Alice in k-land

di Elcchan
(/viewuser.php?uid=203520)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La cuccia del cane ***
Capitolo 2: *** In un mare di lacrime ***
Capitolo 3: *** Dei fiori poco simpatici e una rana ***
Capitolo 4: *** 4-La casa di quello strano cane bianco ***



Capitolo 1
*** La cuccia del cane ***


Alice in K-Land


1-Nella cuccia del cane.


Alice Riddle non è mai stata una ragazza popolare, anzi tutti la detestavano, un po’ perché era intelligente, un po’ perché era strana, visto il ficco gigante rosa che portava in testa e i suoi occhi completamente fuori dal comune: rosa e azzurri. Ma il motivo principale che aveva spinto la gente a odiarla così era uno: in una bella giornata di primavera, una di quelle calde dove il sole ti scalda il viso, una di quelle che ti mette di buon umore anche se vedi tutto nero, Alice stava camminando per il corridoio, quando un ragazzo le si avvicinò. Più che avvicinarsi le si parò davanti impedendole il passaggio: aveva capelli biondi ben curati e luccicanti, occhi azzurri come il cielo e un sorriso che pareva rubato ad un angelo. Con la sua voce dolcissima le chiese: “Ti va di venire a una festa sabato sera, birra musica e divertimento!” Alice lo guardò, anche se non lo conosceva, capiva bene che tipo: uno di quello che con le ragazze ci sta si e no per una notte, due se sono carine. Schietta e coincisa rispose: “No.” poi continuò per la sua strada, fatto sta che quel ragazzo era proprio uno dei più popolari di quella scuola e che le ragazze gli venissero dietro come le galline fanno con il gallo. Da notare il quoziente intellettivo degli animali citati. Così tutta la scuola incominciò a deriderla e parlarle alle spalle.
Quella mattina Alice percorreva tranquilla il tragitto casa scuola, quando delle ragazze le arrivarono da dietro battendole sulla spalla. Alice si girò,  le tre ragazze avevano un sorriso finto sulla faccia coperta dalla cipria: “Certo che sei proprio sfigata! Nemmeno il fondotinta sai metterti, sei a chiazze!” Alice rispose apatica: “Si chiamano lentiggini…” La bionda in centro disse imitando Alice: “Si chiamano lentiggini! Avete sentito ragazze? No ti sbagli si chiama essere sfigata!” detto questo la superarono e ridacchiarono. Alice riprese a camminare, un po’ seccata, ma ormai c’era abituata. Una lattina di coca-cola le colpì la testa per poi cadere e finire tra le aiuole di rose rosa, Alice si chinò a raccoglierla, alzò lo sguardo, lo sapeva erano stati i due amichetti del ragazzo aveva rifiutato, si alzò sorrise e con tutta la sua forza lancio la lattina che colpì in piena faccia il più grosso, bagnandolo con i residui del liquido che una volta la lattina conteneva! Bill, così si chiamava, urlò: “Come hai osato troietta? Ora ti faccio vedere io!” poi insieme al suo amico si misero a rincorrere Alice, che incominciò a scappare come un gatto inseguito da un cane. Arrivò a scuola, aveva ancora quei cagnacci alle costole, riuscì a salire le scale, e a dargli un po’ di distacco, corse per l’ultimo rettilineo che la separava dalla classe e con una scivolata in grande  stile entrò in quest’ultima e si sedette al suo posto. I compagni la fissavano sbalorditi, neanche 10 secondi dopo arrivarono i due cagnacci, che entrarono in classe e si diressero verso Alice. Stavano arrivando, la ragazza però sorrideva. Il più grosso fece per tirarle un pugno, ma la professoressa entrando in classe disse: “ Bill!!! Lascia in pace Alice!!” La ragazza sorrideva: “Eh Bill, lascia in pace Alice.” Bill la fisso: “Dopo sei morta, troia!”
 
