E' una vita che ti aspetto..

di Sharymore_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ritrovarsi. ***
Capitolo 2: *** "Ci vediamo presto.." ***
Capitolo 3: *** Ospiti per cena. ***
Capitolo 4: *** Un'ultima occasione. ***
Capitolo 5: *** Una giornata speciale. ***
Capitolo 6: *** La scelta. ***
Capitolo 7: *** In sala d'attesa. ***
Capitolo 8: *** Un nuovo inizio. ***
Capitolo 9: *** Maledetta distanza! ***
Capitolo 10: *** Novità in arrivo.. ***
Capitolo 11: *** Viva gli sposi! ***
Capitolo 12: *** "Sarebbe bello essere un papà.." ***
Capitolo 13: *** Un'amara verità. ***
Capitolo 14: *** Costantemente separati. ***
Capitolo 15: *** Una verità nascosta. ***
Capitolo 16: *** Il compleanno. ***
Capitolo 17: *** Una fine inaspettata. ***



Capitolo 1
*** Ritrovarsi. ***


In una calda giornata d'estate, tra le strade di Louisville, Jennifer camminava con andamento sicuro dopo aver fatto alcune commissioni. Era stata una mattinata piuttosto tranquilla. Si era presa finalmente, dopo anni, quella pausa dal lavoro che tanto aspettava. Una pausa che le serviva per staccare un po', che le serviva per poter tornare, almeno per qualche mese, la solita Jennifer che vive nel tranquillo Kentucky. Quella che guarda la televisione sul divano per ore ed ore, senza mai stancarsi e mangiando tante schifezze. Quella ragazza che può uscire tranquillamente a fare compere con mamma Karen senza che venga fermata ogni 5 minuti da qualcuno per un autografo o una foto. Per tutta l'estate si sarebbe isolata dal mondo dello spettacolo il più possibile. Aveva bisogno di sentirsi normale e quale posto se non il suo paese di origine, il luogo in cui viveva la sua famiglia poteva aiutarla in questa impresa? Non era andata a stare dai suoi genitori, nonostante l'insistenza di sua madre. Aveva preso da poco in affitto una casa non troppo grande dove lei e suo marito Nicholas avrebbero potuto soggiornare per qualche tempo.
Presa dalla fretta di tornare a casa per preparare il pranzo, Jennifer non si accorse del un ragazzo che stava venendo verso la sua direzione, probabilmente anche lui distratto da qualcosa. Senza accorgersi di nulla i due si scontrano e Jennifer non fece neanche in tempo ad alzare lo sguardo che subito si rese conto di chi avesse appena incontrato. "Josh?!" esclamò con aria del tutto incredula. "Jennifer?! Oh mio dio che ci fai qui?" rispose lui aggiustandosi la maglietta che nello scontro si era leggermente alzata. "Che ci faccio qui? Io ci vivo Josh, o meglio ci vivono i miei genitori, comunque sono qui perché mi sono presa un periodo di pausa. Tu piuttosto che ci fai qui?" chiese Jennifer imbarazzata mentre raccoglieva le buste della spesa che le erano cadute a terra, rovesciandosi quasi del tutto. Non lo vedeva da tanto e non sapeva bene come comportarsi. "Ti ricordi il negozio di mobili che avete qui? Quello che mi è sempre piaciuto e di cui ti parlavo in continuazione?" dissee Josh mentre Jennifer continuava ad annuire con la testa, mantenendo nello sguardo una leggera perplessità. "Ecco, sono qui perché io e Claudia stiamo mettendo su casa a Los Angeles e ci tenevo particolarmente a comprare qualche mobile lì." concluse facendo un sorriso. I due rimasero in silenzio per alcuni istanti. Jennifer aveva sempre odiato quei momenti imbarazzanti in cui nessuno sa cosa dire. Dopo essersi guardata intorno con aria disinvolta, cercò di farfugliare qualcosa. "Beh..insomma..quanto vi fermate?" chiese cercando di spezzare quel silenzio asfissiante." "Un paio di mesi al massimo. Il tempo di sistemare questa faccenda e poi devo tornare a lavorare." rispose Josh. Di nuovo silenzio. Si scambiarono qualche sorriso riparatorio, ma Jennifer decise che era arrivato il momento di chiudere quella conversazione imbarazzante e del tutto inaspettata. "Ora devo andare, Nicholas mi sta aspettando a casa, mi ha fatto piacere incontrarti." disse cominciando ad allontanarsi pian piano da lui. "Anche a me.." rispose Josh con un tono simile a quello che si utilizza quando si ha l'intenzione di continuare la frase ma non si ha il coraggio di farlo. Esita per qualche secondo ma poi si decide a parlare. "Jennifer aspetta!" urlò facendola girare di scatto. "Posso rivederti?" chiese timidamente. Jennifer restò per alcuni secondi in silenzio, non si aspettava di certo una proposta del genere, ma poi si convinse che alla fine non ci sarebbe stato niente di male a vedersi per un caffè e fare due chiacchiere. "Il mio numero è sempre lo stesso, chiamami quando vuoi." rispose per poi girarsi di nuovo. Josh sorrise, di certo anche a lui faceva molto piacere passare del tempo con lei. "Ci vediamo presto Shrader!" urlò iniziando a camminare nella direzione opposta.

'Shrader'. Era una vita che Jennifer non si sentiva chiamare in quel modo. Lei e Josh non si erano più sentiti dall'uscita di "Hunger games: Mockingjay part 2". Erano stati insieme come coppia per un breve periodo, ma si erano subito resi conto che quella che stavano intraprendendo era una storia che non poteva avere futuro, o meglio, questo era quello che aveva gli aveva detto Jennifer quando l'aveva lasciato. Erano passati più o meno 5 anni da quel momento, e di certo Jennifer non si aspettava di rincontrarlo cosi, per caso. Eppure era successo. Presa dai suoi pensieri continuò il tragitto fino a casa. Girando la chiave nella serratura aprì la porta e subito trovò suo marito ad aspettarla. Non appena la vide le andò incontro e le diede un bacio sulle labbra. "Tutto ok amore?" chiese Nicholas notando nell'espressione di Jennifer qualcosa di diverso. "Si certo, ho solo bisogno di riposare un po'. Com'è andata la corsa questa mattina?" rispose cercando di cambiare discorso. "Tutto bene, ho fatto un paio di chilometri. Ora vado a fare un doccia." disse Nicholas per poi dirigersi al piano superiore della casa. Jennifer si sentì subito in colpa. Perché aveva nascosto a Nicholas il suo incontro del tutto casuale con Josh? Non lo sapeva, ma dentro di lei sentiva che se lo avesse detto, sarebbe significato dargli troppa importanza. Quell'incontro non aveva significato niente per lei, o almeno cosi sperava.

Dopo quell'incontro Josh aveva deciso di fare un giro in città prima di tornare nella casa dove lui e Claudia avevano deciso di fermarsi per sistemare la questione dell'arredamento. Aveva bisogno di stare da solo e di pensare. Questi 5 anni con Claudia erano stati piuttosto felici, stavano bene insieme. Non sentiva di certo le farfalle nello stomaco, ma i suoi sentimenti erano abbastanza forti da permettergli di costruire una vita insieme. Non aveva dubbi, voleva stare con lei e magari avere anche dei figli. Ma allora perché non riusciva a smettere di pensare al suo incontro con Jennifer? Mentre camminava cercava di togliersi dalla mente l'immagine di quelle labbra, di quegli occhi. Inutile mentire a se stesso, Jennifer le era mancata. Quello che doveva riuscire a capire era in che modo le fosse mancata, Come amica? Come persona con cui divertirsi e passarci il tempo? O le era mancata come un qualcosa di più?. Quando Jennifer lo aveva lasciato anni fa era stato molto male, avevo sofferto come poche volte nella sua vita. Con il passare del tempo però il dolore era diventato sempre più sopportabile e si era promesso che l'avrebbe dimenticata una volta per tutte. Ma c'era davvero riuscito o aveva solo mentito a se stesso?. Dopo circa un'ora di camminata arrivò a casa e tirò un sospiro di sollievo accortosi di essere solo. Claudia probabilmente era in giro a fare compere. Si recò al piano superiore, dirigendosi dritto in camera da letto. Forse una bella dormita l'avrebbe aiutato a schiarirsi le idee.

Il giorno dopo Jennifer si stava rilassando sul divano e guardava un telefilm in attesa che Nicholas rientrasse a casa dalla sua solita corsa mattutina, quando improvvisamente il suo telefono iniziò a squillare. Era Josh. Aveva ancora il suo numero salvato nella rubrica. Non l'aveva mai cancellato perché farlo avrebbe significato dire addio ad una parte della sua vita. Una parte alla quale Jennifer non era mai stata disposta a rinunciare. "Pronto?" chiese Jennifer con tono interrogatorio, quasi non sapesse a chi appartenesse quel numero. "Ehi Shrader, sono io Josh." rispose una voce dall'altra parte del telefono. "Mi hai detto di chiamarti e cosi..beh, ti ho chiamato." Josh aveva riflettuto a lungo e alla fine era arrivato alla conclusione che una semplice uscita con la sua amica non avrebbe potuto che fargli bene. "Hai fatto bene a chiamarmi." ribatté Jennifer. "Ti va di vederci domani?" chiese Josh. Subito Jennifer venne presa dalla paura. Era giusto vederlo? Non lo sapeva, ma il suo cuore rispose per lei. "Certo..ci vediamo domani." "Guarda che è una promessa Shrader.." dissee Josh ridacchiando. Jennifer rise a sua volta e con un sorriso che per fortuna Josh non era in grado di vedere gli rispose: "Lo so, a domani.."
 

Ciao a tutti :) Ieri sera ero nel letto e mi è venuta come una sorta di illuminazione. Mi sono detta "oh mio dio devo assolutamente scrivere una storia su Jennifer e Josh dopo la fine di Hunger games" (fine di Hunger games..Dio non mi ci fate pensare altrimenti piango..) e quindi eccomi qui. :) Devo ammettere che pensare che Jennifer e Josh non si siano parlati per 5 anni mi fa soffrire terribilmente (si, sono masochista). Ma potevano dirsi addio per sempre quei due?! Non credo proprio, perciò eccoli qui, con le loro nuove vite, le loro nuove famiglie ma sempre insieme. Per l'ultima frase di questo primo capitolo non ho fatto che immaginarmi il sorriso di Jennifer nel dire "Lo so, a domani.." non so perchè, ma sono una tipa molto sentimentale e con queste cose vado in estasi *-*
Spero che il capitolo (cosi come l'idea della storia) vi sia piaciuto. A presto, Sara :)

 

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Capitolo 2
*** "Ci vediamo presto.." ***


La mattina del giorno seguente Jennifer si svegliò come al solito con grande fatica. Le piaceva dormire o anche semplicemente stare tutto il giorno rannicchiata tra le coperte. Iniziò a stiracchiarsi e subito dopo Nicholas entrò dalla porta già vestito e con un vassoio pieno di cose buone per fare colazione. Nicholas la faceva stare bene, non le faceva mancare nulla di certo. Lo salutò con un bacio e poi si mise seduto accanto a lei. "Buongiorno amore.." disse dolcemente continuando a passare la mano su una delle guance di Jennifer. "Buongiorno!" rispose Jennifer ancora assonata pur cercando di mantenere nella voce un tono dolce. "Hai qualcosa di importante da fare oggi?" gli chiese Nicholas mentre cercava di mettere in ordine la camera dal gran casino che Jennifer ogni volta si ostinava a creare. Jennifer stava per rispondere e aveva già cominciato ad accennare un segno di negazione con la testa ma poi si ricordò di Josh e della loro uscita insieme. Subito una fitta allo stomaco le fece passare l'appetito e dopo aver posato sul vassoio il cornetto mangiucchiato rivolse lo sguardo a Nicholas. Non voleva mentirgli, non voleva una storia d'amore basata sulle bugie. Quella con Josh era una semplice uscita tra due persone che non si vedono dopo tanto tempo, non aveva nessuna importanza. "Si..devo vedermi con Josh, è qui in città. Ti ricordi di lui giusto?" chiese Jennifer cercando di nascondere la paura per la reazione di suo marito. "Si certo come no, Peeta Mellark! Come mai è qui? Ancora ti ronza intorno?" rispose Nicholas ridacchiando. Lui e Josh non si erano mai molto piaciuti, forse perchè per molto tempo entrambi erano innamorati di Jennifer e quindi si vedevano l'un l'altro come un rivale da battere. Tuttavia la sua espressione non sembrava arrabbiata e Jennifer si sentì più sicura e continuò la sua conversazione. "Si esatto proprio lui. E' solo per un caffè tra vecchi amici stai tranquillo, io la mia scelta l'ho fatta 5 anni fa." concluse ridacchiando per poi dargli un bacio sulle labbra. Nicholas le sorrise e poi lasciò la stanza. Si sentiva sicuramente più sollevata, aveva detto la verità ed ora poteva prepararsi per l'incontro con Josh. Non appena si alzò dal letto si rese conto di essere in ritardo come al solito ma sapeva che l'avrebbe aspettata. L'avrebbe aspettata sempre.

Quella mattina Josh si era alzato presto ed altrettanto presto era uscito di casa. Aveva lasciato Claudia dormire nel letto e dopo averle dato un bacio sulla guancia era uscito dalla stanza senza fare rumore. Ieri sera, non appena era rientrato in casa avevano fatto l'amore. Era stato bello come sempre, ma per la prima volta Josh aveva provato qualcosa di diverso. Mentre i loro corpi si univano per un istante un pensiero aveva invaso la sua mente. Un pensiero che non faceva che ripetergli che non era quello il posto in cui voleva stare. Aveva cercato di allontanarlo immediatamente e concentrandosi sul momento e sulla situazione alla fine ci riuscì. Si svegliò rilassato, tranquillo e sopratutto entusiasta per la sua uscita con Jennifer. Dieci minuti con la moto e finalmente raggiunse il bar dove si erano dati appuntamento. 

Era un luogo tranquillo, al confine della città. Un luogo dove di certo avrebbero potuto chiacchierare in santa pace senza correre rischi di essere riconosciuti o fotografati. Parcheggiò la moto e si addentrò nel locale. Fece un breve giro panoramico per decidere il quale tavolo sedersi ad aspettare. Dopo essersi seduto iniziò a guardare l'orologio. Jennifer era sempre stata una persona molto ritardataria, se lo ricordava bene. Tuttavia Josh non faceva che pensare che il motivo del suo ritardo era che non si sarebbe proprio presentata. Forse c'aveva ripensato, forse non se la sentiva o semplicemente non aveva niente da dirgli. Passò quasi un'ora e proprio nel momento in cui Josh aveva abbandonato ogni speranza e stava per andarsene la vide arrivare in tutta fretta. Aveva un'andatura veloce e i capelli ondeggiavano prima a destra e poi a sinistra per scontrarsi ogni volta contro le sue guance. Era bellissima come sempre, questo Josh di certo non poteva negarlo. Entrò nel locale e subito i loro sguardi si incontrarono. "Josh! Mi dispiace scusami ho fatto tardi!" disse Jennifer cercando di riprendere fiato. "Tranquilla Shrader, cosa vuoi che sia. E' uno dei miei passatempi preferiti aspettarti." rispose Josh facendo un sorriso per poi invitarla a sedersi con un lieve cenno della testa. Rimasero a guardarsi per qualche secondo, in silenzio. Un silenzio che venne spezzato dalla cameriera del bar impaziente di avere le loro ordinazioni. "Io prendo un cornetto, un caffé e anche po' di latte grazie!" le disse Jennifer. "Per me solo un caffè." concluse Josh. La cameriera annotò le ordinazioni e poi finalmente li lasciò soli. "Vedo che passano gli anni ma l'appetito non lo perdi mai.." disse Josh ridendo. "Josh cosa vorresti insinuare? Non ho preso quasi nulla!" rispose Jennifer dandogli un leggero colpo sulla spalla. La mano con cui l'aveva colpito ricadde sul tavolo e si scontrò con quella di Josh. I due si guardarono per qualche secondo imbarazzati. Erano passati più o meno 5 anni da quando i loro corpi si erano sfiorati per l'ultima volta. Jennifer fu la prima a distogliere lo sguardo e lo rivolse verso il basso. "Allora Josh..tu e Claudia avete intenzioni serie eh? Ce l'avete fatta a stare insieme." disse Jennifer cercando di ricordare ad entrambi che ormai i tempi erano passati e che le loro vite avevano preso strade opposte. "Oh si, siamo insieme da quasi 5 anni ormai..lei si aspetta che io le chieda di sposarmi, ma per ora ci limitiamo ad andare a vivere insieme. E tu invece? Hai dei programmi futuri con Nicholas?" disse Josh mentre continuava a girare il suo caffè. "Come.. non lo sai?" chiese Jennifer completamente stupita. "Sapere cosa?" rispose Josh che evidentemente era all'oscuro di tutto. Jennifer fece un grande respiro per poi guardare Josh negli occhi. "Io e Nicholas ci siamo sposati 3 anni fa'.." disse per poi abbassare nuovamente lo sguardo. Josh rimase senza parole. "Mi dispiace Josh, io avrei voluto dirtelo, avrei voluto chiamarti ed invitarti.." continuò a dire Jennifer cercando di colmare quell'assenza di parole che la stava soffocando. "Non fa niente Jennifer, non ci parlavamo più, non avrebbe avuto senso." disse Josh cercando di nascondere i sospiri che si facevano strada tra quelle parole. Non le aveva detto nulla, il che significava che l'aveva cancellato dalla sua vita davvero. "Beh..per il resto come ti vanno le cose?" concluse Josh nel tentativo di passare la parola a Jennifer per cercare di riprendere fiato. Iniziò a parlare senza sosta come solo lei riusciva a fare. Iniziò a raccontare di tutte le cose che le erano successe, di tutte le figuracce che aveva fatto alle varie prime cinematografiche. Josh non faceva che ridere e fare battutine per prenderla in giro. Per un momento non si vedevano più come due estranei. Per un momento erano Jennifer e Josh di 5 anni fa'. Dopo quasi un'ora decisero di uscire dal locale per fare quattro passi. Alla fine giunsero in un piccolo parco non troppo distante e si misero a sedere su una panchina. Avevano passato una bella mattinata, Josh non voleva di certo rovinare l'atmosfera, ma aveva un disperato bisogno di fare una domanda a Jennifer. Una domanda che da lì a 5 anni non l'aveva mai abbandonato. "Jennifer.." la chiamò Josh per avere la sua completa attenzione. La ragazza si girò verso di lui con aria preoccupata. La voce di Josh aveva perso quell'aria giocosa di 10 minuti fa'. "..perchè è finita tra noi?" chiese Josh impaziente di avere quella risposta che aveva cercato dentro di lui per cosi tanto tempo. "Josh..mi sembra di averti già dato le mie spiegazioni tempo fa'.." rispose Jennifer con aria malinconica. Non le piaceva riaprire quel discorso. "Shrader, io ti conosco come poche persone e tu questo lo sai. Siamo stati insieme per un paio di mesi, i mesi più belli della mia vita. Mai un litigio, mai un problema. E poi ti presenti da un giorno all'altro dicendomi che non abbiamo futuro? Mi dispiace ma non riesco proprio a credere ad una cosa del genere. Non credi che meriti una spiegazione migliore di questa?" disse Josh tutto d'un fiato per poi attendere impaziente una risposta da parte di Jennifer che non faceva che evitare il suo sguardo. Josh guardò con più attenzione e notò che Jennifer aveva gli occhi lucidi e il naso tutto rosso. "Jen..che hai?" chiese Josh preoccupato. Stava piangendo a causa sua? "Ehi.." continuò a dire mettendo una mano sul braccio di Jennifer che però continuava a mantenere il silenzio. "Cosa vuoi che ti dica Josh?", disse girandosi di scatto con gli occhi pieni di lacrime, "cosa vuoi sentirti dire?". Josh le prese le mani, "solo la verità.." disse con tono dolce e confortevole. "La verità.." disse Jennifer facendo una risatina. "La verità è che quei mesi insieme mi stavano facendo impazzire Josh. Ero felice, felice come non lo ero mai stata. Ogni giorno che passavo con te mi innamoravo sempre di più e quando mi sono resa conto di questa cosa ho avuto paura." "Paura di cosa?" chiese Josh che intanto cercava di tenere il filo del discorso. "Paura di perderti. Magari con il passare del tempo le cose sarebbero andate male e io non potevo sopportare di perderti. Cosi ti ho lasciato Josh. Ti ho lasciato perchè avevo paura." disse Jennifer per poi fare una pausa. Josh stava per pronunciare nuove parole ma Jennifer riprese il suo discorso, cosi come ripresero a scendere le sue lacrime. "Ma non credere che sia stato facile. Sono stata male per mesi, mi mancavi da star male, da smettere di respirare ogni volta che il ricordo del tuo viso entrava nei miei pensieri.." Josh prese tra le mani il viso di Jennifer e cominciò a passare le dita sulle sua guance cercando di calmarla. "Va tutto bene, Shrader. Va tutto bene.." disse appoggiando la sua fronte su quella di Jennifer. I suoi occhi erano ancora molto rossi per il pianto, ma le lacrime avevano smesso di scendere. I loro occhi si incontrarono. I loro visi piano piano cominciarono ad avvicinarsi sempre di più, quasi fossero due calamite opposte che si attraggono. La distanza diminuiva sempre di più e alla fine le loro labbra si incontrarono in un bacio. Un bacio che durò pochi istanti perchè Jennifer subito si staccò. Aveva una faccia sconvolta. "Josh..io..non posso." disse a fatica. "Le nostre vite si sono divise. Io ho Nicholas e tu hai Claudia. E' cosi che deve essere.." disse Jennifer per poi iniziare ad allontanarsi senza dare l'opportunità a Josh di rispondere. Quest'ultimo si alzò in piedi e mentre guardava Jennifer allontanarsi le urlò: "Ci vediamo presto Shrader..". Jennifer si voltò per un momento. Non pronunciò nessuna parola, lo guardò e si limitò a muovere la testa in segno di negazione. Poi si girò nuovamente e se ne andò. 
 

Salve a tutti :) Nuovo e secondo capitolo di questa piccola fanfiction Joshifer! Josh come al solito è un piccolo cucciolo che soffre sempre (non so perchè ma Josh non può non essere cosi, o almeno nella mia mente xD), tuttavia anche la nostra Jennifer non sta benissimo. Di certo il suo discorso è un po' contorto, ma la capisco (voi direte, grazie al cavolo l'hai scritta tu ahaha xD). La capisco perchè anche a me a volte capita di sentirmi talmente bene e talmente felice da avere paura di perdere qualcosa e quindi nella nostra mente malata (o almeno io nella mia) ci diciamo "beh, magari se questa cosa la perdiamo ora soffriremo meno anziché perderla più avanti". A voi capita mai o sono l'unica che ha questo tipo di problemi? *spera di no*
Comunque, dopo questo breve saggio psicologico senza senso che ho scritto torniamo alla storia. Si sono visti, si sono ricordati com'era bello stare insieme. E' chiaro che i due provano ancora qualcosa, ma purtroppo ormai le loro vite sono diverse e non c'è molto da fare, se non dirsi addio..o forse no?
Beh, lo scopriremo al prossimo capitolo! Sperando che questo vi sia piaciuto, vi saluto e alla prossima!
Sara :) 

 

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Capitolo 3
*** Ospiti per cena. ***


Josh rimase su seduto su quella panchina per quasi un'ora o poco più. Continuava a seguire con lo sguardo il movimento delle foglie agitate dal leggero vento. Non riusciva a smettere di pensare a quello che era successo e sul perché fosse successo. Era stato lui ad avvicinarsi a Jennifer, su questo non poteva mentire, ma lei di certo non si era tirata indietro. Cosa aveva significato quel bacio? Per lei, per lui e per loro? Era stato un bacio dato per la particolare circostanza oppure era qualcosa di più? Il pensiero lo tormentava. Era partito da casa con l'intento di chiarire una volta per tutte la loro situazione, ma l'unica cosa che era riuscito ad ottenere era stato un aumento di dubbi..e forse un addio. Al suo "ci vediamo presto" Jennifer aveva risposto con una negazione. Ma sarà stata una negazione pienamente voluta o una negazione derivante dagli immediati sensi di colpa che l'avevano assalita? Solo l'idea di averla persa per sempre lo faceva stare male. Lui aveva bisogno di lei. Non le importava se come amica o come qualcosa di più. La vita senza Jennifer non sarebbe mai stata la stessa. E poi ovviamente il suo pensiero si rifugiò in Claudia. Era tutto un gran casino e Josh sentiva la testa pesante e sul punto di esplodere. Glielo avrebbe detto? No escluso. Claudia era da sempre stata molto gelosa di Jennifer. Per questo non le aveva neanche accennato della loro uscita, anche se all'apparenza del tutto innocua. Se solo le avesse confessato una cosa del genere, anche ammettendo che era stata priva di significato, lei lo avrebbe lasciato. Non voleva perderla, non voleva buttare all'aria una storia di 5 anni per un bacio. Un bacio molto intenso, anche se breve, questo è certo. Ma era stato un bacio dato ad una persona sulla quale Josh non riusciva a fare affidamento. Non avrebbe mai lasciato Claudia per lei. Ma perché non lo avrebbe fatto? Non lo avrebbe fatto perché non voleva o perché era convinto che Jennifer non sarebbe stata mai disposta a lasciare la sua nuova vita per lui? Era su questo che Josh aveva intenzione di riflettere. Non era una persona cattiva e non gli piaceva prendere in giro gli altri Per questo voleva capire se effettivamente i suoi sentimenti per Claudia erano autentici o se erano stati semplicemente una soluzione al suo amore non corrisposto per Jennifer. Questa situazione si era manifestata in modo del tutto inaspettato, ma Josh aveva da sempre creduto nel destino e una cosa la sapeva per certo: Se lui e Jennifer si erano incontrati cosi, dopo tanto tempo, un motivo doveva esserci.

La camminata di ritorno fino a casa fu per Jennifer piuttosto dura. Inutile dire che subito dopo quel bacio, i sensi di colpa l'avevano assalita quasi al limite del soffocamento. Non avrebbe mai voluto fare questo a Nicholas, era un bravo marito e sopratutto una brava persona. Jennifer non lo meritava, o almeno questo si ripeteva in continuazione da quando si erano sposati. Camminava tra la gente, con lo sguardo basso e non faceva che sentire il sapore delle labbra di Josh sulle sue. Non riusciva a toglierselo. Continuava a passare le sue dita sulla bocca, come se quel sapore potesse essere tolto come si toglie un rossetto del quale si è stanchi. Dopo alcuni chilometri, un grande dolore ai piedi e un forte peso sulla bocca dello stomaco rientrò a casa. Per un momento pensò di essere sola e tirò un sospiro di sollievo. Si tolse le scarpe e si diresse verso il frigo della cucina. Aveva bisogno di mangiare qualcosa. Mangiare era la sua cura, la faceva sentire meglio. Apri lo sportello, ma non fece in tempo a prendere qualcosa che subito senti le mani di Nicholas avvitarsi intorno alla sua vita. "Amore.." disse lui mentre continuava a posare le labbra sul suo collo. "Ehi.." rispose Jennifer timidamente e restando immobile. Aveva paura e non sapeva cosa fare. Di certo quello tra lei e Josh era stato un bacio senza senso, senza amore. Era stato un bacio dato nel ricordo di una vita che non le apparteneva più. La sua vita ora era con Nicholas e non voleva rovinare tutto per uno dei suoi stupidi errori. Jennifer si voltò e poggiò le sue labbra su quelle di suo marito. Erano calde, accoglienti. Le erano sempre piaciute molto. Poi si strinse con tutta la forza che aveva al suo corpo. "Ehi ehi ehi..non vorrai mica stritolarmi." esclamò Nicholas tentanto di allentare la forte stretta di Jennifer. "Scusami, è che mi sei mancato molto." rispose lei spostando la testa indietro per poterlo guardare negli occhi. Le cose sembravano procedere per il meglio, o cosi pensava. "Allora..com'è andato il tuo incontro con Josh?" disse Nicholas che intanto si era staccato dall'abbraccio e si stava versando del succo di frutta. Jennifer subito fece un balzo. Un balzo che sperava Nicholas non avesse visto. Sentiva le mani sudate e cercava di tenere a freno il battito decisamente accelerato. "Ehi? Mi hai sentito?" la richiamò Nicholas ancora in attesa di una risposta. 'Diglielo. Diglielo. Diglielo.' continuava a ripetersi nella sua mente. "Tutto bene, ci siamo visti per un caffè e poi ricordato i vecchi tempi, niente di speciale." rispose. Perché aveva mentito ancora? Odiava quei momenti in cui le sembrava di avere dentro di lei due personalità diverse che non riuscivano a mettersi d'accordo. Tirò fuori un grande sospiro. "Sei stanca?" chiese Nicholas con tono apprensivo. "Non sai quanto.." rispose Jennifer scrollando la testa. "Film e pop-corn sul divano come lo vedi?" le rispose Nicholas cercando di tirarla su di morale. Ecco erano proprio questi i momenti che le davano la piena certezza di non meritare una persona cosi al proprio fianco. "Lo vedo perfetto." disse Jennifer mentre si accingeva a prendere i pop-corn dalla mensola. Si stesero sul divano e iniziarono a guardare un film accoccolati. Jennifer restò in silenzio per quasi tutto il film. Era davvero stanca, sia fisicamente che mentalmente. Talmente stanca che alla fine, mentre Nicholas continuava ad accarezzarle le spalle, si addormentò. Il giorno dopo Jennifer si svegliò decisamente più rilassata. Dormire le aveva fatto bene, non c'erano dubbi. Nicholas era già uscito per la sua corsa mattutina e lei si recò in cucina per fare una ricca colazione. Prese il latte dal frigo e poi i suoi cereali preferiti al cioccolato. Iniziò a mangiare e poco dopo 10 minuti senti il telefono di casa squillare. Si alzò in tutte fretta e dopo circa un minuto di panico perché non riusciva a trovarlo rispose. "Pronto?" disse mentre tentava di mandare giù il boccone di cereali che aveva ancora in bocca. "Jennifer tesoro, sono io, come stai?" rispose mamma Karen dall'altra parte del telefono. "Ehi mamma, tutto bene grazie!" disse Jennifer. Era contenta di sentire sua madre, la sua voce la rassicurava sempre molto. "Meno male! Ah senti tesoro, questa sera non devi assolutamente prendere impegni" esclamò Karen con la sua solita voce allegra e squillante. "Perchè?" chiese Jennifer che nel frattempo aveva iniziato a vestirsi. "Non hai idea di chi ho incontrato questa mattina al supermercato, ho organizzato una cena alla quale sono sicura sarai felice di partecipare." "Chi hai incontrato questa mattina?" chi poteva essere questa persona cosi importante da sconvolgere la mattinata di sua madre e spingerla ad organizzare una cena? "Questa sera lo scoprirai, ora devo salutarti, ci vediamo verso le 8 a casa, non fare tardi! Buona giornata tesoro!" rispose mamma Karen per poi attaccare la cornetta senza dare a Jennifer la possibilità di rispondere. Poggiò il telefono sul solito scaffale e mentre continuava a pensare al famoso ospite di questa sera la porta si aprì e Nicholas entrò. "Amore che succede? Hai una faccia.." disse lui non appena la vide. "No, niente è che mi sono appena svegliata e poi mia madre mi ha chiamato per dirmi che siamo invitati a cena da lei questa sera." rispose Jennifer che continuava a mantenere un'espressione piuttosto confusa. "Perfetto! Adoro le cene di tua madre!" esclamò Nicholas per poi recarsi in bagno per fare la solita doccia.

Tra una commissione e l'altra la giornata trascorse e finalmente arrivò il momento della fatidica cena a casa Lawrence. Jennifer come al solito aveva impiegato parecchio tempo per decidere cosa mettersi e alla fine aveva optato, come sempre, per la solita t-shirt con jeans e converse. Nicholas invece, nonostante conoscesse i suoi da molto tempo ci teneva sempre a vestirsi piuttosto elegante. La casa dei suoi genitori era a dieci minuti dalla loro e infatti arrivarono a destinazione in un attimo.
Suonarono il campanello e non appena Karen li vide il suo viso scoppiò in un grande sorriso. "Eccoli i miei sposini!" esclamò con entusiasmo. "Ciao mamma!" rispose Jennifer dandole un forte abbraccio. Nicholas fece altrettanto e si fermò a parlare con lei per alcuni secondi mentre Jennifer si addentrò nella casa alla ricerca di suo padre. "Papà!" urlò non appena lo vide. Si fiondò subito tra le sue braccia che si aprirono non appena la vide. "Eccola la mia principessa." disse Gary stringendo forte le braccia intorno a sua figlia. "Papà, ormai sono una donna sposata, non credi che principessa sia troppo da bambina?" sussurrò Jennifer all'orecchio del padre che si mise a ridere. Le piaceva condividere quei momenti insieme a lui. Si capivano alla perfezione. Dopo 10 minuti anche Karen e Nicholas li raggiunsero nella sala da pranzo dove era stato apparecchiato un tavolo con tante cose buone da mangiare. Mentre stavano parlando del più e del meno finalmente il campanello della porta suonò. "Finalmente sono arrivati!" urlò Karen per poi dirigersi verso la porta. Jennifer sentì delle voci borbottare ma non riusciva ancora a distinguerle per poter identificare questi ospiti misteriosi. I passi si avvicinavano verso la cucina e Jennifer continuava a tenere lo sguardo fisso sulla porta. Quando finalmente le figure apparsero si sentì il cuore in gola e rimase pietrificata. "Salve a tutti." esclamò Josh con timidezza dopo essere sbucato dalla porta. "Salve." lo seguì nel saluto Claudia che era al suo fianco. "Questa mattina ho incontrato Josh al supermercato e non potevo non invitarlo a cena. Dopo qualche rifiuto alla fine l'ho convinto, o meglio, non gli ho lasciato molta scelta." disse Karen per poi scoppiare in una rumorosa risata. Josh continuava a mantenere lo sguardo basso, era chiaro che si sentiva a disagio. Aveva fatto di tutto per declinare quell'invito, ma nessuna scusa aveva retto all'insistenza della mamma di Jennifer. "Beh? Jennifer non dici nulla? Pensavo che ti avrebbe fatto piacere rivedere Josh..eravate cosi uniti." proseguì Karen cambiando il tono di voce, quasi fosse delusa dalla reazione di sua figlia. Jennifer si sentiva soffocare. Josh era lì. Era lì dopo tutto quello che era successo, dopo quel bacio. Era lì e lei non riuscire a dire una parola. "Come stai figliolo?" si vece avanti Gary stringendo Josh in un caloroso abbraccio. "Tutto bene, questa è Claudia la mia ragazza." disse Josh che nel frattempo cercava di evitare un contatto visivo con Jennifer. "Una bellissima ragazza. Di certo vi ricorderete di Nicholas." proseguì con le presentazioni. "Certo come no. Come stai?" prese la parola Nicholas per poi stringere la mano di Josh e subito dopo quella di Claudia. "Jennifer tesoro tutto ok?" disse Nicholas poggiando una mano sul suo fianco. Jennifer sospirò. "Senti Karen io ti ringrazio per l'invito ma veramente non mi sembra il caso noi.." "No, restate. Mamma ha fatto il pollo che ti piace tanto." disse Jennifer interrompendo le parole di Josh. "Ok." rispose Josh incrociando per un secondo lo sguardo di Jennifer. Dopo un lungo momento di imbarazzo alla fine decisero di mettersi a tavola per iniziare a mangiare. Jennifer e Josh erano seduti l'uno difronte all'altra, difficile evitare uno scambio di sguardi. "Allora Josh..che fai ora? Sei ancora nel mondo dello spettacolo?" esclamò Gary mentre mangiava il suo coscio di pollo. "Beh si, anche se in un modo diverso, ora sono un regista. Ma niente di che.." "Niente di che? Ha ottenuto importanti premi per i suoi ultimi film è davvero eccezionale." intervenne Claudia. Josh le prese la mano e le rivolse un sorriso. Jennifer che stava assistendo alla scena si sentiva piuttosto indispettita. Non li aveva mai visti insieme, ma di certo Claudia lo amava molto. Come aveva potuto fargli una cosa del genere. "Beh hai ottenuto tutto quello che volevi." esclamò con tono piuttosto seccato Jennifer. Josh la guardò per un istante. "No, non tutto."disse a volume quasi impercettibile. La tensione poteva tagliarsi con un coltello. "Jennifer amore, ti ricordi quando tu e Josh non facevate che chiamarvi al telefono per parlare di cose senza senso? Ci stavate per ore. Oppure tutte le volte che Josh è venuto qui per le feste. E' un peccato che vi siate persi cosi.." iniziò a dire Karen tentando di scaldare la conversazione e renderla meno tesa. "Già." disse Josh per poi guardare Jennifer. I due si sorrisero. Entrambi non avevano mai dimenticato quei momenti. Se li portavano dentro da sempre anche se ora sembravano cosi lontani. Durante il corso della cena, l'atmosfera si fece più rilassata.
Dopo aver mangiato anche la frutta mamma Karen rivolse il suo sguardo a Jennifer." Tesoro, potresti andare nella dispensa a prendere il dolce?" chiese con gentilezza. "Certo." rispose Jennifer. "Josh potresti andare ad aiutarla per favore?" continuò lei. Subito Jennifer la fulminò con lo sguardo senza volerlo. "Mamma ce la faccio da sola." esclamò con sicurezza. "Jennifer, ti prego, fatti aiutare." insistette Karen. Jennifer sospirò per poi recarsi in cucina. Voleva evitare a tutti i costi di trovarsi da sola con lui perchè lo conosceva e sapeva benissimo che Josh non era il tipo di persona che lasciava le cose a metà, cosa che invece Jennifer tendeva sempre a fare. "Con permesso." disse Josh per poi alzarsi dal tavolo e seguirla. Gli altri rimasero in sala da pranzo a chiacchierare in tutta tranquillità. Jennifer era piuttosto agitata e ci stava impiegando più del solito a preparare il dolce sul vassoio. "Vuoi una ma.." "No." rispose Jennifer senza dare a Josh l'opportunità di completare la frase. "Senti Jennifer mi disp.." "Josh, non ce n'è bisogno, per favore. Non voglio parlarne." Lo interruppe di nuovo. Josh si avvicinò e dopo un lungo sospiro prese di nuovo la parola. "Me ne vado Jen, torno a Los Angeles." disse Josh cercando di alzare la voce per evitare di essere interrotto anche questa volta. Jennifer rimase per alcuni secondi in silenzio, poi si girò verso di lui. "Non te ne devi andare per me." esclamò lei guardandolo negli occhi. "Non me ne vado per te Jennifer, me ne vado per me." rispose Josh per poi lasciare la cucina.
La cena arrivò a conclusione e Josh e Claudia iniziarono a dirigersi verso la porta. Dopo aver salutato tutti Claudia entrò in macchina mentre Josh era rimasto sul porticato con Jennifer. "E' stato bello rivederti." disse Josh porgendo la mano verso Jennifer. Una stretta di mano. Erano davvero arrivati a questo punto? Erano davvero diventati cosi distanti? Jennifer prese la sua mano e la strinse, proprio come fosse una perfetta estranea. "Anche per me." rispose con tono freddo e formale. Josh si voltò e iniziò a camminare verso la macchina. Jennifer si mise la mani davanti alla pancia mentre lo guardava allontanarsi. Si stavano dicendo addio, per la seconda volta. 

 

Ehila :) ad una settimana esatta aggiorno la fan fiction (yeeeeeeah). Inizialmente non pensavo di aggiornarla proprio oggi anche perchè fino a poche ore fa neanche l'avevo iniziata a scrivere, ma oggi pomeriggio mi è venuta l'ispirazione e cosi eccomi qui, con questo nuovo capitolo fresco fresco. (perdonatemi se ci sono alcuni errori ma l'ho scritta tutta d'un fiato ahahah). Comuuuunque, situazione piuttosto complicata per i nostri Joshifer. Da una parte abbiamo Josh, che è chiaro come il sole che prova ancora dei sentimenti per Jennifer e non sa se restare o meno con Claudia. Dall'altra parte abbiamo invece Miss Lawrence che ancora non si è capito cosa voglia (ehhhh che novitààà ahahha). Una cena piuttosto imbarazzante direi non trovate? Povero Josh! Mi dispiace dirlo ma io sia Claudia che Nicholas non li sopporto, però in questo caso ho cercato di mantenere il mio odio nei loro confronti chiuso in un cassetto, spero di esserci riuscita ahahah (e se leggete qualche frase poco carina nei loro confronti, beh sappiate che viene dalla mia parte malvagia.) Spero che il nuovo capitolo vi sia piaciuto, anche se in effetti è un po' triste, a me piace molto :) Vi saluto e ci vediamo al prossimo capitolo, Sara :) 

 

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Capitolo 4
*** Un'ultima occasione. ***


Jennifer continuava a fissare il punto dove aveva visto la macchina di Josh per l'ultima volta e non riusciva a distogliere lo sguardo. Era come se si aspettasse un suo ritorno o un ripensamento di qualche tipo. Ma nessuna macchina tornò da lei e cosi alla fine decise di rientrare nella casa dei suoi genitori. Lei e Nicholas li salutarono e ringraziarono per la cena e poi nel giro di 10 minuti finalmente fecero ritorno a casa. "Dai amore, devo ammettere che Josh non è niente male, ora capisco perché eravate cosi legati, voi due avete qualcosa di speciale." disse Nicholas mentre girava la chiave nella serratura. "Già.." rispose Jennifer con un filo di voce. "Ehi tutto ok?" le chiese Nicholas che era chiaramente preoccupato dei suoi silenzi. Difficilmente Jennifer stava zitta. "Tutto ok, ho solo bisogno di dormire." disse lei per poi dargli un leggero bacio e dirigersi al piano di sopra. Nicholas rimase al piano di sotto, in salotto, a guardare qualche partita di basket, il che diede a Jennifer un grande sollievo. Non aveva molta voglia di parlare, né di dare spiegazioni. Aveva solo intenzione di mettersi sotto le coperte e lasciarsi coccolare da esse. Si mise a letto, ma non riusciva a trovare una posizione comoda. O forse non era il letto il problema. Era lei, erano tutti i suoi pensieri che non le davano pace. Dopo quel famoso bacio non aveva fatto altro che pensare che se Josh se ne fosse andato le cose si sarebbero sistemate, ed era proprio quello che era successo. Josh aveva deciso di lasciare Lousville e non l'avrebbe più visto. Tutto andava secondo i suoi piani, ma allora perché non si sentiva affatto sollevata? Anzi, sentiva un peso sullo stomaco. Si sentiva sul punto di esplodere. Voleva davvero perdere Josh di nuovo..per sempre? Non riusciva a darsi una risposta, o almeno non ancora. Le cose erano complicate, ormai lei aveva la sua vita e non poteva buttare via tutto per lui. Con il pensiero di quel bacio, che non riusciva a togliersi dalla mente, alla fine si addormentò.

