Duri Ricordi

di SimuC
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il risveglio ***
Capitolo 2: *** Hogwarts ***
Capitolo 3: *** Una visita poco gradita ***
Capitolo 4: *** Amore Assopito ***
Capitolo 5: *** Decisioni inconsapevolmente comuni ***
Capitolo 6: *** Un Quasi Bacio ***
Capitolo 7: *** La Verità ***
Capitolo 8: *** Tutto per proteggervi ***



Capitolo 1
*** Il risveglio ***


Il Risveglio


Una grande distesa verde si affacciava ai suoi occhi, scuri dall’interno, ma che anche da chiusi riuscivano a vedere un tale paradiso…
Sicuramente si trovava al centro del bel prato, non collocato in un posto preciso, solo nella sua mente, seduta lì con un abito mai visto, sul rosa chiaro, seduta a gambe incrociate intenta a fissare un tulipano giallo, l’unico in tutto il prato, l’unico fiore…Tentò di coglierlo, ma inutilmente, la sua mano lo sfiorava senza riuscire realmente ad afferrarlo, sembrava passargli in mezzo, senza tangerlo minimamente, e poi quel dolce vento le accarezzava i capelli senza scomporli, ma quale sogno o realtà le si parava davanti?
E poi una luce sommessa in quel prato già illuminato dal sole, una luce diversa, tenue, eppure distinguibile, leggermente tangibile, ed una voce, una voce lontana, lievemente percettibile, voce inudibile, unica nel grande silenzio eppure eco dello stesso.
Non capiva ciò che diceva, aveva un suono familiare, attenti, non la voce che parlava, ma il suono della parola, nonostante essa non capisse il suo significato.
Poi ad un tratto la voce è più vicina, sempre più, le sembra accanto, ma accanto a lei non vi è nulla tranne quel tulipano.
Chiude gli occhi stringendoli, e quando li riapre non c’è più il verde prato, non c’è più il tulipano, né la voce, solo sfocato…una vista sfocata che comincia a mettere a fuoco immagini non più viste da circa due anni e un suono familiare, ma non subito riconosciuto le giunge alle orecchie, forse il suono della pioggia.
Così si risveglia. Non un fiato nella sua testa, niente le dice dove si trova. Apre silenziosamente gli occhi guardando un soffitto. Bianco. Come la sua mente.
Qualche macchia beige disturba l’armonia di quel puro intonaco.
Ma la sua attenzione non è più lì. È attratta da quel rumore che come istintivamente la porta sulla finestra chiusa ma abbastanza grande. Bagnata.
Da goccioline di pioggia. La pioggia. Quanto tempo era che non ne udiva il suono o sentiva l’odore? Quell’odore si sparge per la stanza. Il tempo è buio e il cielo è illuminato solo da qualche lampo e tuono.
Lei guarda la stanza ora. È familiare. è sua. Si è sua. Dal bianco intonaco, al letto a baldacchino, alla grande libreria ricolma di volumi impolverati,a quell’armadio con la chiave penzoloni.
Lei si alza a sedere ma con grande sforzo. Non riesce a tirarsi su e si appoggia alla spalliera del letto. Il suo corpo è flebile e stanco. Come se non si muovesse da tempo, fiacco, incapace di ricordare come muovere muscoli e articolazioni. Poi ricordi veloci attraversano la sua mente. Pochi ma buoni.
Un campo. Un campo freddo. Buio, luci sommesse, bacchette. Miriadi di bacchette, da cui escono luci di ogni tipo. rosse, gialle, arancioni, bianche. Persone, tante persone, ragazzi, donne. Lei. Lei, diciottenne.
Sconvolta e stanca, disarmata. La guerra. La ricorda bene. Contro il signore oscuro. Ma lui non è presente nell’immagine. Su uno sfondo di urla, grida , incantesimi, c’è lei. Ma non è sola, ha di fronte un uomo incappucciato, difficile da identificare, ma Mangiamorte. Di certo. Una bacchetta in mano, la sua faccia terrorizzata e qualche tentativo di trovare la sua bacchetta. Niente da fare, non c’è.
Una luce scaturisce dalla bacchetta del mangiamorte. Verde. Una luce verde. Un avada kedavra.
è incapace di muoversi, chiude gli occhi in quel minuscolo istante di consapevolezza dell’imminente morte, ma non ottiene ciò che aspettava. Cade per terra, si. Ma priva di sensi, non morta. Qualcuno si è intromesso tra lei e quella bacchetta. Qualcuno coi capelli rossi pronto a sacrificarsi per lei. Lo riconosce nel ricordo. Ronald Weasley.
Si rià con una lacrima sul viso ancora in quel letto.
Si chiede se sono ricordi o sogni, INCUBI.
lo sguardo ancora vaquo e perso nel vuoto della mente, quando qualcuno apre la porta della camera con un vassoio e della boccette sopra. Lei guarda la figura che è appena entrata. Sua madre.
La donna, la fissa sconvolta e immobile. Un secondo di sguardi incrociati fa cadere di mano alla donna il vassoio e a Lei tutte le certezze.
Senza un fiato la donna si avvicina alla figlia e la stringe in un abbraccio caloroso. Lei ricambia senza capirne il vero motivo.
-…..Tu….sei sveglia…-la donna ha gli occhi lucidi.
Lei annuisce lentamente ancora sconvolta.
-..come ti senti?..-
-Bene… -
-Ricordi qualcosa cara?- chiede la donna speranzosa- Come ti chiami ad esempio?-
-Hermione Jane Granger-
Dirlo per lei era stato come ammetterlo e riconoscerlo a se stessa.
Se ricordava qualcosa? Lei ricordava eccome, solo aveva bisogno di tempo per realizzare e comprenderne le conseguenze.
-Cosa è successo?-chiese alla madre che si era accostata al letto con una sedia e le teneva la mano destra.
La donna fece un lungo sospiro prima di cominciare a parlare.
-Vedi Hermione, due anni fa c’è stata la guerra contro il signore Oscuro, e tu vi hai naturalmente partecipato, al fianco di Harry e Ron-
La pronuncia dei due nomi aveva risvegliato un certo sentimento…paura?
-Ora…di quella notte ricordo solo che la preside McGranitt mi portò da te al San Mungo, mi disse che eri stata colpita lievemente da un’anatema mortale, ma che non eri morta, né eri in coma. Eri SOLA. Sola in un mondo distante dal nostro. E che probabilmente non saresti più riuscita ad uscirne-terminò questa frase con le lacrime che ormai scorgavano silenziosamente.
Hermione ricordò il bel prato verde e il tulipano, si trattava forse di ciò di cui la madre stava parlando?
-Quanto tempo è passato?-chiese allora
-Due anni-disse la donna mantenendo il contatto con la realtà.
La ragazza rimase a bocca aperta,mentre una serie di ricordi le riaffioravano alla mente come pugnali.
flashback
-Non voglio che tu venga!- esclamò il bambino sopravissuto, mentre lampi di luce apparivano in lontananza.
-Tu non capisci! Non posso morire di paura per voi!Devo venire anche io!!- Hermione urlò piangendo.
-Hermione abbiamo perso Ginny, non possiamo perdere anche te lo capisci?-Harry Potter lasciò scorrere una lacrima amara sul suo viso al ricordo della dolce rossa.
-Harry ha ragione, Hermione, la preoccupazione per te ci metterà in pericolo,non devi venire con noi, ce la caveremo- Ronald era sbucato dall’altra mura ormai distrutta di Hogwarts e ora la guardava impassibile e scuro in volto.
-E va bene vi aspetterò qui…siate prudenti- una falsa rassegnazione negli occhi della riccia, che sia lei che Harry compresero come bugia.

FINE FLASHBACK
-Ron?- chiese Hermione in un sussurro quasi sperando che la madre non avesse sentito.
-è grazie a lui che sei qui…lui ha preso l’anatema per intero al posto tuo…ti ha salvato la vita in cambio della sua- disse la donna triste.
Hermione non si scompose. Semplicemente si distese nel letto e si rigirò su un fianco dando le spalle alla madre, prima di chiederle:
-Harry?-
-Ha sconfitto il signore oscuro tesoro…ma non ce l’ha fatta…-
Moltissimi aghi in quel momento parvero conficcarlesi nel cuore.
Hermione non chiese altro. Era troppo. Troppo doloroso.
Avrebbe voluto aver maggiori chiarimenti, ma per quelli ci sarebbe stato tempo. Avrebbe voluto ricordare meglio i suoi migliori amici, Ginny e la sua morte, il resto di Hogwarts, ma ora non importava. I sensi di colpa le stavano pesando sull’anima, se lei non avesse disubbidito ai suoi amici, probabilmente ora sarebbero stati vivi.
Senza accorgersene era calata in un silenzioso sonno, ed aveva passato una notte tormentata da incubi che non ricordava,ringraziando il cielo un raggio di sole la risvegliò:era arrivato il mattino a casa Granger.
Hermione si mise a sedere stropicciandosi gli occhi e sentendo il dolce cinguettio mattutino degli uccelli londinesi, quando fu sveglia completamente, tirò via il lenzuolo e cercò di scendere dal letto. Fortissimi crampi glielo impedirono.
Le sue gambe non toccavano terra da due anni, e perciò non ricordavano come si cammnasse. Incurante del dolore che si stava procurando, cadde dal letto rovinosamente sul freddo pavimento. Subito in camera entrò sua madre che la risollevò e la pose su una sedia rotelle, rassicurandola che fosse solo momentanea, finchè non avesse riavuto il completo utilizzo delle gambe. Dopodiché la donna uscì per prepararle la colazione mentre lei si conduceva con la sedia sino allo specchio di fronte.
Ciò che vide la spaventò. Non era più una ragazzina. No. Era una donna. Vera e propria. Aveva un fisico più slanciato e vissuto, il viso era cambiato, era più grande e i capelli erano diventati setosi boccoli castani domati.
Sorpresa ancora, poi si condusse sino in cucina, e qui mangiò il pane e marmellata che la madre le aveva fatto prima di prepararsi per andare al lavoro. Non mangiava cibi solidi da due anni…le sembrò celestiale addentare qualcosa.
Quando la madre uscì di casa, Hermione tornò in camera decisa a camminare di nuovo.
Reggendosi al mobiletto vicino il letto si sollevò, ma poco dopo le gambe tremanti cedettero lasciandola ricadere sulla sedia. Ma lei non si diede per vinta.
Si rialzò e rimase immobile, dopodiché tentò di muovere il primo passo con fatica.
Circa due ore dopo camminava abbastanza bene. Si era riabituata. Decise di farsi una doccia. Si lavò e vestì semplicemente, anche se non trovò molto poiché in due anni la sua taglia era cambiata. Indossò un paio di jeans e una maglia rossa, con un paio di scarpe da tennis essendo in settembre le sembrò l’abbigliamento più adatto.
Raccolse i dolci boccoli in una coda alta. In camera cercò vanamente la sua bacchetta, ma ricordò di non averla più vista se non prima della battaglia e che quindi era improbabile che la ritrovasse. Si preparò ad uscire di casa, non sapeva come avrebbe fatto a raggiungerla, ma la sua meta era chiara. Sapeva dove dirigersi. La sua destinazione quella mattina sarebbe stata senz’altro HOGWARTS.