La campanella suonò, Alice mise i suoi libri nella borsa se la mise sulle spalle e uscì dall’aula. Arrivò fino in cortile, decise di prendere la scorciatoia che passava per il giardino. Arrivata a metà del suo tragitto si sentiva osservata: si girò di colpo e vide Bill insieme al suo amichetto: “Io e te abbiamo un conto in sospeso!” Alice furba rispose: “Davvero? Sai contare?” Bill la prese e le diede un pugno in piena faccia che la spinse contro l’albero, Alice cadde a terra, e  il contenuto della sua borsa si rovesciò sul terreno erboso del giardino. Bill stava arrivando. Alice afferrò il cellulare che era caduto, aveva uno sfondo strano, sembrava un cane bianco con un collare a un ciondolo a forma di orologio. Tocco il cellulare touch screen per chiamare aiuto quando…

Tutto intorno a lei girava, roteava come un enorme mulinello e lei si sentiva cadere giù, giù, giù sempre più giù. Un vento caldo, che proveniva dal basso, la scaldava, e Alice sentiva la divisa scolastica sgretolarsi al comando di quel vento! Si guardò i vestiti, si stavano veramente sgretolando, non ne rimaneva neppure un filo. Una forte luce rosa la costrinse a chiudere gli occhi.                                                             

Li riaprì in seguito a uno schianto con il terreno, si sentiva strana. Cos’era successo? Era forse morta? Si alzò in piedi, e il primo istinto fu quello di guardarsi i vestiti. Una gonna rosa trasparente, lasciava intravedere dei pantaloncini neri a cui erano attaccate delle bretelle una su e una giù, una maglia rosa anche questa trasparente, che le scopriva una spalla  con una manica a sbuffo che nascondeva un top nero. Le mani portavano dei guanti, uno lungo fino al gomito e uno corto che le copriva a malapena il polso. Erano entrambi a righe rosa e bianche come le calze, un con una giarrettiera che le arrivava a metà coscia  e l’altra che cadeva sotto il ginocchio, ai piedi indossava un paio di stivali rosa. L’unica cosa che le rimaneva era il suo fiocco rosa che portava in testa! Un po’ confusa si guardò attorno. Dov’era?  Sembrava una cuccia gigantesca. Scrutando quel posto intravide qualcosa di bianco tra dei cuscini: si avvicinò. Era un cane bianco di media stazza, un cane lupo suppose Alice; aveva il pelo lungo e bianco: sembrava morbido! Alice gli si avvicinò, lui la guardò e si mise a correre verso di lei saltandole addosso e incominciando a leccarla sulla ferita procuratasi battendo contro l’albero. Poi , il cane si girò e incominciò a correre: “Woff, presto che è tardi!” Alice decise di seguirlo: “Cane, qui cane cane cane!” niente da fare il cane correva  per la sua strada canticchiando. Canticchiando? Ma quale cane cantava? Questo intanto sparì. Alice arrivò in una stanza rotonda, dove c’era una piccola porticina. Cercò di aprirla ma la porta cantò: “Sei troppo grande!” Alice fece un balzo indietro: “Tu tu tu parli?” La porta cantò nuovamente: “Tu non sai cantare? Perché non canti? Qui tutti cantano!” Io non so cantare. “Non lo sai fare? Qui sanno cantare.”   Alice allora incominciò a cantare: “Mi fai passare?” La porta rispose, sempre cantando: “La tua altezza prima devi abbassare!” Alice allora cantò: “E come posso fare?” La porta la rassicurò: “Il latte prima devi trovare!” Alice si guardò attorno e vide un tavolino con sopra un bottiglietta con del latte dentro, dove sopra c’era scritto “LATTE ALLA FRAGOLA, DRINK ME !” Alice osservò la bottiglia: “Non ne dovrei bere, male può fare!” la porta controbatté: “Allora non puoi passare!” Non poteva crederci, una porta la stava ricattando? Fece un respiro profondo, chiuse gli occhi  e contò fino a 10, la porta disse: “Non ti servirà contare!” Alice non ne poteva più: “Smettila di parlare!” poi in un solo sorso bevve il contenuto della boccetta, e divenne piccola piccola. Si avvicinò alla porta e chiese: “Ora posso passare?” la porta cantò: “La chiave devi afferrare!” Alice guardò sopra il tavolo: “Non ci credo!” la ragazza ormai diventata alta solo 8 cm, cercò di arrampicarsi sul tavolino, ma non ci riuscì, scivolando: “ Oh e adesso some faccio?”  la porta cantò di nuovo: “Non ti abbacchiare, il biscotto prova a mangiare!” Davanti ad Alice apparì un biscotto, dove era scritto “ EAT ME” Alice diede un morso al dolce e prima di potersi accorgere di quello che succedeva divenne alta 3.00 m, si sentiva triste e sconsolata “Come avrebbe fatto adesso?” Incominciò a piangere, e presto la stanza si riempì di un mare di lacrime, la porta urlò: “ Alice Alice la bottiglia devi bere!” Alice afferrò la bottiglia e in un secondo divenne piccola piccola e ci finì dentro a quella piccola bottiglia che era diventata tanto grande.

