Compagna morte

di gunpowder_tea
(/viewuser.php?uid=644229)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cattive notizie ***
Capitolo 2: *** Fragile come cristallo ***
Capitolo 3: *** Conflitti ***
Capitolo 4: *** Gelosia ***
Capitolo 5: *** Morte apparente ***
Capitolo 6: *** Bacio ***
Capitolo 7: *** E' morto un gatto nero ***
Capitolo 8: *** Buone notizie ***
Capitolo 9: *** Questo vuol dire guerra ***
Capitolo 10: *** Un po' di intimità è un buon rimedio contro la depressione ***
Capitolo 11: *** Rivelazioni ***
Capitolo 12: *** Egoista ***
Capitolo 13: *** In qualsiasi momento ***
Capitolo 14: *** Fine condivisa ***
Capitolo 15: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Cattive notizie ***


Nota ^^
Prima di iniziare vorrei semplicemente anticipare che questa storia tratta di un argomento delicato come la morte, e di conseguenza anche la religione...
Io sono atea perciò vorrei invitare chi è fortemente religioso a pensarci bene prima di leggere questa storia onde evitare futuri rancori...
Detto questo, vi auguro buona lettura ^^















Hanji Zoe si appoggiò allo schienale della sedia, disorientata. La notizia che aveva appena ricevuto l'aveva fatta sentire come se il pavimento sotto di lei non esistesse. 
E raramente qualcosa la lasciava di stucco.

- Un anno? - Chiese in stato di shock.

- Beh, forse meno, in base alla crescita del tumore il tempo che ti resta oscilla tra i sei e i dodici mesi. Non si può stabilire una data precisa - Rispose il medico con calma.

- Come sarebbe a dire solo un anno? - Non riusciva a crederci - Non si può fare della chemioterapia o della radioterapia? -

- Purtroppo il cancro è invasivo e la diffusione è avanzata. Non possiamo fare più niente -

- Neanche tentare con la chirurgia? - Chiese tentando di proporre qualche alternativa al medico.

- Mi dispiace - Rispose il medico scuotendo la testa.

Zoe deglutì. Non capiva come potesse essere possibile. 
Lasciò l'ufficio barcollando. Come avrebbe dato la notizia ai suoi amici? Come avrebbe reagito sua madre?
Ciò che più la affliggeva era non aver mai realizzato i propri sogni. Aveva 23 anni, tutto questo era inconcepibile per lei.
Aveva 23 anni e doveva pensare ad affrontare la sua morte? Non aveva mai pensato alla sua morte... Eppure ora era arrivato il momento anche per lei.
Era ancora persa nei suoi pensieri quando urtò una signora all'uscita dell'ospedale.

- Mi scusi - Mormorò Hanji, senza nemmeno guardarla.

- Non era niente cara. O forse dovrei chiamarti Zoe? -

- Hm? Lei... Lei sa il mio nome? -

La vecchia signora aveva degli occhi piccoli e indossava una giacca bianca lunga fino ai piedi. I suoi capelli erano così lisci da sembrare liquidi, erano di un bianco vivido e le mani e il suo viso erano colpiti dai duri segni del tempo.

Le sorrise mentre Hanji la guardava stupita e attenta.

- Qualunque cosa tu abbia... - Iniziò la vecchia, mentre Zoe si ritirò completamente stordita.

Lei chi era? E come faceva a sapere queste cose?

- ... Non avere paura - Continuò lei.

Hanji non sapeva cosa rispondere. Era acora stordita.

- Mi scusi. Vado di fretta -

La signora annuì e le rivolse un breve sorriso.

- La vita è una corsa - Sorrise ancora e la guardò negli occhi - Il mio nome è Maria, e quando avrai bisogno di aiuto io sarò qui per te -

- C-come? - Le sue mani penzolavano lungo il corpo per la confusione.

Chiuse gli occhi per un attimo a causa di un dolore acuto allo stomaco e, non appena li riaprì, la donna era sparita.

Hanji non sapeva cosa credere. Quell'anziana signora era come un grande e fitto puzzle.
Era venuta fuori dal nulla, le aveva fatto riempire la testa di altre domande, e infine era scomparsa.

Una volta fuori dall'ospedale, Hanji prese un taxi per tornare a casa. All'arrivo pagò il tassista ed entrò nel palazzo in cui abitava salutando con un sorriso il gentile portiere dall'aria amichevole.
Camminò fino all'ascensore e premette il pulsante per prenotarlo. Normalmente preferiva salire le scale, ma quel giorno non era abbastanza in forma per fare affidamento sulle sue gambe e salire una rampa di scale sembrava essere un'impresa impossibile.
Mentre aspettava, una figura si fermò di fianco a lei. Era un uomo dall'aspetto giovanile e di bell'aspetto, anche se un po' basso. Probabilmente era un nuovo residente; l'edificio era ampiamente frequentato dai turisti e pochi lo affittavano permanentemente.

L'ascensore sembrava essere particolarmente lento e la presenza di quell'uomo la infastidiva, anche se Hanji non ne sapeva bene il motivo. Aveva un'espressione decisamente troppo seria e allo stesso tempo troppo tranquilla, quella che poteva avere un serial killer o uno psicopatico. 
Quando l'ascensore arrivò, entrarono entrambi nello stesso momento e schiacciarono il pulsante dello stesso piano, e Hanji sorrise quando le loro dita si toccarono sul quadrante luminoso.

L'ascensore era particolarmente lento e a metà strada, improvvisamente, si fermò. Le luci della cabina si spensero, e Hanji indietreggiò d'istinto, appoggiandosi involontariamente all'uomo vicino a lei.

- Paura del buio? - Sussurrò l'uomo con una voce un po' roca, la quale suscitò ad Hanji un formicolio lungo la schiena.

- No, mi sono solo spaventata per un momento. Scusami - Borbottò allontanandosi da lui.

- Mi chiedo cosa sia successo... - Disse con voce totalmente atona.

- Non ne ho idea, forse qualche errore di sistema - 

- Tu vivi qui? -

- Sì. Da circa cinque anni -

- E non è mai successo prima? - Disse facendo riferimento all'ascensore.

- Non che io sappia -

Hanji lo guardò. Anche se nella penombra, poteva vedere qualche scorcio del suo viso: il mento stretto, il naso affilato, i capelli corti e neri come l'ossidiana...
"Mio Dio quanto è sexy" Pensò Hanji e rise senza volere.

- Stai ridendo? -

- No. No, no - Balbettò nervosamente, notando che sembrava non sfuggirgli nulla - Da quanto vivi qui? - Chiese, cercando di cambiare argomento.

- Mi sono trasferito in questi giorni -

- Motivi turistici? -

- Trasferimenti lavorativi -

- Fico - Mormorò.

- E tu? Studi? -

- Mi sono laureata in chimica, ho anche trovato un lavoro, ma... - Hanji si fermò a pensare per la prima volta a tutto il tempo che aveva passato a studiare.

Tutto invano.

- ... Ma? - Continuò lui.

All'improvviso Hanji emise un gemito di dolore.

- Stai bene? -

Il dolore peggiorò e Hanji si rese presto conto di avere difficoltà a respirare.

- No... Non... Non riesco... -

- Cosa? - L'uomo sembrava allarmato, ma la sua voce era intrisa di una calma rassicurante.

- ... Respirare -

Hanji cadde a terra e l'uomo si inginocchiò di fianco a lei per sostenerle la testa.

- Calmati. Va tutto bene. Va tutto bene... - Continuava a ripetere mentre le massaggiava il collo per sentire il battito - Non chiudere gli occhi, ok? Non devi chiuderli. Riesci a dire il tuo nome? - Chiese ancora con calma, sbottonando la camicetta di Hanji per lasciarla respirare meglio.

- Zoe - Hanji non riuscì a dire altro.

- Andrà tutto bene, Zoe.  Hai solo bisogno di rimanere sveglia - La rassicurò, ma poi la vide chiudere gli occhi.

- Zoe! - Tornò a controllare il battito e sembrava incredibilmente debole, quasi impercettibile.

La suspance durò per cinque interminabili minuti, fino a quando Zoe non si risvegliò con un sospiro agitato.

- Zoe - sospirò risollevato.

- Mi dispiace - Disse lei goffamente.

- Non c'è bisogno di scusarsi -

- Beh, non erano le circostanze migliori per uno svenimento - Disse imbarazzata.

- Succede spesso? Ti capita frequentemente di "andartene per un po'?" -

Quella domanda ad Hanji risultava terribilmente ironica. 
Presto se ne sarebbe "andata" definitivamente.

- No, non svengo mai -

Improvvisamente le luci dell'ascensore si riaccesero e il movimento riprese normalmente.

- Riesci ad alzarti?- Le chiese tendendole la mano.

- Grazie -

L'ascensore si fermò e i due scesero. Hanji era sostenuta dalle spalle del suo sconosciuto salvatore.

- Qual è il tuo appartamento? - Chiese prendendo la sua chiave.

-  667 -

- Il mio è il 677. Di fronte al tuo -

- Che coincidenza -

Quando lui aprì la porta, aiutò Hanji a raggiungere il divano e le restituì la chiave.

- Ora devo proprio andare. Se hai bisogno di aiuto sai dove trovarmi -

- Come ti chiami? - Chiese con calma, pensando per un attimo che lui non l'avesse sentita.

- Rivaille. Rivaille Ackermann -

- Levi? -

- Rivaille - Ripetè scandendo bene le lettere.

- Grazie ancora, Levi -

Lo sentì sbuffare leggermente.

- Di niente. Arrivederci -

Levi se ne andò chiudendo la porta dietro di sé.
Hanji si rimproverò mentalmente ricordando la sua esperienza premorte di poco prima. Che impressione poteva avergli fatto? Sicuramente tutt'altro che positiva.
Sperò infine di non rivederlo più e guardò l'orologio: erano le 18:30 quando il campanello di casa sua suonò.
Si alzò con difficoltà e, quando aprì la porta, vide la sua migliore amica.

- Petra? -

- Ciao Hanji - La guardò preoccupata ed aggiunse - Come sei pallida.. -

- Ho appena avuto un capogiro, sai l'ascensore si è rotto mentre c'ero dentro - Disse ridendo.

- Va bene, se è questa la verità -

- Giuro, non potrei essere più seria -

- Com'è andata dal dottore? -

- Ho sempre avuto una salute di ferro - Rispose con rammarico.

- Ed è ancora così? - Chiese Petra, alzando un sopracciglio.

- Sì - 

























Nota finale ^^
Ho anche deciso di fare un'illustrazione capitolo per capitolo, perciò se vi va date pure un'occhiata ;)
http://gunpowderlove.tumblr.com/post/89052884520/3-meet-for-the-first-time-3

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Fragile come cristallo ***


- Questo era tutto quello che avevo bisogno di sentire! - Disse Petra.

- Davvero? -

- Sì. Allora va bene per domani? -

- Hm? -

- La cena a casa mia. Dimenticata? -

- Ma no, figurati - Mentì ancora.

La salutò con un abbraccio.
Tutti i suoi piani... Non era giusto! Non era affatto giusto!
Hanji continuava a ripeterselo mentre chiudeva la porta e salutava Petra con l'ennesimo sorriso.
Una volta sola, finalmente sola, andò in bagno per farsi un lungo bagno. Era stata una giornata terribile, erano successe troppe cose.
Domani sarebbe stato un altro giorno.

Mentre l'acqua calda della vasca avvolgeva il suo corpo, Hanji inconsciamente ripensò a Levi, o meglio, "il suo salvatore" come preferiva chiamarlo. 
Scosse la testa quando si rese conto che stava pensando a lui, cercando di farlo sparire dalla sua testa.
Si passò le mani sul viso e respirò profondamente.

Dopo il bagno, si mise in pigiama e si sdraiò a letto e, per la prima volta, ebbe paura di addormentarsi.
Non aveva mai avuto paura di niente, ma in realtà ora terrorizzata della morte. Perché faceva così tanta paura?

Sentì suonare il campanello. Chi poteva essere a quell'ora?

Hanji si alzò. Sentiva il corpo pesante, ma non era a causa della sua massa.
Aprì lentamente la porta e impallidì quando vide chi era.

- Maria! - 

Hanji era completamente disorientata. La donna in piedi di fronte a lei aveva ancora lo stesso vestito e lo stesso sorriso di quel pomeriggio.

- Non mi fai entrare? - Chiese sorridendo.

- Ovviamente no -

- Nessun problema! - Disse Maria ed entrò senza permesso.

Sembrava conoscere perfettamente la casa, e Hanji restò sbalordita per la seconda volta.

- Vuoi parlare? - Chiese sedendosi sul divano, come se fosse a casa sua.

- Ti voglio fuori da casa mia - Ordinò Hanji cercando di mantenere un tono serio.

- Non posso -

- Mi stai prendendo in giro, vero? -

- No, io non mi sto prendendo gioco di te. E ora siediti -

Lo sguardo della vecchia era così intenso che hanji non potè fare a meno di obbedire.

- Sei qui perché ho bisogno di te? - 

Maria sorrise e si strinse nelle spalle.

- Ogni cosa a suo tempo - Poi cambiò argomento - Non c'è niente che vorresti fare? -

- Ci sono così tante cose - Hanji sospirò - Un milione di cose... -

-... Ma perché proprio io? Ho solo 23 anni! Non ho fatto nemmeno la metà delle cose che avrei voluto fare. Non ho amato, non mi sono goduta niente... Ho preso la vita senza apprezzarla -

- E oggi? - Chiese Maria.

- Oggi mi sono fermata per la prima volta a pensare cosa posso fare con il poco tempo che mi resta - Si fermò e prese un lungo sospiro - Perché... Perché proprio a me? -

- La morte ha i suoi piani, Zoe -

- Come posso vivere così? -

- Lo sai. Mi fai domande di cui sai già le risposte -

Questo... Beh, questo era vero.

- Mia madre impazzirà -

- No, non lo farà. Ti mostrerà solo tutto l'amore che ha per te - Rispose la donna - Se questo non è facile per te, immaginati come sarà per lei. Ti ha visto nascere, crescere... --

Hanji la interruppe.

- Non voglio vederla soffrire per me -

- E allora smettila di tormentarti! -

- Tu non capisci -

- Devi continuare a vivere, non importa quale sia la tua situazione -

- E come posso continuare a vivere? Non avrò più tempo per farlo -

- Puoi scoprire come. E non nascondere la verità a quelli che ti amano, capito? -

- ... Sì -

Le due donne rimasero in silenzio per un po'.

- Posso offrirti qualcosa? -

- Un bicchiere d'acqua, per favore -

Hanji si alzò dal divano e raggiunse la credenza per prendere un bicchiere. Lo appoggiò sul tavolo e, quando si girò verso il frigorifero per prendere l'acqua, vide che il divano era vuoto.
Corse verso la porta per vedere se Maria era nel corridoio, ma non trovò nessuno. In compenso, vide Levi sbucare dal pianerottolo e raggiungere la porta del suo appartamento.