Josh per tutto il viaggio in macchina cercò di nascondere a Claudia la sua tristezza. Aveva preso la sua decisione, lasciare Lousville e non vedere mai più Jennifer. Sicuramente questo gli avrebbe permesso di continuare la sua vita con Claudia senza problemi, ma non si sentiva felice. Per niente. Pensava dentro di lui che probabilmente con il tempo gli sarebbe passata, ma Josh lo sapeva. Sapeva che le emozioni che provava quando era insieme a Jennifer non le provava con nessun altro e mai sarebbe riuscito a provarle di nuovo senza di lei. Lo sapeva da sempre. Tuttavia aveva deciso che ce l'avrebbe fatta, questa volta l'avrebbe dimenticata per sempre. Rientrarono in casa dopo circa 20 minuti di auto e Claudia subito gli si buttò tra le braccia. “Mi sono mancati i tuoi abbracci questa sera. “ disse mentre appoggiava la testa sulla spalla destra di Josh e la muoveva delicatamente. “Anche a me.” rispose Josh dandole un bacio tra i capelli. “Sai amore, sono contenta che il tuo rapporto con Jennifer sia diventato molto più libero e meno 'chiuso'. Ma ti ricordi come ero gelosa le prime volte? Stavate sempre insieme e io avevo anche pensato che fossi innamorato di lei..” disse Claudia ridendo. “Io? Innamorato di Jennifer?” rispose Josh in imbarazzo. Lo era stato, e forse lo era ancora. Come si può mascherare una cosa del genere? Josh stava cercando di riuscirci in tutti i modi. “Lo so, lo so, è assurdo e mi dispiace averlo pensato. Ma posso dirti che dopo avervi visti questa sera le mie paure sono svanite del tutto.” continuò Claudia che intanto si dirigeva verso il frigo per prendere un bicchiere d'acqua. Josh rimase per alcuni istanti da solo e mentre sentiva pronunciare quelle parole si sentì il cuore andare in mille pezzi. Era come se qualcuno gli avesse buttato addosso un secchio d'acqua ghiacciata e lo avesse svegliato da un sogno nel quale si era rifugiato. Se anche Claudia aveva notato che tra lui e Jennifer le cose erano cambiate allora erano cambiate davvero. Sospirò, ma subito dopo cercò di rimettersi addosso quella maschera di indifferenza che non aveva fatto altro che indossare per tutta la sera. “Ah amore, mi ero dimenticata di dirti che devo partire per 3 giorni!” esclamò Claudia che nel frattempo era tornata in salotto. “Cosa? Quando?” disse Josh stupito e allo stesso tempo preoccupato. “Domani. Ma sono solo 3 giorni amore. Puoi resistere 3 giorni senza di me?” rispose lei per poi prendere le labbra di Josh e poggiarle sulle sue. “Ma noi dobbiamo tornare a Los Angeles te l'avevo detto!” rispose Josh con aria seccata. Non voleva restare a Lousville, voleva andare via. “Amore calmo, non capisco perché da un giorno all'altro hai tutta questa fretta di lasciare la città. Ti piaceva tanto.” disse Claudia che mostrava nell'espressione una punta di sospetto. “C'è qualche problema Josh?” continuò lei con tono indagatore. “No, nessuno. Mi mancherai.” rispose lui cercando di cambiare discorso. A Claudia piaceva molto questo suo lato dolce e a volte lo utilizzava per distogliere la sua attenzione da altri argomenti. I due si scambiarono una serie di baci, dei quali Josh non era del tutto convinto. “Ora vado a dormire.” disse lui per poi recarsi in camera da letto. La mattina seguente Claudia e Josh si svegliarono presto per andare in aeroporto. Claudia doveva partire per la Spagna per sistemare una questione di famiglia. La partenza era prevista per le 7,30 e i due fidanzatini erano in aeroporto già da diverse ore. Finalmente sentirono la chiamata del volo di Claudia ed entrambi si diressero verso l'imbarco. “Mi raccomando, comportati bene.” sussurrò lei prendendo tra le mani il viso di Josh. “Stai tranquilla, salutami i tuoi e chiamami appena arrivi.” rispose lui con un bacio. “Ok, devo andare. Ti amo.” disse Claudia prima di allontanarsi con la valigia. “Anche io!” rispose Josh alzando leggermente il tono di voce per farsi sentire. 'Ti amo' era una parola importante e Josh non sapeva se veramente era quello che provava per Claudia ma di certo non poteva non risponderle proprio in quella circostanza. Rimase a guardarla fino a che non la vide scomparire dietro la porta scorrevole, poi fece ritorno a casa.

Quella mattina Jennifer si era svegliata con una forte ansia e non riusciva a liberarsene. Continuava a pensare a Josh e alla sua partenza che probabilmente sarebbe avvenuta il giorno stesso. Non era mai stata brava a prendere delle decisioni ma non poteva di certo rimanere con il piede in due scarpe diverse. Doveva agire. Sarebbe davvero riuscita a sopportare il pensiero di Josh lontano da lei per sempre? Era con Nicholas la vita che aveva sempre sognato? Domande, troppe domande che non facevano che ammassarsi nella sua testa. Prese il telefono e compose il numero di sua madre. “Pronto?” rispose Karen. “Mamma, ciao sono Jennifer, senti sai per caso a che ora sarebbe partito Josh oggi?” chiese Jennifer in tutta fretta. “Tesoro, mi dispiace ma credo che sia già partito o forse sta per partire.” disse Karen con tono dispiaciuto. Josh era partito. Ma se per assurdo non lo avesse ancora fatto? La vita le stava dando l'occasione di chiarire e lei non poteva buttarla via cosi, non questa volta. Ringraziò la madre e senza darle nessuna spiegazione mise giù il telefono ed usci di casa. Nicholas era fuori per delle commissioni e non sarebbe rientrato prima di cena. Aveva tutto il tempo che le serviva. Quante possibilità aveva di trovare ancora Josh a casa? Relativamente poche ma doveva provarci lo stesso. Prese la macchina e dopo 10 minuti di folle corsa arrivò a casa di Josh. Parcheggiò alla meglio e scese per fare un pezzo a piedi. Era tutta la mattina che pioveva e Jennifer iniziò a correre sotto la pioggia nel tentativo di non bagnarsi più di tanto. Un tentativo che fallì miseramente. Arrivò davanti alla porta e suonò il campanello mentre la pioggia continuava a scendere su di lei. Aveva i capelli completamente bagnati e ogni tanto cercava di asciugare le gocce che le invadevano il viso. Dopo pochi istanti la porta si aprì e il viso di Jennifer si illuminò in un misto di stupore e felicità. “Josh, non sei ancora partito!” esclamò Jennifer mentre tremava dal freddo e cercava di regolarizzare il respiro. “Jennifer che ci fai qui?” disse Josh del tutto incredulo. Jennifer era andata a casa sua dopo quello che si erano detti e non riusciva a capirne il motivo. Ma nonostante tutto era felice di vederla. “Non lo so..” rispose lei abbassando lo sguardo. Josh le poggiò la sua felpa sulle spalle. “Tu stai congelando! Vieni dentro forza, devi asciugarti altrimenti ti verrà qualcosa.” disse Josh con il solito tono gentile. Jennifer rimase in silenzio mentre entravano in casa. Si mise a sedere su uno dei quattro sgabelli della cucina mentre Josh era andato in camera da letto a prendere alcuni asciugami e una coperta. Nell'attesa Jennifer fece un giro panoramico con lo sguardo. Si sentiva il profumo di Josh per tutta la casa. Un profumo che le era mancato davvero tanto. “Ecco tieni!” disse Josh porgendole gli asciugamani e facendola sobbalzare. “Grazie!” disse Jennifer con un filo di voce per poi iniziare a passarsi quell'asciugamano sulle varie parti del corpo. Cercò di asciugarsi alla meglio i capelli dalle quali punte continuavano a scendere piccole gocce. Entrambi rimasero in silenzio, alternando piccoli sguardi a momenti di totale imbarazzo. “Metto su un po' di tè cosi ti riscaldi.” disse Josh cercando di migliorare la situazione. Si diresse verso i fornelli, dando le spalle a Jennifer. Una volta pronto Josh lo versò nelle due tazze che aveva anticipatamente preparato sul bancone, ne passò una a Jennifer e poi si mise seduto. “Allora..non hai ancora risposto alla mia domanda.” disse Josh rivolgendo il suo sguardo verso Jennifer che nel frattempo continuava a sorseggiare il suo tè senza staccare neanche una volta le labbra dal bordo della tazza. “Quale domanda?” rispose lei con indifferenza. Si era lasciata guidare dall'istinto, era andata a cercarlo nonostante le scarse possibilità di trovarlo ancora lì. Ma forse era proprio questo il problema. Era talmente certa che non lo avrebbe trovato che non si era preparata un discorso o altro. “Che ci fai qui? Perchè sei venuta?” ribadì Josh. Voleva avere delle risposte. Jennifer sospirò. “Non voglio che tu te ne vada.” disse alzando lo sguardo e facendo incontrare i suoi occhi con quelli di Josh. “Beh.. che so, non bastava una telefonata invece che rischiare di prenderti una polmonite venendo fin qui con questo tempo Shrader?” rispose Josh con tono sarcastico. Entrambi risero, risero a lungo. “Dov'è Claudia?” domandò Jennifer picchiettando le mani sul tavolo. “E' in Spagna, aveva delle questioni da risolvere, tornerà tra qualche giorno. E' per questo che ho rimandato la partenza.” rispose Josh che continuava a passarsi la tazza da una mano all'altra. Jennifer si sentì sollevata nel sentire quelle parole. “Non devi partire per forza, o almeno non subito.” disse tenendo lo sguardo basso. Ora ne era certa, non voleva che se ne andasse. Non riusciva a guardarlo negli occhi mentre pronunciava quella frase, forse nella paura di ciò che avrebbe potuto rispondere. Josh tenne lo sguardo fisso su di lei per alcuni istanti. “Dammi un buon motivo per restare..” disse Josh sospirando. Voleva un motivo e Jennifer era intenzionata a darglielo. Lo stesso motivo per cui si era presentata a casa sua pur con la paura che se ne fosse già andato. Si alzò in piedi di scatto, spostando con modi maldestri lo sgabello, lo raggiunse e lo baciò. Josh inizialmente esitò, ma poi assecondò quel bacio pieno di passione e desiderio. Subito le loro mani si trovarono. Erano 5 anni che non avevano un contatto fisico simile. Si erano mancati, era chiaro come il sole. I loro corpi contro il tavolo erano talmente uniti che sembravano essere una sola persona. Le spinte di Josh, dolci ma allo stesso tempo decise, creavano ogni volta un gemito di piacere nuovo in entrambi. Gemiti soffocati da dolci baci. Le mani di Jennifer facevano presa sulle spalle di Josh con talmente tanta forza che aveva paura di lasciarli il segno. Inizialmente nessuno dei due disse niente, le loro voci rimasero silenziose. Ma questo non era un male, perchè erano i loro corpi a parlare per loro. Corpi che si erano cercati per troppo tempo e che finalmente si erano ritrovati. Josh diminuì per alcuni secondi l'intensità delle spinte così da poter guardare Jennifer negli occhi. “Mi sei mancata, non sai quanto..” gli sussurrò a fatica cercando di riprendere fiato. “Anche tu..” rispose Jennifer mentre gli teneva il viso tra le mani accarezzandolo dolcemente con le dita.
Si era fatta sera mentre Jennifer e Josh continuavano a farsi le coccole sul divano. “Smettila di guardarmi cosi.” disse Jennifer imbarazzata e abbassando leggermente lo sguardo. “Cosi come?” chiese Josh sorridendo. “Cosi..” rispose lei imitando l'espressione che Josh continuava a mantenere. “Ah..io avrei quella faccia?” domandò lui spostando il suo corpo su quello di Jennifer. Le sue mani si infilarono sotto la maglietta e iniziarono a muoversi in tutta fretta per farle il solletico. “Smettila Josh, ti prego!” continuava a ripetere Jennifer tra una risata e l'altra. Josh continuava a farle il solletico ma tutto ad un tratto le sue mani si fermarono e il suo sguardo rimase fisso negli occhi di Jennifer. “Beh, che hai?” chiese lei con tono preoccupato. Josh rimase su di lei e con una mano iniziò a far passare le dita tra i suoi capelli. “Niente, è solo che..era da tempo che non mi sentivo cosi. Cosi bene, cosi..felice.” disse sorridendo. Jennifer sorrise a sua volta. Stava per rispondergli quando i suoi occhi caderono sull'orologio di Josh e si rese conto di quanto si fosse fatto tardi. “Oh cavolo, devo tornare a casa, Nicholas sarà già rientrato!” esclamò mentre cercava di raccogliere i suoi vestiti sparsi per la casa. Quelle parole riportarono entrambi alla realtà. Avevano passato un pomeriggio meraviglioso, ma non era reale. Si erano rifugiati in un posto in cui solo loro potevano andare e abbandonarlo non sembrava un'impresa facile. Jennifer camminò fino alla porta e poi si voltò verso Josh che la stava seguendo. “Allora...non te ne vai, vero?” disse con tono speranzoso. Josh le fece un sorriso e poi le diede un bacio sulle labbra. “Ci vediamo presto Shrader..” disse facendole una carezza sulla guancia sinistra. Un ultimo bacio e poi Jennifer si incamminò verso l'auto in tutta fretta. Josh la guardò scomparire dietro l'angolo mentre sentiva ancora sulle labbra il suo sapore. 

 

Ciao, ciao, ciao a tutti voi! Eccomi qui, come sempre con un nuovo capitolo! Finalmente, e dico FINALMENTE ho potuto scrivere di questi due piccoli amori che non si respingono..anzi ;) Jennifer si è resa conto (o almeno per il momento) che non vuole perdere Josh di nuovo ed è disposta a tutto per impedirgli di partire. Guardacaaaaaso (muahahah) Claudia si è un attimo tolta dalle palle (chiedo scusa per il linguaggio) e se n'è andata in Spagna (dove secondo il mio modesto parere dovrebbe restare per sempre anche nella vita reale senza vedere mai più Josh). Ora, passiamo alla cosa che più mi interessa dire! Josh e Jennfier hanno fatto l'amore. Il problema è che io sono davvero pessima nello scrivere queste cose e quindi non penso che la descrizione di quel momento mi sia venuta molto bene. Perdonatemi per questo e cercate di essere clementi :( Come al solito i vostri pareri (e ovviamente critiche) sono sempre ben accetti! Ahhhh dimenticavo, poi ci tenevo a ringraziare (discorso in stile serata degli Oscar proprio) tutte quelle persone che hanno recensito/messo tra i preferiti/seguito o anche solo letto silenziosamente la storia! Siete dei tesori e non posso che ringraziarvi con tutto il mio cuore. Beh, mi sembra di aver detto tutto quindi vi saluto! Un bacio e ci vediamo al prossimo capitolo! Sara :) 

 

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Capitolo 5
*** Una giornata speciale. ***


I dieci minuti che Jennifer passò in macchina per tornare a casa furono più piacevoli del solito. Continuava a pensare alle mani di Josh sul suo corpo, all'unione delle loro labbra. Cavolo, erano anni che non si sentiva cosi. L'aveva salutato da soli 10 minuti e già moriva dalla voglia di rivederlo.
Tuttavia, il suo umore si fece subito cupo non appena aprì la porta di casa. Nicholas era lì, che aveva preparato la cena. Era lì, con il suo solito sorriso ad aspettarla. Subito Jennifer si sentì morire. Lei non meritava una persona come lui. Subito si sentì tremare le gambe ma cercò di non darlo a vedere. “Amore, eccoti finalmente, l'arrosto si stava freddando!” esclamò suo marito con un grande sorriso e con la voce piena di sollievo nel vederla finalmente a casa. “Scusami, sai che sono un disastro. Credo che la cognizione del tempo non sia una cosa che mi appartenga!” disse Jennifer mentre si passava una mano tra i capelli. Cercava di non guardarlo negli occhi, aveva paura che Nicholas avrebbe capito tutto. Doveva lasciare Nicholas? No, certo che no. Non poteva farlo, non doveva. Stare con Josh era stato un errore, un meraviglioso errore. “Ehi amore, che succede? Ti vedo strana.” eccola la domanda indagatrice. La domanda che Jennifer temeva. “No,no..” cercò di rispondere balbettando. “Mangiamo?” continuò cercando di cambiare il discorso e distogliere l'attenzione di Nicholas. “Si, certo.” rispose lui accompagnandola in cucina e spostandole la sedia prima di invitarla a sedersi. Iniziarono a mangiare e Nicholas non faceva che parlare del suo nuovo ruolo da protagonista per cui era stato preso, ma il pensiero di Jennifer non era lì. “Amore? Mi stai ascoltando?” ripeté Nicholas per tre volte prima che Jennifer se ne rese conto. “Cosa?” chiese Jennifer in imbarazzo. “Ma si può sapere dove sei?” disse Nicholas con tono seccato. “Sono qui, allora..stavi dicendo?” rispose Jennifer mentre con le dita continuava ad arricciarsi i capelli. “Stavo parlando del mio nuovo ruolo, in queste settimane tornerò a casa tardi purtroppo, devo fare avanti e indietro. E' un problema?” chiese con tono retorico. “No, va bene, sono felice per te.” rispose Jennifer accennando ad un sorriso. Non riusciva a smettere di pensare a quello che aveva fatto. A quello che avevano fatto lei e Josh.
Finita la cena, Jennifer si offrì volontaria per lavare i piatti mentre Nicholas si era sdraiato sul divano per guardare un film in televisione. Mentre insaponava le varie stoviglie il display del suo telefono si illuminò. Un messaggio di Josh subito comparve davanti ai suoi occhi.
'Quanta voglia hai di evadere per un giorno dalla realtà?'
Le aveva domandato mettendo alla fine della frase uno smile sorridente. Quanta voglia aveva? Tanta, davvero tanta. SI voltò per un secondo a guardare Nicholas, che intanto continuava a fissare la tv. Sensi di colpa su sensi di colpa. Non rispose al messaggio, o almeno non subito. Rimase a fissare il display per più di 15 minuti. Continuava a picchiettare le dita sul tavolo senza sapere cosa fare quando improvvisamente il telefono si illuminò di nuovo. Era di nuovo lui, un altro messaggio di Josh.
'Posso chiamarti o hai da fare?'
.
Non appena lesse di nuovo il suo nome subito le sue labbra si incurvarono ai lati delle guance per formare un sorriso. Esitò per un momento ma poi si decise a rispondere. 'Si'.
Dopo pochi istanti il telefono iniziò a vibrare e Jennifer si asciugò le mani per poi allontanarsi verso la finestra. Non voleva di certo parlare con Josh correndo il rischio che Nicholas l'avrebbe sentita. “Ehi..” rispose Jennifer, con la voce di chi finalmente riceve una telefonata tanto attesa. “Ehi Shrader, scusami se ti ho mandato due messaggi, ma non potevo aspettare un'eternità che rispondessi. Ho una proposta da farti. Hai da fare domani?” chiese Josh rispondendo dall'altra parte del telefono. “N-no..Perché me lo chiedi?” domandò Jennifer incuriosita. “Voglio portarti in un posto..” rispose Josh con una voce fin troppo convincente. Jennifer rimase in silenzio cercando di compensare quell'assenza di parole con una serie di versi. Nicholas sarebbe stato fuori per tutto il giorno e non ci sarebbero stati problemi da quel punto di vista. Ma lei non poteva continuare a mentire in questo modo, era una donna sposata. Non era più una ragazzina che poteva giocare. “Allora?” ribadì Josh dall'altra parte. “Non lo so Josh..io..non so cosa dire” rispose Jennifer a fatica. Voleva andare, voleva davvero, ma non potevano farlo. “Devi dire solo di si..” esclamò Josh che continuava a mantenere nella voce un tono speranzoso. Jennifer sospirò. Doveva fare la cosa giusta, ma quanto era dura. “Senti, pensaci e fammi sapere ok?” continuò Josh compensando il silenzio proveniente dall'altra parte. “Ok..” rispose Jennifer sospirando di nuovo. Josh mise giù il telefono e Jennifer rimase per alcuni secondi ad ascoltare quel rumore che si sente quando si chiude una conversazione. Poi finì di lavare i piatti e si mise sul divano insieme a suo marito.

Non appena mise giù il telefono Josh si recò in camera da letto. Aveva finito da poco di farsi la doccia e piccole gocce ancora scendevano dai suoi capelli. Si mise sdraiato sul letto e accese la tv, anche se in realtà non la stava guardando affatto. Non faceva che fissare ogni 10 secondi il display del telefono in attesa di una risposta da parte di Jennifer. Quello che aveva appena fatto, ovvero chiamarla proponendone di vedersi il giorno seguente, era stata una cosa folle. Entrambi avevano una relazione, lei era addirittura sposata, ma Josh ne aveva bisogno. Aveva bisogno di passare una giornata insieme a lei, solo loro due. La sua sicurezza tuttavia, si trovava sbilanciata verso la parte di Jennifer. Josh sapeva che per lei non sarebbe stato facile mettere da parte tutto e fare questa follia. Perché di una follia si trattava. Prese il telefono tra le mani e continuava a passarci le dita sopra. Proprio nel momento in cui la speranza aveva iniziato a vacillare il telefono squillò e Josh senza neanche guardare chi fosse rispose in meno di un secondo. “Ehi, quasi non ci speravo più!” disse con tono sollevato e allo stesso tempo felice. “Non ci speravi più in cosa Josh?” rispose Claudia dall'altra parte del telefono. Subito Josh si rese conto che il mittente della chiamata non era Jennifer, ma Claudia. Claudia, la sua fidanzata che era in Spagna e della quale non si era preoccupato per tutto il giorno. “Ehi amore, quasi non ci speravo più che mi chiamassi! Sei atterrata?” chiese Josh cercando di trovare una scusa plausibile a quelle parole pronunciate con fin troppo entusiasmo. “Beh, sapevi che il mio aereo non sarebbe atterrato prima di sera! Comunque si, sono arrivata a casa. Tu cosa stai facendo?” rispose Claudia con tono sospettoso. “Sto guardando un po' di televisione, ma sono stanco morto! In effetti stavo per andare a letto..” disse Josh cercando di chiudere quella conversazione piena di bugie. “E...oggi cos'hai fatto?” gli chiese Claudia. Il battito di Josh cominciò a farsi più rapido e aumentava di frequenza. Odiava mentire alle persone e odiava ferirle. Ma non poteva. Non poteva dirle quello che era successo in quel pomeriggio. Non poteva dirle che aveva passato la giornata più bella della sua vita, che si era sentito felice come non si era sentito per 5 anni. “Josh?! Ci sei?!” esclamò Claudia per interrompere il silenzio che Josh aveva creato. “Si, scusami..oggi, oggi non ho fatto nulla. Sono uscito a correre.” rispose Josh sospirando più di una volta. “Ok, ci sentiamo domani allora. Buonanotte amore, ti amo.” disse Claudia in attesa di una risposta. “Si, certo. Buonanotte..” disse Josh per chiudere la conversazione. Non le aveva detto ti amo. Non voleva aggiungere ulteriori bugie. Poggiò il telefono sul comodino e si girò dall'altra parte del letto.
Stava per addormentarsi quanto sentì la vibrazione dell'iphone attivarsi. Per un secondo penso di non leggere il messaggio. Si sentiva uno schifo e non voleva peggiorare la situazione. Probabilmente era Claudia che le aveva mandato un messaggio per chiedergli per quale motivo non le avesse detto quel ti amo. Alla fine però decise di leggere quel messaggio e subito un grande sorriso riempì le sue guance nello scoprire che era Jennifer.
'Sentiamo, se avessi quella voglia di evadere dalla realtà che tanto dicevi, dov'è che mi porteresti?'
aveva scritto.
Gli aveva detto si, aveva accettato quella sua folle proposta.
'Tu non preoccuparti del dove, ma piuttosto del quando. Domani mattina alle 8,00 ti passo a prendere. Non fare tardi.'
rispose Josh muovendo le mani il più rapidamente possibile.
Dopo pochi minuti una nuova vibrazione seguita da un nuovo messaggio. 'Non garantisco nulla, ma ci proverò. Buonanotte Josh!' scrisse Jennifer concludendo quello breve scambio di parole.
Josh concluse la conversazione a sua volta con un ultimo messaggio: 'Buonanotte Shrader.'
Con l'eccitazione ancora forte in corpo Josh si addormentò nella speranza che le 8,00 del mattino seguente arrivassero il prima possibile.
Aveva impostato la sveglia per le 7,30 giusto il tempo di una doccia e sarebbe stato pronto. Uscì di casa in orario e si incamminò verso la macchina. Da quando si era svegliato aveva un sorriso che non riusciva a togliersi. Era felice, inutile negarlo a se stesso. Come programmato arrivò davanti a casa di Jennifer per le 8 e come aveva previsto Jennifer non era ancora pronta. L'aspettò per più o meno 20 minuti. Continuava a picchiettare le dita sul volante quanto improvvisamente la portiera destra della macchina si aprì. Josh subito rivolse il suo sguardo a Jennifer e sentì un brivido percorrergli la schiena. Era semplicemente meravigliosa. Jennifer chiuse la portiera e dopo aver sistemato la borsa sui sedeli posteriori si rivolse a Josh. “Lo so, scusami avevi detto le 8,00 in punto ma non ce l'ho fatta. Perdonami, scusami, lo so sono un caso disperato.” continuava a ripetere cercando di fare gli occhi dolci. Occhi a cui Josh non aveva mai saputo resistere. “Shrader, tranquilla, ora sei qui..ed è questo quello che per me conta.” rispose Josh sorridendo. Jennifer ricambiò il sorriso accennando ad un leggero rossore sulle guance per l'imbarazzo. Nessuno la faceva sentire vulnerabile come Josh. Quando si trattava di lui si sentiva quasi scoperta, senza mura di protezione. Subito dopo Josh girò le chiavi e la macchina si accese. “Allora..dov'è che andiamo?” chiese Jennifer mentre guardava fuori dal finestrino cercando di cogliere qualche indizio. “L'altro giorno ho scoperto un posto meraviglioso, un posto che subito mi ha fatto pensare a te. Non ci vuole molto comunque, massimo un'oretta e saremo lì.” rispose Josh cercando di colorare le sue parole di un certo mistero. “Uh, come siamo misteriosi..” esclamò Jennifer mettendosi a ridere.
A circa metà del viaggio Jennifer decise di accendere la radio e non appena la musica parti subito il suo cuore fece un balzo. “Josh..” disse rivolgendo il suo sguardo verso la sua direzione. Josh la guardò a sua volta e dopo pochi secondi entrambi esclamarono 'mmmmbop' e risero. Era la loro canzone, la canzone degli Hanson che li aveva uniti sin dai primi momenti passati insieme. “Non posso crederci..non è assurdo?” disse Jennifer muovendo vigorosamente le mani. “già..” rispose Josh guardandola e cercando di nascondere quel sorriso da ebete che sentiva di avere ogni volta che si trattava di lei.
Dopo circa un'oretta di macchina e molte risate finalmente arrivarono al posto che Josh aveva cercato di tenere nascosto per tutto il viaggio. Scesero dalla macchina e Josh prese una borsa coloro blu scuro che aveva accuratamente preparato quella mattina. Jennifer non fece in tempo a fare qualche passo che subito sentì la mano di Josh sul suo fianco. “Che c'è?” chiese Jennifer sorridendo. “Non puoi mica raggiungere il posto che ho trovato cosi!” rispose lui mentre con la mano frugava nella borsa. “Ah no?..e come dovrei arrivarci?” chiese Jennifer con tono ironico. “Con questa!” esclamò Josh tirando fuori una benda per gli occhi. “Io non me la metto quella cosa!” subito rispose lei. “Oh si, te la metti eccome Shrader!” disse Josh avvicinandosi al suo viso. Si ritrovarono a pochi centimetri l'uno dall'altra, immobili per un breve istante. Si guardarono negli occhi, ma Jennifer fu la prima a distogliere lo sguardo. “Allora, questa benda me la metti si o no?” disse ridendo. “Si, certo..” rispose Josh con il tono di chi è appena stato richiamato alla realtà. Le scostò i capelli dal viso con un tocco gentile che fece rabbrividire Jennifer e legò la benda facendo un fioco nella parte posteriore della testa. “Ok genio, ed ora come faccio a camminare?” esclamò Jennifer muovendo le mani davanti al corpo mostrando la sua totale cecità. “Dammi le mani..” le sussurrò Josh vicino all'orecchio. Jennifer esitò per un secondo. L'idea che lei e Josh camminassero per mano le creava dei sentimenti contrastanti. “Non avere paura.” disse Josh con dolcezza. “Non ne ho..” rispose Jennifer con tono autoritario. “Bene, perché io invece ne ho molta..” sussurrò lui con un tono di voce basso affinché Jennifer non potesse sentirlo.
Camminarono per circa un centinaio di metri e Jennifer non faceva che maledire e insultare Josh per quella scampagnata che in quel momento le risultava cosi assurda. Finalmente arrivarono nel luogo tanto atteso e Josh si posizionò dietro al corpo di Jennifer. “Pronta?” chiese lui con entusiasmo. “Si, ti prego toglimi questa benda!” rispose Jennifer ridacchiando. Josh portò le mani sulla sua testa e le tolse delicatamente la benda. Non appena la visuale di Jennifer tornò alla normalità rimase senza fiato. C'era un lago, alberi e un profumo di fresco. Il sole cadeva sull'acqua calma e vi si rifletteva creando un effetto meraviglioso. Si sentiva il cinguettio degli uccelli e un dolce venticello le accarezzava la pelle. “Dovevi vederlo. Un posto cosi merita di essere vissuto, non credi?” disse Josh mentre continuava a guardarsi intorno. “Si, credo tu abbia ragione.” rispose Jennifer continuando a fissare quell'acqua limpida. Quel posto non le era sconosciuto, anzi. Lo conosceva piuttosto bene dato che ci veniva sempre con i suoi genitori da bambina. Amava quel posto, quell'aria, quell'acqua. Tuttavia in un primo momento decise di tenere questa cosa nascosta a Josh, cosi continuò a fare finta di trovarsi in un posto che non aveva mai visto prima. “Ho pensato che avessi fame e cosi ho preparato qualcosa da mangiare.” esclamò Josh mentre stendeva una piccola tovaglia sul prato. Jennifer continuava a guardarlo e ad analizzare le sue movenze cosi dolci e gentili. “Beh, non ti siedi?” le chiese rivolgendole una dolce occhiata. Jennifer si avvicinò e si mise seduta su quella tovaglia a scacchi bianchi e rossi. Josh iniziò a tirare fuori i vari snack che aveva portato con sé e uno in particolare catturò l'attenzione di Jennifer. “Oh mio dio..non posso crederci, sono proprio loro?!?!” esclamò con voce eccitata e allo stesso tempo sorpresa. “Cool ranch Doritos, si proprio loro.” rispose Josh ridendo. “Oh mio dio, non li mangio da una vita!” continuò a ripetere Jennifer senza sosta per poi aprire subito il pacchetto e mandarne giù alcuni. Josh la osservava mangiare e subito le sembrò di avere davanti ai suoi occhi la Jennifer di 5 anni fa, che mangiava Doritos sul set tra una ripresa e l'altra. Dopo aver finito di sgranocchiare Jennifer posò la sua mano su quella di Josh. “Grazie..” sussurrò guardandolo con dolcezza. “Per dei Doritos?! Ma figurati, non mi è costato nulla prenderteli!” rispose Josh ridacchiando. “No, non per i Doritos..o meglio, si anche per loro, ma grazie..per tutto questo, per questa giornata.” disse lei balbettando di tanto in tanto. Difficile ammettere a se stessa quanto si sentisse felice in quel momento. Josh sorrise abbassando lo sguardo. “Non c'è di che..”
Dopo un breve momento di silenzio misero via i vari snack e si distesero sull'erba fresca mentre i loro visi erano baciati dai caldi raggi solari. Iniziarono a parlare di tutto, senza freni. C'era sempre stata tra loro questa cosa speciale del dirsi tutto e dopo 5 anni ce ne erano di cose da dirsi. “Shrader..” sussurrò Josh mentre con lo sguardo fissava gli alberi. “Si?” rispose Jennifer alzando la testa verso la sua direzione. “Grazie per non avermi invitato al tuo matrimonio..” esclamò. Jennifer lo guardò con uno sguardo amareggiato. “Josh, te l'ho detto, mi dispiace..potessi tornare indietro io..” “No, sto dicendo sul serio, credo che tu mi abbia fatto un favore nel non invitarmi.” la interruppe Josh. “Perché?” domandò lei con tono stupito. “Perché avrebbe fatto troppo male vederti camminare in chiesa verso una persona che non ero io..” rispose Josh tutto d'un fiato. “Oh Josh..” “No, non voglio insinuare niente tranquilla, solo..grazie.” disse lui concludendo il discorso.
Si scambiarono un lieve sorriso, poi Jennifer rivolse il suo sguardo verso l'acqua e decise di dare ascolto ad un pensiero che da quella mattina non l'aveva mai abbandonata. “Ti va di fare un bagno?” domandò Jennifer mentre si alzava da terra. “Un bagno? Beh..un bagno non era nei piani veramente.” rispose Josh. “Mi stupisci, un tipo sportivo come te che rifiuta di farsi una nuotata?” disse nuovamente Jennifer ridacchiando e cercando di provocare Josh. Una provocazione che ottenne l'effetto desiderato. Josh si alzò in piedi, si tolse la maglia, i pantaloncini e rimase con i boxer. “Non una parola su i miei boxer.” esclamò prendendo il braccio di Jennifer che già era in procinto di fare una qualche battutina. “Carini!” disse facendosi una risata. Anche Jennifer si tolse i vestiti restando con la sola biancheria intima addosso. Josh rimase a guardarla per qualche secondo cercando di non farsi vedere. Aveva da sempre amato il suo corpo. Jennifer iniziò a correre verso l'acqua. “Scommetto che arrivo prima di te!” disse urlando mentre cercava di lasciare tra lei e Josh una distanza quanto più grande possibile. Josh sorrise e subito dopo si mise a correre nel tentativo di raggiungerla. Entrambi si tuffarono e subito Jennifer si lamentò per la temperatura dell'acqua a suo parere troppo bassa. Josh si mise a ridere e subito come risposta alle sue risate ricevette degli schizzi d'acqua. “Non prendermi in giro!” continuava a ripetere Jennifer mentre agitava le mani sull'acqua cercando di bagnare Josh. “Ah..cosi la metti? E' una guerra quella che vuoi?” disse lui cercando di tenere a freno la risata. Entrambi iniziarono a schizzarsi l'un l'altro cercando di alzare ognuno una quantità di acqua maggiore dell'altro. Dopo alcuni istanti si ritrovarono con i visi a poca distanza l'uno dall'altra. “Ho vinto io!” esclamò Jennifer che nel frattempo continuava ad avvicinarsi al viso di Josh. “Ma quando? Forse non ti sei vista, i tuoi capelli non smettono di gocciolare.” controbatté lui che non riusciva a distogliere lo sguardo dalle sua labbra. Pochi centrimentri li separavo ormai. Josh da sotto l'acqua le prese una mano. Si guardarono intensamente, presi entrambi da quel momento. “Josh..” disse Jennifer quando ormai cominciava a sentirsi più vulnerabile che mai. “Josh..non possiamo farlo.” continuava a ripetere mentre la distanza tra le loro bocche diminuiva sempre di più. “No, hai ragione, non possiamo..” rispose Josh. Neanche il tempo di finire quella frase che finalmente le loro labbra si unirono in un dolce bacio. Un bacio lungo accompagnato da carezze gentili da parte di entrambi. Quando le loro labbra si staccarono i loro occhi si incontrarono nuovamente. “Josh, possiamo uscire che sto morendo di freddo?” esclamò Jennifer mettendosi a ridere mentre faceva finta di battere i denti. “Certo..” rispose lui sorridendo.
Con i corpi ancora gocciolanti si sedettero nuovamente sul telo. “Tieni..” disse Josh poggiando una coperta sulle spalle di Jennifer. “Grazie..” rispose lei mentre si accoccolava in quel tenero tepore. Erano entrambi chiaramente imbarazzati per quello che era successo. Imbarazzati ma felici, davvero felici. Mentre Josh cercava di accendere un piccolo fuoco intorno al quale radunarsi, Jennifer non faceva che osservarlo nei suoi movimenti. Le sue braccia si comprimevano in muscoli ogni volta che sollevava un oggetto piuttosto pesante.
Quando finalmente il ragazzo riuscì nell'impresa si sedette accanto a lei. “Perché mi guardi cosi?” disse Josh abbassando dolcemente lo sguardo. Era sempre stata una persona molto timida. “Josh c'è una cosa che devo dirti..” sussurrò Jennifer ancora rannicchiata nella coperta. “Cosa?” chiese nuovamente Josh con tono di voce preoccupato. Jennifer sospirò a lungo e cercò di immagazzinare quanta più aria possibile per poter iniziare il suo discorso. “Vedi Josh, io sono già stata qui, tante di quelle volte..” “E perché non me lo hai detto?” esclamò subito Josh interrompendola. “No, Josh ti prego lasciami parlare..” rispose subito lei. Josh rimase in silenzio acconsentendo con un movimento della testa. “Dicevo..sono stata qui molte volte, ci venivo sempre da bambina con i miei genitori. Passavamo delle giornate fantastiche e ci divertivamo come pazzi. Poi, ogni volta a fine giornata ci sedevamo tutti intorno ad un fuoco, proprio come questo. I miei genitori si sedevano sempre nello stesso punto ed ogni volta rimanevano abbracciarti per tutta la sera e io li guardavo. Li guardavo e non facevo che ripetermi che quando sarei diventata grande anche io avrei passato dei momenti cosi con una persona speciale.” disse Jennifer mentre una lacrima le scendeva lungo la guancia. “Ehi, che hai? Qual'è il problema? Mi sembra una cosa molto dolce quella che hai appena detto.” disse Josh con il suo solito tono gentile sfiorando la guancia di Jennifer con le dita. “Il problema è che poi mi sono sposata e quindi sono venuta qui con mio marito, sperando di provare quell'emozione che non avevo fatto altro che aspettare da anni. Il problema è che quell'emozione non l'ho mai sentita fino..fino ad oggi. Fino a quando non sono venuta qui con te.” continuò Jennifer accompagnando quelle parole con pronunciati sospiri. “Vieni qui..” le sussurrò Josh allargando le braccia e invitandola ad appoggiarsi al suo corpo. “Dio Josh..perché deve essere tutto cosi complicato?” domandò Jennifer retoricamente sospirando e lasciando scendere le lacrime. “Perché siamo noi, siamo Jennifer e Josh. Siamo fatti cosi, tendiamo sempre a complicarci le cose. Per qualche strana ragione le imprese normali proprio non ci attirano!” rispose Josh facendo ridere Jennifer.
Rimasero accoccolati per circa un'ora, poi arrivò l'ora di tornare a casa e abbandonare quel posto meraviglioso. Jennifer era stanca morta e per tutto il viaggio di ritorno dormì, lasciando Josh da solo a fissarla con una romantica canzone di sottofondo. I capelli ancora un po' umidi le ricadevano sulla guance e la sua bocca si apriva dolcemente ogni volta che inspirava. Arrivarono davanti a casa di Jennifer e Josh iniziò a scrollarla delicatamente. “Ehi Shrader, siamo arrivati..” le sussurrò nell'orecchio. Jennifer aprì gli occhi e non appena vide il viso di Josh sorrise. “Sarebbe bello svegliarsi tutte le mattine e vedere come prima cosa il tuo viso..” disse facendogli una carezza. Josh le fece un sorriso per poi dare un'occhiata fuori dal finestrino. “Mi pare che sia tutto spento a casa tua, Nicholas non deve essere ancora tornato.” esclamò mentre Jennifer stava prendendo le sue cose dal sedile posteriore. “Ora vado, buonanotte e grazie per oggi..” disse Jennifer poggiando una mano sul manico della portiera. Stava per aprirla quando improvvisamente Josh la fermò. “Sai, le cose potrebbero anche non essere poi complicate Jen..voglio dire..potresti scegliere me.” le sussurrò. Il viso di Jennifer subito cambiò espressione. Quelle parole erano state uno schiaffo che l'aveva riportata alla realtà. “Non è una cosa facile Josh..” disse lei. “Lo so..” rispose Josh abbassando lo sguardo. “Ehi, ci sentiamo domani ok?” le sussurrò Jennifer prima di prendere il suo viso tra le mani. “Si, a domani..” rispose lui sforzandosi di farle un sorriso. Jennifer scese dalla macchina e non fece in tempo a voltarsi che l'auto di Josh se n'era già andata. 

 

Salve salve :)) eccomi/eccoci qui con il 5 capitolo di questa storia :) (ringrazio ancora tutti quelli che continuano a seguirla e a sopportarmi!) Scrivendo questo capitolo mi sono detta 'Si ok, stanno insieme ad altre persone e hanno 34094911 problemi, ma voglio che passino un giorno insieme e che siano felici' e così ho fatto. Cosa c'è di meglio che una dolce giornata al lago con la persona che si ama?(meglio ancora se quella persona è Josh Hutcherson/Jennifer Lawrence direi ahahha). Sono o non sono due cucciolini innamorati? Io dico proprio di si..anche se ahimè, la bufera si avvicina! Tenetevi ben saldi e ci vediamo al prossimo capitolo! 
Ps, il capitolo non so per quale oscuro motivo mi è venuto davvero lungo! Ogni capitolo che scrivo diventa sempre più lungo ed il problema è che non riesco a fermarmi ahahahah! Spero che nonostante l'eccessiva lunghezza non risulti pesante o cose cosi :) Baci baci, Sara :) 

 

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Capitolo 6
*** La scelta. ***


Josh rientrò a casa circa 10 minuti dopo aver lasciato Jennifer. Girò la chiave nella serratura e non appena la porta si aprì, vide una cosa che di certo non si sarebbe mai aspettato. Una persona. “Amore!” urlò Claudia per poi buttarsi tra le sue braccia. Josh era senza parole, di certo non si aspettava il suo ritorno quella sera. Nella sua mente aveva già programmato di tornare a casa e mettersi a dormire cercando di non pensare a Jennifer. Ora invece il suo piano era saltato, la sua ragazza era tornata dalla Spagna e di certo avrebbe chiesto spiegazioni. Spiegazioni che Josh non era ancora riuscito a dare neanche a sé stesso. Dopo un breve momento di esitazione, ricambiò l'abbraccio. “Quanto mi sei mancato..” disse Claudia, scandendo con decisione quelle parole e assaporandone ogni lettera. “Anche tu.” rispose Josh con tono freddo. Si sentiva in colpa. L'aveva tradita, aveva smesso di amarla. Ma l'aveva davvero mai amata? Aveva davvero mai smesso di essere innamorato della sua Jennifer? La 'sua' Jennifer. Quelle parole continuavano a risuonargli nella mente. La voce di Claudia però lo riportò alla realtà. “Allora? Amore ma non sei contento che sono tornata?” chiese la ragazza mettendo il broncio. “Certo che lo sono, non vedevo l'ora di vederti!” rispose Josh dandole un bacio sulle labbra. Claudia si fece prendere dal momento e dopo averlo ricambiato iniziò a baciare il collo di Josh. Subito dopo iniziò a sbottonargli la camicia. “Amore, non credo sia il caso!” Esclamò Josh con discrezione cercando di celare sotto quelle innocenti parole la verità. Non voleva fare l'amore con Claudia quella sera. Non sarebbe stato amore, sarebbe stato solo sesso e a lui queste cose non erano mai piaciute. “Non ti vedo da giorni, mi sembra il caso eccome!” rispose lei continuando a passare le sue mani sul corpo di Josh. “Credo sia meglio rimandare a domani.” insistette lui fermando le mani della ragazza che ormai erano sul suo petto. “C'è forse qualche problema? Non ti sei mai rifiutato. Josh è successo qualcosa che dovrei sapere?” chiese Claudia staccando i loro corpi e mostrando una faccia preoccupata. Quelle parole sembravano essere le parole giuste pronunciate al momento giusto. Quale momento migliore per confessare tutto? Josh fece un grande respiro e sembrava essere sul punto di far uscire quelle parole quando improvvisamente si rese conto che non sapeva cosa dire. Cos'è che era successo esattamente tra lui e Jennifer? Si era innamorato? Non aveva mai smesso di esserlo? Jennifer avrebbe mai lasciato la sua vita per iniziarne una con lui? Di certo le sue ultime parole, il suo “Josh non è cosi facile..” non avevano fatto che aumentare i dubbi di Josh. In quel momento sentiva di avere cosi tante domande nella sua mente che l'unica cosa che riuscì a dire a quella che ancora sembrava essere la sua ragazza fu: “No, non è successo niente.” Claudia sorrise e riprese le sue avances. Avances alle quali alla fine Josh decise di dare spago. Si diressero in camera da letto e ancora una volta, Josh sentì in cuor suo di trovarsi nel posto sbagliato con la persona sbagliata.

