Promise

di SaraRocker
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Promessa ***
Capitolo 2: *** Il viaggio ***
Capitolo 3: *** Il Passato ***
Capitolo 4: *** La gemma di Amara ***
Capitolo 5: *** Tocco caldo ***
Capitolo 6: *** L'oceano ***
Capitolo 7: *** Piani ed incertezze ***
Capitolo 8: *** La battaglia pt. 1 ***
Capitolo 9: *** La battaglia pt. 2 ***
Capitolo 10: *** Meriti la felicità ***
Capitolo 11: *** Mia dolce Drusilla, addio ***
Capitolo 12: *** Il cantastorie ***
Capitolo 13: *** Un nuovo universo ***
Capitolo 14: *** Come tutto è andato... ***
Capitolo 15: *** ...Che come latte proibito io ho saggiato ***
Capitolo 16: *** Il Giorno Dopo ***
Capitolo 17: *** La Wolfram&Hart ***
Capitolo 18: *** L'altra Buffy ***
Capitolo 19: *** Perchè credi di amarmi? ***
Capitolo 20: *** Ritorno ***
Capitolo 21: *** Non andartene ***
Capitolo 22: *** L'Attacco ***
Capitolo 23: *** La mia vita ***
Capitolo 24: *** Riti e Trasfusioni ***
Capitolo 25: *** Il Purgatorio ***
Capitolo 26: *** Il Primo? ***
Capitolo 27: *** La stessa persona ***
Capitolo 28: *** Fiducia ***
Capitolo 29: *** Incubo ***
Capitolo 30: *** Casa, dolce casa ***
Capitolo 31: *** Ad un passo dalla fine ***
Capitolo 32: *** una fine meritata ***



Capitolo 1
*** La Promessa ***


Promise

-La promessa
 
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Mai giudicare un libro dalla copertina; pare facile a parole. Siamo tutti in grado di comportarci umanamente nel momento in cui non si è nelle condizioni di doverlo fare. E' facile rispondere ad una domanda fingendosi di buon cuore, dimenticando per un istante tutti i presupposti e le congetture ricevuti dalla vita stessa, ma quando poi sei lì, di fronte a quella persona, convinta di conoscere ormai ogni lato di ella, capisci quanto invece sia difficile non essere intaccati da tali cose.

Lo osservò: le  parve un bugiardo, falso, ipocrita, altezzoso, arrogante e probabilmente su ogni cosa lei ebbe ragione, anche perchè lui non fece nulla per screditarsi. La guardò malignamente, ed alla mente solo propositi di omicidio e dissanguamenti lo colsero, e fu semplicemente naturale. Il sague era innegabilmente vita. Per lui molto di più di quanto lo sia per noi.
Lui era avvantaggiato: sapeva che lei prima o poi, che fossero passati secondi o decenni, avrebbe desiderato morire. Lui sarebbe stato presente, in prima fila, gioioso a godersi lo spettacolo, sperando decisamente non segretamente, di esserne l'artefice. Aveva sognato di tagliarle la gola gustando ogni singolo goccio che suo sangue con una lentezza novia ed appassionante, per poi -se fosse stato compiacente- donarle quel dono di dannazione universale. Era certo che sarebbe stata una vampira degna di tal nome, e forse la prima con un simile passato.
Una cacciatrice divenuta vampira. Solo quelle parole lo estasiavano, soprattutto il pensiero che il colpevole di tale dissacramento sarebbe stato niente popodimeno che lui, perchè non doveva esserci dubbio a riguardo. Lui aveva già privato di vita due passate combattenti, ma quella biondina dannatamente arrogante sarebbe stata il suo lavoro migliore: la ciliegina sulla torta, come è solente dire. Dopo una simile blasfemia, anche quello stupido di Angelus avrebbe compreso a chi realmente si trovava d'innanzi. Non che fosse interessato più di tanto ai pareri di quella squallida copia sbiadita di un demone.

Lei era scaltra e non lo aveva mai sottovalutato realmente, come invece una alle prime armi avrebbe, con ben poca lungimiranza, fatto. Quello lo aveva stimolato sempre più ad architettare nuove idee e nuovi trucchi. Era riuscito ad infiltrarsi nella sua scuola, ma, ad un passo dalla sua vittoria, era accorsa impellente la madre, negandogli quel pranzo che lui riusciva a definire solo che come afrodisiaco. Era poi quasi riuscito ad eliminarla la sera di halloween, eppure alla fin fine lei dimostrava sempre il suo valore, sfoderando tecniche ed arguzia, lasciandolo costantemente basito ed infastidito, costantemente con un amaro in bocca che lo rendeva più reattivo e pronto.

Aveva creduto sino in fondo che contro quella sciaquetta si sarebbe davvero divertito, ma poi lei aveva rovinato tutto.

Aveva risvegliato Angelus, quel folle maniaco della distruzione, causando danni a se stessa, al mondo e persino a lui. Lui che era finito su una dannata sedia a rotelle per salvare la sua folle amata, che era poi caduta ingenuamente tra le braccia del suo sire. Era in collera come non mai, e non sapeva come reagire.
____________

L'aveva notata in lontananza, con quella sua squallida aria da ragazzina innocente, e non appena l'aveva vista piegarsi in quel modo di fronte ad un banale poliziotto umano, si era fatto avanti, facendo perdere i sensi all'uomo.
"Bandiara bianca, mi arrendo!" aveva esclamato lui alzando le braccia in segno di resa non appena lei aveva iniziato ad esagerare con i colpi, prendendosela ovviamente con lui.
Lei aveva storto la bocca quasi disgustata, per poi tornare crucciata "Voglio che ti sia ben chiaro che non abbiamo niente da spartire!" aveva gridato mantenendo il paletto che reggeva in mano con decisione, dimostrando al ragazzo come fosse indubbia nell'abbassare la guardia.

Lui ci aveva come sempre scherzato su, facendola in un primo momento inviperire, per poi tornare serio mantendo una nonchalance che lei non si fece però sfuggire. Non appena il biondo aveva nominato Angel, lei aveva cambiato completamente approccio.
"Di cosa stai parlando?" aveva domandato la ragazza cambiando totalmente tono della voce.
Erano bastate un paio di parole da parte del vampiro per farle abbassare quel tanto che bastava la guardia, nonostante lei rimanesse cocciuta nel dimostrarsi spavalda e spietata.
"Sto parlando del tuo ex!" aveva risposto con un'ovvietà schernitrice nel tono, Spike, prima di tornare serio "E' ora di metterci una bella pietra sopra, in tutti i sensi"
La cacciatrice aveva alzato lo sguardo al cielo in modo quasi esasperato, sfoderando anche lei la sua ironia, facendogli però al medesimo istante capire, quanto non fosse il caso di continuare "E io, secondo te, dovrei cadere in una trappola così banale?" aveva poi chiesto retoricamente.
Lui ignorò quell'ultimo particolare.
"Ha il tuo osservatore, proprio in questo momento lo sta torturando" aveva asserito capendo di avere colpito nel segno, toccando con incredibile minuzia un tasto dolente.
Lei sospirò, mostrandosi per un istante come la debole ed indifesa ragazzina che poteva parire all'esterno, per poi sospirare "Che cosa vuoi?"

Il vampiro sorrise. 
Era bravo a parole, ed era stato in grado in breve tempo di fare cedere quella cocciuta viziatella. Sapeva benissimo cosa dire e come dirlo senza però mai perdere il proprio carisma misto a strafottenza, non facendola perciò tentennare più di tanto. Sapeva che doveva evitare di parirle troppo eroso, eppure era al medesimo istante certo che porprio lì sarebbe ceduto.

"Te l'ho detto. Voglio fermare Angel." spiegò lentamente, guardando la bionda di fronte a lui, per poi sorridere divertito "Voglio salvare il mondo" aggiunse con una punta di estrema arroganza.
Lei aveva sgranato gli occhi in risposta, per poi sfoderare la propria affilata ironia, per lo meno in quanto a senso dell'umorismo riuscivano ad equilibrarsi.
"Forse hai dimenticato di essere un vampiro?!"
Buffy lo aveva pensato, ed anche lui alle volte, che se tutto fosse stato diverso, e se i due fossero nati in due schieramenti amici, probabilmente, sarebbero andati d'accordo, ritrovandosi come -se non amici- rispettabili compagni. Sicuramente lui non l'avrebbe mai amata, era troppo altezzosa e viziata, e lo stesso valeva per lei, che lo reputava un insaziabile arrogante nient'affatto romantico.
 In risposta, Spike aveva acceso una sigaretta sfilandola dalla tasca del poliziotto ormai privo di sensi da minuti "Ci piace spararle grosse: i vampiri lo fanno. 'Distruggerò il mondo'... Discorsi da spacconi, che si fanno tra amici davanti ad un boccale di sangue. La verità è che io amo questo mondo! E sai perchè? Ci sono le corse dei cani, il Manchester United, e ci sono le persone! Miliardi di persone che vanno in giro come lauti banchetti su due gambe. Mi piace tutto questo! Ma poi basta un visionario con manie di grandezza, con la passione per la distruzione, nel nostro caso è Angel..." precisò squadrandola pronunciando il nome dell'ormai acerrimo rivale " e allora addio Piccadilly, addio Leicester Square e i loro abitanti... Capisci cosa voglio dire?"
"Ho capito, non vai d'accordo con Angel, ma io che c'entro in tutto questo?" rispose pronta la ragazza, domandando al biondo quale fosse la reale ragione di quel suo improvviso buon proposito.
Lui divenne d'improvviso serio, rendendosi conto che stava cedendo, che le sarebbe parso eroso e che lei lo avrebbe schernito, ma non gli interessò più di tanto. Drusilla era tutto. Era la sola che lo aveva amato.
"Rivoglio la mia Drusilla..." dichiarò dunque tralasciando il proprio orgoglio, accantonandolo in una parte nascosta di lui, capendo di dovere dirle la verità "Voglio che tutto torni come prima. Le sta sempre appiccicato-" "Sei patetico!" lo aveva interrotto Buffy, dimostrandosi cieca e disinteressata, sempre stata testimone di parole che assicuravano il fatto che i vampiri non potevano provare amore. Che senza anima non era possibile.
"Stanotte ho perso un'amica e potevo perderne altri!-" "Io non ero con quei vandali!"
"Il mondo sta per essere risucchiato all'inferno, e tu vuoi il mio aiuto perchè sei fidanzato con una sciacquetta? Me ne frego dei tuoi sentimenti!" gli aveva sputato in faccia lei, certa di non potere ferire un demone oltre la carne, non sapendo quanto effettivamente Spike potesse soffrire e soffrisse.
Non domandandoselo nemmeno.
Eppure rimase in silenzio a riguardo, concentrato sul proprio obbiettivo, nuovamente calmo "Non posso combatterli da solo, ma nenache tu"
Lei era rimasta in silenzio a lungo, più di quanto avesse atteso in precedenza per rispondergli, non facendo altro che fare capire al vampiro ossigenato ciò che già sapeva: sarebbe crollata di fronte alle sue parole, perchè non contava solo la forza. Senza intelletto non si è nulla e Spike ne era così al corrente da sapere combattere anche solo con esso. Stava dimostrando la sua validità di demone anche solo facendo cedere una cacciatrice alle sue parole, in un paio di mosse dense di eleganza e consapevolezza per nulla scontate.
"Ti odio..." aveva infine mormorato lei, facendogli capire al volo che la vittoria, lui, la stava già stringendo gloriosamente.
"Ma ti resto solo io"
______

Poi il resto era stato veloce, troppo perchè lo avessero già realizzato a pieno.
Il patto era risultato semplice da stipulare: se loro avessero vinto, Spike non si sarebbe più ripresentato a Sunnydale, abbandonando la cittadina affiancato dalla sua Drusilla, così da non infastidire mai più la cacciatrice.
Era un patto di sangue, ergo doveva rispettarlo, teoricamente.

La battaglia era iniziata velocemente, risultando in un primo momento perfettamente in mano ai due, ma era poi andato tutto con il rivoltarsi. Spike non era riuscito a portare con sè la sua amata, che si era ribellata in ogni modo possibile, dimostrandosi completamente certa nella propria idea di combattere per la fine del mondo. Il biondo aveva cercato di farle perdere i sensi, ma nel momento in cui ci era riuscito, tutto era andato con il rovinarsi.
Buffy era riuscita a distruggere la statua che fino a pochi minuti prima aveva segnato il loro destino, ed Angel, in risposta, era stato colto da una rabbia distruttrice alimentata da un moto vendicativo spietato. La cacciatrice aveva combattuto con coraggio, sfruttando però tutte le proprie energie, riducendosi presto in uno stato di completa debolezza. Sfruttando quel momento, Angelus aveva deciso di posticipare la morte di lei quando, voltandosi verso Spike, lo aveva visto intento a sottrargli la nuova concubina.
Lo aveva afferrato per il colletto della camicia, ringhiandogli contro trasformando il proprio volto, divenendo più bestia che uomo, per poi lanciarlo contro la parete opposta della stanza. William si era rialzato in fretta, ormai capace a combattere col proprio sire, mutando anche lui il proprio viso.
"Non capisco, Angelus. Credevo fossimo amici..."
"E io credevo fossi in sedia a rotelle" aveva detto sarcasticamente il moro prendendo la rincorsa per colpirlo, sfoderando una spada con la quale aveva combattuto fino a quel momento con Buffy. Il biondo, di fronte a quella battuta, non potè evitare di ridere, ma riuscì comunque ad evitare il colpo.
Il combattimento risultò presto impari a causa del fatto che uno dei due era armato, e Spike cercò dunque un modo per prendere tempo, attendendo di trovare il corpo della cacciatrice, che notò dopo qualche minuto, nel giardino esterno, adagiato contro un muro in pietra. Lei era ferita allo stomaco, ma non ancora morta.
"Non dirmi che preferisci uccidere me, invece che lei" riprese perciò a parlare William, tra un colpo e l'altro, intento ad evitare in particolare che la lama della spada gli giungesse al collo, capendo che se fosse stato decapitato, sarebbe morto immediatamente.
"Con lei sono a metà dell'opera... E poi, Spike.." fece Angel ferendo leggeremente l'altro ad un braccio "Non posso permettere che un mio sottoposto si comporti in questo modo e lasciarlo vivere."
"Sottoposto? Magari sei il mio sire, ma a generarmi è stata Drusilla, ricordalo" lo corresse subito il biondo, cercando di colpirlo al ventre con un calcio, non riuscendoci. Tentò dunque con un pugno sul viso, questa volta facendocela.
"Oltretutto, non puoi negare quanto è divertente" aveva poi aggiunto, facendo grugnire in risposta il moro, completamente contrariato visto il fatto che il suo prezioso rito per l'apocalisse fosse finito ancora prima di iniziare.

Nonostante potesse non parire, Spike sfruttò quei brevi momenti di conversazione solo che per salvare la propria vita. Riuscì a modellare quel suo incredibile potere -riuscire ad ingannare con le parole-, differente da quello dei tanti altri demoni, a proprio favore. Riuscì a distrarre il moro quel tanto che bastava perchè potesse studiare un piano per fuggire: era certo non sarebbe riuscito ad ucciderlo. Angel era infuriato e probabilmente, se ci avesse impiegato ancora molto, sarebbero sopraggiunti dei vampiri al suo servizio, e dovette dunque riflettere sul come ferirlo gravemente.
Gli bastò un istante.

Permise ad uno dei tanti colpi del moro di andare a segno, così da trafiggergli la carne all'altezza del polmone destro, leggermente in basso. Angel lasciò la presa sull'arma, dando l'opportunità al biondo di prendere possesso della spada. Finse di non avvertire il dolore, ed afferrò l'impugnatura estraendo la lama dal proprio torace, non mugulando nemmeno un istante dal dolore, troppo orgoglioso per farlo.
Puntò poi la spada in direzione del cuore di lui, trafiggendolo in pieno.
Un verso roco e soffocato scaturì dalle labbra di Angelus, che cadde a terra avvertendo un dolore lancinante. Spike conosceva i punti deboli dei vampiri, essendo tale e sapeva quanto un colpo al cuore, pu non essendo stato inferto da un paletto in legno, potesse ferire. Era certo che il moro non sarebbe nemmeno riuscito ad alzarsi per minuti interi, ed ebbe ragione. 
Osservò la propria opera sorridendo, avvertendo un moto di collera misto ad un costante pensiero: ucciderlo. Dovette desistere presto, però, avvertendo dei rumori provenire dalla porta. Guardò il punto della stanza dove poco prima aveva lasciato Drusilla, trovandolo vuoto. Osservò poi il giardino digrignando i denti, capendo che fosse la via d'uscita migliore, decidendo che avrebbe scavalcato il muretto, e così uscì, giungendo al fianco della cacciatrice ferita.
La guardò, certo che non l'avrebbe più rivista visto lo stato in cui era ridotta, ma non appena i suoni dall'esterno si fecero più vicini, afferrò la ragazza senza rifletterci portandola in salvo con sè, dimenticando l'idea di non rivederla mai più, spinto da un moto di compassione che non doveva appartenergli, ma che al medesimo istante non si faceva particolarmente sentire.

Maledì brevemente William, prima di tornare Spike.




Angolo dell'autrice..

Spero tanto che questo capitolo d'inizio vi sia piaciuto e che recensirete così da farmi sapere qualcosa dei vostri pareri :)
So cosa pensate... Drusilla e Angelus appaiono come due incredibili ostacoli per fari si che l'amore tra il biondo ossigenato e lacacciatrice nasca, ma beh.. Vedrete u.u


p.s. non aspettatevi solo sdolcinatezze ahahha :')

 

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Capitolo 2
*** Il viaggio ***


Promise
 
-Il Viaggio






Maledì brevemente William, prima di tornare Spike.


Erano in viaggio da più di un'ora ed il sole si ergeva ormai alto nel cielo, preoccupando non poco il -relativamente- giovane vampiro alla guida.
Doveva ringraziare la sua lungimiranza -apparsa chissà quando- per avergli imposto di verniciare i finestrini di nero, così da potere viaggiare anche durante le ore diurne. Aveva lasciato qualche piccola trapelanza di luminosità, quel tanto che bastava perchè non facesse alcun incidente.
Aveva pilotato quella vecchia macchina come fosse stato nel bel mezzo di una corsa automobilistica, completamente scosso dal susseguirsi sin troppo veloce e marcato degli eventi: Angel era vivo, Drusilla era con lui, ma in compenso la sua non-vita poteva proseguire in un mondo che non era sull'orlo di terminare per colpa delle manie di conquista di un folle di troppo.
Sospirò infastidito rendendosi conto di avere saltato la parte più importante del tutto, quel risvolto che non aveva nemmeno calcolato nelle sue precedenti riflessioni: la cacciatrice era nella sua auto.

L'aveva adagiata con ben poca grazia sui sedili posteriori, cosparsi di bottiglie di vodka e whiskey, facendo in modo che rimanesse sdraiata, così da evitarle ulteri aggravamenti alla sua emoraggia. Non aveva nemmeno controllato la gravità della ferita infertale dal suo amato, tanto era concentrato sulla propria evasione.
Non si era posto alcun problema riguardo la vita della ragazza, fino a qualche minuto addietro. Aveva sentito parlare con costanza delle incredibili capacità curative che possedevano le cacciatrici, ed aveva perciò dedotto che quella ferita che riportava si sarebbe a breve stabilizzata, eppure, guardando il finestrino retrovisore, l'aveva sempre notata contorcersi dal dolore in uno stato privo di sensi.
Si morse la lingua, incerto sul da farsi mentre, spinto da un moto di completa confusione, accostava al ciglio della strada. 
Era certo che fosse abbastanza distante, ed infondo, essendo pieno giorno, non poteva essere seguito. Poteva concedersi un minuto di pausa.
Fermò l'auto per poi spegnere il motore. Si voltò maledicendosi costantemente, non osando nemmeno provare a darsi delle spiegazioni per ciò che stava per fare e, scavalcando il sedile del conducente, si portò nel retro della macchina. Lei era sdraiata, ed occupava perciò buona parte del posto posteriore, il vampiro fu quindi costretto ad accostarsi alla sua testa, ad una vicinanza che non potè evitare di ritenere troppo intima.
Grugnì, per poi alzarle il volto e farlo appoggiare alle sue gambe, così da esserle più vicino, per poi afferrare una delle tante bottiglie che sotto ai suoi piedi tintinnavano continuamente. Si chinò così da raggiungerle meglio, ed immediatamente l'odore del sangue di lei lo impregnò completamente. Dovette serrare la mascella con quanta più forza potesse per evitare di azzannarla.
Riportò il busto dritto non appena ebbe afferrato una bottiglia. La osservò rammaricandosi della propria scelta: reggeva tra le mani un Jack Daniels dalle rispettabilissime origini, e non poteva credere al modo in cui lo avrebbe sprecato.
Lo stappò con aggressività, per poi portarsi il collo di essa alla bocca, prendendone un grosso sorso. Avvertì immediatamente il tipico bruciore alla gola e realizzò che quel misero sorso di whiskey era una delle poche cose soddisfacienti della giornata.  Si chinò poi sulla ragazza cercando di trattenere il respiro, ora annebbiato sia dal suo sangue che dall'alcol, per poi iniziare ad inclinare letamente la bottiglia verso la sua ferita.
"Questo farà male cacciatrice..." mormorò poi rovesciando il drink sul sangue rappreso della ragazza, che in risposta iniziò ad agitarsi convulsamente. 
Poteva capirla: una dose tanto concentrata di alcol su una simile ferita procurava un bruciore devastante, eppure se voleva -e si chiedeva costantemente la ragione- salvarla, doveva per lo meno disinfettare la ferita.

Lei urlò, segno che si era ripresa, e non appena vide il vampiro tanto vicino a lei fece per alzarsi, ma una fitta all'altezza dello stomaco glielo impedì. Si lasciò dunque sdraiata sulle gambe di lui, mentre Spike la continuava a torturare con qualcosa che la faceva contorcere persino nelle viscere.
Smise di gridare, mordendosi il labbro inferiore completamente presa dal dolore che avvertiva. Lanciò uno sguardo di completo odio al biondo, che in risposta non potè evitare di sorridere: in quello stato non poteva terrorizzarlo nemmeno la cacciatrice.
Non appena ebbe concluso il proprio lavoro di depurazione della ferita, si portò nuovamente la bottiglia alle labbra, bevendone un lungo sorso -a suo parere- decisamente meritato.
Non appena si staccò dal Jack Daniels sorrise "Bensvegliata, riccioli d'oro."
Lei assotigliò gli occhi, rendendoli due piccole, seppur minacciose, fessure. Non ricordava nulla dal momento in cui Angel l'aveva ferita e lei aveva perso i sensi. Non riusciva a capire cosa potesse essere accaduto, ma soprattutto come faceva a trovarsi nell'auto di Spike.
"So cosa stai pensando... E io posso dirti sì, ti ho salvato la vita!" fece ironico il biondo tornando a bere il whiskey, decisamente più calmo di prima.
"Dimmi che è successo, Spike. E smettila di scherzare... Cosa mi hai fatto?"
A quella domanda, il vampiro non potè evitare di scoppiare in una fragorosa risata che invase l'intero abitacolo.
"Che hai da ridere ora?" intervenne a breve Buffy, profondamente seccata da quel comportamento.
"E me lo chiedi? Io non ho fatto proprio nulla... Il tuo ragazzo, Angel. Lui ti ha ridotta in questo stato, cacciatrice. Io ti ho solo salvato" spiegò lentamente Spike in risposta, avvertendo un moto di totale orgoglio prenderlo.
Lei lo osserò titubante, non capendo perchè dicesse tali cose oppure -se la versione del biondo era corretta- perchè l'avesse tratta in salvo. Gli domandò silenziosamente di sapere di più, e lui non si negò ai suoi occhi chiari.
"Sia Angel che Drusilla sono a Sunnydale... Sani e salvi..." spiegò il vampiro estraendo una sigaretta dalla tasca dei jeans "Più o meno" aggiunse infine con un sorriso divertito mentre ripensava a quando aveva colpito il proprio sire dritto al cuore, lasciandolo accasciato a terra nella propria dignità perduta.
"E perchè io sono qui? Con te..." incalzò Buffy cercando nuovamente di sistemarsi ed allontanarsi da lui, malriuscendoci a causa del dolore.
Spike aspirò un lungo tiro dalla propria sigaretta -appena accesa- per poi rispondere leggermente tentennante: come poteva risponderle sinceramente? Lei non credeva nemmeno lui fosse in grado di amare, figurarsi di provare ciò che la sua parte umana prova! Aveva semplicemente avvertito William parlargli, e per una volta, anche se incerto, aveva deciso di ascoltarlo. Oltretutto -cosa completamente realizzata da Spike- Buffy era la sua preda, e non avrebbe mai permetto ad Angel di ottenerla. Sarebbe stato il biondo a sentenziare la sua fine in un duello alla pari.
"Perchè abbiamo fatto un patto..." disse dunque sfoderando solo una parte di verità; una parte tanto piccola da apparire invisibile ad occhio nudo.
Spike era realmente legato a quel patto fatto con lei, eppure al medesimo istante, sapeva anche che non era tutto lì. L'aveva guardata e si era detto che sarebbe morta per mano di Angel, e non gli era piaciuto. 
Era lui quello destinato ad ucciderla, e non il suo sire, sempre e costantemente indaffarato nell'ostacolarlo. E poi era certo che non potesse esserci sentenza più ardua che essere uccisi da colui o colei che si ama.

"Non sono interessata ad assurdi patti stipulati con te!" aveva gridato lei, quasi asputandogli in faccia, avvicinandosi al suo viso pericolosamente, come di fosse dimenticata un istante a chi era di fronte.
"Ah davvero, ragazzina? Quello che a Sunnydale ha cercato di ucciderti non è forse il tuo amato?" incalzò Spike incastrandola astutamente nei suoi occhi, facendole capire che con lui non sarebbe stata in grado di mentire nemmeno se avesse voluto.
"Io lo ammetto. Amo Drusilla e fino a che non sarà nuovamente con me non avrò pace, ma tu... Tu stai negando di amare Angel? Sarebbe qualcosa di così spregevole che faticherei a guardarti.."
A quelle parole, Buffy non rispose, ferita sul vivo.
"Non sto dicendo che ti ucciderò, ma solo che fino a che il nostro patto non sarà risolto noi rimarremo alleati. Io rivoglio Drusilla ed  in cambio ti aiuterò in qualsiasi modo tu voglia fermare Angel." concluse infine il vampiro, lasciando ben chiara un'allusione sul proprio sire: non aveva specificato le sue intenzioni nell'ucciderlo siccome effettivamente non ne aveva. Avrebbe anche accettato che Buffy gli volesse ridonare l'anima. Era certo che dicendo quello, lei sarebbe ceduta.
Ma la cacciatrice lo sorprese infinitamente.
"Voglio ucciderlo" sancì dunque con gli occhi lucidi, guardando il ragazzo di fronte a lei con fermezza e decisione, tanto da farlo quasi sussultare.
"Willow aveva detto che avrebbe tentato di ridonargli l'anima, ma se è andata come è andata, significa che non ce l'ha fatta. Ergo, Angel morirà." spiegò la ragazza lentamente cercando di mostrarsi meno sofferta che potesse nonostante il biondo riuscisse a notare ben chiaramente quell'afflizione nel suo viso.
"E pensi che riuscirai ad ucciderlo?" domandò infine Spike con una sincerità degna di un bambino. Improvvisamente era senza alcuna intenzione celata, completamente ingenuo e confuso.
"Devo riuscirci. E' il mio dovere. Sono la cacciatrice, e come tale devo fermarlo. Lui non è come..." si morse la lingua poco prima di proseguire "Come te. Non so perchè, ma tu riesci a controllarti anche così. Sono abbastanza convinta che se Spike è questo..." disse lentamente indicandolo "William è una persona perfetta. Intendo dire che da uomo dovevi essere una brava persona, Spike. Sicuramente ora non lo sei" scherzò lei accennando un sorriso, riferendosi al fatto che quel ragazzo, in quanto demone era tanto controllato, William doveva esserlo anche di più in quanto ad umanità. Anche lui sorrise.
"Angel ed Angelus invece... Sono così diversi. Angel è incredibile e dolcissimo... Ma so che quando era in vita non lo era decisamente. Sperperava denaro ed andava a donne... L'anima lo ha mutato profondamente. Il riottenimento di essa. Angelus invece... Angelus non ha controllo. E' affamato di potere. Vuole avere il mondo. Vuole nutrirsi del mondo. Non sa fermarsi, non sa pensare, non sa cosa sia la redenzione, non capisce quando sia il momento di dire 'basta'. Per questo devo ucciderlo. Per questo ho potuto dirti che non ti avrei ucciso. Io sono la cacciatrice di vampiri e come tale, devo assolutamente fermarlo."
Spike sospirò leggermente, capendo come quella ragazza dovesse sentirsi: non aveva scelta. Capì il peso che essa portava e non potè evitare di sentirsene schiacciato. Lui poteva scegliere, potendo decidere di restare per sempre con Drusilla, mentre lei doveva semplicemente ucciderlo, senza alcuna possibilità di scelta. Capì il motivo per cui il desiderio di morire albergava in ogni cacciatrice e comprese che anche lei lo aveva studiato come lui aveva fatto.

Aveva notato i suoi comportamenti, ragionando silenziosamente su ogni possibile controversia e conseguenza. Lo aveva, per lo meno, cercato di capire, ed immediatamente una domanda gli sorse spontanea. Una domanda che lo faceva sentire frustrato, ma che non osò porre nemmeno in quel momento di completa sincerità che sperava solo non si sarebbe più ripetuto.

Avvertendo quel silenzio farsi sempre più intenso, Buffy decise di reagire. Si sollevò leggermente, avvertendo il dolore -anche se non scomparso- decisamente più flebile. Si  portò a sedere così da allontanarsi dal vampiro, il tutto non aprendo però bocca.
Fu infatti lui ad interrompere il silenzio "Quindi accetti questo accordo?"
Lei rimase in silenzio ad osservare le due bottiglie che sotto i suoi piedi erano ormai vecchie e stantie, per poi annuire prima di guardarlo colma d'ira e nervosismo nei suoi confronti.
Si rendeva perfettamente conto di avere parlato a sproposito, dicendogli ciò che pensava di Angel e di lui, ma al medesimo istante era anche certa non ci fosse bisogno di menzogne tra loro, convinta che prima o poi, uno dei due, sarebbe stato destinato a morire per mano dell'altro.




"Dove stiamo andando?" domandò lei dopo una buona mezz'ora di viaggio.

Erano ripartiti: Spike nuovamente alla guida e Buffy seduta sul sedile affianco, testimoniando di sentirsi molto meglio, ed effettivamente così era. Ciò che maggiormente le doleva in quel momento era il pensiero -il semplice pensiero- che ad averle procurato quella mortale ferita fosse stato Angel, l'uomo che aveva amato e che non riusciva a smettere di amare con tutta se stessa.

Spike si voltò un istante verso di lei, per poi tornare in un paio di secondi a concentrarsi sulla strada.
"A Los Angeles." rispose poi con calma sfoderando un sorriso di completa strafottenza tipico di lui. Si divertiva a vedere la cacciatrice tanto spaesata e confusa, inutile negarlo. Amava vederla così preoccupata, ma al medesimo istante cocciuta nel mantenere la propria fermezza. Eppure, nonostante lei stesse così, doveva solo che abbandonarsi al fatto che, per una volta, al comando c'era lui.
"Los Angeles? Stai scherzando, spero!" lo riprese lei non appena udì la risposta. Se erano fuggitivi non capiva perchè racersi ad LA. Era una città completamente prevedibile, ed era certo che in breve sia Angelus che Drusilla sarebbero giunti per vendetta.
"Assolutamente no, pet" fece veloce il biondo imboccando una strada secondaria poco affollata "Ci sono buone ragioni per dirigersi a Los Angeles."
"E cioè? Se posso sapere..." domandò ironicamente lei non nascondendo un profondo nervosismo per l'appellativo affibiatole da lui. La chiamava costantemente in modi sin troppo intimi. Il tutto nonostante la odiasse.
"Vuoi la lista?" la schernì lui prontamente, dimostrandosi palesemente sorpreso da quell'ignoranza da parte della cacciatrice, cosa che non fece altro che farla infuriare maggiormente. Lo fulminò brevemente con lo sguardo, quel tanto per fargli capire che non era il momento di scherzare.
"Ok... Ok... Calmati." sorrise Spike in risposta, prima di prendere un profondo -ed inutile- respiro prima di parlare nuovamente "Innanzitutto sei debole. Ed ora non tirare in ballo qualche stronzata del tipo 'sono la cacciatrice e i miei poteri di guarigione blah blah blah' perchè ti ci vorrà comunque tempo..." esordì acutendo la propria voce nel momento in cui finse di imitarla, risultando solo che arrogante.
"Due: non credo che se ci dirigessimo a Portland i tuoi amici riuscirebbero tanto facilmente a trovarti." pronunciando quella frase le lanciò un occhiata colma di fierezza per il brillante ragionamento.
"Tre... E correggimi se sbaglio, ma Los Angeles è un luogo che tu conosci e si da al caso che lo conosco anche io.." concluse soffermando qualche secondo il proprio sguardo su di lei, che già dimostrava l'espressione di qualcuno completamente colto sul vivo, pronto ad incalzare nuovamente "...Sbaglio?"
La raggazza serro i pugni con forza, imponendosi di rimanere calma, ripetendosi che se lo avesse compito, avrebbero con ogni probabilità rischiato un incidente stradale. Si limitò dunque a rispondere "No, non sbagli"
"Appunto, riccioli d'oro"
Udendo nuovamente uno dei tipici nomignoli utilizzati dal vampiro, non potè rimanere in silenzio "Si può sapere perchè lo fai?" domandò dunque spazientita.
"Fare cosa?" chiese lui corrucciando lo sguardo, non capendo realmente.
"Ti ostini a darmi assurdi nomignoli... Prima cacciatrice, e quello andava bene, ma poi riccioli d'oro, poi pet... Non ti sembra qualcosa che dovresti dire a Drusilla? Non ti sembra troppo-" "Intimo?" la interruppe lui immediatamente, rubandole le parole di bocca.
Lui sorrise sghembo rendendosi conto di avere indovinato ed annuì un paio di volte prima di tornare a parlare "Cosa c'è di più intimo della morte? Del sangue..."
"Sei disgustoso Spike..." si limitò a dire lei, pur tentennando qualche secondo in precedenza, cosa che il vampiro notò molto bene.

Sorrise strafottente asssottigliando il proprio sguardo, mentre all'orizzonte gli appariva chiaro un cartello stradale con su scritto 'Los Angeles'
"Beh... Sono Spike. Sono sempre stato... Cattivo"





 
Angolo dell'autrice che evidentemente non è proprio sta gran scrittrice ahaha

Non so che dire... Io direi che questo capitolo non mi piace (non so perchè, ma poi per me è raro che mi soddisfi uno dei miei capitoli ahaha quindi siamo nella norma), ma spero che a voi invece almeno un minimo inimo inimo inimissimo sia piaciuto!
Che dire? Buffy è molto diffidente nei confronti del vampiro, il che è comprendibile, eppure alla fine si allea con lui.
Spike riesce a capire quanto Buffy sia in realtà afflitta a causa del proprio dovere di cacciatrice e dimentica per un istante il nemico che ha d'innanzi... E... Vanno a Los Angeles! Beh, ovviamente Spike ha anche qualche secondo fine, ma lo svelerò nel prossimo capitolo ;)

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Capitolo 3
*** Il Passato ***


 
THE PROMISE


-Il passato




L'incespicare familiare degli zoccoli dei cavalli gli rimbombava costantemente nel cervello, come volesse andare con il risultare una morbosa nenia ormai andante da secoli. Udiva ancora i richiami infastiditi degli uomini a comando delle lussuose carrozze ottocentesche ed, alle volte, ricordava con una certezza quasi maniacale, l'odore -persino il profumo- dei sedili in pelle cuciti a mano, in un'epoca in cui l'industria era appena che un abbozzo di realtà.
Lui era stato un uomo di fama e benestante, ai suoi tempi. Proveniva da una famiglia di tutt'altro che borghesi origini, anzi! Era appartenuto sin dall'inizio al ceto della più alta nobiltà, abitando costantemente in ville lussureggianti e baite da sogno. Secondo uno spettatore esterno, probabilmente, il tutto sarebbe parso incredibilmente gradevole, un sogno ad occhi aperti. Qualsiasi umano -e non- a Londra avrebbe volentieri scambiato la propria sorte con quella di un componente della famiglia Pratt.
William compativa quella massa di illusi. Lui detestava ed amava al contempo la propria esistenza umana. Era un buon uomo, caritatevole ed interessato al benessere altrui. Sorrideva nel momento in cui un altro sorrideva ed amava in presenza della donna da lui bramata su ogni altra. Eppure lui era un poeta incompreso, deriso e non apprezzato. Per quanto lui si impegnasse, per quanto venisse schernito.
Aveva amato con tutta la propria anima, fino a soffrirne, la propria povera madre tristemente malata di tubercolosi, e poi, Cecily.
Ma tutto era stato inutile.
Drusilla era parsa una manna dal cielo nel momento in cui gli aveva parlato, rivelandogli l'esistenza di un mondo tutt'altro che cieco di fronte alla sua bontà d'animo, ma mai avrebbe pensato, il povero e sventurato William, che quella splendida fanciulla apparentemente nobile, lo avrebbe trascinato in un abisso fatto di sangue e fittizia soddisfazione.
Aveva deciso, un giorno, di proteggere la propria madre, ma essa si era con disprezzo avventata su di lui, costringendolo ad un atto orripilante come quello di portarle a termine l'esistenza per la seconda volta -la prima rendendola vampiro-.
Da quel momento in poi, la confusione si era fatta più fitta e netta; perchè sua madre era mutata tanto? Perchè, lui invece, era rimasto pressocchè normale? Perchè la mutazione caratteriale era stata tanto drastica?
Nel momento in cui la sua povera madre si era risvegliata, generata dal figlio in pena per lei, la donna gli si era scagliato contro disgustata e lui non aveva compreso. Lei aveva totalmente perso il senno mentre lui era rimasto certo delle proprie convinzioni.


In quell'istante aveva compreso che, anche da vampiro, sarebbe sempre stato quello diverso.

Fermò l'auto frenando bruscamente. Erano nel pieno centro di Los Angeles, completamente abbandonati ad un futuro offuscato e bizzarro. Buffy aveva notato la certezza nello sguardo del vampiro e -pur non potendo ammettere di fidarsi totalmente di lui- era rimasta perciò in silenzio, aspettando che il ragazzo compisse le proprie mosse. La ferita al ventre le doleva ancora bruscamente, però, in compenso, l'emorraggia si era fermata, permettendole di tirare un sospiro di sollievo.
Sapeva che fino a quel momento Spike non aveva ancora commesso nessun errore, e questo la consolò leggermente di fronte alla prospettiva di doversi alleare, per un tempo indeterminato, con lui. Le ragioni per cui si erano diretti in quella città erano tutte ben ragionate, anche se non aveva ben capito per quale motivo il vampiro avesse tenuto a precisare un programmato arrivo degli Scoobies, ma lei non si era opposta, mantenendo il silenzio, decidendo di rimandare la domanda ad un momento di minore crisi.

Il ragazzo spense il motore accennando un sorriso mentre lanciava uno sguardo ad un edificio decisamente malmesso di fronte a loro.
"Home, sweet home..." commentò semplicemente, per poi uscire dall'auto proteggendosi con il proprio spolverino in pelle. La ragazza non disse nulla, decidendo di seguirlo silenziosamente, avrebbe rimandato ogni sfuriata a dopo, non appena le sarebbero tornate a pieno le forze.
Non appena furono dentro, la cacciatrice comprese immediatamente di trovarsi dentro un condominio, probabilmente abbandonato in parte vista la condizione dell'edificio. Spike si fece largo verso le scale con consapevolezza, seguito dalla ragazza ancora in silenzio. Attraversò un paio di corridoi, per poi giungere di fronte ad una porta in metallo completamente spoglia con su scritto '21B'.
Buffy lo squadrò mostrando il suo palese scetticismo, ed in risposta, l'ossigenato tirò fuori da una delle tasche dei propri jeans una chiave con la quale aprì l'uscio d'innanzi a loro. Con un gesto assolutamente teatrale, fece segno alla ragazza di entrare, la quale si fece largo nel piccolo appartamento. Il ragazzo accese le luci per poi chiudersi la porta alle spalle rumorosamente.
L'impianto a neon infastidì, in un primo momento, la vista di lei, ma non appena ne fu abituata, notò come effettivamente il piccolo monolocale era ridotto: sembrava abbandonato da decenni, ed i pochi mobili al suo interno erano il letto ed una piccola televisione, oltretutto nella zona dove probabilmente doveva trovarsi la cucina, erano sparse varie bottiglie di liquori, ed erano evidenti alcune macchie di sangue sul pavimento bianco sporco, seppur piccole.
La ragazza storse il naso di fronte a quella vista assolutamente consona ad un film horror "Tutto questo è...-" "Fantastico, no?" la interruppe il biondo sdraiandosi sul letto matrimoniale con le lenzuola bianche contornate di pizzi, assolutamente antiche.
"Stavo per dire disgustoso!" lo riprese Buffy, lanciandogli un'occhiataccia colma di rancore.
"Beh, se vuoi sopravvivere, cara cacciatrice, dovrai accontentarti... Non credo che tu, diciottenne, abbia abbastanza soldi da permetterti un albergo, e nemmeno io ne ho! Quindi, se non vuoi una strage alla reception pur di farci restare, dovrai accontentarti di questo"
La ragazza portò gli occhi al cielo esasperata, per poi domandare "E' tuo?"
Lui la guardò brevemente, per poi alzarsi dal letto e dirigersi verso il punto del pavimento in cui erano ammucchiate più bottiglie. L'uomo annuì "Sì. L'ho comprato poco meno di un anno fa per la mia Dru'...  Siamo vissuti qua qualche tempo, ma poi ce ne siamo andati..." assotigliò lo sguardo "Mi era giunta voce che a pochi chilometri c'era una cacciatrice".
Lei sorrise, capendo che la ragione dell'abbandono di quello squallido monolocale era ricongiungibile solo che a lei ed alla sua esistenza, o destino, come lo si preferiva chiamare. Tornò poi a concentrarsi sul ragazzo, già aggrappato ad una bottiglia di birra, non appena riesaminò la frase appena rivoltale.
"Lo hai comprato?" chiese dunque stupefatta.
"Già, pet. Sai... Se avessimo sterminato anche uno solo degli squallidi esseri che abita qua dentro, una banda di pazzi cacciatori di demoni ci avrebbe aggrediti. Ora... Non farti strane idee, io amo la confusione e l'adrenalina, ma Drusilla era in pessima forma. Non doveva agitarsi troppo." spiegò con calma Spike dirigendosi verso una delle finestre -ovviamente serrate in ogni modo pur di evitare l'infiltrazione del sole-.
"Cacciatori di demoni?" mi domandò confusa la ragazza.
"Non dirmi che alle tue informatissime orecchie di cacciatrice non è giunta la notizia dell'esistenza della Wolfram&Hart!"
Lei corrucciò l'espressione, confermando le supposizioni del ragazzo, che decise di chiarirle velocemente le idee "Un branco di ragazzi e demoni corrotti da dei folli che vengono chiamati 'anziani'. Non sono un nostro affare, e ti sconsiglio di mischiartici. Sono tutti avvocati pagati al servizio della 'legge'" concluse il ragazzo facendo il segno delle virgolette con le dita dicendo l'ultima parola.
"In poche parole... 'se non paghi, muori?'" rettificò la cacciatrice facendo sorridere in risposta il vampiro, il quale annuì semplicemente.

Buffy non seppe con esattezza quando questo accadde, ma il fatto fu che ad un certo punto, avvertì la conversazione e la presenza di Spike, come qualcosa di quasi confortante. 
Sapere che non era la sola costretta a rimanere rinchiusa con qualcuno che -probabilmente- detestava, solo ed esclusivamente per colui che amava, risultava assolutamente piacevole. Stavano condividendo un supplizio colmo d'angoscia, che riuscivano però a rigirare con estrema arguzia. Sapevano di cosa era o meno il caso di parlare siccome erano entrambi nelle medesime situazioni, ergo, non finivano mai con il ferirsi a vicenda.
Il vampiro poteva essere quasi... Simpatico, forse.

Si meravigliò all'istante del propri pensieri. Capì di dovere distrarsi, e la domanda che poco prima l'affliggeva le venne alla mente.
"Spike... Perchè hai parlato di volere chiamare i miei amici?" domandò la ragazza  corrucciando lo sguardo.
Lui la osservò con attenzione, palesemente incerto se risponderle o meno, incerto su come sarebbe andata a rivoltarsi la situazione. Anche dalla sua parte, Spike si trovava piacevolmente intrattenuto dalla conversazione. Se prima aveva pensato che la cacciatrice fosse solo un'oca bionda dalle discutibili capacità intellettive, ora si ritrovava particolarmente divertito dalla sua pungente ironia.
"Te lo dirò non appena avrai riposato... Sei ancora ferita" Sentenziò infine indicandole il letto e portandosi le mani ai capelli.
Lei rimase interdetta da quelle parole che la fecero innervosire, e fece per rispondergli, ma nel momento in cui aprì la bocca, lui fece altrettanto con la porta uscendo, lasciandola con la sola possibilità di acconsentire alla sua richiesta, sentendosi effettivamente spossata.



Los Angeles gli era davvero mancata, tutto sommato, ed era felice di esserci tornato nonostante gli innumerevoli ricordi che la città portava con la propria stessa essenza. Infondo amava girare il mondo, era sempre stato qualcosa che lo affascinava. Adorava il mare, l'oceano, i fiumi, i laghi, le montagne e persino le spiagge. Il solo luogo in cui non voleva tornare era Londra.
Londra era quella città ad averlo lasciato con un buco profondo nell'animo, tanto da costringerlo a rintanarlo in un angolo nascosto da tutto e da tutti, anche a se stesso, e rilegarlo inumerevoli volte con catene spesse e ferrose, rinchiuse con precisione dalla stretta di numerosi lucchetti. Quello gli era risultato il modo più veloce ed indolore di dimenticare l'uccisione di sua madre.

Era poggiato alla parete dell'edificio dove si trovava l'appartamento, consapevole di non potersi spostare da quel piccolo spacco d'ombra che aveva, con piacevole sorpresa, trovato. Amava l'aria aperta e -nella sua passata esistenza-, il sole con essa. Gli dispiaceva il fatto di non potere più godere di tale lussureggiante calore sulla pelle, ed i pochi momenti che gli facevano dimenticare quell'obbligo, erano quelli in cui si ritrovava perso ad ammirare il bagliore del mondo. Perchè la verità era quella: il mondo era davvero un luogo splendente. Troppo perchè lui potesse farne pienamente parte.
Alle volte si domandava come sarebbe stato varcare la porta di un locale in pieno giorno, immaginandosi che volti si presentavano alla luce, potendoli mettere a confronto con i consoni presenti nella notte, ma poi doveva scuotere il capo, mutare il proprio volto, e tornare ad essere orgoglioso e testardo, perchè un'altra verità era che lui amava essere un vampiro quanto amava il giorno. Era scostante in ogni minimo aspetto del proprio carattere, per questo era certo di non potere essere completamente... Soddisfatto.

Negli ultimi tempi, però, Spike cercava la felicità.
Aveva creduto di averla trovata nell'esatto momento in cui aveva incontrato Drusilla, cadendole inevitabilmente d'innanzi, poi lo aveva riconsiderato nel momento in cui aveva sterminato la sua prima cacciatrice, poi quando Angel li aveva lasciati, quando aveva eliminato Nicky, ma poi aveva capito di essersi sempre sbagliato.
Spike cercava la completezza.
La inseguiva con assiduità e perpetuazione tale, da essere riuscito ad arrivare ad una svolta: era certo che dopo quel passo che si apprestava a compiere accompagnato dalla cacciatrice ed i suoi amichetti, ce l'avrebbe fatta. Era sicuro che presto sarebbe riuscito a realizzare totalmente i propri obbiettivi, ma c'era un problema da affrontare perchè questo proposito andasse con l'edificarsi: parlarne a quella dannatissima Goldielocks.
Buffy avrebbe interferito. Era certo che non appena sarebbe tornato dentro per dirle tutto, lei lo avrebbe prima di tutto accusato di essere un ricattatore -cosa della quale poteva star ben certa- e poi di mettere in pericolo i suoi amici. Ma William era a conoscenza dell'arma più semplice da usare per manovrarla: Angelus. Peaches stava tornando utile, e nonostante lui volesse effettivamente collaborare con la biondina per riavere Drusilla, era decisamente soddisfatto di poterla utilizzare per il raggiungimento della propria felicità.

-Angolo dell'autrice :D
ecco rrivato il nuovo capitolo :D spero vi sia piaciuto, e beh... Dal prossimo avremo una svolta drastica degli eventi! Aspettatevi uno Spike assolutamente più severo e determinato riguardo le proprie azioni, e arriveranno altri personaggi che non saranno poi così felici di vedere William il sanguinario.

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Capitolo 4
*** La gemma di Amara ***


-The Promise

La gemma di Amara


 


Negli ultimi tempi, Spike cercava la felicità.

Lo aveva sentito rientrare intere ore dopo, la mattina successiva, facendo il suo ingresso nel piccolo loft con ben poca grazia, sbattendo rumorosamente la porta. Lo vide apparire dal fondo della stanza, ciondolandosi spossatamente nei propri indumenti.
Si chiedeva cosa avesse fatto mentre era fuori: non poteva certo avere fatto una lunga camminata, infondo all'esterno il sole era brillato a lungo, e la notte era calata tardi, e non aveva nemmeno ucciso nessuno, od almeno era questo che la ragazza intuiva vedendolo stanco di fronte a lei.
Voleva porgliele tutte quelle domande, ma fu lui a batterla sul tempo, prendendo parola non appena si fu accomodato a sedere sul fondo del letto a due piazze che albergava dentro l'appartamento "Stai meglio?"
Buffy annuì semplicemente. Per quanto riguardava lei, quelle ore di sonno -nonostante si fosse svegliata già da tempo- le erano davvero giovate, e probabilmente, se solo si fossero trovati in una situazione diversa -se solo lui non fosse stato un vampiro- lo avrebbe persino ringraziato per il consiglio e l'obbligo datole di rimanere a letto.
"Bene" sospirò il biondo estraendo dalla tasca del suo tipico spolverino un pacchetto di Malboro rosse, ed estraendone una da esso. Afferrò poi, dalla tasca opposta a quella, il suo accendino tanto amato, ed accostò la fiammella alla cima della sigaretta, accendendola. Se la portò poi ale labbra, aspirando soddisfatto e decisamente meno teso, per poi ributtare fuori il fumo. Era davvero stanco di quell'assurda situazione: essere tanto vicino ad una cacciatrice e non poterla uccidere.

Nonostante Spike fosse un vampiro orribile, era un uomo di parola.

Iniziò ad osservare la sigaretta che tratteneva elegantemente tra indice e medio, per poi colpirla un paio di volte con il pollice, facendo cadere a terra la cenere che l'aveva iniziata ad adornare.
"Come ti nutrirai?" domandò d'improvviso Buffy, distraendolo nella sua contemplazione.
Il ragazzo si voltò verso di lei, guardandola storto e confuso, come se la ragazza di fronte a lui fosse solo un sogno, od una sorpresa appena trovata.
"Che intendi?" chiese dunque, realmente incerto di fronte a quel quesito. Gli chiedeva come era intenzionato a nutrirsi? Non ne aveva idea. Non ci aveva ancora pensato, a dirla tutta. Non aveva riflettuto minimamente nel momento in cui aveva afferrato la ragazza portandola di peso sino alla propria macchina, salvandola, e non gli era perciò nemmeno passato di mente un istante, il fatto che quella sensuale Goldielocks, non sarebbe stata d'accordo di fronte ai suoi martiri.
"Sai cosa intendo... Non ho intenzione che durante il nostro patto, tu vada in giro uccidendo i passanti" delineò doterminatamente lei, portandosi a sedere contro la testiera del letto.
Spike sorrise, divertito dalla scena che la sua mente gli stava portando alla testa: uccidere malcapitati per Los Angeles inseguito da una cacciatrice completamente devota a lui sarebbe stato decisamente piacevole, ed appagante.
"Se pensi che farò come Peaches, ti sbagli" disse dunque il biondo, facendole capire che, se proprio volerla piegarlo, non doveva però farlo in modo drastico "Non mi abbasso a bere misero sangue di mucca"
La ragazza finse di non essere infastidita da quel comportamento, in quanto capì velocemente che, oltre l'aspetto dell'irritazione dovuta alla presenza del nemico, si stava delineando una sorta di rispetto nei suoi confronti, completamente malgiustificata. Trovava Spike un avversario rispettabile sia caratterialmente che in quanto a combattimento.
"Ci sono altre soluzioni" azzardò a breve lei, guardandolo di sottecchi mentre lui reagiva visibilmente alla risposta di lei.
"Cioè?" domandò William parendo improvvisamente interessato.
"Sangue  per trasfusioni. Periodicamente vengono consegnate all'ospedale buste con sangue per trasfusioni. Dovremo rubarne quanto ne basta per farti sopravvivere." disse con tranquillità lei, in attesa di sapere se quella soluzine potesse essere adattabile a lui.
"Certo, dovremo sapere quanto necessiti di nutrirti periodicamente e-" "Minimo una volta a settimana. Quindi pretendo due buste a settimana"lo interruppe lei, facendole capire che accettava quell'accordo.
"Va bene." acconsentì lei, sollevata che il problema più grave fosse andato con lo scemare.
"Benissimo..." sospirò lui portandosi una mano ai capelli, scompigliandoli leggermente, rendendoli ribelli come raramente lo erano.
La ragazza lo osserò: era raro vederlo tanto calmo e tanto vicino, e non si fece perdere quell'occasione di studiarlo in ogni particolare. Puntò il suo sguardo nei suoi biondi capelli, osservandoli tanto diversi dal solito, passò poi agli occhi di lui, cristallini e profondi quanto l'oceano più azzurro del mondo. Accarezzò  con lo sguardo tutti i tratti dell'uomo, per poi passare al corpo, flessuoso, ma scolpito, e realizzò immediatamente quanto realmente bello fosse Spike.
Non aveva mai avuto la possibilità di guardarlo sotto quella luce, e quasi se ne rammaricò.
Tornò a concentrarsi sullo sguardo di lui, quasi brillante tanto era azzurro, notando quanto profondi e sofferti fossero quegli occhi maledetti dal demonio, ed una domanda le sorse alla mente quasi sofferente: possibile che quell'uomo, anzi, demone, non potesse amare? Con quello sguardo?
Le avevano detto di no, eppure quando lo sentiva raccontare di Drusilla con quella fiamma accesa nel petto e nello sguardo, si sentiva quasi invidiosa di non avere mai visto quel furore nei suoi ragazzi, sempre perfetti ed oltremodo romantici.

La sua riflessione fu interrotta dallo stesso vampiro che, tornato in sè, decise di parlarle.
"Ho detto che possono venire i tuoi amici..." mormorò non sapendo nemmeno lui come proseguire, mentre si portava il filtro della sigaretta alla bocca, ormai giunto quasi al limite.

La tua felicità, Spike. Ricorda.

"Voglio che vengano qua." disse severamente la cacciatrice, interrompendo il breve pensiero del biondo, e facendolo quasi sorridere di fronte a quella determinazione che -reallizzò in un istante brevissimo- sarebbe significata la realizzazione del suo obbiettivo.
"Ho un patto da proporti a questo proposito, cacciatrice" fece il ragazzo sorridendo sghembo, facendo avvertire alla ragazza un brivido di completa diffidenza.
Era così difficile seguire Spike: un attimo prima pareva il ragazzo più innamorato al mondo, ed il secondo dopo l'essere più bastardo mai esistito.
"Con patto, intendi ricatto, ho ragione?" domandò lei non potendo evitare di lasciarsi sfuggire la medesima espressione di lui.
"Non potevi averne di più"
"Di che si tratta?" chiese dunque mettendosi comoda, già pronta ad intavolare una lunga e confusionale discussione su cosa fosse o meno sbagliato, sicura che la richiesta di lui sarebbe stata totalmente indicibile.
"Una leggenda. Un antico cimelio di cui necessito disperatamente." rispose pacatamente il vampiro spegnendo la malboro sopra il comodino affiancante il letto, non curandosi che ci fosse o meno un posacenere -che era ovviamente assente-. Lei non commentò quel comportamento, concentrata sulla situazione.
"Spiegati. Evitiamo giri di parole, William"
A quelle parole lui si ritrovò immediatamente a sorridere, felice di non avere a che fare con una timorosa novellina, ma con un'esperta cacciatrice pronta a sfidarlo, nonostante la giovane età.
"Esiste un amuleto, chiamato Gemma Di Amara, e si trova a Sunnydale. Io la voglio." spiegò assotiglando lo sguardo ed incantenandola con esso.
Lei scosse il capo, cercando di fingere di non vedere i suoi occhi cobaltosi e perfetti, ai quali, era certa, non sarebbe stata in grado di mentire nemmeno sotto tortura.
"Perchè la vuoi?"
"Immagino gusti estetici..." ironizzò il ragazzo "Sai, credo di essere a corto di accessori ultimamente" scherzò poi sfoderando un genuino sorriso.
"Non mi dire! Non avevo idea di questa tua passione!" scherzò la ragazza agitando teatralmente una mano.
Il vampiro sorrise, per poi farsi serio "Rende immuni a qualunque attacco"
"Invincibile, in poche parole?" domandò la cacciatrice guardandolo confusa.
"Esattamente, pet" annuì il biondo leccandosi con la lingua l'arcata superiore dei denti, sfoderando un sorriso malizioso, che la fece arrossire leggermente, prima di irritarla. Gli lanciò un cuscino.
"E posso sapere, di grazia, per quale dannatissima ragione, vorresti questa...cosa?" chiese la bionda spazientita incrociando le braccia sul petto, mordendosi il labbro inferiore in attesa di una risposta che potesse renderla soddisfatta.
"Voglio risentire la luce del sole sulla mia pelle... Solo questo, cacciatrice" rispose con calma il ragazzo, voltandosi verso di lei, la quale, se in un primo momento si era trovata incredibilmente stupita da quelle sue parole, non credendo nemmeno ad una sillaba di esse, ora che invece lo aveva visto in viso, con quella fiamma brillargli nello sguardo, aveva compreso che quella semplicità, era dannatamente reale. Oltretutto, se per in cambio di quella pietra avrebbe avuto l'opportunità di vedere Willow e gli altri, allora era poteva accettare.
Spike sorrise ancor prima di udire la risposta di lei: la 'conosceva', ed era certo che avesse un disperato bisogno di rivedere i propri amici, e di saperli così al sicuro da enetuali attacchi da Angelus. Oltretutto, dopo ormai più di cento anni di esistenza, aveva appreso più aspetti del carattere delle prescelte: una cosa che le terrorizzava era la solitudine.

E la risposta, proprio come lui si era aspettato, non tardò ad arrivare "Ok, avrai la tua gemma, ma come hai intenzione di-" "Seguimi e fidati" la interruppe il vampiro alzandosi in piedi e dirigendosi verso l'uscita, attendendo che lei lo seguisse.

"Una cabina telefonica?" fece scettica Buffy non appena i due giunsero all'esterno. Nonostante fosse giorno, alla parete ombreggiata dell'edificio, si trovava una vecchia cabina, ed era lì che il vampiro l'aveva portata soddisfatto.
"Che spirito di osservazione, Summers!" ironizzò lui poggiandosi al muro alle sue spalle mettendo le mani in tasca. La ragazza lo squadrò esasperata.
"Prendi..." la incoraggiò poi il biondo, lanciando alla giovane un quarto di dollaro, che lei afferrò prontamente. Ringraziò i propri riflessi da cacciatrice "...E chiama. Ma ricorda, ragazzina, niente osservatore! Lui non lo accetterebbe, e lo sai anche tu. Per me l'importante è soprattutto la rossa, ma se vi va potete reclutare anche quel tuo amico stupido" aggiunse poi il vampiro lanciando un breve sguardo al cielo, rendendosi conto che per lui, era il momento di rientrare.
"Perchè hai detto che hai bisogno di Willow?" domandò scettica Buffy, rigirandosi la moneta tra le mani.
"Scherzi, cacciatrice? Non farò parte della vostra assurda squadra di scoobies, ma lo si vede lontano un miglio che uno dei pochi che vale davvero tra voi, oltre te, è la ragazzina" rispose certo lui sorridendole sinceramente, in modo strafottente ed ostentanto sapienza "Ora vado. Il sole si sta muovendo. A dopo" si congedò poi.

"Salve signora, c'è per caso Willow a casa?" domandò Buffy non appena udì la voce della madre dell'amica prendere parole dall'altra parte della cornetta.
"Certo, te la passo subito." rispose gentilmente la donna.
"La ringrazio!" esclamò amichevolmente la cacciatrice, cercando di sfoderare un tono di voce amichevole e giovane, intenta ad ingannare al meglio la donna, non potendo certo raccontarle della situazione in cui in realtà si trovava.
"Pronto?" la voce di Willow le fece perdere il filo dei propri pensieri, facendola immediatamente sorridere. La mancanza della rossa la avvertiva in modo profondo ed era indubbiamente dispiaciuta per tutto ciò che era successo e di come fosse sparita dalla circolazione, nonostante fossero passati solo un paio di giorni.
"Willow, sono Buffy"
"Buffy? S-Stai bene? Dove sei?" la aggredì l'amica, non potendo evitare di dimostrarsi oltremodo preoccupata ed apprensiva.
"Sì, sto bene! Non preoccuparti... Sono a Los Angeles, ma vedi, ti ho chiamata per un preciso motivo" fece decisa la cacciatrice, passando da uan espressione serena e felice, ad una seria ed imperiosa.
"Cosa succede?"
Quella domanda la scosse qualche istante. Si guardò attorno, vedendo la solitudine avvolgerla: Spike era rientrato perchè in pericolo sotto la luce del sole. In quel momento, mentre era sola, nessuno poteva obbligarla a parlare di un'assurda pietra assolutamente inutile ad un eventuale loro obbiettivo. Oltretutto, nonostante il vampiro avesse detto la desiderasse solo per riavvertire la luce solare sulla propria pelle, lei era certa che dovesse, ad ogni costo, esserci un secondo fine.
Una pietra in grado di rendere immuni a qualsiasi attacco non poteva essere sprecata in tal modo da una mente fine e viscida come la sua.
Eppure, un flash improvviso, un attimo, la fece tornare in sè. Rivide quello sguardo e comprese che la verità lui l'aveva pronunciata con il cuore, dicendole che, ben vengano i poteri sovrannaturali, oltre persino ai suoi stessi, ma lui avrebbe cercato quella gemma anche solo se avesse avuto le capacità di permettergli di uscire durante la giornata.
I secondi fini erano solo impliciti. Forse persino a lui stesso.
"Ho bisogno che tu e Xander mi raggiungiate, ma non da soli"
"GIles?" domandò la rossa non capendo la risposta dell'amica, la quale riprese immediatamente, in modo drastico.
"No! Non dovete dire nulla a Giles di me, vi prego! Ho bisogno di una leggenda... La gemma di Amara" Disse la bionda determinata, in attesa di una risposta dall'amica, la quale però, non le parve in vena di dargliela. Avvertì un lungo silenzio oltre la cornetta, tale da metterla improvvisamente in allarme, ma poi un suono ripetitivo e veloce, la fece tornare a sperare: le sembrava ieri di udire quel rumore alle volte veramente snervante della giovane studentessa indaffarata a digitare con il proprio computer.
"La gemma di amara è un'antica reliquia che si narra possegga capacità incredibile, molto all'aldilà della comune fortuna. Si tratta di un potere mistico in grado di rendere il portatore di tale pietra immune a qualsiasi attacco nemico, rendendolo pressochè immortale..." lesse Willow lentamente, in modo tale da fare capire a Buffy ciò che era riuscita a trovare su internet "E' questa?"
"Sì" rispose semplicemente la cacciatrice, non potendo negare che la descrizione combaciasse con quella del vampiro "Dove si trova?"
"E' sepolta a Sunnydale, a quanto pare..." fece pacatamente la ragazza, ostentando il suo tipico tono di voce di quando era assorta nelle proprie ricerche.
"Riuscireste a ritrovarla, tu e Xander?"
"Credo di sì. Tutto sommato ci sono numerosi dettagli a riguardo" rispose la rossa mentre, oltre la cornetta telefonica, osservava lo schermo del proprio computer interessata "Ma Buffy, perchè vuoi questa pietra?"
"Vi spiegherò tutto, ve lo giuro, ma quando sarete qui, ok? Ah giusto! Cercatela durante il giorno... Angel è ancora in giro, e non è assolutamente un buon soggetto" aggiunse la giovane prescelta apprensiva nei confronti degli amici, rimanendo segretamente in colpa per non potere coinvolgere GIles, l'uomo che, recentemente, era andato a sostituire colui che prima era suo padre.
"Vuoi dire che Angel è-" "Non è il momento, ok? Tu promettimi solo che farete come vi ho detto" la interruppe Buffy, facendo preoccupare irrimediabilmente l'altra, la quale rispose affermativamente.
"Certo, va bene. Recupereremo la gemma e ci dirigeremo a Los Angeles, ma dove di preciso?"



La ragazza oltrepassò la soglia dell'appartamento rientrando. Si guardò attorno fino a che non vide Spike sdraiato sul letto intento ad osservare noiosamente il soffitto. Rimase in silenzio mentre lentamente si avvicinava, già pronta ad esordire dicendogli che aveva fatto tutto esattamente come lui aveva espresso, ma non ce ne fu bisogno.
"Che hanno detto?" domandò il ragazzo, a quanto pareva, certissimo che lei avesse rispettato gli accordi presi.
Buffy sbuffò contraddetta. Era già pronta a litigare un po' con lui, ed invece il vampiro pariva decisamente rilassato ed accondiscendente.
"Che provvederanno. Ho dato loro l'indirizzo e non appena avranno trovato la gemma di amara arriveranno. Soddisfatto?" rispose lei sedendosi a terra, poggiando la schiena contro la parete.
"Lo sarò quando potrò toccare con le mie mani la pietra. A quel punto saremo invincibili ed Angelus diventerà una minaccia patetica" sentenziò lui alzandosi e giungendo di fronte la ragazza, a pochi centimetri da lei, una distanza che mai avevano raggiunto se non durante uno scontro, cosa che confuse leggermente lei, la quale si voltò iniziando a camminare per l'appartamento.
"Non ti capisco. Ti sei alleato con me e mi hai mostrato il tuo rifugio a Los Angeles. Sono qua, sono costretta a restare, ma tu non ne approfitti minimamente. Io ero già pronta ad eliminarti dopo malapena un'oretta, ed invece, sei cocciuto nel mantenere gli accordi. Da dove viene tutta questa determinazione e lealtà?" lo accusò improvvisamente lei, seriamente interdetta di fronte i comportamenti del vampiro, il quale non potè evitare di scoppiare in una fragorosa risata che, nel giro di pochi secondi, rimbombò in tutto l'appartamento.
"Vuoi sapere sa dove? Non credi che possa essere un uomo di parola..."
"Mi è difficile da credere, semplicemente" rispose lei con sincerità, sfoderando uno sguardo colmo di sfida che si incastrò all'istante negli occhi di lui.
"Lo sono. Abbiamo un interesse comune. Io voglio Drusilla e tu il tuo caro Angel. E' un patto perfettamente biunivoco, ed io rispetto la parola data." concluse il biondo, facendo capire perfettamente alla cacciatrice che non sarebbe stato in vena di ascoltare altri suoi assurdi lamenti. Tornò al letto, intento a riposarsi, ma non appena lo fece lei corrucciò lo sguardo.
"Che fai?" domandò poi Buffy.
"Riposo, pet. Tanto strano?" fece lui ironicamente, spossato dai giorni appena trascorsi.
"Intendo... C'è solo un letto, come facciamo?" incalzò lei avvicinandosi a lui.
"Puoi dormirmi vicino. Per me non è un problema e non oserò azzannare la tua umanissima pelle"
Lei sussultò, visibilmente stizzita dalla proposta, ma non parlò. Non poteva certo dirgli che lui avrebbe dormito in terra, infondo quella casa era sua ed era stato sin troppo gentile -essendo demone- nell'ospitarla. Chiuse dunque gli occhi, prendendo un respiro profondo e raggiunse il lato opposto del letto rispetto dove era coricato lui, sdraiandosi silenziosamente.

Lui finse di non reagire, rimanendo completamente immobile, eppure, in realtà, nel momento in cui aveva avvertito il materasso muoversi per la presenza di una seconda persona, non aveva potuto evitare di sospirare leggermente dalla sorpresa. Si aspettava lo avrebbe impalettato sul  momento o altro, ed invece, quella piccola ed ingenuamente affascinante Goldielocks, si era accomodata semplicemente, raggomilandosi di dal lato opposto rispetto a lui, sdraiata di fianco.

Avvertire una presenza affianco a lui, sul letto, nuovamente, fu piacevolmente rilassante.

Fu la voce di lei ad interrompere il silenzio che si era frapposto tra i due. Era insicura e decisamente tremolante, come se avesse realizzato solo in quell'istante tutto: erano fuggitivi dimenticati da coloro che amavano, rimasti soli se non con loro stessi.
"Che facciamo ora, Spike?" 
Lui si voltò verso di lei, incontrando il suo volto esattamente di fronte al proprio, troppo vicino perchè se lo potesse aspettare, ma non sussultò, spinto dal proprio orgoglio.
"Aspettiamo.." si limitò a sussurrare il ragazzo, immerso nell'ammirare gli occhi verdi di lei, tanto giovani e tanto ignari. A volte non riusciva a capire come quella ragazzina fosse riuscita a fermarlo tante volte.
Lei annuì leggermente, sistemandosi poi sotto le lenzuola bianche stanca e sotto pressione. Voleva al proprio fianco sua madre. Voleva essere con Giles che le impartiva qualche lezione sui propri poteri mistici, ed invece, l'unica persona -se così poteva definirla- con cui era, era un vampiro che solo un paio di settimane prima aveva cercato di ucciderla, e lei aveva fatto altrettanto. Eppure, quella compagnia, era straordinariamente confortante.
"Sai..." esordì lei dopo qualche tempo, ormai assopita dal calore delle coperte.
Lui la guardò, per nulla cieco nemmeno di fronte al buio della stanza "Cosa?"
"Tu ed io, alla fine, siamo davvero... Simili" mormorò lei, prima di chiudere definitivamente gli occhi, addormentata, perdendosi completamente il sussulto di lui in risposta.








 
Angolo dell'autrice :)
Che ne dite? Questo è un po' un punto fondamentale della storia direi... Insomma con la gemma di Amara Spike potrà riuscire ad entrare quasi pienamente a far parte del mondo della cacciatrice ed oltretutto entreranno in scena Willow e Xander, che sicuramente reagiranno in più modi di fronte al fatto che la loro migliore amica e Spike abbiano iniziato -per forza di cose- a convivere.
Allora, spero recensirete e mi direte cosa ne pensate perchè tengo davveero molto a questa mia storia (essendo fan accanita della serie!) ahahah!
Per chi non lo sapesse (se per caso di fosse perso qualche episodio di 'Buffy') sappia che la gemma di Amara è un amuleto di cui si parla per la prima volta nell'episodio 'L'accecante Luce Del Giorno' della 4a stagione. Episodio dopo il quale, Spike diverrà uno dei protagonisti (♥), quindi se non lo sapevate, no, la gemma non è una mia brillante idea :')
Ora vi lascio che immagino sia meglio :) alla prossima, ciao!

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Capitolo 5
*** Tocco caldo ***



 
The Promise


-Tocco caldo




Erano passati due giorni prevalentemente delineati da un'aria colma di attesa ed aspettativa: per quanto ne sapessero i due -ormai- coinquilini, Willow e Xander potevano varcare la soglia dell'appartamento in ogni istante.
Partendo da quest'ultima supposizione, perciò, restavano quanto più tempo potevano dentro casa, e per un giorno erano pienamente riusciti nell'impresa. Il problema era risultato quando il vampiro aveva riscontrato i primi sintomi della fame.

"Spike, dobbiamo lasciare l'appartamento" aveva detto Buffy dopo una breve riflessione, capendo che, solo perchè il ragazzo si era ripromesso di non ferire nessun umano durante la loro tregua, non dovesse significare che sarebbe dovuto morire di fame. Si sarebbero diretti in un ospedale ed avrebbero rubato alcune buste di sangue per trasfusioni: la cacciatrice poteva capire che pretendere da lui che iniziasse immediatamente a nutrirsi di sangue animale sarebbe stato un cambiamento fin troppo drastico. Quello era perciò un compromesso più che accettabile per lei.
Lui aveva scosso il capo frustrato portandosi alla bocca la bottiglia di birra che aveva stappato qualche minuto prima "Assolutamente no! Non possiamo! Se i tuoi amici arrivassero e non ci vedessero, la mia gemma andrebbe al diavolo!".
La voce del vampiro era uscita dalle sue labbra strozzata e confusa, affogata da numerosi alcolici consumati in troppo poco tempo.
La cacciatrice si era morsa il labbro inferiore, incerta su come rispondergli, pur restando certa che trovargli del cibo fosse qualcosa di fondamentale "Ascoltami, andiamo in ospedale..." esordì riflettendo "non ci vorrà niente a rubare quel che ci serve. Prenderemo un borsone e cercheremo di rifornirci al meglio, poi torneremo subito. A quest'ora della notte dubito comunque che arriveranno"
Il biondo l'aveva guardata qualche istante in seguito a quella affermazione, rimanendo certo che non avrebbe accettato, ma un bisogno impellente di assaporare il gusto del sangue lo invase al solo pensiero: doveva accettare od avrebbe aggredito lei.
"Va bene"

Non era stato affatto difficile distrarre un paio di medici ed appropiarsi di quante più scorte di sangue possibile. Buffy aveva attirato l'attenzione di due ragazzi sulla ventina iniziando a flirtare in modo -a parere di Spike- assolutamente vomitevole, per poi permettere a lui di entrare e derubare ciò che serviva.
Erano tornati all'appartamento per tempo, e dopo essersi nutrito a sufficienza, William si era accomodato sul letto a riposare, seguito poi ore dopo dalla ragazza che era rimasta intere ore a riflettere su quell'assurda situazione in cui si trovava, dovendo ammettere che ormai, tutte le paure e congetture che si era posta inizialmente, erano andate con l'affievolirsi piacevolmente.




La convivenza era proseguita piacevolmente -più o meno- e nessuno dei due aveva mai superato quel confine di reciproco rispetto che ultimamente avevano iniziato a chiamare 'patto'.
La sola cosa che aveva fatto confondere più volte la cacciatrice, era risultato il fatto che il sonno dovessero 'condividerlo'. Certo, sicuramente non era nelle condizioni di lamentarsi: aveva alloggio e non solo. Spike riusciva a raccogliere soldi derubando poveri ignari e con ciò che guadagnava, comprava cibo ed acqua alla ragazza, e perciò, nonostante i titubamenti che la invadevano ogni volta che lei si stendeva al suo fianco, restava in silenzio.
Trovava sbagliato dormire a fianco di colui che -decisamente- non amava. Spesso avrebbe voluto avere la presenza di Angel ad affiancarla al momento del risveglio, eppure, quando la mattina apriva gli occhi incontrando il suo sguardo plumbeo, era quasi sollevata nell'averlo ancora vicino.
Era felice di non essere sola.
Ogni risveglio risultava calmo e piacevole. Ogni risveglio tranne uno.

Un rumore perpetuo e fastidioso le invase i timpani una mattina. Lei era stanca, decisamente svogliata di fronte all'idea di alzarsi dal comodo letto in cui si trovava, e non appena aveva avvertito il suono farsi più incisivo e determinato, si era accucciata contro un torace che -pur non essendo caldo- nei suoi sogni era piacevolmente confortante.

Successivamente dei richiami allarmati, poi un tonfo rumoroso ed assordante la svegliarono. Aprì gli occhi di scatto, ritrovandosi di fronte al petto di Spike avvolto da nulla. Il suo viso divenne porpora all'istante, mentre cercava di ricordare in quale momento della sera precendete, il vampiro si era liberato della propria maglietta mettendo il mosta il suo fisico assolutamente... Affascinante?
Si meravigliò dei propri pensieri istantaneamente, ma non ebbe il tempo di rammaricarsene in quanto, una voce particolarmente allarmata, la medesima che l'aveva chiamata prima, mentre ancora dormiva, tornò a squillare nell'appartamento.
"Buffy! Che diamine stai facendo?"
La cacciatrice, riconoscendo quel suono immediatamente, si portò a sedere, scostando malamente le braccia del biondo che l'avevano avvolta, probabilmente senza che nemmeno lui se ne rendesse conto. Sorrise subito, scendendo dal letto e lanciandosi sul giovane ragazzo appena entrato.
"Xander! Sei venuto, che bello!" esclamò lei tuffando il volto nella spalla di lui, restando decisamente più bassa rispetto all'amico, il quale, però, non riuscì a ricambiare, ancora profondamente allarmato dalla vista appena avuta di una delle sue migliori amiche con colui che solo un mese prima aveva cercato di ucciderla in ogni maniera possibile.
"Anche io sono felice di vederti... Ma....-" "Perchè Spike è qui?" si intromise una seconda voce, più squillante e risoluta, di fronte la quale la cacciatrice quasi si commosse.
"Willow! Ci sei anche tu!" esclamò la Buffy abbracciando anche la rossa, la quale ricambiò gentilmente.
"Ehy, ragazze torniamo al presente: Spike" le interruppe Xander non potendo smettere di osservare prima il vampiro, poi la bionda che fino a poco prima gli era attaccata.
Buffy, presa in mezzo, puntò i propri occhi su William, notandolo ancora addormentato "Sì, ecco... Andiamo fuori a parlare, è meglio" mormorò dunque dirigendosi verso l'uscita seguita dal moro e Willow.
"Stai dicendo che ci preoccupiamo del fatto che possa svegliarsi?" domandò incuriosito l'amico chiudendosi la porta alle spalle, ormai fuori in corridoio.
"E' solo che... Non ha mangiato a lungo e quindi non so se ha ancora ripreso forze... Non capisco molto di bisogni dei vampiri..." si limitò a rispondere Buffy corrucciando lo sguardo e riflettendo.
"Va bene, va bene..." tagliò corto Xander, prima di tornare a parlare severamente "Anzi, no! Non va bene! Perchè dormivi con Spike? Abbracciati?"
"Eravate abbracciati?" si intromise Willow, entrata dopo il ragazzo, quando ormai la cacciatrice si era tuffata tra le braccia dell'amico.
"Sì, e comunque dormivamo insieme perchè c'è un solo letto" disse pacatamente la bionda alzando gli occhi al cielo esasperata. Non aveva pensato alle possibili domande che i suoi amici le avrebbero rivolto una volta giunti, e non era perciò perfettamente pronta a rispondere, soprattutto per quanto riguardava Spike. Nemmeno lei riusciva perfettamente a capire le dinamiche del loro rapporto.
"Scusa Buff, ma posso chiederti di nuovo.... Perchè?" tornò a parlare il moro, non potendo evitare di sfoderare un'espressione assolutamente impietrita dalla situazione.
"I-Io..." esordì lei balbettando, per poi sospirare rumorosamente "Allora, immagino di dovere cominciare dall'inizio..."

"....Il tuo incantesimo, Willow. Non ha funzionato..." mormorò amaramente la cacciatrice ricordando quanto avesse sofferto nel momento in cui si era resa conto di quella tragica situazione. Stava esponendo ai due amici ciò che era accaduto durante il combattimento contro Angelus.
"Ho quindi iniziato a combattere con Angel e, come sai, mi ero alleata a Spike..." proseguì la bionda riferendosi a Willow, facendo sussultare Xander.
"Ti sei alleata a Spike? Io non ne sapevo niente!"
"Lo so, Xander, non ho potuto spiegarti molto e mi dispiace... Comunque, sì, mi ero alleata a Spike e, sai... Avevamo elaborato una sorta di 'piano d'azione' che consisteva nel sorprendere e combattere... E per un po' ha funzionato..." raccontò lei amaramente, mentre le ritornavano alla mente falshback veloci e dolorosi della battaglia. Angel le aveva rivolto parole alle volte realmente disgustose, definendola solo che un giocattolo e, nonostante si fosse ripetuta che quello non era l'Angel che amava, ma Angelus, vampiro privo di anima e demoniaco, non aveva potuto evitare di sentirsi ferita profondamente.
"Poi?" la esortò dopo qualche secondo la rossa, notando che Buffy pareva non volerne più parlare.
"Poi... Non so esattamente che sia successo, ma mi ha ferita. Mi sono distratta ed ho avvertito una fitta allo stomato. Mi aveva colpita con la spada, ed ho visto improvvisamente tutto quel sangue... Il mio sangue. Poi lui se ne è andato. Ero certa mi avrebbe uccisa, ma Spike, poco più lontano, lo ha fatto innervosire ed Angel si è accanito su di lui. Hanno combattuto un po' e Spike lo ha colpito al cuore, ferendolo abbastanza da potere fuggire e lui mi ha presa con sè." sospirò la bionda portandosi una mano tra i capelli e cercando di restare calma nonostante i ricordi dolorosi "A dire il vero l'ultima parte non so esattamente se sia andata così. Io ero priva di sensi. Me l'ha raccontata Spike..."
"Quando hai ripreso i sensi?" domandò improvvisamente Willow, palesemente interessata alla storia.
"Non so dopo quanto tempo esattamente, lui mi stava disinfettando la ferita con del Whiskey." rispose semplicemete Buffy, restando totalmente sincera.
"Ok, il vampiro ossigenato ha compiuto una compassionevole buona azione." sentenziò il moro intervenendo ironico "Pensi che ci creda?"
"Infatti c'è una cosa di mezzo. Una sorta di patto..." spiegò la cacciatrice "Vedi... Lui vuole Drusilla ed io Angel. Siamo perfettamente d'accordo"
"Oh, wow... Che fiducia... Quindi per un accordo siete andati a vivere e dormire insieme?" proseguì con la propria ironia un completamente apprensivo Xander.
"Beh, immagino siano affari della cacciatrice..." si intromise una voce proveniente dalle loro spalle che tutti riconobbero immediatamente. Spike, appena sveglio ed ancora a torso nudo, li aveva raggiunti.
Buffy alzò lo sguardo al soffitto decisamente vecchio e malmesso dell'atrio, esasperata dalla tensione che percepiva con chiarezza tra il vampiro e Xander. Si era immaginata molto spesso i risvolti che avrebbe preso la faccenda, ma viverla era tutt'altra cosa. Avvertiva l'ansia montarle: sapeva di non dovere fare innervosire troppo Spike, ma solo per questo, non doveva nemmeno dimostrarsi oltremodo apprensiva con il biondo. Erano ancora nemici dopotutto.
"Bensvegliato..." accennò dunque la cacciatrice ironicamente, dirigendosi nuovamente all'interno dell'appartamento "Continuiamo a parlare dentro."

