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di Vanisher
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L ***
Capitolo 2: *** Inizio ***
Capitolo 3: *** Confidenza ***
Capitolo 4: *** Troppe domande ***
Capitolo 5: *** Telefonate e paure ***
Capitolo 6: *** Gioielli particolari ***
Capitolo 7: *** ATTENZIONE! ***
Capitolo 8: *** Arresto cardiaco ***
Capitolo 9: *** Rabbia ***
Capitolo 10: *** Light e L ***
Capitolo 11: *** Origliare ***
Capitolo 12: *** Amore ***
Capitolo 13: *** Università ***
Capitolo 14: *** Dati ***
Capitolo 15: *** Abbracci che sanno di cannella e vaniglia ***
Capitolo 16: *** Telefonate inopportune e urgenti ***
Capitolo 17: *** Confusione ***
Capitolo 18: *** Successori ***
Capitolo 19: *** Il secondo Kira ***
Capitolo 20: *** Squadra ***
Capitolo 21: *** Discorso ***
Capitolo 22: *** Sentimenti ***
Capitolo 23: *** Misa Amane ***
Capitolo 24: *** Imprigionamento ***
Capitolo 25: *** Pareri ***
Capitolo 26: *** Decisione ***
Capitolo 27: *** Chiarezza ***
Capitolo 28: *** Giorni, settimane, mesi ***
Capitolo 29: *** Esecuzione ***
Capitolo 30: *** Risveglio ***
Capitolo 31: *** Svolta ***
Capitolo 32: *** Lo scambio ***
Capitolo 33: *** Mello ***
Capitolo 34: *** Matt ***
Capitolo 35: *** Sparo ***
Capitolo 36: *** Coma ***
Capitolo 37: *** Il mio L ***
Capitolo 38: *** Shinigami ***
Capitolo 39: *** Condizioni ***
Capitolo 40: *** La falsa regola ***
Capitolo 41: *** Tramonto ***
Capitolo 42: *** Il piano (parte 1) - Conto alla rovescia ***
Capitolo 43: *** Il piano (parte 2) - Kira ***
Capitolo 44: *** Fine ***



Capitolo 1
*** L ***


CAPITOLO 1
" L "


Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche



I conti non tornano.
Sono passati due mesi da quando mi sono dovuta trasferire dall'Inghilterra al Giappone per svolgere un'indagine per conto della YB-Corporation e nonostante io abbia raccolto così tante informazioni e così tanti indizi da poter scrivere un libro, non sono ancora giunta a nessuna conclusione su quale possa essere l'identità di L.
Deve essermi sfuggito qualcosa ... ma cosa? Dopo che sono riuscita a diventare un membro della polizia giapponese e che ho cominciato a prendere parte alle riunioni sul caso Kira, in cui vi ci collabora L, sono stata molto attenta a segnare ogni indizio o dettaglio che potesse essermi utile per svolgere le indagini.
Nessuno conosce l'identità di L. Nonostante sia un detective di fama mondiale che ha risolto i casi più difficili da ogni parte del globo, e nonostante sia così famoso, nessuno ha mai visto il suo volto o ha mai sentito la sua voce. Nelle riunioni della polizia giapponese, L è semplicemente un computer con sopra il suo logo, una webcam e un microfono con cui parla, ma la sua voce viene camuffata. 
Dannazione, che nervi.
Il cellulare accanto a me squilla. Senza staccare gli occhi dal computer, dove i miei occhi scorrono velocemente le parole per controllare di non aver commesso errori, lo afferro e premo il tasto verde che avvia la chiamata.
- Chi è? - la mia voce è un grugno sommesso.
- Signorina Burners -
- Signore! - quasi salto a sedere appena sento la voce del mio vicecomandante, il signor Soichiro Yagami - Mi perdoni, non mi aspettavo una sua chiamata a così tarda ora ... -
- Non importa - taglia corto il signor Yagami, in modo brusco. E pensare che sembra una persona così seria e tranquilla, direi quasi pura. Vederlo rispondere in modo così brusco e frettoloso è innaturale, sta succedendo qualcosa - In questo momento è sola? -
- Si - sta succedendo qualcosa, me lo sento.
- E' impegnata? -
Fisso il computer e a stento trattengo un sospiro esasperato - No -
- Allora mi raggiunga al Castle Hotel, a pochi isolati dalla centrale di polizia. Si faccia dare la chiave della stanza 7305 col nome di Gayamoto e bussi tre volte. Si accerti di non essere seguita, nessuno deve sapere del suo spostamento -
- Signore, ma cosa ... -
- Faccia presto -
Yagami attacca prima che io possa rispondere. Fisso il telefono, perplessa. Sta succedendo qualcosa. Il mio sguardo si sposta al computer, ancora acceso sui dati che stavo analizzando. Magari in questa faccenda così strana e misteriosa e coinvolto pure L. Non posso essere l'unico membro della polizia ad essere stato chiamato in tutta fretta per dirgli di venire al Castle Hotel. 
Spengo il computer e corro in bagno a vestirmi, con mille dubbi nella testa che cominciano ad assalirmi e io ho zero risposte per placarli

* * *

Arrivo all'ingresso del Castle Hotel affannata per la corsa e con le gambe che gridano pietà. Vedo il mio riflesso nella porta scorrevole di vetro trasparente. Mi sistemo con le dita i capelli corti, mentre solo ora mi accorgo che i jeans che ho messo sono i più vecchi e logori che ho, con una toppa rossa su un ginocchio, e un piccolo squarcio sulla caviglia.
Entro e cerco di sembrare più disinvolta che posso. Mi guardo attorno, questo hotel deve essere uno dei più costosi del Giappone intero. Tutto luccica e si sente un tale odore di pulito che è quasi nauseante. Qui dentro faranno le pulizie come minimo ogni mezz'ora, si sente odore di detersivo, lavapiatti e candeggina. Devo avvicinarmi a grandi passi al bancone dove un uomo vestito in uniforme nera sistema dei volantini per non vomitare.
- Buona sera, posso esserle utile? - il signore nemmeno mi guarda.
- Dandomi la chiave della stanza 7305 si, mi sarebbe molto utile - al diavolo le buone maniere.
L'uomo finalmente si degna di guardarmi ed alza un sopracciglio cespuglioso - Il suo nome? -
- Gayamoto -
- Non l'ho mai vista da queste parti - insiste l'uomo.
- Il mondo esterno non mi attira - alzo le spalle, cercando di sembrare indifferente.
L'uomo mi squadra da capo a piedi, e sono costretta a mordermi la lingua per resistere all'impulso di tirare fuori la pistola che ho nascosto nei pantaloni. Alla fine, si volta e prende una chiave argentata alla quale è attaccato un cartellino rosso col numero della stanza.
Senza nemmeno ringraziare comincio a salire le scale di corsa.
Quando trovo la stanza 7305 ho di nuovo il fiatone ed ansimo. Busso energicamente tre volte alla porta, e quasi subito questa si apre e il volto severo di Soichiro Yagami appare.
- Ce ne ha messo di tempo - borbotta.
- Ho avuto un battibecco col tipo di sotto - indico con un pollice la scala dietro di me.
- Quello con le sopracciglia cespugliose? -
- Proprio lui -
- Mi sorprendo che lei non gli abbia sparato - Yagami si fa da parte per farmi entrare.
- Anche io me ne sorprendo, signore - lo sorpasso ed entro, mentre sento la porta chiudersi di nuovo.
La stanza d'albergo è buia e cupa, la luce è spenta. Non c'è anima viva, è come se nessuno avesse ancora usato il divano, o la televisione o le riviste sistemate in un'ordinata pila su un tavolino di legno. Da quanto tempo Yagami è qui?
Yagami mi fa cenno di seguirlo e io obbedisco. C'è una porta che prima non avevo notato, ed è socchiusa. Li la luce deve essere accesa, perché una striscia rettangolare è proiettata sul pavimento. Ma allora ... non siamo soli. Chi c'è?
Yagami mi fa cenno di aspettare mentre lui apre la porta che prima non avevo notato e sparire al suo interno. Ma si dimentica di chiuderla, e quello che dice è perfettamente udibile. Tuttavia mi avvicino un po' di più per ascoltare.
- E' arrivata, Ryuzaki - sta dicendo Yagami.
Ryuzaki? E chi è? Non ho mai sentito questo nome.
- La faccia entrare, Yagami - sento una voce sconosciuta, non l'ho mai sentita.
- Ne sei sicuro? Non vuoi nascondere ...? -
Nascondere cosa? O chi?
- No. Se deve cominciare a collaborare alle nostre indagini, deve essere a conoscenza di tutto quello che abbiamo fatto finora. E di quello che abbiamo intenzione di fare, naturalmente -
Sento Yagami grugnire, forse è contrariato. Questa conversazione è senza senso, ci sono dei pezzi mancanti che non mi permettono di capire tutto. Prima che possa elaborare qualcosa, la porta si apre e Yagami appare di nuovo, la mano ancora sulla maniglia - Entri pure, Burners -
Esito per qualche secondo. Non sono più così sicura di voler scoprire che cosa sta succedendo. Yagami sembra notare la mia esitazione e il mio disagio - Che sta aspettando, Burners? -
- Signore ... che cosa sta succedendo? -
Yagami sospira - Non si preoccupi, adesso lo scoprirà -
Entro, quasi riluttante. Yagami chiude ancora la porta.
La stanza illuminata è molto grande e ben arredata, è una specie di salotto. Al centro della stanza, seduto su una poltrona verde pisello, c'è un ragazzo coi capelli neri e spettinati, la pelle bianca cadaverica, occhiaie molto marcate e violacee sotto gli occhi scuri e profondi. Ha le ginocchia al petto ed è scalzo. Il suo sguardo si posa immediatamente su di me, e mi sento improvvisamente nuda. Mi porto d'istinto le braccia al petto, come scudo di difesa da quegli occhi che già rappresentano una minaccia, per me.
- Ryuzaki, lei è Lena Burners - Yagami mi affianca, e adesso il suo viso sembra meno teso e serio, come se si fosse levato finalmente un peso - L'agente di polizia più attento e combattivo del mondo, nonché unica donna che fa parte della mia squadra di polizia -
Alzo debolmente una mano, in segno di saluto - Salve - la mia voce trema. Perché sono così spaventata?
- Piacere di conoscerti, Lena. Ho sentito parlare spesso di te - gli occhi di Ryuzaki non si scollano da me nemmeno per un secondo, e mi sento ancora più a disagio - Signor Yagami, credo sia meglio presentarmi col mio vero nome alla signorina, non crede anche lei? -
Vero nome? Ma cosa ...?
- Oh, giusto - Yagami mi poggia una mano sulla spalla, come se fosse pronto a sorreggermi in caso di svenimento. E non è un buon presentimento, sembra quasi che mi stia presentando Kira in persona. E allora si che potrei svenire. - Burners, le presento L -



Hope dice : Ciao! E' la mia prima storia che scrivo su Deth Note quindi siate clementi! Accetto critiche e complimenti, fatevi avanti senza timore! Ah potete dirmi se sto descruvendo e "interpretando" bene il personaggi di L? E' il mio preferito ed è una cosa a cui tengo molto!
Besos
Hope


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Capitolo 2
*** Inizio ***


CAPITOLO 2
" INIZIO "

 

Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche


 
L. Ryuzaki. L è Ryuzaki. Ryuzaki è L. Sono la stessa persona. Il detective più famoso al mondo è seduto proprio davanti a me, solo a pochi metri di distanza. Ed è un comune ragazzo. Sembra poco più grande di me, anche se l'aspetto tenebroso e trasandato gli toglie qualche anno. 
E se invece fosse solo uno scherzo? Se questo ragazzo non fosse il vero L? Il vero L non mostrerebbe la sua identità così facilmente, nessuno è mai riuscito a vederlo in volto, e invece parla con il signor Yagami come se si conoscessero da sempre ... Che Yagami abbia sempre conosciuto la vera identità di L? Probabile. Ma ... perché a me? Perché L avrebbe dovuto mostrare la sua identità anche a me, che sono una perfetta sconosciuta?
Le parole mi escono di bocca prima che possa fermarle - Ma il vero L non terrebbe segreta la sua identità? - chiedo, il mio tono sembra quasi scettico e dubbioso.
L rimane impassibile - Solo un detective inesperto non terrebbe a tenere segreta la propria identità, signorina Burners. Ma la polizia giapponese ha ritenuto necessario che, per poter collaborare con me al caso Kira, fosse necessario che mostrassi la mia vera identità. Diciamo che è anche per una questione di fiducia nel mie confronti. - si gratta la testa con una mano, con fare disinvolto.
- E io come posso essere utile? -
- Lei è una ragazza - risponde semplicemente L.
Alzo un sopracciglio - E con questo? -
- La ritenevo più perspicace, Burners. Lei sarebbe perfetta per poter, ad esempio, pedinare alcuni dei nostri sospettati. Nessuno si immaginerebbe mai di essere pedinato da una giovane e graziosa donna come lei. E poi, lei potrebbe esserci utile anche per altro -
- Capisco -
- Molto bene - L si alza in piedi. E' alto, ed è anche molto magro. Ha la schiena curva, come se così tanta intelligenza pesasse come un macigno. Non deve essere facile essere il detective più bravo del mondo, sopratutto quando si è così giovani. Con passo strascicato si avvicina a Yagami - Adesso non ci resta che aspettare Matsuda e Aizawa -
- Cosa? - mi volto a guardare Yagami, sorpresa - Ci sono anche loro? -
- Naturalmente, Burners -
Arriccio il naso, contrariata - E in questo momento dove sono? -
- In missione - risponde Yagami.
- Che missione? -
- Stai facendo troppe domande, Burners -
-  Direi che è mio dovere - incrocio le braccia davanti al petto, indispettita - Dato che da adesso in poi sono un membro ufficiale della squadra -
- Ogni cosa a suo tempo, Lena - sento una mano posarsi sulla mia spalla. Mi volto, ma invece di trovare Yagami, trovo L. Quasi sobbalzo dalla paura. Ha la mano fredda e pallida, sembra quasi un morto che cammina dopo tanto tempo che è restato sepolto sotto terra - Cerchi di mantenere la calma -
Ma io sono calma, solo ... Matsuda è un idiota che prende tutto per gioco e con una professionalità tale che persino un ippopotamo riuscirebbe a superare, e fortunatamente Aizawa è una persona molto diligente che sa qual'è il suo dovere e si comporta in modo tale da rispettarlo. Sapere che sono entrambi in missione ... chissà cosa staranno combinando! Sarebbero capaci di mandare all'aria l'intera missione e il caso Kira!
Yagami guarda improvvisamente l'orologio che ha al polso, perplesso. Poi abbassa di nuovo il braccio, e la perplessità lascia spazio alla frustrazione e all'abbattimento.
Il cambio di emozioni e di espressione non passa inosservato agli occhi di L - Qualcosa non va, signor Yagami? -
- Assolutamente, Ryuzaki - ma Yagami non ne sembra molto convinto - E' solo che oggi è il compleanno di mia figlia e le avevo promesso che sarei tornato in tempo per festeggiare con lei. Ma non importa, è più importante il caso Kira -
L scuote il capo - No, signor Yagami. Torni a casa e festeggi il compleanno di sua figlia, se non lo facesse le creerebbe soltanto un dispiacere enorme - L alza una mano per bloccare le parole di Yagami, che stava evidentemente per ribattere - Non si preoccupi, per oggi il suo lavoro qui è finito. E poi, una volta che Matsuda e Aizawa saranno tornati, avrò abbastanza persone sufficienti per poter continuare ad analizzare il materiale raccolto finora. Adesso che la signorina Lena si è unita a noi ... -
Mi guarda, per l'ennesima volta in meno di un'ora. Io faccio lo stesso, in attesa che finisca la frase. Ma invece di finire, L continua a guardarmi e io non so ancora per quanto riuscirò a sostenere il suo sguardo. Sarebbe come sostenere tutto il peso del mondo. Com'è possibile che un paio di occhi scuri possano avere questo effetto su di me? Oppure questa sensazione di vuoto è comune a tutti quelli che incontrano gli occhi di L?
Sembrano passati anni quando L riprende a parlare - Torni pure a casa, signor Yagami - distoglie, finalmente, i suoi occhi dai miei e nella mia testa mi lascio andare in un sospiro di sollievo - E la prego di fare gli auguri a sua figlia anche da parte dell'intera squadra -

 
* * *


Guardo l'orologio sulla parete di fronte a me. Sono le undici meno venti. E' passata un'ora e mezza da quando Yagami è andato a casa per festeggiare il compleanno di sua figlia. Matsuda e Aizawa hanno chiamato L sul telefono della stanza, un quarto d'ora fa, dicendo che la missione da lui assegnata era stata conclusa con successo. Sto ancora cercando di capire di che missione si tratti, ma dubito che L me lo dirà così in fretta.
Sono sola con L. Quando Yagami se n'è andato mi ha mostrato i dati raccolti finora sul caso Kira, sulle probabilità che coi suoi poteri paranormali possa manipolare le azioni precedenti alle morti delle vittime. Infatti, un carcerato morto per mano di Kira ha disegnato una strana stella su una parete del carcere e un altro ha scritto un messaggio in codice da decifrare. Già lo odio, questo Kira.
Sto studiando attentamente la strana stella, ingrandendo più volte con lo zoom l'immagine per cogliere eventuali dettagli nascosti, quando con la coda dell'occhio vedo L che mi fissa. E' seduto in quella sua strana posizione con le ginocchia al petto e i suoi occhi sono semi spalancati. Quasi ho paura che sia un robot invece che un umano.
Stare sola con L mi inquieta parecchio. Ma devo indagare su di lui ... e non saprei da dove cominciare, ci sono tante cose che dovrei chiedergli.
- Finora non ho trovato nessun significato particolare in questo simbolo, Ryuzaki - dico, per spezzare il silenzio - Magari è semplicemente il marchio che Kira ha adottato da utilizzare dopo aver ucciso le sue vittime. Ma anche se così fosse, ci sarebbe comunque un significato -
- E' una teoria interessante, quella del marchio - risponde L - Non ci avevo pensato -.
Dopo qualche secondo, L si alza dalla sedia e si avvicina allo schienale della sedia su cui sono seduta. Si china in avanti per vedere meglio l'immagine e sento il suo respiro sui capelli. Mi viene la pelle d'oca, come se fosse il respiro di un fantasma. Ma allo stesso tempo è una sensazione stranamente piacevole.
- Le posso fare una domanda, Lena? - mi chiede.
Esito qualche secondo - Certo -
- Lei ha paura di Kira? -
Mi blocco. Mi volto lentamente a guardarlo in volto, e come immaginavo lo trovo impassibile e tranquillo al tempo stesso. Abbasso gli occhi, magari in questo modo penserà che sto riflettendo. La verità è che per oggi ne ho abbastanza dei suoi occhi.
- Credo che chiunque abbia paura di morire - rispondo infine - Sopratutto se per mano di un serial killer -
- I serial killer sono diffusi in tutto il mondo -
- Ecco perché le persone tendono a restare in casa e uscire li mette paura e ansia. La persona che cammina dietro di te sul marciapiede potrebbe essere un killer con una pistola o un coltello e tu non puoi averne la certezza finché non agisce e ti uccide -
L annuisce - Credo che la sua risposta abbia il 45% delle possibilità di essere corretta, Lena. Ma il restante 55% mi suggerisce che ci siano altri motivi ancora da scoprire -
- Credo che una volta eliminato Kira la gente uscirà un po' più spesso -
- Ci sono buone probabilità  che sia vero anche questo - L torna a sedersi. Passano pochi secondi quando L riprende a parlare - Il signor Yagami ha dimenticato questa busta -
Mi volto. L tiene in mano una busta gialla e lunga, probabilmente dentro ci sono dei documenti. E suppongo che L non mi dirà di cosa si trattano, ma io sono stanca di restare all'oscuro di tutto - Se vuoi posso riportargliela io -
- La staranno aspettando a casa, Lena - 
- Io vivo da sola - rispondo, alzando le spalle - E poi conosco la via dove abita il signor Yagami, ci sono passata un paio di volte. E poi prima vado, prima torno per continuare ad analizzare i file -
- No, dopo che avrà ridato questa a Yagami torni a casa. Si è fatto tardi e domani avremo ancora parecchio lavoro da svolgere - L non sembra minimamente stanco. Mi porge la busta e io la prendo tra le mani - Dentro ci sono dei documenti falsi che serviranno per coprire l'identità del signor Yagami. Presto anche lei, Lena, dovrà averne -
Perfetto, in questo modo non dovrò perdere tempo in mezzo alla strada per controllare di nascosto cosa ci sia nella busta - Bene - mi alzo e mi stiracchio un attimo, alzando le braccia in alto. Non vedo l'ora di andare a dormire, oggi devo aver usato troppo il cervello - E' stato un piacere conoscerti, Ryuzaki -
- Anche per me, Lena. Buonanotte -
- 'Notte - m'infilo il giubbotto e mi avvicino alla porta, pronta ad uscire. Ma appena appoggio la mano sulla maniglia fredda e metallica, una domanda mi balena in testa. Mi volto a guardare L, che è tornato tranquillamente con gli occhi fissi sul computer, le mani sulle ginocchia e gli occhi spalancati - Ryuzaki? -
Non distoglie nemmeno gli occhi dallo schermo luminoso - Si, Lena? -
- Prima, quando hai detto al signor Yagami che poteva tornare a casa perché adesso ci sono io ... non ha finito la frase - dico.
L finalmente mi guarda. Il suo viso non lascia trasparire nessuna emozione, ed è una cosa molto snervante - Vorrebbe sapere la conclusione della frase? -. Annuisco. - Volevo solo dire che, adesso che c'è lei, ho come la sensazione che forse riusciremo a concludere questo caso con molta più facilità -
- Continuo a non capire -
L scuote il capo - Non si preoccupi, Lena. Non c'è motivo di preoccuparsi -
 

* * *


Non mi piace girare per strada a quest'ora della notte. Mi sento sempre seguita e ogni volta devo girare per assicurarmi che non sia così. Cammino velocemente, non vedo l'ora di poter tornare a casa e sdraiarmi sul letto.
Stringo la busta in una mano mentre l'altra la tengo nella tasca del giubbotto. L'aria è fresca e si sente che l'inverno pian piano sta arrivando anche quest'anno. Non mi piace l'inverno, è malinconico è mette sempre molta tristezza. E l'inverno sembra quasi la stagione del male, ma forse è solo una mia sciocca impressione. Forse perché tutto è freddo e quasi sempre buio. E poi non ho dei bei ricordi collegati all'inverno, quindi ho un motivo in più per detestarlo.
Il vento mi tira indietro i capelli corti che ormai stanno crescendo di nuovo. Ci passo una mano per portare le ciocche più lunghe davanti, come piacciono a me, quando finalmente riesco a scorgere nel buio la casa del signor Yagami. Le finestre sono accese, stanno ancora festeggiando. Non vorrei essere di troppo, ma devo consegnare la busta.
Busso al campanello e aspetto che qualcuno venga ad aprirmi. 
Dopo qualche secondo la porta finalmente si apre e spunta quella che deve essere la moglie del signor Yagami ... mi pare si chiami Sachiko.
- Buonasera - dico, cercando di sorridere - Dovrei consegnare una busta molto importante al signor Yagami ... sono una sua collega di lavoro e oggi ha dimenticato di prenderla -
- Oh, ma certo, tu devi essere Lena! - Sachiko Yagami si fa da parte per farmi entrare in casa, indicandomi con una mano l'interno caldo e accogliente - Prego, entra pure! -
- Non vorrei essere di troppo, so che oggi c'è un compleanno ... -
- Ma figurati, fa come se fossi a casa tua! -
Entro, timorosa. Lo sono sempre quando vado in posti che non conosco, anche se sono case di colleghi o posti di lavoro. Fortunatamente il signor Yagami si presenta subito, e ha ancora addosso i vestiti del lavoro. Mi chiedo perché non se li sia tolti.
- Signore, oggi ha dimenticato questa - alzo la busta.
- Oh, certo, grazie mille - Yagami prende la busta in mano - Posso offrirti una tazza di the? -
- Mi dispiace, ma non mi piace il the - dico, sperando di non sembrare scortese.
- Non c'è problema, una tazza di caffè caldo va bene? -
- Va più che bene, signore. Grazie mille -
La signora Yagami sparisce il cucina a preparare il caffè, e io rimango nell'atrio, indecisa sul da farmi. Non so se dovrei rimanere in piedi o dovrei seguire il signor Yagami in salotto, per sedermi con lui. Non sono mai stata brava in queste cose. Alla fine decido di seguire il signor Yagami in salotto, dove provengono schiamazzi e risate.
Il salotto è molto grande ed è accogliente. La televisione è accesa su quella che sembra una soap opera e ci sono palloncini sparsi per il pavimento e il tavolo è pieno di schifezze e bibite aperte. 
- Perdona il disordine, mia figlia ci teneva a festeggiare qui in casa - dice Yagami, sorridendo. Deve volere molto bene a sua figlia.
Sorrido anche io - Ma si figuri, è ... -
- Papà! -
Quella che sicuramente deve essere la figlia di Yagami entra in salotto correndo. E' piccola, avrà dodici anni o magari un po' di più, e ha il viso identico a quello della signora Yagami. Mi pare si chiami Sayo. Ha un vestito rosa pastello che le arriva alle ginocchia e con le maniche corte, e lo indossa con orgoglio. Un regalo di compleanno, suppongo.
- Papà hai visto che bel vestito? - appena Sayo finisce la frase, i suoi occhi piccoli si fermano su di me - Oh, e lei chi è? E' la ragazza di Light? -
E adesso chi è Light? Oh, giusto, deve essere il figlio di Yagami.
- No, è una mia collega di lavoro - scuote il capo Yagami.
- Accidenti, papà, ottima scelta! - sorride Sayo - Piacere, io mi chiamo Sayo - la bambina mi porge la piccola mano e io gliela stringo.
- Lena, piacere mio. Buon compleanno! - le sorrido.
- Grazie mille! Se ti vedesse Light! Si innamorerebbe subito di te, sei molto bella! -
- Ehm ... Grazie, Sayo -
Sayo corre via in tutta fretta - Light! Vieni qui, devo farti conoscere una persona! -
Scoppio a ridere, voltandomi a guardare Yagami - Ha una figlia davvero magnifica, signore -
- Grazie, Lena - anche Yagami sorride. La moglie ci porta due tazze di caffè fumanti. Prendo la mia tra le mani e lascio che il calore mi pervada, annusando il buon odore di caffè appena fatto. Ho appena bevuto un sorso o forse due quando la piccola Sayo compare di nuovo, ma questa volta sta trascinando un ragazzo.
Un bel ragazzo, direi. Deve avere la mia età. Poco più, forse. Alto e magro, capelli castani quasi chiari e occhi scuri e le labbra piccole. Si lascia trascinare da Sayo con svogliatezza, sembra quasi annoiato dalla situazione. Lui deve essere Light Yagami.



Ed ecco qui! Lena e L sono entrati subito in confidenza, forse troppo per essersi appena conosciuti ... Accidenti, adesso Lena ha incontrato anche Light ... che succederà? Lo riconoscerà subito come Kira? Da qui cominciano i fatti veri e propri pieni di colpi di scena e tanto altro! 
Grazie mille a chi segue la storia, recensite in tanti! Tanti baci

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Capitolo 3
*** Confidenza ***


CAPITOLO 3
"CONFIDENZA"

 

Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche



 
- Light, lei è Lena ed è una collega di papà. Lena, lui è Light ed è il mio fratellone! - Sayo sembra così emozionata all'idea che io conosca suo fratello. Non penserà mica che io possa mettermi con uno sconosciuto? E anche se cominciassi a frequentare Light Yagami ... andiamo, lui è il figlio del mio capo!
- Una collega di papà? - ripete Light, la sua espressione passa dalla svogliatezza alla curiosità, forse anche interesse. Solo quando me lo trovo a qualche metro di distanza mi rendo conto di quanto sia alto - Non è troppo giovane per entrare già a far parte della polizia? -
- Si, lo dicono tutti - alzo le spalle, avvicinando la tazza del caffè alle labbra per berne un altro sorso, anche se sta diventando fredda - Ma a quanto pare ho delle doti nascoste che la polizia giapponese apprezza molto -
- Lei non è di queste parti, vero? - mi chiede ancora Light.
- No, vengo dall'Inghilterra -
- L'ho capito dal suo accento. E come mai è venuta dall'Inghilterra al Giappone? -
Bevo un sorso di caffè prima di rispondere. Non posso certo dire che sono venuta per indagare per conto della YB Corporation per indagare sull'identità di L. Mi allontanerebbero all'istante dalla polizia, e non è quello che voglio - Sono venuta per indagare sul caso Kira. E poi, ho sempre ammirato la cultura e le tradizioni di questo posto. Adesso che vivo qui, direi che posso ammirare ogni giorno qualcosa di nuovo -
- Affascinante - Light ha proprio un bel sorriso.
La voce del signor Yagami interrompe la conversazione - Lena, si sta facendo tardi e non vorrei che tu girassi in città a quest'ora della notte, non è prudente -
- Ha perfettamente ragione, signore - finisco anche l'ultimo sorso di caffè, e mi sento già molto meglio - Grazie per l'ospitalità e per avermi fatto conoscere la sua famiglia, è stato un piacere -
- Il piacere è stato nostro di averti qui, Lena - Yagami guarda il figlio - Light, perché non accompagni Lena a casa? In questo modo avrete la possibilità di continuare la vostra conversazione -
- Non vorrei disturbare oltre, signore! - mi affretto a dire, mentre poggio la tazza ormai vuota sul grande tavolo del salotto - Davvero, non è necessario! -
- Lo faccio con molto piacere, invece - ribatte Light, e mi accorgo che il suo sorriso è uno dei più belli che io abbia mai visto. Light recupera scarpe e giubbotto e aspetto sulla soglia di casa che sia pronto, mentre l'aria è diventata decisamente fredda e sta eliminando tutto il calore che il caffè mi aveva dato.
Finalmente usciamo. Camminiamo qualche minuto in silenzio, fianco a fianco, ognuno perso nei suoi pensieri. Light è davvero un bel ragazzo e sembra anche interessante e gentile. Per certi aspetti assomiglia molto al padre. Invece Sayu è una ragazzina deliziosa.
- Allora, Lena - esordisce Light - Raccontami qualcosa di te -
- In realtà non c'è molto da raccontare - dico - Ho sempre avuto una vita molto ... comune. Niente di speciale -
In realtà ci sarebbe molto da raccontare della mia vita. Solo ... che non racconto il mio passato a tutti. Preferisco tenere per me quello che ho passato e anche le perdite subite. Infatti ho perso i miei genitori, mia madre quando avevo due anni e mio padre quando ne avevo cinque. Mia madre è morta di cancro ai polmoni e mio padre è morto in un incidente stradale. E dato che non c'era nessuno che poteva prendersi cura di me, sono stata cresciuta alla Wammy's House. E' li che sono stata in grado di sviluppare le mie doti investigative e anche se ero una delle più piccole e una delle pochissime femmine che c'erano alla Wammy's House sono riuscita a guadagnarmi rispetto. Non ho mai avuto molti amici, ma avevo un migliore amico. Mello. Mihael Keehl, in realtà. Chissà che fine ha fatto ...
- Va tutto bene? - Light interrompe il filo dei miei pensieri. Sembra preoccupato.
- Tutto benissimo -
- Sei diventata stranamente taciturna - mi fa notare.
- Non sono mai stata una persona di molte parole - 
-L'ho notato - Light sorride mentre mi guarda - Mi piacerebbe conoscerti meglio, Lena -
- Conoscermi? - ripeto, confusa.
- Uscire insieme. Se vuoi, naturalmente -
Non sono mai uscita con molti ragazzi. Non mi sono mai interessata ad avere un ragazzo, anche se con un paio sono stata. Ad esempio Matt, anche lui della Wammy's House. Il vero nome è Mail Jeevals ed era il migliore amico di Mello, oltre a me. Mi piaceva Matt, con quei capelli rossicci e gli occhi vispi e curiosi allo stesso tempo. E con Matt ti sentivi a tuo agio sempre, non importava da quanto tu lo conoscessi, se da due anni o da dieci secondi.
- Certo che mi va bene. Mi piace la tua compagnia, Light - sorrido anche io. Finalmente scorgo la mia casa e lascio che Light mi accompagni fino al grosso portone scuro - Siamo arrivati. Grazie mille per avermi accompagnata, Light, sei stato molto gentile -
- E' stato un piacere, Lena - . Sto per tirare fuori le chiavi di casa dalla tasca del giubbotto quando vedo Light chinarsi su di me. E prima che io possa reagire, le sue labbra si posano sulla mia guancia, calde e fredde allo stesso tempo - Buona fortuna col caso Kira - 
Sono certa di essere rossa in viso. Spero che al buio non si noti. Riesco a sussurrare un semplice - Grazie - ma sono ancora molto sorpresa dal gesto di Light. Ci conosciamo da meno di un ora e già mi chiede di uscire e mi bacia sulla guancia. Forse è un po' troppa confidenza.


* * *


S0no le 6:30 del mattino quando metto di nuovo piede nella stanza d'albergo dove si trova L. Credo di essere la prima ad arrivare, perché non vedo il signor Yagami e nemmeno Matsuda e Aizawa. Chissà se quei due hanno scoperto che faccio parte della squadra. 
Mentre mi tolgo il giubbotto e lo appendo con cura all'attaccapanni accanto alla porta, guardo la mia immagine riflessa nello specchio ovale e ben decorato che ieri non avevo notato. Storco la bocca, sembro quasi uno zombie. Ho delle occhiaie da far invidia a L e ho i capelli spettinati per tutte le volte che ci ho passato le mani sopra dalla frustrazione, e ho un colorito che non promette bene. Poi ho caldo e freddo allo stesso tempo. Ma forse è per questo che indosso dei pantaloncini corti estivi e sopra la felpa più pesante che ho. Devo davvero stare male, e ieri sera ero davvero nervosa, sono successe troppe cose e troppo in fretta. 
Raggiungo L, che si è spostato nel salotto, una decina di computer portatili sul basso tavolino rettangolare e diversi microfoni e cimici/telecamere accanto a lui sul divano. Sta osservando attentamente un computer portatile davanti a lui, nella sua stramba posizione e con le dita della mano destra che torturano il labbro inferiore e pallido.
- 'Giorno - dico, la voce ancora impastata dal sonno. Si, avrei preferito dormire ancora un po', ma la giustizia non dorme mai. Cavolate.
- Buon giorno, Lena - mi saluta L, neutrale come sempre - Ha dormito bene? -
- Ho avuto nottate migliori di questa -
L distoglie gli occhi dal computer portatile per portare la sua attenzione su di me. Mi studia per qualche secondo, soffermandosi sul pantaloncini corti che indosso, che devono sembrare strambi dato che siamo quasi in inverno. Poi porta i suoi occhi nei miei - Si sente bene? -
- Si, ho solo avuto qualche incubo - rispondo.
- Ne vuole parlare? -
- Preferirei di no, grazie -
L esita qualche secondo prima di tornare a parlare - Può tornare a casa a riposare, se lo desidera. La sua assenza non sarebbe un danno, almeno, non oggi -
- Riposare peggiorerebbe la situazione. Grazie comunque - Mi siedo accanto a lui sul divano - Hai trovato qualcosa? -
- Ho individuato un possibile Kira -
Alzo un sopracciglio - E chi sarebbe? -
- Il figlio del signor Yagami - 
Mi si gela il sangue nelle vene. Light? Perché mai Light dovrebbe essere Kira? Sembra un ragazzo così perbene ... Ma è dietro le personalità gentili e nobili che si nascondono i peggiori criminali al mondo. Quindi questa pista non sarebbe da escludere. 
- Per questo - continua L - Faremo mettere delle "cimici" nelle abitazioni di ogni agente della nostra squadra, per controllare le famiglie ed individuare possibili Kira. Le faremo mettere in ogni stanza e controlleremo 24 ore su 24 cosa succede -
Aspetta un attimo ... questo vuol dire che ... metterà delle "cimici" anche in casa mia! E se ci sono le "cimici" a controllarmi 24 ore su 24 non potrò mai portare a termine le mie indagini su L. Devo trovare una scappatoia, un compromesso.
- Io vivo da sola, L. Quindi non ho una famiglia, e controllarmi sarebbe inutile - tento.
- Anche lei potrebbe essere un possibile Kira - ribatte L, tranquillo.
- Io non ho intenzione di avere delle telecamere che mi spiano tutto il giorno e tutti i giorni, Ryuzaki! - scatto in piedi, inorridita al sol pensiero - Sono una donna, accidenti, ho una privacy molto più ampia di voi uomini! E poi sapere che ci sarà qualcuno che mi osserverà ininterrottamente ...  - 
- Ha qualcosa da nascondere, Lena? -
- Si, la mia dignità e la mia privacy! - 
- Allora l'unica soluzione sarà quella di farla convivere qui con me per un arco di tempo ancora indefinito. E quando mi sarò accertato che lei non è Kira, la farò tornare nella sua abitazione -
Strabuzzo gli occhi - Vuoi che io venga a vivere qui? Con te? -
- Se lei lo desidera, naturalmente - aggiunge L - Altrimenti sarò costretto a mettere le "cimici" nella sua abitazione -
Ci penso qualche secondo. Se vengo a convivere con L riuscirò ad ottenere più informazioni. E scoprirò qualcosa sul suo passato e sulla sua vita privata. E sopratutto, scoprirò chi è - Ci sto, Ryuzaki. Quando faccio il trasloco? -
- Oggi pomeriggio, se per lei non è un problema -
- Assolutamente, è perfetto -




Perdonatemi il capitolo corto, ma vado di fretta che mercoledì ho l'esame orale di terza media e mi sto impegnando tanto. Spero di non avervi deluso! Adesso Lena dovrà andare a convivere col nostro L, che succederà? L sospetta di Light, che sta entrando molto in confidenza di Lena, che in questo capitolo svela una parte del suo passato. Curiosi? Recensite in tanti!
baci a tutti,
Hope

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Capitolo 4
*** Troppe domande ***


CAPITOLO 4
" TROPPE DOMANDE"

 
Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche
 


Non ho poi così tante cose da portarmi dietro durante il "trasloco". Non sono mai stata una ragazza molto attaccata alle cose materiali, le cose importanti me le tengo dentro e me le porto sempre con me. Quindi ci metto meno di dieci minuti per preparare la mia valigia : un paio pigiami, i miei vestiti, scarpe, spazzolino da denti, libri, shampoo e balsamo, computer portatile. E la valigia non pesa nemmeno tanto.
Durante il pomeriggio il sole pallido viene coperto da qualche nube grigia, ma c'è ancora abbastanza luce e oggi il vento non sembra essere così freddo. Ho ancora addosso i pantaloncini estivi e la felpa pesante, ma non ho intenzione di cambiarmi.
- Eccomi qui - dico lasciando cadere la valigia sul pavimento del salotto della suite di L. Si sente solo un tonfo sordo e la valigia cade distesa.
L è in piedi davanti alla finestra quadrangolare che affaccia sulle strada piena di negozi, a guardare le persone che sotto di lui camminano a destra e a sinistra, avanti e indietro, senza seguire una meta precisa. Mi chiedo se L sia mai uscito per prendersi un po' d'aria fresca.
Si volta e il suo sguardo cade subito sulla valigia ai miei piedi - Ha solo questa? -
- Si - annuisco.
- Watari, per cortesia, porti la valigia della signorina Lena nella mia stanza - dice L. 
Un uomo alto ma apparentemente vecchio, dalla faccia simpatica, prende senza troppi sforzi la mia valigia da terra e la solleva, portandola nella stanza di L. Io lo ringrazio con un sorriso, quest'uomo l'ho già visto, ma non riesco a ricordare dove. Anche il nome mi sembra familiare.
Poi una domanda mi balena in mente. L ha detto di portare la mia valigia nella sua stanza? O forse sono io che sto già diventando sorda? - Dove sistemo le mie cose, Ryuzaki? -
- Nella mia stanza, come ordinato a Watari - L torna a scrutare il paesaggio dalla finestra, tranquillo come al solito. A volte tutta quella tranquillità mi fa venire i nervi.
- Vuoi dire che dormirò con te? -
- La cosa la scandalizza, Lena? -
Poco poco, sai, non ho mai dormito con un uomo! - Assolutamente, è solo per sapere - cerco di mantenere una voce normale che non faccia trasparire emozioni.
- Allora si, lei dormirà con me e condividerà la mia stessa stanza - 
- Bene - sorrido, anche se L è voltato di spalle e non può vedermi - Benissimo - 
L si volta a guardarmi un'altra volta. Io rimango in attesa che dica qualcosa. Ma invece di parlare, L si allontana dalla finestra e viene verso di me, i soliti passi trascinati e quasi lenti. Io lascio che mi raggiunga. L si ferma solo quando i suoi piedi scalzi sfiorano le mie scarpe da tennis basse.
- Devo rivelarle una cosa, Lena - dice.
- Dimmi -
- Dato che lei sarà sotto la mia stretta sorveglianza, e anche di Watari se sarà necessario, io le starò accanto in ogni momento della giornata e in ogni singola cosa che farà. Se la manderò in missione, io verrò con lei. Se vuole fare una passeggiata per prendere un po' d'aria, io verrò con lei. Se vuole mangiare, io mangerò con lei. Le è chiaro? -
- E se devo farmi la doccia? -
- Le porgerò l'accappatoio -
- E starà fuori dal bagno, vero? -
- La doccia ha i vetri oscurati -
Alzo un sopracciglio - Hai davvero intenzione di controllarmi anche mentre mi lavo, Ryuzaki? Anche se fossi un possibile Kira, direi che uccidere anche mentre mi lavo sarebbe eccessivo -
- Per Kira niente è eccessivo -
- Ma suppongo che anche Kira si lavi, almeno una volta al mese! -
- Forse si, forse no - L non stacca gli occhi dai miei, ma ormai sto imparando a sostenere il suo sguardo indagatore e assillante - Lei ha qualcosa da nascondere? -
- In bagno nascondo la mia nudità, come qualsiasi altra donna che ha un briciolo di senno - sorrido sarcastica - E per favore, Ryuzaki, dato che "per un arco di tempo indefinito sarò sotto tua stretta sorveglianza", non darmi del lei. Non sono sposata e non supero nemmeno la ventina d'anni -


* * *


Quando L ha detto che mi sarebbe stato appiccicato come una cozza tutto il giorno e tutti i giorni, non scherzava affatto. Guardo indispettita L prima di concentrarmi sugli spiedini di carne, salsiccia e peperoni e le patatine fritte. Da quando mi sono seduta e ho ordinato il mio pranzo non mi ha levato gli occhi di dosso. Non ha nemmeno ordinato!
- Ti diverti a guardarmi, Ryuzaki? - chiedo, addentando un pezzo di salsiccia nel mezzo dello spiedino e staccandolo coi denti.
- Credo tu sia un soggetto molto particolare - risponde, neutrale - Da studiare -
- Se può essere utile ai tuoi studi, non metterti mai tra una ragazza e il suo pranzo, specialmente se è carne - mastico la salsiccia, mettendo una mano davanti alla bocca come farebbe una signorina ben educata - E non guardarla troppo, potrebbe sciuparsi o infastidirsi -
- Grazie, ne terrò conto -
Passo ad addentare un quadratino di peperone rosso - Ma tu non hai fame? -
- Ho già mangiato - risponde L - Anche se una fetta di torta non sarebbe male ... -
- Ordinane due, per favore. La mia al cioccolato - prendo una manciata di patatine fritte per poi cacciarmele in bocca. Se non si fosse ancora capito, sto morendo di fame e anche se probabilmente il mio modo di mangiare è simile a quello di un orco, fa niente. A Mello divertiva tanto il mio modo di mangiare ...
L ordine due fette di torte con cioccolato e panna. Dopo aver ordinato, torna a guardarmi, cominciando a torturarsi il labbro inferiore col pollice - Posso farti una domanda, Lena? -
- Non puoi farmela quando ho finito di mangiare? -
- Vorrei fartela adesso -
Sospiro, possibile che non possa mangiare in santa pace? - Avanti, dimmi -
- Che tipo di rapporto hai con Light Yagami? -
Per poco non sputo il pezzo di carne che ho appena messo in bocca. Mi costringo ad ingoiare e a sfruttare quanto tempo mi è possibile per capire quella domanda. Come fa a sapere che conosco Light? - Perché dovrei avere rapporti con Light Yagami? -
- Sei andata a casa del signor Yagami, la scorsa sera - mi fa notare L.
- E con questo? -
- Dubito che il signor Yagami ti abbia lasciato tornare a casa da sola di sera. Qualcuno deve averti accompagnato -
Dannazione - Si, mi ha accompagnata Light. Quindi? -
- Avete parlato? -
- Abbiamo parlato, si -
- Di cosa avete parlato? - insiste L, sporgendosi verso di me, come se volesse allungarsi a strapparmi le parole di bocca con una mano.
Ma io sono stanca di essere considerata una cavia da laboratorio - E questo a cosa serve per le indagini su Kira? - chiedo stizzita.
- Light Yagami potrebbe essere un possibile Kira - mi ricorda L.
- Abbiamo parlato di cose normali, come due ragazzi normali, che camminavano in modo normale, in una serata normale. Contento? - mi ficco un bocca quello che rimane dello spiedino per evitare di lanciare un'imprecazione poco fine. Dannazione, L sa essere davvero irritante quando insiste.


* * *


La mia fetta di torta al cioccolato con panna arriva quando metto in bocca l'ultima patatina fritta. L è diventato stranamente taciturno, e non è da lui. Con la forchetta comincio a schiacciare la nuvoletta di panna, spalmandola sulla superficie marrone della torta.
- Che ti prende, Ryuzaki? - chiedo improvvisamente.
L addenta la sua fetta di torta, avaramente - Cerco di immaginarmi te e Light Yagami che camminate insieme -
Alzo gli occhi al cielo, esasperata - Non preoccuparti, non ho intenzione di fidanzarmi con lui. Nemmeno lo conosco! -
- Non devi dare spiegazioni a me -
- Sei tu che mi stai facendo un'interrogatorio sulla mia vita sentimentale! -
- Vorrei solo - con un ultimo boccone L si ficca la torta in bocca, l'ha praticamente divorata in meno di cinque minuti - Che non ti lasciassi distrarre in questo momento, non sarebbe utile alle indagini -
- Distrarmi? - ripeto, confusa - Cosa vorresti dire? -
- Light Yagami ha parecchio successo con le donne, le abbindola in una maniera che nemmeno puoi immaginarti, Lena. Spero solo che una ragazza intelligente come te capisca la differenza tra "amore" e "finzione". La mangi la tua fetta di torta? - L mi indica la mia torta ancora intatta.
Spingo il piatto verso di lui con una mano - Capisco perfettamente la differenza -
- Sei mai stata fidanzata? - 
- Si - cerco di tagliare corto e cambiare argomento, mi imbarazza moltissimo.
- Quanto tempo fa? -
- Smettila, Ryuzaki! Sembri quasi un fidanzato geloso e possessivo, dannazione, io mica so a chiederti se hai mai avuto una ragazza o meno! - detto questo mi alzo e lo lascio da sola, avviandomi a grandi passi verso l'ascensore per tornare nella mia nuova casa temporanea e dimenticarmi di questa conversazione. Anche se so che non sarà facile.



Eccomi! Spero che anche questo capitolo vi piaccia, voglio ringraziare tutti coloro che mi seguono e mi riempiono di complimenti, ma quanto vi voglio bene? Grazie di esistere, siete davvero unici! Allora L comincia a fare pressing alla povera Lena, e vuole sapere di più sul rapporto con Light ... e ora che dovranno convivere ehehehe vedrete!
Alla prossima
Hope

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Capitolo 5
*** Telefonate e paure ***


CAPITOLO 5
"TELEFONATE E PAURE"




Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche




- RYUZAKI?! - il mio grido spezza l'atmosfera tranquilla ce c'era qualche secondo fa - CHE CAZZO STAI FACENDO?! -
Sarebbe stato impossibile mantenerla, dato che quell'essere di nome L è entrato in bagno proprio mentre stavo uscendo dalla vasca da bagno, e ho dovuto interrompere un bagno molto confortante. Fortuna che c'era l'accappatoio li vicino e mi sono potuta coprire ... più o meno. Stringo l'accappatoio, una mano che lo stringe al petto e l'altra mano che lo stringe sulle gambe. Dannazione!
L chiude immediatamente la porta, giuro di averlo visto arrossire. Sento la sua voce da dietro il legno chiaro e decorato, un misto di imbarazzo e paura - Scusami, Lena, non sapevo che ... -
- Ma se c'è la porta chiusa non entri prima di entrare? - dico, cercando di calmarmi.
- Beh il 98% delle volte sono sempre stato da solo e non era necessario di bussare per andare in bagno - adesso la paura ha fatto spazio all'imbarazzo totale, deve essere diventato rosso come un pomodoro o addirittura peggio - Potevi anche avvertimi che avevi intenzione di fare un bagno, Lena -
Ma sentilo! - Ho bisogno del tuo permesso per lavarmi, Ryuzaki? Adesso sparisci e non ti azzardare mai più ad entrare in qualsiasi stanza senza prima bussare! -
Sento i passi di L allontanarsi e io mi siedo sul bordo della vasca, reggendo ancora l'accappatoio color pesca davanti al petto, indispettita. Rimango seduta qualche minuto per aspettare che la rabbia si plachi, cerco di convincermi che è stato solo un malinteso. Meglio L che Aizawa o Matsuda, o magari il signor Yagami. O magari Light.
Mi alzo e sostituisco l'accappatoio col mio pigiama, un paio di pantaloni lunghi azzurri e una maglia dello stesso colore. Mi infilo anche una felpa, il natale si sta avvicinando, ormai mancano solo poche settimane. Magari quest'anno non festeggerò da sola, magari potrei uscire con Light o magari con L, dimenticare per una giornata il caso Kira. Ho sempre festeggiato il natale da sola, anche alla Wammy's House. No, dipende. Lo festeggiavo sempre con Matt e con Mello. Ricordo che ci infiltravamo nelle cucine dell'orfanotrofio e rubavamo cioccolata, muffin e altri dolci deliziosi. Poi nascondevamo tutto nel dormitorio dove dormiva Matt, dato che io e Mello eravamo nello stesso dormitorio. E passavamo il pomeriggio a mangiare cioccolato e muffin, giocare coi videogames che Matt nascondeva con gelosia e inventarci ogni sorta di indovinelli da risolvere tra di noi. Era bello. Matt e io eravamo fidanzati e ci coccolavamo spesso, anche se Mello alzava gli occhi al cielo, probabilmente disgustato. Allora L era quasi un mito, per noi ragazzi dell'orfanotrofio. Sognavo anche io di incontrarlo e di vivere con lui avventure fantastiche. E adesso ... l'ho conosciuto, e devo indagare con lui e anche su di lui. In un certo senso, il mio sogno si è realizzato.
Pettino i capelli corti ed esco dal bagno, pronta per farmi una bella dormita. Anche se ancora non so dove dormirò. 
Trovo L seduto sul divano del salotto, la luce spenta, nella sua solita posizione - Ti sei sistemata, Lena? - mi chiede, senza nemmeno voltarsi. Deve aver sentito i miei passi e non gli do torto, queste ciabatte sono più pesanti di un bue che ha appena mangiato!
- Si - rispondo. Non faccio in tempo ad aggiungere altro che il mio cellulare vibra e parte la suoneria. Controllo chi sia, e non conosco il numero che appare. Qualcuno che ha il mio numero e io non ho il suo, una cosa che odio.
- Appoggia il telefono qui e metti il viva voce - mi ordina L, indicandomi il tavolino.
Annuisco. La chiamata parte appena inserisco il viva voce - Pronto? -
- Ehi, Lena - la voce di Light Yagami invade tutta la stanza, squillante e vivace. Sobbalzo, è da tanto che non lo sento e non lo vedo. Non ho potuto nemmeno controllare dal computer come si comportasse a casa sua, dato che L me lo ha proibito categoricamente.
- Light, ciao - un sorriso si forma sulle mie labbra - Da quanto tempo! -
- Ne è passato molto, eh? - sento Light ridere, una risata cristallina e allegra.
- Si, infatti - rido anche io. Non ho il coraggio di voltarmi a vedere l'espressione di L, sono quasi intimorita. Ma perché? Non è il mio ragazzo e non ho nulla da spiegare perché nemmeno Light è il mio ragazzo.
- Allora, come stai? - mi chiede Light.
- Bene, un po' infreddolita, e tu? -
- Bene, mi mancava la tua voce -
Alzo un sopracciglio - Ma l'hai sentita solo una volta, Light -
- Infatti, mi mancava. Adesso che la sento di nuovo, sto decisamente meglio -
- Grazie - è tutto quello che riesco a dire. Non sono più abituata ad essere corteggiata da un ragazzo - Posso sapere il motivo della tua chiamata? -
- Volevo chiederti di uscire. Se non sei troppo impegnata con le indagini su Kira, naturalmente - 
Sono costretta a voltarmi verso L, per ottenere la sua approvazione. Il suo sguardo vitreo e perso ad osservare un punto nel vuoto sulla parete opposta mi disarma completamente. Rimango in attesa di qualche cenno di conferma. Alla fine, la risposta che ottengo è un pollice sollevato verso l'alto.
- Va bene, che ne dici di domani sera? - dico infine.
- Ottimo, potremo cenare fuori - propone Light
- Splendida idea -
- Ma mai quanto te -
Sorrido all'ennesimo complimento, potrei cominciare a farci di nuovo l'abitudine - A domani, allora. Scusami, Light, adesso sono molto stanca. E' stata una giornata impegnativa e sono stata molto impegnata con le indagini, una bella dormita è quello che ci vuole. Ci vediamo domani -
- Promettimi di raccontarmi tutto sulle indagini -
- Promesso. Buonanotte, Light -
- Buonanotte, Lena -


* * *


Non so come comportarmi dopo la telefonata di Light. Mi sento improvvisamente come intimorita e imbarazzata, certamente quella di Light non era una conversazione che avrei voluto ascoltasse L. Ma non devo dargli spiegazioni, perché L non è il mio ragazzo e nemmeno Light lo è.
- Dove andrete domani sera tu e Light? - mi chiede L, non si è minimamente spostato dal divano ed è rimasto immobile come una statua. Sembra quasi che non respiri nemmeno.
- A mangiare fuori - rispondo, spegnendo il cellulare. Non ho il coraggio di guardare L negli occhi, ho paura di annegarci dentro e di essere inghiottita da quel mare di scuro e di tranquillità quasi snervante - Ha detto che mi avrebbe mandato il nome del ristorante per messaggio - esito qualche secondo prima di continuare - Suppongo che verrai tu stesso a controllare cosa succederà -
- No - la risposta di L mi sorprende - Avevo in mente qualcos'altro, ad essere sincero -
Ho quasi paura di cosa possa essere - Ovvero? -
- Adesso vai a dormire, Lena. Ne riparleremo domani mattina - 
- Va bene. Dove dormo? -
- Vai pure nella mia stanza e serviti del mio letto per riposare -
Alzo un sopracciglio, preoccupata - E tu dove dormirai? -
- Io rimarrò sveglio ancora un po'. Ho bisogno di ... riflettere - nel buio della notte e dell'oscurità, dato che la luce del salotto è rimasta spenta e non c'è differenza tra dentro e fuori da qui, sembra una macchia nera e quasi indistinta - Mi porrò il problema quando deciderò di andare a dormire. Buona notte -
Esito qualche secondo, poi cedo - Buona notte - e mi allontano nella camera di L, senza il coraggio di voltarmi indietro per guardare la figura di L che si confonde con l'oscurità per vedere qualche reazione o qualche segno di stanchezza ... o di cedimento.


