In Guerra e In Amore Tutto E' Concesso

di Sylvia Naberrie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nuovo arrivato ***
Capitolo 2: *** Addestramento ***
Capitolo 3: *** La punizione ***
Capitolo 4: *** La battaglia delle Salamandre ***
Capitolo 5: *** Minacce ***
Capitolo 6: *** Riassegnato ***
Capitolo 7: *** Una nuova Orda ***
Capitolo 8: *** La battaglia dei Draghi ***



Capitolo 1
*** Nuovo arrivato ***


In-guerra-e-in-amore-tutto-concesso



CAPITOLO 1
NUOVO ARRIVATO


Mi chiamo Petra Arkanian e ho quindici anni. Sono un soldato della FI, la Flotta Internazionale. Faccio parte dell'Orda delle Salamandre.
E sono innamorata del miglior soldato che la FI abbia mai avuto.
Ender Wiggin.

E questa è la mia storia.



~


Era una giornata come le altre.
Avevamo appena vinto una battaglia contro l'Orda delle Lepri. I ragazzi erano ancora euforici e giocavano a baseball. Bonzo lanciava e Dink tentava di fare strike mentre io li osservavo tranquilla.
Al quinto tiro Dink sbagliò a colpire la palla che rimbalzò verso la porta.
'Io non vado a prenderla', pensai subito.
Ma Bonzo non mandò me. Un ragazzino che era appena entrato l'aveva afferrata.
Poteva avere quattordici anni circa ed era piuttosto alto per la sua età. Indossava l'uniforme bianca, quella che di solito usiamo per dormire.
Era un bel ragazzo: capelli corti e neri, viso un po' paffuto – segno che ancora non si era sviluppato del tutto – ricoperto da piccoli nei che però non rovinavano il suo viso. Ma la cosa che più mi incantò furono i suoi occhi. Di un azzurro intensissimo, come l'oceano.
"Ti sei perso, pivello?", lo derise Dink.
"Sono Ender Wiggin", rispose il ragazzo lanciandogli la palla. "Devo presentarmi a Bonzo Madrid"
"Quindi sei il rimpiazzo?", gli chiesi gentilmente. Il ragazzo mi si avvicinò sorridendo.
"Ender Wiggin", disse offrendo la mano. Io gliela strinsi.
"Petra Arkanian. Qui sono l'unica ragazza ma... Non ho nulla da invidiare a quei Salamandri", dissi scherzando.
"Oh, ma quante arie ti dai, Petra?", disse un ragazzo. Io feci le spallucce. Bonzo si avvicinò. Il suo sguardo era grave.
'Guai in vista...', pensai e guardai preoccupata Ender.
"Wiggin?", chiese Bonzo.
"Signorsì, signore, Ender Wiggin, assegnato qui", rispose Ender con rispetto. Bonzo gli si avvicinò.
Era un ragazzo basso di statura e aveva diciotto anni. Nonostante non fosse un gigante, nessuno si sognava di prenderlo in giro per questo suo difetto. Bonzo intimoriva tutti, la sua autorità era indiscussa.
"Chiedo un rimpiazzo per Orai e chi mi mandano? Questo qui. Un moccioso tutto pelle e ossa e non addestrato", disse arrabbiato Bonzo mentre colpiva un braccio a Ender.
"Imparo in fretta signor-"
"Voglio che sia chiaro", lo interruppe Bonzo colpendolo al petto. Li guardai intimorita. "Ho intenzione di scambiarti al più presto. La mia Orda è rimasta imbattuta da ventidue battaglie. Se va tutto bene, entro sei mesi entrerò alla Scuola di Comando. E tu potrai pesare sul groppone di qualcun altro"
"Che cuore d'oro!", commentai sarcasticamente.
"Chiudi il becco, Petra!", disse Bonzo colpendomi. Lo guardai male.
"Sta' calmo, Bonzo!", gli disse Dink. Nessuno sopportava Bonzo quando usciva fuori dai gangheri.
"Bada a come parli, Dink", lo ammonì Bonzo. Dink fece un passo indietro. Bonzo si rigirò verso Ender e gli avvolse la nuca e il collo con l'asciugamano per avvicinarlo a sé.
"Queste sono le tue istruzioni pivello: quando andiamo in battaglia non oltrepasserai la porta finché tutti i miei non saranno entrati. Poi resterai accanto alla porta senza muovere un muscolo, senza estrarre la pistola e senza sognarti si sparare finché la battaglia non è vinta"
"Cioè non devo fare niente?", chiese Ender.
"Non devi esistere. La tua branda è quella in fondo", rispose Bonzo.
Poi, con uno scatto fulmineo, tolse l'asciugamano dal collo di Ender con così tanta furia da colpirlo al viso e sbilanciarlo. Il ragazzo si rimise in equilibrio e guardò un po' risentito Bonzo. Poi si diresse verso la sua branda. Io continuai a fissarli, sconcertata.
Bonzo era stato maleducato con quel ragazzo. Non era mica colpa sua se era stato trasferito nella loro Orda.
'Sei uno stupido, Bonzo. Potresti allenare quel ragazzo, potrebbe esserci d'aiuto. Saremo in minoranza senza di lui', pensai.
Come se mi avesse letto nel pensiero, Bonzo si girò e mi guardò ma alla fine se ne andò per i fatti suoi. Lo guardai andare e poi spostai lo sguardo verso il nuovo arrivato.
'Se non sarà Bonzo ad addestrarti, lo farò io!', pensai.
Così mi avvicinai verso Ender.

Non potevo sapere che quel giorno sarebbe stato l'inizio della mia fine.




Note dell'autrice

Salve a tutti! Sono Sylvia Naberrie (ma va'!) e per chi non mi conoscesse, sono l'autrice di Dreams and Revenge ^^
Che dire? Sono strafelice di poter aggiungere questa storia!
Ho letto il libro di Orson Scott Card, "Ender's Game - Il gioco di Ender" e mi ha entusiasmato molto! Già leggendo il libro mi era venuta una minuscola idea di scrivere qualcosa su Ender e Petra ma evevo paura che non c'entrasse molto o che non potesse piacere (SPOILER DEI LIBRI!! Per chi non lo sapesse, nella serie Shadow, Petra s'innamora di Bean e poi si unisce con Peter Wiggin, ma possiamo dire che il suo cuore l'ha donato soltanto a Bean... Aaaaaww :3 :3 )
Quindi, più o meno, Petra potrebbe essere considerata OOC, ma chi ha visto il film può pensare che lei voglia Ender! Ed è stato proprio il film a darmi la conferma finale che questa fanfiction "s'ha da fare" [cit. Manzoni] XD
Un'altra precisazione: nel libro, Ender entra alla Scuola di Guerra a 6 anni, nel film Ender è stato interpretato da Asa Butterfield ( <3 ) e quindi avrà tra i 10-12 anni. Io ho volutamente "invecchiato" i personaggi perchè, diciamocelo, a 10 anni non si può parlare d'amore XD e in questa fanfiction, come penso si sia intuito sia dall'intro che dal testo, Perta proverà qualcosa di veramente forte per Ender.
Penso di aver detto tutto!
Spero che questa fanfiction possa piacervi!! Grazie a chi leggerà, recensirà o semplicemente avrà dato una semplice occhiata :)
Vostra

