Granfather and grandmother

di Lunatica95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo due ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro ***
Capitolo 5: *** Capitolo cinque ***
Capitolo 6: *** Capitolo sei ***



Capitolo 1
*** Capitolo Uno ***


 "Eccomi ragazzi ora ve la racconto la storia" dico ai miei nipotini.
"Pietro la conoscono già la nostra storia" Mi rimprovera la mia cara mogliettina, che stava portando dei pasticcini sul tavolo davanti al camino.
Siamo qui nella nostra casa in campagna con tutta la famiglia per il nostro anniversario, sono già 45 anni che mi sono sposato la mia amata Adriana.
"No no, nonna noi la vogliamo ascoltare" Mi aiuta mio nipote Kyle, con quel sorriso, che metteva in mostra i suoi dentini, con il piccolo foro sulla destra.
"Hai visto cara? Loro la vogliono ascoltare" Affermo tutto contento di aver vinto, so che gli da fastidio che parlo di quando era giovane, perché non ha avuto una bella adolescenza, ma per me è fantastico ripercorrere quei momenti felici insieme a lei.
"Allora ragazzi erano gli anni 60… Precisamente era il 1964… Io ero un ragazzo come un altro,  avevo tanti amici ma non mi importava tanto delle ragazze, possiamo dire che ero un farfallone, o come si dice ora un playboy………"

 
Ero al secondo anno di università, studiavo letteratura, non ero un genio ma andavo avanti come molti della classe. Un giorno stavo al bar dell’università con il mio migliore amico, Francesco, stavamo parlando come al solito delle sue nuove conquiste o delle mille ragazze che sono cotte di me. E proprio in quel momento passò lei, io ero girato verso il bancone ma la vidi dallo specchio, non era particolarmente bella, aveva i capelli rosso fuoco e le lentiggini, non ero riuscito a vedere di più ma al suo solo passarmi accanto mi vibrò il cuore.
Mi imbambolai a guardare la porta da dove era scomparsa, mi riprese Francesco dopo poco. "Pietro Pietro.. Ci sei? Che ti sei innamorato?"  Io tutto agitato non capivo più cosa mi capitava, risposi di fretta dicendo " Ma ti pare? Io che mi innamoro, sarebbe il finimondo" . Ma non sapevo che lei davvero mi avrebbe fatto innamorare.
 
Passavano i giorni e io la cercavo. Arrivavo prima a scuola e aspettavo ad entrare guardando piano piano tutte le persone, cercando lei, ma lei non entrava mai.  Passarono le settimane fino a che un giorno la vidi di nuovo, stavo passando davanti alla segreteria e lei era li che chiedeva qualcosa, non so cosa, non l’ascoltavo ma la vedevo sorridere ed annuire con la donna di fronte a lei. Per me era la sensazione più bella mai provata, eppure lei non era di una bellezza sovrumana, era semplice e forse fu proprio questo che mi diede l’impulso di conoscerla. Volevo conoscerla e in quel momento non trovai niente di più originale che scontrarla facendolo sembrare un caso, così proprio in quel momento lei stava uscendo e io correndo le sono andato contro.  Eravamo caduti tutti e due, le ero finito sopra, potevo guardarla negli occhi e fu proprio quello che feci. La squadrai ogni cellula del viso, aveva le lentiggini su tutti i zigomi, sembrava una bambina, ma anche molto matura dal suo sguardo. Aveva gli occhi verdi e delle labbra molto carnose, aveva anche qualche foruncolo ma poco me ne importava ero troppo occupato a sentire il mio cuore fare i salti mortali. In quel momento diventò tutta rossa e io che mi ero perso guardandola ritorno in me e mi alzo subito. " Scusa scusa, io non l’ho fatto apposta." Lei che ancora era per terra, sembrava così piccola e indifesa. "Pensavo che volevi un mio ritratto, non ti alzavi più". Aggressiva, forse poi non era così piccola e indifesa, forse era una tigre, pensai.
Feci una risatina ripensando a pochi istanti prima. "Hai ragione sono stato proprio maleducato, lascia che mi presenti sono Pietro" le avevo fatto il bacia mano, ricordo la sua pelle candida e pura, giovane e bella. "Tu ti chiami?"
Sorrise anche lei, non era speciale ma aveva qualcosa dentro che non capì subito. "Adriana, piacere di conoscerti, ora devo proprio andare. Ci vediamo in giro Pietro" Quando pronunciò il mio nome fu come sentirlo per la prima volta, fu come se dovesse essere pronunciato solo da lei.
"Fatti almeno offrire un caffè per il mio comportamento".
"Va bene, la prossima volta però, ora vado di fretta" Mi salutò con un sorriso veloce e scompari dalla mia vista.
Adriana, era l’unica cosa che mi passava per la mente. Non facevo altro che cercarla e pensare a lei. Trascuravo i miei amici ma in quel momento la mia testa era altrove.
 
Andai a boxe, quella sera faceva particolarmente freddo ma non mi importava, volevo solo scaricare un po’ di energia che tenevo dentro.  Ero molto bravo e tutti mi facevano i complimenti, ma come per il resto anche mentre facevo boxe nella mia testa pensavo solo a lei. Stavo facendo uno scontro con un altro ragazzo, che più o meno aveva la mia stessa età, io ero molto agile eppure quando il ragazzo mi diede un pugno dritto in faccia io non riuscì a muovermi e lo ricevetti in pieno. Mi ritrovai con un occhio nero e gli altri ragazzi che si stavano allenando si fermarono tutti per guardare me, che non mi lasciavo colpire mai e quel colpo era molto facile da schivare, invece io lo presi. Lanciai i guantoni sul ring e me ne andai negli spogliatoi a farmi una bella doccia. Non poteva continuare così o la toglievo dalla mia testa o ci uscivo una volta per tutte.




