I'm fallin' with you. di Warrior DL (/viewuser.php?uid=668637)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'invito inaspettato. ***
Capitolo 2: *** “STA ATTENTA E GUARDA DOVE METTI I PIEDI!” ***
Capitolo 3: *** La promessa mancata ***
Capitolo 1 *** L'invito inaspettato. ***
CAPITOLO 1.
L’INVITO
INASPETTATO
Era un giovedì come tanti,
solo che non mi aspettavo quello
che sarebbe successo. Come tutti i giorni, mia mamma mi
svegliò, e di mala
voglia mi svegliai stropicciandomi gli occhi e guardando il soffitto
per
rendermi conto che un'altra giornata di merda stava per cominciare; mi
alzai e
andai in bagno, dovetti aspettare mia sorella che uscisse e quindi
rimasi fuori
dalla porta; in quel momento mi appoggiai allo stipite del bagno
guardando un
punto non preciso e immaginai come fosse stata la mia vista se oggi non
ero
io... Mi immaginavo in una sala registrazione con tanti cantanti famosi
che mi
facevano i complimenti per le mie prestazioni canore, con una famiglia
felice e
tanti amici sinceri... ma quel sogno fu interrotto dalla voce, anzi
dalle urla
di mia madre: "Che fai li? Sbrigati altrimenti facciamo tardi!" Io
sobbalzai e senza dire niente entrai in bagno già libero da
un pó. Mi lavai la
faccia con acqua fredda per svegliare il viso assonnato, mi misi un
velo di
trucco e poi uscii da quel bagno in cui c'erano immensità di
ricordi che in
quell'istante non volli ricordare. Tornai in camera per vestirmi. Mi
tolsi il
pigiama profumatissimo di felce azzurra mischiata al borotalco e lo
lanciai
contro il letto per poi aprire l'armadio e scegliere dei vestiti...
dopo una
mezz'oretta fui pronta e cosi m l’ultima ad uscire di casa
chiusi la porta di
casa dirigendomi verso la macchina. Appena entrai in auto tirai fuori
le cuffie
il mio cellulare e cominciai ad ascoltare la musica che mi andava...
non avevo
un genere preciso preferito, ascoltavo qualsiasi cosa, ma quella
mattina mi
capitò u a canzone di Demi Lovato. Non avevo mai ascoltato
le sue canzoni, e
così ne misi una a caso.. uscì "Don't forget",
"non
dimenticare"; già
solo queste due
parole mi facevano pensare al mio ex ragazzo; si.. a non dimenticarlo..
perchè
per me è stato molto importante e con lui riuscivo a
confidarmi davvero.. senza
aver paura dei giudizi.. ma poi tutto questo è finito... ero
immersa nei miei
pensieri quando.. " Bechy? Dai scendi siamo arrivati!" Mi disse,
" ah si certo mamma.. va bene, allora ciao.." gli risposi un
pò
scocciata.. " Buona scuola, ci vediamo dopo a casa" mi disse prima di
andare via e io pensai: " si certo.. come se potesse essere un giorno
migliore degli altri..." mi avviai verso il portone della scuola ed
entrai
in classe; visto che mancavano ancora 20 minuti al . suono della
campanella
incrociai le braccia sopra il banco e appoggiai la testa sopra di esse
per poi
addormentarmi. Non passò molto tempo che mi sentii
picchiettare una spalla.
Sapevo chi era e così non mi gira nemmeno.
"Che vuoi? Non vedi che sto
dormendo?" Dissi
scocciata;
" Dai pigrona! Guarda cosa ho qua!"
Mi disse tutta
elettrizzata... sembrava che non stesse più nella pelle.
Alzai lo sguardo con
gli occhi socchiusi per la troppa luce:
“Che
cosa sono?”
chiesi confusa
“inviti alla festa
di compleanno di Jenny!” Il suo tono di voce era calmo fino
ad aumentare sempre
più elettrizzata.
Sgranai gli occhi scioccata,
incredula di quello che avevo
appena sentito. Gli strappai gli inviti di mano e lessi attentamente:
“ Sei invitato alla mia
festa di compleanno di sabato. Ti
aspetto!” Ero
a dir poco scioccata.
Quella iena di Jenny aveva invitato me e Ricky alla sua festa dei 18
anni!
