UNA NOTTE A PRAGA

di Cinzia_72
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** E' NOTTE ORMAI... ***
Capitolo 2: *** VIENI SUBITO CAMILLA. TI ASPETTO QUI.........O SE VUOI VENGO IO DA TE! IMMEDIATAMENTE ! ***
Capitolo 3: *** - OHI CAMI...SI SONO QUI – ***



Capitolo 1
*** E' NOTTE ORMAI... ***


....è notte....
Una di quelle notti dove il freddo è talmente pungente da farti male. Davvero male.
Ma forse non è per colpa della temperatura che l'uomo sta così male. Forse è davvero qualche altra cosa che lo fa stare così a disagio. Forse è il suo abbigliamento, decisamente elegante ma assolutamente non adeguato alla temperatura esterna. Forse è il fatto che piuttosto che tornare al residence  con un taxi  o con la macchina d'ordinanza,  ha preferito tornare a piedi per smaltire quel po' di vino e quel po' di alcool  bevuto durante il congresso della polizia.
" Dovevo mangiare qualcosa maledizione. Anche se ho bevuto poco, resta il fatto che comunque non ho toccato cibo e ora mi sento uno schifo. Cavolo quanto sto male!"  Pensa furioso con se stesso. "Ma forse non è neanche colpa del vino se mi sento così. E' questo  schifo di città. Bella e gelida come un freezer di ultima generazione classe A : funzionale, ottimo nel refrigerare di tutto, grande e capace, ma assolutamente gelido e inumano."  Si stringe a se stesso, rendendosi conto che l'abito e il cappotto che indossa, è totalmente inadeguato per la temperatura gelida della notte."Ho freddo dannazione, troppo freddo. Voglio andarmene a letto, anche se so benissimo che non riuscirò a chiudere un occhio, com'è di consuetudine ormai. E stanotte, ne sono sicuro, sarà peggio che mai.
Tutta colpa di quel collega di ROMA. Appena ci siamo messi a parlare dei luoghi della capitale che abbiamo "bazzicato" entrambi, ho sentito il solito orribile gusto metallico salirmi in bocca. Quel sapore che ormai conosco fin troppo bene. Quel sapore che ho provato  quando sono partito da Roma e anche quando l'HO SALUTATA PER L'ULTIMA VOLTA DAVANTI CASA SUA, senza poterla abbracciare e baciare come avrei voluto....e come sono sicuro, anche lei avrebbe voluto fare. Stava male come e peggio di me, ma non poteva fare altro che andarsene verso il portone di casa,  da dove la figlia la stava chiamando dalla finestra. 
Ma  perché è dovuta andare così?!? E poi perché non mi ha più chiamato. Certo non l'ho fatto neanche io. Ma solo perché avevo, e HO, una paura fottuta di NON sentire da parte sua quella sofferenza nella voce, che mi rivelerebbe il fatto di  non mancargli assolutamente....e di venire a scoprire invece che vive benissimo anche senza il sottoscritto di mezzo.  Di scoprire appunto, che lei sta tranquillamente continuando a fare la sua vita di sempre, anche senza di me. Certo che se mi accorgessi davvero, anche solo dalla sua voce, di essere soltanto ormai un ricordo passato, come può esserlo né più e né meno un caro e vecchio amico, mi ammazzerei sul serio. NO...NO…Non deve ASSOLUTAMENTE accadere. Non voglio neanche pensarci a una cosa del genere"Scuote violentemente la testa nel disperato tentativo di scacciare questo pensiero. "Ecco perché non la chiamo. Ecco qual è la cosa che mi mette più paura in assoluto. La certezza di capire che per lei sono soltanto un "qualcosa di passato". Questa paura addirittura supera la voglia immensa di risentirla, anche solo per momento. Anche perché ormai, sono sicuro di non sbagliarmi. Altrimenti perché in questi cinque mesi di lontananza, non mi avrebbe fatto nemmeno una telefonata, una lettera o anche solo una cartolina?!? Tante volte mi sembra come se la mia parentesi a Roma con lei, non fosse mai esistita veramente". Sente la testa scoppiargli di domande che ormai , ogni giorno che passa, diventano sempre di più incalzanti e senza  risposta....e sbotta ad alta voce incurante che sia l'una e mezza di notte. "BASTA  GAETANO! Cerca di fartene una ragione cazzo. Sembri un adolescente idiota, mollato dalla sua compagna di banco al liceo. Stai diventando davvero troppo vecchio ormai, per renderti così ridicolo e patetico."

...................