Heilaaaa genteeeeeee
Questa è la mia prima storia... l'avevo pubblicata un pò di tempo fa ma c'erano qualche probelma e per motivi tecnici non sono riuscita ad aggiustarla prima di ora...
Ringrazio tutti voi che la leggete... E devo ammettere che sono un pò terrorizzata dal vostro pensiero.. Ditemi le vostre opinioniiiii

Bye peopleeeeeeee

E.

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Capitolo 2
*** Capitolo due ***


Ero sui gradini dell’università con Francesco e gli stavo parlando di Adriana, di quanto fosse bella, di come era sempre nella mia testa.
"Ho capito sei proprio cotto a puntino, ora ti tocca una corte spietata per conquistarla". Mi consiglia Francesco. Alla fine il suo consiglio non è una pessima idea e già mi passava per la mente di farle una lunghissima corte. Ma come avrei fatto a contattarla per quel caffè che dovevo offrirle? Una domanda senza risposta. Avrei dovuto escogitare qualcosa. Quel giorno l’aspettai su quei gradini, non sarei andato via finché non l’avrei vista. Dopo poco che aspettavo eccola li passare con le sue amiche mentre chiacchierava e sorrideva, come se niente potesse andare storto. Rimasi molto a fissarla, aveva i capelli raccolti in una coda alta e scendevano delicatamente sulle spalle coperte da una camicetta, di un rosa pallido, sotto dei jeans a vita alta che delineavano perfettamente le sue curve abbondanti. In quel momento pensai che non vi era cosa più bella di lei al mondo, con tutte le sue imperfezioni era meravigliosa. Il sole faceva brillare i suoi occhi verdi e le lentiggini erano molto più visibili del solito. Con quel viso rotondo si girò verso di me, forse per caso o forse eravamo davvero destinati a cercarci, quando fissò con i suoi occhi, coperti da un paio di occhiali da lettura, il mio viso mi alzai in piedi e le andai in contro senza pensarci due volte. Non mi avvicinai molto rimasi a qualche metro di distanza e le dissi "Allora il caffè me lo concedi? Domani al bar dell’università prima dell’inizio delle lezioni ti aspetto". Non la lasciai parlare, era stupita dal mio essere sfrontato, ma non volevo un no come risposta e mi giocai il tutto per tutto. In quel momento non vi era altro da dire così me ne andai, quel giorno lo passai a casa pensando al mattino seguente. Ero molto ansioso perché non sapevo se sarebbe venuta, ma lo speravo, speravo che capisse che eravamo destinati come lo avevo capito io.
 
La mattina seguente uscii prima del solito da casa, ero impaziente di vederla, di parlarle, di conoscerla. Mi sedetti in uno dei tavolini del bar e l’aspettai, lei non arrivava o forse ero arrivato troppo presto io. Stavo per perdere la speranza poi entrò, era stupenda come sempre, indossava un vestito che arrivava sotto il ginocchio, era rosso come i suoi capelli e aveva dei fiori come fantasia. Si avvicinò a me e al tavolo, mi alzai e le spostai la sedia per farla sedere, proprio come avrebbe fatto un gentiluomo. Una volta seduta gli chiesi cosa voleva e lei ridendo mi prese in giro dicendo "Non eravamo qui per un caffè" io risi e ordinai due caffè. Le chiesi di lei e mi raccontò che era figlia di un senatore, la madre era una signora molto seria, mi disse che viaggiava molto.
"Mi piace Parigi. Diciamo che un mio sogno è andare a vivere lì". Mentre lo diceva gli occhi gli brillavano come una bambina quando riceve la prima bambola di seta. Io non conoscevo molto il mondo, ero stato solo in Italia, non mi era mai passato per la mente di scoprire altre parti del mondo ma se dovessi farlo con lei ci andrei subito.
"Si anche a me piace Parigi" le dissi anche se io Parigi non sapevo proprio come era fatta.
"Mi piacerebbe svegliarmi la mattina e vedere il mare, il bel mare di Parigi" lei comincia a ridere e capii che a Parigi non vi è il mare.
"Bellissimo il mare di Parigi poi le sue acque così pulite e la sabbia fina mi fa impazzire" disse mentre continuava a ridere, si mi prendeva in giro ma non mi importava, l’unica cosa che mi importava era che rideva con me.
"Immagino che non ci sia il mare a Parigi vero? " chiedo non ancora del tutto sicuro.
"No non vi è mare a Parigi" disse tra una risata e l’altra.
Continuammo a bere il caffè ridendo e scherzando, io pensavo che non potevo essere più felice di quel momento. Lei dovette andare ma prima che se ne andasse le chiesi se potevo chiederle di uscire, andare al cinema o fare una passeggiata sul lungo mare di Ostia.
"Ti farò sapere" mi disse, mi teneva sempre sulle spine e io rimanevo sempre senza parole per il suo carattere forte. Così mi lasciò senza una vera risposta, senza una certezza di un nostro nuovo incontro.

