Give me love like never before.

di lovatoismyfaith
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


PUNTO DI VISTA DI MARISSA

 

Soliti luoghi, solite persone, solita vita. Tutto sembrava non cambiare mai. Ormai la mia vita era solo un susseguirsi di cose già viste e discorsi già trattati. I miei genitori erano sempre in giro per il mondo ed io vivevo da sola un una villa in Texas che poteva ospitare un esercito intero. Sapevo di essere una bella ragazza perché tutti me l'avevano sempre detto ma avevo un orribile carattere che mi portava a stare lontano da tutti e tutto. Come tutte le ragazze di 17 anni dovevo andare a scuola, fare i compiti e sopportare tante persone davvero insopportabili. 

 

Appena arrivai a scuola mi resi conto che c'era qualcosa di strano, tutti sembravano felici e bisbigliavano tra di loro. 

-Che succede?- chiesi ad un ragazzo di cui nemmeno sapevo il nome. 

-Demi Lovato torna in Texas.- mi rispose prima di superarmi.

-Chi?- chiesi ma mi resi conto che il ragazzo era ormai lontano. 

Entrai in classe e come al solito mi sedetti al primo banco. Ero molto brava a scuola e forse era per questo che tutti mi guardavano male...o forse mi guardavano così perché non passavo mai i compiti e non parlavo con nessuno. Comunque anche se ero la prima della classe non vedevo l'ora di andarmene via.

-Buongiorno ragazzi.- la professoressa entrò in classe e tutti si sedettero ai loro posti. 

-Lo so che siete tutti emozionati per il grande arrivo ma dobbiamo fare lezione.- disse lei ma a me sembrava che fosse più emozionata di noi. 

-Chi arriva?- chiesi di nuovo e tutti mi guardarono come si guarda un alieno.

-Callahan ma li leggi i giornali?- qualcuno urlò dal fondo dell'aula.

-Non quelli che parlano di cose stupide.- mi girai bruscamente.

-Demi Lovato ritorna in Texas per passare del tempo con la sua famiglia.- intervenne la professoressa per calmare gli animi. 

-Ma chi è?- chiesi un pò spazientita. Tutti continuavano a dirmi la stessa cosa ma io continuavo a non capire. 

-Star di Camp Rock.- urlò qualcuno. 

-Il suo secondo disco è primo nella classifica mondiale da una settimana.- urlò qualcun'altra. 

-È fidanzata con Joe Jonas.- disse la bionda finta che era dietro di me.

-Non guardo i programmi per bambini.- dissi e ora tutti mi guardavano come se avessi detto un eresia. 

-Iniziamo la lezione, non possiamo perdere tempo per una persona che non sa cosa sia la buona musica.- okay ora anche la professoressa era arrabbiata con me.

Durante tutte le ore mi sentii osservata da sguardi minacciosi, di solito nessuno mi calcolava più di tanto mentre ora sembravano arrabbiati con me. Tutta colpa di quella Demi Lovato. 

 

Quando tornai a casa decisi di prendere il mio portatile e fare delle ricerche su questa fantomatica Demi Lovato. Google mi trovò tantissime sue fotografie ma tutte avevano una cosa in comune, il sorriso. Sembrava così finto e costruito, quella ragazza non era per nulla felice nonostante sorridesse. Andai su Youtube per ascoltare qualche sua canzone e la sua voce era davvero bellissima...ora capivo perché piaceva a tutti. Iniziai a fare i compiti e decisi di non pensare più a tutta quella storia. 

 

IL GIORNO DOPO

 

-Io vado fuori casa sua, magari la vedo.- sentii Natalie parlare alle mie spalle. Ma perché invece di seguire la lezione continuavano a parlare sempre della stessa cosa?

-Ci saranno molti paparazzi e lei scapperà in casa senza vederci.- rispose Drew. 

-Ma io voglio vederla, magari mi firma il CD.- intervenne Jennette.

-Perché non provate a seguire un pò la lezione?- mi girai dietro sbuffando. 

-Perché ci sono cose più importanti.- mi rispose Drew guardandomi in cagnesco. 

-Non credo che voi stiate parlando della pace nel mondo o dell'inquinamento globale.- dissi con ironia. 

-Hey ragazzi cos'è tutto questo chiasso?- chiese la professoressa e tutti ci girammo verso di lei. 

-Prof sua figlia va fuori casa della Lovato?- le chiese una ragazza alle mie spalle. 

-Certo, è così emozionata.- rispose la prof ed io non potevo crederci, davvero una cantante era così importante per tutti? Bah. 

-Marissa dice che non è una cosa importante.- disse quell'oca di  Jennette ed io in quel momento volevo solo ucciderla. 

-Ragazze torniamo alla lezione.- la professoressa mi guardò in modo brutto ed io mi sentivo davvero a disagio. 

 

-Perché non assegna compiti per casa?- chiesi alla fine della lezione. Tutti si girarono verso di me con sguardo assassino ma io ormai ci ero abituata. 

-Callahan domani arriva Demi Lovato, la maggior parte di loro sarà in giro a fare di tutto per incontrarla quindi è inutile assegnare compiti se già so che nessuno li farà.- la professoressa mi rispose prima di uscire. Era tutto così strano, sembrava che stesse per arrivare il Presidente.

 

 

 

Mi giravo e rigiravo nel letto e non riuscivo a dormire. Fuori il tempo era pessimo ed io avevo paura dei lampi e dei tuoni. Il brutto di vivere da sola è che quando accade qualcosa di cui tu hai paura devi cavartela comunque da sola. Mi alzai ed andai verso il portatile, c'era ancora aperta la pagina Youtube con i video di quella cantante di cui parlavano a scuola e così decisi di ascoltarne uno. Mi stupii quando mi resi conto che la sua voce sovrastava quasi totalmente il rumore dei lampi ed era anche rilassante. Era come se ci fossimo solo io e quella canzone, tutto il resto non esisteva...ed io non avevo più paura.

 

Mi svegliai stranamente di buonumore e mi resi conto di avere ancora la musica accesa.  

-Marissa è ora di andare a scuola.- sentii Sarah urlare dalla cucina e mi alzai di scatto. Sarah era l'unica persona che frequentava quella casa oltre me, aveva solo 20 anni eppure già lavorava come cameriera. I miei genitori la pagavano più per tenermi compagnia che per fare il suo lavoro ma io la lasciavo sempre andare via quando finiva perché non avevo bisogno che i miei genitori pagassero le persone per farmi avere degli amici, stavo molto meglio da sola. 

 

 

Andai a scuola e l'aula era completamente deserta, eppure ero in ritardo. 

-Oh buon Dio, ma che ci fai qui?- sentii la voce della professoressa alle mie spalle e mi girai. 

-Vengo ogni giorno a scuola per fare lezione, imparare qualcosa.- dissi, ironicamente. 

-Ma oggi arriva Demi Lovato, io pensavo che non venisse nessuno così uscivo prima per accompagnare mia figlia a vederla.- mi disse sbuffando ed io la guardai in malo modo. Quel comportamento era assolutamente non professionale. 

-Se vuole me ne vado.- dissi, ironica.

-Lo faresti?- mi chiese contenta, evidentemente non aveva colto l'ironia.

-Mi aspettavo più una risposta del tipo 'no non c'è problema, faccio lezione solo a te.'- il suo entusiasmo si affievolì. 

-Sei da sola, comunque non potrei spiegare o interrogarti quindi che facciamo qui 5 ore?- mi chiese. Io ero sconcertata, quella donna stava provando a convincermi ad andare via. 

-Diciamo che se ora se ne va domani non l'ha interrogo.- okay ora stava esagerando.

-Diciamo che potrei andare dal preside e dirgli tutto.- imitai la sua voce. 

-Callahan.- il suo volto divenne pallido.

-Io me ne vado prof, ma lei mi deve un piacere, se lo ricordi.- le dissi e la professoressa annuì. 

 

Uscii da scuola senza farmi vedere da nessuno ed iniziai a camminare per la città. Non ero una ragazza che usciva e quindi non sapevo dove andare. Non volevo tornare a casa perché non avevo nulla da fare e mi sarei annoiata sicuramente. La mia attenzione fu catturata da delle ragazze che correvano, le seguii da lontano e vidi che raggiunsero una strada gremita di persone. 

Appena vidi la testa di Drew capii cosa stava succedendo. 

-Marissa, che ci fai qui?- Jennette urlò tra la folla.

-Mi trovavo a passare..- dissi, non curandomi di lei e sorpassandola. 

-Si certo, sei venuta a vedere anche tu Demi.- la sentii mormorare alle mie spalle ma io provai ad andare più avanti. Non so cosa mi spingesse ad avvicinarmi ma avevo una strana forza dentro di me che non mi faceva andare indietro. 

-Demi Demi Demi.- tutti urlavano ed improvvisamente arrivò una macchina; le persone iniziarono a strattonarsi per arrivare più avanti possibile. Dall'auto uscirono due uomini molto robusti ed una donna ma di Demi Lovato non c'era nessuna traccia. Gli animi delle persone che erano vicino a me si placarono ed io riuscii ad uscire da quella calca di gente. Cambiai strada e mi incamminai verso casa mia. All'improvviso vidi una macchina sfrecciare a tutta velocità e superarmi. Alzai lo sguardo e vidi qualcosa che davvero non volevo vedere, la macchina si schiantò completamente contro un palo. Mi guardai intorno ma nella strada non c'era nessuno e quindi corsi per vedere cosa era successo. 

La sorpresa fu tanta quando mi avvicinai allo sportello e vidi che chi guidava la macchina era la ragazza che tutti stavano aspettando fuori casa sua. 

-Demi Lovato?- dissi con tono sorpreso. 

-Smettila di guardarmi in quel modo e aiutami.- sussurrò lei, quasi farfugliando. Sembrava ubriaca. L'aiutai ad uscire dal veicolo e la tenni forte tra le mie braccia, non sembrava che c'è la facesse a reggersi da sola. Quando lei fu vicinissima a me sentii la puzza di alcool e capii di non essermi sbagliata. 

-Guidavi ubriaca?- le chiesi.

-Che vuoi? Ma chi ti conosce?- mi rispose lei, con tono scorbutico.

-Sono quella che ha appena impedito che morissi bruciata nella tua auto.- le risposi, mentre ci allontanammo dall'auto. 

-Dove stiamo andando?- mi chiese, ora sembrava un pò impaurita. Quella ragazza era completamente strana. 

-A casa mia. Hai delle ferite, posso curartele.- le risposi.

-Io sto bene.- provò ad allontanarsi ma non si reggeva in piedi e quindi io l'afferrai di nuovo. 

-Vuoi davvero che tutti quei ragazzini che ti stanno aspettando fuori casa tua sappiano che guidavo un auto ubriaca e sei finita contro un albero?- le chiesi e lei sembrò colpita. 

-A te che importa?- mi sussurrò.

-Nulla, ma voglio impedire che succeda un casino.- le dissi e finalmente arrivammo a casa mia.

-Tu vivi qua?- mi chiese, stupita ed io annuii.

-Figo.- mi disse ed io le sorrisi. 

La feci distendere su un divano e andai a prendere il kit per il pronto soccorso che avevo in bagno. 

-Non mi offri da bere?- mi chiese con aria spavalda. 

-Credo che tu abbia già bevuto abbastanza.- le risposi, iniziando a tamponarle la ferita.

-Sembri mia mamma.- sbuffò la ragazza.

-Credo che se tua madre ti vedesse in questo stato ti metterebbe in punizione.- le riposi e lei scoppiò a ridere.

-Punizione? Io sono Demi Lovato.- mi rispose ed ora scoppiai a ridere io per il modo in cui lo disse. 

-Beh, Demi Lovato deve stare più attenta se non vuole finire suoi giornali di cronaca nera.- le dissi, smettendo di ridere. 

-Smettila, so badare a me stessa.- mi disse, un pò stizzita.

-Non sembra.- le risposi, mentre le medicavo le ferite. 

-Ecco fatto.- dissi, gettando le garze che avevo usato per tamponare le ferite. 

-Come? Già finito? Ma io non ho sentito nulla.- mi disse, meravigliata. 

-Sono brava.- le risposi, soddisfatta.

-Sei un'infermiera?- mi chiese ed io feci di no con la testa, divertita. 

-Vado ancora a scuola.- le risposi. 

-Oh ora mi sa che devo andare.- provò ad alzarsi ma cadde indietro sul divano.

-Forse è meglio che riposi un pò, poi potrai andartene.- le dissi e Demi mi guardò con quegli occhi così profondi e così belli.

-Dormo solo dieci minuti.- disse mentre si appisolava. I suoi occhi si chiusero lentamente ed a me dispiacque un pò anche se non sapevo il perché. 

 

Tutto quello che era successo in quella giornata era assurdo. Avevo salvato Demi Lovato ed ora lei stava dormendo sul mio divano. Immaginavo le facce dei miei compagni quando l'avrebbero saputo. Le diedi un altro sguardo prima di spegnere la luce e poi la lasciai dormire. 

 

 

 

 

 

 

Fatemi sapere cosa ne pensate e se volete che continuo :)

 

-@lovatoismyfaith

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Aprii degli occhi e sentii dei rumori provenienti dal piano di sotto. Guardai l'orologio e vidi che era ancora notte. Mi alzai velocemente dal letto e corsi giù. Appena arrivai vidi Demi Lovato che stava rovistando nei mobili. 

-Non troverai alcol lì.- dissi, accendendo la luce. Fui un pò sollevata di sapere che non era entrato un ladro in casa. 

-Oh andiamo, neanche una bottiglia?- chiese, girandomi verso di me. 

-Non c'è nulla di alcolico in questa casa.- ribadii io.

-Tuo padre non se lo fa un bicchiere?- mi chiese, accomodandosi di nuovo sul divano. 

-Lui non vive qui.- risposi, abbassando lo sguardo. 

-Ah i tuoi sono divorziati?- mi chiese ed io feci di no con la testa.

-Sono in giro per il mondo.- dissi, tristemente. 

-Figo.- rispose lei ed io la guardai in malo modo. 

-No non è per nulla figo.- dissi, arrabbiata. -Se ora torni a dormire me ne salgo di sopra.- mi avvicinai alle scale. 

-Ma che ti prende?- mi chiese stupita. 

-Nulla, voglio tornare a dormire, domani devo andare a scuola.- le dissi, stizzita. 

-Vattene, di certo io non ti trattengo.- mi disse ed io non me lo feci ripetere due volte e me ne andai nella mia stanza. 

La sfacciataggine di quella ragazza mi faceva così arrabbiare. 

 

 

-Buongiorno.- aprii gli occhi e mi ritrovai Demi Lovato davanti a me. 

-Ciao.- dissi, ripensando a quello che era successo poche ore prima. 

-Mi prepari il caffè?- mi chiese ed io la guardai in malo modo. 

-Oggi è il giorno libero di  Sarah quindi se vuoi qualcosa te lo devi preparare.- le dissi, alzandomi. 

-Ma io non so farlo.- sbuffò lei. 

-Neanche io perché non bevo caffè.- le dissi. 

-Oh bene, non bevi ne alcolici ne caffè ma che vivi a fare?- mi chiese ironica. 

-Io devo andare a scuola.- le risposi, non considerando minimamente la sua domanda. 

-Hey ma posso sapere che ti ho fatto? Prima sei tutta premurosa e disponibile e poi non mi consideri minimamente.- il suo tono sembrava quasi triste ma io ero sicura che era solo una mia impressione. 

-Non lo trovi figo il mio comportamento?- le chiesi e lei mi guardò confusa. 

-Ah ho capito.- mi disse dopo un pò.

-Complimenti.- provai ad andarmene ma lei mi bloccò  un braccio. 

-Mi dispiace..- sussurrò.

-Non preoccuparti, tutti lo trovano figo e tu non sei diversa dagli altri.- le dissi e lei mi guardò stupita. 

-Tu non pensi che io sia diversa?- mi chiese ed io fui colta un pò di sorpresa da quella domanda. 

-Sei arrogante, strafottente e inopportuna proprio come la maggior parte delle ragazze che conosco.- le dissi anche se dopo un secondo me ne pentii. 

-Oh grazie, hai proprio una bella considerazione di me.- mi rispose. -Mi conosci da un paio di ore, non sei nessuno per giudicarmi.- mi disse quasi urlando. Stavo per risponderla quando fummo interrotte dal suono di un cellulare, non era la mia suoneria quindi era di sicuro il suo. 

-Pronto Rob?- rispose lei. 

-Si sto bene.- disse dopo un pò. 

-Va bene, arrivo.- concluse prima di staccare la conversazione.

-Problemi?- le chiesi, notando il suo sguardo basso. 

-Hanno trovato la mia macchina spiaccicata contro a quel palo, devo tornare a casa.- mi disse, tristemente. 

-Non preoccuparti non ti succederà nulla.- provai a consolarla anche se non sapevo il perché, prima di quella chiamata stavamo litigando.

-Non mi preoccupo, so che la passerò liscia come sempre.- mi rispose alzando lo sguardo. 

-E allora perché stai così?- le chiesi, confusa.

-Non lo so, meglio che me ne vada.- mi rispose solamente. 

-Se mi aspetti facciamo un tratto di strada insieme, tanto devo andare a scuola.- le dissi e lei annuì prima di uscire dalla stanza. 

 

 

Camminavamo già da un pò ma entrambe eravamo in completo silenzio. Quando arrivammo al bivio io mi fermai e la guardai. 

-Beh allora ciao.- le dissi. 

-Ciao.- rispose. -Ci vediamo?- aggiunse cogliendomi di sorpresa. 

-Ehm non lo so, tu sei Demi Lovato, non credo che hai tempo.- le risposi.

-Non ero una persona come tante?- mi chiese ed il suo sguardo era indecifrabile. 

-Sai dove abito, quando hai tempo mi trovi li.- le dissi prima di andare via. Potrei giurare di averla vista sorridere...quella ragazza era proprio strana.

 

-Non capisco, eravamo tutti li e non si è presentata.- bisbigliavano alle mie spalle. 

-Sicuramente sarà entrata da una porta sul retro.- intervenne qualcun'altra. 

-Ma non è giusto.- sbuffò. 

-Ci sono persone che vogliono seguire la lezione.- mi girai verso di loro. 

-Callahan stai attenta.- mi rimproverò la professoressa.

-Non riesco a stare attenta se continuano a bisbigliare alle mie spalle.- mi girai verso di lei. 

-Ragazzi lo so che volevate tutti vederla ma non disperate, prima o poi capiterà di incontrarla per le strade se rimane qui.- disse, prima di riprendere la lezione. In quel momento capii che nessuno sapeva dell'incidente.

 

 

Per ritornare a casa decisi di fare il giro lungo per vedere se c'era ancora la macchina. Quando arrivai mi resi conto che l'auto era stata rimossa e non riuscii a capire come tutto era successo senza essere visto da nessuno. Decisi di non pensarci e di ritornare a casa.

 

 

Appena arrivai fuori casa vidi che c'era Demi seduta sui gradini davanti alla porta. 

-Che ci fai qui?- le chiesi, stupita.

-Non lo so, non sapevo dove andare.- mi disse ed il suo sguardo era così triste. 

-Vuoi entrare?- le chiesi e lei annuì. 

-Mi vuoi dire cosa è successo?- le chiesi quando entrammo.

-Il mio manager si è incazzato per l'incidente.- mi disse, abbassando lo sguardo.

-E perché sembri triste? Non hai detto che tu te la cavi sempre?- le chiesi. 

-Mia madre era disperata perché pensava mi fosse successo qualcosa di grave.- mi confessò ed io potevo vedere tutta la sua fragilità. 

-Mi dispiace..- riuscii a dire solamente.

-Ho bisogno di un pò di alcol.- disse, alzando lo sguardo verso di me. 

-Non é vero, non ne hai bisogno.- alzai la voce. 

-È l'unico modo che conosco per non pensare.- mi rispose, ora sembrava lei quella disperata. 

-Mi aiuti a preparare il pranzo? Così ti distrai.- le dissi e lei mi guardò negli oggi ed io non riuscii a reggere il suo sguardo...ma che mi stava succedendo. 

-Ma io non so fare nulla.- mi disse ed io alzai lo sguardo e allungai la mano verso di lei. Lei la strinse e mi sorrise leggermente. 

 

 

 

 

 

-@lovatoismyfaith

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


-Provaci almeno.- la incoraggiai.

-Non ne sono capace.- ribadì lei.

-Ma se non ci provi come fai a saperlo? Devi solo tagliare quei pomodori.- le dissi sorridendo, la sua inesperienza era così buffa. Prese in mano il cartello ed il suo sguardo si incupì, era come se stesse ricordando dei brutti momenti. 

-Tutto bene?- chiesi e lei annuì, distogliendo lo sguardo.

-Si...posso solo guardarti?- mi chiese, poggiando il coltello sul tavolo. 

-Va bene, mi arrendo.- ormai avevo capito che non avrebbe fatto nulla quindi inutile insistere. 

 

 

-Perché vivi da sola?- mi chiese, mentre eravamo a tavola. 

-Già te l'ho detto.- le risposi. 

-Si ma è una casa così grande e tu sei da sola, come fai a resistere?- ora sembrava così curiosa. 

-È la casa dove sono nata e cresciuta, non c'è la faccio ad abbandonarla.- le dissi con un filo di tristezza. 

-Ti mancano i tuoi genitori?- mi chiese. 

-Non mi va di parlarne.- ripresi a mangiare e lei ci rimase evidentemente un pò male. 

-Come vuoi.- borbottò. 

-Ma che c'è, perché ti interessi così tanto a me?- sbottai di colpo. 

-Non lo so, voglio stare qua.- mi disse mettendosi le mani tra i capelli.

-Io non sono abituata ad avere compagnia, sto meglio da sola.- le dissi.

-Vuoi che me ne vada?- mi chiese ed io feci di no con la testa. 

-Solo, smettila di fare domande.- le dissi e lei annuì. 

-Sei brava a cucinare.- mi disse ed io le sorrisi. 

-Grazie, ma ora devo studiare.- l'avvertii e lei mi fece una linguaccia. 

-Non possiamo fare qualcosa di più divertente?- mi chiese. 

-Ti ripeto che se vuoi andartene puoi anche andartene.- le dissi e lei si alzò di colpo. 

-Sembra che mi stai cacciando.- alzò leggermente la voce. 

-No ma io non sono una persona divertente quindi se non vuoi annoiarti puoi anche andartene.- le risposi e lei si sedette di nuovo. 

-Non so perché ma voglio rimanere.- mi disse ed io non sapevo che dirle. 

-Guardiamo un film?- le chiesi e lei annuì sorridendo.

-Ma non dovevi studiare?- mi chiese mentre io sparecchiavo la tavola. 

-Sono la prima della classe, per una volta che non studio non succederà nulla.- posai tutto e andai verso il divano. 

-Non ne avevo dubbi.- urlò Demi dall'altra stanza. 

 

Guardammo due film e scherzammo per molto tempo, sembrava così rilassata e felice, totalmente diversa dalla persona che avevo incontrato ieri. 

 

-Devo tornare a casa, domani devo alzarmi presto.- mi disse improvvisamente. 

-Oh va bene.- ci ero rimasta un pò male, forse perché mi stavo divertendo. 

-Ehm ciao.- mi diede un bacio sulla guancia e si alzò in piedi. Sentii come una scossa di elettricità e mi alzai anche io. Le nostre facce erano a pochi centimetri di distanza ed io sentivo una forza che mi spingeva ad andare in avanti...era tutto così assurdo. 

-Io vado.- disse, correndo via. Era come se stesse scappando...da me.

Sentii la porta sbattere e capii che se ne era andata, io non riuscivo a muovermi e non capivo perché mi sentivo in quel modo. 

Mi gettai sul letto senza neanche spogliarmi e ripensai a tutto quello che era successo. Quella ragazza era così strana eppure c'era qualcosa che mi attraeva in lei.  

 

IL MATTINO DOPO

 

 

-Buongiorno ragazzi.- la professoressa entrò euforica in classe. 

-Il preside sta arrivando con una nuova alunna.- disse con il sorriso da un orecchio all'altro. 

-Ragazzi.- il preside entrò e tutti ci alzammo in piedi. 

-Prima di presentarvi la nuova alunna voglio solo farvi un paio di raccomandazioni: trattatela come una di voi e contenetevi quando la vedrete.- mentre il preside stava ancora parlando Demi entrò nella classe e sentii un boato alzarsi alle mie spalle. I miei occhi cercarono i suoi e quando li trovarono capii che lei non era per nulla sorpresa di vedermi li. Tutti si alzarono in piedi e corsero verso di lei come se non avessero sentito per nulla le parole del preside. Io rimasi al mio posto ad osservare Demi che veniva sballottata come se fosse un giocattolo nuovo. 

-Siediti vicino a me.- disse una ragazza. 

-Credo che lei preferisca stare vicino a me.- disse Drew con il suo solito tono da arrogante.

-Andate tutti a posto.- urlò la professoressa ed in un secondo tornò la calma nell'aula. 

-Decido io dove si siede..- disse e tutti sbuffarono. 

-Siediti vicino alla signorina Callahan.- disse la professoressa e Demi mi sorrise mentre tutti gli altri borbottavano sicuramente contro di me.

-Ma a lei non piace neanche.- urlò qualcuno.

-Proprio per questo l'ho scelta, Demi ha bisogno di tranquillità.- rispose la professoressa ed io mi girai e guardai tutti con il mio sguardo vittorioso. 

-Perché sei qui?- le chiesi, rompendo il ghiaccio. 

-I miei manager ed i miei genitori pensano che io abbia bisogno di ritornare un pò con i piedi per terra...sai dopo l'incidente.- mi rispose. 

-E perché non me l'hai detto ieri?- le chiesi e lei si girò verso di me. 

-Perché pensavo di non accettare ma poi ho cambiato idea.- mi rispose velocemente. 

-Perché?- le chiesi di nuovo. 

-Callahan gli esercizi.- urlò la professoressa ed io mi girai di scatto. 

-Ehm ehm non li ho fatti.- dissi, vergognandomi molto...non era mai successo. 

-Cosa?- mi chiese la professoressa stupita. 

-Mi dispiace..- abbassai lo sguardo. 

-Va bene non fa niente, sono solo meravigliata Callahan, non è da te.- mi disse. 

-Lo so..- risposi solamente. Sentii qualcosa sfiorare la mia mano e stringerla, mi girai e vidi che Demi mi stava tenendo la mano sotto al banco. Mi sorrise ed io ricambiai il sorriso più sollevata. 

-Riprendiamo la lezione.- disse la professoressa. 

-Non ha studiato, questo si che è un miracolo.- iniziarono a parlare alle mie spalle. 

-Sta sempre da sola e non ha tempo neanche di studiare.- volevo solo girarmi e prendere a schiaffi tutti. 

-Scusate se interrompo la vostra conversazione ma potete stare zitti perché se non ha studiato magari ha fatto qualcosa di più interessante.- Demi gli fece l'occhiolino e tutti si zittirono di colpo. Iniziavo ad adorare quella ragazza. 

-Grazie..- sussurrai. 

-Di nulla.- mi rispose ed io mi resi conto che non aveva ancora staccato la sua mano dalla mia. 

 

 

Lo so che siamo solo all'inizio ma fatemi sapere cosa ne pensate :)

-@lovatoismyfaith

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Demi era appoggiata al suo armadietto e riuscivo a vederla poco visto che era circondata da un gruppo di ragazzi. Mi dava così fastidio che tutti le stessero così vicino, boh, forse perché volevo che stesse vicino a me. 

Visto però che lei non mi calcolava minimamente decisi di girarmi ed andarmene. 

-Hey dove vai?- qualcuno mi poggio una mano sulla spalla ed io subito mi girai. 

-A casa.- dissi, quando vidi che era Demi. 

-Posso venire con te?- mi chiesi ed io la guardai stupita.

-Davvero? Cioè non sei obbligata, puoi anche rimanere con quelli.- indicai il gruppo di ragazzi con cui Demi stava parlando prima e che ora ci stavano fissando. 

-Voglio venire con te.- mi disse, sorridendo.

-Perché?- le chiesi e lei alzò le spalle e non mi rispose. Non lo sapeva neanche lei il motivo del suo comportamento. 

-Va bene, andiamo.- dissi dopo un pò ed entrambe ci incamminammo verso casa. 

-I tuoi non dicono nulla che stai tutto il giorno con me?- le chiesi e lei fece di no con la testa. 

 

 

 

-Stavolta mangerai sicuramente meglio.- le dissi, quando oramai eravamo vicino a casa.

-Perché?- mi chiese. 

-Perché Sarah cucina molto meglio di me.- le dissi e lei abbassò lo sguardo.

-Non mi va tanto di mangiare.- mi disse con un filo di voce. 

-Non puoi guardarmi mentre mangio quindi mangerai anche tu.- le dissi con tono categorico. 

-Va bene.- mi rispose ma non sembrava per nulla convinta. 

 

 

-Sarah sono a casa.- urlai, non appena entrai in casa.

-Oh ciao Marissa, lei chi è?- guardò Demi un pò stranita, non era abituata al fatto che io portassi amiche a casa. -Oddio ma tu sei Demi Lovato?- i suoi occhi si illuminarono. 

-Si.- disse solamente Demi ed io mi girai verso di lei per guardare il suo sguardo di sfida verso Sarah. 

-Mi fai un..- provò a dire Sarah ma Demi se ne andò nell'altra stanza senza calcolarla minimamente.

-Strane queste star.- bisbigliò Sarah.

-Non farci caso.- le risposi.

-Come la conosci?- mi chiese, curiosa. 

-È una lunga storia...comunque pranza qui.- le dissi e lei annuì. Andai nella stanza dove c'era Demi e vidi che era seduta sul divano con le mani nei capelli. 

-Che hai?- le chiesi, dolcemente, sedendomi vicino a lei. 

-Non lo so.- mi rispose lei.

-Vuoi parlarne?- le chiesi e lei fece di no con la testa. 

-Perché ti sei comportata così con Sarah?- le chiesi e lei finalmente alzò lo sguardo. 

-Non lo so, mi dava fastidio.- alzò un pò la voce.

-Ma è la prima volta che la vedi..- provai a dire. 

-Io...io..- era come se non riuscisse a parlare perché rifiutava quello che stava pensando. 

-Calmati.- le accarezzai una guancia e lei chiuse per un istante gli occhi, come se si stesse godendo il momento. Quando riaprì gli occhi però il suo sguardo era così diverso. Velocemente avvicinò il volto al mio e quando fu vicinissima a me percepii la stessa sensazione della sera prima. Non riuscivo a muovermi, non riuscivo ad indietreggiare perché in realtà volevo andare solo avanti. Sentivo il suo respiro sul mio collo ed un secondo dopo le sue soffici labbra sfiorarono le mie. Stava aspettando che io facessi qualcosa, voleva una mia conferma. Guardai nei suoi occhi e capii tutto il bisogno che aveva di quel bacio, lo voleva ed anche io. Spinta da quel pensiero feci la mia mossa e finalmente le nostre labbra si unirono. Io non riuscivo a staccarmi e lo intensificai. La sua mano tra i miei capelli mi attirò ancora più vicino a lei. Qualcuno stava facendo un assolo di batteria nel mio stomaco ed io non riuscivo a capire più nulla. Quando mi resi conto che avevamo bisogno di prendere aria maledii mentalmente chi aveva inventato la respirazione. 

-Wow.- disse lei, quando si staccò. 

-Wow.- ripetei io, sospirando. 

-Forse dovrei andare..- disse lei, ancora un pò imbambolata.

-No, perché?- le chiesi e lei mi guardò confusa. 

-Perché tutto questo non è normale..- mi rispose. 

-Va bene non ci baceremo più però non andartene.- le dissi.

-Va bene.- disse anche se sembrava che ci fosse rimasta male.

-È pronto ragazze.- Sarah urlò dalla cucina e io mi resi conto che mi ero incantata a guardarla. 

-Andiamo.- Demi si alzò ed io la seguii. 

 

Mentre mangiavamo io continuavo a guardarla mentre lei aveva lo sguardo basso. Pensavo e ripensavo a quel bacio e non riuscivo a capire perché mi era piaciuto così tanto. Era stato un bacio cosí semplice. Eppure, in quei pochi secondi, mi sembrava di essere in paradiso. 

