Anathoran

di Lady_V
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vita di tutti i giorni ***
Capitolo 2: *** Scoperta a scuola ***
Capitolo 3: *** Anathoran ***
Capitolo 4: *** Il gran consiglio ***
Capitolo 5: *** L'Addestramento (prima parte) ***
Capitolo 6: *** L'Addestramento (seconda parte) ***
Capitolo 7: *** La partenza ***
Capitolo 8: *** Nella tana del serpente ***
Capitolo 9: *** Sosta ristoratrice ***
Capitolo 10: *** A spasso tra i giganti ***
Capitolo 11: *** Pericoli a Menar Sir ***
Capitolo 12: *** La prigione dei centauri ***
Capitolo 13: *** Passaggi segreti ***
Capitolo 14: *** Statue di pietra ***
Capitolo 15: *** Alla volta di Sactam Sir ***
Capitolo 16: *** La terra dei nani ***
Capitolo 17: *** Un nuovo amico ***
Capitolo 18: *** Lupi mannari?? ***
Capitolo 19: *** Grida di terrore ***
Capitolo 20: *** Baci serbati e mai dati ***
Capitolo 21: *** Le porte di Shaza ***
Capitolo 22: *** Delusione ***
Capitolo 23: *** Scappa! ***
Capitolo 24: *** Tradimento ***
Capitolo 25: *** Aspettami Caroline! ***
Capitolo 26: *** Battaglia decisiva ***
Capitolo 27: *** Torna da me ***
Capitolo 28: *** Ritorno a Scacco ***
Capitolo 29: *** Arrivederci ***
Capitolo 30: *** Per tutti i giorni della nostra vita ***



Capitolo 1
*** Vita di tutti i giorni ***


Capitolo I
Vita di tutti i giorni
Il Sole era già alto quando Josh scostò le tende.
Quel giorno, per qualche strano motivo, la sveglia non aveva funzionato correttamente, gettando il ragazzo nel panico.
-"Se faccio tardi anche oggi, il professor Van Rienz mi rimanderà a casa" pensava, mentre, ancora assonnato, indossava quella divisa che lo rendeva a tutti gli effetti uno studente della Harlow. Era andato a studiare lì per volere dei suoi genitori e, nonostante volesse far credere il contrario, la cosa non gli dispiaceva affatto. Amava quel college: amava le divise color del cielo,le vetrate finemente decorate, i giganteschi corridoi che separavano le varie aule...Amava il profumo dell'erba tagliata che saliva dall'enorme giardino interno fino alla sua camera al quarto piano. Quella mattina però, non ebbe il tempo di pensare a tutto questo: Il compito di filosofia chiamava.
Si precipitò giù dalle scale, veloce come il vento.
Arrivò in classe giusto un minuto prima del suono della campanella.
-"Che fortuna,stavolta ho rischiato grosso"
-"Decisamente signor White, decisamente"
Si voltò.
Il professore salutò in modo autoritario la classe dalla soglia dell'aula, a pochi passi dal ragazzo.
Josh, dopo averlo salutato imbarazzato, corse al suo posto senza fiatare, sotto lo sguardo della classe che ridacchiava sottomessa.
Non era esattamente quello che poteva definirsi uno studente modello, ma se la cavava praticamente in tutto, tranne che in filosofia. Era sempre stata il suo tallone d'Achille, nonostante le ore passate sui libri, e il suo professore, Joseph Van Rienz ,l'aveva notato da subito, prendendolo di mira come pochi altri.
-"Ma che fine hai fatto? Ti aspettavamo tutti!" gli sussurò all'orecchio Nick, suo compagno di stanza, nonchè suo migliore amico.
-"La sveglia non ha suonato, potevi avvertirmi!"
La conversazione non ebbe modo di andare avanti, in quanto i ragazzi si trovarono il foglio bianco su cui scrivere il saggio prima di poter dire qualsiasi altra cosa.
-"Stavolta ho studiato, posso farcela".
Le due ore previste passarono in meno di quanto si aspettasse.
Josh era sicuro di aver scritto molto più dei suoi compagni, ma non era altrettanto sicuro che quello che aveva scritto andasse bene.
-"Tanto a quello non va mai bene niente" pensava, mentre Nick lo raggiunse al suo armadietto.
-"Hey filosofo! come è andata?"
-"Meglio del previsto...Speriamo bene."
-"Non era difficile, pensa che anche Mc.scemo ha consegnato due intere facciate!"
Richard Mc.Shame era il ragazzo più popolare della scuola.
Capitano della squadra di football, peccava in intelligenza, ma il suo aspetto fisico gli permetteva l'ammirazione di tutte le ragazze. Alto, biondo e con gli occhi azzurri, era praticamente un dio agli occhi di tutte. Persino le professoresse andavano ad assistere alle sue partite ed aveva anche un suo fan club personale.
-"Nick,hai visto Caroline?"
-"Caroline, sempre Caroline! Non ti sei ancora stancato di lei? Lo sanno tutti che ti vede solo come amico! Comunque è lì,ad ammirare Mc. scemo, come tutte le altre"
Josh si voltò e la vide.
Non era la classica ragazza perfetta a cui tutti muoiono dietro.
Caroline era semplice, con capelli castani ed occhi scuri e se ne stava lì, come altre dieci ragazze, ad aspettare il passaggio di Richard nel corridoio. Non era alta e non faceva la cheerleader ma agli occhi di Josh appariva sempre perfetta.
I due si erano conosciuti a scuola e da quel giorno lui non era più riuscito a staccarle gli occhi di dosso: la guardava mentre leggeva, mentre si allenava, mentre si scostava con noncuranza i capelli; ed era convinto che ogni giorno diventasse più bella.
Josh e Caroline erano amici, avevano legato praticamente da subito ma la timidezza di lui non aveva permesso di costruire con lei quel rapporto che avrebbe sperato.
E poi, come gli faceva notare Nick, anche a lei piace Richard.
Il ragazzo si precipitò da lei.
-"Hey Caroline, come è andata?"
-"Ciao Josh!"
La ragazza lo salutò abbracciandolo e posando un leggero bacio sulla sua guancia.
Arrossì.
-"Tutto bene, sono soddisfatta. Tu invece? Pensi di essere riuscito a recuperare?"
-"Ho scritto tutto quello che sapevo, penso di essermela cavata"
Anche una semplice conversazione con lei lo metteva in imbarazzo, ma gli piaceva così tanto il suono della sua voce che avrebbe passato le ore ad ascoltarla
-"Non preoccuparti, secondo me sei andato bene. Hai studiato tutta la settimana, meriti un bel voto"
-"Tu sei sempre più brava di me, ricorda."
-"Oh non esag...Oddio eccolo!"
Richard stava passando nel corridoio con due ragazze a braccetto, con la classica aria da so tutto io che faceva impazzire le ragazze e provocava l'odio dei ragazzi
-"Oh Josh guardalo...Non è perfetto? Cosa darei per essere anch'io al suo fianco come quelle due"
Tu non sai cosa darei io per stare con te, Caroline ,Pensava Josh, mentre studiava il passaggio di quel ragazzo nella speranza di assomigliargli appena un po' per farsi notare agli occhi della ragazza.
-"Guarda che occhi, che fisico, che capelli..."
Cos'ha lui in più di me,COSA?
-"Piace a voi ragazze solo perchè è biondo!" Ribadì il ragazzo
-"Non è assolutamente vero" Ribattè Caroline, con tono un po' offeso "Lui non è come tutti. Guardalo, è perfetto, è...è...Oddio non lo so"
-"Vedi? Non sai neanche tu cosa ci trovi in lui"
-"Taci Josh e pensa piuttosto alla partita di domani"

LA PARTITA DI DOMANI

L'aveva dimenticata! Come aveva potuto?
Josh faceva parte della squadra di basket del college. Era un buon giocatore, tanto che veniva convocato ad ogni partita.
Ma quel giorno la partita di basket cadeva in corrispondenza con quella di football e Caroline aveva deciso di assistere a quest'ultima.
E la cosa gli pesava terribilmente.
Quando glielo aveva comunicato, era come se tutto il mondo gli fosse crollato addosso.
Lei, che era sempre stata lì a fare il tifo per lui, stavolta aveva preferito seguire uno sport che non amava solo per vedere Richard giocare...
-"Hai ragione Caroline, vado ad allenarmi"
Salutò così la ragazza, che a stento gli rispose, troppo impegnata com'era ad ammirare il capitano.
Si recò in palestra.
Fece due tiri ma niente, non riusciva proprio a concentrarsi.
"Richard Mc.Shame, questa me la paghi" pensava, mentre si preparava all'ennesimo tiro libero che sapeva sarebbe andato a vuoto.
-"Oggi non è il tuo giorno, faresti meglio a tornare in camera e riposarti"
Nick lo guardava dagli spalti e Josh si accorse solo dopo le sue parole della presenza dell'amico.
-"Hai ragione tu, non riesco proprio"
-"Dai, rilassati. Non sarò come lei, ma io ci sarò a vedere la tua partita. Come sempre, forza Boston Eagles!"
-"Grazie Nick, sei un amico"
-"Andiamo in camera, il pranzo l'ho preparato io...Pollo e patatine, come piace a te"
-"Spero sia buono o te ne pentirai!"
I ragazzi passarono un paio d'ore così, a mangiare e scherzare, finchè le lezioni pomeridiane non li costrinsero a scendere di nuovo in aula.
Nel pomeriggio si tenevano solitamente le lezioni pratiche ma quel giorno, vista l'imminente partita, Josh e la sua squadra furono richiamati  in palestra dal coach.
 
Mentre era intento a recarsi in campo, sentì qualcuno alle sue spalle ridere di lui.
-"Hey mr. White! domani sarete a corto di spettatori! Verranno tutti a vedere i Big Bang Boston distruggere gli avversari! Anche la tua Caroline stavolta a preferito me! Ma dopotutto c'era da aspettarselo, CHI preferirebbe te a me? NESSUNO. Buona fortuna, PERDENTI!"
-"Questo lo vedremo Mc.Shame, lo vedremo"
La sua testa era piena di insulti magnifici da usare in quel momento, ma la stazza di Richard e dei cinque compagni che lo accompagnavano lo fecero desistere dall'aprir bocca.
Non era mai stato un ragazzo violento, ma la rabbia che gli provocava quel tipo l'avrebbe trasformato nel peggior ragazzo del mondo.
Ma aveva ragione.
Caroline aveva preferito Richard a lui.
Arrivò in palestra, si cambiò e scese in campo, deciso più che mai a farsi valere. In serata si conclusero gli allenamenti e il coach si disse soddisfatto:
-"Possiamo farcela! White, domani giochi tu come capitano, dimostrami cosa sai fare"
Ci mancava solo questa pensò.
Non sono proprio in forma per guidare una squadra...
-"Farò del mio meglio, coach"
Così detto, salutò la squadra e si recò nel suo alloggio.
Era stanco e Nick non era ancora tornato.
Decise di mettersi a letto e di lasciargli un biglietto in cucina per avvisarlo del suo arrivo.
Nick rientrò poco dopo. Cercò l'amico, ma si accorse di un biglietto sul tavolo:

Sono distrutto.
Se ti serve mi trovi nel letto.
-Josh


Ridacchiò e lo raggiunse in camera.
Erano entrambi troppo stanchi per fare qualsiasi altra cosa.
-"Dormi signor White, domani ti aspetta una giornata impegnativa".
 

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Capitolo 2
*** Scoperta a scuola ***


Capitolo II
Scoperta a scuola
Josh non riuscì a chiudere occhio.
Pensava.
Alla partita, al compito di filosofia, alle parole di Mc.scemo…
A Caroline, che aveva preferito la parita di football alla sua.
Caroline!
Cosa avrebbe dato per non essere timido e riuscire a dirle cosa provava davvero. Ma a cosa sarebbe servito? Andavano tutte dietro a Mc.Shame. Che speranze aveva lui di farsi notare da quella ragazza?
Si addormentò che era già l’alba, a meno di due ore dalla sveglia che, ovviamente, non sentì.
Questa volta, però, Nick ebbe il buon cuore di svegliarlo per non fargli fare tardi.
Quella mattina avrebbero avuto matematica, la materia preferita di entrambi: di Josh, perchè era particolarmente portato; di Nick, perché la signorina Rockbell, l’insegnante, era davvero una bella donna. Le facevano la corte tutti i professori e persino alcuni dei ragazzi piu grandi.
Si avviarono insieme verso la classe.
Appena dentro, si sedettero, come al solito, in fondo all'aula e Josh si mise ad osservarla:
Stava parlando con la sua amica Melany, ed era bellissima.
-“Meglio se non ci pensi, amico”. Era Nick.
–“Dopotutto, ha scelto Mc.Scemo”.
Josh si girò verso il suo migliore amico.
Aveva ragione lui, meglio non pensarci.
La mattinata andò anche peggio della notte insonne.
Era distrutto per non aver dormito ma doveva stare attento perchè la Rockbell era sul punto di spiegare un nuovo argomento e la professoressa era tanto bella quanto perfida, visto che rifiutava sempre di rispiegare qualcosa che non era stato capito.
Era terribilmente difficile mantenere la concentrazione.
Che strano disegno quella nuvola fuori dalla finestra… no meglio prestare attenzione alla prof… ma che dicono nell’altra classe?... attenzione, attenzione, attenzione… ma quando finisce la lezione?
Erano solo a metà.
La Rockbell voleva interrogare.
Sperando con tutto il cuore di non sentire il suo nome, Josh fece finta di cercare qualcosa nello zaino.
-“Perché non viene lei, signorina Thompson?-
Caroline si alzò e si avviò verso la cattedra; a Josh venne un tuffo al cuore. Perché doveva essere così bella?
La seguì con lo sguardo fino alla docente e si accorse che un leggero tremolio ricopriva il suo corpo. Era bravissima a scuola, ma aveva paura delle interrogazioni.
Ad ogni modo, non ci furono problemi: l’interrogazione andò alla grande e Caroline ebbe un ottimo voto.
Era raggiante, e Josh si senti sciogliere alla vista di quel sorriso.
-“Ehy, innamorato, guarda che l’ora è finita, dobbiamo andare a Biologia.” Nick lo riportò alla realtà.
Biologia era uno dei pochi corsi che non frequentava la ragazza.
La professoressa DeRing era la docente più spaventosa della Harlow, ma anche la più brava a spiegare.
Josh e Nick avevano finto spesso dei malori per saltare la sua lezione, ma, anche se i ragazzi avevano il sospetto che l’insegnante sapesse dell'inganno, la donna non li aveva mai richiamati.
Forse in fondo, molto in fondo, aveva un cuore anche lei.
Le due ore sembrarono infinite.
Josh accolse il suono della campana come una vittoria dei Boston Celtics contro i Lakers.
I due ragazzi si precipitarono nel loro alloggio per mangiare; nel pomeriggio, non ci sarebbero state lezioni, in vista delle due partite.
Josh scese in palestra.
Fu un colpo per lui vedere che in tutto c’erano una ventina di spettatori. Salutò Nick con la mano e si accorse che, effettivamente, Caroline non si era presentata.
Quanto aveva sperato che fosse uno scherzo.
Andarono a cambiarsi e indossarono la divisa azzurra con l’aquila sul petto. Josh aveva scelto il numero 25, come il giorno di nascita della ragazza.
Iniziò il riscaldamento, e subito si accorse che non era cambiato nulla dal pomeriggio precedente: non centrava un canestro ed era distratto.
Gli avversari, gli Austine Buffalos, erano fortissimi e, finora, risultavano imbattuti. La squadra di Josh, le Boston Eagles, era forte, ma non avrebbe avuto speranza di battere i Buffalos, soprattutto con lo sconforto che la invadeva: persino la loro mascotte aveva preferito andare a vedere il football!
La partita iniziò e, come preannunciato, il coach schierò Josh dall’inizio. Nel primo quarto non ci fu partita.
Dopo quattro minuti gli avversari erano sopra di 12 punti e il ragazzo non toccò palla.
Il coach chiamò un time-out.
-“White che ti succede? mia nonna giocherebbe meglio! Vuoi che ti faccia uscire?”
Cogliendo tutti di sorpresa, Josh annuì e il coach chiamò il cambio.
La squadra si riprese, ma a metà partita era ancora sotto di dieci punti. Venne chiesto più volte al ragazzo di rientrare, ma inutilmente.
Era completamente scoraggiato.
All’inizio dell’ultimo quarto, il risultato era di 58-48 per gli avversari.
Fu allora che la vide.
Era entrata da poco e si era sorpresa di trovare Josh in panchina. Non sapeva neanche lei perché, alla fine, aveva deciso di andare a vederlo. Lo salutò con la mano; Josh scattò in piedi.
-“Coach, voglio entrare!”
-“Era ora, ragazzo mio. Facci recuperare.”
Sperando che Caroline fosse lì a fare il tifo per lui, Josh non sbagliò più nulla.
Ovunque tentasse un tiro, segnava, e in difesa non face toccar palla agli avversari.
Alla fine le Boston Eagles vinsero.
Festeggiarono con i pochi tifosi presenti, ma Josh ignorò tutti, e corse verso la ragazza:
-“Complimenti!” cercò di dire lei, ma non fece in tempo a finire la frase che Josh la abbracciò forte, come non aveva mai fatto.
Quando si accorse che anche lei lo stringeva a sé, divenne completamente rosso e cercò di staccarsi senza farle notare il nuovo colore del suo viso. Fortunatamente, arrivò Nick, che lo colpì fortemente sulla schiena, facendolo girare di scatto.
-“Bravo, alla fine qualcosa la sai fare!”
-“E’ stato bravissimo!” esclamò Caroline, e Josh, sentì la strana necessità di mettersi l’asciugamano sul volto.
-“Senti, Romeo, porta Giulietta a fare un giro, ti aspetto di sopra” disse Nick, allontanandosi.
Il ragazzo si cambiò in fretta e trovò la sua Giulietta ad aspettarlo.
Lei lo prese per mano e lo condusse fuori, facendolo infiammare.
-“Dove andiamo per festeggiare la vittoria?” chiese la ragazza.
-“Ho trovato un posto strano, giù, vicino ai laboratori di Chimica. Vuoi vederlo?”
-“Di che si tratta?”
-“E’ una sorpresa!”
La condusse fino ai laboratori, tramite un grande corridoio decorato con  affreschi. Josh aveva scoperto quel posto per caso, quando aveva dimenticato un libro nel laboratorio numero 1. La condusse di fronte ad una porticina semi-arruginita.
Accese la torcia.
-“Come facciamo ad entrare, Josh?”
-“E’ aperta!”
Spinsero la porta e si trovarono in un grande locale, illuminato solo dalla luce puntata dai due ragazzi.
Avanzarono fino al primo scaffale, stracolmo di libri.
A destra e a sinistra ce n’erano altri.
-“Dove siamo?”. Caroline era emozionata.
-“In una vecchia biblioteca, sotto la scuola. Seguimi!”
La portò in fondo alla stanza.
Lì, si trovava un muro, decorato con un arco bianco, disegnato nei minimi particolari.
Josh prese una pergamena dallo scaffale più vicino e la mostrò alla ragazza. Sul foglio c’erano tre parole.
“Quarto
Settima
Terzo”
-“Cos’è?”
-“Speravo me lo dicessi tu, sei tu quella intelligente, qui”
-“Sembrano istruzioni”
-“Per cosa?”
-“Se lo sapessi non ti avrei portata qui!”
-“Scusa!”
Allora...
Caroline stava pensando.
-“Potrebbero essere istruzioni per trovare un libro: quarto scaffale, settima fila, terzo libro.”
Cercarono il quarto scaffale, ma non fu facile trovarlo: erano davvero tanti gli scaffali lì.
Alla fine lo raggiunsero. Alla settima fila c’erano solo fogli.
Presero il terzo.
Caroline lo lesse ad alta voce:
-“Aranhòn! Che vuol dire?”
Appena ebbe pronunciato quella strana parola si udì un boato provenire dal fondo della biblioteca:
l’arco disegnato uscì dal muro, diventando reale.
Si illuminò lo spazio sottostante e, al di là dell’arco, dove prima c’era il muro, si intravide qualcosa.
-“Che si fa?” Caroline era stupita e spaventata.
-“Io entro, sono curioso!”, disse Josh, piuttosto convinto
-“No, ti prego!”
Ma il ragazzo già era entrato.
Si fermò a pensare sul da farsi, poi si decise, e attraversò anche lei il passaggio.
-“ Aspettami!”