Sylvia Naberrie

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Capitolo 2
*** Addestramento ***



CAPITOLO 2
ADDESTRAMENTO

Andai a passi leggeri verso la branda di Ender. Il ragazzo aveva già aperto il suo armadietto e stava osservando il suo nome inciso nella targhetta di cuoio dell'uniforme da battaglia. Mi appoggiai con un braccio sul bordo del letto a castello.
"A Bonzo non piace perdere", lo informai. Ender si girò per guardarmi. "Non vuole che un novellino mandi all'aria le sue strategie di gioco. Ma visto che la Sala di Battaglia è sempre aperta, nel tempo libero potrei darti ripetizioni", gli dissi affabile. Ender mi sorrise in risposta, facendomi capire che accettava la mia proposta.
"Facciamo domattina dopo la colazione?", chiesi. Ender annuì. Battei la mano sul letto.
"Ok, allora. A domani", dissi voltandomi e ritornando dagli altri.
"Grazie!", sentì dire dietro di me. Mi fermai e sorrisi ma non mi girai.
Avrei trasformato quel novellino in un arma micidiale.

Il mattino successivo osservai Ender piluccare il cibo dal suo vassoio. Fortunatamente era stato attento a non prendersi troppo cibo: molti ragazzi non avevano uno stomaco ben resistente alla Zero-G.
Finii la mia colazione e mi alzai per posare il mio vassoio. Poi mi avvicinai alla porta, attesi che Ender mi guardasse e gli feci segno con la testa di seguirmi.
Il ragazzino si alzò dalla tavolata e mi seguì. Prima di andarmene guardai Bonzo. Fortunatamente non si era accorto della nostra scomparsa e parlava animatamente con Dink.
"Vieni, possiamo andare".


Dopo esserci messi le tute, ci dirigemmo verso la Sala di Battaglia. Mi girai verso Ender e gli porsi una mia mano che lui prese.
Poi ci girammo, l'uno di fronte all'altra.
"Pronto?", chiesi. Ender annuì.
"Tre...due...uno...", e saltammo nel vuoto.
Era così bello! Mi sembrava di volare. Ogni volta che fluttuavo nel vuoto era come se fosse stata la prima.
'Non lasciarti distrarre, Petra', pensai.
Mi aggrappai alla prima stella che incontrai e trascinai Ender in modo che si potesse aggrappare anche lui.
Controllai che stesse bene e poi dalla tasca della gamba sinistra estrassi un contenitore con delle sfere-bersaglio che lanciai per tutta la Sala.
Le piccole sfere, poichè galleggiavano nell'aria (o meglio, nel vuoto), erano utili per esercitarsi a sparare. Subito presi la mia pistola e una dopo l'altra le colpii, senza sbagliare un colpo. Vidi che Ender mi fissava sbalordito.
"Notevole!", esclamò quando finii. Io sorrisi compiaciuta.
"Tocca a te", gli dissi.
Ender estrasse la pistola e sparò più volte tentando di colpire la sfera più vicina. Sempre più frustrato, sparò più volte senza nemmeno aspettare che la pistola si ricaricasse.
"Non tenere il dito sul grilletto, calcola mezzo secondo per ricaricare. Be', almeno spari dritto!", gli dissi per tirarlo su.
"Ma se non ho centrato un colpo?"
"Sono qui apposta", gli dissi sorridendo.
Lo vidi sorridere di rimando e una strana luce illuminò i suoi occhi. Si fidava ciecamente di me.
Qualcosa si mosse nel mio stomaco non appena incrociai i suoi occhi.
'Che cos'ho?', pensai.
Ma lasciai perdere: non dovevo distrarmi, ero lì per Ender.
Lui mi si avvicinò. Voleva che l'aiutassi a sparare, così presi il suo braccio e l'aiutai a posizionarsi davanti a me.
"Rilassati. Più lontano è il bersaglio più devi mirare", gli spiegai sollevandogli il braccio con la pistola.
"Spara!", ordinai.
Ender sparò per tre volte ma non prese il bersaglio. Lo sentii spazientirsi.
"Tieni il braccio teso", gli suggerii allungandogli di nuovo l'arto.
Ender si aiutò con l'altro braccio per tenere ferma la pistola.
"Devi calcolare i tempi ai decimi di secondo, è decisivo quando sei in battaglia. Mira, spara, fermo, ricarica!"
Ender riprovò e stavolta ne colpì tre.
"Bene, così! Devi riuscire a controllare lo scatto del grilletto", gli spiegai mentre continuava a colpirli. Ne prese due particolarmente difficili.
"Ehi, vai già forte!", esclamai sorridendo.
Ender si girò per sorridermi compiaciuto. Ancora quella strana sensazione allo stomaco. Da un lato era fastidiosa, dall'altro piacevole.
'È da quando è arrivato lui che ce l'ho... Ma che vuol dire?', pensai.
"Ora è meglio se torniamo, ok? Meglio non far destare sospetti agli altri riguardo la nostra assenza".
"Pensavo che sulle ore libere nessuno potesse interferire", mi disse Ender.
"È vero, ma hai visto com'è Bonzo. Meglio non farlo infastidire. Sù, continueremo domani!", dissi.
Ender mi seguì e, dopo aver preso le sfere-bersaglio, ci dirigemmo verso la nostra camerata.



