Il nostro inizio.

di Eris_Elly
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** E tutto cambiò. ***
Capitolo 2: *** Dubbi ***
Capitolo 3: *** Non posso ***
Capitolo 4: *** Nell'aria ***
Capitolo 5: *** Le parole che non ti ho detto ***
Capitolo 6: *** Rischi da correre ***
Capitolo 7: *** Dolce peccato ***
Capitolo 8: *** Decisioni ***
Capitolo 9: *** Che Dio mi perdoni ***
Capitolo 10: *** Stupore ***
Capitolo 11: *** Together ***



Capitolo 1
*** E tutto cambiò. ***


- Erano capaci di dirsi cose orribili,ma non erano capaci di lasciarsi.



I primi raggi del mattino mi colpirono in pieno viso.

Ancora una volta dovetti resistere all'impulso di non urlare. Dovetti resistere al desiderio di gettarmi da quel balcone tanto meraviglioso. Ma non avrei potuto.
Aprii il mio armadio,misi il solito vestito:lungo fino alle caviglie,blu merlettato. Mi do un'ultima occhiata allo specchio,non serviva a niente ma una donna del mio livello deve almeno curarsi. Lasciai i miei capelli sciolti. Giuro che in vita mia non li ho mai legati.

Uscita dalla mia stanza,salì delle scale per raggiungere i corridoi dell'immenso palazzo in cui "abitavo".
La mattina era un trauma per tutti,non solo per me.
Bussai delicatamente. Si udì una voce fin troppo dolce
-Avanti.-
Entrai timorosamente,chiusi la porta e mi inchinai come facevo da 5 anni.
-Buongiorno vostra altezza.-
La principessa Nunnaly era seduta su una poltrona antiquata,impegnata nella lettura di un libro. Quando mi vide scoppiò in una sonora risata.
-Ti ho sempre detto che non devi sempre inchinarti,puoi darmi del tu e chiamami Nunnaly.-
Alzai il capo nella sua direzione.
-Come vuoi.-Mi avvicinai ancora un po.
-Come ti senti oggi?-ripose il libro e si alzò in piedi
-Oh benissimo,come ogni mattina. Anche se oggi sono un po triste.-Abbassò il capo avvicinandosi alla finestra.
-Per quale motivo?-la incoraggiai a dirmi la verità.
-Oggi è il compleanno dell'imperatore,puoi benissimo immaginare cosa succederà.-
Nel suo tono avvertivo un senso di delusione.
-Come ogni anno... Non preoccuparti,ci divertiremo lo stesso.-le presi le mani fra le mie per infonderle coraggio.
-Sei la mia migliore amica C.C e per questo ti ringrazierò sempre.-



Era naturale che tutto il popolo di Britannia fosse invitato a palazzo.
Ed io,fortunatamente facevo da spettatore.
Per tutto il giorno nessuno vide il sovrano,nemmeno Nunnaly.
Il tempo passò veloce e scese la sera. E come da programma arrivò l'ora della grande festa.
Per tutto il giorno aiutai la giovane principessa a scegliere un vestito adatto.
-Sei semplicemente incantevole,ti dona.-risposi con un sorriso sincero.
Aveva addosso un vestito ricamato oro con dei diamanti incastrati su parte. Lei annuì e mi costrinse a mettere un vestito,troppo.
Indossavo uno dei vestiti più belli che avessi mai visto. Era un vestito a mono spalla nero,stretto in vita,con una gonna che si espandeva fino a metà gamba.
-Questo è perfetto.-mi ricordò Nunnaly.
Mi girai ridendo leggermente.-Gli occhi di tutti dovranno essere solo per te. Sei tu quella importante,non io.-
-Non m'importa cosa pensano i miei sudditi,la mia dama di compagnia deve essere bella quanto me.-
Mi inchinai educatamente-Troppe grazie.-
-Ti ho detto di non inchinarti!-



La cerimonia era un vero caos:c'era solo gente che parlava di affari,non si parlava d'altro e io volevo solo scappare per avere un po di tranquillità.
Ed erano solo le otto in punto. Queste cose reali durano sempre molto.
Una vera tortura.
Attraversai il banchetto con disinvoltura per controllare che sia tutto in ordine. Lo era eccome.
La sala però,dovevo ammetterlo era a dir poco magnifica,c'erano due lampadari,con non so quante candele sopra,il pavimento era così splendente che potevi vedere te stesso.
Insomma sembrava di essere in un sogno. Non per me,ovviamente.
Ogni anno era la stessa storia.Saluta di qua,saluta di là.
Ormai lo sapevo a memoria.
Nunnaly era l'unica ragione per andare avanti.
Lo facevo solo per lei.

E forse c'era anche qualche altra ragione.
Quando mi avevano comunicato che avrei preso un posto a palazzo,la mia famiglia era su di giri,anche io lo ero.
All'inizio pensavo di vedere il nostro sovrano,poi ho capito che avevo un altro uomo davanti.
Nei primi giorni del mio lavoro lo avevo visto,seduto in giardino a giocare con la sorella minore. Non potete immaginare l'emozione che provavo alla vista di quella scena.
"Avevo fatto un inchino cordiale,ma lui mi fece alzare e senza dire una parola mi baciò la mano."
Ricordo ancora bene quel momento,ogni volta che mi tocco la mano.
Mi ridestai da quei pensieri perchè annunciarono l'arrivo della famiglia reale. Ero in fondo alla sala,per il mio rango mi spettava quel posto.
Dopo un po ci fu un sonoro applauso.
E dopo ci fu spazio per una musica leggera di violino e pianoforte.
-Ehi!-Nunnaly mi era davanti. Emozionata abbastanza,mi faceva piacere vederla così.
Era ancora giovane. La sua per quanto triste,era un'età che non avrebbe più vissuto.
Me lo ricordavano ogni momento i miei genitori. Ma non li ascoltavo volentieri,preferivo starmene per i fatti miei. Così nessuno avrebbe potuto farmi del male.
Ma devo ammettere di essere stata stupida.
-C'è molta gente. Forza,andate dalle vostre amiche.-le suggerì stringendole le braccia.
-Ma non voglio lasciarti sola.-borbottò lei con fare dispiaciuto.
-Non preoccupatevi per me.-le sorrisi.
Infine mi accontentò e mi lasciò sola in quella giungla,con occhi che non facevo altro che fissarti. Odiavo quella situazione,ma ormai mi ci ero abituata.
Questi erano i miei doveri e non si discuteva.
Mentre le persone erano a complimentarsi e a parlare di affari di stato,tutte ignote per me,al centro della sala venne annunciato l'apertura del ballo.
Tipica tradizione.
Naturalmente spettava all'imperatore aprire le danze e poi sarebbe stato per tutti un gioco da ragazzi.
Ero sfinita,stavo per raggiungere l'uscita della sala,quando,per distrazione,andai a sbattere contro qualcosa,o qualcuno.
L'impatto fu così violento che caddi a terra. Ovviamente la musica era così assordante che nessuno si accorse di niente.
Per fortuna.
-Oh,sono desolato.-una voce sconosciuta mi fece alzare la testa.
Non potevo crederci.
Per puro caso o puro destino,ebbi davanti l'imperatore.
Il cervello era andato in tilt,il cuore si era fermato per poi continua a battere più forte.
Era stupendo,ero rimasta a bocca aperta per il suo completo splendore. Non avevo mai visto niente di più bello in vita mia.
Mi affrettai ad alzarmi per fare un inchino come si deve,ma avevo ogni ossa fratturata.
-Perdonatemi,non era mia intenzione.-bell'incontro con il tuo re;complimenti C.C.
-Sono io quello che vi ha fatto cadere,voi dovete perdonare me.-adesso lo guardai perfettamente in faccia,senza timore.
Aveva due occhi viola che ti facevano scogliere il cuore e un sorriso fin troppo genuino.
Era molto tempo che non lo vedevo,non era cambiato affatto.
Lentamente avvicinò la sua mano.-Permettete questo ballo?-
Si guardò intorno,non avevo notato che adesso tutti ci fissavano.
Per quanto lusingata fossi,accettai. Non mi sembrava il caso di fare scena davanti a tutta la corte.
Non le dita alzai delicatamente l'orlo del mio vestito e mi inchinai profondamente.
-E' un onore per me,altezza.-
La mia mano tremava nella sua.Piano piano ci dirigemmo al centro della sala. Anche Nunnaly si trovava lì,con un accompagnatore ovviamente.
Se la memoria non mi ingannava doveva essere il primo Ministro,il fedele socio in affari si sua maestà.
La musica partì,era così soave.
Ci guardammo negli occhi e poi attirò il mio corpo contro il suo.
In tutta la mia vita non mi ero mai sentita così leggera.
Tutti mi guardavano senza capire.Ormai sapevano chi ero e da quale classe sociale provenivo,c'era chi faceva pettegolezzi e chi si domandava perchè l'imperatore abbia scelto proprio me.
Ero una specie di sguattera per loro.
Non ho mai fatto caso alle loro chiacchiere e di certo non mi facevo problemi per quello che dicevano sul mio conto.
Sapevo molto bene i passi di quel ballo dopo tutto era una tradizione tramandata di generazione in generazione.
Le sue mani sul corpo mi provocavano una reazione strana,erano così soffici e leggere.
Dopo secoli,la musica finì e il pubblico fece un applauso facendo accomodare le altre coppie.
-Ballate splendidamente.-L'imperatore si inchinò e mi baciò la mano.
Questa volta il contatto fu più profondo,notai la differenza.




Ero sfinita,chi l'avrebbe immaginato.
Dopo aver accompagnato Nunnaly nella sua stanza,si addormentò subito.
Poverina,le sue condizioni erano peggio.
Non sapevo come facevano i reali a fare tutto questo.
Quando mi chiusi la porta alle spalle,chiusi la tenda della mia finestra,mi tolsi il vestito.
Mentre stavo per mettermi la camicia da notte,qualcuno bussò alla mia porta e poi dei passi allontanarsi sempre di più.
Quando andai ad aprire,vidi sotto ai miei piedi una busta,la presi chiusi di nuovo la porta e l'aprì senza riflettere troppo.
Una lettera.

Aspetta.

L'imperatore che mi manda una lettera?

Hanno di sicuro sbagliato,controllo il destinatario,
ma mi ricredo quando vedo il mio nome.
La leggo con timore,gli occhi illuminati dalla curiosità.


Cara C.C,
Stasera credo di essere stato un po impacciato,in fondo sono il re di questo paese.
Quando vi ho visto,dopo tanto tempo,il mio cuore si è acceso per la prima volta come se tornassi a respirare.
Di donne a corte ne ho viste a centinai stasera,ma nessuna è come voi,
voi siete diversa,voi siete speciale,voi mi attirate.
E come sovrano ho parecchi compiti ma per una volta voglio pensare solo alla mia felicità.
Ho l'enorme desiderio di passare tempo con voi,ho voglia di scoprire se sto sbagliando.
E di sbagli ne ho fatti nella mia vita.
Vi prego,esaudite questo mio unico desiderio,posso rendervi una donna felice.
Ed io mantengo sempre le promesse che faccio.



Come vento di mare mi attraversi
soffiandomi lontano da ogni affanno.
Con te respiro. Ti sento accanto.
E la tua mano così come la tua presenza
mi giunge in ogni parte del mio piccolo essere
nutrendomi di te sino all’ultima goccia.
Sfamando ogni fibra della mia esistenza
con la volontà e la sostanza del tuo corpo.
E di tutto ciò che sei.
Perchè tu sei conforto.
Sei il mio sollievo ritrovato.
Sei cuore solido.
Così vicino al mio petto,da palpitarmi dentro.
In quel punto nascosto che tu non vedi
e l’universo ignora… Ma che io sento.