È arrivato al residence. Ha solo voglia di buttarsi sotto la doccia e poi di andarsene a letto. Vuole solo dormire e basta. E assolutamente dormire senza sognare....PIU’ CHE ALTRO SENZA SOGNARLA.
Il portiere alla reception  lo saluta con solita gentilezza, e forse con un po' di preoccupazione nel vederlo così "rintanato" dentro il suo cappotto. Ormai si conoscono da mesi e sono quasi diventati amici. Il vicequestore, in pochi giorni, ha fatto cadere subito quel muro che divide un dipendente d'albergo da un cliente.
  • Dottore, ma con questo freddo è venuto a piedi dal congresso? – Gli chiede immediatamente l'inserviente in un italiano più che corretto.
  • Tranquillo Viktor, sto bene. E poi avevo proprio bisogno di un po' d'aria fresca per riprendermi. –
  • Aria fresca?!?!? Dottore siamo a fine novembre e ormai altro che aria fresca, si gela di notte a quest'ora. –
  • Sto bene tranquillo, credimi. E ti ripeto che avevo davvero bisogno di una camminata all'aria "tiepida  di novembre". –  Scherza Gaetano ridendo   – E  dato che per questa sera ho già pagato pegno,  ascoltando tutte le chiacchiere dei presenti al congresso e riuscendo tra l'altro a capirne solo la metà, sai che ti dico, ora me ne vado a letto. Notte Viktor. – Conclude e si avvia verso l'ascensore.
  • Un momento dottore. C'e' un messaggio per lei.  – Lo blocca il portiere.
  • Un messaggio!?! – Chiede Gaetano con stupore e con la solita vecchia speranza che ogni volta lo assale.
  • Mi dispiace deluderla dottore, ma il messaggio non viene dall'Italia ma da un telefono locale. –
  • Credo proprio che ormai mi conosci già troppo bene Viktor. – Risponde sorridendo Gaetano. – Cosa dice questo messaggio allora? –
  • È arrivato questo pomeriggio dottore. Io ancora non ero in servizio.  L'ha preso Al e mi ha detto  che oggi verso le 17.00, hanno lasciato un messaggio per lei,  dalla reception  dell'albergo Ramada Prauge, quello che sta vicino alla stazione per capirci. E gli hanno  detto inoltre, di recapitarlo con assoluta  urgenza. –
Il portiere da il foglio a Gaetano, che lo legge incuriosito.  "Per il Dott. Gaetano Berardi. Si prega di chiamare il num. 222 220.... A QUALSIASI ORA. / camera 2111 - Hotel Ramada Prauge City Centre”. –
  • A  qualsiasi ora?!? Non hanno lasciato detto nient'altro? –
  • No dottore, mi dispiace. L'unica cosa su cui sono stati categorici però, è il fatto di far chiamare questo numero "a qualsiasi ora", sia del giorno che della notte. –
  • Vabbè. Ora però  amico mio   se non ti dispiace, io vado a farmi una doccia, perché mi sento a pezzi. Notte Viktor. A domani. –
  • Buonanotte dottore. – 

    ..................................
 
Gaetano esce dalla doccia tonificato e rinfrancato dalla serata estenuante che ha appena trascorso.
"Quanto li odio questi maledetti congressi." Pensa sbuffando,mentre si strofina i capelli con un asciugamano. "Per non parlare delle conferenze e delle varie cene di lavoro, nelle quali finisco sempre per non capirci più di tanto se non parlano almeno un po' d'inglese "decente", lingua che tra l'altro io ODIO!"
Ormai erano 5 mesi che aveva accettato il suo nuovo incarico di vicequestore qui a Praga, ma non si era mai integrato veramente.
Sia il suo nuovo ufficio, che  la sua nuova squadra, gli risultavano ancora del tutto estranei.
Il nuovo ispettore con cui collaborava, per quanto robusto ed efficiente, non aveva assolutamente "preso il posto" del suo scassatissimo e mitico ispettore Torre. E neanche gli altri membri dello staff lo avevano "conquistato". Per carità, con loro si  era creato un rapporto di stima e collaborazione reciproca, ma il clima che si respirava nel commissariato a Roma, non era neanche lontanamente paragonabile a quello dell'ufficio di Praga. E POI MANCAVA LEI.   
 "....e poi qui senza di LEI, ogni giorno è una normalissima, banalissima e noiosissima giornata qualunque." Continua a pensare sconsolato. " Che me ne faccio di cene e party se la mia IMPICCIOSISSIMA E ADORABILE PROF non è con me a  crearmi qualche rogna in più, di quelle  che già abbondano per conto loro, nella pubblica sicurezza!  Basta Gaetano…basta.  Lei non c'è e oltretutto non ti ha proprio cercato in tutti questi mesi, perciò vedi di fartene una ragione e piantala dannazione!" Sbuffa, gettando l'asciugamano per terra e tuffandosi sopra il letto, con tutto l'accappatoio ancora addosso!
Si gira sconsolato e gli occhi gli vanno sul quel messaggio appena consegnatogli dal portiere. " Chissà cosa diavolo sarà?" Pensa sbuffando. "Magari è una cosa importante e io sto qui a perdere tempo, arrovellandomi il cervello con "ricordi inutili."
Afferra il telefono e il messaggio  e compone il numero che c'è scritto sopra. "Magari è qualcuno che si trova davvero nei guai...",  continua a pensare mentre il telefono dall’altra parte comincia a squillare, "...e io sto perdendo tempo inutilmente a fantasticare con sciocchezze che ormai appartengono ad un  passato più che remoto".