* * *


Le lenzuola sono fredde sotto le mie mani. E' mezzanotte e quindici minuti e L non è ancora venuto a letto. Forse sarà ancora sul divano a pensare, o magari ha deciso di dormire li per non darmi disturbo. Eppure io ho paura. Ho paura di aver agito male, di aver detto qualcosa di sbagliato. Ma non dovrei. L è sempre stato il mio mito da quando ero alla Wammy's House. Ma niente di più. Eppure ho come paura di allontanarlo. Mi serve per le indagini per la YB Corporation ma ... forse c'è qualcosa di più.



Ciao a tutti! Inanzi tutto mi scuso se ultimamente non sto più rispondendo a messaggi personali e recensioni ma sono veramente impegnata! Ma vi ringrazio tutti uno a uno per la pazienza che avete e il tempo che mettete a vostra disposizione per recensirmi e starmi dietro, non so dove sarei senza di voi! Grazie prometto che appena avrò un briciolo di tempo risponderò a tutti i messaggi e a tutte le recensioni
Baci

Hope

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Capitolo 6
*** Gioielli particolari ***


CAPITOLO 6
" GIOIELLI PARTICOLARI "



Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche




Mancano tre ore all'appuntamento con Light. Sono nervosa? No, di più. Non riesco davvero a capirne il motivo, dato che Light Yagami non è il mio ragazzo e non è il ragazzo su cui voglio e devo fare colpo, come mi sono ripetuta molte volte nell'arco di pochi minuti.
Sono ferma da mezzora davanti alla cassettiera nera dove Watari ha riposto ordinatamente i miei vestiti e gli indumenti liberi, i cassetti spalancati e qualche indumento che penzola verso terra. Non so cosa mettermi. E pensare che non sono mai stata molto fissata sulla moda, anzi, la maggior parte delle volte metto la prima cosa che trovo! E faccio shopping una volta ogni sei mesi, quindi non ho nemmeno un vestitino un po' elegante da infilarmi e un paio di scarpe col tacco. Sono finita.
Dopo qualche secondo, qualcuno bussa alla porta. 
- Avanti - grugnisco, senza distogliere lo sguardo dai vestiti.
La porta si apre e si richiude lentamente. Sento dei passi trascinati ed è allora che capisco che L è entrato e si sta avvicinando a me. Mi volto a guardarlo, le mani sui fianchi e le unghie mangiucchiate dal nervosismo e dalla frustrazione. L cammina lento, le mani nelle tasche dei pantaloni e i capelli neri spettinati come sempre. Il suo sguardo si posa immediatamente sui cassetti, com'è ovvio che sia - Stai decidendo cosa indossare stasera? -
- Non ho ancora deciso nulla - dico con un grugno.
- Deduco quindi che sei in difficoltà -
- Esatto -
- Lo immaginavo. Ecco perché chiesto gentilmente a Watari di cercare un vestito adatto - L non mi lascia nemmeno il tempo di ribattere che alza una mano per bloccarmi, voltandosi verso la porta chiusa della stanza - Watari, per cortesia, potrebbe portare il vestito? -
Dopo nemmeno dieci secondi, Watari entra, con una gruccia coperta da un telo nero in mano e una scatola dello stesso colore. Ditemi che non è quello che penso. Watari solleva il telo nero dalla gruccia e vedo il mio vestito. E' lungo fino alle ginocchia e senza spalline, la scollatura a cuore e la gonna che parte dalla vita e si allarga in balze poco vistose. E' blu notte e punteggiato da piccoli pallini bianchi. Senza darmi il tempo di reagire, Watari apre la scatola nera e ne estrae un paio di scarpe col tacco a spillo, bianche, in vernice. E' ... fantastico. 
Mi porto entrambe le mani alla bocca per bloccare un gridolino, un misto di felicità e allegria, mentre sento lo sguardo di L su di me - Sono di tuo gradimento, Lena? - mi chiede, anche se credo che sappia già la risposta.
Mi volto a guardarlo e istintivamente gli butto le braccia al collo e lo abbraccio, affondando la testa nella sua spalla mentre gli stringo il collo con tutta la forza che ho in corpo. Evidentemente lo colgo di sorpresa, perché lo sento irrigidirsi. Poi però si rilassa e mi circonda la vita con le sue braccia pallide. E poi lo sento stringere, anche lui mi sta abbracciando.
- Grazie, grazie, grazie, grazie mille! - dico, felice.
- So che non sei una ragazza amante delle serate galanti. O almeno, lo intuisco. Quindi sapevo che saresti stata in difficoltà nel cercare qualcosa adatto all'occasione -
- E avevi ragione - sorrido - Posso provarlo? -
- Devi provarlo - risponde L, lo sento sorridere. Non l'ho mai visto sorridere, deve essere bello vederlo felice e vederlo che sorride anche per delle sciocchezze. Come adesso.
Afferro il vestito e le scarpe che Watari mi porge gentilmente e aspetto che lui e L escano dalla stanza per provarmi tutto. Sono talmente emozionata che sembra quasi che mi sto preparando per un matrimonio, anziché per una serata con un amico. Mi infilo in vestito e le scarpe, più alte di quello che mi aspettavo. Sono costretta a reggermi alla maniglia della porta per non cadere, non sono abituata a questo genere di scarpe. Meglio le mie converse.
Quando mi guardo allo specchio, quasi non mi riconosco. Le scarpe col tacco slanciano le mie gambe lunghe e magre, poco colorite. Il vestito mi cade a pennello e lascia scoperte le spalle magre e larghe e le braccia sottili. Non mi sono mai messa un vestito un vita mia, forse una volta o due per qualche missione in qualche festa o cerimonia in cui dovevo pedinare qualcuno. Ma non mi sono mai sentita così ... me. Femminile. Elegante. Raffinata. Così me, anche se non nei vestiti che indossi abitualmente.
Dopo un respiro profondo, esco dalla porta della mia camera. E nel salotto mi aspettano più spettatori di quanti pensavo ci fossero ad aspettarmi.
L, Watari, il signor Yagami, Aizawa, Matsuda ... poi anche Mogi e Ukita, che non pensavo facessero parte della squadra. Tutti i loro occhi sono puntati su di me e sul vestito che indosso, come se fossi una modella su una passerella di una sfilata di moda.
Quando vedo i loro occhi spalancati e le bocche semi aperte ... comincio a sentirmi a disagio. Parecchio. Troppo.
Fortunatamente L mi si posiziona davanti, in modo da coprire la mia visuale e coprire gli altri che sono per me di troppo. Ma anche di fronte a lui, vestita in questo modo, con anche solo pochi centimetri di altezza che lui ha in più di me, mi sento strana e diversa.
L mi sorride. Ha un sorriso bellissimo. Gentile, innocente - Sei bellissima -
- Grazie - spero non si accorga del lieve rossore che mi colora le guance e il viso.
- Bellissima? - Matsuda compare al fianco di L, e per poco non mi viene voglia di cavargli un occhio coi tacchi a spillo - E' assolutamente favolosa! Dovresti vestirti così molto più spesso, Lena! - sembra troppo emozionato per i miei gusti. Se lui è così emozionato ... chissà Light stasera.



* * *



Watari compare con un'altra scatola nera, simile a quella contenente le scarpe. Un altro dono? Mi sono dovuta subire tutti i complimenti dei presenti nella stanza e ho dovuto ringraziare e annuire con un sorriso stampato in faccia che non sembro nemmeno io. Comincio a stancarmi.
- Cosa c'è in quella scatola? - chiedo.
- Gli accessori che indosserai stasera - mi spiega L, posandomi una mano sulla spalla.
- Devo indossare anche dei gioielli? Non è troppo? - chiedo.
- Ma questi sono gioielli speciali - L fa un cenno con la testa e Watari apre la scatola. dentro ci sono un paio di orecchini rotondi e neri e una collana molto semplice con una pietra nera che pende. L prende tra le dita la pietra nera che pende dalla collana - Vedi questa pietra? -
- Si - annuisco, perplessa.
- Non è altro che una spia. Metterai la collana al collo e questa pietra apparentemente innocua trasmetterà le immagini della cena ai nostri computer che, naturalmente, saranno accesi per controllare che tutto vada secondo i piani -
- Secondo i piani? - ripeto - Davvero sospetti che Light sia Kira? -
- E' meglio prendere in considerazione tutte le piste possibili per arrivare alla conclusione del caso, Lena - cambia argomento prendendo tra le dita gli orecchini tondi e neri - Gli orecchini, invece, sono dei microfoni che aiuteranno me e gli altri agenti a capire cosa vi direte tu e Light e anche a registrare eventuali frasi che possano identificare Light come Kira -
Il mio sguardo cade sul signor Yagami, seduto sul divano del salotto, che guarda L con durezza. Anche lui crede nell'innocenza del figlio, com'è ovvio che sia. Ma anche io credo nell'innocenza di Light, anche se questa sera potrebbe essere decisiva e fondamentale per guadagnare qualche indizio in più. 
Pero è geniale. In questo modo l terrà sotto controllo tutta la cena e manderà il signor Yagami solo per accertarsi che io non compia eventuali pericoli di essere aggredita. Geniale, a dir poco geniale. In questo modo Light non sospetterà mai nulla del fatto che tutto quello che dirà o farà verrà osservato dalla polizia stessa. E se dovesse essere lui Kira ... 
- Lena, durante la cena cerca di fare più domande possibili a Light su cosa ne pensa del caso Kira - aggiunge L.
- Ma lui sa che faccio parte della polizia e non mi dirà tutto con così tanta facilità - ribatto, incrociando le braccia davanti al petto. L toglie la mano dalla mia spalla e mi accarezza il braccio, facendomi rabbrividire. Non avrei mai pensato di rabbrividire per un semplice contatto pelle a pelle, eppure sembra una cosa istintiva.
- Non preoccuparti, Lena. Parlerà - la voce di L è sicura e tranquilla allo stesso tempo, decisa come se avesse già visto un video di come si svolgerà la cena e ne stesse creando un riassunto nella sua mente. Ma il suo tono è calcolatore, e non è da L. Non mi piace.



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Capitolo 7
*** ATTENZIONE! ***


ATTENZIONE! ATTENZIONE! ATTENZIONE! ATTENZIONE! ATTENZIONE!





A PARTIRE DA OGGI, 02/07/2014 FINO A VENERDÌ 11/07/2014 NON MI SARA' POSSIBILE AGGIORNARE QUESTA FAN FICTION A CAUSA DELLE VACANZE E NON MI E' POSSIBILE PORTARE CON ME IL COMPUTER PER AGGIORNARE ... SONO DAVVERO SPIACENTE, MANDERÒ' UN MESSAGGIO AD OGNUNO DI VOI PER AVVERTIRVI DELL'AGGIORNAMENTO DELLA STORIA COL NUOVO CAPITOLO. ABBIATE PIETÀ' DI ME, VORREI DAVVERO AGGIORNARE MA VI PROMETTO CHE I PROSSIMI CAPITOLI NON VI DELUDERANNO ...
GRAZIE MILLE PER LA PAZIENZA E LA COLLABORAZIONE, LASCIATE UNA RECENSIONE PER CONFERMARE QUANTO APPENA DETTO/SCRITTO.




BUONE VACANZE A TUTTI, BACI BACI!
HOPE_2000

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Capitolo 8
*** Arresto cardiaco ***


 
CAPITOLO 8
" ARRESTO CARDIACO "




Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche




Guardo insistentemente l'orologio che ho al polso, anche se non devo tenere d'occhio una particolare ora. E' solo una scusa per non incrociare un'altra volta lo sguardo di Light, fisso su di me. Siamo seduti al nostro tavolo accanto alla finestra da mezzora precisa e abbiamo già mangiato il primo, adesso aspettiamo che portino il secondo. Light è stupendo nei suoi pantaloni neri e la camicia bianca, un classico, ma su di lui è davvero un abbinamento grandioso.
Il signor Yagami ci osserva qualche tavolo davanti a noi, fortunatamente alle spalle di Light, in modo che non possa accorgersi. Qualche volta incrocio lo sguardo del signor Yagami per garantirgli che va tutto bene e che i miei sospetti su Light sono inesistenti.
L starà sicuramente guardando cosa succede tramite la collana/spia e gli orecchini/microfoni, e sono sicura che non si starà perdendo niente. Me lo immagino, seduto nella sua solita e strana posizione sul divano, gli occhi attenti e spalancati sullo schermo luminoso del computer portatile, le dita di una mano che tormentano il labbro inferiore e l'altra mano poggiata sul ginocchio. Ormai lo conosco, so com'è fatto.
- Sei davvero incantevole con quest'abito - la voce di Light mi riporta alla realtà.
I suo sorriso è luminoso e dolce, e non posso fare a meno di fare un debole e imbarazzato sorriso - Grazie, Light, sei molto gentile -
Light sorride ancora - Allora, come procedono le indagini su Kira? -
Sento nella mia testa la voce di L che mi consiglia cosa fare. Menti. - Purtroppo le indagini sono ancora in alto mare, nonostante abbiamo degli indizi, niente sembra riuscire a tracciare un percorso verso la possibile identità di Kira - mento, fingendomi triste.
- Sono sicuro che presto riuscirete a trovare qualcosa - Light posa la sua mano, candida come neve appena caduta, sulla mia - Siete una squadra ben organizzata e poi ci sei tu che sei assolutamente geniale, meglio dello stesso L -
- Oh no, L è imbattibile - sorrido, intrecciando le mie dita con quelle di Light sopra al tavolo - L è un genio alieno, imparagonabile e imbattibile, riesce a ragionare pure nel sonno - rido.
- Dici davvero? - anche Light ride.
- Credo di si. Tu cosa ne pensi di Kira? - gli chiedo improvvisamente.
Aspetto di vedere la reazione di Light, che esita qualche secondo prima di rispondere. Sembra calmo e impassibile, nemmeno un ombra di panico o consapevolezza. Potrebbe essere solo una strategia per deviare i sospetti su di lui, ma che motivo ci sarebbe? Il padre di Light è nella polizia e non riesco ad immaginare Light come un killer. Sarebbe ... assurdo.
- Io penso che voglia iniziare la formazione di un mondo tutto suo, dove solo la gente buona merita di vivere e i criminali sono condannati ad essere sterminati, uno a uno - risponde in modo pacato, e improvvisamente abbassa lo sguardo sulle nostre mani.
- Pensi che sia una cosa buona quella che sta facendo? - chiedo, cerco di sembrare più insicura possibile, in modo che possa dargli l'impressione di essere depistata. Ma non capisce che sono troppo furba per cadere. Forse L ha fatto centro, almeno in parte. Lo scoprirò molto presto, prestissimo.
- Credo solo che la prospettiva di un mondo senza criminali, di conseguenza senza il male che danneggi le altre persone buone, sia allettante - risponde, il suo sguardo rimane basso.
- Certo, tutti vorrebbero vivere in un mondo di pace - annuisco.
- Forse Kira non è il criminale che tutti credono - ecco, sta cercando di depistarmi. Ma allora i sospetti di L non sono totalmente sbagliati ... certamente ci sono persone che trovano ottimo l'operato di Kira, ma Light è una persona estremamente intelligente e che conosce la differenza tra bene e male. Almeno credo.
- Forse si. Forse no - adesso sono io che cerco di evitare il suo sguardo, il pollice di Light che comincia a tracciare forme indefinite sul dorso della mia mano. Osservo la scia invisibile del pollice, non oso alzare lo sguardo - Credo che un mondo di pace sia l'ideale per vivere. E se Kira vuole davvero realizzare questo progetto di pace mondiale, non posso fare a meno di essere d'accordo con lui. Ma il fatto che uccida le persone per ottenere questo scopo lo rende solo un criminale come tutti gli altri. Quindi, secondo me, potrebbe realizzare questo suo progetto, ma utilizzando altri mezzi. Questo è quello che penso - 
Sento Light esitare. Il pollice di Light smette di disegnare sul dorso della mia mano. Se lui fosse davvero Kira, magari potrebbe uccidermi in questo esatto momento, dato che ho opinioni molto contrastanti alle sue e lavoro per la polizia. Forse sono stata troppo spavalda a rivelargli apertamente ciò che penso. Ma almeno, se dovessi morire in questo momento, L avrà le prove che Light è Kira. La collana e gli orecchini andrebbero probabilmente perduti, ma sicuramente Watari avrà registrato tutto su ordine di L, per poter rivedere l'incontro ancora e ancora. Ormai lo conosco. E so anche che probabilmente giudicherà la mia azione avventata e priva di logica. Lo so.
Light si irrigidisce qualche secondo, e io attendo. Poi lo sento rilassarsi, ma non del tutto - Hai un pensiero molto interessante -
Alzo lo sguardo, cautamente - Dici davvero? -
- Certamente, Lena - Light prende il suo bicchiere di vetro e se lo porta alle labbra per bere un sorso d'acqua - Mi piacerebbe molto approfondirlo -


* * *


Niente. Sono ancora viva. Dannazione, pensavo di aver trovato Kira. Non che io ci tenga a porre fine alla mia vita, ma almeno L avrebbe avuto le prove per smascherare Kira. Ma il fatto che Light non mi abbia uccisa non giustifica niente, il ristorante è pieno di gente e non può uccidermi sotto gli occhi di così tante persone. Ma se invece fossimo soli ...
- Che ne dici di fare una passeggiata? - chiedo improvvisamente, forse con troppo entusiasmo per sembrare naturale.
- Certo, buona idea - Light sembra apprezzare il mio entusiasmo e mi lascio scappare un sospiro di sollievo. Light paga gentilmente il conto, lasciando anche la mancia per l'ottima cena, e usciamo. L'aria è fredda e sento le gambe irrigidirsi per il freddo. Sono troppo scoperta per essere inverno e mettere un vestito corto è stata un'idea pessima, dovrò dirlo a L quando tornerò in hotel. Se ci tornerò.
Camminiamo nei dintorni, i negozi ancora aperti e illuminati, la gente che si affretta a fare le ultime compere prima di tornare a casa per riposarsi. Ci lasciamo alle spalle i negozi e Light mi porta lungo una strada buia, troppo buia, c'è solo qualche lampione qua e la, e fanno anche troppa poca luce. Lo sapevo che avrebbe cercato di isolarsi per uccidermi. Spero che L stia registrando anche questo.
Entriamo in un vicolo cieco buio. Ci siamo. Forse adesso Light mostrerà la sua vera forma. Mi appoggio con disinvoltura a una parete di mattoni, le braccia davanti al petto e lo sguardo fisso su Light, che si posiziona davanti a me. E per la prima volta la sua altezza, superiore alla mia, mi incute terrore e mi fa venire i brividi. 
Nel buio lo vedo chinarsi sopra di me, sembra quasi possente - Lena - la sua voce è un sussurro basso, ma deciso e determinato, come se sapesse quello che deve fare - Sono felice di averti conosciuto -
Mi sembra un addio. Credo. Chiudo gli occhi, ringraziando mentalmente tutte le persone che in questi anni di vita mi sono state accanto. Mamma. Papà. Roger, il direttore della Wammy's House. Matt. Mello. E infine L. Oh, L ... perdona la mia incoscienza, spero che almeno questo mio sacrificio possa aiutarti a concludere le indagini una volta per tutte.
Ma invece di cadere nel riposo eterno, sento qualcosa di caldo posarsi sulle mie labbra. E quando apro gli occhi, confusa, vedo il volto di Light occuparmi l'intera visuale. E il mio cuore si blocca improvvisamente, ma non è arresto cardiaco, ma semplice panico, sorpresa, felicità, tristezza, rabbia, paura, perché Light Yagami mi sta baciando.





Eccomi! Allora, so che fino al 11 non mi sarebbe stato possibile aggiornare, ma eccomi qui perché una mia benedettissima amica mi ha prestato il suo computer portatile e mi ha consentito di entrare nel mio account e aggiornare la storia! E per vostra felicità aggiornerò pure domani! Grazie mille per l'affetto e la pazienza, siete mitici.
Hope

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Capitolo 9
*** Rabbia ***


CAPITOLO 9

" RABBIA "




Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche





Che cosa significa questo bacio? Perché Light non mi ha uccisa? Mi ha portata in questo vicolo cieco buio e sinistro solo per baciarmi e per dichiararmi la sua felicità nell'avermi conosciuta? Ma allora perché quando gli ho confidato la mia vera opinione su Kira si è irrigidito così tanto? Milioni di domande senza una risposta si affollano nella mia mente facendomi venire un mal di testa enorme, mentre apro stancamente la porta della stanza d'hotel di L. Quasi mi ci butto sopra per aprirla, il giubbotto di Light abbandonato sulle spalle e gli occhi pesanti e semi chiusi, per la stanchezza e la confusione. Dannazione, non ci voleva proprio. Mi chiudo la porta alle spalle e mi ci accascio contro, scivolando fino a sedermi a terra, le gambe a contatto col pavimenti freddo e lucido.
E' tutto buio. Non c'è nessuno. Questo buio e questo silenzio mi riportano alla mente il bacio di Light, quella sensazione di calore che ha fatto nascere tutte queste domande che mi tormentano e non sembrano voler darmi pace. Inutile nascondere che mi è piaciuto baciare Light. Non ho provato le stesse emozioni del mio primo bacio, quello è stato alla Wammy's House con Matt ed è stato grandioso, ma qualcosa simile. E' tanto che non venivo baciata.
Sicuramente L avrà visto tutto e sentito tutto. Mi aspetta una bella ramanzina, domani mattina. Alzo stancamente un braccio per controllare che ore sono. L'una e un minuto, notte fonda, nessun rumore, nessuna luce, nessun pensiero. Questo vale per il resto del Giappone, ma non per me. 
Potrei restare accasciata qui fino a domani mattina, dormire qui. Sono troppo stanca per alzarmi e L non è sul divano, quindi si sarà appropriato del letto per dormire. Ma io non l'ho mai visto dormire e la sola idea di un L che dorme beato e senza pensieri mi sconcerta un po'. L non dorme, ragiona e basta. Ma è proprio nel sonno che vengono le idee più geniali, o almeno credo.
Sento dei passi. Ma non sono lenti e pesanti, sono rigidi e veloci, sicuri. Penso inizialmente a Watari, ma quando vedo l'immagine di L avvolta nel buio mi stupisco. L non cammina in quel modo, o almeno, non l'ho mai visto camminare così. E ha la schiena insolitamente dritta e le mani nei soliti jeans vecchi. E' troppo diverso per essere L. Quello non è L.
Mi alzo in piedi, tenendomi alla porta per non cadere. Il volto di L è duro e impassibile, sembra quasi tremare, forse dalla rabbia. Ecco che la ramanzina arriva, ma dopotutto me la merito perché sono stata troppo incosciente e un detective non lo è mai. Appena mi raddrizzo in piedi, vedo L fare uno scatto in avanti e non faccio nemmeno in tempo a realizzare ciò che sta succedendo che mi ritrovo bloccata contro la porta, le braccia di L che mi impediscono qualsiasi via d'uscita e i suoi occhi freddi e duri puntati nei miei in modo spaventoso. Sussulto. L ...
- Perché l'hai fatto? - la sua voce è dura e non ammette repliche. Lo vedo ansimare, chissà quanta rabbia gli ribolle dentro. L è sempre stato calmo, vederlo così mi disarma totalmente. Non rispondo, troppo spaventata e sorpresa per riuscire a formulare una frase di senso compiuto - Perché l'hai fatto? - ripete, con più rabbia.
- Fatto cosa? - la mia voce trema senza controllo. Ho paura.
- Perché hai voluto rischiare di farti uccidere? -
- Sono ancora viva - adesso mi sento più sicura - Non è questo quello che conta? -
- E se ti avesse uccisa? -
- Sarei morta per qualcosa di valido - 
Vedo L tirare indietro un pugno con ferocia e istintivamente mi porto le mani davanti alla faccia, per coprirmi. Ma invece di coprire me, il pugno di L colpisce la porta dietro di me facendomi sobbalzare dallo spavento e dal colpo secco e forte che quasi mi stordisce - Ci tieni a morire, Lena? -
Tiro via le mani dalla faccia, lentamente - No -
- E allora vedi di non fare più cazzate del genere - gli occhi di L si bloccano nei miei. E' feroce, arrabbiato, furioso. Ma non può essere semplicemente perché ho fatto troppo la spavalda, sarebbe una reazione eccessiva. E solo adesso mi viene in mente la collana/telecamera e gli orecchini/microfoni. L ha visto il bacio tra me e Light. O meglio, il bacio che mi ha dato Light. Io non lo volevo quel bacio. Ma sarebbe una bugia bella e buona dire che non mi è piaciuto.
Decido di rischiare - Tu non sei arrabbiato solo per quello che ho fatto - dico. 
L abbassa lentamente le braccia lungo i fianchi, e sono di nuovo libera. Ma ansima ancora. Mi guarda un ultima volta prima di voltarsi e tornare nella sua camera, ma si blocca appena arriva sulla soglia. Poggia una mano sullo stipide di legno, come per reggersi con tutte le sue forze e aggrapparsi per non cadre a terra come ho fatto io. E' distrutto, lo vedo - Sono arrabbiato per quello che ha fatto lui - e con quell'ultima frase chiude la porta della sua camera, ponendo definitivamente fine alla nostra conversazione e ai miei pensieri.



* * *



Mi sveglio la mattina dopo che sono sdraiata sul divano, con ancora il vestito addosso e il giubbotto di Light a farmi da coperta. I capelli sono spettinati e ho perso le scarpe chissà dove. Ho la faccia umida e secca allo stesso tempo, devo aver pianto mentre dormivo e il tessuto morbido del divano deve avermi asciugata in qualche modo. Dalla grossa finestra entra un sacco di luce, deve esserci un bel sole che contrasta molto con l'aria fredda e invernale. Ma non sono sola. C'è come qualcosa che impedisce alla luce del sole di entrare completamente ed espandersi come dovrebbe. Qualcuno è davanti alla finesta.
Mi alzo a sedere e sono costretta a sbattere le palpebre più volte per abituarmi alla luce. Appena mi abituo, la sagoma di L mi da le spalle, in piedi davanti alla finestra. Finge di guardare il paesaggio urbano, invece lo so che stava solo aspettando che io mi svegliassi per affrontare di nuovo l'argomento di ieri sera. Lui è arrabbiato con me solo in parte. E' Light la fonte della sua vera rabbia. Il fatto che mi abbia baciata, forse. Forse. Chissà.
Mi azzardo a parlare - Buongiorno, Ryuzaki -
Si volta a guardarmi dopo qualche istante di esitazione. Mi guarda da sopra la spalla, uno sguardo deciso e decisamente pacato, ma non impassibile. E' uno strano miscuglio contrastante che non sono abituata a leggere nei suoi occhi. Solo adesso noto che le occhiaie sotto gli occhi sono molto più marcate e i vestiti sono stropicciati e pieni di pieghe. Non ha dormito, non lo fa mai. Ma questa volta ... è peggio - Ti sei finalmente svegliata. Sono le dieci e un quarto, pensavo di dover chiamare Watari per svegliarti nel modo più gentile possibile. Un'impresa che, mi dispiace dirlo, io non sarei certamente riuscito a compiere -
Questa frase mi colpisce fino in fondo. Una crepa al cuore, profonda quanto dolorosa. Indelebile, come una cicatrice troppo profonda per poterla chiamare graffio. Sento il labbro tremare, segno che molto presto mi metterò a piangere. Ma non voglio farlo adesso, qui, davanti a lui - Allora è un bene che mi sia svegliata - dico.
- Esattamente - L torna a voltarsi verso la finestra. Forse si è accorto che stavo per mettermi a piangere e non ha voluto mettermi in imbarazzo. Gentile da parte sua mantenere con me un po' di buone maniere - Ho un annuncio da farti -
- Dimmi -
- Da oggi in poi Light Yagami prenderà parte alle indagini sul caso Kira. In questo modo potrò tenerlo d'occhio personalmente e poi è talmente intelligente da poterci tornare utile ... nel caso l'ipotesi che lui sia Kira sia sbagliata. Tu cosa ne pensi? -
- Penso ci sia qualche probabilità che lui sia Kira -
- Allora lascerò a te la completa sorveglianza su Light Yagami. Se pensi di non esserne in grado, posso sempre autoincaricarmi di tale compito -
Stronzo. Se lo lasciassi solo con Light chissà quale casino nascerebbe. Potrebbero anche picchiarsi a sangue e allora sarebbe come dire addio al detective più stimato al mondo e allo studente più intelligente del Giappone. No. Devo assumermi io questa responsabilità, anche se questo metterebbe seriamente a rischio la mia sanità mentale.
- Non preoccuparti, Ryuzaki - cerco di trattenere un sospiro esasperato, perchè so che sto per cacciarmi in un mare di guai. Anzi, in un oceano di guai seri - Credo di essere all'altezza del compito -





 

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Capitolo 10
*** Light e L ***


CAPITOLO 10
" LIGHT E L"



 

Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche





A furia di infilarla in bocca l'unghia dell'indice destro è diventata quasi inesistente. Devo essere davvero nervosa se comincio a mangiarmi le unghie fino a farle sanguinare, quando ero piccola avevo questo brutto vizio preso da chissà quale componente della mia famiglia, ma col tempo era passato. Guardo fuori dalla grande finestra rettangolare che affaccia sulla città poco affollata a quest'ora del mattino, in attesa di vedere Light arrivare. Sovrappensiero, passo a succhiare il sangue che sta uscendo dall'indice, il sapore metallico in bocca forma una smorfia sul mio viso apparentemente tranquillo. In realtà sono una tempesta di emozioni. L starà sicuramente escogitando qualcosa se di punto in bianco vuole che Light prenda parte alle indagini del caso Kira. E il fatto che lo abbia affidato a me ...
- Se continui a ridurre quell'unghia in quello stato ti verrà un'infezione - la voce di L alle mie spalle mi fa sobbalzare e automaticamente mi porto una mano al cuore. Batte così forte che mi fa male il petto, vorrei che la smettesse di fare capriole ogni volta che sento la voce di L interrompere i miei pensieri. Magari mi venisse un'infezione. Avrei un motivo valido per non partecipare alle indagini. Ma in questo caso Light verrebbe affidato ad L e voglio evitare una carneficina.
- Tieni - L mi sta porgendo un cerotto color carne. Ma il suo sguardo evita il mio. Prendo il cerotto dalla sua mano e lo avvolgo attorno all'indice sanguinante, facendo attenzione a non sporcarmi di sangue. Anche io evito il suo sguardo. Cosa mi prende?
Decido di rischiare, come sempre - Sei ancora arrabbiato? -
L non risponde. Come se il pensiero di rispondere alla mia domanda non lo sfiorasse nemmeno, come se non lo ritenesse necessario. Forse pretende che io mi risponda da sola, che usi l'intelligenza che Dio, se esiste un Dio su cui fare affidamento, mi ha donato. Eppure questa volta so che non si tratta di essere intelligenti o stupidi.
Sospiro, rassegnata - Ti prego solo di non far ricadere la colpa di ciò che è accaduto su Light. Non tutta, almeno. Siamo esseri umani e la nostra vita non si limita solo a risolvere il caso Kira, anche se in questo momento è la priorità più grande. Ma abbiamo anche noi una vita privata, sentimentale. Quindi ... -
- Quindi stai dicendo che quel bacio da parte di Light ti ha fatto piacere - conclude L, le mani sprofondate nelle tasche dei jeans pieni di pieghe che Watari dovrà sicuramente stirare.
- Non sto dicendo questo -
- Non importa, ho capito benissimo quello che vuoi dire - L si volta e va ad aprire la porta, evidentemente qualcuno ha bussato, ma ero talmente assorta nei miei pensieri e nella conversazione che ignoravo il resto del mondo. Ma non mi è difficile ignorare Light che entra disinvolto e il suo sguardo che automaticamente si punta su di me. Ed ecco che cominciano i guai.
 

 
* * *


- Benvenuto, Light Yagami - la voce di L è stranamente pacata. Troppo pacata. Si sta trattenendo, anche se apparentemente sembra tranquillo e impassibile come gli altri giorni, ma riesco a intuire che quella pacatezza è finta. Non so come, e non so nemmeno perché - Ti stavamo aspettando con molta ansia -
- Grazie per avermi voluto coinvolgere nelle indagini, L - lo sguardo di Light si sposta da me a L, solo qualche centimetro che fa la differenza tra lui e il detective. Se L raddrizzasse la schiena, invece di tenerla curva, probabilmente lui e Light sarebbero alti uguali - Spero di poter essere un aiuto prezioso -
- Lo sarai ma, ti prego, chiamami Ryuzaki - L volta le spalle a Light per sedersi sul divano del salotto, proprio al centro, nella sua solita posizione che ormai non ha più niente di strano o bizzarro, per me. Ma per Light probabilmente si - Non desidero che il mio nome si pronunci così liberamente di questi tempi, non è sicuro. Questa è una delle regole della nostra squadra e del nostro quartier generale -
- Certamente, capisco - Light si avvicina al divano, disinvolto. Mi chiedo come faccia ad essere così tranquillo in una situazione del genere, io sono talmente in ansia che la finestra alle mie spalle si romperebbe sotto il peso di tutti i film mentali che mi sto facendo. Scene di risse, insulti, litigi. Cose che non devono succedere.
- Molto bene - L va cenno a Light di sedersi accanto a lui, e Light ubbidisce - Credo che tuo padre ti abbia spiegato i nostri attuali piani per catturare Kira e anche i nostri piani futuri - si blocca improvvisamente, il suo sguardo si posa su di me - Lena, perché non vieni a sederti? -
- Preferisco restare in piedi, grazie - dico, piano - Anzi, se per te non è un problema, io andrei nella mia stanza per fare un po' d'ordine tra le mie cose, Ryuzaki -
- Assolutamente, io e Light dobbiamo parlare di cose che tu già sai. Quindi non credo ci sia alcun tipo di problema - L annuisce.
Annuisco anche io e sparisco in camera, chiudendomi la porta alle spalle, evitando lo sguardo di Light che mi segue ovunque io vada. Appena chiudo la porta mi lascio scappare un lamento frustato e mi siedo per terra a ragionare su come evitare di creare ulteriori casini.

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Capitolo 11
*** Origliare ***


CAPITOLO 11
" ORIGLIARE "




 
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Nella speranza che l'udito di L non sia così sviluppato come dicono, mi avvicino alla porta e poggio un orecchio sulla superficie legnosa a tratti liscia e a tratti ruvida, in equilibrio sui talloni e entrambe le mani posate sul freddo pavimento per evitare di cadere. Sento subito la voce di L, in un primo momento ovattata, ma poi la sento talmente bene che ho il timore si sia avvicinato alla porta e quindi sospetti qualcosa. Ma lui non è dotato si super poteri e quindi non gli è possibile vedere oltre le porte, ma in un angolo della mia mente si forma un leggero dubbio al riguardo. Che sciocchezza, L è pur sempre un umano. Ma se mi scoprono, sono rovinata.
- ... Questa è la pista ricavata finora. Col tuo aiuto spero di poter aggiungere altre tessere che ci aiuteranno a finire il puzzle sulla vera identità di Kira e su come porre fine al suo folle progetto - sta dicendo L, il suo tono sempre fintamente pacato naturalmente rivolto a Light - Durante le indagini il tuo lavoro e il tuo comportamento verranno visionati da Lena. Sono certo che lei possa essere per te una guida più che eccellente e poi i vostri cervelli messi insieme potrebbero creare tante cose utili per le nostre indagini. Tutto chiaro? -
- Si, Ryuzaki - risponde Light tranquillo.
- E poi dovrei chiederti un ultimo favore, Light - aggiunge improvvisamente L.
Sento Light esitare qualche istante, e premo l'orecchio ancora di più sulla porta per cogliere ogni singolo movimento del suo corpo e di quello di L. Probabilmente Light sarà ancora seduto sul divanetto mentre L sarà in piedi di fronte alla finestra rettangolare. Se non guarda in faccia Light sarà sicuramente più tranquillo. Finalmente Light riprende a parlare - Certamente, chiedi pure -
- Vorrei assicurarmi la tua totale dedizione alle indagini. Questo caso è uno dei più importanti che abbia mai dovuto risolvere e anche uno dei più terribile con cui il mondo si ritrova ad affrontare. Quindi, credo sia evidente e logico, prima risolviamo il caso Kira e prima le cose torneranno alla normalità. Questo vuol dire che tu, come me o il resto della squadra, dovrai essere totalmente concentrato su Kira e dovrai eliminare ogni sorta di distrazione. Ti concedo qualche distrazione familiare, infondo sono anche io un essere umano dotato di sentimenti e in questo momento la famiglia è uno dei valori da proteggere. Ma ti chiedo cortesemente di stare lontano da distrazioni sentimentali o simili. Capisco che un ragazzo della tua età non ne possa fare a meno, ma faccio affidamento sulla tua intelligenza superiore a quella di un normale ragazzo della tua età. Questo discorso l'ho già fatto anche a Lena, anche lei è giovane per questo tipo di responsabilità -
Bugiardo, L non mi ha mai fatto questo discorso. Mi reputa abbastanza intelligente da capire che la priorità del momento è il caso Kira e il fatto che io non sia una persona molto estroversa e socievole mi aiuta a concentrarmi senza distrazioni. E la stessa cosa dovrebbe valere anche per Light, che è più intelligente di me. Questa è una minaccia passiva, un giro di parole per metterlo in guarda e dirgli di girarmi alla larga se non vuole avere problemi. Non pensavo che L potesse spingersi così oltre ...
Aspetto di sentire la risposta di Light. Altri secondi di silenzio, di esitazione, di tensione. Light è abbastanza intelligente da capire la minaccia, naturalmente. Altro silenzio, altri battiti irregolari del mio cuore che batte a velocità surreale. Non sono mai stata così agitata prima d'ora. No, forse l'unica volta è stata quando Mello era scomparso dalla Wammy's House, era scappato perché aveva litigato per l'ennesima volta con Roger e Near, il suo acerrimo nemico. Mello arrivava sempre secondo in classifica nei test dell'orfanotrofio, sempre dopo Near. E quella volta era scappato dalla frustrazione e dalla rabbia, rifugiandosi chissà dove per dieci notti. Ricordo che piangevo tutte le notti e Matt mi consolava sempre, passando intere notti sveglio accanto a me per assicurarsi che io dormissi. Quando Mello tornò era un pomeriggio piovoso come pochi. Era accompagnato da Roger ed entrambi erano zuppi. Ricordo di essere corsa all'atrio della Wammy's House insieme a Matt e gli altri bambini prodigio. Ricordo anche che i primi occhi che Mello incrociò in tutta quella folla furono proprio i miei. Non quelli di Matt, il suo migliore amico. Non quelli di Near, il suo acerrimo nemico. Ma i miei, quelli della sua migliore amica. Mi era venuto incontro contro gli occhi di tutti, il giubbotto nero fradicio e i capelli biondi appiccicati sulla fronte, lo sguardo duro e la voce ferma "Non dirmi che ti sei messa a frignare per me" mi ha detto. Doveva sembrare quasi un rimprovero, e invece vedevo l'ombra di un sorriso sul suo volto e un velo di commozione nei suoi occhi. Ricordo di avergli sorriso e aver annuito, mentre mi avvolgeva in un abbraccio. Un abbraccio bagnato sia di pioggia che di lacrime.
L'orecchio che pulsa mi fa tornare alla realtà. Mi allontano dalla porta sedendomi per terra, una mano sull'orecchio. Devo averlo tenuto per troppo tempo premuto contro il legno della porta e adesso sarà sicuramente diventato rosso. Mi conviene restare in camera finché non tornerà al suo colorito normale, altrimenti L mi scoprirà di sicuro. A meno che non l'abbia già fatto.

 
* * *


Mi faccio portare la cena in camera dicendo che non mi sento bene e che credo di avere un po' di febbre. Dopo quella minaccia che L ha fatto a Light non riuscirò mai a comportarmi come se non avessi sentito nulla. Quindi mi metto sotto le coperte, con una pezza bagnata sulla fronte e la televisione accesa mentre aspetto che Watari mi porti la cena.
Sento qualcuno bussare alla porta e tossisco un po', giusto per far sentire che non mi sento molto bene. Cerco di tenere la voce più bassa possibile, come se avessi un terribile mal di gola che non mi permette di parlare bene - Avanti -
La porta si apre. Invece di apparire Watari col vassoio in mano con la mia cena servita, appare L col vassoio in mano e tutto il resto. Senza neanche guardarmi in faccia, posa il vassoio sul comodino di legno intagliato e si siede accanto alle mie caviglie. Mi alzo a sedere con finta fatica mentre con una mano poso la pezza ormai asciutta sul comodino, lo sguardo di L che controlla ogni mio singolo movimento. Ci manca solo che scopra che non ho davvero la febbre.
- Grazie per avermi portato la cena, Ryuzaki - tossisco.
- Mi sembra il minimo - risponde L pacato, ma questa volta non è finto, è vero. A quanto pare la presenza di Light sembra rendere finto ogni suo movimento e ogni sua frase, forse è davvero così o forse è semplice paranoia - Come ti senti? -
- Ho un mal di testa allucinante e mi fa male tutto il corpo - fingo una smorfia stanca mentre mi abbandono a peso morto contro la testiera del letto, la coperta che arriva a coprirmi la pancia - Credo che mi rimetterò in sesto presto, non voglio ammalarmi proprio adesso che le indagini cominciano a dare risultati concreti. E' solo mal di testa e anche mal di stomaco, forse ho mangiato qualcosa di avariato o non so ... -
- Questo è quello che succede quando ti metti ad origliare le conversazioni altrui.  Credo tu sia un ottimo agente di polizia, Lena, ma dovresti migliorare con lo spionaggio -
Il sangue mi si raggela nelle vene e non oso incontrare lo sguardo di L. Mi ha scoperta, ma forse sono io che ho sentito male. Forse mi sto davvero ammalando e ho le allucinazioni - Cosa? -
 

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Capitolo 12
*** Amore ***


CAPITOLO 12
" AMORE "




Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche



Spero fortemente di aver sentito male, ma l'espressione dura di L non ammette repliche e di conseguenza ho la certezza di aver sentito benissimo. Abbassare gli occhi e distogliere lo sguardo dal suo sarebbe segno di sottomissione, gli darei prova che lui ha ragione. Ma quegli occhi scuri sono così profondi che ho paura di caderci dentro e di non poterne più uscire, di essere inghiottita da quel mare scuro che avvolge ogni mio pensiero. Abbasso gli occhi per posarli sul vassoio con la mia cena, un piatto di spaghetti al sugo e un bicchiere d'acqua. Poco più in la c'è pure una fetta di torta alle ciliegie. Prendo il bicchiere con una mano e me lo porto alle labbra - Non capisco di cosa tu stia parlando, Ryuzaki -
- Lena - mi rimprovera L - Adesso basta -
- Di fare che? - bevo qualche sorso d'acqua.
- Di mentire. Oltre che ad essere pessima nello spionaggio, sei anche una pessima attrice, o almeno, con me non sei capace di fingere -
Poso nuovamente il bicchiere d'acqua sul vassoio, sospirando. Oramai andare avanti a fingere e a mentire è inutile, e lui è talmente attento che mi renderei ridicola. Incontro di nuovo il suo sguardo e fatico a non perdermici dentro come faccio le altre volte - Vorrei sapere per quale motivo tu abbia fatto quel discorso, o forse è meglio chiamarla minaccia, a Light - dico.
- Mi sembrava appropriato - lo sguardo di L si sposta dai miei occhi alla fetta di torta, mentre alza un dito pallido per indicarmela - La mangi quella fetta di torta? -
Prendo il piatto con la torta in mano - Rispondi alla mia domanda -
- Rispondo se mi concedi di mangiare quella fetta di torta -
- Te la do' solo se prima risponderai alle mie domande - 
L sembra ragionare qualche secondo, mi sembra di sentire il rumore degli ingranaggi del suo cervello che lavorano. Poi, lentamente, abbassa il dito pallido e si porta le ginocchio al petto, il suo sguardo non abbandona la fetta di torta - Ti ascolto -
- Perché hai minacciato Light? - gli chiedo.
- Ma io non l'ho minacciato -
- Ryuzaki, ti prego - lo rimprovero, esasperata.
- Non era una minaccia - ripete L.
- E allora che cos'era? -
- Un avvertimento -
- Un avvertimento poco gentile -
- Ma pur sempre un avvertimento -
- Un avvertimento poco gentile è sinonimo di minaccia. E adesso rispondi o farò mangiare questa fetta di torta a Matsuda e sono certa che non rifiuterà -
L sospira, chiudendo gli occhi per qualche secondo - L'ho fatto per evitare eventuali equivoci sul lavoro e per evitare che non si ripeta più lo scenario a cui sono stato costretto ad assistere la sera in cui vi siete incontrati -
Rimango paralizzata a quelle parole. Poso la fetta di torta sul vassoio, per evitare di farla cadere, perché sono certa che il mio corpo non sia in grado di reggere nessun tipo di peso in questo momento. Ma i miei occhi non si staccano da quelli di L - E questa tua confessione ci riporta al nostro precedente litigio e alla tua reazione esagerata -
- Prossima domanda? - taglia corto L, e questa volta è lui a distogliere lo sguardo dal mio, consapevole che tutto si collega e che non sarebbe in grado di sostenere il mio sguardo ancora per molto.
- Perché ti sei arrabbiato con Light? -
- Perché ti ha baciata, questo pensavo l'avessi capito. E anche perché ero quasi certo che portandoti in quel vicolo cieco ti avrebbe uccisa, e quindi mi sarei ritrovato a dover continuare le indagini senza il membro migliore della mia squadra -
- Posso capire che il fatto che sarei potuta morire ti abbia fatto arrabbiare - continuo, a metà tra il pensiero e la realtà - Ma arrabbiarsi in questo modo per un bacio ... Non ti conosco da moltissimo tempo, Ryuzaki, questo lo devo ammettere, ma non sembra molto da te -
- Non è da me, infatti -
Esito qualche secondo, poi decido di porgli la domanda che da tanto tempo avrei voluto fargli ma non ne ho mai avuto il coraggio - Eri geloso di Light? -
Scuote il capo, lentamente - No - poi i suoi occhi incontrano di nuovo i miei, ma c'è qualcosa di nuovo, una scintilla o una luce che prima non c'era o che prima non avevo notato e che li rende più inquietanti e magnifici di prima - Io sono geloso di Light -
Mi sento improvvisamente avvampare, ma sorrido lo stesso - E' normale, Ryuzaki. Mi vuoi bene ed è normale essere gelosi quando qualcuno di estraneo si intromette nel rapporto che hai con questa persona a cui vuoi bene -
L si sposta, venendosi a sedere più vicino a me. Si siede accanto alla mia coscia e io attendo che si sistemi. Ma questa volta non porta le ginocchia al petto, tiene i piedi per terra ed entrambe le mani posate sulla coperta, una alla mia destra e una alla mia sinistra. Sono in trappola e non riesco a pensare, ma so per certo che non voglio liberarmi - Ma io non ti voglio bene, Lena - dice L, la sua voce è un sussurro. Rimango come delusa da questa affermazione - Io ti amo -
E appena L pronuncia l'ultima parola, le sue labbra si posano sulle mie e il mondo diventa come un video a cui puoi mettere pausa. 


