The sky with oscure stars.

di Believed
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A dream come true: new city, new life. ***
Capitolo 2: *** Lost in confusion, like an illusion. ***
Capitolo 3: *** Problems? ***
Capitolo 4: *** He? Why me? ***
Capitolo 5: *** I'm in confusion.. ***
Capitolo 6: *** Now i'm a warrior. ***
Capitolo 7: *** A new Calum? ***
Capitolo 8: *** A new friendship, or just a cover? ***
Capitolo 9: *** Knowing him for good... ***
Capitolo 10: *** Too many confused feelings.. ***
Capitolo 11: *** Looking at everything with a different perspective. ***
Capitolo 12: *** This is all a sham? ***
Capitolo 13: *** A new boy. ***



Capitolo 1
*** A dream come true: new city, new life. ***


Non appena sentì il rumore di quella fastidiosissima sveglia, mi resi partecipe del fatto che fosse un giorno come gli altri, ovvero che alle 7:30 mi sarei vista con Jake e che alle 8:00 sarebbe incominciata scuola. Invece no, tutto il contrario.
La sveglia suonava dalle 9:00 e solo alle 10:00 me ne resi conto. In quel momento mi guardai in giro e notai di essere in una camera diversa, in una casa diversa. Sorpresa, guardai dalla finestra e solo così mi ricordai che mi ero appena trasferita a Sidney e che questo era Sabato, ciò voleva dire che non dovevo affrontare una giornata in una scuola del tutto sconosciuta.
Corsi subito al piano di sotto, dove mia mamma mi aspettava per scartare altri scatoloni. L'unico ricordo che avevo di Sidney era l'ospedale in cui mio padre era stato operato, e poche ore dopo l'intervento era deceduto.Appena ci pensai un brivido mi percosse la schiena e così decisi di scacciare quel ricordo, correndo da mia madre ed aiutandola.
Mia mamma era una donna abbastanza bassa, capelli riccioli biondi fino alla spalla, sempre con il sorriso fra le labbra. Nonostante la morte di mio padre non si è mai arresa, e nonostante tutte le difficoltà per portarsi avanti, ha sempre pensato positivo. Il suo nome è Oceane, proprio perchè mia nonna quando la prese appena nata vide che i suoi occhi erano color oceano.
Non appena mia madre notò la mia presenza, incominciò la conversazione:" Buongiorno principessa, tieni questi spiccioli. Vai al bar qua dietro l'angolo a prenderti un buon caffè e una brioches, ti aspetta una giornata di grande fatica con tutti questi scatoloni.. chissà quando finiremo."
Non esitai, presi quei pochi spiccioli, tornai in camera da letto e mi misi dei leggins neri lunghi fino sopra alla caviglia; mi misi poi una canotta con delle scritte in bianco e mi legai velocemente i capelli in una coda fatta male. Mi misi le prime scarpe che trovai, anche queste nere, e uscì di casa. Non vedevo l'ora di prendere una boccata d'aria. Il viaggio in aereo era stato pesante, poichè soffro di claustrofobia e stando ferma per un paio d'ore, seduta, potendo solo respirare non ha aiutato il tutto.
Pensavo solo a Jake, il mio fidanzato. Non l'avevo neppure salutato poichè era in vacanza con i suoi in Inghilterra, e quindi mi esitai solo di scrivergli un sms, con tanto di video e note audio. Mi mancava terribilmente non averlo vicino sempre. In un primo momento pensai che una relazione a distanza non era così male, e tutt'ora lo pensavo.. ma, comunque sarebbe stato complicato, perchè Jake essendo il ragazzo perfetto ha sempre avuto la fila dietro, e mi avrebbe rimpiazzata dopo pochi giorni.
Buttai un'attimo fuori quel pensiero, e entrai nel Bar. C'era un ragazzo molto carino al banco, che stava servendo un signore anziano. Mi sedetti sullo sgabello che era libero, e aspettai il mio turno; durante l'attesa, mi guardai in torno, esaminando tutti i vari particolari del locale e leggendo di sfuggita il nome nel cartellino della divisa del ragazzo. Il suo nome era Calum. Calum si rese conto che lo stavo guardando da più di 2 minuti, e così ruppe il ghiaccio chiedendomi:"Ciao, non ti ho mai vista in questa zona. Che cosa vuoi da bere?''disse, con un tono infastidito; "Un caffè normale, grazie." dissi io con voce tremolante. "Da quanto tempo sei qua?" ribattè lui, fissandomi. "Non molto;Allora il mio caffè?" continuai io, con tono infastidito. "Piccola calmati, ecco qua il tuo caffè normale." Bevvi il caffè sotto il suo sguardo, e appena si rese conto che lo stavo guardando si morse il labbro. Dopo ciò, mi infastidii ancora di più e uscì velocemente dal locale, dopo aver ovviamente pagato.
Mentre camminavo per tornare a casa, la strada era deserta, ed erano solo le 12.00. 'Forse è ora di rientrare, si è fatto tardi' pensai fra me e me. Ma, nonostante quel pensiero, rimasi seduta nella panchina del parco vicino a casa mia e ripensai a ciò che era accaduto oggi. Calum era un ragazzo molto strano, a primo impatto mi sembrava simpatico. Non appena aprì bocca invece gettò dalla mia testa la sua prima impressione, creandone un'altra alquanto pessima. Però, nonostante ciò, ne volevo sapere di più di lui. Ero seduta sulla panchina, ad ascoltare il fruscio delle foglie della prima settimana di Maggio, non appena il mio telefono suonò. Era Jake.

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Capitolo 2
*** Lost in confusion, like an illusion. ***


Non appena notai la scritta sul display del mio iphone 'Jake', tutto d'un fiato risposi. Era la prima volta che lo sentivo dopo che mi ero trasferita a Sidney. "Amore" dissi senza neanche ascoltarlo. Mi mancava terribilmente. "Hey piccola" ribattè lui, con voce dolce e delicata. "Sono appena tornato a casa, e ho appena letto i tuoi messaggi, visto i tuoi video ed ascoltato le tue note vocali. Ti prometto che presto ci vedremo, e che ti verrò a trovare a Sidney. Devo andare piccola, c'è una festa nel locale affianco alla scuola. Ci sentiamo presto, ciao" e riattaccò la telefonata. Rimasi sorpresa non appena mi disse che c'era una festa vicino alla scuola, ma non ci pensai troppo. Mi alzai dalla panchina e tornai a casa. Aprì la porta e notai mia madre che stava parlando al telefono. Non le domandai nulla, mi diressi velocemente in camera e incominciai a mettere a posto qualche scatolone, dando un senso alla mia camera.
Non appena finì del tutto la mia camera, rimasi sorpresa del lavoro che avevo fatto, e così decisi di andare a fare un bagno caldo. Non appena entrai nella vasca mi addormentai.
Mi risvegliai alle sei del pomeriggio; decisi allora di asciugarmi i capelli e di stare un po' con mia madre.
Corsi allora al piano di sotto, e la vidi indaffarata nel preparare la cena. "Mamma, hai mica bisogno?" le chiesi. "Amore, ti sto preparando la cena. Io fra poco devo andare a lavoro, sai oramai che io lavoro solo di tardo pomeriggio e di sera." disse con voce dispiaciuta. "Si mamma, ne abbiamo parlato in aereo. Non preoccuparti ora di me, va a prepararti e va a lavoro, ci penso io qua." le dissi, rassicurandola. Allora lei mi baciò la fronte, si andò a cambiare e uscì di casa.
Ero rimasta in cucina, sola. Decisi così di ordinare una pizza e di gustarmela in salotto, sul divano. Dopo una ventina di minuti suonò il campanello. Andai ad aprire e mi ritrovai davanti Calum. "Và in camera a cambiarti, ti porto fuori stasera insieme ai miei amici." disse con tono infastidito. "Se sei così infastidito, perchè insisti nell'uscire con me?" dissi altrettanto infastidita. "Boh" disse lui, abbassando piano la voce. "Comunque non posso uscire, ho ordinato una pizza e volevo riposarmi." dissi alzando il tono della mia voce. "Ti ho detto di andare a cambiarti." disse serio. Non esitai. Corsi allora in camera da letto e scelsi un paio di pantaloncini corti di jeans, con delle collant nere sotto; una maglietta a maniche corte nera e lasciai i capelli sciolti. Scelsi le mie adorate Vans rosse, e raggiunsi Calum. "Mi aspettavo qualcosa di più, però mi accontenterò." disse sbuffando.
Non appena uscimmo di casa, notai una macchina grigia davanti ai nostri occhi, con 2 ragazzi seduti dentro. Uno aveva l'aspetto di un alcolizzato: aveva i capelli tutti sparati all'aria e lo sguardo perso nel vuoto. L'altro invece mi sembrava abbastanza normale: aveva un pearcing nel lato sinistro del labbro inferiore, capelli biondi lasciati in alto, come a ciuffo. Mi sembrava quello più normale.
Entrammo in macchina. Calum mi fece sedere affianco al ragazzo alcolizzato. Che fortuna.
"Dove stiamo andando?" domandai innocente. "Lo saprai dopo, sta' zitta." mi rispose quello che mi sembrava il ragazzo più normale. "Io mi chiamo Luke." ribattè lui. "Io sono Michael." rispose quello che sembrava alcolizzato, fingendo un sorriso.
"Calum andiamo da Ashton?" domandò Luke. "Si, almeno a casa sua non c'è gente e possiamo fare ciò che vogliamo." rispose Calum, infastidito. "Ah ma quindi tu sei sempre infastidito eh?" risposi altrettanto infastidita. "T'ho detto di stare zitta!" rispose Luke. Il viaggio durò una decina di minuti, i quali furono silenziosi.  Calum smise di guidare non appena entrammo in una via alquanto deserta. "Ma te sei dark?" mi domandò non appena scendemmo dal veicolo. "No. Non lo sono. Ma amo il nero." risposi infastidita. "Anche io lo amo." continuò lui.
In lontananza vidi un ragazzo camminare in contro a noi. "Hey amici!" urlò salutando Calum, Michael e Luke. "E chi è sta qua?" chiese Ashton. "E' la mia ragazza." rispose Calum.
Lo fulminai con lo sguardo e rimasi zitta. Non capivo il motivo della sua risposta, ma non ci pensai troppo. Entrammo nella presunta casa Irwin, la casa di Ashton. Era una casa in stile antico al piano terra, e quando salivi le scale cambiava tutto. Il piano di sopra, quello che ospitava la camera di Ashton era tutto in stile moderno, punk. Rimasi sorpresa, ma non feci in tempo a domandare niente che entrammo in una sottospecie di salotto. Luke e Calum si sedettero su un divano grande, Michael si sedette su una poltrona, e io rimasi in piedi come un'ebete. "Hai bisogno di qualcosa?" mi domandò Ashton. "Un bicchiere d'acqua, grazie." risposi intimidita. "Acqua? Scherzi?" mi rispose ridendo. "Lascia stare." risposi scocciata.
"Quindi voi vi passate il sabato sera chiusi in questa casa a fare...nulla?" domandai ai quattro ragazzi che mi fissavano. "Aspettiamo l'ora giusta per andare in giro, piccola." mi rispose Luke. Calum lo fulminò con lo sguardo e gli bisbigliò qualcosa, che purtroppo non riuscì a capire. "Sentite io devo andare in bagno." commentai. "Ti accompagno io." rispose Calum. Si alzò di scatto dal grande divano, mi prese per mano e mi accompagnò al piano terra. Mi lasciò davanti alla porta del bagno, lasciando scivolare la mia mano. "Ti aspetto qui." disse Calum. "Mica ci sono i mostri, torna dai tuoi amici stupido." risposi seccata. "Io ti aspetto, sta' zitta e entra." continuò, infastidito. Mi limitai a sbuffare e a entrare nel bagno. Era un bagno tutto bianco. Mobili, pareti.. tutto bianco. 'Che schifo' pensai fra me e me. Odio il bianco. Amo il nero. E' come odiare il giorno, ma amare la notte. Peccato che quella notte la stavo incominciando ad odiare. Ero in casa di un perfetto sconosciuto, con altri tre perfetti sconosciuti.. meraviglioso.
Uscì dal bagno, e Calum mi riprese la mano. "Piccola, ho parlato con Ashton e Michael. Io, te e Luke andiamo in un posto ora, loro rimangono qua." mi disse, ridendo.
"In un posto? tipo?" risposi.
"Questo lo scoprirai dopo. Cos'hai, paura?" mi domandò. "Paura di te? di Luke? Ma perfavore. Non fate paura nemmeno alle galline." dissi sbuffando. Uscimmo dalla casa e mi sentì sollevata perchè mi ero sbarazzata di Michael, non mi sono mai piaciuti gli alcolizzati, figuriamoci lui. Mi intimoriva un po', ma non ci davo troppo peso: avevo altro a cui pensare.
Stavo camminando mano nella mano con Calum, e non ne capivo il motivo; ma per fortuna durò poco il tragitto, perchè Luke si fermò davanti ad un locale che si chiamava 'The crazy night'. Era un locale pieno di gente. Non appena entrammo, un signore non molto anziano salutò Luke. "Hey ragazzo, questa visita?" domandò. "Sono con Calum e una mia amica. Ci andiamo a sedere laggiù." disse indicando il tavolo. "Non ti preoccupare per noi, Henry. Non prendiamo nulla." disse Calum. Il signore si limitò ad annuire e a sorridere.
Non appena ci sedemmo nel tavolo, Calum andò in bagno e rimasi con Luke.
"E quindi sei la ragazza di Calum?" mi domandò.
"No. Non lo conosco nemmeno. Io sono già fidanzata. Mi sono trasferita da poco da Melbourne, ed è lì che vive il mio ragazzo." dissi scocciata.
"Come mai ti sei trasferita?" mi domandò.
"Vuoi sapere troppe cose. Senti, io ora devo andare, ciao" dissi, e velocemente uscì dal locale.
Presi il telefono, le mie cuffiette, e ascoltai la mia playlist di musica. Arrivai a casa, mi sedetti sul letto. Sentì il telefono vibrare, era un messaggio.