 

-Ti è piaciuto?- mi chiese all'improvviso lei. 

-Oh è stato fantastico.- avevo sicuramente gli occhi che mi brillavano. 

-Io preferisco quando cucini tu.- oddio si stava riferendo al cibo mentre io pensavo al nostro bacio. 

-Ehm grazie.- dissi un pò imbarazzata e lei se ne rese conto. I suoi occhi mi stavano ipnotizzando ed io mi sentivo come se fossimo da sole al mondo. 

-Marissa io vado.- sentii la voce di Sarah e mi ripresi. 

-Va bene, a domani.- risposi. Ora eravamo rimaste davvero da sole. Demi si alzò e venne verso di me, i miei occhi non si staccarono neanche un attimo dai suoi e fui contenta del fatto che si venne a sedere sulle mie gambe. 

-Non ti chiedo cos'hai perché tanto mi risponderesti "Non lo so."- dissi e lei scoppiò a ridere. 

-Forse non so cos'ho ma so cosa voglio fare ora.- mi disse, circondandomi il collo con le sue braccia. 

-Cosa?- sussurrai mentre nella mia mente continuavo a pensare "Baciami, baciami, baciami." E come se mi stesse leggendo nel pensiero lei si avvicinò e mi baciò, e questa volta fu molto più passionale di prima. 

-Noi dovremmo parlare.- dissi, staccandomi per prendere aria.

-Risparmia il fiato per baciarmi.- mi rispose e riprese a baciarmi, sembrava che non avesse nessuna intenzione di fermarsi ed io di certo non l'avrei interrotta. 

 

-Oh mio Dio.- disse, quando si staccò di nuovo. Era passata più di mezz'ora da quando avevamo iniziato a baciarci. 

-Mi piace così tanto baciarti.- mi disse, accoccolandosi tra le mie braccia. 

-Anche a me.- dissi con aria sognante.

-Perché hai quel sorriso da ebete?- mi chiese per prendermi in giro.

-Beh vedi...io non avevo mai baciato nessuno prima di te.- le confessai e distolsi lo sguardo per l'imbarazzo. 

-Cosa? Ma quanti anni hai?- mi disse, sconcertata.

-18.- balbettai quasi. 

-E come mai non hai mai baciato nessuno?- mi chiese ed io non sapevo cosa risponderle. 

-Forse perché allontano sempre tutti con il mio caratteraccio.- le dissi, abbassando lo sguardo. 

-Non hai un brutto carattere.- mi disse, circondandomi di nuovo le braccia al collo. 

-Di solito si.- le risposi. 

-Baci benissimo per essere una novellina.- le sue labbra a pochi centimetri da me mi facevano impazzire.

-Grazie.- sussurrai e mi avvicinai per baciarla di nuovo. 

 

-Dobbiamo fare i compiti.- le dissi, staccandomi. 

-Non credi che questo sia più interessante.- mi rispose, tracciando con un dito il contorno delle mie labbra. 

-Si ma io non voglio fare una figuraccia come quella di stamattina.- le dissi e lei sbuffò. 

-Dai non fare così, prima iniziamo e prima finiamo.- le dissi, facendole l'occhiolino. 

-E poi?- mi chiese con sguardo malizioso.

-E dopo possiamo fare tutto quello che vuoi.- le diedi un bacio a stampo. 

-Va bene iniziamo.- il suo sguardo era così buffo che scoppiai a ridere. Era bastato così poco per convincerla. 

 

 

 

 

 

 

 

*-* io le trovo stupende, voi cosa ne pensate?

 

-@lovatoismyfaith

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


-Dai risolvilo che è l'ultimo.- le dissi, accarezzandole la schiena. Lei era distesa a pancia in giù sul mio letto e si stava davvero impegnando per risolvere quel problema. 

-Ma non so che fare.- sbuffò lei. 

-Cosa succede se dividi entrambi per 17?- le chiesi per semplificarle la cosa. 

-Mi trovo con il risultato.- urlò lei. 

-Lo so.- le risposi sorridendo. Era strano che una persona del suo calibro si potesse gasare così tanto per un problema risolto. 

-Grazie.- si alzò e si avvicinò a me. 

-Perché?- le chiesi, confusa. 

-Perché senza di te non ci sarei mai riuscita.- era così vicina a me.

-Puoi..- provai a dire ma lei fu più veloce di me e mi baciò. Era così bello baciarla che non mi sarei staccata per nulla al mondo. 

 

-Vuoi fermarti?- mi chiese quando io mi staccai e mi distesi sul letto. 

-No vieni qui.- la presi per un braccio e la tirai su di me.

-Ajo.- urlò lei. Forse l'avevo tirata con troppa forza. 

-Tutto bene?- le chiesi e lei annuì.

-Baciami.- mi disse ed io mi affrettai ad obbedire a quell'ordine. 

Mentre ci stavamo baciando mi venne in mentre qualcosa che avrei preferito dimenticare.

-Aspetta ma tu non sei fidanzata?- mi staccai dal suo bacio e lei spalancò gli occhi.

-Che c'entra ora?- mi chiese.

-Beh sai stai baciando un'altra persona.- dissi, ironica.

-Voglio farlo.- si avventò sulle mie labbra con più foga di prima. 

-No dico sul serio.- mi staccai di nuovo. 

-Io non lo so cosa c'è tra noi, okay, non lo so. L'unica cosa che so è che quando mi stai vicina io sto così bene e prima di conoscerti non stavo bene quasi mai.- mi confessò ed il mio battito accelerò.

-Io non pensavo che tu fossi..- provai a dire ma lei mi interruppe.

-Lesbica? Beh neanche io ma amo il modo in cui mi fai sentire.- mi dissi ed io la guardai confusa.

-Ma io non faccio nulla.- le risposi. 

-È questo il punto. Gli altri fanno di tutto per farmi stare bene e non ci riescono mentre tu non fai nulla eppure io sto così bene quando ti sono vicina.- mi disse ed il mio cuore fece una capriola.

-wow Lovato, non ti stai sbilanciando un pò troppo.- le dissi, sorridendo.

-È quello che sento.- mi rispose ed io non resistetti più e la baciai di nuovo. Le sue mani scivolarono sotto la mia maglia ed io mi staccai velocemente. 

-No.- esclamai, affannata. 

-Scusa, è stato istintivo.- abbassò lo sguardo. 

-Non preoccuparti, vieni qua.- la presi tra le mie braccia e lei si lasciò coccolare. 

-Lo so sono irresistibile.- dissi con ironia. 

-Si davvero irresistibile.- i suoi occhi brillavano e se non fosse suonato il suo cellulare l'avrei baciata di nuovo. 

-Dallas, che c'è?- Demi rispose al telefono. 

-Sono a casa di una mia compagnia di scuola, stiamo studiando.- le disse. 

-Dille che torno per cena.- disse prima di staccare il telefono. 

-Te ne devi andare?- dissi, un pò dispiaciuta. 

-Si, mia mamma ha organizzato una cena di famiglia. Una di quelle cene barbose in cui non c'è neanche un pò di alcol.- sbuffò.

-Oggi non hai bevuto tutto il giorno.- le dissi, soddisfatta.

-Già, ho avuto di meglio da fare.- sorrise e poi mi diede un bacio a stampo. 

-Stai sempre vicino a me così non hai bisogno di bere.- le dissi dolcemente, abbracciandola.

-Tu non eri quella con il brutto caratteraccio?- mi chiese scherzando. 

-Tu tiri fuori il lato migliore di me.- dissi, guardandola intensamente negli occhi. 

-Questo lato mi piace molto.- mi disse ed io in quel momento mi chiesi come avremmo fatto a staccarci, era come una calamita. 

-Ci vediamo domani a scuola?- mi chiese ed io annuii. 

-Allora io vado.- disse ma io non la risposi. -Però dammi un bacio.- aggiunse ed io la baciai sorridendo, non volevo che se ne andasse ma forse era giusto così. 

 

 

Quel giorno era stato così pieno di novità che avevo bisogno di dormire e di calmarmi. Tutte quelle emozioni mi avevano stancata. Io ero lesbica? Questa era l'unica domanda che continuava a tormentarmi. Ero uscita con alcuni ragazzi e non era mai scoccato nulla di almeno simile a quello che era successo con Demi. Mi piaceva così tanto quella ragazza.

 

 

Era notte fonda quando fui svegliata dal suono del campanello. Continuava a suonare senza mai fermarsi ed io corsi al piano di sotto un pò impaurita. 

-Demi?- urlai quando aprii la porta. 

-Oh ciao amica.- era completamente ubriaca. 

-Perché?- le chiesi ma lei non mi calcolò minimamente e barcollando entrò in casa. 

-Vieni qui?- mi chiese ed io la seguii anche se non capivo dove volesse arrivare. -Perché non ti avvicini?- aggiunse quando vide che io continuavo ad avere una certa distanza. Non so perché ma quando era ubriaca mi faceva un pò paura.

-Cosa vuoi? Perché sei venuta qui?- le dissi freddamente. Non volevo comportarmi così ma se lo meritava. 

-Volevo baciarti.- disse avvicinandomi ed io mi scansai. 

-Puzzi di alcol.- ero un pò disgustata o forse semplicemente delusa. 

-Dai baciami.- lei si getto di nuovo su di me ma io la scansai per la seconda volta. 

-Okay mi dispiace, avevo solo bisogno di ricordarmi chi sono.- urlò lei. 

-Tu non sei questo.- urlai ancora più forte. 

-Si invece.- ormai ci stavamo urlando contro. 

-Torna in te, per favore.- la mia voce si affievolì. 

-Io sono questo, non c'è niente di buono in me.- mi disse, calmandosi anche lei. 

-Dov'è la meravigliosa ragazza di prima? Io la rivoglio.- dissi, con le lacrime agli occhi. 

-Io...- disse ma quando alzò lo sguardo verso di me vidi le sue pupille spalancarsi. -Non piangere.- aggiunse, avvicinandosi. 

-È stata una giornata così bella oggi, perché l'hai rovinata?- le chiesi.

-Io rovino sempre tutto.- mi rispose alzando le spalle. 

-Quello che c'è tra noi, qualsiasi cosa sia, per favore non rovinarlo.- la supplicai. 

-Non l'ho già fatto?- mi chiese dolcemente. 

-Non distruggerai così facilmente una cosa così bella.- le risposi, abbracciandola. Aveva così bisogno di affetto che avrei voluto rimanere abbracciata a lei per il resto della mia vita.

-Puoi dormire qui?- le chiesi e lei annuì. 

-Però nel letto con te, abbracciate.- disse ed io la presi per mano e la portai al piano di sopra. 

-Vuoi cambiarti?- le chiesi e lei fece di no.

-Va bene, allora vieni a letto.- le dissi e lei si accoccolò tra le mie braccia. La puzza di alcol era ancora forte ma lei aveva bisogno di me ed io non mi sarei sottratta. 

 

IL MATTINO SEGUENTE

 

Era così bello svegliarsi abbracciati a qualcuno. Mi faceva sentire meno sola. 

-Buongiorno.- baciai dolcemente Demi dietro l'orecchio.

-Uhm..- aveva ancora gli occhi chiusi ma si stava svegliando. 

-Hey svegliati, voglio baciarti.- le dissi e lei si girò verso di me con ancora gli occhi chiusi. Io la baciai e sentii che la puzza di alcol era andata finalmente via. 

-Giorno.- mi rispose lei, tra i baci. 

-Mal di testa?- le chiesi e lei annuì.

-Vado a farti un caffè?- le chiesi e lei spalancò gli occhi. 

-Tu non sai farlo.- mi rispose.

-Ci provo, non sarà poi così difficile.- le dissi, alzandomi.

-Lo faresti per me?- mi chiese ed io annuii prima di uscire dalla stanza. Il suo sorriso fu l'ultima cosa che vidi. 

 

 

 

 

Dal prossimo capitolo inizieremo ad entrare nel vivo della storia ;)

-@lovatoismyfaith

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


-Ora che ti sei ripresa, mi dici perché ieri sera hai bevuto?- le chiesi mentre entrammo nel cancello della scuola. 

-Perché ne avevo bisogno.- mi rispose. 

-Non si ha bisogno di qualcosa senza motivo.- le dissi guardandola.

-Io..- stava provando a dire quando fu interrotta. 

-Demi ti va di entrare nelle cheerleaders?- quell'oca odiosa di Jennette si avvicinò a Demi.

-Non so...non credo di essere adatta.- le rispose lei, titubante. 

-Ma tu sei popolare e le ragazze popolari in questo liceo sono le cheerleaders quindi saresti perfetta per noi.- aggiunse euforica la ragazza.

-Posso assistere prima ad una prova?- le chiese Demi ed io ci rimasi un pò male del fatto che lei stesse considerando la proposta. Non mi erano mai piaciute quelle ragazze.

-Sto andando proprio da loro ora, vuoi venire?- chiese Jennette, prendendola per un braccio. Praticamente la stava costringendo.

-Ma ho lezione.- le rispose Demi.

-Non preoccuparti se ci sono gli allenamenti sei giustificata.- disse e quella cosa colpì molto Demi, non vedeva l'ora di trovare un modo per fare meno ore di lezione. 

-Va bene.- disse Demi ed io mi fermai di colpo quando mi resi conto che le due se ne erano andate senza calcolarmi minimamente. Volevo urlare "Hey c'ero anche io" ma non sarebbe servito a nulla perché le due erano già troppo lontane. La cosa che più mi dispiaceva era che Demi si era completamente dimenticata della mia esistenza e non mi aveva salutato. Arrabbiata più che mai me ne andai in classe.

 

-La signorina Lovato?- mi chiese la professoressa appena entrai in classe. Questa supplente era qui solo da una settimana e già mi stava antipatica. 

-Non lo so, non sono la sua balia.- le risposi con tono scorbutico. 

-Callahan moderi il suo tono di voce e venga alla lavagna, è interrogata.- mi disse lei con tono severo, questo mi fece innervosire ancora di più. 

-È una punizione atroce per una come me essere interrogata.- tutti scoppiarono a ridere per il mio tono di voce ma la supplente mi guardò in malo modo. 

-Beh allora si vada a fare un giro dal preside, lui saprà sicuramente metterla in riga.- urlò e tutti smisero di ridere. Io senza mostrare nessuna emozione uscii dalla stanza e andai dal preside. 

 

-Questo si che è sorprendente. È qui da 5 anni ed è entrata in questa stanza solo per ricevere congratulazioni e premi ed ora è qui perché ha litigato con una supplente. Cosa le sta succedendo Callahan?- mi chiese il preside con la sua aria da finto buonista. 

-Non lo so, voglio solo andarmene a casa.- dissi velocemente.

-Mi dispiace ma dopo le lezioni si deve fermare per la detenzione. L'ha fatta grossa ed io non posso farle favoritismi solo perché ha la media migliore dell'intera scuola.- questo me l'ero meritata proprio. 

-Va bene.- risposi sbuffando. 

 

Dopo le lezioni andai in detenzione, in 5 anni non c'ero mai stata e non sapevo neanche che si trovasse nello scantinato. Quando entrai nella classe tutti sembravano sorpresi dalla mia presenza ed anche il professore sembrava stupito.

-Callahan?- mi chiese lui con il tono da "che diavolo ci fai qui".

-Posso sedermi?- gli chiesi, facendo finta di non notare il suo stupore. 

-Certo.- mi rispose ed io mi accomodai subito. 

Dopo poco la porta si aprì di nuovo ed il professore sbuffò.

-Ancora alunni?- disse con tono scocciato.

-Eh si.- subito riconobbi la voce e mi girai.

-Che ci fai qui?- chiesi a Demi.

-Ti stavo cercando.- mi rispose. 

-Oh ti sei ricordata di me.- dissi con tono ironico.

-Perché dici così?- mi chiese confusa.

-Non mi va di parlarne.- le risposi. 

-Beh, io mi sono fatta mettere in punizione per vederti quindi ora parliamo.- alzò un pò la voce. 

-Silenzio.- urlò il professore.

-Cosa hai fatto?- le chiesi, ora quella stupita ero io. 

-Ho detto alla supplente che non ho seguito le lezioni perché non mi andava e non perché ero con le cheerleaders solo perché volevo vederti e tu mi tratti anche male.- era così adorabile che in quel momento mi ero completamente dimenticata del motivo per cui ero arrabbiata.

-Ho voglia di baciarti.- le sussurrai guardandola maliziosamente.

-Professore possiamo andare in bagno.- urlò Demi.

-Una alla volta.- le rispose lui. 

-Se le faccio un autografo per sua figlia possiamo andare in due?- le chiese Demi e lui rimase molto colpito. 

-Lei è...- provò a dire ma poi si interruppe. -Va bene vada.- prese un foglio dal suo registro e lo mise sulla cattedra. Demi si avvicinò velocemente e lo firmò, poi si girò verso di me e mi fece l'occhiolino. 

 

Appena entrammo nel bagno Demi mi tirò contro il muro.

-Aspetta chiudo la porta perché potrebbe entrare qualcuno.- dissi e corsi velocemente a farlo. 

-Vieni qua.- sembrava avesse così tanta voglia di baciarmi. 

-Non mi piacciono le cheerleaders.- le confessai mentre mi baciava. 

-Ma mi stai baciando, quindi almeno una ti piace.- la sua lingua mi faceva impazzire. 

-Sei una cheerleader?- mi staccai un attimo e lei annuì prima di iniziarmi a baciare il collo. 

-Demi.- sembrava più un gemito che un sussurro. -Dobbiamo fermarci.- le dissi, travolta da troppe sensazioni. 

-Perché? abbiamo appena iniziato.- mi disse, non staccandosi dalle mie labbra. Le sue mani giocavano con il gancetto del mio reggiseno da sopra la maglia ed io sapevo come sarebbe andata a finire. 

-Perché ho voglia di andare oltre e non mi sembra il caso.- le risposi ed ora fu lei a staccarsi.

-Davvero vuoi andare oltre?- mi chiese stupita.

-Si ma non ora e non qui.- la tirai di nuovo verso di me per baciarmi.

-So che è la tua prima volta.- mi disse ed io ci rimasi un pò male, non volevo che lo sapesse.

-Come lo sai?- le chiesi, staccandomi definitivamente. 

-Non hai mai dato un bacio prima di incontrare me quindi sicuramente non l'hai mai fatto.- la cosa sembrava darle piacere. 

-Non voglio più parlarne.- distolsi lo sguardo dal suo. 

-Perché?- mi chiese di nuovo.

-Perché tu sicuramente già l'hai fatto.- le dissi e lei annuì. 

-Con una donna no, con un uomo si.- questa cosa mi faceva più piacere del dovuto. 

-Joe?- le chiesi e lei fece di no con la testa. 

-Wow ma a che età l'hai fatto?- le chiesi anche se non ero tanto sicura di voler sapere la risposta.

-17- mi rispose lei. 

-E con chi?- le chiesi, un pò titubante. 

-Un tipo molto più grande di me.- mi rispose.

-Se ti è piaciuto vuol dire che non sei lesbica.- le dissi e mi resi conto di essermi fatta male da sola. 

-Non c'entra, quello è un Dio del sesso.- mi disse ed il mio cervello andò completamente in tilt, ero nera dalla rabbia. 

-Va bè allora vai dal Dio del sesso.- urlai e mi girai per aprire la porta ed andarmene. Lei mi bloccò per un attimo ma era troppo debole per trattenermi e quindi io riuscii ad uscirmene e ritornare in classe. 

 

Per tutta l'ora lei provò a chiamarmi ma io continuavo a non risponderla. Quando la punizione finì io mi alzai e senza calcolarla minimamente me ne andai a casa, dopo un pò mi resi conto che lei stava camminando dietro di me. 

-Che fai?- mi girai di scatto.

-Vengo a casa con te.- mi rispose.

-Non voglio.- le dissi, con tono sgarbato.

-Per favore, io voglio stare con te.- sembrava mi stesse supplicando. Io mi girai e continuai a camminare. Ero troppo orgogliosa per dirle di venire ma lei capì e continuò a camminare dietro di me. 

Appena entrai dentro casa lei mi blocco contro la porta.

-Non mi hai detto ancora perché eri in punizione.- mi sussurrò a pochi centimetri dalle mie labbra. 

-Perché sono gelosa, molto gelosa.- sbottai di colpo e dopo un secondo me ne pentii ma continuai lo stesso.- Sono gelosa del fatto che te ne sei andata con quell'oca senza calcolarmi minimamente, sono gelosa del fatto che se diventerai cheerleader passerai più tempo con loro che con me e ti spoglierai nello stesso spogliatoio con loro, questo mi da fastidio ancora di più. Lo so che ora ti metterai a ridere perché pensi che sia un discorso da bambina ma io non so perché mi sento così.- alzai la voce. Mi buttai sul divano ed alzai lo sguardo verso di lei: sembrava colpita più che divertita. 

 

 

 

Lo so che vi lascio sempre sul più bello ma il prossimo capitolo lo posterò presto :)

-@lovatoismyfaith

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


-Sei gelosa di me?- mi chiese sorpresa ed io annuii. 

-Dici qualcosa.- urlai dopo un pò. Tutto quel silenzio mi metteva ansia. 

-Non voglio parlare.- si sedette sul divano anche lei e si avvicinò a me. 

-Che vuoi fare?- le chiesi.

-Per quello che voglio fare io è ancora presto.- mi mordicchiò un orecchio. Mi stampò un bacio sul collo ed io sentii un brivido percorrermi lungo la schiena. Lei non aveva nessuna intenzione di parlare di quello che le aveva detto...forse perché non le importava. 

-Va bè lascia stare, io me ne vado a dormire. Tu puoi fare quello che vuoi.- le dissi e salii le scale velocemente. 

Appena arrivai in camera mi gettai sul letto ed affondai la testa nel cuscino. Mille pensieri invasero la mia testa e non mi facevano riposare. 

Dopo poco tempo sentii qualcuno salire sul mio letto ma non volevo girarmi perché sapevo che era Demi. Allungò la sua mano sotto la mia maglia ed iniziò ad accarezzarmi la schiena.

-Non faccio nulla, non preoccuparti.- mi disse, prima che io le dicessi di toglierla. Il modo in cui mi accarezzava mi piaceva così tanto. 

-Io non sono tanto brava a parlare.- mi disse, dopo un pò. -Io non so mai cosa dire.- aggiunse. -Però forse ci sono delle parole che potrebbero spiegare cosa provo per te.- disse ed io spalancai gli occhi.

-Non dirlo.- mi girai di scatto.

-Perché?- mi chiese, stupita. 

-Perché non è vero.- urlai quasi.

-Perché pensi che non sia vero?- forse ci stava rimanendo un pò male.

-Lo dici solo perché pensi che io voglia sentirmelo dire.- le risposi.

-Vuoi sentirtelo dire?- mi chiese ed io non sapevo cosa rispondere. Dentro di me c'erano sentimenti contrastanti. Si distese vicino a me e si avvicinò al mio orecchio. 

-Credo di essermi innamorata di te.- mi sussurrò ed il mio cuore si sciolse completamente. I suoi occhi brillavano e mi stavano ipnotizzando. Istintivamente mi gettai in avanti ed iniziai a baciarla. Lei subito rispose al bacio, intensificandolo. In quel bacio c'era elettricità, passione, sentimento...amore. 

-Non te l'ho detto per portarti a letto.- si staccò anche se io non volevo. 

-Lo so che vuoi toccarmi, le tue mani cercano sempre il mio corpo.- le dissi, e mi resi conto di essere affannata.

-Mi piace quello che provo quando sono a contatto con la tua pelle.- mi rispose un pò imbarazzata. 

Mi alzai la maglia e velocemente me la tolsi. Non so perché lo feci, non ci avevo pensato. Lei fu molto sorpresa   ed abbassai lo sguardo per notare che stava fissando il mio seno. 

-Non è normale che mi attragga così tanto, vero?- mi chiese, senza alzare lo sguardo. 

-Hai appena confessato di amare una donna, credo che trovare attraente il suo seno sia il minimo.- scoppiai a ridere ed anche lei. Il suo sorriso era un'altra cosa di lei che mi faceva impazzire. 

-Puoi dormire senza maglia?- mi chiese ed io annuii. 

-Ed io posso abbracciarti?- annuii di nuovo. 

-È così difficile resisterti.- mi disse, quando mi avvicinai a lei. Fece aderire i nostri corpi e mi abbracciò da dietro. 

-Piano piano faremo quello che vuoi tu.- le dissi e sentii il suo respiro diventare più frenetico. 

-Non vedo l'ora.- mi disse prima di stamparmi un bacio sull'orecchio. Lei non aveva neanche idea di quanto, anche per me, fosse difficile resisterle.

 

 

-Quindi davvero sei nelle cheerleaders?- le chiesi. Nessuna delle due riusciva a dormire ed io lo capivo dal fatto che lei continuava a massaggiare la mia pancia.

-Non lo so, io voglio farla ma..- si fermò di colpo.

-Ma?- le chiesi, girandomi verso di lei. 

-Non lo so, non mi va di indossare un mini vestito davanti a tutti.- mi rispose, abbassando lo sguardo.

-Sarai bellissima.- le dissi con gli occhi sognanti.

-Non credo proprio.- sussurrò. 

-Pensi di non essere bella?- le chiesi, stupita.

-Credo che dovrei dimagrire.- mi rispose ed io spalancai gli occhi.

-No, sei già fin troppo magra.- le dissi, un pò agitata. Non volevo che si sentisse grassa. 

-Per favore, ti ho appena detto che ti amo, non roviniamo tutto.- si girò dal lato opposto al mio, dandomi le spalle. 

Io mi avvicinai a lei e feci la stessa cosa che aveva fatto lei con me. Le mie mani scivolarono sotto la sua maglia e lei le bloccò subito. 

-No.- mi disse, con tono categorico.

-Perché?- le chiesi.

-Perché non voglio che mi lasci.- disse ed io mi resi conto che stava piangendo.

-Hey piccola non fare così, io non ti lascio.- l'abbracciai più forte che potevo. 

-Si invece lo farai.- urlò lei. 

-No, io penso che tu sia bellissima.- le risposi e la feci girare verso di me. -Ti fidi di me?- le chiesi e lei annuì, un pò titubante. Lentamente le alzai la maglia fino a toglierla. 

-Cosa sono queste?- le chiesi, toccandole delle cicatrici. Era impossibile non notarle.

-Cose vecchie.- mi rispose ma non riusciva a guardarmi negli occhi. Io mi abbassai e le stampai un bacio proprio su una delle cicatrici. 

-Oh.- sussurrò lei, sorpresa. Alzai lo sguardo verso di lei e mi resi conto che mi stava guardando.

-Non guardarmi così.- mi disse.

-Così come?- le chiesi. 

-Come se volessi dirmi "Sei perfetta."- mi disse, abbassando di nuovo lo sguardo. Io con un dito la costrinsi a guardarmi di nuovo negli occhi. 

-Sei perfetta.- sussurrerai. -...ed anche il tuo corpo è perfetto.- aggiunsi ed i suoi occhi brillavano di nuovo. Sembrava che l'avessi convinta.

-Mi fai sentire così bella.- mi disse ed io fui così felice di sentire quelle parole. 

-Perché lo sei.- le risposi, baciando una nuova cicatrice. Lei sussultò ed io mi alzai per baciarla sulle labbra.

-Per favore ci rivestiamo?- mi chiese ed io ci rimasi un pò male.

-Sembra che tu non abbia ascoltato quello che ti ho detto.- sbuffai.

-Non è per quello...è solo che tu sei mezza nuda ed anche io e sai una cosa tira l'altra.- la sua voglia di me era così evidente da mandarmi in delirio. 

-Se prometti che non farai più questo faremo l'amore.- le dissi e lei spalancò gli occhi mentre io con un dito percorsi una cicatrice. 

-Cosa? Davvero?- mi chiese, euforica. 

-Si.- risposi solamente.

-Ma avevi detto di non essere pronta.- sembrava non crederci.

-Tutti i miei dubbi sono scomparsi dopo la tua dichiarazione.- solo ripensare a quelle parole mi faceva accelerare il battito. La mano di Demi scivolò dietro la mia schiena e sganciò il reggiseno, stava aspettando quel momento da così tanto tempo che ora fremeva.

-Prometti prima.- le dissi, mantenendomi il reggiseno con il braccio. 

-Non lo farò più, te lo prometto.- mi guardò negli occhi ed io capii che era sincera. 

 

 

 

 

Godetevi questi bei momenti perché come ormai sapete nelle mie storie i momenti felici durano poco ;)

-@lovatoismyfaith

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Non sapevo cosa dovevo fare, lei mi guardava fissa negli occhi ed io immaginavo tutti i pensieri poco casti che aveva in mente.
-Se non vuoi farlo posso aspettare.- mi disse, dolcemente.
-Io sto aspettando te.- le risposi togliendo il braccio e facendo cadere il reggiseno sul letto. Non mi ero mai spogliata davanti a qualcuno perché mi vergognavo di tutti ma con lei era diverso, non avevo vergogna, volevo solo compiacerla. 
-wow.- sussurrò.  Lei allungò una mano verso di me ed io mi preparai a qualcosa di indimenticabile. 


Demi si era addormentata sul mio corpo mentre io le accarezzavo i capelli. Non riuscivo a dormire perché non riuscivo a smettere di pensare a quello che era successo. Ora si che capivo cosa significava "toccare il cielo con un dito", ero andata in paradiso un paio di volte quel pomeriggio ed era stato così fantastico. Quel momento però era turbato dai miei dubbi che neanche in quel momento potevano mancare. Lei l'aveva già fatto, e con un "Dio del sesso" a detta sua, quindi sicuramente io non ero stata all'altezza. Mi dispiaceva così tanto perché avrei voluto far provare a lei quello che mi aveva fatto provare lei. 
Mi alzai lentamente dal letto per non svegliarla e presi il cellulare per chiamare la pizzeria. Avevo così tanta fame che avrei potuto divorare una persona. 
Quando suonò il campanello subito corsi ad aprire la porta per non far svegliare Demi. L'odorino che proveniva da quelle pizze era così invitante ma dovevo aspettare che Demi si svegliasse. L'attesa non fu lunga perché quando salii di nuovo in camera Demi aveva già gli occhi aperti.  
-Amore.- sussurrò lei, ancora mezza addormentata. 
-Hey.- dissi, sedendomi sul letto. 
-Perché sei vestita?- mi disse tristemente.
-Volevi che aprissi al fattorino completamente nuda?- le chiesi, ironica. 
-No, solo io posso vederti nuda.- disse e si alzò per baciarmi. Era incredibile come in ogni bacio ci fosse sempre così tanta passione.
-Hai fame? Ho fatto portare le pizze.- le chiesi. 
-Ora si che ti amo.- mi disse, sorridendo. 
-Prima non mi amavi?- misi il broncio. 
-Si ma ora hai comprato la pizza quindi ti amo di più.- mi rispose, facendomi l'occhiolino. 
-Beh, se preferisci lei a me allora tieni la pizza, io me ne vado.- era così bello prenderla in giro. 
-No, amore mio vieni qui.- mi prese per un braccio e mi trascinò di nuovo sul letto. Le sue mani scivolarono sotto la mia maglia ed io la guardai male. 
-Vuoi palparmi o mangiare la pizza?- le lancia una brutta occhiata.
-Questa si che è una domanda difficile.- mi rispose, facendomi ridere. -Non posso fare entrambe le cose?- mi chiese ed io feci di no con la testa. 
-Ma se scelgo la pizza, poi me la fai smaltire?- mi chiese, stampandomi un bacio sul collo.
-Vuoi rifarlo?- le chiesi, stupita.
-Si.- mi rispose, come se fosse ovvio.
-Ah okay.- risposi un pò titubante.
-Perché quella faccia?- mi chiese, staccandosi.
-No niente.- le dissi, frettolosamente. Non era il caso di parlarle dei miei dubbi.
-Oddio non ti è piaciuto.- si alzò in piedi. -Mi dispiace, tantissimo. Io mi sono impegnata, te lo giuro. È solo che poi tu hai iniziato a prendere il controllo e dopo essere venuta due volte mi sembrava di non capire più nulla. Non pensavo di essere così una schiappa. Non mi sono mai vergognata così tanto in vita mia.- continuava a parlare senza mai fermarsi. Era così adorabile mentre era completamente in panico. Io non riuscii più a trattenermi e scoppiai a ridere.
-Di bene in meglio, ora ride anche di me.- si sedette con le mani nei capelli. 
-Amore, vieni qua?- le chiesi, e lei si avvicinò a sguardo basso.
-Sei stata fantastica prima, è stato tutto fantastico per me.- tirò un sospiro di sollievo.
-Allora perché avevi quella faccia?- mi chiese, confusa. 
-Io come sono andata?- le chiesi finalmente, liberandomi da un peso. La risposta però mi spaventava molto.
-È questo il problema?- mi chiese ed io annuii, imbarazzatissima. 
-Amore..- si avvicinò a me.
-La verità, posso sopportarla.- l'avvertii. 
-Amore, sai qual'è la verità? La verità è che io penso tu sia un miracolo, che qualcuno ha voluto mandare nella mia vita per farmi rendere conto che non fà così schifo come pensavo. La mia vita da quando ci sei tu è così bella. Tutto questo l'ho detto per farti capire che tu mi fai stare bene anche solo con un sorriso e quello che é successo prima è stato solo un di più, un meraviglioso di più. È stata felicità allo stato puro, magnifico, il meglio del meglio. Ho capito cosa vuol dire fare l'amore ed ora sono sicura di non poterne più fare a meno.- i suoi occhi erano pieni d'amore.
-Ti amo così tanto.- urlai.
-Cosa?- mi chiese, stupita.
-Ti amo, amore mio.- ripetei di nuovo.
-È la prima volta che me lo dici.- sembrava che stesse balbettando. 
-Spero di avertelo dimostrato.- le risposi e lei annuì. 
-La pizza può aspettare..- le dissi ed allungai una mano per prendere la sua.
-Da quando hai saputo che sei brava non vuoi più smettere di farlo?- mi chiese ed io la guardai in modo malizioso. 
-Non credo ti dispiaccia.- le feci l'occhiolino e la tirai sopra di me. 