...................SQUILLO DEL TELEFONO.........
  • Ramada Prauge Hotel, buongiorno. In cosa posso esserle utile? – Gli risponde un efficiente inserviente in perfetto inglese.
  • Eh...Buongiorno. – Risponde Gaetano parlando in un inglese fluente, ma odiandolo immediatamente, come gli accade sempre più spesso ormai. – Mi scusi per l'ora,  sono il vice questore Gaetano Berardi, della polizia di stato, so che è molto tardi ma ieri pomeriggio, tramite la hall del mio residence, ho ricevuto un messaggio dal vostro albergo, dove una persona che però ha lasciato solo un numero di camera, mi chiedeva di ricontattarlo  immediatamente e a qualsiasi ora. –
  • Si Dott. Berardi, in effetti  aspettavamo una sua chiamata.  Le passo subito la camera. –
  • Ma è molto tardi, sono quasi le due.  Lei non  crede  che  sia  il caso  che  io  richiami  domani mattina? –
  • Assolutamente no dottore. Abbiamo ricevuto l'ordine tassativo  di passare la sua telefonata "a qualsiasi ora".   La metto subito in contatto con la camera. Buongiorno. –
  • Ok allora! Grazie. –
.......................SQUILLO DEL TELEFONO..........una, due, tre...quattro volte.....
 
L'uomo sta per riattaccare il telefono, quando qualcuno finalmente risponde.
 
  • ......pronto....  –
 
Gaetano sbianca.
 L'aria gli riempie velocemente i polmoni e con la stessa velocità  gli riesce dalla bocca, impedendogli anche solo di parlare.
ANCHE SE CONFUSA E ARROCHITA DAL SONNO, RICONOSCEREBBE QUELLA VOCE TRA MILLE.
E alla fine  soltanto un leggero sibilo, che assomiglia più ad un rantolo di un animale in gabbia  che ad una voce umana,   gli esce dalla bocca.
  •  ...Ca....Camilla??!?! – Farfuglia con voce incerta.
  •  Gaetano!!!! – La voce stavolta, forse solo ancora un po' roca, esce decisa dalla bocca di LEI.
  • Camilla!?!?? – Ripete sconvolto Gaetano. – Sei proprio tu??? –
  • Si Gaetano sono io e......sono qui a Praga! –
  • Oddio, non è possibile. Sei tu e sei qui… qui a Praga! –
  • Si, sono io Gaetano! – Risponde, ridendo Camilla. – Cosa c'è, non riconosci più la mia voce. –
  • Ma scherzi Milla?!?  Ma come mai sei qui a Praga? – Chiede l'uomo con un filo di voce.
  • Sono   in  gita  con  la mia classe.  Siamo  arrivati  l'altro  ieri.    Sono  due  giorni  che  ti cerco dappertutto ! – Risponde Camilla sorridendo emozionata, nel sentire la sua voce. – Non sapevo neanche dove rintracciarti,  ma tra ieri e l'altro ieri ho telefonato a tutti i commissariati della città e alla fine ti ho trovato. – Conclude ridendo come una ragazzina dispettosa.
QUELLA RISATA CRISTALLINA, è un balsamo per le orecchie di Gaetano. Sente il cuore pulsargli nel petto alla velocità della luce. Vorrebbe gridare, saltare e arrampicarsi sul letto come un matto. La gioia che lo invade in questo momento, è qualcosa che ormai non ricordava neanche più.
  • Come stai prof? – Chiede alla fine, emozionato e confuso come un adolescente alle prime armi.
  • Io sto bene, e tu commissario come stai? – Risponde lei, avvertendo anche lei un emozione immensa, salirgli su per lo stomaco.
  • Bene. Ora sto bene. – Replica lui, incapace di aggiungere altro.
  • Ho voglia di vederti Gaetano. – Esordisce lei tutto di un fiato. – Mi sei mancato così tanto. Quando a scuola, due mesi fa, ho saputo che c'era in programma  una gita a Praga, ho massacrato l'anima a tutti i miei colleghi per convincerli a  scegliere me per  accompagnare  i ragazzi e inoltre, ho fatto carte false per riuscire a convincere Mazzeo  ad acconsentire che venissi io qui a Praga al posto di qualche altro docente...e alla fine, più per disperazione che per altro, ha accettato. –  Conclude Camilla ridendo di nuovo.
Gaetano non parla. È ammutolito per quello che ha appena sentito dalla voce di LEI..."ho voglia di vederti....mi sei mancato così tanto..."
  • Gaetano ci sei? – Chiede con un filo di voce Camilla, avvertendo la paura folle impadronirsi di lei…..“forse lui non è libero e magari preferisce non rivedermi!"  Pensa lei, sentendo il viso avvampare dalla paura di essere stata troppo impulsiva, nel cercarlo così di punto in bianco, senza avvertirlo prima.
  • Sono qui Camilla. Sono qui. E' che proprio non mi aspettavo una tua...diciamo, una tua improvvisata del genere. –
Camilla sente mancare un battito..."allora non mi sono sbagliata. Non è felice di sentirmi. Ho fatto una cretinata a venire. Lo sapevo maledizione." Pensa furente con se stessa, mentre sente mancargli l'aria.
  • Scusa Gaetano, magari avrei dovuto chiamarti prima...ma io…  – Si affretta a precisare mentre sente la bocca dello stomaco, contrarsi in un crampo di dolore.
  • Ma che dici Camilla!?!??! – Risponde  in  fretta  Gaetano,  comprendendo  in quel momento di  essere  stato frainteso. – E’ che sono talmente felice di sentirti che non riesco neanche a parlare! –
  • Tranquillo  Gaetano.  Sono  emozionata  anche  io  e  non  so  proprio  cosa  dire  in  questo momento. – Risponde lei, sospirando di sollievo e avvertendo  l'orribile sensazione di nausea e di paura, scomparire in un istante. –
  • Camilla....  – Esordisce lui, senza riuscire a continuare.
  • Dimmi... –  Risponde lei con voce incerta.
  • Voglio vederti. Devo dirti tante cose Camilla. –
  • Anche io Gaetano devo parlarti e sopratutto voglio  rivederti.  Dimmi  tu quando vuoi… –
 
