Where the sour turns to sweet

di Rijaa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** III ***
Capitolo 4: *** IV ***



Capitolo 1
*** I ***


Caspita.
Mi rendo conto che il tempo vola quando lo passi con la persona che più ami al mondo, e onestamente è quello che sto provando io in questo preciso momento.
Io e Peter stiamo insieme da quasi un anno, e sembra proprio ieri quel 21 dicembre di un anno fa, quando ci mettemmo assieme. Inutile che vi racconti che è tutto così bello e perfetto da quando stiamo insieme: Peter è probabilmente la persona più dolce e sensibile che io abbia mai conosciuto, è l'unico con il quale riesco a ridere e scherzare come se nulla fosse, e l'unico che ho veramente amato da diciotto anni a questa parte.
Insieme, anche se sulla carta un anno è un periodo di tempo piuttosto breve, ne abbiamo già passate tante, tra banchi di scuola e discussioni scomode con i nostri genitori per motivi più che ovvi.
Però, in tutto questo, sento come se mancasse sempre l'ultimo tassello del puzzle. Mi sento come se non gli dimostrassi tutto l'amore che provo, un po' per il mio carattere, un po' per la mia incomunicabilità.
Sto pensando dal primo giorno che ci siamo messi insieme di fargli un regalo, di quelli costosi, per bene insomma, di quelli che i fidanzati fanno di tanto in tanto alle proprie amate, avete presente? Ma per un motivo o per l'altro, non ho mai potuto farglielo.
In più sono un povero squattrinato, quindi sono praticamente impedito a fargli un regalo come Dio comanda, e mi convinco che sarebbe ora di farlo, in vista del nostro primo anniversario.
Certo, sono innamoratissimo di lui, e proprio per questo mi pongo il problema di dimostrargli il mio amore - e mi sento un po' come se non lo avessi mai fatto. Proprio per questo ho deciso di racimolare un gruzzoletto: Mike mi ha aiutato a trovare un lavoretto pomeridiano, perfetto perché non intralcia gli orari scolastici.
È un lavoro semplice e abbastanza ben retribuito, quindi credo proprio che riuscirò a racimolare qualcosa già dal primo stipendio per comprare il regalo a Peter. 
Staremo a vedere.
-
 
22 novembre 1968
 
Nel corso di due giorni, mi sono ritrovato dal fare il rampollo aristocratico a fare lo spazzino. Non ho mai lavorato in vita mia e pensavo di poter campar di rendita sulle spalle dei miei genitori, ma a quanto pare l'amore cambia davvero le persone. Sia ben chiaro che non mi importa, potrebbe anche essere il lavoro più faticoso e meno pagato del mondo, ma lo sto facendo non per me, ma per la persona che amo.
Sono certo che ogni mio sforzo verrà ricompensato, e come conferma mi basta solamente vedere il sorriso sulle labbra di Peter.
Un po' è proprio questo a darmi forza e voglia di continuare con questa cosa assurda, anche perché con lui non ho assolutamente intenzione di parlarne. Voglio che sia una sorpresa, e che sia la più piacevole di tutte le sorprese che ha ricevuto finora.
Però bisogna ammettere che sono un po' in apprensione, perché con questo lavoro finisco per tornare ogni sera tardi al college e quindi chissà che strane idee che avrà in testa, Peter.
Per ora non mi ha fatto nessuna domanda, e in un certo senso è meglio così, perché non saprei proprio cosa dirgli.
Beh, è questione di resistere solo per un altro mesetto, e spero che passerà quanto prima possibile.
Tony.
 
-
Writer's corner:
Salve a tutti! Spero che siate arrivati fino a qui e che la storia abbia destato in voi un minimo d'interesse! Questa è una ff mooolto particolare, dal momento in cui si tratta d'una sorta di diario, al quale sia Tony sia Peter si confideranno, sotto i propri punti di vista. Cercherò di impegnarmi nel rendere entrambi i personaggi nel migliore dei modi, sperando di non sprofondare troppo nell'OOC.
Grazie alla vostra attenzione!
xoxo