Si erano sistemati come meglio potevano, ed avevano dato a William il tempo di vestirsi -in quanto aveva insistito sul fatto di volere assistere alla conversazione-. Lo spazio era oltremodo ristretto e si erano dunque sistemati dove potevano: Xander era in piedi contro una parete -disgustato all'idea di sfiorare anche solo le lenzuola bianche del letto-, mentre Willow e Buffy, decisamente meno schizzinose nè piene di preconcetti, si erano accomodate sul morbido materasso.
Spike era entrato dopo qualche minuto, poggiandosi contro lo stipite della porta a braccia conserte, in attesa che iniziassero a parlare. Sapeva di cosa avrebbero iniziato a discutere: delle scelte più che discutibili della cacciatrice di fuggire, e di come a Sunnyhell stesse proseguendo la vita e, nonostante quelli non fossero gli argomenti prediletti del biondo, lui sapeva bene che per giungere alla gemma, doveva prima superare un innumerevole numero di umanissimi convenevoli.
Oltretutto, insieme a quel sentore di attesa che lo provava tanto, la presenza dell'amico della cacciatrice lo infastidiva oltremodo. Detestava quello stupido ragazzino senza cervello, in grado solo di dire assurdità e fare della leggerissima comicità. Si maledì per avere permesso a Goldielocks di portarlo ad L.A.
"Allora?" chiese di punto in bianco Buffy non appena ebbe scorto la sagoma del vampiro giungere nella stanza, facendo sussultare una Willow che, nonostante l'incompletezza della domanda, comprese immediatamente.
"Nessuno ti considera morta." sancì immediatamente, facendo sospirare di sollievo la bionda che già aveva immaginato potessero organizzarle un funerale a sua insaputa "Dopo la battaglia non è stato trovato alcun corpo, e se -fino a prova contraria- non sei un vampiro, significava che eri viva!" esclamò la rossa  accennando un sorriso al quale l'amica rispose immediatamente.
In un istante, però, Willow tornò seria "Oltretutto Joyce...-" "Joyce? M-Mia madre? Che le è successo?" intervenne immediatamente Buffy, completamente apprensiva nei confronti della donna.
"Joyce ci ha riferito una cosa..." proseguì sempre Willow, facendo sussultare Spike, che accennò brevemente un "Oh".
La bionda si voltò verso il vampiro "Oh? Spike! Che signfica 'oh'?"
"Veramente non lo hai capito, pet?" fece con un tono colmo di ovvietà William, non potendo evitare di restare allibito di fronte la reazione della ragazza.
"Pet?" domandò nel frattempo Xander, sempre più sorpreso della confidenza tra i due, ma nessuno lo considerò, in quanto tutti troppo presi dalla conversazione riguardante Joyce.
La cacciatrice continuò ad osservare assiduamente il vampiro, facendogli ben capire che la sua ignoranza non era dovuta ad alcun scherzò, e Spike si apprestò quindi a colmarle il vuoto di memoria "Quando, quella notte, sono venuto a casa tua...-" "Ehy! Casa tua, Buff? Ma che cavolo?" lo interruppe nuovamente il moro, non potendo evitare di non capire tutte le sfacettature delle avventure avvenute tra i due nemici mortali.
"Xander, ti prego!" lo riproverò però prontamente la bionda, facendo poi segno al vampiro di proseguire.
"Quando venni a casa tua..." ripetè Spike lanciando uno sguardo innervosito al moro "Tu e Joyce parlaste e tu le dicesti che, beh... Eri la cacciatrice. Tua madre se la prese tanto che ti disse 'se varchi quella soglia-" "'non sognarti di ritornare più a casa...'" concluse Buffy, riportando alla mente la discussione con la madre.
"Mille punti a Buffy Summers per le sue incredibili capacità intuitive..." fece ironicamente il vampiro in risposta, mentre Willow annuiva un paio di volte, come a comprendere la situazione che i due le avevano prospettato.
"Tua madre ha detto a tutti che è causa sua se ciò che è successo è successo e noi.... Noi non sapevamo dov'eri. Io e Xander e Oz abbiamo insistito molto perchè Giles ci aiutasse a rintracciarti, ma lui ci ha detto che avevi bisogno di tempo, e che quando questo sarebbe trascorso, saresti tornata spontaneamente. Dovevi vederlo... Era davvero sconvolto" concluse la rossa amaramente, sfoggiando un'espressione colma di dispiacere per il bibliotecario.
"Quindi, mi state dicendo che nessuno mi sta cercando? Nemmeno il consiglio?" riprese la bionda cercando di rimanere concentrata e tentando di nascondere tutta la nostalgia nei confronti del proprio osservatore e di sua madre.
L'amica -ormai neostrega- scosse il capo in segno di negazione "Nessuno. Sai, Buffy, quando, l'anno scorso, affogasti, tu iniziasti ad essere considerata morta per il consiglio degli osservatori. Insomma... Per loro era già sorta la nuova cacciatrice: Kendra!" spiegò sapientemente la rossa, dimostrandosi ben documentata sui fatti "Insomma, sei 'misticamente' defunta... Oltretutto alla morte di Kendra dev'essere sorta una nuova cacciatrice, e probabilmente stanno già lavorando su di lei"
"Non so se prendere la mia mistica morte come una cosa positiva o meno..." scherzò poi Buffy sfoderando un broncio assolutamente infantile, che fece sorridere i due amici. La ragazza si voltò poi verso Spike, che incontrò con lo sguardo corrucciato di fronte la notizia -non aveva idea che Buffy fosse morta precentemente-. Sospirò, per poi parlare, non sapendo nemmeno lei da dove, quelle parole provenissero e per quale ragione le pronunciasse "Avete portato la gemma?"
"Sì, l'abbiamo..." rispose poco convinta la rossa, facendo capire all'istante -solo grazie a quell'espressione- alla cacciatrice, che Willow aveva ben compreso quale sarebbe stato l'utilizzo dell'amuleto.
La strega sospirò, per poi estrasse dalla tasca una piccola busta in velluro di un colore scuro molto simile al sangue. La porse alla bionda, la quale, dopo averne osservato il contenuto, sorrise debolmente "Grazie."
"Dovrai dirmi perchè" si limitò a rispondere la rossa ricambiando l'espressione dell'altra.
"No! Volete dirmi che quella è per-" " Per me? Sì..." intervenne Spike interrompendo Xander, giunto alla conclusione troppo tardi rispetto all'amica da sempre.
Buffy si alzò in piedi, raggiungendo il vampiro, il quale la osservò poggiare sul palmo di lui un anello con sopra incastonata una gemma imponente. La guardò, quasi denudandola, con il proprio sguardo blu e sincero, facendole capire, solo con quella occhiata, la sua gratitudine. Strinse poi l'anello appena donatogli tra le mani come fosse l'oggetto più prezioso al mondo.
"Io non ci posso credere... Via Cordelia, se ne fa un altra!" esclamò poi d'improvviso Xander, interrompendo, oltre che al silenzio, il contatto che si era instaurato tra lo sguardo di Buffy e quello di William.
Spike squadrò il moro dalla testa ai piedi,infastidito per l'interruzione,  per poi rispondere "Mi stai paragonando a quella moretta da quattro soldi?"
"Direi che le fondamenta sono quelle... Egocentrismo, vanità, spocchiosità-" "Spiegami da che dannato dizionario hai preso la parola 'spocchiosità'!" intervenne nuovamente il vampiro interrompenso Xander.
"Buffy, tu non puoi dirmi che collaboreremo con questo!"
"Ed invece sì!" rispose Spike, fingendo di non capire che la domanda appena fatta dal moro era diretta alla cacciatrice. Si portò al fianco della bionda, per poi cingerle le spalle con un braccio, in un gesto sin troppo amichevole "Siamo amici... O, per lo meno, lo saremo fino alla sconfitta di Angelus! Non è splendido?" continuò il ragazzo, abbracciato alla cacciatrice, sfoggiando un sorriso divertito. Non poteva negare che, vedere i volti degli amici della ragazza tanto sconvolti, era davvero esilarante.



"Bene, allora ci rivediamo stasera per accordarci su come agire" sancì severamente la cacciatrice prima di congedare i suoi amici. Erano sulla porta dell'appartamento, mentre Spike restava cocciuto nel mantenersi più distante, completamente assorto nel contemplare la pietra tra le proprie mani.

Si erano appena susseguite due ore intense dal punto di vista della ragazza: era stato ben più che arduo riuscire a mantenere una sorta di situazione pacifica dal momento che Xander e Spike si trovavano nella medesima stanza, ed era ora quindi spossata. Aveva deciso che avrebbe portato a termine la conversazione la sera, magari in un pub affollato, dove si sarebbero evitate pessime figure, piuttosto che in quel piccolo appartamentino.

"Allora a stasera, Buffy! Nel frattempo noi andiamo a pernottare in un motel vicino." sorrise Willow all'amica, cercando di farle capire che non doveva minimamente preoccuparsi e che si sarebbero rivisti con più tranquillità a tarda sera.
"Perfetto... Ricordate: il locale dove dobbiamo incontrarci è vicino all'ospedale." rispose la bionda ricordando di essersi fermata in quel luogo la sera in cui, insieme a Spike, erano andati a rifornirsi di sangue per quest'ultimo.
"Certo, non preoccuparti. Al massimo chiederemo indicazioni. Infondo questa non è la bocca dell'inferno. A dopo" tornò a parlare la rossa, accennando un cenno di saluto. Altrettanto fece Xander, però decisamente meno propenso a parlare a causa della presenza del vampiro. Era innegabile il fatto che non avesse accettato minimamente il patto che aveva iniziato a legarlo alla cacciatrice.
Aveva anche pregato Buffy di seguirli al motel, ma la bionda aveva detto che sarebbe stata bene nell'appartamento, preferendo non parlare del fatto che fosse decisamente a corto di liquidi  e che preferiva scroccare ad un vampiro -a cui il denaro non era necessario- che ai suoi migliori amici.
La ragazza rispose anche lei con un cenno della mano, per poi richiudere la porta non appena ebbe visto i due sparire tra le scalinate.
Sospirò profondamente avvertendo all'istante il suo corpo meno pesante, svuotato da una preoccupazione di troppo. Era felice di essere riuscita a rivedere i propri amici, e sollevata nell'essere a conoscenza del fatto che le erano accanto, ma al medesimo istante sapeva cosa i due pensassero della situazione. Se Xander non aveva avuto troppi peli sulla lingua, Willow era rimasta in silenzio, non infierendo più di tanto, facendo allarmare Buffy più di quanto, persino GIles, avrebbe potuto. La sua migliore amica, anche con quel semplice mutismo, la metteva in allerta ben più che un demone inquietante.

"Pensavo saresti stata felice..." mormorò una voce interrompendo il corso dei suoi pensieri e facendola sussultare: aveva davvero dimenticato la presenza del vampiro? Quasi fosse un suo coetaneo?
Spike, dal fondo della stanza, notando quell'espressione afflitta di lei, non era riuscito a restare in silenzio. Si era sentito persino colpevole, non che sarebbe mai tornato indietro se avesse potuto -infastidire quel damerino del suo amico lo aveva soddisfatto in modo oltremodo estasiante-, ma al medesimo istante, era certo, non avesse mai avuto intenzione di infierire tanto sulla cacciatrice.
"Lo sono-" "No invece" la interruppe lui, non potendo sopportare menzogne. Trovandole inutili e superflue.
"Hai paura di ferirmi?" la canzonò dopo qualche istante sorridendole beffardo, incontrando lo sguardo di lei cristallino, prendendola sottigliamente in giro "Infondo non dovresti." aggiunse poi, abbassango il volto es osservando l'anello che si era infilato del dito medio della mano destra "... Infondo, sei convinta che non possa provare nulla."
Quell'affermazione la fece sentire qualche momento un mostro, cosa che le parve all'istante inconcepibile. Come osava quell'assassino -perchè altro non era- trattarla in quel modo?
"Come diavolo osi parlare così?" lo aggreì dunque, restando però a distanza, poggiata contro la porta e fulminandolo con lo sguardo.
"Non è una questione di 'osare'. Tu stessa me lo hai detto, no? Io non posso amare. Sono un demone senza anima, perciò mi è... Im-" "Impossibile, sì" lo interruppe lei, conludendo al suo posto, avvicinandosi di qualche metro.
Lui era seduto sul letto, ancora disfatto dalle ore precedenti, ed era tornato a guardarla con curiosità ed un sorriso. Cosa che la confuse completamente.
"Allora dimmi perchè sei triste" disse tranquillamente lui. Voleva farle capire che anche se fosse stato a causa sua, lei non si sarebbe dovuta affatto preoccupare dal momendo che pensava che lui fosse solo un guscio vuoto.
"Willow..." si arrese poi la ragazza con un sospiro, rendendosi conto che fosse davvero impossibile mentire a Spike.
A quella risposta, il biondo inclinò di lato il capo, non capendo "La rossa?" domandò dunque corrucciando la propria espressione ed attendendo una reazione della cacciatrice, che gli giunse presto al fianco sedendosi.
Annuì un paio di volte, per poi prendere fiato per parlare "E' stata così accondiscendente... Non credo sia d'accordo con questo..." concluse poi indicando prima lei stessa, poi lui, per poi abbassare la mano con cui lo aveva fatto.
"E' delusa, Goldielocks" sancì Spike con tranquillità accendendosi una sigaretta, facendo sussultare Buffy all'istante. Cosa significava 'delusa'? Cosa aveva fatto lei per fare sentire Willow in quello stato? E perchè era Spike, in quel momento, a chiarirle la situazione?
Domane continue che le affioravano nella mente senza un ordine, rendendo tutto ancora più confusionario di quanto già non fosse.
"Delusa?" domandò dunque la cacciatrice, in cerca di chiarimenti, non ostentando fastidio per il nomignolo usato da lui.
Il ragazzo fece il suo secondo tiro, per poi porgerla alla ragazza mentre, annuendo, buttava via il fumo appena aspirato. Lei rifiutò la sigaretta disgustata, facendo sorridere il vampiro, che riprese poi a parlare "Sì, insomma..." iniziò sospirando ed alzando qualche istante lo sguardo al cielo, come a riflettere quale fosse il modo migliore per spiegare a Buffy la situazione "Sei stata assente due giorni. Loro ti credevano scomparsa chissà-dove, e poi si scopre che invece sei a Los Angele con me."
"Vuoi dire che è da qui che nasce la sua delusione? Voleva forse fossi morta?" domandò ironicamente la cacciatrice, improvvisamente sentendosi una stupida per avere chiesto spiegazioni a niente popodimeno che William the Bloody.
"No, love." le rispose lui prontamente, dimostrandosi assolutamente spazientito dalla mancanza di capacità di ragionamento momentanea di lei.
"Intendo che quando tu l'hai chiamata non le hai detto nulla. E' delusa dal fatto che non ti sei fidata abbastanza da raccontarle l'accaduto fin da principio" concluse dunque, facendo in risposta sussultare lei.
Buffy sgranò gli occhi, avvertendo nella risposta del vampiro una palese possibile verità: Willow si era davvero sentita delusa dalla mancanza di fiducia? Non era ciò che Buffy aveva desiderato accadesse e se, veramente come diceva Spike, quello era il motivo del mutismo della rossa, la cacciatrice le avrebbe parlato prontamente la sera stessa.
"Grazie..." mormorò dunque in un sospiro, non potendo evitare di sentirsi grata nei confronti del biondo, il quale, in risposta, si limitò ad osservarla attento. Non aveva mai avuto l'occasione di studiare una cacciatrice tanto da vicino, ed ora, man mano che ne conosceva nuovi lati, il suo naturale odio nei suoi confronti -odio dettato dalla natura e dai secoli-, svaniva.
Scosse il capo a quei pensieri. Non doveva diventare amico della biondina, nemmeno sotto tortura.
Aveva ottenuto ciò che voleva, no? Doveva solo continuare a sfruttarla fino al concludersi del patto, poi lui sarebbe tornato dalla sua folle anima gemella ed avrebbero ridotto gli umani in schiavi, tagliando le loro gole e bevendo da esse come fossero calici colmi di afrodisiaco incredibile, e lei, la cacciatrice, sarebbe stata la portata principale.

Non doveva dimenticare i propri propositi da vampiro.

"Che ne dici di uscire?" domandò dopo un paio di minuti Buffy, distogliendo Spike dai suoi tumultuosi e perenni pensieri che, era certo, se fossero proseguiti con il vorticargli frenetici in testa, lo avrebbero mandato ai pazzi.

William non voleva uccidere la giovane Summers, ma Spike fremeva per farlo. Per lui era complicato: lo era sempre stato. Doveva giungere a patti con se stesso per controllare il proprio demone pur rimanendo intatto spiritualmente. Non era impazzito come Angelus solo perchè aveva accettato la propria parte 'selvaggia' con -quasi- accondiscendenza. Era riuscito ad equilibrare il peso della propria anima, ormai in brandelli, con quello del demone in lui, vivo e furioso. Era stato arduo, ma -da quello che gli era stato riferito da uno sciamano incontrato in Africa- solo un essere, che in vita, si era dimostrato degno di tale onore, sarebbe mai riuscito in un simil affare.

Annuì un paio di volte con noncuranza, ricordando solo nel momento in cui si alzò in piedi che quello che stava per fare, sarebbe risultata la 'prova del nove'. Istintivamente guardò la propria mano, stretta improvvisamente a pugno in modo bisognoso e frenetico. Attorno ad una delle proprie dita, spiccava vistosamente la pietra incantata, all'apparenza normale  ed anonima. Improvvisamente impallidì: e se fosse stato tutto un sogno? Se avessero sbagliato pietra? Se la gemma di Amara fosse una delle tante leggende, realmente tali, presenti nel mondo magico?
Tutti i dubbi e l'ansia, però, svanirono nel momento in cui il ragazzo alzò lo sguardo, incontrando quello dolce ed incoraggiante di Buffy.

Perchè diavolo lo guardava in quel modo?
Come non capisse che il pericolo era dietro l'angolo. Che lui era un vampiro e che lei, con quel suo cuore vivo e pulsante, non poteva c'entrare assolutamente nulla con lui. Poi, velocemente, come un fulmine a ciel sereno, comprese quella bontà intrinseca dentro la sua anima che lui non sarebbe mai riuscito a scalfire, perchè nonostante lei fosse, in parte, demone, lei era davvero in grado di porre un freno a quegli istinti impetuosi che la potevano percorrere alle volte. Lui a suo confronto non valeva nulla.
Voleva essere felice, voleva essere più umano. Aveva creduto che la gemma sarebbe stata in grado di aiutarlo, ma si sbagliava. Era l'amore, e solo quello, che lo avrebbe reso nuovamente, completamente felice.

Eppure ora il suo amore era tra le braccia di un altro.
Ora il suo amore si era dimenticato di lui.
Ora il suo sire, avido del corpo di lei, la stringeva con passione -ne era certo-.
Drusilla non era accanto a lui.

Buffy gli sorrise incoraggiante ed apprensiva notando l'espressione che si era andata a delineare sul suo volto. Poteva immaginare i timori che o pervadevano: la luce del sole, quell'umanita per cui -la cacciatrice non riusciva a capirne il motivo- lui smaniava, lui non l'aveva provata per secoli, e doveva dunque avvertire una qualche profonda angoscia mista ad ansia.
"Avanti, andiamo" lo esortò poi nuovamente in un sussurro, facendolo annuire in risposta, segno che si era ripreso dai propri pensieri.
Lui camminò sino alla porta d'uscita, per poi varcarla, giungendo nell'atrio. Doveva percorrere solo qualche scalino prima di giungere all'esterno, e la preoccupazione lo pervadeva. Arrivato alla soglia dell'edificio, avvertì la propria determinazione affievolirsi sempre più: il sole era davvero bello come lo ricordava? Ed il suo calore era ancora in grado di scaldargli il cuore?
Avvertì un contatto che lo distrasse profondamente. Abbassò lo sguardo sulla sua mano sinistra, incontrandola stretta da quella di lei, confortante, calda.
Alzò poi gli occhi in direzione dei suoi, la quale gli sorrise semplicemente, prima di mormorare un 'adesso!' ed aprire la porta, facendolo così illuminare dai raggi del sole che picchiavano forti contro di loro.

Di nuovo quella sensazione.

Ed il suo tocco, così caldo.


 




Angolo dell'autrice!
Eccomi qui, che aggiorno la mia storiella Spuffy! Qua direi che tra i due i rapporti si iniziano ad infittire ed approfondire! Poi sono arivati Xander e Willow! Erano fondamentali i due membri degli Scoobies u.u Anche per creare quale Gaffe :) Poi, volevo avvisare! Probabilmente cambierò il raiting alla storia, ma non so esattamente quando, e se lo farò (ormai è sicuro ahah).
Spike inizia ad avere tintinnamenti su se stesso: William, la parte più umana di lui, è certo che Buffy sia una brava ragazza, simpatica e carina, ma Spike (il demone) non desidera altro che assetare la propria sete di sangue.
Angelus e Drusilla sono ancora a piede libero, e non se ne staranno per sempre con le mani in mano ^_^
Vi aspetto alla prossima e recensite se vi va! :D
 

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Capitolo 6
*** L'oceano ***


 
The Promise

-L'oceano





lei lo osservò intensamente, improvvisamente avvertendo un timore sfiorarla: il medesimo che solo qualche momento prima aveva attanagliato anche lui. Se solo avessero commesso un errore sbagliando amuleto, ciò che sarebbe rimasto del biondo vampiro secolare, sarebbero state ceneri sparse al vento.
Avvertì un'inquietudine divorarla, accompagnata da un senso di vuoto che non si seppe spiegare, ma tutta l'angoscia si diradò nel momento in cui vide la sua pelle riflettere la luce solare con una normalità decisamente umana. Il colore diafano di lui non cambiava -come la sua essenza demoniaca daltronde- eppure nessuna fiamma si sprigionava a causa della luminosità diurna.
Nel momento in cui si rese conto che il ragazzo non le sarebbe scomparso agonizzante d'innanzi, lei non potè evitare di sorridere, completamente confortata da qualcosa di bizzarro e profondo. Era forse stata disturbata al pensiero che non avrebbe più avuto quella sua ironica compagnia?
Annuì a se stessa mentalmente, non potendo esternare quelle sensazioni assolutamente incoerenti ed inspiegabili. Erano qualcosa che lei -come cacciatrice- non avrebbe mai dovuto provare.

Non appena ebbe esaminato con certezza quel confusionante ammucchiarsi di pensieri e riflessioni, la ragazza decise di concentrarsi su altro, ed iniziò ad osservarlo con attenzione, molta. Gli guardò attentamente il volto, cercando di scorgere qualche espressione che potesse farle capire qualcosa in più su di lui, perchè doveva ammetterlo, in quei giorni di convivenza aveva iniziato a rivalutarlo: non che sarebbero di punto in bianco diventati migliori amici o altre stuidaggini, ma alcune sue frasi parevano troppo profonde per un essere, anzi, una cosa priva di sentimenti.

Lui era una cosa! E lei doveva ricordarlo

Vide innanzi tutto i suoi occhi cobalto, rimanendone all'istante incantata. Erano sgranati, come non avvertissero il tipico fastidio, simile a bruciore, causato dalla luce troppo forte, e per un attimo lei pensò così fosse. Credette fosse parte di uno dei tanti incredibili poteri da vampiro, ma poi, affinando la vista, volendo quasi immergersi in quel blu meraviglioso, notò un luccichio di troppo, decisamente nuovo a lei. 
Piangeva? No, si rispose immediatamente.
La luce poteva anche infastidirlo sino a bruciargli le retine, ma mai, in quel momento, avrebbe osato anche solo socchiudere i propri occhi privandosi di una vista negatagli per secoli. Questa piccola realizzazione fece sussultare la cacciatrice, che abbassò immediatamente lo sguardo incontrando la forma delle sue mani: una stretta con la sua e l'altra quasi tremante dall'emozione.
"Spike?" domandò dunque in un sussurro risvegliandolo dai propri pensieri.

La voce della cacciatrice era risuonata melliflua e calda, interrompendo la sorprendente gioia che lo aveva completamente invaso, come fossa stata un onda anomala devastante. Non riusciva a pensare a nulla che non fosse quel calore e quello spettacolo, il tutto pensando di poterne -almeno un minimo- fare parte. 
Aveva improvvisamente dimenticato l'esistenza di quello stupido amico di Buffy, e per qualche momento, aveva accantonato anche l'idea di Drusilla.
La sua vita sarebbe cambiata da quel momento? Sperava davvero di sì.
Il richiamo mormorato di lei gli era giunto all'udito splendidamente, come fosse stata una ventata calda in quella giornata soleggiata, ed improvvisamente desiderò potere vedere la ragazza muoversi sotto una luce differente da quella della luna. Si voltò verso di lei, in attesa che proseguisse con il parlare, ma la bionda si limitò semplicemente a sorridere allegra, per poi farle un cenno verso la strada che fuori, era perfettamente illuminata dai raggi solari.
Lui non si mosse, facendo capire a Buffy come il ragazzo fosse troppo positivamente scosso dal reagire. Strinse maggiormente la stretta sulla mano di lui, per poi tirarlo con sè completamente all'esterno, dove lo vide irrigidirsi qualche istante prima di realizzare totalmente che il sole non lo stava eliminando.

Buffy, per quanto riguardava lei, lo stava osservando completamente illumanata in volto da un'emozione positiva, qualcosa oltre la felicità, ma derivante da essa. Gli strinse ancor di più la mano, cercando di capire se stesse iniziando a bruciare o scottare in particolar modo, ma la sola risposta che ricevette furono i muscoli di lui che si contraevano in risposta, ricambiando la presa di lei.
"E' strabiliante..." sussurrò poi, quasi sospirando il biondo, mentre lei si limitava ad annuire quasi a bocca aperta. Alzò lo sguardo al cielo, per poi portare verso l'alto anche le proprie mani, lasciando la presa della cacciatrice che, dal canto suo, non riusciva a smettere di osservarlo.
"Wow" sospirò dunque girandogli qualche momento attorno, per poi, istintivamente, senza nemmeno rifletterci, andare a sfiorargli il petto comperto dall'ennesima t-shirt scura. Si aspettava nuovamente di avvertire qualcosa bruciare, ed invece nulla se non il comune calore derivato da tanta luce.
Lo vide tendere le labbra sino ad aprirle leggermente, facendo spuntare oltre esse i denti bianchissimi e perfetti. Sorrideva realmente, come solo aveva fatto in cospetto di Drusilla o Cecily. Tornò a guardare Buffy mantenendo sempre la stessa espressione, per poi chinarsi leggermente di fronte a lei: solo un accenno di inchino, malapena piegò il busto, ma per lei valse mille parole.
"Figurati." rispose dunque semplicemente lei, capendo l'implicito ringraziamento nel gesto di lui.
"Non puoi capire quanto valga per me..." tornò a parlare il ragazzo, non smettendo mai di osservare le proprie mani muoversi di fronte ai suoi occhi "... Ma non mi interessa. Io sono felice" concluse poi, facendo sussultare leggermente lei.

Quelle ultime parole di Spike le avevano fatto avvertire una sorta di scossa all'altezza dello stomaco: lui aveva ragione, quella cosa non doveva capirla lei. Era qualcosa che lui, probabilmente, aveva deciso di rivelare esclusivamente a Drusilla, e di cui lei era venuta a sapere perchè le era comoda. Non doveva sentirsi tanto felice per lui. Lei doveva concentrarsi solo ed esclusivamente su Angel.
Quel pensiero la fece tornare in sè, a quella parte di se stessa che per qualche istante -per ragioni ignote- lei aveva accantonato silenziosamente, ed il suo sorriso scomparve immediatamente.
"Cosa vuoi fare?" domandò dunque al ragazzo, guardandolo con attenzione, cercando di non allargarsi di nuovo eccessivamente in sua presenza. Non voleva aggredirlo od iniziare ad offenderlo, come era invece solita a fare nei momenti di frustrazione, ma intendeva esclusivamente ricordare ciò che lui era realmente. Ciò che doveva ad ogni modo rappresentarle.
"Devo lavare la macchina" asserì dopo qualche momento in modo severo, facendo nascere sul volto di Buffy un'espressone di completa confusione. Lavare la macchina? Stava scherzando, sperava decisamente lei. Non aveva certo fatto rischiare ai suoi migliori amici la vita per permettere al vampiro di lavare la propria auto alla luce del sole!
"Che diavolo stai dicendo, Spike?" domandò dunque lei, mentre lui iniziava ad incamminarsi disinteressato verso l'auto, parcheggiata poco in là. Lei lo seguì esasperata da quel comportamento bizzarro.
Lui non le rispose, bensì, appena arrivato al veicolo, aprì il baule ostentando sempre il medesimo sorriso, che gli era frettolosamente ricomparso. Afferrò dall'interno un secchio in plastica che conteneva un paio di bottiglie vuote e, sul fondo, degli stracci e delle spugne. Buttò le bottiglie a terra, facendole andare in pezzi e provocando un rumore fastidioso che invase i dintorni.
La ragazza, che si era tappata le orecchie non appena aveva notato il ragazzo intento a distruggere i due -ormai ex- contenitori di birra, lo guardò sempre più confusa, in attesa di una sua mossa. Voleva saltargli addosso, impalettarlo e fargli capire che non era il momento di scherzare, ma, anche se il momento doveva -secondo lei- essere commovente e drammatico, doveva ammettere che non le dispiaceva quella piccola ironia degna di lui. Sorrise.
Lui afferrò, sempre dall'interno dell'auto, una bottiglia colma fino all'orlo, ancora da aprire -cosa veramente rara visto che le altre erano tutte almeno mezze vuote- e la rovesciò completamente nel secchio.

Ok, Buffy voleva capire.

"Vuoi spiegarmi, che cosa hai intenzione di fare?"
Senza dire una parola, Spike le porse la bottiglia che aveva appena svuotato, e la ragazza ne lesse l'etichetta, riconoscendo il liquido al suo interno come vodka.
"Ok, e quindi...?" fece lei alzando gli occhi dal contenitore che aveva tra le mani ed indirizzando il proprio sguardo su di lui.
"Quindi, la vodka è uno degli alcolici con maggior alcol" spiegò tranquillamente il biondo afferrando una spugna ed immergendola nel liquido, facendo storgere la bocca di Buffy, completamente stranita.
"Potresti anche essere meno criptico."
"Scusa?" domandò Spike, questa volta confuso lui dalle parole di lei, interrompendo il proprio lavoro ed abbandonando la spugna ad annaquare nel secchio.
"Sì, insomma. Hai la gemma di amara, il tuo sogno di potere rivedere i raggi del sole, ed esserne parte si è realizzato, e tutto ciò che dici è 'devo lavare l'auto'?... Davvero deprimente" spiegò la ragazza sinceramente, concludendo sbuffando quasi annoiata, pur non essendolo realmente.
Lui sorrise, per poi fare qualche passo fino ad arrivarle di fronte "Insomma... Ti aspettavi lacrime di gioia, un bel discorso di ringraziamento e magari un buffet.."
"Anche  senza Buffet sarebbe andata..." fece lei alzando lo sguardo al cielo, mantenendo un tono di completa ironia "Ma sì" concluse poi severamente, quasi sdegnata dalla situazione.
"Ti ho ringraziata, mi pare" la  sfidò dunque lui, ricordandole che solo pochi secondi prima, quasi sarebbe svenuto tra le sue braccia per quel gesto tanto gentile.
"Sì, ma...!" si interruppe la ragazza, non sapendo cosa dire.
"Ma..?" la esortò Spike divertito avanzando di un altro passo verso di lei, arrivando quasi a fare sfiorare il proprio petto ed il suo seno. Lei non si scostò, pur non potendo nascondere che quella vicinanza la confondeva.
"Ma..." fece lei pronunciando quella parola con decisione e canzonandolo leggermente "Credevo che avresti fatto qualcosa di più.... Più incisivo che lavare la macchina... Tipo-" "Andare a vedere l'oceano?" la interruppe lui continuando a sorriderle sornione, fancendola imporporare leggermente.
"Sì!" esclamò lei indicandolo con l'indice, come avesse detto una frase da un milione di dollari.
"Era il piano, effettivamente" le concesse dunque Spike, allontanandosi da lei, facendole prendere un respiro profondo, e tornando a prestare la propria attenzione al secchio colmo di vodka "Ma il fatto, love..." proseguì attirando nuovamente la sua attenzione, che si voltò rapidamente verso di lui, incontrando la sua schiena perfetta e le spalle larghe "...E' che è impossibile arrivare fino all'oceano a piedi mantenendo un tempismo decente"
"Ok, ma perchè..." prima di proseguire la domanda, Buffy si bloccò, lasciando il resto delle parole come sospiri vaganti per il cielo, mentre lui si dava da fare sfregando energicamente la spugna su ogni vetro dell'auto. Stava togliendo la vernice che aveva sempre usato per evitare il sole. Come era potuta essere tanto cieca? Doveva essere qualcosa che simbolicamente lo faceva sentire profondamente libero. Quei vetri, quell'oscurità che era costretto a crearsi, stava sfumando permettendogli di vedere oltre.

Si morse il labbro inferiore, avvertendosi improvvisamente mortificata di quelle risposte che lui, probabilmente per orgoglio, non aveva voluto darle, e si diresse anche lei verso il secchio afferrando uno straccio che, dopo averlo immerso nella vodka, utilizzò per aiutare il vampiro.
Lui rimase in silenzio, fingendo di non notare quel gesto compiuto da lei, pur ringraziandola silenziosamente. Proseguirono il lavoro in silenzio, fingendo che anche quei piccoli gesti fossero solo quotidianeità, mentendosi sul fatto che fossero nemici.



"Vedere l'oceano la notte è qualcosa di strepitoso, ma illuminato dal sole è come..." il biondo si interuppe, sospirando sorridente, lasciando in sospeso quella frase, alla ricerca della conclusione perfetta da poterle donare.
Lei, seduta sulla riva lo osservava. Lui era in piedi qualche passo di fronte a lei, incantato nell'osservare i giochi di luce che le onde creavano con il sole. Erano anni che Buffy, nonostante vivesse a pochi chilometri dalla spiaggia, non andava al mare, anche solo per vivere una giornata di completo relax, e le pariva totalmente incomprensibile il fatto che quella tranquillità, gliela avesse concessa Spike.
"E' come un ricordo felice" aggiunse la cacciatrice, non potendo dire altro che quello, completamente concorde con lui, il quale, pur non voltandosi in sua direzione, annuì, strabiliato che quelle parole calzassero a pennello con i suoi pensieri.
"Già... Il più felice di tutti"
"Quale è il tuo?" domandò d'improvviso Buffy, facendolo visibilmente irrigidire.
Il ricordo più felice di William? Su quello non c'erano dubbi: Drusilla. La prima e sola volta in cui l'aveva vista -siccome in futuro solo Spike aveva avuto tale onore- lei gli aveva dimostrato qualcosa oltre il disprezzo nei confronti della sua poesia e dei suoi sentimenti, spiegandogli come il mondo potesse essere grato di ospitarlo. Solo con Drusilla si era sentito davvero completo.
Se si parlava del vampiro, invece, il suo ricordo più felice era senza dubbio l'uccisione della sua ultima cacciatrice: Nicky Wood. Ah l'adrenalina!
"Dipende a chi lo chiedi, love" rispose con tranquillità il biondo, afferrando una sigaretta ed accendendola con il suo accendino. Aspirò qualche secondo, per poi voltarsi in direzione di lei e ributtare il fumo, in attesa che parlasse.
"Che intendi?"
"William o Spike?" domandò il ragazzo inclinando di lato il volto, vedendo la confusione dipingersi qualche momento sul viso di lei, prima che rispondesse certa "Spike"
"Ok, pet. Lo hai voluto tu." acconsentì il vampiro sedendosi al fianco di lei con tranquillità, maneggiando agilmente la propria sigaretta prima di aspirare una grande quantità di fumo.
"Si chiamava Nicky Wood, e -cavolo!- se sapeva ballare! Sarei stato con lei per sempre..." sorrise il ragazzo osservando l'orizzonte, oltre il quale nulla appariva. Il suono delle onde che si infrangevano contro la riva rilassava entrambi ma, ciò nonostante, la ragazza sussultò.
"Chi era?" domandò dunque, per un attimo confusa che Drusilla non fosse stata la sua completa esistenza, perchè, da quanto ne sapeva, Spike aveva vissuto ogni singolo suo istante da vampiro, affiancato dalla bella folle.
"Una cacciatrice" sospirò lui buttando fuori, insieme alle parole, il fumo che poco prima aveva aspirato. A quella risposta, Buffy ammutolì, capendo quale sarebbe stata la fine del ricordo, decidendo che -però- lo desiderava conoscere.
"Sono stato alle sue calcagna per intere settimane... Sempre e costantemente attento a cosa facesse. Era furba e determinata, e si era messa in testa di farmi fuori..." spiegò con calma il ragazzo, aspirando un'ultima volta dalla sigaretta, ormai finita "... Ovviamente non ci riuscì. La sorpresi in un vagone della metro di New York. Era notte fonda ed era vuoto. Iniziammo a combattere e fu qualcosa di incredibile. Stava per uccidermi... Ci era davvero vicino, ma poi... Un errore. Solo uno ed è morta. Non bevvi il suo sangue, ma presi un souvenir."
"Souvenir?" domandò la cacciatrice bionda guardandolo storto, cercando di non mostrargli il disgusto che avvertiva di fronte quella storia tanto ribrezzevole.
Lui annuì indicando il proprio spolverino, sul quale Buffy si era seduta non appena erano arrivati, improvvisando un telo da spiaggia.
"Perchè è lei il tuo ricordo felice? Perchè non è la prima che hai ucciso?" domandò a breve la ragazza, facendo confondere qualche istante il vampiro, che si era aspettato di tutto -rabbia, disgusto, respulsione, odio- tranne che quelle domande.
Si riprese in fretta, guardandola serio "E' con lei che sono diventato Spike. Prima non lo ero mai stato completamente. Oltretutto non avevo mai combattuto con una tanto temeraria."
"Avevi?" tornò a parlare la bionda, sempre più curiosa.
"Già... Fino a quando non incontrai te." mormorò il vampiro, facendo arrossire Buffy. 
Arrossire? Si sorprese di quella reazione per una semplice frase.
"Mi hai fatto innervosire in modi inimmaginabili, Goldielocks. Eppure, nonostante la mia determinazione, non riesco ad ucciderti"
"Ti capisco" disse pacatamente la ragazza, capendo perfettamente le parole di lui, sentendosi confusa a riguardo.
Lui la guardò corrucciando lo sguardo, facendola ridere di fronte quell'espressione, per poi decidere di spiegarsi al meglio "Insomma... Anche io voglio ucciderti, ma non ce la faccio. All'inizio avevo paura. Ero terrorizzata. Insomma, arrivi a Sunnydale, ti presenti e dopo un paio di ricerche scopro che, e cito testualmente, 'William il Sanguinario ha incontrato due cacciatrici, uccidendole entrambe'. Sai... Pensi subito che per te è finita" Spiegò la ragazza accennando un sorriso.
"Poi ti ho combattuto per un po' e mi sono detta che potevo farcela, ed invece sei sempre, o un passo avanti a me, oppure ci equilibriamo. Qualsiasi cosa succeda, in qualche modo, non ci eliminiamo. Credo sia per questo che ti detesto tanto. Non mi era mai successo" concluse poi ironicamente la ragazza, sorridendogli sincera. Lui ricambiò l'espressione.
"E, dimmi.... Quale è il ricordo di William?" proseguì Buffy, sempre più incuriosita dalle storie di lui. Doveva ammetterlo, parlava in modo veramente appassionante e la sua voce la incantava quasi.
"Beh, sai... William è uno stupido sentimentale, quindi è il suo solo incontro con Drusilla." rispose sinceramente lui, portandosi le mani dietro il capo e straiandosi sulla sabbia.
"Drusilla? Quindi è stata lei a...."
"Generarmi, sì" concluse il biondo annuendo qualche momento prima di tornare al proprio racconto "Beh... Dicevo.." esordì guardando attentamente il cielo come fosse un libro da leggere, interessato "Stavo attraversando Londra. Ero frustrato ed innamorato.. Diciamo non un mix perfetto per compiere scelte vitali... Ma però fu proprio così che incontrai Drusilla. Mi si avvicinò e mi parlò. Mi disse che ero speciale e che se gli altri erano tanto stolti da non capirlo, lei sarebbe stata ben più che fiera di avermi al suo fianco in questa incredibile avventura chiamata vita. Mi disse che mi avrebbe mostrato il mondo, ed io mi agganciai a quelle promesse a tal punto, da scegliere di divenire vampiro." sospirò "Non so perchè. Ma mi rese felice in modo strabiliante venire compreso."
La ragazza sussultò, irrigidendosi di colpo. Lo guardò corrucciando lo sguardo "Tu hai scelto di essere vampiro?"
"L'ho desiderato ed accettato. Immagino di essermi accorto dei contro solo più tardi" rispose amaramente lui, ricordando di come avesse dovuto uccidere sua madre.
Vide Buffy aprire la bocca, intenta a parlargli, per poi richiuderla all'istante, palesemente disturbata da quella confessione. Il tutto mentre, probabilmente, le vorticava nella mente il pensiero di domandargli a qualli 'contro' si fosse riferito il biondo.
Spike decise dunque di proseguire a parlare "Ed invece, se posso sapere, quale sarebbe il ricordo più bello di una cacciatrice?"
Lei alzò lo sguardo in sua direzione, interrompendo il flusso dei suoi tumultuosi pensieri, decidendo di rispondergli "Risale all'anno scorso. Il mio ricordo più bello è Xander che, di fronte a me, affiancato da Angel, mi dice che sono viva"
"Non capisco... Tu sei morta, vero?" domandò il ragazzo, ricordando la conversazione avvenuta poco prima tra lei e i suoi due amici, ricordando avessero accennato ad il fatto che Buffy, l'anno  prima, fosse morta. Lei annuì.
"Ecco. Non capisco le dinamiche."
"Affogai." rispose con tranquillità lei "Il maestro mi morse, ma non mi uccise, bensì nel momento in cui persi i sensi, mi fece cadere all'interno di una sorta di pozza... Affogai, ma Xander mi salvò." spiegò sorridendo la bionda.
"C'era una profezia che diceva sarei morta. Avevo paura. Avevo sedici anni e nessun desiderio di morte. Sai, forse la mia vita non è tutta rose e fiori, ma non ho intenzione di morire. Quindi, aprire gli occhi e vedere il mio migliore amico di fronte a me, felice come non mai mentre mi dice che sono viva, mi ha fatta sentire incredibilmente felice."
"Attaccamento alla vita, ora si fa tutto più chiaro..." si fece sfuggire il vampiro biondo per errore, capendo perfettamente perchè gli risultasse tanto impossibile eliminare la cacciatrice. Quella ragazzina non desiderava morire, e fintanto sarebbe andata così, sarebbe stato pressochè impossibile fermarla. Sorrise sentendosi più leggero, alla fin fine non era causa sua se non riusciva nell'impresa.
Lei lo guardò confusa, intenta a chiedergli spiegazioni per quella risposta tanto enigmatica, ma nel momento in cui lo vide tanto in pace con se stesso, preferì restare zitta ed osservarlo pacatamente.



Varcarono la soglia del pub non appena il sole calò. Avevano passato l'intera giornata su quella spiaggia, alle volte mantenendo il silenzio ed alle volte, invece, parlando solo per fare passare il tempo con leggerezza. Si erano poi diretti al luogo di incontro non appena le luci erano andate con il calare, e per l'inizio della sera erano giunti a destinazione.
Il locale era tutt'altra cosa rispetto a ciò a cui era stata abituata la cacciatrice: nessun demone intento in una cena a base di ragazzini, nè tantomeno bar gestiti da umani, ma frequentati da vampiri. Anche se la distanza era breve, la si percepiva chiaramente la differenza tra Los Angeles e Sunnydale.
Al pensiero di essere in un ambiente 'normale', la ragazza sorrise, ricordando solo dopo un paio di minuti la presenza del vampiro biondo alle sue spalle.
"Ti vedo raggiante..." azzardò il ragazzo mantenendo un tono di voce disgustato mentre i due si facevano largo tra la folla, con l'intenzione di raggiungere un tavolo libero.
Buffy annuì "Guarda! Tutta questa normalità è davvero.... rilassante."
"Normalità? Io dire nullità..." fece completamente annoiato Spike, avvertendo una forte nostalgia nei confronti del 'Willy's Place' che, nonostante le condizioni ingieniche pressocchè nulle, era un luogo affidabile in cui soggiornare.
Si guardò attorno, notando solo umani. Esseri in grado esclusivamente di impregnargli le narici e renderlo affamato. Alle volte li invidiava ed alle altre li detestava senza un freno.
"Guardali... Sfoggiano le loro pelli senza ritegno. Non provano un minimo di vergogna?" domandò dunque lui prima di abbassare lo sguardo incontrando la pelle del collo esposta della cacciatrice. Sarebbe stata facile da uccidere in quel momento, quando meno se lo aspettava, mentre stava rilassata in attesa di scorgere i suoi patetici amici per il locale. Sarebbe stato un giochetto strapparle la vita e abbeverarsi a lei...

Ma non poteva!

Ingoiò ripetutamente la propria saliva a vuoto, alla ricerca di una sorta di conforto mentre stringeva la mascella.
'Lo faceva per Drusilla', quella era la sola frase che doveva ripetersi con costanza nella mente, facendola divenire quasi un motto di sopravvivenza. Infondo rispettare quel patto con la cacciatrice portava ben più pro di quanti potesse averni il farla morire di fronte a lui dimenticando Drusilla.
Se si fosse mantenuto calmo, rispettando le regole da entrambi dettate, lui avrebbe riavuto la sua amata, Peches sarebbe andato al diavolo e la cacciatrice avrebbe smesso di cercarlo. E se invece avesse ucciso Buffy proprio lì? Proprio ora? 
I suoi cari Scoobies lo avrebbero cercato e, nonostante fossero indubbiamente degli incapaci, prima o poi la rossa, grazie ai suoi potenziali da strega, lo avrebbe eliminato. Angelus si sarebbe tenuto Drusilla, ma in compenso lui sarebbe divenuto ancora più leggendario di quanto già non fosse: uccise tre cacciatrici. Suonava divino.
Eppure c'era ancora qualcosa... 

La tua coscienza, William, ti porterà alla tomba...

Scosse il capo frustrato. Come poteva avvertire sensi di colpa di fronte alla sola idea di eliminarla? Se alla bocca dell'inferno si fosse saputo, Spike non avrebbe più osato presentarsi al cospetto di nessuno.

"Eccoli!" esclamò d'improvviso la ragazza indicando due ragazzi: uno dai capelli neri ed arruffati ed una piccoletta dalla chioma rossiccia. Spike storse la bocca infastidito dalla presenza dei due, mentre Buffy aveva iniziato ad agitare un braccio in aria per farsi riconoscere tra la folla.
Xander rispose al richiamo entusiasta per poi avvicinarsi mentre Willow pensava a tenere occupato il tavolo.
"Sei arrivata, Buff" sorrise il ragazzino umano accostandosi alla bionda ed al vampiro, il quale, però, dopo un sospiro infastidito camminò sino al tavolo occupato dalla rossa, sedendosi anch'egli, facendo sussultare lei, assolutamente impreparata all'arrivo di Spike. Non sapeva ancora se accettare totalmente quell'accordo andato a pattuirsi tra lui e Buffy. Sicuramente non poteva abbassare le difese come nulla fosse.

"Calmati, strega. Non ho intenzione di morderti" le fece tranquillamente il biondo, sfoderando un sorriso divertito dall'espressione impaurita di lei.
"S-Strega? Come lo sai? E... Comunque h-ho fatto s-solo un paio di incantesimi..." mormorò lei timidamente, cercando di calmare l'espressione del porprio viso.
Il vampiro, dal canto suo, si sentì incredibilmente orgoglioso dell'effetto avuto sulla ragazzina. Si sporse leggermente sul tavolo sino a giungere alla bottiglia di birra su di esso. La portò alla bocca e ne bevve un paio di sorsi, mentre Willow agitando le mani cercava di fermarlo.
"No! E' di Xander!"
"Oh..." osservò Spike rigirandosi la birra tra le mani, per poi riportare il collo di essa alla bocca.
Willow lo guardò crucciata, certa che avrebbe bevuto nuovamente, incurante del fatto che appartenesse al suo migliore amico, ma invece, assumento un comportamento che lei classificò come 'completamente immaturo', il vampiro sputò nella bottiglia, per poi poggiarla nuovamente sul tavolo, dove l'aveva trovata.
"Ewww!" esclamò la rossa ostentando un'espressione disgustata.
"Tu! Stai zitta!" esclamò immediatamente il biondo, come si fosse ricordato solo in un secondo istante che la ragazzina aveva osservato tutto.
"Ma non posso! Xander è il mio migliore amico! Perchè lo hai fatto?" gli domandò lei corrucciando il volto arrabbiata, pur non osando troppo, ancora intimorita dalla presenza di lui, non dimenticando mai che era un vampiro sanguinario e secolare, cosa che, però, Buffy sembrava avere fatto.
"Perchè?" chiese stupefatto il ragazzo sorridendo. Si voltò verso il moro, infondo alla sala intrattenuto in una conversazione con la cacciatrice "... Perchè lo detesto! Insomma! Guardalo... E' così-" "Immaturo?" lo interruppe Willow guardandolo con un'espressione da saputella insopportabile.
"Esatto!" esclamò sorridendo il ragazzo, per poi estrarre da un taschino del proprio spolverino un pacchetto di malboro rosse.
"Beh, tu non sei da meno, se posso dire..."
"Non puoi" la zittì brevemente lui per poi tornare ad osservare i due, dall'altra parte del locale, ancora intrattenuti a parlare.
"Cosa dovrà dirle, poi?" sbottò dopo qualche minuto Spike, facendo sussultare sul posto Willow, che lanciò una breve occhiata in direzione di Xander prima di tornare all'espressione di lui, infastidita e tirata, per poi guardare Buffy, sorridente davanti al moro.
Sorrise mordendosi un labbro, auto-imponendosi di restare in silenzio.
Lui si voltò verso Willow, notandola intenta in un'espressione completamente confusa e divertita al medesimo istante "Cosa stai pensando?"
"I-Io?" chiese lei colta di sorpresa dalla voce di lui, completamente concentrata sui propri pensieri senza fine e a sproposito.
"Sì, tu. E lo sai" fece serio Spike, assottigliando lo sguardo ed avvicinandosi leggermente a lei, sporgendo leggermente il busto in sua direzione, la quale, in risposta, indietreggiò prontamente, pur non alzandosi dal proprio sgabello.
"Pensavo che..." si bloccò non sapendo che dire.
"La verità, rossa" la intimidò lui sospirando esasperato dalla situazione.
"C-Certo!" acconsentì lei abbassando qualche secondo lo sguardo, per poi puntare i propri occhi su Xander e Buffy, di ritorno dalla loro conversazione. 
"Guardi Xander allo stesso modo in cui lo guarda Angel" sorrise la ragazza, divertita, ma confusa dalla situazione.
Il biondo sussultò, spaesato di fronte al riferimento di lei, probabilmente non volendolo capire totalmente.
"Che cosa significa?" le domandò dunque concentrato, completamente interessato dalla risposta che lei gli avrebbe dato, non dovendola sapere, ma desiderandola profondamente. Si avvicinò a lei ancora di più, alzandosi dallo sgabello ed inclinandosi sul tavolo, in attesa della voce della rossa, ma un'altra, non sua, li interruppe.
"'Che cosa significa', cosa?" chiese Buffy, arrivata al tavolo affiancata da Xander.
Spike imprecò mentalmente un paio di volte, completamente frustrato dal fatto di non potere concludere la conversazione con la rossa, per poi sospirare cercando di regolare il proprio nervosismo. Tornando poi al proprio posto, mentì semplicemente "Niente. La tua amichetta mi stava parlando dell'incantesimo per ridare l'anima ad Angel..." sorrise  frustrato, non avendo ricevuto risposta a ciò che voleva sapere "E di come esso non ha funzionato".
"Oh" accennò semplicemente Buffy mordendosi un labbro, per poi lanciare una breve occhiata a Willow.
"Posso parlarti?" le chiese dunque.

Le due amiche si erano allontanate. La cacciatrice voleva spiegarle per quale ragione non le aveva parlato di tutta la situazione da principio, e per farlo le serviva un po' di privacy. Si era dunque allontanata con Willow, lasciando Spike e Xander costretti a 'fraternizzare', possibilmente senza eliminarsi a vicenda.
A volte il vampiro detestava completamente la cacciatrice.
"Pensi non sappia quali sono le tue intenzioni?" gli domandò il moro, facendolo sorridere divertito, pronto a sorbirsi un'assurda teoria partorita da quel rimbambito da quattro soldi.
"Immagino mi illuminerai" si limitò dunque a dire il biondo.
"Tu vuoi vampirizzare Buffy! Vuoi farle credere che sei dalla sua parte mentre in realtà tutto quello che stai aspettando è l'occasione giusta per affondare i tuoi denti nella sua carne!" esclamò Xander sbattendo una propria mano, serrata a pugno, contro il ripiano del tavolo, provocando un rumore sordo che distrasse leggermente il resto dei clienti.
Spike sorrise "Allora... Da dove comincio?" domandò più  a se stesso che all'altro "Oh, giusto!" esclamò poi guardando l'amico della cacciatrice ironico "Uno: generare-" "Cosa?" lo interruppe il moro confuso.
"Il termine è generare! Vampirizzare fa tanto fumetto... Due: non sto assolutamente facendo in modo che la cacciatrice si fidi di me, e tre: se avessi voluto, come tu dici, 'affondare i denti nella sua carne', a quest'ora, con tutte le volte che ha dormito con me, lo avrei già fatto."
L'ultima parte, in particolare quella riguardante il fatto che lei avesse dormito con lui più di una volta, lo fece quasi grugnire infastidito.
"Se non fossi un vampiro di almeno duecento anni-" "Ehi! Nemmeno centocinquanta!" lo interruppe Spike fingendosi offeso.
"Oh, scusa se ho osato infierire sulla tua giovane età" fece ironico Xander, per poi riprendere "E comunque sia, se non fossi un vampiro assassino, ultraforte e leggendario, ti avrei già ucciso"
"Così mi lusinghi!" proseguì con l'ironicità il biondo, poggiandosi divertito una mano sul cuore, fingendosi emozionato.
"Sei orribile."
"Parere reciproco" si limitò ad annuire Spike in attesa di un nuovo attacco, che però non arrivò in quanto il ritorno delle due amiche, palesemente più unite, li fece zittire.
"Avete chiarito?" domandò Xander sfoderando un sorriso decisamente falso. Era oltremodo irritato dalla presenza del vampiro biondo.
"Chiaritissimo!" esclamò felicemente Buffy accomodandosi su uno sgabello al fianco del vampiro.
"Perfetto. Sono felice per voi" tornò a parlare il moro, mentre anche Willow si accomodava sull'ultimo sgabello rimasto libero attorno al tavolo, vicino a Xander.
"Abbiamo anche pensato che sarebbe il momento di organizzarci per muoverci. Angelus è a piede libero e non sappiamo cosa potrebbe fare." esordì dopo qualche minuto la cacciatrice, attirando istantaneamente l'attenzione dei tre attorno a lei "Nonostante Spike abbia detto di averlo ferito in modo grave -per essere un vampiro-, dubito del fatto che non sia già in piedi"
"Concordo" asserì William guardandola comprensivo.
"Bene..." commentò Xander lanciando un'occhiataccia al vampiro per poi tornare alla bionda "A che ora e dove?"
"Il nostro appartamento è perfetto" disse Willow decisa "Ho mappe, tarocchi ed essenze. Non potremmo sapere se ci servirà o meno qualcosa."
"Sono d'accordo" annuì Buffy  guardandola certa delle capacità dell'amica, che  poco prima che aveva raccontato di come, negli ultimi giorni, avesse compiuto qualche incantesimo per fare pratica, riscoprendosi piacevolmente interessata alla materia.
"Benissimo. Orario?" domandò la rossa guardando i tre in attesa di risposta.
"Possibilmente durante il giorno..." si limitò a precisare il vampiro, completamente soddisfatto di potere camminare sotto i raggi abbaglianti e caldi di quell'astro che per più di un secolo lo aveva respinto.
Buffy sorrise "Perfetto. Che ne dite appena dopo pranzo?" chiese dunque la ragazza scrutando gli sguardi di Xander e Willow, i quali acconsentirono silenziosamente.
"Magnifico, love."







Angolo dell'autrice!
Ciao a tutti! 
Ho aggiornato prima, visto? :D
Dovreste essere fieri di me ahahah! Beh, a dire il vero, avendo portato a termine l'altra long, ora ho tempo per dedicarmi a questa! E spero davvero con tutta me stessa che i miei sforzi non saranno vani!
Ringrazio tutti quelli che hanno commentato lo scorso capitolo, e, anche se Xnder e Willow non sono perfettamente benaccetti, come potete vedere stanno muovendo qualche passo importante... (la frase che Willow ha rivolto a Spike su Angel tornerà a galla molto presto ;3 )
Diciamo che- No fermi! Non posso Spoilerare più u.u me lo impongo! Vi lascio ahahah! Recensite se vi va e fatemi sapere come, secondo voi, sta procedendo la storia! :D
Alla prossima


-Sara

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Capitolo 7
*** Piani ed incertezze ***


The Promise

-Piani ed incertezze


 
"Benvenuti nel nostro piccolo loft!" esclamò Willow sulla porta, guardando raggiante l'amica che, accompagnata dal vampiro con il quale aveva stretto un folle patto, aveva bussato.
Lanciò poi una breve occhiata a lui, ricordando una cosa fondamentale "Ed, entra pure Spike!" esclamò dunque, ricordando come i vampiri avessero bisogno di un permesso per varcare soglie private.
La rossa soggiornava con Xander in un piccolo appartamento, seppur più grande di quello di Spike, e riuscivano a pagare grazie alle varie carte di credito prese ai genitori, ed al denaro che erano riusciti a portare con loro.
"Piccolo?" sorrise la bionda guardando, ancora sulla soglia della casa, l'interno leggermente arredato del minimo indispensabile "Messo a confronto con il posto dove stiamo noi, è una villa" scherzò poi accennando una breve risata.
"Ehi, non ti lamentare, Goldielocks!" rispose ironicamente Spike, facendosi strada disinteressato sino a quello che, spiccando sul fondo del soggiorno, gli pareva un comodissimo divano. Si accomodò spossatamente, mentre Buffy, ancora presa a parlare con Willow, lo squadrava minacciosamente.
"Non sai cos'è l'educazione?" gli domandò dunque acciggliata, mentre lui in risposta si limitava a sorriderle sornione.
"Non importa, Buffy" sorrise la rossa sinceramente, interrompendo lo scambio di sguardi tra i due "Infondo gli ho dato il benvenuto ed il permesso di entrare. Direi che è arrivato a sopportare il suo limite massimo di convenevoli" scherzò dunque prima di fare strada alla cacciatrice chiudendosi alle spalle la porta.
"Se lo dici tu..." si limitò a dire la bionda, raggiungendo anche lei il comodo divano, di cui loro, nel piccolo appartamento del vampiro, non disponevano.
"Buffy!" esclamò d'improvviso una voce, giunta da un'altra stanza del locale "Sei arrivata!"
Xander, uscendo da una camera, raggiunse i tre che si erano ormai riuniti nel soggiorno e se, in un primo momento aveva deciso di sedersi vicino la bionda, non appena visto la presenza del vampiro, si era poi diretto verso una sedia dall'altra parte della stanza.
"Direi che ci siamo tutti..." mormorò Spike non appena il moro, che detestava con tutto se stesso, si era accomodato. Non aveva intenzione di sprecare oltremodo tempo in convenevoli, ed oltretutto, non era nemmeno particolarmente certo delle scelte che stavano prendendo. Che lei, la cacciatrice, stava prendendo.
Quella notte ne avevano parlato. Lui non voleva portarla a compiere un gesto di cui si sarebbe poi pentita l'istante successivo e perciò, durante la notte, dopo avere riflettuto a lungo, aveva deciso che le avrebbe parlato con chiarezza, sperando di farla ragionare.

"Buffy, sei sveglia?" aveva domandato non appena era riuscito a raccogliere quel poco di coraggio di cui aveva bisogno.
Erano sdraiati entrambi sul letto, lui osservava il soffitto silenziosamente, mentre lei, girata dall'altra parte, pareva essere addormentata. Spike aveva pensato di parlarle la mattina successiva, ma il battito del suo cuore, accellerato, la aveva tradita, facendo capire all'istante al vampiro che la ragazza era sveglia.
"Servirebbe mentirti?" domandò lei divertita, certa che se avesse finto di essere ancora tra le braccia di morfeo, il ragazzo avrebbe trovato qualche bizzarro modo di metterla allo scoperto.
"Effettivamente no. I miei sensi da vampiro mi permettono di percepire il battito del tuo cuore, al momento decisamente non riposato." 
"Stavo pensando" si era limitata a spiegare Buffy, mormorando leggermente, come avesse timore di svegliare qualcuno.
"Oh"
"Che c'è? Ora puoi anche leggermi nel pensiero?" scherzò lei voltandosi, giungendo di fronte a lui che, nel frattempo, si era voltato di lato. Sussultò leggermente -lei- per poi abbassare lo sguardo, sperando che lui non lo avesse notato. Si pentì immediatamente di quella reazione, certa che lui, con i propri sensi sviluppati, era stato perfettamente in grado di percepire la sua sorpresa nell'averlo tanto vicino.
"No" rispose pacatamente Spike, non infierendo sulla reazione di lei di fronte a lui "Stavo pensando anche io"
Lei alzò lo sguardo confusa e leggermente sorpresa di quella tranquillità nella sua voce, per poi cercare di tornare quanto più seria potesse "Cosa volevi dirmi?" domandò dunque, certa che, se il ragazzo aveva deciso di conversare, doveva esserci una ragione di fondo.
Lui sospirò, palesemente impacciato nel farsi avanti "Si tratta di Angel" mormorò non appena ebbe trovato coraggio.
"Angelus" lo corresse lei, guardandolo dritto negli occhi con una serietà  decisamente rara da vedere in lei.
"Come preferisci" le concesse Spike sorridendo leggermente. La ragazza stava ostentando troppa risolutezza per quel piccolo corpo che si ritrovava. Si chiedeva come potesse contenerla tutta.
"Cosa vuoi fare una volta trovato?"
"Pensavo di avertelo già detto" si limitò a rispondere Buffy, per poi voltarsi nuovamente dall'altro lato, facendo esasperare leggermente il vampiro che, decisamente contrariato, non seppe nemmeno lui dove trovò la forza di non gridarle contro.
"Cacciatrice, non prendermi in giro." le disse dunque, mentre lei, decisamente contrariata, tornava a voltarsi in sua direzione.
"Io non ti sto prendendo in giro." sentenziò poi con uno sguardo crucciato la bionda.
"Ascoltami..." sospirò Spike portandosi una mano tra i capelli e passandola su essi accarezzandoli "Siamo coinvolti in una battaglia.... E siamo -Dio solo sa perchè- nello stesso fronte. Sto parlando per te, non per me stesso. Hai detto che vuoi uccidere Angel, e per me sarebbe meraviglioso! Non lo nego. Ma per te... Per te sarebbe asfissiante" spiegò lui, concludendo con un tono di voce tanto basso, che solo lei, vicina come era, poteva udirlo a pieno, comprendendo ogni parola.
Aveva parlato con sincerità, stupendo -in parte- persino se stesso, ed il motivo per cui lo aveva fatto, gli risultava pressocchè ignoto. Aveva avvertito un moto divorarlo, colmo di disprezzo e timore, sovrastato da visioni di lei arrabbiata, triste e confusa, e tutto ciò che gli era venuto alla mente, era che non voleva essere lui la causa di quelle reazioni.
Aveva parlato con il cuore, sfoderandolo per la prima volta in presenza di lei, cercando di nasconderlo dietro qualche battuta squallida tanto tipica di quell'idiota di Xander, e tutto quello che si aspettava da lei era una presa in giro. Non era pronto a ciò che lei gli mise d'innanzi agli occhi.


Quegli occhi verdi, colore degli smeraldi più pregiati mai esistiti sul pianeta, stavano brillando di mille toni diversi, ma da qualcosa accumunati: dolore. Parevano -anzì, erano- l'emblema di un dolore sordo e reale, decisamente fastidioso anche solo alla vista, per qualcuno che non era destinato a provarlo.
Stava piangendo di fronte a lui, completamente imbarazzata, ma al medesimo istante totalmente libera. Sospirava rumorosamente, alternando a quel  rumore, singhiozzi di totale frustrazione. Improvvisamente -e lui ne fu certo- la ragazza di fronte a lui non era una cacciatrice, ma una semplice diciassettenne alla ricerca di aiuto. 
Lui poteva darglielo?
Non seppe spiegarsi per quale ragione la risposta lo afflisse tanto, ma stava di fatto che, no, lui non era il destinatario di tali lacrime, ergo, non era lui quello degno di farla sorridere.


"Io devo farlo, non capisci?" aveva detto lei, cercando di trattenere i singhiozzi, non potendo però nascondere la voce impastata dal pianto.
"Non devi, invece. Ci sono certamente altri modi e-" "E cosa?" lo interruppe lei, facendogli sgranare gli occhi di sorpresa.
"Non ci sono altri modi. Abbiamo tentato con l'incantesimo e non ha funzionato... Abbiamo tentato di tutto" spiegò lei sospirando amaramente, asciugandosi le lacrime che le rigavano il volto con il dorso della mano "Devo ucciderlo per il mondo e per me stessa" concluse poi cercando gli occhi di lui con una profondità nello sguardo, in grado di fare capitolare chiunque. Chiunque tranne lui.
Spike era stato testimone di innumerevoli lacrime, solitamente causate dalla sua stessa sete di disperazione, eppure, nelle volte in cui, da vivo, aveva pianto, a chiunque si avvicinava a lui -solitamente la apprensiva madre- raccontava menzogne e accampava scuse, il tutto solo per non sottoporre l'ennesimo 'altro' ad una fatica di troppo ed assolutamente di non suo interesse. Ecco perchè il vampiro non poteva accettare quell'insipida spiegazione.
"Tu ora dici così, ma quando lo avrai nuovamente davanti, ti fermerai e capirai che non è ciò che vuoi."
"Infatti non lo è" gli concesse lei semplicemente abbassando lo sguardo, incontrando i suoi pettorali "Ma devo. Il compito di una cacciatrice è preciso ed obbligatorio." Disse asserendo con il capo più a se stessa che a lui, intenta nell'autoconvincersi.
"Ammetto che, probabilmente, quando lo vedremo, cadrò vittima di un mio moto da innamorata, ma tu mi prenderai, mi scuoterai un po' ed io sarò pronta a combattere" tentò poi di scherzare Buffy, accennando uno scarso sorriso che non riusciva però ad oscurare gli occhi lucidi ed ancora lacrimanti.
"D'accordo?" domandò poi lei dopo qualche minuto, come avesse avuto bisogno di quei secondi per raccogliere quel coraggio che aveva perso durante il discorso precedente. Lo guardò con un profondo bisogno nello sguardo: voleva solo che lui la aiutasse, almeno un minimo ad andare avanti.
"Va bene" acconsentì dunque Spike, pur sospirando contradittorio, per poi tornare a domire silenzioso, in attesa della mattina che a breve sarebbe giunta.


"Certo, Angelus è indubbiamente un personaggio potente, ma non sta a significare che sia imbattibile. Infondo Spike è riuscito a ferirlo, ed anche abbastanza gravemente"
La voce di Buffy risvegliò il vampiro dai suoi pensieri -o meglio, ricordi- riguardanti la notte appena trascorsa. La cacciatrice si era avvicinata alla rossa ed, insieme, stavano discutendo le debolezze del vampiro che dovevano prepararsi tutti a fronteggiare.
La rossa, notò Spike, non era partita disarmata. Avvertiva nell'aria aromi ben distinti e particolari, tipici di streghe e maghi esperti. Non pareva affatto fossero sul punto di fronteggiare un vampiro, bensì un cavaliere dell'apocalisse.
"Vi state impegnando a dismisura..." commentò dopo qualche momento il biondo, facendo voltare tutti i presenti in sua direzione. Buffy lo squadrò confusa e Willow fece altrettanto, il tutto mentre Xander, costantemente innervosito dalla presenza del ragazzo, rimaneva in disparte, il più lontano possibile dal demone.
"Che vuoi dire?" domandò la cacciatrice velocemente, in attesa di una risposta da parte del biondo.
"Voglio dire che Angel, o Angelus -non fa differenza come lo chiamiate- è un vampiro. E come tale, per ucciderlo non occorre niente di più che un paletto o una falce." spiegò  William ostentando un sorriso colmo di maestria ed ovvietà, mentre le due amiche, infondo alla stanza, continuavano ad osservarlo, pur essendo decisamente più mortificate rispetto a prima.
"Ciò che intendo è che, posso capirlo: la cacciatrice è follemente innamorata di questo demone e beh.. Tu, rossa, sembri essere dalla parte della tua amica e -Dio solo sa perchè sto per dirlo- l'imbecille..." proseguì Spike, indicando velocemente Xander che, dall'altra parte del piccolo salotto, stava ingurgitando quantità inaudite di patatine "...Sembra l'unico a capire la gravità della situazione ed il fatto che Angel non ha al momento un'anima, ma non stiamo combattendo un... -che ne so!-... Dracula! Che comunque, per la cronaca, mi deve dei soldi! Stiamo combattendo un normalissimo vampiro che oltretutto, non per vantarmi, non ha nemmeno mai fatto nulla di eclatante come eliminare due cacciatrici!" esclamò con leggerezza il biondo, alzandosi dal divano e raggiungendo le due amiche "Insomma, questi libri" proseguì strappando di mano a Willow un volume intitolato 'incantesimi e sortilegi' per poi buttarlo a terra con indifferenza "Non ci servono!".
Raggiunse invece, dall'altra parte della stanza, la borsa che la cacciatrice aveva quel giorno preso con sè, estraendo da essa un paletto in legno decisamente fatale -a parere del biondo-.
"Questo è abbastanza" commentò poi il vampiro prima di lanciarlo alla cacciatrice che, poco più in là, lo afferrò al volo senza il minimo tentennamento, diventata improvvisamente seria e determinata in viso.
"Hai ragione" asserì dunque Buffy rigirandosi tra le mani l'arma in legno, che in quei pochi anni era diventata una vera e propria amica, per poi tornare a guardare Spike "Comunque, Dracula ti deve dei soldi?" domandò poi corrucciando l'espressione.

"Allora a questa sera!" li salutò Buffy uscendo dall'appartamento, sorridendo a Willow e Xander totalmente soddisfatta degli accordi presi quel giorno. Si sarebbero rivisti la sera al locale del giorno precedente per sistemare gli ultimi problemi e poi, appena sarebbe giunto il momento, il piano sarebbe iniziato.
Attraversò i vari corridoi e scalinate sino all'uscita, dove l'auto di Spike, con lui già all'interno, la aspettava in moto. Entrò sorridente, prendendo posto al fianco del vampiro che la guardava leggermente arrabbiato.
"Hai finito?" domandò poi ironicamente, riferendosi al fatto che avesse impiegato come minimo venti minuti per salutare due amichetti. Gli pariva quasi una bimbetta dell'asilo con quel sorriso sin troppo allargato e quella spensieratezza nello sguardo. Infondo, quella visita le aveva indubbimente giovato.
Non appena la ragazza udì il tono di lui, canzonatorio ed irritato, fece per rispondergli, ma nel momento in cui lo vide, con le mani poggiate rudemente sul volante ed il suo sguardo completamente concentrato sull'asfalto, non riuscì ad evitare di boccheggiare un istante. Non appena se ne rese conto, richiuse la bocca con uno scatto.
Spike illuminato dal sole era davvero uno spettacolo straordinario e lei doveva assolutamente abituarcisi. Non poteva rischiare che lui la vedesse mentre lo fissava, sarebbe stato oltremodo imbarazzante. Eppure, nonostante non ne capisse la ragione, le pareva davvero difficile non sorprendersi ogni volta che lo vedeva illuminato dai raggi diurni completamente spensierato. Solo quella mattina, nel momento in cui erano usciti, era rimasta incantata ad osservarlo allontanarsi per prendere la macchina, almeno cinque minuti.

Spike era affascinante. Era innegabile sia come dato di fatto, che come giudizio soggettivo. Eppure, continuava a ripetersi la ragazza, solo perchè lo trovava indubbiamente attraente, non voleva significare che lui la attraesse.
Giusto?
Era simpatico, ma cadeva spesso nell'egocentrico e cinico, risultando solo che un insopportabile soggetto con cui socializzare. Non era suo amico, affatto, nè tantomeno erano compagni. Ciò che li legava era solo un ricatto vicendevole, ed il fatto che lo trovasse un bell'uomo non sarebbe andato ad intaccare il loro rapporto, di questo era certa.
Tutto ciò che doveva interessarle al momento era il piano appena sviluppato con Willow e gli altri, e pregare con tutta se stessa che esso funzionasse.

Dopo interi minuti di silenzio, in cui ognuno dei due era rimasto incastrato in innumerevoli e scomodi pensieri, fu la voce del ragazzo a risvegliare la mente di lei, assopitasi nell'auto-imporsi di detestarlo.
"La decisione è presa, love. Non si torna indietro..."
"Lo so benissimo" rispose prontamente lei, non potendo evitare di assumere un tono acido ed infastidito, del quale immediatamente si pentì. Stava rendendo Spike responsabile di una scelta che lei aveva compiuto, e lui non lo meritava. Eppure, nonostante ciò, non avrebbe rinunciato al suo orgoglio esclusivamente per mantenere privo di risentimento il suo animo.
Lui rise, non riuscendo a trattenere una risata colma di accortezza e per nulla sorpresa, infondo la cacciatrice era un osso duro. Lui lo sapeva.
"Perchè tanto scontrosa? Già ti penti di ciò che mi hai detto?" domandò dunque il vampiro, già pronto a ricevere una risposta degna di nota e -perchè no?- con una punta di tagliente sarcasmo tanto 'made in Summers', ma invece, non udì alcuna risposta fuoriuscire dalle sue labbra.
Nonostante stesse guidando, di fronte a quel silenzio, lui non potè evitare di voltarsi un istante in direzione del suo volto, che incontrò provato e sofferente, falsamente concentrato sull'asfalto che, di fronte a loro, pareva non finire mai.
"Scusa, cacciatrice." fece dunque arrendevole mordendosi un labbro con i canini appuntiti per poi carrucciare qualche momento l'espressione, riflettendo attentamente su cosa dirle per non peggiorare la situazione. Gli pareva surreale pensare che solo qualche minuto prima fosse stata tanto felice.
"Sai, vero, che si può sempre cambiare idea?"
"No, figurati" accennò lei tornanto a sorridere, tendendo le labbra in un gesto tanto autonomo da ferirla "Sto bene, Spike. Non fare l'apprensivo come se ti interessasse"
A quelle parole, il ragazzo non potè evitare di emettere un sonoro ringhio di protesta. Lui si scomodava tanto per non farle pesare la situazione, e lei, con una delicatezza pressocchè nulla, gli rispondeva tanto a tono? Non poteva accettare quei trattamenti per sempre: passava da un momento di completa dolcezza ad uno di totale disprezzo, facendolo andare fuori di testa in un paio di secondi.
"Ascoltami, Summers, smettila!" la intimò dunque, accellerando instintivamente, pregando solo di giungere al più presto alla meta, così da potere scendere dall'auto.
"Cosa avrei fatto ora?" domandò lei corrucciando lo sguardo ignorantemente. Lui sgranò gli occhi: davvero non capiva?
"Tsk! Mi fai... Mi fai uscire di testa!" ammise lui agitando qualche momento una mano, prima di posarla nuovamente sul volante nero e lucido "Un attimo prima sembriamo davvero uniti... Del tipo, alleati! E due minuti dopo sei acida come una diavolo di..."
"Di?" lo sfidò lei, completamente turbata dalla sfuriata di lui, decisamente non indispensabile.
"Di mestruata!" esclamò lui, facendola avvampare in risposta. Buffy, sempre più innervosita, serrò gli occhi, iniziando mentalmente a contare fino a dieci, sperando solo di sbollire la rabbia che improvvisamente l'aveva colta. Ma come osava quell'idiota?
La guardò di sottecchi, fingendo di prestare attenzione alla strada, per poi mordersi l'interno della guancia in collera con se stesso, mentre mormorava la sua ennesima scusa, rivolta solo a lei.
"Io so come stai, ma non puoi respingermi ogni volta che provo a darti una mano!" continuò dunque, non appena lei, dopo avere udito le sue scuse, aveva aperto gli occhi.
"Scusa, ma il fatto è che tu non puoi effettivamente darmi una mano. Sono nervosa per la situazione con Angel e poi-" si bloccò all'istante, mordendosi la lingua ed imporporandosi d'improvviso.
Era davvero arrivata -quasi- a dire che era preoccupata dell'attrazione che provava per lui? Sì, c'era andata maledettamente vicina.
"Poi...?" incalzò lui, rimasto in sospeso, mentre avvertiva, grazie ai suoi sensi particolarmente sviluppati, il suo cuore battere improvvisamente più veloce.
"Poi, niente!" concluse lei sfruttando un tono di voce decisamente alto, che lo fece quasi crollare in una risata visto l'esagerato acuto.
"Beh, sei agitata, quindi c'è qualcosa sotto" si limitò ad accennare lui una volta che il silenzio ebbe avvolto nuovamente l'interno della vettura.
"Smettila di usare i tuoi sensi iper-sviluppati su di me" lo ammonì la cacciatrice non appena lo ebbe fulminato brevemente con lo sguardo, facendolo immancabilmente sorridere. Certo, lui la definiva lunatica, ma non era certo da meno.
"Che hai da sorridere ora?" domandò dunque lei, tornando acida, pronta a sentire una sua risposta di scherno, completamente derisoria, che però non giunse.
"Stavo pensando che sei davvero bella" rispose con sincerità il ragazzo, non ostentando nemmeno un gesto d'imbarazzo di fronte quelle parole, mentre lei, invece, non potè evitare di irrigidirsi all'istante.
"B-Bella?"
"Sì. Insomma, Goldielocks, sarò un vampiro convinto di essere vittima dell'amore eterno, ma non sono cieco. Riconosco una bella donna se la vedo, e tu sei indubbiamente bella" spiegò pacatamente il biondo, facendo sospirare di sollievo lei immediatamente. Lui lo avvertì.
"...Ed ora sei più sollevata" disse dunque avvertendo il cuore di lei calmarsi decisamente rispetto a prima "Posso saperne il motivo?" domandò poi, mentre anche lei tendeva le proprie labbra in un sorriso.
"Ero solo... Preoccupata."
"Ah" fece lui annuendo, facendo capire all'istante a Buffy che lui, prima di lei, aveva avvertito i suoi sentimenti e pensieri. Questo la confuse nuovamente e se, in un primo momento, aveva creduto di potere sospirare di sollievo, quella realizzazione la fece tornare ad irrigidirsi.
"Sta calma, Buffy" mormorò semplicemente lui "Infondo è solo fisico, niente di più. Ci detestiamo comunque. Tu non mi sopporti, ed io altrettando perciò non vedo alcun problema" concluse poi facendola rilassare. 
La ragazza, istintivamente, sorrise. Solo perchè trovava quel biondo affascinante, proprio come diceva lui, si trattava solo di aspetto fisico. Oltre quello, il loro legame era costretto per mezzo di un accordo che metteva in ballo i loro veri grandi amori. Quelli indimenticabili.

Giunti a casa, la ragazza si diresse all'appartamento immediatamente, mentre lui rimase fuori a fumare una delle sue tipiche malboro, cercando di assaporarle pienamente, trovando in ogni assaggio, un sollievo necessario. A casa dei due non aveva dato a vederlo, ma era davvero agitato. Avevano cercato di sviluppare un'idea su come avrebbero agito una volta giunti a Sunnydale, ma erano davvero tutti pienamente certi della riuscita? Lui tentennava pericolosamente.
Ciò che, con la vincita di quella battaglia, c'era in palio per lui era davvero fondamentale. Non sarebbe stato in grado di abbandaonare Drusilla una seconda volta se fossero stati sconfitti.
Aveva finto di essere sicuro, determinato e forte in presenza della strega, di Xander e di Buffy, ma la verità era che lui -meno di tutti- credeva nell'effettiva riuscita del piano. Erano impreparati ed emotivamente coinvolti: in quello stato nessun esercito sarebbe mai stato in grado di vincere una guerra. Eppure, al medesimo istante, non potevano nemmeno ritardare più di tanto l'azione, dando così la possibilità ad Angelus di pensare ad una nuova idea per distruggere il mondo. Erano in bilico su un filo molto sottile sull'orlo di spezzarsi, e c'erano scelte su scelte da compiere.
E tra tutta la confusione che gli annebbiava le membra ormai da ore, si faceva, nel frattanto, strada una presa di coscienza decisamente inconcepibile per lui: la presenza della cacciatrice aveva smesso di infastidirlo -se mai lo aveva fatto-.


"Allora, vado a prendere da bere" esordì dopo i vari convenevoli la cacciatrice.
Erano giunti al pub con un leggero ritardo in quanto Buffy aveva avuto indecisione nello scegliere abiti -tutti capi che era riuscita a permettersi grazie ai furti di Spike-, e non appena arrivati, avevano scorto -proprio come la sera precedente- i due Scoobies ad un tavolo, intrattenuti in una conversazione. la bionda li aveva poi salutati, mentre William, disinteressato, si era accomodato prontamente al tavolo silenzioso.
"Cosa volete?" domandò nuovamente la bionda, guardando uno ad uno i presenti.
"Per me birra" rispose prontamente Spike, mentre Willow e Xander mostravano a Buffy come loro avessero già iniziato a bere.
"Va bene. Allora solo due birre: una per me e una per Spike. Torno subito" disse lei sorridente, per poi dirigersi al bancone.
Il locale era pieno di persone, tutte -soprendentemente- umane. Il biondo tentò di concentrarsi sui propri sensi qualche istante, curioso di sapere se effettivamente non ci fosse traccia di demoni eccetto lui e, rendendosi conto che effettivamente era così, non potè fare a meno di ricongiungere la ragione di tale cosa alla famigerata Wolfram&Hart.
Non appena si fu accertato di tale condizione, alzò lo sguardo verso Xander, non riuscendo ad evitare di lanciargli uno sguardo infastidito e nervoso, che il moro notò.
"Che hai da guardare?" gli domandò dunque poggiando sul tavolo la bottiglia di birra e squadrandolo esasperato.
"Niente" si limitò a ripondere Spike, concentrando al sua attenzione, questa volta, sulla rossa che li osservava discutere "Stavo pensando ad una cosa". Ed effettivamente era così.
Quella sera aveva davvero sperato che quel dannato amichetto della cacciatrice fosse nuovamente colto da una voglia di parlare con la biondina, così da lasciare il vampiro e la strega da soli a parlare, permettendo loro di concludere il discorso lasciato in sospeso la sera precedente e che lo aveva decisamente confuso.