Note dell'autrice:

Eccomi! Perdonate il ritardo, ma vari problemi (tra cui anche di salute) mi hanno impedito di aggiornate la storia e oggi sto facendo una corsa per aggiornare tutte le mie storie (e a noi che ce frega?) XD
Ecco la famosa scena dove Ender e Petra si allenano insieme in Sala di Battaglia! Come sempre ho riportato i dialoghi del film aggiungendo anche un po' di mio ;)
Ho immaginato Petra un po' agitata da questa vicinanza con il giovane Ender e ho riportato le sue iquietudini :)
Ok, vi ho scocciato abbastanza! Al prossimo capitolo!! Se non dovessi aggiornare prima delle feste, auguro a tutti voi un felice Natale e Buon Anno Nuovo!!
Un abbraccio, vostra

Sylvia Naberrie

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Capitolo 3
*** La punizione ***



CAPITOLO 3
LA PUNIZIONE

Io e Ender ci allenammo per giorni. Lui per imparare, io per perfezionarmi.
Ender era desideroso di imparare e migliorava ogni giorno sempre di più. Finora Bonzo non aveva sospettato niente, a volte ci guardava andare ma non diceva niente e noi stavano attenti a non andarcene insieme. Prima uscivo io e dopo circa dieci o venti minuti usciva Ender e lo stesso facevamo al ritorno.
Quel giorno volli fare un tentativo. Non sarebbe successo niente se, per una volta, io e Ender fossimo ritornati alla camerata insieme. E poi ero veramente stanca quel giorno per fare i soliti giochetti.
Avevamo lavorato duramente ma eravamo molto soddisfatti.
Dalla camerata giungevano urla giocose.
'Meglio, così non ci noteranno', pensai.
"Sono sicura che tra qualche giorno diventerai bravissimo!", dissi. Ed era vero. Ender era diventato un vero esperto con la pistola.
"Sì, ma aspetta a dirlo!", rispose lui.
"Ne sono sicura", gli dissi sorridendo.
All'improvviso nella camerata ci fu il silenzio più totale e mi girai.
Bonzo era davanti a me.
"Dove siete stati?", chiese minaccioso.
"Ad allenarci", fu la mia secca risposta.
"Eravamo in pausa", si giustificò Ender.
"Tu con lei non ti alleni", disse Bonzo.
'Questa è nuova! Ora è geloso di me?', pensai. Tirai un sospiro seccato e guardai Ender.
"Anzi, non ti alleni proprio!", continuò Bonzo.
'Ah, ecco', commentai dentro di me. Ender mi guardò e poi si sporse verso Bonzo per sussurrargli.
"Vorrei parlarle in privato, signore", gli sentii dire. Dalla sua voce capii che si sforzava dal non urlargli in faccia.
Subito Ender scattò fuori dalla camerata e Bonzo mi guardò stupito e lo seguì. Li guardai andare e pregai che Bonzo non facesse del male a Ender.
Andai verso la mia branda per togliermi la tuta da battaglia. Tutti gli occhi erano puntati verso di me.
"Beh? Che avete da guardare?", chiesi irritata. Nessuno rispose ma tornarono a fare ciò che stavano facendo prima che arrivassi.
Tutti tranne Dink.
"Che ti è saltato in mente, Petra?"
"Di che stai parlando?", gli chiesi.
"Di quel ragazzino", rispose Dink.
"Mi ha solo chiesto di allenarlo, tutto qui", dissi togliendomi la tuta.
"No. Tu sai bene che c'è dell'altro sotto"
"Non so di cosa tu stia parlando, Dink", dissi.
"Magari ora non lo sai, ma lo scoprirai presto. Ho notato come guardi Ender. A Bonzo non piacerà", mi avvertì lui.
"Sul serio Dink, non so di cosa tu stia parlando", gli dissi spazientita. Lui mi guardò fisso negli occhi.
"Vedremo...", disse lui e se ne andò.
'Ma che hanno tutti oggi?', pensai, tuttavia sentii il mio cuore battere forte. Avevo paura però non sapevo di cosa.
Davvero mi stavo innamorando di Ender? No, l'avevo solo preso sotto la mia ala protettiva, nulla più. Allora perché quando sono con lui sto così bene e adesso ho paura che Bonzo gli faccia del male?
'Non pensarci, Petra. È solo Dink che ti ha messo questa pulce nell'orecchio. Tu sei un soldato. Non ci è permesso innamorarci', pensai.
Poco dopo vidi Bonzo e Ender entrare. Bonzo aveva l'aria arrabbiata e Ender un po' abbattuta. Beh, almeno aveva le braccia al loro posto.
"Cos'è successo?", gli chiesi. Lui scosse la testa e si girò dall'altra parte. Avevo la brutta sensazione che gli allenamenti da quel giorno fossero finiti. E questo pensiero mi procurò una strizza al cuore.

 

"In piedi!", urlò Bonzo colpendo lo stipite con la mazza. Aprii gli occhi assonnata ma mi alzai fulminea dalla branda per mettermi sull'attenti.
"Sù, massa di imbecilli, la battaglia con i Leopardi è tra dieci minuti", disse Bonzo.
'Non c'è niente di meglio che essere svegliati con un bel "Ehi, massa di imbecilli!". Grazie per il bel risveglio, Bonzo', pensai sarcastica.
"Ehi, Wiggin", chiamò Bonzo.
"Sì, signore", rispose Ender.
"Su di te ho cambiato idea", disse Bonzo. Ender si girò per guardarlo e lo stesso feci io.
'Bonzo che si rimangia la parola?', pensai stupita.
"Magari guardando i miei ragazzi imparerai qualcosa così ti scambierò più facilmente", disse Bonzo.
"Sì, signore, grazie signore", disse Ender.
"Avanti, allora. Che fate lì impalati? Muovetevi!", urlò Bonzo.
Subito ci vestimmo e ci dirigemmo verso la Sala di Battaglia.


Note dell'autrice

Eccomi qui! Questa è la scena dove Ender e Petra ritornano dagli allenamenti e vengono scoperti da Bonzo. Spero di aver caratterizzato bene i personaggi e soprattutto Petra!
Ho inserito anche qualche cosa su Dink che nel film viene completamente ignorato, però nella scena della battaglia finale si vede che lui e Petra sono amici!
Bene, credo di non aver altro da aggiungere!
Grazie
a Leyna_s_heart e a Dragasi per le loro recensioni! A presto!
Vostra

Sylvia Naberrie

 

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Capitolo 4
*** La battaglia delle Salamandre ***


CAPITOLO 4
LA BATTAGLIA DELLE SALAMANDRE


"Le Salamandre siamo tutti noi!
Siamo un'Orda di grandi eroi!
Chi in battaglia perderà! In una bara poi tornerà!
"