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Capitolo 2
*** II ***


6 dicembre 1968
Mi chiedo cosa stia succedendo.
Non so se la situazione mi è sfuggita di mano, o cos'altro. So solamente che... no, non so assolutamente nulla.
Tony.
Possibile che una persona, una sola persona, possa mettermi in tale apprensione? Non mi era mai successo di preoccuparmi così tanto per qualcuno, e credo che il motivo sia saputo e risaputo.
Vorrei solo capire perché ogni santo pomeriggio sparisce, e torna di sera tardi quando io sono già a letto. Va a farsi una doccia, e poi dopo una decina di minuti si infila sotto le coperte accanto a me senza dirmi nemmeno una parola. Ogni sera, da circa un paio di settimane a questa parte.
Questo potrebbe significare tutto e niente, ma io temo che sia qualcosa di serio. Da una settimana circa mi balena per la testa quest'idea che voglia lasciarmi, che in un certo senso si sia stancato da me per motivazioni che non so... magari potrebbe essere anche colpa mia, ma non riesco davvero a capire che cosa ho fatto.
Probabilmente la sto facendo tragica, sto esagerando... ma purtroppo l'ottimismo non bussa alla mia porta già da un bel po' di tempo.
All'inizio ho pensato che potesse trattarsi di qualche cosina che doveva sbrigare, insomma... ma è un qualcosa che è diventato assiduo, e non ho idea di cosa sia.
Quest'anno è passato così velocemente che non me ne sono nemmeno accorto, e credo sia una cosa più che positiva. Beh certo, è passato anche tra litigate, discussioni, liti e moine varie, presunte gelosie annesse e connesse.
Ma, vorrei dire, provate voi a mettervi nei miei panni, quando sapete che fuori da quella porta ci sono un sacco di bellissime ragazze, sicuramente meglio di te, e tu ti chiami Peter, sei un ragazzo, che deve tenere la testa nel sacco e tacere altrimenti gli stampano dei pregiudizi in piena fronte.
È sempre stato così, fin da prima che io e Tony ci mettessimo insieme. Mi hanno sempre etichettato come se fossi in un certo senso diverso, se avete capito cosa intendo. Magari non so, potrebbe anche questa essere una buona motivazione per mollarmi?
In ogni caso, mi consolo pensando che è stata bella finché è durata, ma tutte le cose belle sono destinate a finire, no?
Nell'attesa che la mia mente si decida a darsi una spiegazione più razionale.
Peter.

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Capitolo 3
*** III ***


15 dicembre 1968
Andando per le lunghe, mi sono reso conto che Peter deve essersi accorto di qualcosa.
Alla mia indifferenza risponde con indifferenza: da circa una settimana imbandisce la tavola solo per due, ovvero per lui e Mike, e non mi guarda in faccia nemmeno di striscio.
Quando andiamo a letto, invece, si gira sul suo lato col solito libro in mano e il lumetto acceso, fingendo che io non ci sia proprio. Questo si ripete ogni giorno, e onestamente inizio a farmi qualche scrupolo di coscienza: siamo una coppia, e se lui si comportasse così con me, io inizierei a pensare al peggio.
Però mi preoccupo, perché non voglio che si faccia qualche strana idea, tipo presunti tradimenti in stile La Mandragola.
Proprio ieri è successa una faccenda che mi ha lasciato con l'amaro in bocca. Eravamo appena tornati nel residence, dopo le classiche otto ore di lezione. Peter era in cucina a preparare il pranzo, come al solito, quando io mi sono seduto attorno al tavolo.
Si è girato per un attimo verso di me, ma poi ha schivato subito il mio sguardo. Gli ho chiesto se avesse qualcosa che non andava, e mi ha detto che quello problematico ero io.
Ho capito subito a cosa voleva andare a parare.
Mi ha domandato cosa avessi, e perché sparissi ogni pomeriggio sempre alla stessa ora, e perché rincasavo nella tarda serata. Non sapevo assolutamente cosa dire. In quel momento avevo i nodi in gola, perché la mia mente mi diceva di portare avanti la mia strategia, mentre il mio cuore mi diceva di non far soffrire quel che più prezioso ho nella mia vita.
E ho ascoltato il cervello: l'ho scacciato in malo modo, alzando anche un po' la voce -cosa che so benissimo che lui odia- dicendogli che non erano affari suoi.
In un attimo, i suoi occhi si erano riempiti di lacrime e stringeva i pugni per cercare di non scoppiare a piangere. Mi ha voltato le spalle e l'ho sentito singhiozzare, in un angolo, con le mani davanti al viso.
Peter odia mostrarsi fragile, a tutti, specialmente a me però.
Diamine, non avete idea di quanto mi sono sentito male in quel momento.
L'ho fatto non perché fossi arrabbiato, non per altro, ma perché volevo tenere nascosto ancora per un po' il mio piccolo segreto. Peter poi è corso via senza dire una parola, sbattendo la porta e chiudendosi in camera sua per il resto della giornata. Lui stava soffrendo per quello che aveva sentito, io invece stavo soffrendo ancor di più per quello che avevo detto e fatto.
Sono rimasto a fissare il vuoto per una manciata di secondi interminabili, pensando se ne fosse valsa effettivamente la pena.
Tony.