ore 23:45, Numero Sconosciuto.
'Perchè te ne sei andata? Non dovevi farlo.'

 

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Capitolo 3
*** Problems? ***


Mi svegliai alle 15:00 del pomeriggio seguente. Era Domenica. Passò velocemente la giornata: non ero uscita di casa, me ne stavo in casa ad aiutare mia madre a scartare scatoloni.
"Amore, domani hai scuola. Il tuo college è nel centro della città." mi informò. "Grazie mamma. Domani mi accompagna Andrew?" le domandai. Andrew è mio cugino di 18 anni, va nel mio stesso college. Abita a Sidney da una decina di anni. Non l'ho mai visto a causa della distanza. "Si amore. Ora va in camera." mi disse lei. Andai in camera, e ricevetti un'altro messaggio.
ore 22:00, Numero Sconosciuto.
'Hey Stefany, non mi hai risposto al messaggio. Hai mica paura? Piccola.'


Non risposi nemmeno a quel messaggio,e mi addormentai.
*****
La sveglia rovinava tutto. Avevo dormito benissimo, il mio letto mi abbracciava a sè ed io lo dovevo lasciare per una stupida scuola? Non l'ho mai capito il motivo.
Mi svegliai alle 7:00. Alle 7:30 mi vedevo con Andrew. Così scesi velocemente dal letto, andai a fare colazione con i miei adorati Pancakes, mi vestii e uscì di casa. Vidi Andrew seduto in macchina che mi faceva cenno di salire. Così feci. "Come sei cresciuta. Mi ricordo quando giocavamo con le macchinine a casa tua." disse ridendo. "Eh si, quelli si che erano bei tempi. Approposito, siamo arrivati?" gli domandai. "Non ancora. Senti, prima  che ci siano vari problemi. A scuola ci sono quattro ragazzi. Sono alcuni alcolizzati. Non devi avvicinarti a loro, chiaro?" mi disse. Non appena sentii quattro ragazzi rabbrividii, perchè avevo paura fossero Luke, Calum, Michael e Ashton. "Hey, mi hai sentito?" mi domandò. "Ho capito, stai tranquillo." risposi. Andrew smise di guidare quando ci trovammo davanti ad un edificio di colore arancione antico. Scesi dalla macchina insieme ad Andrew ed entrammo nell'edificio. Era un edificio enorme, pieno di ragazzi. I corridoi portavano tutti alla sala centrale, dove si trovava una vecchia signora piena di fogli, seduta dietro ad un vetro. "Quella è la segretaria, devi andare da lei a registrarti. Ci si vede dopo a ricreazione, ciao." mi informò Andrew, poco prima di sparire del tutto. Mi avvicinai alla signora anziana, che mi sorrise poco dopo avermi vista. "Tu devi essere Stefany, la nuova arrivata; bene, tu sei in 2B.. oh, Clifford! Sarei lieta se accompagnassi Stefany nella vostra classe. E' la nuova arrivata!Ah, Stefany, appena entri in aula fai vedere questo foglietto alla tua insegnate! Detto ciò, buona giornata." mi disse. Mi limitai a sorridere ed a annuire. "Ah, quindi siamo anche nella stessa classe?" mi domandò Michael. "Purtroppo sì." risposi, scocciata. "Bene, non perdiamo tempo allora. E' da questa parte la nostra aula. Io, Calum, Ashton e Luke siamo nella tua stessa classe perchè siamo stati bocciati più volte.. non andiamo daccordo con la scuola." mi informò. Entrando nell'aula c'erano un sacco di persone. Abituata alle piccole scuola di Melbourne, rimasi parecchio sorpresa. C'era un signore alto, capelli neri spettinati: il professore di Matematica. "Salve, devo darle questo." gli dissi, dandogli il foglietto. "Oh, grazie. Bene ragazzi, lei è Stefany la vostra nuova compagna!" informò gli alunni. Mi limitai a sorridere e a sedermi nell'ultimo banco ad angolo, vicino al muro. Continuavano ad entrare ragazzi, che si sedevano. Poco dopo l'inizio della lezione, entrò Calum. Non appena mi vide sorrire, e si scusò con il professore per il ritardo. Si sedette vicino a me e mi bisbigliò "Anche tu qua?" "Purtroppo sì." risposi. "Che piacere. Allora ci vedremo spesso." continuò lui. Lo guardai malissimo, e continuai a 'seguire' la lezione. Era ora di pranzo, così dopo il terribile suono della campanella mi diressi alla sala centrale, dove mi aspettava Andrew. "Come sono state le prime ore nella tua nuova scuola?" mi domandò, sorridendo. "Una vera noia." risposi, ridendo. "Ho guardato la tabella della tua classe degli orari.. dopo ti aspettano due ore di letteratura! Non ti invidio per niente, la professoressa è la peggiore dell'istituto." mi disse. "Ah, che fortuna!" risposi, seccata. "Comunque, ho visto che sei in classe con Calum Hood, Michael Clifford, Luke Hemmings e Ashton Irwin.  Sono loro i ragazzi che devi evitare, chiaro?" mi disse. "Sisi, tranquillo. Però non mi sembrano così strani, pericolosi. Ma va bene, gli starò alla larga." continuai. Andammo in mensa e mangiammo in un tavolo, da soli a parlare del più e del meno. Dopo il suono della fastidiosissima campanella, rientrai nella mia aula, e tornai nel mio solito banco. "Comunque, perchè sabato sera te ne sei andata via, senza nemmeno avvisare?" mi domandò Calum, con tono abbastanza infastidito. "Avevo da sbrigare le mie faccende. E poi avevo avvisato Luke." gli risposi. "Dovevi almeno rispondere al messaggio, tesoro." mi disse, mettendo il suo braccio intorno al mio collo. Non appena fece ciò, gli levai subito il braccio. "Senti, non ti conosco e non ti voglio conoscere chiaro? Stammi lontano, per favore." gli dissi, e subito dopo alzai la mano. "Prof, mi scusi, posso andare in bagno?" le domandai. "Sisi, torna entro 10 minuti però, dato che fra 30 minuti suona la campanella di fine giornata." mi rispose con tono seccato. Uscì dall'aula e entrai nel bagno delle ragazze, dove mi sedetti sulla tazza del water a vedere se Jake mi aveva scritto. Ma l'unica cosa che trovai era un messaggio di Samantha, una delle mie più care amiche che avevo lasciato a Melbourne.
ore 13.30, Samantha.
'Hey Steff, come sta andando la vita a Sidney? Non sai quanto ti invidio. Qua stanno succedendo un sacco di cose. L'altra sera c'è stata una festa nel locale affianco alla scuola, e non puoi capire cosa è successo! Ma tu e Jake state ancora insieme? Rispondimi presto, baci. xx'


le risposi subito.
'Hey Sam, qua le cose non vanno ne bene ne male. Sono nel bagno a scuola, è una noia mortale. Comunque sì, io e Jake stiamo ancora insieme, come mai? A presto.xx'


Pensai per troppo tempo al messaggio di Samantha che i miei 10 minuti di permesso svanirono. Entrai in classe con 15 minuti di ritardo.
"Signorina, ti avevo detto non più di 10 minuti. Mi costringi a farti andare in punizione!" mi disse la Professoressa, dandomi un foglio con su scritto l'orario, il numero dell'aula e la mia firma, che avrei poi dovuto consegnare all'insegnate che si sarebbe trovata in quell'aula.
Mi limitai a sbuffare, e a tornare nel mio banco. Suonò la campanella, e mi diressi verso l'aula punizioni che si trovava al piano di sopra, ma prima di ciò scrissi un messaggio a Andrew.

ore 14.10
'Hey Andrew, avevi ragione sulla Professoressa di lettere. Sono in punizione, ci vediamo domani mattina, baci. xx'


Di conseguenza, misi il telefono in tasca e mi sedetti nell'ultimo banco dell'aula, dopo aver consegnato il foglietto. La mezz'ora passò più che velocemente, e non appena uscì dall'aula, qualcuno mi prese il braccio e mi tirò a sè.