Con amore,
Il vostro re




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Capitolo 2
*** Dubbi ***


- Non posso tenerti per mano,allora ti tengo nel cuore.










-Sì,puoi entrare.-

Avevo appena bussato,ma dalla voce della principessa,potevo dedurre che aveva passato una bella nottata.

Lei è fortunata.

Io invece l'ho passata a rileggere e rileggere quella maledetta lettera.

Non riuscivo a capire,non riuscivo a pensare.

Ormai non capivo più nulla.

Non capivo quel suo gesto.

L'imperatore che prova qualcosa per me?

Sarà di sicuro uno scherzo di pessimo gusto.

L'imperatore avrà di sicuro molte donne da corteggiare,non sprecherà mai il suo tempo con una come me.

-Buongiorno...-Nunnaly fece uno sbadiglio,segno che mi ero sbagliata.

-Come hai passato la notte?-chiusi la porta che era alle mie spalle,per poi sedermi accanto a lei.

-Non ho praticamente dormito.-poi mi guardò innocente.

-Tu invece?-

-Oh,benissimo.-non potevo fare altro,anche se mi fidavo di lei,la situazione mi sarebbe sfuggita tra le mani.

Avevo paura che mi infangassi da sola il mio buon nome.

E non volevo assolutamente che succedesse.

Con una scintilla negli occhi,Nunnaly mi prese per un braccio.

-Dai,andiamo a fare una passeggiata.-






Il giardino era a dir poco incantevole.

Potevi immaginarli come quei giardini che vedi nelle favole.

Non ho mai invidiato la vita dei reali.

Questo poteva essere l'unico lato positivo.A volte penso che sia una vita noiosa.

Ma poi penso che guidare un intero paese non sia un gioco da ragazzi.

Il vento scompose i nostri vestiti e Nunnaly riconobbe qualcosa all'orizzonte.

-Ecco mio fratello!-urlò di felicità.

Il mio cuore perse un battito.

Avevo una voglia matta di fuggire.

Dopo quello che mi era capitato la notte scorsa ce la facevo a incontrare quegli occhi che mi avevano stregata.

Ma se sarei andata via,di sicuro avrebbe notato che c'era qualcosa che non andava.

E sarei finita nei guai.E sinceramente non li volevo.

Aveva un passo fin troppo dolce,un sorriso stampato in faccia e poi quando fu vicino abbracciò la cara sorellina.

-Sei sempre la più bella.-sussurrò al suo orecchio.

Anche se forse non aveva notato la mia presenza,mi inchinai.

Tanto ero abituata a essere ignorata.

Dopo quel lungo abbraccio,si rivolse a me.

-Buongiorno anche a te.-

Tenni il capo chino,non volevo assolutamente guardarlo.

Anche perchè non avevo una così tanta confidenza da permetterlo.

Finalmente mi alzai,tenendo sempre la mia mente lontano da quella conversazione.

-Oggi starò un po con te.-le accarezzò la testa.

E come per magia,vidi Nunnaly sprizzare di felicità.

-Sì!-lo abbracciò,come solo i fratelli sanno fare.

E in quella scena,mi scappò un sorriso.

Ma ditemi,chi non l'avrebbe fatto?






Mentre stavamo visitando il castello,Nunnaly mi illustrava il suo albero familiare.

Chi erano stati i suoi antenati e così via.

Non nascondo che mentre lei parlava,io e il re ci scambiavamo occhiate furtive.

Ma che duravano all'incirca due secondi.

Il cuore non mi aveva mai fatto male prima d'ora.

Una voce nella mia testa continuava a ripetermi la stessa frase:

"Siete troppo diversi,non funzionerà mai."

Ho sempre fatto così.

Ho sempre ragionato col cuore,anziché con la testa.

Era la cosa più saggia da fare.E a me stava bene.

Calò la sera e una cameriera annunciò che la cena era servita.

-Mi farebbe piacere se vi uniste a noi.-

Girai la testa in direzione della voce e mi ritrovai a dieci metri di distanza dall'imperatore.

Un sorriso stampato in faccia.Gli occhi pieni di speranza.

Anche Nunnaly sembrava d'accordo.

-Ti prego.-mi implorò,facendo fare una risatina.

-E' un onore per me.-



















*angolo autrice*
Eccomi! :D
Okay okay,abbiamo visto che secondo C.C la lettera è uno scherzo,ma ovviamente si tiene tutto dentro,non vuole fare parola con nessuno.
Un invito a cena improvviso e non capisce più niente,che cosa succederà?
Ce la farà a sopportare tutto questo?







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Capitolo 3
*** Non posso ***


- Qualunque cosa ci avesse deciso il destino,m'immaginavo sdraito vicino a lei,alla fine di ogni giornata.


















Non era una mia abitudine.

Quanto disagio.Era proprio una situazione...

Per fortuna che era finito tutto.

Adesso mi trovavo nell'immenso salotto con il camino acceso. Avrei giurato di avere le guance rosse per tutta la serata.

-Eccoci,scusate il ritardo vostra altezza.-le porte si aprirono lentamente ed entrarono due figure alte e slanciate,molto sicure.

Era due dee.

La principessa Cornelia era in splendida forma e la principessa Euphemia era sempre più bella.

Io non ero niente in confronto a loro.

Adesso capivo perchè erano così amate dal popolo.

E in effetti non potevo nascondere la mia ammirazione segreta.

Una volta entrate,fecero un solenne inchino.-Vi prego,questa storia è durata fin troppo.-rise sonoramente.

-Come state fratello mio?-Euphemia si avvicinò,baciandogli la mano.

-In splendida forma.-ancora quel sorriso.

Dopo un po si girarono verso la mia direzione. Ma non guardarono me,forse non avevano nemmeno notato la mia presenza.

Si rivolgevano a Nunnaly.

-Era da tanto tempo che non passavo un po di tempo col nostro re.-sorrise,alzandosi e abbracciando le due sorelle.

Il pendolo antico,che era situato sopra un mobile cinese,suonò le undici.

Cornelia sembrava nervosa,diede un ultimo saluto a tutti e si ritirò.-Ho delle faccende da sbrigare. Gli altri mi aspettano,a presto.-
                                                                          
                                                                       * * *




E così,mi ritrovai a camminare per quel suolo verde,il vento notturno mi accarezzava la pelle. I miei capelli ribelli andavano e venivano sul mio viso,furiosi.

Alzai lentamente la testa ed ebbi uno shock.

Il cielo era indescrivibile. Era pieno di stelle,di galassie semmai,avevo voglia di esagerare. L'astronomia mi è sempre appassionata.

Il suo colore era così intenso da far paura.

Quel cielo,era pieno di vita.

Respirai profondamente,i miei polmoni furono beati in quel momento.

-Deduco che non abbiate sonno.-ancora quella magnifica voce.

Lo ebbi difronte.

Da dove era apparso? Eppure avevo chiuso gli occhi... Solo per due secondi.

-No,non molto.-stranamente fui timorosa nei suoi confronti.-Già,neanche io.-disse beffardo e si sedette sull'erba.

-Sedetevi,ve ne prego. Non abbiate paura.-

Non avevo affatto paura,ma forse non capiva la gravità della situazione.

O forse ero io che mi facevo troppi problemi.

Feci come aveva detto.Ma a una certa distanza.

Non sono così sfacciata.

Sapevo qual'era il mio posto.

-Come sta andando il suo lavoro?-mi chiese a un certo punto,dopo un minuto di silenzio imbarazzante.

Come mai quella domanda? Cosa voleva farne del mio lavoro?

Lui aveva altri compiti importante che occuparsi dei miei problemi.

-Direi bene.-il vento incominciò ad agitarsi e piano piano,le montagne che facevano da sfondo al paesaggio,scomparvero.

Si alzò e mi tese la mano.-Meglio se rientriamo,non vorrei che vi venisse un malore.-

-Perchè...-abbassai il capo.-Perchè quella lettera?-ora o mai più.

Il suo volto si dipinse in un'espressione confusa. Come poteva dimenticarlo?

Poi riprese padronanza di se.-Mi sembra che io via abbia detto tutto.-ancora quel sorriso beffardo,ma dannatamente splendido.

Persi il controllo,mi alzai furiosa,i miei occhi erano pieni di rabbia apparente.-E' uno scherzo?-

-Nulla del genere.-una piccola risata.

-Mi sembra di sì,visto che state ridendo.-le risa aumentarono. Odiavo la gente quando mi rideva in faccia. Volevo solo che parlasse,niente di più.

-Non è assolutamente mia intenzione prendervi in giro. Come potete pensare questo?-

Si avvicinò pericolosamente.

Avrei tanto voluto allontanarlo,ma qualcosa me lo impediva.

Perchè i miei occhi cercavano i suoi?

Ebbi una lotta interna con me stessa.

"Andiamo,datti un contegno."

-Voi... Avete il cuore di pietra.-sputai quelle parole con sincerità,ma me ne pentii subito.

Bene,C.C.

La forca ti aspetta.

Stranamente continuò a fissarmi,prese lentamente la mia mano e se la portò al petto.

Non capivo cosa stava facendo.

-Secondo voi le pietre vanno così veloci?-

Mio Dio,il suo cuore batteva veloce,fin troppo.

Lo sentivo chiaramente.

I miei occhi non capivano il perchè di quel gesto così confidenziale.

Ritirai la mano con malinconia.

Il suo petto era così...

Basta! Non puoi permetterti di fare fantasie con il tuo re,diamine.

-Scusate,è giunta l'ora per me di ritirarmi.-feci un inchino.-Vi auguro buonanotte.-e me ne andai,dandogli le spalle.

Era giusto così. Non poteva esserci niente.

Le nostre convenzioni sociali non lo permettono e non lo permetteranno mai.

In lontananza sentì un mormorio.-Buonanotte anche a voi.-

                                                                     * * *






Mi richiusi la porta alle spalle e sospirai.

E' andata così.

Non avevo mai incontrato un uomo così testardo.

Così ostile nei suoi ideali.

Era questo,il tipo di uomo che mi farebbe... Beh,mi farebbe emozionare. Che sciocca che sono.

Mi tolsi il soprabito e mi misi a letto.

Quella coperta era fredda come quella situazione.

Fatto sta che avevo ragione. Poteva avere quante donne voleva e io non ero di certo un pupazzo da usare e gettare.

No signore.

Non mi farò raggirare.

Hai la mia parola.
































*Angolo autrice*
Ecco il capitolo richiesto,vi prego non uccidetemi se non vi piace,sto facendo uno schema per capirci qualcosa anch'io e vi giuro che sono piena d'idee e non so quali scrivere:3

-Ritornando alla storia-

C.C si sente parecchio a disagio,insomma in una stanza con tutti i reali e lei è soltanto una dama di compagnia. Io mi sentirei molto nervosa e poi mentre sto facendo una camminata mi appare il re in persona... Chi non avrebbe un infarto?

Con questo vi lascio e alla prossima:*

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Capitolo 4
*** Nell'aria ***


- Non eravamo n'e amici,n'e fidanzati,ma eravamo qualcosa.
E quel qualcosa mi piaceva.






























-Ballate molto bene per essere una principessa.-
Che risate. Ah,quante risate.
-E voi per essere il primo ministro del Giappone.-
Nella sala del trono regnavano solo quei suoni. Quelle delle risate.