- Zoe? -

- Oh, ciao - Borbottò - Hai visto passare una donna anziana? -

- No -

- Ma è appena uscita da qui - Disse grattandosi la testa -

- Non c'era nessuno, Zoe. Sono appena arrivato - Osservò levi - Uhm, bel pigiama - Aggiunse con l'accenno di un sorriso.

- Grazie - Hanji sentì le guance bruciare, ma ricambiò il sorriso.

- Buonanotte -

- Anche a te -

Levi richiuse la porta dietro di se e Hanji si morse il labbro, rientrando in casa sorridente.
Prese il bicchiere che aveva lasciato sul tavolino e lo rimise via, poi scosse la testa e andò a dormire



                  *  *  *


Il giorno arrivò velocemente. 
Hanji si svegliò non appena i raggi del sole invasero la finestra della sua camera. Si stiracchiò e si alzò per andare in bagno a prepararsi. Aveva dormito inspiegabilmente bene e, dopo poco più di mezz'ora, il campanello suonò ancora.
Stava finendo di sistemarsi i capelli in una coda quando aprì la porta.
Era sua madre, l'ultima persona che si aspettava di vedere.

- Mamma? -

- Ciao tesoro. Posso entrare? - Le disse sorridendo.

- Oh, sì. Certo, entra - La abbracciò e le fece segno di entrare.

- E' un miracolo trovare questo posto in ordine. Non stai lavorando o studiando? - Le chiese, guardandosi intorno.

- Sì, vado in laboratorio solo al mattino e, per quanto riguarda il lavoro, ho deciso di licenziarmi -

- Oh -

Hanji si aspettava qualche commento negativo o qualche strano interrogatorio. Ma sua madre non disse niente di tutto ciò.

- E papà? -

- Occupato come sempre. E' a un'incontro di lavoro a pochi isolati da qui -

- Vi fermate in città per un po'? -

- Restiamo solo per la notte -

La sua famiglia era in città... Aveva l'occasione di dire loro tutto.

- Hai imparato a cucinare o continui a vivere di pizza? - La criticò implicitamente.

- Faccio progressi -

- E' già qualcosa - Ridacchiò.

- Mamma io... Avrei bisogno di parlare con te e papà insieme - Disse cercando di mantenere la calma, senza rivelare nulla.

- I tentativi di riunire tuo padre con noi non funzionano mai - Commentò sua madre.

-Questa volta deve funzionare -

-Sta succedendo qualcosa?-

- Te lo dirò quando tu e papà sarete qui con me. Ho un appuntamento ora. Ma non preoccuparti -

- Grazie cara -

Hanji si diresse verso l'ospedale e, una volta arrivata, vagò nei dintorni senza una meta precisa, iniziando a pensare a come dirlo ai suoi genitori.
Fece un paio di respiri calmi per evitare di piangere. Perché piangere ora era ciò che desiderava di più.
Si sedette su una panchina di fronte all'edificio e si guardò intorno, contemplando ogni persona che le passava di fronte. Passavano tutti il tempo a ridere, a parlare e gesticolare. Non avevano la minima idea della fragilità della vita, di quanto tutto tutto potesse finire all'improvviso. Tutti dicevano che l'unica cosa certa nella vita era la morte, ma perché non facevano altro che ignorarla? Come facevano ad andare avanti senza pensarci?

Zoe iniziò a pensare a come la vita poteva essere ingannevole, sleale... Poi il suo cellulare squillò. Era la sua sveglia. Era ora del suo appuntamento dall'oncologo. 
L'infermiera la ricoverò in ospedale e, una volta finito il giro delle visite, si fermò davanti a lei con aria affaticata.

- Cara, ancora non te lo hanno detto? - Le disse con aria allarmata.

- Cosa? Hanno cancellato il mio appuntamento? - Chiese innocentemente.

- Peggio. Il Dottor Smith è morto la scorsa notte -

- Cosa? Come? - Se la testa di Hanji era fatta di ingranaggi, in quel momento stavano tutti stridendo.

- Stanno facendo l'autopsia, ma sembra che sia morto a causa di una tromboembolia... -

- Mi dispiace... -

- Non preoccuparti cara, non è colpa tua - Le sorrise, guardando poi la sua cartella - Pazienta ancora un po', ti visiterà un altro medico -


Hanji rimase incredula per l'ennesima volta.







Nota ^^
Questa è la seconda illustrazione del capitolo... Non è venuta molto bene rispetto a quella del capitolo precedente ma non sapevo davvero cosa metterci XD
http://gunpowderlove.tumblr.com/post/89695201240/mh-this-is-not-one-of-my-best-works-p

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Conflitti ***


- Hanji Zoe - 
 
Zoe si alzò quando sentì convocare il suo nome e si diresse nell'ambulatorio del medico.
 
- Permesso -
 
- Avanti -
 
Il dottore era seduto e aveva la testa china sul tavolo, intento a firmare dei documenti. Poi si alzò.
 
- Levi? - Chiese stupefatta.
 
- Zoe? Sei Hanji Zoe? - Sembrava sorpreso quanto lei.
 
- All'anagrafe dicono così - Disse sorridendo.
 
No, non era un serial killer. Era... Un medico. Il suo medico. Non riusciva a crederci.
Hanji scoppiò a ridere come un'idiota.
 
- Che c'è? -
 
- Niente... - Disse continuando a ridere.
 
Hanji vide il leggero sorriso di Levi sparire e la sua mascella contrarsi improvvisamente. Gli occhi cercavano di assorbire ogni dettaglio scritto sulla carta.
 
- Cancro? - Le chiese con la sua solita voce tranquilla, senza distogliere gli occhi da quelle righe che riportavano la sua condanna a morte.
 
- Sì. In fase terminale -
 
- E' uno scherzo? -
 
- Vorrei tanto che lo fosse - Rispose Hanji mordendosi il labbro.
 
- Perché hai aspettato così tanto a consultare un medico? - La sua voce ora sembrava leggermente diversa dal solito... Aveva un tono di rimprovero.
 
- Mio fratello è morto in ospedale - Mormorò, cercando di convincere Levi che quella fosse una giustificazione accettabile.
 
- Di cosa è morto? -
 
- Paralisi cerebrale. Pensavano che si fosse stabilizzato, e ci eravamo anche rassegnati all'idea che vivesse in stato vegetativo... Poi però ha avuto una serie di attacchi cardiaci e... -
 
- Non sei mai più tornata in un ospedale? - Chiese anticipando i fatti.
 
- Non ci riuscivo -
 
- E questi dolori? Li hai da tanto? -
 
- Sì, da un paio d'anni. Ma io mi sentivo a posto -
 
- Grande errore. Io non so come tu abbia potuto sopportare tutto senza destare sospetti... - Poi alzò lo sguardò verso di lei - Come mai hai cambiato idea? -
 
- Un'amica ha insistito -
 
- Potresti sottoporti alla chemioterapia -
 
- Sai benissimo che che non funzionerà - Disse in tono brusco. 
 
- Ma ti darebbe più tempo -
 
- Una manciata di mesi in più. A cosa servirebbero? - Fece una pausa e respirò - Tu sai come ci si riduce con questo trattamento, è peggio della malattia! Non mi sottoporrò a nessuna cura. Anzi, se tu potessi prescrivermi un qualche veleno che porti a una morte rapida te ne sarei grata! -
 
- Non dovresti nemmeno dire queste cose... Sono un mucchio di puttanate -
 
- Non ho nessun motivo per vivere. Con lo scorrere del tempo la situazione peggiorerà... Non so se resisterò al dolore senza impazzire - Guardò Levi e le lacrime presero a scorrerle sul viso - Per favore, aiutami a farla finita subito -
 
Levi le si avvicinò e le appoggiò una mano sulla spalla.
 
- Stai vivendo adesso, Zoe. E' necessario vivere fino all'ultimo momento che ti resta. Questo fa la differenza -
 
Non sapeva cosa fare, non sapeva cosa pensare. Le sue braccia si sollevarono fino a stringere un lembo del camice di Levi, e sentì subito dopo una mano accarezzarle la testa. 
La sua presenza per un po' la fece sentire come se nulla potesse farle del mare, come se il tempo non potesse più scorrere.
 
Quando si allontanarono, Hanji afferrò in fretta la sua borsa appoggiata sulla scrivania e lasciò l'ambulatorio imbarazzata.
 
Non notò il suo cellulare appoggiato vicino alle scartoffie di Levi
 
 
 
 
 
                     *  *  *
 
 
 
 
Una volta tornata a casa Hanji andò direttamente in camera sua. Aprì la finestra ed uscì sul balcone per prendere un po' d'aria, e fu lì che ritrovò ancora Maria.
 
- Come riesci a farlo? - Chiese - Apparire dal nulla, intendo -
 
Maria si strinse nelle spalle.
 
- Vuoi mangiare? - Le domandò Maria.
 
- No - Eppure sentì un languorino allo stomaco non appena quella parola lasciò le sue labbra.
 
- Vuoi piangere? - Maria sembrava leggerle la mente.
 
- Forse -
 
- Molti eventi da affrontare questa settimana? -
 
- Un po' -
 
- Vuoi parlarne? -
 
- Come fai a sapere di amare qualcuno? - Chiese Hanji, mordicchiandosi una pellicina nell'angolo di un unghia.
 
- Non si può sapere, si sente e basta -
 
- Come? -
 
- Hai mai amato? -
 
- No. E penso che non avrò tempo nemmeno per questo - 
 
- Credo che tu ti stia sbagliando -
 
- Ma non sarebbe ingiusto? - Chiese cercando un reciproco sguardo di intesa con Maria.
 
- Cosa? -
 
- Amarmi -
 
- Sarebbe ingiusto per chi? -
 
- Per... Lui. Non potrei sopportare l'idea di avere qualcuno nel frattempo. Sto per morire, ed è triste pensare che questa persona debba rimanere qui e riprendere la sua vita come se io non ne avessi mai fatto parte. Entro pochi mesi sarò un cadavere ambulante, chi amerebbe una persona così? -
 
- La bellezza più grande si trova qui - Disse Maria appoggiando un mano sul suo petto.
 
- Non funziona così nella vita reale -
 
Di colpo si sentì un rumore alla porta.
 
- E' mezzogiorno? - Chiese Hanji realizzando che quelli dietro la porta probabilmente erano i suoi genitori.
 
- Sì -
 
- Devo andare a pranzo. Vuoi rimanere con noi? -
 
- Non mangio - Rispose Maria.
 
- Mai? -
 
- Mai - Disse guardando l'orizzonte.
 
- Sarai ancora qui quando tornerò? -
 
- Dipende da te -
 
- Ciao, Maria -
 
Hanji lasciò la stanza.
I suoi genitori entrarono e si sitemarono a tavola. Mancavaa solo lei.
Zoe abbracciò anche suo padre e si sedette insieme a loro subito dopo.
 
- Hai ancora fame, tesoro? - Le chiese sua madre guardandola svuotare rapidamente il piatto.
 
- Non molta -
 
- Allora vuoi parlarcene? -
 
- Di cosa? - Suo padre si intromise nella conversazione.
 
-  Stamattina ha detto che doveva parlarci -
 
- Preferisco finire di mangiare, prima - Disse Hanji prendendo un cucchiaio di budino.
 
- Smettila Zoe! Dimmi alla svelta quello che devi! - Urlò sua madre - Sto morendo d'angoscia! -
 
Hanji si pulì la bocca e la guardò senza battere ciglio.
 
- Ho il cancro - 
 
- Non scherzare, Zoe - La riprese suo padre.
 
- No papà, sono seria. L'ho scoperto ieri - Mormorò guardando sua madre disperarsi e suo padre rimanere senza parole.
 
- E... Quando sarà l'intervento? - Sua madre sembrò ricomporsi appena.
 
- Non ci sarà nessun intervento -
 
- Perché no? E come faranno ad asportarti il tumore? - Le chiese ancora con la voce strozzata e le lacrime agli occhi.
 
- Non verrà asportato - Rispose Hanji, guardando ogni ruga deformarsi sul volto della madre - E' già diffuso -
 
- Stai dicendo che devo sedermi e aspettare che tu muoia? - Le chiese alzandosi in piedi e sbattendo i pugni sul tavolo.
 
- Mamma... E' stato già duro dirvelo, non rendere le cose ancora più difficili -
 
- Pagherò. Pagherò le migliori cure che il denaro possa comprare... Zoe - Intervenne suo padre rompendo il silenzio che era calato sui tre.
 
- Papà... Non è questione di soldi, non potranno guarirmi. Quindi smettetela per favore, tutti e due -
 
Suo padre si alzò  e si chiuse in camera, mentre sua madre non riusciva a fermare le lacrime.
 
- Questo è ingiusto! Non posso perderti! Non posso perdere anche te! Non potrei sopportarlo, non ancora... -
 
- Mamma... - Mormorò Hanji cercando le braccia della madre - Non voglio morire - Confessò mentre le lacrime tornavano ancora sul suo viso.
 
- Quanto tempo ti resta, tesoro? - Le chiese accarezzandole i capelli.
 
- Nella migliore delle ipotesi, un anno - Sentì sua madre sospirare di nuovo e tornare a una crisi di pianto e singhiozzi - Hai finito di mangiare? - Chiese poi, tentando di cambiare di scorso.
 
- Non avevamo molta fame -
 
- Dov'è papà? -
 
- Probabilmente sta riflettendo... Sarà in camera... - Disse sua madre tenendo le mani in grembo.
 
- Vado in camera mia. Andrà tutto bene, vedrai - 
 
Sua madre le sorrise con non poco sforzo.
 
Poi Hanji tornò in camera sua, e Maria era ancora lì ad aspettarla.
 
 
 
 
Ecco qui l'illustrazione del capitolo ^^ A presto!!!
http://gunpowderlove.tumblr.com/post/90951054945/levi-doctor-and-hanji-patient-it-might-work

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Gelosia ***


-Perché sei ancora qui?-

-Non potevo andarmene.-

-Perché?-

- Perché hai pensato di nuovo a me quando sei tornata qui -

- Ho pensato a te? -

- Sì  - Cambiò argomento - Dirglielo è stato così difficile?-

-Molto -

-Almeno ora lo sanno.-

- Dovrei... -

- Forse dovresti telefonare a Petra -

- Il mio cellulare? Ah, sì! E' nella borsa.-

- Sicura? - 

Hanji si alzò e, dopo aver frugato nella borsa, iniziò a guardarsi intorno disorientata.

- No! - Esclamò - Devo averlo lasciato in ambulatorio stamattina -

Almeno Levi viveva proprio di fronte a lei.
Oh, ma probabilmente era ancora in ospedale.