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Capitolo 3
*** Anathoran ***


Capitolo III
Anathoran

-“Aspettami,vengo con te!”
-“Sei sicura? Potrebbe essere pericoloso… Non sappiamo cosa ci sia al di là di quest’arcata…”
-“Non m’importa, non puoi lasciarmi qui”
-“Allora sbrigati”
Josh le tese la mano.
Lei la strinse e, con la stessa lentezza con la quale erano entrati in quella specie di biblioteca, si diressero verso quello strano luogo da cui proveniva una luce sempre più forte.
Fu un attimo.
Tutto intorno a loro divenne dello stesso colore.
-“Cosa sta succedendo?”, chiese la ragazza.
-“Non lo so, ma non possiamo fermarci ora… Mi sembra di vedere qualcosa laggiù”
Continuarono ad avanzare in un vortice di luce quando, all’improvviso, il bagliore venne meno e i due riuscirono a farsi un’ idea dell’ambiente circostante.
Poi, così come era apparso, il varco scomparve.
-“Josh! Oh, grazie al cielo sei vivo!”
-“Caroline! Stai bene? Cosa è successo? Dove siamo?”
-“Non lo so Josh, non lo so... Può sembrare surreale, ma credo si trattasse di un passaggio...”
-“Un passaggio? All'interno di una biblioteca scolastica? E per dove?”
-“Smettila di fare domande! Cosa vuoi che ne sappia io? Qualcosa mi dice che siamo stati degli sconsiderati, voglio tornare alla Harlow…”
I due ragazzi erano nel bel mezzo di quello che, a prima vista, appariva come un immenso giardino reale.
Fiori mai visti crescevano su alberi dai colori sgargianti; l'erba, di un verde acceso, aveva la consistenza dell'ovatta e, a guardarle, le nuvole sembravano danzare nel cielo.
Fu allora che lo vide.
Un palazzo di dimensioni enormi si stagliava sul fondo di un curatissimo viale costeggiato da pietre bianche e nere, quasi come a formare una scacchiera sui lati del suddetto.
-“Potremmo andare a chiedere informazioni!”
L'idea di Josh non era del tutto insensata, ma la ragazza lo portò a riflettere:
-“E se ci ammazzassero? Non sappiamo nulla degli abitanti di questo posto! Potrebbero scambiarci per nemici! Con calma, riflettiamo!”
I due passarono in silenzio i successivi venti minuti, finché il ragazzo scattò in piedi:
-“Senti, non vedo altre soluzioni...Io vado”
-“Al massimo ANDIAMO”
-“Hai cambiato idea? Vuoi venire con me?”
-“Non posso mica restare qui da sola! Non avrebbe senso!”
Si incamminarono, ma la loro strada si rivelò più corta del previsto.
Dopo aver percorso all'incirca quindici metri, i ragazzi vennero avvicinati da una figura che non riuscirono subito ad identificare, ma che a primo impatto aveva l’aspetto di  una loro coetanea.
La vicinanza permise a Josh di analizzare più da vicino quel personaggio.
Era una ragazza, all'incirca della sua età, con lunghi capelli biondi che avvolgevano il suo profilo e che terminavano in ciocche di un color rosa acceso.
Era magra, alta e slanciata.
Indossava un vestito color del mare che si sposava perfettamente con il colore dei suoi occhi.
-“Se volte seguirmi, avrete tutte le informazioni che desiderate”
Rimasero come impietriti.
Non solo la ragazza parlava la loro lingua ma, come se avesse letto loro nel pensiero, sapeva esattamente cosa stessero cercando.
Josh si avvicinò all'amica e, sottovoce, le disse:
-“Non abbiamo altra scelta Caroline, stammi vicina”
Questa non se lo fece ripetere due volte e strinse forte la sua mano.
Avvampò.
Seguirono la misteriosa ragazza verso l'ingresso del palazzo reale.
Josh era spaventato ma, allo stesso tempo, eccitatissimo: aveva sempre amato l'avventura e questa sembrava l'occasione della sua vita per sentirsi l'eroe che non era mai stato e, chissà, forse anche per farsi notare da lei.
-“Da questa parte”
La ragazza indicò loro la strada per raggiungere il castello.
L'ingresso era imponente.
Due enormi colonne d'avorio inauguravano l'ingresso di quello che, dall'interno, sembrava un salone preso direttamente dai libri di favole: pareti decorate con le più belle tonalità del blu facevano da sfondo ad un arredamento di un rosa pallidissimo degno delle migliori famiglie reali.
-“Josh, guarda su!”
Un soffitto stellato e finemente decorato completava il maestoso insieme.
-“Prego,accomodatevi: siete i benvenuti”
I due si avvicinarono titubanti ad un divanetto posto a pochi passi da loro e, dopo essersi guardati per cercare conferma l'uno nell'altro, si sedettero.
-“Io sono Sharendallà, principessa del regno di Scacco e, adesso, vi trovate all'interno del mio palazzo. Se non sbaglio, siete giunti qui attraverso un passaggio preceduto da un'arcata, giusto?”
Annuirono sbalorditi.
-“Quel passaggio fu creato dai miei antenati prima ancora che io nascessi. E' rimasto inattivo fino ad oggi.”
Poi si rivolse alla ragazza, che scattò sull'attenti:
-“Potresti ripetere la parola che hai pronunciato prima che il varco si aprisse?”
-“Ehm…Era qualcosa del tipo… Ci sono:Aranhòn!”
-“Allora sei stata proprio tu a riaprire il legame tra i due mondi. Devi sapere, che Aranhòn è il termine elfico che i miei avi scelsero per l'apertura del passaggio”
-“Tutto questo è assurdo!”
Caroline scattò in piedi sotto lo sguardo stupito di Josh.
-“Che ci facciamo noi qui? Come faremo a tornare a casa?”
-“Calma ragazza mia, ero sul punto di spiegarvi anche questo. Siete qui perchè siete stati scelti...”
-“Scelti?!? E per cosa?”
-“Siamo in pericolo: Il segreto che regola l'equilibrio dei due mondi, Anathoran e Carenthoran, è stato rubato e se non verrà recuperato cose terribili accadranno”
-“Anàathoran? Carenthoran??”
-“Il mio e il vostro mondo, per capirci..”
-“Basta, non ne posso più di queste storielle per bambini, io me ne vado”
-“Caroline aspetta!”
Josh tentò di fermarla, ma la ragazza era già corsa via.
-“Non siete costretti”, proseguì Sharendallà, “Avete una notte di tempo per rifletterci; ho già predisposto delle camere per voi. Mi darete una risposta domani. Se rifiuterete, farò in modo di riportarvi a casa.”
-“Ci penseremo, è una grande responsabilità.”
-“Ne sono consapevole ragazzo, ma siamo tutti in pericolo.”
Josh si congedò e corse verso l’amica:
-“Caroline! Ti sembra il modo di rivolgersi ad una principessa?!?”
-“Josh, tu non capisci: è tutto un inganno! Sveglia! Le principesse e i regni in pericolo esistono solo nelle favole!”
-“Caroline...Per favore...”
La ragazza si gettò tra le sue braccia.
-“Ho paura. Voglio tornare al college…”
Josh si accorse che alcune lacrime iniziavano a rigarle il volto; non poteva vederla così.
-“Caroline ascolta: Sharendallà ha detto che non siamo obbligati: Se vogliamo, domattina potremmo tornare a casa...Ma ti prego, pensaci! Anche il nostro mondo potrebbe essere in pericolo!”
-“Josh, non lo so...”
Il ragazzo la guardò e passò le dita sulla guancia di Caroline
-“Non serve piangere, vieni con me: ci sono delle camere per noi, andiamo a riposarci. Domani, se vorrai, ci faremo riportare al college...ok?”
Annuì.
I due tornarono al palazzo e trovarono ad attenderli quello che aveva tutte le carte in regola per essere un elfo:
-“Sharendallà mi ha già spiegato tutto. Prego, se volete seguirmi…”
Li guidò fin sulla cima di un’imponente scalinata e poi lungo una serie di infiniti corridoi:
-“Queste sono le camere che abbiamo predisposto per voi. Per qualsiasi problema venite a cercarmi, io sono Rehan.”
I due ringraziarono cordialmente l’elfo, che, sorridendo, si allontanò.
-“Bene Caroline, io dormirò qui. Se hai bisogno, sai dove trovarmi”
-“Buonanotte Josh”
La ragazza salutò il suo amico con un bacio sulla guancia e chiuse la porta dietro di se. Lui, invece, restò immobile a riflettere
Era l'occasione della mia vita, ma non posso obbligarla...Domattina torneremo alla vita di tutti i giorni...Meglio non pensarci...
Entrò nella sua camera e si addormentò quasi subito: aveva bisogno di riposare.
La notte passò più in fretta del previsto ma Josh, stavolta, non venne svegliato nè dalla luce del Sole nè dal suo amico Nick.

-“Josh! Josh! Sei sveglio? Vieni ad aprire dai!”
Il ragazzo, ancora assonnato, si diresse verso la porta:
-“Buongiorno Caroline, dormito bene?”
-“Benissimo!”
-“Sono contento...Pronta per il rientro?”
-“Rientro? Quale rientro?”
-“Come scusa? Non ricordi? Ieri mi hai detto che volevi tornare al college! Dai, preparati che andiamo a dirlo a Sharendallà...”
-“Ma sei impazzito? Ho cambiato idea!”
Il ragazzo era sbalordito.
-“Davvero? e come mai?”
-“Beh… Ricordi? Oggi a scuola ci sarebbe stata la prova fisica...So che per te non è un problema ma io...”
Josh scoppiò a ridere e la abbracciò forte.
Una volta staccatosi da lei, la guardò negli occhi e le disse:
-“Allora,sei pronta per salvare non uno, ma ben due mondi?”
-“Pronta!”.



 

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Capitolo 4
*** Il gran consiglio ***


Capitolo IV
Il Gran Consiglio
La principessa non sembrò affatto sorpresa quando li vide arrivare, come se sapesse già in anticipo che avrebbero accettato. Semplicemente, sorrise ai due ragazzi e chiese loro di raggiungerla nel pomeriggio in giardino, presso l’enorme fontana a forma di drago.Caroline decise di aspettare nella sua stanza, mentre Josh passò tutta la mattinata a curiosare nel castello, a vedere le stranissime sculture di quel luogo e ad ammirare gli splendidi affreschi che decoravano i vasti saloni.
Il castello era grandissimo e il ragazzo dubitava che sarebbe riuscito a visitarlo tutto in così poco tempo. C’erano centinaia e centinaia di stanze, grandi e piccole, tutte diverse tra di loro.
Ad un certo punto, Josh capitò in un’ala del castello molto grande. Era anticipata da un gigantesco arco in legno di quercia, su cui era inciso:
Sala Delle Armature e Delle Armi
Il ragazzo non stava più nella pelle dall’emozione ed entrò, senza pensarci due volte. Non se ne pentì.
In quella stanza enorme c’erano migliaia di armi, attrezzi da guerra, strumenti da assedio e, soprattutto, armature. Queste ultime lo incuriosirono molto: ce n’erano di grandissime, dotate di possenti ali di metallo e di piccolissime, che sembravano fatte per bambini; alcune erano metà rivestitura per cavallo e metà armatura per uomo.
-“Ti piacciono?” disse una voce soave di donna, che lo fece sussultare.
Josh si era completamente perso nell’ammirare quelle bizzarre quanto belle armature, che non si era accorto dell’arrivo della principessa.
-“Io… si… molto…”  voleva dire qualcosa che colpisse la principessa , ma non gli venne niente.
Poi fece una domanda che gli premeva da quando l’avevano conosciuta:
-“Sharendallà, perché ti chiami così?”
-“Tu perché ti chiami Josh?”
-“No, nel senso perché questo nome così…”
 il ragazzo non voleva sembrare sgarbato
-“ insolito?
La principessa sorrise. Era davvero bellissima.
-“E’ elfico me lo ha dato mia madre, vuol dire Raggio di Sole
-“Tu sei un elfo?”
-“Per metà. Mia madre era un elfo, mio padre un uomo”
-“Wow”
La principessa guardò un mastodontico orologio appeso alla parete dietro di loro, poi disse, con la sua voce di sempre:
-“Meglio andare, è quasi ora di pranzo!”
Per la prima volta da quando si erano conosciuti, Josh si era per un attimo dimenticato di Caroline, ma quando la raggiunse, nella sala da pranzo, la trovò splendida come non mai e arrossì addirittura per il sorriso che la ragazza gli rivolse.
Il pranzo era tanto buono quanto strano: pietanze mai viste sfilavano una dietro l’altra, senza sosta, tanto che Josh, che, seppure magro, adorava mangiare più di ogni altra cosa al mondo, non riuscì a finire il dolce.
Dopo pranzo, i due ragazzi avrebbero voluto tanto riposarsi, ma la principessa li portò fuori, verso la grande fontana. Non erano diretti proprio lì, ma ad una grande tavola di pietra a cui erano già sedute diverse persone. L’attenzione di Caroline fu attratta da un elfo alto e bello, mentre, quella di Josh, da quattro strani individui alti e molto grassi, tutti pelati e identici l’un l’altro, se non per un simbolo di colore diverso che ognuno portava sulla propria casacca.
Sharendallà si avviò verso un grande scanno di pietra che si trovava ad un capo della tavola, invitando i due ragazzi ad occupare i due posti alla sua destra e alla sua sinistra. Poi parlò:
-“Stregoni del Nord” disse, mentre un gruppo di vecchi dall’aria poco socievole si alzava a salutare la principessa.
-“Elfi”. Stavolta ad alzarsi furono bellissimi elfi dai lunghi capelli.
-“Nani”. Adesso si alzarono, anche se non si notò la differenza, omuncoli non più alti di un metro, con capelli ricci e folte barbe.
-“Guardiani del Libro”. I quattro strani panciuti salutarono goffamente.
-“E Troll della Buona Fazione”. Ad alzarsi furono cinque esseri che erano tutti più di tre metri, che grugnirono il loro saluto.
-“Josh, Caroline, benvenuti al Gran Consiglio del Regno di Scacco. Oggi si deciderà il destino del nostro mondo, Anathoran, e del vostro, Carenthoran.”
Mentre la principessa parlava, Josh notò una strana figura incappucciata, che non era stata presentata, che li scrutava con grande attenzione. Il ragazzo si sentì a disagio e si girò verso Sharendallà, che stava continuando:
-“Noi crediamo che voi siete stati mandati qui per adempiere ad una profezia di moltissimi secoli fa. Questa, diceva che se un giorno il Libro dell’Equilibrio, il volume che contiene tutto il sapere dell’universo, fosse stato sottratto a noi, a ritrovarlo sarebbero stati due giovani di un altro mondo. Noi non capimmo il significato di questa profezia, fino al giorno nel quale siete sbucati da quel vortice, nel giardino del mio palazzo.”
-“Un momento, un momento”, intervenne Caroline, “quindi noi dobbiamo recuperare un libro rubato da chissà chi, solo per una profezia?
-“Umani, proprio codardi come si dice”  borbottò un elfo ad alta voce. Josh lo avrebbe picchiato volentieri.
-“Si”,continuò la principessa,“ ma non prima di avervi addestrati.”
-“addestrati…?” Caroline era esterrefatta.
-“Esattamente: tu diventerai una Guerriera e il tuo amico qui presente diverrà un Mago.”
-“Forte!” l’idea di quell’avventura le piaceva sempre di più.
-“Bene, ora vi presento Nano, Passo, Tasso e Piripicchio, i guardiani del Libro” disse, indicando i quattro goffi esseri. “vi insegneranno tutto quello che dovete sapere sul Libro e sul mago che lo ha rubato, Thalafem. Ma prima, avrete bisogno di una guida. Chi vuole accompagnarli?”
Nessuno si mosse, tranne un elfo più alto degli altri, che aveva uno sguardo fiero e coraggioso.
 “Li scorterò io”
-“Bene”, disse Sharendallà, “Quasi ci speravo, Felmahat, Occhi d’Argento.”
In quel preciso istante, si alzò anche uno dei troll presenti all’assemblea e, con il suo grugnito gutturale, disse:
-“Anche io viene con voi”
Josh ne fu felice:
 -“Ottimo, lo volevo un bestione con noi. Come ti chiami?”
Il troll si stupì:
 -“Noi no nome, no da nome a cuccioli come uomini o elfi o altre creature.”
-“Ma non posso chiamarti sempre ehi troll, è brutto… Da oggi sarai… Grugno. Ti piace?”
-“Si” grugnì il troll, estasiato-“Grugno è bel nome. Ora io è Grugno!” e per la contentezza stritolò Josh in un abbraccio a tutta forza
Si intromise la principessa: “Bene, la partenza è tra un mese esatto. Josh, Caroline, seguitemi.”
-“Dove andiamo?- chiese Caroline, curiosa.
-“Dai vostri Maestri!”

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Capitolo 5
*** L'Addestramento (prima parte) ***


Capitolo V
L’addestramento (prima parte)
I tre si diressero, per la prima volta da quando Josh e Caroline erano arrivati, al di là del palazzo.
Percorsero un lungo viale alberato fino a raggiungere un bivio: Presero la destra.
Josh continuava a chiedersi quando sarebbero arrivati, mentre Caroline osservava tutto minuziosamente, stupendosi, ad ogni passo, per qualche nuovo particolare.
Finalmente, Sharendallà si fermo:
-“Josh, in quella casupola vive il vecchio mago Xester. Ho già provveduto ad avvisarlo del tuo arrivo. Buona fortuna.”
Il ragazzo era abbastanza teso ma, allo stesso tempo, emozionato.
-“Grazie mille, ne avrò bisogno”
-“Aspetta!”
Caroline lo fermò e lo abbracciò. Josh ricambiò l’abbraccio, stringendola a se e accarezzandole i capelli;
-“Quando ci rivedremo?”
Questa volta rispose la principessa:
-“Passerò a prendervi stasera, fatevi trovare pronti”
i ragazzi annuirono.
Josh si allontanò e le due ragazze si diressero verso nord, dove un enorme palazzetto si stagliava contro l’orizzonte
-“Caroline, quella è una palestra da addestramento. Una volta dentro, chiedi di Serit”
La ragazza ringraziò e corse incontro alla struttura.
Nel frattempo, Josh aveva già fatto conoscenza del suo istruttore: Un omone alto e anziano, con lunga barba e capelli bianchi.
Una specie di Gandalf, ottimo! Pensò, mentre il vecchio lo mise dinnanzi ad un grosso e pesante libro:
-“Ragazzo, qui sono contenute le basi della magia. Dovrai leggerlo prima del tramonto, o non avremo abbastanza tempo”
Ma è pazzo?? È impossibile! Pensò, ma non si perse d’animo e iniziò a leggere. Capiva poco e niente di ciò che vi era scritto, e il mago non accennava a volerlo aiutare.
Caroline intanto era entrata nella palestra. Un ragazzo poco più grande di lei, con lunghi capelli neri e occhi verde smeraldo, la attendeva
-“Sono Serit, tu devi essere Caroline!”
La ragazza annuì. Lo trovava bellissimo, ma non poteva perder tempo ad ammirarlo.
-“Cominceremo da subito. Ti avverto, sarà dura. Probabilmente questa sera non ti sentirai più le ossa. Accetti?”
Caroline era un po’ spaventata da quelle parole, ma non si tirò indietro.
-“Sono pronta”
Le ore passarono e, mentre Josh era ancora intento a leggere il pesantissimo libro, Caroline era distrutta: Serit l’aveva fatta correre, arrampicare, strisciare, saltare e picchiare e non accennava a voler smettere di farlo.
-“Riposati un po’, riprenderemo tra qualche minuto”
La ragazza si accasciò al suolo.
Cavolo, diventare una guerriera non è cosa da poco! Pensò.
Poi si ricordò di Josh.
Chissà cosa stava facendo, se si stava divertendo, se era stanco quanto lei…Infondo le mancava. Erano stati insieme praticamente sempre da quando si trovavano a Scacco e la sua lontananza le pesava…
-“Allora, sei pronta?”
Di già?ma non si ferma mai??
-“Eccomi!”
Josh nel frattempo continuava a leggere… Non si spiegava il perché di tutte quelle inutili informazioni sulla storia della magia ma continuava a sfogliare le pagine.
Iniziava a dubitare anche che Xester fosse un vero mago…
Finalmente, il libro finì, e il ragazzo tirò un sospiro di sollievo.
-“Allora ragazzo, hai finito?”
-“Si. L’ho letto tutto”
-“E cosa hai imparato?”
Il ragazzo rabbrividì. Si sentì come ad una di quelle interrogazioni di Joseph Van Rienz.
Decise di non mentire.
-“Io..Io non lo so”
Il mago lo guardò perplesso, e lui riprese:
-“Non ho capito nulla di ciò che vi era scritto…Mi dispiace.”
Xester rise.
-“Hai superato la prova.”
Josh era perplesso.
-“Come, scusi?”
-“Hai superato la prova. Vedi ragazzo, la sincerità è alla base della magia. L’onestà racchiude un tassello importante per questa arte. Senza di essa, un mago non può essere tale. Per oggi abbiamo finito. Dimentica tutti quei nomi e quelle formule, domani cominceremo sul serio.”
Josh avrebbe voluto prenderlo a pugni.
Tutta quella fatica…per niente!
Era arrabbiato ma, allo stesso tempo, sentiva di avere una grande responsabilità su di se. Forse Xester voleva solo testarlo, capire se fosse degno dei suoi suggerimenti… In ogni caso, aveva superato la prova e mancavano ancora poche ore al tramonto.
Josh decise di andare a vedere gli allenamenti di Caroline.
Salutò Xester e si diresse verso la palestra.
Quello che vide lo fece rabbrividire ma, allo stesso tempo, lo stupì.
Un enorme salone con armature simili a quelle del palazzo reale, si stagliava davanti ai suoi occhi. Al centro, un ragazzo muscoloso si batteva contro la sua Caroline. Josh era quasi sicuro che la ragazza non avesse mai impugnato una spada, ma non se la cavava male.
Era piena di graffi e tagli, ma non accennava a fermarsi.
Avrebbe voluto sbriciolare di botte quel tipo solo per le ferite che le aveva procurato ma strinse i denti: alla fine era solo un allenamento.
I due si fermarono. Caroline cadde in ginocchio.
Serit le tese la mano:
-“Sei stata brava, per oggi abbiamo finito. Meriti di riposarti”
La ragazza annuì, ma rimase ferma al centro del campo di battaglia. Josh le corse incontro, preoccupato.
-“Caroline!”
La ragazza lo sentì e si alzò per andargli incontro, ma sue le forze vennero meno e cadde di nuovo.
-“Piano piano! Ci penso io, sta ferma.”
Josh la fece alzare e se la caricò sulla schiena. Si precipitarono fuori dalla palestra, dove Sharendallà li attendeva.
-“Torniamo al palazzo; avrete tutto il tempo di parlare dopo la cena.”
Al richiamo degli elfi, Josh scese per riempirsi la pancia, ma Caroline non fece altrettanto: era troppo stanca per muovere un solo dito.
Il ragazzo, dopo essersi riempito per bene, chiese il permesso di portarle qualcosa e, adagiate su di un vassoio delle migliori pietanze, si avviò verso la camera della ragazza.
Lo fece entrare e fu sollevata nel vederlo.
-“Scusa Josh, ma non avevo proprio le for..”
La zittì con un dito.
-“Non dire niente, ho capito. Piuttosto, mangia: hai bisogno di riprenderti.”
Caroline ripulì il vassoio, mentre Josh la guardava.
Avrebbe voluto prendere tutti i dolori del suo corpo e farsene carico ma non poteva. Si limitava quindi a tenerle la mano.
-“Ora riposa, ne hai bisogno. Domani si ricomincia”
La ragazza si gettò rassegnata sul cuscino.
Josh si alzò e si allontanò, dirigendosi alla porta.
-“Aspetta!” Quelle parole lo bloccarono.
-“Dimmi”
-“Grazie.”
Il ragazzo sorrise e arrossì
-“Ci vediamo domani, buonanotte”
-“Buonanotte.”
 