Jennifer rientrò a casa in tutta fretta. Dopo aver passato un'intera giornata al sole, quel buio le aveva messo un forte freddo addosso. Aprì la porta di casa mentre con la mano sinistra continuava a stringersi addosso il cardigan nel tentativo di riscaldarsi. Entrò in casa in punta di piedi, era tardi e probabilmente Nicholas si era già messo a letto. Si diresse al piano superiore e non appena raggiunse la camera da letto capì che la sua intuizione era stata giusta. Vide Nicholas, sotto le coperte, mentre dormiva. Tirò un sospiro di sollievo. Si diresse in cucina. Dopo quel colpo di freddo improvviso, le era venuta voglia di farsi un tè caldo. Mise l'acqua sul fuoco e preparò la bustina per fare l'infuso. Non appena la bevanda fu pronta, la versò in una tazza e si mise a sedere intorno al tavolo. Sorseggiò più di una volta e mentre il tè bollente iniziava ad avere il suo effetto riscaldante, Jennifer iniziò a pensare alla meravigliosa giornata che aveva passato. Continuava a passarsi la tazza tra le mani e subito il pensiero delle mani di Josh sulle sue guance si manifestò davanti ai suoi occhi. Il sorriso di Josh, il profumo della sua pelle. Fece un grande sospiro. Da sempre si era ritrovata in situazioni difficili, ma questa di certo le batteva tutte. Da una parte c'era Nicholas, suo marito. La persona con cui si era, e si stava ancora costruendo una vita. La persona che aveva giurato di amare per sempre. Dall'altra c'era Josh. Josh, l'unica persona in grado di farle tremare le gambe con un solo sguardo. Jennifer continuava a picchiettarsi le mani sulle tempie, mentre nella sua testa continuavano a rimbombare le parole che Josh le aveva detto poco fa. 'Sai, le cose potrebbero anche non essere poi cosi complicate Jen..voglio dire..potresti scegliere me.' Scegliere lui. Se pur indirettamente e magari senza rendersene conto, Josh le aveva chiesto di fare una scelta. Cosa che Jennifer aveva da sempre detestato. A malapena riusciva a scegliere quale maglietta indossare la mattina, figuriamoci riuscire a prendere una decisione cosi importante. In effetti, lei e Josh c'avevano già provato a stare insieme e alla fine si erano lasciati, si. Ma in realtà si erano lasciati, o meglio Jennifer lo aveva lasciato, perchè semplicemente si sentiva troppo felice. Felice come non lo era mai stata in vita sua. Ed aveva avuto paura, eccome se ne aveva avuta. Circondata di questi continui dubbi e preoccupazioni Jennifer decise di mandare un messaggio a Josh. Con le mani tremolanti scrisse il testo, lo inviò e attese una risposta che non arrivò. Alla fine, delusa di quella risposta mancata decise di mettersi a dormire sul divano. Si accoccolò nella sua coperta verde acceso e chiuse gli occhi.

I corpi di Josh e Claudia erano ancora uniti e si muovevano ritmicamente quando improvvisamente il telefono di Josh iniziò a vibrare. “Si può sapere chi è che ti scrive messaggi nel cuore della notte?” chiese Claudia ancora presa dal momento di passione. “Non ne ho idea..” rispose Josh cercando di mascherare la sua curiosità. Tuttavia, nonostante avesse voglia di sapere chi fosse, ignorò il messaggio, almeno in un primo momento. Quando entrambi raggiunsero l'orgasmo Claudia si recò in bagno per fare la doccia lasciando Josh sul letto. Non appena sentì il rumore dell'acqua che iniziò a scorrere subito prese il telefono tra le mani e un misto di felicità e tristezza si impossessò di lui non appena vide che il mittente del messaggio era Jennifer. Si sentiva in colpa. Una colpa che non aveva fatto che tormentarlo in questi ultimi tempi. Un senso di colpa sia nei confronti di Claudia, sia in quelli di Jennifer. La sola idea che lei avesse potuto pensare a lui e inviargli quel messaggio proprio mentre lui e Claudia stavano facendo sesso, in qualche modo lo faceva stare male. Aprì il messaggio e lesse il testo del quale quest'ultimo era costituito. 'Possiamo vederci domani? Qualsiasi ora va bene.' aveva scritto Jennifer mantenendo un tono freddo e distaccato. Aveva bisogno di vederlo per quale motivo? Brutte notizie? C'era un solo modo per scoprirlo. Si mise seduto sul letto e tenendo il telefono con entrambe le mani scrisse la sue risposta. 'Nel pomeriggio sono libero. Tutto ok?' Dopo circa un paio di minuti la vibrazione tornò a farsi sentire. 'Oh cavolo, ti sei ricordato di rispondermi. Comunque, si tutto ok.' aveva risposto Jennifer. Ancora quel tono freddo. Era evidente che ci fosse qualcosa che non andava. Josh tirò un sospiro. Stava per scrivere la sua risposta, quando un nuovo messaggio di Jennifer arrivò. 'E' solo che non riesco a smettere di pensare a te.' Il volto di Josh subito si illuminò con un gran sorriso. Dieci parole erano bastate per fargli battere il cuore a rischio infarto. Rimase a fissare quelle parole per qualche minuto e poi inviò la sua risposta. 'Neanche io. Buonanotte piccola.' scrisse tra un sorriso e l'altro. Improvvisamente Claudia tornò dal bagno e subito si incuriosì nel vedere Josh con il telefono in mano e con uno strano sorriso stampato in faccia. “Chi era?” chiese indispettita mentre si passava l'asciugamano tra i capelli. Josh si prese un momento prima di rispondere. “Mia madre, ci tiene a sottolineare che ancora non siamo andati a trovarla.” rispose con convinzione cercando di credere lui stesso in quelle parole. “Beh dovremmo andarci!” rispose Claudia tranquillizzandosi. “Già.” disse Josh a voce bassa. Con un bacio si diedero la buonanotte e Josh si girò dall'altra parte del letto ancora preso dai suoi pensieri. Inutile girarci tanto intorno. Doveva lasciare Claudia. Anche se Jennifer alla fine non lo avesse voluto, sarebbe stato scorretto continuare a far finta di star bene con una persona. Voleva porre fine a quel senso di colpa che non riusciva ad abbandonarlo. Voleva continuare ad essere l'onesta persona che era sempre stata.
La mattina seguente Josh si era svegliato più tardi del solito, ma con le idee ben chiare in mente. Avrebbe lasciato Claudia. Si voltò dall'altra parte del letto, ma accanto a sé non trovò una persona ma bensì un bigliettino. 'Sono uscita presto, tornerò questa sera per cena. Non volevo svegliarti. Buona giornata, ti amo.' gli aveva scritto. Che fosse quello un segno del destino? No, Josh non voleva darsi per vinto, avrebbe parlato con Claudia la sera e avrebbe finalmente messo un punto alla loro storia. Si alzò con calma dal letto, dopo aver sonnecchiato per una ventina di minuti. Si fece una doccia e dopo aver fatto colazione, o meglio dopo aver pranzato, dato l'orario effettivo in cui si era svegliato, si mise ad attendere con impazienza il momento in cui finalmente avrebbe rivisto Jennifer.

Jennifer quella mattina si svegliò con i dolci baci di Nicholas sulle guance. “Buongiorno tesoro mio.” esclamò il ragazzo non appena vide gli occhi di Jennifer aprirsi lentamente. “Buongiorno..” rispose lei stiracchiandosi. “Ma che ora sono?” domandò ancora insonnolita. Ieri sera il sonno aveva tardato ad arrivare e si sentiva terribilmente stanca. “Sono le 11:00 dormigliona, è arrivata l'ora di alzarsi!” rispose Nicholas strattonando con delicatezza il suo corpo, quasi giocando. Mise poi le sue labbra su quelle di Jennifer, la quale ricambiò il bacio. “Sai amore, in questi giorni avevo paura che le cose tra noi stessero andando male, ma è tutto ok..vero?” chiese Nicholas prendendo le mani di Jennifer. La ragazza lo fissò per alcuni secondi e come per magia, improvvisamente quelle piccole certe che era riuscita a costruire sulla possibilità di una vita insieme a Josh crollarono come un castello di sabbia mosso dal vento. “Vero..” rispose Jennifer con tono amareggiato, se pur tentando di nasconderlo. “Beh, ora devo andare, ci vediamo questa sera!” disse Nicholas per poi poggiare le sue labbra sulla fronte di Jennifer. Quest'ultima rispose con un sorriso, poi vide la porta chiudersi dietro le spalle di suo marito.
Ancora seduta sul divano, strinse le braccia intorno alle gambe e abbassò la testa. Si chiuse a riccio tentando di nascondersi da tutto quello che la circondava. Doveva vedersi con Josh, ma cosa gli avrebbe detto? E con quale coraggio lo avrebbe fatto? Dopo essersi fatta una doccia e aver mangiato un boccone al volo salì in macchina, con la consapevolezza, che la sua occasione di poter stare con Josh, l'aveva persa 5 anni fa, quando era stata troppo codarda. Quando aveva avuto troppa paura di essere felice.
Raggiunse il posto prestabilito la sera prima con Josh. Un piccolo parco, piuttosto isolato, con qualche panchina e un grande prato verde. Si mise a sedere su una di quelle panchine in attesa dell'arrivo di Josh. Jennifer non dovette aspettare tanto perchè a soli pochi minuti dal suo arrivo finalmente Josh apparse davanti ai suoi occhi. Non appena lo vide, fu presa da una gran voglia di sorridere, ma ripensando a quanto era successo quella mattina, cercò di trattenersi. Al contrario Josh non esitò nel mostrare un gran sorriso. Si avvicinò a Jennifer e la strinse tra le braccia. “Mi sei mancata..” sussurrò intensamente. Non appena le braccia di Josh strinsero il corpo di Jennifer, quest'ultima tirò un sospiro. Ma non un sospiro triste, era uno di quei sospiri che si fanno quando dopo tanto tempo riesci ad ottenere qualcosa che hai desiderato come non mai. Quando i loro corpi si staccarono Jennifer rivolse il suo sguardo a Josh e subito si perse nei suoi meravigliosi occhi. “Devo dirti una cosa!” esclamò Josh con entusiasmo. “Dimmi..” rispose Jennifer. “Ho deciso di lasciare Claudia. Basta tra noi due è finita. Ora possiamo stare insieme, o frequentarci o come meglio credi. Basta solo che tu lasci Nicholas e potremo fare quello che vogliamo e andare dove vogliamo. Andare dove vuoi.” disse Josh con una voce davvero felice. Rimase a guardare Jennifer per alcuni istanti, fino a che non la vide abbassare lo sguardo. Proprio quella mattina, suo marito l'aveva riportata alla realtà. Aveva un famiglia, era sposata. Non poteva buttare via tutto per un momento di passione. Le parole di Josh non ebbero risposta da parte di Jennifer. “Ma..ma non è questo quello che vuoi?” continuò Josh cambiando il tono di voce, cosi come l'espressione del viso. “Josh, non posso..” rispose Jennifer con ancora lo sguardo rivolto verso il basso. “Che..che cosa vuol dire non puoi? Si che puoi.” controbatté Josh prendendole le mani e stringendole forte. Jennifer alzò lo sguardo, aveva gli occhi lucidi. “Io devo riflettere Josh, non posso prendere una decisione ora come ora. Non posso fare una scelta. Io sono sposata, ho delle responsabilità e poi Nicholas non se lo merita.” disse con voce avvilita. Le spezzava il cuore dire quelle cose, ma le sembrò la cosa giusta da fare. “Non puoi fare una scelta? E allora tutte quelle cose che mi hai detto? Tutti i momenti passati insieme?! Dov'era il tuo senso di responsabilità in quei momenti? Dov'era Nicholas quando le tue mani si sono incrociate nelle mie?” rispose Josh arrabbiato e agitando vigorosamente le braccia. “Non so cosa mi sia preso, mi dispiace Josh..” “Ti dispiace? Jen, sei venuta a casa mia qualche giorno fa, sotto la pioggia, per impedirmi di partire. Abbiamo fatto l'amore. Dio Jen, abbiamo fatto l'amore. Mi hai detto che con me provi cose che non hai mai provato con nessun'altro, neanche con tuo marito. Come puoi ora dirmi che ti dispiace? Che cos'è che sono stato un passatempo per te? Tutto questo non hai mai significato niente?” disse Josh alzando notevolmente il tono di voce. Jennifer cercò di calmarlo e di giustificare la sua scelta. Il problema però era che neanche lei riusciva a giustificarsi. “Josh, ti prego cerca di metterti nei miei panni. Io..” “Mettermi nei tuoi panni? Jennifer mettiti tu nei miei, cazzo! Sono 5 anni che ti aspetto, 5 anni. Hai idea di come ci si senta a svegliarsi ogni mattina e accorgersi di non avere accanto,nel letto, la persona che vorresti? Non chiedermi di metterti nei tuoi panni, Jennifer. Non puoi farlo perchè non hai idea di tutto quello che ho passato e di come posso essermi sentito. Tu non ne hai idea.” disse Josh interrompendola. Jennifer a stento riusciva a trattenere le lacrime. Josh era arrabbiato, si, ma quello che la faceva stare peggio è che prima di essere arrabbiato era ferito. Gli stava facendo del male, per la seconda volta, e questo non riusciva a perdonarselo. Glielo leggeva negli occhi lucidi e nel tono di voce tremante. Rimase in silenzio mentre Josh non faceva che agitarsi. Muoveva le mani nervosamente e sudava freddo. Josh si avvicinò poi a Jennifer e le prese il viso tra le mani. “Jen ti prego non farmi questo, non un'altra volta. Ti prego, cerca dentro te stessa il coraggio per ammettere che è me che vuoi..” le sussurrò Josh poggiando la sua fronte contro quella di Jennifer e tirando dei lunghi sospiri. Una lacrima scese dall'occhio di Jennifer senza che lei potesse accorgersene e bagnò la mano destra di Josh. “Non posso, almeno non adesso.” rispose lei con un filo di voce e con il cuore che le si stringeva nel petto. “Non sono più disposto ad aspettarti, basta.” disse Josh staccandosi da lei con rabbia e delusione. “Josh..” rispose Jennifer nel tentativo di avvicinarsi di nuovo a lui. “Vattene Jennifer, lasciami solo.” esclamò Josh senza guardarla in faccia. “Ok, però...mi chiami più tardi? Vero?” rispose lei mentre tirava su con il naso e con le lacrime che le scendevano sulle guance. “No, non ti chiamo. Non voglio più vederti, basta Jen. Basta. Questa storia senza senso tra noi deve finire. Hai fatto la tua scelta, ora lasciami in pace.” esclamò Josh voltandole le spalle. Jennifer rimase a guardarlo per un paio di minuti. Il silenzio era interrotto dai loro respiri affannati. “Ancora qui sei?” esclamò nuovamente Josh dopo essersi girato per un istante ed essersi reso conto che Jennifer era ancora lì. “Vattene.” iniziò a ripetere più di una volta con voce arrabbiata. “E' questo quello che vuoi?” rispose Jennifer impietrita. Da quando lo conosceva non avevano mai avuto una discussione simile, non lo aveva mai visto cosi arrabbiato. Josh esitò alcuni secondi prima di rispondere. “Si. E' quello che voglio. Addio.” disse per poi allontanarsi accompagnato da quel dolore che per 5 anni aveva cercato di dimenticare.
Jennifer lo guardò andare via. Lo vide camminare con le spalle ricurve e totalmente avvilito. Sentiva dentro di lei un dolore che non si poteva esprimere a parole. Come per magia, alle sue lacrime si aggiunsero le gocce di pioggia che iniziarono a scendere l'una dopo l'altra. Quella pioggia che qualche giorno fa li aveva uniti ora li stava dividendo. Rientrò in macchina e con il cuore spezzato si mise al volante per tornare a casa, con il solo ed unico pensiero che per la seconda volta, aveva lasciato andare l'amore della sua vita. Con il passare dei minuti il tempo peggiorò e a malapena si riusciva a vedere la strada. Jennifer continuò il suo viaggio di ritorno non curandosi troppo della pioggia e del temporale. A circa 200 metri da casa però, un camion che probabilmente non aveva rispettato lo stop, prese la sua macchina in pieno facendola roteare su sé stessa più volte. Il rumore fu assordante e dopo alcuni istanti, un gruppo di persone giunsero in soccorso. “Come si sente? Cosa le fa male? Mi sente?” continuava a chiedere paramedico accorso insieme all'ambulanza. Domande alle quali però, nessuna voce rispose. 

 

Salve gente :) Dopo due settimane precise eccomi qui con il nuovo capitolo! Mi dispiace averci messo un po' ad aggiornare, ma tra l'organizzazione per il compleanno del mio papi e altre cosette non ho trovato molto tempo per scrivere. Poi in questi giorni non ho fatto altro che stare su twitter in attesa di foto Joshifer dal Comic-con di San Diego mai arrivate..vabbe lasciamo perdere -.- Comuuuunque, tornando alla storia e chiudendo la sezione 'la vita di Sara', sappiate (che possa interessarvi o meno) che scrivere questo capitolo, soprattutto l'ultima parte, è stato faticoso e triste. Ci terrei a precisare una cosa, ovvero le azioni di Jennifer. Ora lo so che Jennifer magari può sembrare un po' stronza, ma spero con tutto il cuore di essere riuscita a trasmettere l'idea che comunque Jennifer soffre per questa cosa tanto quanto Josh, semplicemente non riesce a prendere una decisione drastica come lui. E poi diciamocelo, alla fine è sposata, Josh invece è solo un 'quasi convivente' non è proprio lo stesso. Spero che questa cosa sia abbastanza chiara nella storia, perchè non mi andava di fare la classica Jennifer stronza che gioca con i sentimenti di Josh! Detto ciò, spero che il capitolo vi sia piaciuto e che ne sia valsa la pena di aspettare! Come sempre ringrazio tutti colore che seguono la storia, sia quelli nuovi che quelli di sempre (siete adorabili) e anche quelli che pur non commentando o mettendo la storia tra e seguite e blablabla continuano sempre a leggermi :) Buon fine settimana a tutti e ci vediamo al prossimo capitolo :) 

 

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Capitolo 7
*** In sala d'attesa. ***


Una grande folla di persone era ormai accorsa intorno a quel groviglio di metallo che era diventata la macchina di Jennifer. Dopo essersi resi conto che la persona dentro la macchina aveva perso conoscenza, i paramedici dell'ambulanza giunta subito dopo l'incidente e alcuni volontari avevano deciso di estrarre il corpo inerme il più velocemente possibile per dirigersi poi in tutta fretta verso l'ospedale ed effettuare le varie visite e analisi. Lo scenario era davvero spaventoso. C'erano vetri rotti ovunque, e il sangue aveva ormai ricoperto una buona parte della superficie dell'asfalto. Il rumore del motore distrutto che continuava a arsi sentire con una non indifferente frequenza era quasi insopportabile e una notevole quantità di fumo aveva iniziato ad uscire fuori dalla vettura.
Dopo piccoli movimenti e dei leggeri strattoni, finalmente il corpo di Jennifer era stato tirato fuori dall'auto. “Ha perso molto sangue, dobbiamo portarla subito in ospedale. Intanto qualcuno le dia dell'ossigeno.” urlò uno dei paramedici ai suoi compagni, i quali, senza rispondere, misero di corsa il corpo di Jennifer sulla barella e poi, dopo aver acceso la sirena e aver chiuso gli sportelli dell'ambulanza, si diressero di corsa all'ospedale più vicino.
Jennifer rimase in uno stato di incoscienza per tutto il tragitto e non appena arrivò in ospedale fu subito portata in sala operatoria per un'emorragia celebrare che rischiava di ucciderla. La capo sala del reparto di neurologia, dove attualmente era stata portata Jennifer, si occupò di chiamare i familiari della paziente i quali, in tutta fretta, si precipitarono in ospedale. “Dov'è la mia bambina?” aveva iniziato ad urlare mamma Karen in preda alle lacrime, mentre papà Gary cercava di calmarla stringendola tra le braccia. Anche Nicholas accorse subito, preoccupato come non mai e con le mani che tremavano senza sosta attese anche lui informazioni di qualsiasi tipo.
Dopo più o meno 5 ore di attesa infinita, ormai era quasi l'alba, finalmente il dottore che si era occupato dell'intervento di Jennifer uscì dalla sala operatoria, con ancora addosso il camice azzurro, e la mascherina facciale tirata giù verso il collo. “Dottore allora? Come sta? Possiamo vederla?” iniziò a dire Gary con tono preoccupato. Karen e Nicholas erano lì anche loro in attesa di risposte. Il dottore rivolse il suo sguardo a terra per un momento. “L'operazione è andata bene, per fortuna abbiamo fermato l'emorragia, era piuttosto estesa..” iniziò a riferire con tono professionale e cercando di non utilizzare tutti quei termini medici che nessuno capisce mai. “Quindi possiamo vederla? E' fuori pericolo?” intervenne Nicholas interrompendolo. Il dottore lo guardò per un breve istante e poi rivolse il suo sguardo ai genitori di Jennifer. “L'operazione è andata bene si, ma purtroppo vostra figlia non risponde agli stimoli, è in un profondo stato di incoscienza e..” rispose il dottore per poi interrompere il suo discorso. “E cosa? Si può sapere che cosa è successo?” iniziò ad urlare Karen presa da un crisi di panico. “Il trauma cranico dovuto all'impatto è stato troppo forte ed ora vostra figlia è in coma. Mi dispiace..” disse il dottore tutto d'un fiato per poi scomparire dietro le porte della sala operatoria. “No. No. No.” iniziò a ripetere Nicholas per poi mettersi a sedere su una delle sedie della sala d'attesa. Si sentiva sul punto di svenire. Il lungo corridoio, che in un primo momento era silenzioso, ora era invaso dai singhiozzi dei genitori di Jennifer, che intanto cercavano di abbracciarsi per farsi forza.
Un paio di minuti dopo, dalla porta di ingresso entrò un agente della polizia, che portava tra le mani un sacchetto. “Salve, mi dispiace per vostra figlia e capisco che momento terribile possa essere per voi, ma devo darvi i suoi effetti personali che abbiamo recuperato dall'auto.” disse porgendo la busta verso la loro direzione. Nicholas allungò il braccio e l'afferrò. “Grazie.” sussurrò con indifferenza senza aggiungere altro.

Josh rientrò a casa dopo aver fatto una passeggiata e con ancora le guance bagnate per via delle lacrime che aveva versato fino a pochi minuti prima. Aprì la porta di casa e si recò immediatamente sotto la doccia, senza curarsi di nulla. Si sentiva a pezzi e aveva bisogno di una doccia calda. Non appena l'acqua tiepida iniziò a rigare il suo viso e poi il suo corpo, nella mente di Josh tornarono le immagini di quel pomeriggio, e della sua discussione con Jennifer. Ripensò al loro addio e iniziò a chiedersi se avesse fatto o meno la cosa giusta. Conosceva Jennifer molto bene, e sapeva che quel suo “devo pensarci” equivaleva al dire “non posso stare con te”. Forse aveva agito da egoista ma non poteva continuare a illudersi e a farsi illudere su un futuro, e su una vita, che non avrebbe mai avuto. Si passò le mani sul viso, cercando di distogliere la mente da quei pensieri. Ma era tutto inutile. Ci stava male, e chissà per quanto tempo ancora ne avrebbe sofferto. Dire addio a Jennifer, per la seconda volta era stata la cosa più difficile e dolorosa che potesse fare. Tuttavia Josh, anche se convinto della sua decisione, si sentiva in colpa per come l'aveva trattata. In quel momento aveva agito d'impulso. Si sentiva terribilmente arrabbiato e ferito e non aveva dato molto peso alle parole pronunciate. L'immagine di Jennifer che piangeva, le lacrime che le rigavano il viso, lo facevano stare male. Aveva da sempre cercato di proteggerla, di farla stare bene, di renderla felice ed ora proprio lui era la causa del suo pianto. Anche se lui e Jennifer si erano detti addio, Josh non voleva lasciargli l'immagine di un ragazzo a cui non importava dei sentimenti delle persone e quindi, non appena uscì dalla doccia, decise di chiamare Jennifer per potersi scusare e mettere le cose in chiaro.
Con ancora l'accappatoio addosso, prese l'iphone e compose il numero. Il telefono squillò per 5, 6 volte e finalmente una voce rispose. “Pronto?” disse una voce maschile dall'altra parte del telefono. “Pronto, sono Josh, c'è Jennifer? Devo aver sbagliato numero.” disse Josh con voce confusa, anche se in effetti quella voce maschile gli sembrava più che familiare. “Josh, sono Nicholas..” controbatté la voce dall'altra parte. Nicholas? Per quale motivo ora Nicholas rispondeva al telefono di Jennifer? Era stata forse lei a dirgli tutto e a chiedergli di rispondere al posto suo nel caso in cui Josh l'avesse chiamata? “Nicholas, tutto ok?” disse Josh cercando di far finta di non sapere nulla. “No, veramente no..” rispose il ragazzo con voce singhiozzante. “Jennifer ha avuto un incidente, ed ora siamo tutti qui al pronto soccorso.” continuò Nicholas. Josh rimase impietrito. Si sentì mancare il respiro e il petto iniziò a fargli male. “C-c-cosa? Quale pronto soccorso scusa?” chiese, cercando di trovare la forza per pronunciare quelle tre parole. “Siamo al Baptist Health Lousville” rispose Nicholas. Josh senza aggiungere altro mise giù il telefono e corse al piano di sotto dopo essersi preparato in tutta fretta. Le mani gli tremavano cosi forte che anche le cose più semplici gli riuscivano con difficoltà. Jennifer aveva avuto un incidente, ed ora era al pronto soccorso. Non sapeva nulla di più e il pensiero che le fosse successo qualcosa di grave lo faceva morire. Era colpa sua, lui l'aveva mandata via. Se solo non l'avesse cacciata, non sarebbe successo nulla di tutto questo. Continuava a pensare mentre cercava disperatamente le chiavi della macchina. “Che succede?” domandò Claudia sbucando dalla porta della cucina e notando Josh con un atteggiamento piuttosto preoccupato. “Jennifer è al pronto soccorso. Ha avuto un incidente.” rispose Josh. Pronunciare quelle parole faceva ancora più male che sentirle. “Vuoi che venga con te?..” rispose lei avvicinandosi all'appendiabiti per prendere la giacca. “No, vado da solo, ti faccio uno squillo e ti faccio sapere.” disse Josh per poi uscire dalla porta senza neanche sentire la risposta di Claudia.
Girò la chiave della macchina in tutta fretta e nell'arco di 20 minuti arrivò in ospedale. Salì delle piccole scale e si ritrovò nella sala d'attesa. Si rivolse poi, a un'infermiera che vide passare per caso. “Signorina, mi scusi, sto cercando una ragazza alta, con i capelli biondi, lunghi, si chiama Jennifer Lawrence, ha avuto un incidente.” disse Josh in modo frettoloso, impaziente di una risposta. L'infermiera rivolse lo sguardo in aria un momento, come per pensarci su e poi si rivolse nuovamente a Josh. “Oh si, la ragazza dell'incidente con il camion. E' al 4 piano, può prendere l'ascensore per arrivarci.” rispose l'infermiera indicando l'ascensore che si trovava alle loro spalle. Josh la ringraziò e poi si diresse verso l'elevatore. Nel giro di un paio di minuti le porte si aprirono al piano scelto e Josh iniziò a muoversi velocemente lungo il corridoio, rivolgendo lo sguardo dentro ogni stanza che incontrava durante il suo tragitto per trovare Jennifer. Dopo circa una decina di stanze, finalmente vide Nicholas appoggiato ad una porta, con le spalle ricurve e la testa bassa. Josh si avvicinò e non appena Nicholas notò la sua presenza gli andò incontro. Aveva ancora gli occhi lucidi, il che fece aumentare ancora di più il battito di Josh. “Si può sapere cos'è successo?” disse Josh ancora con il fiatone. “Un incidente, a pochi metri da casa. Un camion ha preso la sua macchina di fianco. L'hanno operata..” rispose Nicholas tenendo sempre lo sguardo basso e facendo fatica a trattenere le lacrime. “Ok, ed ora sta bene? Posso vederla un secondo?” chiese Josh, anche se dall'espressione di Nicholas non riusciva a trovarci niente di buono. “S-si, l'operazione è andata bene, ma non reagisce agli stimoli. E' in uno stato di incoscienza permanente almeno per il momento..” rispose Nicholas per poi abbandonarsi ad un pianto liberatorio. Josh rimase impietrito. Aveva quasi paura ad entrare in quella stanza. Guardava il corpo di Jennifer da una piccola fessura, senza riuscire a dire o a fare nulla. Poco dopo i genitori di Jennifer uscirono dalla stanza, con ancora addosso il camice necessario per potervi entrare. “Josh..” disse Karen per poi buttarsi tra la braccia del ragazzo. Josh la strinse, mentre sentiva le sue lacrime bagnargli la maglietta nella zona della spalla destra. Un paio di minuti e poi mamma Karen si staccò da quella presa. “Io..io..io non so cosa dire.” balbettò Josh guardando gli occhi di Karen rossi e gonfi per il pianto eccessivo. Non si sentiva in grado di consolarla. La notizia lo aveva sconvolto, quasi ancora non riusciva a crederci. Lei scrollò la testa, come per dire che non le sue parole non fossero necessarie. “Puoi entrare se vuoi..” disse per poi porgergli il camice che aveva indossato fino a pochi secondi fa. Josh esitò per un momento, ma poi lo prese e se lo mise addosso. Fece un grande respiro, quasi avesse paura che non sarebbe stato più in grado di respirare una volta che l'avrebbe vista.
A piccoli passi entrò nella stanza, con il cuore che non smetteva di accelerare il suo battito man mano che si avvicinava. Non appena raggiunse il letto di Jennifer si sentì le gambe tremare e fu costretto a prendersi una sedia. Accasciò il suo corpo su quel legno gelido e poi rivolse il suo sguardo a Jennifer cercando di trovare quanto più coraggio possibile per non distoglierlo. Aveva una grande benda che le fasciava quasi completamente la testa. Le ferite sul viso erano ancora fresche e di un rosso acceso. Punti e segni di sutura vicino agli occhi e lungo il labbra inferiore. Il corpo vestito di una stoffa leggera, facile da rimuovere all'occorrenza, dalla quale sbucavano bende e cerotti di ogni tipo. Un tubicino posto nel naso e attaccato ad una macchina dell'ossigeno l'aiutava a respirare. Josh si sentiva sempre più debole e aveva voglia di piangere. Senza pensarci due volte fece scorrere la sua mano lungo il letto fino a farla incontrare con quella di Jennifer. La prese con tocco leggero e le diede un dolce bacio sul dorso cercando di evitare movimenti bruschi. “Oh Jennifer..mi dispiace cosi tanto..” sussurrò con ancora le labbra a pochi centimetri dalla sua mano. “Puoi sentirmi? Si, sono sicuro che puoi.” continuò a dire facendo un piccolo sorriso mentre le lacrime scendevano senza sosta bagnando il bianco lenzuolo. La guardò per alcuni istanti in silenzio. Sospirò più di una volta. “Mi dispiace Jen, è colpa mia. Non so cosa fare.” iniziò a ripetere con voce tremante e alternando quelle parole a piccoli singhiozzi. “Non lo pensavo davvero tutto quello che ho detto, io..” disse Josh per poi essere interrotto dal rumore di mani che battevano sul vetro. “Mi dispiace, devo chiederle di uscire..” disse gentilmente una delle infermiere, invitando Josh a dirigersi verso la porta. “Ok, un secondo e arrivo.” rispose lui dopo essersi voltato nuovamente verso Jennifer. “Ora devo andare, ma resto qui fuori e appena mi fanno entrare torno di nuovo, ok?” sussurrò prendendole nuovamente la mano e poi lasciarla con delicatezza. “Ci vediamo presto Shrader, me l'hai promesso ricordi?” disse Josh guardandola per l'ultima volta e poi voltarsi verso l'uscita.
Si passò una mano sugli occhi per asciugarli dalle lacrime e tirò su con il naso. Si sedette sulle scomode sedie di plastica tipiche delle sale d'attesa e nascose il viso tra le mani. Passarono alcune ore e Josh, cosi come Nicholas, Karen e Gary erano ancora lì, seduti in attesa di novità che però non arrivarono. Josh era chiaramente stanco e distrutto. Aveva gli occhi rossi, e lunghe occhiaie violacee. Non aveva dormito quella notte, ma d'altronde come avrebbe potuto farlo. “Josh, vai a casa, se ci sono novità ti chiamiamo.” disse Karen mettendo una mano sulla spalla del ragazzo. “No, voglio restare..” rispose lui strizzando gli occhi a fatica. “Sei distrutto, non lo vedi?” insistette lei. “No, sto bene..” continuava a ripetere Josh, anche se bene non era proprio la parola che meglio gli si adeguava in quella circostanza. “No, non è vero..” rispose Karen. “Dai, ti avvisiamo subito, te lo prometto.” continuò cercando di convincerlo. “Ok, ma solo il tempo di una doccia, poi torno.” rispose lui per poi alzarsi e dirigersi verso l'ascensore che lo aveva in precedenza accompagnato a quel piano. Scese al piano terra, imboccò l'uscita e prese la macchina per tornare a casa.
Non appena rientrò Claudia gli corse incontro. “Allora?” disse aspettando una risposta che però non arrivò. Josh era cosi sotto shock che a malapena l'aveva sentita. “Josh?! Mi hai sentita?” ripeté Claudia più di una volta. Nessuna risposta. Josh continuava ad avanzare sulle scale verso il piano di sopra, quando Claudia lo strattonò per un braccio catturando la sua attenzione. “E' in coma..” rispose Josh quasi non credendo alle sue stesse parole. “Oh Josh, mi dispiace tanto..” sussurrò Claudia. Josh la guardò per un breve istante e poi voltò nuovamente lo sguardo. Si fece una doccia e come promesso torno immediatamente in ospedale senza dare troppe spiegazioni a quella che ancora era la sua ragazza.
Una volta arrivato, prese il solito ascensore e raggiunse gli altri nella tanto odiata sala d'attesa. Gary, Karen e Nicholas erano sistemati intorno ad un dottore che stava parlando, cosi Josh decise di affrettare il passo per poter sentire meglio le sue parole. “Abbiamo fatto tutti gli esami e siamo venuti a conoscenza di una cosa che non siamo sicuri voi sappiate di vostra figlia e di sua moglie.” disse il dottore, girando intorno alla notizia. “Cosa dottore?” rispose Gary ormai pronto a ricevere qualsiasi notizia. Gli altri, compreso Josh, rimasero in silenzio pendendo dalle labbra del medico in attesa di nuove parole. “Gli esami del sangue hanno rivelato che vostra figlia era, ed è ancora a tutti gli effetti, incinta.” disse il dottore tutto d'un fiato, rendendosi conto poi, dopo aver visto le facce sconvolte delle persone che aveva difronte, che non erano assolutamente a conoscenza del fatto. “Incinta?” ripeté Nicholas ad alta voce, quasi non credendoci. Karen iniziò a piangere. “Il bambino sta bene?” chiese Gary cercando di mantenere un tono dignitoso. “Si, incredibile ma vero, il bambino sta bene, ma..essendo di così poco tempo, se la ragazza non si risveglia, non ha possibilità di sopravvivere.” rispose per poi allontanarsi verso nuovi pazienti. Josh era senza parole, due notizie del genere nello stesso giorno. Non sapeva quanto effettivamente avrebbe retto di questo passo. Forse in un'altra circostanza, l'idea di lei e Nicholas genitori lo avrebbe fatto soffrire e ingelosire, ma ora come ora, non gli importava di lui neanche un po'. L'unica cosa che voleva era che Jennifer si svegliasse e che stesse bene insieme al suo bambino.

Passarono all'incirca due settimane e la situazione di Jennifer non cambiò molto. Nessun miglioramento, nessun segno di guarigione, niente. I volti vuoti e devastati dei genitori parlavano da sé. Tutti stavano soffrendo come non mai per questa situazione compreso Josh, che ormai non faceva altro che tornare a casa solo per lavarsi e per mangiare un boccone le rare volte in cui riusciva a mandare giù qualcosa. In quelle due settimane aveva discusso molto con Claudia per la sua assenza e questa giornata non era da meno. Verso le 19,00 Josh era tornato a casa come al solito per una doccia. “Devi tornare lì anche questa sera?” esclamò Claudia con tono scocciato. “Si.” rispose Josh deciso. Quelle litigate lo avevano davvero stancato, ma in quel momento cosi difficile proprio non aveva la forza di rompere con Claudia. “Senti, io capisco andarla a trovare ogni tanto, ma non stai esagerando? I suoi genitori e suo marito sono lì, com'è giusto che sia. Tu perchè ci vai? Siete amici, lo so, ma mi sembra troppo Josh. Praticamente non ti vedo mai..” disse Claudia alzando notevolmente il tono di voce. Josh ascoltava senza dire nulla. “Non mi ascolti neanche!” urlò di nuovo la ragazza. Josh si voltò verso la sua direzione e la raggiunse con passo deciso. “Cosa vuoi che ti dica, eh? Cos'è che esattamente vuoi sentirti dire? E' in coma lo capisci? Sta male, potrebbe morire, ha bisogno di me.” disse Josh iniziando a sentire le lacrime scendergli lungo il viso. “Josh, non può sentirti, è in coma appunto, lei non sa neanche che sei li. Potrebbe non saperlo mai..” rispose lei cercando di mantenere la calma e abbassando la voce dopo aver visto la reazione di Josh. “Si invece, lei sa che io sono lì e quando si sveglierà, perchè si sveglierà, io sarò lì ad aspettarla.” disse Josh che intanto aveva iniziato a prendere alcune cose necessarie per passare la notte in ospedale. “Non sono più disposta a vivere cosi Josh, non voglio più essere la tua ruota di scorta. Perchè è questo che sono, preferirai sempre lei a me.” rispose Claudia. Josh si fermò, si voltò e iniziò a singhiozzare. “Mi dispiace, io non posso più andare avanti cosi. Non ce la faccio più. E non so che cosa fare, ditemi voi cosa volete che faccia perchè io non lo so. Non so cosa fare.” disse cercando di scandire le parole dai singhiozzi come meglio poteva. Claudia rimase a fissarlo mentre lui continuava a piangere senza riuscire a smettere. Poi la ragazza prese la borsa e senza dire nulla, uscì di casa. Josh si appoggiò contro il muro e poi si lasciò scivolare fino a terra. Nascose il viso tra le mani e continuò a piangere preso da un dolore incontrollabile. Non si era mai sentito cosi nella sua vita. Era vulnerabile, indifeso e terribilmente solo.

Dopo essersi ripreso da quel momento di panico e assoluto sconforto Josh tornò in ospedale, con ancora gli occhi gonfi e il respiro affannato. Attese il suo turno e finalmente poté tornare nella stanza di Jennifer. Come al solito prese la solita sedia di legno, si sedette e prese la mano della ragazza. I lividi sul viso erano migliorati negli ultimi giorni e il suo viso tornava ad essere bello come lo era sempre stato. “Ehi Shrader..” disse Josh sorridendo, ancora con il volto arrossato. “Io e Claudia ci siamo lasciati, e mi dispiace cosi tanto.” iniziò a raccontare nella speranza che Jennifer potesse sentirlo. “Sono sicuro che se ora fossi sveglia mi diresti che sono un idiota, e probabilmente avresti ragione. Ma tanto ti sveglierai prima o poi..vero?” disse per poi fermarsi un momento e fare un sorriso malinconico. “Comunque che tu ci creda o no, mi sento davvero triste per averla persa, e soprattutto per averle fatto del male. Vorrei tanto che tu ora potessi dirmi quello che devo fare Jen, ne avrei proprio bisogno. Mi sento cosi perso.” disse Josh facendo scomparire quel piccolo sorriso che aveva mostrato fino a pochi secondi prima. Avvicinò la mano destra al viso di Jennifer e poi iniziò ad accarezzarlo dolcemente. “Mi manchi, mi manchi da star male..” disse iniziando a piangere di nuovo. Mai nella sua vita aveva versato tutte quelle lacrime e mai nella sua vita si era sentito cosi pieno di dolore e tristezza. "E poi devi riprenderti per il tuo bambino o bambina che sia, devi fare la mamma. Non puoi mica morire. Mi ha sentito bene? Non ti permetto di morire." ora le lacrime erano frequenti come non mai.
Smise di parlare per circa dieci minuti. Continuava ad accarezzarle le mani e a guardarla con tristezza. Poi improvvisamente sul viso di Josh comparse un qualcosa che somigliava ad un sorriso. “Sai cosa stavo pensando pochi minuti fa prima di entrare? Ad una cosa che sicuramente ricordi bene! Stavo pensando a quella volta che sul set di Hunger games stavamo facendo a botte e tu mi hai dato quel calcio allucinante e mi hai messo k.o come mai nessuno aveva fatto prima. Ti ricordi la tua reazione mentre ero lì che mi tenevo la testa tra le mani? Eri in preda al panico e non sapevi cosa fare..” “Ho..pianto per due giorni..” sussurrò una voce debole. Josh non appena sentì quelle cinque parole alzò lo sguardo incredulo e vide Jennifer che lentamente apriva gli occhi. “Jen!” urlò Josh avvicinandosi al suo viso e accarezzandolo. “Ciao...” rispose lei con un filo di voce.
Un ultima carezza e poi Josh mentre versava lacrime, questa volta di gioia, si diresse verso l'uscita gridando: “Si è svegliata, si è svegliata!”.