- No. Tu eri la sua ultima paziente - 

Hanji la guardò incuriosita.

- Come fai a sapere queste cose? -

- Le so e basta -

- Io... Allora io vado -

E Maria sparì di nuovo.

Hanji uscì dalla sua stanza e prese le chiavi di casa.

- Stai uscendo tesoro? -

- Torno subito mamma -

Hanji bussò alla porta di Levi. Avrebbe potuto usare il campanello, ma odiava il suono di quell'aggeggio infernale. Era tremendamente fastidioso e le faceva fischiare le orecchie.
Attese un paio di minuti e, vedendo che nessuno arrivava a risponderle, bussò di nuovo e poi si sedette di fronte alla porta.
Dopo un'altra manciata di minuti la porta si aprì e Levi comparve sulla soglia insieme a una donna che sembrava essere piuttosto in intimità con lui. Hanji si alzò quasi automaticamente e cercò di ignorare la sua rabbia. Dopotutto non aveva alcun motivo per essere in collera per una cosa del genere.
La donna se ne andò dopo aver baciato Levi affettuosamente sulle labbra e lui la guardò abbassando la testa verso il pavimento su cui era seduta.

- Aspetti da molto? -

- Un po' -

- Immagino tu sia qui per il cellulare -

- Sì -

- Vieni, entra pure. Vado a prendertelo -

- Grazie -

Hanji entrò nel suo appartamento e Levi sparì in uno dei corridoi della casa. 
Era confusa. Perché si sentiva così arrabbiata per averlo visto con una donna? Forse Levi le piaceva?

Si mise a sedere sul divano quando lui tornò con in mano il suo cellulare.

- Scusa il ritardo -

- Nessun problema -

- E' che quando mia sorella viene a trovarmi non so mai dove fa sparire la mia roba -

- Non hai bisogno di giustificarti -

- Senti... - Iniziò Levi, grattandosi la testa - Hai da fare adesso? - Chiese, ottenendo da Hanji uno sguardo sorpreso.

- Io? -

- Sì, tu -

- No -

- Ti va di rimanere a guardare un film? -

- Non so se posso uscire - Rispose rapidamente, pensando a un modo gentile per rifiutare.

- Ma sei proprio di fronte a casa tua -

- Penso che alla tua fidanzata non piacerebbe. Insomma, tu e io insieme, da soli in casa tua - Ridacchiò nervosamente.

- Fidanzata? Devo essermi perso qualcosa, non sapevo di averne una -

- E... La ragazza che è uscita da qui? -

- Isabel? Oh Dio! Lei è mia sorella... E poi, le rosse non fanno per me -

- Ah sì? - Chiese con un'altra risatina isterica, attorcigliandosi una ciocca di capelli intorno a un dito.

- Preferisco le more -

- Al plurare? -

- Perché no? -

- Cane! - Urlò dandogli una pacca sulla spalla, fingendo di essere offesa.

- Allora, per quel film? - Chiese Levi, tornando al tema principale della conversazione.

- Non ho pazienza per guardare un film -

- Non hai una scusa migliore? - Chiese con calma.

- E' la verità. Non riesco mai ad arrivare alla fine quando inizio a guardarne uno. Almeno non nello stesso giorno - Borbottò cercando di nascondere la sua vergogna.

- Facciamo qualcos'altro allora. Non voglio che tu te ne vada -

- Davvero? - Chiese imbarazzata - Sei sempre così diretto? -

- Non fraintendermi. Mi piace stare con te -

- A medicina non vi insegnano a non mescolare vita e lavoro, Doc? - 

- Voglio solo parlarti, non sto violando le regole -

- E di cosa vorresti parlare? -

- Di quello che vuoi -

E fu così che passarono tutto il pomeriggio. Parlarono per quelli che a Hanji sembrarono anni e tutti i suoi problemi svanirono nel nulla.

Era stato tutto tremendamente piacevole.

- Sei mai stata fidanzata? - Le chiese scettico.

- No. Non mi è mai importato di queste cose -

- 23 anni e nessun fidanzato. Che cosa ne pensano i tuoi genitori? -

- Non si preoccupano. Mia madre dice che in questo modo non avrà mai bisogno di consolarmi -

- Consolarti? -

- Chi si innamora tende a ritrovarsi col cuore spezzato -

- Parli da saggia per non esserci mai passata -

- Sì che ci sono passata. Anche io amo delle persone -

- Davvero? - Lui alzò un sopracciglio.

- ... No -

I due risero.

- Beh, amo mio padre - Rise beffarda.

- Oh, capisco -

- Anche se non credo valga - Rispose con una scrollata di spalle.

- Davvero non ti sei mai...? -

- No - Ammise, rendendosi conto che lui la stava guardando - Potresti smetterla di fissarmi? - 

- Certo - Rispose Levi, guardando da un'altra parte.

- Vorrei averti incontrato prima - Disse Hanji con gli occhi pieni di tristezza - Scommetto che sarebbe stato tutto diverso - 




Nota ^^
Et voilà, altro capitoletto! La storia mi sta prendendo molto e ovviamente finisco per trascurare le altre XD
Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo, vi lascio la quarta illustrazione della storia! ciao!!!!
http://gunpowderlove.tumblr.com/post/91465414110/looooooove-3

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Morte apparente ***


Nota ^^
Aggiorno tutte le storie in un colpo, il caldo mi prosciuga la vita e sono troppo pigra per postarle con una certa distanza l'una dall'altra, e prima o poi risponderò anche alle vostre gentili recensioni!
Buona lettura ;D
 
 
 
Petra Ral lasciò quello che probabilmente era il ventiseiesimo messaggio vocale nel cellulare di Hanji. Dove diavolo era finita?
Petra non riusciva a stare ferma e continuava a camminare avanti e indietro con impazienza.
Era tardi, tutti erano affamati. Hanji sarebbe dovuta essere lì da tempo.
 
- Sono quasi due ore - Disse Petra a se stessa, cercando di autoconvincersi che non fosse così tardi.
 
- Tesoro... Hai provato a chiamarla a casa? -
 
- No, Auruo -
 
- Prova. Se non risponde lascia perdere e vieni a mangiare -
 
- Ok - Disse componendo il numero di casa di Hanji.
 
- Pronto? -
 
- Hanji? -
 
- No, sono sua madre. Chi parla? -
 
- Salve, signora Hanji! Sono Petra. Zoe doveva venire a cena da noi stasera e non è ancora arrivata. Non è mai stata puntuale ma questa volta è così in ritardo da farmi preoccupare. E' a casa? -
 
- E' uscita di casa dopo pranzo. Ha detto che sarebbe tornata presto ma non è ancora arrivata -
 
- E non  le ha detto dove sarebbe andata? - 
 
- No... Oh Dio! - Sua madre urlò in preda al panico - Ora sono preoccupata anche io. Non sta bene e... Ho paura che abbia fatto qualcosa di stupido. Ho davvero paura -
 
- Paura di cosa, signora Hanji? -
 
- Ho paura che abbia cercato un modo per smettere di soffrire -
 
- Signora... Stiamo parlando di Hanji. Sta benissimo e sprizza gioia da tutti i pori. Non se lo ricorda? -
 
- E' sempre stata così, ma le cose sono cambiate - Disse con una certa tristezza nella voce.
 
- L'ho vista proprio ieri. Sta bene, non si preoccupi -
 
- Le cose non stanno più così -
 
- Come sarebbe a dire? -
 
- Ha scoperto di avere il cancro -
 
- Di cosa sta parlando? Hanji ha fatto tutte le analisi, mi ha detto che era tutto a posto... -
 
- Penso che abbia voluto risparmiarti la notizia - Speculò - Me lo ha detto oggi -
 
- E' grave? - Chiese Petra con le lacrime agli occhi.
 
- Purtroppo sì. E' già in fase terminale, non si può fare più niente -
 
- Vuole dire che la mia migliore amica sta per morire? - Chiese piangendo dall'altro capo della cornetta.
 
- Sì... -
 
- Ma... Perché? Perché non me lo ha detto..? Dobbiamo trovarla -
 
- Stai calma, Petra. Non c'è bisogno che ti agiti anche tu - Le ordinò sua madre.
 
- D'accordo. Arrivo appena posso -
 
 
 
 
              *  *  *
 
 
 
 
- Merda! Devo andare! - Eclamò Hanji guardando preoccupata l'orologio.
 
Si alzò dal divano, abbandonando il comodo petto di Levi sul quale era appoggiata da ore a parlare.
 
- Devi proprio? - Chiese Levi, trattenendola per un braccio.
 
- Come? -
 
- Sei riuscita a confondermi -
 
- Haha, mi capita spesso di lasciare le persone confuse - scherzò beffardamente. 
 
- Dico sul serio Hanji. Quello che mi hai detto prima... Possiamo parlarne prima che tu vada? -
 
- Ho detto che devo andare! Possiamo parlarne in un altro momento, tanto sai dove abito... Puoi venire a monitorare i miei progressi verso la morte quando vuoi - Scherzò.
 
- Non dovresti scherzare su queste cose - La voce di Levi sembrava delusa.
 
- Ciao, Levi -  
 
- Aspetta - La trattenne di nuovo e lei si voltò.
 
- Cosa c'è? -
 
- Esci con me stasera - Disse avvicinandosi a lei.
 
- Devo andare -
 
- Resta -
 
- Vuoi che mi metta a pregarti? - Urlò Hanji, senza capire nemmeno bene il motivo per cui lo stava trattando così bruscamente - Lasciami -
 
E Levi la lasciò andare.
 
Una volta fuori dalla porta, Hanji si appoggiò alla parete e fece un lungo sospiro e socchiuse gli occhi per sforzarsi di non piangere.
Quello che stava provando la faceva sentire spaesata. Si chiese cosa fosse cambiato così all'improvviso.
Che provasse davvero qualcosa per lui?
 
- Hanji! -
 
Poteva riconoscere ovunque quella voce. Petra la assalì alle spalle.
 
- Dove cavolo eri? - Strillò preoccupata.
 
In quello stesso istante, sia Levi che sua madre apparvero fuori dalle rispettive porte, attirati dalle urla di Petra.
 
- Cos'è successo? - Chiese Levi.
 
- Zoe! Dove sei stata? - Urlò sua madre abbracciandola così forte da farle male.
 
- Ero... Qui di fronte. A casa di Levi... Sono andata a riprendere il mio cellulare e tra una chiacchiera e l'altra mi è sfuggita l'ora -
 
- Hanji - Petra la abbracciò a sua volta.
 
- Ehi gente! Sto bene. Scusami Petra, ho dimenticato la cena a casa tua -
 
- Andiamo! - Quasi le ordinò sua madre.
 
- Tutto bene, Zoe? - Chiese Levi.
 
- Non sto certo meglio di te - Rispose seccamente.
 
- ... Ciao - Sussurrò lui richiudendo la porta dietro di sè.
 
 
 
Una volta dentro casa, Hanji si stupì nel vedere sua madre e Petra con un sorriso sornione stampato in faccia.
 
- Ti sei presa una cotta? Era ora! - Esclamò Petra.
 
- Lui è il mio medico. Non farti strane idee! - Borbottò Hanji dirigendosi nella sua camera, seguita a ruota dalla sua amica.
 
Petra chiuse la porta della stanza e si avvicinò ad Hanji.
 
- Perché non me l'hai detto? -
 
- Detto cosa? - Chiese con aria indifferente.
 
- Che non stai bene -
 
- Volevo, solo che non sapevo come fare... - Hanji si interruppe per un momento - Chi te l'ha detto? -
 
- Tua madre -
 
- Non aveva nessun diritto di farlo -
 
- Era preoccupata per te! Eri sparita nel nulla -
 
- Non ero andata da nessuna parte -
 
- Ah, parlare con te è impossibile! -
 
- Non è successo niente, cerchiamo di lasciarci questa storia alle spalle - Rispose con una scrollata di spalle.
 
- E tu... Tu come stai? - Chiese Petra, dopo aver preso un lungo sospiro.
 
- Mh, sto morendo -
 
- Non scherzare su questa cosa! Non è divertente. Tu non morirai, io non ti lascerò morire -
 
- Smettila, Petra. Non c'è niente che tu possa fare - Rispose Hanji scrollando la testa rassegnata.
 
- PERCHE' NON PUOI LOTTARE PER LA TUA VITA? Sei una dannata egoista! - E, dopo aver gridato quelle parole, Petra uscì sbattendo la porta con rabbia.
 
Hanji voleva qualcuno con cui parlare. Restò coricata a letto pensando a Maria, sperando che arrivasse nell'istante in cui le aveva pensato.
Ma Maria non arrivò.
Hanji chiuse gli occhi per concentrarsi meglio sui suoi pensieri, ma niente, nessuna apparizione.
 
- Aveva detto che sarebbe comparsa ogni volta che avessi avuto bisogno di lei... - Mormorò.
 
Dopo aver riformulato ancora quel pensiero, Hanji si addormentò.
 
 
 
 
                                         *  *  *
 
 
 
 
Era già mattina tardi quando si svegliò.
Non appena schiuse le finestre il sole invase la stanza e i riflessi caldi le toccarono la pelle.
Quel giorno aveva dei piani. Aveva bisogno di essere ottimista. Non l'ottimismo della serie "io credo nei miracoli", quella era solo stupidità. L'ottimismo di cui aveva bisogno lei era semplicemente vedere il lato buono delle disgrazie.
Prima della sua morte avrebbe sfruttato al meglio il tempo che le sarebbe rimasto.
E Hanji sapeva da dove cominciare.
Compose il numero di Levi sulla tastiera del cellulare. 
La linea però era occupata.
Nessun problema, lo avrebbe richiamato più tardi.
 
Infine decise di chiamare Petra.
 
- Sì? -
 
- Ciao Petra. Va tutto bene? -
 
- Sì. E tu? -
 
- Tutto bene -
 
- E' successo qualcosa? - Le chiese preoccupata.
 
- Io... Mi dispiace se sono stata così fredda -
 
- Non fa niente -
 
- Potresti aiutarmi? -
 
- A fare cosa? -
 
- Vorrei cambiare stile -
 
- Cosa? Stai scherzando? -
 
- No - Rispose imbarazzata cercando di non pensare alla probabile espressione divertita di Petra. 
 
- D'accordo! Ci troviamo in centro tra un'ora? -
 
- Andata - Hanji riattaccò, cercando di farsi forza ed entrando in cucina con il sorriso sulle labbra.
 
Sua madre era ai fornelli e stava preparando il caffè.
 
- Buongiorno tesoro -
 
- Buongiorno! - Esclamò allegramente, sistemandosi gli occhiali sul naso.
 
- Quanta gioia. Mi sono persa qualcosa? -
 
- No - Sorrise - Dov'è papà? -
 
- E' tornato a casa per prendermi qualche cambio d'abito -
 
- Ti fermi qui? -
 
- Ti dispiace? - Le chiese titubante.
 
