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di KokoroChuu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prólogos - Prologo ***
Capitolo 2: *** Symmetéchontes - Partecipanti ***
Capitolo 3: *** Esco con tre nuovi amici armati di asce ***
Capitolo 4: *** Mi faccio un giro nella base dei ribelli. Sotto l'oceano ***
Capitolo 5: *** Avvolgiamo il sottile filo dell'insanità mentale attorno al nuovo arrivato ***
Capitolo 6: *** Il cimitero dei frigoriferi diventa anche il nostro ***
Capitolo 7: *** Si fa conoscenza con lo psicopatico che ci vuole morti ***
Capitolo 8: *** Le strade si dividono. Ma solo per adesso ***
Capitolo 9: *** Fondiamo il Club delle Fughe Discrete, ma non troppo ***
Capitolo 10: *** Ci dileguiamo tra i liquami, e impariamo ad apprezzare la musica folk. Più o meno ***
Capitolo 11: *** Accettiamo passaggi da sconosciuti ***



Capitolo 1
*** Prólogos - Prologo ***


Prologos

Manhattan, è notte.
La luce del lampione tremola, però c'è. Strano, di questi tempi.
Striscio lungo il perimetro dei negozi e mi infilo in un vicolo, attento a non far rumore.
Una settimana, e ancora non mi hanno trovato.
E' un record.
Non so perchè mi cercano. Perchè ci cercano.
Mi rannicchio in un angolo, nascosto da alcuni bidoni vuoti e maleodoranti. Chiudo gli occhi e ci penso su.
Sono sempre stato strano, questo è vero.
Tutte quelle... persone, quelle creature. Che mi vogliono. E, puntualmente, mi trovano.
Non sono umani, ne sono sicuro.
E ne hanno presi altri, di ragazzi.
Ma il bello è che adesso hanno lavato il cervello anche a quelli normali, agli esseri umani, e l'intero esercito è in movimento.
Dopo che hanno messo gli annunci sulla TV, sui giornali, alla radio, sui muri, ovunque.
Ci inseguono, ci stanano, e dio solo sa cosa fanno a quei ragazzi che caricano tramortiti sui camion.
Ma io devo scappare. Non mi farò prendere.
Rimango così per un bel po' di tempo, a riflettere, in un limbo tra sonno e veglia.
Poi sento le voci. Rimango in silenzio, tendo l'orecchio. Sono... ragazzi?
Ragazzi, in giro da soli?
I passi si fanno più vicini. 
Si fermano qualche metro avanti a me. Non mi vedranno. Sono nascosto.
-Andiamo - dice una voce - lo sappiamo che sei lì. Esci, o rimani lì a farti trovare. E fidati, ti troveranno.

***

Io: She lo so, lo so. Ho già un'altra Oc aperta, ma che volete farci, l'idea mi è uscita di getto, e chi mi ferma poi (?)
Passiamo alle cose importanti, ecco le regole, pregasi leggere con cura.

Passo #1

Inventate il vostro personaggio. Esso comparirà nella storia, fin già dal primo capitolo.
Prima di tutto, compilate la scheda, e inviatemela per messaggio privato. Lasciate una recensione a questo prologo per prenotarvi il posto con nome, sesso e genitore. 


Scheda

Nome:
Cognome:
Soprannome:
Sesso:
Nome genitore divino:
Nome genitore mortale e altri eventuali membri della famiglia:
Aspetto fisico:
Vestiti:
Carattere:
Armi:
Passato:
Storia d'amore:
Altro:
Immagine:

Passo 2#

Leggere queste:

- Non accetto Mary Sue (OC perfetti);
- Non accetto più di 3 figli di pezzi grossi (uno per ognuno);
- Non accetto più di 2 figli dello stesso dio/dea. Se mi arrivassero, per esempio, tre figli di Atena, chiederò all'ultimo arrivato di cambiare genitore;
- Ci sono 8 posti per ragazzi e 8 posti per ragazze. Se dovessero arrivarmi subito 8 ragazze, e magari i ragazzi scarseggiano (come solito), chiederò ai prossimi partecipanti di creare OC maschi. Dovrete quindi rispondere ad alcune eventuali esigenze per la buona riuscita della storia. Tutti gli aggiornamenti sulle necessità li troverete nella presentazione.
- Cerchiamo di mandare un miscuglio omogeneo, che comprenda sia figli di dei minori che figli di dei importanti. Non creiamo sproporzioni u.u

Passo 3# (facoltativo)

Familiarizzare con il mio Dennis :3

Nome: Dennis

Cognome: Rivera

Soprannome: Den

Sesso: Maschio

Nome genitore divino: Efesto

Nome genitore mortale e altri eventuali membri della famiglia: Susan Rivera; la sorella più grande Maddy, avuta dalla madre da un uomo che l'ha lasciata

Età: 16 anni

Aspetto fisico: ha i capelli color dell'ebano, corti e abbastanza arruffati, occhi nocciola, bei lineamenti. Il fisoco è giovane, allenato e prestante, con un accenno di muscoli (tipo nuotatori di Free!), carnagione rosea, mediamente abbronzata.

Vestiti: maglietta semplice bianca e grigia, sopra, aperta, porta una giacca di tessuto sintetico bianca e nera. Pantaloni sportivi neri, lunghi, e scarpe da ginnastica verde lime. Indossa costantemente le sue cuffie (anch'esse verde lime)

Carattere: Solare e intraprendente, lega abbastanza facilmente con le persone. Quando vuole pensare si infila le cuffie e accende l'IPod. Non è per niente latin lover, le ragazze le vede più come amiche. Si fa coinvolgere facilmente ed è molto entusiasta, ma non esuberante, capisce il punto di rottura e, in tal caso, sta sulle sue. 

Armi: All'inizio niente, poi si procura uno spadone a due mani di bronzo celeste, riccamente elaborato, Sargatanas

Passato: Solito triste passato mezzosangue, cresciuto con la madre e la sorellona, le quali lo hanno accettato abbastanza bene. Quando hanno iniziato a comparire i primi annunci del governo per la consegna dei giovani mezzosangue, la madre ha però deciso di consegnarlo, ma lui, intuendone le intenzioni, è scappato, aiutato dalla sorellastra

Storia d'amore: Si, nel corso della storia, con qualcuna random (?)

Altro: Ho cercato di fare un personaggio abbastanza neutro, facile e divertente da sviluppare, che non sia un problema per gli altri OC. Ho fatto un maschio perchè sono difficili da reperire ç_ç

Immagine: 1 - http://oi61.tinypic.com/jsjzae.jpg    2 - http://oi59.tinypic.com/fwupdv.jpg   3 - http://oi60.tinypic.com/n3mfs8.jpg

Detto questo, vi saluto.
Aggiornerò con i partecipanti tra 4 giorni, dopodichè ogni capitolo verrà pubblicato con massimo una settimana di distanza dall'antecedente.
Detto questo...

MANDATE IL VOSTRO OC!

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Capitolo 2
*** Symmetéchontes - Partecipanti ***


capp Symmetéchontes - Partecipanti

Autore Nome OC Sesso Genitore divino
A_M_N Annalisa Lerman Femmina Ermes
Firnen_92 Emma Diaz Femmina Ares
kiara00 Chiara Singer Femmina Ermes
chiary13 Emily Streetwood Femmina Poseidone
Alexiel94 Alexis Smith Femmina Ade
AriPotterJackson01 Christel Fernandez Femmina Eos
_SereFic_ Marry Smith Femmina Zeus
mixer_smile Elyssa Cruz Femmina Ebe

Autore Nome OC Sesso Genitore divino
Kim_Pil_Suk
Alex Drew
Maschio
Ares
ChildOfTheDeath Adrian Petrov Maschio Eris
King_Peter Lion Blackthorne Maschio Persefone
Treachreouss Kyle Brooks Maschio Apollo
AxXx Samuel Darran Maschio Afrodite
Poseidon97 Jack Raven Maschio Demetra
Wise Girl98 Ross James Whale Maschio Nike
KokoroChuu Dennis Rivera Maschio Efesto
Scilotta78 Will Sharkey Maschio Nyx

Con la (forse) partecipazione di un Satiro, creato da oSiRiS.




°Note°
Io: Buongiornos popolo di EFP, ecco a voi i gentili partecipanti alla mia storia °^°
Percy: Le gentili vittimerhm*
Io: Allura, cambio di programma: nel primo capitolo (che per altro ho già scritto >u>) non comparirano tutti gli OC
Percy: Perchè, non era ovvio? .-. Io: Ora, vi saluto, restate aggiornati!
Io: Uh, bhè, li inserirò nel corso della storia. I capitoli non voglio farli troppo lunghi, perchè lo so, cari semidei, che abbiamo tutti la nostra iperattività-dislessia-demenza, quindi non affatichiamoci u.u al massimo saranno 467890 capitoli.
Per i titoli dei capitoli ho voluto mantenere lo stile di Zio Rick, moderno-divertentino (?)
Poi:
"Io sono una molto lunatica ^^ però se qualcuno mi sbatte il suo
Oc e poi non lascia una recensioncina m'incazzo, cioè non dovete per forza recensire
ogni benedetto capitolo ma magari una ogni tre capitoli mi farebbe piacere ^^" cit.

Io: Ora, vi saluto, restate aggiornati!

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Capitolo 3
*** Esco con tre nuovi amici armati di asce ***


Esco con quattro nuovi amici armati di asce





O scappo, o esco con le mani in alto.
L'ago della bilancia oscilla per un po', e si ferma sulla seconda opzione.
Considerando che, se avessi scelto la prima, avrei dovuto arrampicarmi sul muro alle mie spalle, e decisamente non sono conosciuto come Spiderman.
Così mi alzo, incerto, urto qualche bidone e sollevo le mani, mentre la figura davanti a me sbuffa spazientita.
-Silenzio, vuoi farci ammazzare tutti?
Tutti chi, esattamente? mi chiedo.
Cerco di mettere a fuoco la situazione. Ormai è quasi l'alba, e, dato che siamo in estate, il sole si dovrebbe per lo meno vedere.
Invece no. Grossi nuvoloni grigi si spandono fino all'orizzonte, e l'unico indizio del nuovo giorno che sta per nascere è una sottile striscia di nubi di colore più chiaro.
Un raggio luminoso mi colpisce in faccia.
Strabuzzo gli occhi, e mi accorgo che è una pila giocattolo, quelle che si ricaricano a manovella.
-Va meglio ora, profugo? - chiede una voce più gentile, mentre il fascio di luce si sposta verso il terreno.
Ora si, finalmente ci vedo.
La ragazza che ho davanti ha luminosi occhi azzurri, e una pioggia di capelli neri che le cadono fin sulle spalle.
E' china in avanti, con le mani sulle ginocchia, e mi fissa come si guardano i cani randagi, quelli brutti, senza pelo e denutriti.
-Buongiooorno - mi saluta, con tono sarcastico. - Vedo che ti eri sistemato bene per la notte, eh, ragazzo-pattume?
Mi giro, e non riesco a contraddirla.
-Piacere di conoscerti, comunque. - mi allunga la mano, e la afferro.
-Dennis Rivera - dico.
-Emma, - mi risponde. - Emma Diaz -
Faccio un breve giro di presentazioni.
C'è un'altra ragazza nel gruppo.
Ha una cascata di riccioli che le scendono sulle spalle, che scalano dal castano al biondo, e porta una bella penna blu e nera attaccata ad una ciocca.
Sgrana gli occhioni verdi e si presenta con un sorriso.
Annalisa Lerman. Nali per gli amici.
Il terzetto è chiuso da un ragazzo, un bel tipo prestante, con i capelli castano scuro, che sembra splendere come il sole, che si presenta come Lion Blackthorne.
Tutto così allegro e pimpante, sembra uno di quei giovani fotomodelli della Original Marines che Dennis vedeva in TV, tempo prima.
Già, tempo prima.
Emma Diaz si volta, dandomi la schiena e facendo scricchiolare gli anfibi neri sul ghiaietto.
-Forse è meglio andare, prima che venga l'alba, e che si sveglino i mortali. Poi arrivano con quei fucili e le pistole, e lo sapete che mi da fastidio il metallo umano.
Si incammina, e fa per imboccare l'uscita del vicolo, quando vedo un dettaglio che all'inizio non avevo notato.
La ragazza è armata.
Buon dio, ma quelle sono due spade!
Mi fermo.
-Fermi tutti. Chi diavolo siete? - ho abbandonato i toni amichevoli di quando conosco nuovi ragazzi.
Emma alza un sopracciglio.
-Te lo abbiamo detto. Emma Diaz, figlia di Ares, Nali Lerman...
-Figlia di chi? - strepito - Ares?
-Il dio della guerra, hai presente? Forza, non abbiamo tanto tempo.
-Il dio... della guerra? E tu saresti figlia del dio della guerra? Oh, no, tu sei tutta fusa. -
Mi volto a cercare supporto dagli altri due, e li vedo che sorridono comprensivi. Meno male. Meno male che... Oh, merda.
Anche loro sono armati. Annalisa sfodera una scure, mentre l'altro, Lion, si fa passare di mano un anello, che continua a trasformarsi in spada, e viceversa.
-Ma voi siete matti. Siete tutti matti. - indietreggio.
-Ragazzi, ve lo avevo detto. - dice Lion.
Emma sbuffa. - Che facciamo, lo leghiamo e ce lo carichiamo in spalla?
-Dimentichi chi è che comanda qui, Emma - soffia Lion -io adesso gli spiego in poche parole cosa succede e lui viene con noi, senza imbavagliamenti o cose simili, perchè so cosa succede quando una figlia di Ares ci si mette, credimi.
Sono fuori come balconi. Ne sono sicuro, ormai. Annalisa dondola su un piede, quasi divertita, e di tanto in tanto mi lancia occhiate sarcastiche.
-Senti, Dennis, so che è abbastanza difficile da capire, ma...
Uno sparo. Poi un'altro.
-Cazzo.
Emma si ritira nel vicolo allargando le braccia, ed estrae le spade. Noi ci schiacciamo contro le pareti buie. Si porta un dito alle labbra, mentre l'anello di Lion adesso è decisamente una spada.
Ci sono altri spari, che si fanno sempre più vicini.
Sento Lion che mi sussurra in un orecchio - Ora io corro davanti. Tu non dire niente, non fare niente, solo corri, e segui me, capito? Se non lo farai, morirai.
Ormai sto decisamente sudando freddo. Che cosa significa?
Sono combattuto. Potrei seguire quei ragazzi strani o buttarmi tra le braccia della legge.
Detto così, chiunque andrebbe al sicuro insieme ai caramba. Ma dato che la cosiddetta legge è una settimana e più che mi vuole morto...
-Sssono qua, ve lo assssicuro... - sibila una suadente voce femminile.
Il profilo di una donna si staglia all'imboccatura del vicolo. Ed è così...
-VIA! - urla Lion, slanciandosi fuori dal nostro rifugio.
Alla fine, li seguo.
Non so cosa mi spinge a farlo, ma li seguo.
Uscendo dal vicolo urto qualcuno, o qualcosa, non lo so e non lo saprò mai, non mi volto a guardare.
Sento dietro di me Nali che corre, e tengo d'occhio solo la schiena di Lion e Emma, davanti a me.
Il resto delle mie energie le impiego per correre.
Non so per quanto tempo ci siamo mossi.
Inizio a vedere la spiaggia di Manhattan, e intanto benedico mia sorella che mi convinse ad iscrivermi ad atletica e football quando avevo solo sette anni.
Non so se ci stanno seguendo, ma quando arriviamo al molo, vedo Lion che non si ferma.
Percorre un ponticciolo di legno e si cala giù dalle scale.
Quando siamo tutti e quattro atterrati sulla battigia, osservo l'acqua sporca e bavosa.
-Capolinea. - dico, sconsolato. Forse era meglio arrendersi e consegnarsi all'esercito. Magari mi avrebbero risparmiato, che so, per buona condotta.
-Oh no - sorride Nali - questo è solo la partenza.
Poi Lion fischia. Lui fischia, e io urlo.
Un vortice si apre nell'acqua, risucchiando rifiuti e bava, qualche ratto che zampettava attorno agli ultimi metri di cemento, e, di conseguenza, anche noi.
I miei piedi abbandonano l'asfalto e mi sento attratto in acqua. Cerco di frenare la caduta con le mani, con l'unico risultato di graffiarmele, prima sul cemento, e poi, sui sassi e sui rifiuti che compongono il primo fondale. Mi aspetto di sentire l'acqua inondarmi i vestiti, ma non è così.
In effetti, è qualche secondo che sono immerso in acqua fino alla vita e sono ancora perfettamente asciutto.
Vedo che gli altri tre sono nelle mie stesse condizioni, e tutti e tre, sorridono.
-Lasciati andare! - urla Emma, mentre l'acqua la sommerge, sottraendola alla mia vista.
Vorrei gridare qualcosa, ma non faccio in tempo.
L'acqua melmosa mi copre la testa e non sento più nulla.







