, il gruppo alla fine riesce a radunarsi nel luogo stabilito e ciò che a tutti preme sapere è il motivo dell'improvvisa riunione. Tanta urgenza, tanta segretezza, a cosa sono dovute?
Prima di parlare, Sebastiano vuole siano presenti anche gli arcangeli, che con una preghiera vengono invocati e prontamente rispondono, apparendo nel giro di pochi secondi.
"Allora, che succede?" domanda Michele, stranamente serio e pensieroso.
"Ho scoperto qualcosa..." rivela Sebastiano, con sguardo cupo.
"Coraggio, parla!" lo sprona Jabez, leggendo negli occhi dell'amico una profonda inquietudine.
Il giovane respira a fondo e confessa ciò che lui stesso stenta ancora a credere:
"Ho scoperto chi è la persona di cui potrebbe servirsi Lucifero per arrivare qui. E' June.".
"Sei sicuro?!" domanda allibito Liam, alla cui voce si unisce quella di Manuela:
"Mi sembra impossibile... E' lei davvero? Come fai a saperlo?".
"E' immune ai miei poteri." spiega Sebastiano, palesemente turbato.
Kirk e Fabio si guardano increduli e sconfortati, cercando negli occhi di Jabez una sicurezza ed un conforto che nemmeno lui stavolta può dar loro. Katia e Simone si prendono per mano sperando di trovare l'uno nell'altra la forza di affrontare questo ennesimo crudele scherzo del destino. Ma chi più di tutti è colpito dall'ultima sconcertante verità è Anna: lei sa perfettamente cosa significhi sentirsi addosso un oscuro destino, essere il fulcro della bilancia nella lotta tra Bene e Male, rappresentare lo strumento scelto da Satana per rinascere a nuova vita. Lei ci è già passata, tanti anni fa, ed ora, immedesimandosi nei panni di June, le sembra di rivivere le emozioni di allora, il tormento e l'angoscia di quei giorni.
"Di nuovo... Un'altra volta..." commenta la ragazza chiudendo gli occhi sconsolata, trovando rifugio tra le braccia di Liam.
"Non siete soli, ricordatelo." interviene Raffaele per rincuorare i giovani e ridurre la portata di ricordi emersi brucianti da un passato mai scordato.
Anael, da parte sua, cerca di risollevare l'atmosfera con la grinta che la contraddistingue:
"Ehi! Non fate quelle facce! C'è il modo per salvare quella ragazza. Trovate gli ultimi due arcangeli e chiudiamo la questione.".
"Intanto però prendiamo delle precauzioni.": così dicendo Michele si avvicina a Jabez e gli posa una mano in fronte, pronunciando poche parole in una lingua sconosciuta all'umana natura. Lo stesso gesto lo compie Sachiel con Katia, ed è Samael a spiegarne il significato:
"Loro non hanno poteri soprannaturali e non possono perciò impedire ai demoni di leggere nelle loro menti. Li abbiamo segnati con uno speciale sigillo in modo che almeno i loro pensieri siano al sicuro.".
"E invece a voi altri insegneremo qualche trucchetto che potrà esservi utile!" annuncia Michele, rivolgendosi ai custodi dei gioielli, per poi aggiungere:
"Riguardo a quella ragazza, June, è giusto che sappia la verità. Le apparirò in sogno e le dirò tutto, così non ci sarà pericolo che i demoni mi sentano.".
"Con Geremia, come la mettiamo?" fa notare Fabio.
"Con lui comportiamoci normalmente, almeno per adesso." risponde Sebastiano, scambiandosi un'occhiata d'intesa con Jabez.
Quindi gli arcangeli mantengono la promessa e svelano ad Anna e compagni qualche particolare tecnica di difesa e di attacco, che potrà servir loro per fronteggiare i demoni capeggiati da Apollyon, cogliendoli di sorpresa e mettendoli magari in difficoltà, anche se sconfiggerli non sarà facile e per adesso bisogna riuscir semplicemente a tenerli a bada finché non si saranno svegliati gli arcangeli mancanti. Prima di congedarsi, Simone rivolge un'ultima domanda ai cinque spiriti di luce:
"Perché, se esiste un modo per impedire a Lucifero di servirsi di June, non siete venuti da noi prima? Potevamo risolvere la cosa subito, no?".
E' Raffaele a fornire la spiegazione richiesta:
"Il rituale di cui parli non è cosa da poco, è rischioso per chi lo esegue e per chi lo subisce, devono verificarsi determinate condizioni per metterlo in pratica. E poi, se avessimo provato a compierlo e non fosse riuscito, avremmo mostrato chiaramente ai demoni dove si trovava l'accesso. Abbiamo deciso di ricorrervi solo quando il pericolo ha cominciato ad essere troppo vicino. Presto gli angeli caduti arriveranno alla vostra amica, ecco perché dobbiamo sbrigarci.".
Si conclude così la riunione, al cielo tornano gli arcangeli ed alle proprie case Jabez ed i suoi ragazzi, accomunati dal fatto che nessuno di loro potrà cancellare quanto appreso in questa fatidica serata...
Manuela durante la notte non riesce a prender sonno, e come lei Kirk, preoccupato non solo per l'intricata situazione, ma anche per Sebastiano.
"Non bastava tutto quello che abbiamo passato?!" commenta il giovane contrariato "Pure questa ci voleva! Cosa ci deve succedere ancora?!".
"Non fare così." interviene pacata la compagna "Arrabbiarsi non serve a niente. Abbiamo l'esperienza dalla nostra parte, e l'aiuto di Michele e gli altri arcangeli.".
"Sono in pensiero per Sebastiano... Quanto potrà reggere ancora?"
"Ti capisco, ma dobbiamo aver fiducia in lui."
I due ragazzi si abbracciano e così si addormentano, stretti l'uno all'altra, forti dell'amore che li lega, almeno di questo sicuri se non di molto altro al momento...
Anche Liam fatica a riposare. Nel bel mezzo della notte si alza dal letto e va a sedersi in salotto sul divano, perso in mille ragionamenti, con gli occhi chiusi e le braccia dietro la testa. Non riesce a far ordine nei suoi pensieri e non soltanto per via della missione da compiere. Le parole di Samael gli risuonano  nella mente, non può permettere che i suoi sentimenti diventino per lui una debolezza, e fino a poco tempo fa non era così, nel suo cuore aveva trovato il coraggio di lottare ed affrontare il destino, ed Anna, Anna era stata per lui fin dall'inizio un fondamentale punto di forza, un'insostituibile parte della sua anima. Ma adesso, cos'è successo? Perché dubitare di sentimenti che parevano immutabili, eterni, abbastanza forti da opporsi ad un fato che vietava loro di esistere?
Il giovane lentamente fa ritorno in camera e, seduto sul letto, osserva la sua compagna, placidamente addormentata, provando dentro di sé un intenso calore, una struggente tenerezza, uno sconfinato amore, ma anche un'inguaribile tristezza, una malinconia che pervade il suo animo mutandosi in lacrime nei suoi occhi. Da cosa deriva questo soffuso inspiegabile dolore? La sua Anna è lì, davanti a lui, e Liam non comprende lo strano senso di vuoto che per un attimo si è impossessato di lui, sostituito poi dalla profonda consapevolezza che, quando in gioco ci sono le emozioni, nulla è prevedibile, e talvolta lasciarle libere di essere è il solo modo per non perderle.
Anna, nel dormiveglia, con gli occhi socchiusi scorge il giovane che le siede  accanto, invitandolo con un dolce sorriso a tornare a dormire, e Liam si china su di lei baciandola ed abbracciandola con passione, desiderando sentire sulle labbra e sulla pelle il suo sapore, il suo calore, la sua anima, quell'anima che gli appartiene ed alla quale lui appartiene, da sempre, per sempre...
Il giorno successivo Anna va come al solito al lavoro e, mentre a ora di pranzo sta mangiando un panino seduta alla scrivania, vede arrivare in redazione Geremia, che si mette a chiacchierare con Davide, uno dei giornalisti addetti alla cronaca della provincia, mostrandogli alcune foto. La ragazza osserva per un po' la scena e poi torna con gli occhi sul computer per sistemare il suo articolo. Geremia stranamente se ne va senza nemmeno passare a salutarla e la cosa suscita in lei un certo fastidio: è proprio un bel tipo quello, prima la assilla e non perde occasione per avvicinarla e adesso fa finta di niente, addirittura la ignora...
Nel tardo pomeriggio il giovane fotografo riappare nuovamente e si sofferma a discutere col caporedattore, lanciando di tanto in tanto furtive occhiate ad Anna, ed a lei certo non sfuggono quegli sguardi, che se da un lato appagano il suo orgoglio femminile, dall'altro smuovono nel suo animo contrastanti sentimenti. La ragazza spegne il computer, riordina la scrivania, consegna il suo articolo al caporedattore e se ne va, sotto gli occhi di Geremia, che se la vede passar davanti salutando appena. Una sorpresa attende però il giovane all'uscita dalla redazione: Anna è rimasta ad aspettarlo e la sua espressione particolarmente severa e pensierosa non lascia presagire nulla di buono.
"Parliamo un po'?" esordisce seria la ragazza.
"Ero qui per lavoro, giuro." si difende subito l'altro, onde evitare equivoci.
"Solo per lavoro? Devo crederci?"
"Fai un po' tu, decidi tu a cosa credere."
"Tu non hai idea di tutto quello che abbiamo passato io e Liam per stare insieme!"
Geremia tace un attimo, comincia ad essere infastidito delle accuse che traspaiono dalle parole e dallo sguardo di Anna e le risponde abbandonando il suo solito accattivante sorriso:
"Scusa, ma cosa avrei fatto di male? Non mi pare di averti mai aspettato fuori di casa, o di averti pedinata... non ti sono mai saltato addosso, non ti ho nemmeno chiesto il numero di telefono... Più di due chiacchiere, che abbiamo fatto? Che colpa ne ho se mi piaci, mi piace la tua compagnia, e ogni tanto ho voglia di vederti?!".
"Non ti dispiacerebbe se io e Liam ci lasciassimo!" insiste in tono aggressivo Anna.
"Può essere, ma non sto facendo niente per separarvi! Sei una sua proprietà? Non puoi conoscere altra gente?"
"Non è questo il punto!"
"E qual è allora?!"
I due si squadrano per alcuni secondi in silenzio, indifferenti alla gente che passa loro accanto ed al mondo che prosegue imperterrito il suo corso. Si osservano quasi stessero studiando l'uno i punti deboli dell'altra, preparandosi ad attaccare per far valere le proprie ragioni, se le ragioni servissero a qualcosa in una circostanza come questa.
E' Geremia a riprendere la parola per primo:
"Dimmi, quanti ragazzi hai avuto prima di Liam?".
"Dovrei dirlo a te?!" ribatte Anna visibilmente alterata.
"Ho capito: nessuno."
"Cosa c'entra questo?! Non sono affari tuoi!"
"Il problema non sono io, sei tu. Forse hai solo voglia di vivere un po' prima di fermarti con una persona per tutta la vita, anche per essere sicura che sia lui quello giusto."
"Io lo so già! E non ho bisogno che tu mi faccia da psicologo!"
"Dov'è il problema allora? Io posso sparire, ma non risolverai la cosa così, e lo sai."
Anna si ammutolisce, Geremia ha colto nel segno, ha fatto emergere qualcosa che lei stessa non aveva voluto considerare, accettare, l'ha obbligata a guardare in faccia la realtà, una realtà imprevista nella quale si sono affacciati dubbi ed incertezze apparentemente insensati, volutamente e pericolosamente ignorati all'inizio. La ragazza china mestamente la testa, quasi un'improvvisa consapevolezza l'avesse scossa nel profondo privandola della voce e del sorriso. Geremia premuroso le mette una mano sulla spalla e delicatamente le solleva il viso, scusandosi con lei per aver forse esagerato con le parole:
"Mi spiace, non ho il diritto di parlarti così. Mi sono fatto un po' prendere dal discorso. Mi perdoni?".
Anna annuisce ed accenna un sorriso, salutando con un semplice cenno del capo, senza dire più nulla, per poi allontanarsi confondendosi tra la folla, seguita dagli occhi di Geremia, e non solo dai suoi: qualcun altro ha assistito di nascosto alla scena, all'ultimo sguardo che i due si sono scambiati, traendone precise conclusioni, innegabili ormai ed impossibili da cancellare. Liam non rivela la propria presenza, non raggiunge Anna per dirle di averla vista, né Geremia per intimargli di stare alla larga, ma solo e rassegnato se ne va, torna alla sua auto e gira a vuoto per la città per un paio d'ore, in cerca del modo per dar voce ai pensieri repentinamente maturati in lui. Deve prendere una decisione, per sé stesso, per Anna, e per salvare il loro rapporto, se ancora è possibile. Non può, non vuole arrendersi al fatto che un legame tanto intimo, sincero, che ha resistito ai demoni ed a un destino avverso, possa essersi infranto in un attimo, senza un vero motivo. Ma forse questo legame non si è spezzato, forse si è soltanto smarrito nella sua stessa profondità e deve esser lasciato libero di riscoprirsi e rinascere, o di svanire per sempre se così dovrà essere.
Quando Liam torna a casa, Anna lo sta aspettando seduta sul divano e lo accoglie in silenzio, con uno sguardo denso di preoccupazione, ansia, e tristezza, quasi avesse già intuito ciò che si cela nella sua mente e nel suo cuore.
"Cosa ci sta succedendo?" chiede la ragazza, alzandosi in piedi.
"E' meglio se vai via da qui." risponde lapidario il giovane di fronte a lei, con freddo distacco.
"Aspetta, parliamo..." replica l'altra con voce tremante.
"Non serve!" ribadisce Liam, barricato dietro un'indifferente espressione.
"Non voglio andar via... Non voglio perderti!"
"Non puoi nemmeno perdere te stessa... Devi capire quello che vuoi. Dobbiamo capirlo tutti e due."
"Perché dici così?"
"Vi ho visti insieme, prima..."
"E cos'hai visto?"
"I tuoi occhi..."
Anna si dispera, invano prova a convincere Liam che una separazione non è necessaria, che qualunque problema si può risolvere, ma lui è irremovibile: di nulla la accusa, ma sente di non poterla avere accanto ora, non come prima, si è insinuato qualcosa tra loro, un'ombra forse, o forse una presenza ben più concreta, e qualunque cosa sia non può essere più ignorata.
"So che rischio di perderti..." ammette con occhi lucidi il giovane "ma non posso far diversamente, devi capire quello che provi.".
"Io ti amo..." sussurra con un fil di voce Anna, mentre salate lacrime le bagnano il viso.
E d'altronde la verità è chiara anche a lei, deve metter ordine nel suo cuore, dar un nome ed un valore alle emozioni che prova, e chissà che i suoi passi non la riportino da Liam, dal suo Liam, quello che per lei, qualunque cosa accada, sarà sempre l'amore della sua vita. Il giovane rivolge un'ultima malinconica occhiata alla compagna, in lacrime davanti a lui, ed esce di casa pronunciando soltanto poche desolate parole:
"Ora esco. Prendi quello che ti serve e vai. E' meglio così.".
Anna, rimasta sola, crolla in ginocchio a terra, in preda ad un dirotto pianto, e piangendo si rialza a fatica in piedi, raggiunge la camera da letto, mette in una borsa qualche vestito ed abbandona l'appartamento in cui è stata felice come non mai, tanto quanto ora è disperata. Senza saper dove rifugiarsi, sale in auto e vaga senza meta, chiedendosi chi potrebbe esserle di conforto in questo momento. Sua mamma? Manuela? Sebastiano?... No, dai suoi genitori non vuole tornare, non vuole che la vedano in questo stato, e i suoi amici hanno già abbastanza problemi. A chi rivolgersi allora? Qualcuno forse c'è, una persona che ora Anna sente particolarmente vicina, per un similare destino che a lei la accomuna, una persona capace di tacere ed ascoltare senza far domande o dar giudizi... e questa persona è June.

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Scusate ancora se sto postando senza un minimo ordine. Tutta colpa delle ferie, ma anche quelle ci vogliono. Questa settimana mi riesce di pubblicare solo un capitolo... Così vi tengo un po' sulle spine!! Rimedierò la prossima settimana. Promesso! Anche perché la situazione si sta decisamente ingarbugliando...
A prestissimo amici!!!
Marta
PS: il link che trovate di seguito è di un'illustrazine che era inserita nel capitolo 23, ma mi sono accorta che non si apriva e allora ve lo inserisco qui.

SEBASTIANO E JUNE
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Capitolo 26
*** L'inspiegabile gioco dei sentimenti ***


PARTE III. I SETTE SPIRITI DI LUCE

CAPITOLO VIII. L'INSPIEGABILE GIOCO DEI SENTIMENTI

June sta tranquillamente preparando la cena, in attesa che suo fratello rientri, quando d'un tratto il suono del campanello la fa sussultare.
"Chi sarà?" pensa tra sé la ragazza "Sta' a vedere che Geremia si è dimenticato le chiavi...".
Ma non è Geremia alla porta, bensì Anna, palesemente agitata, con gli occhi rossi e lucidi ed una valigia in mano.
"Cos'è successo?" domanda preoccupata la padrona di casa, facendo accomodare l'inattesa ospite ed accudendola con fraterna premura.
Anna non riesce a parlare e coprendosi con le mani il volto comincia a piangere in silenzio, scossa da continui singulti.
"Non dirmi niente, sfogati pure, mi parlerai quando lo vorrai.": con queste parole June si rivolge alla disperata ragazza, offrendole il proprio sostegno senza pretendere alcuna spiegazione.
"Ti ringrazio." sussurra Anna con voce rotta dal pianto.
"Cosa ti va di mangiare stasera?" chiede l'altra con rassicurante espressione.
"Niente, non ho fame."
"Come vuoi, ma se cambi idea, fa' come fossi a casa tua. Ok?"
"Sono piombata qui senza avvisare e tu mi hai accolto come una vecchia amica... Non so che dire..."
"Beh, possiamo in qualche modo definirci amiche, no? E poi, mi sento molto vicina a te, non so per quale motivo ma è così."
"E' la stessa sensazione che ho io."
Le due ragazze iniziano a chiacchierare ed un po' alla volta Anna si rasserena, la compagnia di June la aiuta, le dà conforto e le permette di scordare almeno per il momento il dolore profondo che attanaglia il suo animo.
Quando Geremia fa ritorno a casa ed entra in cucina, rimane di sasso nel vedere la persona che, insieme a sua sorella, sta armeggiando ai fornelli.
"Ehi, fratellino, tutto bene?" chiede divertita June, osservando il giovane immobile sulla porta con gli occhi sbarrati.
"Sì... Beh... insomma..." balbetta l'altro sorpreso "Ma cosa...? Magari mi spiegate?".
"Anna resterà qui per un po'." gli rivela la sorella, aggiungendo severa:
"Mi raccomando, comportati bene. Mi hai capita?".
"Sì sì..." risponde il diretto interessato, per poi dirigersi in sala da pranzo cercando di riprendersi dall'inaspettata, e per lui graditissima, sorpresa.
Anna accenna a June quanto accaduto con Liam, e lei con assoluta calma esprime una sincera opinione:
"Ti ama profondamente se ha preso una decisione del genere. Credo sia giusto che vi diate del tempo. Non disperarti, prova a sfruttare questo momento per te stessa. Devi farlo, anche per lui.".
"Sì, però..." interviene incerta Anna.
"E' per Geremia che ti preoccupi?" intuisce la scaltra interlocutrice "Lui ci tiene a te, e molto, ma non farà nulla per spingerti in una direzione piuttosto che in un'altra. Anche perché se solo ci prova, dovrà vedersela con me! Devi capire tu cosa provi per lui, simpatia, affetto... Sii sincera, con te stessa e con loro, questo ti posso consigliare.".
Le due ragazze, con una teglia di pasta fumante, raggiungono in sala da pranzo Geremia, che le guarda come fossero degli alieni, beccandosi il pungente richiamo della sorella:
"Invece di star lì impalato a fissarci, perché non ci dai una mano?".
Il giovane sembra stranamente in difficoltà, non è spavaldo e sicuro come al solito, anzi! La presenza di Anna non gli è indifferente, trovarsela davanti così, di punto in bianco, ha provocato in lui un'imprevista reazione, ma la sua innata faccia tosta lo aiuta a mascherare le emozioni che si agitano nel suo cuore, facendolo presto tornare quello di sempre, nonostante i latenti sentimenti che nei suoi occhi si affacciano per poi ritrarsi rapidamente, sfuggenti eppur costantemente presenti.
Né Geremia né June rivolgono alla loro ospite particolari domande, l'uno perché ha intuito, l'altra perché conosce cosa l'abbia portata lì, e l'intento di entrambi è distrarla e farla sorridere, cosa non semplice in verità, ma non impossibile. Ed in effetti Geremia qualche sorriso riesce a strapparlo alla triste ragazza, facendo riaccendere nei suoi occhi uno spiraglio di luce, che a fatica si fa largo nella malinconica coltre che li ha oscurati.
Finito di mangiare, Anna si offre di sparecchiare e riordinare, per ringraziare dell'ospitalità ricevuta, e June le dà una mano, lanciando un'eloquente occhiata al fratello, che rimane inchiodato alla sedia, recepito al volo il chiaro monito. In cucina le due giovani parlano un po' ed Anna si confida raccontando in breve quello che lei ed i suoi amici hanno passato da quando hanno indossato i gioielli: la ricerca della CHIAVE, la morte di Brian, l'incontro con Liam, i Sette Peccati, gli arcangeli. June ascolta attentamente senza scomporsi, per nulla stupita ma non indifferente, bensì partecipe a suo modo, con discrezione e rispetto, delle vicende che le vengono narrate.
Nel mentre, Geremia se ne sta seduto sul divano, con gli occhi fissi sul televisore spento, nella sua mente un solo pensiero, per una sola persona: sicuramente sta soffrendo Anna ora, deve essere successo qualcosa con Liam, di certo niente di buono, ma se da un lato il giovane è dispiaciuto per lei, dall'altro non può negare d'esser felice di averla vicina, così vicina adesso.
Terminato di riordinare le ragazze fanno la loro comparsa in salotto, ma non si fermano, passano e se ne vanno, sotto lo sguardo curioso di Geremia. June accompagna Anna al piano superiore e le mostra la stanza degli ospiti, garantendole che potrà trattenersi quanto vorrà. Quindi le augura la buonanotte ed esce dalla camera per lasciarla riposare in pace. Una volta in corridoio si imbatte, non per caso, in suo fratello ed, intuitone l'intento, con poche significative parole gli raccomanda di far attenzione al proprio comportamento:
"Lo so cosa provi per lei, ma devi lasciarla tranquilla."
"Posso almeno parlarle?" chiede un tantino infastidito Geremia.
"Sei abbastanza grande per capire cosa sia giusto fare." conclude l'altra allontanandosi.
Geremia rimane per un po' fermo immobile fuori dalla stanza degli ospiti, incerto se entrare o meno, e quando sta per andarsene ecco sbucare Anna, che gli punta addosso due sconfinati occhi celesti, tanto belli quanto malinconici, velati di una tenue speranza ed una genuina gratitudine.
"Non ti ho nemmeno ringraziato." ammette la ragazza accennando un sorriso "Tu e tua sorella siete magnifici. Ho fatto bene a venire qui.".
"Figurati! Per un'amica, questo ed altro!" ribatte con fare scherzoso il giovane.
"...un'amica..." ripete sottovoce Anna.
Geremia fa un passo verso la ragazza, mosso dal desiderio di stringerla forte a sé, ma si ferma subito, reprimendo l'istintivo impulso, ed augurando la buonanotte se ne va, soffocando ciò che il cuore lo spingerebbe a dire e fare.
E' una notte speciale questa, una notte in cui di sicuro tre anime, sotto il cielo stellato della stessa città, sono attraversate da simili pensieri, che nel contempo le avvicinano e le allontanano, seguendo il moto di una marea interiore che cresce e cala sulla scia delle emozioni dalle quali è inesorabilmente dominata.
Ed in questa particolare notte giunge a qualcuno una sconcertante rivelazione, spalancando le porte ad una verità in grado di mutare il corso degli eventi, ben al di là delle facoltà dell'innocente creatura nel cui animo tale verità si è finora nascosta.
June, confusa e frastornata, apre gli occhi e si guarda intorno spaesata. E' nella sua stanza, ma le sembra tutto strano, percepisce un'energia misteriosa, dall'arcana natura, e non riesce a decifrarne l'origine. Non c'è nessuno con lei, eppure... D'un tratto una voce richiama la sua attenzione  con un semplice: "Ciao!".
June si volta di scatto ed alle sue spalle, seduto sul letto, vede un individuo singolare, con i capelli biondo scuro, corti e scompigliati, il volto dai lineamenti non comuni, segnato da marcati chiaroscuri, e due occhi verdi vispi e guizzanti.
"Chi sei?" domanda la giovane, senza timore, avendo nitidamente avvertito l'aura luminosa e rassicurante dello sconosciuto, che prontamente risponde:
"Mi chiamo Michele e, giusto per chiarire, qui siamo nella tua mente, in un tuo sogno.".
"Michele? L'arcangelo?"
"Sei sveglia però! Oltre ad essere molto carina... Sei la ragazza di Sebastiano, vero?"
June esita un attimo e poi, con la schiettezza che le è propria, rivolge un velato rimprovero allo sfacciato e curioso angelo:
"Scusa, sei qui per far commenti su di me e la mia vita o hai qualcosa da dirmi?".
"Accidenti, che carattere!" commenta Michele, stupito dall'incredibile autocontrollo e dall'acuta intelligenza della giovane.
"Cosa mi devi dire?"
"Tu non sei una persona come le altre ed è giusto che tu sappia la verità. Da quello che ho capito di te, puoi reggere il peso di quello che sto per rivelarti."
L'arcangelo spiega a June, in maniera molto diretta, quale sia il suo ruolo nella battaglia tra Cielo ed Inferno, e lei ascolta in silenzio, chiudendo gli occhi non appena Michele ha terminato di parlare, senza pronunciare una sola parola.
"Come stai?" domanda lo spirito celeste con sincera premura.
"Ho bisogno di tempo... e ho paura..." confessa June "Però va bene così. Mi fido di Sebastiano, Anna, Liam e gli altri, credo in loro e in voi. Sono nelle vostre mani.".
Come può una ragazza di appena ventiquattro anni accettare con tanta maturità un destino che chiunque rifiuterebbe o addirittura odierebbe con tutto se stesso? Quanta forza c'è dentro di lei? Michele è realmente sorpreso e sorprendere uno come lui non è cosa da poco, mentre June in libertà apre il proprio cuore come raramente le è capitato di fare:
"Vedi, io sono molto diffidente, faccio fatica a fidarmi della gente e, a parte quando suono, non sono una che si lascia andare con gli altri. Preferisco starmene per conto mio, allontano le persone invece di avvicinarle. Ma Sebastiano e i suoi amici sono diversi, l'ho capito subito, li ho sentiti simili a me, in un certo senso, e almeno adesso so perché.".
"Quel ragazzo ti vuole bene..." conclude Michele, per poi svanire nel nulla.
Alla mattina June si sveglia nel suo letto, incerta se credere o meno a quanto appreso nella notte, ma il suo intuito la spinge in una precisa direzione ed in lei affiora e si consolida la consapevolezza che l'angelo apparso nel suo sogno non fosse un puro frutto dell'immaginazione. A passi leggeri la giovane scende le scale, trovando in cucina Anna, intenta a preparare la colazione, e le basta guardarla negli occhi per aver la conferma delle proprie sensazioni. Anna subito indovina cosa sia accaduto nella notte appena trascorsa e con un sorriso rincuora l'amica dileguando dalla sua mente ogni incertezza e facendole capire senza parole di esserle vicina, dopo aver vissuto anni fa ciò che lei sta vivendo adesso.
Ben presto in cucina capita anche Geremia, che sbadigliando si informa se ci sia qualcosa da mangiare.
"Renditi un po' utile." gli suggerisce la sorella "Porta di là lo zucchero e le tazze, noi arriviamo col resto.".
"Agli ordini capo!" risponde l'altro mettendosi sull'attenti e strizzando un occhio ad Anna, aggiungendo poi con un accattivante sorriso:
"Capito chi comanda in questa casa?!".
Anna scoppia a ridere e lo sguardo di Geremia si illumina. E' così bella quando ride! Non è fatto per le lacrime il suo volto, né per la tristezza il suo animo solare, allegro, pieno di speranza e fiducia... June intuisce di essere di troppo ed in silenzio esce dalla cucina, mentre Geremia si avvicina ad Anna con la scusa di controllare la caffettiera sul fuoco. I due si guardano, non una parola esce dalle loro labbra, infiniti messaggi racchiude questo silenzio, così come il gesto che d'istinto compie Geremia, abbracciando la ragazza che gli è accanto, quasi a volerla proteggere dal dolore, dal male, da ciò che potrebbe ferirla. Anna non si sottrae alla calda stretta, vi si abbandona senza difese, ma i ricordi di un passato non lontano si riaffacciano nel suo cuore, costringendola ad allontanarsi per non scoppiare a piangere di nuovo. Geremia recupera allora il suo solito scanzonato piglio ed aiutando la giovane a preparare tutto il necessario per la colazione, scherza con lei e si dilunga a  raccontarle di un tipo piuttosto buffo e particolare che gli è capitato in negozio ultimamente...
Quando arriva l'ora di andar al lavoro, Anna confessa di non sentirsela di presentarsi in redazione stamattina e June si offre di restare con lei, suggerendole di telefonare al giornale e darsi malata: forse non è un comportamento corretto, ma date le circostanze si può anche fare. Alla fine l'unico ad uscire di casa è Geremia, mentre le due ragazze, una volta rimaste sole, si scambiano confidenze e pensieri, come delle vecchie amiche, spinte dalla naturale sintonia che fin dal primo momento si è instaurata tra loro.
Nel primo pomeriggio giunge ad Anna un sms da Manuela, che la avvisa della riunione organizzata per la sera a casa di Simone e Katia. Lei però non è intenzionata a prendervi parte, non riesce a sopportare nemmeno l'idea di trovarsi faccia a faccia con Liam, non ora, è troppo presto, e chiede perciò consiglio a June, che di risposta le domanda:
"E' necessaria la tua presenza o puoi esser utile anche senza essere là con loro?".
"Posso pure stare qui, per quello che devo fare..." ammette la diretta interessata "Il mio angelo l'ho già trovato, non è necessario che vada là stasera.".
"Allora, non andare. Non saresti utile nello stato in cui ti ho vista ieri, e se rivedessi Liam ci ricadresti di sicuro."
"Ho bisogno di recuperare il mio equilibrio..."
Anna non risponde al messaggio di Manuela, ma alla sera non si presenta all'incontro del gruppo ed ovviamente ciò scatena la curiosità generale, oltre ad una certa preoccupazione.
"Dov'è Anna?" chiede Kirk volgendo gli occhi verso chi, secondo lui, dovrebbe saperlo.
"Non so." confessa Liam con sguardo assente "Non stiamo più insieme.".
Lo stupore per la sconcertante notizia fa ammutolire tutti e solo Manuela, piuttosto in ansia, ha il coraggio di rompere il silenzio:
"Vi siete lasciati?... E' assurdo... E non sai dov'è adesso? E se fosse in pericolo?!".
"Lo sentirei..." replica lapidario Liam, scatenando l'immediata reazione di Sebastiano:
"Io vado a cercarla! Possibile che non ti importi più niente di lei?! L'hai già dimenticata?!!".
"Tu che ne sai?!" ribatte l'altro visibilmente alterato "Credi che mi faccia piacere starle lontano?! Ho fatto l'unica cosa che potevo fare, per lei, e per me... Se non vado a cercarla non è perché non me ne frega niente, non c'è un momento che non pensi a lei, ma questo è il solo modo per salvare il nostro rapporto, se ancora c'è qualcosa da salvare!!".
Fabio interviene per placare gli animi:
"Stiamo calmi, ok? Facciamo così: noi qui ci organizziamo per andar a cercare Cassiel, visto che Simone e Katia hanno una traccia, e magari Sebastiano e Manuela cercano Anna e provano a parlarle. Si può fare?".
Dunque, mentre il resto del gruppo tenta di concentrarsi sulla prossima spedizione, Sebastiano e Manuela infilano la porta, mandando un sms all'amica per scoprire dove si sia cacciata. Giunti a destinazione, i due giovani vengono accolti in casa da June, che subito li porta dalla loro compagna, rintanata in camera, seduta sul letto con un libro in mano. Manuela immediatamente la abbraccia, chiedendole come si senta, e lei si sforza di sorridere, nonostante dai suoi occhi lucidi trapeli una desolante tristezza. June decide di lasciare i tre amici da soli ed esce dalla stanza, rivolgendo di sfuggita una complice occhiata a Sebastiano, che nel profondo mare dei neri occhi scorge una nuova consapevolezza, frutto inequivocabile di una fondamentale rivelazione giunta dal Cielo.
"Allora, che succede?" domanda premurosa Manuela.
"Quello che avevi previsto anche tu." ammette mestamente rassegnata Anna "Ho tanta confusione in testa. Devo far un po' di ordine dentro di me.".
"Non puoi mollarci così però." interviene Sebastiano, passando una mano tra i capelli dell'amica.
"Non lo farò." risponde lei "Posso proteggervi da qui, come sto facendo anche stasera, tenendo lontani i demoni. Datemi un po' di tempo. Presto starò bene.".
"Perché non sei venuta da me?" chiede dispiaciuta Manuela, ed Anna le parla con la sincerità che le è propria:
"Non te la prendere, sentivo di dover venire qui. Voi mi siete molto cari, ormai siamo una famiglia, ma ognuno di noi ha già tante cose a cui pensare, oltre ad angeli, demoni, poteri soprannaturali... E poi voi siete amici miei come di Liam, non volevo mettervi in difficoltà. Comunque lo so che mi siete vicini, e questo mi aiuta.".
"Ok, ti lasciamo tranquilla." conclude con affabile sorriso Sebastiano "Ti terremo aggiornata. Dobbiamo andare in Abruzzo stavolta, per svegliare Cassiel.".
Anna scende con i compagni al piano inferiore, dove si trova June, che da perfetta padrona di casa domanda ai due ospiti se vogliano fermarsi ancora un po', anche a cena se hanno piacere. L'invito è indubbiamente gradito, ma non può essere accettato: il tempo stringe e non si può indugiare oltre. Con un abbraccio Anna saluta gli amici, e né a lei né a Manuela sfugge l'intenso sguardo che si scambiano June e Sebastiano, uno sguardo che cela in sé ciò che le labbra non osano pronunciare e la mente non può né comprendere né arginare.
Nel mentre, Jabez raggiunge il gruppo radunato da Simone e Katia e con la sua rassicurante presenza restituisce un minimo di serenità ai ragazzi frastornati dalle inattese novità, ovvero la rottura tra Liam ed Anna e la defezione di quest'ultima. Il saggio uomo, senza far alcun commento sull'accaduto, riporta con intelligenza l'attenzione generale sulla ricerca degli arcangeli ed è un sollievo anche per Sebastiano e Manuela trovarselo davanti quando si riuniscono agli amici.
"L'avete trovata?" si informa immediatamente Katia.
"Sì, è in buone mani, ci aiuterà anche restando dov'è ora." risponde brevemente Sebastiano, lanciando un'eloquente occhiata a Liam, che ne comprende il significato e sorride rassegnato, se pur sollevato nel sapere la ragazza a lui tanto cara accudita da persone che sicuramente le sono affezionate e sapranno starle accanto in questo momento.
Simone riporta al centro dei discorsi l'argomento primario oggetto della riunione:
"Coraggio, diamoci una mossa, anche per Anna. Lei farà la sua parte, noi non dobbiamo essere da meno. Secondo i dati che abbiamo raccolto, Cassiel e il suo pugnale dovrebbero essere in Abruzzo, vicino a un paesino che si chiama Elice.".
"Quando si parte?" chiede Kirk.
"Appena possibile." interviene Fabio "Prima dicevamo che si può andar in macchina. Posso recuperare il camper di mio zio. Che dite? Andiamo e torniamo, in un paio di giorni al massimo ce la caviamo!".
Prende quindi il via la discussione su quando sia meglio partire, se aspettare il fine settimana o muoversi prima, e opinione comune è che sia meglio agire in fretta, come confermano le assennate parole di Jabez:
"Non potete sprecare giorni, tanto più adesso, con quello che abbiamo scoperto. Partite già domani, con una scusa o con i vostri poteri liberatevi da impegni di lavoro e quant'altro, e andate.".
Dunque, i giovani si salutano dopo aver stabilito all'unanimità di incontrarsi già il giorno successivo, verso sera, ed all'appuntamento così fissato tutti si presentano puntuali, tranne Anna ovviamente, che pur lontana con il corpo non manca di dare il suo fondamentale contributo creando con i suoi poteri la barriera contro i demoni in difesa degli amici e della loro missione. Tuttavia la sua assenza si fa sentire. Mancano la sua sbadataggine, le sue strampalate idee, le sue inopportune uscite. E mancano la sua fiducia, il suo inguaribile ottimismo, la sua contagiosa allegria. E chi maggiormente avverte questo incolmabile vuoto è Liam, che si sforza di comportarsi normalmente ma non può nascondere agli occhi dei fidati compagni la sua inquietudine e la sua intima sofferenza. Il viaggio in camper è decisamente tranquillo, fin troppo a dire il vero, e per fortuna ci pensano Kirk e Fabio a risollevare l'atmosfera con qualche battuta, altrimenti sarebbe un vero mortorio!
I custodi dei gioielli arrivano a destinazione a notte fonda e, lasciato il camper nei pressi di Elice, sulle colline abruzzesi, si avventurano nei dintorni della cittadina, senza curarsi dell'oscurità che ancora avvolge ogni cosa. E' strano non sentire la voce di Cat che si lamenta perché non ha voglia di camminare, è strano non essere sette come al solito, ma ciò non ferma i sei compagni che si muovono rapidi, sfruttando i loro sensi particolarmente sviluppati per esplorare la zona con minuziosa attenzione.
"Se ci fosse un po' più di luce sarebbe meglio, no?" si chiede Wolf, attirando l'attenzione degli amici ed arrestandone la marcia.
"No, continuiamo." insiste Panther, incalzato da Hawk:
"Giorno o notte, poco cambia per noi. Andiamo avanti.".
Ecco che d'improvviso il ciondolo di Panther inizia a brillare, segno evidente che l'albero in cui è custodito il pugnale di Cassiel è vicino.
Mentre il sole si affaccia all'orizzonte, il gruppo arriva davanti ad un mandorlo, che d'un tratto fiorisce mentre il gioiello con la pantera lo colpisce e lo avvolge con la sua luce. Panther si ritrova a stringere tra le mani un pugnale d'argento con un diamante incastonato nell'impugnatura, e come una nube luminosa l'arma si dissolve tra le dita del giovane, mentre il mandorlo si frantuma in una cascata di fiori bianchi, che si mutano in farfalle e volano via svanendo nei colori dell'alba.
"Ora dobbiamo avvicinarci al paese." fa notare Squirrel, trovando ovviamente d'accordo gli amici, ed in velocità il gruppo torna al camper e si muove verso Elice.
I sei compagni finiscono così a passeggiare, di prima mattina, per le strette vie della cittadina medievale, attirando gli sguardi curiosi di coloro che da sempre vi abitano e si divertono a studiare i volti dei pochi turisti che in questo periodo dell'anno si aggirano per le antiche strade. Per non continuare a girare a vuoto i ragazzi decidono di entrare in un bar ed ordinano qualcosa per colazione, con la speranza che presto qualche segnale giunga da Cassiel. Manuela approfitta della pausa e manda un sms ad Anna per capire quanto ancora la sua barriera protettiva avrà effetto contro i demoni, ed appena riceve la risposta subito mette in allerta il gruppo:
"Non abbiamo molto tempo... Allora Liam, non senti proprio niente?".
"No, mi spiace." confessa il diretto interessato, con espressione assente.
"Abbiamo bisogno di te adesso." interviene risoluto Fabio, al quale fa eco la voce di Simone:
"Concentrati, non farti distrarre da altri pensieri. Lo so che non è facile, però...".
Liam scatta in piedi e, scusandosi con gli amici, esce dal bar, raggiunto poco dopo da Sebastiano, che senza mezzi termini gli rivolge una diretta domanda:
"Cosa vuoi fare?".
"E' come se i miei poteri fossero bloccati." spiega l'altro sinceramente dispiaciuto.
"Non è così, è solo che la tua mente è lontana da qui."
"Non sono di molto aiuto, e dipende tutto da me in questo momento..."
"Capisco quello che provi, ma non devi arrenderti... e non sto parlando della nostra missione... Non rinunciare a lei."
I due compagni si scambiano uno sguardo d'intesa, in un certo senso divertiti dal fatto che più di una volta si sono ritrovati a darsi reciprocamente lo stesso consiglio, quand'ecco che negli occhi di Hawk balena una particolare luce, mentre in lui cresce la percezione della vicinanza di Cassiel. Il giovane si sofferma ad osservare una coppia che cammina tenendosi sottobraccio, spingendo un passeggino, e la indica a Panther, che nel frattempo ha chiamato a raccolta gli amici. Come risvegliare Cassiel senza farsi notare? E soprattutto, in chi si sarà rifugiato?
Fox escogita un astuto trucco e col pensiero fa staccare una ruota del passeggino, obbligando perciò i giovani genitori a fermarsi. Con la scusa di dar una mano, Wolf e Panther si avvicinano, e mentre il primo si china per rimediare al danno, l'altro si sofferma ad osservare il bimbo placidamente assopito e con il pretesto di guardarlo da vicino riesce a sfiorarne la piccola e morbida mano. Il tempo si blocca di colpo e nell'innaturale immobilità del mondo fa la sua apparizione Cassiel, con le sembianze di un individuo assolutamente normale, non molto alto, capelli castani, occhi neri, viso squadrato, vestito con una giacca di jeans, pantaloni neri ed una maglia amaranto. Ha un'aria piuttosto seria, ma un sorriso solare e rassicurante, e con tale sorriso si rivolge ai sei giovani che intorno a lui si riuniscono:
"Sette eravamo noi, sette eravate voi. Dobbiamo essere di nuovo tutti al completo se vogliamo avere qualche possibilità di vittoria contro i nemici. Non sottovalutateli, e non sottovalutate nemmeno voi stessi.".
Con un cenno della mano, l'arcangelo lascia libero il tempo di riprendere il suo corso e con un benevolo sguardo si congeda da Sebastiano e compagni, allontanandosi come un comune essere umano, camminando per le vie dell'antica cittadina.
"Torniamo a casa?" suggerisce Manuela, pervaso il suo cuore, come quelli degli amici, da un'inspiegabile senso di pace e serenità.
"Sì, andiamo." conclude Sebastiano, inviando un sms ad Anna per avvisarla che la missione è stata portata a termine con successo.
La ragazza riceve il messaggio mentre è al lavoro ed un sorriso le sfugge nel leggerlo, lieta che i compagni abbiano destato il sesto arcangelo e siano sani e salvi. E' orgogliosa di loro, anche se si sente in colpa per averli in un certo qual modo abbandonati, pur avendoli come al solito protetti nascondendo ai demoni le loro tracce. E se da un lato vorrebbe fortemente esser con loro, dall'altro è certa di aver fatto la scelta giusta mantenendosi a distanza in questo momento tanto difficile per lei.
Quando alla sera Anna rientra a casa, trovando June da sola, entusiasta le annuncia la bella novità, e lei se ne dimostra felicemente sorpresa, pur confessando di essere ancora frastornata da tutto quello che in pochissimo tempo ha scoperto. La discussione, seguendo il naturale incedere dei pensieri, si sposta poi su un diverso argomento, ed è il nome di Sebastiano a prendere il sopravvento tra le parole di June, che sinceramente si confida ammettendo le profondità e la forza dei propri sentimenti.
"Perché non vai da lui?" chiede perplessa Anna "Dovrebbe essere già a casa,  vista l'ora.".
"Forse è meglio di no." replica l'altra titubante "Non so se è quello che vuole anche lui.".
"Ma sì che lo vuole! Non pensare, fai quello che senti! Se continuate a creavi tutti questi problemi, rischiate di perdere qualcosa di bello, e importante..."
"Non posso obbligarlo a stare con me se non vuole."
"Sei brava a dar consigli agli altri, ma non riesci a farlo con te stessa. Tu hai solo paura, come lui... Ascolta il tuo cuore, la sua musica, e seguila... Vai, che aspetti?!"
June sorride e, ringraziando l'amica per il suo aiuto, corre fuori di casa, lasciandosi alle spalle dubbi ed incertezze, pronta ad assecondare senza freni le emozioni che in lei chiamano a gran voce.
Sebastiano si sta riposando, o almeno ci prova, disteso sul letto. E' troppo stanco, fisicamente e mentalmente, tanto da non riuscir neppure a pensare. Vuole solo sgombrare la mente per recuperare un po' di energie. D'un tratto il campanello suona, ed inizialmente il giovane non vi presta attenzione, quasi volesse sparire dal mondo, isolarsi da tutto e tutti, ma alla fine cede alla curiosità e con gran stupore scopre che l'inatteso visitatore è in realtà June.
I due ragazzi, l'uno di fronte all'altra, si guardano in silenzio. Qualsiasi parola sarebbe inutile, vuota di significato, adesso che finalmente è il cuore a parlare, con la sincerità e l'intensità di cui solo lui è capace.
June si abbandona tra le braccia di Sebastiano, che la stringe forte sussurrandole dolcemente:
"Non dovresti esser qui.".
"Io volevo essere qui... e voglio restarci." bisbiglia lei con vellutata voce, pronta ad amare ed essere amata.
Tace ogni discorso, svanisce ogni paura, e sulle labbra che si uniscono in un appassionato bacio, la ragione si spegne e si accendono emozioni travolgenti che spingono le mani a cercarsi e fuggirsi, tra paura e desiderio, mentre ogni difesa cade lasciando via libera a due anime che finalmente possono toccarsi facendo dei sensi la loro voce. Nemmeno un respiro divide più Sebastiano e June, stretti l'uno all'altra, in questa sera magica per loro, sospesa in una dimensione che solo a loro appartiene, mentre si abbandonano ai sentimenti che dal cuore sgorgano come un fiume in piena mutandosi in baci sulle labbra e carezze tra le mani.
Intanto Anna, sola in casa, gironzola pigramente tra cucina e salotto, iniziando a chiedersi, con una certa preoccupazione, dove possa essersi cacciato Geremia, come mai non sia ancora rientrato... anche se forse non sta a lei porsi simili domande, non ha alcun diritto per farlo...
La solitudine della ragazza è però destinata a durar poco e non è una gradita visita quella che all'improvviso Anna riceve. Nel suo cuore si fa largo un'inquietante sensazione e ben presto davanti a lei si materializzano Vepar e Astaroth. Cat non si fa cogliere alla sprovvista e, rammentando gli insegnamenti degli arcangeli, per prima attacca, avendo inizialmente la meglio sui nemici.
"Questi sono i trucchetti di Michele." osserva Astaroth con cinico sorriso.
"Non sai far di meglio?" interviene Vepar, tentando di immobilizzare con il suo arcano potere la tenace avversaria, che abilmente si difende e contrattacca.
Ma i demoni sono due, Cat è sola, lo svantaggio numerico si fa sentire e, come se ciò non bastasse, Geremia ritorna a casa proprio mentre lo scontro è in atto, trovandosene suo malgrado coinvolto.
"Chi sono questi?!" si chiede il giovane, stupito e preoccupato, intuite le intenzioni non benevole degli sconosciuti dagli occhi gelidi e taglienti.
"Vai via!" gli grida Cat "Vattene subito!".
I demoni stanno per lanciare un nuovo attacco, approfittando del momento di distrazione della scaltra avversaria, ma un'abbagliante luce d'improvviso avvolge ogni cosa e Michele appare, impugnando la sua aurea spada, in difesa di Cat e del suo amico. Geremia è più che mai confuso, non riesce a capire se quello a cui sta assistendo è un sogno o la realtà, è talmente frastornato che non ha nemmeno paura. Fortunatamente i demoni si ritirano alla vista del capo della armate celesti, e svanita la minaccia anche l'angelica spada svanisce nel nulla. Quello che resta, invece, è il gran caos nella testa di Geremia, che giustamente pretende delle spiegazioni, avendo ormai realizzato di essere assolutamente sveglio e che quanto ha visto non è frutto di un'allucinazione. Anna non sa che dire, consapevole che una bugia ora non servirebbe a nulla. Non rimane che raccontare la verità, ed è Michele ad incaricarsi di farlo, creando prima un'aura protettiva per non essere in qualche modo sentito dai demoni. Geremia viene così a conoscenza del segreto di Anna e dei suoi compagni, della loro lotta contro gli Inferi e di chi stiano proteggendo adesso, ovvero June. Con una diretta domanda conclude il suo discorso l'arcangelo, offrendo a Geremia due possibilità:
"Decidi, che vuoi fare? Quello che sai può metterti in pericolo, posso cancellare dalla tua memoria ogni cosa, se vuoi, ma sappi che se scegli di continuare a ricordare tutto, la tua vita non sarà più come prima. Allora?".
Il giovane fatica a credere a quanto ascoltato, eppure coi suoi occhi ha visto, ha visto apparire l'angelo con la spada, ha visto i demoni svanire nel nulla... come può negare la realtà? Mai e poi mai avrebbe pensato di finire in una situazione del genere... Angeli, demoni, poteri soprannaturali: roba da film, per lui, almeno fino ad ora... E sua sorella, la sua sorellina, potrebbe diventare lo strumento per la rinascita del Diavolo: come salvarla?!...
Anna si avvicina a Geremia, che nervosamente cammina per la stanza, e lo abbraccia supplicandolo di lasciarsi cancellare la memoria di ciò che ha appena scoperto, ma lui prende l'opposta decisione e sceglie di ricordare, pur ammettendo che gli occorrerà del tempo per accettare quanto d'improvviso appreso. Michele non pone alcuna obiezione e si limita ad imprimere nella mente del coraggioso giovane lo stesso sigillo che anche in Katia e Jabez è stato impresso, per evitare che i loro pensieri diventino un'utile fonte di informazioni per i nemici. L'arcangelo poi se ne va, non però dileguandosi in una nube di luce, bensì uscendo normalmente dalla porta, salutando col suo solito malandrino sorriso.
"Non sembra proprio un angelo quel tipo." commenta divertito Geremia.
"Non sei l'unico a pensarlo!" rimarca sorridendo Anna.
"Mi pare tutto assurdo..." continua perplesso l'altro, sedendosi sul divano.
"Lo so, non è facile da accettare, non lo è stato nemmeno per noi."
"Ci credo!... Ne hai passate tante, non immaginavo."
"E come potevi?"
I due ragazzi, seduti l'uno accanto all'altra, si guardano in silenzio, quasi mancassero loro le parole, dopo tutto ciò che è accaduto, ed è Anna che, ad un certo punto, prova a riportare alla normalità l'atmosfera, intavolando un nuovo argomento:
"Non mi chiedi dov'è tua sorella?".
"L'importante è che non fosse qui prima..." risponde Geremia "Dimmi, dov'è andata?".
"Da Sebastiano."
"Dietro tuo consiglio immagino."
Anna fa una simpatica linguaccia, assumendo la buffa espressione di una pestifera bambina, ed a Geremia basta guardarla per dimenticare quanto successo, stregato dalla sua innata capacità di far intravedere, perfino nei momenti più difficili e bui, uno spiraglio di luce, strappando un sorriso a chi viene travolto dalla sua solare energia. Il giovane, con un gesto quasi involontario, prende tra le mani il viso della ragazza che gli siede accanto, avvicinandolo al suo, spinto dall'incontrollabile desiderio di rubare un bacio alle sensuali labbra, ma Anna si ritrae schivando il bacio, ed alzandosi in piedi come nulla fosse suggerisce di cucinare qualcosa per cena, nonostante il cuore le batta in petto come un tamburo, provocando in lei un profondo senso di colpa che, se pur a fatica, le permette di dominare le confuse emozioni nelle quali la sua anima si è smarrita.