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Capitolo 2
*** Hogwarts ***


Hogwarts


Hermione Granger camminava spedita per le strade londinesi, assaporandone la freschezza che prevedeva l’inizio della stagione invernale. Come guidata dall’abitudine entrò nel famoso pub che conduceva all’altra Londra. Quella viva. Quella magica.
Non ricordava quale mattone fosse quello da smuovere per abbandonare quel mondo babbano, così ne tastò alcuni a caso, evidentemente toccò quello esatto perché tutti si mossero lasciando aperta una via. Ciò che vide le riportò alla mente quei bei giorni con i suoi amici in attesa dell’inizio della scuola. Ragazzini ovunque, negozi affollatissimi, gufi volanti, genitori che cercavano i figli e questi erano raggruppati per guardare l’ultimo modello di scopa arrivato in città. Tutto traspirava aria di Hogwarts. Tutto era Hogwarts. Hermione sorrise a quei dolci ricordi. Un paio di ragazzi le si avvicinarono per chiederle informazioni su King’s Cross. Dopo averli giustamente indirizzati si avviò anche lei verso la stazione. Assurdo per lei non potersi smaterializzare, ma non poteva proprio senza neanche la presenza della bacchetta.
Raggiunta poco dopo la stazione si diresse al binario 9 e ¾, inspiegabilmente non riuscì a passarvi. Era una babbana. O così era considerata dal binario per Hogwarts. Era in 1 settembre quel giorno, non l’avrebbe dimenticato, era il primo giorno in cui si sentì davvero estranea alla magia, più di quanto non fosse riuscita a farla sentire Malfoy e la sua combriccola in sette anni di scuola. Diversi ragazzi passavano inosservati tra il binario 9 e 10.
Lei ne fermò una un po’ paffutella, che aveva un carrello pieno di gufi e rane e libri.
-Scusami…come ti chiami?-chiese accostandosi alla ragazzina che poteva avere all’incirca 12 anni.
-Jessica Zabini- disse fiera.
-Zabini? Parente di Blaise Zabini?- Hermione senz’altro ricordava quel ragazzo traviato dalla mente contorta del furetto.
-Si, sono sua sorella minore, ma lei come lo conosce?-
-Andavamo a scuola assieme…però l’ho perso di vista…come sta?-
-Bene, ora lavora al Ministero della Magia, come ricercatore degli usi babbani-
Ad Hermione scappò una risatina seguita subito da un imbarazzante- Zabini??-
-Si, ora mi scusi rischio di perdere il treno…-disse infastidita la creatura.
-Oh si certo scusami, volevo chiederti però prima, tu senz’altro riusciresti a passare comunque, ma io devo raggiungere Hogwarts e non ho la bacchetta, quindi sono praticamente babbana per il binario…mi chiedevo se potessi prestarmi la tua solo il tempo di passare- si rese conto di esssersi prolungata troppo sull’argomento “ fratello”, ma fu proprio grazie a questa conoscenza che la ragazzina acconsentì.
Hermione passò con la bacchetta in mano attraverso il binario senza problemi. Davanti a lei l’espresso era più bello che mai. Fumava ed era probabilmente in procinto di partire. Folla. Assurda folla lì intorno. Genitori che salutavano figli, ragazzi che salivano caricavano bagagli e si affacciavano dai finestrini. Che gioia. Intanto Jessica Zabini era lì davanti a lei e richiedeva indietro la sua bacchetta di corno. Hermione gliela porse accompagnandola con un “Grazie”, la ragazzina scomparve poco dopo. La riccia prese il biglietto parlando al conducente del motivo della visita ad Hogwarts e salì sul treno, cercando un vagone vuoto. Nella confusione riuscì a trovarne uno occupato da soli due ragazzi, una ragazza e un ragazzo sui 16 anni.
-Scusate ragazzi, posso? Gli altri sono tutti occupati…-chiese entrando nello scompartimento.
-Oh si certo, prego – rispose la ragazza, spostandosi e facendo posto.
-Piacere Hermione Granger- tese la mano ad entrambi.
-Marie Glaswon-
-Jason Rubble…aspetta…ma io ti conosco, tu sei quella Hermione Granger! L’amica di Potter, giusto?-
-Si…come fai a saperlo?-
-Bè ero al secondo anno di corvonero mentre ci fu la battaglia…vi conosco…conoscevo…- Ad Hermione non pareva affatto familiare. In effetti per lei nulla lo era. Nulla. Dopo un lieve sorriso, si apprestò a guardare dal finestrino, facendo intendere che non voleva continuare la conversazione. Quel giorno avrebbe già sentito molto dalla McGranitt.
Si era inspiegabilmente addormentata. Quando riaprì gli occhi era ad Hogwarts.
Scese dal treno aspettandosi di incontrare Hagrid, il guardacaccia, ma non fu così. I thestral accompagnavano gli studenti al castello. Di Hagrid nessuna traccia. Sperò che non fosse morto anche lui.
Nessuno di quegli studenti le sembrò già incontrato o conosciuto, eppure sicuramente la metà di loro frequentava già la scuola mentre c’era lei. Ma vuoto. Il nulla. Addirittura sperava che neanche loro riconoscessero lei, ricordare era troppo doloroso.
Hogwarts non le sembrò mai più bella. Era stata ricostruita ancora meglio. Oddio non che fosse andata distrutta, solo alcune mura erano crollate ricordava.
Tutti gli studenti si diressero in sala grande per lo smistamento e il banchetto. Ma lei no. Lei doveva salire ove sapeva era collocato l’ufficio della preside. La nuova preside.
Silenziosa e attenta a non farsi vedere da Gazza che sicuramente l’avrebbe spedita fuori dal castello per il puro gusto di farlo, si pose davanti al gargoyle. Che stupida a pensare di poter entrare. Senza parola d’ordine.
Per sua fortuna, un paio di ragazzini si era messo nei guai già prima di entrare nel castello ed ora stavano proprio scendendo dall’ufficio della preside, così colta l’occasione essa vi salì e si lasciò condurre fin sopra la porta dove non compariva più la scritta: -Albus Silente- ma - Preside McGranitt-
Hermione guardò la scritta con rammarico. Dopo di che busso lentamente.
La porta si aprì accompagnata dalla voce della donna, familiare quanto quella di una madre.
-Oh che altro c’è ancora? Dovrei essere in sala grande da un pezzo e lei signor Gazza continua a mandarmi ragazzini!-replicò la donna con il viso chino su un pezzo di carta.
Hermione entrò nella stanza. Era tutto uguale a prima. Probabilmente la preside non aveva voluto cambiare nulla. In memoria di Silente. Persino lei non era cambiata. Forse più anziana, ma sempre autoritaria e rassicurante. Sulle mensole di diverso non c’era il cappello parlante, in sala grande probabilmente per lo smistamento, e l’appoggio per Fanny era vuoto. La fenice doveva mancare da parecchio.
La McGranitt alzò lo sguardo sulla figura immobile di Hermione. Si tolse gli occhiali e subito corse ad abbracciarla.
-Signorina Granger…-mormorò la donna in preda alle lacrime.
-Oh! Non sa quanto ho pregato affinchè lei si risvegliasse! È un miracolo! Ma quando è successo? Si sieda dirò al professor Vitious di occuparsi lui degli studenti! –disse eccitata mentre si siedeva e invitava Hermione a fare lo stesso
. Questa si sedette di fronte a lei.
-è una gioia essermi risvegliata…ma non ricordo molto…i ricordi affiorano alla mente a poco a poco e incompleti. Vorrei saperne di più, ma ricordo solo la notte in cui sono morti Harry e Ron-
-Capisco…è normale…le cose qui non sono molto cambiate da quella notte. Hogwarts ha preso lutto per circa un anno, dopo di chè abbiamo riaperto-
-Vol…Voldemort…è morto?-
-Si, Hermione, e dobbiamo essere grati ad Harry… moltissimo…ed anche a lei e al signor Weasley, a tutti coloro che hanno perso la vita-disse tristemente la donna. -io…non ricordo…chi altro morì quella notte?-
-alcuni mangia morte…tra cui Lucius Malfoy, Nott, della scuola, il signor Potter, Weasley, Ginevra Weasley e Lupin-
-e Hagrid? Ho notato che non è qui a scuola…-
-Si, bè, Hagrid ha deciso di cambiare aria ed è partito a fare visita alla preside di beabatons, circa sei mesi fa-
-Oh…professoressa…dove sono sepolti..Harry, Ron…?-
-Sono vicino il campo di Quidditch , immagino vorrà andarci-
-Si…desidero vederli…e per quanto riguarda Piton, Malfoy e gli altri?-
-del professor Piton nessuna traccia. Il signor Malfoy se lei ricorda fu assolto dalle accuse di tentato omicidio del professor Silente e partecipò alla battaglia quella notte in nostro favore, dopo la morte del padre è entrato a far parte degli auror e tuttora presta importanti servizi alla scuola-
-Assurdo…Malfoy che diventa auror…da lui potrò sapere qualcosa riguardo gli altri mangia morte e su cosa successe quella notte?-
-Perché non è già stata da lui? Non…ricorda?-chiese timorosa la donna.
-Ehm no…cosa dovrei ricordare...?-
-Nulla…non si preoccupi.si comunque farà bene a dirigersi da lui….ora dovrei scendere per fare il consueto discorso, ma se vuole lei può restare ad Hogwarts tutto il tempo che vuole…-
-No, desidero solo vistare i miei amici, dopo tornerò a casa, grazie professoressa-disse hermione alzandosi e passando accanto al giaciglio della fenice, privo anche di cenere.
-Professoressa, Fanny è sparita ancora?-
-A dire il vero mia cara, è morta quella notte, quando è morto il signor Potter, e da allora non è più resuscitata…arrivederci Hermione.-rispose tristemente.
Hermione non si finse turbata e uscì dall’ufficio. Passò accanto i dormitori e i corridoi, salutò la signora grassa e uscì dal portone principale. La pioggia era fissa nel cielo, nonostante fosse appena mezzogiorno questo era più scuro della notte.
Un ricordo la colpì in qeul’istante, mentre si accasciava al suolo.
RICORDO
Harry, Harry dov’è Ginny??-urlò Ron sotto la pioggia, mentre Harry schiantava un mangia morte.
-Non lo so Ron!!! Sarà uscita di nascosto!le avevo detto di non avvicinarsi alla battaglia!!-
Ron fu preso dalla disperazione. Intanto Hermione distante dalle luci tenava stretta tra le braccia Ginny Weasley. Morta.
Le lacrime e la pioggia erano indistinguibili. Un Avada Kedavra. Questo aveva ucciso la ragazza ed Hermione dentro.
FINE RICORDO