| Kokoro's Cafè

Io: Oilà gente, ecco il primo capitolo. Ho alcune note da esporre u.u
Percy: Saremo lieti di ascotarti .-.
Io: In questo capitolo ho presentato gli OC
Emma Diaz di Firnen_92
Annalisa Lerman di A_M_N
Lion Blackthorne (odio questo cognome *si fascia le dita*) di King_Peter
E il mio Dennis Rivera, obviusly.
Annabeth: Adesso ti aspetti cosa? Un applauso? Caramelle?
Io: Si, lo so, cambio di programma, per adesso sono solo tre, ma volevo fare le cose bene. Una storia ordinata e avvincente, non so se mi spiego... non picchiatemi, mi spiace di non averne messi di più :c. Ma questo è solo il primo capitolo, e nel prossimo vi assicuro che ce ne infilo dentro molti altri, e io lo so u.u (anche perchè lo ho già scritto, maledetta estate. Il mio livello di pigrizia it's over 9000!)
Li vedrete comparire, prima o poi *fare cospiratorio*
Detto questo, mi dileguo. Vi aspetto al prossimo capitolo (a breve)
Ringrazio AriaEucliwod, una grafica del forum di Elsword.it, per il bellissimo divisore!

Un bisu,
Kokoro<3

*uscita ad effetto* ]

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Capitolo 4
*** Mi faccio un giro nella base dei ribelli. Sotto l'oceano ***


MI FACCIO UN GIRO NELLA BASE DEI RICERCATI.
SOTTO L'OCEANO



 


I secondi seguenti passano rapidi e caotici. Sono in preda al panico e sono anche convinto che sto per morire.
Sono totalmente immerso nell'acqua, in un vortice che mi trascina verso il basso.
Mi agito a più non posso, e tengo gli occhi chiusi, e anche se non mi sento per nulla bagnato non ho il coraggio di aprirli.
Maledico tutti: la mia iperattività, Emma, i tizi con le pistole, Nali, Lion, il governo.
Penso a più insulti e bestemmie che riesco e le lancio tutte assieme, senza udire alcun suono, mentre grosse bolle si sollevano dalla mia bocca, per andare a infrangersi in superficie.
Poi, d'un tratto, sento l'aria fresca che mi lambisce il viso, e riemergo in superficie, ruzzolando su un pavimento liscio.
O almeno, quella che credevo fosse la superficie.
Apro un'occhio, e subito quello comanda anche all'altro di spalancarsi.
La vista è spettacolare.
Sono in un grande edificio, tutto fatto di vetro. Le giunture sono sottili lame dorate, che tengono unite varie lastre trasparenti.
Ma la cosa favolosa è che siamo sott'acqua. Non capisco come tutto quel vetro sopporti la pressione.
La luce è cristallina e di tenui colori pastello, e si riflette ovunque, in continuo movimento. Sopra, sotto e attorno a me nuotano veloci banchi di pesci colorati e qualche squalo.
-Si, amico, benvenuto al quartier generale - dice Emma, che mi accorgo essere accanto a me. -Non siamo molto in profondità, solo una trentina di metri, però siamo molto lontani dalla baia, almeno qualche chilometro in mare aperto. E gli umani non ci vedono. Tanta, tanta Foschia.
-Ora, sarà meglio portarlo da R.J. - esclama Lion, tutto contento. -E' stato un'ottimo atterraggio. Finalmente ci ho fatto l'abitudine - poi mi guarda, un po' schifato. - Tranquillo, imparerai anche tu.
-Dennis, adesso ti sarà spiegato tutto. Sarà una bella botta, ma ti troverai bene qui. Per me è stato così. - mi avverte Nali, con un sorriso.
Arriviamo davanti ad una grande porta d'acciaio. Lion passa il bracciale che ha al polso su un lato della porta. Quella lampeggia un attimo, poi le ante si scostano, rivelando la stanza all'interno.
La mia prima impressione è quella di essere entrato in un alveare.
Tutto ronza, lampeggia, scatta. Ci sono quantità incredibili di piccoli schermi luccicanti, levette che si alzano e si abbassano da sole, pulsanti e piccoli bracci meccanici.
Al centro della sala è disposto un ampio tavolo esagonale, che è abbastanza affollato.
Ci sono due ragazzi e una ragazza che sembrano normali. Poi, accanto a loro, che saltellano qua e là, ci sono tanti uomini con le corna.
Cioè, non so se mi sono spiegato. Con le corna.
E le zampe. Zampe di capra, pelose, con gli zoccoli.
-Madonna mia santissima - sussurro.
Emma mi lancia un'occhiata sprezzante
-Ehi, R.J., lo abbiamo trovato prima che lo facessero dracene e mostri o supidi umani. E' un po' scosso... Ma nella norma, diciamo.
Si era rivolta ad un ragazzo giovane, più o meno della mia età. Ha capelli riccissimi e degli occhi scuri, come pozze nere, e un bel sorriso sicuro.
-Ottimo - dice. -Bene, bene, bene... Indeterminato, vero?
-Sì, Ross James Whale. - risponde Nali, con un tono di falsa dolcezza e un sorrisetto furbo.
-Non chiamarmi così - sibila lui.
Ci metto un attimo, poi scoppio a ridere.
-Whale? Whale!? Cioè... proprio balena? Che razza di cognome...
Non faccio in tempo a finire la frase che Ross James Whale mi ha già raggiunto. Ha fatto un balzo felino, tipo saltatore in lungo, e, dopo aver sfiorato il suo orologio da polso, brandisce la punta di un giavellotto sotto il mio mento. E'... altissimo.
Deglutisco.
-Ehi, calma, amico - sussurro, abbassando con la mano destra l'arma.
-Mi chiamo R.J., chiaro? La prossima volta ti stacco la testa, e vincerò io, come sempre. Io sono il capo, qui.
-Insieme a me - precisa Lion.
-E me - aggiunge Emma.
R.J. li guarda stizzito, mentre il giavellotto torna ad essere un orologio.
Emma sbuffa. -Figlio di Nike...
Nike? Nike... o è figlio di una marca di scarpe, oppure a Nike associo quella stupida statua senza testa che ho studiato a storia dell'arte.
-Nike? In che senso?
I quattro sembrano ricordasi di me in quel momento.
-Oh, giusto, siediti pure - dice R.J., spostando una sedia.
-E... loro sono Emily Steetwodd, figlia di Poseidone, mannaggia a lei, e Kyle Brooks, figlio di Apollo.
Entrambi i ragazzi sorridono e fanno un cenno con la mano.
Emily è una bella ragazza con morbidi capelli castani e grandi occhioni dello stesso colore, che sono circondati da lunghe ciglia arcuate. Ha la pelle molto chiara, come se fosse nata e cresciuta sott'acqua, al riparo dalla luce.
Kyle invece è un tipo che sembra un surfista Hawaiiano. Abbronzatissimo, con gli occhi azzurri come il cielo e i capelli quasi biondi, tirati su con il gel.
-Io... io mi chiamo Dennis. Però adesso, se non vi dispiace, vorrei sapere perchè dite... insomma, Poseidone e Apollo erano dei greci. Cosa sono, nomi in codice?
R.J. torna a sedersi. Da seduto è alto quanto me, constato.
-Gli dei greci... Te lo spiego in poche parole. Bhè, loro esistono. E ci sono ancora. Sai, quando si innamorano di uomini o donne mortali, può capitare che abbiano dei figli, tipo... me. O te.
Si. Si, come no, penso.
-Siamo chiamati semidei. Siamo potenti e anche pericolosi. Ed è per questo che il governo ci da la caccia. Qualcuno ha manipolato la Foschia, oppure c'è stata una spia, non lo sappiamo con certezza. Però ci cercano, e come hai potuto ben vedere, ci trovano anche. Collaborano con i mostri... loro ci guadagnano un pasto, mentre il governo leva di mezzo "avversari pericolosi".
-Come fate a sapere tutte queste cose? - chiedo, scettico.
-Io e Kyle, per esempio, veniamo da un posto chiamato "Campo Mezzosangue", dove i ragazzi come noi trovano riparo e amici. Siamo stati lì fin da bambini, e sappiamo tutto. Ma adesso... adesso siamo qui. Questo è il nuovo quartier generale.
-Ah. Cioè, bene. Quindi, suppongo, che vi aspettate che io creda a tutto questo?
Vedo Nali che sorride comprensiva.
-Come pensi che sia possibile una struttura del genere, eh? Perchè credi che le forze dell'ordine ci diano la caccia? - chiede Emma.
Non so rispondere, in realtà. Quindi me ne sto zitto.
-Il palazzo è gentil concessione del mio papi - dice Emily. -Ci danno la caccia perchè hanno paura di noi. Del nostro potere. Dimmi, non ti manca per caso un genitore?
Tutto combacia alla perfezione.
-Sì, - rispondo. -Non ho mai conosciuto mio padre.
-Che tipo era, tua madre? La mia è una donna simpatica... Adora raccontare di come ero carino, da piccolo, quella volta che sono quasi affogato in una fontana. A mio padre era andata a genio per la solarità, credo - interviene Kyle.
La domanda mi stupisce.
-Beh, è una donna dolce. Lavora da quando era giovane in una carrozzeria e...
-Perfetto. Credo di aver capito chi è tuo padre. Sei il primo qua, credo. - esclama Nali con un sorrisone.
-Dovrebbe riconoscerti  a breve... quanti anni hai?
-Sedici.
-E' già tardi. Avrà cercato di proteggerti...
Mentre pronunciava testuali parole, sento la testa formicolarmi e diventare calda.
La stanza si illumina di un bagliore rossastro, e tutti si fermano a guardarmi.
Fissano me, o meglio, un punto sopra la mia testa. Alzo lo sguardo, e vedo un grosso martello incandescente, come un ologramma.
Quando la visione si spegne, per un attimo regna il silenzio.
-Determinato! - grida R.J., esultante, come se avesse vinto la maratona. - Benvenuto, figlio di Efesto, divino fabbro degli Dei!
Così, mio padre è un meccanico, penso. Quello brutto che Zeus buttò giù dall'Olimpo, appena nato. Grande. Meraviglioso.
-Si... bene. Ma, ragazzi, perchè siete... siamo, qui? Perchè qui e non al Campo... Mezzosangue?
Tutti mi fissano come se avessi appena annunciato di volermi candidare alla presidenza dell'Olimpo.
-Beh... Già, che domanda stupida. Immagino che vi sarà servita una seconda base. Sarà bello pieno il Campo, di questi tempi, no?
-Dennis... - Emma sorride, a disagio. - Il Campo Mezzosangue non esiste più.







| Kokoro's Cafè
Io: Buoooonsalve semidei, vi presento il secondo capitolo. Finalmente inquadriamo un po' l'ambiente e la situazione. Di trama non espongo un granchè, questo capitolo ha più che altro la funzione di dare un inquadramento generale alla storia e presentare qualche personaggio.
Percy: In pratica non serve a un cazzo.
Io: NO, nooon, no, non è vero, stai zitto. Comunque, ho presentato gli OC
Emily Streetwodd di chiary13
Kyle Brooks di Treacherouss (questi nomi mi odianoe io odio loro)
Ross James Whale di Wise Girl98
Io: Nel prossimo capitolo cambierò narratore. In ogni capitolo compariranno OC diversi, perchè gestirne più di 6 o 7 diventa poi difficile. Comunque tranquilli, ognuno di loro avrà i suoi momenti di gloria. Ho progettato questa long nei minimi dettagli da tempo, non voglio deludervi.
Ringrazio AriaEucliwod, una grafica del forum di Elsword.it per il bellissimo divisore!