 

Heeeeeello guys :) Nuovo capitolo yeye! Prima di parlare del capitolo però, io direi di concentrarci un attimo sulle voci che stanno girando in questi giorni sulla presunta rottura di Jennifer e Nicholas. Ora, io amo Jennifer e Josh e li sogno insieme da quando li ho visti la prima volta però, se Jennifer era felice con Nicholas, ovviamente io ero felice per lei. Pare che la notizia sia vera, ma non si è ancora capito il motivo di questa rottura anche se E! dice che sia stata molto amichevole (io lo spero per Nicholas perchè se rieschio ha fatto poco poco soffrire Jennifer, lo troverò e lo ucciderò.) Comunque, staremo a vedere quello che succederà *coof coof Joshifer coof coof*.
Tornando alla storia. Jennifer è andata in come, è incinta e si è risvegliata. Wow quante cose! L'ho fatta risvegliare in questo capitolo e non nel prossimo perchè non mi andava di portarmi dietro questa cosa anche nel capitolo seguente, e poi Josh stava soffrendo troppo per i miei gusti. Josh e Claudia si sono lasciati un po' cosi, non che mi interessi di quella, ma forse nel prossimo capitolo ci metterò un confronto definitivo, boh ci devo pensare. Nicholas e Jennifer invece sono ancora insieme, anzi, sembra che in arrivo ci sia anche un bel bambino/ una bella bambina! Spero che il capitolo vi sia piaciuto! Un bacio, buon Sabato e ci vediamo alla prossima :) 

 

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Capitolo 8
*** Un nuovo inizio. ***


Il viso di Josh era ancora rosso e aveva il fiatone. Non aveva fatto altro che correre e urlare 'Si è svegliata' per più di 5 minuti di fila. I genitori di Jennifer e Nicholas si trovavano vicino ad un distributore di bevande, in una sala vicino a quella d'attesa. Josh, dopo aver girato per alcune stanze, li vide e in tutta fretta si avvicinò a loro. “E' sveglia, sta bene, mi ha parlato!” disse accompagnando quelle parole con lunghi e profondi sospiri nel tentativo di riprendere fiato. Si sentiva come se il suo cuore fosse sul punto di esplodere. Si sentiva felice come non lo era mai stato. “Cosa?” rispose Nicholas, come se quasi non ci credesse. “Sta bene, le stanno facendo alcuni controlli, ma penso che molto presto potrà ricevere la vostra visita.” rispose Josh rivolgendo il suo sguardo prima a Nicholas e poi a Gary e Karen. La donna, con un grande sorriso e con il volto coperto di lacrime di gioia fece una carezza a Josh, quasi come per ringraziarlo e poi di corsa si recò insieme a suo marito e a Nicholas nella sala d'aspetto, pronti per vedere di nuovo la loro Jennifer. Alcuni minuti di attesa e finalmente un dottore uscì fuori dalla stanza, tenendo tra le mani una cartella piena di fogli. “Dottore, dottore come sta? Possiamo vederla? E' sveglia? Tra quanto potrà tornare a casa?” chiesero loro in tutta fretta creando una grande confusione, tanto che il dottore sembrava non sapere a chi dar retta. “Calmi, calmi..” rispose il medico ridacchiando. “E' sveglia, sta bene, e si, potete vederla. Ma mi raccomando, non andate tutti insieme, non si deve affaticare.” disse il dottore per poi mettersi a discutere di alcune faccende con un'infermiera. “Andate prima voi..” disse Nicholas, rivolgendosi a Karen e Gary. I due genitori annuirono ed entrarono il più in fretta possibile nella stanza.
Avanzarono con calma, ma allo stesso tempo non vedevano l'ora di rivederla. Non appena si avvicinarono al letto di Jennifer, Karen le corse incontro e le baciò le guance con entusiasmo, mentre Gary iniziò ad accarezzarle la fronte. “Bambina mia..” disse Karen cercando di trattenere le lacrime. “Mamma, papà..mi dispiace, ho perso il controllo della macchina, ho combinato un bel casino..” sussurrò Jennifer piangendo anche lei. “Non ti devi dispiacere di nulla, ora sei qui, ed è questo quello che conta.” rispose papà Gary mostrando il più grande dei sorrisi. “I dottori che hanno detto?” chiese Jennifer preoccupata per la sua salute. “Ti stai riprendendo in fretta..” disse Karen lasciando uno spazio vuoto dietro quelle parole. Guardò suo marito Gary, quasi fosse alla ricerca di supporto. “Qualcosa non va?” chiese Jennifer insospettita dal comportamento dei suoi genitori. La risposta non arrivò subito, non era una cosa semplice da dire. “Mamma?” ripeté Jennifer nel tentativo di suscitare una risposta. Karen e Gary sospirarono profondamente e poi si fecero coraggio per rivelare ciò che gli era stato detto un paio di settimane prima. “Tesoro, il dottore il giorno stesso in cui sei stata portata qui ha effettuato alcune analisi per controllare i tuoi valori generali e..” iniziò a dire Gary per poi prendersi una pausa. “E?” chiese Jennifer in ansia. Si stava preoccupando terribilmente e quell'attesa sembrava toglierle il fiato. “..e da questi esami è saltato fuori che sei incinta tesoro, presto sarai mamma..” continuò Karen prendendo la parola. Jennifer rimase in silenzio e al suono di quelle parole si riaccese il ricordo di quel pomeriggio trascorso insieme a Josh e subito un dubbio atroce le riempì la mente. Era veramente di Nicholas quel bambino? Rimase a fissare il vuoto per alcuni istanti e alla fine decise di cacciare via quel pensiero così assurdo. Lei e Nicholas avevano una vita sessuale attiva, non c'erano dubbi e non dovevano esserci. senza dire nulla. Era sconvolta. Non si era accorta di nulla, come era possibile che fosse incinta? Di certo non era una malattia, non era una cosa brutta dalla quale non si poteva guarire, ma era pur sempre una cosa importante. Un figlio. Sarebbe stata pronta? Era forse un segno del destino? Forse questo bambino tra lei e Nicholas era stato mandato per dimostrare che doveva restare insieme a suo marito e che stare con Josh sarebbe stato sbagliato. Jennifer non lo sapeva, ma un forte senso di ansia invase immediatamente il suo corpo e la sua mente. I suoi genitori le presero le mani. “Noi ti staremo vicini, qualunque cosa tu decida di fare..” dissero con un sorriso e un paio di lacrime che scendevano lungo le guance. Jennifer si sforzò di ricambiare il sorriso, anche se dentro di sé stava urlando.

Nicholas e Josh rimasero soli, entrambi seduti su una panca di plastica, fredda e liscia. Era una situazione piuttosto imbarazzante, soprattutto per Josh. Non gli faceva certo piacere stare lì, seduto con il marito della donna che amava, ma non se ne sarebbe andato per nessun motivo al mondo, lui doveva restare lì, doveva restare per lei. Dopo alcuni momenti di silenzio, lo sguardo di Josh si posò sulle gambe di Nicholas che non facevano che tremare. “Stai tranquillo, è fuori pericolo.” disse Josh cercando di essere di incoraggiamento. “Si, lo so..” rispose Nicholas, ricambiando le parole di Josh con un leggero sorriso. “E' solo che..per un momento ho davvero pensato di perderla. Il dolore che ho provato in quel momento, non credo sia possibile spiegarlo a parole..è stato come..” continuò Nicholas per poi prendersi una pausa. Josh sapeva benissimo di cosa parlava. “..come se il cuore ti venisse strappato dal petto. Come se improvvisamente la tua vita si fosse fermata, ma solo la tua, perché quella degli altri continua ad andare avanti. Sei lì ma non ci sei davvero, perché la vita senza di lei non sembra avere più alcun senso.” disse Josh continuando la frase di Nicholas. Il ragazzo lo guardò per un breve istante. “Hai pensato a come sarebbe stato perdere Claudia?” chiese Nicholas. Josh ricambiò lo sguardo “Già..” rispose cercando di essere quanto più convincente possibile, poi rivolse il suo sguardo a terra. Quelle parole erano uscite da sole, senza che lui riuscisse ad averne il controllo. Quanto era dura fare finta di non essere innamorato di Jennifer, ma Josh sapeva che d'ora in poi le cose sarebbero andate cosi, e non poteva fare altro che cercare di abituarsi. I due ragazzi ripresero a tenere il silenzio.
Un silenzio che durò all'incirca 10 minuti, poi, finalmente, i genitori di Jennifer uscirono dalla stanza e invitarono Nicholas ad entrare al loro posto. Il ragazzo, ancora tremante, iniziò una camminata fatta di piccoli passi incerti e si avvicinò al letto di Jennifer. “Amore mio..” sussurrò non appena fu abbastanza vicino da farsi sentire. “Ehi..” rispose Jennifer sorridendo. “Come stai? Dio mi hai spaventato a morte..” disse Nicholas mentre con la mano destra aveva iniziato ad accarezzarle le dita. “Mi dispiace..” rispose Jennifer con un tono di voce molto basso e debole. Si sentiva ancora un po' stordita. Da soli venti minuti aveva scoperto di essere incinta. Un bambino non era di certo nei suoi piani, o almeno non ora. Stava attraversando un momento difficile e di certo non le mancavano le preoccupazioni. “Nicholas, sono incinta..” disse Jennifer rivolgendosi a suo marito. Aveva un tono impaurito, temeva che Nicholas le avrebbe fatto qualche strana domanda e che in qualche modo sarebbe potuto risalire al suo pomeriggio passato insieme a Josh. “Lo so amore, il dottore c'aveva già informati, sono felice, il nostro bambino..” rispose lui dandole un bacio sulle labbra. Jennifer ricambiò il sorriso e una parte di lei si sentì sollevata. “Mi prenderò cura io di voi due, te lo prometto..” sussurrò Nicholas dopo aver staccato le sue labbra da quelle di Jennifer. La ragazza annuì. “Ora ti lascio riposare, ci vediamo più tardi ok?” disse Nicholas alzandosi dalla sedia. “Ok, a dopo..” rispose Jennifer. Un ultimo bacio e poi vide suo marito scomparire dietro la porta.
Stava per tirare un sospiro di sollievo, finalmente aveva trovato un momento per fermarsi a pensare cosa fare della sua vita, quando improvvisamente sentì il rumore della porta che si apriva. Alcuni istanti dopo, vide il viso di Josh comparire all'entrata e il cuore iniziò a batterle fortissimo. “Si può?” disse Josh bussando con tre dita sulla porta. Jennifer sorrise. “Si, vieni..” Josh iniziò ad avanzare e Jennifer cercò di mettersi seduta come meglio poteva. “Allora? Come ti senti?” chiese Josh sfoggiando il suo solito dolce sorriso. “Mai stata meglio..” rispose Jennifer ironicamente. “Ma sentila, perché non puoi essere come tutti gli altri malati di questo mondo e fare la dolce con gli amici che ti vengono a trovare?” disse Josh ridacchiando, anche se poi si fermò a pensare per alcuni secondi. Era così che si sarebbe dovuto definire d'ora in poi? Un suo semplice amico, uno dei tanti. Jennifer tirò una specie di pungo sul braccio di Josh, per vendicarsi delle sue parole. “Ahi!” esclamò Josh per poi mettersi una mano sopra la superficie colpita. “Io sono dolce..” controbatté Jennifer incrociando le braccia davanti al petto. “Si, e questo pugno ne è la dimostrazione..” rispose Josh. I loro occhi si incrociarono e ripensando a quelle parole entrambi iniziarono a ridere. Mentre rideva, Josh non poteva fare altro che pensare a quanto le fosse mancato il suono della risata di Jennifer e il suo buffo modo di incurvare le labbra. Alla fine di quel momento di risate calò il silenzio. Josh rivolse il suo sguardo alla pancia di Jennifer. La ragazza, rendendosene conto, vi poggiò una mano sopra, quasi nel tentativo di coprirsi. ”Lo sai?” chiese Jennifer imbarazzata. “Si, lo so..” rispose Josh, cercando di nascondere il suo tono amareggiato. Aveva sempre desiderato avere dei figli e costruirsi una famiglia. Il problema però era che la donna che aveva da sempre amato, ormai, se ne stava già facendo una per conto suo. “Ma tu mi ci vedi davvero con un bambino? Josh non so neanche badare a me stessa..” disse Jennifer con tono serio e triste. Non si sentiva assolutamente all'altezza. “Jennifer, tu sarai la migliore delle mamme. E non importa se non ti senti pronta o credi di non essere in grado. Sarai perfetta, perché hai un cuore grande e il bambino che riceverà tutto il tuo amore non potrà che sentirsi fortunato ad averti..” rispose lui stringendole le mani. Jennifer lo guardò e ancora una volta pensò a quanto Josh fosse meraviglioso. “Sei la mia roccia.” sussurrò Jennifer asciugandosi le guance con il bordo del lenzuolo. “Eh, si lo so, non fai che ripetermelo da quando ci conosciamo.” rispose lui ridendo. “Josh, ti prego non lasciarmi sola, ho bisogno di te.” disse Jennifer avvicinandosi al ragazzo. Josh le prese il viso tra le mani. “Io non vado da nessuna parte, mi hai capito bene?” rispose lui guardandola negli occhi. I loro volti erano cosi vicini, e per un momento Josh sentì nascere dentro di lui un fortissimo desiderio di posare le sue labbra su quelle di Jennifer. Proprio in quel momento, lasciò andare il suo viso con delicatezza e distolse lo sguardo. D'ora in poi avrebbe dovuto evitare momenti come questi, doveva comportarsi da buon amico. “Ora devo tornare a casa, sono stanco morto. Più tardi torno a trovarti.” disse Josh. “Ci vediamo presto allora..” rispose Jennifer sorridendo. Josh ricambiò quel sorriso. “Ci vediamo presto..” sussurrò mentre si avvicinava alla porta.

Finalmente Josh, dopo ore e ore passate in ospedale, poteva riposarsi per qualche ora, fare un doccia e mangiare qualcosa tranquillamente. Il pensiero fisso su Jennifer finalmente si era allentato e non lo tormentava più. Non doveva più vivere giorno dopo giorno nella paura di ricevere una chiamata dall'ospedale. Jennifer era sveglia, stava bene, e non se ne sarebbe andata mai più. Non appena Josh girò la chiave nella serratura e aprì la porta, vide Claudia camminare velocemente in diverse parti della casa. Stava riempiendo alcuni scatoloni con i suoi effetti personali e con quelle poche cose che avevano portato nella casa in attesa di trasferirsi. Non appena Claudia vide Josh interruppe le sue azioni e rimase a guardarlo. “Come sta?” domandò con tono formale e distaccato. “Si è svegliata, e sta bene..” rispose Josh a testa bassa. Si sentiva terribilmente in colpa per come le cose erano finite con Claudia e non sapeva cosa fare per rimediare. “Claudia io..” “No Josh, non dire niente..ti prego.” lo interruppe subito lei che nel frattempo aveva ripreso a riempire gli scatoloni. “Mi dispiace..” sussurrò Josh non sapendo cos'altro dire. “Non serve la colpa è stata mia..” rispose Claudia. “Non è vero, non dire così, sono io lo stronzo qui..” controbatté Josh immediatamente, mentre avanzava verso la ragazza. Claudia dopo aver abbassato per un momento lo sguardo, lo alzò e incontrando i suoi occhi con quelli tristi di Josh, tirò un lungo sospiro. “No, sono io ad aver sbagliato. Mi sono illusa che dopo aver rotto con Jennifer, 5 anni fa, tu saresti stato in grado di amare un'altra donna, di amare me, allo stesso identico modo in cui hai amato lei. Ma mi sbagliavo.” iniziò a dire Claudia per poi essere interrotta da Josh. “Non è vero, io..” disse il ragazzo, ma Claudia quasi fece finta di non ascoltarlo e riprese il suo discorso mentre cercava di trattenere le lacrime. “Il modo in cui la guardi, il modo in cui la segui con lo sguardo non appena esce da una stanza. La faccia che fai quando i vostri sguardi si incontrano. Quella strana luce che ti viene negli occhi non appena lei sorride. Tutto questo con me non è mai successo. C'ho provato in tutti i modi, ho tentato di essere per te altrettanto importante ma non ci sono riuscita. Forse è vero che siamo fatti per poche persone e tu, purtroppo, sei fatto per stare con lei, non con me.” disse concludendo e tirando su con il naso. Josh si sentiva davvero in colpa e un nodo si stava formando proprio alla bocca del suo stomaco. Rimase immobile, non riuscendo a dire nulla. Sapeva che qualsiasi parola avesse detto, la situazione sarebbe solo che peggiorata. Claudia si mise una borsa in spalla, e prese tra le mani il grande scatolone che aveva riempito fino a qualche secondo prima. Si incamminò verso l'uscita e non appena si ritrovò di fianco a Josh, il ragazzo si sentì una lacrima scendere lungo la guancia. Dopo quel breve istante, Claudia riprese la sua camminata e uscì di casa senza voltarsi. Quello era un addio.
Josh rimase immobile alcuni minuti, poi si recò in cucina e si sedette proprio sullo sgabello in cui era seduto quel pomeriggio in cui Jennifer era andata a trovarlo a casa. Il pomeriggio in cui avevano fatto l'amore. Cercò di distogliere la mente da quei ricordi. Erano cose legate al passato, niente di più. Proprio mentre se ne stava lì, a muovere le mani quasi come un tic, sentì il telefono vibrargli nella tasca. Jennifer gli aveva appena mandato un messaggio. 'Domani torno a casa, spero di poterti vedere.' aveva scritto la ragazza. Josh sorrise nel leggere quelle parole. Le era mancato così tanto in quelle due settimane leggere il nome di Jennifer sul suo telefono. Iniziò poi a picchiettare le mani sullo schermo. 'Certo che mi vedrai..' rispose Josh. Mentre muoveva le dita rapidamente sulla tastiera, non poteva fare a meno di sorridere. Qualche secondo dopo, Jennifer aveva risposto con un altro messaggio. 'Nicholas ha organizzato una specie di festa in mio onore, niente di impegnativo, so che è dura per te, ma mi farebbe davvero piacere se tu ci fossi.' Josh per un momento, dopo aver letto quelle parole, si mise ad immaginare la scena. Jennifer, Nicholas e il loro bambino, che ricevono auguri e congratulazioni a non finire, mentre lui se ne sarebbe stato in un angolo, a guardarli con tristezza. L'idea di certo non lo allettava molto. Voleva stare vicino a Jennifer, questo sì, ma non si sentiva disposto a prendere parte in quella commedia. Tirò un lungo sospiro, e poi prese di nuovo il telefono tra le mani, dopo averlo poggiato precedentemente sul bancone della cucina. 'Farò un salto, promesso. Ora vado a letto, che sono stanco morto. Buonanotte Shrader.' rispose. 'Buonanotte Josh..' disse Jennifer concludendo quella conversazione. Josh si recò in camera da letto, si tolse i vestiti restando con i soli boxer addosso e si mise a letto. Questa volta non era né con la persona sbagliata, né con quella giusta. Era da solo.

Verso le 8 di mattina un'infermiera arrivò nella camera di Jennifer e iniziò ad aprire le varie tende per far entrare la luce del sole nella stanza. Jennifer si raggomitolò nelle coperte per un paio di minuti, fino a che non decise di aprire gli occhi. “Buongiorno!” disse l'infermiera, mentre cambiava la flebo. “Giorno..” rispose lei ancora un po' assonata. “Oggi è il grande giorno, non è contenta di tornarsene a casa?” chiese la donna. “Si..” rispose Jennifer, anche se in realtà una parte di lei era terribilmente spaventata. All'ospedale, si era sentita in qualche modo protetta dalla realtà ed ora si sentiva come se stesse per uscire allo scoperto dopo tanto tempo. Tornare a casa, per lei, significava cominciare la sua nuova vita, da moglie e da mamma. Tornare a casa significava lasciarsi alle spalle tutto quello che c'era stato prima, lasciarsi alle spalle i suoi momenti con Josh. Josh. Aveva già preso una decisione definitiva a riguardo della loro storia, ma Jennifer sapeva che non sarebbe stato affatto facile. Non poteva mentire a sé stessa, provava chiaramente qualcosa di forte per Josh, ma doveva reprimere quel sentimento a tutti i costi. La sua famiglia si stava allargando, stava crescendo piano piano e lei doveva tenere fede alle sue promesse. Mentre era ancora assorta dai suoi pensieri, Jennifer sentì il rumore di una porta che si apriva e subito comparve Nicholas con un mazzo di fiori stretto tra le mani. “Buongiorno piccola..” sussurrò per poi dare un bacio sulla guancia di Jennifer. La ragazza sorrise timidamente. “Sei pronta per tornare a casa?” disse Nicholas iniziando a fare la valigia di sua moglie. “Mh-mh..” rispose Jennifer per poi alzarsi delicatamente dal letto, cercando di non fare troppi sforzi.
Per l'ora di pranzo finalmente lasciarono l'ospedale e tornarono a casa. Non appena Jennifer scese dall'auto e percorse il vialetto che la conduceva alla porta dell'abitazione, si sentì nervosa come non mai. Si fermò per un istante a fissare la sua casa. “Tutto ok?” chiese Nicholas affiancandola. “Si, mi è mancata casa..” rispose Jennifer distogliendo lo sguardo dalla porta. “Andiamo, vieni..” disse Nicholas prendendo Jennifer per un braccio, mentre con l'altro teneva saldamente la valigia. Non appena Jennifer varcò la soglia della porta, vide una ventina di persone sparse per il salone. “Bentornata!” urlarono in coro. Jennifer sorrise imbarazzata e si sentì le guance diventare rosse. A piccoli passi si addentrò nella stanza e si mise seduta sul divano. Erano settimane che non camminava e si sentiva piuttosto stanca, nonostante avesse percorso solo pochi metri. Alcuni parenti iniziarono a congratularsi con lei per la gravidanza ma Jennifer continuava a cercare con gli occhi Josh, ma lui non c'era. Una voce alle sue spalle la fece sobbalzare. “Amore!” urlò Karen per poi abbracciarla. “Mamma!” rispose Jennifer ricambiando quell'abbraccio che sapeva di amore e di casa. “Mamma, hai visto Josh?” chiese Jennifer staccando la presa e guardando sua madre negli occhi. “No tesoro, ma non temere, arriverà.” rispose Karen per poi farle una carezza. Jennifer continuava a guardarsi intorno, incrociò per un istante lo sguardo di Nicholas, il quale le sorrise. Le labbra di Jennifer si incurvarono dolcemente, cercando di nascondere quel senso di mancanza che stava provando, quando improvvisamente vide Josh comparire tra la folla. Il suo viso si illuminò, non riusciva a controllare la sua felicità. Josh avanzava lentamente, con le spalle ricurve, e aveva un'aria piuttosto triste. Jennifer si preoccupò di vederlo in quello stato. Si alzò dal divano, gli andò in contro e non appena lo raggiunse si precipitò tra le sue braccia. “Sono contenta che tu sia venuto.” disse Jennifer stringendolo. Josh per un momento chiuse gli occhi, inspirò a fondo, e il profumo dei capelli di Jennifer lo investì con un'estrema dolcezza. Le era mancato abbracciarla, toccarla. Non appena però si rese conto di quella sensazione subito si staccò da lei. “Devo parlarti, possiamo andare in un posto tranquillo?” disse Josh con tono serio. “Certo, vieni..” rispose Jennifer poggiando una mano sul fianco di Josh per invitarlo a seguirla. Lo portò in giardino, su un dondolo di legno, che si trovava proprio dietro la casa. Josh si sedette e poi si passò le mani sul viso. Jennifer continuava a fissarlo e si sentiva in ansia per quello che Josh le avrebbe detto. “Tutto ok?” chiese la ragazza mettendo fine a quell'infinito silenzio. “Oggi mi ha chiamato il mio produttore..” rispose Josh sospirando. “E?..” disse Jennifer cercando di invitare Josh a continuare quella frase. “Le riprese del mio nuovo film sono state anticipate.” esclamò Josh, mentre continuava a tenere lo sguardo a terra. “Quando parti?” chiese Jennifer con voce tremante. “Domani, ho il volo delle 9,00 per Parigi..” rispose Josh, questa volta guardando Jennifer dritta negli occhi. Nel sentire quelle parole, Jennifer si sentì crollare il mondo addosso. Il suo punto di riferimento se ne stava andando, non sapeva quando si sarebbero rivisti. La ragazza poggiò una mano su quella di Josh e la strinse forte. “Mi mancherai..” sussurrò Jennifer guardandolo. “Ci scriveremo, e non appena potrò verrò a trovarti promesso..” rispose Josh cercando di sforzarsi di sorridere. “Lo spero..” controbatté Jennifer. I due rimasero a guardarsi per un breve momento, poi Nicholas uscì dalla porta per chiamare sua moglie. “Ehi Jen, gli ospiti chiedono di te..” disse per poi bloccarsi sulla soglia. “Tutto ok?” chiese preoccupato nel vedere le loro facce. Le mani di Jennifer e Josh si sciolsero immediatamente e la ragazza si alzò in tutta fretta. “Si, tesoro, tutto ok, andiamo..” disse Jennifer per poi avvicinarsi a suo marito. Rivolse un ultimo sguardo a Josh e poi rientrò in casa. Josh rimase a guardarla per un istante, e poi se ne andò senza dire nulla. I saluti non erano mai stati il suo forte. Tornò a casa e dopo aver preparato al meglio la valigia si mise a letto in attesa di prendere sonno. I suoi occhi stavano per chiudersi ma il telefono improvvisamente vibrò. 'Mi dispiace per oggi pomeriggio. Volevo chiederti se domani posso accompagnarti all'aeroporto.' aveva scritto Jennifer. Josh tirò un sospiro. Odiava queste situazioni e sapeva perfettamente che salutare Jennifer prima di salire su quell'aereo gli avrebbe spezzato il cuore. 'Sicura che te la senti nelle tue condizioni?' rispose Josh cercando di convincerla a non andare. 'Josh, sono incinta, non sono malata, haha' controbatté Jennifer immediatamente. Josh sorrise. Era incredibile come quella ragazza riuscisse sempre a metterlo di buon umore. 'Ok, allora ci vediamo domani, passo a prenderti con un taxi, buonanotte.' concluse Josh per poi mettersi sotto le coperte e cadere nel sonno.

Il giorno seguente Jennifer si svegliò per le 8,00 e subito iniziò a girare per casa nel tentativo di prepararsi per tempo. Mentre metteva il portafogli dentro la borsa, suo marito mise le sue mani sui suoi fianchi. “Dove stai andando?” disse abbracciandola e mettendo la testa tra i suoi capelli biondi. “Vado a salutare Josh che parte, te l'ho detto ieri sera.” rispose Jennifer non prestando troppa attenzione a quelle coccole. “E' proprio necessario? Vorrei che evitassi di fare sforzi inutili.” controbatté Nicholas mollando la presa. “Non è uno sforzo inutile, si tratta di Josh, e comunque rassegnati, nulla mi farà cambiare idea.” disse per poi allontanarsi. Mise il cellulare in borsa, un'ultima controllata allo specchio e poi sentì il clacson suonare proprio davanti casa. Uscì in tutta fretta e davanti la macchina, appoggiato allo sportello posteriore ad aspettarla, c'era Josh. L'accolse con un grande sorriso, un sorriso che Jennifer non esitò a ricambiare. “Buongiorno..” disse Josh aprendo lo sportello della macchina per aiutare Jennifer a salire. “Buongiorno!” rispose lei entrando in auto. Il viaggio fino in aeroporto fu piuttosto silenzioso. Sia Jennifer che Josh avevano paura di dire qualcosa di sbagliato. Guardavano entrambi fuori dal finestrino. Le loro mani erano stese sul sedile, l'una vicino all'altra. Senza dire una parola, quelle mani si trovarono e si strinsero più forte che mai. Finalmente arrivarono e dopo aver preso la valigia di Josh dal portabagagli, entrambi si diressero verso l'entrata. Il volo di Josh stava per partire e gli rimanevano pochi minuti per i saluti. Il ragazzo poggiò la valigia a terra e guardò Jennifer che si trovava proprio lì, di fronte a lui. “Mi raccomando, prenditi cura di te e del bambino, e per qualsiasi cosa chiamami, o mandami una mail, ok?” disse Josh mentre muoveva le mani per il nervosismo. “Promesso. Anche tu però scrivimi..” rispose Jennifer. Josh annuì con la testa. Si guardarono negli occhi per alcuni secondi e poi Jennifer si gettò tra le sue braccia. “Io non so ce la faccio..” disse stringendo forte Josh e cercando di trattenere le lacrime. Il ragazzo le circondò i fianchi con le braccia. “Si che ce la fai. Sono convinto che andrà tutto bene..” rispose Josh cercando di tranquillizzarla. SI limitò a quelle semplici parole anche se in realtà avrebbe voluto dire e fare ben altro. Una voce all'altoparlante, chiamò nuovamente il volo di Josh invitando i passeggeri a recarsi all'imbarco. “Devo andare Jen..” sussurrò Josh allentando la presa. Si sciolsero da quell'abbraccio. Josh guardò Jennifer intensamente, poi, asciugandole la guancia umida con la punta delle dita, disse: “Ci vediamo presto..”
 

Salve gente :) 8 capitolo tutto per voi! Mi dispiace averci messo due settimane per aggiornare la storia, ma sono andata fuori casa per alcuni giorni e quindi non ho avuto molto tempo da dedicare al nuovo capitolo. Beh, meglio tardi che mai no?! Jennifer e Josh cercano di restare amici, entrambi non si sentono pronti a dirsi addio e di certo Jennifer ora che ha scoperto di essere incinta, ha bisogno della sua roccia come non mai. Ma poteva andare tutto per il verso giusto?! Certo che no! Le riprese del film di Josh sono state anticipate e quindi è costretto a partire e a lasciare Jennifer. Riusciranno a mantenere i rapporti o la distanza finirà per creare nuovi problemi? Come proseguirà la gravidanza di Jennifer? e il suo matrimonio con Nicholas? Beh, lo scopriremo nelle prossime puntate ahaha! Ringrazio tutte le nuove persone che hanno seguito/preferito/recensito o anche solo letto la mia storia e quelle che continuano a farlo! Alla prossima, Sara :) 

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Capitolo 9
*** Maledetta distanza! ***


Josh si diresse verso l'imbarco e dopo aver camminato per alcuni metri, finalmente raggiunse l'aereo che l'avrebbe portato lontano dalla sua casa, dai suoi amici e soprattutto da una parte del suo cuore. Un cuore rimasto lì, in quell'abitazione di Louisville, in dolce attesa. Si mise in fila e attese per circa dieci minuti, poi, dopo aver passato alcuni sedili, raggiunse il suo posto. Mise il bagaglio a mano nell'apposito scompartimento e poi si sedette. Prese le sue cuffie e se le poggiò delicatamente sulle orecchie. Sperava che la musica l'avrebbe aiutato a spegnere i suoi numerosi pensieri, o che almeno fosse stata abbastanza forte da sovrastarli. Non voleva pensare a quanto si sentisse triste. Non voleva pensare a Jennifer e non voleva sentirne già la mancanza. Si mise a guardare fuori dal finestrino mentre l'aereo stava decollando, e con la musica in sottofondo, alla fine si addormentò.
Più o meno per l'ora di cena, finalmente l'aereo atterrò all'aeroporto di Parigi. Aveva fatto tutta una tirata, ormai volare non lo metteva più in soggezione. Il suo lavoro lo aveva obbligato a sconfiggere la sua paura di prendere l'aereo e percorrere le lunghe distanze. Prese le sue due valigie, dopo aver atteso per un paio di minuti, e finalmente si recò in albergo. Avrebbe soggiornato lì per la prima notte per poi spostarsi nella residenza riservata alla produzione del film. Senza neanche disfare i bagagli, si precipitò subito in bagno per fare una doccia veloce.
Dopo essersi lavato, decise di chiamare il suo amico e collega Colin, per raggiungerlo e andarsi a fare una bevuta insieme. Non si sentiva affatto stanco e sicuramente il sonno quella notte avrebbe tardato ad arrivare dopo tutte quelle ore di riposo in aereo. Digitò il numero sul display e poi accostò il telefono vicino all'orecchio sinistro in attesa di risposta. “Eccolo, il mio grande regista, sei arrivato? Com'è andato il volo?” esclamò Colin dall'altra parte del telefono. “Tutto bene, si sono arrivato. Mi chiedevo se ti andasse di andarti a fare un giro, così magari ci prendiamo una birra.” domandò Josh mentre con la mano destra cercava di infilarsi i pantaloni. “Si, certo. Passo a prenderti in albergo tra una mezz'oretta, va bene?” rispose Colin. “Ok, a tra poco!” controbatté Josh. Mise giù il telefono e impiegò quella restante mezz'ora di tempo per finire di prepararsi.
Verso le 21,15 scese nella hall e non appena vide Colin subito si incamminò verso l'uscita. “Eccolo!” esclamò l'amico circondandolo con un abbraccio. Con il tempo, lui e Josh erano diventati davvero amici ed era un po' che non si vedevano, nonostante comunque fossero rimasti sempre in contatto. Josh sapeva di poter contare sempre sul suo amico e infatti aveva intenzione di chiedergli qualche consiglio a riguardo della sua vita sentimentale. Dopo un viaggio in macchina, durato circa 10 minuti in cui parlarono del loro progetto da mettere in atto nei mesi a seguire, finalmente Josh e Colin arrivarono in un locale nel centro di Parigi. A Josh era sempre piaciuta quella città e di notte sembrava ancora più magica. Si misero a sedere intorno ad un piccolo tavolo e poi ordinarono una birra media ciascuno. “Allora, come va con Claudia..avete finito di mettere su casa?” chiese Colin con tono amichevole. Josh si guardo intorno per un breve istante e poi, dopo aver tirato un sospiro profondo, si decise a parlare. “Ci siamo lasciati..” rispose Josh a testa bassa. “Cosa?! Ma veramente? Per quale motivo? Sembravate così felici!” esclamò Colin del tutto incredulo. “Beh, come ben sai sono andato a stare a Louisville per qualche tempo no? Ecco, lì le cose sono cambiate..” proseguì Josh per poi sorseggiare la birra appena arrivata. “Cambiate in che modo?” domandò Colin incuriosito, ma anche preoccupato. “Ti ricordi di Jennifer..?” domandò Josh all'amico. “Jennifer? Jennifer Lawrence? Dio, si che me la ricordo. La prima volta che ci siamo conosciuti eri a pezzi perchè vi eravate lasciati. Non dirmi che ci sei cascato un'altra volta..” rispose Colin, lanciando con lo sguardo una frecciatina a Josh. “Sono innamorato di lei, lo sono sempre stato. Ma tanto la nostra è una storia impossibile.” disse Josh abbassando la testa e guardando un punto vuoto sul tavolino. “Perchè impossibile? Non ti ricambia?” continuò Colin con le sue domande. Josh si sentiva da una parte contento, perchè finalmente si stava sfogando con qualcuno. Ma dall'altra parte sentire quelle parole lo faceva stare male. “No, o meglio non lo so, forse. Ma non è questo il problema.” rispose Josh sospirando. “E quale sarebbe questo problema?” domandò l'amico. “E' sposata e sta aspettando un bambino da suo marito.” disse Josh tutto d'un fiato. Il suono di quelle parole sembrò come un doccia d'acqua ghiacciata. Si sentiva paralizzato, incapace di muoversi. “Oh cazzo..” esclamò Colin per poi portarsi una mano dietro la testa. “Già..” concluse Josh a mezza voce. “Ma dai amico mio, il mondo è pieno di donne. Vedrai che in questi mesi ti troverò qualcuna! Fidati di me.” esclamò Colin cercando di sdrammatizzare la situazione. Solo all'idea Josh rabbrividì. Non voleva conoscere altre persone. Il mondo poteva essere anche pieno di donne, il problema è che lui ne voleva soltanto una.
Il resto della serata trascorse in tutta tranquillità e per le 2 del mattino circa, Josh rientrò in albergo. Prima di mettersi a letto, visto che non sentiva ancora abbastanza sonno, decise di mettersi al computer. Non appena accese il pc, subito comparve sul dekstop la notifica di un nuovo messaggio nella mail. Incuriosito Josh andò subito a controllare e non appena lesse il mittente di quella mail, si sentì le guance invase da un sorriso. Era Jennifer, che proprio pochi minuti fa', gli aveva mando un messaggio. Josh cliccò immediatamente sul suo nome e non appena si aprì una nuova casella, iniziò a leggere il contenuto della mail.

“Caro Josh,
ti scrivo per sapere se il viaggio è andato tutto bene e per avere tue notizie. Questa mattina, non appena sono tornata a casa, mia madre ha insistito per andare a cercare 'cose utili per il bambino' o almeno così le ha chiamate lei. Più mi aggiravo tra quegli scaffali pieni di creme, pannolini e culle e più non facevo che rendermi conto di non essere pronta per fare la mamma. Me la sono ripresa anche con la commessa che mi si è avvicinata per darmi dei consigli. Non ho bisogno di consigli, o almeno non di quelli di un'estranea. E' stata una brutta giornata e come se non bastasse sono tornata a casa e ho mangiato mezzo chilo di gelato al cioccolato. La prossima volta che ci vedremo, sono sicura che neanche riuscirai a riconoscermi per quanto sarà diventata grassa. Spero di sentirti presto e spero che la tua prima giornata di lavoro possa andare al meglio. Ti sembrerà assurdo, ma nonostante tu sia partito solo questa mattina, mi manchi già.
Tua Shrader”

Quando terminò di leggere quelle parole, Josh provò, inaspettatamente, una sensazione di sconforto. Non essere lì con Jennifer lo faceva stare male, ma la cosa che lo faceva sentire peggio era questa situazione che si era creata tra loro. Josh teneva a Jennifer immensamente, ma non poteva stare insieme a lei..allora cosa avrebbe dovuto fare? Continuare ad aspettarla sarebbe stato sicuramente inutile. Il ragazzo iniziava a rendersi conto che avrebbe passato il resto della sua vita aspettando una donna che non avrebbe mai potuto avere. Con queste domande che gli frullavano nella mente, Josh decise di spegnere il computer senza rispondere a Jennifer e poi si mise a letto.

Trascorse circa un mese dalla partenza di Josh e Jennifer non aveva ancora ricevuto nessuna risposta alla mail che gli aveva mandato. Sapeva che sarebbe stato impegnato tutto il giorno, per tutta la settimana. D'altronde chi meglio di lei era a conoscenza di quanto poco tempo di pausa ci fosse nel mondo dello spettacolo? Tuttavia, il fatto che Josh non avesse trovato 10 minuti di tempo per risponderle le metteva tristezza. Le aveva promesso che si sarebbe fatto sentire spesso, eppure non un messaggio, non una telefonata. In quelle quattro settimane trascorse, Jennifer non aveva fatto niente di che, se non mangiare, mangiare e mangiare. Essere in dolce attesa le metteva un appetito terribile e non riusciva proprio a darsi un freno. Le visite di mamma Karen erano aumentate più del solito, così come quelle di suo padre e dei suoi fratelli, che non vedeva da tempo. Anche Nicholas aveva cambiato molto il suo atteggiamento. Era dolce, premuroso e attento come non lo era mai stato. Jennifer si sentiva davvero coccolata e piena di attenzioni. Tuttavia, nonostante l'innegabile appoggio da parte della sua famiglia, la ragazza si sentiva ancora terrorizzata per il suo futuro da mamma. Era un pensiero che la tormentava e non la lasciava mai respirare.
Quella mattina, come tutte le altre, Jennifer dopo essersi alzata, si diresse in cucina per fare colazione. La pancia era di certo cresciuta, era ormai alla sesta settimana di gravidanza, ma non era ancora del tutto evidente. Emergeva appena dalla maglia del pigiama. Jennifer non fece in tempo a raggiungere la cucina, che sentì suonare alla porta di casa. “Buongiorno tesoro!” disse mamma Karen non appena Jennifer aprì la porta. “Buongiorno mamma!” rispose la ragazza sbadigliando e cercando di mettersi in ordine i capelli. “Ti sei svegliata solo ora?” commentò Karen guardando sua figlia con ancora addosso il pigiama. “Mamma, sono solo le 10 e poi, non è che io abbia molto da fare in questi ultimi tempi..” rispose Jennifer un po' scocciata. “Beh, da oggi lo avrai!” obiettò sua madre che intanto si era recata in cucina per preparare del caffè. “Ah si? E cosa dovrei fare?” chiese Jennifer curiosa. “Devi aiutarmi a preparare la festa per me e tuo padre. Abbiamo deciso di rinnovare le promesse e di fare una grande cerimonia, con tanti invitati, tanto cibo e tanta allegria.” esclamò Karen davvero entusiasta. Non faceva che sorridere e agitare le mani in tutte le direzioni. Jennifer non poté fare a meno che sorridere. Vedere sua madre così contenta, metteva di buon umore anche lei. “Va bene..” rispose Jennifer sorridendo. Sua madre sorrise a sua volta. “Ovviamente dobbiamo invitare anche Josh, quel ragazzo è come un figlio per me e tuo padre.” aggiunse poi. Jennifer rimase a guardarla per un breve istante e poi rivolse il suo sguardo alla tazza di caffè che Karen le aveva appena preparato. “Non credo verrà, ha molto da fare per via delle riprese.” disse sottovoce Jennifer. “Io penso che per noi possa prendersi qualche giorno di pausa! Tentar non nuoce! Comunque, gliel'ho già chiesto, ora non ci resta che aspettare una sua risposta!” concluse Karen spiazzando Jennifer. Aveva già fatto tutto da sola ed ora come se non bastasse, oltre all'aggiunta dell'attesa per una risposta alla mail che gli aveva già mandato, doveva aspettare anche un sua risposta per l'invito.
Quest'attesa infinita la faceva stare male. Josh le mancava davvero tanto e solo all'idea che lei non potesse mancarle si sentiva una fitta alla bocca dello stomaco. Per il resto della giornata Jennifer procedette con i primi preparativi della festa dei suoi genitori, che si sarebbe tenuta tra due mesi. Nonostante sembrasse molto, Jennifer era consapevole che il tempo necessario per organizzare questo tipo di cerimonie non era mai abbastanza. Voleva fare tutto alla perfezione e inoltre, aveva colto quest'occasione, come un'opportunità per passare il tempo e questo la faceva sentire sollevata.
Arrivata sera, e stanca morta, Jennifer si fece una doccia veloce dopo aver cenato insieme a Nicholas a casa dei suoi genitori, con l'intento poi di mettersi a letto e farsi una lunga dormita. Proprio nel momento in cui uscì dalla doccia, però, sentì il computer emettere un suono di avviso. Una nuova e-mail da Josh. Quasi non poteva crederci. Si asciugò il copro in tutta fretta e con i capelli ancora umidi e l'asciugamano ancor addosso, si mise davanti al computer per leggere la risposta di Josh.

“Cara Shrader,
che strano sentirti in questo modo. E' strano non sentire la tua voce. Mi dispiace averci messo tanto per rispondere alla tua e-mail, ma qui il lavoro è davvero tanto e non c'è mai un minuto libero. Nel caso in cui tu mi avessi dato per disperso in questo ultimo mese, e non avresti tutti i torti, ci terrei a farti sapere che sto bene, e che sono sano e salvo. Sai quanto adoro Parigi e stare qui mi rende felice. Ogni giorno abbiamo nuove scene da girare e ogni volta siamo in una location più bella di quella precedente. Mi dispiace aver letto, tra le tue parole, una grande tristezza . So che hai paura e che questa situazione non fa che terrorizzarti, ma voglio che tu sappia che io sono qui per te(purtroppo solo in senso metaforico). Non buttarti giù e affronta questa esperienza come una delle migliori della tua vita, perchè lo è. A quando la prima ecografia? Quanto vorrei esserci. Ho ricevuto l'invito di tua madre per la cerimonia. Sono quasi sicuro di poter venire, devo solo cercare di organizzare tutto il lavoro per tempo. Nella speranza di vederti il più presto possibile, ti abbraccio, sia te che la meravigliosa creatura che verrà al mondo. Mi manchi anche tu.
Josh”

Le mani quasi le tremavano e sentiva le guance rosse. All'improvviso sentì la porta aprirsi e comparve Nicholas pronto per andare a letto. “Che succede?” domandò Nicholas notando nel volto di sua moglie qualcosa di diverso dal solito. “Niente, perchè?” rispose Jennifer con indifferenza cercando di trattenere il suo imbarazzo. “Beh guarda che faccia contenta che hai..” rispose Nicholas sorridendo. La ragazza abbassò per un istante lo sguardo imbarazzata. “Ho ricevuto un'e-mail di Josh..” sussurrò. Il viso di Nicholas cambiò espressione. Un velo di gelosia ricoprì il suo volto. “Ah si? E cos'ha detto per metterti così di buon umore?” chiese Nicholas indispettito. “Niente di importante, solo che il suo lavoro sta andando bene e che forse riuscirà a venire per la cerimonia dei miei..” rispose Jennifer mentre metteva a posto il computer. “Fantastico..” rispose Nicholas in tono sarcastico. “Qual'è il problema?” chiese Jennifer arrabbiata non capendo la ragione di tanta irritazione da parte di Nicholas. Alla fine non stava facendo niente di male, o almeno non più. “Niente, dico solo che ora che lui è via potresti allentare un po' la presa, alla fine è solo un amico.” esclamò Nicholas mettendosi a letto vicino a Jennifer. La ragazza nel sentire quelle parole realizzò che Nicholas aveva ragione. Josh era solo un amico. Non si deve sentire così tanto la mancanza di un amico, non è normale. Un amico non dovrebbe mancare come a Jennifer mancava Josh. “Già, solo un amico..” sussurrò Jennifer, mentre sul suo volto si era appena spento un sorriso. Una volta entrato a letto, Nicholas si accoccolò sulla pancia di Jennifer e iniziò ad accarezzarla dolcemente. “Una famiglia tutta nostra amore, ma ci pensi?” chiese mentre continuava a far scorrere le dita sulla piccola pancia. Jennifer si sentiva ancora infastidita dalle parole di Nicholas e non riusciva a nascondere la sua irritazione. “Già..” rispose semplicemente con tono distaccato. “Ora avrei bisogno di dormire, domani devo svegliarmi presto per fare dei giri con mamma.” continuò lei girandosi dall'altro lato del letto. “Ok, buonanotte amore..” disse Nicholas dandole un bacio tra i capelli e inspirandone il profumo. “Buonanotte.” rispose Jennifer con un filo di voce.
Fece finta di essersi addormentata ma in realtà, proprio non riusciva a prendere sonno. Continuava a pensare a quello che aveva detto Nicholas e a come si era sentita nel momento esatto in cui era venuta a contatto con la realtà. Pensava a Josh e questo non andava bene, non era giusto. La sua famiglia aveva bisogno di lei, che ci fosse pienamente. Non avevano di certo bisogno di una persona che si trovava con il corpo in Kentucky ma con la mente e il cuore a Parigi eppure era proprio così che Jennifer si sentiva: da un'altra parte. Alla fine si addormentò. Prese sonno nella speranza che la giornata seguente fosse arrivata il prima possibile, perchè arrivare a domani, significava poter rispondere a Josh.