-Dovevo studiare.- dissi a Demi mentre lei stava ancora mangiando la pizza.
-Spero che quello che abbiamo fatto sia stato più divertente.- mi fece l'occhiolino. Era così buffa con la bocca tutta sporca di salsa.
-A me piace studiare.- le risposi. 
-Il mio corpo è più interessante di un libro di storia.- disse e anche lei rimase sorpresa quando si rese conto di quello che aveva detto.
-Hai appena fatto un complimento al tuo corpo.- le dissi e lei annuì. 
-Fino a pochi giorni fa facevo di tutto per distruggerlo ed ora guardami, sono completamente nuda davanti a te e quello che vedo mi piace.- abbassò lo sguardo per guardarsi.
-Anche a me piace, molto.- le risposi e lei alzò di nuovo lo sguardo per guardarmi negli occhi.
-È questo il punto, a me piace perché piace a te. Tu sei la persona che amo e sei l'unica a cui devo piacere davvero.- quelle parole mi rendevano così felice.
-Lo so che con il lavoro che fai ricevi tante critiche ma io sarò qui ogni volta che lo vorrai a ricordarti quanto sei bella.- lei si accoccolò tra le mie braccia. 
-E poi a me piacciono le persone formose, non quelle pelle e ossa quindi devi ingrassare.- le dissi, sorridendo. 
-Puoi trovarti anche un'altra fidanzata.- mi disse, ironica.
-Fidanzata? Perché ne ho già una?- le chiesi, facendo finta di essere sorpresa.
-Smettila di fare la stupida, sono io la tua fidanzata pelle e ossa.- mi diede uno schiaffo sulla mano. 
-Non lo sapevo.- scherzavo. 
-Ma ti ho detto che ti amo, che vuoi più che ti dica?- si stava un pò innervosendo.
-Boh, un "vuoi essere la mia ragazza?" per esempio.- le dissi e lei si girò verso di me. 
-Vuoi essere la mia ragazza?- mi prese la mano e mi guardò dritta negli occhi. Diamine quanto era bella.
-No mi dispiace sono già impegnata.- le dissi e lei spalancò la bocca.
-Cosa?- alzò la voce. 
-Amo la mia ragazza.- era impossibile non ridere.
-E chi è?- mi chiese, scioccata. Non riuscivo a capire se stava fingendo o davvero non aveva capito che stavo scherzando. 
-Una ragazza molto bella, con dei capelli fantastici che accarezzerei per ore intere e delle labbra tutte da baciare.- le stampai un bacio sulle labbra. 
-Che bella che è.- mi disse, sorridendo, ora aveva capito. 
-Si, sono molto fortunata.- le sussurrai ad un orecchio.
-Si lo sei.- mi rispose facendomi l'occhiolino. -Vediamo però se riesco a farti cambiare idea.- iniziò a baciarmi il collo. 
-Non credo, è fantastica anche a letto.- le dissi mentre si posizionava sopra di me.
-Anche io sono brava.- mi rispose ed io feci di no con la testa. 
-È stata la mia prima volta, non credo che potrai fare di meglio.- le dissi mentre sentivo le sue labbra sui mie seni.
-Ti amo.- furono le ultime parole che disse prima di iniziare a fare l'amore per l'ennesima volta.


 
 
 
Le recensioni stanno calando quindi fatemi sapere la storia vi piace e se volete che la continui..
 
-@lovatoismyfaith

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


-Dobbiamo alzarci.- mi disse Demi, dopo essersi ripresa dall'orgasmo.
-Perché? Ormai si è fatta notte.- le risposi, confusa.
-Appunto. Non riusciamo a stare vicine per più di 5 minuti che finiamo per fare l'amore.- mi disse, allontanandosi.
-Ed è una cosa brutta?- ero sempre più confusa.
-Assolutamente no, ma sono distrutta.- mi disse ed io non sapevo cosa rispondere. 
-Ecco, poi tu mi guardi in quel modo...- disse ma io la interruppi.
-In che modo?- le chiesi, non capivo dove voleva arrivare.
-Mi guardi con quegli occhi che vogliono dire "Sono la persona più adorabile del mondo, come fai a non avere voglia di fare l'amore con me." ed io impazzisco.- era lei la cosa più adorabile del modo. 
-Se vuoi chiudo gli occhi così non ti tento.- le dissi e lei fece di no con la testa. 
-Non ci riusciresti, tu mi guardi sempre.- disse ed io rimasi molto colpita. 
-Scusa..- le dissi, abbassando lo sguardo.
-Non puoi scusarti per essere meravigliosa.- mi disse ed io alzai lo sguardo e lei mi sorrise. 
-Vieni qui, dormiamo un pò altrimenti domani saremo due zombie.- le dissi e lei si accoccolò tra le mie braccia.
-Saresti bellissima lo stesso.- mi sussurrò. Aveva così tanto sonno.
-Non ne sarei così sicura.- sorrisi e lei non rispose, si era già addormentata. Io strinsi le braccia intorno al suo corpo facendo molta attenzione, era così piccola e fragile che avevo paura di romperla. 


Sentii il rumore di un cellulare e mi svegliai di colpo. Era il cellulare di Demi ma lei continuava a dormire. Mi feci coraggio e lo presi per rispondere.
-Pronto?- dissi, timidamente.
-Non sei Demi, con chi parlo?- mi chiese una voce molto giovanile.
-Sono Marissa, un'amica di Demi, lei sta dormendo.- risposi, velocemente.
-Ah si, Demi mi ha parlato di te, io sono sua sorella.- un sorriso spuntò inevitabilmente sul mio volto.
-È urgente o posso farti chiamare quando si sveglia?- le chiesi. 
-Non è urgente ma appena si sveglia fammi chiamare subito.- mi rispose.
-Va bene, ciao.- la salutai.
-Ciao.- rispose lei e poi staccò velocemente la chiamata. 


-Buongiorno.- le sussurrai quando mi resi conto che aveva aperto gli occhi.
-Buongiorno amore.- mi rispose lei, sorridendo. Wow il suo sorriso di prima mattina era ancora più bello. 
-Ha chiamato tua sorella, mi ha detto che la dovevi richiamare appena ti svegliavi.- le dissi e lei subito sbuffò. 
-Mi dai prima un bacio?- mi chiese ed io mi avvicinai.
-Ma anche due...tre..- sussurrai mentre la baciavo. 
-Chiama tua sorella.- mi staccai bruscamente perché altrimenti non ci sarei mai riuscita. Demi sbuffò di nuovo ma poi prese il cellulare. 
-Dallas? Che c'è?- la sua gentilezza era evaporata. 
-Oh che bello.- disse, evidentemente ironica.
-Va bene, ci penso io.- disse e poi staccò. 
-Tutto a posto?- chiesi e lei annuì. 
-Che ne dici se non andiamo a scuola e andiamo a fare una passeggiata o qualcosa del genere?- le chiesi e lei spalancò gli occhi.
-Rinunci alla scuola per me? Questa è la cosa più romantica che tu potessi fare.- scoppiò a ridere ed io le diedi un leggero schiaffo sulla spalla.
-Smettila di fare la cretina.- risi leggermente.
-Che ne dici se facciamo un giro in barca, voglio farti vedere la mia barca, è bellissima.- mi disse con aria sognante.
-Va bene.- le risposi e lei velocemente si alzò dal letto. 
-Possiamo stare qui un'altro poco?- le chiesi, dolcemente. 
-Ci vogliono 2 ore per arrivare al mare, se non ci muoviamo faremo tardi.- mi disse, iniziandosi a vestire. Aveva troppa fretta per i miei gusti.
-Va bene amore ma guidi tu perché io sono distratta.- le dissi. 
-Da cosa?- si fermò un attimo. 
-Da te..- le risposi e lei mi sorrise. 
-Spero solo di riuscire a rimanere concentrata.- mi fece l'occhiolino.
-Altrimenti finiamo come la prima volta che ti ho incontrata.- le dissi, viaggiando indietro con la mente.
-Che bel giorno.- sussurrò lei.
-Stavi quasi per morire.- le dissi.
-Beh ma ho incontrato te che mi hai salvato, in tutti i modi in cui una persona può essere salvata.- mi guardò intensamente ed io feci il giro del letto per baciarla. 
-Ti amo così tanto.- le sussurrai.
-Dai andiamo, ci aspetta una bella giornata al mare.- mi disse, prendendomi per mano. 


Due ore in macchina erano passate così velocemente che non me ne ero proprio accorta. Era così intenta a guardare Demi che guidava ed a pensare a quanto fosse bella. 
-Siamo arrivare.- disse Demi mentre parcheggiava. -Ma non ti annoi?- mi chiese e si girò verso di me.
-Di fare cosa?- le chiesi, confusa.
-Di stare sempre li a fissarmi, sono sempre la stessa.- mi disse ed io le sorrisi. 
-Mi piace quello che vedo.- la guardai intensamente.
-Okay usciamo subito, non voglio fare l'amore in macchina.- disse, aprendo velocemente la porta. 
-Peccato.- alzai un pò la voce per farmi sentire. 
La barca di Demi era enorme, fin troppo grande per starci solo in due.
-Potresti organizzarci una festa qui sopra.- le dissi.
-Già fatto, e sono anche caduta in mare perché ero ubriaca.- rise.
-Peccato che non c'ero io, altrimenti mi sarei tuffata per salvarti.- l'abbracciai. 
-Lo so, amore.- mi stampò un piccolo bacio sul collo.
-Ti va di guidare?- mi chiese, staccandosi.
-Non lo so fare, non l'ho mai fatto.- le risposi. 
-Dai vieni, ti aiuto io.- mi prese per mano e mi portò vicino al timone. 
-Premi quel bottone e si accenderà il motore.- disse ed io subito lo feci.
-Ora metti le mani ben salde qui e c'è ne andiamo.- posizionai le mani sul timone e lei mi circondò il corpo con le sue braccia. 
-Wow figo.- esclamai emozionata, era la prima volta che facevo una cosa del genere. 
-Hey Demi perché la barca gira senza che io faccia nulla?- le chiesi, girandomi verso di lei.
-Ehm ehm perché c'è il pilota automatico.- mi rispose, abbassando lo sguardo. 
-E perché mi hai fatto credere che la stessi guidando io se non lo stavo facendo?- le chiesi confusa, non riuscivo a capirla.
-Pensavo che fosse una cosa romantica e speravo che non te ne accorgessi.- continuò a tenere lo sguardo basso. 
-Ma quindi visto che c'è il pilota automatico noi possiamo anche fare altro?- le chiesi e lei alzò velocemente lo sguardo.
-Non sei arrabbiata?- mi chiese ed io feci di no con la testa. 
-Ti ho solo rovinato una cosa romantica e quindi ora devo farmi perdonare.- le dissi, iniziandole a sbottonare la camicetta. 
-Che fai?- mi chiese.
-Siamo in mare aperto, non ci vede nessuno.- le baciai il collo. 
-Ci potrebbero essere dei paparazzi.- stava provando a resistermi ma io non mi arresi e feci scivolare le mani nei suoi pantaloni mentre continuavo a baciarla.
-A meno che non siano travestiti da pesci qui non ci sono.- le dissi. La mia mano scivolò sotto le mutandine e le palpai il sedere. Un gemito sfuggì dalle sue labbra, sintomo che stava per cedere. 
-Sei così convincente.- mi sussurrò.
-È una dote innata.- le risposi, sorridendo. 
-Come quella di farmi impazzire.- mi rispose mentre io la feci sedere sul divano che era li vicino. 
-Si, anche quella è una mia dote innata.- le sbottonai il pantalone. Orami era impossibile fermarci. 


L'odore del mare mischiato a quello di Demi mi mandava completamente in delirio. Mi sentivo come se tutto questo fosse troppo per me. 
-Che bello se potessimo farlo tutte le mattine.- mi disse. Era accoccolata sul mio petto con i capelli totalmente scompigliati ed il viso stanco, eppure a me sembrava la cosa più bella del mondo. 
-Abbiamo la scuola purtroppo.- le dissi, accarezzandole i capelli. 
-Lo so..- mi rispose tristemente. 
-Ti prometto che un giorno andremo a vivere in una casa al mare solo noi due.- provai a farle ritornare il sorriso. 
-Non vedo l'ora che arrivi quel giorno.- mi guardò emozionata ed io le sorrisi. 
 
 
 
Ho avuto tantissime nuove idee per questa storia :)
-@lovatoismyfaith

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


-Perché non possiamo rimanere qui un'altro poco?- mi chiese, piagnucolando. 
-Perché tra un poco sarà buio e non possiamo rimanere qui per sempre.- le risposi, rivestendomi.
-Perché no?- sbuffò. 
-Se non vuoi tornare a casa puoi rimanere da me.- le dissi e lei annuì.
-Ma perché non vuoi ritornare a casa?- le chiesi. 
-Perché voglio restare con te.- mi rispose anche se a me sembrava che mi stesse nascondendo qualcosa. 


-Passiamo molto tempo insieme ultimamente, non credi che qualcuno si possa insospettire.- le disse, entrando in casa. 
-Sembra che tu non voglia passare del tempo con me.- disse, sorpassandomi. 
-Era solo una domanda, ma perché sei così nervosa?- le chiesi, preoccupata. 
-Sembra che ora sia sbagliato anche voler passare più tempo con la propria fidanzata.- sbuffò, accomodandosi sul divano. Che stupida che ero. 
-Scusa amore, hai ragione. È solo che io ero abituata a stare da sola ed ora praticamente non ci sono mai.- mi sedetti vicino a lei. 
-Si va bene..- girò lo sguardo dall'altro lato, arrabbiata. 
-Dai amore scusa.- mi misi a cavalcioni sulle sue gambe e iniziai a baciarle il collo. 
-Mar...oh.- un gemito sfuggì dal suo controllo. Proprio in quel momento suonò il cellulare ed io maledii chiunque fosse. Demi prese il cellulare e rispose.
-Dove diavolo sei finita.- qualcuno urlò talmente forte che anche io sentii. 
-Sono a casa di Marissa.- rispose Demi.
-Mi avevo detto che ci avresti pensato tu e non hai fatto nulla.- io non volevo sentire la conversazione ma ero così vicina a Demi che era impossibile non farlo. 
-Che ne dici della mia stanza?- Demi chiese.
-Papà non te lo lascerà mai fare.- le rispose ed io capii che stava parlando con Dallas. 
-E allora sbattili in un Hotel e lasciami in pace.- urlò Demi e staccò la conversazione. 

-Hey amore, tutto bene?- le chiesi, dolcemente. 
-Si.- mi rispose lei, senza guardarmi negli occhi.
-Vuoi parlarmi del motivo per cui stamattina andavi così di fretta, o del perché non volevi tornare a casa, o del perché oggi sei così nervosa?- le chiesi e lei si girò verso di me, stupita. 
-Io...non è successo nulla.- disse, sembrava impaurita. 
-Amore, puoi dirmi tutto.- provavo a rassicurarla. 
-Anche se ha a che fare con Joe?- mi chiese ed io non sapevo cosa rispondere, ora non ero più tanto sicura di volerla rispondere. 
-Si...- le risposi, un pò titubante. 
-Lui ed il suo amico sono venuti qui senza avvisare, io non ne sapevo nulla, stamattina quando Dallas me l'ha detto l'unica cosa che volevo fare era scappare via con te.- mi disse velocemente.
-E qual'è il problema?- le chiesi, confusa.
-Il problema è che a casa dei miei nonni non c'è spazio per farli dormire perché già ci siamo noi e così non so dove metterli.- sbuffò Demi. 
-Possono stare qui..- quelle parole uscirono involontariamente dalla mia bocca ed un secondo dopo me ne pentii.
-Cosa? Davvero?- sembrava quasi contenta.
-Ehm si, se ti fa piacere si, qui ci sono tante stanze.- le risposi.
-Ma sai che lui è ancora il mio fidanzato?- mi chiese ed io annuii.
-Lo ami?- le chiesi guardandola negli occhi.
-No.- mi rispose subito.
-Mi ami?- le chiesi e lei mi sorrise.
-Da morire.- mi abbracciò ed io le stampai un bacio sulla spalla.
-Mi importa solo di questo.- le sussurrai dolcemente all'orecchio. 
-Chiamo Dallas e glielo dico.- disse lei staccandosi. 
-Poi però dedicati a me perché non credo che avremo molto tempo per noi quando il tuo fidanzato starà qui.- incominciai di nuovo a baciarle il collo e lei gettò la testa all'indietro. 
-Sicura che per te va bene?- mi chiese ed io annuii. 
-Dovrò baciarlo.- mi disse ed in quel momento non fui più sicura di nulla.
-Devi proprio?- le chiesi, tristemente.
-Vedi? Io non voglio che tu stia così.-  mi disse, accarezzandomi una guancia.
-Ma comunque lui deve dormire da qualche parte e comunque lo devi baciare quindi preferisco che tutto questa accada sotto il mio controllo.- le risposi. 
-Lo lascerò appena tutto questo finirà.- mi disse cogliendomi di sorpresa. 
-Perché non puoi lasciarlo?- le chiesi.
-Stupida roba di promozione.- mi disse ed io annuii anche se in realtà non avevo capito. 

-Dallas?- Demi la chiamò. -Possono stare a casa di Marissa, è grande.- le disse e sentii un sospiro di sollievo provenire dal telefono. 
-Naturalmente rimango a dormire anche io con loro.- aggiunse ed io mi incupii di colpo. 
-Va bene, inviami l'indirizzo per messaggio.- le disse, prima di staccare. 
-Che hai amore?- si girò verso di me. 
-Niente...io..- provai a dire ma lei mi interruppe. 
-Non sei contenta? Potremmo dormire insieme.- mi disse e tutti i miei pensieri su Demi che dormiva nel letto con Joe scomparvero in un istante. 
-Amore...- le alzai la maglia e gliela sfilai. -Abbiamo ancora un pò di tempo prima che arrivino.- le dissi e lei mi baciò con passione, aveva perfettamente capito cosa volevo fare. 


-Amore dai.- Demi urlò. Stavamo nel letto a ridere e scherzare come due cretine quando sentimmo suonare il campanello.
-C'è Sarah.- sussurrai a Demi.
-Lo so ma sono sicuramente Joe e quell'altro quindi non possiamo farci trovare nel letto completamente nude.- mi rispose, alzandomi.
-Credo che finalmente capirebbe che tu sei la mia ragazza.- alzai la voce per marcare la parola "mia". 
-L'importante è che lo so io.- mi fece l'occhiolino ed uscì dalla stanza. Io impiegai un pò più di tempo per vestirmi e quando scesi giù Demi già li aveva fatti accomodare nel salone. 
-Te la potevi risparmiare questa bravata.- disse Joe a Demi.
-È stata la cosa migliore che potessi fare.- rispose Demi ed io sorrisi ripensando alla prima volta che c'eravamo incontrate.
-Ma così sei costretta ad andare a scuola, una cosa totalmente inutile per una rockstar come te.- rispose qualcun altro ed allora decisi di entrare nella stanza per vedere chi era.
-Buongiorno.- dissi, entrando nella stanza e tutti si alzarono in piedi come se io fossi la loro professoressa. 
-Ciao, tu dovresti essere Marissa.- Joe Jonas mi porse la mano ed io la strinsi. 
-Si, e tu Joe.- gli risposi e lui mi sorrise. Sembrava gentile.
-Io sono un suo amico, Wilmer.- il ragazzo vicino a Joe allungò la mano verso di me ed io lo guardai un attimo stupita, sembrava grande. 
-Marissa.- risposi, tendendogli la mano. 
-Grazie dell'ospitalità.- intervenne Joe cordialmente. 
-Di nulla.- risposi. -Venite, vi mostrò le vostre stanze.- aggiunsi e gli feci strada. 
-Le vostre stanze solo al primo piano mentre la mia è al piano di sopra, se avete bisogno di qualcosa chiedete a me o a Sarah.- dissi, mostrandogli la stanza. 
-Tu dormi con me?- Joe si girò verso Demi ed io lanciai un brutto sguardo alla ragazza. 
-Ehm no Joe, non mi sembra il caso.- Demi gli rispose ed il ragazzo sbuffò. 
-Puoi usare questa se vuoi.- dissi, aprendo una stanza vicino a quella di Joe. Il suo sguardo voleva dirmi "Io voglio dormire con te." ma un pò dovevo fargliela pagare.
-Va bene.- disse lei, entrando nella stanza. 
-Ognuno ha il proprio bagno in camera così non avete problemi.- dissi e tutti annuirono. 
-Posso chiederti i tuoi genitori dove sono?- mi chiese Joe. 
-Sono in giro per il mondo, non torneranno presto non preoccuparti.-  gli risposi tristemente. -Se volete mangiare andate in cucina da Sarah.- dissi per cambiare discorso. 
-Magari ci facciamo prima una doccia e poi andiamo, grazie.- mi disse dolcemente. Poi si allungò verso Demi e la baciò prima di entrare in stanza. Demi non aveva risposto al bacio e questo l'avevo visto ma comunque mi aveva inevitabilmente dato fastidio. 
 
 
 
-@lovatoismyfaith

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Era stupido come non riuscissi a fare altro che pensare a quel bacio. Era durato un secondo ed era stato il bacio meno passionale che avessi mai visto, eppure non riuscivo a togliermelo dalla mente. Era come se qualcuno avesse violato una mia proprietà ed ora volevo solo denunciarlo e sbatterlo in galera. Ma siccome non potevo fare nulla, continuavo a stare li, sul letto, a fissare il soffitto ed a martellarmi il cervello con stupidi pensieri. Per fortuna il mio cellulare squillò ed interruppe i miei tormenti. 
-Amore, vieni da me?- Demi e la sua voce dolcissima erano davvero irresistibili ma io dovevo farcela.
-No, non mi va.- dissi, solamente. 
-Dai amore, già ti avevo avvertito che l'avrei baciato.- mi rispose ed aveva ragione.
-Hai ragione, ma ora voglio andare a dormire.- dissi con voce triste e poi staccai la conversazione. Da una parte stavo fingendo per farla pagare a Demi ma dall'altra quella cosa mi aveva davvero rimasto l'amaro in bocca. 
Spensi la luce, e mi accoccolai sotto le coperte. Presi il cellulare e mandai un semplice "buonanotte" a Demi. Dopo pochi minuti sentii la porta aprirsi e chiudersi velocemente, se fossimo stati in un film di Alfred Hitchcock sarei morta di paura, ma siccome era la vita reale decisi di aspettare e vedere chi fosse. Quando sentii il letto fare rumore e qualcuno salirci sopra capii che era Demi e quando circondò il mio corpo con le sue braccia ne fui sicura. 
-Non riesco a dormire, posso dormire qui?- mi sussurrò ed io sorrisi, anche se per fortuna lei non poteva vedermi. Non le risposi e quindi lei rafforzò la presa intorno a me. 
-Io ho bisogno di te.- mi baciò il collo ed io percepii così tanto quel bisogno. Non riuscii più a reggere il gioco e mi girai verso di lei. 
-Non essere arrabbiata con me per favore.- aggiunse, dolcemente. 
-Non lo sono.- le risposi e lei spalancò gli occhi. 
-E allora perché hai..- la interruppi.
-Mi da fastidio, mi da tremendamente fastidio che qualcuno possa baciarti, toccarti, o possa fare qualsiasi altra cosa che voglio fare solo io.- le dissi e lei si accoccolò tra le mie braccia. 
-Domani mattina andiamo a scuola così non lo vedo ed il pomeriggio posso tornare a casa se ti fa più piacere.- mi rispose e si vedeva che si stava davvero impegnando per trovare una soluzione.
-Ma così non posso vederti neanche io.- sbuffai. 
-Non ci farà male stare un pò separate.- mi disse e forse aveva ragione. Ultimamente stavamo troppo tempo insieme.
-Va bene.- dissi e la baciai. Quello che ci univa era così passionale che non riuscivamo a stare separate per tanto tempo. 
-Ora voglio fare l'amore con te.- le dissi, posizionandomi sopra di lei. Mi alzai e mi tolsi la maglia.
-Sei bellissima.- urlò.
-Shhh ci sono gli altri.- la zittii, mettendole la mano sulla bocca. 
-Scusa amore è che tu sei un uragano che mi travolge ed io non capisco più nulla.- mi disse ed io la guardai in modo malizioso. Avevo così voglia di prendermi ciò che era mio. Lei sembrò leggermi nel pensiero ed iniziò a spogliarsi. 


-Buongiorno.- mi sussurrò Demi, baciandomi sulla guancia. 
-Ciao amore.- le dissi, aprendo gli occhi. 
-Vieni a vedere i miei allenamenti stamattina?- mi chiese, euforica. 
-Durante le lezioni non posso.- le dissi, dispiaciuta. 
-Ma io volevo che mi vedessi.- non volevo che fosse triste per una cosa del genere. 
-Ti prometto che appena ho un pò di tempo vengo a vederti.- le dissi e sul suo volto ritornò il sorriso. 
-Si però è la mia prima lezione quindi non ridere se non sono capace.- si accoccolò tra le mie braccia, imbarazzata. 
-Non preoccuparti amore, sarai bravissima.- la coccolai un pò prima di andare a fare colazione. 
-I ragazzi dormono ancora.- dissi e Demi tirò un sospiro di sollievo. Il fatto che anche lei non volesse incontrare Joe mi faceva molto piacere. 
-Andiamo a scuola?- le dissi e lei non mi rispose. 
-Dobbiamo?- mi chiese, mettendo il broncio. 
-Tu non farai nulla, sono io quella che deve studiare.- le dissi.
-Preferirei studiare con te che non fare nulla senza di te.- si avvicinò ed io non riuscivo a capire come tanta dolcezza si potesse concentrare in una sola persona. 
-Demetria ti sei proprio innamorata.- le dissi, sorridendo. 
-Lo so..- mi guardò intensamente. 
-Okay andiamo a scuola prima che mi venga voglia di...- mi avvicinai a lei in modo seducente e poi mi allontanai velocemente senza concludere la frase. 
-Oh non andartene sul più bello..- sbuffò, seguendomi. 


-Hey ciao Demi.- non appena entrammo a scuola Jennette prese sotto braccio Demi. -Sei pronta per il tuo primo allenamento?- le chiese e Demi annuì. 
-Ciao amore, vieni il più presto possibile a vedermi.- mi sussurrò, per non farlo sentire alla ragazza. Io le sorrisi e mi incamminai verso la classe. 

Quelle ore di lezione sembravano non finire mai, io volevo andare da Demi ma la professoressa mi aveva incastrato con un interrogazione a sorpresa. Provavo a rimanere concentrata sulle cose che dovevo dire ma il mio unico pensiero era Demi che mi stava aspettando. Non appena suonò la campanella corsi via senza neanche chiedere il permesso alla professoressa. Erano finite le lezioni quindi potevo farlo. 
Quando arrivai in palestra però mi resi conto che era troppo tardi perché non c'era più nessuno. Andai negli spogliatoi e sentii tante voci sovrapporsi. Sicuramente le ragazze erano tutte li e quindi anche Demi. Girai per gli spogliatoi con tutti gli occhi puntati addosso, non ero mai entrata li dentro e sembravo proprio un intruso. 
-Oh eccoti.- esclamai quando vidi Demi. Tutte si girarono verso di noi per ascoltare la nostra conversazione. Abbassai lo sguardo e mi resi conto che Demi sotto l'accappatoio era praticamente nuda.
-Cosa stai facendo?- le chiesi, arrabbiata.
-Mi sto vestendo.- mi rispose, facendo l'indifferente. Anche lei era arrabbiata. 
-Ti sembra il caso?- le chiesi e lei si girò verso di me. 
-Ti sembra il caso presentarti a quest'ora?- mi chiese lei ed io abbassai lo sguardo. 
-Vestiti, ti aspetto fuori.- dissi, solamente e mi incamminai verso l'uscita.
-Te la fai con quella tipa?- sentii qualcuno parlare alle mie spalle ma continuai a camminare. 
-Si, è mia amica.- rispose Demi ed io volevo solo girarmi ed urlare "Sono la sua ragazza, stronze." ma non potevo farlo e quindi uscii dagli spogliatoi e mi sedetti ad aspettare Demi. 
 
 
 
 
Dalle vostre recensioni ho capito che nessuno si aspetta quello che sta per accadere hahaha
 
-@lovatoismyfaith

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


-Che ci fai qui?- mi chiese Demi quando finalmente uscì dagli spogliatoi. 
-Ti aspettavo..- le risposi, alzandomi. 
-Ho impiegato tanto tempo perché pensavo che te ne andassi.- mi confessò ed io ci rimasi male. 
-A quanto pare non è servito.- dissi, dispiaciuta. 
-Già..- bisbigliò. 
-Vuoi che me ne vada?- le chiesi, non sapevo cosa dirle. 
-Si..- mi rispose guardandomi negli occhi. 
-Va bene.- dissi, e mi incamminai a testa bassa verso l'uscita. 
-Aspetta...maledizione.- urlò Demi alle mie spalle ed io la sentii correre verso di me. 
-Che c'è?- le chiesi, fermandomi. 
-Facciamo un tratto di strada insieme.- mi rispose, senza guardarmi negli occhi. Non voleva cedere ma era quasi al limite. 
-Non avevi detto che dovevo andarmene?- le chiesi e lei continuò a camminare senza degnarmi di una risposta.
-Ti amo.- le sussurrai quando arrivammo al bivio. La guardai ma lei continuava a fissare il vuoto per non guardarmi negli occhi, sapeva che altrimenti non avrebbe resistito. 
-Anche io.- mi rispose velocemente e se ne andò verso casa sua senza calcolarmi minimamente. Io mi fermai un attimo a pensare e poi ripresi a camminare per tornare a casa.

"Quindi non vuoi vedermi?" mandai un messaggio a Demi non appena arrivai a casa. 
-Ciao Marissa.- Sarah mi salutò gentilmente. 
-Hey ciao.- le risposi, tristemente.
-Tutto bene?- mi chiese, evidentemente se ne era accorta. 
-Non tanto.- le risposi.
-Ti ho preparato..- provò a dire ma io la interruppi.
-Non mi va di mangiare grazie.- le dissi, salendo le scale. -Prepara solo per i ragazzi.- aggiunsi.
-Sono usciti.- urlò per farmi sentire. 
"Mi manchi."- le mandai un altro messaggio vedendo che non mi rispondeva. Aspettai un pò per vedere se mi rispondeva ma il mio cellulare non voleva proprio saperne di squillare e così iniziai a studiare per distrarmi. 