Un bisu,
Kokoro

*uscita ad effetto*   Gmeow*

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Capitolo 5
*** Avvolgiamo il sottile filo dell'insanità mentale attorno al nuovo arrivato ***


Capitolo 3
avvolgiamo il sottile filo dell'insanità mentale attorno al nuovo arrivato







Nali

Rimaniamo in silenzio per un po', aspettando che Dennis assimili l'informazione.
Un'informazione che tutti tentiamo di assimilare da ormai quasi un mese.
Non sono mai stata al Campo. Però, da come ne parlano R.J. e Kyle sembra davvero un angolo di paradiso per quelli come noi.
Dopo l'affermazione di Emma vedo la delusione e la tristezza che balugina per un secondo anche negli occhi sicuri del figlio di Nike.
Mi spiace seriamente per loro.
Mi pare comunque che il silenzio si stia allungando un po' troppo.
Dennis è visibilmente imbarazzato.
Non lo conosco ancora bene, di conseguenza non azzardo mosse avventate, tipo battute, o cose simili.
-Ehi, ragazzi. Non dovremmo spiegare a Den le regole?
R.J. sembra riscuotersi.
-Giusto. Ehi, cosa sono quei musi lunghi? Ci sono qua io!
Buffo. Fino ad un secondo fa era lui quello con la faccia sotto ai piedi.
-Allora, Dennis, la gerarchia e le attività qui al campo sono piuttosto semplici. Per qualunque cosa, chiedi ai capi, cioè...
-Io, e... io, già.
A parlare è stata una ragazza che irrompe nella stanza proprio in quel momento.
-Ah, La Terca, buenos dias - la saluta Emily, passandosi le mani sul volto e alzando gli occhi al cielo.
La Terca non è il suo nome. La bella ragazza mulatta, con i capelli scuri e gli occhi verdi, dai lineamenti e dal fisico mozzafiato. Si chiama Elyssa Cruz.
-Ecco, lodate la vera e perfetta figlia di Ebe, anche oggi al vostro servizi... oh. Un nuovo arrivato?
Vedo gli occhi di Dennis dilatarsi dalla paura. Tutti fanno così quando vengono a conoscenza dell'amorevolmente esuberante carattere di Elyssa.
-Non è necessario spaventarlo così, Cruzza - interviene Emma.
-Elyssa Cruz - dice la figlia di Ebe, ignorando Emma. -Piacere di conoscerti, ragazzo.
-Dennis, figlio di Efesto - la informa Kyle. Dennis non sembra in grado di parlare.
-Ottimo. Ci mancava un figlio di Efesto. Mi serve un nuovo amplificatore per le casse, sai, quello vecchio ormai è superato e...
Non finisce la frase.
Una piccola cascatella prorompe dal soffitto, e bagna il centro del tavolo.
Un arcobaleno si proietta nella sala, e l'immagine di un ragazzo riempie lo spazio davanti a noi.
-Merda, odio quando succede - sibila Kyle, coprendosi la testa.
-Emma, Lion, R.J.? Mi servite in armeria - dice il ragazzo nell'arcobaleno. Si chiama Alex Drew, ed è un perfetto figlio di Ares, per quanto ne so. E' un ragazzone muscoloso, con i capelli castani tagliati corti ai lati, come i militari. Ha gli occhi verde scuro e la faccia perennemente imbronciata.
-Che è successo, Alex? - chiede Lion.
-Nulla, diciamo... Cameron ha fatto accidentalmente saltare in aria qualche bomba di quelle di Ecate. E' un bel pasticcio, adesso. A lui sono cresciute delle felci nel naso e l'armeria sembra una foresta pluviale piuttosto incolta.
Emma si copre la faccia.
-Quel satiro è un pericolo. Io ve lo avevo detto che dovevamo chiuderlo da qualche parte, ma voi, no! Avanti col moralismo! Quel coso fa solo danni...
-Arriviamo, Alex. Forza, Emma, smettila di lamentarti e alzati.
-Buona riunione - dice lei, sconsolata, mentre esce dalla stanza insieme a Lion e R.J.
-Ottimo, a quanto pare adesso a comandare sono io - sussurra Elyssa con un sorrisetto malizioso.
-Non ti azzardare a fare bordello, figlia di party - gracchia Emily.
-Caaalma, ragazze - sospira Kyle. - per l'amor di Zeus. Dennis, le cose fondamentali da sapere sono che qui devi lavorare. Il tempo della scuola e dei pomeriggi di sole è finito. Dato che il governo ci vuole morti, dobbiamo cercare di recuperare più ragazzi possibili. New York è grande, e ci sono, o meglio, c'erano, più Semidei di quanto si possa pensare. Comunque abbiamo quasi finito di recuperarli, ne mancano giusto tre... o quattro.
-In realtà due. - dico io. - Ce ne erano altri tre oltre a te, Dennis, fino a ieri. Ma li hanno beccati mentre cercavano di entrare in un supermercato. Ci restano un ragazzo e una ragazza che viaggiano insieme, ora. Si spostano sopratutto nelle fogne, di notte.
-Nelle fogne...? - mormora Dennis, disgustato. - Ma voi... come fate a sapere tutto questo? Perchè non intervenite prima?
-Non è così facile, ragazzo. - dice Elyssa, improvvisamente seria. -Le forze dell'ordine ci stanno addosso, non possiamo permetterci passi falsi. La vedi questa roba? Ci serve per le comunicazioni con gli altri centri e con l'Olimpo.
Fa un rapido cenno ai piccoli schermi di metallo.
-Internet? - chiede Dennis.
-Oh, no. Usare Internet sarebbe come consegnarsi ai mostri. Questo è etere. Ma adesso, bando alle ciance. Iniziare il tuo allenamento. Nali, ci pensi tu a lui, vero?
Annuisco. Mi affidano spesso i nuovi arrivati per via del mio carattere. So farmi valere, quando prendo confidenza.
-Mostragli il C.A. e la sua stanza. Credo... la 9 del settore B è libera. Poi chiamami Alexis e Will.
-Vado, Cruzza. Den, se non hai bisogno di dormire ci fermiamo fino all'ora di pranzo al centro, ok?
-Va bene. Sono a posto così.
Lo vedo sicuro, e insieme a lui imbocco la porta. 







Elyssa

Aspettiamo poco più di cinque minuti, e i compagni che ho fatto chiamare arrivano subito.
-Elyssa... Kyle, Emily.
Ci salutano e si siedono.
Alexis Smith è una ragazza cadaverica, con i capelli e gli occhi scuri da sembrare d'ombra. Molti la trovano attraente, ma lei non si fa minimamente avvicinare. E' forse una delle ragazze più noioso e sciatte del campo, a mio parere. Odia la musica. Odia la musica! Sempre a leggere quei suoi libri inglesi, poi. Ma sì, cosa potevo aspettarmi da una figlia di Ade?
Comunque è piuttosto potente in combattimento, ed è una dei migliori soldati che ho.
Will le assomiglia, un po'. E' un bel ragazzo con gli occhi blu notte e i capelli neri, ma al contrario di Alexis è abbastanza simpatico quando vuole. Figlio di Nyx.
Miete centinaia di vittime tra le ragazze. "Piacciono i tipi misteriosi, a loro." Figlio di Nyx.
Bhe, non a me. In ogni caso quei due vanno abbastanza d'accordo, e insieme sono un'ottima squadra.
-Ciao, ragazzi. - dice Emily. - Credo che La Terca voglia affibiarci la missione prevista per stanotte. - dice, stancamente.
-Oh, perspicace. Sì, sarete voi quattro. I ragazzi sono due e non voglio casini. Mi piacerebbe riaverli al Centro interi. Anche psicologicamente, Alexis. Vedi di non evocare qualche esercito di zombie prima di aver spiegato loro che hanno un genitore che vive in una reggia in mezzo alle nuvole, grazie. Sono nel Queen.
Kyle ridacchia, ma la figlia di Ade mi guarda come se fossi un lombrico, o un ragno, o qualcosa di brutto e viscido. Se lo sguardo uccidesse, probabilmente sarei già morta.
-Va bene - risponde.
-Sono nascosti in un piccolo deposito dietro al Queen Center Mall. Come sempre trovateli prima delle empuse e dei poliziotti. Tutto qua. Buon allenamento e buona fortuna.
Sarò anche figlia della dea della giovinezza e delle feste, ma quando c'è in ballo qualcosa di serio non scherzo.
Li congedo e rimango un attimo seduta da sola, circondata da satiri indaffarati.
Il Campo Mezzosangue non c'è più. Il nostro Centro ospita attualmente solo una trentina di semidei, e ormai New York è pulita.
Manca poco al grande evento di cui parlava Ermes?
Spero che quell'inutile fattorino si faccia vivo presto. Non sopporto di non sapere cosa sta succedendo.
E se è vero che c'è una possibilità di scappare, perchè fino ad ora non ci hanno ancora detto niente?







| Kokoro's Cafè
Mi serve un ragazzo o una ragazza per il primo... "cattivo" della FF.
Lascia una recensione a questo capitolo con il sesso e ti contattatterò al più presto.
Io:
Pensavate che mi ero dimenticata di voi, eh? *sguardo furbo*
Percy: No, è diverso, loro lo speravano
Io: Che hai detto?
Percy: Niente, niente. Vai pure avanti col nosense.

Io: Allora, gli OC presentati in questo capitolo sono
Elyssa Cruz di mixer_smile
Alexis Smith di Alexiel94
Alex Drew di Kim_Pil_Suk 
Will Sharkey di Scilotta78
Cameron Hispierante di oSiRiS (appena accennato)
Bene, la trama non è stata granchè intaccata da questo capitolo. Diciamo che adesso la storia inizia sul versante dell'azione dal prossimo in poi. Sono emozionatissima, non vedo l'ora di pubblicarlo per i colpi di scena *---*
Comunque spero vi sia piaciuto. Vi lascio, mi raccomando, recensite *.
Mi piacerebbe sentire anche il parere di qualcuno che non partecipa, ma so che è difficile >.>
Ok, al prossimo capitolo (probabilmente attorno giovedì/venerdì)


Un bisu,
Kokoro<3    I

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Capitolo 6
*** Il cimitero dei frigoriferi diventa anche il nostro ***


Capitolo 4
IL CIMITERO DEI FRIGORIFERI DIVENTA ANCHE IL NOSTRO







Kyle


Madonna, che sonno.
Odio Elyssa. Proprio noi doveva mandare?
Spero vivamente che questi due semidei si facciano trovare in fretta.
Una ragazza e un ragazzo. Gli ultimi, qui a New York.
Non so dire se sia un bene o un male. Siamo davvero così pochi?
Decido di non pensarci e continuo a camminare.
Io chiudo il gruppo. Davanti a me ci sono quella tomba di Alexis, poi Will e, in testa, Emily.
Mancano pochi isolati al Queen Mall, e sono solo le due di mattina.
Non è quasi mai successo che una missione del genere andasse storta.
Qualche settimana fa, una ragzza del centro è partita per andare a recupare un semidio e non è più tornata.
Li hanno presi, e a dire il vero mi ero anche abbastanza stupito.
Marry era figlia di Zeus. Una delle poche, fatto sta che era davvero una belva. Eppure la hanno presa, lei e il ragazzo che era andata a recuperare.
Giorni difficili, quelli dopo.
Emma promette che tornerà, ma io la vedo dura.
-Eccolo. - sussurra Emily, accuattandosi contro il muro.
Dall'altra parte della strada, ampiamente illuminato, si trova il Queen Center Mall.
-Merda. Ma guardatelo. Sembra un negozio di lampadari - commenta Will,e  non posso dargli torto. -Forse riesco a... smorzare un po' il tutto. Se mamma mi da una mano...
Solleva le mani, stando attento a non esporsi in strada.
Le luci non si affievoliscono, ma accade altro.
Una specie di cortina di fumo scende sulla struttura. Sembrano tanti granelli di polvere neri, o uno sciame di piccoli insetti.
Cala piano piano sull'edificio finchè le luci sono percepibili come se fossero sott'acqua.
-Qualcuno se ne accorgerà presto. Sbrighiamoci.
Scivoliamo sulla strada, le armi in pugno, aspettando il momento giusto, ma di auto non ne passano.
Stringo forte il mio arco, la freccia già incoccata.
Sono un figlio di Apollo. L'arco è la mia specialità.
Strisciamo silenziosamente fino al muro perimetrale.
-Dove cazzo sono? - ringhia Emily, incespicando un po'.
-I depositi sono dietro a questo posto, no? Se ci va bene, staranno dormendo in qualche scatola di cartone.
Proseguiamo lungo il marciapiede, girando in tondo e arrivando fino al restro della struttura, vicino ai parcheggi sotterranei. Prego che nessuno guardi fuori dalla finestra e noti quattro ragazzi armati con andatura sospetta che si aggirano alle due di notte vicino ad un centro commerciale.
Potrebbe sembrare un po' inusuale.
Ma con i tempi che corrono...
-Ehi - dice Alexis. Dice Alexis? -Saranno qua, no? Il lucchetto è rotto.
Sta indicando un cancello appena accostato. La recinzione è una semplice rete di metallo, a perimetro rettangolare. Il lucchetto è chiaramente manomesso.
All'interno sono stipati vecchi rottami, confezioni vuote o difettate, apparecchi elettronici e rifiuti di ogni tipo.
Emily spinge piano la porta e fa qualche passo.
Gli oggetti abbandonati così accatastati danno una sensazione claustrofobica e contribuiscono a rendere lo spazio più piccolo e angusto.
-Che bel posticino, eh?
Non riesco a smorzare la tensione.
-C'è qualcuno? - azzarda Emily.
Nessuna risposta per qualche secondo.
Poi qualcuno mormora flebilmente -Chi... chi siete?
Muoviamo ancora qualche passo.
-Ehi, calma. - risponde Will. -Non vi faremo del male. Vi porteremo al sicuro.
-Dicevano tutti così - continua la voce, che viene elusiva da un punto imprecisato nell'oscurità.
-Li vedi, Will? - domanda Alexis.
-Sì - dice lui. -Venite fuori, so dove siete.
-Come fai a vederci?
Una voce diversa.
-Bhe, è semplice. Sono i miei... poteri, diciamo. Io sono come voi.
Alla fine i volti dei ragazzi fanno capolino da dietro ai rifiuti. Sono... terrorizzati.
La ragazza sta piangendo.
-Come... come noi, dici?
Il ragazzo le afferra un polso. Lo osservo di sfuggita e noto cosa stringe in mano.
-Ragazz...
Non faccio in tempo a finire la frase che il razzo rosso scoppietta in alto, sopra di noi.
La ragazza rimane con il braccio alzato e mi guarda disperata.
-Mi dispiace -
Dietro di noi sento e le urla. Troppo tardi.
Incocco di nuovo la freccia e mi preparo a combattere.







