Arbeit macht frei-Il lavoro rende liberi

di Green_color
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo-parte I ***
Capitolo 2: *** Prologo-parte II ***



Capitolo 1
*** Prologo-parte I ***


3 anni prima della promulgazione delle Leggi razziali

Myriam era solita svegliarsi all'alba quasi tutte le mattine solo per poter ammirare quella che per lei era una magia:i raggi del Sole nascente che illuminavano gli alberi,l'erba del giardino in cui correva da bambina,le case dei vicini,gli uccellini che danzavano tra quei fasci di luce che riuscivano a scaldare la pelle della ragazza alla sola vista.
"Myriam!Chiudi le tende!!"la voce assonnata e scazzata della sorella Sarah la raggiungono spaventandola. In risposta sbuffa e chiude le tende come l'è stato richiesto
"Tanto tra un pò la mamma sarebbe venuta a svegliarti"dette queste parole lascia la stanza e va in bagno dove può lavarsi e prepararsi con calma per andare a scuola. Indossa quella che è una specie di divisa non ufficiale,composta da una gonna nera lunga fino al ginocchio e da una camicetta bianca che faceva risaltare i suoi capelli neri e leggermente mossi ancora di più. La cucina era il regno dei profumi buoni,il luogo dove la madre passava ore a preparare prelibatezze per la sua famiglia,cosa che accadde anche quella mattina
"Buongiorno mamma"lei si voltò e posò le sue labbra sulla fronte di Myriam che una volta addocchiati i dolcetti al cioccolato appena sfornati allungò una mano per prenderne uno,subito la madre la colpì con un leggerò schiaffo sulle mani
"Myriam,aspetta tua sorella!"
"Sarah muoviti!!"si mise ad urlare impaziente la ragazza "Dov'è papà?"non vedendo il giornale sul tavolo,come tutte le mattine e non sentendo alcun rumore provenire dalla camera dei genitori si stava domandando dove fosse 
"E stato invitato a fare colazione dal signor Mikael" Myriam annuì avendo impressa nella mente l'immagine di quel signore alto e robusto che aveva visto parecchie volte in casa propria,sempre gentile con lei e che lavorava con papà in banca
"Perchè tutta questa fretta?"Sarah,la sorella maggiore,aveva per modo di dire finito di prepararsi
"Dolcetti!"Myriam si volta verso di lei sorridente e l'altra anche se infastidita dall'agitazione e fretta provata alcuni minuti prima non può non ricambiare il sorriso e afferrare un dolcetto
"Sei sempre così brava mamma"
"Grazie tesoro. Presto anche voi saprete cucinarli" alla risposta della madre la ragazza scoppiò a ridere
"Sarah non sa neanche cuocere un uovo!"le due sorelle si punzecchiano sotto lo sguardo divertito della madre
"Ehi,non è vero!Perchè tu cosa sai fare?"
"Preparo un ottimo tea"
"Grazie tanto,quello so farlo anche io!"
"Bugiarda"era piuttosto frequente che le due si punzecchiassero,ma tutto finiva li,non avevano mai litigato ed erano sempre pronte a sostenersi a vicenda in caso di problemi
"Ragazze farete tardi a scuola!Vi metto un dolcetto nella borsa"si alzarono e andarono a sistemarsi la gonna davanti allo specchio,ultimi ritocchi all'acconciatura e dopo aver afferrato la borsa erano pronte per recarsi a scuola. Salutarono con un gesto della mano e percorsero il vialetto che le avrebbe portate al cancello. Alla sua sinistra Myriam vide l'amico Erich,anche lui di fretta per non fare ritardo
"Ok,vi lascio da soli!"Sarah lasciò il gruppo e con quelle parole fece arrossire la sorella,che considerava il ragazzo solo un buon amico
"Ciao Sarah"salutò educatamente Erich per poi prendere sotto braccio l'amica e dirigersi verso la scuola
"Oggi sei particolarmente affettuoso"
"Perchè dici così?"la ragazza indicò il braccio del ragazzo unito al suo
"Non pensavo ti disturbasse"
"Infatti non mi disturba,ma sono più che sicura che ti serve un favore"Erich iniziò a ridere permettendo ad alcune ciocche bionde,un pò più lunghe delle altre,di incorniciargli il viso
"Domani ho un compito di matematica e se non prendo la sufficienza più che piena non potrò partecipare alla festa di Walter"lei sfilò il braccio dalla presa del ragazzo e gli diede un piccolo spintone
"Ci avevo visto bene,farabutto!Non so ancora se ti aiuterò..."lui rise ancora e la strinse in un abbraccio affettuoso "Non ti ho detto di si!"
"Ma lo farai. Grazie mille cioccolatino" cioccolatino era un soprannome che utilizzava ormai da anni,dopo un pomeriggio nel quale la ragazza mangiò più di una barretta di cioccolato fondente. Le loro strade si separarono,andavano in classi diverse,ma si sarebberò riunite alla fine delle lezioni.

