You think I'm crazy and it's true, I'm crazy for you

di All_over_again
(/viewuser.php?uid=139794)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** First day of summer ***
Capitolo 2: *** I really like you! ***
Capitolo 3: *** Just another tipical day... ***
Capitolo 4: *** Goodmorning! ***
Capitolo 5: *** You own me an umbrella! ***
Capitolo 6: *** Let just this moment be forever ***
Capitolo 7: *** Ellie! ***
Capitolo 8: *** Go to bed Philip! ***
Capitolo 9: *** Simple mornings... almost. ***
Capitolo 10: *** Mettere una fine alla nostra amicizia! ***
Capitolo 11: *** Ti ho proprio spaventata, eh? ***
Capitolo 12: *** Lo sbaglio più bella della mia esistenza ***



Capitolo 1
*** First day of summer ***


MACCIAOOO ED ECCOMI CON UN'ALTRA FANFICTION!!
NON SO NEMMENO DA DOVE MI è VENUTA QUESTA ASSURDA IDEA DI SCRIVERNE UN'ALTRA DATO CHE è GIà IMPEGNATIVO DI SUO GESTIRNE QUATTRO...
COMUNQUE FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE, SO CHE NON è UN GRANCHè MA è L'INIZIO E MI PIACEREBBE SAPERE SE VI FAREBBE PIACERE O MENO UN CONTINUO DI QUESTA FANFICTION
UN BACIONE ENORMEEEE A TUTTE :*

All_over_again <3


 
CAPITOLO 1.



“Svegliati bella addormentata!” Urlò Logan nel mio orecchio per poi togliermi le coperte di dosso.
“Henderson vai a farti fottere.”
“Devi andare a scuola,sveglia!”
Mi scosse per il braccia e poi mi tirò giù dal letto come un sacco di patate.
“Mettimi giù, mettimi giù!” Urlai e lui mi ributtò sopra il letto.
“Logan, giuro che se lo rifai un’altra volta ti ammazzo.”
“Dai Sum, alzati. Oggi è l’ultimo giorno di scuola poi finalmente potrò romperti le scatole quanto voglio.”
Rise per poi farmi il solletico.
“Logan, Logan, Logan basta!” Urlai ridendo. Con le poche forze, presi un cuscino e iniziai a colpirlo ripetutamente.
“Oddio, Summer basta no!” Mentre rideva indietreggiava e cadde a terra con me sopra. La posizione era alquanto imbarazzante: lui sotto, il cuscino nel mezzo e io sopra.
“Ehm… Logan potresti evitare di stuprarti mia sorella? Grazie.” Esclamò ridendo Kendall appoggiato allo stipite della porta.
“La colazione è pronta!” Urlò Carlos dal pian terreno. Mi alzai ridendo e aiutai Logan ad alzarsi.
“Nono, non la stuprerei mai. Lei è la mia piccola sorellina, non la toccherei mai e poi mai.”
“No, infatti. Chi è che mi rompe le scatole ogni mattina per svegliarmi?”
Chiesi ironicamente e Logan alzò la mano sorridendo.
“Appunto, ora vedete di uscire. Devo cambiarmi.” Uscirono entrambi ridendo e chiusero la porta. Indossai un paio di shorts e la maglietta di James, mi piaceva sentire il suo profumo addosso, era cosi dolce e rilassante. Mi diedi una sistemata ai capelli e usci dalla mia stanza per fare colazione giù insieme agli altri ragazzi. Attraversai tutto il corridoio fino a quando non sbucò la testa di James fuori dalla sua camera.
“Ehi Schmidt! Quella è la mia maglia!”
“Non più ora è mia!”
Gli feci la linguaccia e corsi giù con lui che mi inseguiva dietro.
“Schmidt, fermati!” Entrammo in cucina con tutti che ci fissavano e ridevano.
“Kendall dii qualcosa a tua sorella, mi ha rubato la mia maglia.” Mise il broncio.
“Beh, Summer se vuoi… puoi tenerti la maglia.” Mi girai verso James e gli feci la linguaccia.
“Ehi, questa è alleanza tra fratelli non è giusto.”
“Siediti e mangia, dobbiamo accompagnare Sum a scuola e poi andare in studio, Thomas ci ammezzerà se facciamo ancora una volta ritardo.”
“Ah già dimenticavo, viene Melanie a casa con me dopo, stiamo un po’ in piscina e poi rimane a dormire.”
A Carlos gli si illuminarono gli occhi.
“Melanie, Melanie Scott?” Chiese sorridendo come un ebete. Misi in bocca un pezzo di pancake ed annui.
“Carlos, è la mia migliore amica dai tempi della materna, questa volta però fatti avanti.” Lui annui un po’ rosso d’imbarazzo.
“Merda, è tardi!” Esclamai.
“Sempre la solita camionista eh, Sum?” Disse James ironicamente e mi scompigliò leggermente i capelli.
“Maslow ti taglio la mano se mi ritocchi ancora una volta i capelli.” Lo minacciai e subito ritrasse la mano.
Mi accompagnarono a scuola e prima di scendere salutai Carlos, James e Logan con un bacio frettoloso sulla guancia.
“A me non mi saluti?” Urlò Kendall dal lato della guida.
“Scusa fratellone.” Sorrisi e gli diedi un sonoro bacio sulla guancia per poi fare un cenno agli altri, e come sempre entrai dentro scuola per “godermi” l’ultimo giorno di scuola.

Scusate, che sbadata! Mi chiamo Summer Schmidt e ho 16 anni. La sfiga vuole che io abiti con i quattro animali dei miei migliori amici tra i quali anche mio fratello... Sono anche delle famose popstar e quindi non li potrò vedere molto ma con loro ogni giorno è sempre il più bello, non ci si annoia mai. So di poter contare su di loro e loro su di me, siamo come una famiglia, la mia famiglia allargata.
 
 





Percorsi tutto il vialetto di casa mia con Melanie al mio fianco.
“Sisi, hai visto come si comportava la Smith oggi alla lezione di canto?”
“Oggi, sembrava davvero carina. Chissà magari ieri con suo marito s’è data da fare.”
E scoppiammo a ridere. Apri la porta ed entrammo, mi mancava il fresco lino che c’era dentro casa, qua ad L.A. ci sono ben 36 gradi e si muore di caldo.
“Vado a portare la mia borsa su di sopra e arrivo.” Annui e nel frattempo io me ne andai in cucina a prendere un bicchiere d’acqua fresca per me e per lei. Dopo esserci cambiate e messe il costume andammo in piscina a prendere un po’ di sole. Dopo aver messo un po’ di musica ed i nostri teli sopra le sdraio, ci accomodammo li e iniziammo a parlare.
“A settembre ci voglio far fare un altro musical.” Esclamò Mel annoiata.
“Come fai a saperlo?”
“Me l’ha detto Valentine, voglionon fare un musical tipo grease. A me piace solo che ci porterà via molto tempo…”
“Giornooo ragazze!”
Un urlò collettivo si innalzò da dietro di noi, nemmeno il tempo di girarci che ci buttarono l’acqua sulla schiena.
“Ahhh!” Urlammo per poi guardarli malissimo.
“Siete degli stupidi, animali, infantili potrei continuare fino a sera!” Urlai arrabbiatissima.
“Mel ti sei fatta male?” Chiese Carlos preoccupandosi e andandole dietro dato che stava tornando in casa per asciugarsi.
“Los, come potrei farmi male? Mi avete tirato addosso l’acqua, non cemento.” Rise contagiando anche lui. Si girò verso di noi e ci fece segno per dire: ‘cosa devo fare?’ e tutti noi: ‘chiedile di uscire.’ Lui fece l’ok con il pollice e se ne entrarono dentro casa.
“Dai Sum, noi si scherzava.” Esclamò Logan con il faccino dispiaciuto.
“Ok, scuse accettate. Sei troppo carino con il broncio.” Feci per abbracciarlo ma poi lo spinsi in acqua. Si aggrappò a Kendall e lui a James e alla fine tutti e tre finirono dentro la piscina.
“Questa si chiama vendetta!” Esultai e corsi dentro casa per non farmi prendere da loro. Corsi dentro camera mia e chiusi la porta a chiave.
“Non potrai nasconderti in eterno, Summer Schmidt!” Urlò Logan bussando ripetutamente sulla porta.
“Era semplicemente la mia vendetta personale.” Risi e aprendo la porta gli mandai un bacio a stampo volante per prenderlo in giro.


Ok, ora sarebbe iniziata la miglior estate della mia vita!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** I really like you! ***


Eccomiiii!
Un altro nuovo capitolo, ditemi cosa ne pensate...
Bacioniii <3



 
CAPITOLO 2.



“Eddai Sum! Suonami questo pezzo così posso cantarlo meglio.” Era appena finita la scuola e mi ritrovai a passare ancora più tempo con quegli animali di ragazzi. Carlos mi stava supplicando, anzi era letteralmente inginocchiato a terra di fronte a me che ero seduta sul divano molto comodamente e mi stavo mangiato il mio gelato preferito.
“Summer…” Continuò ancora facendo gli occhi dolci.
“Pena è possibile che non trovi nessun altro che ti suoni al piano. Chiedi agli altri, io voglio rilassarmi.” Lui scosse la testa.
“James è giù a fare i suoi quotidiani esercizi, Kendall sta cucinando e mai disturbare Kendall quando cucina e Logan è a farsi la doccia. Daii ti pregooo!” Sbuffai ed annui. Mi sedetti al piano e mi accomodai.
“Allora sentiamo che canzone devo suonarti?”
“All over again per favore.”
Prese una sedia e si mise accanto a me. Iniziai a suonare e appena intonò le canzone subito entrai nel mio mondo, la musica era il mio mondo.(
http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=rYxnXpVGUGo )
“Summer, sei stata bravissima.” Gli diedi il cinque e mi abbracciò.
“Ok, basta affetto. Mi fate paura quando siete cosi dolci.” Carlos mi rifece il verso ed io lo fulminai con lo sguardo.
“Meglio se vado ad aiutare Ken in cucina.” Mi sorrise e corse via. Non sapendo cosa fare me ne andai al piano di sotto a vedere cosa stava facendo James. Appena girai l’angolo del corridoio ed apri la porta, vidi James di spalle che si stava togliendo la maglietta. Entrai dentro un po’ imbarazzata, ormai mi aveva vista non potevo tornare indietro.
“Sum, cosa ci fai qui?” Chiese sorridendomi per poi iniziare a fare il tapis roulant.
“Niente, sono venuta solamente per vedere cosa facevi. Los mi ha costretto a suonargli una canzone perché voleva esercitarsi.” Sbuffai e lui rise.
“Che canzone?”
“Quella vostra All over again.”
“Ah capito, è carina. A me piace molto.”
“Sì, le vostre voci in quella canzone sono qualcosa di speciale, non so… fanno venire i brividi.”
“Ma la tua in quella canzone è stupenda.”
Mormorai subito dopo e dal sorrisino comparso sul suo viso capi che aveva sentito ciò che avevo appena detto.
“Quindi sarebbe stupenda la mia voce?” Chiese spengendo il macchinario ed avvicinandosi verso di me con un sorrisetto che non prometteva nulla di buono.
“No no, cioè si, hai una bella voce… cioè…” Lui rise e mi abbracciò.
“Sto scherzando, scricciolo.” Si asciugò velocemente un po’ di sudore e poi si girò verso di me sorridendo.
“Sum devo fare un po’ di flessioni, mi aiuteresti?”
“Ehm… certo. Cosa devo fare?”
Mormorai imbarazzata. Momento, momento, momento da qua in qua ero cosi imbarazzata dalla sola presenza di James?
“Sdraiati a terra e chiudi gli occhi.” Lo guardai stranita ma alla fine lo feci. Mi sdraiai a terra e chiusi gli occhi. Dopo qualche secondo sentì delle labbra sopra la mia fronte, apri lentamente gli occhi e vidi James sopra di me che si stava allenando. Le sue labbra scendevano sempre di più, fino ad arrivare al naso.
“Sum, posso fare una cosa?” Aprì gli occhi di scatto e lo fissai.
“C-cosa?” Mormorai arrossata sulle guancie. Volevo sotterarmi in quel momento ma allo stesso tempo volevo che mi baciasse, ma perché sto continuando a parlare nella mia mente quando… oddio ha chiuso gli occhi e si sta avvicinando. Devo baciarlo?
Due colpi alla porta ci fecero staccare bruscamente e James saltò via facendo un po’ di stretching. Perché ha reagito in questo modo? Sono io sbagliata? Mi alzai velocemente e feci finta di niente.
“Ragazzi la cena è pronta,venite?” Era il mio fratello rompiscatole.
“Si, fratellino arriviamo.”
“Fratellino a chi?”
Fece il finto offeso e poi correndo venne verso di me e mi prese come un sacco di patate sulle sue spalle.
“Kendall Francis Schmidt mettimi immediatamente giù!” Cosa che provocò la risata di entrambi ragazzi.
“Non hai il permesso di chiamarmi cosi.”
“Sono tua sorella, ho il permesso di sfotterti.”
Non mi ascoltò minimamente e con nonchalance mi riportò su e mi fece sedere al mio posto.
“Allora mangiamo tutta questa bontà che ha preparato Schmidt e poi, dato che è venerdì maratona film horror!” Urlò Carlos mangiando tutto quello che si trovava davanti. Presi il mio hamburger e me lo mangiai tranquillamente. I ragazzi fecero come sempre i bambini, chi tirava molliche di pane, chi invece macchiava la faccia dell’altro con il ketchup o la maionese.
“Bambini avete finito?” Interruppi il loro ‘giochino’ e sbuffarono per poi chiedere scusa.
“Avanti aiutatemi a sistemare tutto questo casino che avete combinato e poi ci guardiamo il film.” Esclamai per poi iniziare a mettere i piatti dentro la lavastoviglie e stranamente tutti collaborarono senza replicare.
Appena finimmo, iniziarono la lotta a chi avrebbe avuto quale posto per vedere meglio la televisione ma alla fine i posti furono gli stessi. Io in braccio a mio fratello, Carlos sdraiato a terra e Logan e James ai lati del divano. Dopo aver messo ‘play’ capì subito quale film avevano messo: “Saw.”
“Ragazzi potevate scegliere un altro film, questo ormai è scontato.” Per tutta risposta ricevetti degli ‘shh’ e qualche popcorn addosso. Appena iniziarono le scene con del sangue mi girai verso mio fratello e nascosi la faccia sul suo collo.
“La mia sorellina ha paura?” Mormorò per poi abbracciarmi e baciarmi la testa.
“Anche se litighiamo, sappi che sei la mia sorellina stupenda.” E mi baciò un’altra volta la testa. Ok, questi attacchi di dolcezza a cosa erano dovuti? Comunque sia, alla fine del film non ci arrivai mi addormentai abbracciata a Kendall.
Mi svegliai di soprassalto quando senti che ero stata appoggiata sopra il mio letto con estrema dolcezza. Mi girai chiedendomi chi fosse, ero strasicura che fosse mio fratello.
“Scusami Sum, pensavo che dormissi.” Mormorò Logan per poi coprirmi.
“Sisi, mi sono svegliata ma ora dormo. Grazie per avermi portata in camera.” Gli sorrisi e gli baciai la guancia.
“Di nulla, Sum.” Mi accarezzò la testa e continuò a fissarmi, la situazione stava diventando alquanto imbarazzante…
 “Sum, devo dirti una cosa.” Mormorò avvicinando cautamente verso il mio viso.
“Dimmi tutto Logie.” Lui accennò una piccola risata per il nomignolo che avevo usato.
“Beh, ecco te mi piac…” La porta si aprì e rivelò la figura di James.
“Scusate avevo sentito delle voci provenire da qui e mi ero preoccupato. Scusate davvero.” Mormorò dispiaciuto e chiuse la porta. No, ti prego non te ne andare, resta! Urlai dentro me stessa.  Logan mi afferrò il viso tra le mani e continuò.
“Sum, te mi piaci davvero molto e vorrei essere più che un semplice amico per te…” Abbassai lo sguardo indecisa sul da farsi.
“Logan, Kendall ci ucciderà.”
“No, Kendall ucciderà qualsiasi ragazzo ci provi con te, ma sono il suo migliore amico non mi farebbe mai niente.”
Abbassai lo sguardo nuovamente e sospirai.
“Beh, se te non vuoi… ecco… io, non importa,ok? Facciamo che io non ti abbia detto nulla.” Mi sorrise ed io cercai di rimediare.
“No no, Logan fermo. Ci penso su e poi ti dico,ok?”
“Certo.”
Mi baciò la fronte e mi augurò la buonanotte, uscendo poi dalla stanza.

Ecco che iniziano i guai in paradiso per la piccola Summer,pensai…

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Just another tipical day... ***


Ma buonasera a tutte! scusate se non ho risposto alle vostre recensioni, ma o ero occupata oppure non avevo molto tempo...
Spero che questo nuovo capitolo vi piaccia :*
Un bacione
La vostra All_over_again <3



“Sum, se vuoi ti accompagno io a prendere Alison a scuola.”
Mi apparve la testa di Carlos dalla porta della cucina con un sorriso sulle labbra. Alison era la bambina a cui facevo la babysitter e delle volte andavo a prenderla anche a scuola e la portavo poi con me allo studio dove registravano i ragazzi, dato che lei stravedeva per loro. Ormai era la piccola mascotte del gruppo.
“Certo, Los. Grazie mille.” Gli risposi di rimando, finendo di mangiare l’ultimo pezzetto di pane e nutella.
“Siamo io, te e Logan.” Urlò dal piano superiore. Senti le voci dei ragazzi dal piano sovrastante e quindi mi incamminai in salotto a prendere la mia borsa. Andai verso la porta e nel mentre mandavo un messaggio a mio fratello in cui gli dicevo che mi sarei fermata da loro allo studio.