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Capitolo 6
*** L'Addestramento (seconda parte) ***


Capitolo VI
L’addestramento (seconda parte)
La mattina dopo Josh fu svegliato da un elfo. Sembrava familiare, ma dove lo aveva già visto?
-“Dal tuo sguardo deduco che da ieri ti sei già dimenticato di me. Non fa niente. Sono Felmahat, ricordi?- e sorrise. Un sorriso inquietante, che non si estese ai suoi gelidi occhi d’argento.
-“Scusa, Felmahat, ma mi sono appena svegliato e dovrei mangiare una ventina di cornetti per svegliarmi.-
-“Capisco. Qualunque cosa siano questi cornetti, preparati, è pronta la colazione, poi inizierai la tua vita di Apprendista.
-“Ok, vado a svegliare Caroline e…-
Ma l’elfo lo interruppe:-“Non ce n’è bisogno, è arrivato Serit all’alba e l’ha svegliata. Sono già tre ore che si allenano in palestra.”
-“COSA? Ma quel coso è pazzo. Ora vado a dirgliene quattro.”
-“Prego, fai pure, poi mi toccherà raccogliere ciò che rimarrà di te.”
Josh si rassegnò e scese a fare colazione. Non mangiò molto, intento com’era a pensare a Caroline. Finito di mangiare, si avviò verso la casa di Xester. Fece il giro lungo, per passare dalle palestre. Riuscì a vedere Caroline, già distrutta dall’intensissimo allenamento di Serit, ma tenace e decisa e, soprattutto, bella come mai prima di allora.
Finalmente, arrivò da Xester. Questi lo salutò con calore e lo fece accomodare.
-“Bene, figliolo, preparati per la Prova.”-
-“Prova? Non era quella di ieri la prova, scusi?-
-“Prima cosa dammi pure del tu, perché sono il tuo Maestro e lo sarò per altri ventotto giorni. Poi, quella di ieri era solo la prova della sincerità, oggi farai quella dell’Elemento. Devi sapere che in natura ci sono quattro Elementi Fondamentali: Acqua, Fuoco, Terra e Aria. Tu dovrai imparare a padroneggiarli tutti, ma ce n’è uno, il tuo Dharim, che è quello in cui sarai più potente. Ogni essere vivente ha un Dharim, ma quasi nessuno sa usarlo, solo i maghi. Ora, la Prova dell’Elemento, ci permetterà di scoprire il tuo.-
Mentre Josh ascoltava rapito la spiegazione del mago, Caroline si stava allenando da diverse ore all’uso dell’arco in movimento. Ad un certo punto, durante un tiro particolarmente difficile, aveva creduto di aver visto Josh guardarla dal fondo dell’arena e si era distratta un attimo, cogliendo tuttavia il centro perfetto del bersaglio per la prima volta in tutta la mattinata. Da allora si concentrava sull’amico (che forse iniziava a considerare più di un amico) ogni volta che doveva tirare, accorgendosi che, così, non sbagliava un colpo.
Serit la fece fermare solo a ora di pranzo, per mangiare un boccone, e la fece subito ricominciare, provando diverse armi. Caroline non ce la faceva più, ma strinse i denti. Aveva preso questa decisione e non avrebbe mollato per nessuna ragione al mondo.
Intanto, Josh si preparava alla Prova dell’Elemento. Xester lo fece sedere a gambe incrociate in mezzo ad un cerchio di dodici pietre, ognuna con uno strano disegno sopra.
-“Questi segni sono i Dodici Simboli del Potere, che, messi nel modo sbagliato, potrebbero distruggere tutta Scacco nel giro di tre secondi.-
-“Bene, Maestro, grazie per l’incoraggiamento.-
-“Se c’è una cosa che non sopporto è l’ironia, quindi, ragazzo, fai di nuovo l’ironico e ti trasformerò in una mucca con la testa al contrario. Per la Prova… chiudi gli occhi e concentrati su ciò che desideri più al mondo.”
Josh eseguì. Cosa desiderava di più al mondo?
Facile.
Nella sua mente cominciò a delinearsi la figura di Caroline. Gli sorrideva e si avvicinava. Era vicinissima. Piano piano le loro labbra si incontrarono…
-“Complimenti, Josh, guardati la mano.
A malincuore il ragazzo aprì gli occhi. Ciò che vide lo lascio sorpreso. La sua mano destra era completamente avvolta nelle fiamme.
-“Bene, bene, bene, il tuo Dharim è il Fuoco. Adesso possiamo cominciare l’addestramento vero e proprio.
Per tutti i giorni successivi i due ragazzi si vedettero poco e niente, per lo più all’ora dei pasti. Josh imparò a padroneggiare i Quattro Elementi e Caroline l’utilizzo di tutte le armi e le tecniche di combattimento.
I ventotto giorni passarono velocemente.
L’indomani sarebbero partiti.

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Capitolo 7
*** La partenza ***


Capitolo VII
La partenza
Quella mattina, Josh e Caroline furono svegliati di soprassalto.
Al castello, infatti, un gran baccano riempiva i corridoi: Elfi, nani e troll si aggiravano per le varie stanze, come in cerca di qualcosa andato perduto.
Erano tutti lì per la partenza.
Josh era teso ma, allo stesso tempo, sicuro di se.
Non si considerava un mago provetto, ma, in quel mese di insegnamento, aveva imparato molto. Sapeva dominare il fuoco, illuminare ambienti oscuri, curare le ferite superficiali e aveva appreso altre dozzine di trucchetti, che avrebbero reso il viaggio di certo più semplice.
Caroline invece non era cambiata molto. L’allenamento non le aveva forgiato un fisico tutto muscoli, ma era di sicuro più rapida e scattante di un tempo.
Il ragazzo preparò il suo bagaglio. Ci mise dentro solo lo stretto necessario: Coperte, medicinali, qualche boccone e alcune pietre donategli da Xestrer. Se lo caricò sulle spalle e andò a cercare la ragazza.
-“Ma dove si sarà cacciata?”
Josh non riusciva a trovarla.
Gira e rigira il palazzo, alla fine la vide nella sala delle armi, tutta concentrata su di una parete.
-“Caroline! Ti ho cercata ovunque!”
-“Oh ciao Josh! Scusa, ma non so proprio cosa scegliere… Mi aiuteresti?”
Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte e si avvicinò a lei.
-“Pensavo… Sarebbe meglio un’ascia o una spada? Una palla chiodata o un pugnale?? Oh Josh sono così confusa…”
Nel preciso istante in cui la ragazza smise di parlare, Josh sentì una strana presenza alle loro spalle. Una figura incappucciata li aveva raggiunti e si avvicinava a loro con una certa fretta. Era quasi sicuro di aver visto quella persona al consiglio, un mese prima.
La figura incappucciata si scoprì.
Una donna di una certa età uscì fuori da quell’enorme cappuccio. I suoi capelli bianchi le caddero sulle spalle, mentre se li sistemava.
Poi la donna parlò:
-“Ragazzi, oggi è il gran giorno. Io sono Varan, e sono venuta ad augurarvi la buona fortuna. Inoltre, ho portato una cosa con me.”
La donna estrasse da una bisaccia una vecchia fodera dalla quale spuntava una lama blu affilata
-“Caroline!”
La ragazza scattò sull’attenti.
-“Si?”
-“Questa è un regalo per te. La spada dei miei antenati è stata forgiata da uno dei materiali più resistenti di questo mondo, ma fa attenzione: è molto affilata.”
Così detto, porse la spada alla ragazza e si allontanò.
-“Beh, ora non avrai più dubbi sulla scelta dell’arma!”
Josh sorrise, mentre vedeva gli occhi della ragazza brillare.
Era così bella…
Aveva accorciato i capelli alla meno peggio vista l’imminente partenza, ma non li aveva tagliati poi così corti… Per il resto, era identica al giorno dell’arrivo ad Anathoran. Solo i vestiti erano cambiati: ora, indossava una specie di tuta che dava l’aria di essere super resistente. Chissà che ne aveva fatto della divisa scolastica!
Mentre era immerso nei suoi pensieri, Josh non si accorse che la ragazza lo stava osservando:
-“Però, carini i suoi capelli… Dovrebbe farseli crescere più spesso..”
Non ebbe tempo di pensare altro, poiché il suo amico si rese conto di avere i suoi occhi puntati addosso.
-“Cosa c’è? Come mai mi guardi?”
-“No nulla… Non preoccuparti…”
-“Sei sicura che vada tutto ok? Dai, penso di essere stato abbastanza buono da meritarmi la tua fiducia…Mi dici cos’hai?”
-“Josh… io…”
-“Tu…?”
Nella testa del ragazzo circolavano le idee più strane…
Forse vuole dirmi qualcosa su di lei! Forse sta male... O forse... No Josh,no! Come ti è venuto in mente... Chissà forse vuole solo...
I suoi pensieri furono interrotti dalle braccia di Caroline, cha avvolgevano il suo corpo.
-“Ho un po’ di paura… Ecco tutto.”
Il ragazzo la strinse forte. Poi prese il suo volto tra le mani e la guardò.
-“Anch’io, ma non sono solo. Ci sei tu, e io sono con te.”
-“Abbracciami Josh”
Il ragazzò annuì e la portò verso di se. Rimasero abbracciati per un tempo che egli non seppe calcolare, fino a quando, Grugno li trovò”
-“Ragazzi, noi partire… ORA!”
-“Arriviamo!”
I due si precipitarono fuori dal castello, dove trovarono i loro compagni di viaggio ad attenderli.
Felmahat e Grugno li guardarono e sorrisero.
“Bene, allora si parte!” disse l’elfo, eccitatissimo.
-“Mi raccomando”
La voce di Sharendallà risuonò;
-“Fate attenzione, e portate a termine la missione. Faremo il tifo per voi.”
Josh si guardò un po’ intorno.
C’erano proprio tutti!
Troll, stregoni, nani, guerrieri, guardiani del libro… Persiono Xester e Serit erano presenti!
I quattro risposero frettolosi alle domande che venivano loro poste. Poi, senza molti giri di parole, salutarono e si misero in viaggio.
Da allora, il viaggio si sarebbe fatto interessante.
 
 

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Capitolo 8
*** Nella tana del serpente ***


Capitolo VIII
Nella tana del serpente
Caroline si svegliò di soprassalto.
Come al solito, Grugno russava troppo forte. Erano partiti già da tre giorni e, tutte le notti, la ragazza si era svegliata all’improvviso a causa del troppo rumore.
Ma come faceva Josh a continuare a dormire così beatamente?
La ragazza si girò di lato e si accorse che anche Felmahat non dormiva. Gli si avvicinò.
-“Anche tu non sopporti il russare?”
L’Elfo si strinse nelle spalle:
-“Noi Elfi non dormiamo mai. Solo una volta ogni centoquindici anni, quando c’è la Grande Eclissi.”
-“Davvero? E come vi riposate dalla stanchezza?”
-“Con gli alberi. A contatto con un albero spariscono gli affanni e le fatiche. Dormi. Domani inizierà la parte faticosa del viaggio”.
Infatti, i quattro compagni non avevano fatto altro che camminare per tre giorni, senza eventi degni di nota. Si fermavano a mezzogiorno per mangiare e a sera per dormire. Il paesaggio fiorito dei dintorni di Scacco stava lentamente scomparendo.
L’indomani fu, come al solito, Felmahat a svegliare i compagni. Mangiarono un boccone e subito partirono.
Il territorio circostante iniziava a farsi brullo. Avevano deciso di costeggiare i Monti dei Giganti per essere sicuri che almeno da un lato non vi fossero sorprese.
Josh consultò per l’ennesima volta la mappa donatagli da Sharendallà.
-“Sentite, ci siamo persi. Qui dovrebbe esserci il Fiume Oolan, ma non vedo una goccia d’acqua neanche a pagarla in oro. Che si fa?”
Grugno era preoccupatissimo:
-“Noi no persi, vero? Noi ha mappa, no possiamo perdere noi” disse in tono allarmato.
-“Non so se sei più idiota tu o il troll”, Felmahat fu diretto:
-“Non vedi che stiamo sul letto del fiume? Questa è stagione di secca.”
Josh stava per rispondere all’offesa, ma Caroline fu più veloce:
-“Non ti permettere di chiamarlo idiota, Felmahat, o te la vedrai con me”,disse, scagliandosi contro l’Elfo.
-“Voi no litiga, voi amici”
Grugno li separò con le sue possenti braccia.
Ripresero il viaggio.
Josh era mezzo stordito. Caroline lo aveva difeso… Forse, ci teneva a lui più di quanto non volesse far credere. Gli ritornò alla mente la scena del bacio che aveva immaginato da Xester. Magari il suo desiderio si sarebbe avverato…
-“A cosa stai pensando, Josh? Lei è stracotta di McScemo…”
La voce della ragazza interruppe i suoi pensieri.
-“Quelle sono mura. E c’è anche un castello. Sembra quasi un nido. È un altro Regno quello?”
In lontananza, poco oltre una palude coperta da piante altissime, si scorgeva quella che era un’ inconfondibile città fortificata, completamente bianca e a forma di nido d’uccello.
 Felmahat annuì:
-“E’ Trebor, il regno degli Armish, gli Uomini-Uccello. Loro sono amichevoli e alleati di Scacco, ma non sarà facile arrivarci. Dovremo passare per le Paludi dei Grandi Rettili.
Josh si stupì:
-“Dinosauri?”
-“Magari. Sono enormi serpenti di quindici metri. Dobbiamo fare attenzione.”
Stavolta il ragazzo rabbrividì:
-“Serpenti? Odio i serpenti. Io non vengo.”
Caroline tirò fuori la voce più suadente che aveva:
-“E mi abbandoni da sola in mezzo ai serpentoni? Chi mi stringerà se avrò paura?”
Josh quasi si sciolse:
-“Ci sono qua io per proteggerti”
Felmahat sorrise alla ragazza. Che colpo!
Si accamparono fuori alle paludi. Le avrebbero attraversate col sole. Sarebbero state ugualmente buie, ma non troppo.
Al mattino, si scoprì che nessuno aveva dormito per la paura. Nessuno tocco neanche un po’ di cibo. Rimasero fuori dalle paludi per un po’, poi Felmahat si avviò, seguito da Grugno e dai due ragazzi. Quel posto era davvero da brividi.
Caroline non si staccava dal braccio di Josh e lo stringeva ogni volta che sentiva un rumore. Il ragazzo, in qualsiasi altro momento, ne sarebbe stato felicissimo, ma ora era troppo concentrato su ogni singolo movimento intorno a sé.
-“Questa non ci voleva”
 Felmahat si era fermato di colpo
.-“Siamo braccati. Non vi fermate per nessuna ragione”
Josh tremava tutto
-“Braccati? In che senso Braccati? Oh io non voglio morire qui, mangiato dai serpenti!”
-“Smettila di piagnucolare!”
Felmahat era sempre più gelido.
-“No proccupa, Josh, Grugno difende te”
-“Grazie, Grugno.”
In quel momento, una ventina di grossi serpenti spuntarono da ogni direzione e circondarono i quattro. Uno di loro si avventò subito contro di loro, ma Caroline, estratta velocemente la spada, gli tranciò di netto la testa. Gli altri serpenti non furono molto contenti, ma furono sorpresi da Grugno che ne afferrò un paio e li scaraventò lontano.
Nel frattempo, Felmahat aveva sfoderato la sua spada e li stava affrontando, aiutato da Caroline. Solo Josh era fermo, senza tentare di combattere, inorridito da essi.
Era proprio paralizzato dal terrore, e Caroline se ne accorse.
-“Josh, che fai? Che Mago sei? Aiutaci!!!” e, così dicendo, trapassò da parte a parte un altro serpente. Grugno, nel frattempo, ne aveva lanciati via almeno altri dieci.
Josh si riprese e tentò di lanciare un incantesimo verso uno degli enormi rettili, ma non accadde nulla.
Felmahat cercò di incoraggiarlo:
-“Dai, Josh, mostraci cosa hai imparato!”
Ma stavano arrivando altri serpentoni e Josh non riusciva neanche a guardarli.
-“Josh…”
Caroline lo guardò quasi supplichevole. Era stremata dalla lotta.
-“Lascialo stare”
disse a quel punto Felmahat.
-“E’ solo un codardo”
Fu la rabbia nel sentire quelle parole che spinse Josh a fare quello che fece. Avanzò di due passi, chiuse gli occhi e, disteso il braccio, urlò una sola parole:
-“Tashnar!”.
Dal palmo della sua mano partirono innumerevoli raggi di fuoco che colpirono quasi tutti i serpenti, incenerendoli. Gli altri rettili fuggirono.
Caroline era spaventata da quello che l’amico aveva fatto, ma quando sentì un tonfo, si girò.
Josh era a terra, privo di sensi. Gli corse vicino e lo chiamò.
Niente.
L’unica cosa da fare era portarlo a Trebor, e, di certo, non si sarebbe tirata indietro.

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Capitolo 9
*** Sosta ristoratrice ***


Capitolo IX
La sosta ristoratrice
Grugno si caricò il ragazzo sulle spalle e, senza poca fatica, uscì, insieme ai suoi compagni di viaggio, dalla zona delle paludi. Josh non dava segni di miglioramento, ed era necessario farlo controllare da qualcuno il più presto possibile.
-“Felmahat, sei sicuro che gli Armish ci aiuteranno? Insomma, ci presentiamo qui, con un ferito e…”
L’elfo interruppe seccato la ragazza.
-“Noi elfi abbiamo un’alleanza secolare con queste creature, non c’è motivo di preoccuparsi.”
Appena oltre la palude, il paesaggio cambiò radicalmente.
Enormi alberi erano i protagonisti principali di quel luogo. Alti quasi da toccare il cielo, facevano da pilastri per quelli che sembravano enormi nidi. Lo spettacolo era accompagnato da un incessante battito d’ali provocato dagli abitanti del posto.
-“Fantastico” - disse la ragazza - “e ora dove si va?”
-“Seguitemi.”
L’elfo guidò i compagni attraverso un lunghissimo percorso che, agli occhi di Grugno e Caroline, appariva monotono e ripetitivo, nonché intricato.
Alla fine, quando il sole era già alto nel cielo, giunsero ad un bivio.
Sulla sinistra si stagliava quello che appariva come un enorme palazzo, ricoperto da erbe e rami di ogni colore, con tantissime finestre ed enormi terrazze; sulla destra,  vi erano quelli che, sulla mappa, si identificavano come i monti dei giganti.
-“Andiamo a destra”, disse Felmahat, ma la ragazza gli bloccò la strada.
-“Dove hai intenzione di andare? Josh ha perso i sensi da ormai 12 ore… Dobbiamo farlo curare!”
-“Caroline ragione, Josh curare.”
L’elfo si vide dunque costretto ad un cambio di rotta.
-“Vi concedo una notte. Se il ragazzo non si riprende lo lasceremo qui. Non abbiamo tempo da perdere.”
Caroline lo fulminò con lo sguardo, ma non poteva dire nulla: Alla fine, aveva ottenuto ciò che voleva.
Presero la strada a sinistra, ma uno strano essere sbarrò loro il percorso.
-“Altolà! Chi siete? Cosa fate qui?? Questa è proprietà privata, dovete andar via.”
Felmahat guardò i compagni e li invitò a fare qualche passo indietro.
Caroline si allontanò con Grugno e, nell’attesa, approfittò per dare un’occhiata a Josh. Non sembrava in buone condizioni, ma respirava. La ragazza lo accarezzò dolcemente con una mano, ed ebbe quasi l’impressione che Josh le sorridesse, ma sapeva bene che si trattava di un riflesso involontario e che, probabilmente, l’amico non si era neanche accorto del suo gesto.
-“Lui no morto. Lui svenuto. Adesso noi fare curare”
-“Si Grugno lo so, ma sono preoccupata…”
-“Tu no preoccupare, lui volere bene a te”
Caroline sorrise e guardò di nuovo l’amico;  poi, posò un delicato bacio sulle sua guancia e si rialzò:
-“Grugno, sembra che Felmahat abbia finito… andiamo da..”
Non ebbe il tempo di finire la frase che lei, Grugno e Josh, si videro sollevare in volo. La ragazza era terrorizzata: Un grande essere dalle enormi ali rosse si trovava dietro di lei e la teneva per i fianchi.
Chiuse gli occhi per non guardare.
Il volo durò all’incirca due o tre minuti e, una volta aperti gli occhi, Caroline si trovò in una grande stanza verde, con pareti decorate da alberi che sembravano reali e soffitti in vetro sottilissimi.
Grugno era accanto a lei, ma Josh no.
Andò nel panico.
-“Josh! Dov’è Josh?!”
-“Calmati.”
La voce di Felmahat, fredda come sempre, arrivò alle sue orecchie.
-“Ho spiegato tutto a quell’essere che abbiamo incontrato al bivio. Josh è stato portato di sopra, per essere curato. Nel frattempo, ci è stato preparato un banchetto che non possiamo rifiutare, seguitemi!”
Caroline e Grugno, un po’ incerti, seguirono il loro compagno fino ad una grande tavola imbandita con le migliori pietanze. Intorno a loro, quattro o cinque Armish li scrutavano curiosamente.
I tre si sentirono un po’ a disagio durante il pranzo, ma mangiarono tutto quello che era stato preparato: D'altronde, il cibo era buonissimo, e loro non mangiavano da un bel po’!
Dopo aver controllato le loro provviste, ai tre furono mostrate tre camere.
-“Riposate!” – disse loro un Armish – “Ci vediamo per cena”
La ragazza entrò nella camera che le era stata assegnata e si buttò, stremata, sul letto. Si stupì nell’accorgersi che esso era fatto di piume rosse e morbidissime, piacevoli al tatto.
Si tuffò, quasi subito, in un sonno senza sogni.
Fu svegliata, qualche ora dopo, da qualcuno che bussava alla porta.
-“Entra!”, rispose la ragazza, seccata e assonnata allo stesso tempo.
La porta si aprì e a Caroline si illuminarono gli occhi.
Il suo amico era lì, cosciente, davanti a lei, e le sorrideva.
Gli corse incontro e lo abbracciò per qualche secondo, fino a quando non fu lui a staccarsi:
-“Caroline presto! Non c’è tempo da perdere! Seguimi!”
La prese per mano e corse con lei su per una lunga scalinata, poi, le chiese di chiudere gli occhi e la guidò attraverso qualche altro corridoio.
-“Ci siamo! Ora puoi aprirli!”
La ragazza si trovava su di un’enorme terrazza, costeggiata da piante di ogni tipo. Josh la condusse verso l’esterno: Non vi erano ringhiere o cose simili, e i due si sedettero direttamente sul bordo, con le gambe a penzoloni.
Il giorno stava per dare spazio alla notte. Un tramonto sui toni del rosa e dell’arancione regalava ai due giovani una vista fantastica di quel territorio, così strano e insolito ai loro occhi.
-“Josh! Ho avuto paura per te. Sembravi non dare segni di vita e sei rimasto incosciente per 12 ore! Non tentare più un incantesimo del genere se questo è il risultato!”
La ragazza parlava con voce compassionevole, ma, allo stesso tempo, arrabbiata.
-“Caroline, non preoccuparti. Non ho sentito nulla, né dolore né niente. Non mi sono neanche reso conto delle 12 ore passate da incosciente… Anche se…”
-“Se..?”
-“Beh non so. Ad un certo punto ho sentito… Non saprei come spiegarlo… Un calore che ha avvolto il mio corpo. E’ stranissimo, lo so, ma non riesco a ricordare altro se non questo… Non è che avete attraversato qualche posto particolarmente caldo mentre ero privo di sensi?”
La ragazza sentì un brivido.
E se fosse stato quel bacio? Ma no, Caroline, a cosa pensi! Lui ti vuole bene, ma probabilmente non se n’è neanche accorto!
-“No, Josh… Non mi sembra…”
-“Va bene non importa… Forse ho solo immaginato tutto…”
-“Sì, può darsi… Certo che è strano...”
-“Cosa?”
-“Noi due, questo posto… Insomma, non ti sembra tutto così strano? Un mese fa eravamo a scuola a studiare mentre guardaci adesso! Siamo qui, a combattere contro la morte, per portare a termine una missione… Non è strano?”
-“In effetti si… Ma a me non dispiace!”
-“Ah no? E come mai?”
-“Beh vedi… Il fatto è che ci sei tu e quindi… Non importa, non ci pensare”
Così detto, Josh la abbracciò.
I due finirono di guardare il tramonto insieme, mentre la ragazza gli raccontava del volo con gli Armish, della palude, del castello…
Tramontato il Sole, Josh la riaccompagnò dentro. I due saltarono la cena, in quanto il pranzo era stato sufficiente per Caroline e Josh aveva mangiato mentre lei riposava”
Si diressero direttamente alle camere.
-“Allora a domani?”, chiese il ragazzo, con un sorriso sulle labbra che la fece imbambolare .
Iniziava a pensare di non aver mai visto un sorriso tanto bello in vita sua. Probabilmente, sarebbe stata le ore lì ad osservarlo, ma sapeva che non avrebbe potuto. Aveva una missione da compiere e un guerriero, come le aveva detto Serit, non può permettersi distrazioni.
-“A domani Josh. Mi raccomando, riposa!”
-“Sarà fatto.”
 