Dopo poco più di un mese estenuante, senza fermarsi mai, Josh aveva decisamente bisogno di rilassarsi. Era stata dura, ogni giorno di più, ma amava fare il suo lavoro e quest'ultimo in particolare, lo rendeva davvero fiero di sé stesso. Inoltre, tenersi occupato tutto il giorno, era anche un buon modo per non pensare continuamente a Jennifer. C'aveva messo più di un mese per rispondere alla sua e-mail, senza sapere perchè. Moriva dalla voglia di consolarla e di chiederle se andasse tutto bene eppure per giorni, settimane, aveva evitato di mettersi al computer. Quasi come se, evitando di scriverle, le sarebbe mancata meno o non c'avrebbe pensato. Un piano fallito miseramente. Probabilmente, si sarebbero incontrati tra poco più di un mese, per la cerimonia dei suoi genitori, e Dio solo sa quanta voglia avesse Josh di rivederla. Ogni tentativo di stare lontano da lei sembrava inutile, per due come loro.
Quella di oggi era l'ultima giornata sul set della settimana, poi avrebbe avuto qualche giorno di pausa e il ragazzo si sentiva davvero sollevato. Aveva conosciuto parecchie persone in quest'ultimo periodo ed era questa una cosa che a Josh era sempre piaciuta. Come ogni giorno, le riprese erano iniziate presto, e Josh era già seduto sulla sua sedia da regista per dirigere una nuova scena. Sul set c'erano i due protagonisti, due giovani amanti, che stavano girando una scena molto sentimentale. Mentre sentiva pronunciare quelle parole cosi dolci e piene d'amore, Josh non poteva fare altro che pensare a Jennifer. “Stop!” urlò da un momento all'altro ai due attori. “Vuoi che la rifacciamo?” chiese Colin che era seduto al suo fianco. “No, non credo ce ne sia bisogno.” rispose Josh con fare soddisfatto. “Com'è andata?” chiese Allison, la ragazza che interpretava l'amata del protagonista. “Direi bene!” rispose Josh sorridendo. La ragazza sorrise a sua volta e cercò di avvicinarsi di qualche centimento a Josh, che sedeva ancora nella sua postazione. “Beh, ma quando a dirigere un film si ha un ottimo regista..” continuò Allison ammiccando con lo sguardo. Josh fece una risatina imbarazzata. “Voi due dovreste uscire insieme!” disse Colin improvvisamente avvicinando i due ragazzi l'uno all'altra. “Sarebbe bello!” rispose subito Allison per poi rivolgere il suo sguardo a Josh, che era chiaramente in imbarazzo. “Dai Josh, divertiti un po'!” continuò ad incitarlo Colin. Subito il pensiero di Josh si rivolse a Jennifer e, come la sera di quella volta che aveva ricevuto una sua e-mail, capì che il loro era un amore impossibile e che di certo aspettarla sarebbe stato inutile. Sarebbe andato avanti, o almeno c'avrebbe provato. “Ok, si può fare!” rispose. 

 

Salve a tutti voi :) Come al solito non ho aggiornato in tempo di una settimana .-. Ogni volta me lo impongo, ma poi, vuoi per un motivo o per un altro finisco sempre col tardare! In ogni caso, spero che l'attesa ne valga sempre la pena. In effetti, non so come definirlo questo capitolo. Non è un capitolo di passaggio vero e proprio, più che altro direi che è un capitolo che mi è servito per far passare un po' di tempo prima di passare allo svolgimento dei fatti vero e proprio. Voi ben capite che non posso mettermi a raccontare di ogni giorno per 9 mesi ahahah! In questo capitolo, un po' strano abbiamo due nuovi personaggi : uno è Colin, l'amico di Josh e suo collega. L'ho chiamato Colin per rendere omaggio sia a Colin O'donoghue di OUAT (il mio Killian Jones *-*) e sia in onore del mio amatissimo, bellissimo e affascinantissimo Colin Firth che io amo alla follia! L'altro personaggio è invece Allison, che vedremo che ruolo assumerà nel corso della storia :) Il pancione di Jennifer cresce, così come la mia emozione di farla partorire ahahah (non vedo l'oraaaaaa!!). Detto ciò, spero che questo strano capitolo vi sia piaciuto e ci vediamo al prossimo aggiornamento :) Baci, Sara! 

 

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Capitolo 10
*** Novità in arrivo.. ***


Josh si svegliò nella sua roulotte, quella mattina, con una sensazione diversa dal solito: si sentiva rilassato. Le riprese erano a buon punto e poteva godersi qualche giorno di pausa. Quella pausa gli serviva, ma allo stesso tempo lo spaventava. Sapeva bene che per tutto questo tempo in cui era stato occupato a lavorare aveva evitato di pensare a Jennifer in ogni momento ed ora, l'idea di avere così tanto tempo libero, lo terrorizzava. Jennifer si sarebbe intrufolata tra i suoi pensieri ben presto. Proprio questo pensiero, lo spinse a prendere il telefono tra le mani e a chiamare Allison, la ragazza che proprio ieri aveva accettato di vedere per un appuntamento. Un paio di squilli e una voce femminile rispose dall'altra parte. “Pronto?” esclamò la ragazza. “Allison, ciao sono Josh!” rispose lui. “Ehi Josh ciao, che bello sentirti, quasi non ci speravo più!” disse Allison ridacchiando. Josh si sentiva bloccato e non riusciva proprio a lasciarsi andare. In effetti, non era quella la voce che avrebbe voluto sentire. “Già, devi scusarmi. Volevo chiederti se ti andava di vederci questa sera. Possiamo andare a mangiare fuori se ti va e poi fare una passeggiata.” propose lui. “Certo!” rispose subito Allison entusiasta. “Per che ora?” continuò. “Per le 20,30 passo a prenderti.” rispose Josh. “Okay, ci vediamo questa sera allora.” disse la ragazza. “A più tardi!” rispose Josh per poi chiudere la conversazione. Non si sentiva troppo entusiasta per quell'appuntamento, ma aveva promesso a sé stesso che c'avrebbe almeno provato a lasciarsi la storia con Jennifer alle spalle. Passò il pomeriggio in palestra. Fare attività fisica lo rilassava e inoltre gli era sempre piaciuto tenersi in forma. Tornato dalla palestra, fece subito una doccia per poi iniziarsi a preparare per l'appuntamento. Mise su una camicia e un paio di jeans e non appena si fecero le 20,15 uscì dalla roulotte e prese la macchina che gli era stata data in affitto durante il suo soggiorno in Francia.
Allison lo stava già aspettando in fondo alla strada. Aveva messo un vestito corto e molto aderente. Di certo puntava a fare colpo sul suo regista, ma Josh era talmente preso da altri pensieri che neanche ci fece troppo caso. Non appena salì in macchina, Allison baciò Josh sulla guancia. “Sono davvero contenta di vederti..” esclamò la ragazza con un gran sorriso. Josh sorrise a sua volta, mentre pensava che forse Allison sarebbe davvero stata in grado di fargli dimenticare Jennifer. “Anche io.” rispose Josh continuando a guidare e distogliendo di tanto in tanto lo sguardo dalla strada per rispondere alle mille domande che faceva la ragazza. Arrivarono al ristorantino che Josh aveva prenotato. Si trovava al confine di Parigi, era piccolo ma davvero molto accogliente e aveva una vista strepitosa. “Questo posto è fantastico!” esclamò Allison mentre prendeva posto al tavolo. “Sono contento che ti piaccia.” rispose Josh spostandole la sedia per aiutarla a sedersi. Si sorrisero per alcuni istanti, poi arrivò il cameriere per le ordinazioni. “Beh, visto che siamo qui, che ne dici di raccontarmi qualcosa di te?” esclamò Josh non appena finì di parlare con il sommelier. “Mhhhh, tipo cosa?” rispose la ragazza portando gli occhi al cielo. “Tipo cosa ti piace fare, come sei finita a fare l'attrice, quali sono i tuoi progetti per il futuro..cose di questo tipo!” disse Josh agitando le mani sul tavolino bianco. Allison sorrise, poi iniziò a parlare. “Mi piace uscire, divertirmi, andare alle feste e ballare..dio quanto mi piace ballare..” rispose la ragazza iniziando a muovere le spalle a ritmo di musica. Più la sentiva parlare e più Josh si rendeva conto che quella ragazza era l'esatto opposto di Jennifer. Erano diverse, sotto ogni punto di vista. Forse questo era un bene. “Poi, vediamo..Mhhh sono diventata un'attrice per caso, prima facevo la modella, poi un regista mi ha ingaggiata per una piccola parte e da lì ho capito che recitare è la mia vera passione. E poi..è grazie alla recitazione se ora sono qui con te.” continuò Allison. Josh si sentì quasi imbarazzato nel sentire quelle parole. Allison era davvero una ragazza molto dolce e intraprendente, ma lui sarebbe stato pronto? Si sentiva pronto? Non ne aveva ancora idea. La ragazza, notando che Josh non aveva risposto, decise di proseguire la conversazione chiedendo lei qualcosa al ragazzo questa volta. “E tu, Josh..che mi dici di te? C'è qualche ragazza speciale nella tua vita?” chiese Allison per poi iniziare a tagliare il pollo che le era appena stato portato. Josh alzò subito lo sguardo. Aveva temuto per tutta la sera una domanda simile e sapeva benissimo che prima o poi sarebbe arrivata. Purtroppo non si era preparato nessun tipo di risposta, così si affidò all'istinto. “E' complicato..” sussurrò. “Mi piacciono le cose complicate!” esclamò Allison ammiccando. Josh non rispose, se non con un mezzo sorriso. Per il resto della cena, cambiarono argomento e si conobbero meglio. Dopo aver pagato il conto decisero di fare una passeggiata prima di andare via. Si incamminarono in una strada illuminata da due file di lampioni, una a destra e l'altra a sinistra. C'era un'atmosfera davvero calda e rilassante. Allison prese la mano di Josh, e il ragazzo inizialmente non si sentiva molto a suo agio ma poi si lasciò andare. Fecero alcuni metri e poi, sotto a un grande albero, Allison interruppe la sua camminata costringendo anche Josh a fermarsi. “Josh..” esclamò la ragazza guardando dritta negli occhi il ragazzo. “Si?” rispose Josh. “Josh, tu mi piaci davvero molto. Sei un ragazzo molto dolce e attraente, ma sento che tra di noi c'è un muro.” disse Allison sospirando. “Non è vero..” rispose Josh. “Forse non te ne rendi conto e non è colpa tua ma io lo sento. Josh, io non voglio farti soffrire né crearti problemi. Vorrei solo che tu mi lasciassi entrare nella tua vita e nel tuo cuore. Josh, dammi l'opportunità di renderti felice.” concluse Allison per poi baciare di colpo il ragazzo sulle labbra. Josh fu sorpreso di quel gesto, non se lo aspettava di certo. Provò a ricambiare il bacio, ma dopo alcuni secondi separò le sue labbra da quelle di Allison. I due rimasero a guardarsi per un breve istante. “Mi dispiace..” sussurrò la ragazza. “Non devi scusarti.” rispose Josh sorridendo. Forse quel bacio, sarebbe stato l'inizio di una nuova storia, chi poteva dirlo. In un certo senso Josh si sentiva davvero sollevato. “Andiamo a dormire che ne dici?” chiese il ragazzo. “Va bene..” rispose Allison sorridendo. Dopo un breve viaggio in macchina, Josh lasciò Allison nel punto della strada in cui si era fatta trovare in partenza e la salutò con un bacio sulla guancia. Poi continuò il tragitto verso la sua roulotte. Non appena entrò in quella che era diventata momentaneamente la sua casa, Josh si buttò sul letto ancora vestito e iniziò a passarsi le dita sul viso. Cominciò ad analizzare la serata, Allison e soprattutto il bacio che si erano scambiati. Cosa aveva significato per lui? Era stato bello, importante? O aveva ricambiato solo per cortesia? Josh si sentiva come se dentro la sua testa ci fosse un martello pneumatico che non faceva che battere. Passarono circa due settimane e Josh e Allison continuarono a frequentarsi. Erano usciti insieme diverse volte e avevano approfondito molto il loro rapporto. La loro non si poteva ancora definire una relazione vera e propria, ma sembrava essere sulla strada giusta per diventarlo. Josh si trovava bene con quella ragazza e c'erano dei momenti in cui si sentiva addirittura sicuro di poter dimenticare Jennifer una volta per tutte. Quella sera, era appena tornato da un appuntamento con Allison e si sentiva stanco morto. Era entrato in tutta fretta nella roulotte, ma mentre cercava di togliersi i vestiti per andare a dormire il prima possibile, sentì il telefono squillare. Lo cercò con la mano per qualche istante e poi rispose. “Pronto?” disse Josh un po' insonnolito. “Ah, mi aspettavo qualcosa di più di un freddo 'pronto'.” rispose una voce femminile dall'altra parte. Josh sentì il cuore fermarsi per un attimo e poi iniziare a battere sempre più frequentemente. “Shrader..” esclamò con un filo di voce. Le aveva scritto una mail qualche settimana fa, di certo non si aspettava proprio una sua telefonata. Non era pronto per sentire la sua voce. “Mio padre ha fatto non so quale promozione telefonica che consente di chiamare all'estero a costi contenuti, così..eccomi qui.” rispose Jennifer. “Non ho molto tempo comunque, volevo solo dirti che l'ecografia è domani!” aggiunse per poi tacere in attesa di una risposta da parte di Josh. Silenzio. “Josh? Ci sei?” chiese Jennifer non sentendo alcuna voce dall'altra parte del telefono. Josh si sentiva ancora sotto shock. “Ssssi..l'ecografia domani..." disse Josh a fatica. "Josh tutto ok?" chiese Jennifer notando il suo strano tono. "Si, è solo che..è bello sentire la tua voce Jen.” rispose lui, forse anche sbagliando. Un amico non avrebbe mai detto una cosa del genere, ma non poteva farci nulla. “Josh, ti prego..non farmi piangere.” disse Jennifer mentre cercava di nascondere il tremolio che sentiva nel pronunciare quelle parole. “No, certo che no.” rispose Josh. “Allora, come ti senti? Domani ti diranno se è maschio o femmina?” continuò il ragazzo cercando di cambiare argomento. “Si, credo di sì, ma non sono sicura di volerlo sapere. E poi..sono terrorizzata.” rispose Jennifer. Josh fece una risatina di sottofondo. “Lo sospettavo. Ma devi stare tranquilla, sono sicuro che il tuo bambino sta benissimo e domani sarà una meravigliosa giornata.” rispose Josh con la sua solita dolcezza. “Lo spero..Tu cosa mi racconti? Come vanno le cose lì?” domandò Jennifer. Josh era tentato di raccontare a Jennifer delle sue uscite con Allison, ma subito dopo cambiò idea. Non era quello il momento adatto. “Tutto bene, niente di esaltante, o almeno non tanto quanto la prima ecografia!” rispose ridendo. Jennifer rise dall'altra parte del telefono. “Ora devo andare, altrimenti a mio padre arriverà un patrimonio di bolletta.” esclamò Jennifer. “Mhhh, okay.” disse Josh dispiaciuto. “Josh..” chiamò Jennifer per poi fermarsi. “Si?” rispose il ragazzo. “Mi manchi immensamente..” sussurrò Jennifer quasi avesse paura che qualcuno all'infuori di Josh potesse ascoltare quelle parole. Il ragazzo sospirò, quelle parole avevano il potere di spezzargli il cuore ogni volta. “Anche tu..” rispose espirando profondamente. “Ci sentiamo presto ok?” esclamò Jennifer. “Si certo..” rispose Josh per poi attaccare. Se per un momento, quella sera, aveva provato l'assurda sensazione di poter dimenticare Jennifer, quella telefonata l'aveva fatto ricadere nella convinzione che non avrebbe mai potuto amare nessun'altra donna. Rassegnato e con la voce di Jennifer ancora nella testa, si girò dall'altra parte del letto e si addormentò.

Jennifer quella mattina si svegliò con il solito senso di nausea e con i piedi gonfi. Era ormai entrata nella 11 settimana e iniziava a sentire tutti i fastidi legati alla gravidanza. Cercò di mettersi seduta, mentre con una mano teneva la pancia al sicuro, quasi avesse paura di urtarla con qualche movimento brusco. Oggi sarebbe stato un grande giorno, un giorno importante. Oggi avrebbe dovuto fare la prima ecografia ed era letteralmente terrorizzata. Il bambino, o la bambina, stava bene? Jennifer lo sperava con tutto il cuore. Più passavano i giorni e più si sentiva legata alla creatura che stava crescendo dentro di lei. Rimase sul letto a passarsi le dita sul pancione per una decina di minuti e non faceva altro che pensare alla sua telefonata con Josh fatta la sera prima. Sentirlo l'aveva rassicurata, ma le aveva anche ribadito quanto la sua vita fosse vuota senza di lui. Tra meno di un mese si sarebbero rivisti e al solo pensiero si sentiva tremare le gambe.
Improvvisamente Jennifer sentì bussare alla porta. Era sua mamma, entusiasta come non mai, pronta ad accompagnare sua figlia per l'ecografia e a vedere il suo futuro nipotino/a. Jennifer si vestì in fretta, mettendosi una maglia larga e un paio di pantaloni elasticizzati. La pancia cominciava ad essere evidente. Mangiarono un boccone al volo e poi presero le ultime cose per uscire di casa. “Pronta tesoro?” chiese Karen mentre prendeva sua figlia per mano. “Si, ma...Nicholas dov'è?” chiese Jennifer. “C'ho già parlato io, ci aspetta direttamente in ospedale.” rispose Karen entusiasta. Sua madre aveva questa strana mania di pianificare ogni cosa e Jennifer la maggior parte delle volte le era grata per questo suo modo di fare.
Dieci minuti di macchina e finalmente arrivarono in ospedale. Jennifer si sentiva nervosa con non mai. Scese dalla macchina e subito trovò Nicholas lì pronto ad aspettarla. “Ciao amore!” esclamò mentre le baciava le labbra. “Ehi!” rispose Jennifer sorridendo. Le attenzioni di Nicholas poi si diressero alla pancia di sua moglie. “Ciao anche a te piccola creatura, finalmente oggi potremo vederti!” sussurrò Nicholas al pancione. Jennifer provò una brutta sensazione. La stessa che provava ogni volta che si rendeva conto di quanto fosse stata crudele a pensare anche solo per un istante di lasciare Nicholas per stare con Josh. Erano quelli i momenti in cui si sentiva peggio. “Andiamo?” ripeté sua madre più volte riportando Jennifer alla realtà. “Si!” rispose la ragazza con un filo di voce. Dovevano recarsi al quarto piano e ovviamente presero l'ascensore dato che Jennifer ultimamente non si sentiva proprio al massimo delle sue abilità fisiche. Una volta scesi al piano selezionato, attraversarono un piccolo e stretto corridoio bianco con delle piccole decorazioni verdi sulle pareti e poi una dottoressa in camice bianco e dai lunghi capelli neri gli andò incontro. “Lawrence?” chiese con un sorriso. “Si!” rispose Jennifer ricambiando. “Prego, seguitemi!” esclamò la dottoressa indicando con il braccio una stanza sulla destra. C'era un lettino e tante, troppe apparecchiature. Più Jennifer si avvicinava, più si sentiva in ansia. “E' la sua prima ecografia giusto?” disse la dottoressa mentre guardava la cartella dove erano riportati i suoi dati anagrafici. “Si, la prima volta!” rispose Karen ridacchiando. “E' normale essere nervose, stai tranquilla..” sussurrò la dottoressa avvicinandosi a Jennifer. La ragazza annuì, anche se in realtà le sue parole avevano solo peggiorato la situazione. “Stenditi qui e tirami sul maglia.” disse la donna dando istruzioni a Jennifer. La ragazza eseguì. Si stese appoggiando la testa su un piccolo cuscino e Nicholas le prese subito la mano. “Sentirai un po' freddo, ma è normale. Cerca di rilassarti e fai dei respiri profondi.” Non appena Jennifer sentì il gel freddo venire a contatto con la sua pelle avvertì brividi ovunque, ma cercò di restare calma. “Non possiamo procedere per via transvaginale perchè ci sono dei problemi, quindi faremo direttamente un'ecografia addominale.” spiegò la dottoressa prima di procedere. “Problemi? Quali problemi?” rispose Jennifer in preda all'ansia. “Non si preoccupi, può succedere, ora vediamo come sta il bambino e vedrà che andrà tutto bene.” disse la donna cercando di calmarla. Jennifer fece un respiro profondo. La dottoressa iniziò a muoversi sulla superficie del pancione e dopo poco una piccola creatura comparve sullo schermo. “Eccolo qui!” esclamò soddisfatta indicando una parte precisa dello schermo del computer. Non appena lo vide, Jennifer non riuscì a trattenere le lacrime. Un conto era immaginarsi una creatura crescere dentro di lei, un conto era vederla. “Come sta?” chiese Jennifer mentre tirava su con il naso. “Sta bene, è in ottima salute, potete tirare un sospiro di sollievo.” rispose la dottoressa sorridendo. Karen piangeva, così come Nicholas. “E' bellissimo..” sussurrò nell'orecchio di Jennifer, la quale annuì. In quel momento non poteva che sentirsi felice e pensò che Josh in tutte queste settimane aveva avuto ragione: sarebbe stata un'esperienza meravigliosa. Peccato però che Josh non fosse lì accanto a lei come avrebbe voluto. “Purtroppo è ancora presto per sapere il sesso..” disse la dottoressa un po' delusa. “Non fa niente, preferisco che sia una sorpresa.” rispose Jennifer mentre alcune lacrime le rigavano ancora il viso. “Ha qualche raccomandazione?” domandò subito Karen molto apprensiva. “No, nessuna in particolare. Certo non mi devi fare sforzi, ma per il resto puoi continuare a fare le stesse cose che hai fatto fino ad ora.” rispose con gentilezza la dottoressa. Jennifer non faceva che fissare lo schermo di quel computer. Si sentiva quasi ipnotizzata e l'unica cosa che pensava era che non vedeva l'ora di poter abbracciare il suo bambino. Se per tutto questo tempo non si era sentita pronta a fare la mamma, improvvisamente le sembrava l'unica cosa che fosse stata in grado di fare. E non le importava del lavoro, dei soldi, della casa. Non le importava di nulla a eccezione di quella piccola creaturina. L'ecografia terminò e Jennifer, dopo essersi pulita la pancia da tutto quel gel appiccicoso, prese nuovamente l'ascensore per scendere al piano terra.
Raggiunse la macchina e tra una frase e l'altra di Nicholas e sua madre, finalmente arrivò a casa. Si sentiva piuttosto stanca, alla fine era stata giornata intensa, cosi decise di sendersi sul letto mentre Nicholas si occupava della cena. Nell'entusiasmo decise di prendere immediatamente il computer per poter scrivere a Josh di come fosse andata l'ecografia, ma a quanto pare c'aveva già pensato lui. Non appena aprì la posta elettronica, Jennifer trovò un mail proprio da parte sua. Entusiasta di leggerne il contenuto, l'aprì senza esitare.

“Ehi Shrader,
spero che l'ecografia sia andata bene, come spero di avere presto tutti i dettagli. Ti mando questa mail perchè ieri, quando mi hai chiamato, mi sono reso conto che mancano solo due settimane alla cerimonia dei tuoi e così volevo farti sapere che ci sarò. Ti scrivo inoltre per chiederti se non è un problema che io venga accompagnato da una ragazza. Lo so, ti starai chiedendo da dove salta fuori, ma è stata una cosa piuttosto improvvisa e non ho avuto la possibilità di potertene parlare. Se per te va bene, sarò lieto di fartela conoscere quando ci vedremo. In attesa di una tua risposta ti abbraccio forte,
Josh”

Dopo aver letto quella mail, Jennifer rimase per 5 minuti a fissare lo schermo. A quanto pare Josh aveva conosciuto un'altra ragazza, si stava rifacendo una vita. Una vita di cui lei non avrebbe fatto parte, o almeno non nel modo in cui avrebbe voluto. Avrebbe dovuto essere felice per lui eppure, in quel preciso istante, sentì il cuore andarle in mille pezzi. 
 

Ciao a tutti! Mi dispiace averci messo tanto per aggiornare, ma purtroppo in questi giorno non ho avuto connessione :( Comunque, eccomi qui, sperando che ci sia ancora qualcuno ad aspettare questo nuovo capitolo! Le cose si smuovono, Josh e Allison hanno iniziato a uscire e Jennifer ha avuto la sua prima ecografia! (che dolce ehehhe). Purtroppo per Jennifer però, Josh sembra intenzionato a portare Allison alla festa dei suoi genitori e la ragazza non sembra averla presa troppo bene! La porterà, non la porterà.. chi lo sa? Lo scopriremo presto ehehe! Sperando che il capitolo sia stato di vostro gradimento vi saluto e vi auguro un buon fine settimana! A presto,
Sara :) 

 

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Capitolo 11
*** Viva gli sposi! ***


Altre due settimane erano passate e Jennifer quella mattina, si era svegliata provando una strana sensazione. Era in ansia, ma per cosa? Probabilmente per i suoi genitori e in questo caso si sarebbe trattato di un'ansia “positiva”. Ma Jennifer sapeva benissimo che l'ansia che sentiva aumentare dentro di sé, non era legata alla cerimonia. Sapeva che quell'ansia era per Josh, per il loro incontro e per come Jennifer si sarebbe sentita. Il problema era che non voleva ammetterlo a sé stessa.
C'era ancora molto da fare e la ragazza si mise subito all'opera per mettere a punto gli ultimi particolari, sperando che la preparazione l'avrebbe aiutata a distrarsi e a sentirsi meglio. Bevve una tazza di caffè e dopo essersi vestita comoda, uscì di casa per recarsi nella sala che avevano affittato per la festa. Non appena entrò nell'enorme spiazzo, subito fu investita da una sensazione positiva. Le decorazioni bianche e delicate emanavano la tranquillità che Jennifer cercava. C'erano fiori appesi ovunque e la stanza profumava di fresco. Jennifer rimase a fissare quelle decorazioni per circa 10 minuti restando immobile e tenendo la bocca socchiusa. Poi si bagnò le labbra con la punta della lingua e si mise all'opera. Inizio a parlare con gli addetti al catering che erano da poco arrivati e poi si occupò dei centrotavola. Dei piccoli mazzetti di fiori color panna, posti in un piccolo vaso di cristallo. Jennifer aveva deciso di puntare sulla semplicità, cercando di rispecchiare al meglio lo stile e i gusti dei suoi genitori. Più si guardava intorno analizzando il risultato, più si rendeva conto di essere riuscita nel suo intento. Purtroppo però, il pancione iniziava ad essere pesante e ogni tanto Jennifer era costretta a fare delle pause, ma non le dispiaceva. La prendeva come scusa per mettersi a sedere e scrutare i minimi particolari alla ricerca di qualche ipotetica imperfezione.
Nella preparazione, Jennifer perse la cognizione del tempo e non appena si rese conto di che ore fossero, si diresse subito verso la macchina e fece ritorno a casa. La cerimonia si sarebbe svolta tra un paio d'ore e lei doveva ancora farsi una doccia, vestirsi e aggiustarsi i capelli. Con un leggero fiatone entrò in casa e si diresse subito al piano superiore. Si tolse la felpa e i pantaloni elasticizzati che ormai erano diventati abituali a causa della necessità di stare comoda e aprì l'acqua della doccia. La lasciò scorrere per un paio di minuti, giusto il tempo di farla scaldare. Prima di permettere però al flusso d'acqua di accarezzare il suo corpo, Jennifer prese tra le mani il telefono che aveva dimenticato di portarsi dietro, giusto per controllare se sua madre o Nicholas l'avevano cercata. Non erano né l'una, né l'altra. Era Josh che le aveva scritto un messaggio circa 2 ore fa.

“Ehi Shrader, sono appena atterrato! Ora vado in albergo a fare una doccia e a prepararmi. La cerimonia è alle 5 giusto? Non vedo l'ora di vederti e di farti conoscere Allison. A più tardi!”

Sentire Josh e sapere che distava ormai pochi chilometri da lei, era una sensazione che Jennifer aveva aspettato da mesi ormai. Tuttavia il loro incontro non sembrava proprio essere quello che Jennifer si aspettava. La preparazione della sala aveva avuto il suo effetto, l'aveva aiutata a distrarsi. Purtroppo però, quelle parole l'avevano riportata alla realtà dei fatti. Josh sarebbe venuto e sarebbe venuto con la sua nuova fidanzata e Jennifer non riusciva a capire perchè la cosa la infastidisse così tanto. Con la testa piena di pensieri, finalmente entrò nella doccia e l'acqua iniziò a cadere sul suo corpo.

Dopo quasi mezza giornata di volo estenuante, Josh e Allison atterrarono. Impiegarono circa 15 minuti per recuperare i propri effetti personali e poi si diressero in un albergo a 5 stelle, prenotato per un paio di giorni. Avevano intenzione di farsi una doccia e poi prepararsi a dovere per andare alla festa. Durante il viaggio Josh non era riuscito a chiudere occhio. Mentre Allison dormiva sulla sua spalla, il ragazzo non faceva altro che provare emozioni contrastanti. Passava dalla felicità sfrenata, alla preoccupazione in poco meno di un secondo. Gli sudavano le mani e in alcuni momenti si sentiva tremare. La verità è che aveva paura. Lui ed Allison ormai erano una coppia a tutti gli effetti e Josh si sentiva felice, nonostante questo però, era terrorizzato. Temeva l'incontro con Jennifer perchè sapeva benissimo che rivederla avrebbe riacceso in lui quei sentimenti che per due mesi e poco più, non aveva fatto altro che riporre in un cassetto, un po' come i sogni che si fanno da bambino. In questi due mesi aveva imparato a rassegnarsi e aveva trovato in Allison quelle attenzioni e quella sicurezza che di cui da tempo aveva un disperato bisogno. Non voleva mandare tutto all'aria ma sapeva che il rischio sarebbe stato piuttosto alto. Jennifer aveva un potere incredibile su di lui. Bastava un suo sorriso a fargli dimenticare ogni cosa e a fargli battere il cuore come poche volte.
Con tutti questi pensieri ancora vivi in mente Josh iniziò a prepararsi. “Sono un po' in ansia tesoro. Non conosco nessuno e voglio fare una buona impressione!” esclamò Allison mentre tentava di tirare su la lampo del vestito che aveva scelto per l'occasione. “La farai sicuramente, non preoccuparti!” rispose Josh sorridendo. Allison era davvero molto dolce. Si avvicinò lentamente alla sua schiena e con la mano destra chiuse il vestito. Poi, le diede un piccolo e dolce bacio sul collo. “Ecco fatto!” esclamò Josh. “Come farei senza di te?” rispose Allison abbracciandolo e ridacchiando ironicamente. “Ah non lo so proprio!” disse Josh sorridendo e ricambiando quell'abbraccio. Rimasero per alcuni istanti in quella stretta, poi lo sguardo di Josh cadde sull'orologio che portava al polso destro. “Oh cavolo, è tardissimo, dobbiamo muoverci!” esclamò il ragazzo, mollando la presa. In 10 minuti avevano finito di prepararsi e prima di uscire dalla stanza, Josh si guardò un'ultima volta allo specchio, stringendo di qualche centimetro il nodo della cravatta.

La cerimonia stava per avere iniziò e tutti erano davvero tanto emozionati. Papà Gary aveva già iniziato a piangere e a Karen tremavano le gambe. Jennifer avanzò lungo la navata, alla ricerca di un posto dove sedersi senza dare troppo nell'occhio, non perchè la sua gravidanza la mettesse a disagio. Solo, voleva evitare di attirare l'attenzione su di sé dato che quello era il giorno speciale dei suoi genitori. Nicholas prese posto vicino a lei in seconda fila e le prese la mano. Mancavano ormai pochi minuti all'inizio e Jennifer non faceva che guardarsi intorno alla ricerca di Josh. Purtroppo però, le campane suonarono e i genitori iniziarono ad avanzare verso l'altare. Di Josh, neanche l'ombra. La cerimonia durò circa un'ora e fu davvero emozionante. Più volte Jennifer sentì le guance inumidirsi per via delle lacrime e Nicholas l'aveva presa in giro dando la colpa agli ormoni. Dopo il fatidico bacio, le campane ripresero a suonare e tutti gli invitati si apprestarono ad uscire dalla chiesa. Il ristorante distava 5 minuti e così, i genitori di Jennifer decisero di rimandare le congratulazioni e i vari auguri a più tardi, per recarsi subito nella sala che la loro figlia tanto si era impegnata a preparare. Arrivarono a destinazione e Jennifer per tutto il tragitto non aveva fatto altro che domandarsi che fine avesse fatto Josh. Forse non era venuto, forse aveva avuto un impegno imprevisto.
In quel preciso istante, Jennifer si sentì davvero delusa. Aveva aspettato così tanto per quel momento ed ora tutte le sue aspettative erano crollate. Presa dallo sconforto si diresse verso l'unico luogo in grado di farla sentire meglio: il buffet. Prese uno dei tanti piatti bianchi posti l'uno sopra l'altro e iniziò a camminare da sinistra verso destra, ispezionando le varie portate. Neanche era arrivata a metà tavolata che il suo piccolo piatto era già pieno. “E tu vorresti far entrare tutte quel cibo in quel misero piattino? Oh Shrader, non cambierai mai..” disse una voce dietro le spalle di Jennifer. La ragazza rimase immobile per alcuni secondi. Quella voce era inconfondibile, non poteva che appartenere ad una sola e unica persona. Si voltò di scatto, lasciando il piatto sul tavolo. “Josh..” sussurrò a bassa voce. Il ragazzo che aveva aspettato per mesi e che tanto le era mancato finalmente era lì. In carne e ossa, davanti ai suoi occhi. Aveva un completo nero e una cravatta chiara con delle piccole righe diagonali. Era davvero elegante e incredibilmente bello. Josh le sorrise con il suo solito fare gentile. Jennifer non esitò neanche un attimo, fece un paio di passi e si lasciò sprofondare tra le sue braccia calde e accoglienti come al solito. Josh sentiva le gambe tremare, così come le mani, ma cercò di non darlo a vedere. Più cercava di evitare momenti come questi e più sembrava esserne attratto. Il profumo di Jennifer invase le sue narici e Josh ebbe l'impressione di riuscire a respirare di nuovo dopo tanto tempo. Il suo profumo sembrava essere come una boccata d'aria fresca dopo più di due mesi di prigionia.
Nessuno dei due avrebbe mai voluto sciogliersi da quell'abbraccio. “Josh? Josh?” iniziò a chiamare una voce alla loro spalle: era Allison. Non faceva che battere le dita sulla spalla di Josh per attirare la sua attenzione. Il ragazzo dopo alcuni richiami finalmente si staccò da Jennifer e ritornò alla realtà dopo essere stato in un luogo dove solo la sua Shrader riusciva a condurlo. “Si?” rispose Josh voltando verso quella che ormai era la sua ragazza. “Non mi presenti? Sei proprio un maleducato!” disse Allison ridacchiando e stringendosi al ragazzo. Jennifer sembrava assistere a quella scena impotente. “Si certo, scusami..” rispose Josh avvicinandosi nuovamente a Jennifer, questa volta insieme ad un'altra persona. “Jen, questa è Allison, la ragazza di cui ti ho parlato..” esclamò Josh per poi abbassare lo sguardo. “Sono davvero felice di conoscerti, Josh non parla quasi mai di te, ma so che siete grandissimi amici e poi sono anche una tua grande fan!” disse Allison stringendo la mano di Jennifer. La ragazza non rispose e rimase in silenzio per alcuni istanti. La sua mente si era soffermata su quelle sei parole “non parla quasi mai di te”. Era davvero diventata così poco importante per lui? “Il piacere è tutto mio..” rispose Jennifer con voce triste e mascherando un finto sorriso. Poi rivolse il suo sguardo a Josh. Era triste, entrambi lo erano in effetti. “Congratulazioni per la tua gravidanza!” concluse Allison rivolgendo lo sguardo al pancione ormai fin troppo evidente di Jennifer. “Grazie..” rispose la ragazza poggiandovi una mano sopra. “Ora sarà meglio andare a mangiare, ci vediamo più tardi allora.” esclamò Jennifer chiudendo la conversazione e lasciando Josh e Allison davanti al buffet. “Ho detto qualcosa di sbagliato?” chiese Allison. “No, tu non hai fatto niente, Jennifer è fatta così..dai andiamo a mangiare!” rispose Josh sorridendo. Si sedettero nel tavolo che gli era stato assegnato e per tutta la cena, Jennifer e Josh non fecero che scambiarsi sguardi. Gli occhi di Jennifer erano chiaramente malinconici e questo Josh lo sapeva bene. Le tre portate principali vennero assegnate e finalmente arrivò il momento tanto atteso da tutti: i discorsi di ringraziamento da parte dei due sposi. Karen e Gary si alzarono in piedi, super emozionati. Gary tirò fuori un foglio bianco dalla tasca destra dei pantaloni e dopo essersi infilato gli occhiali, iniziò a leggere.

“Io e Karen volevamo ringraziare tutti voi, per il vostro amore, il vostro affetto e il vostro calore. Siamo lieti di poter festeggiare il nostro giorno speciale insieme a voi. La nostra vita non potrebbe essere più perfetta di così. Siamo innamorati, insieme e abbiamo una famiglia meravigliosa. Due figli maschi che c'hanno regalato dei fantastici nipotini e una figlia meravigliosa. Jennifer, il tuo amore, la tua bontà e la tua forza, ci sono d'esempio ogni giorno della nostra vita e nel caso tu avessi qualche dubbio, vorremmo ricordarti che siamo davvero molto fieri di te. Godetevi il resto della serata e grazie ancora.”

Concluse Gary asciugando le lacrime di commozione. Karen fece lo stesso. Jennifer aveva gli occhi lucidi e subito si avvicinò ai suoi genitori per abbracciarli. Tutta la sala fece un grande applauso e poi la musica riprese a suonare in sottofondo. Jennifer si trovava contro la porta all'entrata per prendere un po' d'aria. L'atmosfera in sala era davvero calda e portare un bambino dentro di lei non rendeva certo le cose semplici. Si sventolava con la mano sinistra, mentre la destra scendeva lungo i fianchi.
Mentre cercava di farsi aria, sentì una mano stringersi intorno alla sua per poi darle un piccolo strattone. Jennifer sobbalzò mentre il suo corpo aveva iniziato a voltarsi verso destra. “Josh, accidenti a te mi hai fatto..” “Shhh, vieni con me!” la interruppe il ragazzo non lasciandole la mano e trascinandola verso una destinazione che a Jennifer restava sconosciuta. Camminarono per pochi metri, poi arrivarono a un muretto che dava su una fantastica vista della città. Jennifer rimase senza parole. Josh le fece cenno di sedersi accanto a lui su quell'insieme di piccoli mattoncini. Con delicatezza la ragazza si sedette, continuando a tenere una mano poggiata sul pancione. Era diventata super protettiva ormai. “Che significa tutto questo?” chiese Jennifer rivolgendo il suo sguardo sospettoso a Josh. “Volevo solo rubarti per 10 minuti, ed averti tutta per me.” rispose il ragazzo guardandola con dolcezza. “Allison dov'è?” domandò Jennifer guardandosi intorno. “Era stanca per il viaggio e ha preferito tornare in albergo, ma mi ha pregato di restare, non voleva che me ne andassi per lei.” rispose Josh. “E' davvero una brava ragazza..” commentò Jennifer cercando di non far trasparire alcun tipo di emozione. “Si, lo è..” controbatté Josh. Le loro parole dicevano una cosa, ma i loro sguardi comunicavano in un modo tutto loro. Jennifer si girò verso Josh e dopo averlo osservato per un paio di secondi si rivolse nuovamente a lui. “Ti rende felice?” domandò, avendo paura di quale risposta il ragazzo le avrebbe dato. Josh fu preso alla sprovvista e rimase in silenzio per un istante. “Mi fa stare bene..” alla fine disse il ragazzo. Jennifer sorrise, cercando di nascondere l'amarezza che provava in quel momento. Poi si voltò ed entrambi si misero ad osservare quella vista mozzafiato. “E' davvero meravigliosa..” esclamò Jennifer tenendo gli occhi fissi su quell'insieme di case, di luci e di alberi. “Come te..” sussurrò Josh con lo sguardo basso, rivolto a terra. Odiava sentirsi in questo modo. Quando era con Jennifer non riusciva a controllare le sue azioni. Era come se la sua testa desse dei comandi ma il suo corpo proprio non aveva intenzione di seguirli. Quel sussurro gli era uscito senza che potesse rendersene conto. Un sussurro che Jennifer non riuscì a percepire. Qualche minuto di silenzio accompagnò i loro sguardi imbarazzati. Josh notò che Jennifer aveva assunto un atteggiamento strano, diverso dal solito e questo lo preoccupava. “Sei arrabbiata con me per caso?” domandò con fare retorico. “Dovrei?” rispose Jennifer quasi seccata. Non riusciva a togliersi dalla mente il pensiero che Josh, in questi due mesi, si fosse quasi dimenticato di lei tanto da non parlare alla sua nuova ragazza del loro rapporto. “No, non dovresti. Mi sono fatto mezza giornata di volo solo per essere qui con te.” esclamò Josh agitando la mani e sbuffando. “Sei venuto per i miei genitori.” rispose Jennifer cercando di restare offesa e continuando a fissare il panorama. Tuttavia sapeva benissimo che non poteva essere arrabbiata con Josh, non dopo tutto questo tempo che erano stati lontani. Josh sbuffò ancora. “Jennifer, io voglio bene ai tuoi genitori, ma è per te che sono qui. Avevo bisogno di vederti.” controbatté avvicinandosi a Jennifer. La ragazza finalmente lo guardò negli occhi. “Davvero?” chiese sorridendo. “Davvero..” rispose Josh per poi prenderle la mano. Entrambi risero. Si guardarono negli occhi per alcuni istanti e Josh sentì nascere dentro di lui quella solita e strana sensazione che provava ogni volta che lui e Jennifer si trovavano a pochi centimetri di distanza. “Non mi hai ancora raccontato dell'ecografia..” esclamò Josh cercando di distogliere i suoi pensieri da quell'irresistibile voglia di buttare tutto all'aria e baciarla. “Oh, già! E' stata una giornata incredibile Josh. Ho visto il bambino, il mio bambino. Penso di non essermi mai sentita una mamma fino a quel momento. E' andato tutto bene, proprio come tu avevi detto.” terminò Jennifer guardando Josh negli occhi. “Ma tu devi sempre darmi retta Shrader, io non sbaglio mai!” rispose il ragazzo con fare ironico. Entrambi risero mentre Jennifer cercava di colpirlo con un pugno sulla spalla. Gli occhi di Josh caddero poi sul pancione di Jennifer. “Posso fare la conoscenza di questa meravigliosa creatura finalmente? Penso che ora sia abbastanza grande!” disse Josh avvicinandosi all'addome di Jennifer. “Credo tu abbia ragione!” rispose la ragazza per poi poggiare entrambi le mani sulla superficie del muretto, lasciando quindi la pancia scoperta. Le mani di Josh si avvicinarono delicatamente e poco dopo il suo viso. Al tocco delicato e gentile di Josh, Jennifer sentì un brivido. Le sue mani l'avevano sfiorata per l'ultima volta quando avevano fatto l'amore. Subito nella sua mente giunsero i ricordi di quel momento. Josh iniziò ad accarezzare delicatamente la pancia con la punta delle dita. Il contatto con il corpo di Jennifer, il sapore della sua pelle, tutte cose ancora nitide nella sua mente e che le erano mancate per troppo tempo. Josh chiuse gli occhi, cercando di godersi quel momento il più a lungo possibile. Jennifer, quasi istintivamente e senza rendersene conto, poggiò la mano destra sulla testa di Josh e iniziò a passargli le dita tra i capelli. Entrambi non facevano che pensare a quanto si fossero mancati, ma nessuno dei due aveva il coraggio di ammetterlo. Si erano già detti addio da quel punto di vista, ne erano consapevoli, ma era dura, eccome se lo era.
Josh alzò gli occhi per fissare Jennifer e fu proprio in quel momento che si sentì prendere per una spalla e cadde all'indietro. Jennifer alzò immediatamente lo sguardo per vedere cosa stesse succedendo e quando riconobbe la figura che aveva appena buttato Josh a terra, si alzò in piedi di scatto. “Nicholas! Che diavolo stai facendo?!” urlò la ragazza a suo marito notando che aveva bevuto qualche bicchiere di troppo. “Questo tizio, non fa che ronzarti intorno e tu continui a dargli corda, sono stufo” rispose Nicholas mentre se ne stava in piedi aspettando che Josh si alzasse. “Guarda che non è come pensi, stavamo solo parlando! Siamo amici, lo sai!” rispose Josh cercando di calmarlo. “Si, lo so, so fin troppo bene come stanno le cose tra voi due!” disse Nicholas. Poi si avvicinò a Josh e lo prese per il colletto della camicia. “Nick lascialo stare ti prego!” continuava ad urlare Jennifer. Era spaventata e iniziava a sentire delle fitte alla pancia. Josh cercò di spingere Nicholas lontano da lui, ma il ragazzo, preso dall'alcool e dalla rabbia, lo colpì con un pugno. Il naso di Josh iniziò a riempirsi di sangue e Jennifer urlò tanto che tutti gli invitati della festa accorsero in quel piccolo spazio. Quello spazio che fino a pochi minuti prima sembrava essere un luogo magico. Alcuni uomini, compreso il padre di Jennifer, presero Nicholas alle spalle, tentando di tenerlo fermo e di farlo calmare. Jennifer subito si diresse verso Josh, ancora a terra. “Josh, tutto bene? Josh?” chiese preoccupata. “Sto bene, credo solo di essermi rotto il naso di nuovo.” rispose il ragazzo tenendo una mano sul naso. Il sangue fuoriusciva dagli spazi tra le dita.
Le fitte di Jennifer intanto continuavano a farsi sempre più intense, tanto che improvvisamente si accasciò a terra. Aveva iniziato a tremare e continuava a tenersi stretta la pancia. “Jen, che succede?” chiese Josh che era a pochi centimetri da lei.
“Il bambino..cr-credo ci sia qualcosa che non va..” rispose Jennifer respirando a fatica.