 
  • VIENI SUBITO. TI ASPETTO QUI.........O SE VUOI…VENGO IO DA TE ! – 
 

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Capitolo 2
*** VIENI SUBITO CAMILLA. TI ASPETTO QUI.........O SE VUOI VENGO IO DA TE! IMMEDIATAMENTE ! ***


Camilla....  – Esordisce lui, senza riuscire a continuare.
Dimmi... –  Risponde lei con voce incerta.
Voglio vederti. Devo dirti tante cose Camilla. –
• Anch’io Gaetano devo parlarti e sopratutto voglio rivederti.  Dimmi tu quando vuoi…
 
 
VIENI SUBITO CAMILLA. TI ASPETTO QUI.........O SE VUOI VENGO IO DA TE! IMMEDIATAMENTE ! – 
  •  Cosa? Adesso? Ma Gaetano stai scherzando? Sono le due di notte passate.
  •  Non importa Camilla, fossero anche le 4. Ho voglia di vederti! Mi sei mancata davvero troppo.
Risponde Gaetano con impeto, sentendo l'adrenalina scorrergli nel sangue a velocità assurda, provando una sensazione che non percepiva più da mesi.
  •  Ma dai Gaetano. Adesso è veramente troppo tardi e poi perdonami..ma non devi lavorare domani?
  • Certo che devo lavorare ma non m'importa. Adesso l'unica cosa che voglio davvero, è vederti.....e anche subito.  Devo dirti tante cose. Mi sei mancata così tanto Camilla.
  •  Gaetano, anch'io muoio dalla voglia di rivederti - risponde Camilla sentendosi soffocare dall'emozione, - però possiamo tranquillamente vederci domani. Sei libero nel pomeriggio?
  •  Domani pomeriggio??? Ma perché nel pomeriggio? Non possiamo vederci in mattinata?
  •  Ma Gaetano dai, cerca di capire. - ribatte Camilla con dolcezza - Domattina sono occupata con i miei studenti, devo portarli a visitare il "Castello" e poi comunque, mi hai appena detto che anche tu lavori domattina. Possiamo tranquillamente vederci nel pomeriggio. - conclude Camilla ridendo con il suo specialissimo modo di farlo. Assolutamente irresistibile per Gaetano.
  •  Devo addirittura aspettare il pomeriggio per vederti? Dopo cinque mesi di lontananza. Mi chiedi davvero troppo Camilla! Non lo so mica se ce la faccio a resistere ancora! - replica Gaetano sorridendo, sentendo nitidamente il cuore partirgli all'impazzata.
  •  Sono appunto cinque mesi che non ci vediamo Gaetano, credo che riusciremo a sopravvivere per qualche altra ora. Che ne dici? - risponde Camilla ridendo felice.
Quella risata cristallina è come un balsamo miracoloso per Gaetano. Sente che la cappa che lo opprimeva fino a pochi minuti fa, è completamente sparita. Sente il suo cuore farsi leggero. Ha voglia di uscire dal residence vestito alla bella e meglio, per correre da lei, abbracciarla e baciarla fino a togliergli dal viso quella solita espressione beffarda, che lo ha sempre fatto dannare ma anche impazzire di desiderio.
  •  Camilla, - sussurra l'uomo con voce roca - non puoi capire quanto mi sei mancata. Non puoi neanche immaginarlo professoressa. Mi sento rinascere solo al pensiero di saperti a due passi da me...però mi sembra altrettanto assurdo dover aspettare fino a domani pomeriggio per rivederti dopo tanto tempo. Non ti assicuro davvero di farcela a resistere.
  • E invece dovremo aspettare TUTTI E DUE fino a domani pomeriggio per farci una bella chiacchierata e berci qualcosa insieme. Possiamo farcela dai. Allora ci vediamo domani pomeriggio..ok?
  •  Assolutamente sì Cami.
  • Allora a domani Gaetano - lo saluta Camilla con voce roca e suadente.
  • A domani Milla. - risponde l'uomo quasi in preda al delirio.
Gaetano sta per chiudere la comunicazione quando ci ripensa e urla come un forsennato.
  •  Cami aspetta! Dove ci vediamo domani pomeriggio? E a che ora? Come ci accordiamo? Devi segnarti il mio numero Milla.
  •  Hai ragione Gaetano - risponde lei ridendo come una pazza.
  •  Milla segnati il mio interno in questura...222 249... Qui puoi chiamarmi quando vuoi domattina, tanto sono in ufficio dalle 9.
  •  Ok allora Gaetano, ti chiamo domattina in ufficio, così ci accordiamo per il pomeriggio. - lo saluta nuovamente con voce roca Camilla .
