Meeting the little brother

di RobyLupin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 3. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 1. ***
Capitolo 4: *** +1. ***
Capitolo 5: *** Hidden Track - How it should have gone ***



Capitolo 1
*** 3. ***


 

Volevo scrivere della morte di Max più o meno da quando ho concluso City of Glass; coerentemente, l'ho fatto ora che ho concluso definitivamente la serie. Scrivere del piccolo Lightwood ha fatto male – malissimo. Non c'avete idea. Dannata Clare per averlo ucciso per niente.

Dovevano essere quattro paginette scarse, hanno finito per diventare delle shots a sé stanti – chiamasi logorrea verbale, I regret nothing XD Comunque sia, è già conclusa, e vari capitoli verranno pubblicati ogni pochi giorni.

Le storie sono ambientati in universi alternativi – tranne l'ultima, ovviamente – per cui ho modificato dettagli fondamentali cercando di mantenere la linea temporale intatta.

Questa è ambientata tra City of Bones e City of Ashes, in un mondo in cui Alec e Magnus non si sono ancora incontrati.

 

 

 

 

 

 

3.

La prima volta che Max incontrò uno Stregone aveva nove anni e mezzo e si era perso. O meglio, stava girovagando senza aver ben presente dei punti di riferimento. Il senso dell'orientamento dei Nephilim era proverbiale, dopotutto; lo diceva sempre anche suo padre.

Certo. L'importante era esserne convinti.

La cosa assurda era che la giornata era iniziata anche bene: i suoi fratelli avevano finalmente acconsentito ad accompagnarlo a trovare Clary e Simon, che ultimamente erano diventati di casa all'Istituto, perché lo portassero con loro al negozio di fumetti che frequentavano abitualmente. Clary gli aveva anche detto che il proprietario era un appassionato di manga, e che avrebbe potuto consigliarlo sulle migliori nuove serie in circolazione – e su alcune di quelle più vecchie che doveva assolutamente leggere.

Max trovava che Clary fosse incredibilmente fantastica, per la cronaca.

Si erano fermati un attimo ad un incrocio, Jace e Isabelle stavano discutendo su quale fosse la strada migliore per arrivare a destinazione mentre Alec alzava gli occhi al cielo e borbottava tra sé parole che Max non riusciva a cogliere, quando qualcosa, dall'altra parte della strada, attirò la sua attenzione. Un luccichio, qualcosa di bianco che si muoveva velocemente per non essere calpestato dai newyorkesi che guardavano fissi davanti a loro, senza curarsi d'altro.

Fu un attimo, ma bastò perché Max lasciasse la mano del fratello e scivolasse tra la folla, infilandosi negli spazi tra le persone.

Corse sul marciapiede, inseguendo la scia bianca; quando attraversò la strada, Max controllò che fosse libera e quindi lo imitò. Girò a sinistra e poi subito a destra, in un vicolo chiuso e piuttosto maleodorante che gli fece storcere il naso. Vide la cosa bianca rifugiarsi sotto un cassonetto dell'immondizia e si avvicinò, per poi chinarsi e trovare un gatto minuscolo che lo fissava, i grandi occhi gialli pieni di spavento, il respiro affannato.

Almeno, Max pensava fosse un gatto; le dimensioni facevano pensare più ad un criceto, però.

Qui, micio...” mormorò, allungando una mano verso di lui. Sperò che non ci fossero topi nei paraggi. Odiava i topi.

Il gattino inclinò la testa di lato, sospettoso, e Max riprese a chiamarlo, cercando di essere il più rassicurante possibile. Ci volle qualche minuto ma alla fine il gatto, probabilmente capendo che era la soluzione più sicura, si avvicinò lentamente, gli annusò la punta delle dita e quindi lasciò che lo accarezzasse. Fece un leggero verso di protesta quando Max riuscì ad afferrarlo per la collottola e trascinarlo verso di sé, prendendolo in braccio. Subito si mise a fare le fusa, infilando la testa nell'incavo del braccio mentre Max gli grattava distrattamente la nuca, coccolandolo.

Fu quando si voltò verso la strada e si guardò intorno che Max realizzò che non aveva la minima idea di dove si trovasse.

Oh, cavolo. I suoi fratelli l'avrebbe ucciso stavolta.

Sbatté le palpebre un paio di volte, mentre il gatto gli leccava la mano con la lingua ruvida. Max respirò a fondo: d'accordo, era uno Shadowhunter, anche se non aveva ancora ricevuto i primi marchi. Era solo una strada sconosciuta di Brooklyn, non un Demone Superiore o altro. Avrebbe solo dovuto trovare un poliziotto per chiedere indicazioni.

E allora avrebbero chiamato i suoi genitori che tecnicamente non esistevano, non per la polizia, e magari l'avrebbero riaccompagnato ad una cattedrale ufficialmente abbandonata nel centro di Manhattan.

Okay, probabilmente non era la soluzione migliore.

Il gattino drizzò all'improvviso le orecchie e si alzò, fissando un punto alle sue spalle. Prima che Max potesse girarsi, una voce dietro di lui lo fece sobbalzare.

Chairman Meow? Ti sei messo a rapire i mondani, ora? Avresti almeno potuto accaparrartene uno maggiorenne ed affascinante.”

Con uno scatto, il gatto si divincolò dalle mani di Max e saltò giù dalla sua schiena, facendogli scappare un gemito quando le unghie gli si conficcarono nella spalla. Si voltò automaticamente e quindi si bloccò quando lo vide saltare in braccio a quello che, probabilmente, era la persona più strana che avesse mai incontrato. E non era solo il fatto che fosse perfino più alto di Alec – cosa che non credeva fosse possibile, insomma, era Alec – o che avesse i capelli sparati in ogni direzione, e nemmeno la maglietta rosa fluo e il collarino con le borchie che portava al collo – viveva a NewYork, dopotutto. No, la cosa che più attirò il suo sguardo furono i suoi occhi: un verde dorato, con una sottile pupilla verticale al centro. Occhi da gatto. Che lo guardavano, per inciso, con educata curiosità mentre il micio – il cui nome era, apparentemente, Chairman Meow – faceva le fusa in braccio al quello che era, evidentemente, il suo padrone. Che era uno stregone.

Che figata!

Lo stregone inclinò la testa di lato e si chinò davanti a lui. Aveva un sorriso gentile, trovò Max e, anche se sapeva che avrebbe probabilmente dovuto darsela a gambe, si ritrovò invece a ricambiarlo.

Qualcosa mi dice che ti sei perso,” gli disse; Max si morse il labbro e distolse lo sguardo.

Sei davvero uno stregone?” non poté trattenersi dal chiederlo. L'uomo sbatté le palpebre un paio di volte, quindi tornò a guardare il suo gatto.

Rapimento di Nephilim, Chairman? Davvero? Vuoi che il Conclave ti faccia la pelle?”

Max non poté non ridere, e la cosa sembrò deliziare lo stregone a giudicare da come il suo sorriso si allargò ulteriormente.

Ti ringrazio per aver recuperato il mio gatto, giovane Shadowhunter. Questo disgraziato se l'era filata da casa e, soldo di cacio com'è, chissà quanto sarebbe durato da solo,” allungò una mano verso di lui, e Max gliela strinse titubante. “Magnus Bane, Sommo Stregone di Brooklyn. Se c'è qualcosa che posso fare per te, chiedi pure. Solo perché sei tu, sarà gratis.”