Il salone dei Brandt era stupendo agli occhi di Myriam che riteneva la madre di Erich avere un ottimo gusto nell'arredamento. I ragazzi iniziarono subito a studiare e a fare esercizi di matematica. Poichè,come aveva previsto il ragazzo,alla fine lei decise di aiutarlo e anche se stavano studiando non riuscirono a trattenere le risate per gli errori commessi e le battute che li seguirono
"Posso portarvi qualcosa?"i capelli biondi e cotonati della signora Brandt fecero il loro ingresso in sala
"Non so,tu cosa vuoi Myriam?"domandò educatamente Erich
"Va benissimo un bicchiere d'acqua"la signora le sorrise e attese qualche istante la risposta del figlio
"Per me un succo,grazie mamma"la donna li lasciò soli e continuarono a studiare per altre ore
"Sai come sta Christina?Oggi non è venuta a scuola"Erich alzò gli occhi azzurri dalle espressioni matematiche e li puntò in quelli verdi di Myriam
"No,neanche io l'ho vista"i tre erano buonissimi amici d'infanzia,anche se Myriam ed Erich si conoscevano da più tempo avevano accolto Christina,una bambina timida e che spesso veniva esclusa dagli altri,con loro e le permisero di giocare con loro tutti i pomeriggi
"Di solito viene sempre"
"Magari le condizioni della madre sono peggiorate..."disse Myriam pensierosa. Da tempo Christina aveva confessato ai due amici che la salute della madre non era delle migliori:non riusciva a dormire,aveva emicranie praticamente costanti e a volte le capitava di vomitare sangue;ma oltre a delle aspirine i medici non sapevano cosa darle e che cura adottare
"Forse dovremmo andare a trovarla,che dici?"domandò il ragazzo sorridente,sperando di poter dare un pò di conforto a Christina,nel caso in cui la loro ipotesi fosse corretta
"Ottima idea,ma adesso devo andare a prepararmi per andare in Sinagoga con la mia famiglia"Myriam si alzò e dopo aver salutato uscì dalla casa.