‘Fratelloneeee! Passo a prendere Alison a scuola e poi veniamo in studio da voi.’

‘Certo, non vedo l’ora di rivedere la mia piccolina.’



Durante tutto il viaggio non ci furono chissà quali lunghi discorsi, anzi Carlos accese la radio e si sentì la stupenda voce di Jared Leto con la canzone This is War.
“Amo quel uomo!” Urlai come una ragazzina.
“Beh, chi non lo ama.” Mi rispose Logan sorridendomi per poi farmi l’occhiolino. Lasciammo Logan davanti all'entrata posteriore ma prima che Carlos potesse mettere in moto la macchina, sentii bussare dalla parte del mio finestrino. Lo abbassai guardando divertita la faccia di Logan. 
Hey ragazzina!Esclamò riferendosi a me. Amavo quando mi chiamava in quel modo, lo faceva solo lui.
Che c'è Logie?Chiesi facendogli un sorriso.
Sei pregata di venirmi a prendere dopo.”.
Lo faccio ogni santo giorno.”.
Per questo l'umanità te ne sarà grata.Disse divertito facendomi scoppiare a ridere.
Fece per entrare dentro lo studio ma si voltò di nuovo. Ah un'altra cosa…Si fermò a guardarmi Ti voglio bene..
Quando voleva, sapeva essere la persona più dolce e tenera del mondo.
Anche io te ne voglio.gli dissi sporgendo la testa dal finestrino.
Bene, ora che vi siete dichiarati possiamo andare?chiese Carlos allungandosi a sua volta in direzione del finestrino.
Iniziai a ridacchiare e una volta salutato Logan, Carlos mi portò a prendere Alison. La scuola materna non era molto distante dallo studio a piedi era si e no una mezz'oretta di cammino ma quando poteva, Carlos mi accompagnava sempre. Si fermò davanti all'enorme cancello di ferro della scuola.
Grazie scemo.gli dissi sorridendo prima di scendere dalla macchina.
Prego idiota, a che ora torni?chiese divertito.
Mi morsi il labbro inferiore facendo dei calcoli nella mia testa.
Ora la porto al parco, le faccio mangiare qualcosa e poi vediamo se vuole fare merenda.dissi tutto d'un fiato Penso per le 17 circa..
Si limitò a ridere scuotendo la testa, dopo di che girai in direzione dell'entrata ma prima che potessi muovermi di un passo, sentii la sua voce alle mie spalle. 
Non dimentichi qualcosa?domandò con un espressione da finto offeso.
Feci una smorfia e mi avvicinai al suo finestrino per poi stampargli un bacio sulla guancia.
Molto meglio.dichiarò facendomi un sorriso.
Alzai gli occhi al cielo, dopo di che lo salutai con un cenno della mano mentre faceva inversione sulla sua macchina. Solo quando non vidi più l'auto mi diressi verso la scuola. Salutai alcune ragazze che lavoravano lì e poi andai a prendere Alison, la quale mi aspettava seduta su una piccola panchina.
La chiamai facendole un cenno con la mano. Non appena mi vide fece un sorriso da un orecchio all'altro venendo verso di me correndo.
Ciao principessa.la salutai piegandomi sulle ginocchia per poterla abbracciare. 
Ciao Sum.disse staccandosi dall'abbraccio.
Le sorrisi scompigliandole i lunghi e lisci capelli biondi facendola ridere.
Pronta per il parco?le chiesi facendola scoppiare di entusiasmo, amava andare al parco.
Durante tutto il tragitto mi raccontò della sua cotta per un certo David, mi disse che si erano fidanzati proprio oggi e che si erano già detto "ti amo". Era bello vedere come fosse semplice a cinque anni, avrei dato qualsiasi cosa per tornare bambina.
Una volta arrivate al parco, le feci mangiare un panino e poi la lasciai andare a giocare mentre io mi godevo quei pochi raggi di sole ancora rimasti. Mi sedetti su una panchina e iniziai a pensare, ma i miei pensieri vennero spenti dalla vibrazione del mio blackberry. 
 Ho paura a stare a casa da solo.lo sentii dire non appena presi la chiamata E mi annoio.aggiunse facendo un verso strano.
“Non dovevi essere allora studio?” “No, Micheal mi ha mandato a casa. Aveva bisogno solo degli altri tre.”
Allora guardati un film!esclamai scoppiando a ridere O un porno, come preferisci..
Quando torni a casa portami un gelato.”.
Va bene, ma tu non masturbarti sul divano.”.
Vaffanculo.
Non riuscii a trattenere una risata, amavo il nostro rapporto. Misi il telefono nella borsa e mi alzai di scatto dalla panchina aguzzando lo sguardo in cerca Alison, ma non la vidi da nessuna parte. Iniziai a urlare il suo nome presa dal panico più assoluto ma non ricevetti nessuna risposta. Mi girai prendendo la borsa sulla panchina e mentre mi rigirai di fretta mi scontrai contro qualcuno.
Merda che male!gridai ad occhi chiusi mentre mi massaggiavo la spalla appena urtata.
Sempre la solita camionista.disse divertito una voce che avrei riconosciuto tra milioni.
Aprii gli occhi di scatto trovandomi davanti James, anche lui intento a massaggiarsi con una mano il petto che si era scontrato con la mia spalla mentre con l'altra teneva due buste enormi probabilmente era tutto il cibo che aveva comprato per la serata ‘schifezze’.
Cosa ci fai qua?mi chiese curioso.
Feci dei versi ambigui guardandomi in giro Sono qui con Alison..
E dov'è?domandò non vedendola.
Bella domanda.sussurrai io ancora impanicata.
Non era la prima volta che stavamo così vicini, ma questa volta sentivo il suo sguardo perforarmi ovunque. Ad un tratto vidi la sua folta chioma bionda correre sul prato.
Mi passai una mano tra i capelli.
Io devo andare.dissi sorridendogli, spaccando il silenzio, cercando di uscire da quella situazione alquanto imbarazzante.
Vado anche io, devo portare le buste a casa.spiegò ricambiandomi il sorriso.
Ciao Alison.le disse pizzicandole una guancia.
La bambina lo salutò con un sorriso mentre io mi avvicinai alzandomi sulle punte per poi stampargli un bacio sulla guancia.
A dopo Maslow.sussurrai in modo che potesse sentirmi solo lui.
Lo vidi farmi un occhiolino, dopo di che presi per mano Sarah e la portai a far merenda.



Una volta tornata a casa ed aver accompagnato Alison a casa sua dato che eravamo state allo studio perché voleva salutare i suoi “ragazzi”. Li chiamava cosi…
iniziai a preparare delle bistecche e un po' di patatine fritte, dato che piacevano a tutti. Mangiavo tranquilla quando ad un tratto mi fermai a fissarli uno ad uno, sembrava che non mangiassero da mesi. Si stavano strafogando come maiali e l'unica cosa che mancava erano i grugniti.
Rimasi immobile senza smettere di guardarli, quando ad un tratto vidi James fissarmi dall'altra parte del tavolo. In quel momento i miei occhi diventarono una calamita e i suoi del ferro. Non riuscivo a staccarmi dal suo sguardo e a quanto pare nemmeno lui. Mi sorrise dolcemente ed io ricambiai con altrettanta tenerezza fino a quando non trovai la forza di staccarmi dal suo contatto visivo.
James, passami la coca-cola.disse dal nulla Kendall mentre masticava rumorosamente la carne.
James non si mosse di un centimetro, sentivo ancora il suo sguardo puntato addosso.
Maslow!lo richiamò di nuovo facendolo sussultare.
Che vuoi Schmidt?”.
Ma ti droghi? Ti ho chiesto la coca-cola.rispose Kendall divertito facendo ridere tutti, me compresa.
James si allungò per prendere la bevanda passandola poi all'amico. 
Tieni rompi palle.disse James ridacchiando.
Scusa se ho disturbato i criceti sulla ruota nel tuo cervello.scherzò Kendall facendo letteralmente morire dal ridere Carlos.
Mi morsi il labbro cercando di trattenermi ma la cosa si fece più difficile sentendo la risata isterica di Logan.
Finito di mangiare, sparecchiai e Carlos si offrì per aiutarmi a lavare i piatti mentre gli altri si precipitarono sul divano facendo a gara per conquistarsi il posto migliore. Li sentii discutere per il "potere del telecomando" dalla cucina, ogni sera era sempre la stessa cosa quindi non mi stupii più di tanto, anzi, guardavo Pena divertita mentre lui cercava di fare il serio.
Amavo stare in compagnia di Carlos, quel ragazzo era la tenerezza fatta a persona. Con quegli occhioni marroni che ti fissavano in modo innocente e quella risata che ti contagiava senza neanche rendertene conto, era impossibile non adorarlo. Mi divertivo davvero tanto in cucina con lui, eravamo una squadra perfetta: io lavavo e lui asciugava. Ovviamente c'erano i turni ma lui era quello che lo faceva più con piacere rispetto agli altri animali.
Dai Logan cambia!esclamò irritato Kendall seduto sul divano.
Non rompere!gridò divertito Logan accanto a lui Adesso trasmettono The Vampire Diares..
Quando io e Carlos entrammo in sala li trovammo alle loro solite posizioni: Kendall e Logan erano sul divano grande di fronte alla televisione, James si era appropriato della poltrona vicino al divano. Come sempre,mi accomodai sul divano insieme ad Logan.
Ma se sai tutte le puntate a memoria.gli disse Carlos guardandolo divertito. 
È colpa tua se ora si è fissato con sto coso!esclamò Kendall indicandomi.
Scoppiai a ridere mentre tirai su per la maglietta Logan mettendolo seduto.
Sempre la solita delicatezza.puntualizzò divertito.
Gli feci una linguaccia Ho solo accelerato i tempi, perché se aspettavo che ti mettessi seduto da solo credo che sarebbe arrivata prima l'apocalisse.dissi scettica sedendomi accanto a lui.
Ah sì? Allora adesso per punizione mi fai un po' di grattini.ordinò sdraiandosi per poi appoggiare la sua testa sulle mie gambe.
Lui e suoi grattini del cavolo. Se fosse stato per lui avrei potuto passare la mia intera vita a fargli sti benedetti grattini. Roteai gli occhi, dopo di che affondai la mia mano nei suoi bellissimi capelli neri mossi iniziando giocare con i suoi capelli. Chiuse gli occhi cadendo nel relax più totale. In quel momento aveva quel non so che di angelico che lo rendeva adorabile.
Si va beh, anche io voglio i grattini dopo.disse Carlos geloso dall'altra parte del divano.
Guardati il programma che vuoi e non rompere.esclamò divertito Logan con gli occhi ancora serrati e le braccia incrociate al petto.
Scoppiai a ridere insieme agli altri ma con grande sorpresa non sentii la risata di James. Mi girai a guardarlo e notai che mi fissava con aria seria, sembrava quasi triste. Cercai di capire dal suo sguardo cosa lo turbava ma non ci riuscii.
Scusate ragazzi, inizio ad essere un po' stanco.disse James alzandosi dalla poltrona con gli occhi ancora fissi sui miei.
Vado a stendermi sul letto..
Ok,notte.disse Kendall facendo partire il coro della buonanotte da parte degli altri ragazzi.
Lo guardai salire le scale sospirando, lo conoscevo troppo bene e sapevo benissimo che quella del sonno era una scusa bella e buona. James non era mai stato bravo con le bugie, forse riusciva a convincere gli altri ma con me no. 
Restammo a guardare la tele ancora per un'oretta circa, dopo di che andammo ognuno nelle rispettive camere. Li salutai tutti con un bacio sulla guancia e gli diedi la buona notte. Entrai in camera e chiusi la porta per poi infilarmi la mia solita maglietta extra large che mi arrivava a metà coscia. Mi buttai sul letto facendo un sospiro rumoroso.
Guardai il soffitto iniziando a pensare, pensavo a tante cose, forse anche troppe per una testa sola. Mi tornò in mente James e all'espressione che mi aveva fatto quando ero sul divano con Logan. Non riuscivo a capire cosa gli fosse preso, non era da lui andarsene a dormire prima del tempo, piuttosto si addormentava sulla poltrona. Sapevo decifrare ognuno di loro tramite gesti o dal tono della loro voce, ma più di tutti sapevo decifrare James. Stavo anche ore a fissarlo e a cercare di comprendere il suo stato d'animo. Riuscivo a capire quando era nervoso o quando era felice per qualcosa, lo capivo semplicemente da cioè che faceva.
Guardai l'orologio sul comodino, segnava le 2.30. Erano già due ore che fissavo il soffitto pensando a quel ragazzo, ormai era di routine. La differenza era che quella notte non avevo neanche un briciolo di sonno, almeno non in quel momento. Sospirai alzandomi di scatto dal letto facendo il meno rumore possibili. Presi un paio di leggings a caso e me li infilai, poi indossai una felpa. Il mio sguardo si soffermò sul pacchetto di Winston blu nascoste dietro il porta penne della mia scrivania. Fissai il pacchetto per qualche secondo, dopo di che lo presi infilandomelo dentro una delle tasche della felpa.
Uscii dalla camera il più silenziosamente possibile, superai le camere dei ragazzi dirigendomi verso la piccola terrazza. Aprii la porta finestra e uscii fuori. Mi bloccai all'istante vedendo James seduto sul muretto che mi fissava mentre era intento ad aspirare la sua sigaretta.
Hey.gli sussurrai accennando un sorriso.
Hey.mi imitò lui.
Era ancora più bello quando fumava le sue amate sigarette.
Non dormi?mi chiese mentre mi accendevo una sigaretta.
Scossi la testa Neanche tu vedo.dissi tranquilla.
Mi fissava con i suoi profondi occhi color cioccolato accennandomi un sorriso. 
Successo qualcosa?gli chiesi causando un enorme punto di domanda sulla sua faccia Stai iniziando la seconda.spiegai poi riferendomi alla sigaretta che si stava accendendo.
Tese le dita osservando la sigaretta che teneva tra l'indice e il medio, poi mi guardò facendomi segno di sedersi accanto a lui. Ubbidii al suo suggerimento con un certo piacere mentre ero intenta ad aspirare un tiro.
Diciamo che ho molti pensieri per la testa.spiegò guardando il cielo. 
Capisco.dissi io buttando fuori il fumo.
Mi venne un brivido di freddo, l'aria a quell'ora era quasi gelida. James lo notò e senza dire niente allungò il braccio sopra la mia spalla stringendomi a sè. Gli sorrisi guardandolo e lui fece lo stesso. Io e lui ci beccavamo spesso sulla terrazza di notte, potevamo fumarci le nostre sigarette in santa pace senza dare fastidio a nessuno. Non eravamo due fumatori incalliti, ma quando eravamo nervosi o preoccupati venivamo sulla terrazza e stavamo lì anche per ore.
Appoggiai la mia testa sulla spalla di James e automaticamente lui posò la sua sulla mia. Restammo così per non so quanto tempo, a contemplare le stelle che si vedevano nel cielo limpido, in assoluto silenzio.
Come per magia mi passò il freddo ed ogni tipo di pensiero che mi si era accavallato nella mente.
A poco a poco mi si chiusero gli occhi, fino a quando non mi addormentai completamente. Mi sentivo protetta accanto a lui, sapere che era lì con me mi faceva sentire completa. Sentivo il suo profumo inondarmi ovunque, quel profumo che mi faceva uscire di testa.
Mi strinse ancora più forte a sè iniziando a massaggiarmi i capelli. Potei giurare di sentire le sue labbra toccare l'angolo della mia bocca, ma forse stavo solo sognando.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Goodmorning! ***



Guten morgen!
Per questa fan fiction ho deciso di aggiornarla ogni lunedi e giovedi/venerdi :* dato che ho più ispirazione ahahah
Un bacione  efatemi sapere cosa ne pensate :*