Davvero?”

Certo. Sono uno stregone d'onore, pago sempre i miei debiti,” si guardò attorno accigliato. “Per esempio, gradiresti essere accompagnato all'Istituto di New York? Anche se i tuoi genitori non ci saranno, possono sempre contattarli da lì.”

Max aveva già aperto bocca per dirgli che no, non ce ne sarebbe stato bisogno, dato che i suoi genitori erano a capo dell'Istituto, quando sentì distintamente la voce di Alec chiamarlo, ansiosa.

Max!” fece appena in tempo a voltarsi che il fratello era inginocchiato accanto a lui, gli occhi spalancati per la paura e la fronte aggrottata mentre controllava che fosse tutto intero. “Per l'Angelo, Max! Che diavolo t'è saltato in testa? Ci hai fatto venire un accidente!”

Avevo visto un gatto...” tentò di giustificarsi debolmente.

Avresti potuto venire investito!”

Si era perso! Dovevo aiutarlo!”

Se posso intromettermi, è vero. Chairman Meow è un gatto estremamente inetto per la vita da randagio.”

Alec sembrò registrare solo in quel momento la presenza di Magnus che, invece, pareva aver seguito il loro scambio con estremo interesse. Fissava Alec come Church fissava a volte il filetto che loro madre cucinava; Max s'aspettava che, da un momento all'altro, iniziasse a leccarsi i baffi che non aveva. Quell'uomo era decisamente strano.

Se Alec se n'era reso conto, non lo diede a vedere. Si alzò in piedi, squadrando con circospezione lo stregone, alzando un sopracciglio quando lo sguardo si posò su Chairman.

Quello è un gatto?”

Fingerò di non aver sentito,” disse, e ghignò. “Ma solo perché sono piacevolmente sorpreso che Chairman mi abbia in qualche modo rimediato un balsamo per questi miei poveri e stanchi occhi.”

Gli occhi di Alec si allargarono e il suo viso divenne improvvisamente scarlatto, quindi distolse lo sguardo.

Max era circondato da gente strana quel giorno. E si stava anche stufando.

Tirò con forza la maglia del fratello, facendolo barcollare.

Magnus è uno stregone vero, Alec! È il Sommo Stregone di Brooklyn! Dice che è in debito con me!”

Alec fece una smorfia, quindi si voltò di nuovo verso lo stregone.

Ti ringrazio per aver trovato mio fratello; non conosce la zona e gli Shadowhunters non piacciono a molti. Avrebbe potuto farsi del male,” disse, scompigliando i capelli di Max, quindi gli tese la mano. L'altro la strinse di rimando; pareva confuso, come se fosse sorpreso di venire ringraziato.

Di niente Alec...”

Lightwood.”

Magnus parve sorpreso, ma Max non avrebbe saputo spiegare il perché. Continuava ad osservare Alec con attenzione, un sorriso sulle labbra, finché suo fratello si schiarì la voce e ritirò la mano. Sembrava imbarazzato, ma non aveva senso, no?

Coraggio, Max. Izzy e Jace ti stanno cercando ovunque. Dovremmo avvisarli e ritrovarci.”

Sono arrabbiati?”

Puoi contarci.”

... Non posso restare con Magnus, magari?”

Nemmeno per sogno, peste,” replicò suo fratello, ma ridacchiava, quindi non doveva essere davvero nei guai. Max adorava vedere Alec ridere: era qualcosa che non faceva spesso, non in presenza di estranei almeno, e gli illuminava gli occhi azzurri. Anche Magnus pareva averlo notato, perché il suo sorriso s'allargò ulteriormente.

Su, Max, saluta Magnus e andiamo ora,” continuò, spingendolo leggermente verso lo stregone.

Magnus si chinò davanti a lui, sventolandogli davanti un bigliettino.

Ti saluto allora, giovane Shadowhunter,” disse. “E ricorda, se dovesse servirti qualcosa, questo è il mio numero personale. Uno stregone paga sempre i suoi debiti. E se qualcuno della tua famiglia dovesse essere interessato ad usarlo... beh, ben venga,” concluse, e fece l'occhiolino ad Alec, che trasalì e divenne improvvisamente color mattone.

Max non avrebbe mai capito i grandi. Mai.

Comunque fosse, Max gli fece un sorriso enorme, prese il biglietto e si sistemò gli occhiali sul naso.

Grazie, Magnus,” allungò una mano e accarezzò delicatamente Chairman, che intensificò le fusa. “Mi raccomando, non scappare di nuovo!” gli disse, quindi afferrò con deicisone la mano di Alec e s'incamminò con lui verso i suoi fratelli.

Si voltò un'ultima volta verso Magnus, alzando una mano a mo' di saluto, e quello ricambiò; poi, un piccolo gruppo gli passò davanti e, una volta spariti, anche Magnus non c'era più. Max suppose che non fosse troppo strano, per uno stregone.

Fissò assorto l'indirizzo che aveva ricevuto, scritto con la calligrafia più elegante che avesse mai visto.

Alec?”

Mh-mh?”

Credi che potrei andare a trovare Chairman se m'accompagni? Church non si lascia mai prendere.”

Alec sembrò pensarci attentamente. Max aveva già perso le speranze che rispondesse quando lo sentì sospirare, lo sguardo perso in lontananza, dove già poteva vedere Jace e Isabelle correre verso di loro.

Vedremo. Ma prometti di non allontanarti più. Non scherzavo quando ho detto che stavamo morendo di paura.”

Okay.”

Alec gli sorrise leggermente, e Max ricambiò.

Non vedo l'ora di raccontare di Magnus a Jace e Isabelle! Un Sommo Stregone, Alec! Moriranno d'invidia!”

Probabile,” pareva divertito, ma non come quando lo canzonava perché era troppo piccolo e, secondo lui, non poteva capire nulla. “Ma, Max?”

Sì?”

Non una parola con mamma e papà se vuoi rivedere la luce del sole. Sono serio.”

Max non ne dubitò nemmeno per un secondo.

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Capitolo 2
*** 2. ***


Seconda shot (la mia preferita onestamente <3)ambientata in un momento imprecisato tra City of Glass e City of Fallen Angels – prima della partenza di Magnus e Alec per il loro viaggio intorno al mondo, suppongo. O magari non sono proprio partiti, I don't know, non è fondamentale comunque XD

 

Grazie a tutte colore che hanno recensito e, come sempre, a Flavia che ha betato, sopportando la sofferenza che questa storia le ha causato perché, Max.

 

 

 

 

2.

Il campanello squillò due volte prima che Magnus decidesse di aprire gli occhi. Due rumorosi, irritanti squilli, seguiti poco dopo da un terzo. Alle due del mattino. Di un giorno feriale.

Lo sconosciuto visitatore sarebbe morto tra atroci sofferenze.

Magnus si alzò di scatto dal letto e percorse l'appartamento a grandi falcate, schiacciando il bottoncino del citofono con rabbia.

SPERO PER LA VOSTRA SALUTE CHE SIA IMPORTANTE!” urlò.

Ci fu una pausa dall'altra parte.

Lo... Lo Stregone Magnus?” chiese una voce incerta; Magnus alzò un sopracciglio: sembrava un bambino. Alle due del mattino. La cosa cominciava a diventare inquietante. Cercò di ricordare quanti film horror iniziavano in questo esatto modo e si chiese se fosse il caso di evocare un crocifisso. Poi si disse che, come minimo, l'entità maligna sarebbe stata della religione sbagliata, quindi preferì evitare.