 

Nel caso in cui ve lo stesse chiedendo..no, non è un miraggio sono proprio io con un nuovo capitolo ahahahah! Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace! C'ho messo una vita ad aggiornare e me ne vergogno ma ultimamente sono successe troppe cose. Tra il trailer di Mockingjay (oh mio dio ma l'avete visto? Se ci ripenso mi viene da piangere) e l'incotro di Domenica con il cast di Posh (HO PARLATO CON SAM CLAFLIN OH MIO DIO), ho trascurato un po' la storia! Ad essere sincera questo capitolo non mi piace, e se anche a voi fa cagare, non esistate a dirmelo ahahah! (anche se spero di no :( ) Come al solito spero che l'attesa ne sia valsa la pena (ne dubito) e ci vediamo al prossimo capitolo! Un bacio enorme,
Sara :) 

 

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Capitolo 12
*** "Sarebbe bello essere un papà.." ***


Jennifer venne portata di corsa in ospedale. Era in macchina con sua madre, suo padre e Josh, che nel frattempo continuava a perdere sangue dal naso. La ragazza non faceva che tenersi la pancia e non riusciva a togliersi dalla mente il pensiero di poter perdere il suo bambino. Sentiva delle fitte fortissime, fitte che ogni volta le causavano un gemito di dolore. Mentre la sua mano destra avvolgeva il pancione quasi per proteggerlo, quella sinistra era stretta intorno a quella di mamma Karen, seduta al suo fianco. Gary invece, guidava a tutta velocità, nel tentativo di raggiungere l'ospedale nel minor tempo possibile. Dopo neanche 10 minuti, finalmente parcheggiarono difronte all'ingresso principale e Jennifer venne caricata su una barella in pochi secondi. Josh era al suo fianco, non l'avrebbe abbandonata. Attraversarono un lungo corridoio e poi alcuni infermieri avvertirono i familiari che Jennifer si sarebbe dovuta sottoporre ad una visita d'urgenza per accertarsi sulle relative condizioni del bambino. Non erano consentiti accompagnatori, così a Josh, Karen e Gary, venne chiesto di aspettare fuori nella sala d'attesa. “Josh!” chiamò Jennifer cercando di attirare l'attenzione del ragazzo. “Ehi, ehi, ehi shhh..sono qui!” rispose Josh prendendo la sua mano e stringendola tra i due palmi. “Mi dispiace Josh..” disse Jennifer rivolgendo il suo sguardo al naso del ragazzo, circondato da una fazzoletto che ormai aveva cambiato colore. “Starò bene, non pensare a me.” rispose Josh sorridendo. “Resti qui ad aspettarmi?” chiese Jennifer mentre due infermieri avevano iniziato a muovere la barella. “Sempre.” sussurrò Josh prima di lasciarle andare la mano. Il ragazzo rimase immobile per alcuni istanti, fissando senza mai distogliere lo sguardo Jennifer che si allontanava.
Poi, quando la vide scomparire dietro una porta scorrevole, si mise a sedere vicino ai genitori della ragazza. “Josh, siamo mortificati per il comportamento di Nicholas!” esclamò Gary mettendo una mano sulla spalla del ragazzo. “Oh, ma voi non avete colpa!” rispose Josh cercando di consolare le loro espressioni tristi e preoccupate. “Vuoi chiamare Allison per dirle che sei in ospedale?” domandò Karen, avvicinando il proprio telefono verso Josh. “Si, ma userò il mio, tranquilla.” controbatté il ragazzo con un sorriso. Compose il numero, che ormai aveva imparato a memoria e si mise in attesa. Un paio di squilli e finalmente una voce dall'altra parte rispose. “Pronto?” esclamò Allison con una voce addormentata. “Allison, sono Josh!” rispose il ragazzo. “Josh, ma che ora sono? Che è successo?” domandò la ragazza passando a un tono di voce preoccupato. “Sono in ospedale, Nicholas era ubriaco e mi ha dato un pugno, credo di essermi rotto il naso.” rispose Josh facendo fatica a parlare per via del dolore. “Oh mio dio, prendo un taxi e sono subito da te.” esclamò la ragazza per poi mettere giù, non curandosi della risposta di Josh. Pochi istanti dopo aver riposato il telefono nella tasca della giacca, un'infermiera arrivò per portare Josh al pronto soccorso. “Dite a Jennifer che non appena ho fatto, la raggiungo ok?” disse Josh a Gary e Karen. I due annuirono e il ragazzo si lasciò accompagnare dalla mano fredda dell'infermiera verso l'ascensore.

Jennifer era appena entrata in una stanza bianca e fredda, piena di macchinari e spie che non facevano che accendersi e spegnersi. Le avevano appena fatto un'iniienzione per far sì che si rilassasse e che le si alleviasse il dolore almeno un po'. Non faceva che tremare, era terrorizzata all'idea che fosse successo qualcosa al suo bambino. “Ok Jennifer, ora devi farmi dei respiri profondi, cosi possiamo vedere se va tutto bene con il bambino.” disse l'ostetrica poco prima di procedere con l'ecografia d'urgenza. Jennifer annuì con la testa e cercò di rilassarsi il più possibile. Iniziò ad inspirare ed espirare molto lentamente, mentre sentiva il gel freddo invadere il suo corpo. La dottoressa per i primi due minuti non disse nulla, continuava solo a guardare lo schermo e percorrere la superficie della pancia di Jennifer in più direzioni. Quell'attesa sembrava essere infinita. Finalmente poi, l'ostetrica si decise a parlare e a condividere quello che era il risultato dell'ecografia. “Il tuo bambino sta bene, ti sei presa solo un brutto spavento e il tuo corpo ne ha risentito.” esclamò la dottoressa sorridendo. “Quindi è tutto ok? Non rischio di perderlo?” domandò Jennifer con gli occhi lucidi. “No, non rischi di perderlo, sarà sufficiente stare per qualche giorno a riposo e vedrai che andrà tutto bene!” rispose la donna, per poi passare della carta assorbente a Jennifer. La ragazza iniziò a passarsela sulla superficie dell'addome e intanto sentiva dentro di lei un sollievo indescrivibile. Aveva avuto davvero paura, ma ora stava bene e anche il suo bambino.
Una volta pulita, Jennifer fu caricata su una sedia a rotelle e portata nel luogo dove i suoi genitori erano in attesa. Non appena la videro le corsero incontro e la strinsero forte tra le braccia. “Tutto ok?” chiese Gary passando una mano sulla guancia di sua figlia per farle una carezza. “Si, tutto ok, è stato solo un grande spavento. Il bambino sta bene, la dottoressa ha detto che devo solo riposarmi per qualche giorno.” rispose Jennifer sorridendo. “Oh ma certo tesoro, se vuoi puoi venire a stare da noi..” propose Karen. “Ora vediamo mamma, devo risolvere alcune faccende.” rispose Jennifer per poi guardarsi intorno. “E' andato a farsi medicare, tornerà presto.” esclamò Gary sorridendo, come se sapesse chi stesse cercando Jennifer con lo sguardo. Si spostarono in una piccola saletta e Jennifer venne fatta stendere sul letto.
Pochi istanti dopo, un viso con una gigantesca medicazione bianca sul naso, entrò nella stanza. “Oh sei davvero adorabile!” esclamò Jennifer ridacchiando. Josh avanzò verso il letto e contemporaneamente i genitori di Jennifer si allontanarono sempre di più, per poi uscire dalla porta. “Sei gentile come al solito.” rispose Josh con un tono di voce chiuso a causa della medicazione. “Mi dispiace, ma fai davvero ridere con quel coso sul viso.” rispose Jennifer mettendosi una mano davanti alla bocca per frenare le risate. “Ahhhh, così ridi delle mie sventure!” esclamò Josh per poi iniziare a fare il solletico a Jennifer. La ragazza iniziò a ridere, cercando di liberarsi dalla presa di Josh. Alla fine il ragazzo, dopo quel momento di risate, si mise nel letto accanto a Jennifer e la strinse tra le sua braccia. Jennifer si sentì subito meglio, era come se le braccia di Josh, fossero la cura per tutti i suoi problemi. “Mi hai spaventato a morte..” esclamò Josh, poggiando la sua testa contro quella di Jennifer. “Anche io ho avuto molta paura Josh.” rispose la ragazza, rannicchiandosi ancora di più in quel caldo abbraccio. “Cos'hai intenzione di fare con Nicholas?” domandò il ragazzo. “Non lo so, non so per quale motivo si sia comportato in quel modo. E' sempre stata una brava persona, non posso ripudiarlo, è pur sempre il padre di mio figlio.” rispose Jennifer sospirando. “O figlia!” esclamò Josh ridacchiando. “Hai già pensato al nome?” continuò. “Non ancora..” rispose Jennifer sorridendo e poggiando una mano sul pancione. Quasi involontariamente, Josh mise la sua mano su quella di Jennifer e rimasero in silenzio per circa 5 minuti. Si trovavano in uno di quei momenti in cui le parole non servivano, o almeno per loro era così. C'era silenzio nella stanza ed entrambi riuscivano ad ascoltare il respiro dell'altro, ma non era una cosa imbarazzante, non tra di loro. Fu Josh a interrompere quel silenzio. “Sarebbe bello diventare papà..” esclamò catturando l'attenzione di Jennifer. “Sono sicura che prima o poi succederà!” rispose la ragazza. “Mhh, non ne sono molto convinto..” controbatté Josh.
Jennifer stava per rispondere quando sentì il rumore della porta che si apriva e subito dopo vide Allison comparire sull'entrata. “Josh, amore!” urlò avanzando verso di lui. Il ragazzo lasciò andare Jennifer e subito si alzò in piedi per andarle incontro. “Ehi!” esclamò il ragazzo. Allison si precipitò immediatamente tra le sue braccia. Jennifer non poteva fare altro che restare a guardare mentre sentiva di nuovo quella sensazione di fastidio che percepiva ormai ogni volta che vedeva Josh insieme ad un'altra ragazza. Josh la guardò con la coda dell'occhio e per un attimo i loro sguardi malinconici si incontrarono, poi Jennifer distolse lo sguardo. Allison lasciò la presa. “Stai bene, ti fa male?” chiese preoccupata. “Sto bene, sono solo un po' stanco..” rispose Josh con un mezzo sorriso. “Jennifer come stai?” disse poi Allison rivolgendosi alla ragazza stesa sul letto. “Oh io sto bene, non preoccupatevi, tornate pure in albergo, tanto qui ci sono i miei genitori.” rispose cercando di mascherare il fastidio che stava provando in quel momento con un sorriso. “Sicura?” domandò Josh quasi incredulo. “Sicura..” rispose Jennifer con tono freddo per poi voltare la testa dall'altra parte. Non voleva trattare male Josh, ma proprio non riusciva a nascondere il suo fastidio. Il ragazzo le diede un bacio sulla guancia, assaporando ancora per una volta il sapore della sua pelle e poi se ne andò.

Non appena uscì dalla stanza con Allison al suo fianco, Josh vide avanzare Nicholas nello stretto corridoio. Sembrava piuttosto agitato. “Allison, vai in macchina, ti raggiungo subito.” esclamò Josh indirizzando la ragazza verso l'ascensore. Allison annuì senza chiedere spiegazioni. “Josh, cazzo mi dispiace, non so cosa mi sia preso!” iniziò a dire Nicholas una volta arrivato a pochi centimetri dal ragazzo. “Nessuno lo sa cosa ti sia preso!” rispose Josh freddamente. Era arrabbiato con Nicholas e non per il naso, ma perchè aveva messo in pericolo la vita di Jennifer e quella del bambino. “Mi dispiace, non so come rimediare.” controbatté Nicholas agitando le mani e scuotendo la testa. “Senti, non me ne frega niente del naso. Quello che mi fa incazzare è che per le tue stupide ipotesi, Jennifer e suo, anzi vostro figlio, hanno rischiato di morire. Hai la fortuna di avere al tuo fianco una persona meravigliosa come Jennifer ma la verità è che non te la meriti affatto. Se solo ti azzardi a fare un'altra di queste tue bravate, giuro che te ne pentirai.” disse Josh con tono autoritario per poi andarsene, lasciando Nicholas immobile e senza parole. Lo guardò per un ultima volta e poi le porte dell'ascensore si chiusero.
Dopo una ventina di minuti di macchina Josh e Allison arrivarono in albergo. La ragazza lo aiutò a camminare e non appena raggiunsero la loro camera Josh si stese sul letto esausto. Mai avrebbe pensato di ritornare dalla cerimonia con un naso rotto. Eppure era così, tutto questo era successo. Dopo essersi cambiata anche Allison si mise a letto accanto a Josh e iniziò ad accarezzargli la pelle nuda delle spalle. Il ragazzo avrebbe voluto dire qualcosa, ma le parole quella sera, facevano davvero fatica ad uscire. Ripensava al suo momento in ospedale con Jennifer e a quando aveva detto di come avrebbe voluto diventare papà. Lo aveva sempre sognato. Si era da sempre sentito tagliato per quel ruolo. La sua storia con Allison era seria? Avrebbero mai potuto avere dei figli insieme? Sarebbe mai riuscito a creare quella famiglia che tanto desiderava? Queste e tante altre domande accompagnarono Josh nel sonno.
Dopo un paio d'ore, il ragazzo sentì il telefono vibrare e ancora insonnolito, prese l'iphone tra le mani cercando di non svegliare Allison. Ci mise qualche istante per mettere a fuoco e quando ci riuscì, si accorse che era Jennifer.
“Sei sveglio?” aveva scritto la ragazza.
Josh guardò l'orologio: erano le 3:30 del mattino. Sospirò e poi iniziò a picchiettare il display con la punta delle dita.
“Ora si, grazie Shrader!” scrisse Josh, per poi mettersi in attesa di risposta.
Era curioso di sapere quale fosse il motivo dell'insonnia di Jennifer. Il telefono vibrò pochi minuti dopo.
“Mi dispiace, avevo bisogno di un tuo consiglio. Nicholas è venuto a trovarmi e si è scusato e mi ha chiesto di perdonarlo. Vuole che torni a casa con lui. Josh, che cosa devo fare?” rispose Jennifer.
Josh istintivamente iniziò a scrivere la sua risposta, senza pensarci troppo. Dopo aver terminato di scrivere però, si soffermò per un istante a rileggere. 'Molla tutto e vieni via con me..' le aveva scritto. Questa è la risposta che avrebbe voluto darle. Questa era la risposta che le avrebbe dato se non ci fossero stati tutti quei problemi, se fossero vissuti in un universo parallelo in cui stare insieme non era così impossibile. Ma loro non vivevano in quel mondo, i problemi c'erano eccome. Josh cancellò quelle parole e le sostituì con ciò che un bravo amico, non accecato dall'amore, avrebbe risposto.
“Torna a casa con lui, è un bravo ragazzo, sono sicuro che andrà tutto bene.” Subito dopo pochi istanti Jennifer rispose a sua volta.
“Sei la mia roccia, grazie. Ci vediamo domani!” Si concluse così la loro breve conversazione.
Josh spense il telefono e tornò a dormire, stanco di sentirsi sempre costretto a fare la cosa giusta.

Il mattino seguente Jennifer tornò a casa insieme a Nicholas. Alla fine, anche sotto consiglio di Josh, aveva deciso di perdonarlo. Suo marito sembrava davvero dispiaciuto delle sue azioni e stava facendo di tutto per farsi perdonare e per non far mancare niente, né a Jennifer, né al bambino. Dopo essersi accertato che sua moglie stesse bene e che non avesse bisogno di nulla, Nicholas uscì di casa. Quel giorno aveva un appuntamento di lavoro importante e nonostante non volesse andarci per stare con Jennifer, quest'ultima lo aveva pregato di non rinunciare. Rimasta sola in casa, Jennifer prese il telefono e compose il numero di Josh. “Ehi, Shrader!” rispose una voce dall'altra parte del telefono. “Josh, ciao! Volevo chiederti se ti andava di passare da me più tardi.” chiese Jennifer entusiasta all'idea di passare del tempo insieme prima della sua partenza. “Oh Jen, mi dispiace, ma Allison mi ha chiesto di stare insieme oggi. Ha organizzato tutto e non posso dirle di no. Mi dispiace.” rispose Josh. L'entusiasmo di Jennifer svanì in un secondo. “Ok, non fa niente. Allora ci sentiamo più tardi magari?” domandò la ragazza avvilita. “Si certo, a più tardi!” esclamò Josh per poi mettere giù. Non appena mise giù, Jennifer si sentì una vera stupida. Che cosa si aspettava? Josh era qui con la sua nuova ragazza ed era ovvio che volesse passare del tempo insieme a lei. Amareggiata si mise sul divano a guardare vecchi film e a mangiare un pezzo di pizza.

“Josh, sei pronto?” urlò Allison dall'altra parte della stanza. Josh er in bagno e si stava lavando i denti. La sua ragazza le aveva organizzato un pranzo con i fiocchi e Josh non riusciva a capire quale fosse il motivo di tanto entusiasmo. “Si, eccomi arrivo!” rispose Josh con ancora un po' di dentifricio sulle labbra. Si diede una sciacquata e poi finalmente lui ed Allison si recarono nel luogo misterioso che la ragazza si era tanto preoccupata di prenotare.
Una volta arrivati Josh ne rimase piacevolmente sorpreso. Era un localino semplice e intimo. Uno di quei posti che nessuno conosce, ma alla fine è proprio questo ciò che li rende così affascinanti. Il pranzo proseguì in tutta tranquillità anche se Josh notava negli occhi di Allison qualcosa di strano e più volte le aveva chiesto se gli dovesse dire qualcosa. Allison ogni volta aveva rimandato l'argomento, dicendo che ne avrebbero parlato a pranzo concluso. Ovviamente Josh era diventato davvero curioso e non poteva fare a meno di desiderare che quel pranzo finisse il più presto possibile.
Dopo circa due ore, finalmente i due ragazzi pagarono il conto e uscirono dal locale. Vicino al ristorante, c'era un piccolo parco, con alberi verde acceso e fiori profumati. “Vieni a sederti su quella panchina con me?” chiese Allison mentre con la mano destra strattonava Josh verso la sua direzione. Il ragazzo non rispose ma assecondò quel movimento sorridendo. “Si può sapere che c'è?” chiese Josh ridacchiando. Il viso di Allison era così raggiante. Era felice come non l'aveva mai vista. I due si misero a sedere sulla panchina e Allison si rannicchiò contro il petto di Josh. “Devo dirti una cosa Josh..” esclamò Allison con un filo di voce. “Cosa?” rispose Josh alzando con la mano destra il viso di Allison così che potesse guardarla negli occhi.
Si vedeva benissimo che la ragazza non riusciva più a trattenersi. “Volevo aspettare per esserne sicura, ma sai che queste cose una se le sente. Josh, ho un ritardo di 8 giorni. Io sono sempre stata molto regolare quindi..credo ci siano buone probabilità che io sia incinta.” disse Allison tutto d'un fiato e con gli occhi che le brillavano. Josh rimase immobile, quasi come se non avesse sentito la notizia. “Josh, non è fantastico?” domandò Allison preoccupata per la faccia che il ragazzo aveva fatto nel momento esatto in cui glielo aveva detto. “S-s-si..” rispose Josh balbettando. Allison abbracciò il ragazzo, mentre continuava a ripetergli quanto fosse felice. Josh, al contrario, si sentiva allo stesso modo. Era confuso, spaventato. Ricambiò quell'abbraccio, ma non perchè lo volesse davvero. Continuava a fissare il vuoto, chiedendosi cosa avrebbe fatto se Allison fosse stava davvero incinta. 

 

Heeeeeello :) So che molti di voi non ci crederanno, ma ho aggiornato a quasi una settimana di distanza! Mi sono impegnata questa mattina pr scrivere il capitolo e spero ne sia uscito qualcosa di decente! Ho deciso di pubblicarlo oggi perchè poi domani inizio l'università e quindi non so quanto tempo avrò per mettermi a scrivere. Ma non preoccupatevi, di certo non lascerò las toria inconclusa :) Ah e giusto per ricordarvelo..OGGI MANCANO 50 GIORNI A MOCKINGJAY. Sperando che il capitolo sia stato di vostro gradimento vi saluto, tanti baci,
Sara :)

 

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Capitolo 13
*** Un'amara verità. ***


Erano circa le due di notte e Josh non faceva che camminare avanti e indietro lungo lo stretto corridoio d'albergo. Allison si era addormentata tra le sue braccia una mezz'ora prima nella loro stanza, ma il ragazzo non riusciva proprio a chiudere occhio. Nell'insonnia aveva deciso di alzarsi dal letto e di uscire a fare quattro passi. Continuava a pensare alle parole di Allison e a cosa sarebbe cambiato da quel momento in poi. Voleva davvero avere dei figli insieme a lei? Era pronto? In che modo sarebbe cambiata la sua vita? Tutte queste domande non facevano che ammassarsi tra i suoi pensieri e non gli davano pace. Nel momento in cui aveva ricevuto la notizia, Josh aveva finto di essere contento ma in realtà non lo era affatto.
Non sapeva cosa fare né con chi parlarne, così decise di uscire di casa e andare in un locale non troppo distante dall'albergo. Aveva bisogno di distrarsi e di farsi una bevuta per evadere dalla realtà almeno per un paio d'ore. Entrò nel locale e subito venne sopraffatto dalla musica e dal forte odore di sigarette. Si diresse verso il bancone e subito chiese qualcosa di forte al barista di turno. Iniziò ad assaporare il primo bicchiere, poi il secondo, il terzo e così via. Dopo il quinto bicchiere e una forte confusione mentale, si rese conto però di aver esagerato. Josh si guardava intorno e notò che la stanza girare. Iniziò a strizzare gli occhi nel tentativo di mettere a fuoco, poi provò ad alzarsi e ad andare fuori per prendere una boccata d'aria fresca. Non appena uscì fuori da quel locale cupo e affollato, Josh prese a camminare lungo un marciapiede ma a stento riusciva a reggersi in piedi. Poche volte nella sua vita si era ridotto in quello stato. Ancora qualche passo incerto e po si accasciò lungo un angolo del marciapiede in attesa di sentirsi meglio, o almeno cosi sperava.

Jennifer era a letto, seduta contro un cuscino messo in posizione verticale. L'altro alto del letto era vuoto poichè Nicholas era stato chiamato per interpretare una piccola parte in un film indipendente. L'aveva definita 'una grande occasione' e di certo Jennifer non se l'era sentita di chiedergli di restare. Così, in quella fresca e buia sera, Jennifer se ne stava da sola sotto le coperte al caldo. Era immobile e continuava a fissare il televisore pur non guardando davvero il programma di serie b che in quel momento stava andando in onda. Non sentiva Josh da quella mattina e questo la faceva stare in pensiero. Nessuna chiamata, nessuno messaggio. Sembrava proprio che in quella giornata Josh si fosse dimenticato di lei e della sua esistenza. Con le mani picchiettava sulla pancia mentre il rumore dei pensieri si faceva sempre più insopportabile.
Persa in un altro mondo, quasi non si accorse del telefono che continuava a squillare con insistenza. Tolse il volume al televisore e dopo essersi rivolta verso la parte destra del letto, prese l'iphone tra le mani e rispose sorridendo. “Josh?” disse cercando di mascherare il suo entusiasmo. Jennifer attese alcuni istanti prima di parlare nuovamente. “Pronto?” ripeté più di una volta non sentendo la voce del ragazzo rispondere dall'altra parte del telefono. “Jen..c-c-ciao” rispose poi a fatica Josh. “Josh, stai bene?” domandò la ragazza notando nel suo tono di voce qualcosa di insolito. “No..” rispose semplicemente Josh dall'altra parte. “Che succede?” domandò ancora la ragazza cercando di capire quale fosse il problema che l'aveva spinto a chiamarla di notte. “Il ritardo Jen..il r-r-ri-ritardo” farfugliò Josh. Jennifer sbuffò mettendo a fuoco la situazione. “Josh, sei ubriaco?” chiese retoricamente la ragazza con tono seccato ma allo stesso tempo stupito. Josh non si era mai comportato così. “N-n-no, non s-s-sono ubriaco.” rispose il ragazzo cercando di giustificarsi. “Senti, si può sapere per quale motivo mi hai chiamata? Se vuoi ubriacarti insieme alla tua ragazza fai pure, ma lasciami dormire! Buonanotte!” disse tutto d'un fiato Jennifer. Stava per mettere giù quando senti la voce di Josh rispondere alle sue accuse. “Jen, ti prego. Ho..ho bisogno di te.” esclamò il ragazzo in preda alla disperazione. Jennifer si sentiva arrabbiata, ma nell'udire quelle parole si sentì il cuore sciogliere e non poteva che mettere da parte la sua seccatura per aiutarlo.
Domandò a Josh dove si trovasse e dopo aver segnato la via ed avergli raccomandato di non muoversi, uscì di casa e si recò nel garage. Girò le chiavi e subito il motore della macchina si risvegliò dal suo sonno notturno. Accese i fari e in tutta fretta si diresse nel luogo che Josh le aveva indicato. Jennifer impiegò quasi una ventina di minuti per arrivare e non appena parcheggiò la macchina vicino al locale, scese sul marciapiede iniziando a cercare Josh. Pochi metri e subito il suo sguardo incontrò una figura rannicchiata contro l'asfalto, illuminata solo dalla debole luce di un lampione non troppo distante. “Ehi, tutto bene?” chiese Jennifer dopo essersi inginocchiata vicino al ragazzo. Non appena si rese conto del suo arrivo, gli occhi di Josh si illuminarono. “Ma che ci fai qui Josh?” domandò ancora Jennifer scrollando la testa. “Io n-n-non lo so.” rispose a fatica il ragazzo tenendo lo sguardo basso. “Ti riporto in albergo, ok?” esclamò Jennifer mentre tentava di farlo alzare. “No, ti prego. P-p-portami da te.” implorò Josh alzando finalmente lo sguardo e incontrano gli occhi blu di Jennifer. La ragazza si guardò intorno e poi si lasciò sfuggire un sospiro. “Ti prego Jen, t-t-ti prego.” continuava a ripetere Josh urlando. Non riusciva a controllare le sua azioni né le sue parole. “Va bene, va bene! Non urlare però!” sussurrò Jennifer mettendo un dito davanti alla bocca di Josh. Il ragazzo rise e con un piccolo aiuto riuscì ad alzarsi. Camminò barcollando verso la macchina di Jennifer, mentre quest'ultima cercava di sorreggerlo più che poteva. Una volta raggiunta la vettura, la ragazza aprì lo sportello e aiutò Josh ad entrare, poi fece il giro ed entrò in macchina a sua volta. Accese nuovamente il motore mentre sentiva Josh farfugliare cose senza senso. Jennifer non faceva che chiedersi per quale motivo Josh si fosse ridotto in quello stato. L'unica volta in cui lo aveva visto ubriaco era stato al party di Mockingjay a Cannes. Ricordava perfettamente di come quella sera avessero bevuto entrambi qualche bicchiere di troppo e di come poi si fossero messi a ballare in mezzo alla pista non curandosi delle altre persone. Si erano divertiti come pazzi anche se a caro prezzo visto che il giorno seguente non avevano fatto altro che vomitare. Le parole di Josh riportarono poi Jennifer alla realtà. “N-n-non posso, non c-c-ce la f-faccio..” balbettava il ragazzo in continuazione. Jennifer si voltò verso di lui mentre tentava di parcheggiare il veicolo davanti casa. “Non ce la fai a fare cosa Josh?” domandò Jennifer non capendo di cosa il ragazzo stesse parlando. Era in pensiero per lui e non sapeva come aiutarlo. “Dai Josh, andiamo a casa..” continuò Jennifer prendendolo per un braccio.
A fatica raggiunsero il portone e dopo aver girato le chiavi nella serratura finalmente entrarono in casa. Josh barcollava a destra e a sinistra e Jennifer non era molto stabile dato il suo stato di attesa. Improvvisamente Josh cadde sulla prima poltrona che trovò in salotto e Jennifer non riuscì a trattenere le risate. “Josh!” esclamò ridacchiando. Il ragazzo rispose con un verso che di sicuro non apparteneva alla lingua parlata. La ragazza si avvicinò alla poltrona rossa e si accovacciò vicino a Josh. “Ti preparo il letto, tu intanto togliti i vestiti così puoi metterti a dormire un po'.” sussurrò la ragazza avvinandosi al suo orecchio. “Mhhh..” rispose Josh senza muoversi di un millimetro. Jennifer sorrise ancora per poi recarsi nella stanza degli ospiti. Prese dall'armadio delle lenzuola pulite e in meno di 5 minuti un letto caldo e accogliente attendeva il suo ospite. Jennifer aveva appena finito di mettere il cuscino al suo posto quando sentì un rumore di passi salire le scale e subito dopo Josh comparve sulla porta. “Josh mi hai fatto prendere un colpo!” esclamò Jennifer mettendosi una mano sul petto. “Scusa..” rispose il ragazzo avanzando verso il letto. Jennifer continuava ad osservarlo. Non poteva essere arrabbiata con Josh, o almeno non ora che si trovava in quelle condizioni. Lo prese per un braccio, mentre con la mano destra lo accompagnò dolcemente verso il letto per farlo sedere. “Forza che ti aiuto!” esclamò Jennifer sorridendo e iniziando a togliere la maglietta a Josh. Per un attimo sentì un brivido scorrerle lungo la schiena. Il petto di Josh era caldo e le sue braccia marchiate da muscoli erano così accoglienti che Jennifer dovette fare affidamento a tutta la sua forza per non lasciarvisi sprofondare al loro interno. Sospirò più di una volta e a testa bassa continuò la sua opera. Josh non faceva che fissarla e la ragazza si sentiva in imbarazzo. Poi inaspettatamente e senza preavviso Josh le mise una mano sul pancione e Jennifer rabbrividì. Le dita del ragazzo scorrevano dolcemente lungo la superficie liscia. “Mi fai il solletico!” esclamò Jennifer ridacchiando. Josh rise a sua volta in modo piuttosto strano ma Jennifer non ci fece troppo caso. “Sono sicuro che s-s-sarà una femminuccia e che sarà bella come te!” esclamò Josh. Jennifer si sentì arrossire e cercò di mascherare il suo imbarazzo. Anche in versione ubriaca, Josh era terribilmente dolce e premuroso. Dopo circa 10 minuti di risate e di atti di forza, alla fine Jennifer riuscì a mettere Josh a letto. Il ragazzo si rannicchiò tra le coperte, ancora stordito a causa dell'eccesso di alcool. Jennifer si alzò dal letto per andare a dormire anche lei ma Josh le afferrò la mano prima che potesse alzarsi del tutto. “R-r-resta..” sussurrò il ragazzo con un filo di voce. Jennifer sorrise e senza aggiungere altro si sdraiò nel letto accanto a Josh. I loro occhi subito si incontrarono e Jennifer non riusciva a smettere di sorridere. Gli occhi di Josh erano così belli, così magnetici. Tuttavia Jennifer riusciva a vederci anche un velo di tristezza. Cosa gli era successo? Perchè si era ridotto in quelle condizioni? La ragazza era impaziente di avere delle risposte, risposte che però non sarebbero arrivate prima di domani mattina. “Grazie..” sussurrò Josh sorridendo. Jennifer ricambiò il sorriso per poi allungare una mano sulla sua guancia. Iniziò a passare delicatamente le dita sulla superficie del viso di Josh, mentre il ragazzo continuava a fissarla con un'espressione di gratitudine. “Ma cosa devo fare io con te?” disse ironicamente Jennifer sorridendo. “Jen..” replicò Josh per poi fare una pausa. “Che c'è?” disse Jennifer avvicinandosi di qualche centimetro. Ancora alcuni istanti di silenzio e poi Josh riprese a parlare con un filo di voce. “Ti amo..” sussurrò tenendo gli occhi chiusi per la stanchezza.
L'espressione di Jennifer cambiò di colpo. Fissò per alcuni istanti Josh in silenzio, poi sospirò. “Josh, sei ubriaco!” replicò alzandosi dal letto di colpo. In quel momento, al suono di quelle due parole, si era sentita terribilmente vulnerabile e aveva sentito la necessità immediata di uscire da quella stanza. Si voltò un'ultima volta per guardarlo raggomitolato tra le coperte e poi se ne andò, chiudendo la porta dietro le sue spalle. Attraversò il corridoio e una volta arrivata nella sua stanza, si mise il pigiama e si infilò sotto le coperte. Non riusciva a togliersi dalla testa quelle due parole che Josh le aveva detto poco prima. Il ragazzo era chiaramente fuori di sé e non sapeva quello che diceva eppure Jennifer continuava a pensarci. 'Non è forse vero che quando si è ubriachi si tende a dire sempre quello che si pensa realmente?' continuava a chiedere a sé stessa senza trovare trovare però una risposta soddisfacente. Alla fine, presa dalla stanchezza e dallo stress si addormentò.
Il mattino seguente la sveglia suonò intorno alle 8 e Jennifer dopo aver esitato per alcuni minuti alla fine si alzò. Si diresse subito in cucina dopo aver controllato se Josh stesse ancora dormendo. Aveva aperto la porta della stanza degli ospiti con tutta la delicatezza possibile e lo aveva visto ancora immobile sotto le coperte. Preparò il caffè e prese alcuni biscotti al cioccolato dalla credenza. Proprio mentre stava sorseggiando dal bordo della sua tazza rossa, Jennifer sentì un rumore di vibrazione. Iniziò ad aggirarsi per la casa cercando la fonte di quel suono. Avvicinandosi alla poltrona rossa dove Josh si era praticamente tuffato la sera prima, si accorse che il suono proveniva proprio dalla giacca del ragazzo. Jennfer iniziò così a frugare tra le tasche e finalmente nella destra trovo il telefono di Josh che stava squillando. La ragazza senza pensarci troppo rispose. “Pronto?” esordì Jennifer in tono interrogativo. “Pronto chi parla?” rispose una voce femminile dall'altra parte. Jennifer capì subito a chi apparteneva quella voce così agitata. “Allison, sono Jennifer, Jennifer Lawrence..l'amica di Josh.” controbatté la ragazza. La voce dall'altra parte tacque per alcuni istanti e poi riprese con le domande. “Jennifer? Dov'è Josh? Perchè hai il suo telefono?” domandò Allison seccata e indispettita. Jennifer sospirò, era davvero una situazione imbarazzante. “Josh ieri sera, ecco..si è sentito poco bene!” esclamò Jennifer. Allison era chiaramente seccata e Jennifer non poteva darle torto. “Potresti dire a Josh che ci terrei fosse presente quando sapremo dell'arrivo di nostro figlio?” esclamò la ragazza sbuffando. Jennifer rimase pietrificata. “Ok..” rispose con un filo di voce per poi rimanere con il telefono accostato all'orecchio destro nonostante Allison avesse messo giù. In quel momento sentiva una stretta nel petto che a fatica le permetteva di respirare. 'Allora è per questo che Josh era in quello stato ieri. Allison è incinta.' Pensò Jennifer mettendosi a sedere sulla poltrona. Rimase immobile a fissare il vuoto senza dire nulla, poi le lacrime iniziarono a rigarle il viso.

Josh aprì gli occhi a fatica quella mattina. Sentiva un cerchio alla testa che lo faceva stare male. Si alzò delicatamente dal letto e non appena si guardò intorno gli prese un colpo. Non era nella sua stanza d'albergo, ma a casa di Jennifer. Conosceva quella stanza, l'aveva già vista diverse volte quando era venuto a casa sua. Quello che non riusciva a capire però, era il motivo per cui si trovasse in quella stanza e soprattutto a casa di Jennifer mezzo nudo sotto le coperte. Non riusciva a ricordare nulla della sera precedente e questo gli mise addosso una forte ansia. Si mise di corsa i vestiti e si precipitò a scendere le scale per recarsi al piano terra.
Non appena scese anche l'ultimo scalino, vide Jennifer seduta su una poltrona rossa immobile a fissare il vuoto. “Jen..” esclamò Josh per richiamare la sua attenzione. La ragazza si voltò di colpo, fulminandolo con lo sguardo. Josh notò gli occhi rossi che decoravano il viso di Jennifer e subito sentì un nodo alla bocca dello stomaco. “Senti Jen, io non mi ricordo nulla, cosa è succe..” “Ha chiamato Allison e mi ha detto di dirti che vorrebbe tu ci fossi per l'annuncio della nascita di vostro figlio.” disse Jennifer interrompendolo. Quelle parole per Josh furono come una pugnalata nel petto. Abbassò lo sguardo senza dire nulla. Jennifer sospirò, cercando di trattenere le lacrime. “Perchè non me l'hai detto Josh?” continuò la ragazza con tono deluso. “Cosa avrei dovuto dirti?” controbatté Josh avvicinandosi alla poltrona dove sedeva Jennifer. “Che sto per diventare padre e non sono pronto? Che Allison forse è incinta e io non so cosa fare? Che sto con lei ma non sono sicuro di volerci passare il resto della mai vita insieme? Esattamente quale di queste cose avresti voluto sentirti dire Jen?” continuò Josh inginocchiandosi accanto a Jennifer. La ragazza rimase davvero stupita, non aveva mai visto Josh reagire in quel modo. “Josh..” sussurrò Jennifer poggiando una mano sulla testa del ragazzo e iniziando a passare le dita tra i suoi capelli castano scuro. “Jen, non so che cosa fare, non so come comportarmi..ti prego dimmi cosa devo fare. Ti prego dimmelo tu.” disse Josh non riuscendo a trattenere più le lacrime. Non avrebbe mai pensato di dirlo, ma l'idea di avere un figlio in quel momento lo faceva sentire in gabbia. Jennifer si inginocchiò accanto a lui e lo strinse in un abbraccio. “Josh, ci sono io con te. Non ti lascerò da solo, te lo prometto.” gli sussurrò nell'orecchio destro. Il ragazzo si lasciò stringere da quel dolce abbraccio. Jennifer la sera precendete, prima di cadere nel sonno, aveva deciso di chiedergli il significato di quel 'Ti amo' ma improvvisamente si era resa conto che la cosa avrebbe solo peggiorato la situazione. Ogni volta che Jennifer e Josh sembravano essere più vicini, subito c'era qualcosa che nuovamente riusciva a renderli più distanti e questa volta non fece eccezione. “Ora sarà meglio che vada..” esclamò Josh mollando la presa sul corpo di Jennifer. “Si, certo..” rispose la ragazza allontanandosi. Entrambi erano molto imbarazzati. Josh era riuscito a fermare le lacrime anche se continuava a sentirsi allo stesso identico modo. Si fece forza e dopo aver raccolto le sue cose si diresse verso la porta. “Allora aspetto una tua chiamata, ok?” disse Jennifer mentre gli apriva la porta. “Si, ti chiamo non appena so qualcosa.” rispose Josh uscendo. Jennifer gli diede un bacio sulla guancia, poi una carezza e infine lo lasciò andare.

Josh arrivò alla clinica dove Allison gli aveva dato appuntamento e con ancora un gran mal di testa entrò nella struttura. Non appena arrivò nella sala d'attesa, subito i suoi occhi trovarono la sua ragazza. Josh si mise a sedere accanto a lei e subito le rivolse un sorriso. “Si può sapere dove sei stato?” esclamò Allison seccata senza neanche guardarlo negli occhi. “Ieri sera non mi sentivo bene e cosi io..” rispose Josh cercando di inventare una scusa plausibile. “Ma te ne importa qualcosa di me o di questo bambino?” controbatté la ragazza. “Allison ma che dici io..” “Prego ragazzi, il dottore vi attende!” esclamò un'infermiera interrompendo Josh. Entrambi si alzarono e dopo aver camminato per alcuni metri entrarono in un piccolo studio. Dall'altra parte del tavolo sedeva un uomo in camice bianco, che teneva in mano dei fogli e con lo sguardo fisso sullo schermo di un computer. “Salve!” esordì il medico con un sorriso. “Salve..” risposero Allison e Josh quasi nello stesso istante. “Prego accomodatevi.” li invitò il dottore, indicando con un cenno le due sedie vicine al suo tavolo.
Josh prese posto su quella sedia, mentre le gambe non facevano che tremare. Era lì, con lo sguardo fisso sul dottore, in attesa di sentire la notizia che probabilmente avrebbe cambiato la sua vita per sempre. 

 

Salve a tutti :) Tra una sclerata e l'altra di questi giorni, finalmente sono riuscita ad aggiornare! Come al solito non sono troppo soddisfatta di quello che ho scritto ma spero comunque che sia di vostro gradimento e che l'attesa ne sia valsa la pena :) Se trovate qualcosa su cui avete da ridire, non esitate a farlo..le critiche sono sempre bene accette :) 
Un bacio a tutti e buon weekend :*
Sara!