Alexis


Porca di quella puttana.
E' la seconda volta in due settimane che ci tendono un'imboscata.
Abbiamo già perso Marry. Adesso siamo in tre in missione, e se riescono a portarci via sono cazzi per tutti.
La ragazza nel deposito è una traditrice. Collabora con i nostri nemici. Però... non sembra volerlo fare di proposito.
Sono brava a leggere le emozioni delle persone.
Ma ora non ha importanza, perchè ci sono addosso, e siamo tre semidei contro almeno venti uomini armati fino ai denti, e anche qualche dracena.
Le orribili donne serpentine ci sono addosso come cani su una bistecca.
Analizzo freddamente la situazione, mentre meno fendenti con Vegnance, la mia spada.
Il ferro dello stige sembra spaventare i mostri, e gioco su questo punto di forza.
Comunque: uno scontro diretto, che è ciò in cui ci siamo buttati, è impossibile.
La soluzione migliore sarebbe battere in ritirata, subito, ma dovremmo lasciare qui i ragazzi.
E la missione era recuperare loro. Non salvarci la pelle.
-Will! - urlo. Lui si gira, sgomento. Sta combattendo con i suoi due pugnali. La spada deve averla persa. Cerchiamo di avvicinarci nella mischia, e quando siamo spalla a spalla gli sussurro -Dobbiamo andarcene da qui! Avverti Emily e scavalcate la rete.
-Non possiamo lasciare i ragazzi!
-Non abbiamo tempo, finiremo tutti come Marry! Fai come ti dico. Dobbiamo lasciarli.
Lui stringe i denti mentre para un affondo, poi annuisce.
E' deciso.
Cerco Kyle tra la folla mentre Will si avvicina ad Emily.
Quando lo trovo, sta tramortendo una guardia con l'imugnatura dell'arco.
Gli sanguina una spalla.
Cerco di spiegargli brevemente la situazione. Anche lui decide di assecondare il piano.
-Emily non lo accetterà mai, lo sai, vero?
Lo so.
-Capirà - rispondo. Abbiamo abbattuto un buon numero di mostri e uomini, ma altri sono ancora in piedi. Emily e Kyle combattono fianco a fianco. I due ragazzi non si vedono più.
-Andiamo.
Atterriamo le due dracene che abbiamo addosso e ci avviciniamo ai compagni.
-Alexis! - mi urla Emily. -Ci hanno fottuti... Ma dal Centro! Nessuno poteva sapere della missione. Abbiamo un'infiltrato!
Era un'ipotesi. Lo sapevo già. Ma ora, mi sembra più una certezza.
-Non dobbiamo pensarci adesso. Usciamo.
Kyle, con un calcio, riesce a far cadere una pila di frigoriferi davanti a noi, nascondendoci alla vista degli aguzzini e schiacciandone alcuni.
Mi giro e scavalco la rete. Aiuto Kyle, che è pallido come un lenzuolo, e Will.
-Emily!
-Non me ne vado senza i ragazzi - sibila lei.
Mi avvicino al suo viso, con sono qualche millimetro di maglia di ferro a dividerci.
-Non fare l'idiota. Non abbiamo possibilità.
Vedo i frigoriferi spostarsi e muoversi.
-Non m'interessa. E' per quello che sono qui.
Si gira e si tuffa nel ciarpame, scomparendo alla vista.
-Merda! - sbraita Will. -Che cosa facciamo adesso?
Sto già scavalcando la rete.
-Ci penso io. Tornate al Centro e mandateci rinforzi.
Lo sento che protesta, ma non posso fare altro. Atterro dall'altra parte della rete nello stesso istante in cui un uomo armato sbuca dal buio e mi salta addosso.









| Kokoro's Cafè
Io: Arrisalve gente *-*
Benvenuti o bentornati in questo nuovo capitolo. Ook, è un po' in sospeso, si chiama suspence, credo *controlla dizionario*
Che dire (lo dico troppo spesso) siamo già arrivati al capitolo 4. Che bello °-°
Non so cosa aggiungere. Per questo capitolo ho messo gli input per nuovi personaggi. Tenetevi forte perchè nel prossimo vi servirà buona memoria (spero che non sia troppo incasinato).
Mi è venuto un boom di idee favolose.
Mi servirebbe sapere se pensate che i capitoli siano troppo corti. Se li volete più lunghi ditemelo.
In una recensione mi è stato chiesto se ci sarebbe stata la possibilità per la scelta dei partner dei proprio OC.
Bhè, penso di sì, ma devo prima finire id presentarli tutti. Vi darò l'annuncio io u.u
Mi raccomando recensite!
Finisco qui. Il prossimo arriverà presto!

Un bisu,
Kokoro<3    K

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Capitolo 7
*** Si fa conoscenza con lo psicopatico che ci vuole morti ***


Capitolo 5
SI FA CONOSCENZA  CON LO PSICOPATICO CHE CI VUOLE MORTI






Emily


Ecco, l'ho fatto di nuovo.
La mia testardaggine ci ha fottuti.
Non li ho ascoltati, e questo è il risultato.
Aspetta, è già strano che riesca a pensare.
Mi sento la testa pesante, e mi pulsa una tempia. Per di più, un dolore lancinante mi attraversa la caviglia di tanto in tanto.
Fatico a tenere gli occhi aperti, ma riesco a intuire che in questo momento mi trovo su un qualche tipo di mezzo.
Le pareti sono scure e io sono seduta per terra, con le mani legate da pesanti manette di metallo.
Davanti a me, priva di sensi, c'è Alexis.
Merda, merda, merda.
Cerco di capire cosa fare, ma non mi viene in mente nulla.
La mia testa è maledettamente vuota e dolorante.
Qua non c'è acqua, quindi addio aiutini da papi.
Bene. Se Alexis si riprendesse scommetto che in qualche modo riuscirebbe a farci uscire di qui.
Ma, anche se si svegliasse, dubito che abbia ancora abbastanza forze.
Un momento, e i due ragazzi?
Che fine hanno fatto?
Chissà chi erano. Non li biasimo, poveretti, ma cazzo, che disastro che hanno combinato.
Di buono c'è solo che probabilmente Kyle e Will sono riusciti a scappare.
Non li ho visti venir caricati su insieme a noi.
I miei pensieri sono lenti e confusi e, prima di potermene anche solo rendere conto, il mezzo si è fermato e un paio di braccia forti e rudi mi sollevano da terra.
Mi urlano qualcosa, ma sono troppo occupata col dolore alla caviglia.
Vogliono farmi camminare, ma è troppo.
Sento la tempia che mi scoppia e la caviglia cedere, e tutto torna buio.






Alexis

Quando riapro gli occhi, la prima cosa che vedo è un uomo barbuto con un fucile in spalla che mi urla in faccia, sputacchiando saliva.
Gli puzza l'alito di vino, e faccio per mollargli un ceffone.
Mi accorgo così di avre le mani legate e mi becco un bel pugno sul muso.
Tengo gli occhi aperti e cerco di snebbiare la mente dal dolore. In fondo, ci sono abituata.
L'uomo mi guarda, a metà tra il divertito e lo schifato, poi mi spinge verso l'uscita del... si, sembrerebbe un camion.
Schiumante di rabbia, mi alzo e scendo, cercando di raccogliere idee.
Vedo un uomo e una donna che portano giù Emily, dopo di me, svenuta e con la fronte imbrattata di sangue.
Emily! Zeus mi fulmini se non la spezzo a metà appena mi capita tra le mani.
Al deposito, mentre cercavo di salvarla, mi sono beccata una fottuta freccetta narcotizzante nel collo.
Dopo essermela strappata, ho fatto in tempo solo a vedere lei che, già zoppicante, si prendeva una mazzata in testa da un soldato.
Poi sono crollata.
Ci stanno portando davanti ad un grande edificio che sembra un museo.
Ha una grande entrata a vetri e tante finestre, un bel giardino e una scalinata di pietra.
Le porte scorrevoli scivolano e ci lasciano passare, rivelando una lussuosa stanza, una specie di hall d'albergo, con un banco d'accettazione e tappeti scuri e poltrone ovunque.
Alcune sono occupate, ma la maggior parte sono vuote.
Gli uomini che ci scortano si avvicinano al bancone, dove campeggia un signore grasso e stempiato, dai capelli biondo cenere.
Mi guarda critico, per poi rivolgere una smorfia di disgusto a Emily.
Sento il sangue che bolle e le mie nocche che mi supplicano di venir stampate sulla faccia di quell'individuo viscido.
-Nuove arrivate, eh? - chiede l'uomo.
Lo guardo con più odio possibile. E sono brava a lanciare sguardi intimidatori.
Lo vedo tentennare un secondo, poi si esibisce in un sorriso sdentato e sgradevole.
-Sono della resistenza, Frank.
-Ah, davvero? Portatele da Kirov.- lo sguardo dell'uomo si fa interessato. E anche il mio. Kirov? Kirov è il nome in codice per un incrociatore sovietico. L'ho letto in un libro. Non può essere il vero nome di quella persona. Un'informazione in più, ma al tempo stesso una in meno.
-Saranno felici di rivedere la loro amichetta, nhe?
Questa mi spiazza, di informazione. Avevo perso le speranze, a dire il vero. Marry? Può essere solo lei. Allora non è morta.
Pensandoci, è piuttosto ovvio. Una figlia di Zeus... se lo hanno scoperto, non si saranno lasciati sfuggire un pesce così grosso.
Improvvisamente la consapevolezza di ciò che è successo mi cade addosso in tutto il suo peso.
Marry, figlia di Zeus. Emily, figlia di Poseidone. E poi io. Figlia di Ade.
Adesso sono cazzi.
Vengo strattonata in direzione di uno dei corridoi sfarzosi che si diramano dalla hall.
Prendiamo un'ascensore, in cui riesco a vedermi allo specchio.
Faccio davvero pietà.
E ho bisogno di una doccia, decisamente.
Lo spostamento dura poco. I nostri accompagnatori, una donna e i due uomini in divisa, si scambiano qualche battuta idiota e ci spingono fuori non appena il numerino del piano scatta sul numero sette.
Questo, di corridoio, è tutt'altra cosa rispetto all'altro.
E' un viottolo più stretto e dalle pareti spoglie. Non ci sono tappeti e le poche lampadine mandano una luce debole e sfuggente.
Emily, che continua ad essere svenuta, è trascinata per un braccio dallo stesso uomo che mi minacciava prima. L'impulso di picchiarlo diventa sempre più forte, ma sono debole.
Decido di aspettare.
Ma manderanno qualcuno ad aiutarci? Per Marry non avevano provato nulla, dopotutto...
Ci fermiamo davanti ad una porta scorrevole di metallo.
Dopo qualche secondo di attesa, le ante si spalancano e vengo spinta in un enorme magazzino.
La luce è bluastra e cupa. Ci saranno almeno cinque gradi in meno, qua dentro.
Diverse macchine e computer torreggiano qua e la', insieme a tavoli coperti di fogli e progetti e cartine, e un sacco di uomini corrono avanti e indietro, apparentemente concetrati.
Non appena varchiamo la soglia, tutti si fermano a guardarci.
I nostri accompagnatori non li degnano di uno sguardo, e ci guidano fino in fondo alla sala.
Dietro a un lungo e semplice tavolo li legno nero, è seduto un uomo.
A vederlo così, gli do circa una quarantina d'anni. Ha i capelli brizzolati, già tendenti al bianco, ma molto folti, e il volto tipico di chi non dorme molto e lavora troppo.
Gli occhi sembrano piccoli bottoni lucenti e scuri, incorniciati da lenti metalliche e rettangolari.
Sembra uno scienziato pazzo che è stato appena disturbato nel bel mezzo di un esperimento sulla vivisezione animale.
Mi guarda, senza odio, ne disgusto, ne divertimento. Nei suoi occhi leggo solo un'enorme interesse acceso d'entusiasmo.
E tanta, tanta follia.
La cosa mi spaventa. E non sono molte le cose che riescono a farlo.
Raccoglo il coraggio e gli urlo -Dov'è Marry? Vi strapperò un arto per ogni capello che le avete toccato.
L'uomo ride di una fredda risata cristallina. Mette i brividi.
-Frena, ragazza. prima le dovute presentazioni, no? Mi chiamo Kirov, e tu?
-Ti dirò il mio nome solo quando saprò il tuo, Kirov.
-Oh, non serve giocare così, cara. Alexis, dico bene?
Deglutisco. Merda. Così non va. Chi diavolo è questo tizio?
-E la tua amica Emily Streetwodd... bene, bene. Tanti saluti ai vostri genitori, da parte mia.
-Dov'è Marry! - ripeto, in preda al panico.
-Oh, tranquilla, lei sta bene. Portatela pure qua. Sarà felice di vedervi.







