take control

di Theyaddupto
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo. ***
Capitolo 2: *** capitolo uno. ***



Capitolo 1
*** prologo. ***


C’è solo buio. Il nero: il nulla. Io sono questo.
Non importa quanto tempo è passato, la fiducia negli altri per me non esiste.
Immobile, sotto la pioggia, davanti a colui che fino a due mesi fa chiamavo ‘papà’. Mi starà guardando mentre tento di ricacciare indietro le lacrime davanti a una lastra di pietra? O è semplicemente morto? E’ sempre stato così: la morte per me non ha valore. Non esci dal tuo corpo, vagando per questo mondo, in cerca del Paradiso. Non vieni risucchiato nell’Inferno. Sei solo andato. Un corpo destinato a lasciare il posto solo alle ossa. Eppure mi ritrovo a sperare di aver torto.

Anche lui è come me?

Ogni giorno, dal 24 agosto, ad oggi, 30 settembre, alle sette in punto lui è lì, a sei metri da me: in piedi, le mani in tasca, le vans nere, i pantaloni grigi, la felpa nera, il viso giù su un’altra tomba e il cappuccio in testa. Non l’ho mai visto in faccia. La sera, quando la mia corazza cede e non mi rimane altro che vagare con la mente, a volte ho immaginato che potrebbe essere mio padre. Poi mi ritrovo a pensare di star diventando pazza.
E’ strano ma la sua presenza mi conforta. Non mi ha mai rivolto la parola, lo stesso io. In realtà non ho mai voluto che lo facesse. Mi sento come se lui mi capisse meglio di tutti coloro che mi stanno intorno e mi osservano con quello sguardo che io odio: leggo compassione e pietà nei loro occhi. Non è questo che voglio. Ho solo bisogno di me stessa… e di lui. Più ci penso, più non capisco perché.

Ho sempre amato la solitudine. Ero una ragazza strana, ora lo sono ancora di più. Avevo solo una vera amica e mi bastava lei. In realtà sorridevo a tutti e riuscivo a farmi accettare da chiunque ma non permettevo a nessuno di conoscere me. Odiavo sentirmi vulnerabile. Kylie invece riusciva a farmi ridere e sapeva descrivermi.
‘Hai la faccia da stronza. Non ti esprimi mai: semplicemente resti ad ascoltare, osservi, rielabori. Poi giri il culo e te ne vai.’
La prima volta che me l’ha detto mi sono messa a ridere. La sua frase mi è risuonata in testa per tutta la giornata: alla fine ho capito che in 23 parole si nascondeva solo il mio nome, Samantha. Da allora in poi me la ripetevo sempre per ricordare a me stessa che non ero inesistente, ero solo io.

Ora non mi appartiene più, almeno in parte.
Non ho la faccia da stronza: puoi restare a fissarmi per ore, da me non traspare nulla. L’apatia è tutto ciò che mi rimane.
Non mi esprimo mai: resto ad ascoltare, osservo, rielaboro.
Ormai però non giro più il culo e me ne vado: non mi fermo, cammino e basta.
Kylie non passeggia più accanto a me nei corridoi, non viene a casa mia, non mi chiede i compiti. Lei non è abituata a confortare le persone. Mi ha lasciata sola. Altre persone la odierebbero per questo al posto mio. Che razza di amica è? Io invece le sono ancora più grata: sapeva che non volevo essere aiutata.

Una voce mai sentita prima mi risveglia dai miei pensieri.
-Sei ridicola. 

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Capitolo 2
*** capitolo uno. ***


Rabbia. Tutto ciò che provo in questo momento è rabbia.

Vorrei rispondergli a tono, dirgli di tapparsi quella bocca perché non mi conosce. Non può uscirsene dopo un mese con solo ‘sei ridicola’. Vorrei prenderlo a pugni perché sarebbe stato meglio se non mi avesse mai rivolto la parola. Potevo rimanere nel dubbio riguardo la sua personalità. Ma lui ha rovinato tutto, come tutti.
Mi giro per guardarlo in faccia per la prima volta, anche se preferirei evitarlo. Non riesco ad ammettere a me stessa che ho paura.
Non posso. Devo mantenere il controllo.

E’ buio, c’è poca luce qui. Lui è troppo lontano. No, si sta avvicinando.

 Perché? Perché non se ne va semplicemente come tutte le altre volte? Mi sembra che il mondo abbia preso a tremare, oppure sono io. Ma non m’interessa, non ci faccio caso perché sono come ipnotizzata dal suo movimento lento e regolare.

Ora è troppo vicino, a un metro di distanza.

Odio i colori. Odio tutto ciò che attira l’attenzione. Odio il blu. Odio i suoi occhi.

-Faccio a tutte quest’effetto.

Rimango in silenzio, non so davvero cosa dire.. o forse sì.

-Sembravi simpatico, finché non hai parlato.

-Mi hanno già detto anche questo.

‘Gira il culo e vattene.’ Perché queste parole mi risuonano in mente proprio ora?

-Beh? Che vuoi?

L’unica cosa che il mio cervello al momento riesce ad elaborare.

-Non mi chiedi perché ti ho detto che sei ridicola?

-Dovrebbe interessarmi? Sai cosa? La tua presenza mi confortava, tutto qui. Dico a tutti che non voglio nessuno attorno a me, ma la verità è che sono terrorizzata al pensiero di rimanere completamente sola. Tu pensi che sia ridicola? Ok, non te l’ho chiesto. Non chiedo a nessuno ciò che pensa di me perché so che mi considerano asociale, strana, depressa, apatica. L’aggettivo ‘ridicola’ semplicemente lo aggiungerò alla lista.

-Pantaloni neri, converse nere, maglietta nera e felpa nera.

-Scusa?

-Sei vestita in nero. Per questo sei ridicola.

-Stai.. scherzando?

-No. Non credere a ciò che dicono le riviste di moda. Il nero non sta bene con tutto. Non gli piace vivere con se stesso, ama il bianco.

-Tu sei pazzo. E poi anche tu stai vestito in nero!

Si sta.. abbassando il cappuccio e togliendo la felpa? E’ davvero più strano di quanto pensassi. Sono sempre stata fissata con i capelli: era la prima cosa che osservavo nelle persone. Non mi ci soffermavo più da un bel po’, fino ad ora. Riesco a vedere che i suoi capelli sono biondi e mi ritrovo a desiderare di poterli guardare alla luce del sole.

-La mia maglietta è bianca.

Mi dice alzando le spalle. Sembra quasi un bambino.

-E i miei pantaloni sono grigi. Sai.. la perfetta combinazione tra nero e bianco.

Aggiunge.

-Ah.

Ora c’è imbarazzo nell’aria. Vorrei chiedergli se pensa davvero che sia ridicola vestita così o se era solo un pretesto per iniziare una conversazione, ma non voglio sapere la risposta.

Perché si sta avvicinando di più? Cosa vuole ancora?
Mi passa semplicemente a fianco facendo sfiorare per un secondo il suo braccio destro con il mio braccio sinistro.. e se ne va.

Non so se avrò il coraggio di venire di nuovo qui domani.

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