ANGOLO DELLA POSTA:
Vorrei innanzitutto scusarmi se nei capitoli precedenti non ho inserito l'angolo della posta, ma ho avuto alcuni problemi su come inserirla ed altro, poichè è la mia prima storia che pubblico qua! Comunque, il prossimo capitolo lo pubblicherò il 16GIUGNO. Nel momento di attesa, secondo voi, chi ha preso il braccio di Stefany, dopo la mezz'ora di punizione? E con Jake? Cosa è successo? Baci.  

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Capitolo 4
*** He? Why me? ***


Dopo quel gesto, mi trovai davanti Luke, che mi sorrise maliziosamente.
"Che cosa vuoi da me?" gli domandai scocciata.
"Non che cosa voglio io, sciocchina. Ma che cosa vuole lui." mi rispose.
Dopo quella risposta mi trascinò nella cantina della scuola, dove si trovavano Ashton, Calum e Michael. "Ma cosa è sta cosa? Un club per stupidi? Allora non è il mio luogo adatto." commentai sbuffando. "Senti, forse non hai capito con chi hai a che fare, siediti." mi disse Ashton.
"Siete quattro stupidi ragazzi,che vogliono intimorire delle ragazze. Ecco, ora se mi scusate, devo andare." dissi, alzandomi di scatto ed uscendo dalla cantina. In breve tempo mi ritrovai fuori da scuola, e dopo una decina di minuti mi ritrovai a casa.
"Amore com'è andata a scuola? Mi ha detto Andrew che eri in punizione." disse mia madre. "Si, la Professoressa di Lettere non mi lascia neanche il tempo necessario per andare in bagno." risposi seccata. "Bene. Comunque adesso va in camera tua, io devo finire qua." mi disse. Dopo queste parole, corsi in camera mia e mi buttai sul letto, sbuffando. Mi vibrò il telefono, era un'altro messaggio da Samantha.

ore 16.10, Samantha.
'Davvero state ancora insieme? Beh, l'altra sera non sembrava per niente. Si è baciato con Lucy, e sono stati tutta la sera insieme.. forse è il caso che ne parliate voi due. Beh, in ogni modo mi dispiace Steff, domani appena lo vedo lo uccido! Ahaha, ciao tesoro. xx'


Dopo quelle parole, dopo quel messaggio, il mio cuore si fermò e si ruppe in tanti piccoli pezzettini. Come quando un vaso di vetro ti cade dalle mani. Il mio cuore era fragile come un vaso di vetro. Potrò sembrare tanto dura e severa,ma dentro sono debole, fragile e sensibile.
Si è baciato con Lucy e sono stati tutta la sera insieme, continuavano a rimbombarmi nella mente queste parole. Più rimbombavano, più stavo male. Scoppiai a piangere e mi addormentai. Mi risvegliai con mia madre davanti, che mi stava dando dei baci sulle mie mani. Anche se mia madre è sempre fuori casa per lavoro, quando ho bisogno, è sempre disponibile. "Hey, vuoi che ti porto qualcosa da mangiare? Sono le sei e trenta, e fra dieci minuti esco per lavoro." mi disse. "No mamma, non voglio niente. Stò bene così." le dissi con voce tremolante e soffocata da singhiozzi. "Per ogni cosa, sai che ci sono; chiaro? Ora va a fare una doccia." continuò sorridendo, con faccia dispiaciuta.
Dopo una breve doccia, mangiai un panino con un po' di prosciutto. Dopo un'oretta, mentre mi stavo addormentando, mi arrivò un messaggio.

ore 22:05, Jake.
'Hey Stefany, prima che qualcuno ti dica qualcosa ho bisogno di parlarti, al telefono. Appena puoi, scrivimi così ti chiamo. xx'

Gli risposi subito e in cinque secondi mi chiamò.
-'Stefany?'
-'Che cosa vuoi da me, Jake?'
-'Okay, non sò che cosa hai saputo, e preferisco dirtelo io. Mi sono baciato con Lucy alla festa, e oggi beh..'
si fermò, con voce delusa.
-'E oggi ci siamo ribaciati più volte. Ma non dei baci normali, a stampo, come quelli che si fanno nei giochi per bambini. In quei baci ho provato qualcosa. Quel qualcosa che con te non provavo. M-mi dispiace Stefany.'
-'Okay.' risposi con voce strozzata.
-'Mi dispiace, davvero e..'
-lo fermai subito, e gli dissi 'Ciao Jake'.
Riattaccai la telefonata, e mi rimisi a piangere; dopo pochi minuti mi addormentai.

ANGOLO DELLA POSTA:
Innanzitutto volevo scusarmi se questo capitolo è un po' troppo corto, ma non ho avuto modo di andare avanti come volevo, e così ho dovuto tagliare una parte che poi aggiungerò successivamente.
Beh, alla fine Jake l'aveva tradita! Cosa ne pensate? Che cosa farà Stefany ora? E Calum? Fatemi sapere, mi fa piacere sentire il parere di voi lettori! Ah, ovviamente critiche e consigli sono ben accettati; baci.xx

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Capitolo 5
*** I'm in confusion.. ***


La sveglia suonava da venti minuti,e infatti mi svegliai in ritardo. Mia madre mi fece la giustificazione per entrare a scuola un'ora dopo, e avvisò Andrew.
Arrivata a scuola sembravo un cadavere. Avevo i miei lunghi capelli tutti spettinati, occhiaie che arrivavano fino alle  mie labbra, il mio corpo era debole e avevo bisogno di piangere ancora. Entrata in aula, c'era la Professoressa di Lettere che stava sostituendo la Professoressa di Geografia, assente per malattia.
"Un po' di trucco tesoro non ti farebbe male." mi disse. Non le risposi, ero troppo debole per rigirarmi contro. Le feci firmare la giustificazione e mi sedetti nel mio banco. Calum non c'era, e questo era un punto a mio favore, perchè essendo così debole, se mi avesse provocata ancora sarei di sicuro scoppiata. Ma questo mio punto a favore svanì nella quarta ora, quando arrivò, e si sedette. "Che cosa hai fatto? Dio sei orribile." mi disse con tono divertito. "Ti è mica morto il gatto?" continuò. "Hai la voce no? Beh parla, stupida!" replicò. Mi girai dall'altra parte, e una lacrima cadde dal mio occhio destro. Velocemente mi mossi cercando di toglierla, ma fallì poichè Calum mi aveva vista. Aveva visto la mia lacrima. Mi guardò con faccia divertita e aggiunse "Beh, finalmente piangi, finalmente soffri." disse con tono cattivo. Lo guardai negli occhi, e gli tirai un ceffone tanto forte che persino i compagni di banco davanti lo avevano sentito; per fortuna la Prof no.
Al suono della campanella nella ricreazione, mi diressi in bagno e ci rimasi fino alla fine, avevo bisogno di stare sola in un luogo calmo.. ma non fu così.
Ero andata nei bagni femminili del piano superiore, perchè non erano mai frequentati. Mi fermai davanti allo specchio, vicino al lavandino. Vidi il mio viso sciupato, distrutto. Mi lanciai dell'acqua addosso per dargli un po' di vita e poi mi asciugai. Presi il telefono per vedere qualche notifica su Facebook, e vidi foto di Jake con Lucy. Chiusi immediatamente il telefono e riscoppiai a piangere. Qualcuno mi aveva sentito, poichè sentì dei passi venire incontro alla stanza. La porta si aprì e trovai Calum.
"Senti, mi dispiace per prima. Non avrei dovuto darti della stupida." disse, chiudendo piano la porta. "Non importa Calum, ci sono abituata." risposi debolmente. "Ti prego non chiamarmi Calum, Dio sembra un colloquio per un lavoro! Chiamami Cal." disse sorridendo debolmente. Non lo avevo mai visto sorridere. Non lo avevo mai visto parlare in tranquillità senza insultare, senza provocare, senza avere un tono infastidito o scocciato. "Okay, ora puoi andare?" gli domandai debolmente. Si avvicinò a me, mi prese per le mani e mi disse, quasi sussurando "Sai, Stefany.. mi incuriosici tanto. Circa troppo direi. Voglio conoscerti a fondo." Dopo quelle parole il mio respiro si fermò di scatto. Stavo parlando con uno dei famosi ragazzi più pericolosi della scuola. "Cal.. Calum, senti è meglio di no." continuai. "Dai piccola, i tuoi occhi dicono il contrario." disse, sussurandomi all'orecchio. La distanza fra le mie e le sue labbra era fin troppo poca. Le sue labbra si stavano quasi appoggiando sulle mie, quando si fermò. "Andiamo, ci cercheranno." disse ridendo silenziosamente. Uscimmo dal bagno e raggiungemmo così la nostra aula, già piena. La campanella era suonata da più di venti minuti, ma per nostra fortuna la Professoressa di Filosofia non era ancora arrivata.
Così, io e Calum ci sedemmo velocemente nei nostri posti. Le ultime due ore passarono velocemente, fra sguardi intensi e non con Calum. Al suono della campanella, uscì velocemente da scuola, andando così alla ricerca di Andrew, ma non lo trovai.
ore 13:50, Andrew.
'Hey Steff, scusa se ti avviso solo ora ma me ne ero completamente scordato! Mi sono sentito male alla penultima ora, e così sono andato a casa. Mi dispiace, ma per oggi dovrai tornare a casa da sola. Mi raccomando! xx'