Due ore dopo ero ancora li, a fare finta di studiare per non pensare a Demi quanto poi ogni cosa mi faceva ricordare di lei. Non riuscivo a capire come per un pò di ritardo si fosse arrabbiata così tanto. Mi alzai istintivamente e scesi di corsa giù; volevo andare da lei e farmi perdonare perché questa situazione era insostenibile per me. Mi fermai al bar a prenderle un caffè che sicuramente l'avrebbe addolcita. Non ero mai stata a casa di Demi e devo ammettere che mi vergognavo molto. Il fatto che nessuno sapesse che lei era la mia fidanzata mi dava più sicurezza. Bussai timidamente alla porta e aspettai che qualcuno mi aprisse. 
-Joe?- chiesi stupita quando il ragazzo mi aprì la porta. 
-Hey ciao Marissa, accomodati.- mi disse lui, gentilmente. Era così cordiale con me che mi faceva quasi sentire in colpa per essermi innamorato della sua ragazza. 
-Che ci fai qui?- gli chiesi, addolcendo il mio tono di voce il più possibile. 
-I parenti di Demi sono fuori e sua mamma mi ha raccomandato di non lasciarla sola ed io e Will siamo venuti qui.- mi rispose. 
-Ah c'è anche lui..- bisbigliai.
-Si, è sopra con Demi. Io sto preparando qualcosa da mangiare.- mi disse.
-Posso vederla?- gli chiesi e lui annuì. 
-La prima porta appena sali le scale.- aggiunse ed io salii al piano di sopra. Sentii dei rumori provenire dalla stanza e capii che Wilmer era con lei. Bussai ma nessuno mi rispose e quindi aprii ma appena vidi quello che stava succedendo in quella stanza mi pentii di averlo fatto. Erano entrambi sul letto, lui era sopra di lei e Demi era praticamente quasi nuda. Lui continuava a baciarla e lei non si opponeva. Io non sapevo cosa fare, volevo piangere, urlare, distruggere tutto. 
-Demi.- sussurrai. Tutto quello che uscì dalla mia bocca fu più che altro un lamento. 
-Ehm ciao Marissa.- Wilmer si girò verso di me e mi sorrise. L'istinto omicida si faceva spazio sempre di più all'interno di me. Demi alzò velocemente la testa e si coprì. Cadde all'indietro come se non avesse forze e questo mi fece capire che era ubriaca. Purtroppo in quel momento non mi sembrava una giustificazione. Posai il caffè sul comodino e guardai Wilmer in malo modo. Demi continuava a stare zitta ed i suoi occhi sembravano assenti, come se non si rendesse conto di quello che stava accadendo. 
-Tolgo il disturbo.- dissi solamente e poi me ne andai. Corsi giù dalle scale più veloce che potevo ed uscii di casa senza neanche salutare Joe. Quella scena continuava a ritornare nei miei pensieri ed io mi sentivo spaesata, arrabbiata, ferita...tradita. Volevo solo andare a casa e piangere perché solo le lacrime potevano esprimere quello che provavo in quel momento. 

Mi aveva tradito...l'aveva fatto davvero. Ancora non riuscivo a crederci eppure era passata un'intera nottata. Demi non si era proprio fatta viva ed io avevo capito che la nostra storia era definitivamente finita. Se non si era neanche degnata di scusarsi allora voleva solo dire che voleva lasciarmi.  In fondo anche se si fosse scusata io non l'avrei mai perdonata quindi forse era meglio che non era proprio venuta. Io intanto non avevo dormito tutta la notte e gli occhi rossi erano la prova che l'unica cosa che avevo fatto quella notte era piangere. Mi alzai dal letto solo quando qualcuno suonò al campanello. Era troppo presto per essere Demi perché lei sicuramente a quell'ora dormiva ancora.
Aprii la porta e mi ritrovai davanti Joe. Aveva l'aria distrutta e capii che forse anche lui aveva visto Demi e Wilmer. 
-Hey.- gli dissi con un filo di voce. Lui scoppiò a piangere ed io lo feci entrare. 
-Lo so che dovevo venire prima ma non ho capito più nulla.- mi disse ed io lo guardai con sguardo confuso. 
-Perché? Cos'è successo?- avevo l'impressione che non si riferisse al tradimento di Demi. 
-Ci stavamo divertendo, avevamo bevuto un pò e Demi sembrava felice.- il suo tono mi fece rabbrividire. Era come se stesse ricordando qualcosa di doloroso. 
-Poi non so cosa sia successo, è andata in bagno e non usciva più...- le sue lacrime mischiate a quelle parole mi stavano facendo paura. Cosa era successo a Demi? 
-Sta bene Demi?- chiesi, quasi urlando e lui mi fece di no con la testa. 
-Quando abbiamo sfondato la porta l'abbiamo trovata nella vasca da bagno e l'acqua era completamente rossa..- io non riuscivo più a respirare. Era come se non volessi che lui continuasse, non volevo saperlo perché non potevo crederci. 
-Ti voleva inviare un messaggio ma non ha fatto in tempo..- mi disse ed io spalancai gli occhi. Sentivo il mio cuore frantumarsi in piccoli pezzi ed uscire dal mio corpo. 
Joe estrasse dalla tasca il cellulare di Demi e la vista di una macchia di sangue mi fece girare la testa...quello era il sangue del mio amore. Non riuscivo a crederci. 
Sbloccai il cellulare e subito mi apparve la schermata di un messaggio. 
"Ti amo da morire."- quelle parole mi fecero gelare il sangue. No no no non poteva essere vero, lei non poteva averlo fatto. Io avevo ancora bisogno di lei. Non poteva lasciarmi da sola proprio ora. In quel momento non mi importava del tradimento perché l'idea di averla persa per sempre era troppo distruttiva da oscurare completamente l'altra. 
-È morta?- gli chiesi con quel filo di voce che uscì dalla mia bocca. Lui abbassò lo sguardo e tutto il mio mondo crollò in un istante. 
 
 
 
Scusate il ritardo :/
-@lovatoismyfaith

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


-No, cioè non credo, non lo so.- disse lui ed il mio cuore riprese a battere.

-Joe, posso sapere come sta Demi?- gli chiesi, stufa di tanti giri di parola. 

-Non lo so, non mi fanno avvicinare all'ospedale.- mi disse e si vedeva che stava male per questo.

-Perché?- gli chiesi, confusa.

-Perché nessuno deve sapere che è in ospedale ed io attiro i paparazzi.- mi rispose ma io non avevo ancora capito. 

-Perché nessuno lo deve sapere?- gli chiesi e lui mi guardò stupito.

-Sai cosa succederebbe alla carriera di Demi se si sapesse una cosa del genere?- aggiunse.

-Sai quanto me ne frega in questo momento della sua carriera?- gli risposi con il suo stesso tono di voce.

-Devo vederla.- mi alzai di scatto.

-Non te la faranno vedere.- mi rispose lui. 

-È a Dallas no? Qui la mia famiglia ha una certa influenza.- gli dissi salendo le scale. 

-Parliamo di una ragazza da milioni di dollari, non sarà facile scavalcare i suoi manager.- mentre parlava mi resi conto che l'unica cosa che importava a tutte queste persone erano i soldi. 

-Io vado.- mi vestii velocemente ed uscii di casa. Mentre andavo in ospedale decisi di farmi coraggio e chiamare mio padre. Non lo sentivo da tanto tempo ma lui era l'unico che poteva aiutarmi. 

-Papà.- dissi, non appena vidi che aveva accettato la chiamata.

-Tesoro come stai?- mi chiese.

-Non bene, ho bisogno di un piacere.- subito arrivai al dunque. 

-Dimmi.- di sicuro non si sarebbe tirato indietro. 

-C'è una persona molto famosa in ospedale ed io devo vederla assolutamente, è molto importante per me. Puoi mettere una buona parola con John?- il primario era un caro amico di mio padre. 

-Certo piccola.- disse lui.

-Grazie papà.- gli risposi e poi staccai la conversazione. Mi dispiaceva averlo chiamato solo per avere un piacere ma in quel momento era l'unica cosa di cui mi importava. 

 

 

Entrai in ospedale e non sapevo dove andare, non sapevo se potevo chiedere di Demi alla reception o anche il suo nome era segreto. Mi girai intorno e notai che fuori da una porta c'erano due guardie del corpo. Li sicuramente c'era qualcuno di importante e con un pò di fortuna poteva essere Demi. Quando mi avvicinai mi resi conto che fuori dalla porta c'era quella donna che era uscita dall'auto fuori casa di Demi il giorno in cui è arrivata a Dallas. Capii in quel momento di essere nel posto giusto. 

-Chiunque tu stia cercando non è qui.- un uomo molto simile ad una montagna venne verso di me con sguardo minaccioso.

-Devo vedere Demi.- dissi e gli occhi di tutti i presenti si puntarono su di me. Tutti avevano gli occhi gonfi di pianto ed io capii che erano persone vicine a Demi. 

-Non c'è nessuna Demi qui.- mi rispose l'uomo ed io l'oltrepassai senza dargli retta.

-Hey ragazzina non scherzo, vai via.- l'uomo mi prese per un braccio e mi strattonò. 

-Si fermi.- qualcuno urlò alle mie spalle e l'uomo subito lasciò la presa. 

-Dottor Kadric le avevo detto che nessuno doveva avvicinarsi a mia figlia.- oddio era il padre di Demi. 

-La conosco..- disse John avvicinandosi. 

-Ciao Marissa, ho appena finito di parlare con tuo padre.- mi disse lui.

-Posso vederla?- gli chiesi e lo supplicai con gli occhi. 

-Lo sai, io e tuo padre siamo grandi amici e non si nega un favore ad un amico ma devi farmi una promessa.- mi disse ed io annuii, avrei accettato qualsiasi cosa pur di vederla.

-Qualsiasi cosa tu vedrai in quella stanza non uscirà da questo ospedale. Per favore, è importante.- mi disse con sguardo serio. 

-Va bene.- risposi, velocemente. 

-Non posso permetterlo.- quell'uomo continuava a stare davanti alla porta.

-Marissa? Tu sei la ragazza con cui Demi passa intere giornate ultimamente?- una ragazza si avvicinò a me. 

-Si.- risposi, timidamente. Non avevo idea di chi fosse.

-Dallas.- la ragazza mi porse la mano per salutarla ed io la strinsi. Era la sorella ed in effetti le somigliava molto. Mi dispiaceva così tanto conoscerla in un momento come questo. 

-È amica di Demi, manterrà il segreto.- Dallas si rivolse verso l'uomo alle mie spalle. 

-Non sappiamo neanche se Demi vuole vederla.- disse il padre ed io capii che quell'atteggiamento era solo premura. 

-Le farà piacere vedere un'amica.- rispose Dallas. 

-È sveglia?- chiesi, e poi mi resi conto di aver usato un pò troppo entusiasmo. 

-Non ancora, ma dovrebbe farlo a breve.- mi disse John. Mi girai verso l'uomo e lo guardai dritto negli occhi.

-Per favore mi faccia entrare. Non dirò niente a nessuno, voglio solo vederla.- non c'è la facevo più.

-Va bene, ma se si sveglia non affaticarla.- non potevo credere di averlo convinto. 

-Grazie.- gli sorrisi leggermente e lui si lasciò scavalcare. 

Entrai nella stanza ed appena vidi il corpicino di Demi un brivido mi attraversò la schiena. Neanche ne miei peggiori incubi avevo mai avuto una sensazione così brutta. 

-Amore..- quella parola uscì istintivamente dalla mia bocca. Mi avvicinai lentamente e quando arrivai vicino al letto le presi subito una mano. Volevo farle sentire che non era da sola, io ero li con lei. Sfiorai la benda che fasciava il suo braccio ed il ricordo di quello che aveva fatto mi fece rabbrividire di nuovo.

-A..a..- sentii sei versi e subito alzai la testa.

-Demi? Amore sei sveglia?- alzai la voce, ero troppo contenta. I suoi occhi lentamente si aprirono e quando mi guardò rimase un pò sorpresa di vedermi. 

-Marissa?- sussurrò ed il suo sguardo si incupì. 

-Hey amore...come ti senti?- provai ad essere il più calma possibile. 

-Bene.- sussurrò.

-Non ti affaticare a parlare.- le dissi e mi accomodai su una sedia vicino al letto. Lei allungò un pò la sua mano ed io la strinsi. Avevo avuto così paura per lei che ora il cuore mi stava esplodendo di gioia nel vedere che stava bene, anche se tutta quelle gioia non cancellava quello che Demi aveva fatto. 

-Mi dispiace, io non volevo farlo.- Demi parlò dopo un pò, rompendo il silenzio che si era creato nella stanza. 

-Non ne parliamo ora, quando ti sarai ripresa affronteremo questo discorso.- le risposi, facendo di tutto per allontanare i brutti pensieri. 

-Pensavo che non volessi più saperne di me.- mi disse ed una lacrima rigò il suo viso. 

-Sai, purtroppo non si smette di amare una persona da un giorno all'altro. Io ti amo e questo le tue azioni non potranno mai cancellarlo...anche se ci provano ogni giorno.- le dissi tristemente. 

-Non vuoi amarmi?- mi chiese, con quella sua vocina dolce che era irresistibile. 

-Non si può scegliere di innamorarsi oppure no di qualcuno, accade e basta.- le risposi e forse lei ci rimase un pò male. 

-Io ho bisogno del tuo amore.- quelle parole mi trafissero il cuore. 

-Io sono qui per darti tutto l'amore che ho.- le risposi, mi alzai e mi sedetti sul letto, più vicino a lei. 

-Ma io ti ho tradito..- mi disse e quelle parole risuonarono come uno schiaffo. 

-Perché me lo vuoi ricordare?- le chiesi, un pò arrabbiata. Io stavo facendo di tutto per dimenticarlo. 

-Perché non merito di essere perdonata.- mi rispose, abbassando lo sguardo. 

-Sai per cosa non ti perdonerò mai? Non ti perdonerò mai di esserti fatta del male nonostante mi avessi promesso che non l'avresti più fatto. Ma la cosa peggiore è che non ti perdonerò mai per aver pensato di lasciarmi da sola, di aver pensato che io potessi vivere senza di te. Questo non ti perdonerò mai.- 

 



Non potevo farla morire....fatemi sapere cosa ne pensate :)
-@lovatoismyfaith

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


-Mi dispiace..- abbassò lo sguardo. 

-Beh, continuarmi a dire che ti dispiace non risolverà nulla.- le risposi, un pò stufa delle sue scuse. 

-Io ti amo.- mi disse, sporgendosi in avanti. Voleva baciarmi ma io mi tirai indietro, non ero ancora pronta per quello.

-Che hai?- mi chiese ed io la guardai stranita. 

-Dici sul serio? La mia ragazza prima  mi tradisce e poi cerca di togliersi la vita tagliandosi le vene e tu mi chiedi cosa ho.- alzai un pò la voce. Lei rimase completamente spiazzata da quel mio comportamento. 

-Cosa ha lui più di me?- le chiesi d'impulso e lei subito alzò la testa. -Cosa ti ha dato lui che io non ti ho dato?- aggiunsi. Stavo facendo di tutto per evitare quell'argomento ma era una cosa che mi stava logorando dentro e avevo il bisogno di chiederglielo. 

-Nulla.- mi rispose, guardandomi negli occhi. 

-E allora perché diamine l'hai fatto?- quella scena non riusciva ad uscire dalla mia testa. 

-Perché sono una stupida, volevo ubriacarmi per farti arrabbiare ma poi ho esagerato e non capivo più nulla. Io non mi rendevo conto di quello che stavo facendo fino a quando non ho visto i tuoi occhi pieni di lacrime.- mi confessò. 

-Se il tuo obiettivo era quello di farmi arrabbiare, congratulazioni, ci sei riuscita.- mi alzai in piedi. 

-Non andartene, prima hai detto che mi amavi.- urlò lei. 

-Ti ho anche detto che il mio amore non cancellerà quello che hai fatto. Non c'è la faccio neanche a toccarti.- mi allontanai un pò. 

-Perché?- continuava a fissare la sua mano che non era più intrecciata dalla mia. 

-Lui ti ha baciato, ti ha spogliato, avete fatto l'amore...io non c'è la faccio.- quelle parole uscirono dalla mia bocca insieme a tutto il ribrezzo che provavo. 

-È stato solo sesso.- mi rispose e ricominciò a piangere. 

-Chi mi assicura che non è stato solo sesso anche quello che abbiamo fatto noi.- le urlai arrabbiata. 

-Io..- disse solamente. In quel momento la porta si aprì ed entrarono un paio di persone che stavamo aspettando fuori. Si avvicinarono al letto di Demi e l'abbracciarono calorosamente. Tutti parlavano e le voci si sovrapponevano. Demi era circondata da persone ed io non riuscivo a vederla. Mi feci più indietro aspettando che la stanza si svuotasse. Dovevo andarmene e lo sapevo ma non ci riuscivo, lei era troppo importante per me ed anche se mi aveva tradito ed aveva infranto una promessa io l'amavo così tanto. 

-Amore, ci siamo organizzate, Dallas rimane con te stanotte.- quella frase catturò la mia attenzione. 

-Non può rimanere Marissa?- sentii la dolce voce di Demi anche se non la vedevo. 

-Ma è più sicuro che rimanga uno della famiglia.- intervenne il padre. Quell'uomo aveva qualche problema con me.

-Per favore, io voglio lei.- disse ed io capii che quel "voglio" aveva un altro significato che solo io potevo cogliere. 

-Non credo che lei lo voglia.- rispose il padre ed a me sembrava che era lui a non volerlo. 

-Marissa?- Demi mi chiamò e tutti si girarono verso di me. Feci dei passi avanti per vedere Demi e mi resi conto dello sguardo del padre che mi fissava. 

-Rimani con me stanotte?- mi chiese ed i suoi occhi che mi supplicavano erano irresistibili. 

-Va bene.- risposi d'impulso. Demi sorrise ed era così bello che per un attimo mi dimenticai di tutto. Quell'attimo si concluse con l'evento che mai avrei voluto che accadesse. Sentii bussare alla porta e quando mi girai vidi Joe che entrava seguito da quel gran bastardo di Wilmer Valderrama. Il mio odio verso di lui cresceva ogni passo che faceva verso Demi. 

-Che ci fate qui? Perché siete venuti?- il padre di Demi si avventò contro di loro.

-Volevamo vederla.- rispose Wilmer.

-Se volevi vederla potevi anche accendere il computer e guardarti un video su YouTube.- non avevo mai pensato di provare stima per quell'uomo ma in quel momento ne provavo davvero tanto. 

-Eddie calmati.- la signora si alzò dal letto di Demi e si avvicinò a quello che molto probabilmente era suo marito. 

-Ci siamo mimetizzati davvero bene, nessuno ci ha visto o seguito, non preoccuparti.- Joe rassicurò l'uomo. 

-Ora che avete visto che sto bene potete anche andarvene.- Demi si intromise con tono sgarbato. 

-Hey perché sei arrabbiata con noi?- chiese Joe, tristemente. Un pò mi faceva pena quel ragazzo. 

-Perché ho bisogno di riposare quindi potete anche andarvene tutti.- urlò Demi. Tutti si alzarono e si incamminarono verso la porta, avevo capito che le parole di Demi erano legge nella sua famiglia ma non pensavo fino a questo punto. 

-Tu no.- aggiunse Demi e molti si girarono per guardare Demi che stava fissando me. Il suo sguardo era quasi ipnotico, lei voleva che io restassi e io non riuscivo più a muovermi. 

-Avverti i tuoi genitori, non vorrei che ci fossero problemi...visto che sono così importanti.- disse il padre di Demi e poi uscì dalla stanza. Io abbassai lo sguardo, tristemente. 

-Hey non lo pensare, lui non è sempre così.- mi disse Demi, dolcemente. 

-Sembra che io gli sia antipatica.- le risposi, sedendomi su una sedia vicino al letto.

-Ha solo passato una brutta giornata per colpa mia e fa di tutto per proteggermi.- mi rispose ed io capii che si sentiva in colpa. 

-Non ci potevi pensare prima? Perché l'hai fatto?- io ancora non riuscivo a capacitarmene. 

-Perché volevo che capissi che mi dispiace e che io non volevo tradirti perché ti amo troppo e preferirei morire pur che perderti.- mi disse.

-Così hai solo peggiorato la situazione.- intervenni io. 

-Non volevo.- urlò.

-Tu stavi per morire, se quelli non avessero sfondato la porta in tempo io non ti avrei più rivista.- scoppiai a piangere. Avevo bisogno di sfogare la mole di emozioni che mi portavo dentro da stamattina. 

-No amore mio non piangere, io sto bene.- voleva alzarsi e venire da me ma non c'è la faceva. 

-No non è vero, se davvero stessi bene mi avresti chiesto scusa e basta invece di fare quello che hai fatto.- mi asciugai le lacrime, non mi piaceva mostrare così tanto le mie emozioni. 

-E tu mi avresti perdonata?- mi chiese ed io la guardai senza sapere cosa dire. 

-Forse non subito ma con il tempo avrei potuto dimenticare e ricominciare con te.- rimase molto colpita.  

-Per favore vieni qui?- indicò il suo letto. Voleva che mi distendessi vicino a lei. La mia testa diceva di no, che avvicinarmi era come cedere ma il mio cuore aveva sempre la meglio con lei. Il mio cuore l'amava. Mi alzai e mi avvicinai, dalla sua faccia capii che non se l'aspettava. 

-Grazie.- mi disse quando io mi distesi vicino a lei. Mi circondò il corpo con le sue braccia ed io le stampai un piccolo bacio tra i capelli. 

-Questo non significa che abbiamo risolto tutto.- l'avvertii. 

-Non mi importa, con te vicino, posso superare tutto.- mi fece un sorriso ed io mi sciolsi.


 

 

 

Scusate il ritardo ma sono sommersa dai compiti e dalle interrogazioni in questo periodo...ma vi assicuro che nel prossimo capitolo accadrà qualcosa che cambierà tutto :)

-@lovatoismyfaith

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


-Come fanno i tuoi genitori a rimanere così tranquilli?- le chiesi, dopo un pò. 

-Loro non sono tranquilli, sembrano tranquilli.- mi rispose.

-Eh?- le chiesi, confusa. 

-Mio padre sfoga la sua rabbia prendendosela con tutti e mia madre starà in qualche bagno a piangere di nascosto.- mi rispose, il suo sguardo era così triste.

-Perché fanno finta che vada tutto bene?- le chiesi. Era una cosa troppo strana. 

-Perché ormai si sono arresi, questa storia va avanti da molto tempo.- mi rispose e mi resi conto che quando parlava di queste cose non riusciva a guardarmi negli occhi. 

-Com'è iniziata?- le chiesi e lei alzò lo sguardo stupita. 

-Di solito a queste domande si risponde "non lo so" o "è successo e basta" ma non è vero, io me lo ricordo precisamente quello che è successo la prima volta che l'ho fatto...come potrei dimenticarmelo.- mi disse e nei suoi occhi potevo percepire tutto il dolore che provava. 

-Mi avevano sempre trattata male a scuola, non so perché ma ero sempre sotto la mira di qualcuno che doveva sfogare la sua frustrazione su di me. Venivo esclusa, offesa, rinchiusa in bagno per ore e nessuno faceva qualcosa per aiutarmi.- la strinsi con forza a me. 

-Mi dicevano che ero grassa, obesa, brutta...ed io dopo un pò non sono più riuscita a reggerlo.- una lacrima rigò il suo viso ed io le accarezzai la guancia per asciugarla. 

-Era come se io punissi me stessa per essere così grassa...e da li è diventata un ossessione. Facevo di tutto per dimagrire e tagliarmi era l'unica cosa che mi faceva sentire bene.- concluse il suo discorso ed alzò lo sguardo per vedere la mia reazione. 

-Non capisco, sei diventata famosa, avevi milioni di fan, perché hai continuato a farlo?- le chiesi. 

-La mia carriera ha solo accentuato l'inferno che avevo nella mia testa. Forse perché ho iniziato troppo presto o forse perché ero troppo debole per sopportare tutte le critiche. Tu non hai neanche idea di quanto le persone posso essere cattive con un personaggio famoso. Loro pensano che noi siamo indistruttibili ma non è vero. Noi siamo solo bravi a fingere.- la sua sincerità mi disarmava. 

-Io non voglio che tu ti faccia più del male.- le dissi guardandola intensamente. 

-Non lo farò.- mi rispose. 

-Non credo più alle tue promesse.- le risposi e lei ci rimase evidentemente molto male. 

-Cosa posso fare per farti capire che lo farò. Ti prego non lasciarmi.- aveva così paura.

-Ti ho già ripetuto un'infinità di volte che non ti lascerò.- le dissi e lei annuì. 

-Mi baci?- mi chiese, cambiando discorso. 

-Noo.- le risposi, sbuffando. 

-Lo so che lo vuoi.- si avvicinò alle mie labbra ed io distolsi lo sguardo per non cedere.

-Tu non puoi capire quanto lo voglia ma non lo farò, almeno fino a quando non avrò dimenticato quella scena.- le risposi, scacciando per l'ennesima volta quella brutta visione. 

-Mi mancano le tue labbra su di me.- oh no stava giocando sporco. -Ma sai non è la cosa che mi manca di più..- aggiunse, stampandomi un bacio sulla guancia. 

-E cosa ti manca?- le chiesi, confusa.

-Mi manca il modo in cui mi guardavi prima, quello sguardo che mi faceva sentire così bella, così bene.- mi disse ed io mi resi conto di non essermi accorta di questa cosa. 

-Ora nel tuo sguardo vedo solo tanta pietà. Sei rimasta qui solo perché ti faccio pena e non perché ci vuoi stare...credimi non c'è cosa che mi fa più male.- spalancai gli occhi. 

-Ma che stai dicendo?- alzai la voce. 

-Io ti amo, e se ci tieni davvero ad una persona resti, nonostante tutti i suoi casini, resti.- le risposi urlando. 

-Promettimi che ci sarai sempre..- mi disse.

-Sempre.- le risposi girandomi. Mi ritrovai il suo viso a pochi centimetri dal mio e non riuscii più a resistere. Tutte le mie barriere crollarono in un secondo e le mie labbra si unirono alle sue per un bacio che era atteso da troppo tempo. In quel momento bussarono alla porta ed io maledii chiunque fosse stato.

-No no.- Demi si lamentò quando mi staccai. La porta si aprì e un infermiera entrò nella stanza. 

-Ma cosa ci fa lei sul letto?- alzò la voce e dal suo sguardo capii che era arrabbiata.

-Scusi..- provai a scendere ma Demi mi fermò con la poca forza che aveva. 

-No, rimani.- mi disse ed io non riuscii più a muovermi. 

-Questo letto è per la signorina non per lei.- disse l'infermiera con tono sgarbato. Io mi sentivo molto a disagio in quella situazione. 

-Io voglio che rimanga qui, quindi lei faccia il suo lavoro e poi se ne vada.-  anche Demi era arrabbiata. 

-Il mio lavoro è assicurarmi che lei stia bene ma questo non accadrà se non riposa e soprattutto se non ha i suoi spazi per poterlo fare.- disse e poi uscì senza aspettare la risposta di Demi.

-Devi dormire.- le dissi. 

-Solo se rimani qui.- mi rispose, poggiando la sua testa sul mio petto. 

-Ti amo.- le sussurrai, accarezzandole i capelli. Lei alzò lo sguardo, molto sorpresa da quella mia esternazione così spontanea. 

-Anche io amore.- si accoccolò tra le mie braccia e finalmente provò a dormire. 

 

 

Demi dormiva ed io continuavo ad accarezzarle i capelli. Non riuscivo a dormire e non facevo altro che pensare alla paura che avevo provato quando credevo di averla persa. Per fortuna però non era accaduto, Demi era qui, tra le mie braccia e stava bene...più o meno. 

-Buongiorno.- le dissi quando aprì gli occhi. 

-Hey.- bisbigliò, ancora assonnata. Era così dolce appena sveglia.

-Non hai dormito?- mi chiese alzando lo sguardo. 

-Non avevo sonno.- le risposi. 

-Non è vero...sei terrorizzata.- mi disse ed io la guardai confusa. 

-Cosa?- le chiesi. 

-Sei terrorizzata dall'idea di perdermi e quindi non hai dormito.- come faceva a saperlo? Diamine. 

-E se anche fosse, cosa ci sarebbe di male?- le chiesi, un pò accigliata. 

-Nulla.- rispose.- Però io sto bene e quindi puoi dormire un pò.- aggiunse ed io le feci di no con la testa. Lei alzò la testa dal mio petto e si distese vicino a me. 

-Qui non arriverà nessuno prima del primo giro del medico tra due ore. Vieni qui e dormi un pò.- si toccò il petto ed io le sorrisi. Mi distesi come lei aveva fatto prima e lei si abbassò per stamparmi un bacio sulla guancia. 

-Io ti guarderò dormire, non preoccuparti.- mi disse e tutto l'accumulo di sonno che avevo mi risucchiò ed io mi lasciai cullare dalle braccia di Demi. 

 

 

Aprii gli occhi e la prima cosa che vidi fu Demi che mi sorrise. 

-Ciao.- mi disse.

-Quant'ho dormito?- le chiesi, alzandomi.

-Un bel pò, è venuto anche il medico ma non mi ha visitata.- mi disse ed io mi sentivo tremendamente in colpa ed anche molto imbarazzata.

-Oddio mi ha visto qui.- dissi. 

-Si ed ha anche detto che sei una bella ragazza.- mi rispose e faceva di tutto per non farmi capire che quel commento non le era piaciuto. 

-E perché non ti ha visitato?- le chiesi. 

-Perché ho detto che volevo un altro medico.- mi rispose ed io scoppiai a ridere. 

-Cosa?- non riuscivo a smettere. 

-Non ridere di me.- lei mise il broncio. In quel momento bussò qualcuno alla porta ed io mi alzai velocemente per non creare di nuovo una situazione imbarazzante. 

-Salve.- una donna sbucò da dietro alla porta. 

-Ci mancava solo un medico donna.-  borbottai io. 

-Ti amo, amore.- sussurrò Demi in modo che solo io potessi sentirla. La dottoressa si avvicinò a Demi ed iniziò a visitarla. Io mi misi in un angolino a fare finta di leggere un giornale, in realtà controllavo che quella donna non toccasse più del dovuto la mia ragazza. 

-Bene, le ferite sono in via di guarigione e lei sta bene quindi posso anche dimetterla.- disse la dottoressa allontanandosi. 

-Davvero? Posso tornare a casa?- le chiese euforica Demi. 

-Si.- le rispose e poi si girò verso di me. -Posso parlarle un attimo?- mi chiese ed io annuii. 

-Fisicamente sta bene ma psicologicamente mi preoccupa molto.- mi disse la dottoressa, quando uscimmo fuori dalla porta della stanza di Demi. 

-Lo so, anche a me.- le risposi, tristemente. 

-Ho parlato già con i suoi genitori e loro sono d'accordo per farla entrare in una clinica di riabilitazione.- mi disse ed io spalancai gli occhi. 

-Cosa? Demi non ci andrà mai.- le risposi, entrando in panico. 

-È la cosa migliore per lei. Ha bisogno di aiuto e questo aiuto glielo possono dare solo dei medici specializzati.- no no no non poteva essere vero. 

-Perché ne sta parlando con me se è già tutto deciso?- le chiesi. 

-Perché questa cosa è già stata proposta a Demi e lei ha rifiutato ma ora, dopo l'ultimo tentativo di suicidio è davvero necessario che Demi segua una cura riabilitativa.- mi  disse ed io dovetti sedermi perché le mie gambe non riuscivano più a reggermi. 

-Ed allora? Io che c'entro?- lo ribadii. 

-Noi pensiamo che forse una persona che lei considera amica può convincerla a curarsi.- mi disse ed io non sapevo cosa risponderle. 

-Deve farlo ora perché al prossimo tentativo potrebbe morire ed allora sarà troppo tardi per tutto.- quella donna sapeva dove andare a premere per convincermi. 

