la clessidra

di Jist
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** introduzione ***
Capitolo 2: *** L'oggetto misterioso ***
Capitolo 3: *** La fuga ***
Capitolo 4: *** Il richiamo proibito ***
Capitolo 5: *** Dimmi che non vuoi morire ***
Capitolo 6: *** Proprio come una volta... ***
Capitolo 7: *** Fidati di me ***
Capitolo 8: *** L'aeroporto ***



Capitolo 1
*** introduzione ***


Chiuso nella sua stanza, allontanato dal mondo esterno, un ragazzo di nome Lucas che ascoltava il rumore della sabbia che scorreva velocemente. Il tempo, già il tempo, così silenzioso e misterioso che lo aveva sempre affascinato. Il cigolio della porta interruppe il flusso dei suoi pensieri :” Lucas, è ora di cena!” Sbuffando scese dal letto, facendo molta attenzione alla sua clessidra, che poggiò sul comodino, prese la felpa e si avviò, con uno sguardo che mostrava una nota di preoccupazione, in cucina

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Capitolo 2
*** L'oggetto misterioso ***


Due settimane prima…
: “ Sono tornato! Lucas, Jenny, ci siete?” : “ Papà!” Il ragazzo corse incontro e lo abbracciò .
Karl,il padre, estrasse dalla sua borsa una scatola di piccole dimensioni e la porse al figlio, che la prese, la aprì e notò che al suo interno si trovava un oggetto di vetro contenente della sabbia dorata: una clessidra!
 “ Grazie papà” disse Lucas con uno strano tono di voce, quasi come se avesse già visto quell’ oggetto da qualche parte.
“ è contenuta vera sabbia del deserto, ma forse avrei dovuto prenderti qualcos’altro?” Chiese dubbioso il padre notando la reazione del figlio. Lucas scosse la testa e, rivolgendo al padre un largo sorriso, si andò a rifugiare in camera sua.
Il ragazzo posò la clessidra sul letto e si sdraiò vicino a lei sussurrando :“Ne è passato di tempo dall’ultima volta.”
La prese e la capovolse: la sabbia scorreva velocemente da un capo all’altro, così inarrestabile e inudibile, se non poggiando l’orecchio ad essa, si poteva avvertire lo scorrere dei granelli.
Proprio quando mancava solo più poca sabbia, Lucas la bloccò e la rigirò dall’altro verso, per poi prenderla e posarla sul comodino impolverato, chiudendosi la porta alle spalle.
 
Nel mentre, in una foresta, un lupo dal manto bianco correva verso una strana luce dorata, che sembrava sabbia del deserto.

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Capitolo 3
*** La fuga ***


Lucas entrò in cucina a testa bassa, sedendosi a tavola con la stessa espressione. Era da due settimane che si comportava in quel modo, quasi come se l’oggetto datogli in regalo avesse influito negativamente in lui e nelle sue azioni: era un ragazzo molto tranquillo ed educato, ma in quel periodo era nervoso e rispondeva ai genitori e ad altri conoscenti, perfino al suo migliore amico. Questo modo di fare aveva insospettito molto il padre, che quella sera aveva intenzione di chiarirsi con il figlio: “ Qualcosa non va Lucas? Sei molto silenzioso questa sera.” Il ragazzo fece di no con la testa per poi dire : “ No papà, sto bene, è solo che sono un po’ stanco, sai, sto facendo una ricerca sul tempo, il che mi costa passare ore su libri e al computer, per questo sono stanco.” I genitori si scambiarono veloci occhiate e la cosa a Lucas non piacque molto, così continuò “ Ora che ci penso ho dimenticato il computer acceso, se non vi dispiace vado un attimo a spegnerlo.” I due adulti annuirono, ma prima che il tredicenne varcasse l’uscita della stanza, il padre gli lanciò un’ occhiata indagatrice, tuttavia Lucas non ci fece molto caso. Salì velocemente le scale e si chiuse la porta alle spalle, dopodichè prese il suo zaino e ripose al suo interno il minimo indispensabile: maglie, pantaloni,una giacca impermeabile, ma soprattutto mise con delicatezza, in un’ altra tasca una scatolina con scritto “fragile”. Prese il contenuto fra le mani e lo strinse al petto pronunciando parole strane, incomprensibili, aprendo la finestra balzò sul terrazzo di sotto, egli era agile come un lupo, scese le scale fino a ritrovarsi nel giardino di casa. Prese la scatola, la chiuse con attenzione e la mise nel suo zaino, si guardò intorno e iniziò a correre per le fredde e buie vie periferiche della città canadese. Era tutto sudato, fece solo pochi metri a piedi e si trovò davanti una foresta dall’aspetto tetro, prese coraggio e si addentrò in quell’ammasso di alberi ad alto fusto che emanavano un dolce profumo di pino. A spezzare quello che poteva sembrare un momento magico, fu l’ululato di un lupo, che attirò Lucas e lo costrinse a continuare il suo cammino.
 