* * *

 
Automaticamente chiudo gli occhi, assaporando quel momento inaspettato. Questo non sfiora nemmeno il bacio di Light, forse lui avrà baciato decine di ragazze oltre a me e quindi sarà più esperto, ma le emozioni che sento dentro non si possono paragonare. Dentro sento di avere come dei fuochi d'artificio esplodere, mille bombe che esplodono in contemporanea e mi mettono in subbuglio lo stomaco e fanno battere a mille il cuore. Anche se questa non è la prima volta che bacio un ragazzo, è sicuramente la più bella.
L si stacca improvvisamente e rimango quasi delusa che sia stato un bacio così casto. Ma meglio così, troppe emozioni avrebbero fatto esplodere il mio cuore e non è quello che voglio. 
- Ora ho capito - sorrido nervosa, una situazione del genere non me la sarei mai aspettata, non con L. Ma forse appunto perché è inaspettata è bellissima, perché qualsiasi versione io mi sarei potuta immaginare di questo bacio non sarebbero mai stati paragonabili a questo.
Un sorriso si forma sulle labbra di L, un sorriso che pare quasi beato - Allora non ho sbagliato a reputarti abbastanza intelligente da capire -
- No, affatto -
- Bene - L si alza e si infila le mani in tasca, improvvisamente mi sembra anche più alto e più bello grazie a quell'aria trasandata e le occhiaie tenebrose. Abbasso lo sguardo, sorprendendomi nel pensare certe cose che prima pensavo solo vagamente e restavano nei confini della ragione - Adesso ti lascio cenare, suppongo che tu ne abbia bisogno se desideri rimetterti in sesto per le indagini -
- Già te ne vai? - mugugno, abbandonando la schiena contro la testiera ruvida del letto, le braccia incrociate davanti al petto fingendomi offesa.
L sorride e il suo sorriso è la cosa più tenera del mondo - Non ho detto che non tornerò -





Angolo dell'autrice : Ma salve a tutti! Allora premetto che io di questo capitolo sono molto orgogliosa perché credo sia uno dei migliori che abbia scritto finora, fatemi sapere perché per me è molto importante! Ringrazio molto chi mi recensisce e mi segue, perché state sopportando una pazza senza paragoni! Oltre a questo devo darvi un avviso importante:
A PARTIRE DAL 17/07/2014 FINO AL 24 O 25/07/2014 NON MI SARA' POSSIBILE AGGIORNARE QUESTA FAN FICTION A CAUSA DELLE VACANZE E NON MI E' POSSIBILE PORTARE CON ME IL COMPUTER PER AGGIORNARE ... SONO DAVVERO SPIACENTE, MANDERÒ' UN MESSAGGIO AD OGNUNO DI VOI PER AVVERTIRVI DELL'AGGIORNAMENTO DELLA STORIA COL NUOVO CAPITOLO. ABBIATE PIETÀ' DI ME, VORREI DAVVERO AGGIORNARE MA VI PROMETTO CHE I PROSSIMI CAPITOLI NON VI DELUDERANNO ...
GRAZIE MILLE PER LA PAZIENZA E LA COLLABORAZIONE, LASCIATE UNA RECENSIONE PER CONFERMARE QUANTO APPENA DETTO/SCRITTO.
BUONE VACANZE A TUTTI, BACI BACI!

HOPE_2000

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Capitolo 13
*** Università ***


CAPITOLO 13
" UNIVERSITÀ' "





Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche


 
La mattina mi sveglio alle quattro e mezza convinta che siano le otto. Fortunatamente ho il buonsenso di controllare tre volte l'ora esatta sulla sveglia del comodino di fianco al mio letto. Quindi rimango distesa a fissare il soffitto, le mani congiunte sulla coperta e il respiro regolare, sono troppo calma. Ma è solo una calma apparente, perché dentro sono una tempesta di emozioni, una pioggia di sentimenti e un vortice di domande. E in più ho delle fastidiosissime farfalle nello stomaco alle quali non trovo un modo per tagliare loro le ali. Oltre ad essere calma sono anche di buon umore, anzi, sono così allegra da sembrare un hippie. Non mi sono mai trovata in una situazione simile a questa, se non con Matt ma è passato un bel po' di tempo e non mi ricordo cosa accadde il giorno dopo che ci baciammo. Conseguenza : non so come comportarmi con L. Devo dire a tutti che sono la sua ragazza o devo mantenere il segreto? Devo trattare L come gli altri giorni o in modo diverso? Tutte queste domande si affollano nello stomaco insieme alle farfalle, una domanda è una farfalla.
Quando sono le sei mi alzo dal letto e mi infilo un paio di jeans chiari e una camicetta blu notte molto semplice e le mie solite scarpe da tennis. Mi pettino i capelli corti e scuri col pettine e con una cura talmente meticolosa da non sembrare la mia.
Mi guardo allo specchio almeno una decina di volte prima di convincermi di essere perlomeno accettabile. Controllo l'ora : le otto e sedici minuti. Sono in perfetto orario nonostante ci ho messo due ore per prepararmi, ottimo. Faccio un respiro profondo mentre poso una mano sulla maniglia fredda che mi separa da L. Andrà tutto bene, è solo un ragazzo. No, è L. L è imprevedibile e quindi è inutile dire che andrà tutto bene. Quindi ... buona fortuna, Lena.
Quando apro la porta sul salotto, noto che sono già tutti presenti. No, non tutti. Solo Aizawa, Matsuda e il signor Yagami, tutti e tre in piedi. Guardo di nuovo l'orologio che ho al polso. Sono ancora le otto e sedici minuti, teoricamente sarebbe abbastanza presto, o almeno, a quest'ora aspettiamo che Matsuda arrivi. Solitamente sono una delle prime che si siede in salotto ad aspettare, adesso non posso essere l'ultima. Odio essere ultima in qualsiasi cosa. 
Quando distolgo l'attenzione dall'orologio, mi viene in mente che sia L che Light non ci sono. E nella mia mente scatta un campanellino d'allarme.
- Dov'è Ryuzaki? - chiedo, allarmata.
- Non lo sappiamo - risponde Aizawa, preoccupato quanto me - Watari ha detto che sarebbe arrivato a momenti, ma ormai sono passati venti minuti da quando lo stiamo aspettando -
- Ma almeno vi ha detto dov'è? -
Aizawa scuote il capo e comincio ad andare nel panico. Mi ero ripromessa che non avrei mai permesso ad L di restare solo con Light, per evitare altre minacce o peggio ancora. Ma a quanto sembra non sono capace di mantenere nemmeno le promesse che faccio a me stessa.
Istintivamente il mio sguardo si posa sul signor Yagami, il viso sciupato e profonde occhiaie da far invidia a quelle di L. La possibilità che Light sia Kira deve essere per lui fonte di totale frustrazione. Mi fa pena, davvero - Light dov'è? -
- Non lo so - risponde, e lui è quello più preoccupato di tutti.
Rimango qualche secondo a pensare, cercando di non cedere al panico. L'unica persona che conosce tutti gli spostamenti di L è Watari. Quindi è a lui che posso chiedere. Mi precipito nuovamente in camera mia e, come sospettavo, trovo Watari intento a mettere in ordine il mio letto. Non sembra nemmeno accorgersi del mio arrivo, troppo intento a tirare il lenzuolo da un lato all'altro per eliminare le pieghe che durante la notte si sono formate.
Tossico - Watari? -
Watari interrompe il suo lavoro - Ha bisogno del mio aiuto in qualcosa, signorina? -
- Si - annuisco - Ho bisogno che tu mi dica immediatamente dov'è Ryuzaki -
- Sono spiacente, ma Ryuzaki mi ha severamente proibito di rivelare dove fosse diretto -
- Watari, è urgente -
Watari sembra esitare qualche secondo, mantenendo la postura rigida e composta, ma poi scuote il capo - Sono piacente, signorina -
Sbuffo e ricomincio ad andare nel panico. Cerco di fare mente locale dei posti dove L preferisce andare, ma non esce quasi mai e rimane qui in hotel. Il ristorante qui sotto sarebbe una possibile ipotesi, data la sua passione per i dolci, ma solitamente manda Watari ha prendere torte, biscotti e tutto il resto. E' sceso solo per pranzare con me.
Cerco allora di fare mente locale su dove possa essere Light. A casa, ma non avrebbe senso dato che suo padre è qui. A scuola, ma è domenica e le scuole sono chiuse. Ma durante la nostra cena mi ha accennato il suo progetto di andare all'università e che avrebbe fatto l'iscrizione più presto possibile e in un giorno in cui ci fosse poca gente. E io gli ho consigliato di andare una domenica. E lui ha detto che sarebbe stato il giorno perfetto. Domenica. Oggi.
Scatto verso il salotto e recupero il mio giubbotto per poi abbandonare l'appartamento a tutta velocità, imboccando le scale invece che l'ascensore e scendendo le scale tre gradini alla volta. Arrivo nell'atrio coi polmoni che bruciano per lo sforzo e le gambe doloranti, ma il panico riesce a cancellare i dolori fisici per far posto ai pensieri. Esco dall'hotel in fretta e mi guardo attorno per controllare che magari L o Light siano nei paraggi. Sto quasi per mettermi a urlare dalla frustrazione quando vedo una figura che mi da le spalle, pochi metri più in la, coi jeans rovinati, la maglia bianca e larga e i capelli spettinati e neri simili a un cespuglio. Non può essere che ...
- Ryuzaki! - la mia voce è un urlo gioioso e frustato allo stesso tempo, pieno di rimprovero rabbia e soddisfazione. Gli corro incontro mente L si volta con una lentezza snervante verso di me, lo sguardo tranquillo e il volto neutro.
Accenna un sorriso - Finalmente. Stavo giusto cominciando ad andarmene, ma a quanto pare aspettare è servito a qualcosa -
Un momento. Strabuzzo gli occhi - Finalmente? - ripeto - Io ti stavo cercando e anche Aizawa, Matsuda e il signor Yagami ti stavano cercando! Watari è talmente cocciuto che non ha voluto dirmi niente perché glielo hai ordinato tu! -
L annuisce - Esatto, ho ordinato a Watari di mantenere segreta la mia posizione -
Alzo un sopracciglio - Posso saperne il motivo? -
- Ti ho voluta mettere alla prova -
- Facendomi uscire di senno? -
- Facendoti usare la logica - mi corregge L - Mi permetto di farti fare un ultimo sforzo per capire se metterti alla prova è stato utile : dove sono diretto? -
Esito - All'università alla quale Light si vuole iscrivere -
L sorride - Molto bene. Adesso credo sia meglio incamminarci se non vogliamo che la segreteria chiuda -
- E se non vogliamo che Light ci sfugga - aggiungo, leggendogli la mente.
- Mi sorprendi ogni minuto di più. Avevo ragione a reputarti un esemplare da studiare, allora - si accosta a me e sento che mi manca il respiro. Ma prima che possa ribattere, le sue labbra si posano sulle mie leggere come piume e si staccano quasi subito - Comunque buon giorno, Lena -
Sorrido - Buon giorno a te, Ryuzaki -


 
* * *



L'università è un posto enorme, mi ci potrei perdere dentro. L sembra conoscere il posto a memoria quindi cerco di rimanere a passo con lui mentre mi guardo attorno. Ci sono un sacco di studenti che cercando la segreteria per le iscrizioni ai corsi, come noi. E pensare che solitamente la domenica è un giorno tranquillo, qui ci sono così tanti studenti da riempire l'intera università.
Raggiungiamo la segreteria in dieci minuti. Una signora bassa e tozza siede dietro a una scrivania troppo ordinata, i capelli grigi legati in uno stretto chignon e gli occhiali in equilibrio sul naso adunco. Ha in mano un registro, sul quale evidentemente segna i nuovi iscritti. Alza lo sguardo su me e L e ci squadra da capo a piedi, lo sguardo scettico. Deve amare molto il suo lavoro, questa.
- Siete qui per l'iscrizione? - ci chiede, la voce troppo acuta.
- Si - rispondo.
- Nome e cognome, prego -
Prima che possa aprire bocca, L mi precede guardando il registro che la signora ha aperto sulla scrivania troppo ordinata - Ryuga Hideki e Talia Lund -
Cerco di nascondere il mio sguardo interrogativo agli occhi della signora bassa e tozza, che ci porge due moduli da compilare con una penna rossa mezza scarica. Compilo in modulo più in fretta che posso e L fa lo stesso. Ringraziamo la signora, che ricambia con un grugnito degno di un maiale morente, e usciamo.
Mi paro di fronte a lui per impedirgli di passare oltre - Che hai fatto ai nostri nomi? -
- Li ho modificati, naturalmente. Non crederai che ... -
- Ho capito perché l'hai fatto, ma se ci chiedono un documento d'identità o qualcosa del genere cosa facciamo? -
- Mi farò procurare da Watari dei documenti falsi con le nostre nuove identità -
Annuisco. Faccio per riprendere a camminare quando una mano mi si posa sulla spalla e sento la voce di Light salutarmi allegramente. In un primo momento non sento quello che dice, troppo occupata a guardare L, una strana sensazione di panico nello stomaco. Dopo quello che è successo con L ... gestire Light non sarà facile. Ma L mi lancia un'occhiata rassicurante, come per dirmi che è tutto parte del piano. Un piano della quale non sono a conoscenza.




Angolo dell'autrice : Popolo di EFP eccomi che torno a infestare i vostri incubi! Finalmente sono tornata e posso aggiornare in santa pace! Grazie ancora per la pazienza, siete i migliori lettori del mondo intero! Ho lavorato a questo capitolo durante la mia settimana di vacanza e spero proprio che vi piaccia!
Baci e grazie a tutti,
Hope

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Capitolo 14
*** Dati ***


CAPITOLO 14
" DATI "




Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche





- Lena - la voce allegra di Light mi saluta, la sua mano sempre posata sulla mia spalla. Sono costretta ad alzare il mento verso l'alto per riuscire ad incontrare i suoi occhi, ogni volta che lo vedo mi sembra sempre più alto ... e sempre più affascinante, anche se data la mia attuale situazione con L non dovrei fare certe affermazioni.
Gli sorrido anche io, cercando di sembrare convincente - Light, ciao -
- Che ci fai qui? - mi chiede.
- Hem hem -
Silenzio. Sia io che Light ci voltiamo verso L, che ha appena emesso un finto colpo di tosse per attirare l'attenzione su di me. L si infila le mani in tasca mentre i suoi occhi incontrano quelli di Light, ed è allora che avverto una strana tensione nell'aria, come se questi due si stessero mandando fuoco e lampi per incenerirsi a vicenda. Come se stesse avvenendo una guerra silenziosa e mentale, qualcosa di telepatico.
- Ryuzaki - lo saluta Light, con meno allegria - Perdonami, non ti avevo notato -
- Non importa, passare inosservato è diventata un'abitudine del mio mestiere - risponde L, e il suo tono neutrale nasconde un qualcosa di canzonatorio - Comunque sia, Light, io e Lena abbiamo fatto l'iscrizione per entrare in università. E' chiaro che prima dovremo superare il test d'ingresso, ma dato le nostre eccellenti qualità intellettive, non ci saranno problemi. Ancora una cosa, da oggi in poi, quando ci troveremo in università, per te io sarò Ryuga e Lena sarà Talia -
Light alza un sopracciglio - Avete inventato dei nomi falsi? -
- Esattamente - annuisce L.
- Devo trovarne uno anche io? -
- Non sarà necessario -
Light si volta a guardarmi e un sorriso compare sul suo volto - E così ... frequenteremo la stessa università - 
Non voglio frequentare l'università. Non mi piace studiare e sapere che dovrò fare un test d'ingresso non aiuta. Avrò anche delle qualità intellettive superiori alla norma, ma i test universitari, per quanto io ne sappia, non si basano sulla logica. E di studiare per uno stupido test non ne ho assolutamente voglia.
- Già - rispondo, con poca convinzione.
Light sembra notare il mio umore visibilmente calato - Che succede? -
Guardo L e questa volta sono io a mandare lampi e fuoco nella sua direzione - L'idea di frequentare un'università non mi va a genio - dichiaro.
- Ma in questo modo potremo lavorare a stretto contatto con Light tutti i giorni - L abbassa leggermente le palpebre, e mi manda un messaggio molto chiaro che capto con molta facilità e poca contentezza : "Reggimi il gioco".
- Giusto, non ci avevo pensato - sorrido, voltandomi verso Light. Quando torneremo in hotel io e L faremo una bella discussione a riguardo - Sarà bello potersi vedere tutti i giorni, Light. In questo modo lavoreremo con più facilità -
- Lo stesso vale per me, Lena - sorride ancora Light.
- Lena, credo sia il caso di avviarsi verso l'hotel, Aizawa e gli altri staranno aspettando con molta ansia il nostro arrivo. Light, ti dispiacerebbe raggiungerci non'appena hai terminato l'iscrizione? - la voce di L s'intromette, questa volta troppo neutrale per essere la sua. Che c'è, ti sei indispettito, Ryuzaki? Ben ti sta così mi chiedi il permesso prima di darmi un falso nome e di iscriversi ad un'università in cui nemmeno voglio mettere piede!
- Certamente - risponde Light - Allora a dopo, Lena -
Annuisco, voltandomi a guardare L e facendogli cenno di andare. Lui mi segue e dopo aver salutato Light con un debole cenno del capo e agitando la mano in aria, svoltiamo l'angolo per poter discutere di un paio di cose. Anzi, io parlo e lui mi starà a sentire, come sempre.
- Università? - domando, lanciandogli un'occhiataccia - Io non ci voglio andare in università! -
- E' solo per poter controllare Light da vicino. Ho affidato a te la sua custodia e questo equivale anche a dover lavorare a stretto contatto con lui ... e naturalmente approfondire i nostri sospetti su di lui - risponde L, guardando la strada dritta davanti a se.
- Puoi anche controllarlo tu, dato che ti sei iscritto anche tu all'università - sbotto.
- Ho il presentimento che io e Light Yagami non andremo molto d'accordo nel corso delle nostre indagini -
Alzo gli occhi al cielo - Quando iniziano i corsi? -
- Settimana prossima. Watari riuscirà a fornirci i nostri documenti falsi nel giro di due giorni o meno, e conviene adottare nuove strategie per riuscire a scoprire qualcosa di più sul conto di Light Yagami -
- E' uno studente modello e il figlio che ogni genitore vorrebbe. Che altro vuoi sapere? Quante volte al giorno va in bagno? Quante calorie assume in un giorno? -
- E' dietro alle personalità più docili e apparentemente nobili che si nascondono i peggiori criminali, Lena. Non dimenticarlo mai. E poi pensavo che anche tu nutrissi dei sospetti sul fatto che lui possa essere Kira -
- Certo che nutro dei sospetti - rispondo - Solo che finché non abbiamo delle prove concrete non possiamo accusarlo di nulla. Forse non potremo mai avere delle prove concrete. Voglio dire, Kira è un serial killer che uccide conoscendo il volto e il nome della vittima, quindi diciamo che è un potere paranormale. Nessun pazzo controllerebbe questo potere quando si trova insieme ad altre persone. E Kira potrebbe uccidere in qualsiasi momento. Se Light fosse Kira, ad esempio, potrebbe uccidere anche mentre sta mangiando o mentre è in bagno. Ai nostri occhi Light Yagami sarà sempre colpevole, ma agli occhi degli altri resterà innocente -
L si ferma un momento a pensare, gli occhi incollati sulla strada - Il tuo ragionamento non fa una piega -
Sorrido. Light sarà anche lo studente più intelligente del Giappone, ma io sono la ragazza più intelligente del Regno Unito.

 

* * *


Mi chiudo in camera a chiave, cercando di fare meno rumore possibile. Accendo il portatile sulla scrivania scura e inserisco la chiavetta USB che nascondo gelosamente nel cassetto della biancheria intima, l'unico in cui Watari non può mettere le mani.
Subito appaiono molti file che si sovrappongono. I dati della YB Corporation, quello ottenuti finora sul conto di L. Con questa faccenda del caso Kira mi dimentico sempre di andare avanti ad analizzarli e sopratutto devo cercare di scoprire dell'altro. Adesso che sono entrata così in intimità con L, dovrebbe essere facile chiedergli del suo passato. Ma L non racconta a tutti del suo passato, forse non lo racconterebbe nemmeno a me. Alla Wammy's House si crescevano i potenziali successori di L, ma nessuno conosceva la sua vera identità e sapere qualcosa su di lui, solo che fosse il miglior detective del mondo intero.
Prendo il cellulare e compongo un numero che ormai conosco a memoria per tutte le volte che l'ho fatto. Halle Lidner, anche lei lavora nella YB Corporation e sicuramente riuscirà ad indicarmi come sbrigare questa faccenda. Lei mi aiuta sempre in qualsiasi caso, ma non so se posso considerarla come un'amica o solo una collega. Ma adesso non ha importanza.
Risponde dopo solo uno squillo - Pronto? -
- Halle, sono Lena - sussurro.
Halle capisce che sussurro per non farmi sentire da qualcuno e di conseguenza comincia anche lei ad abbassare la voce. Una cosa che la YB Corporation ti insegna è che se sussurri ci sono due opzioni : o ti stai nascondendo e di conseguenza non puoi parlare, o qualcuno sta dormendo. Nella maggior parte dei casi, si tratta sempre della prima opzione - Dove ti trovi? -
- Nello stesso Hotel in cui alloggia L - rispondo - Nello stesso appartamento, esattamente. Sono entrata a far parte della squadra incaricata della cattura di Kira. Sono l'unica femmina, e quella più dotata di cervello oltre a lui -
- Magnifico. Sei riuscita a raccogliere informazioni? -
- Non ancora. Solo alcune piccolezze. Sto cercando di entrare il più possibile in intimità con lui ... direi che sono ad un ottimo punto -
- Che rapporto avete? -
Esito. Non posso raccontagli del bacio, della gelosia e di tutto quello che sta succedendo. Non posso nemmeno raccontargli che mi piace L, non ho tutta questa confidenza con lei - Siamo amici, molto amici -
Silenzio. Passano parecchi secondi prima che Halle riprenda a parlare - Approfondisci il rapporto più che puoi, Lena. Se necessario, diventa la sua fidanzata. Credo che solo a quel punto comincerà ad abbassare la guardia con te -
- Halle, mi sembra un po' troppo. Anche solo diventando la sua migliore amica comincerebbe ad abbassare la guardia -
- Si tratta di L, non di qualsiasi altro detective fesso - mi fa notare con estrema calma. Dimenticavo che odia essere contraddetta, è la prima regola che impari quando cominci a lavorare con Halle.
Sospiro, meglio darla vinta a lei - Va bene, farò come dici tu -
- Chiamami tra dieci giorni per eventuali aggiornamenti -
- Come vuoi - metto giù la chiamata e non posso fare a meno di sentirmi come un lurido, piccolo e viscido verme. Non voglio approfittare di L, ma non posso nemmeno deludere la YB Corporation. Ho detto ad Halle che avrei seguito le sue indicazioni, ma credo che lo farò solo in parte. Otterrò informazioni su L, ma a modo mio e senza fargli male.







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Capitolo 15
*** Abbracci che sanno di cannella e vaniglia ***


CAPITOLO 15
" ABBRACCI CHE SANNO DI CANNELLA E VANIGLIA "





Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche





Non riesco a chiudere occhio ed è mezzanotte meno un quarto. Non credo che riuscirò ad addormentarmi, questa notte. L'ansia e il senso di colpa mi stanno divorando minuto dopo minuto e sento un peso sul cuore, come un macigno. Non voglio assolutamente deludere la YB Corporation, voglio riuscire a portare questa missione a termine così come ho portato a termine quelle precedenti. Ma non voglio diventare la fidanzata di L solo perché il mio lavoro me lo impone. Voglio diventarlo nel vero senso della parola, voglio diventarlo perché io lo desidero e non perché il mio lavoro mi obbliga per ottenere un secondo fine. Mi sto innamorando di L ma sono nella fase in cui posso decidere di trasformare questo sentimento in qualcosa di reale o in una semplice amicizia lavorativa. Ma per ora non voglio trasformare nulla, voglio lasciare tutto così, non so come muovermi. 
Mi alzo a sedere sul letto, passandomi una mano nei capelli corti e arruffati per tutte le volte che mi sono rigirata tra le lenzuola. La stanza è completamente immersa nel buio e l'unica fonte di luce è la finestra semiaperta che fa entrare la luce di un debole spicchio di luna. L'aria è fredda, siamo quasi a metà gennaio. Ma non voglio coprirmi. Il freddo aiuta i pensieri.
Mi alzo e il contatto dei miei piedi con le piastrelle fredde come ghiaccio mi fa rizzare i peli sulle braccia. Afferro una felpa dall'armadio e me la metto, chiudendo la cerniera fin sotto il collo e infilando le mani nelle tasche profonde. 
Decido di sedermi in salotto per accendere uno dei computer portatili di L e controllare se ci sono dei nuovi file da analizzare sul caso Kira, dopo la telefonata con Halle il solo pensiero di controllare dei file su L non passa nemmeno per l'anticamera del cervello. Magari distrarmi con qualcosa di decisamente più urgente e altrettanto coinvolgente mi aiuterà a distrarmi. Ma quando faccio per sedermi sul divano, mi accorgo che non sono sola. Una figura rannicchiata in modo bizzarro e con i capelli disordinati come un cespuglio appassito, la riconoscerei anche nel buio totale. Mi scappa un sorrido mentre mi siedo accanto alla figura mettendomi a gambe incrociate e stringendomi le braccia al petto per trattenere i brividi di freddo.
- Ma tu non dormi mai, Ryuzaki? - dico, spezzando il silenzio.
Sento L sorridere mentre si volta a guardarmi, i suoi occhi neri che si fondono con l'oscurità attorno a noi - La notte aiuta a pensare. Nell'oscurità della notte le tue paure, dalla più lieve alla peggiore, prendono vita per essere affrontate. E' questo il motivo per cui molte persone, adulti e bambini, temono il buio e l'oscurità -
- Tu hai mai avuto paura del buio? - chiedo, adesso mi spiego la vera ragione delle occhiaie così marcate sotto gli occhi. Dorme sicuramente solo due o tre ore necessarie per non farlo diventare pazzo isterico. Il resto delle ore pensa e affronta. Non me lo sarei mai immaginato.
- Sono umano anche io - mi ricorda - Sono un essere umano come gli altri che popolano questo mondo, anche se dotato di doti intellettive quasi innaturali -
- Non hai risposto alla mia domanda - gli faccio notare.
L sospira. Sembra pensieroso e forse nessuno gli ha mai posto questa domanda. Tutti pensano che sia il grande detective che risolve casi di tutto il mondo, spesso si scordano che lui è un normale essere vivente, un ragazzo come tanti con pregi, difetti, hobby e anche paure. Tutti lo scordano, tutti pensano sia indistruttibile. Io no.
- Non sei obbligato a rispondere - continuo, posandogli una mano sulla spalla - Davvero, la domanda mi è sorta spontanea dato l'argomento ma non sei obbligato a ... -
- Ho paura della solitudine -
Mi blocco improvvisamente. La solitudine. Spesso molte persone trivano conforto nell'essere soli. Ho sempre visto L come una persona solitaria, ma non pensavo che questa potesse essere la sua più grande paura. L è sempre stato solo, anzi, ha sempre avuto solo Watari come tutore e adesso anche come servitore a dirla tutta. E' sempre stato solo, ha affrontato molte cose da solo e senza l'aiuto di nessuno. Mi sembra così vulnerabile adesso ...
- Capito - sussurro. E' tutto quello che riesco a dire.
- E tu, Lena? Di cosa hai paura? -
Passano molti istanti prima che io risponda. Sinceramente, non mi sono mai domandata di cosa io abbia davvero paura, alla Wammy's House cercavano anche di insegnarti a combattere le tue paure ed eliminarle totalmente. Io non mi sono mai ritrovata a fronteggiare le mie paure, forse perché non ho mai seriamente pensato a quali potessero essere e di conseguenza a come vincerle. Ma sento dei brividi lungo tutto il corpo, il cuore battere a velocità supersonica, il sangue gelare nelle vene e l'aria mancare quando penso che sono vicina alla fine di ogni cosa. Forse è quella la mia più grande paura. La fine.
- Ho paura della fine - rispondo alla fine. Un brivido di freddo mi assale e mi fa sobbalzare leggermente e comincio a strofinare le mani sulle braccia per cercare di riscaldarle. L mi osserva mentre comincio a strofinare le mani anche sulle gambe.
- Hai freddo? - mi chiede.
- Si, un poco - annuisco.
Con mia grande sorpresa, L comincia a sfilarsi la maglietta dalla testa. Strabuzzo leggermente gli occhi a quel gesto. L mi porge la maglietta candida - Mettiti questa -
- Ma, Ryuzaki ... - cerco di ribattere, ancora troppo sorpresa per riuscire a formulare una frase di senso compiuto. Boccheggio un paio di volte prima di riuscire a tornare a parlare in modo normale - Tu non avrai freddo? -
- Io starò bene - L torna a porgermi la maglietta. Esitante, un po' imbarazzata, prendo la maglietta e me la faccio passare sulla testa. La maglia ricade sul mio corpo, avvolgendolo e coprendolo. Mi scappa da sorridere, è evidente che questa maglia è troppo grande per me. Le maniche sono troppo lunghe e la maglia è così lunga che mi copre le ginocchia. Ma è calda e ha un buon odore, sa di cannella e vaniglia insieme. Mi sembra di essere avvolta in un abbraccio.
Il mio sguardo cade sul corpo di L, adesso scoperto. Sembra ancora più pallido del solito, e noto che il fisico snello che nasconde sotto la maglietta larga è ben scolpito e si lascia guardare. E' anche meglio di quando indossa la maglietta. Arrossisco di colpo, non dovrei fare certi pensieri. Spero che nel buio L non si accorga del mio colorito improvvisamente roseo, quasi rosso. 
- Mi fai venire freddo - sorrido, distogliendo subito lo sguardo dal suo corpo.
- Posso riscaldarti? - mi chiede, quasi timidamente.
- Mi hai già dato la maglietta, non credo tu possa fare altro -
L mi avvolge in un abbraccio. E' bellissimo essere abbracciati, ma con lui è ancora meglio. Mi cinge con entrambe le braccia la schiena e io gli cingo i fianchi, poggiando la testa sulla sua spalla mentre le sue labbra sfiorano i miei capelli. Non è uno di quegli abbracci che due persone si danno per flirtare, ma qualcosa di ... sincero. Amichevole e innamorato allo stesso tempo, di quelli che non ti vorresti staccare più. Inspiro profondamente e sento ancora l'odore di cannella e vaniglia. Potrei rimanere così per sempre. Il sonno mi cattura qualche minuto dopo, facendo calare le mie palpebre e facendomi sognare una vita da passare nell'abbraccio di L, una prospettiva decisamente felice.



* * *



La mattina uno strano sorriso alloggia sulle mie labbra e sembra non volersene andare più. A me va bene così, il mondo gira grazie ai sorrisi e chi sono io per smettere di farlo girare? Mi ritrovo sdraiata sul divano, anzi no, non sono esattamente sdraiata sul divano. 
L è sdraiato sotto di me, le sue braccia che ancora mi avvolgono e la guancia posata su uno dei cuscini abbinati del divano, un po' troppo vuoti per riuscire a dormirci serenamente. E sta dormendo. Finalmente riesco a vederlo con le palpebre calate e l'espressione serena sul volto, la bocca socchiusa e le occhiaie un po' meno marcate delle altre volte. Chissà se si è addormentato insieme a me. 
Ho ancora addosso la maglietta di L che ancora profuma di vaniglia e cannella. Poso una guancia sul petto di L e sento il suo cuore battere regolare. Chiudo di nuovo gli occhi, il battito del cuore di L come sottofondo ai miei pensieri. Credo di non aver mai dormito così bene in vita mia, così serenamente e senza preoccupazioni. Sarebbe bello riuscire a dormire in questo modo tutte le sere.
Poi, improvvisamente, un campanello d'allarme scatta nella mia testa. Che ore sono? 
Controllo l'ora sul mio orologio da polso che non tolgo mai, nemmeno per dormire. Sono le otto meno cinque. Tra poco il signor Yagami e gli altri saranno qui e se mi vedono dormire insieme a L chissà cosa penserebbero! E se Watari ci ha visti mentre dormivamo? Che cosa penserà? E se Light ci vede ...
- Ryuzaki! - comincio a scrollare L da una spalla - Ryuzaki svegliati! -
L apre subito gli occhi, come se si stesse svegliando da un brutto incubo. Si prende qualche secondo per valutare la situazione, ma invece di essere allarmato come me, incontra i miei occhi e mi sorride - Questo è decisamente il modo migliore per cominciare la giornata -
- Sono d'accordo, ma sono le otto meno cinque, Ryuzaki - sono costretta a ribattere. Non sono esattamente una persona da definire romantica.
- E' ora di alzarci, quindi - dice calmo.
- E ancora di corsa - aggiungo, alzandomi. 
Mi incammino velocemente verso il bagno, pronta per farmi una doccia. Watari apre la porta del bagno nello stesso momento in cui io poso la mano sulla maniglia. Ha un sorriso soddisfatto sulle labbra, le mani dietro alla schiena e la schiena dritta - Mi sono permesso di prepararle quanto le occorre per la doccia, signorina. Non sapevo a che ora vi sareste svegliata -
Annuisco, un sorriso imbarazzato sulle mie labbra - Grazie mille, Watari -
A quanto pare si, qualcuno ci ha visti.



Angolo dell'autrice : Salve a tutti! Come state, tutto bene? Spero di si anche perché descrivere un L così romantico e innamorato mi diverte moltissimo! Spero di non aver esagerato troppo! Grazie come sempre a tutti quelli che mi seguono e recensiscono, la vostra opinione è molto importante per me!Passate a leggere la mia one shot MattxMello 40 things about you. e fatemi sapere cosa ne pensate! Grazie mille in anticipo! Allora ... l'ispirazione per questo capitolo mi è venuta grazie a due immagini di L molto belle ( le trovate qui sotto e sono certa che sarete d'accordo con me ) che ho trovato su internet eh eh eh ...
Baci a tutti e grazie,
Hope
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Capitolo 16
*** Telefonate inopportune e urgenti ***


CAPITOLO 16
" TELEFONATE INOPPORTUNE E URGENTI "





Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche




Sono stata ammessa all'università. Non chiedetemi come ho fatto, durante il test d'ammissione ero quasi tentata di sbagliare le risposte per fare un dispetto a L. Ma data la mia intelligenza superiore a quella della norma, sbagliare delle domande di logica così sciocche mi sembrava quasi un crimine, una presa in giro a me stessa. Quindi sono passata.
Ed adesso eccomi qua, le mani sprofondate nelle tasche troppo profonde di un'ampia felpa grigia vecchia e rovinata, i pantaloni verde smeraldo e gli scarponi da neve grigi troppo grandi che ad ogni passo rischio di inciampare. L mi ha fatto cambiare look, dicendo che un nuovo nome è sinonimo di una nuova identità e quindi un nuovo modo di comportarsi e di vestirsi. Ridicolo. La cosa che non capisco è : perché Talia Lund deve trovarsi un nuovo look e Ryuga Hideki no? L infatti indossa i soliti jeans blu e la solita maglia bianca immacolata ma con qualche piega. Arrossisco pensando che è la stessa con la quale ho dormito qualche notte fa. Ma ciò non toglie che anche L dovrebbe trovare un nuovo look per la sua falsa identità.
Indispettita da questo pensiero, lancio un'occhiata a L, in piedi accanto a me davanti al cancello d'ingresso dell'università - Perché io indosso i vestiti della sorella di Matsuda? -
- Perché da oggi in poi, all'interno dei confini di questa università, tu sei Talia Lund - risponde semplicemente.
- Fin qui ci sono arrivata anche io - alzo gli occhi al cielo - Intendo, perché io indosso dei vestiti non miei e tu indossi i tuoi abituali vestiti di tutti i giorni? Ryuga Hideki non dovrebbe cambiare look come Talia Lund? -
L sospira - Tu lavori nella polizia giapponese, questo vuol dire che sei un viso abbastanza noto. Se continuassi a vestirti nel tuo modo abituale, qualcuno potrebbe riconoscerti e salterebbe la copertura e di conseguenza tutto il piano. Tutto il mondo sa che la polizia giapponese lavora a stretto contatto con L. Di conseguenza, salterebbe anche la mia copertura e la mia identità verrebbe svelata -
Odio quando i ragionamenti di L non fanno una piega, perché non sono mai in grado di smentire quanto dice e non posso nemmeno provare a ribattere. Sbuffo e mi concentro sulla strada davanti a me, mettendo il broncio. Questa felpa puzza di sudore e gli scarponi sono caldi come carboni ardenti. Mi chiedo quanto sia grossa e quanto puzzi la sorella di Matsuda.
- Sei adorabile quando metti il broncio - dice L.
- Non ho il broncio - ribatto.
- Sei adorabile anche quando non ce l'hai -
- In poche parole mi stai dicendo che sono sempre adorabile -
- In poche parole, si -
Sorrido, arrossendo leggermente. Non sono abituata ricevere complimenti. Lo ero, alla Wammy's House, Matt mi ripeteva spesso che ero carina e molto in gamba. Perspicace quasi quanto L. Quello era il complimento che più adoravo sentire, detto da Matt poi, il ragazzo per il quale ho avuto una cotta gigante quanto il mondo, era una cosa fantastica. Mello non mi faceva mai complimenti, non ad alta voce. Glieli leggevo negli occhi, quando magari mettevo la mia felpa più bella o quando magari mi affidavo a una delle poche ragazze che c'erano alla Wammy's House per farmi arricciare i capelli una volta ogni tanto. Erano dei complimenti silenziosi, diciamo. E mi facevano arrossire quasi più di quelli verbali di Matt.
Improvvisamente, il cellulare mi squilla. Lo tiro fuori e controllo il nome della persona che mi sta chiamando sul display che si è appena illuminato di bianco. Halle. No, non adesso, non ora che sono in compagnia di L. Devo trovare una scusa, una qualsiasi scusa per riuscire a rispondere.
- Chi è? - mi chiede L.
- E' una mia cugina Halle che mi sta chiamando da Londra. Non so per quale motivo mi stia chiamando. Ti dispiace se ...? -
- Prego, fai pure -
Rispondo, non posso allontanarmi da L, sembrerebbe che io abbia qualcosa da nascondere. Spero che Halle utilizzi l'intelligenza di cui è dotata e capisca al volo che questo è decisamente un bruttissimo momento per chiamare. Ma mica l'avrei dovuta chiamare io tra qualche giorno nel caso avessi avuto degli aggiornamenti sulla missione? Che cosa vuole adesso?
- Pronto? -
- Lena, sono Halle -
- Ehi, Halle che sorpresa! - cerco di sembrare allegra, sorridendo fissando un punto indistinto alle spalle di L che mi sta guardando come per captare qualcosa. Non posso permettergli di captare niente - Com'è il tempo a Londra? -
Halle rimane qualche secondo in silenzio, evidentemente ha capito che non è un buon momento - Sei con lui? - sussurra.
- Esatto, si -
- Dove? -
- Mah, sto facendo un giro per prendere un po' d'aria -
- State parlando? -
- Si, certo -
- Questo vuol dire che state entrando sempre più in intimità -
- Certamente -
- Molto bene. Richiamami quando sarai sola, ho bisogno di comunicarti un paio di cose -
- Ti richiamo io più tardi, Halle, adesso ho la batteria quasi scarica. Ci sentiamo dopo, ciao - chiudo la chiamata e infilo in fretta e furia il telefono nella tasca del pantaloni. Spero che L ci sia cascato e che non sospetti niente. Cerco di sembrare disinvolta mentre infilo un'altra volta le mani nelle tasche della felpa, un sorriso tranquillo sulle labbra.
- Tutto bene? - mi chiede L.
- Tutto benissimo - annuisco - Andiamo? -


* * *


Incontriamo Light il pomeriggio in università. Ci porta in un posto poco distante in cui possiamo bere qualcosa e possiamo sederci a parlare tranquilli. L mi ha chiesto gentilmente di non intervenire nella discussione che avverrà nel posto in cui stiamo andando, perché vorrebbe parlare con Light senza essere interrotto. Ho detto che sarei stata buona e tranquilla al mio posto, ma non saprei proprio cosa aspettarmi. Di cosa vuole parlargli? Delle indagini? Vuole fargli qualche altra minaccia? Non oso pensare al peggio.
Il posto in cui ci porta Light è piccolo ma carino e troviamo subito un tavolo in cui sederci. Mi siedo in mezzo tra Light e L, che sono seduti su due lati opposti del tavolo. Almeno, stando in mezzo, posso evitare che uno dei due scateni una rissa o qualcosa del genere. 
- Avrei la necessità di parlarti, Light - comincia L, dopo essersi sistemato nella sua strana posizione e aver cominciato a torturarsi un labbro coll'indice destro.
Light non sembra per niente sorpreso, come se già avesse previsto tutto. Ha un espressione tranquilla e per niente tesa, forse lui sa di cosa vuole parlargli L. Ma perché io sono all'oscuro di tutto?  - Ti ascolto, Ryuga -
- Io ho il sospetto che tu sia Kira -
Oh no. Tutto ma non questo. Perché L ha rivelato a Light i suoi sospetti? In questo modo, anche se Light fosse Kira, negherebbe tutto in qualsiasi circostanza e troverebbe un modo per dimostrare il contrario. Anche se ... 
- Qualche tempo fa ho fatto installare nelle case di ogni agente della nostra squadra delle cimici e dei microfoni per sorvegliare ogni movimento dei familiari. Nonostante tu abbia sempre avuto un comportamento che non lasciava formare nessun dubbio sulla tua innocenza, io continuo a pensare che tu sia Kira -
Dannazione, ma perché gli sta rivelando proprio tutto?
Light esita qualche secondo prima di rispondere. E' ancora tranquillo, forse un po' meno di prima, ma comunque tranquillo. Non riesco a spiegarmelo - Davvero pensi che io possa essere Kira? -
- Si, lo penso davvero -
- Se il mio comportamento non lascia formare nessun dubbio sul fatto che io sia Kira, allora perché continui a pensare che io lo sia? Suppongo che tu abbia le registrazioni di quanto sia avvenuto in casa mia e suppongo tu le abbia guardare svariate volte per trovare qualcosa che potesse incastrarmi -
- Esatto. E non ho trovato nulla - conviene L - Ma ... -
- Ma è dietro alle personalità più docili e apparentemente nobili che si nascondono i peggiori criminali - concludo sovrappensiero, fissando un punto sul tavolo marrone e lucido. Ora capisco cosa intendeva dire realmente L il giorno in cui me lo disse. Il fatto che Light non abbia comportamenti sospetti, il fatto che dalle registrazioni non sia venuto fuori nulla, questo nutre ancora di più i suoi sospetti su Light Yagami. Ora capisco tutto.
- Esatto - sorride L, soddisfatto. Sa che io ho capito.
Light sgrana leggermente gli occhi, chinandosi verso di me - Anche tu pensi che io sia Kira? -
Alzo le spalle, indifferente - Io non escludo mai nessuna pista quando si tratta di risolvere un caso. Persino la pista più folle e inverosimile potrebbe rivelarsi la più corretta - incrocio le braccia davanti al petto, mantenendo lo sguardo fisso sul tavolo. Non oso incontrare gli occhi di Light e nemmeno quelli di L.
Adesso Light sembra andare leggermente nel panico - Io non sono Kira - dice.
- Se tu non sei Kira, allora non devi avere nulla da temere - risponde neutrale L - Le possibilità che tu sia Kira sono al di sotto del 5%. Ma finché le mie percentuali non si abbassano fino a raggiungere lo 0%, io non escludo la possibilità che tu sia Kira -
- E' assurdo ... - boccheggia Light. Light posa il suo sguardo su di me - Tu non fai niente per fermarlo? -
Finalmente alzo lo sguardo e incontro gli occhi di Light. Rimango impassibile davanti a quegli occhi scuri e imploranti, quasi increduli - Io spero che le convinzioni di Ryuga siano sbagliate e che qualcun altro sia Kira, Light. Solo questo -
Light fa per ribattere, ma improvvisamente gli squilla il cellulare. E nello stesso momento anche quello di L. E anche il mio.
Contemporaneamente rispondiamo alle chiamate. Non faccio nemmeno in tempo a chiedere chi sia che la voce di Matsuda, in preda al panico più totale, comincia a parlare - Lena, dove sei? -
- In università - rispondiamo tutti e tre quasi all'unisono.
- Dovete venire subito via di li, c'è un emergenza - continua.
- Che succede? - chiedo, adesso anche io comincio ad andare nel panico.
- Il signor Yagami ha avuto un arresto cardiaco -
Chiudo la chiamata come primo impulso, mentre mi esce un sussurro strozzato mentre il mio sguardo si posa su Light, che ha ancora il cellulare attaccato all'orecchio - Tuo padre ... -
Nello stesso momento il cui termino di parlare, L stacca l'orecchio dal suo cellulare e guarda Yagami, gli occhi sgranati dalla sorpresa e dalla preoccupazione che prende forma solo nei suoi occhi - Yagami! - urla.
Nello stesso momento, il cellulare di Light cade sul tavolo, il panico che prende forma sul suo volto con una velocità inquietante - Papà! -




Angolo dell'autrice : Ciao! Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto!
Perdonatemi se non mi perdo a parlare di quanto avete appena letto nel capitolo, ma devo parlare di una cosa molto seria. E' successo che un'autrice mi ha accusato di plagio e sono stata segnalata all'amministrazione per la mia one shot "40 thing about you" che ho cancellato per correttezza. Si è trattato di un malinteso perché non avevo assolutamente intenzione di plagiare niente e nessuno e ho solo preso ispirazione, forse in modo sbagliato ed eccessivo, e adesso con questa autrice ho ( credo e spero ) risolto più o meno tutto. Quello che voglio dire è che spero che continuerete a seguirmi e a volermi bene come me ne volevate prima e a continuare a pensare di me quello che avete sempre pensato. Non voglio voi vi facciate cattive idee sul mio conto, perché vi giuro che sono una persona leale. Vi voglio bene.
Grazie a tutti,
Hope

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Capitolo 17
*** Confusione ***


CAPITOLO 17
" CONFUSIONE "


 


Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche





La stanza d'ospedale del signor Yagami è troppo bianca. Non mi piace il bianco. Nel buio le tue paure, dalla più lieve alla peggiore, prendono forma, è vero, ma nella luce ti senti spoglio e completamente indifeso. Ci sono volte in cui la luce mi terrorizza molto più del buio. Non so spiegarlo, ma posso assicurarvi che è da quando ho varcato per la prima volta le porte della Wammy's House che ho questa convinzione.
Il signor Yagami è sdraiato su un letto bianco al centro della stanza, la testa posata su due cuscini troppo vuoti e indossa una vestaglia ospedaliera verde menta. Il suo colorito pallido e malsano quasi si confonde col candore delle pareti e del letto, sembra quasi un fantasma proveniente da un altro mondo. Ha gli occhi stanchi, si vede che è esausto.
Io rimango in piedi di fianco alla porta marrone dalla quale sono entrata, le mani sprofondate nella felpa grigia e larga e le spalle poggiate contro la parete bianca. L e Light sono seduti al capezzale del signor Yagami. C'è una sedia vuota accanto a quella di L, ma non me la sento di sedermi. Sto meglio in piedi, accanto alla porta, così posso scappare quando voglio. Non mi piacciono gli ospedali. Non mi sono mai piaciuti.
- Non è niente di grave - cerca di sorridere il signor Yagami, ma invece di un sorriso sul suo volto appare una smorfia stanca e sofferente - Credo di poter tornare a lavorare molto presto, Ryuzaki -
- Non pensarci neanche - ribatte severamente Light, chinandosi verso il padre - I medici hanno detto che devi rimanere a riposo per alcune settimane e devi allontanarti da tutto ciò che possa causarti stress -
Il fatto che si sia trattato proprio di arresto cardiaco, in un primo momento, ha fatto pensare a tutti e tre che ci fosse in mezzo Kira e che fosse opera sua. Ma il fatto che Soichiro Yagami sia ancora vivo fa pensare che si sia trattata di una semplice coincidenza. Questa non è un'opzione da escludere. Se davvero fosse opera di Kira, perché ha risparmiato Soichiro Yagami? 
- I medici hanno preso in considerazione l'idea che possa c'entrare Kira? - chiedo cautamente, so che non è un'argomento che dovrei tirare fuori ma non ce la faccio ad aspettare la fine di questa visita.
- I medici hanno detto che si è trattato di un'eccessiva quantità di stress e di lavoro - ribatte Light - Non credo che Kira possa c'entrare qualcosa, questa volta -
- Il fatto che tuo padre fosse a conoscenza dei miei sospetti sul tuo conto, Light, non fa che costituire un peso che ha aggravato la situazione - aggiunge sommessamente L, lo sguardo fisso su un punto indistinto del lenzuolo bianco che copre il signor Yagami - Credo sia questa una delle principali ragioni per cui è avvenuto l'arresto cardiaco, nella migliore delle ipotesi -
Light strabuzza gli occhi, incredulo - Mio padre era a conoscenza dei tuoi sospetti? -
- Si, Light - annuisce il signor Yagami - L ha ritenuto fosse necessario rivelarmelo. Ma sono sicuro della tua innocenza, quindi spero che i sospetti di L diminuiscano fino a sparire completamente -
- Lo spero anche io - dice L alzandosi in piedi - Light, credo sia giunto il momento per me e per Lena di tornare in hotel. Tu e tuo padre avete bisogno di un po' di tempo per parlare e per stare in intimità. Signor Yagami, spero si rimetta presto -
- Prenditi cura di lui, Light - aggiungo, accennando un sorriso.
Io e L usciamo dalla stanza il più in fretta possibile. Il silenzio regna mentre percorriamo il labirinto di corridoio dell'ospedale, alla ricerca dell'uscita dove Watari ci sta aspettando con la macchina che ci riporterà in hotel. All'intero di queste mura è meglio non lasciarsi sfuggire niente.
Quando saliamo in macchina, tiriamo entrambi un sospiro di sollievo. Sopratutto io, se fossi rimasta in quell'ospedale un altro secondo di più sarei impazzita. Mi abbandono contro il sedile nero della macchina, posando la testa sul finestrino oscurato e freddo come ghiaccio. Non so più che pensare, spero che L possa in qualche modo aiutarmi a capire cosa sta succedendo.
- Tu cosa ne pensi? - gli chiedo.
L si porta le ginocchia al petto - Ci sono il 50% delle probabilità che si sia trattato di una coincidenza e il restante 50% che sia stata opera di Kira. Soichiro Yagami è un uomo che lavora sodo e troppo, quindi pensare a una semplice coincidenza è facile. Ma se Light Yagami fosse Kira, allora si spiegherebbe per quale motivo non sia morto. Lo scopo di Kira è uccidere e non risparmia nessuna delle sue vittime. Il fatto che Kira abbia risparmiato proprio Soichiro Yagami ( se si tratta di Kira ) ... lascia pensare. Light Yagami potrebbe aver colpito proprio il padre per lasciare sviare i sospetti su di lui - comincia a torturarsi un labbro con l'indice, gli occhi bassi - Tu cosa ne pensi? -
- Non so che cosa pensare, in realtà - confesso - Spero solo di sbagliarmi, che Light Yagami non sia Kira e che si tratti tutto di un semplice malinteso -
- Ho paura che le tue speranze siano vane - sospira L.
Il viaggio continua in silenzio fino all'hotel e nessuno apre più bocca per parlare. Questo silenzio mi permette di riflettere, mentre chiudo gli occhi e lascio che il freddo finestrino mi congeli la fronte. Il freddo aiuta a riflettere senza perderti nelle tue fantasie. Ma per me non è così.