Sospirò e aprì la porta d'ingresso.

Sali,” disse, dirigendosi verso l'entrata e poggiandosi assonnato sullo stipite. Pochi secondi dopo, una figura minuta gli si avvicinò nell'ombra, e Magnus si raddrizzò automaticamente nel riconoscerla: aveva visto il fratellino di Alec solo di sfuggita quando aveva aperto il Portale per Alicante, prima della battaglia contro Valentine e quando tra loro le cose erano ancora complicate (oh, l'eufemismo!), ma l'avrebbe riconosciuto comunque tra mille: aveva la stessa espressione seria del fratello maggiore, gli stessi capelli neri e disordinati; solo gli occhi erano diversi, dietro gli occhiali, grigi dove quelli di suo fratello erano del blu acceso che Magnus amava. Si chiese se sarebbe diventato alto come Alec, o se avrebbe preso la struttura fisica paterna.

Si riscosse dai suoi pensieri quando sentì la sua manica venire tirata e abbassò gli occhi.

Alec,” disse il bambino, senza aggiungere altro. Magnus alzò un sopracciglio.

Non è qui,” rispose. “Dovrebbe arrivare finito di pattugliare le strade, però.”

Okay,” sbirciò al di là dello stregone, quindi lo fissò. “Posso entrare?”

Magnus si fece da parte, ancora confuso, e il bambino s'infilò dentro, prendendo posto sul divano e guardandosi attorno: aveva una scintilla di curiosità che gli illuminava lo sguardo, e il modo in cui si soffermò su Magnus e lo studiò gli fecero pensare che sarebbe potuto diventare uno studioso niente male se non avesse fatto parte di una razza guerriera come quella dei Nephilim.

Richiuse la porta dietro di sé e si sedette sul tavolino davanti a lui.

Quindi... Max, giusto?” il bambino annuì e rimase in silenzio. Magnus iniziava ad innervosirsi. “I tuoi genitori sanno che sei uscito di casa in piena notte, hai attraversato mezza New York e ti sei rifugiato in casa di uno stregone che non considerano esattamente il benvenuto in casa propria?” ancora nulla. Magnus sospirò e si passò una mano sul viso. “Deduco sia un no. Diavolo, perché a me?” mormorò, quindi si alzò e recuperò il telefono. Prima che potesse iniziare a digitare il numero dell'Istituto, però, Max gli si appese al braccio. Letteralmente. Questi Lightwood non avevano davvero mezze misure.

No!” strillò il ragazzino. Magnus alzò gli occhi al cielo.

Andiamo, Max. Non sono esattamente un fan dei tuoi genitori, ma credo che nemmeno loro meritino di svegliarsi domani mattina e non trovare il loro figlio di nove anni nel suo letto.”

Per tutta risposta, Max allungò un braccio nel tentativo di strappargli il telefono di mano. Magnus si limitò ad alzare il suo oltre portata. Contando che, a nove anni, Max era ancora un nanerottolo che ne dimostrava sette, non fu esattamente difficile.

Andiamo, Max, comportati bene,” tentò; il ragazzino mise il broncio, corrugò la fronte e gli saltò sulle spalle, cercando di supplire alla mancanza di altezza.

Quel bambino era una scimmia.

D'accordo, ora basta!” Magnus schioccò le dita, da cui uscirono scintille azzurre, e Max si ritrovò improvvisamente a levitare a mezz'aria, mentre lo stregone lo guardava in cagnesco – per quanto qualcuno potesse farlo con indosso un pigiama azzurro a nuvolette rosa, almeno. “Ora stai buono. Ho una chiamata da fare.”

Non voglio che chiami i miei genitori!” era la prima frase completa che gli sentiva pronunciare da quando era arrivato. Magnus si bloccò e attese che continuasse. Alzò gli occhi al cielo quando il silenzio si prolungò più del dovuto.

Ragazzino, se devo rischiare una denuncia per rapimento di Nephilim minorenne, gradirei una spiegazione, così da avere qualcosa da raccontare alla squadra di Shadowhunters che mi piomberà in casa, spargendo polvere, detriti e chissà che altro sul pavimento appena lucidato. Ora parla,” Max lo guardava sorpreso; Magnus alzò un sopracciglio. “Allora?”

Sei truccato intorno agli occhi,” fu quello che disse invece il bambino.

E quindi?”

Sembri Isabelle quando esce la sera. Ma con più glitter.”

A me piace. E anche ad Alec,” si difese, incerto. Max non parve molto convinto.

Stavi uscendo senza di lui?”

No, dormivo,” fece un gesto vago con la mano, spedendo di nuovo Max sul divano. “Potrei essermi addormentato prima di levarmelo. E comunque sto ancora aspettando una risposta.”

Max si mordicchiò il labbro, come indeciso, quindi sospirò.

A mio padre non piaci molto.”

D'accordo, non era la risposta che si aspettava.

Non è propriamente una novità. Ma che c'entra ora?”

Il bambino fece spallucce.

Mi sono svegliato e sono sceso a prendere un bicchiere d'acqua,” iniziò a raccontare, lentamente, senza guardarlo in faccia. “E ho sentito mamma e papà che discutevano,” pausa. Se avesse continuato a tormentarsi il labbro a quel modo l'avrebbe fatto sanguinare. “Credo che papà voglia tornare ad Alicante e restarci.”

D'accordo, non si aspettava nemmeno questa. Viste le premesse, credeva che gli avrebbe detto di come considerassero Alec un traditore della sua razza e Magnus un poco di buono, corruttore di giovani Nephilim. E forse Robert almeno l'ultima parte la pensava davvero, ma era meglio evitare di parlarne con suo figlio.

Magnus non aveva mai avuto bambini, né aveva mai passato molto tempo con loro – vedere Clary una volta ogni due anni era stato il contatto più prolungato con un mini-umano che avesse mai avuto. Alec era bravo: avere tre fratelli minori – tra cui un parabatai scavezzacollo – facevano quest'effetto ad un ragazzo. Alec. Non lui. Lui non aveva idea di come parlare ad un bambino di nove anni. Nove.

Si chinò davanti a lui, sospirando.

Sai che non è colpa tua, vero?”

Max fece spallucce, ma non rispose.

Davvero, ragazzino,” insistette. “Non sono abituato a mentire per far star meglio la gente, nemmeno ai bambini,” bugia: Magnus era un bugiardo seriale se voleva. La maggior parte delle sue conoscenze ancora credeva che avesse quasi mille anni, per esempio. Al momento era onesto, però; forse era l'effetto di stare con Alec, che viveva con la verità costantemente scritta sul viso.

Papà ha detto che avrebbe dovuto andare via anni fa, che restare per me è stato un errore,” lo guardò con i suoi enormi occhi grigi. “Secondo te gli dispiace che sia nato? Avrebbe potuto lasciare la mamma altrimenti.”

Ecco, quello era uno di quei momenti in cui avrebbe tanto voluto che un fulmine lo colpisse e incenerisse.

Si schiarì la gola.