Perfetto, nonostante tutta la tristezza e la stanchezza che avevo, dovevo tornare a casa da sola e pure a piedi.
Allora, decisi di starmene una decina di minuti dalla panchina affianco alla scuola, giusto per rilassarmi un po'.
Mi ci coricai, chiusi gli occhi e sentì solo il fruscio delle foglie, accompagnato a qualche risata di alunni della scuola appena usciti. Stavo benissimo.
Riaprì gli occhi dopo cinque minuti e mi trovai davanti Ashton. Era a fissarmi con sguardo infuriato. "Ehm, hai bisogno di qualcosa Ashton?" gli domandai innocente. "Vieni." mi disse con tono severo. Mi alzai di scatto e non ne capì nemmeno il motivo. Mi prese per il braccio e andammo in un posto abbastanza isolato. Non c'era praticamente nessuno. Mi spinse contro il muro del posteriore di questo edificio e mi incominciò a lasciare piccoli baci nel collo. A quel contatto sbarrai gli occhi, e l'ansia mi salì. Avevo paura, tanta. Cercai di respingerlo, ma fallì. Quei baci nel collo, si fecero strada ed arrivarono fino alle mie labbra, che baciò più volte. I primi baci furono come rubati, gli altri erano invece più 'pesanti'. Non ce la feci più, così lo spinsi e gli tirai un ceffone.  "Sei una lurida stupida." mi disse, mentre mi guardava con occhi infuriati. Dopo ciò, mi allontanai e tornai sulla strada di casa. Camminavo pensando all'accaduto.. perchè Ashton mi aveva baciata? Lo aveva mica mandato Calum?



ANGOLO DELLA POSTA:
Bene, che dire.. Mi scuso per il ritardo, ma ora che ho gli esami ho dovuto studiare molto. Cosa pensate di questo capitolo? Come mai Ashton ha baciato Stefany? Baci,xx.

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Capitolo 6
*** Now i'm a warrior. ***


Arrivata a casa, trovai mia madre che parlava con una donna, che a primo impatto mi sembrava di conoscerla. "Ciao Mamma!" la salutai. "Tesoro, lei è una mia collega di lavoro, si chiama Emy. Emy, lei è mia figlia" rispose, sorridendo. "Che piacere conoscerti, Stefany. Sei tutta tua madre!" continuò Emy. "Bene, ora vi lascio ho da fare i miei compiti, ci vediamo per cena mamma!" dissi. Loro si limitarono a salutare sorridendo, così corsi in camera e buttai lo zaino sul letto. Mi sedetti dalla scrivania, e dopo finalmente quattro giorni, decisi di aprire il mio computer. Non appena il computer si avviò, come foto sfondo trovai una mia foto con Jake. Era prevedibile. Cancellai subito tutte le foto che avevo con lui, o di lui, e svuotai il cestino. Ora non avevo più nessun ricordo di lui materiale. Stavo ascoltando un po' di musica classica, quando mi arrivò un messaggio.
ore 16.20, Numero Sconosciuto.
'Ciao, Stefany. Scendi da camera tua ed esci di casa fra 10 minuti. Devo parlarti, xx.'

Rimasi perplessa, ma risposi subito.
ore 16.21.
'Ciao, non sò chi sei.xx'
ore 16.22, Numero Sconosciuto.
'Sono Calum.xx'

Come aveva fatto a trovare il mio numero? Rimasi sorpresa. Poi, di cosa doveva parlare? Non poteva aspettare domani? Non risposi a queste domande, poichè i dieci minutti passarono velocemente.
Scesi le scale, e senza farmi vedere da mia madre, uscì di casa e andai nella piazza vicino a casa mia, dove infatti mi aspettò Calum, seduto su una panchina.
"Hey." mi disse, facendo un finto sorriso. "Ciao." risposi. "Che cosa è successo oggi con Ashton?" mi domandò, con voce innervosita e seccata. "Mi ha baciata più volte." risposi abbassando gli occhi. Mi prese per la mano e mi tirò su il viso, guardando i miei occhi. "Tu sei mia, chiaro?" mi disse delicatamente. "Non sono di nessuno Calum.. Cal. Non sono un oggetto." risposi staccando subito quel contatto. "Invece sei mia." disse alzandosi e andandosene. Odio quando le persone mi lasciano così. Quando le persone mi lasciano da sola. Odio la solitudine. Rimasi per altri pochi minuti seduta sulla panchina, e poi ritornai in casa. Arrivata a casa trovai un post-it di mia madre, appeso al frigo.
'Ciao, sei uscita di casa senza avvisarmi. Va bene, non importa. Ti ho lasciato la pizza in microonde, mangiala. A domani,xx.'
'Che schifo' pensai fra me e me. Odio la pizza scaldata nel microonde. Sbuffai e la mangiai. Mentre lavavo il piatto, il mio telefono incominciò a squillare, era Samantha, così risposi.
-"Hey Steff!" disse con tono esaltato.
-"Ciao, Samantha." risposi con tono seccato.
-"Come stai? Ti sento giù." mi domandò preoccupata.
-"Dai che cosa vuoi Samantha? Non è il momento." risposi sbuffando.
-"Beh, volevo sapere com'era finita con Jake." mi domandò abbassando il tono di voce.
-"Oh.. Credo che ci siamo lasciati. Non sò. Devo andare, ciao." risposi strozzando le lacrime.
Finita la telefonata corsi in camera e scoppiai a piangere di nuovo, ma non solo per Jake.
Non riuscivo a capire che cosa mi stava succedendo, ma sopratutto che cosa stavo provando. Oramai mi ero rassegnata con Jake, però comunque ci stavo lo stesso male. Però il male che provavo non era solo provocato da Jake, ma anche dai comportamenti di Calum. Mi stavo affezionando? No,no,no! Non doveva succedere, non almeno con lui.
Mi addormentai subito dopo aver pensato a ciò.
*******
Il mattino seguente mi svegliai in orario, feci colazione con caffè e brioche, e uscì di casa. Non c'era di nuovo Andrew, aveva preso l'influenza. Incominciai la giornata bene, perchè appena sveglia mi ero promessa di non stare più male e di cercare il lato positivo in ogni cosa, proprio come fa mia madre.
Arrivata fuori da scuola, vidi Calum e cercai di evitarlo, ma fallì. Mi vide, si avvicinò a me e mi prese per la mano, portandomi dietro l'angolo della scuola.

ANGOLO DELLA POSTA:
Mi scuso per il ritardo, ma sono andata al concerto degli onedirection del 28giugno2014 e non sono riuscita a pubblicarlo in tempo. Beh, volevo dirvi che da ora aggiornerò una volta a settimana! Scusate ma l'estate mi prende troppo tempo. Baci,xx.

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Capitolo 7
*** A new Calum? ***


Mi portò proprio dietro l'edificio, che in quell'istante era del tutto isolato, poichè gli studenti erano già entrati per assistere alle proprie lezioni.
"Calum, devo andare a fare lezione di Chimica." gli dissi con voce scocciata. "Ah quindi ti importa più Chimica, che parlare con me?" mi domandò con tono arrabbiato. "Non ho detto questo." risposi abbassando la voce. In quel momento i suoi occhi mi stavano fissando da troppo tempo, così decisi di guardare da un'altra parte. "Che cosa vuoi da me, Calum?" gli domandai. "Voglio stare un po' con te, per oggi possiamo saltare le lezioni." mi disse sorridendo. "Saltarle? Stai scherzando? Mia madre mi ammazza." gli dissi infastidita. Non mi rispose, mi prese per la mano e mi portò lontano dalla scuola e da casa mia, in una via che lui conosceva bene, poichè c'era casa sua. "Vieni, andiamo qua dietro l'angolo, ci sono delle panchine e al mattino non c'è nessuno." mi informò. Arrivati da queste panchine mi sedetti e socchiusi gli occhi: li avevo ancora un po' gonfi a causa dei miei pianti notturni.
"Che cosa ti prende, Calum?" gli domandai. "Mi prende che vorrei conoscerti, perchè se possiamo essere amici, dovremo pur saper qualcosa dell'altro, non credi?" mi disse. "Beh si. Ma perchè vuoi proprio essere mio amico?" replicai. "Beh, mi incuriosisci. E sò che sotto la tua maschera da menefreghista c'è qualcosa." rispose con voce delicata.
Mi girai dal lato opposto dove c'era lui, e cercai di rilassarmi. Non avevo voglia di parlare con lui. Si prendeva gioco di me, e solo quando gli andavo bene mi veniva a cercare, come una ruota di scorta. Odio quando le persone mi cercano solo perchè hanno bisogno di qualcosa, le persone mi devono essere amiche per quello che sono, e non perchè hanno bisogno di me per fare qualcosa.
"Hai lasciato qualcuno di importante a Melbourne?" mi domandò. Rimasi avvilita dopo che la sua voce pronunciò quelle parole. Mi venne subito in mente Jake. "Beh, se intendi un fidanzato che ti tradisce alle tue spalle, per poi semplicemente chiamarti e sputartelo in faccia..si." risposi strozzando le lacrime che volevano uscire.
"Hey..vieni qua." mi disse, prendendomi la spalla in modo da avvicinarmi a sè.  Stavo benissimo con lui.. solo che la cosa mi sembrava alquanto strana. Perchè Calum Hood, uno dei ragazzi più pericolosi della scuola, il ragazzo che ha sempre un tono cattivo/scocciato/infastidito nei miei confronti mi stava 'consolando'? Questa domanda svanì subito dopo che il braccio di Calum accarezzò il mio braccio. Dopo ciò, la sua mano passò dalla mia spalla, al mio viso. Lo prese e lo girò a sè. "Non sò se ti voglio come amica." mi disse avvicinandosi a me. Le nostre labbra erano distanti meno di un centimetro, e dopo pochi secondi la distanza non esisteva più. Calum Hood mi aveva baciata. Mi aveva dato una serie di baci a stampo, per poi passare a quelli veri, quelli che aspettavo. Mentre mi baciava il mio stomaco era oramai diventata una foresta, dato che era pieno di farfalle che si muovevano a più non posso. Alla fine dell'ultimo bacio, si staccò da me. "Non deve saperlo nessuno, chiaro Stefany?" mi domandò con tono infastidito. Perchè non lo poteva sapere nessuno? "Chiaro." mi limitai a dire.
Poi mi riprese il viso e mi rubò un bacio lento e timido. Mi sorrise al termine di esso. "Non dispiacerà vero al tuo fidanzato se ti ho rubato qualche bacio?" mi domandò ridendo. "Credo che io non abbia più un fidanzato." risposi accennando un sorriso.
Ma nel bel mezzo della conversazione, mi arrivò un messaggio.
ore 12.55, Numero Sconosciuto.
'Ciao Steff, lo sai vero che tutti qua siamo felicissimi che te ne sia andata? Dio, ma muori. Jake è felice con Lucy, e tu per tutti noi sei morta. Baci, buona vita. (per quel poco che ne rimane) xx.'