* * *


- Halle? - chiudo la porta della mia camera a chiave e mi ci accascio contro, completamente priva di forze.
- Finalmente! - protesta la ragazza, quasi scocciata - Si può sapere dov'eri finita? -
- C'è stata un'emergenza - taglio corto, vorrei davvero mettere a tacere quella ragazza con un'imprecazione poco femminile, ma è di qualche grado più alto di me, nella YB Corporation, e non mi conviene - Che cosa dovevi comunicarmi? -
- Una notizia -
- Dimmi, ti ascolto -
Halle si prende qualche secondo - Sta cominciando a girare la voce che L vuole affidare agli orfani della Wammy's House il compito di tentare di risolvere il caso Kira. Questo compito è stato affidato in particolare ai suoi successori, che cominceranno a collaborare ( a distanza, naturalmente ) con L e con la polizia giapponese -
Gli orfani della Wammy's House. Matt. Mello. Near. Chissà se sono ancora li, quei tre. Quei tre sono i futuri successori di L quindi suppongo che verranno coinvolti nelle indagini. Mello darà di matto sapendo che dovrà collaborare con Near, e Matt sarà costretto a ricattarlo in tutti i modi per evitare qualche rissa tra i due. Non posso crederci.
- Quindi? - 
- L non ti ha comunicato niente a riguardo? -
- No ... magari me lo comunicherà tra poco -
- Può essere -
- Puoi farmi un favore, Halle? - mi precipito a chiedere.
Halle esita qualche secondo prima di riprendere a parlare - Dimmi -
- Suppongo che i nomi dei futuri successori di L verranno comunicati o qualcosa del genere - dico.
- Credo di si -
- Potresti informarmi su che nomi vengono annunciati? -
- Va bene, ti chiamo appena ho notizie -
- Grazie - chiudo la chiamata. Scivolo a sedere a terra, guardando il telefono ma senza davvero vederlo. I successori di L contribuiranno alla risoluzione del caso Kira. Perché L non me lo ha detto? Forse me lo dirà stasera dopo cena o magari domani mattina o magari tra qualche giorno. Spero solo che i successori non vengano qui in Giappone. Come potrei spiegare loro il motivo per cui mi trovo qui? Sono scappata dalla Wammy's House ... ho abbandonato i miei amici senza una spiegazione, un'avvertimento, niente. Non mi accetterebbero. O forse sono così spaventata dalla situazione che sarò io a non accettare loro?

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Capitolo 18
*** Successori ***


CAPITOLO 18
" SUCCESSORI "


 


Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche



Mando un messaggio a Lidner, rivelandole che L è cresciuto alla Wammy's House. Questa è un'informazione che ogni bambino della Wammy's House conosce, ma non posso rivelare a Lidner che sono ci sono cresciuta anche io. Quella donna è capace di tutto e non desidero sperimentare i suoi metodi lavorativi e persuasivi.
Quindi le dico che l'ideale sarebbe mandare qualcuno a controllare l'archivio dell'orfanotrofio, perché potrebbe esserci qualche documento riguardante L. Non so chi e come potrebbe introdursi nella Wammy's House, dato che le misure di sicurezza negli ultimi anni sono aumentate, ma questo è un problema suo, non mio.
Lidner mi ringrazia per l'idea e io cancello subito i messaggi. Sicuramente mi chiamerà per dirmi se la mia idea è stata messa in atto o meno. Se riescono a mettere il mio piano in atto, c'è qualche possibilità che riusciremo a risalire alla vera identità di L. 
Quando Watari bussa alla porta di camera mia per avvertirmi che la cena è pronta, spengo il cellulare e lo chiudo a chiave nel cassetto della scrivania, mettendomi la chiave in tasca. Non so quanto riuscirò a mangiare, stasera.



* * *



A cena mi si chiude lo stomaco. Non riesco a non pensare alla telefonata che ho avuto qualche giorno fa con Lidner, sul fatto che i possibili successori di L verranno coinvolti nelle indagini per aiutare la polizia e lo stesso L. Com'è possibile che L non mi abbia rivelato niente? Ho aspettato qualche giorno per chiedergli chiarimenti, per vedere se fosse lui a darmi la notizia di sua spontanea volontà, ma per adesso è muto come una tomba. Perchè non me lo ha detto?
Con la forchetta sposto il pezzo di agnello nella salsa giallastra che ha preparato Watari. Il cibo, come sempre, è tutto veramente squisito e mi dispiace avanzare la cena nel piatto. Ma ho lo stomaco chiuso e contratto.
- Qualcosa ti turba, Lena? -
La voce di L mi fa alzare lo sguardo. E' seduto davanti a me, le ginocchia al petto e la testa leggermente inclinata per guardarmi meglio e davanti a lui il piatto dove prima c'era una fetta di torta al cioccolato e fragole. Quel ragazzo aspira dolci peggio di Mello, dannazione. No, Mello aspira solo cioccolata, giusto.
Sorrido - Niente, stavo solo cercando un modo per poter incastrare Light ... se davvero lui è Kira - mento.
- Capisco - sospira L - Sinceramente, sono molto colpito dalla tua determinazione, ma ti consiglio di non perdere troppo tempo nel tentativo di trovare un giusto inganno che possa incastrare Light. Light Yagami è un ragazzo diverso dagli altri, non è sciocco -
- Lo so - esito qualche secondo - Posso farti una domanda, Ryuzaki? -
- Certamente -
- Oltre a te e alla polizia giapponese - comincio, posando i gomiti sul tavolo e reggendo la testa con una mano, nel tentativo di sembrare disinvolta mentre il cuore nel petto batte troppo veloce - Chi è coinvolto? La polizia di qualche altro paese o stato? Qualche associazione particolare come l'FBI? -
- Per quale motivo mi poni questa domanda, Lena? -
Alzo le spalle - Sono solo curiosa. Secondo me più siamo, meglio è -
L annuisce e si prende qualche secondo per pensare. Spero che non sospetti nulla, ma non è così facile ingannare il detective migliore del mondo intero - In effetti, stavo pensando di chiedere l'intervento di qualche agente dell'FBI per aiutarci con le indagini, ma non ne sono molto convinto. Preferisco non coinvolgere troppe persone in questo caso, dato che si sta rivelando il più pericoloso mai esistito. Ma ho voluto coinvolgere i miei successori residenti a Londra -
Ci siamo, finalmente - I tuoi successori? - ripeto.
- I miei successori residenti a Londra nella Wammy's House, l'orfanotrofio costruito da Watari dove vengono cresciuti e istruiti bambini dalle qualità intellettive quasi pari alle mie. Ci sono anche altre strutture in altri paesi, ma ho voluto coinvolgere solo quella londinese, il luogo dove sono cresciuto. Ho affidato il compito di aiutarmi a risolvere il caso Kira a tutti gli orfani, ma in particolare a due -
Mi sporgo involontariamente più in avanti - Chi? -
Silenzio. Forse dovevo essere più cauta. Sapevo che L non mi avrebbe mai detto con tanta facilità il nome dei due successori. Ma non mi è difficile immaginare chi possano essere : Near e Mello. Nate River e Mihael Keehl. So per certo che Near non avrà problemi nel lavorare con Mello per la risoluzione del caso, ma Mello non accetterà mai. Prevedibile, mi sembra già di vedere la scena sotto i miei occhi.
- Non preoccuparti, Lena. Presto lo scoprirai - L abbassa leggermente le palpebre, come per mettermi meglio a fuoco. 
Poggio la schiena sullo schienale rigido della sedia, incrociando le braccia davanti al petto - Come desideri, Ryuzaki. Posso farti un'altra domanda? -
- Riguarda le indagini? -
- No, in realtà no -
- Ti ascolto -
- In realtà non è esattamente una domanda, ma più una richiesta -
L annuisce - Chiedi e ti sarà dato, Lena -
Esito - Raccontami qualcosa su di te -




Angolo dell'autrice : Chiedo perdono se questo capitolo è più corto degli altri ed è penoso, diciamo che è un capitolo di passaggio in cui non accade niente di fondamentale. Ma almeno nel prossimo capitolo scopriremo se L rivelerà qualcosa del suo passato a Lena e se rivelerà i nomi dei suoi successori, anche se probabilmente tutti avrete capito. E anche se Lidner ha messo in atto il consiglio di Lena. Spero che vi piaccia!
Baci e grazie, 
Hope

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Capitolo 19
*** Il secondo Kira ***


CAPITOLO 19
" IL SECONDO KIRA "




Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche




L abbandona la schiena contro lo schienale rigido della sedia, sorpreso da questa mia richiesta. Rimane qualche secondo in silenzio, corrugando la fronte perplesso. Mi chiedo se mai qualcuno gli abbia chiesto di raccontargli il suo passato, la sua storia. Ho come il brutto presentimento che mai nessuno si sia veramente chiesto chi sia veramente L, nessuno si è mai interessato a lui come lo sto facendo io. Ed è una cosa molto brutta.
- Posso sapere il motivo di questa tua richiesta, Lena? - mi chiede, lentamente.
Alzo le spalle - Insomma ... io non so niente di te -
- Sai molto più di quanto le altre persone che mi sono accanto sappiano - ribatte.
- Voglio dire ... tu potresti prendere un computer, digitare il mio nome e scoprire il mio passato e la mia storia. Io invece non posso digitare il tuo nome, perché nessuno conosce abbastanza sul tuo conto. Vorrei solo conoscerti meglio, ecco -
L annuisce - Che cosa vorresti sapere? -
- Tu cosa vorresti raccontarmi? -
- Non c'è molto da sapere sul mio conto, Lena -
Sospiro - Se non vuoi raccontarmi niente è un altro discorso. Ma va bene, io non ti obbligherò - mi alzo e mi incammino verso la mia camera, in attesa che Lidner mi chiami per informarmi se qualcuno è riuscito ad infiltrarsi alla Wammy's House. In tal caso il piano sia riuscito, non ho bisogno che L mi racconti niente. 
- Lena - la voce di L mi richiama proprio mentre poso la mano sulla maniglia della porta. Mi volto, quasi svogliatamente. Ma quando vedo L in piedi, accanto alla sedia dove era seduto poco fa, la mia svogliatezza scompare del tutto. L ha le mani in tasca, ma questa volta la schiena sembra più dritta. Guardo la sua espressione. Sembra malinconico, dispiaciuto, serio. 
Stacco la mano dalla maniglia - Cosa c'è? -
Gli occhi di L si fissano nei miei. Mi sento come risucchiata, avvolta, protetta da una barriera immaginaria e che copre solo me e lui. Come una forza, un'energia che mi spinge verso di lui, verso il suo corpo, ad avvicinarmi a quei occhi che fin dal primo momento mi hanno stregata. Non saprei come spiegarlo. Lascio che quei occhi scuri mi sommergano e mi facciano annegare, non faccio nulla per tornare in superficie. Perché dovrei?
- Vieni qui -. Una richiesta, una supplica, una preghiera.
Le mie gambe si muovono meccanicamente verso di lui, veloci ma lente allo stesso tempo. Vorrei dire loro di rallentare perché sto correndo troppo, ma vorrei dire loro anche di accelerare perché voglio essergli accanto subito, adesso.
Quando gli sono di fronte, L si muove così in fretta che non riesco nemmeno a realizzare ciò che sta facendo. Allunga le braccia verso di me e mi attira a se, circondandogli la schiena con entrambe le braccia. Mi ritrovo stretta al suo petto, la guancia posata nell'incavo del suo collo, riesco a sentire il familiare profumo di vaniglia e cannella. L posa la sua fronte sulla mia nuca mentre mi stringe a se, mentre mi abbraccia. Non ho mai ricevuto un'abbraccio così bello. Gli circondo il collo con le braccia e ricambio la stretta, chiudendo gli occhi per assaporare meglio quel momento. Amo i suoi abbracci.
- Perdonami se ti tengo all'oscuro di molte cose che riguardano me e il mio passato - mi sussurra all'orecchio, le sue labbra posate dolcemente sul mio orecchio mi fanno rabbrividire - Non sono abituato ad aprirmi così spontaneamente -
- Non preoccuparti, lo capisco - sussurro di rimando, senza aprire gli occhi - Quando vorrai condividere con me il tuo passato, se vorrai condividerlo, vorrà dire che sarà il momento giusto e ... -
Sento L sorridere - Ci sono volte in cui i tuoi discorsi filosofici sono inutili, Lena -
Apro gli occhi, trattenendo una risata. Non so perché ma trovo quanto ha appena detto ironico. Stacco il viso dal suo collo per poterlo guardare in faccia, la fronte leggermente aggrottata - Cosa vorresti dire? -
In risposta, L posa le sue labbra sulle mie. Chiudo di nuovo gli occhi. Sento come migliaia di fuochi d'artificio esplodere nello stomaco, il cuore che batte veloce. Le nostre labbra cominciano a muoversi in sintonia, come se fossero una cosa sola, come se da tempo si cercassero affamate e adesso hanno trovato qualcosa con cui saziarsi. L mi stringe forte a  se, un invito a non andarmene, non in questo momento così bello. Lentamente, le nostre labbra si separano, ma rimaniamo comunque abbracciati. Non riesco a parlare. Ho ancora voglia di un suo bacio, ne ho bisogno. Gliene do un altro veloce e lui sorride.
- Le parole sono inutili, non trovi? - sorride L.
- Tremendamente inutili - concordo, annuendo.
- Hem hem -
Ci stacchiamo di colpo, interrotti dal colpo di tosse di Matsuda. Matsuda comincia a tossire imbarazzato e confuso allo stesso tempo mentre fa il suo ingresso. E' talmente rosso che sembra essere lui quello colto insieme a una ragazza, non L - Scusate l'interruzione, ho dimenticato qui la mia giacca e ... -
Non oso alzare lo sguardo dal pavimento mentre incrocio le braccia davanti al petto, imbarazzata. L fa lo stesso mentre si infila di nuovo le mani in tasca, dalla sua espressione riesco ad intuire che sembra divertito dalla situazione. Non riesco a non trattenere un sorriso mentre Matsuda inciampa per recuperare la giacca dall'altra parte della stanza.
- Scusate, spero di non aver interrotto niente e ... - continua, paonazzo.
- Non perda il suo tempo a scusarsi, Matsuda - taglia corto L.
- Certo, chiedo scusa - Matsuda alza lentamente gli occhi e posa il suo sguardo prima su di me, poi su L, un sorriso imbarazzato e malizioso che gli aleggia sul volto - Se posso permettermi, Ryuzaki, ti faccio le mie congratulazioni -
L alza un sopracciglio - Per cosa, Matsuda? -
- Be' è inutile negare che Lena è davvero una bella ragazza, quindi ... -
L sospira e alza gli occhi al cielo, mentre io scoppio a ridere portandomi una mano davanti alla bocca per nascondere la mia risata - Si dilegui, Matsuda - rido, piegandomi in due dalle risate - Ryuzaki sta per esplodere e non le consiglio di essere presente quando questo avverrà -



* * *



Stavo quasi decidendo di andare a dormire quando Aizawa bussa insistentemente alla porta della mia camera. Apro la porta con un'espressione parecchio scocciata, che scompare quando vedo la sua espressione allarmata e spavetata allo stesso tempo. Deve essere successo qualcosa di veramente grave, come quando mi ha chiamato per dirmi che il signor Yagami aveva avuto un arresto cardiaco e tuttora è in ospedale. Questa volta chi è il protagonista della tragedia?
- Che succede? - gli chiedo.
- Devi venire a vedere, subito! - mi prende per un polso e mi trascina fuori.
Mi libero a fatica dalla sua stretta e corro in salotto, dove si trovano L e il resto della squadra, Light compreso. L è seduto sul divano nella sua solita e stramba posizione e gli altri sono in piedi dietro al divano, sul volto di tutti aleggia un'espressione simile a quella di Aizawa. Deve essere successo qualcosa di veramente grave, ma non può riguardare nessuno di noi perché siamo tutti presenti e il signor Yagami è al sicuro in ospedale.
Il mio sguardo si posa sulla televisione accesa. Lo schermo è completamente giallo, un giallo vecchio e semi scuro, e al centro spicca una scritta rossa, una parola di quattro lettere che tutti temono : Kira. Un messaggio da Kira, presumo, in diretta in questo momento in tutto il Giappone se non in tutto il mondo. Kira sta parlando, la sua voce è storpiata e grossolana, non è la sua vera voce. Sono così spaventata che non riesco a capire nemmeno quello che sta dicendo.
Senza staccare gli occhi dalla televisione, L mi fa cenno con una mano di sedermi accanto a lui. Obbedisco e mi siedo vicina a lui, gli occhi spalancati per l'incredulità e il terrore. Sento che L mi prende una mano e me la stringe, le mie dita si intrecciano alle sue e mi sento più tranquilla dopo questo gesto. Gli stringo la mano, per trasmettergli la mia paura e il mio stupore e lui ricambia la stretta, come per dirmi che prova le stesse cose che sto provando io.
- Da dove trasmettono? - chiedo sottovoce.
- Dalla Sakura TV - risponde L.
- Che cosa mi sono persa? -
- Ha ucciso due conduttori di due famosi programmi televisivi per dimostrare a tutti che lui è il vero Kira -
Scuoto il capo - Il vero Kira non lo farebbe mai, non avrebbe motivo di dimostrare la sua autenticità - rifletto ad alta voce, ed L annuisce più volte.
Sono talmente spaventata che non riesco a sentire cosa sta dicendo Kira. Non sento, è come se avessi le orecchie ovattate, un tappo che mi impedisce di sentire. Scuoto il capo, sento gli occhi diventarmi umidi ma non ne capisco il perché. Anche L, accanto a me, sembra spaventato - Non è il Kira che stiamo cercando.
- Cosa? - chiede Matsuda - Cosa vorresti fire, Ryuzaki? -
L esita qualche secondo prima di rispondere, e in quegli istanti capisco che la sua paura è grande quasi quanto la mia se non di più - C'è un secondo Kira -
Per istruzioni guardate il riquadro azzurro affianco e se non sapete cos'è l'html, utilizzate la prima delle due opzioni, l'editor di EFP.

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Capitolo 20
*** Squadra ***


CAPITOLO 20
" SQUADRA "




Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche




- Un secondo Kira? - ripete Aizawa, la sua voce è colma di esasperazione e di paura - Dannazione, già occuparci di un solo Kira è abbastanza complicato, se si mette in mezzo un secondo Kira non oso immaginare cosa ... -
- Dobbiamo interrompere la trasmissione - lo interrompe L - Dobbiamo impedire che questo secondo Kira dica una parola di più, o la gente comincerà a schierarsi dalla sua parte! -
- Sembra che qualcuno abbia avuto la tua stessa idea, Ryuzaki - gli do dei colpetti sul braccio per attirare la sua attenzione. Il messaggio di Kira è stato interrotto dal telegiornale, che sta trasmettendo in diretta alcuni poliziotti che cercano di fare irruzione nella sede della Sakura TV. Sembrano quasi riuscire nel loro, intento, quando un primo poliziotto si accascia a terra, ansimante. La stessa cosa succede a un secondo poliziotto, e anche a un terzo e a un quarto. Alla fine tutti e quattro i poliziotti giacciono a terra, le bocche semi spalancate e gli occhi vitrei. Arresto cardiaco.
- Non è possibile - sussurra L accanto a me.
- Kira non ha più bisogno del nome, per uccidere - dico, in preda al panico - Gli basta anche solo conoscere il volto -
Cala il panico. Aizawa indietreggia e cade a terra con un tonfo, la bocca semi spalancata; Matsuda si china a terra e si prende la testa tra le mani mentre piagnucola qualcosa di incomprensibile. Io mi limito a chiudere gli occhi. Sento L stringermi la mano, come per farmi forza, ma io non riesco a ricambiare la stretta, la paura mi annebbia la mente. Kira potrebbe uccidere in qualsiasi momento e qualsiasi persona. O almeno, questo secondo Kira può farlo. Ma il Kira vero e proprio? Può farlo?
- Chiamo la Sakura TV - decide Aizawa rialzandosi e fiondandosi verso il telefono fisso posato su un tavolino nell'atrio - Magari riesco a convincerli a ... -
Si sente un rumore di vetri frantumati provenire dal televisore. Aizawa si zittisce di colpo e io apro gli occhi di scatto, per vedere cosa succede. Qualcuno ha fatto irruzione della sede della Sakura TV con un furgone abbastanza grosso e ha sfondato l'entrata. Chi diamine ...
- Qualcuno è riuscito ad entrare! - dice L. Improvvisamente, il telefono di L comincia a squillare. Senza nemmeno guardarmi, mi mette il telefono tra le mani e mi fa cenno di rispondere. Obbedisco, ma appena avvio la chiamata non è necessario che io chieda chi sia, la persona che ha chiamato comincia a parlare.
- Ryuzaki! - una voce di donna. La madre di Light, la signora Yagami.
- Sono Lena, signora Yagami - dico.
Light mi si fionda accanto - Passami mia madre, presto! -. Gli passo il telefono e lui se lo preme all'orecchio con forza, quasi avesse paura di non sentire niente - Mamma, che succede? -. Rimango a guardare Light a telefono. Il suo viso, da impassibile, diventa una smorfia di paura e di terrore. Cosa può avergli mai detto sua madre di così terribile? E' successo qualcosa al signor Yagami? 
- Ryuzaki! - Light stacca il telefono dall'orecchio e guarda L - L'uomo nel furgone che ha fatto irruzione è mio padre! -
- Come fai a dire questo, Light? - gli chiede tranquillo L.
- Mia madre ha detto che è scappato dall'ospedale! - 
L si prende qualche secondo per escogitare qualcosa e fa cenno a Light di chiudere la chiamata. Dopo aver rassicurato la madre che tutto sarebbe andato per il meglio, Light obbedisce. Rimaniamo qualche secondo tutti in silenzio, solo la televisione accesa in sottofondo ai nostri pensieri di panico. 
L si alza in piedi e si infila le mani in tasca - Aizawa, si procuri qualcosa che le possa coprire il volto e prenda la macchina di Watari -
- Che cosa hai intenzione di fare? - gli chiedo.
L mi ignora e si volta a guardare in faccia Aizawa, che perplesso quanto me - Si diriga il più velocemente possibile verso la sede della Sakura TV. I finestrini della macchina sono oscurati e in più lei avrà il volto coperto, in questo modo il secondo Kira non potrà ucciderla. Tenga il cellulare acceso e si aspetti una mia chiamata : dovrò dargli ulteriori ordini quando avrò la certezza che il signor Yagami stia bene -
Aizawa annuisce, più tranquillo - D'accordo, Ryuzaki -
Il cellulare di L squilla di nuovo e Light lo passa al proprietario. L risponde subito e mette la chiamata in vivavoce, voltandosi verso la televisione - Pronto? -
- Ryuzaki - la voce ferma e determinata del signor Yagami invade la stanza, e tutti sussultiamo, chi sorpreso e ottimista e chi ancora più spaventato e pessimista.
- Signor Yagami - anche L sussulta - Si sente bene? -
- Mai stato meglio - afferma Soichiro Yagami - Ho interrotto la trasmissione del messaggio di Kira e ho sequestrato tutte le copie che i direttori della Sakura TV hanno fatto. Ci sono anche altre videocassette che Kira ha affidato alla Sakura TV da trasmettere dopo qualche giorno - fa una pausa per riprendere fiato, sembra davvero esausto - Perdonami se ho agito così, Ryuzaki, ma non sono riuscito a trattenermi -
- Non si preoccupi, signor Yagami, il suo gesto non sarà vano - lo rassicura L, voltandosi verso Aizawa per fargli cenno che è il momento di partire - Adesso mi ascolti attentamente. Tra cinque minuti esca a volto scoperto dalla sede della Sakura TV. Aizawa è appena partito per venire a prenderla. Troverà la macchina di Watari fuori dall'edificio -
- Va bene - 
- Signor Yagami? -
- Si, Ryuzaki? -
- Ottimo lavoro, sono felice che sia tornato in squadra - 
- Lo stesso vale per me - il signor Yagami chiude la chiamata. Anche L si infila in tasca il cellulare, mentre torna a sedersi accanto a me sul divano. Adesso non ci resta che aspettare e aspettare. Magari vedremo comparire la macchina di Aizawa in televisione e vedremo il signor Yagami salire sano e salvo. Intanto una pattuglia numerosa di poliziotti armati di scudi e di caschi scuri che coprono i loro volti, circonda la sede della Sakura TV. Sono davvero tanto, saranno più di cento. Ma basterà non a fermare questo secondo Kira?
Mi volto a guardare L. Sembra abbastanza tranquillo, sono un po' scosso e agitato, ma neutrale come una statua. Ha gli occhi incollati alla televisione ed entrambe le mani posate sulle ginocchia, che sostengono la sua testa. Anche lui deve essere esausto.
Gli poso una mano sulla spalla, come per confortarlo. Intanto appare sullo schermo della televisione la macchina di Watari con Aizawa dentro. Passa un minuto e anche il signor Yagami esce dall'edificio, il volto chinato verso terra e il passo trascinato ma svelto. Sale in macchina e appena la portiera si chiude, Aizawa sfreccia via. Forse, per ora, il peggio è passato e siamo tutti sani e salvi.



* * *



Ciò che è accaduto ieri sera ha scosso un po' tutti, persino L e Light, che solitamente sono i più tranquilli e neutrali. Aizawa ha affidato ad alcuni suoi amici che lavorano nel campo dell'informatica e dell'elettronica le videocassette del secondo Kira, in modo che possano esaminarle. Adesso siamo tutti riuniti in salotto, dobbiamo deciderci sul da farci.
L è seduto sul divano accanto a me, alla mia destra, nella sua solita posizione che adesso non mi sembra più stramba. Alla mia sinistra c'è Light, con le braccia incrociate davanti al petto. Di fronte a noi ci sono Matsuda, il signor Yagami e Aizawa. Watari sta servendo a tutti del the in bellissima tazze di porcellana candida e piena di decori floreali, ma a me, invece del the, sta servendo del caffè bollente. Ormai tutti lo sanno che a me il the non piace, anche se sono inglese come L.
- Dunque - comincia L - I fatto che è accaduto ieri sera non può essere in alcun modo ignorato. Le cose cominciano a complicarsi, poiché non me la sento più di escludere che a Kira basti semplicemente conoscere il volto della persona che desidera eliminare. Però ho il presentimento che l'artefice del messaggio di ieri sera non sia il Kira a cui stiamo dando la caccia -
- Quindi, tu pensi si tratti di un secondo Kira - dice Matsuda.
- Ryuzaki ha ragione - annuisce Light - Se l'artefice del messaggio di ieri sera fosse stato il vero Kira, non si sarebbe preoccupato di eliminare persone da così poco conto. Avrebbe puntato a persone più "importanti", in modo da incutere più timore -
- Ottimo ragionamento, Light - dice L.
- Ma siamo sicuri che si tratti di un secondo Kira? - ribatte il signor Yagami - Com'è possibile che più di un individuo abbia gli stessi poteri che ha lui? -
- Gli stessi poteri se non più potenti - aggiunge Aizawa.
- Ryuzaki, quante probabilità ci sono che ci sia in mezzo un secondo Kira? - chiede Light, sporgendosi per guardare L, intento a zuccherare il suo the.
- Sarò franco - sospira L - Le probabilità che ci sia un secondo Kira sono attorno al 70%. Anzi, potrebbero persino essere attorno al 75% -
Annuisco - Quindi cosa faremo? -
L beve un sorso del suo the prima di rispondere alla mia domanda - Noi risponderemo al messaggio del secondo Kira, fingendo di essere il vero Kira. Risponderemo al suo messaggio ordinandogli di non uccidere persone innocenti, se desidera contribuire a rendere migliore l'operato del vero Kira. Questo secondo Kira prova un senso di venerazione nei confronti del vero Kira, sono certo che obbedirà -
- Bene - annuisco ancora.
- Light, vorrei che tu impersonassi il personaggio di Kira durante il messaggio - aggiunge L neutrale, voltandosi a guardare il diretto interessato. Poi il suo sguardo si posa su di me, con la stessa neutralità snervante che ha riservato a Light - Vorrei anche che tu, Lena, ti occupassi della trascrizione del messaggio. Sono certo che farai un ottimo lavoro. Potete cominciare anche subito, se volete -
Sento Light sorridere - Non ti deluderemo, Ryuzaki - mi circonda le spalle con un braccio e mi stringe a se, e tutto quel contatto con lui comincia ad infastidirmi - Io e Lena formiamo un'ottima squadra, svolgeremo il lavoro nel migliore del modi -
- Ne sono convinto - risponde L, ma so che non lo è davvero. In realtà, questa volta è così neutrale che non riesco a captare niente lui, nessun segno che possa confermarmi qualcosa.

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Capitolo 21
*** Discorso ***


CAPITOLO 21
" DISCORSO "



 
Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche




Non ho chiuso occhio tutta la notte alla ricerca di qualche idea per il messaggio del finto Kira. Solitamente sono brava a creare discorsi coinvolgenti, ma questa volta la mia mente è bianca come il foglio che ho davanti agli occhi da più di cinque ore. La penna blu è posata sul foglio, aperta, attende di essere usata ma credo che dovrà pazientare ancora un bel po'. Non ho idee, dannazione, nemmeno uno straccio di idea. Non capisco perché L abbia deciso di affidare il compito di creare il discorso proprio a me e non a Light, dato che lui dovrà impersonare il finto Kira. Poi l'idea di lavorare con Light non mi va a genio, ultimamente stare con lui mi mette soggezione e disagio.
Abbandono il tavolo dove sono seduta da troppe ore e mi butto a peso morto sul divano, esausta. Mi sdraio e chiudo gli occhi, portandomi due dita alle tempie e cominciando a massaggiarle con movimenti rotatori. Per riuscire a creare il messaggio dovrei cercare di utilizzare la psicologia di un serial killer, ma come faccio se io in prima persona non lo sono? E' meglio aspettare Light e chiedere a lui se ha qualche idea, anche se per il momento non sembra. Nemmeno lui ha tante idee, ma è certamente molto più tranquillo di me e mi chiedo come faccia. Uffa. Cerco di liberare la mente da ogni pensiero, ma sembra impossibile.
Light è andato a chiedere a Watari due bicchieri d'acqua per fare una pausa. L pretende che il discorso sia pronto entro questa sera, ma chissà se ce la faremo. Sento dei passi avvicinarsi e un vassoio posarsi sul tavolo, Light deve essere tornato.
- Light? - mugugno, sbuffando - Mi passi un bicchiere d'acqua? Ho bisogno di rinfrescarmi le idee - allungo una mano verso il vuoto e aspetto che Light mi passi il bicchiere, tenendo gli occhi chiusi. Sento la sagoma del bicchiere in mano e sento il vetro freddo gelarmi le dita, è una sensazione che mi da sollievo, quella del freddo. Sbuffo ancora - Ryuzaki pretende che il discorso sia pronto entro stasera, ma ha ben poco da pretendere! Che lo faccia lui, il discorso! Perché ha affidato a me un compito del genere? -
- Perché so che tu ne sei all'altezza - mi risponde una voce, ma non è Light - E so che non mi deluderai, anche se al momento la tua mancanza di idee mi sorprende spiacevolmente -
Apro gli occhi di scatto. E' L. Mi alzo a sedere, facendo attenzione a non rivesciare il bicchiere che ho in mano - Dov'è Light? -
- Sta parlando con suo padre di questioni familiari - risponde L, infilandosi le mani nelle tasche del pantaloni scuri - Comunque si, anche io sono felice di vederti, Lena -
Sospiro - Non è un buon momento, mi sto scervellando per uno stupido discorso! -
- Capisco - L si siede accanto a me sul divano, portandosi le ginocchia al petto. Io abbandono la schiena contro lo schienale morbido del divano, la testa mi fa male per i troppi pensieri che nascono in contemporanea. Passa qualche secondo prima che L riprenda a parlare - Vuoi una mano? -
- Si, anche due - 
L sorride e si porta un dito alle labbra -Secondo la mia opinione, per scrivere il messaggio è necessario calarsi nel personaggio di Kira, cercare di utilizzare la stessa mentalità e la stessa logica contorta e crudele. Se tu fossi Kira, cosa diresti al secondo Kira? -
Mi porto il bicchiere alle labbra e bevo avidamente, così in fretta da rischiare di ingozzarmi. Mi prendo qualche secondo per pensare, gli occhi fissi sul bicchiere ormai vuoto, e sulle goccioline che si sono fermate sul fondo - Direbbe al secondo Kira che solo lui è in grado di poter giustiziare i criminali, scegliere chi salvare o condannare, e di conseguenza, se il secondo Kira vuole contribuire alla costruzione di un mondo di pace, deve smetterla di condannare persona innocenti -
L annuisce - Esatto. Il conpito di riuscire a dire tutto ciò con un tono adatto, un tono che userebbe il vero Kira, lo lasceremo a Light. Sono sicuro che non avrà problemi -
- Sospetti ancora che lui sia Kira? -
- Certamente non sospetto che lui sia il secondo Kira, dato che durante la trasmissione del messaggio era con noi e il timbro postale della busta contenente le videocassette non è del Kanto - 
Annuisco - Si, ma non hai risposto alla mia domanda -
L si volta a guardarmi - Tu sospetti che Light sia Kira, Lena? -
- Non è educato rispondere a una domanda con un'altra domanda - gli faccio notare.
- Hai ragione - L sospira - Io penso che Light Yagami sia Kira, anche se per il momento non ho ancora nessuna prova che possa in qualche modo constringerlo a confessare. Ora tocca a te rispondere -
Esito qualche secondo - Io non so più cosa pensare, ad essere sincera -
- Capisco - L si alza e si infila nuovamente le mani in tasca, voltandosi a guardarmi col suo solito sguardo neutrale - Adesso è meglio che io vada, Light Yagami sta per arrivare -
Sorrido e poggio il bicchiere sul divano. Mi alzo in punta di piedi e prendo il viso di L tra le mani, stampandogli un bacio sulle labbra, dolce quanto veloce e casto - Grazie per avermi aiutata, Ryuzaki -
L sembra sorpreso da quel gesto, perchè lo vedo sgranare leggermente gli occhi e schiudere appena le labbra - Grazie a te, Lena. Cercherò di aiutarti tutte le volte che mi sarà possibile, se la ricompensa per il mio aiuto è simile a quella che ho appena ottenuto -
Rido e mi porto una mano alla bocca per soffocare la risata, mentre Light fa il suo ingresso e L la sua uscita, un sorriso di beatitudine che contrasta totalmente la sua personalità enigmatica e misteriosa.



* * *



- Hai davvero scritto tu questo? - mi chiede ancora Light, indicandomi il discorso che ho finito finalmente di scrivere. Sarà la decima volta che me lo domanda, sembra che il discorso gli piaccia proprio. Spero piaccia anche a L, se sono riuscita a terminarlo senza cadere in una crisi di nervi è sopratutto merito suo. Annuisco per la decima volta, sorridendo soddisfatta del risultato ottenuto. Anche Light sorride - Ottimo lavoro, Lena! -
- Grazie - sorrido ancora, ogni secondo sempre più soddisfatta. Alla fine lavorare con Light non si è rivelato così terribile, anzi, si è rivelato divertente. Forse ho sbagliato a giudivare in così malo modo Light, e forse lui non è nemmeno Kira - Il merito è tutto di Ryuzaki, lui mi ha aiutato a trovare l'ispirazione e a calarmi nei panni di Kira -
- A proposito di Ryuzaki ... - Light piega ordinatamente il foglio contenente il mio elaborato e me lo porge, tenendo lo sguardo fisso nel mio - Posso farti una domanda? -
- Certo - annuisco mentre prendo il foglio tra le mani - Cosa vuoi chiedermi? -
- Forse non dovrei porti una domanda del genere, dato che non sono affari miei ... -
- Dai, dimmi - lo incito, sorridendogli rassicurante.
Light esita qualche secondo prima di parlare - C'è qualcosa tra te e Ryuzaki? -
Questa volta sono io ad esitare - Perché me lo chiedi? -
- E' solo che ho notato che avete un rapporto molto profondo e sembra quasi che voi siate molto più che semplici colleghi e amici -
Hai fatto centro, Light Yagami. Quasi dimenticavo che sei lo studente migliore di tutto il Giappone e che è difficile tenerti all'oscuro di qualsiasi cosa, tu la verresti subito a scoprire e senza fare il minimo sforzo. Potrei semplicemente negare tutto, come se la domanda me l'avesse fatta Aizawa o Matsuda, ma Light è di gran lunga più intelligente. Capirebbe che sto mentendo? Forse si, forse no.
Decido di tentare - Non c'è assolutamente niente tra me e Ryuzaki - mento. Diciamo che non sto mentendo, perché nemmeno io so con precisione cosa leghi me a L. Non so se siamo amici, migliori amici, fidanzati o altro ancora. So solo che provo un'infinita attrazione nei suoi confronti, un'attrazione che va ben oltre l'ambito lavorativo. Ma non posso certo rivelarlo a Light, chissà cosa succederebbe?
Light mi scruta attentamente, cercando di penetrarmi fino in fondo - Ne sei sicura? -
Mi costringo a distogliere lo sguardo, purtroppo sono consapevole di non riuscire a reggerlo per troppo tempo - Sicurissima, si -
- E' strano - riflette ad alta voce Light - Matsuda mi ha detto tutto il contrario -
Mi si blocca in sangue nelle vene, di colpo. Matsuda. Idiota, maledetto idiota! Deve essere andato a spifferare che ha sorpreso me e L mentre ci baciavamo. E adesso cosa dovrei fare? Vorrei ci fosse L a condurre la conversazione e raggiungere l'obbiettivo che abbiamo in comune, quello di mantenere la nostra "relazione" segreta, ma lui non è qui, purtroppo.
Faccio un verso di scherno - E tu stai a credere a quello che dice Matsuda? -
Light alza le spalle, tranquillo - Perché non dovrei? -
Sospiro. Devo inventarmi qualcosa, e in fretta - Matsuda non ha detto una bugia, lo ammetto -
Light si sporge a guardarmi meglio, avido di informazioni. Sembra una di quelle vecchie zitelle che non fanno altro che informarsi sul conto di tutti, anche le Light è molto giovane e molto bello per poterlo paragonare a una zitella - Vuoi dire che tra te e Ryuzaki c'è qualcosa, quindi? -
- Non esattamente - dico - Diciamo che lui mi ha fatto chiaramente capire che prova attrazione nei miei confronti e mi ha chiesto se volevo approfondire i rapporti con lui. Io ho rifiutato, perché io Ryuzaki voglio molto bene ed è il mio migliore amico, conosce ogni particolare di me e della mia vita. Ma no, non c'è niente che possa essere definito come una "realzione amorosa" - mento. Non chiedetemi come abbia fatto ad inventarmi tutto in così poco tempo, credo faccia parte del mestiere.
Light annuisce - Ho capito -
Annuisco anche io - Bene. Ti prego di non parlarne con Ryuzaki -
Sento dei passi che si arrestano di colpo - Parlarmi di cosa? -
Il mio cuore fa una capriola. Io e Light ci voltiamo contemporaneamente ad osservare L in piedi sulla soglia della stanza, le braccia lungo i fianchi e la schiena improvvisamente più dritta, gli occhi leggermente sgranati che si posano su me e su Light in attesa di una risposta. Ma ne io ne Light sappiamo cosa rispondere.




Angolo dell'autrice : Ma ciao a tutti! Questa storia mi prende moltissimo e sono felice che anche a voi stia piacendo! Spero continuerete a seguirmi, anche se ho un'annuncio da farvi ( a malincuore ma devo ) :
A PARTIRE DAL 10/08/2014 FINO AL 23/08/2014 NON MI SARA' POSSIBILE AGGIORNARE QUESTA FAN FICTION A CAUSA DELLE VACANZE E NON MI E' POSSIBILE PORTARE CON ME IL COMPUTER PER AGGIORNARE ... CREDETEMI SE VI DICO CHE MI SONO MESSA A FARE LETTERALMENTE I CAPRICCI PER PORTARMI IL COMPUTER DIETRO MA I MIEI GENITORI NON CAPISCONO POPRIO NULLA U.U ... SONO DAVVERO SPIACENTE, MANDERÒ' UN MESSAGGIO AD OGNUNO DI VOI PER AVVERTIRVI DELL'AGGIORNAMENTO DELLA STORIA COL NUOVO CAPITOLO. ABBIATE PIETÀ' DI ME, VORREI DAVVERO AGGIORNARE MA VI PROMETTO CHE I PROSSIMI CAPITOLI NON VI DELUDERANNO ...
GRAZIE MILLE PER LA PAZIENZA E LA COLLABORAZIONE, LASCIATE UNA RECENSIONE PER CONFERMARE QUANTO APPENA DETTO/SCRITTO.
BUONE VACANZE A TUTTI!
HOPE

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Capitolo 22
*** Sentimenti ***


CAPITOLO 22
" SENTIMENTI "


 


Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche




Per un momento cado nel panico, non sapendo come rispondere alla domanda appena posta da L e anche perché nella mia mente, mentre raccontavo a Light il finto motivo del rapporto così intimo che ho col detective, non mi ero immaginata di dover trovare un modo per mantenere L all'oscuro di tutto. Nemmeno Light sa come rispondere o reagire, infatti il suo sguardo si posa da L a me, come se si aspettasse che io faccia o dica qualcosa. Devo escogitare qualcosa, e in fretta.
Mi avvicino a L, accostandomi al suo orecchio e cingendogli con disinvoltura i fianchi con un braccio. Esito qualche secondo prima di parlare, sto ancora elaborando nella mia testa cosa dire per non far saltare tutto in aria e anche solo una parola sbagliata potrebbe costarmi cara, carissima - Ho raccontato a Light il piccolo "malinteso sentimentale" che c'è stato tra me e te, Ryuzaki - dico, la voce abbastanza alta in modo che Light possa sentirmi. Vedo L aggrottare leggermente la fronte sentendo "malinteso sentimentale", ma la sua perplessità dura solo pochi istanti prima che torni tranquillo e neutrale come al solito. Lanciò a L un'occhiata vagamente disperata, spero che capisca il messaggio che gli sto telepaticamente mandando. "Reggimi il gioco" cerco di dirgli, con la mente e con lo sguardo "Ti ho fatto questo favore una volta e anche di più, ora tocca a te".
- Perdonami, Ryuzaki - Light si fa avanti, infilandosi le mani nelle tasche dei pantaloni neri - Non volevo immischiarmi nella tua vita sentimentale -
- Non c'è motivo di scusarsi, Light - ribatte L, neutrale - Il malinteso che c'è stato tra me e Lena non è un'argomento di cui mi vergogno. Spero solo che un giorno la situazione migliori -
Light alza un sopracciglio - Che intendi dire? -
- Che spero Lena un giorno, vicino o distante che sia, possa riuscire a provare nei miei confronti le stesse emozioni e gli stessi sentimenti che provo io. In poche parole, Light, un giorno spero di essere ricambiato. Anzi, non spero, ne sono certo. Io verrò ricambiato -
L'audacia di L mi sorprende piacevolmente ma anche spacevolmente. E' come se avesse dichiarato il suo amore per me senza timore davanti a Light, ma allo stesso tempo è come se avesse sfidato Light a provare di portarmi via da lui. Non so se essere spaventata o lusingata. Per cambiare argomento, porgo il foglio col discorso del nostro finto Kira a L - Questo è il discorso del finto Kira, Ryuzaki - dico.
- Molto bene - L prende il foglio tra le mani e lo apre, prendendolo dagli angoli mentre i suoi occhi corrono veloci tra parole, punti, virgole e tutto ciò che costituisce il discorso che Light dovrà "recitare". Nonostante il discorso sia abbastanza breve, L sembra controllare con cura ogni singola parola, controllando che sia adeguata al contesto. Dopo qualche minuto alza gli occhi e incontra il mio sguardo - Hai fatto un lavoro eccellente, Lena -
Sorriso - Grazie -
- Adesso, Light - L si avvicina al diretto interessanto, i passi trascinati e pesanti - Il tuo compito sarà quello di riuscire ad entrare nel ruolo di Kira come meglio riesci. Sono certo che non riscontrerai alcuna difficoltà. Ti consiglio di provarlo ad alta voce svariate volte, stasera lo registreremo e domani mattina Aizawa porterà la registrazione alla sede della Sakura TV -
- Certo - Light prende il foglio del discorso - Farò del mio meglio -
- Non ne dubito. Adesso ti pregherei di cominciare ad esercitarti ... puoi tranquillamente usufruire della stanza di Lena -
Light esita, rluttante alla sola idea di lasciarci da soli - Non posso esercitarmi qui, adesso? -
- Ho bisogno di discutere con Lena riguardo alcune cose necessarie per l'università. Ma se hai intenzione di esercitarti qui non c'è alcun problema, io e Lena possiamo spostarci nella sua camera -
Evidentemente non era questo che Light intendeva. Contrariato, si volta e a grandi passi si avvicina alla mia camera, chiudendosi la porta alle spalle con troppa forza. Mi chiedo se si metterà a spiare dalla serratura ciò che io e L faremo e se si metterà ad origliare ciò che dobbiamo dirci. Ho questo sospetto, ad essere sincera ...
L si volta a guardarmi - Ho intuito in cosa potesse consistere il "malinteso sentimentale", ma desidererei che tu mi raccontassi che cosa hai raccontato a Light -
Esitante, gli racconto ciò che ho detto a Light, aggiungendo anche che Matsuda molto probabilmente è andato a spifferare che ci ha trovati abbracciati mentre ci baciavamo. Questa volta non potrà arrabbiarsi, sono stata costretta a mentire per evitare di creare gossip inutili sulla nostra relazione, se mai ne abbiamo cominciata veramente una. 
A fine racconto, L annuisce - Capisco. D'ora in poi conviente essere molto più prudenti se desideriamo rimanere soli senza occhi indiscreti che spiino ogni nostro movimento, Lena. Parlando di rimanere soli ... - L mi si avvicina e mi posa un bacio leggero sulla guancia, lo sento sorridere - Ottimo lavoro col discorso -
Sorrido anche io - Tutto merito tuo. Comunque non credo che io e te, in questo momento, siamo esattamente soli ... Light potrebbe spiarci dalla serratura -
L sembra deluso, ma sa che ho ragione - Questo vuol dire che ... -
- Che le coccole, caro il mio detective - lo spingo via con una spinta leggera, e mentre gli poso una mano sul petto per fare questo gesto mi sorprendo di quanto sia forte - Dovremo rimandarle a dopo, quando saremo veramente soli. E apprezzo la dichiarazione d'amore che hai fatto poco fa - gli stampo un bacio sulle labbra, e la sua delusione scompare almeno in parte - Sappi che io ricambio già, non hai bisogno di aspettare un giorno vicino o distante che sia -



* * *



Mi sono appena chiusa la porta della mia camera alle spalle quando il cellulare bella mia tasca comincia a vibrare. Rispondo prima che possa partire la suoneria, mi sta chiamando Lidner.
- Pronto? - sussurro, mentre faccio scattare la serratura per chiudere la porta a chiave.
- Lena, ho delle comunicazioni da farti - dice Halle, dritta al sodo come sempre. Tutti alla YB Corporation la definiscono come una regina di ghiaccio perchè pensa solo al suo lavoro, senza lasciarsi distrarre da nulla. Anche io la vedevo così, ma comincio a pensare che tutti abbiamo una vita, anche se non sembra.
- Ti ascolto - sussuro.
- Siamo venuti a conoscenza dei nomi dei due successori di L -
Il mio cuore smette di battere, come se si fosse appena scaricata la batteria che li faceva andare. Nonostante io sappia già i nomi, o almeno li ho intuiti, fremo dalla curiosità e allo stesso tempo tremo dalla paura. - Chi sono? - dico, la mia voce trema appena.
- Mihael Keehl e Nate River, comunemente conosciuti rispettivamente come Mello e Near -
Lo sapevo. Ho fatto centro, al primo colpo. Una domanda mi balena in testa - Tu conosci per caso almeno uno dei due successori? So che gli orfani della Wammy's House hanno contatti col mondo esterno solo per quanto riguarda risolvere omicidi e crimini, ma ... -
Halle sospira, interrompendomi - Si, conosco uno dei due -
No ... - Chi? -
- Conosco Mihael Keehl, ovvero Mello - Lidner si affretta a cambiare discorso - Comunque sia, gira voce che i successori di L non potranno mettersi in contatto col detective fino a che non sia lui stesso a deciderlo -
Annuisco - Credo che L voglia prima giocare tutte le carte a sua disposizione, per vedere se riesce a vincere la partita senza l'aiuto di nessuno -
- Già, lo credo anche io -
- E per quanto riguarda L? - chiedo - Siete riusciti ad infiltrarvi alla Wamm's House per cercare qualcosa negli archivi? -
- Si, abbiamo tentato, ma a quanto sembra L è stato così furbo da far sparire ogni traccia del suo passato e ogni risultato dei suoi test svolti all'orfanotrofio. C'era da immaginarselo -
Annuisco, più a me stessa che a Lidner che non può vedermi - Ti chiamo io per eventuali aggiornamenti. Comunque sia, io e L abbiamo instaurato un bel rapporto, sono poco distante dall'obbiettivo -
- Ottimo -
L'obbiettivo ... il mio obbittivo lavorativo coincide esattamente col mio stesso obbiettivo sentimentale. Possibile che la vita debba essere così ingiusta, a volte? Si dice che amore e lavoro non vanno mai mischiati, ma il destino ha scelto questo per me, prepotente, e io non posso oppormi a qualcosa di più grande di me.




Angolo dell'autrice : Sono tornata, eccomi qui! Dopo due settimane che sembravano eterne ecco che torno ad aggiornare. Credetemi se vi dico che ho pensato a questa ff tutti i giorni, trovando un modo per andare avanti. La trama, nella mia mente, è già pronta, adesso non mi resta che sviluppare il tutto nel migliore dei modi e solo per voi. Il fatto che la storia abbia raggiunto 89 recensioni, poi, mi rende euforica!! Grazie mille, davvero!!
Baci, mi siete mancati
Hope

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Capitolo 23
*** Misa Amane ***


CAPITOLO 23
" MISA AMANE "




Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche



Lidner conosce Mello. Mello conosce Lidner. Si conoscono. Non posso crederci. Se non fosse per il fatto che Lidner è una donna estremamente seria, penserei che sia tutta una menzogna. Mi chiedo come abbiano fatto a conoscersi, se siano conoscenti o amici o magari anche qualcosa di più. La sola idea che possano avere una relazione ... mi sconcerta. Continuo a pensarci mentre affondo le mani nelle tasche profonde dell'ampia felpa arancione, sempre della sorella di Matsuda, e gli scarponi rischiano di sciovolare via da piedi per quanto sono grandi. L'università oggi è tranquilla, ci sono molti ragazzi che ripassano qua e la con qualche libro per qualche esame. Io non ho esami, per ora. Oggi sono stata costretta a venire da sola, L è dovuto rimanere a casa per svolgere qualche faccenda sul caso Kira. Il secondo Kira ha risposto quasi subito al messaggio del nostro finto Kira, ha rivelato che desidererebbe incontrarlo per fare qualcosa riguardante gli Shinigami. Gli dei della morte. Che esistano davvero? Appena L ha sentito quel nome è caduto dalla poltrona e ha urlato, sembrava spaventato. Me lo ricordo ancora, nonostante siano passati due giorni ...


L alza imprivvisamente le braccia di scatto, la sua voce, solitamente tranquilla e pacata, adesso è un urlo terrorizzato. Shinigami. Gli dei della morte. E' stata questa parola a provocargli tale reazione, ne sembra quasi spaventato.
- Ryuzaki! - mi precipito da lui, quasi incampando per aggrapparmi allo schienale della poltrona su cui è seduto - Ryuzaki, che succede?! -
Il resto della squadra sembra allarmata quanto me. Nessuno fa in tempo a muoversi che L cade lateralmente dalla poltrona, ruvesciando anche quest'ultima. Si accascia a terra, la testa posata sul pavimento lucido. Si alza a sedere qualche istante dopo, continuando ad ascoltare la risposta del finto Kira.
- Gli Shinigami ... - sussurra, gli occhi spalancati - Che esistano davvero? -
Lo aiuto a rialzarsi mentre Aizawa e Watari tirano su la poltrona e la sistemano esattamente dove si trovava. Intanto, il secondo Kira continua a parlare tranquillo.
- ... non credo tu possieda gli occhi. Ma non preoccuparti, non ti ucciderò - sta dicendo. Ma di che cosa sta parlando?
Gli occhi di L diventano vitrei, la sua bocca socchiusa. Sembra che quel termine gli sia familiare, ho come questa impressione ma magari mi sto sbagliando. Si sente un sussulto. Ci voltiamo tutti a guardare Light, anche lui sembra scosso, ma non quanto L o gli altri componenti della squadra. Come se anche lui fosse a conoscenza del termine ...