Ad un tratto si fermarono,affiatati
-Vogliate scusarmi,dovrei raggiungere le camere di vostra maestà.-si staccò da lei con fare goffo.
-Non preoccupatevi. Spero di rivedervi stasera.-un sorriso fugace.
-Non mancherò.-
Prima che andasse via,veloce la principessa gli depositò un bacio sulla guancia.
Era un bacio furtivo,un bacio che doveva essere nascosto al mondo intero.


-Prego entra pure,ti stavo aspettando.-il giovane ministro si richiuse la porta alle spalle e fece un solenne inchino.
-Non siamo in pubblico,puoi anche abbracciarmi.-disse scherzosamente il re per poi abbracciarlo.
Gli amici non si dimenticano mai.
Ma il primo ministro Kururugi era talmente abituato a quei convenevoli che ci aveva fatto l'abitudine.
Erano amici sin dall'infanzia.
Non avevano mai smesso di vedersi.
Neanche dopo l'incoronazione e neanche dopo la cerimonia in Giappone.

                                                                      *     *     *

Queste feste erano così noiose.
Saluto per l'ennesima volta e poi vado a sedermi.
-Ti vedo stanca.-la dolce principessa Nunnaly aveva un sorriso così radioso,che contagiò anche me.
-Veramente è questo vestito che mi affatica.-lo indicai con uno sbuffo.
Fui presa del panico quando la principessa Euphemia mi diede la parola.
Perchè proprio io?
Mi alzai immediatamente.-Oh,benissimo vostra altezza.-
-Mi fa piacere.-aveva un sorriso tale e quale a quello della sorella minore.
Ed io ne fui così attratta.
Non ebbe il tempo di cambiare discorso che annunciarlo a gran voce l'arrivo di un'altra persona.
Ebbi solo il tempo di sentire una parola:La contessa Shirley Fenette.
Così una figura slanciata e cupa allo stesso tempo si avvicinò al centro della sala.
-E' un vero onore avervi qui.-lui,con un'altrettante sicurezza le baciò la mano.
In quel momento,molti demoni della mia coscienza,s'impadronirono del mio essere.
"Che stai facendo?Sei una semplice sguattera,non una contessa che merita rispetto!"
-Sta zitta.-dissi a me stessa con un sussurro.
Per fortuna nessuno mi sentì,con quella musica ad alto volume.
Vagai ancora per la sala,dovunque andassi,trovavo il re e la contessa a braccetto.
Era una scena perfetta.
Due persone così importanti stanno bene insieme.
Prendo dal tavolo l'ultimo vassoio dove erano depositati i bicchieri di champagne.
Mentre attraversavo la sala,vidi la principessa Euphemia in compagnia di un uomo alquanto allegro per i miei gusti.
Due occhi verdi come il bosco d'estate,che s'incrociavano perfettamente con gli occhi lillà di sua altezza.
Mi fermai a fissarli da lontano.
Sorrisi a quel pensiero.
"Sembrano felici,ma che dico,lo sono." Chiunque mi avrebbe vista,mi avrebbe presa per una pazza.
Scossi la testa e mi avviai.


Quando ritornai,la sala non era cambiata,trovai un orologio su uno scaffale vicino all'ingresso.
"Ancora le dieci?"
Questa giornata non voleva proprio finire.
Mi girai in fretta perchè sentì chiamare il mio nome e pestai il piede di qualcuno.
Un lamento e la mia vita era finita.
Alzai lo sguardo.
-Guarda dove vai,stupida!-una voce troppo squillante mi fece rabbrividire.
M'inchinai come si deve.-Le chiedo umilmente scusa,contessa.-
In risposta ricevetti un sonoro schiaffo.-Che non si ripeti mai più.-
Mi toccai la parte arrossata.-Mi scusi ancora.-
-Sparisci,prima che cambi idea.-tutta quella gente mi fissava,che figura.
Quanto avrei voluto che la terra mi divorasse.
E all'improvviso ebbi davanti il re.
Non ce la facevo. Non riuscivo a guardarlo negli occhi,dopo quello che era successo.
Di sicuro aveva udito e visto tutto. Ne ero sicura.
Feci l'unica cosa che mi diede una speranza di salvezza.
Scappai.
                                                                     
                                                                     *     *     *

-Che stupida che sono.-varcai la porta di quella stanza.Oh quella stanza piena di ricordi.
Fu in quella stanza che giocai per la prima volta con Nunnaly. E fu lì che la feci sorridere.
Avevo sorriso anche io.
Forse,per la prima volta.
Mi appoggia al muro e ripresi fiato.
E' successo tutto così in fretta. Neanche il tempo di riflettere e mi ritrovo tutta quella frustrazione alle spalle.
Ogni giorno mi rendevo conto che quella vita non faceva per me.
Ma non potevo abbandonare tutto.
Non potevo abbandonare Nunnaly.
M'inginocchiai per terra e presi due pupazzi tra le mani.
Uno era di Nunnaly,l'altro di Euphemia. Ricordo inoltre che Cornelia non era spesso presente,passava molto tempo col padre.
Invece sua maestà,passava la maggior parte del suo tempo a giocare a scacchi con la servitù.
Era fin troppo bravo.
Strinsi di più quei pupazzi.-Che cos'è un ricordo? Qualcosa che hai o qualcosa che hai perso per sempre?-
Fuori cominciò a piovere.
E solo in quel momento,realizzai che quell'ambiente,rappresentava il mio stato attuale.

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Capitolo 5
*** Le parole che non ti ho detto ***


- ...Credi in me,
non avere dubbi mai,
Tutte le cose che vivi
Se sono vere come noi,
Lo so,tu lo sai
Che non finiranno mai.

In qualunque posto sarai,
In qualunque posto sarò,
Tra le cose che vivi
Io per sempre vivrò.































Era successo.
Fin troppo veloce.
Non avrei mai immaginato che sarei potuta cadere in una situazione simile.
La mia famiglia mi avrebbe cacciata di casa.
Sì,provengo da una famiglia di contadini. Ma l'onore era la prima cosa per mio padre.
Ero pienamente d'accordo. Mi aveva sempre insegnato che la riflessione è essenziale. Che senza di essa,sei perduto. Se lui fosse qui... In effetti non so che cosa penserebbe.
E mia madre,beh lei. So solo che mi manca da morire.
E' strano,visto che lei è morta dandomi alla luce.
Non l'ho mai conosciuta. Ma mio padre mi parlava sempre bene di lei. Talmente bene che mi fece provare addirittura un senso di colpa smisurato.
Lui non mi aveva rinfacciato mai niente. Ma potevo dedurre che ogni volta che mi guardava,in me vedeva il mostro che aveva ucciso la sua ragione di vita.
Non lo biasimo per questo.
A distogliere quei pensieri malinconici dalla mia mente,fu la luce di un lampo.
E poi un boato immenso.
Dopo solo la calma della pioggia.
Scostai le tende,delle carrozze stavano andando via.
Sospirai e si sentì un altro rumore.
Questa volta era un rumore alle sue spalle.
-State bene?-quella voce. Ancora lui.
Continuai a guardare fuori.-Vi prego,non dite nulla. Ho già scontato la pena.-
Mi prese la mano e mi girò verso di lui.-Perdonatemi.-
Oddio,ma stiamo scherzando?
Il re che si inginocchia difronte a me? Questo era troppo.
Lessi nel suo volto un espressione di rimpianto.-Ve ne prego.-
Ritirai la mano con disprezzo.-Vostra maestà,voi siete l'ultima persona che può consolarmi in questo momento.-feci un sorriso amaro.
Sbatté le palpebre,forse non capì.-Oltre a essere il re,vi ricordo che in prima parte sono un uomo.-
Il mio cuore perse un battito. La sua sicurezza gli dava ancora più valore.
"Ma perchè..."
-E quindi capisco i vostri sentimenti.-
Scossi la testa ripetutamente.-Voi?Non fatemi ridere.-anche se le mie gambe non lo volevano,raggiunsi la porta tanto lontana,per sfuggire da quell'incubo.
-Come vi ho detto da quella lettera,ho tempo per farlo.-
Le mie mani si bloccarono,indecise se spostare la maniglia e uscire,o rimanere lì e perdermi in quegli occhi.

                                                                        *     *     *

-E' stata la serata più bella della mia vita.-un sorriso su quella bocca altrettanto bella.
Il primo ministro era rosso in viso,si vedeva chiaramente. Anche alle prime luci del mattino.
-Mi lusingate troppo altezza.-erano ancora a braccetto quando raggiunsero l'estremità del palazzo.
Da quando il re aveva lasciato la sala,era scoppiato il caos. E i due giovani non avevano fatto altro che ridere e ballare come due idioti.
La carrozza era pronta,ma la principessa era troppo ostinata.
In cuor suo,non avrebbe mai voluto lasciarlo. Ma non potè farlo.
Dopo un po il ragazzo si girò verso di lei e le mostrò uno di quei tanti sorrisi condivisi insieme.-Vi auguro buonanotte.-fece un inchino.
-Aspettate.-stava per salire,quando lo fermò di scatto. La guardò confuso.-Ditemi.-
-Avvicinatevi.-più che un ordine era una supplica.
Come detto Kururugi le fu davanti. Faccia a faccia.
La voce della ragazza divenne un dolce sussurro.-Ancora un po.-
Dapprima fu indeciso,no non capiva cosa volesse ottenere.
Fece un passo in avanti. Anche lei lo fece.
-Ci siamo quasi.-dopo un po,si fermarono,i loro occhi a meno di un metro di distanza.
Che piacevole sensazione. Dicevano tutto.
-E adesso?-domandò a disagio il ministro.
-Adesso baciatemi.-
La mente si bloccò.
Stava sognando o aveva sentito male?
Euphemia gli sorrise innocente.
-Siete sicura?-si ritrasse,spaventato.
Lei in risposta l'attirò a se tirandogli entrambe le braccia.-Non sono mai stata più sicura.-
Entrambi si sorriso e poi si diedero un bacio.
Uno semplice. Ma che ti scalda lo stesso il cuore.
Un bacio a fior di labbra.
-Adesso devo andare.-si congedò lui con un sospiro di ammonimento.
Euphemia fece un leggera risata.-A presto,Kururugi.-

                                                                   *     *     *

Sapevo benissimo che il giorno avvenire sarebbe stato disastroso. O per lo meno.
Nunnaly sprizzava gioia da tutte le parti.-Su andiamo!-
-Eccomi sua altezza.-
Scendemmo dalla carrozza con una velocità impressionante.
Quel paesaggio era così familiare,ma così malinconico.
-Che cos'è tutto quest'entusiasmo?-il fratello maggiore le cinse la vita con le braccia.
In quel momento invidiavo da morire la principessa.
"Ma che vai a pensare?"
-Se non sbaglio tu sei nata qui?-mi domandò Euphemia.
Annuì e guardai il magnifico cielo che avevamo difronte.-Già,il mio caro vecchio Giappone.-




















































*angolo autrice*
Eccomi,ho avuto un sacco di dubbi nel scriverlo,vi prego ditemi che è venuto fuori qualcosa di decente.

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Capitolo 6
*** Rischi da correre ***


- Perchè la vita è un brivido che vola via,
è tutto un equilibrio sopra la follia.





























Quella sera non riuscivo a chiudere occhi. Non poteva essere l'emozione di stare in una suite di lusso di un hotel del Giappone.

Era parecchio tempo che non tornavo a casa.

Quella casa che stavo via via dimenticando.