 
"Caro smettila mi fai sembrare una ragazza maleducata" Mi riprese mia moglie, un po’ offesa.
"Nonna! Era un momento importante!" La sgrida Giada, oramai tutta presa dal racconto.
"Adriana tu non eri maleducata, eri molto decisa sapevi quello che volevi e te lo sei preso" le sorrido accarezzandole una guancia "anche per questo mi sono innamorato di te".
"Va bene però papà ora metti in pausa la storia e mangiamo qualcosa sono già le otto" ci fa notare mio figlio Marco.
"Non me ne ero accorto, dai bambini chi aiuta il nonno ad apparecchiare mentre la nonna finisce di cucinare?" Chiesi guardando tutti quei bellissimi nipotini, che si sbracciarono subito dopo la mia domanda.
Cominciò un alternanza di voci che si offrivano e i proprietari di quelle vocine cominciarono a saltare tutti contenti di poter aiutare il nonno, mentre la nonna si lamentava di dover sempre cucinare lei, anche se tutti sapevano che lei amava cucinare.
Una volta tutto pronto la famiglia si sedette tutta intorno alla tavola, a capotavola come sempre io essendo il più vecchio. Si cominciarono i soliti discorsi noiosi sulla politica e il calcio, non mi sono mai interessati molto questi due argomenti e così non parlo per niente, mi godo il momento guardando tutti allegri a mangiare le lasagne cucinate da mia moglie . Non vi era quadro più bello di quello, tutta la mia felicità in una sola stanza, in un solo istante. 




Eilàààà sono sempre iooooo
Ho voluto aggiungere subito il secondo capitolo così magari vi interessa di più la storia...
Anyway... Spero vi piaccia se avete critiche sono ben accette e cercherò di migliorare...

XoXo gossip girl
No scherzavo hahahahhaah
Baciiii
E.

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Capitolo 3
*** Capitolo tre ***


La cena finì a tarda ora, i bambini erano abbastanza stanchi anche se volevano finire di ascoltare la storia non sarebbero riusciti a rimanere svegli neanche dieci minuti.
"Dai bambini andate a dormire nelle vostre stanze, tanto rimaniamo qui per tutto il week-end. Domani continuerò il racconto". Dico accarezzando la testa di Mattia, il più piccolino di tutti che stava dormendo in piedi.
Tutti danno la buona notte a me e alla nonna e vanno nelle proprie stanze con i genitori, tranne Federica che rimane vicino al camino.
Federica è una bambina molto dolce, forse dicendo bambina esagero oramai è una ragazza, ha 16 anni, però per noi nonni rimangono sempre bambini. La guardo, fissa il camino mentre è raggomitolata tenendo salda sulle spalle una coperta di lana. Mi avvicino molto delicatamente e lei si gira e mi fa uno dei suoi splendidi sorrisi, identici a quelli della nonna.
"Tu non vai a dormire?" Le chiedo sorridendole anch’io.
"No nonno, pensavo". Detto questo riposa gli occhi sul fuoco e il suo sorriso se ne andò piano piano. Non vorrei mai che mia nipote soffrisse per amore, ma sono esperienze che prima o poi dobbiamo affrontare tutti.
"A cosa? Se posso" voglio aiutarla, magari anche solo parlarne le potrebbe fare bene. Ma so anche che parlare con il proprio nonno delle proprie situazioni sentimentali non è il massimo.
"Tu e la nonna siete cresciuti in un ambiente molto diverso da quello di oggi. Ora i ragazzi non corteggiano più le ragazze come me". Le ultime parole hanno una sfumatura molto amara che conferma la mia ipotesi precedente.
"Piccola mia, devi sapere che neanche all’epoca tutti i giovani erano bravi ragazzi, eravamo solo più riservati. Vedi noi non pensavamo solo al presente, noi cercavamo qualcuno con cui trascorrere tutta la vita". Mentre parlo Federica mi guarda con degli occhi sognanti .
"Nonno credi che troverò anch’io qualcuno che voglia passate tutta la sua vita insieme a me?" mi chiede molto dolcemente e per un istante rivedo Adriana in lei.
"Devi solo fare le scelte giuste e poi tutto andrà come pensi" le sorrido sapendo di non aver dato una risposta alla sua domanda, ma risposta non esiste, dipende tutto da lei.
"Grazie nonno, ora vado a dormire. Buona notte". Mi da un bel bacio con schiocco sulla guancia e si allontana. Rimango a fissare il fuoco, e ripenso ai vecchi tempi, sono stato molto fortunato ad incontrare la mia amata, ma è stato merito mio a non fermarmi dopo i primi ostacoli, se lei è rimasta con me fino ad adesso, quello non è stato il fato a deciderlo, ma io e lei.
 
La mattina, come mio solito, mi svegliai molto presto. Tutti erano ancora nei lettoni e io mi feci un bel latte caldo. Mi piace stare sveglio mentre tutti gli altri dormono e sentire il silenzio per la casa, cosa che se fossero svegli solo la metà di loro sarebbe impossibile. Esco sulla veranda e mi siedo sul dondolo con la mia tazza di latte, mentre bevo osservo il panorama. Una montagna innevata mi si presenta di fronte, cosa molto normale visto che siamo a Febbraio, ci sono alcuni pini ai lati del sentiero per il cancello, sotto vi sono alcune foglie secche di un albero poco distante. E’ un luogo molto rilassante ed è bello passare i week-end qui con tutta la famiglia, cosa che tra poco non potremo più fare visto che ho messo in vendita la casa per problemi economici. Non lo sa ancora nessuno, eccetto Adriana, lei sa tutto e pensavamo di dirlo a tutti gli altri a fine week-end, non so come la prenderanno, un po’ tutti siamo legati a questa casa, molti dei ragazzi hanno fatto qui i primi passi o hanno imparato ad andare in bici proprio sul sentiero che sto guardando. Insomma ognuno ha passato qui momenti che non dimenticherà mai. Sento dei passi e la porta si apre.
"Sapevo che ti avrei trovato qui fuori, ti piace proprio tanto questo panorama"
"Come sempre tu mi conosci più degli altri" Adriana si avvicina a me al dondolo e le metto un braccio intorno al collo e sembriamo proprio due giovani appena innamorati. Perché anche dopo 45 anni di matrimonio io l’amo ancora, con tutti i litigi e i differenti modi di vedere le cose, con tutte le imperfezioni e i pregi, amo lei e solo lei.
 