  •  Cami, posso farti ancora una domanda?
  •  Dimmi tutto Gaetano. - Risponde Camilla continuando a parlare sottovoce.
  •  Hai per caso deciso di non farmi dormire stanotte? - chiede l'uomo sorridendo con fare sornione, mentre Camilla scoppia in una risata talmente “soffice” che l'uomo sente il cuore scoppiargli dentro il petto.
  • Posso chiederti il perché di questa domanda Gaetano? - chiede Camilla usando di proposito un tono ancora più lezioso.
  • Te lo sto chiedendo cara la mia prof, perché tra la gioia di questa chiamata inattesa e la tua voce soffusa che mi augura la buonanotte, ormai sono sicuro "a cannone" che il sonno, almeno per questa notte, si farà sicuramente un giretto  altrove.
  • Sto parlando a bassa voce Gaetano, proprio perché sono quasi le 2.30 di notte. - Ribatte la donna, PERDENDOSI felice tra questi dolci battibecchi, che si rende conto ora più che mai, gli sono mancati da morire da quando LUI ha lasciato Roma. – Anzi dottor Berardi, visto che LA mette su questo tono,  LE chiedo umilmente scusa per il disturbo arrecatoLe a quest'ora della notte e La saluto cordialmente.  Di nuovo buonanotte  Vicequestore. - Termina ridendo la donna.
  •  NO NO ASPETTA UN PO' GAETANO - si corregge immediatamente Camilla ridendo di nuovo - Sbaglio o sei stato TU che mi hai chiamato alle 2 di notte, svegliandomi di soprassalto tra l'altro e proponendomi un appuntamento a quest'ora...o forse mi è sfuggito qualche passaggio fondamentale???
  • Allora se vogliamo proprio essere precisi professoressa, mi sembra giusto ricordarTi che il messaggio che mi hai lasciato ieri pomeriggio alla hall del mio residence, diceva chiaramente di chiamare a QUALSIASI ORA. - ribatte ridendo Gaetano e pensando a quanto gli siano mancate queste schermaglie d'amore.
  •  Ok allora, perdonami di nuovo se ti ho disturbato arrivando fin qui e facendoti perdere buona parte della notte al telefono fino a quest'ora.....A proposito Gaetano - chiede di colpo Camilla cambiando tono - Ma ti sembra questa l'ora di rientrare al tuo residence? È proprio vero che..."gli uomini non cambiano" - conclude sorridendo Camilla, citando il titolo di una canzone della sua cantante preferita, senza però riuscire a nascondere nella  sua voce una punta di gelosia.
  • Iniziamo col dire, cara la mia prof, - ribatte Gaetano sentendosi punto nel vivo - che stasera ho fatto di tutto, tranne che divertirmi, perché non è stata per niente un'uscita di "piacere" ma bensì ho dovuto partecipare ad un congresso della polizia, con tanto di strette di mano "tiepide quanto un'orata umida" e inoltre ho dovuto subirmi un'infinità di chiacchiere inutili, con persone di cui ormai non solo non mi ricordo “di cosa ho parlato”, ma tantomeno che “faccia avevano”. Figurarti che serataspumeggiante che ho passato Camilla. - Termina sarcastico Gaetano.
  • E mi vuoi far credere che passando la serata a un congresso di polizia e divertendoti quanto si divertirebbe "un granchio alla fiera annuale del sushi", non sei riuscito a scappare prima dalla tua ROGNA LAVORATIVA  e malauguratamente sei riuscito a rientrare al tuo residence solo alle 2 di notte??? Ma per favore Gaetano..ma non farmi ridere ti prego. - Replica Camilla ridendo sarcastica, intuendo di aver centrato il bersaglio e godendosi questo scambio di battute veloci, come se non fossero passati cinque mesi dall'ultima volta che si erano salutati sotto casa sua. “Salutati”  tra l'altro, in fretta e furia, senza neanche la possibilità di abbracciarsi come davvero avrebbero voluto , a causa dell'incessante chiamare di sua figlia Livietta, che la reclamava a gran voce da sopra il balcone...e davvero per la prima volta dopo tante settimane, si sente di nuovo viva....VIVA! IN TUTTO E PER TUTTO, proprio come si sentiva quando discuteva per ore intere con il SUO AFFASCIANTE COMMISSARIO.
     