Mentre guardavo fuori la finestra,la voce di Nunnaly mi fece girare. Forse era per il suo impeto nel tono della voce.-Stasera ci saranno le stelle cadenti,che emozione!-gridò in preda alla gioia,volteggiando per la stanza. Le diedi il mio appoggio con una lieve risata.-Da piccola ho sempre voluto vederle.-confessò poi,abbassando il capo con un sorriso.-E adesso si presenta l'occasione giusta per vederle con la mia famiglia.-

Il mio petto fu attraversato da una fitta di invidia. Era fortunata. I membri della sua famiglia c'erano tutti.

-Ovviamente sei inclusa anche tu.-mi sorrise poi,con fare complice.

Sgranai gli occhi.-Sono solo una semplice dama di compagnia,non potete considerarmi un membro della vostra famiglia.-abbassai il capo lusingata,fin troppo.

Si limitò ad avvicinarsi e mi strinse la mano.-Sì che posso.-




                                                                                     

                                                                    *          *          *














Le nuvole stavano fuggendo,per andare chissà dove. Quel cimitero sembrava sempre lo stesso.

-Ciao mamma,ciao papà.-feci un sorriso amaro guardando quelle lapidi,consumate dal tempo. M'inginocchiai davanti a esse,l'erba che era mossa dal vento,mi provocava un solletico vivace alle caviglie.

"Che ipocrite che siamo,eh C.C?" la voce della mia coscienza era ritornata a torturarmi.

"Tu,che sei la responsabile della morte dei tuoi genitori,vieni a trovarli dopo tanto tempo? Che sfacciata."

Chiusi gli occhi ed ebbi davanti tutto lo scorrere della mia vita.

Forse era un segno. Sì,il demonio voleva mandarmi un segno.

Quante volte mia madre,durante il periodo della gravidanza,si era svegliata nel cuore della notte urlando per il dolore? Eh,quante?

"Come puoi saperlo se eri tu a provocare tutto quello?" quella voce stava diventando insostenibile.

Mi toccai il viso. Delle lacrime lo stavano bagnando.-Vi prego,perdonatemi.-sussurrai a malincuore.

Il vento si calmò,il sole cominciò a scomparire verso l'orizzonte.

-Tenga.-alzai il viso. Qualcuno aveva assistito alla mia confessione. Il solito uomo d'affari. Aveva in mano un fazzoletto merlettato,rivolto a me.

Nessuno era mai stato così gentile; tranne Nunnaly,ovviamente.

Allungai una mano per prenderlo.-La ringrazio.-mi asciugai in fretta le lacrime.

-Non c'è di che.-mi fece un sorriso osservando le lapide dei miei genitori.-Anche lei in visita.-il suo tono era confortevole.

Annuì con timore,mentre i singhiozzi cominciarono a farsi sentire.-Anche voi,presumo.-

Senza dirmi niente,indicò alle sue spalle una tomba,dove era scritto il seguente nome: Kururugi

Spostai lo sguardo sul giovane.-Vi chiedo scusa.-gli ridai il fazzoletto.-Non vi avevo riconosciuto.-gesticolai nervosamente con le mani.

-Non si preoccupi.-disse con una fievole risata.-Vi ho già visto da qualche parte?-

-Sapevo di trovarti qui.-una voce penetrò nel cimitero con un tonfo metallico.

Entrambi ci girammo nella direzione di chi aveva parlato.-Amico mio.-mormorò il Primo Ministro con una nota di leggerezza. I suoi occhi si illuminarono alla vista del re.

Mentre il mio cuore chiedeva una fuga immediata.

Si corsero incontro e si abbracciarono.Una di quegli abbracci che ti fanno stare bene. Fin dentro l'anima.

-Potevi anche avvertirmi che sarei venuto.-rise di gusto Kururugi staccandosi dall'amico.-Non era necessario.-spostò lo sguardo su di me.

Mi sentì terribilmente a disagio.-La conosci?-domandò il giapponese,facendo un cenno verso di me.

Gli sorrise.-Vive a palazzo.-il cuore si fermò.

-Veramente sarebbe una mia amica.-spuntò Nunnaly irritata da dietro il fratello.

Che situazione imbarazzante. Pur non facendo niente avevo scatenato una"lite"tra la famiglia reale.

Mi venne incontro Nunnaly e mi tenne la mano.-Sei solo mia.-lo disse in modo alto,così da fare in modo che i presenti sentissero.

Riuscì però a notare una smorfia sul viso del re,non appena le parole terminarono.-Lo vedremo.-sfidò in modo giocoso la sorella.

Subito dopo ci fu una risata generale.-Non siete cambiati affatto.-fece notare Kururugi.

Ma mi sentì a meno di un metro di distanza dal paradiso. Quelle parole mi avevano spiazzata.






                                                                  *         *          *














-Guardate lì!-urlò la piccola principessa,in preda all'euforia. La sorella maggiore,seduta al fianco di Kururugi le sorrise,alzando il capo.-Non ho mai visto niente di più bello.-

Il giovane al suo fianco le prese un ciocca di capelli fra le dita,suscitando curiosità negli occhi di Euphemia.

Con un semplice gesto,mettendo la mano dietro la sua schiena,la spinse delicatamente verso di se e le diede un bacio.

Per loro ci fu quello,esistevano solo loro.

Nunnaly fece finta di niente,continuando a urlare da sola. Fece un lieve sorriso concentrando la sua attenzione su quel cielo tanto meraviglioso.-Adoro il Giappone!-

Mi ero tolta le scarpe,le avevo tenute per un'intera giornata,ero sfinita. Quando i miei piedi ebbero il loro contatto con l'erba mi sentì libera.

-Mi sei mancato.-in realtà mi mancava tutto di quel posto:La terra,i fiumi,il cielo... L'intero paese.

-A me invece manchi tu.-sussultai e mi si mozzò il fiato dalla paura e dalla sorpresa. Per un motivo assurdo cominciai ad avanzare lontano.

Poi,mi bloccai al suo di una domanda strana.-Vi sono mancati? Intendo,i vostri genitori?-mi sfuggì un mormorio,avevo la sensazione che qualcosa mi stesse risalendo per la gola.I miei occhi si stavano facendo lucidi. "Non qui."implorai a me stessa.

-Sfogarti,ti farà bene.-mi suggerì lui,avvicinandosi. Ad ogni suo passo,l'erba e il mio cuore facevano rumore. Avrei voluto urlare. Davanti a noi c'era un fiume,le sue acque erano splendide. Ottime per un suicidio.

Quando pensavo pensavo di raggiungerlo e fare la cosa più stupida che si poteva fare,qualcuno mi attirò a se e mi abbracciò.

In quel momento avrei creduto che sarei morta sul serio. Il mio viso era contro il suo petto,le mie narici erano devastate da quel profumo tanto meraviglioso.-Affidati a me.-mi sussurrò piano all'orecchio.-Vi prego,lasciatemi.-cercai di spingerlo via,ma le sue mani erano possenti.

Questa sensazione era diversa da quella che avevo provato al ballo. Questa volta mi sentivo davvero protetta.

Guardò in alto e sorrise.-Farò di tutto per conquistarvi.-sospirò,stringendomi a se.-Questa è una promessa.-

La mia testa stava oscillando. Era un sogno o un incubo?

Ogni ragazza al mio posto avrebbe esultato per questo. Allora perchè io credevo che fosse tutto sbagliato?

Forse ero io quella sbagliata. Per tutti i peccati che avevo commesso e che avrei commesso in futuro,non ero degna di tutto ciò. Perchè lui non riusciva a capirlo?

-Non dite eresie.-lo spinsi definitivamente e mi guardò in viso sconvolto.La gente sa solo promettere,è brava solo a quello. A parole sono tutti bravi.-Non mi arrenderò facilmente.-

Passò una stella cadente. Volevo tanto che mi portasse via con se.

Volevo che mi portasse via da quel tormento. Ma non accadde nulla.

-Voi non capite e non lo farete mai!-alzai a mia volta la testa contro di lui. La mia voce si era fatta furiosa.

Sbattè le palpebre,senza capire.-A cosa vi riferite?-strinsi i pugni e feci un passo in avanti,alzando il dito contro di lui.-Nessuno si era mai interessato alla mia vita e voi adesso volete dirmi che vi interessa? Non ho bisogno della compassione di nessuno.-quelle parole uscirono senza che lo volessi. Fui guidata dalla rabbia di quella situazione assurda.-Tanto meno della vostra.-sputai quelle parole con avidità,scordandomi immediatamente con chi avevo a che fare.

Ormai le lacrime non esitarono più,vagavano copiose sul mio viso. I singhiozzi si fece sentire.

Strinsi i denti mentre lui mi sorrideva dolce.-Nessuno si salva da solo.-chiuse gli occhi per un minuto.-E' per questo che ci completiamo a vicenda.-il respiro mi si mozzò,le mie guance s'infiammarono.-Non potrete mai capire.-scossi la testa amareggiata.

Non avevo più voglia di stare lì,a parlare con un'ipocrita. Adesso ero anche pronta a lasciare sia Britannia,che il Giappone.

Se fossi rimasta avrei comunque sofferto. Quindi era meglio allontanarsi da tutto e da tutti. Per molto tempo avevo adottato quella strategia.

Mi ero emarginata dal mondo intero,così nessuno poteva farmi del male. Ne avevo subito fin troppo. Era giunto il momento di dire basta.

Una mano mi strinse il braccio,facendomi girare di scatto.-Ho capito molte cose. Ci ho messo del tempo,ma ho finalmente capito.-disse con un sospiro,sembrava una confessione,una di quelle che ci vuole del tempo per ammettere.

La mia espressione si fece interrogativa,mentre il mio braccio fremeva al contatto con la sua pelle.

-Ho capito che non posso fare a meno di te.-un altro sorriso meraviglioso e mi tirò nella sua direzione.

 Le mie gambe tremavano quando il suo viso era a un soffio dal mio. Fu inevitabile.

Le sue labbra si posarono sulle mie,le sue mani che viaggiavano su e giù per la schiena.

Ebbi immensi brividi,mai provati prima. Non ebbi più dubbi e decisi di farmi trasportare dai sentimenti,per troppo tempo repressi.

Gli gettai le mani al collo,esplorando la sua nuca. Il contatto con la sua bocca calda fu come una scintilla. Poi risalì per i suoi capelli.

Mio Dio,erano così morbidi e vellutati.

Gemetti a quel contatto e vidi quel colore così intenso. I suoi occhi. Mi stava fissando in modo malizioso.

-Stanotte. In camera mia. Non accetto un no.-






















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Capitolo 7
*** Dolce peccato ***


- Save me from the nothing I've become.


Salvami dal niente che sono diventata.





























La brezza notturna stava solcando il mio viso. Tutto era monotono e stranamente calmo. C'era una cosa che mi affliggeva.

Questa volta non me la sarei cavata,maledizione. Eravamo in carrozza,tra un paio di minuti avremmo raggiunto il palazzo. Dio,come mi tremavano le gambe.-Sono tanto stanca.-sbuffò Nunnaly,scendendo.Scossi la testa,per scacciare via quei pensieri,per tutto il viaggio non avevo fatto altro che riflettere su quello che era accaduto. Non poteva essere successo,non a me.

Mi toccai le labbra urgentemente. Non so,ma c'era qualcosa di diverso,qualcosa era cambiato.

-Andiamo?-le principesse si avviarono per prime,ormai esauste. A mia volta cercai di trovare la forza per muovermi. Praticamente stavo correndo,avevo bisogno di raggiungere la mia stanza in fretta. Per stasera ne avevo avuto abbastanza,adesso volevo la calma più assoluta.