“Ricky.. conoscendola,
sicuramente è una trappola per farmi
fare brutta figura..” alzai lo sguardo verso di lei e vidi il
suo viso
rattristarsi. Suonò la campanella e senza farsi finire la
frase Ricky disse:
“Vabbè dai.. se non vuoi andare non ci andiamo..
ci divertiamo in altro modo”
facendomi l’occhiolino
si mise a sedere
nel banco dietro a me riprendendosi gli inviti. Gli alunni entrarono in
classe
come si entra nei bus la mattina per andare a scuola, tutti ammassati,
dandosi
spintoni per accaparrarsi i posti migliori dell’aula.
Iniziò la lezione.
Non riuscivo a stare attenta alle
parole del prof il che era
molto strano visto che ro una delle ragazze che non si distraeva mai..
“Questo argomento
sarà sulla verifica della prossima
settimana!”
A queste parole il mio cuore
mancò di un battito. Sgranando
gli occhi sul foglio sotto il mio
viso spaventato, mi girai verso Ricky lentamente e senza dire niente,
come sa
fare solo una vera amica, mi capì al volo e mi
sussurrò: “Tranquilla! Poi lo
ripassiamo insieme.” Con
quel sorriso
così bello mi tranquillizzai e tirando un sospiro di
sollievo mi girai verso il
mio foglio ormai senza più nemmeno uno spazietto dove fare
uno scarabocchio…
Passarono tre ore
dall’inizio delle elezioni e finalmente
suonò la ricreazione, tutti uscirono ma io rimasi in classe,
non avevo voglia
di alzarmi,anche perche lo facevo ogni ora per cambiare
aula… Non appena
uscirono tutti mi accasciai sul banco con le braccia conserte facendo
riposare
la mente che fino a quel momento aveva pensato a una soluzione per
evitare al
festa. Fu tutto
inutile.
Quello stesso dito che quella stessa
mattina mi aveva
chiamato per avvertirmi della festa, picchiettò nuovamente
la mia spalla, alzai
lo sguardo e vidi Ricky che mi stava guardando.
“Allora sabato andiamo al
cinema?” mi chiese
“NO!” risposi
decisa “ andremo alla festa. So che per te è
importante e quindi ci andremo e ci divertiremo da matte!”
finii la frase con
un sorrisetto e Ricky vedendomi si sorprese e rise insieme a me dicendo: “Con
molto piacere capo!”
In realtà non mi andava
prorpio di andarci,
ma per lei questo ed altro.
“che fai? Non vieni fuori a
sgranchirti le gambe?” la
ragazza si era già avviata verso la porta fermandosi
sull’uscio di essa..
“Ti ringrazio, ma
preferisco riposarmi un po’ prima che
ricomincino le lezioni” dissi riappoggiando la testa fra le
mie braccia.
“Va bene.. allora buon
riposo” si vedeva che era dispiaciuta
anche se non lo dava a vedere. Se ne andò confondendosi tra
la gente..
Ricky aveva ragione, mi si erano
addormentate le gambe,
dovevo sgranchirle e così decisi di alzarmi e andare in
bagno..
Il corridoio era il caos. Troppa gente per i miei gusti..
io sono un
tipo solitario o di poca ma buona compagnia..
passai davanti molte classi, ma quella che preferivo di
più era quella
di musica; non mi ero mai fermata a sentire quello che suonavano
così decisi di
farlo e rallentai il passo. La melodia era chiara! “here
comes the sun” era la
canzone che stavano provando. Amavo quel gruppo, equivalevano al gruppo
“Glee”
che da poco aveva debuttato in TV. Superai la classe con mala voglia..
ed
entrai in bagno.. Non si poteva descrivere quello che c’era
lì dentro: due
ragazze erano in un angolino appartate che si stavno divertendo a modo
loro,
chi entrava e chi usciva, Jenny e le sue “amiche”
occupavano perennemente gli
specchi per aggiustarsi il trucco, io mi chiedo, ma come faceva tutto
quel trucco
a rimanere su quella faccia da schiaffi tutto quel tempo? Mah.. Mi
guardai un
secondo in giro e vidi l’unico bagno libero e mi avviai per
entrare.
Mancavano pochi minuti alla fine
della ricreazione quando
sentii un leggero tintinnio di chiavi che chiudevano una porta, ma non
ci diedi
molto peso..
Mi sistemai per bene, afferrai la
maniglia della porta per
uscire ma era chiusa a chiave, cercai di fare forza ma non si apriva..