Image and video hosting by TinyPic" />

Angolo del autrice:

Oddio. Questa è una cosuccia di un anno fa. Mi pareva giusto pubblicarla no? Mi rendo conto che non è sto gran che. Spero vi picaccia se è così lasciate una recensione o tacete per sempre. XD Scherzo mi farebbe piacere avere qualche recensione ^^ Per quanto riguarda Don't forget me aggiornerò al più presto ^^ 
Il disegno è di Sacchan ^^
Ecchan :3

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** In un mare di lacrime ***


2-In un mare di lacrime



La corrente del mare formatosi dalle lacrime di Alice la spinse  dentro la serratura della porta, facendola sbucare in un mare di lacrime, la piccola Alice incominciò a invocare aiuto: “AIUTO VI PREGO AIUTATEMI!!” ma nessuno la guardava, quando notò che in quel mare non era l’unica a navigare;
su una piccola zattera c’era un uomo con i capelli corti e neri con degli occhiali da sole, che ballava una strana danza: incrociava le braccia e saltava sui piedi, destra sinistra sinistra destra. Insieme a lui c’erano altre cinque ragazze, una di queste aveva capelli lunghi e arancioni un po’ mossi. E tutti insieme cantavano: “Oppa gangnam style Yheeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee sexy lady….” Alice non riusciva a crederci: questi stavano cantando e ballando, su una zattera, in mezzo al mare, formatosi dalle sue lacrime? Ma che caz? Notò che lo strano gruppetto arrivò a riva e si misera a ballare introno.
Molto presto anche lei arrivò a terra, si alzò da terra e si pulì i vestiti. Il ragazzo le si avvicino, sempre facendo quella strana danza, Alice fece un passo indietro, intimorita, ma lui prese a ballarle intorno: “YEhhhhh sexy lady!” Alice prese coraggio, lo guardò e… incominciò a scappare, loro la seguirono ma lei riuscì a sparire nella foresta. Allora lo strano gruppetto riprese a ballare.
 Alice camminava per la foresta, quando due ragazzi le si pararono davanti, erano vestiti uguali una sola cosa li differenziava: i capelli; uno li aveva castano chiaro con una fascia sottile che gli faceva il giro della testa, l’altro, invece, li aveva castano scuro. I due cantarono all’unisono: “Vai da qualche parte noona?” Alice li guardò, li superò e disse: “Sì! Arrivederci!” ma loro, insistenti, le sbarrarono un’altra volta la strada: “Già arrivederci senza neanche buongiorno? Non è buona educazione! Prima ci si presenta!” lei allora rispose furba: “Come faccio a presentarmi se non so chi siete voi?” loro, allora, risposero cantando: “Io sono Chunji!” “E io sono Chanjo!” poi di nuovo all’unisono cantarono: “ E voi?” lei sbuffò: “Io sono Alice e Arrivederci!” loro allora risposero: “Dove vai? Sembri di fretta!” la ragazza sbuffò nuovamente: “Sto seguendo un cane bianco?” “Ohhh Jong! Capiamo, ma non vuoi fermarti un po’ qui con noi?”
Quindi la afferrarono per le braccia e la misero a sedere su un tronco d’albero spezzato. La ragazza non ne poteva più! Si alzò ma fu afferrata nuovamente: “Sei curiosa?!” lei annuì, loro allora cantarono: “Allora perché non ti fermi a guardare la nostra performance?!” Lei sospirò e poi ironica: “Una performance ma che bello!” gli uccellini si misero a fischiettare e ben presto quel fischio si trasformo in musica che pareva fatta con strumenti veri e propri, i due ragazzi si misero a ballare e a cantare: “Stop stop bracking my heart!” E a queste parole facevano una mossa a dir poco strana. Si accorsero in seguito che la ragazza era scappata nuovamente: “Poteva almeno dirci arrivederci!”



 
Angolo della scrittrice:
Eccomi di nuovo qui ^^
 Come va? Scusate il ritardo, cercherò di pubblicare prima lo prometto! Beh non ho molto da dire anche perché in questo capitolo non c’era niente di speciale >.< Grazie a chi legge e a MatsuriGil che si è presa la briga di recensire ^^ Si rigrazio anche te Wyatt White ma farò finta di non conoscerti.
Ecchan :3

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Dei fiori poco simpatici e una rana ***


3- Dei fiori poco simpatici e una rana.