Accompagnai Nunnaly nella sua stanza.-Sogni d'oro.-mi augurò lei,con il suo solito sorriso che mi mette di buon umore,purtroppo quella frase non placò il mio disordine interiore.-Anche a lei.-mormorai,con fare goffo,la stanchezza che mi stava divorando.

Raggiunsi in fretta la mia camera,quando mi chiusi la porta alle spalle era come si mi fossi tolta un peso dal petto. Mi rilassai,respirando regolarmente,per tutta la giornata non volevo altro che piangere,ma non avevo il coraggio di farlo in pubblico. Nessuno ne è capace.

Sì,il Giappone mi era mancato molto,ma tornarci non era stata una buona idea.

Poi la mia testa fu occupata da lui. Perchè l'aveva fatto? Non doveva succedere,per nessuna ragione al mondo,mi sembrava di essere stata chiara.

Proveniamo da mondi diversi e non ci sarà mai niente. Per quale motivo il mio cuore stava battendo in quella maniera? Santo cielo,calmati! 

E' stato solo un futile bacio. Niente di più.

Ma chi prendo in giro?

Mi è piaciuto da morire,ne avrei voluti altri cento,fino alla fine dei miei giorni. E i suoi capelli,avrei voluto toccarli fino allo sfinimento. E i suoi occhi,così profondi e sicuri che mi toccavano l'anima. Bastava solo uno sguardo,uno solo.

Spalancai la finestra,l'aria fredda entrò e la tenda cominciò a volteggiare. La luna era proprio lì,davanti a me. Allungai una mano per toccarla. Ah,troppo lontana.-Vieni da me.-la implorai a bassa voce. Era così luminosa,avrei voluto guardarla per ore.

E adesso che fare? Solo adesso mi ricordai il suo invito. Il modo in cui l'aveva fatto mi era parso così provocante. Ma qualcosa di oscuro,qualcosa di forte,mi spingeva ad accettare.

Perchè rischiare di stravolgere ancora di più la mia reputazione?













                                                                      





                                                                   *          *          *



















Quei corridoi erano così tetri,ad ogni mio passo le lastre di legno tremavano. Il mio sguardo corse ad un finestra,questa volta il cielo era così sereno,ma le stelle erano sparite. Eppure nel mio cuore un brutto presentimento si era acceso,quando ricominciai a camminare,la fiamma della candela che avevo in mano ebbe un fremito,come se temesse anche lei qualcosa. Un qualcosa d'imminente.

Non mi accorsi che ero arrivata nella sala dei quadri di famiglia. Ad ogni angolo c'era un nobile parente ritratto magnificamente,quella famiglia era davvero numerosa... Un tempo. Fu un attimo,ed ebbi di fronte agli occhi i sovrani attuali:Al centro c'era Nunnaly,in splendida forma,sorridente come non mai. Intorno a lei,che l'abbracciavano,c'erano Cornelia ed Euphemia.Oh,la loro perfezione superava il divino. La mia mente non voleva,ma non appena alzai lo sguardo sul fratello maggiore,venni attraversata da una scossa. Dietro le tre ragazze spensierate,c'era lui,con un insolito sorriso,uno di quei sorrisi che fanno sorridere anche te.

Mi portai la mano al petto,sperando che i battiti diminuissero la loro velocità.-E' questo l'effetto che mi fa.-a dire il vero,sembrava una domanda a me stessa. Ovviamente non c'era risposta,come poteva esserci?

Una volta sentì dire una frase del tipo"al cuore non si comanda". Come avrei voluto darmi un freno.

Potevo,ma non volevo.

Osservai ancora quel ritratto,soffermandomi sul suo viso. Chiunque l'abbia ritratto,ci sapeva proprio fare.

Finalmente,o dovrei dire disgraziatamente,ero arrivata davanti alla camera del re,ad accogliermi c'era una porta in legno perfettamente curata. Con un soffio spensi la candela,era cosa se spegnendola,fosse ritornato il gelo che una volta mi aveva devastata.

"Speriamo che sia in ritardo."ormai non riuscivo più a ragionare,l'agitazione aveva preso il sopravvento.

Raccogliendo le ultime briciole di coraggio,bussai. Trattenni il fiato,in attesa della risposta decisiva che non tardò ad arrivare.-Avanti.-secco,era questo il tono con cui mi aveva accolto. Come ordinato,spalancai la porta che produsse un rumore metallico,focalizzai solo il pavimento,di un colore bordò,i tappeti di prima qualità.-Entrate pure.-sobbalzai alla richiesta,era lì,a un metro di distanza da me. Era seduto al suo scrittoio,aveva un area così critica e concentrata. Mi richiusi la porta alle spalle,mentre lui sospirò seccato. Anche da quella distanza mi accorsi che aveva un scrittura delicata ed elegante,impregnò la penna nel calamaio e firmò l'ultimo foglio.-Stavo temendo che non saresti più arrivata.-la voce era roca e provocatoria.

Ero bloccata,e per quanto mi sforzassi,non riuscivo a trovare una scusa sensata."adesso non c'è più scampo." Talmente abituata a umiliarmi davanti alla gente superiore,m'inchinai lentamente.-Perdonatemi,vostra maestà.-per un po di tempo che a me parvero secoli,due dita soffici mi sollevarono per il mento,e i nostri visi erano vicini come non mai.-Da questo momento in poi non dovrai mai più scusarti.-m'inchiodò con i suoi occhi,spiazzandomi completamente.

-Perchè avete voluto che venissi?-che stupida,ma che altro potevo inventare,per sciogliere il nodo che si era appena creato? -Per stanotte niente domande.-mi fermò lui,prendendomi la vita e attirandomi a se. La situazione stava prendendo una brutta piega.-Saranno le nostre bocche a parlare.-sentì solo un sussurrò e la fine venne a prendermi.

Le nostre labbra si fusero un'altra volta. Ero sicura che il contatto sarebbe stato più intenso,e così fu.-Non mi sembra giusto.-mormorai,cercando di divincolarmi dalla sua stretta possessiva. Mi guardò negli occhi vedendo solo una scia di sicurezza,e poi un lieve sorriso.-E' ingiusto che due persone cercano di esprimere i propri sentimenti?-come dargli torto? Mi irritava il fatto che sapesse sperimentare al momento giusto la sua"filosofia di vita".

Prima che potessi proferire parola e giustificarmi,mi trascinò vicino al suo letto. Fui così sorpresa davanti a tutta quella magnificenza,ma non me ne curai ben poco.

Davanti a tutte quell'insistenza,cominciai a provare quel sentimento che provono gli animali prossimi alla morte.

Paura. Ed io ero l'animale in trappola,davanti al cacciatore,che stava aspettando il momento giusto per divorarmi;

-Stanotte non ci saranno scrupoli.-il fiato mi si mozzò in gola. Ecco che il panico crebbe in un secondo.-Che intenzioni avete?-feci un passo indietro,ma lui mi precedette e mi spinse sul letto. -Basta,vi prego.-in un attimo mi fu addosso stringendomi i polsi in un morsa violenta.

Mentre il mio viso assunse un colorito pallido,lo vidi respirare forte,concentrando la sua mente in cerca delle parole giuste.-Concediti a me.-cacciò tutto con un sussurro,la sua voce era diventata così passionale,che mi arrivò dritto al cuore,facendomi diventare paonazza. Ebbi la pelle d'oca per quella rivelazione.

Ma,infondo,i suoi occhi erano dannatamente belli.

Colui che avevo davanti non era un re.

Era ben altro che questo.

Era un angelo.

Un angelo venuto dalle tenebre.

Tremai dalla tensione,quando riempì i polmoni d'aria,pronta a pronunciare le parole che mi avrebbero resa schiava,schiava dell'amore,schiava di quell'essere venuto per salvarmi.-Yes,your majesty.-

Come una furia scattò,catturando le mie labbra in modo raggiante,fu così veloce che mi scordai addirittura dove fossi. Per me esisteva solo lui in quel momento,solo lui. Le nostre lingue s'incontrarono per la prima volta,e mentre erano impegnate in una danza selvaggia,le mie mani libere esplorarono il suo viso.-E' reale? Tutto questo è reale?-gli domandai,tra un bacio e l'altro. -Sì,lo è.-con le braccia,mi sollevò quel tanto per abbassarmi il vestito di un centimetro,scrutandomi subito per vedere la mia reazione.

Con i denti che tremavano e gli arti paralizzati,annuì con timore.

Senza perdere tempo,mi tolse il vestito tutto d'un fiato e io chiusi immediatamente gli occhi. Sapevo benissimo che il mio fisico lasciava a desiderare,e che non era il tipico che faceva impazzire un uomo.-Sei bellissima.-aprì la bocca per controbbattere,ma la sua morsa protettiva tornò a stringermi.

Con una mano,sbottonai la sua camicia da notte e lui la gettò in un angolo remoto della stanza. Adesso potevo ammirare tutta la sua magnificenza,che fino a quel momento era ignota a tutti. Solo io avevo ricevuto quel privilegio.

Gemetti sommessamente,quando la sua bocca si spostò sul mio collo,baciandolo costantemente.-Non mi stancherò mai.-confessò lui,il suo tono ormai rotto dalla frenesia. Gettai la testa all'indietro,facendo fuoriuscire un piccolo urlo,quando mi lasciò un tenero morso.

A quella reazione fece un piccola risata di soddisfazione.

Decisi di vendicarmi.

Senza pensarci su,le mie unghie raggiunsero la sua schiena e cominciai a graffiarlo da ogni parte,la sua pelle era così sensibile e vellutata.-Va bene,me lo sono meritato.-ancora una risata e mi accarezzò la testa con fare dolce.

-Voglio che tu sia mia. Mia e basta.-non mi sorpresi,temevo che prima o poi l'avrebbe detto.-Solo se tu lo vuoi.-domandò poi,i nostri sospiri che si confondevano,la notte che era ormai nostra.

Quella sera stavo proprio esagerando con le concessioni,fin troppo.-Sì,lo voglio.-e senza altra richiesta,senza altri divieti,senza altre confessioni,io e quell'uomo dalle doti strabilianti,ci unimmo in una promessa.

Una promessa fatta di speranza,di fedeltà.

-C.C.-si lasciò sfuggire il mio nome in un mormorio,mentre i suoi occhi e le sue labbra esploravano ogni parte del mio corpo.-Voglio convincerti che il tuo posto è qui con me.-risalì su per il mio viso e non ottenendo risposta,continuò il suo atto di conquista.

-Dì il mio nome.-m'implorò lui,scrutandomi con gli occhi. Ero sicura che il mio viso avesse raggiunto il massimo del suo rossore.-Come?- Il suo nome. Questa concessione era solo per la famiglia reale. Come poteva pretendere tutto questo?

Un altro bacio e gemetti ancora per le sensazione che mi faceva provare.-Voglio che pronunci il mio nome.-mi regalò un sorriso che farebbe invidia alla splendente corazza del giorno,che tutti chiamano sole.

Diedi un ultimo urlo quando lo sentì dentro di me,esaudendo il suo desiderio. La sua vicinanza era come una liberazione per me.-Lelouch.-dal mio viso cadde un lacrima,mentre il suo capo ricadde sul mio petto. 

Con le ossa ormai inermi e distrutte dalla passione,ci depositammo sotto quelle coperte sublimi. Non avevo la benchè minima intenzione di parlare,non sapevo cosa dire. Ero solo stupita e confusa da quella situazione.