In piedi soldato.urlò Logan da dietro la mia porta iniziando a bussare continuamente, come al suo solito.
Sobbalzai dal letto alzando il busto, guardando in direzione della porta come per cercare di farlo smettere con la forza del pensiero. Credo gli mancasse solo una trombetta per completare la sua opera di rompimento di coglioni.
Sparisci o ti faccio male!esclamai con tutta la mia voce.
Oddio che paura.disse chiaramente per prendermi in giro.
Continuò a picchiettare sulla porta quando ad un tratto mi alzai con uno scatto andando ad aprire.
Sono sveglia!gli gridai in faccia facendolo ridere.
Gli tirai un pugno sul braccio divertita dopo di che mi sorrise dandomi un bacio sulla guancia del tutto inaspettato. 
Muoviti a scendere allora, ti ho preparato la colazione.disse con un non so che di fiero.
A cosa devo tutta questa dolcezza?chiesi sospettosa alzando un sopracciglio.
Come sei malfidente.esclamò offeso fecendo una smorfia e alzando le spalle
Sorrisi involontariamente spettinandogli i capelli per poi uscire dalla camera, seguita da lui.
T-ti sei accorta di essere in mutande?!mi domandò balbettando divertito alle spalle.
Oppure è il mio giorno fortunato?
Mi bloccai su uno degli scalini guardandomi la vita e con grande sorpresa notai che indossavo solo la t-shirt enorme che di solito usavo come pigiama, la quale mi copriva però solo metà coscia. Lentamente mi abbassai la maglietta cercando di coprirmi un po' di più ma la cosa fu abbastanza inutile dato che la maglia rimase esattamente uguale.
Mi girai verso di lui.
Cammina davanti.dissi a denti stretti.
Perché?
Perché di sì.
Ma c'è una bella visuale da qua dietro.
Muoviti!urlai indicandogli di venire davanti a me.
Ma perché non me ne sto zitto?commentò ad alta voce per poi sbuffare.
Questa è una bella domanda in effetti.dissi con un non so che di sarcastico.
Quando entrammo in cucina vidi Kendall mangiare il suo solito toast, Carlos seduto al tavolo intento a strafogarsi di nutella direttamente dal barattolo e James in piedi vicino alla credenza che si divorava i suoi biscotti preferiti direttamente dal sacchetto.
Vostra maestà ci degna della sua compagnia stamattina, quale onore.esclamò Kendall non appena mi vide arrivare.
Lo guardai facendogli una linguaccia mentre gli altri scoppiarono a ridere. Li salutai uno per uno con un dolcissimo bacio sulla guancia, lasciando James per ultimo apposta.
Vuoi mangiarti anche il sacchetto Maslow?gli sussurrai a pochi centimetri di distanza sorridendo divertita. 
Ricambiò il sorriso continuando tranquillamente a masticare quello che aveva in bocca per poi farfugliare qualcosa di incomprensibile.
Non si parla a bocca piena.lo rimproverai con un tono da maestrina.
Dall'altra parte della cucina Logan mi fece segno di venire verso di lui, ubbidii al suo gesto e lo raggiunsi con passo deciso.
Ecco, tieni.disse porgendomi dei mini plum-cake dall'aspetto invitante.
Mio dio!esclamai guardandoli affamata.
Tu chiamami Logan.rispose ironicamente alla mia esclamazione.
Lo guardai malissimo cercando di trattenermi dal picchiarlo.
Sei proprio pessimo.dissi infine per poi iniziare a divorare i plum-cake che mi aveva preparato Logan.
Henderson era l'unico dei ragazzi che sapeva cucinare qualcosa di commestibile, lavorare da piccolo con sua nonna in pasticceria gli aveva sviluppato una certa bravura nel campo dei dolci. Ogni tanto era lui che preparava la colazione, ma ultimamente succedeva molto spesso e non riuscivo a capire il motivo.
Sum, sai di essere in mutande vero?chiese Kendall mettendosi in bocca l'ultimo pezzo di toast.
Sentii James tossire rumorosamente facendoci girare tutti verso di lui, evidentemente gli era andato di traverso uno dei tanti biscotti che si stava mangiando. 
Non è la prima volta che succede, è un problema per voi?chiesi confusa.
No!urlò Logan facendo ridere Kendall.
Cioè, per me potresti andare in giro anche nuda.disse poi divertito.
Lo fulminai con lo sguardo mentre James era ancora intento a tossire.
Maniaco.esclamai io roteando gli occhi.
Beh…iniziò Kendall Sum sei la mia sorellina adorata ma l'occhio cade comunque, e ti posso assicurare che cade a tutti.mi spiegò divertito.
Mi morsi il labbro per poi portarmi le mani alla faccia, strofinandomi un po' gli occhi.
Siamo pur sempre ragazzi.esclamò Logan cercando di giustificarsi.
Tu sei un maiale, non un ragazzo.dissi io ancora con la faccia tra le mani facendo scoppiare a ridere tutti.
Ero convinta che fosse una cosa normale, andavo in giro mezza nuda sin da bambina, non era un modo per attirare l'attenzione, ero stata abituata così e sapere che era diventato un problema per loro mi metteva a disagio.
Mi passai una mano tra i capelli imbarazzata evitando di incrociare lo sguardo di James.
Con questo non ti stiamo dicendo di metterti il burqa. Cioè, gira per casa anche in reggiseno se ti va.continuò Carlos Solo che, ricorda che sei in una casa con quattro ragazzi.”.
Arrapati aggiungerei.dissi per sdrammatizzare.
In quel momento sentii il mio blackberry vibrare sul ripiano della cucina, lo afferrai e lessi il messaggio tutto d'un fiato.
Perfetto, oggi ho il giorno libero. Alison ha la febbre e quindi resta a casa.spiegai ai ragazzi sotto i loro sguardi curiosi.
Allora mi farai compagnia.disse Logan facendomi l'occhiolino ricordandomi che oggi era il suo giorno libero. 
Che gioia!esclamai sarcasticamente.
Mi tirò un leggero pugno sul braccio facendo il finto offeso, cosa che mi portò a scompigliargli i capelli che risistemò in men che non si dica con un cenno del capo. Scossi la testa roteando gli occhi pensando a quanto fosse fissato con i capelli. In realtà lo erano tutti in quella casa, passavano le ore in bagno per sistemarseli perfettamente e guai se glieli spettinavi. Delle volte sembravano peggio delle donne.
Io vado al lavoro.disse Carlos dal nulla dirigendosi verso di me porgendo la guancia aspettando il mio bacio.
Gli presi la faccia con due mani per poi scoccargli un rumoroso bacio che lo fece scoppiare in una delle sue solite risatine contagiose. Stessa cosa la feci per Kendall, il quale però mi abbracciò teneramente pizzicandomi la guancia destra per poi uscire dalla stanza. Logan salì al piano di sopra a farsi una doccia e Carlos fece lo stesso, lasciandomi involontariamente da sola con James.
Dormito bene?mi chiese lui rompendo il silenzio.
Annuii confusa.
Come ci sono finita nel letto?gli domandai poi ricordando di essermi addormentata sulla terrazza.
Sorrise senza neanche accorgersene. Mi piaceva svegliarmi alla mattina e sapere che quel giorno l'avrei visto sorridere. Mi piaceva cominciare a pensare a cosa ci saremmo detti durante la giornata. Mi piaceva immaginare i suoi commenti sui miei vestiti e le mie risposte riguardanti le sue puntualizzazioni.
Ti ci ho portata io, in braccio.disse senza smettere di sorridere.
Potevi svegliarmi.sussurrai io appoggiandomi al ripiano della cucina con la schiena.
Perché? Sei così bella quando dormi.disse di getto, pentendosi quasi all'istante.
Sorrisi imbarazzata guardando da un'altra parte.
C-cioè, con questo non volevo dire che da sveglia sei brutta.balbettò fregandosi il dietro del collo.
Era s-solo una considerazione personale.
James!lo chiamai cercando di attirare il suo sguardo verso di me.
Ho capito, tranquillo.dissi per rassicurarlo.
Calò il silenzio un'altra volta, il quale venne interrotto nuovamente da James con una leggera tosse finta.
Sarà meglio che vada allo studio.disse guardando l'orologio.
Si avvicinò a me dandomi un tenero bacio sulla guancia, cosa che mi fece venire i brividi. Rimasi immobile incrociando il suo sguardo con il mio, dopo di che mi salutò con un cenno della mano per poi uscire dalla cucina.
Sul volto mi comparve un sorriso da ebete, reazione del tutto normale quando si trattava di lui.
E comunque…iniziò sporgendosi dallo stipite della porta Te l'hanno mai detto che parli nel sonno?chiese divertito.
Sbiancai dalla paura di aver detto qualcosa di compromettente. 
Che ho detto?domandai terrorizzata.
Lo sentii ridere mentre apriva la porta di casa.
James!lo chiamai senza ricevere alcuna risposta sentendo solamente la porta sbattere.
Rimasi immobile fissando un punto contorcendo di tanto in tanto la bocca Merda.esclamai per poi scappare di sopra in camera mia.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** You own me an umbrella! ***


Pensavo ancora alle parole di James quando entrai in camera mia totalmente nel panico cercando di ipotizzare possibili frasi che avrei potuto dire nel sonno. Sapevo che ogni tanto accadeva ma non mi era mai successo con James, almeno non da quando avevo quella fottuta cotta per lui.
Aprii la porta del bagno soprappensiero con l'intento di farmi una doccia, quando ad un tratto mi vidi davanti Logan completamente nudo con i capelli bagnati. In un primo momento rimasi immobile cercando di realizzare, ma non appena lo feci, gli urlai addosso.
Esci subito dal mio bagno!esclamai cercando di guardarlo in faccia e non da qualche altra parte.
Lo sentii ridere divertito. Era incredibile quanto fosse a suo agio in qualsiasi circostanza.
Vuoi stare calma?chiese tranquillamente girandosi completamente verso di me.
Lo sarei se non fossi nudo nel mio bagno.urlai ancora più forte lanciandogli un asciugamano a caso.
Copriti per l'amore del cielo!.
Mi ubbidì attorcigliandosi l'asciugamano alla vita per poi tornare a fissarmi con il suo solito sorriso malizioso stampato sulla faccia.
Come se fosse la prima volta che mi vedi nudo.farfugliò facendosi sentire.Lo fulminai con lo sguardo.
Si può sapere cosa ci fai qui?gli chiesi massaggiandomi le tempie.  
Stavo entrando in doccia quando Carlos mi ha bloccato dicendomi che doveva farla anche lui.iniziò facendo di tanto in tanto qualche smorfia con la bocca.
Quindi?domandai arrabbiata.
Quindi ce la siamo giocata a carta, forbice e sasso.disse guardandomi trattenendo un sorriso.
Ha vinto lui.
Così hai avuto la brillante idea di venire a farla nel mio bagno, giusto?chiesi sarcasticamente.
Annuì divertito mentre si passò una mano tra i capelli bagnati in modo alquanto sexy. In quel mio momento mi balenò alla mente che forse, il moro che avevo di fronte, stava cercando di provocarmi.
Bene.esclami fermamente
Esci!gli dissi alzando la voce mentre cercavo di spingerlo fuori dal bagno.
No!urlò lui impuntandosi per poi prendermi per i polsi, costringendomi a guardarlo.
Odiavo quando mi prendeva in quel modo perché oltre ad impedire ogni mio movimento, mi obbligava a fissarlo nei suoi stupendi occhi verdi.
Henderson, esci da qua ora!gli ordinai cercando di liberarmi dalla sua presa ma senza alcun risultato.
Ma perché?”.
Perché devo farmi la doccia, idiota!”.
Allora aspetti che finisco io.disse guardandomi dritta negli occhi.
Facciamo anche di no?domandai ironicamente fissandolo a mia volta.
Lasciò la presa dai miei polsi guardandomi con uno strano sorrisino, il quale mi fece immaginare che aveva appena avuto un'idea geniale. Ovviamente questo era quello che pensava lui.
A questo punto penso che dovrai farla con me in bagno.disse con un tono da falso dispiaciuto.
Perché io da qua non esco..
Un bel vaffanculo non glielo avrebbe levato nessuno, ma in quel momento mi venne la brillante idea di stare al suo gioco. Voleva che mi facessi la doccia con lui dentro al bagno? Perfetto, gli avrei dato quello che voleva.
Lo guardai con aria di sfida, dopo di che iniziai a levarmi l'enorme maglietta per poi buttarla a terra, rimanendo solo in intimo. Incominciai a slacciarmi il reggiseno sotto il suo sguardo stupito, per poi buttare sul pavimento anche quello. Vedevo i suoi occhi lottare tra di loro per cercare di tenere lo sguardo fisso sul mio volto e non su altre mie parti del corpo. Mi abbassai le culotte rimanendo completamente nuda davanti a lui.
Mi avvicinai in modo provocante e lentamente gli slegai l'asciugamano che aveva alla vita, per poi fissarlo negli occhi.
Ora, se permetti, avrei una doccia da fare.dissi mentre gli tolsi di dosso il pezzo di stoffa per poi leccarmi le labbra.
Mi sorrise maliziosamente senza smetterla di guardarmi mentre io mi dirigevo verso la doccia. Appoggiai l'asciugamano sull'appendino accanto alla doccia e poi entrai tirando la tendina alle mie spalle, sogghignando tra me e me. Il mio intento di provocarlo era riuscito alla perfezione dato che il suo organo riproduttivo aveva risposto chiaramente alla mia provocazione.
Accesi l'acqua ancora sorridendo quando ad un tratto sentii Logan avvicinarsi.
Non esultare troppo.disse dall'altra parte della tendina.
Perché non dovrei? Ti ho umiliato.esclamai con fare trionfante. 
Vero.ammise serio.
Ma mi chiedo, come farai ad asciugarti quando uscirai dalla doccia?domandò divertito facendomi intuire che di lì a pochi istanti si sarebbe portato via l'asciugamano che gli avevo sottratto prima.
Da dentro la doccia spalancai gli occhi rimanendo di sasso.
Non osare Henderson.gli ordinai con voce minacciosa.
Ci si vede Schmidt!disse quasi ridendo sbattendo la porta del bagno.
Rimasi sotto il getto d'acqua immobile per qualche secondo.
Merda!esclamai facendo un piccolo scatto col corpo.
Spostai un po' la tendina per poi sporgermi fuori con la testa, in cerca di qualcosa per asciugarmi ma evidentemente, Logan, si era portato via qualsiasi cosa che avrei potuto ipoteticamente usare. 
Maledettissimo bastardo.esclamai ad alta voce riferendomi a Logan.
Continuai ad imprecare insulti su insulti camminando sulle punte dei piedi per tutto il bagno, quando ad un tratto la porta si aprì. In quel momento mi ritrovai faccia a faccia con Carlos, il quale mi fece una radiografia completa sbarrando gli occhi.
Oh mio dio.disse ancora fissandomi
Dio ti prego! Finiscila.gli urlai addosso nascondendomi dietro la porta.
Ti puoi girare per favore?.
Mi guardò divertito per poi girarsi scuotendo la testa.
Si può sapere che ci fai pure tu qui?gli chiesi tirandogli una sberla sulla schiena facendolo sussultare.
Sono venuto a vedere perché strillavi tanto.spiegò sempre girato di spalle.
Come? Il tuo amico non te l'ha detto?”.
Detto cosa?”.
Piantala di fare il finto tonto.dissi arrabbiata.
Rimase in silenzio per qualche secondo per poi scoppiare a ridere.
Okay, mi ha detto che ti ha rubato l'asciugamano e che eri rimasta praticamente nuda.” iniziò a giustificarsi rivolto verso la porta.
Ho voluto accertarmi della cosa, dato che neanche gli credevo..
Erano peggio di due bambini che si spalleggiavano a vicenda con in mente un unico obiettivo: torturarmi. In teoria, Carlos,  doveva essere quello che in situazioni come queste prendeva le mie difese, invece a momenti si congratulava con Logan.
Presi un respiro profondo mentre attorcigliavo le braccia intorno al mio seno.
Idioti.dissi a denti stretti.
Ma io cosa centro?chiese confuso.
Tu centri sempre.spiegai io semplicemente.
Lo sentii ridere sempre voltato di spalle.
Vado a prenderti un asciugamano scema, starai morendo di freddo.disse uscendo dalla porta per poi dirigersi in camera mia.
Lo sentii aprire qualche cassetto fino a quando non lo vidi varcare di nuovo la soglia del bagno con gli occhi chiusi, mentre mi porgeva l'asciugamano. Lo presi dalle sue mani per poi avvolgermelo velocemente intorno al corpo.
Okay ora puoi aprire gli occhi.dissi divertita sotto il suo sguardo da idiota.
Grazie..
Di niente.disse mentre mi fece l'occhiolino.
Bene o male, alla fine gli facevo sempre tenerezza a Carlos. Era impossibile resistere ai miei occhioni verdi che chiedevano pietà, questo lui lo sapeva benissimo, come lo sapevano gli altri del resto. 
Fece per andarsene ma si bloccò.
Ah un'altra cosa.iniziò guardandomi serio Muoviti perché tu e Henderson mi dovete accompagnare allo studio..
Lo fulminai con lo sguardo trattenendomi dal non picchiarlo.
Sparisci.dissi con fare minaccioso facendolo sparire magicamente dalla mia vista.
Andai in camera e velocemente tirai fuori i vestiti dall'armadio. Mi infilai un paio di jeans scuri e aderenti e poi indossai una maglietta color panna con delle scritte scure sopra. Mi guardai intorno cercando una felpa da abbinarci ma non trovai nulla che rispecchiava particolarmente il mio stato d'animo, così decisi di andare in camera di James. Frugai tra i suoi vestiti mentre il suo profumo mi perforava dentro lentamente. Non appena mi ripresi un attimo trovai una delle sue tante felpe stile scuola americana bianca e bordeaux. Era perfetta, come James del resto. Sorrisi e me la infilai con un certo sorriso sulla faccia per poi scendere dai due idioti al piano di sotto.
Ti sei vestita.disse Logan divertito.  
Non grazie a te.lo fulminai io ruotando gli occhi.
Iniziò a ridere trascinando con sé anche Carlos, il quale si fermò all'istante vedendo il mio sguardo su di lui.
Andiamo.ordinai io aprendo la porta d'ingresso.
Non vi sopporto già più..
Anche noi ti vogliamo bene Sum.disse Carlos ironicamente.
Tirai una piccola sberla in testa ad entrambi per poi andare a portare Carlos allo studio.
 