Alice riprese a camminare, quando tra un cespuglio notò un qualcosa di bianco, si avvicinò e il cane riperse a correre: “Ti prego fermati!” il cane si girò e la fisso, ad Alice parve che stesse sorridendo ma era impossibile! Riuscì a notare sull’orologio la scritta “Jonghyun” poi il cane riprese a correre.  Alice capì: voleva giocare! E sarebbe stato accontentato! Avrebbe vinto lei! Riprese a correre quando si trovò in un prato fiorito ricco di bellissimi fiori di moltissimi colori! Erano molto più alti di lei, infondo era alta 8 cm!
Si avvicinò e le parve di sentirli cantare, fece qualche altro passo e...stavano davvero cantando! La guardarono e, sempre cantando: “Ho ma che bel fiorellino!” “Canta con noi!” poi tutte assieme iniziarono: “Geobi naseo sijakjocha anhae bwatdamyeon   Geudaen tudeoldaeji marajom! GG!” Alice non sapeva una parola così mosse la bocca facendo finta di cantare. Fortunatamente i fiori erano così impegnati a cantare che non lo notarono.
“ Noi siamo le Flowers' Generation, e tu a che gruppo appartieni?” Alice non capiva: “Gr…gruppo?” i fiori annuirono: “Si, gruppo! Non dirmi che non fai parte di nessun gruppo?!” “ è solo una fan erbaccia!” “O magari è una delle 4 minute venuta fare la spia!” “Non è possibile quelle stanno tutto il giorno con PSY!” Alice colse l’occasione per scappare.
Tornò sul sentiero quando… sentì reppare tra delle erbe; si fece strada tra i vegetali e le apparve un laghetto, vicino ad una ninfea sopra una foglia c’era una rana che reppava e… beveva bibite energetiche? Gli si avvicinò e chiese: “Scusi ha visto un meticcio bianco?” lui la guardò: “Non ci si presenta?” Alice allora disse: “Sono Alice Riddell! Ha visto un cane bianco?” La rana rispose: “Io sono il ranaliffo ma puoi chiamarmi Minho Oppa!” Alice annuì: “Ciao Minho oppa! Hai visto passare un cane?” “NO non ho visto Jonghyun ma se lo trovi digli che mi vendicherò per la bottiglia riempita di acqua stagna!” Alice annuì: “Oh capisco...” “ Ha scambiato una dalle mie bottiglie energetiche con acqua stagna io odio l’acqua stagna!” “Ma non sei una rana?” Minho rispose: “ E allora? Non posso odiare l’acqua stagna?” Alice sbuffò: “Oki oki io odio essere alta così!” Minho annuì: “Prendi un po’ di Taemin!” Alice era un po’ confusa: “Un po’ di che?” Il ranaliffo annuì: “Un po’ di Taemin è lì affianco a te!” Alice si girò e trovò un fungo arancione che le sorrideva, ne prese un po’. Minho continuò: “Una parte ti farà diventare grane e l’altra piccola!” poi prese una bottiglia e si tuffò nel laghetto. Alice alzò le spalle: “Ma non odiava l’acqua stagna?” poi riprese il suo cammino.
 
Angolo dell’autrice:
Questo è il terzo capitolo.
Erika: Ma dai?
Io: Non iniziare torna nella tua parte di cervello! Ok dopo questo mio piccolo disturbo di personalità vi volevo dire due cose. Lo so che questo capitolo è corto per questo ne ho messi due su un colpo. L’ho scritta tanto tempo fa questa storiellina e ho pernsato di condividerla con voi, a me personalmente non piece ma se piace a voi allora vi sarei grata se lasciaste una recensione come ha fatto MatsuriGil, che ringrazio molto.
Un bacio e ricordate: We are all mad here <3
Ecchan  :3

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 4-La casa di quello strano cane bianco ***