 

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Cambio di programma, sono riuscita a postare un altro capitolo anche questa settimana!
Beh, che dire. C'è chi si lascia e chi si trova... Capita, è la vita! E per quanto triste possa essere a volte, è una legge alla quale nessuno può sfuggire. Se vi siete affezionati almeno un po' ai personaggi, di sicuro vi starete chiedendo che ne sarà di Anna e Liam. Non vi anticipo nulla, scoprirete presto se il loro legame sarà abbastanza forte da superare anche questa prova. E intanto la ricerca degli arcangeli prosegue, mentre il nemico trama nell'ombra.
Al prossimo capitolo!!!
Marta

JUNE E SEBASTIANO - FINALMENTE INSIEME
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ANNA E GEREMIA
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Capitolo 27
*** Le ragioni del cuore ***


PARTE III. I SETTE SPIRITI DI LUCE

CAPITOLO IX. LE RAGIONI DEL CUORE

Passano i giorni, novembre arriva, e mentre il rapporto tra Sebastiano e June cresce e si rafforza sempre più, quello tra Anna e Liam sembra essersi del tutto smarrito. Anna matura inoltre la convinzione di dover lasciare la casa dove è da tempo ospite per far ritorno dai genitori, almeno per il momento, cosa di cui discute un giorno, in pausa pranzo, con Manuela e Katia, chiedendo loro anche un consiglio su come comportarsi nel prossimo futuro.
"Come faccio a non incontrare Liam?" si chiede preoccupata la ragazza "Non posso sparire dalla circolazione e piantarvi in asso per non vederlo... ma non riesco, per adesso...".
"Non potete nemmeno andare avanti così." afferma giustamente Katia.
"E con Geremia, come la mettiamo?" interviene seria Manuela.
"Lui mi piace, gli voglio bene..." ammette la diretta interessata "Però, quello che provo per Liam è un'altra cosa...".
Evidentemente c'è ancora molta confusione nel cuore di Anna e confrontarsi con le amiche le ha permesso di capire che le occorre del tempo per far chiarezza e metter ordine dentro di sé, dandole la spinta definitiva per dar corpo ad una decisione che non può più rimandare.
Quando alla sera rientra a casa, Anna trova Geremia in cucina, intento ad imbastire qualcosa per cena, nonostante cucinare non sia decisamente il suo forte.
"June resta fuori stasera, immagino." intuisce la ragazza, sorridendo.
"Già... e non è una novità ultimamente." rimarca l'altro, recuperando piatti e bicchieri dalla credenza.
"Sono felice per lei."
"Anch'io. Sebastiano è un tipo in gamba, ci tiene davvero a mia sorella e si prenderà cura di lei."
"Puoi giurarci!"
"A proposito dei tuoi amici: gli hai raccontato che adesso anch'io so tutto?"
Anna non risponde, non ha detto niente a nessuno, non ne ha avuto l'occasione e non l'ha nemmeno cercata, e neppure June sa nulla, suo fratello non gliel'ha detto ancora, chissà poi perché...
"Vorrei conoscere questo Jabez di cui mi hai parlato." rivela sinceramente Geremia "Parlerò io agli altri, se vuoi. Non ho problemi ad incontrarli, nessuno di loro.".
"Facciamo così: organizzerò un incontro con il gruppo al completo," propone l'altra, non del tutto convinta in verità "e verrete anche tu e June. Mi sembra giusto farlo.".
"Pensi sempre a lui?"
L'inattesa frase coglie di sorpresa Anna, che volge altrove lo sguardo per fuggire dai penetranti occhi che ha puntati addosso, ma Geremia non desiste e le pone un'altra diretta domanda:
"Perché sei ancora qui e non sei già tornata da lui?".
"Volevo parlarti di questo stasera." confessa la diretta interessata, con voce incerta "Non posso approfittare troppo della vostra ospitalità. Tornerò a casa dai miei e resterò là per un po'...".
"Non mi hai risposto."
"L'ho fatto, ma forse non ho detto quello che volevi sentirmi dire."
Geremia fa un passo, afferra Anna per un braccio e la stringe a sé, sussurrandole di non andarsene, e lei non riesce a sottrarsi all'appassionato abbraccio, non può, forse non vuole farlo, e mentre una lacrima sfugge ai suoi occhi, sulle sue labbra si posa un bacio, tanto temuto quanto desiderato.
Come fuggire ora? E che senso avrebbe farlo ormai? Anna ricambia l'intenso bacio e se non va oltre, lasciandosi completamente andare, è solo per via di un indelebile ricordo che si affaccia prepotente nella sua mente, frenando il galoppo di un cuore che non sa più dare un nome ed un volto alle sue emozioni.
"Resta con me..." bisbiglia Geremia, con carezzevole voce, scostandosi di un soffio dalle labbra di Anna.
"Non posso..." risponde lei in un sospiro, allontanandosi di un passo, senza abbassare lo sguardo.
"Se fossi al suo posto, farei qualsiasi cosa per non perderti."
"Lo so..."
Anna sorride, con occhi languidi e malinconici, e di nuovo si stringe a Geremia, che la abbraccia forte, accarezzandole dolcemente i capelli, desiderando farla sua, pur sapendo che non sarà mai possibile, perché qualunque cosa accadrà in futuro lei mai apparterrà a nessuno se non a colui che già da tempo della sua anima è una parte integrante e sostanziale.
In questa stessa sera, Fabio decide di far visita a Liam. Da giorni non lo vede ed è preoccupato per lui, perciò senza avvisarlo si presenta a casa sua e senza inutili giri di parole gli chiede come vadano le cose con Anna.
"Non l'ho più sentita." risponde Liam, con una sfumatura di rabbiosa malinconia nella voce.
"Chiamala e parlale." ribatte serio l'altro.
"Si farà viva lei quando avrà deciso cosa fare."
"Ma che discorsi fai! Non puoi lasciarla andare così! Se ci tieni a lei fa' in modo di non perderla, no?!"
"Cosa credi che stia facendo? Non posso portarla qui di forza e obbligarla a stare con me!"
Fabio scuote la testa contrariato, mentre Liam, colto da uno scatto d'ira, afferra una sedia e la scaraventa contro il muro. L'amico lo guarda senza dir nulla, aspettando sia lui a parlare e sfogarsi, dando forma ed ordine ai confusi pensieri che si agitano nel suo animo.
"Scusa, hai ragione." ammette Liam, sedendosi sul divano "Ma ti giuro che non ho rinunciato a lei. Mi sto sforzando di lasciarla in pace, non andrò a cercarla, almeno per un po'... e non è facile, credimi!".
"Faccio fatica a capirti." confessa titubante Fabio.
"Ti sembrerà assurdo, ma se mi comporto così è proprio perché non voglio perderla. Se fossimo rimasti insieme in questo momento non avremmo fatto altro che litigare rovinando completamente il nostro rapporto... Anche se la sola idea che Geremia sia con lei mi fa impazzire..."
"Anna non è innamorata di lui."
"Lo spero... ma non possiamo deciderlo noi, deve essere lei a capirlo."
Anche su un'altra fondamentale questione inevitabilmente cade poi la discussione: la ricerca dell'ultimo arcangelo, del quale purtroppo per ora non c'è alcuna traccia, e preoccupante è il fatto che il fronte demoniaco da giorni sembra inspiegabilmente fermo. Esperienza insegna che un simile silenzio non preannuncia nulla di buono!
La sera passa così, tra chiacchiere leggere e discordi più seri, e quando alla fine Fabio se ne va, saluta l'amico con un'ottimistica considerazione:
"Non so quando né come, ma tu e Anna tornerete insieme, basta che lo vogliate e siate pronti a difendere con le unghie e con i denti quello che c'è tra voi, come avete già fatto in passato... Ne vale la pena, non credi?".
Liam sorride e ringrazia il compagno del proprio sostegno. Indiscutibilmente tra loro esiste una bella intesa, che fin dall'inizio si è creata in maniera assolutamente naturale, da subito ha preso vita quest'amicizia spensierata, fatta di gioco e risate, ma capace nel contempo di scendere in profondità scavando nell'animo per far emergere ciò che vi si nasconde portandolo alla luce come uno specchio rivelatore.
Il giorno successivo, Anna, finito di lavorare, fa visita a Jabez e lo informa del fatto che ormai anche Geremia conosce la verità e sarebbe giusto organizzare una riunione alla quale far partecipare sia lui che June. Jabez riflette, serio e composto, e poi, volgendo un paterno sguardo verso la sua giovane amica, le chiede come se la passi ultimamente.
"Benino..." risponde lei con nostalgico sorriso, cadendo quasi involontariamente nel mare dei ricordi ed evocando di conseguenza passate memorie care al cuore:
"Mi viene in mente la prima volta che siamo capitati qui... Sono passati tanti anni, e sono successe tante cose.".
"Siete cresciuti molto da allora." confessa Jabez, provando una grande tenerezza nel rammentare i sette adolescenti finiti una sera non per caso nel suo negozio per ripararsi dalla pioggia, ignari del destino che li attendeva.
"Sì, siamo cresciuti, è vero. Ma forse abbiamo perso per strada qualcosa..." rimarca crucciata Anna.
"Tutti perdiamo qualcosa per strada, ma voi per fortuna non avete perso la voglia di ridere e cercare il lato bello della vita, nonostante tutto."
"Lo pensi davvero?... Come hai fatto a credere in noi fin dall'inizio? Non hai mai avuto dei dubbi?"
"Ne ho sempre, anche su me stesso. Sai quante volte mi sono chiesto se ho fatto la cosa giusta a coinvolgervi in questa guerra? Ho fatto sempre del mio meglio, ma fare del proprio meglio non ci rende immuni da errori. Per esempio, riconosco che inizialmente ho sbagliato in pieno riguardo a te e Liam, e voi mi avete fatto ricredere, mostrandomi ciò che non riuscivo a vedere da solo."
Anna sospira e con languidi occhi guarda Jabez, che premuroso le mette una mano sulla spalla, in segno di conforto e sostegno, accompagnando tale gesto con significative parole:
"Non sempre ci è possibile capire o controllare quello che succede. A volte bisogna solo prenderne atto e accettarlo, per far sì che le cose seguano il loro naturale corso.".
"Ho paura." ammette sinceramente la ragazza.
"Lo so, anche la paura fa parte della vita." conclude il saggio uomo "Basta non lasciarsene mai dominare. E non perdere la speranza e la fiducia: sono la tua forza più grande.".
...Rapidamente trascorre un mese, senza che nessun segnale arrivi dall'ultimo arcangelo, Gabriele, un mese fatto di scelte, attese, silenzi e parole, che condurranno di sicuro ad importanti sviluppi in un futuro non lontano. 
Anna fa ritorno a casa dai genitori e, confidandosi con la madre riguardo al momento di crisi che sta attraversando con Liam, ottiene un sincero e logico consiglio frutto degli insegnamenti impartiti dall'esperienza: forzare le cose non serve soprattutto se in gioco ci sono sentimenti importanti e radicati nell'anima, e che il tempo sia fondamentale in queste situazioni non è una banalità, bensì un'innegabile verità. I percorsi del cuore non li può indagare la ragione e non bisogna aver paura delle proprie emozioni, ovunque esse ci conducano, perché nonostante a volte possa sembrare che ci portino lontano, prima o poi a noi stessi ci guidano.
Molto tempo Anna lo trascorre con Sebastiano, June e Geremia, senza però trascurare gli altri compagni, pur attenta a non imbattersi in Liam, decisa a rivederlo soltanto quando si sentirà pronta a farlo. E Liam rispetta tale decisione, condividendola in pieno, perché in fondo nemmeno lui ha la forza per il momento di trovarsi davanti i celesti occhi che fin dal primo sguardo hanno catturato la sua anima, mentre i loro amici, benché dispiaciuti della situazione, evitano accuratamente di intromettersi nella delicata questione, non possono che restar a guardare augurandosi che tutto presto si sistemi per il meglio. Ma c'è qualcosa che non può assolutamente essere rimandato, ovvero la data del matrimonio di Katia e Simone, fissata per metà dicembre. Sarà impossibile in tale circostanza evitare il fatidico incontro.
Proprio di questo discutono i due prossimi sposi con Manuela e Kirk, in una fredda domenica pomeriggio di fine novembre, passeggiando in centro.
"Verrà anche June al matrimonio?" chiede ad un certo punto Manuela.
"Beh, sì, lei e Sebastiano stanno insieme." risponde tranquillamente Simone.
"E Geremia?" interviene Kirk.
"Abbiamo invitato anche lui." spiega Katia "Non potevamo non farlo, ma ne abbiamo già parlato con Liam e lui dice che non ci sono problemi... Sarà anche vero, però...".
In effetti è una situazione complessa, non è semplice combinare le cose senza che nessuno ci resti male, e forse non è proprio possibile riuscirci!
Nella mente di Manuela però altri pensieri si aggirano, pensieri che nei suoi occhi scorrono in silenzio mentre con gli amici parla del futuro, un futuro ignoto che può nascondere pericolose insidie, un futuro che per certi versi sembra purtroppo già segnato.
"Anche se proviamo a vivere le nostre vite normalmente," osserva Kirk "non ci sarà mai niente di normale per noi.".
"E nessuno saprà mai quello che stiamo facendo." sottolinea Simone, con un velo di rassegnazione nella voce "Ma forse è giusto così...".
"Non so se sia davvero giusto." rimarca severa Manuela "Ci è piovuto tutto addosso e lo abbiamo accettato, però...".
"Sei pentita della scelta che hai fatto?" domanda allora Katia.
"A volte vorrei avere una via d'uscita..." confessa sinceramente l'altra, cambiando poi argomento, per non intavolare inutilmente questioni prive di soluzione.
Una volta rientrato a casa con la compagna, Kirk torna sul discorso lasciato in sospeso, uscendosene con una proposta del tutto inaspettata:
"Perché non ci sposiamo anche noi?".
Manuela resta per un attimo stranita, con gli occhi sbarrati, e non appena si riprende dalla sorpresa con un dolce sorriso risponde:
"Sì, mi piacerebbe... ma come mai ti è venuta questa idea? E' per quello che ho detto oggi?".
"Potremmo farlo, no? So che è un tuo desiderio avere una famiglia nostra..."
"Una famiglia... Sarebbe bello, ma non credo sia possibile."
La ragazza poggia mollemente la testa sul petto dell'amato e lui la abbraccia forte, comprendendone e condividendone la tristezza, consapevole di non potervi porre rimedio: per quanto possano impegnarsi, per certi versi il destino ha già scelto per loro una strada e non è più possibile tirarsi indietro...
A pochi giorni dal matrimonio di Simone e Katia, Anna una sera si presenta al locale dove lavora Sebastiano per assistere alla performance di June, che a gran richiesta si esibirà di nuovo con pianoforte e voce, e mentre aspetta l'arrivo di Geremia, scambia due parole con l'amico, al momento in pausa.
"Mi sembra vada bene tra te e June." esordisce la ragazza con malizioso sorriso.
"Direi di sì." risponde l'altro lanciando una tagliente occhiata alla pestifera compagna, per poi aggiungere scuro in volto:
"Sono preoccupato per lei...".
"Si risolverà tutto per il meglio, ne sono sicura."
"Dici sempre così!"
"Mi sono mai sbagliata? Beh, forse, qualche volta..."
I due amici scoppiano a ridere, ma di nuovo Sebastiano torna serio ed esprime il dubbio che da tempo gli passa per la testa:
"Tra te e Geremia, cosa c'è?".
"Stiamo bene insieme, e ci tengo molto a lui." rivela sinceramente Anna "C'è stato un momento in cui ho pensato di provare qualcosa di più, e forse in un certo senso è così, ma non sono innamorata di lui...".
"E Liam?"
"Liam..."
L'arrivo di Geremia interrompe il dialogo e poco dopo anche June si unisce al gruppo, mentre Sebastiano viene richiamato al bancone da un collega ed è costretto a tornare al lavoro. Ad un certo punto nel locale capitano anche Manuela, Kirk e Fabio, che ovviamente si accomodano al tavolo con gli amici, e la serata prende una piega ancor più piacevole e divertente, culminando nella magnifica esibizione di June, che com'era prevedibile lascia tutti a bocca aperta.
Terminata la performance la splendida cantante raggiunge nuovamente l'allegra brigata, mentre Sebastiano, tra un'ordinazione e l'altra, riesce a scambiare al volo qualche battuta con i compagni.
Fugge il tempo, troppo presto arriva il momento di salutarsi, ed a conclusione della serata Geremia accompagna a casa Anna, approfittando dell'occasione per stare ancora un po' con lei e parlarle di qualcosa su cui da giorni sta riflettendo.
"Non vi siete più riuniti tu e i tuoi amici?" inizia il giovane pensieroso.
"Non abbiamo molto di cui discutere ultimamente, purtroppo." risponde l'altra "Mi ricordo quello che ti ho promesso, ci sarete al prossimo incontro. Ormai ci siete dentro fino al collo!".
"E' a un punto morto la vostra ricerca?"
"Morto e sepolto, direi... e gli angeli caduti sembrano spariti nel nulla..."
"Brutta storia, vero?"
"Già..."
Geremia confessa di essere piuttosto preoccupato per sua sorella e non capisce come lei invece riesca a vivere in questa incerta situazione come nulla fosse, benché consapevole di quello che le potrebbe accadere. Che sia solo brava a nascondere la sua paura? E' incoscienza la sua? O una totale e cieca fiducia in coloro che devono proteggerla? Nemmeno lui, che è suo fratello, riesce a spiegarsi un simile atteggiamento, ed Anna gli espone con estrema chiarezza il proprio punto di vista:
"So cosa sta passando June e so che non è possibile stabilire in che modo qualcuno debba reagire in una determinata situazione, soprattutto se al di fuori di qualsiasi schema logico e razionale. Ti sorprendi perché pensi che al suo posto tu agiresti in maniera diversa, ma non puoi esserne sicuro, e comunque questo non è importante.".
"Vorrei fosse più prudente, tutto qui." ammette Geremia, con fraterna sollecitudine.
"Non c'è modo di difendersi dal proprio destino, bisogna guardarlo in faccia e prenderlo in mano, ragionando e decidendo con la propria testa ed il proprio cuore. Ci sono passata, so quello che dico."
"Mi sorprendi sempre, riesci a dar un senso a tutto... C'è qualcosa di unico in te..."
Anna sorride e china timidamente la testa, e Geremia la osserva rapito dalla sua fanciullesca grazia, dalla sua spontaneità e dalla luce speciale che traspare costantemente dai suoi occhi. L'auto si ferma davanti a casa della ragazza, e Geremia la accompagna fino alla porta, sorprendendola con un bacio nel salutarla. Per un po' i due restano abbracciati, in silenzio. Anna si sente al sicuro, protetta, amata, e le piace questa sensazione che le scalda il cuore, ma non può ignorare i propri sentimenti e, scostandosi, accarezza dolcemente il viso di Geremia e gli dà un tenero bacio sulla guancia, segno evidente di un sincero affetto al quale non è necessario ormai dar un nome per comprenderne il valore e la natura.
"Non sei più confusa adesso." sottolinea il giovane, con una sfumatura di rassegnata consapevolezza nella voce.
"Sei importante per me, lo sai vero?" risponde sorridendo la ragazza.
"Lo so... Ci sarò sempre per te."
"Non avevo dubbi."
"Tornerai da lui allora?"
Non a parole giunge la risposta a quest'ultima domanda, bensì nella luce di due sconfinati occhi celesti capaci di travolgere chiunque li incontri con l'invincibile forza della speranza. Sì, Anna ha capito. Ha deciso. Doveva compiere questo percorso per arrivare a comprendere ciò che nella sua anima è radicato, quasi dato per scontato. Doveva perdersi per ritrovare l'origine e la natura delle sue emozioni, in lei nate, cresciute, custodite, ed ora ancor più vive...

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Capitolo 28
*** Il matrimonio ***


PARTE III. I SETTE SPIRITI DI LUCE

CAPITOLO X. IL MATRIMONIO

Il giorno tanto atteso arriva. Sono le dieci e mezza di un freddo e limpido sabato mattina di dicembre. Simone, agitatissimo, aspetta con ansia che la sua futura sposa sia pronta e nervoso cammina avanti e indietro per il salotto, continuando ad aggiustarsi la cravatta quasi si sentisse soffocare. Kirk e Sebastiano, oggi in veste di testimoni, lo osservano divertiti e provano a farlo distrarre rivolgendogli scherzose battute, ma lui proprio non riesce a tranquillizzarsi e l'attesa lo rende sempre più inquieto, smarriti il suo solito sangue freddo e la sua innata calma in un marasma di confuse emozioni.
Katia intanto, assistita dalla madre, dalla sorella e dalle immancabili amiche, Anna, Manuela e June, sta terminando di prepararsi e nemmeno lei può mascherare la propria agitazione. Credeva avrebbe retto meglio la tensione di questa giornata, in fondo vive insieme a Simone da più di tre anni, è quasi come se fossero già sposati, eppure ciò non basta a rallentare i battiti del cuore, che come un cavallo selvaggio galoppa senza freni lanciato in una folle corsa. Anna e Manuela si soffermano a rimirare la sposa: indossa un lungo abito bianco, dalla linea semplice ed elegante, con un aderente corpetto ed una lunga gonna che cade morbida e lambisce il pavimento; le maniche arrivano a coprire metà mano e sono rifinite con un raffinato pizzo che richiama il ricamo sull'orlo dell'abito, mentre il corto velo è arricciato dietro la testa con un fermaglio di madreperla. Appeso all'armadio c'è il lungo cappotto bianco, sfiancato e rifinito con pelliccia sintetica sulle maniche ed intorno al collo, che la sposa indosserà per raggiungere la chiesa, dato il freddo pungente di questa giornata invernale.
Presto si uniscono agli amici anche Fabio e Liam, che raggiungono la casa di Simone ed attendono insieme agli altri che le ragazze facciano la loro apparizione, e poco dopo arriva pure Geremia, che spontaneamente si è offerto di occuparsi delle foto rifiutando categoricamente di ricevere un qualsiasi compenso. Il primo sguardo tra Geremia e Liam è a dir poco infuocato e si spegne in una gelida diffidenza reciproca, mentre il saluto che i due si scambiano è talmente freddo e distaccato da sembrare quasi un severo monito, una sfida. Ed il tutto accade in un attimo, sotto gli occhi preoccupati degli altri ragazzi che assistono alla scena augurandosi non scoppi una qualche discussione, o peggio una lite.
Fortunatamente niente di grave succede e Geremia si dirige verso la camera in cui è chiusa Katia per immortalare gli ultimi momenti della preparazione della sposa. Professionale ed attento il giovane cura nei dettagli gli scatti per rendere al meglio l'emozione del momento, con studiata naturalezza, ma inevitabilmente di tanto in tanto lancia fugaci occhiate ad Anna, particolarmente bella oggi: indossa una camicia bianca damascata ed un tailleur azzurro chiaro, con una giacca lunga sfiancata ed un paio di pantaloni aderenti; ha i capelli raccolti e qualche ribelle ciocca, femminile vezzo, contorna il sorridente viso sul quale spiccano i celesti occhi, messi in risalto da un leggerissimo trucco.
La prima a lasciare la stanza della sposa è June, che momentaneamente si congeda dagli amici ed insieme a Sebastiano esce di casa: canterà durante la cerimonia e deve perciò raggiungere la chiesa anticipando gli sposi.
Poco dopo fa la sua comparsa in salotto Manuela, che incita Simone e gli altri ad avviarsi: bisogna rispettare la tradizione, lo sposo deve aspettare la sua futura moglie all'altare e di conseguenza gli uomini del gruppo vengono praticamente cacciati via di casa, tranne ovviamente il fotografo, cosa questa che peraltro infastidisce Liam, nonostante lui faccia finta di niente per non rovinare l'atmosfera della speciale giornata...
Gli invitati attendono trepidanti in chiesa l'arrivo di Katia, mentre Simone, sempre più agitato, sembra un adolescente al primo appuntamento, impaziente, nervoso, felice e nel contempo preoccupato per l'importante passo che sta per compiere, ma sopra a tutto assolutamente sicuro e convinto di ciò che sta facendo. Ha trovato la donna della sua vita, non ha dubbi, non ne ha mai avuti.
Non meno tesa è Katia e nei suoi occhi, lucidi per la commozione, brilla una luce particolare, densa di contrastanti emozioni: gioia, amore, paura, speranza... Indescrivibili sono le sensazioni che sta provando, i battiti del suo cuore accelerano avvicinandosi alla chiesa e quando l'auto si ferma davanti alla scalinata di pietra, il tempo pare quasi interrompere il suo corso. Sparisce il mondo intorno ed ogni passo risuona come il ticchettio di un invisibile orologio che segna la fine di una vita e l'inizio di un'altra, completamente diversa eppur sempre la stessa.
Manuela si riunisce ai compagni, ritrovando così anche Jabez, che ovviamente non poteva mancare, mentre Anna, scelta come testimone insieme alla sorella della sposa, va a prendere il proprio posto, salutando con un sorriso gli amici. Per la prima volta dopo all'incirca due mesi, lo sguardo di Liam incontra i celesti occhi che tanto gli sono mancati e si posano ora su di lui stranamente sfuggenti e schivi... perché? Cosa nasconde quello sguardo insolitamente ritroso? Rabbia? Tristezza? Senso di colpa? Liam accantona momentaneamente le sue riflessioni, lasciandosi catturare dalla magica atmosfera, e come tutti osserva la sposa che si avvicina all'altare raggiante in viso, accompagnata dal padre, forse più emozionato di lei.
Quando le mani di Katia e Simone si toccano e gli occhi dell'uno si perdono in quelli dell'altra, qualcosa di unico accade: vestiti di bianco ed avvolti da una celeste aura, in punti diversi della chiesa fanno la loro apparizione i sei spiriti di luce, nella loro umana forma, volutamente visibili soltanto a coloro che conoscono più di ciò che al resto del mondo è dato sapere.
Geremia, intento a scattare foto, si immobilizza esterrefatto davanti alla sopranaturale visione, e come lui June, che racchiude in un sorriso la propria meraviglia. Ma in entrambi l'iniziale stupore lascia via via spazio ad un profondo senso di serenità e pace, che rinfranca ed infonde coraggio. E così anche Katia, Simone, Jabez, Sebastiano ed i loro amici assistono alla scena, pervasi i loro cuori da un'energia calda e rassicurante, un'energia capace di toccare le loro anime inondandole con una pioggia di colori ed emozioni.
La melodiosa voce di June accompagna la cerimonia, regalando momenti di viva commozione, e gli spiriti di luce restano fino alla fine, come angeli custodi che vegliano sui loro protetti non per obbligo ma per scelta, e forse, per affetto.
Katia non può trattenere le lacrime nel pronunciare il sacro giuramento ed anche Simone ha gli occhi lucidi, come d'altronde gli amici che con loro tanto hanno condiviso ed a loro si sentono ora più che mai vicini. Quasi involontariamente, nel momento dello scambio delle promesse nuziali, gli sguardi di Anna e Liam si cercano e si incontrano: per un attimo tutto quello che ultimamente è successo tra loro sembra sparire, cancellato, annullato, e le loro anime si sfiorano e si ritrovano, accompagnate dalla sensazione di non essersi mai davvero allontanate. Ma la realtà chiama e riporta alla mente il ricordo di quanto accaduto: dimenticare non è il modo per risolvere le cose, le decisioni importanti non nascono dall'oblio bensì dalla consapevolezza, ed accettare ciò che succede è il primo passo per far cambiare il corso apparentemente immutabile degli eventi.
Concluso il rito, con un sorriso gli arcangeli si dileguano, dissolvendosi in un soffio di luce, come piccole schegge di sole strappate al cielo che al cielo ritornano, seguendo il naturale ordine delle cose. Ma la loro presenza continua ad aleggiare nell'aria donando gioia e speranza a coloro che riescono ancora a percepirla.
Dopo i saluti e gli immancabili auguri, il lancio del riso e le foto con parenti e amici fuori dalla chiesa, mentre i novelli sposi si trattengono un po' in giro con il fotografo per rubare qualche scatto per il loro album di nozze, gli invitati in blocco si trasferiscono al ristorante dove sarà servito il pranzo e qui ad accoglierli c'è il ricco buffet destinato a sedare i morsi della fame in attesa di dar il via all'inevitabile abbuffata.
Manco a dirlo, Kirk si getta a capofitto sugli stuzzicanti ed appetitosi antipasti, mentre June approfitta della situazione per conoscere Jabez, che resta non poco colpito da lei, dalla sua grazia, dal suo sorriso discreto, dal suo sguardo intenso e sfuggente, e dall'intelligenza e la sensibilità che traspaiono dalle sue parole e dal suo volto. Dal canto suo June scorge l'aura del maturo uomo e ne è davvero impressionata: è un'aura forte, dalla luce calda, non abbagliante ma chiara e nitida, se pur con le sue ombre, l'aura di una persona che molto ha sofferto, molto ha dato, superando ostacoli e dolori con la forza propria di chi crede fermamente in ciò che fa e con coraggio persegue i propri obiettivi ed ideali.
Anche Geremia, non appena arriva al ristorante, abbandona momentaneamente il suo ruolo di fotografo e si presenta a Jabez, curioso di incontrarlo dopo averne tanto sentito parlare da Anna e Sebastiano come un uomo saggio e dalla grande umanità, un maestro di vita, un'insostituibile guida. E' onorato di conoscerlo e si rende conto che i suoi amici non hanno esagerato nel descriverlo, è indubbiamente una persona dotata di grande carisma, con uno sguardo fiero dalla rassicurante luce, e sul suo volto porta i segni evidenti di un passato le cui cicatrici resteranno indelebilmente impresse nell'anima.
Nel mentre Manuela e June spronano Anna ad avvicinarsi a Liam e scambiare due parole con lui, per rompere il ghiaccio, ma lei è piuttosto restia e la sua impulsività ha di colpo ceduto il posto ad un'insolita timidezza.
"Coraggio, che aspetti?" insiste sollecita Manuela "Hai detto che vuoi tornare con lui. E allora?".
"Cosa ti frena?" chiede discreta June.
Anna rimugina fissando un vassoio di appetitose tartine e, dopo un lungo sospiro, si confida con le compagne:
"Sono in difficoltà, non mi sono mai sentita così, o quasi... Non sono una che si imbarazza facilmente, mi conoscete... Ma stavolta... Uffa, cosa mi è preso?!".
"Sei innamorata." osserva sorridendo June "E' un po' come se vi incontraste oggi per la prima volta. Ecco perché stai così.".
Nel contempo, simili consigli li danno Sebastiano, Fabio e Kirk a Liam, che finge di non ascoltarli finché non viene colpito da una diretta domanda di Fabio:
"Insomma, che vuoi fare con lei?".
"A questo punto ditemelo voi." risponde ironico il diretto interessato "Sembra che lo sappiate meglio di me.".
"Hai ragione, non sono affari nostri." interviene Sebastiano, lanciando un'eloquente occhiata all'amico, come quelle che lui più volte gli ha rivolto per spronarlo a dar ascolto ai suoi sentimenti per June.
Liam è incerto sul da farsi, d'istinto vorrebbe prendere Anna tra le braccia, confessandole di amarla ancora e di voler stare con lei, ma qualcosa lo frena, chissà cosa poi, una forza misteriosa che gli impedisce di assecondare la voce del cuore, nonostante i suoi occhi non riescano a staccarsi da colei che dai suoi pensieri nemmeno per un giorno se ne è andata.
"E' bella, vero?" è l'inattesa domanda con cui Geremia sorprende Liam, beccandosi di rimando uno sguardo non eccessivamente benevolo.
"Anna, intendo, è davvero bella oggi, non ti pare?" insiste il giovane fotografo, con una provocatoria sfumatura nella voce.
"Lo è sempre, non solo oggi." ribatte l'altro, con malizioso sorriso "E di questo te ne sei accorto anche tu, no?".
"In effetti, hai ragione... non posso negarlo. Lei è speciale."
"E tra voi, come va?"
"Benissimo direi... siamo diventati molto amici."
Il breve dialogo si conclude con un significativo scambio di sguardi, non amichevoli di certo, ma privi di astio, rancore o gelosia, e Liam bene rammenta che inizialmente anche il suo rapporto con Sebastiano iniziò così, in maniera decisamente burrascosa... Che pure questa volta, col tempo, ne possa venir fuori una bella amicizia? Chi può dirlo?!
Di certo però Liam non Geremia ha per la testa ora e, mentre gli invitati si accomodano ai tavoli abbandonando il buffet, lui si avvicina ad Anna e le rivolge una semplice domanda:
"Allora, come va?".
La ragazza, felicemente sorpresa, sorride e arrossisce, rispondendo con voce incerta, mentre il cuore le balza in gola quasi togliendole il respiro:
"Bene dai... abbastanza... E tu?".
"Al solito." confessa l'altro, guardandosi intorno in cerca degli amici.
"Ti ho visto prima... con Geremia... di cosa avete parlato?" chiede titubante Anna.
"Indovina un po!" ribatte Liam divertito.
I due raggiungono infine il tavolo assegnato loro e si riuniscono ai compagni, lasciando in sospeso, almeno a parole, un discorso che dentro di loro ha ormai preso il via e difficilmente potrà essere fermato.
Durante il pranzo tutto scorre tranquillo, in allegria, tra risate, chiacchiere e cibo a volontà, almeno fino al momento del dolce. In attesa dell'arrivo della torta, gli sposi visitano i vari tavoli per assicurarsi che gli invitati si stiano divertendo e si soffermano un po' con gli amici, scambiando con loro qualche battuta.
"E il viaggio di nozze?" si informa ad un certo punto Kirk "Che avete deciso?".
"Lo faremo, ma non ora." ammette Simone "Abbiamo una questione più importante da risolvere per adesso.".
"A proposito di questo, ci sono novità?" chiede pensierosa Manuela, e scuotendo la testa Katia le fa ben intendere che non c'è purtroppo niente di nuovo all'orizzonte.
Improvvisamente Anna lascia cadere il bicchiere che teneva in mano e spalanca gli occhi, guardandosi intorno visibilmente inquieta.
"Che succede?" le domanda immediatamente Liam, e lei risponde con due lapidarie parole:
"Sono vicini.".
"Cercate di non perdere la calma." si raccomanda Jabez "C'è troppa gente che potrebbe farsi del male. Non dovete scatenare uno scontro qui dentro.".
Interminabili minuti scorrono lenti, quando d'un tratto gli occhi di June scorgono, mescolati tra i camerieri, tre individui dall'aura oscura e minacciosa, e di costoro Geremia riconosce Apollyon, ben ricordando di averlo visto in negozio tempo fa. Con lui ci sono stavolta Vepar e Balberith, ed il trio di angeli caduti si muove tra i tavoli lanciando taglienti occhiate ai nemici, colpendoli con una tacita sfida che non può esser a lungo ignorata.
D'improvviso il mondo si ferma ed i protagonisti dell'aperto scontro tra Cielo ed Inferno si trovano sospesi in una dimensione al di fuori dello spazio e del tempo.
"C'è qualche angioletto nei paraggi..." commenta con evidente sarcasmo Apollyon.
"Ma che bella gente abbiamo qui." osserva con cinico sorriso Vepar, puntando poi gli occhi su Geremia e June "E ci sono due nuovi arrivi.".
"Che volete?" interviene risoluto Panther, scattando in piedi, seguito nel suo gesto dagli altri custodi dei celesti gioielli.
Katia si allontana dal marito e si avvicina a Jabez, Geremia e June, che come lei privi di poteri si sentono particolarmente vulnerabili e devono far attenzione a non diventare in questo frangente un punto debole degli amici. "Allora, Michele, dove sei?" grida ad un certo punto Blaberith, ignorando i sette giovani in piedi di fronte a lui.
"Cosa volete?" insiste risoluto Panther, preoccupato più per June in questo momento che per se stesso e di conseguenza ben attento a non far trapelare le proprie emozioni per non commettere passi falsi.
Da parte sua June, benché spaventata, cerca di dominare la propria angoscia, per non attirare eccessivamente su di sé l'attenzione degli angeli caduti, e si stringe al fratello, che premuroso le mette un braccio intorno alle spalle rassicurandola con uno sguardo colmo d'affetto.
"Scusate, ma non vi avevo invitati." afferma provocatorio Squirrel, seguito a ruota da Wolf:
"Proprio il momento del dolce dovevate rovinarci!".
"Prima o poi smetterete di scherzare." dichiara superbo Apollyon, mentre Vepar, con un agile scatto, giunge alle spalle di Panther e compagni, anticipando qualunque loro mossa, e scaraventa a malamente terra Cat e Dove.
Hawk e Wolf puntano i nemici decisi a contrattaccare, quand'ecco che fanno la loro comparsa Cassiel, Raffaele e Michele, ed è a quest'ultimo che si rivolge sprezzante Vepar, afferrando per un braccio Cat:
"Sapevo che saresti venuto per difendere la tua protetta.".
Cat però non ha bisogno di essere salvata da nessuno, e lasciandosi sfuggire tra i denti un seccato: "Mi hai proprio rotto...", si libera della nemica colpendola allo stomaco e scaraventandola poi sul pavimento.
"Bel colpo!" è lo spontaneo commento di Geremia, che di rimando si becca un'occhiataccia della sorella, a rammentargli che, vista la situazione, forse è meglio star zitti e non farsi prendere dall'entusiasmo.
"Vogliamo giocare o c'è un motivo se siete qui?" chiede severo Cassiel, al quale fa eco Raffaele:
"Perché non ce la sbrighiamo tra noi e lasciamo andare loro?".
"Li avete messi in mezzo voi a questa storia." fa notare Apollyon "Ormai non possono più uscirne.".
Cala un irreale silenzio, gelido ed ostile. C'è una tensione tale che la si può quasi toccare, ed è Fox a prendere la parola ripetendo per l'ennesima volta la domanda precedentemente fatta da Panther:
"Cosa volete? Perché siete qui?".
Balberith lancia un'occhiata d'intesa ad Apollyon, dopodiché, con sardonico sguardo, si rivolge agli arcangeli ed ai sette portatori dei gioielli:
"Lui tornerà, molto presto. Sappiamo che Gabriele manca all'appello. Non potrete fermaci. Rassegnatevi, unitevi a Lui o morirete tutti.".
Ciò detto i tre demoni svaniscono nel nulla e Michele, serio come non mai, parla con assoluta franchezza non mascherando la propria apprensione:
"Stanno per scoprire la verità, lo so. Non riusciamo a rintracciare Gabriele, ma dobbiamo trovarlo il prima possibile, è troppo importante. Ora non fatevi prendere dallo sconforto e dalla paura, non potete permettervelo, e ricordate che vegliamo su di voi costantemente. Non vi lasceremo da soli.".
Tuttavia, né i sette custodi dei gioielli né Jabez, Katia e Geremia possono evitare di mostrarsi preoccupati: il pericolo che incombe è troppo grande per non esserne spaventati e la responsabilità che ognuno di loro in diverso modo si sente addosso, grava sul cuore come un peso insostenibile.
June invece sorride, benché consapevole della difficile situazione e della propria delicata posizione, ed il suo sorriso è sincero e spontaneo e sorprende non poco tanto gli amici quanto gli arcangeli. Sebastiano le si avvicina e la prende per mano, rapito dal suo sguardo luminoso e traboccante di fiducia, tanto simile a quello di Anna in questo momento, mentre Geremia, deciso a proteggere la sorella, confessa un pensiero che da un po' gli passa per la testa:
"Non si possono depistare quei demoni?".
"Hai qualche idea?" interviene Raffaele "Parla liberamente, finché siamo in questa dimensione nessuno può sentirci.".
"Perché non li convinciamo che la porta che cercano è da un'altra parte?" continua il giovane.
"Cioè? Spiegati meglio?" chiede perplesso Kirk.
"Fategli credere che sono io quella porta..." rivela infine Geremia, smuovendo lo stupore generale e l'immediata replica di Jabez:
"E' una follia. E' un piano suicida e moriresti prima di averlo portato a termine.".
"Non ci pensare nemmeno!" irrompe June, spalancando i neri occhi sul fratello.
Anche gli altri ragazzi si mostrano contrari ad attuare l'idea del temerario giovane e provano a convincerlo dell'assurdità della sua trovata, pur apprezzandone il coraggio e la determinazione.
"In questo modo vi aiuterei a prender tempo per trovare Gabriele." insiste Geremia.
Sono quindi gli arcangeli ad intervenire ed è Michele a parlare per primo:
"Forse la tua idea non è del tutto sbagliata, ma non possiamo permettere che ti sacrifichi per aiutarci. Nessuno di voi morirà, ve lo prometto, e io le promesse le mantengo sempre".
"Avete già fatto molto per aiutarci." rimarca sorridendo Cassiel "Adesso è il nostro turno. Voi ritrovate Gabriele, per il resto fidatevi di noi.".
Ma Sebastiano ha una giustificata obiezione:
"E se gli angeli caduti arrivassero a June prima che Gabriele si svegli?".
Nessuna risposta, ed il tempo riprende a scorrere. Degli spiriti celesti non rimane traccia. Sebastiano e compagni tornano a sedersi e gli sposi ricominciano a muoversi tra i tavoli, dominati gli animi di tutti da una profonda preoccupazione, impossibile da dominare e far tacere. Eppure qualcuno capace di restituire un po' di ottimismo agli agli amici c'è, e questo qualcuno è Anna:
"Allora, non fate quelle facce! Qui c'è da festeggiare, non possiamo rovinarci anche questa giornata con pensieri negativi. Pensare al peggio non farà certo andar meglio le cose.".
Ed alla voce della ragazza, portatrice della Virtù della Speranza, si unisce quella di colui che dalla Virtù della Fede è guidato, ovvero Simone, tornato al tavolo dei compagni per spronarli:
"Non abbattiamoci. Ne abbiamo passate tante e siamo ancora qui. Dobbiamo credere in noi, e in loro...".
Le Virtù associate ai custodi dei gioielli tornano di colpo a far sentire la loro voce, più forte che mai, e risvegliano la grinta e la fermezza che paura e sconforto parevano aver scacciato, restituendo ad ognuno la consapevolezza di ciò che è stato unitamente alla fiducia in ciò che dovrà essere...
A conclusione dei festeggiamenti, Sebastiano e gli altri si salutano dandosi appuntamento per il giorno successivo da Jabez, con l'intenzione di discutere sul da farsi e dar una svolta alla ricerca dell'ultimo arcangelo, da troppo tempo ferma, nella speranza che la fortuna giri dalla loro parte facendo giunger qualche fondamentale segnale celeste.
La giornata sembrerebbe dunque finita, ma così non è, non per tutti almeno. Per qualcuno ancora ci sono in serbo delle sorprese. E infatti, mentre Anna sta salendo in auto con Manuela e Kirk, Liam la raggiunge e le rivolge un'inattesa proposta:
"Ti va se ti accompagno io?".
La ragazza, stupita, esita un attimo, ma dura poco la sua incertezza ed un raggiante sorriso è la risposta al gradito invito.
Manuela e Kirk si soffermano ad osservare i due amici allontanarsi l'uno accanto all'altra, felici di rivederli insieme, e si augurano che questo riavvicinamento non sia solo apparente. La magia tra loro non può esser svanita, il legame che fin da subito li ha uniti, così forte e speciale, non può essersi rotto, e chissà che non ne esca invece rafforzato dall'ennesima prova a cui è stato sottoposto.
Inizialmente il viaggio in auto è silenzioso. Sia Liam che Anna sono frenati da una sorta di inspiegabile imbarazzo e parlare di quanto accaduto in questa intensa giornata si rivela il modo più semplice per rompere il ghiaccio. Così per un po' su tali argomenti si concentra il dialogo, ed è Anna che, ad un certo punto, fa prendere al discorso una diversa piega, con una semplice domanda:
"E' per parlare di quello che è successo oggi che hai voluto accompagnarmi a casa o c'è dell'altro?".
"Mi sei mancata..." confessa sinceramente Liam, accennando un sorriso.
"Davvero?... E allora perché non mi hai cercata?" replica diffidente la ragazza.
"Volevo lasciarti del tempo per pensare."
"E tu, dimmi un po'. A che conclusioni sei arrivato?"
"Perché stai sulla difensiva?"
Liam accosta e ferma l'auto, puntando gli occhi in quelli di Anna, cercando di capire cosa significhi la sua apparente ostilità, e non scorge rabbia in lei, né rancore, bensì una latente paura ed una tacita preghiera. Dolcemente le  sfiora con una mano il viso e lei d'istinto si scosta, quasi volesse difendersi da qualcosa, qualcosa che però non è al di fuori, ma dentro il suo cuore, emozioni destatesi in tutta la loro forza che ora la spaventano, frenate dal timore di non essere ricambiata. Con un improvviso abbraccio Liam stringe a sé Anna, come da tempo desiderava fare: ha bisogno di lei, di averla al proprio fianco, per essere se stesso, per sentirsi vivo.
"Avevi ragione, ero confusa." ammette la ragazza, abbandonandosi alla calda stretta che la avvolge.
"E adesso, non lo sei più?" sussurra l'altro con carezzevole voce.
"A Geremia voglio bene, ci tengo a lui, ma..."
"Ma...?"
"...Tu sei... tu... Non potrei stare con nessuno se non con te."
Liam prende tra le mani il viso di Anna e, dopo averle sfiorato le labbra con un dolcissimo "Ti amo", la bacia con tutto l'amore e la passione che ha nel cuore. I due giovani si ritrovano e si riscoprono, completamente rapiti l'uno dall'altra, come si fossero incontrati ora per la prima volta, ed insieme accolgono la sera che avanza e la notte che stende le sue ombre sulla città. Sono finalmente insieme, di nuovo. Si sono scelti con la ragione dopo essersi scelti con il cuore. Sono tutt'uno in pensieri ed emozioni, anima e corpo, mente e spirito. Non c'è che dire, è un'unione davvero unica la loro, e poco importa se dipenda dal destino che li accomuna o da qualche strano gioco del Fato, da dove sia nata non conta, ciò che conta è che esiste ed è tanto reale e vera quanto inspiegabile ed incomprensibile.