Dubito intendesse questo, Max. A volte la gente dice cose che possono essere fraintese, ma ho conosciuto tuo padre e, per quanto possa non essere d'accordo con lui la maggior parte delle volte che parla, o pensa, o semplicemente respira troppo forte,” un sorriso minuscolo comparve sul volto del bambino, e Magnus la considerò una vittoria non indifferente. “Tuo padre ti vuole molto bene. Sarebbe devastato se ti succedesse qualcosa, così come lo sarebbero tua madre e i tuoi fratelli. Ecco perché non dovresti andartene in giro per New York da solo e in piena notte: qualcosa avrebbe potuto attaccarti, e non parlo solo di demoni e Nascosti.”

Max assunse il colore di un pomodoro maturo, e si infossò nel divano, cercando di farsi il più piccolo possibile.

Alec mi faceva stare con sé quando... quando non riuscivo a dormire. Da quando passa le notti qui, lo fa Isabelle, ma non c'è nemmeno lei stasera e poi-”

E poi hai pensato che i tuoi genitori un po' se lo meritassero?” Max arrossì ancora di più, e annuì. Magnus ridacchiò, e la cosa parve sorprenderlo: probabilmente si era aspettato una sgridata epocale. Lui, invece, gli scompigliò i capelli e premette il tasto numero uno delle chiamate rapide sul suo cellulare.

Alec?” cinguettò – letteralmente. Poteva sentire Max giudicarlo.

Magnus? Per l'Angelo, che è successo? Stai bene?”

Sì, tutto bene, non preoccuparti. No, prima che tu lo dica, non sono stato attaccato da un demone. Che diamine, sono uno stregone serio, la casa è protet-”

Ah-ah, certo, certo.”

La tua mancanza di fiducia nelle mie capacità di autodifesa mi ferisce nel profondo, fiorellino.”

Chiamami ancora così e brucerò la tua sciarpa nuova appena arrivo a casa.”

Oh, mi piace quando tiri fuori il tuo lato di deciso e rude Shadowhunter, sai?disse. Sentì Alec sospirare, e vide Max guardarlo improvvisamente sconvolto.

Magnus, perché mi hai chiamato?”

Oh, tuo fratello vuole parlarti, credo.”

... Jace? Ma li ho appena lasciati-”

Non Jace. Quello adorabile che non vorrei affogare un giorno sì e l'altro pure.”

... Max è da te?! Per l'Angelo, sta bene? Hanno attaccato l'Istituto? Perché è lì?”

L'unico e solo. E sta bene, non preoccuparti, l'Istituto è tutto intero. Te lo passo, credo abbia un po' di cose da dirti,” gli diede il telefono, e Max lo prese titubante, mormorando un “Pronto?” incerto. Magnus si alzò, deciso a prepararsi una tazza di latte caldo per concedere loro un minimo di privacy.

Quando tornò in salotto alcuni minuti dopo, Max aveva posato il cellulare sul tavolino davanti a lui, e guardava lo stregone con espressione indecifrabile.

Ha detto che sarà a casa in pochi minuti.”

Perfetto, no?”

Ha chiamato qui, casa,” disse; Magnus si chiese se la cosa avesse peggiorato il suo umore.

Non credere che tenga meno a voi per questo,” si sedette di nuovo davanti a lui, offrendogli la tazza. Max la prese e bevve in silenzio, senza staccargli gli occhi di dosso. “Non vi sta abbandonando o che so io. Vi ama in maniera pazzesca.”

E allora Max fece una cosa che lo sorprese: alzò gli occhi al cielo e sbuffò con il tono che solo un bambino poteva avere. Come se quello ingenuo tra i due fossi tu, per intenderci.

Certo che lo so, non essere ridicolo. È solo che- beh, Alec non era mai stato molto felice prima d'ora,” lo guardò con quella che, credeva, dovesse essere un'espressione minacciosa. Magnus pensò che, in pochi anni, ne avrebbe avuta una meravigliosa. “Meglio per te che continui così.”

... Non credevo sarei mai stato minacciato da te, tra tutti, sai? Jace, probabile. Isabelle... beh, la davo per scontata – quella ragazza sa essere terrificante quando vuole. Ma tu... non me l'aspettavo, ecco.”

La gente tende a sottovalutarmi perché ho solo nove anni.”

La gente sbaglia enormemente, direi.”

Il bambino sorrise per davvero allora, e Magnus riuscì a vedere la somiglianza con Alec ancora più che quando era serio.

I geni Lightwood erano davvero di un altro mondo.

In quel momento, Alec spalancò la porta d'ingresso e corse verso suo fratello, controllando centimetro per centimetro che fosse incolume.

Alec, andiamo, sto bene!”

In giro per New York da solo. Di notte. Ringrazia l'Angelo che non spetti a me metterti in punizione, Max, o non metteresti più piede fuori di casa fino ai diciotto anni!”

Ma!”

Jace e Isabelle sanno che sei qui, avvertiranno loro mamma e papà. Per stanotte starai qui con noi, ma domani preparati alle pene dell'inferno.”

Max mise un broncio che avrebbe convinto Magnus a fare praticamente qualunque cosa per il senso di colpa (lo stesso che aveva Alec, e sperò che nessuno dei due fratelli si rendesse mai conto del potere che aveva, o sarebbe stata la sua fine). Alec continuò a guardarlo con severità, la fronte aggrottata e gli occhi sottili.

Magnus fu improvvisamente certo di chi tra i due sarebbe stato il genitore responsabile se mai avessero avuto figli. Non che ce ne fosse bisogno, ma era un bel pensiero, denunciatelo per averlo avuto.

Batté le mani per attirare la loro attenzione e si girarono all'unisono.

Bene, ora che Alec è qui, io me ne torno a dormire. Ho bisogno di riposo per mantenere questa pelle perfetta com'è,” si chinò su Alec, baciandolo velocemente, quindi si voltò e s'incamminò verso la camera da letto, fermandosi sulla soglia per gettare loro un'ultima occhiata. “Scegliete pure la stanza che preferite, e non svegliatemi a qualunque orario osceno decidiate di alzarvi per tornare all'Istituto. Max, spero di rivederti presto, magari in circostanze migliori e con la luce del pomeriggio fuori dalle finestre,” intercettò lo sguardo di Alec, che gli sorrise con gratitudine, quindi s'infilò nella stanza e si unì a Chairman che, incurante di tutto, era ancora acciambellato sul materasso, profondamente addormentato.

Sperò solo che i coniugi Lightwood non decidessero di appenderlo a testa in giù per sport quando avessero scoperto dove loro figlio minore aveva passato la notte. Visto l'amore che nutrivano per lui, non lo avrebbe affatto sorpreso.

 

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Capitolo 3
*** 1. ***


Questa è la storia che meno mi convince tra tutte, dovendo essere onesta – non so se è perché manca dell'allegria delle prime due, essendo ambientata appena prima dell'apertura del portale in City of Glass, un momento in cui Alec e Magnus non erano esattamente in buoni rapporti, ma va beh, facciamo finta di nulla e andiamo anche stavolta XD

 

Thanks a lot a chi ha recensito finora – you rock, girls! <3

 

 

 

1.

Il giorno in cui era previsto il loro rientro ad Alicante faceva caldo. Max sentiva la stoffa della sua maglietta incollarsi alla schiena per il sudore, anche dopo aver passato solo pochi minuti all'aria aperta; sospirò, pensando che la semplice ombra non avrebbe mai potuto sconfiggere l'afa dell'estate newyorkese.

C'era un'atmosfera strana nel giardino dell'Istituto; Max sarà anche stato un bambino, ma non era stupido: percepiva la tensione tra gli altri come qualcosa di fisico, e questo lo innervosiva.