 

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Capitolo 14
*** Costantemente separati. ***


Josh aveva lo sguardo fisso su un piccolo orologio che si trovava sulla scrivania del dottore. I suoi occhi erano concentrati sul movimento delle lancette. Tic-tac, tic-tac. I secondi sembravano ore e più il dottore manteneva un asfissiante silenzio, più Josh sentiva crescere dentro un'ansia incontrollabile. Aveva entrambe le mani poggiate sopra le ginocchia e le muoveva ritmicamente avanti e indietro. Continuava a chiedersi in che modo si sarebbe dovuto comportare, quali parole avrebbe dovuto dire, ma dalla sua bocca non uscì neanche una sillaba. “Allora..” disse il dottore sistemando alcuni fogli nell'angolo destro della scrivania. “Lei è la signorina Allison Stewart, giusto?” domandò il dottore rivolgendosi alla ragazza seduta vicino a Josh. “Si, sono io!” esclamò Allison con entusiasmo e stringendo la mano di Josh da sotto il tavolo. “Lei invece è il signor Josh Hutcherson, il fidanzato presumo.” chiese nuovamente il dottore. Josh si schiarì la gola. “Si..” rispose con un filo di voce per poi rivolgere uno sguardo ad Allison. Non l'aveva mai vista così felice. Era raggiante e sembrava brillare di luce propria. Il ragazzo si sentiva uno schifo. Non solo non la stava appoggiando, ma non era neanche certo di voler diventare padre. “Benissimo! Allora queste sono le sue analisi..” continuò il dottore iniziando ad analizzare con lo sguardo i dati riportati su quel bianco foglio di carta. Josh lo fissava, mentre sentiva il respiro farsi sempre più affannato. Il medico tossì, poi finalmente spezzò il suo silenzio. “Signorina, mi rincresce darle questa notizia, ma lei non è incinta.” disse per poi poggiare i fogli sulla scrivania e incrociare le mani. Al suono di quelle parole, Josh fece un respiro profondo. Era dura ammetterlo anche a sé stesso, ma quelle parole erano state una boccata d'aria meravigliosa. Si sentiva immensamente sollevato e il suo respiro a poco a poco tornò alla sua normale frequenza. “Ma-ma come..io ho un ritardo, devo essere incinta!” rispose Allison tenendo gli occhi fissi sul medico. Quest'ultimo tirò un lungo sospiro e poi iniziò a muovere la testa da destra verso sinistra. “Mi dispiace signorina Allison, ma come lei ben sa, molto spesso questi ritardi non sono dovuti alla gravidanza ma possono dipendere anche da altri fattori come per esempio lo stress.” rispose il dottore in tono formale. La mano di Allison si strinse ancora più forte intorno a quella di Josh e le sue guance iniziarono ad inumidirsi con fredde lacrime. “Josh..” sussurrò la ragazza per poi poggiare la testa sulla spalla del suo fidanzato. Josh le mise una mano tra i capelli e cercò di consolarla come meglio poteva. Rivolse uno sguardo al dottore, il quale alzò le spalle quasi volesse discolparsi della brutta notizia appena data. “Grazie dottore..” disse Josh per poi alzarsi insieme ad Allison e lasciando la piccola stanza d'ospedale.
Il loro viaggio di ritorno in albergo fu' piuttosto silenzioso. Allison aveva la testa rivolta verso il finestrino e Josh poteva sentirla tirare su con il naso di tanto in tanto. Era chiaramente distrutta, ma il ragazzo non sapeva che cosa fare, così rimase anche lui in silenzio, guardando dall'altra parte.
Dopo poco più di 20 minuti di viaggio silenzioso, i due ragazzi tornarono in albergo. Allison spalancò la porta della stanza per poi chiudersi in bagno. Josh chiuse con delicatezza e poi bussò per accertarsi che la sua ragazza stesse bene. “Allison? Tutto ok?” domandò Josh alzando la voce nel tentativo di farla arrivare dall'altra parte. “No..” rispose una voce femminile con incertezza. “Posso entrare?” chiese Josh nuovamente con gentilezza. “No Josh, preferisco restare da sola, scusa..” controbatté Allison dall'altra parte. “Ok..” rispose il ragazzo senza fare troppe storie. Josh si mise a sedere sul soffice letto ma pochi secondi dopo sentì la porta del bagno aprirsi in tutta fretta. “Lo vedi? E' cosi che fai tu!” iniziò ad urlargli contro Allison. “Allison ma che dici?” controbatté Josh stupito. “Oh non fare finta di nulla! Non te ne frega niente se non sono incinta Josh, è chiaro come il sole, quindi per favore smettila di fare finta di essere dispiaciuto!” ora Allison stava piangendo. Josh non sapeva cosa fare, si alzò dal letto e andò incontro alla ragazza nel tentativo di abbracciarla. “Ehi, ehi, shhhh..non piangere, io ti sono vicino.” disse Josh con un tono di voce rassicurante. La ragazza si strinse tra le sua braccia. “Voglio tornare in Europa Josh, sono stanca di questo posto!” disse Allison con voce tremante, alternando parole e singhiozzi. Il ragazzo rimase in silenzio. Avevano ancora qualche giorno da poter passare qui, e non era di certo tra i suoi pensieri l'idea di tornare in Europa prima del previsto. Josh rimase in silenzio, senza dire nulla e continuando a stringere la ragazza tra le sue braccia.
Dopo circa 10 minuti di disperazione, Allison sembrava essersi calmata. Aveva preso un sonnifero e si era messa a riposare nel tentativo di mettere un punto a quella triste giornata. Josh approfittò del momento, prese l'iphone, il portafogli e scese giù in cerca di una macchina da poter affittare. Aveva bisogno di un'unica persona in quel momento e doveva andare da lei.

Jennifer se ne stava sul divano insieme a Nicholas a guardare qualche film in televisione. Di tanto in tanto si scambiavano qualche bacio e qualche parola. Nicholas non faceva che prendere in giro sua moglie per via del suo aumento di peso. Jennifer non faceva altro che parlarne dalla mattina alla sera. Si vedeva grassa e non lo sopportava e suo marito adorava scherzare su questo argomento. “Sto diventando una palla!” esclamò Jennifer. “Si, ma sei una palla davvero molto carina!” controbatté Nicholas ridacchiando. Jennifer rise a sua volta. “Tu dovresti supportarmi e dirmi che ho un corpo sexy e perfetto!” rispose Jennifer incrociando le braccia sul pancione. Nicholas le prese le mani. “Amore, ma tu hai un corpo sexy e perfetto, solo che ogni volta che te lo dico non mi credi!” esclamò Nicholas per poi darle un piccolo bacio sulla punta del naso. La ragazza sorrise.
Improvvisamente però, Jennifer sentì l'iphone vibrare e allungò il braccio per prendere il telefono. Non appena lesse il nome del mittente subito cercò una scusa per alzarsi dal divano. Visto quello che era successo tra Nicholas e Josh, Jennifer non voleva di certo far insospettire suo marito. La ragazza si alzò in piedi. “Dove stai andando?” domandò Nicholas sorpreso. “Eh...eh che mi ha scritto un messaggio mia madre e mi ha detto di controllare se ho una cosa in cucina. T-t-torno subito, tu continua a guardare il film!” disse Jennifer cercando di non balbettare. Nicholas annuì con la testa per poi girarsi nuovamente con lo sguardo verso il televisore. La ragazza raggiunse la cucina e subito si mise seduta intorno al bancone. Non aveva ancora aperto il messaggio, non ce la faceva. La verità è che si sentiva terrorizzata all'idea che Allison fosse incinta per davvero. Non sapeva bene perchè, ma il solo pensiero che Josh sarebbe diventato il padre dei suoi figli, la faceva stare male. Fece un lungo respiro e con il film del salotto in sottofondo, si decise ad aprire il messaggio di Josh. Non appena lo lesse, una strana espressione invase il viso di Jennifer. Il messaggio di Josh non era chiaro e la ragazza non riusciva a capire cosa fosse effettivamente successo a riguardo della questione 'gravidanza'. 
'Ho bisogno di te.'
aveva scritto semplicemente il ragazzo.
Jennifer iniziò a mordersi le dita. Che cosa avrebbe dovuto fare? Nel dubbio, decise di chiamare Josh e sentire quale fosse il problema. “Shrader..” rispose subito una voce dall'altra parte dopo pochi squilli andati a vuoto. “Ehi, mi hai fatto morire di paura in queste ore, tutto ok Josh?” domandò Jennifer a bassa voce cercando di non farsi sentire da Nicholas. “Sono quasi arrivato davanti a casa tua, potresti uscire per 10 minuti?” domandò Josh lasciando Jennifer senza parole, di certo non se lo aspettava. “Josh... Nicholas è in casa..come faccio?” sussurrò la ragazza mentre con lo sguardo cercava di sbirciare cosa stesse facendo suo marito. “Ti prego Jen, solo 10 minuti.” controbatté il ragazzo. Jennifer sbuffò più di una volta. “Okay, dai mi invento qualcosa, aspettami davanti alla casa che si trova accanto alla mia.” sussurrò Jennifer mettendo una mano davanti alla bocca. “Okay, ti aspetto..” rispose Josh per poi mettere giù. La ragazza iniziò a fare avanti e indietro per la cucina, nell'attesa che le venisse un'idea o un piano da mettere in atto per poter raggiungere Josh senza farlo sapere a Nicholas. Dopo 5 minuti, con passo incerto si recò nel salotto. “Ehi Nick, devo andare da mia madre per una 20 di minuti, ti dispiace?” esclamò Jennifer cercando di essere credibile. “A fare cosa?” domandò Nicholas. La ragazza iniziò a muovere le mani nervosamente. “E' per una cosa di famiglia, una questione di poco conto ma vorrebbe che io fossi presente..” rispose balbettando. “Vuoi che venga con te?” chiese il ragazzo mentre continuava a guardare il film. “Nono, non ti preoccupare, vado da sola!” esclamò subito Jennifer agitando le mani in segno di rifiuto. “Okay, stai attenta e non fare sforzi inutili!” disse Nicholas a mo' di raccomandazione. “Certo, grazie a più tardi.” rispose Jennifer dandogli un bacio sulla guancia. Si aggiustò come meglio poteva e poi, dopo aver preso il cappotto dall'appendiabiti, uscì di casa.
Non appena si ritrovò nel vialetto, iniziò a cercare con lo sguardo la macchina di Josh parcheggiata. Dopo alcuni secondi di perlustrazione, finalmente i suoi occhi incontrarono una figura maschile appoggiata contro lo sportello di una macchina blu. Dopo tanti anni, Jennifer ancora non riusciva a spiegarsi come fosse possibile sentire una stretta allo stomaco ogni volta che lo vedeva. Si avvicinò in tutta fretta e non appena lo raggiunse lo abbracciò. “Hey!” esclamò Josh facendo un respiro profondo. “Mi dispiace averti fatto uscire cosi di corsa ma avevo davvero bisogno di vederti.” continuò. Jennifer si sentì improvvisamente arrossire. “Non importa..” rispose sorridendo. Josh sorrise a sua volta. “Dopo di te!” esclamò il ragazzo aprendo lo sportello della macchina e invitando Jennifer a salire. Nel giro di qualche secondo entrambi erano in macchina a fissarsi l'un l'altro. “Ci spostiamo di qui, va bene?” domandò Josh rivolgendosi a Jennifer. La ragazza annuì, di certo non voleva rischiare di farsi beccare da Nicholas. Si allontanarono di circa 500 metri o poco più e rimasero seduti in macchina. Viste le condizioni di Jennifer, Josh non voleva di certo farle prendere freddo o farla stancare. “Allora? Com'è andata?” domandò Jennifer rompendo il silenzio. Era ansiosa di sentire la risposta di Josh ma allo stesso tempo si sentiva anche terrorizzata. “Beh..Allison non è incinta.” rispose Josh tenendo lo sguardo fisso sul volante. Jennifer cercò di mascherare il suo sollievo nel sentire quelle parole. Per tutta la giornata aveva temuto di perdere per sempre Josh e questa era una cosa che proprio non avrebbe potuto sopportare. “Mi dispiace Josh..” disse Jennifer prendendo la mano del ragazzo. Josh tirò un lungo sospiro prima di rispondere. “A me no, pensa..” rispose con tono amareggiato. Jennifer rimase a fissarlo senza dire nulla. “Sono una persona orribile Jen. Sono un egoista. Allison pensava di essere incinta e io non ho fatto altro che sperare che fosse solo un falso allarme. Ora lei è distrutta e io invece mi sento sollevato. Ma che cos'ho che non va?” continuò con tono frustrato. Jennifer gli prese entrambe le mani e si avvicinò a lui sganciando la cintura di sicurezza. “Josh, non hai niente che non va! Semplicemente non ti sentivi pronto ed è normale. Non sentirti in colpa per essere stato sincero con te stesso. Hai ammesso sin da subito quello che provavi. Non c'è cosa più grave che mentire a noi stessi convincendoci a non fare cose che in realtà potrebbero renderci davvero felici.” esclamò Jennifer per poi fare una pausa. Aveva appena pronunciato delle parole che l'avevano toccata nel profondo. 'Mentire a noi stessi' sembrava essere proprio quello che Jennifer stava facendo da parecchio tempo. Josh le rivolse uno sguardo amareggiato. Entrambi erano consapevoli che quelle parole erano in grado di descriverli alla perfezione. Jennifer ricambiò quello sguardo e nel sentire gli occhi di Josh su di lei e sul suo corpo, si rese conto che quella era l'occasione perfetta per smettere di fingere e di mentire. Si fece avanti e facendo forza sul sedile, si spinse contro le labbra di Josh. Le loro labbra erano sul punto di incontrarsi ma Josh si tirò indietro. Jennifer, che aveva ancora gli occhi chiusi, rimase di sasso. Mosse le palpebre e vide il viso di Josh lontano dal suo. “Mi dispiace Jen, non posso. Sei stata tu la prima a dire che non avrebbe potuto funzionare. Mi dispiace ma sono successo troppe cose ed è troppo tardi.” esclamò Josh con un filo di voce mentre cercava di incontrare lo sguardo di Jennifer. Quest'ultima, imbarazzata, cercava invece di evitare i suoi occhi marroni, anche se con scarsi risultati. “Mi dispiace, io...io non so che mi sia preso. Buonanotte!” rispose la ragazza per poi uscire di corsa dalla macchina. Josh aprì lo sportello e uscì a sua volta. “Jen aspetta, ti accompagno a casa!” disse alzando il tono di voce. La ragazza fece un segno di negazione con la mano mentre continuava a camminare cercando ti tenere un passo spedito. “Jennifer!” urlò di nuovo Josh cercando di attirare la sua attenzione, ma niente da fare. Più passavano i secondi e più Jennifer si faceva lontana. Josh poggiò entrambe le braccia sulla parte superiore dello sportello, poi seguì la testa.
Erano mesi che desiderava le labbra di Jennifer ed ora che finalmente aveva avuto la possibilità di assaporarle, si era tirato indietro. Era stato più forte di lui, proprio non ce l'aveva fatta. Con l'amaro in bocca e la sensazione di aver perso la sua Jennifer per sempre se ne tornò in albergo.

Dopo 10 minuti di camminata, finalmente Jennifer rientrò in casa. Non appena varcò la soglia, subito Nicholas l'accolse a braccia aperte. La ragazza si lasciò abbracciare. “Hai risolto la questione con tua madre?” domandò Nicholas con fare curioso. “Si, si. Tutto okay. Ti dispiace se vado a farmi una doccia? Sono davvero a pezzi!” domandò Jennifer liberandosi dalla presa di suo marito. “No, certo che no, vai pure!” rispose Nicholas lasciandola andare.
Jennifer salì le scale e in tutta fretta si recò in bagno. Chiuse la porta e poi girò il rubinetto dell'acqua calda. Subito un grande flusso iniziò a fuoriuscire e un gran rumore iniziò ad espandersi per tutta la stanza. Jennifer aveva fatto fatica a trattenere le lacrime ma ora non ce n'era più motivo. Ora poteva sfogarsi. Entrò nella doccia e dopo alcuni istanti si mise a sedere per terra. Piccole gocce di acqua calda iniziarono a rigarle il viso e subito dopo si aggiunsero anche le lacrime. Si portò le mani alla fronte. “Sei una stupida!” continuava a ripetere picchiettandosi la testa con la punta delle dita. “Sei una stupida. Come hai potuto anche solo pensare che ti volesse davvero. Sei una stupida.” si disse ancora a bassa voce. Aveva cercato di baciare Josh e lui si era tirato indietro. Per tutto questo tempo Jennifer aveva sempre pensato che i suoi sentimenti per Josh fossero ancora ricambiati ma evidentemente non era più cosi. Lei lo aveva rifiutato tempo fa ed ora lui l'aveva dimenticata. Jennifer continuò a rimproverarsi per le sue azioni con la consapevolezza che da quel momento in poi, le cose tra lei e Josh, non sarebbero più state le stesse.

Una volta arrivato in albergo Josh salì in camera in tutta fretta. Aveva bisogno di chiarire la situazione con Allison e voleva cercare di risolvere i loro problemi, ma soprattutto voleva scusarsi per il modo in cui si era comportato. Purtroppo però, non appena varcò la soglia, trovò una sorpresa ad attenderlo. Allison non c'era, se n'era andata. Aveva portato via con sé tutte le sue cose. Non era rimasto nulla di lei, se non un bigliettino lasciato sul comodino.

'Sono stufa di svegliarmi ogni volta e non trovarti dall'altro lato del letto. Mi sento come se tu aspettassi per tutto il giorno di potertene andare chissà dove a fare chissà cosa. Mi sento di troppo. Torno in Francia e se hai intenzione di fare sul serio con me, sai dove trovarmi.

Allison'

Con ancora il biglietto tra le mani, Josh si sedette sul letto. Doveva prendere una decisione, una decisione definitiva. Si distese e con la testa tra le mani, iniziò a ragionare su cosa sarebbe stato giusto o meno fare.

La mattina seguente, Jennifer si svegliò con un gran mal di testa e con i piedi gonfi. A fatica scese lungo le scale e si diresse in cucina. Stava sorseggiando una tazza di caffè quando sentì qualcuno suonare alla porta. Si strinse la vestaglia da notte e aprì la porta curiosa di scoprire chi ci fosse dall'altra parte. L'entusiasmo di Jennifer si spense in meno di un secondo quando si accorse che era semplicemente il postino con le sue bollette e coupon pubblicitari. La ragazza prese tutto alla svelta e tornò in cucina. Mentre continuava a sorseggiare dalla sua tazza rossa, iniziò a leggere le varie lettere che erano arrivate. Dopo le prime tre però, i suoi occhi si imbatterono in qualcosa di strano. Una busta bianca, priva di mittente. L'unica cosa che c'era scritta era il suo nome al centro. La ragazza posò immediatamente la tazza e rapidamente aprì la busta al fine di poterne leggere il contenuto.

'Cara Shrader,
so che probabilmente non hai intenzione di parlarmi e non posso biasimarti per questo. Mi sono comportato male, lo so, ma è proprio per questo che ti scrivo una semplice lettera per chiederti scusa. Da quando sono arrivato ho creato solo casini e ho messo a rischio più di una volta la famiglia che pian piano stai costruendo. Il mio arrivo a Louisville ha sconvolto la tua vita ma credimi, Shrader, tu non hai neanche idea di come sia cambiata la mia da quando i nostri occhi si sono incontrati di nuovo. Con un solo istante mi sono reso conto che non ho mai smesso di provare qualcosa per te e che probabilmente non sarò mai in grado di farlo. E' proprio per questo che ieri sera non ho ricambiato il tuo bacio ed è proprio per questo che ho deciso di partire e di tornare in Europa. Non voglio che tu metta a rischio il tuo matrimonio solo per me. Hai una famiglia meravigliosa che ti aspetta e Dio solo sa quanto Nicholas sia fortunato ad averti e a poterti stringere tra le sue braccia ogni volta che vuole. Sei una persona straordinaria e meriti il meglio che la vita ha da offrirti. Spero che dopo questa lettera le cose tra di noi non cambino e spero che continuerai a considerarmi la 'tua roccia' come hai sempre fatto.
Mi mancherai più di qualsiasi altra cosa al mondo e non passerà giorno in cui non penserò a te.
Ci vediamo presto Shrader,

Josh'

Dopo aver terminato la lettura, una prima lacrima cadde sul foglio sciogliendo una parte di inchiostro, poi seguirono le altre.


 

Ciaaaaaao a tutti :) Eh si lo so, come al solito ho aggiornato in ritardo e come al solito mi dispiace! Il fatto è che in questo ultimo periodo (stranamente) ho sempre molto da fare e in questa settimana mi sono successe tante di quelle cose (tra le quali incontrare Josh e Sam al festival di Roma oh my god) e quindi, come al mio solito, ho lasciato la storia in secondo piano! Ma meglio atrdi che mai quindi eccomi qui con questo 14 capitolo! Spero che vi piaccia e come al solito ringrazio tutti colore che continuano a leggermi nonostante tutto quello che scrivo! Un bacio e ci vediamo alla prossima! Buon weekend :)
Sara! 

 

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Capitolo 15
*** Una verità nascosta. ***


Jennifer rimase in cucina a fissare quel foglio bianco ormai pasticciato di inchiostro per 10 minuti. Continuava a sentire le lacrime calde che le scendevano lungo le guance e che poi andavano ad infrangersi contro quelle parole così dolci e allo stesso tempo così tristi. Ormai la situazione tra lei e Josh era diventata davvero assurda. Jennifer si sentiva come in uno di quei film dove per tutto il tempo i due protagonisti sono ostacolati dagli eventi e dalle situazioni più disparate e non riescono a stare insieme. Ma quale finale avrebbe avuto la loro storia? Si sarebbero ritrovati alla fine di queste vicende, proprio come nei film romantici o si sarebbero persi per sempre come accade invece nella realtà? Jennifer non faceva che convincersi della seconda opzione. Il destino aveva dato ad entrambi più di un'opportunità per essere felici insieme ma entrambi non erano stati in grado di coglierle.
Mentre Jennifer era ancora immersa nei suoi pensieri, sentì il rumore della porta che si apriva. Fece un balzo e si passò una mano su entrambe le guance tentando di nascondere le lacrime appena versate. “Jennifer?” urlò la voce di Karen dal corridoio. “Mamma, sono in cucina..” rispose la ragazza con un filo di voce. Una decina di passi e il viso della mamma di Jennifer finalmente spuntò da dietro la porta. “Amore, scusami se non ho avvisato ma..Jennifer tesoro tutto bene?” domandò Karen interrompendosi. Jennifer aveva cercato di nascondere il viso arrossato e il naso tappato ma evidentemente il suo piano era fallito miseramente. La ragazza mosse le spalle senza dire nulla. Karen si mise seduta accanto a lei. “Ti conosco fin troppo bene, che succede?” domandò per poi spostarle una ciocca di capelli dietro l'orecchio destro. Jennifer tirò un sospiro. “Se n'è andato mamma..” esclamò. Pronunciare quelle parole la faceva sentire ancora più vulnerabile e lottava contro se stessa per non far scendere alcuna lacrima. “Chi tesoro?” domandò Karen perplessa. “Josh mamma..se n'è andato lasciando questa stupida lettera e nient'altro. Non è venuto neanche a salutarmi. Se n'è andato come se io non contassi nulla.” rispose Jennifer iniziando a singhiozzare. “Vieni qui..” disse Karen aprendo le braccia e invitando Jennifer ad avvicinarsi per poterla stringere forte. La donna non riusciva a capire perchè sua figlia stesse reagendo in quel modo alla partenza di Josh. “Amore, tu e Josh siete in ottimi rapporti e vi volete un gran bene, sono sicura che tornerà presto. Ora tu devi solo pensare a stare bene e ad essere felice. Non manca molto al parto e tante cose belle ti aspettano.” esclamò Karen accarezzando il viso di sua figlia. Jennifer ascoltò con attenzione quelle parole, realizzando che nonostante Josh non fosse più lì vicino a lei, doveva andare avanti con la sua vita di moglie e di futura mamma. “Mi dispiace, non so cosa mi sia preso..saranno gli ormoni!” disse Jennifer cercando di giustificarsi. Di certo non poteva dire a sua madre che la partenza di Josh l'aveva distrutta perchè sentiva di provare qualcosa per lui. “Dai preparati che andiamo a fare un po' di shopping per te e per il bambino!” esclamò Karen con voce squillante e alzandosi dalla sedia. Jennifer sorrise, si asciugò le lacrime e salì al piano di sopra. Dopo essersi lavata e cambiata, prese il telefono tra le mani e prima di scendere per raggiungere sua madre, compose un numero sul telefono. “Ciao, qui è Josh! Al momento non posso rispondere, lasciate un messaggio e vi richiamerò” rispose la segreteria. Jennifer attese il fatidico beep e poi lasciò il suo messaggio. “Josh, sono io! Ho assolutamente bisogno di parlarti ti prego richiamami.” disse per poi mettere giù. Poi prese la borsa e a piccoli passi scese lungo le scale.

Josh era da poco atterrato all'aeroporto di Parigi. Aveva preso il bagaglio in pochi minuti e si stava recando alla ricerca di un taxi che potesse accompagnarlo nell'albergo dove lui ed Allison alloggiavano da alcuni mesi insieme ad altri membri della crew e del cast. Fece un piccolo gesto con il braccio muovendolo in aria e subito un taxi si fermò davanti alla sua postazione. Dalla vettura uscì un uomo piuttosto grassottello ma dall'aria simpatica e socievole. “Dia pure a me!” disse l'uomo indicando la valigia di Josh. “Oh grazie mille.” rispose Josh con un sorriso e lasciandogli prendere il suo bagaglio. Entrò in macchina, e subito persa lo sguardo fuori dal finestrino. Solo ieri si trovava nel Kentucky ed ora era a Parigi. Poche volte nella sua vita aveva preso una decisione così drastica in così poco tempo e sperava che fosse quella giusta.
Fuori dal finestrino, come per magia, si materiallizarono tutti i momenti che aveva vissuto in questi giorni. Non riusciva a togliersi dalla testa le labbra di Jennifer che si avvicinavano alle sue per un dolce bacio. Se chiudeva gli occhi poteva ancora sentire il profumo della sua pelle e dei suoi capelli. Anche a migliaia di chilometri di distanza, quella fragranza lo faceva tremare. Non appena l'immagine di Jennifer si materializzava nella sua mente però, Josh cercava di mandarla via. Ormai aveva fatto la sua scelta, aveva scelto di provare a stare con Allison e di permettere a Jennifer di vivere la sua vita e godersi la sua nuova famiglia.
Dopo circa 30 minuti di viaggio, e di domande lasciate prive di risposta, Josh arrivò in albergo. Prese i bagagli, pagò il gentile tassista e poi si diresse verso la hall. Il direttore d'albergo lo conosceva bene e non appena lo vide subito lo salutò calorosamente e lo lasciò passare. Alcuni piani d'ascensore e finalmente raggiunse il quarto piano. Camminò per alcuni metri lungo l'elegante e decorato corridoio e infine arrivò alla porta della sua stanza. Prima di bussare, Josh rimase per alcuni istanti a fissarla. Sapeva benissimo che, una volta entrato in quella stanza, avrebbe lasciato dietro di sé tutte le cose successe in questo ultimo periodo, compresa Jennifer. Varcare quella soglia, significava dare una risposta a tutte le sue domande, significava iniziare una nuova vita. Poggiò le mani contro il muro e abbassò la testa. Chiuse gli occhi e ancora una volta il sorriso di Jennifer si materializzò nella sua mente. Quella sarebbe stata l'ultima volta che le avrebbe permesso di invadere i suoi pensieri, l'ultima. Respirò a fondo e poi bussò.
Dopo alcuni secondi la porta si aprì e il sorpreso viso di Allison comparve subito dopo. “Josh?” domandò la ragazza stupita e senza parole. “Ehi..” rispose il ragazzo sorridendo. “Che..che ci fai qui? Non dovresti essere in America?” chiese la ragazza sistemandosi i capelli dietro le orecchie. “Tu che dici?” controbatté Josh per poi darle un bacio sulle labbra. Allison ricambiò il bacio e poi lo circondò con le braccia. “Posso entrare?” domandò poi Josh liberandosi dalla presa della sua fidanzata. “Certo, vieni..” rispose Allison spostandosi dalla porta e invitandolo ad avanzare all'interno della camera. La ragazza continuava a fissarlo con aria perplessa non riuscendo bene a capire quali fossero le sue intenzioni. “Allora ti..quanto ti fermi?” domandò Allison portandosi una mano sulla testa. Josh si girò e la guardò con un faccia stupita. “Quanto mi fermo? Sono tornato per restare!” esclamò Josh ridacchiando. Allison sorrise per poi avvicinarsi a lui e avvolgerlo nuovamente in un caldo abbraccio. Ancora 5 minuti di coccole e poi Josh si diresse verso il bagno per fare una doccia.

Jennifer era appena rientrata in casa dopo il lungo pomeriggio di shopping con mamma Karen e si sentiva davvero esausta. Ormai il suo pancione era cresciuto a dismisura e il parto era sempre più vicino, tanto che anche pochi passi ormai la costringevano a fare una pausa di tanto in tanto. Dopo aver salutato sua madre e averla ringraziata per tutti i regali che le aveva fatto, Jennifer si stese sul divano e poi accese la tv. Mentre la pubblicità andava in sottofondo, la ragazza prese il telefono tra le mani con l'intento di controllare se ci fossero messaggi di Josh, ma non trovò nulla. Provò a chiamarlo di nuovo ma il telefono era sempre spento, così decise di lasciare un altro messaggio in segreteria. “Josh, sono ancora io. So che probabilmente sei impegnato in questo momento ma ti prego cerca di trovare un minuto per richiamarmi, ne ho davvero bisogno.” disse per poi mettere giù. Posò il telefono sulla poltrona rossa e poi si coprì con una coperta e iniziò ad accarezzarsi il pancione. Era una cosa che le piaceva fare e che la faceva entrare in contatto con la creatura che giorno dopo giorno continuava a crescere dentro di lei. Lo sguardo di Jennifer era perso nella televisione quando improvvisamente sentì la sua mano muoversi sul pancione. Presa dallo spavento la ragazza scoprì immediatamente la pancia e iniziò a fissarla. Si mosse di nuovo. Jennifer si rese conto che quel piccolo movimento era il suo bambino che stava scalciando per la prima volta. Iniziò a sorridere e si commosse per la forte emozione. “Ehi, ciao.. sono la tua mamma e non vedo l'ora di conoscerti.” sussurrò rivolgendo il proprio viso verso l'addome. Poche volte nella sua vita Jennifer si era sentita così felice. Continuò ad accarezzare il pancione e a parlare con il suo bambino per quasi tutto il pomeriggio, impaziente del giorno in cui finalmente avrebbe potuto stringerlo tra le braccia.
Le ore passarono e intorno alle 8 Nicholas rientrò in casa. “Amore, ci sei?” domandò chiudendo il portone. “Si, sono qui!” rispose Jennifer mentre era ancora distesa sul divano. “Ehi, ciao!” esclamò Nicholas non appena raggiunse il salotto e la vide. Le diede un bacio per poi sedersi accanto a lei. “Come stai?” domandò circondandola con un braccio lungo la linea delle spalle. Jennifer rimase in silenzio per un istante, indecisa se dire o meno a Nicholas di quello che le era appena successo. Una voce dentro di lei continuava a ripeterle di tenere quel momento speciale per lei così si limitò a rispondere: “Bene, anche se un po' stanca.” poi fece una pausa. “Ho preso la pizza per cena, scusami ma non aveva proprio le forze per mettermi a cucinare!” continuò. “La pizza andrà benissimo. Mi lavo le mani e mangiamo, va bene?” chiese Nicholas alzandosi dal divano e dirigendosi verso il bagno. Jennifer annuì con la testa. Dopo cinque minuti, entrambi si ritrovarono seduti intorno al tavolo della cucina, con un cartone di pizza davanti. “Ho incontrato tua madre oggi pomeriggio..” disse Nicholas iniziando il discorso. “E..?” rispose Jennifer per sollecitarlo a continuare la frase che sapeva essere incompiuta. “Mi ha detto che questa mattina è venuta a farti visita e che ti ha trovata molto giù di morale per la partenza di Josh.” terminò Nicholas. Jennifer smise di mangiare e poggiò sul tavolo il pezzo di pizza che pochi istanti prima stava per addentare. “Ho già spiegato a mamma che era per via degli ormoni che mi trovavo in quelle condizioni!” esclamò Jennifer cercando di difendersi e di giustificarsi. “Ma lo so tesoro tranquilla.” rispose Nicholas per poi mettersi a ridacchiare. “Cosa c'è?” chiese Jennifer in tono seccato. “Oh niente, stavo pensando alla partenza di Josh..” rispose Nicholas continuando ad avere uno stupido sorrisino stampato in faccia. “beh, la trovi una cosa divertente?” insistette Jennifer. “No, non divertente. Più che altro mi rende felice. Era diventata davvero una seccatura averlo sempre tra i piedi e poi così almeno non dovremo più litigare per colpa sua.” rispose Nicholas. Jennifer sentì nascere dentro di se una rabbia che faceva fatica a controllare. “Se abbiamo litigato in questo ultimo periodo è solo per colpa tua!” controbatté la ragazza alzando il tono di voce. Nicholas ne rimase sorpreso e la sua espressione perse di entusiasmo. “Come scusa?” domandò il ragazzo stupito. “Hai sentito benissimo.” rispose Jennifer con lo sguardo basso. Nicholas sbuffò ripetutamente. “Quando la smetterai di difenderlo in ogni circostanza?” chiese il ragazzo fissando Jennifer, la quale cercava di evitare il suo sguardo. “Quando tu la smetterai di parlare male di lui in mia presenza!” rispose lei con tono deciso. “Sono stufo di litigare ogni volta che parliamo!” controbatté Nicholas alzando la voce. “Già, sarebbe meglio smettere di parlare allora.” rispose Jennifer con tono distaccato per poi alzarsi dal tavolo. “Dove stai andando?” domandò Nicholas preoccupato. Jennifer non rispose, si limitò a varcare la soglie della porta, raggiunse il soggiorno e poi salì lungo le scale. Non appena si ritrovò al piano di sopra, si recò nella stanza degli ospiti. La stanza nella quale Josh aveva dormito qualche sera prima. Jennifer si distese sul letto e si rannicchiò tra quelle coperte che sembravano essere ancora impregnate del suo profumo. L'unica persona che Jennifer avrebbe voluto accanto a sé in quel momento, si trovava a migliaia di chilometri di distanza.

Erano passati circa una ventina di minuti quando Josh sentì qualcuno bussare alla porta della loro stanza, così uscì dal bagno mentre Allison si apprestava ad aprire, curioso di scoprire chi fosse. “Josh! Che fai torni a Parigi e non dici nulla al tuo migliore amico?” esclamò un esuberante Colin per poi entrare nella stanza. “Colin! Scusami ma è stata una decisione molto veloce ed improvvisa! Come stai?” domandò Josh per poi raggiungerlo ed abbracciarlo. Il suo amico gli era mancato molto e Josh sentiva proprio la necessità di confidarsi con qualcuno su tutto quello che gli era capitato negli ultimi giorni. “Sto bene, ma questa sera io e te andiamo a farci una bevuta insieme!” disse Colin con tono deciso. “Ehm, non lo so io..” rispose Josh voltandosi verso Allison. “Andiamo Allison, lasciamelo per un paio d'ore!” insistette Colin. “Certo, tranquillo Josh, vai pure.” rispose la ragazza con un sorriso. “Okay, allora dammi il tempo di cambiarmi e ci vediamo giù nella hole, va bene?” propose Josh rivolgendosi al suo amico. “Va bene, ma vedi di non metterci una vita!” rispose Colin per poi scomparire dietro la porta. Josh si tolse l'accappatoio e iniziò a prepararsi per la serata. “Sicura che non ti dispiace se vado?” domandò nuovamente Josh ad Allison. “Sicura, davvero Josh, puoi andare riuscirò a sopravvivere per una sera!” rispose Allison ridacchiando mentre se ne stava sdraiata sul letto. Josh si sentì immediatamente sollevato.
Dopo dieci minuti finalmente era pronto, così salutò Allison e si lasciò la porta della camera alle sua spalle. In un paio di minuti si ritrovò nella hole insieme a Colin e i due si diressero fuori alla ricerca di un pub. Ordinarono una birra e alcuni stuzzichini. “Allora?” domandò Colin come se già sapesse del bisogno di Josh di sfogarsi. “Eh allora..allora ne sono successe di cose da quando sono partito per l'America!” rispose Josh per poi sorseggiare della birra. “Io non ho fretta!” rispose Colin sorridendo. Josh fece un lungo sospirò e poi iniziò il suo racconto. Disse a Colin della festa dei genitori di Jennifer, del pungo che gli aveva dato Nicholas per gelosia, della corsa in ospedale per Jennifer che si era sentita poco bene. Raccontò poi di Allison, del fatto che pensava di essere incinta e della loro litigata prima di partire. “Ti sei sentito sollevato nel venire a sapere che Allison non incinta?” domandò Colin tra un sorso e l'altro. Josh tirò un sospiro. “Beh, in un certo senso si. Non mi sentivo pronto per essere padre.” rispose il ragazzo abbassando lo sguardo. “E' normale Josh, è una cosa che può succedere. Per quanto riguarda invece la questione tra te e Jennifer come siete rimasti?” chiese nuovamente Colin dopo che Josh finì di parlare. “Amici..” rispose lui continuando a tenere lo sguardo rivolto verso il tavolino di metallo. “Si certo, come no..amici!” ripeté Colin ironicamente. “Beh, Jennifer è sposata e aspetta un bambino, non vedo molte alternative..” controbatté Josh amareggiato. “Josh devi fare chiarezza su quello che vuoi, non puoi continuare così!” continuò. Il ragazzo sbuffò più di una volta. Non era facile ammettere che Colin aveva ragione. “Ci sto provando..” rispose il ragazzo. “Evidentemente non abbastanza perchè ogni volta che ci vediamo sei sempre in dubbio su chi vuoi e chi non vuoi!” esclamò Colin con vigore. “Non voglio far soffrire nessuno, sto solo cercando di fare la cosa giusta.” disse Josh per poi portarsi la testa fra le mani. “Ehi, lo so! Sto solo dicendo che questa situazione non fa bene né a te né a chi ti vuole bene!” rispose Colin cercando di consolarlo. Il ragazzo fece dei respiri profondi, cercando di mettere a fuoco la situazione. Poche cose al momento erano chiare, ma di sicuro Josh era certo che un amico come Colin andava custodito come un tesoro prezioso.
Tornò in albergo e dopo aver raggiunto la propria stanza, si mise nel letto accanto ad Allison che già dormiva. Il mattino seguente, Josh si alzò piuttosto presto e subito si recò in bagno, portando con sé il telefono che aveva lasciato spento per più di 24 ore. Sapeva che Jennifer lo avrebbe chiamato e di certo la cosa non lo avrebbe aiutato ad allontanarsi da lei, almeno il tempo necessario per smettere di provare determinati sentimenti nei suoi confronti. Poggiò il telefono sul davanzale e iniziò a lavarsi. Come Josh immaginava, e allo stesso tempo temeva, non appena si accese il telefono iniziò a squillare senza sosta, riempiendo quel silenzio mattutino con il rumore di messaggi ricevuti. Dopo essersi asciugato la faccia, Josh si diresse verso il telefono e lo prese tra le mani. C'erano diversi messaggi dalla segreteria, tutti dallo stesso numero, un numero che Josh conosceva bene. Compose il numero e poi in silenzio si mise ad ascoltare.

“Josh, sono io! Ho assolutamente bisogno di parlarti ti prego richiamami.”

“Josh, sono ancora io. So che probabilmente sei impegnato in questo momento ma ti prego cerca di trovare un minuto per richiamarmi, ne ho davvero bisogno.”

Dopo aver ascoltato i primi due messaggi Josh fece una pausa e tirò un lungo sospiro, poi si fece forza e proseguì nell'ascolto.

“Ehi, sempre io. Sarà il terzo o quarto messaggio che ti mando. Josh, il mio bambino oggi ha scalciato. Ero sul divano a guardare la tv quando improvvisamente l'ho sentito per la prima volta muoversi. Ho pianto, devo ammetterlo è stata un'emozione troppo forte. Tuttavia non l'ho ancora detto a nessuno perchè volevo che tu fossi il primo a saperlo. Josh..ma dove sei? Perchè non mi hai dato l'opportunità di convincerti a restare? Okay, o-o-ora devo andare. Ti prego Josh, fatti sentire..okay ciao.”

Senza rendersene conto Josh si ritrovò con la schiena contro il muro. Si portò una mano sulla bocca per soffocare il gemito che ne uscì subito dopo aver ascoltato quel messaggio. Ancora una volta si sentiva imprigionato nella loro storia. Si sentiva soffocare dai mille pensieri che avevano iniziato a circolare nella sua mente. Aprì la finestra nel tentativo di prendere un po' d'aria, ne aveva bisogno. Riascoltò quei messaggi più di una volta. La voce di Jennifer gli mancava da star male e quello sembrava essere ormai l'unico modo per poterla sentire. Passò circa una mezz'oretta, poi si decise ad uscire dal bagno. Con sua sorpresa però Allison non si trovava più nel letto. Josh la chiamò più di una volta ma non ottenendo alcuna risposta, ipotizzò che fosse uscita.
Pochi minuti dopo il ragazzo ricevette una chiamata da parte dei produttori del film. “Josh, abbiamo bisogno della tua presenza per discutere di alcune questioni!” aveva esordito uno di loro. “Subito?” domandò Josh con tono seccato. Era appena tornato e non aveva neanche avuto il tempo per rilassarsi che era stato richiamato per questioni lavorative. “Si, subito! So che non ti abbiamo avvertito con anticipo ma è veramente necessario che tu ci sia! Ci vediamo sul set per le 10,30!” concluse il produttore. “Ok, a più tardi!” rispose Josh rassegnato. Si vestì in meno di 10 minuti, preparò la borsa con i vari documenti del film e si apprestò a lasciare la stanza.
Non appena chiuse la porta alle sue spalle, il telefono squillò di nuovo. “Pronto?” rispose Josh senza guardare chi fosse il mittente della chiamata. “Josh, sono Allison, volevo dirti che sono dovuta uscire per alcune commissioni e che tornerò tra un paio d'ore!” esclamò Allison tutto d'un fiato. “Ok, non ti preoccupare l'avevo immaginato! Comunque io ora sto andando sul set per sistemare alcune questioni.” rispose Josh mentre attraversava il lungo corridoio. “A che ora pensi di tornare in albergo?” domandò Allison. “Non ne ho idea, sai come sono fatte queste cose, di sicuro non tornerò prima di un paio d'ore!” rispose il ragazzo non curandosi del motivo per cui Allison gli aveva posto la domanda. “Okay, ci vediamo più tardi!” disse Allison per poi attaccare. Josh mise giù a sua volta per poi entrare in ascensore e dirigersi sul set.

La riunione durò all'incirca 3 ore e mezza e Josh si sentiva distrutto. Aveva un cerchio alla testa e sentiva il bisogno di mettersi a letto, così si recò nuovamente in albergo al fine di riposare per un paio d'ore. Prese il solito ascensore e poi a fatica raggiunse la sua stanza mentre con la mano destra continuava a massaggiarsi le tempie nel tentativo di alleviare il dolore. Inserì la carta della camera nell'apposita fessura e non appena entrò, la borsa che teneva tra le mani cadde a terra per lo shock. Davanti ai suoi occhi si materializzò l'immagine di Allison e Colin, nudi nel letto mentre facevano sesso. Non appena i due ragazzi sentirono il rumore della borsa che cadeva a terra subito rivolsero il loro sguardo verso la porta trovando un Josh sconvolto e senza parole. Allison si mise il bianco lenzuolo davanti al petto per coprirsi e poi con ancora il fiatone disse: “Josh, posso spiegarti.” 
 