- No, affatto - Rispose con un sorriso, baciandola poi affettuosamente.
 
- Dove stai andando? -
 
- Vado a fare un po' di shopping con Petra. A più tardi! - Canticchiò uscendo dalla porta di casa.
 
- S-Shopping? - Ripetè sua madre allibita, sospettando che quella in realtà non fosse sua figlia.
 
 
                                         *  *  *
 
 
Quando Hanji uscì sul pianerottolo, Levi stava rientrando in casa. Sembrava distrutto; la guardò per un attimo ma poi si voltò di nuovo verso la porta di casa sua quando vide che era lei.
 
Hanji gli sorrise allegramente.
 
- Ciao -
 
- Ciao - Rispose freddo, guardandola con la coda dell'occhio - Sei bipolare? -
 
Lei rise ancora.
 
- Ho provato a chiamarti - Disse, ignorando la sua domanda.
 
- Avevo il telefono scarico. Ho appena finito un turno -
 
- Oh, capisco... -
 
- Sei libera oggi? - Le chiese.
 
- A che orario pensavi? -
 
- Pensavo per l'ora di pranzo -
 
- Ho degli impegni, mi dispiace -
 
- D'accordo... Allora alla prossima -
 
Hanji lo salutò ed entrò in ascensore, confusa ancora una volta.
 
 
 
 
 
Ecco l'illustrazione di questo capitolo, anche se non ne vado molto fiera XD
http://gunpowderlove.tumblr.com/post/93247004060/i-dont-like-this-so-much-p

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Bacio ***


- Allora ti piacciono i vestiti? -  Chiese Petra.
 
- Ehm... Sì, sono belli. Ma non credo siano il mio genere. E le lenti a contatto mi prudono un sacco - Disse Hanji lisciandosi imbarazzata le pieghe del vestito.
 
- Tu non hai un genere. Quando ti vesti bene al massimo sembri uscita da un video di Rick Grimes - Ridacchiò Petra.
 
- Spero che la granita ti vada di traverso - Disse borbottando.
 
- Avanti, stai benissimo - La spinse affettuosamente - Li metterai almeno, vero? -
 
- Ci proverò - Rispose con una scrollata di spalle - Dove andiamo ora? -
 
- Parrucchiere? - Propose Petra roteando gli occhi al suo improvviso cambio di argomento.
 
- Ho bisogno anche di quello? - Chiese Hanji esterefatta.
 
- Direi di sì, sono tutti crespi. Li tocchiamo il minimo necessario, ok? -
 
Hanji non amava l'idea, ma si limitò a scrollare ancora le spalle. Dopotutto non aveva mai prestato particolare attenzione ai suoi capelli, perciò non aveva bisogno di iniziare a farlo ora.
 
- Solo un piccolo taglio? -
 
- Sì, solo un po' -
 
 
 
 
    ***
 
 
 
 
Erano quasi le cinque del pomeriggio quando Hanji arrivò a casa. I suoi genitori erano seduti sul divano a guardare qualcosa in tv.
Li salutò e si diresse verso la sua camera. Pochi minuti dopo sua madre bussò e fece capolino nella sua stanza.
 
- Sì? -
 
- Il ragazzo che abita qui di fronte è passato a chiedere di te -
 
- Levi è stato qui? - Esclamò Hanji strabuzzando gli occhi.
 
- Ha pranzato con me e tuo padre. E' meraviglioso -
 
- E' il mio medico, mamma - Disse seria rispondendo al sorrisetto di sua madre.
 
- Davvero? Allora non fartelo scappare! - Rise sua madre.
 
- Oh smettila, ti prego! -
 
- Piuttosto, cos'hai fatto ai capelli? - Le chiese passandole una mano tra i capelli, leggermente più corti.
 
- Non ti piacciono? -
 
- No, stanno bene più corti. Non trovi?  -
 
- Io non credo, ma i capelli ricrescono - Hanji rispose indifferente - Di cosa avete parlato? - Chiese tornando al tema "Levi a casa mia".
 
- Un po' di tuttto -
 
- Anche della mia malattia? -
 
- Per lui sei perfetta. Lo ha detto più di una volta -
 
- Davvero lo ha detto? - Chiese imbarazzata.
 
- L'ha detto - 
 
Hanji fece una risata stupida e si morse le labbra.
 
- Ti piace - Sua madre sentenziò il verdetto.
 
- Niente affatto! -
 
- Come no. Il fatto che sei sulla difensiva dimostra il contrario - Rise ancora - Vai -
 
 
 
    ***
 
 
 
- Dove sei stata tutto il giorno? - Chiese Auruo.
 
- Con Hanji -
 
- Siamo sposati, ma passi la maggior parte del tempo via. Ti preoccupi troppo per la tua amica, dopotutto aspetti un bambino, Petra -
 
- Tu sei tutto per me - Disse Petra appoggiandosi la mano sul ventre - Ma Hanji è sempre stata come una sorella per me -
 
- D'accordo, ma non puoi preoccuparti per lei stando a casa? -
 
- No. Non puoi andare un tantino oltre il tuo egoismo? Anche solo per un istante? -  Urlò - Hanji sta morendo, e tu non riesci nemmeno a farti uno scrupolo! -
 
- I-io, Petra... Io non lo sapevo. Giuro che non... -
 
- Vaffanculo Auruo - 
 
E Petra se ne andò, lasciandolo solo.
 
 
 
 
    ***
 
 
 
- Mamma? - Chiese Hanji.
 
- Sì? -
 
- Non mangio stasera, ok? -
 
- D'accordo - Sua madre poi alzò un sopracciglio - Stai andando lì? -
 
- Sì - Borbottò imbarazzata e se ne andò in fretta.
 
 
 
Bussò alla porta di Levi, il quale arrivò subito dopo.
 
- Ti aspettavo - Le disse con un bacio sulla guancia a sorpresa - Niente occhiali? -
 
- Da molto? - Farfugliò lei grattandosi imbarazzata sul ponte del naso, dove fino a poche ora prima erano appoggiati i suoi occhiali.
 
- Da un'eternità -
 
- Per caso stai flirtando con me? - Chiese Hanji inarcando un sopracciglio.
 
- Perché? Funziona? -
 
Hanji rise e si appoggiò alla porta.
 
- Hai chiesto a mia madre di farmi venire qui, che c'è? - 
 
- Diciamo che era più un ordine. Voglio uscire con te -
 
- E dove vorresti andare? -
 
- Ce ne andiamo in centro? Magari mangiamo qualcosa - Disse facendo un cenno con la testa e porgendole la mano.
 
Hanji esitò per un attimo ma poi la prese e iniziarono a camminare fianco a fianco.
 
- Allora, cosa mi racconti? - Hanji riuscì a balbettare dopo qualche minuto.
 
- Sono pazzo di te - Disse Levi, costringendola a voltarsi verso di lui.
 
- Impossibile - Gli rispose guardando altrove.
 
- Sì invece -
 
- Sono una tua paziente - Gli ricordò.
 
- Lo so. Ma da quando ti ho visto la prima volta in ascensore mi sei piaciuta fin da subito - Si interruppe un attimo - Normalmente non sono così diretto, ma quando mi hai detto della tua situazione ho pensato di non dover perdere tempo -
 
Mentre Levi parlava, Hanji pensò intensamente a Maria, aveva bisogno di qualcuno su cui fare affidamento in una situazione del genere. Tuttavia, Maria non arrivò.
 
- Torniamo indietro - Chiese tagliando la conversazione - Fa troppo freddo qui -
 
Levi si bloccò, la guardò e sospirò rumorosamente.
 
- Non funzionerà per sempre, Zoe -
 
E, in silenzio, tornarono verso il palazzo.
Nel corridoio del condominio, Levi si fermò a guardarla non appena raggiunsero le porte delle rispettive case.
 
- Davvero non vuoi darmi neanche una possibilità? - Chiese avvicinandosi a lei, facendola indietreggiare sempre di più contro il muro.
 
- Ho bisogno di pensarci un po' -
 
- Posso almeno baciarti? -
 
Hanji lo fissò con gli occhi sgranati. Si fermò a guardare i suoi capelli scuri, i denti perfetti, le sue labbra... Voleva dire qualcosa ma non riusciva e, prima che potesse fare qualunque cosa lui le si avvicinò e... La sua bocca si posò delicatamente sulla sua.
 
- Non mancare alla visita di cotnrollo, domani - Le sussurrò prima di allontanarsi da lei e rientrare in casa sua.
 
 
Hanji rimase per qualche minuto appoggiata alla parete, spaesata dal comportamento di Levi e dal suo bacio così... Meraviglioso.
 
Rientrò in casa e fu accolta dallo sguardo sorpreso di sua madre.
 
- Sei già tornata? -
 
- Sì, buonanotte. Vado a dormire, domani mattina presto ho una visita in ospedale - Disse incammiandosi verso la sua stanza, seguita a ruota da sua madre per il suo solito interrogatorio.
 
- Figlia - La chiamò suo padre -
 
- Sì? -
 
- Il tuo medico è competente? -
 
- Certo, puoi scommetterci -
 
- Tesoro, il suo medico è Levi - Disse sua madre ridendo.
 
- E' un medico? -
 
- Sì - Borbottò Hanji prima di scappare in camera sua.
 
Si stese sul letto pensando a Maria e desiderando tanto che lei fosse lì. Non capiva perché lei fosse scomparsa.
E così, ancora una volta, si addormentò.
 
 
 
    *  *  *
 
 
 
Erano le undici di mattina quando Hanji si svegliò di colpo. Corse in bagno e si inginocchiò accanto alla toilette. Pensava che non avrebbe mai più smesso di vomitare.
 
Quando si fermò, fece una doccia e, dopo essersi preparata, uscì in soggiorno.
 
- Che ore sono? - Chiese a sua madre che stava uscendo.
 
- Quasi mezzogiorno -
 
- Ho perso tutta la mattina! - E non solo, anche la visita - Ehm... Stai uscendo? -
 
- Sì, sto andando a fare la spesa. Vuoi qualcosa? -
 
- Tanta cioccolata - Chiese con la faccia imbronciata.
 
Sua madre la abbracciò e se ne andò. Hanji si sedette sul divano, sperando che quel maledetto dolore sparisse in fretta. 
 
 
 
 
Ecco l'illustrazione di questo ennesimo capitolo, spero che la storia vi stia piacendo ^^
http://gunpowderlove.tumblr.com/post/94385032885/hanji-without-glasses-xd

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** E' morto un gatto nero ***


Hanji non poteva crederci. Non poteva credere di avere a che fare per l'ennesima volta con la morte.
Quel pensiero non riusciva a lasciarla stare mentre guardava da lontano il cadavere di Tuttle, un gatto che girovagava nel palazzo a cui si era affezionata e del quale aveva finito per prendersi cura.
E ora perché quel gatto le stava facendo venire in mente Levi? Oh, forse perché lo stava evitando da mesi, ed erano parecchi giorni che Hanji non vedeva quel gattino. In un certo senso, avevano qualcosa in comune.
Andò verso l'androne delle scale e gelò quando vide il gatto accasciato sul pavimento con dei vermi disseminati lungo il corpo. C'era del sangue vicino al collo.
Il suo stomaco, che negli ultimi tempi era parecchio suscettibile, gorgogliò quasi automaticamente. La morte sembrava essere presente ovunque intorno a lei da quando aveva scoperto di essere malata. Che stesse in agguato in attesa del suo momento?
 
Non riuscì ad avvicinarsi a Tuttle per portarlo via, sentiva che altrimenti non avrebbe potuto evitare di vomitare. Corse in fretta su per le scale fino al suo appartamento e si stese sul letto, in modo da poter essere vicino al gabinetto in caso di emergenza.
Dopo essersi ripresa, Hanji notò una presenza nella stanza.
 
- Maria? - Disse alzandosi sul materasso - Dove sei stata? Ti ho pensato così tanto negli ultimi mesi - Hanji si stropicciò gli occhi cercano ancora di capire se quella donna fosse reale o una sorta di spirito.
 
- Lo so - Rispose lei semplicemente - E no, non sono un fantasma - Disse sorridendo.
 
- E perché non sei venuta prima? -
 
- Non puoi vedermi se pensi a me fisicamente - 
 
- E io ho pensato a te in quel modo? - Hanji era confusa
 
- Hai bisogno di parlarmi, giusto? - Rispose con un'altra domanda.
 
- Sì, a proposito del mio medico -
 
- Perchè vuoi parlarne? - Il tono di Maria era neutro.
 
- Perché quando parlo posso organizzare meglio le idee -
 
- Ma tu conosci già le risposte, cara. Sai che ti desidera come nessun altro -
 
- Io... Non posso fargli questo - Mormorò abbassando lo sguardo.
 
- Non puoi fare cosa? -
 
Improvvisamente il rumore ripetitivo del campanello invase il canale uditivo di Hanji e, per farlo smettere, corse immediatamente ad aprire la porta.
 
- Levi? - Hanji chiese confusa non appena lo vide - Vattene! - 
 
Levi infilò il piede tra la fessura della porta e la riaprì.
 
- Devo parlarti -
 
- Non ora, stavo parlando con una persona, ma lei scompare sempre appena c'è qualcuno - Poi si interruppe per un istante - Sono sicura che se ne sia andata - Disse tornando in camera sua per controllare.
 
- Chi se ne è andato? - Levi e Maria dissero la stessa frase nello stesso momento.
 
- Non c'è nessuno qui - Continuò Levi.
 
- Lei è proprio lì. Si chiama Maria - Hanji rispose puntando un dito verso l'anziana signora.
 
- Qui ci sei solo tu, Hanji - Ribadì Levi.
 
- No non è vero -
 
- Sì invece -
 
Hanji infine si rese conto che Maria altro non era che un'allucinazione e, un momento dopo, Maria era nuovamente scomparsa.
 
- Io... Sì, sono sola. Che sciocca! - Disse nervosamente cercando di sdrammatizzare - Che cosa volevi dirmi? -
 
- Se non vuoi cambiare idea su di me non importa, ma volevo dirti di tornare almeno in ospedale. Ti ho anche cambiato medico, manchi alle visite da tre mesi - Disse contraendo la mascella.
 
- Ho... Perso tempo -
 
- Forse sarebbe meglio evitare - Levi rispose lasciando cadere le spalle con un sospiro.
 
- Ormai è successo - Disse avvicinandosi a lui.
 
- Come stai? - Chiese Levi quando furono abbastanza vicini.
 
- Non molto bene -
 
- Vomiti spesso? -
 
- Anche troppo - Hanji rispose dopo un attimo di esitazione.
 
- Non perdere gli appuntamenti - Disse passando le dita tra i suoi capelli - Per favore - I suoi occhi infine incontrarono quelli lucidi di Hanji.
 