"Guardi Xander allo stesso modo in cui lo guarda Angel" 

Quelle parole gli vorticavano in testa da ore, senza mai abbandonarlo, costringendolo ad auto-rimproverarsi per assurdi presupposti a cui sottoponeva se stesso. Non lo sopportava, e voleva che la rossa gli chiarisse le idee una volta per tutte. Sapeva quanto fosse acuta e quanto, per l'appunto, potesse o meno intuire, ergo, doveva assolutamente parlarle per fare un po' più di chiarezza in se stesso, così da renderlo -almeno in parte- più lucido.

"Ecco le birre" disse Buffy, di ritorno dal bancone, tenendo tra le mani due bottiglie e porgendone una al vampiro, il quale la prese prontamente, poco prima che le scivolasse di mano.
"Attenta, love" le mormorò dunque sorridendole, cercando di accantonare per qualche secondo il pensiero costante della frase della rossa riguardante il suo sire e lo stupido amico di Buffy. Bevve poi un sorso di birra, avvertendo quel sapore che lo attraversò, come una sorta di anestetico meraviglioso. Sospirò di sollievo.
La cacciatrice, nel frattempo, si accomodò al fianco di Willow, continuando ad ostentare quel sorriso amichevole a cui, però, nessuno dei presenti riusciva a credere totalmente.
"Buffy, sai che se stai male puoi dircelo, vero?" le domandò dopo qualche minuto la strega, accarezzandole gentilmente un braccio con fare materno, quasi.
"Certo. Sono solo agitata" asserì sinceramente la bionda di fronte quelle attenzioni tanto sincere.
"E' normale esserlo"
"Non devi farti condizionare. Non pensarci. Domani, quando partiremo, sarà tutto nitido e vedrai che non tentennerai" si intromise Spike sinceramente, appoggiando la bottiglia di birra sul tavolo e cercando lo sguardo di lei, che incontrò leggermente lucido, intento a trattenere un'angoscia -a lui- perfettamente comprensibile.
Se fosse stato nelle sue condizioni, solo per un amore più grande sarebbe riuscito ad uccidere Drusilla, forse.
Buffy annuì un paio di volte, sospirando pensamente, come se in lei ci fosse stato un peso sovrumano insopprimibile, mentre il vampiro, sempre più preso da quegli occhi umidi, cercava nella sua mente le parole più confortanti che potesse avere, e solo dopo avere pronunciato quella frase, si domandò perchè si fosse preso tanta pena.

"Probabilmente, quando lo vedrai, cadrai vittima di un tuo moto da innamorata, ma io ti prenderò, ti scuoterò un po' e tu sarai pronta a combattere"  mormorò lentamente Spike, riportando alla mente il discorso della notte precedente.
"D'accordo?" domandò poi lui dopo qualche minuto, non udendo una risposta uscire dalle sue labbra, se non qualche sonoro respiro.
"Va bene" acconsentì lei gentilmente, mentre i suoi occhi riacquistavano colore e prontezza.

Perchè si stava impegnando tanto? Perchè si dava tanto pensiero per confortarla nonostante il loro patto non lo prevedesse? Nessuno dei due aveva mai detto che sarebbe stato affiancato dall'altro, ma che, semplicemente, l'obbiettivo era riconquistare il rispettivo amato.
Non capiva, era confuso, e voleva solo prendere una sigaretta, uscire e fumarla avvertendo l'istantaneo senso di benessere dovuto all'adempimento del vizio, ma non appena vide un sorriso nascere sulle labbra di lei, non potè evitare di dimenticare quel pacchetto di Malboro abbandonato nel taschino del suo spolverino ed imporsi che il giorno dopo, ciò che le aveva promesso, lo avrebbe rispettato.







-Angolo dell'autrice!-
Ciao a tutti! Ho aggiornato perfettamente in anticipo (?) ammetto di non saperlo, ma non sono in ritardo!
Ok, volevo parlarvi di alcune cose riguardanti questo capitolo, sperando di ricordare tutto :')
Allora, le parti scritte in corsivo (ma non in grassetto) sono ricordi, come per gli scorsi capitoli. Poi, la frase di Willow tormenta la mente del nostro povero Spike, e beh... Spike e Buffy hanno ammesso di trovarsi fisicamente attraenti. Un passo avanti, no? :')
Comunque sia, nonostante -immagino- alcuni possano pensare che la fine sia vicina, vi sbagliate! Ho troppe idee geniali e divertenti e poi adoro scrivere scene con Willow e Spike che cominicano oppure con Spike e Xander che litigano, quindi non mi toglierei mai lo sfizio tanto in fretta! :) ahahah
Ok, smetto di delirare, sappiate solo che arriveranno capitoli molto importanti, ed il prossimo, in particolare, è fondamentale per il nostro vampiro ossigenato!
Spero vi sia piaciuto questo comunque e... Se vi va recensite e fatemi sapere!

ciao ciao!

Sara.

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Capitolo 8
*** La battaglia pt. 1 ***



-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.Parto con un piccolo angoletto per dire che, sì, sono in estremo anticipo, ma la ragione è semplice ahah: in questi giorni di occupazioni e manifestazioni varie, la mia scuola non è stata da meno e nonostante abbia partecipato a tutto anche abbastanza attivamente, ho trovato parecchio tempo per potere scrivere il nuovo capitolo! Volevo anche dire che dividerò in due (o forse anche tre) parti questo capitolo, siccome sta risultando decisamente lungo... Beh, ora vi faccio leggere :') ci risentiamo in fondo al capitolo ahah!

Sara-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.


 
The Promise

-La battaglia (pt. 1)


Così tanta luce e chiarore, quella purezza tipica del bianco latteo, e lui, che tra tutti era il solo, continuava a fuggire come un ossesso, sperando solo che un luogo più buio lo accogliesse. Tentava di varcare soglie, ma nel momento in cui scardinava le porte, un dannato invito non ricevuto lo bloccava sul posto, costringendolo a farsi ancora bagnare da tale rifulgente luce.

Rifulgente?

Si maledì silenziosamente portando alla mente ricordi risalenti ad anni -secoli- prima. Momenti vissuti da un povero, innamorato poeta fallito, una nullità tra tante, con un cuore decisamente troppo grande.
La purezza d'animo, però, era ormai affare superato.

I suoi passi risuonavano rumorosamente sull'asfalto liscio delle strade della cittadina, creando inquietanti rintocchi simili a quelli di un orologio portatore di morte. La via si faceva più sottile, sempre più stretta, fino a che, a causa di questa strettezza, le auto non furono più in grado di attraversarla. Poi, mentre la sua corsa ancora non pareva in vena di arrestarsi, un urlo, disperato e profondo, lo fece bloccare immediatamente.
Si voltò, certo che quel suono, tanto sofferto, provenisse dalle sue spalle, e vedendo il proprio sire tenere stretta al collo la cacciatrice, capì che aveva avuto ragione.
La ragazza cercava di ribellarsi mentre l'uomo, mantenendola sollevata da terra, stringeva sempre più, facendo contorcere la bionda sempre più disperatamente, soppraffatta da un dolore sottile e tagliente. La vide arrestare i propri movimenti lentamente mentre, con tutte le forze rimastogli, boccheggiava disperatamente alla ricerca di aria.

"Oh, quale dolce momento..." fece soavemente una voce al suo fianco, facendolo voltare. Spike rimase basito nell'incontrare il profilo della sua amata Drusilla, intenta ad ondeggiare il suo corpo ammaliata dalla vista che le si parava d'innanzi. 
"Sento il suo dolore... I suoi gemiti soffocati... Piano piano tutto diventerà solo che memoria..." proseguì la donna, mentre il biondo la osservava esterrefatto, completamente confuso e turbato. Quanto gli era mancata la sua dolce sposa infernale. L'avrebbe accompagnata ovunque ella avrebbe desiderato senza il minimo problema, rubando l'ennesima auto e partendo disinibito. Quanto era meraviglioso vederla sorridere...
Eppure, nonostante quei pensieri, vedere la cacciatrice in fin di vita tra le mani di Angelus, non lo rendeva per nulla felice. Avvertiva un moto rude e primitivo crescergli dentro, sempre più velocemente, sempre più turbolento.
"Sì!" esultò dopo qualche minuto la vampira, applaudendo a bocca aperta di fronte lo spettacolo. Spike non capiva.
"La vedo.. Quella maledetta luce!" sibilò nervosamente Drusilla "Si affievolisce... I miei occhi non bruciano più" sorrise infine, voltandosi poi verso il biondo, che le sorrise istintivamente, pur non avvertendo il solito calore invaderlo.

Angelus gli stava rubando il suo ennesimo tesoro, e Spike non sarebbe rimasto semplicemente in disparte con Drusilla, fingendo di accettare quell'assurda situazione. Buffy era un suo compito da portare a termine.

Con quei presupposti, scattò velocemente in direzione del proprio sire furiosamente, colmpendolo immediatamente al braccio, obbligandolo a lasciare la presa sulla cacciatrice, che cadde a terra priva di sensi. Sorrise, avvertendo un orgoglio pervaderlo. Aveva colto di sorpresa Angel, cosa da non sottovalutare.
"Cosa stai facendo? Salvi la cacciatrice?" domandò immediatamente il moro, assumento il volto del demone e sfoderando i propri denti improvvisamente divenuti aguzzi "Quale sdegno è stato generarti?"
Il biondo sorrise, cercando di rimanere concentrato su ogni possibile mossa del moro di fronte a se, mentre scuoteva il capo in segno di negazione "No..." mormorò dunque "Non ti permetterò di eliminare la cacciatrice... Tu non sei il destinatario di tale onore..."
"E tu lo saresti?" lo schernì reattivo Angel, sorridendogli sornione, improvvisamente illudendo il biondo che avrebbe abbassato la guardia.
"Decisamente." rispose con sincerità l'altro, cercando di restare concentrato, sia sul combattimento che -era certo- era imminente, sia che sulla conversazione "Sono stato io ad avere viaggiato per chilometri con l'obbiettivo di raggiungerla! Io ho iniziato l'opera, e sempre io la finirò" fece poi il biondo con un tono mellifluo, degno di un grande oratore.
"Che impertinenza!" commentò il moro per poi tentare di colpire l'altro con un calcio veloce, che però, con incredibile astuzia, William schivò.
"Impertinenza?" domandò sorpreso Spike leggermente affannato "Io la definirei giustizia. Mi hai sempre rubato ciò che era mio... Non te lo permetterò nuovamente!"
"Hai deciso di ricambiarmi il favore?" domandò improvvisamente una voce, che non uscì però dalla bocca del suo avversario, ne tantomeno da quella di Drusilla.
Si voltò, vedendo un secondo Angel di fronte a lui, ma completamente differente da colui che stava combattendo.
Realizzò brevemente il tutto: aveva combattuto con Angelus tutto il tempo, il demone senza l'anima, ma quello che ora gli aveva rivolto tale domanda era Peches, il vampiro sdolcinato e vomitevole sin troppo umano per i suoi gusti.

Che diavolo stai dicendo?


Aprì gli occhi di scatto, affannato e confuso e, a causa della noncuranza avuta nello svegliarsi, la luce improvvisa che gli illuminò gli occhi, lo infastidì profondamente. Tanto che dovette serrarli istantaneamente, per poi strofinarli leggermente.
"Spike, tutto ok?" domandò poi Buffy, mantenendo un tono di voce oltremodo apprensivo, mentre gli poggiava le mani sulle spalle, come a tentare di rassicurarlo.

Era stato tutto un sogno?

Aprì nuovamente quei due profondi antri cobalto che erano i suoi occhi, incontrando istantaneamente il volto della ragazza, preoccupata di fronte a lui. Si irrigidì leggermente, sorpreso dalla vicinanza, nonostante gli sarebbe dovuta risultare evidente visto il suo tocco. Rimase poi in silenzio, cercando di calmarsi, concentrandosi sul proprio respiro affannato, per poi abbassare lo sguardo sul suo torace scoperto, che si alzava e abbassava rispettando tale ritmo.
"S-Sì..." mormorò non appena si rese conto di non avere risposto alla cacciatrice, per poi alzarsi dirigendosi verso l'esterno, lasciando Buffy seduta sul letto, completamente confusa da quei comportamenti ostentati dal vampiro.
Si chiedeva cosa fosse accaduto: lo aveva notato contorcersi tra le coperte decisamente turbato, e solo dopo numerosi tentativi era riuscita a svegliarlo, ma mai si sarebbe aspettata di vedere una simile reazione. Le era parso quasi arrabbiato con lei.
Dopo quelle riflessioni, completamente tesa, decise che, dopo una doccia, si sarebbe diretta verso di lui per chiarire.

Spike era seduto sulle scalinate esterne all'edificio, tenendo tra le labbra la sua tipica sigaretta, decisamente più cupo rispetto al solito. Guardava l'orizzonte di fronte a lui con interesse, quasi fosse un libro colmo di rivelazioni vitali, e solo di rado abbassava lo sguardo per osservare la strada, illuminata dal sole che picchiava forte su tutti loro.
Quando Buffy gli giunse alle spalle, dovette prendere un lungo respiro, ripetendosi che doveva assolutamente fare l'abitudine nel vederlo illuminato dai raggi diurni, per quanto difficile risultasse.
Non disse nulla, lei, accomodandosi semplicemente al suo fianco, ancora con i capelli completamente bagnati dopo la doccia. Lui fece altrettanto, aspirando con foga dal filtro della propria Malboro, completamente agitato, non avvertendo -come invece doveva- il sollievo che tanto bramava.
"E' normale essere agitati, Spike..." esordì lei guardandosi i piccoli piedi, avvolti in un paio di pantofole decisamente più grandi rispetto al suo effettivo numero. Gliele aveva comprate Spike qualche giorno prima quando gli aveva detto che le servivano abiti nuovi, e lei, nonostante avesse notato il difetto, non aveva detto nulla, completamente grata del gesto del vampiro "Infondo... Sono coloro che amiamo e-" "Io non sono agitato per questo" la interruppe lui seccamente, completamente frustrato.
"Allora perchè lo sei?" domandò dunque Buffy, fingendo di non notare il tono di lui, non potendo evitare di restare la curiosa ragazzina diciasettenne che era.
Perchè era tanto agitato? Non lo capiva. Tutto ciò di cui era sicuro era che tutto era iniziato a causa di quel sogno appena avuto, in particolare la frase di Angel, l'ultima che gli aveva rivolto, proprio non la capiva. E se, a quelle parole, aggiungeva quelle della strega, allora tutto risultava ancora più confuso. Sommariamente era spaventosamente stressato.
"Penso troppo, cacciatrice, tutto qua" rispose leggermente più calmo Spike. Lei annuì, decidendo che per il momento, quella risposta le sarebbe stata sufficiente, per poi alzarsi e stiracchiarsi leggermente: aveva le braccia intorpidite, e le tese verso l'alto sbadigliando, per poi guardare il biondo leggermente più calma.
"A quest'ora Willow e Xander staranno partendo. Entro breve saranno qui. Dovremmo prepararci, non credi?" fece dunque lei riferendosi al fatto che, il giorno prima, era stato deciso che sarebbero partiti per Sunnydale poco prima dell'ora di pranzo, così da giungere a destinazione quando il sole sarebbe stato più caldo, ergo, più micidiale.
Lui, pur continuando a guardare con apparente attenzione l'orizzonte, annuì, per poi lanciare poco più avanti la sigaretta, ormai consumata.
"Allora vado a prendere l'auto, love" disse pacatamente il biondo, come avesse ritrovato la propria pace interiore. Era bravo fingere, decisamente.
Spike era costantemente attraversato da quel nervosismo, e non sapeva nemmeno lui da dove provenissero quelle sue doti di attore, ma stette di fatto che, dopo avere esibito un semplice accenno di sorriso, la cacciatrice tornò a dirigersi all'interno palesemente più leggera e tranquilla, mentre si acconciava i capelli bagnati in modo sbrigativo.

Perchè era tanto scosso? Perchè non riusciva ad essere sincero con se stesso? Perchè improvvisamente tutto pareva parte di un puzzle senza senso? Perchè quelle due frasi gli vorticavano nella mente tanto velocemente?
Avrebbe voluto afferrare qualcosa e distruggerlo. Avrebbe desiderato trovare di fronte ai suoi occhi un demone qualsiasi, solo per sfogo, ed eliminarlo velocemente, accusandolo di qualche falsa assurdità, per poi dare fuoco al suo corpo mutilato e dissanguato. Bramava provare, dopo giorni di -pressocchè- riposo, la foga scaturata dalla violenza. Il piacere dovuto all'adrenalina smaltita, misto a quell'orgoglio naturale che ti monta nel petto.
Da quando era andato a 'convivere' con la biondina, non aveva più preso parte ad un combattimento degno di nota. Aveva eliminato un paio di demoni del caos incontrati fuori da un locale, ma null'altro. Gli mancava la violenza.
Eppure, nonostante ciò, rimase calmo e si diresse con passo pesante e spossato verso l'auto, parcheggiata dietro la palazzina, certo che i suoi amici, proprio come avevaa detto la cacciatrice, sarebbero giunti a breve.


"Siamo certi di avere tutto?" domandò la bionda non appena furono tutti e quattro all'interno della macchina del vampiro, che era alla guida.
"Credo di sì..." mormorò incerta la rossa, mentre controllava l'interno di un borsone che aveva portato con sè per la missione "Ho preso gli ingredienti necessari per produrre una barriera temporanea nel caso ti trovassi in serio pericolo... Il fatto, però, è che con 'temporanea', Buffy, intendo solo una decina di secondi" si scusò poi la strega, richiudendo la propria borsa con accuratezza.
"Va benissimo, Willow." rispose prontamente la cacciatrice, lanciandole una breve occhiata felice "Avere una strega con noi, non è altro che un vantaggio"
"Già Willow! Sei  molto utile tu!" si intromise Xander dando un buffetto sulla spalla dell'amica con l'esplicito intento di rincuorarla fraternamente, per poi lanciare un occhiata colma di odio a Spike, intento a mettere in moto l'auto "Lo stesso non si può dire di un certo vampiro, qui presente" commentò poi acidamente il moro, mentre il biondo in questione toglieva il freno a mano e faceva partire la macchina.
"Oh certo" rispose prontamente William sorridendo ironico "Tra me -vampiro leggendario-, la cacciatrice, una strega ed un comunissimo umano, l'essere inutile sono io! Ovvio!" esclamò schernitore il biondo, facendo istantaneamente irritare Xander.
"Spero vivamente che non passeremo l'intero viaggio litigando immaturamente!" intervenne Buffy prima che i due potessero proseguire con le loro frecciatine. Il moro si ammutolì all'istante di fronte alla voce dell'amica, mentre il vampiro non potè evitare di sospirare arrendevole pur mantenendo un'espressione divertita in volto.
"Io, invece, spero non lo passeremo con un peso sul cuore." accennò dopo qualche momento Spike, continuando a guidare concentrato, non potendo evitare di fare allusioni riguardo la situazione di Buffy. 
Lei se ne rese conto, e lo squadrò torva "Non preoccuparti... Infondo è solo un vampiro, no?" cercò di minimizzare la bionda, anche lei alludendo a qualcosa: il discorso che il giorno prima aveva fatto il biondo. Angelus era un vampiro come tanti, perciò le serviva solo un paletto, un po' d'acqua santa e luce solare per vederlo morire velocemente e definitivamente.
"Sì, esatto" acconsentì orgoglioso William, annuendo un paio di volte ed accellerando istintivamente l'auto.


Si erano diretti istintivamente nel luogo in cui tutti erano certi, avrebbero trovato tracce dei due vampiri che interessavano la cacciatrice e il -mancato- poeta. Non appena avevano superato il cartello con su scritto 'Welcome to Sunnydale', avevano tutti avvertito la tensione, mista ad un asfissiante senso di ansia perenne, aumentare palesemente: Spike si era irrigidito subito, ed aveva istintivamente afferrato il volante con forza, come avesse avvertito il bisogno di un contatto, anche se apatico, in grado di dargli un minimo di conforto. Buffy, invece, aveva sospirato profondamente non appena veva avvertito il tipico senso di insicurezza tanto comune in quella cittadina.
Lui notà il cambiamento in lei. Lei vide l'irrigidirsi di lui, ma nonostante ciò, entrambi stettero in silenzio, concentrati nel gestire le loro emozioni travolgenti.

La fabbrica non parve differente dal solito a nessuno dei presenti: l'edificio era esattamente come i due -il vampiro sanguinario e la cacciatrice- lo avevano lasciato. Si avvertivano inquietanti scricchiolii dovuti alle catene che dai soffitti penzolavano macabramente, ma oltre quello, nient'altro li distrasse particolarmente.
Giunti ad una sala occupata da un lungo e maestoso tavolo, i quattro si fermarono, pronti a discutere i dettagli definitivi del piano.
"Qui direi che è perfetto" asserì Buffy guardandosi attorno ed annuendo più a se stessa che ad altri. Lanciò uno sguardo alla strega, per poi domandarle "Will?" chiedendole conferma.
"Perfetto. Da qui potrò fare gli incantesimi di protezione in caso di bisogno" confermò dunque la rossa sedendosi sul tavolo a gambe incrociate e circondandosi di erbe ed essenze, mentre in leggeri sussurri pronunciava varie formule.
"Benissimo. Xander, tu devi proteggerla e fare in modo che non si distragga." proseguì la bionda, questa volta mormorando al moro "Willow deve rimanere in contatto con la mia aura per capire se sarò o meno in pericolo, perciò deve mantenere un alto livello di concentrazione. Tu non puoi permettere che lo perda"
"Certo, Buffy. Non preoccuparti" acconsentì prontamente l'amico, dimostrandosi determinato, afferrando dalla borza delle armi della ragazza, una falce decisamente micidiale.
"Perfetto" asserì dunque atona la bionda, per poi lanciare uno sguardo di intesa al vampiro, il quale, non dicendo nulla, ma semplicemente capendo, la seguì.

Si addentrarono con attenzione e lentezza, mantenendo un passo felpato e sicuro, attenti a non urtare oggetti a terra. Buffy davanti e Spike alle sue spalle, minuzioso quanto lei nell'eseguire il piano.
Ora che si stavano facendo sempre più vicini alla stanza dove -erano certi- i due dormissero, tutto pariva più reale, e le ansie, solo poco prima a mille, adesso erano continui e tempestivi incubi.
Mentre la ragazza si faceva avanti, superando lenta qualche rampa di scale per giungere al più presto al piano più basso, un braccio la bloccò di colpo, facendola ruotare ed imponendole di schiacciarsi alla parete. Un corpo le si mise di fronte.
"Che diavolo stai facendo ora?" domandò acida lei, non potendo nascondere un respiro affannato per lo spevento, rivolgendosi al vampiro ossigenato che la guardava severo.
"Sai cosa stiamo facendo? Sei sicura di volere andare fino in fondo?" la riprese lui, fingendo di non notare il tono innervosito di lei, improvvisamente più terrorizzato che mai. Drusilla era davvero vicina, sentiva il suo aroma colmo di follia e morte.
"Ormai è tardi per cambiare idea, non credi?" fece Buffy confusa, cercando di guardare i suoi occhi con attenzione, sperando di scorgerci qualche timore che lei avrebbe compreso, perchè, era certa, lei poteva comprendere tutto di amore confusi e spaventosi al medesimo istante. Ma Spike le negò tale possibilità. Il vampiro abbassò lo sguardo sofferto, non sapendo come rispondere alle parole di lei, per poi decidere che le avrebbe detto la verità.
"Non abbiamo speranze, Buffy" la intimidò brevemente il biondo, facendola leggemente irrigidire.
"So che sei d'accordo con me" la anticipò poi, non appena comprese che lei fosse intenta a rispondergli.
La vide boccheggiare qualche momento, come fosse stata alla ricerca di una buona risposta da dargli, ma presto sospirò, arrendevole di fronte al fatto che, sì, ciò che diceva il ragazzo, non faceva alcuna piega.
"Lo so benissimo. Non sono queste le condizioni in cui si vince una battaglia, ma ormai è tardi. Non possiamo aspettare oltre. Il mondo è in pericolo... Presto o tardi Angelus vorrà tornare a distruggerlo... E poi prima mettiamo fine a questa storia, prima potremo smetterla con questa farsa" spiegò la ragazza arrendevole, intendendo come 'farsa' la loro convivenza improvvisata.
Il ragazzo soppesò le sue parole, avvertendo alla conclusione di esse un vuoto che lo confuse leggermente, eppure il resto era tutto corretto.
Annuì un paio di volte "Bene..." sospirò poi afflitto "Se è così che la pensi, allora andiamo... Ma sappi che nel momento in cui resterai sola con Angel-" "Angelus" lo corresse istantaneamente lei fulminandolo con lo sguardo, cosa che lo fece genuinamente sorridere.
"Angelus" acconsentì lui chinando leggermente il capo "Sappi che in quel momento, io non potrò raggiungerti subito" concluse poi il ragazzo leggermente in torno con se stesso per quelle parole, ma lei non gliele fece pesare, facendo nascere un dolce sorriso sul proprio volto.
"Lo so" mormorò poi Buffy annuendo "Ma so anche che arriverai... Alla fine della battaglia ci rivedremo ancora una volta, ok? Sarà come..." si bloccò lei, alla ricerca delle parole giuste "... L'effettiva conclusione del patto" concluse con dolcezza "Va bene?"
"Sì" rispose immediatamente lui, senza tentennare minimamente di fronte quella proposta di lei, come avesse avuto un bisogno impellette di avere l'opportunità di vederla ancora, magari anche solo per ringraziarla silenziosamente.

Ma perchè avvertire tale bisogno?

"Bene." annuì lei non appena ebbe udito la risposta di lui, per poi lanciare una breve occhiata al fondo della scalinata: sapeva bene che stanza avrebbe trovato, e fremeva di terrore e curiosità per entrarci al più presto.
Lui notò la sua espressione, trita e concentrata sulla camera da letto dove solo una settimana prima era solito a dormire con la propria dolce Drusilla, prima che lei venisse soggiogata da quel maledetto essere che era il suo Sire.
"Calmati, pet. Sono certo siano lì dentro" la cercò di rassicurare velocemente, certo che il suo più grande problema fosse -al momento- l'avere potuto perdere tempo prezioso "Infondo solo un vampiro degenere andrebbe in giro a quest'ora del giorno" aggiunse cercando il suo sguardo, che si posizionò nuovamente sulla figura di lui ostentando un'ironia decisamente non celata.
"Ed ecco qui il vampiro degenere, insomma..." commentò dunque scherzosa, poco prima che tornassero entrambi a camminare sino alla porta della camera da letto.
"Ok, appena apriremo la porta, entrambi si metteranno sull'allerta. Il tuo odore è incredibilmente assuefacente, perciò non dovrai attendere nemmeno un istante perchè ti notino. Angelus ti seguirà, ed io mi occuperò di Drusilla, ok?" parlò severamente Spike, cercando di portare alla mente ogni passo ripassato proprio la mattina stessa con la cacciatrice.
Lei annuì, non dicendo nulla, ma semplicemente afferrando saldamente un paletto e stringendolo ansiosamente. Al vampiro non sfuggì di notare il colore della pelle di lei affievolirsi a causa della stretta particolarmente insistente: le nocche erano ormai pressocchè bianche, mentre le punta delle dita si stavano arrossando.
Non commentò, però, quei particolari, capendo perfettamente lo stato d'animo di lei ed apprestandosi ad aprire la porta di fronte a loro. Si nascose dietro essa, così da permettere ai due vampiri di vedere esclusivamente lei, così avevano deciso Buffy e Spike di agire.
Una voce, bassa e severa si fece largo immediatamente all'interno del locale, quel suono che il biondo avrebbe saputo dire con estrema certezza, ovunque l'avesse udita, a chi esso appartenesse. Quella voce che gli faceva tornare alla mente propositi di vendetta, morte ed odio. 

Angel era a pochi metri da lui, ma non doveva interessargli. Il ragazzo era preda della cacciatrice, come da accordo.

"Guarda chi c'è..." esordì il vampiro, già con il volto mutato in demone, non appena ebbe visto la cacciatrice di fronte a lui. Il suo odore gli aveva riempito le narici in brevi attimi, sufficienti perchè la sete di sangue, nonostante il pasto non da troppo consumato, tornasse vivida e aggressiva.
"Chi non muore si rivede" aggiunse poi con un sorriso mentre Buffy, dopo avere emesso un lungo sospiro, da timorosa e preoccuata, aveva assunto un'espressione determinata e vincente, decisamente degna di lei. Sfoderò all'istante un paletto, esibendolo con spavalderia nella mano destra, per poi lanciare un'occhiata prima a lui, e poi a Drusilla, che poco più in là applaudiva soddisfatta dell'ira del proprio sire.
"Anche tu mi sei mancato, amore" ironizzò lei, già pronta ad avvertire l'adrenalina scorrergli nelle vene.



 
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.Angolo dell'autriiiiiiceeeeeee-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
 
Buongiorno a tutti! Spero vi sia piaciuto questo capitolo e se è così, beh... Lasciatemi una recensiuccia :)
Allora, nel caso abbia scritto in modo incomprensibile: la prima parte è un sogno di Spike!
Poi volevo chiedervi se secondo voi fosse il caso di pubblicare la seconda parte questa sera stessa (o domani) oppure aspettare, in quanto è ormai terminato :) Fatemi sapere, grazie ^-^

-Sara

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Capitolo 9
*** La battaglia pt. 2 ***


Attenzione: Questo è il secondo capitolo in un unico giorno, quindi per favore controllate abbiate letto anche il precedente :) 

 
The Promise:

La battaglia (pt. 2)




"Guarda chi c'è..." esordì il vampiro, già con il volto mutato in demone, non appena ebbe visto la cacciatrice di fronte a lui. Il suo odore gli aveva riempito le narici in brevi attimi, sufficienti perchè la sete di sangue, nonostante il pasto non da troppo consumato, tornasse vivida e aggressiva.
"Chi non muore si rivede" aggiunse poi con un sorriso mentre Buffy, dopo avere emesso un lungo sospiro, da timorosa e preoccuata, aveva assunto un'espressione determinata e vincente, decisamente degna di lei. Sfoderò all'istante un paletto, esibendolo con spavalderia nella mano destra, per poi lanciare un'occhiata prima a lui, e poi a Drusilla, che poco più in là applaudiva soddisfatta dell'ira del proprio sire.
"Anche tu mi sei mancato, amore" ironizzò lei, già pronta ad avvertire l'adrenalina scorrergli nelle vene.

Non era Angel, non era Angel, non era Angel...

"Felice di saperlo..." rispose lui, sfoggiando i propri denti affilati degni di ogni demone della sua stessa razza. Mosse qualche passo avanti, in direzione di lei, per poi tornare a parlare "Sei venuta per eliminarmi?"
"Mi sembra evidente" disse fredda lei, pronta a scattare non appena lui le sarebbe giunto davvero vicino. Continuava a ripassare mentalmente il piano organizzato: Spike era dietro la porta, pronto a fermare Drusilla, Willow era in contatto con la sua aura e Xander faceva la guardia all'amica. Erano tutti ai loro posti. Forse non era così lontana la possibilità di vincere.
"Evidente, eh?" fece lui assottigliando lo sguardo meschino "Non so perchè, ma ho un deja vù" aggiunse poi con malignità, sottolineando come solo la settimana precedente, i piani fossero decisamente andati diversamente. Voleva ferirla nell'orgoglio? Beh, non ci sarebbe caduta tanto semplicemente.
"Anche io, sai? Ma vedi... La volta scorsa dovevo occuparmi, sia di salvare il mondo, che di eliminare il mio ex, perchè ormai siamo ex, giusto?" fece ironica alludendo al fatto che avesse fermato lui dal distruggere il pianeta con estrema leggerezza "Comunque sia, ora il mio obbiettivo sei solo tu, quindi non devi frignare perchè non sarai al centro dell'attenzione! Sono qui solo per te stavolta, amore" concluse ironica, sottolieando la parola amore e facendo sorridere immancabilmente Spike che, rimanendo nascosto dietro la porta, non poteva evitare di ammirare le parole e la spavalderia della cacciatrice.
Angel rise, ma di una risata falsamente divertita ed ironica, mentre si avvicinava ancora di un paio di passi alla ragazza, facendole capire che ben presto avrebbero iniziato combattere, ma invece, andando contro ogni pensiero della suddetta, lui si bloccò un istante, guardandosi attorno confuso "Hai portato compagnia?"
Lei recitò perfettamente. Non si irrigidì, cercò di controllare il proprio battito cardiaco, e controllò con minuzia la voce nel momento in cui gli rispose "Parli dell'odore, ho ragione?" fece dunque sorridendogli "Sì, sai... Ho incontrato Spike sulla mia strada... Oh, dovevi vederlo, Drusilla.." proseguì la bionda, questa volta rivolgendosi alla mora vampira seduta sul letto, improvvisamente corrucciata di fronte all'argomento riguardante il suo amante "Voleva riottenerti. Voleva eliminare Angelus con le proprie mani, ma io... Io non glielo ho permesso, uccidendolo."
"Tu dannatissima bastarda!" le ringhiò addosso la vampira, improvvisamente furiosa, mentre Angel non poteva non scoppiare in una risata, questa volta sincera.
"Non dirmi.. Il piccolo Willy morto? Beh, non credo sia poi tutta questa perdita per il mondo demoniaco" commentò il moro, mentre Spike, ancora appostato dietro la porta, non poteva evitare di desiderare una morte lenta e dolorosa per il proprio sire.
"Infondo si vantava a dismisura... E disprezzava le nostre regole... Non aveva un minimo di classe per essere uno di noi, comunque" fece poi avvicinandosi ulteriormente a Buffy, già pronta a correre "Basta con le chiacchiere" sussurrò ad un passo da lei.
"Sono d'accordo" sorrise la ragazza cogliendo di sorpresa il proprio -ormai- ex ragazzo, ferendolo prontamente con un pugnale, per poi correre. Lui, ora decisamente irritato, non appena riuscì ad estrarre la lama in metallo dal proprio torace, le corse dietro, permettendo così a Spike di entrare nella stanza, chiudendosi in essa con Drusilla.

"Mia dolce Drusilla.." esalò semplicemente lui vedendosela di fronte. Era in ginoccio sulle coperte bianche e lo osservava con sorpresa, probabilmente a causa della dichiarazione poco prima fatta dalla cacciatrice. Lui, da parte sua, avvertiva improvvisamente una leggerezza avvolgerlo. Era qualcosa di oscuro ed immorale il legame che lo legava con tanto impeto alla propria macabra e folle dama, nonchè sua generatrice. Per tutti i vampiri era così, i figli divenivano, al momento della generazione, succubi dei propri creatori, ma Spike era sempre stato convinto che, oltre quello, per Drusilla ci fosse anche un profondo e viscerale amore ad unirli.
Il volto di lei, da confuso e sorpreso, divenne collerico e rabbioso. Corrucciò lo sguardo per poi indicarlo gridandogli contro "Tu!"
Il biondo arretrò di un paio di passi, per poi tornare in sè e dirigersi in sua direzione, arrivandole a pochi millimetri di distanza. Le afferrò i polsi, tesi verso di lui indicandolo, per poi bloccarla sul letto sotto di lui, completamente confuso dal comportamento di lei.
"Calmati, piccola..." la intimò lentamente, mentre lei quasi gli ringhiava addosso. William continuava a non capire, ma non avrebbe ceduto tanto semplicemente di fronte ad un paio di noie da parte di lei.
"Calmarmi? Sei pazzo, se osi proferire tale ordine!" gli rispose prontamente lei, bloccata sotto il suo peso, mentre lui le teneva i polsi fermi sopra la sua testa. Non aveva mutato il proprio viso, ma la rabbia era comunque prorompente, Spike l'avvertiva chiaramente.
"Non sono morto, e allora? Sei in collera per questo?" domandò lui, ora anche'egli innervosito dalla situazione, e come poteva non esserlo? Tornava dalla sua amata dopo giorni di assenza e lei lo accoglieva con odio, non poteva accettarlo.
"Non sono in collera, sono delusa... E spaventata... Ferita... Pensi forse che io sia cieca?" incalzò prontamente la donna, passando da un tono quasi ridotto ad un pianto, ad uno graffiante e furioso, alzando leggermente il capo fino quasia  sfiorare il suo naso, ma non degnandolo del bacio che, lei era certa, lui tanto agoniava.
"Io che sono in grado di vedere i giorni che verranno ed i morti che essi causeranno?" tornò a parlare Drusilla, cercando nello sguardo del suo amante una risposta sincera e sofferta, come doveva assolutamente essere.
"Lo so, amore..." mormorò lui liberandosi una mano, così da trattenere i polsi di lei solo con l'altra rimasta libera. Le accarezzò una guancia, spostandole un ciuffo ebano di capelli, così da sistemarlo.
Lei sorrise, leggermente più calma, mentre ancora, però, si incollerava nel parlargli "Ed allora non mentirmi..."
"Non lo farò... Ti am-" "Bugiardo!" lo interruppe lei sibilando, come una serpe colma d'odio, quasi sull'orlo di sputargli in volto.
"Non parlare, ragazzino impertinente!" esclamò nuovamente lei, inclinando di lato il capo, esibendo tutta la propria follia, mentre Spike la guardava, nuovamente confuso, certo che ci fosse qualcosa sotto quel comportamento di lei. Drusilla non era una pazza qualsiasi: la sua logica era semplicemente diversa.
"Dimmi di cosa parli" le intimò dunque, non liberandola mai dalla propria morsa, impedendole la maggior parte dei movimenti.
"Sei bellissimo, William. Piccolo ignorante Spike" sussurrò lei a fior di labbra, non nascondendo, però, sulla parola 'ignorante' un disdegno non indifferente.
"Perchè sarei ignorante?" chiese lui sorridendole.
"Non vedi più in là del tuo naso... Non riesci a vedere una cosa tanto chiara da abbagliare me..." rispose lei sorridendogli, guardandogli qualche istante le labbra, per poi tornare ai suoi occhi, ora corrucciati. Lei allargò le proprie labbra macabramente, capendo di averlo colpito.
"così malvagio... Cattivo... I bambini scappavano terrorizzati... Ricordo il sapore del sangue sulle tue labbra..." proseguì Drusilla, mentre Spike le liberava una mano, permettendole di usarla. La posò su una sua tempia, per poi lasciarla andare sempre più in basso, sino ad auto-graffiarsi il collo, facendo uscire da esso un rivolo di sangue, che immediatamente fece venire fame a lui, ma non si permise di berlo. Non senza il consenso di lei.
La ragazza si leccò le labbra, riportando alla mente il sapore che Spike, anni prima, le aveva fatto assaggiare: il dolce sangue di una cacciatrice.
"Così avvolto nell'ombra..." fece fievolmente, come una bambina che ricorda qualcosa di incantevole "La bocca dell'inferno sarebbe stata una dimora perfetta, William" sorrise gioiosa, mentre lui non la interrompeva mai, sapendo bene che sarebbe giunta al punto lei, mantenendo i propri tempi.
"Ho visto il mondo con te... Mille e mille volte... Come una bambina su una giostra divertentissima!" esclamò scoppiando a ridere, mentre lui annuiva semplicemente, ripostando alla mente ricordi meravigliosi che avevano lei come protagonista.

Poi, un suono. Un colpo sordo e forte, proveniente dal piano superiore lo distrasse.

Nulla, mai, lo aveva distratto dal contemplare la propria nera bellezza.

Guardò instintivamente il soffitto, cercando di immaginare cosa potesse essere accaduto a Buffy. Aveva promesso che sarebbe stato al suo fianco, prima o dopo la battaglia. Ma ora fremeva e voleva sapere cosa stesse accadendo.

Lei notò la disattenzione di lui "Anche adesso capisco cosa è accaduto... Come è crollato il nostro castello" riprese facendolo voltare nuovamente in sua direzione.
"C-Crollato?"
Lei annuì alla sua domanda, osservando con gli occhi sgranati la sua mano di fronte al suo volto "Non saremmo mai dovuti venire qua"
Lui scosse il capo in disaccordo. Sunnydale le aveva portato giovamento, l'aveva fatta guarire e lui aveva combattuto ben due cacciatrici per il suo bene. Per la salvezza della sua eterna metà.
"La cacciatrice ti infastidiva così tanto... La vedevo girarti attorno e parlarti. Odiarti. Sconfiggerti. Temerti... Amarti" asserì lei osservando il soffitto, per poi lanciare un'occhiata ad una delle sue tante bambole, sistemata sul proprio comodino con gli occhi coperti da un piccolo foulard.
"Amy me lo aveva detto..." sospirò poi acutamente, come sull'orlo di piangere osservando la bambola in ceramica dai capelli castani e ricci, mentre lui, di fronte alla parola 'amarti' si era irrigidito.
"E' ancora lì, sai?" gli domandò poi guardando i suoi occhi con interesse e curiosità "Anche adesso... E' più nitida, però..." mormorò abbassando lo sguardo sospirando.
"Non riesco a guardarti! Risplendi di una luce così bianca ed accecante... Mi sento bruciare, Spike!" esclamò poi disperata dopo qualche minuto di silenzio, iniziando ad agitarsi velocemente, realmente ferita e spaventata, tanto che lui, all'istante, si allontanò da lei affannato e confuso.
La vide contorcersi da dolore sul letto nonostante la sua distanza, ed istintivamente le si avvicinò sfiorandole un braccio "Drus-" "Aaah!" Gridò lei immediatamente, come se il tocco di lui fosse stato puro fuoco, incandescente e fastidioso. Lui si ritrasse all'istante.
Si portò a sedere contro la testiera del letto, gli occhi imperlati di lacrime "Odori di lei... Sei impregnato di lei... Dentro, fino alle viscere." sibilò indicandolo. La mano tremante.
"Stai delirando"
"No, William... Lei ti entrata dentro più profondamente di quanto abbia mai fatto io..." gli rispose poi, troncando immediatamente ogni suo pensiero e sgombrandogli istantaneamente il cervello.

La cacciatrice gli era davvero tanto dentro? Era davvero tanto ossessionato? Drusilla percepiva quel bagliore accecante ed il suo timore per lei -Buffy- ed il fatto che per secoli, quella dama impregnata di sangue non aveva mai fallito, lo fece completamente bloccare.

"Sei diventato accecante... Non posso nemmeno sfiorarti" fece lentamente, quasi singhiozzando mentre gli parlava. Lui restava in piedi, distante dal letto, in balia della confusione completa.
"Sin da quando l'hai vista la prima volta... Lei ti ha ossessionato" proseguì Drusilla, non potendo nascondere un profondo dispiacere nella sua voce "Dicevi di odiarla, perchè avevi paura di ammettere di amarl-" "Stai dicendo idiozie!" la interruppe improvvisamente, gridandole contro con disprezzo, in bilico di fronte ad un precipizio spaventosamente profondo.
"Io sono tornato qua, per te!" proseguì furioso "Sono tornato perchè ti amo, dannazione!" le gridò addosso camminando da una parte all'altra della stanza, mentre restava lì, seduta contro la testata del letto.
"Ho fatto tutto per te... Hai avuto tutto ciò che desideravi! Ho rinunciato a... Alla mia vita per te! Ho viaggiato il mondo solo per mostrarti ciò che più bramavi! Ho ucciso per te!" fece esasperato, frustrato e confuso, mentre le parole di lei continuavano ad assillarlo silenziosamente.
"Sei stata tu a dirmi dove era lei!" esclamò riferendosi a Buffy "Ora non puoi dirmi questo..."
A quelle parole lei non rispose, restando semplicemente immobile ad osservare colui che per più di un secolo era stato suo amante, andare in mille pezzi di fronte a lei, confuso da se stesso, non potendo evitare di provare pena per lui.

Fu un nuovo rumore, proveniente dal piano superiore, a distrarlo nuovamente facendogli alzare gli occhi verso il soffitto. Lei capì immediatamente ciò che lui avrebbe fatto di lì a pochi secondi, e non se ne rammaricò nemmeno. Il suo giocattolo preferito se ne stava andando, lo aveva compreso da tempo. Spike non era mai stato come lei o Angelus, troppo sentimentale ed umano per loro.
La guardò. Lo sguardo cobalto attraversato da un dolore profondo misto a dispiacere. Lei non si scompose nuovamente, mentre lui iniziava a correre, dirigendosi dove imperversava la battaglia tra il suo sire e la cacciatrice. La stava andando a salvare.


Nel frattempo, nella sala adiacente al giardino, Buffy cercava di fronteggiare al meglio l'uomo che aveva -per più di un anno- amato con tutta se stessa. Anzi, no, non era lui. Colui che stava cercando di sconfiggere non era altro che un copia sbiadita e malvenuta del dolce ragazzo che il demone aveva sopraffatto.
Un colpo allo stomaco la piegò in due, facendola tossire fastidiosamente qualche secondo, mentre Angelus, ancora completamente indenne, non potè evitare di ridere soddisfatto nel vedere la cacciatrice tanto in difficoltà di fronte alle sue mosse. Quel momento di distrazione, però, gli costò caro: Buffy, ripresasi, lo colpì con un calcio ben assestato alle ginocchia, facendo cadere il moro a terra. Gli mise poi il piede sul petto, così da poterlo mantenere fermo mentre si affrettava ad entrarre dai pantaloni, il proprio paletto, ma lui, afferrandole la caviglia e storcendogliela, la fece scivolare, così che Angelus tornò presto in piedi.
"Allora, tutto qui quello che sai fare?" domandò divertito il ragazzo di fronte a lei, con ancora tutte le energie a disposizione, mentre lei pariva visibilmente stancata dal combattimento. Era affannata e si guardava attorno freneticamente, come alla ricerca di un modo per evadere.
"Ti piacerebbe, immagino" rispose però lei, cercando di parire decisa e pronta "Non hai proprio idea di cosa sia in grado di fare una cacciatrice"
"Già, ma ho intenzione di scoprirlo" si limitò ad affermare il vampiro prima di tornare all'attacco, sfoderando qualche colpo veloce e netto che, però, lei riuscì con abilità a schivare. Forse non era davvero stremata come pariva.
Durante la battaglia era riuscito ad arrivare già un paio di volte al punto di ucciderla, ma poi, sempre all'ultimo istante, lei si era ripresa, sfoderando trucchi che, per quanto subdoli, lo avevano sempre fermato. Era poi certo che lei non fosse giunta sola. Non gli pariva possibile.

"Davvero penoso, se posso infierire" disse lei dopo avere schivato i colpi di lui, estraendo dalla tasca posteriore dei jeans un paletto, decisa a colpire il nemico.
"Insomma... Credevo fossi il migliore di tutti i vampiri, ed invece... Guarda, nemmeno un'oretta di combattimento è già mi trovo sul punto di farti fuori, mi deludi, Angelus" proseguì la ragazza, muovendo un paio di passi avanti, mentre il ragazzo restava immobile, palesemente non spaventato da lei nonostante il volto si fosse leggermente corrucciato.
"Insomma... Ci sei arrivato così vicino, ma non mi hai ucciso. Ho gridato, persino, solo una decina di minuti fa, e tu non mi hai eliminata. Sei semplice da batter-" "Non so perchè, ma non ce la faccio..." la interruppe lui, lasciandola a bocca aperta qualche momento, intenta a ragionare su quelle parole.
"Cosa?" chiese poi esterrefatta, abbassando leggermente l'arma.
"Io vorrei eliminarti, o almeno credo... Non lo so, ok?" le disse gridandole addosso, completamente frustrato "Tutte le volte che sfioro la tua pelle è come... Se l'adrenalina divenisse altro... Qualcosa di caldo... Profondo... E si sciogliesse" spiegò il moro strindendo le proprie mani a pugno, abbassango lo sguardo, facendo irrigidire all'istante la cacciatrice.

Cosa stava dicendo?

"Io ti detesto..." azzardò poi in un mormorio, che però non la sfiorò nemmeno. Era troppo confusa, improvvisamente tremante di fronte tutti gli avvenimenti e dalle sue parole appena udite. Non sapeva più a cosa credere e se crederci: spesso Angelus l'aveva ingannata, ma se quella volta Angel ci fosse davvero stato? Si bloccò sul posto, avvertendo le gambe improvvisamente molli, e -in un breve momento di lucidità- decise di alzare nuovamente il paletto, incerta.
Lui notò quell'incertezza in lei. Sorrise, mantenendo il viso ancora basso.
"Ti detesto a tal punto... Che capisco in modo cristallino quanto Angel ti ami" sussurrò leggermente, facendola sussultare, facendola arretrare di qualche passo indietro, fino a che il suo passo non venne bloccato dal muro, sul quale lei si ritrovò costretta a poggiare la schiena. Annaspò.

Era in trappola.

Sgranò gli occhi, dandosi della stupida, mentre era certa che entro pochi secondi la sua vita sarebbe giunta ad una fine. Angelus, dal punto in cui era rimasto fermo per interi minuti, prese a camminare, sfoggiando un sorriso colmo di denigrazione, tutta verso di lei. Indirizzata ad una povera Buffy innamorata, caduta vittima di quel sadico scherzo senza remore che lui le aveva giocato. Era caduta irrimediabilmente vittima di quell'amore troppo forte per lei, ed aveva sperato, almeno un minimo che fosse tutto vero. Che nelle profondità di quel demone, Angel fosse ancora presente.
"Brucerà appena..." le mormorò all'orecchio il moro non appena le giunse vicino, prima di avvicinare il proprio volto al collo di lei. La ragazza serrò gli occhi, pronta ad avvertire una fitta di dolore opprimente, la medesima a cui era stata sottoposta l'anno precedente dal Maestro, ed invece, quando si rese conto che il dolore tardava ad arrivare, allontanò quei ricordi e riaprì gli occhi.
Angelus era a terra ad un paio di metri da lei, che la osservava severo "Che diavolo era?" le gridò contro rialzandosi.
Buffy non seppe rispondere inizialmente, e solo qualche istante dopo riuscì a capire il motivo della caduta del vampiro. Sospirò sollevata, mormorando "Willow..."
"Cosa?" incalzò lui, nuovamente vicino a lei, ma la bionda non rispose. Le afferrò dunque i capelli, strattonandoli con forza "Rispondimi! Cosa stai dicendo?"
Buffy strinse gli occhi dal dolore, trattenendo un gemito di completa sofferenza a causa della stretta del ragazzo che, rudemente, le tirava i capelli in collera, ma lei non demorse, rimanendo in silenzio, mentre sperava con tutta se stessa che lui la lasciasse al più presto. Aveva nuovamente paura: Willow non sarebbe riuscita a recuperare le forze in tempo per scagliare un nuovo incantesimo, ed oltretutto, cosa che sperava che il vampiro di fronte a lei non notasse, il paletto le era scivolato, ed ora era a terra, abbandonato troppo lontano perchè lei potesse raggiungerlo.
Dopo pochi secondi lui sfoderò la propria mano libera, bloccando con essa i polsi di lei, stringendoli in modo orribilmente doloroso, il tutto mentre, continuamente, le tirava i capelli, rendendola certa che, di lì a poco, li avrebbe strappati tutti. Era umiliante oltre ogni modo.
Pregò silenziosamente, sperando che -nonostante non si intendesse di teologia- esistesse qualcuno al di sopra di lei in grado di salvarla.  Pregò con tutta se stessa, cercando di trattenere le lacrime che, a causa del dolore, iniziavano ad imperlarle gli occhi, e nel momento in cui avvertì un tonfo sordo, seguito da un improvviso senso di sollievo dovuto alle fitte di sofferenza che si affievolivano, si lasciò cadere a terra sospirando e chiudendo gli occhi, come di fronte ad una gioia impareggiabile.
Quando riaprì gli occhi, non potè evitare di sospirare sorpresa.

Spike stava combattendo spavaldamente contro Angelus che, convinto che il biondo fossed eceduto per causa della cacciatrice, non potè non rimanere sorpreso di fronte all'apparizione del vampiro, proprio child.
"Non eri morto?" gli domandò tra un colpo e l'altro il moro, riuscendo a colpirlo in volto, pur non distraendolo più di tanto, in quanto William si riprese all'istante.
"Sai, no? Non si sa mai cosa aspettarsi da me..." sorrise colpendolo allo stomaco con un calcio veloce "Sono pieno di sorprese!" escslamò poi, sempre il biondo, colpendolo con rabbia alla schiena, facendolo cadere. Non poteva mentire: adorava umiliare in quei modi il proprio sire, oltretutto doveva sfogarsi di più cose con il moro, tra le quali il fatto che Drusilla, la sua dolce metà macabra, lo aveva rifiutato e che -pur non volendolo ammettere- si sentiva decisamente in collera per la poca gentilezza usata con Buffy. Lui non l'avrebbe mai umiliata tanto prima di eliminarla.
"Non sai che una cacciatrice si merita una morte colma di rispetto?" lo rimproverò dunque, colpendolo in volto con forza, sperando, non segretamente, di avergli rotto qualche osso. Sorrise nel vederlo affannarsi tanto per tornare in piedi.
Vedendolo decisamente più debole rispetto a prima, lo colpì violentemente in viso, facendolo grugnire di dolore, mentre, in uno scatto veloce, decise poi di raggiungere la cacciatrice, poggiata spossatamente contro la parete.
"Ehi, cacciatrice..." la scossò leggermente, così da fare in modo che si riprendesse. Sapeva che il tempo scarseggiava,  e che Angel a breve sarebbe stato nuovamente pronto ad attaccare entrambi, e doveva perciò sfruttare quei secondi al meglio. Cercò di scuoterla nuovamente, sperando che questa volta aprisse gli occhi, e così fu.
Non appena riconobbe i suoi occhi azzurri e familiari, non riuscì a trattenere l'accenno di un sorriso. Aprì la bocca, facendosi sfuggire solo che un sospiro sollevato "Spike..."
Lui annuì, fingendo di non venire scalfito dal tono smorzato ma felice di lei, nonostante lo avesse in realtà colpito con una forza tale da stordirlo, e si limitò semplicemente a risponderle in un sussurro "Sì, pet. Sono io"
Lanciò poi uno sguardo alle sue spalle, cercando di assicurarsi che il proprio sire fosse ancora a terra, ma non appena si voltò, non vedendolo più non potè evitare di imprecare tra sè e sè.
"Se ne è andato..." fece lei alludendo ad Angel "E' fuggito"
"Ho notato" sospirò amaramente il biondo tornando a concentrarsi su di lei, che improvvisamente torse la propria bocca in un broncio.
"Sono debole, Spike..." mugugnò poi come una bambina sull'orlo del pianto.
"No... Non lo sei..." la rassicurò lui, completamente in disaccordo con lei "Non lo sei affatto, Buffy. E' solo incredibilmente stupido combattere una battaglia quando ami il tuo nemico" accennò sorridendo, per poi soppesare, solo in un secondo istante, le sue stesse parole. Sgranò gli occhi, ricordando alcuni discorsi fatti con la cacciatrice. Riportando alla mente alcune battaglie tra i due, mai vinte da nessuno.

Lei annuì divertita, non notando l'espressione assorta di lui, per poi sforzarsi intenta ad alzarsi in piedi. Lui, non appena capì le intenzioni di lei, la aiutò, e non appena furono entrmabi in piedi, una sua domanda lo fece irrigidire qualche momento.
"Drusilla? Non ce l'hai fatta?"
"No..." fece lui riflettendo attentamente su cosa dirle "Appena sono entrato... Un paio di scagnozzi di Angelus mi hanno raggiunto e sono dovuto scappare... Ti ho raggiunta appena ho potuto" inventò dunque il vampiro, decidendo di non dirle la verità. Di non dirle che lui, Drusilla l'aveva raggiunta, ma che lei non l'aveva accettato. Non poteva dirle ciò che la sua dama oscura gli aveva rivelato con tanta accortezza, soprattutto perchè nemmeno lui aveva creduto a quelle parole, che come se non bastasse, lo affliggevano ancora profondamente.
Oltretutto, se le avesse detto la verità, il patto si sarebbe concluso, ed era certo che non fosse ancora giunto il tempo. Lui le aveva fatto una promessa, le aveva detto che si sarebbe allontanato nel momento in cui tutto sarebbe finito, e per lei ancora la fine non era arrivata. Angel era ancora una presenza non indifferente, e non avrebbe permesso al moro di eliminare con tanta leggerezza la sua cacciatrice.

"Dobbiamo tornare subito a Los Angeles..." esordì dopo qualche momento lei, distogliendo il biondo dai propri pensieri, il quale annuì semplicemente, non potendo evitare di notare l'espressione ancora sconsolata di lei.
"Willow e Xander saranno vicini..." aggiunse poi dirigendosi verso la stanza con al suo centro il grande tavolo, dove sapeva avrebbe trovato i due amici.


Il fatto era, però, che i due non sapevano, che Angelus, nascosto dietro una colonna della grande sala, aveva udito tutto, ed ora sapeva per certo dove i suoi nemici si nascondevano.
Los Angeles non era una città così lontana.





 
Angolo mio mio mio ahahah

Spero siate soddisfatti? AHahahah
Alla fine ho diviso questo capitolo solo in due parti :) (meno del previsto!) e sono abbastanza soddisfatta del risultato, tutto sommato :) Spero mi lasciate qualche rensiuccia per farmi sapere che ne pensate" :D

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Capitolo 10
*** Meriti la felicità ***


The Promise

-Meriti la felicità

 
 
Il viaggio di ritorno era rimasto avvolto sempre da un perenne silenzio, colmo di incredibili colpe, sfacettature, timori, disperazioni e segreti. Sì, perchè il vampiro aveva omesso sin troppa verità alla propria nuova compagna di avventure, e questo lo disorientava fin troppo. 
Non capiva perchè lo avesse fatto: perchè non le aveva semplicemente detto ciò che realmente era accaduto con Drusilla? Il fatto che lei lo avesse respinto, magari nascondendo solo una parte del discorso, quella parte che lo aveva fatto cadere in un baratro di odio ed amore insopportabile.
Ciò che gli aveva raccontato la sua dama dalla nera bellezza, lo aveva completamente stravolto, rendendolo schiavo di pensieri e riferimenti completamente confusionali, che non facevano altro che mandarlo più in profondità, facendogli avvertire il vuoto che improvvisamente lo invadeva, allargarsi spropositatamente ad ogni battito di secondo. Aveva serrato le mani attorno al volante con violenza, sperando solo che nessuno se ne rendesse conto, o comunque, che se qualcuno se ne fosse accorto, questo sarebbe rimasto in silenzio, così da non costringerlo a parlare ed accampare nuove scuse. 
Era frustrato e spaesato. Le rivelazioni di Drusilla lo avevano colto alla sprovvista, facendolo decisamente tentennare di fronte anche alla sola vista della cacciatrice. Eppure, nonostante di odio -per l'appunto- non ne provasse, non poteva evitare di mentire a se stesso, sfoderando un volto tirato e collerico. Qualcosa che non si vergognava di sfoggiare.
E poi, come se non fosse sufficiente il fatto che i soli suoni che gli rimbombavano nel cervello erano le parole della vampira mora, al tutto si sommava una questione lasciata in sospeso a cui lui non voleva rispondere: perchè aveva mentito a Buffy?
Ad un occhio esterno, la risposta non sarebbe parsa tanto ardua da trovare. Era lampante il fatto che lui non si fosse voluto allontanare da lei, ma era così difficile da ammettere a se stesso che, probabilmente, avrebbe preferito cadere nell'illusione che la bugia raccontatale, fosse stata realtà. Forse avrebbe davvero amato l'idea di fingere tanto bene, da cadere in una sua stessa menzogna.

Sorrise ironicamente di tale capriccio.

C'era poi un tarlo scaltro e silenzioso, che si stava lentamente infiltrando nei meandri della sua mente secolare al solo scopo di confonderlo maggiormente, facendolo innervosire sempre più, ponendogli una domanda alla quale lui -nuovamente- non volle rispondere.
Perchè non era ferito per l'abbandono di Drusilla? 
E da quella semplice questione, ne nascevano altre. Per quale ragione non era lacerato dal dolore al pensiero di non essere più detentore di tale rara bellezza? Perchè la sola reazione era una confusione in grado di terrorizzarlo?

Buffy, nel frattanto, era rimasta seduta al suo fianco  non osando fiatare. Non azzardando parola nemmeno con Willow, la quale si era limitata a rivolgerle un paio di sorrisi incoraggianti dopo la battaglia, che lei -seppur falsamente- aveva ricambiato. Infondo come potevano essere reali? Aveva appena perso colui che amava nuovamente, dopo essere stata umiliata e sfidata falsamente. Non che si fosse aspettata di avere a che fare con il suo Angel, ma mai aveva creduto che Angelus -quel demone spietato- sarebbe caduto tanto in basso da sfoderare un'arma potente come il suo amore verso la sua parte -di lui- umana. Si era sentita ferita come non mai, completamente nuda ed ingenua, per poi avere subito il colpo di grazia sempre per mano sua. Il modo in cui l'aveva trattata, umiliandola oltre ogni modo durante il combattimento, l'aveva fatta sentire peggio di quanto avrebbe mai potuto immaginare. Non che fosse rimasta ferita gravemente, non in superficie almeno, ma quel tono di voce, quei comportamenti erano qualcosa che nemmeno Spike, nei suoi precedenti ed assidui tentativi, aveva mai sfoderato. Si era sentita incredibilmente debole, e non riusciva ad accettarlo tanto facilmente.
Avvertì istantaneamente la mancanza del proprio osservatore, desiderando ardentemente rivederlo, anche solo qualche minuto, al suo fianco, intento ad incoraggiarla o a rimproverarle quanto poco consono fosse un suo determinato comportamento per una cacciatrice, e sorrise amaramente ricordando alcuni piccoli momenti passati con l'uomo, che era andato a scavarsi un posto nella sua vita, prendendo quasi un ruolo di 'padre'.
Guardò poi il vampiro, concentrato sulla guida, con le mani tese e rigide, ed il bellissimo volto altrettanto statuario, ed all'istante immaginò quali pene potesse provare lui a suo confronto. Infondo Drusilla era stata la metà del demone Spike per oltre un secolo, assecondandolo nelle sue assurde avventure. Doveva essere davvero orribile pensare di passare anche un solo giorno senza la propria anima gemella, qualcuno che si ama oltre la follia stessa.
Solo in un secondo istante, mentre ancora osservava il suo profilo elegante, ma rude allo stesso tempo, si rese conto di come aveva pensato al vampiro.
Scosse il capo chiedendosi, quando, precisamente, avesse iniziato a pensare a lui come ad un uomo in grado di provare sentimenti, mentre si dava della stupida di fronte all'ingenuità in cui, nei giorni precedenti, probabilmente grazie alla sua costante vicinanza, era caduta.
Spike era un vampiro senz'anima, al pari di Angelus, si disse con tranquillità, sperando di non sfoderare un'espressione tesa, per poi realizzare solo dopo qualche minuto, che ciò che si era detta non corrispondeva minimamente a realtà. Non aveva alcun senso.
Confrontare Spike ad Angelus, aggiungendo poi che i due erano simili -neppure uguali- era già blasfemia di per sé. Per un attimo la perenne determinazione che una cacciatrice sempre dovrebbe avere nei confronti dei demoni, vacillò pericolosamente. Per quale ragione, il vampiro biondo, nonostante l'assenza dell'anima, era tanto controllato? 
Non beveva sangue se non costretto, non bramava un potere senza senso nonostante tutto, ma -più di tutto- dedicava tutto se stesso in ciò che era convinto di amare come non mai. Si sentì quasi gelosa delle cure che riceveva Drusilla. Quasi. Solo per pochi secondi.

A discostare la ragazza dai propri ragionamenti, fu il suono del motore dell'auto che si spegneva. Spike non disse nulla, accostando semplicemente all'esterno della temporanea residenza di Willow e Xander. 
"Grazie mille, Spike..." fece grata la rossa, sfoderando una novia gentilezza. Era sensibile la strega, e non voleva vedere nessuno tanto afflitto, nemmeno il biondo.
Il vampiro si limitò ad accennare un sorriso, non spostandosi però dal proprio posto, mentre Xander, sbuffando annoiato di fronte all'eccesiva cortesia dell'amica, si apprestava a scendere, dirigendosi poi verso l'interno. Willow, nel frattempo, stava risistemando nella borsa tutte le proprie spezie ed infusi.
Buffy guardò il moro entrare nell'edificio, palesemente frustrato dalla situazione: sapeva come la pensava su Spike. Era in disaccordo con ogni decisione presa dal biondo e la cacciatrice, e dopo la battaglia appena conclusasi, non poteva evitare di ritenersi frustrato. Il vampiro sarebbe rimasto ancora con loro.
La bionda sospirò "Salgo un attimo dentro, Spike..." azzardò poi la cacciatrice, decisa a parlare con il suo migliore amico, sperando di potere accantonare qualche momento il pensiero di Angel, Angelus e della sua umiliazione "Puoi aspettarmi? Ci metterò solo qualche minuto..."
Il vampiro, di fronte ai sussurri di lei, non potè evitare di annuire, pur tendendo visibilmente i nervi. Era teso e innervosito, e la richiesta di lei non lo aiutò a calmarsi.
Buffy gli sorrise gentile, per poi smontare dall'auto e dirigersi all'interno, palesemente all'inseguimento dell'amico, cosa che lo fece irare sempre più, tanto che sfogò la propria rabbia sul volante, colpendolo furiosamente, facendo suonare il clacson.

Willow sussultò. Aveva appena finito di raccogliere tutte le proprie essenze e si apprestava a smontare, eppure, di fronte alla reazione di lui, si era fermata d'improvviso, riflettendo. Spike la notò irrigidirsi e la scrutò dal finestrino retrovisore.
"Cosa guardi, rossa?"
D'innanzi a quella domanda, lei si risvegliò tutto di un tratto dai propri pensieri, pronta a scendere dall'auto, ma lui, notando le intenzioni, la fermò, determinato su un obbiettivo che portava avanti da ormai un paio di giorni.
"Dove pensi di andare? Abbiamo un conto in sospeso" la fermò lui, voltandosi verso di lei sorridendole, sperando di potere accantonare qualche istante le parole di Drusilla, solo per distrarsi.
"Conto in s-sospeso?" fece lei scettica, serrando le mani attorno alla propria borsa, palesemente innervosita dalla vicinanza del vampiro.
"Sì, una spiegazione." disse sbrigativo il biondo, estraendo dallo spolverino il pacchetto di sigarette di sempre, afferrandone una ed accendendola.
Lei non capì immediatamente quelle parole, reagendo semplicemente sfoderando un'espressione corrucciata. Ma poi, in un breve momento, capì a cosa si riferisse, e divenne istantaneamente paonazza.
"Non so di che parli!" esclamò Willow falsamente, sperando di non dovergli realmente parlare della frase rivoltagli qualche sera precedente.
"Stai mentendo, strega!" la ammonì lui, facendola nuovamente sussultare.
"Come lo sai?"
"Sensi da vampiro... Il tuo battito cardiaco è aumentato esponenzialmente ed oltretutto hai cambiato tono di voce..." spiegò il biondo dando qualche colpetto al filtro della sigaretta, facendo cadere la cenere di troppo "In effetti.. Anche se non fossi stato un vampiro lo avrei capito"Aggiunse poi ironicamente, notando il palese cambiamento in lei.
Willow sospirò, cercando di calmarsi, per poi aprire la bocca, intenta ad inventare una nuova scusa, ma lui -prontamente- l'anticipò.
"E che sia la verità, ragazzina"
Le labbra di lei si richiusero di scatto, facendolo ghignare divertito. Osservava le sue espressioni dallo specchietto retrovisore studiandole, decisamente appagato dall'ansia che suscitava in quella piccola giovane donna.
Lei iniziò a riflettere, per poi guardare i suoi occhi, capendo bene quanto difficile sarebbe stato compicato mentirgli. Sospirò poi arrendevole, calmando i battiti del proprio cuore e prendendo parola "Devi sapere che Xander ha una ragazza" esordì dunque, incerta persino lei di come giungere al punto.
Lui storse la bocca "Che diav-" "Si chiama Cordelia... E' molto alta, castana, bella.... E decisamente vanitosa..." spiegò la rossa gesticolando, per poi guardare la sua espressione grazie al piccolo specchietto "Effettivamente ti somiglia" aggiunse poi ironica.
"Credo tu l'abbia vista un paio di volte.."
"Sì" affermò il biondo, cercando di non dimostrarsi più di tanto innervosito, nonostante non potesse sopportare tutti quei giri di parole.
"Ecco... Devi sapere che l'anno scorso, Xander aveva una spaventosa cotta per Buffy. Ma vedi... Lei amava Angel" spiegò timidamente Willow, mantenendo lo sguardo basso "Eppure, nonostante questo, Angel era costantemente terrorizzato e convinto che Buffy sarebbe stata molto meglio affiancata da Xander... Infondo lui era immensamente più... Umano di Angel." proseguì, sperando di trovare le parole giuste.
Alzò lo sguardo, incontrando i suoi occhi cobalto osservarla interessati, ma confusi "Passavano le giornate alla luce del sole, lui avrebbe potuto darle una vita completa e persino dei bambini... Qualcosa che Angel non era in grado di far-" "In poche parole, Peches era geloso" la interruppe  Spike, definitivamente spazientito da quei discorsi senza un punto logico.
Willow annuì, abbassando nuovamente gli occhi sulle proprie mani, accennando un sorriso nascosto dalla chioma rossiccia. Di fronte a quei gesti, il vampiro non potè evitare di irrigidirsi, totalmente destabilizzato.

No, non era possibile.

"Credevo di essermi sbagliata... Di avere fantasticato su una idiozia" tornò a parlare la strega, questa volta la voce ridotta ad un lieve mormorio "Ma, anche solo qualche minuto fa... Quando lei è uscita seguendo Xander, tu hai reagito così...." si bloccò, lasciando in sospeso quella frase, per poi alzare nuovamente gli occhi, senza guardare però nello specchio, spaventata di vedere il suo viso denigrante o infuriato.
"Sei innamorato di Buffy..."

Non era stata una domanda quella uscita dalle labbra di lei. Non si era trattato di un folle gioco architettato dalla sua mente contorta, no. Semplicemente lei lo aveva affermato. Lo aveva detto con una sincerità tale da stordirlo, da renderlo schiavo di quelle parole, che gli rimbombavano rumorosamente nel pensiero, in modo fastidioso e confuso. Il tutto amalmente sommato ai discorsi sconnessi di Drusilla.

Iniziò a ridere di gusto, come avesse udito la barzelletta più divertente mai esistita, e di fronte a quella reazione, Willow sussultò, iniziando a gaurdarlo nuovamente. Stava sorridendo realmente divertito, liberando la propria voce all'interno dell'abitacolo senza imbarazzo, come un bambino felicissimo. Eppure, quei sussulti dovuti alla risata, divennero poi singhiozzi sconnessi, che confusero sempre più la rossa.
"Spike..." azzardò dunque lei, non certa che fosse il caso di smontare dall'auto, certa che gli servisse un aiuto.
"Sono stupidaggini!" esclamò lui, la voce spezzata da qualcosa che lui non voleva mostrarle, nascondendo il volto.
"Insomma..." tonrò a parlare dopo qualche minuto, come gli fosse servito del tempo per riprendersi, ed improvvisamente la rossa azzardò un pensiero incredibile.
Un pianto.
"I-Io sono un vampiro! Amare... Buffy?" domandò poi retoricamente, nascondendo un'ovvietà incredibile nel tono della voce. Come fosse stata impossibile come teoria, qualcosa di stupido, una sciocchezza impronunciabile.
"Vi divertite?" chiese poi nuovamente, questa volta non nascondendoci retorica, necessitando seriamente di una risposta, che la ragazza gli diede solo che con lo sguardo: confusione, tanta.
"Sì, vero? Vi divertite a vedermi uscire di senno!" asserì dunque lanciando una breve occhiata al cielo esasperato, colpendo poi il cruscotto dell'auto con violenza, pur evitando di distruggere qualcosa.
"Spike..." tornò a parlare Willow, sperando di essere ascoltata questa volta. Lui si voltò, dimostrandole attenzione, e lei ne approffittò "Chi altro ti ha detto questo?"
Lui sgranò istantaneamente gli occhi, come colto da una visione, per poi sussurrare quasi senza fiato "Drusilla..."
La rossa si irrigidì. Tutto ciò che il vampiro aveva detto a Buffy -comprese in un istante- erano state menzogne. Analizzò l'eventualità di parlarne con l'amica, ma poi cancellò quell'ipotesi. Spike necessitava davvero di una presenza al suo fianco. Oltretutto, l'obbiettivo era il medesimo nonostante tutto.
"La amo così tanto... Sempre" tornò a parlare il biondo, portandosi spossatamente una mano tra i capelli, palesemente innervosito dalla situazione. Mormorava, riducendo ogni sua parola ad un soffio non sempre comprensibile, ma che lei udì con attenzione.
Solo dopo, rimasta sola, si sarebbe chiesta come fossero a finiti a parlare tanto intimamente, decidendo di ascoltare un suo segreto e lei assecondandolo. Si sarebbe domandata come fossero giunti a quel punto, improvvisamente come fossero divenuti amici.
"E' nelle mie viscere... Anche ora la sento contorcersi" tornò a dire il vampiro "E' l'aria che mi circonda, l'odore che mi ammalia, la voce che si intrinseca nel mio cervello costantemente... Che mi fa impazzire, parlare, che vorrei eliminare ed odiare... A volte vorrei prendere qualcosa e distruggermi il cranio sino a vedere il cervello uscirne... Solo per potere smettere di pensare... Di amare troppo per un essere che non dovrebbe esserne in grado" concluse stizzito, facendo uscire la sua voce come un sibilo rabbioso, nonostante effettivamente non lo fosse.
Era terrorizzato e frustrato, inutile mentire. William o Spike che fosse, in amore nessuno lo aveva mai realmente desiderato e rendersene conto lo spaventava totalmente. Amare lo spaventava oltre ogni modo. Prima Cecily, poi Drusilla e a Buffy non voleva nemmeno pensare. La sua vita era, sommariamente, un infinito elenco di insuccessi.

Patetico.

"Di chi parli?" domandò dopo qualche minuto Willow.
Lui sussultò, perchè improvvisamente si rese conto di conoscere la risposta, per quanto confusa fosse.

"La amo così tanto... Sempre"
Parlava di Drusilla in quel momento, ne era certo.

"E' nelle mie viscere... Anche ora la sento contorcersi. E' l'aria che mi circonda, l'odore che mi ammalia, la voce che si intrinseca nel mio cervello costantemente... Che mi fa impazzire, parlare, che vorrei eliminare ed odiare... A volte vorrei prendere qualcosa e distruggermi il cranio sino a vedere il cervello uscirne... Solo per potere smettere di pensare... Di amare troppo per un essere che non dovrebbe esserne in grado" 
Quello? Quello era tutto fottutamente dedicato alla cacciatrice bionda.


A voce, però, non le rispose, improvvisamente resosi conto di quanto avesse effettivamente parlato di fronte alla rossa. Eppure, nonostante quel mutismo mantenuto, lei non potè evitare di scorgere chiaramente, di fronte i chiari segni, che la persona di cui più si preoccupava era Buffy.
"Sai, forse hai ragione, Spike... Ci sbagliamo e basta" disse però d'un tratto, con il patetico tentativo di aiutarlo. Di sollevargli il morale, per poi uscire dall'auto lentamente, incontrando la cacciatrice nell'atrio dell'edificio, mentre si apprestava a tornare all'auto.
"Oh, Willow" la salutò Buffy accennando un sorriso, cancellando però immediatamente l'espressione vedendo la serietà della rossa.
"Qualcosa non va?"
"Eh?" domandò l'amica cercando di distogliersi dalla conversazione con il vampiro, guardando poi la cacciatrice, nonchè sua  migliore amica. Vide i suoi occhi falsamente felici, che nascondevano pateticamente un amore infranto. L'amore per Angel.
"Niente niente..." si limitò dunque a dire la rossa, per poi abbracciarla "Buffy sii felice... Meriti tutta la felicità del mondo" aggiunse poi, ancora stretta a lei, per poi lasciarla.
"Grazie, Will..." le sorrise commossa la bionda, per poi uscire e dirigersi verso l'auto dove uno Spike decisamente afflitto l'attendeva.

Anche tu, Spike, sono convinta che meriti tutta la felicità del mondo.

Eppure, quel pensiero non fuoriuscì dalle labbra di Buffy.





Angolo dell'autrice!
Sono tornata e beh... Che dire? Spero ovviamente che il capitolo vi sia piaciuto e vorrei sapere un vostro parere! Qui Buffy e Spike non hanno nessun vero e proprio dialogo, ma in compenso spero che quello con Willow sia risultato intenso :)
Mi sembra carina l'idea che sia lei a fare aprire completamente gli occhi al vampiro, o anche il fatto che non dica nulla a Buffy per non rovinare tutto e... Da ora in poi inizia la vera avventura!

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Capitolo 11
*** Mia dolce Drusilla, addio ***


The Promise

-Mia dolce Drusilla, addio.


L'ansia lo attanagliava e nonostante il ragazzo non sapesse spiegarsi quella situazione, non potè fare a meno di assecondare quel senso che lo pervadeva completamente, rendendolo parte di se, facendolo diventare adrenalina in circolo, pronta a farlo scattare sul posto.
La vide di fronte a lui, il volto spaventato, alla ricerca di conforto ed all'istante lui avvertì il bisogno di soddisfarla. Afferrò saldamente il suo polso teso leggermente in sua direzione, per poi trascinarla con sé verso una corsa che -era certo- li avebbe portati alla salvezza.
Correva coraggiosamente il biondo, mantenendo un'andatura adattabile anche al passo di lei, così da non causarle troppa fatica, mentre i loro passi -veloci- scandivano tetramente il tempo all'interno di quell'universo pressocchè buio. Lei aveva iniziato ad affaticarsi, sospirava rumorosamente, pur non rallentando, come intenta a non deluderlo.
Poi, però, un muro di fronte a lui, gli bloccò la via. Si sentì soffocare -come fosse stato possibile-. Non era riuscito a salvarla? 
La guardò, i suoi occhi verdi da spaventati divennero solari nell'istante in cui una figura, dal fondo della strada, apparve d'innanzi a loro, mostrandosi apertamente, facendo capire ad entrambi di chi si trattasse. Improvvisamente lei lasciò la mano di Spike, dirigendosi verso il nuovo arrivato che, vendendola giungere in sua direzione, sorrise sornione, vittorioso.

Un altro punto per te, maledettissimo Peaches.

William serrò i pugni sui fianchi decisamente collerico, non potendo accettare tutta quella ostentazione da parte del moro. Il tutto mentre ormai la cacciatrice lo aveva raggiunto abbracciandolo.
"Maledettissimo bastardo..." imprecò semplicemente Spike, restando immobile sul fondo di quel vicolo cieco, stringendo la mascella e sibilando a denti stretti, facendo sorridere nuovamente il proprio sire.
Angel baciò Buffy. Un tocco casto, a fior di labbra, per poi muovere qualche passo in direzione del biondo, lasciando la ragazza distante, improvvisamente con il volto cupo.
"Cosa pensavi di fare?" lo canzonò giuntogli di fronte, scrutando i suoi occhi azzurri completamente irati. Non era propriamente provocatorio, in realtà. Era Spike che non poteva evitare di avvertire le sue parole in quel modo. Il suo tono in realtà era sempre il medesimo, quello colmo di sentimenti e stupidissimi romanticismi che lui non era degno di provare.
"Sei davvero arrogante, William" aggiunse poi il moro, scuotendo il volto come per mostrarsi deluso del comportamento del proprio Child. Ma nonostante ciò, Spike non si scompose, teso ad osservare il volto della cacciatrice.
"Spero tu stia scherzando..." disse poi non appena ebbe concluso di contemplare lei "Mi hai sempre rubato ogni gioia, Angel... Che tu avessi o meno un'anima" proseguì il biondo, ora osservando l'oggetto del suo odio profondo e radicato ormai da più di cent'anni.
Un tocco lo distrasse, però, dal suo discorso. Si voltò istantaneamente verso la propria mano, abbassando lo sguardo, dove vide una seconda stringerlo. Buffy gli era giunta al fianco improvvisamente, confondendolo. Istantaneamente tornò a guardare il punto dietro Angel dove prima si trovava la bionda, vedendolo vuoto. Era tornata da lui.

Avvertì una piacevole leggerezza invaderlo.

"Vuoi ricambiarmi il favore?"
Nuovamente quella domanda, tanto insinuante e viscida quanto incredibilmente incomprensibile. Angel era di fronte a lui in attesa di una risposta che il biondo non sapeva dargli. Avvertì il nervosismo aumentare, venendo però immediatamente placato da una carezza della cacciatrice, dolce e infuocata. Perchè era così dannatamente sensuale e leggera? Avrebbe potuto spezzarle il collo senza nemmeno sforzarsi, oppure decidere di abbandonarsi a lei totalmente, costringendosi a piegare -forse- più del dovuto. Inutile dire quale delle due opzioni fosse più semplice da seguire. Necessario specificare quale lui avrebbe però scelto. Non voleva assolutamente uccidere Buffy.
"Dannato inferno!" imprecò il biondo affilando il proprio sguardo verso il moro "Che diavolo intendi?"
"Cosa?" domandò il sire inclinando di lato il capo, palesemente spiazzato da quella domanda -a quanto pareva- immensamente ovvia per lui.
"Quelle maledettissime parole! Quella tua odiosa voce e quella viscida domanda! Spiegati Angel, evitiamo discusisoni!" Esclamò immediatamente il biondo in risposta, alzando le braccia in aria spossato. Aveva decisamente superato la propria soglia di pazienza.
Il moro sorrise semplicemente, non dicendo nulla, deridendolo con quella sua tipica superiorità che era convinto di possedere. 
Aveva passato la sua intera esistenza ripetendo ai propri ignari child quanto fosse fondamentale la classe, ed il primo ad avergli sputato in faccia la realtà -Spike-, lo aveva iniziato ad odiare fervidamente. Angel, in realtà, non era nulla di più di William il sanguinario: solo un sudicio vampiro.
"Pensi di essere supeiore, ho ragione Peaches? Ti sbagli, stramaledettissimo essere!" gli inveì nuovamente contro Spike, non allontanandosi però da Buffy "Io valgo esattamente quanto te!" continuò gridando.
"Classe?" lo schernì poi sempre il biondo, ironizzando su quella parola che lo aveva perseguitato dacchè era divenuto demone "Non ci serve! Siamo cadaveri in grado di camminare e niente altro! Vantarsi di tutto questo è pressocchè patetico"
"Infatti sono cambiato..." gli rispose pacatamente Angel, dimostrandosi fin troppo controllato perchè Spike potesse capirlo.
"Non è vero! Sei di nuovo qui, dannazione! Per prenderti ciò che mi spetta! Ciò che voglio io!" lo riprese William, quasi con le lacrime agli occhi, frustrato da quella presenza "Proprio come un secolo fa!"
"Vuoi ricambiarmi il favore, dunque?" incalzò quindi il moro, facendo improvvisamente comprendere al biondo quelle parole che per intere nottate lo avevano tormentato.
"Io non desidero Buffy nel modo in cui la vuoi tu" soffiò dunque, afflitto persino dal proprio subconscio, ormai resosi conto da qualche minuto di essere in un proprio sogno. La sua mente stava giocando malignamente con la sua confusione ed era davvero avvilente, constatò Spike.
"Tu la ami..."
"Io la voglio uccidere!" rettificò prontamente il biondo, scuotendo il capo completamente rabbioso. Nel frattempo, la cacciatrice che stava sognando, continuava a stringergli la mano apprensivamente, e nonostate le accuse di Angel, desiderò tenerla sempre così.
"Quante stupidaggini..."