-Va bene.- le dissi a malincuore. 

-Confidiamo in lei.- mi disse e poi se ne andò. Io mi presi un minuto per pensare a quello che avrei detto a Demi e poi entrai nella stanza. 

-Dobbiamo parlare.- le dissi ed il sorriso che aveva sul volto scomparve immediatamente.  

 

 

 

Fatemi sapere cosa ne pensate...

-@lovatoismyfaith

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


-Che c'è amore?- mi chiese ed io mi avvicinai a lei. 

-Beh vedi, non so come dirtelo..- borbottai. 

-Vuoi lasciarmi?- mi chiese e mi resi conto che stava per scoppiare a piangere. 

-No no piccola, vieni qui.- mi sedetti sul letto e lei si gettò completamente su di me. 

-Allora?- mi chiese un pò ansiosa. 

-La dottoressa mi ha fatto capire qual'è l'unica cosa che puoi fare per smettere definitivamente di farti del male.- le risposi, velocemente.

-Non andrò in riabilitazione.- alzò la testa e mi guardò con sguardo deciso. La sua perspicacia mi stupiva sempre di più. 

-Si invece ci andrai se mi ami.- la guardai con la stessa decisione. 

-Cosa? Non puoi metterla su questo piano.- urlò. 

-Si invece, posso.- le risposi usando il suo stesso tono di voce. 

-Se mi ami davvero mi accetti così come sono.- rispose lei. 

-Se ti amo davvero?- urlai di nuovo. -Mi hai tradito e poi hai provato a suicidarti eppure io sono ancora qui a ripeterti quanto ti amo. Ma non posso vivere con la paura che tu possa fare una stupidaggine da un momento all'altro. Non posso vivere con la costante paura di perderti perché questo non sarebbe vivere. Con il tempo io non riuscirei più a reggerlo ed allora ci allontaneremo e poi ci lasceremo, è questo che vuoi?- quelle parole ferivano anche me. 

-No.- urlò lei. 

-E allora vai in quella dannata clinica, curati e poi potremmo stare insieme davvero.- stavo facendo la forte ma dentro di me piangevo come una fontana. 

-Non voglio lasciarti, non voglio stare mesi interi senza di te.- mi disse.

-Tu mi avrai sempre con te, qui.- le misi una mano sul cuore. 

-Pensa a quanto potremmo essere felici dopo che tu sarai uscita.- aggiunsi, provando a sorridere.

-E se perdessi tutto? Te, i miei fan,la mia carriera...come farei dopo?- mi chiese, disperata.

-Non perderai mai me.- le risposi, dolcemente. -E se perderai fan vuol dire che erano persone che non ti amavano. Persone che non volevano il tuo bene.- aggiunsi, abbracciandola. 

-Ci andrai?- le chiesi. 

-Voglio fare l'amore con te.- mi disse ed i suoi occhi si infiammarono. 

-Siamo in un ospedale, stiamo facendo una discussione molto seria e tu vuoi fare l'amore.- dissi, ironica. 

-Per favore..- sussurrò e senza lasciarmi il tempo di rispondere mi baciò con passione. 

-Non so se possiamo farlo, hai ancora le bende sulle ferite.- mi staccai velocemente. 

-Il mio corpo sta benissimo, e vuole te, più di ogni altra cosa.- mi stava ammaliando con lo sguardo. 

-Aspetta, chiudo la porta con la chiave.- distolsi lo sguardo e mi alzai. Lei sorrise soddisfatta. 

 

 

-Ecco di cosa ho bisogno per essere felice.- mi disse sorridendo. 

-Non possiamo fare l'amore ogni minuto.- le risposi.

-Perché no?- mise di nuovo il broncio. 

-Demi, hai bisogno di cure e dopo quando starai meglio potremmo farlo tutte le volte che vuoi.- le dissi, guardando il suo corpo nudo. Per me era bellissima ma sapevo che era troppo magra per la sua età. 

-Ma io non voglio.- incrociò le braccia. 

-Beh allora non abbiamo più nulla da dirci.- mi alzai e iniziai a rivestirmi. Lei mi guardò e il suo sguardo era pieno di sorpresa e paura. 

-Cosa? Mi stai lasciando?- mi chiese  alzandosi anche lei. 

-Ti ho spiegato quali sono le mie condizioni.- dovevo essere seria perché quella era l'ultima occasione che avevo. 

-Quindi o vado in riabilitazione o tu mi lasci?- mi chiese ed io annuii. 

-Me o il tuo stupido orgoglio.- le dissi e la vidi mettersi le mani tra i capelli. 

-Allora?- le chiesi, dopo interminabili minuti di silenzio.

-Io sceglierò sempre te..- mi disse ed io le sorrisi. 

-Posso entrarci oggi?- mi chiese ed io spalancai gli occhi.

-Perché tutta questa fretta?- io lo volevo davvero ma non così presto.

-Perché prima entro, prima mi rimetto in forze e prima esco.- mi disse, dandosi coraggio. 

-E prima ritorni da me.- sussurrai.

-Perché sembra che ora sei tu quella che ha paura?- mi chiese ed io abbassai lo sguardo. 

-Perché ne ho davvero tanta.- le confessai. 

-E allora perché mi costringi a farlo?- mi chiese.

-Perché è per il tuo bene e la tua salute è la cosa più importate per me.- mi avvicinai a lei.

-Ti amo.- mi abbracciò ed io la strinsi tra le mie braccia più forte che potevo.

-C'è la farai, io sarò sempre con te.- le dissi incoraggiandola.

-Non ci potremo vedere per chi sa quanto tempo.- mi rispose, piangendo. 

-Hey, ogni volta che stai male o ti senti sola pensa a me che sono fuori e ti sto aspettando.- le dissi, facendomi forte anche se i miei occhi non c'è la facevano più a trattenere le lacrime. 

-Chi sa dove mi sbatteranno.- ormai l'avevo convinta.

-No, la migliore clinica di riabilitazione è qui in Texas ed io la conosco molto bene. Ci penserò io a farti avere un posto.- le risposi. Sapere che era nel mio stesso paese anche se non potevo ne vederla e ne sentirla mi faceva sentite più vicina a lei. 

-Va bene, chiamo i miei.- mi disse ed io annuii.

-Anche io.- le risposi, senza pensarci.

-Cosa? Tu non parli con i tuoi genitori.- mi chiese confusa. 

-Beh per essere qui ho dovuto chiedere un piacere a mio padre, sai non fanno entrare nessuno.- le confessai. 

-Tu hai chiamato i tuoi genitori dopo mesi solo per vedere me?- mi chiese ed io annuii. Non riuscivo a capire dove voleva arrivare. 

-Ti prometto che mi impegnerò a stare bene, per te.- mi abbracciò e la sua convinzione mi rendeva estremamente felice.

-Ricordati che li fuori ci sono milioni di ragazzi che ti amano.- le dissi ma lei si staccò bruscamente.

-Dopo che sarà scoppiato lo scandalo loro mi abbandoneranno tutti.- mi rispose, tristemente.

-Mi dispiace..- per lei la sua carriera era importante ed ora mi sentivo quasi in colpa. 

 

 

 

-Allora tesoro andiamo?- chiese il padre di Demi sorridendo. Non riuscivo a capire se stava fingendo per fare coraggio a Demi o se era felice davvero. In quella famiglia erano tutti bravi a fingere. 

-Aspettatemi fuori.- disse e mi prese per mano per farmi capire che dovevo rimanere li. Quando tutti uscirono io la baciai con passione. 

-Non è un addio.- le dissi, staccandomi. 

-È un ti amo e mi mancherai tanto.- mi rispose, forzando un sorriso.

-Anche tu piccola.- l'abbracciai forte a me. 

-C'è mio padre fuori che mi aspetta.- si allontanò. 

-Vai..- le dissi, senza staccarle la mano.

-Vieni con me?- mi chiese ed io feci di no con la testa. 

-Una volta arrivati alla clinica non riuscirei a lasciarti andare.- la baciai di nuovo. Sapevo che sarei stata in astinenza da quei baci per molto tempo. Lei non si staccava ed allora lo feci io. 

-Dai su..- la incoraggiai ad andarsene. Più rimaneva li e più mi convincevo che non volevo che se ne andasse. 

-Ciao amore.- mi salutò con la mano e poi camminò all'indietro fino alla porta. Mi guardò intensamente ed io capii tutto quello che voleva dirmi. Poi si girò, aprì la porta e andò via. Io mi sedetti su una sedia e le lacrime iniziarono a scendere senza che io me ne accorgessi. Tutto il muro di forza e coraggio che mi ero creata era crollato ed ora rimanevano solo le macerie che soffocavano il mio cuore. 

 

 

 

 

Non vi piace più la storia? :(

Le recensioni stanno calando proprio ora che stiamo entrando nel vivo del racconto. 
Nulla sarà più come prima nei prossimi capitoli quindi preparatevi al cambiamento.


-@lovatoismyfaith

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


UNA SETTIMANA DOPO 

 

Lei se ne era andata. Sapevo che era per il suo bene e non ci eravamo lasciate ma il fatto che se ne fosse andata mi faceva stare così male. Mi sentivo sola, triste, persa nonostante i miei genitori facessero di tutto me. Si, i miei genitori. Il giorno dopo che Demi era entrata in riabilitazione ho chiamato mia madre in lacrime e loro hanno preso il primo volo e sono venuti da me, da allora non se ne sono più andati. Dovrei essere felice perché finalmente ho i miei genitori con me ma mi manca così tanto il mio amore. Eppure è passata solo una settimana. Secondo mio padre più o meno ci vorranno due mesi ed io non so davvero cosa fare nel frattempo. Non mi va più di leggere o studiare o avere a che fare con le persone. Continuo a stare nel letto ad ascoltare le canzoni di Demi ed ogni tanto parlo di lei con i miei genitori. Loro non sanno che è la mia fidanzata ma credo che qualcosa l'hanno capito. D'altronde non si sta così male perché una semplice amica se ne andata. Una semplice amica? Lei per me era tutto. Dal sorriso che vedevo la mattina appena aprivo gli occhi al bacio della buona notte, lei era la mia giornata. Ed ora che se ne era andata io non sapevo più che fare. Il mio sole si era spento ed ora vagavo nell'oscurità senza una metà. 

-Demi.- mia madre mi tolse le cuffie ed io mi girai per guardarla. 

-È pronto il pranzo, c'è anche papà.- mi disse ed io spalancai gli occhi. Mi alzai velocemente e corsi giù per le scale saltando tre gradini alla volta.

-Dimmi che sai qualcosa.- gli dissi, affannata. Lui mi guardò sorpresa e poi mi sorrise ma il suo sorriso era triste. 

-L'ho affidata al medico più bravo, non preoccuparti è in ottime mani.- mi disse ed io mi sedetti vicino a lui. 

-Okay ma come sta?- gli chiesi e lui fece di no con la testa.

-Marissa non posso dirtelo, sono tenuto al segreto professionale.- mi rispose ed io sapevo che era un uomo troppo ligio per disubbidire ad una regola così importante. 

-Perché ho l'impressione che tu sappia qualcosa di brutto?- gli chiesi e lui abbassò lo sguardo. Avevo colpito nel segno. 

-I primi tempi sono difficili per tutti. Vedrai che con il tempo si abituerà e migliorerà.- voleva incoraggiarmi ma quelle parole non avevano tanto effetto su di me. Ora avevo avuto la conferma che Demi stava male e non poterla abbracciare e consolare mi distruggeva. 

-Non mi va di mangiare.- dissi e mi alzai dalla sedia.

-No invece tu mangi.- mio padre urlò. Io rimasi scioccata da quella scena perché era una cosa che non accadeva da quando io ero una bambina.

-Scusa tesoro..- mi disse subito dopo. Io non sapevo cosa rispondergli. 

-Lo so che tu sei molto legata alla tua amica ma questa storia non può più andare avanti.- aggiunse, con calma.

-Non vai a scuola, stai sempre nel letto, non mangi, ora basta.- mi guardò negli occhi. 

-Se il tuo scopo è quello di andare in riabilitazione credimi ci vuole ben altro.- come aveva fatto a capirlo. 

-Non me la fanno vedere perché non faccio parte della famiglia.- gli dissi, con le lacrime agli occhi. 

-E allora tu decidi di non mangiare per raggiungerla? Che esempio le dai. Lei deve superare i suoi problemi e non essere la causa dei tuoi.- mi disse, saggiamente. 

-Va bene, io vado a dormire.- mi girai.

-Farei di tutto per renderti felice ma questo non posso farlo..- aggiunse prima che io me ne andai.

A che serve avere un padre che è proprietario nonché medico della clinica in cui è ricoverata la tua ragazza se poi non può fare nulla per fartela vedere? La vita è proprio ingiusta ed io ne avevo la conferma ogni minuto che passavo senza di lei.

 

Qualcuno bussò alla porta e poi aprì senza che io gli dessi il permesso. Ormai avevano capito che io non volevo vedere nessuno eppure continuavano a provarci.

-Hey ti va di fare un giro?- mi resi conto che era Sarah.

-Oh hanno mandato te questa volta.- sbuffai.

-Sono venuta di mia volontà.- mi rispose, sedendomi sul letto vicino a me. 

-È inutile non voglio uscire.- urlai.

-Beh posso farti compagnia.- insistette la ragazza. 

-Non ho bisogno di un amica, soprattutto se è pagata dai miei.- le risposi, con freddezza. 

-Lavoro per te da due anni e so che anche tu mi consideri un'amica.- mi disse, sicura di se. 

-La mia unica amica è rinchiusa in una clinica di riabilitazione ed io non posso vederla.- alzai la voce. 

-Sei proprio fissata per quella ragazza.- commentò ed io la guardai in malo modo. 

-È normale è la mia ragazza.- dissi e poi me ne pentii dopo un secondo.

-Cosa?- urlò lei, sconvolta.

-Non devi dirlo a nessuno.- che diavolo avevo combinato.

-Ora si che si spiegano tante cose..- sussurrò ed io la guardai confusa. 

-Ogni volta che mi rivolgevo a te lei mi guardava in cagnesco...era solo gelosa.- mi disse ed io mi resi conto che mi mancava anche la sua gelosia. 

-Per favore faccio tutto quello che vuoi ma non dirlo a nessuno.- la stavo supplicando. 

-Tutto quello che voglio? Beh usciamo allora.- mi disse con aria soddisfatta ed io sbuffai di nuovo. 

-Non mi va di alzarmi dal letto.- ribattei io.

-Vieni a fare una passeggiata con me o dico a tutti che sei la fidanzata di Demi Lovato? La tua ragazza ha già troppi scandali a cui badare, non mettiamoci anche questo.- devo ammettere che a ricattare era la migliore.

-Va bene.- sbuffai per l'ennesima volta e poi mi alzai dal letto. 

-Dove andate?- ci chiese mia madre, stupita.

-A fare una passeggiata.- rispose Sarah. 

-Oh finalmente.- esclamò con un sorriso da un orecchio all'altro. Era bello vedere come così poco potesse renderla così felice.

 

 

-Allora? Come è nata la vostra storia?- mi chiese mentre camminavamo. 

-Non mi va di parlarne, scusa.- le risposi, abbassando lo sguardo. 

-Ma ora che è in riabilitazione non puoi proprio vederla o sentirla?- mi chiese ed io feci di no con la testa.

-Solo i parenti possono vederla e non ha il telefono con se quindi non posso chiamarla. Le invio un messaggio chilometrico ogni giorno in cui le racconto tutto quello che mi passa per la mente. Mi consola l'idea che forse un giorno li leggerà.- le dissi tristemente. 

-Non pensavo che ti potessi innamorare così tanto di una ragazza.- mi disse ed io mi fermai per guardarla. 

-Come fai..- provai a dire ma lei mi interruppe. 

-Si percepisce, tutto l'amore che provi per quella ragazza è così evidente che non capisco come gli altri non se ne rendano conto.- mi disse ed io rimasi molto sorpresa. 

-È meglio così, come hai detto tu Demi ha già fin troppi problemi in questo periodo ed un'altro scandalo non ci vuole proprio.- le risposi. 

-Ma non potete rimanere fidanzate in segreto per sempre.- mi disse.

-Preferisco di gran lunga essere fidanzata in segreto ma averla sempre vicino che essere fidanzata pubblicamente e non poter più stare insieme.- le risposi, sinceramente. 

-Mi dispiace..- disse, abbracciandomi. Io ricambiai l'abbraccio e mi resi conto che avevo bisogno di qualcuno che mi abbracciasse un pò anche se quello non era l'abbraccio di Demi e quello che sentivo non era il suo profumo. 

-Scusami..- mi staccai bruscamente. Non stavamo facendo nulla di male ma io mi sentivo comunque come se stessi facendo un torto a Demi. Lei era li dentro e non aveva nessuno da abbracciare.  

-Ti va di mangiare qualcosa?- mi chiese ed io feci di no con la testa.

-Mangerai lo stesso.- mi prese sotto braccio e mi fece camminare. 

Entrammo in un bar e ci sedemmo ad aspettare il cameriere. Appena mi girai verso la televisione mi resi conto che c'era una foto gigante di Demi. Mi avvicinai velocemente per sapere cosa dicevano. 

-La star Disney da poco finita in riabilitazione ha creato un vero e proprio scandalo mediatico. Ovunque non si fa altro che parlare di lei ed i suoi fan da Twitter affermano che le sono vicini.- quel piccolo servizio al telegiornale mi fece sorridere. Ero così contenta che oltre a me c'erano altre persone che credevano in lei e che non l'avrebbero mai abbandonata. Questo sicuramente le avrebbe dato la forza per andare avanti. 

 

 

 

 

Fatemi sapere cosa ne pensate :)

non preoccupatevi, Demi ritornerà molto presto..

-@lovatoismyfaith

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


DUE MESI DOPO 

 

È proprio vero che se ami una persona non la dimentichi. Nonostante i giorni passino inesorabili e la lontananza ti lacera dentro. 

-Callahan ma mi stai seguendo?- la professoressa mi chiamò ma io ero troppo intenta a pensare mentre guardavo fuori la finestra per girarmi. 

-Callahan vatti a fare un altro giro in presidenza, tanto ormai ci sei di casa.- disse ed io senza calcolarla minimamente mi alzai e me ne andai. 

-Ti stavo aspettando, che hai fatto questa volta?- mi chiese il preside. 

-Boh non lo so.- risposi, alzando le spalle. 

-Vuoi spiegarmi cosa ti sta succedendo o chiamo direttamente i tuoi genitori?- mi disse. 

-Li chiami pure così me ne torno a casa.- volevo ritornare nel mio letto. 

Dopo che il preside aveva chiamato mia mamma lei era corsa subito a scuola. Il preside naturalmente le aveva fatto tutto un discorso su quanto io sia peggiorata in questo periodo, come se lei non lo sapesse.

 

-Quando hai intenzione di finirla con questa storia?- mi chiese, quando entrammo in macchina ma io non la risposi. 

-Marissa reagisci.- mi incoraggio ma io continuavo a stare zitta. Presi il cellulare e chiamai Sarah.

-Ci vediamo?- le chiesi.

-Certo, sono già a casa tua.- mi rispose ed io ne fui felice. Sarah non era Demi ma almeno quando parlavo con lei mi sentivo capita.

 

-Hola, come è andata a scuola?- mi chiese Sarah, sorridendo. 

-Come sempre.- le risposi, salendo velocemente le scale per andare nella mia stanza. Sapevo che mi avrebbe seguita. 

-Allora quando ritorni ad essere la studentessa modello di prima?- mi chiese ed io le feci una smorfia.

-Boh forse quando sarò di nuovo felice e serena.- le risposi.

-Ma come? Sorridi sempre quando sei con me.- sembrava offesa.

-Sorridere non vuol dire essere felici, io sorrido ma dentro di me sento un gran vuoto.- mi toccai lo stomaco.

-Chi sa se un panino al MacDonald's riuscirà a colmare quel vuoto.- mi disse ed io sorrisi. 

-C'è solo una cosa che riuscirebbe a colmare questo vuoto.- le risposi, tristemente. 

-Nel frattempo che ne dici se stasera andiamo a mangiare al Mac?- voleva davvero andarci.

-Mi dispiace ma stasera ho una cena con i miei genitori. Andiamo al ristorante.- le dissi e lei mi guardò dispiaciuta. 

-Non fare così non è colpa mia.- le dissi, gettandomi sul letto. 

-Preferisci una noiosa cena con i tuoi ad un panino del MacDonald's con me?-  mi chiese, mettendo il broncio. Mi ricordava molto Demi in quel momento. 

-Boh, ha detto che deve dirmi qualcosa di importante. Forse parte di nuovo.- mi rattristai.

-Non ti lascerebbero mai da sola in questo momento.- mi rispose ma io non ero così sicura.

-Prova a convincerlo, magari quella che ti vuole parlare è solo una scusa.- disse ed io annuii prendendo il cellulare. 

 

PUNTO DI VISTA DI DEMI 

Finalmente avevo uno specchio nella mia stanza. Era da due mesi che non mi specchiavo e mi sentivo come se non mi ricordassi neanche come fossi fatta. Ero ingrassata, ma infondo non stavo male. Era come se mi sentissi una persona completamente nuova, più sicura di me e a mio agio con il mio corpo. Per arrivare a questo punto però il cammino era stato davvero arduo, avevo addirittura scoperto che la causa di tutto l'inferno che avevo in testa era una malattia mentale. Bipolarismo. Per fortuna è una malattia che si può tenere sotto controllo e attualmente mi sento come se non l'avessi. 

-Hey signorina la finiamo di stare davanti allo specchio?- mi chiese Chloe, l'infermiera che si prendeva cura di me. 

-Ero in astinenza..- le risposi, scherzando.

-Dai su che ti aspetta il capo.- mi disse ed io la guardai stranita.

-Come? Chi è il capo?- le chiesi. 

-Il proprietario della baracca.- indicò la stanza ed io capii che stava parlando dell'intera clinica.

-Perché devo vederlo? Non ho fatto nulla.- stavo avvedo un pò di paura. Ogni sbaglio che facevo era un giorno in più in quella prigione.  

-Perché lui deve dare il consenso per andare via.- mi disse ed io spalancai gli occhi. 

-Cosa? Posso uscire?- le chiesi, euforica. 

-Solo se lui pensa che tu possa farlo.- mi disse ed io corsi a vestirmi. 

-Andiamo su.- mi vestii in un lampo e poi corsi dal medico. 

 

-Finalmente ci conosciamo.- mi disse il medico. Era un bell'uomo e sembrava giovane per essere il proprietario. 

-Demi Lovato.- allungai la mano e lui me la strinse.

-Credimi lo so, sono qui da un paio di mesi e non si fa altro che parlare di te.- mi disse sorridendo. In quel momento squillò un telefonino ed io sussultai. Non lo usavo da così tanto tempo che mi ero completamente dimenticata dell'esistenza del telefono. 

-Dimmi tesoro.- disse il dottore. 

-No, prima di tutto il MacDonald's fa male e poi stasera avevamo già programmato la cena.- disse con tono autoritario. 

-Dai non fare così.- aggiunse. 

-Che ne dici se per farti stare meglio ti dicessi che qui davanti a me c'è Demi Lovato?- mi guardò ed io non capivo cosa c'entrassi in quella conversazione. Forse era una mia fan e questo significava che avevo ancora delle fan. Speravo davvero fosse così.

-No non posso passartela.- disse ma non so come mai io avevo voglia di prendergli il telefono da mano e rispondere. 

-Non posso dirti altro.- aggiunse alzando un pò la voce. 

-Piccola, per favore non insistere, ci vediamo stasera.- disse e poi riattaccò senza sentire la sua risposta.

-Mi scusi..- disse, guardandomi.- Torniamo a noi.- aggiunse, alzandosi e sedendosi vicino a me.

-Mi parli della sua esperienza nella clinica.- sapevo che era un test ed io dovevo superarlo per poter uscire. In questo periodo avevo superato così tante prove che questa non mi sembrava nulla messa a confronto con le altre. 

Dopo un'ora in cui non avevo fatto altro che parlare di quando questa esperienza era riuscita a cambiarmi e di quanto ho imparato su di me in quel periodo non sapevo più che dire. 

-Va bene.- disse l'uomo e tornò di nuovo dietro la scrivania.

-Allora?- gli chiesi, speranzosa. 

-Il tuo medico ha detto che puoi essere dimessa, io dovevo solo valutare il suo operato.- mi disse.

-E quindi?- diamine perché non mi diceva quello che volevo sapere.

-i tuoi genitori ti aspettano all'uscita..- mi disse sorridendo. 

-Non è il giorno di visita.- gli risposi, stranita.

-Infatti..- aveva un sorriso soddisfatto. 

-Posso uscire?- gli chiesi con un filo di voce. 

-Nessuno la trattiene più qui.- mi disse ed io mi alzai. Allungai la mano per salutarlo e lui la strinse. -Mi raccomando, continua a prendere i farmaci e ricordati che qualsiasi problema tu abbia puoi venire da me.- mi disse ed io rimasi molto colpita perché le sue parole sembravano piene di affetto. 

-Grazie.- dissi sorridendo e poi uscii. Corsi nella mia stanza e misi tutti i vestiti che avevo nella valigia. Senza controllare andai a salutare tutte quelle ragazze che mi avevano fatto compagnia in questo periodo. Era un pò triste sapere che io stavo uscendo mentre loro sarebbero rimaste li ancora per molto. Salutai tutte e poi corsi all'uscita. I miei genitori mi corsero incontro ed io li abbracciai ma il mio sguardo cercava qualcun'altro. Dopo aver salutato tutti mi resi conto che chi davvero volevo vedere non c'era. Lei non c'era. 

 

 

 

 

 

 

-@lovatoismyfaith

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


PUNTO DI VISTA DI MARISSA 

-Marissa, che hai?- Sarah mi scuoteva ma io non riuscivo a riprendermi.

-Marissa mi stai facendo preoccupare.- mi tirò uno schiaffo ed io sussultai. 

-Hey ma che fai?- mi toccai la guancia, dolorante. 

-Sembravi incantata.- mi disse.

-Papà era con Demi. Lui l'ha vista. Devo andare li.- mi alzai velocemente.

-Ma dove vai. Non te la faranno vedere.- Sarah mi bloccò. 

-Non c'è la faccio più devo vederla.- urlai.

-Non puoi farlo fino a quando non esce.- urlò anche lei. -Tieni, Mandale un messaggio.- mi porse il cellulare ed io lo presi. 

-Sono stufa di mandarle messaggi che forse non leggerà mai. Ho bisogno di vederla, parlarle.- mi buttai di nuovo sul letto.

-Ci sono io qui, puoi parlare con me.- si sedette vicino a me.

-Non è la stessa cosa..- abbassai lo sguardo. 

-Oh grazie.-mi rispose ironica.

-Lo sai, mi piace stare in tua compagnia ma mi manca il mio amore.- dissi, tristemente. 

-Beh ma lei ora non c'è quindi ti devi accontentare di me.- sorrise ma questa volta io non riuscii a ricambiare. 

 

 

 

-Mi preparai per andare alla cena con i miei ma non mi impegnai più di tanto. Non mi andava di truccarmi o perdere ore ad aggiustarmi i capelli tanto non dovevo piacere a nessuno.- sbuffai abbottonandomi la camicetta. Non mi andava proprio di uscire ma mio padre mi aveva quasi costretta. 

-Marissa.- mia madre urlò dal piano di sotto. Mi guardai allo specchio velocemente e poi uscii dalla stanza. 

-Andiamo.- mio padre mi incitò ed io uscii. 

Al ristorante c'era molta folla ma d'altronde  era sempre così in questi ristoranti esclusivi. Io avrei preferito di gran lunga il MacDonald's soprattutto perché ti riempie la pancia e non ti svuota il portafoglio.  

-Cosa prendi tesoro?- mi chiese mia mamma ed io mi resi conto che vicino a me c'era il cameriere. 

-Un'insalata.- risposi, senza consultare il menù.

-Mangia qualcos'altro.- mi disse mio padre. Io lo guardai e poi presi il menù. 

-Allora voglio un aragosta.- dissi ed il sorriso di mio padre si illuminò. Sapevo che anche se era la cosa più costosa del menù a lui importava solo della mia salute. 

Quando abbassai il menù fui abbagliata dal flash di una macchina fotografica.  

-Che succede?- chiesi, coprendomi gli occhi con una mano. 

-Oh guarda un pò, è proprio di questo che volevo parlarti..- mi disse mio padre ed io provai a guardare davanti. C'erano delle ragazze ed una di quelle era sicuramente la sorella di Demi. Una era girata di spalle e l'altra era molto più piccola. -Che volevi dirmi?- gli chiesi, curiosa. La ragazza che era di spalle si girò ed io mi alzai di scatto. 

-Demi..- balbettai a bocca aperta. Era così diversa ma era lei, ne ero sicura. Quegli occhi non avrei potuto mai dimenticarmeli. Il cuore iniziò ad accelerare ed io mi sentivo come se mi mancasse l'aria. Lei si era accorta di me e continuava a guardarmi senza dire nulla. Avevo bisogno di riprendermi e quindi corsi in bagno. Mi appoggiai al lavandino senza forze. Vederla era stato un duro colpo. Dopo un pò sentii qualcuno vicino a me. Alzai lo sguardo e vidi il riflesso di Demi nello specchio. Il suo viso un pò paffutello era così adorabile e quel corpo sprizzava salute da tutti i pori. La fragile e delicata Demi aveva lasciato il posto ad una vera e propria bomba sexy. Rimanemmo in silenzio per non so quanto tempo a guardarci attraverso lo specchio. Non riuscivo a parlare perché ero troppo intenta a guardare il modo in cui era cambiata ma la cosa che più mi preoccupava era che lei non fosse cambiata solo esteriormente. 

-Che ci fai con il medico?- mi chiese dopo un pò. 

-È mio padre.- le risposi con un filo di voce.

-Quando sono tornati?- mi chiese ed io mi resi conto che stava nascondendo il suo entusiasmo.

-Due mesi fa più o meno.- le dissi anche se in realtà ero concentrata su altro. 

-Ah..- esclamò. 

-Demi dai muoviti.- la ragazzina che era prima con lei entrò nel bagno.

-Arrivo Maddie.- le sorrise ed io notai che c'era qualcosa di diverso in quel sorriso. 

-Ciao.- mi guardò con distacco. 

-Ciao.- le risposi impulsivamente. Senza aggiungere altro uscì dal bagno, le mie paure erano state confermate. Tutto era cambiato. 

 

Avevo bisogno di abbracciarla, avevo bisogno di dirle quanto l'amavo ed invece continuavo a fissarla da lontano. Lei rideva e scherzava con la sua famiglia ed io ero quasi arrabbiata. Perché loro potevano avere Demi ed io no? 

-Torniamo a casa..- dissi, rivolgendomi a mio padre.

-Ma...non capisco...non sei contenta?- si aspettava un finale migliore da questa serata. 

-Per favore torniamo a casa..- gli dissi con gli occhi pieni di lacrime. 

-Va bene tesoro.- ci alzammo e mi resi conto che per un attimo lo sguardo di Demi si concentrò su di noi. Volevo andare li almeno a salutarla ma poi la voglia di baciarla sarebbe stata troppa e quindi rinunciai. 

 

Ormai avevo capito che Demi i miei messaggi non li aveva letti e forse non l'avrebbe fatto mai più. Nonostante questa mia convinzione presi il cellulare e le inviai un'altro messaggio. Probabilmente l'ultimo. Mentre le parlavo di quello che avevo provato mentre la vedevo e di quanto era diventata sexy scoppiai a piangere. Il pensiero che lei non sarebbe più stata tra le mie braccia mi uccideva. Le lacrime continuavano a scendere quando mi addormentai. 

 

Sentii delle labbra premere sulle mie e capii che stavo sognando. Aprii leggermente la bocca e la sua lingua entrò nella mia bocca per rendere il bacio più passionale mentre il suo profumo mi inebriava. Non credevo che si potesse fare ma a me quel sogno stava eccitando. 

-Voglio fare l'amore.- dissi, sfacciatamente. Era il mio sogno ed io potevo fare quello che volevo. Sentii sbottonarmi il pantalone ed istintivamente spalancai gli occhi. Ero completamente scioccata da quello che vedevo davanti a me. 