- ...Non voglio più perdere tempo - Afferrò il volto di Levi con entrambe le mani e a un tratto iniziò a tremare; il suo corpo sembrava non voler più obbedire ai suoi comandi - Mi dispiace... - Sussurrò mentre Levi si avvicinava a lei con la bocca leggermente aperta.
 
Poi Hanji si ricordò del gatto.
 
- C'è un gatto morto qui! - Disse  guardando verso la porta aperta che dava sulle scale del palazzo.
 
- Tempismo eccellente - La prese  in giro.
 
- Dico sul serio, Il mio gatto è morto. Anche se in realtà credo che Tuttle sia stato ucciso -
 
- Ok, il tuo gatto si chiamava Tuttle? - Chiese e Hanji annuì - Non è stato ucciso, Hanji. Con un nome del genere si dev'essere sicuramente suicidato -
 
Hanji gli diede uno schiaffo sul braccio mentre Levi sorrideva.
 
- Hai dei guanti e un sacco della spazzatura? - Chiese lui prendendo un lungo respiro.
 
- Sì -
 
- Se me li prendi, ci penso io -
 
Hanji diede a Levi ciò che aveva chiesto e lo accompagnò alla porta, lasciandola socchiusa in modo da permettergli di rientrare. Infine si diresse di nuovo nella sua stanza e chiuse la porta, non voleva vedere ne sentire nulla mentre lo faceva.
 
Dopo un quarto d'ora, Levi rientrò in casa e bussò alla porta della sua stanza.
 
- Posso entrare? -
 
- Hai fatto presto - Hanji sorrise e lo invitò ad entrare.
 
- Volevo continuare dal punto in cui ci eravamo interrotti - Disse avvicinandosi pericolosamente.
 
- Perché? Dove eravamo rimasti? - Rispose ridacchiando.
 
Levi la prese per la vita e le accarezzò il collo. Schiuse le labbra sulle sue in un sottile ma devastante bacio e, non appena Hanji rispose... Il campanello suonò.
 
- Hai intenzione di andare? - Le chiese.
 
- Sì -
 
- Non farlo -
 
- Potrebbe essere importante -
 
- E io potrei legarti - Disse Levi non appena il campanello suonò di nuovo, insistente.
 
Levi guardò Hanji e, attirandola verso di lui, riprese a baciarla. Le loro labbra si toccarono, non c'era molta voglia di resistere. Il bacio era appassionato, lento, lungo...
Hanji era davvero pazza di lui, alla fine aveva dovuto ammetterlo definitivamente a se stessa.
 
- Levi? - Chiese non appena ebbe l'occasione tra un bacio e l'altro.
 
- Sì? -
 
- Anche io sono pazza di te -
 
- Ci speravo - Le sussurrò sorridendo lievemente.
 
Poi Hanji sentì le mani di Levi sollevarla e prenderla in braccio.
 
- C-cosa stai facendo? Levi! - Non sapeva cosa fare mentre lui la spingeva sul letto.
 
Infine le sue mani scivolarono intorno al collo di Levi, seppellendo le dita tra i suoi capelli neri e attirando la  sua testa verso di lei in modo da toccare le labbra con le sue. Levi baciava e mordeva la sua pelle, sovrastandola col suo corpo. 
Levi stava accarezzando la schiena di Hanji sotto il maglione quando i due sentirono la porta della camera aprirsi.
 
- Zoe? ... Levi? -
 
- M-mamma? - Balbettò Hanji non appena vide la testa di sua madre fare capolino dalla porta, leggermente scioccata.
 
- Oddio, mi dispiace! Pensavo che Zoe fosse in casa da sola - Si scusò la donna.
 
- Non preoccuparti mamma - Disse Hanji sedendosi sul letto e sistemandosi i capelli - Non è successo niente -
 
- Ciao, Levi -
 
- Buonasera signora - Levi inclinò leggermente la testa per salutarla, poi rivolse lo sguardo su Hanji - Sua figlia manca alle visite di controllo da mesi, lo sa? -
 
- Lascia perdere - Hanji cercò di zittirlo con una pacca sul braccio e guardò sua madre - Mamma, Tuttle è morto -
 
- Grazie al cielo, lo odiavo quel gatto, che Dio mi perdoni! - 
 
Levi non riuscì a trattenere una risata davanti alla faccia stupita di Hanji.
 
- Vi va una tazza di té? - Chiese sua madre.
 
- Sì grazie - Hanji si rivolse poi a Levi - Tu? -
 
- Volentieri -
 
- Vado a prepararlo - La donna poi uscì dalla camera trascinando la porta dietro di lei.
 
- Grazie! - Hanji urlò alla porta chiusa, gettandosi poi su Levi e facendo ricadere entrambi sul letto - E' bello averti qui - Confessò.
 
- E' bello essere qui con te - 
 
 
 
Illustrazione del capitoletto ^^
http://gunpowderlove.tumblr.com/post/96791847725/lovely-3
 
 
 
Contiuo a sperare che questa storia un po' triste vi piaccia e spero di sentire le vostre opinioni!

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Buone notizie ***


- Levi? - Hanji lo chiamò dopo un lungo momento di silenzio.

- Sì? - Rispose stringendola più forte tra le sue braccia mentre erano stesi sul letto.

- Cosa succederà se mi innamoro di te? -

- Io sono già innamorato di te -

- E se ti amo anch'io? -

- Ti amerò il doppio -

- Non voglio amarti - Hanji seppellì il viso nel suo petto.

- E perché no? - 

- Perché io morirò. Non voglio pensare di non averti più - Sussurrò stringendosi contro di lui.

- Non pensarci -

- E' così ingiusto... -

- Calmati -

- ... Come? - Chiese, anche se non voleva saperne di farlo.

- Non dobbiamo pensarci oggi -

- Ma dovremo parlarne prima o poi -

- Sì ma non ora, Hanji -

- Sai che non tornerò a curarmi, vero? - Chiese.

- A dire la verità pensavo che avresti combattuto per la tua vita - Disse un po' più serio.

- Lottare richiede molto tempo. E io ho bisogno di realizzare ancora delle cose -

- Sarò sempre al tuo fianco - Rispose con un sospiro dopo un lungo momento di silenzio.

- Fino alla fine? - Mormorò abbracciandolo.

- Anche oltre -

- Grazie - Sorrise.

- Per cosa? -

- Per essere qui -

- Ci sarò sempre -

- Levi! - Urlò improvvisamente sorridendo.

- Hanji? -

- Ehm... - Lo guardò; avrebbe voluto dirgli che lo amava ma esitò, forse non era ancora il momento giusto - Credo che mia madre abbia appena fatto dei dolci. Vieni di là con me? Ne ho una voglia matta - Disse.

- Certo - Rispose lui tirandola su dal letto e accompagnandola mano nella mano.




    *    *    *



- Hanji? -

- Ciao Petra. Tutto bene? - Rispose Hanji al telefono mentre con l'altra mano reggeva un brownies mezzo mangiato.

- Sì, e tu? -

- Io sto alla grande -

- Com'è andata la giornata? - Chiese Petra.

- Fantastica - Rispose Hanji tirando un altro morso al dolcetto e dando uno sguardo a Levi che parlava con sua madre - Come vanno le cose con Auruo? -

- Piuttosto bene - Mentì Petra - Vieni a trovarmi? -

- Ora? -

- Sì, volevo parlare un po' con te - Petra esitò - Sei occupata? -

- Ho appena finito di mangiare con mia madre e Levi -

- Vorrei venire lì, ma Auruo non vuole che esca -

- Quell'idiota... - Sputò Hanji.

- Allora, come vanno le cose con Levi? E' da un mese che state insieme e ancora non mi hai detto nulla! -

- Riaggancia - Disse ridendo - Vengo da te -

- Ok! -

Hanji riagganciò la cornetta e si diresse verso la porta.

- Chi era, figlia? - Chiese sua madre.

- Petra, mi ha chiesto di andare a casa sua -

- E ci stai andando ora? - Chiese Levi.

- Ehm... Sì. Puoi restare qui se non vuoi tornare a casa, credo che mia madre abbia un debole per te - Ridacchiò Hanji, preparandosi per uscire.

- Se vuoi vengo con te -

- Davvero? - Disse imbarazzata.

- Sì - Rispose Levi, passandole una mano intorno alla vita.

- Oh-ho! Le cose tra di voi si stanno facendo serie, eh? - Disse felicemente sua madre.

- Mamma... - La rimproverò Hanji.

- Arrivederci signora -

- Oh Levi, non essere così formale! -

- Ciao mamma - Borbottò in fretta Hanji imbarazzata




    *    *    *




- Che casa grande - Commentò Levi salendo i gradini che conducevano alla veranda della casa di Petra -

- Troppo grande. Glielo dico sempre -

- Ha dei figli? -

- No -

- E cosa ci fa allora con una casa così? -

- Una grossa prigione... - Mormorò Hanji tra se mentre bussava alla porta.

- Quanti anni ha Petra? - Chiese Levi appoggiandosi su un pilastro lì vicino.

- Ventisei -

- Sposata? -

- Sì, con un pezzo di merda. Ma io non posso mai dire nulla perché lei lo ama alla follia -

Levi sorrise e le si avvicinò per baciarla quando Petra si affacciò alla porta sorridendo.

- Finalmente! - Hanji urlò e sgusciò via dalle labbra di Levi.

Petra rise e abbracciò Hanji.

- Ah, ho portato Levi. Ti ricordi di lui vero? -

- Certo, il medico bomba - Rise - Non sapevo fosse anche la tua guardia del corpo - Disse notando la sua posa statica e seriosa accanto a Hanji.

- Io non lo sono - Sbuffò.

Petra guardò Hanji ed entrambe si misero a ridere.

- Vado a chiamare Auruo, non deve avervi sentito - Disse sparendo nella sala.

- Tu e la tua amica avete lo stesso senso dell'umorismo - Disse Levi una volta che furono soli.

- Oh avanti, era solo per rompere il silenzio - Disse ridendo. 

Petra tornò rapidamente con Auruo e lo lasciò davanti a Levi, prendendo poi Hanji per mano e trascinandola via con lei.

- Finalmente - Sospirò Petra non appena furono sole, poi guardò Hanji e alzò un sopracciglio - Allora ti piace -

- Non lo so - Disse Hanji - Forse è solo una cosa passeggerà - Mormorò Hanji cercando di restare vaga.

- Finalmente - Ridacchiò Petra.

- Sì.. In realtà mi piace, mi piace davvero tanto - Disse tornando seria.

- Era chiaro come il sole, Hanji... Gli piaci molto anche tu -

- ... Lo so -

- E allora cosa c'è che non va? Non sarà mica gay, vero?! - Petra la guardò confusa.

- C'è che non durerà. Finirà tutto presto -

- Ti proibisco di pensarci, Hanji - Disse Petra imperativa

- Beh se la metti così... Ci sono novità? - Chiese sforzandosi di sorridere.

- Sono incinta - Rispose Petra.

- Cosa? Davvero? Oh Dio! Questo è fantastico, meraviglioso! Sono davvero felice, Petra. Congratulazioni!! Io... Non so cosa dire -

Improvvisamente Petra iniziò a piangere.

- Grazie -

- Che succede, Petra? Non volevi avere un bambino? - Hanji chiese confusa e le asciugò le lacrime sul viso.

- E' che non penso sia il momento giusto per averne uno, non credi? -

- Oh, no. Io non lo credo affatto. Questo bambino non poteva capitare in un momento migliore. E poi riscirò a conoscerlo, non preoccuparti -

- ... Tu morirari prima, vero? - Petra ricominciò a piangere.

Hanji deglutì, abbassò lo sguardo e respinse le lacrime.

- Sì, sto per morire - Disse abbracciando la sua amica -






Nota ^^
illustrazione anche di questo capitolo dal mio blog e proveniente amorevolmente dalle mie mani ;)
http://gunpowderlove.tumblr.com/post/99017157690/sleeping-time-3

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Questo vuol dire guerra ***


- Non voglio! - Petra singhiozzava rannicchiata sul grembo di Hanji, quasi in posizione fetale.
 
- Petra... - Hanji cercò di trattenere le lacrime - Morirò, sì. Ma è il corso della vita, tocca a tutti prima o poi. Io... sono solo nel corso avanzato - Disse cercando di fare un po' di ironia, poi prese il viso dell'amica e lo accarezzò - Questo non interferirà con la tua vita, e poi ora sono ancora qui -
 
- E quando non ci sarai più? -
 
- Ma io ci sono ancora, e ora abbracciami -
 
- Ti voglio bene - Disse aggrappandosi a lei e abbracciandola forte.
 
- Ti voglio bene anch'io. Non avrei potuto avere un'amica migliore di te -
 
- Che dici, torniamo di là o continuiamo il festival delle lacrime? - Fece Petra sorridendo.
 
- Torniamo, non vorrei che Levi potesse fare del male al tuo stupido fidanzato -
 
Petra la guardò di traverso e le diede uno schiaffo.
 
Rientrarono in salotto e videro i loro rispettivi uomini seduti uno di fronte all'altro. Auruo sembrava piuttosto a disagio mentre Levi era a braccia incrociate e lo fissava con il suo volto inespressivo.
 
Hanji dovette trattenere una risata.
 
- Ah, sei tornata! - Esclamò Auruo andando verso Petra, notevolmente sollevato.
 
- Andiamo? - Le chiese Levi, accarezzandole la schiena.
 
- Sì -
 
- Fermatevi per cena - Li invitò Petra.
 
- Ci piacerebbe ma... Abbiamo altro da fare -
 
- Davvero? - Levi la guardò sorpreso.
 
- Sì - Hanji annuì sorridendo.
 
Si salutarono e tornarono in macchina per andare a casa. Arrivati davanti alla porta dei rispettivi appartementi, Levi la guardò preoccupato.
 
- Tutto bene? - Chiese - Sei stata in silenzio per tutto il viaggio... Hanji?! -
 
- C-cosa? - Rispose, riscuotendosi dai suoi pensieri.
 
- Stai bene? -
 
- Sì -
 
- Sicura? -
 
- Sì, sto bene -
 
- Va bene... - Disse sospettoso - Ti accompgno a casa? -
 
- In realtà pensavo di stare un po' da te -
 
Levi le aprì la porta e la lasciò entrare.
 
- Fai come se fossi a casa tua -
 
- Grazie - Sorrise togliendosi le scarpe e sedendosi sul divano.
 
- Affamata? -
 
- Sì - 
 
- Vuoi aiutarmi a preparare la cena? -
 
- Sai cucinare?! - Chiese sorpresa.
 
- T-tu non sai farlo? - Levi chiese allarmato.
 
- No. Sono un disastro! -
 
- Beh... Se prometti di non pasticciare ovunque, puoi darmi una mano -
 
- Ma certo - Disse alzandosi in piedi - Da dove comincio? -
 
- Per prima cosa, lavati le mani - Disse guardandola ombroso.
 