Hermione si riebbe ancora seduta sulla fresca erba bagnata.
Le era tutto sembrato reale. Terribilmente reale. Come se fosse successo in quel momento. Era stata lei la prima a trovare il corpo dell’amica e a stringerla per l’ultima volta. Alzò lo sguardo. Tre lapidi si affacciavano ai suoi occhi.
HARRY JAMES POTTER, RONALD BILLIUS WEASLEY, GINEVRA MOLLY WEASLEY.
Solo nomi.
Solo eroi.
Nè date, nè dediche. Solo lo stemma di Hogwarts su tutte e tre. Perché loro avevano salvato Hogwarts. Chi più ch meno tutti erano stati fondamentali.
Una scritta si notava sulla cima delle tre lapidi:
AI GRANDI DI HOGWARTS, GRAZIE”
E lì proprio dinnanzi alle lapidi, un tulipano giallo.
Hermione non volle coglierlo, l’aveva visto in sogno, in quel suo mondo e non poteva prenderlo. Le era impossibile. In lontananza scorse anche la lapide di Silente, visitata e conosciuta svariate volte. Nessuna traccia di quella di Lupin…forse era a casa di Tonks. Hermione era in preda alle lacrime e non si badava più della pioggia che l’aveva infradiciata completamente.
Si alzò lentamente e si ridiresse verso il castello. Doveva chiedere a Gazza di un espresso per Londra. Doveva tornare a casa.

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Capitolo 3
*** Una visita poco gradita ***


Una visita poco gradita


E così Hermione Granger lasciò la scuola di magia e stregoneria di hogwarts triste ma con quelche verità in più. Era passata circa un settimana da quando c’era stata e aveva visittato le tombe dei suoi migliori amici, ed ora la riccia si era chiusa nel suo piccolo mondo, cercando di elaborare il lutto. Che cosa avrebbe dovuto fare ora? Andare al ministero? Voleva parlare con Arthur Weasley e visitare la tana, ma prima doveva incontrare il neo-Auror Draco Malfoy.
Queste riflessioni attraversavano la sua mente mentre si lasciava cullare dalla calda acqua della doccia della sua camera.
Era l’otto settembre, una domenica, quindi per rintracciare Malfoy non sarebbe stato necessario risalire all’addestramento Auror e in seguito al Ministero.
Alle 18 del pomeriggio era pronta per uscire. Aveva indossato dei jeans scuri e una maglia a maniche corte rossa. Legò i ricci in una coda alta e avvertì sua madre della sua uscita. Sapeva dove l’avrebbe trovato: MALFOY MANOR.
Quel posto era scuro quanto l’inverno. Buio. Spettrale. Maestoso e…bellissimo.
Un grande possedimento, con un territorio enorme. Il cancello era chiuso ed Hermione, che aveva preso la macchina di sua madre, dovette lasciarla fuori.
Un vento pericoloso aleggiava sul covo che per anni doveva aver ospitato decine di riunioni di Mangiamorte e doveva essere stato spettatore delle follie e violenze di Lucius Malfoy. Ad Hermione venne incontro un povero elfo.
-Desidera?-chiese facendo un irriverente inchino
-Sono Hermione Granger- Draco Malfoy è in casa?-
-Padrone sta riposando, ma entri, Lucky chiama Padrone-
-Grazie…Lucky…-
E così l’elfo le fece posto e le permise di entrare per la prima volta nel più grande maniero che avesse mai visto. Era tutto molto bruno. Oscuro sino all’inverosimile, ma fantastico. L’elfo scomparve nelle cucine mandandone poi un altro che salì la grande scalinata probabilmente alla ricerca della camera di Malfoy.
Hermione si chiese se oltre agli insulti che l’uomo le avrebbe rivolto avrebbe dovuto sopportare anche quelli della donna che lo aveva messo al mondo, Narcissa Malfoy.
La riccia era lì immobile nell’ingresso a fissare i quadri, la mobilia quando un rumore la distrasse. Era il grido che aveva sentito nei suoi sogni, più che un grido era un pianto
La donna seguì il pianto finchè non salì le scale e si ritrovò dinnanzi ad una porta socchiusa, da cui era sicura provenisse il rumore.
La aprì lentamente. Sapeva che se Malfoy l’avesse beccata a curiosare non avrebbe avuto molte chance di continuare a vivere ma non le importava in quel momento. La stanza era buia così Hermione accese la luce.
Vi trovò la cosa più inimmaginabile che potesse trovarvi.
In una camera semplice e poco arredata, c’era nel mezzo un lettino e dentro, un esserino che si affacciava in piedi dal bordo del box. Una bambina.
Aveva una tutina color rosa e il cuccio tra le labbra, nonostante questo continuava a piangere silenziosamente con le lacrime agli occhi.
Aveva i capelli corti ed era bionda con due occhioni celesti.
Hermione gli si avvicinò e la sollevò dal lettino, prendendola tra le braccia. La bimba parve calmarsi.
-Shh…buona piccolina…-sussurrava cullandola- Cos’è l’elfo ti ha svegliata? Tranquilla, tutto bene..-la rassicurò.
-Cosa ci fai qui?-una voce la risvegliò dalla quiete. Quella voce. Draco malfoy era dietro di lei e la osservava duro.
-Oh, scusami Malfoy, l’ho sentita piangere e sono entrata-si scusò rimettendo la bambina nella sua culla.
-Non credevo che ti saresti risvegliata Granger-disse tranquillamente.
-Non credevi o ci speravi?-
-Un po’ entrambi…-la riccia non parve sorpresa e seguendo il biondo uscì dalla camera chiudendosela alle spalle.
-Come si chiama?-
-Claire…-
-è molto graziosa…quanti anni ha?-
-due …vieni scendiamo in salotto così potrai informarmi del motivo di questa sgradevole visita.
Hermione girò gli occhi, certe cose non cambiavano mai, c’è Malfoy poteva essere cambiato anche esteriormente, e infatti era più uomo, più bello, più serio, ma caratterialmente era sempre il solito bastardo.Mentre scendevano le scale Hermione si guadava attorno.
-Tranquilla Granger, mia madre è a Parigi per un po’-rispose il biondo continuando a guardare avanti. Hermione si sentì più sollevata.
Si sedettero in salotto e poco dopo Malfoy apostrofò un elfo perché gli portassero da bere. -allora Granger…dimmi cosa vuoi e facciamola finita…-
-Bè Malfoy…mi sono risvegliata una settimana fa e non ricordo molto…-
-non ricordi? Oh ecco perché sei qui…perché altrimenti te ne saresti tenuta alla larga…-
-sinceramente non ci tengo comunque…-
-Granger sei qui perché vuoi sapere qualcosa oppure solo offendere?-
-No…hai ragione…chi è la bambina?-
-Mia figlia-
-Ah…non sapevo fossi sposato…-
-infatti non lo sono…-
-Capisco…Pansy ti ha mollato?-
-Non credo siano affari tuoi…e comunque Pansy è sposata con Blaise…-
-E allora di chi è la bambina?-
-Granger non sono affari che ti riguardano..ok?-
-ok…e tu come mai sei diventato Auror?-
-Caspita Granger non ricordi proprio nulla allora…-
-No infatti…potresti dirmelo..-
-Bè diciamo che ho deciso di mettermi dalla parte dei buoni, specie quando il caro Lucius è morto…-
-Pensavo saresti diventato un Mangiamorte…-
-Mezzosangue…non..-ma si interruppe, Hermione si prese le tempie e si accasciò sulla poltrona…un ricordo si stava facendo spazio nella sua mente.
-Mezzosangue…potremmo evitare tutto ciò?- un Draco Malfoy più giovane era seduto alla sua scrivania, mentre un’Hermione diciottenne si muoveva da una parte all’altra della stanza irrequieta.
-Tu non capisci! Questo è un problema serio! Ma perché sei il solito bambino?-chiese infuriata.
-Guarda, Granger, che ho fatto tutto per te, non mandiamo a puttane le cose-rispose calmo mentre si fumava una sigaretta.
-Al diavolo! È una cosa più grande di noi…!-sbottò la riccia sedendosi al letto. Solo ora si notavano le lenzuola verde-argento. Era la camera del serpe verde.
-Senti, Hermione, ce la caveremo…d’accordo?-disse il biondo avvicinandosi al letto e abbracciandola.
-D’accordo…mi fido…-rispose la riccia prima di sorridergli.
Hermione si riprese con la bocca aperta…lei che si fidava di Malfoy? Che era in camera sua? Ma che diavolo stava succedendo?
-Granger stai bene?-chiese Malfoy con la sigaretta in bocca.
-Si…ehm…Malfoy…ho avuto un ricordo…-
-Che ricordo?-
-Di due anni fa…. Discutevamo di qualcosa ma non sono riuscita a capirlo….ma che ci facevo in camera tua???-
-è semplice Granger…eri la mia fidanzata…-disse con tranquillità.
Ringrazio chi recensisce, ma vorrei sapere se la storia piace o è inutile portarla avanti fatemi sapere please! baci

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Capitolo 4
*** Amore Assopito ***