Quella volta a parlare fu una voce alle sue spalle. Quando Spike si voltò per riconoscere chi fosse, rimase allibito nel vedere la propria figura riflessa in uno specchio. 
Anzi, no. Quello non era Spike, ma William.
Il completo color autunno e la camicia bianco sporca, il tutto decorato con un nastro al colletto, uno dei tanti donatogli dalla madre. I capelli lunghi raccolti in una coda e gli occhiali sottili e leggeri a posarsi sul suo naso.
Non colse nemmeno l'ironia nel vedere la propria figura in uno specchio -essendo vampiro- tanto che era scosso dall'immagine propostagli.
"Io..." boccheggiò il vampiro biondo osservando la sua figura, seppur in versione ottocentesca, non sapendo cosa dire.
"Ora menti persino a te stesso..." lo schernì il poeta, tenendo in mano un tacquino ed una vecchia stilografica. Le punta delle dita della mano destra erano macchiate d'inchiostro, particolare che in passato -effettivamente- lo distingueva spesso, e per il quale la madre lo riprendeva assiduamente.
"Prima Cecily..." tornò a parlare William Pratt, il nobile uomo oltre lo specchio "Poi Drusilla..." proseguì appuntando su un foglietto giallognolo, decisamente antico, le proprie parole "Ed ora la cacciatrice."
Sorrise non appena ebbe trascritto le proprie parole "Troverai mai qualcuna in grado di amarti davvero?"
Quelle parole ferirono profondamente Spike, il vampiro centoventenne che ancora serrava le proprie dita attorno a quelle della cacciatrice onirica che lo affiancava "Drusilla mi am-" "No, non era amore, e lo sai." lo interruppe prontamente il poeta severamente.
"Lo sai perchè io lo so." aggiunse poi prima di tornare a puntare la punta della penna contro il foglio. Non parlò, bensì scrisse velocemente, ma elegantemente una sola parola, per poi voltare il piccolo libricino e mostrare la pagina al vampiro. Spike sussultò. Al centro di quel manto biancastro antico, spiccavano quattro sillabe che gli fecere crollare il mondo improvvisamente sulle spalle.

'Schiavizzato'.

"Il rapporto che si crea tra Sire e Child non sempre è amore. Non per entrambi" aggiunse poi il poeta, prima di richiudere il libretto tra le sue mani facendo sbattere rumorosamente le pagine tra loro, provocando un rumore sordo che improvvisamente divenne il solo suono tutt'intorno, perennemente rimbombante.


Aprì gli occhi di scatto. Era nel proprio letto, all'interno del piccolo appartamento a Los Angeles, sdraiato a pancia in sù con lo sguardo rivolto verso il soffitto buio. Le lenzuala gli arrivavano sino al bacino ed il torace era scoperto. Si portò una mano sulla fronte, trovandola fredda -come sempre, infondo-, ed immediatamente pensò che, se solo fosse stato umano, probabilmente la pelle sarebbe stata totalmente sudata.
Recentemente, i suoi sogni si erano fatti particolarmente incisivi. Tanto da agitarlo profondamente. Era stato certo che non sarebbe più successo, almeno non durante la sua vita da vampiro. Nemmeno quando Drusilla aveva sofferto tanto per la propria misteriosa malattia, lui aveva fatto sogni tanto afflitti e confusi. Gli pareva quasi che il suo subconscio stesse cercando di comunicare con lui, e quando si rese conto che effettivamente era così, scattò velocemente in piedi senza nemmeno accendere la luce dell'appartamento. Non voleva soffermarsi troppo sulla situazione che lui stava vivendo e che nemmeno comprendeva a pieno. Si concentrò qualche momento, sufficiente per udire il battito cardiaco della cacciatrice, avvertendolo ancora calmo ed intorpidito dal sonno, segno che lui non la aveva disturbata nonostante i suoi scatti veloci ed innervositi.
Si voltò dunque in direzione dell'angolo del monolocale che doveva -teoricamente- fungere da cucina, per poi aprire il piccolo frigorifero ormai in rovina e rovistarci all'interno. Era spossato e tutto ciò che desiderava era un buon sedativo abbastanza potente da annebbiargli la mente, anche solo qualche minuto.
La luce dell'elettrodomestico si azionò dopo qualche secondo, ormai rovinata dalle condizioni patetiche in cui era costretta, mostrando al vampiro una bottiglia spiccare sul fondo del frigorifero. Sorrise istantaneamente vedendo il liquido trasparente dentro essa, e la afferrò prontamente, stappandola e coricandosi contro una parete, già bevendone un sorso.
La vodka non aveva mai avuto un sapore più appagante, ed all'istante avvertì un bruciore invaderlo, seguito da una leggera calura. Meraviglioso!

Era davvero destabilizzato: le sensazioni erano troppe e decisamente turbolente. Avrebbe voluto uccidersi all'istante, rinunciando persino al suo orgoglio di combattente -con doverosa morte in battaglia- pur di mettere un punto ai propri pensieri. Forse, si sarebbe persino divertito ad infilzarsi lentamente e sadicamente con un paletto sufficientemente affilato da addolorarlo prima ancora di renderlo polvere. Oppure -sempre forse-, si sarebbe potuto tagliare la testa o togliersi l'anello, aspettare l'alba ed uscire alla luce accecante del giorno.
Ma poi gli bastava un pensiero, troppo veloce e fugace, perchè ogni proposito di suicidio svanisse: Buffy.
Non poteva sopportare l'idea di non potere più avvertire il suo odore vanigliato, ma delicato, mischiato con perfetta cura all'aroma del suo sangue, pulsante sottopelle. Non sarebbe riuscito a pensare di dirle addio e non rivedere più il suo viso contrito in un'espressione colma di disapprovazione per una sua battuta di troppo, magari oltremodo tagliente ed offensiva nei confronti del moro -Xander-.
Esatto, era per questo. Si divertiva a stuzzicarla ed infastidirla, nulla di più. Amava vederla contorcere le labbra sull'orlo di una sfuriata, rinfacciandogli propositi di odio eterno. Amava ogni sua espressione: la sua ansia, la sua rabbia, il suo disappunto e quei sorrisi. Quelle espressioni felici e dolci appena accennate che gli rivolgeva raramente al posto che dirgli un semplice 'grazie', troppo orgogliosa per abbassarsi a tanto. Oppure quell'istante in cui le sue labbra si incurvavano all'insù sorridenti di fronte ad una sua battuta colma di ironia. Avrebbe voluto prendere quei momenti e farli durare per sempre...
Sgranò lo sguardo.

Ma chi voleva prendere in giro? 

Ingoiò  un nuovo sorso di vodka, sperando di perdere il filo del discorso, come ad un normale umano succederebbe, ed invece no. I pensieri erano ancora tutti lì, focalizzati, precisi, netti e dannatamente reali.
Ma lui non poteva amare una cacciatrice. Era qualcosa di sbagliato ed immorale. Se fino a qualche mese prima si dilettava al pensiero che la blasfemia sarebbe stata trasformare la cacciatrice in vampiro, ora si rendeva conto di quale effettivamente fosse: un vampiro -il cacciatore di cacciatrici!- innamorato della propria preda.
Effettivamente, ora che ci rifletteva  attentamente, non aveva mai pensato propriamente ad una Buffy eternamente priva di vita. Nemmeno in passato. Nemmeno quando affiancato da Drusilla. Aveva sempre visto la cacciatrice come una preda, sì, ma generabile. In tutte le proprie fantasie, prima o poi -dopo turture o sul momento- l'aveva trasformata in vampiro, così da potersi avvicinare a quell'indole tanto sanguinolenta e spietata. Ed ora, stava realizzando lentamente, l'aveva vicina, ma era viva e non una non-morta come aveva sempre supposto. Ed ora che l'aveva conosciuta ed apprezzata come essere umano, non poteva pensare di toglierle quella tagliente e divertente umanità che le apparteneva, calzandole perfettamente. Il demone non poteva superare la sua imperfezione.

"Sto impazzendo...!" esclamò biascicando il biondo dopo qualche minuto di riflessione, stringendo involontariamente troppo la bottiglia che reggeva tra le mani, che riuscì così a fare andare in mille pezzi a causa della troppa pressione. Si ritrovò la mano attanagliata da numerosi leggere fitte, tutte dovute a piccole schegge conficcategli nella mano, ora leggermente sanguinante. Vide i toni della sua mano -già avvolta dall'ombra del locale- farsi più scuri, segno che il sangue stava colando su essa. Allargò istintivamente le proprie labbra in un sorriso, mentre teneva la mano di fronte a sè e la scrutava. Rise di una risata gutturale, pur cercando di mantenere un tono basso.
Si stava riducendo ad un'ombra per delle pene d'amore che -palesemente- lo affliggevano.

La luce improvvisa gi fece socchiudere gli occhi immediatamente, infastiditi dal contrasto immediato e quando li riaprì incontrò la forma sottile e flessuosa della cacciatrice bionda, il viso decisamente stanco e gli occhi intorpiditi. Doveva averla svegliata a causa del rumore della bottiglia in frantumi.
Puntò immediatamente il proprio sguardo sui suoi piedi, trovandoli nudi. Lei era poggiata stancamente contro lo stipite della porta, la mano sull'interruttore della luce.
"Scusa cacciatrice.." sospirò spossatamente il biondo, portandosi una mano -quella sana- sul volto qualche secondo "Prometto di non fare più rumore..." continuò poggiando, senza nemmeno rifletterci, la mano ferita contro il frigorifero per farsi leva ed alzarsi, imbrattandolo inevitabilmente di sangue "Solo che non riuscivo a d-" 
Lei lo interruppe, pur non parlando. Si lanciò in sua direzione, camminando con i suoi piccoli piedi nudi sui cristalli di vetro in frantumi, dirigendosi in sua -di Spike- direzione. Il vampiro si era ammutolito di fronte la scena, non potendo evitare di chiedersi se una delle tante capacità di una cacciatrice fosse quella di non avvertire simili dolori, ma poi, vedendo il suo viso leggermente contrito, comprese come avvertisse anche lei le fitte. Si chinò di fronte a lui, per poi prendere tra le proprie mani quella ferita di lui e guardarla apprensivo "Cosa è successo?"
"Oh... E'..." fece per dire, per poi avvertire un odore penetrante insinuarsi nelle sue narici prepotentemente. Sospirò rumorosamente, per poi posare una mano sulla spalla di lei e spingerla lontana da lui, ma con delicatezza.
"Allontanati, pet" le mormorò dunque.
Lei corrucciò lo sguardo. Lui aveva il volto abbassato e non poteva scorgere nulla della sua espressione "Cosa-" Si bloccò, ricordando solo in un secondo momento la natura di lui.
"Spike... Mi dispiace..." balbettò mortificata, non sapendo esattamente cosa fare "Io non mi sono ricordata che-" "Che sono un vampiro?" domandò lui pur continuando a tenere il volto abbassato in un palese tentativo di non mostrarlo. Il suo tono era suonato ironico e l'aveva fatta leggermente arrossire. Effettivamente non aveva pensato all'effetto che il suo sangue poteva avere su di lui, e si sentiva incredibilmente impedita dopo tale svista.
"Scusami"
"Figurati. Ora vai pure, sistemerò tutto... Scusami tu per averti svegliata" accennò dunque il biondo palesemente bloccato di fronte la cacciatrice. Lei, però, anche di fronte quelle parole, non si mosse.
"Mostrami il volto" pretese dunque, in un leggero comando, a cui però lui non rispose. Lei sorrise leggermente, realmente intenerita dall'imbarazzo di lui.
"Avanti, non preoccuparti" gli disse dunque ostentando una sottintesa conoscenza, facendolo cedere. Spike alzò lentamente il viso, sino a mostrarsi: il volto della caccia era istintivamente apparso non appena aveva avvertito l'aroma del suo sangue, ma lei non si scompose. Aveva immaginato fosse stata quella la reazione, e la colpa era stata tutta sua.
"Mi dispiace, love... Infondo sono solo un demone" tornò a scusarsi il vampiro, mentre lei restava in silenzio. Gli accarezzò lentamente la fronte corrugata a causa della trasformazione, non riflettendoci nemmeno, accorgendosi solo successivamente di quanto intimo fosse risultato il gesto. Arretrò immediatamente riportando alla mente un ricordo.

Angel.

Non poteva reggere oltremodo il pensiero del moro amante che era divenuto demone spietato. Doveva allontanarsi. Non poteva mostrarsi nuovamente debole di fronte a Spike.
Si morse il labbro inferiore, per poi alzarsi ed arretrare di qualche passo, il tutto mentre cercava di ripetersi di ostentare una quasi totale normalità.
"Allora vado..." mormorò dunque lei, per poi voltarsi, dirigendosi nuovamente a letto.
Lui non disse nulla, completamente stravolto dal contatto ricevuto poco prima per mano sua. Lei aveva avuto il coraggio di toccarlo nonostante l'aspetto. Qualcosa che andava oltre l'umana comprensione, era certo. E probabilmente nemmeno lei poteva capire a pieno il gesto compiuto. Questo lo ferì maggiormente.
Era in piedi sul fondo di quella sala, sconsolato, avvolto nella propria sudicia confusione mista ad orribile consapevolezza. Consapevolezza che se quel semplice contatto lo aveva preso tanto, allora la cacciatrice era davvero divenuta -o era sempre stata- parte integrante di lui. Digrignò i denti in un inquietante sorriso.

Avevi un'altra volta ragione, piccola.
Mia dolce Drusilla, addio.



Angolo dell'autrice!
Buonasera a tutti! Spero che il capitolo, nonostante la prevalenza introspettiva, vi sia piaciuto! Vi avviso immediatamente che nel prossimo accadranno innumerevoli cose che daranno nuova forma alla storia. Qualcosa di... Inaspettato? Lo spero :')
E nel caso abbiate critiche (positiva o meno), fatemele! Mi renderete molto felice e grazie in anticipo! 

p.s. Angel non risulta perfettamente IC in quanto Spike, odiandolo, ne percepisce una visione distorta, influenzata poi dal fatto che il vampiro moro appare in uno spazio onirico (di cui io amo scrivere ahah) :)

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Capitolo 12
*** Il cantastorie ***


The Promise

-Il Cantastorie




"Ci lamentiamo. Lo facciamo costantemente. Ci rinfacciamo l'un l'altro le sventure, cercando assurdi capri espiatori in persone non colpevoli. In modo tale da renderle vittime, divenendo così carnefici. E la cosa più incredibilmente triste del tutto, è il nostro vantarci costante. La realizzazione dell'errore avviene dopo, quando ormai è troppo tardi per abbassarsi a quel gesto, ormai tragicamente considerato di debolezza, del chiedere perdono. Personalmente, me ne vergogno...

Ma infondo lo si sa, l'amore è un brutto affare."



Buffy, svegliatasi alle prime luci dell'alba, si stava concedendo qualche minuto per rilassarsi e concentrarsi su se stessa. Aveva dormito poco quella notte e dopo l'incontro con quello Spike dalla mano ferita, tramutato in demone, lei non aveva più chiuso occhio. Si era davvero dimenticata, seppur solo per un istante, la vera natura dell'uomo. Era stato un passo falso, ma non era questo a farla tentennare di più, quanto la presenza costante che il vampiro moro aveva nella sua mente.
Era ancora ferita per come la battaglia era andata a concludersi. L'umiliazione bruciava ancora vivacemente e quei brevi momenti vissuti la notte precedente, mentre accarezzava il volto del demone Spike, le avevano fatto riaffiorare ricordi riguardanti Angel, vissuti ormai un anno addietro. 
Ed oltretutto, a sommarsi a quelle riflessioni di troppo, c'era anche un senso di colpa nei confronti del biondo, che solo poche ore prima, aveva allontanato con ben poca gentilezza e troppa freddezza, come fosse stata causa sua quell'improvviso collasso di lei. Eppure Buffy non era in grado di gestirlo, e nemmeno vogliosa di chiedere scusa al vampiro -ormai suo coinquilino-. 
Si era infilata sotto la doccia non appena alzatasi dal letto, stando ben attenta a moderare la velocità dei suoi movimenti, così da non svegliarlo, in quanto aveva un sonno leggerissimo, ed ora era ancora lì, nel piccolo bagno, e faceva scivolare sul proprio corpo nudo tutta quell'acqua fredda, sperando di cancellare ogni problema come si trattasse di sporcizia, di qualcosa di lurido e sbagliato. Tragicamente, però, pareva tutto invano. Però le piaceva. Apprezzava il tocco leggero e gentile delle gocce d'acqua ed il contrasto che si creava tra il freddo di essa ed il caldo estivo che la circondava costantemente.
Cercò di svuotare la mente, rendendosi conto che quando si concentrava su quella piccola cosa -l'acqua che le scivolava addossso-, riusciva a calmarsi abbastanza da non ricadere in quel batatro di sconforto e confusione riguardante Angel e Spike, seppur in prevalenza prendesse in analisi il moro.

Sospirò, poggiando la fronte contro le piastrelle della parete e guardando in basso. Era davvero difficile. Si rese conto in un secondo di come tutte le speranze che aveva con attenzione mantenuto e curato, stessero scemando irrimediabilmente, lasciandola con la consapevolezza che, Angelus sarebbe per sempre rimasto tale e che, prima o poi, lo avrebbe dovuto eliminare. Propendeva per ucciderlo in un futuro 'poi', così da non dovere affrontare troppo presto l'idea di non poterlo più vedere, e anche per un'altra ragione di cui si vergognava immensamente: Spike. Una volta conclusasi la missione lui sarebbe andato per la sua strada, lasciandola ad affogare nei propri dispiaceri senza quella costante e necessaria ilarità che lui sempre le donava. Quel pensiero faceva male. Ed era ancora più dolorosa la realizzazione che non sarebbero state solo le frecciatine taglienti a mancarle, quanto la presenza stessa del vampiro. Ormai apprezzava persino dormirci accanto.

Lui poteva capirla. Lui stava affrontando i suoi medesimi problemi.

Le piaceva avere la consapevolenza di potergli parlare, confidandosi, non dovendosi sentire obbligata a spiegare nulla. Apprezzava le sue doti di ascoltatore ed i suoi incoraggiamenti rari, ma tangibili.
Scosse il capo sentendosi un'ingenua stupida. Spike era un vampiro ultracentenario e probabilmente, non appena avrebbe ottenuto ciò che desiderava, si sarebbe velocemente liberato di lei. Doveva restare pronta e reattiva, e smettere di pensare come la diciassettenne, quale era. Smettera di fidarsi di tutti e ciecamente dopo appena un paio di settimane di strettissima vicinanza. Lui restava un demone, ergo, un essere ripugnante.

Eppure, era estremamente attraente.

Tornò a scuotere il capo realizzando il proprio pensiero, per poi alzare il volto in direzione del getto d'acqua socchiudendo gli occhi e lisciandosi i capelli lentamente. Voleva smettere di pensare e di soffrire. Desiderava essere più coraggiosa e sincera, e necessitava disperatamente di smettere di stare male al solo pensiero di Angel.


"Forse, se ognuno di noi possedesse una falce, colpirebbe alla testa colui che gli sta vicino, solo per potere godere di un momento di fama. Solo per potere dire di avercela fatta da solo. L'avarizia genera possesso. L'eccessivo possesso genera fama. La fama, se ben nutrita, genera la gloria. La gloria simboleggia la vittoria. Oh, sì, anche ora, colei che cerca la pace interiore, desidererebbe imbracciare quella falce."


Lui l'aveva sentita levarsi non appena i primi raggi solari avevano fatto capolino dalle finestre -ormai non più serrate- della stanza. L'aveva percepita alzarsi e dirigersi nel bagno, il tutto senza mai aprire gli occhi, timoroso che lei potese vederlo. Aveva poi udito il getto della doccia aprirsi e non richiudersi più per almeno un'ora, alchè aveva deciso di alzarsi anch'egli, sperando di smettere di pensare.
Aveva realizzato qualcosa -per un vampiro- di blasfemo. Tutt'ora, mentre rifletteva sulle parole di Drusilla, non poteva evitare di vederle come qualcosa di sconclusionato e confuso, ma che comunque, alla fin fine, aveva avuto una ragion d'essere. Ogni sua supposizione ed ogni sua realizzazione, era reale, e Spike stesso, tanto cieco, era stato l'ultimo tra molti a rendersi conto dei propri sudici e immorali sentimenti. Quella notte, non appena la cacciatrice si era allontanata, lui si era sentito libero di sfogarsi liberamente. Aveva gettato le proprie mani tra i capelli, spettinandoli dalla solita acconciatura imposta dal gel che li sistemava, aveva distrutto un altro paio di bottiglie in preda al nervosismo, e solo dopo qualche ora si era medicato la mano, era tornato a letto, ed aveva finto di riaddormentarsi. Esattamente come lei. Perchè lui lo sapeva, che lei era rimasta sveglia.
Odiava ed amava Buffy nello stesso istante, e si detestava per il semplice fatto che il secondo sentimento prevalesse totalmente sul primo. La collera ed il rancore erano stati completamente sostituiti, sempre che fossero realmente esistiti in precedenza.

Aveva perso il conto del tempo in cui era rimasta nel bagno, ma avrebbe potuto scommettere che ci aveva trascorso una buon'ora. Decise di uscire dalla doccia e dopo essersi avvolta attorno un asciugamano che le arrivava sino alle coscie, lasciò anche il bagno.
Non appena Spike udì dei passi avvicinarsi, alzò lo sguardo in direzione di essi, deconcentrandosi dalla contemplazione della propria tazza di sangue -rigorosamente- scaldato al microonde.
Sussultò di fronte la vista che gli parve di fronte: Buffy era avvolta in un piccolo asciugamano che la copriva malapena ed armeggiava goffamente con le pantofole, intenta ad infilarle velocemente. Notò il vampiro solo in un secondo momento, e quando accadde, non potè evitare di arrossire violentemente.
"S-Spike!" esclamò, improvvisamente portando le mani sul seno, assicurandosi che l'asciugamano fosse abbastanza stretto da non giocarle brutti scherzi, come per esempio scivolarle proprio di fronte il biondo.
"Buongiorno.." soffiò semplicemente lui continuando a guardarla, rendendosi conto del proprio ossessivo comportamento solo dopo qualche secondo. Abbassò velocemente lo sguardo sulla tazza colma di sangue e la studiò con falsa attenzione.
La ragazza, ripetendosi di stare calma, mosse un paio di passi in direzione del vampiro, decisa a raggiungere un pacchetto di biscotti, resasi conto di essere effettivamente affamata.
Tentò di allungarsi sino al ripiano alto, dove il vampiro giorni prima aveva riposto la busta, ma -a causa della discutibile altezza- non lo raggiunse. Si tese maggiormente, e Spike, alzando nuovamente lo sguardò, la notò. Le gambe tese ed affusolate lo incantavano, formando, insieme al bacino e alla schiena, delle curve da mozzare il fiato.
"Scusami, Goldielocks..." esordì dunque il vampiro, leggermente agitato "Ma vorrei ricordarti che sei praticamente nuda. E che io, infondo, sono ancora un uomo"
A quelle parole lei impallidì qualche momento, per poi divenire completamente rossa in viso. Ringraziò mentalmente un eventuale Dio che lei fosse voltata dall'altra parte rispetto a lui, per poi smettere di impegnarsi tanto per raggiungere i biscotti. Sospirò, pensando ad una risposta da dargli, trovando come sola soluzione la sua cocciutaggine e la sua rabbia.
Si voltò verso di lui "Ed io vorrei invece ricordare a te che è stato proprio un vampiro che entrambi conosciamo molto bene, a mettere i miei biscotti in un ripiano troppo alto..." disse acida.
Lui sorrise sghembo, alzandosi e mormorando "Touchè"
La raggiunse, facendola agitare all'istante, e lui lo percepì chiaramente attraverso il battito cardiaco fuori controllo. Avvertì un moto d'orgoglio invaderlo mentre, compiendo un minimo sforzo, afferrava la busta dei biscotti e gliela porgeva sorridendole solare "Ecco a voi, madame"
Lei, di fronte quella naturalezza, ostentata mentre lei moriva di... Caldo? -scosse il capo-,  Non potè evitare di ringhiare infastidita, strappandogli prontamente di mano la confezione e lanciandogli un'occhiata colma di disprezzo. Si diresse poi verso la zona del locale adibita a camera da letto, portando con sè la propria colazione.
Lui finse di non venire toccato da quel comportamento, mentre in realtà non poteva evitare di avvertire un misto di divertimento e risentimento invaderlo, per poi tornare a parlare con tono leggermente alto per farsi udire da lei "Ricorda che oggi pomeriggio andiamo da Willow!"
"E Xander!" incalzò prontamente lei, mantenendo il medesimo tono del vampiro per farsi sentire nonostante la distanza, il tutto appositamente per infastidirlo. Sapeva quanto il biondo detestasse l'amico di lei, ed amava stuzzicarlo. Spike ringhiò. La cacciatrice era sempre pronta a sfidarlo, era saccente, divertente, ironica, folle, determinata ed ostinata. Era perfetta, e lui non poteva fare a meno di pensarla costantemente.


Erano arrivati a casa di Willow e Xander da ormai un paio d'ore, e sin dai primi dieci minuti, il vampiro aveva desiderato evadere da quel minuscolo appartamento, ma non lo aveva fatto. Aveva promesso a Buffy che si sarebbe comportato bene, almeno quel giorno. Ovviamente con 'bene', non intendeva certo che sarebbe andato d'accordo con Xander, comunque. Voleva solo dire che lui non avrebbe iniziato di punto in bianco a fare battutine sul moro, ma se invece fosse stato quest'ultimo ad iniziare, allora il biondo non si sarebbe scomodato a domandarsi se fosse o meno il caso di dirgli in faccia quanto inutile fosse la sua presenza di semplice umana nullità. Ovvio.
Stava comunque di fatto che, dopo due intense ore di ricerche riguardanti incantesimi a distanza, lui era decisamente spossato, ed avvertiva un bisogno invaderlo: voleva fumare. Forse, pensò persino, fumare lo avrebbe aiutato a calmare anche i propri pensieri riguardanti la cacciatrice, visto che l'alcol era stata una mossa vana. Insomma, tanto valeva tentare.
Si alzò dal divano sul quale era stato accomodato tutto il tempo, per poi raggiungere la cacciatrice, indaffarata nel leggere un libro decisamente antico. Si accostò al suo orecchio, facendola leggermente sussultare avvertendo il suo fiato. Lui lo notò, ma rimase in silenzio, preferendo mantenere quella vittoria -la reazione di lei- qualcosa di segreto.
"Vado a fumare. Torno tra poco"
Lei annuì semplicemente, deglutendo a vuoto di fronte l'agitazione causata dalla sopresa avuta nel trovarlo tanto vicino. Il vampiro lasciò dunque l'appartamento dirigendosi verso il giardino, sapendo quanto alla bionda ed alla streghetta infastidisse il fumo.
Xander era andato al magic box più vicino, cosa che aveva fatto sorridere piacevolmente il biondo. Che fosse un'ora od un paio di miunti, era felice di allontanare la presenza dell'imbecille, così da non doversi impegnare nel mantenere la calma. Infondo sopportava Willow ed aveva recentemente scoperto di essere infatuato di Buffy, ergo, il solo essere al momento 'di troppo' era indubbiamente Xander.

"Ecco!" esclamò d'improvviso una Willow radiosa, facendo sussultare la bionda al suo fianco, che immediatamente sorrise vedendo la sicurezza nello sguardo dell'amica.
"Una formula per fermare Angel anche da qui?"
La rossa annuì un paio di volte, per poi abbassare lo sguardo sulla pagina, trasformando però, in pochi secondi, il proprio sorriso, in una smorfia afflitta "Anzi, no... Questo è per evocare i gamberetti..."
La cacciatrice corrucciò lo sguardo "Gamberetti?" domandò poi confusa, mentre l'amica si limitava a stringere le spalle, anche lei palesemente incapace di capire l'utilità di tale formula.
"Beh..." fece dunque non sapendo che dire, Willow.
"Si trovano le formule più strane!" esclamò dunque Buffy, accasciando poi il capo sul libro aperto che, poco prima, era intenta a leggere. La strega annuì concorde, per poi tornare raggiante velocemente "Però, forse... Nella biblioteca vicina..."
"Di che parli, Will?" fece la cacciatrice mantenendo gli occhi chiusi, decisamente spossata. infondo aveva passato buona parte della notte riflettendo, ed il sonno si faceva sentire.
"Qui di fronte c'è una biblioteca! Ci sono andata ieri e ho visto che hanno una sezione con libri di magia e incantesimi... Forse là troveremo qualcosa" continuò raggiante la strega, alzandosi immediatamente dalla sedia in cui si trovava e dirigendosi verso la porta di uscita, decisa ad andarci.
"Buffy, vieni?"
"Mh..." la ragazza riflettè di fronte quell'invito. Al momento era decisamente fuori forma e non aveva la minima intenzione di camminare, che si trattassero di chilometri o metri "Facciamo che io ti aspetto qui?"
L'amica le sorrise comprensiva, annuendo "Allora tornerò tra poco. Avviso Spike"

La rossa scese le scale velocemente, e non appena fu all'esterno, incontrò immediatamente la forma slanciata del vampiro in controluce. Teneva tra pollice ed indice la propria tipica sigaretta, ed osservava il cielo con fare quasi estasiato. Le dispiaque quasi interrompere la sua contemplazione.
"Spike..."
Lui si voltò verso di lei immediatamente, portandosi la sigaretta alla bocca, prestandole attenzione pur non dicendo nulla.
Willow sfruttò quel momento di attenzione rivoltale "Io vado un attimo in biblioteca... Buffy vuole restare di sopra, ma tornerò tra poco!" spiegò la ragazza timidamente. Non poteva ancora fidarsi completamente del vampiro, ed oltretutto faticava parecchio a guardarlo in volto dopo l'ultima conversazione avuta con lui.
"Afferrato, rossa" disse semplicemente William annuendo. Willow accettò completamente quella breve e concisa risposta, e fece dunque per incamminarsi verso la propria direzione, ma non appena ebbe compiuto un paio di passi, la voce del vampiro la fermò.
"Come lo sapevi?"
Lei si voltò in sua direzione. Lui la squadrava interessato, ma non da lei, bensì dalla risposta che attendeva uscisse dalle sue labbra. La strega sapeva bene a cosa Spike si riferisse, ma ci mise comunque qualche secondo a rispondergli, persino lei incerta sul da fare, non volendogli fargli pesare quel qualcosa che a lei, era parso lampante.
"Da come la guardi... La proteggi" disse infine Willow, per poi voltarsi nuovamente e tornare alla propria strada, mentre uno Spike decisamente confuso si limitava ad annuire a vuoto un paio di volte, sorridendo.


"Ed è in quei momenti, quando capiscono che la falce non possono possederla, che prendono ciò che più si avvicina ad essa, ciò che più può condurli alla vittoria che disperatamente agoniano. E chiedono loro 'di che si tratta?', e questi loro rispondono che è un sogno, od un desiderio da realizzare, ed a quel punto gli umani ti ridono in faccia. Ed allora i credenti desiderano, ed i baroni truffano. I desideri, però, se male espressi, li conducono in luoghi inimmaginabili, dove la vittoria non è più la stessa, e la sconfitta è il nuovo obbiettivo...

...Così patetici, voi umani."



Buffy camminava per l'appartamento attanagliata da un male alla testa che la affliggeva da ore ormai. Probabilmente, si era detta lei stessa, i pensieri che la tormentavano erano divenuti troppi, tanto da invaderla completamente. Troppi perchè potesse sopportarli. Si era alzata dalla sedia, alla ricerca di svago, ed aveva iniziato ad ispezionare i vari oggetti all'interno del locale, fino a rimanere conquistata dalla borsa di Willow contenente le varie essenze magiche ed ingredienti.
La affascinavano le arti magiche, ma non era particolarmente propensa. Ne osservò il contenuto, trovandoci all'interno candele profumate, buste colme di polveri e persino statuette, probabilmente mistiche. Vide poi una sorta di talismano brillare sul fondo della borsa. Si trattava dell'oggetto utilizzato dall'amica per evocare -durante la battaglia- la barriera per proteggerla da Angel, ed istantaneamente i pensieri la invasero.
Le passò d'innanzi alla mente quell'umiliazione, le sue parole, tutto incredibilmente graffiante e triste, e si sentì sempre più stupida, debole ed ingenua. Avvertì gli occhi inumidirsi, ma cercò comunque di non fare uscire le lacrime, tentando di restare forte. Eppure, il dolore restava. Continuò ad osservare la borsa, trovando poi, in una tasca esterna ad essa, un piccolo cristallo viola. Se lo rigirò tra le mani, cercando di concentrare la propria attenzione su qualcosa -o qualcuno- differente dal vampiro moro che albergava in ogni parte di lei, ma tutto parve inutile.
Poi un pensiero, veloce e quasi meraviglioso, la invase. E fu tanto caldo e speranzoso che le fuoriuscì dalle labbra, persino. Guardò il cristallo intensamente, i riflessi che emanava riflettendo la luce solare, per poi mormorare "E se non avessi mai incontrato Angel?"

Spike, ormai tenendo tra pollice ed indice solo che il filtro della propria sigaretta, la lanciò lontano da lui, facendo ruotare il mozzicone in aria un paio di volte, e non appena cadde, lo clapestò attentamente con i propri anfibi neri. Lanciò poi un ultimo sguardo al sole, non curandosi del bruciore di cui le retine, a causa di quell'esposizione tanto diretta, soffrivano, come a dargli un piccolo saluto, seppur momentaneo. Era incredibile come avvertisse la presenza di quel calore, anestetizzante.
Si voltò in direzione dell'edificio, deciso a raggiungere la cacciatrice e magari domandarle come si sentisse realmente. Sapeva quanto celasse ai propri amici, poteva notarlo negli sguardi decisamente troppo sofferti, e voleva farla sentire meglio, anche solo con un paio di parole. 
Entrò nell'appartamento con tranquillità, immaginandosi già di trovarla coricata su un libro, in una sorta di stato di dormiveglia, ed invece, sorprendentemente, notò la zona dove si trovavano i libri vuota. Sussultò immediatamente. Si incamminò all'interno del locale con celata frenesia, avvertendo istantanemante un timore prenderlo: dove era Buffy?
Allungò lo sguardo all'interno della cucina, pensando potesse essere presa in uno spuntino a base dei suoi biscotti preferiti, comprati anche dall'amica strega, ed invece anche lì non si trovava nessuno. Scrutò in ogni stanza: prima in quella di Willow e poi in quella di Xander, trovandole entrambi deserte. Bussò più volte alla porta del bagno, chiamandola  squarciagola, ma ancora la sola risposta che ricevette fu un assordante silenzio.
Tornò in soggiorno. Lo guardò attentamente, sperando di notare segni di combattimento od aggressione, ma il solo oggetto a terra era un piccolo cristallo di colore violaceo, che si trovava vicino al divano.
"Buffy!" la chiamò nuovamente, avvertendo un senso di vuoto affliggerlo, mentre l'ansia montava freneticamente. Dove diavolo era finita? Non l'aveva vista uscire e comunque, anche se lo avessef atto, quale poteva essere la ragione?
Si portò le mani tra i capelli, suggerendosi mutamente di calmarsi, ma le voci nella sua mente aumentavano esponenzialmente, dandogli ipotesi e nuove domande, alle quali lui non sapeva decisamente rispondere. Avvertì istantaneamente la forza che i suoi sentimenti per lei avevano, ed improvvisamente, se fino a quel momento era rimasto dubbioso, ora capiva cristallinamente, quanto tenesse alla cacciatrice.
Si mosse velocemente all'interno dell'appartamento, alla ricerca di una soluzione, rendendosi però conto che da solo non sarebbe stato in grado di fare molto. Buffy era scomparsa e, dopo di lei, la migliore tra i vari Scoobies, era indubbiamente la rossa. Dopo un ultimo sguardo al locale decise dunque di uscire e raggiungere velocemente l'amica della sua amata Goldielocks.

"Una sola parola. Una sola frase... E la vittoria non è più la stessa, e la sconfitta è il nuovo obbiettivo... Patetici"



Angolo dell'autrice!
Buonasera a tutti e che dire? Beh, avevo promesso qualcosa di nuovo e questo ne è un assaggio... Qualcosa che non penso tutti si sarebbero aspettati come risvolto.. Un risvolto che non ho ancora perfettamente spiegato, ma non preoccupatevi! Ci penserà la nostra Willow a illuminarci sulla faccenda!
Buffy è scomparsa, del tipo 'puf!' e da qui avremo i primi momenti realmente Spuffy... (potete esultare, sì ahaha) 

Le parti in corsivo sono raccontate dal Cantastorie (che appare dell'episodio 2x22). Non so esattamente perchè ho deciso di infilarlo in un capitolo... Immagino sia perchè, come personaggio, lo trovo molto interessante seppur non eccessivamente curato. Poi mi è piaciuto immedesimarmi nei suoi racconti universali, e spero di non avere combinato un fiasco totale ahah! Comuuunque... Spero recensirete e ora vi lascio :') 
Tra qualche giorno arriverà il nuovo capitolo con taaante spiegazioni ;)


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Capitolo 13
*** Un nuovo universo ***


 
The Promise

-Un Nuovo Universo




Lentamente, i suoni, da prima ovattati e confusi, divennero sempre più concisi, fino a che la ragazza potè bene distinguere  vocii di persone, rumori dei motori delle auto e persino i cinguettare rari, ma decisamente rilassanti, degli uccellini.
Aprì gli occhi lentamente, vedendo immediatamente disturbata dalla fortissima luce solare. Li serrò all'istante, per poi ripetere l'azione una seconda volta, ora abituatasi alla luminosità.
Si guardò attorno. Si trovava in quello che, all'apparenza, era decisamente un vicolo cieco. Era seduta contro una parete lurida e rovinata di un palazzo. Si alzò, non ricordando come fosse giunta in quel luogo. Cercò di fare mente locale, ma a causa di un forte dolore alla testa che la colse alla sprovvista, si limitò a muovere qualche passo in direzione della strada principale che poteva vedere a qualche metro da lei.

Era tutto dannatamente familiare.

"Che vuoi dire?" domandò Willow non nascondendo una forte agitazione della voce.
Spike, solo pochi minuti prima, aveva fatto -letteralmente- irruzione nella biblioteca dove la strega aveva detto, avrebbe studiato. L'aveva vista china tra vari scaffali e, sollevandola di peso e non dicendo nulla, l'aveva portata con sè fino all'appartamento.
Lei, in un primo momento spaventata dall'atteggiamento del vampiro, era poi crollata in un baratro di terrore, udendo ciò che era accaduto.
"Voglio dire che, dopo avere finito di fumare, sono tornato qui e lei non c'era.." fece con ovvietà Spike, destando profondamente ripetersi.
La ragazza impallidì visibilmente, colta dal panico. Una Buffy scomparsa equivaleva ad una morte certa, in ogni caso. Se Angel li avesse trovati, per quanto Spike potesse essere forte, non stava a dire che ce l'avrebbero fatta. Oltretutto la cacciatrice era la sua migliore amica, e non poteva credere che le fosse accaduto qualcosa. Non a lei, non a Buffy Summers. Era sempre sembrata tanto invulnerbile che, sentire dire che poteva essere scomparsa, la fece quasi piangere. Si trattenne spinta da un orgoglio che non credeva di possedere, e certa che, se c'era un modo per aiutare Buffy, quello non poteva essere piangendo.
Cercò di concentrarsi, ed analizzare fattore per fattore l'accaduto "Ok... Ci sono segni di combattimenti o-" "Niente. Non un vaso rotto, né tantomeno sangue. Nemmeno una goccia. Ne sentirei l'odore" la interruppe il vampiro, palesemente agitato. Si sentì decisamente confortato dal fatto di trovarsi con Willow, che sapeva tutto -lo aveva saputo prima di lui-, piuttosto che con Xander, un idiota che faticava persino a respirare, se non aveva un libretto delle istuzioni.
"Nulla? Sicuro?"
"Beh, rossa..." si preparò ironico il biondo "Non so quanti morti possano esserci stati per una perlina.." disse dunque, indicando il cristallo violaceo che spiccava a terra poco distante. Attese una delle sue tipiche reazioni di mortificazione od imbarazzo, ed invece vide i suoi occhi illuminarsi. Lui corrucciò lo sguardo confuso.
"Che hai?" domandò dunque, vedendo lei compiere qualche passo in direzione del piccolo oggetto a terra, di fronte al sofà.
"Spike! Sei un genio!" esclamò semplicemente la strega, raccogliendo da terra la piccola pietra e rigirandosela tra le mani sorridendo.
"Grazie, ma... Perché?"
Willow, come risvegliatasi da una trans, smise di contemplare il piccolo oggetto, puntando il proprio sguardo sul vampiro, palesemente estraniato dalla conversazione.
"Oh, sì, scusa..." disse timidamente avvicinandosi di qualche passo al biondo, così da mostrargli meglio il piccolo cristallo "Vedi, questo non è un comune cristallo, o un portafortuna qualunque, ma è una..." si interruppe alla ricerca della parola più adatta "Chiave!" esclamò dunque.
Spike storse un labbro "Una chiave.." ripetè perciò guardando prima la rossa, poi il piccolo oggetto "Ma per cosa?"
"Dimensioni." disse prontamente Willow sorridendo "Questo è un cristallo infradimensionale, ma non uno comune! Questa chiave apre solo le dimensioni ipotetiche"
"Ipotetiche?" domandò alla ricerca di spiegazioni William. La ragazza annuì velocemente, mentre pensava ad un modo veloce per spiegare al vampiro.
"Possono anche essere dette 'dimensioni dei se'." fece dunque sapientemente, sempre tenendo tra le mani il cristallo violetto "Vedi, ogni volta che una persona compie una scelta, si creano milioni di nuove dimensioni, nelle quali questa scelta non è stata compiuta e nelle quali, perciò, milioni di altre possibilità si sono cancellate, o sono nate." spiegò la strega lentamente, gesticolando appena, mentre il vampiro, sempre più  consapevole di ciò che era accaduto, iniziava a preoccuparsi più di quanto già non lo fosse.
"In poche parole, mi basta domandare cosa sarebbe successo se qualcosa non fosse avvenuto e-" "E vieni istantaneamente trasportato in quella dimensione" proseguì la rossa, annuendo con il capo, mormorando appena.
Di fronte quella certezza, Spike si portò le mani tra i capelli, decisamente esasperato. Per quello che ne sapeva, Buffy poteva avere domandato come sarebbe andata la sua vita se lui -William il sanguinario- non fosse esistito, e non poteva immaginare che preferisse trascorrere il proprio tempo in quell'universo piuttosto che nel proprio. Deglutì a  vuoto un paio di volte, iniziando a camminare avanti ed indietro all'interno del salotto, palesemente stressato.
"Cosa avrà chiesto?" domandò Willow dopo qualche minuto, guardando il pavimento preoccupata. Spike arrestò il proprio passo, deciso a riflettere. Quando aveva lasciato la cacciatrice, l'aveva notata triste, ma non aveva veramente idea di quali potessero essere state le sue effettive e reali parole.
'E se stessi ancora con Angel?' No, fa tanto bambina.
'E se Spike non esistesse?' Non voleva nemmeno pensare a quell'ipotesi.
"Era davvero triste prima..." mormorò dunque Spike, riferendosi al fatto che erano ormai un paio di giorni che la vedeva trascinarsi di peso ad ogni passo che faceva, come se persino camminare potesse essere spaventosamente difficile. Gli era palese il fatto che Angel non fosse stato dimenticato.
"Triste?" domandò Willow alzando lo sguardo in sua direzione, ancora più -se possibile- preoccupata di prima.
"Avanti" fece esasperato il vampiro tornando a camminare "Era evidente! Si regge malapena in piedi!" esclamò poi indicando una parte dell'appartamento, anche se vuota. La ragazza si limitò a constatare, seppur silenziosamente, quanto il ragazzo fosse effettivamente attento alle reazioni della cacciatrice, e decise poi ad abbassare lo sguardo.
"Potrebbe essere ovunque" tornò a parlare la ragazza "Persino in un universo senza gambe!"
"Oh certo, avrà decisamente guardato il cristallo e domandato 'e se non avessi le gambe?'. Insomma, ordinaria amministrazione." intervenne ironico il vampiro, non riuscendo ad evitarlo, per poi sospirare affranto. Willow lo aveva guardato mortificata, ed era poi tornata in silenzio. Doveva riflettere, doveva esserci una soluzione, era qualcosa di obbligatoria importanza.

Poi, un'idea veloce e precisa. Assolutamente funzionante.
Si mosse velocemente in direzione della propria valigia, nella propria stanza. Il vampiro la squadrò diffidente "Che fai?" domandò dunque, seguendola lentamente.
"Un'idea, aspetta." si limitò a rispondere lei, mentre il ragazzo si era poggiato allo stipite della porta della stanza, in attesa che lei riemergesse dalla propria valigia, che aveva iniziato a svuotare con impazienza. Dopo secondi che parverò infiniti afferrò un libro non troppo spesso, che iniziò a sfogliare velocemente.
"Ecco!" esclamò dopo qualche minuto, il viso incorniciato da due occhi brillanti di sollievo, mentre indicava con l'indice una delle tante pagine ingiallite del volume.
"Cosa?" chiese Spike non cambiando la propria espressione. Alle volte faticava nel capire la ragazza, e non poteva negare che, alcuni dei suoi eccessivi sbalzi d'umore lo agitassero.
"Posso trasferire qualcuno nella dimensione dove si trova Buffy" affermò Willow con una profonda certezza nella voce. Il vampiro sorrise istintivamente di fronte quella frase. La sua Riccioli d'Oro era raggiungibile: era decisamente allegro all'idea.     Ma non appena si rese conto dell'espressione tanto felice che stava ostentando di fronte alla streghetta, tornò serio, spinto da un bizzarro orgoglio.
"Andrai tu?" domandò dunque Spike guardandola. Lei storse il naso completamente confusa da quella sua domanda. 
"No, Spike. Vai tu" fece dunque concisa, dicendo quelle poche parole con un'ovvietà tanto cristallina e sincera da farlo irrigidire. Lei si fidava di lui? Anche la rossa? Quella possibilità lo fece sentire improvvisamente bene.
"E perchè?" chiese il ragazzo dopo qualche secondo, cercando di non apparire scosso o altro, riuscendoci perfettamente. Era un attore decisamente ottimo.
"Io devo fare l'incentesimo, quindi sono esclusa." inziò a spiegare la ragazza "E Xander... Beh, mi pentirò di averlo detto davanti a te, ma lui non sa orientarsi nemmeno in una stanza due metri per due, quindi dubito sarà in grado di trovare Buffy in un altro universo" concluse Willow mordendosi il labbro inferiore, evidentemente mortificata per il fatto di avere detto tanto del proprio migliore amico, nonostante lo pensasse realmente.
Spike sorrise, non riuscendo a trattenersi "Carina la battuta su Harris, ma potevi anche solo dire che ti fidi di me"
"Dal momento che la ami, non c'è bisogno di credere nella tua fiducia" disse sinceramente la ragazza, facendolo sussultare. Non era ancora pronto ad affrontare tanto apertamente quei sentimenti, e non era dunque in grado di reagire di fronte quelle parole tanto veloci e sincere. Detestava quelle verità tanto nette e concise di Willow, eppure si confidava con lei. Ma da quando? Quando aveva deciso di riporre fiducia nella rossa timida e sbadata? Da quando era quasi impazzito a causa di Drusilla e dei propri sogni, ecco la risposta.
Scosse il capo, decidendo di riflettere su altro, preferendo non approfondire quell'argomento di discussione. Non riusciva a ragionare razionalmente se il discorso trattava della cacciatrice o della donna che era stata, per più di un secolo, la propria amante.
"Va bene..." disse dunque leggermente sbadato "Allora avvertimi non appena sarai pronta."
"Oh, ma lo sono già" rispose Willow alzando lo sguardo dalla pagina del proprio libro di incantesimi "Mi basterà recitare questa formula mentre tu tieni tra le mani il cristallo"

Si erano diretti al centro del salotto. Spike teneva le proprie mani a coppa, una sopra l'altra, tese di fronte a sè. Willow poggiò al loro interno il piccolo talismano, recentemente battezzato come 'chiave'. Lo guardò, attenta che la posizione fosse corretta, e non appena lo ebbe accertato si allontanò di un paio di passi, incerta su come si sarebbe sprigionato l'incantesimo una volta recitato: se come nuvola di fumo, luce abbagliante o -persino- fiamma.
"Hai indosso la gemma di Amara?" domandò la ragazza guardandogli le mani. Il vampiro annuì semplicemente.
"Perfetto. Allora, la formula è in parte in tedesco, quindi potrei non pronunciarla correttamente alla prima prova, ma sono certa che-" "Va bene, procediamo?" domandò interrompendola il vampiro, spazientito da tutte quelle inutili cerimonie. Si sentiva in colpa nel prendersela con la rossa, ma era decisamente agitato. Effettivamente, anche per un piccolissimo cambiamento, Buffy poteva trovarsi in un universo completamente diverso dall'attuale.
"Ok..." fece timidamente Willow, per poi abbassare il capo sulla pagina del libro interessata. Prese un profondo respiro.
"Una volta trovata Buffy, dovrai andare insieme a lei dalla me stessa dell'altra dimensione e spiegarle tutto, ammesso che nell'altra dimensione io esista" spiegò la rossa lentamente, volendo fare capire perfettamente al ragazzo cosa doveva fare.
"E se tu non ci fossi?" domandò improvvisamente agitato il vampiro. Quell'ipotesi non l'aveva analizzata.
"Troverò una soluzione da qui! E ricorda: in quella dimensione ora ci sono due Buffy. Riportaci quella giusta" accennò ironicamente Willow, per poi iniziare a recitare la formula.
"Oh, grande Riassuch, guardiano delle dimensioni del centro, ti chiedo considerazione." esordì la ragazza laconica, iniziando a respirare affannosamente, presa dall'incantesimo.
"Nehmen Sie dieses Folger Sie wissen wo! Run!"esclamò dunque, come presa da una trans profonda, come improvvisamente posseduta dai propri poteri, laciando cadere a terra il libro. Spike restò fermo nonostante tutto, avvertendo improvvisamente il proprio corpo alleggerirsi. Si guardò attorno qualche secondo, vedendo i mobili della stanza ed il locale stesso sparire lentamente, sotituiti da un luogo diverso, che però non riconobbe immediatamente.

Socchiuse gli occhi, improvvisamente infastiditi dalla fortissima luce solare. Era all'esterno, non più a Los Angeles, il che gli apparve decisamente chiaro. La tipica confusione cittadina era stata sostituita da un tranquillo e leggero brusio.  Iniziò a guardarsi attorno: era al centro di una strada circondata da innumerevoli villette, apparentemente tranquille. Eppure, nonostante sul momento non riuscisse a rispondersi su quale fosse il luogo in cui era, doveva ammettere che gli era decisamente familiare.
I suoi pensieri vennero distratti dal passaggio di un auto che per poco non lo investì -non che gli avrebbe portato più di tanti danni-. Il clacson dell'auto lo fece voltare in direzione della macchina dalla quale l'autista gli stava imprecando contro. Spike si limitò a sorridere ed a dirigersi verso il marciapiede, infilando il piccolo cristallo in una tasca dei propri jeans scuri, mentre realizzava che il luogo dove era finito era niente popodimeno che la vecchia e, decisamente poco apprezzabile, Sunnydale.

Buffy aveva camminato a lungo, attraversando le varie strade che aveva imparato a conoscere come il palmo della propria mano. L'avevano salutata un paio di persone: due ragazzi che frequentavano il suo medesimo liceo, nonchè il solo presente in tutta la cittadina. Aveva risposto cordialmente, cercando di non mostrare a nessuno tutta la confusione che avvertiva in realtà.
Non capiva come fosse finita nella porpria città, ed era costantemente terrorizzata all'idea di potere incontrare Angelus, demoniaco, assetato di sangue e pronto allo scontro, a differenza di lei. Iniziò a riflettere attentamente sul dove potersi dirigere. Casa sua era off-limits: dopo l'ultima discussione avuta con sua madre, preferiva evitarla quanto più le fosse stato possibile. Continuò a domandarsi quale potesse essere la migliore direzione da prendere fino a che una voce, più familiare di ogni altra, la fece voltare.
"Buffy!" la salutò una frizzante Willow, molto più allegra di quanto non lo fosse poco prima. In effetti, le pareva proprio impossibile si potesse trattare della medesima ragazza che, qualche minuto prima, le aveva detto che sarebbe corsa in biblioteca. Era troppo solare. Forse Buffy era svenuta per qualche giorno a causa di un eventuale caduta -barra- combattimento con il cattivo di turno.
"Willow, ciao!" salutò la bionda, per poi notare l'arrivo anche dell'amico moro "E Xander! Ciao anche a te"
"Ehi, Buff! Come va?" rispose altrettanto allegro -se messo a confronto con la strega- il ragazzo. La cacciatrice si limitò a storgere impacciatamente il naso.
"Direi meglio. Si sopravvive" fece leggermente scossa la bionda, non potendo evitare di pensare ad Angel, costantemente nei propri pensieri. Poteva arrivare a detestarlo persino per quello.
"E detto da te è importante con tutti i demoni che ti girano attorno!" intervenne nuovamente l'amica, sorridendole cordiale, facendo scaldare il cuore a Buffy, che si limitò ad annuire, seppure non completamente certa di avere capito quella risposta.
"E a proposito di demoni che ti girano attorno, dove è Spike?" intervenne il moro guardando alle spalle della cacciatrice, come fosse stato certo che, di lì a poco, il vampiro biondo sarebbe apparso ad affiancarla. Lei finse di non notare quella domanda strana, visto il fatto che la cosa più tipica di Xander era il fatto di evitare quanto più potesse il discorso 'Spike', e si limitò a rispondere.
"L'ultima volta che l'ho visto, ha detto che andava a fumare" disse dunque, per poi agitarsi rendendosi conto di un fatto evidente "Ehi, voi non dovreste stare qui! Angel è ancora a-" "Angel?" la interruppe Willow confusa.
"S-Sì... Angel" fece, ripetendosi, Buffy, non potendo evitare di corrucciare lo sguardo.
"Nuovo demone all'orizzonte?" domandò Xander, intervenendo preoccupato, facendo agitare la bionda spropositatamente. Non capiva. Quel discorso, sin da quando aveva avuto inizio, le era parso senza senso, ed ora non faceva che peggiorare.

Dopo avere percorso qualche chilometro, non appena ebbe riportato alla mente le varie strade e vie della città, Spike sfoderò il proprio sviluppatissimo olfatto di vampiro. Assaporò l'aria che lo circondava, riconoscendo all'istante il sublime odore di lei, decisamente perfetto in qualsiasi universo si trovasse.
Iniziò a camminare, cercando di ripetersi ciò che doveva fare: doveva, innanzi tutto, controllare gli abiti, così da accertarsi di quale delle due cacciatrici si trattasse, ed avrebbe poi dovuto spiegarle l'accaduto, stando ben attento a non mostrarsi troppo 'demone'. Infondo, c'era la possibilità che la Buffy di questo universo non lo conoscesse, o che lo detestasse. Comunque, doveva nascondere il proprio lato demoniaco in qualsiasi caso.
La paura e l'agitazione, per lo meno, lo aveva abbandonato, sostisuiti da una curiosità quasi fanciullesca. Era completamente accecato dal desiderio di conoscere quale fosse stata la domanda fatta dalla propria Buffy, quella del suo mondo. Il tutto sperando, ovviamente, che la dimensione comprendesse la sua -di lui- esistenza.
Non appena avvertì il suo profumo aggredirlo letteralmente, il ragazzo alzò lo sguardo, notando i suoi capelli come prima cosa. Mosse qualche passo in avanti, sapendo bene di doversi avvicinare per accertarsi dei suoi vestiti. Era così ossessionato da lei da ricordare gli abiti che indossava? Sì. E si maledisse per quello.
Le si avvicinò, sino ad esserle a pochi metri di distanza, e riconobbe istantaneamente i jeans e gli stivali neri sotto essi. Sorrise istintivamente, accellerando il passo. Aveva trovato la sua Buffy, ed al primo colpo.
Avvicinandosi sempre più, notò di fronte a lei la presenza della rossa e del bamboccio, sentendosi immediatamente sollevato dalla presenza di lei. Così c'era una possibilità in più di salvarsi, giusto? Affinò l'udito, decidendo di ascoltare la conversazione.

"S-Sì... Angel" aveva detto semplicemente Buffy, facendo istantaneamente innervosire William. Quindi si sarebbe dovuto sorbire Peaches anche in quella dimensione? Non era stato esattamente precisato nel contratto stipulato con la streghetta. Si fece comunque avanti, non potendo però evitare di bloccarsi confuso udendo la domanda di Xander, che giunse pochi secondi dopo.
"Nuovo demone all'orizzonte?"
Non ci fu nessuna risposta a quella domanda, però, in quanto la rossa si limitò ad intervenire esclamando "Ehi! Ecco Spike!"
Il ragazzo si irrigidì istantaneamente, avvertendo un delizioso sollievo pervaderlo.

Lui esisteva.

Fece qualche passo avanti, sentendosi incredibilmente confuso. Buffy -la sua- si era voltata in sua direzione, ed ora lo guardava, non nascondendo la sua medesima espressione. Il vampiro fece un cenno veloce a Willow, per poi afferrare il polso di Buffy incitandola a seguirlo. Così lei fece, lasciando i due amici soli, con i volti confusi.

Camminarono sino al parco, dove Spike, palesemente spossato, si lasciò a sedere su una panchina stanco, sospirando esasperato. Buffy fece altrettanto, pur contenendosi nelle reazioni. Si affiancò a lui.
"Sai cosa sta succedendo, cacciatrice?" domandò dunque il ragazzo, decidendo di intervenire. Voleva proprio sapere cosa pensasse della situazione quella -stranamente- pasticciona Buffy.
"Non so... Mi sono risvegliata in un vicolo e dopo qualche minuto mi sono resa conto di essere a Sunnydale, ma... Non so com-" "Questo non è il nostro mondo" la interruppe il vampiro, facendola irrigidire.
"Ma... E' tutto come se... Sembra tutto normale" Cercò di spiegarsi la bionda, guardandolo allarmata. Lui scrollò le scarpe. Effettivamente, non erano molti i cambiamenti che invece si sarebbe aspettato. Decise dunque di darle la prova tangibile dell'accaduto, estraendo dalla tasca dei pantaloni il cristallo-chiave.
"Ti è familiare?" domandò il biondo porgendo il piccolo oggetto a lei, che annuì immediatamente, come investita dai ricordi "Sì! Avevo in mano questo poi..." si fermò Buffy non sapendo come proseguire il racconto, non conoscendone effettivamente altro.
"Puf?" scherzò lui ripredendo il piccolo talismano e riponendolo con accuratezza nella propria tasca. La strega gli aveva spiegato che l'integrità dell'oggetto era fondamentale per tornare indietro. La cacciatrice non rispose.
"Si tratta di un cristallo per viaggiare tra delle dimensioni particolari... Hai per caso detto qualcosa quando lo tenevi tra le mani?"
"Io non-" Si bloccò poi lei sgranando gli occhi "E se non avessi mai incontrato Angel..." soffiò dunque citando esattamente la parole pronunciate mentre si trovava nell'appartamento della rossa. Spike, udendo quelle parole si era sorpreso non poco. Quindi ecco svelato il segreto della dimensione in cui si trovavano. 
"Mi stai dicendo che..?" tornò a chiedere dopo qualche secondo di riflessione la cacciatrice, guardando preoccupata il vampiro, il quale, tornando in sè, annuì.
"In questa dimensione tu non hai mai incontrato Angel..." asserì il ragazzo, avvertendo quella curiosità in lui scemare sostituita da una piacevole sensazione di benessere. In quel luogo la sua cacciatrice non era mai stata profanata da quell'insopportabile essere.
"Posso sapere perchè hai detto una cosa simile?" domandò poi nuovamente Spike, rendendosi conto solo in un secondo istante della questione posta. Le parole erano uscite dalla sua bocca troppo velocemente perchè lui fosse riuscito a controllarle. Si sentì uno stupido, e decise di ritirare la domanda, ma poco prima che lo facesse, lei -sorprendendolo- rispose.
"Era parsa una possibilità bellissima..." sussurrò Buffy guardando un punto imprecisato a terra, nell'erba "Un sollievo incredibile. Insomma, se non lo avessi mai incontrato, non avrei mai sofferto tanto" concluse lei sorridendo debolmente.
Il vampiro non disse nulla, completamente sorpreso di fronte la risposta di lei, pur potendola comprendere. Anche lui, infondo, se fosse stato ridotto nel suo medesimo stato, avrebbe -probabilmente- chiesto la medesima cosa. Perchè lui lo sapeva, che i due erano davvero simili alla fin fine.

Fu la cacciatrice ad interrompere il silenzio, improvvisamente agitata in viso "Aspetta! Cosa ho fatto?" fece agitata, facendo preoccupare istantaneamente il biondo.
"Che intendi?" chiese Spike alzandosi dalla panchina completamente spaventato.
"Ho parlato con Willow e Xander!" fece lei agitando le mani preoccupata "Ho interferito con il loro mondo! Ho-" "No, love, no." la interruppe William, avendo ormai capito quali fossero i tirmori di lei, sorridendo divertito da quell'agitazione infondata.
"Ma come? Non ho creato una specie di... Come si dice?" si domandò riflettendo la ragazza "Paradosso!" ecslamò poi non appena ebbe trovato la parola che tanto agoniava.
"No" sorrise nuovamente Spike, ormai sull'orlo di scoppiare letteralmente a ridere. L'ammazzavampiri agitata per una stupidaggine era davvero esilarante.
"Il paradosso si crea se si viaggia nel tempo, noi invece siamo semplicemente in un'altra dimensione. Esistono due te, insomma. Due persone distinte e differenti. Non stai facendo nulla di male"  spiegò il ragazzo, per poi scoppiare a ridere, non potendo resistere di fronte il viso, ora imbarazzato, di lei "Ma comunque sei davvero esilarante mentre ti agiti!"
Lei ostentò quel suo tipico broncio caratterizzato dal labbro inferiore che sporgeva "Sì, certo... Ridi pure.." disse poi, fingendosi offesa, non riuscendo però a trattenere poi un sorriso. Stava sorridendo sinceramente a Spike. 
Si irrigidì rendendosi conto che, quello era il primo attimo in cui smetteva costantemente di pensate ad Angel. Guardò il biondo improvvisamente imbarazzata, non potendo capire come fosse possibile che lui le facesse un simile effetto.
"Che hai ora?" domandò il ragazzo, spegnendo la propria risata, notando il suo cambiamento improvviso. Le guance si erano arrossate ed il battito cardiaco era aumentato. Se non l'avesse conosciuta bene, avrebbe pensato che lui la... Agitava?
"N-Niente." disse lei sbrigativa "Allora che facciamo?"
"Dobbiamo tornare dalla Willow di questa dimensione" rispose Spike porgendole una mano, facendole capire che era il momento di alzarsi dalla panca. Lei senza nemmeno rifletterci l'afferrò, facendosi leva con lui per tornare in piedi, avvertendo una scossa attraversarla per quel tocco. Ma, nonostante ciò, rimase in silenzio, asserendo semplimente con il capo di fronte le parole di lui.

Ma che le succedeva?
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Angolo dell'autrice!

Allora, iniziamo con il dire 'BUON NATALE A TUTTIIII!'
Non è fantastica l'atmosfera Natalizia che si crea in questo periodo? Per non parlare poi del fatto che non c'è scuola (grazie a Dio)!
Passando al capitolo, invece, spero che vi sia piaciuto e, sì, è più lungo del solito... Ma sapete... Ispirazione ;)
Willow ha svelato la verità, ma ci saranno ancora moltissime cose che accadranno in questo universo... Insomma, dov'è Angel? E Spike esiste... E... Ok la smetto. No Spoiler u.u
Aspetto con ansia vostre recensioni e mi farebbe piacere che ne pensate di quest'idea di universo alternativo! Grazie in anticipo a tutti :) alla prossima!

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Capitolo 14
*** Come tutto è andato... ***



 
The Promise

-Come tutto è andato...




Camminavano l'uno affiancato dall'altro. La ragazza completamente frastornata dalla scoperta appena fatta, lui totalmente concentrato sull'obbietivo. Le strade della piccola cittadina non erano mai sembrate tanto strette. Così tanto che i due non potevano evitare, camminando tanto vicini, di sfiorarsi le mani a vicenda.
Buffy non poteva realmente credere alla poderosa sbadataggine ostentata, nonostante non fosse stato nelle sue intenzioni. E, anche se tutto ciò che desiderava era rifletterci a riguardo, così come una persona matura avrebbe fatto, ogni volta che le sue dita sfioravano quelle fredde del vampiro, non poteva evitare di deconcentrarsi completamente, come un'assurda teenager... Cioè, ciò che effettivamente era.
Era completamente impacciata, ed oltretutto di fronte a Spike. Ma infondo, era normale, no? Doveva essergli decisamente riconosciente dopo che aveva viaggiato in un altro mondo solo ed esclusivamente per aiutarla. Era una reazione normale quell'agitazione, giusto?
Spike, dall'altra parte, cercava con costanza il contatto con lei e, se quei 'sbadati' sfiorarsi erano un passo, lui non si sarebbe scomodato a smettere di scontrare la propria mano con quella di lei.
"Spike..." esordì la ragazza dopo qualche minuto, imbarazzata, sperando che una conversazione potesse distrarla. Da quando era tanto agitata con Spike?
"Sì?"  l'aveva ascoltata lui, lanciandole una breve occhiata.
"Cosa pensi ci sia di diverso... Qui?" domandò dopo qualche secondo, serrando le proprie mani in pugni per qualche attimo, per poi rilassarle nuovamente.
"Me lo chiedevo anche io prima... Non so quanti cambiamenti possa avere portato su di te la mancanza di Angel..." spiegò calmò il vampiro biondo, guardando con attenzione le fronde degli alberi che costeggiavano le strade in quel piccolo viale "Quanto manca alla casa della rossa?" domandò dunque cambiando discorso lui.
"Pochissimo. Un paio di minuti" rispose prontamente Buffy, vedendo già, poco distante, spuntare la villetta a schiera dove abitava la sua amica "Comunque, tornando al discorso di prima, non ho la minima idea di come mi presenterò..." proseguì dunque la bionda riferendosi a come potesse essere la lei del nuovo universo.
"Magari... Sarei davvero felice" accennò dopo qualche secondo accennando un sorriso, che a Spike non sfuggì affatto.
"Beh, io sono sollevato all'idea di esistere" si limitò a dire il ragazzo, sorridendo anch'egli. Si fermarono, ormai giunti di fronte la porta della casa. La cacciatrice bussò un paio di volte, sperando tanto che anche in quella dimensione, Willow vivesse lì.
Una donna di mezza età, ma decisamente ben tenuta le aprì, squadrando prima con disapprovazione il biondo, per poi sorridere a Buffy "Oh, ciao cara"
"Salve signora Rosemberg, mi chiedevo se Willow fosse a casa" disse cordialmente e sollevata la cacciatrice, sfoderando un tono di voce decisamente troppo falso per il vampiro.
"Sei fortunata, è appena rincasata." rispose apprensiva la donna, per poi voltarsi e dirigersi in un'altra stanza, segno che la stava andando a chiamare.

Willow li aveva invitati ad entrare immediatamente, sfoderando un'incredibile sicurezza anche di fronte a Spike, cosa decisamente atipica se messa a confronto con la timidezza e l'insicurezza della Willow della loro dimensione. Si erano diretti in salotto. La madre era andata di sopra, in camera da letto, decisa a riposarsi dopo una lunga settimana lavorativa; infondo era una donna decisamente impegnata.
Buffy e Willow si accomodarono sul sofà che spiccava chiaramente al centro della stanza, mentre Spike si accostò al muro a braccia conserte, non perdendo mai la propria -tipicissima- strafottenza.
"Che succede, ragazzi?" domandò la rossa sorridendo ad entrambi. Buffy, prontamente, già preoccupata per una possibile reazione di lei, le afferrò le mani, stringendole nelle proprie, in un gesto affettuoso e quasi materno. L'amica divenne improvvisamente seria "Ehi... Cosa..?"
"Willow, devo dirti una cosa" disse la cacciatrice, guardando attenta gli occhi dell'amica, per poi mordersi il labbro inferiore. Lanciò uno sguardo a Spike, il quale, vedendo la propria Goldielocks tanto preoccupata, fece qualche passo nella loro direzione.
La rossa squadrò prima il vampiro, poi la bionda, totalmente confusa "Non ditemi che si parla di matrimonio"
Buffy sbiancò. William fece altrettanto, per quanto il pallore cadaverico potesse permettere.
"Matrimonio? Stai cherzando, spero! Ho diciassette anni!" esclamò la cacciatrice, aumentando il tono di voce e lasciando le mani dell'amica, mentre Spike aveva iniziato a tossire innervosito. Per quanto fosse cotto della cacciatrice, il matrimonio era decisamente troppo.
"E poi, con Spike?" accennò dunque indicando il vampiro, che non potè evitare di sentirsi incredibilmente infastidito da quella aggiunta della ragazza.
"Ehi!" esclamò dunque il ragazzo offeso, lanciandole un'occhiataccia velenosa.
"Beh, scusami... E comunque non sarai certo diciassettenne a vita... Scusate" fece dunque mortificata Willow, sfoderando un'espressione decisamente intimidita da quelle reazioni -a suo parere- esagerate.
Buffy scosse la testa, sperando di scrollarsi quel momento di completo imbarazzo di dosso, sospettando seriamente del fatto che sarebbe nuovamente riuscita a guardare Spike negli occhi. 

Quei bellissimi occhi... Così blu... tanto da poterci annegare...

Si morse il labbro. Ma che le prendeva? Non era minimamente il momento per simili riflessioni. L'adolescenza e gli ormoni che essa comprometteva, la stavano deviando. Non c'era dubbio. Scosse nuovamente il capo, pensando alle parole migliori per parlare all'amica.
"Ciò che dovevamo dirti era che-" "Sei incinta!" esclamò la rossa, interrompendola e facendola nuovamente imporporare imbarazzata.
"I-Incinta... E di chi dovrei esserlo, di grazia?" domandò la cacciatrice esasperata e scossa al medesimo istante, mentre Willow non si scomodava a farsi tutte le sue domande, rimanendo calma e seduta sul divano.
"Spike, ovviamente... Certo, non so quanto possa essere possibile visto che è un vampiro, ma-" "Ovviamente?" questa volta fu Buffy ad interrompere l'altra. Il tutto mentre il demone biondo, alle spalle delle due, stava ormai per crollare svenuto sul pavimento. Ringraziò mentalmente la timidezza della Willow proveniente dalla propria dimensione.
"Beh, certo..." disse la rossa, ora improvvisamente con un tono di voce più basso. Squadrò i due con una spaventosa ovvietà nello sguardo "Infondo state insieme" aggiunse poi con la sua tipica sincerità.

Spike si era irrigidito immediatamente. In quell'universo, non solo Peaches era un'ombra patetica e nulla, ma lui era addirittura il ragazzo di quella meravigliosamente determinata cacciatrice? Avvertì improvvisamente un'invidia nei confronti dell'altro se stesso, invaderlo. Guardò Buffy, non altrettanto contenuta. Se il vampiro si era limitato ad irrigidirsi ed a sussultare leggermente, la ragazza aveva aggiunto al tutto un boccheggiare sconclusionato e silenzioso e si era morsa un paio di volte il labbro inferiore. Improvvisamente i pezzi di quel bizzarro puzzle, che lei stessa aveva creato, si stavano sistemando, ed una curiosità prese all'istante possesso di lei. Eppure, doveva concentrarsi su altro. Non era il momento di fare la bambina.
Si voltò verso il vampiro, incontrandolo fermo sul posto, con gli occhi sgranati, ma non palesemente agitato come lei. Non appena lui abbassò lo sguardo su di lei, Buffy avvampò, voltandosi poi nuovamente. Era imbarazzata, ed il fatto che lui fosse costantemente troppo bello, comprometteva la situazione.
"Ehi, c'è qualcosa che non va?" domandò improvvisamente Willow, dopo avere notato le reazioni dei due.
"Effettivamente... Sì" si limitò a rispondere concisa la cacciatrice "Vedi, noi non siamo esattamente i Buffy e Spike che conosci tu" aggiunse poi accennando un sorriso sghembo e completamente falso.
"Che significa?" fece allarmata la rossa, ora irrigiditasi. Il battito cardiaco era improvvisamente aumentato, notò Spike, riconoscendo all'istante  la tipica paura e ritrosione della ragazza -quella della propria dimensione-.
"Noi... Veniamo da un'altra dimensione... In cui un determinato avvenimento che da me è accaduto, qui non si è mai verificato" spiegò la bionda, sputando tutto velocemente, sperando di essere stata sufficientemente chiara, poggiando poi una mano sulla spalla dell'amica.
"Cosa? Ma è...-" "Senza senso? Lo sappiamo" intervenne il vampiro sorridendo, facendosi più vicino "Ma abbiamo bisogno del tuo aiuto" concluse poi sempre Spike, cercando lo sguardo della rossa di fronte a loro.
"Il mio?" domandò spaesata lei, scuotendo il capo non capendo "Io non so come sia possibile... I-Io"
"L'altra te, quella della nostra dimensione, mi ha detto che sarei dovuto venire da te.." fece prontamente il ragazzo "E mostrarti questo" aggiunse estraendo dalla tasca il cristallo viola. Willow lo guardò attentamente, per poi guardare le due persone di fronte a lei. Le sembrava surreale pensare che non fossero davvero i due che conosceva.
"Mi dispiace, ma io... Io non so cosa fare" soffiò improvvisamente mortificata la ragazza, facendo avverire un improvviso terrore ai due con cui stava parlando. Che significava? Come era possibile?

Buffy scattò in piedi, lo sguardo basso, ed iniziò a ripercorrere più e più volte la stanza, riflettendo attentamente. Spike la guardava confuso.
"Immagino tu ti stia divertendo, love, ma-" "Zitto! Mi deconcentri" lo ammutolì prontamente lei, facendo chiudere immediatamente la bocca al vampiro, che si voltò in direzione della rossa ironico.
"Sì, stiamo proprio insieme" scherzò poi con Willow, che non potè trattenere un sorriso divertito. Notò quegli atteggiamenti leggermente diversi dal solito, ma comunque tanto tipici dei due. Se non le avessero niente, probabilmente, non la avrebbe mai notata, la differenza.
"Ho capito!" esclamò poi Buffy, distraendo l'altra dai propri pensieri.
"Capito, cosa?" domandò il vampiro, estraendo dal proprio spolverino il pacchetto di Marlboro ed estraendone una, portandosela alle labbra, per poi accenderla con il suo accendino di sempre. Lo stress stava prendendo possesso di lui, ma non voleva darlo a vedere. Doveva continuare a sembrare quell'incredibilmente sicuro vampiro centoventenne.
"Perchè Willow non sa cosa sia quel cristallo!" esclamò la bionda sorridendo, decisamente orgogliosa delle proprie conclusioni "La Willow della nostra dimensione è diventata strega per vari motivi... Al centro di tutti indovina chi c'era?" domandò la ragazza sempre più fiera di sè.
"Immagino il vampiro con i tacchi" rispose il biondo soffiando via il fumo dalla propria bocca ed ironizzando brutalmente.
"Esatto!" esclamò soddisfatta la cacciatrice, accorgendosi solo dopo della velata offesa "Ehi! Lui non porta i.." si fermò, mentre Spike la incitava con un gesto a proseguire la sua teoria. Lei sbuffò appena, per poi tornare a parlare "Comunque sia, sì... E dunque, siccome qui io non ho mai incontrato Angel, Willow non è mai dovuta ricorrere alla magia per aiutarmi, ergo, non è una strega! E' solo... Willow!" concluse la bionda con semplicità.
"Non fa una piega" si limitò ad accennare il vampiro, riferendosi al ragionamento di Buffy.
"Ehi, quindi io nel vostro mondo sono una strega? Cioè... Wow" intervenne orgogliosa la rossa, facendo sorridere la bionda poco distante.
"Già... davvero entusiasmante, no?" scherzò il biondo, continuando a consumare la propria sigaretta "Ed ora, visto che sai questo, dovresti illuminarci su come sia andata tra noi in questo univers-" "Spike!" lo ammonì la cacciatrice interrompendolo.
"Che c'è? E' lecito chiederlo! E poi so benissimo che sei curiosa quanto me, pet" si limitò a dire lui, capendo perfettamente come stesse effettivamente Buffy. In effetti, era proprio quella la curiosità, che poco prima aveva iniziato a divorarla: voleva sapere come fossero finiti insieme in quella dimensione.
"Oltretutto" tornò a parlare il biondo "Fino a che l'altra Willow non troverà una soluzione dalla nostra dimensione, dobbiamo passare il tempo, perciò..." concluse allusivo, facendo cedere la cacciatrice, che in risposta si accomodò a sedere vicino al vampiro, mentre Willow ascoltava divertita quello scambio di battute, riportando alla mente i primi incontri 'civilizzati' che c'erano stati tra Spike e la cacciatrice.
"Beh... Spike è arrivato in città pochi mesi dopo che Buffy si era trasferita a Sunnydale" esordì la rossa, facendo capire immediatamente ai due di fronte a lei come, per un solo cambiamento, la storia si fosse effettivamente svolta in tutt'altro modo.
"Uccise il Consacrato non appena arrivato.." continuò poi, facendo sussultare la cacciatrice. Mentre Spike si limitava a riflettere; lui aveva effettivamente ucciso quel ragazzino-vampiro, ma dopo la morte del maestro.
"Diceva che... Tutte quelle preghiere e assurdità non erano per lui e poi amava il mondo come era e non voleva che cambiasse più di tanto..." parlò la rossa riportando alla mente gli anni addietro "Così, all'inizio pensammo che, beh... Avevamo un alleato. Grazie a lui, il maestro non risorse... Ma presto dovemmo ricrederci." spiegò la ragazzina, non potendo evitare di pensare quanto strano fosse raccontare quella storia di fronte ad un altro Spike "Abbiamo iniziato a fare ricerche, notando uccidesse umani. Abbiamo scoperto che aveva ucciso due cacciatrici, e Buffy, la nostra Buffy, decise di ucciderlo... Eppure, non ce la faceva mai. Ci rivelò di averlo trovato  immediatamente ironico... Divertente aggiunse, se non sbaglio" sorrise la rossa, mentre Spike lanciava qualche occhiata alla cacciatrice, che si limitava ad annuire alle volte. Eppure, per quell'ultima frase, lo aveva notato un sorriso sorgere sul suo viso.
"Eppure doveva eliminarlo, ma i loro poteri si equivalevano. Loro... Conversavano durante i combattimenti. Erano davvero sarcastici... Ed era palese il fatto che non riuscissero ad odiarsi. Erano spaventosamente simili" ricordò la ragazza "Un giorno, però, accadde una cosa." disse lei rabbuiandosi improvvisamente  "Spike scomparve e Buffy lo notò. Passarono settimane, ed il vampiro non si faceva mai vivo... Buffy ipotizzò che se ne fosse andato. Pensò che, magari, aveva ripreso Drusilla ed erano fuggiti nuovamente, alla ricerca di nuove mete"
Di fronte il nome di Drusilla, Spike si era immediatamente irrigidito, cosa che la cacciatrice, al suo fianco aveva notato, rammaricandosene. Ma perchè poi? Drusilla infondo era la sua amata. La donna che amava incondizionatamente da oltre cento lunghissimi anni.

Avvertiva una strana nausea allo stomaco.

"Passò un mese... Buffy andava avanti con lo sconfiggere demoni sulla bocca dell'inferno... Poi una sera alla sua porta bussò proprio lui, Spike. Era diverso dal solito. Era così... Malato." mormorò la ragazza, mentre il vampiro udiva con attenzione, apprensivo nei suoi stessi confronti.
"Malato?" domandò Buffy, sorprendendo Spike, che era già pronto a porre la stessa domanda. Avvertì una sensazione piacevole di fronte quella -apparente- apprensività. Quasi pensò che lei si preoccupasse per lui.
La rossa annuì, per poi tornare a parlare "Lei lo ospitò a casa sua... Durante quel mese di assenza, lui era stato catturato da una sorta di commando che gli aveva impiatato un cip nel cervello che non gli permetteva di mordere o ferire gli umani... Insomma, aveva passato moltissimo tempo senza nutrirsi. Lei gli procurò sangue di maiale e... Gli permise di vivere nel proprio scantinato."
"Commando?" fece confuso il vampiro "Del tipo militari da film di fantascienza?" domandò poi ironico, cingendo la sigaretta tra indice e medio.
"Effettivamente sì..." sorrise Willow "Comunque, lui restò a casa di Buffy, nello scantinato. Joyce lo adorava, e non si impose più di tanto. E beh... Spike, iniziò a parlare sempre di più con Buffy e... Si innamorarono." soffiò la rossa ostentando un sorriso ammaliato.
"Inizialmente, lei era timorosa... Ma un giorno lui la salvò da una follia ideata dal consiglio degli osservatori, e così gli crebbe e lentamente iniziò a  contraccambiarlo... Anche se penso che lo abbia sempre amato" concluse la rossa guardando di due negli occhi, entrambi decisamente sorpresi da quella storia.
Solo dopo qualche minuto, Spike tornò a parlare "... E Drusilla?" soffiò.
Willow trasformò totalmente il proprio sorriso "Il commando la... Eliminò"
Quella scoperta colpì prepotentemente il vampiro, che avvertì quella rivelazione decisamente dolorosa. Forse lei non lo aveva mai amato nemmeno in quella dimensione, ma lui sapeva bene quanto forte fosse stato il sentimento nei suoi confronti, e poteva perciò immaginare quanto avesse sofferto il suo alias. Fu un tocco leggero a riportarlo al presente. Abbassò lo sguardo sulla propria mano, incontrandola avvolta da quella di Buffy, completamente apprensiva nei suoi confronti. Improvvisamente il dolore svanì. Le sorrise, e lei fece altrettanto.
Willow finse di non notare quegli accenni, rimanendo in silenzio. Come potevano essere tanto ciechi? Come potevano non capire che c'era un filo che li univa?
Improvvisamente crebbe al destino, ed al fatto che, in qualsiasi dimensione ci si trovasse, quell'amore era impossibile da dissolvere. Buffy e Spike, anche quelli di fronte a lei, erano fatti per stare insieme.