Non sentendo più alcun rumore, i genitori di Lucas salirono in camera sua e notarono subito la mancanza di tanti oggetti, ma la cosa che li preoccupò di più era che, come da programma, la clessidra era sparita.
 
Angolo della novellina: ciao a tutti, vi sta piacendo la mia storia? Spero di sì, ringrazio chi mi ha recensito, aspetto altre recensioni! Se riesco, oggi metto anche il quarto capitolo. A presto, Jist :)

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Capitolo 4
*** Il richiamo proibito ***


“ Lucas!” La luce diveniva sempre più intensa e riconoscibile, infatti il ragazzo conosceva l’autore di quel suono. :”Egil, dove sei?” In una frazione di secondo, un grosso lupo dal pelo candido gli si ritrovò davanti e pronunciò delle parole arcaiche, che all’orecchio di un umano risultavano insensate e incomprensibili, tuttavia per Lucas non era così.
La clessidra uscì dalla scatola dove era contenuta e, poggiata su una pietra, iniziò a far scendere i granelli di sabbia da un capo all’altro, gli occhi dei due osservatori risultavano inespressivi e cupi.
Quando la polvere dorata raggiunse pienamente l’altro verso, i due misero contemporaneamente la mano e la zampa sull’oggetto di vetro: l’animale si trasformò nel ritratto sputato di Lucas, mentre quest’ultimo si accasciò a terra gridando dal dolore. Lanciò un’ occhiata al suo corpo che mutava: i suoi arti si allungarono, i denti si affilavano e il suo respiro aumentava come il gusto di sangue caldo che gli inondava la bocca. Guardando il lupo sofferente, Egil ebbe un flashback.
 
Tredici anni prima… “ Lucas, aiutami, ti prego!” Le urla di un giovane si trasformarono in un uggiolio straziante e il suo corpo si contorceva dal dolore che quella sabbia color oro gli aveva causato. Il ragazzo,con gli occhi velati di lacrime, disse con voce tremante: “Amico mio, ti prometto che ti salverò, nel mentre tu mi devi promettere” Una pausa seguita da un : “Che,che t..” Gli occhi della belva si ingrandirono alla vista di un neonato che piangeva, al posto del suo migliore amico: Lucas.

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Capitolo 5
*** Dimmi che non vuoi morire ***


Egil si sentiva in colpa nel guardare il suo amico sofferente e si domandava che cosa avesse dovuto fare. Se fosse andato a casa, i genitori di Lucas lo avrebbero rinchiuso a vita, ma se fosse rimasto nel bosco, senza alcuna protezione, non sarebbe durato a lungo.
La belva si alzò e incominciò ad aprire gli occhi, anche se lentamente, poi disse : “ Egil, ascolta,devi andare dalla mia famiglia e dire che sto bene e che me la caverò, tu, intanto, devi nasconderti e..” Prontamente il ragazzo rispose : “ No, io vengo con te! Questa cosa la dobbiamo risolvere insieme! Ora prendo la clessidra, così..” Appena il tredicenne si voltò, notò che l’ oggetto di vetro era sparito davanti ai suoi occhi. Un senso di fallimento e demoralizzazione lo colpì, facendolo cadere pesantemente a terra, con le guance rigate dalle lacrime.
Lucas mentre lo fissava capì di provare emozioni simili a quelle del suo amico: si sentiva sconfitto, reietto e incompreso da tutto e da tutti; come se ci fosse un’ intesa tra loro che nessuno poteva cogliere, ne comprendere, al di fuori dei due Il lupo si accasciò a terra, così come Egil, che rimase disteso sull’ erba tinta di rugiada mattutina. Nessuno doveva parlare, non ne valeva la pena: ormai tutto era diventato ovvio e prevedibile, infatti se uno di loro avesse cercato di comunicare con l’altro, non avrebbe risolto niente, anzi, avrebbe solo sprecato fiato.
 