“Vuoi lasciare una stazione e guardare la strada per favore?” Lo rimproverai per la sua solita fissazione di cambiare stazione radio ogni secondo.
Logan sbuffò lanciandomi un'occhiata scocciata per poi ubbidire all'istante, ritornando subito a guardare la strada.
In quei momenti mi maledicevo per essermi fatta ritirare la patente per guida in stato di ebbrezza. Tutta colpa di Carlos e le sue serate alcoliche. 
“Adesso non posso neanche più cambiare stazione?” chiese inserendo la quarta.
“No se la devi cambiare ogni secondo. Mi innervosisci.” dissi facendogli un sorrisino a presa in giro mentre lui mi fece una linguaccia.
“La finite di punzecchiarvi?” domandò Carlos sporgendo la testa in mezzo ai nostri sedili.
Logan ed io lo guardammo per poi fissarci a vicenda con sguardo di sfida.
“Ha iniziato lei/lui!” urlammo all'unisono.
Carlos roteò gli occhi sbuffando.
“Non cambierete mai.” disse poi buttandosi all'indietro.
Mi morsi le labbra evitando di sorridere ma la cosa sembrava impossibile. Io e Henderson eravamo così, lo eravamo sempre stati. Anche se la maggior parte delle volte lo avrei ucciso a colpi di bottiglie in testa.
Arrivammo davanti allo studio con qualche minuto di ritardo rispetto alle altre mattine.
“Certo che tu sei proprio il ritratto della puntualità, Henderson.” disse Carlos scendendo velocemente dalla macchina sbattendo la portiera alle sue spalle.
“Ma voi due avete deciso di rompere le palle a me oggi?” chiese guardando prima lui e poi me.
Feci spallucce accennando un sorriso alquanto ruffiano mentre Carlos non faceva che ridere dietro di me.
“Io scappo, dato che qualcuno mi ha fatto arrivare in ritardo.” disse Carlos lanciando un'occhiataccia a Logan. 
“Quanto sei polemico.” farfugliò Logan roteando gli occhi.
Salutai Carlos dal finestrino, sporgendomi per arrivare a toccare la sua guancia con le mie labbra, dopo di che ci dirigemmo verso casa. Appoggiai la mia testa contro il finestrino freddo guardando il paesaggio che ormai conoscevo a memoria. Era una giornata particolarmente nuvolosa, ed ero certa che di lì a poco si sarebbe messo a piovere. La pioggia aveva quello strano potere di calmarmi, non sapevo esattamente il perché, sapevo solo che ci riusciva benissimo. 
“Hey ragazzina!” mi chiamò Logan distogliendomi dai miei pensieri.
Mugugnai qualcosa per poi girarmi verso di lui.
“Che vuoi Logie?” chiesi io accennando un sorriso.
“Fottiti.” esclamò per poi scoppiare in una delle sue solite risate isteriche.
Lo fulminai con lo sguardo per poi iniziare a pizzicargli il braccio.
“Ma sei scema? Sto guidando.” disse tra una risata e l'altra. 
“Guidare è una parola grossa, sei un impedito!” puntualizzai io facendo una smorfia con la bocca.
“Allora guida tu signorina "so fare tutto io".” iniziò lui tenendo lo sguardo fisso sulla strada.
“Oh già! Quasi dimenticavo, ti sei fatta ritirare la patente.” disse infine guardandomi.
Colpita ed affondata.
“È stata tutta colpa tua se…” mi bloccai subito pentendomi di aver iniziato quella stupida frase.
“Colpa mia se… Cosa?” domandò lui come previsto.
Scossi la testa ricordandomi del perché quella sera Carlos aveva deciso di portarmi fuori a bere.
“Niente.” dissi ritornando a guardare fuori dal finestrino.
“Summer!” odiavo quando mi chiamava con il mio nome per intero e questo lui lo sapeva benissimo.
“Colpa mia se… Cosa?” ripeté la domanda di prima alla quale io avevo evitato di rispondere
“Ti ho detto niente, Logan!” esclamai io.
Stava iniziando una di quelle discussioni che preferivo evitare, non avevo voglia di litigare, soprattutto con lui. Non lo avrei sopportato. 
“Fammi scendere per favore.” gli dissi tranquilla sotto il suo sguardo preoccupato.
“Tu non scendi da qua finchè non arriviamo a casa.” concluse lui continuando a guardare la strada.
“Logan ti prego, fammi scendere da questa macchina.”
“Non ne vedo il motivo.”
“Voglio stare un po' da sola, posso?”
“No, non puoi.”
“Piantala e ferma questa macchina, cazzo!” alzai la voce notevolmente disperata, ero sicura che di lì a poco gli sarei scoppiata a piangere in faccia.
Mi guardò preoccupato ma dopo qualche secondo accostò come gli avevo chiesto. Scesi dalla macchina senza dire una parola e iniziai a camminare a caso, non sapendo precisamente dove andare. 
Misi le mani nelle tasche della felpa e continuai a camminare, osservando di tanto in tanto il cielo. Un brivido freddo mi percorse il corpo, facendomi intrufolare sempre di più nella felpa di James. Tra un passo e l'altro respiravo il suo profumo, ormai permanente su ogni suo indumento. 
Ad un tratto, una goccia mi sfiorò la guancia facendomi tornare al presente. Mi fermai lungo il marciapiede vicino al parco ed alzai per l'ennesima volta la testa al cielo, socchiudendo gli occhi, aspettando che arrivasse la pioggia. Tempo qualche secondo ed eccola là. Felice di scontrarsi con il mio viso roseo per poi cadere lungo il mio collo. Una persona normale si sarebbe andata a riparare sotto una tettoia, ma io non desideravo altro che stare sotto quel bellissimo spettacolo acquatico.
Sentivo i miei capelli bagnarsi poco a poco, così come i vestiti che indossavo. Sapevo che mi avrebbe aiutato anche questa volta, sapevo che si sarebbe decisa a cadere quando avrei avuto bisogno di lei, la pioggia non mi avrebbe mai abbandonata. Per un momento mi scordai della discussione con Logan, delle parole che avrei voluto dirgli da tempo ma che non avevo mai avuto il coraggio di esprimergli.
Ero felice sotto la pioggia, lo ero davvero fino a quando, ad un certo punto, non sentii più niente. Aprii gli occhi istintivamente vedendo sopra la mia testa quello che avrebbe dovuto essere un ombrello.
“Lo sai che esistono degli oggetti apposta per ripararsi dalla pioggia?” disse quella voce angelica che tanto amavo alle mie spalle.
“Si chiamano ombrelli.” scherzò James una volta che mi girai verso di lui.
Non riuscii a trattenere una risata.
“Davvero?” chiesi io facendo finta di essere sorpresa.
“Sì, davvero.” disse sorridendomi divertito.
“Meno male che ci sei tu Maslow, cosa farei senza di te?” domandai scherzando anche se sotto sotto c'era un fondo di verità.
Fece un passo in avanti avvicinandosi sempre di più, facendo in modo che non mi bagnassi. Il mio cuore fece una capriola mentre lottavo con il mio respiro per farlo ritornare normale.
Lo vidi mordersi le labbra mentre era intento a fissare le mie. Ero completamente persa nei occhi verdi che non mi resi neanche conto che i nostri volti erano a meno di quaranta centimetri di distanza. Sentivo il suo respiro sempre più caldo sulla mia guancia, quando ad un tratto non mi squillò il telefono.
Istintivamente ci allontanammo l'uno dall'altra e risposi al cellulare, sempre restando sotto l'ombrello con James, il quale mi fissava curioso.
“Pronto?” dissi senza neanche leggere il nome sullo schermo.
“Ok scusami, non avevo il diritto di essere così invadente. È solo che, sono un deficiente e lo sai come faccio ogni volta.” la voce di Logan risuonò metallica dall'apparecchio telefonico.
“Logan.” lo chiamai calma cercando di ricevere attenzione.
“Odio litigare con te, e quando succede mi detesto talmente tanto che mi vorrei picchiare.” continuò facendo finta di non sentirmi. 
“Logan!” richiamai la sua attenzione alzando un po' la voce.
Rimase in silenzio aspettando che dicessi qualcosa.
“Non importa, è tutto a posto. Ne riparliamo quando torno a casa ok?” gli dissi dolcemente aspettando la sua risposta positiva. Lo salutai e misi il blackberry nella tasca dei jeans sotto lo sguardo preoccupato di James.
“Che è successo con Henderson?” chiese avvicinandosi di nuovo.
“Niente di che, abbiamo avuto una piccola discussione in macchina prima.” spiegai sinteticamente perdendomi nuovamente nei suoi occhi.
Fece una smorfia con la bocca tornando a fissarmi divertito.
“Perché sorridi?” azzardai a chiedergli.
Scosse la testa sorridendo.
“È che ha smesso di piovere già da un po' e io ti sto tenendo ancora sotto al mio ombrello.” disse tranquillo mentre mi accertavo di quello che mi aveva appena detto.
In effetti era vero. Feci una risatina contagiando anche lui, il quale era intento a chiudere l'ombrello. In quel preciso istante passò a tutta velocità una macchina sul ciglio della strada entrando completamente in una pozzanghera enorme, bagnando dalla testa ai piedi James.
Scoppiai in una delle mie solite risate isteriche mentre lui rimase immobile con le braccia semi aperte, grondante di acqua sporca. La scena era stata epica, sembrava che lo avesse travolto uno tsunami. Ero ancora intenta a ridere quando vidi il suo sguardo fulminarmi.
“È così tanto divertente?” domandò lui cercando di restare serio.
“Non sai quanto.” dissi io letteralmente piegata in due e con le lacrime agli occhi.
“Ah sì? Ora ti faccio vedere io.” disse dirigendosi a passo deciso verso di me.
Mi fermai per un attimo osservando il suo sguardo vendicativo e prima che potesse raggiungermi iniziai a correre verso l'interno del parco, gridando ‘aiuto’ tra una risata e l'altra mente lui cerca di prendermi. Ad un tratto fui di nuovo bambina, sinceramente non mi ricordavo neanche da quanto tempo non ridevo in quel modo.
Cercai di fare una finta per seminarlo ma sfortunatamente riuscì a capirlo e così, in meno di un secondo, mi ritrovai tra le sue braccia e aggrappata al suo collo.
Ridevamo, insieme. Solo io e lui, in quell'istante c'eravamo solo io e lui. A me bastava quello per essere felice, solo quello. Dio solo sapeva quanto mi mancava passare del tempo con lui e percepivo lo stesso guardando i suoi occhi.
Restammo in quella posizione qualche secondo a fissarci. Sotto le mie gambe sentivo la sua presa forte e decisa, quasi come se non volesse mai più mettermi giù. I suoi occhi fissi nei miei. Avrei voluto fermare il tempo ma in quel momento riprese a piovere, decisamente più forte rispetto a prima.
Mi lasciai scivolare dalla sue braccia fino a che non toccai il terreno con i piedi, poi, senza dire una parola, mi prese per mano e mi trascinò con lui in una corsa sotto il diluvio.
“Mi devi un ombrello.” disse voltandosi verso di me con il volto bagnato, sorridendomi divertito.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Let just this moment be forever ***


Sentivo la pioggia penetrarmi negli occhi, appannandomi completamente la vista. Correvo solo perché la mia mano era ancora intrecciata a quella di James, intento a trascinarmi con sé ovunque si stesse dirigendo. L'unico rumore che si poteva udire, era il picchiettio della pioggia contro l'asfalto unito dall'ansimare dei nostri respiri. 
La sua mano era estremamente calda pur essendo bagnata dal freddo acquazzone che ci stava devastando. Potevo sentire la sua stretta ben salda alla mia mano che diventava sempre più forte ogni volta che accennavo di perdere l'equilibrio. Ero sicura che, se per qualche assurdo motivo, mi avesse lasciato la presa mi sarei sentita persa e molto probabilmente mi sarei bloccata anche in mezzo alla strada.
Sentivo il cuore battermi forte dentro al petto, ma non sapevo se era per via della lunga corsa che stavamo facendo oppure perché ero semplicemente legata a lui. Avrei corso anche per sempre se ci fosse stato lui a tenermi per mano, e la cosa mi spaventava, perché io avevo sempre odiato correre.
Lo sentii rallentare e automaticamente lo imitai. Tentai di tenere gli occhi aperti ma non ci riuscii per colpa della pioggia che scendeva sempre più forte sopra le nostre teste. 
Sembri un panda lo sai?Lo sentii dire per poi scoppiare in una delle sue solite risatine.
Gli feci una smorfia divertita tenendo sempre gli occhi chiusi, immaginando che si stesse riferendo al mio mascara colato. Avevo ancora la mano intrecciata alla sua e nessuno dei due aveva la minima intenzione di lasciare la presa. Provai ad aprire gli occhi sentendo diminuire la pioggia.
Dove siamo?gli chiesi completamente persa.
Siamo sotto una specie di gazebo.spiegò alzando lo sguardo e osservando la tettoia che ci riparava.
Questo lo avevo capito genio.dissi divertita facendolo ridere.
Intendevo dove siamo geograficamente.puntualizzai in modo sarcastico.
Beh, che io sappia siamo ancora a Los Angeles.disse lui con altrettanta ironia.
Lo fulminai con lo sguardo cercando di restare seria.
Oh sta zitto!esclamai roteando gli occhi accennando un sorriso.
Le sue labbra si incurvarono automaticamente per poi scoppiare in una delle sue solite risate contagiose. Per me era impossibile non ridere insieme lui, era scientificamente provato che ogni volta che James Maslow sorrideva o rideva, lo facevo anche io. Forse avevo iniziato ad amare il mio sorriso quando avevo scoperto che era lui la causa per cui esplodeva. 
Lo guardavo nella sua perfezione e mi domandavo come fosse possibile il fatto che fosse lì con me, a tenermi la mano sotto una tettoia mentre aspettavamo il diminuire della pioggia. Ogni tanto gli scendeva qualche goccia d'acqua dai capelli bagnati passandogli velocemente sulla guancia, per poi sparirgli sotto il mento.
Ad un tratto mi sentii tirare verso di lui e in poco più di un attimo fui tra le sue braccia, con il viso contro il suo petto. La mano ancora intrecciata alla mia mentre l'altra cingeva la mia vita, comprimendomi sempre più al suo corpo. I ragazzi avevano sempre l'abitudine di abbracciarmi ma James, lui non lo faceva spesso come gli altri. Era come se volesse prendere le distanze in qualche modo. Ma quando lo faceva, ogni volta, mi moriva il cuore tra le quelle braccia.
Perché mi stai abbracciando?gli chiesi stupita.
Ci deve essere per forza un motivo?mi domandò di rimando quasi in modo divertito.
Avevo voglia di abbracciarti e l'ho fatto.
Sì ma, non lo fai quasi mai.dissi facendogli notare chiaramente che avrebbe dovuto farlo più spesso.
Vuoi stare zitta?disse facendo una risatina per poi stringermi ancora più forte.
Sorrisi appoggiata al suo petto. Ogni volta che mi chiedeva di starmene zitta significava che era in imbarazzo e che non sapeva più cosa rispondermi. Lo conoscevo bene, sapevo decifrare ogni sua mossa o parola. Conoscevo più lui che me stessa.
Chiusi gli occhi e mi ritrovai ad amarlo, senza un come né un perché. Mi ritrovai ad amarlo e basta.
Sarà meglio andare o ti verrà una polmonite.disse con un non so che di protettivo.
Non ho capito perché proprio a me deve venire la polmonite.borbottai fissandolo negli occhi.
Perché sei la più sfigata tra i due.disse per poi scoppiare a ridere.
Istintivamente gli strizzai il capezzolo facendolo urlare.
Ma sei impazzita?!chiese divertito massaggiandosi il pettorale con una smorfia.
Vorrei vedere se lo facessi a te!
Non ci pensare neanche o giuro che ti faccio diventare donna con un calcio.esclamai con tono vendicativo.
Scoppiò a ridere fissandomi attraverso quelle iride color cioccolato che tanto mi facevano impazzire. Dopo di che iniziò a trascinarmi di nuovo con sé per la strada. Camminavamo, sempre mano per mano, entrando qua e là in qualche pozzanghera che intralciava il nostro cammino parlando di qualsiasi cosa ci venisse in mente.
Hai le chiavi per caso?mi chiese James una volta arrivati davanti al portone di casa.
No, ma ci dovrebbe essere Logan a casa.dissi ricordandomi di averci parlato prima dell'acquazzone.
Mi avvicinai alla porta e suonai il campanello. Fissai l'enorme ingresso in legno color verdastro in attesa che Logan venisse ad aprire.
Andiamo Henderson! Muoviti cazzo.pensai ad alta voce facendo ridere James alle mie spalle. 
Magari non c'è.ipotizzò sedendosi sulla piccola scalinata che precedeva la porta.
C'è.mi limitai a dire.
E mi ci gioco le ovaie che è sul divano a ronfare come un orso in letargo..
Suonai di nuovo il campanello, ma con più aggressività e in modo più prolungato.
Apri questa maledetta porta Henderson!dissi scandendo parola per parola continuando a suonare il campanello.
Ancora nessuna risposta. Tirai fuori il mio blackberry dalla tasca dei jeans e cercai di rintracciarlo.
Merda! Ho la batteria scarica.esclamai cercando di far rianimare il telefono in qualche modo.
Il mio è dentro casa.disse tranquillo James ricordandosi di averlo lasciato sul tavolo.
Lo guardai presa dalla disperazione iniziando a respirare affannosamente.
Io lo ammazzo.bisbigliai riferendomi a Logan.
Giuro che lo faccio fuori con le mie mani, questa è la volta buona..
Lo vidi ridere mentre feci uno scatto involontario con il corpo causato dai brividi di freddo. James lo notò e in meno di un secondo mi tirò di nuovo a sé, proprio come aveva fatto prima, e mi abbracciò. 
Meglio?chiese strofinando le sue mani sulle mie braccia e sulla schiena.
In realtà, in quel momento, non mi ricordai nemmeno di avere poi così tanto freddo. Quando stavo tra le sue braccia era come se mi catapultassi in un mondo parallelo, nel quale c'eravamo solo io e lui.
Sì, direi di sì.risposi portando le mie braccia intorno alla sua vita facendomi spuntare un sorriso alquanto involontario sul volto.
Restammo in quella posizione per un bel po', in silenzio.
A proposito, come hai fatto a sapere che ero io quando mi hai coperta con l'ombrello?chiesi confusa ricordandomi la scena passata.
Perché l'unica scema che sta sotto la pioggia senza ripararsi sei tu.mi rispose lui divertito.
Gli tirai un pizzicotto sulla schiena restando sempre nella stessa posizione di prima.
Dai scherzo, so quanto ti piace la pioggia e ho immaginato che fossi tu.iniziò continuando a sfregarmi le braccia dolcemente.
E poi ho riconosciuto la mia felpa.disse riferendosi a quella che indossavo.
Mi piacciono le tue felpe.dissi dal nulla cercando di evitare discorsi imbarazzanti.
A me piace il fatto che le indossi.manifestò tranquillo appoggiando delicatamente la sua testa alla mia.
Mi sentii il volto in fiamme. Non era da me imbarazzarmi fino al punto di risultare rossa come un peperone, ma con lui era tutta un'altra faccenda. 
Allora continuerò a rubartele di nascosto.gli dissi accennando un sorriso.
E io continuerò a fare finta di non accorgermene.disse di rimando lui in modo scherzoso.
Avrei voluto che il tempo si fermasse per sempre, a me bastava quello per essere felice, ma veramente felice. Eravamo entrambi bagnati fradici, eppure tutto il freddo che avevo qualche minuto prima si era volatilizzato.
Ad un tratto sentimmo qualcuno tossire in modo apparentemente finto ed automaticamente ci staccammo di scatto, girandonci verso la persona alle nostre spalle.
Interrompo qualcosa?chiese Logan con un punta di gelosia.
Lo fulminai con lo sguardo trattenendomi dalla voglia di strozzarlo.
Ma dove diamine eri?
Tu dove diamine eri! Mi hai fatto preoccupare.
Ero in giro, poi ho incontrato James e ci siamo beccati il diluvio.gli spiegai molto sinteticamente.
Tu dove sei andato?"
A cercarti, per tutta Los Angeles.disse facendomi sentire uno schifo totale.
Ti ho chiamato ottocento volte al telefono ma partiva la segreteria..
Il mio sguardo si spostò su James il quale venne in mio aiuto.
Credo che per colpa della pioggia gli sia morta la batteria.spiegò cercando di tranquillizzare Logan.
In quel momento, alle spalle di Logan, spuntò Carlos con un espressione confusa sul volto.
Ragazzi che succede?chiese percependo la tensione generale che si era creata.
Perché voi due siete fradici?domandò poi indicando me e James.
Entriamo che è meglio.disse Logan guardandomi con un'espressione mista tra il sollevato e il deluso.