In casa si sono alzati tutti e stanno facendo colazione, Marco è andato a prendere i cornetti al bar della città, e i più piccoli si stanno abbuffando.
"Nonno dopo finisci di raccontare la storia di te e nonna?" Mi chiede Kyle con la bocca piena.
"Non si parla con la bocca piena Kyle" prendo un sospiro "E si dopo ve la finisco di raccontare" Sorrido, in questa casa con tutta la famiglia intorno non posso fare altro che sorridere, mentre ripenso che questi momenti finiranno presto il mio sorriso si rabbuia. Mi fermo guardare le mie mani che stringono forte la tazza, poi piano sposto lo sguardo su ognuno di loro.
Mi ritrovo a guardare mio figlio Marco che ride con la moglie, Margherita. Sembra sereno e mi ricorda molto me, con quei pochi capelli scuri e gli occhi celesti, mentre la bellissima Margherita aveva i capelli lunghi e biondi,gli occhi nocciola e come il marito aveva una carnagione molto chiara. Quest’ultimo con la mano tiene stretta a se per la vita la bellissima donna affianco a lui, come per voler far capire che è sua. Stanno guardando i propri figli come io guardo loro, con orgoglio e serenità che da all’aria un senso di leggerezza. Guardo i loro bambini e capisco perché ridevano,  Giada stava rimproverando a Kyle di ingozzarsi, quest’ultimo si trovava con la bocca piena di un cornetto al cioccolato e in una mano una bomba alla crema mentre nell’altra vi era una tazza fumante contenente latte e cacao.  Due bambini diversi ma entrambi estremamente dolci. Giada, la più grande, bionda e occhi celesti come il padre, con un faccino ancora da bambina avendo solo 12 anni. Kyle paffutello in confronto alla sorella, che è molto snella, ha i capelli color nocciola e gli occhi neri come il carbone, anche lui è molto piccolo, ha 9 anni.
Il mio sguardo si posa su Clara, l’altra mia figlia, la quale è molto distratta e distaccata. Di sicuro avrà di nuovo litigato con Albert, sono mesi che non fanno altro e nessuno sa il motivo. Quei due sono una bella coppia e io provo a chiedere a Clara il motivo delle loro liti ma lei si rifiuta sempre di parlarne. Clara è identica alla madre sia di aspetto che di carattere, se ha qualche problema cerca di risolverlo da sola. Infine guardo sua figlia Federica che ancora mezza addormentata si è sdraiata su uno dei divani cercando di riprendere sonno, cosa molto difficile per colpa dei cugini.
Non so dove sia Albert ma non lo vedo in circolazione, forse sarà andato a fumare in giardino come sempre.
Il rumore di una macchina mi risveglia dai miei pensieri e corro a vedere chi era arrivato, anche se immaginavo chi fosse. Infatti mi si presentano davanti Andrew il mio terzo figlio e la sua compagna Ilaria, con tutta la loro allegria e spensieratezza. Loro non sono sposati e non hanno figli, stanno bene così ma in fondo hanno 32 anni lui e 30 lei se vogliono aspettare è giusto che lo facciano. Sono d’accordo su tutte le decisioni prese dai miei figli, basta che queste li rendano felici. E loro lo sono quindi per me possono anche invecchiare così. 





Eilàààà 
Questo è il terzo capitolo spero vi piaccia...
Per il quarto penso dobbiate aspettare un pò, perchè oltre ad avere un mini blocco dello scrittore sono anche un pò impegnata con amici... 
Vi starete chiedendo,. "Ma perchè questa scrive in rosso?" o forse no... 
ahahhaha vabbene se ve lo chiedete scrivo in rosso perchè ora mi sembra il colore più addatto per me.
Ringrazio robby y che segue la storia :D grazie <3
Baciii
E.

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Capitolo 4
*** Capitolo quattro ***


Siamo di nuovo tutti intorno al camino, alcuni sui divani ed altri sul tappeto. Tutti che aspettano che io continui la storia della mia vita.

 
 