*piccolo chiarimento, mi scuso con tutti coloro che abbiano pensato che Harry Potter potesse resuscitare o roba simile, aggiungerlo tra i personaggi è stato un errore, quindi Harry non fa parte della fan fic. scusate.
Amore Assopito


Hermione rimase turbata e a bocca aperta per qualche secondo…dopo di chè attaccò con una risata isterica e fuori luogo.
-Furetto hai bevuto??-
-No, Granger, sono perfettamente lucido…ed ho una memoria più costante di te sicuramente-concluse il ragazzo molto tranquillamente.
-Oh andiamo Malfoy, secondo te davvero dovrei bermela? Insomma tu? Tu che disprezzi me e tutta la mia “razza” che ti metti con me? Ma la cosa più assurda sono io, io ti detesto!-
-Si cambia Granger-
-Ascolta Malfoy, non so cosa tu ci tragga da questa sceneggiata, a parte il tuo divertimento personale, ma non ho intenzione di perdere tempo, dimmi solo ciò che voglio sapere…-
-E sarebbe?-
-Gli altri mangia morte… che fine hanno fatto?e voglio sapere chi ha ucciso Ron…-
-Scusa Granger ma non mi è chiaro…c’è tu preferisci sapere informazioni su luridi mangia morte di cui non dovrebbe interessarti nulla e della morte di lenticchia ormai irrimediabile, piuttosto di più di due anni di vita che non ricordi??-
-Illuminami…e sii sincero…-
-Sono sincero Mezzosangue…-Lo dicono anche i tuoi ricordi o sbaglio?-
Hermione si morse la lingua, aveva tremendamente ragione.
-Ebbene…io e te stavamo insieme…ma come sarebbe successo?- Chiese titubante.
-Mmm…vediamo…ti sei innamorata di me…del mio gran fascino…-ghignò il bastardo
-D’accordo Malfoy sto per alzarmi di qui e andarmene…-
-Ok…non lo so com’è successo Granger…-è successo.. basta…circa dall’inizio dell’ultimo anno..avevamo diciotto anni a malapena…-
-Ma come ho potuto? Sicura che fossi in me?-
-Oh sicurissimo…-fece con aria maliziosa.
-Non voglio sapere altre sconcertanti rivelazioni…-
-Puoi immaginarle…-fece il biondo guardandola maliziosamente.
Hermione distolse lo sguardo.
-Oh andiamo Granger…devo ammettere che il sesso tra noi era fantastico…-intanto Draco si alzò e avvicinò alla poltrona della riccia. Sempre da in piedi calò sul suo collo ed Hermione cercò di scostarsi impaurita ma il serpe verde glielo impedì.
-Mi sei mancata Hermione…-sussurrò sul suo collo mentre lasciava dei baci lascivi.
La ragazza si sentì stordita ma poco dopo riprese il lume della ragione e si alzò scostandolo.
-No, tutto questo è assurdo…non sono venuta qui per questo, e visto che non sei in grado di dirmi ciò che voglio sapere, me ne vado. Ora.-disse risoluta attanagliando la maniglia.
-è di Daphne…-disse mentre Herm stava uscendo.
-Chi?-
-La bambina-il bastardo sapeva che avrebbe richiamato la sua attenzione.
-Oh…e lei dov’è?-
-Non lo so…è sparita un anno fa…-
Hermione tornò a sedersi.
-E la cresci tutto da solo?-
-Sono abituato a cavarmela da solo Granger..-
Un ricordo prese possesso della mente della riccia costringendola a piegarsi dal dolore.

Un’Hermione diciottenne prendeva le sue cose dalla valigia e una grande borsa e stava per lasciare Hogwarts, prima della battaglia finale.
Draco Malfoy era davanti a lei impassibile. Lei con il viso coperto di lacrime.
-Non sarebbe dovuto succedere…-disse il serpeverde
-è questo il tuo problema, la paura…quando le cose si fanno serie tu scappi…perché? Hai paura di essere innamorato di me?L’amore non ti ucciderà Malfoy…-
-Granger lo vuoi capire o no che qui sta per scoppiare la guerra?Te ne devi andare…ve ne dovete andare…non posso permettere che vi succeda qualcosa…-
-è per questo che mi stai lasciando? Per proteggermi?Vuoi davvero restare solo in questo schifo?- -Sono abituato a cavarmela da solo Granger…-
Hermione raccolse le sue cose e uscì dalla sala comune dei serpe verde.

-Un altro ricordo eh?-chiese Malfoy ,mentre si accendeva l’ennesima sigaretta.
-Si…Tu! Tu mi hai lasciata!!!-disse calma ma puntandogli contro il dito.
-Mpf…sapevo che l’avresti ricordata come prima cosa…si…ti ho lasciata poco prima della guerra…forse non avevi capito che ero un traditore del signore oscuro e che eri in pericolo..-
-Si ho sentito la conversazione, grazie! Ma come hai potuto? Mi so difendere sai!-
-Oh andiamo Granger…sono vecchie faccende…-sminuì.
-Te la posso fare una domanda?-chiese dopo un po’ la riccia.
-Dimmi…-
-Eri davvero innamorato di me Malfoy?-
-Si Granger …lo ero…-disse lui tranquillo.
Ad hermione si alzò un sopracciglio.
-Ed io? Ero innamorata di te?-chiese mantenendo lo sguardo sul pavimento.
-Malfoy fece un ultimo tiro alla sua sigaretta per poi spegnerla nel posacenere.
-Si, Hermione-
La riccia alzò lo sguardo riuscendo a carpire una qualche emozione nella voce del biondo, che svanì quando quello riaprì bocca.
-Posso fartela io una domanda ora?-
Herm annuì.
-Perché sei venuta qui?-
-Te l’ho detto Malfoy…cercavo informazioni…-
-Andiamo Granger basta con le cazzate, tu sai che sono un Auror, non avrei mai saputo dirti dove sono i mangia morte sopravvissuti o chi ha ucciso Ronald Weasley…perché dunque sei venuta qui?-la fissava imperterrito.
-Non lo so…Sei la prima persona che mi è venuta in mente quando sono arrivata ad hogwarts…- -Quindi ti ricordavi di me? Di noi..?-
-No…la mia mente sicuramente non ricordava nulla…ma…forse il mio cuore si…-disse titubante. -Può essere Granger…in fondo io e te condividiamo più di quanto tu possa pensare…-
Hermione rimase perplessa e con lo sguardo fisso su di lui, ad un tratto però nella stanza entrò un elfo interrompendo la tensione venutasi a creare.
-Padrone pronta cena-disse inchinandosi.
Hermione si alzò dalla poltrona dirigendosi alla porta, Malfoy l’accompagnò.
-Se vuoi puoi restare…-disse il biondo in tono…amichevole.
-No, grazie, si è fatto tardi devo tornare a casa, grazie per le informazioni Malfoy…-detto ciò chiuse la porta alle sue spalle ma il ragazzo la trattenne.
-Granger…ricorda una cosa...: ciò che faccio, lo faccio per proteggerti-sibilò.
-Non ho bisogno di protezione…Malfoy…-così la ragazza uscì da Malfoy Manor, rimase qualche secondo a fissare la tenuta mentre la pioggia la avvolgeva.
Intanto Draco Malfoy entrava nella stanza della piccola Claire, mentre quella dormiva con ancora il ciuccio in bocca. Il biondo nell’oscurità della camera aprì un cassetto della scrivania per assicurarsi che tutto fosse al suo posto. Una bacchetta sottile in mogano si rivelava, mentre Malfoy serio richiudeva il cassetto. Era tutto al suo posto. La bacchetta di Hermione Granger era al suo posto.

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Capitolo 5
*** Decisioni inconsapevolmente comuni ***


Decisioni inconsapevolmente comuni

Era trascorsa un settimana da quando Hermione Granger si era recata a Malfoy Manor ed aveva avuto luogo quella strana conversazione col biondino. Ora la riccia era nel giardino della sua casa a Londra, in un pigiama celestino a maniche lunghe seduta sulla grande altalena. Con le gambe incrociate e un grande scatolone sulle gambe, sorseggiava una tazza di caffè e tirava fuori vecchi ricordi, sperando magari che qualcos’altro le tornasse in mente. Il clima a Londra di quei giorni era piuttosto freddo nonostante si fosse ancora a settembre. Il giardino non era mai stato così florido, allegro e calmo.
La ragazza tirò fuori la prima foto. La sua nascita, e poi ancora una foto di quando aveva 11 anni prima di attraversare il binario 9 ¾ , dopo c’erano solo foto magiche, ovvero che si muovevano. Tutte con loro. tutte. Lei, Ron,Harry e Ginny che continuavano a sorridere a quell’obiettivo e che ridevano muovendosi. Molte ritraevano lei e Ron. Non ricordava se con quest’ultimo ci avesse avuto mai una relazione ma non aveva importanza, lei lo amava comunque, gli era infinitamente grata, le aveva salvato la vita. In altre foto c’era Harry che le scompigliava i capelli e lei gli tirava palle di neve in cambio, altre solo di lei e Ginny. Quelle foto erano pugnalate al cuore. Dolori infiniti per lei. Quanto gli mancavano! Quei giorni felici. Pianse ancora al ricordo di alcune sere a parlare dei loro futuri. Harry voleva diventare un famoso Auror dopo aver ucciso Voldemort, Ron l’avrebbe seguito probabilemente e ogni volta prendevano in giro lei perché non sapeva ancora cosa fare era indecisa sull’essere un Auror o no. Ginny le parlava spesso del fatto che qualsiasi cosa avrebbe fatto avrebbe voluto rimanere vicina ad Harry che amava. Ad Hermione calò una lacrima. Ora erano insieme. Tutti insieme, tranne lei. Perché?? Alla fine rimanere ove non c’erano più i suoi fratelli non aveva senso. Pensò ai loro futuri, oddio..loro non avrebbero mai potuto vivere il loro futuro, realizzare i loro sogni.
Hermione presa da una crisi di pianto chiuse la scatola e la riportò dentro. Aveva capito cosa doveva fare: doveva passare del tempo a Hogwarts, di sicuro le avrebbe fatto bene, e avrebbe ricordato qualcos’altro. Entrata in camera sua si sedette sul comodo letto e prese della carta da scrivere dallo scrittoio. Dopo poche righe, prese il suo gufo e gli arrotolò la lettera alla zampa, aprì la finestra e dei caldi raggi di sole accolsero l’animale che volava ad avvertire la professoressa McGranitt che Hermione Granger aveva deciso di accettare la sua offerta. Trascorrere del tempo ad Hogwarts.