Era questo il motto dell'Orda delle Salamandre. Il canto risuonava nelle pareti dei spessi corridoi d'acciaio.
Procedevamo a passo di marcia verso la Sala di Battaglia. Bonzo ci guidava e per incitarci ripeteva le strofe del motto.
Salii la scaletta che conduceva alla nostra postazione nella Sala di Battaglia.
Nonostante il brusco risveglio ero molto carica. Sentivo di poter battere un'Orda intera da sola.
Ci fermammo e continuammo a marciare sul posto finché Bonzo non ci diede il segnale di fermarci.
"Salamandre, alt!", disse Bonzo. Tutti ci mettemmo sull'attenti.
"Riposo". Allargai le braccia e le gambe.
"Come giochiamo?", chiesi.
"Quattro direzioni: branco A sopra, B a sinistra, C a destra, D sotto", ordinò Bonzo. Poi si girò nella direzione di Ender.
"Tu. Wiggin", lo chiamò indicandolo, "Resti vicino alla porta"
"Senza di lui il mio branco ha un uomo in meno!", ribattè Dink.
"Non conosce la nostra strategia, sarebbe solo d'intralcio", rispose Bonzo.
'Come al solito la tua stupidità colpisce quando meno ce n'è bisogno', pensai guardando Bonzo. 'Per colpa tua perderemo questa partita, Ender conosce le nostre strategie e sa sparare bene!', avrei voluto dirgli, ma era meglio che non infastidissi Bonzo.
Non quel giorno almeno.
"Wiggin, tu esci alla fine, stai indietro e guardi, in campo non servi", disse Bonzo.
Non mi serviva girarmi per vedere lo sguardo assassino che in quel momento Ender stava lanciando a Bonzo.
"Esci dalla fila", ordinò Bonzo.
In quell'esatto momento il portello si aprì rivelando la Sala di Battaglia con le stelle disposte simmetricamente.
"Andiamo Salamandre! Forza, forza, su vai! Andiamo Salamandre, vai, vai!", gridò Bonzo mentre ci precipitavamo verso la Sala che risuonò delle urla di ordini e incoraggiamenti.
Subito una miriade di raggi laser partirono nella nostra direzione e rispondemmo immediatamente al fuoco.
Riuscii a paralizzare un paio di ragazzi e ad inabilitarne cinque, poi io, Dink e Fry, un nostro compagno, dovemmo ripararci dietro un gruppo di stelle.
Dink cercava di guardare dal bordo della stella se ci fosse una breccia nella formazione nemica ma dovette ritirarsi perché un raggio quasi lo colpì alla testa.
"Ah! Dobbiamo superarli! Fry, attaccati a me, Petra tu sali sopra, è chiaro?", chiese Dink. Annuì.
"Chiaro", disse Fry.
"Pronti?"
"Pronti!", risposi.
"Tre... Due... Uno...", contò Dink e un secondo dopo ci muovemmo all'unisono per formare una piccola formazione a triangolo con me come vertice. Tutti e tre cominciammo a sparare al gruppo di avversari che ci ritrovavamo di fronte. Vari laser mi sfiorarono ma nessuno riuscì a colpirmi.
"Mi hanno colpito!", gridò Fry.
"Anche a me! Spara Petra!", urlò Dink.
Subito sparai una successione di colpi. Vidi che uno degli avversari tentava di dare degli ordini a un suo compagno ma riuscii a colpirlo prima che finisse di darglieli. Il ragazzo che attendeva gli ordini si staccò dalla sua stella e volò nella nostra direzione sparando verso me. Io ero bloccata dai corpi di Dink e Fry e non potevo muovermi perciò sparai verso il ragazzo prima che lui prendesse me.
Riuscii a paralizzarlo ma a quel punto era fatta. Eravamo in rotta di collisione.
Infatti pochi secondi dopo l'urto mi fece staccare dai miei compagni e sbattere la nuca contro una stella lì vicino. Volai roteando verso un'altra zona della sala tenendomi la testa con le mani e gemendo dal dolore. All'improvviso qualcuno mi afferrò e mi fece roteare tenendomi per le mani. Vidi due grandi occhi blu.
"Tutto bene?", chiese preoccupato Ender. Da un lato sentivo una gioia immensa che fosse venuto lì per me, perché aveva paura che mi fossi fatta male. Dall'altro lato temevo la reazione di Bonzo e ciò che gli sarebbe potuto capitare.
"Che ci fai qui? Bonzo ti ucciderà!", gli dissi.
"Be', ormai sono dentro!", rispose lui allegramente.
"Allora gioca, stiamo perdendo", gli dissi. Magari se fosse riuscito a eliminare alcuni avversari, Bonzo non se la sarebbe presa molto con lui per aver trasgredito gli ordini. No?
Ender osservò la Sala e la disposizione degli avversari.
"Metà dei loro sono vicino alla porta. Puntami contro i piedi e mandami verso di loro", mi ordinò Ender.
"Fingiti morto. Non estrarre l'arma finché nessuno è a tiro", gli consigliai.
"D'accordo!", disse.
Subito ci posizionammo in modo tale che potessi spingerlo nella direzione dei nemici.
"Tre... Due... Uno...", e con i piedi spinsi Ender nella zona nemica. Cercai di guardare cosa stesse accadendo ma vidi solo qualche lampo qua e là.
Poi, qualche minuto dopo, la Sala si rischiarò e una forza invisibile mi spinse verso la porta da cui ero entrata.
Era finita. Ender aveva vinto.


Note dell'autrice
Salve ragazzi/e, eccomi di nuovo qui! Perdonate il ritardo, ho avuto tanti problemi.
Eccoci alla prima battaglia di Ender! Spero di aver reso Petra IC... Al prossimo capitolo, che non si farà attendere come questo. A presto!

Sylvia Naberrie

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Capitolo 5
*** Minacce ***


CAPITOLO 5
MINACCE


Eravamo nella mensa. Avevamo scelto un tavolo unico, con tutti i membri dell'Orda seduti insieme.
Il morale era alto: anche se avevamo pareggiato contro l'Orda dei Leopardi, la nostra graduatoria nel grande schermo rimaneva invariata. Sullo schermo apparivano i nomi delle squadre in gara. Noi eravamo i terzi nella graduatoria di tutte le Orde.
In quel momento Pol Slattery, comandante dell'Orda dei Leopardi, si avvicinò al nostro tavolo.
"Ehi, Bonzo", disse salutando il nostro comandante. Bonzo gli fece un cenno con la testa.
Lo trovai veramente irritante: a differenza di tutti i nostri compagni, Bonzo era l'unico a non gioire di questo pareggio. Senza Ender avremmo sicuramente perso questa partita e saremmo finiti al quarto o anche al quinto posto della graduatoria.
"Complimenti per la partita. È stato un colpo di genio farlo entrare alla fine", disse Pol girandosi verso Ender e sorridendogli.
Bonzo annuì distrattamente facendo un sorriso tirato come ringraziamento, sorriso che scomparve subito e lasciò posto ad uno sguardo seccato rivolto ad Ender. Il ragazzo, che era seduto davanti a me mi guardò un po' preoccupato ma io gli sorrisi compiaciuta.
Aveva fatto vedere a Bonzo che era utile nell'Orda e che era anche piuttosto bravo. E, inoltre, il nostro capitano non poteva non tener conto del grande aiuto che Ender ci aveva dato. Ci aveva salvato da una sicura disfatta.
Bonzo non poteva dirgli niente.