Quel
rumore di chiavi, ecco cosa era stato! Mi sedetti sulla tazza del
gabinetto aspettando
che qualche buona anima mi aprisse la porta.. Guardai lentamente le
quattro
pareti che mi circondavano, erano piene di scritte, numeri di telefono, parolacce,
bestemmie.. quando il
mio sguardo raggiunse la base della porta e notai che c’era
uno spazio di circa
30 centimetri o più, da lì mi venne un idea.
Presi vari pezzi i carta eigenica
disponendoli come fosse un letto, per terra, mi sdraiai sopra di essa e
scivolai con agilità sotto la fessura. Un piccolo problema sorse quasi alla fine
della missione. Le
tette. Erano troppo grandi per passare; ma
dovevo uscire, così le ‘ammaccai’ con le
mani e finalmente riuscii ad uscire da
lì. Mi alzai velocemente assicurandomi che nessuno avesse
visto la mia azione,
mi lavai le mani ed uscii i corsa per entrare in tempo in classe. Era
appena
suonata la campanella quindi affrettai il passo.
“Signorina Becky! Come mai
così tardi?” mi chiese il prof appena entrai in
classe
“Scusi prof! Non avevo
sentito la campanella” dissi non
guardando minimamente la sua espressione perché ero
concentrata su una persona.
Ricky. Era seduta al suo posto, con le braccia conserte che mi guardava
con gli
occhi tristi. Stavo per sedermi quando senti una carezza sul fianco;
era lei,
voleva dirmi qualcosa, ma io ero troppo arrabbiata per darle ascolto.
Tutti
sapevano che ero rimasta rinchiusa e nessuno era venuto a
“salvarmi” nemmeno la
mia migliore amica; le risatine di sottofondo dei miei compagni davano
fastidio, ma comunque non gli davo molto peso, ci ero abituata.
“Scusa se non sono venuta a
liberarti,ero sull’uscio della
porta per andare da te e mi hanno bloccata spingendomi addosso alla
sedia
facendomi sedere e dicendo che se ti liberavo ti avrebbero fatto di
peggio e io
non volevo. Scusami, davvero. Ti voglio bene”.
Queste erano state le parole che
avevo sentito bisbigliare
da Richy. Stava parlando con me. Io mi girai di scatto e dissi:
“Come faccio io a sapere
che mi stavi venendo a liberare?
Chi mi dice che ti hanno bloccata? Chi mi assicura che tu non stia
facendo il
doppio gioco?”. I miei occhi erano rossi dalla rabbia. Mi
girai verso la
lavagna e non gli rivolsi più parola fino alla fine ella
scuola.
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Capitolo 2 *** “STA ATTENTA E GUARDA DOVE METTI I PIEDI!” ***
CAPITOLO 2
“STA ATTENTA E GUARDA DOVE
METTI I PIEDI!”
Uscii da suola senza calcolare Ricky.
Non volevo nè vederla
nè tantomeno sentire la sua voce. Mi incamminai verso casa,
mi misi le
cuffiette a tutto volume e nascosi la mia espressione con il cappuccio
della
felpa. La mattina avevo ascoltato un testo della cantante Demi Lovato e mi era piaciuta davvero
tanto, così decisi
di ascoltare un’altra sua canzone.
“THIS IS WHAT HAPPENS WHEN TWO WORLDS
COLLIDE”
“Questo
è quello che succede quando due mondi
si
scontrano” questa canzone era stupenda. La sua voce era
stupenda. Mi faceva
sentir bene, quasi come se fino ad ora non fosse successo niente, come
fino ad
ora fosse andato tutto liscio…
Avevo lo sguardo basso e non riuscivo a vedere nessuna
delle facce dei
passanti.
“Hey! Sta attenta a dove
metti i piedi! Imbranata!” una
ragazza con tacco 15 vestita molto bene con i capelli color rosso scuro
e
qualche boccolo qua e là mi e portava un paio di occhiali
stile mosca che
nascondevano il suo viso e mi era
venuta
addosso macchiandomi la mia felpa preferita con il caffè.
“Oddio! Scusami davvero,
io.. io.. perdonami davvero, è solo
che stavo parlando al telefono e mi ero girata un secondo e non ti ho
vista..”
era davvero dispiaciuta..
“Senti.. lascia stare eh?
Tanto il danno lo hai già fatto!”
dissi scocciata.