Conclusa la preghiera pomeridiana Myriam passò a prendere Erich per andare a far visita a Christina,ma mai avrebbero pensato di trovare la ragazza in quelle condizioni. Andò ad aprire loro la porta il padre della giovane,i suoi occhi erano spenti e il volto provato
"Salve signor Franke,siamo venuti a trovare Chris"parlò Myriam un pò a disagio,non sapeva minimamente cosa fosse successo ma il volto del padre di Christina la preoccupava notevolmente. Fece segno ai ragazzi di recarsi nella camera dell'amica e una volta entrati la trovarono rannicchiata sul letto a piangere
"Chris,ciao. Cosa succede?"si avvicinarono a lei e Myriam subito la strinse tra le sue braccia cullandola
"Mia...mia madre"Christina faceva un fatica immensa a parlare,la sua voce era continuamente rotta dal pianto "Mia madre è morta"i due amici si guardarono e Myriam provòuna grande pena per l'amica,che così giovane aveva perso la madre. Subito penso ad una vita senza la sua di madre,e Myriam capì che sarebbe stata impossibile e dolorosa
"Ci dispiace molto Chris"Erich allungò la sua mano sulla spalla dell'amica per confortarla
"Neanche il dottore della tua comunità ha saputo come curarla"qualche tempo prima il padre di Myriam aveva consigliato alla famiglia di Christina il dottore della loro comunità ebraica,oltre ad essere amico della loro famiglia era anche un ottimo medico,ma neanche lui riuscì a curare la misteriosa malattia della signora Franke. Passarono le restanti ore pomeridiane e la sera a confortarla,sperando di liberarla in minima parte dal dolore da lei provato.


SPAZIO AUTRICE
Questa è la mia prima storia e spero sia di vostro gradimento!Mi farebbe molto piacere ricevere critiche,complimenti,consigli che mi aiutino a migliorare,quindi se vi va lasciate una recensione,mi renderete davvero felice :)

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Capitolo 2
*** Prologo-parte II ***


Dopo la promulgazione delle Leggi razziali

Myriam iniziò a sperimentare piano piano, sulla propria pelle, l'odio nei confronti degli ebrei. 
Un giorno primaverile si recò come tutte le mattine a scuola insieme ad Erich e alla sorella Sarah, che da un po' di tempo aveva paura di uscire di casa da sola, ma una volta in classe le cose erano cambiate: tre banchi, rispettivamente di Myriam e di altri due ebrei, erano stati spostati e isolati in un angolo; pensando ad uno scherzo di cattivo gusto la ragazza cercò di rimettere almeno il suo nella sua posizione originale
"Cosa stai facendo?"la voce fredda e carica di odio della signora Schreiber, insegnante che mai si era rivolta in malo modo ai suoi alunni, colpì la ragazza come uno schiaffo in pieno volto
"Signora Schreiber il mio banco è stato spostato"
"E' stato un mio ordine. Adesso sedetevi che ho una comunicazione da farvi" sbalordita e senza parole Myriam lasciò perdere lo spostamento del banco e si mise seduta. L'insegnante pose sul suo naso piccolino un paio di occhiali ed iniziò a leggere il contenuto di un foglio
"Si avvisano tutti gli studenti ebrei che sarà loro vietato l'ingresso in tutte le scuole tedesche, non gestite da ebrei, e che pertanto dovranno ritirarsi dall'Istituto il prima possibile. Coloro che non rispetteranno la seguente regola, o che oseranno fare obiezioni, verranno denunciati e puniti severamente come traditori" il sangue nelle vene dei tre ebrei si gelò e per poco Myriam non iniziò a piangere "Detto ciò le lezioni possono iniziare. Voi tre recatevi in segreteria per cancellare le vostre iscrizioni e andate a casa" i ragazzi ebrei si guardarono sconvolti ma obbedirono senza fiatare. Arrivati alla segreteria notarono quante persone erano in fila per il ritiro dell'iscrizione, gli unici rumori udibile erano le deboli voci degli studenti che pronunciavano i propri nomi e il timbro che batteva sui fogli. Nessuno parlò tra di loro, stavano semplicemente in fila con lo sguardo perso ad aspettare il proprio turno. Quando toccò a lei Myriam non riuscì quasi a parlare, le lacrime non versate avevano formato un nodo nella sua gola che le impediva di emettere qualsiasi suono
"Veloce ragazzina, non vedi che abbiamo da fare?" altre parole fredde e taglienti, e anche se fu difficile mandare giù quel maledetto nodo ci riuscì
"Myriam Schulze" la donna dai capelli rossi cercò il suo nome tra i vari fogli e una volta trovato battè violentemente il timbro con la scritta -Ebreo ritirato- sulla pagina
"Adesso sparisci" non se lo fece ripetere e subito corse a casa dove trovò la madre intenta a lavare i piatti. Quando la vide entrare si asciugò le mani e guardò l'orologio
"Tesoro,cosa fai a casa a quest'ora?" non riuscì più a resistere e iniziò a versare le lacrime che fino a quel momento non aveva versato, prontamente la donna le fu vicina per accarezzarle i capelli in attesa che si calmasse. Alcuni minuti dopo anche Sarah si trovava nella stanza, anche lei cacciata dalla scuola
"Ragazze potete spiegarmi cos'è successo?" Sarah era sempre stata la più forte delle due e riusciva a trasformare il dolore in rabbia
"Ci hanno cacciate mamma!Ci hanno detto che non possiamo più andare a scuola!E sai perchè?Perchè siamo ebree!!" la signora Schulze era pietrificata, non poteva credere alle sue orecchie
"E' impossibile, deve esserci stato un errore. Abbiamo sempre pagato le tasse scolastiche, avete ottimi voti e vi siete sempre comportate bene"
"Questo a loro non interessa!" la ragazza era troppo furiosa per continuare la conversazione così con passo pesante si chiuse nella sua stanza
"Parlerò con Yoel, sono sicura che vi accetterà nella sua scuola" Yoel era un insegnante di una delle due scuole ebraiche della loro comunità e cugino del padre di Myriam. Tuttavia quel giorno le brutte notizie non erano finite. Quando il padre tornò dalla banca comunicò alla famiglia che era stato declassato e che il suo stipendio era stato drasticamente diminuito, la loro famiglia non aveva mai vissuto nel lusso sfrenato ma erano più che benestanti, la madre di Myriam non aveva mai lavorato ma vista la situazione accettò l'impiego come domestica in una casa tedesca.