SUMMER


I BIG TIME RUSH

MELANIE

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Ellie! ***


MA BUONGIORNO A TODAS!! <3
MI FAREBBE PIACERE CHE LASCIASSE UNA PICCOLA RECENSIONE ANCHE NELLE ALTRE DUE STORIE CHE HO AGGIORNATO IERI...
E ANCHE QUESTA OVVIAMENTE ;)
UN BACIONE ENORME A TUTTE :*
All_over_again <3




La prossima volta che ti viene la brillante idea di andare a fare un giro, cerca di essere rintracciabile!mi urlò Logan non appena varcammo la soglia. 
Lo capisci che mi si è scaricata la batteria?gli domandai io retoricamente guardandolo di scatto.
Kendall e James ci osservavano spaventati, io e Logan difficilmente litigavamo. Non faceva per noi discutere senza motivo.
E tu lo capisci che sono stato in pensiero per tutto il pomeriggio?alzò ancora la voce avvicinandosi sempre di più al mio volto.
Diamine Summer! Pensavo ti fosse successo qualcosa.un'altra volta il mio nome per intero, era decisamente arrabbiato.
Mi dispiace Logan, non so che altro dirti.esclamai infreddolita con ancora i vestiti bagnati addosso.
Logan…iniziò James cercando in qualche modo di difendermi. 
Non ti intromettere James.disse Logan fermandolo con un semplice gesto della mano.
Osservai lo sguardo di James spostarsi da Logan a me. Lo tranquillizzai con un cenno del capo facendogli capire di non rispondere e a quanto pare capì.
James non centra niente, non prendertela anche con lui.dissi io cercando in qualche modo di proteggerlo dall'ira di Logan. 
Ehi Maslow, che ne dici se andiamo di sopra? Così mi racconti la tua giornata.urlò allegramente Kendall dal nulla in modo da lasciare me e Logan da soli per chiarirci.
Mi girai in direzione di Kendall, notando che James aveva gli occhi fissi su di me, preoccupato. Feci di sì con la testa e in pochi secondi sparirono oltre le scale.
Guardai Logan sospirando sotto il suo sguardo vigile.
Ti sei calmato?azzardai a chiedergli mordendomi un labbro.
Sinceramente? No.mi rispose, evidentemente, ancora incazzato.
Non capivo il perché della sua reazione, non lo avevo mai visto arrabbiato come in quel momento. Aveva gli occhi sbarrati e le sue mani erano chiuse a pugno, credo che se avesse potuto avrebbe picchiato qualsiasi persona gli fosse capitata sotto agli occhi. Purtroppo c'ero io davanti a lui, non avrebbe mai potuto alzarmi un dito. Così si limitò a stringere più che poteva i pugni, anche a costo di farsi male da solo.
Allora ne parleremo quando ti sarai dato una calmata.dissi per poi girarmi in direzione delle scale.
Sentii la sua presa salda sul mio braccio, la quale mi fece girare automaticamente verso di lui.
Non voglio litigare, lo sai.disse debolmente fissandomi negli occhi.
Lo so, ma lo stiamo facendo da quando siamo entrati in casa.gli risposi osservandolo a mia volta negli occhi.
Hai ragione.sussurrò allentando la presa ma senza lasciarla del tutto.
Scusami.
Gli feci un mezzo sorriso cercando di rassicurarlo, dopo di che lo sentii lasciare la presa dal mio braccio. Lo stavo ancora fissando quando lo vidi fare due passi avvicinandosi a me per poi abbracciarmi con uno scatto. Mi ritrovai la faccia sul suo petto e la sua guancia appoggiata alla mia testa. In una frazione di secondo portò le sue braccia attorno alla mia schiena, premendo sempre di più il mio corpo al suo.
Mi sono davvero spaventato.confessò dolcemente per poi fare un respiro profondo.
Se ti accadesse qualcosa non saprei che fare.
Chiusi gli occhi mordendomi le labbra, stringendomi automaticamente a lui.
Non è successo niente.dissi sorridendo teneramente per ciò che mi aveva appena detto.
Poteva succedere però.mi corresse tenendomi ancora stretta tra le sue braccia.
Amavo quando faceva il protettivo nei miei confronti, a partire dalle piccole banalità a cose come queste. Un sacco di volte mi aveva ripetuto che non avrebbe mai immaginato la sua vita senza di me, e ora lo stava rifacendo, anche se non direttamente.
Ora vai a farti una doccia calda, stai tremando.disse sciogliendo l'abbraccio sorridendomi.
Io vado a farmi un giro per calmarmi un po'.
Lo guardai uscire di fretta con aria preoccupata, dopo di che mi catapultai in bagno, infilandomi nella doccia.
Restai sotto il getto d'acqua per non so quanto tempo. Avevo quella brutta abitudine di stare a riflettere nella doccia più del dovuto, come se non pensassi già abbastanza normalmente.
Uscii dalla doccia attorcigliandomi un asciugamano color panna intorno al corpo, lasciando che i miei lunghissimi capelli ormai bagnati, cadessero lungo la mia schiena. Osservai di sfuggita il mio riflesso nello specchio per poi dirigermi in camera. 
Aprii l'armadio cercando qualcosa di comodo da mettere. Optai per la felpa verdastra di Kendall, una delle mie preferite in assoluto senza dubbio. Kendall me la diede in un giorno di autunno, mentre stavamo facendo una delle nostre solite passeggiate dentro al parco.
Da quel giorno non gliela restituii più.
Mi infilai un paio di pantaloni della tuta grigio chiaro a cavallo basso e successivamente mi legai i capelli in una coda alta, lasciando che si asciugassero naturalmente. Ad un tratto sentii bussare la porta.
Posso entrare?domandò Kendall sporgendo la testa dentro la camera.
Gli sorrisi facendo di sì con la testa mentre mi sedetti sul letto. Lo osservavo tranquilla mentre mi imitava mettendosi seduto di fianco a me.
Ti ha detto dove andava?mi chiese riferendosi ad Logan.
Scossi la testa per poi sospirare. Mi fece un mezzo sorriso, dopo di che portò il suo braccio dietro al mio collo tirandomi a sé. Automaticamente appoggiai la mia testa sulla sua spalla mentre di tanto in tanto lo sentivo baciarmi i capelli. 
Gli passerà.disse posando la sua guancia sulla mia testa.
Lo sai com'è fatto.
Ma hai visto come ha reagito?domandai sconvolta ripensando alla sua reazione di prima.
Sì ho visto. L'ultima volta che ha avuto una reazione del genere è stata quando gli abbiamo nascosto il suo amato skateboard.mi fece ricordare Kendall facendomi spuntare un sorriso sul viso.
Diamine se si era arrabbiato quel giorno.affermai io cercando di non ridere.
Mai toccare lo skate a Henderson, potevi anche nascondergli il telefono ma lo skate non si poteva toccare per nessunissimo motivo.
A momenti si metteva a piangere come un bambino! Ti ricordi?mi chiese Kendall scoppiando a ridere.
Come se fosse ieri.dissi ridendo insieme a lui.
Kendall aveva quella strana capacità di farmi sorridere solo con una frase, o anche con una semplice parola. Forse era per quello che avevo costantemente quell'estremo bisogno di averlo accanto. Non avrei mai immaginato la mia vita senza Kendall, era decisamente troppo importante. Sapeva ogni cosa di me, a parte una…
Sbaglio o questa era una mia felpa?chiese tirando leggermente la mia manica per osservarla meglio. 
Hai detto bene, era una tua felpa.gli risposi accennando una risata.
Ma tu sei una ladra!
Ma ladra di cosa? Me l'hai regalata tu.
Ladra e pure bugiarda! Te la sei tenuta senza dirmi niente.
Ma non diciamo sciocchezze!esclamai io scoppiando a ridere come una stupida.
Comprati un disco rigido esterno perché hai bisogno di più memoria mio caro.
Tolse il braccio dal mio collo sciogliendo automaticamente l'abbraccio per poi fissarmi con aria di sfida.
Non costringermi a farti il solletico.disse tra i denti portando le mani vicino ai miei fianchi.
Con uno scatto mi allontanai buttandomi verso la testata del letto, rannicchiandomi sulle gambe.
Stammi lontano Schmidt!strillai continuando a ridere.
Ti piacerebbe… Schmidt!disse per poi fiondarsi direttamente sui miei fianchi iniziando a farmi il solletico.
Istintivamente iniziai a tirare calci a caso, non curandomi delle direzioni che prendevano le mie gambe. Ad un tratto lo sentii emettere un verso di dolore così forte da farmi bloccare subito per poi guardare nella sua direzione. Lo vidi per terra piegato sulle ginocchia, con le mani sul cavallo dei pantaloni. Solo allora capii dove lo avevo colpito.
Oddio!esclamai portandomi una mano sulla bocca.
Assassina!urlò lui guardandomi con espressione dolorante.
Mi serve quest'organo.
Scoppiai a ridere mentre lui cercava di rialzarsi. Non potevo crederci di averlo colpito proprio lì.
Come sei tragico.dissi io senza smettere di ridere.
Non c'è proprio niente da ridere.disse facendo una smorfia.
In quel momento James irruppe in camera mia, probabilmente dopo aver sentito l'urlo dolorante di Kendall.
Ma che…?non fece in tempo a finire di formulare la domanda che notò subito l'amico sul pavimento. Istintivamente guardò me come per chiedermi spiegazioni.
Non riuscii a stare seria, infatti scoppiai a ridere più forte di prima. Vidi James osservare meglio Kendall per terra e solo dopo aver visto dove teneva le mani collegò.
Ahia!esclamò portandosi istintivamente anche lui le mani lì.
Ad un tratto sentimmo il campanello suonare di sotto. Aiutai James a far alzare Kendall per poi portarlo in sala; una volta messo sul divano andai ad aprire la porta, trovandomi la faccia di Carlos davanti.
Ho una sorpresa per te!urlò Carlos.
Mi avete portato Jared Leto?domandai speranzosa io facendo scoppiare a ridere Carlos. 
Se vuoi posso farmi crescere la barba e i capelli ancora di più, va bene lo stesso?disse una voce femminile alle spalle di Carlos, il quale si spostò per farla passare in modo da farsi riconoscere.
Sgranai gli occhi non appena mi accorsi di chi avevo davanti.
Ellie!urlai saltandole letteralmente al collo con un sorriso a cinquantadue denti.
Così non respiro.sussurrò lei riferendosi alla mia stretta un po' troppo forte.
Ci staccammo per qualche secondo fissandoci l'una con l'altra, dopo di che ci riabbracciammo ridendo emettendo versi simili a squittii sotto gli sguardi sconvolti dei tre ragazzi.    