Intanto a Malfoy Manor un alto uomo distinto faceva colazione in giacca e cravatta già, al lungo tavolo vuoto.Vuoto perché nessuno era con lui. La bambina stava per lo più in camera sua e comunque non si nutriva di certo di portate. Quindi lui era solo. Finì la sua colazione di uova, bacon e pane tostato, salì in camera a dare un bacio a sua figlia, dopodi chè uscì dal Manor.
La giornata era favolosa. Un po’ freddina, ma molto molto sole. Persino il maniero sembrava meno oscuro, poteva quasi passare per una villetta di Londra. Quasi.
Un elfo lo richiamò dall’uscio della porta, lui esclamando un “che c’è ancora?” si voltò verso il povero essere.
-Padrone, scusi è arrivata per gufo. Molto urgente-disse quello inchinandosi e porgendogli una lettera chiusa e con il marchio di Hogwarts. Quello poi sparì alla velocità della luce.
Draco aprì la busta annoiato. Veniva da hogwarts.

Caro signor Malfoy, mi scuso per il poco preavviso, ma purtroppo abbiamo tempi stretti, quindi volevo informarla che il ministero ha accolto la nostra proposta di farla entrare nel corpo insegnanti della scuola di Hogwarts. Naturalemente insegnerà la nuova materia introdotta, ovvero “introduzione al lavoro da Auror” a partire dal quinto anno in poi. Attendo una sua risposta il prima possibile, sperando in una conferma. Grazie e a presto,

Minerva McGranitt


Draco Malfoy richiuse la lettera quasi sorridendo e chiamò ancora l’elfo.
-Preparami tutto, al mio ritorno voglio trovare le valigie pronte, andrò ad hogwarts-disse impassibile.
Subito l’elfo corse per le scale.Sul volto del biondo si dipinse un’espressione soddisfatta, mentre un altro elfo volava per la scuola di magia, portando una piacevole risposta positiva.

Molly Weasley non riusciva più a togliere le sue braccia dal collo di Hermione Granger, quasi soffocandola nell’abbraccio. Il signor Weasley provvide a questo grazie al cielo, liberandola.
Hermione si guardò in torno…erano anni che non vedeva la Tana al numero 12 di Grimmald Place. Non era cambiata molto, i mobili erano sempre gli stessi, tirati a lucido dalla signora Weasley, i quadri sempre i soliti, infatti lei era stata piacevolmente accolta dalla nonna Black e dai suoi “gentili” insulti. La casa in sostanza sembrava vuota. Dei figli dei Weasley, quelli rimanenti s’intende, non vi era traccia, uno in Romania, uno al ministero e gli altri chissà dove.
La signora Weasley sembrava provata. Grosse lacrime, non si capiva se di gioia o meno le rigavano il volto. Era dimagrita di parecchio, sembrava molto sconvolta a rivederla. Il signor Weasley era invecchiato abbastanza negli anni, ancora con la cravatta a farfallino le sorrideva timidamente.
-Oh cielo cara, mi sembra quasi impossibile che tu sia sveglia..non sai quanto ho pregato che accadesse!- sospirò Molly trascinandola verso il salotto.
-Si…anche io sono molto contenta di essere qui..-disse titubante. La situazione era alquanto imbarazzante.lei viva, i figli morti. Uno di loro per salvare lei.
-Da quando…bè lo sai da quando…questa casa non è più la stessa- singhiozzò la donna.
-Neanche la mia vita lo è… Mi sento così in colpa..per Ron soprattutto…-
-No cara ti prego…neanche lui vorrebbe vederti così…ti amava…-
-Anche io…li amavo tutti..poi adesso tutto è senza senso…ci sono cose che non ricordo, altre che non capisco,alcune appena scoperte, che sono sconcertanti- concluse mentre la sua voce si incrinava.
-Ti riferisci a Malfoy e a tutte le faccende conseguitagli?-
-Si anche…non capisco davvero e non ricordo nulla…-
-Bè Hermione è normale-si intromise il signor Weasley- non posso dirti molto, so solo che Malfoy fu scagionato da tutte le accuse e poi vi siete innamorati e lui è entrato a far parte degli Auror-

Hermione chiuse gli occhi, in cerca di un ricordo che non tardò ad arrivare, mentre la voce di Arthur Weasley sembrava sempre più lontana.

Una camera buia. La camera di Malfoy. Le verdi lenzuola di seta verde e argento erano disfatte e seduta sul letto c’era proprio lei, Hermione. Con le game nude e solo una camicia enorme che la copriva, i riccioli legati in una crocchia malfatta. Alla finestra che tentava di accendersi una sigaretta c’era Draco Malfoy con solo i jeans indosso.
Riuscì ad accenderla e fece un tiro gettando il fumo addosso alla riccia che si ritraè con espressione contrariata.
-Allora…dicevamo amore…che domani porrai la tua richiesta per essere ammessa al corso per Auror…bene bene allora lo Sfregiato c’è riuscito a convincerti eh?-disse il biondo beffardo.
-Harry non centra niente con la mia decisione…non metterlo sempre in mezzo-disse Hermione guardandolo fisso.
-Mpf…e quando mai…senti.. che ne pensi se domani vengo con te?-chiese poi avvicina dosi a lei. -Mi vuoi accompagnare Malfoy? Perché sai Furetto, non sono sicura che potrò ripagarti dopo per questo favore..-disse maliziosa.
-Non voglio accompagnarti…- la fissò attentamente- Voglio porre domanda anch’io-
La riccia rimase sorpresa per qualche secondo.
-Davvero Draco?-
-Si…diventerò Auror…-
-P..Perchè? Non hai mai voluto…-
-Per te…- le diede un bacio casto e lieve, mentre quella lo guardava sempre più sorpresa.
-Ti amo Draco…-pronunciò seria.
-Anche io…-lui rispose trascinandola ancora su quelle lenzuola.



-Oh- Mio-Dio- la riccia si assicurò di scandire bene le parole.
-Stai bene cara?-chiese la signora Weasley, questo parve ridestare Hermione.
-S..si..credo di si…ora devo proprio andare…andrò ad Hogwarts- disse molto confusamente alzandosi e uscendo.
-Hermione stai attenta cara, e per qualsiasi cosa noi siamo qui…-disse Molly.
-Grazie- le stampò un bacio sulla guancia e uscì di corsa.
Era lei che aveva visto in quel ricordo? C’è era davvero lei? Sicuri che non fosse sotto Imperius..??? Draco Malfoy era diventato Auror solo per lei, e dopo aveva anche deciso di lasciarla…ma che senso aveva tutto ciò? E poi lei che diceva di amarlo? Sentirselo raccontare da Malfoy era una conto, ma sentirlo pronunciare dalle sue stesse labbra era troppo! E poi lei e lui dopo…il sesso…no…non era possibile, di sicuro qualcuno si stava insediando nella sua mente per tirarle brutti tiri modificandone i ricordi…
Hermione giunse a casa con queste riflessioni e circa dopo pranzo cominciò a fare le valigie, nel pomeriggio Minerva Mcgranitt le avrebbe mandato qualcuno a prenderla. Hermione sperò tanto che non si trattasse di Gazza. Le venivano già i brividi. Ma il pensiero di tornare a stare ad Hogwarts per un po’ la ripagava di tutto. Inoltre di sarebbe tenuta a debita distanza dal biondino senza peli sulla lingua, ovvero mister furetto platinato, che continuava a farle venire alla mente i ricordi più sconci, o almeno era quello che lei pensava.




Ringrazio per le recensioni e accetto i consigli grazie molte spero di averli messi in pratica, ho fatto del mio meglio..:) spero di ricever ancora recensioni. Il prossimo capitolo a breve.baci

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Capitolo 6
*** Un Quasi Bacio ***


* ciao a tutte, sono contenta che la fic vi piaccia, in questo capitolo non si avrà nessuna informazione particolare, ma sicuramente dal prossimo ci saranno delle novità bacioni