Will

Non ho mai corso tanto in tutta la mia vita.
E sopratutto, non ho mai corso tanto con un ragazzo di almeno settanta chili sulle spalle.
Usciti dal deposito, dopo nemmeno cinquecento metri, Kyle è svenuto.
La ferita sulla spalla era orrbilmente gonfia e continuava a perdere sangue.
Ammetto che per un attimo ho avuto paura.
Ho fasciato la base della ferita e il sangue è sembrato arrestersi un po'.
Così me lo sono caricato addosso e sono partito.
Ora, ansimante e stravolto, mi sto facendo trascinare dalla corrente marina per raggiungere il Centro.
Ecco, finalmente tocco il pavimento traparente e mi ritrovo nell'ingresso di quella che ormai è diventata casa mia.
-Aiuto - grido, in modo strozzato.
Una figura affaccendata intorno alla porta della sala comando si gira.
-Oh miei dei! Will! Kyle? Che diavolo è... dove sono Emily e Alexis?
La riconosco dalla voce. E' Christel Fernandez, figlia di Eos. Una delle mie migliori amiche. E' una tipa molto acida e scontrosa, ma se riesci a conoscerla fino in fondo è davvero un'altra persona.
Mi corre incontro, i lunghi capelli castano chiaro che ondeggiano e gli occhi verdi lucenti di preoccupazione.
-Per Zeus! Ma è svenuto... che cosa è successo? Dimmi che le ragazze stanno arrivando con gli altri due. No... non potete essere stati così coglioni da farvi prendere, nhe? No, ti prego...
-Non torneranno. Qualcuno ci ha fottuti. Abbiamo un'infiltrato.
La vedo sbiancare.
-Un'infiltrato? No... e se questo... infiltrato, diciamo, fosse rimasto qui, e poi, se ne fosse andato? Senza... lasciare spiegazioni? Non è possibile, non è vero?
Ho la mente annebbiata e fatico a capire cosa mi ha detto. Poi, però, la consapevolezza della sua affermazione mi è subito chiara.
-Vuoi dire che qualcuno se ne è andato? Da qui, dal centro? Senza dire nulla?
I suoi occhi lampeggiano di rabbia e frustrazione.
-Chi se ne è andato, Chris?
-Faccio chiamare qualcuno. Kyle non sta per niente bene. Ti faremo sapere tutto dopo. Cazzo, che odio. Proprio oggi che è arrivata la notizia...
-Notizia? Quale notizia?
Si morde un labbro. La luce combattiva che vedo spesso nei suoi occhi prima di iniziare una rissa si accende all'improvviso.
-La guerra, Will. Gli dei vogliono una nuova guerra.







|Kokoro's Cafè

Io:Buooondì, seniori. Benvenuti al nuovo capitolo! Che ne dite? E' un po' più lungo, sì. Spero che così vada bene u-u Sì, mi piacciono le frasi ad effetto da fine capitolo e.e
Rachel: Oggi sono l'ospite d'eccezione, ho delle profezie da fare.
Io: Sì, oggi ho invitato Rachel, deve raccontarci delle cosine, già.  Ma niente spoiler eh, solo per stuzzicarvi.
Intanto, abbiamo presentato
Christel Fernandez di AriPotterjackson01
grazie dell partecipazione!
Rachel: Nel prossimo capitolo entreranno in azione gli OC che hanno avuto meno spazio fin'ora, e nel giro di quello dopo tutti saranno stati presentati (si spera)
Io: Fa il tuo lavoro oracolo, e bene, ti pago per questo.
Rachel: Tu uno... non mi paghi, due, l'autrice sei tu ._.
Io: Sisì... dicevo, nel prossimo bho, ehi, che suspence c'è sennò
Rachel: *facepalm* Allora... piccola profezia per voi: I nostri semidei divisi saranno, ma per il bene del mondo essi agiranno. Se ciò che a loro più caro vorrano salvare, i sacrifici da fare si dovranno consumare.
Io: Fai pietà con le poesie u-u
Rachel: ._.
Io: Mi raccomando recensite!

Un bisu,
Kokoro<3   *






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Capitolo 8
*** Le strade si dividono. Ma solo per adesso ***


Capitolo 6
LE STRADE SI DIVIDONO. MA SOLO PER ADESSO






Samuel

Mi chiamo Samuel Darran. Ho sedici anni, quasi diciassette.
Non ho più una famiglia.
Mi hanno catturato.
Mi hanno usato come esca.
Mi sento uno schifo.
Sono seduto a terra, con le gambe circondate dalle braccia e la testa sulle ginocchia, in una di quelle squallide stanzette che sono usate come ripostigli o sgabuzzini o... bhe, prigioni.
L'unico suono che rompe il silenzio sono i singhiozzi soffocati di Chiara.
Poverina.
Ci hanno beccati una settimana fa. Scappavamo insieme, ma un gruppo di schifosi uomini armati ci hanno beccati, come non me ne capacito.
Stavamo attentissimi a non lasciare tracce, nemmeno la più piccola.
Quando ci hanno trovati, una sera, mentre riposavamo all'ultimo piano di un palazzo di uffici in disuso, ci hanno detto di continuare a scappare.
Che sarebbero venuti a prenderci altri ragazzi e che noi avremmo dovuto avvertirli.
La scorsa sera abbiamo ricevuto un Gyrojet con l'ordine di sparare non appena i bersagli fossero arrivati ad una distanza ottimale.
I Bersagli erano ragazzi come noi.
Ma con le minacce hanno convinto Chiara a sparare, e adesso eccoci qui.
La cosa confortatnte è che allora esiste davvero un centro di resistenza, ragazzi che scappano e combattono.
La notizia un po' meno lieta è che abbiamo contribuito alla loro cattura, e che adesso probabilmente uccideranno sia loro che noi.
-Sam? Ehi... Sam? Sono una stronza, non è così?
Rimango in silenzio. La voce della ragazza è solitamente dolce e rassicurante, e una volta che impari a convivere con il suo carattere lunatico, scopri la persona che è realmente.
Non so che aspetto abbia Chiara.
Sono cieco.
In realtà, una volta accettato questo fatto, ho scoperto che può essere un punto a mio favore.
Ho scoperto che riesco a vedere il meglio nelle persone.
Per me le apparenze non esistono.
-No, non lo sei. Sono loro i bastrdi. Sono loro, è tutta colpa loro, non tua.
-Hanno detto che avrebbero ucciso mia madre – singhiozza. -Ho scelto la sua vita al posto della loro. Sono una stronza.
Non posso risponderle.
La porta del ripostiglio si apre e sento l'imponente presenza di uno dei nostri aguzzini che fa capolino da dietro allo spigolo.
-Alzati, feccia. Fuori tutti e due - incespico nei miei piedi, mentre mi metto in piedi.
-Vi vuole Kirov – aggiunge, con voce divertita.
Kirov. Da una settimana sento il suo nome, ma non ho idea di chi sia.
Deve essere il pesce grande, il capo.
O magari il boia, chi lo sa?
Chiara ha smesso di pianegere. E' una sua abitudine. Non farti mai vedere debole da loro.
-Uscite. Vi aspetta nel laboratorio.
-Quel figlio di troia – una voce nuova. E' una ragazza. -Se pensate che gli altri parleranno per me o per questi due vi sbagliate di grosso. Non sono così deboli. Non siamo così deboli.
-Taci un po'. Non ne hai già prese abbastanza in questi giorni, figlia di Zeus?






Marry

Due fottutissime settimane chiusa in una stanza che, più che stanza, sembrava una vasca da bagno.
Due pasti al giorno e un cesso minuscolo e grazie molte.
Poi, ieri, mi hanno portata fuori, davanti a quel matto di mezza età con gli occhietti ispidi da scarafaggio.
E mi ha parlato, a lungo, di una marea di stronzate di cui non ho capito nulla.
Cose su energia e business e sfruttamenti per un bene superiore, stermini del superfluo per la salvaguardia dell'umanità.
Nulla di nuovo, ci ero arrivata da un pezzo.
Lo so perchè ci vogliono.
Comunque, adesso mi ritrovo qua, con ai polsi un paio di fottute manette fatte di non so che, in compagnia di un uomo brutto come un cesso pubblico e di due ragazzi spaventati.
In questi ultimi giorni, devo dire che sono riusciti a tirare fuori il peggio di me.
Se posso vantarmi di essere capace di fare amicizia, il mio lato cattivo ha di certo avuto il sopravvento su quello buono in questi ultimi giorni.
L'uomo ci spinge fino al corridoio secondario che da sulla sala LAB, così la chiamano questi animali.
Ed eccoci dentro, insieme agli scienziati, che sembrano delle grosse falene arricciate sulle loro lampade, che spingono, schiacciano, digitano sui loro aggeggi.
Si fermano un secondo a fissarci, con i loro occhi rossi di chi passa troppo tempo davanti ad un pc.
Tutto familiare, se non fosse per loro.
-Emily! Alexis! Santo Zeus, che cavolo ci fate qua?
-Una gita di istruzione – risponde Emily, con un sorriso sarcarstico, massaggiandosi una tempia alla bell'e meglio, impedita dalle manette. -Per la cronaca, mi sono appena svegliata. Mi sono persa qualcosa?
Ammiro Emily per quella sua ironia che sa tirar fuori anche nei momenti peggiori.
Alexis la fissa con sguardo assassino.
-In verità siamo qua per colpa sua. E' bello rivederti... Marry.
-Sembra che la discussione stia sbandando, eh? - dice l'uomo dietro al tavolo, Kirov, con la smania di chi vuole arrivare subito al punto.
-A me no – rispondo.
-Suvvia, non ci vediamo da giorni! Dacci un po' di tempo.
Kirov la fulmina con lo sguardo per quell'improvvisa confidenza.
-La questione è piuttosto urgente.
Lo squadro alzando un sopracciglio. Lui e... ciò che c'è dietro di lui.
L'enorme vetrata che da' su una squallida periferia, piena di capannoni e ciminiere fumanti, che sono in netto contrasto con l'ambiente esterno dell'edificio.
Valuto rapidamente la situazione, mentre il vecchio inizia a blaterare di nuovo cose incomprensibili.
Emily e Alexis non sono svenute, e già questa è un'ottima cosa.
Non mi serve controllare i due tipi dietro di me, la ragazza e il ragazzo.
So che sono lì, svegli ma scossi, e devo portarmi via pure loro, mi obbliga il mio onore.
Ma non posso farlo adesso. Siamo comunque in tanti, e scappare ora equivarrebbe a suicidio.
E poi... ho le manette, giusto.
-Scusi eh, signor... Kirov. Io... non credo di sentirmi molto bene, e così penso le ie amiche. Non è che ci darebbe, che so, un po' di tempo per riposarci?
Kirov annaspa e diventa di un orribile color peperone. E' un tipo suscettibile.
-Stavo parlando – sibila.
-Sì, e questo è il risultato – gli risponde sarcastica Alexis, accennando a me con la testa e ad Emily, che aveva iniziato a stuzzicare le manette con le dita, persa nei suoi pensieri.
Kirov restò un attimo interdetto. Poi diede l'ordine di scortarci fuori e di rimandare il nostro destino a domani. Che uomo strano.
In ogni caso, ora devo solo trovare un modo per parlare agli altri del mio piano...