Non vedevo Adriana da due giorni. Mi mancava terribilmente, è possibile sentire la mancanza di una persona con cui hai scambiato solo poche parole? Non lo so. L'unica cosa che sapevo è che mi mancava.
Stavo passeggiando per i negozi insieme al mio gruppo, ma ovviamente ero molto assente. Non mi andava proprio di uscire, a meno che non dovessi uscire con Adriana, cosa che non accadeva.
Ho cominciato a pensare di avere le visioni, la vedevo ovunque. Quando sono andato in palestra la solita signora dai capelli bianchi e oggi azzurri aveva assunto quelli verdi di lei e i suoi capelli rossi ero rimasto tanto imbambolato che per farmi rispondere alla sua domanda mi ha dovuto scuotere il braccio. Poi la ragazza del mio corso che ha ottenuto per poco il mio tempo solo perchè avevo immaginato il suo sorriso, le sue labbra. Stavo proprio impazzendo. Anche ora, la vedevo di fronte ad una vetrina, ma forse questa volta era davvero lei, aveva i suoi capelli, sempre raccolti in una coda alta, e i suoi bellissimi occhi verdi che splendevano insieme al suo sorriso. Indossava una camicietta bianca con una gonna blu scuro che arrivava sotto il ginocchio, era sempre bellissima. Si era lei.
"Ei" è tutto ciò che riuscì a dire.
"Ei" mi rispose senza perdere il suo magnifico sorriso, sembrava sorpresa e contenta e questo rendeva contento me. Notai come potesse essere bella anche senza un filo di trucco.
"Cosa guardavi?" gli chiedo sorridendo dolcemente.
"Quel vestito bianco con i cuori blu" fece una pausa, spostando lo sguardo sul vestito "mi piace molto" riprese sorridendo come una bambina quando vede una bambola nuova.
“Penso che ti starebbe benissimo" affermai sicuro delle mie parole senza staccare, neanche per un secondo, i miei occhi dai suoi.
Sorrise di nuovo, penso che potrei svenire per i suoi sorrisi, mi fanno risplendere il sole e le giornate sembrano migliorare. Sembra che il sole sorga per far vedere al mondo quant'è bella, la notte per far scintillare i suoi occhi alla chiara luce della luna, la neve per accogliere il suo corpo mentre fa un angelo nel terreno, il mare per fargli da specchio. Tutto intorno a me sembra fatto per lei, anche quel vestito.
“Ti va di fare una passeggiata?” le propongo avvicinandomi e continuando a fissare i suoi bellissimi occhi sempre nascosti da quei suoi buffi occhiali, sorrido pensando che potrebbe anche farne a meno ma è così bella e quegli occhiali non cambiano la verità. Io so che lei li usa solo per sentirsi più al riparo come se sapesse che con quelli io non potrei vedere la sua anima, ma si sbaglia io la vedo e vedo tutta la sua semplicità.
"Volentieri" mi sorride si gira verso la sua amica, di cui non conosco il nome, e le sussurra qualcosa per poi avvicinarsi a me e darmi un delicato bacio sulla guancia, sorprendendomi, le mie guance cominciano a colorarsi di un rosso acceso cosa che non è mai accaduta in passato. Per non farmi vedere abbasso la testa aspettando che passi, ma un secondo dopo la sua bellissima voce mi fa dimenticare il rossore e mi invita a camminare.
Mentre camminavamo c'era un po' di silenzio inizialmente, non sapevo cosa dirle e avevo paura di dire una qualcosa di sbagliato, solo dopo mi resi conto che quando stai con una persona a cui tieni non importa cosa dici l'importante è esserci.
La mia brillante mente decise che voleva sapere il suo passato, le storie del suo passato, e la mia bocca parlò prima che potessi fermarla.
"Sei mai stata innamorata?" non volevo saperlo, non so se ero pronto a sapere se lei aveva dato il suo cuore ad un altro, io non lo sono mai stato e il solo pensiero che lei poteva averlo già provato mi lascio un buco dentro. Ero in ansia della sua risposta, perché se fosse stata affermativa sarei stato impreparato, sarei diventato uno studente e lei la mia maestra.
"No, ma ho avuto qualche storia" rispose decisa, e il mio cuore finalmente tornò a battere.
"Qualche storia? Quante?" chiesi di nuovo. Ma non potevo stare zitto? Avevo proprio una voglia matta di soffrire? Ma poi perché mi interessava tanto sapere quanti ragazzi hanno avuto l'onore di baciare le sue bellissime labbra oppure di accarezzare i suoi stupendi capelli o di perdersi nei suoi occhi dopo un bacio appassionato? No non volevo saperlo. Ero già geloso e neanche era mia.
"Un po', niente di duraturo" bene, niente di duraturo vuol dire che li lascia dopo il primo mese? O che li tradisce dopo il primo mese? Ma perché continuo a farmi tutte queste seghe mentali e non riesco a stare tranquillo?
"Tu? Sei mai stato innamorato?" Esco dai miei pensieri e la osservo pensando alla risposta da dargli.
"Non lo so ancora." Affermo molto convinto, anche se proprio convinto non ero. Lei si ferma e mi guarda un po' strana ma poi ricomincia a camminare.
"Dobbiamo andare!" Afferma una sua amica, che poi mi osserva e mi porge la mano "piacere io sono Emily"
"Piacere Pietro"
"Dove dobbiamo andare?" Chiede gentilmente la mia Adriana. Aspetta, da quando la reputo la mia Adriana?
"Mmm dobbiamo andare e basta" okay forse non voleva che io sapessi, ma Adriana capisce al volo.
"Okay ora arrivo" Emily si allontana e lei torna a puntare i suoi occhi su di me. " Mi dispiace da come hai capito devo andare"
"Mi farebbe piacere rivederti" affermo con un troppo entusiasmo.
"E se il destino lo vuole ci rivedremo" si gira e se ne va. Bene ora mi devo anche affidare al destino.
Come se ci credessi, le cose accadono perché noi le facciamo accadere non perché è tutto già scelto. Alla fine l'uomo ha il libero arbitrio, cioè la libertà di scegliere cosa fare, grazie a questo accadono le cose, questo ente che chiamiamo destino o fato non fa niente, siamo noi con la nostra forza di volontà a far cambiare le cose o a far succedere quello che vogliamo e se non facciamo niente forse non ci importava più di tanto. A me importa di lei e sarò io con la mia forza a far in modo di incontrarci di nuovo.