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Vi do una piccola anticipazione: mancano solo due capitoli al termine di questa terza parte... Che ne dite? I nostri amici troveranno l'ultimo arcangelo prima che gli angeli caduti scoprano il segreto di June? Con questa domanda vi saluto!
Al prossimo capitolo!!!
Marta

ANNA E LIAM
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Capitolo 29
*** L'ultimo arcangelo ***


PARTE III. I SETTE SPIRITI DI LUCE

CAPITOLO XI. L'ULTIMO ARCANGELO

Trascorre un altro mese, nel quale l'unica novità consiste nell'aumento vertiginoso delle possessioni demoniache e dei conseguenti attacchi portati a Sebastiano e compagni da individui in balia di spiriti infernali, che costringono i sette ragazzi a frequenti esorcismi, talvolta anche piuttosto complessi. Ma questa è evidentemente una mera tattica diversiva e gli angeli caduti, come d'altronde gli arcangeli, non si sono più manifestati apertamente dopo il giorno del matrimonio di Katia e Simone.
In una gelida sera di metà gennaio, il gruppo al completo, compresi June e Geremia, è riunito da Jabez e, considerando che purtroppo di argomenti di discussione non ce ne sono molti, ciò che dalla conversazione emerge sono soprattutto una grande inquietudine ed una profonda incertezza. Anna e Fabio provano a tener alto il morale di tutti ed alle loro voci si uniscono quelle di Katia e Geremia, che si sforzano di spronare gli amici nonostante ne condividano in pieno la preoccupazione.
June, in silenzio, ascolta ed osserva, chiedendosi in cuor suo se sarà in grado di opporsi in qualche modo a Lucifero se mai i nemici scoprissero che è lei quella che stanno cercando. Da tempo ha per la testa questa idea e non ne ha parlato con nessuno, nemmeno con suo fratello o con Sebastiano, consapevole che una simile risposta da sola la deve trovare, dentro di sé. Ma quasi involontariamente in cerca di sostegno posa gli occhi su Jabez, e lui immediatamente se ne accorge, intuendo il significato dell'assorto sguardo.
D'un tratto Simone richiama l'attenzione dei compagni: finalmente c'è una traccia che conduce a Gabriele ed armeggiando con il computer Katia individua il luogo in cui l'arcangelo si trova.
"Dovete andare in Dalmazia, precisamente in Croazia, nei dintorni di Zara." rivela sicura la ragazza, mostrando agli amici sul monitor la zona in questione.
"Non possiamo andare tutti." interviene risoluto Sebastiano, incalzato da Kirk:
"Hai ragione, è meglio se qualcuno di noi rimane qui.".
Liam allora suggerisce come suddividere i compiti:
"Io, Anna, Fabio e Simone partiamo. Sebastiano, Kirk e Manuela restano. Che ne dite?".
La proposta è accolta all'unanimità, o quasi... Anna non è completamente convinta e mette in rilievo un problema da non sottovalutare:
"Non posso creare una barriera contro i demoni anche per quelli che rimangono qui... Cosa facciamo?".
E Manuela ha la risposta pronta:
"Di quella protezione avete bisogno voi che partite, gli angeli caduti non devono fermarvi in nessun modo. Noi qui andremo avanti come al solito. E poi non dimentichiamoci degli arcangeli: ci proteggeranno, vedrete.".
"Non so, ho una strana sensazione." insiste titubante Anna "Non mi piace l'idea di separarci.".
"Ma è l'unica possibilità che abbiamo." rimarca Fabio.
Alla fine la decisione viene presa: i quattro scelti per andare in Dalmazia partiranno in auto l'indomani, gli altri tre non muteranno minimamente le loro abitudini, pur sempre pronti ad intervenire nel caso gli angeli caduti si facessero vivi.
Terminata la riunione, June aspetta che gli amici si siano allontanati e si trattiene un attimo con Jabez, spinta dal bisogno di parlargli da sola, ma è lui che la anticipa rivolgendole una significativa raccomandazione:
"Se dovesse succedere quello che tutti temiamo, tu cerca di resistere finché Sebastiano e gli altri, con l'aiuto degli arcangeli, non ti libereranno. Sei abbastanza forte per riuscirci.".
La ragazza bene comprende il senso delle sagge parole e ringrazia accennando un sorriso, per poi raggiungere i compagni, un po' più serena almeno, per quel tanto che le è concesso essere in questo difficile momento. Non può arrendersi, lei per prima non se lo può permettere, si renderebbe troppo vulnerabile a Lucifero ed al suo infernale potere. Dentro di sé deve custodire il coraggio e la fiducia che le saranno necessari in caso la situazione dovesse volgere al peggio.
Senza perder tempo, Anna, Liam, Simone e Fabio partono per la Croazia, di mattina presto, dopo essersi liberati dagli impegni di lavoro sfruttando i loro poteri psichici, con la speranza di non dover più ricorrere a simili mezzi manipolando le menti di chi li circonda. Ma d'altronde, non hanno modo di agire diversamente ora, la posta in gioco è troppo alta, per tutti...
Durante il viaggio l'argomento principale è uno solo, ovvero la necessità di scovare Gabriele il prima possibile, ed Anna si mostra particolarmente taciturna e pensierosa, a tal punto da spingere Liam a chiederle ad un certo punto perché sia così inquieta.
"Non so, non posso farne a meno." confessa lei "Una sensazione del genere l'ho avuta soltanto...".
La ragazza si interrompe di colpo ed è Fabio a concludere il suo discorso:
"... soltanto quando hai scoperto di essere la CHIAVE... Mi ricordo quando siamo partiti per la montagna, avevi la stessa espressione che hai adesso.".
"Non può succedere di nuovo quello che è successo allora." rimarca Anna, con occhi cupi e spenti "Dobbiamo impedirlo.".
"Ci riusciremo, vedrai." la rassicura Liam, prendendola per mano.
Simone tace e guida tenendo gli occhi fissi sulla strada. Fabio, seduto accanto a lui, guarda distrattamente fuori dal finestrino. Liam accarezza dolcemente i capelli di Anna per rincuorarla. Ma nessuno di loro può sfuggire al nefasto presagio che pian piano si fa largo insinuandosi subdolo nel cuore per spegnere ogni speranza. E' la stessa Anna che si scrolla di dosso per prima negativi pensieri e si sforza di risollevare il morale degli amici:
"Su, dai, non datemi bado, sapete che sono lunatica! Mi sarò svegliata con la luna storta... Andrà tutto per il meglio!".
"Certo che sei un bel tipo!" commenta sorridendo Simone.
"A volte faccio fatica a starti dietro!" osserva divertito Fabio, voltandosi verso l'imprevedibile compagna.
Liam invece non dice nulla e posa un ammirato sguardo sull'amata: la conosce troppo bene per non scorgere la desolante angoscia che attanaglia la sua anima, sa perfettamente che è dotata di un peculiare sesto senso, oltremodo sviluppato, e se la sconfortante sensazione che ha nel cuore è riuscita ad offuscare il suo inguaribile ottimismo, non può essere stato soltanto un improvviso sbalzo d'umore ad averla generata.
Giunti nelle vicinanze di Zara, Simone consulta il computer per assicurarsi di essere nel posto giusto ed ha così la conferma che la zona in cui lui e gli amici si trovano è effettivamente quella in cui Gabriele ed il suo arco sono nascosti. I quattro giovani, lasciata l'auto, si avviano a piedi seguendo più l'istinto che un razionale disegno, come spesso hanno dovuto fare ultimamente, e Squirrel, rammentando la pianta in cui si è tramutata l'arma dell'ultimo arcangelo, racconta un aneddoto riguardante un'antica tradizione locale:
"Dobbiamo trovare un albero di melograno, giusto?... Beh, sapete che da queste parti si usa che lo sposo pianti nel suo giardino un melograno preso dal giardino del suocero, come simbolo di fertilità per la coppia?".
"E se non avesse un giardino?" obietta seria seria Cat.
"Perché qualche volta non ascolti e basta?" interviene Fox perplesso.
"Ma scusa," insiste la ragazza "la mia è una domanda legittima: se due si sposano e vanno a vivere in un appartamento, dove lo mettono un melograno?".
Hawk sorride per la buffa espressione di Cat, ma inevitabilmente deve riportare l'attenzione dei compagni ad una questione ben più importante:
"Mi spiace interrompervi, ma vi ricordate perché siamo qui? Evitiamo di distrarci.".
"Ok, ok..." risponde Fox "E' che non possiamo far niente se non ci arriva qualche segnale.".
"E allora, datti da fare!" lo incita Cat, con malandrino sguardo.
"Hai qualche buona idea per caso?" ribatte provocatorio l'altro.
Squirrel tronca il battibecco in maniera piuttosto decisa:
"L'avete finita voi due? Troviamo quello che ci serve e torniamo a casa.".
I quattro compagni si incamminano lungo una delle spiagge nei pressi di Zara, non incontrando molta gente in verità. In fondo, siamo a gennaio, in pieno inverno, non è certo la stagione giusta per una gita al mare!
Di punto in bianco il bracciale con il simbolo della volpe inizia ad emettere un tenue bagliore, che si fa via via più intenso, e tra la vegetazione tipicamente mediterranea che circonda la spiaggia gli occhi di Cat si posano su una pianta riccamente ornata di purpurei boccioli che stanno fiorendo ad una velocità assolutamente innaturale, simili ad incandescenti fiammelle tra il verde fogliame.
Arrivato davanti al rigoglioso melograno, Fox ne coglie un vermiglio bocciolo e tra le sue mani si materializza l'aureo arco di Gabriele, che in una spirale di luminose scintille si dissolve, mentre del fiorito albero non resta che un cumulo di conchiglie dalle rosse venature sparse sulla sabbia.
Recuperato l'arco, non si rivela per nulla semplice scovarne il legittimo proprietario ed i quattro amici vagano senza sosta per tutto il giorno, finendo alla sera con l'aggirarsi per le vie di Zara sorretti più dalla speranza che dalla certezza di porre presto fine alla loro ricerca.
La giornata è invece trascorsa abbastanza tranquillamente per Sebastiano, Manuela e Kirk, e verso ora di cena i tre giovani, insieme a Geremia, June e Jabez, si radunano da Katia, non soltanto per stare in compagnia ma soprattutto per fare della loro unione un fondamentale baluardo contro i nemici.
"Chissà cosa stanno facendo gli altri?" si chiede ad un certo punto Manuela.
"Saranno impegnati a tener a bada Anna!" commenta divertito Geremia, assecondato da Sebastiano:
"In effetti, Anna è... Anna! Riesce a mandarti fuori di testa con le sue strampalate associazioni di idee... e poi combina sempre qualche guaio!".
"Mi ricordo le litigate che facevate ai tempi del liceo!" interviene Kirk ridendo, ripescando dai meandri della memoria le immagini di un periodo apparentemente lontanissimo.
Improvvisamente ad interrompere i discorsi del gruppo di amici arriva Michele che, impugnando la sua dorata spada, rivolge un preciso invito, o meglio un ordine, a Sebastiano, Manuela e Kirk:
"Indossate le vostre divise. Immediatamente.".
I tre ragazzi non indugiano un solo istante ed ubbidiscono senza fiatare all'arcangelo, il cui sguardo non lascia spazio al minimo dubbio, e l'unico che si azzarda a parlare è Jabez, ponendo a Michele una domanda che cela in sé anche la sua risposta:
"Stanno arrivando?".
La comparsa degli altri cinque spiriti di luce con tanto di armi celesti è la conferma di ciò che tutti già hanno intuito, e quando Panther ed i suoi due compagni si riuniscono al gruppo, al volo comprendono che i nemici stanno per lanciare un decisivo attacco e non sarà possibile per nessuno fuggire stavolta, nemmeno per Jabez, Katia, Geremia né tanto meno per June.
"Cat aveva ragione." fa notare Dove "Lei se lo sentiva che sarebbe successo.".
"Speriamo solo che Gabriele si svegli in tempo." rimarca Samael.
"Intanto teniamoli a bada e prendiamo tempo." afferma risoluto Cassiel.
Cala il silenzio, un silenzio pesante e gelido, un silenzio rotto d'un tratto dalla voce di June:
"Vengono per me.".
Panther stringe a sé l'amata e premuroso le sussurra:
"Non li farò avvicinare a te. Ti proteggerò a qualsiasi costo.".
"Non puoi." risponde la ragazza, con un'inspiegabile serenità dipinta in viso, una serenità che non è rassegnazione bensì consapevolezza, consapevolezza di ciò che è inevitabile ma non immutabile.
Ai tre giovani che già una volta hanno vissuto un simile momento sembra di tornar indietro nel tempo ed i ricordi di allora bruciano nell'anima trasformandosi in rabbia e dolore, ma anche in coraggio e determinazione. In un moto circolare di trascorsi e ricorsi, il destino ripropone un'esperienza già vissuta, il cui epilogo in passato fu tragico, e non così dovrà essere stavolta.
June, prendendo tra le mani il viso di Panther, si rivolge a lui, agli amici, al fratello ed agli spiriti celesti con una calma tutt'altro che fittizia:
"Anche se dovessero prendermi, ed è facile che succeda, so che posso contare su tutti voi. So che mi libererete, e questo mi aiuterà a resistere. Posso farcela... possiamo farcela.".
Le sincere e spontanee parole toccano il cuore di coloro che le ascoltano e neppure gli arcangeli possono restar indifferenti, come dimostra la fiduciosa considerazione alla quale si lascia andare Michele:
"Quanto abbiamo da imparare da voi! Questo mondo vi appartiene, appartiene alle persone come voi, e poco importano le facoltà soprannaturali. Altra è la vostra forza, altro il vostro potere... Lucifero ha già perso.".
Con una beffarda risata ed un denigratorio applauso rivela il suo arrivo Apollyon, al cui seguito ci sono gli altri sei angeli caduti.
"Stavolta ci siete proprio tutti." osserva con aria di sfida Anael.
"Peccato che non si possa dire lo stesso di voi..." le risponde a tono Onoskelis.
"Devo ammetterlo." confessa Rahab "Siete stati bravi a nascondere fino ad ora il vostro segreto.".
Jabez, Geremia, Katia e June indietreggiano ed in loro difesa si schierano Panther, Dove e Wolf, mentre gli arcangeli si dispongono di fronte ai minacciosi nemici, creando con la loro energia una barriera a protezione dei giovani amici. Gli angeli caduti non si fanno intimorire e di certo non sono degli sprovveduti: in un istante nelle loro mani si materializzano delle armi dall'oscura luce, simili solo per aspetto a quelle degli spiriti celesti, ma ben diverse da queste per la malefica energia che emanano.
Il problema principale è che gli arcangeli al momento sono in inferiorità numerica e quando ognuno di loro, rispondendo ad una tacita sfida, si scontra con uno degli avversari svanendo con esso, Panther e gli altri rimangono faccia a faccia con Astaroth.
Il demone, col suo fare altero ed imperturbabile, osserva gli individui che gli stanno di fronte con subdola freddezza, sicuro della propria superiorità e della vittoria ormai a portata di mano.
"Adesso sei solo. Cosa vuoi fare?" esordisce severo Wolf, preparandosi ad attaccare.
"Anche voi siete soli." ribatte impassibile l'infernale essere.
Panther fa un cenno ai due compagni ed unendo le forze i tre ragazzi riescono a disarmare il nemico e scaraventarlo a terra, dando fondo ai loro poteri medianici. Ma Astaroth presto si rialza e da par suo reagisce al colpo subito: dopo aver immobilizzato i tre custodi dei gioielli, infierisce sui loro amici e, giunto con un fulmineo scatto alle spalle di Katia, Jabez e Geremia, li atterra lasciandoli doloranti sul pavimento.
L'unica che dai poteri del demone non può esser toccata è June ed i suoi fieri occhi trafiggono il nemico senza far trapelare nemmeno un minimo di paura o angoscia.
"Non vuoi proprio arrenderti?" le chiede Astaroth, colpito dalla sguardo che ha puntato addosso "Dovrai piegarti a qualcosa di più grande di te. Dovrai farlo.".
"Mai." replica sicura June, ripescando in fondo al cuore tutto il coraggio che le serve ora per contrastare il terrore che inevitabilmente si sta impossessando di lei.
Geremia volge gli occhi verso la sorella. Vorrebbe proteggerla, salvarla, e si sente morire all'idea di doverla lasciare in balia di Lucifero. Perché il Male assoluto deve servirsi di un'anima pura come quella di June? Forse perché proprio della forza che in lei scorre ha bisogno Satana per infrangere gli ancestrali sigilli con cui in un tempo antico Michele lo relegò all'Inferno chiudendone le tre principali porte... Come fermare tutto ciò? Come opporsi? Dev'esserci un modo...
"Allontanati da lei!" grida Panther, con rabbiosa disperazione.
Dove e Wolf si scambiano un'eloquente occhiata ed uniscono le loro energie psichiche per permettere al compagno di liberarsi dal giogo di Astaroth ed intervenire in difesa di June. Panther si scaglia contro l'ostico avversario deciso a fermarlo, riuscendo inizialmente a tenergli testa e mettendolo addirittura in difficoltà, ma ad un certo punto il demone prende il sopravvento ed afferra per il collo il temerario giovane.
"Lascialo andare!" urla June, avventandosi contro l'angelo caduto per aiutare Panther, mentre Jabez di nascosto recupera dalla tavola un coltello e lo getta a Geremia, che senza alzarsi da terra si avvicina al nemico e gli conficca la lama nella gamba.
Astaroth molla la presa e libera Panther. Poi, con apatico distacco estrae il coltello, quasi non gli importasse più nulla di quello che sta accadendo intorno a lui, e puntando i taglienti occhi su June pronuncia poche significative parole:
"Avete commesso un errore di valutazione, e per primo Michele l'ha commesso, credendo che fosse nelle mani di Apollyon il ritorno di Lucifero. Sapete, un segreto l'avevamo anche noi, non solo voi: Apollyon doveva guidarci fin qui, ma non è lui che deve aprire le porte a Lucifero. Io devo farlo.".
Nel mentre, a chilometri di distanza, ignari di quello che sta accadendo ai loro amici, Liam, Anna, Simone e Fabio finalmente hanno individuato la persona che a sua insaputa cela in sé l'ultimo spirito di luce. Lo sguardo di Hawk si sofferma su di una donna anziana che cammina a passi lenti appoggiandosi ad un bastone, e per adempiere al loro compito i quattro giovani sono costretti a seguirla di nascosto fin dentro un vecchio palazzo. Fox, silenzioso e cauto, si avvicina e posa una mano sulla spalla della donna, e lei, invece di svenire come le altre volte è accaduto, si spaventa e colpisce con la borsa l'inopportuno seccatore, rivolgendogli frasi incomprensibili e di sicuro non amichevoli, per poi dirigersi verso le scale fulminandolo con lo sguardo.
Fox è sbalordito ed i suoi compagni, che hanno assistito a quanto accaduto, non sanno se ridere o piangere. Effettivamente la scena è stata piuttosto buffa, ma Gabriele dov'è? Che si sia trattato di un falso allarme? E' dunque tutto da rifare?
Quando i quattro compagni, perplessi e delusi, si voltano per uscire dal palazzo e riprendere la loro ricerca, si trovano davanti un uomo maturo, non molto alto, occhi castani, capelli corti brizzolati, viso ovale dal profilo greco, vestito con una giacca blu, camicia azzurra ed un paio di jeans.
"Ce l'abbiamo fatta..." sospira Cat, alleggerito il suo cuore da un gravoso peso.
"Grazie per avermi svegliato." afferma Gabriele, impugnando il suo arco "Ma ora ripartite subito.".
Con tali significative parole l'arcangelo si dilegua ed il suo incisivo messaggio spinge i quattro ragazzi a raggiungere in velocità l'auto per far ritorno a casa il prima possibile. Dev'essere successo qualcosa di grave, l'accigliata espressione dello spirito celeste non lascia spazio a dubbi. Non c'è nemmeno il tempo di gioire per la conclusione dell'ardua ricerca degli arcangeli, il Male incombe, ed Anna, colta dall'ancestrale memoria del sigillo un tempo impresso in lei, percepisce nitidamente che le porte infernali stanno per aprirsi.
Gabriele come un celeste strale arriva nel luogo in cui si trova Astaroth, ponendosi senza esitare in difesa di June, ed il provvidenziale aiuto rincuora non poco Panther ed i suoi amici, che finalmente intravedono un barlume di speranza e ringraziano col pensiero i compagni che hanno destato l'ultimo angelo planetario.
"Guarda un po' chi c'è?" esclama con cinico stupore il demone.
"Sono qui per te." replica sicuro l'arcangelo, preparandosi a scagliare una delle sue frecce contro il nemico.
Dove e Wolf sono di nuovo liberi di muoversi e si avvicinano a Katia, Jabez e Geremia, mentre Panther rimane accanto a June e la prende per mano, in attesa di scoprire cosa accadrà ora. E ciò che di fatto avviene coglie tutti di sorpresa... Un'energia immane dall'arcana natura si sprigiona improvvisamente ed impedisce a Gabriele di lanciare il suo attacco. Qual'è l'origine di un simile oscuro potere? Cosa, o chi, potrà mai esserne la fonte?
Anche gli altri arcangeli fanno la loro comparsa ma nessuno di loro è in grado di contrastare l'invisibile presenza che si aggira minacciosa senza rivelarsi. Panther d'istinto si volta verso June e si rende immediatamente conto di non aver più di fronte la ragazza che ama, bensì una creatura che di umano ha solo il corpo. Non c'è più luce nei suoi occhi, neppure una minima scintilla di vita, né un'emozione. Wolf e Dove obbligano il compagno ad allontanarsi e lo trascinano via faticando non poco a vincere la sua resistenza, mentre Jabez tiene fermo Geremia impedendogli di correre dalla sorella.
Gabriele si riunisce agli arcangeli, profondamente rammaricato di non esser arrivato in tempo per impedire al rituale di compiersi, e sui sette spiriti di luce si posa il satanico sguardo di June, al cui fianco si inchina Astaroth, come un umile servitore ai piedi del suo sovrano. In un istante anche gli altri angeli caduti riappaiono dal nulla e si dispongono in cerchio intorno al loro Signore e Padrone, finalmente rinato.
Panther vorrebbe intervenire, colto da una profonda rabbia ed un intimo dolore che gli impediscono di ragionare, ed è Jabez che con poche sagge parole gli impedisce di compiere un gesto avventato:
"Non è morendo che la salverai.".
"Perché non fanno niente?" chiede Katia stupita e contrariata, riferendosi all'inspiegabile immobilità degli arcangeli.
"June è immune ai loro poteri." rimarca Dove "Solo a due rituali era, ed è, vulnerabile: quello che ha portato Satana a rinascere e quello che dovremo compiere noi per liberarla. Qualsiasi altro attacco demoniaco o angelico su di lei non ha effetto.".
Lucifero è dunque tornato dal suo regno di fuoco, ma ha inevitabilmente bisogno di tempo per raccogliere le energie che gli serviranno per spalancare  le porte infernali, ed in una gelida fiamma dalle argentee sfumature svanisce insieme ai suoi fedeli seguaci, lasciandosi alle spalle una scia di amarezza, rabbia, angoscia, paura...
"No!!!" grida Sebastiano crollando in ginocchio a terra e prendendo a pugni il pavimento, solcato il suo volto da brucianti lacrime, mentre Geremia, in preda ad un'inconsolabile disperazione, si appoggia al muro ripetendo sottovoce il nome della sorella.
Michele alza gli occhi al cielo e tra i denti pronuncia un amaro "Perché?", incolpando più di tutti se stesso per quanto accaduto. Non ha mantenuto la parola data, non è stato in grado di adempiere al suo compito, ma fino a quando ci sarà anche solo un minimo barlume di speranza lui non si arrenderà, come non si sono mai arresi i ragazzi sui quali da anni veglia dall'alto.
"Voi potete scoprire dove sono adesso i demoni?" è la diretta domanda che  d'un tratto Sebastiano rivolge agli arcangeli.
"Li troveremo." risponde senza esitare Cassiel.
"Bene." continua risoluto il giovane "Aspetteremo che Liam e gli altri siano qui, e poi andremo a rispedire Lucifero all'Inferno.".
"Sono con te." afferma Kirk avvicinandosi all'amico.
"Anch'io, come sempre." conclude Manuela, accennando un sorriso, simbolo di una speranza che niente e nessuno ha potuto né potrà mai spegnere.
"Per quel che può contare, ci siamo anche noi." confessa Geremia, facendosi portavoce del proprio pensiero così come di quello di Katia e Jabez.
"Conta molto, più di quanto immagini." sottolinea Sachiel, e dopo di lei parla Raffaele:
"Ora noi andiamo, ma ci rivedremo molto presto. E ricordatevi una cosa: Lucifero crede di aver già vinto, questo è il suo punto debole e questo ci permetterà di sconfiggerlo.".
Gli arcangeli si dissolvono in una bianca nube e soltanto Michele si trattiene un attimo in più, per rivolgere una sollecita raccomandazione a Sebastiano:
"June è forte e resisterà per voi, per noi, per te. Vedi di essere forte quanto lei. Non mollare, ok capo?".
Ciò detto lo spirito celeste se ne va, riunendosi ai suoi fratelli per stanare il nemico il prima possibile. Il tempo è fondamentale ora, tardare di un solo istante potrebbe essere fatale, per tutti...

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Capitolo 30
*** ...non è la fine... ***


PARTE III. I SETTE SPIRITI DI LUCE

CAPITOLO XII. ...NON E' LA FINE...

Quando Liam, Anna, Fabio e Simone fanno ritorno dalla Croazia, immediatamente corrono dai compagni ed è quasi l'alba quando si riuniscono a loro, trovando una situazione completamente diversa da quella che avevano lasciato soltanto un giorno prima. Sono tutti ancora radunati a casa di Katia e Simone. Nessuno se ne è andato. L'unica che manca all'appello è June, e la sua assenza fa ben intuire ai quattro appena tornati cosa può essere accaduto. Non una parola, non una lacrima, solo intensi sguardi e profondi silenzi legano ora il gruppo di amici, e con affettuoso slancio Anna abbraccia Sebastiano quasi volesse prendere su di sé il suo insanabile dolore. Liam invece si avvicina a Geremia e gli mette una mano sulla spalla, in segno di amicizia e comprensione: sa perfettamente come si senta in questo momento, l'ha provato sulla sua pelle quando Asmodeus portò via con sé Anna per far risorgere Lucifero, ed ora Lucifero è risorto davvero e si è servito di June per farlo.
E' Simone che per primo parla tentando di essere, se non altro, almeno un po' propositivo:
"Cosa facciamo adesso?".
"Aspettiamo notizie dagli arcangeli." risponde pensieroso Kirk "Appena sapranno dove si nasconde Lucifero, verranno da noi.".
"E intanto?" interviene Fabio "Non possiamo restare qui con le mani in mano, lasciandoci sopraffare dalla rabbia e dalla tristezza.".
"E che dovremmo fare?" ribatte lapidario Geremia, quasi infastidito da quanto appena sentito.
"Se non possiamo far altro, continuiamo con le nostre vite." prosegue Fabio, provocando l'istintiva e violenta reazione di Sebastiano, che di scatto si avvicina all'amico e lo afferra per la maglia, trafiggendolo con lo sguardo e colpendolo con dure parole:
"Io non farò un bel niente. Me ne starò ad aspettare finché Michele non mi verrà a dire dove si nasconde Lucifero e poi andrò da lui e lo ricaccerò da dove è venuto. Chiaro?".
Liam interviene prima che si scateni una lite, decisamente inutile e fuori luogo in questo momento, mentre Manuela esprime in tutta sincerità la propria opinione:
"Fabio ha ragione, ci indeboliamo se restiamo qui in attesa di notizie dagli arcangeli. Facciamo il gioco del nemico se ci comportiamo in questo modo.".
"Coraggio ragazzi, torniamocene a casa. Tra poco bisogna andare al lavoro." suggerisce con velata rassegnazione Geremia, ripescando in fondo al cuore quel poco di energie che gli sono rimaste.
"Sì, certo, andiamo a casa." replica in tono sarcastico Sebastiano "E poi ce ne andiamo al lavoro, come se nulla fosse... Ma non lo capite che se non fermiamo Lucifero sarà la fine di tutto?! Come potete comportarvi normalmente?!?".
"Calmati." interviene deciso Jabez "Se fai così non sei di aiuto a nessuno. Ricordati che sei il capo...".
"Non ho mai voluto esserlo." afferma amareggiato il giovane "E capo di cosa poi? Non ho salvato Brian. Non ho salvato June. Non ho fermato Lucifero...".
"Adesso basta!" si intromette spazientita Anna, puntando i celesti occhi sul disilluso compagno "Smettila di comportarti così. Se ci arrendiamo noi, allora sì sarà tutto perso. Tu fai un po' come vuoi, io non mollo, non la darò vinta a quei demoni. E se non la smetti di parlare in questo modo, te la dovrai vedere con me.".
Sebastiano si avvicina all'amica e chinando la testa si scusa e la ringrazia per le sue schiette parole, parole che hanno effettivamente ridato coraggio e fiducia a tutti quanti, parole non frutto di un'assurda illusione bensì di una realtà invisibile più concreta e solida di quella tangibile che si può vedere e toccare.
Passano alcuni giorni senza che nessuna novità giunga dal fronte angelico o da quello demoniaco ed in questo breve periodo è un'ardua impresa comportarsi normalmente per coloro che sanno quale nefasta minaccia si prospetti all'orizzonte. Katia e Simone invano provano ad utilizzare il programma con cui anni fa avevano stanato Asmodeus ed i sette Peccati. Lucifero sfugge a simili controlli, nessuna mente umana o computer può stanarlo, ed intanto nel mondo regna un'irreale pace, come il Male fosse sparito dalla faccia della Terra, mentre invece si è concentrato in un unico segreto luogo, intorno a Colui che ne è l'origine e la fine.
Inevitabilmente tale apparente ed inquietante calma è destinata a durare poco, ed una sera, mentre a casa di Geremia il gruppo al completo è riunito, fa la sua comparsa Gabriele, recando con sé la notizia tanto attesa.
"E' ora." esordisce l'arcangelo, per poi aggiungere:
"Stasera li troveremo nella vecchia chiesa sconsacrata appena fuori dalla città. Inizieranno in quel posto il rituale per aprire le porte dell'Inferno. Incontriamoci là, ma tenete conto che di sicuro si aspettano di vedervi arrivare.".
"Se lo aspettano, ma non si accorgeranno che ci stiamo avvicinando." afferma Anna, creando immediatamente con il suo potere una potente barriera che permetta a lei ed i compagni di avvicinarsi ai nemici senza esser scoperti.
Non c'è tempo per i saluti, ogni secondo è prezioso, i sette custodi dei gioielli indossano le loro divise e si accingono a partire, mentre Gabriele svanisce per riunirsi ai fratelli già armati e pronti alla battaglia. Jabez incoraggia con un paterno sguardo i suoi ragazzi e si congeda da loro con una sentita raccomandazione:
"Tornate, tutti. Vi aspettiamo.".
Katia abbraccia Simone mentre è già sulla porta e Geremia rivolge agli amici un fiducioso saluto, augurandosi in cuor suo di vederli presto tornare e dedicando in particolare ad Anna un affettuoso sorriso.
Prima di salire in auto per raggiungere il luogo dello scontro finale, Panther sente il bisogno di parlare ai compagni che con lui molto, moltissimo hanno condiviso:
"Ne abbiamo passate tante in questi anni, forse tutto quello che ci è capitato doveva prepararci a quello che succederà stanotte. Non so come andrà a finire, ma sono felice e orgoglioso di aver vissuto tutto questo con voi.".
Altre parole non servono, quello che Panther ha detto è anche nel cuore dei suoi amici, ed i sette giovani partono alla volta del luogo indicato loro da Gabriele, consapevoli che l'impresa che li attende questa volta è ben più difficile di quelle realizzate finora ma non impossibile da portar a compimento con successo.
Quando i coraggiosi ragazzi arrivano nei pressi della chiesa sconsacrata, subito vengono raggiunti dagli arcangeli, che come prima cosa consegnano loro le celesti armi necessarie per compiere il rituale in grado di ricacciare Lucifero nel suo regno di fiamme e disperazione.
"Cosa succederà adesso?" chiede Panther, ed è Michele che prontamente gli risponde:
"Per Lucifero June non è solo il passaggio tra questa dimensione e quella da cui Lui proviene, ha bisogno del suo sangue innocente per spalancare i tre accessi principali dell'Inferno e lo farà non appena sarà abbastanza forte per riuscirci. Ormai manca poco, buona parte della sua oscura essenza è arrivata fin qui. Ma la verità è che il sangue di June può aprire anche le porte del Cielo, e questo sarei costretto a fare se venisse versato, trasformando il vostro mondo in un campo di battaglia... Non dobbiamo permetterlo.".
"Noi ci occuperemo degli angeli caduti." interviene Cassiel, rivolgendosi a Panther e gli altri "Voi salvate June e rimandate indietro Lucifero prima che sia tardi. Siamo ancora in tempo.".
"E cosa dobbiamo fare di preciso? Non ce l'avete mai detto." rimarca pensierosa Dove.
"Lo capirete al momento, non vi dobbiamo spiegare nulla." confessa Raffaele "E' già tutto dentro di voi.".
Il gruppo entra quindi nell'antica chiesa, e mentre scende le scale che portano alla cripta ad un certo punto Cat si ferma rivelando in un sospiro che la barriera protettiva da lei creata è svanita e ben presto i demoni si accorgeranno della loro presenza.
"Poco male, tanto doveva succedere." afferma Fox, volgendo gli occhi verso Panther, e questi di rimando guarda Michele, che senza indugiare oltre sprona tutti a proseguire.
Dalla cripta, attraverso uno stretto e nascosto pertugio, si snoda un segreto intreccio di angusti ed umidi cunicoli, scavati al di sotto della chiesa che, da quando ha smesso di essere un luogo sacro, è diventata per lungo tempo il punto di incontro di sette legate al culto di Satana. Un buio corridoio conduce ad una grande porta di ferro, con incisi arcaici simboli, dei quali uno ne riconoscono Cat ed i suoi amici, il simbolo che già avevano visto ai tempi di Asmodeus, un tridente con ali di pipistrello. In un istante passano davanti agli occhi dei sette giovani le immagini di tutto quello che è accaduto nelle loro vite da quando hanno incontrato Jabez ed hanno scoperto la loro missione... sono trascorsi anni da allora eppure i ricordi di ciò che hanno vissuto sono ora più vivi e presenti che mai e nei loro cuori infondono forza e coraggio.
Al seguito di Michele il gruppo spalanca l'imponente portale e si ritrova in una grande stanza buia, rischiarata appena da alti candelabri in ferro, disposti in cerchio, sormontati da nere candele, la cui tetra luce si insinua tra gli scansi e le fessure delle pareti di roccia disegnando cupe ed inquietanti ombre. Sfruttando l'energia delle armi degli arcangeli Panther e compagni illuminano a giorno l'arcano luogo e si vedono così davanti, schierati come soldati pronti alla battaglia, i sette angeli caduti, sui cui fieri volti si specchia l'inoppugnabile certezza di aver ormai adempiuto al proprio compito.
Michele fa un cenno ai celesti fratelli e con loro si avvicina agli agguerriti avversari, lasciandosi alle spalle i custodi dei gioielli, il cui compito ora non è affrontare i demoni bensì rimandare Lucifero all'Inferno e richiudere per sempre l'accesso che l'ha liberato. Astaroth ride beffardo, alza il braccio sinistro ed in una nera nube lui e gli altri angeli caduti si dileguano, seguiti immediatamente dagli spiriti di luce, pronti all'inevitabile scontro nel quale stavolta solo una parte o l'altra uscirà vincitrice.
I sette ragazzi, rimasti soli, si guardano intorno in cerca del loro potente nemico, stupiti di non percepirne nemmeno la presenza. Dove si sarà nascosto? E se fosse già lontano? Se si trovasse altrove e stesse già compiendo il suo nefasto rituale? Ma Lucifero è vicino, più di quanto i giovani immaginino, e sicuro della sua superiorità rivela la propria presenza apparendo dall'oscurità e portandosi al centro del cerchio illuminato dai candelabri.
Panther guarda quella che un tempo era la sua June e che adesso di lei ha solo l'aspetto, consapevole che l'anima della sua amata è ancora all'interno di quel corpo e sta lottando per non soccombere al Male che se ne è impossessato. E mentre i sette amici si avvicinano al temibile avversario circondandolo, una cosa almeno appare loro chiara: se il Diavolo si sta ancora servendo di June è perché non è riuscito a completare il suo passaggio in questa dimensione e non è perciò alla sua massima potenza. Dunque non è tutto perduto, c'è una possibilità di vittoria e va sfruttata al meglio!
"Non potete farcela contro di me." esordisce con regale freddezza Lucifero "Siete delle piccole pulci al mio confronto. E nemmeno l'aiuto di Michele e gli altri vi basterà per sconfiggermi. Unitevi a me, vi conviene.".
"Piuttosto la morte." risponde deciso Fox.
"Non morirete..." continua l'infernale Signore "Patirete delle sofferenze che nemmeno vi immaginate e la stessa sorte toccherà alle persone che amate. Siete sicuri di voler rischiare?".
Nessuna risposta. E nonostante la paura avanzi a rapidi passi nei cuori di Panther e compagni, nessuno fa marcia indietro ed uniti ora come non mai i sette custodi dei gioielli danno il via al rituale che gli arcangeli hanno affidato loro. Le armi celesti si sciolgono in pura energia, come una fiammante cascata dall'intensa e calda luce, mentre dalle mani di Hawk e Cat inizia a scorrere un sottile rivolo di purpureo sangue che intorno a Lucifero si dispone, ancestrale anello della catena che un tempo lo condannò ad una lunga prigionia...
...Intanto, tra i cunicoli e le stanze scavate nel sottosuolo della chiesa sconsacrata, si sta consumando un'altra battaglia, e più di una in verità, tra gli spiriti di luce e gli angeli caduti, ognuno pronto a sacrificarsi per la vittoria della propria fazione.
Gabriele si guarda intorno, un buio assoluto lo avvolge e del nemico non c'è traccia. D'improvviso una miriade di ragni neri ricopre le pareti di roccia e giunge fin ai piedi dell'arcangelo, che in un istante muta il proprio aspetto in quello di una volpe ed inizia a difendersi dall'imprevisto attacco con denti e artigli. Quando i ragni sembrano avere apparentemente la meglio sovrastando la tenace volpe, questa si dissolve in un soffio di luce disintegrando i neri aracnidi. Gabriele e Rahab si trovano così faccia a faccia ed è l'arcangelo a rompere il silenzio:
"Questa volta uno solo di noi due si salverà.".
"O forse nessuno, chissà..." ribatte l'altro con ambiguo sorriso "Quello che dovevo fare l'ho fatto, posso anche sparire. Siete voi che ancora non avete finito, una cosa vi resta da fare e quei ragazzi non possono riuscirci da soli, lo sapete.".
"Non è un problema tuo."
"No, infatti, io devo tenerti occupato qui, lontano da loro, e questo farò."
I due rivali abbandonano la forma umana e lo scontro tra le loro reali essenze prende il via, come una guerra di opposte energie che a vicenda si annullano per poi tornare all'attacco, in un alternarsi di luce ed ombra dall'incerto esito.
Nel mentre Sachiel si aggira circospetta e cauta per gli angusti cunicoli, finché il suo cammino non viene bruscamente interrotto da uno stuolo di pipistrelli giganti che la aggrediscono e si aggrappano a lei immobilizzandola. Ma l'arcangelo non si lascia cogliere impreparato e sotto forma di un regale e forte lupo si scrolla di dosso gli aggressivi vampiri azzannandoli senza pietà. Spirito di luce ed angelo caduto riprendono quindi le loro umane sembianze ed Onoskelis si rivolge minacciosa alla sua impavida avversaria:
"Perdete tempo. E' tardi per fermarlo, non potrete impedire la sua vittoria se non scatenando una guerra. Comunque andrà, noi abbiamo già vinto.".
"Non credi nemmeno tu a quello che stai dicendo." replica pungente Sachiel "Avete paura di essere sconfitti, avete paura degli esseri umani, di quei sette ragazzi che già una volta hanno mandato all'aria i vostri piani.".
Con una risata risponde il demone, nonostante le parole dell'arcangelo abbiano colpito nel segno, come un'affilata e velenosa lama. Ma il tempo di parlare è ormai terminato e le due acerrime nemiche si affrontano dando fondo a tutte le loro energie, per ottenere una vittoria fondamentale in questo momento, un importante tassello del segreto mosaico che si sta via via componendo e la cui finale immagine è ancora ignota.
Disperso tra i bui corridoi sotterranei sta vagando anche Samael, fiutando l'aria in cerca del suo avversario, quand'ecco che un esercito di ratti, dal manto marrone e le lunghe code ad anelli, lo circonda impedendogli di muoversi. Lo spirito celeste cambia allora il suo aspetto assumendo le sembianze di un gatto dal manto striato, che con i suoi affilati artigli si difende  agguerrito non concedendo al nemico alcuno scampo. I repellenti topi si radunano in un angolo buio, quasi stessero fuggendo, ma in realtà nell'oscurità si fondono in un unico corpo e dalla loro unione riprende il proprio umano sembiante Vepar. Lo stesso fa Samel, che recuperata la sua forma umana con fiero sguardo fissa il demone, senza pronunciare una sola parola, pronto ad attaccare con tutta la sua forza per adempiere al compito affidatogli. Sguardi di fuoco si rivolgono i due avversari, sguardi che in un tempo antico puntavano nella stessa direzione ed ora si scontrano muovendo da un opposto fronte. Si è spezzato il Cielo con la ribellione di Lucifero e degli angeli che hanno scelto di seguirlo, e di questo cielo una parte si è infiammata mutandosi in un inestinguibile Inferno. Vepar e Samael, fieri soldati di una guerra dalle remote e profonde radici, si squadrano in silenzio e si lanciano poi l'uno contro l'altra, affrontandosi con la consapevolezza che la battaglia per entrambi potrebbe presto terminare.
Intanto Raffaele è alle prese con un infido avvoltoio che, apparso dal nulla, si scaglia contro di lui gettandolo a terra. E da terra l'arcangelo si innalza come un regale falco, maestoso ed astuto, che contro il nemico si avventa scaraventandolo addosso ad una parete di roccia. Balberith si manifesta allora in tutta la sua oscura essenza e non da meno è lo spirito celeste, che con una luce abbagliante irradia il tetro antro. Ma le tenebre sono forti, tanto più ora che il loro Signore è così vicino, ed anche se la speranza di vittoria pare assottigliarsi di minuto in minuto, Raffaele non cede e fronteggia il nemico pronto a sacrificarsi se questo fosse necessario per raggiungere il fine che costituisce la ragione dell'esistenza sua e dei suoi fratelli.
Nel medesimo tempo, Anael viene investita da uno sciame di mosche, che come una nube oscura la imprigiona stringendola in una soffocante morsa. L'arcangelo ben presto reagisce e lo fa sotto forma di una candida colomba che sbattendo con forza le ali si libera dai molesti insetti disperdendoli. Xaphan si materializza davanti allo spirito di luce e con satanico ghigno le si rivolge:
"Cosa pensate di ottenere schierandovi in aiuto di questo mondo? Gli esseri che lo abitano non cambieranno mai, continueranno a distruggere e distruggersi a vicenda? Cosa state cercando di salvare?".
"Noi, voi, loro... non siamo poi così diversi." rimarca decisa Anael.
"Posso considerare te sul mio stesso piano, ma non gli esseri umani: loro sono inferiori, di gran lunga inferiori a noi."
"Vorrà dire che sarà la loro inferiorità a sconfiggervi."
Tacciono le parole ed i due avversari si confrontano in una battaglia forse troppo a lungo rimandata, inevitabile epilogo di una contraria scelta di campo che li porta adesso a metter in gioco la totalità della loro essenza per ottenere una fondamentale vittoria.
L'oscuro labirinto di sotterranei cunicoli ha inghiottito anche Cassiel, che d'improvviso si vede venir incontro una iena dal manto maculato e d'istinto le si oppone assumendo l'aspetto di una maestosa pantera dagli affilati artigli. I due animali si avventano l'uno contro l'altro e dopo una violenta lotta si allontanano di scatto recuperando sembianze umane. Cassiel e Astaroth sono faccia a faccia e l'arcangelo parla con assoluta sincerità, ammettendo l'errore commesso da lui e dai suoi fratelli:
"Avete nascosto bene il vostro segreto. Noi eravamo convinti che dovesse essere Apollyon a risvegliare Lucifero, e invece l'hai fatto tu. Abbiamo sbagliato, ma rimedieremo a questo errore.".
"Ci credi ancora?" ribatte con sardonico sorriso il demone "E come farete? E' tardi, non l'hai capito.".
"Non lo è. C'è ancora una possibilità."
"Arrendetevi..."
Cassiel ride, non per sfida, non per rabbia, bensì per la ferma certezza che ancora non sia tutto perduto. Infastidito da un simile atteggiamento, Astaroth attacca l'arcangelo, quasi a rivendicare la propria superiorità, ma le forze in campo si equivalgono in questo momento e lo scontro che ne deriva è un altalenante intreccio di luce ed ombra la cui trama segreta scioglierà ben presto i suoi nodi dispiegandosi in una direzione o nell'altra.
Mentre i suoi fratelli stanno affrontando ognuno la sua battaglia, anche Michele incontra il suo rivale, che gli si manifesta con l'aspetto di un velenoso serpente, alle cui mortali spire l'arcangelo si sottrae tramutandosi in un agile scoiattolo che sulle pareti di roccia si arrampica rapido. Quando il generale delle armate celesti ed Apollyon si trovano l'uno di fronte all'altro, si trafiggono con lo sguardo, pronti entrambi a saldare il conto che da tempo hanno in sospeso, ed è Michele a parlare per primo, con la sua solita aria malandrina e giocosa:
"Era ora che arrivassimo al dunque. Bene, che mi racconti?".
"Non sembri proprio il capo degli eserciti celesti." commenta sarcastico Apollyon.
"Purtroppo per te lo sono..."
"Ti impedirò di raggiungere quei ragazzi. So cosa vuoi fare e te lo impedirò."
"Provaci!"
Apollyon è più che mai determinato a neutralizzare il suo avversario, pur conoscendone perfettamente la potenza. Deve fermarlo, non può permettergli di concludere il rituale che imprigionerebbe nuovamente Lucifero tra le fiamme infernali, se malauguratamente i sette custodi dei celesti gioielli riuscissero davvero a compierlo senza soccombere al potere del Sovrano degli Inferi. Per non rischiare Apollyon sa di dover vincere, e raccolta tutta la sua diabolica energia la rivolge contro Michele, che da par suo si difende e contrattacca deciso a portar a termine il piano che si è prefissato...
Mentre su diversi fronti si combatte nei cunicoli sottostanti la chiesa sconsacrata, Panther ed i suoi compagni cercano di contrastare la crescente forza di Satana, aiutati in questo dai loro gioielli, dall'energia delle armi angeliche e dalla celeste influenza delle Virtù. Ma il nemico è potente, pare immune al rituale che i temerari ragazzi stanno compiendo e le sacre formule che Hawk e Cat pronunciano non lo toccano minimamente, almeno in apparenza. La fatica si fa sentire ed i sette giovani si indeboliscono sempre di più, divenendo così vulnerabili agli attacchi di Lucifero, che senza muovere un solo muscolo riesce a farli accasciare a terra, doloranti, ma non disposti ad arrendersi, nonostante la situazione sembri volgere al peggio. Panther raccoglie le ultime forze e si avvicina a June, convinto che la sua anima possa in qualche modo opporsi all'oscurità che la circonda. Hawk, Cat, Dove, Squirrel, Wolf e Fox si alzano di nuovo in piedi, senza interrompere per un solo secondo il rituale, mentre il loro amico prende per mano June e la guarda dritto negli occhi, cercandovi quella luce speciale che nemmeno Lucifero può aver cancellato.
Inaspettatamente, al fianco dei ragazzi disposti in cerchio, appaiono gli arcangeli, che se pur stremati e feriti si uniscono a loro per aiutarli a compiere il difficile rituale. Michele si avvicina a Panther, tra le cui braccia June sviene mentre dietro di lei un'oscura fiamma si materializza mutandosi poi in un'ombra dagli iridescenti riflessi e l'indefinibile forma. Panther si inginocchia a terra stringendo a sé la compagna priva di sensi e Michele si pone di fronte alla satanica essenza che dall'Inferno sta giungendo, consapevole che esiste un solo modo per fermarla una volta per tutte. L'arcangelo guarda un'ultima volta i fratelli e gli intrepidi ragazzi che per anni ha osservato, affezionandosi a loro, e li saluta con il suo solito scanzonato sorriso, prima di sfoderare la sua spada di luce e trafiggere se stesso insieme all'ombra di Lucifero ormai prossimo a risorgere definitivamente.
"No!!!" grida Cat scoppiando a piangere, e come lei reagiscono i suoi compagni, consapevoli di non poter in alcun modo salvare il loro amico celeste, anche perché se spezzassero ora la catena interromperebbero il rituale giunto al suo culmine.
Nemmeno Panther, al centro del cerchio accanto all'arcangelo, osa intervenire e stringe nei pugni rabbia e dolore avendo ben compreso che il sacrificio di Michele è necessario per chiudere lo speciale accesso del quale Lucifero si è servito e salvare di conseguenza June ed il mondo intero.
Ed in effetti è così, gli spiriti di luce fin dall'inizio sapevano che uno di loro si sarebbe dovuto immolare per completare il rituale e sigillare la speciale porta che, come mai era accaduto nei secoli passati, in un essere umano dall'anima giusta questa volta si è generata. E chi se non il supremo generale delle armate celesti poteva farlo? Lui, che già in tempi antichi sconfisse Lucifero imprigionandolo tra le fiamme infernali, proprio lui di nuovo si trova a fronteggiare l'angelo caduto che fu un giorno suo fratello ed è ora il suo più potente e pericoloso nemico.
Dalla ferita di Michele non sangue scorre, bensì una luminosa cascata di energia che avvolge la satanica essenza di Lucifero e con essa si dissolve, svanendo in un'esplosione di luce che lascia il buio dietro di sé, mentre un nuovo giorno si affaccia all'orizzonte spazzando via le ombre di questa interminabile notte.
Anna crolla in ginocchio a terra, in preda ad un pianto dirotto, e Liam si china accanto a lei e la abbraccia, consapevole di non poterne ora guarire il dolore ma solo condividerlo. Manuela, in lacrime, si stringe a Kirk e lui la accarezza dolcemente, incapace di sanare la tristezza che anche nel suo cuore, come in quello di tutti gli amici, sta prendendo il sopravvento. Lucifero è sconfitto, ma a quale prezzo? Fabio si asciuga gli occhi e si guarda intorno quasi sperasse di veder riapparire Michele, con la sua aria da simpatica canaglia ed i suoi modi da ragazzino mai cresciuto, mentre Sebastiano rimane a terra, tenendo tra le braccia June che si sta lentamente risvegliando. Una volta ripresi i sensi, la ragazza, spaesata e confusa, getta le braccia al collo del compagno e gli confessa di ricordare ogni cosa, di essere cosciente di quanto accaduto, spiegando poi agli amici di aver chiaramente percepito l'energia di Michele entrare in lei e scorrerle nelle vene come un impetuoso fiume che l'ha liberata dalla nefasta influenza di Lucifero. Simone, vincendo la commozione del momento, rivolge una logica domanda agli arcangeli:
"Ma voi non potete morire... Come è possibile? Cosa ne è stato di Michele?".
E' Cassiel che risponde alla giustificata richiesta, con una calma che non è indifferenza bensì consapevolezza di una realtà inspiegabile ben più grande di uomini, angeli e demoni:
"La morte come voi la considerate non ci può toccare, è vero, perché riguarda il corpo, e noi un corpo non lo possediamo. Però in un certo senso anche noi possiamo morire... Michele non si mostrerà più né a voi né a noi come lo ricordiamo, non guiderà più le schiere celesti né vi apparirà nella forma che conoscete, ma sarà per sempre con voi e con noi attraverso le dimensioni, come pura energia.".
E Gabriele aggiunge con composta sollecitudine:
"Michele sarà ovunque, tutto intorno a voi, nel vento di primavera che profuma d'erba e di fiori, nella voce del mare che si infrange sugli scogli intonando un antico canto, nella pioggia d'autunno che ristora la terra dopo l'estate, nell'universo intero tra le stelle ed i pianeti. Vi accompagnerà ogni giorno in una forma diversa da quella che vi è nota ma non per questo meno presente o vicina al cuore.".
Manuela ed Anna si soffermano ad osservare gli arcangeli e scorgono nei loro occhi una profonda e sincera commozione che, pur non mutandosi in lacrime, rivela l'intima umanità di queste eteree creature diverse dagli esseri umani non certo per il loro sentire ma forse soltanto per la loro incorporea forma, cosa questa che nitidamente percepisce anche June grazie alla sua peculiare sensibilità.
"E adesso, chi vi guiderà?" domanda perplesso Sebastiano "Chi prenderà il posto di Michele a capo degli eserciti celesti?".
"Già era stato scelto chi avrebbe dovuto succedergli." confessa Sachiel con benevolo sorriso "Il suo nome, ora che è stato elevato al ruolo di arcangelo, è Barachiel, che significa benedizione divina.".
Un improvviso soffio di vento spegne le candele che illuminavano la stanza sotterranea e nell'oscurità una luce appare, la luce della dorata spada di Michele impugnata ora dal suo successore. Sebastiano e compagni si trovano davanti un giovane di circa trent'anni, alto, dai capelli color miele, lisci e sottili, gli occhi azzurri, la pelle chiarissima ed un rassicurante sorriso, e nonostante l'aspetto più adulto e maturo, sono inconfondibili i suoi lineamenti per coloro che hanno ancora vivo il suo ricordo nel cuore.
Anna si appoggia a Liam per non svenire, Manuela non riesce a parlare per la sorpresa, mentre Kirk, Fabio e Simone si guardano esterrefatti, stentando a credere ai loro occhi. Sebastiano invece si avvicina al caro amico mai scordato per osservarlo attentamente, quasi a volersi assicurare sia davvero lui, e l'abbraccio reciproco che spontaneamente ne scaturisce è la conferma che il nuovo arcangelo altri non è che Brian.
Barachiel saluta i compagni d'un tempo e rivolge un benevolo sguardo a June, sguardo nel quale lei scorge ben più di un semplice ringraziamento, come infatti dimostrano le parole che a tale sguardo fanno seguito:
"Lo sapete che torneranno e questa sconfitta renderà Lucifero ancora più agguerrito. Non so quando, non so come, ma ci saranno altre battaglie. Ognuno ha un ruolo al mondo, lo abbiamo capito a nostre spese, ma le cose a volte possono cambiare...".
L'arcangelo si interrompe un attimo e posa gli occhi su Manuela, continuando  poi con pacata compostezza il proprio discorso:
"Ciò a cui pensavi di dover rinunciare è nato comunque in te a dispetto del destino che temevi di non poter mutare. Una nuova vita sta crescendo dentro di te, questo sarà il tuo ruolo d'ora in poi.".
Manuela spalanca gli occhi e guarda Kirk, che con appassionato slancio la abbraccia e la bacia, scoppiando con lei a piangere per l'inattesa e meravigliosa sorpresa. Anche gli altri ragazzi sono felici e commossi e si congratulano con gli amici, ma superato l'iniziale sorpresa Fabio pone una sensata domanda:
"Questo vuol dire che Manuela non combatterà più con noi... Chi prenderà il suo posto?".
Di nuovo gli occhi di Barachiel si posano su June e lei perplessa chiede la conferma di quanto ha già intuito:
"Io dovrei... e come faccio? Non ho poteri particolari. Vedo l'aura delle persone, è vero, ma tutto qui.".
E l'arcangelo risponde:
"I poteri che pensi di non possedere sono finora rimasti latenti in te. Il gioiello li risveglierà.".
Manuela si toglie la spilla con la colomba e non appena lo fa la verde divisa che gelosamente per anni ha custodito sparisce, anche se non spariranno mai le sue facoltà soprannaturali, perché le appartengono da sempre e per sempre così sarà. Quando il gioiello giunge nelle mani della sua nuova proprietaria, l'animale su di esso raffigurato muta e da colomba diviene cigno, ed Anael porge a June una divisa il cui colore predominante è il rosa. La giovane accetta senza alcuna esitazione il compito affidatole e giura che farà del proprio meglio in questa veste inedita per lei, forte della certezza di non essere sola e di poter contare su degli speciali compagni d'avventura, e su uno di loro in particolare.
Anna rimira con amorevoli occhi Barachiel ed esprime sinceramente la gioia e lo stupore di ritrovarlo per l'ennesima volta sul suo camino:
"Non pensavo ci saremmo incontrati ancora. Dopo la sconfitta di Asmodeus ci avevi detto che non saresti più venuto in nostro aiuto.".
"Non era il mio compito allora." confessa lo spirito celeste "Ora invece lo è, anche se non so se sarò davvero io ad aiutare voi o piuttosto il contrario...".
Gli arcangeli si scambiano un'ultima eloquente occhiata. E' ora di andare, ognuno deve riprendere il proprio posto fino alla prossima sfida che vedrà nuovamente lottare fianco a fianco gli spiriti di luce ed i custodi dei sette gioielli. Non è questo un addio e non occorrono parole per dar voce ad un dialogo che di anima in anima si trasmette sfociando in un silenzio carico di messaggi ed emozioni.
Quando Barachiel ed i suoi celesti fratelli scompaiono, d'improvviso Sebastiano e gli altri si ritrovano fuori dalla chiesa, accolti dai teneri raggi del sole nascente, mentre una tiepida brezza, decisamente insolita in questa stagione, li accarezza infondendo in loro pace e speranza, come una mano giunta dal cielo per accompagnarli e sostenerli lungo la strada che percorreranno.
June fa un profondo respiro e osserva il cielo quasi lo vedesse ora per la prima volta, sorridendo come una bambina che ancora sa meravigliarsi del mondo che la circonda. Quindi prende sottobraccio Sebastiano e con occhi gioiosi rivolge agli amici un sentito e spontaneo invito:
"Coraggio, andiamo! E' ora di tornare a casa...".