La scuola ebraica era parecchio distante dalla casa delle due ragazze perciò utilizzavano i mezzi pubblici che oltre ad essere costosissimi erano diventati scomodi da utilizzare: i posti a sedere erano solo per i non ebrei, così tutti le volte dovevano restare in piedi uno addosso all'altro per più di 1 ora
"Ti rendi conto dello schifo di questa situazione?Quella povera signora anziana che non riusciva neanche a reggersi in piedi ha dovuto trascorrere l'intero viaggio sballottata a destra e a sinistra mentre un bambino pieno di forze era seduto!" Sarah non riusciva proprio a contenere la sua rabbia, la quale veniva manifestata sempre più frequentemente una volta rientrata tra le mura di casa. Myriam era talmente triste per tutto ciò che si limitava ad annuire, incapace di dar voce a tutte le sue emozioni. Trovarono loro madre seduta sulla poltrona a fiori intenta a cucire delle sgargianti gialle stelle di David sui loro cappotti
"Ciao mamma, cosa fai?" e dopo quella domanda, per la prima volta nella loro vita, le due ragazze videro la donna asciugarsi velocemente gli occhi con un fazzoletto
"Ci è stata spedita una lettera che obbliga tutti noi ad indossare la stella di David per essere riconosciuti"
"Cosa?Sono andati davvero tutti fuori di senno!Io non la indosserò, sono ebrea non una criminale che ha bisogno di essere riconosciuta!" 
"Sarah...tieni"la donna si alzò dalla poltrona e porse il cappotto con la stella e la scritta -Jude- alla figlia che lo buttò ai suoi piedi
"Non lo metterò!"una mano tremante raggiunse il volto della giovane e lo colpì con forza. A Myriam mancò l'aria, nessuno dei suoi genitori aveva mai alzato loro le mani, ritenevano fosse un gesto spregevole picchiare i propri figli
"Se vuoi uscire di casa lo farai!E adesso vai in camera tua!"aveva davvero perso la pazienza, la situazione era diventata stressante per tutti.


