Il futuro è nelle nostre mani e, noi, non saremo più gli stessi.

di xthesoundofsea
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***




La vista che le offriva il finestrino di quel treno era particolare. Il tramonto illuminava il suo viso rendendolo più acceso di quanto il suo sorriso non facesse già.
In un modo ancora a lei sconosciuto, aveva convinto i suoi genitori a mandarla per qualche giorno dalla sua amica Eliana. Era bastato pronunciare “Mamma, ho bisogno di lei.” e la madre non aveva esitato un istante.
La canzone del suo cellulare iniziò a suonare forte. -Pronto?-  riuscì a dire prima di essere travolta dalle domande, interminabili e apprensive, dell’amica.
-Tesoro, stai tranquilla che arrivo sana e salva. Ti chiamo appena metto piede in stazione visto che sono appena partita.-  Atena la salutò e poggiò la testa allo schienale. La sua direzione? Wimbledon.
Voltò appena la testa e notò i bambini che giocavano con le proprie madri. Era Domenica e le fresche giornate d’inverno andavano scomparendo. Dopo circa 30 minuti dalla partenza, il treno si fermò per una piccola sosta. Salirono abbastanza persone da far aumentare il brusio che già prima rallegrava la situazione. Si accorse, causalmente, di un ragazzo: alto, occhiali da sole, cuffie e cappuccio. Lo trovò subito strano visto che ormai era quasi sera e il sole non c’era più. Non sentiva caldo con quel cappuccio? Iniziò ad interrogarsi e a fissarlo tanto che attirò la sua attenzione. Si tolse una cuffietta dalle orecchie e le chiese gentilmente se il posto di fronte al suo fosse occupato. Lei scosse la testa in segno di negazione e, sorridendole, si accomodò. Lo sconosciuto le rivolse un altro sorriso che fece arrossire Atena. Lei portò una mano a nascondere in parte il viso e la sua timidezza che, nonostante i suoi 24 anni, non accennava a scomparire. Lei era fatta così: bastava poco per farla gioire e intimidire e, per nascondere il rossore, era capace di dare la colpa al sole anche in una giornata di pioggia. Notò subito il ragazzo addormentarsi e per lei mancava ancora mezz’ora all’arrivo, si sentì apparentemente sola. E quando si sentiva così iniziava a scrivere. Prese un piccolo  foglio e decise di fare una cosa diversa dal solito: avrebbe lasciato un piccolo ricordo.
Portò la penna alle labbra e sorridendo iniziò a scrivere.
“A te, caro lettore o lettrice. Ti ringrazio di non aver strappato queste poche parole. Spero che per te sia una magnifica giornata e se non fosse così, continua a sorridere perché sono sicura che c’è chi vive in quel sorriso.
AT.”

Posò la penna soddisfatta e posò il foglietto sul tavolino, sicura che qualcuno lo avrebbe preso. 



   
Spero solo possa piacervi come piccolo inizio!
Alla prossima, Dania.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***





Prese il suo zaino e, sorridendo, scese dal vagone. Il vento le scompigliò i capelli, ma questo non le impedì di notare il sorriso a 32 denti dell’amica. Le corse incontrò ma Eliana la anticipò saltandole in braccio.
-Mi sei mancata.- disse stringendo di più le braccia intorno a lei.
-Tu di più.- si abbracciarono ancora per un po’ di tempo per poi andare verso la sua auto.
-Ti dispiace se prima ci fermiamo ad un bar? Ho una sete pazzesca!- disse l’amica. Lei acconsentì senza problemi visto che era anche un suo desiderio.
Quando presero posto al tavolo iniziarono a parlare di tutto: dalla sua gita delle medie all’incontro con il ragazzo del treno. Atena iniziò a domandarsi se quel biglietto avesse fatto il suo dovere, se quel ragazzo fosse sceso alla sua stessa fermata e se magari era nello stesso bar. Eliana ascoltava anche lei e quando sentì la storia del ragazzo iniziò a sgridarla dicendo che poteva chiedergli almeno il nome!
-Dai Eli, sarebbe stata davvero una pessima figura!-
-E a te cosa importava? Non lo avresti rivisto di sicuro.- Atena scosse la testa, immaginando la risposta dell’amica.
Il resto della serata passò abbastanza in fretta visto che parlavano tanto e sistemavano le cose di Atena.
Appena prima di andare a dormire giocarono a carte.
-Dimmi la verità Atena.. Tu non sai qui perché avevi bisogno sul serio di me. Da cosa sei scappata?-
-Ti ho mai detto che odio quando fai così?-
-Abbastanza volte direi. Su, forza, parla. -
-Va bene.. Sono scappata da lui.-
-Lui..lui?-
-Si.-
Quel “Lui” di cui Atena parlava era qualcuno da cui dover scappare. Soprattutto se ti maltrattava ogni volta che rientravi a casa.
-Quando lo denuncerai At?-
-Lo sai che non posso Eli. Sai cosa potrebbe farmi.-
-Basta At. Hai 24 anni. Ne hai tutto il diritto!-
-Resto per il bene di mia madre. Potrebbe prendersela con lei e non mi va.-
-Sei una sciocca!-
-Lasciamo stare. Mio padre, se posso ancora chiamarlo così, non si merita questa attenzione.- Eliana lasciò scorrere il discorso perché non voleva disturbarla oltre. 