Ma cosa sono gli occhi? A giudicare da quanto ha detto il secondo Kira, potrebbero essere utili per uccidere una persona. Forse è per questo che questo secondo Kira è stato in grado di uccidere gli agenti di polizia che tentarono invano di entrare alla Sakura TV. Devo proporre questa pista a L. 
Mi risveglio dai miei pensieri quando vedo in lontanaza Light Yagami. Sto per avvicinarmi a lui per salutarlo, quando noto che non è solo. Ma con una ragazza, una ragazza che ho già visto da qualche altra parte, ha un viso abbastanza noto. E' bella, la classica biondina magra e non molto alta, gli occhi grandi e le labbra sottili marcate di rosso e veste uno stile gotico. Ha una valigetta in mano e continua a gesticolare e a muoversi mentre parla con Light. L'ho già vista ...
Ma certo! Lei è Misa Amane, la modella, l'attrice. Qui in Giappone è popolare. Ma perchè mai una modella dovrebbe parlare con Light Yagami, un ragazzo qualsiasi? Non credo che Misa frequenti l'università. 
Decido di farmi avanti. Cammino disinvolta verso la coppia, e quando sono abbastanza vicina poso una mano sulla spalla di Light, che si volta di scatto a guardarmi. Sembra serio, e anche un po' scocciato. Magari la compagnia della modella non è tra le migliori, secondo lui, e stranamente questo pensiero mi fa sorridere leggermente. Anche se solitamente quando mi vede sembra di ottimo umore, adesso non lo è, sembra quasi allarmato.
- Light, ciao! - lo saluto, forse con troppa allegria.
- Ciao, Talia - mi saluta, accennando un sorriso - Che ci fai qui? -
- Stavo cercando il locale dove siamo stati la scorsa volta, un posto veramente carino, solo che credo di essermi persa. E dato che ti ho visto, ho pensato di venirti a salutare, spero di non averti disturbato - mento.
Light si addolcisce appena un po' - Non preoccuparti, tu non disturbi mai -
Con la coda dell'occhio vedo Misa Amane spazientirsi, credo non le piaccia essere ignorata e ancora di meno che qualcuno parli con Light. Comincio a pensare che siano molto più che amici, se sono amici invece che semplici conoscenti. Misa si posiziona al fianco di Light e gli da una gomitata tra le costole, che fa sobbalzare il ragazzo.
- Oh, giusto - borbotta Light - Talia, lei è la mia fidanzata Misa Amane. Misa, lei è Talia Lund, una mia compagna di università -
E così Light Yagami e Misa Amane sono fidanzati, eh? Buono a sapersi. Ma ... girava voce che Light frequentasse Kiyomi Takada, Miss Università. Che cosa succede? Che fine ha fatto Takada?
Sorrido - Piacere di conoscerti Misa -
Anche Misa sorride - Il piacere è tutto mio, Talia - si volta verso Light, scocciata - In che posto siete andati, Light?! E perché ci siete andati?! Perché non lo sapevo?! Perché non c'ero anche io?! Io sono la tua ragazza e credo che tu debba avere più considerazione nei miei confronti e ... -
- Più tardi ti ci porterò, Misa - taglia corto Light, sbuffando mentre alza gli occhi al cielo.
- Siete proprio una bellissima coppia - dico - Da quanto tempo state insieme, se posso saperlo? -
- In realtà da poco - Misa si aggrappa al braccio di Light, un gesto che sembra infastidire molto il diretto interessato - Eppure ci amiamo già così tanto che è impossibile restare separati per più di due secondi! Non è vero Light? -
- Vero - sospira il ragazzo. Questo si che è amore ... 
Il fatto che stiano insieme da poco mi lascia pensare. Misa Amane spunta proprio dopo che il secondo Kira risponde al messaggio del finto Kira. Prima di allora Light e Misa non  avevano alcun tipo di relazione e probabilmente nemmeno si conoscevano. Che sia proprio Misa Amane il secondo Kira?



* * *



Racconto il mio incontro con Misa e Light a L appena torno in hotel. Lui ascolta tutto, seduto sulla solita poltrona nella sua solita posizione, l'indice che comincia a torturare il labbro inferiore con insistenza, come se quel gesto lo aiutasse a pensare. Quando finisce il racconto, i suoi occhi si fermano nei miei - E così Light Yagami e Misa Amane sono fidanzati da poco tempo ... -
Annuisco - Ma ad essere sinceri, Light non sembra molto entusiasta del rapporto che ha con Misa, come se fosse costretto ad interpretare il ruolo del fidanzato -
- Mhm - mugugna L, evidentemente sovrappensiero. Lo lascio pensare, probabilmente sta arrivando alla mia stessa conclusione, che Misa è il secondo Kira. Questo avrebbe ancora più senso, se consideriamo che Light sembra obbligato ad avere un rapporto con Misa.
- Casualmente, Misa Amane spunta proprio poco dopo che il secondo Kira risponde in diretta internazionale al messaggio del finto Kira. Prima di allora Light Yagami non aveva alcun tipo di rapporto con Misa Amane, anzi, frequentava Kiyomi Takada. Il fatto che, come dici tu, Light sembra obbligato ad avere un rapporto che va ben oltre l'amicizia con Misa, mi fa pensare che, se Light fosse Kira, la stia usando per ottenere i suoi scopi. Il vero Kira e il secondo Kira si sono uniti, se i miei sospetti non sono errati -
Annuisco - Anche io l'ho pensata così, Ryuzaki. E poi, Light ha ragito stranamente alla notizia degli occhi, persino più strano di Matsuda -
- Domani manderò alcuni agenti a perquisire l'appartamento di Misa Amane, per trovare oggetti sospetti che la possano identificare come il secondo Kira. Intanto io stesso verrò in università per controllare Light Yagami da vicino, e se Misa ci farà il piacere della sua presenza, potrò verificare io stesso se lei è il secondo Kira - pianifica L ad alta voce, i suoi occhi mi fissano senza realmente vedermi, come se davanti agli scorressero le immagini di ciò che accadrà domani.
- Un'altra cosa, Ryuzaki - mi affretto a dire.
- Cosa c'è, Lena? -
- In università mi sono messa a pensare a quella faccenda degli occhi, quella di cui parlava il secondo Kira -
L annuisce - Sei giunta a qualche conclusione? -
- Il secondo Kira ha rassicurato il finto Kira dicendogli che non lo avrebbe ucciso, anche se quest'ultimo non possedeva gli occhi. Quindi è evidente che il secondo Kira è in grado di uccidere, utilizzando questi occhi. Questo spiegherebbe la morte degli agenti di polizia che cercarono di fare irruzione nella sede della Sakura TV. Il secondo Kira grazie agli occhi può uccidere conoscendo solo il volto -
L smette di torturarsi il labbro con l'indice. Dopo qualche momento in cui riesco quasi a sentire le rotelle nella sua testa lavorare e lavorare, lo vedo accennare un sorriso, sembra quasi soddisfatto - A questo non avevo pensato -
Sorrido, mentre lo vedo alzarsi e venire verso di me. Per una volta voglio essere io la prima ad agire, gli prendo il viso tra le mani e poso le labbra sulle sue. L è piacevolmente sorpreso dal gesto e mi abbraccia i fianchi con le braccia, stringendomi contro il suo petto. Io gli cingo il collo con le braccia, mentre le nostre labbra cominciano a muoversi, desiderose, sembrano come incollate, si muovono avide di contatto e di amore, assaporando ogni gesto e movimento, eccitate. I baci così casti e allo stesso tempo romantici di L mi fanno impazzire, giuro. In questo momento non mi interessa se qualcuno ci vede o ci spia, mi interessa solo rimanere attaccata salda a queste labbra fin quando mi sarà possibile.



Angolo dell'autrice : Ciao a tutti, ultimamente l'ispirazione mi ha colpito come un fulmine. Allora, ecco che entra in scena Misa, e già subito L e Lena sospettano che lei sia il secondo Kira. Le cose cominciano a complicarsi eh eh eh. Avrei bisogno di un piccolissimo favore : qualcuno di voi potrebbe gentilmente scrivermi ( tramite recensione o messaggio privato, come preferite ) i nomi degli scagnozzi di Mello? Perché mi ricordo che in qualche puntata di Death Note, nelle scene con Mello e la sua banda mafiosa, si sentono i nomi ma purtroppo ho qualche problema con l'audio del computer e non posso rivedermi le puntate per segnarmi i nomi. Qualche buon'anima può farmi questo favore? Se poi li sapete senza vedervi la puntata è meglio. Grazie mille in anticipo, siete fantastici,
Hope

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Capitolo 24
*** Imprigionamento ***


CAPITOLO 24
" IMPRIGIONAMENTO "


 



Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche




Cammino al fianco di L, da quando siamo usciti dall'hotel per dirigerci in università non abbiamo ancora aperto bocca. Ognuno sembra assorto nei propri pensieri, camminando a testa bassa e concentrandosi sul suono delle scarpe sull'asfalto. Questa volta la felpa della sorella di Matsuda, oggi verde smeraldo, è così lunga da arrivare a coprirmi le ginocchia e il cappuccio mi impedisce di vedere dove sto mettendo i piedi. Mi chiedo che taglia di vestiti porti la sorella di Matsuda, e pensare che lui è magro di corporatura ...
Arriviamo in un'università. Non c'è quasi nessuno, forse io e L siamo arrivati troppo presto. Ci sediamo su una delle tante panchine di legno dell'università, L si siede nella sua solita posizione e io mi porto le ginocchia al petto, abbracciandole con entrambe le braccia. Sorrido, in questa posizione sembro la versione femminile di L.
- Adesso non ci resta che aspettare che Light Yagami arrivi - dice L, rompendo finalmente il silenzio.
Annuisco - E se Misa Amane oggi non venisse? -
- Vorrà dire che continuerò a venire ogni giorno in università finché Misa Amane non si presenterà. Ma non credo sia necessario, pochi minuti fa Matsuda e Aizawa e altri agenti su cui faccio affidamento sono partiti per perquisire l'appartamento di Misa - risponde L - E poi, da come mi hai raccontato tu, Misa sembra essere diventata quasi una parte del corpo di Light ... letteralmente -
- Quindi, anche se Misa non venisse, se Mastuda e Aizawa trovano qualcosa di sospetto nell'appartamento di Misa, non sarà necessario che tu la conosca -
- Si e se trovano qualcosa di sospetto Misa verrà subito rinchiusa con l'accusa di essere il secondo Kira. Non ho bisogno di vederne il volto, internet è pieno di sue fotografie e suoi servizi fotografici -
Annuisco - Una volta che l'avremo catturata cosa succederà? -
- La terrò sotto stretta osservazione. E userò i metodi che mi sembreranno più opportuni al momento ... non preoccuparti, Lena, vedrai coi tuoi stessi occhi -
Mi chiedo che metodi utilizzi L. Non faccio nemmeno in tempo a farmene una vaga idea che vedo L alzare un braccio in aria e cominciare a muoverlo, il suo sguardo posato su qualcosa alle mie spalle. Mi volto, e incrocio lo sguardo di Light Yagami, che si avvicina a noi. Sembra abbastanza rilassato, molto più di ieri.
- Buon giorno, Light - lo saluta L, tranquillo.
- Buon giorno a te, Ryuga - Light sorride appena - Ieri non sei venuto in università. E' successo qualcosa col caso Kira? -
- Preferirei non parlarne qui - L si alza in piedi, infilandosi le mani nei pantaloni - Ti dispiacerebbe andare in un posto più appartato? Chiunque potrebbe passare da un momento all'altro e salterebbe la nostra copertura -
- Certamente - annuisce Light - Possiamo andare ... -
- Light, ti ho trovato! -
Oh no, riconosco quella voce. Misa Amane corre verso il suo fidanzato, saltandogli addosso e rischiando di farlo cadere in avanti. La voce di Misa è così acuta che persino il ronzio di una mosca sarebbe meglio. Sul volto di Light torna la stessa espressiome scocciata di ieri, mentre Misa lo abbraccia.
- Misa, che ci fai qui? - le chiede, quasi severamente.
- Devo fare un servizio fotografico qui vicino e ho pensato di venirti a trovare - spiega Misa, un ampio sorriso prende forma sul suo volto ben curato. Il suo sguardo si posa su me e L - Ciao Talia, sono felice di rivederti. Chi è il tuo amico, Light? Non me lo presenti? -
- Certo, lui è Ryuga Hideki - Light alza gli occhi al cielo.
- Ryuga Hideki? - ripete Misa, sembra quasi confusa.
- Si, come il cantante - 
- Piacere di conoscerti, Ryuga, io sono Misa Amane, la fidanzata di Light! -
- Il piacere è tutto mio, Misa Amane - risponde L.
Improvvisamente, sul volto di Light l'espressione scocciata scompare per far posto a un'espressione soddisfatta. Non ne capisco il motivo, lo vedo cingere improvvisamente le spalle di Misa e lei sembra apprezzare molto il gesto - Misa, credo che adesso sia il momento di andare, o altrimenti farai tardi al tuo servizio fotografico -
- Oh, me ne stavo quasi dimenticando! Ci vediamo dopo, Light - Misa stanpa un bacio sulla guancia di Light per poi salutare me e L con un rapido sorriso. Corre via, la gonna nera che ondeggia ad ogni movimento e i capelli biondi lucidi ben pettinati sulle spalle. Sarebbe anche una bella ragazza, se fosse meno oca e più intelligente. 
Il cellulare di L comincia a suonare, e lui risponde subito - Pronto? -. Passa qualche secondo, il viso di L non lascia scappare nessuna emozione. Non riesco a sentire la voce di chi ci sia al telefono con L e non riesco a sentire la conversazione, purtroppo. L annuisce - Molto bene, ottimo lavoro -. Altri cinque secondi. - Sto arrivando -.
L pone fine alla telefonata e si infila il cellulare in tasca. Il suo sguardo si posa su Light, neutrale - Non so se la cosa possa farti piacere o meno, Light, ma abbiamo appena imprigionato Misa con l'accusa di essere il secondo Kira. Nel suo appartamento abbiamo trovato materiale corrispondente a quello sequestrato alla Sakura TV -



* * *



Quello che mi si presenta davanti agli occhi è uno scenario orribile. Misa Amane legata in una camicia di forza bianca che le lascia le gambe nude, una specie di paraocchi di metallo che le impedisce la vista e cinghie che la legano ad una lastra di metallo che la sorregge. Tutto questo è orribile, non posso crederci che L abbia fatto questo. Aizawa, Matsuda e il signor Yagami reagiscono nella mia stessa maniera, sembrano sconcertati.
- Ryuzaki, ma sei impazzito? - dice Aizawa, avvicinandosi alla poltrona dov'è seduto L, impassibile davanti allo schermo che proietta l'immagine di Misa Amane in quelle pessime condizioni. 
- Utilizzerò tutti i mezzi necessari per fare in modo che Misa Amane confessi - è l'unica spiegazione che da L.
I suoi metodi ... è questo quello che intendeva dire L in università, oggi. Mi faccio avanti, affiancando Aizawa che guarda L incredulo. Vorrei dirgli che è sbagliato trattare così una ragazza, che anche se lei probabilmente è il secondo Kira, esistono altre maniere per farla confessare. Ma non trovo le parole. Non so perchè.
L si china in avanti, premendo il tasto di uno dei due microfoni che ha davanti a se, parlando a voce alta - Watari, la ragazza ha parlato? -
- Nemmeno una parola, Ryuzaki - risponde Watari.
L si prende qualche secondo per pensare - Attenderemo ancora un giorno, e se Amane non parlerà, agiremo di conseguenza -
- Come vuoi, Ryuzaki -
- Ma tu tenta lo stesso di farla confessare. Non dobbiamo darci per vinti - L termina la conversazione con Watari e continua ad osservare Misa, come se la stesse studiando e che stesse aspettando qualcosa.
Faccio un passo avanti, adesso sono stanca - L - 
L si volta di scatto. Non vuole che qualcuno lo chiami col suo vero nome, è la prima regola che qualcuno impara quando entra a far parte della squadra contro Kira. Ma non importa, questa volta ho intenzione di osare. 
- Lo sai che non devi ... - comincia L scandendo lentamente ogni parola.
- No, adesso stammi a sentire - lo interrompo - Misa è soltanto una ragazza. Anche se fosse davvero lei il secondo Kira, è comunque un'essere umano e sottoporre una ragazza così giovane a un trattamento così grottesco, rinchiuderla come se fosse una bestia, bloccarle ogni movimento e oscurarle la visuale, è disumano -
L sembra colpito dalle mie parole. Il suo sguardo è duro e severo, puntato su di me. Il signor Yagami si fa corragiosamente avanti, affiancandomi - Ryuzaki, io credo che Lena abbia ragione -
L si volta, torna a guardare lo schermo, Misa è immobile. Poi arriva la frase che mi colpisce come una lama conficcata nel cuore, una spada che mi toglie il respiro, che mi fa sanguinare solo interiormente - Non ho chiesto il vostro parere a riguardo -




Angolo dell'autrice : Oggi troviamo un L più duro, anche nei confronti della nostra Lena. Allora grazie mille a quei angeli che recensiscono e mi hanno fornito i nomi degli scagnozzi di Mello, spero ne troviate altri, se riuscite. Questo capitolo lo dedico a voi, bacioni
Hope
 

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Capitolo 25
*** Pareri ***


CAPITOLO 25
" PARERI "





Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche




La frase detta da L mi rimbomba nella testa come uno sparo. Se me l'avesse detta il signor Yagami o magari Aizawa o Matsuda, non reagirei in questo modo. Ma il fatto che a dirla è stato proprio L, con quel tono di voce freddo e distaccato ...
Stringo i pugni contro i fianchi, conficcandomi le unghie nei palmi lasciandovici segni a forma di mezzaluna. Stringo le labbra, offesa e contrariata da ciò che L ha appena osato dirmi - Se non hai bisogno del mio parere, allora non vedo perché dovrei continuare a lavorare per te - dico, scandendo sopratutto la seconda parte della frase in modo che L possa imprimersi ogni parola nella memoria.
L resta in silenzio qualche secondo, ciò che ho detto non l'ha minimamente sfiorato. I suoi occhi sono fissi sull'immagine di Misa Amane tremante, come se non mi avesse sentita nemmeno, mi sembra di aver parlato con un fantasma. Passano parecchi minuti prima che mi risponda - Se desideri andartene sei libera di farlo, io non ho intenzione di pregare nessuno a rimanere contro la propria volontà - dice.
Perla prima volta da quando lo conosco, sto cominciando ad odiarlo. Odiarlo nel vero senso della parola. Devi amarla, qualcosa, prima di poterla odiare. In questo momento vorrei solo che L sparisse dalla faccia della terra, vorrei non averlo mai conosciuto, vorrei non essere scappata dalla Wammy's House, dove li L era un mito irragiungibile ed epico. Sarebbe stato meglio rimanere li con l'illusione che L sapesse sempre fare la cosa giusta. Adesso so che non è così.
- Allora, Lena, cosa hai intenzione di fare? - mi chiede L.
Alzo un sopracciglio - Che te ne frega, dato che non hai bisogno del mio parere? -
- Non mi sembra di aver detto niente di grave -
- Ma tu ti ascolti quando parli? -
L sta per ribattere, quando Matsuda si mette tra me e lui, come se prevedesse che salterò addosso al detective da un momento all'altro. E ha fortemente ragione. Lo sguardo di Matsuda si sposta da me a L, cauto - Dateci un taglio, voi due -
- Matsuda ha ragione - annuisce Aizawa - Questa discussione non porterà a niente di buono e sicuramente non ci aiuterà con le indagini -
L aspetta qualche secondo prima di parlare, la sua voce è sommessa, come se la sua mente stesse vagando altrove - Lena sta sollevando una questione a dir poco inutile, si - dice semplicemente.
Dopo questo, mi giro e mi chiudo in camera mia, sbattendo la porta così forte da far tremare le finestre. Mi ci accascio contro, in questo momento vorrei spaccare tutto quello che trovo in questa stanza. Adesso riesco a capire Mello e la sua furia omicida, anche se non sono arrivata a quei livelli. Mello ... Vorrei tanto tu fossi qui con me adesso ...

 



* * *




Non hai chiesto il mio parere, eh? Va bene, va benissimo. Ma tanto chi sono io per poter esprimere il mio parere al detective più geniale del mondo senza che lui mi dia il consenso? Nessuno, sono soltano la ragazza con la quale ha una sottospecie di rapporto ancora indefinito, ma per il resto non sono nessuno. Sono solo la ragazza più intelligente del Regno Unito e infatti ho proposto al caro L alcune piste e alcuni ragionamenti che lui molto probabilmente non avrebbe mai fatto. Ma per il resto chi sono, io? Nessuno. Certo, se lo dice L allora deve essere così, perdonate la mia ignoranza!
Sono passati due giorni e Misa non ha ancora parlato. O perlomeno, non ha detto niente di sensato. Ma nel bel mezzo della notte si è messa ad urlare, ad invocare e supplicare qualcuno. "Uccidimi!" continuava ad urlare a squarciagola, dimenandosi tra le cinghie che la tenevano stretta e la camicia di forza candida che la opprimeva visibilmente "Tu puoi farlo, uccidimi! Sbirigati!" sembrava davvero disperata, stava raggiongendo il limite e nonostante questo L non faceva niente. Niente. Poi, improvvisamente, Misa continuava a scuotere il capo con foga, sembrava stesse annuendo oppure negando. Lo spostamento di una sua ciocca di capelli candida, ha fatto insospettire L. La stanza, a quanto dice lui, è priva di finestre, quindi uno spostamento d'aria è del tutto impossibile. Ma Watari ci ha assicurato che Misa era sola. Adesso ... non ci resta che attendere che Misa parli di nuovo.
Finisco questo pensiero ed è come se la bionda mi avesse letto nel pensiero. Riprende a dimenarsi nel tentativo di liberarsi, ma è tutto inutile - Signor maniaco? - dice - Ehi, signor maniaco? Sei li? -
Tutti si voltano a guardare lo schermo, Misa si sta riferendo a L. L aspetta qualche secondo prima di premere il tasto che gli consentirà di parlare con Misa, evidentemente sta aspettand che la bionda dica qualcos'altro.
- Signor maniaco? - ricomincia Misa - Dai, adesso basta giocare, sono stanca! Liberami, dai! Ti prometto che se mi liberi non scappo, e ti do anche un bacio sulla guancia! Contento? Adesso liberami, dai! -
L preme il tasto e si sporge verso il microfono - Amane, tu sai il motivo per il quale ti abbia imprigionata, vero? -
- Certo che lo so! - annuisce Misa con foga - Perché sei un mio fan! Certo che tra tutti i fan che hanno cercato di avvicinarmi, tu sei il più strano! Se mi liberi facciamo una foto insieme e te lo autografo! -
L si allontana dal microfono e si volta a guardare Mastuda - Matsuda, quando avete arrestato Amane le avete detto di essere accusata di essere il secondo Kira? -
- Certamente - annuisce Aizawa - Appena glielo abbiamo detto non ha opposto resistenza -
Prima che L torni a sporgersi verso il microfono, Misa torna a parlare - Signor maniaco devo andare in bagno! Mi scappa la pipì! -
L, esasperato, si sporge verso il microfono - Smettila, Amane, ci sei andata quattro minuti fa -
- Ma mi scappa! -
- Resisti - dice semplicemente L.
- Certo e magari poi mi accompagni in bagno per vedermi mentre faccio la pipì! - Misa sembra scandalizzata, mentre riprende ad urlare - Sei solo un brutto pervertito! -
Involontariamente, scoppio a ridere. Mi tappo la bocca una mano per trattenere le risate e cerco anche di smetterla, ma proprio non ci riesco. Quasi piango dal ridere, mentre L si volta a lanciarmi un'occhiata fulminea - Non capisco cosa tu ci trova di comico in questa situazione, Lena -
In tutta risposta mi metto a sedere sul divano, abbandonado la schiena contro lo schienale morbido, mentre continuo a ridere senza freno. Anche Matsuda sorride, ma riesce a trettenersi perché Aizawa glilancia un'occhiataccia. Il signor Yagami alza le spalle, è impossibile non riuscire a trovare la situazione comica. Pervertito, L. Devo fare un monumento a Misa solo per avergli detto questo.
- Pervertito? - ripete L, voltandosi di nuovo verso Misa - Pervertito, io? -
Sta per tornare a chinarsi verso il microfono, quando Aizawa lo precede, sembra furibondo mentre afferra con violenza il microfono con una mano e lo sottrae a L - Stammi bene a sentire, ragazzina! Smettila di fare la finta tonta e dicci quello che sai su Kira, dannazione! -
- Ah! - Misa urla, spaventata - Che paura! Dai, smettila, signor maniaco, mi fai paura! Non farmi del male! -
Proprio in quel momento Light fa il suo ingresso, lo sguardo chino. Ci voltiamo tutti a guardarlo, e io smetto di ridere di colpo. Light raggiunge il centro della stanza, gli occhi di tutti sono puntati su di lui, tranne quelli di L che continua ad ascoltare le urla isteriche di Misa. 
- Ryuzaki - esordisce Light, la voce bassa e preoccupata - Devo ... devo farti una confessione -
L annuisce, senza voltarsi - Dimmi, Light, ti ascolto - la sua voce è tranquilla e neutrale come sempre, ma dietro alla sua neutralità si nasconde qualcosa, ma non riesco a capire bene cosa sia ...
Light esita qualche secondo, sul suo volto ci sono troppe emozioni, poi si lascia andare a un sospiro sconfortato - Credo ... credo di essere io Kira -





Angolo dell'autrice : Hey gente salve. Ammetto che questo è un capitolo estremamente corto ma dal prossimo cominciano i veri guai. Il problema è che stanotte ho dormito poco per via dell'allergia che mi da qualche problema ( anche se non ho ancora capito a cosa sono allergica ... dettagli ). Vi prometto che i prossimi capitoli saranno più lunghi, dai. Un grazie mille a tutti voi che mi sostenete e mi riempite di così tanti complimenti da far invidia a Giacomo Leopardi ... no esagero XD
Baci,
Hope

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Capitolo 26
*** Decisione ***


CAPITOLO 26
" DECISIONE "





Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche




- Cosa stai dicendo, Light? - il signor Yagami si precipita da suo figlio, i suoi occhi sono così sgranati che potrebbero uscirgli dalle orbite - E' una follia, tu non puoi essere Kira! -
 Naturalmente la confessione così improvvisa di suo figlio ha spaventato tutti noi, anzi no, non tutti. L si volta di scatto a guardare Light, i suoi occhi scrutano attentamente il ragazzo, come se cercasse di individuare la trappola che Light Yagami gli ha pena teso. Anche i miei occhi si fermano a studiare Light, dal suo comportamento sembra spaventato. Eppure ... perché dovrebbe fare una confessione così improvvisa, davanti a tutti? Qualcosa mi sfugge.
Guardo L. Improvvisamente è come se riuscissi a leggere i suoi pensieri, come se fossero scritti su un foglio appeso alla sua fronte.
"Tu non potresti essere Kira, tu sei Kira."
- Papà, ci troviamo davanti al detective più geniale al mondo - dice Light, la sua voce è un sussurro sconfortato e triste, mentre tiene lo sguardo basso - Tutti gli indizi trovati finora da L sembrano portare a me. Se io fossi L ... - Light fa una pausa, come se stesse cercando nella sua mente le parole più adatte da dire - Se io fossi L anche io arriverei alla conclusione che io sono Kira. Dunque ... potrei essere Kira senza saperlo. Ormai non riesco più a riconoscermi ... magari agisco di notte nel sonno o quando sono incosciente, Purtroppo sto inizando a dubitare di me stesso -
"Senza saperlo, eh?" mi sembra quasi di sentire la voce di L nella mia mente "Ora capisco ..."
- No, questo lo escludo del tutto - lo interrompe L, voltandosi un'altra volta verso lo schermo dove Misa Amane continua a dimenarsi nel tentativo di liberarsi - Durante il periodo in cui ho fatto installare delle telecamere nascoste nelle case dei membri di questa squadra, ho osservato il tuo comportamento per cinque giorni consecutivi. Ti posso assicurare che di notte dormivi normalmente. Non avevi accesso ai notiziari, eppure i criminali continuavano a morire. Ma come ben sai, non mi hai convinto, anzi, continuo a pensare che tu sia Kira. Puoi chiedere conferma di ciò a Lena -
Gli occhi di Light e del signor Yagami si spostano su di me, mentre io mi alzo in piedi. Quell'improvvisa attenzione su di me mi mette soggezione. Mi costringo a non rispondere male a L, dicendogli che se non ha bisogno del mio parere non ha nemmeno bisogno che io gli regga il gioco, ma mi trattengo. Abbasso lo sguardo sul pavimento - Ryuzaki ha ragione, Light. Siamo arrivati alla conclusione che, anche se tu fossi Kira, non ti lasceresti mai sorprendere in attegiamenti sospetti -
Light sospira - Temo che Ryuzaki abbia ragione. Anche io ho cominciato a pensare, così come Kira, che fosse meglio se i criminali venissero tutti uccisi. Credo che ... potrei essere considerato come un potenziale Kira -
- Ma che dici, Light? - interviene Matsuda, facendosi avanti - Anche io penso che il mondo sarebbe un posto migliore senza tutti questi criminali pericolosi, ma non mi viene certo in mente di ucciderli in qualche modo! E se tu non avevi accesso ai notiziari ... - 
- Non è detto - lo interrompo, alzando gli occhi - Non lo abbiamo sorvegliato 24 ore su 24, quindi potrebbe aver visto i notiziari mentre era fuori casa -
Appena finisco di parlare, la stanza piomba nel silenzio più totale. L'attenzione si concentra su Light, che tiene gli occhi fissi sulla figura di L voltata di schiena. La tensione è palpabile, in questo silenzio si udirebbe la caduta di un granello di sabbia sul pavimento. "Avevi già previsto che le cose avrebbero preso questa piega, Light Yagami?" nel silenzio, sento un'altra volta i pensieri di L nella mia testa, come se fossero collegati "Però ... se adesso tenessimo Light imprigionato come abbiamo fatto con Misa Amane, e intanto continuassero a morire i criminali ... ciò dimostrerebbe che Light Yagami non è Kira. E' questo il suo scopo?"
L da a voce ai suoi pensieri - Legheremo Light mani e piedi per un lungo periodo di tempo e lo terremo imprigionato qui -
- Cosa? - il signor Yagami smebra quasi sul punto di scoppiare, mi fa davvero tanta pena mentre sul suo volto si concentra una smorfia incredula.
- Sei impazzito, Ryuzaki? - anche Matsuda sembra sconvolto - Vuoi imprigionare Light come hai fatto con Misa? -
Io questa volta non protesto. Sarebbe inutile, e stranamente penso che questo sia l'unica soluzione per capire se Light è innocente oppure no. Nessun essere umano dovrebbe essere rinhiuso come una besta pronta ad essere ammazzata, ma un altro litigio con L riguardo a questo punto non aiuterà Light e non risolverà la situazione. Tanto vale fare d spettatrice, in questo momento.
- Dovremo agire fin da subito - L ignora le proteste e si porta l'indice al labbro inferiore, il suo solito gesto che indica che si trova perso nel suo pozzo senza fondo dei pensieri - Da questo momento in poi Light non dovrà allontanarsi per alcun motivo dalla mia vista -
Il signor Yagami sta per ribattere un'altra volta, ma Light posa una mano sulla spalla del padre e lo precede, la sua voce è stranamente tranquilla - Tranquillo, papà, non ci sono problemi. Non posso continuare a dare la caccia a Kira col dubbio angosciante che io stesso sia quel criminale - Light torna a guardare L - Ryuzaki, promettimi che finché non avrai chiarito tutti i sospetti sul mio conto, non dovrai liberarmi, qualsiasi cosa io dica o faccia -
L annuisce - Come desideri, Light -



* * *



L mi da l'ordine di condurre Light alla sua cella, spiegandomi il tragitto. Per ora soltanto le mani di Light sono state legate con una corda, ma quando arriveremo alla cella, il mio compito sarà anche quello di sostituire la corda con le manette e di immanettargli anche i piedi. Mi sembra di lavorare in un carcere. L ha fatto indossare a Light una specie di pigiama nero e gli ha fatto indossare un paraorecchie e una benda, in modo che non senta niente e che non possa vedere il tragitto verso la sua cella. 
Afferro Light per un braccio e lo guido attraverso a quello che sembra un labirinto di corridoi lucidi e deserti. Il cuore mi batte nel petto come un tamburo, batte a ritmo irregolare, prima lento e poi sempre più veloce, troppo veloce. Quando arriviamo alla cella, noto che è già aperta. Bene. Entro e Light entra con me. Lo faccio sedere su quello che sembra un letto, una panca addossata contro il muro pulito con sopra un materasso e un cuscino, e gli tolgo il paraorecchi e la benda.
Quando mi vede, sembra essere sollevato. Accenna un sorriso, mentre si volta di schiena per permettermi di armeggiare coi suoi polsi - Sono felice che sia toccato a te accompagnarmi in cella, Lena - dice, la sua voce sembra sincera.
Cerco di sorridere anche io, mentre gli slego a fatica la corda che tiene legata saldamente i suoi polsi - Sei sicuro di quello che stai facendo, Light? - gli chiedo, sono felice che sia costretto a restare di schiena per permettermi di mettergli le manette, in questo momento non voglio guardarlo negli occhi.
- Tu hai un'idea migliore? - 
- In realtà no - ammetto - Ma il fatto che questa sia l'unica idea non significa che sia la scelta giusta, anzi, stai commettendo una pazzia -
- Voglio solo che L smetti di dubitare di me - 
- Lo so - annuisco, mentre mi chino per ammanettargli anche i piedi - Spero che tu riesca nel tuo intento, Light -
Sento Light sorridere appena, o forse sta sospirando - Lo spero anche io -
Rimaniamo in silenzio, mentre sento finalmente scattare la serratura delle manette, che mi indica che sono chiuse. Riavvolgo la corda e la tengo con una mano mentre mi accorgo che accanto alla porta della cella c'è un gancio con delle chiavi. Mi alzo e le prendo, suppongo servano per chiudere la cella. Sto per andarmene, quando involontariamente mi volto verso Light.
- Lena? - mi chiama lui - Posso chiederti una cosa? -
Esito qualche istante - Certo, dimmi -
- Posso ... posso chiederti un'abbraccio? -
La sua richiesta mi spiazza completamente. Vedo Light alzarsi a fatica in piedi. Mi avvicino lentamente a lui, mentre il mio cuore prende a battere più velocemente. Gli circondo la schiena con le braccia mentre poggio la testa sul suo petto. Light posa la sua guancia sulla mia nuca, lo sento sospirare.
- Purtroppo mi è stato proeibito di usare braccia e gambe - lo sento ridere.
- Non importa - rido anche io, piano - Va bene così -
Mi stacco da lui e lo guardo negli occhi. Improvvisamente mi rendo conto che il mio cuore spera con tutte le forze che Light non sia Kira, anche se questa speranza forse è vana. Spero che L si sbagli. Spero che Light venga liberato. Spero che sia un'altra persona Kira, non lui. Spero troppe cose, ma chissà se le mie speranze un giorno avranno una conferma positiva o negativa.
Spero di sbagliare quando sento gli occhi diventare lucidi - Fa il bravo, okay? - gli dico, sorridendo a labbra strette per mantenere qualche lacrima che inutile vuole scendere giù.
Light annuisce - Stammi bene, Lena -
- Anche tu, Light -
Esco senza più voltarmi e mi chiudo la porta della cella alle spalle. Mentre chiudo a chiave, cerco di non alzare gli occhi e di non incontrare quelli di Light, perché so che mi metterei a piangere di sicuro. Ma da quando provo così tanto affetto per Light? Non lo so, ma spero davvero, anche se l'ho già detto, che lui non sia Kira. E con questa speranza, lo abbandono e torno da L.




Angolo dell'autrice : Ciao a tutti, sono felice di aggiornarvi che l'allergia va meglio! V bene molto probabilmente non vi interessava, ma sono dettagli trascurabili, no? XD
Allora, Light è stato imprigionato e come sappiamo bene, da qua cominciano i veri guai, sopratutto tra L e Lena. Faranno pace? Oppure no? L si metterà presto in contatto coi suoi successori? O aspetterà ancora? Mello ha mangiato tutta la cioccolata della Wammy's House? Matt avrà gli occhi rossi per le troppe ore passate a giocare con Call of Duty ( non chiedetemi quale perché secondo me ce li ha tutti XD )? Near avrà comprato un nuovo set di robot? Lo scoprirete nei prossimi capitoli!
Bacioni,
Hope

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Capitolo 27
*** Chiarezza ***


CAPITOLO 27
" CHIAREZZA "   



Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche




Prima di varcare la porta del salotto, mi asciugo le lacrime trattenute col palmo della mano. Faccio un respiro profondo ed entro, decisa a sparire subito in camera mia. Ma quando trovo L in piedi davanti alla porta di camera mia, capisco che non potrò restare in pace per molto. Anzi, mi sa che la pace dovrà aspettare qualche altro minuto, purtroppo. Matsuda e Aizawa sono scomparsi chissà dove. Il mio sguardo cade sul monitor, adesso diviso in quattro quadrati perfetti. In uno si trova la cella di Misa, nel secondo la cella di Light e nel terzo ... la cella del signor Yagami? Ma cosa ...
- Che ci fa il signor Yagami in cella? - chiedo,  senza staccare gli occhi dal monitor. Il signor Yagami è seduto al centro della cella su una sedia, il capo chino e gli occhiali posati su un tavolino li accanto. Sembra distrutto, povero uomo.
- Ha richiesto lui stesso di essere rinchiuso in una cella e di essere liberato solo quando anche Light tornerà in libertà - spiega brevemente L, senza smuoversi da davanti alla mia porta.
Annuisco - Ho portato Light in cella, come da te richiesto -
- Ho visto - risponde piano L, anche se il mio sguardo è ancora fisso sul monitor, sento lo sguardo del detective su di me e mi sento quasi nuda. Mi porto istintivamente le braccia al petto, comincio a sentire freddo. Mi sento a disagio. Odio quelle iridi nere - Ho visto anche che hai avuto modo di salutare Light -
- Si - è tutto quello che riesco a dire. Suppongo che le telecamere abbiano ripreso quello che è successo tra me e Light. Non che sia successo poi così tanto, in realtà. Ho solo abbracciato un'amico che sta per passare un arco di tempo indefinito in una cella che, sebbene sia pulita, è pur sempre una cella. In prigione. Siamo in un carcere, qui. Che schifo - Posso ritirarmi nella mia stanza oppure hai ancora bisogno di me? -
- Avrei bisogno di parlarti - 
- Bene, ti ascolto - dico, sedendomi sulla poltrona di L, deve esserci stato seduto fino a poco fa perché è ancora calda - Se devi parlarmi di ciò che è successo la scorsa sera, sappi che non mi pento nemmeno un po' di quello che ho fatto e detto. Quindi puoi risparmiare il fiato. Se non devi parlarmi di quello, allora ti ascolto volentieri -
- In realtà volevo mettere in chiaro alcune cose che credo ti siano sfuggite. E anche porti alcune domande, se mi concedi di farlo -
- Certamente, dimmi -
L finalmente si sposta da davanti alla porta della mia stanza. Si avvicina alla poltrona dove sono seduta e prima che io possa reagire, volta la poltrona nella sua direzione, per distogliere la mia attenzione dal monitor. Mi ritrovo intrappolata nella poltrona, L che mi si è parato davanti. Sarà perché sono seduta, ma la sua figura mi sembra più imponente, la schiena dritta e le mani come al solito sprofondate nelle tasche dei pantaloni.
- Prima cosa che dobbiamo mettere in chiaro - comincia L, il suo tono non ammette repliche - Non devi mai chiamarmi L per nessun motivo al mondo. Pensavo ti risultasse chiaro ma a quanto pare mi sbagliavo. Per te, così come per gli altri, io sono Ryuzaki -
Alzo gli occhi al cielo - Questo già lo so -
- Per quale motivo allora la scorsa sera mi hai chiamato col mio vero nome? - L alza un sopracciglio.
Alzo le spalle - Lo ritenevo necessario. Che altro devi dirmi? - dico, svogliatamente. Ho solo voglia di stendermi sul letto, quindi spero che L si sbrighi a dirmi ciò che deve dire.
- Tu pensi che Light sia Kira? - mi chiede.
Ancora? - Ti ho detto che non so più cosa pensare, Ryuzaki -
- Da quello che ho visto è accaduto nella sua cella, mi sembrava che i tuoi sospetti si fossero dissipati completamente -
- Solo perché spero che i miei sospetti siano errati non vuol dire che si siano dissipati, Ryuzaki - dico, abbandonando la schiena contro lo schienale morbido ma allo stesso tempo rigido della poltrona comoda - Altro? -
- Per quale motivo speri che i tuoi sospetti su Light Yagami siano errati? - mi chiede ancora.
Esito qualche secondo, distogliendo lo sguardo dal suo per una frazione di secondi. Già, per quale motivo? Light è mio amico, anche se è il sospettato principale insieme a Misa Amane. Light mi ha accompagnato a casa la sera che sono venuta a casa sua. Light ha cercato di aiutarmi a fare il discorso per il finto Kira. Light ci teneva che io venissi in università con lui. Light mi ha baciata. Light mi ha portato a cena fuori. Light mi ha riempita di complimenti. Ma queste motivazioni bastano per definirlo come un amico? Credo ... di si - Light è mio amico - rispondo infine.
L sembra fermarsi un momento a pensare, il suo sguardo ancora fisso su di me. Passano parecchi minuti prima che torni a parlare - Se Light fosse Kira, continuerebbe ad essere tuo amico? -
- Dubito che riuscirei ad avere buoni rapporti con un serial killer. Se Light è Kira allora credo che il nostro rapporto di amicizia si trasformerebbe in qualcosa di ... qualcosa che non riuscirei ad immaginare. Quindi ... - mi alzo dalla poltrona con un sospiro - Spero che Light non sia Kira. Ora posso andare? -
L annuisce - Se lo desideri, si -
- Grazie - lo supero e velocemente e mi avvicino alla porta di camera mia, finalmente.
Quando sto per posare la porta sulla maniglia, L mi richiama - Un'ultima cosa, Lena. Probabilmente questa informazione non ti sarà in alcun modo utile, ma pensavo fosse giusto dirtelo. Ne caso Light Yagami e Misa Amane non fossero rispettivamente Kira e il secondo Kira, ho intenzione di contattare i miei successori. A quel punto, dato che non avrei più sospettati nel caso Light non sia Kira, sono certo che un aiuto sarebbe stimolante -
I suoi successori. Near. Mello. E forse anche Matt. Non so, L ha parlato di due successori, non tre. Non mi ha ancora rivelato i nomi, ma Halle è riuscita a farlo. Quindi è solo questione di poco tempo prima che Near e Mello entrino in contatto con L e che vengano qui in Giappone. Se verranno. Oppure collaboreranno a distanza? Non lo so.
Cerco di non farmi vedere scossa dall'informazione appena sentita - Grazie per l'informazione. Buonanotte -



* * *



Dopo neanche uno squillo, Halle risponde alla chiamata - Pronto, Lena? -
- Halle, ho bisogno di comunicarti una cosa - dico, facendo scattare la serratura della porta e infilandomi la chiave in tasca. Prendo una canottiera e l'appendo alla maniglia, in questo modo chiunque cerchi di spiarmi attraverso la serratura non riuscirà a vedere niente.
- Prima dimmi quello che sta succedendo -
- Giusto, si - sono talmente nervosa che non riesco ad elaborare una frase di senso compiuto nemmeno nella mia testa, figuriamoci a dirla - L ha imprigionato i due sospettati principali e aspetta che dicano qualcosa oppure che gli omicidi si interrompano di colpo o che continuino. Nel caso continuino, quindi i due sospettati vengano liberati, ha intenzione di contattare Near e Mello per essere aiutato -
- Magnifico - sento Halle sorridere - Sto cercando di entrare in contatto con Mello -
- Ci sei riuscita? - mi si forma un nodo in gola.
- No. A quanto pare, è scappato dalla Wammy's House da meno di due giorni, ma nessuno ha idea di dove possa essere andato. Stanno cercando di rintracciarlo in tutti i modi, ma Mello non risponde. Sta cercando di far perdere le sue tracce, immagino -
Mello è scappato. Dove può essere andato? L'idea di lavorare con Near deve averlo fatto infuriare e deve essere scappato. Mi chiedo se Matt sia andato con lui ...
- Ascolta, Halle - dico - Hai notizie di un certo Mail Jeevas, anche lui orfano della Wammy's House? -
- Mail Jeevas? - ripete Lidner, confusa - Tu come fai ad avere notizie di questo ragazzo? -
- Ho fatto delle ricerche su internet - mento - E' il terzo classificato nella classifica dei successori di L, subito dopo Near e Mello. Si fa comunemente chiamare Matt. Ho scoperto che è il migliore amico di Mello, quindi, pensandoci su, credo che Matt possa essere andato con Mello -
- Farò delle ricerche -
- Bene -
- Coma sta andando la missione? -
Esito, abbassando lo sguardo. Come va? Be' su di lui so poco e niente, non sono riuscita a scoprire niente di nuovo e adesso che il nostro rapporto non va nel migliore dei modi, mi sarà difficile sapere qualcosa. Non posso dirlo a Lidner, però. Non ne ho il coraggio. Quindi sospiro - Va come deve andare -




Angolo dell'autrice : Salve! Allora forse il capitolo è un po' corto ma almeno sappiamo che L e Lena hanno ... ehm ... chiarito alcune cose e che Mello è scappato dalla Wammy's House e forse anche Matt. Come ha detto L nel capitolo, i successori arriveranno abbastanza prestino, dai, non siate in pena! Grazie mille a tutti voi che sopportate i miei strambi elaborati, siete davvero unici <3
Bacioni, 
Hope
 

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Capitolo 28
*** Giorni, settimane, mesi ***


CAPITOLO 28
" GIORNI, SETTIMANE, MESI "   



Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche

 

 


Dopo 2 giorni.




- Ryuzaki? - la voce di Light interrompe il silenzio opprimente che per ore ha infestato il salotto, immerso nell'ombra - Ieri o l'altro ieri sono state trasmesse notizie di criminali che potrebbero diventare prede di Kira? E in tal caso, lui li ha uccisi? -
L esita qualche istante prima di chinarsi su uno dei tre microfoni davanti a lui e premendo il solito tasto per parlare - I giornali hanno diffuso notizie riguardanti alcuni criminali, ma ... da quando sei stato imprigionato, ancora non c'è giunta voce che qualcuno di loro sia morto - risponde L, scandendo ogni parola.
Light sgrana gli occhi, incredulo - Non è morto nessuno? - ripete - Davvero? -
- Si, Light, davvero -
- Capisco - Light abbassa il capo, e la sua voce si riduce in un sussurro, come se adesso stesse parlando più a se stesso che a L - Allora questa sembra proprio la dimostrazione che io sia Kira -
Che sta succedendo? Avevo previsto che anche imprigionando Light gli omicidi non sarebbero cessati, eppure ... si sono interrotti di colpo. Che Light sia davvero Kira? Oppure Kira è in qualche modo consapevole dell'imprigionamento di Light e quindi ha smesso di uccidere per far ricadere la colpa su di lui. Qualcosa non va. Ma Light ... ha chiesto di essere imprigionato, e il fatto che gli omicidi si siano interrotti non fanno che aumentare i sospetti sul suo conto. Che stai facendo, Light? Oppure ... vuole davvero far credere che Kira nel momento in cui uccide non è consapevole delle sue azioni. Ma in tal caso, la domanda è : Kira è consapevole o no delle sue azioni? Ma se Light è Kira ... non riuscirà a farla franca facendo credere a L una cosa del genere. Non sarebbe da Light. Non sarebbe da Kira.



Dopo 5 giorni.



Light è rinchiuso da cinque giorni e nessun criminale è ancora stato ucciso. Più che Misa e Light, quello che più preoccupa tutti noi è il signor Yagami. L gli ha proposto di uscire da quella cella e andare a riposarsi in un posto più confortevole, ma lui non ne ha voluto sapere e ha ribadito che uscirà da quella cella solo insieme a suo figlio. Ha quasi spaccato la telecamera mentre diceva ciò. Sono davvero preoccupata per lui, e per la sua sanità mentale. In un momento simile, in cui tuo figlio è accusato di essere un pericoloso serial killer, deve essere sopratutto dura per il genitore. Che pena.
Secondo Aizawa, adesso è praticamente sicuro che Light sia Kira. Io non so cosa pensare. La speranza mi sta abbandonando. Light ... sei davvero tu Kira? 



Dopo 7 giorni.



Light è rannicchiato a terra, la schiena contro la panca e lo sguardo perso nel vuoto. L aspetta qualche secondo, prima di chinarsi sul suo microfono e parlare - Light - lo chiama, la sua voce è forte e chiara.
- Cosa c'è, Ryuzaki? - Light alza la testa verso la telecamera, sul suo viso nemmeno l'ombra di un'emozione o di un sentimento, come se fosse una maschera vuota e inespressiva.
- E' passata solo una settimana ma ti vedo piuttosto sciupato - L fa una pausa, forse sta aspettando che Light ribatta che sta alla grande, oppure che confessi di essere Kira di sua spontanea volontà. Dato che Light rimane in silenzio, L prosegue - Va tutto bene? -
Light tace ancora, chiudendo gli occhi. L rimane in attesa, e io con lui mentre mi avvicino allo schienale della sua poltrona per vedere meglio Light. Dopo un lungo minuto in cui mi salgono le lacrime agli occhi dalla frustrazione e dall'angoscia e anche dalla paura, Light riapre gli occhi. Il suo sguardo è serio - Si, sto bene. Mi rendo perfettamente conto che non ci sto facendo una bella figura ... ma che me ne faccio dell'orgoglio? - fa una pausa che dura solo una frazione di secondi - Rinuncio -
Rinuncio? Che significa? Rinuncia a rimanere in cella? Rinuncia a continuare a ripetere che lui non è Kira? Cosa vuol dire? Mi sporgo dalla poltrona di L, gli occhi sgranati in attesa che Light dica dell'altro per spiegare meglio il significato di quella semplice parola che in questo momento potrebbe assumere diversi significati.
Quattro secondi contati, gli occhi di Light si sgranano. Adesso sembrano ... diversi. La sua bocca si schiude come se volesse dire qualcosa, mentre si guarda attorno. Come se si rendesse conto soltanto adesso della condanna che si è autoinflitto. I suoi occhi mi sembrano così ... puri. Puliti. Prima in lui non c'era quello sguardo, prima non aveva quegli occhi. Cosa succede?
- Ryuzaki? - Light riprende a parlare, ma la sua voce non è più ferma come prima, adesso è piena di paura e disperazione, gli occhi sgranati verso la telecamera che riprende ogni suo movimento - Lo so che sono stato io a volere tutto questo e a lasciarmi rinchiudere, ma ... ma adesso ho capito che è tutto inutile! Non serve assolutamente a niente! - Light scuote il capo frenetico, come per sottolineare quanto ha appena detto -Ti prego, lasciami andare! - ansima, forse dalla paura - Lasciami uscire, Ryuzaki, ti supplico! -
L risponde subito, lo sguardo neutrale e attento - No, ti ho promesso che qualunque cosa tu avessi detto o fatto non ti avrei lasciato uscire finché non avessimo chiarito se tu sei Kira o no - ribatte, tranquillo.
Light si sporge in avanti, nei suoi occhi c'è il terrore puro - Non so cosa mi passasse per la testa in quel momento - sta cercando di controllarsi, riesco a capirlo da come si agita per terra, da come sta cercando di non urlare - Credi forse che un pazzo omicida come Kira avrebbe potuto fare quello che ha fatto, senza ... senza essere nel pieno delle sue facoltà? Non sono stato io, Ryuzaki! -
L esita qualche secondo prima di rispondere ancora - Neanche io sono del parere che Kira possa agire senza avere la consapevolezza di se. Ma tutto torna, presumendo che tu sia Kira, e visto che da quando sei rinchiuso li dentro gli omicidi sono improvvisamente cessati, credo che tu nasconda la tua colpevolezza -
Light fa un respiro profondo prima di tornare a parlare, sta facendo un'enorme sforzo per non urlare contro L - Ascoltami, Ryuzaki, ti giuro che non sto mentendo. Non sto mentendo, non sono io Kira! - scuote ancora in capo - Non sono io Kira! Il fatto che io sia recluso significa che mi hanno incastrato! -
Che ti prende, Light? Ciò che dici non ha senso eppure ... non hai l'aria di uno che sta mentendo. Che cosa sta succedendo? Dov'è finita la sua determinazione? Non è da lui rimangiarsi la parola data. Anche se non sembra stia mentendo, non possiamo liberarlo perché come ha detto L gli omicidi si sono interrotti di colpo quando lui è stato imprigionato. A questa conclusione ci arriva persino Matsuda. 
I miei pensieri vengono interrotti dalle urla sconsolate di Light - Fammi uscire di qui, ti prego! E' solo una perdita di tempo! -
- No, non posso farti uscire -
Light appogia la fronte sulle ginocchia, mi sembra di sentire un singhiozzo - Merda, ma perché? - vedo le sue spalle alzarsi e abbassarsi, si vede che sta respirando a fondo per cercare di calmarsi. Ma com'è possibile calmarsi in una situazione del genere? E' del tutto impossibile. Che cosa succede, Light? Che ti prende?