Di pomeriggio Ender mi chiese di allenarci insieme nella lotta corpo a corpo. Io accettai ben volentieri.
La palestra era vuota e io ed Ender eravamo soli. Quel pensiero mi fece arrossire.
"Allora... Iniziamo?", mi chiese gentilmente Ender, riscuotendomi dai miei pensieri.
Mi posizionai di fronte a lui e assunsi la tipica posa di pugilato. Saltellai un po' sul posto e alla fine attaccai con un pugno. Ender lo fermò prontamente e mi bloccò il braccio. Lo vidi sorridere compiaciuto.
'Ah, sì? Ora vediamo come te la cavi', pensai divertita.
Lo spinsi da un'altra parte e gli piegai il gomito, costringendolo ad una posizione rannicchiata. Lui si riscosse subito e mi tirò il braccio all'indietro. Subito mi girai e gli bloccai il braccio e lo stesso fece lui, bloccando il mio braccio sotto il suo.
Sarà stato l'allenamento o l'improvvisa vicinanza dei nostri visi o non so cosa, ma il mio cuore batteva all'impazzata. Volevo fermare quel momento.
"Dove hai imparato queste mosse?", gli chiesi sorridendo.
"Avevo un fratello più grande", mi rispose. Il mio sorriso si spense.
"Avevi?"
"C'è ancora", mi rassicurò lui, vedendo il mio sguardo dispiaciuto. Mi liberò dalla sua morsa e mi fece fare una giravolta per ritornare alla posizione iniziale.
"Dai, riproviamo. Ma usa le braccia non i fianchi", disse serio.
'Che stupida che sono stata. Ho rovinato quel momento. Ora Ender sembra più freddo. Forse non gli piace parlare della sua famiglia', pensai mentre mi rimisi nella posa originale.
"Ufficiale in sala! Attenti!".
La voce mi fece girare di colpo e all'ordine mi misi sull'attenti insieme a Ender. Erano Bonzo con altri due nostri compagni, due ragazzi tutto muscoli e niente cervello.
"Non ti avevo detto di non allenarti con lei?", disse Bonzo irato.
La paura mi annodò le viscere. Sentii che stava per succedere qualcosa di brutto.
"L'accordo escludeva il tempo libero, signore", rispose Ender.
Bonzo intanto si era avvicinato al ragazzo e lo stava fissando con tutta la rabbia che riusciva a provare. Cioè tanta.
Fissai i due ragazzi: il mio cuore batteva di nuovo all'impazzata ma stavolta per la paura e la preoccupazione per Ender.
"Riposo", sussurrò con disprezzo Bonzo. Sia io che Ender ci mettemmo in posizione di riposo.
Per un attimo mi tranquillizzai. Ma, proprio in quel momento, Bonzo sferrò un pugno sullo stomaco di Ender che si accasciò su di lui.
"Smettila Bonzo!", gridai, quasi al limite delle lacrime.
Ma che diamine gli prendeva? Perché ce l'aveva tanto con Ender? Perché non poteva lasciarci in pace?
Bonzo prese Ender per la nuca e l'avvicinò per sussurrargli all'orecchio.
"Fammi fare di nuovo la figura dell'idiota e ti faccio fuori", gli sentii dire.
Poi spinse Ender che lo guardò con rabbia. Bonzo si girò e uscì dalla sala insieme ai due pali che si era portato dietro.
Mi avvicinai a Ender, preoccupata per lui.
"Stai bene?", gli chiesi accarezzandogli gentilmente la spalla.
"Sì", mi sussurrò in risposta.
Io mi avvicinai, in modo che mi potesse guardare negli occhi e gli presi la mano, stingendogliela.
'Io sarò sempre al tuo fianco, Ender', pensai sperando che potesse capirlo dal mio gesto.
La stretta che mi diede in risposta mi fece capire che aveva compreso il mio messaggio.


Angolo dell'autrice

Salve gente! Eccomi di nuovo ad aggiornare questa storia :)
Perdonate sempre il ritardo ma ho avuto poco tempo. Che dire? In questo periodo ho ricevuto così tante recensioni positive che ho cercato di darmi una mossa con il capitolo XD
Spero di non aver deluso le vostre aspettative :)
Ringrazio di cuore la mia sorellina Dragasi
Leyna_s_heartMorgana le fayGeek_Whovian GinevraMollyArkanian. Grazie a tutte ragazze!! :D
Un bacio e al prossimo capitolo!
Vostra

Sylvia Naberrie

 

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Capitolo 6
*** Riassegnato ***


CAPITOLO 6
RIASSEGNATO


Quella notte non chiusi occhio. Ero troppo agitata per quello che Bonzo poteva fare ad Ender. Non potevo sempre stargli vicino.
In quel momento realizzai che per me Ender era più di un amico. Non sapevo ancora bene cosa fosse, ma mi dava un senso di piacere e paura.
Mi rigirai nel letto. Vidi che anche Ender era sveglio e stava usando il suo banco. Era concentrato: forse stava facendo una partita.
Stavo per seguire il suo esempio quando lo sentii sobbalzare.
"Cos'hai?", chiese assonato un nostro compagno.
"Incubi", rispose Ender.
"Be', vedi di farli in silenzio", disse quello tornando a dormire.
Volevo potergli stare accanto e dissipare ogni suo brutto pensiero e incubo. Piano piano vidi Ender addormentarsi e decisi di fare la stessa cosa.