"Che c'è scritto nel messaggio?" mi domandò Calum, vedendo il mio sorriso svanire.
"No niente, mia madre." dissi mentendo.
"Ah, che cosa dice?" mi domandò.
"Dice che devo andare subito a casa." risposi mentendo.
"Okay, allora ti lascio. Ciao Steff, ci si vede." disse, baciandomi sulla guancia ed andandosene via.
******
Dopo aver dato varie spiegazioni a mia madre sul perchè fossi già a casa, andai in camera mia e mi coricai sul letto.  Dopo un'oretta di dormiveglia, mi vibrò il telefono.
ore 21.30, Numero Sconosciuto.
'Sono Cal. Senti.. sono sotto casa tua. Posso entrare?xx'
ore 21.31.
'Ti vengo ad aprire, tanto non c'è nessuno.xx'

Perchè Cal era sotto casa mia?
Mi misi allora un paio di leggins, una canotta e un po' di trucco per sembrare decente, dato che ero in pigiama.
Scesi le scale ed aprì la porta. Era lui. Con il suo sorriso che faceva invidia al mondo.
"Bene, posso entrare?" mi domandò. "Certo,scemo." risposi.
"Wow, per esserti trasferita da poco, la tua casa è più in ordine della mia." commentò ridendo.
"Avevi bisogno di qualcosa?" gli domandai. "Beh, sono rimasto chiuso fuori casa, non ci sono i miei perchè sono fuori casa fino a domani e quindi non posso entrare in casa. Mi chiedevo se.." mi disse. "Cal.. se ti vede mio cugino qua mi ammazza." gli dissi con voce spezzata. "Beh lo sò. Ma se mi chiudo in camera tua nessuno potrà dire niente, uscirò dalla porta sul retro un quarto d'ora dopo di te, in modo che nessuno si accorgerà della mia presenza. Sarà questione di un solo giorno."mi implorò. Mi limitai ad annuire e allora mi abbracciò.
"Cal, io sono stanca. Vado in camera, tu fai come vuoi."gli dissi con voce assonnata.
"Vengo anche io, tanto se nessuno deve saper niente, vuoldire che dovrò dormire in camera tua."disse sorridendo. Oh cavolo. Non risposi e mi diressi in camera mia, dove mi sedetti sul letto. Mi raggiunse Cal. "Che camera adorabile." disse ridendo. "Smettila." continuai io. "Beh, ho ancora qualche vestito qua nello zaino."mi informò. "Bene, per cambiarti puoi andare in bagno, io mi cambierò di qua." gli dissi. "Ah, quindi non ci possiamo cambiare entrambi qua?" mi guardò maliziosamente. "No." risposi seria. "Va bene, vado in bagno." mi disse, uscendo dalla porta della camera. Mi misi allora i pantaloncini del pigiama, e presi una canotta che si abbinava.  Mi misi sotto le coperte e non appena entrò Calum, feci finta di dormire, giusto per evitare qualche conversazione insolita. Menomale che avevo un letto a due piazze. Così Calum, si coricò nel letto e mi spostò a sè, in modo che poteva abbracciarmi. Sentivo il calore del suo corpo vicino al mio, e dire che stavo bene era dire poco. Mi accarezzò i capelli per un paio di minuti, e poi ci addormentammo entrambi. Non riuscivo a capire che cosa stavo pensando in quei giorni. In quei giorni in cui Calum era completamente cambiato. Non era sempre antipatico, acido, scocciato o infastidito. Era completamente un'altra persona. Mi stavo mica innamorando di lui? no,no,no! Non può essere. Non mi devo innamorare di lui.

ANGOLO DELLA POSTA:
Ciao a tutti voi cari lettori, beh mi scuso anche ora per il ritardo. Beh, secondo voi Stefany si sta realmente innamorando di Calum? E come mai Calum l'aveva proprio baciata? Vi ringrazio per tutto quello che fate, ma sopratutto perchè leggete la mia storia ahahah. Spargete la voce! Baci, xx.

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Capitolo 8
*** A new friendship, or just a cover? ***


Mi svegliai alle 7.00, come ogni santa mattina. Rimasi del tutto sorpresa quando non notai la presenza di Calum. Non c'era nemmeno più il suo zaino in camera mia. Ci rimasi un po' male, ma dovevo sbrigarmi perchè se no sarei arrivata in ritardo a scuola. Non appena mi alzai, notai un qualcosa di diverso sopra il display del mio computer, era un post-it.
'Sono uscito da casa tua alle 6.30. Non volevo creare problemi. Ci si vede a scuola,xx.'
Mi sollevai il morale, perchè questo voleva dire che dopo la nottata passata insieme, non aveva intenzione di lasciarmi in disparte.
Mi cambiai velocemente, scesi in cucina dove vidi mia madre che stava cucinando per la colazione i miei soliti Pancakes con la Nutella.
"Buongiorno mamma, come stai?" le domandai.
"Buongiorno piccola, io sto bene. Tieni, portali per la merenda, non hai tempo per mangiarli ora, dato che Andrew è fuori che ti aspetta. Buonagiornata amore." mi disse mia madre senza darmi neanche il tempo di salutarla, dato che mi aveva già sbattuta fuori di casa. Non capivo il motivo, però non ci feci molti castelli mentali sopra, magari aveva solo fretta e voleva mettere apposto la casa.
Così salutai con la mano Andrew e corsi ad abbracciarlo, non lo vedevo da un paio di giorni a causa dell'influenza che si era preso, e mi era mancato.
"Ciao Piccola." mi disse sussurrando.
"Stai meglio?" gli domandai.
"Si. Andiamo, se no faremo tardi a scuola." disse, sedendosi nell'auto.
Il solito tragitto durò meno del solito, dato che Andrew era andato abbastanza veloce.
Arrivati davanti a scuola, notai Calum in lontananza, circondato da Luke e Ashton.
Ci passai affianco, e non mi cercò nemmeno per salutarmi. Però, ero riuscita a sentire qualcosa dire dal biondo. "Stai scherzando? Vi siete baciati?" continuava a ripetergli Luke. "Si, ci siamo baciati. Ma fa parte del gioco, state tranquilli." li rassicurò Calum.
Fa parte del gioco, state tranquilli.
Di quale gioco stava parlando? E se stava parlando di me e lui? E se io fossi soltanto una delle sue famose vittime?
Continuavo a pensare a ciò che avevo sentito, quando però Andrew mi scosse le spalle. "Steff mi dici che ti prende? Sei nelle nuvole o sbaglio?" mi domandò ridendo.
"Sono solo stanca Andrew." gli risposti sorridendo. "Bene, vai a dormire nel tuo banco, è suonata la campanella." mi disse salutandomi.
Arrivata nell'aula mi sedetti nel mio banco, dove mi aspettava Calum. Mi sorrise e mi baciò sulla guancia, controllando di non essere visto da nessuno.
"Che cosa vuoi Calum?" gli domandai seccata. "Niente." mi rispose. Arrivò il professore di Arte, la prima volta che lo vedevo da quando stavo a Sidney.
Le prime due ore con lui erano finalmente passate, ma per motivi di sicurezza non ci facettero uscire dall'aula, se non per andare in bagno.
Non avevo ancora capito il motivo ma non esitai molto a domandarlo al professore. Così gli chiesi gentilmente se potevo andare in bagno, e lui annui. Uscita dall'aula mi diressi nel bagno delle femmine, che era nel corridoio lontano dalla mia aula, e dal mio corridoio. Non appena girai l'angolo, notai la presenza di qualcuno. Era Luke.
"Hey Luke." lo salutai. "Ciao Stefany." mi rispose. "Sai, vorrei tanto essere tuo amico." continuò. "Mi sembri un tipo apposto tu Luke, per me va bene." risposi sorridendo.
"Beh, parlami un po' di te Steff....posso chiamarti così vero?" mi disse. "Certo che puoi chiamarmi così. Comunque beh, come già saprai mi sono trasferita qua da poco, prima abitavo a Melbourne. Lì non avevo tanti amici, ma avevo il mio ragazzo che era davvero importante per me..almeno fino a quando non mi pugnalò alle spalle. Ma sai, voi ragazzi siete tutti così uguali. E' una cosa del tutto sorprendente direi." gli dissi sorridendo. "Non tutti i ragazzi sono cattivi ragazzi." mi disse.
"Vabbe, tornando al mio discorso.. Sono una ragazza che odia le persone che si prendono gioco di me.. Sai, quelle persone che ti cercano solo quando hanno bisogno." gli dissi. Lui annuiva e mi ascoltava. "Beh, comunque è da troppo tempo che sono fuori, il prof di arte mi metterà in punizione se non torno in classe,ciao Luke." gli dissi. Non appena pronunciai ciao Luke, lui mi abbracciò. Era una sensazione strana per me. Luke Hemmings, uno dei ragazzi pericolosi della scuola mi stava abbracciando. Stavo bene tra le sue braccia, e eliminai subito i pregiudizi che mi creai quando lo vidi per la prima volta. 'Deve essere un tipo ok.' mi ripetevo nella mente, mentre camminavo per il corridoio.