- Ai suoi ordini, dottore delle pulizie - Rispose ridacchiando mentre si avvicinava al lavandino.
 
- Ora taglia la cipolla - Levi sembrava quasi allarmato.
 
- Dici sul serio? -
 
- Sì -
 
- Cipolla? -
 
- Sì -
 
- E a cosa ti serve? - Chiese mentre iniziava a pelarla.
 
- A fare il sugo per la pasta -
 
- E hai proprio bisogno della cipolla per farlo? - Rispose arricciando il naso e strizzando gli occhi ad ogni coltellata sferrata sull'ortaggio.
 
- Naturalmente. Oddio! - Esclamò allibito mentre vedeva il modo in cui la tagliava - Sul serio non sai nemmeno tagliare una cipolla?! Lascia, ti faccio vedere io -
 
Levi mise la pentola con l'acqua sul fuoco e si mise alle spalle di Hanji, afferrandole le mani e mostrandogli come fare. Non era una scena romantica cliché da film, sembrava più qualcosa alla Gordon Ramsay in cucine da incubo.
 
- Meglio ora? - Chiese Hanji preoccupata mentre continuava a tagliare.
 
- Sì, grazie al cielo -
 
- Fai anche il dolce? - Hanji gli diede un bacio di sfuggita sulla guancia e Levi sospirò, addolcendo un po' il suo tono.
 
- Quando finisco la pasta preparo il budino. Va bene? -
 
- Adoro il budino - Disse sorridendo.
 
- Perfetto -
 
Hanji improvvisamente smise di tagliare e si sedette sullo sgabello. Sentì un dolore acuto ed ebbe una voglia matta di vomitare.
 
- ... Levi? -
 
- Sì? -
 
- Dov'è il bagno? -
 
-Perché? - Chiese inarcando un sopracciglio.
 
- Perché devo usarlo, scemo! - Ridacchiò.
 
- Stai bene? Sei pallida... -
 
- Sì, sto bene - Mentì cercando di non farlo preoccupare.
 
- In fondo al corridoio a sinistra -
 
- Grazie - Rispose camminando di fretta.
 
Dopo un paio di minuti, Levi iniziò a preoccuparsi. Spense il fuoco e andò a controllare Hanji. Lei non era in bagno.
In compenso, la porta della sua camera era aperta e Levi la trovò stesa sul suo letto.
 
- Hanji... -
 
- Eilà - Rispose semplicemente.
 
- Vuoi che ti dia un'occhiata? Sono pur sempre un medico -
 
- Sto bene, davvero -
 
- Ho finito il primo. Se vuoi venire di là sto preparando il dolce -
 
- Fantastico, arrivo -
 
- Ok -
 
Levi uscì dalla stanza e Hanji si alzò poco dopo. Le vertigini ora erano passate. Stava per uscire quando sentì una voce nella stanza chiamarla.
 
- ... Maria? - Hanji si voltò, immaginando già chi fosse.
 
- Ciao, Zoe -
 
- Perché sei qui? -
 
- Hai pensato a me - Disse convinta.
 
- Ora? -
 
- Un po' di tempo fa -
 
- E hai pensato di presentarti solo adesso? -
 
- Ho aspettato che fossi sola - Si giustificò la donna.
 
- Perché non mi hai detto che solo io posso vederti? -
 
- Pensavo lo avessi capito da sola -
 
- Tu... Sei solo una visione causata dal tumore, vero? -
 
Maria annuì lentamente.
 
- Fantastico - Hanji disse sarcastica - Non è un buon momento per parlare -
 
Hanji si alzò e se ne andò dalla camera per raggiungere Levi.
 
- Parlavi con qualcuno? - Chiese Levi porgendole gli ingredienti dalla credenza.
 
- Ha chiamato mia madre - Mentì.
 
- Ah, ok. Vieni, prepariamo il budino -
 
- Certo -
 
Hanji vide Maria lasciare la camera di Levi, camminare in salotto e alla fine attraversare la porta d'ingresso senza senza aprirla. Rabbrividì. 
 
- Hai visto un fantasma? - Le chiese Levi divertito notandola fissare la porta.
 
- Hahaha no, niente. Cosa devo fare questa volta? -
 
- Qualcosa di semplice: devi solo prendere le uova, romperle e mescolarle con la roba in questa ciotola -
 
- E tu invece cosa fai? -
 
- Io do gli ordini - Sentenziò sedendosi a braccia incrociate - E' inconcepibile che tu non sappia fare niente -
 
- Sei tu che la fai troppo tragica - Borbottò ridendo.
 
Levi non rispose e si mise a lavare i piatti che si erano accumulati nel lavandino cucinando.
Hanji era più che terribile; ruppe due uova, fece cadere un cucchiaio pieno di crema e, notando che Levi non l'aveva visto, lo ritirò su in fretta.
Prese un po' della crema pasticcera e, facendolo sembrare un incidente, ne schizzò un po' sulla faccia di Levi.
 
- Mi... Mi hai sporcato - Fece lui sconcertato.
 
- Scusa - Disse trattenendo una risata.
 
- Lo hai fatto apposta, vero? -
 
- No, giuro. E' stato un incidente - Rispose cercando di sembrare seria.
 
- Mh. Ok -
 
Levi finì di lavare i piatti e iniziò ad asciugarli. Hanji riprese di nuovo l'impasto e lo gettò ancora addosso a Levi, colpendogli i capelli.
Lui la guardò mantenendo la sua perenne espressione seriosa, andò verso il frigorifero e prese una lattina di panna montata. La versò sulla sua mano e poi la spalmò tranquillamente in fronte ad Hanji.
 
- Perché l'hai fatto?! - Hanji urlò mentre cercava di toglierla, finendo per sporcarsi di più.
 
- Hai iniziato tu -
 
- Allora vuoi la guerra -
 
- Non sarai tu a vincere -
 
Iniziarono a lanciarsi roba dolce a vicenda, finendo per sprecare tutti gli ingredienti del dessert. Quando Hanji finì l'impasto e Levi svuotò la lattina, entrambi sembravano usciti dal circo degli orrori.
 
- Ehm... Credo che dovremmo fare a meno del dolce - Ridacchiò guardandolo.
 
- Temo di sì. Probabilmente non sarebbe nemmeno stato buono, visto che lo hai fatto tu -
 
Hanji gli tirò uno schiaffo sul braccio e Levi iniziò a ridere.
 
- Penso di dover usare ancora il bagno - Ridacchiò buttandosi contro di lui per abbracciarlo.
 
- Vai pure, ti prendo qualche vestito di mia sorella -
 
- Grande! -
 
Levi andò in camera sua e tornò con dei vestiti e un asciugamano.
 
- Tieni, fai pure con calma - Disse porgendole la roba.
 
Levi tornò in cucina per ripulire il pasticcio che avevano combinato e, quando finì, tornò in camera sua per prendere un cambio anche per lui ma, con suo grande imbarazzo, trovò Hanji intenta a cambiarsi.
 
- Levi! -
 
- Oh, scusa... Mi dispiace... Pensavo fossi in bagno - Disse mettendosi una mano davanti agli occhi.
 
- Ah, tranquillo. Non serve che chiudi gli occhi, tanto ho finito - Disse ridendo - Vai pure a lavarti, io intanto do una pulita di là -
 
- Ci ho già penato io -
 
- Non mi hai aspettato? Ti avrei aiutato -
 
- Tranquilla, avresti fatto solo un altro pasticcio - Disse dandole un veloce bacio sulle labbra - Vado a lavarmi -
 
 
 
Nota dell'autrice ^^
Eilàààà!! Ciao a tutti!
Questa volta ho cercato di aggiornare davvero presto, con tutte queste recensioni e richieste, non ho potuto farne a meno XD
Spero non resterete delusi da questo capitolo relativamente "tranquillo" e, come sempre, ecco l'illustrazione (credo di avere un problema a disegnare la panna hahaha)
Attendo pareri e spero vi piaccia ^^
 
http://gunpowderlove.tumblr.com/post/99512287280/time-to-food-splatter-xd

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Un po' di intimità è un buon rimedio contro la depressione ***


Cenarono e Hanji si sorprese di quanto Levi fosse bravo a cucinare.

- Penso che dovrei andare a casa adesso - Disse Hanji, alzandosi.

- Di già? -

- E' già un po' tardi.. - Cercò di giustificarsi.

- Capisco. Domani ci vediamo? -

- Sì... Ah, Levi? -

- Sì? -

- Mi è piaciuto molto stare con te. E' stato... Indimenticabile - Disse imbarazzata.

Levi le sorrise e lei ricambiò, senza capire perché si vergognasse così tanto ad ammetterlo.

- La cosa è reciproca - Rispose lui - Ti accompagno in casa? - Chiese accompagnandola verso la porta.

- Penso che andrò a dormire. Non so se ho bisogno di aiuto per questo - Disse ridacchiando.

- Sicura? -

- No - Mormorò - Sarebbe bello se mi aiutassi a non aver paura di addormentarmi ogni maledetta notte - Tentò di dire scherzando.

- Resti a dormire qui? - Chiese tirandola verso di lui.

- Devo avvisare mia madre - Fece una smorfia.

- Quanti anni hai? - Chiese Levi, ridendo.

- Pensa che possa uccidermi da un momento all'altro - Sbuffò.

- Allora fai pure -

- ... Fatto - Disse mentre premeva rapidamente i tasti del cellulare.

Levi la baciò prima che potesse appoggiare il telefono. Fu un bacio lungo, lento, e completamente ricambiato.

- Ti amo - Le sussurrò tra un bacio e l'altro.

- Ti amo - Hanji lo strinse e lo baciò avidamente.

Il bacio diventò sempre più intenso. Levi la tirò con lui dentro l'appartamento e richiuse la porta.

- Levi? - Hanji cercò di parlare tra un bacio e l'altro.

- Se non vuoi capisco -

Hanji sorrise e mise un dito sulle sue labbra.

- Voglio. Voglio eccome... Ma non qui - Disse ridendo, facendogli notare che erano entrambi seduti sul divano del suo salotto.

- Sciocca - Rise e la tirò su dal suo grembo, spense le luci in sala e la portò in camera.

Ripresero a baciarsi e Hanji si arrampicò su di lui non appena notò che era molto eccitato.
Aveva finalmente deciso di avere la sua prima volta. Dopo molti anni era arrivato il momento.
Si tolse la camicia e lo baciò nuovamente mentre sentiva le mani di Levi muoversi sotto il tessuto e slacciarle il reggiseno. L'intimità la lasciò un po' goffa, ma non ebbe il tempo di concentrarsi su quel pensiero perché Levi invertì le posizioni e si mise sopra di lei. Si spogliò completamente e poi tornò a baciarla. Hanji gemette senza rendersene conto quando notò che erano entrambi nudi e che il momento era arrivato.

Levi la baciò con un'intensità senza precedenti e ogni tocco che ne seguì le provocò un enorme piacere, facendole dimenticare completamente tutte le sensazioni che stava provando.
Entrò, prima lentamente, poi alternando movimenti lenti e veloci che la fecero gemere. 
Quando Levi intensificò improvvisamente il ritmo Hanji non riuscì a trattenere le grida. Strinse con maggiore intensità il corpo di Levi mentre sentiva un'ondata di piacere invaderle il corpo e lui la baciò, soffocando i suoi gemiti mentre veniva a sua volta.

Ribadirono quell'esperienza svariate volte quella notte fino a quando, stremati, si adagiarono sul letto e presero sonno.




    *    *    *




Al mattino, Hanji si svegliò silenzisamente. Fece una doccia, si vestì e diede un bacio a Levi prima di tornare a casa. Sarebbe partita per l'Alaska abbastanza presto. Non poteva dirlo a Levi, non ne aveva il coraggio. 
Scrisse una lettera e la lasciò sul tavolo del salotto.

Non appena aprì la porta di casa, Hanji trovò sua madre ad aspettarla.

- Ciao figlia - La salutò.

- Giorno -

- Com'è andata la serata? - Chiese e Hanji inarcò un sopracciglio, seguito da un sorriso come risposta - Divertita? -

- Sì. E' stata fantastica -

- Era la prima volta? - Chiese incuriosita.

- Sì. Ed è stata meglio di quanto immaginassi - Disse ridendo al ricordo della sera prima.

- E lui come si è sentito ad essere il primo? -

- Non gliel'ho detto? -

- Perché no? - Chiese confusa.

- Avevo paura di quello che avrebbe potuto pensare -

- Ti ama, Zoe. Non sarebbe cambiato nulla - Sua madre le sorrise - Quindi ti ha fatto cambiare idea? - Chiese cambiando argomento.

- Riguardo cosa? -

- Il tuo viaggio in Alaska -

- Lui non lo sa. Non gliel'ho detto -

- Zoe! Non credi di doverlo fare? - La rimproverò.

- Mamma, il mio aereo parte tra un'ora. Vedere l'Alaska è un sogno che ho da quando ero piccola, e questo sogno morirà con me senza che me ne renda conto se non mi sbrigo -

Hanji baciò sua madre e se ne andò. Aveva un viaggio da fare.




    *    *    *




Erano passati due mesi da quando Hanji era in Alaska. Stava fissando un enorme montagna dalle grandi vetrate della casa in cui alloggiava.
Sospirò e, per la prima volta, chiamò Levi.

- Pronto? - Rispose al primo squillo.

- Ciao, Levi -

- Pensavo che non ti saresti mai più fatta viva -

- Non avrei mai potuto - Mormorò - E' rimasto tutto come prima, vero? -

- Sì - Rispose seccamente - Perché mi hai chiamato? - Chiese.

- Sto tornando -

- Perché non mi hai scritto una lettera per dirmelo? - Disse prendendola in giro.

- Per favore... Non fare così. So che me lo merito ma ho solo bisogno di dimenticare che sto morendo -

- Io non so come ti aspetti che reagisca, Hanji... - Disse sospirando profonamente - Torna presto, mi manchi -

- Mi manchi anche tu - Disse e riattaccò un attimo dopo.

Non sapeva nemmeno cosa pensare. Voleva tornare a casa; durante il tempo trascorso in Alaska le cose avevano iniziato a peggiorare e le crisi si erano fatte sempre più frequenti. Sapeva di avere poco tempo, ma non sapeva come gestirlo.

Era terribilmente spaventata.

Iniziò a fare le valige, ripensando nel frattempo ai momenti passati insieme a Levi: il primo incontro, il primo bacio, la loro prima e unica notte d'amore.
Poi improvvisamente, quando non ebbe più vestiti da infilare in valigia, ripensò a Maria e si lasciò cadere sul pavimento. Si rannicchiò con la testa tra le ginocchia, avvolta nelle sue stesse braccia.