Non poteva essere successo a me,forse stavo sognando.-Se non fossi venuta,ti avrei raggiunto subito.-ormai quel dialogo era tutto un sussurro. Un sussurro proibito. -Mio signore-mi avvicinai,tremando per quell'occasione.-Deduco che siate un tipo molto ostinato.-si girò verso di me,lanciandomi uno sguardo di approvazione.

Avevo centrato l'obbiettivo,l'avevo centrato eccome.

Continuai la mia osservazione,incapace di darmi un freno.-E deduco anche che amiate molto le sfide.-finì le mie lodi con un sorriso.

Che strano,non mi sarei mai aspettata di sorridere insieme ad un'altra persona.

-Può darsi.-fece il finto modesto,e con un unico gesto delle braccia,mi tirò verso di se,cercando con il suo corpo di riscaldarmi.-Ma amo di più te.-mentre udì l'ultima frase,i miei occhi si posarono su un candelabro acceso,nell'angolo della stanza,tutte candele sembravano fissarci,e maledire quell'atto,appena consumato. Quando la sua voce si arrestò,anche io rimasi impassibile davanti a lui.

Ma il mio animo era assai tormentato.

Avevo veramente trovato una persona che mi aveva accettata così com'ero? 

Era davvero quel tipo di persona che avrebbe sacrificato tutto per la mia felicità?

Per un attimo chiusi il contatto con i miei pensieri oscuri,e depositai immediatamente la mia mano sul suo palmo freddo.-Vi amo anche io,mio re.-      















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Capitolo 8
*** Decisioni ***


- Quel suo odore che mi penetrava fin dentro le ossa.Non saprei dire di che cosa si trattasse,
ma mi dava i brividi ogni volta.





















Tutto quel calore mi dava fastidio,ma era così piacevole.Nessuno sarebbe riuscito a sottrarsi.

Sforzai di aprire gli occhi,ormai segnati da sonno pesante.Ricordai benissimo che avevo passato la notte a pensare.

A pensare a quello che era successo,ma in quel momento mi sfuggiva letteralmente.

Alzai quel poco la testa,scorgendo la stessa finestra spalancata e le tende di seta che facevano da cornice.Ah quel tepore,era magnifico.-Dove sono?-mormorai,guardandomi intorno.Dopo un'accurato esame,spalancai gli occhi,cercando,con le coperte,di coprirmi il corpo ancora inerme e visibile.

Non potevo crederci,adesso ricordavo tutto.

Mi ero concessa al re.

Cercai disperatamente il mio abito,la stanza era così illuminata,adesso aveva un'aspetto assai gradevole.Solo in quel momento mi accorsi che il posto di quell'uomo era libero e che sul cuscino era depositata una lettera.

Non mi sarei mai stancata di vedere quella scrittura così gentile e impeccabile.Mentre la lessi,la mia mente tornò a quella prima lettera,di come tutto incominciò.

Mia adorata,

Sebbene sarete confusa di quello che è successo,volevo solo chiare che non mi pentirò mai del nostro gesto.Adesso siamo una cosa sola,adesso appartenete solo a me,niente potrà dividerci.E solo in quel momento,quando le nostra anime si sono unite,ho capito che voi siete la donna della mia vita.Non desidero altro,se non voi.


Il cuore si fermò,mentre una lacrima mi scivolò via dal volto.Oddio,non poteva averlo scritto sul serio.Stava davvero esagerando.Allora perchè mi sentivo così felice.

Questo è solo l'inizio,non permetterò a nessuno di farvi ancora del male,mai più.Sarò io a proteggervi sempre.Adesso siete consapevole di non essere più sola,sarò la spalla che vi sorreggerà e la stella che vi illuminerà sempre.

Quando ti ho dato l'amore ho scoperto la vita, quando ti ho dato me stesso ho scoperto la felicità.

Vi amo.
Il vostro re

Richiusi la lettera lentamente,respirando quel profumo indelebile.I miei sensi erano di nuovo bloccati.Mi rimisi il vestito in fretta,scrutando un'orologio a pendolo,depositato sulla sua scrivania.

Le 12:20 

Quanto tempo che era passato,il pranzo era già finito da venti minuti.Che cosa avrebbe pensato di me,Nunnaly? Sapeva benissimo che non mi presentavo mai in ritardo.Non era da C.c.

Richiusi immediatamente la porta,cercando di fare il meno rumore possibile.Mi sentivo parecchio in colpa per aver rimasto quel disordine nella stanza,ma non avevo più tempo.

Sarà cambiato qualcosa? Io credo di sì.

















                                                                        *          *          *

-Eh? Il fidanzamento ufficiale?-esclamò esterrefatta Cornelia,osservando i due ragazzi in questione.Euphemia le sorrise innocente,stringendo la mano del ministro.-Esatto.-la sorella minore stava ancora saltando di gioia.-Lo sapevo,lo sapevo.-esultò,senza contegno.-Era ora che uscisse allo scoperto.-indicò Euphemia e il suo futuro cognato.-E' un vero onore per me.-disse alle presenti,visibilmente rosso in viso,mentre si spostavano nella sala del trono.

-Vedo che siete tutti molto allegri.-notò il sovrano,seduto su una di quelle poltrone che valevano quanto l'oceano atlantico.-Posso sapere il motivo?-si lasciò sfuggire un piccolo sorriso.-Ecco...-attaccò Suzaku,voleva essere il più delicato possibile,erano anni che si conoscevano e ormai poteva solo immaginare la sua reazione.Ovvero,un qualcosa di tragico.Il giapponese era stato sempre un tipo paranoico,voleva a tutti i costi smettere con il suo carattere.Senza nessun preavviso,la ragazza dai capelli rosa,alzò al cielo le loro mani ancora unite.-Vedi adorato fratello mio,ero ancora una bambina quando mi spiegarono cosa fosse l'amore,ma adesso ho capito cosa sia.-fece una piccola pausa,il re non dava segno di muoversi,rimase impassibile,aspettando la risposta finale.-L'ho capito perchè lo sto vivendo.-concluse con un sorriso,che rivolse a lui e al ragazzo al suo fianco.

Lelouch annuì con un sorriso.-Mi sorprendi ogni giorno di più.-Nunnaly era così felice,finalmente sua sorella aveva trovato qualcuno che l'amasse veramente.Prima del ministro,veniva corteggiata solo da grandi uomini d'affari che pensavano solo a i loro conti in banca.Mentre il giapponese aveva qualcosa di speciale:Il divertimento.Era così spiritoso,non aveva mai fatto ridere la principessa così tanto nella sua vita.Era questo che li aveva fatti innamorare.

Lui la rendeva felice e lei lo amava sempre di più.

-Avete la mia benedizione.-informò il fratello maggiore,avendo l'attenzione puntata su di lui.-Davvero?-Suzaku non poteva crederci.-Mi fido di te.-rivelò all'amico,facendolo sentire ancora più sicuro.

Nunnaly si stava asciugando una piccola lacrima di gioia,quando entrai io.Non potete sapere il mio imbarazzo.Era sempre un peso per me,entrare in una stanza dove ci fossero persone importanti.

Ma quando i miei occhi e quelli del re,s'incontrarono,mi fermai di botto,mentre lui mi sorrideva da lontano.Ovviamente nessuno notò questa "connessione",ma Nunnaly mi fece riprendere all'istante.-Dov'eri finita?-la sua espressione non traspariva nessun segno di irritazione,per questo che ogni volta mi stupiva.Solo il tempo di un sussurro vicino al suo orecchio.-Ho dormito più del dovuto.-in pratica era la verità,ma dall'altra non potevo dirle cos'era davvero successo la notte prima.

Mi avrebbe odiata.

E solo quando ebbe un momento di distrazione,alzai lo sguardo verso di lui.Aveva inclinato un po la testa e mi fece segno di uscire fuori.Osservai il resto,se ci avessero notati cosa avrei fatto? 

Ma non potevo sprecare quell'opportunità.

Avevo sete,e lui era l'acqua più buona che potessi assaggiare.

-Con permesso.-si congedò il re,mentre i presenti si accomodarono vicino ad un tavolino usato per servire il the.-Mi ritiro anche io.-annunciai dopo due minuti.Naturalmente nessuno diede segno di assenso,era troppo impegnati a lodare la neo coppia.Come biasimarli? Li vedevo così bene insieme.In fondo la principessa si meritava questo ed altro.

A mio agio,abbandonai quella sala,incamminandomi verso l'esterno,quel posto all'aperto mi faceva stare davvero bene.Ma non era niente in confronto a quello che mi provocava quell'essere.

Una voce dal nulla mi fece trasalire.-Ti stavo aspettando.-non ebbi neanche il tempo di prendere fiato,che una mano m'intrappolò in una morsa affettiva.-Siete voi.-il mio corpo cercò d'imprigionare tutta quell'essenza che mi trasmetteva.Le sue mani che viaggiavano libere per la mia vita,strinsi i denti con imbarazzo.Non ero ancora abituata a tutto questo.Ogni volta sarebbe stato un bellissimo shock.

Era tutto così magico,non poteva essere vero,non stava accadendo a me.-Non ti lascio più.-sussurrò piano,mentre la sua bocca esplorava il mio collo.Respirai forte,le sue labbra erano così calde e il mio corpo non ne poteva più...Ma non mi sarei mai stancata di quelle sensazioni proibite.

Cercai di riprendere la ragione,mi guardai intorno,pronta a qualsiasi evenienza.-Qualcuno potrebbe vederci.-cercai di liberarmi dalle sue braccia,ma erano tutti sforzi inutili.-Non m'importa.-ansimò continuando a compiere la sua opera.

A corte,in quell'ultimo periodo non si parlava d'altro:Affari di qua,affari di la.Una vera noia.La popolazione aveva raggiunto la sua massima espansione,ma sentivo che qualcosa sarebbe uscito allo scoperto.-Siete davvero sicura?-domandò timoroso il piccolo duca,appena entrato in società.-Ma certo.-rispose con estrema sicurezza la contessa Fenette salutando un suo socio in affari.-Vedrai,questo piano è perfetto.-prese la tazza,cominciando a sorseggiare il suo infuso di erbe asiatiche.Il duca fece un cenno del capo,era alquanto incerto,ma per la sua padrona avrebbe fatto di tutto.














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Capitolo 9
*** Che Dio mi perdoni ***


-Nessuno se ne accorge che io ormai non ci sono più.

ascolto,parlo,sorrido,ma non ci sono più.



















Eravamo solo all'inizio di marzo e l'aria cominciava a diventare pesante. Il cielo stava assumendo un colorito molto strano,mentre qualcuno bussò alla porta.-Avanti.-ordinò quell'uomo dall'aria annoiata.-Sapevo di trovarti qui.-irruppe il ministro con il suo solito sorriso sincero. Il sovrano,dal canto suo,era seduto sul delicato divano,mentre sorseggiava del the.
Sollevò appena il viso per incrociare il suo sguardo.-Da quanto tempo,prego entra.-l'invitò,sapendo benissimo che dai suoi movimenti poteva dedurre il suo imbarazzo. Non era ancora abituato a chiamarlo re; quando erano piccoli si chiamavano addirittura fratelli. All'esterno non era cambiato niente,ma Suzaku potè intuire che il suo animo era indaffarato con qualcosa di più grande. Governare un popolo non era una cosa semplice. Si fidava del suo istinto e delle scelte che avrebbe fatto. Non aveva mai deluso nessuno. Era sicurissimo di fare le scelte giuste,diversamente dal padre,che dopo due anni di tirannia,era stato giustiziato dal parlamento.
Si sedette accanto a lui,timoroso.-Come vanno le cose?-aveva l'impressione di non essere stato sentito,perchè il re stava leggendo e firmando parecchi documenti.-Abbastanza bene.-rispose con una piccola risata amara.-Cornelia non è qui,perciò dovrò controllare personalmente gli affari amministrativi.-un ultimo sorso e un'ultima firma,poi si lasciò cadere sulla poltrona,sfinito.
-Dev'essere dura fare il re.-scherzò il giapponese,mentre l'amico lo guardò con aria di speranza.-Se vuoi ti cedo il posto.-disse subito in preda all'euforia e alle risa. Suzaku alzò le mani al cielo,segno di negazione.-Neanche per sogno.-altre risate e quella stanza era arrivata alla temperatura giusta.