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Su questo capitolo vi racconto un aneddoto. Quando ho pensato che il successore di Michele sarebbe stato Brian, ho cercato nell'elenco degli angeli un nome che mi ricordasse per la sonorità appunto il nome Brian. Barachiel mi è sembrato il più adatto allo scopo, anche per via del suo significato. E dopo averlo scelto, leggendo un po' su internet ho scoperto che in alcune tradizioni Barachiel è davvero uno dei sette arcangeli... Casi strani della vita... 
Bene amici, siete pronti per la quarta e ultima parte della storia? Non vi anticipo nulla, se non il titolo: i sette Sigilli...
Al prossimo capitolo
Marta

BARACHIEL
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Capitolo 31
*** L'Apocalisse ***


PARTE IV. I SETTE SIGILLI

CAPITOLO I. L'APOCALISSE

Manuela osserva il suo Lucas dormire sereno. Ormai ha già tre anni... sembra ieri quand'è nato. Kirk era agitatissimo, non riusciva a star fermo. Pareva quasi fosse lui a dover partorire! Per fortuna c'erano Sebastiano e Liam a tenerlo tranquillo! Manuela sorride e accarezza il viso paffuto del suo bambino. Un figlio... Lei credeva avrebbe dovuto rinunciare ad avere una famiglia, e invece le cose sono andate diversamente. Gli occhi della giovane si posano sulla fede dorata alla sua mano sinistra e nella mente si affacciano i ricordi del giorno del matrimonio. E' stato poco dopo la nascita di Lucas, ed in quella speciale occasione, come durante la cerimonia che ha unito Simone e Katia, gli arcangeli hanno fatto la loro silente apparizione, spiriti custodi dei coraggiosi ragazzi, ormai adulti, che con loro importanti battaglie hanno condiviso. Già, Simone e Katia... un paio di anni fa hanno avuto una bimba, Francesca. E il resto della compagnia? Liam e Anna stanno ancora insieme e, nonostante le accese discussioni che animano costantemente il loro rapporto, si amano talmente tanto che non potrebbero mai far a meno l'uno dell'altra. Anche Sebastiano e June sono sempre più uniti e da un anno a questa parte convivono nell'appartamento di lui. Fa un po' strano veder Sebastiano così coinvolto in un rapporto! Ma come potrebbe esser diversamente? June è davvero la persona giusta per lui. Perfino Fabio sembra aver finalmente trovato la donna della sua vita. Si chiama Ashley, ha origini orientali ed è stata adottata da piccola da una famiglia piuttosto benestante. Non molto alta, ha lunghi e lisci capelli neri, una simpatica frangetta che le copre la fronte e due profondi occhi scuri dalla forma allungata. Venticinque anni, molto sensibile e riservata, bravissima nelle arti marziali, lavora come commessa in un negozio di abbigliamento in centro città e sempre in centro abita in un modesto appartamento. Jabez invece, dopo l'ultima battaglia contro gli angeli caduti avvenuta quattro anni or sono, ha trascorso un lungo periodo in Africa. Dal suo soggiorno africano è rientrato poco meno di un anno fa e con rinnovato zelo è tornato a gestire il suo negozio. E Geremia... Geremia da più di due anni se ne va a zonzo per i cinque continenti realizzando servizi fotografici per un'importante rivista geografica. Il suo talento e l'incrollabile impegno gli hanno fruttato questa invidiabile occasione che lui ha colto al volo, ritrovandosi così a girar il mondo facendo il lavoro che più ama...
Il campanello suona. Ricordi e pensieri si ritirano in un cassetto della memoria e Manuela torna di colpo al presente, mentre a passi leggeri va ad aprire la porta.
"Scusa, stamattina ho dimenticato le chiavi." spiega Kirk entrando in casa.
"Lo so." ammette l'altra con amorevole espressione "Le ho trovate sul tavolo della cucina quando sono tornata dal lavoro.".
"Tu sei già pronta per stasera?"
"Sì, devo solo pettinarmi. Tra poco arriva mia mamma per tenere Lucas."
"Ok. Allora mi preparo anch'io. Vediamo di non far tardi come al solito!"
A quale evento devono dunque partecipare Manuela e Kirk? Una serata tra amici, apparentemente nulla di speciale, se non fosse che oggi... proprio oggi Geremia finalmente ritorna a casa, e torna per restare. Bisogna festeggiare! Sebastiano e June andranno a prenderlo all'aeroporto, mentre il resto della combriccola al completo, Jabez compreso, lo aspetterà in pizzeria per accoglierlo a braccia aperte. L'unica assente sarà Ashley, impegnata in una cena di famiglia, ma lei in fondo Geremia non lo conosce, non l'ha mai incontrato di persona, ne ha soltanto sentito parlare.
E proprio di Ashley parla Fabio, con una certa apprensione, mentre insieme a Liam ed Anna raggiunge in auto il luogo dell'appuntamento:
"Mi chiedo quanto durerà questa tranquillità apparente. Ashley non sa niente di noi, dei gioielli, dei demoni... Per adesso mi è andata bene, ma se dovesse succedere qualcosa... Non potrò nasconderle la verità per sempre.".
"Lascia che le cose facciano il loro corso." risponde con rassicurante voce Anna, alla quale fa eco Liam:
"Ehi, non preoccuparti prima del tempo. E' una storia che abbiamo già visto, e sappiamo com'è andata a finire... con Katia, con June e Geremia.".
"Sì, infatti!" conclude Fabio con rinnovato entusiasmo "Vediamo che succede e poi mi comporterò di conseguenza!".
Anna di colpo si incupisce ed il suo sguardo crucciato non piace per niente a Liam:
"Che c'è? Quando fai quella faccia c'è qualcosa che non va.".
"Boh, non so." risponde la diretta interessata recuperando in un attimo il suo sorriso "Mi sembrava... come dire... ho avuto una strana sensazione.".
"Demoni?" chiede scuro in volto Fabio.
"No. Nessun demone..." confessa la giovane, aggiungendo poi:
"Dai, non ci pensiamo adesso! Di sicuro non è niente di importante!".
Giunti a destinazione i tre amici incontrano sulla porta della pizzeria Simone e Katia, e poco dopo fanno la loro comparsa Kirk e Manuela. Che manchino ancora Sebastiano e June non è una sorpresa, loro arriveranno insieme a Geremia, dopo averlo recuperato all'aeroporto ed accompagnato a casa per scaricare i bagagli e prendere la sua auto. Ma l'assenza di Jabez è piuttosto sospetta, lui di solito è estremamente puntuale. Non è un buon segno... per niente.
"Forse la sensazione che hai avuto prima non era da sottovalutare." rimarca Liam rivolgendosi ad Anna.
"Di che parli?" domanda serio Simone, ed è Fabio a rispondergli palesemente inquieto:
"Ecco, lo sapevo! La pace è finita. Prima in macchina Anna a un certo punto ha fatto una delle sue facce... capito che intendo?".
"Benissimo!" conferma Manuela "Allora c'è aria di guai.".
"Ma piantatela!" interviene seccata la diretta interessata "Manco fosse colpa mia se finiamo sempre nei casini! Ho solo avuto una strana sensazione. Non so, ho sentito qualcosa...".
"Un attimo. Anch'io sento qualcosa..." afferma Kirk.
"Una premonizione?" gli chiede immediatamente Katia.
"No, il cellulare che mi sta vibrando in tasca." risponde lui serafico.
Ma passa anche a Kirk la voglia di scherzare dopo aver parlato al telefono con Jabez. Dunque, il tempo della quiete è finito. E' ora di andare. Di tornare a combattere, nel vero senso della parola.
Una pungente brezza inizia a soffiare in questa limpida sera di fine marzo, e sentendola sulla pelle Anna rabbrividisce, mentre la sensazione avvertita poc'anzi si riaffaccia fugace in lei, per poi sparire, quasi fosse il gioco di uno scanzonato bambino, che prima ti passa accanto facendoti una linguaccia e poi scappa via ridendo. Anna guarda il cielo stellato e sorride. Ora ha capito. E memore delle parole pronunciate da Gabriele dopo la dipartita di Michele, osserva sorridendo le foglie degli alberi scosse dal dispettoso vento primaverile, voce silente di un caro amico tornato per un fuggevole istante a far sentire la sua rassicurante presenza.
In silenzio, senza scambiare nemmeno una parola, i sette amici salgono sulle loro auto, raggiungono il centro città, parcheggiano in una via secondaria e si incamminano in una ben precisa direzione. Nel loro tacere si nascondono dei legittimi timori, e l'incertezza crea in tutti una giustificata inquietudine. Cosa sarà successo? Quale sarà il prossimo compito da portare a termine? Tanti pensieri confusi si affollano nelle menti dei giovani, mentre i loro passi li guidano lungo un familiare percorso, fin sul retro del negozio di Jabez. E qui, con sorpresa, Anna e compagni non trovano soltanto il loro maturo mentore. Jabez non è solo. Con lui c'è una ragazza. Avrà all'incirca venticinque anni, o poco più. Bella. Molto bella. Di una bellezza eterea e nel contempo estremamente terrena. Lunghi capelli biondo scuro dalle dorate sfumature, leggermente mossi, carnagione ambrata, labbra carnose, fisico dalle sensuali forme. E sotto le ciocche ribelli che sfiorano l'alta fronte, spiccano due grandi occhi di un colore verde intenso, quasi irreale, due smeraldi dalla luce penetrante e tagliente.
"E tu, chi sei?" domanda per prima Anna, alla cui voce si somma quella di Manuela:
"Sei un angelo, o qualcosa del genere?".
"Intanto sedetevi." interviene Jabez, invitando i suoi amici ad accomodarsi ai loro posti, mentre la sconosciuta resta in piedi, con un'indecifrabile espressione dipinta in volto ed un enigmatico sorriso ad incurvare le sue labbra.
"Non so chi è, ma è bella da togliere il fiato." bisbiglia Fabio all'orecchio di Kirk, beccandosi una gomitata da Katia.
"Qualcuno ha avvisato Sebastiano e June, vero?" fa notare Liam "Noi non ci abbiamo proprio pensato.".
La ragazza senza identità chiude gli occhi e finalmente si decide a parlare:
"I vostri compagni stanno arrivando. Sono tre, non due. Stanno camminando in fretta. Gli ultimi metri. Tra poco entreranno nel negozio... Eccoli, sono arrivati.".
E mentre la sconosciuta riapre gli occhi, i tre che mancavano all'appello fanno la loro comparsa.
"Ma che storia è questa?!" esclama incredulo Kirk.
"Se non altro, come accoglienza non è niente male!" rimarca Geremia, salutando gli amici, per poi soffermarsi come tutti a guardare la ragazza accanto a Jabez.
"Spiegate anche a noi cosa sta succedendo?" interviene Sebastiano.
"Se solo lo sapessimo!" confessa Simone passandosi una mano tra i capelli.
Dopo un attimo di silenzio, Anna scatta in piedi come una molla e di slancio abbraccia Geremia, gridando un entusiasta: "Bentornato!".
Assecondando l'impulsiva compagna, anche Kirk sposta repentinamente la sua attenzione sul ritorno dell'amico fotografo:
"Allora... Come è stato questo giro per il mondo?!".
"Che dite se ne parliamo un'altra volta?" rimarca June, suggerendo poi a Sebastiano, Geremia e Anna di sedersi per dar finalmente il via alla riunione.
In piedi restano solo Jabez e la bella sconosciuta, ed è proprio quest'ultima a prendere la parola calamitando su di sé la curiosità di tutti:
"Il mio nome è Edith e sono uno dei nuovi profeti.".
"Cos'è, un gruppo musicale?" se ne sbuca fuori Fabio, venendo fulminato dagli sguardi di Manuela e Katia, mentre Kirk e Anna si lasciano scappare una sommessa risata.
Edith si interrompe un attimo, quindi senza minimamente scomporsi prosegue:
"Devo dirvi qualcosa di molto importante. Ma dovete essere pronti ad ascoltarmi e a fidarvi di me.".
"Non ti abbiamo mai vista." interviene June "Come possiamo fidarci di te? Dicci prima chi sei. Poi ci spiegherai cosa dobbiamo fare.".
"E' giusto." sottolinea Jabez "Devi dire anche a loro quello che hai detto a me. Solo così capiranno.".
Edith annuisce e comincia il suo racconto con distaccata compostezza e sguardo di ghiaccio:
"In un tempo lontanissimo si scatenò una sanguinosa guerra che vide fratelli contro fratelli, angeli contro angeli, ed a conclusione di quella guerra Lucifero ed i suoi adepti vennero relegati al regno infernale, del quale divennero signori e padroni. Fu la gelosia a spingere Lucifero a ribellarsi, la gelosia nei confronti degli esseri umani, che da creature limitate e fallaci quali erano non potevano, ai suoi occhi, ricevere dal Sommo Padre, Colui che del Bene assoluto è la fonte, lo stesso amore che spettava agli spiriti celesti. Ma diversamente da Lucifero c'erano angeli che amavano a tal punto il genere umano da arrivare un giorno chiedere di poterne far parte, disposti per questo a rinunciare alle loro ali ed al dono della Grazia. E così fu. Quegli angeli rinacquero sulla Terra come creature mortali, generati dall'unione di un uomo e una donna. Ma per volontà divina a loro rimase un compito, il compito di vegliare sul genere umano, e con esso dei doni speciali: il dono della memoria e della conoscenza. Memoria, ovvero il ricordo della vita nei Cieli e ciò che essa concerne, come il linguaggio angelico e la capacità di esorcizzare i demoni. Conoscenza, ovvero la conoscenza illimitata di tutte le lingue del mondo, dei fatti passati e presenti e delle scritture sacre di ogni religione. E questo antico retaggio essi poterono trasmetterlo alla loro discendenza, permettendo così che si perpetuasse nei secoli. I discendenti di costoro si chiamano nephilim. Tutti i profeti succedutisi nel tempo erano nephilim. Parlo dei veri profeti, ovviamente. Ed i profeti sono nephilim speciali, in possesso di un terzo dono: il dono della comunicazione, necessario per parlare agli uomini nel tentativo di aprir le loro menti ed i loro cuori. I profeti non prevedono il futuro, non sono veggenti o indovini, ma grazie alla loro conoscenza del passato e del presente possono ricavare indizi sul futuro a cui si sta andando incontro e suggerire una strada per cambiarlo, o migliorarlo almeno. Tuttavia nei secoli questi ancestrali doni si sono come assopiti nell'animo degli eredi di quegli angeli scesi sulla Terra, e di conseguenza molti nephilim hanno vissuto come semplici esseri umani senza conoscere la loro vera origine. Così è stato anche per mia madre, fino a un po' di tempo fa. Negli ultimi due anni infatti gli arcangeli hanno iniziato a risvegliare le facoltà dormienti di tutti i nephilim, in primis dei nuovi profeti.".
"Non mi sembra niente di buono..." commenta crucciato Simone.
"E tu, allora, quando hai scoperto di essere... una nephilim?" interviene curiosa Anna.
"Per me è diverso." prosegue Edith "Io lo so da quando sono nata. Perché io... sono il nuovo profeta dell'Apocalisse.".
Silenzio. Nessuno ha il coraggio di aprir bocca. Sconcerto, paura, dubbi, si diffondono tra i presenti, che si guardano l'un l'altro in cerca di conferme e reciproco sostegno. Ma evidentemente ora come ora una sola è la persona che può chiarire la situazione e su di lei si posano gli occhi di tutti, Jabez compreso. Edith, impassibile ed immobile come una statua, osserva un attimo i volti dei giovani davanti a lei, dopodiché continua citando un'antica profezia:
"Tutte le porte si apriranno. I Cieli scenderanno sulla Terra e dagli Inferi risorgeranno gli spiriti dannati. Non tempo di giudizio ma di guerra, guerra fratricida di uomini contro uomini, angeli contro angeli, Bene e Male schierati per generare dalla fine un nuovo inizio...".
"Spiegati." afferma severo Sebastiano, incalzato da Liam:
"Parla chiaramente. Non citare antiche scritture. Dì piuttosto cosa dobbiamo fare.".
Senza abbandonare il suo superiore distacco Edith riprende il discorso:
"L'Apocalisse è già iniziata. Nei testi sacri, dove si parla dell'Apocalisse, si citano i sette sigilli, le sette trombe angeliche e le sette coppe dell'ira di Dio. Gli spiriti celesti già hanno suonato le sette trombe, per tentare di avvisare gli esseri umani del baratro verso cui si stavano avventurando. Nella tradizione, la prima tromba causa grandine e fuoco che devastano la vegetazione mondiale, la seconda e la terza intaccano i mari, i fiumi, gli oceani e tutte le creature che in essi vivono, la quarta tromba provoca l'oscuramento del sole e della luna, la quinta richiama cavallette e parassiti che distruggono i raccolti, la sesta annuncia l'arrivo di un esercito demoniaco il cui scopo è condurre al Male l'umanità, e l'ultima è il preludio alle sette coppe dell'ira di Dio.".
Edith si interrompe ed è allora Jabez a prendere la parola:
"Negli ultimi anni, terremoti, alluvioni, tifoni, e altri violenti eventi atmosferici sono aumentati a dismisura. Per non parlare dello scioglimento dei ghiacci e della desertificazione di ampie zone del pianeta. E tutti questi erano segnali... Le trombe celesti che suonavano per metterci in guardia. E poi, le numerose eclissi che si sono verificate da due anni a questa parte... e le possessioni demoniache che si sono fatte sempre più frequenti. Tutti erano segnali...".
"Sì, ma segnali di cosa?" interviene decisa Manuela.
"I sette sigilli e le sette coppe. Spiega, avanti." insiste Geremia, rivolgendosi a Edith, e lei esaudisce la richiesta:
"Se i sette sigilli si romperanno il mondo come lo conoscete finirà. Non si sa quando, né come. Potrebbero passare cento anni, o mille, o dieci. Chi può dirlo? Ma sta di fatto che se i sigilli si infrangeranno, l'esercito di Satana sorgerà dagli inferi e gli angeli pioveranno dal Cielo come soldati armati. Ed in tutto ciò, gli esseri umani si troveranno nel mezzo di una guerra di cui diverranno parte integrante. Nulla sarà più come prima, anche se apparentemente non cambierà niente. Non avete idea, e nemmeno io ce l'ho, di cosa succederà, ma so che gli angeli non vogliono che accada, mentre i demoni, e Lucifero su tutti, non vedono l'ora che l'Apocalisse si scateni, perché questo per loro significa libertà, libertà di uscire dalle fiamme infernali per muoversi nel mondo e vincere l'eterna battaglia contro i Cieli. Gli spiriti celesti tuttavia non possono intervenire, possono solo contrastare i demoni se questi dovessero intromettersi. Il comportamento scellerato degli esseri umani sta spezzando i sigilli e perciò soltanto degli esseri umani possono impedire che ciò accada.".
"Aiuto!!!... ci capisco sempre meno!" esclama Fabio alzandosi, ed alla sua sconsolata voce si aggiunge quella di Kirk:
"Mi sta scoppiando la testa. E non ho ancora capito cosa dobbiamo fare! Cosa sono 'sti sigilli? E come li chiudiamo?".
"Non siete obbligati a far niente." rimarca in tono scostante Edith "E a questo punto non so nemmeno se sareste in grado di fare qualcosa...".
"Ehi, senti un po'." interviene Anna furente, scattando in piedi "Visto che sai tutto di tutti, dovresti sapere anche quello che abbiamo passato in questi anni. Mentre tu imparavi a parlare come un libro stampato, noi abbiamo rischiato la vita un sacco di volte, abbiamo perso amici cari per salvare anche il tuo bel fondo schiena. Perciò datti una regolata, o quella è la porta.".
June si avvicina all'amica rabbiosa e le mette una mano sulla spalla, cercando con pacate parole di tranquillizzarla. Ma in verità Anna non è la sola a squadrare malamente la giovane nephilim che con tanta arroganza e freddezza ha parlato.
Come se nulla fosse, ignorando gli sguardi taglienti che ha puntati contro, Edith conclude il suo discorso:
"I sette sigilli si trovano in sette diversi punti del pianeta. Io non so dirvi di preciso dove siano. Non mi è concesso saperlo, non rientra nelle mie conoscenze...".
"Ma guarda!" interviene provocatoria Katia "Anche la signorina "so tutto io" non sa qualcosa, e tra l'altro qualcosa di piuttosto importante.".
"E c'è dell'altro." prosegue impassibile Edith "Dal momento che i sigilli hanno iniziato a spezzarsi, le sette coppe dell'ira di Dio hanno iniziato a versarsi, e ciò significa che i sette Flagelli si sono liberati e cercheranno di impedirvi di portare a termine il vostro compito.".
"Sono dei demoni?" chiede Simone.
"No. I sette Flagelli, come i quattro Cavalieri dell'Apocalisse, sono entità a parte, non appartengono a nessuna dimensione, né angelica, né demoniaca. Il loro arrivo è legato alla rottura dei sigilli. E ricordatevi che se anche solo un sigillo si spezzerà, contemporaneamente anche tutti gli altri si romperanno. Io posso dirvi da quale partire e in che zona del mondo cercarlo, ma non altro. Vi do tre giorni di tempo per pensarci. Poi ci troveremo di nuovo qui e mi direte la vostra decisione.".
Ciò detto Edith si avvia verso la porta, ma Fabio la ferma:
"Aspetta un attimo. Perché vai via così? Forse non abbiamo iniziato col piede giusto, ma se dobbiamo collaborare è meglio che cerchiamo d'andare d'accordo.".
"E lasciala andare se vuole starsene per conto suo." si intromette Anna sbuffando.
Edith si sofferma un attimo sulla porta, dopodiché voltandosi pronuncia solo poche lapidarie parole:
"Io non sono una di voi.".
"Ognuno di noi è quello che sceglie di essere." ribatte a tono June.
Silenzio. Ed in questo silenzio si sentono solamente i passi di Edith allontanarsi sempre più fino a svanire nel nulla.
"Ma guarda te che tipa!" commenta Kirk.
"Diciamo che la simpatia non è una delle sue qualità." sottolinea Liam.
"Mai giudicare le persone a prima vista." è la ponderata considerazione di Simone.
Anna d'istinto si lascia andare ad una amareggiata considerazione:
"Ma chi si crede di essere quella? Chi è lei per giudicarci, per decidere se siamo in grado o meno di fermare 'sta maledetta Apocalisse. Che vuole da noi?! Perché non se ne torna da dove è venuta?!".
"Ok, ora sta' buona." interviene con fare rassicurante Manuela, ed alla sua pacata voce si somma quella di Jabez:
"Quella ragazza non ha dei modi molto gentili, è vero, ma provate a pensare al peso che si porta dentro...".
"Un bel peso ce lo portiamo dentro anche noi." conclude severo Sebastiano, chiudendo così il discorso.
"Dai gente. Che si fa?" se ne sbuca fuori Katia, incalzata da Simone:
"E' inutile che restiamo qui a discutere. Non risolveremo le sorti del mondo stasera. Venite tutti da noi a mangiare qualcosa, che dite?".
"E' un'idea." osserva Manuela "Però non possiamo fare troppo tardi. Mia mamma ci sta tenendo Lucas. A una certa ora dobbiamo tornare.".
"No problem!" esclama allegramente Fabio "Terremo sotto controllo l'orologio.".
In tanto chiacchierare, l'unico a non aprir bocca è Geremia, e la cosa insospettisce alquanto June: le sembra piuttosto strano il suo silenzio, non è da lui, evidentemente ha qualcosa che gli ronza per la testa. Ma cosa? La giovane prova ad avvicinarsi al fratello ed in un orecchio gli chiede sottovoce se si senta bene.
"Tutto ok." risponde lui apparentemente tranquillo.
"Se lo dici tu." commenta June, senza aggiungere altro.
Il gruppo di amici si raduna quindi a casa di Simone e Katia e sfrutta le poche ore a sua disposizione per distrarsi un po'. Ovviamente uno degli argomenti di maggior interesse è il giro del mondo di Geremia, ma prima di salutarsi inevitabilmente il pensiero comune si volge a quanto appena appreso riguardo ai sigilli ed all'Apocalisse.
"Perché ci ha dato tre giorni di tempo per pensare?" si domanda perplesso Kirk, riferendosi evidentemente ad Edith.
"Io meno la vedo meglio sto." commenta stizzita Anna, benevolmente ripresa da Liam:
"Adesso lascia da parte simpatie e antipatie. Non è questo il punto.".
June esprime la sua ponderata opinione:
"Se i sigilli si romperanno l'Apocalisse si scatenerà, ma non si sa né come né quando. Noi potremmo anche decidere di tentare la sorte e, invece di rischiare la vita per fermarla, augurarci che scoppi quando non saremo più in questo mondo. Forse per questo ci ha dato del tempo per decidere.".
"O forse non ci crede all'altezza del compito." rimarca sprezzante Sebastiano.
"Oh, no!" esclama Fabio, alzando gli occhi al cielo "Adesso non farai anche tu come Anna, vero?!".
"Per carità, Sebastiano!" interviene Kirk "Non ricomincerai a comportarti come hai fatto con Liam quando l'abbiamo conosciuto...".
"Ma, scusate. A voi sta simpatica quella?" si intromette Katia, ed è Geremia a risponderle:
"Non la conosciamo. Lei non può giudicare noi, ma noi non possiamo giudicare lei.".
"Sei diventato saggio, fratello." commenta sorridendo June, per poi aggiungere:
"Ho visto la sua aura, l'aura di Edith. Non è nulla che io abbia mai percepito prima, non in un essere umano. La sua energia, la sua luce... non vi so spiegare. Simpatica o antipatica che sia, è rivolta al bene la sua anima, ma su di lei incombe un alone di morte, come se una forza oscura cercasse di soffocarla. Non capisco se questa minaccia è fuori o dentro di lei...".
"E chi se ne frega?" commenta tra i denti Anna, beccandosi un'occhiataccia da Manuela.
Ben presto arriva il momento di salutarsi ed in tutti domina la consapevolezza che quando di nuovo il gruppo si riunirà sarà per prendere un'importante decisione. Stavolta né arcangeli né nessun altro potrà giungere in aiuto dei temerari custodi dei gioielli. Non una certezza, non un tempo, non un luogo, né un nemico conosciuto. Chiara è la missione, non altrettanto il modo per portarla a termine. Ma su tutto, domina un'immutabile verità: se nessuno lo impedirà, l'Apocalisse scoppierà e trascinerà ogni cosa e creatura nel suo vortice distruttivo, ponendo fine al mondo così come è stato finora... Per cosa allora vale davvero la pena rischiare?

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Anche per realizzare questa parte mi sono documentata. Quello che ho scritto sui sette sigilli, i sette squilli di tromba, le sette coppe dell'ira di Dio non è inventato. E anche sui nephilim ho fatto un po' ricerche. Poi ovviamente ci ho messo del mio, offrendo una mia libera trasposizione moderna delle Scritture e della mitologia cristiana. Leggendo capirete che intendo...
Nel salutarvi vi lascio i link per delle illustrazioni che raffigurano i protagonisti di questa parte!
Alla prossima
Marta

LINK PER LE ILLUSTRAZIONI
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http://mc2a.altervista.org/alterpages/cusersdaniela.veronadesktopjfotositopartequarta_033.jpg#gallery

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Capitolo 32
*** Le infinite strade del destino ***