I giorni passarono tranquilli. Ero sul mio letto e stavo facendo dei compiti nel banco. Diedi una sbirciata al letto di Ender. Era da stamattina che non si faceva vedere. In quel momento passò Dink.
"Ehi Dink, hai visto Ender?", gli chiesi mettendo da parte il banco.
"Ender? Ma... Non lo sai?", mi chiese Dink. Io scesi dal letto.
"Non so cosa?", chiesi in risposta. Dink mi guardò imbarazzato, quasi non volesse rivelarmi qualcosa.
"Be'... Ender è stato riassegnato", rispose. Rimasi stupita per un attimo.
Non era possibile. Ender era troppo giovane per essere riassegnato, doveva completare il suo addestramento.
"Dove?", chiesi senza fiato.
"Nell'Orda dei Draghi"
"Non esiste nessuna Orda dei Draghi, non scherzare Dink, dimmi dov'è stato riassegnato!", gli dissi quasi urlando. Sentii pizzicarmi gli occhi. Dink mi prese per le spalle.
"Calmati Petra! Non è esistita fino ad adesso! Il colonnello Graff l'ha aggiunta da poco, è nel tabellone. E...ehm... Ender ne è il comandante", disse Dink.
Non riuscivo a crederci. Ender comandante? Dovevo vederlo. Dovevo parlargli.
"Lasciami Dink!", dissi cercando di sfuggire dalla sua presa.
"Petra non lo fare. Passerete dei guai tu e Ender se lo fai. Non andare", tentò di dissuadermi. Dovevo vedere Ender, avevo bisogno di lui, della sua presenza. Dovevo annegare in quell'oceano di blu che erano i suoi occhi.
"Lasciami!", gridai scoppiando a piangere. Dink mi lasciò. Io corsi fuori, dovevo vederlo.
Dentro di me il mio cuore batteva spezzato. Avevo un bisogno intimo, profondo di stargli vicino. Chi gli avrebbe insegnato tecniche con la pistola? Con chi si sarebbe allenato?
Dentro di me provai una strana rabbia mista a paura, volevo allontanare tutti da Ender. Era solo mio.
Avevo la vista così offuscata dalle lacrime che mi scontrai con qualcuno.
"Petra? Ma che diamine fai?", mi disse arrabbiato Bonzo. Io mi asciugai in fretta le lacrime.
"N...niente", dissi velocemente.
"Oddio. Non dirmi che piangi per quel piantagrane, vero?", mi disse disgustato.
"Non è un piantagrane, l'ordine è venuto dall'alto. È stato il colonnello Graff a riassegnarlo", dissi in difesa di Ender.
"E il colonnello Graff ti ha anche detto di piangere per quello là? Ora stampatelo in testa Petra: se solo ti vedo parlare con lui, stargli vicino o anche solo guardarlo, ti farò trovare la testa del tuo amico sul tuo cuscino", mi sussurrò minaccioso. Poi mi superò e andò verso la nostra camerata.
Rimasi immobile. Sapevo che Bonzo ne fosse capace, nonostante l'omicidio fosse severamente proibito. L'avrebbero congelato.
Ma non avevo scelta. Il mio destino era segnato.
Non potevo vivere senza Ender. Ma non volevo che per la mia scelleratezza lui si facesse del male. Perciò decisi.
Non avrei avuto più alcun contatto con Ender.




Angolo dell'autrice

Eccomi gente! Vi chiedo umilmente perdono per non aver rispettato i tempi per il capitolo ma ho avuto problemi scolastici e non avevo molte idee per questo capitolo.
So che è un po' cortino e non è chissà che cosa, ma è un capitolo di passaggio e dovevo riempire il vuoto con questo capitolo.
Detto questo ringrazio Dragasi , Leyna_s_heart , Morgana le fay , Geek_Whovian e GinevraMollyArkanian .
Grazie mille ragazze! Al prossimo capitolo, baci!

Sylvia Naberrie

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Capitolo 7
*** Una nuova Orda ***


CAPITOLO 7
UNA NUOVA ORDA


Ogni giorno a mensa osservavo il tabellone. Era diventato un rituale per me. Mi piaceva leggere i nomi delle Orde e soffermarmi su quella che sostava al primo posto.
Orda dei Draghi.
Ogni volta che lo leggevo sentivo qualcosa dentro di me, una strana sensazione di felicità e allo stesso tempo di potenza. Orgoglio.
Ero orgogliosa di Ender. Una parte di me sapeva che lui era al primo posto anche per merito mio, aveva imparato dalle mie tecniche e le aveva elaborate per vincere ogni battaglia.
Finora non avevamo mai avuto una battaglia contro la sua Orda, ma sapevo che Graff li stesse massacrando.
Solitamente le Orde avevano due o tre battaglie a settimana mentre il resto dei giorni era dedicato all'allenamento e all'elaborazione di nuove strategie da mettere in atto nelle battaglie.
L'Orda di Ender invece aveva ogni giorno una battaglia, era continuamente vessata da nuovi combattimenti, con tutto che era formata da novellini, nuovi membri della Scuola di Guerra senza alcuna esperienza.
Non vedevo assolutamente il motivo di tutte queste battaglie, l'obiettivo della Scuola di Guerra era di addestrarci per la guerra contro i Formic, e questa ipotesi era ancora da avallare.
Dall'ultima guerra, dalla parte dei Formic non c'era stato nessun contrattacco e ci era stato detto che Mazer Rackam, il grande condottiero, avesse addirittura distrutto il pianeta dei nostri nemici.
Il punto era: quanto di ciò che ci hanno detto è vero? O meglio: quanto è falso?
Scrollai la testa: era meglio non indugiare su questi pensieri, gli insegnanti non avrebbero approvato. Fortunatamente non avevo più il monitor altrimenti sarei stata congelata all'istante.
Mi alzai e andai a posare il mio vassoio vuoto, dopodiché mi diressi verso la mia camerata. Appena entrata capii subito che era successo qualcosa: tutti erano in agitazione e discutevano l'un con l'altro.
"Che succede?", chiesi a Dink.
"Abbiamo una nuova battaglia", mi rispose lui.
"E quindi? Perché sono tutti così agitati?", chiesi.
"Siamo contro due Orde", mi rispose lui corrucciato.
"Che cosa?", gridai io. Dink annuì grave.
"È quello che ho pensato anch'io", mi riferì.
"Non possono sconvolgere così le regole!", dissi arrabbiata.
"E che ci possiamo fare? Le battaglie non le decidiamo noi, le decidono i nostri superiori", constatò Dink. Io sospirai, sempre arrabbiata.
È vero, Dink aveva ragione, ma non potevano imbottirci per tutta la vita di quelle regole se poi essi stessi le infrangevano.
Non che pensassi che non ce la potevamo fare. Bonzo, con tutto il suo caratteraccio, era riuscito ad addestrare un'Orda preparata e forte. Eravamo i terzi nella graduatoria.
Il mio disappunto stava nella cosa in sé. Non si era mai sentito in tutta la storia della Scuola di Guerra di una battaglia con tre Orde.
"Contro chi siamo?", chiesi a Dink. Lui mi lanciò uno sguardo penetrante e capii subito contro chi avremmo combattuto.
"L'Orda degli Albatros e dei Draghi", mi disse distogliendo lo sguardo. Il mio cuore iniziò a battere velocemente, quasi volesse uscire dal mio petto. Presi un profondo respiro, emozionata.
"Orda! In formazione!", urlò Bonzo, stanco di quel chiacchiericcio.
"Non fare sciocchezze, Petra", mi disse Dink prima di mettersi in formazione. Io lo guardai stranita. Che pensava potessi fare? Non ero mica stupida.
'Non permetterò che una semplice cottarella offuschi il mio raziocinio', pensai piccata.
"Orda! Oggi abbiamo una battaglia importante, forse la più importante che abbiamo mai avuto. Oggi dobbiamo combattere come non abbiamo mai fatto!", disse deciso Bonzo, camminando davanti a noi, la testa ritta e altera, le mani dietro la schiena.
'Se non fosse per il suo brutto carattere, potrebbe essere un buon comandante', pensai osservandolo.
No. Nessuno era meglio di Ender.
Quasi come se mi avesse letto nel pensiero, si fermò davanti a me e mi fissò rabbioso.
"Chi siamo noi?", urlò per incitarci.
"Le Salamandre!", gridai insieme ai miei compagni.
"Più forte!", urlò di nuovo Bonzo.
"Le Salamandre!", urlai.
"Ancora!"
"Salamandre!", gridai a squarciagola mentre i miei compagni si davano colpetti, carichi come non mai.
"E allora andiamo a vincere questa battaglia!", gridò Bonzo. Rompemmo le file e ognuno si diresse verso il proprio armadietto, dove ognuno aveva le proprie tute. Andai ad aprire il mio ma questo resisteva alla mia presa. Tentai di forzarlo ma niente.
"Bonzo! Il mio armadietto non si apre!", gli gridai.
"Neanche il mio!", disse Dink. Bonzo si avvicinò a noi, furioso.
"Cos'è questa storia?", disse tentando di forzare il mio armadietto invano. Un foglietto cadde dalla fessura. Lo raccolsi.