Pianse. Per la prima volta da mesi gridò freneicamene. E ogni lacrima che scendeva era come una via d'uscita dal suo cancro. Ma in realtà la malattia era ancora lì, e si diffondeva nel suo corpo ad ogni minuto che passava.
Sapeva che sarebbe morta. Morta per sempre. Per un po' era riuscita a far sparire questo pensiero, ma non era servito a niente, la morte era intorno a lei tutto il tempo.

Hanji improvvisamente girò lo sguardo verso la cucina e concentrò la sua attenzione verso le posate scintillanti sul bancone. Si alzò da terra e le raggiunse, raccogliendo lentamente il coltello più grande e brillante del set.
Tremò e lo avvicinò al polso.

- Sicura di volerlo fare? - Qualcuno chiese alle sue spalle.

Hanji si voltò e vide Maria, la quale scosse la testa e le si avvicinò.

- Ciao -






Nota ^^
Heyheyhey!!
Sono tornata dopo un brutto periodo di esami andati male e poi dopo il Lucca comics, perciò chiedo venia per la mia solita incostanza nei post :P
Non ho risposto alle precedenti recensioni per evitare lo spoiler di questo capitolo un po' hot tra Levi e Hanji che, essendo la storia di rating arancione, ho dovuto contenere molto rispetto ai miei gusti XD
Detto questo, spero che la storia vi sia piaciuta e, come sempre, ecco il link dell'illustrazione ^^

http://gunpowderlove.tumblr.com/post/97334954840/not-very-similar-at-the-manga-version-but-i-like

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Rivelazioni ***


- Ciao Maria - Rispose con un sussurro.

- Va tutto bene? -

- Che domanda stupida... Certo che no - Hanji inizizò a piangere - Ma sono contenta che tu sia qui -

- Spero che quello non sia per me - Maria disse scherzosamente accennando al coltello che aveva in mano.

Hanji guardò imbarazzata il coltello e lo gettò a terra.

- Scusami - Mormorò.

- Pensavi davvero che ucciderti avrebbe risolto tutto? -

- Io non ce la faccio più... Perché solo tu sei qui con me nei momenti difficili? -

- Perché io sono tua amica -

- Sei solo una proiezione della mia testa -

- Allora vedimi come la parte più razionale di te stessa... Ucciderti non srvirà a nulla -

- Mi sarei tolta un peso -

- Quale peso, Zoe - Maria chiese alzando la voce.

- Quello che ho cercato di ignorare fino ad ora. Sto morendo, Maria! - Si rannicchiò a terra e si strinse i capelli con le mani - Non riesco a gestire questa situazione... -

- Potrebbe andar peggio - Disse Maria avvicinandosi a lei.

- Peggio? In che modo potrebbe andar peggio? -

- Potresti affrontare tutto questo da sola -

Maria aveva ragione.

Come sempre.

- Hai ragione... - Hanji concordò, rilassandosi un poco - Devo cercare di non impazzire -

- Avere paura è normale - Maria disse con un mezzo sorriso.

- Aspetta, Maria... Non capisco una cosa - Hanji iniziò a parlare mentre raccoglieva il coltello per metterlo a posto - Cosa intendi col fatto che non sarò sola? - Chiese preoccupata ma, una volta girata, Maria era di nuovo scomparsa.



    *    *    *



Levi andò in camera sua per supervisionare sua sorella che lo stava aiutando a pulire casa.

- Come sei messa? Hai finito? -

- Sì - Isabel annuì sorridente - E, se alla terza volta che me la fai pulire ancora non va bene, allora puoi andare a farti fottere -

- Isabel... -

- Oh, scusa. Puoi andare a farti fottere, fratellone - ridacchiò.

Levi fece una smorfia e passò un dito su uno dei mobili.

- Mh, può andare - Sbuffò.

Isabel si sedette sul letto e lo guardò preoccupata.

- Come vanno le cose con Hanji? -

- Bene... La amo. La amo davvero tanto -

- Allora perché sei così triste? Lei non ti ama più? -

- No. Mi ama anche lei -

- Allora qual è il problema? -

- Il problema? - Levi guardò la sorella con gli occhi lucidi, cercando di trattenere le lacrime - Sta morendo - Sentenziò e, subito dopo, lasciò la stanza.

A Isabel servì qualche secondo per digerire l'informazione e poi seguì il fratello.

- Vuoi parlarne? - Chiese sedendosi accanto a lui sul divano.

- ... Non lo so - Rispose alzando le spalle.

- Devo prenderlo come un sì?! -

- Non è giusto... Sai quando certe persone dicono "Perché lei e non me?" -

Isabel annuì.

- Ecco, ora non considero più stupido dire una cosa del genere -

- Cos'ha? -

- Cancro - Sospirò - In fase terminale -

- E non si può fare più niente? -

- No... E lei ha rinunciato anche a fare la chemio... E' così testarda -

- Perché non vuole curarsi? - Chiese Isabel mentre asciugava una lacrima che colava lungo la guancia del fratello.

- Perché sarebbe stata solo una proroga, non una vera e propria cura -

- Ma avrebbe avuto più tempo... Non gliel'hai detto? -

- Pensi che non ci abbia provato? Non vuole cambiare idea -

- E io che pensavo che l'amore potesse cambiare le persone - Sospirò.

- Non credo sia rimasta come prima, ma forse non è stato un cambiamento completo... -

Entrambi restarono in silenzio per un po', poi Levi si pulì il viso e si alzò dal divano. Se fosse rimasto lì ancora un po' sarebbe crollato.

-Hai bisono che ti aiuti a sistemare altro? -

- No, ho finito - Rispose, prendendo poi il portafoglio e allungando a Isabel una mazzetta di banconote - Prendi, così non rimani indietro con l'affitto. E grazie per tutto - Disse accennando un sorriso.

- Vuoi che rimanga? - Rispose lei, abbracciandolo.

- Ho un turno al pronto soccorso tra poco, se vuoi puoi venire anche tu -

- Che schifo! - Isabel allentò l'abbraccio e si diresse verso la porta - Alla prossima! -

- Grazie, Isabel - Levi la salutò e richiuse la porta dell'appartamento.

Sentì poi bussare pochi secondi dopo e si diresse sbuffando alla porta. Probabilmente lei si era dimenticata qualcosa come al solito.

- Lo sapevo... - Mormorò ma, quando aprì la porta, si ritrovò davanti un'anziana signora in bianco che non sembrava troppo in salute - Salve -

La invitò a entrare e la fece accomodare sul divano.

- Si sente bene? -

La signora annuì mentre Levi richiudeva la porta dietro di lei.

- Vuole qualcosa? Un po' d'acqua? - 

- Voglio solo la tua attenzione - La donna aveva una voce seria e profonda - Rivaille Ackerman, giusto? -

Levi annuì.

- Il mio nome è Maria - 

Maria? La stessa Maria di cui aveva parlato Hanji?!

Levi rimase strodito e le sue gambe cedettero, facendo ricadere il suo corpo sul divano accanto alla donna dal bianco sudario.

Cosa... Questo cosa voleva significare?









Nota ^^
Pa-pam! Rieccomi con un altro capitolo! Hihi scommetto che nessuno aveva creduto che Hanji potesse davvero suicidarsi...
Confesso che non avevo molta voglia di postare il capitolo così presto dato che la storia ormai è alla fine, però non sono riuscita a resistere :P
Vi lascio l'illustrazione come sempre ( questa volta è venuta più brutta della media XD) e conto in un vostro parere! A prestoooo

http://gunpowderlove.tumblr.com/image/103211319015

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Egoista ***


Hanji arrivò due giorni dopo. Petra e sua madre decisero di trovarsi tutti insieme per darle il benvenuto.

- Quanto tempo! - Petra la abbracciò e cercò di sorridere davanti al suo aspetto deperito.

- Oddio... Ma quanto è diventata grande la tua pancia?! CHe bello! - Hanji cinguettò chinandosi verso il pancione di Petra.

Dopo averla accarezzata, Hanji andò verso i suoi genitori per abbracciarli.

- Famiglia riunita?! Questo è un miracolo! - Rise - Mi dispiace fare la guastafeste ma sono davvero stanca per il viaggio. Grazie per la festa, ma... Credo che andrò in camera mia a riposare un po' -

Tutti le sorrisero comprensivi e Hanji affrettò i passo, odiava quegli sguardi di pietà.

- E' ancora in ospedale, arriverà il prima possibile - Hanji sentì sua madre bisbigliarlo a qualcuno.

Sapeva che si riferiva a Levi, e lei cercò di ignorarlo. Sospirò profondamente e si chiuse in camera, gettandosi sul letto e crollando addormentata un minuto dopo.



    *    *    *




- E' già arrivata? - Disse Levi entrando nell'appartamento

- Sta dormendo. Era molto stanca - Mormorò Petra.

- E i suoi genitori? - Chiese mentre si toglieva il cappotto.

- Sono andati via. Sono rimasta solo io per sicurezza mentre arrivavi -

- Grazie - Disse sorridendo - Caspita, cresce bene il tuo bambino - DIsse passando una mano sul suo pancione - Auruo come sta reagendo? -

- Lui è felice. Ha sempre voluto diventare padre -

- E tu? - Chiese guardandola negli occhi.

- Io cerco di consolarmi - Sussurrò Petra.

- Riguardo la gravidanza? -

- Sì. Forse non ero pronta, in realtà. L'idea di diventare mamma mi spaventa un po' -

- Sono sicuro che sarai fantastica, Petra - Levi disse con certezza.

- Io... Io non voglio... - Mormorò.

- Non vuoi diventare madre? - Chiese confuso - E' un po' tardi per pentirsene, non credi? -

- No, non è questo. Non voglio che questo bambino nascerà senza conoscere Hanji -

Levi si incupì.

- Lo so, Petra.... Ma noi non possiamo controllare gli eventi -

- Sta morendo, Levi - Ribadì lei - Non posso accettare che la mia migliore amica, quella che per me è come una sorella... Non può andarsene -

- So che fa male, anche per me è impossibile da acettare. Ma dobbiamo continuare normalmente, dobbiamo farlo per lei... -

- Sai che ha ragione, vero? - Levi si voltò al suono di quelle parole e si ritrovò faccia a faccia con Hanji appoggiata allo stipite della porta con le braccia incrociate.

Nonostante la tensione del momento, Levi corse ad abbracciarla.

- Che bello vederti! Mi sei mancata - Abbassò la testa per baciarla.

- Sono orribile, lascia stare -

- Non dire stronzate, sei bellissima -

- Per favore, no... - Mise le dita sulle sue labbra.

Levi le spostò e la baciò.

- Mi sei mancato... - Mormorò stringendosi di più a lui.

- Vi lascio soli - Petra sorrise e se ne andò dall'appartamento.

- Vieni, andiamo in camera - Hanji lo trascinò nella sua stanza e chiuse la porta.

- Com'è andato il viaggio? - Chiese appoggiandosi contro la porta con le mani in tasca.

- Molto bello. Ho girato praticamente tutta l'Alaska ed ho anche scalato una montagna con un gruppo di escursionisti che ho incontrato là -

- Perché non me l'hai detto? -

- Giuro che stavo per farlo, ma poi abbiamo fatto sesso e non sono riuscita a dirti che volevo andarmene. Pensavo fosse ingiusto -

- Forse lo era davvero, non credi?! -

- So che lo era, mi dispiace. Pensavo che una lettera fosse meglio che dirtelo in faccia.

- Hm, l'ho trovato molto vecchio stile - Disse sorridendo.

Hanji distolse lo sguardo da lui non appena lo vide avvicinarsi al letto per sedersi accanto a lei.

- Avresti dovuto dirmi che eri vergine - Le sussurrò accarezzandole la mano - Mi sono sentito male quando ho visto le lenzuola -

- Sarebbe cambiato qualcosa? -

- Ovvio che sarebbe cambiato -

- Cosa? - Trasalì - Ci avresti pensato due volte prima di chiedermi di restare " a cena" da te? -

- Scema - Rise - Sarei stato più... Affettuoso. Sarebbe stato indimenticabile -

Hanji lo guardò e si morse il labbro inferiore. Sapeva che la amava e si sentì tremendamente in colpa per quello che aveva appena detto. Si avvicinò a lui e sfiorò le labbra di Levi con le sue.

- E' stato tutto indimenticabile. E' stata la miglior prima volta che qualcuno potesse avere. Ti amo -

- Ti amo anch'io - Si alzo e la abbracciò, baciandola poi intensamente.

- Mi perdoni? - Chiese.

Levi cercò di ricordare le parole che Maria gli aveva detto quando si erano incontrati. La vita era troppo breve per poter perdere tempo.

- Certo che ti perdono - La strinse più forte a se.

Quando si sciolsero, Levi realizzò dopo un momento di avere improvvisamente del sangue di Hanji sparso su tutta la camicia. Hanji lo guardò e lui si rese conto che era nervosa, spaventata.
Il suo naso sanguinava senza sosta.

- Levi! - Gridò cercando di fermare l'epistassi con la mano.

- Vado a prenderti qualcosa - Levi corse in bagno e l'unica cosa che trovò fu un asciugamano.

Hanji si guardò intorno e quasi svenne quando vide tutto il suo sangue colarle addosso fino a raggiungere il pavimento. Era spaventata a morte quando Levi tornò con la salvietta e gliela consegnò.

- Non ho trovato nulla di meglio. Vieni - Le ordinò mentre le afferrava il braccio per tirarla su dal letto.

- Dove andiamo? - Hanji chiese riluttante ad andarsene.

- In ospedale. O credi che ti lascerò sanguinare a morte? -

- Morirò comunque - Disse deglutendo a fatica.

Levi la guardò di nuovo e, senza staccare gli occhi dai suoi, le strinse più forte il braccio.

- Smettila e muoviti - Lasciò poi cadere la mano dal suo braccio e proseguì, seguito da Hanji che preferì non rispondere.





Ehm.... Confesso che non volevo più andare avanti con la storia perché mi sta mettendo un po' troppa tristezza :( 
Spero che non vi rovini il capodanno e vi lascio l'illustrazione come sempre!! Tanti auguri a tutti tesori ^^

http://gunpowderlove.tumblr.com/post/106643568925/3-romantic-3-happy-new-year-my-friends

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** In qualsiasi momento ***


Levi camminava freneticamente da un lato all'altro della sala d'attesa. Non capiva perché non volevano lasciarlo entrare; in fondo faceva parte dell'equipe ospedaliera. 

Era un fascio di nervi e, improvvisamente, sentì una fredda e tremante mano sul suo braccio. QUando si voltò vide la madre di Hanji con la sua medesima espressione.