ANGOLO DELLA POSTA:
Buonpomeriggio cari lettori. Che dire, l'estate veramente mi prende troppo tempo. Ci ho messo fin troppo per scrivere questo capitolo, ma tutte le idee che avevo di punto in bianco sono svanite.. ma hei! Secondo voi Calum sta realmente prendendo in giro Stefany?
E Luke? Come mai vuole diventare amico di Stefany? Secondo voi sta aiutando Calum, o vuole semplicemente farsi una nuova amica? Al prossimo capitolo,xx.

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Capitolo 9
*** Knowing him for good... ***


Tornata in classe Calum mi guardava male, forse perchè ero stata troppo assente, e quindi lui si doveva immischiare nei discorsi dei miei stupidi compagni che entrambi odiamo.
Tornai quindi nel mio banco e incominciai a leggere uno dei romanzi che ho sempre amato fin quando ero piccola, dal titolo che oramai non si leggeva più dato la vecchiaia della pellicola. "Che cosa leggi?" mi domandò Calum, con tono infastidito. "Un romanzo, il genere che mi piace di più." risposi seccata. "Io odio i romanzi.. sono così.. romanzi." mi disse.
"Beh, cosa ti aspetti scusa? Quale genere preferisci, Hood?" gli domandai divertita.
"Se devo essere sincero, odio i libri, preferisco i film." mi rispose serio. Come puoi preferire il film ad un libro? Nel libro puoi dare vita alla tua immaginazione immaginandoti tutte le scene, senza sapere magari che l'aspetto del protagonista è uguale a Leonardo Di Caprio, o magari puoi riuscire a immaginare chiudendo gli occhi che cosa accade, come se avessi visto la stessa scena prima in città. Il bello dei libri è che proprio non sai nulla, e i libri danno vita alla tua immaginazione. Molto probabilmente Calum non ne aveva, dato che gli piacciono di più i Film. Io penso che i film siano una sorta di 'cattivi' nei confronti dell'immaginazione e dei libri. Perchè nei film ci sono degli attori che interpretano la loro parte e vengono pure pagati. Interpretando persone che non esistono realmente, nella maggior parte dei casi. Io odio i film e Calum invece li ama. Io amo i libri e Calum li odia. Beh, non siamo proprio delle stesse opinioni.
"Stefany? Stai dormendo?" mi domandò scrollandomi le spalle. "Tecnicamente stavo cercando una risposta talmente intelligente da poterti chiudere le parole di bocca, ma non credo esista." gli risposi ridendo. Calum mi sbuffò. "Stasera andiamo a cena fuori, okay?" mi informò. "Beh, non me lo hai ancora chiesto." gli dissi, scocciata. "Ora invece si, e tu non mi hai detto di no. Ci vediamo alle 7 nel bar dove lavoro, finirò il turno e sono da te." mi disse.
La campanella era appena suonata, finalmente ero libera da quell'inferno della scuola. Era Venerdì, voleva dire che poi avevo due giorni di assoluto relax, senza Calum nei paraggi.. tranne ovviamente la sera stessa. Per quale motivo Calum voleva cenare con me? Mi aveva evitata a scuola tranne quando abbiamo parlato dei libri.
Ma le ore, i minuti, i secondi passavano troppo velocemente. Tanto velocemente che erano gia le 18, questo voleva dire che mancava una sola ora per vedere Calum. Ancora solo un'ora di pace e tranquillità, senza stress o altro. Un'ora di pace. Perchè Calum era come la Guerra per me.
"Amore, io vado, ci sentiamo dopo." mi disse mia madre. Le diedi un bacio sulla fronte e la salutai. Ora ero del tutto sola, a guardare un orologio che non smetteva di muoversi. Le lancette si muovevano più veloci del solito. Ed ecco che sono le 18.40, mancano solo venti minuti. Decisi che era arrivato il momento di cambiarmi. Presi dei leggins neri, che arrivavano poco più giù del ginocchio. Poi presi una camicetta bianca, di quelle senza le maniche però che era leggermente trasparente, ma sotto ovviamente mi ci ero messa una canotta bianca. Mi misi le mie converse bianche sporche, che non mi toglievo mai. Poi mi diressi nel bagno, dove pettinai i miei capelli e li lasciai sciolti. Dopodichè mi misi la matita nera con l'eyleiner. Un po' di mascara ed ecco che avevo finito.
Presi la mia piccola borsa, dove ci misi dentro cellulare, un'elastico e il portafoglio, anche se la cena l'avrebbe dovuta pagare lui, ma non si sa mai cosa ci si può aspettare da quel ragazzo.
Uscì di casa e mi diressi al locale di Calum.
Non appena arrivata, vidi Calum. Aveva un paio di Jeans con una camicia nera quasi attillata. Non appena mi vide mi sorrise, e mi baciò.
ANGOLO DELLA POSTA:
Mi scuso per il ritardo, ma sono stata davvero indaffarata. Al momento non ho il mio cellulare poichè è a riparare e quindi non posso nemmeno aggiornare la storia dal telefono! Poi sono riuscita a prendere anche i biglietti per la tappa italiana dei 5sos a Torino, e quindi mi sono un po' assentata.
Beh che dire, vi ringrazio innanzitutto perchè sono arrivata a 300 visualizzazioni del primo capitolo, e spero che anche questo ne riceva tante.
Beh, secondo voi, come mai Calum ha invitato a cena fuori Stefany? Miraccomando, scrivetemi nelle recensioni ciò che pensate, davvero. Credo che finchè non avrò un po' di recensioni non andrò avanti.
Ah, il 19Luglio parto per la Sardegna e purtroppo non potrò aggiornare la storia dato che giù non ho una rete wi-fi e non posso portarmi il computer.
Baci,xx.

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Capitolo 10
*** Too many confused feelings.. ***


Dopo che mi baciò ruppe il ghiaccio, eliminando l'imbarazzo. Era bellissimo vestito quasi elegante. "Sei bellissima stasera." mi disse accennando un sorriso. "Beh, grazie." gli risposi sorridendo. Mi prese per la mano e incominciammo a camminare. "Dove andiamo a mangiare?" gli domandai curiosa. "Andiamo in un ristorante vicino a casa mia, così dopo aver mangiato vieni a casa mia." mi rispose. Perchè dovevo per forza andare a casa sua? Non avevo voglia di trascorrere troppo tempo con lui, già dovevo sopportarlo a scuola. Dopo una decina di minuti a camminare, arrivammo in questo ristorante, che dall'esterno sembrava una sottospecie di trattoria, ma questo pensiero svanì non appena entrammo. Era uno stile antico, ma non assomigliava per niente a una trattoria. Appena entrati Calum diede il nome alla segretaria che ci accompagnò al tavolo.
"Aspetta." mi disse Calum, quando stavo per sedermi. Si avvicinò alla mia sedia e la spostò, facendomi spazio per sedermi. "Non è che devi fare il gentiluomo." gli dissi ridendo.
Si sedette pure lui, e incominciammo a parlare del più e del meno. Dopo un'altra decina di minuti arrivò la cameriera che ci chiese cosa volevamo. Dopo aver ordinato, continuammo il nostro discorso. I minuti passavano lentamente, fin troppo lentamente. Calum non mi toglieva gli occhi di dosso, e cercava sempre di stuzzicarmi con la gamba sotto il tavolo, fallendo.
"Sai Stefany, è incredibile." mi disse Calum. "Incredibile cosa,scusa?" gli domandai confusa. "Incredibile che poco fa non ci sopportavamo e ora invece siamo a cena fuori." mi rispose serio. In fin dei conti aveva ragione. Era incredibile ciò che provavo io. Non lo sopportavo per niente, lo odiavo, avevo un po' timore di lui anche a causa della sua età, però quando stavo con lui per un bel po' di tempo stavo bene, fin troppo bene. Forse stavo realmente incominciando a provare qualcosa per lui? Prima di Jake non avevo avuto relazioni, se non dei 'tira e molla', quindi relazioni non serie. Forse Calum poteva avere una relazione seria? Ma no! 'Non devi stare con lui. Non devi stare con lui. E' pericoloso.' mi ripetevo nella mente queste parole, sopratutto per non deludere Andrew, che fin dal primo giorno mi aveva messa in guardia su Calum, Michael, Luke e Ashton. Ma non erano così tanto pericolosi. Calum mi sembrava il tipo di ragazzo che voleva divertirsi, però strano a suo modo. Luke alla fine si era dimostrato un'amico, senza brutte intenzioni. Michael forse, insieme a Ashton, era quello che temevo di più. Non li avevo più visti a scuola, se non incrociati nei corridoi, e non ci feci nemmeno qualche pensiero sopra. Loro devono stare per i fatti loro e io per i miei. Forse sono quelli più pericolosi del gruppo.
Ma, mi resi conto solo dopo che Calum mi spinse il ginocchio sotto al tavolo, che stavo riflettendo da troppo tempo e che il piatto era oramai arrivato.
La cena passò velocemente: ci alzammo non appena finito e Calum andò a pagare. Decisi di aspettarlo fuori al ristorante, poichè avevo bisogno di una boccata d'aria.
Rimasi cinque minuti ad aspettarlo, ma durante quei cinque minuti vidi un ragazzo avvicinarsi a me. Era alto, biondo e occhi neri come il buio, o almeno, sembravano neri. Mi prese per il polso e aggiunse uno "shh", poco prima di portarmi in un vicolo buio. Ero terrorizzata. Il cuore batteva a mille. Chi cavolo era?! Ma sopratutto.. Che cosa voleva da me?!
ANGOLO DELLA POSTA:
Beh, finalmente siamo arrivati al Capitolo 10! Il prossimo aggiornamento sarà il 7 Agosto, e mi dispiace davvero, ma purtroppo parto e non avrò la rete wi-fi e tantomeno il computer. Ma, nonostante ciò, secondo voi chi ha preso Stefany? E per quale motivo? Fatemi sapere i vostri pensieri e il vostro giudizio quando torno dalle vacanze voglio vedere tante recensioni! Baci, a presto xx.