Una piccola recensione?? Spero solo vi piaccia.<3
Dania.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***




 Uno strano suono la svegliò molto presto.
-Cosa sta succ..- non finì nemmeno di parlare che Eli era già sul suo letto che saltava allegra.
-Dimmi che non stai impazzendo! Perché se è così io levo le tende!- e buttò di nuovo la testa sul cuscino.
-Io sono sempre stata la normalità fatta persona, cara Atena.-
-Si, come quella volta che hai iniziato a cantare per strada una strana canzone!-
-Non era una strana canzone..-
-Illuminami!-
-Cretina, non sono una lampadina!! Alzati da quel letto perché.. Perché.. Perché la giornata è appena iniziata e ci sono molte cose da vedere!- Eli si alzò e corse in cucina.
-Oggi colazione da Starbucks!-
Atena rinunciò ad ogni forma di protesta anche perché sapeva di non avere alcuna possibilità di parola. Dopo alcuni istanti di esitazione si alzò e andò a vestirsi.
-Sei pronta?- urlò Eli dalla porta.
-Prontissima.-
-Santo cielo! Fammi un sorriso!-  Atena costrinse le sue labbra ad accennare un piccolo sorriso.
-Molto meglio!-
Si incamminarono a piedi verso la caffetteria. Entrarono e si accomodarono.
-Vado ad ordinare io.- disse Atena, almeno si sarebbe resa utile e avrebbe provato a non dormire sulla sedia.  Aspettò il suo turno, prese le ordinazioni, si voltò e fu come una doccia bollente.
-Oh.. Santo.. Cielo..- disse lei facendo cadere il bicchiere.
-Sono così dispiaciuta!- continuò mentre cercava dei fazzoletti nella borsa. Li tirò fuori e iniziò a pulire la maglia del ragazzo.
Lui le prese entrambe le mani tentando di fermarla.
-Hey, lascia stare non fa niente.- le sorrise.
-Mi sembra di averti già conosciuto..-
-Daniel.. – rispose lasciando subito le mani.
-Bene misterioso Daniel. Io sono Atena e questo..- prese un pezzo di carta, scrisse il suo numero sopra e glielo porse – è il mio numero.-
-Mh.. Vai subito al dunque a quanto pare!- Daniel accennò una breve risata scaturendo l’imbarazzo di Atena.
-N..Non.. è come.. pensi. Ti ho dato il mio numero perché tu potessi dirmi quanto ti devo per una maglietta nuova!- detto questo si voltò e corse fuori dal locale senza dare tempo al ragazzo di proferire parola. 






Chiedo perdono, lo so di essere mostruosamente in ritardo! Spero che questo capitoo aggiusti un po' le cose. 
Dania. <3 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***





Atena era seduta su una di quelle panchine in un parco vicino. “Vai subito al dunque” le parole di quel Daniel non accennavano a scomparire.
-Io volevo solo essere gentile..- disse mentre si portava le gambe al petto.
I bambini che correvano e giocavano a rincorrersi le facevano ricordare tanto la sua infanzia.
Anche lei era una piccola bambina a cui importava solo pettinare le bambole che il padre le regalava, non pensava certo di dover diventare ‘adulta’ tanto in fretta. Era una meravigliosa mattina di Ottobre e la piccola Atena guardava fuori dalla finestra che dava sul vialetto di pietra. Il padre era appena tornato da lavoro con un nuovo dono per la sua dea, come amava soprannominarla, le baciò la guancia e le sorrise. Quello fu il suo ultimo sorriso prima di scoprire l’inferno. La morte del padre naturale, la perdita di una figura predominante nella sua vita e la comparsa di un’ombra spaventosa e buia: Robert. Crescere non fu facile per lei soprattutto per i continui traumi e violenze che subiva: assisteva alle violenze sulla madre, le urla, le botte, lei che correva a nascondersi ma non serviva a molto visto che allo stesso modo veniva violentata lei. Per una bambina di soli 10 anni non era facile vivere e molte volte aveva tentato il suicidio.
Una mano le si posò sul braccio destandola dai suoi brutti ricordi.
-At, sono io. Stai tremando! Cosa ti succede?-
-N.. Niente Eli, va tutto bene.-
-No che non va bene tesoro. Raccontami.-
-Ho avuto dei flashback.-
-Di tuo padre.-
-Di entrambi.-
-Oh tesoro mio… Dovresti ricordare solo i momenti in cui sorridevi per davvero  e lo so che è difficile, ma almeno provaci.-  Atena sorrise perché non voleva rovinare una giornata così bella.
-Parliamo d’altro!- disse Eli mentre alludeva al ragazzo nel bar.
-Cioè? Di quel Daniel?-
-Si, di quel Daniel.-
-Non ho nulla da dire, bel ragazzo.-
-Bel ragazzo?! Solo questo sai dirmi?!- Atena alzò gli occhi al cielo.
-E cosa dovrei dirti?- le sorrise perché non aveva davvero nulla da aggiungere.
Iniziarono a girare un po’ per quella piccola cittadina parlando e fantasticando sul futuro.
-Sai che fra due settimane dovrò partire per Francoforte?- spiegò Atena.
-Si certo, per gli EMA giusto?-
-Si.. Mi hanno scelto come interprete!- Atena impiegò tutti i suoi 32 denti per fare un sorriso entusiasta.
-Mhh… Speriamo ci sia qualcuno di carino!-
-Che ne dici di controllare tu stessa?-
-Cosa.. COSA?- Eli alzò di un tono la sua voce facendo voltare ogni persona nel raggio di qualche metro.
-Stai calma! Te lo ripeto. Saresti disposta a partire con me?-
-Cioè.. Si.. SI!!- e le saltò subito al collo stringendola al punto di farle mancare il respiro.
-Ora mollami che se mi uccidi non ci arriviamo a Francoforte!- finirono per ridere di cuore e festeggiare per l’intera giornata. 


Lo so che non è quello che vi aspettavate, ma ci ho provato.
Dania. <3 

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