ELLIE STUART

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Go to bed Philip! ***


Si può sapere cosa ci fai qui?le chiesi io euforica con un sorriso stampato in faccia.
Non dovevi tornare per natale?.
Ellie era mia cugina, ma eravamo praticamente come sorelle. Si era trasferita in un'università qua vicino per studiare design e non la vedevo da quasi un anno, sentivo decisamente la sua mancanza anche se non lo davo molto a vedere.
Volevo farti una sorpresa, così ho chiamato Pena e ci siamo messi d'accordo.disse lei sfoderando il suo caloroso sorriso.
Guardai Carlos per cercare conferma e con un cenno del capo affermò quello che aveva appena detto Ellie. Sorrisi ad entrambi e poi la invitai ad entrare.
Scusa il disordine, ma vivo con degli animali.le ricordai anche se sapeva benissimo con che elementi vivevo.
Me lo ricordo.disse lei facendomi scoppiare a ridere.
In quel momento vidi, con la coda degli occhi, Kendall alzarsi dal divano e venire verso di noi.
Ah, White.disse facendo una smorfia schifata guardando la ragazza.
Mi sembrava di aver sentito una voce alquanto fastidiosa, ecco da chi proveniva..
Eccolo. Kendall e il suo tatto da rinoceronte. Lui e Ellie non si sopportavano dai tempi delle elementari, si stuzzicavano a vicenda per vedere chi cedeva per primo. Il problema era che nessuno dei due cedeva mai, quindi andavano avanti a indispettirsi per secoli.
Chi non muore si rivede Schmidt.disse lei con un'acidità pari a un limone.
Beneee! Chi vuole un pezzo di torta?chiesi cercando di distrarli e di farli smettere.
Continuarono a guardarsi in cagnesco mentre io li osservavo aspettando una loro risposta.
Io!esclamò ripetutamente Carlos illuminandosi alle spalle di Kendall.
Non avevo dubbi.dissi io tirandogli una pacca sul petto.
La scena fece ridere tutti i presenti, che automaticamente seguirono Pena in cucina. Feci passare davanti tutti restando dietro con James, il quale mi si avvicinò sorridendo per poi portare il suo braccio dietro al mio collo stringendomi leggermente al suo fianco. Automaticamente accompagnai il braccio intorno alla sua vita ed infine entrammo in cucina senza staccarci di un centimetro. Non sapevo perché lo stesse facendo, ma dovevo ammettere che mi faceva piacere dato che difficilmente James mostrava il suo lato dolce. 
Girò la testa verso di me ed io spostai il mio sguardo su di lui, fino a che non si creò quel contatto visivo che nasceva ogni volta che ci guardavamo. Era incredibile quanto fosse difficile per me staccarmi dai suoi occhi, sembravano due fottute calamite. 
Quando entrammo in cucina anche noi, notai che Ellie ci stava osservando con un non so che di malizioso. La guardai cercando di capire cosa stesse pensando dentro alla sua mente contorta, ma in quel momento mi fece un cenno con gli occhi spostandoli da me a James e viceversa. Corrugai la fronte scrutando la sua espressione non capendo a cosa si stesse riferendo, ma quando accentuò lo spostamento da me a James un'altra volta capii immediatamente. Scossi la testa sorridendo pensando a quanto fosse stupida credendo che io e lui fossimo diventati una coppia.
Rimani a mangiare con noi Ellie?le chiese Carlos sfoderando uno dei suoi bellissimi sorrisi.
Kendall fulminò il biondo sopprimendo l'istinto di non picchiarlo.
Ti ringrazino Los, ma stasera non posso proprio.rispose lei mentre Kendall emanò tutto il suo dispiacere iniziando a ballare.
Però domani posso volentieri.disse poi guardando Kendall con un sorriso alquanto falso.
Ridacchiai di fianco a James, il quale strinse leggermente la presa alla mia spalla. 
Perfetto!esclamò Carlos entusiasta.
Sicura di non voler restare stas…?non fece in tempo a finire la domanda che Kendall gli diede una gomitata.
Se ti ha detto che non può, non può Los, non insistere.disse mio fratello sorridendo falsamente a sua volta alla ragazza.
Era bellissimo vedere Kendall impazzire, era una delle cose più divertenti sulla faccia della terra.
Ellie salutò tutti i presenti tranne Kendall, ovviamente, e poi l'accompagnai alla porta staccandomi da James.
Ci vediamo domani, ed esigo delle spiegazioni per quello che ho visto.esclamò puntandomi il dito contro divertita. 
Non c'è niente da dire, sul serio.le dissi io ridacchiando.
Mi guardò accigliata, come se avessi appena detto chissà che cosa.
Meglio che me ne vada, o potrei metterti le mani addosso.affermò scoppiando a ridere.
Ne riparliamo domani.disse per poi salire sul taxi che aveva chiamato qualche minuto prima.
Chiusi la porta dirigendomi in sala dove trovai mio fratello intento a tirare cuscinate a Carlos mentre James lo teneva fermo. Rimasi a fissarli per qualche secondo, arrivando alla conclusione che vivevo seriamente con degli animali.
Mangiamo ragazzi?chiesi attirando la loro attenzione.
Bastava formulare una qualsiasi frase contenente la parola "cibo" per farli bloccare completamente.
E Logan?domandò Carlos fissandomi.
Provo a chiamarlo.dissi per poi appartarmi in cucina, lasciandoli continuare la lotta.
Cercai sulla rubrica il suo numero, anche se lo sapevo a memoria. Suonava libero ma di lui nessuna risposta, odiavo quando non rispondeva e questo lo sapeva bene. Provai un'altra volta ma ancora niente. Sapevo a che gioco stava giocando, voleva farmi passare quello che aveva passato lui durante il pomeriggio. Chiusi la telefonata e gli inviai un messaggio, dopo di che tornai in sala dagli altri.
Che ti ha detto? chiese mio fratello letteralmente sopra a Carlos, il quale lo stava supplicando di alzarsi.
Non risponde.dissi io guardando da un'altra parte.
Mi guardarono tutti preoccupati, in silenzio.
Andiamo a mangiare.esclamai io tornando in cucina.


LOGAN'S POV
Erano quasi tre ore che fissavo quel soffitto color crema, sapevo a memoria ogni sua imperfezione eppure continuavo ad osservarlo senza motivo. Sentii vibrare per l'ennesima volta il mio blackberry sul comodino ma continuai a contemplare quel maledetto soffitto, esattamente come avevo fatto per le ore precedenti. 
Girai lentamente la testa alla mia sinistra notando che la ragazza al mio fianco si era avvicinata di poco a me, posandomi le sue mani sul mio petto nudo. I capelli biondi le sfioravano di poco le spalle scoperte, come se avessero quasi paura a posarsi completamente su di esse. Dormiva come una bambina, con le gambe rannicchiate al petto. Mi ricordava vagamente Summer, anche lei si addormentava così. Sorrisi guardando Brandy, o forse Breanna. Sì, forse si chiamava Breanna, ma poco importava. 
Tornai a fissare il soffitto sospirando, iniziando a pensare a ciò che mi ero ripromesso di non pensare. Mi alzai dal letto togliendomi con uno scatto il lenzuolo bianco di dosso, per poi raccogliere i vestiti sparsi per la camera. Mi vestii velocemente lanciando di tanto in tanto qualche sguardo alla ragazza addormentata sul letto, sperando che non si svegliasse. 
Presi il blackberry sul comodino, segnava venticinque chiamate e sette messaggi. Quattro chiamate da Carlos, dodici da Kendall e le restanti da Summer. Lessi velocemente tre messaggi di Ken ed infine arrivai a quelli di Summer - Logan dove diamine sei? - passai a quello dopo - Vuoi rispondere a quel cazzo di telefono? - quello successivo era più o meno simile, così lessi quello dopo ancora – Logan Philip Henderson se non rispondi immediatamente giuro su Dio che ti faccio pentire di essere nato. -
Sorrisi anche se sapevo benissimo che era arrabbiatissima, era bello sapere che si preoccupava tanto quanto facevo io con lei. Guardai il display segnare le 4.30 del mattino. Misi il blackberry dentro la tasca del cappotto e mi volatilizzai da quella casa.
Camminavo lungo il marciapiede guardandomi in giro, l'aria fredda mi pungeva il viso facendomi arrossare le guance e il naso e ad ogni respiro creava una piccola nuvola di vapore. Dietro ad alcuni alberi si potevano intravedere i primi raggi di sole del giorno, era uno spettacolo decisamente unico. Allungai il passo vedendo in lontananza l'enorme ingresso verdastro.
Infilai la chiave facendo il meno rumore possibile e dopo averla girata per tre volte, entrai in assoluto silenzio. Sembravo un ladro in casa mia.
Ti sembra questa l'ora di arrivare?domandò una voce alquanto arrabbiata.
Saltai letteralmente in aria non appena vidi Summer, perdendo non so quanti anni di vita.
Sei impazzita? Ho rischiato un infarto.esclamai portandomi una mano sul cuore ancora spaventato.
Non preoccuparti, morirai lo stesso.disse calma per poi fare una pausa.
Perché ti ammazzo io!urlò facendo un passo deciso verso di me.
Le bloccai un braccio costringendola a guardarmi.
Scusa.sussurrai sperando di addolcirla un po'.
Scusa niente, Logan.esclamò arrabbiata.
Sono le 5 del mattino ed io sono stata su questo fottuto divano sei ore ad aspettarti..
Forse sta volta non c'era nessun modo di addolcirla.  
Lo so.furono le uniche due parole che mi uscirono di bocca.
No, non lo sai. sibilò tra i denti lei E sappi che, se questo era uno dei tuoi stupidi giochetti contorti per farmela pagare, beh, complimenti. Ci sei riuscito.disse liberandosi dalla mia presa con uno scatto.
La guardavo infilarsi una mano tra i capelli, era ancora più bella quando si arrabbiava in quel modo. Mi morsi il labbro continuando a fissarla mentre lei cercava di calmarsi per non picchiarmi. Ormai la conoscevo a memoria.
Da quant'è che non mi chiamavi Philip?le domandai io facendole spuntare un sorriso involontario sulle labbra.
No, non cercare di farmi ridere. Sono troppo arrabbiata.disse lei per poi scoppiare in una delle sue solite risate contagiose.
Iniziai a ridere insieme a lei, ero stato via solo qualche ora eppure quella risata mi era mancata come l'aria.
Sai, è difficile essere arrabbiata con te.disse tornando seria.
Le sorrisi abbracciandola di scatto, accarezzandole teneramente i capelli.
Mi dispiace che la mia bellezza confonda il tuo concetto di umanità.le risposi sfoderando tutta la mia convinzione.
Ho scritto più di mille modi per ucciderti prima, non costringermi ad usarne uno.
Afferrato il concetto.”.
Ci staccammo dall'abbraccio e ci guardammo per qualche secondo senza dire nulla.
Vai a dormire Philip.disse cercando di restare seria ma senza alcun risultato.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Simple mornings... almost. ***


Tutto taceva. Regnava la pace più assoluta in casa, il che era strano dato le persone che l'abitavano. Era un'ora e passa che mi rigiravo nel letto senza riuscire più a prendere sonno. Con uno scatto afferrai il blackberry sul comodino e guardai svogliatamente l'ora. Le 8.43. Erano le 8.43 eppure io ero sveglia, una vera ingiustizia dato che era sabato mattina. Per non parlare del fatto che Logan si sarebbe svegliato verso l'ora di pranzo visto che poteva dormire.
Sbuffai posando il telefono da dove lo avevo preso per poi coprirmi del tutto il viso con il mio piumino color panna. Chiusi gli occhi cercando per l'ennesima volta di riaddormentarmi, ma nella mente iniziarono a scorrermi le immagini di me e James. Ogni volta che chiudevo gli occhi lo vedo lì, davanti a me. Questa cosa iniziava a spaventarmi.
Sospirai togliendomi il piumino dal volto con impeto, come per cercare di levarmi quelle immagini da davanti. Mi misi seduta sul letto guardandomi in giro, senza alcun motivo. Portai le mani in faccia iniziando a stropicciarmi gli occhi, facendo qualche smorfia qua e là. Mi trascinai in bagno facendomi una doccia veloce per svegliarmi completamente, dopo di che mi infilai una maglietta bianca a V semplicissima, con una piccola tasca finta davanti e un paio di shorts di tuta grigi.
Frizionai i capelli a testa in giù rendendoli più voluminosi e, dopo essermi guardata velocemente allo specchio, scesi giù in cucina a preparare qualcosa da mangiare. 
Era stranissimo svegliarsi per prima, di solito ero l'ultima a mettere piede in cucina la mattina. Approfittai della cosa preparando delle crepes sapendo che piacevano tanto ai ragazzi, in particolare a Kendall dato che dentro ci mettevo la nutella. Misi su il caffè e il the, dopo di che andai a sistemare un po' il casino che c'era in salotto. Una volta finito di riordinare, guardai la stanza con aria soddisfatta. Dire che sembrava un'altra casa era riduttivo.
In quel momento sentii delle voci provenire dal piano superiore e dopo pochi secondi vidi Kendall e Carlos scendere le scale.
Chi ci ha cambiato casa?domandò Kendall riferendosi chiaramente all'ordine che c'era in sala.
Ridacchiai divertita guardando la sua faccia sconvolta.
E tu che ci fai in piedi a quest'ora?mi chiese Carlos guardandomi come se avesse appena visto un fantasma.
Non riuscivo a dormire.dissi semplicemente per poi fargli una linguaccia.
Kendall si avvicinò a Carlos e con uno scatto lo allontanò da me. 
No Los, allontanati!esclamò osservandomi con la sua solita faccia da idiota.
Questa non è Summer, è un'allucinazione sovrannaturale..
Carlos, iniziò a ridere come un pazzo mentre io guardavo mio fratello accigliata.
Kendall finiscila di dire cavolate.dissi io divertita. 
Parla anche come lei.bisbigliò Kendall continuando ad osservarmi incredulo, sbarrando gli occhi ogni volta che aprivo bocca.
Va bene.iniziai a guardare mio fratello.
Vorrà dire che le crepes alla nutella le mangerà solo Carlos.dissi aspettando la sua reazione all'affermazione che avevo appena fatto.
C-Crepes alla nutella hai detto?balbettò in estasi per poi tirare un urlo così forte da farmi diventare sorda.
Annuii compiaciuta, bastava così poco per ricattarlo. 
In men che non si dica, si catapultò in cucina seguito da Carlos che ancora ridevano per la scena. Mi sedetti sul ripiano della cucina osservandoli mangiare mentre io bevevo la mia caldissima tazza di tè mattutina.
Ad un tratto Logan fece la sua apparizione in cucina, facendo i suoi soliti versi intento a stiracchiarsi. 
E tu cosa ci fai sveglia?domandò perplesso non appena mi vide. 
È così strano che io sia già sveglia?chiesi di rimando scocciata dalle loro facce incredule.
Logan mi fissò facendo una smorfia, poi si avvicinò senza smettere di osservarmi.
Sì, direi di sì.disse infine facendosi spuntare il suo solito sorrisetto sulla faccia. 
Sbuffai roteando gli occhi al cielo quando ad un certo punto sentimmo il campanello suonare.
Vado io.dissi scendendo velocemente dal ripiano e mollando la tazza di tè in mano a Logan.
Non appena aprii la porta mi trovai Ellie davanti, con un sorriso che partiva da un orecchio e arrivava all'altro. Indossava un gonna grigia mentre sopra aveva una semplicissima maglietta nera aderente abbinata agli stivaletti bassi. Era incredibile quanto si vestisse elegante anche per venire a casa nostra. Ellie era sempre stata attenta al suo abbigliamento, ogni cosa era studiata alla perfezione. 
Buon giorno Summy.disse lei abbracciandomi.
Quando la smetterai di chiamarmi così?le domandai io staccandomi dall'abbraccio.
Mi chiamava Summy da quando riesco a ricordarmelo.
Quanto rompi!esclamò facendomi ridere.
Le tirai un leggero spintone per farla entrare, dopo di che andò in cucina a salutare tutti. Tutti tranne Kendall. Così iniziarono, come al loro solito, a lanciarsi frecciatine e battutine poco carine. Inutile dire che Logan era praticamente piegato in due dalle risate, ma alla fine chi non lo era?
Una volta calmate le acque, Ellie si accorse che mancava qualcuno con noi.
Dov'è James?chiese lanciando un'occhiata a me. 
Starà ancora dormendo presumo.rispose ipotizzando Carlos.
Sorrisi involontariamente immaginando James che dormiva tranquillamente nel suo letto.
Beh andate a svegliarlo, devo fare un annuncio.disse Ellie euforica.
Hai deciso di impiccarti?domandò Kendall con un sorriso apparentemente falso sul viso.
Era ora White.
Mi portai una mano sulla faccia iniziando a scuotere la testa, cercando di non ridere.
Comunque con calma ragazzi, non tutti insieme ad andare a svegliare James.esclamai io sarcastica vedendo che nessuno si era mosso.
Ci andrei io, però non è divertente svegliarlo come faccio con te.iniziò Logan lanciandomi un'occhiata.
Con James rischi di non uscire vivo dalla camera..
Ridacchiai guardando la sua faccia terrorizzata, forse era aggressivo solo con loro dato che ogni volta che lo svegliavo io sembrava non essere poi così tanto dispiaciuto.
Va beh, ho già capito che ci devo andare io.dissi uscendo dalla cucina sotto lo sguardo di tutti.
Salii le scale di corsa e una volta arrivata davanti alla sua stanza, bussai. Restai ad osservare la porta per qualche secondo ma non ricevetti nessuna risposta, così appoggiai l'orecchio sull'uscio facendo attenzione a captare ogni singolo rumore. Niente. Assolutamente niente. Feci per entrare ma un rimbombo proveniente dal bagno mi fermò. Andai nella direzione del rumore e man mano che mi avvicinavo, quel suono, assomigliava sempre di più ad una canzone.
Dreaming bout the day when you'll wake up and find that what you're looking for has been here the whole time.
James?lo chiamai bussando alla porta in attesa che mi aprisse.
Tempo qualche secondo e me lo ritrovai davanti con addosso solo un paio di pantaloni bianchi della tuta. Sbarrai gli occhi osservandolo addominale per addominale, trattenendo il respiro. 
If you could see that I'm the one who understands you been her all long so why can't you see?
La sua voce risuonava in tutto il bagno, inutile dire che quello era decisamente un orgasmo per le mie orecchie. Era sempre stato bravo a cantare, aveva quel non so che cosa che lo rendeva unico. Avrei riconosciuto la sua voce anche in mezzo ad una folla.
Mi fissava divertito continuando a cantare la canzone che aveva messo dall'ipod.
You belong with me.cantò guardandomi dritta negli occhi sfoderando il suo bellissimo sorriso.
You belong with me.bisbigliai finendo la strofa per poi mordermi il labbro inferiore.
Fece una smorfia soddisfatta con la bocca, dopo di che stoppò la riproduzione casuale del suo ipod e ritornò a fissarmi.
Taylor Swift?chiesi divertita facendogli scappare una risata. 
Mi piace.affermò sincero.
Lo so.dissi come se fosse una cosa del tutto scontata.
Si infilò velocemente la maglietta nera che prima era appoggiata sul ripiano vicino al lavandino mentre io ero ancora persa ad osservarlo
Ah, sono venuta a cercarti perché Ellie vuole dirci una cosa.dissi dal nulla rompendo quel poco silenzio che si era creato.
Vuole che ci sia anche tu..
Annuì sorridendomi, dopo di che mi seguì al piano di sotto dove tutti ci stavano aspettando. 
Kendall stava ancora lanciando battutine a mia cugina, la quale stava evidentemente soffocando il suo istinto di mettergli le mani addosso. Logan rideva come un coglione mentre Carlos si illuminò non appena vide me e James scendere le scale.
Ecco! Sono arrivati.urlò Los cercando di riportare l'ordine nella stanza.
Summer, levamelo da davanti agli occhi.disse Ellie indicando Kendall.
O ti toccherà organizzare il funerale del tuo fratello stasera..
Scoppiai a ridere mentre mi facevo largo tra di loro. Senza preavviso tirai una sberla in testa a Logan, il quale mi guardò con aria interrogativa.
Che ho fatto?!chiese divertito.
Smettila di ridere come un deficiente.gli risposi accigliata.
Più ti metti a ridere e più li inciti ad andare avanti..
Roteò gli occhi sbuffando, esattamente come un bambino dell'asilo.
Anche tu, piantala.dissi in direzione di Carlos, il quale soffocò la sua contagiosa risata portandosi la mano alla bocca.
Bene, ora che ci siamo tutti posso felicemente comunicarvi che Josh Marks farà una mega festa nella sua mega villa stasera.disse tutto d'un fiato Ellie guardando negli occhi ognuno di noi.
E noi siamo invitati.
I ragazzi mostrarono il loro entusiasmo dandosi il cinque tra di loro, lanciandosi anche qualche occhiata maliziosa. Era da tanto che non andavamo a qualche festa, avevo proprio voglia di passare una serata movimentata con loro e con mia cugina.
Fermi tutti.esclamò Logan con aria seria portando l'attenzione su di lui.
Chi diavolo è Josh Marks?domandò facendo scattare una risata collettiva.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Mettere una fine alla nostra amicizia! ***