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Capitolo 10
*** A spasso tra i giganti ***


Capitolo X
A spasso tra i Giganti
 
Con grande dispiacere di Felmahat, i quattro compagni di viaggio si fermarono ospiti degli Armish per più di un paio di giorni. Le condizioni di Josh non erano ancora rassicuranti e né Caroline né Grugno avevano tanta voglia di riprendere quel viaggio pericolosissimo tanto in fretta. Ma non potevano restare lì per sempre, e lo sapevano.
Per arrivare a Occacs avevano due possibili percorsi: la Foresta del Vaar o i Monti Dei Giganti. Gli abitanti di Trebor temevano la Foresta, per la gran quantità di loro che vi si era avventurata e non aveva fatto ritorno. Furono in molti a consigliare ai quattro forestieri la strada per i Monti dei Giganti, che avevano le loro pendici proprio al fuori del Regno degli Uomini-Uccello.
Dopo dieci giorni dal loro arrivo in città, i due ragazzi, il Troll e l’Elfo si svegliarono di nuovo presto. Non mangiarono molto, tesi com’erano dall’imminente partenza. Per quel che ne dicessero gli Armish, non era una buona idea quella di avvicinare dei Giganti, ma che scelta avevano? Persino Felmahat aveva paura della Foresta…
Camminarono per forse mezz’ora, quando l’elfo fece fermare il gruppo:
-“Non possiamo continuare così. Dobbiamo eleggere un capo. Non è mai partito nessuno prima del vostro arrivo, perché nessuno era riuscito a trovare un accordo su chi decidesse per il gruppo. Tutti, al momento di decidere, votavano per se stessi. Ora, escluso il Troll, votiamo per chi comanderà qui da ora in poi. Io voto per me.”
-“E io voto per me!” replicò subito Caroline, con aria di sfida.
Sia l’Elfo, che la ragazza, si voltarono a guardare Josh.
Egli stava insegnando a Grugno a giocare a carta-forbice-sasso e sembrava non aver sentito nulla, ma non era così. Quando Felmahat aprì bocca per dire qualcosa, Josh lo precedette:
-“Io voto per Caroline”- disse, tranquillo, ma deciso.
L’Elfo era furibondo, mentre la ragazza guardava l’amico con gli occhi che luccicavano. Lei gli sorrise, e lui sentì qualcosa muoversi dalle parti dello stomaco.
-“Capo”- disse Felmahat in tono risentito-“dovremmo ripartire.”
-“Giusto. Amici, si va dai Giganti.”
I Monti dei Giganti erano ripidi, e, dal basso, non se ne vedeva la cima, essendo coperta da uno spesso strato di nebbia. I quattro iniziarono la salita e, per almeno tre ore, camminarono in silenzio. Il territorio era deprimente: roccia nuda a perdita d’occhio e senza un po’ di verde da nessuna parte, era l’unica cosa che appariva ai loro occhi. Ad un certo punto, i quattro viaggiatori udirono un rumore provenire dall’alto, come se dei sassi giganteschi venissero lanciati al suolo.
-“Cos’era?”- Caroline era terrorizzata.
-“I Giganti staranno giocando tra di loro.”-Felmahat era invece divertito.
-“Giocare??”
-“Sì, giocare. Sono talmente stupidi che trovano divertente scaraventarsi addosso enormi macigni…”
La ragazza era confusa, ma pensò che, alla fine, non era la cosa più strana che avesse udito da quando si trovava ad Anathoran.
Ripresero a salire, dopo un pranzo veloce. Il passo che dovevano raggiungere, quello del Piedone, si trovava a circa duemila metri, mentre i giganti abitavano sui millecinquecento. Sarebbe stata dura evitarli.
Josh prese coraggio e fece una domanda che gli premeva da un po’:
-“Ehm… che tipi sono i Giganti?”
Felmahat ponderò un po’ la risposta:
-“Bestioni di sei metri che si tirano pietre di una tonnellata per divertimento. Sono stupidi, ma estremamente forti, e odiano quando si dice che il loro naso è brutto, anche se hanno tutti orrende appendici nasali…”
Proprio in quel momento, qualcosa, o qualcuno, afferrò l’Elfo e lo capovolse a testa in giù.
-“Chi ha una brutta… come hai detto, Orecchie a Punta?”- disse una voce cavernosa.
I due ragazzi ebbero un tuffo al cuore e, persino Grugno, che aveva già visto i Giganti, ebbe un attimo di smarrimento.
Quello che aveva preso Felmahat era davvero un bestione alto sei metri, vestito con quelle che sembravano le pelli di tre enormi gorilla, tenute insieme con delle corde molto spesse.
-“Facevo riferimento al tuo naso.”
Felmahat era davvero coraggioso. Stava sfidando uno che aveva l’aria di poterlo schiacciare, se solo avesse voluto. Il Gigante sorrise, e parlò di nuovo con la sua voce profonda.
-“Davvero? Senti, facciamo una cosa: ora mi mangio il tuo di naso, così la smetti di parlare male di quello degli altri.”
-“Per quanto mi faccia piacere che tu mangi il suo naso, non posso permetterlo, in quanto lui ci deve guidare. Quindi, lascialo.”
Josh aveva fatto un passo in avanti e, anche se sembrava parecchio sudato, la sua voce era ferma e convinta.
Il Gigante si voltò per vedere chi avesse parlato, e vide Josh. Ma, subito dopo, si accorse anche di Caroline. Lasciò Felmahat, che andò a sbattere su di una roccia, e, scansato Josh e Grugno con un forte calcio, afferrò la ragazza. Poi, senza aggiungere altro, se ne andò con lei che cercava di divincolarsi.
Grugno fu il primo a riprendere i sensi. Non seppe di preciso per quanto tempo fosse stato incosciente, ma, accortosi della situazione, andò subito vicino all’amico e prese a scuoterlo.
-“Josh, Giganto preso Caroline! Giganto preso Caroline! Tu sveglia! Giganto preso Caroline!”
Il ragazzo si alzò in fretta e, messo a fuoco l’accaduto, parlò:
-“Grugno, devo salvare Caroline. Tu prenditi cura di Felmahat, mentre io cerco di fermare il Giganto… volevo dire, il Gigante.”
Josh seguì il sentiero che aveva preso l’essere per allontanarsi. Camminò pochissimo, poiché arrivò subito ad un’enorme caverna. Si fece coraggio e, senza non poca paura, vi entrò. Non poteva lasciare Caroline con quel mostro, ma sapeva di non avere molte speranze contro di lui. Pregava, dentro di lui, che il Gigante non le avesse fatto del male: non sarebbe riuscito a perdonarselo.
Dentro quel luogo, il rapitore non c’era. In compenso, c’era Caroline, profondamente addormentata su di un mastodontico letto di piume. Non sembrava ferita, e questo lo rassicurò non poco. Stette per un po’a guardarla, dimenticandosi che un uomo di sei metri sarebbe potuto tornare da un momento all’altro.
La guardava.
Se solo potesse vedermi… Vedere che sono venuto fin qui per salvarla… Di sicuro mi ringrazierebbe…Oh Caroline…
Non seppe resistere.
Si piegò verso di lei e, lentamente, posò le sue labbra su quelle della ragazza. Il tutto durò pochi secondi, ma bastarono a rendere felice Josh. Per fortuna, Caroline non si accorse di nulla. Non aveva idea di come la ragazza avrebbe potuto reagire, ma ciò al momento non lo preoccupava, visto che lei non lo avrebbe mai saputo.
Si staccò da lei e decise di caricarsela in spalla per portarla via. Il giovane Mago stava proprio per prendere la ragazza ancora priva di sensi, quando una voce cavernosa lo fece sobbalzare:
-“Dove vai, giovane umano?”-
Il Gigante era tornato. Il ragazzo non sapeva che fare.
Di istinto, alzò una mano, e una piccola scintilla spuntò sulle sue dita.
-“Ti avverto, posso incenerirti, sai?”
Il Gigante era titubante, ma rispose deciso:
-“Tu? Con quella fiammellina lì vorresti incenerire me?”
Josh raccolse tutto il suo coraggio e, concentrandosi sul suo Dharim, fece, con le sue dita, un enorme cerchio di fuoco intorno a lui e alla ragazza.
Il Gigante era terrorizzato.
-“Come? Non sarai mica un Mago?”
-“A te cosa sembro?”
All’udire quelle parole, il Gigante si inginocchiò:
-“Ti prego, non farmi male. Stavo scherzando, non facevo sul serio. Ora vattene! Vattene!”
A quanto pareva, i giganti avevano paura dei maghi. Aveva avuto una gran fortuna a sbarazzarsi di quel bestione così in fretta, ne era consapevole, ma non poteva permettersi di perdere quel tempo prezioso: Grugno si trovava solo con Felmahat privo di sensi, e il pericolo era praticamente dietro l’angolo. Ancora stupito della propria fortuna, Josh si caricò in braccio Caroline e uscì dalla caverna, deciso a tornare dai suoi compagni.

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Capitolo 11
*** Pericoli a Menar Sir ***


Capitolo XI
Pericoli a Menar Sir
Josh raggiunse Grugno e Felmahat con ancora la ragazza sulle spalle. L’elfo aveva ripreso conoscenza e sembrava abbastanza seccato dalla vista di Caroline in quelle condizioni tra le braccia di Josh.
-“E questo sarebbe il nostro capo! Complimenti Josh, vedo che hai votato per la persona giusta…”
Il ragazzo fulminò l’elfo con lo sguardo e, senza dir nulla, poggiò delicatamente la ragazza al suolo, scostandole i capelli dal volto.
-“Non credo sia svenuta… Probabilmente è stata addormentata.”
-“Addormentata? Come fa Giganto addormentare Caroline? Come?”
-“Non lo so Grugno…Non lo so. Piuttosto, Felmahat, tu come stai?”
L’elfo lo guardò, stupito e seccato allo stesso tempo. Poi rispose:
-“TU, stupido umano, pensi davvero che una botta in testa possa mettermi ko? Ti sbagli. Ci vuole ben altro per stendermi, non come la tua amichetta che per…”
Josh non gli fece concludere la frase. Si alzò di scatto e scaraventò Felmahat contro una parete di roccia. Lo prese per i vestiti e gli urlò: -“LASCIALA STARE!”
L’elfo non si scompose, e allontanò il ragazzo da lui con uno strattone. Grugno nel frattempo si era interposto tra i due e aveva cominciato ad urlare per farli smettere. Le pareti del passo iniziarono a rilasciare qualche sassolino e davano segni di evidente cedimento. Grugno però continuò, fino a quando i due non furono interrotti da una voce femminile proveniente dalle loro spalle:
-“Smettetela! Sembrate dei bambini!”
-“Caroline!”
Sia Josh, che Felmahat furono stupiti nel vederla in piedi.
Il ragazzo le corse incontro, ma Caroline lo allontanò:
-“Josh, non ora. Non c’è tempo. Dobbiamo andarcene da qui! Presto!”
Le pareti di quel passo stavano effettivamente cominciando a cedere e, se non si fossero allontanati il prima possibile, di loro sarebbe rimasto poco e niente. Caroline prese per mano l’amico e cominciò a correre dietro Felmahat, seguito da Grugno. Procedevano velocemente verso nord, mentre qualche sasso cominciava a cadere sulle loro teste. Raggiunsero l’uscita nel giro di una mezz’ora, ma continuarono a correre. Si fermarono solo quando i loro visi ritornarono ad essere illuminati dal Sole. I due ragazzi non avevano idea di dove si trovassero, ma si accasciarono al suolo, stremati per la corsa.
Restarono per un paio di minuti a guardarsi, poi Grugno parlò:
-“Dove noi siamo?”
Felmahat rispose:
-“Abbiamo superato i Monti dei Giganti. Siamo a Menar Sir, terra dei centauri.”
-“Centauri?” Caroline era sorpresa.
-“Si. Centauri. Non sono molto amichevoli e non accolgono volentieri coloro che si avventurano nel loro territorio. Anni fa la loro specie fu decimata dai maghi, che usavano i loro zoccoli per produrre le pietre necessarie ad alcuni incantesimi; ad oggi si sono ripresi, ma il ricordo è ancora forte. Quindi, Josh, faresti bene ad andartene se non vuoi farci ammazzare tutti.”
-“Lui non va da nessuna parte!”
Caroline lo prese per un braccio e lo avvicinò a se:
-“Il capo sono io e decido io! Se questi Centauri non sono tanto amichevoli come dici ci attaccheranno in ogni caso ed è meglio avere un mago pronto a difenderci piuttosto che soccombere sotto di loro.”
L’elfo la guardò con aria di sfida, ma tacque.
-“Bene” – disse Caroline – “Si riparte. Dove dobbiamo andare?”
-“Prenderemo la strada ad est. E’ la più breve e la più nascosta. Avremo meno possibilità di essere visti.”
-“Perfetto, allora andiamo.”
Così detto, Felmahat riprese a guidare i tre. Si incamminarono nel mezzo di un lungo e sconfinato bosco, con alberi altissimi ed arbusti slanciati. Lo scenario era avvolto da una fitta nebbia, che rendeva difficile la percezione di ciò che vi era intorno. Come se non bastasse, il Sole iniziava a calare, per dar spazio alla tenebre.
-“Dobbiamo fermarci. So che non è sicuro, ma non abbiamo scelta. Non posso continuare a guidarvi se non vedo ad un palmo dal naso. Ci accamperemo qui. C’è una piccola rientranza nella roccia e il posto sembra abbastanza nascosto.”
-“Perfetto Felmahat! Procuro la legna per il fuoco!”
-“Stupido umano. Il fuoco servirebbe solo a farci identificare. Se hai freddo va e riposati insieme al nostro “capo”. La guardia per stanotte la faremo io e Grugno.”
Josh non sapeva se sentirsi offeso per le parole del compagno, che lo definivano una mammoletta, o essere felice:
Una notte insieme con Caroline! Pensò. Potrò starle accanto per diverse ore!
Il ragazzo si diresse dunque verso il loro “rifugio”, e iniziò a tirar fuori dallo zaino coperte e ripari per tutti. Faceva inspiegabilmente freddo in quel luogo e non voleva rischiare di prendersi un accidenti.
Porse dunque una coperta a Grugno, il quale lo ringraziò e gli sorrise, mentre Felmahat gli tirò contro quella che gli era stata data:
-“Ti sembra che io ti abbia chiesto qualcosa? Levati di torno!”
Josh, un po’ offeso, tornò da Caroline. Sopportava sempre meno l’elfo e non sapeva di preciso per quanto ancora sarebbe riuscito a resistere al suo comportamento da essere superiore. La ragazza gli venne incontro e, mettendogli una coperta sulle spalle, gli disse:
-“Non pensarlo Josh, sei fin troppo gentile con lui. Vieni a riposarti”
Il ragazzo dunque si andò a stendere al fianco dell’amica e avvicinò il corpo di lei al suo cingendolo con un braccio.
-“Fa freddo. Dovresti coprirti per bene.”
Così detto, le porse la sua coperta, ma la ragazza la rimise su di lui:
-“Non preoccuparti per me. Io sto benissimo così. Piuttosto copriti tu: Non sembri avere un aspetto sano…Ti sarai per caso ammalato?”
-“No, sto bene. Ora cerca di riposare, che domani riprendiamo”
-“Buonanotte Josh..”
-“Buonanotte a te Caroline…Ah già, un’ultima cosa: grazie per avermi difeso ancora una volta dalle parole di Felmahat… Te ne sono grato”
-“Non devi ringraziarmi, ho fatto il mio dovere. Ora dormi.”
Così detto, posò un bacio leggero sulla sua guancia e si accoccolò su di lui. Josh non poteva essere più felice di così, eppure, aveva una strana sensazione. Cercò di non pensarci, ma sapeva che qualcosa sarebbe andato storto.
Poche ore dopo, qualcosa lo svegliò bruscamente.
-“Josh! Caroline! Centauri trovato noi! Trovato noi! Loro attaccare Felmahat!”
Il ragazzo scattò in piedi ed uscì al rifugio: Davanti ai suoi occhi, anche se non in modo chiaro, vide una decina di Centauri scagliarsi contro Felmahat. Si voltò di scatto verso la ragazza:
-“Caroline! Resta qui e non fiatare!”
Così detto, fece per allontanarsi, ma la ragazza lo seguì:
-“Che guerriera sarei se ti permettessi di lasciarmi qui??”
-“Allora sbrigati!”
I due uscirono allo scoperto con Grugno e di diressero all’attacco, ma nel frattempo i Centauri contro di loro si erano duplicati, e, loro, avevano tutta l’aria di quelli che non hanno scampo. La prima a cadere fu Caroline, seguita da Grugno. Poi anche Felmahat cadde stordito. Josh si guardava intorno senza sapere che fare. Poi, all’improvviso, qualcosa lo colpì alla testa e, lentamente, gli si annebbiò la vista, fino ad oscurarsi del tutto.
Erano in trappola.
 
 

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Capitolo 12
*** La prigione dei centauri ***


Capitolo XII
La Prigione dei Centauri
Fu il rumore ritmico delle gocce d’acqua che cadevano a far svegliare Josh.
Per un momento, pensò che Patrick avesse di nuovo dimenticato il rubinetto del bagno aperto. Poi, quando cercò la lampada sul comodino, ricordò: era in una prigione, la prigione dei Centauri. La cella era poco più di un ripostiglio per le scope, completamente buia e priva di finestre. Provò ad accendere un fuoco magico, ma, evidentemente, quel luogo era a prova di magia.
La prigione di Rodorak era famosa in tutto Anathoran per due motivi: nessuno vi era mai evaso e nessuno vi era mai rimasto per più di una settimana. La prima, a causa del sofisticato sistema di sicurezza e il gran numero di guardie armate; la seconda poichè i Centauri avevano l’abitudine di giustiziare tutti i loro prigionieri.
Soprattutto i maghi.
Per fortuna comunque, Josh non era a conoscenza di ciò, e pensò ,amareggiato, che finire i suoi giorni in una prigione non era proprio il massimo, almeno senza Caroline.
A proposito di Caroline
-“Ma dove sono i miei compagni di viaggio?!”-
Un’altra cosa che Josh non sapeva era che i Centauri, avendo capito la sua natura di mago, lo avevano di corsa portato a Rodorak, lasciando Caroline, Grugno e Felmahat nella radura ai confini del Menar Sir.
La ragazza si svegliò con un fortissimo dolore alla testa, provocato dalla botta ricevuta. Felmahat era appoggiato ad un albero, intontito ma illeso. Grugno dormiva ancora, lo si capiva dal gran russare.
Caroline notò subito l’assenza dell’amico.
Si alzò di scatto e inizio a correre, urlando il nome di Josh.
-“E’ inutile strillare, lo hanno preso loro.”- Felmahat si stava alzando.
-“Perché lo hanno preso?-
-“Te l’ho detto, i Centauri odiano i maghi.”
-“Dove l’hanno portato?- chiese lei allarmata.
-“A Rodorak, la loro prigione. O, come la chiamiamo noi Elfi, Kishtar, il Cimitero dei Maghi.”- aggiunse con un ghigno.
Caroline era davvero sull’orlo delle lacrime e, a quanto pare, l’Elfo ne era contento. La ragazza iniziò a capire cosa intendesse Josh quando parlava di resistere a stento dal picchiare qualcuno. Cercando di non piangere, chiese:
-“Dov’è la prigione dei Centauri?-
-“Voltati. Si vede ovunque nel Menar Sir.”
Caroline ebbe un tuffo al cuore: la rocca della peggior prigione di quel mondo era scura, appoggiata su di una montagna altissima, priva di vegetazione, ma piena di cancelli e mura metalliche. Adesso non riusciva a trattenere le lacrime: stava pensando a Josh, che l’aveva salvata dal Gigante, rinchiuso là dentro, solo.
All’improvviso, la giovane Guerriera si alzò:
-“Andiamo a salvarlo.”-
Non era una richiesta. Aveva bisogno del suo amico, del SUO Josh…
-“Non si può, nessuno è mai uscito vivo da Rodorak.”
-“Andiamo a salvarlo!”- ripetè lei. Iniziava a scaldarsi.
-“In due e con un Troll addormentato? Grazie, ma io preferisco vivere piuttosto che rischiare la vita per uno stupido ragazz…”
-“NON E’ STUPIDO”- urlò Caroline, rossa in volto. Felmahat l’aveva fatta arrabbiare, e non c’era neanche Josh calmarla.
-“Sei solo un codardo. Sai che ti dico? Guarda Grugno dormire, lo vado a salvare da sola.”
-“Accomodati. Ma quando ti staranno per giustiziare non piangere, li faresti solo ridere.”
Reprimendo la voglia di picchiare l’Elfo, Caroline si avviò verso la grande prigione, da sola. Non vide Centauri fino ai piedi del monte su cui si ergeva Rodorak.
Ma ecco che incontrò il primo dei sette cancelli che proteggevano la fortezza. Lo controllavano tre Centauri, armati fino ai denti. Caroline non poteva batterli contemporaneamente, così, si nascose dietro ad una sporgenza del muro e accese un fuoco.
Come previsto, venne uno di loro a controllare. Non ebbe nemmeno il tempo di scorgere Caroline, che si ritrovò con un pugnale dritto nel petto. Prese la lancia del Centauro morto e la lanciò con precisione contro un’altra guardia, trapassando poi l’ultima con la sua spada: aveva superato il primo ostacolo che la separava da Josh.
Il cancello non era chiuso a chiave, segno che le guardie erano troppo sicure di loro stesse. Anche al secondo cancello ve ne erano tre. Non poteva ripetere il trucco, ma noto che uno dei Centauri che erano a terra aveva un arco. Incoccò tre frecce insieme e lanciò: li colpì tutti e tre al cuore.
Al terzo cancello c’erano sei guardie.
Le frecce erano inutili adesso… Cosa poteva fare?
Stava ancora pensando quando vide un Centauro legato a testa in giù ad un palo. Senza pensarci due volte, si diresse da lui per liberarlo: saranno anche crudeli i Centauri, ma erano estremamente riconoscenti a chi salvava loro la vita.
-“Umana.”disse quello “Grazie per avermi salvato. Sarò in debito con te per sempre.”
-“Mi aiuterai?”- Caroline cominciò a credere di potercela fare.
-“Farò qualunque cosa mi chiederai.”
-“Devo far uscire di li una persona.”- disse la Guerriera, indicando la prigione.
-“Impossibile. Ma sarei un ingrato se non ti aiutassi, almeno, a provare.”
-“Come evitiamo tutte le altre guardie?”
-“Passando dalle Cucine.”
La ragazza lo guardò stupita. Non sapeva se fidarsi o no, ma decise di tentare: gli sorrise e gli tese la mano.-“Sono Caroline.”-
-“Marcus”- rispose lui, ricambiando la stretta, -“Sei pronta?”
-“Assolutamente.” 