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Capitolo 11
*** Looking at everything with a different perspective. ***


Ci stavamo allontanando parecchio dal posto in cui io e Calum avevamo mangiato. Avevo paura, fin troppa. Non riuscivo a capire il motivo del perchè questo perfetto sconosciuto mi aveva presa e portata lontana, al buio. Era un vicolo stretto, non c'era praticamente anima viva. Non ce la facevo più, dovevo capire che cosa voleva da me. "Lasciami andare, chi sei?!" gli urlai mentre mi stringeva il polso. "Questo non è importante, cara." mi rispose ridendo. Un brivido mi percosse la schiena non appena la sua mano sinistra mi prese il collo. Aveva intenzione di uccidermi? Incominciai a piangere non appena la sua presa del mio polso incominciò a aumentare pressione. Sentivo che le vene stavano per scoppiare; per mia fortuna non durò molto quel momento, dato che mi lascio il polso e le sue labbra si unirono alle mie. La serata era incominciata in modo meraviglioso. La Cena, il bacio con Calum. Ed ora tutto quello, tutti i ricordi che mi calmavano di solito durante magari una lite, una discussione, svanirono. Non riuscivo a calmarmi. Le lacrime mi rigarono il viso, facendo divertire ancor di più lui. Uno sconosciuto. Mi prese per i fianchi avvicinandomi a sè, e durante ciò incominciai a cercare di dimenarmi dalla sua presa, fallendo; era più forte di me, e anche senza questa prova si poteva capire. Anche se quel vicolo era buio, riuscivo ad intravedere i suoi muscoli. Avevo ansia e paura, tremavo e piangevo. Avevo bisogno di Calum.  Non appena vidi che lui, 'lo sconosciuto' mi toccò la gamba, incominciai a urlare. Urlavo a più non posso. Cercavo qualcuno, qualsiasi persona. Anche Michael e Ashton mi sarebbero andati bene. Ma nessuno si fece vedere. "Stai zitta." mi diceva a bassa voce 'lo sconosciuto' ridendo e soffiando sul mio collo, facendomi venire altri brividi. Avevo freddo. Freddo, paura, ansia. Tutto ciò si univa in un unica emozione, sensazione.. pure questa terribile. Le mie gambe incominciarono a tremare, e caddi per terra. Avevo perso i sensi. Guardavo davanti a me due figure che si stavano picchiando, ma avendo la testa confusa non riuscì a capire chi erano. Dopo una decina di minuti sentì due braccia che presero il mio corpo e mi alzarono. "Stefany.. ti prego svegliati." mi continuava a ripetere la persona che mi aveva preso in braccio. Ma non riuscì a muovermi che mi si chiusero gli occhi.
Mi svegliai al mattino in una camera diversa dalla mia, e con davanti un ragazzo che mi fissava. Era Calum. Aveva uno sguardo preoccupato, si continuava a toccare i capelli e a volte parlava da solo. Non appena aprì gli occhi corse verso di me, mi fece alzare e mi abbracciò. Durante l'abbraccio potevo sentire il suo cuore battere all'impazzata.
"Cal, che succede?" gli domandai perplessa. "E' successo un casino ieri sera. Non ti ricordi nulla?" mi domandò sorpreso. "Mi ricordo solo che un ragazzo ci stava in poche parole provando con me, e poi basta." risposi abbassando la  voce.
"Io non sò davvero cosa..se non fossi venuto.. i-io.." continuò lui incominciando a balbettare e i suoi occhi diventarono lucidi. "Cal, va tutto bene. Io ora stò bene." gli dissi accennando un sorriso. Mi prese di nuovo per i fianchi e mi abbracciò, ma questa volta mi strinse a sè tanto da farmi quasi scoppiare. "Così mi ucciderai te però." gli dissi ridendo. "Hai ragione, scusa." continuò lui. Calum era venuto a salvarmi. Era lui il ragazzo che si stava picchiando con 'lo sconosciuto' nel vicolo, mentre io ero coricata per terra. Era lui che mi aveva salvata. Ero a casa sua. Calum era finalmente arrivato. Se non fosse arrivato lui, io non sarei qua sana e salva. Non potevo credere al fatto che Calum, uno dei ragazzi più pericolosi della scuola, mi aveva aiutata. Mi aveva portata a cena fuori, mi aveva salvata, mi aveva accolta a casa sua per la notte, ed ora mi stava stringendo in uno degli abbracci più belli, più caldi. Tra le sue braccia stavo a dir poco bene. Tra le sue braccia mi sentivo al sicuro. Perchè non riuscivo ad ammettere a me stessa che provavo qualcosa per Calum? Che si, in alcuni momenti lo odiavo e non lo sopportavo, ma principalmente provavo qualcosa di diverso da tutto ciò, qualcosa di positivo. Forse mi ero realmente innamorata di lui. Ma di nuovo, le parole di mio cugino Andrew mi fecero ricordare che non potevo, non dovevo provare qualcosa per lui. Lui è pericoloso. Stacci lontana. "A cosa pensi, piccola?" mi domandò Calum. "A niente Cal." gli risposi fredda. "Mia madre starà sospettando di me, dato che non sono andata a dormire a casa..forse è meglio che vada." continuai io. "No, stai tranquilla. Le ho scritto un messaggio dal tuo telefonino, in cui la informavo da parte tua che eri a dormire da un'amica." mi rispose lui, sorridendo. "Quindi ora posso stare con te, senza magari salvarti da persone pericolose. Che ne dici, piccola?" mi domandò ridendo. "Dico che forse non mi devi chiamare Piccola, Hood." gli risposi correndo per la stanza. Incominciammo a rincorrerci come due bambini di 5 anni. Mi sentivo troppo bene con lui. Ma, alla fine di tutto ciò, riuscì a prendermi e cademmo entrambi sul pavimento. Il corpo di Calum era sopra il mio, e potevo sentire il suo cuore battere come quando mi abbracciò non appena mi svegliai precedentemente. "C-Cal.." gli dissi senza voce, a causa del fiatone creato grazie alla corsa che avevo fatto poco prima. "Shh." mi disse lui, avvicinando il suo viso al mio. Eravamo naso contro naso, fronte contro fronte. I nostri corpi erano del tutto vicini. Potevo ammirare i suoi bellissimi occhi castani; ne avevo sempre avuto un debole. Io, come tutte le altre, amo gli occhi color oceano.. Ma negli occhi di Calum vedevo qualcosa di nuovo, di bellissimo. "Da questa visuale sei ancora più bella." mi disse, interrompendo i miei pensieri. Mi limitai ad accennare un sorriso, diventando più rossa del fuoco. "Sono serio, sei bellissima Steff." continuò lui, facendomi diventare ancora più rossa di prima. "Grazie per tutto." gli dissi io. Mi guardò con faccia stupita, allargando un po' gli occhi. "Per cosa?" mi domandò sorpreso. "Grazie per avermi salvata ieri sera. Grazie per avermi ospitata in questa camera per la notte. Grazie per essere sempre qua." continuai io, abbassando un po' lo sguardo. Avevo ancora il suo corpo caldo sul mio, e avevo ancora quel contatto con la sua fronte ed il suo naso. Calum non aprì bocca per parlare, ma si avvicinò alle mie labbra con la mano, facendomi rabbrividire non appena accarezzò il mio labbro superiore. Sorrise, e poi avvicinò le sue labbra. Questo era di sicuro il bacio più bello che avevo mai avuto con lui. Volevo che quel momento non finisse mai. Stavo realmente bene con lui. Mi ero innamorata di lui. E la mia mente si mise a ridere quando ripensai al primo giorno in cui lo incontrai. La prima parola che disse con tono infastidito. Il primo giorno in cui lo vidi. Perchè forse realmente, Calum mi aveva cambiato la vita. L'aveva stravolta. Calum cambiò tutto. E da quel giorno, incominciai a guardare il mondo da un'altra prospettiva.

ANGOLO DELLA POSTA:
Ebbene sì, sono tornata! Tecnicamente sono tornata il 6, ma non ho avuto il tempo per perfezionarlo come volevo! Quindi niente spero vi piaccia. Per la pubblicazione del prossimo capitolo, ci devono almeno essere 2 recensioni in questo! Voi cosa pensate? Calum sta mentendo o sta provando qualcosa per Stefany? E chi era il tizio che usufruì di Stefany? Alla prossima, xx.

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Capitolo 12
*** This is all a sham? ***


CALUM'S POV.
Ogni volta che la guardavo sentivo qualcosa muoversi nel mio stomaco. Davvero incredibile questa sensazione..non l'avevo mai provata, ad essere sincero.
Io non sono quel tipo che sta con le ragazze, dannazione. Io le uso le ragazze, le ferisco.. non devo fare del male a Stefany.
'Ricordati che è tutto un gioco.'
Si, questo poteva essere anche un gioco, ma se continuo a stare con Stefany, di certo non lo sarà più. Cavolo, devo allontanarmi da lei. Non riesco a capire il motivo del perchè ieri sera l'ho invitata a cena, ne tantomeno perchè continuo a stare con lei.
Mi ricordo benissimo le parole che mi disse Jonathan. Jonathan è un ragazzo pericoloso, fin troppo.
Non viene a scuola da me, anzi, per essere sinceri non va più a scuola da qualche anno. A lui non gliene è mai importato nulla degli studi, ne tantomeno di un lavoro, anche perchè è solo un raccomandato. Jonathan mi aveva avvisato dell'arrivo di Stefany nella nostra scuola già 2 settimane prima, essendo praticamente il 'capo' del nostro gruppo, e avendo informazioni personali che devono restare segrete, decise di scommettere con me. Ovviamente, se io perdevo questa scommessa, tutte le informazioni sarebbero state sbandierate ai 4 venti.
Solo che nella scommessa non c'era anche la parte 'innamorati di lei'. Non dico di essermene innamorato, perchè cavolo, io sono Calum Hood!
Da quando in qua mi innamoro di ragazze? Io sono il tipo che si diverte con gli amici, che si ubriaca e che si porta a letto ragazze diverse ogni sera.
Ma da quando gli occhi di Stefany incrociarono i miei la prima volta, nel bar in cui lavoro, tutte le parole e le scommesse svanirono.
C'eravamo solo io e lei; lei ed io.