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Capitolo 4
*** IV ***


Avevo proprio ragione a pensare che il sorriso sulle labbra di Peter sarebbe stata la più bella gratificazione per tutto quello che ho fatto; e anche le sue lacrime di felicità, che riescono a smuovere anche un insensibile come me. Non mi era mai capitato di piangere di gioia, ma evidentemente con lui sto oltrepassando i miei limiti, e non è una sensazione che mi dispiace.
Questo mese... beh, è passato più che lentamente, ma l'importante è che ora sia finito tutto e basta. Finalmente, non ho più nulla da nascondere e ho solo ragioni di essere felice con la persona che amo più della mia stessa vita.
Ho deciso di fargli un regalo che gli rimarrà nel tempo, quindi ho scelto una collana con un'incisione che recita per sempre, perché è con lui che voglio passare il resto dei miei giorni.
Ero giusto andato a prelevarla dalla gioielleria, e avevo ancora la bustina in mano, quando ho visto Peter uscire dalla porta della scuola di musica. Per un momento ho pensato bene d'ignorarlo e fare finta di non averlo visto, quindi mi sono incamminato senza dire una parola e, soprattutto, senza avvicinarmi a lui. Ho sentito poi dei passi farsi più frettolosi alle mie spalle, e il tocco di una mano fredda sulla mia spalla.
Sapevo che era lui. 
Mi sono girato con finta indifferenza, inarcando le sopracciglia con fare irritato. Peter stava per attaccare con la sua predica, quando ho preso la scatolina dalla busta e gliel'ho porta, azzittendolo in un secondo. Sembrava non aver capito subito, tanto che si girava e rigirava questa scatola tra le mani, indifferentemente. L'ho spronato ad aprirla, mentre la congestione delle sue mani si faceva sempre più evidente.
Vedendo di cosa si trattava, in un battito di ciglia la strinse forte al cuore e i suoi occhi si gonfiarono di lacrime di felicità. Gli ho sollevato delicatamente i capelli, mettendogli quellabellissima collana al collo, aspettando il momento giusto per baciarlo. Si è infilato una mano sotto alla giacca, prelevando da chissà dove un vinile, porgendomelo.
Non potevo crederci. Per un attimo mi sentii in colpa, perché a differenza mia, Peter non si era comportato così anche se mi stava nascondendo qualcosa. Ma subito dopo scossi la testa come per liberarmi di ogni pensiero superfluo, concentrandomi sul disco che mi stava porgendo.
Lo presi tra le mie mani e lo girai per scoprirne la copertina: era un raro dei Beatles, e immaginavo più o meno che gli era costato un bel po'. In quel momento riuscii solamente ad avvicinarmi dolcemente a lui e poggiargli le mani sui fianchi. Gli ho sussurrato dolcemente quanto lo amo, prima di baciarlo e dirgli che è quanto di più bello che Dio mi abbia mai regalato.
Tony.

Ebbene sì, le cose che arrivano all'improvviso sono quelle più belle.
Mi sono reso conto di aver dubitato della persona che più amo al mondo, ma non l'ho fatto in cattiva fede. Vedendo che mi trattava con indifferenza, cosa che non aveva mai fatto con me, mi sono sorti dei dubbi piuttosto giustificati.
Ma ora non ho più nessun dubbio, anzi le mie idee sono più chiare di quanto lo siano mai state. Ora sono davvero certo che nulla potrà separarci, ed è la certezza più dolce che potessi cercare.
Sapete perché non c'era? Sapete perché tornava tardi a casa e non spiccicava parola? Semplicemente perché mi ama ed è la persona più dolce che esista.
Voleva farmi un regalo, e stranamente l'ho molto apprezzato perché veniva veramente dal suo cuore e perché si era impegnato così tanto per farlo. Anche io, dal mio canto, mi ero impegnato per fargli un regalo, ma un pensierino che non ha assolutamente nulla a che vedere con quello che invece mi ha regalato lui.
Quando mi ha detto che si era messo a fare lo spazzino per procurarsi qualche sterlina non ho potuto far a meno di sorridere: gli ho confessato che io, invece, avevo dato delle lezioni di flauto ad un branco di bambini viziati e molesti. E nonostante fosse stata dura stare lì e cercare di sopportarli, l'ho fatto pensando che alla fine del corso avrei avuto i soldi necessari per comprare un regalo a Tony.
Anche la scelta di cosa regalargli non è stata semplice: durante il periodo in cui siamo stati assieme gli ho fatto dei semplici regali, come dei disegni, delle registrazioni...cose che non mi sono costate nemmeno un centesimo. Avevo intenzione di regalargli qualcosa che gli sarebbe piaciuto, quindi ho optato per un raro vinile dei Beatles che vidi nella vetrina di un negozio di musica. Non vi dico la felicità che ho provato nel vedere il sorriso sulle labbra di Tony quando gliel'ho regalato, sapete che lui non è uno che si lascia andare a smancerie e cose simili con tanta facilità. Mentre glielo porgevo, avevo ancora le lacrime agli occhi e le mani leggermente tremanti. Ero un'esplosione di felicità, e ostentavo vittoriosamente la splendida collana che mi aveva regalato, al collo.
Finalmente, non avevo più paura di perderlo, e adesso avevo la certezza che sarebbe stata per sempre.

 
Peter.
 
Writer's corner:
Questa fanfic mi ha preso più tempo di quanto mi aspettassi! Non è stato facile sviluppare l'idea iniziale e renderla bene con questa forma di stesura in stile "diario", ma ce l'ho fatta e spero che non sia tanto catastrofico come risultato!
Grazie a tutti di essere arrivati fin qui! ♥
Alla prossima,
xoxo.

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