Poi,com'era arrivata,così svanì. Il volto di Suzaku assunse un espressione afflitta e seria contemporaneamente.-Il tempo della scelta si sta avvicinando.-le sue parole appesantirono l'animo del suo amico,guardandolo con stupore. La scelta? Di che stava parlando?
-Non capisco dove vuoi arrivare.-Lelouch era assai confuso,mentre Suzaku era sicuro come la morte.-E' il momento di scegliere una consorte.-inclinò la testa,come quando si parla ad un figlio per ricordargli di fare i compiti,e lui,questa parte,la stava prendendo molto sul serio.

Gli occhi del sovrano divennero più scuri di quanto non fossero stati prima. Si alzò,dirigendosi verso la finestra,la testa in subbuglio per quell'inconveniente. Doveva trovare una compagna,i desideri del popolo venivano prima di ogni altra cosa. Questo lavoro comportava rischi e sacrifici. Tutto alquanto insidioso. 

Il suo cuore aveva già gridato il suo nome. Quel nome meraviglio che l'aveva tormentato per così tanto tempo. E come per magia,era diventata sua. Aveva visto posti di lei che nessuno avrebbe mai avuto il piacere di vedere.
Sorrise al ricordo di quella notte,come se fosse successo ieri,assaporando ogni minimo dettaglio mentre i loro corpi si univano sotto quella promessa solenne.-Avevi già qualcuna in mente?-la voce di Sukaku gli fece aprire la mente,riportandolo sul pianeta terra. Quanto voleva che almeno lui lo capisse. Era il suo migliore amico,ma non poteva rivelargli di essersi innamorato della dama di compagnia di Nunnaly. Come avrebbe reagito? E sopratutto come l'avrebbe presa il popolo? 

Solo in quel momento,realizzò che per C.C avrebbe sfidato il fuoco dell'inferno e la furia degli dei. Era pronto anche alla morte.
Quando le loro pelli si sfiorarono per la prima volta,fu travolto da sensazioni immense,come se qualcosa di forte e potente l'avesse attraversato. Scosse il capo,rimproverandosi mentalmente. Non poteva permettersi di fare altri sbagli.
Ma sopratutto non non poteva continuare a mentire a lei,alla sua famiglia e a quell'amico che si preoccupava ogni minuto per lui. 
Visto che non azzardava a proferire parola,il ministro lo incalzò,elencando varie opzioni.-Elizabeth Ford sarebbe meglio escluderla,ha solo quattordici anni,troppo giovane. Poi abbiamo Annabelle Germaine-si grattò la testa riprendendo fiato,mentre esaminava ancora una volta la sottoscritta.-cinquant'anni,troppo vecchia.-Lelouch lo guardò ammonendolo a fermarsi:non c'era più niente da fare. 

Lui aveva già scelto.

Ma l'amico non si perse d'animo,avrebbe fatto di tutto per garantirgli il totale successo,teneva molto a lui,e di conseguenza voleva anche che il paese fosse contento.-Poi c'è la contessa Fenette.-solo all'accenno di quel nome gli veniva la nausea. A corte era costretto dal galateo a comportarsi come un gentiluomo,ma in privato provava il più grande disprezzo per quella donna che non apprezzava niente della vita. Invece lei. Oh,lei l'aveva resa più solare. -Non ho alcuna intenzione di prenderla in moglie.-scosse il capo adirato per l'idea che aveva avuto l'amico.
-Qui non si parla di matrimonio per amore.-ribattè subito Suzaku.-Qui si mette in gioco il popolo di Britannia. Sai che prima o poi dovrai dare un erede,e che la contessa è un buon mezzo per ottenerlo. Non c'è donna più nobile e raffinata a corte.-forse non si rese conto di quanto erano taglienti quelle parole. Solo alla parola erede ebbe un capogiro. Il dovere coniugale era verso il bene del popolo,su questo era d'accordo con lui.
Ma aveva già scelto chi dovesse stare al suo fianco.-Il mio cuore appartiene ad un'altra.-confessò,sull'orlo di dirgli anche il resto. Anche quando abbassò il capo,notò un nota di tristezza in Suzaku.-Sulle questioni di cuore,io non posso intervenire.-aggiunse con un sospiro sommesso.-Ma rifletti su ciò.-avrebbe davvero pensato di fare la fine di suo padre?
Strinse i pugni,incoraggiando una piccola parte di se che era rimasta ancora lucida. Il minimo sbaglio e poteva considerarsi morto.

Guardò ancora fuori dalla finestra,il vento che stava soffiando all'esterno,mentre gli alberi annunciavano qualcosa di anomalo avvicinarsi.-Dimmi Suzaku,secondo te anche i desideri sbagliati si potranno mai avverare?-



















                                                                         *          *          *



















La dolce principessa vagava insieme al suo fidato cavallo su quella distesa,non si sarebbe mai stancata,ma le dolci grida di sua sorella la richiamarono.-Sta arrivando un temporale.-l'avvertì Euphemia,mentre Nunnaly alzava gli occhi al cielo.
Le nuvole avevano assunto un'aria impressionante e incredibilmente minacciosa,concentrando le loro forme in un'unica massa gigantesca. Anche l'aria era diventata gelida e pungente.-Arrivo subito.-concesse dispiaciuta,mentre lasciava il cavallo allo stalliere.
-Domani andrà meglio.-le rassicurò la sorella,mentre rientravano a braccetto per l'ingresso principale.-Lo spero.-mormorò,dando un ultimo saluto a Peg,la sua compagna d'avventura.

Erano solo le sette,ed io ero nella mia umile stanza a preparami per l'uscita serale:Oggi era il decimo anniversario della scomparsa di sua maestà,la regina Marianne. Non potrò mai dimenticare la dolcezza e la generosità di quella donna. Era un angelo sceso in terra.
E infatti aveva dato alla luce dei figli meravigliosi. Sono stata davvero fortunata ad aver avuto quel lavoro. 
E cosa più importante,ho conosciuto lui.

Quella chiesa stile gotica aveva il suo fascino,che io non riuscivo a vedere. Al suo interno erano state disposte delle rose rosse di altissima qualità insieme a dei tulipani davvero deliziosi.-Inizi a piangere già ora?-intervenne il giapponese sorridendo,non avrebbe mai voluto che la sua tenera principessa piangesse. La giovane britanna si asciugò le lacrime,in segno d'imbarazzo.-E' più forte di me.-senza che le disse altro,la tirò a se stringendola il più che poteva.
Ci voleva ancora del tempo per l'inizio della funzione,e non ebbi momento più adatto per espiare i miei peccati. Mi sarei sentita di sicuro più leggera. 
Mi avvicinai piano all'angolo dei confessionali,scoprendo con mia grande gioia,che padre Vincent era disponibile. Adoro quell'uomo. Aveva le mie stesse origini,era stato l'unico che mi riuscisse davvero a capire. Lo guardai per bene prima che si accorgesse della mia presenza. Erano anni che non lo vedevo,e i segni dell'invecchiamento erano ben visibili:La barba era più bianca dall'ultima volta e gli occhi erano ancora più scuri e stanchi. Dall'aspetto tutti l'avrebbero scambiato per un uomo rude e violento,ma in realtà era tutt'altro che questo. 
-Buonasera padre.-mi ero limitata ad una semplice occhiata,sperando che mi riconoscesse.-E' libero in questo momento?-perlustrai l'area intorno,assicurandomi la completa segretezza.
Per tutta risposta,l'uomo in nero ricambiò il suo sguardo serio e spensierato di una volta.-Bambina mia,sei tornata. Ci sono molte cose di cui dobbiamo parlare.-strinse il rosario che aveva al collo,segno che il Signore ci aveva finalmente concesso una grazia.
-Sarò felice di accontentarvi.-non ero mai abituata ad essere così regale,neanche con padre Vincent. Che era come un padre per me.-Ma adesso ho urgente bisogno di confessarmi.-
-Certamente.-mi fece un segno con la mano per accomodarmi al suo fianco.-Puoi dirmi tutto quello che vuoi. Parla pure che qui siamo nella casa del Signore.-cosa potevo dirgli? Non avevo idea di come iniziare il discorso. Era tutto fin troppo complicato. Mi era stato difficile capirlo da sola,figuriamoci esporlo ad un'altra persona.
Chiusi la tenda in fretta,prima mi ero accertata che nessuno ascoltasse quella conversazione,congiunsi le mani davanti al mio viso,facendo un grande respiro.-Io...Sono venuta meno ai miei doveri,prendendo il posto che non mi spettava.-la mia voce era un sussurro che si stava spezzando lentamente in una morsa dolorosa. Che stavo facendo? Stavo davvero dando sfogo ai miei oscuri pensieri. E se non fosse la cosa giusta? Se mi stessi sbagliando? 
Il confessionale mi aveva regalato un grande vantaggio:mentre pronunciavo la mia condanna a morte,il volto di quell'uomo era un mistero per me. Non avevo idea di che opinione si era fatto di me. Per lui ero sicuramente cambiata,e molto anche. 
Ma,di sicuro,nel silenzio che circondava quei misteriosi messaggi,stava riflettendo su cosa avessi potuto fare di tanto grave. Ma ovviamente la risposta non arrivò,non in codice almeno.-Temo di aver stretto un patto col diavolo.-cercai di rimanere lucida,ma il panico non ne voleva sapere niente. Anche se la sua espressione mi era completamente ignota,potevo avvertire tutta la disperazione di quel pover'uomo.-In che senso,cara? Spiegati meglio.-
Chiusi gli occhi,sperando che con altre poche parole capisse,la messa sarebbe iniziata tra pochi minuti.-Amo un uomo che non mi appartiene.-il mio stesso cuore gridava quelle sensazioni strazianti. Cosa avrei fatto se alla fine avesse scelto un'altra? E se fosse stato tutto un assurdo scherzo? In tal caso non c'era niente da fare. 
Quel segreto l'avrebbe portato sempre con se. Sepolto nell'eternità.
-Questo non è un peccato. Fa parte della vita.-rispose piano il parroco,riflettendo sulla risposta,selezionando quella più accurata e semplice.-Ogni giorno incontriamo migliaia di persone,ma solo il cuore può decidere per chi vale la pena soffrire.-non capivo il senso. Dove voleva arrivare? Mi stava davvero dicendo che per qualsiasi cosa faccia,sia destinata a soffrire per un amore non ricambiato?
-Vale la pena soffrire per quest'uomo?-la sua parte razionale di bloccò. Mai prima d'ora si era posta quella domanda. E se fosse frutto della sua testa? Se fosse un sogno durato troppo a lungo? 
Scostò la tenda,molta gente aveva preso posto nelle tribune per assicurarsi una bella visuale,mentre il sovrano,come naturale diritto,aveva preso il posto migliore. 
Un minuto e mi sentì scoppiare dentro,qualcosa si accendeva quando incrociavo il suo sguardo,anche per puro caso. Se non avessi mai incontrato la sua figura per un giorno intero,sarei potuta impazzire. Quelle attenzioni erano diventate fondamentali,ormai. Non potevo più resistergli. 