La cosa che più lo sorprendeva era che la maggior parte era emanata da suo fratello – e non Jace, come sarebbe sembrato logico, ma Alec, che era sempre taciturno, controllato, e pareva sempre arrabbiato più con se stesso che con chiunque altro (tranne Clary, lei era una categoria a parte). Era fermo contro il muro e si torceva le mani come se l'avessero offeso personalmente, il labbro segnato dai denti con cui continuava a tormentarlo. Max non ricordava di averlo mai visto così... strano.

Si allontanò in silenzio, cercando di sfuggire all'aria che tirava; saltellò sul bordo rialzato del sentiero che percorreva il giardino, allargando le braccia e percorrendolo in perfetto equilibrio. Non era abbastanza grande da portare i marchi, d'accordo, ma anche suo padre diceva che prometteva di diventare un ottimo Shadowhunter quando lo osservava provare gli esercizi di base in palestra, nel tentativo di imitare i fratelli maggiori. Secondo Jace sarebbe probabilmente diventato il migliore di loro – dopo lui stesso, ovviamente. Max non s'aspettava di superarlo: era Jace, dopotutto; dubitava che qualcuno potesse sperare di raggiungerlo, figurarsi andare perfino oltre.

Era così perso nei propri pensieri che andò letteralmente a sbattere contro qualcosa di meno duro di un muro di cemento, ma comunque abbastanza solido da farlo caracollare indietro, facendolo finire col sedere a terra.

Tutto bene, ragazzino?”

Alzò gli occhi, incontrandone un paio che somigliavano in modo impressionante a quelli di Church, ma sul corpo sbagliato: l'uomo era alto, chiaramente asiatico, vestito con un tripudio di colori e lo osservava con leggera preoccupazione da dove era chinato su di lui. Non ci voleva un genio per capire che era lo stregone che avrebbe dovuto aprire il loro Portale.

Sei Magnus Bane?” chiese, più per conferma che per altro; l'altro gli sorrise in modo gentile.

E tu sei Max, suppongo,” disse, allungando una mano; la afferrò, e Magnus lo rimise in piedi con un movimento fluido. Pareva avere anche la grazia di un gatto, pensò, e parte di lui lo invidiò.

E tu come lo sai?”

Qualcuno che conosco mi ha parlato di te. Tu invece? Hai sentito i tuoi genitori nominarmi?”

Max scosse la testa.

Isabelle e Alec.”

Ma davvero?”

Magnus pareva improvvisamente interessato, perché poggiò il mento su una mano, come per fargli sapere che aveva tutta la sua attenzione. Finalmente un adulto che lo ascoltava; questo stregone già gli piaceva.

Qualche giorno fa, quando la vecchia Inquisitrice aveva imprigionato Jace. Dicevano che sei uno stregone 'sexy',” corrugò la fronte, guardandolo improvvisamente serio.

Magnus sembrava divertito, ma Max non capì il perché.

Oh, ma davvero?”

Uh-uh. Che significa?” chiese.

Significa, mio giovane Shadowhunter, che Alec è più idiota di quel che sembra.”

Max corrugò la fronte e fece quello che ogni rispettabile fratello minore avrebbe fatto: gli tirò un calcio sullo stinco più vicino. Forte.

Magnus fece un salto e strillò per il dolore, e Max ghignò: doveva ringraziare che fosse troppo basso per raggiungere altri lidi.

Diavoli dell'Inferno, ragazzino! Che ti è preso?”

Alec non è un idiota,” affermò, guardandolo con severità. “È mio fratello. Non si insulta mio fratello.”

Magnus lo studiò per alcuni secondi, senza mai smettere di massaggiarsi la gamba. Alla fine sospirò.

Hai ragione, non avrei dovuto insultarlo davanti a te.”

Non avresti dovuto insultarlo, punto.”

Su questo temo ci troviamo in disaccordo.”

Alec è un bravo fratello!” insistette. Era tentato di colpirlo di nuovo, ma dubitava che si sarebbe fatto sorprendere una seconda volta.

Avrebbe tenuto l'idea come piano B.

Non dubito lo sia, Max,” stava intanto dicendo Magnus, serio. “Ma non sempre le persone si comportano con tutti allo stesso modo.”

Ti ha offeso?”

Diciamo così.”

Allora è sicuramente dispiaciuto!” gli afferrò la maglietta, e lo stregone parve sorpreso dalla sua foga. “Alec è buono! E gentile! È sempre serio, ma non è capace di fare del male a qualcuno! È Alec,” ripeté con enfasi. “Lui la difende la gente, non la ferisce!” possibile che lo stregone non capisse un concetto così semplice? Poi, l'illuminazione: “Ma certo! Ecco perché oggi è così!”

Oh?”

È tutto il giorno che è nervoso! È anche più pallido del solito, e Alec è tanto pallido.”

Magnus ridacchiò.

Sì, ne so qualcosa.”

Credo che stia male per quello che è successo! Anzi, sicuramente è così! Se gli parli ti chiederà scusa, ne sono sicuro!” affermò, perché era suo fratello, e Max sapeva che non era perfetto, ma sapeva anche che Alec era una delle persone più speciali che ci fossero, e che tra tutti loro era quello col cuore migliore; anche Jace lo diceva sempre, e lui difficilmente si sbagliava.

La risata dello stregone si spense, e guardò Max con lo stesso sorriso dolce che usava a volte il resto della sua famiglia. Gli scompigliò i capelli.

Sei un buon fratello, Max, sai?” disse. Si umettò le labbra, come se stesse scegliendo con cura quello che avrebbe dovuto dire. “Alec... Con Alec è una cosa complicata. E non spetta a me parlartene. Non andrò da lui,” alzò una mano per bloccare le parole con cui stava già per ribattere. “Credo abbia bisogno di riflettere da solo, al momento. Su quello che vuole. E stare un po' sulle spine non gli potrà fare che bene, detto onestamente; se poi deciderà di smetterla di comportarsi come un bambino, sa dove trovarmi. Io ho fatto quello che ho potuto finora; ora tocca a lui fare un passo in avanti.”

Max assottigliò gli occhi e inclinò la testa, osservando la linea che percorreva la fronte dello stregone, e quindi i suoi strani occhi.

Tu gli vuoi bene, vero?” concluse. “E tanto.”

Cosa te lo fa pensare?”

Max puntò l'indice contro di lui.

I tuoi occhi,” disse. “Erano tristi mentre parlavi.”

Sei un buon osservatore, Max Lightwood. Fortunatamente, pare tu non abbia ereditato la perspicacia di un certo tuo antenato che conoscevo piuttosto bene: non era molto sveglio nel leggere le persone.”

Mamma dice che somiglio ad Alec: sono silenzioso e colgo i dettagli, e la gente non s'aspetta mai che lo faccia, quindi è un vantaggio.”

Indubbiamente,” confermò. “E sì, per risponderti, voglio molto bene a tuo fratello. Ma non credo che lui ne voglia altrettanto a me.”

Max fece spallucce, gettando un'occhiata dietro di sé: non poteva vedere gli altri da dove si trovavano, e si chiese vagamente quando si sarebbero accorti della sua assenza.

Secondo me invece sì,” disse con calma, riportando la sua attenzione su di lui. “Non l'avevo mai visto così... strano.”