PARTE IV. I SETTE SIGILLI

CAPITOLO II. LE INFINITE STRADE DEL DESTINO

Mentre si dirige in auto verso casa, Geremia rimugina sul suo burrascoso rientro. E' stremato. Credeva che questa sarebbe stata un'allegra serata tra amici, e invece... non ha fatto nemmeno in tempo a scendere dall'aereo che subito si è trovato catapultato nell'ennesimo casino soprannaturale. Possibile che non si possa star tranquilli un attimo?! Ma in fondo, lui lo sapeva, lo sa da quando ha accettato di prender parte a questa cosa. Nel momento in cui ha scelto di rimanere al fianco di Anna e gli altri, lì, in quel momento, ha dato una svolta definitiva alla sua vita, e non può, non vuole tornare indietro. Già, Anna... Geremia ha pensato spesso a lei mentre era lontano, ma non più come qualche anno fa. Quando è partito una particolare simpatia la provava ancora nei suoi confronti. Non era più innamorato, no. O forse semplicemente se ne era fatto una ragione. Anna è un'amica, una cara amica, adesso finalmente riesce a dirlo con se stesso senza alcuno sforzo. Non altri sentimenti nutre ormai per lei, se non amicizia, affetto.
Immerso nelle sue riflessioni Geremia scende dall'auto e si incammina verso casa. Ma davanti al cancello d'ingresso c'è qualcuno che lo sta aspettando...
"Non credevo che ti avrei rivista... dopo quella sera." osserva il giovane, accennando un malizioso sorrisetto.
"Non sono qui per discutere di quello che è successo tra di noi." risponde con voce ferma Edith "So che devi mostrarmi qualcosa.".
I due entrano in casa, senza quasi guardarsi. Ad unirli soltanto uno sbiadito ricordo riemerso da un recente passato. Mentre richiude la porta, Geremia si rivolge alla sua ospite con aria di sfida:
"Toglimi una curiosità. Quella sera, a Parigi, tu sapevi benissimo chi ero. Cos'è stato quello? Un test?".
"Non mi interessa far conversazione." prosegue l'altra con ostentata noncuranza "Sai perché sono qui. Avanti. Dove sono?".
"Ma come? Non lo sai? Prova a indovinare..."
Edith non cede alla provocazione e si dirige sicura verso una delle valigie abbandonate in mezzo al salotto, la apre e da una tasca interna prende una busta chiusa, affermando poi severa:
"Allora, parliamo di cose serie o continuiamo a perdere tempo?".
Geremia si fa scuro in volto e recuperata la busta dalle mani della ragazza, la apre e ne estrae il contenuto. Si tratta di alcune fotografie, ma non fotografie come le altre, basta guardarle un attimo per capirlo. Edith le osserva attentamente, in alcuni punti sembrerebbero sfocate, eppure quelle strane distorsioni non sono dovute ad errori di messa a fuoco, e questo anche Geremia l'ha capito immediatamente, non appena le ha sviluppate. Ci sono primi piani di persone alle spalle delle quali si intravedono figure evanescenti o aloni luminosi, e immagini di paesaggi e famosi luoghi del mondo nei quali si scorgono arcani simboli sotto forma di ombre e punti di luce.
"Hai una spiegazione per questo?" chiede piuttosto turbato Geremia.
"Da quanto ti capita di fare foto del genere?" replica serafica Edith.
"Un paio di anni. Prima non mi era mai successo. Da quando sono partito ho iniziato a fare foto come queste. Non spesso, una ogni tanto, ma è una cosa che non riesco a controllare e non capisco che senso ha."
"Vedi, tu hai un dono speciale. Riesci a fotografare la realtà al di là dell'apparenza. Questa capacità la possiedi dalla nascita ma è rimasta nascosta dentro di te finché un particolare evento non l'ha risvegliata. Probabilmente quando gli arcangeli hanno iniziato a destare le facoltà dormienti dei nephilim, hanno destato anche la tua, e se è successo evidentemente un motivo c'è."
"E quale?"
Edith prende tra le mani sei fotografie ed in tono sacrale afferma:
"Questi sono sei dei sigilli di cui vi ho parlato.".
I luoghi raffigurati nelle foto in questione sono: il Grand Canyon, le rive del fiume Eufrate in Turchia, Stonehenge, il Partenone, il deserto di Thar (nell'India del nord), e il Preikestolen (una falesia di granito alta 604 metri che termina a strapiombo sul Lysefjord, nella contea norvegese di Rogaland).
"Allora... è qui che Anna e gli altri devono andare!" esclama incredulo Geremia "Ma come faranno?! Si tratta di girare da una parte all'altra del mondo!".
"Non è un tuo problema." rimarca impassibile Edith, riponendo sul tavolo le foto "Il modo c'è. Bisogna solo vedere se decideranno di accettare questo compito.".
"Perché non dovrebbero? Non si sono mai tirati indietro."
"Stavolta non è come le altre."
"Non ti capisco... e poi c'è un'altra cosa che non mi torna. I sigilli non sono sette? Questi sono solo sei..."
"Ti ripeto che non sono problemi tuoi."
Dopo un attimo di silenzio, Edith conclude:
"Al prossimo incontro porta con te queste fotografie. Ora vado. Non ho motivo per restare ancora qui.".
Ciò detto la ragazza si dirige verso la porta, ma Geremia la ferma rivolgendole uno spontaneo invito:
"Perché non mi racconti qualcosa di te... L'altra volta non abbiamo parlato molto.".
"Infatti." ribatte la diretta interessata, voltandosi appena verso il suo interlocutore "E' per parlare che vuoi che resti?".
"Se hai un'idea migliore, a me sta bene."
Edith non risponde, sembra decisa ad andarsene, ma una volta raggiunta la porta, invece di uscire, di scatto si gira e torna indietro. Arrivata ad un passo da Geremia, lo afferra per la camicia e lo bacia con passione, stringendosi a lui. Il giovane ovviamente non rifiuta il bacio ed anzi lo ricambia con altrettanto ardore.
"Non parlare di questo con nessuno." gli intima Edith, scostandosi un attimo da lui, per poi posare nuovamente le labbra sulle sue...
Sembra questa una notte interminabile, uguale eppur diversa da tutte quelle che l'hanno preceduta e da quelle che seguiranno. Una notte in cui i contorni di ogni certezza sbiadiscono lasciando spazio a fantasie inedite o assillanti dubbi. Una notte in cui la volontà cede il passo ad intime emozioni, siano esse passione, desiderio, paura, speranza. Ed in questa notte è difficile prendere sonno, soprattutto per quelle anime in subbuglio che si trovano ad affrontare fondamentali scelte.
Fabio, da solo nel suo letto, pensa ad Ashley. Vorrebbe averla accanto adesso, stringerla forte per sentire il suo respiro sulla pelle. Lo aiuterebbe molto. Lo aiuterebbe a frenare il martellante galoppo dei suoi pensieri. Ma Ashley, in fondo, non può far nulla ora per lui. Non può aiutarlo a decidere. Forse la cosa più giusta sarebbe lasciarla andare, libera da pesanti responsabilità, ignara di verità che una volta apprese cambierebbero la sua vita per sempre. Lei è così allegra, limpida, serena... e Fabio la ama profondamente. Non aveva mai provato nulla del genere per qualcuno. Ma questo amore non può proteggerla, non da ciò che comporterebbe per lei scoprire la verità, la verità sui gioielli, sui demoni, e su tutto il resto... Inutile comunque sperare di trovare ora una risposta, troppo forte è la stanchezza, troppo appesantita la mente. Domattina, forse, le cose appariranno più chiaramente e sarà più semplice capire che strada intraprendere. E con il nome di Ashley sulle labbra e nel cuore, Fabio si addormenta...
Qualcun altro stanotte fatica a dormire. Due donne, due madri, osservano i loro adorati figli placidamente assopiti, nutrendo per loro i medesimi timori e le medesime speranze.
Manuela contempla con amorevoli occhi il suo Lucas. Vuole vederlo crescere. Vuole garantirgli un futuro, per quanto le è possibile. Il mondo non può, non deve finire così, in uno schianto, una guerra, si chiami essa Apocalisse o in qualsiasi altro modo. Nonostante tutto, questo mondo è bello. Questa vita vale la pena di essere vissuta. Manuela ha lottato tanto per difendere ciò in cui crede e vuole che anche Lucas impari a farlo... D'un tratto Kirk le giunge alle spalle, la abbraccia e la bacia dolcemente sul collo. Anche lui è stato destato dai medesimi pensieri che rendono inquieta la compagna, anche lui è in pena per un futuro che mai esisterà, se i sigilli dovessero spezzarsi. Perfino lui, di solito ottimista e con la battuta pronta, ha smarrito il suo spirito ironico e positivo, annebbiato dalle drammatiche notizie apprese dalle labbra di Edith. Ma nonostante tutto, basta uno sguardo al loro Lucas, che riposa sereno, per infondere nuovamente in Manuela e Kirk l'energia e la volontà di affrontare a testa alta qualsiasi cosa si presenterà sul loro cammino, per cambiare un destino che pare ormai segnato, o quantomeno per provare a farlo.
Simili pensieri pervadono il cuore di Katia, mentre con la mano sfiora i biondi capelli della sua Francesca, immersa in un sonno beato. Simone raggiunge l'amata e si sofferma con lei ad osservare con paterni occhi la loro adorata bimba. E' così tenera, indifesa, innocente... Non sa nulla del male che infesta il mondo. Nulla sa di demoni, angeli, guerre. I suoi limpidi occhi sono ancora immuni all'oscurità che minaccia il presente ed il futuro.
"Credi che lei... sia come te?" domanda con un fil di voce Katia al compagno.
"In che senso?" replica lui perplesso.
"Pensi che potrebbe avere dei poteri particolari? Che dovrà prendere il tuo posto in futuro?"
"Non lo so... Spero di no."
"Non dire così. Io sono orgogliosa di te e di quello che sei e che fai. E se a nostra figlia toccasse lo stesso compito che è toccato a te... beh, di certo non sarei tranquilla, però ne sarei fiera."
"Sei unica. Davvero. In qualsiasi momento sai tirar fuori il meglio di me."
Con queste parole Simone stringe forte a sé Katia e la bacia con passione, scoprendo sulle sue labbra la risposta a cui da solo non sapeva arrivare...
La notte giunge alla sua inevitabile conclusione ed un nuovo giorno ha inizio. Geremia si rigira in maniera scomposta nel letto, destato da un dispettoso raggio di sole filtrato dalle imposte socchiuse. Svogliatamente apre gli occhi e si guarda intorno. E' solo. Non c'è nessuno con lui. Edith è sparita. E in fondo c'era da aspettarselo. Geremia si alza e si dirige a passi incerti verso la cucina. Mentre scende le scale ripensa alla sera in cui conobbe la misteriosa ragazza dagli occhi di smeraldo. Fu più di un anno fa, a Parigi. Lui si trovava lì per lavoro. Una sera con alcuni colleghi, per svagarsi un po', capitò in un locale sugli Champs-Elysees. E allora la vide. Bellissima. Sensuale. Indossava un provocante abito blu cobalto. I capelli raccolti dietro la testa. Con fare distaccato parlava tranquillamente con quelli che le stavano intorno, senza prestare attenzione a nessuno. Geremia le si avvicinò. La salutò. E lei gli rispose con un enigmatico sorriso... Trascorsero insieme una notte, una sola notte di passione, senza sapere nulla l'uno dell'altra. Poi, al mattino, ognuno riprese la sua strada. E pareva che la cosa fosse finita lì. Invece...
Geremia si avvicina al tavolo su cui sono ancora sparse disordinatamente le fotografie mostrate ad Edith ed i suoi occhi si fissano sulle sei immagini che rappresentano sei dei sigilli in procinto di infrangersi. Come faranno i suoi amici a raggiungere quei luoghi così distanti tra loro? E come potranno impedire ai sigilli di rompersi? Che sia il caso di raccontare loro delle foto? Geremia sospira e decide di non dire nulla fino alla prossima riunione. Allora Edith dirà ciò che finora ha taciuto. Inutile muoversi prima...
Ben diverso è il risveglio di Sebastiano, i cui occhi appena aperti si posano sul dolce volto di June, ancora addormentata. Sebastiano la osserva. Ripensa al loro primo incontro. Al loro primo bacio. A quando per la prima volta si sono lasciati completamente andare a quello che provavano l'uno per l'altra. June l'ha salvato. L'ha salvato da se stesso e dalla prigione che si era costruito. Gli ha restituito la libertà e la voglia di vivere in pieno questa vita, in tutto e per tutto. Ed ora lei gli sarà accanto anche nelle battaglie che dovranno affrontare per sventare l'Apocalisse che incombe. Il suo simbolo è il cigno. Perfetto per lei. Così elegante e sofisticata, ma nello stesso tempo forte e fiera. Sebastiano la ama da impazzire. Non potrebbe mai più far a meno di lei... Pian piano anche June torna dal mondo dei sogni e come prima cosa, con gli occhi ancora socchiusi, posa un dolcissimo bacio sulle labbra del compagno, chiedendogli poi se sia riuscito a dormire o se abbia piuttosto passato la notte a rimuginare sulle ultime novità.
"Direi che ho dormito... abbastanza." risponde il diretto interessato sbadigliando.
"Ok. Faccio finta di crederti." continua l'altra "Ascolta. Non c'è molto a cui pensare. Io so cosa voglio fare. E lo sai anche tu. Ora bisogna vedere se anche gli altri sono d'accordo. Se uno solo di noi si tira indietro, non si fa niente."
"Infatti. Ma non penso che qualcuno si tirerà indietro."
"Già... Spero di essere all'altezza della situazione. Da quando la spilla di Manuela è passata a me, tu e gli altri mi avete insegnato come usare le mie facoltà speciali. Però... è diverso quando hai dei nemici davanti."
"Tranquilla. Mi sa che tra tutti sei quella che i poteri li controlla meglio."
June sorride e si accoccola tra le braccia di Sebastiano, e lui la stringe forte sussurrandole che la ama e che non la lascerà mai da sola, qualsiasi cosa dovesse accadere in futuro.
A casa di Liam e Anna invece già di prima mattina regna il caos, e facile indovinare chi ne sia l'artefice. Anna si è svegliata decisa ad indossare una precisa maglia, ma non riuscendo a trovarla nel cassetto dove era sicura di averla lasciata, ha cominciato a rovistare ovunque mettendo la camera  sottosopra. Liam non ha nemmeno provato a metter bocca nella cosa e seduto sul letto osserva divertito la compagna alla disperata ricerca di questa fantomatica maglia.
"Ma dov'è finita?!" esclama la ragazza, seduta sul pavimento tra pantaloni, camicie, gonne e calzini.
"Forse non hai guardato nel posto giusto." commenta Liam, indicando con la mano la sedia accanto alla porta.
Anna si alza in piedi di scatto, raggiunge la sedia, getta per terra il cumulo di abiti che la ricoprono e... miracolo! Ecco la maglia tanto agognata!
"Perché non mi hai detto prima che era qui?!" domanda la giovane, fissando perplessa il compagno.
"Era troppo divertente guardarti cercare dappertutto come una matta!" confessa l'altro sorridendo.
Anna con un salto si tuffa sul letto, atterrando tra le braccia di Liam, e scoppia con lui a ridere. In un attimo però cambia espressione e si fa seria seria, uscendosene con una preoccupata domanda:
"Come ce la caveremo stavolta?".
"Parli dei sigilli?" intuisce giustamente Liam, rabbuiandosi in volto.
"Sì... cosa dovremo fare? Nessuno ci potrà aiutare. Gli arcangeli hanno il divieto di intervenire."
"Faremo da soli. Ma se tu non te la senti devi dirlo."
"Ho solo paura. Ma non mi metto da parte... non sono proprio il tipo."
"Lo so. Lo so..."
Inutile comunque rimuginare su cose di cui ancora ben poco si conosce. Edith deve aver dell'altro da dire. Tanto vale mettersi l'anima in pace e aspettare, portando nel frattempo avanti la propria vita come se nulla di particolare fosse accaduto. Ormai i sette custodi dei gioielli ed i loro amici hanno ben imparato a gestire con naturalezza quest'apparente normalità ed anche in questo momento lo riescono a fare, se pur con qualche pensiero in più a gravare sui loro cuori.
Anna va al lavoro, come al solito, e mentre se ne sta seduta alla scrivania rimuginando sul suo prossimo articolo, ad un certo punto vede a sorpresa entrare in redazione Geremia. E' bello saperlo di nuovo nei paraggi, pensare di poterlo incontrare e scambiare quattro chiacchiere con lui, non più solo per telefono o via email. Anna deve ammetterlo, Geremia le è mancato. Di rado è tornato in città in questi due anni, e solo di sfuggita, come stesse cercando di dar un taglio netto col passato. E forse in parte questa è la verità. L'incontro con Anna e compagni ha stravolto la sua vita e nell'opportunità di andarsene in giro per il mondo a fare ciò che più ama, il giovane fotografo ha letto un segno del destino, la possibilità di ricominciare, accantonando demoni, angeli, ed un amore non corrisposto. Ora però Geremia è tornato e si sente una persona nuova, o più semplicemente ha riscoperto se stesso.
Con passi felini Anna si avvicina all'amico e, giunta non vista alle sue spalle, lo saluta con voce squillante, facendolo sussultare.
"Ehi, non avrai paura di me?!" chiede la ragazza con un malandrino sorriso.
"Solo qualche volta." risponde a tono l'altro.
"Come mai da queste parti?"
"Pensavo che mi piacerebbe ricominciare a collaborare col giornale."
"Fantastico! Si è sentita la mancanza di un fotografo di talento come te!!"
… e come se si è sentita …
Geremia sorride e ringrazia accennando un inchino. Dopodiché viene chiamato nell'ufficio del caporedattore e di conseguenza si congeda dalla sua amica, non prima però di averla invitata a pranzo per scambiare con lei due parole in pace.
Così, verso l'una e mezza, Anna raggiunge Geremia in un bar nei pressi della redazione e come prima cosa lo investe con una serie di domande riguardo al lavoro che negli ultimi due anni l'ha tanto impegnato. Il giovane non si dilunga in troppi dettagli, il tempo non è molto, ma traspaiono evidenti dai suoi occhi l'entusiasmo e la soddisfazione per la bella esperienza vissuta.
"Peccato sia finita." conclude sospirando Geremia.
"Non è detto che non ti capiti un'altra occasione del genere!" commenta fiduciosa Anna.
"Sì, beh... adesso però ci sono altre priorità."
"Tu puoi restarne fuori. Anzi, dovresti..."
Fosse vero! Anna non sa, non sa che Geremia ormai c'è dentro fino al collo nella storia dei sigilli, e lui sarebbe quasi quasi tentato di confidarsi, ma si trattiene dal farlo, preferendo aspettare la prossima riunione del gruppo. Sarà quello il momento per svelare la verità e mostrare le foto dei sigilli.
"Che ne pensi di quella Edith?" se ne esce ad un certo punto Anna, e non ottenendo risposte insiste:
"Dimmi la verità. Ti sembra una di cui ci si può fidare? A me non sta per niente simpatica, con quell'aria saccente da prima donna...".
"Non la conosciamo." si limita a dire Geremia, palesemente turbato.
"Cosa mi nascondi?"
Silenzio. Anna non demorde:
"Tu non me la racconti giusta. Cosa c'è? Con me puoi parlare...".
"Sono un po' confuso..." risponde evasivo il diretto interessato "Non ho fatto nemmeno in tempo a mettere piede in città che subito è capitato un gran casino. Dammi del tempo per riprendermi."
"Hai ragione. Scusa... ma ricordati che per qualsiasi cosa io per te ci sono."
Geremia dà un bacio in fronte all'amica per ringraziarla delle sue attenzioni e poi la saluta allontanandosi di fretta con la scusa di dover tornare in negozio ad aiutare June. Ma in realtà Geremia è dovuto fuggire dalla tentazione di dire tutta la verità ad Anna. Lei possiede l'innata capacità di spingere le persone a confidarsi sinceramente ed il giovane sa bene di non poterlo fare: l'ha promesso ad Edith e lui le promesse è abituato a mantenerle.
Qualcun altro in questa giornata si trova costretto a nascondere la realtà delle cose con simulata noncuranza, e questo qualcuno è Fabio, che verso sera, dopo il lavoro, si incontra con la sua Ashley. I due camminano per le vie del centro tenendosi per mano e intanto chiacchierano di quello che hanno fatto durante il giorno.
"Organizziamo una cena con gli altri una delle prossime sere." propone ad un certo punto Ashley "Così potrò conoscere il tuo amico Geremia!".
"Si potrebbe... magari..." risponde titubante Fabio "Dai, vediamo se si riesce, nel fine settimana. Ma, sai, sono tutti sempre super impegnati!".
"Improvvisamente sono tutti così presi dalle loro cose da non potersi distrarre un po'? Da quando io e te stiamo insieme siamo usciti spesso coi tuoi amici – che ormai sono anche amici miei - … Perché adesso tiri indietro?"
"Ma no! Cosa dici!?! Non ho detto che non si fa niente. Basta mettersi d'accordo."
Fabio prende tempo. La verità è che in questo momento non sa come comportarsi. I giorni che verranno saranno densi di impegni per lui ed il resto del gruppo. E in tutto ciò, come regolarsi con Ashley? Come tenerla lontana dal pericolo senza insospettirla? Come salvarla senza perderla? Fabio è combattuto. Ora finalmente capisce i dubbi di Simone e Sebastiano quando dovettero scegliere se coinvolgere o meno Katia e June nelle loro incasinate esistenze. Non è facile prendere una decisione. Ogni strada sembra sbagliata.
D'un tratto Ashley arresta i suoi passi e guarda negli occhi il compagno. Dopodiché, sorridendo, si accoccola tra le sue braccia e gli sussurra uno struggente: "Ti amo...".
"Anch'io..." risponde Fabio, stringendo forte l'amata, sicuro ora come non mai di non voler rinunciare a lei. La proteggerà, le starà accanto, e per lei prima di chiunque altro lotterà contro il tempo ed il destino per impedire ai sigilli di spezzarsi.

 

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Nuovi personaggi, nuova missione, nuovi inediti risvolti... Nel prossimo capitolo qualche spiegazione in più!
A presto
Marta

GEREMIA E EDITH
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Capitolo 33
*** Segreti svelati, segreti taciuti ***


PARTE IV. I SETTE SIGILLI

CAPITOLO III. SEGRETI SVELATI, SEGRETI TACIUTI

Trascorsi tre giorni, come stabilito, i custodi dei gioielli, e con loro Manuela, Katia e Geremia, si incontrano da Jabez per apprendere dalla voce di Edith in che modo sarà possibile mantenere chiusi i sigilli e sventare di conseguenza l'Apocalisse. L'affascinante nephilim stavolta non si fa trovare sul posto, ma al contrario si presenta per ultima, con la sua solita aria distaccata e seriosa che tanto infastidisce Anna e Katia.
"Cos'avete deciso?" domanda senza inutili preamboli Edith.
"Non lasceremo che i sigilli si aprano." risponde deciso Sebastiano, fattosi portavoce dei compagni come il suo ruolo impone.
"Allora, cominciamo." continua la giovane profetessa, prendendo dalla borsa un sacchetto di stoffa dal quale estrae sette particolari oggetti: un piccola piramide di piombo, una sottile lamina di stagno, una punta di lancia in ferro,  un filo di rame, un'ampolla contenente del mercurio, un anello d'argento ed una moneta d'oro.
"Questi sono i sette metalli simbolici della trasmutazione alchemica." afferma Edith, subito interrotta da Kirk, piuttosto perplesso:
"Trasmu... cosa? Non ho capito niente.".
"La trasmutazione alchemica rappresenta il percorso di trasformazione dei metalli più poveri in quello più nobile e perfetto, ovvero l'oro." continua Edith "Ma non è il momento di parlare di questo. Ciascuno di voi deve prendere uno di questi oggetti. Ogni metallo è associato ad un pianeta, così come lo siete anche voi: l'oro al Sole, l'argento alla Luna, il mercurio al pianeta omonimo, il rame a Venere, il ferro a Marte, lo stagno a Giove ed il piombo a Saturno.".
Seguendo l'istinto ognuno dei custodi dei gioielli sceglie un metallo, quello da cui si sente più attratto, ed è così che le combinazioni si rivelano essere: Simone – oro; Fabio – argento; Liam – mercurio;  June – rame; Anna – ferro; Kirk – stagno; Sebastiano – piombo.
"E adesso?" si informa Fabio grattandosi la testa.
Edith prosegue:
"Grazie a questi metalli potrete chiudere saldamente i sigilli. Non chiedetemi come: questo dovrete scoprirlo voi. Sappiate solo che sarà necessario un grande dispendio di energie, e tra un sigillo e l'altro dovrete fermarvi per rigenerarvi... Altrimenti non ce la farete.".
"Tutte belle notizie!" esclama Anna, passandosi una mano tra i capelli.
"E dove li cerchiamo i sigilli?" domanda giustamente Liam, rivolgendosi a Edith "Se non ce lo puoi dire tu, da chi dobbiamo andare?".
Katia si offre di fare come in passato, quando ha scovato sia demoni che angeli elaborando uno speciale programma al computer. Ma la profetessa dagli occhi verdi non è d'accordo:
"No, stavolta non è possibile ricorrere a questi mezzi. E non è nemmeno necessario.".
Ciò detto, l'enigmatica ragazza lancia un'eloquente occhiata a Geremia e lui mostra agli amici le foto dei luoghi dove si trovano sei dei sigilli.
"Cosa vuol dire?" chiede esterrefatta June al fratello, che in qualche maniera tenta di risponderle:
"Da quando sono partito ho iniziato a fare foto come queste. Subito pensavo fosse un problema di messa a fuoco, ma poi ho capito che non era così...".
"E cosa aspettavi a dircelo?!" interviene con gli occhi sbarrati Anna.
"Qui la storia si complica..." commenta Kirk, alla cui voce fa eco quella di Sebastiano:
"Che razza di casino!!!".
Jabez prova a far un po' d'ordine nelle menti confuse dei giovani amici:
"Sentite. Non importa ora capire come e perché Geremia ha scoperto di avere questa facoltà particolare. Quello che conta è che ha identificato dove si trovano sei sigilli. Ora però mi chiedo: e il settimo?".
"Si manifesterà quando sarà il momento." afferma lapidaria Edith.
"Aspettate un attimo." interviene Fabio "Ma tu, Geremia, come hai fatto a capire che in quelle foto c'erano i sigilli? Chi te l'ha detto? Non è che tu e la nostra profetessa vi siete visti di nascosto... senza dirci niente...".
La maliziosa insinuazione scatena la curiosità di Anna:
"Senti, senti... Avanti, diteci la verità.".
Edith, con assoluta indifferenza, tronca sul nascere ogni possibile insinuazione:
"Sono andata a parlare con Geremia perché sapevo delle fotografie. So molte più cose di voi di quante possiate immaginare.".
"E noi non sappiamo niente di te." rimarca Manuela.
"Sapete quello che dovete sapere." conclude seccamente l'altra.
Anna fa per alzarsi in piedi, infastidita non poco dall'atteggiamento di Edith, ma Liam la ferma trattenendola per un braccio mentre June prende la parola riportando al centro dell'attenzione il motivo principale della riunione:
"Per raggiungere i posti che ci sono nelle foto di mio fratello, dovremo girare come dei matti. Si va dall'America alla Norvegia, passando per la Turchia e l'India...".
"Come? Come?" si intromette Kirk palesemente preoccupato.
"Non è che navighiamo nell'oro!" esclama Simone, assecondato da Sebastiano:
"Ci mancano i soldi e anche il tempo. Che facciamo? Ci licenziamo? Molliamo il lavoro e tutto il resto e ci mettiamo a girare il mondo?!... Se avessi potuto farlo, l'avrei già fatto senza aspettare l'Apocalisse!".
Anche Jabez è piuttosto pensieroso e si rivolge serio a Edith:
"Hai una soluzione per questo?".
"Me ne occuperò io." risponde sicura la ragazza, privo il suo volto di qualsiasi espressione "Il modo di spostarvi ve lo troverò io. Invece, per quanto riguarda i vostri impegni di tutti i giorni, una soluzione c'è. Delle proiezioni mentali.".
"Che mal di testa!" borbotta Kirk che inizia a non districarsi più in mezzo a tante novità.
"So che vi sto dicendo molte cose tutte insieme." prosegue Edith "Ma non siete nuovi a situazioni come questa. Sgombrate le vostre menti, totalmente, non opponete resistenza e lasciate che le mie parole facciano il loro effetto. Tutto poi vi apparirà più chiaro.".
La voce della ragazza, persuasiva e ferma, giunge fin in fondo all'anima di coloro che la stanno ascoltando, come un celeste strale scagliato da un invisibile arco. In un attimo confusione ed inquietudine svaniscono e tutto ciò che è emerso finora sui sigilli e l'Apocalisse assume contorni chiari e definiti. Ecco il significato di quel dono speciale che possiedono i nephilim prescelti come profeti, il dono della comunicazione: basta aprire cuore e mente alle loro parole perché esse giungano a destinazione mostrando realtà impossibili da investigare razionalmente.
"Ora vi spiegherò cosa sono le proiezioni mentali." prosegue Edith "Anni fa non avreste potuto crearle, non eravate abbastanza forti ed esperti. Ma ora lo siete e siete perciò in grado di generare questi alter ego che possano prendere il vostro posto nella vita di tutti i giorni mentre voi sarete lontani.".
Ciò detto la nephilim si avvicina a June e le domanda di concentrarsi immaginando di proiettare una parte di sé all'esterno. June chiude gli occhi e prova a fare quanto le è stato richiesto... ed ecco che dal nulla appare un'altra June, identica all'originale, lasciando i presenti a bocca aperta.
"Ehi, Sebastiano, adesso hai due fidanzate!" scherza Fabio "Come la metti?".
"Due June ancora ancora vanno bene." interviene ironico Kirk "Ma due Anna no, vi prego!".
Liam, Manuela e Sebastiano scoppiano a ridere, mentre Anna assume una buffa espressione imbronciata. Simone e Katia si scambiano un'occhiata con Jabez e scuotono la testa, ma nemmeno loro riescono a star completamente seri. Strano ma vero, perfino Edith accenna un sorriso, talmente lieve che soltanto una persona se ne accorge, la persona che più di tutti tiene furtivamente gli occhi puntati su di lei, ovvero Geremia. June intanto osserva perplessa il suo alter ego e prova a toccarlo per capire se abbia la consistenza di un fantasma o piuttosto quella di un individuo in carne ed ossa. E con stupore si rende conto che la sua proiezione mentale è reale e concreta quanto lo è lei. Possibile?
"Ma queste proiezioni sono frutto della nostra mente?!" domanda allibita June "Eppure sembra così vera...".
"Hai detto giusto. Sembra..." prosegue Edith "Se vi lasciate trarre in inganno dall'apparenza le proiezioni diventano reali, ma se sapete guardare al di là di ciò che si vede vi appariranno per ciò che sono.".
E dicendo ciò la profetessa con un braccio passa attraverso il corpo della proiezione di June, cosa che alla stessa June un attimo prima non era riuscita.
"Queste sono solo immagini virtuali del vostro io." continua Edith "Ma se le considerate reali, diventano tali. Per questo potranno sostituirvi mentre sarete lontani. Chi le vedrà sarà sicuro di aver davanti voi e con questa convinzione renderà concreto ciò che concreto non è.".
"Io però per casa non voglio una specie di fantasma con l'aspetto di mio marito!" esclama inorridita Katia.
"Non sarà necessario." spiega Edith "Tu e Manuela conoscete la verità, con voi le proiezioni mentali non hanno ragione di manifestarsi. Però vi consiglio, a voi due come a Jabez e Geremia, di stare in guardia mentre i custodi dei gioielli saranno lontani. Siete a rischio di attacchi demoniaci. Potreste essere un buon diversivo. Anche se so che gli arcangeli vegliano costantemente su di voi, e contro i demoni possono intervenire.".
Una breve pausa, e poi la nephilim prosegue:
"Devo farvi un'ultima raccomandazione. Dovunque vi porterà questa impresa, in ogni luogo in cui andrete, nessuno dovrà ricordarsi di voi. Dovrete cancellare ogni traccia del vostro passaggio dalle menti di coloro che vi incroceranno, anche solo di sfuggita. Dovrete crearvi una sorta di schermo di pura energia psichica.".
"Ok. Capito." conferma Simone "L'abbiamo già fatto, anni fa. Non dovrebbe essere un problema.".
"Ora devi dirci da dove cominciare." afferma risoluto Sebastiano, mentre June fa scomparire il suo alter ego virtuale, inquietandola non poco l'idea di avere vicino un'altra se stessa.
"Grecia. Partenone." risponde in tono solenne la profetessa "Il primo metallo del percorso di trasmutazione è il piombo. La prima coppa dell'ira di Dio nelle scritture è descritta come causa di una dolorosa ulcera. E da qui il primo Flagello che incontrerete.".
"E quando partiamo?" si informa Simone.
"Presto. Molto presto." spiega Edith "Me ne occupo io e appena avrò fatto ve lo comunicherò. Preparatevi a muovervi in qualsiasi momento.".
Altro non aggiunge la misteriosa nephilim prima di andarsene, e stavolta nessuno tenta di fermarla. Sebastiano e compagni restano immobili e si guardano perplessi, senza aprir bocca per un po'. Finché non è Anna a rompere il silenzio:
"Ora, scusate. Ma quella Edith ha un'agenzia di viaggi?".
"E questa da dove ti viene?" le chiede Kirk.
"Come fa a farci arrivare in Grecia così, su due piedi?" risponde lei "O ha un jet privato o ha un'agenzia di viaggi.".
"Ma a te che importa?" commenta Liam.
"Non credo sia questo il punto fondamentale." rimarca Jabez "Ora dovete prepararvi a quello che vi aspetta. Tanto più che nemmeno sapete cosa vi aspetta davvero.".
"Però sappiamo cosa dobbiamo fare." sottolinea June, per poi volgere lo sguardo verso il fratello, stupita dal suo inspiegabile tacere. Perché non parla? Perché non dice niente? Che sia semplicemente frastornato per la speciale facoltà che ha scoperto di possedere? Che sia soltanto questo il motivo della sua apparente estraneità a ciò che gli sta accadendo intorno?
In effetti Geremia non è indifferente a quello che sta succedendo. E' profondamente preoccupato per gli amici e per l'incerto destino che attende tutti quanti, ma non può, non riesce a togliersi dalla testa Edith, e non solo perché è terribilmente attratto da lei. No, c'è dell'altro, non è la sua una mera attrazione fisica, e non è nemmeno un sentimento definibile con i termini comunemente usati. Si tratta per lo più di una sensazione dalla natura ancora sconosciuta, una sensazione indecifrabile, né positiva né negativa. E Geremia è inesorabilmente affascinato da questa strana inspiegabile sensazione, così come da colei che ne è la causa...
Conclusa la riunione, ognuno fa ritorno a casa. June tuttavia non imbocca la via del ritorno insieme a Sebastiano, ma si trattiene un po' col fratello: da quando è rientrato in città, ancora non è riuscita a passare del tempo da sola con lui e la cosa le dispiace molto. I due si ritrovano così tra le quattro mura che in un recente passato insieme li hanno ospitati e chiacchierano di quello che hanno fatto mentre erano lontani. Ad un certo punto June si lascia andare ad una sincera considerazione:
"Sono felice della bella occasione che hai avuto. Dev'essere stato bellissimo per te. Ma mentre eri via ho sentito che ti stavi pian piano allontanando da tutti qui, anche da me. E sinceramente ci sono rimasta male.".
"Non me l'hai mai detto." confessa dispiaciuto Geremia.
"Non volevo rovinare il momento che stavi vivendo. E poi in fondo ti capisco. Con tutto quello che era successo, chi non avrebbe voluto scappare?"
"Tu, per esempio, non sei scappata."
"Ma io ho avuto la fortuna di aver vicino Sebastiano. Tu invece, con Anna..."
Geremia dà un'affettuosa carezza in testa alla sorella e la rassicura spiegandole che questo viaggio di due anni gli è servito molto per far un po' di ordine nella sua vita:
"Stando lontano ho potuto prendere distanza da tutto quello che è successo e così sono riuscito a metabolizzarlo, se così si può dire. Vedi anche come ho preso la storia delle foto... Sono rimasto sorpreso, è vero, ma in fondo non mi spiace. Anzi! Almeno non sono un peso morto per te e gli altri. E per quanto riguarda Anna... lei è una persona importante per me, e lo sarà sempre, ma come amica. Adesso posso dirlo davvero.".
June sorride ed abbraccia il fratello, per poi punzecchiarlo con una maliziosa domanda:
"E adesso, dimmi un po'? A quante donne hai fatto perdere la testa girando qua e là come un vagabondo? E qualcuna ha fatto perdere la testa a te?".
"Ah, che vuoi che ti dica?! Non ho un gran che da raccontare su questo argomento!" risponde evasivo il diretto interessato.
"Tutto lavoro e niente divertimento? Non ci credo!"
"No, no... anzi! Però non è successo niente di importante... non ho incontrato nessuno di... speciale."
... anche se forse le cose non stanno esattamente così...

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

In questo capitolo ho inserito un bel po' di elementi. Alcune cose non sono frutto della mia fantasia. I metalli della trasmutazione alchemica per esempio li ho scoperti navigando su internet ed ho pensato di collegarli alla chiusura dei sigilli. Insomma, sono partita da dati raccolti attraverso una serie di ricerche (legate al numero 7) e li ho elaborati in maniera del tutto personale, come d'altronde ho fatto anche nelle altre parti. Spero vi piaccia il mio lavoro!
Alla prossima!
Marta

KATIA
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EDITH
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Capitolo 34
*** Il primo Sigillo ***


PARTE IV. I SETTE SIGILLI

CAPITOLO IV. IL PRIMO SIGILLO

Trascorrono alcuni giorni prima che Edith si faccia di nuovo viva. Da Jabez una mattina la nephilim si presenta, con sette biglietti aerei per la Grecia, destinati ai custodi dei gioielli, e non spende molte parole per spiegare il da farsi:
"Devono partire domani. Arriveranno verso sera. Devono sfruttare la notte per compiere il rituale, così non avranno gente intorno.".
Ciò detto Edith fa per andarsene ma Jabez la blocca indirizzandole una diretta domanda:
"Perché ti comporti così?".
"Così come?" ribatte infastidita la ragazza.
"Arrivi. Dici quello che hai da dire. E poi scappi via."
"Non scappo da niente e da nessuno. So badare a me stessa... e sto bene da sola."
"Non è vero."
Edith si ammutolisce. Le parole di Jabez hanno colto nel segno e lei non può replicare in alcun modo. E' allora il maturo uomo a proseguire con paterna sollecitudine:
"Passa del tempo con Anna, Sebastiano e gli altri. Ti farà bene stare con loro. Credimi.".
Silenzio. E la misteriosa profetessa se ne va senza dir nulla, solitaria anima destinata a conoscere ogni cosa del mondo tranne forse se stessa...
…Dunque, la prima destinazione di Sebastiano e compagni è il Partenone. Non male, e la cosa eccita oltremodo Anna, che la Grecia l'ha sempre amata in maniera viscerale, a partire dalla sua storia, la mitologia, il mare. A rammentarle che non si tratta di una gita di piacere ovviamente ci pensano i suoi amici, ma alla fin fine forse l'atteggiamento della scatenata giovane non è poi sbagliato. Un minimo di leggerezza e ottimismo ci vuole, sempre, soprattutto quando non si sa di preciso a cosa si va incontro!
Una volta messe in moto le proiezioni mentali e creato lo schermo psichico di protezione, i custodi dei gioielli si mettono in viaggio, arrivando a destinazione verso sera, come Edith aveva calcolato. Per raggiungere il centro di Atene basta prendere la metro, e senza alcuna fatica i sette amici giungono al cospetto dell'imponente Partenone. Che meraviglia!!! Odora di storia l'antico tempio, vetusto simbolo di ancestrale splendore. Anna è estasiata ed è Kirk a riportarla coi piedi per terra, dandole un bruco scossone.
"Che maniere!" esclama la giovane seccata.
"Dai, muoviamoci da qui." rimarca Sebastiano "Edith ha detto che dobbiamo compiere il rituale di notte. Perciò meglio aspettare un po'.".
"Allora intanto che si fa?" domanda Fabio.
"Cibo!!!" esulta Kirk, immediatamente ripreso da Simone:
"Siamo in una delle città più affascinanti ed impregnate di storia del mondo e tu pensi a mangiare?".
"Volevo assaggiare la cucina del posto per arricchire il mio bagaglio di conoscenze!" risponde a tono il diretto interessato.
June sorride, Liam e Fabio scuotono la testa, Anna indifferente continua a contemplare il Partenone. E' Sebastiano che riconduce all'ordine i compagni, rammentando il motivo della loro presenza nella capitale greca:
"Vi ricordate perché siamo qui? Non abbiamo la minima idea di quello che dobbiamo fare, perciò proviamo a riflettere un attimo. O vi chiedo troppo? Andiamo da qualche parte e raccogliamo le idee.".
"Agli ordini!" risponde Anna mettendosi sull'attenti, e provocando di conseguenza una risata collettiva.
Mentre i sette custodi dei gioielli sono impegnati nella loro nuova missione, coloro che sono rimasti a casa attendono con ansia di sapere come andrà a finire con questo primo sigillo, augurandosi si risolva tutto per il meglio. Assecondando il suggerimento di Edith, Katia con Francesca si è trasferita  da Manuela: faranno così quando i rispettivi mariti saranno lontani, in modo da aiutarsi a vicenda in caso di attacchi di demoni. Manuela dopotutto è stata per lungo tempo una dei sette custodi ed i suoi poteri non sono spariti con il passaggio di testimone a June, semmai sono meno forti ma di sicuro ancora sufficienti per tenere a bada le creature demoniache. Jabez invece mantiene un costante contatto con il suo spirito guida, così da essere per tempo avvisato in caso i demoni si muovano contro di lui... E Geremia? Lui a dire il vero non ha intenzione di cambiare le sue abitudini per colpa di spiriti infernali e quant'altro, ed anche in questa giornata, terminato il lavoro al negozio, se ne torna a casa, logicamente con il pensiero rivolto alla sorella ed agli amici lontani.
"Chissà come sono fatti questi Flagelli che ha nominato Edith?..." si domanda il giovane mentre armeggia ai fornelli nel tentativo di prepararsi qualcosa da mangiare.
Ma di fame Geremia sinceramente non ne ha. Così abbandona la cucina e si siede sul divano per provare a distrarsi guardando la tv. D'un tratto, il campanello suona. Visite? A quest'ora? Che siano Manuela e Katia? O Jabez? Nessuno di loro in verità. E a sorpresa alla porta si presenta Edith.
"Che ci fai qui?" chiede perplesso il padrone di casa.
"Ti va di parlare?" risponde la ragazza con fare stranamente accomodante.
Geremia invita l'inattesa ospite ad entrare e la guarda incerto e dubbioso non comprendendone le intenzioni. Edith sembra imbarazzata, la sua aria sicura ed imperturbabile è sparita e nei suoi occhi si è accesa una luce diversa, più calda e dolce.
"Cosa c'è?" insiste Geremia "Hai qualche altra rivelazione da farmi su sigilli, flagelli, demoni?...".
"No... a dire il vero volevo solo parlarti un po' di me." ammette con un fil di voce la giovane, sedendosi sul divano "Hai voglia di ascoltarmi?".
Geremia sorride, annuendo col capo, e si accomoda accanto ad Edith mostrandosi ben disposto ad accoglierne qualsiasi confidenza. La ragazza esita un attimo, dopodiché inizia a raccontare la sua storia:
"Ho ventisei anni e sono nata e cresciuta a Parigi. I miei vivono ancora là. Mio papà è un industriale di una certa importanza e mia mamma gestisce un franchising di negozi d'abbigliamento. Mi sono laureata in teologia alla Sorbona e lì sono rimasta per un po' a far da assistente a un mio professore, anche lui appartenente ai nuovi profeti. Mi sono trasferita qui poco meno di un anno fa. Al momento collaboro via internet con alcune case editrici diffuse sul territorio nazionale. Seguo soprattutto le traduzioni in inglese e francese, ma anche in lingue orientali...".
"Perché adesso non mi dici sul serio qualcosa di te?" interviene Geremia.
"Lo sto facendo..."
"Perché sei venuta qui? Solo per raccontarmi la tua autobiografia?"
Edith seccata scatta in piedi e fa per andarsene, ma Geremia la afferra per un braccio e si scusa con lei spiegandole il senso delle sue parole:
"Non te la prendere. Volevo solo dire che se hai bisogno di parlare e sfogarti, fallo pure, ma fallo sul serio.".
Il viso di Edith si tinge di una malinconica espressione e dalle sua labbra esce un'amara ammissione:
"Sono stanca. A volte non vorrei sapere niente, niente di niente. Nemmeno come mi chiamo. A cosa mi serve conoscere il passato, il presente?... Conoscere ogni cosa, per non poter vivere niente?".
"Che intendi?"
"Vorrei solo vivere, come fanno quelli della mia età. Vivere di giorno in giorno quello che mi succede... invece non ci riesco."
"Hai addosso un carico troppo pesante da portare da sola. Però, anche tu, ci metti del tuo?"
"Cioè?"
"Non hai esattamente un atteggiamento disponibile e conciliante con la gente. Con Anna, June e gli altri, per esempio... non sei stata il massimo della simpatia!"
"Non è fare amicizia con loro il mio compito."
"Però una cosa non esclude l'altra."
Dopo una breve pausa, Geremia riprende, serio in volto:
"Perché sei venuta proprio da me?".
"Non lo so?" confessa la nephilim, chinando la testa con femminile grazia.
"Allora c'è qualcosa che non sai!" commenta in tono scherzoso l'altro.
Edith si lascia sfuggire uno spontaneo sorriso e Geremia si incanta ad osservarla. E' a dir poco splendida quando ride, con gli occhi di smeraldo accesi come gemme preziose. Da dove arriva questa creatura umanamente angelica, intoccabile a momenti ed a momenti terribilmente sensuale e concreta? Donna o angelo? Due nature cela in sé costei, due nature inconciliabili che in lei trovano la loro unione perfettamente imperfetta...
"Hai già cenato o mangiamo qualcosa insieme?" propone Geremia, sforzandosi di sedare l'irresistibile richiamo dei sensi.
"Se vuoi preparo qualcosa io." si offre Edith "Tu dimmi solo dov'è la cucina.".
"Non mi dire... sai cucinare?!"
"E' dal periodo dell'università che vivo da sola. E' ovvio che so cucinare. E me la cavo abbastanza bene."
"Ok. Allora prima assaggio e poi ti dico che ne penso."
In effetti Edith come cuoca non è niente male e riesce con poco ad imbastire una cena indubbiamente allettante. Mentre mangiano lei e Geremia discorrono serenamente raccontandosi un po' l'uno dell'altra, finché ad un certo punto il giovane intavola un delicato argomento:
"Credi che ce la faranno?".
"Parli dei tuoi amici?" intuisce giustamente la profetessa "Penso di sì. Ho molta fiducia in loro.".
"Non sembrava..."
"Sono stata dura con loro. Hai ragione. Ma è questo il mio ruolo."
"Non credo nei ruoli prestabiliti."
"Già... Ognuno di noi è quello che sceglie di essere: se non sbaglio queste sono parole di tua sorella."
"Tu, chi vuoi essere?"
"Vorrei poter essere quella che sono. Niente di più."
"Come stasera..."
"Come stasera..."
Edith accenna un sorriso, dopodiché ringrazia per la piacevole chiacchierata e si alza da tavola, evidentemente intenzionata ad andarsene. Geremia la accompagna alla porta e nel salutarla le rivolge un significativo invito:
"Se avrai ancora voglia di parlare, sai dove trovarmi.".
"Grazie." risponde la ragazza in un sospiro, per poi mutare di colpo espressione e con sensuale voce indirizzare una chiara proposta al giovane accanto a lei:
"Vuoi che rimanga qui stanotte?".
Geremia resta per un attimo spiazzato dall'inattesa uscita ma stavolta non cede e risponde deciso:
"Farti rimanere per poi svegliarmi di nuovo da solo domattina?... No grazie, non mi interessa. E' stata una bella serata, ma adesso è meglio se vai a casa.".
Edith è sorpresa dall'imprevisto rifiuto, però non ne è offesa, anzi, in un certo senso ne è lusingata. Con un accattivante sorriso la ragazza saluta e se ne va, mentre Geremia richiude lentamente la porta chiedendosi in cuor suo come abbia potuto resistere ad un sì allettante invito. Cosa gli ha impedito di cedere? Perché non si è lasciato andare all'istinto che gli brucia dentro incendiando i suoi sensi? Come ha potuto dominare l'impellente desiderio di assaporare ancora le labbra e la pelle di Edith?... Forse perché si è accorto di desiderarla intensamente, profondamente, e non soltanto per una notte, e non soltanto per cedere ad una passione in cui due corpi si incontrano ma non le anime in essi racchiuse... Geremia si siede sul divano, le mani dietro la testa, gli occhi chiusi, e la sua mente si sposta dal pensiero di Edith a quello degli amici lontani. Come se la staranno cavando? Quando torneranno? E soprattutto... torneranno?
Ad Atene, intanto, Sebastiano e compagni, dopo aver atteso che la notte scendesse sulla città, si accingono ad adempiere al loro compito. Indossate le divise i sette si muovono verso il Partenone, camminando tra la gente che nemmeno li vede, invisibili agli occhi umani, quasi fossero spiriti, essenze incorporee. D'un tratto Cat mette in allarme gli amici:
"Sento qualcosa. Ci sono dei demoni nei paraggi.".
"Allora facciamoci una bella corsetta, che dite?" propone Fox.
"Tu Cat, riesci a depistare i demoni?" interviene Hawk.
"Certo!" risponde sicura la giovane.
Il Partenone è presto raggiunto. Panther tiene in mano la piccola piramide di piombo consegnatagli da Edith e guarda i compagni per capire con loro come agire. Ma non sono per primi i custodi dei gioielli a compiere la loro mossa. E' invece il primo Flagello a farsi sentire. Improvvisamente il tempo si ferma, la temperatura scende rapidamente, il cielo si tinge di un rosso fuoco e contro di esso il Partenone si staglia assumendo iridescenti riflessi dorati.
"Qui le cose non si mettono bene." fa notare Wolf.
"E' vicino." afferma Swan "Percepisco la sua presenza. Non è un demone. Non è un angelo. A nessuna schiera appartiene... ma non è di certo amichevole la sua aura.".
"E come lo affrontiamo se non sappiamo cos'è?" si domanda giustamente Squirrel.
"E' qui!" grida Swan, con gli occhi sbarrati, e subito lei ed i suoi amici sono trafitti da un lancinante dolore allo stomaco che li fa piegare su loro stessi.
Poi, di colpo, sulle loro mani, braccia, gambe, volti, si aprono dei tagli profondi dai quali il sangue sgorga copiosamente, quasi una forza esterna lo attirasse a sé.
...La prima coppa dell'ira di Dio causa una dolorosa ulcera... Ecco dunque il primo Flagello, come Edith aveva preannunciato...
"Facciamo qualcosa." digrigna tra i denti Hawk, inginocchiato a terra come i compagni.
Panther sa che tocca a lui muoversi, lui deve chiudere il primo sigillo. A fatica  si alza quindi in piedi e si avvicina ad una delle imponenti colonne del Partenone, concentrandosi per tentare di visualizzare nella mente il centro del sigillo. Ed ecco che ai suoi occhi appare chiaro il punto in cui riporre la piramide di piombo, cosa che il giovane prontamente fa pregando i compagni di sostenerlo con i loro poteri per completare il rituale. Il sangue dei sette custodi dei gioielli fluisce dalle loro ferite verso il simbolico metallo della trasmutazione alchemica e con esso si fonde chiudendo saldamente il sigillo. Il tempo riprende a scorrere ed il cielo torna del suo naturale colore, mentre le ferite di Sebastiano e gli altri svaniscono senza lasciar tracce. Il dispendio di energie tuttavia è stato immane. I sette amici non riescono a muovere un solo passo, finendo per passare l'intera notte riversi al suolo davanti all'antico tempio ellenico, e quando il sole del mattino li sveglia, a stento hanno la forza di ripercorrere la via del ritorno e raggiungere l'aeroporto. E nonostante ciò, c'è comunque qualcuno che ha voglia di discutere sulla surreale situazione, e questo qualcuno ovviamente è Anna:
"Io non capisco. Nessuno si ricorderà di noi, nessuno saprà mai che siamo stati qui... Potremmo anche viaggiare senza biglietto, no?".
"Ma non hai altro da pensare?" commenta sospirando Kirk.
"Mi ponevo il problema..." continua l'altra.
Simone interviene per porre fine sul nascere alla discussione:
"Che ci vedano o meno, noi restiamo delle persone in carne e ossa. Non siamo spiriti. Abbiamo un corpo e occupiamo dello spazio. Perciò alla fine per viaggiare dobbiamo fare come chiunque altro.".
"Sì, però..." tenta di obiettare Anna, ma Liam le mette una mano davanti alla bocca mentre Sebastiano sconsolato commenta:
"Vi prego, fatela tacere. Non ho nemmeno il fiato di stare in piedi, non posso reggere i suoi contorti percorsi mentali...".