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Capitolo 13
*** Passaggi segreti ***


Capitolo XIII
Passaggi segreti
 
-“Ti avviso, non sarà facile. Le cucine sono il luogo meno sorvegliato della fortezza, ma, non per questo, sono scoperte. Ti consiglio di tornare questo pomeriggio, quando ormai non ci sarà più nessuno a cucinarvi. Studierò la situazione più da vicino, l’appuntamento sarà sotto quell’albero laggiù.”
Le parole di Marcus accesero una piccola speranza nel cuore della ragazza. Forse, con il suo aiuto, sarebbe riuscita a riabbracciare Josh, il SUO Josh… Ma Caroline non era un’illusa, e sapeva bene che le possibilità di fuga da quel luogo erano quasi nulle. Ringraziò il Centauro, con la promessa di farsi rivedere più tardi.
Si diresse nel luogo dove aveva lasciato Grugno e Felmahat, e li trovò silenziosi come non mai.
-“Che succede amici?”
-“Oh, la signorina è tornata… Cosa c’è?” – Chiese l’elfo con un sorriso beffardo sulle labbra- “Non vai più a salvare il tuo amoruccio?”
-“Josh non è il mio amoruccio!”, ribattè la ragazza, nemmeno troppo convinta delle sue parole.
-“Ah certo, scusami tanto…In ogni caso, perché sei tornata?”
-“Un Centauro sta verificando la situazione, mi aiuterà ad entrare nella fortezza questo pomeriggio”
Felmahat scoppiò a ridere.
-“Povera illusa. Ti uccideranno appena ti avranno in pugno… Ti fidi davvero tanto di questa gente?”
-“Mi fido di Marcus. Gli ho salvato la vita, mi sarà riconoscente.”
-“Sarà, ma se non tornerai non mi stupirò”
Caroline si sentì sfiduciata, ma, alla fine, sapeva che il compagno non aveva tutti i torti…E se l’avessero davvero uccisa? No, non le importava, non poteva lasciar lì Josh senza neanche  tentare…Sarebbe andata all’appuntamento, a costo della vita.
Il tempo passò, e i tre decisero di preparare qualcosa da mettere sotto i denti. Erano affamati, e Grugno aveva catturato un coniglio dall’aspetto delizioso. Raccolsero un po’ di legna e lo cossero, non era molto, ma era buono.
Ad un certo punto, il Troll, che fino ad allora era stato muto come un pesce, parlò:
-“Perché Thalafem rubato libro…Perché?”
-“Oh, ci risiamo: ecco l’ennesima prova di quanto i troll siano stupidi.”
Felmahat sembrava seccato di dover dare spiegazioni continue, ma, visto anche l’interesse di Caroline per la domanda, decise di rispondere:
-“ Potere, idiota, POTERE! Quel libro contiene tutto il necessario per stravolgere l’equilibrio di non uno, ma bensì DUE mondi! Nelle mani sbagliate, potrebbe significare una catastrofe. Mi stupisce, comunque, che non sia ancora successo nulla, forse chi l’ha preso ha in mente qualcosa di peggio…”
Mentre l’elfo tentava di spiegare al Troll il significato della parola potere, Caroline notò che il sole iniziava a spostarsi verso ovest.
-“Credo sia ora, vado da Marcus… Tornerò con Josh, è una promessa”
-“Questo si vedrà…buona fortuna umana.”
La ragazza snobbò Felmahat, salutò Grugno e si diresse all’albero prestabilito. Quale gioia al suo arrivo, vedere che Marcus era lì ad aspettarla! Forse sarebbe davvero riuscita a rivedere l’amico! Senza perder tempo, corse incontro al Centauro.
-“Complimenti Caroline, sei in perfetto orario” –Disse quello col sorriso sulle labbra- “Ascolta: arrivare alle cucine non sarà un problema, sono deserte a quest’ora. Dopo averle superate, tuttavia, dovrò mutarti”
-“Mutarmi?” Era confusa.
-“Esatto, mutarti. Noi Centauri non siamo maghi, ma per quanto riguarda pozioni e intrugli non ce la caviamo male. Ho rubato questa fiala dalla biblioteca, spero di non aver sbagliato: Dovrebbe darti il nostro aspetto per un po’. A quel punto, faremo suonare il sistema del cambio guardia e ti condurrò alle segrete. Dopo di ciò, dovrai cavartela da sola, visto che io sono abbastanza conosciuto, ma tu passerai per una semplice nuova recluta. Dimenticavo: la pozione ha la durata di 45 minuti, ma dopo averla presa perderai l’uso della parola. Allora, ci stai?”
Caroline era sconvolta, ma non avrebbe potuto fare altro: Mettere in gioco la sua vita era il minimo indispensabile.
-“Tutto chiaro, sono pronta!”
-“Bene, ecco a te la fiala contenente ciò che ti serve”
La ragazza strinse tra le mani l’intruglio: aveva un color verdino per nulla invitante, ma, decisa com’era, lo buttò giù in una botta sola, e, in men che non si dica, si ritrovò coperta di peli e con due zampe al posto delle gambe.
-“Vedo che funziona, ma dovrai metterti nella nostra posizione: Centauri su due zampe non si vedono tutti i giorni”
Caroline ubbidì. Trovava davvero scomoda quella posizione ma non disse una parola e seguì l’amico.
Le cucine, come previsto da Marcus, erano deserte, e fu facile superarle senza essere visti. Le cose si complicarono nei corridoi interni: La ragazza non era abituata a quella posizione, e, ben presto, si rese conto di essere osservata per il suo strano modo di avanzare. Il Centauro decise allora di porgerle una benda, per far passare la sua innaturale posizione per una limitazione a causa di ferite.
Ad un certo punto, Marcus posò i suoi zoccoli su di un piccolo pulsante, e un allarme si attivò.
-“Presto Caroline! Dobbiamo affrettarci!”
Corsero lungo una rampa inclinata verso il basso, per poi scendere in profondità nelle segrete. Qui, Marcus si fermò:
-“Io sono addetto alle scuderie, non posso passare. Addio, e buona fortuna.”
La ragazza fece un cenno con la testa e si diresse verso una lunga fila di celle e, cercando di far segno con una zampa ad un altro Centauro, provò a farsi cedere il posto. Quello era un po’ titubante, ma se ne andò senza fiatare.
Perfetto, ora ho campo libero! Pensò Caroline, devo solo trovare Josh…Ma dove?
Non perse tempo e iniziò la sua ricerca, ma niente: dell’amico, non vi era traccia. Doveva darsi una mossa, in quanto era quasi sicura che il tempo a sua disposizione stesse per scadere.
Poi, quando già stava disperando, lo vide.
Josh era rannicchiato in un angolino buio di una cella, sembrava star bene, ma era pieno di ferite. La ragazza corse verso di lui e si fece notare sbattendo gli zoccoli contro le sbarre della cella. Il ragazzo si voltò e, spaventato, si allontanò da quell’essere.
Come avrebbe potuto fare per farsi riconoscere?
Continuò a sbattere e a sbattere, ma Josh sembrava non capire. Nel frattempo, i 45 minuti a sua disposizione scaddero, e il ragazzo vide, davanti ai suoi occhi, la figura del Centauro prendere le sembianze dell’amica e accasciarsi al suolo, sfinita.
-“Caroline! Caroline! Sei tu! Scusami se non ti ho riconosciuta… Come stai? E Grugno? Felmahat?”
-“Stanno tutti bene” -Disse, sorridendo- “Non so come, ma ti tirerò fuori da qui, l’ho promesso a me stessa!”
-“E come farai? Ci sono guardie ovunque, e tu hai perso le sembianze da Centauro”
-“Non so come farò, ma lo farò”
A quel punto, Josh alzò la voce:
-“Non voglio che tu rischi la tua vita per me, scappa, finchè sei in tempo!”
-“Sei l’unico per cui rischierei qualunque cosa Josh!” ,le rispose, urlando, la ragazza.
Restò sbalordito, e gli vennero quasi le lacrime agli occhi. La abbracciò, attraverso le sbarre della cella. Poi, accarezzandole una guancia, le chiese:
-“Hai già un piano?”
-“Non sarei venuta fin qui senza avere un piano, ti pare?”
 
 

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Capitolo 14
*** Statue di pietra ***


Capitolo XIV
Statue di pietra
Normalmente, una ragazza nata e vissuta sempre nel caos di Boston non saprebbe neanche cosa sia una trappola da caccia. Ma Caroline, che pure era nata a Boston e non si era mai mossa da lì, aveva avuto la fortuna di avere un nonno cacciatore. Una volta, suo nonno le aveva insegnato a costruire una trappola per i cervi maschi adulti e, anche se non vedeva come questo avrebbe potuto aiutarla in un posto in cui l’unico animale conosciuto era il cane, fu felice di imparare una cosa nuova.
Ed ecco che, ringraziando mentalmente il nonno, Caroline si accinse a costruire una trappola per il Centauro con le chiavi. Il custode di Rodorak era alquanto muscoloso, ma non sembrava molto sveglio. La trappola era semplice: un filo quasi invisibile piantato a terra che avrebbe fatto inciampare il Centauro proprio sopra un altro filo, che gli avrebbe fatto cadere una rete addosso.
Josh guardava stupito dalla sua cella la ragazza che preparava il tutto con cura. Da lì a pochi minuti sarebbe passata la loro ultima possibilità di uscire da lì.
Caroline si nascose in un pertugio del muro tra due celle, ed attese.
Dopo un po’, giunse un rumore di zoccoli accompagnato dal rumore di un mazzo di chiavi. I due ragazzi attesero con il cuore in gola. Come previsto, il Centauro cadde nella trappola e, prima ancora di capire cosa stesse succedendo, la rete lo intrappolò.
Caroline stava quasi per esultare quando si accorse che non aveva fatto i conti con la forza di questo che, solo con gli zoccoli, riuscì a spezzare la rete. Ma la ragazza, dopotutto, era una Guerriera, e non ci mise molto ad avere la meglio sul custode. Frugò tra le sue tasche e trovò un mazzo con almeno trecento chiavi. Ogni cella, a quanto sembrava, aveva una propria chiave. Per fortuna, avevano il numero della cella segnato con una targhetta, altrimenti Caroline non avrebbe saputo come liberare l’amico.
-“Sei stata grande. Sul serio!”- esclamò Josh, colpito.
Caroline non riuscì a resistere e gli saltò al collo. Restarono abbracciati per un po’, ma sapevano che non era ancora finita: dovevano uscire dal carcere.
Caroline guidò il Mago per il passaggio dal quale era venuta e incontrò Marcus all’ingresso delle cucine. Proprio quando stavano imboccando il passaggio che li avrebbe fatti uscire, suonò un allarme per tutta la prigione: I Centauri si erano accorti che qualcuno mancava. Entrarono nel passaggio di corsa, sperando che non li venissero a cercare anche nello stretto cunicolo in cui stavano camminando.
Appena usciti alla luce del Sole però, si accorsero di quante guardie erano sulle loro tracce; sarebbe stato difficile uscire dalla fortezza. Caroline e Marcus stavano pensando ad un modo per scappare, quando lei si accorse che Josh era intento a strofinarsi le mani, sprigionando innocue scintille che si spegnevano ancor prima di toccare terra.
-“Che stai facendo, Mago da strapazzo?”
-“Cerco di riprendermi i miei poteri. Forse posso fare qualcosa per uscire”-
Stettero ancora un po’ nascosti tra il muro e un grande albero che aveva tutta l’aria di avere un millennio o giù di li. Poi, al Mago venne un’idea.
-“Saliamo sul tetto.”
-“Josh, che…”
-“Fidati di me!”
La ragazza ci pensò un po’, poi annuì.
Mentre rientravano nel passaggio per tornare nella struttura carceraria, i tre compagni sentirono un forte odore di bruciato alle loro spalle.
-“Che succede?”- chiese allarmata la ragazza, voltandosi a guardare la fortezza di Rodorak.-“Hanno dato fuoco al castello!”-
-“E’ un sistema per evitare le evasioni”- spiegò Marcus, tranquillo, come se il fatto che un mega incendio si stesse avvicinando a loro non lo preoccupasse minimamente.
-“Ma cosi bruceremo vivi, noi e i Centauri!”- esclamò Josh.
-“I centauri sono immuni alle scottature.”-
-“E adesso?”- Caroline era in lacrime per il fumo e tossiva spesso.
-“Muoviamoci.”- esclamò il Centauro, affrettandosi alla fine del cunicolo scavato nelle mura.
Appena dentro le cucine, i tre trovarono almeno una decina di guardie ad attenderli. La ragazza, comunque, non ebbe problemi ad atterrarle tutte in pochi minuti. Poi, Marcus continuò a guidarli per la fortezza, che conosceva bene come i suoi zoccoli.
Erano arrivati all’inizio della salita che li avrebbe portati alla terrazza, quando arrivarono altre due guardie: la Guerriera ne abbatté una, ma l’altra riuscì a correre via urlando:
-“Sono sul tetto! Sono sul tetto!”
I tre fuggitivi salirono, e riuscirono a forzare senza problemi la porta che conduceva fuori. Da lì sopra, si vedevano le migliaia di Centauri che arrivavano alla volta del castello. Sembravano in trappola, ma non tutto era perduto. Josh notò una ripidissima discesa per le emergenze.
-“Tu”- disse rivolto al Centauro.-“Portala al sicuro. Fuori dalle mura dovrebbero esserci un Troll e un Elfo. Abbi cura di lei”-
-“Josh, sono io la Guerriera, dovresti andartene tu!!”- iniziò ad urlare Caroline, che aveva capito le sue intenzioni.
-“Sono troppi per te!”
-“Anche per te, idiota.”
-“No, io sono un mago! Portala via! Ti prego!- aggiunse, rivolto a Marcus.
Caroline si lanciò piangendo al collo del ragazzo. Lui la strinse a sé e poi, inaspettatamente, senza averlo pensato, né programmato, la baciò.
Lei rimase stupita, ma ricambiò il bacio. Perché lui era Josh, il suo Josh.
Poi, lui si staccò:-“Andate!”-
Marcus e Caroline iniziarono a scendere, lei in lacrime,lui attento come non mai, proprio mentre i primi centauri cominciavano ad arrivare.
Il Mago sorrise: Almeno prima di morire, qualcosa di buono lo aveva fatto.
Poi, allargò le braccia e iniziò a recitare un incantesimo Elfico. Xester glielo aveva insegnato per pura conoscenza, raccomandandogli di non usarlo mai, in quanto si trattava di una Maledizione. Avrebbe condannato i suoi avversari, ma sarebbe stato segnato per sempre dall’oscurità di quella Magia. Le parole fluivano dalla sua bocca, facendo vibrare l’aria e tremare le fiamme, che si avvicinavano sempre di più.
Josh stava per essere trafitto da una lancia quando finì l’incantesimo. Tutti i Centauri iniziarono a trasformarsi in pietra, e lo sarebbero stati per altri mille anni e un giorno.
Era fatta: Caroline era in salvo, ma lui si era spinto di nuovo troppo in là con la magia. Lentamente, ancora pensando al bacio, cadde a terra, stremato, con le fiamme che avanzavano intorno a lui.

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Capitolo 15
*** Alla volta di Sactam Sir ***


Capitolo XV
Alla volta di Sactam Sir
Non appena Marcus e Caroline furono abbastanza lontani da Rodorak per essere al sicuro, un’aurea verde si espanse tutto intorno a loro e, prima che la ragazza potesse fare qualsiasi cosa, vide il suo amico afferrarla per un braccio e partire spedito in corsa.
-“Cosa stai facendo??” Chiese lei, abbastanza preoccupata
-“E’ un incantesimo, seguimi se non vuoi diventare una bella statuina!”
Così detto, Marcus riprese a correre più veloce di prima, fino a quando entrambi furono abbastanza lontani da potersi considerare al sicuro.
Rimasero in silenzio per qualche secondo, poi, il Centauro si diresse nuovamente  verso la fortezza:
-“Dove stai andando Marcus??”
-“Vado a mettere in salvo quello scapestrato del tuo ragazzo…”
-“N-non è il mio ragazzo! – Disse, -“O almeno non credo…”
Ma il Centauro era già lontano, e non ebbe modo di sentire  le sue parole. Caroline quindi rimase lì, ad aspettare, e, mentre aspettava, pensava.
Pensava al viaggio, ai pericoli che aveva affrontato e a quelli che ancora avrebbe dovuto affrontare; pensava a Grugno e a Felmahat, ai quali, nonostante tutto, si era affezionata; pensava a Marcus e, naturalmente, pensava a Josh.
Josh…Perché l’aveva baciata? Provava forse dei sentimenti per lei o voleva solo farsi forte ai suoi occhi in quel momento di pericolo? Non aveva ancora realizzato quanto accaduto che vide davanti ai suoi occhi una scena che non avrebbe più scordato: Marcus che portava sulla sua schiena Josh, tutto coperto di cenere e che non sembrava dare segni di vita.
Caroline corse loro incontro, mentre Marcus depositava delicatamente il ragazzo su del muschio.
-“Non preoccuparti, è solo svenuto”
-“Sei sicuro? Quindi sta bene? E gli altri centauri?”
-“Tutti quelli nel raggio d’azione dell’incantesimo sono diventati statue”
-“E tu? Ora dove andrai??”
-“Calma signorina. Ho detto tutti quelli nel raggio d’azione non tutti i centauri. Non dimenticare inoltre che mi hai salvato la vita, ero stato condannato. Tornerò dalla mia famiglia e troverò un altro impiego, nulla di impossibile per uno come me. Addio Caroline, abbi cura di te.”
La ragazza abbracciò l’amico prima che questo potesse allontanarsi. Poi, tornò da Josh. Sembrava molto affaticato ed era tutto sporco. Delicatamente, la ragazza prese a scostare la cenere dai suoi vestiti e dai suoi capelli e, dopo averlo fatto, lo sollevò e tornò al luogo dove aveva lasciato i suoi compagni.
Non ci mise molto ad individuare il posto esatto, in quanto la voce di Grugno era ben riconoscibile già a parecchi metri di distanza.
Appena il suo sguardo incrociò quello di Felmahat, la ragazza gli fece cenno ti tacere:
-“Stà zitto e non dire nulla. Aiutami piuttosto a preparare un rifugio per la notte: da qui, oggi, non ci si muove”
Contrariamente alle sue aspettative, l’elfo si alzò e ubbidì. Forse, l’umiliazione di aver dubitato della ragazza prese in lui il sopravvento. Grugno radunò della legna e, nel giro di qualche ora, il rifugio si poteva dire, pressoché, pronto.
Josh però non si era ancora svegliato. Caroline lo aveva adagiato su del muschio e lo aveva coperto con il suo mantello, mentre si prestava a raccontare agli altri la vicenda.
Poi, proprio sul più bello, il ragazzo riprese conoscenza. Ovviamente, la preoccupazione di tutti scese, e la ragazza riprese il suo racconto al settimo cielo: Non vedeva l’ora di trovare un po’ di tempo per stare da sola con lui, quando si accorse, dalle parole di quest’ultimo, che l’entusiasmo poteva tranquillamente abbandonarla: Josh non aveva memoria né dell’incantesimo né di quanto avvenuto poco prima.
Caroline era spiazzata. Di tutto quello che avevano passato, lui non aveva il benché minimo ricordo. Inutile dire che anche il bacio era stato rimosso dai suoi pensieri.
Ci rimase davvero male, ma poi pensò che, forse, era stato meglio così: Non voleva illudersi di qualcosa che magari per lui non aveva avuto il minimo significato.
Il Sole era calato e Grugno si offrì di fare da guardia per tutta la notte. Josh fu quindi lasciato solo con Caroline, visto che Felmahat preferì non abbassare la guardia dopo l’ultimo attacco.
Anche questa volta, i due rimasero l’uno accanto all’altra. Anche questa volta, lei lo accarezzò fino a farlo addormentare, anche questa volta, aveva perso la sua opportunità. O meglio, l’aveva avuta, ma per salvare la sua vita Josh aveva preferito perderla. Cercò di non pensarci, ma quel pensiero fisso la tenne sveglia fino all’alba.
Sorto il Sole, i quattro fecero colazione con le poche scorte rimaste loro e rimasero in silenzio, fino a quando Felmahat si alzò e disse:
-“Allora andiamo!”
-“E dove siamo diretti?” –Chiese Josh stupito;
-“A nord, verso Sactam Sir”
-“Sactam che??”
Caroline rise. Era bello sentire di nuovo la voce dell’amico dopo averlo tirato fuori da quell’inferno. Del bacio non si era dimenticata, ma per il momento aveva preferito tacere: Non voleva rovinare la loro amicizia
-“Sactam Sir, zuccone! E’ il regno dei nani, ed è il prossimo posto che dovremo attraversare se vogliamo arrivare il prima possibile ad Occacs. Alternative non ve ne sono”
-“E allora cosa stiamo aspettando? Mettiamoci in marcia!” Jpsh sembrava rinvigorito da una nuova forza e, tesa la mano all’amica, le disse:
-“Non vorrai restare qui?”
-“Certo che no!”
Allungò il braccio verso di lui e si sollevò. I due si sorrisero a vicenda e, preparata qualche scorta, si rimisero in viaggio con i compagni.
 