“ Aggressiva la ragazza
eh?” alzò un ciglio e con un fazzoletto
cercò di pulirmi la felpa. Io la stavo guardando con
un’espressione perplessa,
come se non avessi capito il senso di quella frase, non ero aggressiva,
ma solo
un po’ scocciata
“Facciamo una cosa, io ti
pago la tintoria perché è giusto
così!” disse con tono deciso.
“No guarda.. lascia stare,
davvero.. “ gli risposi
“Non insistere e vieni a
prendere un caffè con me, io il mio
l’ho buttato addosso ad una persona e ne ho bisogno di un
altro” scoppiammo a
ride.
“Ok. No dai sul serio, non
voglio disturbarti” stavo ancora
sorridendo.
“sono io che ti ho
disturbata e ora voglio farmi ripagare!”
era decisa
“va bene, ma non
più di dieci minuti” dissi e lei fece
sì
con la testa
Per tutto il tragitto nessuna delle
due spiccicava parola.
Ero in imbarazzo così incominciai un discorso generale..
“Io non so nemmeno come ti
chiami..” la guardai e capì che
era in difficoltà.
“Em.. hehe.. io mi chiamo
Demetria.. Te?”
“Demetria? Carino come
nome! Io mi chiamo Becky” non so
perchè ma anche se non conoscevo per niente quella ragazza,
già mi stava
simpatica!
“Ti piace il mio
nome?!?!?” mi chiese scioccata
“Em.. si. Beh è
un bel nome! Perchè non dovrebbe piacermi?”
era evidente che non gli piaceva essere chiamata con il suo nome.
“Io lo odio il mio nome, ma
per fortuna ne ho altri due se non tre!” stava
sorridendo. Aveva il
sorriso più bello del mondo!
“ Waw! E ti lamenti? Io ne
ho uno solo e devo farmelo
bastare per tutta la vita! Eee sentiamo questi nomi..” ero
curiosa di sapere
“tu non hai il diritto di
lamentarti! Il tuo nome è bello!
Comunque, il mio nome completo è Demetria Devonne Lovato, ma
puoi chiamarmi
Demi” Anche se non le piaceva molto il suo nome, ne andava
fiera di chiamarsi
così, aveva una faccia soddisfatta del nome che portava.
“
Però… carino!” la guardavo e sorridevo.
Finalmente arrivammo allo Starbucks.
Era enorme, aveva tre
piani di edificio e c’era un sacco di gente che non si poteva
entrare.
“Odio tutta questa
fila” disse sbuffando e andò verso il
retro del bar dicendo: “Vieni con me, sbrigati!” io la segui senza fare un
fiato perché si
vedeva che era una ragazza che sapeva il fatto suo.
Affrettai
il passo per riuscire a starle
dietro, appena girai l’angolo non la vidi più e mi
guardai intorno..
“Qui
su, muoviti!” bisbigliò la ragazza,
stava salendo le scale d’emergenza. Le salii anche io.
“Ma
dove stiamo andando?” le chiesi confusa.
“Fra
poco lo vedi! Abbi pazienza!”
mi rispose con un sorrisetto scherzoso
“va
bene!” dissi salendo le scale a chiocciola.
Demi
bussò la porta con strategia come se
quei colpetti fossero un codice, ero al quanto confusa. La porta si
aprì e
finalmente vidi cosa c’era. Era il terzo piano dello
Starbucks. Era immenso ed
era completamente diverso da come era il piano terra. Non era per
niente
affollato, anzi, c’erano addirittura alcuni tavoli liberi.
“demi?”
la chiamai
“si,
dimmi!”
“perché
noi siamo potute entrare e fuori c’è
la fila per poter bere anche un po’ d’acqua quando
qui ci sono addirittura 4-5
tavoli liberi?” chiesi ancora più confusa.
“
mettiti a sedere ora ti spiego” mi rispose
sedendosi. Venne il cameriere per dirci ove dovevamo sederci
incamminandosi al
nostro tavolo, mentre lo seguivamo, tutti mi guardavano straniti e
sorpresi
della mia presenza e io li guardavo reciprocamente allo stesso modo.
“Ecco
il vostro tavolo, fra poco torno per le
ordinazioni” disse il cameriere dandoci i menù,
devo dire che era davvero
carino quel ragazzo, era alto con i capelli color carota le lentiggini
e gli
occhi azzurri mare tendenti al verde.
Si, era davvero carino!
“va
bene Clark” disse Demi. Io la guardai
scioccata.