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*vadoanascondermiperl'enormetempochehoimpiegato
Heilaaaaaaaa *salutotuttiiiii
Smak smak(bacino bacino)
Mi dispiace per il tempo che ci ho messo ma sapete l'estate si esce e si diverte.. No non è vero sono stata a casa a fare da cenerentola, a pulire tutto ma vabbeneeeeee... 
Alloraaaaaaaaa ci ho messo tanto perchè non avevo ispirazione.. Non sapevo come farli rincontrare ma vabbeneeeeee...
Qui abbiamo un Pietro determinato a voler incontrare la SUA Adriana *occhiacuoricinoooooooo 
Okay tanto so benissimo che nessuno leggerà quello che scrivo ma vabbeeeeeneeeeeeee... Sono troppo contenta di essere riuscita a scrivere anche questo capitolo *holelacrimeagliocchiiiii beneeeeee
Sono particolarmente fuori di testa oggi si nota????
Vabbene cambiando argomento,.. Volevo scrivere una fanfiction sui One Direction perché mi piacciono, poi ho una bellissima idea per la trama( mi ispiro a quello che mi sta succedendo davvero infatti se la scriverò e la leggerete leggerete una parte di me)... Però se la scrivo non so se avrò tempo o immaginazione anche per questa e mi dividerò il mio piccolo cervellino per fare tutte e due T.T
Vabbeneeeee vado a cominciare a tagliarlo 
Baciiiiii
XoXo E.

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Capitolo 5
*** Capitolo cinque ***


Granfather and grandmother
 

Oltre a dovermi subire la ramanzina delle zie e parenti vari sul fatto che a 21 anni non ho ancora la ragazza devo anche vestirmi per bene e sorridere come se non volessi essere in un altro posto.
Mia madre mi ha costretto, si costretto penso sia il termine più adatto, ad andare dalla nonna insieme a lei e mio padre dicendomi “Pietro puoi anche avere 21 anni ma dalla nonna ci si va tutti insieme, siamo una famiglia e la famiglia si rispetta”  e io sbuffando ho dovuto accettare, non che io non volessi andare dalla nonna, io amo mia nonna solo che ci sono tutti i parenti che mi rinfacciano che non faccio niente che non sono fidanzato che non mi sto per sposare e che non metto la testa apposto. Anche se io adesso la vorrei mettere la testa apposto solo che non è una cosa facile, davvero uno non può dall’oggi al domani cambiare, anche se Adriana mi ha fatto completamente il lavaggio del cervello con la sua simpatia e il suo sorriso, che poi ha anche delle belle labbra e un bel nasino anche se non è proprio piccolo ma a me piace tanto, e vogliamo parlare dei suoi occhi? Ha degli occhi fantastici sembra una pantera che cattura la sua preda, si io sono una preda caduta nella sua trappola.
“Pietro muoviti!” urla mia madre e solo ora mi rendo conto che ero pronto da mezz’ora ma che ero rimasto a pensare a lei guardando il muro davanti a me.
Scendo velocemente le scale e mi ritrovo mia mamma e mio babbo, vestiti di tutto punto, che mi aspettavano, sorridendo siamo andati dalla nonna, la quale appena mi ha visto con una faccia molto dolce mi ha preso le guance e le ha stritolate come se fosse la cosa più normale del mondo, per poi darmi un sonoro bacio a schiocco sulla guancia oramai rossa per il dolore. E pensare che era solo l’inizio poi lo avrebbero dovuto fare le altre 16 zie e le 12 cugine più grandi, quelle più piccole mi davano la grazia dandomi soltanto un bacio, mentre gli zii e i cugini una sonora pacca sulla spalla e una forte stretta di mano. Sarebbe stata una giornata molto lunga.
Entrando in casa notai subito il salone che era rimasto lo stesso di quando ero piccolo, ammetto che non venivo molto a trovare la nonna normalmente era lei che si intrufolava a casa nostra per qualche giorno con le scuse peggiori, l’ultima volta ha detto che il gatto dei vicini era entrato dentro casa sua e aveva fatto i propri bisogni sul tappeto e quindi ha dovuto chiamare una squadra di acchiappa fantasmi, lasciamo stare che ha chiamato gli acchiappa fantasmi ma i suoi vicino non hanno neanche un gatto, tutto questo solo perché voleva passare del tempo con noi.
Mi grattai la testa un po’ in imbarazzo notando che non c’era ancora nessuno, anche se era un po’ scontato visto che mia madre mi fa uscire di casa almeno due ore prima dell’appuntamento, infatti dovevamo essere qui per le 12 e invece sono le 10, mi pare molto logico ed ora dobbiamo aiutare la nonna ad apparecchiare, solo questo perché mia nonna non vuole che gli si tocchi la cucina o qualsiasi cosa lei stia cucinando perché se no si rovina, deve fare tutto da sola e una volta finito qualcuno la può finalmente aiutare a portare le cose in tavola. E’ proprio particolare la mia nonna.
Io e mio padre ci sediamo sul divano e leggiamo il giornale aspettando che la stanza si riempi dei parenti e company, si e company perché ogni volta c’è qualcuno che porta un ragazzo una migliore amica e cose così, solo io penso che sia una cosa inopportuna visto che è una riunione di famiglia ma va bene.
Una volta che sono arrivati tutti e le mie guance e spalle hanno preso un colorito che va dal rosso al viola si può pranzare. Proprio durante il pranzo incominciano le domande più imbarazzanti e che ovviamente i parenti ti fanno sempre e cominciano sempre da me chissà perché.
“Allora Pietro, come va all’università?” Ah pensavo peggio, faccio un sospiro di sollievo.
“Tutto bene, grazie zia” forse ho parlato troppo presto, infatti dopo pochi secondi continua.
“No intendevo hai conosciuto qualcuno di interessate? Cioè hai trovato colei che può diventare tua moglie? Quella che ha tutte le qualità che desideri in una donna?” Sfottono solo perché una volta ho aggredito il mio cugino Federico che appena una ragazza gli fa vedere il suo apprezzamento nei suoi confronti lui la presenta a tutta la famiglia e ovviamente quando questa lo lascia, perché diciamolo è pesante, la famiglia non da la colpa a lui anzi lui voleva solo fare le cose per bene. Lo odio, così un giorno avevo detto solamente che io non mi accontento e che la ragazza che presenterò alla famiglia sarà solo colei che desidero sposare e deve avere alcuni pregi ma anche alcuni difetti perché le persone perfettine non piacciono a nessuno.
“Può darsi, ma finché non deciderò se è quella giusta non sono affari vostri!” esclamo un po’ irritato tanto che mia madre mi riprende. “Pietro! Un po’ di rispetto” come sempre è colpa mia.
“Margherita vuoi parlarci un po’ del tuo ragazzo? Da quanto state insieme?” Chiedo all’altra mia cugina che anche lei ne porta a casa tremila, e dice a tutti di amarli ma alla fine lo sanno tutti che è una donna di poco conto non so se capite. Adriana non lo farebbe mai, lei ha dei valori, lei porta rispetto, lei è fantastica.
“Stiamo insieme da una settimana e lo amo” lo guarda con gli occhi a cuoricino e non si rende neanche conto che quello la prende per i fondelli. Dopo un minuto di silenzio afferma tutta convinta “penso che ci sposeremo” che fa prima strozzare il ragazzo che la guarda stralunato e poi tutti i parenti la guardano come per farle capire che forse è un po’ presto.
Il pranzo passa sempre più velocemente ora che l’argomento non sono più io e neanche la mia cugina che ha tentato di recuperare dalla figura fatta con un “scherzavo” che ha fatto fare a tutti un grande sospiro di sollievo e che a me fece quasi ridere, si ridere perché  questa famiglia non si rende conto di quanto sia ridicola, le zie che si comportano come adolescenti che hanno i jeans alla moda o che se la prendono se fai una battuta scherzando, le cugine un po’ “generose” e i cugini con carenza di affetto. Io preferisco farmi la mia famiglia, e sarà una famiglia dove tutti saranno accettati e nessuno si sentirà escluso, come io mi sento in questa, e i miei nipoti avranno dei valori che saranno il rispetto, l’amore verso il prossimo e la sincerità. Solo così potranno formare la propria famiglia ed essere felici. Questi sono i miei valori e spero che un giorno saranno anche i loro.