  • Guarda Camilla, che le tue basse insinuazioni non mi colpiscono minimamente. - Replica Gaetano ironicamente, godendo anche lui come un matto per questo dolce battibecco che gli fa rivenire subito in mente, le stupende chiacchierate a colpi di battutine leziose con la SUA prof, - perché cara la mia prof, - riprende l'uomo con sempre maggior vigore – sono  assolutamente  a posto con la mia   coscienza, dato  che da quando sono arrivato qui a Praga, sto facendo, praticamente, vita di clausura.
  • Ecco, ora l'hai sparata proprio grossa...ma veramente grossa CARO MIO !!! Vita di clausura, tu? Gaetano Berardi.  Quel Gaetano Berardi che conosco io personalmente ormai da diverse primavere.  - Risponde ridendo Camilla. - ALLORA GUARDI ..MI SCUSO MOLTO CON  LEI, MA CREDO PROPRIO DI AVER SBAGLIATO NUMERO DI TELEFONO, PERSONA, CITTÀ E FORSE ANCHE..PIANETA. - termina ridendo Camilla.
  • Perché Cami? - risponde Gaetano cambiando improvvisamente tono di voce - Non mi crederesti se ti dicessi  che da quando sono arrivato in questa città, senza dubbio stupenda e unica al mondo…ma per me gelida  e deserta come le distese della Groenlandia, non ho voluto fare assolutamente parte della, chiamiamola, "movida locale" e mi sono buttato sul lavoro come solo un matto sarebbe capace di fare?
  • Si Gaetano! - Replica Camilla in tono serio  e deciso. - Ti crederei!  E senza ombra di dubbio!  E vuoi sapere il perché? Perché anch'io, DOPO CHE SEI PARTITO, ho fatto esattamente la stessa cosa. Oddio, non è che prima frequentassi tutti i locali notturni di Roma, le feste mondane e via dicendo....ma è anche vero, - riprende Camilla con voce molto più lieve - che dopo la tua partenza da Roma, non ho fatto altro che buttarmi a capofitto nel lavoro e non ho più avuto  voglia di fare, diciamo, vita sociale.   
Gaetano è sconvolto. Non parla. Non riesce né a connettere né tantomeno a formulare una qualsiasi risposta adeguata che possa attenuare  in qualche modo,  la tensione  che in un istante si è creata  tra i due.
Sola ora però capisce che non è stato il solo a tormentarsi per la loro separazione improvvisa…. e infatti , in un attimo, si rende conto che anche  Camilla è stata male dopo la sua partenza e questo è un pensiero che lo annienta..però  al tempo stesso,  lo rende  l'uomo più felice del pianeta, perché capisce che Camilla lo ama e lo desidera, quanto e più di lui.
..e rimane in silenzio per qualche secondo, fino a quando sente la voce dolce e roca di Camilla richiamarlo alla realtà.
  • Gaetano..ci sei?