Angolo della novellina: Ciao a tutti! Allora vi piace la storia? Ringrazio i miei lettori e i recensitori! Aspetto nuove recensioni!! A presto! Jist =) =)

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Capitolo 6
*** Proprio come una volta... ***


“ Lucas, vieni!”
“ Arrivo Egil!”
Due ragazzi in vacanza nel deserto stavano giocando allegramente, quanto mistero in quell’ ammasso di sabbia, aveva detto il più giovane, appena ne aveva varcato la soglia.
Quella era la prima estate che passavano insieme, da amici, da fratelli, almeno potevano insieme divertirsi e portarsi con se il più bel ricordo della loro amicizia, prima che il maggiore dovesse lasciare la città per partire  per il Canada con la sua famiglia. Quando i due lo scoprirono, si rattristarono molto: non mangiavano, faticavano a dormire e soprattutto, non comunicavano le proprie emozioni, cosa che secondo la madre di Lucas, non avrebbe funzionato.
Egil si avvicinò al fanciullo dicendogli: “ Guarda cos’ ho trovato! È una clessidra! La esponevano al negozio di souvenir accanto alle nostre tende!” Il ragazzo guardò meravigliato l’oggetto ed esclamò: Wow, ho sempre desiderato un oggetto simile! Adesso è nostro per sempre!”
“ Si, per sempre…” Aggiunse con un tono malinconico il maggiore.
“ Beh, ora non ci pensiamo…che aspetti Egil? Girala!”
In poco tempo, la sabbia contenuta nell’oggetto di vetro, si esaurì e finì tutta nell’altro capo, ma c’era qualcosa che non andava: era come se il tempo si fosse fermato, tranne che per i nostri protagonisti. Una folata dorata li avvolse e entrambi vennero teletrasportati in una foresta costituita da alberi di alto fusto. I due erano rannicchiati in un tronco, spaventati, confusi, indifesi.
“Che succede Egil? Egil?!” Lucas vide dinnanzi a sè, il suo amico che si contorceva dal dolore e che prendeva, anche se lentamente, le sembianze di un lupo dal pelo candido. Gridava aiuto, tuttavia il fanciullo non poteva fare niente, se non rigirare la clessidra e vedere il seguito, ma, ormai, essa era sparita.

Angolo dell'autrice: ciao a tutti! Scusate per il clamoroso ritardo, ma, visto che frequento un corso di tennis che mi tiene occupate quattro ore, per tre giorni alla settimana, faccio un po' fatica a star dietro alle storie. Spero che il capitolo vi piaccia, recensite! A presto! Jist =D

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Capitolo 7
*** Fidati di me ***


Egil strinse in suoi deboli pugni e chiuse gli occhi per riflettere: la sua mente era affollata da mille pensieri confusi, irrecuperabili, silenziosi.
- Lucas.- Disse con voce tremante.
- Dobbiamo andare!-
- Subito!- L’animale lo guardò interrogativo, il suo sguardo sofferente osservava un punto indefinito, chiuse anche lui gli occhi, ma non gli venne in mente niente, solo sullo sfondo, si sentiva il rumore della sabbia.
- Hai ragione, partiamo!- Anche se insicuro, Lucas voleva dimostrare all’ amico che poteva farcela, e che, alla fine, avrebbero risolto tutto e sarebbero tornati entrambi umani, nel loro rispettivi corpi.
La lieve pioggerellina cadeva sulle loro teste, ma non importava, erano decisi a portare a termine il loro scopo: ottenere la libertà.
Egil si bloccò improvvisamente e sospirando velocemente sussurrò:
- Ma certo…-
- Ma certo, cosa?- Disse Lucas rivolto al compagno.
- So dove ritrovare la clessidra!-
- Dove?-
- Nella sua casa: il deserto!-
- Anche se ci recassimo lì, non abbiamo nessuna garanzia di ritrovarla, e poi, noi siamo in Canada, ed il deserto è lontanissimo da qui!-
- Tranquillo, ho già pensato a tutto.-
- Davvero?!- Rispose il lupo con un tono sarcastico e freddo.
Egil annuì e senza aggiungere parola, ricominciò a camminare pochi istanti dopo, verso il luogo che si era ideato.
- Posso chiedere dove stiamo andando?- Chiese Lucas seccato.
- All’aeroporto, dove altrimenti?-
- Ma sei completamente impazzito?! Guardami! Sono un lupo, la gente ha paura di me! E poi tu non hai soldi per comprare il biglietto!- Esclamò alterato
- Non è il caso che ti arrabbi! Fidati di me!-
- Come posso fidarmi di te?! L’ultima volta che l’ho fatto, tu mi hai portato via dai miei genitori, dalla mia famiglia, che forse non rivedrò mai più!- Il suo tono era arrabbiato, adirato, disperato.
- Sei stato tu a dirmi di girarla, non ricordi?- La sua voce calma lo fece tranquillizzare, anche se voleva rispondere, Egil lo precedette
- Non pensiamo al passato, ti prego, fidati di me!-
- O, ok –
- Bene, su, andiamo.-
Detto questo, i due proseguirono fino all’aeroporto, senza pronunciar alcuna parola.                                                                 