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Il primo Sigillo è stato chiuso. Siamo ancora all'inizio e molto deve essere ancora svelato. Ci si rivede al prossimo capitolo!
Marta

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Capitolo 35
*** Il peso del mondo ***


PARTE IV. I SETTE SIGILLI

CAPITOLO V. IL PESO DEL MONDO

Riprendersi dopo la batosta subita per mettere in sicurezza il primo sigillo non è cosa da poco per i custodi dei gioielli. Mai come stavolta adempiere al compito loro affidato è stato faticoso, ed i postumi di quanto accaduto si trascinano per giorni, obbligando i sette amici ad un riposo forzato. A malapena riescono a svolgere le loro abituali attività quotidiane, figurarsi se possono lanciarsi in una nuova missione, alla caccia del secondo sigillo! E d'altronde Edith li aveva avvertiti. Sarà di sicuro lei a farsi viva quando sarà il momento di muoversi, non resta che aspettare, e riposare... C'è poi qualcuno che oltre a preoccuparsi di demoni e sigilli, deve anche far ben attenzione a non suscitar pericolosi sospetti. Già, perché c'è da dire che Ashley sarà pure riservata ed introversa, ma di certo non è una stupida e l'inspiegabile spossatezza di Fabio le salta subito agli occhi, nonostante lui faccia il possibile per nasconderla. E' così che una sera la ragazza espone le sue perplessità al compagno, cercando una ragionevole spiegazione:
"Si può sapere che hai? Sono giorni che ti vedo stanchissimo. Sei bravo a far finta di niente, ma ti conosco troppo bene. Mi spieghi che c'è?".
"Non è niente di grave." risponde il giovane apparentemente tranquillo "E' un periodo un po' così. Capita! Passerà...".
"Perché non ti credo?"
"E perché non dovresti credermi? Cosa pensi?"
"Non so... forse... sei stanco di me?"
Fabio spalanca gli occhi e con esterrefatta espressione fissa Ashley, ferito dalle parole che le sono uscite dalle labbra. Un dubbio gli balena di colpo nella mente: questa sarebbe l'occasione giusta per lasciarla andare, per lasciar libera Ashley di vivere una vita normale, con accanto una persona normale. Sì, sarebbe il momento perfetto, basterebbe una bugia ben raccontata e... lei se ne andrebbe, sparirebbe, e sarebbe salva. Ma Fabio rabbrividisce alla sola idea di perderla e con un impetuoso slancio la abbraccia e la bacia, desiderandola ora come non mai. La vuole con sé, di giorno, di notte. Vuole i suoi pensieri, i suoi respiri, i suoi baci. Ama ogni cosa di lei e non se la farà portar via ora che l'ha trovata...
Ed in questi giorni di riposo obbligato c'è poi qualcuno che riceve una visita inaspettata...
E' sera. Anna è a casa che prepara la cena mentre aspetta che Liam rientri. Farà un po' tardi oggi. Si deve fermare al lavoro per aiutare con l'inventario del negozio. Beh, poco importa. Vorrà dire che ci sarà più tempo per cucinare qualcosa di appetitoso. Con scrupolosa cura Anna imbastisce un succulento pasticcio di lasagne e soddisfatta lo inforna, augurandosi sia pronto quando Liam tornerà. Lui adora il pasticcio. Poi, d'un tratto, la giovane percepisce alle proprie spalle una presenza e con fare circospetto si volta, trovandosi a sorpresa davanti Barachiel.
"Che ci fai qui?" domanda Anna, palesemente preoccupata.
"Tranquilla." risponde sorridendo l'angelo "Volevo solo vedere come te la passavi. So che tu e gli altri avete chiuso il primo sigillo.".
"Sì, beh... è stata una faticaccia. Ma è andata bene per fortuna."
"Noi non possiamo intervenire."
"Lo so. Non devi giustificarti."
Anna si sofferma ad osservare Barachiel. I sottili capelli color miele, che lambiscono le spalle, il viso dai delicati lineamenti, gli sconfinati occhi azzurri, il fisico asciutto e l'elegante portamento: bisogna ammetterlo, è veramente stupendo. Già prima di diventare un angelo, quando era semplicemente un ragazzo in carne ed ossa, era indubbiamente carino, ma adesso è... è... come descriverlo? Con un'imbambolata espressione dipinta in faccia la giovane fissa il suo vecchio amico e lui sorridendo le si avvicina e le accarezza dolcemente i capelli, rivolgendole una scherzosa battuta:
"Magari mi avessi guardato così ai tempi del liceo!".
Anna si sveglia di colpo dalla sua assorta contemplazione e con assoluta naturalezza invita l'arcangelo a sedersi e far due chiacchiere. Non le riesce proprio di vederlo come il nuovo generale delle armate celesti, è ancora Brian quello che ai suoi occhi ed al suo cuore appare. Le ci vorrà del tempo per abituarsi a questa nuova situazione, ma intanto le fa più che mai piacere poter godere della compagnia dell'amico e con lui si perde a rivangare divertenti aneddoti risalenti al periodo delle superiori. Poi, di colpo, Anna si fa seria e rivolge a Barachiel una diretta domanda:
"Secondo te, ce la faremo? Riusciremo ad impedire che i sigilli si spezzino?".
"Io credo in voi." ammette l'angelo "Ma non posso darti nessuna certezza. Posso soltanto dirti che più andrete avanti più sarà difficile.".
"E di quella Edith, ci possiamo fidare?"
"Ciecamente... Immaginavo che col carattere che ha lei, e con quello che hai tu, non sareste andate subito d'accordo. Ma devi guardare al di là delle apparenze. Ci sei sempre riuscita. Prova a farlo anche con lei."
"Sì, ok... ma c'è da dire che ci si mette d'impegno per rendersi antipatica!"
Barachiel scoppia a ridere. L'ha sempre divertito il modo di fare di Anna, così spontaneo e immediato. Non le riesce davvero di nascondere quello che pensa! E in fondo è bella così com'è... già, davvero bella, fuori e dentro. Adesso è Barachiel che si incanta a rimirare la sua cara amica e lo fa con uno sguardo che toglie il fiato ad Anna, smarrita nei celesti occhi puntati su di lei come schegge di cielo... La suggestiva atmosfera è rotta dal rumore dalla porta che si apre. Liam è tornato a casa e con occhi indagatori squadra l'individuo seduto a tavola insieme ad Anna.
"Ci sono guai in vista?" chiede diffidente il giovane appena arrivato.
"Non portiamo solo cattive notizie noi angeli!" afferma sorridendo lo spirito celeste.
Anna scatta agilmente in piedi e corre ad abbracciare il suo amato Liam, annunciandogli di aver preparato per cena un piatto speciale solo per lui. Barachiel osserva un attimo la scena e poi con un garbato inchino si congeda dissolvendosi in una nube di luce.
"Ma scusa, perché era qui?" domanda perplesso Liam.
"E' venuto a trovarmi e a vedere come andavano le cose quaggiù." risponde serafica Anna, per poi correre in cucina a controllare la teglia nel forno.
...Trascorse un paio di settimane, Edith si fa di nuovo viva ed il gruppo al completo si raduna da Jabez, nella solita stanza, per apprendere le novità riguardo al secondo sigillo.
"Il secondo sigillo si trova nel Grand Canyon." annuncia la profetessa "Le foto scattate da Geremia vi mostrano il punto esatto. Il metallo che vi servirà stavolta è lo stagno. E la seconda coppa dell'ira di Dio, come recitano le scritture, comporta la morte di ogni creatura marina.".
"Sono già stanco solo a pensarci!" esclama sospirando Kirk.
"Su, dai. Non partire già così..." lo sprona Simone.
"A proposito di partire." interviene Fabio "Come ci arriviamo nel Grand Canyon?".
"In aereo, direi. A meno che tu non voglia andare a nuoto." risponde Edith in tono velatamente ironico.
"Ma guarda! Allora scherzi anche tu a volte..." commenta stupita Anna.
"A volte." ribatte immediatamente la profetessa, per poi tornare ad argomenti più seri:
"Entro domani vi procurerò i biglietti. Dopodomani partirete. Arriverete a Roma in treno. Poi in aereo raggiungerete l'Arizona e atterrerete all'aeroporto di Flagstaff Pulliam, che si trova a circa 100 Km dal Gran Canyon. Vi fermerete in albergo e aspetterete il buio per muovervi con delle auto a noleggio verso la vostra meta. E lì compirete il rituale. Tutto chiaro?".
"Chiarissimo direi." conferma Sebastiano.
"Ma ci vuoi spiegare da dove arrivi?" domanda curiosa Katia alla misteriosa profetessa, ed alla sua voce si somma quella di Anna:
"Si, infatti. Parlaci di te. Cosa fai nella vita? Dove vivi? Come fai a organizzare su due piedi un viaggio in America per sette persone?... Insomma, chi sei?".
"Vi ho già detto chi sono." ribadisce lapidaria la diretta interessata.
"No. Ci hai detto qual è il tuo compito, non chi sei." puntualizza Manuela.
Silenzio. Ed in silenzio Edith se ne va, abbandonando per un istante la sua aria distaccata ed altera e lasciando invece trasparire una velata malinconia. June rimane immobile a fissare la porta dalla quale la nephilim è uscita. Prova una grande tristezza, un desolante senso di solitudine, un'intima angoscia. Deve dipendere da questi sentimenti l'alone oscuro che offusca la radiosa aura della profetessa. Edith si porta dentro un dolore enorme, il dolore del mondo intero, e più il male si diffonde più le ferite nel suo animo si fanno profonde.
"Che hai?" domanda Sebastiano accostandosi all'orecchio dell'assorta compagna.
"Quella ragazza... non so... mi dispiace per lei." confessa mestamente June.
"Se non è lei ad aprirci un varco nella sua corazza," fa notare Jabez "noi non possiamo far niente.".
Anche Liam è piuttosto pensieroso:
"C'è qualcosa che non capisco? Lei emana un'energia... forte... molto vicina a quella degli angeli. Mi ricorda qualcosa...".
Anna scatta in piedi e senza dir nulla esce dalla stanza, sotto gli occhi perplessi degli amici.
"E adesso, che fa?" si chiede a voce alta Kirk.
"Ne avrà pensata una delle sue!" commenta Fabio.
"Quando tornerà ci spiegherà." afferma sicura Manuela.
E dove è andata Anna? E' semplicemente uscita dal negozio di Jabez e si è incamminata per le vie del centro. Perché? Per incontrare una persona che di sicuro con gli occhi della mente ha visto il suo gesto e ne ha compreso il senso. Ed è così che Anna ed Edith si trovano l'una di fronte all'altra.
"Volevi parlarmi?" chiede la profetessa.
"Solo se ti togli quella maschera." ribatte decisa l'altra.
"Non c'è nessuna maschera. Non posso avere cedimenti, incertezze. Altrimenti verrei meno al mio compito."
"So cosa si prova a portarsi addosso un marchio, un peso come..."
"Non sai niente!" irrompe Edith abbandonando la sua impassibile calma "Non sai cosa significa svegliarsi la mattina e sentire nella testa tutte le voci del mondo che ti parlano... Non sai cosa vuol dire avere un ragazzo e trovarselo davanti sapendo che ti ha appena tradito... o avere negli occhi tutto il male e lo schifo di cui gli esseri umani sono capaci... Tu non sai... e io invece so tutto, tutto questo e molto di più... e non vorrei...".
Visibilmente alterata Edith se ne va e Anna, ammutolita ed immobile, la osserva allontanarsi, comprendendo ora le parole di Barachiel: "...devi guardare al di là delle apparenze...". E dietro l'apparente freddezza della profetessa si nasconde una ragazza fragile e profondamente sola, che fin dalla nascita porta su di sé il peso del mondo intero.
Anna ritorna dagli amici ma non racconta a nessuno dell'incontro appena fatto, giustificando la sua improvvisa uscita con l'impellente necessità di prendere aria per riflettere. Da una come lei, in fondo, ci si può aspettare questo ed altro! June soltanto scorge la malinconia nascosta negli occhi della compagna e pur non chiedendone la causa in cuor suo correttamente la interpreta. D'altronde June ha una peculiare sensibilità, che va ben oltre la sua capacità di scorgere l'aura delle persone, e tale spiccata sensibilità è stata di molto acuita dal gioiello con inciso il simbolo del cigno. E per di più è forte anche in lei la sensazione che Edith ancora non abbia detto tutto ciò che sa. Cosa nasconde? Quali segreti si porta dentro? E quali di questi segreti hanno a che fare con i sigilli e l'Apocalisse?...
Ogni cosa a suo tempo, comunque. E adesso è il tempo di dedicarsi al secondo sigillo...
Come promesso la misteriosa profetessa fornisce ai custodi dei gioielli i biglietti e tutte le indicazioni necessarie per il loro viaggio verso il Grand Canyon, ed è così che Sebastiano e compagni partono seguendo l'itinerario stabilito, senza sgarrare di una sola virgola dalla tabella di marcia. Nemmeno hanno il tempo i sette giovani di rendersi conto di essere in America, o di stupirsi del mondo in cui di colpo si trovano catapultati, così diverso dal loro. No, non c'è tempo per questo, bisogna restar concentrati sulla missione da compiere. E come accaduto in Grecia, anche in Arizona Anna avverte nitidamente la vicina minaccia di entità demoniache, mentre dal canto suo Liam percepisce l'invisibile presenza degli arcangeli, che evidentemente dal Cielo stanno vegliando in caso fosse necessario un loro intervento contro qualche demone. Sì, perché non di demoni devono occuparsi i sette amici, bensì del secondo Flagello e del sigillo ad esso associato.
Seguendo le direttive di Edith, il gruppo sosta in un albergo nei pressi del Flagstaff Pulliam Airport in attesa del momento giusto per muoversi alla volta del Grand Canyon, ed inevitabilmente il pensiero comune si rivolge alle tante incognite della delicata missione. Come si manifesterà la seconda coppa dell'ira di Dio? In quale maniera farà valere il suo potere? E come si svolgerà il rituale per chiudere il secondo sigillo?
Mentre la notte stende le sue nere mani sul mondo circostante, i custodi dei gioielli, prima in auto e poi a piedi, raggiungono la zona indicata con precisione nella fotografia di Geremia e si ritrovano così in una profonda gola circondata da alte pareti rocciose. L'oscurità domina ogni anfratto. La fioca luce della luna rischiara appena il cielo e solo con gli occhi della mente Panther ed i suoi amici riescono a distinguere l'ambiente che li circonda. In mezzo ad una sì colossale creazione della natura come non sentirsi dei minuscoli ed insignificanti granelli di polvere? Quanto stupido è l'uomo, e presuntuoso, quando si crede un essere tanto superiore da poter controllare e dominare tutto e tutti? Basterebbe guardarsi intorno, ogni tanto, per riscoprire un minimo di umiltà, per vedere il mondo con occhi diversi, senza falsi veli di ipocrisia e superbia... Improvvisamente, un vento caldo inizia a soffiare ed un sordo rumore di acqua corrente si ode in lontananza.
"E adesso, che succede?" si chiede preoccupato Fox.
"Avanti Wolf, cerca il centro del sigillo." interviene deciso Panther.
"Mi ci vuole un po' di tempo..." spiega crucciato il diretto interessato.
D'un tratto i giovani sentono qualcosa scorrere sui loro piedi. Sembrerebbe dell'acqua. Fredda. Gelida. L'acqua inizia pian piano a salire, giungendo alle caviglie, ai polpacci, fino ad arrivare alle ginocchia dei sette compagni.
"Questa storia non mi piace..." commenta inquieto Hawk.
E nel giro di pochi secondi Panther e gli altri sentono le gambe bruciare come se fossero immerse in un acido corrosivo. Difficile resistere. Il dolore è troppo forte, ed il liquido continua lentamente a salire di livello, inesorabile, inarrestabile...
...La seconda coppa dell'ira di Dio provoca la morte di tutte le creature marine... ed ecco l'acqua mutata in una venefica sostanza...
Wolf si fa forza, per sé e per gli amici, e muovendosi a fatica si dirige verso il centro del sigillo, dopo averlo individuato grazie al suo sesto senso. In mano tiene stretta la lamina di stagno che Edith gli ha consegnato, e giunto nel punto in cui essa dovrà essere collocata affonda il braccio nell'acqua avvelenata, sostenuto nel suo gesto dalle energie unite dei compagni. Intorno ai custodi dei gioielli si genera un vortice il cui centro confluisce nel centro del sigillo, e mentre le acque acide svaniscono, la lamina di stagno si fonde con il suolo disegnando un misterioso simbolo, per poi sparire nel nulla. Il secondo sigillo è stato chiuso. Ed i sette compagni crollano a terra esausti.

 

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Amici, non ho molto da dire al momento, ma vi lascio un disegno. A presto!

ASHLEY
http://mc2a.altervista.org/alterpages/jfotositoashley_0001.jpg#gallery

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Capitolo 36
*** Con il cuore, con l'anima ***


PARTE IV. I SETTE SIGILLI

CAPITOLO VI. CON IL CUORE, CON L'ANIMA

I custodi dei gioielli tornano a casa vittoriosi anche dalla missione al Grand Canyon. Ora bisogna assolutamente riposare per recuperare le energie, in attesa che Edith ricompaia rivelando dove si trovi il terzo sigillo. E proprio di Edith, una mattina, Geremia decide di parlare con Jabez, in cerca di qualche fondamentale pillola di saggezza. Il fotografo si presenta in negozio di buon'ora e Jabez lo accoglie con il suo solito benevolo sorriso, quasi lo stesse aspettando. E' davvero impossibile da sorprendere quest'uomo? I due si ritirano nella stanza sul retro e qui Geremia tenta in qualche modo di intavolare la questione che gli sta a cuore:
"Sono confuso. Ho bisogno di mettere un po' di ordine nella mia testa ma non posso parlare con nessuno. Non dovrei parlare nemmeno con te... credo... ma so che tu non racconterai in giro quello che sto per dirti...".
Jabez annuisce e Geremia prosegue:
"Non è solo la storia delle fotografie che mi preoccupa, anzi... quella forse è il meno. Il punto è... insomma... Edith. Non so come comportarmi con lei.".
"Quando l'hai vista qui, la sera che sei tornato, non era la prima volta che la incontravi, vero?" è la perspicace intuizione di Jabez, ed il suo giovane amico non può che confermare per poi raccontare come abbia conosciuto la bella profetessa e come in seguito siano andate le cose tra loro.
"Mi ha mandato fuori di testa..." ammette sinceramente Geremia "E mi sento in colpa a pensare a queste cose con tutto quello che sta succedendo.".
"Alla tua età, è normale pensare anche a queste cose. Non dovete rinunciare a vivere, nessuno di voi deve farlo. E per fortuna non l'avete fatto... E' la vostra forza, e la debolezza di Edith."
Geremia china tristemente la testa. Bene ha compreso le parole di Jabez ed in pieno le condivide. In principio aveva pensato che l'affascinante nephilim fosse superba ed indifferente a tutto e tutti, che volesse dominare e gestire ogni cosa e persona dall'alto della sua superiorità. Ma quando gli si è presentata alla porta chiedendogli con struggente sguardo di parlare, in quel preciso istante Geremia ha scorto la sua estrema fragilità ed il profondo dolore che nasconde dentro di sé.
"Si farà viva lei, vedrai." conclude Jabez mettendo una mano sulla spalla del crucciato giovane "Forse anche Edith è confusa per quello che sta succedendo. Conoscere te e gli altri non l'ha lasciata indifferente e di sicuro questo l'ha messa in difficoltà. Ora sta a lei decidere come reagire.".
Geremia ringrazia il saggio mentore per il suo aiuto e con la mente un po' più leggera se ne va al lavoro, augurandosi che le ultime parole di Jabez trovino presto la loro conferma. E così sembra infatti, nel momento in cui, in questa stessa giornata, sulla porta del negozio di fotografia si presenta a sorpresa Edith... E' pomeriggio. June è fuori per sbrigare delle commissioni. Clienti non ce ne sono. Edith entra e si guarda intorno, come una leonessa che studia l'ambiente. E' tanto bella e sensuale da togliere il respiro. E sa di esserlo. Geremia tuttavia si mantiene distaccato e con palese diffidenza domanda il motivo della visita.
"Ti voglio aiutare." afferma la profetessa, altera e sicura "Ti darò una mano a gestire la tua speciale facoltà.".
"Ti ringrazio." risponde l'altro in tono velatamente ironico "Come mai questo slancio di generosità?".
"Mi sembra giusto insegnarti a usare al meglio le tue capacità."
"Ok. Allora a quando la prima lezione?"
"Domani sera. Se non hai di meglio da fare."
Edith e Geremia, ad un passo l'uno dall'altra, si trafiggono con lo sguardo. Se dovessero dar ascolto all'istinto, niente impedirebbe loro di cadersi tra le braccia ed abbandonarsi a baci appassionati e sensuali carezze. E se ciò non accade è perché entrambi decidono che non accada, per motivi diversi probabilmente, o forse per lo stesso. Sta di fatto che senza aggiungere una  parola Edith si avvia alla porta e soltanto quando sta per uscire si volta verso Geremia, celando nei verdi occhi dalla tagliente luce un preciso messaggio. Lei sa. Sa del dialogo tra il giovane e Jabez. Sa di chi hanno parlato. Sa che la promessa che le era stata fatta è stata infranta. Ma nel silenzio lascia cadere la tacita accusa, quasi non le importasse. E con un sorriso sornione se ne va, svanendo coma una scia di inebriante profumo rapito dal vento...
Dunque, con l'inatteso aiuto di Edith, Geremia inizia a prendere familiarità con la sua peculiare capacità di fotografare la realtà che non si vede, quella realtà non fatta di materia bensì di spirito e di essenze intangibili. Non è facile, ci vuole concentrazione e bisogna imparare a credere in ciò che non si può razionalmente comprendere, ma il talentuoso fotografo in questo un po' di allenamento ce l'ha e c'è da dire che la nephilim profetessa è veramente una brava "maestra", se così si può dire. Da parte sua, Edith si sente completamente a suo agio con Geremia e ciò la porta a lasciarsi andare, quasi senza rendersene conto, in libertà, serenamente, come fosse la cosa più normale del mondo. Alla fine, chi stia aiutando chi non è del tutto chiaro, ma in fondo va bene così. In un reciproco scambio di conoscenze e sensazioni, Geremia e Edith si scoprono riscoprendo loro stessi, avvicinandosi istante dopo istante, con mente e cuore. Ma l'attrazione fisica tra loro è troppo forte e  una sera torna a far sentire il suo cocente richiamo... Edith e Geremia sono seduti sul divano. Lei sta spiegando una tecnica di concentrazione, lui ascolta e tenta di mettere in pratica gli insegnamenti che gli vengono impartiti. Poi, di colpo, ogni parola tace. Chiusi gli occhi. Il respiro si fa sempre più leggero. Silenzio... Finché in questa ascetica atmosfera, per caso, o per scelta, le mani dei due giovani si sfiorano, facendo scattare in loro un'incandescente scintilla. Edith e Geremia si ritrovano stretti l'uno all'altra, immersi in arroventati baci, ubriachi delle impetuose emozioni che li hanno in un istante travolti. Come resistere? Come fuggire ora?... Ma Geremia non vuole questo da Edith, non solo questo, e perciò con immane sforzo la allontana da sé e la prega di andare via.
"Perché?" chiede lei visibilmente dispiaciuta.
Geremia si alza in piedi e voltandosi di spalle ripete:
"Vai via. E' meglio.".
La ragazza con sensuali movenze torna all'attacco e appoggiando il viso alla schiena del giovane tenta di vincere le sue resistenze. Lui allora si volta e afferrandola per i polsi, la guarda dritto negli occhi intimandole di andarsene.
"Si può sapere che hai?!" domanda infastidita Edith, liberandosi dalla presa.
"Non ti voglio così." afferma Geremia "Non mi interessa portarti a letto per non avere niente di te."
"Più di questo non ti posso dare..."
"No, non è così. Lo so. Vorrà dire che aspetterò... ti aspetterò."
Edith sorride, ma è amareggiato e malinconico il suo sorriso, quasi reputasse le parole di Geremia una sciocchezza, un romantico di sogno di qualcosa che non sarà mai.
"Non mi innamorerò mai di te. Se ti aspetti questo, rimarrai deluso." dichiara lapidaria la nephilim, per poi avviarsi verso la porta.
Geremia la osserva, senza aggiungere una parola, e quando lei è uscita, lui rimane immobile a fissare la porta chiusa, come se volesse oltrepassarla con lo sguardo per raggiungere colei che se ne è appena andata...
...Presto giunge il momento per i sette custodi dei gioielli di muoversi alla volta del terzo sigillo. Come sempre da Jabez il gruppo si riunisce e, dalla voce di Edith, Sebastiano e compagni apprendono la loro prossima meta:
"Dovrete raggiungere il Preikestolen, sul Lysefjord, nella contea norvegese di Rogaland. Il metallo che vi servirà questa volta è il ferro. Il terzo Flagello tramuta le acque in sangue.".
"L'itinerario qual è?" domanda June.
E la profetessa risponde:
"In aereo arriverete all'aeroporto di Bergen facendo scalo a Francoforte. Da Bergen sempre in aereo raggiungerete Stavanger, a 50 Km dal Lysefjord. Vi basterà noleggiare un'auto e arriverete a destinazione senza problemi.".
"Senza problemi è una parola grossa!" commenta Fabio.
"Non capisco una cosa." interviene seria seria Anna "Perché i demoni non ci attaccano? Ho sentito chiaramente la loro presenza, sia in Grecia che in America. Perché non fanno niente? Loro vogliono l'Apocalisse, no? E allora perché non ci fermano?".
"Forse stanno studiando che mosse fare..." osserva assennatamente Manuela, confermata la sua ipotesi da Edith:
"Infatti. Dev'essere così. State sicuri che le schiere infernali stanno tramando qualcosa e nel momento in cui si muoveranno sarà perché avranno la certezza di pungervi sul vivo.".
Simone rivolge uno sguardo preoccupato verso Katia, dopodiché scuro in volto esprime la sua opinione:
"Non colpiranno noi, ma qualcuno che ci è caro... E' questo che intendi?".
"Temo di sì." ammette la profetessa "Ma non dimenticate che contro i demoni gli arcangeli hanno voce in capitolo. E poi qui non lasciate il campo sguarnito. Manuela è stata e sarà sempre una di voi, e poco importa che ora non abbia più la spilla con la colomba.".
"Non fasciamoci la testa prima del tempo!" esclama Katia con il suo solito piglio deciso.
"Infatti. Concentriamoci sul terzo sigillo." rimarca Sebastiano.
"Quando si parte?" chiede allora Kirk.
"Fra tre giorni." conclude Edith.
E così è. Nel giro di tre giorni i custodi dei gioielli si trovano di nuovo in viaggio. Direzione, Norvegia! Indubbiamente la capacità organizzativa di Edith è una manna dal cielo per loro. E quasi quasi l'intoccabile nephilim sembra si stia sciogliendo un po'... chissà che col tempo non diventi anche simpatica!... Durante il tragitto in aereo tra Francoforte e Bergen, Fabio appare stranamente taciturno, e Liam, seduto accanto a lui, prova a domandargli cosa lo preoccupi.
"Tutta questa storia è un gran casino." confessa il diretto interessato "E Ashley... Comincia ad avere dei sospetti. Non so cosa fare con lei. E ho paura che le succeda qualcosa... Dovrei lasciarla andare?".
"Tu vuoi lasciarla andare?" gli chiede di rimando l'amico.
"No! Non voglio perderla..."
"E allora non rinunciare a lei. Lotta per lei. E quando arriverà anche per lei il momento di scegliere – perché sappiamo bene che arriverà – lasciala scegliere liberamente. Non puoi fare altro."
"Lo so. Hai ragione..."
...In effetti le paure di Fabio sono fondate. Ashley inizia a sospettare che il compagno nasconda un importante segreto e nemmeno la sua proiezione mentale riesce ad ingannarla fino in fondo. Lei non sa, non conosce la verità, però avverte la stranezza di questa situazione e non potendo più tacere si confida con Katia e Manuela, proprio mentre Fabio e gli altri sono in viaggio verso la Norvegia. Seduta al tavolino di un bar con le due amiche, Ashley espone le sue perplessità:
"Pensavo sarebbe venuta anche Anna. Le aveva mandato un sms sul cellulare... Forse è al lavoro! Non importa... Datemi un consiglio. Non capisco cosa sta succedendo a Fabio. Lo vedo spesso distratto, assente, e molte volte è stanchissimo. Mi ha detto che io non c'entro, ma non vorrei che stesse pensando di lasciarmi.".
"Ma no!" interviene decisa Manuela, assecondata da Katia:
"Vedrai che presto tornerà il solito Fabio di sempre! Capita a tutti di avere un momento di crisi.".
"Sì, lo so." prosegue Ashley "Ma a momenti non mi sembra nemmeno lui. Oggi per esempio l'ho visto, a ora di pranzo... Era lui... ma era come se non lo fosse... Non so come spiegarmi.".
E di spiegazioni non ne hanno bisogno Manuela e Katia. Fabio è su un aereo diretto in Norvegia e oggi Ashley deve aver incontrato la sua proiezione mentale. Ma il trucchetto con lei inizia a scricchiolare. Sarà per la sua sottile sensibilità o per il profondo amore che nutre per il compagno... qualunque sia il motivo, Ashley si sta inconsapevolmente avvicinando alla verità e nessuno potrà impedirle di scoprirla, con tutte le conseguenze che tale scoperta comporterà...
Tornando ai custodi dei gioielli, seguendo alla lettera l'itinerario tracciato da Edith, nei tempi stabiliti i sette raggiungono la loro meta e si trovano a camminare per un impervio sentiero montano diretti al famoso Preikestolen (del quale, in tutta sincerità, solo June aveva già sentito parlare!). E' un peccato non ci sia il tempo di fermarsi ad osservare il magnifico panorama. Posti del genere di rado si vedono e passarci di corsa è quasi un sacrilegio! Ma la missione da portar a termine è ben più importante, perché se dovesse fallire né questo posto né nessun altro nell'universo si salverebbe.
Arrivati sul gigantesco pulpito di granito che si affaccia a strapiombo sul  Lysefjord, i sette amici restano a bocca aperta. Non c'è nessuno oltre a loro nei paraggi. Ed il panorama è da mozzare il fiato. Improvvisamente, il cielo si tinge di un cupo grigio e l'aria si fa gelida. Ecco il terzo Flagello che inizia a farsi sentire. Cat si guarda intorno in cerca del centro del sigillo, ma fatica ad individuarlo. Intanto, le acque del sottostante fiordo mutano colore ed in un istante si innalzano verso il cielo, cingendo il Preikestolen. Non è più acqua quella da cui Panther e gli altri si trovano circondati, bensì sangue, una cascata di purpureo sangue che opponendosi alla forza di gravità ascende al cielo invece di cadere verso il basso.
...La terza coppa dell'ira di Dio muta le acque in sangue...
Il terzo Flagello si abbatte sui custodi dei gioielli e provoca loro ematomi su mani, braccia, gambe, su ogni parte del corpo, mentre vene ed arterie esplodono causando continue emorragie interne. E se ciò non bastasse, un varco si apre improvvisamente tra le mura di sangue e Cat viene trascinata verso lo strapiombo da un'invisibile ed invincibile forza. Hawk, disperato,  cerca di raggiungerla per frenare la sua caduta, ma non ci riesce, come gli amici bloccato a terra dalla medesima intangibile essenza che si sta portando via Cat. Che sia dunque la fine? La giovane sparisce presto dalla vista dei compagni, che impotenti assistono alla scena senza poter intervenire, ma quando tutto sembra ormai perduto, ecco apparire Barachiel. Sulla sua schiena, due immense ali di luce, e tra le sue braccia, Cat, sana e salva.
"Mi hai salvata, di nuovo." sussurra lei, mentre l'amico la ripone delicatamente a terra.
Nel cielo si forma in un istante un vortice di oscure nubi e l'arcangelo ha appena il tempo di pronunciare poche accorate parole: "Non ho interferito nel rituale...", prima di svanire in una pioggia di lucenti scintille.
Non c'è tempo di pensare alla sorte di Barachiel, e nonostante Cat sia profondamente in pena per lui, si concentra per focalizzare il centro del sigillo. Non può sbagliare e deve sbrigarsi. I suoi compagni non resisteranno a lungo. Individuato il punto esatto in cui riporre la punta di lancia ricevuta da Edith, la giovane dà il via al rituale e facendo confluire sul metallo simbolico la sua energia ed il suo sangue riesce a chiudere saldamente il terzo sigillo. In un attimo tutto torna alla normalità. Sarebbe bello potersi rallegrare per il fondamentale successo ottenuto. Ma un'ombra offusca inevitabilmente questo momento. Cosa sarà successo a Barachiel? E' intervenuto quando gli era stato proibito farlo? Quanto gli sarà costato il suo gesto?...
Nel mezzo della notte, Edith si sveglia di soprassalto. Nella mente rivede le immagini di quanto accaduto sul Preikestolen. L'attacco del terzo Flagello, la caduta di Anna, l'intervento di Barachiel...
"Di nuovo... la storia si ripete... ma adesso non può, non deve accadere..." pensa tra sé la profetessa, sciogliendo in un sospiro l'intimo turbamento destatosi in lei insieme all'onda di lontanissimi ricordi.

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Quale significato avranno le parole di Edith? Sono riferite al comportamento di Barachiel? Immagino che ve lo starete chiedendo. La riposta vi arriverà presto!
Alla prossima!!
Marta

MANUELA
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Capitolo 37
*** Le lacrime di un angelo ***


PARTE IV. I SETTE SIGILLI

CAPITOLO VII. LE LACRIME DI UN ANGELO

Anna è indubbiamente la più provata dopo la chiusura del terzo sigillo. Per completare il rituale ha perso molto sangue ed ha dovuto spingere al massimo le sue energie, rimanendo quasi svuotata. Fatica terribilmente a riprendersi e rientrata dalla Norvegia è costretta a restare a casa per un po' dal lavoro, sfruttando la banale ma utile scusa di una brutta influenza. I suoi amici sono preoccupati per lei, ed il più preoccupato ovviamente è Liam, che fa i salti mortali per lasciarla da sola il meno possibile. Così debole è vulnerabile e se i demoni provassero ad attaccarla non potrebbe difendersi.
Ad una settimana dal ritorno dalla Norvegia, Anna inizia a sentirsi meglio. Di demoni fortunatamente nessuna traccia. E nemmeno di angeli... chissà cosa ne sarà stato di Barachiel? Perché avrà infranto il divieto che gli era stato imposto? E quale sarà stata la punizione per il suo gesto?...
Domenica mattina. Liam è in cucina che prepara la colazione. Anna è a letto, ancora immersa in un sonno profondo. D'un tratto qualcuno fa la sua  comparsa nella camera in cui la giovane riposa, qualcuno che non appartiene più a questa dimensione ma che evidentemente fatica a staccarsene. Barachiel, in sacrale silenzio, con occhi devoti osserva la fanciulla assopita, scorrendo con lo sguardo sulla sua armoniosa figura e sul suo volto beato. I lisci capelli ramati formano astratti disegni sulla candida federa, le nere e lunghe ciglia spiccano sulla rosata pelle, così come le morbide purpuree labbra. Le mani sono giunte come in preghiera mentre una gamba sbuca dal bianco lenzuolo, che sul corpo di donna si posa leggero segnandone appena l'elegante disegno. Anna non è cambiata molto dal periodo del liceo, quasi il tempo per lei fosse passato solo di sfuggita. Barachiel la rimira tornando coi pensieri a quel periodo ormai perduto, agli anni della scuola, quando con ben diversi occhi poteva guardare la sua cara, carissima amica. E' tutto diverso da allora, eppure qualcosa non è cambiato, e l'arcangelo bene se ne rende conto. Lui sa che non dovrebbe provare ciò che sta provando, ma non può evitarlo, mai ha smesso di nutrire questi sentimenti e gli è impossibile scacciarli dal suo cuore... se solo un cuore ancora lo avesse! Già, un cuore, ed un corpo, per vivere, e amare, amare non d'un amore puro e sacro, bensì più terreno e concreto...
...Anna, dolcissima Anna
Mare in tempesta
Uragano di emozioni
Imprevedibile
Inarrestabile
Incontenibile
Rosso come il fuoco
il tuo cuore
Radiosa come il sole
la tua anima
Come non amarti?
Come guardarti
da lontano
e vegliare su di te
senza desiderare
d'averti accanto?...
D'improvviso, ecco entrare nella camera Liam, insospettito dalla presenza angelica che ha nitidamente avvertito nelle vicinanze. Di fuoco è lo sguardo che il giovane rivolge all'arcangelo, sguardo al quale con distaccata compostezza Barachiel risponde, pur tuttavia non riuscendo a mascherare la propria intima sofferenza. I due escono dalla stanza per non destare colei che sta placidamente dormendo, e una volta soli Liam prende la parola per primo:
"Ti ringrazio per aver salvato Anna... Ci chiedevamo tutti cosa ti fosse successo?".
"Non ho interferito nel rituale." spiega serafico l'altro "Mi è stato solo ricordato qual è il mio posto.".
"Hai rischiato molto. Perché?"
"Me lo chiedi? Non ricordi che loro erano miei amici? Non ce l'ho fatta ad abbandonarli..."
"E adesso perché sei qui?"
Silenzio. Barachiel perde la sua angelica calma e lascia trasparire dagli occhi un'umana luce il cui significato è piuttosto evidente. Liam reagisce d'istinto ed afferra per la camicia l'arcangelo, ammonendolo duramente:
"Prima Asmodeus, poi Geremia, adesso tu... Demoni, uomini, angeli, non mi importa. Non mi lascerò portar via Anna da nessuno.".
"Non voglio portarti via niente." afferma con mesta rassegnazione Barachiel "Il mio compito è vegliare su di lei, su di voi, con i miei fratelli. Non appartengo più a questo mondo... il mio tempo è già passato...".
In una nube bianca lo spirito celeste scompare e Liam rimane immobile, stringendo nei pugni l'aria ed un'incalzante gelosia ammantata di tristezza...
In questa stessa mattina, Sebastiano e June sono a casa che stanno controllando su internet i film proiettati nelle varie sale in città. Andare al cinema potrebbe essere un buon modo per distrarsi un po' e sgomberare la mente da assillanti pensieri. Di punto in bianco però, davanti alla coppia compare il nuovo generale delle armate celesti.
"Ci sono problemi?" chiede scuro in volto Sebastiano.
"No... io... volevo parlarti." risponde con voce incerta Barachiel.
June intuisce che la questione da discutere non riguarda demoni o sigilli, e di conseguenza con la scusa di andar a trovare il fratello se ne va. Rimasti soli, i due vecchi amici rimangono per un attimo in silenzio e Sebastiano ha come l'impressione di aver adesso di fronte non il prescelto successore di Michele, bensì semplicemente Brian. Cosa sarà mai accaduto? Che questa visita sia collegata a quanto successo in Norvegia?
"Cosa devo fare?" esordisce lo spirito celeste visibilmente inquieto.
"Se non mi spieghi, non so che dirti." rimarca Sebastiano.
"Non riesco a non pensare a lei... Non dovrei, ma non posso farne a meno."
"Parli di Anna, vero? Già ai tempi del liceo ti piaceva... e poi..."
Sebastiano sente riaffacciarsi nel cuore il senso di colpa per i passati eventi e tale senso di colpa nitidamente emerge dalle sue affrante parole:
"Avrei dovuto esserci io al tuo posto... e magari, tu e lei...".
"Non sono venuto qui per mettere in discussione il passato né per farti sentire responsabile di quello che è successo. Le cose sono andate come dovevano andare e non mi sono mai pentito di quello che ho fatto. Ho semplicemente bisogno di confidarmi con un amico."
"Sono qui. Parla liberamente."
"Io non so... non so più a che mondo appartengo. Non mi sento parte né di una dimensione ne dell'altra. La mia natura umana non è del tutto spenta e la mia natura angelica non riesco ancora ad accettarla completamente. E in mezzo a tutta questa confusione... c'è lei."
Barachiel si zittisce ed ai suoi celesti occhi sfuggono due limpide lacrime, trasparenti gocce di vita che racchiudono ricordi, paure, attese. Le lacrime di un angelo... anche gli angeli allora piangono. Sebastiano si avvicina all'amico e gli mette una mano sulla spalla, non sapendo sinceramente che dirgli. Come può aiutarlo? Che consigli potrebbe mai dargli? Lui può soltanto offrirgli appoggio e sostegno, ma sta a Barachiel ritrovare il suo equilibrio, convivendo con il suo passato umano e la sua eternità angelica. D'un tratto, richiamato dalla voce dei celesti fratelli, l'arcangelo è costretto ad andarsene, ma prima di sparire ringrazia di cuore Sebastiano e gli rivolge una sincera promessa:
"Indipendentemente dai miei sentimenti, io ci sarò sempre per te e gli altri. Farò attenzione a non interferire più nella chiusura dei sigilli, se lo facessi di nuovo comprometterei tutto, ma sono pronto a difendervi a qualsiasi costo.".
Sebastiano sorride commosso e nel suo sorriso Barachiel si dissolve, tornando al posto che gli compete se pur lasciando una parte di sé accanto alle persone a lui tanto care.
Nel frattempo, ignara di quanto accaduto, Anna si sveglia e si dirige in cucina, dove trova Liam fermo in piedi davanti ai fornelli, sprofondato in chissà quali riflessioni.
"Ehi! Tutto bene?" chiede la giovane con voce squillante.
Il compagno si volta e la guarda con aria assorta. Dirle o non dirle di Barachiel? Dei sentimenti che lui nutre nei suoi confronti? E se lei già sapesse? Se avesse capito? Liam è incerto e Anna prova a scuoterlo per spingerlo a  parlare:
"E' successo qualcosa? Hai una faccia... Avanti, cosa devi dirmi?".
"Barachiel, è stato qui." afferma lapidario il giovane "Non devi più preoccuparti per lui.".
"Ha rischiato molto per salvarmi."
"Lo so. E non ti domandi perché?"
"Dovrei? E la risposta che potrei trovare cambierebbe qualcosa?"
Dunque, Anna aveva capito. Prima di chiunque altro, lei aveva capito. Aveva colto il senso nascosto del gesto di Barachiel. Ma non ha detto nulla. Per rispetto. Per affetto. E perché consapevole di una realtà immutabile che ha la sua origine non tanto in un inviolabile monito divino, quanto piuttosto nei sentimenti che lei custodisce nel cuore. Sì, perché anche se fosse possibile l'amore tra un angelo ed una creatura mortale, Anna comunque non potrebbe ricambiare i sentimenti di Barachiel, avendo già donato il suo amore ad un'unica persona.
Liam capisce e non aggiunge altro. Sorridendo abbraccia la compagna e la bacia con passione, stringendola forte fino a sentire il cuore di lei battergli nel petto.
… A quasi tre settimane dall'avventura in Norvegia, arriva il momento di dedicarsi al quarto sigillo. Viene indetta la solita riunione, nella solita stanza, ed in questa occasione, prima di qualsiasi altro discorso, Edith intavola una delicata questione, essendo ormai maturi i tempi per rivelare un'importante verità:
"Dopo vi parlerò del quarto sigillo, ma prima devo raccontarvi una storia, risalente all'undicesimo secolo dopo Cristo.".
"E c'entra con i sigilli?" domanda perplesso Simone.
Con un ambiguo sorriso la profetessa inizia la sua narrazione:
"Accadde un giorno che il supremo generale delle armate angeliche si innamorò di una creatura mortale. Agli spiriti celesti non è consentito vivere amori carnali, altro è il tipo di amore che a loro appartiene... Ciò nonostante, Michele si innamorò di una donna e per starle accanto senza trasgredire alla propria natura ed alle leggi che ad essa appartengono, si manifestò a lei in una forma umana accontentandosi di starle vicino come un leale e fidato amico. A dispetto delle aspettative però quella donna finì per ricambiare i sentimenti di Michele, e lui, consapevole di dover definitivamente sparire dalla sua vita, prima di lasciarla cedette alla tentazione di raccontarle la verità. Lei capì ed accettò l'inevitabile separazione, ma chiese di poter vivere questo amore impossibile, di poterlo vivere in pieno prima di dovervi rinunciare. Michele non riuscì a tirarsi indietro e per una volta, una sola volta, si abbandonò completamente alla passione. Poi, sparì per sempre dalla vita di quella donna. Ma dalla loro unione nacque una creatura, dalla natura in parte umana ed in parte angelica, e da quella creatura è discesa una particolare dinastia di nephilim. A questa stirpe io appartengo. Ed è per questo che sono il nuovo profeta dell'Apocalisse.".
"Mi sembra impossibile..." commenta esterrefatta Manuela, seguita a ruota da Kirk:
"Michele... innamorato... e tu discendi da lui... Incredibile!".
Una serie di stupiti commenti si scatena tra i presenti e gli unici a non dir nulla sono Sebastiano, Liam e Anna, i cui pensieri sono logicamente rivolti a Barachiel. Non è un caso se Edith ha svelato proprio adesso questa verità, ma nascondono un qualche messaggio le sue parole o il suo è solo un racconto mirato a portar alla luce le sue vere origini? Anna è molto inquieta e senza aprir bocca si alza e se ne va. Liam e Manuela fanno per seguirla ma Edith fa cenno loro di non muoversi, dopodiché anche lei abbandona la stanza.
In mezzo al negozio africano, al momento deserto, Anna se ne sta in piedi, immobile, con gli occhi fissi sulla porta, incerta se uscire oppure no. La nephilim profetessa le giunge alle spalle e con pacata voce richiama la sua attenzione:
"Non volevo turbarti con il mio racconto.".
"Perché hai tirato fuori adesso questa storia?" domanda l'altra, giocherellando con delle statuette di legno riposte su un mobile.
"Perché per ogni cosa c'è un momento giusto."
"Mi dispiace per Barachiel, vorrei aiutarlo... Lui per me è un amico, prima di tutto il resto è un amico... e mi ha salvato la vita più di una volta."
"La verità è che Barachiel ancora non ha accettato in pieno il suo nuovo ruolo, ed effettivamente non dev'essere facile per lui. Prima era un essere umano e ora è il capo degli eserciti angelici. La sua parte umana non morirà mai del tutto, e lui deve riuscire a trasformarla in altro, senza necessariamente rinunciarvi. E quello che prova per te... forse non sparirà mai, ma eternità non significa immutabilità... Se non ricambi i suoi sentimenti,  già lo stai aiutando."
Silenzio. Anna osserva Edith scorgendo in lei un'umanità ed una sensibilità che davvero non credeva le appartenessero. E invece...
D'un tratto dal nulla appaiono Anael e Samael.
"Guai in vista, vero?" domanda Edith, come stesse parlando a due vecchi amici.
Anna spalanca gli occhi: sente una forte presenza demoniaca vicina, vicinissima... Ecco spiegato l'arrivo degli arcangeli. E dopo gli spiriti celesti, a sorpresa fa la sua comparsa anche Ashley, che come una furia entra nel negozio e puntando lo sguardo su Anna pretende da lei spiegazioni:
"Adesso mi dici cosa succede. Dov'è Fabio? Stasera ero andata a prenderlo fuori dal lavoro. Lui non mi ha vista. L'ho seguito fin qui. E' entrato più di mezz'ora fa e non capisco dove si sia cacciato! E chi è questa gente?!.".
Anael e Samael si scambiano un eloquente sguardo con Edith. La profetessa   si avvicina alla ragazza sconvolta, la prende per mano e con persuasiva voce cerca di tranquillizzarla:
"Abbi un po' di pazienza. Ora ti porteremo da Fabio e ti diremo tutto. Non ti sarà facile credere a quello che ascolterai, ma potrai scegliere di dimenticare ogni cosa, se lo vorrai.".
Ashley si calma, le parole di Edith cullano il suo cuore infondendovi pace e fiducia, mentre nel contempo le aprono occhi e mente come una rivelazione piovuta dal Cielo.
E così, nella stanza sul retro, dove il resto del gruppo è ancora riunito, insieme a Edith e Anna si presentano Anael, Samael e Ashley...
"Cosa ci fai qui?!" esclama allibito Fabio, scattando in piedi ed avvicinandosi all'amata.
"Che razza di storia è questa?" chiede lei guardandosi intorno.
"Vai via, è meglio." continua preoccupato il giovane.
"Ormai è tardi." afferma Samael, per poi lasciare la parola alla profetessa dagli occhi di smeraldo. D'altronde, chi meglio di lei può chiarire l'intricata situazione all'ignara ragazza?
Edith inizia a parlare e attraverso le sue labbra le peripezie vissute da Anna, Sebastiano e gli altri assumono contorni tanto nitidi e precisi da apparir sotto una luce nuova perfino agli occhi di chi le ha vissute. Non si sofferma la nephilim su dettagli o particolari eventi, ma narra ogni cosa, fin dall'inizio, con la leggerezza di una farfalla che oltrepassa una siepe di rovi senza minimamente ferirsi. Ogni emozione, perfino il dolore più cupo e profondo, è attenuata se pur non meno viva e vera, ed il passato si dispiega nel presente come naturale conseguenza. Lo stesso Jabez è conquistato e rapito dalle parole della profetessa, ed in un certo senso anche i due arcangeli lo sono... Quale misterioso potere possiede questa ragazza, discendente di Michele, prescelta come nuovo profeta dell'Apocalisse? Quali altri doni le appartengono oltre a quelli che ai membri della sua stirpe competono? June scorge la sua aura, sempre più luminosa, e forte, e calda, in lotta costante con l'oscurità che tenta di sovrastarla e spegnerla...
Terminata la narrazione, un silenzio di sospensione regna nella piccola stanza, ed è Anael a romperlo rivolgendosi direttamente ad Ashley:
"Ora che sai, devi decidere. Cosa vuoi fare? Ricordare tutto quello che ti è stato detto o dimenticare?".
"Io... non so..." risponde titubante la diretta interessata.
"Se vorrai cancellarmi dalla tua vita, sono pronto a sparire." afferma mestamente Fabio.
"Ho bisogno di tempo." conclude Ashley, guardando negli occhi il compagno "Non me la sento di decidere ora. Non ce la faccio. E' troppo per me.".
"So come ti senti." interviene con fare rassicurante Katia "Ci sono passata anch'io. E' difficile, terribilmente difficile. Ma solo tu puoi scegliere.".
Anna è costretta sua malgrado ad intromettersi nel delicato momento per avvisare gli amici di un imminente pericolo:
"Li sento. Sono qui. Dobbiamo fare qualcosa. Demoni.".
"Ok. Pensiamoci noi." afferma risoluto Liam, rivolgendosi proprio ad Anna.
E così, mentre Hawk e Cat lasciano la stanza per fronteggiare i nemici, seguiti da Anael e Samael, il resto del gruppo non si muove, anche perché ci sono persone innocenti e prive di poteri da proteggere. Meglio non scoprirsi troppo. E poi, Cat e Hawk contro i demoni sono indubbiamente i più forti.
Radunati nel buio vicolo, appena fuori dal negozio di Jabez, ci sono una decina di individui posseduti, e gli esseri infernali che si sono impossessati di loro sono estremamente potenti. Affiancati dagli arcangeli, Hawk e Cat si fanno incontro agli agguerriti avversari e sfruttando il potere del loro sangue tentano un esorcismo collettivo. Poi, di punto in bianco, alcuni angeli caduti avanzano tra gli indemoniati sfidando apertamente gli spiriti di luce e per affrontarli Anael e Samael sono costretti a trascinarli altrove, onde evitare di ferire gente innocente coinvolgendola in uno scontro di pura energia. A dar man forte a Cat e Hawk arrivano allora Panther e Swan, e alla fine i quattro amici hanno la meglio e liberano dagli spiriti dannati gli individui posseduti. Sconfitti i nemici, i giovani fanno ritorno dai compagni, ancora asserragliati nella stanza sul retro, ed inaspettatamente si trovano davanti Cassiel e Barachiel. Sebastiano e June salutano con piacere i due arcangeli, mentre Anna sembra aver perso l'uso della parola e Liam si incupisce di colpo. Strana atmosfera... Ci pensa  Edith a riportare l'attenzione generale sull'iniziale motivo della riunione:
"Il quarto sigillo. Lo troverete in Inghilterra. Stonehenge. Il metallo che userete questa volta è il rame. E come tramandano le scritture, la quarta coppa dell'ira di Dio intensifica a dismisura il calore del sole causando indicibili sofferenze.".
"Ottime premesse direi!" commenta Kirk, sospirando.
Ashley è a dir poco frastornata. Non sa più a cosa credere... Angeli, demoni, sigilli, Apocalisse... Tutto vero? O solo una follia collettiva? Barachiel si avvicina alla sconcertata ragazza e le posa una mano sulla fronte, non solo per imprimere in lei il sigillo angelico che nasconda ai demoni i suoi pensieri, ma anche e soprattutto per infondere un po' di pace nella sua mente confusa.
"Scegli in cosa credere, e capirai che strada prendere."  afferma con voce pacata il supremo arcangelo.
Sulla scia di tali parole, Barachiel e Cassiel svaniscono, e la discussione si sposta allora sul nuovo viaggio che i custodi dei gioielli dovranno intraprendere. Stabiliti tempi ed itinerario, la riunione può dichiararsi conclusa, ed a sorpresa Edith non se ne va da sola, ma lascia insieme al resto del gruppo il negozio di Jabez. Una volta in strada, Fabio prende per mano Ashley ed a cuore aperto le parla:
"Io ti amo. Sei importantissima per me. Non sopporto l'idea di perderti. Ma non ti obbligherò mai ad accettare questa vita. Scegli liberamente. Io accetterò qualsiasi tua decisione.".
"Ora ho bisogno di stare un po' per conto mio." risponde titubante la ragazza "Ti dirò quello che ho deciso quando tornerai... Perché tornerai, vero?".
Fabio annuisce e abbraccia forte l'amata. Non vorrebbe separarsi da lei ora, con la paura di averla definitivamente persa, ma non può fare altrimenti. Proprio perché la ama tanto, deve permetterle di decidere, senza costrizioni, dando piena fiducia al loro amore.
"Vieni con me. Facciamo due chiacchiere, ti va?" propone Edith con fare amichevole, avvicinandosi ad Ashley e cogliendo tutti di sorpresa col suo inatteso gesto.
Mentre le due ragazze si allontanano, il resto del gruppo rimane immobile ad osservarle, pervasa la mente di ciascuno da diversi eppur simili pensieri. Anna sospira e volge gli occhi verso il cielo. E' una notte limpida questa. Miriadi di stelle punteggiano la volta celeste, disegnando costellazioni, sogni, speranze, mentre la luna, astro notturno, splende radiosa ammantata d'un magico alone... Poi, d'un tratto, una fredda goccia si posa sulla guancia di Anna. Strano. Di nuvole non ce ne sono... Da dove sarà mai arrivata questa piccola lacrima di cielo?...