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Capitolo 3
*** - OHI CAMI...SI SONO QUI – ***


  •  Ohi Cami, si sono qui. –
  • Pensavo che avessi chiuso. –
  • Ma scherzi. Stavo solo pensando... –
  • A cosa? Posso saperlo? –
  • Certo Cami. Stavo pensando un po' a tutto. A questa telefonata notturna tanto inattesa, quanto insperata. Al fatto che ci siamo lasciati 5 mesi fa, senza neanche sentirci una volta e in due secondi stiamo parlando come se non fossero passate tante settimane. Come facciamo Cami? Come facciamo a far diventare semplici anche le cose più complicate, come una distanza "importante" di quasi 1000 km e lunga più di 5 mesi? Com’è possibile Milla? –
    Forse ci riusciamo, perché c'è un legame molto più "importante", per usare un tuo termine, che annulla tempo e distanza. –
  •  ...ed è proprio questo che mi spaventa a morte professoressa, perché mi accorgo che è sempre più VERO quello che ti ho detto l'ultima volta che ci siamo visti sotto casa tua..."io non potrei mai stare troppo lontano da te". –
  •  È VERO per te..com’è VERO per me vicequestore Berardi. –
  •  E allora che si fa Cami? –
  •  Non posso rispondere a questa domanda alle 2, anzi, ormai quasi alle 3 di notte, dopo cinque mesi che non ti vedo e non ti sento. No Gaetano, non me la sento proprio. Facciamo così – ribatte con tono ironico e professionale Camilla - ci aggiorniamo domani mattina e sbrighiamoci anche a chiudere altrimenti, qui ci facciamo davvero "giorno". –
  •  Ok prof. Anche se già so che farei meglio a vestirmi e venire da te per fare colazione insieme, tanto ormai chi dorme più Milla. –
  •  Invece te ne vai a letto da bravo e ti addormenti. Ti chiamo domattina in ufficio e ci mettiamo d'accordo per il pomeriggio. Buonanotte Dottor Berardi. A domani.
  •  Buonanotte professoressa. A domani. –
Gaetano chiude la conversazione con un pizzico di dissenso e in automatico un soffocato...BUONANOTTE AMORE..gli sale alle labbra, senza immaginare che dall'altra parte del telefono, il saluto finale della PROF  è stato lo stesso...magari terminato con un "A DOMANI TESORO".

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  • Dottore ha sentito quello che le ho detto? –

L'ispettore Petr Cerny si era accorto fin dall'inizio che quel giorno il vicequestore non era in sè. Appena era arrivato in ufficio, l'aveva salutato in maniera distratta e si era accorto con una sola occhiata che il suo superiore sicuramente non aveva dormito per niente quella notte, però aveva anche notato una strana euforia nel rispondere alle domande dei vari collaboratori. Sembrava quasi che fosse felice e disorientato al tempo stesso.. < quest'uomo diventa ogni giorno più difficile da capire, però è una brava persona. > Ormai da tempo  questo era il pensiero fisso del suo ispettore, il quale da quando collaborava con il "Dottor Berardi", aveva accettato l'idea che il suo superiore era un'ottima persona, anche se impossibile da decifrare.
  • Dottore ha sentito quello che le ho detto? – Ripete con calma l'ispettore con voce più alta, riuscendo questa volta a farsi sentire dal vicequestore, che quasi sobbalza alla domanda del suo collaboratore.
  • Oddio Cerny, perdonami..non ti avevo proprio sentito..ero sovrappensiero. Stavi dicendo? –
  • Tutto bene dottore? Oggi mi sembrate più strano del "solito". –
  •  Del "solito"? – Domanda con un sorriso tirato Gaetano. – Vuoi dire che di "solito" sono sempre con la testa sulle nuvole? –
  • No dottore.. – Risponde sorridendo l'ispettore, intuendo però al volo di essersi sbilanciato un po' troppo – è che oggi, perdonate l'ardire, ma non mi state proprio ascoltando..cioè oggi è come se non siate proprio venuto in ufficio. –
  • Hai ragione Cerny, oggi sto proprio fuori fase, come si dice dalle nostre parti. – Risponde Gaetano ridendo con gusto.
  • Vi si legge in faccia che avete qualcosa che vi, non so..vi tiene in ansia. –
  • Tranquillo Cerny, oggi non è che sto in ansia, oggi sto proprio svalvolando
di brutto.
  • Allora dottore, se non vi sentite bene, prendetevi una pausa. Non vi siete mai preso un giorno di permesso da quando siete qui. In sostanza mai.  –
  • Dici che dovrei? –
  • Bè, direi che oggi avete proprio bisogno di una pausa. – Replica immediatamente l'ispettore con fare bonario.
Gaetano lo squadra con sorpresa, per poi scoppiare a ridere di colpo, suscitando nell'ispettore Petr un altrettanto scoppio di risa, totalmente fuori luogo visto il posto.
< Petr è davvero unico. >  Pensa Gaetano continuando a ridere di gusto < il classico "omone" di mezz'età...con un'acume fuori dalla norma ma sempre pronto alla battuta e con il sorriso pronto.>
Infatti, grazie al bonario ispettore, il nuovo incarico a Praga era risultato molto meno pesante di come se lo immaginava Gaetano. Certo nessuno avrebbe potuto occupare il posto del suo mitico TORRE, ma Petr Cerny era il meglio che poteva capitargli in assoluto.
  • Sai che c'è di nuovo Cerny? – Riprende Gaetano sempre con più convinzione. – Credo che tu abbia proprio ragione. Oggi ho proprio bisogno di una piccola pausa, tanto non abbiamo urgenze tali da non permettermi di assentarmi. –  < e poi Cerny –  continua a pensare tra sé e sé Gaetano – < tu non sai che lì fuori e cioè a due passi da qui, c'è una certa prof che ha deciso di punto in bianco di "farmi una sorpresa" e di mandarmi con la testa, letteralmente, fuori di giri > …ed ecco automaticamente spuntare sul viso dell'uomo un sorriso "ebete" completamente fuori da ogni criterio umano.