STEFANY'S POV.
Calum, dopo il nostro bacio, si mise a fissare il soffitto stando in silenzio. Mi sentivo a disagio, perchè volevo tanto sapere cosa stava pensando in quel momento.
"Tutto okay?" gli domandai quasi sussurrando, cercando di evitare di interrompere i suoi pensieri. "Sisi, stò solo pensando che è arrivato il momento che tu te ne vada, ho sbagliato ad invitarti qui." mi rispose con tono duro e deciso, alzandosi pian piano. "Non riesco a cap.." non mi fece nemmeno finire la frase che incominciò ad urlare. "Non riesci a capire?! Beh, ti faccio capire meglio! Non voglio vederti ora, ne domani, ne mai! Stammi lontana." continuò. Rimasi scioccata e sconvolta dalle parole che uscirono dalla sua bocca, tanto che presi velocemente la mia borsa, e l'ultima volta che mi girai per guardare Calum, incominciai a piangere. Perchè aveva detto quelle cose? Perchè era cambiato così di punto in bianco? Sono solo una stupida. Mi stavo solo illudendo! E' da folle pensare che Calum Hood, uno dei ragazzi più pericolosi, 'ed anche belli' aggiunse la mia mente, si potesse innamorare di me!
E' da folli pensare che Calum Hood possa avere una relazione come le persone normali! Aveva ragione Andrew, ed ora non sò nemmeno dove stò andando. Non ricordo la strada che abbiamo fatto per venire fino a casa di Calum, e così chiamai Andrew.
"Pronto Andrew?"
"Oi, hai bisogno di qualcosa?"
"Si, non sò dove sono. Non riesco a tornare a casa."
"Okay, allora.. cammina ancora un po' e dopo inviami un messaggio della via. Intanto vado a prepararmi."
Buttai giù la telefonata, e mi misi in cammino.

CALUM'S POV.

Mi sentivo uno schifo, ma infondo dovevo allontanarla da me in qualche modo. Forse avevo esagerato, anzi, togliamo il forse, ma dovevo per forza. Vederla uscire dalla mia stanza con le lacrime agli occhi, mi ha ferito davvero nel profondo.. Ma cosa potevo fare?! Infondo, se non le parlerò per mesi e mesi, mi si allontanerà dalla testa, giusto? Come cavolo potevo pensare ciò! Pensai subito alla scuola, e a come ignorarla in classe.
Dato che eravamo praticamente a poche settimane dalla fine, ed avendo tutte le materie sufficienti, decisi di non andare più a scuola, così per evitare di incrociare il suo sguardo. Qualcuno suonò al campanello, ma contemporaneamente mi vibrò il telefono.
ore 14.22, Jonathan.
'Heii amico, come va la vita con Stefany? Ci credi che l'ho vista nei paraggi di casa tua? E' assurdo! Spero tu non l'abbia portata a casa tua! Hahah xx.'
ore 14.24
'Ciao Jonathan, ti pare che io porto una secchiona stupida come lei in casa mia? Ma per carità, per chi mi hai preso? Hahah, ci vediamo oggi pomeriggio?xx'
ore 14.27, Jonathan.
'No amico, per oggi non si fa nulla. Ci vediamo domani mattina, devo andare xx'

Non gli risposi più e decisi di riposarmi un po', era stata una mattinata davvero troppo pesante e avendo passato tutta la notte a fissare Stefany, avevo bisogno di dormire.

STEFANY'S POV.

Stavo camminando da circa 5 minuti, quando vidi una macchina bianca, molto familiare, fermarsi davanti al marciapiede in cui stavo camminando. Era Andrew.
"Come cavolo hai fatto a trovarmi?" Gli domandai, letteralmente stupita da ciò.
"Facile, alcuni miei amici ti hanno vista." rispose lui, facendomi cenno di entrare in auto.
"Dimmi un po', cosa ci fai in questa parte della città, vestita elegante? Qua non ci devi venire, tantomeno vestita così!" mi avvisò con tono infastidito e scocciato.
"Lascia perdere." continuai io. Non sapevo cosa inventarmi per evitare caos con Andrew e con mia madre. Così, per tutto il tragitto non ci scambiammo nemmeno parola, solo quando alle 16 arrivammo davanti a casa mia, mi accennò un 'ciao' con le labbra ed io ricambiai, ovviamente. Entrai in casa, e vidi mia madre che stava parlando con una signora molto anziana.
"Salve! Ciao Mamma." dissi, senza urlare troppo. "Ciao Stefany." continuò mia madre. La signora anziana si alzò dalla poltrona in cui era seduta e si avvicinò a me. "Quindi.. s-sei tu S-Stefany?" mi domandò balbettando. 'Si, lei chi è?" le domandai, accennando un sorriso. "I-io s-sono.." "Stefany, vai di sopra." mi ordinò mia madre. Rimasi scioccata da quella signora anziana che cercava di parlarmi. Non esitai, entrai in camera e misi in carica il cellulare. Dopo 10 minuti, mi suonò il telefono, ma ero troppo occupata a riposarmi.


ANGOLO DELLA POSTA:
Buonasera! Mi scuso per il ritardo, ma ho avuto un bel po' di contrattempi e quindi solo oggi sono riuscita a pubblicare il capitolo. Comunque, per andare avanti con questo capitolo ci deve essere almeno 1 recensione! Secondo voi chi era quella signora anziana che cercava di parlare con Stefany? E perchè sua madre non gliela presentò? A voi le risposte! Buonaserata, xx.
 

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Capitolo 13
*** A new boy. ***


CALUM'S POV.
Dopo che Jonathan mi disse che non ci potevamo vedere oggi, chiamai Luke. Luke era forse l'unico che mi capiva davvero. 'Hei Cal, tutto ok?' mi domandò, non appena rispose alla mia chiamata. 'No, non c'è nulla che sia ok. Possiamo vederci?' gli domandai velocemente, come se dovessi nascondermi da qualcuno. 'Sisi, ok stò arrivando' mi disse prima di chiudere la telefonata. Forse oggi dovevo starmene da solo a rimpiangere le mie azioni e a imprecarmi contro, ma vedere Luke mi aiuterà di sicuro, mi deve aiutare.

STEFANY'S POV.
Non sò sinceramente per quanto tempo ho dormito. Sembrano passati giorni, ma in realtà saranno passate come minimo 2 ore.
Non mi è ancora arrivato un suo messaggio. Infondo dovevo aspettarmi questo suo comportamento, sopratutto dopo ciò che abbiamo passato durante la mattinata. Devo riprendermi! Non posso stare tutto il giorno coricata nel letto a piangere. Così, mi alzai dal letto, e decisi di darmi una bella rinfrescata. Finita la doccia, decisi di uscire di casa. Indossai una canotta attillata nera con del pizzo nel perimetro del tessuto, leggins bianchi e converse nere, le solite. Mi truccai leggermente, con un po' di matita negli occhi e il mascara; presi la borsa e aprì la porta di casa, chiudendola poco dopo alle mie spalle.
Mi incamminai per il parco vicino a casa mia, quando decisi di prendere il telefono.
Notai la scritta 'un messaggio ancora da leggere' quando per sbaglio scontrai contro un ragazzo abbastanza alto, capelli castani e occhi verdi. "Oddio scusa, non stavo guardando dove camminavo." cercai di scusarmi con voce delicata. "Tranquilla! Nemmeno io stavo guardando la strada ahah. Comunque piacere, io sono Jonathan." mi rispose sorridendo leggermente.
"Piacere, io sono Stefany." affermai sorridendo. "Sisi sò chi sei, qua in giro ho già sentito parlare di te." mi disse. Chi aveva parlato di me? "Stavi andando da qualche parte, o ti piacerebbe andare a prendere un caffè?" mi domandò. "Un caffè credo vada bene. Sinceramente, speravo di incontrare qualche mia amica, però mi accontento di te!" dissi ridendo. Incominciammo a incamminarci verso il bar vicino al parco. Jonathan sembrava un ragazzo così carino, il perfetto opposto di Cal..Calum.

CALUM'S POV.
Suonò il campanello, così decisi di andare ad aprire. "Amico? Che succede?" mi domandò con voce preoccupata Luke.
"Succede che sono un perfetto idiota." rispondo. "Questo si sapeva ahah." mi disse ridendo. "No okay scusa, non volevo. Dimmi." continuò lui. "Dico che ho ferito Stefany. Ieri sera l'ho portata fuori a cena, poi l'ho ri-trovata in un vicolo con un tizio che la stava quasi per violentare. La portai a casa e la feci riposare in camera mia. Stamattina era tutto perfetto, abbiamo giocato e ci siamo baciati ripetutamente. Ma quando la frase di Jon 'ricordati che è tutto un gioco' mi entrò nella testa, la scacciai di casa e lei uscì piangendo. Adesso non sò dov'è, con chi è, ma sopratutto come sta." aggiunsi.
"Beh, chiamala!" mi incoraggiò Luke. Decisi di prendere il telefono. Non appena mi fece segreteria, buttai giù. Perchè non mi rispondeva? "Non risponde." continuai io. "Lasciale il suo spazio amico, sappiamo come sono fatte le ragazze no?" mi disse, cercando di sollevare la situazione.
"Si hai ragione Luke, tanto è una come tante." continuai io ridendo. "Bene, sono felice che sei tornato il Calum di ieri, mi stavo preoccupando ahaha. Stasera c'è una festa alla confratermita, ci andiamo? Dicono che è una bomba." mi propose. "Perchè no?" aggiunsi. Forse la festa mi avrebbe tolto finalmente Stefany dalla testa.

STEFANY'S POV.
"Sei una bellissima ragazza." continuò Jonathan. Era un ragazzo meraviglioso.
Se Cal..Calum avesse il suo carattere, starei una meraviglia. "Grazie infinite." risposi dolcemente. Mi abbracciò. Il suo calore mi fece stare troppo bene. "Piccola, stasera c'è una festa, ti va se ci andiamo insieme?" mi propose sorridendo. "Si." risposi senza neanche rifletterci su. Una festa non potrebbe farmi che meglio, basta che non ci sia Calum. Non feci nemmeno in tempo per aggiungere altro, che le sue labbra calde sfiorarono le mie, prima di toccarle in un lungo bacio. Il mio stomaco era peggio di una foresta, solo che quando mi baciò Jonathan, pensavo che quell'azione fosse di Calum. Che casino. ANGOLO DELLA POSTA:
Preavviso molto importante. Questo è il mio penultimo capitolo. Mi dispiace che la FF sia così corta, ma ho finito le idee e non sò come procedere. Poi, incomincierò una nuova storia, dopo l'inizio della scuola, e la pubblicherò su WattPad. Scusatemi dolcezze. Pubblicherò il finale solo quando questo capitolo raggiungera 2 recensioni! Buonaserata people,xx.

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