Dopo 10 giorni.



- Ryuzaki - mi alzo dal divano e mi avvicino a L, seduto sulla poltrona nella solita posizione mentre non stacca gli occhi nemmeno per un secondo dal monitor. Light non ha ancora parlato, ha continuato a supplicare L di farlo uscire e Misa continua a dire qualche sciocchezza riguardo alla storia del maniaco e del pervertito, dicendo che nessuno si sarebbe comprato un video in cui lei stata immobile - Ascolta, vorrei fare vista a Light in cella -
L aspetta qualche secondo prima di rispondere - Per quale motivo? -
- Io sono amica di Light e se gli dicessi che la telecamera è spenta, magari rivelerebbe qualcosa a me - mento. La verità è che voglio accertarmi che Light stia bene, non sopporto di vederlo ridotto al margine della pazzia. Sta per raggiungere il limite, potrebbe scoppiare da un momento all'altro in una crisi di nervi. E io non voglio.
- Capisco - L si volta a guardarmi - Sicura di non avere un secondo fine, Lena? -
- Che secondo fine dovrei avere? -
- Questo dovresti dirmelo tu -
- Non ho secondi fini -
L si volta nuovamente verso il monitor - Mi dispiace, Lena, ma preferisco che nessuno faccia visita a Light durante tutto il periodo della sua prigionia. Non lo ritengo appropriato e nemmeno opportuno -
- Davvero? - faccio un verso di scherno - Io non ritengo appropriato nemmeno quello che stai facendo a lui e a Misa -
L esita qualche secondo, prima di rispondermi - Sai come la penso a riguardo -, un modo gentile di ricordarmi che a lui non serve la mia opinione per condurre le indagini, e un modo carino per rigirare il coltello nella piaga, perché sa che me ne starò buona. Starò buona? No.



Dopo 15 giorni


 
Ieri sono morti tutti i criminali che Kira non aveva giustiziato nelle ultime due settimane. Non che io voglia gioire per degli omicidi, ma il fatto che Light non sia il responsabile mi toglie un peso enorme dal cuore, come un macigno che si è ridotto in un cumulo di polvere. Mastuda ha subito aggiornato il signor Yagami, e anche lui sembrava sollevato nel sentire la notizia.
- I tuoi sospetti su Light si sono dissipati, Ryuzaki? - chiedo a L.
L alza le spalle, so che non è ancora del tutto convinto dell'innocenza di Light. Spero che almeno si decida a liberare Light, adesso che gli omicidi sono ripresi. Non ha più motivo di rimanere in quella cella e L non può trovare scusanti - Diciamo un ni -
- Meglio che niente - commento, alzando a mia volta le spalle - Prima era un no secco, è già qualcosa -
- I tuoi sospetti si sono dissipati, invece? -
Accenno un sorriso - Non posso fare a meno di essere contenta che forse le mie speranze che Light non sia Kira non sono del tutto vane. Hai già comunicato la notizia a Light -
- No, non ho intenzione di farlo -
Alzo un sopracciglio - Per quale motivo? -
Invece di rispondermi, L si china sul microfono della cella di Light, premendo il solito tasto. Light è steso sul pavimento, i capelli gli coprono la fronte e gli occhi, mentre le sue spalle sono curve e sembra anche più magro. Deve stare molto male, quel povero ragazzo. L parla col suo solito tono neutrale, ma questa volta sembra molto più determinato delle altre volte - Ascoltami, Light - comincia - Ormai sono passate due settimane e ancora nessun criminale è stato ucciso. Perché non ti metti una mano sulla coscienza e confessi di essere Kira? -
- Smettila con questa storia - Light scandisce ogni parola - Ti stai sbagliando di grosso. Io capisco che le indagini ti abbiano portato a questa conclusione, ma questa è una trappola! Io non sono Kira, non sono Kira! - adesso sta urlando, mentre a fatica si tira su e si siede. Con un gesto del capo riesce a scostare i capelli davanti agli occhi, in modo che possa guardare la telecamera - Usa lo zoom o quello che ti pare e poi guardami bene negli occhi! Ti sembra lo sguardo di una persona che mente? -
L non risponde, anzi, abbassa lo sguardo. Si china sul microfono di Misa Amane e preme il tasto per parlare con lei, la sua voce adesso, strano a dirlo o a pensarlo, sembra dubbiosa e anche incerta - Amane, davvero non sai chi sia Kira? -
Misa è piegata in due, solo le cinghie strette a sostenerla per evitare che cada. Appena sente la voce di L cerca di tirarsi su, la bocca socchiusa e la voce bassa - Ancora con questa storia? Magari lo conoscessi! - sussurra, sembra davvero che anche lei abbia raggiunto il limite - Lui ha giustiziato il ladro che ha ucciso i miei genitori, lui si che è dalla parte della giustizia! -
L si appoggia allo schienale della poltrona. Guarda prima Light, poi Misa, e ancora Light e ancora Misa, ripete questo gesto più e più volte, sta pensando ma questa volta i suoi pensieri non prendono voce nella mia testa. 
- C'è qualcosa che mi sfugge ... -



Dopo 50 giorni.



E' disumano. E' tutto quello che riesco a dire, la prima parola che mi viene in mente per descrivere quello che sta succedendo. Una cosa disumana. Dopo cinquanta giorni ancora L si ostina a tenere Light e Misa imprigionati. Adesso hanno raggiunto davvero il limite, e io con loro perchè non ne posso più di rimanere qui ad osservare mentre L gioca a fare il detective. Non posso sopportarlo.
- E' già passato più di un mese da quando Kira ha ripreso ad uccidere - dico, osservando la schiena curva di L, mentre sto seduta sul divano che per me è diventato improvvisamente scomodo dopo tutti questi giorni passati a restare seduta in silenzio, mentre L fa tutto - Che cosa stai aspettando a liberare Light, Ryuzaki? -
L non mi risponde. E' una cosa che non sopporto, sono giorni che parlo a vuoto con la sua schiena mentre lui continua a provocare Light nel tentativo che confessi. Ma gli omicidi sono continuati, segno evidente che a questo punto Light non può essere Kira. Mi alzo in piedi e mi avvicino a grandi passi alla poltrona di L, afferro il monitor del computer e lo volto verso la parete, in modo che L non possa più vedere nulla.
- Rispondimi, Ryuzaki! - mi paro di fronte a lui, che rimane impassibile come sempre - Dannazione, deciditi a fare qualcosa invece che rimanere seduto qui ad aspettare! Aspettare cosa, poi? Che Light arrivi all'esasperazione e che quindi confessi di sua spontanea volontà? Sappi che non accadrà! -
- Non c'è bisogno di avere un simile atteggiamento nei miei confronti, Lena - ribatte semplicemente L, neutrale e tranquillo come al solito.
- Allora vedi di fare qualcosa! -
L mi fa segno di spostarmi e svogliatamente ubbidisco. L volta di nuovo il monitor nella sua direzione e si china sul microfono della cella di Light, chissà con cosa vuole provocarlo questa volta quel dannato genio! - Light, ti senti bene? -
Light è steso per terra, esattamente nella stessa posizione di 35 giorni fa. Dopo aver parlato con L è tornato a stendersi per terra e non si è più mosso da li, sembrava quasi morto. Light muove appena la testa per scostare i capelli davanti agli occhi e guardare la telecamera, la sua voce è strozzata - Si. Ascolta, Ryuzaki, da quando sono stato rinchiuso qua non è morto nemmeno un criminale quindi ne deduco che molto probabilmente Kira è perfettamente a conoscenza di ciò che mi sta accadendo. Il che ... -
- No - lo interrompe L, quasi con cattiveria - Se non è stato ancora ucciso nessun criminale è perché tu sei Kira -
- Ti sbagli! - Light non ha nemmeno più la forza per urlare - Quante volte te lo devo ripetere? Io non sono Kira! -
- Se lui fosse Kira - dico a bassa voce, in modo che Light non possa sentirmi attraverso il microfono mentre L sposta il suo sguardo da Light a me - Dovrebbe sapere che gli omicidi sono ricominciati e invece non si direbbe proprio, Ryuzaki. E in più non ha accesso ai notiziari, quindi non può sapere ne il nome ne il volto dei criminali morti in queste settimane. Non ti bastano come prove della sua innocenza? -
Gli occhi di L vagano nei miei, studiandone ogni particolare. Cerco di non perdermi nelle sue iridi nere, non adesso, non è il momento. Cerco di dirgli anche col pensiero che è giunto il momento di liberare Light Yagami, che se gli omicidi sono ricominciati è perché lui non è Kira. 
L scuote il capo, senza distogliere i suoi occhi penetranti dai miei - No, per niente -




 

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Capitolo 29
*** Esecuzione ***


CAPITOLO 29
" ESECUZIONE "   



Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche



- E che altre prove vorresti, allora? - esplodo, sono davvero stanca e spero che L riesca ad avvertire tutta la stanchezza e la rabbia che ho nella voce, dato che è così intelligente da dover infliggere certe torture - E' passato già più di un mese da quando Light è stato rinchiuso. Sono sicura della sua innocenza, Ryuzaki, ora te ne devi convincere soltanto tu! - sospiro, cercando di contenermi mentre L sembra sopreso davanti alla mia collera. Quando penso di essermi calmata a sufficienza per riuscire a parlare senza urlare, continuo - Scusami se te lo dico, ma comincio a pensare che tu stia facendo tutto questo solo perché non vuoi ammettere di esserti sbagliato sul conto di Light -
L torna a guardare il monitor, avverto della durezza nella sua voce - Allora è così che la pensi ... -
- Sono passati cinquanta giorni, non ha senso continuare così - lo ignoro. Aspetto che dica qualcosa, ma L rimane in silenzio mentre allunga una mano verso una coppa di gelato al cioccolato che prima avevo ignorato. Prende un cucchiaino e lo affonda nel cioccolato. Vado avanti a parlare, cercando di restare calma - Sarebbe giunto il momento di cominciare a dare la caccia al vero Kira -
L sta per infilarsi in bocca il cucchiaino, quando si blocca. Posa il cucchiaino sul tavolo e studia il monitor, in particolare il quadrato in cui si trova la cella di Light. Si porta un dito alle labbra, lo vedo abbassare leggermente le palpebre, come se cercasse qualcosa. Ma cosa? Ha avuto cinquanta giorni per chiarire i suoi sospetti su Light. Adesso basta. 
- Va bene, vediamo un po' - dice, chinandosi verso il microfono della cella del signor Yagami, che sembra aver oltrepassato il limite. I capelli cominciano a presentare diverse striature di bianco e la sua camicia è piena di pieghe e gli occhi sono marcati da profonde occhiaie - Signor Yagami, mi faccia la cortesia di venire immediatamente al quartier generale. Ho assolutamente bisogno di parlarle, e ho intenzione di rivelarle le mie conclusioni sul caso, dato che lei è il padre di Light -
- Va bene - il signor Yagami si alza a fatica dalla sedia su cui è seduto - Arrivo -
L si volta nuovamente a guardarmi - Lena, sai guidare? -
Alzo un sopracciglio. Questa domanda mi è del tutto inaspettata - Si, ma perché me lo chiedi? Io non ho una macchina -
- Ho bisogno che tu faccia una cosa per me. Il signor Yagami ha lasciato la sua macchina nel parcheggio dell'hotel, in modo da poterla usare in caso di necessità nel corso delle indagini. Watari ti darà le chiavi. Comincia a metterla in moto, e accendi il cellulare : quando sarà il momento, ti comunicherò nuovi ordini -



* * *



Tutto questo non ha senso. Sono seduta da quasi un'ora nella macchina del signor Yagami, le mani sul volante e la radio accesa. L non mi ha ancora chiamato e io ho messo la suoneria al massimo. Mi chiedo che cosa ci faccia io qui dentro, da sola. Dove devo andare? Che cosa devo fare? 
Il mio cellulare squilla, la suoneria troppo alza mi fa sobbalzare e rispondo subito, portandomi una mano sul cuore per sentire come ha preso a battere dato lo spavento. Prima che possa rispondere, L comincia a parlare - Lena, il signor Yagami sta per arrivare insieme a Misa e andrete a prendere Light nel posto che ti dirà il signor Yagami. Non dovrai in alcun modo ribattere, obbedisci e basta a tutto ciò che ti dirà di fare. Sono stato chiaro? -
- Che cos'hai in mente? - gli chiedo.
L esita qualche istante prima di rispondere, come se cercasse i termini giusti per rispondere ma senza rivelarmi troppe cose, mi sta nascondendo qualcosa e questa cosa mi fa arrabbiare moltissimo, sa che non mi piace - Ho in mente un ultimo modo per riuscire a mettere alla prova Light Yagami e assicurarmi che lui non è Kira -
Prima che io possa ribattere, lui mette giù. Metto in tasca il cellulare e dopo qualche secondo appaiono il signor Yagami e Misa. Il padre di Light fa sedere Misa sul sedile posteriore per poi sedersi accanto a me su quello anteriore. Esco dal parcheggio per andare sulla strada, quando il signor Yagami mi porge un biglietto di carta. Sopra c'è scritto l'indirizzo dove devo andare, un posto che non conosco e che non ho mai sentito nominare nemmeno una volta da quando sono qui in Giappone. O forse si. Si, una volta, ma spero che il signor Yagami non voglia portarmi nel posto che sto pensando io.
Annuisco, facendogli cenno che ho capito. Esco dal parcheggio e mi avvio verso l'autostrada, spingendo sull'acceleratore. A quest'ora ci sono poche macchine in giro, meglio così, ci sbrigheremo prima, qualsiasi cosa bisogna fare.
- Dove stiamo andando? Misa si sporge in avanti per vedere il signor Yagami. Noto solo ora che ha i polsi legati dietro alla schiena, ma adesso indossa un pigiama candido e pulito e ha i capelli biondi pettinati sulle spalle.
- Presto lo scoprirai, Amane - risponde il signor Yagami, nella sua voce non c'è un minimo di sensazione o emozione, come un robot che è stato appena resettato da capo. Cosa può avergli detto L di tanto brutto? Che crede ancora che Light sia Kira? Gli ha rivelato che cos'ha in mente di fare?
- Certo che non me lo sarei mai immaginata che il maniaco fosse un vecchietto come te - continua Misa, tranquilla come se la stessimo portando a scuola o comunque una meta sicura e a lei conosciuta.
Trattengo un sorriso mentre Yagami guarda Misa dallo specchietto retrovisore - Guarda che io non sono un maniaco, sono un poliziotto -
- Ora ricordo! - il volto di Misa si illumina, come se le stesse passando un ricordo davanti agli occhi e stesse vedendo la scena in questo preciso momento - Ma allora quando hai detto che ero indiziata per il caso del secondo Kira parlavi sul serio! - poi sorride e scuote il capo, guardando Yagami con aria complice - Andiamo, un poliziotto non mi avrebbe mai legata in questo modo come un pervertito, dai! Smettila di prendermi in giro! - ride come se avesse appena sentito una barzelletta. Quanto la stritolerei - E poi perché porto ancora le manette se hai detto che sto per essere liberata? -
Liberata? Che costa sta dicendo? L non mi ha detto questo ...
- Smettila di fare domande - la rimprovera il signor Yagami, gli occhi fissi sulla strada mentre mi fa cenno di girare una curva che prima non avevo mai notato percorrendo questa strada. 
Poco dopo, mi accorgo che la strada si inclina ed entriamo in quello che sembra un sotterraneo buio e umido. Non devo fare domande, L ha detto di non discutere gli ordini che mi avrebbe dato Yagami e non devo in alcun modo fare domande. Poco più in la incontriamo Aizawa e Light, anche lui con un pigiama candido e i polsi legati dietro alla schiena. Aizawa fa salire Light accanto a Misa, che subito si appoggia contro il petto di Light.
- Light, morivo dalla voglia di vederti! - Misa strofina la guancia contro il collo di Light, che non sembra gradire le attenzioni di Misa.
- Papà, che cosa sta succedendo? - ignora Misa, guardando suo padre dallo specchietto retrovisore.
- Cosa? L'hai chiamato papà? - Misa si stacca improvvisamente da Light - Accidenti, ho dato del maniaco a tuo padre! Gli ho detto delle cose terribili! Piacere di conoscerla, mi chiamo Misa Amane e al momento mi vedo con suo figlio e ... -
Mentre Misa continua a parlare e a riempire di scuse il signor Yagami, percorro la strada a ritroso per trovare l'uscita del sotterraneo. Yagami mi porge un nuovo foglio con un nuovo indirizzo, anzi, c'è scritto semplicemente di imboccare l'autostrada che porta fuori città. Ubbidisco e finalmente torniamo alla luce.
- Finalmente mi avete liberato - sospira Light dopo un momento di tregua dalle chiacchiere di Misa. Si appoggia al sedile e chiude gli occhi, sembra un po' più tranquillo e rilassato adesso - Spero che i sospetti sul mio conto si siano dissolti -
- No - ribatte lentamente il signor Yagami - Adesso vi porterò entrambi sul patibolo perché siate giustiziati. Il luogo dell'esecuzione è stato allestito in segreto nei sotterranei di un edificio, e io e Lena ci siamo offerti volontari per condurvi la -
No. Non è vero. Non può essere vero. L non me lo ha detto. Va bene che in questo ultimo periodo abbiamo discusso molto, ma non avrebbe mai preso una decisione del genere senza prima consultarmi. Mi è difficile rimanere zitta, avrei voglia di fermare la macchina, di tornare indietro e chiedere spiegazioni a L, ma non posso farlo. Mi mordo la lingua con forza e continuo a guidare, mentre spero che la mia smorfia di dolore venga ignorata. Non devo ribattere, non devo ribattere, devo stare zitta e continuare a guidare, fare finta di non stare ascoltando nulla. Ma è impossibile fare finta di nulla quando sai che stai portando un tuo amico e la sua ragazza nel luogo in cui moriranno. Io non mi sono offerta volontaria, sono stata costretta, mi hanno ingannata. Non può essere vero, no.
Light e Misa si sporgono entrambi verso il signor Yagami, increduli e terrorizzati allo stesso tempo - Esecuzione? - ripete Light, adesso sembra terrorizzato e arrabbiato - Ma che diavolo stai dicendo? Spero tu stia scherzando! -
- L ha stabilito che tu, Light, sei Kira e Misa il secondo Kira ed è giunto alla conclusione che giustiziandovi cesseranno gli omicidi -
- Questo vuol dire che gli omicidi non si sono interrotti? Ma com'è possibile? Lui mi ha fatto credere il contrario! -
- Forse si trattava di una falsa informazione che L ti ha dato per farti confessare, ma ormai non ha più importanza. Tutti i principali organi dall'ONU al Governo hanno accolto la proposta di uccidervi entrambi per fermare i delitti. Pertanto è stato deciso che Kira verrà eliminato, e all'oscuro da tutti -
- Ma cosa ti salta in testa, papà? Io non sono Kira! -
- Non sono stato io a decidere, L me lo ha ordinato. Lui ha risolto molti casi in tutto il mondo senza mai sbagliare neanche una volta -
- Ma papà ... - la voce di Light è strozzata - Credi più a L che a tuo figlio? -
- L ha anche detto che se ciò non farà interrompere la serie di omicidi se ne assumerà la responsabilità togliendosi la vita -
Allora è così che stanno le cose. Ecco cosa aveva in mente L. Alla fine ha deciso di uccidere Light e Misa anche se la loro prigionia ha affermato la loro innocenza. O almeno, quella di Light. Ha deciso di agire in modo così subdolo, così disumano ... no. Se davvero Light e Misa moriranno, io non glielo perdonerò mai e uscirò dalla squadra per catturare Kira, non me ne frega della missione che la YB Corporation mi ha affidato.
L ... ma che cosa ti è saltato in testa? Se poi ti uccidi, non aiuterai nessuno, aiuterai solo Kira ad estendere il suo dominio. Near e Mello non potranno mai farcela senza di te, anche se unissero le forze. Il mondo ha bisogno di te, L ... io ho bisogno di te.
- Si sta sbagliando! - insiste Light, pur sapendo che ciò non cambierà niente - Perché giungere a una conclusione così drastica? C'è qualcosa di strano, non è da lui agire in questo modo, non ti pare? E poi lui ha sempre fornito prove schiaccianti per ogni delinquente, non vorrà chiudere questo caso in questo modo!? -
Il padre lo ignora - Ecco, siamo quasi arrivati -
Prima che io possa prevederlo, il signor Yagami prende tra le mani il volante e lo gira bruscamente verso destra, facendo finire la macchina fuori strada e facendoci percorrere una ripida discesa che porta in mezzo a uno spiazzo isolato ed erboso. Che succede? Perché ha girato di colpo? Freno la macchina in mezzo allo spiazzo, bruscamente, facendo alzare uno stormo di cornacchie che si era posato li. Il cielo si è tinto di rosa e di viola, si sta avvicinando la sera. Intorno allo spiazzo ci sono solo alberi e poco più in la si trova la salita per tornare in strada. Che il signor Yagami voglia ribellarsi all'ordine di L? No, lui è una persona così devota al lavoro ...
- Perché ci hai portato qui, papà? - chiede Light, guardandosi attorno.
- Forse ha intenzione di liberarci! - sorride Misa, sollevata al solo pensiero.
- In effetti ci troviamo in un posto in cui nessuno può vederci - concorda il signor Yagami, la sua voce è un sussurro, ma è decisa e determinata come se avesse già calcolato cosa fare - Ho preferito portarvi qui, invece che sul luogo dell'esecuzione - il signor Yagami tira fuori la pistola dalla tasca del giubbotto, voltandosi lentamente a guardare il figlio - Light, ora ti ucciderò e poi mi toglierò la vita -
- Che cosa stai dicendo, papà? Non dire sciocchezze! - Light sgrana gli occhi, la paura si impossessa di lui.
Cosa? No, non può farlo, no! Non ce la faccio più a rimanere in silenzio, al diavolo L e al diavolo gli ordini che mi ha dato - Vuole uccidere suo figlio solo perché pensa che sia Kira e poi togliersi la vita? - ripeto, voltandomi a guardarlo con incredulità - Se proprio ci tiene morire lo faccia da solo! Se adesso lo uccide sarà uguale a Kira! -
- Papà, Lena ha ragione, ascoltala! - Light si china in avanti per guardare meglio il padre - Se morissimo ora nessuno saprebbe mai quale sia la verità, per questo è meglio fuggire finché siamo in tempo! -
Il signor Yagami punta la pistola su suo figlio, a pochi millimetri dalla fronte, mentre quest'ultimo cerca di tirarsi indietro sul sedile - E' troppo tardi, Light - ribatte il signor Yagami, niente sembra smuoverlo dalla sua decisione - Preferisco che tu muoia per mano mia. Lena, quando io e mio figlio moriremo, tu porterai Amane sul luogo dell'esecuzione -
Scuoto il capo con foga, mentre mi salgono le lacrime agli occhi - No, non lo farò mai! -
- Allora L troverà un modo per uccidere anche te - il signor Yagami non distoglie gli occhi da quelli di suo figlio, che terrorizzato guarda il padre come se fosse Kira in persona, e non ha tutti i torti - Addio, Light. Ci rivedremo all'inferno, nel girone degli assassini - il signor Yagami è pronto a premere il grilletto.
- Papà, no! - Light tenta inutilmente di fermarlo, ma è tutto inutile.
Si sente l'urlo disperato di Misa.
Lo sparo, il rimbombo che invade la macchina.
Poi il buio s'impossessa dei miei occhi, e l'ultima cosa che vedo prima di cadere prigioniera del buio è il signor Yagami che abbassa la testa, come sollevato e sconfortato allo stesso tempo.


Angolo dell'autrice : Salve! Allora ieri non ho potuto aggiornare, ma eccomi qui oggi solo per voi! Per me è stato complicato scrivere questo capitolo perché non so se sono riuscita a rendere le emozioni dei personaggi, ma spero di si. Grazie come sempre a voi che mi seguite e mi recensite perché siete il mio sostegno e senza di voi non sarei arrivata a questo punto della storia, quindi ... ancora grazie :-)
Bacioni, 

Hope









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Capitolo 30
*** Risveglio ***


 
CAPITOLO 30
" RISVEGLIO "  
 



Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche



Non riesco a respirare. Ansimo, per l'enorme sforzo che sto facendo per cercare di fare entrare aria nei polmoni, ma ogni volta che ci provo sento la gola andarmi in fiamme e i polmoni bruciare terribilmente, come se dentro di me fosse appena nato un'incendio. Ho la fronte e il collo madidi di sudore, le labbra secche e mi sento scottare, ma allo stesso tempo mi sento fredda come marmo. 
Sono stesa, col palmo della mano accarezzo qualcosa di liscio e soffice sotto di me, forse un lenzuolo o una coperta. Il mio capo è posato su un cuscino troppo vuoto. Questo non è il mio letto, questo non è l'hotel in cui alloggio e non è nemmeno il mio appartamento. Ma dove sono, allora? In un ospedale? A casa di Light?
Al pensiero di Light i miei occhi si riempiono di lacrime, cerco di trattenerle stringendo gli occhi e le labbra, ma pungono come cento aghi messi insieme, quindi le lascio cadere indisturbate sulle guance. Light è morto. Suo padre gli ha sparato e poi si è tolto la vita. Misa è ancora viva, non l'ho portata sul luogo dell'esecuzione. Ho perso i sensi. Qualcuno deve aver trovato la macchina e deve avermi portato d'urgenza in ospedale. Mi chiedo se abbiano già portato via i cadaveri di Light e del signor Yagami. Spero di no, vorrei dare loro un ultimo saluto prima di abbandonarli per il resto della mia vita. Light ...
Apro gli occhi con molta fatica, come se avessi un peso sulle palpebre. Una luce accecante bianca appesa al soffitto sopra di me mi costringe a chiudere nuovamente gli occhi, mentre alzo a fatica una mano per massaggiarmi una tempia. Ho il corpo dolorante, ogni movimento è uno sforzo e persino pensare mi crea una fatica enorme. Riapro gli occhi. Questa stanza è completamente immersa nel bianco, e la cosa mi spaventa a morte. Il lenzuolo sotto di me è candido e anche il cuscino, e indosso un completo bianco immacolato. Il pavimento è lucido e del medesimo colore, e anche le pareti. Tutto. C'è una finestra molto grande alla mia destra, grande quanto tutta la parete. Affaccia sulla città, gli edifici costellati da minuscole finestre gialle accese che al buio formano strani disegni, e insegne colorate con colori accesi e aerei che volano nel cielo scuro.
- Ti sei svegliata, finalmente - la voce di L arriva alle mie orecchie, ovattata e lontana, come se fosse rinchiuso in una specie di bolla in cui i suoni si sentono a fatica. Distolgo lo sguardo dal panorama notturno per voltarmi dall'altra parte, solo ora noto che L è seduto su una sedia, naturalmente bianca, e mi osserva. 
Mi alzo a sedere, senza distogliere lo sguardo dal detective, la testa che pulsa dolorosamente, come se il cuore avesse preso il posto del cervello e viceversa - Dove siamo? -
- Nel nostro nuovo quartier generale - mi spiega L - Ventitré piani più due interrati e il tetto è fornito di due elicotteri. Progettavo questo edificio da quando ho cominciato ad occuparmi del caso Kira, per evitare inutili spostamenti da un'albergo all'altro -
Il mio sguardo torna sulla finestra, solo ora noto che siamo molto in alto - A che piano siamo? -
- Ventunesimo. Qui ho fatto costruire un piano che servisse da ospedale. La tua stanza è al tredicesimo piano, anzi, ho preferito riservarti un'intero piano. Ne ho riservato uno anche a Misa, ma fortunatamente il suo è al nono piano, così non sarai costretta a sopportarla -
- Hai messo delle telecamere in tutte le stanze? -
- Solo nel piano in cui alloggia Misa, per controllarla. Lei si ostina a ripetere che sulle videocassette che abbiamo trovato nel suo appartamento ci fossero sopra dei video riguardo a fenomeno paranormali, ma non ne sono convinto -
Misa è viva, come immaginavo. Ma Light ... 
I miei occhi si riempiono di nuovo di lacrime, mentre trattengo a fatica un singhiozzo che scaccio via con un verso strozzato. Mi porto una mano davanti alla bocca, non voglio che L si accorga che sto piangendo. Mi asciugo velocemente gli occhi, ma questi si riempiono di nuovo e altre lacrime scendono sul mio viso come pioggia. Lascio andare un singhiozzo, mentre vedo L alzarsi in piedi e avvicinarsi a me.
- Lena, ti senti bene? - mi chiede, sembra preoccupato.
- Tu ... - la mia voce è un sussurro strozzato, i miei occhi sono colmi di terrore e rabbia - Tu hai condannato a morte Light ... lui e suo padre sono morti per colpa tua ... Tu ... -
- Lena, cerca di calmarti - la mano fredda di L si posa sul mio ginocchio, mentre i suoi occhi neutrali hanno una sfumatura severa e comprensiva allo stesso tempo, le sue dita fredde si chiudono attorno al mio ginocchio - Ti prego, calmati. Sei rimasta priva di sensi per sette ore e ci sono molte cose di cui ti devo aggiornare, -
- Non posso calmarmi! - ribatto, spostando disgustata la mano di L al mio ginocchio, non voglio che osi toccarmi o sfiorarmi nemmeno con un dito. E' per colpa sua se il signor Yagami ha ucciso suo figlio. Colpa sua, solo sua - Hai fatto una cosa orribile, mi hai costretto ad assistere a una scena che avrei preferito non vedere! Mi hai ingannata, mi hai ... -
- Light Yagami e suo padre sono ancora vivi - mi interrompe L, la sua voce è neutrale.
Mi blocco, mentre mi porto di nuovo la mano alla bocca per bloccare un altro singhiozzo. Light e suo padre sono vivi? Com'è possibile? Ho sentito lo sparo, ho sentito quello che diceva il signor Yagami ... com'è possibile che siano ancora vivi?
- Quello che è accaduto in macchina non è stata altro che una messa in scena per mettere alla prova Light un'ultima volta. Se lui fosse stato Kira non dubito che avrebbe ucciso il suo stesso padre, a meno che Light non si sia accorto che il padre stesse recitando. Ma, come ho promesso al signor Yagami, ho immediatamente liberato Light -
Light è vivo, e anche suo padre. E' stata tutta una messa in scena. Ricomincio a piangere, tutto intorno a me perde forma e diventa sfocato e chiudo gli occhi, mentre altre lacrime cominciano a scendere e a posarsi sul competo bianco che indosso, e forti singhiozzi scuotono il mio corpo. Sento due braccia fredde e forti avvolgermi il corpo, mentre nascondo il viso sul petto della persona che mi sta abbracciando. Gli inzuppo la maglietta, mentre delle lunghe dita affusolate mi accarezzano i capelli corti e due labbra morbide si posano sul mio orecchio, sussurrandomi dolcemente di calmarmi. Io ansimo per lo sforzo per fare uscire le lacrime, per il dolore dei muscoli, per tutto. 
- Ho creduto che ... - sussurro tra i singhiozzi.
- Lo so, Lena - la voce di L mi solletica l'orecchio, mentre mi stringe a se e mi culla dolcemente, a destra e a sinistra, come se stesse cullando un bambino piccolo in attesa che si addormenti - Lo so. Mi dispiace, avrei dovuto informarti su ciò che avevo in mente, mi dispiace tanto. Perdonami, ti prego -
- Ryuzaki? - sento dei passi avvicinarsi e una voce preoccupata arriva lontana e ovattata alle mie orecchie, una voce che temevo di non risentire mai più. Light. Apro gli occhi di scatto, mentre Light Yagami si avvicina a me, gli occhi sgranati e la bocca semiaperta, mentre mi guarda preoccupato e confuso allo stesso tempo, i capelli spettinati e la pelle candida - Cosa sta succedendo? -
- Light ... - sussurro.
Light mi sorride, allungando una mano per accarezzarmi una guancia - Ciao, Lena -
- Light, io non sapevo niente, ho davvero creduto che ... - un singhiozzo mi impedisce di andare avanti, mentre cado di nuovo prigioniera delle lacrime. Le braccia di L smettono di abbracciarmi e si separano da me, e il mio corpo viene avvolto da un nuovo paio di braccia, calde e accoglienti. Abbraccio Light, nascondendo il volto nell'incavo del suo collo.
- Sono qui - sussurra Light, stringendomi forte a se - Sono qui, non devi più temere nulla. Sono vivo, e i sospetti sul mio conto si sono dissipati. Sono qui, Lena, sono qui - la sua voce è rassicurante, lo sento sorridere.
- Credo che nel corso di questi ultimi mesi Lena abbia accumulato molto stress e ha sempre temuto per la tua sorte, Light - dice L - Ha raggiunto il limite, e adesso piangere è l'unica cosa che le permetterà di sfogarsi e svuotare tutto il nervosismo accumulato -
- Certo, capisco - annuisce Light.
Poco a poco le lacrime cominciano a cessare e torno a respirare regolarmente, accompagnata dalla voce di Light che mi assicura che da adesso in poi lui sarà qui con me. Poggio una guancia sul petto di Light, che continua ad abbracciarmi. Incontro lo sguardo di L, che a pochi metri da noi ci fissa impassibile, le mani nelle tasche dei soliti jeans e la stessa espressione neutrale che nasconde qualcosa. Gli sorrido, forse è più una smorfia che un sorriso, e sussurro un semplice - Grazie -
L accenna un sorriso, scuotendo il capo. Adesso so che le discussioni e i litigi avvenuti in questi ultimi giorni hanno finalmente una fine, e che da adesso comincerà la vera cattura del vero Kira.



* * *



Mi sono ripresa da appena due ore e ho già un'appuntamento fissato. Un'appuntamento a quattro. Ho dovuto assistere anche all'ammanettamento di L e Light, che da oggi in poi dovranno stare ammanettati insieme per un'arco di tempo indefinito. L vuole che Light lo aiuti a catturare Kira, e quest'ultimo sembra molto felice di collaborare. Imbronciata, penso che se da adesso in poi L e Light saranno ammanettati, dove andrà uno andrà anche l'altro e di conseguenza io e L non potremo più vederci di nascosto come abbiamo sempre fatto. Uffa, che tristezza immensa.
Misa non sembra molto contenta di avere un'appuntamento a quattro, anzi, la cosa la scoccia molto. Seduta su uno dei due divani gialli, ha indossato il suo vestito migliore e ha pura dato qualche ritocco ai capelli. Io sono seduta accanto a lei, e L e Light sono seduti sul divano di fronte a noi. 
Misa mi guarda - Quindi tu non ti chiami veramente Talia -
- No - rispondo semplicemente, lo sguardo fisso su L che sta mangiando la terza fetta di torta alla panna e fragole consecutiva, senza neanche sporcarsi o lasciare briciole sul piatto di ceramica bianca.
- Quindi mi hai mentito - continua Misa.
- Già - annuisco.
- Quindi come ti chiami? -
- Lena - alzo gli occhi al cielo. E' la settima volta che Misa mi pone queste tre domande e sono sette volte che io rispondo sempre la stessa cosa. Deve annoiarla parecchio, questo appuntamento.
Misa sposta lo sguardo su L, guardandolo scocciata - Senti, questo non sembra per niente un'appuntamento romantico! -
- Fate pure come se io non ci fossi - L continua a mangiare indisturbato, infilandosi l'ultimo pezzo di torna alla panna in bocca e masticando. Il suo sguardo cade sulla torna ti Misa, ancora intatta - Piuttosto, Misa, non mangi la tua fetta di torta? -
Per dispetto, Misa prende il piattino tra le mani - Certo che lo mangio! - dice.
Sospiro - Prendi la mia fetta, io non ho fame - porgo il piatto a L, che con mia grande sorpresa rifiuta, respingendomelo nella mia direzione.
- Assolutamente no, devi mangiare - mi ordina L - Ti sei ripresa da solo due ore e devi mangiare, se non vuoi rischiare di svenire nuovamente -
Sbuffo - Ma non ho fame! -
Misa s'intromette, spostando lo sguardo da me a L con interesse - Ma voi due siete fidanzati? -
- No! - io e L rispondiamo all'unisono, siamo tutti e due rossi in volto mentre L mi costringe a riprendermi la mia fetta di torta. Prendo la forchetta e comincio a mangiare, la testa bassa nel piatto, nella speranza che il rossore alle guance sparisca presto - Siamo solo colleghi e amici - aggiungo io.
- Che strano, vi comportate da fidanzati - Misa alza le spalle, con indifferenza.
- Che scemenza - borbotto, cacciandomi un pezzo di torta in bocca.
- Non è educato dire certe cose! - mi rimprovera Misa.
- Non ho detto niente di maleducato - ribatto - Comunque sia, quando ricominceremo a lavorare? Siamo in questo quartier generale attrezzatissimo, adesso, svolgere le indagini sarà più semplice -
- Sarà più semplice, si - concorda Light.
Aspettiamo una risposta da L, che non arriva. Continua a mangiare indisturbato, evitando accuratamente i nostri sguardi. Mi sporgo in avanti, per cercare gli occhi di L sotto i capelli spettinati che gli sono caduti davanti agli occhi. Ancora nessuna risposta. L mi manda un messaggio molto chiaro, incrociando il mio sguardo solo per una frazione di secondi : "Dobbiamo parlare".



Angolo dell'autrice : Ciao. Allora ieri non ho aggiornato, e mi dispiace aggiornarvi del fatto che da adesso in poi aggiornerò un giorno si e uno no per via dei numerosi impegni che, dato anche che la scuola inizierà tra poco, ricominceranno. Purtroppo le vacanze sono finite, uffa ... 
Bacioni, a tutti
Hope.






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Capitolo 31
*** Svolta ***


CAPITOLO 31
" SVOLTA "



Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche



L ha deciso di slegare momentaneamente Light per poter parlare con me in privato. Si rimetteranno le manette non'appena avremo finito di parlare, per il momento Light è sotto la custodia di Matsuda. L mi porta nella stanza principale dei quartier generale, uno schermo enorme appeso alla parete e una serie di computer accesi su una lunga scrivania piena di sedie. Poco più in la c'è un tavolino con delle poltrone, questa stanza è davvero enorme.
L si siede su una poltrona, portandosi le ginocchia al petto. Io rimango in piedi davanti a lui, tiene ancora gli occhi bassi e i capelli spettinati e scuri gli coprono gli occhi come una tenda.
Sospiro - Sbaglio o non hai voglia di lavorare? -
- Voglia di lavorare, dici? - ripete, alzando appena la testa - E' esattamente di questo che dobbiamo parlare, Lena. La verità è che sono depresso - mi fa cenno di sedermi con una mano, sulla poltrona accanto alla sua, e io obbedisco. 
Non ha voglia di lavorare? Sta scherzando? Da qualcun'altro me lo sarei anche potuta aspettare, ma dal detective più abile che sia mai esistito, proprio no. Non è mai successo che L non lavorasse con impegno, meglio ancora, non è mai successo che L non ne avesse la minima intenzione.
- Sei depresso? - ripeto, alzando un sopracciglio - Per quale motivo? -
- Il fatto è che io ho sempre sospettato che Light fosse Kira, e adesso che questa pista è andata in fumo mi sento piuttosto depresso. Certo, mi restano ancora dei sospetti, per questo l'ho ammanettato, ma Kira può controllare le azioni delle persone quindi potrebbe averlo manovrato per fare in modo che io credessi che lui non fosse Kira - fa una pausa, come per riordinare le idee mentre si porta un dito al labbro inferiore e cominciando a torturarselo - Potrebbe aver manovrato sia Light che Misa a suo piacimento, e adesso che ci penso non fa proprio nessuna piega -
- Seguendo questo ragionamento, anche se fossero stati manovrati, sarebbero comunque i due Kira - aggiungo io, sovrappensiero.
- Su questo non c'è dubbio - risponde L con decisione, ormai lui ne è certo e smuoverlo sarebbe impossibile - Entrambi sono Kira. Per come la vedo io, quando abbiamo imprigionato Light, lui era Kira. Infatti i criminali hanno cessato di morire di colpo. Fino a quel momento era possibile che lui fosse Kira. Tuttavia dopo due settimane i criminali hanno ripreso a morire, e questo mi porta all'ipotesi che i poteri di Kira possano essere trasmessi da persona a persona -
- E' interessante, ma se Kira fosse capace di una cosa simile, catturarlo sarebbe impossibile - gli faccio notare a malincuore, la sola idea di quello che ho appena detto mi fa venire i brividi.
L annuisce - Per questo mi sento depresso. Se la persona manovrata da Kira venisse catturata, i suoi poteri passerebbero a un'altra persona, e io mi ritroverei con un pugno di mosche in mano -
- Non è ancora detto! Dai, Ryuzaki, ritrova il tuo entusiasmo! - cerco di sorridere.
- Non ho entusiasmo, anzi, forse non dovrei nemmeno impegnarmi a catturare Kira. Anche se cercassi di catturarlo, metterei solo a repentaglio la mia vita, non credi? -
No, non è possibile. Mi viene in mente un'idea, anche se non è molto bella. Dico a L di aspettarmi due minuti e vado a cercare Light. Quando lo trovo, Matsuda lo lascia venire con me senza protestare. Quando L vede arrivare anche Light, mi guarda confuso.
- Per quale motivo hai portato Light? - mi chiede.
- Spiega il tuo ragionamento contorto anche a lui - dico, sbuffando - Magari lui riesce a capirlo meglio di me! -
L ripete le stesse cose che ha detto a me e naturalmente Light è dalla mia parte, anzi, dice anche le mie stesse identiche cose. L si alza dalla poltrona per avvicinarsi con disinvoltura a me e Light, il suo sguardo passa da me a lui - Sono un essere umano anche io, è normale che anche io provi dei sentimenti, o forse no? -
Quando il pugno di Light parte, ne io ne L ce lo aspettavamo. Il pugno si posa sulla mandibola di L, che indietreggia e cade. L fa in tempo ad afferrare le manette di Light e quindi Light cade con lui per terra, rovinosamente. Light si tira in piedi prima di L, guardandolo con ferocia - Tu mi stai prendendo in giro, Ryuzaki - sibila, sembra veramente arrabbiato - Solo perché io non sono il vero Kira e i tuoi ragionamenti sono sbagliati ti è passata la voglia di catturarlo, eh? -
L si rialza in piedi a fatica, pulendosi la bocca con la manica candida della maglietta adesso piena di pieghe - No, ma anche continuando le indagini non arriveremo a nulla di buono, quindi tanto vale rinunciare - tiene il braccio davanti alla mandibola.
- Se non gli diamo la caccia mi spieghi come facciamo a catturarlo?! Pensa a tutti gli innocenti che hai già coinvolto! - Light prende L per il colletto della maglietta e lo solleva, guardandolo bene negli occhi e sollevandolo da terra di qualche centimetro - Sei stato tu a mettere me e Misa in una cella, o ricordo male?! -
- Light ... - cerco di intromettermi.
- Si, ti capisco perfettamente - dice L, fissando impassibile Light - Ma qualunque siano le tue ragioni ... - improvvisamente L riesce a liberarsi dalla presa di Light e gli da un calcio in faccia, facendo un'incredibile mossa di capoeira. Nemmeno sapevo ne fosse capace, lo terrò a mente nel caso ho bisogno che qualcuno lotti al posto mio - Non c'è colpo che non renda! -
Light barcolla all'indietro portandosi L, e cadono rovinosamente ribaltando due poltrone. L si alza prima di Light e lo fissa, questa volta sembra lui quello feroce e mi mette quasi paura - Il punto non è il fatto che i miei ragionamenti siano andati in fumo, quanto il fatto che il caso non si può risolvere identificando te come Kira e Misa Amane come il secondo Kira, per questo mi sono scoraggiato -
Light si rialza - Da come parli si direbbe che saresti soddisfatto solo se fossi io Kira! -
- Soltanto se tu fossi Kira, dici? - L sembra trattenere a fatica un ghigno - Può anche darsi, certo -
Light tira un altro pugno a L e lui reagisce con un altro calcio da capoeira. Decido di tentare a fermarli, L ha preso Light per il collo della maglietta ed è pronto a sferrargli un pugno e Light stessa cosa, la maglietta di L in pugno. Sono costretta a rimanere lucida mentre Light stringe i tre quarti della maglietta in pugno e quindi il fisico scolpito e magro di L è perfettamente visibile. Per non parlare di Light, anche lui non è niente male ... Riprenditi, Lena, devi interrompere una rissa!
Mi metto in mezzo, infilandomi tra e due per evitare che possano andare avanti - Dateci un taglio, tutti e due! - il mio sguardo severo passa da Light a L e viceversa. Il mio sguardo si sofferma su Light - Non ti ho chiamato qui per scatenare una rissa, Light! -
Lui fece un verso di scherno - Facevi prima a non chiamarmi, allora! -
Sto per ribattere, quando nella stanza entrano anche il signor Yagami, Matsuda e Aizawa. Notano subito i vestito sgualciti di Light e L e sopratutto io che sono tra i due in modo che non possano toccarsi. Il signor Yagami scuote il capo, evidentemente è stato abbastanza perspicace da capire cose sia successo e la stessa cosa Aizawa.
Ma Matsuda no, alza in dito per indicarci tutti e tre - Che è successo? -
Light alza le spalle con finta indifferenza - Io e Ryuzaki abbiamo avuto bisogno di chiarire le nostre divergenze -
Matsuda sta per chiedere qualcos'altro, quando una luce abbagliante illumina la stanza e ci zittiamo tutti, voltandoci a guardare da dove provenga questa luce così forte. Una N gotica appare sull'enorme schermo appeso alla parete. Near. L deve aver chiesto a Near di contattarlo o qualcosa del genere, prima o poi sarebbe dovuto accadere. Il primo pensiero che mi viene in mente è che Near è proprio un copione che copia lo stile di L, ma poi mi ricordo che l'alfabeto gotico viene usato da tutti gli orfani della Wammy's House e quindi sono costretta a mantenere la smorfia che si è formata sul mio viso.
- N? - il signor Yagami guarda confuso L, che si siede sulla sedia di fronte allo schermo, portandosi le ginocchia al petto e fissando la N gotica con la sua solita espressione neutrale e tranquilla - Chi è N? -
- Uno dei miei due successori, signor Yagami - risponde L - Ho deciso di chiedere aiuto ai miei due futuri successori per trovare la soluzione a questo caso. Un paio di mani in più ci saranno sicuramente utili, non trova? - detto questo, avvia la chiamata con Near - Buonasera, Near -
Trattengo il respiro, mentre la voce storpiata di N invade la stanza. Nonostante la storpiatura, riesco a riconoscere la voce pacata dell'albino, erano secoli che non la sentivo - Buonasera a te L e a tutti i membri del quartiere generale -
- Hai svolto il compito che ti ho affidato, Near? - gli chiede L.
Compito? Che compito? Near torna a parlare - Si, ho fatto quanto mi hai chiesto. Negli ultimi giorni sono morti tre imprenditori dell'associazione Yotsuba, per un totale di tredici decessi. Le vittime vengono uccide il sabato. Mi permetto di formulare l'ipotesi che qui ci sia lo zampino di Kira -
- La tua ipotesi non è errata, Near - annuisce L - Ottimo lavoro, ti terrò aggiornato -
- Come desideri, L -
- Ho una domanda, Near - continua L - Dov'è Mello? -
Mello. L lo sa che è scappato oppure no? Trattengo un sospiro, portandomi una mano davanti alla bocca e facendo finta di trattenere un colpo di tosse. Spero che Near non sappia della mia presenza qui, potrebbe rivelare chi sono davvero a L e non voglio che questo accada.
- L mi dispiace informarti che Mello è scappato dalla Wammy's House, da qualche giorno. Ha fatto perdere le sue tracce ed è introvabile. Quando Roger ha riunito me e lui per informarci del fatto che molto presto avremo collaborato con te sul caso Kira, lui ha deciso di scappare per indagare a modo suo -
Prevedibile, Mello, non sei cambiato di una virgola. Questo pensiero mi fa sorridere. Adesso il problema è scoprire dove si sia cacciato. Potrebbe essere andato dovunque.
- Hai qualche vaga idea di dove possa essere andato? - L da voce ai miei pensieri.
- Purtroppo no - risponde Near - Ma sono certo che molto presto si farà sentire -
- Rimarremo in attesa, allora - annuisce L.
- Anche io ho una domanda per te, L - dice improvvisamente Near.
- Ti ascolto -
- Nella tua squadra c'è un'unica donna. Il suo nome è Lena Burners. Potrei parlare con lei sono per un minuto? Non ci impiegherò molto. Desidero solo che non usi qualche trucco per camuffare la sua voce -
Tutti si voltano verso di me, L incluso. Io rimango immobile dove sono, le braccia lungo i fianchi e l0 sguardo puntato sulla N gotica. Mi avvicino a dove è seduto L e premo qualche tasto, in modo che la mia voce non risulti camuffata. Mi sporgo verso il microfono, il cuore che batte a mille nel petto e l'agitazione che cresce ogni secondo di più. Cosa vuole dirmi? Sarebbe capace di dire tutto a L. Near ...
- Eccomi, Near - dico.
Sento Near sorridere leggermente - E' un piacere risentire la tua voce, Lena. Sono passati parecchi anni. Come stai? -
- Splendidamente, sono contenta di poter dire lo stesso di te -
- Hai ragione - concorda Near, ancora non riesco a capire cosa ha intenzione di fare o di dirmi, ma sono sicura che non sarà niente di buono, conoscendolo - Suppongo che il tuo passato sia rimasto nell'ombra, non è vero? -
Ecco, lo sapevo. Devo impedirgli di parlare, ma come? - Near ... - guardo lo schermo con durezza, mi chiedo se in questo momento riesca a vedere il mio volto oppure vede semplicemente la L gotica. Non può farmi questo.
- Signori del quartier generale - Near mi interrompe e torna a rivolgersi a tutti i presenti - Dato che d'ora in avanti sarò partecipe delle indagini sul caso Kira, mi sembra giusto rivelarvi quanto so sul conto della presente Lena Burners. Nessuno di voi conosce il suo passato, suppongo, se non L - non oso voltarmi a guardare nessuno, mentre L continua a parlare - Inanzi tutto, il vero nome di Lena Burners è Monika Gilman, ed è nata il nove febbraio del ... -
- Near, se permetti la storia della mia vita la racconto io, che ne dici? - lo interrompo con cattiveria, alzando la voce. Guardo con ferocia la N gotica, quanto vorrei che in questo momento Near potesse vedermi in faccia. Maledetto albino, maledettissimo omino bianco. Non può averlo fatto davvero, no.
Dopo qualche attimo di silenzio, Near torna a parlare - Certo, mi sembra giusto. Sappi solo, Lena, che se aggiungerai qualche informazione sbagliata sul tuo conto oppure nasconderai qualcosa, io lo verrò a sapere e ti smaschererò -
- Non preoccuparti - sibilo.
- E' necessario che tu racconti il tuo passato perché sarà utile per le indagini - dice ancora Near con la solita pacatezza che mi fa venire voglia di spaccare tutto - La tua vecchia amicizia con Mello potrebbe essere utile per rintracciarlo, ovunque si trovi. Se non ti dispiace vorrei rimanere ad ascoltate il tuo racconto -
No, non voglio che tu rimanga, idiota. Adesso non mi resta che dire la verità. Near perché mi hai fatto questo, dannazione? Rimango voltata verso lo schermo ormai spento, gli occhi mi si riempiono di lacrime dallo sconforto ma io le ricaccio indietro. Sospiro, prima di cominciare a parlare, la stanza immersa nel silenzio totale.
- Oramai è inutile continuare a nascondere - dico - Il mio vero nome è Monika Gilman e sono nata il nove febbraio. L'anno esatto non vi interessa, non è importante. Mia madre è morta di cancro ai polmoni quando avevo due anni e mio padre è morto in un incidente stradale quando ne avevo cinque. Rimasi da sola, orfana. Un uomo mi portò alla Wammy's House, l'orfanotrofio fondato da Watari, qualche mese dopo la morte di mio padre, dicendomi che avrei trovato una nuova famiglia. Inizialmente non capii che la Wammy's House non era altro che un orfanotrofio dove raccoglievano piccole menti allo scopo di trovare il futuro successore di L. Cambiai il mio nome da Monika a Lena, perché ogni orfano deve avere un nuovo nome per nascondere quello vero. Dopo qualche mese feci la conoscenza di Near e Mello, e anche di Matt, il migliore amico di Mello. Diventai la migliore amica di quest'ultimo e di Matt, mentre con Near non avevo alcun tipo di rapporto che non andasse oltre all'indifferenza reciproca. Sono scappata dalla Wammy's House pochi anni fa, facendo perdere le mie tracce esattamente come ha fatto Mello - mi blocco. Adesso dovrei raccontare della YB Corporation, di Lidner, del fatto che sto indagando su L. Non voglio farlo, no. Ricaccio indietro un'altra volta le lacrime.
Near sembra intuire la situazione, quindi prosegue lui il racconto - Dopo qualche mese dalla sua fuga dalla Wammy's House, Lena decide di diventare un'investigatrice e decide di entrare a far parte della YB Corporation, un'associazione investigativa molto famisa nel Regno Unito. In questo periodo era incaricata di scoprire l'identità di L. Vi confesso che nella YB Corporation c'era un membro che si faceva chiamare Halle Lidner, adesso è nella mia squadra. Il suo vero nome è Hal Ridner, ed era una collega di Lena Burners -
Quindi Lidner mi ha mentita, ha storpiato il suo nome. E adesso lavora per Near. Chino il capo, sconfitta. 
Near va avanti a parlare - Come ho già detto, il rapporto che aveva Lena con Mello potrebbe esserci molto utile per riuscire a rintracciarlo. Se venisse a sapere che Lena è nella vostra squadra, sono certo che non esiterà a contattarla e a trovare un modo per condurla da lui. Adesso devo andare. Buona serata, signori. Buona serata anche a te, Lena -
Premo con forza il tasto che chiude la chiamata. Sconfitta. Umiliata. Ecco come mi sento. Near ma perché mi hai fatto questo? Non sono stata forse io a persuadere Mello per evitare ogni volta inutili risse tra voi due? Non sono stata io a tenerti alla larga da Mello? Nonostante tra noi due non c'è mai stato un rapporto d'amicizia, tu stimavi me e io stimavo te. Ma allora perché l'hai fatto?
Prima che qualcuno possa dire qualsiasi cosa, mi avvio verso l'ascensore e pigio con forza il tasto col numero tredici. Lo sguardo dell'intera squadra rimane fisso su di me fin quando le porte scorrevoli dell'ascensore non si chiudono. Trattengo a fatica le lacrime, non voglio piangere qui e non adesso. Non vorrei proprio piangere, ma chi sono io per tenere a freno i sentimenti umani? Mi chiudo in camera mia, chiudendomi la porta alle spalle e accasciandomici contro, scivolando a terra. Cosa accadrà adesso? L mi butterà fuori dalla squadra? Nessuno si fiderà più di me?
La prima lacrima scivola sul mio viso, seguita dalla seconda e dalla terza, e comincio a piangere, singhiozzando sommessamente. Adesso che io e L abbiamo fatto finalmente pace si deve mettere in mezzo Near e le sue storielle. Non lo sopporto. Chissà come reagirà adesso L, Light, il signor Yagami, Matsuda, Aizawa, Misa. Lidner, and Ridner, mi ha tradita. Mello è scappato e non so nemmeno se Matt è con lui, non credo che Halle, anzi Hal, mi chiamerà per informarmi se Mail Jeevas è scappato anche lui. 
Qualcuno bussa alla porta, e io lo ignoro. Sento un sospiro provenire sempre da dietro alla porta, poi una voce che mi fa rabbrividire - Sono Ryuzaki -
Vattene, ti prego. Voglio stare da sola. Non rispondo, cerco di soffocare i singhiozzi in modo che lui non possa sentirli. L tenta di aprire la porta, ma io spingo con la schiena per impedirglielo. Poi mi alzo e mi siedo sul letto, sospirando. Tanto prima o poi dovrò affrontarlo, meglio farlo adesso in modo veloce e indolore - Avanti -
L entra, richiudendosi la porta alle spalle. Io gli do le spalle, voltata a guardare il paesaggio urbano seduta sul mio letto. Lo sento avvicinarsi e fermarsi proprio alle mie spalle. Non voglio voltarmi a vederlo in viso. Non voglio vedere la sua delusione, la sua rabbia, la sua tristezza o qualsiasi altra emozione che in questo momento è in possesso del suo viso.
L sospira prima di parlare - Perché non me lo hai detto? -
Che domanda stupida - Perché avrei dovuto dirtelo? -
L fa una pausa, e io ne approfitto per pulirmi le lacrime con la manica della felpa e chiudo gli occhi, cercando di calmarmi. Li riapro solo quando sento L riprendere a parlare.
- Ciò che ha detto Near non era niente che già non sapessi - dice.
Mi volto involontariamente a guardarlo. Nei suoi occhi non c'è rancore o tristezza, solo consapevolezza e niente di più. Lui sapeva. Lui sapeva e non me lo ha detto, sapeva e non ha detto nulla. Ma certo. Quando avrà deciso che Near e Mello avrebbero collaborato con lui, sarà andato a vedere l'archivio con le schede di tutti gli orfani che siano mai stati alla Wammy's. C'è ancora una mia scheda, immagino. Non sono stata così furba da farla sparire, purtroppo. Ora ho capito.
- Gli archivi della Wammy's House - do voce ai miei pensieri.
- Esatto - annuisce L - Sapevo tutto fin dall'inizio -
- Perché non me lo hai detto? -
- Perché avrei dovuto dirtelo? -
Touche. Siamo arrivati al punto di partenza, le nostre domande ci si sono ritorte contro. E' quasi comico. Mi alzo in piedi e incrocio le braccia davanti al petto, mi sento piccola e indifesa adesso che tutti sanno il mio passato e il mio segreto. Mi sento vulnerabile, visibile, scoperta, nuda. Non posso più nascondermi dietro un telo di bugie che sebbene fossero verosimili, erano sempre bugie.
- Sei arrabbiato? - gli chiedo, timorosa che da un momento all'altro L possa cominciare ad urlare, anche se non è da lui, so che potrebbe farlo. Come quando ha visto il bacio che c'è stato tra me e Light ...
- Al mio posto chiunque sarebbe arrabbiato, anche se fosse stato a conoscenza del tuo segreto e del tuo passato fin dall'inizio. Sono umano anche io, e di conseguenza anche io ho dei sentimenti. Dovrei essere arrabbiato, è vero. Eppure ... non lo sono - dice, e sembra confuso da ciò che prova e da ciò che ha appena detto. Anche io lo sono.
- Hai intenzione di cacciarmi via? - gli chiedo, sempre con cautela.
L scuote il capo - Come ha detto Near, il tuo vecchio rapporto d'amicizia con Mello potrebbe rivelarsi molto utile -. Rimango quasi delusa dalla risposta che ho appena ricevuto, ma so di meritarmela quindi annuisco e basta. Ma poi mi sorprendo quando L va avanti - E anche perché ... so che senza di te non mi sarà facile ... andare avanti -.
Quasi mi metto a piangere quando lo vedo allargare le braccia, un'invito silenzioso ad avvicinarmi e abbracciarlo. Io obbedisco senza esitare, circumnavigando il letto per poi fiondare tra le braccia di L. Mi cinge i fianchi con entrambe le braccia e mi stringe a se, premendo la bocca contro i miei capelli spettinati. Lo abbraccio anche io, i suoi abbracci sono ciò di cui ho bisogno nei momenti di disperazione come questi. Gli abbraccio il petto, nascondendoci il viso dentro. Improvvisamente L mi allontana da lui prendendomi per le spalle, quel tanto che basta per potermi vedere chiaramente in viso. Poggia la sua fronte fredda sulla mia, occupandomi l'intera visuale col suo viso senza alcun tipo di imperfezioni, persino le sue occhiaie marcate lo rendono attraente.  Le sue labbra si posano sulle mie, ardenti, cancellando ogni preoccupazione. Rispondo al bacio con quanta passione mi è concessa, accarezzando i suoi capelli scuri e spettinati, mentre sento le mani di L accarezzarmi la schiena e la pancia, ogni suo tocco lascia una scia di calore ardente, un qualcosa che vorrei durasse per sempre. Quando si stacca lentamente da me, rimango quasi delusa.
Mi sorride maliziosamente, un sorriso che mi fa sciogliere completamente, mentre lo vedo avvicinarsi alla porta della stanza e con mia grande sorpresa chiuderla a chiave. 
Ritorna da me, cingendomi i fianchi con entrambe le braccia - Ti dispiace se questa notte la passo con te? - mi chiede, forse non sa che non dovrebbe nemmeno farlo.
- No, affatto - gli sorrido, mentre le sue labbra tornando a posarsi sulle mie, e giuro che i suoi baci potrebbero l'unica cosa che mi servirebbe per andare avanti, potrebbero saziarmi, potrebbero farmi respirare, insomma io potrei vivere per i suoi baci.