Un Quasi Bacio



Così alle 4.45 di un caldo pomeriggio di metà settembre a Londra Hermione Granger veniva prelevata da un Thestral guidato dall’ormai molto vecchio professor Vitius accompagnato da Gazza. “Fantastico!” pensò Hermione quando vide l’animale e a bordo i due personaggi. Lei il cavallo lo vedeva! Non ci aveva pensato…ma in effetti lei l’aveva vista la morte..chi non l’aveva vista quella notte di battaglia? Però ora vedendolo non ci trovava nulla di speciale, era un normale destriero, per lo più bianco… Cosa ci poteva essere di meglio per lei, che aveva paura di volare, doveva decidere ancora se aveva paura di Gazza, che perlomeno aveva scordato la sua gatta inquietante, di arrivare così ad Hogwarts??Mistero…
Con questi pensieri trascinò fuori dalla viletta la pesante valigia. Ovviamente nessuno dei due impegnatissimi individui si preoccupò di aiutarla, figuriamoci! Anzi addirittura cominciò a temere che Gazza la stesse fissando un po’ troppo a lungo, come se in lei ci fosse qualcosa di anormale o strano. La riccia si fermò un secondo per controllare il suo abbigliamento, ovvero delle semplici scarpe bianche da tennis, dei jeans, e una magliettina a maniche corte bianca, che fosse trasparente? Questo pensiero inorridì Hermione…legò i capelli e lasciò libero il bel viso da ventenne che aveva. Salì sull’animale e si sedette comoda dietro i due, così sperando di non dover cominciare alcuna conversazione, ma ovviamente le sue speranze furono vane.
-Salve Signorina Granger…da quanto tempo! Sono lieto che si sia risvegliata!- il prof Vitiuos non era cambiato, la osservo di sbieco da quei suoi occhiali tondi, con un sorriso raggiante.
-Grazie, Professore, sono molto contenta di rivederla-rispose non proprio convinta.
-Posso sperare nella sua partecipazione alle mie lezioni per qualche dimostrazione?-
-Si…certo…-
-Bene…ora andiamo, faremo tardi…- detto ciò si voltò e prese le redini. Da Gazza nessun fiato.
Hermione fu certa di aver sentito un gridolino poco prima che l’animale partisse provenire dal davanti, ma per il resto non sentì nulla, era troppo occupata a cercare di non guardare giù e urlare. Il viaggio fu in sostanza molto tranquillo, ringraziò mentalemente che nessuno dei presenti tirasse fuori l’argomento “Harry, Ron,Ginny o/e Malfoy”, perché non avrebbe saputo cosa rispondere. Arrivarono ad Hogwarts in meno di quindici minuti e cominciarono la discesa. Una sensazione di vuoto prendeva forma nello stomaco della ragazza mentre il cavallo toccava terra.
Tutti e tre scesero velocemente, Hermione con la sua valigia, poi mossa da uno strano moto di tenerezza, indirizzo una mano verso il muso del Thestral con l’intenzione di accarezzarlo.Una voce la fermò.
-Io non lo farei…gliela staccherebbe più in fretta di come un Accio porta indietro le cose- Gazza la stava guardando con disprezzo.
-Ah…- rimase sorpresa, ma ringraziò il cielo di averlo sentito parlare.
Si allontanò in fretta e diede sguardo al terreno circostante.
Il campo da Quidditch sembrava in preparazione di una partita, ah quanti ricordi! Almeno quelli precedenti, degli anni passati le rimanevano. E poi vide le tombe. Decise che non si sarebbe fermata, doveva ricominciare, sapeva che se ci si fosse avvicinata appena arrivata, probabilmente avrebbe passato lì tutto il periodo della permanenza, fissando quei nomi a lei così cari.
Proseguì lanciando nel punto uno sguardo languido, ma voltò subito il capo, continuando a seguire i suoi accompagnatori. L’accolse la McGranitt vicino il portone, dicendole quanto fosse contenta che lei passasse del tempo lì e inoltre avrebbe potuto essere d’aiuto a qualche professore nelle dimostrazione, specie in difesa contro le arti oscure, posto da sempre maledetto, che quest’anno era occupato da uno mandato dal Ministero…un certo “Jerome Hanley”. La McGranitt ovviamente non le diede posto in nessun dormitorio, semplicemente le diede una camera al terzo piano.
Tutto molto accogliente, letto a baldacchino bianco, finestra sul campo da Quidditch, armadio, comodino con lampada. Le raccomandò di scendere in sala comune per cena, e le disse che avrebbe potuto girare libera per la scuola, e frequentare qualche lezione se lo desiderasse. La lasciò sola, Hermione svuotò la valigia sperando di fermarsi lì a lungo, pose una foto del “trio” sul comodino e uscì di camera. Il sole stava per calare e la giornata si era rinfrescata. Hogwarts sembrava calma e molto calda. Degli studenti nessuna traccia. Tutti a lezione sicuramente. La scuola sembrava vuota, o forse lo era davvero pensò la ragazza. Scese le scale, si soffermò vicino la signora Grassa che dormiva, lafissò con rammarico e uscì dal portone principale della scuola. Ovviamente non aveva saputo resistere, doveva avvicinarsi ai suoi amici. Si inginocchiò davanti al tulipano giallo continuando a stringersi nel giacchino che si era portata, mentre le lacrime cominciavano di nuovo a sgorgare, ma lei calma.
-Grazie Ronald…-mormorò sommessamente. Le aveva salvato la vita, anche se a questo punto non sapeva se ne fosse valsa la pena.
-Stanno molto meglio di noi, Mezzosangue- una voce, quella voce non la fece neanche voltare, chiuse gli occhi assestando la relatà. Draco Malfoy era ad Hogwarts. Ed era dietro di lei.
-Che ci fai qui?- chiese senza voltarsi, mentre si asciugava le lacrime.
-Grazie del benvenuto Granger, potresti essere più accogliente la prossima volta…comunque sono il nuovo insegnante per gli aspiranti Auror-
-Tze…intendevo cosa ci fai qui dietro di me…?- si voltò per rigirarsi a fissare un punto indefinito della scritta Harry James Potter.
-Ho immaginato dove fossi…-
-Dove dovrei essere, vuoi dire…-
-Non lo devi neanche pensare Granger…piuttosto che ci fai qui ad Hogwarts?-
-Volevo passare del tempo a riflettere da sola- si alzò superando Malfoy- Ma vedo che è stato inutile…-
Quello la trattenne per un braccio e la rigirò.
-Hermione non sono qui per irritarti, te lo ripeto, io non sono una minaccia..-disse serio.
-Forse non hai capito, non sei una minaccia perché non devi essere niente per me, so cosa c’e stato fra noi, ma qualsiasi cosa sia accaduta, è passata…-scostò il braccio malamente e rientrò, mentre Malfoy rimase a fissare le lapidi.
E va bene forse era stata un po’ dura con Malfoy, ma cominciava a darle sui nervi tutto quel mistero che lo circondava.
Era seduta sul suo letto mentre pensava a come scusarsi, alla fine lui aveva cercato di essere gentile…sentì delle risate e si avvicinò alla finestra curiosa.
Nel campo da Quidditch c’era Draco Malfoy sulla sua scopa che reggeva la piccola Claire che sembrava non aver per niente paura, anzi ridevano come dei matti. Le faceva fare delle giravolte, capriole, volava in alto e in basso, a testa in giù. Pensò che tuttavia il biondino nonostante la giovane età dovesse essere un buon padre. Un sorriso le nacque spontaneo.
La sala grande era stracolma. In alto le solite bandiere di tutti i colori, le tavolate delle case strapiene, il tavolo dei professori era tutto addobato e pronto alla cena.
Al centro la Mcgranitt, poi Vitious, Sprite, Chips, una figura alta e molto bella la attraeva più di tutte, doveva essere Jerome Henley, il nuovo professore, e un omino basso che riconobbe col nome di “Frank Baster” era il nuovo insegnante di pozioni.
Disgraziatamente c’era anche Malfoy, lei avrebbe dovuto sedere un posto di distanza da lui. Tra loro c’era Vitious.
Hermione si sedette e un calore conosciuto la accolse di nuovo. Urla, movimenti, risate, abbuffate provenivano dai tavoli dei ragazzi, gesù quanti vecchi ricordi…!!!
La McGranitt fece tacere tutti e poi cominciò un discorso:
-Si, lo so cari studenti che non è il caso di un discorso a metà settembre, ma volevo avvertirvi che è arrivata a d Hogwarts, la signorina Hermione Granger che sarà presente a qualche lezione e che dimorerà qui per qualche tempo-
Guardò Hermione e le fece segno di alzarsi col capo. Hermione si sentì imbarazzatissima, si alzò bordeux in viso mentre sentiva urla di approvazione e qualche fischio dai ragazzi più grandi di serpe verde. Draco Malfoy ghignò alla vista del suo imbarazzo e mentre la MacGranitt incitava tutti a continuare la cena, la riccia si sedette e chiamò Draco.
-Volevo scusarmi per quanto detto in giardino, in fondo volevi solo essere gentile…-sussurrò dalla testa di Vitiuos.
Draco Malfoy le indirizzò uno sguardo di indifferenza “ made in Malfoy”.
-Come ti pare Granger…possiamo parlarne più tardi?-
La ragazza annuì e tornò sull’ arrosto di tacchino così invitante.
Dopo cena la sala si svuotò e tutti le diedero la buonanotte. Lei si indirizzo verso la sua camera ma andò a sbattere contro qualcuno.
“ennò non può essere sempre Malfoy!!”
Alzò il capo e incontrò due magnetici occhi verdi…alto, bello, magro, bruno con occhi verdi. Questo era Jerome Henley.
-Oh scusami, non stavo guardando…-mormorò porgendogli i libri che gli erano caduti.
-Non preoccuparti, ero chino sui libri è stata anche colpa mia…-
-Piacere comunque…Hermione Granger- e gli tese la mano sorridendo.
-Si ti ho vista a cena, io sono Jerome…Henley, difesa contro le arti oscure, e comunque ti conosco di fama- le strinse la mano.
-Ah…bene…-disse un po’ infastidita.
-Non preoccuparti..anche se la tua fama non è neanche la metà della tua bellezza-
-Bè- Grazie...-si maledisse per essere arrossita come un’idiota.
Un secondo di silenzio in cui si fissarono per essere poi interotti dal solito cafone maleducato.
-Vedo che abbiamo fatto le nostre conoscenze..-disse il furetto frapponendosi tra i due.
-Si..Draco...tu conosci già Hermione?- chiese garbato il giovane affascinante.
-Conosci?? Figurati, io ed Hermio---la ragazza ridendo gli mise una mano sulla bocca interrompendo qualsiasi rivelazione gli stesse per fare.
-Simpatico, Draco ha sempre avuto un innato senso dell’umorismo…-rise istericamente- Ora scusaci, ma io e il professor Malfoy dobbiamo discutere di qualche faccenda..è stato un piacere…- concluse allontandandosi sempre con la mano sulla bocca del biondo che replicava sommessamente.
-Anche per me..-mormorò quello sconcertato.
Hermione lasciò andare draco solo quando furono sulle scale per il terzo piano.
-Granger ma tu che problema hai?-
-Uno solo Malfoy, tu!-
-Caspita, ma non dovevi scusarti?guarda che così peggioriamo..-ghignò.
-Ti ho fermato appena in tempo…chissà che gli avresti raccontato…-
-E anche se fosse? Cos’è ti piace Granger?-chiese serio.
-Geloso?- ammiccò lei mentre entravano nella sua camera.
-E perché dovrei? In fondo non è lui quello che sta entrando nella tua camera di sera…-
-Non per lo scopo che pensi tu..- voglio solo parlare…-
-Capisco perché ti piace: moro, occhi verdi, ventenne, dolce, imbranato…praticamente la fotocopia di Potter…-
Hemione lo guardò di sbieco mentre lui si sedeva sul suo letto e lei rimetteva a posto alcuni libri. -P…Potremmo non parlare di lui?- si voltò rammaricata.
-Si…d’accordo…Hey Granger non dovevi farmi delle scuse?-
-Si…scusami per prima, nel campo, ero solo molto triste…poi ti ho visto giocare con tua figlia…sei molto carino con lei…-disse sorridendo.
-Si…Le voglio molto bene…-
- Non ti avrei mai visto padre a vent’anni…-
- si nemmeno io…ma certe cose succedono..vuoi che ti faccia un disegnino Granger?- -Ahah! Molto simpatico…-
-Scusa avevo scordato, ti ho illustrato più volte la tecnica con piacevoli dimostrazioni anni fa..!- concluse il bastardo ghignando.
Hermione gli tirò un cuscinata ridendo e pronunciando uno “stronzo”.
-Sei bella quando ridi Granger…- mormorò il biondo serio a due centimetri dal suo viso.
Entrambi si stavano avvicinando sempre più, quando Hermione si scostò.
-è meglio che tu vada…domani hai lezione, e tua figlia è sola…-
Draco la guardò, mentre il suo sorriso si spegneva.
-Buonanotte Granger…- disse sulla soglia.
-Buonanotte…- disse lei, quando la porta fu chiusa si getto a pancia all’aria sul letto.
Che stava per succedere in quella stanza? Stava per baciare Draco Malfoy? Oddio…si ripromise che non sarebbe mai dovuto più accadere.
In quel momento ebbe un ricordo:

-Scusa Draco mi fai decidere della mia vita?- urlò lei vicino il ritratto della signora Grassa.
-Granger ti avevo detto che dovevi andartene! Ti rendi conto che tra poche ore qui sarà tutto assediato dai mangia morte??- urlò ancora lui molto infervorito.
-Ma che altro vuoi da me!??! Mi hai lasciata, mi hai fatto del male “ per proteggermi”! Ora almeno lasciami in pace!-
-Non posso credere che Potter ti permetterà di rimanere, di combattere addirittura! Non si rende conto che ti mette in pericolo! Non sei più sola, hai delle responsabilità ora!-
-Non certo verso di te! Harry ha fiducia in me…!-
-No…Potter è solo un incapace, dice di amarvi e continua a mettere in pericolo queste persone…-
-Non devi parlare di lui così! Noi siamo sempre al primo posto per lui, IO voglio aiutarlo e voglio combattere, e niente né tu né nessun altro potrete fermarmi!- dopo dichè entro nella sala comune, mentre Malfoy dava un calcio al muro e il ricordo svaniva.


Questo ricordo non aveva detto molto ad Hermione, ebbe la certezza però che anche Harry e Ron dopo,durante la guerra l’avrebbero fermata, e lei comunque avrebbe continuato inperterita a voler combattere.

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Capitolo 7
*** La Verità ***


Volevo ringraziare tutti per i complimenti, grazie! In questo capitolo vi svelerò la verità ma non temete, perché la storia non finirà con essa, anzi con le carte scoperte sarà più facile che continui. Continuate a recensire! Baci

La Verità


Hermione era nella stanza vuota del serpe verde a cercare dei libri che vi aveva lasciato la sera prima, il biondo non si era offerto di aiutarla a cercarli e lei era scesa nei sotterranei da sola. La stanza era come l’aveva lasciata. In disordine ovviamente e sfatta. Tipico del biondo. Guardò sulla scrivania, ma dei libri nessuna traccia, poi li vide messi in ordine su una mensola assieme ad altri. Hermione li tirò con forza quei due volumi e caddero rovinosamente per terra trascinandosi dietro una strana scatoletta.
La riccia sbuffò, prese i volumi e poi notò la scatoletta blu di velluto per terra.
La raccolse e l’aprì. Un anello. Di diamanti. Bellissimo. Non certo da fidanzamento, no, troppo costoso persino per un Malfoy, era un anello da Matrimonio.
Il biondo probabilmente aveva usato i suoi libri per nascondere la scatoletta sulla mensola, ed ora lei si sentiva importante per questa scoperta, pensò alla faccia che avrebbe fatto il ragazzo se avesse saputo che lei gli aveva rovinato la sorpresa. No non gli avrebbe detto nulla, sarebbe rimasto il suo piccolo segreto.


Hermione si era svegliata con la lingua impastata quella mattina, come se qualcosa non tornasse e dopo poco aveva avuto questo ricordo. Ora sul candido e ancora gonfio di sonno viso della riccia si dipinse un sorriso, il grande principe, il serpe verde per eccellenza voleva chiederle di sposarla quando erano giovani. Ora i ricordi andavano a far parte di un grande puzzle che pian piano si stava ricomponendo. Sapeva metterli in ordine: di certo il ricordo di Draco che le diceva che sarebbe diventato Auror era il primo, poi questo in cui scopriva la sua proposta di matrimonio, poi lui l’aveva lasciata e infine la discussione per non farla combattere. C’era qualcosa che non andava. Un ricordo non era associabile a nulla: Hermione gli diceva che era un bambino, e lui la rassicurava dicendole che sarebbe andato tutto bene, riconducibile forse sempre alla battaglia? Mistero… E pensare che Draco non le aveva più chiesto di sposarla, anzi l’aveva lasciata, si per il suo bene, ma comunque non le aveva mai rivelato le sue intenzioni. Poteva quasi perdonarlo ora per averla lasciata sapendo che lui voleva sposarla.
Mentre si perdeva in queste riflessioni, cominciò a vestirsi costatando che era già in abbondante ritardo, oddio, non che avesse molto da fare, però voleva assistere a qualche lezione. Si mise una gonna né corta né lunga, bianca, le calze, e un maglioncino nero con lo scollo a V. Legò i capelli ed era davvero molto carina.
Uscì dalla camera e incontrò la piccola Claire in braccio a Madama Chips, dato che l’infermeria si trovava poco distante.
-Ciao piccolina…-Non sta bene madama Chips?-si rivolse poi alla donna.
-Si, sta benone, ma il Signor Malfoy ha lezione e quindi mi sono offerta di badare a lei- sorrise.
-Ah capisco…-Hermione lanciò un ultimo “ciao” agitando la manina prima di scendere le scale, la bambina le sorrise e Madama Chips la riportò dentro.
La riccia diede un’occhiata agli orari delle lezioni ed vide che i serpe verde e i grifondoro del penultimo anno avevano lezione con Malfoy.
In fondo aveva scoperto cose piacevoli su di lui, perciò poteva anche passarci del tempo. Bussò all’aula del primo piano riservata al “ Introduzione al lavoro Auror”. Sentì un avanti ed entrò. L’aula era ricolma di ragazzi sui 16-17 anni che ora la fissavano tra grifondoro e serpe verde. Al fondo seduto sulla cattedra c’era il furetto platinato, contrario alla divisa, indossava dei jeans e una camicia bianca con i capelli spettinati. La osservava in cerca della sua richiesta.
-Ehm scusi Malfoy, volevo chiederle se potevo assistere alla sua lezione…-
-Vuole assistere o partecipare al corso signorina Granger?-
Tutti scoppiarono a ridere. Si riferiva al fatto che lei non era mai diventata Auror a causa del coma.
Si sentiva un po’ presa in giro, così decise di infastidirlo un po’.prese un bel respiro e parlò.
-Bè io volevo diventare Auror professore, ma non ho potuto, lei invece perché voleva? O meglio per chi?-
Nella stanza ci fu silenzio stavolta.
Dopo poco Draco rise e le fece segno di avvicinarsi.
Lei si diresse alla cattedra e in seguito al suo orecchio sussurrando “fastidiosi talvolta i ricordi eh?”. Lui sorrise ed esclamò:
-Bene, si sieda signorina Granger, può restare- e la seguì con lo sguardo finchè questa non si fu seduta.
-Stavamo appunto parlando del fatto che per Auror si intend- qualcuno bussò alla porta. Era Jerome Henley in tutto il suo splendore.
-Si?- chiese Draco visibilmente annoiato.
-Scusi l’interruzione, se la signorina Granger non le serve vorrei chiederle di mostrare alla mia classe un Patronus- chiese fissando Hermione che gli sorrideva.
Draco doveva essersene accorto.
-Veramente stavo giusto parlando con lei- disse irritato.
-Non preoccuparti Draco- stavolta parlò lei- sono contenta di rendermi utile, vado a mostrare il Patronus-
Ma Draco la trattenne per un braccio.
-Devo contrariarti mia cara, mi servi ancora-
Hermione gli sussurrò nell’orecchio un “ Non sono il tuo elfo Malfoy” e quello sconfitto la lasciò andare.
All’ora di pranzo Henley ed Hermione facero il loro ingresso in sala grande, prima di lasciarla sedere al suo posto le diede un bacio sulla guancia sinistra.
Draco Malfoy vide tutta la scena e uscì dalla sala.
Hermione Granger lo seguì, lo vide sbattere il portone e dirigersi verso il campo da Quidditch. La ragazza lo seguì con la voce.
-Ti vuoi calmare?- urlò mentre gli era dietro.
Quello si girò e la fisso con indifferenza.
-Ti prego Hermione, oltre ad un Patronus non potresti mostrargli anche come buttarsi da una rupe?- esclamò facendogli il verso.
-Oh andiamo, ora sei anche geloso!- gridò lei ma non ebbe risposta.
-Ma ti vuoi fermare???- e lo strattonò, quello si fermò davanti a lei.
-Cosa vuoi?- urlò ancora lui.
-Perché ce l’hai con me ora??-
-Non ce l’ho con te, solo torna pure a sbaciucchiarti col tuo amato-
-Oddio era un bacio sulla guancia!!- disse lei contrariata- Insomma Draco, imparagonabile a questo!!- e detto così gli prese il viso tra la mani e lo baciò.
Il biondo rimase spiazzato, ma pochi istanti dopo cominciò a rispondere al bacio. Entrambi finirono sull’erba, continuando entrambi a toccarsi.
Hermione era come in trance, sapeva che non era la cosa più giusta da fare, ma al momento non le importava nulla.
Draco era in paradiso, quel corpo gli era mancato come non mai.
-Andiamo in camera?- sussurrò tra un bacio e l’altro.
-No…non me la sento…scusami…-sussurrò quella alzandosi dal prato.
-Fa nulla, non preoccuparti. Allora quel Jerome…non è nulla?-
-Pensavo di essere stata esplicita…-entrambi si guardarono con malizia, poi lui dovette rientrare per le lezioni.
La sera dopo Hermione e Draco erano stesi e abbracciati sull’erba di fronte al lago nero. La serata era piacevole e ricolma di stelle e nessuno era nei paraggi.
-Draco…te la posso chiedere una cosa?-
-Dimmi-
-Perché non mi hai più chiesto di sposarti?-
Lui rimase sconcertato per qualche secondo poi rise lievemente.
-Hai avuto un altro ricordo?-
-Si…-
-Bè avrei voluto, ma…poco dopo è scoppiata la guerra e non mi sembrava il caso…-
-Anzi mi hai lasciata…-
-Sai perché l’ho fatto…non è il caso di divagare sulle cose passate…pensiamo al presente…- Cominciò a baciarla mentre lei rideva. Ma non successe altro. Bisognava rispettare i tempi.
La mattina dopo Hermione, tutta felice per le novità, scese le solite scale per andare a qualche lezione, quando questa cominciarono a muoversi, portandola al secondo piano, in un piccolo corridoio.
Era alquanto tetro e scuro, si disse che non sarebbe stato prudente avventurarcisi, ma lei era troppo curiosa così continuò a camminare. Erano le stanze professori. Su ogni porta c’era un nome, quando giunse a quella con su scritto “Draco Malfoy” non seppe resistere e girò la maniglia.
La camera era buia, così Hermione cercò qualcosa con cui far luce, prese una bacchetta dalla culla della piccola Claire, intenzionata a creare un “lumos”. Quando la toccò cadde in terra priva di sensi. Miriadi di connessioni e ricordi stavano entrando nella sua mente.