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Come avrete ben capito, in questa storia ho umanizzato molto gli angeli, perché in fondo io li vedo così, non lontani per certi versi dagli esseri umani. E Barachiel indubbiamente è il più umano di tutti, deve far convivere in sè il suo passato da mortale ed il suo presente da spirito celeste. Non facile. Ora vi saluto.
Al prossimo capitolo
Marta

BARACHIEL
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Capitolo 38
*** Attacco a sorpresa ***


PARTE IV. I SETTE SIGILLI

CAPITOLO VIII. ATTACCO A SORPRESA

Sebastiano, Liam e gli altri si muovono alla volta di Stonehenge, per chiudere il quarto sigillo, e nel giorno della loro partenza, come di regola ormai, Katia si sposta con la sua piccola Francesca a casa di Manuela. E' sera. Le due giovani, sedute a tavola, condividono preoccupazioni e timori, sfogandosi l'un con l'altra per alleggerire i loro animi gravati da un pesante fardello.
"Mi spiace non essere con loro." ammette Manuela.
"Il tuo posto è con Lucas ora." afferma Katia.
"Sì, lo so... Lucas è la mia vita. Ma a volte vorrei poter far di più."
"Sinceramente, a me fa piacere che tu sia qui. Averti vicina mi fa sentire un po' più tranquilla..."
"Non so se saprei ancora fronteggiare dei demoni."
"Ma dai! Sono sicura che ci riusciresti alla grande... anche se spero che non ce ne sia bisogno!"
D'un tratto, il campanello suona. E' Ashley, venuta in cerca di consigli da chi già ha attraversato il difficile momento che sta passando lei ora.
"Che faccio adesso?" chiede con languidi occhi la ragazza appena entrata in casa.
"Coraggio. Siediti e sfogati." la rassicura Manuela.
"Hai solo due possibilità." rimarca decisa Katia "O accetti tutto questo, o ci rinunci, rinunciando anche a Fabio.".
"Anche Edith mi ha detto la stessa cosa." spiega Ashley "E ha aggiunto che secondo lei io so già cosa voglia fare, ma ho solo paura di ammetterlo con me stessa.".
Improvvisamente, di nuovo suona il campanello. Chi sarà adesso?
"Ma è un albergo stasera questa casa?" si chiede Manuela, dirigendosi alla porta.
E stavolta gli inattesi ospiti sono Jabez e Geremia.
"Ok. Cos'è 'sta storia?" domanda sospettosa Katia.
"Ci ha detto Edith di venire qui." risponde Geremia.
E quando per la terza volta suona il campanello, appunto Edith fa la sua comparsa, spiegando senza inutili preamboli la situazione:
"Gli arcangeli mi hanno detto di riunirvi qui. I demoni stanno per lanciare il loro attacco.".
"Come i demoni?!" esclama Ashley, sgranando gli occhi.
Di punto in bianco le luci iniziano ad accendersi e spegnersi ad intermittenza, mentre dei sordi rumori, simili a cupi mormorii, si diffondono per la casa.
"Sono vicini." afferma Edith.
Manuela e Katia prendono in braccio Lucas e Francesca e si radunano con gli amici in un angolo della sala da pranzo, in attesa... in attesa che il nemico si manifesti. Ashley trema come una foglia e Jabez, con fare paterno, la avvicina a sé, cercando così di farle coraggio. Ma la paura lentamente si impossessa di tutti...
Un lugubre silenzio cala di colpo. Poi, l'oscurità avvolge ogni cosa. E quando la luce torna, tre angeli caduti, dalla umane sembianze, fanno la loro comparsa. Senza dir una parola la demoniaca triade osserva le sue vittime designate, ghignando con sardonico orgoglio... E ora, che fare?...
Manuela affida il suo Lucas a Jabez. E' pronta a combattere, come ha sempre fatto, per suo figlio, per i suoi amici e per gli ideali in cui fermamente crede. Farà la sua parte, come Kirk e gli altri stanno facendo la loro. Non indietreggerà, nonostante la paura. Non mollerà, mai. Per il suo futuro e per quello delle persone che ama. Certo, i suoi poteri ora non sono più forti come quando le apparteneva la spilla con la colomba, ma ancora esistono in lei, e lei li userà al massimo della loro potenza per aver la meglio su un nemico che già si reputa vincitore.
"Ma guarda... la nipotina di Michele!" esordisce beffardo uno dei demoni.
"Fossi in voi non scherzerei tanto." risponde con aria di sfida Edith.
"Perché? Non è divertente questa situazione?" continua un altro degli spiriti infernali "Non potete nulla contro di noi. Non siete abbastanza forti. E gli angioletti secondo me non verranno ad aiutarvi.".
"Non ne abbiamo bisogno." ribatte fiera Manuela.
I tre angeli caduti si muovono lentamente verso le loro prede, ben sapendo di aver davanti il punto debole, o meglio i punti deboli, dei custodi dei gioielli.
"Come ce la caviamo stavolta?" domanda Geremia, guardando Jabez.
Gli infernali nemici lanciano il primo attacco e Manuela riesce abilmente a rivolgerlo contro di loro, cosa questa che li fa decisamente arrabbiare.
"Mi sa che se la sono presa..." commenta sottovoce Ashley, talmente incredula di fronte all'assurda scena a cui sta assistendo da non riuscir più nemmeno a provare paura.
"Speriamo che Manuela ce la faccia da sola..." osserva preoccupata Katia, stringendo forte la sua Francesca "Se almeno arrivassero gli arcangeli!".
I tre demoni, con occhi infuocati, si avvicinano minacciosi, ammantati da una  malefica aura sempre più oscura e potente... Ma inaspettatamente Edith si para loro davanti.
"Cosa fai?" le grida Geremia "Non puoi fermarli!".
"Io no..." ammette la ragazza, per poi lanciare un messaggio telepatico a Manuela:
"Fai convergere su di me i tuoi poteri. Non aver paura. Fai come ti dico e li rispediremo all'Inferno!".
Manuela, se pur con qualche incertezza, asseconda il volere della profetessa, il cui corpo in un attimo viene avvolto da un'accecante luce, che come una pioggia di luminosi strali si scaglia contro gli angeli caduti, annientandoli... Il nemico è dunque vinto. Ed esausta Edith crolla in ginocchio a terra, subito soccorsa da Geremia. Ashley è esterrefatta, ma non è la sola. A parte la nephilim, nessuno ha ben capito cosa sia accaduto, neppure Manuela, che incredula volge lo sguardo verso Jabez e Katia. E' come se Edith avesse catalizzato su di sé i poteri psichici di Manuela, rilasciandoli poi all'esterno potenziati all'inverosimile... Ed in effetti è questo che è successo, come spiega proprio la profetessa, non appena si è ripresa.
"Ma tutti i nephilim posso fare questo?" domanda allora Jabez.
"No." confessa Edith "Solo quelli che come me discendono da Michele sono in grado di farlo... in teoria almeno, perché controllare questa facoltà è molto difficile...".
"... e rischioso." conclude giustamente Geremia.
"Praticamente tu riesci a fare quello che fanno i gioielli..." intuisce Manuela.
"Ma quella di Manuela è comunque un'energia... buona... cioè, che mira al bene." interviene Ashley, che finalmente inizia capirci qualcosa di tutta 'sta storia assurda "E se i demoni avessero fatto convergere in te la loro di energia?".
Edith non risponde e chinando mestamente la testa volge altrove lo sguardo.
"Saresti morta!" esclama Geremia, visibilmente alterato, sembrando le sue parole più un'accusa che una pura e semplice presa di coscienza.
"Ma che ti prende?!" gli chiede Katia, sorpresa dalla sua veemente reazione.
Edith invece non perde la calma e guardando in viso i presenti spiega:
"Posso far convergere su di me solo le energie positive. Se per errore catalizzassi anche delle energie demoniache, queste imploderebbero dentro di me... e le conseguenze non sarebbero buone. Potrei morire, o passare dalla parte del nemico. Non so cosa sarebbe peggio.".
E in tanto trambusto, come se nulla fosse, Lucas e Francesca, tra le braccia delle loro madri, si sono beatamente addormentati, ed a guardarli non si può che sorridere sentendo il cuore pervaso da una struggente dolcezza. Edith rimira le due creature assopite ed una profonda tenerezza tinge i suoi occhi di una calda luce, rassicurante e amorevole. Sembra un'altra dall'algida e distaccata ragazza che quattro mesi or sono comparve dal nulla parlando di sigilli da chiudere e Apocalisse in procinto di scoppiare. Ecco la sua vera natura farsi largo tra le maglie di una corazza che inizia a rompersi. Ecco la sua intima umanità uscire allo scoperto non più filtrata da ruoli apparentemente prestabiliti e immutabili. Manuela osserva e tace. Osserva Edith, scoprendola ben diversa da come a prima vista può apparire. Osserva Geremia, notando l'inquietudine che traspare in ogni suo gesto, sguardo, parola. E osserva le furtive occhiate che i due di nascosto si lanciano, fuggendosi e cercandosi in continuazione. Manuela osserva, capisce, e tace. E sul suo Lucas posa infine gli occhi... e sorride...
Intanto, ignari di quanto accaduto nella loro città, Sebastiano e compagni sono in dirittura d'arrivo per la loro prossima meta: Stonehenge. Stavolta il viaggio è stato meno lungo e stancante rispetto agli ultimi due, ma non sarà certo più semplice la chiusura del quarto sigillo... anzi! Stando alle parole di Edith, più si andrà avanti, più le cose si complicheranno. E di questo i sette amici se ne rendono conto non appena mettono piede in mezzo all'antico sito neolitico nei pressi di Amesbury. D'un tratto tra gli imponenti megaliti inizia a soffiare un vento terribile, tanto forte che è perfino difficile rimanere in piedi. I custodi dei gioielli si sentono di punto in bianco deboli, debolissimi, come se le forze li stessero abbandonando, mentre il cielo notturno si tinge dei colori di una surreale alba e l'aria si fa terribilmente calda, irrespirabile. La temperatura aumenta a tal punto che ustioni e piaghe lacerano la pelle dei sette giovani, provocando loro un dolore pressoché insopportabile.
...La quarta coppa dell'ira di Dio intensifica a dismisura il calore del sole causando indicibili sofferenze...
Tutto adesso è nelle mani di Swan. A lei è associato il metallo del rame. Lei deve trovare il centro del sigillo e chiuderlo. Ma ad impedirglielo compare dal nulla una strana creatura, con l'aspetto di un guerriero completamente rivestito di fiamme che stringe saldamente in pugno una spada di fuoco. Non è un demone. Non è uno spirito sorto dall'Inferno. E' semplicemente il quarto Flagello, che dopo la disfatta dei suoi tre fratelli è più che mai determinato ad impedire che il quarto sigillo venga toccato. Cat e Hawk, benché doloranti, si prendono per mano, generando una sfera di energia nella quale fanno confluire i poteri dei loro amici. Avvolta da questa sfera Swan fronteggia il nemico e gli si fa incontro per raggiungere il centro del sigillo. Il Flagello non demorde e lancia il suo attacco, ma protetta dalle auree riunite dei compagni Swan porta a termine il rituale. In un attimo il vento cessa e la temperatura torna a valori normali. Stravolti i custodi dei gioielli crollano a terra e preoccupati si guardano intorno. Del quarto Flagello non c'è più traccia. Ma una angosciante domanda si fa largo nelle menti di tutti: cosa faranno gli ultimi tre Flagelli per difendere i sigilli a cui sono preposti?
Torniamo ora al gruppetto riunito a casa di Manuela. Ovviamente, data la situazione, nessuno se ne è andato, e mentre nelle due camere a disposizione sono dislocate Manuela, Katia, Ashley e Edith, Jabez e Geremia si devono dividere il divano-letto. Qualcuno però fatica a dormire. Edith, silenziosa come uno spirito, raggiunge la cucina. Attenta a non far rumore si versa un bicchiere d'acqua e, appoggiata al piano cottura, se ne sta immobile, in piedi, smarrita la sua mente in un nebuloso ammasso di pensieri e sensazioni. E' frastornata e confusa. Forse dipende da quello che è successo contro i demoni... Edith non aveva mai dovuto farlo prima. Sapeva di esserne in grado ma non aveva fino ad oggi messo in campo questa sua speciale facoltà. Ha rischiato molto, ma non poteva restar con le mani in mano e lasciare i suoi amici in balia degli spiriti infernali... I suoi amici... Ma saranno davvero suoi amici Jabez, Katia, Ashley e Manuela? E Geremia... cos'è per lei? La giovane sorseggia la sua acqua come fosse un nettare divino ed è talmente assorta da non accorgersi della persona che fa capolino nella stanza, finché non se la trova davanti. Strano per lei, la nephilim profetessa, farsi cogliere di sorpresa...
"Stai bene?" chiede Ashley sottovoce.
"E tu?" risponde Edith accennando un sorriso.
"Non lo so... In che razza di storia sono finita?!"
"Pensa che io ci sono nata in questo casino."
"Non so come fai. Io sarei impazzita."
"Pazzia e saggezza vanno di pari passo."
Le due ragazze si mettono a chiacchierare un po' delle loro diversissime esperienze di vita, finché ad un certo punto Ashley se ne esce con una spontanea confessione:
"Ho capito cosa voglia fare... ma... ho paura."
"Tutti abbiamo paura. Ma la paura non ci deve togliere quello che amiamo e in cui crediamo." afferma Edith.
"E tu?" replica l'altra con sagace espressione "Non hai mai rinunciato a qualcosa per paura?".
"A niente... o a tutto forse..."
Il dialogo viene interrotto da Geremia, che strofinandosi gli occhi entra in cucina, chiedendo, tra uno sbadiglio e l'altro, cosa stia succedendo. Ashley saluta e stiracchiandosi se ne torna in camera da letto. E' stanchissima, dice lei... ma sarà questo il motivo della sua rapida dipartita?
Edith e Geremia si ritrovano di nuovo faccia a faccia, senza nessuno intorno, in compagnia di loro stessi e dei sentimenti che li legano e al contempo li allontanano. Per un po' restano in silenzio. Lei si versa dell'altra acqua nel bicchiere. Lui si siede, un braccio sulle gambe e l'altro appoggiato al tavolo, a sorreggere la testa quasi fosse un pesante macigno. Edith posa gli occhi sul giovane assonnato e scoppia a ridere, coprendosi con una mano la bocca per non svegliare Jabez che sta dormendo in salotto.
"Ma lo sai che sei strana?!" commenta Geremia, abbandonandosi all'ennesimo sbadiglio "Cosa c'è di divertente in tutta 'sta storia?!".
"La tua faccia..." gli risponde la ragazza, sedendosi accanto a lui.
"Sono stanco morto... e non riesco a dormire..."
"Ma se quando sono passata prima dormivi come un sasso?!"
"Sì, beh... adesso però mi sono svegliato... più o meno..."
"Vai a riposare. Che ci fai qui con me?"
"Ti faccio compagnia."
Edith accarezza il volto di Geremia e con le dita scende poi lungo il suo collo, fino a fermarsi sul suo torace. Geremia sente il calore della mano di lei attraverso la sottile stoffa della maglietta ed il cuore inizia a battergli nel petto come un tamburo.
"Sei agitato?" domanda con sguardo sornione la nephilim.
"Dovresti saperlo che sei tu a farmi questo effetto..." risponde a tono l'altro, mentre con una mano risale lungo il braccio di Edith arrivando a sfiorarle la spalla, per poi scendere lentamente fino a sentire i battiti del suo cuore tra le dita.
"E adesso?" continua provocatoria lei.
"Dimmelo tu." ribatte serio lui.
"Ti ho già detto come stanno le cose."
"Anch'io."
Geremia si alza e si avvia alla porta. Vorrebbe dire a Edith che la ama e che non rinuncerà facilmente a lei... e invece tace, soffocando in gola, insieme alle parole, anche i sentimenti che ormai non può più rinnegare. Edith lo osserva uscire dalla stanza. Vorrebbe fermarlo e abbracciarlo, vorrebbe di nuovo lasciarsi catturare dalle sue braccia per sentirsi libera e viva... e invece non si muove, barricata dietro ad un silenzio che ferisce lei prima di chiunque altro.

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Capitolo 39
*** ...dopo mezzanotte i demoni mi guardano... ***


PARTE IV. I SETTE SIGILLI

CAPITOLO IX. ...DOPO MEZZANOTTE I DEMONI MI GUARDANO...

Una volta rientrato dalla missione in Inghilterra, Fabio deve fronteggiare una situazione per lui più difficile da affrontare di tutti e sette i Flagelli messi insieme. Ashley deve comunicargli la sua decisione e lui è terribilmente in ansia, preoccupato, anzi, quasi terrorizzato all'idea di perdere la ragazza che ama con tutto se stesso. E' in una calda e limpida sera estiva che Ashley chiede a Fabio di incontrarsi per poter parlare di quanto accaduto nell'ultimo periodo, ed i due si ritrovano così di nuovo l'uno di fronte all'altra, dopo quasi tre settimane che non si vedevano.
"Come va?" esordisce il giovane, per rompere il ghiaccio "So di quello che è successo mentre io e gli altri eravamo via... Avrei voluto cercarti per sapere come stavi, ma poi ho pensato che ti saresti fatta viva tu non appena... avessi deciso...".
"Hai fatto bene." risponde laconica la ragazza.
"Ti è servito questo periodo da sola per capire cosa vuoi fare?"
"Sì, beh... abbastanza. Ora sinceramente non so se quello che ti dirò sarà definitivo, non so se da qui a qualche anno cambierò idea o mi pentirò della strada che ho imboccato, però..."
Una breve pausa, e Fabio si sente morire. Poi Ashley riprende:
"Voglio stare con te. Voglio affrontare tutto questo insieme a te. Preferisco sapere e rimanere al tuo fianco piuttosto che ignorare la verità e... perderti...".
Con un impetuoso slancio Fabio abbraccia l'amata e la bacia impedendole di terminare il suo discorso. Ma in fondo, che altro c'è da dire? Ashley si lascia andare tra le braccia del compagno, consapevole di non poter fare a meno di lui, pronta a difendere questo amore da qualsiasi cosa possa minacciarlo, fossero anche forze soprannaturali o rinate dall'Inferno. Sinceramente è stupita di se stessa, non credeva di aver dentro di sé un simile coraggio. In principio, dopo aver scoperto la verità, aveva pensato di tirarsene fuori immediatamente, prima di restarne coinvolta, o peggio... E invece... Le è bastato staccare un attimo, superare l'iniziale momento di smarrimento, e la decisione è nata in lei in maniera assolutamente naturale e spontanea. Non avrebbe potuto fare altrimenti. Il suo cuore, prima della mente, gliel'avrebbe impedito. Sì, la via giusta è questa. E nonostante la paura, nonostante i pericoli che incontrerà, Ashley è disposta a percorrerla, o almeno a provarci, accanto al suo adorato Fabio...
E se tra Ashley e Fabio le cose vanno a gonfie vele, tra Liam e Anna ultimamente c'è un po' di maretta. Liam è piuttosto nervoso e che cosa gli passi per la testa davvero la sua compagna non riesce a capirlo. Lui non parla e lei non sa in che maniera spingerlo a confidarsi. Cosa lo preoccupa? Perché appare a momenti tanto freddo e distaccato? Non c'entrano demoni, sigilli, o altre entità soprannaturali... no... o forse sì?...
Stanca di esser tenuta fuori dai pensieri dell'amato, una sera Anna decide di affrontarlo e senza inutili giri di parole lo fulmina con una diretta domanda:
"Che hai?".
"Niente..." risponde lui con simulata indifferenza.
"Ma mi prendi per scema? Da quando siamo tornati dall'Inghilterra sei strano. Ho portato pazienza per un po', per vedere se mi parlavi tu, ma adesso mi sono rotta."
"Non ho niente. Cosa dovrei dirti?"
Anna, infastidita dal noncurante atteggiamento di Liam, inizia ad alzare la voce:
"Oh insomma! Mi fai saltare i nervi quando fai così... Non è vero che non hai niente! Spesso ti parlo e non mi senti. Oppure mi rispondi male. Torni tardi dal lavoro. E sono giorni che nemmeno mi baci... O sei stanco di me o c'è dell'altro.".
Liam si avvicina alla compagna e con un amorevole gesto le passa una mano tra i capelli, scivolando poi con le dita sulle sue guance fino a sfiorarle le labbra. Lei, sorridendo, gli si accoccola tra le braccia e adagia mollemente la testa sulla sua spalla, sospirando languidamente:
"Ti amo... non allontanarmi...".
"Non voglio allontanarti." confessa il giovane con vellutata voce "Ma devi dirmi la verità.".
"Che verità?" chiede sorpresa Anna, indietreggiando di un passo.
"Se Barachiel non fosse Barachiel, ma fosse ancora vivo, se fosse ancora Brian, tu... avresti scelto lui?"
"E' una domanda assurda!"
"Rispondimi."
"Ma cosa ti devo rispondere?! Mica mi sono innamorata di te perché sei il primo che mi è capitato per le mani!!"
Anna si sente offesa e ferita dalle parole di Liam e sinceramente non sa nemmeno come ribattere. Le sembra di rivivere qualcosa di già vissuto. Anche quando ha conosciuto Geremia si è trovata in discussioni come questa, ma allora forse un motivo c'era. Stavolta, invece... è assurdo. E' assurdo discutere su eventualità irrealizzabili. Perché mettere in dubbio un rapporto che dura da anni per... niente, per qualcosa che non esiste?
"Ok... Scusa. Sono uno stupido..." ammette Liam visibilmente dispiaciuto.
Ma Anna ha capito, ha capito i dubbi dal compagno, non li condivide ma ha capito, e allora pensa bene di fugarli prima che intacchino il loro rapporto:
"Ascolta. Non so da dove ti sia venuta questa idea. Però una cosa te la posso dire con assoluta certezza: se amassi un altro, angelo o uomo che sia, non starei con te. Per stare insieme io e te abbiamo sovvertito una tradizione di secoli... ti pare che se amassi Barachiel mi fermerei solo perché lui è un angelo? Non so dirti come sarebbero andate le cose se Brian non fosse morto. Forse io e te non ci saremmo nemmeno conosciuti... anche se a dire il vero penso che niente ci avrebbe tenuti lontani. Prima o poi ci saremmo  incontrati... e il seguito lo sai anche tu.".
Liam china la testa e sorride, ride di se stesso e dell'assurda gelosia che negli ultimi giorni lo ha tormentato. Anna lo abbraccia e posa un dolcissimo bacio sulle sue labbra socchiuse, bacio che accende in entrambi la scintilla d'una passione intensa e travolgente, tanto forte e viva ora quanto nel giorno in cui è nata...
Qualcuno invece sta cominciando a pensare che trascorrere la vita da solo potrebbe essere una buona idea, e questo qualcuno è Geremia... Sono trascorse più tre settimane dalla chiusura del quarto sigillo. E' sera. Geremia cammina per casa, appena rientrato dal lavoro, e si guarda intorno. Gli manca la sua sorellina. Quando vivevano insieme non c'era tanto silenzio! E' pesante a volte il silenzio, come la solitudine... Geremia accende la televisione, giusto per colmare il vuoto che lo circonda. Ma il vuoto del suo cuore chi può colmarlo? Forse qualcuno ci sarebbe, ma questo qualcuno è più solo di lui. Bisogna abituarsi a bastare a se stessi. Le altre persone, per quanto care, possono esserci un momento ed il momento dopo non esserci più. Sì, bisogna allenarsi alla solitudine. Prenderla per mano come un'amica. E non averne paura...
Geremia si dirige in cucina. Deve mangiare qualcosa. A pranzo non ha toccato cibo e ora ha una fame da morire. I suoi piani però vengono mandati all'aria dal suono del campanello. Chi sarà l'inopportuno seccatore? Svogliatamente il giovane risponde al citofono e la voce che gli giunge alle orecchie lo fa trasalire... Bella e sensuale come non mai Edith entra in casa, ancheggiando sinuosa, fasciata in un aderente abito bianco, corto e scollato sulla schiena, i capelli in parte raccolti, in parte sciolti sulle spalle. Geremia la fissa con gli occhi sgranati. Vorrebbe mostrarsi distaccato e indifferente, ma proprio non ci riesce davanti ad una creatura del genere. Non gli importa nemmeno sapere perché sia capitata lì, per ora gli basta godere di questo incantevole spettacolo. Altro non potrebbe chiedere... si fa per dire...
"Ti ho disturbato?" chiede con flautata voce Edith.
Geremia deglutisce a vuoto e poi risponde, recuperando un minimo di controllo di sé:
"Stavo per mettermi a cucinare qualcosa. Ma tu, come mai sei qui?".
Un attimo di silenzio. E poi la nephilm dagli occhi verdi si lascia andare ad una sincera confessione:
"All'inizio le persone sono attratte da me per il mio aspetto. E per un po' va tutto bene... ma quando capiscono che sono diversa, che c'è qualcosa di "strano" in me, anche se non sanno di cosa si tratti... scappano via. Scappano tutti, prima o poi, senza nemmeno provare a conoscermi. Mi è successo più di una volta. E non voglio più che succeda.".
"Io non sono scappato. E nemmeno June, Sebastiano, Anna e gli altri."
"Lo so... Mi trovo bene con voi. Con i tuoi amici sono partita col piede sbagliato, portavo avanti un ruolo... Spero di essere ancora in tempo per rimediare."
"Ma sì! Non preoccuparti. E poi, ci hai salvato la vita, contro quei demoni..."
Geremia si avvicina ad Edith e la invita a sedersi sul divano, ma lei rimane in piedi e guardandolo negli occhi prosegue:
"Con loro, sì, posso ancora sistemare le cose... e con te?".
"Cosa vorresti dire? E cosa dovrei dirti io?" domanda l'altro, incredulo e sospettoso.
La ragazza non risponde a parole, bensì con un appassionato bacio al quale il giovane fotografo non riesce a sottrarsi...
"Non voglio solo questo da te." sussurra Geremia, scostandosi di un soffio dalle labbra di Edith.
"Lo so..." confessa lei in un sospiro "Non allontanarmi. Non dirmi di andar via... Non capisci perché sono qui?!".
La televisione è ancora accesa, ma i due giovani nemmeno la sentono, completamente smarriti l'uno nell'altra, persi su un sentiero in cui sensi ed emozioni viaggiano di pari passo alimentandosi a vicenda. Geremia non riesce a staccare le mani e le labbra da Edith, stregato dal profumo della sua pelle, dal suo calore, dalla sua passione. Ogni difesa, ogni barriera è caduta. Edith ora è soltanto Edith, e vuole amare ed essere amata, con il corpo e con il cuore. Non ha mai provato quello che sta provando adesso. Ha lottato con se stessa, contro questi sentimenti, per paura di accettarli, di viverli... e poi perderli. Voleva stroncarli sul nascere, per non soffrire, ma per sua fortuna non ci è riuscita. E adesso può abbandonarsi ad essi, libera, libera come mai è stata in vita sua...
Le ombre della notte sono ormai padrone del cielo e della città, mentre un esile spicchio di luna si staglia come una scheggia luminosa nell'oscurità, circondato da miriadi di stelle.
Geremia stringe tra le braccia Edith e prova un indicibile piacere sentendo il corpo di lei addosso, come una seconda pelle. Potrebbe rimanere così per sempre. Non gli importa più nemmeno di demoni, sigilli, Apocalisse... Deve ammetterlo, è proprio innamorato, perso, andato... E lo stesso vale per Edith, che per la prima volta sente di aver perduto il controllo, il controllo di sé e di ciò che la circonda... e ne è tremendamente felice. Non avverte più il peso del mondo gravare su di lei, il peso del passato, del presente, e di un futuro incerto. No, l'unica cosa che sente ora sono le emozioni di cui il suo cuore è colmo, emozioni calde, intense, travolgenti... E quando la passione attenua il suo ardente impeto sfumando in sensuale tenerezza, i due giovani se ne stanno stretti stretti sopra le lenzuola, quasi al mondo null'altro esistesse se non loro...
Ad un certo punto, Edith, scivolando con la testa sul petto di Geremia, gli bacia dolcemente il collo, dopodiché, appoggiandosi con le braccia sul suo torace, lo guarda dritto negli occhi e sorridendo gli dice:
"Ho fame. Che ne dici se mangiamo qualcosa?".
Il giovane accarezza amorevole i setosi capelli dorati della ragazza e ruba alle sue morbide labbra un ennesimo bacio. Quindi abbandona il letto e, dopo essersi infilato un paio di pantaloncini ed una canotta, esce dalla camera per raggiungere la cucina.
Mentre Geremia è intento a controllare il frigorifero in cerca di qualcosa di commestibile, Edith gli capita alle spalle e, appoggiandosi alla sua schiena, scruta insieme a lui sugli scaffali semideserti, dove campeggiano solitari dei rimasugli di formaggio, quattro carote, due pomodori e del prosciutto.
"Dovrò fare la spesa..." osserva perplesso il padrone di casa.
"Non a quest'ora." rimarca divertita l'altra, afferrando quel poco che il frigo può offrire.
Geremia si sofferma ad osservare Edith, che, con addosso soltanto una larga t-shirt bianca, rovista per la cucina nel disperato tentativo di mettere insieme una frugale cena. E' bellissima anche così. Spontanea, allegra, naturale in ogni suo gesto, in ogni parola, in ogni sguardo.
"Mi dai una mano?!" esclama la ragazza rivolgendosi al compagno, immobile in piedi di fianco al frigorifero.
"E cosa vuoi che faccia? Un miracolo?!" risponde lui in tono ironico "Dovremo accontentarci di quello che c'è...".
"Non potrei chiedere di più." ribatte con ammiccante espressione l'altra.
"Parli della cena o di qualcos'altro?" replica Geremia, con intrigante sorriso.
Il giocoso scambio di battute si interrompe all'improvviso. Edith spalanca gli occhi e si guarda intorno spaesata, per poi affermare atterrita:
"Sta succedendo qualcosa ai nephilim... qualcuno li sta attaccando...".
"Spiegati!..."
"Io li sento, li sento soffrire... alcuni nephilim sono stati aggrediti da... qualcosa... qualcuno..."
"Demoni?..."
Edith annuisce e Geremia la abbraccia forte, quasi a volerla proteggere dalla minaccia che su di lei incombe. Ma come può difenderla? Lui, un semplice essere umano? Cosa può fare?
Di punto in bianco, una sommessa litania giunge alle orecchie dei due giovani, simile ad un'antica nenia, una ripetitiva cantilena.
"...dopo mezzanotte i demoni mi guardano..." sussurra Edith.
"Cos'è questa?" chiede Geremia.
"E' un verso di una vecchia filastrocca del paesino in cui è cresciuta mia mamma..."
"Approfondiremo la cosa un'altra volta... Adesso andiamo via di qui. Subito."
Ma purtroppo fuggire è impossibile, ed anche chiedere aiuto. Porte e finestre sono bloccate ed i telefoni non funzionano. Il nemico è vicino, vicinissimo... è arrivato. Sta solo giocando al gatto col topo, si sta divertendo, prima di manifestarsi apertamente.
"Basta nascondervi!" grida ad un certo punto Edith "Avete paura di...".
La ragazza non fa nemmeno in tempo a terminare la frase che due angeli caduti, Eligor e Furcas, si avventano su di lei bloccandola contro il muro, mentre un altro demone, Orias, attacca a tradimento Geremia colpendolo duramente allo stomaco e alla schiena, per poi scaraventarlo a terra. Eligor estrae un affilato coltello dalla cintura e lo punta addosso alla nephilim, intimandole di non reagire:
"Niente trucchetti angelici, chiaro?... Prova anche solo a pronunciare la prima parola di un esorcismo e il tuo amico farà una gran brutta fine.".
"Lasciatelo andare." urla Edith "Volete me... lui non c'entra.".
"Lui ci serve per tenerti buona." ribatte con un diabolico sorriso Furcas "Se farai la brava, non gli succederà niente.".
"Fermali! Edith... fermali!" irrompe Geremia, subito zittito con un calcio da Orias.
Il giovane tuttavia non demorde ed incurante del pericolo cerca di alzarsi in piedi per raggiungere la compagna, ma una forza malefica lo immobilizza impedendogli di muovere anche solo un muscolo, obbligandolo perciò ad assistere impotente a quanto davanti ai suoi occhi sta accadendo.
La lama dell'infernale pugnale di Eligor scorre prima sul collo, poi sul braccio sinistro di Edith, ed al suo passaggio una scia di rosso sangue inizia a scorrere sull'ambrata pelle. Furcas ghigna maligno, tenendo ferma la nephilim, dopodiché posa la bocca sulle ferite di lei, iniziando a nutrirsi della sua linfa vitale, come un famelico vampiro davanti ad una succulenta preda. Il dolore trasfigura il volto di Edith, ma dalle sue labbra nemmeno un lamento esce, né un sommesso gemito, mentre i suoi occhi si posano un'ultima volta su Geremia, prima di chiudersi.
"No!!!" grida disperato il giovane, e la sua voce echeggia nella casa come un'accorata richiesta d'aiuto.
Quando tutto sembra perduto, ecco apparire Gabriele e Sachiel, con le loro celesti armi, che in un istante si dileguano portandosi via i tre angeli caduti. Geremia è di nuovo libero di muoversi e corre da Edith, seduta a terra, con la schiena appoggiata alla parete. E' terribilmente pallida ed il sangue continua a fuoriuscire copiosamente dalle sue ferite.
"Ti porto in ospedale." afferma deciso il giovane, cercando di sollevare la compagna, ma lei lo ferma:
"E' inutile. Quel pugnale era avvelenato... nessun medico può curarmi... nessuno... può...".
"Non ti lascio morire! Ci dev'essere un modo..."
Geremia è disperato. Non può perdere Edith. Non può lasciarla morire. Deve salvarla. Deve...
"Non lasciarmi.... non lasciarmi..." sussurra il giovane, con le lacrime agli occhi "Perché non ti sei difesa? Potevi fermarli... bastava... un esorcismo...".
"Non volevo che ti facessero del male..." risponde la ragazza con un fil di voce "io... ti amo...".
"Ti amo... ti amo..." ripete Geremia, stringendo forte Edith, mentre la sente scivolargli dalle mani, come se stesse per volare via da lui.
D'un tratto, dal nulla compare Raffaele, che subito si china accanto alla nephilim ferita.
"Salvala..." lo prega Geremia.
"Sono qui per questo." risponde con un pacifico sorriso l'arcangelo.
Lo spirito celeste sfiora con la mano il volto della profetessa e scorre poi con le dita sulle sue ferite, facendole miracolosamente rimarginare. Edith è salva... è stremata, quasi completamente priva di forze, ma è viva.
"Ora deve riposare." soggiunge con soave voce Raffale "Non vi preoccupate. Non vi attaccheranno più.".
Ciò detto l'arcangelo si dilegua in una luminosa scintilla. Geremia sospira sollevato e prende in braccio l'amata per portarla in camera da letto a riposare. Dopodiché con un sms chiama a raccolta gli amici per metterli al corrente di quanto accaduto.
I primi ad accorrere sono Jabez, Sebastiano e June, che immediatamente si informano sul motivo dell'inattesa riunione.
"Demoni." risponde lapidario Geremia, per poi prendere in disparte la sorella con il chiaro intento di domandarle un favore.
Senza dir nulla June sale al piano superiore, e Sebastiano, sempre più inquieto, chiede spiegazioni:
"Dove l'hai mandata? C'è qualcun altro qui?".
"Edith." risponde il diretto interessato "Degli angeli caduti l'hanno attaccata. Gli arcangeli ci hanno salvati. Ho chiesto a June di stare un po' con lei finché non si riprende.".
"Forse è meglio se ci racconti tutto dall'inizio." osserva perplesso Jabez.
"Quando arriveranno anche gli altri vi dirò tutto." conclude Geremia.
E nonostante l'ora tarda, all'incontro si presentano tutti. Manuela e Katia si sono addirittura dovute portar dietro Lucas e Francesca, ma avendo intuito la gravità della situazione non volevano mancare. Dunque, la riunione ha inizio, e Geremia racconta per filo e per segno dell'attacco degli angeli caduti e del provvidenziale intervento di Gabriele, Sachiel e Raffaele. Alla sua narrazione segue un silenzio di sospensione. Evidente è che i demoni si stanno muovendo contro i nephilim con un preciso scopo, o forse più di uno. Come fermarli? Come proteggere degli innocenti dalla loro ferocia?
"Come sta adesso Edith?" domanda ad un certo punto Anna.
"Meglio." spiega Geremia "C'è June con lei. Ma se l'è vista brutta... Se non fosse stato per Raffaele... lei...".
Il giovane non riesce a concludere la frase, la voce gli si spegne in gole e dai suoi occhi traspare evidente una profonda preoccupazione. Fabio allora interviene per alleggerire l'atmosfera:
"Su, dai. Alla fine è andato tutto bene... però, mi chiedevo.... Come mai Edith era qui da te a quest'ora? Cosa stavate combinando?...".
Ashley dà un calcio negli stinchi al compagno impiccione e lui sobbalza sulla sedia, gemendo sommessamente.
"Qui non c'è mai nessuno che si fa gli affari suoi." commenta Manuela scuotendo la testa.
"La nostra non è curiosità, ma affetto." ribatte con malandrina espressione Anna, puntando i celesti occhi indagatori su Geremia.
Jabez vorrebbe riportar all'ordine gli scatenati amici, ma non ci riesce e gli scappa invece uno spontaneo sorriso. Poi, d'un tratto, le chiacchiere si interrompono. Nella stanza fanno il loro ingresso June e Edith, e su quest'ultima si puntano gli sguardi dei presenti.
"Siete tutti qui..." rimarca sorpresa la nephilim.
"Ormai sei una di noi." afferma con occhi ridenti Sebastiano.
"Come va? Ti senti meglio?" si informa a nome di tutti Liam.
Edith annuisce, per poi sedersi accanto a Geremia, che premuroso le passa una mano tra i capelli e la accarezza con gli occhi.
"Con voi non sono stata il massimo della simpatia... mi spiace." ammette la nephilm, visibilmente dispiaciuta.
"Tranquilla!" risponde allegramente Kirk "Mica tutti possono essere simpatici e affascinanti come me!!".
"Evviva la modestia!" commenta Simone.
"Abbiamo capito perché ti comportavi così." fa notare Katia, rivolgendosi alla profetessa "Diciamo che ci sono stati un po' di malintesi... ma adesso è tutto chiarito.".
"Bene bene." continua Fabio "Ora che siamo in confidenza, perché non ci dite come mai voi due eravate qui soli soletti...".
"Magari di questo ne parliamo un'altra volta, ok Fabio?" interviene Barachiel, comparso inaspettatamente insieme a Gabriele e Cassiel.
Gli arcangeli spiegano a chiare lettere quale sia l'intento dei demoni: quello che vogliono è creare un diversivo per distrarre i custodi dei gioielli dalla loro missione. Ecco il gioco che le creature infernali hanno intenzione di fare, lanciando attacchi più o meno diretti. Ecco la tattica che per ora hanno deciso di mettere in atto. Tattica che di sicuro muteranno se non dovesse ottenere gli effetti sperati.
"Ai demoni comunque ci pensiamo noi." afferma alla fine Gabriele "Voi pensate al quinto sigillo.".
Ed è quindi Edith a prendere la parola:
"Il quinto sigillo si trova nell'India del nord, nel deserto di Thar. La quinta coppa dell'ira di Dio è causa di una completa oscurità ed intensifica le sofferenze della prima coppa. Il metallo che vi servirà è il mercurio.".