  
 

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Capitolo 16
*** La terra dei nani ***


Capitolo XVI
La terra dei Nani
Josh si svegliò troppo presto per i suoi gusti. Da quando aveva maledetto i Centauri alla fortezza di Rodorak li sognava. Sognava le anime di tutti quelli che aveva pietrificato, vaganti nei suoi sogni per esigere la loro vendetta. Era questo il prezzo delle maledizioni. E quella che aveva lanciato nel regno dei Centauri era tra le Sette Magie Non-si-fa, o almeno cosi le aveva chiamate Xester. Il suo mentore gli aveva raccomandato di usarle solo in casi di estrema necessità, anche se sarebbe preferibile evitarle. Josh si alzò. Grugno russava alla grande, ma a quello ci si abitua dopo un po’. Sono gli incubi che fanno passare la voglia di dormire.
Il Mago spostò lo sguardo verso l’altro lato del loro rifugio. Caroline dormiva rasserenata, immersa in chissà quali sogni. Lui adorava guardarla dormire, e troppe volte si era trattenuto dall’accarezzarle i capelli o stendersi vicino a lei o addirittura cingerla in un abbraccio. Josh sorrise nella penombra, poi uscì.
Sapeva che gli Elfi non avevano bisogno di dormire, ma si chiedeva spesso che cosa facesse Felmahat mentre loro riposavano. E adesso eccolo lì, steso sull’erba vicino ad un albero. Josh cercò di non farsi notare. Caroline poteva dire tutto quello che voleva, ma a lui quell’ Elfo non piaceva proprio. Purtroppo Felmahat lo notò e, come al solito, lo chiamò in malo modo:
-“Ehi, Abracadabra”- lo apostrofò
-“Ehi, biondina”- rispose il ragazzo, già nervoso per il poco sonno.
-“Ci siamo svegliati male eh?-
-“I fatti tuoi no?”-
-“Maghetto presuntuoso, la prossima volta se vuoi dormire di più, evita di pietrificare le persone.”-
Josh rimase colpito. Allora Felmahat conosceva anche la Magia degli uomini. Xester gli aveva detto che solo pochissimi Elfi la sapevano riconoscere, e ancora meno la sapevano usare. Gli Elfi usavano la natura come Magia. Ma Felmahat sembrava conoscere la stregoneria umana.
-“Come fai a sapere dei miei incubi?- chiese incredulo all’Elfo.
L’Elfo non rispose. Stava guardando l’ingresso del loro rifugio. Anche il ragazzo si voltò. Caroline stava uscendo dalla tenda con indosso una leggera armatura nera.
Josh non riuscì a trattenersi:-“Cavoli, sei bellissima”-
-“Grazie”- rispose lei, arrossendo un po’.
-“Ma perché ti sei messa un’armatura?”
Ma fu l’Elfo a rispondergli:-“Perché stiamo arrivando al Sactam Sir, terra dei Nani, abbastanza ostili nei confronti dei Troll.”
Proprio in quel momento uscì Grugno dalla tenda, di ottimo umore per la bella dormita.
Caroline era decisa:-“Non ci separeremo. E non avranno mai i miei amici.”-
Ripartirono appena dopo la colazione. Non si sarebbe mai detto, ma Grugno era un ottimo cuoco, e preparava davvero ottimi manicaretti.
Il tempo era davvero buono. Non c’erano nuvole in cielo, e il sole brillava, illuminando tutto il sentiero. Si stavano dirigendo verso due immense montagne che chiudevano il passaggio, se non fosse stato per uno strettissimo sentiero proprio ai piedi dei rilievi. Era quello il confine del Sactam Sir. Vi sarebbero arrivati per il primo pomeriggio. Poi, secondo l’Elfo, sarebbero iniziati i guai.
Come previsto, la giornata filò tranquilla. Verso mezzogiorno Josh si buttò in un ruscello con tutti i vestiti, seguito subito da Grugno. Felmahat li guardò in modo distaccato, chiaramente infastidito da quel loro comportamento infantile. Caroline invece osservava divertita la scena dalla riva. Poi si accorse di non riuscire più a vedere Josh. Si stava allarmando quando qualcuno la prese e la buttò in acqua. Si voltò e vide il giovane Mago che si rituffava nel ruscello. Era piacevole stare in acqua, ma lei fece finta di essere arrabbiata con lui:
-“Josh! Sei impazzito?”-
Lui si stava già preoccupando di aver fatto qualcosa di male quando lei lo schizzò con le braccia. Il ragazzo non aspettò oltre e iniziò anche lui la battaglia in acqua, seguito subito da Grugno. Si stavano divertendo un mondo quando un coltello passò vicinissimo alla faccia di Josh. I tre amici si voltarono e videro Felmahat prendere un altro coltello. Caroline era furente. Uscì dall’acqua e si avventò sull’Elfo con la spada sguainata:
-“Ma sei impazzito? Potevi ucciderlo”-
Lui non si scompose:-“Dobbiamo ripartire. Dovevo richiamare la vostra attenzione.”
-“Lanciando coltelli? LANCIANDO COLTELLI?”-
“Se avessi voluto prenderlo lo avrei colpito.”
-“Ma se sbagliavi?-
-“Impossibile!”-
-“Io ti… io ti…”-
-“Caroline, calmati.”- Josh era arrivato dietro di lei e le aveva messo un braccio intorno alle spalle.
-“Come fai a difenderlo? Poteva ucciderti!”-
-“Non lo sto difendendo. E’ solo che abbiamo visite.”-
Dal nulla, in quel momento, arrivarono dai monti almeno un centinaio di Nani, armati fino ai denti, correndo verso di loro. Josh stava già caricando il proprio potere in una mano, per lanciare una sfera infuocata:
-“E non sembrano molto amichevoli.”

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Capitolo 17
*** Un nuovo amico ***


Capitolo XVII
Un nuovo amico
Prima che potessero fare qualsiasi cosa, il gruppo si ritrovò circondato da nani, che avevano tutta l’intenzione di volerli far fuori. Ognuno di loro era armato con un’ascia e, nonostante la loro bassa statura, si avvicinavano più velocemente di quanto ci si potesse aspettare. Caroline impugnò la spada e si mise sull’attenti:
-“Josh, stammi dietro”
-“Fa attenzione, sono ovunque” , rispose il ragazzo, meno preoccupato del solito
Forse, si fidava veramente di lei, ma, più probabilmente, aveva già in mente qualcosa. Felmahat se ne accorse, e lo fermò prima che potesse pronunciar parola:
-“Fermo, stupido umano! Sono a centinaia! La tua magia può poco e nulla…Sprecheresti solo energie e ti ritroveresti a terra prima che tu te ne possa accorgere!”
Josh dovette ammettere che l’elfo aveva ragione: Erano davvero troppi, ma non poteva starsene con le mani in mano. Recitò qualche formula, e, tra le sue mani, comparve una spada.
Lo scontro ebbe inizio.
I nani venivano stesi l’uno dopo l’altro da Caroline, e anche Josh sembrava cavarsela. Grugno li scaraventava lontano mentre Felmahat si affidò al combattimento corpo a corpo. Più nani venivano messi ko, più ne comparivano da ogni angolo.
Caroline se ne accorse:
-“Josh! Presto, usa la tua magia per aprire un passaggio tra di loro: non possiamo continuare in eterno, non ci resta che fuggire”
Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte e, raccogliendo le energie, si aprì un passaggio tra le centinaia di nani. Felmahat prese a correre verso nord, subito seguito da Grugno e dai due ragazzi: Se non altro, potevano contare sulla velocità.
Riuscirono con qualche difficoltà a seminarli, ma rimasero in allerta. Felmahat li aveva infatti avvisati: I nani sbucano da ogni dove, e, prima che tu possa accorgertene, ti ritrovi con un ascia nei calcagni.
Grugno era senza fiato, e si accasciò a terra:
-“Grugno stanco, noi fermare!”, disse.
-“Effettivamente, sono stanca anch’io”, ribatté Caroline.
Decisero di fermarsi.
Trovarono una piccola cavità nella roccia, probabilmente un’antica miniera, che faceva al caso loro: vi si rintanarono e, nonostante il Sole fosse ancora alto nel cielo, accesero un fuoco, non solo per illuminare quel luogo, ma anche per riscaldare la fredda roccia che li circondava.
Non avevano legna a disposizione, quindi si affidarono alla magia di Josh, che però, sapevano non essere infinita: Il fuoco richiedeva le continue attenzioni del ragazzo, ed esauriva lentamente le sue energie.
Caroline se ne accorse, e decise di parlargli, approfittando del fatto che Felmahat si era allontanato e che Grugno stava riposando.
-“Josh,ti prego smettila”
Il ragazzo sembrava stupito:
-“Smettere di fare cosa?”
-“Non fare il finto tonto!” – disse lei- “Sei esausto, si nota”
-“Caroline, se io smetto, qui moriamo tutti di freddo”
-“Non è vero Josh! Basta coprirsi! Ti prego smettila!”
-“Caroline non posso, davvero. Ricordi quando abbiamo accettato di intraprendere questo viaggio? Beh, la sera prima ho fatto una promessa: ho promesso a me stesso che avrei fatto tutto il possibile per i miei compagni. La magia so gestirla, posso tenere la fiamma accesa ancora per un bel po’. Sul serio, piccola, non preoccuparti.”
Caroline arrossì.
Non l’aveva mai chiamata in quel modo, e la cosa non le dispiaceva affatto. Tuttavia, non poteva permettersi di far stancare così l’amico e decise di prendere la situazione in mano, bloccando il suo braccio.
La grotta divenne immediatamente buia, ma nessun rumore, escluso il russare di Grugno, giunse alle loro orecchie.
-“Caroline cosa fai? Ti ho detto di non preoccuparti!”
-“Si che mi preoccupo invece! Devi riposare!”
La ragazza sentì il braccio dell’amico trascinarla verso di lui, e le sue dita pressate sulle sue labbra.
-“Caroline, ti prego. Stavolta fammi fare.”
Una scintilla si accese tra le dita del ragazzo e i due ebbero qualche secondo per guardarsi negli occhi:
Che occhi stupendi! Pensò lei, senza sapere che Josh pensava la stessa cosa da più o meno una vita.
Tuttavia, dopo quel breve pensiero, dovettero rimettersi sugli attenti: cinque o sei nani armati di ascia si stavano dirigendo verso Grugno, che ancora dormiva.
La ragazza si precipitò per salvare l’amico, ma fu anticipata: Con suo grande stupore, un altro nano, un po’ più grosso degli altri, si diresse contro gli aggressori e piantò la propria ascia nei loro corpi, uccidendoli.
Si girò poi verso Caroline, e parlò:
-“Permettetemi di scusarmi per avervi interrotto. Queste terre, al giorno d’oggi, sono invase dal male: Thalafem ha esercitato la sua magia su Sactam Sir, contaminandola irrimediabilmente. Vivo in questa vecchia miniera da quando ne ho memoria e posso solo consigliarvi di andare via: Questa terra non è luogo per puri d’animo come voi. Se accettate, mi offro di condurvi personalmente al di fuori del confine, dove siete diretti?”
-“A Nord!”
Felmahat era spuntato all’improvviso accanto alla ragazza e aveva risposto con la sua voce fiera di sempre.
-“Perfetto, sono autorizzato a guidarvi oltre i confini di Sactam Sir, nel Regno Nero?”
-“Abbiamo scelta?”, chiese Caroline
-“Direi di no”, rispose quello
-“Allora ti prego, guidaci fuori di qui”
-“Grazie della fiducia, umana. Piacere, sono Toran”

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Capitolo 18
*** Lupi mannari?? ***


Capitolo XVIII
Lupi Mannari!??
Toran non fu molto di compagnia, ma mantenne la sua parola, accompagnandoli verso il Regno Nero. Si vedeva che conosceva la Terra dei Nani come le sue tasche, perché evitava con noncuranza tutti i presidi militari e le trappole contro gli stranieri che solo un nano poteva vedere. Le Trappole Invisibili, come le chiamavano alcuni, non erano davvero invisibili, dato che i Nani non erano Maghi, ma nascoste così bene che solo loro riuscivano a scorgerle.
La traversata del Sactam Sir fu alquanto stancante, perché il loro nuovo compagno di viaggio, con grande soddisfazione da parte di Felmahat, li faceva fermare solo a notte inoltrata e li faceva ripartire alle prime luci dell’alba. Anche Caroline, seppur contrariata da quell’eccessivo correre a cui li costringeva il nano, grazie all’addestramento da Guerriera, non sembrava soffrire mai di stanchezza. Grugno, come ogni Troll che si rispetti, poteva camminare per molte ore senza sbattere ciglio, anche perché i Troll non ne avevano.
L’unico ad avere qualche problema era Josh. Era sì un atleta, ma non aveva mai camminato per giornate intere come stavano facendo. Era diventato molto più zitto in quel poco tempo che stavano tutti seduti intorno al fuoco per mangiare prima di dormire, e trattava tutti con freddezza, persino Caroline. Arrivò persino a non offrirle il suo mantello per la notte, cosa che aveva fatto ogni sera da quando erano partiti.
Quasi tutti i suoi compagni di viaggio non notarono questo cambiamento, tranne Caroline. Aveva sempre rifiutato il mantello del suo amico. Perché, anche se lusingata dalle sue attenzioni, non poteva lasciarlo al freddo. Ma  puntualmente la mattina dopo si ritrovava ricoperta da mantello di Josh. Quando all’alba si ritrovo rannicchiata nella tenda senza null’altro che il sacco a pelo, decise di parlargli. Il Mago era già sveglio,ma lei non sapeva come iniziare. Decise di avvicinarsi:
-“Buongiorno. Già sveglio?”
Josh non si voltò nemmeno verso di lei. -“Ciao.” E non aggiunse altro.
-“Che ti succede, Josh?- la domanda le era uscita all’improvviso dalla bocca, prima che potesse controllarsi.
Lui la guardò perplesso. Non era di certo l’occhiata più dolce che le avesse mai rivolto, ma almeno la guardava.-“Niente.”
-“Non è vero. Sei diverso.”
-“Davvero? Chissà come mai?”- era ironico. Strano, visto che Josh non lo era mai stato prima.
-“E’ per via di Toran? Vuoi che andiamo più piano?”- Caroline lo guardò speranzosa, ma l’amico sembrò quasi arrabbiarsi.
-“ Non so se hai notato, ma siamo capitati in un mondo magico, pieno di strani… cosi, in cui rischiamo di essere uccisi, senza poterci difendere, se non con una spada. Perché non siamo capitati in un mondo futuristico? Con robot e armi super teconologiche? Là non ci sarebbero stati problemi. Passo ore a giocare alla playstation, non avremmo bisogno di addestramenti o guide. Invece niente. Siamo arrivati in un mondo di effeminati antipatici con le orecchie a punta e nanetti che vogliono squatrare chiunque oltre il metro e venti. E mi chiedi pure se c’è qualcosa che non va?”. Poi la prese e la strinse forte a sé, come non aveva mai fatto prima. C’erano state volte in cui lei aveva trovato conforto tra le braccia di Josh, ma mai il contrario. Rimasero lì abbracciati fino a che Toran non li venne a chiamare.
-“Si riparte.”, e senza aspettare risposta si avviò lungo la strada che stavano percorrendo.
Josh fu di ottimo umore per tutta la mattinata, con gran gioia di Caroline. Arrivò persino a caricarsi in braccio l’amica, facendo finta di averla scambiata per uno zainetto troppo carino. Si fermarono a pranzo per la prima volta da giorni, e si riposarono addirittura un po’ dopo mangiato. Poi, ripresero il cammino.
-“Sbaglio, o si è fatto tutto buio?”- disse ad un certo punto Caroline. Dovevano essere circa le quattro del pomeriggio, ma il cielo si era oscurato del tutto.
Fu Toran a rispondere:- “Non sbagli. Siamo nel Regno Nero, Casa della Notte, Tana dei Lupi Mannari.”
Josh sbiancò:-“Lupi Mannari!?? Stai scherzando, vero?”
Ma proprio in quel momento un ululato squarciò la perenne oscurità del luogo. Persino Felmahat, che mai aveva mostrato segni di paura, o qualsiasi sentimento che non sia l’odio per Josh, sembrò rabbrividire.
Caroline, che si preoccupava sempre prima degli altri che di sé stessa, si voltò di scatto verso il loro amico Nano, dicendo che aveva fatto il suo lavoro, quindi poteva tornarsene a casa senza rischiare inutilmente.
Lui sorrise amaramente -“Ad avercela la casa. Preferisco aiutare voi. Comunque non posso tornare. Chi passa i confini del Regno Nero non può tornare indietro prima di tre giorni. È un’Antico Sigillo degli Oscurissimi.”
Josh era stupito:-“Oscurissimi?”-
Felmahat spiegò in fretta: “I Signori dei Lupi Mannari.”
Proprio in quel momento un ululato risuonò più vicino. Stavano arrivando i Lupi Mannari. I cinque compagni si strinsero tra di loro.
Mentre spuntava il primo di quelle terribili bestie, Josh citò una frase del suo film preferito, Real Stell. Forse non era adatta al luogo, in quanto riferita a robot, ma la situazione la descriveva perfettamente:
-“È probabile che ci facciano a pezzi, ma almeno cadremo ballando.”
 
 
 
 

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Capitolo 19
*** Grida di terrore ***


CAPITOLO XIX
Grida di terrore
Prima che Josh e i suoi compagni potessero rendersi davvero conto della situazione, una di quelle bestie si scagliò contro di loro. Era alta all’incirca un metro e mezzo ed era nera come nient’altro in quel luogo. Nonostante la poca luce,si intravedevano perfettamente i suoi occhi rosso sangue,che erano diretti verso la compagnia.
Caroline non perse tempo: sfoderò la spada e la piantò dritta nella gola dell’essere, che cadde a terra in pochi secondi.
Dopo quel gesto però, una dozzina di lupi mannari le si scagliarono addosso,atterrandola. Josh gridò, Felmahat si getto su uno di essi mentre Toran piantò la sua ascia nelle zampe di un altro. Grugno se n’era sbarazzato di un paio, ma le bestie sembravano aumentare a dismisura.
-“Caroline! Caroline!”
Josh era visibilmente sconvolto, tanto da non riuscire neanche ad alzarsi.
Una voce giunse alle sue spalle. Il ragazzo la riconobbe:
-“Josh! Aiutami ti prego…”
Le parole di Caroline erano poco più che un sussurro nel baccano prodotto dalle lame e dagli ululati, ma era riuscito a sentirla, e questo gli bastava.
-“Arrivo Caroline!”
Come un fulmine, si precipitò sul corpo della ragazza, ricoperto di sangue, e, con un incantesimo, pietrificò l’essere che aveva affondato i denti nel suo braccio. La sua rabbia era tale che mandò in frantumi quel blocco di pietra con un pugno;poi, caricatosela sulle spalle, la portò dietro un albero:
-“Caroline, non posso permetterti di continuare ad affrontare quei mostri, ma non posso neanche restare qui con te: Grugno, Felmahat e Toran hanno bisogno di aiuto…Ne sono rimasti pochi, ma pur sempre troppi per loro. Resta qui e cerca di non farti vedere.”
Così detto, prese il suo volto tra le mani e posò un delicato bacio sulla fronte di lei. La guardò per qualche istante, poi, corse via.
Caroline poteva sentire il suo sangue caldo scendere lungo il polso e la mano e decise che non sarebbe restata lì a morire dissanguata: strappò un lembo di stoffa da quel che rimaneva della sua maglietta e se lo strinse forte intorno alla ferita. Poi si alzò in piedi e tornò dai suoi compagni.
Josh e Grugno erano impegnati con una bestia che non dava segni di cedimento, mentre Felmahat e Toran ne fronteggiavano altre tre. Si gettò di istinto contro quella che attaccava il ragazzo e le tagliò la testa di netto.
Josh la guardò:
-“Caroline! Ti avevo detto di restare nascosta! Non sei in grado di combattere!”
-“A me non risulta, l’ho fatto fuori in un attimo. Presto,aiutiamo gli altri.”
Erano rimasti tre lupi da fronteggiare, ma, con l’aiuto di Caroline, non fu difficile sbarazzarsi di loro.
Appena l’ultimo di essi cadde al suolo, i cinque si accasciarono a terra,esausti. Solo Toran, che conosceva quelle terre meglio dei suoi compagni, rimase in allerta: qualcosa, a quanto pare, lo turbava.
Josh si voltò verso l’amica e notò la ferita, che nel frattempo aveva ripreso a sanguinare.
-“Sei un’idiota!” - le urlò bruscamente, tanto da farla restare anche un po’ male - “Non dovevi combattere con una ferita del genere! Potrebbe essersi infettata!”
Caroline rimase di pietra, poi però sorrise:
-“Beh, se si è infettata lo saprai solo controllando no? Vuoi darci un’occhiata?”
Il ragazzo era esterrefatto. Non solo non sembrava rendersi conto della situazione, ma scherzava anche sulla sua stessa salute. In ogni caso, non se la sentiva di lasciarla con quello straccetto sporco di sangue addosso e decise di darle un occhiata.
Si chinò accanto a lei e, cercando di non farle male, scostò la rudimentale medicazione di lei. I denti del lupo avevano perforato in profondità, tuttavia non sembravano esservi segni di infezione.
-“Per tua fortuna è tutto ok, ma, ti prego, la prossima volta dammi ascolto…”
-“Va bene, preoccuposo, lo farò”
i due si guardarono per un po’, quando un urlo squarciò il silenzio:
-“Josh! Alle spalle attento!”
La voce di Felmahat portò il ragazzo a girarsi d’istinto.
Fu un attimo.
I suoi occhi videro solo sangue e un’ascia volare via. Poi, dopo lo shock iniziale, arrivò la doccia fredda: il lupo aveva tra le mascelle il corpo sfigurato di Toran e, prima che chiunque potesse muover dito, si allontanò con esso nelle tenebre.
Caroline scattò in piedi con le lacrime agli occhi e fece per correre nella direzione dove aveva visto la bestia muoversi per l’ultima volta, ma venne fermata dall’elfo, che la tenne stretta per i capelli:
-“COSA STAI FACENDO? Mollami subito! Dobbiamo seguirlo,dobbiamo trovarlo e portare in salvo Toran!”
L’elfo non mosse muscolo; poi rispose:
-“Ormai non c’è più nulla da fare, rassegnati umana.”
Caroline non riusciva a calmarsi ed iniziò ad agitarsi e ad urlare. Fu Grugno, sollevandola , a farle prendere un bello spavento, tanto da farla tacere. Una volta zittitasi, il bestione la adagiò delicatamente al suolo e le disse:
-“Calma Caroline. Felmahat ragione”
A quel punto sopraggiunse Josh, se la caricò in spalla e, con un filo di voce, le sussurrò:
-“Andiamocene via da qui.”