Ciao ciao ciao a tutti :) Inizio subito con lo scusarmi di quanto questo capitolo faccia schifo. Ho fatto davvero fatica a scriverlo e non so perchè, ma è uscito davvero una schifezza. L'ho pubblicato solo perchè almeno me lo sarei tolta di torno e avrei potuto passare a quello successivo (che spero sarà migliore di questo)! Il capitolo è incentrato molto su Josh (mi dispiace per i fan di Jennifer xD) ma era una cosa necessaria! Spero che il capitolo non vi abbia fatto vomitare o peggio ahahah! Prometto che il prossimo sarà migliore!
Alla prossima, Sara :) 

 

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Capitolo 16
*** Il compleanno. ***


Josh rimase impietrito sulla soglia della porta per alcuni istanti, immobile. Continuava a fissare il letto dove la sua ragazza e il suo migliore amico lo avevano appena tradito. Allison si alzò in tutta fretta, con ancora il lenzuolo avvolto intorno al corpo nudo, cercando di avvicinarsi a lui un po' di più ad ogni passo, ma Josh indietreggiò. “Josh ti prego..” iniziò a dire Allison cercando di fermare il ragazzo per un braccio. “Come hai potuto?” disse Josh ancora sconvolto. “Mi dispiace ma io non ti sentivo più vicino come prima, è stato un momento di debolezza, ti prego perdonami..” supplicava la ragazza piangendo. “Mi fate schifo!” urlò Josh per poi lasciare la stanza. Subito Colin scese dal letto e si mise al suo inseguimento. “Josh aspetta!” iniziò a chiamarlo e, allungando il passo, finalmente riuscì a raggiungerlo. “Lasciami stare prima che ti spacchi la faccia!” disse Josh non appena sentì le mani di Colin fare pressione sulle sue braccia. “No Josh devi starmi a sentire!” controbatté il ragazzo per poi continuare il discorso cercando di non perdere la presa sul corpo di quello che fino a pochi istanti prima era il suo migliore amico. “Senti mi dispiace ok? Avrei dovuto dirtelo! Mi sono innamorato di lei e non sapevo cosa fare Josh!” disse Colin cercando di dare delle spiegazioni. “Era la mia ragazza Colin, la mia ragazza!” esclamò Josh urlando e cercando di liberarsi da quella presa. “Josh basta con le stronzate, sappiamo entrambi che non te ne importava nulla. Ogni volta che ci vediamo sei sempre pieno di dubbi e non sai mai cosa fare, ma la realtà è che tu quello che vuoi lo sai benissimo! Quello che vuoi si trova dall'altra parte dell'oceano e non è di certo qui, in questo stupido albergo. Ho tradito la tua fiducia, lo so, ma non puoi rimproverarmi di averti ferito perchè ti sei illuso di essere davvero innamorato di Allison. Josh basta con le cazzate! Sei tornato qui perchè ti sentivi in colpa non perchè lo volessi davvero!” gridò Colin gesticolando. Josh rimase in silenzio a fissarlo per alcuni istanti, poi diede una scrollata finale e riuscì a liberarsi dalla presa dell'amico. Lo guardò negli occhi per un'ultima volta, poi scomparve dietro le porte dell'ascensore.

Intorno alle 10,30 del mattino, la sveglia di Jennifer suonò rumorosamente. La ragazza allungò la mano destra verso il comodino e ancora un po' insonnolita la spense con una leggera pressione. “Buongiorno amore!” sentì dire non appena iniziò a raggomitolarsi tra le coperte. Aprì gli occhi in tutta fredda e subito vide Nicholas seduto alla fine del letto con un vassoio pieno di cornetti e altre cose per fare colazione. “Ehi!” rispose Jennifer con un timido sorriso mentre tentava di mettersi seduta. Ieri sera lei e suo marito avevano litigato e per questo lei era andata a dormire nella stanza degli ospiti, ma quella mattina Nicholas sembrava davvero intenzionato a farsi perdonare. “Mi dispiace per quello che ho detto ieri, ti chiedo scusa..” Sussurrò il ragazzo avvinandosi a Jennifer. La ragazza sorrise. “Non preoccuparti, mi è passata.” rispose per poi prendere dal vassoio una tazza di caffè. Nicholas si stese nel letto accanto a lei e subito le diede un bacio sulla guancia sinistra. “Sbaglio o domani è il compleanno di qualcuno?” disse entusiasta. “E' il compleanno di una donna ormai troppo grassa!” rispose Jennifer ironicamente. “Ma dai amore, sei bellissima, smettila di dire certe cose! Comunque, tua madre ha chiamato poco fa e mi ha detto di dirti che più tardi passerà a prenderti per andare a fare shopping!” la informò Nicholas mentre con la mano destra le passava le dita sul braccio, quasi come fosse una carezza. “Shopping? Per comprare cosa?” chiese Jennifer perplessa. “Ah non ne ho idea, sono cose da donne queste!” rispose Nicholas ridendo. “Finisci di fare colazione e poi preparati che sarà qui a breve!” esclamò il ragazzo per poi alzarsi dal letto e abbandonare la stanza. Jennifer finì di sorseggiare il suo caffè e poi prese il telefono tra le mani sperando di trovare un qualche messaggio da parte di Josh. Purtroppo non c'era niente, il ragazzo ancora non si era fatto sentire. Jennifer fu presa da una grande tristezza. Si sentiva abbandonata da una delle persone che più contavano per lei e proprio non riusciva a farsene una ragione. Non aveva molta voglia di andare a fare shopping con sua madre ma le sembrava un modo per distrarsi dai mille pensieri che non facevano che assillarla da quando Josh era partito. Cosi finì di fare colazione e poi si recò in bagno per prepararsi ad uscire.

Josh era sul letto della nuova stanza, fermo immobile a fissare il soffitto. Davanti a lui continuava a proiettarsi la scena di Allison e Colin a letto insieme e proprio non riusciva a smettere di pensarci. Improvvisamente però il telefono prese a squillare e Josh dopo aver controllato che il mittente della chiamata non fosse né Allison, né Colin, rispose. “Pronto?” disse cercando di mascherare il tono di voce amareggiato. “Josh! Sono Karen, la mamma di Jennifer!” esordì una voce femminile dall'altra parte. Subito Josh si sentì il cuore arrivargli in gola per la preoccupazione. “Karen che succede? E' successo qualcosa a Jennifer?” domandò il ragazzo con fare ansioso. “Nono Josh tranquillo, stiamo tutti bene! Volevo solo dirti che domani sera abbiamo intenzione di dare una festa a sorpresa di compleanno per Jennifer..” iniziò a raccontare la donna. “Una festa a sorpresa?” ripeté Josh non sicuro di aver capito bene. “Si, e sono sicura che a Jennifer farebbe davvero tanto piacere che tu ci fossi!” rispose Karen cercando di assumere un tono di voce convincente. Josh esitò per alcuni istanti. “Non...non lo so Karen, qui abbiamo ancora molto da fare con il lavoro non credo di potermi permettere qualche giorno di pausa per una festa.” rispose Josh amareggiato. La verità è che aveva paura di cosa sarebbe successo se avesse visto Jennifer di nuovo, soprattutto ora che la storia tra lui ed Allison era praticamente finita. “Tu pensaci, va bene? Sai che qui da noi sei sempre il benvenuto!” esclamò Karen con gentilezza. “Lo so, come voi sapete benissimo di essere una seconda famiglia per me. Vedrò quello che posso fare, ma non garantisco nulla!” rispose Josh rimanendo sul vago. “Va bene, allora..spero di vederti domani sera!” disse Karen per poi chiudere la chiamata. Il ragazzo rimase con il telefono tra le mani per un paio di minuti. Mentre fissava, il vuoto le parole di Colin continuavano a scorrere nella sua mente.

“...la realtà è che tu quello che vuoi lo sai benissimo! Quello che vuoi si trova dall'altra parte dell'oceano e non è di certo qui, in questo stupido albergo.”

Colin aveva ragione? Josh ripensò a cosa aveva provato quando li aveva visti a letto insieme e la risposta lo colse di sorpresa: si era sentito sollevato. Nel momento esatto in cui aveva aperto la porta e li aveva visti, si era sentito come se quel masso che aveva portato per tanto tempo, improvvisamente fosse scomparso. Si era sentito libero. Forse si, forse le parole di Colin non erano poi così fuori luogo. Forse quello che era appena successo tra lui ed Allison lo aveva aiutato a capire che in realtà non era felice insieme a quella ragazza e che tutto quello di cui aveva bisogno si trovava in Kentucky. Ancora assalito dai mille dubbi e dalle troppe domande, Josh prese istintivamente il telefono e compose un numero.
“Pronto salve, vorrei prenotare un volo per Lousville. No, senza ritorno. Un solo andata grazie.”

Dopo aver chiamato di nascosto Josh, Karen bussò alla porta e si mise in attesa di sua figlia. Jennifer a fatica scese le scale, ormai il pancione era enorme e a fatica riusciva a vedere i gradini. Mancava davvero poco al parto e il peso era davvero notevole! “Arrivo!” urlò sperando che sua madre riuscisse a sentirla dall'altra parte della porta. Il tempo di prendere la borsa e Jennifer si apprestò ad aprire la porta per uscire di casa. “Ciao tesoro, come va questa mattina?” domandò Karen non appena vide sua figlia sbucare da dietro la porta. “Insomma, ho le caviglie gonfissime e i piedi mi fanno davvero male. E' proprio necessario andare a fare shopping? Non possiamo che so, andare a prenderci una cosa sedute ad un tavolo?” domandò Jennifer cercando di convincere sua madre. La donna però scosse la testa immediatamente. “Assolutamente no, oggi io e te andiamo a cercarti un bel vestito e qualcosa di carino da poterci abbinare!” rispose Karen per poi prendere sua figlia sottobraccio. Jennifer sospirò, ma poi, visto l'entusiasmo che sua madre aveva negli occhi, decise di lasciarsi andare e non fare troppe storie.
Dopo circa dieci minuti di auto arrivarono al centro di Louisville. C'erano dei negozi davvero carini dove Jennifer era solita fare acquisti. Il problema però, era che da quando era incinta, difficilmente aveva voglia di comprare abiti dato che si vedeva grassa con praticamente qualsiasi cosa avesse indosso. “Dai tesoro, vedi se c'è qualcosa che ti piace e io farò lo stesso. Ci vediamo davanti al camerino tra 10 minuti!” esclamò Karen per poi allontanarsi alla ricerca di qualche vestito da farle provare. Jennifer iniziò a guardarsi intorno. Si avvicinò alla prima fila di vestiti sulla destra e iniziò a passargli di fianco con aria piuttosto indifferente e svogliata. Non aveva per niente voglia di comprare un vestito, soprattutto perchè non sapeva in che occasione avrebbe dovuto metterlo visto che ora aveva un pancione davvero enorme. Passati i dieci minuti Jennifer si recò a mani vuote nel luogo dove sua madre poco prima le aveva dato appuntamento. “Tesoro, ma non hai preso nulla?” esclamò Karen con tono deluso. “Vedo che tu hai preso vestiti per entrambe!” rispose ironicamente Jennifer notando la quantità di abiti che sua madre a fatica riusciva a tenere tra le mani. Karen rise e così anche Jennifer. “Dai, prendine alcuni e vai a provarli io ti aspetto qui.” disse la donna per poi passare alcuni degli abiti che teneva sulla braccia a Jennifer. La ragazza sbuffò inizialmente ma poi si rese conto che sua madre non avrebbe mai mollato la presa, così si recò in camerino. I primi abiti che Jennifer provò erano carini ma niente di che. Non erano abbastanza speciali. Al quarto tentativo però, non appena Jennifer uscì dal camerino Karen rimase a bocca aperta. La ragazza indossava un vestito color rosa cipria, con un decoro nero che saliva fino a diventare una spallina sottile e delicata. “Sei bellissima..” esclamò Karen non riuscendo a contenere il suo stupore. “Beh, io non ci sento affatto, sono cosi grassa..Dio! Odio questo vestito!” esclamò Jennifer cercando di sistemare la stoffa dell'abito. “Oh no tesoro, credimi, sei un vero incanto.” replicò sua mamma alzandosi dalla poltroncina e avvicinandosi a sua figlia. Jennifer la guardò negli occhi e poi sorrise lasciandosi andare. “Grazie mamma..” sussurrò. Karen le fece una carenza e poi, piena di entusiasmo tornò a sedere. “Io non voglio vederne altri tesoro, dobbiamo prendere questo!” disse ridacchiando. Jennifer scoppiò in una risata “okay..” disse alla fine lasciandosi trasportare dall'entusiasmo di sua madre. Mangiarono al volo una cosa e poi tornarono a casa. Jennifer era stanca morta e subito si buttò sul divano per riposare alcuni istanti. La casa era vuota, Nicholas non c'era. In questi giorni tutti i componenti della sua famiglia si stavano comportando in modo strano e Jennifer iniziò a chiedersi se la cosa non avesse a che fare con il fatto che domani sarebbe stato il suo compleanno. Presa dalla stanchezza però, si addormentò dopo pochi minuti senza neanche il tempo di cambiarsi i vestiti.
Per l'ora di cena Nicholas la sveglio con delle leggere carezze e con l'odore di pizza che si diffondeva per tutta la casa. “Ehi tesoro, tutto okay?” domandò il ragazzo per assicurarsi che sua moglie stesse bene. “Sisi, mi ero solo addormentata, ma che ore sono?” domandò Jennifer ancora un po' stordita. “Sono le 20,30. Ho preso la pizza per cena, ne vuoi un pezzo?” domandò Nicholas con fare premuroso. “Si, ma solo un pezzo perchè sono davvero distrutta e vorrei tornare a dormire.” rispose Jennifer alzandosi con cautela dal divano. Mancava davvero poco al parto e ogni giorno si sentiva sempre più stanca. Come promesso mangiò uno spicchio di pizza e poi subito si recò in camera da letto sotto le coperte. Spense la luce nel tentativo di spegnere anche i suoi pensieri.
Il mattino successivo arrivò, così come il giorno del suo compleanno. Stranamente però, Jennifer non si sentiva entusiasta come al solito. Era un giorno speciale, compiva 30 anni e a breve sarebbe diventata mamma, allora qual'era il problema? Difficile ammetterlo a se stessa ma Jennifer si sentiva triste perchè Josh non era lì con lei, non in quel giorno così speciale. Jennifer si alzò dal letto del tutto demoralizzata e scese le scale per raggiungere la cucina. Nicholas non era in casa ma al suo posto Jennifer trovò un gigantesco mazzo di rose rosse ad aspettarla. La ragazza si avvicinò agli imponenti fiori e prese tra le mani il bigliettino che si celava al loro interno.

“Ti ho amata dal primo momento che ti ho vista e continuerò a farlo per il resto della mia vita. Buon compleanno amore! Nick”

Come Jennifer temeva da alcuni giorni, quelle parole non le fecero alcun effetto. Le scivolarono via come se non le importasse nulla. Lasciò il mazzo di fiori sul tavolo in legno e si diresse in cucina per la solita tazza di caffè mattutina. In tarda mattinata Jennifer sentì squillare il telefono e subito si apprestò a rispondere pensando che fosse Josh che la chiamava per farle gli auguri. Purtroppo però, la voce che rispose dall'altra parte non sembrava affatto la sua. “Tesoro, sono la mamma! Tanti auguri di buon compleanno!” esclamò Karen entusiasta. “Grazie mamma!” rispose Jennifer cercando di non dar a vedere la sua delusione. “Ho organizzato una cena a casa nostra questa sera, saremo solo io, te, papà e Nicholas e voglio che tu metta il vestito che abbiamo comprato ieri!” continuò Karen con aria decisa. “Ma mamma che senso ha mettere quel vestito per una semplice cena?” controbatté Jennifer non capendo. “Tu mettilo e basta, sarai un incanto, ci vediamo più tardi tesoro!” rispose Karen per poi mettere giù. Jennifer si sentiva davvero frustrata, quella mattinata per lei era iniziata male e sembrava proseguire anche peggio così si piantò davanti alla tv nella speranza di distrarsi almeno un po'.

A forza di guardare serie tv e programmi televisivi, si fece sera e Jennifer, anche se contro la sua volontà, iniziò a prepararsi per la cena. Mise su il vestito che sua madre tanto aveva adorato e raccolse i capelli lunghi in una coda di cavallo. Un filo di trucco, un po' di profumo e Jennifer sentì qualcuno entrare dalla porta. “Jennifer amore sono io hai...” esordì Nicholas per poi arrestarsi alla vista di sua moglie. “Cosa c'è?” domandò Jennifer perplessa. “Niente è che..tu..tu sei meravigliosa!” esclamò Nicholas a fatica. “Oh ma smettila!” replicò Jennifer ridacchiando. “Non scherzo amore, quel vestito ti sta benissimo! Ah, dimenticavo, hai ricevuto i miei fiori?” domandò Nicholas guardandosi intorno. “Si, li ho messi in cucina, grazie!” rispose Jennifer cercando di sorridere quanto più poteva anche se in realtà felice in quel momento non ci si sentiva affatto. “Allora sei pronta?” domandò il ragazzo avvicinandosi. “Pronta!” rispose Jennifer per stringergli la mano. Uscirono fuori dal vialetto di casa e Jennifer faceva fatica anche solo a camminare. Quella mattina si era svegliata con una strana sensazione che non l'aveva mai abbandonata ma non c'aveva dato troppo peso. Entrò in macchina, seguita poi da Nicholas e insieme si incamminarono verso la casa dei suoi genitori. “Nick, guarda che dovevamo girare a quell'incrocio per andare a casa dei miei!” disse Jennifer indicando una strada che Nicholas aveva appena ignorato proseguendo dritto. “Ops..” esclamò il ragazzo continuando a guidare. Jennifer iniziò a guardarsi intorno. “Si può sapere dove stiamo andando?” domandò turbata e non riuscendo a capire in quale parte della città si trovassero. “Solo il meglio per la mia regina!” rispose il ragazzo ridacchiando. Ancora 20 minuti di viaggio e finalmente arrivarono in una sorta di grande villa piena di luci e di macchina parcheggiate.
Jennifer scese dalla macchina incredula e iniziò ad avanzare verso l'entrata dell'imponente struttura. Non appena varcò la soglia subito una folla di invitati la raggiunsero augurandole tanti auguri. Nella sala c'erano più di 300 persone e tutte erano accorse lì per festeggiare il suo compleanno. “Amore mio, sei stupenda..” esclamò papà Gary arrivando alle spalle di sua figlia. “Grazie papà ma..siete impazziti? Voglio dire, avrete speso una fortuna per organizzare tutto questo, non era necessario!” rispose Jennifer mentre continuava a guardarsi intorno. Si aspettava una sorpresa ma non di certo una cosa simile. Tutti si erano impegnati davvero molto per renderla felice e questo la faceva sentire terribilmente in colpa. Inutile nascondere a se stessa che non appena aveva varcato la soglia della porta, per un istante, aveva pensato che tra quelle 300 persone ci fosse anche Josh. Ma non c'era e non ci sarebbe più stato, non per lei. Non appena Jennifer arrivò la festa prese subito il via e tutti iniziarono a prendere da mangiare a divertirsi e a ballare al ritmo di musica. Jennifer veniva fermata praticamente ogni ad ogni passo da qualcuno che le faceva i complementi o che semplicemente le chiedeva come procedesse la gravidanza arrivata ormai quasi al termine. La ragazza era davvero stanca, cosi prese la prima sedia che trovò alla sua portata e si riposò per alcuni istanti. Poi arrivò il momento dei regali, un momento che a Jennifer era sempre piaciuto sin da bambina. Non era tanto per l'oggetto che avrebbe trovato nel pacchetto quanto bensì l'idea di scartarlo e della sensazione di scoprire cosa vi fosse all'interno. Molti dei regali ricevuti erano cose per il bambino e Jennifer ne fu entusiasta. Sua madre e suo padre invece le regalorono un viaggio da fare insieme alla sua nuova famiglia dopo l'arrivo del bambino e infine Nicholas le regalò un anello davvero meraviglioso. Un anello che però Jennifer non sentiva di meritare.
Terminati i regali, Jennifer decise di uscire per 5 minuti dalla sala, giusto il tempo di prendere una boccata d'aria. Si sedette su una panchina che dava sul retro della struttura e inziò a fissare il cielo ricoperto di stelle. Inziò a pensare a quello che ne sarebbe stato della sua vita e alla necessità di voltare una pagina una volta per tutte. Tra le varie luci nel cielo, Jennifer vide una stella cadente e subito il suo primo pensiero fu quello di voler essere lei stessa quella stella, cosi da poter andare ovunque, così da poter scappare.
Dopo circa 5 minuti, e un gran mal di collo, Jennifer abbassò lo sguardo distogliendolo dal cielo. Non fece in tempo a riportare i suoi occhi sulla terra che lo vide. Era in piedi, a una decina di metri da lei, con le mani in tasca. Indossava un paio di jeans scuri e una giacca di pelle nera. Era lì, era Josh. I due rimasero a fissarsi per un paio di minuti in silenzio, senza dire una parola o muoversi di un millimetro. Jennifer quasi non credeva ai suoi occhi. Josh iniziò ad avanzare verso la ragazza e a fatica riusciva a tenersi in piedi, le gambe gli tremavano tantissimo. Si mise seduto accanto a lei, mantenendo ancora un silenzio asfissiante. “Ti ho chiamato un sacco di volte, ti ho lasciato decine e decine di messaggi.” esordì Jennifer continuando a tenere lo sguardo perso nel vuoto. “Lo so.” rispose Josh facendo altrettanto. “Non hai mai risposto.” continuò la ragazza. “Lo so.” ribadì Josh con lo stesso tono di voce. “Perchè?” domandò Jennifer con voce tremante. “Mi dispiace, cercavo di fare la cosa giusta.” rispose Josh guardandola negli occhi. Jennifer ricambiò quello sguardo lasciando scorrere una lacrima lungo la guancia. “Oh nono, ti prego Jen non piangere! Ho un regalo per te!” esclamò Josh asciugando la lacrime di Jennifer per poi iniziare a frugare nelle tasche della giacca. Jennifer rise, era cosi impacciato e buffo. “Ohhhh, eccolo qui! Sapevo di averlo messo da qualche parte! Buon compleanno Shrader!” esclamò Josh porgendole una piccola scatolina rossa. Jennifer la prese tra le mani e poi l'aprì. “Josh...” sussurrò non appena li vide. Erano due ciondoli d'argento a forma di “J”. “Uno per te, e uno per il bambino. Cosi ovunque sarò, ci sarà sempre una parte di me che non vi lascerà mai.” spiegò il ragazzo a bassa voce. “Sono bellissimi..” rispose Jennifer con un filo di voce. “Vuoi che ti metta il tuo?” domandò il ragazzo. “Si, ti prego!” rispose immediatamente Jennifer. Il ragazzo prese la collanina tra le mani tremanti e con delicatezza si avvicinò al collo della ragazza. Subito sentì il profumo della sua pelle, un profumo che le era mancato terribilmente. Agganciò il ciondolo e poi tornò a guardarla negli occhi. “Sei bellissima..” sussurrò Josh sorridendo. Jennifer sentì le guance colorarsi di rosso. “Me lo dicono tutti questa sera, sarà per via del vestito!” rispose la ragazza ironicamente. “Oh no, non è merito del vestito. Voglio dire, si è bellissimo e ti sta divinamente ma.. sei tu. Sei bellissima e lo saresti anche con il vestito più brutto del mondo.” rispose Josh non riuscendo a distogliere gli occhi dal suo viso. Jennifer abbassò per un momento lo sguardo. “Mi sei mancato..” sussurrò poi avvicinandosi al suo viso. “Anche tu..” rispose Josh con lo stesso sussurro. I due si guardarono intensamente e i loro visi erano sempre più vicini. “Jen, non posso più permettermi di lasciarti andare..” continuò Josh con un filo di voce. “Non voglio che tu lo faccia..” rispose la ragazza. Ormai i loro visi erano a meno di dieci centimetri di distanza e le loro labbra stavano per toccarsi quando improvvisamente Jennifer si tirò indietro sentendo una morsa allo stomaco. “ahhhhhhhh!” urlò. “Ehi Jen che succede? Tutto okay?” domandò subito Josh spaventato. “No, c-c-credo che mi si siano rotte le acque.”


 

Ciao a tuttiiiii :) Eccomi qui con un nuovo capitolo che di certo mi piace più di quello precedente. Ma sapete com'è, in questi giorno sono uscite talmente tante interviste Joshifer che ormai sembra diventato un obbligo morale shipparli insieme perciò hahahah! Diciamo che mi sono sentita ispirata e spero che questa mia ispirazione sia di vostro gradimento :) Come avrete notato ho accellerato un po' i tempi ma d'altronde (e mi dispiace dirlo) questa storia non può continuare all'inifnito perciò ho dovuto far passare un po' di tempo e arrivare al momento in cui Jennifer è pronta (o forse no?) a partorire il suo bambino (o bambina chi lo sa!). Siccome io sono una persona disturbata (ahahahha) mi sono messa a cercare un vestito che mi piacesse da far indossare a Jennifer per il suo compleanno e dopo varie selezioni alla fine ho deciso per questo: 
spero vi piaccia! (ma se così non fosse potete anche dirlo eheheheh). Beh cos'altro dire, ahimè ci avvicianiamo al gran finale! Spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento e ringrazio come ogni volta tutti quelli che seguo/recensiscono/leggono questa storia! Al prossimo capitolo e non dimenticate che Joshifer is the way! :)

 

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Capitolo 17
*** Una fine inaspettata. ***


Non appena Jennifer pronunciò quelle fatidiche parole, Josh entrò nel panico più totale. “Oh mio dio! Jennifer cosa posso fare per farti sentire meglio?” domandò subito Josh con il respiro affannato. Jennifer era piegata su sé stessa e si muoveva a scatti, rilasciando ogni tanto un gemito di dolore. “Ahhhhhh!” disse poi la ragazza alzando la voce. Il dolore iniziava ad essere sempre più forte e meno sopportabile. “Jen, respira stai calma, vado a chiamare i tuoi!” esclamò Josh non sapevo cos'altro dire. “No Josh ti prego non andartene!” subito rispose Jennifer afferrandolo per un braccio. “Torno subito te lo prometto!” controbatté Josh cercando di convincerla. Jennifer fece un cenno di approvazione e allentò la presa sul braccio del ragazzo.
Subito dopo Josh corse in tutta fretta all'interno della sala e iniziò a cercare con lo sguardo i genitori di Jennifer. “Karen, Karen, oddio Jennifer sta per partorire! Le si sono rotte le acque!” urlò immediatamente il ragazzo non appena incontrò gli occhi della donna. “Dov'è? Dove si trova?” domandò Karen agitata e iniziando a correre in giro per la struttura senza una meta precisa. “E' qui fuori!” rispose Josh indicando l'uscita principale. Gli invitati rimasero tutti in silenzio cercando di capire cosa stesse succedendo e non appena la situazione fu chiara, tutti si precipitarono all'esterno, chi preoccupato e chi semplicemente curioso, per assistere alla scena. Karen e Gary uscirono in tutta fretta seguiti da Nicholas e Josh. “Amore!” urlò la donna non appena vide Jennifer contorcersi su una fredda panchina. “Mamma!” esclamò la ragazza con un filo di voce. “E' il bambino, sta arrivando!” continuò Jennifer ansimando. “Lo so tesoro, ora ti portiamo in ospedale!” rispose Karen mettendole una mano sulla guancia. “Aiutatemi a metterla in macchina.” disse poi rivolgendosi a Josh e Nicholas. Papà Gary era invece già alla guida, pronto ad accompagnarli il più in fretta possibile. “Dai Jennifer, piccoli passi e ce la fai!” esclamò Nicholas mentre la teneva per un braccio. La ragazza continuava a lamentarsi per il dolore e non prestava molta attenzione alle parole del marito. Dopo una breve camminata e tante urla, finalmente Jennifer riuscì ad entrare in macchina. Davanti erano seduti Gary e Nicholas, entrambi in ansia, mentre dietro Jennifer si trovava al centro, affiancata da mamma Karen e da Josh. Il ragazzo era davvero terrorizzato e non riusciva a dire una parola. Vedere Jennifer soffrire in quel modo e non poter fare nulla per farla stare meglio lo uccideva.
Dopo un paio di chilometri, Nicholas si girò per controllare come stesse sua moglie e non appena voltò lo sguardo verso di lei, notò una cosa che lo infastidì più di quanto avrebbe pensato. La mano di Jennifer era stretta intorno a quella Josh e sembrava non volerla lasciare andare. Il ragazzo rimase a fissare quelle mani unite per un paio di minuti poi si voltò in direzione frontale senza dire una parola. “Non ce la faccio più!” urlava Jennifer a ripetizione. “Tesoro resisti, siamo quasi arrivati!” esclamò Gary cercando di guidare il più velocemente possibile. Il viso della ragazza era chiaramente provato e invaso dal dolore, ma Josh guardandola non poteva fare altro che pensare a quanto fosse bella. Stavano quasi per baciarsi quando il bambino ha deciso di nascere, questo cosa voleva dire? Josh non poteva fare altro che porsi quella domanda. Le cose sarebbero ora cambiate per sempre? Subito dopo però si rese conto che al momento non era quella la sua priorità. In quel momento l'unica cosa che Josh voleva era che Jennifer stesse bene, tutto il resto passò in secondo piano.
Dopo circa 10 minuti, arrivarono finalmente in ospedale. Non appena scese dalla macchina, Jennifer fu caricata su una barella e portata all'interno della struttura. Josh, Nicholas, Karen e Gary la seguirono cercando di mantenere il passo affrettato delle infermiere. “Ahhhhhhhh!” continuava ad urlare Jennifer piangendo. “Sta tranquilla tesoro, andrà tutto bene!” le urlò Nicholas da una certa distanza. La folle corsa verso la sala parto terminò dopo un paio di minuti. La barella dove si trovava una Jennifer preoccupata e dolorante venne fatta sostare accanto alla stanza per alcuni istanti. Le ostetriche e le varie infermiere stavano preparando tutto il necessario per il parto. Tutti accorsero accanto a quella barella, preoccupati ma allo stesso tempo tanto felici. “Josh! Josh! Josh!” iniziò a dire Jennifer con un filo di voce non vedendolo accanto a lei. Il ragazzo in effetti era rimasto in disparte, a guardarla da una seconda fila, ma non appena sentì Jennifer pronunciare il suo nome si fece strada tra gli altri per arrivare da lei. “Eccomi, eccomi, sono qui Jen!” esclamò non appena raggiunse la barella. “Josh..” sussurrò Jennifer ancora una volta dandogli la mano. “Sono qui Shrader..va tutto bene!” rispose il ragazzo facendole una carezza con la mano sinistra. “Ho paura Josh, e se qualcosa dovesse andare storto?” domandò la ragazza lasciando che le lacrime le rigassero le guance. “Non dirlo neanche per scherzo! Andrà tutto bene, te lo prometto!” rispose Josh cercando di rassicurarla. La scena stava avvenendo sotto gli occhi increduli di Nicholas che non poteva fare altro che assistere impotente. Jennifer preferiva parlare con Josh, un suo amico, piuttosto che con suo marito? Quella sera, i suoi sospetti su una probabile relazione tra Jennifer e Josh iniziavano a non essere poi cosi infondati. Tuttavia si fece forza e cercò di non fare scenate di alcun tipo, almeno per il momento. “Dobbiamo andare cara!” esclamò un'infermiera appena comparsa da dietro la porta. Jennifer fece un cenno di approvazione con la testa e poi guardò Josh un'ultima volta. Il ragazzo le fece un occhiolino e poi le sorrise a sua volta. La barella iniziò poi a muoversi e le loro mani si separarono, subito dopo Jennifer scomparve dietro le enormi porte della sala parto.

Josh si mise seduto su una delle tante sedie di plastica che adornavano la sala d'attesa. Al suo fianco presero posto Karen e Gary, i quali si tenevano per mano. Nicholas, al contrario degli altri, rimase in piedi andando avanti e indietro per tutta la stanza. Josh non faceva che fissarlo e non poteva fare altro che sentirsi in colpa. Era innamorato di sua moglie, stava quasi per baciarla ma ora lei stava per dare alla luce suo figlio. “Figliolo siediti, andrà tutto bene.” esclamò Gary rivolgendosi a Nicholas. Il ragazzo lo guardò per un istante e poi con un tono di voce distante e preoccupato rispose “Okay.” Il tempo sembrava non passare mai, i secondi sembravano minuti e i minuti ore. L'aria dentro quella sala d'attesa si stava facendo davvero soffocante, soprattutto per Josh. Fece un respiro profondo e si rassegnò all'idea che il suo futuro sarebbe potuto cambiare da un momento all'altro.

“Non ce la faccio più, vi prego facciamolo e basta!” continuava a gridare Jennifer alle varie ostetriche presenti in sala parto. “D'accordo tesoro, sei dilatata abbastanza. Ora devo chiederti di spingere più forte che puoi!” rispose la dottoressa per poi poggiare entrambe le mani sulle ginocchia di Jennifer. La ragazza fece un respiro profondo e iniziò a spingere con tutta la forza che le era rimasta. Il dolore era talmente forte che a malapena riusciva a respirare. “Ughhhhhhh” gemiti di dolore riempivano la stanza. “Coraggio Jennifer, ancora una bella spinta, ce la puoi fare.” continuava ad incitarla l'ostetrica. “Non ce la faccio più!!!” rispose la ragazza in preda alla disperazione e piangendo per il forte dolore. “So che puoi farcela, coraggio è quasi finita!” controbatté la donna cercando di incitarla a proseguire. Jennifer riprese a spingere, una, due, tre volte. La quarta spinta fu quella decisiva. “Vedo la testa! La vedo! Coraggio Jennifer ancora una spinta, sarà l'ultima te lo prometto!” disse l'ostetrica sorridendo. La ragazza era davvero stremata, ma decise di riservare le ultime forze che le erano rimaste per un'ultima e decisiva spinta. Prese fiato e spinse ancora una volta. Con quella spinta improvvisamente il dolore sembrò alleviarsi e Jennifer tirò un sospiro di sollievo. “Eccola! E' una bellissima femminuccia.” esclamò l'ostetrica prendendo la piccola bambina tra le mani. Piangeva e si agitava, ma stava bene. “Cosa? E' una femmina?” domandò Jennifer. Non aveva voluto sapere il sesso del bambino ma in cuor suo aveva da sempre sperato che si trattasse di una femminuccia. Il viso di Jennifer si illuminò improvvisamente non appena un'infermiera le portò la bambina avvolta in un lenzuolo bianco e gliela poggiò sul petto. Jennifer iniziò a guardarla e le lacrime arrivarono subito dopo. “Ciao piccola mia, non sai da quanto tempo è che ti aspetto..” sussurrò a sua figlia tirando su con il naso. La bambina rispose con un gemito e Jennifer rise. Improvvisamente tutto il dolore era scomparso ed ora Jennifer si sentiva felice come poche volte nella sua vita. “Ora dobbiamo farle i vari controlli ma te la riporteremo presto.” comunicò a Jennifer la dottoressa.
La ragazza anche se triste, non disse nulla e lasciò andare sua figlia aspettando con ansia il momento in cui avrebbe potuto stringerla di nuovo tra le braccia.

Nella sala d'attesa erano ancora tutti molto preoccupati e terribilmente in ansia. Josh continuava a muovere le mani cercando di non pensare troppo e di calmarsi ma con scarsi risultati. Gary e Karen erano ancora seduti vicini e si tenevano ancora per mano. Nicholas invece aveva uno sguardo davvero arrabbiato e turbato. Non appena arrivò la dottoressa tutti subito si alzarono in piedi per andarle incontro. “Allora? Come sta Jennifer? E' andato tutto bene?” iniziarono a domandare impazienti Karen e Gary. Josh si limitò ad avvicinarsi per ascoltare. Dall'ultima volta che Jennifer aveva avuto un incidente Josh era sempre molto in ansia nel ricevere informazioni da parte dei dottori. Era un po' come se lo shock di quella volta in cui gli avevano comunicato che Jennifer sarebbe potuta morire non lo avesse mai abbandonato del tutto. Tuttavia fece un gran respiro e si mise ad ascoltare l'ostetrica che aveva iniziato a rispondere alle mille domande che le erano state fatte. “Jennifer sta bene e anche la bambina.” esclamò la donna in tono molto amichevole. 'E' un femmina' pensò Josh sorridendo. “Il parto non ha avuto problemi di alcun tipo e potete andare a trovarla se volete. La bambina per ora si trova al secondo piano per i soliti controlli che dobbiamo farle, ma presto ve la faremo vedere.” continuò la donna per poi lasciare la stanza. “Oh dio ti ringrazio!” esclamò Karen per poi abbracciare suo marito. “Congratulazioni Nicholas, ora sei un papà!” disse poi Gary poggiando la mano sulla spalla del ragazzo. Nicholas rispose con un mezzo sorriso e poi tornò nuovamente serio. Al contrario Josh non stava più nella pelle e non vedeva l'ora di vedere Jennifer. “Andiamo tutti insieme a trovarla!” propose Karen avviandosi verso l'uscita. Tuttavia Nicholas rimase al centro della stanza senza muoversi di un millimetro. “Nicholas, tu non vieni?” domandò Josh soffocato dai sensi di colpa. Il ragazzo si girò per guardarlo negli occhi e poi rispose: “Si arrivo, ho solo bisogno di prendere una boccata d'aria.” Josh esitò per alcuni istanti ma poi uscì dalla stanza.

Rimasto solo nella sala d'attesa, Nicholas sospirò a lungo, poi uscì chiudendo la porta alle sue spalle. Si recò al secondo piano, e si diresse verso il banco informazioni dove di solito si trova sempre qualche infermiera a cui fare domande. “Salve!” esordì Nicholas cercando di non dar a vedere il suo stato emotivo attuale. “Salve, posso aiutarla?” domandò una donna sulla quarantina seduta dietro il bancone. “Si, vorrei sapere se è possibile effettuare un test di paternità anche se il bambino è nato solo da pochi minuti.” rispose Nicholas non battendo ciglio. “Si, è possibile, ma dovrà firmare alcuni documenti prima.” rispose la donna porgendogli una serie di fogli da compilare. “Ok, nessun problema.” rispose il ragazzo per poi prendere una penna tra le mani.

Karen, Gary e Josh erano in attesa di poter entrare già da una decina di minuti e di Nicholas neanche l'ombra. “Ma dov'è finito?” iniziò a domandare Karen. “Mi ha detto che avevo bisogno di prendere una boccata d'aria prima di venire.” rispose Josh guardando in giro e cercandolo con lo sguardo. Passarono altri 15 minuti quando finalmente Karen esclamò: “Nicholas, eccoti qui, finalmente Jennif..” la sua frase venne interrotta dall'azione inaspettata del ragazzo. Nicholas prese Josh per il collo e lo spinse contro il muro. “Nicholas, lascialo! Ma che succede!” iniziò ad urlare Gary. “Te la sei scopata bastardo, lo sapevo! Quand'è successo? Dimmelo, quando!” iniziò ad urlare Nicholas stringendo Josh. Il ragazzo rimase senza parole. “Non so di cosa stai parlando Nicholas, io non...” “ho fatto il test di paternità, stronzo!” lo interruppe Nicholas. “Non è mia figlia, mi hai capito? Non è mia figlia!” esclamò prima che arrivassero due addetti della sicurezza. I due uomini presero Nicholas da dietro e lo allontanarono da Josh. Il ragazzo era senza parole, era rimasto stordito dalla frase che aveva appena pronunciato Nicholas. “Congratulazioni, sei appena diventato padre!” esclamò il ragazzo ironicamente e cercando di liberarsi dalla presa di quei due uomini. “Ora ci andiamo a fare una passeggiata cosi ti calmi!” esclamò uno dei due. Josh rimase a fissarlo finché non scomparve dietro la porta dell'ascensore. “Josh..ma cosa significa quello che ha detto Nicholas?” domandò Karen anche lei sotto shock. Josh si voltò verso di lei e mosse leggermente le spalle. “Sono innamorato di vostra figlia, da sempre. Abbiamo commesso un errore, ma è un errore che rifarei altre mille volte.” disse per poi abbassare lo sguardo.

Nel bel mezzo di quel momento imbarazzante un'allegra infermiera arrivò esclamando “Potete vederla e anche la bambina!” Tutti si voltarono verso di lei e la guardarono in silenzio. “Credo tu debba entrare per primo..” sussurrò Karen rivolgendosi a Josh, il quale esitò per un istante e poi si decise ad avanzare.
Non appena varcò la soglia della porta, subito vide Jennifer sdraiata sul letto mentre teneva tra le braccia sua figlia. Camminò piano, a piccoli passi e quando finalmente anche Jennifer si rese conto della presenza di Josh sorrise. Una volta arrivato vicino al letto, il ragazzo prese una sedia e si mise seduto accanto a lei. “beh, non dici nulla?” domandò Jennifer sorridendo. “E' bellissima..” rispose Josh cercando di trattenere le lacrime. “Dove sono mamma e papà?” domandò la ragazza mentre continuava a tenere gli occhi incollati sulla piccola creatura che stringeva tra le braccia. “Sono qui fuori..” rispose Josh. “E Nicholas? C'è anche lui?” domandò Jennifer rivolgendo ora il suo sguardo verso Josh. “Se n'è andato..” rispose il ragazzo sospirando. Jennifer lo guardò perplessa. “Che...che vuol dire 'se n'è andato'? Che è successo?” domandò preoccupata. Josh abbassò lo sguardo. “Josh?” ripeté Jennifer per catturare la sua attenzione. Il ragazzo sospirò.
“Non appena la bambina è nata, Nicholas ha fatto il test di paternità a nostra insaputa..” iniziò Josh per poi fare una pausa. “E..?” esclamò Jennifer esortandolo a continuare. “Jen..quella che tieni tra le braccia è nostra figlia.” continuò il ragazzo per poi guardare quella piccola creatura.
“Che vuol dire 'nostra' ? “ Domandò Jennifer senza parole e con la voce tremante.
“Vuol dire mia e tua, Shrader. Ricordi quel pomeriggio di pioggia in cui sei venuta a casa mia per impedirmi di partire?” domandò Josh in maniera retorica.
Jennifer se lo ricordava bene quel pomeriggio: i loro corpi uniti quasi come fossero uno solo, i baci, le carezze e quella sensazione di felicità che non provava da troppo tempo.
“Quindi.. questa è nostra figlia..” ripetè Jennifer guardando Josh. Il ragazzo la riguardò a sua volta e poi scoppiarono entrambi in una risata. Un misto di sorrisi e lacrime.
“Forse dovrei approfittare di questo momento per dirti che ti amo..” disse Josh a bassa voce.
“Cosa?” disse Jennifer non avendo capito bene la frase a cause delle risate.
“Ti amo Shrader, da sempre. Ti amo probabilmente più di quanto riuscirò mai a dimostrarti. Non so cosa tu abbia ora intenzione di fare ma io non posso più fingere. Ti amo e non voglio passare il resto della mia vita insieme a qualcuno che non sei tu.” ripeté Josh accompagnando quelle parole con lacrime.
“Anche io ti amo Josh, e mi dispiace. Mi dispiace di aver avuto paura e di non essere stata abbastanza coraggiosa per ammettere che sono innamorata di te dal primo momento in cui ti ho visto.” rispose Jennifer per poi baciarlo sulle labbra.
Josh ricambiò quel bacio e mentre le teneva la testa con entrambe le mani iniziò ad accarezzarle le guance.
“Beh, ora potrei tenere tra le braccia mia figlia?” sussurrò il ragazzo allungando le mani per prendere la piccola. “Ciao piccolina..” sussurrò dandole un piccolo bacio sulla punta del naso.
“Hai già scelto un nome?” domandò Josh rivolgendosi a Jennifer.
“Suzanne..” esclamò la ragazza sorridendo.
“Perchè Suzanne?” domandò Josh incuriosito. “Perchè se non fosse stato per lei e per la meravigliosa storia che ha scritto io non ti avrei mai conosciuto. Voglio che mia figlia mi ricordi ogni giorno di quanto sono stata fortunata ad averti incontrato.” rispose Jennifer per poi passargli una mano tra i capelli.
Josh si avvicinò a lei con ancora la piccola Suzanne tra le braccia. Le diede un dolce bacio sulla fronte per poi sussurrarle:
"E' una vita che ti aspetto.."

Salve a tutti dolci lettori :) Siamo arrivate alla fine di questa storia che sono contenta sia piaciuta cosi tanto! Non avete idea di quanto mi sia dispiaciuto mettere un punto a questo universo parallelo che pian piano ho creato ma purtroppo, tutte le cose belle prima o poi finiscono! Spero che anche quest'ultimo capitolo sia di vostro gradimento e vorrei davvero ringraziare di cuore tutti quelli che mi hanno fatto i complimenti e che mi hanno sempre trattata con gentilezza ed entusiasmo. Un ringraziamento particolare va alla mia amica Valeria, che ogni giorno ama sognare insieme a me su questi due e che mi sopporta quotidianamente! (sembra che io abbia vinto un oscar hahahaha).
Detto ciò, e ringraziandovi di nuovo, vi saluto con un grande abbraccio e spero di incontrarvi tra le pagine della prossima storia che il mio cervello, molto spesso fuori uso, e soprattutto il mio cuore, mi aiuteranno a scrivere.

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