* * *



Mi accorgo che L è sveglio quando il suo pollice comincia a disegnare strani ghirigori sulla mia spalla nuda. No, non sono nuda, quindi non datemi della pervertita. Ho ancora addosso le mutande e il reggiseno, quindi non sono nuda. E nemmeno L lo è, ha ancora addosso i suoi boxer. Sono sicura che in questo momento tutte voi avete la bava alla bocca al solo pensiero di L coi solo i boxer, il fisico ben fatto in mostra e sicuramente mi starete invidiando. E fate bene. Potrei passare la mia vita così, nel letto a baldacchino, a dormire accanto a L. Potrei farlo, si, se solo non esistesse Kira.
Alzo lo sguardo per incontrare gli occhi di L, gli si sta formando un livido violaceo sulla mandibola, dove Light lo ha colpito. Allungo un dito per sfiorargli il livido, quando lo tocco lo sento rabbrividire e ritirarsi indietro.
- Ti fa male? - gli chiedo, sussurrando.
- Solo un po' - risponde lui.
- Mi dispiace per quello che è successo con Light - dico, mi sento in colpa.
L scuote il capo, mentre io mi stringo a lui. Una domanda improvvisa gli balena in testa, mentre smette di disegnare sulla mia spalla - Che rapporto avevi con Mello? -
Che domanda strana, da L non me la sarei mai aspettata. E' difficile riuscire a descrivere il rapporto che avevo con Mello, molti ci hanno definito come migliori amici e anche io l'ho fatto. In realtà c'era qualcosa di più, ma anche qualcosa di meno. Non saprei spiegarvelo con esattezza, ma Mello era il mio fratello maggiore, il mio insegnante, il mio papà. E' riuscito ad essere la mia famiglia, insieme a Matt. Ma con Matt era diverso, con Matt mi sentivo la ragazza più felice al mondo. 
- Io e Mello eravamo migliori amici - dico infine, non saprei in che altri termini descrivere in nostro rapporto - In realtà eravamo io, Mello e Matt. Ma io e Matt eravamo molto più che amici, anzi, eravamo pure fidanzati - sorrido, mentre i ricordi mi scorrono sotto gli occhi. Quando ho conosciuto Matt in biblioteca. Quando io e Matt abbiamo litigato la prima volta, eravamo ancora amici. Quando Matt mi ha baciata davanti a tutti in mensa, dopo l'ennesimo litigio. Quando mi ha chiesto di diventare la sua ragazza. Quando ci sfidavamo. Quando passavamo intere ore abbracciati. Matt era semplicemente fantastico.
- Matt è il terzo in graduatoria - sembra ricordare L.
- Esatto - annuisco. Improvvisamente davanti agli occhi cominciano a scorrere anche le immagini dei momenti passati con Mello. Il nostro litigio, quello in cui ci siamo conosciuti. I test che lui faceva al posto mio, perché lui sembrava riuscire a fare tutto, a differenza mia. La cioccolata che ha condiviso con me a malincuore. Le sue smorfie mentre io e Matt ci baciavamo. I suoi abbracci troppo stretti. La sua voglia di picchiare Near, che io cercavo in tutti i modi di placare. Solo ora mi rendo conto che Mello mi manca moltissimo.
Sento L sorridere - Ho sempre pensato che sarebbero sempre stati i miei futuri successori a tentare di superarmi e sfidarmi. Non pensavo che sarebbe toccato a me sfidare i miei successori e superarli -
Sorrido anche io - Non c'è bisogno che tu li sfidi, hai già vinto -
Rimaniamo in silenzio quale minuto, abbracciati, siamo rinchiusi nella nostra bolla personale e impenetrabile, in una nube di calore che mai si dissolverà. Le sue braccia sono il mio nascondiglio, la mia casa, i suoi baci sono il mio ossigeno, la mia acqua, il mio cibo. Potrei vivere solo di lui. Io vivo solo per lui e vivrò solo per lui, ora e per sempre.
L controlla l'ora sulla radiosveglia sul mio comodino, alzando appena la testa dal cuscino. Io lo imito. Sono le sei e tre minuti. A quest'ora L dovrebbe essere già in piedi a discutere con Near sui dati raccolti sulla Yotsuba, a quanto pare è proprio vero che tra i membri ci sia pure Kira. L sospira mentre mi posa un bacio sulle labbra, quando fa per staccarsi io gli cingo il collo e lo convinco a rimanere ancora un po' a coccolarmi. L non se lo fa ripetere due volte e mi bacia, le sue labbra che si muovono sulle mie come se fossero una cosa sola e le sue mani che mi accarezzano la schiena snella. Io gli infilo le mani nei capelli scuri, quei fili sottili e morbidi del colore della notte, mentre i nostri corpi aderiscono come se fossero stati creati per stare insieme, incollati, senza più staccarsi. L si stacca svogliatamente, posando la fronte sulla mia.
- Dobbiamo andare - mi ricorda.
- Purtroppo lo so - mormoro.
L mi posa un ultimo bacio prima di alzarsi a sedere. Trova i suoi vestiti per terra dove li ha abbandonati ieri sera e si alza in piedi. Si infila i pantaloni suoi boxer scuri mentre io mi alzo a sedere e mi stropiccio gli occhi con entrambe le mani, cercando i svegliarmi del tutto. L si volta a guardarmi mentre si infila la maglietta bianca e se la sistema con entrambe le mani.
- Tu non sei obbligata a svegliarti - mi dice - Puoi dormire ancora un po' -
- Che ci rimango a fare a letto se sono da sola? - mi alzo e recupero i vestiti che anche io ho lasciato per terra. Mi sento a disagio mentre mi infilo i jeans e la maglietta davanti a L, anche se gli do le spalle e faccio finta che lui non ci sia. Mi sistemo i capelli corti con le mani e mi volto a guardarlo - Meglio se vai prima tu, se ci vedono arrivare insieme potrebbero sospettare qualcosa -
- Hai ragione - annuisce L. Mi si avvicina e mi posa un altro bacio, potrei anche abituarmi a tutto questo affetto da parte sua - A dopo -
- A dopo - 
Mentre lo vedo uscire e richiudersi la porta alle spalle, non posso fare a meno di trattenere un gridolino allegro perché so di essere la ragazza più fortunata che esista al mondo e probabilmente anche la più felice.




Angolo dell'autrice : Ma ciao! Come avrete notato questo capitolo è il più lungo che io abbia mai fatto e ne vado particolarmente fiera. Allora, viene a galla il passato di Lena, Near fa la sua comparsa e molto presto anche Mello e accadranno molte cose che spero vi terranno incollati a me ancora un po' ... spero che il capitolo vi sia piaciuto, miei amatissimi lettori! Allora chi di noi non è gelosa del fatto che la nostra Lena ha dormito con L? Facciamo per alzata di mano, chi va a sostituirla? XD
 Allora oggi è il compleanno della mia sorellona che compie 19 anni e nonostante non le piaccia Death Note  l'ho nominata Aizawa ( lunga storia che se mi chiedete sarò felice di raccontarvi ) e io sono diventata Ryuzaki, mia mamma è Matsuda e mio papà il sovrintendente Yagami. Sono strana? No, solo ossessionata da Death Note, in questo particolare momento da Near e da Beyond Borthday. Poi c'è Mello che insieme a Matt hanno un posto speciale nel mio grande cuore. Poi c'è L che è il sovrano.
Molto bene, dopo avervi annoiata, vi saluto e vi do appuntamento al prossimo capitolo.
Bacioni a tutti voi,
Hope

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Capitolo 32
*** Lo scambio ***


CAPITOLO 32
" LO SCAMBIO "



Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche



Devo ricorrere a tutto il mio coraggio per entrare nella stanza principale, dove tutti si sono riuniti per continuare le ricerche su Kira, e non scappare in camera mia. Faccio un respiro profondo, chiudendo gli occhi e cercando di ricordarmi che L mi ha promesso che sarebbe andato tutto bene. L è l'unico motivo che mi spinge a restare, ad entrare in quella stanza così grande. No, forse anche il fatto di dimostrare a Near che nonostante il mio passato sia venuto a galla sono forte, e anche il fatto di poter contattare Mello e sapere dove diamine si sia cacciato.
Muovo il primo passo, e anche il secondo, convincendo le mie gambe che camminare è la cosa giusta da fare. Apro gli occhi e guardo fisso davanti a me, ignorando gli sguardi imbarazzati di Matsuda e quelli indescrivibili di Aizawa. Sono concentrata di nuovo sulla N gotica che illumina lo schermo enorme, la sua voce che come ieri invade la stanza. Sta ancora parlando con L, in un primo momento sono così concentrata nell'impedire a me stessa di scappare che nemmeno ascolto quello che si dicono. Mi fermo proprio alle spalle di L, non'appena smetto di camminare Aizawa, Matsuda e gli altri smettono di guardarmi e continuano a concentrarsi sui lavori che L ha affidato loro.
- Nonostante Mello non sia qui presente in qualche modo riuscirà a scoprire che Lena Burners è nella tua squadra, L - sta dicendo Near pacatamente, come se stesse spiegando per la decima volta come costruire un modellino - Non escludo che tenterà in tutti i modi di ricattarvi per fare in modo che Lena lo raggiunga. Ricatti, rapimenti, scambi ... lui sarebbe capace di tutto, pur di raggiungere i suoi scopi -
- Se è davvero così ... - L fissa la N gotica, nessuna emozione lo domina, come se al suo posto stesse parlando un computer - Lena andrà da Mello, ovunque esso sia. Sono sicuro che lei riuscirà a convincere Mello ad aiutarci -
- Certo - concorda Near - Non escludo che Lena possa avere una grossa influenza su Mello, nonostante siano passati parecchi anni. La mia squadra è riuscita a mettere delle telecamere nella sede della Yotsuba, durante le riunioni dei membri potrebbero parlare degli omicidi che Kira commette per l'associazione. Ti manderò il filmato -
- Apprezzo molto la tua collaborazione, Near - annuisce L.
- Ti ringrazio. Adesso devo andare. Buon proseguimento, signori -
Lo schermo si spegne di colpo, diventando nero. Near ha chiuso la chiamata, e la stanza è piombata nel silenzio. Io mi metto dietro allo schienale della sedia girevole su cui è seduto L, in attesa che dica o faccia qualcosa. Lui rimane a fissare lo schermo spento, come se stesse decidendo cosa fare, come agire. 
- A questo punto non ci resta che aspettare - dice finalmente L.
- Adesso ci dedicheremo a individuare Kira nella Yotsuba? - chiedo.
- No, ho lasciato che se ne occupasse Near. Sono certo che lui e la sua squadra riusciranno a svolgere un ottimo lavoro, fino ad adesso non mi hanno affatto deluso. Io desidero rimanere concentrato su Mello -
Annuisco. Si vede che ci tiene a far capire a Mello che scappare è stato un errore. Vorrebbe farlo passare dalla sua parte, lo so. Ma Mello non è facile da convincere, e sopratutto non si fa convincere da tutti. Non esiterebbe a fare qualsiasi cosa per L, il suo modello di vita, ma dubito che l'idea di lavorare con Near lo alletti. Forse farà uno sforzo perché ci sono io. Lo spero.
- Near ha una squadra? - la domanda mi trapassa la mente come un fulmine.
- Ha fondato l'SPK, un'associazione con l'unico scopo di catturare Kira -
Accenno un sorriso - Gli piace fare le cose in grande -
- Un po' come Mello - dice sovrappensiero L, portandosi un dito alle labbra - A proposito di lui, sei sicura che tra voi due non ci fosse molto più che una semplice amicizia? Da come mi ha raccontato Near, sembra che lui provasse una sorta d'ammirazione nei tuoi confronti -
Scuoto il capo, cercando di nascondere il rossore che colora le mie guance. Dannazione, ma Near non è capace di rimanere zitto e farsi gli affari suoi? Non solo ha svelato a tutti il mio passato e il mio lavoro, ma persino la mia vita sociale alla Wammy's House - Te l'ho detto, eravamo semplicemente migliori amici -
- Non siete mai andati oltre, dunque -
- C'è differenza tra essere amici e qualcosa di più - sono davvero contenta che L sia voltato di spalle, in questo modo non può vedere il mio viso paonazzo dall'imbarazzo e dalla vergogna. Ma non mi sorprenderei nel scoprire che ha gli occhi anche dietro alla schiena - L'amicizia è una cosa e ... l'amore un'altra. Non saprei come spiegartelo, Ryuzaki. Insomma ... - cerco un esempio concreto da fargli, ma non riesco a trovare nulla che possa essere paragonato a ciò che c'era tra me e Mello, e la cosa è veramente sconfortante - Ma tu sei mai stato innamorato, Ryuzaki? - la domanda mi esce spontanea, mentre mi appoggio con entrambe le mani allo schienale della sedia su cui è seduto. 
L rimane impassibile mentre si volta a guardarmi - Le probabilità che io mi innamorassi, fino a poco fa, erano davvero scarse ... diciamo attorno al 25% o anche più basse, attorno al 19%. E poi innamorarmi non è mai rientrato nelle mie priorità ... e nei miei bisogni -
- Fino a poco fa? - sono così vicina al suo viso che sento il suo respiro sulle guance, le mie labbra per poco non sfiorano le sue - Vuoi dire che ...? -
- In questo periodo le probabilità sono aumentate in modo quasi surreale. Non mi era mai successo prima d'ora e premetto che la cosa è alquanto ... sorprendente. Diciamo ... diciamo che le probabilità sfiorano il 65%Ma se mi stai così vicina ... - le sue labbra toccano le mie - Le probabilità non faticano a sfiorare l'85% -
Mi guardo attorno, fortunatamente Aizawa, Matsuda e gli altri sono troppo impegnati a controllare decine di file racchiusi nei numerosi computer per prestare attenzione a me e a L. Rossa in volto come se fossi appena scappata da un'incendio, poso un veloce bacio sulle labbra di un soddisfatto L per poi sedermi accanto a lui e accendere il computer accanto al suo. Con la coda dell'occhio lo vedo rivolgermi un sorriso complice e io fatico a trattenere un sorriso di risposta.
Passo un quarto d'ora a leggere e rileggere scheda personale di Mello che viene custodita nell'archivio della Wammy's House, facendo inutili ipotesi su dove si possa essere cacciato. L sembra davvero deciso a trovare Mello, probabilmente è certo che il biondo sarà necessario per la cattura di Kira. Ma dove può essersi cacciato il mio biondo preferito? Non mi viene in mente nulla. Scocciata abbandono la schiena contro lo schienale della mia sedia girevole, sto per dire qualcosa a L quando improvvisamente il cellulare di Light comincia a vibrare e dopo qualche secondo parte la suoneria. Light guarda L come per chiedergli il permesso per rispondere alla chiamata, e il detective annuisce semplicemente.
Light risponde - Pronto, mamma? -
Passa qualche secondo in cui l'espressione di Light passa dalla tranquillità, all'indifferenza, alla sorpresa, al panico e al terrore, all'incredulità. Cosa può mai avergli detto la madre? Qualcosa di grave? Light chiede alla madre di aspettare qualche secondo mentre allontana il telefono dall'orecchio. Il suo sguardo si posa sul padre, che preoccupato si avvicina al figlio.
- Che cosa succede? - gli chiede, incitandolo a parlare.
- Papà ... - gli occhi di Light sono spalancati - Sayu è stata rapita! -
Prima che il signor Yagami possa reagire, il suo telefono squilla. Lui risponde senza esitazione, i suoi occhi spalancati fissano un punto imprecisato della stanza. L gli fa cenno di mettere in viva voce la chiamata, ma non riesco a capire il perché. E se fosse una chiamata da parte della famiglia? Ma il signor Yagami obbedisce e una voce che non sento da parecchi anni invade la stanza facendomi gelare il sangue nelle vene e facendo smettere di far battere il mio cuore.
- Signor vicedirettore - la voce di Mello, canzonatoria quanto glaciale invade le mie orecchie, più che l'enorme stanza in cui mi trovo.
- Chi sei? - domanda ferocemente il signor Yagami.
- Io sono colui che ha rapito sua figlia, Sayu Yagami - 
Mello, ma che cosa hai in mente? Perché hai fatto ciò? Mello, tu sei sempre troppo impulsivo, finisci sempre per trascurare le cose importanti. Il signor Yagami rimane in silenzio, la bocca e gli occhi spalancati, boccheggia un paio di volte come se volesse dire qualcosa, ma alla fine si blocca e non riesce più a dire niente. 
Dato che nessuno dice nulla, Mello continua - Ho intenzione di fare uno scambio. Nella vostra squadra c'è una donna di nome Lena Burners. Entro due giorni partirai per Los Angeles portando con te Lena Burners. Essendo tu il vicedirettore non avrebbe senso dirti di non avvisare la polizia, ma gradire che tu ti muovessi da solo. Se mi accorgo di qualche grossa operazione di polizia ucciderò tua figlia. Sono stato chiaro? -
- Non ho intenzione di fare nessuno scambio senza prima essere sicuro che mia figlia sia viva, fatemi sentire la sua voce! - urla il signor Yagami.
Si sente Mello ridere divertito, anzi, ghignare. Quasi mi mancava il suo ghigno che riusciva ad intimorire tutti, ma se penso che ha rapito la piccola Sayu, ed è grazie a lei se ho conosciuto suo fratello Light ... - Stai dimenticando che sono io a dettare le regole in questo momento, Yagami. Se devo essere sincero la vita di tua figlia non ha alcuna importanza per me, quindi fai quanto ti ho detto e la rivedrai. Ah, a proposito, fate indossare a Lena un bel vestito. Ci vediamo tra due giorni -
Prima che qualcuno possa dire qualcosa, Mello attacca. Si sentono i fastidiosi bip che indicano che la linea è libera e il signor Yagami chiude anche lui la telefonata, infilandosi il cellulare in tasca. Rimaniamo in silenzio per qualche istante, mentre c'è chi guarda me e chi guarda L in attesa che dica o faccia qualcosa.
- Mello - commenta semplicemente L, senza distogliere l'attenzione dallo schermo troppo luminoso del computer - Come immaginavo - 
- Come sarebbe a dire? - dice il signor Yagami - Immaginavi che sarebbe successa una cosa del genere e non hai fatto niente? -
- Come ha detto Near, Mello sarebbe capace di ricorrere a qualsiasi mezzo per condurre Lena da lui. Ha menzionato ricatti, rapimenti e scambi, quindi la telefonata che abbiamo appena ricevuto da Mello non mi coglie impreparato -
- Non si preoccupi, signor Yagami - dico - Se vado a Los Angeles entro due giorni, sua figlia verrà risparmiata e voi potrete tornare a casa sani e salvi. Io me la caverò, in fondo non è la prima volta che mi ritrovo a fronteggiare Mello - mi alzo in piedi, spegnendo il computer premendo un tasto - E' meglio che io vada a prepararmi, allora -
- Lena! - anche Light si alza in piedi - Dobbiamo prima studiare un piano! -
- Dobbiamo essere a Los Angeles entro due giorni - scuote il capo il signor Yagami, adesso il panico dal suo volto è svanito e ha fatto posto alla determinazione - Non c'è tempo - si volta verso il figlio, che gli si avvicina - Light, se anche dovessi rimetterci la vita salva almeno quella di Sayu, te ne prego -
L si alza, interrompendo Light che sta per ribattere. Gli occhi di tutti i presenti si fermano su di lui, mentre si volta a fissare con le sue iridi nere ed enormi il signor Yagami - Signor Yagami, probabilmente non si troverà nelle condizioni di contattarci, e si troverà costretto a prendere delle decisioni da solo. In quel momento, mi prometta che deciderà di salvare sia la sua vita che quella di sua figlia. Anzi, credo che questa promessa debba farla sopratutto alla sua famiglia -
Il signor Yagami annuisce, semplicemente. Forse ha troppa paura per poter dire altro, o forse sa che L ha ragione. Io senza dire niente mi avvio verso la mia stanza, appoggiandomi alla parete dell'ascensore che entro pochi secondi mi porterà al mio piano. Allora ... tra poco rivedrò Mello. Tra poco mi troverò a Los Angeles, nella sua base. Ma chissà se è da solo, o forse no. No, Mello ha bisogno di qualcuno che lo aiuti ad agire, non può permettersi di fare tutto da solo. Forse con lui c'è Matt, che gli impedisce di fare idiozie. O forse no.
Senza nemmeno accorgermene, arrivo nella mia stanza, ai piedi del mio letto. Mi avvicino al mio armadio, aprendo entrambe le ante e cercando un vestito, anche se non capisco perché Mello abbia richiesto ciò. Ne trovo uno, uno che nemmeno mi ricordavo di avere. Lo poggio sul letto, recuperando dall'armadio anche le scarpe col tacco che L mi aveva fornito quella sera che sarei andata a cenare con Light. Non so perché, ma mentre preparo ciò che devo indossare per il viaggio mi sento spoglia. Come se fossi vuota, priva di qualsiasi sentimento. Forse sta nascendo la paura e non me ne accorgo, forse sono emozionata perché so che molto presto rivedrò Mello. Qualsiasi emozione stia nascendo dentro di me, è come se fossi insensibile, come se non l'avvertissi.
Non so esattamente quante ore aeree ci vogliano per arrivare dal Giappone a Los Angeles, ma come ha detto il signor Yagami è meglio muoversi subito. Mi infilo l'abito, lisciandomi la gonna con entrambe le mani mentre mi osservo allo specchio.
E' molto semplice, raffinato al punto giusto. Nero, la gonna arriva a coprirmi le ginocchia, il corpetto stretto e senza decorazioni, la scollatura che arriva appena sotto il collo e le spalline larghe che mi coprono le spalle. Non so se l'intento di Mello sia quello di farmi apparire sensuale al mio arrivo, ma spero di no. Mi pettino i capelli corti e mi trucco appena, mettendomi il rossetto rosso e mettendomi il mascara nero e anche la matita del medesimo colore.
Sto per infilarmi le scarpe col tacco, quando la porta della mia camera si apre lentamente. Nemmeno mi volto a guardare chi sia, lo so chi è. Infatti, vedo il l'immagine di L riflessa nello specchio in cui sto controllando che l'abito vada bene. L mi osserva, vedo il suo sguardo percorrere il mio corpo studiando l'abito, una scarica di brividi mi percorre la spina dorsale.
- Ti sta molto bene - commenta, avvicinandomisi.
Accenno un sorriso - Grazie. Tra quanto si parte? -
- Il signor Yagami desidererebbe partire il prima possibile. Credo sia giusto così, il viaggio da fare è lungo e prima arriverai alla base, prima potrà tornare con sua figlia - 
Annuisco, infilandomi le scarpe. Sembra proprio che questo sia l'ultimo momento che passerò con L, prima di andare da Mello e restarci per chissà quanto tempo. Prima devo convincerlo a venire con me da L, a collaborare con lui e con Near. Non sarà una cosa facile, ma non tornerò indietro prima di aver svolto questo compito. E poi, Mello non mi farà tornare indietro così in fretta.
- Devo indossare gli orecchini/microfono? - chiedo a L.
- Credo sia meglio non rischiare, non so cosa sarebbe capace di fare Mello se venisse a scoprire che noi lo stessimo ascoltando. Hai una buona memoria, Lena, sono certo che ti ricorderai di dirmi tutto quanto tornerai -
Quando tornerò. Quando tornerò, esattamente? L sembra leggermi nel pensiero, perché mi posa una mano sulla spalla e mi fa voltare, i suoi occhi cominciano a divorare i miei. Mi perdo per l'ultima volta in quel mare di mistero e di dolcezza, lascio che mi cullino un'ultima volta prima di dovermene separare per molto tempo.
- Troverò un modo per farti tornare il più presto possibile - mi dice L - Te lo prometto -
Scuoto il capo - Non preoccuparti, troverò un modo per portare Mello con me -
- A me basta che torni tu, il caso può essere perfettamente risolto anche senza Mello. A me interessa che l'agente migliore con cui abbia mai collaborato fin'ora torni da me in vita, sana e salva come quando l'ho lasciata andare -
Mi avvicino a L e lo abbraccio, cingendogli il collo e stringendolo a me. Lui mi cinge i fianchi senza esitazione, ricambiando la stretta con una forza maggiore della mia e di quella delle altre volte. Mi stringe come per chiedermi di restare, ma sa che lui non può farmi una richiesta simile. Lascio che mi stringa a se, che le sue labbra mi accarezzino la nuca e che le sue dita camminino veloci sulla mia schiena. Mi stacco da lui quanto basta per poterlo guardare negli occhi e lo bacio, posando dolcemente le labbra sulle sue. Un bacio casto, dolce, nostalgico. Un messaggio che invaderà la mia mente mentre sarò a Los Angeles. Il bacio perfetto per dirsi un addio temporaneo.
- Non commettere pazzie a meno che non sia strettamente necessario - mi sussurra.
- E tu continua a collaborare con Near dopo che il signor Yagami sarà tornato. Non perdere tempo cercando di entrare in qualche modo nella base di Mello, non cercare qualche modo per contattarmi. Rimani dove sei e fa tutto il possibile per catturare Kira. Io tornerò. Intesi? -
- Intesi - 
Mi stacco da lui e insieme usciamo dalla mia stanza. La sua mano s'intreccia alla mia mentre ci incamminiamo nell'atrio di questo immenso palazzo, dove il signor Yagami ci sta aspettando. Ci sono anche Aizawa, Matsuda e Light, pronti a salutarci. Le mani mie e di L smettono di stringersi a vicenda solo quando arriviamo nell'atrio, la macchina di Watari pronta a portarci all'aeroporto.
- Sei pronta? - mi chiede il signor Yagami.
- Sono prontissima - annuisco, mentre vedo che mi porge un paio di occhiali da sole. Li prendo e mi volto a guardare Aizawa, noto solo ora che ha tagliato i capelli. Così in fretta? Come avrà fatto rasarseli in quel modo?
- Aizawa vi seguirà in aeroporto, cercando di seguirvi fin dove gli sarà possibile - mi spiega L.
Annuisco ancora. Sento che se aprirò bocca un'altra volta scoppierò in lacrime e in questo periodo ho già pianto abbastanza per i miei gusti. Saluto con un cenno del capo Matsuda e mi avvicino a Light, stampandogli un bacio sulla guancia destra. Lui mi stringe a se, forte e protettivo - Sta attenta, ti prego -
Mi stacco da lui mentre Watari mi apre la portiera del posto posteriore su cui mi devo sedere. Mi avvicino, pronta ad entrare in macchina ed andare, il signor Yagami è già entrato e la sua mente sembra essere già partita. Mi volto un'ultima volta vero L, che mi osserva nascondendo la malinconia dietro ai suoi occhi impassibili.
Sorrido, guardando anche Light e Matsuda - Ci vediamo presto - ma appena termino di parlare scopro che sto cercando di convincere più me stessa che loro. Il mio sguardo torna a posarsi su L. Trattengo a fatica una lacrima, cacciandola indietro con un singhiozzo strozzato che mi scuote tutta. Sorrido, più sorrido e più le lacrime spingono e pungono per uscire. Perché sono così debole davanti a un semplice addio temporaneo? - Ciao, L -
Non rimango delusa quando vedo che il suo sguardo è ancora impassibile, perché so che quello è il suo modo per mascherare anche le emozioni più dolorose, e forse gli mancherò davvero - Ciao, Monika -
E mentre salgo in macchina mi infilo gli occhiali da sole, Watari mi chiude gentilmente la portiera. Mentre la macchina comincia a muoversi e abbandonare l'edificio, gli occhi di L non si staccano per un momento dai miei, riuscendo a localizzarli anche da sotto gli occhiali da sole. E mentre il suo sguardo mi saluta un'ultima volta, spero che le lacrime che scendono sul mio viso non facciano sciogliere il trucco.



* * *



L'aeroporto è quasi deserto a quest'ora. Siamo sulla striscia mobile che ci porterà verso l'aereo che porta a Los Angeles, il mio cuore batte. Anche se non vedo Aizawa, sono certa che in questo momento ci starà osservando, come mi ha spiegato L. 
Improvvisamente, un uomo si avvicina alle spalle del signor Yagami - Mister Yagami - lo chiama, la sua voce è bassa e priva di emozioni. Non riesco a vederlo in faccia, non posso voltarmi oppure attirerei l'attenzione. Se fossi da sola potrei anche farlo, ma ho promesso a L e a Light che sarei stata attenta.  Sussulto, che sia qualcuno incaricato di portarci alla base di Mello?
- Chi sei? - chiede il signor Yagami senza voltarsi - Un complice dei rapitori? -
L'uomo dalla voce bassa e inespressiva lo ignora e continua a parlare - Saliremo sul volto SE333, ho io i biglietti per tutti e tre. Andate verso l'uscita 18 -
- D'accordo, va bene -
Andiamo come ordinatoci verso l'uscita 18. Saliamo tutti e tre sull'aereo, l'uomo mostra i biglietti. Ci sediamo nei posti che l'uomo ci indica, io accanto a lui e il signor Yagami dall'altra parte dello stretto corridoio che separa le file di posti. Dopo qualche minuto di ansia, l'aereo decolla e io mi tengo ai braccioli del mio sedile. Non è la prima volta che prendo l'aereo, ma ogni volta mi sento in ansia. L'uomo accanto a me porge qualcosa al signor Yagami - Prendi questo palmare e indossa l'auricolare - gli ordina.
Il signor Yagami obbedisce, l'auricolare non è altro che una pallina piatta che nell'orecchio è praticamente impossibile da notare. Il signor Yagami lo indossa e dopo qualche secondo lo vedo sussultare appena, qualcuno gli sta parlando. E ho come la netta sensazione che questo qualcuno sia Mello. Gli starà dicendo cosa fare nel momento in cui atterreremo, immagino.
Non so esattamente quanto tempo sia passato quando l'aereo comincia ad atterrare. Mi guardo attorno. Siamo in mezzo al nulla, in mezzo al deserto e qualche roccia. Un dirottamento, Mello ha pensato proprio a tutto. L'uomo ordina a me e al signor Yagami di scendere e noi obbediamo. Ma l'uomo non ci segue.
Io seguo il signor Yagami, evidentemente Mello gli avrà spiegato dove deve andare esattamente. Scendiamo e ci ritroviamo in mezzo al nulla, mentre il sole cocente batte sulla nostra pelle. Sono fortunata ad avere un paio di occhiali da sole con me, la temperatura in questo posto deve essere molto alta. Ci allontaniamo dall'aereo, il signor Yagami cammina dritto e il suo sguardo non si muove. Ci fermiamo qualche minuto dopo. Con mia grande sorpresa, la terra davanti a noi si alza rivelando delle scale che portano sotto terra. Senza dire nulla, scendiamo e la terra si chiude sulle nostre teste emettendo un cigolio poco rassicurante. Non mi piace andare sotto terra, e nemmeno in metropolitana. Mi sento claustrofobica, qui è tutto buio ma almeno è fresco. Mello deve essere molto attrezzato.
Una luce si accende improvvisamente. Ci ritroviamo in una stanza vuota, un cilindro di plastica collega il pavimento al soffitto e in questo cilindro ... c'è Sayu Yagami. La ragazza cerca inutilmente di uscire dal cilindro, la sua bocca si muove come se stesse chiamando suo padre o me e i suoi pugni battono con forza sul cilindro. Almeno lei si metterà in salvo, lei tornerà a casa. Un uomo con una maschera scura e armato di pistola si avvicina al cilindro. Spara qualche colpo al cilindro, e io sussulto portandomi entrambe le mani alla bocca per lo spavento.
- Come vedete è un vetro a prova di proiettile - spiega tranquillo l'uomo mascherato e armato, non abbassa la pistola - Fino a pochi anni fa questo posto veniva utilizzato da una certa organizzazione per effettuare degli scambi, noi gli abbiamo dato solo qualche ritocco. Faremo così : la ragazza si avvicinerà a me e intanto io aprirò il cilindro, in modo che tua figlia possa raggiungerti. Se fate qualche scherzo, ammazzerò tua figlia. Ora, facciamo lo scambio -
Senza aspettare che nessuno mi dica nulla, io mi avvicino all'uomo, stringendo i pugni contro i fianchi. L'uomo fa scattare una serratura e il cilindro si abbassa verso terra, liberando Sayu. La ragazza corre da suo padre, e senza dire nulla tutti e due si voltano a guardarmi. Anche io lo faccio, mentre l'uomo mascherato mi afferra per un braccio in modo violento. Il signor Yagami si toglie la giacca e la posa sulle spalle di sua figlia, che trema come una foglia per lo spavento.
Il mio sguardo incontra quello del signor Yagami. Vorrei dirgli qualcosa, ma non posso. L'uomo mascherato dice al signor Yagami che adesso lui e sua figlia possono andare, e la terra da sopra la nostra testa si solleva per permettere loro di uscire. Il signor Yagami mi rivolge un ultimo sguardo prima di voltarsi e andarsene. Anche io mi volto, mentre l'uomo mascherato mi obbliga ad incamminarmi attraverso un lungo e stretto corridoio, completamente buio. Sto arrivando, Mello. Eccomi che arrivo.



Angolo dell'autrice : E anche Mello fa la sua comparsa! Ora chi manca? Matt e basta, il nostro mitico nerd super figo! Allora questo capitolo personalmente mi piace molto e trovo molto toccante la scena in cui Lena e L si danno il loro ultimo addio, prima che lei salga in macchina. Bene, dal prossimo capitolo appariranno tutto il tempo Mello e Matt, so che molte di voi aspettavano il momento con ansia!
Bene, bacioni e grazie a tutti,
Hope

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Capitolo 33
*** Mello ***


CAPITOLO 33
" MELLO"



Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche



L'uomo mascherato passa dallo strattonarmi con violenza per un braccio a puntarmi la pistola sulla schiena per costringermi a percorrere lo stretto corridoio buio, non riesco a vedere assolutamente nulla e mi sento cieca. Il braccio che l'uomo ha strattonato violentemente adesso pulsa, credo che mi si formerà un bel livido che resterà per un po' di tempo. Il corridoio è umido e fresco, e costringo l'uomo a fermarsi in modo che io possa togliere le scarpe col tacco diventate fastidiose e strette. L'uomo prende le mie scarpe e poi mi ordina di continuare a camminare, il pavimento del corridoio è freddo e scivoloso sotto i miei piedi nudi che rabbrividiscono a ogni passo. Nel buio, strofino una mano contro il braccio strattonato, quell'uomo ha una presa molto forte. 
Dopo quelli che sembrano anni, finalmente l'uomo mi ordina di fermarmi. Suppongo siamo arrivati. L'uomo mi supera e bussa quattro volte a quella che deve essere una porta, ma è così buio che non riesco a distinguere la sagoma di nessun oggetto e di nessun essere umano, mi chiedo come faccia l'uomo mascherato a vederci così chiaramente. Che la maschera sia dotata di infrarossi? Probabile.
La porta si apre le la luce mi acceca, sono costretta a chiudere gli occhi. Li riapro e sbatto le palpebre più volte, per abituare i miei occhi alla luce mentre l'uomo mi fa entrare spingendomi la schiena con la pistola. Che cavaliere. Ci ritroviamo in una stanza, il pavimento marrone di legno e le pareti gialle, sembra quasi una sottospecie di salotto. Ci sono decine di tavoli con sopra molti computer portatili, e al centro un tappeto viola e tre divani lilla posizionati a forma di U al contrario. Mello deve essersi organizzato molto bene. Non sembra male come posto, se vogliamo contare la presenza di alcuni uomini/gorilla che mi fissano.
- Molla la presa, Y462 - tra i uomini/gorilla riesco a riconoscere Mello, seduto sullo schienale di uno dei tre divani, con una mano si regge per non cadere - Adesso non può più scappare -
Il primo pensiero che riesco a formulare appena il mio cuore finisce di fare salti mortali in cui rischio di rimanerci secca è : Mello è sempre stato così sexy? O forse nel corso degli anni è notevolmente migliorato? Lo vedo mentre scende dal divano. I suoi capelli biondi e sottili come fili sono cresciuti ma sono rimasti pettinati col solito caschetto, gli occhi piccoli sono due lastre di ghiaccio freddo e distaccato, tanto impenetrabile quanto ipnotizzanti, le sue labbra sottili incurvate nel solito ghigno malefico o di sfida che tanto mi mancava. Riesco a intravedere il fisico ben scolpito sotto i pantaloni di pelle nera e il gilet nero, ha persino un rosario di legno attaccato al collo mentre le sue mani sono avvolte in guanti neri e sempre di pelle. Ha fatto progressi il biondo.
Mello mi si avvicina, mentre a fatica riesco a rimanere ferma e a non saltargli addosso. L'uomo mascherato, questo Y462, abbassa finalmente la pistola e si fa da parte, lasciando che Mello mi si avvicini - Chi non muore si rivede, eh? - Mello mi rivolge il solito ghigno malefico. Mi sta lanciando una sfida, glielo leggo in faccia. Vuole vedere se la sua amica è rimasta sempre la stessa oppure lavorare per la polizia l'ha cambiata.
Accetto la sfida, alzando con indifferenza un sopracciglio - Potrei dire lo stesso di te. Piuttosto, rapire la figlia del sovrintendente Yagami era il modo più gentile che tu conoscessi per chiedermi di venire qua? -
Mello si ferma di fronte a me, le sue scarpe sfiorano i miei piedi. E' diventato davvero alto, sono costretta ad alzare lo sguardo per guardarlo negli occhi. Lo sento mentre sorride, ha capito che la sua Lena non è cambiata di una virgola - Se ti avessi semplicemente chiamata sono certo che non saresti venuta -  dice mentre la sua mano mi sfiora il fianco destro, facendomi rabbrividire.
- Forse si, forse no - alzo le spalle - Adesso direi che inutile discuterne, dato che hai ottenuto ciò che volevi e adesso sono qui -
Mello mi cinge i fianchi, attirandomi a se e stringendomi contro il suo corpo ben fatto. Non è mai stato bravo con gli abbracci, ma va bene così. Appoggio semplicemente la fronte sulla sua spalla, lasciandomi abbracciare. Mi mancavano le sue braccia forti e il suo profumo intenso di cioccolata extra fondente.
- Accidenti, Mello - la voce di un uomo/gorilla arriva alle mie orecchie. Alzo la fronte per guardarlo, e decreto che è decisamente brutto, pelato e con la barba che sembra non essere tagliata da tempo, vestito in giacca e camicia e una catenina d'oro che gli pende dal collo. Che schifo, provo ribrezzo - Te la sei scelta proprio bene, eh? -
Te la sei scelta? Aspetta un attimo, che intende dire? Mello si volta a guardare il gorilla, mentre sorride consapevole e i suoi occhi si fanno seri, ghiacciando l'uomo in meno di un'istante. Nonostante Mello sia il più giovane nella sua ... ehm ... squadra, se così possiamo chiamarla, incute parecchio terrore e tutti lo rispettano come se fosse il capo. Anche alla Wammy's House era così - Già, ed è tutta mia. Quindi guai a voi se osate sfiorarla anche solo col pensiero, sono stato chiaro? -
I gorilla annuiscono. Mello è sempre stato così autoritario o sono io che mi sono persa qualcosa in questi anni che non l'ho più visto? Mello mi fa cenno di seguirlo attraverso un corridoio meno lungo e più illuminato, ma comunque abbastanza stretto. Il suo braccio continua a cingermi protettivo i fianchi mentre ci fermiamo davanti a un'altra porta e senza bussare entra.
- Questa è la tua stanza - mi spiega mentre entriamo.
Non pensavo che avrei avuto una stanza tutta mia. Non è molto decorata, ma almeno ho un posto dove permettermi un po' di privacy. C'è una semplice brandina con tanto di materasso e coperta, una cassettiera, uno specchio appeso alla parete e una sedia. Ammetto che questa è la stanza più squallida in cui io sia mai stata, ma cercherò di accontentarmi. Tanto molto presto tornerò da L in Giappone, questo pensiero mi conforta e mi costringe ad andare avanti.
- E' ... carina - commento, guardandomi attorno e allontanandomi da Mello per avvicinarmi allo specchio. Nonostante durante il viaggio in macchina con Watari per andare in aeroporto abbia versato qualche lacrima di troppo, il trucco non si è troppo sciupato e ho solo i capelli corti leggermente spettinati. Il vestito ha solo qualche piega sulla gonna, ma per il resto direi che sono più che accettabile. Mi volto a guardare Mello, incrociando le braccia davanti al petto - Che intendeva dire il gorilla? -
- Stai parlando di Rod? - Mello si avvicina alla brandina e ci si siede sopra, facendo cigolare le molle del materasso. Ho come il netto presentimento che mi ritroverò a terra appena mi ci stenderò sopra, non sembra molto stabile e sicuro - Prima del tuo arrivo ho detto che tu saresti stata una perfetta puttanella personale per me, oltre che a un'ottima fonte per scoprire i piani di L per catturare Kira -
Puttanella personale? Spero stia scherzando, lui sta scherzando sicuramente. Alzo un sopracciglio, facendo una smorfia disgustata che sembra divertire molto Mello, anzi, moltissimo direi - Non ho intenzione di fare ... insomma ... la puttana, ecco -
- Questo purtroppo lo so - risponde Mello - Ma almeno Rod e gli altri ti staranno alla larga per tutto il tempo che resterai qui, lo sanno che è meglio che non tocchino le mie cose -
Gli sorrido, lanciandogli l'ennesima sfida - Non sono un oggetto, Mello, e non sono nemmeno tua -
- Devo tentare di convincerti, bimba? -
Bimba. Quanto tempo è passato da quando mi chiamava bimba. Era un soprannome che amavo e odiavo allo stesso tempo, il solo udirlo mi lasciava interdetta per almeno qualche secondo. Il mio cuore smette di battere per una frazione di secondi, per poi riprendere poco dopo ancora più forte. Potrei svenire da un momento all'altro, mentre i ricordi prendono vita davanti ai miei occhi.
- Grazie ma no - sorrido.
Lo sguardo di Mello comincia a studiarmi, partendo dai capelli corti, indugiando sul vestito nero che mi copre perfettamente il corpo, scivolando sulle gambe lunghe e slanciate e fermandosi sui miei piedi nudi - Devo dire che sei messa bene, bimba -
Lo prendo come un complimento - Grazie, anche tu hai fatto progressi -
- Perché sei senza scarpe? -
Faccio una smorfia - Lo sai che l'eleganza non è il mio forte -
Mello ride, divertito - Vedrò ti procurarti qualcosa, allora -
- Cerca anche di procurarmi dei vestiti, dato che non ne ho -
- Lo sai che non mi scandalizzo, vero? - Mello mi sorride maliziosamente.
- Hai fatto progressi anche con la simpatia, vedo -
Mello si alza, facendomi cenno di andare - Devo farti vedere una cosa -
Io lo seguo, mentre usciamo dalla mia stanza e ripercorriamo il corridoio, ma invece di tornare nel salotto dove i gorilla continuano a parlare indisturbati, saliamo due rampe di scale che portano a un piano immerso nell'oscurità, e fa freddo. Mello mi cinge le spalle, come per guidarmi in mezzo al buio e allo stesso tempo riscaldarmi. Le braccai di Mello sono calde, mi sento subito meglio mentre mi stringo contro il suo petto saldo e muscoloso, lo sento sorridere, dimenticavo che a lui piace essere ricoperto di attenzioni. Sopratutto le mie. Mello bussa due volte su una porta larga e quadrata, prima di entrare. Entriamo in una stanza molto grande, ricoperta interamente da computer e da schermi appesi alle pareti che emanano una fastidiosa luce azzurra. C'è una scrivania in fondo alla stanza, e oltre ad alcuni computer ci sono dei microfoni e qualcuno è seduto su una sedia, chino e con la schiena curva su un computer portatile, troppo occupato e concentrato per rivolgerci la minima attenzione.
- Abbiamo visite, Matt - lo chiama Mello, mentre si richiude la porta alle spalle.
Il mio cuore smette di battere, definitivamente. Non può essere, lui non può essere davvero qui. Deve essere un sogno troppo bello per essere vero, devo essere svenuta e questo è tutto un sogno programmato dal mio cervello per farmi stare malissimo quando mi sveglierò. Ma quando il ragazzo chino sul computer si volta di scatto al solo sentire la voce di Mello, ho la certezza che si tratti veramente di Matt, del mio Matt. I capelli rossicci spettinati e sbarazzini, gli occhi verdi e grandi profondi come pozzi e brillanti come cento stelle cadenti, il sorriso sempre accennato su quelle labbra irresistibili, il fisico snello ma comunque davvero notevole e la sua altezza che mi sconvolge. Indossa una maglia a righe orizzontali rosse e nere, i soliti occhialini arancioni strambi di cui non mi ricordo mai il nome che gli pendono dal collo e i jeans strappati. Matt, sei proprio tu.
- Guarda un po' chi si rivede - Matt si alza dalla sedia, raggiungendo me e Mello mentre s'infila le mani nelle tasche dei jeans strappati con disinvoltura - Ciao, Lena -
Senza riuscire ad aprire la bocca per parlare, senza nemmeno salutarlo, gli getto le braccia al collo e lo abbraccio, affondando la testa nel suo petto muscoloso. Puzza di fumo, come ai vecchi tempi, e inizialmente le mie narici sentono un fastidio tremendo a quell'odore così sgradevole che impregna i suoi vestiti, ma ignoro tutto quando e continuo ad abbracciarlo. Matt mi stringe forte a se, le sue labbra si posano sul mio collo scoperto, facendo partire una scarica di brividi per tutto il mio corpo a partire dal punto dove a poggiato le labbra.
- Io non ho avuto un simile trattamento! - protesta Mello, scocciato.
- Non è mica colpa mia se io sono più bello di te - ribatte Matt, tranquillo. Mi mancavano quei battibecchi in cui i due ragazzi discutevano su chi fosse il più bello e chi fosse il più intelligente.
- Cazzate - replica Mello - E ora staccati da lei se non vuoi che ti mozzi un braccio -
Sbuffo, mentre mi stacco svogliatamente da Matt e mi volto a guardare Mello, fintamente offesa - Almeno lui non ha intenzione di utilizzarmi come una prostituta personale - gli faccio notare, mettendomi le mani sui fianchi con aria saccente e alzando il mento con fare arrogante.
Matt ghigna, avvicinandosi a me maliziosamente - Questo non vuol dire che non l'avrei fatto anch'io -
- Mi fate davvero schifo - 
- Già, anch'io sono felice di vederti -
- Pure io, ma potevate anche fare a meno di farmi conoscere i gorilla -
Matt alza un sopracciglio, confuso - Hai conosciuto Rod? -
- Solo lui, fortunatamente - annuisco - E non ho intenzione di conoscere anche gli altri -
- Ma come, non ti sono simpatici? - dice ironicamente Mello, sorridendomi in modo canzonatorio mentre mi guarda beffardamente, ci sono volte in cui quegli occhi di ghiaccio mi fanno solo infuriare, vorrei spaccargli le iridi per vedere cosa ci sia dentro.
Alzo le spalle, indifferente - Le scimmie non rientrano nella categoria dei miei animali preferiti, dovresti saperlo -
Mello annuisce - Ora lo so -
Sorrido anche io, sono felice di aver ritrovato i miei due migliori amici. Nonostante siano cresciuti e migliorati in tutti gli aspetti, sono rimasti identici a quando ci siamo conosciuti. Mantengono l'atteggiamento ostile e strafottente fuori, ma dentro sono estremamente generosi e buoni. Non so come farei senza di loro, davvero.