Mi piacerebbe che tu avessi ragione, ma-”

Ce l'ho!” ribatté, con una punta di sdegno. “L'hai detto tu che sono perspicace! Ed è mio fratello, lo conosco! Ho ragione io, vedrai!”

Lo spero, Max. Davvero.”

Non pareva del tutto convinto; Max stava già per ribadire il concetto e convincerlo, perché per qualche motivo gli pareva importante che Magnus capisse e perdonasse Alec per qualunque cosa avesse combinato, quando sentì la voce di sua madre chiamarlo a distanza. Lo stregone si raddrizzò e gli tese la mano.

Coraggio ora, raggiungiamo gli altri. Ho un portale da aprire, e tra poco sarò in ritardo – e io sono sempre puntuale, dolcezza. Fammi strada.”

Max afferrò la mano e iniziò a condurlo verso il retro.

E, Max? Non diciamo a nessuno di quello di cui abbiamo parlato, d'accordo? Come ti ho detto, sta ad Alec discuterne quando vorrà.”

Ovvio. È mio fratello, non lo tradirei mai.”

Bravo ragazzo.”

Quando arrivarono, a Max non sfuggì lo sguardo sbigottito che Alec lanciò loro, né l'improvviso mutamento della sua espressione: pareva a disagio, ma al di là di questo, niente. Lo stupì, perché Alec non era mai stata una persona che fingeva – secondo sua madre era fin troppo schietto in quel che pensava, ma a Max questa cosa piaceva: troppo spesso gli adulti lo confondevano, dicendo una cosa e poi facendo l'opposto. Alec, invece, era coerente, senza strane ombre. Si chiese cosa fosse successo tra i due per far reagire suo fratello a quel modo e si disse che, una volta che tutto fosse stato risolto, lo avrebbe tormentato fino ad avere la storia completa.

Dopotutto, i Lightwood erano sempre stati una famiglia determinata.

 

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Capitolo 4
*** +1. ***


 

Il capitolo tanto temuto, ovvero quello canon, ambientato la notte prima del funerale di Max. Scriverlo non è stato bello, soprattutto quando ad una certa è partita 'I want to holdyour hand', versione di Chris Colfer, che spacca il cuore e lo calpesta allegramente <3 Se non l'avete mai sentita, andate su youtube e cercatela, è l'amore <3 Amaro, ma l'amore <3

 

Ah, un buona (?) notizia: Max ha continuato a fissarmi, negli ultimi giorni, sbattendo il piedino e fissandomi con fronte corrugata e braccia incrociate al petto, perché sentirsi ignorato, a quanto pare, non gli piace. Così ho finito per scrivere un capitolo in più, che verrà presto betato e postato. Perché amo farmi del male, pare. <3

 

Grazie come sempre per le recensioni lasciate <3

 

 

 

 

+1.

Alec era seduto sul tetto della casa che i Lightwood avevano occupato dopo l'attacco alla città quando Magnus riuscì finalmente a raggiungerlo. Prese posto in silenzio accanto a lui, rivolgendosi nella sua stessa direzione: il buio della notte era fiocamente illuminato dai lampioni di stregaluce, che gettavano un'aria lievemente lugubre sulle strade deserte sotto di loro; in cielo, le stelle luccicavano come sempre, indifferenti.

Come mi hai trovato?”

Ti piacciono le altezze,” rispose, e fece spallucce. “E dubitavo avresti voluto allontanarti dalla tua famiglia in questo momento; era il posto più logico in cui cercarti.”

Si voltò ad osservarlo, il suo profilo ben visibile ai suoi occhi da gatto anche con la tenue luce notturna – perfetto nonostante la tristezza che irradiava, come sempre lo era stato per lui. Vide Alec sorridere senza allegria e gettare la testa all'indietro, verso le stelle, e sentì il suo cuore creparsi.

A New York non si vedono,” commentò, assorto. “Mi chiedo se Max ci pensasse quando era qui ad Alicante, se non avrebbe preferito crescere in un posto così rispetto ad una città sovraffollata e troppo luminosa. Ma ormai non credo lo sapremo mai, no?”

Allungò una mano tra di loro e sfiorò la sua, chiedendo il permesso: non era sicuro che fossero di nuovo in buoni rapporti, chi sapeva come avrebbe reagito ad un contatto in quel momento?

Invece, Alec voltò la mano e intrecciò le loro dita, stringendo con forza.

Avrei dovuto restare con loro,” disse infine. “Forse così avrei potuto fermare Sebastian.”

Oppure avrebbe ucciso anche te.”

L'altro scosse la testa con rabbia.

Sono il fratello maggiore, Magnus. È tutta la vita che li difendo, avrei dovuto farlo di nuovo. Invece ho fallito,” il viso gli si rilassò, le spalle gli caddero e lo stregone poté vedere gli occhi farsi improvvisamente lucidi.

Nella sua lunga vita, Magnus aveva visto morire tante, troppe persone che amava – l'ultima solo pochi giorni prima, quando era toccato a Ragnor. Alec no, e Magnus ricordava fin troppo bene il dolore straziante che ti colpiva quando perdevi qualcuno per la prima volta, come pareva distruggerti. Importava poco che i Nephilim crescessero con la consapevolezza della morte che aleggiava costantemente sulle testa di tutti i loro simili: Max aveva avuto solo nove anni, non era grande abbastanza per i primi marchi, né per iniziare ad allenarsi seriamente. Era un bambino. Nessuno era mai pronto davvero quando toccava ad un bambino.

Portò una mano sulla sua guancia, voltandolo verso di lui e fissandolo negli occhi.

Non è stata colpa tua, Alec,” disse, scandendo bene ogni parola. “So che ora non ci credi, e che passerà molto tempo prima che tu possa farlo, ma è così. L'unico colpevole è Sebastian – non Isabelle, di certo non tu,” gli accarezzò una guancia, asciugando una lacrima che era sfuggita nonostante l'autocontrollo che il ragazzo cercava di imporsi. Magnus odiava quando Alec sopprimeva quello che provava – non era bravo a farlo, andava contro la sua natura, e lo faceva solo soffrire più del necessario.

Inclinò la testa di lato e socchiuse gli occhi.

Vorrei poter fare qualcosa per te ora.”

Non aggiunse che avrebbe voluto essere in grado di far sparire il dolore che stava provando, o che avrebbe preferito essere lui quello fatto a pezzi e calpestato. Né che ora era lì, e non si sarebbe più mosso, che l'avrebbe difeso fino alla morte – quello che non poteva fare per se stesso, impegnato com'era a proteggere tutti gli altri. Che, se glielo avesse permesso, avrebbe condiviso la sua sofferenza, perché gli anni gli avevano insegnato che in due era più facile da sopportare.

Non lo disse, ma Alec doveva averlo scorto nel suo sguardo, perché improvvisamente la facciata crollò, pezzo per pezzo, e le lacrime iniziarono a scendere copiose sul viso contratto. Afferrò con una mano la sua giacca e la strinse con forza mentre affondava il viso nel suo petto. Magnus gli circondò le spalle percosse dai singhiozzi più forte che poteva e gli baciò la nuca.