Fu un telefono che squillava, a distrarla dalle proprie riflessioni. Si alzò, scusandosi con i due presenti ed afferrando la cornetta rispondendo "Casa Rosemberg, posso aiutarla?"
"Willlow, sono Giles... C'è un problema." la voce del bibliotecario le giunse alle orecchie decisamente agitata.
"Problema? Di che si tratta?" domandò la rossa, facendo scattare in piedi gli altri due presenti alla parola 'problema'. In ogni dimensione ci si trovasse, Sunnydale era sempre Sunnydale: la vecchia ed affidabile bocca dell'inferno.
"Buffy... E', beh" prese una breve pausa, in cui la ragazza al telefono lo immaginò ripulire gli occhiali "Scomparsa" concluse poi.
"Arrivo subito" si limitò a dire Willow prima di riattaccare. Guardò i due presenti, non sapendo se coinvolgerli. Eppure, quella poteva essere una soluzione; Giles era indubbiamente un esperto dell'occulto.
"Seguitemi"

"E' stupefacente" commentò semplicemente il bibliotecario, osservando incuriosito i due 'nuovi arrivati'. Wilow aveva deciso di spiegargli l'accaduto, ed il risultato era stato un osservatore decisamente appassionato alla faccenda. Ora erano tutti riuniti nella casa dell'uomo. Lui, Xander, Willow ed i Buffy e Spike di una nuova dimensione.
"Una cosa è certa, love" prese a parlare dopo qualche secondo il vampiro, guardando la cacciatrice, che gli rivolse immediatamente attenzione "In qualsiasi dimensione ci troviamo, Giles rimane sempre un pidocchioso inglese, con i suoi stupefacenti termini altrettanto angolsassoni" concluse ironicamente canzonando l'osservatore, mentre l'uomo si limitava a lanciargli uno sguardo decisamnte seccato. La cacciatrice, invece, sorrise, pensando a quanto tipica di lei fosse una battuta simile.
"Quindi... Questi non sono i nostri... Innamorati?" intervenne Xander dal fondo della stanza, mangiando una ciambella ripiena di marmellata, più concentrato su essa che su altro.
"Già! E dovevi vedere come hanno reagito quando gli ho detto che lo erano!" scherzò Willow, ricordando le espressioni che le avevano rivolto i due quando si era lasciata scappare il fatto che stessero insieme. Xander rise di gusto, mentre Spike restava decisamente allibito dalla sopportazione che il moro gli riservava. Non poteva scambiare i due Harris? Sarebbe stato divertente.
"Oltretutto ha anche la gemma di Amara... Insomma, credevo fosse davvero il nostro Spike.. Come per Buffy" tornò a parlare la -in quell'universo- mancata strega, sorridendo all'amico.
"Ma... Come mai nel vostro universo siete alleati? Per il cip?" domandò poi Xander prendendo un morso della ciambella, gustando il delizioso sapore della marmellata di ciliegie dentro essa.
"Cip?" domandò la cacciatrice "Ma Spike non ha un cip!" esclamò poi divertita, mentre Giles in risposta indietreggiava allarmato.
"Stai dicendo che è in grado di uccidere?" domandò dunque l'osservatore, palesemente allibito dalla possibilità.
"Esatto, Rupert. Ma non allarmarti, non lo farò. Io e Godielocks abbiamo fatto un patto!" esclamò ironico immediatamente il vampiro, non potendo però nascondere un incredibile orgoglio di fronte la paura dell'osservatore. Amava vedere certe reazioni per la sua vista.
"Un patto, Buffy?" domandò sbalordito l'uomo, rivelgendosi questa volta alla bionda, che si limitò a sorridergli mortificata. Era palesemente contrario a quell'improvvisa scoperta, ed immaginava che anche il Giles della propria dimensione, le avrebbe rivolto la medesima espressione.
"Ehi! Lei non è il mio Giles! E comunque, l'ho fatto per salvarla, se le può interessare!" esclamò la ragazza prontamente "Il mio ragazzo la stava torturando e Spike era l'unico a sapere dove vi trovavate!"
Tutti nella stanza ammutolirono. Effettivamente, se analizzata da un occhio esterno ed ignorante a riguardo, tutta quella storia poteva apparire decisamente bizzarra.
"Wow...La vita della nostra Buffy, a confronto, è una vera passeggiata" fece sarcastico Xander, facendo sorridere Spike.
"Ecco perchè siamo finiti qui" scherzò il vampiro, ottenendo come risposta solo che un mezzo sorriso da parte della bionda "Volevamo una pausa dalla Bocca dell'Inferno più folle tra tutte le dimensioni!"
"Beh, io ho sentito parlare di una dimensione fatta solo di gamberetti!" intervenne Willow divertita.
"Oh, basta con questi gamberetti!" Esclamò la cacciatrice ironica, ricordando come, quella mattina stessa, mentre era a casa dell'amica alla ricerca di incantesimi per fermare Angelus, si fossero scontrate in una formula per evocare quei piccoli e deliziosi crostacei.
Il biondo la squadrò confusa. Effetivamente lui non c'era quando la cacciatrice e l'amica avevano avuto quel bizzarro scambio di battute "Non voglio sapere" accennò semplicemente sghembo.
Buffy sorrise, per poi guardarsi intorno confusa "Ehi... E Oz?" domandò poi, notando la presenza mancata del lupo mannaro tanto amato dalla rossa. Willow sussultò leggermente "Beh, in questi giorni è impegnato con le alcune date nei dintorni... La sua band piace" rispose soddisfatta. Era sollevata al pensiero che anche la se stessa dell'altra dimensione avesse il proprio fantastico e dolcissimo Daniel Ozburne.
"Fantastico, allora!" esclamò Buffy sorridendo dolcemente all'amica "E... Cordelia?"
Xander scoppiò in una fragorosa risata udendo quella domanda. Distolse -miracolosamente- la propria attenzione dalla sua amata ciambella, concentrandosi sulla cacciatrice di fronte a lui.
"Probabilmente la divinità di Sunnydale si sta sollazzando su una delle tante spiagge in Francia" commentò poi sarcastico, lasciando Buffy decisamente sorpresa da quella reazione.
"Quindi, in questa dimensione non state insieme?" domandò poi la bionda, facendo impallidire l'amico che aveva appena ironizzato tanto crudelmente.
"Scherzi, cacciatrice? Sei più sorpresa dal fatto che non stiano insieme piuttosto che dalla realizzazione che conosca il termine 'sollazzare'?" intervenì il vampiro, decisamente divertito dal momento.
"Aspetta..." disse prontamente Xander, fingendo di non avere udito il velato insulto nei suoi confronti da parte del vampiro "Mi stai dicendo che nella tua dimensione... Io e lei..." concluse poi allusivamente.
Buffy annuì decisa, mentre Harris, di fronte quella realizzazione, sorrideva orgoglioso "Alla fin fine il tuo universo non è poi così male.." commentò dunque.
"Già!" si intromise una Willow decisamente euforica "Pensa che io, non solo sto con Oz, ma sono anche una strega!"
"Effettivamente solo io e Buffy ce la caviamo maluccio..." commentò Spike dopo qualche secondo di riflessione.
L'inglese sospirò, decisamente confuso e spossato dalla strana situazione andata a crearsi. Oltretutto, trovava le reazioni dei presenti decisamente troppo felici ed eccitate vist la temporanea prigionia in quella nuova dimensione. Si tolse gli occhiali sottili, per poi pulirli leggermente prima di riindossarli. Doveva riordinare le proprie idee.
"Bene..." mormorò infine muovendo un paio di passi in direzione della cacciatrice "Ormai è tardi... Questa notte dormirai da tua madre. Porta anche Spike" disse l'uomo, facendo allarmare leggermente Buffy "E l'altra me? La lasciate morire?"
"Non preoccuparti. So dove è Buffy. Poco fa mi ha chiamato da un telefono pubblico e domani vi spiegherò tutto... Ha detto che è qualcosa che al momento può gestire" rispose l'osservatore, per poi prendere nuovamente fiato "Oltretutto, tu devi tornare a casa, così da non fare preoccupare Joyce. Se vedesse che non torni... Si preoccuperebbe a dismisura, e non è il caso." concluse l'uomo, per poi congedare velocemente tutti.

Buffy sospirò. La situazione che era andata a creare, perchè, sì, era stata lei stessa a combinare quell'orribile ed imbarazzante pasticcio, era davvero difficile da sostenere. E, se solo fino a pochi secondi prima aveva creduto che il tutto non potesse degenerare, ora che era sull'orlo di portare Spike a casa con sè, da sua madre, doveva ricredersi.





 
Angolo dell'autriceeee!

Allora, è un capitolo lungo, ma credo che i dialoghi lo rendano più scorrevole :') mi sbaglio?

Beh, in queste righe ho voluto sfoderare un po' della tipica ironia Whedoniana che tutti i fan della cacciatrice amano... Poi ci voleva un po' di Giles! Ahaha!
Beh, ecco svelate tutte le sfacettature di questa dimensione... (No, non tutte u.u)! Il prossimo capitolo sarà ad alto contenuto Spuffy... Ed anche un po' dai toni arancioni (non credo cadrò nel rosso), quindi cambierò il rating... Poi, Oh giusto! 

Cosa sarà accaduto alla Buffy della dimensione alternativa? E riusciranno Spike e Buffy (i nostri) a tornare a Sunnydale? Beh... Lo scoprirete presto! ;)

Lasciate una recensione se vi va.. E alla prossima!

-SaraRocker

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Capitolo 15
*** ...Che come latte proibito io ho saggiato ***




 
The Promise

-"...Che come latte proibito io ho saggiato"


 
Buffy osservava la piccola villetta di fronte a lei con il cuore in gola. Sembrava proprio casa sua: le tende dal colore tenue, il giardino ben tenuto e persino la macchina di sua madre era la stessa. Alle volte dimenticava di trovarsi in una dimensione differente rispetto alla sua. Lanciò un'occhiata alla finestra del salone; la luce era accesa. Immaginò sua madre intenta a guardare un nuovo episodio di Passioni, oppure l'ennesima replica di un assurdo film romantico, quelli che anni prima piacevano anche a lei, ed il cuore le arrivò in gola. Da quanto tempo non la vedeva? Forse ormai da un mese. Non ne era certa, in quel periodo aveva completamente smesso di riflettere sui giorni che trascorrevano. La sola cosa che sapeva era che il sole portava con sè il giorno e che la luna accompagnava la notte.
Avvertì una fitta al petto pensando all'ultima conversazione avuta con Joyce, ricordando bene lo sguardo deluso della donna e le parole che lo avevano accompagnato. Ecco un altro punto in sfavore di Angel: a causa sua, Buffy aveva rinunciato persino a sua madre. Sospirò, continuando a guardare, dritta di fronte a lei, la porta dell'ingresso. Si sentiva terribilmente agitata.
"Andiamo?"
La voce del vampiro la aveva completamente distratta dai propri pensieri. Si voltò, per poi alzare lo sguardo, incontrando i suoi occhi tanto blu, simili al ghiaccio più freddo. Era al suo fianco, concentrato del contemplare la porta che, entro pochi minuti, sarebbero stati costretti a varcare. Giles era stato preciso: dovevano comportarsi come i Buffy e Spike di quella dimensione, non era il caso di procurare a Joyce più agitazione di quanto già il lavoro le desse.
Buffy annuì, rispondendo silenziosamente al ragazzo, non muovendo però alcun passo in direzione della casa. Spike sorrise sarcastico "Non so se il teletrasporto lo abbiano inventato in questa dimensione, love..." scherzò dunque, per poi incoraggiare la giovane "Avanti, vieni" tornò a parlare Spike, compiendo un passo in direzione della casa, per poi voltarsi nuovamente verso di lei, vedendo non si fosse mossa.
"Credi che..." esordì Buffy, per poi bloccarsi, completamente rossa in viso.
"Cosa?" domandò lui, guardandola confuso, decisamente non abituato a quegli atteggiamenti di lei, solitamente più decisa e controllata, attenta a non lasciarsi tanto andare di fronte al vampiro.
"Dovremmo tenerci per mano?" chiese tutto d'un fiato la bionda, abbassando immediatamente lo sguardo. Era imbarazzata dalla situazione. Non fingeva una storia d'amore da quando, in quinta elementare, per fare ingelosire un bambino della sua classe, non aveva dato un bacio sulla guancia ad un altro. 
Il vampiro sorrise, per poi avvicinarsi nuovamente a lei; avvolse la piccola e calda mano della ragazza con la propria, più fredda e grande, per poi portarla con sé fino all'ingresso. Bussò un paio di volte, abbassando poi lo sguardo in direzione di quello della cacciatrice, incontrandolo leggermente teso.
Joyce aprì la porta sorridendo, segno che immaginava sarebbero arrivati loro "Bentornati!" fece calorosa, abbracciando la figlia, che si ritrovò costretta a lasciare la presa sulla mano del vampiro. Si ritrovò con il volto sulla spalla della -falsa- madre, avvertendo giungerle al naso l'odore dolce della donna, esattamente uguale a quello che portava la sua reale. Una volta che l'abbraccio si fu concluso, la cacciatrice sorrise.
"Ciao mamma... Scusa il ritardo... Eravamo impegnati in ricerche" inventò dunque Buffy, cercando di mantenere la propria voce ferma, mentre Spike, ancora sulla soglia della porta, si limitava ad annuire di tanto in tanto.
"Nuovo demone?" domandò la donna, volgendo alla figlia un viso preccupato. Buffy si irrigidì. Sua madre era a conoscenza del proprio segreto, accettandolo. Avvertì una forte fitta al cuore pervaderla, ma decise di allontanare quella sensazione velocemente. Non era il momento adatto per lasciarsi andare in troppi sentimentalismi.
"No, Joyce, non si preoccupi" intervenne Spike, notando come la propria Goldielocks fosse impegnata a riflettere "Solo il solito noioso ed allarmato Giles" concluse con un sorriso il biondo.
La donna rise, portandosi una mano di fronte alla bocca, come a darsi un contegno. Eppure, la realtà era che, cosa tipica di ogni Joyce Summers esistente, lei non perdeva mai la propria incredibile classe "Sì, effettivamente Rupert può cadere nel monotono..." si limitò a dire con gentilezza, per poi squadrare confusa il vampiro "Ma che fai ancora sulla porta, Spike? Entra, avanti"
All'istante, la barriera invisibile che aveva impedito al vampiro di entrare, si era dissolta. William era rimasto in silenzio, sperando che la donna si lasciasse scappare un invito, ed alla fine era accaduto. Sorrise, muovendo un paio di passi dentro la casa e chiudendosi la porta alle spalle "Sì, mi scusi Joyce... Stavo semplicemente... Prendendo un po' d'aria."
La donna sorrise, per poi scuotere spensieratamente il capo "Beati voi vampiri! Certamente non soffrite il freddo"
Spike sorrise, accondiscendente. Doveva ammettere che, nonostante il primo spiacevole incontro, Joyce gli era sempre parsa una donna assolutamente fine, educata ed elegante. Riusciva perfettamente a paragonarla alla sua povera defunta madre, anche solo guardandola. La osservò muoversi in direzione della cucina, lasciando i due soli. Alchè, Spike si accostò a Buffy "Ehi, tutto ok, pet?" le domandò sottovoce, cercando il suo sguardo, afferrandole delicetamente il mento tra pollice ed indice, ed inclinandolo verso l'alto, così da potere vedere i suoi occhi verdi.
Buffy parve rifletterci, per poi sospirare, non trovando alcuna effettiva ragione per cui dovere mentire a Spike "E' solo che... Mia madre sembra così accondiscendente qui" spiegò con un filo di voce, riferendosi a come invece, fosse stata trattata nella propria dimensione di fronte alla consapevolezza della sua doppia vita.
"Ehi..." la esortò lui, cercando di farla sorridere "Non devi preoccuparti... Magari per fare accettare la verità a tua madre, l'altra Buffy ha faticato quanto te" spiegò poi il vampiro usando una voce gentile. La cacciatrice annuì un paio di volte, per poi sorridere. Guardò il viso del ragazzo di fronte a lei con attenzione; analizzò la cicatrice sul suo sopracciglio, trovando persino essa affascianante; osservò gli occhi azzurri e profondi di lui, giurando di potere notare in essi una luce nuova e dannatamente umana. Vide poi le sue labbra, così belle ed invitanti da farla morire di desiderio. Le guardò per attimi -a parere di lei- infiniti, per poi, dopo qualche minuto, rendersi conto, di quanto effettivamente vicino al suo viso fosse. Si allontanò impulsivamente, muovendo un paio di passi all'indietro, inciampando a causa del gradino dietro i suoi piedi. Spike intervenne prontamente, tenendola per i fianchi, evitandole una spiacevole caduta.
Joyce, intenta a ritornare dalla cucina, li ritrovò così. Erano attaccati l'uno all'altra. Lui con una mano sul fianco di lei, e l'altra sulla schiena, così da tenerla perfettamente a contatto con il suo petto. Buffy, invece, era completamente rossa in viso, le labbra semiaperte e le mani entrambe poggiate sul petto del vampiro. Non appena i due notarono la donna, si staccarono velocemente, in modo decisamente goffo.
"Oh, avanti..." sorrise Joyce divertita "Lo sa tutta Sunnydale che state insieme... E poi, non sarebbe la prima volta che vi vedo in un momento.. Intimo" spiegò la donna, incalzando pericolosamente sull'ultima parola, facendo imporporare ancora di più Buffy.
"M-Mamma!" esclamò imbarazzata la bionda, ancora destabilizzata e confusa dal contatto tanto avventato con il vampiro. Non riusciva a spiegarsi tutte le reazioni che la avevano improvvisamente presa. Per quale ragione era tanto imbarazzata? Perchè il suo cuore batteva così forte? E perchè lo aveva desiderato?
"Scherzo, Buffy! E lo sai... Unica cosa, andate in camera vostra se volete fare.." si bloccò, riflettendo, per poi agitare una mano dirigendosi in salone "Voi-sapete-cosa!" concluse divertita, accomodarsi poi sul divano in sala, guardando la televisione.
Buffy, che aveva ben compreso che con 'camera vostra', la madre intendeva la stanza della giovane, avvertì l'agitazione montare. I Buffy e Spike di quella dimensione condividevano addirittura la camera?
Si stupì della propria reazione. Infondo anche lei, nel proprio universo, condivideva letto, casa e camera con il vampiro. E allora perchè tutto le parve completamente diverso ed... Impegnativo?
"Avanti, cacciatrice, andiamo" la esortò Spike, afferrandole la mano e conducendola insieme a lui al piano di sopra. Lui era decisamente più controllato rispetto la bionda. Continuava a recitare con assiduità, decisamente abile e capace.

Giunsero nella camera di lei. Buffy si guardò intorno, trovando lo spazio completamente diverso da come era il proprio. I mobili, il letto e la tappezzeria erano i medesimi, ma il resto era tutt'altro che simile. Innumerevoli lettere erano appese ovunque, tutte scritte in modo incredibilmente elegante, con un calligrafia degna di uno scrittore d'epoca. Si addentrò sempre più dentro il locale, dimenticando per qualche istante la presenza dell'altro con lei, decisa a concentrarsi sulla propria camera. Guardò le fotografie, vedendole tutte con lei, Willow e Xander, ed alle volte anche con Oz, notando la mancanza di Cordelia. Ma la cosa che realmente più la colpiva era come, in ogni angolo della stanza, ovunque si volgesse lo sguardo, c'erano buste o fogli appesi, scritti in modo divino, probabilmente, sempre dalla stessa persona.
Buffy volse qualche attimo lo sguardo a Spike, trovandolo concentrato a leggere una lettera appesa sullo specchio. Notò come la sua figura non venisse riflessa ed avvertì un incredibile senso di vuoto e dispiacere, nei suoi confronti. Lui le aveva accenato di come si rammaricasse della sua scelta di essere divenuto vampiro, e poteva -forse- comprenderlo; infondo, lei era divenuta la prescelta, l'unica, senza che nessuno le avesse mai domandato nulla. Era semplicemente giunto un uomo che le aveva parlato, la aveva strappata fuori dalla sua splendida vita di neo-liceale, tutta fatta di glitter e ragazzi, e le aveva insegnato a combattere e a salvare il mondo. Risultato? Era morto. 
Quindi, forse sì, poteva capire un vampiro che non era mai voluto di venire tale.
Tornò a guardare le lettere, decidendo di leggerne una delle tante attaccate alla parete. Prese un respiro, per poi iniziare a recitarne una, sussurrando appena.

"Ed anche oggi ti osservo,
Sei forse morta, mio fiore?
Non pare affatto, tu sappia
Che se lo sguardo su di te, ora io volgo,
noto solo il rossore e la nivea pelle,
che come un latte proibito, io ho saggiato.

Dio, solo lui sa quanto e come ho amato
oltre cento anni di perdizione
Schiavo di un corpo morto, mi sento indegno
E desidero fermarmi,
Se fossi in vita mi ucciderei,
E mi domando come un organo tanto dimenticato
Possa amare ancora tanto furiosamente

Sapere che non vorrai è forse la mia meritata dannazione
Mi sento il più blasfemo degli esseri
Ti chiedo perdono, per averti saggiata
Più dolce del sangue, la mia novia vita sei tu

Ti amo

 
William"

La ragazza aveva alzato il tono di voce man mano che leggeva, avvertendo ogni sillaba meravigliosamente ammaliatrice. Quelle parole erano dense come cioccolata, ma al contempo fluide e cristalline come un ruscello inesplorato. Avvertiva chiaramente l'amore trapelare tra un suono  e l'altro, e si era sentita avvolgere completamente. Si era cullata in quelle dolci e brevi righe, dedicate a -un'altra- lei. Eppure, quando aveva letto la firma finale, tremante ed imbarazzata, leggermente sbavata di inchiostro, si era irrigidita, voltandosi istantaneamente verso il vampiro che, nel frattempo, aveva già realizzato chi fosse lo scrittore di quelle infinite pagine che tappezzavano la stanza.
"Tu...?" domandò senza fiato lei, indicando la poesia che aveva appena finito di leggere. 
Lui era completamente impietrito. Non sapeva cosa dire. Non appena entrato, aveva riconsociuto all'istante la propria calligrafia, decisamente troppo elegante ed ordinata, ancora tanto tipica di un nobile inglese dell'ottocento. Aveva avvertito nuovamente quelle fitte all'altezza del petto, dove un tempo c'era un cuore battente, ricordando gli insulti che gli avevano riservato nell'antica Londra. Aveva poi -silenziosamente- imprecato contro l'altro sé stesso, definendolo un damerino, immaginando lo sguardo di Buffy una volta lette le lettere. Ed ora, vedere il suo volto tanto sorpreso, lo stava distruggendo. Eppure, non le aveva scritte lui.
"Anche in questa dimensione sono un poeta decisamente penoso" sorrise Spike, decidendo di sfoderare una delle sue migliori armi: l'ironia ed il sarcasmo. Odiava trattarsi in quei modi, eppure preferiva sentirsi dire certe cose da se stesso, piuttosto che da altri. Abbassò lo sguardo nervoso.
"E' bellissima, invece" disse la ragazza, facendolo sussultare. Alzò il volto, incontrando il suo viso sorridente "E' davvero stupenda"
Spike sorrise imbarazzato "Ma non l'ho scritta io"
"Ne saresti sicuramente capace" rispose prontamente la giovane, sfiorando con delicatezza uno dei tanti fogli di fronte a lei, non potendo evitare di immaginare uno Spike completamente immerso nello scrivere nuove entusiasmanti righe.
"Quindi eri un poeta" dedusse poi Buffy dopo minuti di silenzio, sedendosi sul letto. Il biondo annuì, seguendo il suo esempio ed affiancandosi a lei.
"Bistrattato e incompreso, ma sì."
La cacciatrice non diede peso a quella risposta tanto piena di autocompatimento, non potendo però evitare di sentirsi totalmente in disaccordo a riguardo.

Non è difficile capire il motivo per cui l'altra Buffy si sia innamorata di te...

Quel pensiero la fece irrigidire ed innervosire. Non doveva nemmeno tentare di riflettere su quelle assurdità. Non poteva pensare che fosse semplice amare Spike. Doveva smettere di infatuarsi di persone assolutamente sbagliate. Oltretutto, cercò di ripetersi con coraggio e fermezza, lei amava Angel. Eppure, era la prima volta che quel pensiero appariva tanto debole e sbiadito.
Guardò il biondo, concentrato nel contemplare ancora le pareti tappezzate di poesie d'amore, e realizzò il fatto che erano insieme, nella sua camera. Tornò ad agitarsi. Il solo altro ragazzo che era stato al suo posto, era stato appunto il vampiro moro. Avvertì l'aria mancarle d'improvviso. Spike notò quei cambiamenti in lei, e percepì poi il battito cardiaco intensificarsi.
"Perchè tanto agitata, love?" le domandò dunque, deconcentrandosi dalle poesie e dal resto. Buffy arrossì, abbassando lo sguardo.
"Dormiremo insieme" si limitò a dire con un'ovvietà che lui non comprese nella voce.
"E allora? non è la prima volta" fece lui, alzandosi in piedi e ponendo una piccola distanza da lei, la quale avvertì una sorta di vuoto invaderla. Come poteva sentirsi così solo perchè il biondo aveva mosso un paio di passi per distanziarsi?
"E' diverso" fece sbrigativa la bionda, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e prendendo un grosso respiro. Alzò lo sguardo, trovando un coraggio a lei nuovo. Vide il suo viso contratto in un'espressione confusa.
"Sei in camera mia... E'-" "Intimo?" intervenì lui, facendola sussultare. Si avvicinò fino a trovarsi esattamente di fronte a lei, a pochi centimetri, chinato così da raggiungere la sua altezza. La ragazza annuì semplicemente, non riuscendo a parlare.

Da quando quella parola era tanto sensuale?

Si morse il labbro inferiore, imponendosi di restare calma. Lo avvertì, per l'ennesima volta in quelle giornate che avevano iniziato a susseguirsi, come una tentazione. Eppure, a differenza delle altre volte, in quel momento era qualcosa di più intenso e primitivo a gridare in lei, partendo dal basso ventre, fino ad inumidirle gli occhi, per poi assiderarle la bocca. Era qualcosa di irresistibile.
Guardò le sue labbra, nuovamente troppo vicine, come lo erano state pochi minuti prima, al piano di sotto, ed avvertì il suo cuore pompare nelle sue vene con sempre più forza, come non aveva mai fatto. 
Nemmeno con Angel.

Dall'altra parte, Spike poteva percepire e riconoscere chiaramente ciò che  la cacciatrice di fronte a lui provava, e la realizzazione lo fece leggermente irrigidire. Si trattava di qualcosa che, da parte di quella piccola ed innamorata biondina, non si sarebbe mai aspettato.

Eccitazione.

Certo, aveva notato come la sua eccessiva vicinanza la agitasse, ma non aveva mai creduto ne fosse quella la causa. Era sempre stato convinto si trattasse di quel barlume di lucidità, che le ricordava che lui era ancora un assassino, un demone sempre pronto ad uccidere, ed invece, rendersi conto che era un altro l'istinto a dominarla in quei loro momenti, lo fece confondere, gioire ed accendere; tutto in un secondo.
La guardò: vide il suo sguardo smeraldo lucido dall'eccitazione puntato sulle labbra di lui, ed ogni suo pensiero razionale sfumò.
Non voleva farlo, non in un momento in cui lei era tanto fragile a causa di Angel e sua madre, ma in quell'istante, avendola di fronte a lui, desiderandolo, ogni presupposto che William, da bravo gentiluomo, si sarebbe posto, svanì.

Avvicinò il proprio volto a quello di lei ancora, fino a che, i pochi centimetri che li dividevano, divennero millimetri. Osservò nuovamente i suoi occhi, troppo belli per essere umani e troppo maturi per appartenere ad una diciassettenne, e vi lesse, nuovamente, desiderio. Lei aveva notato l'avvicinarsi lento e  sensuale del viso di lui, ma non aveva avuto le forze di reagire, ed era perciò rimasta ferma ad osservarlo, bramandolo. Poteva chiaramente sentire il suo respiro freddo sul volto, ed era certa che di lì a poco, avrebbe chiaramente avvertito il contatto delle sue labbra, eppure, lui restava fermo, a guardarla semplicemente.

Fu Buffy ad annullare quella distanza. Si tuffò in quella bocca fredda, completamente avvolta dalla necessità di sentirne il contatto, immaginandolo ruvido ed asettico, ma trovandolo dolce, appassionante e fantasticamente frenetico. Non aveva mai baciato nessuno in quel modo, con tanta euforia e passione. A breve le loro lingue inziarono a cercarsi con foga, ed il biondo si portò istintivamente su di lei, facendola sdraiare sul letto, mantenendosi in rialzo -così da non gravarla con il proprio peso- con le proprie mani. Buffy non aveva opposto resistenza, rispondendo mansuetamente ad ogni suo movimento, ritrovandosi presto sotto di lui, avvertendo l'eccitazione aumentare spropositatamente, causandole contrazioni e scariche di pura elettricità in tutto il corpo. Le pareva di essere sotto l'effetto di un meraviglioso afrodisiaco chiamato Spike, qualcosa di cui, aveva paura, non sarebbe più riuscita a fare a meno. Ogni movimento di lui, anche il più semplice, la eccitava a dismisura.
Portò le proprie piccole mani tra i capelli di lui, sentendo il bisogno di avvertire un contatto più diretto, ormai la lucidità era svanita.
Anche lui mosse le proprie mani, iniziando a passarle sopra la maglia di lei, poi sui pantaloni, soffermandosi all'altezza del seno, per poi tornare ad abbassarsi, afferrando i lembi della t-shirt e togliendola. Gliela sfilò dall'alto, mettendo in mostra i piccoli seni avvolti da un reggiseno nero decisamente femminile, il ventre piatto e la pelle liscia e vellutata, all'aroma di vaniglia. Il vampiro si compiacque. Aveva decisamente scelto la più bella e  trasgressiva tra tutte le cacciatrici.
Tuffò il volto tra i suoi seni, quasi divorandoli, mentre Buffy iniziava a gemere non riuscendo a trattenersi. Le emozioni che quell'uomo -bestia- le stava dando, andavano oltre ogni altra avesse mai provato. Durante il suo rapporto con Angel, lui non era mai stato tanto diretto, ergo, tutto 
ciò che il biondo le stava facendo, risultava nuovo ed invitante.
Si morse il labbro inferiore per evitare di gridare nel momento in cui avvertì la sua lingua iniziare a percorrerle con bramosia la lunghezza del collo. 
Decise di sfoderare le proprie piccole e delicate mani, spogliandolo della maglietta, iniziando a prestare le dovute attenzioni ai suoi pettorali non troppo esuberanti, ma perfettamente scolpiti.

Spike, sentendo l'improvviso ardore di lei, avvertì la sua eccitazione crescere maggiormente, ed i pantaloni farsi sempre più stretti. Iniziò a morderle con delicatezza la spalla, per poi scendere sempre più fino ad arrivare ai suoi seni, che stuzzicò con malizia fino a che non la sentì gridare sotto i suoi atteggiamenti esperti.

Le domande che si era posto erano svanite. Aveva smesso di chiedersi se ciò che stavano facendo era giusto o meno, nel momento in cui lei lo aveva baciato, facendo scattare quell'incredibile e furente scintilla tra loro. Ed anche se lo sapeva, di essere completamente infatuato della cacciatrice, ad ogni sfiorarsi che lei gli offriva, avvertiva sensazioni nuove, in grado di risvegliare il suo vecchio cuore intorpidito. Qualcosa che andava oltre ciò che aveva provato con Drusilla.

Improvvisamente scese, iniziando a depositare caldi baci sullo stomaco, poi sulla pancia, fino a giungere al basso ventre. La sentì gemere sommessamente, alchè, senza troppi indugi, le tolse i pantaloni, ormai divenuti scomodi. Fece altrettando con i suoi. 
Immediatamente la cacciatrice avvertì l'erezione di lui premere contro la sua coscia, eccitandosi maggiormente. Spike la stava deliziando con ogni suo tocco, e fu certa che quella sarebbe stata la migliore notte della sua vita, anche una volta che avrebbe recuperato la propria lucidità.

Divennero una cosa sola, ed il vampiro ne fu ammaliato. Potè giurare di avere avvertito il suo cuore battere per qualche secondo. Percepì l'unione con la cacciatrice tanto proibita, quanto giusta. Lui la amava. Spike amava ogni cosa di lei: adorava il suo corpo caldo, che in quel momento giaceva sotto di lui, osannava il suo carattere determinato e folle, ed avrebbe desiderato vivere milioni di momenti accompagnati dalla sua -rara- timidezza o dalla sua dolcezza. Buffy Summers era un essere meravigliosamente unico, e quella notte la cullò e curò, decidendo di pensare, oltre ogni cosa, al suo -di lei- piacere. Scegliendo di non prestare attenzione ai come o ai quando, scegliendo solo lei, e meravigliandosi di quanto, la fortuna potesse averlo graziato.
Improvvisamente dimenticò la gemma di Amara ed i raggi del sole. Era Buffy la sua felicità.







 
Angolo dell'autrice!

Ok, ora potete sorridere! Sì, finalmente lo hanno fatto! xD
Ci ho messo più di 10 capitoli, ma beh... Ecco! Ma, beh.. La fine è ancora lontana! Ricordiamoci la presenza Angel, la dimensione sbagliata e tutto il resto! Anche se credo che il problema più grande sia il risveglio...

Beh, la poesia -sì, penosa ahah- l'ho scritta io :') quindi non meravigliatevi dell'orrore.

Eh... Ci sentiamo al prossimo capitolo... E fatemi sapere che ne pensate di questo!

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Capitolo 16
*** Il Giorno Dopo ***



 
The Promise

-Il giorno dopo





Fece per aprire gli occhi, ma la luminosità dei raggi solari che trapelavano dalla finetra, la infastidirono immediatamente, costringendola a serrarli nuovamente. Si girò dall'altro lato, incontrando un ostacolo di fronte a sé. Allungò le proprie piccole mani in avanti, fino ad avvertire il contatto con qualcosa di freddo: pelle. Sentì poi due braccia avvolgerla completamente, abbracciandola. Immediatamente si sentì rilassata di fronte quei comportamenti tanto amorevoli ed attenti. Sorrise semplicemente, decidendo di non aprire immediatamente gli occhi, preferendo abbandonarsi a quel senso di appartenenza, che le braccia che la circondavano riuscivano a darle. Appoggiò con attenzione e accuratezza le mani sopra quello che aveva dedotto essere un petto, assaporando a pieno il contatto tanto diretto che aveva instaurato. Una delle mani che la abbracciavano, nel frattempo, aveva preso a scivolarle lentamente sulla schiena, prima dall'alto verso il basso, poi viceversa, facendole avvertire un piacevole senso di calore. Sospirò estasiata da quelle piccole attenzioni. Non si era mai sentita tanto amata in una simile situazione.

Il suo sorriso scomparve, ora, decisa a riflettere attentamente. Ricordava bene cosa fosse accaduto quella stessa notte, tra le lenzuola del suo letto. Si alzò di scatto, allontanandosi di qualche passo, fino ad arrivare contro la parete opposta alla stanza. Sospirava affannosamente, completamente sorpresa da se stessa. Si portò una mano di fronte alla bocca, come sull'orlo di gridare, ma rimase in silenzio, semplicemente continuando a scuotere la testa da destra a sinistra, in completo dissenso. Solo in un secondo istante si rese conto della propria nudità, totalmente ostentata di fronte lo sguardo, anch'esso sorpreso, del vampiro ossigenato. Cercò di coprirsi con le mani, sentendosi completamente in imbarazzo.

Come era potuta andare a letto con Spike?

Si sentiva sporca ed una traditrice. Quella notte, completamente assorta dalle meravigliosi attenzioni donategli dal vampiro, aveva dimenticato Angel, finendo con il tradirlo con niente popodimeno che William Il Sanguinario. Rinunciò presto all'idea di coprirsi, capendo che ormai era troppo tardi e si portò una mano alla fronte; la testa che le girava.
Continuavano a tornarle alla mente quei momenti traboccanti di passione che, era sempre stata certa, avrebbe vissuto solo con il moro e misterioso vampiro, ma che ora doveva ammettere di avere provato unendosi a Spike. La cosa che più la infastidiva era come non riuscisse ad incolpare quest'ultimo del tutto, ritenendosi prettamente responsabile dell'accaduto. Infondo era stata lei a baciarlo per prima, e sempre lei a richiedere un contatto sempre più approfondito. Aveva avuto tutte le occasioni di fermarlo, ma non l'aveva mai fatto, e le era piaciuto a dismisura. Troppo perchè potesse ammetterlo. Ricordava chiaramente i propri gemiti, sfuggiti al proprio controllo, ed al solo pensiero avvertiva il volto riscaldarsi.
Guardò nuovamente il vampiro, ancora con quell'espressione assorta in viso, ed una scarica elettrica le attraversò completamente la spina dorsale, in tutta la sua lunghezza. Se solo guardarlo le provocava quelle fitte, non voleva pensare a cosa sarebbe successo se si fossero nuovamente baciati.

Quelle sue labbra, così dolci...

Scosse il capo. Non doveva nemmeno rischiare di fare simili pensieri. Pareva facile autoimporsi di smettere di pensare, magari per sempre; eppure, le bastava alzare lo sguardo in direzione dei suoi occhi blu, per rivedere tutto, e rischiare di ricaderci nonostante i sensi di colpa. Era davvero affascinante. 
Tornò a scuotere il capo. Lei doveva amare un umano, così come ogni altra ragazza al suo posto avrebbe fatto. Oppure, cosa di cui era sempre stata certa, averbbe vissuto con il pensiero di Angel per il resto della sua vita, potendo sopravvivere semplicemente pensandolo. Il loro era un amore eterno, romantico e casto, perciò perfetto. Ed allora perchè, le bastava il semplice viso del biondo per farle salire nuovamente la libidine? Per quale ragione, anche prima di quella notte appena passata e vissuta, aveva sempre trovato William profondamente attraente, per ogni aspetto? Oltretutto, il fatto che Spike non avesse un'anima doveva disgustarla. E allora perchè improvvisamente quel dettaglio fondamentale le pareva superfluo?

Improvvisamente, una realizzazione la fece irrigidire. Lei stava pensando solo a se stessa, riflettendo su quanto meschina fosse stata nell'accantonare il pensiero di Angel, eppure anche lui, nel suo piccolo, doveva essere profondamente scosso. L'amore di Spike e Drusilla, quello fiabesco che incantava persino lei, quello che anzava avanti prepotente da oltre cento anni e che Buffy aveva sempre invidiato, era stato spezzato, e per crudele mano sua. Si sentì ancora più in colpa.
I suoi occhi si fecero sempre più lucidi, fino a che il suo viso non fu solcato da numerose lacrime. Si portò le mani sul volto, ma ormai era troppo tardi. Spike lo aveva notato.
Si alzò, smettendo di pensare, di essere assorto nella meraviglia che quella piccola cacciatrice emanava, muovendosi nella sua direzione. Stava piangendo. Non credeva che, dopo quella notte, avrebbe pianto. Si era aspettato moltitudini di reazioni, ma quella lo feriva e spaesava completamente. Era disgustata fino a quel punto?

Le si accostò gentilmente, dimenticandosi della propria nudità, ed imponendosi di smettere di pensare alla meravigliosa notte trascorsa, perchè per lui così era stata. Quella appena passata, a parere suo, poteva essere paragonata alla migliore esperienza della sua vita e non; e nonostante questo non potesse cambiare, si sentiva completamente lacerato nel vederla di fronte a sé piangere.
"Ehi..." la rincuorò con un filo di voce, cercando il suo sguardo, che però lei mantenne nascosto sotto i palmi delle sue piccole mani. Continuò a singhiozzare, ormai tremante, mentre lui non osava nemmeno sfiorarla.
"Che succede?" le domandò, sempre tenendosi vicino a lei, seppur senza avvicinarsi troppo alla sua pelle, come potesse bruciarlo completamente, più di quanto già non lo fosse.
Solo dopo quella domanda, giunta a lei dolce ed affettuosa, Buffy decise di deliziarlo, mostrandogli il proprio sguardo verde e profondo, seppur non quanto quello di lui. Si morse il labbro inferiore, trovandosi nuovamente incastrata nei bellissimi occhi del vampiro, per poi rispondere con un soffio "Mi dispiace, Spike... Scusami"
Quelle parole gli risuonavano nella testa perpetuamente, allargandola di un frastuono assordante. Scosse il capo, per poi inclinarlo leggermente, in quel tipico modo colmo di confusione e domande che, normalmente, l'avrebbe certamente fatta sorridere "Di che parli, pet?"
"Ho tradito Angel... Io l'ho dimenticato..." mormorò la ragazza sentendosi sempre più spezzata e scomposta. Udire quelle parole -verità- ad alta voce, e dette oltretutto da lei stessa, faceva improvvisamente apparire tutto più reale "Questa notte io..." si posò una mano sul petto, all'altezza del cuore "Lui non c'era più. L'ho dimenticato"
Spike sussultò, improvvisamente sorpreso dalle parole di lei. Si sarebbe aspettato di vederla disgustata, od irata con lui, ma mai avrebbe osato pensare che lei, durante la notte trascorsa, avesse accantonato il pensiero del moro, per lui. Probabilmente, se solo lei non fosse stata ridotta in lacrime, lui avrebbe sorriso sornione, con quella sua tipica strafottenza che tanto gli apparteneva.
"Io..." cercò di parlare il vampiro, non riuscendo però a trovare nulla da dire. Infondo cosa poteva fare? Dichiararle i suoi sentimenti, venendo poi immediatamente rifiutato? No, non era ancora tanto patetico da permettersi una mossa simile, od almeno così credeva. Fortunatamente fu nuovamente lei a parlare, interrompendolo.
"Mi dispiace..." tornò a dire la bionda abbassando lo sguardo "Ho rovinato tutto... Tu e Drusilla... Io-" "Non devi penarti tanto per Drusilla" intervenne Spike, non potendo pensare che lei si colpevolizzasse per un tradimento mai avvenuto.
Lei scosse il capo "No?" domandò poi affranta "Voi... Voi siete come una favola ed io.." si fermò sospirando pesantemente, lo sguardo vacuo ed afflitto.
"Lei non mi ama." disse infine il biondo, facendo irrigidire Buffy. Non era riuscito a sopportare oltre la tristezza sul volto di lei, ed aveva deciso di intervenire. La cacciatrice iniziò a scuotere il capo non capendo, alchè, Spike tornò a parlare.
"Mi ha lasciato..." sospirò -come se gli fosse necessario farlo- il biondo "Lei... Non mi ha mai amato... Sai, credo di avere male interpretato il rapporto tra un sire ed il proprio child" ironizzò dunque, mentre Buffy lo guardava, le sopracciglia inarcate.
"Ma quando..." cercò di domandare lei, prima che lui la interrompesse, intuendo la domanda che stava per fargli "Quando siamo andati a combattere Angelus, lei... Mi ha detto delle cose e mi ha... Abbandonato" rivelò Spike deglutendo a vuoto, per poi dirigersi nuovamente verso il letto, sedendosi du esso. Lei mosse qualche passo in sua direzione, staccandosi dalla parete, ma non avvicinandosi troppo.
"Ma tu sei rimasto..." soffiò non riuscendo a capirlo "Perchè? Perchè stai combattendo al nostro fianco? Perchè stai sconfiggendo demoni insieme a noi?" domandò improvvisamente lei, ora più padrona di sé, quasi accusandolo di tutte le buone azioni che, recentemente, aveva compiuto. Si bloccò poi qualche istante, come avesse compreso. Lo guardò nuovamente.
"Cosa ti ha detto Drusilla?"
Spike sorrise, prendendo in parte in giro lei, ed in parte schernendo sé stesso "Credevo fossi più intuitiva, Summers" la sua espressione si trasformò, divenendo improvvisamente amara. Era davvero patetico. Si alzò nuovamente in piedi, pur non avvicinandosi a lei, certo che non avrebbe accettato più la sua vicinanza una volta che avesse saputo "Questa notte, per quanto per te sia stata degradante..." sospirò tristemente "Per me è stata meravigliosa"
La ragazza si irrigidì istantaneamente. Spike le stava realmente dicendo ciò che lei pensava? Le pareva inavverabile che lui, William Il Sanguinario, assassino di ben sue cacciatrici, fosse in procinto di dichiararle qualcosa che lui si sentiva in dovere di chiamare sentimento. Lui che, senza un'anima, non poteva essere in grado di provarne. Oppure sì? Recentemente, vedendolo, osservandolo e parlandogli, le era parso davvero incredibile il fatto che quel bellissimo ragazzo biondo potesse essere solo che un guscio vuoto. Le sue parole erano dolci ed apprensive, ironiche e divertenti, ed era certa che tutto quello non potesse trasparire da un essere senz'anima. Perchè lui era diverso dagli altri vampiri?
Pensò poi alle parole che aveva appena pronunciato. Degradante. Lei non aveva mai definito la notte appena trascorsa in quel modo. Le era piaciuta. Ne era stata totalmente inebriata, fino ad esserne estasiata, e ne desiderava ancora, anche in quell'istante, contro ogni sua morale.
"Io non ho mai detto che tutto questo... Sia stato degradante" ammise dunque con un filo di voce, non sapendo come altro rispondere. Spike accennò l'ombra di un sorriso di fronte quella breve frase, per poi tornare serio, ripetendosi che non era decisamente il momento di illudersi.
"Comunque sia... I-Io-" "Ciò che provi non è reale" lo interruppe Buffy, capendo dove l'altro avesse intenzione di arrivare. Il vampiro alzò lo sguardo su di lei, mostrandole quei suoi occhi tanto -troppo- umani colmi di dispiacere e delusione. Era deluso di lei?
"Come lo sai?" domandò il vampiro scuotendo il capo, fingendosi divertito dall'ignoranza della giovane "Come sei certa di ciò che dici? Io sono cambiato... Ho dimostrato in più modi che tengo a te"
"E come?" fece lei, facendo un passo in avanti, avvicinandosi a lui leggermente, fingendo di non conoscere la risposta a quella domanda, mentre invece, erano palesi i modi in cui lui si era fatto tanto spazio nel suo cuore. Perchè sì, nel cuore di Buffy, Spike occupava una piccola parte.
"Ti sono stato vicino..." esordì il biondo, deciso a non arrendersi, non se di fronte a qualcuno che non credeva al suo amore. Lui che era il solo a sapere amare tanto profondamente "Quando eri sola io c'ero... Ho cercato di aiutarti con Angel, ho comabattuto contro Angel lasciando Drusilla  a lui, ti ho sollevata quando eri giù di morale ed ho viaggiato in due universi per ritrovarti..." la sua voce si ridusse ad un sussurro "Ora puoi dirmi ancora che non ti amo?" Il suo volto ora era marchiato da una tristezza profonda. I suoi occhi erano socchiusi, ancora traboccanti di delusione. Non si aspettava che proprio lei non gli credesse, ma infondo, era pur sempre la cacciatrice, no? Era stato sin troppo stolto  nell'innamorarsi di lei, figurarsi venire compreso!
Buffy serrò le proprie mani in due pugni, sperando di potere scaricare in essi tutta la tensione che era andata a crearsi. Voleva fuggire. Voleva scappare e non essere mai più ritrovata, crogiolandosi nel suo amore, ormai palesemente sbiadito, nei confronti di Angel, perchè tutto quello sembrava molto più giusto e meraviglioso che ammettere che Spike, nel suo cuore, ormai c'era. E seppure era abbastanza certa che il proprio non fosse amore, il tutto spaventava comunque.
"Non è questo!" esclamò di punto in bianco, facendolo irrigidire "Il fatto è che sei... Tu."
"Ed i vampiri non possono amare, giusto. Dimenticavo le tue memorabili lezioni di vita..." fece serio voltandosi dall'altra parte rispetto a lei, troppo profondamente scosso per potere sopportare ancora di vedere il suo volto, troppo emotivamente debole per non piangere.
"Non è così! Smettila di parlare se non sai a cosa mi riferisco!" esclamò, ora innervosita, Buffy. Osservò la sua schiena nuda, ammirandone i contorni ed il colore pallido, desiderando ancora toccarla. Scosse il capo tornando in sé.
"Sono stata addestrata per tre anni... E l'unica cosa di cui mi hanno parlato con certezza, era del fatto che, senza anima, non è possibile provare alcun sentimento... Figurarsi l'amore!" cercò di spiegare la bionda sospirando, mentre Spike ascoltava attento, sempre tentando di trattenere il pianto. Tutte le donne che aveva amato lo avevano rifiutato. Prima Cecily, poi Drusilla ed infine Buffy. Si sentiva un perdente su ogni fronte, nonostante le vittorie che aveva ottenuto in oltre cento anni di non-vita.
"Eppure... Tu hai amato Drusilla per tutta la tua esistenza, Spike... Ed io non riesco a capirlo. Io non capisco te. Sei diverso da ogni altro demone. Perchè riesci a controllarti? Perchè hai la concezione di bene e male?" tornò a parlare la ragazza, ponendo quelle domande più a se stessa che a lui "Sei il vampiro più umano che esiste, probabilmente... Ed io non posso accettarlo."
"Che sign-" Lasciami finire, ti prego" lo implorò la cacciatrice, mentre il biondo tornava a voltarsi verso di lei, acconsentendo debolmente.
"Non posso permettermi di dimenticare ciò che sei... Chi sei... Cosa sei" sospirò lei "Io sono la cacciatrice... E tu sei quello che le uccide. Io dovrei detestarti, ed invece a volte dimentico persino che non sei umano"
Quelle parole lo fecero irrigidire. Nessuno mai aveva paragonato Spike all'umanità, e la cosa gli piacque profondamente. Sapeva cosa la cacciatrice intendesse con quelle parole: lei capiva che lui provava sentimenti, forse più prepotentemente di molti altri, divenendone persino schiavo, a tal punto da farle dimenticare quanto invece falsa fosse la sua condizione di vita.
Spike sorrise, facendo scaldare istantaneamente il cuore a Buffy. Persino quelle espressioni erano troppo umane.
"Io non posso accettare che tu... Sia in grado di farmi dimenticare Angel come nulla fosse" concluse infine, ammettendo qualcosa di decisamente troppo grande per lei. Spike era in grado di fare apparire il suo eterno grande amore, come una semplice cotta, facendo sparire all'istante ogni pensiero rivolto al moro con una semplice battuta od uno sguardo di troppo.
Il vampiro era rimasto pietrificato di fronte quella conclusione. Per la prima volta in tutta la sua esistenza si sentì superiore a quell'ombra di vampiro, ed un moto d'orgoglio lo invase. Sapeva bene quanto fosse costato a Buffy ammettere una cosa simile, ed il fatto che lo avesse -per l'appunto-ammesso, significava che per lei, il biondo contava almeno un poco.
Spike fece qualche passo avanti, fino ad arrivarle di fronte. Il cuore di lei batteva all'impazzata, lo avvertiva chiaramente. Vide il sangue che le scorreva repentino nelle vene, ma non lo affamò nemmeno un minimo. L'immagine di una cacciatrice morta era inaccettabile, soprattutto se era lei la suddetta.
Buffy prese un profondo respiro "Questa notte, io... Ho provato emozioni mai provate... E non le dimenticherò"
Il vampiro si fece ancora più vicino, assuefacendosi dell'odore di lei, mentre lei alzava finalmente lo sguardo su di lui, incontrandolo splendidamente bagnato dalla luce solare. Si avvicinarono lentamente l'uno all'altro, nuovamente desiderosi di sentire i loro vicendevoli sapori, quando una voce proveniente dal piano di sotto li fece sussultare ed allontanare.

"Buffy, Spike! Willow vi aspetta in cucina!"

Si guardarono negli occhi entrambi sconvolti da quell'attrazione che li spingeva l'uno verso l'altra, per poi vestirsi silenziosamente, prima di dirigersi di sotto dove la rossa li stava aspettando con molte novità.




 
Angolo dell'autrice! 

Ciao! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Scusa te se non vi saluto per bene, ma ho malapena il tempo di pubblicare il capitolo ^^''

Mi spiace per averli interrotti, ma... Willow ha delle novità! (e che novita!)
Alla prossima fatemi  e sapere che ne pensate ;)

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Capitolo 17
*** La Wolfram&Hart ***


 
The Promise

-La Wolfram&Hart


Si vestirono velocemente, evitando accuratamente l'una lo sguardo dell'altro, entrambi ancora con i muscoli tesi da quell'attrazione che, anche in quei momenti, li stava profondamente disturbando. Avevano raccolto da terra i vari abiti, indossandoli in tutta fretta.
Buffy era imbarazzata e confusa. In quei pochi minuti che trascorsero prima di raggiungere Willow, la sua mente le impose con tutta la propria volontà, di non voltarsi a guardare il vampiro, da lei sin troppo rappresentante una distrazione. Per quanto, a voce, potesse negare che provava attrazione, nonostante effettivamente non lo avesse mai fatto, non poteva però mentire a se stessa. Le bastava vedere qualche secondo gli occhi azzurri e profondi del biondo, per crollare inerme di fronte le sue pretese, qualunque esse sarebbero state. Era agitata. In quei pochi minuti appena trascorsi aveva scoperto cose alle quali non aveva riflettuto mai realmente. Il fatto che Spike si fosse innamorato di lei sarebbe dovuto risultarle completamente disgustoso, ed invece ne era -segretamente- orgogliosa. Buffy non era una stupida, né tantomeno una cieca, ed aveva ben visto, durante i mesi trascorsi, come il vampiro biondo e seducente fosse in grado di amare, e con quale ardore. A lungo aveva creduto che quell'attaccatura tanto maniacale a Drusilla non fosse altro che risultato di una fittizia credenza, ma dopo avere trascorso tanto tempo al suo fianco, vivendo con lui, piangendo ed aprendosi con il ragazzo, aveva compreso con chiarezza quanto reali fossero i suoi sentimenti. Il tutto nonostante dentro Spike non ci fosse alcuna taccia di anima.
Non aveva però ammesso tutte quelle realtà da lei notate. Non a voce, per lo meno. Era rimasta in silenzio, fingendo di collaborare con lui solo per il fattore 'patto di sangue', come lo aveva chiamato lui quando tutto era cominciato, ma aveva poi lentamente imparato ad apprezzare la vicinanza del vampiro. Non poteva però dire tanto: era una cacciatrice, e come tale doveva -per lo meno- fingere di provare repulsione ed odiarlo.
Prima di quella mattina, non si era mai scomodata nel trattarlo con disprezzo o ribadirgli i propri pensieri falsi e pieni di congetture, ma da quando lui le aveva dichiarato i propri sentimenti con quello sguardo afflitto, la voce le era come sparita, sostituita da innumerevoli occhiate intimorite e nascoste, tutte accompagnate da un cuore veloce ed agitato. Il fatto che Spike la amava, andava a significare che così sarebbe stato per sempre, per più di cento anni se fosse stato necessario, proprio come era stato per Drusilla.
Ecco le ragioni per le quali non poteva evitare di sentirsi orgogliosa di essere amata da lui: perchè lui la vedeva come qualcosa di incredibilmente speciale.

Spike si era vestito anch'egli in fretta, il tutto scrutandola di sottecchi, analizzando quelle sue splendide forme e quei suoi goffi movimenti imbarazzati. Buffy era completamente diversa da ogni altra cacciatrice lui avesse mai avuto l'onore di incontrare: era totalmente umana, divertente, coraggiosa, impertinente e ribelle. Gli somigliava a dismisura, ma sapeva bene di non poterle dire una cosa simile ad alta voce senza ottenere in risposta un colpo in pieno volto.
Si sentiva agitato, ed era tutto causa di lei che, troppo umana per rendersene conto, aveva iniziato a fare galoppare il suo cuore ad una volocità surreale, tanto che lui era riuscito ad avvertire il battito senza nemmeno concentrarsi. Poteva chiaramente sentire le vene pulsare ritmicamente e la sua gola seccarsi nervosamente, e quell'ansia si trasferiva irrimediabilmente a lui che, come vampiro ultracentenario, non sarebbe -teoricamente- mai dovuto essere vittima di simili attacchi di panico. Eppure, nonostante questi presupposti, non poteva evitare di sentirsi debole e patetico. Si era dichiarato alla donna che amava quasi piangendole di fronte, ed avvertiva la dignità scemare lentamente in lui. La risposta di lei poi -sempre che fosse realmente venuta- era stata tanto criptica, che lui non ne aveva compreso nulla. Gli aveva detto che quella notte le era piaciuta, che credeva nei suoi sentimenti, ma che non poteva accettarli, ed aveva infine aggiunto di come lui, William Pratt Il Sanguinario, fosse stato in grado di farle dimenticare Angel, seppure solamente per quella notte.
Forse, però, nonostante l'interruzione, Willow aveva bussato alla porta di casa Summers al momento giusto. Lui non era pronto per affrontare un suo rifiuto immediato, e lei non avrebbe parlato di nulla di fronte agli altri -ne era certo-.

Scesero le scale stando ben attenti a non sfiorarsi nemmeno per errore, ed una volta giunti nel salotto della casa, incontrarono immediatamente lo sguardo di una Willow severa e preoccupata. La giovane era accomodata sul divano, le mani impegnate nel stuzzicarsi a vicenda. Alzò lo sguardo non appena udì i passi di Buffy e Spike avvicinarsi. Tentò di sorridere ai due solarmente, ma l'espressione che ne uscì non li tranquillizzò affatto.
"Che è successo?" domandò la cacciatrice allarmata portandosi a fianco della rossa.
"I-Il cristallo" cercò di tranquillizzarsi la mancata strega, riflettendo attentamente su cosa dovesse dire. Giles le aveva dato istruzioni precise "Giles ha trovato un incantesimo per farvi tornare indietro"
Il volto del vampiro, poco distante, si illuminò "Davvero?" domandò dunque con ovvietà ed esaltazione. Era sollevato all'idea di potere finalmente tornare nel proprio universo, trovando quello attuale leggermente confuso "Meraviglioso!"
"Gia..." annuì a vuoto Willow, sorridendo malapena. Buffy storse la bocca ben capendo ci fosse qualcosa di cui l'amica non le stava parlando.
"C'è qualcosa che non va?" domandò dunque la bionda apprensiva, portando una mano sulla spalla dell'altra ed accarezzandola maternamente. La rossa sospirò.
"Si tratta dei nostri Buffy e Spike..." esordì mordendosi un labbro la ragazza, non sapendo bene cosa dire e come "Spike è stato rapito e... Avevamo detto a Buffy di aspettarci, ma lei..." si bloccò quasi singhiozzando "Lei ha deciso di agire comunque... Hanno detto che uccideranno Spike, ed allora lei è partita e lo ha raggiunto e.. Non abbiamo più saputo altro" si interruppe sospirando nuovamente, le mani quasi tremanti "Potrebbero essere morti" concluse poi, inondando la stanza di un silenzio colmo di tensione e timori.
La cacciatrice alzò lo sguardo verso il vampiro poco lontano. Willow era scoppiata in un pianto terrorizzato, completamente in balia delle emozioni e delle supposizioni. Bastarono un paio di occhiate, improvvisamente professionali, non più macchiate di quella notte appena trascorsa, ma semplicemente da rispettabili combattenti, per decidere cosa fosse giusto fare.

Buffy abbracciò maternamente la rossa, permettendole di affondare il volto nella sua spalla, sperando di plalcare quel bisogno di consolazione in lei. Una volta che si fu calmata, parlò.
"Io e Spike vi aiuteremo"
Quel mormorio giunto appena all'orecchio di Willow, le aveva fatto spuntare un sorriso pieno di speranze sul viso. Si staccò frettolosametne dall'abbraccio, guardando la bionda con gli occhi attraversati da una nuova luce purissima e colma di gioia "Davvero lo fareste?"
"Certo" annuì calorosamente la cacciatrice, asserendo anche con il capo, mentre il vampiro muoveva qualche passo avvicinandosi.
"E l'incantesimo per tornare nel vostro universo?"
"Non credo che un ritardo di qualche ora cambierà di molto il nostro ritorno a casa" rispose prontamente Spike, il viso contornato dalla sua tipica espressione strafottente "infondo, più Xander è nervoso, più è divertente" aggiunse dunque, già immaginando le innumerevoli domande che il moro gli avrebbe rivolto una volta tornati a casa. Gli mancava insultare Harris, quel particolare quasi lo sorprese. La rossa sorrise guardando il vampiro, per poi tornare a prestare la propria attenzione a Buffy.
"Grazie!"

Si erano riuniti a casa di Giles, esattamente come avevano fatto la sera precedente. Xander e Buffy erano accomodati sul divano, Willow su uno sgabello poco lontano ed il vampiro era seduto sui primi gradini dell'elegante scalinata che portava al piano di sopra, quella oltre la quale, nel loro universo, l'uomo aveva trovato il corpo di Jenny Calendar privo di vita. Spike ricordava ancora quel giorno, nel quale Angelus era tornato alla fabbrica sorridendo meschino.

"Ragazzi..." aveva esordito il vampiro moro entrando dentro l'ampio edificio. Spike, falsamente obbligato sulla sedia a rotelle, osservava il proprio sire sfamarsi con il solo sguardo della sua dama Drusilla "Mi siete mancati" aveva poi aggiunto lanciando una breve occhiata al biondo, per poi tornare nuovamente sulla ragazza.
"Angel... Sei tornato!" mormorò estasiata la donna, mentre William si limitava a storgere un labbro, totalmente divorato da quel verme nero detto gelosia. Amava la propria donna con completa devozione, e si sentiva perciò completamente confuso nel vederla tanto vicina ad un altro, soprattutto se quell' 'altro' era Angel.
"Io torno sempre, mia bella" fece sussurrando Angelus, mentre Spike accennava un sorriso, già pronto a sfoderare il proprio sarcasmo.
"Anche se l'ultima volta, per tornare, ci hai impiegato un centinaio di anni ed una scopata con la cacciatrice"
Il moro si voltò verso l'altro, totalmente folle  in volto, le sue labbra erano tese in un ghigno di totale compiacenza  "Oh, Willy... Mi è mancato il tuo sarcasmo"
"Io facevo a meno del tuo, invece" rispose acidamente il vampiro sulla sedia a rotelle, per poi voltarsi deciso a dirigersi in un'altra stanza, possibilmente una in cui la presenza di Angelus fosse pressocchè nulla, dove nemmeno il suo disgustoso odore trapelava. Mentre usciva dal locale, però, la voce di Drusilla fu un'incredibile distrazione, tanto che lo fece bloccare e voltare nuovamente in direzione dei due.
"Ahah! Tu odori di morte... Meschino" aveva mormorato estasiata la donna, guardando con eestrema attenzione Angelus "Hai ucciso la donna del vecchio" fece poi secca, improvvisamente falsamente adirata. Sorrise un attimo dopo.
"Oh, Dru'... Non ti sfugge nulla" la elogiò il moro, accarezzandole dolcemente la base del mento, facendole alzare appena il volto.
"La donna del vecchio? Che significa?" Intervenne Spike, improvvisamente incuriosito dal discorso.
"Oh, Spike... Ancora qui?" domandò il moro con indifferenza, schernendolo apertamente. Il biondo finse di non notarlo, decidendo di incalzare deciso.
"Di che parla?"
"L'osservatre. La sua donna, la zingara..." fece disgustato Angel storcendo la propria espressione in una smorfia di disgusto "Voleva restituirmi l'anima quella... Ma l'ho uccisa"
"E non solo" intervenne Drusilla, sorridendo ammaliata dall'immagine che poteva chiaramente vedere nella mente del carnefice "Tutte quelle rose..." mormorò con voce suadente, da innamorata "Ma il collo è spezzato" aggiunse infine sull'orlo di scoppiare in una fragorosa ed inquietante risata.
"L'ho portata in casa di Rupert, e l'ho adagiata sul letto... Ho creato... L'atmosfera" disse orgoglioso il moro, ricordando tutti quei piccoli particolari su cui si era concentrato. Spike lo guardò con disdegno.
"Hai ucciso la donna che amava" accennò seccamente il biondo, non dimostrando però l'entusiasmo degli altri due presenti.
"Esatto, William" asserì Angel muovendo qualche passo in direzione della sedia a rotelle.
"Patetico" sorrise Spike, sinceramente dispiaciuto nei confronti del moro "Ed io che credevo che fosse tutta una questione di... Come dicevi?" domandò falsamente, già pronto a lasciare la stanza, nuovamente concentrato sull'intento di allontanarsi dall'essenza del proprio sire "Ah, sì! Di classe" concluse poi con scherno, pensando sinceramente quanto disgustoso fosse uccidere colui o colei che ama, sapendo chiaramente quanto dolorosa era una fitta di simile entità, perchè lui, il ragazzo in grado di amare solo che con tutto se stesso, era completamente contrario a quella morte.


Fu la voce di Giles che risuonò severa nell'appartamento, a fare tornare i pensieri di Spike al presente "Buffy è a Los Angeles"
Istantaneamente, il vampiro portò il proprio sguardo sulla cacciatrice seduta sul divano poco distante. Trovava quella situazione confusionale, disperata ma, nella propria disperazione, completamente divertente. La Buffy di quella dimensione era accorsa a rischiare la vita per lui. Si domandò se anche la Summers di sua conoscenza diretta, avrebbe mai fatto una cosa tanto folle per il biondo. Cercò di allontanare velocemente quei pensieri: non aveva bisogno di commiserarsi ulteriormente.
"Ieri Spike è stato rapito... Non ne conosciamo la ragione" tornò a parlare l'anziano bibliotecario, sfilandosi alle volte gli occhiali e pulendoli leggermente con un lembo del maglione che indossava "Avevo chiaramente detto a Buffy che era il caso di attaccare oggi, ma lei, questa notte si è addentrata negli uffici e-" "Uffici?" domandò Oz, appena entrato nell'appartamento ancora sulla soglia del soggiorno. Giles si voltò verso il giovane lupo, mentre Willow lo aveva già raggiunto abbracciandolo. Gli era stato spiegato tutto la notte prima, al telefono, era quindi consapevole della situazione che, in solo qualche ora, era andata a crearsi a Sunnydale.
L'osservatore annuì "Sì... Uffici" prese un profondo respiro, analizzando bene i fatti e cercando di riflettere su quale fosse il miglior modo di operare "Vedete, Los Angeles è una città con un alto livello di attività demoniaca"
"Cosa? Ma non abbiamo mai ricevuto rilevazioni" intervenne la rossa, chiudendo la porta alle spalle del proprio ragazzo.
"E la ragione è presto detta." acconsentì Rupert, facendo segno ad Oz di accomodarsi dove preferiva, segno  che era in procinto di un racconto abbastanza prolisso. Aprì la bocca, intento a prendere parola, quando venne però distratto da una voce.
"La Wolfram&Hart" 
Spike era intervenuto senza nemmeno riflettere, conoscendo quella maledetta azienda molto bene. Solo in un secondo momento, quando il silenzio aveva iniziato ad inghiottire l'appartamento, si era reso conto di essere improvvisamente divenuto il centro dell'attenzione.
"Quindi anche nella tua dimensione esiste?" domandò l'osservatore incuriosito dalla situazione. Il vampiro si limitò ad annuire, il viso completamente innervosito al semplice pensiero. Detestava il modo in cui era stato costretto a contenersi durante il suo periodo di soggiorno ad LA. In quei giorni la sua violenza, per troppo rimasta repressa, era sfociata poi in modo incredibilmente esplosivo in un pub di San Francisco in cui aveva eliminato tutti gli umani presenti. Odiava profondamente i vigliacchi che lavoravano per quegli uffici.
"Ehm... Scusate, ma non abbiamo idea di cosa stiate parlando" intervenne dopo qualche secondo di silenzio Xander, facendo voltare il bibliotecario in sua direzione.
"La Wolfram&Hart è più o meno un'agenzia di  avvocati ... Particolari. Trattano casi di demoni, streghe ed affini" intervenì Buffy, ricordando ciò che le aveva detto il vampiro non appena erano giunti a Los Angeles. Si voltò poi verso Spike alla ricerca di un consenso "Giusto?" domandò dunque incerta.
"Esatto, pet" sorrise il biondo, facendola immediatamente arrossire. Le bastava vedere il suo sorriso per ricordare la notte appena trascorsa ed i suoi sguardi eloquenti. Tornò a  prestare la propria attenzione a Giles, che annuì semplicemente.
"Il fatto più curioso, però, è che solitamente... Loro sono dalla nostra parte." aggiunse dopo qualche momento Rupert "Insomma, non avevano mai fatto nulla di.. Simile. Nè si erano mai avvicinati tanto alla cacciatrice"
Daniel, mantenendo la sua tipica calma, parlò "E a dirla tutta, così è stato." disse dunque con semplicità, facendo voltare i presenti in sua direzione "Intendo dire che Buffy è andata da loro." aggiunse, sperando di spiegarsi totalmente "Da quanto ho capito, loro volevano Spike."
Willow annuì, concorde con il fidanzato "Sì, Oz ha ragione... Forse non sapevano del legame tra i due"
"E' un'eventualità" asserì concorde, seppur non totalmente, il bibliotecario, sistemandosi gli occhiali ed appoggiandosi contro la parete alle sue spalle.
"Quindi che facciamo?" intervenne Xander, alzandosi in piedi ed osservando attentamente le espressioni dei presenti. Buffy lo imitò, prendendo anch'ella una posizione.
"Ovvio: attacchiamo" fece imperiosa la ragazza, portandosi le mani sui fianchi combattiva.
"Oh, love, mi sa che non hai capito." sorrise Spike, avvicinandosi a lei "Per combattere quegli 'uomini d'affari' non basta una caccciatrice" le spiegò guardandola attentamente, con il solo risultato di vederle spuntare sul volto un sorriso compiaciuto.
"Infatti ce ne saranno due." disse dunque "E nel caso non fossero sufficienti, ci sono anche due vampiri con un passato rispettabilmente violento alle spalle, ed una potenziale strega, un lupo mannaro, uno squartatore-" "Ed un Harris" la interruppe Spike ironico. Lei ricambiò il suo sguardo, prima di parlare "Un Alexander Harris. Un ragazzo valoroso" Si voltò poi in direzione dell'amico moro, che le sorrise ammirato.
"Adoro questa Buffy, davvero!" esclamò poi il giovane, sorridendole. Lei ricambiò amichevole e rispettosa.
"Ho capito..." intervenne Oz, il suo tipico tono di voce calmo e pacato "Prendo il furgone." disse dunque dirigendosi verso l'uscita ed estraendo dalla tasca della giacca le proprie chiavi.



 
Angolo dell'autrice!

Ciao a tutti!! Come va? Spero che questo capitolo -breve ahimè- vi sia piaciuto! La Wolfram&Hart... Immagino avrete intuito qualcosina, ma nel caso non fosse... Sappiate che il prossimo capitolo arriverà presto :)

*Le parti in corsivo sono ricordi puramente inventati da me e... Beh, fatemi sapere che ne pensate!

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Capitolo 18
*** L'altra Buffy ***



 
The Promise

-L'altra Buffy



Erano passate intere ore, tutte prevalentemente dominate da silenzi tesi e timorosi, ma nel pomeriggio erano approdati oltre i confini di Los Angeles. Avevano spento il motore dell'auto una volta arrivati di fronte l'edificio, oltre il quale, avrebbero trovato solo che un'immensità di uffici, demoni ed umani intenti a collaborare, e -possibilmente- anche Spike.
Buffy cercò lo sguardo del vampiro, e lui fece altrettanto. Incontrarono gli occhi dell'altro determinati, ma al contempo preoccupati, eppure mantennero il silenzio. Fu poi un cenno di lui, appena dato con il capo, a dare il via ad entrambi. Smontarono dall'auto all'unisono, per poi chiudersi gli sportelli alle spalle non permettendo agli altri presenti di entrare.
Buffy si accostò al finestrino di Oz "Ascoltami. Ora restate qui. Io e Spike entreremo e cercheremo di trovare l'altra Buffy il più presto possibile. Non appena sentite che la situazione ci sta sfuggendo di mano, entrate"
"va bene" disse protamente il lupo, prima di tornare a parlare "Ma come lo capiremo?"
"Probabilmente urleremo" rispose questa volta Spike, sorridendo divertito alla sola idea di combattere un po'. Erano passati più di due giorni dall'ultima ronda con la cacciatrice: era decisamente in astinenza da quella tipica assuefazione da violenza e sangue.
"E... Un'ultima cosa Oz" intervenne Buffy, aprendo la portiera del ragazzo ed abbracciandolo "Ho bisogno di un po' del tuo odore"
Willow, le lanciò un'occhiata velenosa, ma il vampiro fu veloce a dare una spiegazione "L'odore del tuo demone affievolirà quello di Buffy, altrimenti faticherei a trovare l'altra" sorrise il biondo, mentre il viso della rossa si rilassava, e Daniel annuiva semplicemente. Si staccò dopo pochi secondi, tornando  a guardare il vampiro lievemente imbarazzata. Ma perchè lo era tanto? Aveva semplicemente abbracciato il ragazzo per nascondere il proprio odore, non aveva significato nulla quel gesto. Ed oltretutto, anche se fosse stato, perchè si sarebbe dovuta sentire in colpa nei confronti di William?
Il biondo, nel frattempo, aveva serrato le mani a pugno totalmente teso. Era completamente perso per la giovane cacciatrice, tanto che se non si fosse staccata dal lupo entro poco, sarebbe certamente intervenuto lui ringhiando, magari persino ostentando lo sguardo della caccia, cosa che non poteva più permettersi di fronte a lei, non dopo che aveva ammesso quanto umano lo vedesse alle volte.

Entrarono con calma, cercando di non ostentare comportamenti troppo tesi o preoccupati. Non appena furono dentro, un vocio confuso e perenne disturbò le loro orecchie. Ovunque, in ogni angolo del grande atrio, vi erano demoni ed umani intenti a discutere. Spike sorrise, muovendo qualche passo all'interno seguito dalla ragazza. Potevano essere scambiati per due avvocati, forse. C'erano due possibilità: che la cattura della cacciatrice ed il vampiro fosse notizia di dominio pubblico, oppure che fosse tutto segreto di uno. In breve, il ragazzo comprese che nessuna, tra le persone che li circondava, era a conoscenza dell'avvenimento, cosa a loro totale vantaggio.
Guardò la ragazza che lo seguiva affiancandolo "Nessuno sa di noi, love"
Buffy alzò lo sguardo in direzione di lui, una speranza che le attraversava lo sguardo "Davvero? Come lo sai?"
"Tutti sono calmi, per quanto un mucchio di anti-demoni possa esserlo." si limitò a rispondere il vampiro, per poi arrestare il proprio passo in prossimità di un angolo leggermente più buio. Si accostò ad esso con la cacciatrice "Devo concentrarmi"
Lei annuì, guardandosi attorno qualche momento, mentre lui chiudeva gli occhi respirando a  fondo, tentando di individuare quel dolce odore di Buffy all'interno dell'edificio. Poteva sentire il battito del cuore di ogni umano presente, e con esso avvertire l'odore del suo sangue. Finse di non avvertire la fame che invece lo divorava leggermente, e si limitò invece a concentrarsi totalmente. Poi, come un dardo netto e veloce, quell'aroma inconfondibile lo colpì.
Aprì gli occhi di scatto, guardando il soffitto "Questa gattina non impara mai..." soffiò dunque in un sorriso sghembo.
Buffy seguì il suo sguardo, puntato verso l'altro, e riconobbe poi le parole dell'uomo "E' nel soffitto?" 
Il vampiro annuì, per poi voltarsi nuovamente in direzione dell'atrio gremito "Esattamente al centro dell'atrio." aggiunse poi, prima di tornare a concentrarsi. Corrucciò lo sguardo "Si muove in fretta"
Buffy guardò prima il lampadario, poi il ragazzo al suo fianco, riflettendo velocemente "Direzione?" domandò dunque in ansia, già pronta a scattare veloce. Lui non rispose, concentrato completamente.
"Dannazione, Spike!" incalzò dunque nervosa di fronte il silenzio di lui.
"Calmati, pet... Non è il caso di agitarsi. Seguimi" la intimò lui, sapendo bene non dovessero destare troppi sospetti. Dovevano sembrare due semplici avvocati o combattenti. Tutto purchè non venissero riconosciuti. William prese la mano di lei, dimenticando improvvisamente tutto l'imbarazzo risalente a poche ore prima, deciso a raggiungere il lato opposto dell'atrio. Attraversarono il locale, superando con attenzione la gente, mentre lei semplicemente lo squadrava confusa, non capendo. Giunti di fronte all'ascensore, lui la lasciò, limitandosi a premere il bottone per richiamarlo.
"Cosa stai facendo?" gli domandò lei, ora abbastanza innervosita dall'istintività, fin troppo corretta, di lui.
"Prendo l'ascensore."
"Ho notato, ma perchè?" domandò lei, sempre più nervosa, già pronta a polverizzare quel folle decisamente non lungimirante.
"Il gattino sta uscendo dal muro. Ha trovato la porta d'uscita. Dobbiamo muoverci se vogliamo prenderlo" le sorrise lui, divertito da quella troppa razionalità in lei, mentre la porta di fronte a loro si apriva, permettendoli di entrare. 
Non appena furono al piano superiore, Buffy seguì prontamente Spike, ora entrambi correvano. I corridoi erano quasi completamente vuoti, ed i movimenti che potevano permettersi non dovevano più forzatamente attenersi alla loro copertura. Dopo un lungo rettilineo, il biondo voltò l'angolo. Lei lo seguì.
Lo vide trattenere l'altra Buffy da dietro. Le mise una mano di fronte alla bocca, con l'altra le premeva lo stomaco affaticandola, il tutto mentre le mormorava di mantenere il silenzio e, con esso, la calma.
"Sta calma... Ok?" domandò pacatamente, mentre lei si limitava ad annuire. Lui sorrise divertito. In ogni dimensione si trovasse, Buffy era testarda e furba "Fidati, capisco bene se sei calma o meno. Il tuo cuore sta battendo ad una velocità allucinante. Ti sconsiglio di mentirmi"
Attese interi minuti di totale silenzio, in cui nessuno dei tre parlò. La cacciatrice reale rimaneva dietro al vampiro, timorosa di vedere l'altra se stessa in viso. Una volta che avvertì il cuore della ragazza calmarsi, Spike la lasciò. Lei si voltò velocemente, intenzionata a vedere il proprio assalitore, ma non appena riconobbe il viso del proprio amato, la sua ira scemò notevolmente.
"Oddio, Spike" esclamò spaesata, per poi sorridere sollevata, tuffandosi nelle sue braccia ed aggrappandosi disperatamente al suo collo "Credevo ti avessero ucciso" soffiò quasi piangendo, aumentando la presa su di lui, ed attaccandosi totalmente al suo petto. Il vampiro, completamente travolto da quella reazione, si limitò a stringerla leggermente, quel tanto per confortarla, mentre sentiva il suo cuore tornare a pompare velocemente per l'improvviso sollievo misto a felicità. Lei lo amava. Ma lei non era Buffy. Non la sua.

Si allontanò da lei con il viso stravolto da quella realizzazione colma di follia fino al midollo. Non solo amava Buffy, ma non era in grado di sostituirla nemmeno con quella seconda, identica ragazza. Lui amava l'odore della ragazza proveniente dal suo medesimo universo e con la quale aveva passato una notte colma di meraviglia e completezza.
"Scusami..." mormorò assorto il biondo, appena soffiando quelle parole "Tu mi ami" disse dunque, come per farle capire che le scuse che aveva appena pronunciato erano completamente sincere, avvalse dal fatto che lei lo amasse.
"Spike... Cosa.." l'altra cacciatrice, quella 'sbagliata' -a parere di lui-, lo guardò terrorizzata, mentre gli occhi le divenivano lucidi e spaventati. Fu allora che l'altra intervenì. Mosse qualche passo in direzione dell'altra se stessa, vedendola sussultare notandola.
"Lui non è... Il tuo Spike" cercò di spiegarsi velocemente la bionda.
La cacciatrice proveniente da quella dimensione divenne improvvisamente rigida, per poi entrarre un paletto dai propri jeans "Non mentirmi! Chi sei? Che gli hai fatto?" il tono di voce era accusatorio, spezzato da un profondo dolore. 
"Io non ti sto mentendo" cercò di giustificarsi l'altra, non venendo però ascoltata. La ragazza armata mosse qualche passo in avanti, già pronta ad eliminare la nuova arrivata, quell'essere che osava sfoggiare il suo medesimo aspetto, ma Spike intervenne, ponendosi tra le due.
"Non toccarla... Dice il vero." la intimidì freddamente, guardandola negli occhi severo.
"Non.. Non" cercò di dire la giovane, mentre il paletto le scivolava di mano e lei si lasciava cadere a terra in ginocchio "Spike..."
"Io non sono lui..." intervenne il vampiro pacatamente "Ma siamo qui per aiutarti a salvarlo"
"Chi siete?"
"Siamo Buffy e Spike.." mormorò la bionda, quella proveniente dalla dimensione di principio "ma non facciamo parte di questo universo. Siamo accidentalmente finiti in questa dimensione..." cercò di spiegare, prima che l'altra la interrompesse nervosa.
"Accidentalmente? Uno inciampa accidentalmente, o... -che ne so!- cade dalla bicicletta! Uno non cambia dimensione accidentalmente!" gridò l'altra in risposta.
Spike rise sinceramente, divertito da quel sarcasmo completamente inopportuno, mentre Buffy -la sua Buffy- si limitava a grattarsi il capo imbarazzata "Effettivamente la mia cacciatrice è un po' sbadata... Ma vedrai che non ci impiegherai molto ad amarla" le rivelò il biondo sinceramente. La diretta interessata sorrise, mente l'altra arrossì ulteriormente, ormai in balia dei sentimenti che lui provava così forte e genuinamente per lei. Il vampiro tese la mano verso la giovane a terra, che in risposta gliela afferrò dopo qualche breve tentennamento. La aiutò a farsi leva per alzarsi, ed una volta in piedi la lasciò andare.
"Willow, Oz, Xander e Giles sono fuori... Abbiamo pensato non fosse il caso di fargli correre pericoli inutili" azzardò dopo qualche momento di silenzio la cacciatrice originaria, mordendosi poi il labbro mortificata. Non ne comprendeva il motivo, ma vedere Spike tanto gentile con l'altra se stessa l'aveva quasi infastidita.

Gelosia...