“Tu
lo conosci? Cioè, voglio dire..” dissi
imbarazzata, non volevo farle capire che mi sapeva carino
“si,
certo! Beh, diciamo che dopo tanto tempo
che vieni qui conosci tutti, e comunque tranquilla..” si
sporse verso di me facendo
leva sui gomiti e facendo cenno di avvicinarmi a lei “anche a
me sa carino”
scoppiò in una risata adorabile e io risi con lei..
“insomma, ti piacciono le mie canzoni?” mi chiese,
io non capivo dove volesse
arrivare, la guardai ancora una volta confusa.
“a
meno che io non sia diventata matta, dal
volume alto delle cuffie prima si sentiva il ritornello di
“tow world collie”
era quella no?” mi chiese alzando un ciglio
“em,
si er….” Alzai lo sguardo verso di lei e
senza finire la frase con gi occhi sgranati feci una faccia perplessa.
“OCCAZZO!
Tu.. tu.. questo.. il tizio alla
porta.. gli occhiali.. questa gente.. DEMI! Ma come ho fatto a non
accorgermene? Scusa io.. io.. beh si in effetti ti avevo già
vista ma no..”
continuavo a balbettare senza un senso
“hahahahaha
calmati becky! Sei buffa quando
balbetti e sei diventata tutta rossa!” sorrideva divertita, e
io arrossivo
sempre di più.
“
mi sento così stupida! Cioè, chi non
conosce demi lovato? Una ragazza così affascinante che ha
interpretato molti
personaggi di programmi per ragazzi? Beh a quanto pare solo
io!” stavo
gesticolando e non mi fermavo più.. demi mi guardava e ogni
tanto soffocava una
risata
“perché ridi? E
dai su non ridere” ad un certo punto finiì
di blaterare e ci guardammo negli occhi e dopo
qualche secondo
scoppiammo a ridere entrambe.
“signorina
Demi, per lei il solito?” il
cameriere venne talmente silenziosamente che quando iniziò a
parlare mi
spaventai
“si
Clark, grazie.”
“e
per la signorina qui presente? Cosa prende
lei?”
“em?
Non so… “ ero nell’imbarazzo della
scelta.
“Clark,
portagli quello che ho ordinato anche
io, è il più buono che c’è,
per me” mi guardò e sorrise.
“va
bene signorina demi, glielo porto
immediatamente” disse il cameriere andandosene.
Spero non ti dispiaccia se ho
ordinato al posto tuo, ma
volevo che assaggiassi il mio caffè preferito e che lo
bevessi insieme a me”
disse demi
“tranquilla,
spero solo sia buono come
dici” stavamo ridendo insieme e questo mi faceva stare bene.
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Capitolo 3 *** La promessa mancata ***
LA
PROMESSA MANCATA
“signorine,
ecco a voi i vostri caffè!”
con il suo
sorriso smagliante, il cameriere ci porse i nostri caffè.
“grazie
mille” disse Demi cominciando a sorseggiare la sua bevanda
“che fai? Non lo
bevi?” mi chiese
“è
bollente! Non riesco a
berlo! Come fai tu a non scottarti la lingua?” ero sbalordita
da come riuscisse
a berlo così in fretta nonostante l’alta
temperatura
“
beh, semplice! Mentre
bevo tiro aria all’interno della
bocca così che si raffredda
e mi permette di non bruciarmi,
provaci!” mi disse con aria saputella, io lo feci, ma non ci
riuscii così mi
bruciai.
“AIO!
Mi sono bruciata!
Adesso devo aspettare che si ghiaccia il caffè altrimenti
sarà peggio!
Perfetto!” avevo tutte le papille gustative rialzate e mi
bruciavano, quasi da
non poter nemmeno parlare. Lei rideva, rideva così tanto che
non riusciva
nemmeno a respirare e io mi unì a lei. Era di una simpatia
unica, non so come
faceva però mi
faceva sentir bene, mi
aveva rallegrato la giornata. Eravamo rimaste lì per
più di un’ora a raccontare
quello che ci capitava sia bello che brutto ad un certo punto feci una
domanda
che non avrei dovuto fare:
“tu
sei
fidanzata con Joe Jonas, giusto?” la sua espressione divenne
da sorridente a
triste, anche se lo nascondeva dietro un sorriso, io lo me ne ero
accorta,
capivo se una persona si nascondeva dietro i 32 denti, anche io lo
facevo molto
spesso.