Heilàààààààà
Sono tornataaaaaa... Vabbe ora tornata sono passati solo 10 giorni però ok..
Comincio a parlare da sola volevo dire che questo capitolo è solo di passaggio ma comunque fa vedere un po' la famiglia di Pietro e quello che vuole costruire con Adriana(e noi sappiamo già che ci riuscirà)
Lo sapete che ho scoperto che ritornerà Harry Potter? Lo so non ve ne importa niente ma io sono veramente HAPPYYYYYYY... E pensare che andrò a vedere Alan rickman al giffoni *occhiacuoricino...
Approposito partirò per Salerno, ovviamente se vado a vedere Alan devo vedere anche Matt, e per Matt intendo Bomer si quel figo stratosferico, e dato che ci sono vedo anche Lea Michelle e mi faccio una mini vacanza.. Lo so che questo non importa a nessuno però era per farvi sapere che non aggiornerò prima del 28 I'm so sorry but MATT BOMER... Posso svenire...
Mi dileguo baciiiiii
E.

 

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Capitolo 6
*** Capitolo sei ***


Granfather and grandmother



Il tempo passa e sembra che Adriana sia scomparsa, non la vedo più a scuola e non posso più farle gli appostamenti, mi prenderebbe per un maniaco. Così aspetto ricordando le sue parole “se il destino vuole ci rivedremo” è una ragazza dalle mille sorprese. Devo dire che non faccio che pensare a lei e anche il mio migliore amico se n’è accorto. Forse dovrei allontanarla dalla mia mente ma è più forte di me, non ci riesco. Ogni cosa che faccio penso a lei, mentre mangio mi ricordo di quando abbiamo fatto colazione insieme e quando mi vesto le immagino indosso quel bellissimo vestito blu con i cuori.
Forse sto mettendo da parte il mio migliore amico e questo non va bene. Gli amici vengono prima di tutto, anche se lei è estremamente bella con quei capelli rossi che mi ricordano il rosso del sangue, e i suoi occhi verdi che mi ricordano gli alberi, ora che ci penso il verde è il mio colore preferito.
Comunque oggi ho promesso a Francesco che avremmo passato una giornata solo io e lui. Si saremo andati a pescare, nel nostro solito lago, così ora ero per strada a camminare verso la mia meta, avevamo appuntamento lì alle 15 e per fortuna ero anche in anticipo quindi me la prendo molto comoda mentre ripenso a questi giorni. Ripenso a lei, forse dovrei andare in segreteria a chiedere dove abita, ma poi trovarmi a casa sua senza nessun preavviso, mi prenderebbe davvero per un maniaco, poi chissà cosa penserebbero i suoi, no meglio di no. Potrei chiedere a quella sua amica brunetta che l’altro giorno me l’ha portata via, come si chiamava? Emma? No era un nome più straniero come Emily, si era Emily. Cerco di mettere a fuoco la sua immagine ma mi è difficile visto che quando ci siamo presentati io prestavo la mia attenzione ad Adriana, però mi ricordo che era più bassa di lei e che era moretta. Forse vedendola me la ricorderei, potrei provare a chiedergli se sa come sta oppure se sta venendo a scuola. Si lo farò.
Con questa convinzione per la testa non mi ero reso conto che ero arrivato da un po’ e che proprio in quel momento il mio amico mi stava raggiungendo sbracciandosi, gli sorrido e insieme ci dirigiamo per il noleggio di una barca per poter fare quello che vogliamo fare.
Saliamo sulla barca e ci allontaniamo dal molo ridendo e scherzando, devo ammettere che il mio migliore amico mi era mancato.
“Allora lei ha detto che gli si era rotta un unghia e io sono scoppiato a ridere e lei infuriata se ne è andata, ma ti rendi conto? Si è rotta un unghia per uno schiaffo che mi ha dato che poi era una carezza” E scoppiamo a ridere tutti e due, lui come al solito mi racconta gli aneddoti che gli capitano e sono davvero strani.
“Ma tutte a te le ragazze pazze?” Non riesco a smettere di ridere, e anche se dobbiamo pescare noi non ci pensiamo proprio alle canne da pesca, tanto loro si reggono da sole e i pesci non abboccano quasi mai.