Allontanò quel pensiero sentendosi infantile. Doveva concentrarsi solo ed esclusivamente sull'obbiettivo della nuova missione.
L'altra Buffy annuì qualche volta, prima di parlare, come dovesse riordinare le idee dopo le troppe rivelazioni, tutte avvenute velocemente, e probsbilmente era proprio così. Per poco non aveva baciato il vampiro, non avendo minimamente capito la differenza tra i due: gli occhi erano dello stesso colore meraviglioso, la cicatrice spiccava perfetta sul sopracciglio e l'immancabile spolverino gli ricadeva a pennello sulle spalle.
"Sì, avete fatto bene"
"Allora, sai dirci chi è stato a rapirmi?" domandò dopo pochi secondi il vampiro, mentre la cacciatrice proveniente da quella dimensione accennava un sorriso divertito, prima di divenire seria.
"Non ne ho idea."
"Ed allora dove stavi andando?" intervenne Buffy improvvisamente confusa. La sua alias era decisamente criptica. Quest'ultima la squadrò spaesata, come se quella domanda giunta tanto all'improvviso l'avesse deconcentrata.
"Cosa?" domandò dunque la bionda alla ricerca del suo amato, squadrando i due, che si limitarono ad accenare occhiate altrettanto perse "Voi non... Non state insieme?"
"No, effettivamente" rispose il biondo, notando l'improvviso rossore sul volto della sua dolce Goldielocks. Non era il caso di farla parlare, riportandole alla mente il discorso che avevano lasciato in sospeso quella mattina stessa.
"Ma lei è stata morsa" si limitò a replicare la bionda, guardando diffidente il vampiro di fronte a lei che, realizzando ciò a cui la Buffy di quella dimensione si riferiva, annuì qualche secondo.
"Sì, ma non è un suggello" accennò semplicemente Spike, zittendo l'altra "Non è stata morsa da me, né da un altro vampiro che amava. E' un morso di fame"
"Cos'è un suggello?" domandò dopo qualche secondo la cacciatrice originaria, guardando attentamente il collo della propria sosia, fresco di marchio, e poi gli occhi del vampiro al suo fianco, già pronto a risponderle.
"Quando un vampiro si innamora, se corrisposto, suggella il tutto con un morso mediante il quale i  due si affinano. Avvertono la presenza l'uno dell'altro." spiegò con maestria Spike, sottolienando la parte riguardante il fatto che si dovesse essere corrisposti per fare una cosa simile "Il morso che sfoggi tu non è né un suggello, né tantomeno di lussuria. Semplicemente è per fame"
La ragazza annuì, ragionando qualche istante sulla spiegazione appena fornitale, non sentendosi affatto in dovere di chiedere spiegazioni riguardanti il 'morso di lussuria', già immaginandone le cause ed effetti. Si limitò a parlare con calma, sperando di controllare l'imbarazzo che la assalivano se, riflettendo su cose come -per l'appunto- la lussuria, aggiungesse anche i ricordi della notte con Spike "Quindi è a questo piano..." dedusse pacata.
L'altra cacciatrice annuì "Non molto lontano... Pochi uffici più lontani"
"Vivo?" domandò William guardandola. Lei annuì, per poi aggiungere "Altrimenti, non lo avvertirei più"

Giunsero di fronte una porta in legno, più imponente delle altre, ed immediatamente la ragazza portatrice del suggello, avvertì la chiara presenza del suo amato oltre essa. Guardò i due nuovi alleati completamente certa di sé stessa, il viso teso in un'espressione nervosa. Spike affinò i propri sensi, ed istantaneamente fu certo di una prima cosa: le persone presenti dentro l'ufficio erano morte. Non avvertiva alcun battito cardiaco o calore in particolare. Affinò dunque l'olfatto, iniziando a fiutare l'aria con eleganza ed attenzione. Riconobbe il proprio odore di tabacco e pelle, ed iniziò dunque a concentrarsi sul successivo aroma. Non era particolarmente definito, eppure lo riconosceva chiaramente quel puzzo da cui aveva sempre desiderato allontanarsi.
Sgranò gli occhi, mentre le due cacciatrici facevano irruzione all'interno della stanza, ignare del tutto.




 
Angolo dell'autrice chee... Non sa che dire! =')

Ditemi voi: che ne pensate? Avete capito chi ha rapito Spike? Fatemi sapere c:

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Capitolo 19
*** Perchè credi di amarmi? ***


 
The Promise
 
-Perchè credi di amarmi?



Le due cacciatrici fecero irruzione nella stanza con ferocia. Immediatamente brandirono le proprie fidate armi: i tipici paletti per l'eliminazione di vampiri. La prima cosa che la ragazza proveniente da quella dimensione notò, fu Spike legato su una delle pareti dell'ufficio, completamente sanguinante e con il viso livido. La pelle, solitamente pallida e marmorea, era lurida di sangue rappreso e sudore e la reazione della donna fu un immediato furore. L'altra Buffy, invece, non appena aveva fatto irruzione all'interno, aveva subito capito chi fosse il rapitore. Nonostante lo avesse visto esclusivamente di spalle, poteva riconoscere quella statura imponente e quella shiena larga, ma flessuosa. I capelli castani erano tirati leggermente in alto ed all'istante dimenticò la situazione in cui si trovava, totalmente abbagliata dal vampiro che, di fronte a lei, sguainava una spada che le era decisamente familiare.
Abbassò subito il paletto che reggeva tra le mani, il tutto mentre la sua sosia era corsa apprensiva verso lo Spike in fin di vita.
"Angel..." soffiò, mormorando appena, facendo voltare il moro immediatamente. Quest'utlimo guardò esterrefatto la cacciatrice, notando solo in un secondo istante la presenza di una sua alias. Il suo viso, riflettè Buffy, sembrava esattamente come lo ricordava nei tempi in cui ancora possedeva un'anima. Possibile che in quell'universo, con il loro incontro mai avvenuto, il vampiro fosse riuscito a preservarla?
"B-Buffy.."
Aveva pronunciato il suo nome con quella sua tipica innocienza che sempre la lasciava interdetta. Sembrava davvero il suo uomo, colui che aveva abbandonato in un'altra dimensione, privo di umanità ed incollato ad una vampira macabra e spietata. Nel suo tono di voce c'era poi una nota di completa confusione, ed all'istante, ogni proposito di minaccia od omicidio, erano scomparsi dalla mente della donna.
"Che fai? Buffy, uccidilo!" L'altra bionda, notando l'atteggiamento della propria -nuova- alleata, l'aveva richiamata mentre, con cura ed apprensione, cercava di liberare il proprio amato biondo dalle catene in cui era racchiuso. Era completamente confusa dall'improvvisa arrendevolezza dell'altra. Tutte quelle reazioni non erano affatto tipiche di lei.
Spike -quello della dimensione d'origine- aveva realizzato la presenza di Angel con il semplice olfatto, molti minuti addietro, quando ancora era fuori. Entrò velocemente, posizionandosi poi di fronte la propria cacciatrice, imponendosi tra lei ed il proprio sire. Accadde tutto molto velocemente, troppo per poterlo effettivamente comprendere a pieno. Guardò gli occhi confusi di lei, lucidi di paura ed incredulità. Immediatamente lui si sentì inutile. Lei aveva riservato quella meraviglisoa espressione anche al moro? Accantonò quei pensieri, capendo bene di doversi concentrare sul presente, per quanto potesse farlo soffrire. 
"Goldielocks..." cercò di attirare la sua attenzione, riuscendoci. Lei immediatamente si incantò nei suoi occhi chiari, ma profondi, ascoltandoli come fossero una nenia rilassante. Lui proseguì "Lui non è l'Angel che credi tu, ok?"
A quelle parole, la ninna nanna si interruppe "Invece è lui! Ha un'anima! Il suo guardo-" "Questo non c'entra nulla, Buffy!" la aveva interrotta bruscamente Spike, facendola irrigidire. Non solo le aveva parlato in modo particolarmente severo, ma il fatto che avesse pronunciato il suo nome, invece che uno dei suoi soliti ed insopportabili nomignoli tanto tipici di lui, stava a significare che quella era veramente una questione sulla quale ascoltarlo. Tornò ad osservarlo, arrendevole rispetto al solito, non sfidandolo nemmeno con il proprio sguardo verde ed intenso. Il vampiro restava difronte a lei, le braccia divaricate per evitarle per coprire oltre di lui il moro. Annaspava con il fiatone nonostante non dovesse respirare. Era così umano.
"Lui non ha quelle memorie..." mormorò, improvvisamente mortificato per la reazione, Spike. La cacciatrice comprese bene quella frase, avvertendola però, comunque, particolarmente dolorosa. Angel, quello di fronte a lei, non aveva mai vissuto una relazione romantica ed adolescenziale al fianco della giovane Buffy Anne Summers, inesperta cacciatrice di vampiri. Abbassò lo sguardo afflitta, sentendosi sorprendentemente infantile.
"Non è lui... Mi dispiace"
Fu in quel momento che il moro intervenne nervoso "Che diavolo..." cercò di domandare, indietreggiando di qualche passo "Che succede?"
Era palese il fatto che non comprendesse la presenza di quei doppioni, ed immediatamente, la cacciatrice proveniente da quella dimensione, sfruttò la situazione. Fece cenno allo Spike in forze, di soccorrere il proprio sosia, e non appena il vampiro obbedì, lei avanzò in direzione del moro.
"Si può sapere come hai potuto rapire Spike?"
"S-So che non mi crederai, ma io..." cercò di rispondere il moro, mentre entrambe le ragazze lo guardavano curiose "Io l'ho fatto per te"
Udendo quelle parole, la ragazza originaria si irrigidì istantaneamente. Nonostante l'altra se stessa non potesse capirlo, ciò che il vampiro le stava dicendo era reale ed effettivo. Buffy, la vera Buffy, era più che a conoscenza dei sentimenti nascosti nell'anima dell'uomo e, vedendolo tanto confuso ed improvvisamente timoroso, non potè evitare di provare una forte tenerezza.
"Per me? Io non so nemmeno chi tu sia!" gli inveì contro l'altra cacciatrice, arrabbiata ed acida. Spike, la sua fonte di felicità, era a pochi centimetri da lei in fin di vita, e quell'uomo le stava dicendo che tutta quella sofferenza procuratagli, era per il suo bene. Non poteva credergli.
"Ma dice la verità"
quella frase, detta con respondabilità e certezza, era uscita dalle labbra dell'altra giovane, che non era riuscita a mantenere il silenzio a riguardo. All'istante, sia il moro che la sua sosia, la osservarono confusi. Immediatamente la cacciatrice si sentì in dovere di dare spiegazioni.
"Lui è Angel. Un vampiro con l'anima... Io... Io lo conosco"
Non disse altro. Non seppe con certezza perchè, ma non si sentì in dovere di aggiungere altro. Non parlò del loro amore eterno ed indissolubile, forse proprio perchè aveva lentamente smesso di crederci. Si limitò a dirle quelle poche verità senza alcuna importanza, per poi voltarsi verso gli altri due vampiri poco lontani. Guardò immediatamente il suo Spike.
Aveva avuto paura di ferirlo. Aveva temuto che, dicendo altro, avrebbe colpito involontariamente il biondo, e si era istantaneamente sentita in dovere di non farlo. Lei voleva bene a Spike, quello poteva ammetterlo -a sé stessa-. Non lo amava, ma teneva alla presenza del ragazzo e non avrebbe mai voluto farlo sentire a disagio. In qualche modo desiderava che lui sapesse che Angel non aveva più lo stesso significato che aveva in precedenza. Non era più un pensiero fisso e costante. Era solo una variabile importante.
"Un vampiro con un'anima?" domandò confusa l'altra cacciatrice, dimostrandosi visibilmente disgustata all'idea "Non è possibile"
"Invece lo è. Lei ha ragione" intervenne il vampiro castano, guardando attentamente la bionda scettica. Sospirò abbassando la propria arma. Buffy, quella originaria, aveva riconosciuto istantaneamente la lama, sosia di quella che le aveva portato Kendra mesi prima, certa che avrebbe ucciso Angel, cosa che invece non era accaduta.
"Non sembra" fece secca la bionda proveniente da quella dimensione, ancora tesa, pronta ad ogni eventuale attacco "Hai rapito Spike e, se non sbaglio, stavi cercando di eliminarlo... Questo non è esattamente l'atteggiamento di una persona con l'anima"
"Lo avrei fatto per il tuo bene! Lo avrei fatto per proteggerti!" esclamò sicuro di sé il vampiro "Spike è un animale senza anima e non è in grado di amart-" "Non dire stupidaggini!"
Ad interromperlo, questa volta, era stata la Buffy originaria, completamente in disaccordo con quelle parole. Si fece avanti, imponendosi tra Angel e l'altra sé stessa, decisa a mettere un fine alla questione.
"Se davvero volevi fare qualcosa per il suo bene, perchè uccidere la sua sola fonte di gioia? Una cacciatrice è destinata a stare sola per sempre, è vero, ma tu le stavi per strappare qualcosa di fondamentale... Non mi sembra assolutamente un atto di altruismo" sorrise sarcastica ed accusatoria allo stesso istante, spaventata dalle sue stesse parole, ma completamente d'accordo con sé stessa "Tu, Angel, sei un egoista. Lo sei sempre stato, purtroppo... Anzi! Non so se dire che sei oltremodo altruista o un egoista ignaro di esserlo! Tu ami Buffy, e volevi uccidere Spike, ormai ufficialmente inoffensivo... Per lei? Non ci credo. Oltretutto, tu, in quanto suo sire, sai meglio di tutti fino a che punto William è in grado di amare con, e senza anima..." sospirò, per poi guardarlo dritto negli occhi, ora improvvisamente consapevole delle proprie parole e di come esse potevano ferire il moro "Volevi rovinarmi la vita in una delle poche dimensioni in cui sono pienamente felice.."

Lo aveva detto davvero? Sì.
Aveva ammesso, non semplicemente a sé stessa, ma anche davanti al biondo stesso, che la completa felicità della propria alias era dovuta alla presenza di Spike. Aveva abbandonato il proprio orgoglio per qualche istante, trascurando quanto per lei fosse importante, soprattutto vista la situazione che stava affrontando con William. Aveva dimenticato sé stessa altrove, troppo concentrata a scalfire a parole il vampiro moro di fronte a lei.
Realizzò solo in un secondo istante ciò che aveva detto a pieno. Guardò attentamente il viso sconcertato di Angel, completamente afflitto dalle parole della giovane, improvvisamente deconcentrato sul fatto che fosse in presenza di due Buffy e due Spike, e lei si era sentita morire. Si portò le mani di fronte alla bocca, come in procinto di urlare, mentre invece, la sola cosa che si udì, fu un singhiozzo leggero, simile ad un pianto soffocato.
Corse fuori dall'ufficio velocemente, consapevole che l'altra sé stessa sarebbe stata ben più che capace di sconfiggere Angel, non sentimentalmente distratta come lei. Una volta in corridoio, si abbandonò contro una parete sospirando pesantemente, quasi tremante. Non poteva piangere, non per una cosa tanto frivola. Iniziò a contare mentalmente, alla ricerca di una distrazione, ma tutto parve inutile. Iniziò a ticchettare le unghie sul pavimento in modo scostante, e lentamente, avvertì il mondo farsi più frenetico. Il cuore le pompava velocemente, il respiro era sempre più pesante e gli occhi si stavano pian piano appannando umidi.
Poi, una figura, appena uscita dall'ufficio la raggiunse. Non ci impiegò nemmeno un secondo a capire chi quest'ultimo fosse. La giacca in pelle lunga fino agli anfibi ben poco ortodossi erano più che un segno di riconoscimento. Sapeva che per lui, quei pochi abiti, avevano persino un valore simbolico. Erano ciò che lo distaccavano dall'essere William Pratt, uomo che -da ciò che lei aveva potuto intuire- lui disprezzava profondamente. Non cercò il suo viso, limitandosi ad osservare il pavimento, scorgendo su esso i suoi scarponi neri. Aveva paura che con i suoi occhi le avrebbe fatto confessare troppi segreti che lei preferiva tenere per sé. 
Si limitò semplicemente a sospirare, notando come, con la semplice presenza del biondo, il mondo avesse smesso di ruotare in modo tanto frenetico ed esasperante. Vide le sue scarpe avvicinarsi a lei e, dopo un fruscio della giacca, la figura dell'uomo le apparve seduta al suo fianco. Si aspettava -o meglio, sperava- che lui parlasse, ma invece, la sola cosa che presto circondò entrambi fu il silenzio. 
Trovò così il coraggio, di cercare il suo viso. Incontrò il suo profilo severo, ma affascinante, ed i suoi occhi celesti puntati sulla parete di fronte, apparentemente annoiati. 

Perchè non diceva nulla?

"Dov' è L'altro Spike?" domandò infine la bionda, palesemente spaventata da quel silenzio, troppo sconosciuto ed, al medesimo istante, eccessivamente intimo.
Il vampiro scrollò con noncuranza le spalle, sempre fissando il muro di fronte a lui "Nell'ufficio... L'altra Buffy stava per raggiungerti, ma le ho detto che era il caso che ci pensassi io..."
"Perchè?"
"Perchè ero preoccupato, pet" si limitò a rispondere il biondo, facendo leggermente imbarazzare l'altra che, avvertendo le guance accaldarsi, abbassò il capo. Guardò i propri piccoli piedi, poi quelli di Spike ed infine, nuovamente tentata, tornò ad osservare il suo viso. Sussultò quasi incontrandolo, questa volta, ad osservarla anche lui. Immediatamente, Buffy scostò lo sguardo.
"S-Sei troppo apprensivo" cercò di rimproverarlo immediatamente, sperando di risuonare risoluta ed innervosita, malriuscendoci.
"Sempre stato" acconsentì lui, annuendo. Sospirò, per poi estrarre dal proprio spolverino un pacchetto di sigarette quasi vuoto. Ne tirò fuori una, per poi accenderla velocemente e portarsela alle labbra. La cacciatrice lo guardò in disaccordo, già sul punto di dirgli che era vietato fumare lì dentro, ma presto rinunciò al tentativo, ricordandosi chi avesse al proprio fianco. Sorrise senza nemmeno rendersene conto, mentre il silenzio tornava a poggiarsi pigro su di loro.

"Sei stata davvero coraggiosa." 
Quelle parole risvegliarono la ragazza, riportandola con la mente al presente.
"Sì, insomma... Non credevo avresti sfidato Angel... Nè tantomeno ammesso quelle cose" spiegò sinceramente sorpreso, riferendosi a come si era rivolta al moro "Sei davvero straordinaria"
La ragazza deglutì a vuoto, sentendosi inadeguata a quelle bellissime parole e a quelle adulazioni che lui le stava riservando. Improvvisamente le tornò alla mente la dichiarazione che, la mattina stessa, le aveva riservato. Si morse il labbro inferiore, scuotendo la testa.
"Non puoi dirmi questo... Stavo per mettermi a piangere e-" "Ed è comprensibile, dannazione!" la interruppe lui, rigirandosi la sigaretta tra le mani "Con quello che stai passando con Angel, è più che comprensibile.." ribadì poi dopo qualche secondo.
Lei sospirò, cercando di assimilare le parole di lui. Come poteva trovare sempre una soluzione -dannatamente corretta, oltretutto- a ciò che lei diceva? Sembrava nato per starle vicino, e questo la spaventava totalmente. Era terrorizzata dal fatto che lui, un ragazzo tanto umano, fosse un vampiro. Dal fatto che lui fosse convinto di amarla, e dal fatto che lei non sapesse mai come rispondergli.
"Sai... Dire tutte quelle cose ad Angel... Io" cercò di dire lei, non sapendo bene come proseguire. Sospirò, prima di tornare a parlare "Mi è sembrato di fronteggiare un demone che mi affliggeva da molto."
"Immagino che non si tratti del solito demone... Sai no? Quello che, dopo avere trafitto con un pugnale, muore" cercò di scherzare il vampiro, pur avendo compreso a pieno le parole della ragazza. Lei annuì qualche volta, sorridendo, sentendosi improvvisamente più leggera; più libera di parlare.

"Perchè credi di amarmi?"
Quella domanda le era uscita dalle labbra tanto velocemente che non era nemmeno certa di averla pensata a pieno. Semplicemente, si era sentita in bisogno di sapere cosa lui pensasse vedendola, di conoscere cosa veramente, quel demone biondo, celasse oltre l'odore di pelle e tabacco. 
Dall'altra parte, lui sentendola chiedergli una cosa simile, all'apparenza non era cambiato in nulla: non si era irrigidito, né tantomeno aveva mostrato qualche segno di agitazione. Aveva semplicemente preso la sigaretta, ormai quasi finita, e l'aveva pressata contro il pavimento, spegnendola. Non era tornato a guardarla, ma aveva semplicemente continuato a fissare la parete di fronte a lui, come ptoesse leggervi sopra la risposta. 
"Io non credo di amarti." disse il biondo, facendola sussultare. Immediatamente, Buffy alzò lo sguardo in sua direzione, quasi spaventata da quella frase, ma non disse nulla, notando come il vampiro avesse riaperto le labbra, palesemente in procinto di continuare.

Aveva paura che lui non la amasse? Perchè tanto timore?

"Io so di amarti" precisò a breve, non distogliendo mai lo sguardo dal muro "Probabilmente non mi credi... Probabilmente pensi che senza un'anima un vampiro non può provare nulla e... Beh, anche io un tempo credevo fosse così. Pensavo fossero tutte briciole" spiegò con voce pacata "Pensavo fossero solo tracce che si sarebbero sbiadite. Credevo fossero solo... Consuetudini umane. Qualcosa che sei avezzo a seguire. Ed invece, nulla cambiò mai. Io ho amato raramente in questi oltre cento anni di esistenza, ma sempre con passione... Una passione non umana" Prese una pausa, stendendo appena le proprie labbra in un sorriso "L'amore non è un fatto di cervello, ma passione. E' passione rude e folle che ti divora da dentro e che ti fa fare ciò che vuole... Io sono schiavo di questo sentimento e non so come liberarmene"
Questa volta, volse il suo sguardo verso la ragazza, che lo stava ascoltando silenziosamente. Le ammirò i tratti leggeri e giovani, i capelli corti e biondi e gli occhi verdi e brillanti, poi sorrise nuovamente, ora in modo più genuino e sincero. In un modo più presente.
"Mi chiedi perchè so di amarti, dunque?" incalzò il biondo, delineando con evidente interesse il verbo 'sapere', ben differente da 'credere'. Lei annuì silenziosamente.
"Perchè quando ti guardo, ogni mio proposito svanisce. Perchè passo le mie ore a pensare ad un modo per farti sorridere, perchè anche la sola idea che un tuo sorriso sia merito mio, mi fa sentire più umano. Perchè improvvisamente, non mi interessa più il fatto che Harris possa essere tuo amico, a patto che tu ci sia. Perchè sono terrorizzato dal fatto che tu sia umana ed io immortale. Perchè, anche adesso, vedendo i tuoi occhi così spaventati, so per certo che morirei per te se me lo chiedessi" Spike tese una mano verso il suo volto, per poi accarezzarle dolcemente una guancia "E probabilmente lo farei con un sorriso ed una battuta idiota"

La ragazza ascoltò quelle parole con un'attenzione devota, sentendosi improvvisamente importante -fondamentale- per qualcuno. Gli crebbe totalmente. Dimenticò il fatto che l'uomo non avesse un'anima, e si domandò se mai effettivamente, da quando aveva stretto con lui quell'ambiguo rapporto che protavano da settimane avanti, se lo fosse realmente più chiesto. Probabilmente no. Era cristallina la sua umanità e sincerità.
Si sentì inadeguata ed orribile, incapace di dirgli che anche lei si sentiva come lui, che lo avrebbe amato o altro. Si sentì spaventosamente spietata, ed in colpa nei suoi confronti, evidentemente indegna di amare lui.
Osservò attentamente il suo volto, analizzandolo a pieno, fino ad incontrare la forma delle sue labbra. Non si era resa conto, durante le sue riflessioni, di quanto vicine fossero. Sospirò confusa. Provava un sentimento, di questo era certa, ma ancora non era in grado di dare un nome a quest'ultimo.
"Baciami"
Lui, udendo quella suppplica, perchè sì, dalle labbra di lei era uscita come tale, si era irrigidito, ed aveva sgranato gli occhi confuso. Non era però riuscito a ribattere nulla, troppo concentrato in quell'innocente bellezza di fronte a lui. Lei gli stava guardando le labbra ammaliata, come avvolta in una trans bizzarra.
"Spike..." incalzò dopo qualche secondo "Ti prego, baciami"

Si era tuffato nelle labbra di lei pochi istanti dopo, incontrando immediatamente il suo dolce sapore che tanto lo ammaliava. Si sentì immediatamente estasiato, travolto da centinaia di sensazioni travolgenti. Portò le proprie mani sulla schiena di lei, inziando a percorrerla adorante. Lei, invece, ne portò una ai capelli, mentre con l'altra gli sfiorava delicatamente il volto, in preda anch'ella alla frenesia. Aprì la bocca, facendolo entrare prepotentemente. Sentì la sua lingua adorarla in ogni modo, e presto il loro bacio si tramutò in una danza colma di erotismo celato. Le lingue si scontravano, muovendosi all'unisono e le mani si muovevano rudemente, afferrando e tirando tutto ciò che era sulla loro strada. 
Si staccarono solo quando la ragazza annaspò alla ricerca d'aria. Lei gemette non appena lui si allontanò, avvertendo già il proprio basso ventre fremere. In tutta la sua vita, solo Spike le aveva fatto avvertire sensazioni tanto devastanti.
Abbassò lo sguardo imbarazzata, mentre lui restava ad osservarla totalmente spaesato. Probabilmente, se il suo cuore fosse stato ancora vivo e pulsante, a quell'ora sarebbe stato sull'orlo di scoppiargli.
Avrebbe volentieri voluto chiederle cosa lei pensava di lui ma, in tutta sincerità, era terrorizzato all'idea di sentire la risposta.

Fu la porta dell'ufficio che si apriva nuovamente, a distrarre entrambi, salvandoli da una situazione di completa eccitazione e confusione.








 
Angolo dell'autrice!

Tan daaaan! Vi piace? :') spero di sì, ovviamente ahah
Allora, che dire? Angel era il cattivo u.u ma ricordate che sono ancora nella dimensione sbagliata D= che casino!

Beh, fatemi sapere che pensate e... Grazie a tutti per le scorse  recensioni e perchè mi seguite ^-^

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Capitolo 20
*** Ritorno ***


 
The Promise

-Ritorno



La porta dell'ufficio si aprì prepotentemente pochi istanti dopo, facendo uscire dalla stanza i Buffy e Spike provenienti da quella dimensione. Il biondo -all'apparenza- si era ripreso; camminava mantenendo un'andatura con maggiore stabilità, ed ora che il busto era ricoperto dalla camicia e lo spolverino, le ferite ed il sangue rappreso erano divenuti invisibili. Eppure, seppure il ragazzo poteva essersi ripreso, la sua compagna non sembrava altrettanto sollevata.
Non appena Buffy -l'originale- vide i due, si staccò subito dal vampiro al suo fianco, decisa a distanziarsi da quella perenne e sovrannaturale elettricità che, in presenza di Spike, la andava ad attraversare senza tregua. Si accostò alla propria sosia ostentando solo che curiosità -sperando di farcela-, attenta a controllare il respiro, altrimenti ancora affannato a causa del recentissimo bacio, e pregando perchè il suo cuore tornasse a battere normalmente.

Spike, ancora seduto contro la parete, aveva notato -e come non avrebbe potuto?- come la cacciatrice si fosse fatta immediatamente distante, staccandosi da lui con velocità, allontanandolo quasi si fosse trattato di un appestato, con palese vergogna.
Avvertì una stretta lacerante all'altezza del petto, esattamente in corrispondenza del cuore, e per un attimo osò bearsi nell'idea di averlo sentito battere. Un organo morto ed avvizzito da oltre un secolo, non sarebbe mai stato in grado di provocare tanta sofferenza; più dolore che un paletto infilzato.
Guardò poi i loro due sosia, notandoli abbracciati e palesemente bisognosi l'uno dell'altra, ed immediatamente, la fitta si intensificò. Perchè per loro non poteva andare al medesimo modo? Per quale dannata ragione, erano destinati a restare tanto lontani?
Poi, la risposta. Non la sentì però solo nella sua testa -come si sarebbe normalmente aspettato-, bensì fu Buffy stessa -la sua Buffy-, con quel quel suo tipico tono apprensivo, che lui amava udire se destinato a lui, a dargliela.
"Angel?"
Aveva posto una domanda all'altra Buffy, sì, ma a Spike, quella semplice parola, era apparsa solo che come l'ennesima ovvia, scontata e detestabile risposta. Una che conosceva già da tempo e che, con ogni probabilità, lo avrebbe accompagnato a vita.
Si alzò spossatamente, gravando di proposito il proprio peso sulle sue stesse gambe tremanti. Eppure, non mosse un passo. Decise invece di rimanere alle spalle della propria musa, così da poter sperare -sognare-, per lo meno, che il suo viso non fosse macchiato di pena; sognando che le sue preoccupazioni fossero tutte destinate a lui stesso. Così, Spike non seppe mai quanto in realtà, in quel momento, il volto della propria cacciatrice fosse inespressivo. Non venne mai a sapere come, d'improvviso, non fosse più tanto interessata ad Angel, nè seppe per quale motivo il suo cuore non smetteva di battere in modo frenetico.

Le labbra di Spike. Erano diventate un pensiero fisso; un bisogno impellente ed innegabile.

La risposta le giunse velocemente, accompagnata da un tono di voce insoddisfatto e colmo di risentimento "vivo"
Era innervosita l'altra cacciatrice. Avrebbe volentieri posto fine alla vita del vampiro ma, semplicemente, non ce l'aveva fatta. Da ciò che era riuscita ad intuire e comprendere, la propria alias teneva molto al moro. Lo aveva perciò tramortito con un paio di colpi, per poi prendere Spike ed andarsene.
"Grazie"
Quella fu la risposta risoluta della giovane, poco prima di voltarsi, diretta verso l'uscita. Incontrò qualche istante lo sguardo del biondo; lo vide sofferente, ma silenzioso, ed immeditamente si sentì in colpa, ma troppo orgogliosa per chiedergli scusa. Sapeva bene come lo aveva ferito. Sapeva che, chiedendo del suo sire, gli aveva inferto l'ennesimo colpo, ma aveva avuto bisogno di distrarsi, sì, perchè Spike era una calamita troppo forte per lei. Abbassò dunque lo sguardo, arrendevole.

Giunsero all'esterno in breve tempo, cercarono di mantenere un profilo basso, ed i pochi che avevano ceduto alla tentazione di studiarli, avevano semplicemente notato come ci fossero un doppione per ciascuno. Eppure, nonostante questo evidente particolare, nessuno li aveva fermati per chiedere loro spiegazioni, probabilmente vista l'assidua clientela demoniaca, ed erano riusciti a raggiungere il furgone di Oz per tempo. Spiegare al vampiro proveniente da quella dimensione ogni accadimento, era risultata questione di pochi minuti e, visto che anche in quell'universo, Spike aveva vissuto una vita colma di peripezie travolgenti, ed avventure folli, aveva creduto ai due sosia con facilità.
"Quasi ti invidio, sai?" gli aveva detto il vampiro non appena aveva concluso di ascoltare il racconto, accendendosi una sigaretta e portandola immediatamente alle labbra. L'altro si era voltato verso il proprio sosia, dimostrandogli come stesse prestando attenzione.
"Sì, insomma... Hai tutto" disse con semplicità il biondo, reggendo tra pollice ed indice il filtro della cicca "Sei ancora in grado di combattere, ed hai potuto scegliere fin dall'inizio e, nonostante io abbia una vita decisamente felice, la tua storia è straordinariamente più interessante..." prese una pausa per assaporare il sapore della nicotina, concentrandosi sulla sensazione del fumo che lentamente lo attraversava "Eppure, non vorrei mai essere al tuo posto"
Erano sul fondo del furgone, lontani da tutto il resto degli Scoobies, cacciatrici comprese, e si erano presi una pausa per parlare, scherzare e -perchè no?- conoscersi. Ne era affascinato Spike -entrambi-, dalla possibilità di confrontarsi con se stesso: un essere folle e con una logica totalmente propria.
A quell'ultima frase, l'altro aveva inclinato leggermente il capo, incuriosito da quella precisazione, pronunciata con tanta leggerezza, come si trattasse della più grande ovvietà esistente. Era davvero tanto difficile da capire anche lui?
"Insomma, Buffy è la cosa più meravigliosamente..." prese una pausa per riflettere, nuovamente ad aspirare dalla sigaretta "Stravolgente che io abbia mai incontrato sul mio cammino."
Spike -l'originale-, capendo bene a cosa il proprio sosia si riferisse, annuì semplicemente, sperando di non dimostrarsi afflitto quanto effettivamente era, deciso più che mai a rimanere -almeno all'apparenza- stabile e forte come sempre "già, in questo frangente, io invidio te moltissimo" ammise dunque, sorridendo appena, guardando la propria cacciatrice poco distante. Anche in quel momento, completamente presa in chissà-quale conversazione con l'osservatore, lui la venerava: amava i suoi capelli morbidi e chiari, il suo naso appena all'insù ed i suoi occhi... Dio, quelli lo avrebbero portato all'inferno ancora prima della morte.
"Devo dunque ritenere una fortuna la mancata venuta di Angel" mormorò il proprio alterego, facendosi improvvisamente serio. Una cosa era palese: in qualsiasi dimensione Spike si trovasse, il rapporto con il proprio sire non era dei migliori.
"Non so... Immagino che dal tuo punto di vista sia così. Eppure, se nella mia dimensione non fosse mai arrivato Angel, io non mi sarei mai alleato a Buffy..." pronunciò con sincerità mista ad amarezza il biondo, sentendosi in dovere di ringraziare, almeno un minimo, il moro per quel piccolo ed involontario favore "Eppure, nonostante questo, so che lei non mi vedrà mai come l'altra cacciatrice vede te" ammise poi in un soffio, continuando a guardare la propria musa bionda, sorridendo nonostante l'avvilente realtà.
"Perchè?"
"Perchè io non ho un'anima" rispose il vampiro originario con risolutezza e convinzione, in un tono che non ammette repliche. Si voltò poi verso il proprio sosia, incontrandolo spaesato da quell'affermazione. Sorrise semplicemente, alzando appena le spalle, fingendosi disinteressato ed arreso, nascondendo dentro sé tutti gli altri suoi pensieri, e sospirando appena, per quanto inutile gli potesse essere. L'altro non disse nulla, capendo bene dagli atteggiamenti del proprio alias, come quest'ultimo non fosse in vena di continuare la conversazione. Poi, un pensiero veloce ed appena accennato gli riempì la mente.
"E Drusilla? Come sta?"
Amava Buffy, sì, ma non poteva negare l'affetto che, per sempre, avrebbe provato per la sua -oramai- defunta amante. Aveva trascorso con quella dama oscura oltre cento anni della propria esistenza, e sapeva bene che quelli non erano tempi che sarebbero spariti tanto in fretta.
"Pazza" sorrise divertito l'altro, rispondendogli con la parola che meglio poteva descrivere la vampira "E' totalmente folle... E lo sarà per sempre. Sai, vede ancora luci e bagliori in ogni dove e la spaventano terribilmente. Piange come una bambina vedendo i propri assurdi corvi morti ed adora uccidere..." pronunciando quell'ultima frase, storse il labbro leggermente "Sì, una pazza maledettamente intelligente" aggiunse poi ricordando come, proprio lei, poco tempo prima, gli avesse aperto gli occhi riguardo la cacciatrice bionda.
"Sai... La sola cosa per la quale non posso vedere un risvolto positivo, nella mia vita... E' proprio Drusilla" parlò il biondo abitante di quella dimensione, sospirando leggermente, per poi prendere un ultimo tiro di fumo dal filtro della sigaretta ormai finita, spegnendola l'istante successivo "L'hanno uccisa in modo orribile, ed io non sono stato in grado di proteggerla..." mormorò appena "Avevo questo dannato cip nel cervello, ma non lo sapevo" iniziò a raccontare, buttando fuori dalla bocca tutto il fumo poco prima assaporato, ed abbandonando la schiena contro la lamiera del furgone "L'avevano legata contro un palo e ricoperta di benzina... Li ho visti estrarre un maledetto accendino dalla tasca e mi sono subito scagliato contro quel commando, ma..." si bloccò, rievocando ricordi che, probabilmente, aveva solo che tentato di scordare "Ma poco prima che li attaccassi, un dolore orribile ha iniziato a riempirmi il cervello... Non so come spiegarti... E come se degli assurdi folletti iniziassero a morderlo, graffiarlo, tirarlo, schiacciarlo e, anche se dura solo qualche istante, è insopportabile... Non riesci nemmeno a pensare" concluse storcendo la propria espressione, corrucciandola. Si poteva ancora chiaramente vedere il dolore della perdita nel suo sguardo, dallo scintillio di quel cobaltoso mare completamente sofferente al pensiero.
L'altro vampiro lo guardò attentamente, come fosse alla ricerca di qualche traccia in più sul suo viso, ma presto fu nuovamente il proprio sosia a parlare "Non fraintendermi. Amo Buffy completamente, ma... Avrei voluto dirle, per lo meno, addio"

L'arrivo delle cacciatrici distrasse entrambi i vampiri, costringendoli a prestare immediatamente attenzione alle nuove arrivate. Il viaggio era ormai a termine, e presto sarebbero stati nuovamente a Sunnydale, ed i Buffy e Spike originari sarebbero invece tornati nella loro dimensione di appartenenza.
Spike -quello originario- guardò immediatamente la propria Buffy, non dovendo nemmeno chiedere quale delle due, per quanto simili, fosse. Era semplicemente lei, più meravigliosa, perfetta e bellissima, e lui lo sapeva, il resto non importava. Non sapeva cosa tra loro due fosse cambiato, ma era certo che ormai, la semplice parola 'coinquilini' o 'alleati' non sarebbe bastata a descriverli, per lo meno non tra di loro, in completa privacy. Sicuramente avrebbero portato avanti una farsa di fronte gli amici di sempre, e lei avrebbe continuato a punzecchiarlo e lui, pur di non sembrarle strano o eccessivamente assorto, avrebbe preso parte al tutto con esuberanza fin troppo magistralmente ostentata. Eppure, sapeva che, da soli, dentro quell'appartamento che ormai da tempo condividevano, in quel letto ora di entrambi, tutto sarebbe cambiato, e non sapeva se in meglio o in peggio. Questo lo terrorizzava più di ogni altra cosa.

Buffy, dall'altra parte, lo guardò irrigidendosi in un primo momento, anche lei affollata dai medesimi dubbi di lui e, se solo lo avesse saputo, si sarebbe sentita completamente sorpresa dall'affinità che condividevano nell'ignoranza. Persino le paure, quelle che tutto sarebbe potuto cambiare, erano le stesse, e la divoravano totalmente. Eppure, nonostante tutto, il vero timore misto a dubbio che si era ormai insinuato nella sua confusa mente era il fatto che, se da un lato era completamente certa dei sentimenti di lui, del suo amore, e di quanto esso fosse reale e totale, riguardo ai propri, di sentimenti, era completamente incerta. Non voleva allontanarsi da lui, per quanto sapesse che ciò che avevano fatto era un errore e, per quanto non lo avrebbe mai ammesso apertamente, non era nemmeno pronta a dirgli addio. 
Gli contemplò incantata lo sguardo, quel meraviglioso e raro mare, e venne distratta solo secondi dopo dalla voce del sosia del biondo.
"Ehi, siete venute da noi comuni mortali?" domandò, prima di aggiungere "No, aspettate... Quelle siete voi" ironizzò allegro. In risposta sorrisero entrambe, seppur una falsamente, troppo concentrata in pensieri, allusioni ed errori di troppo.
"Sai... Tra Willow e Oz che amoreggiano e Giles che litiga con Xander, voi siete una compagnia decisamente migliore!" esclamò la Buffy proveniente da quella dimensione, sedendosi a fianco del proprio amato. L'altra cacciatrice fece altrettando con il 'proprio' Spike, avvertendo istantaneamente la tensione aumentare. Si ripeteva di smettere di pensare, ma quel mantra era ormai divenuta una fittizia illusione. Spike era ovunque, fino quasi ad intossicarla.
"Vi capisco... Io mi sarei isolato per la semplice presenza-Harris" fece sarcastico il biondo originale, non potendo non ammettere che, anche in quella dimensione, l'antipatia nei confronti del moro era radicata. Forse lo riteneva più sopportabile, ma non per questo meno accusabile. Buffy fu quasi estasiata all'udire quelle parole, ringraziando mentalmente il vampiro per avere trovato un buon argomento di discussione, abbastanza da permetterle di parlare senza imbarazzo, per lo meno.
"Spike... Xander è un mio amico... Non puoi continuare a detestarlo per sempre..." lo rimproverò, fingendosi offesa "E poi immagina come sarà agitato al nostro ritorno" reallizzò dopo qualche istante, sgranando gli occhi ed immaginando già come la avrebbe assillata. Lanciò un'occhiata già di per sé spazientita al tettuccio del veicolo, mentre il biondo al suo fianco iniziava a ridere divertito.
"Non aspetto altro! Prenderlo in giro è un hobby meravigliosamente calmante"
"Tsk" sbuffò lei, mettendo su un falso broncio, facendo sporgere appena il labbro inferiore, non immaginando nemmeno l'effetto che poteva provocare sul vampiro che, all'apparenza, si mantenne calmo e disinteressato. In realtà, anche solo quella piccola espressione, accendeva in lui una vera e propria eccitazione. Amava le sue labbra e come esse si formassero deliziosamente su di lei. Ne adorava la consistenza ed il sapore, e desiderava ardentemente gustarle nuovamente, anche in quell'istante. Eppure, nonostante tutto, non fece nulla, e nemmeno fu costretto a rispondere, grazie all'intervento repentino del proprio sosia.
"Mi state dicendo che passate il tempo a punzecchiarvi come due poppanti?" domandò divertito "Sono felice di vivere nella mia dimensione"
"Touché" si limitò a dire con pacatezza l'altro biondo, mentre il furgone rallentava la propria corsa, sino ad arrestarla totalmente pochi minuti dopo. La voce di Daniel si levò poi presto all'interno del veicolo, risvegliando tutti dai propri pensieri.
"Siamo arrivati!"

Si erano diretti all'appartamento di Giles immediatamente, tutti decisamente interessati all'incantesimo che avrebbe permesso ai due viaggiatori dimensionali di tornare nel loro universo d'origine. L'osservatore aveva trovato una formula che, se unita al cristallo che li aveva portati sin lì, avrebbe sortito l'effetto di un antidoto. Non c'era alcun rischio, era una terapia sicura e precisa, e sia Spike che Buffy furono profondamente grati all'uomo per l'incredibile reattività.
"Figuratevi..." aveva detto non nascondendo nella propria voce, un tono aperatamente paterno. Aveva guardato Buffy sorridendole, per poi abbracciarla "Ci mancherai"
Willow era arrivata subito dopo, tuffandosi tra le braccia della bionda con gratitudine e nostalgia, e presto Spike iniziò a  domandarsi esattamente, quando la situazione era andata a diventare tanto strappa lacrime.
"Grazie mille!" aveva singhiozzato la rossa, continuando il proprio abbraccio "Grazie per averci aiutato"
Era poi arrivato Xander che, pur essendo meno provato, la strinse comunque a sé amichevolmente, facendola istantaneamente sorridere "Ricorda di dire al mio sosia che è un grande!" esclamò, per poi lasciare la cacciatrice "Insomma: Cordelia Chase! Wow!"
Giunse poi il turno di Oz, che si limitò ad un semplice cenno. La stessa cosa valse per Spike, ed infine giunse la sua sosia, decisamente più restia ad abbracciare l'altra "Grazie" mormorò dopo qualche istante "Grazie per avermi aiutata con Spike e..." prese una pausa, lanciando un'occhiata in direzione dell'altro biondo, ora alle prese a salutare il suo alias con un paio di battute. Tornò poi a guardare l'altra se stessa amorevolmente "E... Sappi che chiunque è in grado di amare, in un modo o nell'altro"
Quella frase fece irrigidire la giovane qualche momento -in quanto palesemente riferita al vampiro privo di anima- ma poi, un abbraccio dalla propria metà la distrasse completamente, e si ritrovò a contraccambiare la stretta, annuendo appena.
Dall'altra parte, Spike era stato improvvisamente accolto da Xander in un abbraccio e, se in un primo momento aveva avuto un particolare istinto deciso ad eliminare Harris, si era poi trattenuto, sospirando appena di fastidio, in attesa che la cacciatrice concludesse con i propri congedi.

"Molto bene" la voce dell'osservatore risuonò altezzosa all'interno del locale. Buffy e Spike erano in piedi al centro di un cerchio tracciato sul pavimento da sale e zolfo. Giles era stato preciso, ed aveva dosato tutto con cura.
"Spike, estrai il cristallo" ordinò. Il vampiro immediatamente eseguì, mostrando il piccolo oggetto violaceo tra le sue mani.
"Bene, ed ora, con la mano reggente il cristallo, afferra quella di Buffy, così che entrambi siate in contatto con la chiave"
Obbedirono immediatamente, silenziosi, fingendo di non avvertire quella scarica elettrica tanto tipica di loro ad ogni contatto avessero. Sospirarono semplicemente, per poi guardarsi negli occhi, come a domandarsi se anche l'altro lo avesse sentito, quell'incredibile scossone, e la risposta fu da entrambe le parti affermativa. I loro occhi si riempirono istantaneamente di consapevolezza, ma prima che i loro pensieri potessero divagare, la voce dell'osservatore, tornò a  distrarli.
"Ed ora, Buffy devi dire esattamente ciò che hai detto quando hai desiderato arrivare qui"
La ragazza annuì, per poi abbassare lo sguardo sulla sua mano, stretta forte a quella del vampiro biondo di fronte  a lei. Sospirò lentamente, per poi chiudere gli occhi.
"E se non avessi mai incontrato Angel"
Riaprì gli occhi non appena ebbe pronunciato la frase, incontrando l'immagine dei loro sosia scambiarsi un bacio a fior di labbra, tenero e colmo di sentimenti. Quella fu l'ultimo momento che lei vide in quella dimensione sconosciuta, tanto simile, ma anche tanto differente dalla propria.

Istantaneamente, avvertirono le forze scemare, prima gradualmente, poi acquistando velocità, ed in pochi istanti, tutto ciò che entrambi videro o sentirono, fu buio.










 
Angolo dell'autrice!

Buonasera a tutti! Spero che il capitolo vi sia piaciuto e... E dal prossimo immaginatevi un bel po' di casini/cambiamenti/sentimenti da affrontare e... Beh, vedrete u.u

Siamo al vetesimo capitolo! Sono davvero fiera di me! :) Non credevo sarei riuscita ad andare tanto avanti e, lasciatemi una recensione ^-^ Grazie mille!

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Capitolo 21
*** Non andartene ***


The Promise

-Non andartene




"Ti prego, Spike..." la supplica di lei, dolce, sussurrata, bisognosa e colma di desiderio "Baciami"
Lui, immediatamente, posò le proprie labbra fredde, ma brucianti sopra quelle di lei, la quale dischiuse la bocca in breve tempo. Immediatamente la lingua di lui iniziò a danzare con la sua in un modo che accese dentro entrambi una miccia potenzialmente insaziabile.
Lei iniziò a muovere il bacino contro quello di lui, erano già nudi, ed all'istante, quella piccola fiamma si accese, divampando totalmente.
"Spike, ti prego, amami.." nuovamente la voce della bionda, mormorata e roca, carica di energia puramente erotica. Gli aveva parlato accostandosi al suo orecchio, mordicchiandone poi il lobo trasportata dalle sensazioni.
"Ti amo, Buffy... Ti amerò sempre" si limitò a dire lui con sincerità, non nascondendo però nella voce un'attesa ormai decisamente al limite.
"Spike, ti prego..." La sua ultima supplica, lei lo sapeva bene. Si strinse all'uomo con forza, già pronta a rispondere ai movimenti di lui "Prendimi"
Nel momento successivo, la sola cosa che attraversava il pensiero della cacciatrice, era l'essenza, presenza e passione che il vampiro le stava offrendo. Presto, non riuscì nemmeno a concentrarsi su quello. In breve, iniziò a muoversi secondo il ritmo prestabilito dall'uomo che stava sopra di lei, che le lambiva ogni angolo della pelle e che la ammaliava totalmente.


Aprì gli occhi d'improvviso, era senza fiato, completamente sudata. Si guardò attorno, constatando con certezza non si trovasse affatto sul proprio letto con il vampiro, a differenza di ciò che -ormai aveva capito essere- il proprio sogno testimoniava. Si portò a sedere, scostando le lenzuola che la ricoprivano sino al seno, per poi portarsi una mano sulla fronte completamente umida. Le dita tremavano mentre cercava di asciugare il viso, ma nonostante ciò non si scompose più di tanto. Finse che quelle reazioni fossero normali, quando in realtà, il fatto che si fosse sentita tanto vicina all'apice del piacere a causa di un semplice sogno, la disorientava fortemente.
Deglutì un paio di volte a vuoto, per poi alzarsi una volta riacquistata la stabilità fisica. Era dentro una camera buia, e non ricordava molto di come poteva esserci arrivata. L'ultima memoria che aveva, erano i Buffy e Spike dell'altra dimensioni scambiarsi un meraviglioso bacio che le aveva fatto provare una certa invidia, doveva ammettere. Prese un profondo respiro, per poi chiudere gli occhi qualche momento, ancora avvolta da quell'oscurità e da quel silenzio. Cercò di allontanare il sogno -incubo? Non riusciva proprio a definirlo tale- appena fatto, per poi uscire dalla stanza.

La luce che immediatamente le bagnò gli occhi, le disturbò in un primo momento la vista. Socchiuse le palpebre, per poi rilassarle nuovamente una volta abituata alla lumonisità. Dopo essersi osservata qualche secondo attorno, comprese con sollievo di trovarsi nell'appartamento che Willow e Xander condividevano a Los Angeles. Mosse qualche passo dentro al locale, fino a che un Harris particolarmente apprensivo non la raggiunse. Le si accostò amorevolmente, per poi aiutarla a camminare permettendole di sorreggersi sulle sue spalle.
Buffy, dalla propria parte non potè fare  a meno di pensare a quanto inutile fosse il suo aiuto, ma restò in silenzio, sorridendogli semplicemente, potendo giustificare a pieno le sua attenzioni smisurate. La accompagnò sino al divano, dove la fece accomodare con delicatezza.

"Stai bene?" le domandò dopo qualche secondo in cui l'aveva osservata in silenzio, come a volere verificare che non le fosse accaduto nulla di grave durante la sua covalescenza.
"Sì" si limitò a dire lei, per poi sbadigliare, ancora intorpidita dalla dormita "Cosa è successo?"
"Cosa è successo?" sbottò lui udendo quella domanda. Buffy storse il labbro ed inarcò le sopracciglia confusa, ma non disse nulla, certa che presto il moro avrebbe iniziato a spiegare. Così accadde.
"Sparisci per più di un giorno in un'altra dimensione di cui né io né Willow sappiamo la collocazione, insieme a Spike..." spiegò camminando attraverso la stanza e sottolineando con disapprovazione il nome del vampiro "E tutto ciò che sai dire è 'cosa è successo'?"
A quel punto, nonostante la serietà dell'amico, la ragazza non potè evitare di trattenere a stento una risata decisamente divertita. Xander era oltremodo preoccupato per un nonnulla, e poi, si era forse dimenticato di essere in presenza della cacciatrice? Cioè l'unica, la sola, la prescelta e blah, blah, blah...
"Per non parlare poi del fatto che hai dormito per tre giorni!" esclamò dopo pochi secondi, facendola d'improvviso divenire seria.
"Tre giorni? C-Cioè... settantadue ore-" "Di fila, Buff" la interruppe lui serio "Sembravi in coma! Willow continuava a dire che era tutto a posto, ma io... Non so... sembravi morta!"
La ragazza aveva smesso di prestare attenzione al giovane una volta appreso quanto tempo era rimasta in quella sorta di stato dormiente. Il suo pensiero si era immediatamente rivolto ad un altro ragazzo, uno biondo dagli occhi azzurri e decisamente più vecchio di lei.
"E Spike?"
Lo aveva chiesto. Non aveva resistito ed aveva interrotto Xander, utilizzando il solo argomento che per il giovane poteva ritenersi off-limits. Si biasimò all'istante della domanda appena fatta, ma non la ritirò. Nonostante sapesse che non doveva importarle, lei voleva sapere. A lei interessava William.
Dall'altra parte, Xander udendo quella domanda, si era immediatamente ammutolito, iniziando ad esibire un'espressione confusa e delusa al medesimo istante. Fu sul punto di domandarle se si fosse dimenticata la vera ragione per cui erano a Los Angeles, se si fosse dimenticata di Angel, ma preferì restare in silenzio, certo che una simile richiesta, le avrebbe inferto ben più colpi di quanti ne potesse sopportare. Eppure, nonostante questo, non volle nemmeno rispondere alla sua domanda appena posta. Non voleva parlare del biondo, detestava la sua sola idea, figurarsi parlarne!
Fu l'intervento dello stesso vampiro, però, ad interrompere il silenzio.
"Io sono qui, pet"

Udendo quella voce d'improvviso, la cacciatrice si voltò subito. Lo vide sulla soglia della stanza ed una sigaretta spenta tra indice e medio, probabilmente in procinto di accenderla e fumarla. Le sorrise, esibendo quell'espressione sghemba che tanto la affascinava, per poi muovere qualche passo all'interno della camera. Si accostò infine ad una parete, non troppo lontano da lei, ma nemmeno orribilmente vicino ad Harris.

In quei giorni Xander gli aveva fatto domande su domande, ma il vampiro non lo aveva degnato di alcuna risposta. Il moro gli aveva chiesto cosa fosse accaduto nell'altra dimensione, o in cosa consistesse essa, ma il biondo si era semplicemente limitato a ribadire che aveva salvato Buffy, che erano salvi e che era orribilmente stanco. Infondo, cosa poteva dirgli? Che erano precipitati in una dimensione in cui i loro alterego si amavano oltre ogni limite e che lui e la sua Buffy, quella che anche Xander conosceva, erano andati a letto insieme? No, non lo avrebbe mai fatto. Lei non glielo avrebbe mai perdonato.
Spike, aveva dunque mantenuto il silenzio, godendo dell'espressione frustrata e curiosa del bamboccio e pregando perchè la sua amata si risvegliasse presto. Erano stati giorni angosciosi quelli. Se lui si era svegliato entro poco, lei invece si era fatta attendere, costringendolo persino a piangere per la preoccupazione continua.

Presto, anche la cacciatrice sorrise di fronte l'espressione di lui, sinceramente felice di vederlo in piedi, decisamente più sano di lei.
"Che ci fai qui?" domandò d'improvviso Xander, imponendosi tra lei ed il vampiro, facendo irritare il biondo particolarmente.
"Beh, sai... La rossa mi ha invitato e da quel momento posso entrare quando voglio" gli disse il vampiro sbrigativo, deciso a scrollarsi la presenza  del moro di dosso velocemente. Quest'ultimo lo guardò diffidente, ed istantaneamente il silenzio tra i due divenne insopportabilmente teso. Fu Buffy ad intervenire.
"Xander... Puoi lasciarci soli un attimo?"
La domanda di lei colpì entrambi gli uomini. Se da un lato, Xander non riusciva a capire per quale motivo la giovane necessitasse di restare sola con il vampiro, dall'altro lato, Spike, sin da principio, era stato certo che lei avrebbe cacciato via dalla stanza lui, e senza alcuna remora.
Harris guardò prima il biondo, poi l'amica "Buff, io-" "Per favore..." insistette lei interrompendolo, assolutamente poco propensa all'idea di ascoltare sue ragioni che lei -era certa- non avrebbe minimamente ascoltato.
"Bene..." si arrese infine, lanciando un ultimo sguardo colmo d'odio al vampiro, che non ricambiò nemmeno, troppo confuso dagli atteggiamenti di lei. Aveva appena allontanato Xander per lasciarli soli? Avvertì il suo orgoglio montare.

Una volta soli, lei fece segno al vampiro di accomodarsi al suo fianco. Lui fu presto vicino a lei. Non le domandò nulla, come invece lei si sarebbe aspettata, bensì attese fino a che la cacciatrice non si sentì pronta ad esordire. La ragazza prese un nuovo, profondo respiro, e solo dopo esso decise di parlare.
"Come stai?"
Lui sussultò sorpreso. Non solo non si aspettava che la cacciatrice richiedesse di parlare prettamente con lui, ma non avrebbe nemmeno mai pensato che la conversazione sarebbe stata tanto 'normale'. Era certo che avrebbe ricevuto insulti e non solo. Infondo, nonostante si fosse mantenuta tanto calma nell'altra dimensione, in quella non avrebbe dovuto dare credito ad alcuna supposizione sbagliata. Ed il fatto che fossero soli, in privacy, alimentava miriadi di possibilità.
"Bene" rispose infine, sorridendole leggermente "Tu?"
"Bene, credo..." disse lei, abbassando lo sguardo e riflettendo. Si sentiva completamente confusa ed aveva un forte mal di testa, ma per il resto, in quanto a salute fisica stava assolutamente bene. Mentalmente, invece, aveva decisamente più problemi. Spike era una riflessione fissa e nemmeno in quel frangente riusciva ad accostarne il pensiero.
"Sono rimasta addormentata davvero molto tempo..."
Lui comprese immediatamente ciò che lei voleva sapere "Già" acconsentì dunque, prima di tornare a conversare "Io ero in piedi già dopo una decina di ore"
Udendo quella verità, la giovane puntò immediatamente lo sguardo in quello di lui, spaventata. Le sembrava strano essere stata tanto debole per così lungo tempo, ma lui presto intervenne "Probabilmente è perchè sono un vampiro, love... Niente di più"
"Lo spero... In questi giorni mi sento così diversa" cercò di replicare lei, rendendosi conto solo in un secondo istante di avere detto troppo. Il vampiro osservò attentamente il suo viso giovane e perfetto, rigato da nessuna ruga e circondato da una cascata bionda che lo affascinava totalmente.
"Ma non lo sei. Sei sempre tu, fidati" mormorò il vampiro rilassandosi leggermente, abbandonandosi contro lo schienale del sofà "Mi dispiace averti messo chissà-che-pulce in testa..." aggiunse poi, riferendosi chiaramente alla propria recente dichiarazione. La guardò nuovamente, per poi sospirare afflitto, in procinto di dire qualcosa che non pensava affatto "Puoi benissimo fingere che io non abbia mai detto nulla e che... Ciò che è accaduto là... Resti là"
Lei studiò attentamente il viso dell'uomo al suo fianco, incontrandolo falsamente fiero, ma realmente distrutto. Fu analizzando quell'espressione che decise che gli avrebbe detto la verità senza mezzi termini, nonostante l'imbarazzo da essa dovuto.
"Il problema, Spike, è che è venuto con noi... Ed è qui anche adesso" mormorò dunque la ragazza, facendo apparire sul viso del vampiro un'espressione di totale confusione. Lo guardò per interi secondi di silenzio, per poi rispondere alla sua domanda, quella che lui aveva  posto semplicemente con lo sguardo.
"I-Io prima... Prima di svegliarmi ho..." si interruppe, alzando gli occhi in direzione dei suoi. Lui la stava ascoltando con attenzione e lei sapeva bene che presto la tensione tra loro sarebbe salita. Scacciò velocemente l'idea di abbandonare i propri propositi per orgoglio, e tornò dunque a parlare "Ho sognato che... Che andavamo a letto insieme, di nuovo" si lasciò dunque sfuggire, facendo irrigidire immediatamente lui. Voleva fargli capire, senza ammetterlo apertamente, che ciò che c'era tra loro ormai la infettava totalmente, ed il vampiro comprese subito il messaggio.
Avrebbe voluto sorridere, vantarsi e scherzare spudoratamente come di suo solito, ma decise di trattenersi, vedendo la serietà di lei. Così, anche lui optò per dirle la verità.
"Io non faccio altro da quando siamo tornati, Goldielocks"
Quella rivelazione, invece che accendere in lei un moto di completo disgusto o repulsione, le fece invece avvertire una contrazione provenire dal bassoventre. Finse indifferenza.
"Spike, io non posso stare con te... Io non posso amarti e-" "Lo so, pet, lo so" la interruppe lui "Quando mi sono reso conto di ciò che provavo per te, mi sono anche dovuto tragicamente arrendere a queste verità" ammise il ragazzo, mormorando "So che dobbiamo portare a termine una missione, e so che quando tutta questa storia sarà finita, io me ne andrò... Perchè non sopporterei così tanto dolore"
Lei, che aveva ascoltato quelle parole in silenzio, si era irrigidita istantaneamente sentendolo parlare di una futura -ed ormai decisa- partenza. Quel solo pensiero la disorientava. La possibilità di non potere più parlare con lui la innervosiva, eppure non sapeva come replicare. Non si sarebbe alzata in piedi in lacrime, gridandogli che non poteva andarsene, né tantomeno lo avrebbe supplicato di restare per lei. Era certa che, una volta giunto il momento, lo avrebbe semplicemente salutato con un cenno ed un sorriso, e lui avrebbe fatto altrettanto. Come poteva conoscerlo così tanto, dopo così breve tempo? 

Erano dannatamente simili.

"Ma per il momento, anche se non provi nulla, io resterò qui, che tu lo voglia o no" tornò a parlare, questa volta con più leggerezza "Non posso perdermi la fine di Angel" ironizzò infine con brutalità, esibendo un sorriso sinceramente allegro. Lei lo ammirò, indecisa su cosa dirgli, decidendo infine di sfruttare la sua medesima 'tecnica': l'umorismo.
"Sei il benvenuto..." gli disse più leggera "Potrei persino farti una targhetta con scritto 'membro speciale degli Scoobies'!" aggiunse gesticolando come una bambina, facendolo immediatamente ridere "Oppure una stella! Tipo quella degli sceriffi del vecchio West! sarebbe fico, no?"
"Per te, evidentemente sì" si limitò ad acconsentire lui "Però, sotto la scritta 'membro speciale degli Scoobies' devi farci scrivere 'umiliatore ufficiale di Harris', sarebbe perfetto" aggiunse poi Spike, facendo scoppiare Buffy in un'allegra risata, che risollevò l'animo ad entrambi.

Fu durante quei brevi attimi di sincera allegria e risate, che Buffy comprese quanto importante per lei fosse la presenza di Spike, e quanto giusto fosse quel momento per dirglielo. Una volta calma, quando le risate di entrambi si furono attutite, lei intervenne nuovamente, sorridendogli.
"Posso chiederti un favore?"
"Tutto quello che vuoi, lo sai" si limitò a rispondere con fermezza il vampiro, certo che avrebbe fatto qualsiasi cosa per la giovane, anche uccidersi, come le aveva ribadito giorni addietro.
"Rimanda la tua partenza il più possibile, quando sarà il momento" mormorò la giovane, facendo irrigidire qualche istante il vampiro. Quella richiesta gli era entrata dentro completamente, rendendolo schiavo di congetture di troppo che, a lungo andare -era certo- lo avrebbero solo che illuso. Decise dunque di chiederle conferma, spaventato.
"Perchè?"
Dopo avere ascoltato quella domanda, Buffy cercò con attenzione il suo sguardo. Era bisognoso, disperato, al limite della sua stessa sopportazione, ma lei non era pronta a rispondere. Si sentì in dovere di fare qualcosa presto, prima che ogni certezza del biondo crollasse. Si spinse dunque più avanti con il volto, fino ad arrivare a pochi centimetri da quello di lui.
Accostò le proprie labbra a quelle del vampiro lentamente, come si trattasse di una tortura lenta e perenne che, però, sarebbe solo che andata a vantaggio di entrambi. Ciò che, inizialmente, parve un bacio semplice e a stampo, si trasormò presto in qualcosa di più radicato e passionale, e quella risposta, per il vampiro fu abbastanza. Avvertire la lingua di lei interessata, bisognosa e desiderosa fu un compenso più che sufficiente per lui, che adorava anche il solo ammirarla. Portò le proprie mani sulle spalle di lei, mentre Buffy si aggrappava ostinata ai suoi capelli biondi.
Forse quella non era la risposta più consona che la ragazza poteva dargli, ma per certo era -momentaneamente- la più sincera.

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Capitolo 22
*** L'Attacco ***


The Promise

-Attacco

 

 
Angolo dell'autrice!

Oggi scrivo l'angolo prima perchè volevo innanzi tutto scusarmi per questo ritardo... E per perdonarmi... ECCO UN CAPITOLO PIU' LUNGOOO yeeee! ahahaha 

E poi.... Sappiate che qui inizierà la 'battaglia' o 'casino' che porterà alla conclusione di questa mia long ^^ 
Anche se ancora ne manca.... ahahah

-Sara



L'arrivo di Willow all'interno dell'appartamento aveva decisamente allentato la tensione dovuta al bacio tra i due, ed entrambi furono segretamente grati alla rossa ed alla sua innata apprensione nei confronti dell'amica. Infatti, non appena questa era entrata, appoggiando con noncuranza le chiavi su un mobile vicino la porta e lasciando a terra un paio di buste della spesa, notando la presenza della cacciatrice si era immediatamente fatta avanti, apparentemente disinteressata alla presenza -troppa vicinanza- dell'altro biondo.
Si era accostata a Buffy con un sorriso estasiato e l'aveva immediatamente avvolta in un abbraccio caldo e colmo di sollievo.
"Stai bene, per fortuna!" esclamò la giovane con il viso nascosto nelle spalle della bionda. Era davvero felice di vedere la propria amica finalmente cosciente. Quei tre giorni erano trascorsi con difficoltà a timori, e vedere d'improvviso Buffy nuovamente stabilita era ciò che lei poteva definire 'un balsamo per gli occhi'. Una volta allontanatesi, la cacciatrice rispose.
"Già, anche io sono sollevata" acconsentì, abozzando un sorriso -soprattutto- conveniente. Non voleva allarmare inutilmente la rossa, sapendo già quanto fosse in pena per la sua salute. Era dunque più conveniente per Buffy rimanere in silenzio su ogni fatto riguardante Spike, i suoi occhi troppo blu e le sue labbra straordinariamente interessanti. Willow sorrise, ricambiando l'espressione dell'altra.
"Allora, cosa mi dici di questa tua avventura?" domandò la neo-strega, già immaginando dimensioni assurde e creature meravigliose. Buffy si irrigidì leggermente, riflettendo sul da farsi. Sospirò poi decidendo di dirle la verità, omettendo solo alcuni particolari.
"Beh... A dire il vero non era particolarmente diversa l'altra dimensione" accennò, dando un breve sguardo al soffitto vecchio e decisamente bisognoso di una nuova verniciata "C'eri tu..." tornò poi a parlare, guardando l'amica "C'erano anche Xander, Giles, Oz, io e... Spike" concluse infine, indicando il vampiro al suo fianco, notando solo in quel momento quanto ancora vicino le fosse. Si scostò appena.
"Uh..." si lasciò sfuggire una Willow pensierosa, guardando il pavimento riflettendo "Angel?"
"Ecco, lui...-" "La cacciatrice qui presente si era domandata come sarebbe andata la sua vita se il vampiro con i tacchi non fosse mai entrato nella sua vita" la interruppe Spike, notando la propria amata Goldielocks in difficoltà. Aveva capito che lei fosse certa di potere dire all'amica la verità, seppur non parlando -ovviamente- della loro piccola quanto travolgente notte.
"Capisco.. Quindi cosa c'era di diverso?"
"Tutto" si lasciò sfuggire in un sospiro la bionda, passandosi una mano tra i capelli. Avvertiva il male alla testa al solo pensiero di quante cose differenti fossero accadute 'dall'altra parte'. In quel momento, era quasi sollevata di non dovere essere più a contatto con quei doppioni. Quasi. Infondo, l'altra se stessa aveva una vita felice, da innamorata, corteggiata, era pienamente soddistatta, ed il tutto nonostante il suo amato non possedesse un'anima.
Lanciò un breve sguardo a Spike, sperando che quest'ultimo non se ne rendesse conto. Si sentiva in colpa nel non potere ricambiare i sentimenti dell'uomo, ed un mostro perchè ancora dubitava di essi. Lui le aveva dimostrato con ovvietà, a gesti e a parole, quanto effettivamente tenesse a Buffy, ma quest'ultima era bloccata. Qualcosa non le permetteva di proseguire con tranquillità la propria vita. Desiderava allontanarlo, ma non riusciva ad immaginare la sua vita senza il vampiro. Credeva nel suo amore, ma si sentiva in errore. Si sentiva come un enorme e stupido ammasso di incoerenza, e non poteva evitarlo.
Tornò a guardare Willow, notandola in attesa di un racconto più dettagliato, e presto la giovane cedette "Tu e Oz stavate insieme, come qui" le sorrise, sperando di tranquillizzarla "Ma non eri una strega... Poi, fammi pensare... Uh!" esclamò ricordando "Xander non stava con Cordelia e non penso che Giles e la signorina Calendar avessero una relazione... Non l'ho chiesto a dire il vero" sorrise la cacciatrice, seppur con una nota malinconica nello sguardo. 
"E tu?"
"I-Io..." si interruppe Buffy, volgendo il suo sguardo al vampiro affiancato a lei. Lo vide teso e preoccupato, probabilmente del fatto che lei avrebbe mentito per vergogna, ed immediatamente la ragazza si sentì in dovere di screditare quelle sue credenziali "Io stavo con Spike" ammise dunque, veritiera. Non capiva il motivo per cui il vampiro si sentisse tanto inferiore, o provasse tanta insicurezza. Guardò il ragazzo, notandolo leggermente meno teso.
Willow, dall'altra parte, era sbiancata in viso "Spike?" domandò incredula. La cacciatrice annuì, per poi sorridere intenta a trattenere una risata. L'espressione della rossa era davvero divertente.
"Ok, mi stai dicendo che se Angel non fosse mai venuto a Sunnydale, tu e Spike ora sareste...-" "Innamoratissimi a quanto pare, sì" la interruppe Buffy, non potendo resistere di fronte alla tentazione di scherzare con l'amica.
"Ok, se voglio permettere al mio ego di sopravvivere, è il caso per me di andarmene..." intervenne dopo breve il vampiro, alzandosi ed estraendo una sigaretta dalla tasca dello spolverino. Era ironico, Buffy lo aveva compreso udendo il tono di voce. Prima di uscire dall'appartamento, Lui lanciò uno sguardo alla cacciatrice "Ti aspetto fuori, in macchina"
Lei annuì semplicemente.

Avevano parlato per qualche altro minuto, scherzando riguardo la dimensione alternativa e su come le vicende erano andate a svolgersi. La questione 'cip' aveva divertito particolarmente Willow, che l'aveva definita 'assolutamente fantascientifica ed irrealizzabile', facendo scoppiare immediatamente la bionda in una fragorosa risata. Non appena il silenzio calò su entrambe, Buffy colse l'occasione per rivelare all'amica una parte in particolare di quel suo breve percorso.

"Sai Willow..." cercò la sua attenzione la bionda, notando presto lo sguardo della rossa alzarsi verso di lei "Io un po' la invidio... L'altra Buffy"
A quella conferma, la strega si irrigidì immediatamente. Si era aspettata molto, persino che Spike le si fosse finalmente dichiarato, ma non credeva che Buffy le avrebbe detto una simile cosa.
"Che intendi? Tu provi qualcosa per-" "Non volevo dire quello" la interruppe la cacciatrice, sorridendole imbarazzata per il fraintendimento.
"Allora, cosa-?"
"Vedi... Spike -quello dell'altra dimensione- amava davvero Buffy.... E lei sembrava completamente... Estasiata" rivelò la bionda, mordendosi il labbro inferiore e sorridendo appena. Non sapeva esattamente come proseguire il discorso, ma era certa di volersi liberare da quel peso che la affliggeva dal suo ritorno. Notando lo sguardo confuso di Willow, l'altra tornò presto a parlare.
"Lui... Lui la venerava... E, per quanto gli fosse inutile farlo, respirava per lei.." soffiò ammirata, ricordando le piccole attenzioni che si erano dati e la devozione che anche la ragazza provava per lui "Non avevo mai visto un amore tanto forte"
"E questo ti ha fatta sentire a disagio?" domandò la rossa, cogliendo esattamente il punto che più doleva all'amica. Buffy annuì semplicemente prima di tornare a parlare.
"Esatto... Io non ho mai visto Angel fare tanto per me" ammise infine senza fiato "Non fraintendermi, so bene che mi ha amata davvero... E probabilmente ognuno ha un proprio modo di farlo, è solo che... Spike ama come se..." si fermò, incerta sul come rendere al meglio ciò che era sull'orlo di dire "Come se fosse schiavo dell'amore stesso"
"E questo è-" "Questo è surreale, Willow" la interruppe nuovamente la cacciatrice, sorridendole "Meravigliosamente surreale. E' il modo in cui vorrei essere apprezzata. Lo è davvero"
"Lo ami?" le domandò d'improvviso la rossa, facendo congelare subito il sorriso dell'amica. Passarono alcuni secondi primeggiati dal silenzio, fino a che Buffy non sospirò.
"Lui non ha un'anima"
"Non stiamo parlando di questo"

Quell'utlima affermazione da parte della strega, fece irrigidire la giovane bionda, la quale si limitò ad osservare l'amica con le labbra schiuse dallo stupore. Stava riflettendo attentamente su quell'ultima frase, completamente presa da essa. Le avevano sempre insegnato che senza anima, amare era impossibile, ma infondo lei era stata testimone di molti avvenimenti impossibili: aveva conosciuto un vampiro con l'anima, aveva visto Spike e Drusilla amarsi, era andata contro una profezia che preannunciava la sua morte ed il fatto che lei fosse niente popodimeno che la cacciatrice di vampiri, era di per sé un fatto eccezionale. 
Eppure, proprio mentre si soffermava su quei pensieri, il suono di un clacson proveniente da fuori, la fece distrarre. Subito dopo riconobbe la voce di Spike chiamarla con uno dei suoi soliti nomignoli. Si alzò in piedi immediatamente, per poi sorridere affettuosamente all'amica di fronte a lei.
"E' meglio che vada... Ciao, Willow"
"Ciao Buffy"




La sera era calata velocemente su Los Angeles.
Dopo l'arrivo nel piccolo monolocale tutto ciò in cui Spike si era impegnato era stato evitare quanto più possibile conversazioni sui propri sentimenti, ed ogni volta che Buffy cercava di parlarne, lui immediatamente cambiava argomento, passando persino al football americano. Buffy era realmente divertita da quei suoi atteggiamenti imbarazzati ma, onestamente, sperava davvero che prima o poi lui avrebbe deciso di parlarne ancora, magari solo non quella notte. Nonostante tutto, però, avevano comunque trascorso una giornata piacevole, parlando di stupidaggini, come di loro solito, e cadendo sempre nella più velenosa ironia.

"Quindi?" domandò il vampiro ossigenato, squadrando la giovane, ormai a terra per quanto stava ridendo "Posso sapere perchè ridi tanto?"
"Sei buffo" si limitò a dire lei tra un singhiozzo e l'altro, mentre si portava una mano sulla pancia dolorante. Aveva davvero riso troppo, ed ormai le stavano arrivando le lacrime agli occhi. Li sentiva inumidirsi e la vista sfocarsi leggermente.
Lui non riuscì a nascondere un sorriso "Puoi essere più precisa?"
"S-Sei un inglese!" esclamò lei, facendo alzare un sopracciglio a lui, palesemente confuso.
"Sì, complimenti cacciatrice, molto recettiva."
"N-No! Intendo..." tornò a parlare lei, cercando di tranquillizzare il proprio respiro "Che pur di cambiare discorso sei caduto nel football americano! Insomma, un inglese che parla di football americano, esilarante!" si limitò a sorridere questa volta lei. Lui non riuscì a non increspare nuovamente le labbra divertito. Effettivamente, pur di non fare l'adulto responsabile, stava cadendo nel ridicolo. Si abbandonò sdraiato su letto, per poi portarsi una mano sul volto, coprendosi la vista. Si concentrò attentamente su di lei, attivando i propri sensi: avvertì il suo respiro calmarsi ed il suo cuore rallentare, segno che la risata si stava lentamente placando. Avvertì poi il suo corpo stendersi sul pavimento a terra. Nonostante non potesse vederla, la immaginava con lo sguardo serio ad osservare il soffitto, concentrata su chissà-quale pensiero per lei di fondamentale importanza.
"Se non vuoi parlarne, comunque, va bene" disse dopo qualche minuto Buffy, facendolo leggermente sorprendere. Non si aspettava di sentirla parlare.
"Mh?" si limitò a fare lui, non parlando affatto, seppur non restando neppure zitto.
"Sì, insomma, se non ti va di dirmi nulla a riguardo, per è okay" acconsentì, non muovendesi dalla sua posizione "Penso che quando sarai pronto lo farai... Credo"
Lui ascoltò quell'ultima affermazione con attenzione. Non sapeva esattamente per quale ragione, ma il fatto che lei fosse pronta ad attendere pur di sentirlo ancora parlare del suo amore, e magari chiarirglielo persino, era un'idea che lo sollevava. Era bello pensare che la cacciatrice sarebbe stata pronta ad ascoltarlo.
"Sì... Credo" decise dunque di acconsentire lui, pur sperando di non dimostrarsi eccessivamente bisognoso di quel conforto. Nonostante tutto ciò che le aveva rivelato, si ostinava ancora a sembrare più forte di quanto effettivamente fosse, ma perchè? Non lo sapeva nemmeno lui. Pobabilmente era tutto orgoglio stupido e dannato.

Restarono avvolti da quel silenzio ancora per infiniti minuti, quasi confortati in esso. Entrambi sapevano che parlare avrebbe comportato troppa tensione, e che quella sorta di fase di stallo era per la prima volta piacevole e rilassante. Sospirarono all'unisono, ed entrambi sorrisero non trattenendosi. Buffy si portò a sedere, per poi stirarsi allungando le braccia quanto più in alto potesse. Mosse i muscoli intorpiditi, decisa ad accostarsi per dormire. Era ancora avvolta dall'asciugamano da quando era uscita dalla doccia, i suoi capelli erano umidi ed all'esterno le temperature stavano andando con l'aumentare. Aprì l'armadio ed iniziò ad ispezionarlo attenta. Vide poi sul fondo di esso una maglia di Spike. Sorrise, per poi infilarsi la biacheria ed inifine quella t-shirt nera. Le arrivava fino le ginocchia, leggermente più in alto ed era molto più comoda dei suoi abiti. Si accostò poi vicino al corpo del vampiro sorridente, nascondendo il suo viso nel petto di lui.

Spike si era immediatamente irrigidito. Aveva udito i movimenti della cacciatrice, ma non aveva potuto evitare una profonda sorpresa nel sentirla d'improvviso tanto vicina a lui, e con il suo odore -di lui- che la circondava. Aprì leggermente gli occhi, incontrando il suo corpo ricoperto da una delle proprie magliette, ed immediatamente ebbe la sensazione che il suo cuore avesse battuto. Sorrise malinconico, certo di avere sognato, e non appena avvertì il respiro di lei rilassarsi -segno che si era addormentata- si permise di avvolgerla contro di sé con le proprie braccia.




La tranquillità che parve, in un primo momento, avvolgere entrambi quella notte venne vissuta completamente. Non vi erano incubi indecenti o sogni troppo intricati da codificare. Dopo molti giorni -settimane-, nella mente di entrambi si stava prospettando un sonno senza sogni, privo di follia o ricordi di secoli ormai da tempo trascorsi. In particolare per Spike, quella situazione era piacevolmente rilassante. Gli piaceva potersi concentrare esclusivamente sulla presenza del piccolo e caldo corpo della cacciatrice al suo fianco. Ed amava l'idea di essere il solo, in quei giorni, a potere godere in tale modo della sua rifulgente compagnia.
Eppure, probabilmente doveva immaginare come tutto stesse andando, anche se solo per brevi ore, troppo bene.

Aprì gli occhi di scatto pochi istanti prima che la porta del monolocale venisse abbattuta bruscamente. Aveva avvertito quell'odore fetido ed insopportabile che con il tempo aveva chiaramente imparato a conoscere, ma era troppo tardi per andarsene. Assorto come era dall'odore afrodisiaco della cacciatrice, aveva riflettuto quando ormai il tempo per fuggire era scarseggiato, ed ora che la figura appariva slanciata di fronte a loro, il biondo comprese a pieno la gravità del proprio errore. Lanciò un breve sguardo in direzione di Buffy, notandola sveglia -probabilmente a causa del rumore-. Si concentrò qualche istante, avvertendo i suoi battiti cardiaci frenetici. Si volse poi in direzione del solo orologio all'interno del locale. Sorrise sghembo: dovevano solo prendere tempo.

"Ho interrotto qualcosa?" domandò la voce del moro con enfasi. Era insopportabilmente freddo, senza alcuna emozione e Buffy poteva chiaramente avvertire come, anche in quella semplice domanda, ogni emozione era fittizia e nulla. Era in procinto di parlare con il guscio di colui che aveva amato senza un limite umano, con una cosa.
Entrambi si alzarono, i muscoli pronti a scattare per un eventuale attacco. Lei era più avanti rispetto a Spike, più reattiva e diffidente.
"E' incredibile come tu non possa fare a meno di scegliere sempre gli uomini sbagliati" notò il nemico, sorridendo schernitore, guardando prima William poi la giovane "Quelli che più possono fare soffrire... Sei davvero una puttana"
"Zitto"
Ad intimidire in quel modo Angel era stato Spike, d'improvviso reattivo quanto la cacciatrice. Aveva mosso un paio di passi avanti, seppur non avvicinandosi troppo al prorio gran Sire ed aveva parlato; il viso contratto in un'espressione d'odio. Buffy era rimasta impietrita. Non si aspettava che Angel, nonostante la mancata anima, sarebbe stato tanto spietato e volgare. Era oltretutto molto confusa nel vederlo lì. Non capiva come potesse averli trovati, ma soprattutto, quale potesse essere il suo intento, oltre eliminarli ovviamente.
Possibile che li avesse sentiti il giorno in cui avevano tentato di attaccare?
"Oh, e tu William, così nobile... Come sempre infondo, ho ragione? Oppure è solo l'ennesima occasione in cui ti senti in dovere di prenderti una vendetta su di me?" domandò Angelus scuotendo il capo deluso, e schioccando la lingua contro il palato "Non ti senti oltremodo patetico?"
"Sei davvero tanto convinto di essere sempre al centro dell'attenzione, Angel?" domandò sarcastico il vampiro biondo ossigenato, sorridendo e gesticolando con una mano in modo teatrale "Sei davvero troppo egocentrico... Va da un terapista, chessò!"
Il vampiro moro sorrise. Una delle ragioni per cui aveva tenuto in vita quell'arrogande Child era il fatto che fosse particolarmente ironico e spietato nel suo umorismo. Apprezzava l'idea di potersi fronteggiare con quell'avversario spavaldo.
"Quindi, dimmi... Quale sarebbe la ragione della vostra convivenza?" 
"Tengo a lei" si limitò a rispondere severo il biondo, improvvisamente senza più sorridere, ma semplicemente in attesa di realizzare i propri propositi. Aveva un piano, ma il tempo stava passando troppo lentamente.
"Tieni a lei..." Lo imitò Angelus, annuendo un paio di volte a vuoto. Osservò il vampiro di fronte a lui, poi la cacciatrice qualche passo avanti rispetto a quest'ultimo.
"Questa storia... Mi ricorda qualcosa" mormorò, riflettendo colui che un tempo era stato Liam Grey. Finse di non ricordare quell'aneddoto che era sul punto di raccontare, quando in realtà era palese come stesse giocando con le menti di entrambi, ed infine parlò. Sgranò gli occhi, come colto dalla realizzazione, ed immediatamente osservò attento William.
"Oh, certo..." soffiò ammaliato "Conobbi, anni fa... Forse secoli, un vampiro che teneva follemente ad un'umana" raccontò Angel, muovendo qualche passo all'interno del piccolo monolocale "Se non vado errato il nome di lei era... Anne, mentre quello di lui-" si bloccò, per poi puntare il proprio sguardo in quello del biondo "Oh, Willy, ma eri tu"

Spike serrò la mascella. Da secoli, ormai, non sentiva più nessuno nominare il nome di sua madre, la donna che aveva amato con tutto se stesso e che, per il troppo amore che provava per lei, aveva trasformato in vampiro. Credeva che avrebbe potuto darle qualcosa di meglio di una breve vita fatta di farmaci scadenti, sciroppi disgustosi e visite mediche -a causa della tubercolosi- ma si era sbagliato. Probabilmente, sarebbe stato molto più giusto per lei morire per la malattia che per mano di suo figlio, in entrambi i modi.