“si
si, ma come mai
questa domanda?” mi chiese, era evidente che non voleva
parlare di lui e io non
volevo insistere
“nulla
di che, era tanto
per tirare fuori un argomento.. scusa se…” non mi
finì dire la frase che..
“
oh, beh, non ti
preoccupare, con lui va molto bene, solo che è molto
difficile stare insieme
perché siamo distanti e non sempre possiamo sentici, ma non
preoccuparti, va
alla grande” disse, aveva accelerato il tono di voce, come se
volesse
immediatamente chiudere l’argomento
“jonas”.
“oh
mio dio!” esclamai
guardando l’orologio
“che
succede? Che hai
fatto?” demi si stava preoccupando
“è
tardissimo! Dovevo
andare a prendere mia sorella più di un’ora fa!
Merda!” mi alzai di scatto
presi il mio cappotto e lo zaino e me andai di corsa
“
aspetta!” urlò
demi
“
si hai ragione, i soldi
per il caffè… tieni, grazie per avermi tenuto
compagnia e scusa se ti ho
disturbata, buona giornata!” dissi affannata, dovevo
sbrigarmi!
“non
li voglio i tuoi
soldi! Ti accompagno io da tua sorella! Stai calma! Andrà
tutto bene!” mi
abbracciò e corremmo alla sua macchina privata. In quei due
secondi di
abbraccio potei sentire dei bruchi trasformarsi in farfalle
all’interno del mio
stomaco, cosa stava succedendo?
“in
che scuola è tua
sorella?” mi chiese un pò preoccupata
“nella
scuola media
principale di Dallas” gli risposi anche io molto preoccupata
“max!
accellera!” Demi ordinò
alla sua guardia del corpo e in un secondo mi senti schiacciata dalla
forza di
gravità verso il sedile posteriore quasi non riuscendo a
respirare.
“Stai
tranquilla, ora
andiamo lì e sono sicura che non se ne è andata
da nessuna parte” mi disse Demi
prendendomi la mano e stringendola
“Non
è per quello che
sono preoccupata, il fatto è che le avevo promesso che sarei
stata puntuale, il
fatto che ho infranto una promessa mi da fastidio, poi questa promessa
era
rivolta a mia sorella che è una delle persone più
importanti della mia vita,
per me infrangere una promessa è come se avessi detto una
bugia e le bugie
possono fare male, io lo so, l’ho provato sulla mia
pelle.” Dissi con le
lacrime agli occhi stingendo di rimando la mano di Demi.
“Guarda
che non è mica colpa
tua se hai mancato a questa promessa! Sono stata io che ti ho macchiato
la
felpa e sono stata io ad invitarti a prendere un caffè e a
farti perdere tempo,
è solo colpa mia.” Mi disse anche lei molto
preoccupata.
Nel
frattempo che stavamo
parlando arrivammo a scuola e con molto piacere vidi mia sorella nelle
scale
che stava ascoltando la musica con le cuffiette e lo zaino tra le
gambe. Scesi
dalla macchina frettolosamente e andai verso di lei.
“Aurora”
urlai per farmi
sentire
“Oh,
gurda chi c’è! La
persona che doveva accompagnarmi a casa più di
un’ora fa! “ disse alzandosi e
togliendosi le cuffie dalle orecchie.
“Scusami,
mi è sfuggito
il tempo di mano e non hai idea di quello che mi è
successo!” le dissi
abbracciandola forte per farle capire che mi dispiaceva davvero
“si,
certo! E sentiamo,
che cosa è successo di così tanto eclatante? Hai
incontrato Demi lovato?” mi
chiese sarcasticamente liberandosi dal mio abbraccio e andando verso il
cancello di uscita
“in
verità… si” le urlai
per farmi sentire bene
“Guarda,
non ci credo ma
neanche se spunta da qualche parte” disse girandosi verso di
me
“ee…
se te la presento mi
perdoni?” urlai con un sorrisetto beffardo
“Che
cosa stai dicendo
Becky? So che mi stai prendendo in giro, quindi smettila!” mi
disse continuando
a camminare, io intanto l’avevo raggiunta correndo
“Ti
giuro che non è una
bugia, sali con me in macchina e la conoscerai” le dissi
indicando la macchina
di Demi
“ti
giuro che se è una
presa in giro ti uccido!” mi minaccio scherzosamente
“va
bene, ma se non lo è
mi perdoni ok?” le chiesi
“ok”
rispose
semplicemente
“cerca
di non agitarti
quando aprirai la portiera della macchina eh” le dissi
ridacchiando.
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