“Si, sembra che ho una calamita per loro. Senti questa” prende un po’ di respiro tornando serio ma poi scoppia di nuovo a ridere “ aspetta che a solo pensarci mi sento male” rido insieme a lui perché è divertente, passare un pomeriggio così è divertente.
“Allora” riprende fiato “mi stavo provando un paio di pantaloni ed entra una ragazza nel camerino convinta che fosse vuoto, tutta rossa mi guarda e mi fa ‘ciao’ io ero convinta che uscisse e invece no e allora gli ho risposto e prima di uscire mi fa ‘belle mutande’” e scoppia di nuovo a ridere “ non ho proprio parole per le ragazze di oggi” non riesco più a far entrare aria per quanto sto ridendo, mi prendo una mano e la porto alla fronte scuotendo più volte la testa rassegnato.
“Davvero?” Chiedo incredulo, capitano davvero tutte a lui.
“Siii” afferma ancora ridendo “ ed era anche una bella ragazza, ci avrei anche provato se non fossi stato in mutande” e continua a ridere, è il solito stupido.
“Ci credo che ci avresti provato, per te basta che respirino” e ricomincio a ridere di nuovo.
“No, c’è forse si ma lei era davvero bella aveva gli occhi celesti simili ai tuoi solo che erano più belli”
“Stai dicendo che i miei sono brutti? Amico sta attento a come parli sai?” Gli prendo la testa con il braccio e muovo la mano chiusa in un pugno sopra alla sua testa, scompigliandogli i suoi capelli. Per lui i capelli sono sacri, non devi toccargli i capelli, ma io posso fare tutto, no veramente lui odia che  lo faccio anch’io ma mi diverto a vederlo finto arrabbiato e con la faccia che sbuffa mentre se li sistema, proprio come sta facendo ora.
“Stavo dicendo, sai ha anche dei capelli bellissimi erano di un castano chiaro ed erano anche più belli dei miei, e quando è uscita dal camerino ha lasciato un odore di fragola che avrei voluto inseguirla e mangiarla” continua a parlare a vanvera con gli occhi illuminati, forse non sono l’unico che si è preso una bella cotta “e sai che io amo le fragole no?”
“Si certo amico” in questi casi meglio non danneggiare la mente della persona contradicendolo,  è un po’ come con i sonnambuli, alla fine è la stessa cosa.
“Mi prendi in giro” scuote più volte la testa come se dovesse togliere dalla mente la sua immagine e mi guarda e io non ce la faccio e scoppio a ridere.
“Non potrei mai” continuo a ridere “aspetta un attimo un pesce ha abboccato alla tua canna da pesca” esclamo tutto sorpreso perché non succede quasi mai.
“Dai smettila, se devi prendermi in giro di qualcosa di più credibile” corro verso la sua canna e gli indico che si sta muovendo da sola ed urlo un “Stupido aiutami.”
Una volta tirato su il pesce, che è risultato molto piccolo facciamo una mini lotta a pari o dispari per vedere chi lo portava a casa e ovviamente io ho perso. Il pomeriggio passa in fretta ed è quasi ora di cena quindi torniamo verso casa, lui con il pesce e io da solo. Si perché quello è stato l’unico che abbiamo preso e quindi io torno a mani vuote, anche se nel mio cervello ci sono molte idee per altre cose. Per Adriana e anche se questo pomeriggio è stato divertente e per un po’ l’ho allontanata dalla mente con le stupidaggini del mio migliore amico, ora mentre sono solo ripenso a lei e mi propongo di trovare la sua amica e parlarle.

 
 
“Capito ragazzi? Il nonno era un tipo tosto che non molla” affermo fiero di me verso i bambini.
“Si mi perseguitava” continua Adriana facendo scoppiare tutti a ridere mentre sul mio viso si forma un piccolo broncio che viene subito sostituito quando mi da un leggero bacio, e mi risento fortissimo.
Lei mi dava la forza, lei me la da tutt’ora



Heilàààà
Ecco un altro minuscolo capitolo....
Non so che dirvi... Quindi magari ditemi qualcosa voi... Le vostre opinioni le vostre critiche è tutto ben accetto...
Se non ho aggiornato prima è perché non avevo inventiva e stavo un po' appresso all'altra storia che sto scrivendo... Visto che è anche seguita e non so se questo lo leggerà mai nessuno ma spero che vi interessi la storia perché se non interessa non aggiornerò spesso...
Niente...
Ciaoooo
E.

 

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