Adrian

Detesto le riunioni.
Con tutto il casino che fanno quegli altri imbecilli qua attorno, e i satiri che rompono e sgranocchiano pezzi di latta e Cameron che urla e saltella eccitato.
Zeus solo sa quanto pagherei per potergli tirare una ciabatta sulla fronte, o qualcosa di più pesante.
R.J., Lion, Emma e Elyssa stanno litigando, al solito, su chi deve presiedere la riunione.
E' ovvio che dovrei farlo io, ma qua nessuno capisce molto.
Secondo Christel, comunque, ci sono troppe teste calde al Centro per poter designare un capo vero e proprio.
E mi sa che ha anche ragione.
Lei e Annalisa se ne stanno, spazientite, sedute qua  la' al tavolo, lanciando occhiatacce fulminanti ai quattro buzzurri, che nel frattempo stanno sfoderando le armi. Idioti.
Se fosse per me li massacrerei tutti, qui e adesso, seduta stante.
Ah, sono figlio di Eris, nel caso non si sia capito.
Gli unici ragazzi che sembrano stare buoni sono Alex, figlio di Ares (anche se continua a mordersi le labbra e ad accarezzare la sua spada a doppio filo), Jack, che se ne sta zitto zitto, tranquillo e pensoso come al solito, e Dennis, il nuovo arrivato, che cerca di farsi piccolo piccolo sulla sedia dove si è sistemato.
-Ehi, figlio di Demetra - dico, rivolto a Jack. -Non è il caso di far sbucare qualche piantina satanica per farli stare fermi e zitti, eh?
Lui mi guarda, come suo solito, con gli occhi verdi che mandano bagliori dorati e lo sguardo duro e affaticato di un boscaiolo a fine giornata.
-Non penso che bastino - risponde Alex al posto suo.
-Ma se non la smettono presto sfodero il pugnale e taglio loro la lingua - aggiunge.
Dall'altra parte dle tavolo, vedo Christel alzarsi. Nonostante sia figlia di una dea come Eos, dea dell'Aurora, di spirito ne ha.
Sfodera i suoi coltelli e si avvicina ai quattro.
Prende R.J. per le spalle e lo volta verso di sè. Con un mano gli afferra il bavero e con l'altra gli punte il coltello in mezzo agli occhi.
Poi urla: -SE-NON-VI-DISPIACE-DOVREMMO-INIZIARE-LA-RIUNIONE!
Nella sala scende il silenzio.
Poi lei torna a sedersi, con gli occhi di tutti fissi su di sè.
-Bene - balbetta Lion -Bene - ripete.
-Iniziamo - gli viene in aiuto Emma.
Si schiarisce la voce e poi inizia.
-Siamo oggi qui riuniti per... si insomma, dobbiamo discutere di una cosa. Noi quattro siamo stati raggiunti un paio di ora fa dal fattorino delle pizze divine...
-Ermes - la corregge Nali a denti stretti.
-Da Ermes, sì, che ci ha informati che gli Dei sono furenti perchè, bhe...
-Perchè le pargole dei tre pezzi grossi sono state prese.
Silenzio.
-Già - continua Elyssa. -Siamo rimasti solo noi, e... bhè, noi e Will e Kyle, che sono in infermeria.
Christel stringe le labbra.
-Abbiamo un problema, comunque: tre dei nostri sono in mano ai "nemici", i tre pesci grossi sono leggermente arrabbiati e... abbiamo un'altra novità.
Tutti trattengono il fiato.
-Abbiamo saputo... insomma, vengo al punto. Loro sanno dove siamo. Qualcuno ci ha traditi e adesso sono cazzi.
Di nuovo silenzio.
R.J. si guarda attorno, indagando le nostre espressioni con lo sguardo.
-Ma sappiamo anche che... hanno trovato... o forse è sempre stato lì. Insomma, diamine, il Campo Mezzosangue, c'è ancora. Più o meno.
Qualcuno si alza in piedi.
-Dobbiamo andare lì. Dobbiamo rifugiarci lì. Dobbiamo trovarlo - dice lex, improvvisamente infervorato.
Elyssa sospira - Lo sappiamo, ma c'è l'altro problema. Qualcuno deve salire sull'Olimpo a contrattare con gli Dei, perchè quelli vogliono scendere sulla terra, per l'affronto subito e l'onore e blabla e bruciare mezza America, e non è questo che vogliamo.
Tutti annuiscono e fanno cenni d'assenso.
-State dicendo - chiede Nali. - che alcuni di noi devono salire sull'Olimpo e altri di noi devono andare a... cercare un posto, che, ipoteticamente, non esisteva più.
-Esatto - conclude Lion con un sospiro.
-Il che sottintende che dobbiamo lasciare le altre tre al loro destino.
-Già.
-Dobbiamo dividerci in gruppi.
-Esattamente.
-Direi di fare un gruppo composto da diplomazia e eleganza e uno da buzzurri e muscoli, che ne dite? - dice Christel.
Tutti la guardano ansiosi.
-I gruppi li abbiamo già scelti, a dire il vero - dice R.J. - Il gruppo che partirà per l'Olimpo è composto da Nali, Christel, Kyle, Will, Dennis e... me.
Ha detto me con il tono con cui direbbe mi hanno attaccato un cespuglio in fiamme alle scarpe.
-Mentre il gruppo che partità per il Campo... Emma, Elyssa, Adrian, Jack, Lion e Alex.
-Fermi tutti - fa' Dennis. -Mi state dicendo che c'è un Olimpo? Che andrò sull'Olimpo? Il monte degli dei?
-Non esattamente - gli risponde Nali. -Ti spiegheremo tutto, tranquillo.
-Ma siamo sicuri? Insomma, lasciare Marry, Alexis ed Elyssa è...
-Abbiam preso questa decisione perchè abbiamo fiducia in loro, nelle loro capacità. Se la caveranno.
-Qualcuno vada ad avverire Kyle e Will. Avete ancora un giorno per prepararvi.
-Ma, Lion - chiede Alex. -Come fanno a sapere dove siamo? Chi è che...
-Kiki. Manca dal Campo da due settimane no?
-Sì, ma la missione che aveva era...
-Non c'è altra spiegazione. Doveva essere già tornata. Ermes... è stato lui a dirci anche questo. E deve aver infranto anche qualche regola per farlo.
Siamo tutti sbigottiti. Kikilia... era una figlia di Nemesi, una di quelle che erano al Centro da più tempo.
-Forza. Il tempo stringe.
Tutti ci alziamo e iniziamo a sciamare fuori dalla stanza.
-E... ragazzi?
E' Christel.
Ci giriamo.
-Cercate di non morire.





|Kokoro's Cafè
Io: Salve gente! Perdonate il ritardo, ma le vacanze ci sono per tutti no? Ecco il piccolo problema è che io adesso parto (Normandia abbi paura) (Normandiaaaa *---*) e non avrò connessione per un mese circa. Scriverò ovviamente molto, ma non potrò pubblicare. Così vi prometto aggiornamenti più frequenti da fine Agosto in poi.
Altra notizia: potete iniziare a chiedere per i pairing!
Scrivete nella recensione il vostro personaggio e con chi voleve che faccia coppia.
Ovviamente non potrò accontentare tutti, ma almeno ci proverò ^^
I pairing compariranno piano piano. Ovviamente non sono obbligatori.
Bene, credo di aver finito. Ci si vedrà più in là!

Un bisu,
Kokoro<3  *










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Capitolo 9
*** Fondiamo il Club delle Fughe Discrete, ma non troppo ***


Capitolo 7
FONDIAMO IL CLUB DELLE FUGHE DISCRETE, MA NON TROPPO








Marry

Ho guadagnato tempo.

Ottimo.
Ora non mi resta che fare il giro di altre quattro persone, parlare loro di un piano folle e suicida che ci condurrà a morte certa se va storta anche la più piccola cosa e organizzare il tutto.
Però, forse, non potrò fare molto chiusa qua dentro.
Il mio fottuto sgabuzzino-stanza mi sembra ancora più piccolo del solito.
Mi ci hanno riportata subito dopo che abbiamo convinto Kirov a farci riposare.
Penso che ci daranno tempo qualche ora, poi dovremo tornare nella sala LAB, in compagnia di quello psicopatico, a sentirlo farfugliare eccitato su quanti semidei ha dissezionato o vaporizzato fino ad adesso.
Raccolgo le idee, stesa sul materasso che mi funge da letto.
Ma sì, funzionerà di sicuro.
Siamo o non siamo semidei?

L'uomo spalanca la porta senza bussare. Certo, chissenefrega.
-Fuori - grugnisce.
E' il brutto ceffo di prima. Spero con tutto il cuore di riuscire a stampargli un calcio sul muso prima di scappare.
Giusto per raddrizzargli quell'enorme proboscide che si ritrova.
Mi alzo sbuffando e lo seguo in corridoio, dove vengo ammanettata e condotta lungo uno degli innumerevoli cubicoli con la moquette nerastra e polverosa.
Ci fermiamo davanti ad un'altra porta, da cui tirano fuori i due ragazzi di prima.
La ragazza ha gli occhi arrossati e si capisce che non ha dormito. Lui... beh, noto con orrore che tiene le palpebre chiuse. E' cieco?
-Buongiorno - li saluto.
Entrambi rispondono con un saluto timido, uscendo dallo sgabuzzino.
Poi vedo una cosa. La chiave nella toppa e l'uomo che ci scorta, chinato in avanti, nell'atto di uscire dalla stanzetta occupata poco fa dai due semidei.
Ha il sedere enorme sollevato e sta cercando qualcosa che, probabilmente, gli è caduto. Non ha ancora fatto in tempo ad ammanettare gli altri due.
Lampo di genio.
Non appena vedo che l'uomo fa per rialzarsi, gli assesto un potente e preciso calcione nel didietro.
Lo spazio dentro non è troppo ampio, ma sufficiente per lasciargli un bel po' di spazio in cui cadere e imprecare e battere i pungi alla porta.
Lui ci ruzzola dentro strillando come una donnicciola, atterrando sulle ginocchia e sulle mani.
-Su che ci starai bene - dico, sbattendo la porta sul suo enorme sedere grasso.
Prima che lui possa anche solo rendersi conto di quel che è successo, giro la chiave nella toppa con quattro mandate.
Dopo qualche secondo lo sentiamo sbattere sul legno, grugnendo e bestemmiando, ma i suoni giungono attutiti e indecifrabili.
Rimango un attimo in ascolto, soddisfatta. L'unica pecca è che le altre chiavi -tra cui quelle delle mie manette- sono finite chiuse dentro con il trippone.
-Dovevate ammanettarmi anche i piedi, bastardi - commento.
-Ti sei perso una gran bella scena, Sam - dice la ragazza.
-Immagino, diamine. Da chi abbiamo avuto il piacere di essere salvati?
-Salvati non proprio. Comunque, mi chiamo Marry. Figlia di Zeus.
Loro si presentano come Samuel Darran, figlio di Afrodite (per la cronaca, sì, è un gran bel pezzo di figo) e Chiara Singer, una ragazza con grandi occhi azzurri e lineamenti dolci, figlia di Ermes.
Ha la pelle candida, sembra quasi una bambola.
-Beh, parlate piano, ragazzi. Ho bisogno di dirvi un paio di cose.
Loro annuiscono.
-Intanto, non possiamo mancare all'appuntamento con Kirov, no? - comincio, incamminandomi seguendo l'istinto e la memoria, verso la sala LAB.
Loro mi fissano, increduli.
-Stai dicendo che ci siamo liberati del tizio solo per restare in questo posto di merda? - chiede Chiara.
-Oh, no, non proprio. Ci siamo liberati di lui perchè ho bisogno di un po' di tempo per parlarvi.
-Sono tutt'orecchi - dice Sam, sarcastico.
Rido alla battuta.
-Avete presente la grande facciata a vetri, che sta proprio alle spalle del vecchio scarafaggio? Beh, da buona figlia di Zeus ho una certa predilezione per gli sport acrobatici che hanno a che vedere con il vuoto.
Lentamente, loro iniziano a capire. Sgranano gli occhi.
-Non possiamo farlo, è un suicidio - dice Sam, passandosi una mano sul volto.
Siamo quasi arrivati alla LAB, devo convincerli in fretta.
-E' questo il punto. Noi dobbiamo farlo. Moriremmo comunque, no? Ormai siamo arrivati. Non dite nulla quando entreremo, fate parlare me. Dovete solo seguirmi. Andrà tutto bene.
Quante frasi fatte e parole false. Alla fine loro, comunque, annuiscono.
Giusto in tempo, perchè siamo davanti alle porte della LAB. Le ante scorrevoli si schiudono e rivelano l'enorme alveare di metallo.
Le brave api operaie sono ancora lì, insetti chiusi in tuniche e corpi da scienziati, concentrati sul loro lavoro.
In fondo alla stanza, la scrivania d'ebano con dietro il Big Boss. Le api e lo scarafaggio. E noi siamo il cibo, no? Fiori o merda, a seconda del punto di vista.
Emily e Alexis sono già lì, in compagnia di una donna che deve averle scortate. SOno senza manette.
Perchè cazzo l'unica ammanettata sono io?
Arriviamo di fronte e loro e saluto tutti amabilmente.
Kirov aggrotta le sopracciglia.
-Avevo mandato Wayne a prendervi. Che fine ha fatto?
-Oh, si è attardato qualche corridoio più in là, in ottima compagnia. - rispondo, con fare innocente. -Aveva una faccenda molto bionda e tettona da sbrigare.
Emily trattiene a stento una risata. Kirov invece sbuffa disgustato.
-Gli farò rapporto. Pezzo d'imbecille.
-Aveva detto che non saremmo riusciti a scappare in ogni caso - faccio spallucce.
-E infatti è vero. Ma le precauzioni non sono mai abbastanza. Allora, come dicevo ieri prima di venire bruscamente interrotto... - lancia un'occhiata assassina a me e Alexis. Lei lo fissa come solo un cadavere potrebbe fare. Lui abbassa lo sguardo. -La situazione qua in America è cambiata moltissimo. Noi della comunemente e volgarmente chiamata "O" siamo finalmente riusciti ad aprire gli occhi a quegli idioti che sono diventati gli americani e a convincere a mettere in moto l'esercito per la vostra cattura.
-"O" sta per Organizzazione, nel caso vi sia sfuggito. Da notare quanto sia sviluppata l'immaginazione di voialtri - preciso, ironica.
-Non è quello il vero nome! E' solo per semplificare! - strilla Kirov, diventando paonazzo. Mi fa sempre più inquietudine questo tipo.
-Ehi, calmati, amico - dice Emily, alzando le mani.
Kirov continua col festival delle occhiate assassine.
-Esigo rispetto, lurida feccia. In ogni caso, anche se per adesso solo negli Stati Uniti ci siamo mobilitati per la vostra cattura, non c'è da preoccuparsi. Le nostre appendici in Europa e Asia compiranno egregiamente il loro dovere.
Piccola pausa, che mi permette di sperare che Emily e Alexis capiscano il piano quando inizierà.
-Voi semidei andate distrutti o catturati. Le vostre abilità, il vostro potere, sono un rischio per la comunità. E' necessario togliervi di mezzo prima che decidiate di allearvi e prendere possesso delle fonti di energia e guadagno con i vostri poteri.
Emily lo fissa allibita.
-Lei crede sul serio che siamo un pericolo? Crede sul serio che potremmo anche solo immaginare di sottomettere -o che so io- l'umanità per un pretesto così banale e materialista?
-Certo che lo credo. Altrimenti avrei allertato intere nazioni per la vostra cattura? Sei ingenua, ragazzina. I soldi devono restare nella mani di chi li ha ora, dei ricchi, come è sempre stato. Il mondo gira sulla base di questo. Voi avete la possibilità e i mezzi di cambiare tutto ciò, e questo è da impedire.
Lei scuote la testa.
-Nessuno di noi vuole tutto questo. Nessuno lo aveva nemmeno mai pensato. E' una pazzia costruita per preservare una vostra ricchezza, ingiusta in ogni caso. Una ricchezza che non è in pericolo. Mi fate pena. Tu e tutti quelli che ti ronzano attorno, tutti quegli ometti patetici che hanno paura di perdere ciò che hanno. Mi fate schifo.
Emily caricò sulla parola schifo tutto l'odio possibile immaginabile.
L'uomo brizzolato la fissò qualche istante, con uno sguardo indecifrabile, tra l'incuriosito e lo spaventato.
-Pensala come vuoi, - riprese. -Ma le cose ormai stanno così. Le prede siete voi, adesso.
-Non siamo mai stati predatori - sibila Alexis. -La vostra ingordigia sarà la vostra stessa rovina. Non sapete a cosa state andando incontro. Gli dei...
-Dì un po', Kirov - dico. -Quello sarà mica vetro antisfondamento? - chiedo, accennando col capo alla vetrata davanti a me.
Le luci del quartiere industriale ammiccano, nella luce del mattino, sembrerebbe quasi che mi stiano trasmettendo un messaggio in codice morse, o qualcosa di simile.
Libertà.
-No, certo che no. Questo palazzo è vecchio di anni. Ma che cosa centr...
-CORRETE!
Mi getto a testa bassa contro Kirov, all'ultimo spicco un salto che mi permette di atterrare e subito oltrepassare la scrivania, tra svolazzi di carte e gli urletti smarriti del pazzo.
Intanto prego che gli altri abbiano recepito il messaggio.
Qualche falcata agitata e sono davanti al vetro. L'inerzia e la potenza con cui mi sono lanciata mi permettono di avere si e no una potenza sufficiente a incrinarlo.
Richiamo tutte le forze che ho e cerco di convincere l'aria a concentrare tutta la sua pressione su un unico punto, per sfondare il vetro.
Ormai sono a una manciata di centimetri dalla facciata, e, incredibilmente, non accade un cazzo.
-Le manette - penso. -Queste cazzo di fottute manette mi impediscono di usare i miei poteri.
Sbatto contro il vetro e sento la spalla scricchiolare in modo pauroso.
Ovviamente, il massimo che riesco a ottenere è una crepa che, seppur profonda, non è nemmeno lontanamente paragonabile a ciò di cui abbiamo bisogno.
Crollo a terra, supina, stordita dal dolore, con la spalla che urla e le lacrime agli occhi.
Rimango a terra qualche secondo, poi sento qualcosa, o qualcuno, sedersi sopra di me.
Metto a fuoco, e ciò che vedo mi raggela.