'Riassegnata all'Orda dei Draghi.
Comandante Ender Wiggin.
Dirigersi verso la Sala di Battaglia.
Percorso grigio arancione grigio.'


Rilessi il biglietto tre volte. Non riuscivo a crederci. Bonzo mi strappò il biglietto e lo lesse furioso.
"Dev'essere uno scherzo!", commentò pieno d'ira e s'incamminò verso l'uscita della camerata seguito da me e Dink che intanto aveva anche lui trovato il mio stesso biglietto.
Nel corridoio incontrammo il colonnello Graff che si stava dirigendo verso la nostra camerata.
"Colonnello!", disse Bonzo facendo il saluto militare, seguito da me e Dink.
"Comandante Madrid", rispose tranquillo Graff.
"Signore, posso sapere perché due membri della mia Orda sono stati riassegnati?", chiese Bonzo. Dal suo tono di voce capii che si stava sforzando a rimanere calmo davanti a Graff. Dal sopracciglio alzato di quest'ultimo capii che anche il colonnello l'aveva notato.
"Perché l'Orda dei Draghi manca di due membri e parte già svantaggiata essendo formata da novellini e dovendosi scontrare contro due Orde di veterani", rispose serio Graff.
"E perché la mia Orda è stata scelta come benefattrice?", chiese Bonzo tra i denti. Graff lo guardò male e non rispose.
"Signore", disse infine Bonzo.
"Perché la tua Orda è quella più preparata. E Wiggin ha bisogno di membri che conoscono il suo modo di agire", rispose Graff. Dalla sua faccia, capii che Bonzo stava per urlare al colonnello, perciò intervenni.
"Signore, i nostri armadietti non si aprono e non abbiamo le tute dei colori della nostra nuova Orda"
"Nel magazzino dovreste trovare alcune vecchie tute dell'Orda dei Draghi. Per oggi accomodate con quelle, poi vi daremo le vostre nuove uniformi", rispose Graff. Io e Dink annuimmo.
"Comandante, credo sia il caso che andiate a prepararvi. Avete due Orde da affrontare", disse Graff a Bonzo. Forse aveva intuito che stava per scoppiare. Bonzo fece il saluto militare e se ne andò.
"I nostri oggetti personali ci verranno restituiti?", chiese Dink.
"Dopo la battaglia. Ora andate, la vostra nuova Orda vi attende", disse Graff congedandoci con il saluto militare. Io e Dink ricambiammo il saluto e andammo a cambiarci.
Finalmente il mio cuore era in pace.
Finalmente ero con Ender.






Angolo dell'autrice

Salve a tutti/e!! Chiedo scusa dal profondo del mio cuore per l'aggiornamento che è in super ritardo, ma ho avuto molti problemi tra cui scolastici ç_ç
Ok, spero vi piaccia questo capitolo, l'ho scritto di getto quindi non so bene quale sia il risultato xD
Questo è il capitolo dove Petra scopre di essere stata assegnata all'Orda di Ender. Come potete notare, mi sto affidando al film e spero di averlo reso il più realistico possibile. Chiedo scusa per eventuali errori di nomi, fatti o altre cose varie, ma quando ho scritto il capitolo non avevo il libro o il film a portata di mano :)
E niente :) come sempre ringrazio di cuore Dragasi, Leyna_s_heart, Morgana le fay, Geek_Whovian e GinevraMollyArkanian che seguono sempre la mia storia con tanta dedizione.
Grazie mille ragazze! <3
Al prossimo capitolo, baci baci!

Sylvia Naberrie

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Capitolo 8
*** La battaglia dei Draghi ***