Da quando si era trasferita alla scuola ebraica Myriam aveva perso i contatti con tutti i suoi vecchi compagni: Christina aveva evitato sia lei sia Erich dopo la morte della madre, a niente erano serviti i tentativi dei due di consolarla, non voleva l'aiuto di nessuno solo stare sola con se stessa, mentre Erich l'aveva visto qualche volta in giardino. Le mancavano molto i suoi amici, così in una giornata noiosissima decise di andare a fare un salto a casa dell'amico
"Mamma vado a trovare Erich" la donna le sorrise annuendo e le indicò il cappotto con la stella che prontamente la ragazza indossò. Bussò alla porta e attese alcuni minuti e quando vide il volto del vecchio amico non riuscì a non sorridere, lui in risposta fece un sorriso tirato
"Ciao Erich!"
"Ciao Myriam" restarono in silenzio a guardarsi.Il ragazzo notevolmente nervoso e preoccupato perchè non sapeva come dirle le parole,che poco dopo avrebbe pronunciato, senza offenderla "I miei genitori non vogliono che ti lasci entrare in casa...mi dispiace,davvero." un altro colpo al cuore per Myriam che senza dire niente annuì e tornò a casa carica di dolore
"Sei già di ritorno?"
"Non c'era nessuno a casa" mentì per non far preoccupare la madre che soffriva sempre di più per la loro situazione
"Strano...non li ho sentiti uscire di casa" la ragazza non le rispose e si mise al suo fianco a sbucciare le patate per la cena.

Nei mesi a venire la situazione peggiorò notevolmente. La madre era stata licenziata e il padre di Myriam guadagnava uno stipendo che gli permetteva a malapena di sfamare la famiglia. Una sera quando erano tutti a casa, a causa del coprifuoco, sentirono bussare alla porta. Allarmati si guardarono tra di loro e tutti interromperono le proprie attività: il padre smise di leggere il giornale, la madre lasciò il gomitolo sul tavolo(era diventato praticamente impossibile trovare abiti decenti, così li preparava lei) e le due ragazze si alzarono dal tappeto lasciando le pedine degli scacchi sulla scacchiera. La madre strinse le spalle delle figlie e il padre aprì la porta trovandosi di fronte tre uomini in divisa
"A nome del Terzo Reich dichiaro questa abitazione sotto sequestro, tutti i beni di valore al suo interno sono ora di proprietà del governo. Tutti gli ebrei al suo interno verranno scortati fino alla loro nuova abitazione, situata all'interno del ghetto, e sono autorizzati a portare con sè alcuni indumenti e mobili di poco valore" sembrava avesse imparato a memoria quelle frasi per poterle sputare in faccia a tutti i poveri ebrei a cui avrebbe fatto visita quella sera. La signora Schulze strinse forte la spalla di Sarah che stava per aprire bocca per dar voce ad una serie di insulti
"Mettete i vostri abiti nelle valige, non prendete nient altro, intese?" il padre le guardò negli occhi e loro annuirono. Nella casa era calato il silenzio interrotto solo dalle risate dei militari che si prendevano scherno della loro abitazione ebrea e che sceglievano quali mobili lasciargli e quali no. 
Si misero subito in marcia e tra le strade notarono che anche il resto dei vicini era stato sfrattato e che si stava dirigendo verso il ghetto. Le persone evitavano di parlare, i bambini piangevano e alcuni tedeschi si affacciavano alle finestre per vederli passare. La famiglia Schulze restava unita e cercava di non pensare a tutto quello che avevano lasciato, non si trattava solo di oggetti ma anche di ricordi: in quella casa erano cresciute Sarah, Myriam e loro fratello Noah, ormai sposato da alcuni anni e con una figlioletta di 1 anno,lì avevano festeggiato il loro matrimonio i genitori e sempre lì avrebbero lasciato la loro libertà.

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