 

 

 

 

EDITH E GEREMIA
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Capitolo 40
*** Il quinto sigillo ***


PARTE IV. I SETTE SIGILLI

CAPITOLO X. IL QUINTO SIGILLO

Edith come sempre organizza ogni cosa alla perfezione per l'ennesimo viaggio dei custodi dei gioielli. Meta: deserto di Thar, nel nord est dell'India. L'itinerario è questo: arrivo in aereo a Londra e da qui partenza per Jaisalmer, nello stato indiano del Rajasthan, stato in cui è localizzato il deserto in questione. Il volo da Londra è diretto e una volta giunti a destinazione per spostarsi basterà noleggiare delle auto, o al limite muoversi in groppa a dei cammelli!!!
Il tragitto in aereo verso l'india, data la sua non trascurabile durata, si trasforma in un momento perfetto per concedersi qualche chiacchiera e le ragazze del gruppo, sedute vicine, ne approfittano per parlare un po' di quanto accaduto di recente. Uno in particolare è l'argomento di discussione, ed è Anna ad intavolarlo:
"Tu sapevi che Geremia e Edith stavano insieme?".
"A dire il vero no." ammette June "Anche perché secondo me non lo sapevano nemmeno loro.".
"Non ti seguo."
"Mi ero accorta delle occhiate che si scambiavano e ci ho visto dentro una forte attrazione e nello stesso tempo una grande diffidenza reciproca."
"Io non avevo capito niente..."
"Geremia è mio fratello, lo conosco più di quanto si conosca lui stesso. Mi spiace che non si sia confidato con me, ma posso immaginare perché non l'abbia fatto."
"Ora ti dico una cosa, ma non fraintendermi. Sono un po' gelosa... come amica però."
"Ho capito che intendi, tranquilla. Anch'io forse sono un po' gelosa, ma... sono felice per Geremia. Non l'avevo mai visto così. Mi sa che è proprio innamorato perso."
"Come è successo a Sebastiano con te!"
"E a te con Liam!!"
Le due compagne scoppiano a ridere e per un istante, per un fuggevole e meraviglioso istante, si sentono solo e soltanto due giovani donne, come tante altre, che parlano di amore, fidanzati, amici, e scherzano, ridono, liberamente. Ma la libertà per loro ha un ben diverso sapore e reca con sé responsabilità pesanti e difficili... eppure entrambe ormai la amano questa peculiare libertà, così limitante eppur così immensa, ammantata di verità invisibili che a pochi è concesso conoscere, questa libertà vincolante e nel contempo incontenibile, che cela in sé gli insegnamenti del passato e le promesse del futuro...
L'India è senza dubbio un Paese affascinante e misterioso, dalla mistica essenza e gli speziati aromi. Una latente spiritualità domina a ogni angolo e non si può rimanere indifferenti ad una simile atmosfera. E', questo mondo, assolutamente diverso da quello occidentale e nemmeno i custodi dei gioielli sono immuni dalla particolare aria che qui si respira. Sembra di essere su un altro pianeta... Come al solito però il tempo stringe, non si può sgarrare nemmeno di un secondo. Sebastiano e compagni hanno un programma da seguire alla lettera e questo devono fare, senza abbandonarsi a facili distrazioni. Così, mentre la sera avanza, i sette amici lasciano la città di Jaisalmer per avventurarsi nel deserto... Spettacolo incredibile per chi non l'ha mai visto!
E' stavolta il turno di Hawk di localizzare il quinto sigillo. Ed il quinto Flagello dovrebbe fermarlo. Ma stranamente, tra le dune di sabbia, domina una surreale calma.
"Non mi piace 'sta storia." osserva Squirrel "Troppo tranquillità.".
"Allora diamoci una mossa e andiamo via in fretta!!" soggiunge Fox.
"Hawk, vedi qualcosa?" interviene Panther.
"Sì." risponde il diretto interessato "Ho trovato il centro del sigillo.".
Hawk muove un passo per adempiere al suo compito, stringendo in mano l'ampolla di mercurio che gli ha affidato Edtih, quand'ecco che un fortissimo vento inizia a soffiare, trascinando con sé nugoli di sabbia. I sette custodi dei gioielli a fatica si oppongono alle impetuose folate, ma le sorprese per loro non sono finite. Un essere gigantesco, dalle sembianze umane, appare all'orizzonte, come se fosse stato il deserto stesso a generarlo. Non opera della natura è però la minacciosa creatura... Il quinto Flagello avanza a passi lenti, mentre i sette amici, prigionieri del vento, lo osservano atterriti. Poi, di colpo, il buio. Le tenebre avvolgono i custodi dei gioielli. Nessuno di loro vede più nulla. I loro occhi sono completamente ciechi.
... La quinta coppa dell'ira di Dio è fonte di una totale oscurità ed amplifica il dolore della prima coppa...
Profonde ferite si aprono sulle mani di Panther e compagni, piegati a terra dal dolore e dal vento a cui non riescono più a resistere. Hawk non si arrende e supportato dall'energia degli amici tenta di avvicinarsi al centro del sigillo, visualizzandolo nella mente non potendolo fare con gli occhi. Il quinto Flagello ovviamente non ha intenzione di lasciarlo agire indisturbato e gli si avventa contro brandendo una frusta simile alla coda di uno scorpione. Hawk crolla sotto i colpi del potente avversario, crolla ma non demorde, nonostante il dolore. Cat sente nel cuore la sofferenza del compagno, la sente come se le appartenesse, e cerca in sé la forza per aiutarlo. Seguendo l'istinto allunga il braccio verso Swan e non appena le mani delle due si sfiorano, il loro sangue inizia a fluire verso Hawk, dandogli la forza necessaria per reagire. Il giovane riesce a sfuggire all'imponente nemico e con un agile scatto raggiunge il centro del sigillo e vi ripone l'ampolla di mercurio. Un vortice di sabbia inghiotte l'essere generato dal quinto Flagello e converge poi nel punto in cui si trova il metallo della trasmutazione alchemica. Il quinto sigillo è chiuso. Cessa il vento ed i custodi dei gioielli recuperano la vista. Ma sotto il peso della stanchezza i loro occhi si chiudono... ed è di nuovo buio.
... Rientrati dalla spedizione in India, scatta per i sette amici il momento del riposo. Devono recuperare le energie prima di poter affrontare il sesto e penultimo sigillo, e stavolta ci vorrà loro un po' più di tempo per rigenerarsi: il quinto Flagello li ha messi duramente alla prova ed è logico pensare che gli ultimi due Flagelli saranno ancora più agguerriti...
Sabato mattina. Liam è al lavoro. Anna è a casa che sbriga un po' di faccende domestiche, cosa questa che non la entusiasma affatto ma alla quale non può sottrarsi. D'un tratto, mentre la giovane sta pulendo il pavimento, le compare inaspettatamente davanti Barachiel, e lei rimane immobile a fissarlo, con un'espressione a metà fra stupore e diffidenza.
"Novità?" domanda incerta Anna.
"Volevo parlarti." risponde con un sibillino sorriso l'arcangelo.
I due si siedono sul divano e per un po' restano in silenzio, lanciandosi furtive occhiate, quasi intimoriti l'uno dall'altra.
"Allora?" chiede ad un certo punto Anna, per porre fine all'imbarazzante situazione.
"Mi servirà ancora del tempo." confessa Barachiel "Ma finalmente comincio e prendere coscienza del mio ruolo e del mio posto. All'inizio è stato molto difficile, non volevo staccarmi da questo mondo, da voi... da te... Poi un po' alla volta ho fatto chiarezza dentro di me, tutto ha iniziato ad avere un senso, così, in maniera naturale. Tu sarai sempre una persona speciale per me. E' inutile che ti dica quello che provo, lo sai, l'hai sempre saputo. Ma questo non sarà per me una debolezza, anzi. Sarà la mia forza. Tu, sarai la mia forza...".
Anna è commossa e trattenendo a stento le lacrime abbraccia forte il suo caro amico e gli parla con il cuore in mano:
"Lo so che tu adesso sei il generale delle armate celesti. Sei il primo degli arcangeli, l'erede prescelto di Michele. Ma la verità è che per me sei e sarai sempre Brian, il mio Brian, il mio angelo custode, l'angelo che mi ha salvato la vita...".
Barachiel per un istante lascia prevalere la sua parte umana, ancora forte in lui, e stringe a sé Anna, celando in tale abbraccio un amore terreno velato d'eternità, un amore che ha rubato al cielo delle immense ali per volare in alto, verso l'infinito, un amore che mai potrà essere vissuto e forse proprio per questo non potrà mai finire. Anna posa un dolce bacio sulla guancia del suo carissimo amico e gli regala un radioso sorriso, per ringraziarlo di esserle sempre accanto facendole sentire la sua rassicurante a calda presenza. Ma qualcosa di colpo offusca lo sguardo della giovane, ed in ugual modo si rabbuia il volto di Barachiel: un'oscura essenza aleggia nell'aria, invisibile minaccia sorta dalle fiamme infernali.
Con un gesto rapido e deciso il generale delle schiere angeliche sfodera la sua lucente spada ed alzandosi in piedi stringe a sé Anna per proteggerla dal  nemico che incombe. In un attimo i due si ritrovano circondati da una decina di demoni, capeggiati da Andras e Morax, due feroci angeli caduti.
"Non salverai la tua amata." esordisce con aria di sfida Andras, che ha assunto l'aspetto di un uomo di trent'anni, alto e robusto, corti capelli castani e occhi neri come la pece.
"Sai, le voci girano angioletto." prosegue con un ambiguo sorrisetto Morax, le cui sembianze sono quelle di un individuo dai tipici tratti orientali "Si dice che il nuovo comandante degli eserciti del Cielo sia innamorato di una mortale, proprio come è successo al suo famoso predecessore.".
"Ma guardali! Che carini..." rimarca in tono beffardo un altro dei demoni.
Barachiel non ha intenzione di indugiare oltre e con la sua spada trafigge ben cinque nemici, facendoli sparire. Ma per cinque avversari sconfitti, altri sei ne appaiono, più agguerriti che mai. Cat allora fa la sua mossa e, procurandosi sul braccio una ferita con l'affilata lama angelica, inizia il rituale di esorcismo con il suo sangue, sperando di riuscir se non altro ad indebolire gli spiriti infernali permettendo così a Barachiel di rispedirli a casa loro.
Andras e Morax inizialmente non intervengono e con occhi ferini studiano la situazione, celando nei loro sguardi un'aperta provocazione rivolta al successore di Michele, provocazione che non tarda a manifestarsi apertamente. I due angeli caduti infatti di punto in bianco prendono parte allo scontro di energie in atto ed insieme attaccano Barachiel, mentre Cat è costretta da sola a tener a bada gli altri nemici che si fanno avanti, demoni minori, a quanto pare, sfruttati evidentemente come diversivo per impedire alla giovane di aiutare l'arcangelo. In principio il capo degli eserciti celesti non ha problemi a tener a bada gli astuti avversari, ma l'infida accoppiata infernale non ha intenzione di uscire sconfitta dalla battaglia. Andras d'improvviso svanisce nel nulla, quasi avesse deciso di abbandonare il campo... però tutt'altro è il suo intento, ed infatti ben presto il demone riappare alle spalle di Cat e la immobilizza afferrandola per la braccia. Barachiel fa per muoversi verso l'amica, ma sfruttando la sua distrazione Morax lo trafigge con un'oscura lama. L'arcangelo crolla in ginocchio a terra e dalla sua ferita non sangue fuoriesce, bensì una sottile cascata di luce... Cat bene ricorda di aver già assistito ad una simile scena e ne rammenta anche il triste epilogo, la dipartita di Michele. Non deve accadere ancora... Non così... Non a Barachiel. La giovane raccoglie tutte le sue energie e le rivolge contro Andras, scaraventandolo malamente sul pavimento. Quindi corre dall'amico ferito, mentre Morax ride soddisfatto, certo ormai di esser riuscito dove altri prima di lui avevano fallito. Ma inaspettatamente, con un gesto fulmineo, Barachiel si rialza in piedi e trafigge con la sua spada il trionfante nemico, ricacciandolo tra le fiamme infernali. Una decina di spiriti demoniaci, guidati da Morax, accerchiano l'arcangelo e Cat, quand'ecco che a sorpresa fanno la loro comparsa Hawk, Panther e Swan. Così, mentre Panther e Swan con le loro energie psichiche immobilizzano i numerosi avversari, Cat e Hawk, forti del potere del loro sangue, ricacciano ad una ad una le creature malefiche all'Inferno, e nel contempo Barachiel ingaggia uno scontro diretto con Morax, scontro dal quale l'arcangelo esce vincitore.
Conclusa la battaglia, il successore di Michele crolla seduto su una sedia, coprendosi con una mano la profonda ferita sul torace, e subito gli amici gli si fanno intorno per assicurarsi delle sue condizioni.
"E' grave?" chiede preoccupato Sebastiano.
"No, tranquilli, non è niente." confessa l'angelo "Mi serve solo un po' di tempo per recuperare le forze.".
"Ma sei sicuro?" interviene inquieta Anna "Perché gli altri arcangeli non sono qui ad aiutarti?".
"Non c'è bisogno, davvero." continua Barachiel, con un rassicurante sorriso, per poi rivolgersi a June, Sebastiano e Liam:
"Come mai siete venuti qui? Hanno attaccato anche voi, vero?".
"Infatti." risponde Liam "Io mi sono trovato davanti delle persone possedute quando sono uscito dal lavoro, e appena mi sono liberato di loro sono corso qui, sapendo che Anna era da sola... E sul cancello ho trovato Sebastiano e June.".
"Noi eravamo in casa." spiega June "E sono arrivati cinque demoni... ma per fortuna ce la siamo cavata... Poi però ho percepito delle forze molto potenti provenire da qui, e allora siamo corsi a vedere cosa stava succedendo.".
"Attaccheranno anche gli altri..." osserva giustamente Sebastiano.
"Proviamo a chiamarli." esclama Anna, già con il cellulare in mano.
Dopo svariati tentativi andati a vuoto, la conclusione è una sola, ed è Liam ad esprimerla a chiare lettere:
"Tutti i telefoni dei nostri amici sono irraggiungibili. Devono essere sotto attacco. Dividiamoci e raggiungiamoli!".
Detto fatto, mentre Barachiel fa ritorno dai celesti fratelli, Anna, Liam, Sebastiano e June corrono dai compagni in pericolo, sfruttando il loro soprannaturale intuito per capire che direzione imboccare.
Ed in effetti le schiere infernali si stanno muovendo in massa per fermare i custodi dei gioielli, lanciando attacchi simultanei in modo da metter in difficoltà i loro avversari.
Ashley e Fabio si trovano nel negozio Jabez. Ultimamente il maturo mentore ha aiutato molto Ashley a prendere confidenza con la sconcertante realtà in cui di colpo è stata catapultata e lei non solo gli è grata, ma si sta veramente affezionando a lui, quasi lo vedesse come un secondo padre. I tre stanno tranquillamente discorrendo dell'Africa, osservando dei particolari oggetti di legno su cui sono raffigurati simboli rituali, quando d'un tratto una gelida aria li investe.
"Demoni." afferma a denti stretti Fabio, prendendo per mano Ashley.
Nemmeno il tempo di rendersi conto della situazione, che quattro angeli caduti fanno la loro comparsa ed immediatamente lanciano un violento attacco, giusto per chiarire le loro intenzioni, se qualcuno non le avesse capite. Quindi uno dei demoni afferra per un braccio Ashley, sollevandola a forza da terra, e la avvicina a sé tanto da farle sentire il suo infuocato respiro sul collo. La ragazza reagisce d'istinto e con una mossa di karate atterra il nemico, per poi correre da Fabio.
"Beh, questa non me l'aspettavo." commenta stupito il giovane, rialzandosi dolorante in piedi.
Jabez invece è ancora inginocchiato sul pavimento, provato dal duro attacco subito, e mentre Ashley lo soccorre, Fox si pone in loro difesa e sfoderando tutte le sue energie paranormali cerca di tener a bada gli avversari. Per fortuna in suo aiuto giungono prima Cat e, subito dopo, Cassiel e Anael. Gli angeli caduti chiamano rinforzi ed altri demoni emergono dalle fiamme infernali, ma i custodi dei gioielli e gli arcangeli hanno la meglio ed alla fine gli spiriti demoniaci se ne vanno con la coda tra le gambe... almeno per ora.
Nel medesimo momento, Kirk e Manuela sono a casa ed insieme a loro ci sono Simone e Katia. Francesca e Lucas stanno dormendo tra le braccia delle loro madri. Improvvisamente, degli indistinti rumori, simili ad inquietanti bisbigli, giungono alle orecchie dei quattro giovani, mettendoli in allarme. Poi, silenzio, e nel silenzio dal nulla si materializzano sei demoni capeggiati da due angeli caduti, Gaap e Valefor, il cui aspetto è quello di due donne identiche d'aspetto, alte e filiformi, volto sottile, occhi allungati, che come unica differenza hanno il colore dei lisci capelli, rosso per la prima, biondo per la seconda.
"Ma che bella gente abbiamo qui!" esordisce provocatoria Gaap.
"Se c'è una festa, perché non ci avete invitate?!" continua Valefor con aria strafottente.
"Anche senza invito siete venute lo stesso." risponde a tono Wolf "Avete almeno portato del vino?".
"No, abbiamo portato qualcosa di molto meglio!" ribatte fiera Gaap.
E lo scontro ha quindi inizio. Wolf e Squirrel si difendono strenuamente, mentre Manuela sfrutta le sue speciali facoltà per tener attiva una barriera energetica che protegga lei e Katia e, soprattutto, Lucas e Francesca. I nemici però sono tanti e forti, e ad un certo punto Valefor riesce ad avvicinarsi pericolosamente a Manuela e ad infrangere la barriera da lei creata. Fortunatamente a dar man forte agli amici arriva Hawk, che riunendo in sé i poteri dei compagni riesce a compiere con il suo sangue un esorcismo tanto potente da ricacciare negli inferi Gaap, Valefor ed i demoni al loro seguito.
Una non gradita visita la ricevono anche Edith e Geremia. I due sono nell'appartamento di lei, seduti sul divano, e stanno pensando a come trascorrere il pomeriggio. Di punto in bianco la nephilim percepisce una fortissima energia malefica sempre più vicina e si guarda intorno visibilmente preoccupata.
"Che hai?" le domanda inquieto il compagno.
"Tieniti pronto." risponde lei "Presto saranno qui.".
Poco tempo hanno i giovani per riflettere sul da farsi. Una nera nube in un attimo si materializza davanti a loro e da essa fuoriescono quattro demoni con gli occhi impregnati di sangue.
Edith socchiude un attimo le palpebre, poi sorride e si alza dal divano. Geremia la afferra per una mano, temendo possa compiere un gesto avventato, ma lei con pacata voce lo rasserena, assicurandogli che andrà tutto per il meglio. Il giovane scatta in piedi, al fianco della compagna, ed allibito assiste ad una scena incredibile. Nelle mani di Edith prende forma una lucente spada e con essa la nephilim si fa incontro ai demoni eliminandoli ad uno ad uno. Che sta succedendo? Da dove arriva quella misteriosa arma?... Non è però questo il momento di porsi tante domande: altri spiriti infernali si generano dall'oscura nube ed in gruppo lanciano il loro attacco. Edith protegge se stessa ed il compagno facendosi scudo con l'arma in suo possesso e pronunciando antiche formule di esorcismo, ma da sola non può fronteggiare i sempre più numerosi avversari. Un provvidenziale aiuto arriva da Panther e Swan, che irrompono nella stanza e, facendo convergere le loro energie su Edith, le permettono di aver la meglio sulla feroce schiera demoniaca. Tornata la calma, la spada di luce si dissolve tra le mani della nephilim profetessa ed a spiegare quanto accaduto giunge Raffaele:
"Quella era la spada di Barachiel, un tempo appartenuta a Michele. Barachiel è ferito e non poteva venire ad aiutarvi, così ha lasciato che la sua arma giungesse in vostro soccorso. Nessuna creatura umana, a parte i custodi dei gioielli, è abbastanza forte da poter impugnare un'arma degli arcangeli, ma Edith discende da Michele e per questo le è stato possibile farlo.".
"Prima ho sentito la voce di Barachiel... mi ha detto cosa dovevo fare." ammette Edith.
"Torneranno all'attacco, vero?" domanda crucciato Sebastiano a Raffaele.
"Non subito. Ma proveranno ancora a fermarvi." risponde l'angelo.
"E non solo i demoni." afferma June "Anche gli ultimi due Flagelli ci stanno osservando. Li sento. Sono pronti a tutto per proteggere i sigilli.".
"Presto apriranno le porte ai quattro Cavalieri dell'Apocalisse." sentenzia Edith, con voce solenne.
"Riuniamoci con gli altri. Subito. Mancano solo due sigilli. Non ci fermeranno proprio adesso." conclude deciso Sebastiano.

 

 

 

 

 

 

ANNA E BARACHIEL
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Capitolo 41
*** I quattro Cavalieri dell'Apocalisse ***


PARTE IV. I SETTE SIGILLI

CAPITOLO XI. I QUATTRO CAVALIERI DELL'APOCALISSE

"Il sesto sigillo lo troverete in Turchia, sulle rive dell'Eufrate, e proprio il prosciugamento dell'Eufrate è ciò che la sesta coppa provoca. Il penultimo metallo della trasmutazione alchemica è l'argento.": queste le parole di Edith durante l'ultima riunione del gruppo.
E nel giro di un paio di giorni i custodi dei gioielli si ritrovano su un aereo diretto all'aeroporto di Elazig, una delle province turche attraversate dall'Eufrate. Sono passati ormai sette mesi, o poco più, da quando questa  difficile impresa è iniziata, ed ora la conclusione sembra tanto vicina quanto lontana. Pareva quasi impossibile poter arrivare fin qui, e invece... E allora perché adesso gli ultimi due sigilli, ed i Flagelli ad essi collegati, sembrano degli ostacoli insormontabili? Chissà, forse dipende dalla stanchezza e la tensione accumulate nell'ultimo periodo... o forse c'entra il fatto che il settimo sigillo ancora nessuno sa dove sia. Comunque per ora c'è il sesto sigillo di cui preoccuparsi, e scacciati molesti pensieri Sebastiano e compagni raggiungono la loro meta, le sponde dell'Eufrate nei pressi di Elazig, mentre tutto intorno le ombre della notte stendono il loro oscuro manto riccamente decorato da una cascata di lucenti stelle.
"Stavolta tocca a me." osserva Fox sospirando.
"Coraggio, concentrati." lo incita Wolf "Libera la mente e pensa solo a quello che devi trovare.".
"Il sesto Flagello... lo sento." rimarca Swan.
E come volevasi dimostrare, ecco il cielo tingersi d'uno strano color sabbia e le acque dell'Eufrate ritirarsi in un istante dando corpo ad un gigantesco essere dall'aspetto tutt'altro che benevolo. I custodi dei gioielli non hanno nemmeno il tempo di realizzare cosa stia accadendo, che il sesto Flagello si abbatte su di loro, prosciugando lentamente i loro liquidi corporei e compromettendo perciò drasticamente le loro funzioni vitali.
...La sesta coppa dell'ira di Dio provoca il prosciugamento dell'Eufrate...
La mostruosa creatura generatasi dalle acque del fiume vigila attentamente sul centro del sigillo ed avvicinarsi pare un'impresa proibitiva. Ma Fox non ha intenzione di rinunciare, non l'hanno fatto i suoi amici e non lo farà lui. Perciò racimolando quel poco di energia che gli è rimasto si muove verso il nemico stringendo nella mano l'anello d'argento che Edith gli ha affidato. Più volte il coraggioso giovane viene scaraventato a terra, ma ogni volta si rialza, sostenuto dalle auree riunite dei compagni. E proprio grazie all'aiuto dei compagni, Fox riesce alla fine a raggiungere il centro del sigillo e riporvi l'anello d'argento, prima di esser afferrato per il collo dal vigoroso nemico. In un secondo il mostro d'acqua si dissolve e l'Eufrate riprende il suo corso scivolando placido nel suo letto, mentre il cielo notturno torna a vestirsi del suo ricco mantello stellato...
Dunque, un solo sigillo manca. E rientrati dalla Turchia i custodi dei gioielli, viene indetta una riunione di gruppo per far il punto della situazione. Uno alla volta arrivano tutti, comprese Ashley, Manuela e Katia. Anche Barachiel e Gabriele partecipano all'incontro, in rappresentanza degli arcangeli. Ma qualcuno tarda a presentarsi all'appuntamento: Geremia e Edith mancano all'appello e la cosa è piuttosto strana.
"Tu non sai dove sono?" domanda preoccupata Anna a June.
"Ho sentito mio fratello un paio d'ore fa." spiega l'altra "Mi ha detto che aveva una cosa importante da fare e che ci saremmo rivisti qui...".
"Al cellulare non rispondono." afferma pensierosa Manuela, dopo diverse chiamate andate a vuoto.
"Andiamo a cercarli noi." interviene allora Barachiel "Non credo che siano in pericolo, altrimenti ce ne saremmo accorti.".
Ma ecco che nella stanza fanno il loro ingresso proprio Edith e Geremia, ed è quest'ultimo a rivelare con poche significative parole il motivo del ritardo:
"Il settimo sigillo: sappiamo dov'è.".
Stupore e curiosità si diffondono tra i presenti, però non c'è il tempo di approfondire l'importante questione.
"I demoni stanno per attaccarci." grida Anna, volgendo l'atterrito sguardo verso Barachiel e Gabriele.
In un attimo anche gli altri cinque arcangeli si uniscono ai due fratelli. Poi, di colpo, il buio. Buio e silenzio. Ed il gruppo si ritrova in una dimensione al di fuori dello spazio e del tempo, sospesa nel nulla, una delle tante dimensioni che nel loro fitto intreccio costituiscono l'indefinibile trama dell'esistenza universale. Tutto intorno non c'è nulla. Il vuoto. Ashley comincia a farsi prendere dal panico ed a tremare come una foglia. Fabio la abbraccia forte, ma sinceramente nemmeno lui sa come aiutarla. Non ha la minima idea di cosa stia accadendo. E non è l'unico. Tra l'altro, Anna, Liam, Sebastiano e June non sono insieme agli amici. Dove saranno finiti?
Tempo di trovare risposte non ce n'è. Di punto in bianco il gruppetto viene circondato da un esercito di demoni, alla guida del quale ci sono cinque tra i più potenti angeli caduti mai esistiti: Baal, Raum, Ipos, Naamah e Vual. Gli arcangeli impugnano le celesti armi e insieme a loro si schierano Wolf, Squirrel e Fox, creando un cerchio difensivo al centro del quale rimangono Geremia, Jabez, Ashley, Katia, Edith e Manuela. E' ora di combattere. Non ci si può nemmeno preoccupare per i compagni misteriosamente scomparsi. L'importante è che anche loro, ovunque siano, non si arrendano e lottino senza riserve per superare questa ennesima difficile prova...
Hawk si ritrova a camminare per una sconfinata distesa desertica. Intorno a lui, soltanto sabbia e silenzio. Il cielo, d'un opaco color azzurro cenere, va a morire sulle languide curve delle alte dune e gli occhi si perdono nello spazio apparentemente infinito generato da questo paesaggio ripetitivo e sempre uguale. Improvvisamente i raggi del sole si fanno via via più caldi e rendono l'aria irrespirabile. Hawk si sente soffocare e si inginocchia a terra, affondando le mani nella sabbia bollente. Una miriade di scorpioni neri si arrampica sulle sue braccia e per quanto lui tenti di liberarsene non può evitare di venir ripetutamente punto. Il veleno che gli scorre nelle vene si tramuta in un fiume infuocato che gli causa lancinanti dolori, tanto da paralizzarlo e fargli poi perdere i sensi. Nulla più sente il giovane, né il caldo soffocante né il dolore. Nulla percepisce intorno a sé. Finché d'un tratto la sua mente viene invasa dalle angosciose immagini delle pestilenze ed epidemie che nel corso della storia umana hanno sterminato un indefinito numero di persone. Cumuli di cadaveri ai bordi delle strade. Pelle piagata da fetide pustole. Volti deformati da malattie incurabili... Hawk inorridisce davanti a simili scene ma non può evitare di vederle, non può fuggirle né rinnegarle, ed è costretto a riviverle dentro di sé con tutto il dolore e la disperata angoscia di cui sono impregnate...
Panther si aggira circospetto per una fitta foresta, senza minimamente riuscir a comprendere cosa sia successo e dove si trovi. Con occhi felini si guarda intorno, ma nulla vede se non un'inestricabile trama di alberi, rami e foglie. Stanco di vagare a vuoto, ad un certo punto si ferma e si siede sul suolo umido, in attesa che chi l'ha condotto in quel luogo si manifesti apertamente. D'improvviso degli strani rumori catturano la sua attenzione. Sembrerebbero dei lievi fruscii, come se qualcosa si stesse avvicinando strisciando. Senza aver il tempo di reagire Panther viene immobilizzato da delle liane, che simili a serpi si avvinghiano a lui e lo imprigionano in una stretta morsa, mentre i rami degli alberi che lo circondano lo trafiggono come affilate lame. Il giovane cerca di reagire e difendersi dal violento attacco e raccogliendo tutte le sue forze ben presto riesce a liberarsi. Ma le sue ferite sono profonde e terribilmente dolorose, sanguinano copiosamente privandolo delle forze. Stremato Panther crolla a terra e nel buio che di colpo invade i suoi occhi, gli scorrono davanti agghiaccianti immagini di sanguinose guerre, le guerre che gli esseri umani hanno scatenato nel corso dei secoli. Guerre antiche e guerre più recenti. Cadaveri sparsi sul suolo insanguinato. Morti malamente ammassati in fosse comuni, come oggetti scomodi di cui bisogna liberarsi. Torture. Mutilazioni... E non solo. Anche le feroci scene della guerra provocata da Lucifero, che vide angeli contro angeli, si accalcano nella mente del giovane. E tanta violenza gli provoca un potente moto di disgusto, e insieme ad esso rabbia, dolore, desolazione, disperazione...
Cat si muove cauta e attenta tra le alte pareti rocciose di una gola montana. Accanto a lei scorre un sottile rivolo d'acqua, unico compagno del suo solitario vagare senza meta. Dove si trova? E chi l'avrà portata in un posto del genere? Demoni? No, non avverte demoni ora intorno a sé. Ma qualcosa c'è. Una presenza invisibile ed estremamente potente. Chi, o cosa, sarà mai? Tante domande riempiono i confusi pensieri della giovane, quando d'un tratto il suo concitato riflettere viene bruscamente interrotto da un minaccioso rumore di acqua corrente. Cat si guarda intorno preoccupata, cercando un appiglio per potersi arrampicare e togliersi dai guai. Ma non ha purtroppo modo di fuggire e non può evitare l'inevitabile. La gola rocciosa viene in pochi secondi riempita di acqua, investita da un impetuoso e gelido fiume che tutto travolge al suo passaggio... compresa Cat. La malcapitata non riesce a rimanere a galla, la corrente la trascina con sé e le onde che increspano la superficie le impediscono di prendere aria. Per un po' la giovane resiste, forte delle sue speciali facoltà medianiche, ma alla fine è costretta a cedere e viene trascinata sott'acqua, perdendo di conseguenza i sensi. Nel vuoto che in un istante invade la sua mente, di colpo si fanno largo le terrificanti immagini di nefaste carestie che hanno provocato nei secoli la morte di uomini e animali. Cadaveri disidratati disseminati su terreni avvizziti. Donne e bambini coi volti scavati dalla fame e la sete. Questo e molto di più si trova davanti Cat, provando nel cuore un inconsolabile senso di impotenza ed un profondo sdegnato rammarico...
Swan cammina per le vie deserte di una città sconosciuta. Le energie che percepisce nitidamente intorno a sé non lasciano spazio a dubbi. Chi ci sia dietro a tutto questo le è ormai chiaro. Cosa vorranno da lei? E i suoi amici, che fine avranno fatto? Di punto in bianco, la terra inizia a tremare e Swan rischia di cadere in una profonda voragine che d'improvviso si apre sotto i suoi piedi. Con un agile balzo la giovane si mette in salvo, ma ecco che gli alti palazzi che la circondano cominciano a crollarle addosso. In un primo momento Swan abilmente si difende, ma ad un certo punto le energie cominciano a mancarle ed un pesante ammasso di macerie finisce per sommergerla. Mentre le tenebre calano nei suoi occhi, la sua anima viene bersagliata da una cruenta cascata di scene di morte. Uomini assassinati da altri uomini. Persone consumate da insanabili malattie. Ma anche feroci bracconieri che massacrano animali indifesi e innocenti. E con queste immagini nella mente e nel cuore Swan si sente morire...
Intanto, gli arcangeli, insieme a Fox, Squirrel e Wolf, tengono a bada gli innumerevoli demoni capeggiati da Baal, Raum, Ipos, Naamah e Vual. Gli angeli caduti e gli spiriti infernali al loro seguito sono agguerriti e feroci, fermamente decisi a liberarsi di chiunque tenti di impedire all'Apocalisse di scatenarsi. Lucifero vuole l'Apocalisse perché così potrà fuggire alla sua eterna prigionia e prendersi la rivincita che agogna dalla notte dei tempi, da quando Michele l'ha relegato alle fiamme infernali. E così è per gli angeli caduti che come lui sono stati puniti. Una cosa comunque è chiara a tutti: non i demoni hanno condotto i custodi dei gioielli ed i loro alleati ed amici in questa dimensione. I demoni semmai ne hanno approfittato, ma ben altra forza è al centro di ciò che sta accadendo, ed è la stessa forza che per qualche misterioso motivo si è portata via Cat, Panther, Hawk e Swan...
Quando Sebastiano riapre gli occhi, si ritrova circondato dalla più completa oscurità quasi si trovasse sospeso nel nulla. Accanto a lui, Liam, Anna e June, ancora svenuti. Il giovane si china accanto ai compagni per accertarsi delle loro condizioni e con voce pacata li chiama per svegliarli. I quattro si guardano l'un con l'altro, in cerca di risposte, ed i sospetti che ognuno di loro nutre trovano conferma nelle parole di June:
"Pestilenza, Guerra, Carestia, Morte: i quattro Cavalieri dell'Apocalisse, loro ci hanno portati qui. Il perché però non lo so. Forse hanno voluto metterci alla prova.".
"E cosa aspettano a farsi vedere?!" irrompe inquieto Sebastiano.
"Infatti." interviene Anna "E poi vorrei sapere dove sono gli altri e se stanno bene."
"Non so voi, ma io ho ancora davanti agli occhi le immagini che ho visto prima." rimarca crucciato Liam "Non riesco a riprendermi.".
E quello che Liam ha detto vale anche per i suoi amici. Come dimenticare scene così terribilmente vere? Tanto crudeli quanto reali? E' stato come toccare con mano il dolore più cupo, la violenza più feroce, il lato buio della vita... D'un tratto i quattro compagni vedono avanzare, tra l'oscurità che li avvolge, una regale figura, dall'aspetto severo e maestoso, un uomo alto, dal volto scavato e la pelle bianchissima, la barba ed i capelli neri come la pece, gli occhi di un indistinto colore tra il verde ed il giallo, avvolto in una lunga tunica rosso fuoco. Con voce tonante lo sconosciuto parla ai giovani che ha di fronte:
"Noi esistiamo da quando la vita esiste e della vita rappresentiamo il lato oscuro e doloroso. Nell'infinito dispiegarsi del Tempo non sapete quanti popoli, nati e vissuti su vari pianeti dell'universo, si sono estinti per via di ciò che noi rappresentiamo. Esseri come voi, esseri umani, non alieni come voi li chiamate. Ma non siamo stati noi a sterminarli. Loro hanno scelto, noi abbiamo osservato e preso atto. Loro hanno deciso segnando il destino a cui sarebbero andati incontro, noi lo abbiamo semplicemente adempiuto. Dobbiamo ammettere però che voi abitanti della Terra siete piuttosto... resistenti, se così si può dire. Nonostante tutto, siete ancora qui, e alcuni di voi hanno ancora la forza di credere in un futuro migliore. Ma cosa state facendo per ottenerlo?".
"Viviamo." risponde lapidario Sebastiano.
"Sì, vivete." ribattono impassibili i quattro Cavalieri dell'Apocalisse "E lo fate nel modo in cui vi abbiamo mostrato. Commettendo le infamie più grandi. Odiandovi invece di sostenervi nelle difficoltà. Parlate di pace ma fomentate la guerra. Noi non portiamo l'Apocalisse, noi la annunciamo e la scortiamo facendole attraversare la porta che voi le avete spalancato.".
"Non siamo tutti così." afferma decisa Anna "Non è tutto uno schifo quello che noi esseri umani facciamo. C'è anche tanto di buono nel mondo...".
"Dimostratecelo." ordinano allora i quattro Cavalieri.
Anna, Liam, Sebastiano e June si guardano un attimo, dopodiché si prendono per mano e fanno ciò che in precedenza Carestia, Pestilenza, Morte e Guerra avevano fatto con loro. Ed è così che i Cavalieri dell'Apocalisse si vedono passare davanti le immagini di ciò che i custodi dei gioielli e gli individui loro vicini, angeli compresi, hanno vissuto, accettato, rischiato, pur di portare avanti ciò in cui credono e difendere il loro mondo, nonostante tutto. E dopo questo, anche molti altri piccoli o grandi esempi di ciò che gli esseri umani sono in grado di fare per se stessi e per gli altri quando si impegnano davvero.
Un breve silenzio, e poi i quattro Cavalieri dell'Apocalisse traggono le loro conclusioni:
"Non vi ostacoleremo in alcun modo. Se riuscirete a chiudere il settimo sigillo, lo accetteremo. Ma se non ce la farete, l'Apocalisse farà il suo corso. Badate bene che l'ultimo Flagello si opporrà a voi con qualsiasi mezzo, ed anche gli spiriti infernali cercheranno di fermarvi. Noi vi diremo come chiudere il settimo sigillo. Non sarà facile e stavolta non potrete agire da soli."...
...Come di colpo destati da uno strano sogno, i custodi dei gioielli, i loro amici e gli arcangeli si ritrovano improvvisamente nella solita stanza dove si svolgono le riunioni del gruppo. Increduli e frastornati si guardano intorno e perfino gli spiriti celesti hanno bisogno di un attimo di tempo per realizzare quello che è accaduto. E' Jabez a rompere il silenzio:
"Ora che ci siamo di nuovo tutti e non ci sono demoni nei paraggi, si può sapere cos'è successo?".
Sebastiano racconta in breve quello che lui, Anna, Liam e June hanno vissuto e con voce ferma conclude il suo discorso con un'eloquente affermazione:
"Ora sappiamo come chiudere l'ultimo sigillo.".
"E noi sappiamo dove trovarlo." ribadisce Edith, scambiandosi un cenno d'intesa con Geremia.

 

 

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Siamo arrivati alla fine. Il prossimo sarà l'ultimo capitolo. Un grazie di cuore a tutti quelli che hanno seguito questa mia storia. Siete pronti al gran finale?
A prestissimo
Marta

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Capitolo 42
*** Insieme ***


PARTE IV. I SETTE SIGILLI

CAPITOLO XII. INSIEME

L'ultimo sigillo. I quattro Cavalieri dell'Apocalisse hanno svelato come chiuderlo, mentre a scoprire dove trovarlo sono stati Edith e Geremia, grazie ad una provvidenziale intuizione. I due giovani infatti, ragionando un attimo insieme, sono giunti alla conclusione che se del settimo sigillo non c'era ancora traccia forse voleva dire che non era poi lontano. Così hanno preso e si sono messi a girare, macchina fotografica alla mano, per capire se la loro idea fosse fondata oppure no. E fortunatamente ci avevano preso in pieno. Il settimo sigillo si trova nella piazza principale della loro città. Almeno non è difficile da raggiungere... Cosa positiva questa, visto e considerato in che maniera dovrà esser chiuso. Già, stavolta non dovranno scendere in campo soltanto i custodi dei gioielli...
Così dicono le scritture:
"La settima coppa dell'ira di Dio porta un devastante terremoto seguito da una pioggia di grandine di enorme dimensione.".
Il metallo finale del percorso della trasmutazione alchemica è l'oro.
In questo frangente anche i demoni si metteranno in gioco per far sì che l'Apocalisse segua il suo corso, ed in ugual modo si schiereranno per l'opposta fazione gli arcangeli.
Dove e come agire ormai è chiaro. Solo il quando è da definire. E non appena i custodi dei gioielli si sono ripresi dalla chiusura del sesto sigillo e dall'incontro con i quattro Cavalieri dell'Apocalisse, viene indetta l'ultima riunione prima del "gran finale". Ci sono tutti. Non manca nessuno. Ci sono i sette prescelti: Sebastiano, June, Anna, Liam, Simone, Kirk, Fabio. C'è Manuela, che dei sette ha fatto parte fino a qualche anno fa. E poi Jabez, il saggio mentore, e Edith, la nephilim profetessa. Ci sono Geremia, Katia e Ashley, che hanno volontariamente scelto di esser parte di tutto questo. E ci sono i sette arcangeli, gli spiriti di luce: Gabriele, Raffaele, Samael, Anael, Sachiel, Cassiel, e per finire Barachiel, un tempo umano, ora guida degli eserciti celesti. Sì, ci sono davvero tutti. Ed ognuno di loro farà la propria parte.
"Siete pronti? Nessuna incertezza? Nessun dubbio?" chiede con voce ferma Sebastiano.
"Pronti adesso come non mai." risponde Anna, fattasi portavoce del pensiero comune.
"Se qualcuno vuole tirarsi indietro è ancora in tempo." interviene Barachiel, per mettere un'ultima volta alla prova la volontà dei presenti.
Ma nessuno vuole farsi da parte. Nessuno fuggirà. Nonostante la paura.
Gli arcangeli compiono dunque il primo passo e fermano il flusso spazio temporale anticipando le mosse del settimo Flagello. Dopodiché il gruppo esce compatto dal negozio di Jabez e si avventura per le familiari strade divenute ora parte di una dimensione altra, una dimensione al di fuori dell'umana conoscenza. Nel mentre schiere di demoni e angeli caduti emergono dalle eterne fiamme della dannazione per ubbidire ai comandi del loro signore e padrone, e Cat li sente avvicinarsi sempre più, come se l'Inferno intero fosse giunto sulla Terra.
La piazza principale della città, luogo in cui è posto l'ultimo sigillo, sarà lo scenario dell'ennesimo scontro tra luce ed oscurità, l'ago della bilancia tra chi vuole l'Apocalisse e chi invece è deciso a fermarla. I quattro Cavalieri  osservano ed attendono di scoprire quale fazione uscirà vincitrice. Il settimo Flagello invece non ha nessuna intenzione di restar a guardare e come un violento terremoto si scatena per fermare i custodi dei gioielli ed i loro alleati. Ashley e Katia perdono l'equilibrio, ma Fox e Squirrel le sorreggono. Anche Jabez per un attimo vacilla ed a sostenerlo ci pensa Barachiel. Panther, Swan, Cat e Hawk guidano il gruppo, mentre gli arcangeli seguono per ultimi, armi alla mano. Edith volge gli occhi verso il cielo e subito mette in allerta i compagni. Cat e Hawk si prendono per mano e creano una cupola di energia, mentre giganteschi chicchi di grandine iniziano a cadere squarciando il suolo.
...La settima coppa dell'ira di Dio provoca un devastante terremoto a cui fa seguito una pioggia di grandine di enormi dimensioni...
Ecco. Il centro del settimo sigillo è raggiunto. Gli arcangeli si dispongono in cerchio intorno ai loro amici umani per frenare l'avanzata della orde di demoni che in un attimo hanno invaso la piazza. Da tempi immemori non si vedeva un simile dispiegamento di forze demoniache! Squirrel tiene saldamente in mano l'anello d'oro con il quale dovrà portare a termine l'importante rituale, ma quando fa per muoversi verso il centro del sigillo, un essere spaventoso fatto d'aria e di ghiaccio gli si para davanti e lo afferra per le braccia sollevandolo da terra. Delle buie voragini si aprono sotto i piedi degli altri custodi dei gioielli, che senza aver il tempo di reagire vengono inghiottiti dall'oscurità, trascinati in una interminabile caduta. E anche Squirrel alla fine subisce la stessa sorte dei compagni.
La situazione sembra precipitare drasticamente. Anche gli arcangeli sono in difficoltà, davvero non sanno per quanto potranno opporsi alle schiere infernali guidate da Baal, Raum, Ipos, Naamah, Vual ed altri feroci angeli caduti. L'essere informe generato dal settimo Flagello si dissolve in un vortice oscuro che giunge fino al cielo, per poi ricadere al suolo come una nera pioggia di fumo. Intorno al centro del settimo sigillo rimangono Jabez, Geremia, Manuela, Edith, Ashley e Katia. Adesso tocca a loro. I sei si prendono per mano e chiudono gli occhi. In loro convergono tutte le nature in gioco ora. Jabez, Ashley, Katia: comuni esseri umani. Manuela e Geremia: individui dotati, ciascuno a suo modo, di soprannaturali facoltà. Edith: la nephilim che discende dall'arcangelo Michele. Mentre lampi di fuoco attraversano il cielo, delle colonne di luce scaturiscono dalle voragini che avevano inghiottito i custodi dei gioielli ed i sette giovani riemergono dall'oscurità pronti ad adempiere al loro compito. Squirrel completa il rituale con l'ultimo metallo del percorso della trasmutazione alchemica. Una cascata di energia converge nel centro del sigillo, mentre con urla lancinanti i demoni si ritirano, rinunciando per ora ad una battaglia ormai perduta.
Nulla più rimane del settimo Flagello, riunitosi ai fratelli nella dimensione che loro appartiene. Ed allo stesso modo anche i sigilli fanno ritorno al luogo segreto che dalla notte dei tempi li custodisce e riappariranno sotto una nuova forma solo e se qualche particolare evento li evocherà... Per ora il mondo è salvo, ma nessuno sa né quando né come una nuova minaccia si affaccerà all'orizzonte.
"Ce l'abbiamo fatta..." osserva Sebastiano, guardandosi intorno e ringraziando con gli occhi gli amici che con lui hanno condiviso questa ennesima battaglia.
"E adesso bisogna festeggiare!" esclama Fabio, faticando non poco a reggersi in piedi.
"Pensa prima a riprenderti." gli fa notare Ashley, anche lei stremata, come tutti d'altronde.
"Ce ne staremo tranquilli per un po'?" chiede Anna, rivolgendosi a Barachiel.
"Forse." risponde lui sorridendo "Di sicuro per qualche tempo i demoni se ne rimarranno a casa loro!".
Improvvisamente una frizzante brezza inizia a soffiare, vivace e allegra come la risata di un bambino. Strano però, visto e considerato che spazio e tempo ancora sono bloccati. Da dove giunge dunque questo scanzonato venticello? Edith sorride e volge gli occhi prima verso Anna, poi verso Barachiel. L'unica a non capire al momento è Ashley, ma tutti gli altri, angeli e umani, hanno ben inteso il nome che si cela dietro questa imprevedibile brezza e la commozione per un attimo prende il sopravvento. Nel silenzio il sibilo del vento sembra intonare un'antica cantilena ed in questa eterea voce si celano un ringraziamento ed una promessa. E quando la voce si zittisce, gli arcangeli lasciano di nuovo il tempo libero di scorrere, prima di dissolversi in una nube di luce.
Sebastiano e compagni si ritrovano nel negozio di Jabez. Per qualche secondo regna un assoluto silenzio. Poi, di colpo, la gioia esplode trasformandosi in sorrisi, baci, abbracci e parole intrise di fiducia. Kirk, manco a dirlo, propone di andar a mangiare qualcosa e l'idea viene accolta all'unanimità. In effetti di energie ne hanno spese molte tutti quanti e ora bisogna rimettersi in forze... anche se l'idea di Kirk è partita più dalla sua golosità che altro!
Edith si guarda intorno e sorride. Osserva i suoi amici e si sente viva. Lei credeva che il senso della sua esistenza fosse quello di adempiere ad un compito gravoso e difficile e che null'altro avrebbe potuto pretendere... e invece. Invece adesso non è più sola. Ha scoperto emozioni alle quali pensava di dover rinunciare. Ha trovato se stessa e la propria anima. Edith sorride e posa un amorevole sguardo su Geremia. Lui allora le si avvicina ed accostandosi al suo orecchio le sussurra con avvolgente voce un'unica significativa parola:
"Sposami...".
Edith spalanca gli occhi sul compagno e sulle sue labbra posa un dolcissimo "Sì" al quale segue un appassionato bacio.
"Ehi voi due, che combinate?" se ne esce Fabio puntando la coppia appartata in un angolo.
"Ne parliamo dopo, ok?" risponde Geremia, strizzando un occhio a June, che lo sta fissando con l'aria di chi ha già capito tutto.
La luna domina sovrana il cielo di questa notte dalla ricca veste di stelle, questa notte che segna in realtà una nuova alba. I più non sanno, solo in pochi, pochissimi, conoscono la verità, un manipolo di individui che hanno scelto il destino a cui appartenere ed il futuro in cui credere, e per questo hanno lottato e continueranno a farlo, anche nella vita di tutti i giorni, uomini e donne il cui vero coraggio sta nel continuare, tenacemente e fermamente, a credere, sperare, sognare e vivere.

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

E così si chiude questa mia storia. Vi ho raccontato un po' di me attraverso i miei personaggi. Grazie a tutti voi che avete seguito le vicissitudini dei miei protagonisti. Penso che bazzicherò ancora nella sezione "Soprannaturale", prima o poi.
Vi lascio il link del sito che gestisco insieme a mia cugina Cinzia, così potrete dare un'occhiata a quello che facciamo. Troverete disegni, storie, poesie, e altro...
http://mc2a.altervista.org/index.html
Un saluto a tutti!

Marta

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