CAPITOLO 8
LA BATTAGLIA DEI DRAGHI


Io e Dink andammo di fretta e furia nei magazzini a cercare le nostre nuove tute da battaglia. C'era una gran confusione lì e trovarle non fu facile.
Ci cambiammo velocemente e ci dirigemmo verso la piattaforma C.
Lì trovammo tutta l'Orda in formazione ma in un silenzio religioso. Il colonnello Graff aveva ragione: erano tutti novellini in quella Orda, da soli non sarebbero mai riusciti a battere due Orde di veterani.
'E forse neanche con tre membri esperti', pensai, ma cercai di non farci caso. Io e Dink ci dirigemmo verso il portello che stranamente era già aperto. Ender era lì davanti e non appena sentì i nostri passi si girò.
I nostri occhi si incrociarono, i miei occhi si immersero di nuovo in quel mare che era l'azzurro intenso dei suoi occhi, e il mio cuore perse un colpo.
'Contegno, Petra', mi ordinai mentalmente.
"Petra!", escamò stupito Ender, con una nota di felicità.
"Due a uno non bastava, ti hanno tolto anche la visuale", gli risposi, riferendomi al muro di stelle che aveva davanti il suo portello.
'Che bastardata! Vogliono farlo cadere così. Le regole sono andate a farsi friggere', pensai arrabbiata.
Solitamente le stelle andavano disposte simmetricamente nel campo, in modo tale da non favorire nessuna delle due squadre in campo. In questo caso, non solo c'erano due Orde contro quella di Ender, ma avevano creato una vera e propria barriera per oscurargli la visuale della porta nemica. E gli avevano anche aperto prima il portello, perciò alcuni membri dell'Orda nemica sicuramente si erano disposti intorno alla sua porta, pronti a fare fuoco non appena qualcuno sarebbe uscito e pronti ad entrare per porre fine alla battaglia.
Ma conoscendo Ender, ero sicura lui avesse già un piano.
"Che ci fai qui?", mi chiese Ender. La domanda mi prese alla sprovvista. Pensavo fosse contento di vedermi.
"Ti serviva un sostituto o sbaglio?", chiesi imbarazzata. "E non avevi possibilità con me dall'altra parte", continuai prendendo più sicurezza e sorridendogli divertita. Ender ricambiò il mio sorriso e io mi rilassai.
"E Bonzo è d'accordo?", chiese divertito Ender.
"Ordini di Graff", rispose Dink.
"Non aveva scelta", continuai io facendo le spallucce.
Ripensai alla faccia di Bonzo. Certo, prima faceva paura, ma ora mi divertì un sacco. Soffocai una risata.
Ender ci guardò per un attimo.
'Ha un idea, ne sono sicura', pensai. Ormai conoscevo Ender alla perfezione.
"Dink, mettiti giù", ordinò il ragazzo.
'Ecco, appunto'
"Cioè?", chiese senza capire Dink. Anch'io guardai per un attimo Ender. Che aveva in mente?
"Ho un idea. In ginocchio!"
Dink, ancora titubante si inginocchiò. Ender gli disse come disporre le gambe e lo guardò per un attimo.
"Perfetto", disse. Poi tirò fuori la pistola. Tutti guardarono Ender come se fosse ammattito. Alcuni stavano pure per levare voci di protesta, ma si zittirono non appena incrociarono il mio sguardo. Ender aveva un idea e forse avevo capito anche quale.
"Petra, vieni", mi chiamò il ragazzo. Lo guardai.
Per un attimo il mio cuore si sciolse. Aveva pronunciato il mio nome con una tale dolcezza che sarei potuta morire lì. Speravo solo non fosse una mia impressione causata dall'infatuazione.
"Devi metterti qui", mi disse Ender. Io arrossii. Voleva che io e Dink ci 'abbracciassimo', in un certo senso.
"Ehm... sei sicuro?", chiesi imbarazzata, prendendo posto. Alcuni ragazzini ridacchiarono e si zittirono non appena il loro comandante si girò a fulminarli con gli occhi. Poi si girò a guardare di nuovo me.
"Sì", rispose a denti stretti. Era... geloso? Ender poi si abbassò per sussurrarmi all'orecchio.
"Sei la mia miglior tiratrice, devo per forza scegliere te. Sarà per poco, non preoccuparti", mi bisbigliò. Io rabbrividii nel sentire il suo respiro sul mio orecchio.
Ender si rialzò per informare tutti della sua idea.
"Ora vi spiego perché ho disposto Petra e Dink così: Dink farà da scudo mentre Petra sparerà a quelli che si trovano intorno alla nostra porta. Così potremo uscire indisturbati. Poi passeremo al round successivo", disse loro Ender. Ordinò ad alcuni ragazzi di sollevarci per farci uscire dal portello. Ender sorreggeva il mio braccio e intanto mi guardava.
"Pronti? Tre... due.... uno...", e ci lasciarono andare. Non appena uscimmo, una moltitudine di raggi blu furono sparati verso la nostra direzione, ma fortunatamente Dink li parava tutti.
Cominciai a sparare e non sbagliai un colpo. Tutti i nemici attorno alla nostra porta erano stati disabilitati completamente. Sorrisi trionfante, contando i nemici sconfitti.
"Attenta, ci siamo!", gridò Dink, riferendosi allo scontro contro il muro stelle. E infatti la mia schiena urtò lo spigolo di una stella. Trattenni il gemito di dolore. Per l'urto io e Dink fummo divisi.
"Ne ho presi dodici!", urlai a Ender.
Passarono alcuni minuti e poi ci vennero a prendere.
Ender aveva un nuovo piano.
Legò un ragazzino, Bean, con una treccia molecolare, un filo molto sottile ma molto resistente e, soprattutto, invisibile.
"Pronto?"
"Ci sono", rispose Bean. Quello prese la rincorsa e si lanciò nel vuoto.
Prendemmo tutti un pezzo di filo, pronti a tirarlo per ripostare Bean alla base. Il piano era che Bean doveva scoprire dove si trovassero le Orde nemiche e se la porta fosse ben protetta o meno.
Sentimmo il cavo tirare, voleva dire che Bean aveva trovato i nostri nemici. Tutti tirammo il filo e, dopo un po', vedemmo spuntare Bean paralizzato. Non appena oltrepassò la porta si sciolse dal 'congelamento'.
"Hanno sistemato una corona di stelle intorno alla loro porta. Sono appostati là dietro", riferì Bean.
"Nessuno davanti?"
"Nah", rispose divertito il ragazzino.
"Bene, allora attaccheremo in formazione", ordinò Ender.
"Ma non l'abbiamo mai provata", protestò un altro ragazzino.
"Infatti non se l'aspettano", replicò il comandante. Nessuno rispose.
"Bene Orda. In formazione!", ordinò Ender. Tutti ci disponemmo un po' a casaccio, ma Ender era lì pronto a indicarci dove posizionarci. Quando finimmo, ci lanciammo verso la porta nemica, schivando il muro di stelle.
Oltrepassato questo, ci riposizionammo in modo da arrivare dritti dritti verso la porta nemica. A nulla servirono i laser delle Orde nemiche, proseguimmo imperterriti verso la nostra meta, sotto gli ordini del nostro comandante.
Non appena attraversammo la porta, la Sala si rischiarò e ci sciogliemmo dai nostri legamenti dovuti ai laser nemici.
Avevamo vinto.
Alcuni dei membri delle Orde nemiche oltrepassarono la stessa porta, alcuni guardandoci con odio, altri con ammirazione, altri ignorandoci proprio.
Ma lo sguardo che più mi rimase impresso fu quello di Bonzo.
Aveva lo sguardo ferito, avevamo intaccato il suo onore, ciò che amava più di ogni altra cosa. Aveva lo sguardo pieno di dolore e rancore, odio.
Era lo sguardo di chi avrebbe fatto di tutto pur di vendicarsi.






Angolo dell'autrice

Buongiooooorno! Ok, ok, lo so che mi odiate ç___ç vi chiedo scusa, scusa, scusa, scusissima! (?)
Ma ho avuto tantissimi problemi a scuola, che quasi rischiavo la rimandatura D: ancora, se ci ripenso, mi vengono i brividi.
Fortunatamente sono riuscira a risolvere tutto! Perciò tranquilli che la storia continua ;) ora che avrò più tempo, dato che la scuola è finita, penso che aggiornerò più velocemente :)
Spero questo capitolo sia stato di vostro gradimento!
Come sempre ringrazio (sempre se non mi abbiano mandato a quel paese) Dragasi, Leyna_s_heart , Morgana le fay , Geek_Whovian e GinevraMollyArkanian che leggono la storia di questa bruttissima autrice!
Se volete pormi qualche domanda (o dire quanto odiate i miei aggiornamenti ogni morte di papa), eccovi il link del mio Profilo ASK

Bene, un bacio a tutti voi e a presto!
Vostra

Sylvia Naberrie

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