E' Kirov, a cavalcioni sopra le mie gambe -sembra un fottuto pedofilo- e mi guarda con un ghigno folle.
-Che cosa pensavi di fare, eh, feccia?
Solleva la mano destra, e faccio in tempo a vedere qualcosa di nero baluginare tra le sue dita. E' un anello, oppure no - no, è molto di più.
Da un sottile cilindro di metallo che tiene appeso al dito sbuca minaccioso un aculeo scuro, lucido.
Non ho abbastanza riflessi per parare il colpo imminente, e lui mi conficca quel sottile pugnale nella spalla già mezza rotta.
Urlo, urlo con quanto fiato mi rimane, mentre la ferita sfrigola e il sangue schizza ovunque.
-Così non vai proprio da nessuna parte, signorina - sussurra lui, con una luce malata negli occhi.
Scaccio le lacrime e gli sussurro di rimando un -Bastardo - grondante di disprezzo.
Ma le sorprese non sono finite.
Sento altre urla, urla terribili, ma non di dolore o di paura. Urla di rabbia.
Giro la testa, non senza fatica, e vedo Emily che strappa di mano a un militare un grosso coltellaccio con la lama spessa.
La sento urlare qualcosa, ma provo così tanto dolore che sento la testa esplodere, gli arti molli come ricotta. Ho nella bocca il sapore acre del sangue e mi sento svenire.
Cosa che faccio subito dopo.







R.J.

E' tutta colpa di quella stramaledettissima Elyssa.
Io non volevo andare in missione diplomatica - io volevo andare a combattere.
Solo combattendo puoi vincere.
Accarezzo distrattamente il mio orologio senza lancetta, tutto ciò che mi serve per duellare, di solito.
Solo che, guarda un po', non mi servirà duellare, perchè mi hanno affibiato questo stupido viaggio da damerini, mentre Elyssa, Emma e Lyon, quegli idioti, se ne vanno a macellare mostri alla ricerca del Campo.
Che palle.
Per precauzione, ci fanno comunque portare le armi.
Che in effetti forse è meglio, dato che ormai ogni singolo ragazzo che gira per strada viene aggredito.
Con il mio orologio sono al sicuro, sperando che a nessuno passi per la testa che ci sia la possibilità che un orologio da polso possa diventare una lancia micidiale.
Gli altri ormai sono pronti.
Sono passate solo poche ore dalla riunione, quindi è mattino ancora presto.
Ci avevano dato ancora un giorno di tempo per lasciare il Centro pulito e sgombero, un giorno per prelevare tutte le informazioni che, se cadute nelle mani del nemico, avrebbero potuto ritorcersi contro di noi.
Ancora non mi è ben chiaro cosa sta succedendo, comunque.
Qualcuno ha fatto la spia, e abbiamo una precisa idea di chi.
Ma la cosa peggiore era che è un'amica. No, giusto. Era un'amica.
La tensione e la tristezza per ciò che è successo sono palpabili.
Nessuno pronuncia il suo nome ad alta voce, ma so che tutti noi ci pensiamo di continuo, perchè, cazzo, aveva un carattere di merda, questo è vero, ma era una del Centro.
Era una nostra alleata. Combatteva con noi. Forse abbiamo sbagliato...
In ogni caso non c'è tempo per questi stupidi pensieri.
Ormai siamo fuori dall'acqua, un gruppo di sei ragazzi vestiti come per andare in gita scolastica.
-Bene, - esclama Dennis, visibilmente preoccupato. -Come ci voliamo fino alla Grecia?
-Oh, non essere stupido - gli fa di rimando Christel. -L'Olimpo adesso è a New York. Nell'Empire State Building.
Lui sgrana gli occhi.
-Come nell'Empire State Building?
-Cioè, non proprio dentro. - la corregge Will. -Diciamo più sopra. 600esimo piano.
Gli occhi di Dennis sembrano uscire dalle orbite. Si porta istintivamente una mano alla cintura.
La fibbia, in realtà, è un enorme spadone a due mani, sviluppato e forgiato da lui stesso. In quanto figlio di Efesto, si è subito sentito a proprio agio nelle fucine.
In pochi giorni ha costruito tre o quattro armi di ottima fattura.
-Va bene. Chissà quante scale. - sorrise.
Dopo una risata, ci incamminiamo di buon passo verso la nostra meta.
-Ma una volta che saremo su che cosa gli diciamo a quei buzzurri incazzati?
Il cielo tuona.
-Beh, a dire il vero non ne ho idea. - risponde Kyle. -Ricorreremo al fascino di Christel e Nali.
Loro lo fulminano.
-Oppure potremmo bruciar i vostri corpi su una pira, come sacrificio. Sono certa che apprezzerebbero. - dice la figlia di Eos, sarcastica.
-A parte gli scherzi, il punto della missione è convincerli di non scaricare l'Ade sulla terra.
-E magari di darci una mano col Campo.
-Non possono aiutare direttamente i loro figli.
-Ermes lo ha fatto.
-Non aveva scelta - precisa Nali. -La situazione era disperata. Se non ci avesse detto che Ki... che eravamo stati traditi, ora saremmo ancora là come degli idioti a litigare su chi dovesse prendere le armi di Dennis. E l'esercito avrebbe bussato alla nostra porta in pochi minuti.
-Probabilmente gli altri Dei nemmeno lo sanno che lo ha fatto. - aggiunge Will, pensieroso.
-Già. Fatto sta che dobbiamo convincerli che devono lasciare in pace il popolo Americano e, non so, aiutare noi a recuperare Alexis, Marry e Emily e a farci trovare il Campo Mezzosangue senza morire sbranati dalle Empuse o da qualche Ciclope ribelle.
-Qulcosa del genere. Ma se dovessimo fallire?
-Ci sarà una guerra - dichiarai grave, rispondendo a Nali.
-Oh, R.J., come sei drastico - sbottò Kyle alzando gli occhi al cielo. -Esseri sovrannaturali e mostri antichi che sbranano la gente a caso seminando distruzione per gli Stati Uniti non sono una vera e propria guerra.
-Certo, sarà più l'Apocalisse, giusto.
-E se fosse come l'ultima battaglia contro i Titani? - sussurra Will.
-Quale battaglia? - chiede Den.
-Un bel po' di anni fa ci fu uno scontro tra Titani e Semidei. Vincemmo noi.
-La tua idea, Will - indaga Nali. -E' quella di uno scontro armato in qualche landa desolata tra semidei e l'esercito?
-Più o meno - risponde lui, stringendosi nelle spalle.
-Forse vi sfugge il piccolo particolare che saremmo una ventina contro un migliaio, o qualcosa così. - dice Christel, con l'aria di chi sta spiegando una cosa semplice a un Telchino molto stupido. -Dovremmo colpirli nel cuore. Distruggere la mente che ha voluto tutto questo, far crollare le accuse e il muro d'odio che ci hanno costriuto attorno. Dobbiamo far si che l'umanità intera si dimentichi di noi e ci ignori, come è sempre stato.
-Non sarà un'impresa facile. - sospira Dennis.
Dopo questa constatazione, restiamo in silenzio.
Merda.





| Kokoro's Cafè
Io: Yooo♥
Ceto: Salve a tutti! Biglietto vip per ognuno di voi partecipanti, cari!
Io: Oggi Ceto è insieme a me per l'angolo autrice
Ceto: Già♥
Io: In realtà è propaganda per attirare i clienti all'acquario
Ceto: Non essere sciocca. Volevo solo salutare tutti questi giovani semidei *-*
Io: Giusto, giusto. Comunque. Semidei! Salve. Sono tornata dalle vacanze con questo nuovo capitolo. Tra poco però ricomincia la scuola ç-ç
Ceto: Potresti venire a lavorare da me all'acquario se non ci vuoi tornare
Io: Preferirei diventare cibo per calamari giganti piuttosto che tornare là, comunque, fa nulla.
Per i pairing, gente, le iscrizioni sono ancora aperte. Mi sono segnata quelli che avete già chiesto.
Ho grandi progetti in mente per quei poveri piccoli semidei OuO
Ceto: Spettacolo di Ippocampi per tutti!♥
Io: Okok. A presto!

Un bisu,
Kokoro  C

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Capitolo 10
*** Ci dileguiamo tra i liquami, e impariamo ad apprezzare la musica folk. Più o meno ***


Capitolo 8
CI DILEGUIAMO TRA I LIQUAMI, E IMPARIAMO AD APPREZZARE LA MUSICA FOLK. PIU' O MENO





Emily

Non ci ho più visto.
Sia io che Alexis abbiamo capito subito cosa voleva fare Marry, dal preciso istante nel quale si è lanciata verso la scrivania.
Ho ignorato il dolore alla caviglia, ci siamo messe a correre, gli altri due ragazzi con noi -dovevano essere già al corrente di tutto-  ma l'unica fuga a cui abbiamo assistito è stata la patetica scena di una sedicenne che sbatteva con tutte le sue forze contro un vetro, incrinandolo appena.
Ma quando Kirov le ha trapassato la spalla con quello spillone, cazzo, no, non si deve permettere di toccare i miei amici.
Ho strappato di mano un pugnale al primo imbecille che mi sono trovata in parte, e adesso sto correndo verso il punto in cui Marry ha sbattuto.
Duranter la corsa, urlo agli altri di seguirmi.
Arrivata alla mia meta, calcio via Kirov con tutte le mie forze. L'uomo ruzzola di lato, imprecando.
Mentre la mia caviglia urla di dolore, afferro Marry per la spalla buona, conficco il pugnale nella crepa del vetro, che si allarga, e con un altro calcione frantumo la facciata.
Il vetro va in mille pezzi, e senza pensarci due volte, mi butto di testa nel buco di un paio di metri di larghezza, mentre frammenti di vetro mi tagliano la pelle.
Non so quanto siamo in alto, ma la sensazione di precipitare nel vuoto mi fa cagare lo stesso.
Prego con tutta me stessa che sotto ci siano degli alberi, o cespugli, una piscina, qualunque cosa che possa rendere la caduta meno dolorosa e meno letate.
Ma quando per una frazione di secondo riesco ad abbassare lo sguardo, vedo solo cemento.
Nello stesso istante, Marry pronuncia una sola, flebile e disperata parola.
-Papà...
La caduta si arresta bruscamente a pochi metri dal suolo, declinando in un lieve -ma non troppo- ruzzolamento.
Sento diversi corpi che cadono accanto a me.
Mi rialzo, ansimando, e noto con sollievo che sia Alexis che gli altri due sono qui, e mi stanno imitando.
-Dobbiamo muoverci - dice Alexis, con la sua solita voce fredda e ferma, mentre barcolla e si rimette in piedi. -Scenderanno a momenti e perlustreranno la zona. Non è stata un'uscita di scena brillante, nè tantomeno discreta - lancia un'occhiata torva al corpo esanime di Marry.
-Tu - riprende, rivolta all'unico ragazzo del gruppo. - prendi Marry in spalla e poi filiamocela.
-Se qualcuno mi fa il favore di dirmi dove è.
-In che senso? - sbotta Alexis.
Lui volta la testa verso di la figlia di Ade. I suoi occhi, aperti, sono velati di bianco.
-E' cieco - precisa la ragazza che era con lui.
Fantastico. Il gruppo di eroi composto da un orbo, una tipa mezza morta e tra ragazzine spaventate si prepara alla rocambolesca fuga per salvare il mondo.
Lui si stringe nelle spalle, come per scusarsi.
Alexis lo guida verso il corpo di Marry.
Quando se l'è caricata sulle spalle, iniziamo a camminare con passo incerto.
Sarà passato più o meno un minuto dal nostro atterraggio, e sento le urla sopra di noi che non si placano, ordini sbottati e imprecazioni. Scommetto che gli ascensori e le scale sono pieni di gente che sta per uscire a cercarci...
-Dobbiamo filarcela in fretta - dico, zoppicando.
-Perspicace - sibila Alexis.
La guardo alzando gli occhi al cielo  - Non so dove andare di preciso, proporrei di darci alla macchia, magari possiamo nasconderci in un vecchio magazzino o in un boschetto, non saprei.
-Ci troverebbero - ansima la ragazza ancora sconosciuta, mentre corriamo. -Il posto più sicuro sono le fogne, fidatevi. Non ci avrebbero trovati se fossimo rimasti lì. Per la cronaca, comunque, io sono Chiara.
La proposta delle fogne non mi alletta troppo, ma pensandoci, è davvero il posto più sicuro.
-Come ci entriamo? - chiede spiccia Alexis.
-Sam, comunque, piacere di conoscerti. Oh, ci sono tombini ovunque - grugnisce il cieco, correndo sotto il peso del corpo di Marry.
-Per esempio dove?
-Per esempio là.
Sta indicando un punto totalmente anonimo, accanto a un allegro gruppetto di bidoni della spazzatura.
Ci avviciniamo all'ingresso del regno dei fetori.
Chiara si china verso l'apertura.
-Per svitarlo è sufficiente una moneta, o qualcosa di simile.
Le lancio un'occhiata scettica.
-Sul serio, abbiamo scoperto che queste... "aperture" sono molto meno protette e resistenti di quanto dovrebbero.
Alla fine decidiamo di provare -come se avessimo scelta- .
Porgo il mio pugnale alla ragazza e lei svita le quattro viti con movimenti rapidi e precisi.
-Sembra che lo fai per lavoro.
-Più o meno è così - risponde, con un sospiro e un sorriso rassegnato.
Apriamo il coperchio e facciamo calare prima lei, poi Sam e Marry, poi Alexis.
Per ultima scendo io, avendo cura di rimettere il coperchio al suo posto.
Proprio mentre anche la mia mano scompariva al di sotto della strada, l'asfalto del vicolo iniziava a tremare dei passi dei nostri inseguitori.