L'ispettore lo guarda sempre più incuriosito, intuendo però che qualunque sia la cosa che sta mandando fuori di testa il suo superiore, è comunque "una cosa stupenda".


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  • Allora ragazzi, cercate di fare un chiasso, diciamo, almeno sopportabile, in modo di riuscire a capire, per lo meno in parte, quello che vi sto dicendo. – Ripete Camilla ai suoi studenti quasi urlando nei magnifici giardini del "CASTELLO", però in modo euforico, visto lo stato di "grazia" in cui si sente, grazie alla stupenda conversazione telefonica/notturna che ha avuto con Gaetano.
  • Berilli, Viola, Debby, Sammy, Ilenia....per favore venite qui intorno a noi.  – Urla di nuovo con voce roca Camilla, dato che i suoi studenti, sono talmente presi a parlottare tra di loro, senza prestare il minimo interesse alla discorso della loro professoressa.
  • RAGAZZI – Urla di rimando in maniera abbastanza forte Susy la professoressa di storia dell'arte, riuscendo finalmente a farsi notare dagli studenti ma anche da una miriade di altri turisti che la guardano con fare disgustato.
  • Ecco fatto!  – Ribatte Camilla furiosa con i suoi studenti – La nostra bella figura da "niente" l'abbiamo fatta anche qui, perciò direi proprio che possiamo partire con la nostra visita. Ora basta ragazzi ok? –
  • Scusi prof.... –
  • Ci scusi professoressa. –
  • Ok ok dai. Ora concentriamoci sulla visita. Allora ragazzi…Il Castello di Praga è il simbolo più importante dello Stato ceco già da oltre un millennio.  – Esordisce  Camilla rivolgendosi ai ragazzi, anche se la mente è già altrove….però con uno sforzo non comune, fa leva su tutta la sua buona volontà per  concentrarsi sulla spiegazione riguardo la nascita del “castello” e degli edifici che lo compongono –  Fondato nel IX secolo, è stato la sede dei sovrani boemi e poi dei presidenti della repubblica. È uno dei più grandi complessi al mondo ed è formato da palazzi storici, ufficiali ed ecclesiastici, fortificazioni, giardini e luoghi pittoreschi. Si estende su una superficie di 45 ettari. La veduta del Castello di Praga è considerata uno dei più affascinanti panorami al mondo.   Si estende su una superficie di 45 ettari. Era la sede dei principi, dei re e degli imperatori boemi; dalla nascita della repubblica, avvenuta nel 1918, è anche la sede del capo dello Stato e dal 1962, il Castello di Praga, con tutti i suoi reperti archeologici, è il luogo più importante della storia dello Stato Ceco e……..
 
Camilla si blocca di colpo….la prof di arte Susy la guarda sbigottita e le chiede:
  • Camilla tutto bene? Che hai visto?
Ma camilla non l’ascolta…non ascolta più nessuno né tantomeno si accorge delle espressioni stupite dei suoi studenti che la guardano sorpresi.
I suoi occhi sono fissi……bloccati al di là di tutti quei visi che continuano a guardarla  meravigliati.
Camilla non si accorge di niente…sta guardando oltre.
Sta guardando due occhi azzurri che la fissano a loro volta…ipnotizzati.
  • Gaetano..  –  sussurra la donna in direzione dell’uomo.
  • Camilla…. – gli risponde sussurrando Gaetano di rimando.
 
Sono a una ventina di metri di distanza…non di più.
Separati da una moltitudine di persone, ma entrambi sentono distintamente i propri nomi sussurrati dalle loro labbra appena dischiuse…e in un momento succede….ci sono solo loro:
 Gaetano e Camilla…..e un FAVOLOSO CASTELLO che li circonda e li scopre pronti ad assaporare il turbinio di emozioni che sembra avvolgerli in una bolla d’aria, isolandoli completamente dal resto del mondo.

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