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Capitolo 20
*** Baci serbati e mai dati ***


Capitolo XX
Baci serbati e mai dati
Caroline correva. Correva e basta. Era in una foresta stranissima, con alberi scuri e senza foglie. Era già tutto scuro, poi si aggiungeva la nebbia. Ma dove si trovava? E perché era sola? Sentiva solo il bisogno di correre… Poi un dolore al braccio e l’oscurità che la avvolgeva. La trascinava nell’abisso, sempre più scuro… poi una voce, dolce e preoccupata, che la chiamava:
-“Caroline. Sveglia.”
Un puntino bianco di pura luce si stagliò di fronte a lei, scacciando il buio. Improvvisamente al braccio fu sostituito da un piacevolissimo tepore, che sapeva di buono. Era da lì che proveniva la voce, forse era proprio il puntino di luce a parlarle così dolcemente:
-“Caroline. Ti prego, svegliati!”
No… solo una persona poteva rivolgersi a lei cosi dolcemente. Lo chiamò:
-“Josh…”- poi aprì gli occhi. Erano nella tenda, e Josh la stava curando. Aveva l’aria di uno che non dormiva da un bel po’. Grugno era di sicuro a dormire fuori, come al solito. Felmahat era vicino ad un albero a fare la guardia. Toran, ormai, non c’era più. Erano soli.
-“Caroline!- esclamò il ragazzo, visibilmente sollevato.-“Sei una pigrona”-
-“Josh, quanto ho dormito?- chiese brusca, Caroline.
-“Grazie, Josh per avermi salvata e curata. Di nulla, Caroline, vecchia mia. Sei stanco? No, perche dovrei??”
L’espressione della ragazza si addolcì.
-“Scusa. Grazie Josh, davvero.”
Il Mago, però, non sapeva proprio tenerle il muso. Sorrise.
-“Non preoccuparti. Hai dormito quasi quattro giorni, e ti avviso che stiamo ancora nel Regno Nero.”
-“Davvero? Colpa mia…”
-“Oh no, dolcezza, colpa mia, che ho impedito a quell’idiota di Elfo di trascinarti convalescente.”
-“Troppo buono. Ma raccontami cosa è successo mentre non ero cosciente. Cosa è successo. Ricordo solo il lupo e Toran che…”- ma non riuscì a continuare, perché la voce fu spezzata da un singhiozzo. La perdita di un amico, anche se si è amici da poco, fa sempre male. Josh fu rapido ad abbracciarla e farla stendere. La coprì, le stampò un enorme bacio sulla fronte, le tese una tazzona di camomilla e raccontò, tenendole la mano:
-“Appena dopo che hai perso i sensi, siamo scappati da quel posto maledetto e abbiamo corso per almeno dieci miglia. Grugno ti portava, ma si sentiva che eri troppo debole per continuare, allora ho insistito per fermarci. Ho iniziato a curarti, ma un branco di Lupi ci ha attaccati e io ho deciso di erigere una barriere magica per poterti curare in pace. Ed ora finalmente ti sei svegliata.- aggiunse, sorridendo.
-“Josh?”
-“Dimmi”
-“Perché mi hai baciata a Rodorak?”
Il ragazzo fu spiazzato. Allora non era solo un bel sogno. Era successo davvero. Forse era effetto della Maledizione che aveva scagliato…
-“Bhe, ecco… io…”- non trovava le parole, ecco.
Caroline lo guardò divertita. Gli si parò davanti e lo costrinse a guardarla negli occhi.
-“Tu?- Ma sembrava proprio che Josh avesse perso l’uso della parola.
Caroline si accorse allora che lo amava. Non perse tempo a pensare, e gli appose un bacio leggero ma deciso sulle labbra, staccandosi subito.
Il Mago era stordito. Ma non poteva fare a meno di lei. E allora glielo confessò:
-“Ti amo. Da sempre.”- e la baciò anche lui. Caroline stavolta non si allontanò. Lei questo voleva. Un bacio dal ragazzo che l’aveva sempre aiutata, che l’aveva spesso salvata, che era timido ma coraggioso, dolce ma deciso. Era il suo Josh. Suo e di nessun’altra.
Senza neanche accorgersene, si trovò con le mani sul petto di josh. Gli aveva tolto la maglietta senza volerlo, anzi desiderandolo da morire, ma non osando farlo. Continuarono a baciarsi. A Josh piaceva il sapore delle labbra di Caroline. Non si sarebbe stancato mai di riempirla di baci. Si staccò un attimo e guardò Caroline, prendendo un lembo della maglia della ragazza, e cercando di farsi capire con lo sguardo. Caroline non rispose, anzi rimase impassibile. Si accostò al suo orecchio e, dopo un rapido bacino sulla guancia, gli mormorò all’orecchio:
-“Muoviti, fai l’uomo, o mi passa la voglia.”
Lui non se lo fece ripetere due volte e subito le tolse la maglia. Stette li a guardarla, incredulo. Lei lo richiamò alla realtà:
-“Chiudi la bocca, o entrano le mosche.” E lo baciò.
In breve si ritrovarono entrambi nudi e abbracciati stretti. Continuarono a baciarsi e si rotolarono a terra come una coppia di amanti, come se stessero insieme da tempo.
Rimasero abbracciati alla tenue luce della luna che filtrava dalla tela della tenda per molto, anche se per loro il tempo passò in fretta. Non parlarono. Con i gesti si erano fatti capire molto. Stettero solo stretti l’uno all’altra, l’unica cosa che per loro contava davvero, in quel momento.
 
Angolo autore: Volevo informarvi di due cose
  1. Per le prossime due settimane sarò fuori città,quindi non pubblicherò capitoli e dovrete aspettare un po’
  2. Questo è l’ultimo capitolo scritto dal mio ex, quindi da questo punto in poi la storia prosegue con le mie idee,anche se non ho cambiato nulla di ciò che avevamo progettato per il finale, né di ciò che ha scritto lui nei suoi capitoli
Buone vacanze 

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Capitolo 21
*** Le porte di Shaza ***


CAPITOLO XXI
le porte di Shaza”
Caroline si svegliò.
Ci mise un po’a  rendersi conto che ciò che ricordava non era solo un sogno. Josh, accanto a lei, era steso sull’erba e la guardava:
-“Buongiorno Caroline” le disse, guardandola con gli occhi di chi, assetato, guarda una caraffa d’acqua che gli viene posta davanti.
-“Buongiorno a te Josh” Gli rispose, posando un leggero bacio sulla sua guancia – “dormito bene?”
-“Mai dormito meglio.”
Il ragazzo fece per avvicinarla, ma Caroline si scostò leggermente:
-“Abbiamo perso molto tempo Josh, e sai meglio di me che il Regno Nero non è un posto sicuro. Dovremmo incamminarci il prima possibile quindi chiama gli altri e leviamo le tende.”
Il ragazzo, a malincuore, sapeva che Caroline aveva ragione: Il Regno delle Ninfe era ancora lontano, e ci sarebbero volute ore di viaggio per raggiungere la loro città più vicina:Shaza. Nei libri che aveva letto, essa era universalmente associata all’aggettivo trasparente e Josh si chiese il perché, scacciando tuttavia il pensiero quando ricordò le parole della ragazza
Si vestì, raccolse le sue cose, e andò ad avvisare Grugno e Felmahat dell’imminente partenza
-“Era ora” Rispose seccato l’elfo –“Iniziavo a credere che non ci saremmo più mossi da qui”
Josh non rispose. Era deluso per il trattamento riservatogli da Caroline quella mattina.
Che sciocco,pensò, credevi davvero che sarebbe stata tua dopo quella notte?Si è solo divertita, a te non tiene davvero…
Con la testa piena di questi pensieri, il giovane si rimise in viaggio con i suoi compagni, senza dire una parola.
Proseguirono in linea retta per un paio d’ore, quando qualcosa attirò la loro attenzione, e Josh capì il perché l’associazione Shaza-Trasparente non poteva essere più azzeccata: Un muro alto e molle si stagliava all’orizzonte, bloccando loro la strada. Sembrava essere gelatina, ma il ragazzo non osò toccarlo.Sembrava incantarlo con le sue mille sfumature , che tuttavia lasciavano trasparire cosa si trovava oltre: Alte torri colorate, ma trasparenti addossate l’un l’altra e, sullo sfondo, quella che sembrava un immensa tenuta di qualche ricco signore di Boston.
-“Siamo arrivati” –disse Felmahat, soddisfatto –“ questo è il confine del Regno delle Ninfe. Ora, a meno che non vogliate trovarvi con con questa roba addosso per il resto della vostra vita, è meglio darsi da fare per trovare un entrata”.
Caroline  era stupefatta: Non aveva mai visto niente di simile. Sembrava attratta da quella sostanza. Era come se il confine la chiamasse a se.
-“Stai lontana Caroline” –le intimò Felmahat – “Le ninfe giocano con i sentimenti altrui. Ti stanno attiranno a loro per farti cadere in qualche trappola. Se ti avvicini ancora, potresti ritrovarti chiusa in una cella in meno di quanto possa immaginare”.
La ragazza rabbrividì all’idea e decise di seguire gli altri lungo il confine del muro, alla ricerca di una porta o un varco per passare.
Non passò molto tempo, prima  di trovare l’ingresso: un portone fatto della stessa sostanza del muro era ora davanti a loro, sorvegliato da due esseri che Caroline non avrebbe saputo definire se non come Alti, magrissimi, con lunghi capelli blu e la pelle di gelatina.
Grugno fece per attaccarli, ma Josh lo fermò
-“Calmo amico, vediamo prima se ci fanno passare.”
L’elfo si avvicinò ai due e iniziò a parlare in una lingua incomprensibile ai due ragazzi. Dopo poco tornò, con un sorriso stampato in faccia
-“Possiamo entrare”.

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Capitolo 22
*** Delusione ***


Capitolo XXII
Delusione
 
Quello che i ragazzi videro appena varcarono quella strana barriera trasparente li lasciò senza fiato: Le alti torri sembravano toccare il cielo, incorniciando la struttura di quello che aveva tutta l’aria di essere il palazzo reale. L’essere gelatinoso li guidò fino all’ingresso del palazzo, poi, si rivolse a Felmahat, che annuì per poi rivolgersi a loro:
-“ Siamo arrivati. Questo è il Regno delle Ninfe. Per questa notte faremo sosta qui. Domattina, copriremo a grandi passi la distanza che ci separa da Occacs e porteremo a termine la nostra missione. Le ninfe vi guideranno nelle vostre rispettive camere; ci si vede più tardi per la cena.”
Così detto, Felmahat seguì uno di quegli esseri per un labirinto di corridoi e scale in cui persino Josh avrebbe fatto fatica ad orientarsi.
I due ragazzi rimasero lì con Grugno per pochi minuti, quando finalmente tre ninfe dai lunghi capelli blu li presero per braccio e li guidarono per strade differenti. Josh non avrebbe voluto separarsi dalla sua Caroline, ma non vedeva modo di impedirlo: Dopotutto, non capiva una parola di quella strana lingua. Fortunatamente, i ragazzi furono portati sullo stesso piano, cosa che rallegrò non poco il ragazzo.
Caroline fu lasciata sulla soglia di una camera che sembrava fatta di zucchero filato rosa: tutto pareva avere la consistenza del cotone e la ragazza non esitò a buttarsi sull’enorme letto: era proprio come lo aveva immaginato, soffice e confortevole. Si addormentò prima di poter pensare ad altro.
La Camera di Josh invece sembrava un enorme acquario, con strani pesci che nuotavano sul perimetro delle pareti; a Grugno invece, fu assegnata una sorta di enorme caverna con cibo a sazietà.
Il sonno di Caroline fu interrotto da uno strano rumore. La ragazza si alzò e iniziò a frugare nell’armadio in cerca di qualcosa di carino, ma trovò solo camicie da notte, così rinunciò e uscì dalla stanza.
L’intrico di corridoi che si stagliò dinnanzi ai suoi occhi la lasciò perplessa, ma decise di prendere una direzione e seguirla. Prese la via di destra e iniziò a curiosare in giro. Sbirciò dentro parecchie delle camere aperte: Una sala da pranzo, un bagno e quella che sembrava una sorta di arena da combattimento.. Arrivò infine ad una porta chiusa, che aveva l’aria di contenere qualcosa di prezioso, data la quantità di serrature che la ricoprivano. Non potendo entrare, la ragazza avvicinò l’orecchio alla porta, e capì finalmente da dove proveniva il rumore che l’aveva svegliata: Lamenti e urla erano accompagnati dal rumore di catene trascinate sul pavimento.
Caroline si spaventò quando udendo dei passi avvicinarsi alla sua posizione e corse via per uno dei lunghi corridoi, ignara di dove stesse andando. Quando si calmò, decise di informare l’amico di quanto avesse scoperto: Se quello non era un luogo sicuro, dovevano andarsene il prima possibile.
La ragazza fece velocemente a ritroso il corridoio che aveva percorso per tornare in camera sua: da lì, riuscì ad orientarsi verso quella di Josh. Corse a perdifiato e quando la raggiunse, spalancò la porta senza pensarci.
Rimase di pietra quando vide Josh, il suo Josh, steso sul letto mezzo nudo in compagnia di uno di quegli esseri. I ragazzi si guardarono per un istante, prima che Caroline tornasse a correre verso camera sua: Non poteva essere vero, quello non era il suo Josh, il Josh della notte precedente non avrebbe mai fatto una cosa simile…
Con le lacrime agli occhi, tornò in camera sua, affondò il viso nel cuscino e iniziò a piangere, fino a quando non cadde in un sonno profondo.

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Capitolo 23
*** Scappa! ***


Capitolo XXIII
Scappa!
Caroline fu svegliata da un raggio di luce proveniente dalla finestra della sua stanza…
Quanto aveva dormito? Che ore potevano essere?
Le domande frullavano nella sua testa senza sosta, fino a quando decise di alzarsi per mangiare qualcosa, in quanto il suo stomaco iniziava a farle male.
Aprì la porta e, improvvisamente le tornarono alla mente le scene già vissute in quei corridoi; dalla camera delle torture a…Josh.
La ragazza cercò di scacciare quel pensiero, ma esso tornava prepotentemente nella sua testa ogni qual volta la ragazza cercava di convincersi che per lei Josh non era più nulla. Il ragazzo, che quella notte l’aveva stretta così forte, non esisteva più; o, quantomeno, l’aveva già dimenticata.
Caroline continuò a camminare con questi pensieri fino a quando non arrivò in una grande sala dove, sullo sfondo, notò Grugno. Gli si avvicinò, ma, ben presto, si accorse che qualcosa non andava: Il labbro del troll era coperto di tagli, e il bestione faticava a parlare più di quanto non facesse già normalmente.
Un orribile pensiero sfiorò la mente di Caroline che, assicuratasi di essere sola con Grugno, gli chiese di voltarsi.
Il troll ubbidì.
I segni di quelle che sembravano essere state ferite provocate da poco erano ben visibili sulla pelle dura del suo compagno. La ragazza crollò in ginocchio, incredula:
-“Cosa ti hanno fatto? Grugno! Chi è stato??”
-“ Lui voleva sapere voi…Io no detto niente…”
-“Grugno dobbiamo andarcene di qui, dobbiamo trovare Felmahat e…Josh…e scappare. Tu scappa, potrebbero farti altro male, andrò io.”
Senza lasciare a Grugno il tempo di replicare, Caroline corse su per una di quelle grandi scalinate, decisa ad avvisare Josh del pericolo che stavano correndo…Era arrabbiata con lui, ma non poteva lasciare che gli si fosse fatto del male.
Con il cuore in gola, giunse alla soglia della porta del ragazzo e bussò più volte con una certa violenza, fino a quando questa si aprì.
Un Josh assonnato le si presentò davanti,con l’aria di chi non volesse ricevere scocciature in quel momento.
Caroline, a cui non importava un accidente di quello che il ragazzo volesse in quel momento, lo prese per un braccio e lo trascinò fuori:
-“Josh dobbiamo andarcene. Hanno torturato Grugno per avere informazioni su di noi, siamo in pericolo!”
Il ragazzo, ancora assonnato, sgranò gli occhi:
-“dici sul serio?”
-“Mai stata così seria. Trova Felmahat,prendi qualcosa da metterti addosso e raggiungimi alla sala in fondo alle scale”
Così detto, corse via, e a Josh non restò che guardare la sua figura scivolare velocemente via da lui…Volevano davvero torturarli? O Caroline stava solo cercando di portarlo via da quel posto per via di ciò che aveva visto?
Qualcosa lo convinse a dare ascolto alla ragazza e, non troppo convinto, si infilò la sua casacca e andò a cercare l’elfo.
Passò poco tempo e i tre si rividero: Caroline più ansiosa che mai, Josh ancora assonnato e Felmahat totalmente indifferente.
-“Grugno è già fuori ad aspettarci, sbrighiamoci.”
-“Perché tanta fretta, ragazzina?” Rispose Felmahat
-“Come perché??  Josh non ti ha spiegato nulla? Siamo in pericolo se non lo avessi capito!”
-“Josh mi ha accennato qualcosa, ma non credo vi sia motivo di preoccuparsi: avrai immaginato tutto, come tuo solito, e adesso stai dando fretta a tutti noi…”
-“IO NON HO IMMAGINATO NULLA! E se è questo che pensi puoi ben restare qui con loro! Andremo io Josh e Grugno a salvare questo mondo, a salvare il NOSTRO mondo. La tua presenza non è necessaria, ormai manca poco ad Occacs e la strada sapremo ben trovarla da soli!”
Così detto, Caroline si avviò al cancello del palazzo. Arrivata sulla soglia, si voltò:
-“Josh. Vieni con noi?”
Vi fu un silenzio che alla ragazza sembrò eterno. Poi, con un cenno della testa, Josh annuì e le si avvicinò. Raggiunsero Grugno, al lato opposto del cortile e, insieme, si allontanarono furtivamente da quel luogo, decisi a non farvi più ritorno.

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Capitolo 24
*** Tradimento ***


Capitolo XXIV
Tradimento
Il Regno delle Ninfe era già lontano quando i due ragazzi scorsero all’orizzonte qualcosa che li lasciò di stucco: Un immenso torrione scuro e inquietante si trovava a circa 10 kilometri da loro.
Grugno sussultò e Caroline iniziò ad avere paura:
-“Penso che ci siamo” esordì fiero Josh, “quella deve essere Occacs”
Caroline, già di per se spaventata, indietreggiò:
-“Josh…A me questo posto non piace per niente..Forse avremmo dovuto aspettare Felmahat, forse c’è un altro modo per recuperare il libro…”
-“Caroline, non vi è altra soluzione. Adesso noi avanzeremo finchè quella fortezza non si staglierà dinnanzi a noi; poi, troveremo il modo di entrare e toglieremo quel libro dalle mani di Thalafem così potremmo finalmente tornare al college…”
-“Josh io non vengo.”
Grugno e il ragazzo si voltarono di scatto, increduli:
-“Come sarebbe a dire Io non vengo?
-“Hai capito bene. Non ho intenzione di proseguire. Andate avanti voi”
Capendo che la ragazza non scherzava affatto, il giovane le si avvicinò, le mise le mani sulle spalle e iniziò a parlarle dolcemente:
-“Caroline…Come fai a dire di voler mollare tutto? Se siamo arrivati fino a questo punto è anche grazie a te. Sei un’ottima guerriera, oltre ad essere una bellissima ragazza, e sono sicuro che..”
-“Bella quanto la Ninfa in camera tua??? Non credo proprio”
La voce di Caroline era diventata più acuta e forte, Josh, invece, era ammutolito
-“Certo, perché tanto si sa che voi maschi avete solo una cosa per la testa: Prima state con una, e il giorno dopo tranquillamente con un’altra. Non vi passa neanche per la testa che potreste ferire i sentimenti di qualcuno in questo modo e di certo..”
Il ragazzo crollò in ginocchio, ma Caroline lo tirò su con la forza, sotto lo sguardo incredulo di Grugno che li osservava curioso:
-“No. Non sperare di cavartela così. Sono delusa da te, ti credevo una persona migliore, e invece sei solo un vigliacco come tanti. Sai che ti dico? Resta qui a piangere su te stesso, Io ho cambiato idea, credo proprio che affronterò il nemico da sola.”
Così detto, Caroline puntò in direzione del torrione, lasciando Josh in ginocchio, incredulo, e Grugno paralizzato a guardare l’amico.
Sono un idiota. Era mia, e ho rovinato tutto per uno stupido equivoco. Avrei dovuto spiegarle tutto fin dall’inizio, ma ormai non ha più senso…
Josh ripiegò su se stesso e si accasciò a terra, privo di emozioni. Grugno lo raccolse, se lo adagiò in spalla e, lentamente, si incamminò anch’egli in direzione di Occacs.
 
Nel giro di un paio d’ore, la ragazza raggiunse la fortezza: Vista da vicino, era ancora più spaventosa che da lontano, con le sue guglie altissime e le dorate finestre spioventi. Caroline non ci mise molto a trovare l’ingresso ma, come si aspettava, esso era sbarrato. Decise allora di percorrere il perimetro di quel luogo, nella speranza di trovare il modo di entrare.
Tutto sembrava essere stato lasciato a se stesso, non vi era nulla di curato, eccezione fatta per le finestre che sembravano tirate a lucido. Caroline decise di puntare su una di esse e, arrampicatasi su di un albero, saltò fino al cornicione dorato di una finestra semiaperta. Richiamando a se tutte le proprie forze, riuscì ad issarsi e ad entrare: Si trovava ora in una camera curatissima, con tende di velluto e letto a baldacchino, ma non si perse ad ammirare la bellezza di quel luogo: il suo obiettivo era un altro.
Caroline raggiunse una grande scalinata, quando qualcuno le rivolse la parola:
-“Ti stavo aspettando…”
La voce le suonò familiare, ma non riuscì ad individuare da chi provenisse. Poi, qualcuno le scostò i capelli dalle spalle, e Caroline notò una ciocca bionda posarsi su di lei. Si voltò lentamente e vide Felmahat, davanti a lei, con un enorme libro dalla copertina viola tra le mani;
-“Io sono Thalafem, umana, e per te è giunta l’ora di morire.”

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Capitolo 25
*** Aspettami Caroline! ***


Capitolo XXV
Aspettami Caroline!
-“Felmahat! TU! Non è possibile…tu eri con noi…tu sei SEMPRE stato con noi!”
-“No, ragazzina…tu hai CREDUTO che io fossi sempre stato dalla vostra parte. E’ così facile ingannare voi essere umani…Siete così sciocchi!”
Caroline era senza parole. Non ci credeva,non voleva credere a ciò che l’elfo le stava dicendo.Come poteva un loro compagno d’avventure essere arrivato a tanto? Non poteva dire di conoscerlo bene, ma quei giorni trascorsi insieme l’avevano portata a fidarsi di lui, di quel mostro che ora voleva toglierle la vita senza troppi problemi.
Thalafem la guardò: la guerriera che era in lei sembrava essere svanita per dar spazio ad una ragazzina indifesa che desiderava solo la pace del suo e di quel mondo. Non perse tempo e la scaraventò giù dalle scale prima che lei, ancora stordita per la notizia, si rendesse conto di aver battuto la testa. Poi il buio la avvolse mentre mille pensieri abbandonavano la testa della ragazza.
 
Josh stringeva i pugni tra le lacrime. L’aveva persa,l’aveva persa per la stupida debolezza di un momento e ora lei se ne era andata da sola, senza di lui. La cosa non gli dava pace e non riusciva ancora a capacitarsi del suo gesto. La amava, la amava per davvero, ma se ne era reso conto troppo tardi.
E’ proprio vero ciò che si dice –pensò- ci si accorge del valore delle persone solo dopo averle perse…
Con la testa piena di rimorsi e pentimenti, Josh si lasciò andare a se stesso. Era come se lo avessero svuotato tutto ad un tratto.Ed è così che si sentiva senza di lei: vuoto.
-“Tu cercare lei”
-“Come scusa?” Le parole di Grugno lo stupirono
-“Cercare Caroline. Lei vuole”
-“Ma se non vuole nemmeno parlarmi! Non hai visto come ha reagito? Per lei non conto nulla!”
-“Vai.”
Sperava che Grugno potesse aver ragione. Ma infondo, cosa aveva da perdere se la persona per lui più importante l’aveva già persa? Si convinse ad andarla a cercare, si convinse che potesse aver bisogno di lui, come lui ne aveva di lei in quel momento.
-“Grugno andiamo a cercarla…”
-“Josh bravo!”
I due si misero in viaggio, Josh, con la testa piena di pensieri, e Grugno talmente spensierato che quasi non sembrava rendersi conto della missione a cui stavano prendendo parte.
Raggiunsero la soglia del grande palazzo, con le guglie che incombevano minacciose sulle loro teste.Era arrivato il momento di sconfiggere il nemico che tanto li aveva fatti dannare ma, fin da subito, le cose a Josh parvero sospette: Il portone d’ingresso era spalancato, quasi come se qualcuno lo stesse aspettando.
Il ragazzo raccolse tutto il suo coraggio e varcò la soglia,scortato dal troll. E fu allora che lo vide: Un corpicino rannicchiato in se stesso, che giaceva infondo ad una rampa di scale.Un corpo fin troppo familiare per Josh. Gli si gelò il sangue nelle vene: era il corpo di Caroline.
 