Un’Hermione diciottenne discuteva con Draco Malfoy nella sua camera da letto. Lei era agitata e in piedi. Un ricordo già visto, ma forse non completo.
…Vedrai che ce la caveremo- disse il biondino stringendola a sé.
-Draco, ma come faremo? Sono Incinta! come è potuto succedere!!??-
-Sh…troveremo rimedio..-


-Hermione è uno scherzo vero?- un Ron sorpreso e sconcertato fissava la riccia.
-No ragazzi…è vero…aspetto un bambino…- ammise con rassegnazione.
-Oh mio Dio Hermione, possiamo accettare te e Malfoy, ma anche questo!-
-Lo so Harry, vi prego, non abbandonatemi proprio ora…!- le lacrime cominciarono a sgorgare. Ron ed Harry la abbracciarono calorosamente.
-Sai che non lo faremmo mai…- il ragazzo sopravvissuto le accarezzava i capelli.


E poi Hermione fu catapultata in un altro ricordo: il San Mungo.
Sala parto, lei era sul letto stremata e sudata e Draco le teneva la mano con le lacrime agli occhi. Una signorina portava in braccio verso il letto un fagotto rosa che piangeva a dirotto.
-Ecco tenga…è una bellissima bambina…-diceva sorridendo la donna, mentre la metteva tra le braccia di Hermione.
Le cadde una lacrima dolce.
-Come la chiameremo?- chiedeva intanto il biondo chinatosi per depositarle un bacio sul capo. Hermione ci riflettè un poco guardandola.
-Claire…la chiameremo Claire Narcissa Malfoy- entrambi sorrisero, e anche quell’immagine svanì.


La battaglia aveva appena avuto inizio,quella notte, Hermione era in una stanza che non riusciva a riconoscere, metteva la piccola Claire di pochi mesi in una culla. La bimba era calma e guardava sua madre sorridendole.
Hermione la mise nella culla rosa, le diede un bacio.
-Mi dispiace Claire, devo combattere, stà tranquilla, tornerò. Questa ti proteggerà-
Estrasse la sua bacchetta e la lasciò accanto alla bimba nella culla. Dopo di chè uscì di lì,nonstante sia Draco che Harry e Ron le avrebbero detto di non combattere, lei dapprima avrebbe trovato il corpo di Ginny, poi sarebbe stata salvata da Ron.

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Capitolo 8
*** Tutto per proteggervi ***


Tutto per proteggervi


Era passato qualche minuto dal momento in cui Hermione era svenuta sul pavimento della camera del biondino. D’un tratto si svegliò sobbalzando e reggendosi il capo per i troppi ricordi immagazzinati tutti insieme. Le parole di Malfoy le passarono dinnanzi agli occhi:
“dovete andarvene”, “hai delle responsabilità ora”, “ abbiamo in comune più di quanto pensi Granger”, “sono abituato a cavarmela da solo”, “ciò che faccio lo faccio per proteggerti”. Quella serpe maledetta…quella era sua figlia! Dannazione! Ma come non aveva potuto dirglielo?? Farle vedere la bachetta così che lei potesse ricordare! Bastardo!
Subito Hermione raccolse le forze e si sollevò dal pavimento, fino a trascinarsi ancora sconvolta in infermeria, dove madama Chips aveva lasciato la bambina. In piedi nel box che ora la osservava con occhi vispi.
Le somigliava, certo i colori erano tutti dello stronzo del padre, ma tratti somatici e l’insolita tranquillità erano suoi tipici.
Si avvicinò alla piccola con gli occhi lucidi e le prese una mano.
-Ciao…Claire…-sussurrò sorridendo e commovendosi contemporaneamente.
La bimba aprì la bocca in un sorriso mostrando i pochi dentini che aveva.
-Io…Io… sono la mamma…-disse più a se stessa che alla bambina, ora le lacrime le uscivano velocemente.
-Allora l’hai scoperto- una voce gelida la colpì in pieno petto. La voce del traditore.
Hermione si voltò lentamente e lo guardò con disprezzo.
-Tu! Come hai potuto negarmi mia figlia?? Mi hai fatto credere che fosse della Greengrass! Non mi hai mai detto la verità, è dal principio che menti!-inveì contro quello, che sembrava rimanere impassibile.
-Ho aspettato che ricordassi da sola, anche se speravo che non accadesse- rispose tranquillo.
-Come…puoi dire una cosa del genere? Pensavi davvero che mi sarei dimenticata di mia figlia???-
-Eppure è successo Granger…mi sbaglio o hai avuto tutt’altri ricordi prima di lei?-
-Non confondermi e non cercare di farmi sentire in colpa serpe!-
-Stiamo calmi…non sai perché ho agito così…quindi smettila con accuse che sono campate in aria…è evidente che non hai ricordato proprio tutto Granger…-
-Che altro c’è da ricordare?? Non voglio saperlo Malfoy, pensavo che fossi cambiato, invece non è così a quanto pare, ora me ne vado, non voglio passare più di un secondo in tua compagnia!- e cercò di oltrepassarlo, ma lui glielo impedì, strattonandola.
-Non ricordi proprio nulla di quella notte Granger? Sforzati…tu eri d’accordo con me…-sibilò. Hermione fece una faccia sconvolta e poco dopo ricordò tutto.


Notte della guerra. Hermione si era appena allontanata da Harry e Ron, gli aveva promesso di non combattere, di restarne fuori, ma Harry aveva capito tutto dal suo sguardo ed era corso ad avvertire Malfoy.
Il biondino le sbarrò la strada mentre lei vagava per i corridoi.
-Stai andando da qualche parte?-chiese già tutto impolverato e segnato dalla lotta contro i mangia morte.
Hermione non rispose.
-Potter mi ha detto che gli hai mentito e che combatterai, Hermione ti prego, pensa a nostra figlia!-
-Ci penso Draco…è anche per lei che devo combattere, per migliorare il suo futuro!- la riccia piangeva.
-Vuoi migliorare il suo futuro da morta o da malata?- Non lo capisci Hermione? Anche se il signore oscuro sarà morto la cercheranno sempre, perché è mia figlia! È nostra figlia! Puoi anche combattere e morire in guerra…non la salverai comunque…-
-E cosa dobbiamo fare allora…?-chiese disperata.
-Le ho dato un altro cognome…non sarà più Malfoy, ma Miller, così non la crederanno mia figlia…ma non basta…-
-Come non basta?-
-Herm dobbiamo fare in modo che la diano in affidamento dopo questa notte! Così nessuno potrà ucciderla…-la prese per le spalle.
-Co..sa?-
-Si…è per salvarla…ti cancellerò la sua memoria…-
-Vuoi cancellarmi dalla memoria mia figlia??- chiese scandalizzata.
-è l’ unica soluzione…così non la cercherai e la crederanno abbandonata…-
-Tutti sanno che è mia figlia…i professori, e altri studenti, la mia famiglia…-
-Non preoccuparti di loro, capiranno e terranno la bocca chiusa…-
-Ma perché devi rimuoverla completamente? Non basta che dopo stanotte io non la cerchi?-
-Hermione sai meglio di me che non ci riusciresti…-
-D’accordo…ma le ho lasciato la mia bacchetta, la riconosceranno….-
-La toglierò più tardi…e…Hermione mi dispiace di averti fatto soffrire..ti amo…-
Hermione piangeva mentre un fascio di luce gialla le attraversava la mente, e subito Claire sparì.


Hermione era ancora stretta nella morsa del biondino che aveva capito che stava ricordando tutto. Con gli occhi lucidi la riccia fissava un punto indefinito del parquet.
-Cosa è andato storto?-mormorò poco dopo.
Draco si sentì sollevato.
-Tu sei stata colpita…e io ho dovuto prendere Claire…non me la sono sentito di lasciarla a degli estranei…le è rimasto quel cognome, così tutti hanno pensato ad un mio gesto di magnaminità…- a questo punto abbracciò Hermione.
-Perché l’ho ricordata?-mormorò stretta tra le braccia del biondo.
-Come?-
-Mi hai fatto un’oblivion…non avrei dovuto ricordarmela…-
- è tua figlia Hermione…forse non l’hai mai rimossa dal cuore…-
La riccia annuì.
-Era nei miei sogni…o meglio nel mondo che mi ero creata…c’era il suo pianto…-
Draco sorrise.
-Ma perché non mi hai subito detto la verità?- chiese la ragazza
-Immaginavo che avresti ricordato, ma speravo ancora che non l’avresti fatto. I mangia morte sono liberi. Sono il primo traditore che verranno a cercare. Non potremo mai essere una famiglia noi tre…è per questo che ti ho detto che era figlia di Dafne…non posso mettervi in pericolo-
-Da quanto ho sentito e ricordato, un po’ troppe volte ti sei preoccupato di proteggerci, di proteggermi, ora tocca a me badare a me stessa Malfoy…-
Lo fissò a lungo, poi si avvicinò alla piccola Claire che la guardò sorridendo e disse semplicemente “mamma”.
Ad Hermione calò una lacrima e senza dire una parola uscì dall’infermeria e si chiuse in camera.
Draco Malfoy rimase e fissare la piccola con un sorriso dolce, quello di un padre che aveva appena sentito sua figlia pronunciare la sua prima parola.

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