4- La casa di quello strano cane bianco


Alice era stanca di camminare di qua e di là! Stava impazzendo: fiori che parlano, rane che bevono, tizi pazzi che parlano all’unisono, bottigliette che la fanno rimpicciolire e biscotti che la fanno diventare enorme, per non parlare del cane che la ignorava, quale cane ignora qualcuno che lo chiama? Dai non è normale! Gli alberi si diradarono e apparve una casetta, Alice, stanca, decise di entrare. Bussò ma nessuno le rispose, così, furtiva entrò. Salì le scale e davanti agli occhi le apparve una visone divina, forse un miraggio: un bel letto soffice con tanto di piumino! Con un tuffò ci si lanciò sopra! Com’era morbido, soffice e occupato? Proprio così occupato da qualcuno! Quel qualcuno si mosse e Alice si alzò dal letto in fretta, facendo cadere le coperte tutte colorate. Si poteva notare una testa con dei capelli un po’ castani e un po’ biondini, era un ragazzo!!!! Alice non ci  credeva si trovava nella stanza di un ragazzo poi… notò che aveva anche due orecchie soffici soffici e bianche, non resistette voleva accarezzarle: allungò la mano e … prima che potesse toccarle fu afferrata e tirata sul letto! Il ragazzo le si mise sopra: “Bene bene! Un’ospite vediamo di trattarla come tale!” aveva due occhi neri, solo in quel momento Alice lo riconobbe: era il cane che stava inseguendo, difatti subito dopo, apparve anche la coda, bianca e morbida, che scodinzolava. Alice fisso il cane un po’ spaventata ma allo stesso tempo curiosa! In quel istante il cane, che però era sotto forma di ragazzo le si avvicinò e la fissò i quegli occhi azzurri tendenti al rosa: “Non ti ho mai vista da queste parti! Bene sarà la prima volta!” poi le stampò un bacio sulle labbra. Alice divenne rossa come un pomodoro e Jonghyun sorrise! Il ragazzo morse il nastrino che legava una treccia di Alice e lo sciolse assieme ai capelli. La ragazza sentì qualcosa di caldo che le accarezzava le gamba, e subito venne percorsa da un brivido: “C..ch…che… he stai facendo?” Il ragazzo la guardò: “Do il benvenuto agli ospiti!” la mano salive sempre di più fino alla gonna trasparente. Alice tremava!
“Ma come siamo impaurite, vediamo di divertirci un po’!” così dicendo il ragazzo incominciò a darle dei baci sul collo, molto lentamente. La mano saliva e il ragazzo scendeva! Alice voleva ribellarsi ma non ci riusciva. La mano fruitiva si insinuò sotto la maglietta e fu in quel momento che Alice… si mise a ridere: “Mi… mi… mi fai il solletico! Ahahahahah!” Il ragazzo sorrise poi improvvisamente le tolse la maglietta, lasciandola in reggiseno. Alice tacque. Jonghyun continuò a lasciarle baci caldi sul collo, Alice era paralizzata, un po’ per il fatto che il ragazzo la tenesse per le braccia un po’ per l’imbarazzo. Il ragazzo scendendo arrivò al pezzo di stoffa che circondava il petto della ragazza; ma passo oltre, fino a quei Jeans corti e neri, con i denti slacciò il bottone e li sfilò assieme alla gonna! Alice era completamente rossa, addosso le rimanevano solo le calze, in quel momento l’orologio da taschino sopra il comodino squillo e il ragazzo si alzò: “Sono in ritardo devo andare!” poi si trasformò in un cane bianco, afferrò l’orologio e uscì. 
Alice si alzò dal letto, si sentiva offesa e presa in giro, almeno poteva finire quello che aveva iniziato, si rese conto di quello che aveva pensato e si sentì così stupida. Decise che era meglio vestirsi, cercò i suoi vestiti ma non li trovava da nessuna parte, guardò sotto il letto ma niente, dove gli aveva cacciati quel cane!!! Frugò dappertutto, niente! Aprì l’armadio e vide un vestito rosa, era stupendo! Le arrivava fino al ginocchio e infondo aveva dei ricami fatti a forma di cuori, quadri, picche e fiori. Il busto era formato da un corsetto con dei nastri fuxia e le maniche erano corte e a sbuffo, sul colletto c’era un nome ricamato in rosa: Alice. Decise di indossarlo, le stava a pennello, sembrava fatto per lei. Frugò ancora nell’armadio e ne tirò fuori un paio di scarpette lucide rosa le indosso. Stava per uscire quando trovò dei guantini rosa, senza timore li prese e li indosso. Uscì da quella casa dicendo: “Ora lo prendo quel cane e dio solo sa quello che gli farò!”

Angolo della scrittrice:
Credo sia nella mia natura mettere pezzetti rossi XD Non era definibile rosso quindi non ho messo il reciding rosso ma mi andava di scriverlo XD
Non ho molto da dire, solo non picchiatemi perché i personaggi sono OOC ma d’altro canto sono in k-land. ^^ Beh ringrazio per le recensioni e mando un bacione a tutte <3
Ecchan :3

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2632829