-Ciao amore.- disse ed io capii che non stavo sognando.  

 

 

 

purtroppo il mio wifi non funziona ed ora solo mi sono resa conto che posso caricare dal telefono :/

Fatemi sapere cosa ne pensate :)

-@lovatoismyfaith

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Stavo li a fissare la bellezza di Demi che a questa distanza sembrava addirittura essere aumentata. Lei mi sorrideva ed io ero rimasta così spiazzata che non riuscivo a muovermi. 

-Avevi più iniziativa prima.- mi fece l'occhiolino e si distese su di me. Io ne approfittai per capovolgere la situazione e trovarmi sopra di lei. 

-Non ci sto capendo nulla.- la baciai con passione. -Quando sei venuta qui?- le chiesi, affannata. 

-Mezz'ora fa più o meno, mi ha aperto tua mamma.- mi sorrise. -Mi dispiace di averla svegliata.- il suo lato dolce era rimasto. 

-Non preoccuparti sarà contenta.- le risposi. 

-Perché?- mi chiese, curiosa.

-Poi te lo dico, ora ho altro di meglio da fare.- non riuscivo a credere che lei fosse a pochi centimetri da me.

-Perché non fai qualcosa invece di continuare a fissarmi con la bocca aperta?- mi chiese ed io arrossii di colpo. 

-Mi sento come una bambina la mattina di natale mentre aspetta con ansia di scartare il suo regalo.- le confessai.

-Buon Natale.- mi disse ammiccando ed iniziò a spogliarsi. 

-Voglio scartarlo io il mio regalo.- borbottai.

-È tuo, fai quello che vuoi.- mi disse ed io non me lo lasciai ripetere due volte. 

 

 

-I tuoi genitori ci avranno sentito sicuramente.- mi disse quando si riprese. Si accoccolò tra le mie braccia mentre io ero ancora in estasi. Avevo aspettato così tanto quel momento che ora volevo godermelo a pieno. Il cuore sembrava volermi uscire dal petto per la troppa felicità. 

-Non mi importa.- le sussurrai più tardi. 

-Ribelle..- rise, stampandomi un bacio sul collo. 

-Tu non puoi capire quanto.- sospirai. Lei mi guardò confusa ed io capii che prima o poi dovevo dirgli tutti i casini che avevo combinato.

-In questi due mesi sono andata a scuola solo un paio di volte e sono finita in punizione tutte le volte.- abbassai lo sguardo. Ora che Demi era tra le mie braccia capivo quanto era stupido quello che avevo fatto. 

-Perché?- mi accarezzò una guancia.

-Perché tu eri li dentro ed io non sopportavo di andare avanti con la mia vita senza di te.- mi sentivo quasi in imbarazzo a dire quelle cose, ma erano la verità. 

-Io sono qui ora.- mi guardò intensamente. -Non puoi essere triste dopo il miglior sesso della storia.- disse sorridendo ed io la guardai scioccata. Il suo sorriso si spense quando capì che io ci ero rimasta molto male da quello che aveva detto. Mi girai di spalle a lei e feci di tutto per trattenere le lacrime. Quella sensazione che tutto fosse cambiato mi schiacciò di nuovo ed io non riuscivo quasi a respirare. 

-Hey piccola mi dispiace, volevo dire amore lo sai.- mi abbracciò da dietro ma io non le risposi. 

-Non mi hai ancora chiesto come mai prima sono così fredda e poi vengo a casa tua nel pieno della notte..- continuò a parlare ed io facevo finta di non ascoltarla anche se in realtà pendevo dalle sue labbra. 

-Ero arrabbiata, molto arrabbiata con te. Mi avevi promesso che mi avresti aspettato fuori ed invece quando sono uscita tu non c'eri.- aggiunse mentre io piangevo silenziosamente. 

-Per tutti i due mesi non ti avevo visto e speravo che almeno una volta uscita tu ci fossi ma così non è stato. Mi sentivo come se ti fossi dimenticata di me quanto poi io non avevo fatto altro che pensare a te in quel periodo. Facevo tutto solo perché pensavo che più mi comportavo bene e prima avrei potuto rivederti.- sapere che anche lei pensava a me in quel periodo mi riempiva di gioia. 

-Quando sono uscita tutti continuavano a ripetermi che dovevo farmi una nuova vita lontano dalle persone che ne facevano parte prima. Anche perché la maggior parte di loro mi avevano abbandonato. Loro non potevano capire quanto questo mi faceva stare male.- stava singhiozzando. Mi girai e l'abbracciai istintivamente.

-E poi perché sei venuta qui?- trattenni le lacrime per parlare.

-Quando sono tornata a casa ed ho acceso il telefono ero così contenta di aver trovato più di 100 messaggi. Loro si sbagliavano, avevo ancora degli amici. Poi però mi sono resa conto che erano quasi tutti tuoi. Tutte quelle che io consideravo amiche mi avevano abbandonato ma tu no. Semplicemente perché tu non sei mai stata mia amica.- la guardai confusa.

-Tu sei il mio amore ed io ti amo così tanto.- era sincera e si percepiva dai suoi occhi. 

-Oddio no che imbarazzo, pensavo che non li avresti mai letti.- nascosi il mio viso sotto le coperte. 

-Li ho letti tutti e sono uno più bello dell'altro. Mi dispiace che sei stata male per colpa mia ma ora sono qui e non ti lascerò mai.- quegli occhi erano troppo belli per essere pieni di lacrime. 

-Non potevo vederti perché non facevo parte della tua famiglia. Pensavo che se mi fossi comportata male mio padre prima o poi avrebbe fatto qualcosa ma niente. Non mi ha neanche detto il giorno in cui uscivi perché voleva farmi una sorpresa.- alzai la voce come se volessi convincerla anche se sapevo che non c'è n'era bisogno. 

-Non mi hai ancora detto ti amo.- aggiunse lei. 

-Credo di avertelo dimostrato.- le risposi.

-Si...ma..- provò a dire ma poi si fermò. 

-L'ultima volta che ti ho chiamato amore te ne sei andata per due mesi. - in quel momento stavo mettendo tutte le mie paure nelle sue mani. 

-Non me ne andrò più te lo prometto. Dovrò prendere farmaci a vita e tenere sotto controllo i miei problemi mentali ma sto bene.- mi baciò. 

-È questo il problema. Tu ora sei forte, stai bene, non hai più bisogno di me. Prima o poi ti renderai conto che puoi avere il mondo ai tuoi piedi e mi lascerai.- urlai e le lacrime ricominciarono a scendere. 

-Non posso vivere senza amore, non posso vivere senza di te.- mi sorrise ed io mi sentivo come se nulla potesse più dividerci. 

-Non c'è più bisogno che tu ti prenda sempre cura di me, posso farlo io. Anche tu hai bisogno di qualcuno che si prenda cura di te ed io ora posso farlo.- aggiunse.

-Ti amo.- mi avvicinai al suo orecchio per sussurrarglielo dolcemente.

-Oh anche io amore mio.- mi fece uno dei suoi migliori sorrisi ed io mi sciolsi. 


 

 

 

godetevi questi momenti di felicità ;)

-@lovatoismyfaith

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


-Come mi trovi?- mi chiese, togliendosi le coperte che la coprivano. Il suo corpo nudo era come una calamita per me. 

-Quando ti avevo detto che volevo una ragazza più in carne non pensavo così tanto..- mi posizionai su di lei per baciarla. 

-Così tanto grassa..- abbassò lo sguardo. 

-Così tanto perfetta.- le risposi ed il suo sguardo si illuminò. 

-Non sono perfetta..- mi diede un leggero schiaffo sulla spalla.

-Per me lo sei.- la baciai di nuovo. 

-Sai credo di non avertelo mai detto ma quella perfetta tra le due sei tu..- mi guardò intensamente.

-Non è vero.- l'ammonii. 

-Si invece.- ribatté lei. -Sei bellissima, intelligente e divertente. Mi hai aspettato per tutto questo tempo ed hai saputo perdonare tutti i miei casini.- aggiunse ed il suo sguardo si addolcì.

-Ti amo.- mi distesi su di lei. 

-Vedi, sei perfetta anche perché sai sempre quello che voglio.- si staccò per un attimo e poi riprese a baciarmi. 

-Tu vuoi sempre fare l'amore.- alzai un sopracciglio. 

-Sarà perché sei perfetta anche in quello.- mi fece l'occhiolino e prese lei il comando della situazione. 

 

 

-Oddio basta Demetria.- ero esausta. 

-Il mio nome detto da te è così eccitante.- ammiccò ed io capii che non era per nulla stanca. 

-Sono le 8 di mattina.- la guardai.

-Davvero non vuoi più farlo?- mi guardò tristemente. 

-Abbiamo una vita per farlo.- le sorrisi ma lei non ricambiò. 

-Mi sei mancata così tanto..- sussurrò come se si vergognasse a dirlo ad alta voce.

-Lo so, l'ho capito.- la tirai verso di me per farla accoccolare tra le mie braccia. 

-Non voglio sprecare più neanche un minuto..- la sua voce era così dolce. Prima che io potessi rispondere bussarono alla porta. 

-Marissa devi andare a scuola.- oddio era Sarah. 

-No oggi no.- urlai.

-Questa l'ho già sentita.- mi rispose lei.

-Ti prometto che è il mio ultimo giorno di assenza.- urlai di nuovo. 

-Anche questo ho già sentito.- che dovevo dire per farla andare via?

-Ti va di andare a fare una passeggiata?- mi chiese e Demi mi guardò con sguardo confuso. 

-No.- risposi seccamente. Non volevo che Demi pensasse qualcosa di strano.

-Dai ieri ti sei divertita e non hai pensato ai tuoi problemi.- mi rispose ed io avevo quasi il terrore della reazione di Demi. Improvvisamente la porta si aprì e Demi spalancò gli occhi. 

-Oh cazzo.- esclamò Sarah e poi corse via. Io mi alzai e mi vestii velocemente per correrle dietro. 

 

-Hey Sarah.- la raggiunsi fuori casa.

-Scusa ma era una situazione troppo imbarazzante per rimanere.- mi accomodai vicino a lei. 

-Non preoccuparti ti capisco.- le dissi, rassicurandola.

-Quindi siete tornate insieme?- mi chiese ed io la guardai stranita.

-Non ci siamo mai lasciate.- le risposi, sicura. 

-Beh lei era chiusa in clinica e tu qui tutta sola.- aggiunse ed io non riuscivo a capire cosa volesse dire.

-Ho sempre pensato a lei ed anche lei l'ha fatto.- mi misi sulla difensiva.

-Se lo dici tu..- sospirò.

-Perché sembra che ti dispiaccia?- le chiesi e lei mi guardò sorpresa. 

-Non lo so..- si alzò e se ne andò lasciandomi di sasso. 

Dopo un pò me ne tornai di nuovo in camera ma Demi si era già alzata. 

-Perché ti sei vestita?- le chiesi e lei si girò verso di me. 

-Perché devo andarmene.- mi rispose.

-No dai, possiamo stare insieme ancora un pò.- mi avvicinai ma percepii che lei era strana.

-Non sono venuta qui per vederti correre dietro ad un'altra ragazza.- ecco questo era il problema.

-Ma è mia amica e mi dispiaceva per lei.- provai a convincerla.

-Una tua amica ti trova a letto con la tua fidanzata, questa si che è una cosa sconvolgente.- disse, ironica. -A meno che quella ragazza non sia interessata a te, ora quadra tutto.- Demi si alzò di scatto. 

-Non è vero, è solo una mia amica.- era assurdo quello che stava dicendo. 

-Ne sei sicura?- mi chiese ma io non le risposi perché anche io pensavo che il comportamento di Sarah era davvero strano. 

-Ci sei andata a letto vero? Mi hai tradita?- urlò Demi ed io rimasi scioccata. 

-No, ma come ti viene in mente una cosa del genere. Io non l'avrei mai fatto.- a volte era impossibile quella ragazza. 

-Chi me lo assicura?- era arrabbiata ma ora stava esagerando.

-Sai io so cosa si prova ad essere tradita dalla propria ragazza e non farei mai provare la stessa cosa alla persona che amo.- lo so che era un colpo basso ma se l'era meritato. 

-Oh scusa..- ora stava male ed era evidente. 

-Scusa un cazzo Demetria, io sono stata male per due mesi ad aspettarti e tu pensi che io ti abbia tradito.- urlai arrabbiata.

-Scusa amore..- provò ad avvicinarsi ma io mi spostai, ero troppo arrabbiata. -Per favore non fare così, io pensavo che..- la interruppi. 

-Cosa? Che mi fossi scopata una ragazza al giorno per non pensare che la mia ragazza era rinchiusa in una clinica?- stavo esagerando ma la rabbia aveva preso il pieno controllo di me. -Magari l'avessi fatto, almeno ora verrei accusata si essere una traditrice per un giusto motivo.- sbottai di colpo ed il suo sguardo mi fece capire che stava per scoppiare a piangere. Non impiegò molto prima che le lacrime rigassero il suo volto ed io mi sentissi tremendamente in colpa.

-Scusa amore, ho esagerato.- la feci accoccolare tra le mie braccia. 

-Se andare a letto con un'altra ragazza ti rende più felice puoi farlo.- sussurrò tra le lacrime.

-No amore non c'è cosa che mi rende più felice che stare con te.- combinavo solo casini ultimamente. 

-Io lo so che non mi tradiresti mai ma sono stata via per due mesi e tu sei andata avanti, tutti sono andati avanti con le loro vite e a me sembra di non farne più parte.- era così disperata che non sapevo che fare o che dire per consolarla.

-Guardami, ti sembra che io sono stata bene senza di te?- le chiesi ma lei non mi rispose, era troppo intenta a piangere. 

-È stato il periodo peggiore della mia vita. È stato come se non avessi respirato per due mesi. Ora è strano ritornare alla normalità ma sono contenta di poter respirare. Sono contenta di poter finalmente stare con te.- le asciugai qualche lacrima.

-E lei?- mi chiese ed io sapevo che niente avrebbe placato la sua gelosia.

-E lei niente. È mia amica ma nulla di più, almeno da parte mia non c'è nulla, totalmente nulla. Anche perché tutto il mio amore è per te.- finalmente mi fece un sorriso. -Mi credi?- le chiesi e lei annuì. 

-Ora sai cosa ci vorrebbe dopo questa litigata?- le chiesi, baciandola. 

-Mi sono appena vestita.- provò a tirarsi indietro.

-Ti spoglio io.- iniziai a farlo lentamente.

-Ti amo.- mi sussurrò lei. 

-Bentornata a casa, amore mio.- 

 

 

 

La quiete dopo la tempesta...aspettando la prossima tempesta ;) 

-@lovatoismyfaith

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


PUNTO DI VISTA DI DEMI 

Era bello guardarla dormire, era una delle cose che mi erano mancate mentre ero in riabilitazione. Avevo paura di muovermi perché potevo svegliarla e quindi stavo li, ferma, ad accarezzarle i capelli ed a pensare a tutto quello che una volta sveglia le avrei voluto dire. Qualcuno bussò alla porta ed io non risposi, sarebbe stato troppo imbarazzante se fossero stati i genitori di Demi visto che eravamo chiuse in quella stanza da quasi un giorno. Dopo pochi tocchi sentii un foglio scivolare sotto la porta e qualcuno allontanarsi. Mi alzai lentamente e mi avvicinai alla porta e vidi che a terra c'era una busta. La situazione mi sembrava un pò strana e temevo che ci fossero brutte notizie in quella busta. L'aprii e subito andai a leggere chi la mandava, era di Sarah. 

 

"Lo so che non ti aspettavi che ti scrivessi una lettera ma credo che sia l'unico modo che posso usare per farti capire quello che provo. Il nostro rapporto è così strano. Siamo state così bene insieme quando lei era in riabilitazione. Era bello passeggiare parlando di qualsiasi cosa. Tu eri felice ed io ero felice perché tu lo eri. Tutto questo ci ha fatto legare molto ed ora mi sembra che sia tutto cambiato. Possiamo stare davvero bene insieme ma credo che non lo scopriremo mai perché tu non avrai mai il coraggio di lasciarla. Ti ho scritto solo per farti sapere quello che penso e se vuoi rispondermi sai dove trovarmi." 

 

Inutile dire che ero nera dalla rabbia dopo averla letta. Avrei tanto voluto averla tra le mie mani per farle capire che Marissa non si tocca. Ma dovevo calmarmi e reagire come una persona matura avrebbe fatto. Non so se una persona matura avrebbe mai preso il cellulare della propria ragazza ma io lo feci. Inviai un messaggio a Sarah con il telefono di Marissa e le chiesi di vederci in una zona del parco un pò isolata. Dopo averlo mandato cancellai ogni traccia dal telefono di Marissa e mi distesi di nuovo vicino a lei.

 

-Scusa ti ho svegliato.- le dissi quando vidi che aveva gli occhi aperti.

-Non preoccuparti.- appoggiò la testa sul mio petto. Io ricominciai a giocare con i suoi capelli.

-Che hai?- le chiesi, vedendo che continuava a fissare la parete davanti a lei. 

-Ho fatto un incubo.- si girò verso di me. 

-Vuoi dirmelo?- le chiesi ma lei fece di no con la testa. 

-Se lo racconto poi si realizza ed io non voglio.- mi rispose con la sua voce ancora roca. 

-Riguarda me?- le chiedi e lei annuì. 

-Se ha a che fare con la mia carriera sappi che i miei fan mi amano più di prima ora, se ha a che fare con la mia salute sappi che sto bene e sono felice, se ha a che fare con il nostro rapporto dimenticatelo perché io ti amo e nulla potrà separarci.- l'abbracciai e lei mi fece un leggero sorriso. 

-Tu mi ami?- le chiesi, vedendo che continuava a non dire nulla. -Stai con me perché mi ami?- lei non poteva capire quanto importante era per me la risposta che stava per darmi. 

-Sto con te perché amo troppo fare l'amore con te.- mi sorrise ed io ci rimasi molto male. Sarah non poteva aver ragione. Abbassai lo sguardo e feci per allontanarmi ma lei mi tirò di nuovo vicino a se.

-La smetti di farmi domande così stupide?- mi disse ed il suo volto era a pochi centimetri dal mio. -Amo fare l'amore con te, lo amo davvero tanto, ma lo amo perché amo te. Io ti amo alla follia e non c'è cosa che ami più di te. Per favore non essere insicura del nostro amore, perché io ti amo e non c'è bisogno che tu mi risponda perché so già che mi ami.- aggiunse ed io mi sentivo così felice. Quelle parole erano tutto quello che avevo bisogno di sentirmi dire.

-Demetria no.- mi disse senza che io avevo fatto nulla. Certo io sapevo cosa volevo fare in quel momento ma non capivo come lei avesse fatto a capirlo. 

-Ho fame, e non faremo di nuovo l'amore prima che nel mio corpo sarà entrato qualcosa di molto buono.- provai a scivolare sotto le coperte ma lei mi fermò. 

-Intendevo qualcosa da mangiare.- mi guardò in malo modo. 

-Ma io posso fare entrare nel tuo corpo qualcosa di davvero buono.- ammiccai ma il suo sguardo rimase lo stesso. 

-Demetria.- alzò un pò la voce. 

-Lo so che dovrei essere offesa perché mi stai rifiutando ma visto che ti amo tanto andrò a cucinare qualcosa per te.- provai ad alzarmi ma lei mi tirò di nuovo verso di se.

-Tu non sai cucinare.- alzò un sopracciglio.

-Vuoi scommettere?- le chiesi e lei annuì. 

-Se ti cucino qualcosa di buono tu farai tutto quello che voglio io quando lo voglio io, se invece non ti piace lo farò io.- ero sicura che avrei vinto io. 

-Va bene.- lei allungò la mano ed io la strinsi. 

-Allora vado, tu aspettami qui.- mi alzai ed iniziai a vestirmi. 

-Aspetta ci sono i miei genitori.- urlò lei. 

-E allora? Tuo padre mi conosce già.- le feci l'occhiolino e uscii dalla camera. Appena arrivata in cucina incontrai la madre di Demi.

-Salve.- dissi, educatamente. 

-Ciao, tu devi essere Demi, scusa se non mi sono presentata stanotte ma ero molto stanca.- mi rispose la donna. -Comunque io sono Sophia la mamma di Marissa.- mi porse la mano ed io la strinsi.

-Demi.- dissi anche se la donna sapeva come mi chiamavo. 

-Che ci fai qui da sola?- mi chiese, gentilmente. 

-Io e Marissa abbiamo fatto una scommessa ed ora devo cucinare qualcosa per lei.- le dissi e la donna mi sorrise. 

-Prego, la cucina e tutta tua, io vado a lavorare.- mi disse e poi si incamminò. 

-È stato un piacere fare la tua conoscenza.- aggiunse prima di uscire dalla stanza. 

-Anche per me.- le risposi ma mi resi conto che se ne era già andata. 

 

Aprii il frigorifero e vidi che era strapieno di cibo, avrei potuto preparare qualsiasi cosa. Mi ero dimenticata di dire a Marissa che nel mio periodo in riabilitazione avevo imparato a cucinare tante cose. Inizia a preparare e contemporaneamente a pensare a quello che avrei fatto fare a Marissa dopo aver vinto la scommessa. 

-Vuoi una mano?- sentii delle braccia che mi circondarono il corpo da dietro. 

-C'è tua mamma.- le risposi. 

-Ho sentito il rumore della sua macchina ed ho capito che se ne era andata. Siamo da sole.- mi sussurrò l'ultima frase all'orecchio. 

-Non volevi mangiare?- le chiesi e lei allungò le mani sotto la mia maglia.

-Non mi distrarrai per farmi perdere la scommessa.- presi le mani di Demi e le misi sopra la maglia.

-Davvero non vuoi farlo?- mi chiese, scioccata. 

-No, voglio cucinare.- le risposi convinta.

-Ma..- non sapeva più che dire.

-Tesoro, tu non hai neanche idea di cosa ti aspetta dopo aver perso la scommessa.- le feci un sorriso soddisfatto. 

-Allora vado a letto, ti aspetto li.- si allontanò. 

-Mi dai un bacio prima?- la guardai ma lei fece di no con la testa e se ne uscì. Dopo pochi secondi tornò di nuovo in cucina e si avvicinò per baciarmi. Era così dolce. 

 

Impiegai mezz'ora per cucinare della pasta al pesto e delle omelette, l'aspetto era invitante e speravo davvero che a lei sarebbero piaciute. 

-Amore?- quando entrai in camera lei non c'era. 

-Sono in bagno.- posai il vassoio sul letto ed andai in bagno. 

-Volevo farmi un bagno.- quello schianto della mia fidanzata era completamente nuda davanti a me. 

-Vieni a mangiare prima e poi lo facciamo insieme.- oddio era davvero difficile resistere. 

-Va bene.- provò a mettersi l'accappatoio ma io glielo tirai da mano. 

-Non c'è bisogno di questo, vai benissimo così.- lei mi sorrise e andò nella stanza. 

-L'hai cucinato davvero tu?- mi chiese stupita. 

-Si.- ero così soddisfatta di me. 

-Mi ricordo che la prima volta che sei venuta a casa non sapevi tagliare neanche un pomodoro.- mi disse continuando a mangiare.

-Prima c'erano tante cose che non sapevo fare.- le risposi, ricordando il mio passato. 

-Ora sei perfetta invece.- aveva quegli occhi innamorati che mi facevano impazzire.

-Non è vero, ci sono cose che ancora non so fare.- le dissi.

-Tipo?- mi guardò confusa.

-Controllare la mia gelosia.- le risposi. 

-Vuoi tenerti stretto quello che è tuo e questo é normale. Con il tempo capirai che non c'è bisogno di impegnarsi tanto perché io non ho intenzione di andare da nessuna parte.- mi disse ed io rimasi molto colpita da quello che aveva detto. 

-Quello che è mio..- sussurrai.

-Tua, amore mio..- mi disse ed io mi lanciai completamente su di lei. 

-La cena era squisita, quindi hai vinto la scommessa.- mi disse, staccandosi dal bacio. 

-Prima devo dirti una cosa.- la guardai seriamente. Dopo quello che era successo e tutte le cose belle che mi aveva detto dovevo dirle tutta la verità. 

 

 

 

...

-@lovatoismyfaith

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


-Che hai combinato stavolta?- mi chiese, alzando un sopracciglio. 

-Ehm...mentre tu dormivi qualcuno ha infilato una lettera sotto la porta.- il suo sguardo era confuso. -Tieni.- presi dalla tasca la lettera e gliela diedi. Abbassai lo sguardo per non vedere la sua reazione, se fosse stata felice io non l'avrei retto. 

-L'hai già letta?- mi chiese ed io annuii senza alzare lo sguardo. Lei premette con un dito sotto il mio mento e mi costrinse ad alzare lo sguardo.

-Perché ho l'impressione che ci sia dell'altro?- mi chiese, guardandomi negli occhi.

-Ho chiesto un appuntamento a Sarah con il tuo cellulare, per parlare.- avevo gli occhi pieni di lacrime, come se mi aspettassi che lei mi lasciasse da un momento all'altro. 

-Okay, lei si aspetta me ed io ci andrò.- spalancai gli occhi.

-Cosa? Perché? No.- ero entrata in panico. 

-Si invece, dobbiamo chiarire.- mi rispose sicura.

-Allora vengo anche io.- non sapevo più che dire.

-È una cosa tra me e lei.- rispose di nuovo, senza far trapelare nessuna emozione.

-Mi lascerai?- le chiesi ed il terrore della sua risposta mi assalì. 

-Vieni qua.- mi fece accoccolare di nuovo tra le sue braccia.-Io lo so che quello che c'è scritto può sembrare un pò ambiguo ma ti assicuro che in questi due mesi non ho mai pensato a Sarah come qualcosa di più di un amica. Avevo bisogno di qualcuno che mi distraesse e lei era li, niente di più. E poi non preoccuparti, se tu mi lasciassi io sarei così devastata da non riuscire più neanche a parlare con un'altra ragazza.- scosse la testa, come se stava rifiutando quell'idea.

-E se mi lasciassi tu?- le chiesi, impaurita.

-Non accadrà mai, e non perché come dice Sarah non avrò il coraggio ma perché tu sei la cosa più bella della mia vita.- il suo sguardo mi stava perforando l'anima.

-Sai quella stupida cosa delle farfalle nello stomaco la prima volta che vedi la persona che ami? Beh, io continuo ad averle nello stomaco tutti i giorni. Perché ogni volta che ti vedo e mi sorridi io mi innamoro di nuovo di te.- wow ero senza parole. Era in assoluto la più bella dichiarazione che mi avessero mai fatto. L'abbracciai forte e nascosi la faccia nell'incavo della sua spalla per non farle vedere che stavo piangendo. 

-Hey perché piangi?- se ne era accorta lo stesso. 

-Perché non merito tutto questo amore.- asciugò le lacrime con una mano.

-Lo so, fai tanti casini, ma sono tutti dovuti alla paura che hai di perdermi.  È normale, tu non hai neanche idea di quanta paura ho di perderti io ma sono brava a nasconderla.- era l'unica che mi capiva. -Già te l'ho detto una volta, sei tu quella che potrebbe avere il mondo ai suoi piedi eppure hai scelto me. Questo mi rende forte.- la sua sicurezza era impressionante.

-Ti amo.- le risposi e lei mi sorrise. 

-Ed ora che abbiamo chiarito che vuoi fare?- oh la scommessa, me ne ero proprio dimenticata.

-Voglio passare il resto della mia vita con te.- l'abbracciai forte.

-Hai vinto una scommessa e non la lampada del genio dei desideri.- mi rispose ridendo. 

-Non vuoi passare la tua vita con me?- io ero serissima.

-Certo, ma non posso prevedere il futuro.- mi rispose, smettendo di ridere. 

-Io posso prevedere che nel nostro futuro ci sarà un bel bagno rilassante.- le sorrisi.

-Finalmente.- le brillavano gli occhi. 

-Dai vieni.- la presi per mano e la trascinai in bagno. 

-Sei tu quella che è ancora vestita.- borbottò lei.

-Spogliami.- le dissi, con tono autoritario.

-Non darmi ordini.- fece la finta offesa.

-Si invece, posso darti tutti gli ordini che voglio perché ho vinto la scommessa.- ero così soddisfatta.

-Se me l'avessi chiesto gentilmente l'avrei fatto con piacere.- la sua faccia da offesa mi faceva quasi ridere.

-Amore, per favore puoi spogliarmi? Perché ho così tanta voglia di fare l'amore con te.- le dissi, ironica.

-Non prendermi in giro.- Marissa provò ad allontanarsi ma io la tirai prima contro di me e poi contro il muro. 

-Non voglio essere gentile.- le sussurrai all'orecchio. 

-Diamine sei così sexy.- le sfuggi un gemito senza che io ancora l'avessi toccata.

-Era quello il mio intento.- ora si giocava a modo mio. 

 

 

 

Marissa era distesa nella vasca con la testa accasciata all'indietro. Sembrava in estasi ed era la cosa più bella che io avessi mai visto in vita mia. 

-Vuoi uscire?- mi inginocchiai vicino alla vasca. Lei aprì gli occhi e fece no con la testa senza aprire bocca. Le presi la mano e la strinsi forte, aspettando che si calmasse. 

-Spero che i miei genitori non siano in casa, perché altrimenti ci hanno sentito sicuramente questa volta.- mi  disse dopo un pò. 

-Oddio che figura..- non ci avevo proprio pensato. -Mi dispiace..- non sapevo che dirle. 

-Ti dispiace per cosa? Per avermi fatto provare l'orgasmo più lungo della storia?- mi sorrise ed io capii che non era affatto arrabbiata. L'aiutai ad uscire dalla vasca e mi resi conto che aveva ancora le gambe che tremavano, forse avevo un pò esagerato. 

-Che cosa puoi combinare con quella lingua e quelle mani.- sussurrò lei mentre io la strinsi a me per portarla sul letto. 

-Lo so che l'hai fatto per non farmi andare all'appuntamento con Sarah ma ci andrò lo stesso.- mi disse ed io feci di no con la testa.

-L'ho fatto solo per farti provare piacere. Non voglio che tu vada all'appuntamento ma non credo che un orgasmo ti possa fermare.- mi meravigliai anche io della mia maturità.

-È stato devastante.- avevo capito che non riusciva a togliersi dalla testa quell'orgasmo. 

-Devo andare.- mi disse quando mi distesi sul suo corpo.

-Da un'altra ragazza.- borbottai.

-Da una mia amica.- mi rispose.

-Stai con me un altro poco.- l'abbracciai forte e appoggiai la testa sul suo petto. 

-Che ne dici di cenare con i miei genitori stasera? Potrei presentarteli.- mi disse ed io la guardai confusa.

-Conosco già entrambi i tuoi genitori.- le dissi.

-Ma volevo presentarti come la mia fidanzata.- appena pronunciò quelle parole il battito del mio cuore iniziò ad accelerare.

-Davvero?- le chiesi con un sorriso che andava da un orecchio all'altro.

-Davvero.- mi rispose ed io mi persi nei suoi occhi. Avrei potuto volentieri passare la mia vita a navigare nel mare del suoi occhi. 

-Ti piace l'idea?- mi chiese ed io la baciai con passione. Non avevo altro modo per spiegare quello che stavo provando.

-Devo comprare qualcosa da mettermi stasera.- mi alzai di scatto.

-Hey ma il mio bacio.- sbuffò lei.

-Ne hai avuto già abbastanza, ora devo pensare a fare shopping.- iniziai a vestirmi.

-Perché ho l'impressione che Sarah non sia più un problema per te?- mi chiese sorridendo. 

-Fare shopping mi farà distrarre, e il fatto che mi presenterai ai tuoi genitori come tua fidanzata mi fa capire che non c'è nessun pericolo. Quella ragazza non ha nessuna chance con la mia ragazza.- Marissa si alzò e corse verso di me.

-Finalmente l'hai capito.- urlò.

-Ciao, ci vediamo stasera.-le diedi un ultimo bacio e poi uscii.

 

PUNTO DI VISTA DI MARISSA

 

Mi preparai per andare all'appuntamento con Sarah e mentre camminavo per il parco ricevetti un messaggio di Demi, era una foto. 