Christel


Le porte scorrevoli dell'Empire State Building scivolano silenziose e rivelano l'ampio atrio tirato a lucido dell'enorme palazzo.
Bene, siamo arrivati.
E adesso arriva la parte complicata.
Sì, perchè fino ad adesso è stata una passeggiata.
Dal Riverside Park - dove sta l'entrata al nostro ormai ex-centro - all'Empire State Building, in quei felici venti minuti di full immersion nel mondo mortale, siamo stati attaccati non meno di sei volte, da sei razze di mostri diversi. Inutile precisare che ogni volta quei fottutissimi esseri erano ben contenti di pregustare un banchetto a base di carne di semidio.
Così, ovviamente, i venti minuti sono stati convertiti in ore.
All'alba di mezzogiorno, mi avvicino alla receptionist, una donna di mezza età con i capelli raccolti in una coda alta color ebano, e gli occhi cerchiati da pesanti occhiali di metallo, con la montatura grigia.
Lei alza lo sguardo dal computer su cui sta lavorando, lanciandoci un'occhiata scettica per via dei vestiti fumanti di R.J. e della maglietta sporca di fango di Nali.
Solleva un sopracciglio.
-Avete bisogno, ragazzi?
-Abbiamo bisogno di salire all'Olimpo - annuncia R.J., piantando le manone sul bancone, facendolo tremare.
Lei continua a fissarci.
-Seicentesimo piano, per favore - intervengo con un sorriso languido e innocente. I receptionist dell'Empire State Building di solito sono informati su cosa c'è sopra di loro.
Cioè, di solito non sono nemmeno umani.
-Ma siete impazziti? - chiede la donna, Anastassia, come dice il cartellino che tiene appuntato al petto. Si è alzata in piedi, e tiene anche lei le mani sulla scrivania.
Sembra la madre di R.J., in versione ridotta.
A qual punto penso abbiamo capito tutti quanti che quella donna non sa proprio nulla.
Indietreggio di qualche passo, poi Will ci viene in aiuto.
-Oh, a quanto pare sì, siamo impazziti... ragazzi, il giropizza Olimpo è dall'altra parte della strada! - esclama, fingendo di scrutare la cartina bruciacchiata che tiene tra le mani (al contrario).
Lei rimane un attimo in silenzio, e io prego che se la beva. Siamo riusciti a evitare l'esercito muovendoci in pieno giorno come dei bravi scolaretti in gita, non è proprio il caso di allarmare questa mortale... potrebbe chiamare le forze dell'ordine e metterci nei casini. I mostri sono stati abbastanza.
Ci giriamo, sorridendo forzatamente, e facciamo per andarcene.
-Fermi! Non sono stupida ragazzi - urla Anastassia, girando attorno al bancone della reception e prendendo Nali per un braccio.
-Seguitemi, e non fate sciocchezze. Il divino Zeus e l'assemblea degli dei sono in riunione. Non potete... o, insomma, coi tempi che corrono non pensavo che arrivaste qui!
La fissiamo con tanto d'occhi, mentre lei inizia a camminare con passo spedito e un po' storto sui tacchi verso la porta dell'ascensore, trascinandosi dietro una Nali terrorizzata.
-Veloci! - sibila, dandoci le spalle e aprendo le porte dell'ascensore.
Quando finalmente tutti noi fummo dentro, stipati nel piccolo spazio dell'ascensore, Anastassia tira fuori dalla giacca una chiave elttronica, quelle schede d'accesso che ti danno negli hotel.
La infila con mano tremante nella serratura apposita, mentre un grosso pulsante scarlatto con su impresso il numero "600" compare nel menu.
Kyle allunga un braccio e lo preme, tutto contento.
-Bene, ecco fatto. Ora dobbiamo solo aspettar... Ma che è sta roba?
Gli altoparlanti agli angoli iniziano a strillare un orribile motivetto folk degli anni '80.
-Disgustoso - commenta Nali, sottovoce.
-Io lo trovo carino, invece - sentenzia Anastassia. -Avete un minuto di tempo per spiegarmi cosa ci fate qui, signorini.








| Kokoro's Cafè
Io: Salve gente OuO
Oggi sono sola soletta nel mio angolino, perchè nessuno ha voluto venire a darmi una mano.
Sono distrutta emotivamente, colpa di Gus, Isaac e Hazel. Ma vabbè, dettagli.
Indi, spero che il capitolo sia di vostro gradimento.
E poi bho, per favore, lasciate una recensioncina ç-ç Mi sento sola senza di voi *carezza coltello nascosto sotto la scrivania*
Al prossimo capitolo di settimana prossima. Riinizia la scuola ç-ç

Un bisu,
Kokoro♥
 



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Capitolo 11
*** Accettiamo passaggi da sconosciuti ***


Capitolo 8
ACCETTIAMO PASSAGGI DA SCONOSCIUTI






Adrian


Sì, sì, potrebbe sembrare una figata, ma vi assicuro che non lo è.
Non lo è per niente.
Oh mio Zeus, stiamo andando alla ricerca del Campo Mezzosangue, che è molto lontano da qui, dovremo esplorare terre aride e disabitate e sconfiggere mostri orribili e...
No. Nulla di tutto questo.
La verità è che il Campo Mezzosangue si trovava a Long Island, che dista all'incirca un'ora di macchina, senza troppo traffico, dal Riverside Park, cioè dove ci troviamo adesso.
Il che significa che la nostra missione, se va come dovrebbe andare, dura ipoteticamente... una mattina.
Roba da macho, eh?
Siamo appena turbinati fuori dall'acqua sporca del piccolo molo della 79esima strada, nel bel mezzo del Riverside Park.
Non abbiamo idea di come arrivare al Campo Mezzosangue senza rischiare di essere intercettati da un gruppetto di fottuti mostri o da qualche pattuglia in ricognizione.
-Direi di evitare i mezzi pubblici - commenta Alex. -Di sicuro li controllano. Ci chiederanno i documenti e cose così.
-A piedi non se ne parla - Emma mi lancia uno sguardo truce, come se lo avessi proposto. O forse mi lancia uno sguardo truce perchè solitamente attiro gli sguardi truci, dato che sono figlio di Eris. Ma non è importante.
Io la ignoro.
-Proporrei intanto di uscire dal Parco - sospira Elyssa. -Mentre camminiamo ci faremo venire una qualche idea.
Schivammo un paio di donne di mezza età che facevano jogging in leggings.
Lion non riesce a trattenere una smorfia di disgusto.
Iniziamo a camminare a fianco della strada, avvolti dall'odore di smog e gas di scarico, in direzione di Long Island.
-Alla faccia del parco - borbotta Jack, tossendo, gli occhi che gli brillano di una luce omicida. Fissa le auto come il Minotauro fisserebbe Teseo.
-Mi rifiuto - se ne esce Emma, piantandosi al bordo della strada, con le mani sui fianchi. -Io non cammino in questo stato. Sono figlia di Ares. Un po' di dignità.
-Oh, sei figlia di Ares - la rimbecco. -Scusa, me ne ero scordato. Cosa preferisci, allora, un giavellotto a motore? Una spada con le ruote?
-Non ti azzardare a prendermi per il culo - mi fulmina.
-Oh, per gli dei, ragazzi, per favor...
-Oh un'idea! - esclama Elyssa.
Merda, penso. Le idee di Elyssa.
L'ultima volta che le avevo dato ascolto, in missione, mi sono ritrovato a rincorrere una semidea terrorizzata - Nali, per la cronaca - che scappava da un gruppo di Arpie, infuriate per i petardi che Elyssa aveva fatto scoppiare. Come esca, mi aveva detto.
-Facciamo l'autostop! - se ne uscì.
Santo Zeus, ci risiamo.
-Senti Elyssa, non è che mi sembra proprio un'ottima ide...
Lei piombò in mezzo alla strada, con un sorriso sicuro sul volto, i capelli castani che le svolazzavano attorno alla testa come in una pubblicità dello shampoo.
Alzò un pollice e fece un sorrisone al primo automobilista di passaggio, un disgraziato nonnetto che guidava una vecchia Ford a quattro posti.
L'uomo sterzò all'ultimo secondo, sbattè il lungo naso contro il volante e, imprecando, abbassò il finestrino, agitando la mano con quel dito sollevato.
Pigiò sull'acceleratore, sbattè di nuovo il naso e sgommò via, in una nuvola di polvere, lasciandosi dietro odore di gomme bruciate.
Sull'aspalto erano disegnate due bellissime righe rette, perfettamente parallele, in corrispondenza di dove il vecchio aveva iniziato a frenare.
-Ma tu sei rincoglionita! - gli urlò Alex, agitando le braccia. -Siamo sopravvissuti fino adesso a mostri e esercito e ti fai quasi mettere sotto da un vecchietto con una macchina che presumibilmente va al massimo a 50 chilometri orari?
-Suvvia - disse lei, sventolandosi il viso con una mano. -Non è successo nulla.
-Non è successo nulla? Levita dalla strada, idiota! Sei un'imbecille, una...
-Serve un passaggio, ragazzi?
Un'elegante limousine nera si era appena fermata a bordo della strada.
Era lunga almeno -incredibile- sette metri, forse di più.
Era così tirata a lucido che ci si poteva specchiare. Aveva due sole portiere sul lato, con eleganti maniglie in bronzo...
-Quello è bronzo celeste - sussurrò Alex.
Emma sgranò gli occhioni azzurri.
-Non essere sciocco, fratellino. I mortali non conoscono il bronzo celeste.
Il finestrino scuro dalla parte del conducente si abbassò.
L'occupante si rivelò una donna, non più giovanissima, ma di una bellezza mozzafiato.
Sarà stata sulla trentina d'anni, una donna matura insomma.
Portava uno scialle a motivo floreale sulla testa, come el donne di altri tempi. Qualche ciocca color ebano sfuggiva tuttavia all'acconciatura, e i morbidi boccoli le ricadevano sul petto, dove l'ampia scollatura rivelava un seno prosperoso.
Aveva linemaenti dolci e gli occhi di una splendida sfumatura ametista, che scintillavano di una luce molto... accogliente? Invitante?
Quando riuscii a riscuotermi notai che tutti i ragazzi avevano una facciamo molto da ciclope. Tutti guardavano la stessa cosa.
Cioè, le stesse cose.
Emma e Elyssa ci lanciavano occhiate assassine.
-Ragazzi? - chiese ancora la donna, sventolando la mano e sorridendo in modo adorabile.
-Signora, staremmo cercando un passaggio per Long Island - balbettò Jack. Non era da lui. Balbettare, intendo. Beh, nemmeno guardare le bocce delle signore era da lui, però.
-Veramente non... -
-Oh, Long Island! Che coincidenza. Sto andando anche io lì. Salite pure - squittì la donna, interrompendo Emma.
La portiera si splancò.
Io salii, così fecero Alex, Jack e Lion, che era rimasto zitto fino ad adesso. Quando Elyssa, titubante, mise un piede dento l'auto, la donna scattò.
-Non avevo invitato voi - sibilò, fulminando le ragazze. I suoi occhi diventarono più scuri, si fecero color grigio piombo.
-Le ragazze devono venire con noi - sentenziò Lion, da dentro la macchina.
Gli occhi della donna tornarono viola.
-Ma certo, ma certo, che sciocca. Salite pure... bambine.
La portiera si richiuse dietro di loro.







| Kokoro's Cafè
Io: Erhm, erhm.
/silenzio imbarazzato
Sssssì, sono... cioè, è quasi un mese che non aggiorno. EMAH LA SCUOLA MI TIENE IMPEGNATA.
Balle, sono solo pigra.
In ogni caso, ve lo giusr, vi giuro che ho già tutto nella mia testolina, solo che non riesco. Non ce la faccio, non ho voglia di scrivere. Blocco artistico ç-ç
Sì, sì, è doloroso. Non potermi esprimere è così... frustrante. Bho...

Va bene, la smetto.
Per farmi perdonare
 Amatemi. Non potete non amarmi.

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