Lui era il veleno e anche la mia cura.

I polmoni erano letteralmente in fiamme,mentre le mani si stringevano l'una all'altra cercando riparo dal freddo.-Che Dio mi perdoni.-sussurrai a fior di labbra,mentre eseguivo il segno della croce,un segnale che il parroco interpretò come un ammonimento,infatti ne avevo avuto abbastanza per oggi;
-Possa la tua anima trovare la pace.-recitò la preghiera che si usava alla fine di una confessione,forse quello mi sarebbe servito per avere un po di fortuna. Non sapevo più cosa pensare.
A volte stentavo a capire cosa fosse giusto o sbagliato.

E lui era in cima a entrambe le liste.

Il suono dell'organo mi fece ridestare dai miei pensieri,prendendo posto vicino a Nunnaly,che mi aveva fatto un cenno da lontano. 
Durante la funzione,la dolce principessa aveva stretto la mia mano incessantemente. -Non lasciarla mai.-non doveva temere niente,di me poteva fidarsi. Anzi,non tanto,dopo quello che avevo fatto alle sue spalle. Mi sentivo come un topo in trappola,incapace di uscire alla luce del sole,era come se la rivelazione fosse ancora più scottante dell'atto che avevo adempiuto fino alla fine.
Quando le porte della chiesa si aprirono per far passare i reali,fui investita da una strana brezza. Che fosse questo un segno del destino?
Il re sembrava sconvolto,ogni anno aveva la stessa espressione,come se perdesse in continuazione quella donna che per lui era stata un dono. Mai avrebbe rinnegato quella dolcezza,e mai sarebbe stato capace di farne a meno.

-Mi dispiace tanto.-confessò la contessa a mezzo metro da lui,la sua voce era così acuta e acida,che avrei giurato fingesse. Ma io non ero nessuno per giudicarla.-Vostra madre era una donna meravigliosa,non mi stupisco che abbia avuto un figlio così bello.-come poteva approfittare di quel momento doloroso per fare dei complimenti? Non aveva il minimo senso della sensibilità?
Il re non accennava a muoversi,digrignando i denti in modo convulso,sperando che la rabbia si consumasse in fretta.-Posso allietarvi con la mia presenza?-aveva ripreso la contessa,aumentando la sua sfacciataggine. Lelouch si girò un attimo per scrutare il volto di Suzaku:sicuro come non mai. Gli fece un segno d'assenso,trasmettendogli che quello era la cosa giusta da fare.-Certamente.-usò un filo di voce e le offrì per l'ennesima volta il braccio,il pentimento per quella mossa era alle stelle. Mai nella sua vita aveva sentito del disprezzo per qualcuno.
Ovviamente la prima persona era stata il padre.

Il palazzo era immerso nel più antico silenzio. Quando ebbi la certezza di non essere osservata,radunai tutti i miei spiriti più oscuri,cercando di concentrarmi,ma una fitta di dolore s'impadronì del mio corpo,circondandolo da spasmi dolorosi. Nessuno avrebbe potuto aiutarmi,ero inerme e atterrita per la paura. 
Pensai che sarei morta,quando una figura alta e indistinta notò il mio malessere.-Si sente bene?-con quella domanda tutti gli occhi della gente fu su di me. In quel momento non m'importava della figura che stavo per fare. Le forze mi stavano abbandonando,perdendomi in quelle anime ignoranti.
I sensi mi abbandonarono del tutto,cedendo alla morsa distruttiva della stanchezza. 
Prima che potessi formulare una spiegazione,il mio corpo e la mia mente caddero nell'oblio più totale.



















                                                                     *          *          *




















Egli aspettava fuori,nervoso come non mai,sperando che ricevesse presto una risposta positiva. Gli ospiti erano rimasti nel salone ufficiale,agitati quanto lui per quell'evento sconvolgente.
Il dottore uscì fuori,l'espressione non prometteva niente di buono. Gli occhi trasparivano qualcosa di maligno e assolutamente non previsto.-Mi dica tutto.-scattò subito lui,che era appoggiato al muro,la tensione minacciava di mangiarlo.
-Vede,dopo accurati esami.-iniziò l'uomo,che dall'altra parte sapeva benissimo quello che stava per dire.-Ho dedotto che...-

I secondi scemarono,la frase che seguì lo rimase atterrito,come quando una bottiglia viene lanciata in mare. E non fa altro che cadere,fin quando non tocca il fondo.
Mille spine lo attraversavano e il suo animo fu scosso da un colpo dritto al cuore,come un pugno ricevuto in pieno petto.

-...E' incinta.-






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Capitolo 10
*** Stupore ***


- Penseremo al futuro quando ci arriveremo.




















Il buio mi stava divorando,questa volta era tutto diverso.
Che cos'era quella sensazione? C'era qualcosa che non andava in me,questo l'avevo capito da molto tempo.
Che terribile ossessione.

Finalmente i polmoni si riempirono d'aria e la calda luce lunare mi raggiunse.
L'atmosfera però,rimaneva lo stesso fredda. Era insopportabile.
Il mio corpo non era abituato a tutte quelle sensazioni.
Il fiato mi si mozzò in gola,per quanto ne fui sconvolta,non potevo annullare quell'immagine che avevo davanti:quell'uomo,quell'uomo dannato,mi stava fissando,in una maniera che mi lasciò sorpresa.
La sua era pura disperazione?
Abbassai lo sguardo e vidi la sua mano appoggiata alla mia.
Sbattei le palpebre,incapace di ragionare.
Ecco cos'era quella beatitudine.
Scattai verso di lui,abbracciandolo più forte che potevo.-Ditemi vostra maestà,sto impazzendo?-gli sussurrai una volta arrivata vicina al suo orecchio.
Fece solo una risatina di scherno,sapendo che la situazione era più grave del previsto.-Direi di no.-fece una pausa,poi sospirò. Un sospiro pesante.-Ma in qualunque caso,non cambierei idea.-dichiarò deciso.
I suoi occhi non mi avrebbero mai mentito.
Lo guardai bene,la verità andava ben oltre,me lo sentivo.-So che dovete dirmi qualcosa.-dissi decisa.
Centravo io,sicuramente.
La tempesta,prima o poi l'avrei dovuta affrontare.
Questa volta non mi sarei tirata indietro.
-Vi prego,ho il diritto di sapere.-mormorai afflitta,mentre mi riappogiavo a letto.
Il sovrano si limitò a stringermi a se in una presa ferrea e piena d'amore.
-Aspetti un bambino.-cacciò via quelle parole il più freddo possibile,ma dopo il so tono si addolcì.-Il nostro bambino.-mi lasciò un bacio delicato sulla bocca.
Fu appena un attimo,ma io l'accolsi con piacere.
Certo,la notizia mi aveva resa fragile.
Aspettare un figlio da un amore maledetto non era una cosa da prendere alla leggera.
I nostri sguardi s'incontrarono in quel momento,le mie paura e le mie insicurezze morirono definitivamente,lasciando posto solo alla passione.
-Non lasciarmi.-questo è tutto quello che dovevo dire;
era la mia massima priorità.
A tal punto,avevo perso la testa.
Senza via di scampo.
Le mie mani vagarono ancora una volta per quel viso. Una vista celestiale,insomma.
M'impossessai delle sua labbra,ancor prima di respirare,dimenticando il mondo esterno.
C'eravamo solo io e lui,questo mi bastava per essere felice.
-No,adesso sei solo mia.-promise tra un bacio e l'altro.

La mia vita era completa,non ero mai stata più convinta.
Lui era la mia meta e la mia metà.
Il mio mare e il mio cielo.
Stavo sorridendo,per la prima volta,lo stavo facendo davvero.
Senza vergogna o timore.
Per la prima volta,mi sentivo viva.
Ed era una cosa stupefacente,un qualcosa di indescrivibile.
Il mio destino adesso,era nelle sue mani.
Mai e poi mai,per nulla al mondo,avrei abbandonato quelle mani.













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Capitolo 11
*** Together ***


- Se la tua vita fosse condizionata dall'amore che provo per te,
a quest'ora potresti considerarti immortale.



















Erano passati appena due anni,la primavera stava arrivando da noi.
Puntuale come sempre.
Il calore del sole era davvero opprimente,ma mi piaceva tanto.
Fui distratta da un lamento,un lamento fin troppo familiare.
Mi sfuggì un sorriso strambo,avvicinandomi alla culla.-Arrivo.-
Quel corpicino,tra le mie mani,pesava quanto una piuma.-Marienne,sta tranquilla,la mamma è qui.-all'inizio ero incerta su tutto quello. Non mi sembrava vero.
Se fosse stato un sogno non mi sarei mai più svegliata.

Osservai la fede nuziale.
Avevo le gote arrossate,ma non era colpa della nuova stagione.
Scesi piano le scale,mentre la bambina si accoccolava tra le mie braccia. Mi venne da piangere,ma non lo feci.
Mi ero ripromessa di non farlo. Era questione di principio.
Quanto avrei voluto rivivere quelle esperienze passate.
Chiusi gli occhi e respirai a fondo...
Ma noi,dopotutto,eravamo ancora lì.
Mi ripresi in fretta,avvertendo un'altra presenza.-Sei sempre stata mattiniera.-dopo tutto quel tempo,aveva ancora quella voglia di fare lo sbruffone.
Risi di gusto.-Non cambierai mai.-ed era vero,avrei sempre visto quello sguardo da malandrino. In effetti,non avevo niente da dire al riguardo.
-Scusate se m'intrometto.-sbucò Nunnaly dietro all'angolo,non l'avevo mai vista così raggiante. 
Mi strappò Marianne dalle mani con dolcezza.-Adesso è il mio turno.-sibilò con autorità.
Certo,non capita tutti i giorni diventare zia a 13 anni.
Io e mio marito ci avviamo in giardino,Nunnaly invece,ci seguì volteggiando.-Finalmente non sono la più piccola della famiglia.-gridò ai quattro venti,ignorando chiunque la potesse sentire.
Niente aveva più importanza.
Non per lei,né per me.
-Quando vi muovete me lo dite.-disse la principessa in preda alle risa.
Detto questo,scattò in avanti,stringendo a se la nipotina,per raggiungere un punto indefinito.
La sua giovinezza stava fiorendo in tutto il suo splendore,proprio come quelle piante che ci circondavano.
Altri passi e in lontananza notammo che all'ombra di un pino,risiedevano Euphemia e il primo ministro,intenti a consumare il loro the mattutino.
Era un'usanza che non poteva essere infranta.
Rimembro ancora il vestito della principessa al mio matrimonio:era la più bella di corte.
E Nunnaly,essendo stata la mia testimone,aveva scelto un abito semplice ma raffinato,degno del suo nome.
Era impossibile che i due non ci videro,infatti,alla principessa bastò alzare il capo per fare un enorme sorriso.-Il re e la regina sono pregati di venire qui.-agitò una mano verso di noi,in segno d'invito.
Prima o poi,avrei dovuto chiedere al signor Kururugi di portarci di nuovo tutti in Giappone.
Avrei visto per la prima volta gli alberi di ciliegio sbocciare.
Sarebbe stato uno spettacolo indimenticabile. Non stavo più nella pelle.
Mio marito si girò verso di me,i capelli scompigliati a causa del vento. -Andiamo?-
In un istante. In un battito di cuore.
-Sì.- Avrei scelto sempre e comunque l'inferno,se era un inferno da trascorrere con lui. 

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