- Cosa è successo? Ho visto il messaggio. Zoe sta bene? -

- Io... Io non lo so - Mormorò passandosi una mano sul viso - Non lo so davvero -

- Stava bene quando me ne sono andata, perché siete venuti qui? -

- Aveva un'emorragia, ma non ho avuto tempo di visitarla... - Levi scosse la testa lentamente e poi fissò il pavimento - Quando ha visto che stava sanguinando si è spaventata così tanto... -

- Da quanto siete arrivati? -

Levi guardò l'orologio, pensieroso.

- Da poco più di un'ora -

Dopo poco, Levi e la madre di Hanji furono raggiunti da un altro medico.

- Dottor Ackerman, signora... - Li salutò.

- ... Come sta? - Chiese Levi.

Il medico diede una rapida occhiata alla cartella che teneva tra le mani.

- Beh, la situazione è delicata -

- Cos'ha? - CHiese sua madre nervosamente.

- Abbiamo fatto le analisi e da queste è emerso chiaramente che presto non sarà più in mezzo a noi.

- Q-quanto tempo le rimane? - Sussurrò la madre di Hanji.

Il medico guardò Levi e lui capì tutto in un istante. Sapeva cosa significavano certe espressioni.

Il collega di Levi si avvicinò poi alla donna e le mise una mano sulla spalla 

- Ha il permesso di farle visita. Si trova nel settore 7, stanza 321 - Disse porgendole un permesso scritto.

Non appena la madre di Hanji si allontanò i due dottori si scambiarono un'altra occhiata.

- Vieni nel mio ufficio. Meglio se ne parliamo -



                            *    *    *



Quando la madre di Hanji trovò la stanza 321, fu lasciata sola con Zoe. Guardò la figlia; la pelle era quasi vitrea e gli occhi più infossati. Portava una mascherina connessa a vari dispositivi, accompagnata da una serie di elettodi. Uno schermo registrava il suo debole battito cardiaco e le linee rosse e verdi salivano e scendevano lentamente a un ritmo che sembrava relativamente costante.

Perlomeno sua figlia respirava ancora.

Si avvicinò e prese una sedia per mettersi accanto a lei, cercando poi la sua mano.

- Le cose si sono un po' complicate, eh, tesoro? - Disse accarezzandole il viso - Ma tutto passa - Continuò sorridendo -



            *    *    *



- Siediti - Ordinò il medico a Levi, accennando alla sedia davanti alla sua scrivania -

- No, grazie -

- Allora cercherò di essere breve - Sospirò il suo collega - Il suo cuore può fermarsi da un momento all'altro -

Al suono di quelle parole il cervello di Levi smise di ragionare. La spiegazione del quadro clinico che ne seguì arrivò alle sue orecchie come un suono ovattato.

Deglutì e sentì le lacrime scendere dai suoi occhi.

- Come sarebbe a dire da un momento all'altro? - Disse faticando a trovare la sua voce.



            *    *    *


La madre di Hanji teneva delicatamente la mano della figlia quando, lentamente, sentì un lieve inasprimento. Guardò Zoe e vide che stava faticosamente cercando di aprire gli occhi.

- Zoe... Ciao tesoro. Stai bene? - Chiese mentre lei riprendeva lentamente conoscenza.

- Potresti... - Biascicò in un sussurro - ... Farmi un favore? -





Nota dell'autrice
Ehm.... Come dire... Mi dispiace tanto per la lunga assenza T.T Gli impegni mi hanno travolto e non avevo la forza fisica e mentale per andare avanti con qualsiasi fic...
Rimedierò pian piano, intanto spero apprezziate questo capitoletto che io invece ho scritto con le lacrime agli occhi.
A presto e un abbraccio a tutti voi!

Ps: come sempre, ecco l'illustrazione al mio blog
http://gunpowderlove.tumblr.com/post/112303282590/this-is-the-last-time-that-i-draw-a-sick-person

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Fine condivisa ***


Hanji prese fiato facendo agitare il monitor accanto a lei e tirò un sospiro profondo quando vide Levi entrare nella stanza e avvicinarsi al suo letto.

Sorrise quando sentì le labbra sulle sue e, quando si allontanò, Hanji notò che i suoi occhi erano visibilmente arrossati.

- Ciao - Le sussurrò lui, sedendosi di fianco a lei.

- Hei. Come stai? -

- Per favore, non farmi domande come queste - Disse scuotendo la testa.

- Non saprei cos'altro dire - Sorrise appena.

- Come vuoi che stia? Tu sei qui, parli con me... E ad ogni secondo che passa potresti non esserci più. Questo è troppo per me - Parlò mentre le lacrime presero a rigargli il volto. 

- Lo sapevi fin dall'inizio... Sapevi che c'era questo rischio - Hanji cercò la sua mano e la strinse - Sapevo che ti avrei fatto soffrire! - Singhiozzò, questa volta le lacrime stavano bagnando il suo viso.

- Hanji... Io non posso perderti - Disse inghiottendo lacrime di rabbia. 

- Forse... A volte, bisogna perdere qualcosa nella vita per capire cosa si ama veramente. Imparare ad apprezzare qualcosa... Insomma -

- Come fai a dire così? Non mi serviva perderti per capire di essere innamorato di te - Disse con calma.

- Allora la lezione era per me - Sorrise - E l'ho imparata - La sua voce era sempre più bassa.

- Stai sentendo quello che dici? Per l'amor di Dio! -

Hanji lo guardò e pianse ancora di più.

Levi si piegò su di lei e mise le mani dietro la sua schiena per poterla attirare a sè e stringerla tra le sue braccia.

- Non posso perderti.. Dannazione! Tu sei ancora qui, stai morendo, soffri... E io non posso fare nulla! - Singhiozzò.

Hanji gli accarezzò debolbemnte la testa, trattenendo il pianto.

- Ti amo, Levi. E voglio andarmene sapendo che starai bene. Non voglio interferire col procedere della tua vita... Non voglio essere un fantasma... -

- Hanji... -

- Ho perso un sacco di tempo nella mia vita, perché ho sempre voluto fare la cosa giusta... - Prese un respiro a fatica - Ho studiato, ho vissuto solo per lo studio, e guarda ora... Non potrò fare nient'altro. E non voglio che tu faccia lo stesso... - 

Ci fu un lungo silenzio e Levi sentì il corpo di Hanji appesantirsi.
La adagiò sul letto e quando la guardò vide che aveva gli occhi chiusi.

Il segnale acustico insistente delle macchine stava dando il verdetto.

Hanji non respirava più.

- Hanji? - Mormorò Levi - Hanji, ti prego! -

Improvvisamente bussarono alla porta. Medico e infermiere erano già arrivati.

- Non è possibile... No... Hanji... Per favore, guardami... - Ripetè insistentemente, accarezzando il suo viso.

Alcuni infermieri entrarono nella stanza e furono costretti ad allontanarlo. Levi rimase inerte nel corridoio davanti alla stanza di Hanji, ancora shockato.
Davanti a lui c'era la madre di Hanji, seduta in attesa. E poi, vedendo il suo sguardo perso, si rese conto.

- Levi? Non dirmi che... No! - Disse tra i singhiozzi - NO! -

Lei lo abbracciò, ma Levi non disse nulla. Non sapeva come trovare le parole.

Scansò delicatamente la madre di Hanji e si diresse fuori dall'entrata. Non gli importava che ci fosse una tempesta di neve, non poteva stare in ospedale un secondo di più. Non ci riusciva.
Prese la macchina e partì ad alta velocità, senza una meta. Voleva solo allontanarsi il più in fretta possibile da lì. Non riusciva a fermare le lacrime e sentiva come se anche la sua vita fosse giunta al termine.

E forse era successo davvero.

Una parte di lui era morta.

E poi successe quasi in un attimo: senza vedere lo stop alla fine dell'incrocio della periferia, fu colpito in pieno da un bus turistico fuori controllo a causa della neve. La sua auto si scontrò con l'autobus e il danno fù totale.

La morte era venuta anche da lui.

Aveva visto Maria prima dell'impatto.

Lei gli aveva sorriso, e lui aveva ricambiato... Non era un'allucinazione.

Ora tutto era chiaro.





Nota dell'autrice:
Eilà... Oggi non metto punti esclamativi e faccine sorridenti perché scrivere questo capitolo mi ha reso davvero troppo triste....
Non ho nemmeno fatto un'illustrazione, perciò ne ho riciclata una tra le altre che ho fatto su tumblr, spero apprezziate comunque.
Spero che questo capitolo, per quanto triste, vi sia piaciuto. Ci vediamo al prossimo.
Un abbraccio a tutti.

http://gunpowderlove.tumblr.com/post/87541474745/i-deleted-my-blog-by-mistake-im-sorry-for-all

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Epilogo ***


La madre di Hanji camminava da un lato all'altro dell'atrio, disperata. Ancora non riusciva a credere che sua figlia fosse morta. Come poteva Dio cambiare l'ordine naturale delle cose una seconda volta? Dovevano essere i figli a seppellire i genitori e non il contrario.

Si sedette su una delle panchine e si prese la testa fra le mani. Poco dopo, un giovane medico le si avvicinò.

- La signora Hanji? - Chiese con cautela e con la mascella contratta.

- Sì? - Rispose aprendo pigramente gli occhi.

- Signora, sua figlia... -

- E' morta, vero? - Sentenziò seria.

- Mi dispiace... - Lui scosse lentamente la testa - Ci occuperemo noi di tutti i documenti -

Quando il medico si volto per andarsene, si sentì di nuovo sola. Prese il telefono dalla borsa e chiamò suo marito.

- Tesoro? Sei occupato? -

- Sono appena uscito dall'ufficio, arrivo tra poco -

- Non serve - Sospirò - Dovremo organizzare il funerale - Parlò lentamente, poi riattaccò senza aspettare una risposta.

Si guardò intorno e rimase scioccata nel vedere Petra entrare nell'atrio dell'ospedale con un paloncino colorato e un mazzo di fiori.

- Ciao - Petra la salutò con un abbraccio.

- Ciao - Rispose cercando di sorridere appena - Come stai cara? - Chiese accarezzandole dolcemente il pancione.

- Stiamo bene - Sorrise leggermente, poi la riabbracciò - Mi dispiace tanto, questa situazione è terribile. Come sta Zoe? Posso vederla? -

Gli occhi della madre di Zoe si riempirono di lacrime.

- Petra, io non so come darti questa notizia, ma... - Fu interrotta improvvisamente da suo marito che le afferrò le spalle e la costrinse a girarsi verso di lui.

I suoi occhi erano gonfi e i capelli brizzolati comletamente spettinati.

- Zoe è morta? - La sua voce era disperata, e quasi non riuscì a finire di pronunciare tutte le parole.

Petra rivolse il suo sguardo ai genitori di Hanji in attesa di una risposta, ma sua madre rimaneva silenziosa.

- No... Per favore, dimmi che non è vero... - Gemette Petra mettendosi una mano davanti alla bocca.

La sua migliore amica, sua sorella...

Era morta.




  
                     *          *         *






- Dove sono? - Fu la prima domanda che Zoe si fece non appena aprì gli occhi.

Si sentiva improvvisamente più leggera, e tutto il dolore era completamente sparito. 
Si sentiva al sicuro.

Era un sogno?

Una mano fredda le toccò la spalla e, intuitivamente, sapeva già chi fosse.

- Maria? - Chiese ancora prima di girarsi.

- Ciao - 

Hanji si voltò e la fissò. Aveva un milione di domande da farle, ma probabilmente Maria le conosceva già.

- Se pensi che fisssandomi risponderò ad ogni tua domanda, sappi che non lo farò -

- E perché no? - Chiese curiosa.

- Perchè qui non posso leggere i tuoi pensieri. Ero solo una visione, non ricordi? - Rispose allargando le braccia e guardandosi intorno - Questo è un posto particolare -

- Dove siamo? In una specie di limbo? - 

Maria sorrise e iniziò a camminare.

- Mh, una specie. Siamo nell'universo -

- Come? -

- Quando una persona lascia la sua vita terrena è qui che viene -

- Sono... Sono morta? - Hanji sussurrò a se stessa, ancora incredula.

- Sì. E la tua vita ha arricchito quella dell'intero cosmo. Ogni esperienza, ogni vita vissuta contribuisce al... - Poi Maria sorrise - Pool genico dell'universo, diresti tu, da brava scienziata -

Hanji sorrise a sua volta, sentendosi poi parte integrante di ogni cosa. Era come essere aria.

- Quindi paradiso e inferno non esistono -

- No, sono solo una delle vostre tante invenzioni. Tutti vengono qui-

- E... Levi? - Chiese, incupita.

Prima di andare avanti con la sua domanda, Hanji scorse una persona in lontananza. Si stava avvicinando a loro.

- L-Levi? - Mormorò, portandosi le mani alla bocca.

- Perché posso vederlo? - Hanji si girò di scatto, non sapeva cosa pensare - Perchè anche lui è qui? - Chiese in lacrime.

- Perché anche lui è morto -

- No... - Gemette - Perché..? -

Maria sorrise ancora.

- E' solo morte, tesoro - Disse asciugndole le lacrime - Ora lui è parte di te, e potrete avere tutto il tempo che vi è stato negato nella vostra vita infelice -

Maria annuì e la spinse appena.

- Coraggio, và -

Hanji abbracciò Maria e corse verso Levi, abbracciandolo e facendolo cadere.

- Stupido - Disse stringendolo forte - Non dovevi finire qui anche tu -

Levi rise.

- Anche io sono felice di vederti -

- Ti amo - Sussurrò Hanji unendo le labbra alle sue.

- Ti amo anche io - Rispose Levi, stringendola a se - E ora non ci separerà più niente -

Con questa promessa, Levi e Hanji iniziarono la loro vita eterna -





                         *       *       *




- Zoe! Smettila di correre! - Urlò Petra a sua figlia, una turbolente bambina di ormai cinque anni.

- E' di nuovo qui, mamma! -

- Chi? - Chiese - Dici sempre che c'è qualcuno, ma non mi dici mai il suo nome -

- Scherzi, Petra? Non prenderla sul serio, sarà solo un suo amico immagianario - Ridacchiò Auruo.

- No! - La piccola fece il broncio a suo padre - Anche lei si chiama Zoe. La vedo spesso e parlo tanto con lei -

Petra si fece pensierosa e guardò sua figlia. Anche se sembrava assurdo, non riusciva a non crederle.

- Dice sempre che ci vuole bene ed è tanto felice di avermi conosciuto -

Petra iniziò a piangere ed abbracciò la piccola Zoe, sotto lo sguardo stranito di suo marito.

- La prossima volta che la vedi dille che sono contenta che abbia mantenuto la sua promessa -









Nota finale ^^
Eccoci alla fine della storia... Come sempre credo di avere rovinato magicamente il finale, ma spero che nel complesso la storia vi sia piaciuta :)
Vi lascio il link con l'ultima illustrazione e spero in un vostro parere definitivo ;)

http://gunpowderlove.tumblr.com/image/121992963350

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2659180