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Capitolo 8
*** L'aeroporto ***


 
- Eccoci!-
I due amici raggiunsero velocemente l’aeroporto di Toronto, anche se, entrambi erano stanchi, sudati, affaticati.
- E adesso?- Chiese sbadatamente Lucas
- E adesso…-
Il lupo guardò acidamente il compagno e esclamò
- Lo sapevo, non dovevamo farlo! Sei uno stupido! Davvero credi che ci sia un modo per entrare?-
Egil non guardandolo in faccia alzò le spalle e continuò a camminare.
- Dove vai?!- Gridò il giovane
- Verso la libertà…-
- Cosa stai dicendo?! Il caldo ti ha dato alla testa?!-
- Tranquillo, andrà tutto bene.- Il suo tono era stranamente calmo e sicuro, sapeva esattamente cosa fare, l’animale non la pensava così: i suoi occhi esprimevano paura e dolore, non erano occhi fiduciosi e tranquilli, anzi.
- Cosa c’è? Hai paura?-
- No, non ho paura Egil, solo che…-
- Hai paura..-
Lucas lo osservò intensamente, come dargli torto? Un grosso lupo bianco che si aggira tranquillamente in un aeroporto, non è una cosa “normale”.
- Cosa pensi di fare?-
-Allora vieni?- Domandò speranzoso il maggiore.
- Si, verrò…- Rispose l‘ altro.
Appena varcata le porta, la bestia mise la coda fra le gambe e abbassò le orecchie.
- Cosa c’è ora?-
- Niente, è tutto ok!-
- Ok allora.-
La moltitudine di gente che correva da tutte le parti, non prestava attenzione a quei due, se non una guardia che li inseguiva con lo sguardo, si alzò e andò verso di loro.
- Ciao piccolo, come ti chiami?-
- Emm, sono Egil-
- Dove sono i tuoi genitori? E quell’animale? E’ tuo?-
- Si, è un aschi incrociato con un cane lupo. Non so dove siano i miei, lei gli ha visti? Devo imbarcarmi per andare nel deserto, quello in Africa. Mio padre è un biologo e..-
- Come si chiamano i tuoi genitori? Se ti sei sperduto, io posso aiutarti a trovarli!-
- Beh, ecco…-
- Allora?-
- Scusi, è che mia mamma non mi permette di parlare con gli estranei…piuttosto, mi potrebbe dare una gabbia per il mio cane?-
- Certo, seguimi…- Il tono di quel signore era strano, sembrava avere un che di malvagio, ma allo stesso tempo, di affidabile.
- Questa fa al caso tuo- Disse porgendo al ragazzo una grossa gabbia rossa.
- Il volo parte tra dieci minuti, spero che tu possa trovare i tuoi genitori…-
- Gra, Grazie.- Egil era impallidito, quasi stava per svenire, ma poi si ricordò del volo e si mise a correre con Lucas.
Videro il tunnel e i loro occhi si illuminarono se non quando…         
 
Angolo della novellina: ciao! Scusatemi nuovamente del ritardo, ma sono stata una settimana in un bellissimo campeggio- agriturismo nelle valli di Lanzo.
Il finale di questo capitolo si puo’ definire la suspance in persona! XD
Spero di leggere tante recensioni! A presto,
Jist =D                                 

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