"Che ne pensi di questo vestito?"- in allegato c'era la foto di Demi con un vestito brillantinato che metteva in evidenza tutte le sue curve. Era molto scollato e talmente aderente che mi faceva quasi venire strane voglie. Era stupenda ma non mi piaceva l'idea che andasse in giro con un vestito del genere, era come se dicesse 'scopatemi con gli occhi'.

"Sei bellissima ma no."- le risposi. 

"Perché? :("- subito arrivò la sua risposta.

"Non voglio che tu vada in giro con questo vestito."- le mandai il messaggio mentre mi sedetti sulla panchina. Era quello il luogo in cui avrei dovuto incontrare Sarah ma lei non si era ancora presentata. 

"Se lo comprassi e lo indossassi solo per te?"- mi chiese e sul mio volto spuntò un sorriso malizioso.

"Tu si che mi capisci."- le risposi.

"Passa a casa mia quando hai fatto, magari puoi vedere come mi sta il vestito dal vivo."- giocava davvero sporco.

"Tu non hai idea di quanto mi piacerebbe ma abbiamo la cena con i miei dopo."- mi rattristai.

"Ops allora mi sa che dovrai aspettare il dopocena ;)"- mi faceva impazzire.

"Mi stai facendo eccitare.."- le scrissi.

"Io saprei come placare la tua eccitazione."- un brivido attraversò la mia schiena.

"Lo so e non vedo l'ora."- ora mi era venuta voglia di fare l'amore su quella panchina. 

"Vieni prima che puoi, magari abbiamo un pò di tempo prima di andare alla cena.."- oddio, ora volevo solo correre via.

"Oh ho bisogno di te."- perché ormai solo immaginarlo mi faceva bagnare.

-Ciao Marissa.- sussultai. Purtroppo non era chi volessi. 

-Ciao Sarah.- sussurrai.

-Tutto bene?- mi chiese ed io annuii. 

-Non sono stata io a chiederti di venire a questo appuntamento.- le dissi, concentrandomi sulla discussione e non pensando a quello che stavo provando. 

-E chi?- mi chiese confusa.

-Demi.- le risposi. -Ha letto la lettera mentre io dormivo e ti ha inviato un messaggio senza dirmelo.- sembrava molto colpita.

-E allora perché ci sei tu qui e non lei?- mi chiese, giustamente.

-Perché dopo aver capito che io amo solo lei e che sto con lei perché la amo da morire e non per qualsiasi cosa tu volessi insinuare nella lettera me l'ha confessato.- le dissi e lei abbassò lo sguardo. 

-Forse sono andata troppo di immaginazione.- mi rispose. 

-Mi dispiace ma io amo lei e questo nulla potrà cambiarlo.- doveva capirlo. 

-Va bene, allora è inutile che ne parliamo più.- mi disse.- rimaniamo amiche?- aggiunse ed io annuii.

-Ciao.- mi disse ed io mi allungai per darle un bacio sulla guancia. Lei girò velocemente la faccia e mi ritrovai a baciare le sue labbra.

-Marissa.- sentii la voce di Demi e mi allontanai di scatto. Mi girai e alle mie spalle c'era Demi con una faccia davvero infuriata. 

 

 

 

Ho l'impressione che la storia non vi piaccia più :/ non so se continuarla o no..

-@lovatoismyfaith

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


-Tu...tu...no.- sembrava che si stesse per sentire male. 

-Amore siediti.- mi avvicinai ma lei mi allontanò.

-Non dirmi cosa devo fare.- urlò.

-Okay però calmati, non è successo nulla.- stava facendo un dramma per un bacio che non era stato per nulla volontario. 

-Sono venuta perché la mia ragazza mi aveva detto che aveva bisogno di me e la trovo mentre bacia un'altra ragazza, hai ragione non è successo proprio nulla.- urlò ancora più forte.

-Sarah dille che tra noi non c'è nulla.- dovevo convincerla.

-Non c'è nulla.- rispose Sarah.

-Tu scompari dalla mia vista prima che mi venga voglia di picchiarti.- Demi si voltò minacciosamente verso Sarah e lei scappò via impaurita. 

-Hey amore, non è stato nulla.- ripetei di nuovo.

-Tu l'hai baciata.- scoppiò a piangere. Tutta la rabbia si era trasformata in un pianto isterico. 

-No no, lei si è girata mentre le stavo baciando una guancia ed è capitato. Nulla di più.- oddio no, non poteva pensare davvero che io volessi baciare un'altra. 

-Tutto quello che mi hai detto ora sembrano solo tante bugie.- stavolta l'avevo combinata davvero grossa.

-Ora che vuoi fare? Vuoi lasciarmi perché per sbaglio ho baciato Sarah?- le chiesi ed i suoi occhi pieni di lacrime mi stavano facendo sentire male.

-Voglio andare a casa.- disse e poi si girò per andarsene.

-No, tu non puoi lasciarmi così.- la fermai per un braccio.

-Lasciami, non voglio più che mi tocchi.- appena disse quelle parole lasciai immediatamente il suo braccio. 

-Amore..- sussurrai.

-Non provare a chiamarmi amore. Mi avevi promesso che non mi avresti mai tradito ed invece mi hai solo illusa.- era accecata dalla rabbia. In quel momento capii che qualsiasi cosa avessi detto non sarebbe servita a nulla, nella sua testa io l'avevo tradita.

-Anche tu mi hai tradito, ma io ti ho perdonato perché ti amavo. Tu ci sei andata a letto, io l'ho solo baciata per sbaglio.- giocai la mia ultima carta. 

-Lo sai qual'è la differenza tra me e te? È che prima della riabilitazione io ero malata e psicologicamente disturbata. C'erano dei momenti in cui non riuscivo a distinguere nemmeno il bene dal male. Tu invece stai benissimo, e se l'hai fatto vuol dire che davvero lo volevi.- i suoi occhi divennero così freddi e distaccati. 

-Cosa? No. Io voglio solo te.- entrai in panico. Mi sentivo come se mi stesse lasciando ed iniziò a mancarmi la terra sotto i piedi. 

-Ma hai baciato Sarah. Congratulazioni, ora sei libera di scopartela e facci tutto quello che vuoi.- era come se avesse sparato al mio cuore con quelle parole.

-Non puoi lasciarmi. Tu hai bisogno di me tanto quanto io ho bisogno di te.- ero sicura di questo. 

-Ci sono persone che pagherebbero per venire a letto con me.- non potevo sentire quelle cose.

-Perché riduci tutto a quello? Dove li metti i sentimenti, le emozioni, tutti i bei momenti che abbiamo passato insieme?- ora ero io quella che stava piangendo.

-Passeranno, con il tempo dimenticherò.- girò la faccia dall'altro lato per non farmi vedere che in tutta quella freddezza c'era ancora un minimo di emozione.

-Vuoi davvero dimenticarmi?- le chiesi e mi resi conto che avevo un tono disperato.

-Si, ora è finita.- mi disse e provò ad allontanarsi. Io le corsi dietro e la bloccai contro un albero. La  baciai e lei all'inizio provò a divincolarsi ma alla fine si arrese e continuò il bacio. La baciai come se quello fosse il nostro ultimo bacio, perché infondo avevo paura che davvero lo fosse. 

-Ora dimmi che non mi ami.- le dissi, guardandola negli occhi. Lei abbassò lo sguardo e non rispose. 

-Voglio andarmene a casa.- mi rispose ed io mi staccai da lei. 

-Potrò farmi perdonare vero?- le chiesi e lei fece di no con la testa. 

-Non voglio più vederti.- rispose e poi si allontanò correndo. Se ne stava andando, di nuovo, ed io non sapevo se questa volta sarei riuscita a resistere senza di lei. 

 

 

Rimasi immobile a guardare il punto in cui Demi era scomparsa per un infinità di tempo. Tutto sembrava di nuovo non avere più senso, tutto sembrava essere crollato. Non riuscivo a muovermi, non riuscivo a pensare. L'unica cosa che avevo in mente era l'immagine arrabbiata di Demi e quella frase "Non voglio più vederti." Come poteva volerlo davvero? 

-Devo andare da lei.- sussurrai ed iniziai a correre. Correvo più forte che potevo e non mi curavo delle persone che pensavano che fossi una pazza. Arrivai fuori casa di Demi e mi accasciai a terra. Avevo corso così tanto che ora non c'è la facevo neanche a camminare. Recuperai un pò di forze prima di bussare.

-Chi è?- rispose una donna anziana.

-Sono Marissa, c'è Demi?- chiesi, con ancora un pò di affanno. 

-Sono tornati tutti a casa.- mi rispose ed io mi sentii mancare.

-Come? Dove?- non sapevo che dire.

-Dieci minuti fa hanno preso l'aereo diretto a Los Angeles.- mi accasciai di nuovo a terra e mi misi le mani nei capelli. Se ne era andata, davvero l'aveva fatto. 

 

-Che succede tesoro?- sentii la voce di mia mamma ma non c'è la facevo a rispondere. Non avevo le forze. Mi gettai sul divano ed iniziai di nuovo a piangere. 

-Hey piccola.- mia madre si avvicinò correndo verso di me.

-Demi se ne è andata.- le dissi solamente, tra i singhiozzi.

-La vedrai quando tornerà.- provò a consolarmi ma quello di sicuro non era il modo giusto. 

-Io non posso vivere senza di lei.- ero davvero disperata.

-Non dire così amore, troverai altri amici.- lei non poteva capire.

-Non era una mia amica, era la mia ragazza ed io l'amavo così tanto.- alzai lo sguardo per notare che l'avevo lasciata letteralmente senza parole. 

-Tutto passa.- mi disse dopo un pò. Mi fece alzare per abbracciarmi ed io mi resi conto che in quel momento più che mai avevo bisogno di lei.

-Perché se ne è andata?- mi chiese, asciugandomi delle lacrime.

-Perché ha visto me e Sarah che ci baciavamo ma ti giuro, mamma, che è stato uno sbaglio. Sarah si è solo girata nel momento sbagliato.- urlai.

-Ti credo tesoro, calmati.- sussurrò, accarezzandomi. 

-Lei non mi crede e se ne è andata.- non riuscivo ancora a crederci. Mi alzai e corsi in camera mia. Volevo stare da sola. 

Mi gettai sul letto e dopo poco sentii bussare alla porta. 

-Non voglio vedere nessuno.- urlai.

-Sono Sarah.- mi rispose e la rabbia aumentò dentro di me.

-Che vuoi? Che diamine sei venuta a fare qui?- sbottai. 

-Ero preoccupata, volevo vedere come stavi.- non volevo aprirla perché non volevo vedere nessuno.

-Vai via.- dissi solamente.

-Non saremo più amiche vero?- mi chiese e dal suo tono di voce capii che era triste.

-Noi non siamo e non saremo mai nulla. L'unica persona che amavo se n'è andata ed è tutta colpa tua.- avevo bisogno di qualcuno a cui addossare la colpa. 

-Mi dispiace.- sussurrò e poi sentii i suoi passi mentre si allontanava. Presi il cellulare e provai a chiamare il numero di Demi. Quando una voce dall'altro lato disse che il numero era inesistente capii che era davvero finita. Lei se ne era andata e questa volta per sempre. 

 

 

 

 

Fatemi sapere cosa ne pensate ;)

-@lovatoismyfaith

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


DUE MESI DOPO - LOS ANGELES

 

-Marissa vieni con me o fai tardi?- mi chiese mio padre. 

-Dormo un altro poco, ci vediamo direttamente lì.-  gli risposi e mi rigettai sul letto. 

C'eravamo trasferiti a Los Angeles da più di un mese ormai ed ancora non riuscivo ad abituarmi ai ritmi di questa città. Tutti sembravano sempre andare di corsa e non c'era tempo per pensare. Era proprio quello che mi serviva, non pensare. Avevo deciso di accontentare i miei genitori e partire con loro, abbandonare la mia casa in Texas era stato davvero difficile ma avevo troppi ricordi in quella casa e mi sembrava di soffocare. Los Angeles invece sapeva di nuovo, di avventuroso e stimolante. Tutte cose che mi servivano in quel momento. Il fatto che la persona per cui avevo abbandonato il Texas viveva a Los Angeles non era un problema. La città era così grande che quasi era impossibile incontrarci. Almeno così speravo. Da quando avevo appreso dai giornali che aveva adottato una bambina e che quindi molto probabilmente aveva una fidanzata o fidanzato non volevo più vederla. Si era rifatta una vita così facilmente che non valeva più la pena stare male per lei. Come sempre però la teoria è sempre più facile della pratica, infatti la sera quando non avevo più nulla da fare ed avevo tanto tempo per pensare, i ricordi e i rimorsi mi assalivano e l'unico modo per farlo uscire fuori era piangere a dirotto. D'altronde come potevo dimenticarmela se la radio trasmetteva la sue canzoni in continuazione, sui giornali c'era sempre la sua faccia e ovunque mi girassi c'era qualcuno che la conosceva? Oggi però non era il giorno per piangere, oggi era un giorno davvero importante...più per mio padre che per me. Da quando la scuola era finita mi voleva convincere a fare una sorta di tirocinio nel suo ospedale. Voleva che io diventassi un medico proprio come lui e lavorando per lui avrei potuto farmi un'idea su quello che avrei dovuto affrontare al college. Passare la mia estate a lavorare invece che rimare a casa a non fare nulla sicuramente mi avrebbe aiutato a non pensare. 

Quando la sveglia suonò per la terza volta decisi di alzarmi dal letto. Andai nella stanza di mia madre e presi la rivista di gossip che lei comprava tutte le mattine e ogni volta nascondeva per non farmela vedere. Sfogliai alcune pagine e quando arrivai sulle pagine dedicate a Demi rimasi colpita da quanto potesse essere dolce con una bambina in braccio. Provai a rimanere il più distaccata possibile e continuai a sfogliare la rivista anche se non mi interessava. Avevo solo bisogno della mia dose quotidiana di Demi ed ora che l'avevo avuta potevo continuare a fingere che non mi importava. 

Mi vestii in modo più adeguato possibile al mio primo giorno di lavoro ed ad uscii di casa. Los Angeles d'estate era ancora più calda che in tutti gli altri giorni ed appena mi sedetti in macchina mi pentii di essermi messa la giacca.

 

 

-Oh finalmente c'è l'hai fatta.- mio padre mi salutò non appena entrai nel suo reparto. 

-Papà.- risposi. 

-Dottor Callahan, qui sei la mia assistente non mia figlia.- subito mi rimproverò.

-Okay dottor Callahan.- gli feci una linguaccia e lui mi sorrise.

-Allora che dice Demi Lovato?- mi chiese. 

-È andata in giro con la figlia..- risposi senza pensare. -Cioè non lo so, che ne so io.- provai a recuperare ma dalla faccia capii che non mi credeva.

-Sono il primario del reparto di psichiatria, pensi davvero di riuscire a mentirti.- lo guardai male.

-Potevi fare l'indovino, ti saresti risparmiato molti anni di studio.- gli dissi e lui scoppiò a ridere.

-Non si tratta di essere indovino ma si tratta di essere un buon osservatore. Tua mamma ogni giorno compra una rivista che nasconde nello stesso posto per non fartela vedere e tu puntualmente ogni giorno sei l'ultima ad uscire di casa, ho impiegato poco a capire il collegamento tra le due cose.- lo guardai stupita.

-Sei un mostro.- gli dissi e lui mi sorrise.

-Sono bravo nel mio lavoro.- okay ora si stava pavoneggiando.

-Io vado a prendermi un caffè e poi inizio.- gli dissi allontanandomi. Dovevo allontanarmi da quella che stava diventando la mia seduta psicanalitica. 

 

 

Tutta la mattinata ad ascoltare mio padre che parlava con i suoi pazienti poteva sembrare noioso ed invece a me affascinava molto. Il modo in cui lui riuscisse a capire i problemi delle persone solo parlando mi sorprendeva ogni volta. 

-Dottor Callahan.- un'infermiera lo interruppe. -C'è di nuovo quella ragazza al telefono.- disse e mio padre sembrò agitato. Faceva di tutto per nasconderlo ma infondo anche io ero brava a capire le persone.

-Dica che non ci sono.- disse, frettolosamente.

-Gliel'ho già detto ma mi ha detto di dirle che è impossibile che non lavorate mai.- Beh un primario che non è mai in studio è molto improbabile.

-Le dica che non voglio avere nulla a che fare con lei.- mio padre sembrava arrabbiato ed era così strano. Non l'avevo quasi mai visto così arrabbiato, solo quando si trattava della mia salute. Oh cazzo no, non poteva essere.

-Va bene.- l'infermiera scomparve ed io rimasi per un attimo imbambolata.

-Devo andare in bagno.- sussurrai all'orecchio di mio padre e lui annuì. 

Mi avvicinai all'infermiera che prima era entrata nella stanza di mio padre.

-Il dottore ha detto di richiamare la ragazza.- dissi anche se non era vero. Ero la figlia del capo e quindi tutti facevano quello che dicevo senza discutere.

-Oh finalmente, quella ragazza sembra sempre così disperata.- disse sospirando. -Non capisco perché il dottore non vuole mai parlare con lei.- aggiunse. Io speravo di scoprirlo presto. L'infermiera mi porse il telefono ed io aspettai che rispondesse, l'ansia iniziò a crescere dentro di me.

-Pronto..- appena sentii la sua voce il mio cuore iniziò ad acceleratore. -Pronto, chi è?- io non riuscivo a parlare. Staccai velocemente la chiamata e mi sedetti.

-Marissa stai bene?- mio padre si avvicinò correndo. -Cos'è successo?- chiese all'infermiera, vedendo che io non lo rispondevo. 

-Mi ha detto che voi volevate richiamare la ragazza di prima e così l'ho fatto ma quando ha risposto ha staccato subito.- guardai mio padre che ora  sembrava ancora più arrabbiato. 

-Tesoro perché l'hai fatto?- mi accarezzò una guancia.

-Non lo so, per vedere se era veramente lei.- gli dissi, con un filo di voce.

-Ora stai solo peggio.- aveva ragione, mi sentivo di nuovo soffocare. 

-Era la sua voce..- mi resi conto che tutti quelli che erano intorno pensavano che io ero una pazza. 

-Si tesoro, ma non preoccuparti, non ho intenzione di farla venire qui.- mi rassicurò.

-Perché ha bisogno di te? Sta male?- gli chiesi, preoccupata.

-No, da quanto ho capito riguarda la figlia, ma dopo quello che ti ha fatto passare non voglio avere nulla a che fare con lei.- mi disse ed io capii che era solo preoccupato per me.

-Ma se si è rivolta a te forse è perché la bambina ha bisogno del migliore. Tu puoi aiutarla.- quella bambina non doveva essere penalizzata solo perché sua mamma era la mia ex. 

-Ci penserò.- rispose mio padre e poi mi fece alzare per andare a bere qualcosa. 


 

Lo so che ora volete uccidermi perchè non capite nulla ma nel prossimo capitolo si chiariranno molte cose :)

-@lovatoismyfaith

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


-Marissa io vado in clinica.- mi disse mio padre, entrando nella mia stanza.

-Aspetta, vengo con te.- mi alzai dal letto.

-No non preoccuparti, puoi rimanere a casa oggi.- mi rispose ed io lo guardai stranita.

-Viene Demi, vero?- gli chiesi e lui abbassò lo sguardo. Per me era un si.

-È meglio che tu rimanga a casa.- evitò la mia domanda.

-No, voglio vederla.- gli dissi, vestendomi.

-Ti farai solo del male.- era così preoccupato per me.

-Non le parlerò, voglio solo vederla, vedere come sta.- e capire se ero ancora innamorata di lei o mi era passata...ma questo era meglio non dirlo a mio padre.

-Va bene.- disse solamente e poi uscì dalla stanza. 

 

Impiegai quasi un'ora per prepararmi come se dovessi andare ad un appuntamento ed invece dovevo solo andare a lavoro. 

-Che bella che sei.- Josh, si avvicinò a me. 

-Fare complimenti alla figlia del capo non ti farà fare carriera.- gli dissi, facendogli la linguaccia. Aveva più o meno la mia età ed amavamo prenderci in giro.

-No, dico sul serio.- si fermò per guardarmi ed io sbuffai. Ma dovevo andare in giro con un insegna luminosa con scritto "SONO LESBICA" per farlo capire a tutti? 

Mi allontanai ed entrai nello studio di mio padre. 

-Sei sicura di voler rimare qui?- mi chiese ed io annuii. -La prossima è lei.- aggiunse. Mi stava mettendo ancora più ansia di quanta già ne avessi.

Mi affacciai alla finestra e vidi che una macchina enorme si era fermata davanti all'ingresso. Mi affacciai di più ed appena vidi la faccia di Demi quella sensazione di soffocamento si fece risentire. 

-Non c'è la faccio.- dissi a mio padre e poi scappai via. Presi l'ascensore e arrivai nei sotterranei. Li c'erano stanze che nessuno usava mai e potevo nascondermi fino a quando non se ne fosse andata. 

Sapere che la mia ex ragazza era pochi piani più su non mi faceva stare tranquilla, ero combattuta tra correre da lei o rimanere li ad aspettare. Mentre ero indecisa sul cosa fare mi resi conto che era passata più di mezz'ora e quindi sicuramente la visita era finita. Il tempo aveva deciso per me. 

Presi di nuovo l'ascensore per tornare a lavoro.

 

 L'ascensore si fermò al secondo piano e quando le porte si aprirono mi ritrovai d'avanti proprio lei. Aveva una faccia più sorpresa della mia, evidentemente non se l'aspettava. Mi spostai da un lato per farla entrare nell'ascensore senza dire neanche una parola, non ci riuscivo. Premetti il bottone dell'ultimo piano e le porte si richiusero. Non sapevo che fare e guardandola capii che anche lei non lo sapeva. Era bellissima anche se sembrava molto stanca. Il mio cuore iniziò ad accelerare, avevo così tanta voglia di sbatterla contro le pareti di quell'ascensore e farle ricordare chi ero. Improvvisamente le luci si spensero e l'ascensore si bloccò. No, proprio ora no. Come potevo resistere con Demi in uno spazio così piccolo. La luce d'emergenza era così fioca che io a malapena riuscivo a vedere Demi. Si sedette a terra ed io feci lo stesso, sicuramente avremmo dovuto aspettare un bel pò. 

-Tuo padre mi odia.- fu lei a rompere il silenzio.

-È solo preoccupato per me, non vuole che tu stia nei miei paraggi.- le risposi.

-Se sapesse dove siamo ora si arrabbierebbe molto.- disse e poi vidi spuntare un leggero sorriso sul suo volto. Il mio cuore fece una capriola, quanto mi era mancato quel sorriso. 

-Già..- risposi solamente. 

-So cosa vuoi sapere, quindi chiedimelo e basta.- mi disse guardandomi negli occhi.

-Da dove è uscita quella bambina?- le chiesi e lei abbassò lo sguardo. 

-In riabilitazione avevo legato molto con una ragazza che si chiamava Samantha. Era una ragazza davvero molto divertente e sempre sorridente anche se io sapevo che dietro a quel sorriso c'era dell'altro. Se si trovava li dentro un motivo doveva pur esserci. Comunque per fartela breve, quella ragazza aveva una figlia, Chloe, che non poteva mai vedere.- si fermò per un attimo. 

-Più di un mese fa ho scoperto che Samantha era morta e che aveva affidato Chloe a me.- non sapevo se essere triste per quella storia o felice perché Demi non aveva adottato un bambino con la sua nuova ragazza...forse non c'è l'aveva neanche.

-wow.- dissi.

-All'inizio volevo rinunciare perché sapevo di non essere in grado di fare la mamma ma poi ho visto quella bambina e non c'è l'ho fatta più.- mi confessò.

-Perché siete qui? Che problema ha?- le chiesi, curiosa.

-Non riesce a socializzare con gli altri. Praticamente parla solo con me e con Natalie e basta.- oddio no, chi era Natalie? Non potevo chiederglielo perché altrimenti sarei sembrata gelosa ed io non lo ero. Almeno fingevo di non esserlo.

-Perché sembri così stanca?- le chiesi, preoccupata.

-Non sono stanca, sono stressata. Passo da un concerto all'altro senza mai fermarmi, poi c'è la promozione dell'album, le puntate di X Factor da registrare, e in più la bambina che non vuole parlare e nessuno riesce a capire il perché. Non c'è la faccio più.- era così frustrata. -Per fortuna c'è Natalie che mi aiuta con la bambina.- aggiunse ed io ora stavo iniziando ad arrabbiarmi. Chi cazzo era questa Natalie?

-Se non avessi la mia assistente mi sentirei persa.- disse ed io spalancai gli occhi.

-Natalie è la tua assistente?- le chiesi e lei annuì, confusa. Tirai un sospiro di sollievo e mi avvicinai a lei.

-Che fai?- mi chiese, sempre più confusa. Anche io potevo fare qualcosa per aiutarla.

-So io di cosa hai bisogno per rilassarti.- iniziai a baciarle il collo.

-Non dovremmo farlo.- disse e poi un gemito uscì dalle sue labbra.

-Se vuoi che mi fermi dimmelo ed io lo farò.- continuavo a baciarle il collo. Lei gettò la testa all'indietro ed io capii che non mi avrebbe mai detto di fermarmi. 

-Diventi sempre più bella.- le dissi prima di baciarla con passione. In quel bacio c'era tutto il bisogno che avevo di lei e tutto il dolore che avevo provato in quei mesi. Lei alzò lo sguardo per guardarmi negli occhi mentre la spogliavo. Le tolsi la camicetta e mi resi conto che era molto tesa. Era così evidente che nessuno avesse toccato il suo corpo nel tempo in cui c'eravamo lasciate che se non fosse stato un momento così intenso mi sarei messa ad esultare di gioia. Lei fremeva sotto il mio tocco ed io capii che potevo fare tutto quello che volevo e lei non si sarebbe opposta perché aveva bisogno di me tanto quanto io ne avevo di lei. 

 

 

-Che abbiamo fatto.- mi disse lei mentre ci rivestivano. 

-Nulla di illegale.- le risposi, sorridendo. -Sei così serena ora.- la guardai intensamente. Proprio in quel momento le porte dell'ascensore si aprirono ed io ringrazia di essere già vestita.

-Marissa.- mio padre corse verso di me. -Non capisco cosa sia successo, stai bene?- mi chiese ed io annuii. -Che ci fa lei qui?- si girò verso Demi e il suo volto divenne scuro.

-Ho dimenticato la borsa nel suo ufficio e sono venuta a riprenderla quando si è fermato l'ascensore.- intervenne Demi.

-L'ho data all'infermiera, vai a prenderla da lei.- mio padre la liquidò in pochi secondi. Demi mi guardò un attimo e poi andò via. 

-La smetti di fare il bambino?- gli chiesi, arrabbiata. -Sei un uomo adulto e comportati da tale.- me ne andai lasciandolo li. 

Provai a raggiungere Demi ma quando vidi che era con una ragazza che avevo in braccio sua figlia capii che dovevo lasciarla in pace. Lei aveva una nuova vita ed in quella vita io non ero compresa. 

 

 

 

Fatemi sapere cosa ne pensate..

-@lovatoismyfaith

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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


Era diventata la mia rovina. Da quando l'avevo vista con quella ragazza non facevo altro che immaginarmi loro due insieme. Era come se il mio cervello voleva punirmi per qualcosa che avevo fatto...e forse sapevo anche cosa. Da quando l'avevamo fatto nell'ascensore non riuscivamo più a smettere di farlo. Lei accompagnava sua figlia da mio padre e poi scendeva nei sotterranei da me. Per lei era solo una scopata senza nessun sentimento mentre io ero così innamorata che avrei fatto di tutto per lei, anche questo. 

-Più forte..- urlava tra i gemiti ed io ero contenta che nessuno ci potesse sentire. Se l'avesse saputo mio padre si sarebbe arrabbiato sicuramente. Demi si accasciò sul lettino ed io uscii lentamente da lei. Quando era invasa dall'orgasmo sembrava così rilassata e la sua bellezza si triplicava. 

-Abbiamo impiegato troppo tempo questa volta, la terapia sarà finita.- disse, quando si riprese.

-Già..- dissi solamente, iniziandomi a vestire. Dovevo fare di tutto per nascondere la mia delusione. Lei mi diede un bacio e senza dire nulla se ne andò. 

Io mi gettai sul lettino ed iniziai a piangere, come ogni volta. Era così difficile per me accettare che la ragazza che amavo volesse solo venire a letto con me. Mi sentivo un oggetto che lei usava solamente quando avevo bisogno eppure non riuscivo a ribellarmi. La paura di non poterla più rivedere o di non poterla più toccare mi assaliva ogni volta che provavo ad aprire bocca. E così rimanevo in silenzio ad accontentare ogni sua richiesta perché non c'era nulla di più bello che vederla felice e serena. 

 

 

"Sono da sola a casa, vieni?"- tre ore dopo mi arrivò questo messaggio ed un sorriso spuntò sulle mie labbra. Sapevo che dovevamo solo andare a letto ma il fatto che lo facevamo a casa sua era già un passo in avanti. 

"Non so dove abiti."- le risposi. 

"Se te lo mando, vieni?"- mi chiese ed io volevo risponderle "Ovvio, non vedo l'ora di vederti" ma poi alla fine mi limitai ad un semplice "Si".

-Papà posso tornare a casa, ho delle commissioni da fare.- dissi e lui annuì senza distogliere lo sguardo dal computer. Velocemente, prima che cambiasse idea, mi dileguai ed andai a casa di Demi. Un'appartamento nel centro di Los Angeles era tipico di una star come Demi. Bussai ed il cancello subito si aprì. Salii un pò di scale e quando vidi la scritta 'Lovato' sulla porta capii che quello era il posto che stavo cercando. Volevo bussare ma la porta era già aperta e quindi entrai. Mi guardai intorno e vidi che era tutto perfettamente arredato, era proprio una casa bellissima che rispecchiava a pieno la personalità di Demi. 

-Demi?- urlai.-Non dovresti rimanere la porta aperta.- dissi ma non ricevetti nessuna risposta. Sentii il getto della doccia scorrere e capii dove dovevo andare. Iniziai a spogliarmi e quando arrivai in bagno lei era sotto la doccia, completamente nuda e girata di spalle, forse non se ne era resa neanche conto che ero arrivata. Mi spogliai completamente e mi avvicinai a lei. Quando fui vicinissima le circondai il ventre con le braccia e lei sussultò. Iniziai a baciarle il collo e lei fece un passo in avanti per far arrivare l'acqua anche a me. Sarei potuta rimanere abbracciata a lei per molto tempo ma sapevo che non mi aveva chiamato per questo e quindi dovevo continuare. Le mie mani scivolarono sempre più giù mentre lei gettò in dietro la sua testa, sulla mia spalla. Era un momento così erotico che avrei voluto sussurrarle quanto era fottutamente bella in quella posizione ma sapevo che se l'avessi detto avrei rovinato tutto. 

 

-Etchi.- Demi starnutì. 

-Stai bene?- le chiesi e lei annuì. 

-Siamo state un ora sotto quella doccia..- aggiunse, guardandomi maliziosamente. 

-Ne è valsa la pena.- la baciai. 

-Si è fatto tardi...dovesti..- si fermò ma io capii cosa volevo dire ed abbassai lo sguardo. Non doveva accorgersene che ci ero rimasta male. 

-Ah si giusto, vado..- mi iniziai a vestire. 

-Se vuoi puoi..- provò a dire lei ma io la interruppi. 

-Non preoccuparti, vado via subito.- mi resi conto che non ero tanto brava a fingere. 

-Ci vediamo presto.- mi fermò per un braccio ed io annuii. Volevo dirle "Ti amo" ma come al solito allontanai quel pensiero dalla mia mente ed uscii. 

 

-Dove sei stata?- mi chiese mio padre quando trovai a casa.

-A fare delle commissioni.- risposi.

-Come mai hai quella faccia?- mi chiese ed io alzai le spalle. Non sapevo che dirgli. 

-Come va con la figlia di Demi?- chiesi, per cambiare discorso.

-Ha proprio un blocco dovuto molto probabilmente alla morte della mamma. Anche quando parla con Demi o Natalie è molto fredda, quindi penso che sia proprio un blocco emotivo.- mi disse. 