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Capitolo 26
*** Battaglia decisiva ***


Capitolo XXVI
Battaglia decisiva
Caroline era lì,immobile. Mille pensieri attraversarono la testa del ragazzo: L’aveva persa? Era colpa sua? Era SICURAMENTE colpa sua…
Poi lo vide. Felmahat, con un sorriso maligno, guardava la coppia Josh/Grugno dall’alto della rampa di scale e sorrideva. SORRIDEVA. Come poteva sorridere alla vista della loro compagna di viaggio in quelle condizioni??Fu allora che capì.
Era stato lui. Fin dall’inizio, il nemico aveva camminato al loro fianco e non se ne erano accorti. Probabilmente anche Caroline era caduta nella trappola e ora era lì, senza segni di vita, poiché lui l’aveva lasciata andare. Non poteva perdonarselo, non riusciva a capacitarsi di quanto sciocco fosse stato. Guardò fisso negli occhi l’elfo, che ricambiò l’occhiata con uno sguardo di sfida:
-“Cosa c’è umano? Vuoi fare la sua stessa fine?”
-“TU! TU! Lurido essere schifoso! Tu ci hai sempre ingannati, tu ti sei preso gioco dei nostri sentimenti, tu ci hai messo in pericolo di vita più e più volte solo perché di questa missione non ti importava NULLA! Perche eri TU stesso lo scopo della missione, eri tu il nemico da sconfiggere! Felmahat non te lo perdonerò mai. Morirai per mano della mia magia, fosse l’ultima cosa che…”
-“Calmo, idiota. Innanzitutto il mio nome è Thalafem,vedi di tenerlo a mente perché sarà l’ultima cosa a cui penserai quando spezzerò la tua giovane vita. Seconda cosa, ho i miei buoni motivi per desiderare il Libro dell’ Equilibrio. Questo mondo è in mano ad un potere corrotto, coloro che gestiscono l’ordine non sono altro che dei vigliacchi. Io ristabilirò le leggi di Anathoran e Carenthoran, io guiderò la razza elfica ad un nuovo dominio e questo sarà quello definitivo! Il vostro mondo sarà governato da miei funzionari e a quel punto nessuno potrà più fermarmi! IO sono il leader, IO SONO IL DIO DEL NUOVO MONDO! E adesso, insignificante umano, lascia che ti dia un assaggio di quello di cui sono capace!”
Thalafem aprì le mani e, sopra di se, un gigantesco cerchio di luce verde si formò, per poi essere scagliato contro Josh. Il mago si difese, ma la magia elfica andava oltre le sue capacità. Non poteva far altro che schivare gli attacchi del nemico , cercando di farsi venire in mente qualche buona idea per non lasciarci la testa. Si guardò intorno: cosa poteva fare? Come poteva agire? Poi si ricordò di Grugno. Poteva usarlo come diversivo? Poteva sfruttare la sua forza? Poteva…
Gli venne un’idea. Folle, ma pur sempre meglio di niente. Si avvicinò al troll:
-“Grugno! Devi distrarlo! CERCA DI ATTIRARE LA SUA ATTENZIONE!”
Il troll sembrò confuso, e Josh temette fosse davvero la fine. Poi, Grugno sollevò una trave caduta in seguito agli attacchi dell elfo e gliela scagliò contro
-“GRUGNO QUI! THALAFEM CATTIVO!”
Il nemico lo guardò, prima di scoppiare a ridere:
-“Stupido troll levati di mezzo!”
Thalafem scagliò una qualche sorta di magia contro il povero troll, che cadde paralizzato a peso morto davanti agli occhi dell’amico. Josh era furioso, ma non poteva sprecare l’occasione che il troll gli aveva dato: Thalafem era ancora intento a deridere Grugno quando il ragazzo aprì le mani.
Si concentrò.Pensò a Caroline, che giaceva immobile davanti ai suoi occhi, a Grugno, paralizzato dopo aver cercato di aiutarlo, a Toran, morto troppo presto per salvarli, a Nick, che probabilmente ancora lo cercava a scuola…Pensò ad Anathoran, a Carenthoran all’equilibrio tra i due mondi… E alla fine tentò.
Scagliò l’enorme sfera d’energia intrisa di sentimenti al di sopra della testa di Thalafem. Lui lo notò, e rise:
-“Sei un povero illuso, pensavi di colpirmi??”
No. Josh non pensava affatto di colpirlo,il suo piano non era quello. Sorrise debolmente, e l’elfo se ne accorse, ma prima di chiedersi il motivo di quel sorriso appena accennato, il soffitto e i piani superiori della fortezza crollarono su di lui, seppellendo il Libro dell’Equilibrio e il suo perfido possessore sotto tonnellate di mattoni e cemento. Josh rise. Ce l’aveva fatta, era sano e salvo, ma non poteva dire lo stesso dei suoi compagni.
 

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Capitolo 27
*** Torna da me ***


Capitolo XXVII
Torna da me
Josh si precipitò da lei non appena ebbe avuto modo di realizzare che non erano più in pericolo. Caroline era voltata di spalle e lui pregò che stesse ancora respirando;la voltò sulla schiena e le prese il polso: vi era battito,era ancora viva. Il ragazzò scoppiò in lacrime e la strinse tra le braccia, cercò di svegliarla,ma fu tutto inutile: Sembrava non dare segni di vita, nonostante il battito cardiaco. Probabilmente era in coma, pensò, ma cercò di scacciare subito quel pensiero. Josh la guardò: era sempre lei, la ragazza di cui si era innamorato e che le aveva spezzato il cuore per un suo sbaglio, ma a cui non aveva mai smesso di pensare. Le lacrime iniziarono a bagnare il colletto della ragazza quando i pensieri di Josh presero voce:
-“Caroline…Caroline ti prego svegliati…non puoi andartene così, devo ancora spiegarti cosa è successo, devo farmi perdonare…ti prego,Caroline, svegliati…ti prego SVEGLIATI! IO TI AMO CAROLINE! TORNA DA ME! NON SONO NULLA SENZA DI TE!”
Le lacrime soffocarono le parole del ragazzo,che crollò a terra in un pianto disperato, mentre scuoteva il braccio di quella che era stata la ragazza dei suoi sogni. Restò vicino a lei per pochi minuti, che però a lui sembrarono ore…Le tenne stretta la mano nella speranza di ricevere a sua volta un segno di vita…E così accadde.
La mano di Caroline si strinse debolmente intorno a quella di Josh,che invece stringeva come non mai.Era viva, e questo gli bastava. Poi, improvvisamente, la ragazza si mise a sedere e lo guardò. Josh era imbarazzatissimo: insomma, non era proprio la condizione in cui voleva farsi vedere, sporco e con le guance rigate dalle lacrime, ma fu comunque felice.
-“Caroline grazie al cielo ti sei svegliata! Credevo fossi morta, credevo non ti saresti più alzata e invece sei qui! Devo spiegarti molte cose, devo chiederti scusa per tutti gli errori che ho commesso, devi ascoltarmi ti prego, devi aiutarmi a..”
-“Sta zitto.”
Josh era sbalordito, ma tacque all’istante. Aveva sperato troppo; Caroline era ancora arrabbiata.
-“Vieni qua idiota”
Josh si avvicinò, e Caroline gli prese il volto tra le mani
-“Sei un deficiente,un cretino,uno stupido,un traditore,un lurido essere umano che mi ha prima rubato e poi spezzato il cuore. Sei quanto di peggio si possa augurare a qualcuno, ma se ti accadesse qualcosa arriverei in cima al mondo pur di farti stare bene. Mi hai salvato la vita,rimbambito.”
Lo baciò.
Lo baciò, e Josh sentì tutto il peso del mondo che svaniva dalle sue spalle.
Lo baciò ancora, e il ragazzo si sciolse come burro al sole in una giornata d’agosto.
Lo baciò un ultima volta, e desiderò di restare lì per sempre, con la sua Caroline, così fragile all’apparenza ma molto più forte di lui nella realtà.
Si staccarono, e Josh se ne pentì quasi subito, anche perché, a pochi metri da loro, giaceva il corpo paralizzato di Grugno. Aiutò Caroline a mettersi in piedi e, se pur lentamente, si avvicinarono al troll. Era magia elfica quella che lo aveva costretto in quello stato, ma il ragazzo era abbastanza sicuro di poter fare qualcos per rimetterlo in piedi per un po’. Allungò le mani verso il suo amico, che, circondato da una strana nube rossa, iniziò ad assumere una posa più naturale, segno che stava tornando il Grugno di sempre. Il troll aprì gli occhi e si alzò in piedi:
-“Grugno salvo, Josh campione!”
Il ragazzo sorrise e Caroline lo guardò. Poi, entrambi si accasciarono al suolo, sfiniti, ma di nuovo insieme, e con la consapevolezza di aver salvato non uno, ma ben due mond

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Capitolo 28
*** Ritorno a Scacco ***


Capitolo XXVIII
Ritorno a Scacco
Caroline si svegliò scombussolata e si rese conto di essere sulla spalla di qualcuno, qualcuno alto molto più del normale. Poi ricordò: Grugno! Erano svenuti e il troll si era fatto carico dei loro corpi e li stava, probabilmente, portando da qualche parte. Aveva il passo svelto, e la ragazza si chiese come avesse fatto a restare incosciente per tutto quel tempo, considerando che ad ogni passo del troll si sentiva un terremoto nelle vene. Josh era sull’altra spalla di Grugno: sembrava dormisse, e, nonostante i vestiti sporchi e i capelli arruffati, Caroline non poté far altro che pensare che fosse davvero carino con gli occhi chiusi. La ragazza scese dalla spalla del compagno e, con fare curioso, iniziò a fare domande:
-“Grugno dove andiamo?”
-“Scacco, manca poco, Grugno veloce!”
-“Davvero? Dove siamo?”
-“Trebor. Quasi arrivati”
La ragazza si sentì sollevata ma allo stesso tempo in ansia: Se fossero tornati a Scacco avrebbero dovuto dare delle risposte al gran Consiglio. Cosa avrebbe detto? Come avrebbe giustificato la mancanza del libro? Alla fin fine, loro si fidavano di Felmahat; avrebbero creduto alla storia del tradimento?
Mentre questi pensieri frullavano nella testa di Caroline, Josh, con un balzo, saltò giù dalla spalla di Grugno e le si avvicinò:
-“Caroline…Come stai?”
-“Non male Josh… Tu piuttosto… Hai recuperato le forze?”
-“Non totalmente, ma mi sento molto meglio…Senti cosa pensi di fare adesso? Cioè insomma noi due…Come pensi di…”
-“Non girarci intorno, Josh.”
-“Ok scusami, ma ho bisogno di sapere cosa hai intenzione di fare”
Caroline si fermò e Josh le restò accanto. Grugno, nel frattempo, continuò ad avanzare, incurante dei due ragazzi. La ragazza gli prese la mano, gliela strinse e lo guardò negli occhi:
-“Ne abbiamo passate tante Josh. Abbiamo salvato non uno, ma ben due mondi, e, cosa più importante, tu mi hai salvato la vita più volte. Come potrei solo pensare di voler passare un altro giorno della mia vita senza te al mio fianco? Come potrei pensare di esserti indifferente quando, nei corridoi della scuola, mi passerai davanti guardandomi con quegli occhi? E’ evidente che per me sei diventato molto più di un semplice compagno di scuola, ho scoperto in te una persona fantastica e non voglio perderti per nulla al mondo”
Lo baciò, e Josh per la prima volta dopo tanto tempo, arrossì. Erano le parole che desiderava sentire da una vita e, adesso che la ragazza di cui era innamorato gliele aveva dette con una naturalezza incredibile, era sul punto di piangere per la gioia. Si sentiva finalmente importante, finalmente, aveva trovato un motivo che lo spronasse a migliorare giorno dopo giorno, per raggiungere quella perfezione che, comunque, non lo avrebbe mai portato alla pari della sua Caroline.
Ricambiò il bacio e la strinse forte a se
-“Ti amo Caroline. Ti amo da sempre.”
-“Lo so, idiota, ma ora muoviamoci:Grugno ci ha quasi seminati”
Era vero. Era talmente perso nei suoi pensieri da non rendersi conto che il troll li aveva ormai passati da un pezzo. Prese la mano di Caroline, la guardò:
-“Lo raggiungiamo insieme?”
-“E lo chiedi anche?”
Iniziarono a correre a perdifiato, ma a Josh stava bene così: Erano lui, lei e il rumore dei loro passi veloci sulla terra. Si sentì solo, ma stranamente, completo, e prima che potessero capacitarsene, varcarono il confine di Scacco. Quando intravidero Grugno all’orizzonte, sullo sfondo appariva già il palazzo di Sharendallà. Erano arrivati. Senza fiato, ma ce l’avevano fatta.
 

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Capitolo 29
*** Arrivederci ***


Capitolo XXIX
Arrivederci
Le guardie del palazzo ci misero un po’ a riconoscerli, ma, quando videro Grugno, lo stupore si dipinse sul loro volto: erano loro, ce l’avevano davvero fatta.
Sollevarono le spade e si inchinarono al loro passaggio. Josh  restò di stucco; Caroline rise. Probabilmente, non avrebbero mai più avuto un trattamento del genere per il resto delle loro vite, quindi cercarono di godersi quel momento. Le porte della Sala si spalancarono e, con loro sorpresa, il Consiglio era già tutto lì ad attenderli, quasi come se qualcuno avesse anticipato la notizia del loro ritorno.
Josh notò subito i Guardiani del libro e, successivamente, il consiglio dei nani. A Caroline invece saltò subito all’occhio la fazione elfica: chissà se si stessero chiedendo di Felmahat, chissà se la verità fosse già arrivata alle loro orecchie.
Ancora si guardavano intorno quando comparve: Sharendallà, nel suo vestito color del mare, li guardava dall’alto del Consiglio e sorrideva; a giudicare dalla sua espressione, era felice di vederli.
I ragazzi e Grugno si inchinarono alla sua presenza, così come tutto il Consiglio.
La principessa scese lentamente verso di loro, restando tuttavia in posizione ben visibile per tutti:
-“Umani, vedo che siete giunti fin qui sani e salvi. Questo significa che siete riusciti a portare a termine la vostra missione o che ci abbiate ripensato. Tuttavia, a giudicare dalla condizione dei vostri abiti, penso che la spedizione sia andata a buon fine, anche se non posso fare a meno di notare che manca una persona all’appello…Siete partiti in quattro o sbaglio?”
Scese il silenzio nella sala. Nessuno dei tre aveva il coraggio di spiegare al Consiglio e a Sharendallà la vera natura di Felmahat. E se non gli avessero creduto?
-“Principessa” – Caroline prese coraggio e parlò – “Felmahat si è rivelato malvagio. Era lui l’artefice del furto. Fin dall’inizio, ci ha sempre ingannato. Voleva possedere il dominio di questo mondo, e siamo riusciti a fermarli all’ultimo. Principessa, la prego, ci creda….”
-“Ti credo, Caroline Thompson. Credo a te e ai tuoi compagni. Tuttavia, devo constatare che, oltre ad un alleato, abbiamo perso anche il Libro dell’Equilibrio…”
-“Principessa” – Josh intervenne – “penso sia stato meglio così. Nessuno ha diritto di decidere il futuro di Anathoran e Carenthoran. Sono gli abitanti di un mondo a renderlo quello che è, e non un singolo individuo assetato di potere. La giustizia ha trionfato e, se posso permettermi di consigliare, io non cercherei di recuperarlo. Penserei piuttosto a fare in modo di creare un governo all’altezza di questo luogo fantastico, per rendere più facile la gestione di questi luoghi…”
-“E’ un azzardo la tua proposta, Josh White, ma riconosco che hai ragione: E’ arrivato il momento di basarsi sulle nostre forze per governare, e, visto che l’unione fa la forza, direi di rimboccarci le maniche ed iniziare.”
Si alzò un applauso di consenso dal Consiglio. Evidentemente, il discorso di Josh aveva colpito i presenti più di quanto si aspettasse.
-“Grugno” –Intervenne Sharendallà - “Il tuo coraggio e la tua forza hanno contribuito al termine di questa missione. Se vorrai, sarai il benvenuto nel nostro nuovo Consiglio come addetto alla sicurezza.”
-“Grugno felice! Grugno accetta!”
La fazione dei nani storse il naso, ma si rassegnarono all’idea che, da quel giorno, avrebbero dovuto collaborare tutti per il futuro di Anathoran.
Sharendallà si avvicinò ai ragazzi e li abbracciò. Caroline e Josh rimasero senza parole, poi, la guardarono:
-“Grazie di cuore umani, per aver salvato il mio mondo.”
-“Grazie a te per avercelo permesso!” La voce di Caroline era entusiasta.
-“Suppongo” – continuò la principessa- “che ora vorrete un biglietto di sola andata per Carenthoran…”
Cavolo. Aveva ragione. Dovevano tornare a casa…
-“Permetteteci Principessa” – continuò Josh – “di salutare questo mondo; poi, andremo”
-“Tutto il tempo che vuoi, umano. Prendete questi”
La principessa porse loro due bracciali
-“Indossateli e, quando avrete deciso di partire, incrociate le vostre dita. Io vi saluto qui, buona fortuna umani, e grazie ancora per averci salvati.”
La principessa si inchinò davanti a loro, cosa che li lasciò non poco stupiti. Poi, scomparve nel suo vestito.
Josh e Caroline si diressero da Grugno, che iniziò a piangere:
-“Grugno triste. A Grugno manca Josh e Caroline”
-“Anche a me mancherai, amico” – Disse Josh, visibilmente triste.
-“Non ti dimenticherò mai” –Concluse Caroline, mentre una lacrima solcava la sua guancia.
Il troll stritolò i ragazzi in un abbraccio; poi, li depose delicatamente al suolo.
I due si voltarono verso il Consiglio, che si inchinò davanti a loro. Josh e Caroline si guardarono e sorrisero, poi, si presero le mani e le strinsero tra di loro.
-“Arrivederci, abbiate cura di voi!” Urlarono.
Poi, così come erano arrivati in quel luogo fantastico, lo abbandonarono, svanendo come avvolti da foschia autunnale.
 

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Capitolo 30
*** Per tutti i giorni della nostra vita ***


Capitolo XXX
Per tutti i giorni della nostra vita
Un odore di muffa e vecchio invase le loro narici. I due ragazzi si ritrovarono lì, nello scantinato della scuola, dove tutto era iniziato. Non erano rimasti segni di quello che era stato il passaggio per Anathoran e nulla, in quella stanza, poteva far pensare a quello che aveva celato. I vestiti dei ragazzi erano tornati quelli di sempre; solo le ferite potevano indicare che qualcosa era accaduto, ma per il resto, nessuna traccia.
Josh aveva ancora la mano intrecciata con quella di Caroline quando la guardò: Sembrava stanca, ma stava bene sul serio.
-“Caroline!”
-“Hey Josh!”
-“Ci siamo! Siamo tornati! Siamo qui e siamo salvi! Dobbiamo raccontarlo a tutti, Nick non mi crederà mai!”
-“Di cosa stai parlando, Josh?”
La ragazza sorrise, mentre a lui gelò il sangue delle vene: Possibile che avesse dimenticato tutto? Possibile che il passaggio tra i due mondi le avesse cancellato ogni ricordo di quell’avventura?
-“Caroline…Il nostro viaggio…Anathoran, Scacco, il Libro dell’Equilibrio…”
-“Non so di cosa tu stia parlando Josh, ma qui non c’è niente…torniamo su”
Era stato tutto inutile. Se non ricordava nulla, probabilmente non ricordava nemmeno i loro baci, la loro notte insieme, la loro storia…Aveva faticato tanto per conquistarla, aveva rischiato la vita per lei più volte, e non era servito a niente…
Era triste. Non sembrava capacitarsi del fatto che nella sua mente non fosse rimasto nulla…
-“Caroline…Come fai a non ricordare! - La prese  per le spalle – “Ne abbiamo passate di tutti i colori, abbiamo salvato due mondi e tu non ricordi nulla?!”
-“Josh, probabilmente questo luogo ti da alla testa…Torniamo su…”
Si allontanò debolmente da lei. Era finita. Aveva fallito. Aveva salvato due mondi ma non era riuscito a salvare la cosa più importante. Le prese la mano:
-“Forse hai ragione…Dai andiamo”
Caroline lo strattonò verso di se
-“Ricordati che sono una guerriera, e i tuoi trucchetti da mago non mi piacciono”
Josh sorrise e le posò un bacio delicato sulla fronte:
-“Pensavo avessi dimenticato, pensavo che tu…”
-“Shhh”
Lo baciò. Poi, lo trascinò su per le scale, tornando alla luce della….Luna.
Erano ancora in corso i festeggiamenti per la vittoria delle Boston Eagles. Il tempo si era fermato? Erano tornati indietro? Non lo seppero mai.
Nick corse incontro a Josh, e lo squadrò da lontano:
-“Amico, ma dove sei stato? Hai un aspetto pessimo! Anche tu Caroline!”
-“Siamo stati in un posto fantastico!”
-“Oh bene, poi mi racconti”
-“Sicuro!”
I due si diressero verso i dormitori mano nella mano, fino a quando non furono costretti a salutarsi:
-“Beh, qui non possiamo dormire insieme…”
-“Lo so…”
-“Ti dispiace?”
-“Un po’ si, lo ammetto.”
-“Beh, se ti va, quest’estate potremmo sempre andare in campeggio, così recuperiamo…”
La ragazza gli sorrise. Si mise in punta di piedi e gli diede un bacio a fior di labbra:
-“Cerca di riposare stanotte”
-“Anche tu.”
Le loro mani si strinsero forte.
Poi, si separarono delicatamente e presero direzioni opposte, promettendosi di rivedersi l’indomani, quando, su Carenthoran, sarebbe sorto il Sole di un giorno nuovo.
 
E’ arrivato il momento dei ringraziamenti:
Ringrazio innanzitutto voi lettori, che avete dato un’opportunità al mio primo tentativo di storia seria;
Ringrazio i miei amici per avermi permesso di usare i loro nomi (adattati) per i personaggi;
Ringrazio tutti coloro che con i loro suggerimenti hanno contribuito alla realizzazione della storia e, infine, ringrazio Davide per aver iniziato con me a quattro mani questa storia (credo di averla portata a termine come prevedeva il progetto iniziale)
Alla prossima!

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