Quel pomeriggio passò più in fretta di quanto mi aspettassi. Dopo il grande annuncio di Ellie, ognuno di noi iniziò a ricordare tutti i vari aneddoti successi durante le feste alle quali avevamo partecipato. Inutile dire che in quasi tutti i casini ci finiva sempre Logan.
Fissavo con aria interrogativa l'armadio aperto davanti a me, sperando che qualche vestito mi arrivasse in faccia, mettendo così fine alla mia agonia. Per me era sempre stato un trauma scegliere un fottuto vestito da indossare ad una fottuta festa. Ne avevo talmente tanti che non riuscivo mai a decidere in tempo quale mettere. 
Ragazzina, sei pronta?domandò Logan fuori dalla porta della mia camera bussando a tempo, come al suo solito.
Se me lo chiedi un'altra volta, giuro che ti rimando a Dallas a furia di calci in culo.urlai senza smettere di fissare l'armadio.
Lo sentii ridere al di là dell'uscio.
Lo prendo come un no.disse divertito per poi scendere le scale.
Mi sembrò di tornare all'anno precedente, dove ogni sabato, andare alle feste di sconosciuti era di routine. Era la quarta volta che mi bussava alla porta facendomi la stessa domanda ed ero sicura che di lì a poco, avrebbe mandato su Kendall al suo posto.
Osservai per un'ultima volta i vestiti dentro al mio armadio e alla fine optai per un vestitino nero. Era abbastanza corto, con una scollatura pronunciata sulla schiena, e decisamente aderente, il che lasciava vedere ogni forma del mio corpo. Mi infilai un paio di scarpe con il tacco e terminai di truccarmi. Frizionai i capelli, presi la borsa e aprii la porta.
Appena alzai lo sguardo vidi James a pochi passi da me, intento ad abbottonarsi la camicia con scarsi risultati. Deglutii notando che non la smetteva di fissarmi, forse era per quello che non riusciva a chiudersi la camicia.
Wow! Sum, sei…iniziò in preda al panico.
Wow!esclamò infine facendomi sorridere. 
Beh, grazie.furono le uniche parole che mi uscirono di bocca.
Lo vidi portarsi una mano dietro al collo, il che mi fece intuire che si trovava in forte imbarazzo.
Aspetta, faccio io.dissi andando verso di lui notando che ancora non si era allacciato la camicia.
Iniziai ad abbottonare bottone per bottone, senza alzare lo sguardo da essi. Non avrei retto un incontro così ravvicinato con i suoi occhi, non avrei risposto delle mie azioni.
Ecco fatto.esclamai allacciando l'ultimo bottone mordendomi il labbro inferiore sotto il suo sguardo perforante.
Stargli così vicino mi faceva totalmente impazzire e lui di certo non migliorava la cosa dato che continuava a fissarmi dritta negli occhi. Ero brava a nascondere le mie emozioni ma i miei occhi erano completamente vulnerabili per chiunque, soprattutto per James.
Oh finalmente siete pronti!urlò Kendall quasi in cima alle scale, facendo voltare istintivamente me e James. 
Quanto state addosso tu e quell'altro!dissi io riferendomi a quel rompicoglioni di Logan.
Ti ho sentita!urlò Logan dal salotto facendomi ridere.
In men che non si dica scendemmo le scale arrivando in sala, Logan era seduto sul divano mentre Carlos era occupato a ridere con Ellie. Non appena mi avvicinai a loro, notai che Logan era rimasto in silenzio con gli occhi fissi su di me. Capii subito che era troppo occupato a farmi una radiografia per parlare, ma non ci feci caso.
Dopo qualche minuto eravamo già divisi nelle rispettive macchine.
Kendall ti odio!esclamai io sedendomi al posto del passeggero.
Perché fai guidare Henderson?gli chiesi indicando Logan al posto di guida. Lo sentii ridere dietro di me.
Perché tocca a lui.rispose divertito.
Di fianco a me, Logan, ci fece il verso accentuando le nostre voci. 
Se avete qualche problema sul mio modo di guidare, allora andatevene a piedi.disse con aria offesa.
I problemi ce li hai tu.bisbigliai facendomi sentire mentre lui mi tirò un leggero pugno sul braccio beccandomi il nervo.
Sentii mio fratello ridere alle mie spalle ed automaticamente guardai attraverso lo specchietto retrovisore, ma il mio sguardo incontrò quello di James, seduto di fianco a Kendall. Non appena notai che osservava il mio riflesso indiscreto, abbassai lo sguardo. Come se i suoi occhi avessero appena bruciato i miei.


Dopo qualche minuto arrivammo davanti alla casa di Josh Marks, anche se definirla casa era riduttivo.
Non c'è un cazzo di posto!esclamò Logan girando a vuoto per la terza volta dentro il parcheggio.
Parcheggia qua.dissi io indicando il posto libero appena sorpassato.
È per handicappati.precisò lui.
Appunto.confermai sotto il suo sguardo fulminante.
Kendall e James scoppiarono a ridere mentre Logan accelerò vedendo un posto libero in lontananza. Quando scendemmo dalla macchina, raggiungemmo gli altri che ci aspettavano già all'entrata. Mio fratello mi prese sottobraccio per aiutarmi a camminare più velocemente, mentre Logan e James avanzavano tranquilli davanti a noi. Una volta arrivati dagli altri, entrammo nella mega villa di Josh Marks, pronti a scatenarci.
La musica era altissima e rimbombava per tutta la stanza, che sembrava più una discoteca che un salotto americano. Io ed Ellie ci staccammo momentaneamente dai ragazzi per andare a bere qualcosa in cucina. C'era di tutto di più, un vero e proprio paradiso alcolico su un solo tavolo. Ellie si preparò il suo solito coca malibù mentre io decisi di bermi della sambuca. C'era un sacco di gente che non conoscevo, era da una vita che non andavo a una festa di qualcuno.  
Vado un attimo in bagno.disse dal nulla Ellie facendo una smorfia con la bocca.
Ok, ti aspetto qua.la rassicurai facendole capire che non mi sarei mossa dalla cucina.
La vidi sparire in mezzo alla folla in pista mentre continuavo a sorseggiare il secondo bicchiere di sambuca. Fissavo un punto fisso senza muovermi fino a quando qualcuno non mi si piazzò davanti, facendomi tornare nel mondo reale.
Una ragazza alta e magra dai capelli ricci mi sorrise, come se si aspettasse che le dicessi qualcosa. La osservai attentamente, ricordandomi di averla già vista prima. Vedevo la sua immagine sfuocata dentro la mia testa e di certo l'alcool non aiutava a ricordare.
Ci siamo fatti un bicchierino eh?domandò divertita mostrando il suo caloroso sorriso.
Sbarrai gli occhi scattando in piedi.
Lindsay!esclami andandole in contro per poi abbracciarla.
Lindsay Carter, come scordarsela? Era la ragazza epica di Carlos. Si misero insieme in seconda media e da lì non si lasciarono fino alla terza superiore. Dalla quarta in poi non avevo ancora capito quante volte si ripresero e si rimollarono, ma sta di fatto che dopo Lindsay, Carlos non aveva più avuto nessuna ragazza. Mi ricordai di quella volta in cui mi disse che l'amava, era sincero. Glielo leggevo negli occhi.
Summer! Da quanto tempo.disse lei ricambiando l'abbraccio.
Eh già! Cosa sarà? Un anno che non ci vediamo?approssimai io stando ad alcuni miei calcoli.
Pressapoco.rispose lei facendo un mezzo sorriso.
Non appena ci staccammo dall'abbraccio, notai che lanciò un'occhiata in giro.
Dovrebbe essere in pista con gli altri.dissi sorridendole teneramente.
Sarà contento di vederti..
I suoi occhi blu oceano mi guardarono dolcemente, con una sfumatura di gratitudine. Sapevo che dentro la sua testa mi stava ringraziando in tutte le lingue del mondo. 
Non fece in tempo a girarsi per dirigersi verso la pista, che si bloccò di botto. Solo dopo aver allungato lo sguardo oltre la sua testa capii il perché. Riconobbi le figure di Carlos, James e Kendall, il quale fissava la ragazza con gli occhi sbarrati. Difficilmente Carlos andava in panico, ma quando si trovava davanti Lindsay era inevitabile.
Lindsay.disse debolmente continuando a fissare la ragazza.
Carlos.bisbigliò a sua volta la mora imitandolo. 
Kendall!esclamò quel deficiente di mio fratello di fianco all'amico impanicato.
Alzai gli occhi al cielo domandandomi continuamente se esistesse al mondo un idiota più idiota di mio fratello.
Forse è meglio andare a parlare da un'altra parte.disse Carlos a Lindsay lanciando però un'occhiata fulminante a Kendall.
I due ragazzi si volatilizzarono in una manciata di secondi, lasciando me, Kendall e James da soli in cucina. I miei occhi incontrarono per l'ennesima volta, nel corso della serata, quelli di James. Come al solito fui io ad abbassare lo sguardo per prima, da brilla ero ancora più vulnerabile.
Vado a farmi un giro.disse frettolosamente James lanciandomi un'occhiata.
Lo seguii con lo sguardo fino a che non scomparve anche lui in mezzo alla folla.
Sai, dovresti dirglielo a Maslow.mi disse dal nulla Kendall facendomi voltare automaticamente verso di lui.
Dirgli cosa?domandai io non capendo a cosa si riferisse.
Che ti piace.rispose secco sorridendomi.
Lo fissai sbarrando gli occhi, mordendomi il labbro inferiore.
Ne abbiamo già parlato Ken.dissi con un tono di rimprovero, sapeva quanto odiassi parlare dei miei sentimenti così apertamente.
Ascolta, perché non la finisci di ragionare col culo e non inizi a fare qualcosa in proposito?propose divertito prendendomi la mano e fissandomi negli occhi.
Osservai il suo sguardo attentamente, capendo immediatamente dove volesse andare a parare.
Okay. Okay, vado.esclamai alzandomi dalla sedia.
Aspetti tu Ellie, vero?gli domandai retoricamente.
Mi fulminò con lo sguardo, dopo di che mi fece segno con la mano di andarmene e così feci. Attraversai quasi tutta la villa, fino a quando non notai una porta finestra enorme che dava direttamente sul giardino posteriore. Non appena misi piede fuori vidi James girato di spalle, intento a scrutare ogni cosa lo circondasse. 
Da fuori si poteva sentire il rimbombo della musica che mettevano dentro. Riconobbi immediatamente Timber e mi venne da sorridere pensando a quanto ne fosse ossessionato il ragazzo che avevo davanti agli occhi. In quel momento, James girò la testa verso di me, come se in qualche modo avesse percepito la mia presenza. Sorrise ed io feci lo stesso. Avanzai titubante verso di lui fino a che non mi affiancai perfettamente.
Come mai sei uscito?azzardai a chiedergli rompendo il silenzio. 
Avevo bisogno di prendere aria.disse girandosi verso di me.
Ho un pensiero fisso che non riesco a togliermi dalla testa..
Deglutii fissandolo nei suoi bellissimi occhi verdi.
A-ah sì?balbettai io mentre il suo viso si avvicinava sempre più pericolosamente al mio.
Sì.bisbigliò avvicinandosi ancora di più.
In quel momento James sfiorò le mie labbra carnose con le sue.
C-che stai facendo?domandai io letteralmente in estasi.
Quello che avrei dovuto fare tempo fa.disse guardandomi negli occhi.
Mettere fine alla nostra amicizia..
Si spinse più vicino, chiudendomi il labbro superiore tra le sue labbra. Automaticamente gli circondai il collo con le braccia fino a che non sentii le sue dita tra i miei capelli. In un attimo approfondì il bacio, dischiudendomi le labbra con la lingua e infilandomela lentamente nella bocca. Ricambiai quel bacio tanto desiderato aggrappandomi a lui, dimenticandomi di tutto il resto. James mi prese il volto tra le mani, facendomi aprire ancora di più la bocca per avere un maggior accesso mentre il suo corpo si attaccava pericolosamente al mio.
Una cosa era certa, nessuno dei due aveva intenzione di interrompere quel bacio dal sapore di menta e miele.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Ti ho proprio spaventata, eh? ***


MI SCUSO CON TUTTI QUELLI CHE MI HANNO SCRITTO PER MESSAGGIO PRIVATO CHE AVEVANO AGGIORNATO E NON SONO PASSATA. GIURO CHE LE HO LETTE TUTTE MA NON AVUTO MAI TEMPO NECESSARIO PER LASCIARE UNA RECENSIONE, MA MI SONO PIACIUTE TANTO.
SPERO CHE QUESTO CAPITOLO VI PIACCIA :*
UN BACIONE ENORME A TODASSS :*
All_over_again <3



Aprii gli occhi a fatica dopo aver sentito un tonfo fuori dalla mia porta. Sbattei più volte le palpebre cercando di far sparire quell'effetto appannato che si era creato all'interno dei miei occhi.
Lentamente mi alzai mettendomi seduta sul letto, cosa che mi provocò un forte giramento di testa. Istintivamente mi lasciai cadere all'indietro, ritornando alla posizione iniziale per poi portarmi le mani sulla faccia, iniziando a massaggiarmi le tempie.
Mugugnai qualcosa di incomprensibile mentre al di là della porta sentivo ancora quel rumore rimbombare. Era come se qualcuno si fosse messo a martellare senza motivo.
Sapevo esattamente da cosa era causato quel forte giramento di testa, alcool. Ne ebbi la conferma quando cercai di ricordarmi quanti cocktail avessi bevuto la sera precedente, senza ricevere però alcun risultato. 
Inspirai profondamente, sentendomi addosso l'odore di fumo che ovviamente ad una festa non poteva mancare. Aprii di nuovo gli occhi, lentamente, osservando il soffitto spaesata. Ad un tratto sentii un vuoto allo stomaco, come se qualcosa me lo stesse divorando.
Mi leccai le labbra screpolate, percependo all'istante un certo sapore di menta e miele molto famigliare. Sorrisi involontariamente non appena mi passarono per la testa le immagini di me e James. 
Se chiudevo gli occhi, potevo ancora sentire quel bacio che tanto aspettavo in tutta la sua perfezione. Un sacco di volte avevo sognato quel bacio, ma viverlo era decisamente un'altra storia.
Decisi di provare ad alzarmi, ripetendo esattamente lo stesso procedimento di prima. Sta volta la testa girò decisamente meno, così ne approfittai per darmi una sciacquata alla faccia e per mettermi qualcosa di comodo per stare in casa.

Una volta vestita, mi legai i capelli in uno chignon disordinato, lasciando cadere qualche ciocca troppo corta. In quel momento sentii un altro tonfo fuori dalla porta, il che mi portò ad aprirla.
La figura di Logan si fermò all'istante non appena mi vide. Lo guardai per un istante, con aria interrogativa.
Che stai facendo?gli chiesi senza smettere di osservarlo.
Sto pulendo il bagno.rispose facendomi un mezzo sorriso e mostrandomi un secchio con dentro dell'acqua Carlos ha vomitato l'anima.”.
Feci una smorfia assumendo un'aria ancora più confusa.
Ha vomitato?domandai sconvolta sbarrando gli occhi.
Già, ieri sera ha bevuto più del solito.disse sistemandosi velocemente i capelli con il braccio. Ha finito solo qualche ora fa..
E sei rimasto con lui tutta la notte?chiesi sorpresa.
Annuì fissandomi negli occhi.
Perché non mi hai chiamata? Ti avrei dato una mano.dissi immaginandomi Logan prendersi cura da solo di Carlos.
Ti ha dovuto portare in camera Kendall, in braccio.spiegò mordendosi il labbro.
Non riuscivi a camminare dritta.
Mi massaggiai la tempia cercando di ricordare, ma niente. Vuoto totale.
Potevi chiamarmi lo stesso, lo sai che mi sarei alzata per aiutarti.gli risposi ricordandogli indirettamente che l'avevo già fatto altre volte.
Lo so, ma dormivi così bene che non ho voluto svegliarti.disse sorridendomi debolmente. 
Dammi, faccio io.intimai io prendendogli dalle mani il secchio. Vai a riposarti.
Tranquilla, ormai mi è passato il sonno. Dormirò di pomeriggio.
Allora vai a berti un caffè o un tè, qua finisco io.
Mi fissò per qualche istante, dopo di che lo vidi sparire giù per le scale mentre io mi misi a finire di pulire il bagno.