Non avrebbe saputo dire quanto tempo passarono in quella posizione prima che il respiro di Alec si facesse più regolare; probabilmente sempre troppo poco, secondo l'opinione di Magnus, ma quando nasci in una famiglia di guerrieri il tempo per piangere liberamente scarseggiava. Per qualche motivo, la cosa lo riempì di tristezza perché, per uno abituato a vivere i propri sentimenti sempre al massimo, gli parve che i Nephilim fossero troppo duri con i loro simili in lutto. Ma forse era giusto anche così, quando non potevi avere il lusso di una tregua nella lotta costante contro i demoni. Forse era l'unico modo per sopravvivere.

Sentì Alec separarsi da lui; tirò su col naso e si asciugò la faccia con le mani, distogliendo lo sguardo.

Mi spiace per la maglietta.”

Magnus alzò le spalle, indifferente.

Era della stagione passata, comunque. Non avrei mai messo l'ultimo Armani per venire in zona di guerra.”

Ad Alec sfuggì una risata; fu breve e appena accennata, ma a Magnus, che non l'aveva ascoltata per giorni e giorni, parve il suono più bello di sempre.

Lo ucciderò, sai?” il suo tono era freddo, quasi crudele, che stonava nella voce di una persona così piena d'amore come era l'Alec che Magnus aveva imparato a conoscere, ma non riusciva davvero a stupirlo: quando un Nephilim amava, lo faceva per la vita; quando odiava, anche. Era una razza talmente passionale, talmente priva di mezze misure, che non si sorprendeva lo affascinasse così tanto.

Lo so,” disse. “Da parte mia, preferirei che non ti avvicinassi a Sebastian con un palo di dieci metri, sia chiaro. Ma lo so.”

O lo farà Jace. Chiunque dei due arrivi prima. Ma lo uccideremo.”

Lo sguardo di Alec pareva assente quando si voltò di nuovo, ma Magnus riusciva a vedere la determinazione ferrea che aveva imparato ad associare agli Shadowhunters. Faceva venire i brividi.

Gli passò una mano sulla nuca e lo tirò verso di sé, toccandogli la fronte con la sua.

E io sarò lì con te.”

Non sei obbligato. Qualunque cosa succeda con Valentine, non sarà piacevole. Dovresti metterti al sicuro.”

La sicurezza è sopravvalutata. Poi, se non ci penso io a te, chi lo farà? Tu non sei esattamente affidabile da questo punto di vista.”

Un sorriso. Minuscolo, ma c'era.

Max ti avrebbe adorato, sai? Ha sempre voluto incontrare dei Nascosti. Ti avrebbe trovato estremamente figo.”

Non avrei potuto dargli torto,” ribatté, divertito; poi la sua espressione s'addolcì. “Sembrava un bambino adorabile, dai tuoi racconti. E l'ho visto quando ho aperto il portale: ti somigliava. Se aveva la metà del tuo cuore, sarei stato venduto dopo cinque minuti.”

Per qualche tempo, nessuno dei due disse nulla. Magnus poteva sentire voci provenire dai piani inferiori, dove una finestra era probabilmente stata dimenticata aperta, ma non riusciva a distinguere le parole.

Vorrei restassi con me, stanotte,” mormorò Alec alla fine.

Se vuoi, lo farò.”

Il ragazzo scosse la testa e sospirò.

Ai miei genitori verrebbe un infarto vedendoti uscire dalla mia stanza domani mattina. Poi, la condivido con Jace.”

Vieni tu da me, allora. Lascia un biglietto ai tuoi genitori, se vuoi; ti sveglierò in tempo per il funerale.”

Alec non rispose subito, ma gli prese la mano, studiandola.

... Okay.”

Sicuro?”

Annuì, baciandogli le nocche una ad una.

Non voglio stare da solo, stanotte,” disse. “Ma non voglio la compagnia di nessuno che non sia tu. È strano?”

Magnus sorrise, baciandogli la fronte.

No,” rispose. Domani, probabilmente avrebbe ripreso ad evitarlo in pubblico, a nascondere quello che avevano – o forse no. Ma non riusciva più a trovare la cosa importante quando Alec era disposto a farsi vedere da lui nel suo momento più vulnerabile, a condividerlo. Gli pareva una cosa preziosa, come se gli avesse detto che lo amava per la prima volta.

In un certo senso, lo aveva fatto, rifletté, passandogli un braccio intorno alle spalle e stringendolo a sé. Magnus non riusciva a pensare a nulla che contasse di più, al momento.

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Capitolo 5
*** Hidden Track - How it should have gone ***


E questa è la fine – sul serio, stavolta. Questa storia mi mancherà – scriverla mi ha provocato un'altalena di sentimenti contrastanti da non sottovalutare, ma gh, lo rifarei domani <3

Ringrazio chiunque abbia letto, commentato e messo questa storia tra le preferite/ricordate/seguite – siete l'ammmore. <3

Grazie a Flavia per la betatura e l'incoraggiamento, e per avermi fatto intendere di voler leggere ancora di Max – cosa che farò, perché lui e Magnus sono meravigliosi e gli voglio bene <3 Tanto <3

Spero che il finale sia degno delle aspettative. See ya! :3

 

 

 

 

 

Hidden Track – How it should have gone

Quando Alec aveva detto che avrebbe presentato Magnus alla sua famiglia, se fossero usciti vivi dalla battaglia di Alicante, non stava scherzando. Contando poi che due giorni prima aveva dato spettacolo nella Sala degli Accordi baciandolo davanti a Shadowhunters e Nascosti venuti da ogni dove, fargli conoscere i suoi genitori e Max era solo una formalità, giusto? Giusto. Ciò non significava che l'idea non gli mettesse ansia. Aveva quindi deciso di trascorrere la maggior parte della giornata prima dei festeggiamenti per la vittoria fuori casa, sperando di recuperare il sangue freddo prima del grande evento.

Che stai facendo?”

Alec si voltò, la porta d'uscita già aperta davanti a sé, e trovò Max che lo fissava incuriosito, le maniche troppo lunghe della maglia arrotolate fino al gomito, gli occhiali in bilico sul naso. Sulla testa aveva ancora una fasciatura dove Sebastian l'aveva colpito pochi giorni prima. Alec strinse i denti, maledicendo quel bastardo.

Esco.”

Vai da Clary?” pareva improvvisamente interessato. Alec trattenne una smorfia: perché tutti i ragazzi della sua famiglia parevano pendere dalle labbra di quella ragazza?

No, Max. Vado a trovare Magnus.”

Lo Stregone?” chiese, eccitato. Almeno non era solo un'ex-Mondana che ultimamente sembrava spuntare ovunque ad affascinarlo; era già qualcosa, suppose.

Proprio lui,” e non seppe cosa gli prese in quel momento per dire le sue parole successive, ma di punto in bianco sentì se stesso domandare: “Vuoi venire?”

L'urlo entusiasta di Max venne probabilmente sentito anche in Antartide.

 



Hai combattuto con Magnus durante la battaglia, vero?”

Camminavano da circa un quarto d'ora per le strade di Alicante, il sole del mattino ormai alto gli faceva socchiudere gli occhi per proteggerseli. Max era stato insolitamente calmo durante quel tempo, e Alec non era stupito che avesse esaurito la pazienza.

Sì,” confermò, gettandogli un'occhiata, osservando la sua reazione: Max era stato lasciato in ospedale il giorno della fine della guerra, e quindi aveva finito per non essere presente al suo outing pubblico. Il che era un peccato, aveva detto Isabelle poi, perché era una cosa che sarebbe probabilmente stata ricordata per anni e anni; Max si sarebbe mangiato le mani quando avesse saputo di esserselo perso, aveva aggiungo con un ghigno.