Buffy, non appena aveva sentito le parole dette dall'alterego di Angel, si era voltata in direzione del vampiro ossigenato. Il suo viso era colmo di interrogativi, ma era anche consapevole che quello non fosse minimamente il momento per porglieli. Oltretutto, sul volto di Spike, molto più che sul suo, una maschera di dolore era andata a formarsi. Chiunque fosse stata Anne, era significata molto più di ogni altra nella vita del biondo. Lo vide serrare la mascella, e successivamente i pugni. Sembrava intento a controllarsi, seppur inutilmente. Non lo aveva mai visto tanto provato, e questo la preoccupò. Sapeva di dovere prestare attenzione ad Angelus, ma Spike, al medesimo istante e soprattutto se in quelle condizioni, diveniva una priorità.
"Spike, cosa-" "Quindi lei non sa, William?" la interruppe il moro, certo di potere approfittare a proprio vantaggio della situazione. Li avrebbe divisi, distratti ed uccisi senza pietà, facendo pagare loro ogni suo assurdo attimo speso a trovare un nuovo modo per distruggere ciò che l'universo aveva creato.
"Cosa dovrei sapere, Spike?" incalzò lei, timorosa di quel segreto che il vampiro William il sanguinario era così cocciuto nel mantenere. Era davvero tanto terribile? Più che inchiodare le proprie vittime chissà-dove? Aveva paura di immaginare, ma voleva anche sapere. Quale orrido atto poteva crucciare tanto un vampiro famoso e orgoglioso dei propri orribili omicidi di massa, per quanto sadici e sanguinolenti?
"Non vuoi dirle nulla?" domandò Angel, avvicinandosi al biondo, ma non attaccando. Era certo fosse troppo presto, era intenzionato a distrarli, colpirli emotivamente, con quella classe che il proprio child non era -evidentemente- in grado di sfruttare.
"Spike di cosa sta parlando?" chiese questa volta decisamente nervosa la cacciatrice, alzando il tono di voce. Tendeva i pugni, pronti ad attaccare, di fronte al viso, ma era leggermente voltata, in modo da potere vedere con la coda dell'occhio il vampiro biondo, timorosa di fronte le sue reazioni. Angel sorrise, notando entrambi sull'orlo di abbassare la guardia.
"Non vuoi veramente dirle nulla di tua madre? Credo dovrebbe sapere, William" incalzò allora il moro, muovendo qualche passo verso la cacciatrice. Sorrise arrogante, pronto a sfoderare la frase che avrebbe definitivamente freddato entrambi.

"Dovrebbe sapere come l'hai uccisa"

Spike immediatamente si irrigidì, i muscoli completamente pietrificati. Erano passati decenni da quando aveva smesso di pensare alla sua defunta madre. Il solo ricordo di quelle notti,  nelle quali l'aveva uccisa, lo faceva sentire completamente stravolto, confuso, spaesato. Gli tornò alla mente quella canzone popolare che la donna gli cantava con dolcezza, accarezzandogli la nuca e cullandolo tra le proprie braccia. A quei tempi William era già un adulto, ma necessitava disperatamente della presenza di Anne. Era troppo solo, senza amici né familiari vicini. Solo la donna aveva avuto il coraggio di insegnargli cosa fosse la vita e come essa andasse affrontata. Eppure, lui aveva miseramente fallito.
Cercò di allontanare quei ricordi e quella nenia che lo rendevano frustrato, mentre voltava il proprio sguardo in direzione della cacciatrice.
Era improvvisamente divenuta rigida, ed il suo volto era sbiancato, impietrito di fronte la notizia. Lei aveva sempre saputo di ciò che William il Sanguinario aveva fatto nel corso del suo lungo secolo di esistenza, ma mai l'aveva attraversata l'idea che avesse potuto uccidere la sua stessa madre.

"S-Spike... Lui" balbettò sconvolta, allontanandosi dal biondo, finendo troppo dannatamente vicino ad Angel. Spike lo notò.
In quell'istante, il modo capì che fosse giunto il momento di intervenire. Buffy si era fatta vicina abbastanza perchè lui potesse raggiungerla. Le circondò con prepotenza il collo, costringendola ad abbassare i pugni, impegnata nel tentativo di liberarsi. Spike avanzò verso il moro, pronto a liberare la bionda. Riuscì a colpirlo con agilità inizialmente, ma dopo qualche minuto, un calcio più forte dei precedenti, lo costrinse ad allontanarsi leggermente. Angel sfruttò l'occasione per spingere il corpo debole della cacciatrice contro una parete distante. Voleva occuparsi del proprio arrogante child.
Prendendolo per il colletto della camicia, sollevò Spike con forza. Presto il biondo fu in piedi, pronto a reagire. Scagliò colpi veloci, prevalentemente calci, fendendo l'aria con maestria ed eleganza, ed infine, con uno scatto veloce, riuscì a fare scivolare a terra il proprio gran sire. Si accostò poi alla cacciatrice. Cercò il suo sguardo, notandolo ancora sveglio seppur debole ed immediatamente  la prese tra le braccia. Fece passare un braccio sotto le ginocchia di lei e la sollevò con delicatezza, il tutto mentre sperava che Angelus fosse ancora confuso dal colpo. Si precipitò in direzione della finestra. Guardò l'orologio sorridendo.

Poteva attuare il proprio piano.

Salì sul davanzale della finestra. Era abbastanza grande, trattandosi di un monolocale  bisognoso di luce solare e, per la prima volta, quel piccolo particolare segnò la salvezza per un vampiro.
Angel, dopo essere tornaro in piedi, osservò i due confuso, per poi sorridere decisamente diffidente "Cosa vorreste fare ora?"
Fu allora che Spike lo fece. Strinse con maggior pressione la cacciatrice, avvolgendola insieme a lui nel suo spolverino, certo di doverla proteggere dai vetri che presto il avrebbero circondati, e parlò.
"Fuggiamo"
Si spinse contro la finestra sfruttando abbastanza forza da rompere il vetro, E non appena avvertì la pressione sulla sua schiena scomparire ed i frammenti vitrei scalfirgli la pelle pallida, serrò con ancora più apprensione la presa attorno alla ragazza. Aveva gli occhi chiusi, ma concentrandosi sui battiti cardiaci di lei, scostanti e timorosi, poteva ben capire come in realtà fosse cosciente -per lo meno in parte-. 
Avvertì gli occhi chiari bruciargli per la luce improvvisa, per quanto fioca fosse, ma non ci fece troppo caso. Era troppo occupato a ringraziare chiunque fosse 'lassù' per averlo graziato con la venuta dell'alba.

Probabilmetne Angel era stato costretto a partire la sera, ed era arrivato quando ormai il sole stava per sorgere. Pessima scelta per un vampiro, dovette valutare soddisfatto Spike, mentre precipitava dalla finestra dell'edificio stretto attorno alla sua amata cacciatrice. Il suo sire sarebbe rimasto rinchiuso dentro la palazzina fino a che la notte non sarebbe calata di nuovo, ma sinceramente, il biondo sperava di essere già pienamente fuggito per quel tempo.

Un colpo gli attraversò d'improvviso la spina dorsale, bloccandogli per qualche secondo il pensiero. Nonostante, come aveva previsto, fossero atterrati dentro il bidone dell'immondizia, non era stata certamente una caduta comoda quella appena provata. Attese qualche istante, guardando il cielo azzurro su di loro e concentrandosi sulla respirazione della sua giovane cacciatrice. Era salva, completamente viva e splendente, constatò soddisfatto, prima che un verso dolorante, simile a quello di un animale, non gli giungesse alle orecchie. Immediatamente osservò la finestra del suo monolocale. Angel stava probabilmente tentando di affrontare la luce solare, non riuscendoci.
"Effettivamente non ha mai accettato molto volentieri una sconfitta" Constatò soddisfatto il biondo, per poi portarsi a sedere. Buffy ancora nel suo grembo, fasciata solo che dalla sua t-shirt.

Dovevano andare da Willow e Xander, anche loro erano in pericolo.

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Capitolo 23
*** La mia vita ***


Promise

-La Mia Vita








Erano in viaggio da ore ormai quando la notte calò nuovamente.

Non appena erano evasi dal piccolo monolocale, Buffy e Spike si erano diretti velocemente verso l'appartamento di Xander e Willow. Entrambi sapevano che Angelus era un nemico forte e meschino e dopo come, poco prima, li aveva distratti, non era difficile immaginare quanto ancora sarebbe stato in grado di giocare con le loro menti. 
Avevano fatto irruzione dai due amici e, dopo avere raccontato loro l'intero accaduto, erano fuggiti tutti e quattro sull'auto di Spike.  Direzione? Il più lontano possibile da Los Angeles, anche in Europa se fosse stato necessario. Fortunatamente, la gemma di Amara permetteva al biondo di non arrestare il proprio passo sulle strade asfaltate della california, ed il fatto che -per l'appunto- fosse un vampiro, significava che non necessitava quanto un essere umano di dormire. Altro enorme vantaggio nell'avere Spike alla guida.

Eppure, nonostante fossero riusciti ad evadere dalla città ed il peggio fosse passato, il vampiro e la cacciatrice non si erano più rivolti la parola. Questo era passato indifferente a Xander, ma non alla rossa, che alle volte, dal sedile posteriore, lanciava occhiate ad entrambi per mezzo del finestrino retrovisore. Poteva avvertire la tensione tra i due sulla sua stessa pelle, e le sembrava surreale l'idea che il moro, al suo fianco, non percepisse nulla. I soli sguardi che si erano lanciati erano stati freddi od intimoriti, pieni di vergogna o mortificazione, e la curiosità premeva con prepotenza nella sua mente. Voleva domandare cosa fosse accaduto, ma era ben al corrente che la questione non fosse fatto suo. 
Dopo ore di continuo silenzio, Willow si limitò ad abbandonarsi contro lo schienale e ad iniziare a sfogliare uno dei tanti libri di incantesimi e maledizioni che era riuscita a portare con sé. Era stata costretta ad abbandonarne buona parte per fuggire in fretta, ma era riuscita a salvarne un paio -quelli più voluminosi- e, nonostante tutto, ne era fiera. Iniziò a leggere una volta raggiunto un capitolo chiamato 'Riti e trasfusioni'.

Buffy, nel frattempo, dentro la sua mente avvertiva solo che un continuo brusio contorto e rabbioso misto ad urla e critiche, tutte indirizzate a lei. Venire a conoscenza di ciò che il biondo ossigenato aveva fatto alla sua stessa madre -il fatto che l'avete uccisa in chissà-quale modo- la rabbrividiva. Eppure, molto più di questo, il fatto che lei fosse ceduta al fascino di quell'essere, e a lui in generale, con tanta leggerezza, la faceva sentire un'ingenua. Quando, esattamente, aveva dimenticato che Spike era sinonimo di morte? Quanto aveva lasciato da parte il pensiero che lui era il suo nemico mortale? La sua nemesi?
Era sempre stata certa che, se mai fosse morta per mano di un demone, sarebbe stata a causa di quella di Spike, eppure aveva accantonato quel pensiero di recente. Ma, facendolo, aveva commesso  un errore.
Probabilmente, per una volta, avrebbe dovuto essere grata ad Angelus o Angel che fosse, per averle rivelato una simile verità. L'aveva fatta risvegliare da una menzogna nella quale si stava crogiolando da troppo tempo, e se ne sentiva disgustata. Avvertiva ribrezzo di se stessa e per ciò che aveva fatto. Si sentiva sporca sapendo che, semplicemente avvicinandolo, avrebbe avvertito le scariche di eccitazione attraversarla. Sentiva questo e molto altro, e non era affatto giusto, o decente.
Si sporse maggiormente contro il finestrino, fino ad appoggiarci contro la propria chioma bionda. Avvertì il contatto con il vetro fresco, ed immediatamente un brivido le attraversò la schiena. Abbassò lo sguardo sull'asfalto che stavano percorrendo ormai da ore. Il sole era iniziato a sorgere proprio in quel momento, e gli occhi di lei avvertivano già il tipico bruciore mattiniero a causa della troppa luce. Li assotigliò infastidita, per poi sospirare. 

Spike, dall'altra parte, si sentiva completamente a disagio. Il suo solo desiderio era parlare con la cacciatrice e spiegarle la verità, incerto persino lui se ella l'avrebbe compresa a pieno, ma sapeva che non avrebbe potuto rivolgerle la parola in quel momento, di fronte agli amici di lei. 
Aveva notato l'improvviso distacco che Buffy aveva forzato tra i due, e ne sentiva il peso. Avvertiva un perpetuo fastidio all'altezza dello stomaco, ed era certo che tutto ciò che gli servisse per alleviarlo fosse sfogarsi. Ma come poteva?
Lanciò uno sguardo al finestrino, incontrando il volto della rossa ripiegato su uno dei pochi libri che era riuscita a recuperare, per poi spostarsi su Xander, ormai con gli occhi sull'orlo di cedere al sonno. Non era la situazione migliore per proclamare per l'ennesima dannatissima volta il suo amore per la cacciatrice -non perchè se ne sentisse in imabarazzo, ma era certo che lei non volesse che i suoi amici sapessero-.
Serrò le mani attorno al volante con rabbia. Doveva sfogarsi, sentiva il disperato bisogno di compire qualcosa, ma non lo fece. Non diede un colpo veloce al volante, né tantomeno imprecò sottovoce, troppo impegnato a sembrare 'normale'. Posò qualche momento lo sguardo su Buffy. Si era accovacciata contro il finestrino, non degnandolo minimamente di attenzione. Non lo aveva più guardato da quando Angel le aveva rivelato di Anne. Sospirò ormai con la pazienza sull'orlo di esaurire, per poi notare, sul fondo della strada, un cartello. Sorrise.
"Ehy, credo sia il caso di fermarci qualche minuto" si limitò a dire il vampiro, sperando di sembrare quanto più pacato possibile, probabilmente malriuscendoci. Avvertiva i suoi stessi nervi tesi dolergli.
Willow alzò lo sguardo, per poi annuire qualche momento, accondiscente di fronte l'idea. Buffy, invece, esibì un'espressione tutt'altro che concorde.
"Perchè dovremmo fermarci?"
"C'è un autogrill tra pochi metri, love" rispose, ostentando ovvietà, Spike. Lei lo fulminò con lo sguardo prima di lanciargli un'occhiata decisamente provocatoria, che spinse il biondo ossigenato a parlare nuovamente "Cibo, acqua, bagno... Sai no? Quei tipici bisogni umani. Non dovrei essere io l'esperto" tentò di ironizzare, ben sapendo non fosse il caso di incalzare troppo sul loro vicendevole nervosismo. 
Lei non fece in tempo a replicare, che ormai l'auto si era fermata. Xander e Willow scesero immediatamente: lui diretto verso il bagno, e lei al negozio di alimentari. Spike estrasse semplicemente una sigaretta, per poi portarsela alle labbra ancora in cerca del proprio fidato accendino.
La cacciatrice si limitò a scendere dall'auto e fare qualche passo. Il tentativo, però fallì. Presto Spike le fu al fianco. Ora la sua sigaretta era accesa, e dal fondo di essa fuoriusciva quel fumo che tanto le infastidiva il naso. Storse la bocca disgustata.

"Puoi lasciarmi in pace, Spike?" domandò lei decisamente nervosa, tentando di aumentare il proprio passo, pur essendo decisamente consapevole di quanto impossibile fosse, fare stancare un vampiro.
"No, voglio parlarti"
Lei, udendo quella risposta tanto risoluta, si fermò immediatamente. Si voltò verso di lui, il viso severo e freddo "Quindi... Hai deciso di raccontarmi la storia intera? Non so quanto potrebbe interessarmi..." iniziò a sfidarlo con ironia ed acidità "Oppure, vuoi dirmi nuovamente che mi ami? Perchè, sappilo, stento a crederci"
Lui digrignò i denti in un'espressione decisamente animale "Sei davvero-" "Cosa?" incalzò la bionda, in attesa che lui parlasse.
"Una bambina" disse sinceramente il vampiro, sorridendole spietato ed infastidito. Litigare con Buffy era davvero estenuante, eppure in momenti come quello, si sentiva in dovere di farlo. Doveva farle capire quanto infantile fosse, così che potesse anche arrendersi ad ascoltarlo.
Lei annuì qualche volta, per poi sorridere falsamente "una bambina..." ripetè lei, mordendosi il labbro inferiore "E perchè mai, sentiamo" aggiunse poi, facendolo sospirare sollevato. Quello era lo sbocco di cui lui necessitava.
"Pretendi sempre di avere ragione, anche ora... E non sai nemmeno la verità! E dubiti del mio amore" Le spiegò realmente deluso da lei, cosa che -per qualche momento- la spaventò "Angel ha giocato con la tua testa e tu ci sei cascata, ed ora-" "Mi stai dicendo che non hai ucciso tua madre?" lo interruppe, facendolo irrigidire qualche momento di fronte le possibilità che gli si prospettavano d'innanzi: mentirle o dirle il vero? 
L'uomo sospirò, allontanando qualche istante il filtro della sigaretta dalle proprie labbra "No. Quello è accaduto realmente... Ma non è come pensi tu"
Lei, che sentendolo parlare di giochi mentali aveva realmente sperato nella sua innocenza, udendo quella dichiarazione, si sentì più ingenua che in precedenza "Ah davvero? E come sarebbe? Ti sei limitato a tagliarle la testa?" domandò nuovamente sarcastica "Non hai riso del suo sangue? Non ha-" "Smettila, ragazzetta!" la interruppe lui, ora realmente furioso. Buffy parlava a sproposito, e di argomenti troppo delicati perchè lui potesse accettarlo con tanta leggerezza. Improvvisamente, il suo folle amore stava combattendo con un avversario temerario come l'odio nei confronti di quelle sentenze appena pronunciate da lei.
"Tu non sai nulla!" le inveì contro "Come puoi permetterti di parlare in questo modo? Non sai niente di me! Tu non c'eri! Non c'eri cento anni fa, quando tutto accadde, non sai il motivo per cui l'ho dovuta uccidere! Non sai cosa provo, né quanto straziante è stato... Non sai il dolore che si prova quando sei costretto a portare fine alla vita di tua madre...." si ridusse a sussurrare lui, mentre la canzone che la donna gli cantava sempre gli attraversava mente e cuore. Il vecchio William probabilmente avrebbe pianto, si sarebbe inginocchiato a terra pregando un qualche Dio di sgozzarlo, ed avrebbe tentato di uccidersi, ricordando solo in un secondo istante come 'l'essere vampiro' lo portasse ad una vita eterna. Lo Spike di quel momento, però, restava in piedi, gli occhi solitamente tanto azzurri, d'improvviso più chiari ed opachi, e l'espressione tesa e rabbiosa.
Lei ascoltò le sue parole graffianti, colme di dolore, disprezzo e colpevolezza di sé. Improvvisamente si sentì in dovere di ritirare le proprie accuse, ma non lo fece. Infondo lui lo aveva ammesso. Spike aveva ucciso sua madre. Eppure, se prima non le interessava conoscerne le dinamiche o la ragione, ora bramava perchè lui gliele raccontasse.
Lui abbassò il volto a terra, per poi voltarsi sospirando amaramente. Buffy vide la sua schiena allontanarsi desolata "Spike!" lo chiamò confusa, scuotendo il capo e sospirando nervosa, sapendo di essere ceduta. Lui non si voltò.
"Spike!" questa volta lo seguì. Non appena gli fu di fronte, cercò il suo sguardo opaco e spento "Raccontami la storia..."

Si erano seduti sul cofano dell'auto scura, e lui -troppo goffo per potere realmente essere un demone- aveva abbassato il volto e deglutito a vuoto. Lo sguardo color smeraldo della cacciatrice gli accarezzava ogni curva del profilo, ispezionandolo attentamente. Spike sospirò prima di parlare.
"Io... Io provengo da una famiglia di piccola nobiltà" esordì, alzando il viso ed ispezionando con aria assente un punto imprecisato di fronte a lui "Avevamo abbastanza denaro da permetterci una villa in un quartiere londinese, ma non abbastanza per indire balli prestigiosi, capisci?" domandò a lei, pur non cercando apertamente il suo sguardo, realmente spaventato. Eppure, nonostante questo, lei annuì comunque, convinta che, nonostante lo sguardo turchese di lui non fosse su lei, egli potesse percepirla comunque.
"Eppure, nonostante questo, facevamo parte dell'altà società londinese. Mia madre si era profondamente penata pur di entrarne a far parte"
Buffy ascoltò attenta, notando come la vita mortale di Spike si differenziasse da quella di Angel. Il biondo di fronte a lei era stato dunque un gentiluomo? Da quanto ne sapeva la ragazza, il moro in vita era stato solo che un uomo orribile, sempre in cerca di donne, e poco rispettoso nei confronti degli altri. Le sembrava incredibile pensare a William Il Sanguinario come ad un ragazzo con indosso un completo, capelli impomatati e postura dritta.
"Perciò, non appena lei si ammalò, io mi offrii immediatamente come suo successore" tornò a parlare il ragazzo "Vedi, devi sapere che ricevevamo innumerevoli inviti ad eventi e mostre, e non presentarsi era una sorta di..." prese una pausa riflettendo "Mancanza di rispetto" concluse.
Buffy storse il labbro incuriosita da un particolare all'interno della questione "Tua madre si ammalò?"
Spike, per la prima volta da quando aveva iniziato a narrare quella storia, si voltò verso la giovane, sorridendole leggermente "Da' tempo al tempo, cacciatrice. Arriverò anche a questo"
Lei annuì semplicemente, non aggiungendo altro, mentre il vampiro tornava a contemplare quel punto invisibile che tanto lo attirava.
"Non volevo fare perdere alla mia famiglia la celebrità che si era conquistata, perciò iniziai a patrecipare a balli e frequentare dibattiti, ma purtroppo non ero esattamente... Popolare" Sorrise lui, ricordando gli innumerevoli modi in cui lo schernivano per le sue poesie orribili e per la sua innata goffaggine.
"Eppure, nonostante tutto, continuai a frequentare quegli eventi... Per mia madre. Sapevo che le restava poco da vivere. Il medico ne aveva parlato chiaramente... 'tenetela al caldo, possibilmente in un luogo vicino all'ospedale, non deve uscire'..." mormorò il biondo, ripetendo le esatte parole che, più di un secolo precedente, un prestigioso medico londinese gli aveva rivolto. Buffy lo osservò attenta. Voleva domandare di quale malattia si trattasse, ma non disse nulla, certa che presto sarebbe stato lui stesso a parlarne.

"Non ricordo tutto perfettamente." tornò a parlare dopo poco il biondo "Sai.. La villa era grande e c'erano moltissime stanze nonostante fossimo solo in tre, contando anche la domestica. Eppure, c'è una cosa che ricordo davvero nitidamente..."
"Cosa?" domandò lei, davvero curiosa, facendolo sorridere malinconicamente.
"Il bagno. Sai... Lo specchio si poteva aprire, e dentro esso vi erano farmaci. Ricordo così tante scatole, alcune vuote, altre ancora da aprire. Avevamo almeno quindici confezioni di sciroppi -i più costosi-, ma mia madre ne prendeva sempre e solo mezzo cucchiaino, certa che fossero inutili" Si morse qualche momento il labbro, fino a farlo quasi sanguinare "E le pastiglie... I-Io le sistemavo sempre, attento che lei non si sbagliasse." mormorò afflitto dal dolore.
Improvvisamente, senza alcun avviso, si voltò verso la cacciatrice. Il volto del vampiro era divenuto una maschera di dolore e, nonostante non stesse affatto piangendo, Buffy ne sentiva quasi il tanfo, delle lacrime nascoste. Lo osservò spaventata, poi gli sorrise, sperando di incoraggiarlo, in attesa di sapere.
"Tubercolosi" mormorò infine Spike "Mia madre era affetta da una grave forma di tubercolosi, all'ultimo stadio"
"Oh..." si lasciò semplicemente sfuggire la cacciatrice, realmente incerta sul come reagire. Non vi erano più malattie del genere, e non poteva certo immaginare cosa si provasse nell'avere un familiare infetto eppure, osservando semplicemente il viso del biondo, poteva chiaramente intendere quanto forte fosse la sofferenza.
"Mi dispiace" aggiunse dunque in un soffio spaventato. Non aveva mai visto Spike tanto debole, con tutte le proprie difese abbassate. Era certa che se un demone lo avesse attaccato in quel momento, lui non avrebbe reagito affatto.
Lui asserì con il capo qualche volta, per poi tornare a parlare "Ti ringrazio, cacciatrice... Ma la storia non è ancora finita"

"Una notte divenni vampiro"
Era tornato a parlare, leggermente più composto di quanto lo fosse in precedenza. Aveva smesso di osservare incantato il vuoto di fronte a sé ed i suoi occhi erano divenuti più svegli ed astuti. Buffy ne era stata quasi sollevata.
"Non tornai a casa per giorni, completamene euforico di fronte la mia trasformazione... Da nullità ero divenuto una sorta di dio!" esclamò, ricordando l'autostima e la forza che in quei primi giorni avevano troneggiato dentro di lui "William Pratt, il giovane e patetico poeta fallito era stato sostituito da un nuovo essere, più forte e sicuro di sé stesso" sorrise trionfante il ragazzo.
"Eppure... Dopo qualche giorno, mi sentii in dovere di tornare a casa, da mia madre." tornò a parlare severo, mortificato di fronte la gioia che solo pochi secondi prima stava ostentando "Era malata ed io non volevo vederla morire... Perciò i-io tornai a casa e... E la trasformai." si lasciò sfuggire senza fiato, sconvolto da ciò che aveva commesso, come lo stesse realizzando solo in quell'istante. Effettivamente, ogni volta che ripensava a quel momento si sentiva così. Si sentiva più mostro di quanto effettivamente non fosse, e desiderava solo tornare indietro ed uccidersi.
 "Volevo che lei vivesse... Non volevo che morisse" cercò di giustificarsi spaventato, quasi tremante.
"I-Io credevo di aiutarla"
"Ma non lo hai fatto, ho ragione?" domandò Buffy, capendo improvvisamente l'afflizione che il ragazzo aveva provato. Spike non aveva mai voluto privare della vita sua madre; era ignaro di ciò che sarebbe successo una volta trasformata.
"Pienamente ragione, love." ammise lui, completamente stravolto "Il demone aveva preso possesso di lei. La donna davanti a me non era più mia madre e... Diceva cose" mormorò il ragazzo corrucciando lo sguardo sofferrente "Parlava di me... E-Ed io... Io l'ho uccisa. Non era lei, non era Anne Pratt, nobile signora elegante e posata. Era un mostro. Ed anche io lo ero. Anche io lo sono" soffiò infine, deglutendo a vuoto improvvisamente privo di forze. Sentiva di essersi liberato di un peso, ma era anche spaventato. Buffy lo aveva ascoltato in silenzio, intervenendo solo rare e volte, e lui aveva paura di un suo giudizio. Ne era terrorizzato. 
Udire la voce di lei d'improvviso lo fece quasi tremare.
"Non avevo mai sentito una storia simile..."
Le parole di lei lo colpirono. Non aveva il coraggio di cercare i suoi occhi chiari, e perciò non poteva vederne il viso, ma il tono appena mormorato non lo aveva rassicurato affatto. Voleva sentirla nuovamente dire qualcosa, in modo da potere appurare che le sue cattive presunzioni non fossero vane, ma lei non aggiungeva nulla.
Improvvisamente la sentì scendere dal cofano dell'auto e muovere qualche passo sull'asfalto.

Se ne stava andando?

Alzò lo sguardo, pronto ad incontrare la sua schiena allontanarsi, ma invece tutto ciò che vide fu il suo viso esattamente di fronte a quello di lui.
"Cosa-?" "Shh..." Lei lo interruppe sorridendo "Avevi ragione. Ho parlato a sproposito... Non avevo mai sentito di un vampiro fare una cosa simile e... Mi dispiace per non averti creduto... Mi dispiace per tua madre."
Lui restò in silenzio, incapace di replicare. Osservò il viso splendido della ragazza, i capelli che le incorniciavano il volto. Vide i suoi grandi occhi verdi osservarlo, ed immediatamente abbassò lo sguardo sulle sue labbra, semiaperte. Si avvicinò lentamente, come preoccupato di spaventarla, per poi premere la propria bocca contro la sua, in un disperato tentativo di avvicinamento.





 
Angolo dell'autrice!

Ciao a tutti! Spero vi sia piaciuto il capitolo e spero lascerete qualche recensione ^^

Mhhh... Angel è furioso, sappiatelo, e i nostri amici hanno poco tempo per studiare un piano! In questo capitolo c'era un piccolo indizio su come andrà ad evolversi la vicenda, ma... Non dico altro! Alla prossima!

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Capitolo 24
*** Riti e Trasfusioni ***



The Promise

-Riti e Trasfusioni





Buffy si morse il labbro inferiore in preda ad un nuovo orgasmo, mentre graffiava spasmodicamente la schiena del vampiro. Non appena anche lui venne travolto dal piacere, la loro danza fatta di puro erotismo di concluse, e Spike si accasciò al suo fianco con leggerezza, coprendo la giovane bionda con il proprio spolverino in pelle.
Dopo che lui aveva ceduto all'idea di baciarla, si erano fatti entrambi trasportare, finendo a consumare il loro nuovo amplesso dentro l'auto nera del vampiro. Per una volta, Buffy si era decisa a non riflettere, preferendo dimenticare la propria lucidità in un meandro ben nascosto della propria mente. Aveva notato come lei stessa fosse in grado di porsi domande oltremodo assurde a causa del proprio contorto metodo di pensiero, ed aveva perciò deciso di annebbiarsi totalmente, abbandonandosi contro il perfetto corpo del demone biondo.

La ragazza sospirò, ancora ansante per la frenesia tra i due, e dopo pochi secondi si portò a sedere alla ricerca dei suoi abiti; Xander e Willow potevano arrivare a breve, ed un quadro rappresentante lei e Spike nudi sopra i sedili che solo pochi secondi prima i due stessi amici avevano occupato, non era esattamente un'idea estasiante.
Buffy afferrò la propria biancheria e se la infilò velocemente, per poi iniziare a setacciare il poco spazio che li circondava in cerca dei propri vestiti.
"Perchè tanta fretta, love?" domandò il biondo, squadrando con libidinosa attenzione il fondoschiena della giovane. Alzò poi lo sguardo, analizzando concentrato le curve perfette dei fianchi, le morbide linee della schiena ed, infine, le spalle piccole e magre. Dio, la adorava totalmente.
"Xander e Willow arriveranno presto... Non possono vederci... Non sarebbe" Buffy prese una pausa mentre, dopo averla ritrovata, si infilava la maglietta sottile, coprendo -con rammarico del vampiro- le forme dei propri seni perfetti "Appropriato" concluse infine la ragazza. Lui sorrise, imitando lei ed iniziando a vestirsi.
Per quanto detestasse litigare con Buffy, Spike doveva ammettere che riappacificarsi con lei era profondamente rilassante. Il suo sorriso si allargò, mentre andava a chiudersi la zip dei jeans, passando ad infilarsi la t-shirt scura, ed infine la giacca lunga ed ormai rovinata.
Buffy lo cercò con la coda dell'occhio, mentre finiva di infilarsi le scarpe con attenzione. Era davvero seducente in quel momento: gli occhi lucidi, quasi brillanti, per via del recente coito, ed i capelli biondi disordinati a causa della loro folle eccitazione. Adorava vederlo in quelle condizioni, come se lei fosse in grado di rivoltarlo totalmente, influendo sul ragazzo in modo importante. Se pochi minuti prima era con Spike, ora era certa di essere in presenza di William, e questo la incantava completamente.
"Qualcosa ti interessa, pet?"
Lei, udendo d'improvviso la voce di lui, si limitò a tossire imbarazzata ed a scuotere il capo fingendosi innocente "N-Non stavo facendo niente"
Lui sorrise, sistemandosi la giacca, per poi uscire dall'auto, seguito immediatamente da lei "Se lo dici tu, va bene"
"Davvero, Spike! Insomma, perchè mai dovrei fissarti?"
"Beh, questo sei tu a dovermelo dire" rispose prontamente il ragazzo, scoccando alla cacciatrice un sorriso fin troppo malizioso, che le fece martellare il cuore in modo frenetico. Scosse il capo, intenta ad allontanare quella bizzarra emozione, per poi avvertire i richiami dei due amici poco lontani.

Alzò lo sguardo: Xander si stava avvicinando affiancato da una Willow profondamente concentrata nella sua lettura. Quest'ultima inciampava spesso goffamente, non abbassandosi però nemmeno una volta a staccare gli occhi dal libro. Aveva il viso crucciato e le sopracciglia ricurve verso il basso.
"Ehi! Dovremmo ripartire, che ne dite?" domandò il moro una volta avvicinatosi. Buffy si voltò verso Spike, incontrandolo concorde -per la prima volta- con il giovane Harris. Si concentrò poi nuovamente sulla strega, che però non dava segni di prestare attenzione.
"Willow, ti va bene?"
"Inutile, Buffy" intervenne Xander, scuotendo il capo e divorando un panino che doveva avere acquistato all'autogrill "Non risponde. Sembra addormentata... Non so che stia leggendo, ma la prende molto"
La bionda osservò prima Xander, poi puntò lo sguardo sull'amica. Spike fece altrettanto. Willow continuava a leggere, come se attorno a lei nulla stesse accadendo, e per qualche momento nella mente della cacciatrice vagò l'ipotesi che quello stesso libro l'avesse resa vittima di un incantesimo. Questo fino a che, dopo qualche minuto di silenzio, la rossa non alzò il viso, incontrando immediatamente gli occhi color smeraldo dell'amica bionda. Subito Willow esibì un sorriso vivace.
"Non sono l'unico ad avere notato lo sbalzo d'umore, vero?" domandò Spike, confuso dall'improvvisa allegria sul viso della giovane ed inesperta strega.
"Per una volta posso dire che ti capisco" intervenne Xander, dando l'ennesimo morso al proprio panino farcito. Buffy non diede peso allo scambio di battute tra i due, concentrata sull'amica, ed interessata di fronte la sua improvvisa reazione dopo la lettura.
"Willow, che succede?" domandò dunque la bionda, abbassando qualche momento lo sguardo sul libro, fino a che l'altra non rispose.
"Ho trovato un modo, Buffy!"
"U-Un modo? Per cos-" "So come ridare l'anima ad Angel!" Intervenne la rossa, interrompendo l'amica bionda, la quale, udendo quella semplice frase, non potè evitare di tremare visibilmente.

Era quello a cui più ambiva, no? Riportare ad Angel la propria anima, così da non doverlo uccidere. Eppure, venire improvvisamente a conoscenza di avere un'effettiva possibilità di riuscita dopo essersi da tempo arresa a doverlo uccidere, l'aveva stravolta parecchio. Più volte si era immaginata il suo ultimo combattimento con il vampiro moro, ed essere improvvisamente avvisata di una nuova speranza, l'aveva svuotata improvvisamente, rendendola debole in balia di vento, pensieri e parole. Aveva avvertito un netto sollievo, sì, ma non era certa di quale ne fosse la ragione. Non era felice perchè Angel sarebbe tornato da lei, ma perchè non era più costretta a combatterlo. Vi era una netta differenza, constatò la bionda, sussultando.

Spike, venendo a conoscenza della nuova scoperta della rossa, si era subito irrigidito, mentre poteva chiaramente percepire il cuore di Buffy iniziare a battere in modo frenetico, probabilmente di gioia. Serrò la mascella e deglutì a vuoto, incassando il colpo appena ricevuto da parte di niente popodimeno che la giovane ed inoffensiva Willow Rosemberg. 

Innoffensiva? Lo aveva appena steso.

Ma, infondo, non aveva affrontato tutte quelle avventure solo ed esclusivamente per giungere a quel fine? Spike aveva sempre saputo che Buffy non sarebbe stata in grado di uccidere Angel; aveva semplicemente deciso -scelto- di accantonare quel pensiero fino a che non fosse stato necessario riportarlo a galla. Con disgusto e repulsione, giunse alla conclusione che quel momento era arrivato. Sentiva una feroce rabbia mista a frustrazione montare dentro lui, ma sapeva bene di non potersi abbassare a gridare, imprecare o altro. Da un lato non voleva deludere Buffy con i propri comportamenti ben poco maturi -non dopo che le aveva dato della bambina-, e dall'altro sapeva bene che Xander e Willow non dovevano nemmeno lontanamente sospettare di quella sorta di relazione che era recentamente nata tra il vampiro e la cacciatrice. Dopo minuti di continuo silenzio e pensieri festidiosi, fu Spike a  parlare.
"Fantastico" disse, non ostentando alcun sarcasmo, ma anzi, recitando con sapienza la parte di un uomo sollevato. Buffy si voltò verso di lui immediatamente, il volto marcato da un'espressione mortificata. Iniziò a scuotere il capo a vuoto, balbettando imbarazzata il suo nome.
"S-Spike io-" "Cosa?" la interruppe il vampiro "Non è fantastico? Finalmente Peaches tornerà ad essere un povero uomo privato del sesso, ed il nostro patto finirà, me ne andrò, Buffy"

Oh, no. L'aveva chiamata per nome. Era furioso.

La cacciatrice quasi non sentì le parole di lui, troppo concentrata sul suo viso contrito e teso, palesemente ferito nonostante le sue parole fossero un ottimo scudo.
"Già, Buffster! Dovresti essere felice!" intervenne presto Xander, sospirando soddisfatto, ed interrompendo il contatto di sguardi tra i due amanti "Finalmente non saremo più obbligati a sorbirci Spike! Sai... Sinceramente, tra il tuo folle amore, ed il tuo arci-nemico, preferisco il primo"
"Sempre adorabile, bamboccio" rispose prontamente Spike, lanciando un'occhiata al cielo spazientito.
"Non chiamarmi bamboccio! Io non sono il bamboccio di nessuno!"
"Ah, no? Cacciatrice, da quando in qua lui non è il t-" "Ragazzi, aspettate! C'è... Una cosa" intervenne Willow, interrompendo uno Spike in procinto di schernire brutalmente Harris.
"Cosa?" domandò Buffy, guardando attentamente la pagina del libro da lei scrutata. Il titolo del capitolo era 'Riti e Trasfusioni'.
La rossa alzò lo sguardo dalla pagina, scrutando preoccupata gli occhi di ogni presente, in particolare quelli di Spike. Il vampiro biondo poteva divenire la loro arma segreta, su questo non vi era dubbio.
"Vedete... Ciò che dovremmo fare non è esattamente un incantesimo" spiegò la ragazza "Non evocheremo l'anima di Angel, ma la andremo a prendere"
"Non capisco, Willow..." intervenì Xander confuso "Tu sai, vero, che l'anima di quel vampiro è-" "Nell'aldilà? Sì" lo interruppe la strega, annuendo comprensiva di fronte la confusione di lui.
"Il fatto è che... Uno di noi andrà nell'aldilà per prenderla. Ed è qui che la situazione si complica"
"In che modo dovrebbe complicarsi, Will?" domandò Buffy, notando come le labbra dell'amica si fossero inclinate insicure. La ragazza chiuse il libro, probabilmente avendo ormai imparato a memoria le dinamiche di ciò che si apprestavano a compiere, per poi sospirare.
"Dovete sapere che tutte le anime perdute... Per le quali vi è ancora un conto in sospeso, si trovano in Purgatorio" spiegò la giovane, gesticolando leggermente "E l'anima di Angel è attualmente un'anima non in pace. Per capirci: Angel, essendo vampiro, non è ancora morto definitivamente, e perciò la sua anima non può stare nè in una dimensione paradisiaca, né in una infernale.. Il suo giudizio non è ancora in condizione di essere dato. Angel si muove ancora su questo mondo, seppur solo fisicamente."
Buffy annuì, capendo la situazione. Altrettando fece Spike.
"Il solo modo per riprendere un'anima è andare direttamente dove essa si trova" spiegò Willow, guardando attentamente la cacciatrice.
"Quindi, andare nell'aldilà..." mormorò la bionda, incerta se avesse colto esattamente il punto in cui la rossa era intenzionada ad andare a parare.
"Esatto" asserì Willow "Ma il fatto è che se una persona viva varcasse la soglia del Purgatorio, essa morirebbe immediatamente, e non potrebbe più uscirne."
"Mi stai dicendo che io non posso andare a recuperare la sua anima?" domandò Buffy, il volto crucciato e preoccupato. La rossa annuì, sospirando afflitta.
"Beh, non c'è problema" intervenne improvvisamente Spike, sorprendendo entrambe le ragazze, il tutto mentre Xander si limitava a prestare passiva attenzione al discorso "Andrò io... Non dovrebbe accadermi nulla, giusto?"
"Effettivamente no, ma ecco-" "Spike, non sei obbligato" intervenne Buffy, interrompendo la rossa, la quale non prestò molta attenzione a quell'improvvisa apprensione da parte della bionda, ben più concentrata su un secondo problema.
"Spike, anche tu subiresti contraccolpi nel caso varcassi quella soglia" si fece dunque avanti la strega, attirando su di sé l'attenzione della cacciatrice e del vampiro.
"Di che parli?" chiese William, preoccupato di fronte l'espressione di Willow. Quest'ultima sospirò, decisa a rivelare tutto ciò su cui aveva avuto modo di riflettere.
"Vedete... Un'anima può essere prelevata solo dal legittimo possessore" soffiò la rossa, facendo sbiancare immediatamente Buffy, ormai nuovamente senza speranze riguardo la possibile sopravvivenza di Angel.
"Sappiamo bene che lui non andrà a riprendersela" disse la cacciatrice, riferendosi esplicitamente al vampiro moro, nonchè GranSire di William Il Sanguinario.
"Lo so" acconsentì Willow "E anche se Spike avesse intenzione di viaggiare sino al Purgatorio, non ne uscirebbe indenne... Se così si può dire." la rossa prese una breve pausa, cercando lo sguardo chiaro del biondo, che incontrò interrogativo ed allarmato "La tua anima si attaccherebbe immediatamente a te" gli rivelò infine.
Spike incassò il colpo bruscamente. Avvertì una bizzarra nostalgia invaderlo, ed la sensazione di un passato calore bussargli alle porte della mente, ma presto allontanò tutto quello. Scoccò una breve occhiata in direzione della cacciatrice, incontrandola desolata e triste, per poi tornare a Willow "E non c'è nessun modo in cui potrei aiutare?"
Quella domanda spiazzò la rossa. Non si aspettava certo che il biondo fremesse dal desiderio di risultare utile, ma probabilmente era il caso di sfruttare quell'improvviso istinto di paladino.
"In realtà... un modo ci sarebbe..-" "Dimmelo, voglio aiutarvi" la interruppe lui bruscamente, afferrandole le spalle e guardandola attentamente. Lei si allontanò di un paio di passi, sorridendo timidamente, per poi parlare.
"Potresti riprendere la tua anima e tornare da noi con essa... E poi, una volta incontrato Angel... Potresti trovare un modo per compiere una sorta di trasfusione"
"C-Cosa? Spiegati meglio" quella volta fu Buffy a parlare, confusa dalle parole della giovane.
"E' un rito detto -per l'appunto- di trasfusione. Il suo nome è 'sacrificio spirituale', e consiste nel sacrificare la propria anima per domandarne un'altra. Noi non potremmo mai farlo, o moriremmo... Ma Spike... Lui potrebbe sacrificare la propria una volta ottenuta, per poi domandare quella di Angel non appena gli saremo nuovamente vicini, e quest'ultima, una volta nel nostro mondo, si attaccherebbe unicamente al proprio possessore" spiegò la rossa in un soffio. 
"E di me che ne sarebbe? Una volta sacrificata l'anima, intendo" intervenne il biondo, allarmato per la propria incolumità.
"Tu... Tu torneresti semplicemente ad essere lo Spike privo di anima che sei ora" rispose Willow con semplicità. 
A quella risposta, il viso di Buffy tornò ad illuminarsi, nuovamente pieno di speranza e possibilità: c'era un modo per evitare lo scontro. Si voltò in direzione del biondo, incontrandolo teso e confuso. Il suo sorriso -sbocciato solo poco prima- svanì subito.
"Ovviamente, Spike,è una tua scelta" gli disse incoraggiante Buffy, facendolo definitivamente cedere. L'aveva vista sorridere, ne era certo, e nonostante non fosse stato per causa sua, sarebbe stato più che orgoglioso di essere -anche solo- il presupposto per un suo dolce ed abbagliante sorriso.
"Va bene... Andiamo a prendere la mia anima" asserì lui dopo quella breve riflessione "William sta per tornare" sorrise sghembo.

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Capitolo 25
*** Il Purgatorio ***


 
The Promise

-Il Purgatorio




Erano ripartiti ed avevano percorso nuovi infiniti chilometri sino all'arrivo in uno dei tanti piccoli deserti tra il Messico e la California. Willow aveva riferito ai presenti quanto fosse effettivamente poco al corrente di ciò che sarebbe accaduto una volta pronunciata la formula per condurre Spike nell'Aldilà, ed aveva perciò proposto con diligenza ed apprensione di compiere il rito in una zona pressocchè disabitata, così da non essere visti da nessun -semplice- umano. Il vampiro aveva immediatamente acconsentito, ed una volta rimessa in moto l'auto, si era subito diretto verso la prima zona deserta nelle vicinanze.

Buffy aveva passato molto tempo ad osservarlo con la coda dell'occhio, ignara del fatto che lui fosse perfettamente capace di accorgersene. Era preoccupata; Spike si stava sacrificando per una missione a lui -teoricamente- indifferente, dove non avrebbe trovato alcun piacere alla fine del viaggio. La cacciatrice non riusciva ad immaginare nemmeno in parte il fatto che lui stesse facendo tanto solo ed unicamente per vedere il suo sorriso incresparle le labbra, era perciò comprensibile leggere il dubbio e la preoccupazione sul volto della giovane.
Spike era sempre rimasto con lo sguardo puntato sulla strada, attento ad ogni cartello stradale, ed era giunto a destinazione in poche ore. Non aveva più parlato con Buffy, da una parte per il troppo imbarazzo di fronte ciò che stava per compiere -se c'era una cosa di cui William Il Sanguinario era sempre stato certo, era che mai, per nulla al mondo, sarebbe tornato a prendere la sua anima-, e dall'altra perchè sapeva bene quanto poco gli sarebbe bastato per ritirare ogni propria promessa, finendo per risultare un vigliacco e bugiardo. Pensare di recuperare la propria anima -di vivere nuovamente possedendone una- non era semplice come poteva sembrare, non dopo tutto il sangue che il vampiro aveva visto. Spike era ben al corrente che, una volta recuperata quella determinata parte di lui, i rimorsi sarebbero venuti a galla, e con essi, parecchio dolore.

Una volta arrivati, scesero dall'auto velocemente, la rossa portandosi appresso il grosso volume. Si addentrarono dentro la landa desolata per qualche metro, fino a che la strega non si fermò, osservando attenta il vampiro "Spike, sei pronto?"
Il biondo, dopo un sospiro -apparentemente inutile- annuì. Non era in vena di dilungarsi in discorsi assurdi ed inopportuni, prima finiva quella bizzarra situazione, prima lui avrebbe smesso di domandarsi quanto effettivamente valesse la pena di restare lì. Era già pronto a fare spazio a William e magari a farlo accomodare con un lieto sorriso, pur non essendo certo di riuscirci. Non sapeva cosa gli sarebbe accaduto, o cosa avrebbe avvertito, eppure le immagini del proprio Gransire costantemente crucciato e ferito, iniziarono a farsi largo nella sua mente, spaventandolo quasi.
"Spike... Se tu non vuoi, sei ancora in tempo per-" "No, cacciatrice" la interruppe lui. Buffy si era fatta avanti avvicinandolo d'improvviso, gli aveva poggiato una mano sull'avambraccio, ed immediatamente lui aveva avvertito quel piacevole brivido causato dal contrasto tra le loro temperature tanto diverse. Rispondendole, sorrise. Una volta ritrovata la sua anima, per lo meno, si sarebbe sentito più vicino a lei, no? Più umano?
"Sono pronto. Non sono una mammoletta..." iniziò a dire, lanciando una breve occhiata a Xander "...Come qualcuno qui presente, perciò sta pur certa che porterò a termine questa assurda missione"
Lei gli sorrise, sorvolando sulla sua battuta di poco gusto riguardante l'amico moro, e si allontanò, lasciandogli lo spazio di cui Willow credeva lui avesse bisogno.
"Perfetto, allora possiamo iniziare" fece solenne la strega, abbassando lo sguardo sulle pagine ruvide ed ingiallite dell'antico manoscritto "Oh, Mantus" lo evocò la rossa, alzando lo sguardo verso il firmamento limpido "Ascolta le nostre preghiere! Aprici le tue porte! Mostraci quell'universo che non conosce la pace, né la certezza! Donaci un varco per quel luogo che noi poveri e meticci mortali chiamiamo 'Purgatorio'! Oh, Mantus! Ascolta le nostre preghiere!"
La ragazza pronunciò quell'ultima frase con la voca ridotta ad un tuono feroce, e gli occhi brillanti di pura magia. Dai palmi delle sue giovani e pallide mani zampillavano pure scariche di elettricità, le quali divenivano sempre più grandi man mano che il rito continuava. Il vampiro restò immobile tutto il tempo, ed altrettanto fecero la cacciatrice e Xander, i quali non potevano fare altro se non sperare nella piena riuscita del rito. 
Dopo poco tempo, un tuono fatto di luce chiara ed accecante, colpì il terreno di fronte al biondo, ed in breve andò a formarsi un varco oltre il quale non vi era nulla se non il buio più completo. Spike guardò a lungo il passaggio che si era appena formato, ma non vi entrò, palesemente diffidente. Si voltò, lanciando uno sguardo alla strega, la quale era caduta a terra in ginocchio, priva di forze a causa dell'enorme uso di energia.
"E-Ehi, rossa... I-Io non so se sia esattamente il caso di buttarmi in questo coso nero" tentò di dire il vampiro, indicando la voragine che si era creata di fronte a lui "Insomma... Ha funzionato?" domandò poi, determinato nel non apparire spaventato.
La rossa, con le poche forze rimastole, si limitò ad annuire, per poi annaspare alla ricerca d'aria. Spike la osservò qualche altro momento, per poi passare il suo sguardo sulla cacciatrice, incontrandola con le sopracciglia curvate verso l'alto e la fronte corrugata. Era preoccupata per lui?
Sorrise, certo di non voler conoscere la risposta, per poi buttarsi dentro il varco.

Cadde rovinosamente sul suolo, incontrandolo fatto da ciottoli incastonati con precisione e maniacalità al terreno, tanto vicini da formare una strada. Si fece leva con i palmi delle mani per rialzarli, incontrando la superficie sulla quale era caduto bagnata e fredda. Imprecò più volte tra sé e sé, per poi alzarsi ed iniziare a guardarsi attorno.
Notò il buio che lo circondava, spezzato solo da fioche luci prodotte dai pochi lampioni sul ciglio della strada. Iniziò a camminare, incerto su cosa fare, ma ben propenso ad andarsene al più presto da quel luogo. Una volta percorso qualche metro, iniziò ad incontrare persone, se così poteva effettivamente definirle. Vi erano esseri privi di volti, alcuni con le labbra cucite, ed altri ancora privi di gambe. Era palese come la sofferenza governasse tutt'attorno, e presto il vampiro dedusse che quelle non dovevano essere altro che anime stanche e tormentate, costrette a vagare senza una meta fino a che il giudizio non venisse loro dettato.
Quindi la sua anima era lì? Willow ne era certa, e questa era una cosa di vitale importanza.

Iniziò a farsi largo tra le varie case, essendo sempre più certo di avvertire una vaga familiarità in quel luogo: le case dai tetti spioventi raggruppate a schiera sul ciglio di quella strada fatta di pietre non gli erano affatto sconosciute. Controllò attentamente chi percorresse quell'infinita via, e presto comprese come si trattasse solo ed esclusivamente di anime, non vi erano carrozze o cocchieri. Poteva sentire nell'aria l'eco dei lamenti dei morti, i pianti, ed i ghigni. Tentò più volte di non prestare ascolto a quei repellenti richiami, ma fu inutile. I suoni lo annegavano e la vista di quelle figure lo inquietavano. Eppure non aveva paura, no.
Dopo lunghi ed estenuanti minuti, il ragazzo notò un'insegna sporgere dalla parete di un edificio. Era in legno e su essa era inciso un nome che lui conosceva molto bene: 'June's'.
"June..." mormorò il vampiro, incantato dall'insegna che spiccava di fronte ai suoi occhi. Quello era il nome di un locale che -secoli prima- durante la sua effettiva vita, William amava frequentare. Era un pub, uno dei tanti locali britannici che servivano birra calda, vantandosene particolarmente, e lui adorava passarci le proprie serate -prima della malattia della madre-. In quel luogo si potevano esibire in brevi letture poeti emergenti, ed anche lui aveva tentato una volta, seppur concludendo in disfatta. William Pratt non era mai stato in grado di assicurarsi una carriera per mezzo della sua prima passione. Era sempre stato screditato ed umiliato, e ben presto aveva smesso di frequentare completamente il locale.

Spike fece il suo ingresso muovendosi lentamente. Aveva trovato la porta aperta, e senza neppure riflettere sull'eventualità che fosse o meno il caso di bussare, era entrato. Già immaginava di vedere i vari piccoli e rotondi tavoli dentro la sala, mentre sul fondo di essa, un palco spiccava orgoglioso. Ricordava l'odore di birra ed il chiassoso crepitare dei clienti in attesa.
Entrò immaginando tutto questo, ed invece non si udiva un suono dentro il locale. Corrucciò lo sguardo, ripetendosi più volte di non essere realmente nella Londra vittoriana, ma nel Purgatorio, un luogo in grado di ingannarti e confonderti, per poi sospirare e tornare a camminare lentamente, attento ad ogni possibile 'sorpresa'. Si guardò intorno: nonostante le luci spente, poteva riconoscere i profili delle sedie e dei tavoli abbandonati. Si fermò al centro della sala, contemplandola qualche istante, per poi sospirare, deciso a tornare fuori alla ricerca della propria anima, ma un suono lo fece distrarre d'improvviso.
Era stato come un gemito disperato e sofferente. Spike iniziò a camminare verso il palco, certo che quel rumore fosse giunto da oltre il tendone rosso che imponente si ergeva di fronte a lui. Salì sulle scalinate, ed una volta di fronte al velluto color cremesi, lo scostò con attenzione, non avvertendo neppure -grazie alla propria forza da vampiro- il peso che esso effettivamente aveva, ed una volta nel backstage, vide di fronte a sé un ragazzo dai capelli marroni e lunghi fisso di fronte lo specchio del piccolo camerino -una toeletta improvvisata con qualche lampada ad olio attorno allo specchio-. Il vampiro si fece avanti lentamente. Non poteva negare di sentire una certa inquietudine, soprattutto ora, tanto vicino ad un'anima dannata, ma soprattutto improvvisamente certo che fosse la sua.
"E-Ehi..." tentò di chiamarla Spike, ma la figura continuava a singhiozzare. Lo vide tenere in mano qualcosa. Assottigliò lo sguardo, deciso a capire cosa esso fosse, e riconobbe subito un rasoio per la barba tipico dei tempi -una lama di argento purissimo con il manico in madreperla-. Guardò con attenzione l'anima di fronte allo specchio, fino a che essa non alzò la mano trattenente il rasoio, per poi utilizzare quest'ultimo oggetto per procurarsi un taglio sul viso. Il vampiro si irrigidì immediatamente, mentre un puzzo -sì, non il solito dolce odore, ma qualcosa di disgustoso- di sangue gli giunse alle narici.
"S-Sì..." disse l'anima, parlando da sola "Mi dispiace, lo giuro" continuò, come stesse avendo una conversazione con qualche invisibile entità "Non volevo... Non volevo uccidere nessuno... Non sono stato io!" singhiozzò disperato.
Spike rimase dietro la figura, fino a che essa non tornò ad alzare la mano pronta ad infliggersi una nuova ferita, alchè il vampiro intervenne. Con uno scatto afferrò la mano dell'anima, obbligandola a mollare la presa sul rasoio, ed incontrando  gli occhi della persona di fronte a lui non potè fare a meno di boccheggiare sconvolto.
William Pratt, il patetico poeta fallito innamorato della giovane nobildonna Cecily, era di fronte a lui, con il volto rigato di sangue e lacrime, che lo osservava confuso. Quindi si era ridotto così?
"I-Io..." ma non potè dire altro che una luce chiara e potente, lo avvolse completamente.

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Capitolo 26
*** Il Primo? ***


The Promise

-Il Primo?





"Spike?"

La voce di Buffy gli giunse alle orecchie ovattata, in mezzo a tante differenti. Era inginocchiato a terra, il viso basso e le mani tra i capelli -solitamente perfettamente ordinati, ed ora ricci e scomposti-, completamente frustrato. Dentro la sua mente stanca si ammassavano migliaia di voci differenti, tutti spente, ma al contempo irate, piene di disprezzo ed odio orribilmente comprensibile. Erano tutte lì a giudicarlo, era come essere testimoni di un processo di cui già conosci la sentenza per certo.

Colpevole.

Spike era certo che presto qualcuno gli si sarebbe accostato vicino, maneggiando con maestria un macete ben affilato, per poi tagliargli la testa, ed abbandonarlo in polvere a terra, rendendolo parte di quel deserto in cui si trovava. Eppure, non accadde. Non avvertì quel dolce dolore dovuto alla morte meritata, ma solo un sempre più pressante bisogno di morire. Tra i tanti, erano pochi i vocii che al vampiro risultavano effettivamente familiari. Ne riconobbe forse solamente un paio, ma presto anche questi vennero abissati da nuovi, più collerici e pretenziosi di sana e genuina vendetta. Imprecavano, quelle voci, quelle anime, quelle persone. Lo mandavano al diavolo in ogni modo possibile, desideravano ardentemente vederlo bruciare tra le fiamme dell'Inferno fino a quando non ne sarebbe stato consumato totalmente, e Spike era pienamente d'accordo.
Strinse con più forza i propri capelli, quasi tirandoli, mentre una fitta di dolore -decisamente reale- lo colpì al petto. Cadde quasi con il volto a terra. Avvertì un peso entrare in lui: qualcosa di forte e devastante, in grado di eliminare un intero esercito in un veloce e sbadato battito di ciglia. Solo in un secondo momento, riflettendoci, realizzò che quella era la sua anima, pesante a causa dei troppi peccati, e scomoda per mancato utilizzo.
Annaspò alla ricerca d'aria come un qualsiasi essere umano, sperando solo che, facendolo, magari sarebbe veramente riuscito ad alleviare quella sensazione di soffocamento che lo traviava tanto. Eppure, non accadde. Le voci erano ancora lì, rabbiose, stanche e disperate, che parlavano con un tono sempre più alto, maledicendolo senza vergogna o risentimento.
Poi, d'improvviso lo vide. L'orlo di un antico abito elegante apparve nella sua visuale, ed immediatamente alzò lo sguardo, incontrando il volto di quella donna che, centinaia di anni prima, aveva ucciso per un semplice errore di calcolo: sua madre. Per qualche attimo si domandò se non fosse ancora nel Purgatorio, dove tutto era ingannovele ed ingenuamente surreale, ma poi la donna si chinò di fronte a lui ghignando malvagia. Si osservarono con attenzione, ed in quei momenti le voci all'interno della testa del vampiro scomparvero.
"Sei una nullità! Guardati!" lo schernì Annie, spavalda"Hai sacrificato ciò che eri prima, la pace nella tua mente, quella mancanza di sensi di colpa per questo. Ne è valsa davvero la pena?" domandò poi sempre la donna, guardandolo con lo sguardo assotigliato ed un sorriso divertito sulle labbra "So cosa mi risponderesti. Sono tua madre, ricordalo."
Tutto ciò che Spike riuscì a fare in quel momento, fu scuotere il capo spaventato, serrando le proprie mani convulsamente, alla disperata ricerca di una distrazione. No, non poteva essere realmente sua madre quell'essere inquietante di fronte  a lui.
"Oh, sì che sono io. Guardami..." mormorò la donna, divertita di fronte la perplessità del vampiro, il quale -nonostante il richiamo della bionda- non alzò lo sguardo "Sei un assassino Spike. Hai privato di vita e gioia centinaia e centinaia di persone... Ma tu sei ancora vivo. Sei stato forse graziato? La cacciatrice non ti ha ancora ucciso, questo è un segno di grazia..." proseguì la donna, godendo di ogni più piccolo segnale di sofferenza sul volto del 'figlio'.
"Lucifero ti ha graziato, mio tesoro, dovresti esserne felice."
Udendo quell'ultima frase, Spike serrò gli occhi, stringendo le palpebre con forza fino a sentire quasi dolore. Quell'essere spitato di fronte a lui, che lo sollecitava ad uccidere dopo che aveva riottenuto la propria anima, non poteva essere sua madre.
"Si sta avvicinando, è tutta allarmata la cacciatrice" tornò a parlare la donna, osservando il viso preoccupato di Buffy. La ragazzina non poteva vedere  la figura che ora stava parlando con Spike, facendolo lentamente impazzire, ma poteva chiaramente notare come i comportamenti del vampiro si fossero fatti terrorizzati e tormentati.
"Potresti tagliarle la gola con un unghia se solo lo desiderassi... Sentirne il suo sapore... Bere dal suo liscio e niveo collo come da un calice preziosissimo..."

Fu allora che Spike avvertì una mano poggiarsi sulla sua spalla. Immediatamente scattò all'indietro, spaventato, annebbiato dalle parole della donna e, incapace di controllarsi, gridò "Sta zitta!"
Solo allora aprì gli occhi, incontrando quelli di Buffy sconvolti. Sua madre -quella figura che tanto le somigliava- era sparita, ed al suo posto ora vi era il tanto amato viso della cacciatrice. I suoi occhi color smeraldo lo calmarono immediatamente, e presto si indaffarò a domandarle scusa per quella sua reazione sconclusionata. Spike sapeva che Buffy non aveva visto sua madre -non che qualcuno glielo avesse riferito, lo sapeva semplicemente-. La cacciatrice accettò di buon grado quelle scuse balbettate dal biondo, accostandosi con lentezza ed apprensione a lui. Si chinò alla sua altezza, per poi sorridergli dolcemente.
"Stai bene?"
"I-Io..." il vampiro chiuse qualche istante gli occhi, prendendo un profondo respiro e sentendosi subito più calmo non appena avvertì la mano della cacciatrice sfiorargli il braccio rassicurante "Sono tutti nella mia testa" mormorò infine, spaventato. La ragazza lo sguardò preoccupata da quella rivelazione, incerta se averla capita a pieno, il tutto mentre Willow e Xander erano poco distanti. Improvvisamente non le era più interessato cosa i due potessero pensare della sua apprensione per il vampiro. Non appena lo aveva visto ricomparire tanto crucciato, si era subito sentita morire, e non aveva resistito all'accostarsi a lui.

Da quando Spike era diventato una presenza così vitale?

Fu allora che Spike, non ricevendo risposta da Buffy, decise di fare qualcosa. Mosse lentamente le proprie mani, incontrandole tremanti, per poi portarle ai lembi della propria t-shirt scura. La cacciatrice lo osservò incerta, fino a che non lo vide sfilarsi la maglia totalmente, rimanendo a torso nudo. Lei lo guardò confusa, mentre lui si limitava a sorridere malinconico.
"Spike, cos-" "Ti prego, love..." la interruppe lui, afferrandole una mano "Strappamelo." e mormorando quella sola parola -supplicando-, posò il palmo caldo di Buffy contro il freddo petto del vampiro, in corrispondenza del suo cuore. La ragazza, dopo qualche attimo di perplessità, iniziò a scuotere la testa spaventata, gli occhi improvvisamente lucidi.
"No, Spike" gli disse con la voce leggermente tremante di preoccupazione. Non credeva che dargli l'anima sarebbe stato tanto asfissiante per lui, eppure, nonostante ciò, era certa di una cosa "Io non ti ucciderò. Non posso farlo."
"Sì che puoi. Io non ce la faccio..." le rivelò lui, con gli occhi lucidi "Sono tutti qui dentro che mi gridano contro, che imprecano, che mi augurano di bruciare tra le fiamme più ardenti dell'Ade." il vampiro prese una pausa, liberandosi in un sorriso sincero "Ed hanno ragione"
"No, non è vero" intervenne Buffy, dimostrandosi improvvisamente severa "Tu sei cambiato. Tu hai una coscienza. Sei sempre stato diverso dagli altri vampiri, e quest'anima è solo qualcosa che ti rende più umano... Non era ciò che volevi anche tu?" domandò la ragazza, sfoderando un sorriso colmo di speranza. Si rese conto solo in quel momento di avere ancora la mano contro il petto di lui, mentre l'altra avvolta attorno ad una sua, ma non se ne curò. Non osò spostarsi minimamente, spaventata che Spike potesse affondare in quel baratro che aveva iniziato a divorarlo. Quasi pregò affinchè il suo calore potesse aiutarlo.
Lui annuì, deglutendo a vuoto "Ma da solo non ce la faccio"
"Non sei solo." mormorò prontamente la bionda "Ok? Ci sono io. Resterò con te tutto il tempo, anche quando diventerai così pazzo da credere di essere un Giles" mormorò la cacciatrice, scherzando. Con 'Giles' sia Spike che Buffy intendevano un noioso inglese vige alle regole ed alle nozioni, e la ragazza sperò con tutta se stessa che il vampiro cogliesse la battuta, e così fu. Un sorriso divertito aleggiò immediatamente sul volto del biondo, il quale annuì, per poi parlare.
"A quel punto non ci sarà più speranza" continuò ad ironizzare, facendo ridere la giovane sinceramente. una volta che entrambi furono tornati seri, Spike sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio di Buffy, accarezzandole dolcemente il viso. La contemplò in silenzio, mentre sentiva quelle perenni voci nella sua testa affievolirsi sorprendentemente. Era lei, quella splendida ragazza di fronte a lui, la donna che avrebbe dovuto desiderare uccidere, ma che invece voleva semplicemente amare, era grazie a lei se la sua sofferenza scemava lentamente. In un istante ricordò la promessa che le aveva fatto, quella di restarle accanto fino alla fine della missione, ed immediatamente decise che l'avrebbe mantenuta.
"Ti amo..." mormorò poi, incurante di Willow e Xander, i quali avevano assistito a tutta la scena.

Udendo quelle parole, Buffy tremò, e sperò con tutta se stessa che il vampiro non se ne rendesse conto. Non era la prima volta che Spike che le dichiarava il proprio amore, ma improvvisamente soppesò con effettività quelle poche sillabe. In quel momento le aveva pronunciate in tutt'altra circostanza, con un'anima in grado di fargli avvertire sentimenti vividi e freschi, e non solo vaghi ricordi di una vita passata. Abbassò immediatamente lo sguardo sulla propria mano, ancora poggiata sul suo petto. Perchè si sentiva tanto in imbarazzo? Per quale motivo il suo cuore aveva iniziato a battere in modo così frenetico?
Sfoderò un sorriso veloce, per poi annuire ed alzarsi in piedi. Raccolse da terra la maglietta del vampiro, e non appena anche lui fu in piedi, gliela porse. Spike la infilò lentamente, facendola aderide ai propri pettorali, per poi voltarsi in direzione della cacciatrice, la quale lo aspettò prima di tornare verso Willow e Xander, poco lontani.
Non li guardò neppure in volto una volta accostatasi a loro, sempre concentrata sul corpo del vampiro, e le azioni che esso compiva. Si sentiva in dovere di proteggere quello Spike tanto timoroso, come se il demone avesse perduto ogni potere, come se la sua immortalità fosse sbiadita con il ritrovamento dell'anima. Eppure, Buffy sapeva bene che non era così. Sapeva che non sarebbe bastato nulla al biondo per ritornare quell'acido 'Big Bad', come amava definirsi, ma infondo, questo particolare non lo prendeva in considerazione da molto. La cacciatrice dovette constatare che, ora che Spike aveva nuovamente un'anima -per quanto fosse da considerarsi temporanea la cosa-, non vi era più alcun freno per la ragazza di fronte all'idea di potere stare con lui. Aveva passato settimane, ripetendosi come fosse disgustoso -nonostante lei non lo trovasse affatto- stare con un vampiro privo d'anima, William The Bloody, ma ora doveva ricalcolare la situazione. Solo in un secondo istante, si stupì di avere realmente pensato con concretezza alla possibilità di stare insieme a Spike.

Salì in auto in silenzio, accomodandosi sul sedile posteriore vicino a quello del biondo. Non gli aveva neppure chiesto se avesse intenzione di guidare; era palese il fatto che non ne sarebbe stato capace. Xander, senza dire nulla, si fece avanti, sedendosi al volante, e non appena anche Willow fu a bordo, i quattro partirono.
Non un fiato venne emesso durante il viaggio. Improvvisamente tante domande avevano ottenuto risposta. Ora tutti sapevano dei sentimenti di Spike nei confronti di Buffy, ed i presenti avevano chiaramente notato le premure della cacciatrice per il vampiro sofferente.
Fu solo quando furono passate ormai ore dalla partenza, che Xander -essendo il pilota dell'auto- parlò "Dove andiamo?"
Buffy alzò immediatamente il volto, allontanando i pensieri scomodi che l'avevano afflitta a lungo. Da quando erano partiti, non aveva ancora mollato la presa sulla mano di Spike, il quale, silenzioso ma grato del gesto,  gliela stringeva con devozione "Cosa?"
"Sì, insomma..." tornò a parlare il moro, rallentando impercettibilmente "Los Angeles è fuori discussione se ho capito bene, vista la scomoda presenza-Angel"
La cacciatrice annuì, d'accordo con l'amico. Fin dall'inizio aveva pensato che tornare ad LA sarebbe stata una pessima decisione, ed il fatto che Xander concordasse non poteva essere che positivo. Non era assolutamente vogliosa di una discussione.
"Sunnydale?" domandò la strega, immergendosi nella conversazione con pacatezza. Reggeva tra le mani il tomo antico grazie al quale avevano ridato l'anima a Spike, e ne tormentava le pagine, pizzicandole e spiegazzandole. Era molto agitata. Angel non era una minaccia fittizia, ma li stava -con ogni probabilità- inseguendo.
"No, assolutamente" rispose prerentoria la bionda, sfoderando un tono di voce quasi freddo, distaccato. Avvertì le dita di Spike stringersi attorno alle sue.
"E perchè?" chiese la rossa, non riuscendo a comprendere a pieno la risposta tanto severa dell'amica. Quest'ultima sospirò, per poi parlare.
"Spike sta male. Non possiamo attuare immediatamente il piano, mi sembra palese." iniziò a spiegare la cacciatrice, lanciando una breve occhiata al vampiro, il quale non disse nulla, imbarazzato nel dimostrarsi debole, ma al contempo troppo addolorato per potere effettivamente fingersi forte "Credo che ci servano alcuni giorni per... Per farlo abituare. Deve essere lucido per fare sì che la trasfusione funzioni"
Di fronte quelle parole, Willow non disse nulla, effettivamente concorde con Buffy, mentre Xander non potè fare a meno di esibire un ghigno decisamente altezzoso "Sta male? Penso che sia giusto, dannazione! Ha ucciso, Buffy! Sembra che tu lo abbia dimenticato" si ritrovò a gridarle contro, non arrestando mai la propria guida. Da ciò che aveva capito non vi era un'effettiva meta per il momento, perciò gli bastava continuare a percorrere quella strada asfaltata e cocente per il sole. Buffy lo guardò torva, decisamente offesa per ciò che l'amico le aveva appena detto.
"Io non l'ho dimenticato, Xander!" si affrettò a rispondere "Semplicemente, le persone cambiano... Anche io fino a qualche anno fa ero un'assurda ragazzetta priva di morale, ma ora sono la cacciatrice! Ora... Ora il peso del mondo è sulle spalle..." proseguì con il dire, mentre la presa sulle mani di Spike si allentava, lasciandolo in balia di quell'oblio scuro e spaventoso. Eppure, non se ne rese conto, troppo presa dalla conversazione con il moro.
"Devo preoccuparmi di cose ben peggiori di un vampiro che ha deciso di redimersi..."
Il verso che fuoriuscì dalle labbra di Xander fu un misto tra un'imprecazione trattenuta, ed un'esclamazione piena di sana diffidenza "Redimersi, dici? Sono abbastanza convinto che una volta finito a letto con te, la sua redenzione diverrà qualcosa di particolarmente falso."
Buffy si irrigidì, sentendosi  profondamente umiliata. Lei era stata a letto con Spike molto tempo prima, e tra le tante cose su cui aveva riflettuto, l'umiliazione era stata decisamente inesistente. Nonostante ciò che era successo tra loro, il biondo non era tornato a divorare esseri umani, o a trattarla con freddezza ed odio, anzi! Lui le aveva detto di amarla. Anche quello stesso giorno, con un'anima nel petto, lui le aveva mormorato quelle meravigliose parole.
"Lui mi ama... Lo hai sentito" mormorò la bionda, determinata e certa di ciò che diceva.
"E tu gli credi." affermò Xander con una tagliente ironia nel tono della voce, qualcosa che fece infuriare Buffy ancora di più.
"Lui ha un'anima ora!" gridò la ragazza, lanciando uno sguardo verso Spike, per poi tornare al moro, incontrandolo divertito da quell'improvvisa difesa a spada tratta dedicata al vampiro.
"Un'anima!" le fece eco lui, annuendo falsamente "Cosa credi che gli faccia di tanto speciale, eh? Avrà qualche senso di colpa in più e-" "Il Primo" lo interruppe Willow, ricordando un paragrafo letto sul voluminoso tomo.
Buffy squadrò l'amica diffidente, improvvisamente disinteressata a Xander "Cosa hai detto?"
"Spike sta affrontando pene ben peggiori di quanto possiamo immaginare." esordì la rossa, accarezzando in modo distratto la copertina del proprio libro, mentre corrugava la fronte allarmata, ripostando alla mente quelle poche righe che l'avevano stranita giorni prima "Qualche giorno fa ho decifrato alcune rune antiche trascritte nel libro, proprio vicino al rito che abbiamo compiuto. Vedete, il Primo è il male primordiale, l'essenza stessa delle nostre paure e dei nostri cattivi propositi." continuò la ragazza "E' in grado di prendere le forme di defunti, anche nostri conoscenti, e di renderci schiavi di congetture e menzogne."
Istantaneamente, Buffy si voltò in direzione di Spike, come alla ricerca di un indizio che potesse farle capire che ciò che aveva detto Willow stava accadendo realmente,  ed incontrò il vampiro con la mascella serrata, ed i nervi tesi. Immediatamente gli passo una mano sulla spalla, accarezzandolo lentamente. Lo guardò preoccupata, analizzando i lineamenti del suo viso, ed i suoi occhi azzurri improvvisamente troppo lucidi, e subito comprese che, anche in quel momento, quella figura in grado di giocare con lui, era lì.
"Che aspetto ha, Spike?" gli  domandò allarmata "Dimmelo."
"Mia madre"

Avevano arrestato il loro passo una volta giunti al motel più vicino, in un piccolo villaggio pressocchè disabitato. Avevano abbandonato definitivamente la California, e a dare conferma a questa ipotesi erano le scritte sui cartelli stradali: in parte erano in inglese, ed in parte in spagnolo. Dedussero presto tutti che con ogni probabilità si trovavano in Messico.
Avevano affittato due stanze doppie, e si erano divisi. Nessuno aveva domandato nulla: persino Xander era giunto da solo alla conclusione che sarebbe stata la cacciatrice ad affiancare Spike la notte. Non avendo valigie da portare con loro, salirono velocemente nelle camere, ed una volta trovate, vi entrarono senza neppure salutarsi. Buffy era ancora parecchio nervosa per la discussione avuta con l'amico moro, ed oltretutto la nuova minaccia -il Primo- che tormentava Spike la preoccupava molto. Poco prima, quando lui le aveva rivelato che il male prendeva l'aspetto della madre defunta, Buffy non aveva potuto fare altro che limitarsi ad annuire e ad incassare il colpo. Non era certa di come reagire, non sapeva cosa stesse accadendo, ed era preoccupata che presto o tardi Spike si sarebbe distrutto in mille pezzi.
Una volta dentro, si accomodò sul proprio letto in un sospiro esausto. Si abbandonò stesa sulle coperte, coprendosi gli occhi con un braccio, ed abbandonando l'altro disteso al suo fianco. Spike la guardò silenzio, accennando un piccolo sorriso.
"Cacciatrice, non sei costretta a fare tanto, ok?" fece lui dopo qualche breve minuto, assumendo un tono di voce distaccato e spento "I-Io... Posso controllarlo."
"Bugiardo" si limitò a constatare lei, non cambiando minimamente la propria posizione, accennando un semplice sorriso che, per quanto piccolo e veloce, non sfuggì al vampiro.
"Cosa?"
"Dici così perchè pensi che ce l'abbia con te, o qualcosa di simile" rispose prontamente la bionda, sollevando il busto e sedendosi sul materasso "Probabilmente pensi che me la sia presa perchè lo hai detto davanti a tutti... Che mi ami, intendo" aggiunse dopo breve, passandosi una mano tra i capelli.
"Non è così?" domandò Spike, inclinando di lato il capo ed accomodandosi anch'egli sul proprio letto. La stanza era piccola: vi era un unico comò, una cassettiera ed un armadio a due ante. Eppure, vi era sufficiente spazio per due letti, per quanto vicini fossero.
La ragazza si limitò a scuotere il capo, per poi diventare improvvisamente seria "Tu lo sapevi, vero?"
Il vampiro non disse nulla, lanciandole un semplice sguardo confuso. Buffy era certa che lui avesse compreso la domanda, ed al medesimo istante era sicura che quel suo atteggiamento non era altro che un suo insopportabile tentativo di infastidirla.
"Tu sapevi che l'anima ti avrebbe portato tanto...-" "Dolore?" la interruppe lui, accennando un sorriso sghembo "Sì" ammise infine, facendola crucciare maggiormente.
"E allora perchè lo hai fatto?" domandò la cacciatrice in modo spaesato, confusa dagli atteggiamenti tanto scostanti dell'uomo.
"Sei veramente dura di comprendonio, Summers, lo sai?" fece lui, non riuscendo a trattenere un sorriso decisamente più triste di quanto sarebbe dovuto essere "Io ti amo, pensavo di avertelo già spiegato. E per amore -che tu lo voglia, o no- fai qualsiasi cosa." le spiegò lui, stendendosi sul proprio letto e sospirando rumorosamente "Anche solo per credere che quel sorriso sia causa tua" mormorò infine, chiudendo qualche istante gli occhi.
Buffy lo osservò in silenzio per interi minuti, certa che prima o poi il vampiro le avrebbe domandato se avesse avuto l'intenzione di consumarlo con lo sguardo, eppure -sorprendentemente- non lo fece. Sfruttò così quel momento per potere ammirare i tratti del biondo per un'ultima volta: i suoi zigomi pronunciati e seducenti, gli occhi marini ed intensi, le labbra così morbide e calde. Serrò la bocca in uno scatto, come spaventata all'idea che quei pensieri poco casti potessero sfuggirle dalle labbra.
"Ridimmelo" gli mormorò poi, quasi imponendoglielo.
Spike si voltò leggermente, quel tanto che bastava per incontrare il suo sguardo "Cosa?"
"Che mi ami" fece severa la ragazza, incontrando i suoi occhi.
"Ti amo" disse lui soavemente, senza il minimo tentennamento nella voce. Lei, come poco prima, incassò a pieno il colpo. I sentimenti di Spike le apparivano improvvisamente così palesi, che quasi era certa di poterli toccare, afferrare, maneggiare ed ammirare. Sorrise impercettibilmente.
Si alzò in piedi con noncuranza, non permettendo al vampiro di fare alcuna domanda, per poi sfilarsi la maglietta ed i jeans, rimanendo in intimo. Tentò di allontanare l'imbarazzo che lentamente le stava andando ad imporporare le gote, mentre un violento turbine le disordinava il basso ventre, ed una volta ripiegati i propri vestiti, si voltò in direzione di Spike. Camminò sino al suo letto, per poi salircisi. Si infilò sotto le lenzuola senza dire nulla, ed una volta accomodata, iniziò ad abbracciare il petto dell'uomo. Il biondo, completamente incerto di fronte i comportamenti della giovane, la lasciò fare, fino a che, spinto dall'istinto, non si voltò, abbracciandola anch'egli. Faccia a faccia si osservarono a lungo, nascosti dalla penombra serale. Fu il viso di lei ad accostarsi a quello di Spike lentamente, per poi premere le labbra sulle sue, coinvolgendolo in un bacio lento e languido. Una volta staccati, gli occhi di Buffy brillarono nel buio, mentre la sua voce tornava a farsi spazio nella piccola stanza.
"Forse tu mi piaci"








 
Angolo dell'autrice!

Scusate il ritardo, purtroppo questa settimana ho avuto parecchio da fare e... Beh, non sono riuscita ad aggiornare prima ^^'' 


Comunque, spero che questo capitolo vi sia piaciuto! :) Vorrei ringraziare tutti i miei lettori *^* e.... Dirvi che presto questa mia assurda long finirà :c

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Capitolo 27
*** La stessa persona ***



 
The Promise

-La stessa persona













Quella notte Spike non aveva dormito; non per un fatto di dolore dovuto all'anima, come invece si era aspettato con certezza, ma per l'incredibile leggerezza che le parole di Buffy gli avevano procurato. Poco prima di addormentarsi al suo fianco, stretta a lui in intimo, spinta da una cieca fiducia che nulla le sarebbe accaduto, la bionda le aveva mormorato quattro semplici quanto dolcissime parole. Ed il vampiro si era cullato e beato in esse con una tale gioia da non permettergli di dormire.
Spike era semplicemente rimasto a sorridere ed a osservarla. Amava quel suo volto rilassato e sereno, pieno di incredibili sogni che probabilmente lei non gli avrebbe mai rivelato. Aveva stretto con più possessione la presa attorno al busto della ragazza, avvicinandola a lui, ed istantaneamente quel calore tanto umano lo aveva avvolto. Si era sentito felice in un modo così meraviglioso che -era certo- doveva essere vietato ai morti. Quella notte le voci nella sua mente si erano straordinariamente affievolite, divenendo solo che un sottofondo fatto di mormorii appena accennati, qualcosa che il ragazzo nemmeno avvertiva per come era avvolto nella cacciatrice, nella sua splendida essenza.