-Ti ha parlato di Natalie?- gli chiesi e lui alzò un sopracciglio.

-Non posso usare informazioni date da un paziente per placare la tua gelosia, mi dispiace.- mi rispose ed io sbuffai. 

-Va bene, chiudiamo l'argomento.- dissi e me ne andai in camera mia.

 

 

Il giorno dopo Chloe aveva un'altra seduta ma Demi non si presentò. C'erano solo Natalie e la bambina ed io non potevo neanche chiedere il perché. Era la prima volta che assistevo alla terapia della bambina ma a me non sembrava per nulla malata. Si girò verso di me e mi sorrise, era così tenera. 

-Marissa vieni un attimo qui.- mi esortò mio padre.

-Da quando conosci quella bambina?- mi chiese ed io lo guardai stranito.

-Da quando è venuta qui la prima volta ma non ci ho mai parlato.- gli risposi. 

-Oh strano.- disse dopo un pò, sembrava che stesse analizzando la situazione. -Natalie vieni con me nell'altra stanza.- disse mio padre ed io lo guardai confuso.

-E la bambina?- chiese la ragazza, giustamente.

-Lei può rimanere qui con mia figlia.- mio padre mi sorrise ed io capii tutto. 

 

-Vuoi parlare con me?- chiesi e la bambina continuò a sorridermi. 

-Allora, dov'è tua mamma?- chiesi e il suo sguardo si rattristi, poi alzò la mano per indicare il cielo. Oddio che avevo combinato.

-No, intendevo l'altra mamma, Demi.- dissi e lei alzò lo sguardo. 

-A casa.- rispose con la sua vocina adorabile. Allora non era vero che non parlava con nessuno. 

-Perché non parli con le altre persone?- le chiesi e contemporaneamente mandai un messaggio a Demi.

"Perché non sei venuta?"- le scrissi.

-Non mi va.- rispose la bambina.

-Non ti piace parlare?- le chiesi e lei annuì. 

-E perché con me parli?- le chiesi.

-Mi piaci.- disse ed io le sorrisi.

-Ed anche Natalie ti piace?- le chiesi e lei annuì. 

-E piace anche alla mamma?- chiesi. Era squallido da parte mia approfittarmi di quella bambina ma non sapevo più a chi chiedere.

-Si.- rispose ed io mi sentii morire. Ma dovevo resistere, non potevo scoppiare a piangere davanti alla bambina.

-Ti va di fare un giro?- le chiesi, avevo bisogno di camminare.

-Solo se mi porti in braccio.- la sua espressione mi fece sorridere.

"Non mi sento bene, ho l'influenza e il ciclo e questo mi porta ad essere molto nervosa."- guardai il cellulare e vidi che Demi mi aveva risposto.

"Ok."- risposi solamente, dopo quello che mi aveva detto la bambina era inutile continuare a parlare. 

 

 

-Allora vi siete divertite?- mio padre si rivolse alla bambina.

-Si, posso stare sempre con lei?- oddio, mi stava facendo sciogliere. 

-Non capisco cosa hai più di me.- mio padre mi sussurrò all'orecchio e poi scoppiò a ridere. 

-Tutto quello che vuoi piccola, ma tu ora vai al parco e gioca con gli altri bambini.- appena papà disse questo la bambina si irrigidì di nuovo.

-Ma oggi non ha fatto la terapia.- gli sussurrai.

-Stare con te e parlare con te è stato molto più utile di qualsiasi terapia.- mio padre mi fece l'occhiolino ed io capii che era molto orgoglioso di me, anche se in realtà non avevo fatto nulla.

-La cosa più importante nel nostro lavoro è stabilire un buon rapporto con i pazienti e tu in questo sei molto bravo.- era così orgoglioso di me che era impossibile non abbracciarlo.

-Visto che te lo sei guadagnato, puoi uscire prima oggi.- mio padre mi diede una pacca sulla spalla ed io me ne andai prima che mi chiedesse di fargli qualche piacere.

 

Girando per la città mi ritrovai davanti ad una gelateria, con il caldo che faceva era proprio quello che ci voleva. Non appena entrai il mio primo pensiero fu Demi e che forse mi sarebbe piaciuto mangiarlo insieme a lei. Con tutto il coraggio che avevo dentro comprai una vaschetta di gelato alla vaniglia, il suo preferito, e poi andai a casa di Demi. 

Appena arrivai sotto casa sua sentii il cellulare squillare, diamine era proprio lei. 

-Demi? Che c'è?- chiesi, preoccupata. Non mi chiamava quasi mai. 

-Sei una bastarda.- mi disse ed io mi resi conto che stava piangendo. 

-Hey ma che hai? Io non ho fatto nulla.- mi stava facendo agitare. -Perché piangi?- non riuscivo a capire. 

-Ok? Ma che risposta è ok? Solo perché non possiamo andare a letto allora non te ne frega nulla. Beh, questa è la dimostrazione di quanto ci tieni a me?- urlò ed io dovetti allontanare il telefono dall'orecchio per non diventare sorda. Non so perché ma quelle parole mi fecero scoppiare a ridere. 

-Che hai da ridere?- era proprio arrabbiata. 

-Scema, aprimi, sono sotto casa tua.- le dissi, continuando a ridere. 

 

 

 

 

Lo so che mi odiate perché faccio finire i capitoli sempre sul più bello ma dovrete aspettare il prossimo capitolo per sapere come andrà a finire :)

-@lovatoismyfaith

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***


-Che ci fai qui?- mi chiese quando aprì la porta. 

-Ho comprato del gelato e mi chiedevo se ti andasse di mangiarlo con me.- alzai la busta per fargliela vedere. Aveva i capelli arruffati ed il naso rosso a causa del raffreddore eppure a me sembrava così bella.

-Non sto capendo.- si grattò la testa, confusa. 

-Vuoi farmi entrare si o no?- le chiesi e lei si spostò per farmi entrare in casa. 

-Allora perché ti sei arrabbiata?- le chiesi, accomodandomi sul divano.

-Io? arrabbiata? Ma quanto mai.- non era in grado di fingere con me.

-Stavo quasi per diventare sorda prima talmente che urlavi.- le dissi sorridendo. 

-Te l'ho detto, sono molto nervosa per colpa del ciclo.- provò a minimizzare ma io sapevo che c'era dell'altro ma per il momento era meglio non pensarci. 

-Mangiamo il gelato?- le chiesi, cambiando discorso. 

-Ti va di guardare un film?- mi chiese.

-Mangiare un gelato mentre guardiamo un film e magari ci facciamo anche le coccole, non ti sembra una cosa da fidanzate?- alzai un sopracciglio.

-Puoi semplicemente dire di si.- sbuffò lei. -Guardiamo un horror così evitiamo momenti imbarazzanti.- aggiunse, avvicinandosi alla televisione.

-Ma a te non piacciono i film horror.- ribattei divertita.

-Beh, me li farò piacere.- okay meglio assecondarla perché si stava innervosendo di nuovo. 

 

Demi guardava il film mentre divorava la vaschetta di gelato che le avevo comprato. Ogni tanto, quando le scene erano troppo paurose si rannicchiata vicino a me ed io ne approfittai per abbracciarla. Le accarezzavo la pancia, sotto la maglia, perché sapevo che quando aveva il ciclo le faceva male molto. Io naturalmente non avevo seguito neanche un minuto del film perché ero troppo intenta ad ammirare lo spettacolo che avevo di fianco.

-Amore mi prendi un fazzoletto?- mi chiese ed io spalancai gli occhi, il cuore iniziò a battermi all'impazzata.

-Cos'hai detto?- le chiesi, con un filo di voce.

-Ehm scusa...mi sono lasciata prendere dal momento.- era imbarazzatissima. 

-Non preoccuparti.- dissi, solamente e mi alzai per prenderle quello che mi aveva chiesto. 

-Ehm...ora...puoi...- sembrava che stava balbettando. Io mi sedetti di nuovo vicino a lei e feci finta di guardare il film perché sapevo che mi stava guardando.

-La mano..- sussurrò ed io sorrisi. Senza guardarla rimisi la mano sulla sua pancia ed ricominciai a massaggiarla. 

-Non hai detto che non doveva essere una cosa romantica?- le sussurrai all'orecchio. Lei si girò nello stesso momento e le nostre labbra si sfiorarono. 

-Non mi stai facendo vedere il film.- disse, continuando a rimanere in quella posizione.

-Puoi girarti e guardare il film, non ti darò più fastidio.- le risposi. 

-Oppure?- mi chiese ed io le sorrisi. 

-Oppure puoi venire sul letto con me..- le dissi, e sentii il suo respiro affannato sulla mia pelle. 

-Ho il raffreddore ed il ciclo, non mi sembra il caso.- il momento era così intenso che sembrava che stesse quasi per gemere mentre parlava.

-Non dobbiamo fare nulla, possiamo semplicemente parlare, abbiamo bisogno di parlare.- le dissi ed il suo sguardo sembrava un pò smarrito. 

-Non mi sento bene.- abbassò lo sguardo, rovinando il momento. 

-Perché non vuoi parlare?- le chiesi. Sapevo che il problema non era la sua salute.

-Perché sei venuta qui?- mi chiese a voce bassa.

-Te l'ho già detto che volevo portarti il gelato.- le risposi.

-Perché volevi portarmi il gelato?- mi chiese ancora.

-Perché mi hai detto che non stavi bene.- le risposi, sincera.

-Perché sei così carina con me?- mi chiese e c'era solo una risposta a quella domanda "perché ti amo" ma non riuscivo a dirlo e quindi rimasi in silenzio per un pò. 

-Visto che stiamo facendo il gioco del perché, perché mi hai chiamato mentre piangevi?- le chiesi, cambiando discorso.

-Perché pensavo che almeno quando stavo male avresti fatto qualcosa..- stava iniziando a parlare.

-Qualcosa tipo venire a casa tua con del gelato e guardare un film sotto le coperte mentre ti facevo le coccole?- le chiesi e lei sembrava imbarazzata. 

-Si, qualcosa del genere.- mi rispose. 

-Perché volevi che io venissi da te?- le chiesi, stava per cedere.

-Credo per lo stesso motivo per cui tu sei venuta.- mi rispose, alzando lo sguardo e guardandomi intensamente.

-Mi ami?- le chiesi e lei spalancò gli occhi.

-Perché tu mi ami?- mi chiese ed io annuii.

-Da morire.- aggiunsi e lei sembrava così incredula. Non si aspettava che io lo dicessi ma non c'è la facevo davvero più.

-Dopo tutto questo tempo..- i suoi occhi si riempirono di lacrime.

-Credi che si possa smettere di amare una persona?- le chiesi e lei fece di no con la testa. Quindi questo significava che non avevo smesso di amarmi? Avevo bisogno di saperlo. 

-Pensavo di poter riuscire a rimanere distaccata, non volevo più parlare di sentimenti perché così non avrei più sofferto e forse non avrei più fatto soffrire te.- mi disse.

-E poi hai risposto "ok" dopo che ti ho detto che stavo male e ci sono rimasta così male. Era come se dentro di me avessi sempre sperato che non fosse solo sesso. Poi sei venuta qui e sei così amorevole ed io non ci sto capendo nulla.- si mise le mano tra i capelli. Io le alzai il viso con un dito per guardarla bene negli occhi.

-Sai perché ti ho risposto "ok"?- le chiesi e lei fece di no con la testa.-Perché Chloe mi ha detto che ti piace Natalie ed io ho pensato che stavate insieme e mi è salito il sangue al cervello.- sembrava sorpresa. 

-A me non piace Natalie, cioè si ma come amica, è un ottima assistente e ci divertiamo molto insieme ma nulla di più. Non credo neanche le piacciano le ragazze.- mi disse ed ora quella sorpresa era io, mi ero fatta tanti problemi per nulla.

-Ah..- riuscii solo a dire. 

-Voglio fare l'amore con te.- si avvicinò a me ed il mio cuore iniziò ad accelerare di nuovo. Nessuno potrà mai capire quanto ero felice in quel momento. 

-Non possiamo farlo.- maledetto ciclo. 

-Però posso..- provò a baciarmi il collo ma io mi allontanai. 

-No.- le dissi e lei mi guardò confusa.- Sono stufa di scopare, il sesso non fa per noi...faremo l'amore quando tu starai meglio.- le dissi e lei mi sorrise, non si era arrabbiata. 

-Mi fai un massaggio?- mi chiese ed io annuii. In quel momento avrei fatto di tutto per farla stare meglio. 

 

Stare nel letto e scherzare con Demi era una delle cose che più mi erano mancate ed ora che era tutta mia non volevo che finisse. 

-Demi?- sentii la voce di Natalie e spalancai gli occhi. 

-Non mi va di vestirmi.- sbuffò Demi. Io mi vestii velocemente prima che accadesse qualcosa di imbarazzante. 

-Vai tu e le dici che non mi sento bene?- mi chiese con una voce così dolce che era impossibile dirle di no. 

-Va bene.- risposi solamente.

-Poi ritorna da me però.- sussurrò ed io le sorrisi. 

 

 

-Ehm ciao.- dissi, quando vidi Natalie. Aveva in braccio Chloe che stava dormendo.

-Dottoressa Callahan?- mi guardò stupita. -Dov'è Demi?- chiese, giustamente. 

-Nel letto, non si sente bene.- le dissi e dal suo sguardo capii che era preoccupata. La ragazza si avvicinò a me e mi fece prendere la bambina. Velocemente entrò in camera da letto. Demi aveva gli occhi chiusi ed il lenzuolo che copriva solo metà del suo corpo. Praticamente il suo seno era a portata di tutti ed io volevo solo ucciderla. 

-Demi? Tutto bene?- Natalie si avvicinò al letto e Demi spalancò gli occhi. 

-Si sto meglio.- disse, coprendosi finalmente. Poi si girò verso di me ed appena mi vide con sua figlia in braccio gli occhi le si illuminarono. 

-Hai bisogno di qualcosa?- le chiese Natalie, premurosa. 

-No, ho tutto quello di cui ho bisogno.- i suoi occhi su di me mi fecero capire che ero io, ero io tutto quello di cui aveva bisogno. 

 

 

 

 

 

♥♥♥♥...vi è piaciuto questo capitolo? 

-@lovatoismyfaith 

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Capitolo 29
*** Capitolo 29 ***


-Porto la bambina nel suo letto.- dissi ed uscii dalla stanza. Quando ritornai Natalie non c'era più. 

-Dov'è andata?- chiesi.

-A casa sua.- rispose lei. 

-Ehm allora io..- provai a dire ma lei mi interruppe.

-Non ci provare neanche, hai meno di un minuto per tornare nel letto.- aveva un tono così autoritario che la rendeva solo più sexy. 

-Dove volevi andare?- mi chiese quando la raggiunsi nel letto.

-Da nessuna parte.- feci la finta tonta.

-Sei arrabbiata?- mi chiese ed io capii cosa intendeva. 

-Non so neanche se posso avere il diritto di arrabbiarmi.- le risposi. Si mi avevo dato tanto fastidio che qualcuno l'avesse vista praticamente nuda. 

-È stato solo un incidente, pensavo che non entrasse nessuno. Aspettavo te.- non c'era bisogno che si giustificasse, lo sapevo già. Volevo toccarla ma era già troppo tesa e sapevo che non potevamo andare oltre.

Proprio in quel momento la porta si aprì e la piccolina entrò nella stanza. 

-Marissa.- disse e poi saltò sul letto per abbracciarmi. Demi ci guardò con sguardo stupito. 

-Hey piccola che ci fai qui?- le chiesi.

-Volevo dormire con Demi ma tu perché sei nel letto con lei?- mi chiese ed io non sapevo cosa risponderle.

-Non si sentiva bene e sono venuta a visitarla.- era la prima cosa che mi era passata per la mente.

-Ed ora rimani qui?- mi chiese ed io non sapevo di nuovo cosa dire.

-Si, rimane qui.- Demi intervenne ed io le sorrisi. 

-Allora dormiamo tutte insieme.- quanto era dolce quella bambina. 

-Va bene.- disse Demi ed io mi distesi in mezzo a loro due. 

 

-Ti amo, ti amo, ti amo.- sentii la voce di Demi e pensai che stessi sognando ma invece quando aprii gli occhi Demi era li che continuava a ripeterlo. Appena vide che avevo gli occhi aperti si fermò. 

-Continua..- sussurrai, ancora mezza addormentata. 

-No.- rispose lei, accoccolandosi vicino a me. Era così bello avere Demi da una parte e Chloe dall'altra, entrambe che dormivano appoggiate al mio corpo. 

-Tanto lo so che mi ami.- le sussurrai.

-Perché mia figlia ti adora?- mi chiese guardando Chloe che era abbracciata a me. 

-Non lo so, ha detto che le piaccio.- le risposi. -E a te?- aggiunsi.

-Peccato che c'è la bambina altrimenti ti facevo vedere io quanto mi piaci.-  era bello vedere che aveva così tanta voglia di me. 

-Vieni.- mi prese per mano e mi tirò. Io feci attenzione a non svegliare la bambina e la seguii. 

-Dove andiamo?- le chiesi e lei non mi rispose. 

-In una parte dove potrò spogliarti senza che mia figlia rimanga traumatizzata.- mi rispose dopo un pò.

-Non c'è la fai più?- le chiesi e lei fece di no con la testa. 

-Hai una soffitta?- le chiesi, quando arrivammo in un'altra stanza.

-È la stanza degli ospiti ma andrà bene.- senza darmi il tempo di rispondere mi gettò sul letto. 

-Avevamo detto di aspettare fino a quando non ti sarà finito..- non mi fece concludere la frase di nuovo. 

-Guardami.- mi disse mentre saliva sopra di me. -Sono più di due mesi che non faccio l'amore con la mia ragazza. Si lo so, è colpa mia, sono stata io a lasciarla ma è stato in assoluto il più grande errore della mia vita. Ho fatto di tutto per dimenticarla, siamo perfino andate a letto insieme facendo finta di non provare nulla. Ma non è servito a nulla. Più siamo state lontane e più ho capito di essere innamorata di lei. - aveva gli occhi pieni di lacrime. 

-Io sono follemente innamorata di te ed ho bisogno di dimostrartelo.- aggiunse ed io le accarezzai una guancia per non farla piangere.

-Amore non devi dimostrarmi nulla. Ho sofferto tanto dopo che mi hai lasciato, davvero tanto. Ma ora non voglio pensare a quanto ho sofferto, voglio pensare a quanto posso essere felice insieme a te in futuro.- le feci un sorriso ma lei non ricambiò.

-Mi dispiace così tanto, io non volevo che stessi male.- era lei quella che stava male ora. 

-Facciamo un patto, ricominciamo d'accapo.- mi guardò stranita. -Dimentichiamo tutti i casini che abbiamo fatto in precedenza e ricominciamo da zero.- volevo vederla sorridere. 

-Va bene.- mi disse ma continuava a non sorridere.

-Non sei felice?- le chiesi, un pò tristemente.

-Si ma mi sembra di aver rovinato tutto.- mi rispose.

-Cosa hai rovinato? Io sono qui e ti amo, non potrai fare nulla per rovinarlo.- come dovevo farglielo capire. 

-Tuo padre mi odia.- mi disse, finalmente avevo capito qual era il problema.

-Affronteremo il problema quando arriverà il momento di presentarti ai miei genitori, per il momento possiamo goderci la nostra storia senza che nessuno ci dia fastidio.- dissi e finalmente sul suo volto spuntò un debole sorriso.   

-Che bella che sei..- aggiunsi. 

-Mamma mamma.- Chloe urlò dal piano di sotto. 

-Ma ti chiama mamma o Demi? Non l'ho ancora capito.- le chiesi, confusa.

-È una bambina, mi chiama in tanti modi diversi.- mi rispose, alzandosi.

-Io posso chiamarti amore mio?- le chiesi e lei mi sorrise. 

-Smettila di essere così dolce, io devo resistere almeno per un paio di giorni.- mi guardò preoccupata.

-Sarà un'impresa difficile.- le sorrisi mentre raggiungevano la bambina.

-Lo so.- mi rispose, prendendo in braccio Chloe. 

-Ho fame.- disse la bambina. 

-Va bene, andiamo a preparare la pappa a questa bella bambina.- disse Demi ma si vedeva che non c'è la faceva neanche a tenerla in braccio. 

-Hey dammi qui, ci penso io, tu riposati che non stai bene.- le dissi, prendendo in braccio Chloe. Demi mi sorrise ed io volevo così tanto baciarla ma visto che c'era la bambina era meglio evitare.

-Cosa vuoi mangiare?- le chiesi, facendola accomodare sul ripiano della cucina. 

-La pasta.- disse lei ed io annuii. Demi se ne andò ed io mi concentrai sul preparare la cena. 

 

-Tesoro?- provai a svegliare Demi che nel frattempo si era riaddormentata. 

-Hey..- disse quando si svegliò. 

-Ti ho preparato la cena.- le dissi.

-Non mi va di mangiare, non mi sento bene.- rispose ed io iniziai a preoccuparmi davvero. -Dov'è la piccola?- mi chiese.

-L'ho messa a letto di nuovo.- risposi prendendo la sua mano.

-Mi abbracci?- mi chiese ed io non me lo feci ripetere due volte. Le circondai il corpo ed iniziai a massaggiarle la pancia. 

-Sono qui e ti amo.- le sussurrai all'orecchio. 

-Mi sei mancata così tanto amore mio.- rispose lei ed io mi strinsi forte al suo corpo. 

 

 

-wow- dissi appena sveglia.

-Che c'è?- mi chiese, ancora con gli occhi chiusi.

-Una settimana fa non avrei mai immaginato che sarebbe successo tutto questo.- le dissi, sorridendo. 

-Ed ora invece guarda dove siamo, è così bello svegliarmi tra le tue braccia.- di prima mattina era ancora più bella. 

-Oggi Chloe ha una seduta, ti va di venire con me?- mi chiese ed io la guardai stranita. 

-Mio padre non deve assolutamente sapere che stiamo di nuovo insieme.- le dissi e lei ci rimase un pò male. 

-Puoi semplicemente stare li con noi?- mi chiese con la sua voce irresistibile. 

-Certo.- le sorrisi ed il suo volto si rasserenò. 

 

 

 

Manca poco alla fine :)

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Capitolo 30
*** Capitolo 30 ***


Fare l'indifferente era davvero difficile, soprattutto se Demi continuava a sorridere. Mio padre le stava dicendo che la terapia di Chloe stava dando buoni risultati e lei era così felice che avrei solo voluto abbracciarla, ma non potevo. Facevo finta di leggere un giornale per non destare sospetti ma mi accorgevo che ogni tanto Demi cercava il mio sguardo con gli occhi. 

-Va bene, allora andiamo?- Demi si rivolese alla bambina. Lei le diede la mano e poi si girò verso di me. 

-Marissa vieni anche tu?- mi chiese ed io spalancai gli occhi.

-No piccola, ora vai a casa con la mamma.- le risposi.

-Ma io volevo dormire di nuovo tutte e tre insieme.- sbuffò la bambina ed io iniziai a sudare fredda.

-Cosa?- urlò mio padre facendo spaventare la bambina. 

-Papà calmati non è successo nulla.- provai a minimizzare anche se sapevo che per lui era grave. 

-Noi due avevamo un patto.- si voltò verso Demi ed io li guardai confusa.

-Tu dovevi stare lontana da mia figlia ed io avrei curato la tua, queste erano le condizioni.- okay ora ero io quella arrabbiata.

-Avete fatto un patto alle mie spalle?- chiesi, alzando un pò la voce. Demi abbassò lo sguardo e questo mi diede la conferma che davvero l'avevano fatto. 

-Oh beh grazie, ora non voglio vedere nessuno dei due.- me ne andai. Demi provò a bloccarmi un braccio ma io riuscii a liberamente e senza dire nulla uscii da quella stanza. 

-Amore..- Demi provò a corrermi dietro ma io non mi fermai. Non volevo vederla. 

 

Ero arrabbiata, davvero arrabbiata. Mi dava così fastidio l'idea che mio padre e la mia ragazza avevano tramato alle mie spalle. Potevo capire mio padre che pensava di fare il mio bene ma come aveva potuto Demi, praticamente gli aveva promesso di rinunciare a noi. Guardai il telefono e vidi che c'erano tantissimi messaggi di Demi. 

"Ti prego parliamo" "Dove sei?" "Ti amo" ed altri messaggi del genere che non considerai minimamente. Tornai a casa e mi gettai sul letto, volevo solo dormire e non pensare, non pensare a niente.

 

-Marissa.- sentii la voce di mio padre che bussava alla porta e aprii gli occhi. 

-Non voglio vederti.- urlai. 

-Aprimi, voglio solo parlare.- dal tono di voce capii che non se ne sarebbe andato facilmente e così mi alzai per aprirlo. 

-Che c'è?- gli chiesi con tono scocciato, quando aprii la porta. 

-L'ho fatto solo perché volevo che stesse lontana da te. Dopo tutto quello che è successo, tu non meriti di stare male di nuovo.- mi disse, velocemente. Io non sapevo cosa rispondergli.

-Ti ho visto dopo che è entrata in riabilitazione e dopo che ti ha lasciato...io non potevo permettere che ti riducesse di nuovo in quello stato. Non potevo sopportarlo.- era così preoccupato per me. 

-Non preoccuparti, a quanto pare non siamo destinate a stare insieme.- gli risposi, tristemente.

-Non sei tu quella che pensa che ogni uno si crea il proprio destino?- mi chiese. 

-Si ma se ogni volta che siamo felici succede qualcosa che ci fa litigare pesantemente e ci fa allontanare allora forse non siamo destinate a stare insieme.- facevano così male quelle parole che mancava poco e scoppiassi a piangere.

-E allora troverai un'alta ragazza che ti farà felice.- voleva rassicurarmi ma io stavo solo peggio. 

-Forse è il momento di andare avanti..- volevo essere positiva ma infondo non ci credevo neanche io.

-Io ci sono se hai bisogno di qualsiasi cosa.- mi disse abbracciandomi.

-Grazie papà.- gli risposi. -Mi raccomando però non fare più cose di nascosto, anche se è per il mio bene, mi da troppo fastidio.- lo avvertii.

-Non ho nulla contro quella ragazza ma ti ha fatto soffrire troppo.- mi rispose. 

-Va bene.- volevo solo chiudere il discorso, parlare di lei mi faceva solo male. 

-Vieni a tavola?- mi chiese. -La mamma ha ordinato le pizze.- aggiunse ed io annuii. Una pizza era proprio quello che mi ci voleva.

 

Mangiavo, un pò contro voglia ma mangiavo, questa volta avevo deciso di non reagire come le altre volte. Non vedevo Demi da neanche un paio d'ore e già mi mancava ma questa volta dovevo reagire, non potevo buttarmi a terra. Sapevo che quest'ottimismo sarebbe durato poco ma per il momento andava bene. Mentre stavamo mangiando qualcuno bussò alla porta. 

-Vado io.- mia madre si alzò per andare a vedere chi fosse. Dopo qualche minuto Demi irruppe nella stanza facendomi sussultare.

-Che significa che non mi rispondi al cellulare?- mi chiese, un pò arrabbiata.

-Magari non vuole sentirti.- rispose mio padre per me. 

-Quel patto l'avevamo fatto poco prima che ci incontrassimo in ascensore, non puoi lasciarmi perché ho fatto un patto che poi non ho mantenuto neanche per dieci minuti.- sembrava disperata. Mia madre la guardava tristemente mente mio padre era ancora arrabbiato. Io abbassai lo sguardo non riuscendo a decidermi su cosa dire. 

-Forse è meglio che tu vada ora.- intervenne di nuovo mio padre. 

-Ma lei che problema ha con me?- gli chiese Demi. 

-Marissa ha bisogno di stabilità, hai fatto soffrire già troppo mia figlia.- le rispose. 

-Parla proprio lei di stabilità? Io ero con Marissa quando era triste perché i suoi genitori erano in giro per il mondo invece che stare a casa con lei. Io ero con Marissa quando aveva bisogno di sua madre e suo padre non lei. Con quale diritto lei mi viene a parlare di stabilità.- Demi alzò la voce e mio padre balzò in piedi, l'aveva ferito nell'orgoglio.

-Lo so che mi sta per cacciare di casa ma voglio dire solo un'ultima cosa.- si avvicinò a me. -Sto per partire, mi trasferisco dall'altra parte dell'America.- aggiunse ed io mi girai verso di lei, in panico. Stava per andarsene di nuovo. 

-Ho comprato una casa a Boston e credo tu sappia il perché. Se cambi idea io sono li, ti aspetto.- si abbassò per darmi un bacio sulla guancia. 

-A che ora parte l'aereo?- le chiesi, finalmente. 

-Domani mattina presto.- rispose. 

-Ora posso andare.- disse e poi diede un ultima occhiata a mio padre. Quando uscì dalla stanza una forte sensazione di vuoto mi invase e non sapevo che fare. 

-Perché Boston?- mi chiese mio padre. 

-Perché c'è Harvard a Boston.- gli risposi e lui mi guardò un pò stupito.

-Quella ragazza ha appena comprato una casa dall'altra parte dello Stato ed è disposta a trasferirsi solo per stare vicino al college dove andai tu.- intervenne mia madre. -Mi sto seriamente chiedendo cosa tu ci faccia ancora seduta li.- aggiunse ed io la guardai scioccata. Non mi sarei mai immaginata quelle parole. 

-Papà..- sussurrai.

-Tuo padre sarà sempre troppo premuroso nei tuoi confronti, per lui nessuno si deve avvicinare alla sua figlioletta, ma tu non puoi rinunciare a lei perché tuo padre non vuole. Non è giusto.- non avevo mai visto mia madre infervorarsi così tanto.

-Marissa..- papà mi chiamò. -Se l'unica cosa che ti tiene ferma qui sono io allora vai.- okay ora ero confusa. -Io voglio solo la tua felicità e forse quella ragazza può renderti felice.- non riuscivo a capire.

-Ma tu..- povai a dire ma lui mi interruppe. 

-Anche io posso sbagliare.- mi disse ed io gli sorrisi. 

-Allora perché non vai?- mi esortò mia madre.

-Ho bisogno di pensare..- mi alzai dalla tavola ed andai in camera mia. Mi gettai sul letto e l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era lei. Lei che mi amava al tal punto da stravolgere tutta la sua vita per me. Presi il computer ed andai su un sito di viaggi. Per fortuna c'era un solo volo che partiva la mattina presto da Los Angeles per Boston. Comprai un biglietto e iniziai a preparare la valigia. Cambiare città ormai non mi spaventava più perché avevo capito che non era importante il luogo in cui stavo ma le persone con cui stavo e la mia casa era dove c'era il mio amore. 

 

 

La sveglia suonò ed io mi alzai di scatto. Volevo così tanto andare da Demi che mi vestii velocemente ed andai a salutare i miei. Mio padre era ancora un pò contrariato ma non avrebbe fatto nulla per ostacolarmi. 

 

All'aeroporto c'era poca gente ma la maggior parte di loro erano paparazzi. Mi guardai intorno e quando vidi dove puntavano gli obiettivi di tutti capii che li c'era Demi. Mi avvicinai ed appena lei mi vide corse verso di me.

-Che ci fai qui?- mi chiese, stupita.

-Ho un aereo per Boston che parte tra poco.- le risposi. 

-Cosa?- mi chiese, forse dopo la notte in cui non mi ero proprio fatta sentire davvero non se l'aspettava. 

-Ti amo.- le risposi sorridendo e lei mi fece uno dei suoi migliori sorrisi. Provò ad avvicinarsi ma io mi scansai.

-Ci sono i paparazzi.- le dissi. Lei non considerò minimamente le mie parole, si avvicinò a me e mi baciò. In quel momento scomparve tutto, io non vedevo più nessuno. In quella stanza c'eravamo solo io e lei e nessuno avrebbe mai potuto dividerci. 

-Domani saremo su tutti i giornali.- sorrisi, staccandomi. 

-Finalmente..- rispose lei ed io capii che non voleva più nascondersi. Chloe mi corse in contro e mi saltò in braccio. 

-Starai con noi?- mi chiese la bambina. 

-Si, e questa volta per sempre.- rispose Demi ed io le sorrisi, prendendole la mano. 

 

 

FINE

 

 

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