Ignaro di avere una sorella decisamente sadica, il bambino continuava a guardare davanti a sé, sorridendo. Teneva la mano di Alec più per abitudine che per vero timore di perdersi nella folla quasi inesistente di Nephilim che li circondava – Alec si chiese se fosse paranoico, o se sguardi straniti e poco amichevoli venissero davvero lanciati in sua direzione di quando in quando.

Che cosa fantastica!” stava intanto dicendo suo fratello; Alec si impose di concentrarsi su di lui e ignorare il resto. “Combattere con il potere di uno stregone! Dev'essere stato favoloso! Avrei voluto farlo anch'io! Peccato fossi ancora ricoverato! Come se ce ne fosse stato bisogno, stavo benissimo!”

Non avresti comunque combattuto, Max, sei troppo piccolo. Avresti dovuto passare sul mio cadavere.”

Max sbuffò.

E comunque non è che sia stato granché entusiasmante: un sacco di gente morta in dieci minuti scarsi che sono sembrati un'eternità,” sospirò, e si chiese se fosse normale sentirsi molto più vecchio di quando erano arrivati in città solo pochi giorni prima. “Davvero, le guerre sono sopravvalutate.”

Suo fratello parve rifletterci attentamente per qualche secondo, poi disse: “Ma combattere con uno stregone, Alec! Uno stregone!” pareva trovare il concetto estremamente importante, e non capiva come Alec non potesse essere d'accordo con lui. “Cielo, avrei tanto voluto provarci! Credi che potrei chiedere a Magnus di farsi fare la runa di Clary, quando porterò i marchi?”

Stavolta Alec rise, scuotendo la testa.

Puoi chiederglielo,” concesse.

Sono tuo fratello! Non mi dirà di no,” alzò lo sguardo verso di lui, gli occhi grigi improvvisamente pieni di dubbio. “Non lo farà, vero? Avete combattuto insieme, siete amici, no?”

Alec non rispose finché non si fermarono davanti alla casa occupata da Magnus, un villino poco lontano dai confini della città: sapeva che le manie di protagonismo dello stregone avrebbero preferito una sistemazione più centrale, ma quelle abitazioni erano state le prime ad essere occupate dai Nephilim rimasti, quindi avevano dovuto accontentarsi. Alec sospettava che Magnus si fosse offerto di sovraintendere l'organizzazione della festa di quella sera come forma di compensazione personale.

Varcarono il cancello aperto, e Alec osservò la porta d'ingresso attentamente, cercando cosa, non avrebbe saputo dirlo, quindi s'inginocchiò davanti a Max e lo guardò dritto negli occhi. Il bambino sbatté le palpebre, perplesso, e all'improvviso gli parve tremendamente importante che anche lui sapesse.

Alec...?”

Magnus non è un mio amico,” annunciò, con foga. “Non esattamente. È il mio ragazzo.”

Max spalancò gli occhi e la mascella gli cadde. Alec deglutì il più discretamente possibile: un conto era l'idea che la sua famiglia potesse non accettarlo, amarlo di meno nel momento in cui avesse saputo che era gay; un altro era vedere quello che temeva di più diventare realtà. E con Max. Alec non avrebbe mai pensato che fosse proprio lui il primo a rifiutarlo; dopo lo stress degli ultimi giorni, non credeva sarebbe riuscito a sopportarlo.

Magnus è il tuo ragazzo?”

... Sì.”

Come Jace e Clary?”

Meno melensi, spero. Ma sì.”

Un'altra pausa. Alec stava già per chiedergli se non preferisse che lo riaccompagnasse a casa, così poi avrebbe potuto trovare Magnus e piangere come un moccioso di cinque anni perché, per l'Angelo, era molto peggio di quanto si era aspettato – quando Max fece qualcosa che non si sarebbe aspettato: sorrise, talmente tanto da fargli vedere i denti, gli occhi brillanti. Era come se i suoi genitori gli avessero appena comprato un'intera fumetteria senza una ragione, per intenderci.

Il tuo ragazzo è uno stregone? Che cosa fighissima!” urlò, e si mise a saltellare sul posto. “Oh, cielo! Oh, cielo! Oh, cielo! Jace dev'essere così invidioso! Clary è fantastica, ma un Sommo Stregone! Miseria!” si interruppe e Alec notò il fratellino fremere, come se l'entusiasmo che provava fosse troppo perché il suo corpo minuto potesse contenerlo tutto.

Sai, non credo di essere d'accordo: scommetto che quella invidiosa è Clary,” Alec si voltò verso l'ingresso, dove Magnus stava appoggiato allo stipite, osservandoli con un'espressione felina in volto. “Insomma, sono talmente meraviglioso, intelligente e pieno di qualità... Jace non può reggere il confronto, diciamocelo.”

Gli occhi di Max raggiunsero dimensioni che Alec non avrebbe mai ritenuto possibile prima che si nascondesse dietro di lui, intimidito. Magnus si chinò davanti alle gambe di Alec, e lanciò al ragazzo uno sguardo divertito prima di rivolgersi al fratellino.

Quindi tu saresti il famoso Max?”

Max si sporse oltre le ginocchia di Alec e aggrottò la fronte, confuso.

Famoso?”

Tuo fratello mi ha parlato un sacco di te,” confermò. “Mi ha anche detto che ti piacciono i fumetti. È vero?”

Altroché!” annunciò il bambino, uscendo del tutto allo scoperto. “Clary mi ha detto che mi porterà nella sua fumetteria preferita quando torneremo a New York! Sarà favoloso! Non vedo l'ora!”

Ma davvero?”

Max annuì.

Anche tu li leggi?”

Uh-uh,” annuì. “Ho una discreta collezione, in effetti. Hai mai letto Spider-Man?”

No!”

Oh cielo, bisogna assolutamente rimediare, allora! Spider-Man è f-a-n-t-a-s-t-i-c-o!”

Max spalancò la bocca e si lanciò addosso allo stregone, tirandogli la maglietta.

Voglio leggerlo subito allora! Posso? Eh? Eh?”

In teoria, Alec sapeva che avrebbe dovuto riprendere suo fratello e ricordargli di comportarsi con un minimo di educazione – e appendersi come una scimmia al braccio di Magnus non era esattamente in linea con l'etichetta, anche se lo stregone rideva di gusto, divertito come poche altre volte l'aveva visto. Razionalmente, Alec ne era consapevolissimo.

Ma, in tutta onestà, non gliene sarebbe potuto importare di meno mentre guardava il suo ragazzo e il suo fratellino parlarsi come se fossero migliori amici di vecchia data, Max che pareva trattenersi a stento dal fiondarsi in casa senza permesso – e Alec pensava fosse più perché non sapeva dove andare esattamente, piuttosto che per semplice vergogna.

Lasciò andare un respiro che non si era nemmeno reso conto di aver trattenuto, e gli vennero le lacrime agli occhi quando Magnus gli fece l'occhiolino, l'espressione ora piena di quella tenerezza che mostrava solo a lui, e iniziò a condurre Max verso la sua destinazione. Non aveva bisogno che glielo dicesse per sapere che lo stregone aveva capito quello che gli passava nella testa, e che era il suo modo per dargli il tempo che gli serviva per riprendersi.

Seguendoli e chiudendo la porta dietro di sé, si rese conto con stupore di sentirsi bene come non gli capitava da tempo.

 

 

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