LOGAN'S POV
Ero appoggiato al ripiano della cucina mentre sorseggiavo il mio caffè, quando la vidi entrare nella stanza in tutta la sua bellezza. Era incredibile quanto fosse così solare anche appena sveglia. Mi si avvicinò controllando cosa stessi bevendo; anche se non lo avrebbe mai ammesso, si preoccupava per me tanto quanto facevo io per lei. Le sorrisi debolmente e lei fece lo stesso.
Bravo Henderson.bisbigliò facendomi intuire di aver fatto la scelta giusta.
Tieni.dissi allungandole una tazza. Ti farà bene.
Che cos'è?chiese prendendola tra le mani mentre distorceva il naso.
L'intruglio post sbornia di nonna Schmidt.risposi nella stessa maniera in cui lei era solita a dirmelo.
Mi fulminò con lo sguardo per poi iniziare a bere con un'espressione alquanto schifata.
Che schifo.esclamò dopo qualche sorso.
Ridacchiai divertito osservando le smorfie di disgusto che faceva.
Farà pure schifo, ma ti fa passare tutto in poco tempo.dissi ricordandomi di ogni singola volta in cui me lo aveva fatto bere.
Tua nonna è un genio.
Lo so.affermò nascondendo il suo sorriso dentro la tazza.
La guardai continuando a sorseggiare il mio caffè, sembrava strana, quasi in soggezione. Come se mi stesse nascondendo qualcosa e avesse paura che io lo scoprissi. Notai che evitava di guardarmi negli occhi per più di tre secondi, la conoscevo bene, e sapevo perfettamente il motivo. Ma decisi di non chiederle niente per il momento.

SUM'S POV
Sentivo lo sguardo di Logan perforarmi ovunque, nonostante non lo stessi neanche guardando. Avevo gli occhi fissi sul contenuto della tazza da cui stavo bevendo, attenta a non scontrarmi per nessuna ragione con il suo sguardo. Quegli occhi scuri mi mettevano sempre a disagio, riuscivano sempre a leggermi dentro, come se avessi letteralmente scritto in faccia ciò che cercavo di nascondere.
Ma buongiorno signorina stasera-non-ho-intenzione-di-ubriacarmi.esclamò Kendall entrando in cucina per poi stamparmi un bacio sulla guancia divertito.
Non ero ubriaca.borbottai fulminandolo con lo sguardo.
No, ma va!disse chiaramente in modo sarcastico aprendo il frigorifero e buttandosi letteralmente dentro.
Alzai gli occhi al cielo, scuotendo leggermente la testa.
Los come sta?iniziò Kendall guardando Logan, ancora intento a finire il suo caffè.
Ha finito di vomitare?
Spostai il mio sguardo sul ragazzo col ciuffo, il quale rispose all'amico con un cenno del capo.
Ha smesso tipo un'ora e mezza fa.disse pensandoci un attimo. 
Tu te lo sei perso in macchina Sum.esclamò mio fratello poi verso di me.
Ci siamo dovuti fermare quattro volte, sembrava un idrante..
Sì, okay, ora basta!lo ammonii io immaginando il moro vomitare ovunque.
Durante tutto questo periodo delle superiori non c’era un sabato sera che finì normalmente, senza che nessuno di noi non vomitasse l'anima. Senza neanche farlo apposta vomitavamo a turni. Mi ricordai di alcune notti passate in bianco per stare accanto a Logan in bagno, mentre vomitava nel water. C'ero sempre io con lui e viceversa. Tranne alcune volte.
Forse è il caso che vada a controllare come sta.proposi leggermente preoccupata.
Kendall annuì con la testa mentre Logan continuava a fissarmi serio, e stranamente, in silenzio.
Salii le scale velocemente, fino a che non raggiunsi la camera di Carlos. Titubante mi avvicinai alla porta cercando di aprirla con la massima delicatezza, ma ad un tratto mi bloccai. 
Sentii due mani sui miei fianchi, che lentamente, mi tirarono a sé. I nostri corpi si sfiorarono appena. Sentii il suo calore e il suo respiro sul collo, cosa che mi fece rabbrividire. Con la massima leggerezza iniziò a baciarmi il collo, lentamente. Chiusi gli occhi stringendo le mani a pugno, raggiungendo il culmine del piacere. Mi girò verso di lui e senza dire una parola mi guardò dritta negli occhi. Mi accarezzò la guancia sorridendomi teneramente e senza distogliere lo sguardo, delicatamente mi spinse contro il muro e mi baciò.
Assaporai quel gusto di menta e miele di nuovo, il quale sembrava più intenso rispetto alla volta precedente. Con estrema delicatezza infilò la sua lingua tra le mie labbra, iniziando a muoverla lentamente dentro la mia bocca. Mi ritrovai completamente abbandonata a lui.
Ehi ragazzina, ho preparato una tazza di intruglio post sbornia anche per Pena.la voce di Logan, accompagnata dai suoi passi, risuonò per tutte le scale.
In quell'istante sbarrai gli occhi staccandomi immediatamente da James, spingendolo con uno scatto il più lontano possibile da me e facendolo quasi cadere all'indietro. Rimasi pietrificata davanti alla porta della camera di Carlos, respirando affannosamente. 
Non appena Logan arrivò in cima alle scale guardò prima me e poi James, il quale mi fissava ancora confuso.
State bene voi due?iniziò il moro continuando ad osservarci.
Sembra che abbiate appena visto un fantasma.
Feci una risatina isterica per poi fare un respiro di sollievo, evidentemente Logan non aveva visto nulla.
No, è che James mi ha spaventata.mentii spudoratamente facendogli un mezzo sorriso per cercare di essere credibile.
Lanciai un'occhiata a James per fargli capire di stare al gioco mentre Logan ci fissava ancora confuso, con la tazza ancora in mano.
Sì, come dice lei.tagliò corto James continuando ad annuire.
Okay.disse Logan ancora palesemente confuso.
Mi fissò per un istante, dopo di che aprì la porta della camera dell'amico ed entrò.
Ti ho proprio spaventata, eh?bisbigliò ironicamente al mio orecchio dopo essersi affiancato a me.
Lo guardai per qualche secondo per poi tirargli un leggero pugno sul petto. 
Ahia!mimò con le labbra massaggiandosi nel punto in cui lo avevo colpito.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Lo sbaglio più bella della mia esistenza ***


Che palle!esclamò dal nulla Kendall per poi sbuffare. 
Mi sto annoiando.

Ad essere sincera non aveva tutti i torti, restare seduti sul divano a guardare dei documentari non era proprio il massimo della vita. Durante il week end eravamo abituati a stare il meno possibile in casa. 

Finchè Logan non si sveglia non possiamo andare da nessuna parte.disse Carlos all'amico cercando di tranquillizzarlo.

Odio il fatto che abbiamo solo una macchina a disposizione.borbottò Kendall incrociando le braccia al petto.

Purtroppo era così, la sua macchina e la moto di Maslow erano gli unici mezzi che avevamo per spostarci. Le cose erano due: o ci muovevamo tutti insieme oppure ognuno si arrangiava come meglio poteva. 

Erano quasi quattro ore che dormiva, ma ci dispiaceva svegliarlo dopo che aveva passato la notte in bianco. 

Teoricamente c'è anche la mia.disse Ellie al mio fianco, seduta al posto di Logan.

Nessuno ti ha chiesto niente White.sibilò tra i denti Kendall fulminandola con lo sguardo.

Puoi morire Schmidt.replicò nostra cugina alzando notevolmente il tono della voce.

Mi portai una mano in faccia, iniziando a sfregarmi gli occhi con il pollice e l'indice. Li sopportavo solo perché erano il mio fratello e mia cugina, solo per quello.

Vi prego, non urlate!disse Carlos di fianco a Kendall, chiaramente ancora sotto sbornia.

Mi diverto ad urlare.spiegò Kendall rivolto all'amico con un certo sorrisino in volto.

Ma se non riconosceresti il divertimento neanche se ti cagasse in faccia.commentò Ellie facendo scoppiare a ridere tutti, me compresa.

Kendall si alzò in piedi fulminandola come non lo aveva mai fatto.

Ripetilo se hai il coraggio.disse a denti stretti guardando Ellie.

Okay basta!urlai io per poi fare gesto a Kendall di sedersi.
Basta.

Il ragazzo mi ubbidì facendo una smorfia, ritornando poi a guardare la tv.

In quel momento calò completamente il silenzio, si poteva sentire solo la voce della donna che spiegava il documentario. Alzai lo sguardo verso James, il quale già mi stava osservando. Mi sorrise dolcemente ed automaticamente, ricambiai il sorriso per poi tornare a guardare la televisione. In realtà non stavo neanche seguendo, ero totalmente immersa nei miei pensieri. 

Mi venne in mente la scena di qualche ora prima, quando Logan stava quasi per vedermi attaccata alle labbra di James. Non seppi il perché del mio gesto istintivo, allontanarmi da quelle labbra era l'ultima cosa che avrei voluto fare, eppure era successo. La domanda che mi rimbombava nella mente era solo una: perché? Forse perché Logan era sempre stato geloso nei miei confronti, anche fin troppo. Purtroppo sapevo il perché del suo continuo comportamento estremamente possessivo, lo sapevo benissimo, ma quel 'perché' faceva parte del passato.

Ti prego Sum, vai a svegliarlo?chiese supplicante Kendall facendomi gli occhi dolci.

Posso rifiutarmi?domandai a mia volta divertita, sapendo già la risposta.

No, credo di no.disse cercando di restare serio.

Alzai gli occhi al cielo, prendendo un respiro profondo. In fondo quella sembrava proprio una buona occasione per vendicarmi di tutte le volte in cui mi aveva svegliata bussando continuamente alla porta di camera mia. 

Salii le scale lentamente, sotto lo sguardo attento di James. Una volta arrivata davanti alla camera di Logan, ebbi l'istinto di bussargli alla porta, esattamente come era solito fare lui con me. Ma non lo feci. Mi limitai ad aprire l'uscio con estrema delicatezza, cercando di fare il meno rumore possibile. Era da parecchio tempo che non entravo nella sua camera, era più in ordine del solito. Lo vidi assorto completamente nel sonno, in una delle sue solite posizioni strane. Accennai un sorriso pensando a quanto potesse sembrare puro ed innocente quando dormiva. Scossi la testa osservando la solita parete delle foto accanto al suo letto, era ancora più bella di quanto me la ricordassi, evidentemente aveva aggiunto delle foto nuove. Mi avvicinai di più, riconoscendo una delle mie foto preferite. Sorrisi osservando Logan abbracciato teneramente a me, con dietro Kendall alle nostre spalle intento a fare una boccaccia. 

In quel momento sentii qualcuno afferrarmi il braccio, facendomi sussultare. Con uno scatto girai la testa in direzione del mio braccio, cercando di capire se ci fosse seriamente qualcuno a stritolarmi l'arto o se fosse tutto frutto della mia immaginazione.

Cosa ci fai in camera mia?chiese debolmente la voce di Logan evidentemente ancora addormentata.

Lo fissai sbarrando gli occhi, iniziando a respirare affannosamente per via dello spavento. Era ancora sdraiato sul letto immobile, con gli occhi chiusi, eppure aveva la presa ben salda al mio braccio. Non riuscivo a capire se stesse parlando nel sonno oppure se fosse sveglio.

Come facevi a sapere che ero io?gli domandai di rimando.

Non rispondermi con un'altra domanda.rispose ancora ad occhi chiusi, tenendo sempre la sua presa ben salda al mio braccio.
 E comunque perché ho sentito il tuo profumo.

Rimasi in silenzio ad osservarlo, completamente spiazzata da quello che gli era appena uscito dalla bocca. In quel momento lo vidi aprire gli occhi, per poi iniziare a scrutarmi come se non mi avesse mai visto in vita sua. Deglutii senza distogliere lo sguardo dal suo, mentre sentivo ancora la sua presa ben salda sul mio braccio.

Ken mi ha detto di venire a svegliarti.iniziai cercando di non far trasparire, nella mia voce, quel leggero imbarazzo che si era creato solo guardandolo negli occhi Si sta annoiando e penso che voglia uscire, tu vieni con noi?

Sapete già dove andare?chiese continuando a fissarmi.

Scossi la testa lentamente mentre lui, con estrema delicatezza, sciolse la sua presa dal mio arto.

Ok, dammi dieci minuti.disse stiracchiandosi rumorosamente.
 Nel frattempo mi faccio venire in mente qualcosa.

Annuii e con passo veloce, uscii da quella camera piena di ricordi.

JAMES'S POV

Non appena la vidi uscire, la presi per il polso avvicinandola al mio corpo con uno scatto, e prima che potesse dire qualcosa, le tappai la bocca con la mano. La sua espressione si rilassò non appena i suoi occhi incontrarono i miei. Le sorrisi dolcemente respingendo l'impulso di baciarla lì, alla possibile vista di tutti. Con un cenno della mano, le feci segno di seguirmi fuori sulla terrazza.

Ti sei fottuto il cervello Maslow? Ho rischiato l'infarto!esclamò non appena chiusi la porta finestra in modo che nessuno sentisse.

Sorrisi divertito per poi girarmi di scatto verso di lei e baciarla. Per quanto mi impegnassi, non riuscivo a stare lontano da quelle labbra. Prima di sciogliermi completamente dal bacio, mi soffermai sul suo labbro inferiore, iniziando a morderglielo delicatamente.

Prima o poi mi ucciderai.disse debolmente appoggiando la sua fronte contro la mia per poi sfoderare il suo bellissimo sorriso.

Scusami, è che non riesco a trattenermi.le spiegai sorridendo malizioso.

La vidi mordersi il labbro cercando di soffocare il suo imbarazzo. Amavo quel suo lato timido che tanto si preoccupava di nascondere, era una cosa che mi faceva totalmente impazzire. Vederla arrossire per me era come raggiungere il paradiso, era ancora più bella di quanto non lo fosse già.

A proposito, io credo che dovremmo parlare di quello che è successo.dissi rompendo quel sottile silenzio che si era creato, facendo chiaro riferimento al bacio della sera precedente.

Non penso sia il momento.

Io credo proprio di sì invece.

La vidi sospirare spostando lo sguardo altrove, per poi posarlo di nuovo su di me.

Perché lo hai fatto?iniziò facendo trasparire un leggero velo di paura nella sua voce Perché mi hai baciata? Perché ieri? Perché?

Perché?domandai di rimando io come la cosa fosse ovvia Perché era da più di due anni che volevo farlo. Due anni. E sì, ho sbagliato a baciarti così, non avrei dovuto. Ma, cavolo! È stato lo sbaglio più bello di tutta la mia esistenza. Tu mi chiedi perché? Perché tu sei quel qualcosa in più. Quel puntino che da significato alla frase, quella sfumatura che da colore alla mia vita. Ecco perché ti ho baciata.dissi di getto senza neanche accorgermi del fatto che mi ero appena dichiarato.

SUM'S POV

Avevo letteralmente il cuore a mille, infatti mi stupii che non fosse ancora uscito dal petto per poi schizzare chissà dove. Non riuscivo a dire una parola, non perché non sapessi cosa dire, ma perché non mi ricordavo come si facesse a parlare. Nello stomaco non c'era traccia di farfalle, l'unica cosa che sentivo era un vero e proprio Big Bang primordiale. Ecco cosa avvertivo quando stavo vicino a lui.

Mi resetti il cuore ogni volta che mi parli, lo sai?gli chiesi retoricamente una volta ripresa dalle sue parole.
 Per non parlare di ogni istante in cui mi guardi, mi va a puttane tutto.

Lo vidi sorridere alla mia affermazione.

Da questo dovrei dedurre che provi la stessa cosa che provo io per te?

Diamine, sei perspicace Maslow..

La sua leggera e stupenda risata risuonò nelle mie orecchie, facendo automaticamente ridere anche me.

E per quanto riguarda Henderson?chiese riferendosi chiaramente al gesto di poche ore fa.

Non feci neanche in tempo ad aprire la bocca per rispondergli che sentimmo qualcuno battere sul vetro della porta finestra. Guardammo entrambi nella direzione del rumore, notando una folta chioma di capelli neri.

Parli del diavolo…dissi alzando gli occhi al cielo.
 Ne riparliamo in un altro momento.bisbigliai a James per poi incamminarmi dentro casa.

Appena misi piede in casa lanciai un'occhiata Logan, il quale continuava a fissarmi come un marito geloso.

Quindi?gli chiesi prima che potesse farmi domande sul perché ero in terrazza con James.

Malibù Beach?propose con sguardo malizioso.

Andata.dissi prima di scendere le scale seguita da Logan e James.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2652552