Non appena un giovane raggio solare era filtrato dalla finestra, scontrandosi con un'occhio di Buffy, quest'ultima aveva immediatamente arricciato il naso, contrariata all'idea di alzarsi. Quella notte aveva dormito bene, rilassata e protetta dalle braccia di Spike. 
Lentamente si stirò, allungando sotto le coperte le gambe nude, scontrandosi con quelle del vampiro, ancora fasciate nei propri jeans. Immediatamente aprì gli occhi, incontrando il suo viso, il suo meraviglioso sguardo cobalto, davvero troppo vicino. Sospirò sorpresa, incatenando i propri occhi a quelli di lui, non dicendo però nulla. Fu lui ad esibire un sorriso dolce, per poi parlare.
"Buongiorno, love"
Lei si morse il labbro inferiore, abbassando lo sguardo imbarazzata per quell'improvviso black-out avuto, ed una volta ripresasi, rispose "Buongiorno"
"Hai freddo?" le domandò immediatamente il vampiro, ottenendo come risposta dalla giovane solo che un'espressione confusa. Non capiva da dove il ragazzo avesse dedotto una cosa del genere, ma non dovette domandargli nulla, in quanto lui si spiegò immediatamente.
"Hai dormito in intimo e poi..." prese una breve pausa, sospirando "Non sono esattamente l'esemplare più...Caldo con cui dormire." sorrise, riflettendo sulle proprie parole "Ma non fraintendermi. In altre situazioni sono perfetto"
La ragazza, subito, sorrise divertita. Se messo a confronto con il giorno precedente, lo Spike che aveva di fronte sembrava decisamente più tranquillo: scherzava in modo osceno, ma sempre ostentando attenzione nei suoi confronti. Per un istante si domandò, dove esattamente si trovasse la differenza tra lo Spike-privo-di-anima, e quello che le era di fronte. Poi, non appena si rese conto di quella domanda, scosse il capo. Quelli non erano pensieri da cacciatrice.
"Non ho freddo, Spike." gli rispose comunque dopo pochi secondi, continuando a restare distesa al suo fianco, per nulla interessata all'idea di alzarsi "A dire il vero ho dormito molto bene stanotte." aggiunse poi sorridendogli e distendendo le braccia verso l'alto. Lui ammirò ogni più piccolo gesto della ragazza, colpito da quella dichiarazione tanto improvvisa e naturale.
"Anche io" le rivelò dunque lui.
Il silenzio che si impose nei momenti successivi tra loro divenne molto più chiassoso di quanto le loro parole potessero esserle state solo pochi secondi prima. Spike iniziava ad avvertire un dubbio insinuarsi frusbescamente nella sua testa, e Buffy era timorosa all'idea di alzarsi. Non voleva andarsene, voleva che un qualche incantesimo li costringesse così per quell'intera giornata: sarebbe stato perfetto. 
Fu Spike a parlare per primo, facendola quasi sussultare.
"Perchè mi hai detto che ti piaccio?"
la ragazza non comprese quella domanda a pieno, rimanendone però parecchio colpita. Doveva dargli un perchè? Non ne capiva il senso. Immediatamente il suo volto si fece incerto: le sue sopracciglia si incurvarono verso l'alto e le sue labbra si storsero. Lui immediatamente si spiegò.
"Ti piaccio perchè ho un'anima?"
Se poco prima la domanda del vampiro l'aveva colpita, di fronte a questa la cacciatrice si sentì travolta. Il tono di voce che il ragazzo aveva usato era un misto di delusione e terrore, e d'improvviso Buffy si sentì esattamente come il Primo, meschina quanto lui. Spike aveva frainteso la sua dichiarazione, pensando che la cacciatrice provasse qualcosa per lui solo per il fatto che possedesse un'anima. Sapeva che, se così stavano le cose, nulla sarebbe mai accaduto tra i due. William era destinato a sacrificare se stesso per ridare un'umanità ad Angel.
La ragazza iniziò a scuotere il capo totalmente in disaccordo con il vampiro "No" gli disse poi, alzando una mano e portandola sul petto del vampiro, accarezzandolo lentamente "Assolutamente no." ripetè poi più risoluta "Mi piacevi anche prima, ma volevo capire chi era a piacermi" rivelò Buffy, facendo irrigidire il vampiro.
"Che intendi?"
"Non ero certa di chi mi ero innamorata: se del vampiro sanguinario o dell'uomo meraviglioso che si cela dietro ad esso e..." prese una pausa la ragazza, non osando neppure alzare lo sguardo verso il ragazzo sdraiato al suo fianco "E ho scoperto che siete la stessa persona. E' meraviglioso." concluse in un sorriso sincero ed imbarazzato. 
Non appena trovò il coraggio, la bionda alzò il volto verso quello del vampiro, incontrandolo quasi spaventato, completamente bloccato e con il fiato mozzato. Buffy si preoccupò.
"Cosa succ-" tentò di domandare la giovane, prima che Spike la fermasse "Che hai detto?" la interruppe lui, sussurrando. La sua voce si disperse immediatamente nella stanza, leggera e mozzata da una qualche invisibile forza. La ragazza non comprese.
"Ti sei innamorata di me?" incalzò il biondo.
Quando Buffy comprese la ragione dello sguardo spaventato dell'uomo, la sua espressione tornò dolce e calda. Spike aveva paura di un rifiuto nuovamente. Aveva paura che quel suo amore, uno nuovo e ardente dopo molto, al pari di Cecily, potesse rifiutarlo, proprio come molti anni prima era accaduto. Eppure, la cacciatrice non era intenzionata a fargli alcun male.
"Sì, William" le rispose dunque lei, affievolendo la sua voce e riducendola ad un dolce sussurro. Osservò attenta il viso di Spike: lentamente il timore sparì, sostituito da un sollievo che lo fece ridere allegro e poi, dopo pochi istanti, da un nuovo dubbio.
"Ed Angel?" le domandò con una profonda ansia nel tono di voce, qualcosa che le fece scaldare il cuore.
"Davvero non te ne rendi conto?" gli chiese allora lei con ovvietà, non ottenendo però alcuna risposta "Spike, hai  sacrificato la tua pace di spirito per me, sei andato a recuperare un'anima lacera, conoscendone gli ostacoli, e mi sei rimasto a fianco nonostante tutto. Stiamo andando a salvare la persona che più detesti al mondo, ma sei comunque qui." gli disse Buffy, non nascondendo uno smisurato orgoglio nei confronti del biondo nella voce "Sei più uomo e più guerriero di quanto immagini. Sei molto più umano di tanti uomini."
"Ti piaccio perchè pensi questo?" domandò il ragazzo, accarezzando una mano di lei, la quale si limitò a scuotere il capo, prima di rispondergli.
"Io penso questo perchè è reale, e mi piaci perchè sei incredibilmente irriverente, fastidioso, cocciuto, determinato, forte, insicuro, innamorato, speciale, furbo e combattivo. Sei una continua sfida." gli disse lei, tuffandosi in quello sguardo colore degli oceani più splendenti "Sei dannatamente uguale a me" gli mormorò poi, non riuscendo a trattenere un sorriso sincero.
"No, Buffy" si affrettò a dire lui "Tu sei perfetta."
"Allora lo sei anche tu." replicò immediatamente la ragazza, senza neppure pensarci. E dopo pochi semplici istanti, avvertì la presa attorno al suo torace farsi più completa, ed immediatamente si ritrovò totalmente avvolta dal corpo del vampiro. Il suo volto era affondato nel suo petto e respirando poteva sentirne l'odore di tabacco e pelle, qualcosa che la inebriava. Subito sorrise, per poi ricambiare quell'abbraccio impetuoso. Era così incerta: da un lato voleva piangere dalla gioia, e dall'altro scoppiare a ridere con tutta se stessa. Eppure, non fece nulla di tutto questo. Si limitò a  sorridere, mentre lui prendeva parola, esibendo un tono di voce caldo e incredibilmente grato, respirandole sul collo ed inabriandosi dell'aroma dei suoi capelli.
"Ti amo così tanto, Buffy"
In risposta, la ragazza si limitò a staccarsi leggermente da lui per posare le proprie labbra sulle sue. Lentamente, il loro baciò mutò, divenendo da prima un semplice sfiorarsi di bocche, per poi tramutarsi in una vera e propria ondata di passione e languidità. Le lingue dei due si sfiorarono a lungo vogliose. Spike si staccava dalla ragazza solo per permetterle di respirare, e quando questo accadeva, non perdeva tempo, infilando le proprie mani sotto le coppe del reggiseno, ed iniziando ad accarezzarla lentamente, facendola gemere. Tornarono a baciarsi dopo pochi istanti, in modo sempre meno casto. Presto, anche le mani di Buffy iniziarono a vagare per il corpo di Spike, viziandolo dolcemente e libidinosamente. La cacciatrice amava quei pettorali scolpiti, ma non eccessivi, e li stuzzicava con dita e lingua. Si ritrovarono velocemente nudi, e per la prima volta fecero quell'amore dolce che nessuno dei due aveva ancora pienamente sperimentato. Per la prima volta nessuno dei due pensò alla parola 'sesso'.

Non appena i due si furono ripresi dall'amplesso, ancora distesi sotto le lenzuola senza alcun abito indosso, Buffy parlò.
"Dovremmo andare." mormorò frustrata, palesemente non intenzionata a lasciare quel letto che li stava ospitando tanto comodamente.
"Non voglio" si limitò a dire il ragazzo, guardando il soffitto sopra di loro. Era sporco ed ammuffito, probabilmente mai stato effettivamente pulito. Si lasciò sfuggire un'espressione colma di disgusto, pur non essendo veramente tanto seccato dalla cosa. Era davvero troppo felice. Non riusciva ad accantonare quella sensazione di completa gioia in lui: Buffy era al suo fianco dopo avergli dichiarato qualcosa come un 'mi sono innamorata di te', e lui non capiva come una creatura tanto splendida si fosse potuta infatuare di lui.
"Ma io devo, Spike. Non voglio litigare di nuovo con Xander... Devo ancora chiarirmi con lui e-" "Vuoi andartene?" lui aveva interrotto la cacciatrice, ostentando un tono colmo di ansia e preoccupazione. Buffy lo aveva squadrato incerta.
"I-Io sarò probabilmente nella stanza a fianco" tentò di spiegare lei, ma il ragazzo scosse il capo. La bionda non capiva la situazione.
"Non è quello, goldielocks. Io ho bisogno di restare al tuo fianco." le disse lui, mentre cercava nella sua mente parole che potessero meglio spiegare ciò che sentiva "V-Vedi... Quando sono con te, quando ti tocco, anche solo quando ti tengo la mano, tutte quelle voci si affievoliscono... Tu sei un'ancora in questo mondo."
"Vuoi dire che sono ancora lì?" domandò allarmata Buffy, riferendosi a quelle inquietanti presenze che assillavano il ragazzo. Effettivamente, avendo notato la calma del vampiro, aveva davvero creduto che tutto fosse finito, che quelle orribili voci avessero abbandonato il suo pensiero. Il vampiro annuì, smentendo ogni sua ipotesi.
"Anche ieri, non appena ti sei avvicinata, tutto si è affievolito, divenendo mormorio incomprensibile." le rivelò lui, facendola sussultare. 
Per l'ennesima volta, la cacciatrice si sentì completamente travolta dalla furia e l'intensità dei sentimenti che Spike provava per lei, il tutto in un modo meravigliosamente positivo. Sorrise inconsapevolmente, per poi voltarsi in direzione del citofono nella stanza e fare segno al vampiro di aspettare qualche momento. Si accostò all'apparecchio e, dopo avere composto il numero della stanza di Xander e Willow, attese che rispodessero.

"Pronto?" la voce di Willow squillò nel ricevitore "Buffy sei tu?"
"Sì, volevo dirvi che oggi resterò con Spike" rispose frettolosamente la cacciatrice, mentre lanciava alcuni sguardi in direzione del vampiro. Effettivamente, la tranquillità di poco prima stava andando lentamente con lo scemare, probabilmente a causa di quei vocii che lui sentiva.
"C-Cosa?" domandò la ragazza oltre la cornetta "E perchè?"
"Sta male." si affrettò a spiegare la cacciatrice, palesemente intenta a concludere al più presto la chiamata "Spiega tu a Xander, ok? Ciao"
"Ehm, sì, ciao" rispose la voce insicura della rossa, poco prima che la bionda attaccasse la cornetta bruscamente, per poi tornare sul letto del vampiro, afferrandogli la mano e sorridendogli.
"Visto? Sono rimasta" gli mormorò poi caldamente, ottenendo in risposta un suo cenno del capo ed uno di quei sorrisi che la incantavano sempre.

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Capitolo 28
*** Fiducia ***


 
The Promise

-Fiducia











"Ti sei mai ubriacata?" le domandò il vampiro,  reggendo tra le mani una bottiglia ancora da stappare trovata nel frigo bar. Ostentava uno dei suoi soliti sorrisi sghembi, quelli in grado di intrigarla orribilmente bene. Buffy sorrise, passandosi una mano tra i capelli.

Erano dentro la loro stanza del motel da tutto il giorno, ormai era pomeriggio, ed avevano passato il tempo parlando ed amandosi. Si erano appena 'vestiti' -Spike indossava solo i jeans, e lei una delle t-shirt di lui che le arrivava sino a alla coscia-, ed il vampiro era già tornato malizioso come poco prima. Era instancabile, constatò, sorridendo divertita. 
Alla cacciatrice piaceva quella sua dispettosissima lingua priva di freno od inibizioni, era certamente meglio delle manie oltremodo stancanti che aveva Angel per la sua protezione. Le piaceva il fatto che non la trattasse come una bambina, che le gridasse in faccia quando era arrabbiato -non mentendole-, ed edorava quel modo viscerale in cui le mormorava di amarla. Lui glielo diceva, venerandola con lo sguardo ed amandola con la bocca. La guardava con quei suoi occhi cobalto, belli oltre l'inverosimile, e glielo sussurrava senza vergogna. Spike, che aveva oltre cento anni, sembrava il più terrorizzato ed inegnuo dei bambini quando le parlava dei propri sentimenti, come sul punto di spezzarsi di fronte a lei. Lui era un pazzo d'amore.*

"No..." mormorò la bionda, fingendosi ingenua e debole, recitando quella parte da innocente che il suo aspetto tanto dava a vedere "Ma c'è sempre una prima volta..." mormorò infine, sfoderando un sorriso seducende ed accavallando le gambe. Il vampiro la squadrò interamente, e quasi gli scivolò di mano la bottiglia colma di vodka. Deglutì a vuoto, ammirandole le gambe lunghe, dritte, lisce e meravigliose, ed immediatamente avvertì nuovamente quel bisogno di averla sotto di sé. Buffy era unica, era una droga ben più vitale del sangue -quel liquido che gli permetteva di vivere per sempre-, e lui era certo che non sarebbe mai più stato in grado di stare senza di lei. L'anima bruciava come un tizzone ardente nel suo petto, ma non gli importava: avrebbe sopportato quel dolore sino alla fine dei giorni, se solo avesse avuto la garanzia di avere per sempre la cacciatrice al proprio fianco.
"Mi farai morire, Goldielocks..." mormorò lui, avvertendo la propria voce fiacca dall'eccitazione. Iniziò a camminare in direzione del letto, per poi poggiare la bottiglia sul comodino, lasciando libera la mano tremante, permettendole di accarezzare il viso di lei. Indugiò a lungo sul profilo della bionda con la punta dell'indice: accarezzò la fronte liscia, il naso piccolo ed infine le labbra soffici. Lei gli baciò l'indice dolcemente.
"Visto che in altri modi non ci sono riuscita..." gli mormorò poi, facendolo sorridere divertito. Allacciò con attenzione le braccia intorno al suo collo, e lo baciò con passione e bisogno, ostentando senza vergogna ciò che avvertiva. Lui contraccambiò immediatamente, e la accompagnò lentamente sopra il letto, sdraiandola sotto di lui. Le loro labbra non accennavano a volersi staccare. Solo quando la bionda necessitava di respirare, Spike si permetteva una pausa.
I loro baci continuarono a lungo, prima che lui iniziasse a muovere una mano sotto la maglietta di lei, accarezzandole il ventre piatto con desiderio, per poi salire sino ai seni, dove si fermò qualche minuto, facendola gemere sonoramente. Lui sorrise fiero. Amava appagare il desiderio di Buffy. Gli piaceva sapere di essere lui la ragione di quei gemiti, del suo piacere. 

Proprio mentre si apprestava a toglierle la maglia, un suono lo fece distrarre. Immediatamente, il biondo si allontanò dalla ragazza, facendola gemere frustrata. Probabilmente lei non si era neppure resa conto dei colpi alla porta.
"Hanno bussato." le mormorò lui, facendola sussultare d'improvviso. Subito la giovane sollevò il busto, ritrovandosi a sedere sul letto. Lanciò uno sguardo al vampiro allarmata. Aveva liquidato Willow e Xander con una scusa frettolosa e non totalmente veritiera, e probabilmente erano venuti a controllarli. Che li avessero sentiti? Di fronte quella possibilità il volto di Buffy si fece paonazzo. Il vampiro lo notò allarmato, ma non disse nulla, preoccupato di chi potessere avere bussato.
"Buffy? Spike? C'è qualcuno?"
I due riconobbero subito la voce della rossa. Quella notizia sollevò totalmente il vampiro -in quanto sapeva che Willow aveva già intuito molto-, ma solo in parte la cacciatrice che, tuttavia, non potè evitare di rilassarsi visibilmente. Una visita della rossa era decisamente più piacevole, rispetto ad una di un alterato Xander. Guardò il vampiro in piedi di fronte al letto: indossava solo i propri jeans, ma avrebbe potuto inventare una nuova scusa veloce. Altrettanto, però, non poteva dire dei suoi abiti: tutto ciò che la ricopriva era una maglietta nera di Spike, e non vi era il tempo per cambiarsi.
"S-Sì, Will..." rispose incerta la bionda, alzandosi e sistemandosi i capelli. Non osava neppure guardarsi allo specchio. Immaginava di avere il volto sconvolto dall'eccitazione e gli occhi lucidi "Che succede?"
"N-Nulla, suppongo." rispose incerta la voce oltre la porta "Solo che sei dentro con Spike da molto... I-Io magari..." era palesemente in imbarazzo.
Fu Spike a parlare di seguito, spinto da una novia fiducia nei confronti della strega a cui, poco tempo addietro, aveva confidato molto "Lasciala entrare, pet."
La cacciatrice si voltò immediatamente verso il vampiro, incerta se aveva udito bene. Possibile che lui le avesse davvero detto di fare entrare Willow? Di rivelarle tutto? Di renderla partecipe di quella follia? Scrutò incerta il suo sguardo cobalto, ma non vi era segno di pazzia o altro. Era semplicemente fiducia, qualcosa di cui si sentì leggermente gelosa -cosa che mai rivelò apertamente-. Lo osservò per lunghi secondi, certa che presto avrebbe ritirato quelle parole, ma non accadde. Spike era sicuro di ciò che le stava dicendo. Sembrava quasi che con quei suoi occhi la stesse esortando, sembrava quasi che le domandasse 'è o non è la tua migliore amica?'.
Si accostò alla porta ed aprì. Osservò lo sguardo della rossa sgranarsi sorpreso ed improvvisamente pieno di realizzazione. Buffy le afferrò il polso e la trascinò dentro, dopodichè, richiuse la porta.
"Oddio, scusatemi!" esclamò Willow imbarazzata, notando i vestiti dell'una e dell'altro "I-Io non credevo ch- c-cioè sapevo che, ma i- Scusatemi!" iniziò a balbettare con il viso ormai arrossato. Buffy sorrise, divertita dall'innocenza dell'amica, e le si accostò con affetto.
"E' tutto ok, Will." la rassicurò "Semplicemente, è un segreto. Non dirlo a Xander, per favore." la pregò l'amica, posandole una mano sulla spalla. La strega abbassò il capo, annuendo.
"Ovvio che non lo farò, ma... Siete certi di ciò che state facendo?" domandò Willow, guardando in particolare Buffy. L'ultima volta che avevano parlato di Spike, ciò che la cacciatrice aveva risposto non era certo riguardante un'imminente dichiarazione d'amore. In un certo senso, desiderava che anche il vampiro fosse felice. Non voleva che venisse ferito da un falso sentimento della bionda.
"Sì, totalmente." rispose Buffy, facendo sorridere Spike, poco lontano. Anche quest'ultimo annuì soddisfatto e pienamente certo. Fu solo allora che Willow, notando con attenzione i loro sguardi così incatenati e persi, fu certa di potere anche mentire a Xander per loro.
"Benissimo, allora. Un'ultima cosa: ti sei inventata tutta la storia che Spike stava male o-" "No!" si affrettò ad intervenire Buffy, interrompendo Willow "O almeno, in parte è vera."
La rossa la squadrò incerta. La cacciatrice si apprestò a parlare.
"Se non è con me, le presenze tornano a tormentarlo..." rivelò la bionda, facendo sussultare leggermente l'altra. Il fatto che l'amore e la felicità che Buffy erano in grado di fare scaturire nel vampiro fossero armi contro la presenza del Primo, era un fatto non trascurabile.
"E' eccezionale." si lasciò quindi sfuggire la rossa in un sospiro sorpreso ed ammirato. Si voltò in direzione dell'amica,  e poi del vampiro "Ciò che vi lega è sorprendentemente forte."
"Forte?" le fece eco Spike incerto, avanzando in direzione delle due.
"Molto più di questo, se è in grado di attenuare il potere di una forza tanto crudele." incalzò in risposta la rossa, facendo avvertire un improvviso calore a Spike, una sensazione che gli si irradiò nel petto rapidamente. Dall'altra parte, Buffy ne fu pienamente investita, come da una tempesta senza controllo. Un amore in grado di distruggere un simil male? Ciò che li univa era davvero tanto forte?

Il corso dei suoi pensieri venne interrotto dalla voce della giovane strega, che risuonò nella stanza arrendevole e leggera "Io allora vado. Se davvero stanno così le cose, servirà qualcuno in grado di tenere Xander lontano dalla vostra stanza..." e detto questo aprì la porta, apprestandosi ad uscire, ma la voce del biondo la fece fermare.
"Grazie mille, rossa." Willow si voltò verso di lui, sorridendo "Sei... Sì, insomma, sai no?"
La strega sorrise, divertita dalla goffagine del biondo "Non preoccuparti Spike, non è stato nulla. E comunque..." si apprestò ad aggiungere poco prima di lasciare la stanza "...Avevamo ragione." Detto ciò chiuse la porta, lasciando il biondo a sorridere di fronte quella piccola presa in giro, e la cacciatrice confusa da quella battuta.
"Che significa?" gli domandò Buffy dopo qualche secondo, osservando attentamente le labbra del ragazzo delineate in un sincero sorriso.
"Penso di essermi innamorato di te molto tempo prima di quanto possa ammettere, tutto qui." le rispose Spike, guardandola abbagliato. Se il solo e semplice osservarla gli donava la pace, non era pienamente in grado di descrivere ciò che avvertiva baciandola, toccandola, sentendola o anche solo parlandole. Si sentiva nuovamente vivo, un uomo. E vi era persino un'anima a dimostrarlo.







 
*Con 'Pazzo d'amore' ho voluto fare un chiaro riferimento all'episodio 'Fool for love', uno dei miei preferiti :)


Voglio ringraziarvi tutti, e scusarmi del ritardo nel postare il capitolo ^^'' spero vi sia piaciuto!

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Capitolo 29
*** Incubo ***


The promise

-Incubo











"Buffy, è un piacere rivederti." La voce di Angel risuonò orribilmente fredda all'interno di quello spazio cupo e vuoto. Lei si guardava attorno con spasmodia, sentendosi cieca. Non vi era nulla -che lei potesse vedere- oltre una coltre di fittissima nebbia scura, qualcosa che le stava lentamente giungendo fino alla gola, faticandole la respirazione. Si sentiva nuda, indifesa, ad un passo da una morte priva di ritegno, qualcosa che una cacciatrice non poteva permettersi. Tentò di ignorare l'improvvisa debolezza che avvertiva nelle gambe, e si impose di restare dritta in piedi.
"Angel... Che vuoi?" domandò lei, la voce ridotta ad un sussurro roco. Persino parlare le era divenuto difficile. Si osservò attorno per l'ennesima volta, ma nulla le apparve d'innanzi. Tentò di allungare una mano nel disperato tentativo di afferrare qualche invisibile entità di fronte a lei, ma ciò che sfiorò non fu altro che la parete di quel piccolo stanzino. Subito, vi  poggiò la schiena, sospirando sollevata. Per lo meno non poteva essere attaccata di spalle.
"Shh, amore..." la zittì lui, e lei lo immaginò sorridere sghembo e maligno, pronto a schernirla in ogni modo possibile, ad umiliarla senza vergogna "Non hai le forze neppure per stare in piedi." osservò cautamente il vampiro "Perchè sforzarsi a parlare?"
La ragazza avvertì come un tocco sotto il mento, una sensazione che la costrinse a sollevare leggermente il volto. Quando portò una mano in corrispondenza del collo, però, non avvertì nulla. Nessuno la stava toccando, nessuno aveva accompagnato il suo viso verso l'alto. Prese un profondo respiro, ormai arresasi alla nebbia che la avvolgeva in modo soffocante.
"Sai, ho trovato un nuovo modo per distruggere il mondo."
Quell'ultima frase la spiazzò. Buffy si irrigidì per infiniti secondi contro quella parete che lei non era in grado di vedere, ma solo di percepire vagamente. I suoi occhi erano sgranati in mezzo a quel buio insostenibile, ed il suo fiato si era fatto pesante quanto cemento. Angel aveva pianificato nuovamente un'apocalisse, ma questa volta lei non era a Sunnydale, pronta a salvare il pianeta e ad impedire il misfatto. In quel momento, Buffy si trovava in un piccolo abitacolo cupo e traboccante di nebbia, non avendo idea di come uscirne. Si allontanò dalla parete che le forniva sostegno con uno scatto, per poi incamminarsi a tentoni fino ad un'eventuale porta. Sfiorò con le dita delle mani solamenti muri in cemento, ruvidi e freddi, ma mai trovò una maniglia. Avvertì gli occhi pizzicarle per le lacrime represse, ma non si abbassò a piangere. Lei doveva salvare il mondo, lei era Buffy L'Ammazzavampiri.


Con un grido acuto, aprì gli occhi di scatto, ritrovandosi nella piccola stanza di motel nella quale lei e Spike alloggiavano ormai da un paio di giorni. Avvertiva il sudore colarle dalla fronte e la sua pelle nuda era umida e tremante. Abbassò lo sguardo, incontrando il proprio seno alzarsi ed abbassarsi in modo frenetico a causa del respiro troppo ansioso, e con una leggera spinta -e facendosi leva con le braccia- sollevò il busto, ritrovandosi così seduta al centro del letto. Si guardò attorno velocemente, facendo saettare il suo sguardo da una parte all'altra della piccola camera in pochi secondi, e non appena fu certa dell'assenza effettiva di Angel, sospirò sollevata.
Si trattava solo di un incubo, constatò quasi sorridendo, e passandosi una mano tra i capelli.
Si voltò poi verso destra, incontrando la figura dell'uomo che dormiva al suo fianco. Probabilmente, Spike non l'aveva sentita gridare. Lo osservò attentamente, ammirando ogni angolo del suo viso tanto dannato, partendo dalla fronte ampia, sino alle labbra perfette. Mai, in tutta la sua breve esistenza, avrebbe immaginato di innamorarsi di Spike, William Il Sanguinario, Il Cacciatore di Cacciatrici, eppure era accaduto. Accennò un nuovo sorriso, mentre avvertiva il suo cuore calmarsi.
Sollevò una mano e la portò in corrispondenza delle spalle del biondo, per poi accarezzarlo dolcemente. Le piaceva toccarlo, sentire che esisteva davvero. Stare con Spike era differente. Essere al fianco di quel ragazzo incredibilmente ironico era diverso da ogni altra relazione avesse mai avuto in precedenza. Non si trattava della sua natura -infondo, anche Angel era un vampiro-, ma soprattutto della sua schiettezza, dell'ironia e della sincerità. Con il moro era sempre stato difficile instaurare una conversazione che non puntasse sul 'stai orribilmente rischiando la vita, e dobbiamo lasciarci per il tuo bene'. Spike era in grado di conciliare il tutto. William era il tipo di uomo che le avrebbe detto che, nonostante fossero in procinto di affrontare mille ostacoli, lui l'avrebbe sempre protetta, ed avrebbe combattuto pur di restare.
"Mhh..." lo sentì mugugnare d'improvviso, mentre si voltava tra le lenzuola. Lo osservò aprire lentamente gli occhi azzurri e brillanti, per poi sorriderle leggermente "Ciao, goldielocks." le disse poi, stirando leggermente le braccia verso l'alto.
"Buongiorno, Spike." replicò la bionda allegra, arrestando le proprie carezze.
"Che ore sono?" domandò il vampiro, lanciando un'occhiata alla finestra dalla quale trapelava un leggero raggio solare. Non vi erano sveglie, né orologi all'interno dello stanzino, ma potevano intuire l'orario grazie all'inclinazione della luce.
"Probabilmente le dieci di mattina" asserì la bionda, prima di venire travolta da un bacio appassionato del vampiro. Rimase interdetta qualche secondo, mentre l'uomo le accarezzava i fianchi, ma poi rispose al bacio con languidità.
"Che si fa oggi?" le domandò lui una volta staccatosi, seppur ancora estremamente vicino al corpo di lei. L'aveva ormai intrappolata sotto di lui, e nonostante il vampiro non stesse facendo nulla per affermare il suo 'dominio', lei non accennava a spostarsi.
"Immagino che tu abbia delle idee..." si lasciò sfuggire Buffy, abbassando per qualche istante lo sguardo verso il membro del biondo. Lui sorrise maliziosamente, facendo scontrare i bacini dei due. La ragazza si morse il labbro inferiore, già eccitata.
"Ma..." si affrettò a parlare Buffy, certa che non fosse quella la piega che gli eventi dovevano prendere "Ma ho altre intenzioni."
Immediatamente, Spike arrestò i propri movimenti, sfoderando un'espressione incerta. Gli occhi della ragazza erano fermi e determinati, e presto il demone dovette arrendersi all'idea che qualsiasi cosa Buffy si stesse apprestando a fare, nulla l'avrebbe fermata. Attese qualche secondo prima di allontanarsi da lei, lasciandola con un dolce bacio sulla fronte. Si alzò dal letto e si diresse verso il bagno, lasciando però la porta aperta, così da potere sentire la ragazza parlare. Si portò di fronte lo specchio del lavandino. Il suo riflesso era invisibile, ma non se ne curò più di tanto. Ormai erano secoli che non rivedeva il proprio viso. Recentemente, solo gli occhi lucidi di Buffy glielo permettevano. Aprì l'acqua e si lavò velocemente la faccia, bagnandosi qualche ciocca di capelli.
"Dobbiamo metterci in contatto con Giles."
Immediatamente, il vampiro si irrigidì, confuso da quelle parole. La voce della cacciatrice era fuoriuscita dalle sue labbra severa e certa, come se avesse ponderato a lungo -ma in silenzio- quella decisione, tenendolo all'oscuro di tutto. Ciò nonostante, Spike si impose di restare calmo -all'apparenza-.
"Non capisco perchè contattare l'osservatore. E' vecchio e noioso, una combinazione decisamente poco piacevole." rispose il biondo, uscendo dal bagno e dirigendosi verso la sola sedia all'interno della stanza. Aveva poggiato sopra essa i suoi abiti, ed immediatamente iniziò ad infilarsi i jeans ormai logori a causa del tempo. 
La ragazza, ancora avvolta nelle lenzuola profumate di loro -di quell'atto che macchiava entrambi di blasfemia-, ruotò lo sguardo verso il soffitto spazientita. Era certa che Spike non avrebbe approvato la sua scelta, ed al medesimo istante sapeva anche che il suo modo più comune per 'ribellarsi' senza ferirla sarebbe stato, sfoderare quella sua tagliente ironia.
"Si da al caso che qui il più vecchio sei tu." rispose spiccata la ragazza, facendolo sorridere leggermente. Era passato ad infilarsi la maglietta.
"Ma non noioso, pet." si affrettò a replicare il biondo, facendo leggermente sorridere la ragazza poco distante. Buffy si alzò dopo pochi secondi, anche lei intenta a rivestirsi. A differenza di quelli del vampiro, i suoi abiti erano sparsi per tutta la stanza, in particolare sul pavimento, dove spiccava immediatamente il reggiseno scuro. Si affrettò a raggiungerlo. Il vampiro la osservò con la coda dell'occhio ricoprirsi quel seno che lui tanto apprezzava, e non appena lei ebbe fatto scattare il ghiancetto della chiusura, si decisa a parlare.
"Cosa vuoi dirgli?"
Buffy si voltò verso il ragazzo "Dobbiamo partire, ma prima dobbiamo informare Giles di ciò che è acc-" "Non mi raccontare cazzate, love." di affrettò ad interromperla il biondo, certo che ciò che la ragazza gli stava raccontando era solo una parte della verità "Dimmi tutto."
Il volto della giovane si immobilizzò qualche istante, poi il suo sguardo si abbassò. Spike, come sempre, aveva visto giusto. Vi era qualcosa di cui la cacciatrice era profondamente allarmata.
"Devi sapere che le cacciatrici sono... Veggenti." si limitò a dire, mentre l'uomo aggrottava la fronte incerto, domandando mutamente all'altra spiegazioni.
"I nostri sogni alle volte nascondono in essi realtà." mormorò preoccupata Buffy, per poi voltarsi. Non sapeva esattamente perchè, ma lo sguardo tanto preoccupato di Spike la metteva orribilmente in soggezione. Prese un profondo respiro, cercando disperatamente -e vanamente- di placare il proprio cuore divenuto d'improvviso veloce, ed iniziò a raccogliere i propri abiti da terra.
"Cosa hai visto?" domandò dopo lunghi minuti di silenzio il vampiro, osservando la figura della cacciatrice. Poteva avvertire la sua agitazione grazie ai suoi sensi particolarmente acuti, ed era ben al corrente di quanto negativa potesse essere una notizia del genere. Una cacciatrice non si spaventa facilmente.
"I-Io..." balbettò la ragazza, palesemente intenta a non dire nulla all'altro. Tentò di distrarsi, fingendosi particolarmente concentrata ad osservare il proprio riflesso allo specchio, ma poi una mano del ragazzo si poggiò su una sua spalla, facendola sussultare.
"Dimmelo, avanti." la esortò lui, improvvisamente vicino.
"Angel..." tremò lei incerta, serrando le proprie mani in due pugni colmi di terrore. Poteva ancora avvertire quella sensazione di soffocamento che le bruciava la gola "Penso che voglia distruggere il mondo nuovamente."

Spike non le rispose a voce, e questo la preoccupò. Subito Buffy si voltò in direzione del vampiro, incontrandolo con il volto corrucciato e distante. Non gli domandò nulla, certa che sarebbe stato lui a parlare, come sempre. Ma quella volta si sbagliò. Attese lunghi minuti -più di una decina-, ma il ragazzo non fece nulla, se non deliziarle la schiena con lente carezze. Erano seduti sul letto l'uno a fianco all'altra, di fronte ad uno specchio che rifletteva solo la figura di lei, ed il silenzio li avvolgeva totalmente.
Poi, d'improvviso, il vampiro si alzò, dirigendosi verso l'attaccapanni sul fondo della stanza ed afferrando il proprio spolverino. Se lo infilò velocemente, ed uscì dalla stanza, lasciandola con un ordine chiaro e colmo di malcelati timori.
"Vado a cercare Willow e Xander. Tu chiama il bibliotecario."
Una volta sola, Buffy ascoltò più volte quel monito rimbombarle nella mente. Constatò poi come la voce di Spike fosse suonata preoccupata, ed immediatamente si accostò al telefono che era all'interno della stanza.





"Angel ha un piano, ma non penso che lo attuerà entro breve. Spesso i nostri sogni arrivano in anticipo." spiegò Buffy, riferendosi alle capacità da veggenti che possedevano le cacciatrici, finendo di raccontare la situazione a Willow e Xander.
Erano in macchina da ormai mezz'ora, il pomeriggio era appena giunto, e gli Scoobies si stavano preparando a tornare a Sunnydale. Spike premeva il pedale dell'acceleratore quasi senza tregua, superando in pochi secondi centinaia di metri. Buffy non lo aveva mai visto tanto determinato. Forse anche il biondo, come lei, aveva realizzato che quella che si appresstavano a combattere, sarebbe stata la fine di quell'infinito capitolo riguardante Angelus. E forse, sempre come lei, anche il vampiro era timoroso di fronte quell'avventura. Se quel percorso che stavano compiendo, significava la fine di Angelus, andava anche a dare una fine al loro patto di sangue, quello stipulato ormai mesi addietro, quella tregua che si era trasformata in passione e poi in amore.
"E Giles è certo di ciò che dice?" domandò la rossa, il tono di voce preoccupato "Insomma, magari si sbaglia. Magari ciò che hai visto era solo un incubo come tanti."
"L'ho pensato anche io, ma... Ma mi fido ciecamente di Giles." prese una pausa la bionda, abbassando lo sguardo sull'asfalto illuminato dai raggi solari "Ha reagito un po' male, sapendo ciò che gli abbiamo nascosto tanto a lungo, ma era abbastanza lucido da potere compiere un'analisi credibile."
"Oltretutto, a che pro aspettare?" intervenne dopo pochi istanti il vampiro, stringendo spasmodicamente il volante e continuando ad osservare l'asfalto "Sarebbe solo uno spreco di tempo continuare a prolungare l'attesa. Prima Peaches riavrà l'anima, prima io potrò finalmente smettere di preoccuparmene."
Buffy ascoltò attentamente quelle parole. La voce del vampiro era uscita fredda e tesa, completamente distante. Spike era preoccupato per ciò a cui andava incontro, dedusse la ragazza confusa.
"Io invece non vedo l'ora che questa storia finisca per potere tornare alla normalità." intervenne Xander, distraendo la giovane. La cacciatrice lanciò un'occhiata al ragazzo, incontrandolo mentre si portava le mani dietro alla nuca, assumendo una posizione rilassata "Casa, Sunnydale, Cordelia e niente più Spike."
"Io non ne sarei tanto sicuro." era intervenuto il biondo stesso, deciso a sfogarsi un po' su colui che era ormai abituato a chiamare 'bamboccio'. Immediatamente, Xander corrugò la fronte.
"Che intendi?"
"Intendo che ho la precisa intenzione di stabilirmi a Sunnydale." si affrettò a rispondere il biondo, continuando a guidare attraverso le strade cocenti della California meridionale "Aria pulita, attività demoniaca incredibilmente stimolante ed un altissimo numero di morti: il posto perfetto per me." ironizzò il vampiro, facendo sorridere leggermente la cacciatrice.
"Cosa? Spero tu stia scherzando!" esclamò Xander, esibendo un volto pieno di disappunto "Buffy, lo hai sentito?" domandò poi il moro, mettendo in mezzo la cacciatrice, la quale annuì prima di rispondere.
"Effettivamente, la trovo un'ottima idea. E poi, ormai Spike fa parte degli Scoobies, no? Insomma, formiamo una squadra grandiosa noi quattro insieme!" esclamò la ragazza, per la prima volta decisa a tenere il gioco del suo -ormai- ragazzo. Quest'ultimo sorrise divertito. Xander sgranò gli occhi stupefatto, Willow si portò una mano di fronte alla bocca pur di non scoppiargli a ridere in faccia.
"Che diavolo sta succedendo qui?" domandò preoccupato il moro, guardando prima il vampiro e poi la cacciatrice. Quest'ultima non disse nulla, limitandosi a voltarsi verso la strada, mentre il biondo sorrise furbescamente.
"Avanti, love, penso che sia il caso di dirglielo. Non può restare per sempre all'oscuro della faccenda."
"D-Dirmi cosa?" intervenne Xander, alzando il tono della voce e lanciando uno sguardo indagatore verso la cacciatrice, la quale, dopo avere sospirato arrendevole, decise di parlare.
"Io e Spike stiamo insieme."






























 
Ehi! Ciao a tutti! Mi scuso innanzi tutto per il ritardo, e vorrei dirvi un altro paio di cose :)

E' decisamente probabile che entro due (massimo 3) capitoli, la ff finirà e vorrei ringraziare tutti coloro che hanno letto questi miei assurdi viaggi mentali ♥

Questo è un capitolo di passaggio, semplicemente per farvi capire che partono e che... Angel ha di nuovo un piano D:
Ora vado... Ciaoooo

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Capitolo 30
*** Casa, dolce casa ***


 
The Promise

-Casa, dolce casa










 
ehi, lettori! Sono in anticipo (stranissimo, lo so ahah)! Spero che questo capitolo vi piaccia e... Beh, come sapete siamo quasi alla fine :')
non so che altro dire quindi mi limiterò a ringraziarvi -anche se probabilmente non è abbastanza per ciò che fate-.

Siete tutti meravigliosi!
Pensare che anche solo uno di voi possa leggere una mia storia è.... Wow :')
Grazie ♥










"Io e Spike stiamo insieme."

In seguito a quella dichiarazione, il silenzio si impadronì dell'abitacolo. Spike lanciava occhiate allarmate allo specchietto retrovisore, preoccupato -per la prima ed unica volta- nei confronti di Harris, che aveva iniziato a boccheggiare confuso. Anche Willow stava osservando il moro, incerta sul da farsi. Non era rimasta spiazzata dalla notizia -infondo ne era già al corrente-, ma era certa che, nel momento in cui Xander sarebbe venuto a sapere che lei era già a conoscenza di tutto, lui si sarebbe arrabbiato. Si limitò perciò a mordersi il labbro inferiore e ad abbassare lo sguardo sul voluminoso tomo che si trovava sulle sue ginocchia.
Buffy, seduta sul sedile posteriore al fianco del vampiro, si limitava ad osservare la strada d'innanzi a loro con noncuranza. Era certa che entro breve sarebbero iniziate le domande, e con esse i mille riguardi, consigli, riproveri e suppliche. Sospirando rassegnata, la cacciatrice iniziò già a prepararsi all'imminente scontro verbale che avrebbe dovuto sostenere con il suo migliore amico. Si finse impegnata, sistemando goffamente la gonna che indossava -spike l'aveva comprata nell'autogrill con i soldi rimastogli-. Doveva distrarsi.

"Insieme?" le fece eco il moro pochi minuti dopo. La sua voce era fuoriuscita acuta ed agitata e, probabilmente, in una differente situazione avrebbe decisamente fatto sorridere la bionda "Buffy, sei certa di stare bene?"
La ragazza deglutì a vuoto "P-Perchè non dovrei?"
"Beh, fammici pensare..." fece con tagliente ironia Xander, predendo una brevissima pausa "Forse perchè mi hai appena detto di stare insieme a Spike? Insomma... E' un assassino. E' disgustoso."
Buffy si irrigidì qualche momento, sufficientemente a lungo affinchè le parole del moro potessero rimombarle nella mente più e più volte. Spesso si era detta che Spike era un animale, un essere privo di sangue freddo, ma effettivamente si era sbagliata. Il vampiro si era innamorato di lei ben prima di quanto lui stesso potesse ammettere. Lei aveva notato i suoi gesti così spaventosamente sinceri, così fragili e così disinteressati, e ne era rimasta incantata. Lui le era rimasto accanto nonostante Drusilla lo avesse lasciato, aveva viaggiato attraverso due dimensioni per riportarla a casa, ed aveva infine recuperato un'anima colma di colpe e maledizioni pur di aiutarla. Eppure, se nella sua mente tutte quelle ragioni divenivano preziose realtà, non si sentiva in grado di ripeterle. Non voleva che tutti quei piccoli e bellissimi gesti venissero malvisti da Xander. Non voleva sentirlo dire qualcosa come 'lo ha fatto solo per portarti a letto', perchè non era vero.
"Lui è cambiato, è buono ora. Lui mi ama." mormorò quindi Buffy, la voce ridotta ad un sussurro flebile ed appena accennato, ma che Harris percepì comunque.
"Buono?" le fece eco immediatamente, alzando la voce "Cosa te lo fa credere? Il fatto che abbia un'anima? Tanto tra poche ore gliela strapperemo di nuovo! Perchè è questo il piano, ricordi? Ridare l'anima ad Angel!"
"I-Io lo so benissimo ch-" "E quando non avrà più un'anima, tornerà incapace di amare!" la interruppe lui, divenuto ormai un fiume in piena, facendola infuriare orribilmente. Se solo Buffy si fosse ritrovata ad intrattenere quella conversazione con qualcuno di meno fragile, probabilmente a quel punto lo avrebbe già colpito.
Dall'altro lato, Spike si era d'improvviso irrigidito udendo quella frase, un dubbio si era insinuato nella sua mente, rendendolo schiavo di nuovi timori. Sarebbe stato in grado di amare? Buffy sarebbe rimasta al suo fianco comunque?
Sospirò, ricordando bene che, sì, anche senza anima, lui era certo dei sentimenti nei confronti della cacciatrice, di quell'amore passionale ed incandescente che gli animava l'animo. Eppure, vi era davvero la possibilità che Buffy non lo avrebbe più accettato, una volta persa nuovamente l'anima?

"Sta zitto."
Quell'ordine prerentorio, ma mormorato con un filo di voce, era uscito dalle labbra della bionda, stanca delle calugne di Xander. Si sentiva davvero sull'orlo della rabbia, e se solo il moro avesse osato insistere, la ragazza avrebbe probabilmente abbandonato il lume della ragione.
"Buffy, i-" "Xander, smettila." questa volta, ad interrompere il ragazzo, era intervenuta la rossa. Anche Willow aveva compreso lo stato d'animo della cacciatrice, e non voleva certamente che si scatenassero confusioni inutili in un momento tanto importante "Non è il luogo, né il momento per comportarsi da bambini, ok? L'importante è che Buffy sia felice. E poi... Parli tu che esci con Cordelia Chase? Penso che quella ragazzetta sia paragonabile al più sanguinario dei demoni."
"Ehi... Magari non è un angelo, ma-" "E allora basta, no?" intervenne nuovamente la rossa, questa volta sorridendogli comprensiva. Xander non disse nulla, limitandosi a contemplare il volto dell'amica per lunghi secondi, riflettendo. Infondo, neppure la sua era una relazione pienamente sana -o positiva-. Probabilmente Willow aveva ragione -come sempre-: lui non  era nella posizione adatta per potere giudicare. Eppure era certo che quella cosa non fosse giusta.


In seguito a quella discussione, il silenzio si posò su di loro con pesantezza. Buffy sospirò sollevata più volte, tentando di placare il nervosismo, e Spike avvertì con chiarezza il suo cuore agitarsi. Più volte abbassò lo sguardo su di lei, sorridendole, per poi sfiorarle il volto con il dorso della mano, lasciandole la traccia di una leggera carezza sulla guancia. Xander notava quegli atteggiamenti appena accennati, ma evitava il più possibile di studiarli. Il più delle volte, si voltava in direzione del finestrino, iniziando ad incontrare paesaggi sempre più conosciuti, od ancora, per distrarsi, tentava di parlare con Willow, ottenendo però scarsi risultati. Per tutto il viaggio, infatti, la strega studiò con attenzione il rito che avrebbero dovuto fare entro breve, una volta trovatisi di fronte ad Angel.











Il vampiro arrestò il motore della macchina solo una volta giunto all'indirizzo di Giles. Nessuno si mosse dall'auto, e neppure una voce si levò tra le altre per alcuni minuti. Era come se gli Scoobies -quelli nuovi, formati malapena da quattro individui disorganizzati- avessero deciso di contemplare quella cittadina tanto odiata ed amata al medesimo istante. Infatti erano tutti segretamente contenti di essere tornati a casa, al capolinea di quell'avventura -la più lunga che Buffy avesse mai vissuto-.
Quanto tempo era trascorso da che Buffy non vedeva Sunnydale? Da quanto non pattugliava tra le strade silenziose, ma affollate attorno al Bronze? Le sembrava che fossero passati anni, le sembrava di non vedere Giles da troppo, e sua madre da ancora di più. Istintivamente sorrise, accantonando il ricordo di Angelus o della spiacevole avventura avuta con il Maestro un anno addietro. Volle concedersi qualche momento per respirare e pensare: si trovava insieme a Spike, Willow e Xander, ed erano in procinto di rivedere Giles, Cordelia ed Oz. Si sentiva soddisfatta. Aveva dovuto combattere, soffrire e dimenticare Angel, ma era infine riuscita a tornare, e questa volta era determinata nell'uscirne vittoriosa.
"Casa dolce casa..." mromorò lei, rubando la tipica battuta di Spike, il quale sorrise, estraendo le chiavi dall'auto e smontando. Gli altri lo imitarono.
"Chi ci aspetta dentro?" domandò Xander, incamminandosi insieme al resto del gruppo verso l'ingresso.
"Giles, Oz e Cordelia suppongo." rispose la bionda, sfoderando un sorriso allegro "Giles ha detto 'radunerò gli altri', e non credo ci siano altri 'altri'..." proseguì la cacciatrice incerta, per poi voltarsi verso Spike "Gli ho parlato di te! Sapeva che ci eravamo alleati durante la battaglia finale, ma gli ho dovuto spiegare che sei ancora dei nostri."
Spike annuì un paio di volte, sempre camminando "E cosa ha detto?"
"Nonostante lo sconcerto iniziale, penso che abbia capito che non c'era molto da fare a riguardo." rispose la bionda, arrestandosi una volta di fronte alla porta.
"Spero solo di non dovermi subire noiosissime filippiche da bibliotecario inglese..." Buffy gli lanciò un'occhiataccia "E spero che in casa sua ci sia qualcosa di più che una tazza di the."

Senza che neppure bussassero, la porta si aprì, facendo fare capolino ad un Giles particolarmente sorridente. Subito il fastidio sul volto della ragazza -a causa delle battute del vampiro- svanì, sostituito da uno sguardo lucido e commosso. Vedere Giles era come rivedere un padre, qualcuno che la amava in un modo speciale ed unico.
"Buffy..." soffiò l'uomo sempre sulla soglia, sorridendo. La ragazza non rispose a parole, bensì sorrise, per poi buttarsi tra le braccia del bibliotecario. Era passato davvero moltissimo, constatò lei, mentre le lacrime le salivano agli occhi, facendoglieli pizzicare. Rupert rispose all'abbraccio, seguendo quella sorta di istinto paterno che gli aveva permesso di legare con la giovane cacciatrice.
Spike, poco lontano, distolse lo sguardo, disgustato dall'enorme affetto che la propria cacciatrice ostentava nei confronti dell'uomo. In una differente situazione, si sarebbe messo in mezzo senza vergogna, prendendola per se, e cullandola tra le sue braccia. Eppure, in quel momento, sapeva quanto Buffy agoniasse quel genere di amore, totalmente differente da quello che poteva donargli lui stesso.
"Mi è mancato moltissimo, signor Giles!" esclamò la ragazza una volta staccatasi, asciugandosi le lacrime con il dorso della mano.
"Anche tu mi sei mancata." sorrise l'uomo. 
Passarono brevissimi istanti prima che anche Willow e Xander si tuffassero tra le braccia dell'anziano osservatore, facendolo quasi cadere.
"Giles, ci è mancato moltissimo!" esclamò la rossa, stringendolo felice.
"Le voglio bene, Giles!" aggiunse Xander, spinto da un moto di improvviso affetto.
"A-Anche io a voi." balbettò l'uomo, quasi perdendo gli occhiali, ma ricambiando la stretta di entrambi. Passarono alcuni secondi prima che i due si allontanassero dall'uomo, permettendogli di sistemarsi gli occhiali.
"Non pensare che ti abbraccerò anche io, Rupert." si limitò poi a dire Spike, sorridendo ironico. Il bibliotecario sospirò -conosceva il tagliente umorismo del vampiro-, per poi spostarsi leggermente dall'ingresso, permettendo ai ragazzi di entrare.
"Spike, ti invito ad entrare."
Il vampiro si limitò a fare un cenno di ringraziamento con la testa, per poi farsi avanti, non avvertendo più quell'invisibile costrizione dovuta alla barriera che lo ostacolava sino a poco prima. Accennò un sorriso all'osservatore, per poi camminare sino al soggiorno. Una volta arrivato lì, si appoggiò contro uno stipite, guardandosi attorno. Proprio come aveva detto poco prima Buffy, erano presenti anche il lupo mannaro e la ragazza di Xander, quell'oca che Spike detestava profondamente.
Le coppie si stavano salutando, scambiandosi effusioni di ogni genere, ed immediatamente il vampiro avvertì un'invidia divorarlo con prepotenza: anche lui avrebbe volentieri afferrato la cacciatrice, per poi abbracciarla, baciarla, e farla sua un'ennesima volta.
Fortunatamente intervenne presto Giles, richiamando l'attenzione dei presenti "Potreste mettere da parte gli... Uhm... Ormoni per qualche secondo?"
Subito tutti si ricomposero, Xander in particolare, esibendo imbarazzo. Si portò una mano alla nuca, ed iniziò a grattarsi goffamente.
"Grazie." mormorò l'osservatore, per poi riprendere a parlare "Buffy mi ha informato della situazione, ma vorrei sapere quando esattamente vorreste agire."
La bionda lanciò uno sguardo alla finestra. Il buio primeggiava oltre essa, dando la possibilità a demoni di ogni genere di proliferare e terrorizzare innumerevoli civili. Si voltò poi in direzione di Spike, ed immediatamente posò il proprio sguardo sulla sua mano destra, dove spiccava fieramente la Gemma di Amara.
"Durante il giorno. Il prima possibile." disse dunque la ragazza, risuonando determinata e severa.
"Sarebbe perfetto durante la tarda mattinata. Il sole sarebbe sul punto di scaldarsi al massimo." intervenne poi Spike, avendo intuito le intenzioni della ragazza: nel caso in cui Angel avesse tentato di fuggire, non vi sarebbero state vie di scampo.
Giles si voltò verso il vampiro, per poi prestare la propria attenzione a Buffy, incontrandola concorde. Di seguito, parlò "Benissimo. Direi allora che è il caso per voi di riposare, no?"



















Erano rimasti tutti a dormire lì, nell'appartamento dell'osservatore. Quello era probabilmente uno dei luoghi più sicuri tra i tanti. Giles era riuscito a sistemare sacchi a pelo, brande, letti e poltrone sufficienti per tutti, eppure lui era ancora in piedi. Nonostante la notte fosse calata da molto, l'osservatore restava fermo nella propria cucina a contemplare silenziosamente il proprio bicchiere colmo di scotch. Si sentiva agitato, era un fatto innegabile. Chiunque, vedendolo, lo avrebbe dedotto. Si era tolto gli occhiali, poggiandoli sul ripiano della cucina, e si era accomodato su uno sgabello.
Non riusciva a togliersi dalla mente quei pochi sguardi che Buffy si era scambiata con Spike, e ne era allarmato. Mai prima di allora li aveva visti con una simile chimica a legarli. Perchè era chimica, no? 
Nonostante le poche battute che si erano scambiati, era certo che vi fosse qualcosa -Buffy non era in grado di mentirgli-, e questo lo rendeva profondamente agitato.
Spike non era un essere affidabile, eppure vi era dell'altro. In quel momento, dentro il suo appartamento, non era Spike a soggiornare, bensì William Pratt, un nobiluomo inglese dalla tragica fine. Il vampiro stava portando in se il peso della propria anima, e non era perciò da considerarsi come William Il Sanguinario, l'assassino con il gusto dell'orrido, che amava impalettare le proprie vittime con ben poca pietà. Eppure, quella consapevolezza non era sufficiente per l'osservatore.
Cosa sarebbe accaduto una volta che l'anima sarebbe tornata ad Angel? Buffy avrebbe scelto uno Spike privo di anima, od il ragazzo che l'aveva a lungo tormentata, costringendola persino a fuggire dalla propria città per salvarsi. L'osservatore si soffermò su quell'ultimo particolare. Buffy gli aveva raccontato di come fosse stato Spike stesso, mentre lei era priva di sensi, a salvarla, portandola per chissà-quale-ragione via dalle grinfie del demone Angelus.
Rupert si portò una mano sulla fronte, massaggiandosela.
Poteva davvero fidarsi di Spike?

"Rupert, ti fa male pensare troppo." la voce del demone biondo lo fece quasi sussultare. Immediatamente, l'osservatore afferrò i propri occhiali, per poi sistemarseli, il tutto mentre ancora reggeva il bicchiere colmo di quel delizioso liquido ambrato. Il vampiro lo notò.
"Non è che avresti un po' di scotch per un vecchio amico inglese?"
Giles sorrise leggermente "Amico, dici?"
Spike ricambiò l'espressione dell'osservatore, per poi rispondere "Potevo dire alleato, ma suona male."
L'uomo, annuendo semplicemente, si alzò, afferrò un bicchiere dalla credenza, e lo riempì fino a metà di scotch. Poi, con lentezza, lo porse al biondo di fronte a lui il quale lo accettò con un cenno cordiale. Il silenzio si posò sui due, mentre entrambi presero il primo sorso, poi Spike decise di parlare, decisamente infastidito dall'assenza di suoni. Dentro la sua testa, le voci si ammassavano ancora.
"Perchè non dormi?" domandò perciò il vampiro, cercando lo sguardo del bibliotecario.
"Rifletto. A volte è utile, Spike."
"Mi sarei dovuto offendere?" domandò divertito il vampiro, per poi portare le labbra al bordo del bicchiere ed ingerire un nuovo sorso. Non beveva alcol da giorni, si sentì immediatamente rinvigorito.
"Perchè ti sei alleato con  Buffy, nonostante Drusilla non sia più in mezzo?" domandò d'improvviso l'osservatore, cambiando totalmente discorso. Spike, udendo la domanda, prese l'ultimo sorso, per poi sospirare.
"Diciamo che Angel non è esattamente il mio ideale di persona..." si apprestò a rispondere il biondo "Ma Angelus è anche peggio."
Giles sussultò. Neppure il bibliotecario apprezzava particolarmente i due, ma doveva trovarsi profondamente concorde con il vampiro nel notare come il demone privo di anima fosse decisamente meno detestabile. Era stato proprio quest'ultimo ad eliminare  Jenny.
"Oltretutto..." tornò a parlare Spike "Fare l'eroe non è poi tanto brutto."

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Capitolo 31
*** Ad un passo dalla fine ***


 
Promise

-Ad un passo dalla fine


















"E' un rito detto -per l'appunto- di trasfusione. Il suo nome è 'sacrificio spirituale', e consiste nel sacrificare la propria anima per domandarne un'altra. Noi non potremmo mai farlo, o moriremmo... Ma Spike... Lui potrebbe sacrificare la propria una volta ottenuta, per poi domandare quella di Angel non appena gli saremo nuovamente vicini, e quest'ultima, una volta nel nostro mondo, si attaccherebbe unicamente al proprio possessore."



Spike serrò con forza le proprie mani in due pugni frustrati. Se solo avesse stretto maggiormente la presa, si sarebbe ritrovato sanguinante.
Si trovavano tutti sulla soglia dell'appartamento di Giles; il sole era alto in cielo, ed il tipico caldo afoso californiano si era mollemente posato sui tetti della piccola cittadina di Sunnydale. Quello stesso giorno -giornata che all'apparenza non aveva nulla di speciale- gli Scoobies avrebbero ridato l'anima ad Angel. Il biondo non riusciva ad accettare a pieno quell'ultimo particolare. Spike detestava Angelus, ma se per riavere il morbido ed innoquo Peaches doveva rinunciare alla sua anima, avrebbe volentieri tenuto con se quel folle psicopatico. Semplicemente, non aveva intenzione di perdere nuovamente la propria umanità. Dopo quei pochi giorni trascorsi, aveva imparato a definirla persino 'comoda'. Eppure, sapeva che non era solo quello a mettergli tanta agitazione. Il biondo vampiro aveva notato con lampante chiarezza come la cacciatrice fosse divenuta d'improvviso più sincera e fidata nei suoi confronti. Buffy preferiva William a Spike, e lui ne era totalmente certo.
Per qualche breve -quanto lancinante- istante, il vampiro si domandò se la giovane, una volta ridata l'anima ad Angel, avrebbe preferito Liam o Spike. Quel semplice pensiero lo fece morire sul posto, e solo la voce di Giles lo fece riprendere.

"Molto bene, ho trovato l'incantesimo che Spike dovrà pronunciare una volta entrato a contatto con Angel."
Subito, il biondo si voltò in direzione dell'osservatore "Contatto?"
Giles si levò qualche momento gli occhiali, pulendoli con quella sua tipica cadenza calma e lenta, per poi parlare "Esatto. Vi è una maggiore possibilità che il rito funzioni, nel caso i due soggetti richiesti entrassero in contatto."
"Dovrei toccare Peaches mentre pronuncio la formula?" incalzò il biondo incerto, lanciando un'occhiata a Willow, che si trovava poco lontana. Quest'ultima annuì, per poi avvicinarsi.
"Non devi preoccuparti. Sarà molto semplice e veloce." sussurrò la rossa, sorridendogli cordiale. Spike si limitò a rispondere con un biascicato "Lo spero."
"Benissimo, la formula è 'Sacrifizio invocum. Animae Ritorna'. Detto ciò, dovrai pronunciare con chiarezza il nome che Angel portava quando era umano. Lo conosci?" domandò Giles, osservando con attenzione le espressioni che si delineavano sul volto del biondo. Poco prima di rispondere, Spike esibì un viso colmo di disgusto.
"Liam Grey."


Fecero irruzione nella vecchia fabbrica dopo poco tempo. Ogni membro del gruppo aveva un differente compito: Willow, Xander, Cordelia ed Oz avrebbero rispettivamente controllato le quattro mura dell'edificio, cercando di contenere un'eventuale evasioni di vampiri. Buffy avrebbe combattuto con Angel nel palese tentativo di distrarlo, Giles avrebbe fatto altrettanto con Drusilla, ed infine Spike si sarebbe preparato a mettere in atto il rito. Doveva essere particolarmente attento, il biondo. Non poteva rischiare di perdersi l'occasione giusta per entrare in gioco.
Buffy eliminò i primi due vampiri all'ingresso, colpendoli con la propria fidata balestra. Non gridarono neppure, tanto veloce fu la cacciatrice nell'agire. Immediatamente Spike le fu al fianco, orgoglioso della giovane ragazza.
"Spietata, complimenti."
Lei sorrise al vampiro, alzando con noncuranza le  spalle "Ho imparato dal migliore."
In quel momento, Spike avrebbe davvero voluto baciarle quelle sfrontatissime labbra, ma non lo fece. Si limitò a sorriderle, per poi lanciare uno sguardo all'osservatore che, irrequieto, camminava a pochi passi di distanza da loro.

Una volta giunti sulla soglia della sala, Buffy si voltò in direzione dei due. Il suo viso si era fatto nuovamente serio, e questa volta sapeva che nulla sarebbe dovuto andare storto; era probabile che Angelus stesse nascondendo una nuova, folle idea per distruggere l'universo, e se avessero fallito nel fermarlo quella volta, non vi sarebbe più stata una nuova occasione.
Si voltò innanzi tutto in direzione di Spike "Tu resterai nascosto dietro la porta fino a che Angel non inizierà a dare i primi segni di stanchezza. Sei tu il nostro asso nella manica, Spike." Il vampiro annuì, mentre la ragazza si voltava verso l'osservatore "Lei, invece, signor Giles, dovrà distrarre Drusilla." Buffy prese un attimo di pausa, per poi prendere un profondo respiro e drizzare la schiena "Non c'è tempo per obbiezioni. Andiamo."

Una volta soli, Giles si accostò alla giovane bionda "Distrarre una spietata vampira ultracentenaria, una bazzecola." le mormorò con un sarcasmo particolarmente macabro nella voce. La cacciatrice sorrise.
"Sfoghi la sua rabbia, sapendo che io e Spike stiamo insieme." gli rivelò la ragazza, decisa a togliersi definitivamente quel peso dalle proprie membra stanche.
Rupert sussultò, rischiando di fare partire una freccia dalla propria balestra "V-Voi cos-" "Guarda, guarda chi si fa vedere..."
Il bibliotecario venne interrotto dalla voce fredda e sarcastica di Angelus. I passi del vampiro ora rimbombavano macabri all'interno dell'ampio salone governato dall'infinito tavolo impolverato. Camminò per inifiniti secondi, scrutandoli come solo un predatore sarebbe in grado di fare, per poi accostarsi ad una delle tante sedie. Vi si appoggiò, guardando la cacciatrice con un sorrisetto sghembo "Bentornata, amore. Se avessi saputo della tua visita avrei preparato qualcosa, ma al momento ho solo un paio di cadaveri."
"Figurati, Angel." si limitò a rispondere Buffy, rispondendo con sagacia ed imitando l'espressione dell'altro. Poteva riconoscere  ciò che stava accadendo, la ragazza poteva chiaramente avvertire posarsi su di lei quella quiete che avrebbe anticipato una furiosa tempesta.
"Io avrei fatto altrettando a Los Angeles, se non avessi fatto irruzione all'alba, mentre ancora dormivo." incalzò dopo breve la cacciatrice, sfoderando quella tagliente ironia che Spike amava tanto.
"Ammetto di essere stato un po' rude in quel momento, ma sai... Una cacciatrice come te a piede libero, è da considerarsi una minaccia." rispose il moro, riducendo la propria voce ad un sussurro appena udibile. Si incamminò verso i due, i quali gli puntarono immediatamente contro le balestre, ma lui si limitò a sorridere, per poi continuare a parlare "Oltretutto, mi scuso per avere interrotto la coppietta felice." aggiunse, riferendosi al fatto di avere sorpreso Buffy addormentata al fianco del biondo vampiro. Giles si irrigidì visibilmente.
"Il tempismo non è il tuo forte." asserì la bionda, sfiorando con l'indice il grilletto della propria arma. Altrettanto stava facendo il bibliotecario, che vennè però assalito di sorpresa da una Drusilla furiosa. Buffy seguì con lo sguardo i due, e tirò un sospiro di sollievo nell'incontrare la figura di Giles combattiva, mentre reggeva tra le mani una piccola croce. La mora dama arretrava ringhiando.

La bionda prestò dunque nuova attenzione al moro, sorridendogli "Direi che il tempo delle parole è finito."
"Concordo."

In pochi istanti, l'intera sala fu dominata da schiamazzi, ruggiti e colpi continui. Mentre Giles riuscisse malapena a tenere testa a Drusilla, sfruttando acqua santa e croci per arderle la pelle, dall'altro lato Buffy esibiva ammirabile destrezza nell'arte del combattimento corpo a corpo. Aveva infatti perso la balestra a causa di Angel, che gliela aveva fatta scivolare di mano, ed ora si limitava a sferzare con eleganza e maestria l'aria attorno a lei, infierendo colpi potenti e micidiali. Nonostante questo, però, Angel sembrava sempre un passo avanti a lei. Era come se il moro fosse in grado di anticipare ogni mossa della bionda, finendo per farle solo che sprecare energie. Il piano stava miseramente fallendo.

Spike, dopo qualche minuto, si accostò alla porta, così da potere controllare la situazione. Capì immediatamente che entro breve, Buffy sarebbe crollata. Serrò la mascella con preoccupazione, mentre pregava affinchè almeno uno dei colpi della ragazza, colpissero il corpo del proprio Sire.
Infine, accadde. Un calcio particolarmente potente si stagliò contro lo stomaco del vampiro moro, mozzandogli il respiro, e facendolo piegare in due contro il pavimento. Subito la bionda sorrise, ed altrettanto fece Spike, ancora furbescamente nascosto.
Buffy approfittò della situazione, per colpire il volto del vampiro, facendolo cadere a terra rovinosamente. Si accostò al corpo steso sul pavimento, osservandolo attentamente. Angel sorrise divertito, per poi afferrare la caviglia della bionda, facendola scivolare. In pochi istanti le fu addosso, bloccandole i polsi contro la pietra fredda. Sorrideva maligno, mentre lei tentava disperatamente di allontanarlo. Calciava vanamente l'aria, e scuoteva il capo spaventata.
"Ora non sorridi più, puttanella?" le domandò sadicamente il moro, abbassando il volto contro il collo di lei, e leccandoglielo in corrispondenza del morso ormai cicatrizzato -quello che mesi addietro le aveva inferto il Maestro-. Buffy trattenne a stento l'istinto di gridare, mentre il vampiro continuava a percorrere con lascività il collo della giovane.
"Persino la tua pelle ha un buon sapore... Mi chiedo come sia l'interno..." le soffiò nell'orecchio. Istintivamente, Buffy graffiò il pavimento nel disperato tentativo di trovare un appiglio. Non era abbastanza forte per togliersi quell'essere privo di morale di dosso. Non voleva rinunciare al proprio orgoglio gridando, o piangendo.
Lo vide aprire la bocca, sfoderando il suo volto da caccia, ed immediatamente la ragazza serrò gli occhi. Ricordava ancora il bruciore che il morso del Maestro le aveva procurato, un dolore misto a insana frenesia. Aveva paura.

Eppure, il morso non giunse. Al suo posto, una voce emerse al centro della stanza. Lei immediatamente sgranò gli occhi.

"Allontanati, Angelus."
Buffy vide il volto di Angel sorridere, per poi voltarsi verso il centro del salone, il preciso punto dal quale era giunta la voce di Spike.
"William, ma che inaspettata sorpresa..." mormorò il moro, alzandosi. La cacciatrice avvertì immediatamente il peso del vampiro scemare, e con esso la paura. I suoi muscoli tremavano ancora, ma in quel momento si sentiva totalmente speranzosa. L'intervento di Spike le aveva aperto gli occhi. Mai, prima di quel momento, qualcuno era accorso in suo aiuto con tanta tempestività. Mai, in tutta la sua folle vita, era stata lei la principessa bisognosa di soccorso. Tutto questo perchè era sempre stata certa che nessuno sarebbe accorso, e che lei sarebbe stata in grado di farcela comunque. Ora tutto era diverso. L'improvvisa certezza che Spike sarebbe giunto in ogni istante, le diede forza. Sorrise per poi alzarsi lentamente, non facendo rumore.

"Anche tu a casa mia? Ti mancano i vecchi amici?" incalzò il moro, camminando verso il proprio fiero Child.
"Sinceramente... No." sorrise il biondo, infilando le mani nelle tasche dello spolverino, e guardandosi intorno con fare noncurante "Sono anzi qui per dirti che stavo valutando l'ipotesi di diventare il nuovo bamboccio della cacciatrice. Sai, in molti ambiscono a quel posto." aggiunse ironico Spike, avvicinandosi pericolosamente ad Angel. Lo scrutò per lunghi istanti, per poi mormorare "Voi siete spacciati."

Esattamente in quell'istante, un colpo particolarmente ben studiato della cacciatrice, si infranse conto la schiena del moro, facendolo cadere a terra dolorante. Poco dopo, nuovi colpi della bionda lo costrinsero a perdere i sensi, ed abbandonarsi contro il pavimento. Spike sorrise, mentre Buffy accorreva in soccorso di Giles. Stordì in breve tempo anche Drusilla.

"T-Ti ringrazio, Buffy." fece l'osservatore, tirandosi in piedi, e sistemandosi goffamente il completo che indossava con immacolata precisione. La bionda gli sorrise cordiale, per poi voltarsi verso il biondo.




Il tempo per tergiversare era finito.  L'occasione che tanto avevano bramato si stava presentando di fronte ai loro occhi. Sarebbe bastato poco: tutto ciò che Spike doveva fare, era accostarsi al proprio Sire, poggiare una mano su una sua spalla, e mormorare l'incantesimo. Eppure, non ci riusciva.
Improvvisamente, i dubbi ed i timori erano tornati scaplitanti in lui, e lo stavano portando ad essere un codardo come tanti, esattamente come quelli che lui tanto disprezzava. Spike osservava con sguardo vacuo e spento il corpo di fronte a lui, con le mani quasi tremanti e la preoccupazione tediante. Non voleva compiere il rito, lui desiderava semplicemente uccidere Angel. Lo voleva ridurre in polvere per sempre, e far sì che tutto non divenisse altro che un semplice ricordo. Lanciò uno sguardo alla balestra che era scivolta di mano a Buffy all'inizio del combattimento. Si trovava sul pavimento, poco distante da lui. Con un piccolo scatto, Spike sarebbe stato in grado di raggiungerla, ed in breve tempo, tutto ciò che sarebbe rimasto del suo detestabile Sire sarebbe stata polvere nel vento.
Eppure, perchè non lo faceva?
Alzò lo sguardo, incontrando gli occhi verdi e perfetti di Buffy. Lo stava osservando con attenzione e dolcezza. Così tanta che a lui parve di potere morire. Era per lei, e solo per lei, se in quel momento Angel era vivo.

"Ho paura."
Lei non gli aveva fatto nessuna domanda. Non gli aveva chiesto per quale ragione lui stesse attendendo tanto, invece che pronunciare la formula che avrebbe portato a termine quel loro folle viaggio, eppure lui parlò comunque, rivelandole quella piccola parte di verità. Lei aveva continuato ad ostentare quel suo dolce e perfetto sorriso, limitandosi chinare leggermente il capo, in cerca di spiegazioni. E lui, semplicemente, gliele diede.
"Se ora pronuncio la formula, Angel riavrà un'anima, e tornerà ad essere l'uomo che era..." mormorò con ovvietà il vampiro, mentre la cacciatrice continuava ad osservarlo, ora più incerta  "Ed io a quel punto... A quel punto sarò nuovamente un assassino. Sarò di nuovo William Il Sanguinario, ma non il poeta fallito." prese una pausa il biondo, osservando il corpo privo di sensi del Sire "Tornerei ad essere l'assassino che impalettava le sue vittime." sorrise schernitore "E tu non mi amerai più."
La cacciatrice indietreggiò impercettibilmente, colpita da quell'ultima sentenza.
"Amerai Angel, ne sono certo. Io non avrò più un'anima e tu tornerai a non credere ai miei sentimenti... Non lo dico per biasimarti, ma... E' comprensibile." disse cautamente il vampiro, tornando a mirare la bionda di fronte a lui. Il suo viso era ora colmo di disapprovazione, e Spike se ne sentì totalmente colpevole.
"Parli come se non mi conoscessi... E tu, Spike, mi conosci più di chiunque altro." parlò infine lei, serrando le proprie mani in due pugni frustrati e osservando torva l'uomo di fronte a lei "Dovresti sapere quanto incomprensibile sono. Tutta la mia vita lo è. Ti ho detto di amarti nonostante le tue condizioni. Tu sei uomo sia con, che senza anima."
William sorrise, scuotendo il capo a vuoto "E' facile dirlo adesso, con Angel steso a terra e me qui, così tanto... Debole."
Buffy si accostò al biondo in pochi istanti; era spaventata di fronte le parole di lui, e non voleva continuare a sentirlo delirare in tal modo "No!" esclamò dunque, ponendosi di fronte a lui. Non dava più peso alla presenza di Giles, infondo ormai l'uomo sapeva della sua relazione con il vampiro.
"Tu non sei debole, chiaro?" fece severa, inchiodando con il proprio sguardo quello del vampiro "Ma odio vederti così, è vero! Detesto il modo in cui ti piangi addosso! Tu sei uno splendido poeta, un uomo fantastico, forte e determinato! Tu sai amare con tutto te stesso e non capisco per quale motivo devi farmi infuriare così tanto!" gli gridò contro, facendolo alterare altrettanto.
"Perchè fai così ora? Perchè sei così arrabbiat-" "Perchè è giusto, Spike!" lo interruppe Buffy, battendo un piede contro il pavimento con rabbia.
"T-Tu mi gridi contro ogni volta che io mi inizio a piangere addosso, od ogni volta che mi arrendo, ed allora io farò lo stesso con te!" continuò determinata. Lui la osservò confuso, ma sorridente. Lei lo metteva su di morale.
"Io ti amo." gli disse lei, afferrando il volto del ragazzo tra le proprie mani e scandendo con attenta precisione ogni singola sillaba, continuando ad osservare con attenzione lo sguardo limpido del vampiro. Quest'ultimo si irrigidì sul posto -era la prima volta che Buffy gli diceva una cosa del genere con tanta franchezza-, e fece per dire qualcosa, ma lei fu più veloce "Questa cosa non cambierà a casusa di Angel. Io amo te. Mi sono innamorata totalmente di te, e lo dico conoscendoti sia come demone, che come uomo. So cosa sto facendo, Spike."
Lui restò immobile a lungo dopo avere udito quelle parole. Anche lui, come lei, avrebbe voluto essere in grado di dire qualcosa di altrettando speciale -perchè le parole di lei erano risuonate come campane angeliche-, eppure, d'improvviso, ogni capacità orale del demone biondo, scomparve. Buffy era in grado di annientarlo in quel folle e destabilizzante modo. Lei, senza muovere nessun muscolo, poteva pietrificarlo.
"Ti amo anche io." mormorò dunque Spike "Sopra ogni cosa." e detto ciò si chinò contro il viso di lei in modo disperato. Assaporò le labbra della ragazza con passione e bisogno, e lei immediatamente rispose, tuffando le proprie piccole mani tra i ricci arruffati di lui. Le loro lingue si incontravano con malizia e, probabilmente, se Giles non fosse stato presente, il loro bacio si sarebbe prolungato a lungo.
Si staccarono dopo breve, entrambi con in volto un'espressione bizzarra, colma di disperazione ed amore, ed immediatamente dopo, Spike si chinò per raggiungere Angel, ed appoggiò il palmo della propria mano sulla spalla del moro "Sacrifizio invocum. Animae Ritorna! Liam Grey!"






















 
Ehhhh, buongiorno a tutti!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, e vi informo che il prossimo sarà l'ultimo! Ehhh, già! Questa mia avventura con Buffy -durata più di quanto potessi immaginare :')- è sul punto di finire... E spero che voi vi siate divertiti ^^

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Capitolo 32
*** una fine meritata ***


 
Promise

-Una fine meritata










"Ti amo..." le mormorò all'orecchio il biondo, mentre lei, in risposta, sorrideva sorniona, nascondendosi tra le lenzuola chiare. Lui la osservava attento. Ammirava quel suo corpo snello e perfetto con compiacenza. Adorava le curve sfacciatamente sinuose che lei mostrava. Detestava che altri potessero anche solo lontanamente mirarle, ed odiava l'idea che altri -prima di lui- potessero averle viste. Spike amava con immensa devozione la cacciatrice, ma non solo nelle fattezze fisiche. Il biondo vampiro anelava di quelle sue movenze ben studiate, della sua testardaggine infantile e della sua determinazione saggia. Ogni mattina, al momento del risveglio, la sola cosa che gli passava per la mente era 'non permetterle di andarsene'. E così, per futili motivi che neppure il proprio cervello era in grado di elaborare, lui a lungo la costringeva a restare al suo fianco sdraiata, ancora nuda per l'mplesso consumato la sera prima -o durante la notte-. Eppure, giunta una determinata ora, lei era sempre costretta ad alzarsi, cedendo maturamente al proprio autocontrollo -quello stimolo che le ordinava prerentorio di sistemarsi per andare a scuola-. Spike detestava quel momento della giornata, quello in cui i timori lo divoravano -sarebbe tornata? Angel l'avrebbe cercata?-, eppure il pomeriggio la ragazza rincasava sempre, ed immediatamente lo cercava, baciava e desiderava.
Joyce era stata accorta: aveva inizialmente guardato Spike con incertezza, ricordando lo spiacevole incontro avuto all'interno del liceo durante i ricevimenti dei genitori, ma aveva poi imparato ad apprezzarlo, scoprendo di avere persino gusti in comune con il famigerato vampiro. Ogni giorno, poco prima della ronda, i due guardavano quella telenovela che Buffy tanto detestava -Passioni-, ed alla fine di ogni episodio iniziavano a commentare scossi le varie situazioni. La cacciatrice il trovava esilaranti.
Ma era dopo che giungeva la parte migliore della giornata. La ronda era quel momento in cui i due -Spike e Buffy- potevano sentirsi liberi di scaricare le tensioni che si ammassavano dentro i loro animi tormentati. Sì, perchè entrambi, in un modo o nell'altro, non avevano mai avuto una vera quiete. Lui era un demone privo di anima, adulatore della violenza e del sangue, innamorato della sua nemesi mortale. Lei era una diciassettenne a cui era stata negata una vita normale, costretta a coesistere tra due mondi così distanti, da poterla fare impazzire. Ed anche lei, come il vampiro, era innamorata della propria più grande minaccia.
E questo amore, questa miccia folle e priva di freno, si trasformava poi in passione ogni volta che rincasavano. Vanamente, ormai Buffy sistemava il comò che  ogni sera -puntualmente- finiva a terra, od i quadri che da appesi, si ritrovavano ogni mattina sul pavimento rovesciati. Semplicemente, ciò che li legava, quel peccato originale che li faceva incastrare, gemere e muovere in simbiosi, era inarrestabile.

Era in quel modo meraviglioso che ora vivevano i due. Dopo la sconfitta di Angelus -ed il ritorno di Angel- avevano dato vita ad una nuova, splendida routine. Il moro non aveva accettato esattamente di buon grado la situazione, ma Buffy era stata -con palese sorpresa di Spike- irremovibile, ed infine Liam si era trasferito a Los Angeles, esattamente come nell'altra dimensione. Cosa che -sinceramente- a William poteva solo che fare immenso piacere -una persona in meno che sbavava dietro la sua cacciatrice-.

"Sai che non hai ancora brontolato per la scuola?" le domandò divertito il vampiro, osservandola incantato, per poi chinarsi contro di lei e baciarla dolcemente. Immediatamente avvertì la scarica di adrenalina dovuta a quel contatto. Era sempre così: ogni volta che premeva le proprie labbra fredde contro quelle calde ed invitanti di lei, lui vi si perdeva. Poteva sentire un brivido percorrergli interamente la spina dorsale ed un sorriso si delineava immediatamente sul suo volto; una di quelle sue espressioni strafottenti e bastarde al medesimo istante.
Lei rispose immediatamente, aprendo la bocca per permettere alla sua lingua di entrare sinuosa, così da potere iniziare una danza fatta di sensualità e vanto infinita. Si assaporarono vicendevolmente -come la prima volta- per lunghi secondi, fino a quando lei non rimase senza fiato. Si staccarono lentamente, per poi osservarsi attentamente. Lei era perfettamente in grado di perdersi in quel mare troppo profondo che erano i suoi occhi, e lui poteva fare altrettanto nel mezzo di quei numerosi smeraldi.
"Oggi è domenica, stupido." gli soffiò poi lei, sorridendo sghemba e posando le proprie labbra contro il petto del vampiro. Quest'ultimo istantaneamente sorrise, immaginando già la meravigliosa giornata che stava per giungere.




 








Ed eccomi per annunciare ufficialmente -stento seriamente a crederci- che questa mia long è finita! (ora potete lanciare i pomodori/peperoni/frutta o verdura varia...)

Non credevo che mi sarei dilungata tanto -lo ammetto- quando iniziai a scrivere, eppure alla fine sono venuti fuori una trentina di capitoli! Wow! Una delle mie ff -per il momento- più lunghe!

Sono abbastanza fiera del risultato. Questa è la mia serie televisiva preferita in assoluto, e penso che -come fan- fosse giusto dedicarle una piccola storiella, per quanto banale, assurda e what if :')

Ringrazio tutti coloro che mi hanno seguito, anche silenziosamente, dandomi il loro supporto! Senza queste meravigliose persone non sarei mai riuscita ad arrivare davvero alla fine, quindi davvero mille grazie! :)

Alla prossima.
-Sara

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