* * *



Inorridita, fisso gli abiti che Mello mi ha portato nella mia nuova stanza. Alzo lo sguardo, fissandolo con una smorfia di puro disgusto - Che cosa sono quelli? -
Mello alza gli occhi al cielo, mentre si siede accanto ai vestiti che ha appoggiato sulla brandina in modo da potermeli mostrare e naturalmente sono costretta ad approvarli. Invece mi fanno letteralmente schifo - Vestiti, che cazzo ti sembrano? -
- Questi non sono vestiti - ribatto, avvicinandomi a sollevare con due dita un pantaloncino che a malapena mi coprirebbe le parti intime - Questi sono completini da prostituta, e non ho intenzione di infilarmeli -
Mello ghigna, scuotendo il capo, sconfortato. Quando rialza gli occhi per incontrare i miei, gli vedo brillare una lieve luce di malizia in quel ghiaccio che mi fa sciogliere, mentre sembra parecchio divertito dalla mia espressione inorridita - Secondo me ti starebbero bene -
- Certo, se di professione facessi la prostituta! -
- Saresti una bella puttana -
- La tua finezza è veramente stimolante - mormoro, sollevando un top che solo a vederlo sembra stretto e che mi coprirà a malapena il seno e metà pancia - Ma lo prenderò come un complimento, quindi grazie -
- Era un complimento, infatti -
Sorrido, Mello non è mai stato bravo a fare complimenti. Qualcuno bussa alla porta e la testa rossa di Matt s'infila nella mia stanza, mentre con una mano si copre gli occhi. Scoppio immediatamente a ridere, lasciando cadere il top nel mare di vestiti che Mello mi ha portato.
- Sei vestita? - mi chiede Matt.
- So che stai sbirciando tra le dita - rispondo - E si, sono vestita -
Matt sorride e si toglie la mano dagli occhi, chiudendosi la porta della camera alle spalle. Avvicinandosi alla brandina, osserva con un sopracciglio alzato i vestiti e poi guarda Mello - Glieli hai portati tu, immagino - indica gli indumenti.
- Già - risponde Mello, mentre estrae dalla tasca dei pantaloni di pelle una tavoletta di cioccolata avvolta in una spessa carta verde smeraldo. Cominciavo quasi a preoccuparmi che la sua mania per il cioccolato fosse svanita, sono felice di constatare che non è così.
- Non avresti potuto fare di meglio - si complimenta Matt, mentre continua ad osservare i vestiti con una punta di malizia nella voce. Alza gli occhi coperti dagli strambi occhialini gialli rotondi e mi osserva - Non dirmi che te li sei già provati -
- Non ho intenzione di farlo - scuoto il capo.
- Allora come faccio a sapere se la misura è giusta? - ribatte Mello.
- Non hai trovato dei vestiti più ... decenti? -
- Ascolta - Mello morde la cioccolata e ne stacca un grosso pezzo, per poi masticarlo e mandarlo giù - Ho detto ai gorilla che tu saresti stata la mia puttanella personale, se ti vedono andare in giro con vestiti decenti non ci crederanno mai e allora salterebbe la tua copertura. Quindi adesso infilati quei cazzo di vestiti e ... -
- Non osare dirmi cosa devo fare, biondo - sibilo.
- Se non ti metti quei cazzo di vestiti giuro che te li metto io con la forza -
- Non provarci nemmeno -
- Andiamo, fallo contento - si intromette Matt, alzando gli occhi al cielo. Ha veramente una grande pazienza se riesce a sopportare Mello, e una grandissima forza di volontà che io ammiro molto.
Mello ghigna, dando una gomitata a Matt - Lo dici solo perché anche tu vorresti vederla -
- Non ho mai detto il contrario -
Prendo dal mucchio un vestito, blu notte, senza spalline e con la scollatura a cuore, la gonna arriva a malapena a coprirmi le parti intime. E' il vestito più decente che ci sia tra quelli che Mello mi ha portato, e potrò tenermi la gonna con le mani. Facciamolo, avanti - Dov'è il bagno? -
- Alle tue spalle - Mello mastica la cioccolata.
Non avevo notato di avere anche il bagno in camera, meglio così. Ci sparisco dentro, chiudendomi la porta alle spalle a chiave. Il bagno è un buco quadrato, e ci sto a malapena io in piedi. Mi infilo velocemente il vestito blu notte e piego quello nero che ho messo per il viaggio, mi sistemo velocemente i capelli con le dita e cerco un modo per mantenere la gonna ferma senza dover utilizzare le mani. Almeno sotto ho le mutande. Facendo un respiro profondo e consapevole di essere ridicola, esco dal bagno, tenendomi la gonna con le mani.
- Porca puttana - commenta Mello, sgranando i suoi occhi color ghiaccio.
Lo fulmino con lo sguardo, mi sento ridicola. Ma come fanno certe ragazze ad indossare vestiti del genere? E' stretto e mi sento tremendamente a disagio. Sia Matt che Mello rimangono ad osservarmi a bocca aperta, letteralmente, e gli occhi sgranati che gli escono dalle orbite.
- Ti sta bene - commenta semplicemente Matt.
- Mi faccio schifo - ribatto.
- Ti ci abituerai - alza le spalle Mello.
- Probabilmente no - replico - Bene, vado a cambiarmi e a mettermi qualcosa di meno stretto - mi avvicino al cumulo di vestiti e cerco qualcosa che mi copra di più, sollevando centinaia di pantaloncini inguinali e top senza maniche. 
- Perché non rimani così? - mi chiede Matt.
- Mi faccio schifo - ripeto.
- Sei bellissima - ribatte Matt.
- Matt, non dovresti tornare a fare l'hacker? - gli domanda Mello, staccando anche l'ultimo pezzo di cioccolata e masticandolo rumorosamente mentre parla. 
Matt si alza, sbuffando sonoramente mentre raggiunge la porta con passi pesanti e cominciando ad imprecare in modo poco fine - Agli ordini - prima di sparire dietro alla porta di legno marcio e rovinato, mi rivolge un'occhiata complice e mi sorride in un modo così dolce che potrei sciogliermi in meno di un secondo - Stammi bene, dolcezza -
Gli sorrido anche io, mentre Matt chiude la porta. Rimaniamo soli io e Mello. Finalmente trovo un paio di pantaloncini normali e una canotta semplice, li metto da parte e comincio a piegare ordinatamente il resto dei vestiti, in modo da poterli sistemare nella cassettiera a mia disposizione. Sono così assorta nei miei pensieri e nel mio lavoro che nemmeno mi accorgo delle mani di Mello che da dietro si poggiano sui miei fianchi. Non mi volto nemmeno a guardarlo, il cuore che mi batte impazzito.
Una domanda mi viene in mente - Perché hai cacciato via Matt? - gli chiedo.
- Ha del lavoro da fare, e non mi piace che trascuri il suo lavoro - risponde Mello. Sta mentendo, forse un'altra persona al posto mio non lo noterebbe, ma io lo riconosco subito quando Mello mente o è sincero. E adesso sta mentendo.
Faccio finta di credergli - Capisco - mi volto a guardarlo, sorridendogli. 
Mello mi cinge i fianchi con un braccio, attirandomi a se. Il mio cuore smette di battere quando sento i nostri corpi aderire e il suo naso sfiorare il mio, il profumo di cioccolato fondente mi manda in estasi. Il mio cervello mi ordina di allontanarmi da lui, ma non ci riesco. Infatti, non mi sorprendo quando le labbra sottili di Mello si posano sulle mie, da subito voraci e affamate. E non so per quale motivo gli cingo il collo con le braccia e rispondo al bacio con la stessa passione, anzi forse maggiore, di quella che ci sta mettendo lui. Il biondo la prende come una sfida e approfondisce il bacio, le sue mani mi accarezzando i fianchi e la schiena con desiderio, mentre le sue labbra divorano le mie e le assaporano, mi viene un tuffo al cuore quando sento la sua lingua sfiorare maliziosamente la mia. Faccio scorrere le dita nei fili dorati dei suoi capelli, lucidi e lisci, mentre la mia mente vaga lontana e nessun pensiero osa disturbare questo momento. Non pensavo che il mio primo bacio con Mello potesse essere così intenso e sensuale, mentre la presa delle mani di Mello sui miei fianchi diventa sempre più possessiva. 
Come un fulmine disturba la quiete del cielo sereno, improvvisamente l'immagine di L mi si para davanti agli occhi e mi impedisce di proseguire. Mi stacco bruscamente da Mello, aprendo di scatto gli occhi e portandomi entrambe le mani sul cuore, che batte come impazzito. Dannazione, come ho fatto a dimenticarmi di L? Non avrei dovuto assecondare Mello con questo bacio, adesso avrà sicuramente frainteso tutto.
- Che c'è, bimba? - mi chiede Mello.
- Qualcuno potrebbe entrare da un momento all'altro e vederci - mento, cercando di mantenere un tono di voce fermo e tranquillo mentre il mio cuore riprende a battere a velocità normale.
- E lascia che ci vedano - Mello mi cinge ancora i fianchi, ma questa volta lo allontano con una spinta leggera sul petto duro e muscoloso, facendolo arretrare appena.
- No, Mello - scuoto il capo - Preferisco di no -
Inizialmente Mello è sul punto di ribattere, ma poi annuisce e si infila le mani nelle tasche strette dei pantaloni di pelle nera. Mi posa un bacio sulla guancia sinistra, è talmente dolce e casto che mi sembra così strano che provenga dalle sue labbra, mi lascia piacevolmente sorpresa. Le sue labbra si posano sul mio orecchio - Ci vediamo dopo -
Annuisco. Senza voltarmi, sento i suoi passi raggiungere la porta, aprirla e chiuderla. Non so per quale motivo io abbia ceduto a Mello, senza oppormi, senza protestare. Ma non voglio dirgli quello che c'è tra me e L, forse perché non so nemmeno io se io e il detective siamo fidanzati oppure in una fase di sviluppo non ancora precisata. Mi lascio andare in un sospiro di sollievo, mentre mi siedo per terra, il pavimento è freddo come ghiaccio. Oppure sono gli occhi di Mello a farmi questo effetto, a raffreddare in modo surreale tutto cui che mi circonda? 


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Capitolo 34
*** Matt ***


CAPITOLO 34
" MATT "



Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche



Sono passati tre giorni dal mio arrivo alla base di Mello, e da tre giorni cerco di non rimanere sola con lui e costringo ogni volta Matt a restare con noi. Fortunatamente Mello e i suoi gorilla non hanno ancora cercato di estrappolarmi informazioni riguardanti il caso Kira o L. Devo trovare un modo per convincere sia Matt che Mello a venire con me in Giappone da L e collaborare per la cattura di Kira, basta che non vengano a sapere che Near è già entrato in contatto col detective. Missione impossibile, dato che loro già lo sanno.
E' mezzanotte meno dieci minuti e non sono ancora riuscita ad addormentarmi. Fortunatamente la brandina che Mello mi ha messo a disposizione non ha dato segni di cedimento, ed è persino comoda, ma questa notte il sonno non sembra volermi catturare. Infilandomi un paio di pantaloni lunghi e una maglia, esco alla ricerca dell'uscita di questa base o di un balcone. Ho davvero bisogno di prendere una boccata d'aria fresca, devo distrarmi dalle improvvise attenzioni di Mello. Perché mi sono lasciata baciare? Perché mi ha baciata? Ho bisogno di raccontarlo a qualcuno, se mi tengo dentro tutte le domande che mi sono nate nel cervello e che continuano a torturami finirò per scoppiare. 
Salgo al piano dove si trova la sala monitor, quella dove solitamente lavora Matt. Trovo una porta finestra semi chiusa, la apro e con mia grande gioia trovo un balcone non troppo grande e arieggiato, passa un bel venticello frizzante e rinfrescante, proprio quello che desideravo. Mi chiudo la porta finestra alle spalle e quando raggiungo la ringhiera non troppo alta di ferro battuto, noto che non sono sola. Intravedo nell'aria una piccola nuvola grigia, anzi un filo sottile che puzza e si disperde nell'aria dopo pochi secondi, una sigaretta visibilmente accesa. Sorrido nel buio,,è impossibile non riconoscere la chioma rossa spettinata di Matt anche nel buio.
- Buona sera, dolcezza - mi saluta Matt, prendendo tra l'indice e il medio della mano destra la sigaretta accesa e sbuffando una nuvola di fumo grigio inizialmente densa, che poi si disperde e si confonde col venticello fresco della sera - Non riesci a dormire? -
- Esatto - annuisco, mentre rabbrividisco appena dal freddo. Matt ha i soliti jeans strappati e una canottiera grigia a tinta unita che risalta gli addominali visibilmente scolpiti, mentre gli occhialini arancioni gli coprono gli occhi verdi e probabilmente li riparano anche dal fumo. Non sembra avere freddo, anzi, sembra a proprio agio - Tu che ci fai qui? -
- Mello mi impedisce di fumare durante il lavoro, praticamente durante l'intera giornata - mi spiega Matt, rinfilandosi la sigaretta tra le labbra strette - La notte è l'unico momento in cui posso fumare senza che lui venga a rompere il cazzo. E poi fumare mi aiuta a pensare, e a distrarmi -
Una domanda mi trapassa il cervello, ma ho quasi paura di porgliela mentre incrocio le braccia davanti al petto per bloccare qualche brivido di freddo che mi percuote tutta da capo a piedi - A te non interessa lavorare per la mafia, non è vero? -
Matt alza le spalle, mentre osserva il cielo scuro, cupo e privo di luna. C'è solo qualche stella che punteggia quel manto blu, regalando qualche spiraglio di luce a chi si ferma ad ammirarne la bellezza - Nemmeno a Mello interessa. Voleva solo trovare degli alleati che stessero ai suoi ordini e che lo aiutassero a raggiungere i suoi obbiettivi. Sopratutto, gente che non avesse nulla da ridire sui suoi modi di fare -
- Non hai risposto alla mia domanda - gli faccio notare.
- Hai ragione - conviene Matt - No, a me non interessa fare l'hacker per un branco di scimmie analfabete e di occuparmi dello spaccio di droga. Volevo solo che Mello non commettesse qualche pazzia -
- Grazie per averlo accompagnato, Matt - forse non dovrei ringraziarlo, ma mi sento in dovere di farlo. Se Matt non fosse qui, chissà se Mello sarebbe vivo o morto, chissà dove sarebbe. Matt è l'unica persona che riesce a tenerlo coi piedi per terra, che riesce a frenarlo quando necessario, a incentivarlo se c'è bisogno. 
Matt alza le spalle, con indifferenza. Improvvisamente, tira fuori dalla tasca dei pantaloni strappati un pacchetto di sigarette e lo apre con un semplice gesto. Me ne porge una, mentre le sue iridi verdi spostano l'attenzione su di me - Vuoi? -
- Non fumo -
- Non sarà una sigaretta ad ammazzarti -
Sospiro, mentre ne afferro una tra l'indice e il pollice di una mano e Matt infila in tasca il pacchetto di sigarette - Non so come si fa - 
Sento Matt sorridere, mentre mi fa cenno di infilarmi la sigaretta in bocca. Io obbedisco, Matt tira fuori l'accendino dall'altra tasca dei jeans e mi si avvicina per aiutarmi ad accenderla. La fiamma arancione improvvisamente illumina i nostri visi, per poi spegnersi quando entra a contatto con la mia sigaretta. Matt infila l'accendino in tasca - Aspira quanto fumo ti è possibile e poi butta fuori -
Dopo un'attimo di esitazione, aspiro. Sento la nicotina passare dalla gola, incendiandola completamente, e poi raggiungere i polmoni e mandarli a fuoco. Immediatamente, tolgo la sigaretta dalla bocca e tossisco, portandomi una mano alla bocca e piegandomi in avanti. Matt sorride, dandomi una pacca sulla spalla.
- Riprova, forza - mi dice.
- E' necessario? -
- Ci farai l'abitudine e poi comincerà persino a piacerti -
Riluttante, mi rimetto la sigaretta in bocca e tento di aspirare altro fumo. Questa volta il bruciore alla gola e ai polmoni è più tenie e persino piacevole, forse Matt aveva ragione. Il vizio del fumo è una delle cose che odio con tutto il cuore, ma è come se a ogni nuvoletta di fumo che faccio uscire dalle labbra contenesse ogni mio pensiero negativo e positivo. Non ho intenzione di diventare come Matt, probabilmente questa sarà la mia prima e ultima sigaretta.
- Cosa ti turba? - mi chiede improvvisamente Matt, aspirando del fumo dalla sua sigaretta quasi terminata. Mi chiedo quante sigarette consumi al giorno, il rosso. 
Non so come abbia fatto Matt a leggermi nel pensiero, forse mi conosce da così tanto tempo che i miei pensieri sono diventati i suoi - Niente -
- C'è qualcosa che ti turba - ripete Matt - Avanti, dimmelo -
Esito, sbuffando fuori altro fumo e chiudendo gli occhi. Lascio che il fumo si disperda nell'aria, che la puzza diminuisca fino a scomparire, e solo allora aspiro altro fumo dalla sigaretta. Posso davvero parlare con Matt di quello che è successo tra me e Mello? E anche quello che c'è tra me e L? Non sarà più il mio ragazzo, ma è comunque una delle persone più importanti della mia vita.
Riaprendo gli occhi, comincio a raccontargli tutto. Di come ho conosciuto L, della convivenza, della cena con Light Yagami, delle indagini per conto della YB Corporation, della comparsa di Near, della notte trascorsa con L, della chiamata di Mello fino ad arrivare al mio arrivo. Li esito qualche istante, prima di raccontagli di ciò che ha detto Rod e del bacio con Mello. Durante tutto il racconto, Matt rimane immobile a fissare il cielo punteggiato da poche stelle e continua a fumare la sua sigaretta, esaurendola fino al filtro.
- Un gran bel casino - commenta, mentre sbuffa fuori l'ultima nuvoletta di fumo.
Annuisco, ha proprio ragione - Non farne parola con nessuno - lo supplico.
- Tranquilla, dolcezza, non amo i pettegolezzi - Matt lascia cadere a terra ciò che gli rimane della sigaretta, per poi passarci un piede sopra e cominciare a pestarci sopra mentre il suo sguardo rimane tranquillo - E quindi tu e L ... diciamo che state insieme, no? -
Mi stringo nelle spalle - Credo di si -
- E pensare che alla Wammy's House era praticamente il nostro mito, una leggenda - Matt sorride, mentre scuote il capo, probabilmente sta ricordando parecchie giornate passate a tentare di risolvere i casi che Watari ci proponeva.
Sorrido anche io - Ci ho pensato anche io -
- Ma adesso devi scegliere : lui o Mello? Il tuo mito oppure il tuo migliore amico? -
- Se sapessi cosa scegliere non mi ritroverei in questo casino, ti pare? -
- Probabilmente hai ragione - conviene Matt.
Mi appoggio con entrambe le mani alla ringhiera di ferro battuto, mentre tengo la sigaretta in equilibrio tra le labbra strette. Lascio che il vento fresco mi accarezzi il viso, facendomi rabbrividire appena, lasciando che faccia da sottofondo ai miei pensieri insieme all'odore sgradevole del fumo. Con una mano mi tolgo la sigaretta dalle labbra - Mello è sempre stato il mio migliore amico, mi ha sempre aiutata nei momenti di difficoltà e con me cercava di nascondere la maschera da duro che lo caratterizzava. Mi ha sempre considerata come una sorella minore, come una bambina da proteggere e accudire. E così è stato. L invece è sempre stato una legenda, un mio sogno che solo adesso è diventato realtà e oltre a te è stato la mia prima cotta. Il legame che siamo riusciti a creare è qualcosa di speciale, che nemmeno io riesco a descrivere. Non ho creato tutto questo solo perché dovevo scoprire il suo passato per la YB Corporation. Ma perché sono stata io a volerlo -
Matt sospira - Io penso che tu sappia cosa vuoi realmente, Lena. Solo che hai paura di ferire i tuoi stessi sentimenti e anche quelli di chi ti circonda. Quindi, ti dico di fregartene di ciò che potrebbe scatenare la tua scelta nelle persone che ti circondano e pensa a far star bene solo te stessa, per il momento. Se L è l'uomo che ti rende felice, allora stai con lui e fregatene di ciò che potrebbe fare o pensare Mello. Se invece è Mello l'uomo con cui vuoi stare, chiedi scusa a L e stai con lui -
Annuisco - Mi sa che hai ragione -
Matt sta per estrarre nuovamente il pacchetto di sigarette per prenderne un'altra da accendere e fumare, ma io lo fermo e gli porgo la mia sigaretta accesa, consumata solo a metà - Prendi la mia, io non la finisco - gli dico.
Matt annuisce e mi prende la sigaretta tra le mani, infilandosela tra le labbra - Se hai bisogno di parlare sai che io ci sono, vero? -
- Adesso lo so -
- Mi trovi qui praticamente tutte le sere. Ma per te potrei anche saltare qualche ora di sonno, dolcezza -
- Non dormi mai? -
Matt scuote semplicemente il capo, aspirando dalla sigaretta. Mi avvicino a lui e lo abbraccio, circondandogli la vita con entrambe le braccia e posando la guancia sul suo petto, mentre con la mano libera Matt mi accarezza la schiena. Forse i miei sentimenti per Mello non sono identici a quelli di L, forse avrò sempre un debole per Mello, ma sono certa che Matt rimarrà solo il mio migliore amico.
- Sono felice che tu sia qui - mi dice Matt.
- E io sono felice che tu sia qui con me. Solo promettimi che cercherai in tutti i modi di non lasciarmi mai più sola con Mello, mai -
- Non ti prometto nulla, dolcezza, sai che non ne sono capace -



* * *



Sia io che Matt torniamo all'intero della base, chiudendoci la porta finestra alle spalle mentre l'oscurità ci avvolge come una coperta. Matt mi prende per mano e mi guida attraverso il corridoio e le scale, deve aver percorso questa strada centinaia di volte e deve averlo fatto anche al buio. Nella mia mente riecheggia l'ultima frase detta da Matt poco prima di rientrare e di spegnere la sigaretta, gettando il cumulo di cenere prodotto dalle sue scarpe giù dal balcone e lasciando che il vento se lo portasse via.
"Non ti prometto nulla, dolcezza, sai che non ne sono capace". 
Forse ho capito cosa intendeva dire. Molto probabilmente stava alludendo all'ultima volta che ci siamo parlati alla Wammy's House, in una circostanza poco piacevole. Ricordo tutto con molta precisione, come se fosse una cosa appena accaduta, ricordo ogni dettaglio di quel momento, ogni emozione vissuta, ogni parola pronunciata e udita. 



I miei pugni si stringono lungo i fianchi, sento le nocche sbiancare per l'eccessiva forza che ci metto nel compiere quel gesto. Cerco di concentrare la mia rabbia e la mia delusione in quei pugni, cerco di farla scivolare fuori dal mio corpo facendo respiri profondi, ma la rabbia si accumula e cresce, rimanendo nella mia testa e nel mio cuore. Ha cominciato a piovere da poco, una pioggia leggera e tranquilla, la primissima pioggia di primavera. Vedo le foglie degli immensi alberi bagnarsi e diventare lucide, mentre un leggero vento muove i rami. Io rimango ferma sotto la pioggia, i capelli corti a poco a poco si bagnano e anche i miei vestiti. Ma anche la chioma rossa a pochi metri da me non si muove, mentre tranquillo s'infila le mani nelle tasche dei pantaloni neri.
I miei occhi fulminano quelle iridi verdi, rabbiose e deluse - Mi avevi promesso che mi saresti sempre rimasto vicino, che non te ne saresti andato, che non mi avresti lasciata. Mi hai anche promesso che per te sarei stata l'unica, che saresti cambiato o che almeno ci avresti provato. Che fine hanno fatto tutte quelle promesse, eh? Matt, che fine hanno fatto, spiegamelo! -
Il rosso annuisce semplicemente, senza abbassare lo sguardo dal mio. Sembra così tranquillo mentre la pioggia gli inzuppa i capelli e i vestiti, così tranquillo mentre io gli rinfaccio senza timore tutta la mia rabbia e il mio rancore. Come se le parole gli entrassero da un'orecchio e gli uscissero dall'altro, ed è una cosa che non sopporto.
- Se vuoi lasciarmi va bene, ma almeno spiegami che fine hanno fatto quelle promesse, se me le hai fatte tanto per recitare la parte del fidanzato perfetto o se hai realmente tentato di mantenerle - scuoto il capo, mentre qualcosa di caldo mi bagna il viso, e non è pioggia. Le prime lacrime cominciano a fondersi con la pioggia, a confondersi perché una goccia vale l'altra - Io ti ho creduto, Matt. Ho creduto a tutte quelle dannate promesse, non capisci? E adesso cosa vuoi fare? Mollarmi qui, andare da Lynette e fare anche a lei tutte quelle promesse vuote? -
Avrei dovuto saperlo che Matt non sarebbe cambiato. Lui e Mello hanno sempre avuto qui alla Wammy's House la fama dei puttanieri donnaioli, e allora perché mi sono messa con Matt? Pensavo sarebbe cambiato, che per me sarebbe stato disposto a farlo. E invece? Lo ritrovo in biblioteca mentre bacia Lynette, la bella e popolare. Ma tanto, cosa sono io in confronto a Lynette? Lei è bella, popolare. Io sono ... io, semplicemente io.
- Mi dispiace, Lena - dice finalmente Matt, la sua voce è neutrale - Davvero -
- E' tutto quello che riesci a dire? Che ti dispiace? -
- Che cosa vuoi che ti dica? -
Chiudo per un'istante gli occhi, mentre le lacrime cadono copiose e anche la pioggia sembra farsi più intensa e insistente. Quando li riapro, le mie labbra lasciano scappare un singhiozzo strozzato e basso, come un rantolo in gola. Matt mi osserva, ma come fa ad essere così impassibile e neutrale mentre io sto piangendo per lui?
- Dimmi solo che non sono stata una semplice conquista - sussurro.
Matt annuisce - Non sei stata una semplice conquista, hai ragione - ma non capisco se lo dice per farmi contenta o perché è vero.
Sto per ribattere qualcosa, quando qualcosa si posa sulle mie spalle, qualcosa di asciutto e la pioggia sulla mia testa smette di cadere. Alzo lo sguardo, c'è un ombrello nero sulla mia testa e una coperta dello stesso colore posata sulle mie spalle. Mello mi cinge le spalle, sistemandomi la coperta. Mi indica la Wammy's House con un cenno del capo, il suo volto e la sua voce sono inespressivi - Forza, torniamo dentro -
Annuisco, mentre vedo il biondo rivolgere un'occhiata fulminea al rosso, che rimane impassibile anche a quello. Lascio che Mello mi guidi verso l'orfanotrofio, mentre rivolgo un'ultimo sguardo a Matt e le sue iridi verdi mi scrutino nel profondo. Volto lo sguardo e mi accoccolo contro il petto di Mello, inconsapevole che quelle iridi verdi avrebbero invaso i miei sogni per le notti avvenire.




Qualche giorno dopo l'accaduto sono scappata dalla Wammy's House, senza dire nulla a Mello e a Matt. Col passare degli anni ho perdonato Matt, perché ho capito che non è facile cambiare la propria natura e non è facile nemmeno nasconderla. Credo sia per questo motivo che ho la certezza di non potermi più innamorare nuovamente di Matt, forse perché sono consapevole che sarebbe uno sbaglio o forse perché il mio cuore ha deciso così. Ma è meglio, almeno so che c'è un'amico sul quale posso contare. D'ora in poi so che posso contare su Matt, che lui custodirà i miei segreti e le mie emozioni. Su questo lui è una cassaforte sicura, che se non hai la combinazione non si apre. Lui è la mia cassaforte. Il mio primo amore. Il mio primo pianto. Il mio primo litigio. E' il mio primo tutto, non riesco a dire altro se non questo, che Matt sarà sempre il mio unico vero amico.



Angolo dell'autrice : Ciao! Allora partiamo dal fatto che 153 recensioni mi mandano letteralmente su di giri, e non ne ho mai avute così tante, quindi : GRAZIE!!!!!!!!!!
Grazie veramente a tutti che mi sopportate e supportate, che leggete con curiosità e mi seguite con molto affetto, siete veramente i migliori lettori del mondo e mi riempite di certi complimenti che il mio amico Giacomo Leopardi fa prima ad andarnese in pensione! Poi, ho voluto dedicare un capitolo interamente a Matt dato che è uno dei miei preferiti, il mio nerd rossiccio. Spero vi sia piaciuto!
Bacioni e grazie,
Hope

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Capitolo 35
*** Sparo ***


CAPITOLO 35
" SPARO "




Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche




Seduta sul pavimento freddo della mia stanza, le gambe incrociate e le mani sui gomiti, osservo Mello stravaccato comodamente sul mio letto intento a rosicchiare l'ennesima tavoletta di cioccolato fondente e Matt seduto a cavalcioni su una sedia mentre, con lo sguardo perso nel vuoto, fuma una sigaretta. Il mio sguardo passa continuamente dal biondo al rosso, soffermandosi pochi secondi su l'uno e pochi secondi sull'altro. Direi che approfittare di questo momento di silenzio sia l'ideale, per convincere entrambi a venire in Giappone con me e lavorare con L.
Con finta indifferenza, il mio sguardo si sofferma su Mello - Come procedono le tue indagini per la cattura di Kira? - gli domando.
Mello smette per una frazione di secondi di rosicchiare come un topo la tavoletta di cioccolata, mentre i suoi occhi glaciali incontrano i miei. Poi stacca un grosso quadrato di cioccolata coi denti e comincia a masticarlo - Non procedono affatto -
Alzo un sopracciglio - Non volevi catturare Kira? -
Mello annuisce, mentre ingoia rumorosamente la cioccolata - Ma non procedono. Credo che farò un'altra telefonata a Yagami per estrapolare informazioni sulle indagini, dicendogli che se mi darà una certa quantità d'informazioni, e sopratutto quelle da me richieste, allora ti farò tornare indietro -
Matt sogghigna, mentre si toglie la sigaretta dalle labbra per sbuffare una nuvoletta di fumo grigio e puzzolente - Non la faresti tornare indietro lo stesso, Mello -
- Stai zitto - lo zittisce bruscamente Mello.
- E se invece di fargli una telefonata non vai direttamente da lui? - gli propongo, sorridendo appena.
Mello scuote il capo, addentando la cioccolata - Fare un viaggio per ottenere delle informazioni che potrebbero anche rivelarsi inutili? Preferisco telefonargli, gli incuterei più paura. Io ho un'ostaggio e lui non ha praticamente niente, sa che sono io ad avere il coltello dalla parte del manico -
Mi alzo in piedi, mi fanno male le gambe. Lo osservo, incrociando le braccia davanti al petto e guardando il biondo alzando un sopracciglio, mentre mi appoggio alla scrivania. Stare in piedi mo farà sicuramente meglio. - Sebbene io sia un tuo ostaggio, sia L che l'intera squadra ai suoi ordini sanno perfettamente che non oseresti torcermi nemmeno un capello, Mello. Quindi puoi minacciare il sovrintendente Yagami o un altro membro nella squadra quanto vuoi, L sa lo stesso che ... -
Mentre parlo nemmeno mi accorgo che Mello si è alzato improvvisamente dal letto e mi si è avvicinato, minaccioso. Quando i suoi piedi sfiorano i miei, estrae dalla cintura scura dei pantaloni di pelle un lungo coltello, la punta della lama sfiora la mia gola e automaticamente mi zittisco, sussultando. Gli occhi glaciali di Mello si riducono in due fessure strette, mentre sento il suo respiro sulla mia fronte.
- Non oserei torcerti nemmeno un capello, dici? - la sua voce è beffarda ma seria allo stesso tempo, un tono che con me non ha mai utilizzato. La punta del coltello mi accarezza e mi solletica la gola in verticale, fino a risalire sul mento - L non sa niente di me e di come sono cambiato durante gli anni alla Wammy's House, non sa che anche durante i giorni passati a cancellare ogni mia traccia da ogni luogo in cui sono stato mi ha cambiato -
Faccio fatica a trattenere i brividi mentre il coltello mi sfiora la guancia, disegnando un cerchio quasi perfetto - Però Near questo lo sa, o almeno è abbastanza intelligente da riuscire ad arrivarci, e lui lavora per L. Pensi che l'albino non abbia già rivelato a L tutto quello che sa su di te? -
Sento Mello cominciare a premere pericolosamente la lama sulla mia guancia, quando vedo spuntare la mano di Matt che riesce ad allontanare il coltello dal mio viso. Con una spinta leggera, Matt allontana anche Mello e la sua schiena mi fa da scudo, come per impedire che Mello mi si possa in qualche modo avvicinare - Non fare pazzie - gli intima - O sarai senza ostaggio -
Riluttante, Mello fa scomparire il coltello nella cintura dei pantaloni, da dove l'ha tirato fuori. Nella mia mente mi lascio andare a un respiro di sollievo e mi porto una mano alla guancia, se Mello avesse premuto ancora più forte mi avrebbe certamente fatto un graffio e probabilmente mi sarebbe rimasta una cicatrice. Sbuffo, mentre Matt si volta a guardarmi.
- Lascia perdere, è colpa mia - dico - Devo imparare a riflettere su ciò che dico -
Mello emette un verso di scherno - Vedo che hai imparato la lezione -
Lo ignoro e guardo Matt - Perché non lavorate con L? In questo modo potrete aiutarlo a risolvere il caso Kira e potrete fargli cambiare idea su chi sia il suo degno successore, rubare il posto a Near e fargli vedere che voi valete molto di più -
Matt mi sorride, mentre con un cenno della chioma rossa mi indica Mello, che ha ripreso in mano la sua tavoletta di cioccolata già iniziata e ha ripreso a staccare quadrati enormi e disumani - Il capo è lui - dice semplicemente.
- Non ho intenzione di collaborare con Near - ribatte Mello.
- Non vuoi collaborare con L? - lo stuzzico.
- Scommetto che Near non si trova nella stessa sede in cui si trova L, non è nel suo stile e Near preferisce che siano in pochi a conoscere il suo aspetto - s'intromette Matt, assecondandomi. Sono davvero felice che ci sia lui ad aiutarmi a convincere Mello di venire in Giappone, da sola sarebbe praticamente impossibile.
- Esatto - annuisco - Considera anche che ... -
Non faccio in tempo a finire la frase che un boato arriva dal salotto. Mello si precipita alla porta, spalancandola di colpo. Io e Matt lo seguiamo, in fretta. Quando raggiungo il corridoio, da dove è visibile il salotto dove fino a poco fa erano riuniti tutti i gorilla al servizio di Mello, la scena che mi si presenta davanti è orribile. I gorilla si riversano a terra, cadono mentre emettono versi strozzati e i loro occhi sgranati invocano silenziosamente pietà. Pochi secondi dopo, si accasciano a terra, morti. Arresto  cardiaco. Si sentono dei passi, poi un'altro boato.
Sento Mello afferrare con forza il mio polso e cominciare a trascinarmi, mentre comincia a correre e io con lui, Matt che ci precede come per farci strada. Non so esattamente cosa stia accadendo, ma corro senza chiedere spiegazioni e pensando solamente a mettermi in salvo insieme a Mello e Matt.
- E così si è messo in mezzo anche Kira - sento mormorare Mello, mentre corriamo - Non mi aspettavo che arrivassero così in tanti, mi hanno colto impreparato, merda! -
- Di cosa stai ... - cerco di chiedergli, mentre sento le gambe farmi male per lo sforzo e i miei polmoni si svuotano completamente, adesso sono costretta a fare lunghi respiri con la bocca per riprendere fiato e non fermare la corsa.
- Matt, vai di sopra, nella sala monitor! - mi interrompe Mello, correndo ancora più velocemente. Matt comincia a salire le scale così velocemente da sembrare invisibile e io e Mello gli siamo subito dietro. Matt lascia entrare per primi me e Mello nella sala monitor, poi chiude la porta sbattendola e cerca di sprangarla con alcuni cavi e cose del genere, mentre finalmente Mello lascia il mio polso. Mi massaggio il polso dolorante con una mano, siamo completamente immersi nel buio ma Matt e Mello si muovono con naturalezza e disinvoltura in mezzo a tutte le apparecchiature.
Mello afferra una specie di telecomando, Matt si rannicchia accanto alla porta. Stanno aspettando qualcosa, ma cosa? Mello mi cinge un fianco e mi attira accanto a se, siamo entrambi appoggiati alla scrivania di Matt.
Passano alcuni secondi di silenzio e di tensione, di attesa. Ma chi o cosa stiamo aspettando? Chi è riuscito a fare irruzione alla base? Si sentono dei passi provenire da dietro alla porta, poi ancora silenzio. 
- Togli quella roba da davanti alla porta, Matt - sussurra Mello - Chiunque siano i nostri ospiti, lasciali entrare -
Matt obbedisce, muovendosi cautamente e levando silenziosamente cavi e il resto che aveva messo per sprangare la porta. Dopo pochi secondi, la porta si apre lentamente e nel buio riesco a riconoscere la sagoma di un uomo armato e con una strana tuta. L'uomo avanza lentamente dentro alla sala monitor, dubito che riesca a vederci.
Mello preme un bottone del telecomando che ha in mano, e si sente un boato superiore a quelli precedenti, una vera e propria esplosione. La sagoma dell'uomo armato si volta a vedere quale sia stata la causa del boato, ma la voce di Mello lo blocca - Non muoverti - gli ordina - Ho appena fatto saltare tutti e due gli ingressi. Questo era un'avvertimento. La prossima esplosione farà saltare tutta la baracca. Ora fa come ti dico -. L'uomo non si muove, in attesa che Mello gli dica cosa fare. Mello aspetta qualche secondo e poi riprende a parlare - Getta a terra le armi e togliti tutto ciò che possa coprirti il volto -
L'uomo obbedisce, gettando a terra l'arma e togliendosi una specie di maschera. Dopo qualche secondo, i centinaia di monitor di questa stanza si illuminano contemporaneamente, illuminando di azzurro la stanza e accecando per qualche secondo ... il signor Yagami. Cosa ci fa lui qui?
Mello ride, glaciale e canzonatorio - Di nuovo tu, Yagami? Avrei fatto meglio ad ucciderti subito! Però è buffo che debba essere sempre la stessa persona a venire qui da me per due volte - il biondo mi strattone e mi posiziona davanti a se, il suo petto forte e muscoloso premuto contro la mia schiena snella, mentre sento una sua mano coperta dal guanto di pelle nera chiudersi leggera attorno alla mia gola. Sgrano gli occhi, improvvisamente spaventata da quel gesto, spaventata da Mello. Vuole liberarsi di me? O sta cercando un modo per ricattare il signor Yagami? 
Lo sguardo del signor Yagami è stranamente concentrato, tranquillo e impassibile. La sua voce è determinata, sicura di se - Il tuo vero nome è Mihael Keehl -
Sento Mello trattenere il respiro, e io faccio lo stesso. Anche Matt, nascosto nell'ombra dietro alla porta della sala, sembra sorpreso. Come ha fatto il signor Yagami a sapere il vero nome di Mello? Glielo ha detto L? L ... che sia stato lui a mandare il signor Yagami qui a venire a prendermi? Dannazione gli avevo detto di non perdere tempo nel venire a cercarmi, che sarei riuscita a trovare un modo per tornare da sola!
- Non hai scelta, Mello, arrenditi - continua il signor Yagami, ancora impassibile e tremendamente neutrale. I suoi occhi hanno qualcosa di diverso, non sono i soliti occhi severi e preoccupati di sempre. I suoi occhi sono ... rossi e lucidi. Insoliti. Quelli non sono i suoi occhi. Ma cosa ... - Se non opponi resistenza, prometto che non ti ucciderò -
Improvvisamente, il signor Yagami estrae un quaderno. Nero e sottile, una scritta bianca sulla copertina scritta a caratteri semplici. Non riesco a capire cosa ci sia scritto, capisco solo che sono due parole. Il signor Yagami estrae anche una penna, apre il quaderno e poggia la penna stilografica aperta su una pagina pulita e giallognola - Se scrivo il tuo nome su questo quaderno morirai in pochi secondi, getta quell'interruttore e alza le mani -
Invece di gettare l'interruttore, Mello lo posa dietro di se sulla scrivania dove solitamente lavora Matt. Adesso anche l'altra mano è chiusa attorno alla mia gola, ho capito cosa vuole fare ma sono ugualmente spaventata. Sento le sue mani fare forza sulla mia gola, cominciano a stringere. Sento gli occhi riempirsi li lacrime e li chiudo, cominciando a tossire.
- Posa a terra quel quaderno, altrimenti soffocherò Lena senza esitazioni - sibila, la sua voce nasconde la paura e sembra stranamente tranquilla e seria. Vedendo che il signor Yagami non posa il quaderno a terra, Mello comincia a fare di nuovo forza sulla mia gola, e io tossico ancora, mentre cerco di dimenarmi e liberarmi dalla presa del biondo. Ma Mello è più forte di me, sento le sue labbra posarsi sul mio orecchio - Dicevi che non ti avrei torto nemmeno un capello, eh? - la sua voce sembra divertita.
Vedo Matt fulminare Mello con lo sguardo, intimargli silenziosamente di togliermi le mani di dosso, ma il biondo lo ignora e continua a fissare il signor Yagami. 
- Mello ... - riesco a sussurrare appena, mentre la mia visuale comincia a riempirsi di strane macchie nere e colorate, macchie che non accennano ad andarsene - Non ... riesco ... a ... -
- Mi dispiace, lo sai? In realtà non avevo mai pensato seriamente di ucciderti - dice Mello al signor Yagami, che immobile non osa nemmeno respirare - Yagami, tu non hai mai ucciso nessuno, vero? -
Come se fosse una parola d'ordine, Matt sbuca dall'oscurità ed estrae la pistola dalla cintura dei suoi pantaloni, puntandola sulla nuca piena di striature grigie del signor Yagami. Mello allenta finalmente la presa sulla mia gola, e io comincio a respirare a bocca aperta, tentando di riprendere a respirare regolarmente. Tossisco un paio di volte, mentre vedo il signor Yagami sgranare gli occhi. Matt ha il dito pronto sul grilletto, pronto a sparare e ad uccidere il signor Yagami.
- Getta a terra il quaderno, Yagami - ripete duramente Mello.
Il signor Yagami non si muove, rimane fermo. Matt non gli sparerà, non può farlo. 
- Signor Yagami, la prego ... - mi intrometto, supplicandolo.
- Stai zitta - mi intima Mello, con una calma quasi surreale. Lo sguardo del biondo si ferma su Matt, che ha ancora la pistola puntata sulla testa del signor Yagami che stringe il quaderno tra le braccia. Mello fa un cenno a Matt, probabilmente gli starà ordinando di sparare.
Anche Matt annuisce, facendogli capire che ha ricevuto l'ordine. Vedo gli occhi del rosso ridursi in due fessure da dietro agli occhialini arancioni, come se si stesse concentrando. Il suo dito comincia a fare pressione sul grilletto, i suoi occhi si sgranano per una frazione di secondi, poi ridursi in due fessure così piccole, poi chiudersi completamente. Matt si lascia andare a un sospiro esasperato e sconfortato, non riesce a sparare. Non lo farà.
- Mello ... - comincia, tenendo gli occhi chiusi.
- Fai come ti ho detto, fallo! - urla Mello.
- Non posso farlo, cazzo! - Matt apre gli occhi di scatto, guardando il biondo.
- Fallo, altrimenti faccio davvero saltare in aria tutto! - minaccia Mello, riprendendo il telecomando che aveva posato sulla scrivania in una mano, l'altra è ancora posata sulla mia gola in caso di emergenza. 
Matt si decide a sparare, il suo dito torna a fare pressione sul grilletto. Non so come, non so perché, riesco a liberarmi dalla stretta presa di Mello e riesco a cadere in avanti, nella direzione del signor Yagami. Riesco a buttarlo a terra, spingendolo con tutta la mia forza, mentre la pallottola affonda nella mia carne e il mio cuore smette di battere, non so se momentaneamente o per sempre. Cado a terra, il mio sangue ha formato velocemente una pozza, e continua a fuoriuscire senza sosta, allargando la pozza. Le macchie scure e colorate riprendono ad oscurare la mia visuale, a sovrapporsi, giungono delle voci e dei suoni alle mie orecchie ovattate. Ogni suono mi sembra lontano, le macchie mi impediscono di vedere con chiarezza. Ogni respiro è una fatica immensa, ogni respiro e doloroso. Il sangue mi bagna le spalle e mi inzuppa la canottiera nera, il suo odore sgradevole e metallico mi invade le narici e mi fa venire la nausea, il vomito. Sento le mie palpebre chiudersi, come se un macigno mi stesse cadendo addosso schiacciandomi completamente. Qualcuno mi afferra per un braccio, qualcuno urla più volte il mio nome, qualcuno mi ripete di rimanere sveglia, qualcuno piange, qualcuno urla, qualcuno parla. C'erano così tante persone, nella sala monitor? Il signor Yagami non era solo probabilnete. Ma che importanza ha? Ora lui è vivo e io sto morendo. Mi sento così stanca, così affaticata, voglio solo morire. Morte, dove sei? Perché non arrivi a portarmi via con te? I miei occhi si chiudono, pesanti e leggeri allo stesso tempo. Le voci si fanno sempre più lontane, fino a scomparire. E così è questo, morire.
Un ultimo pensiero invade la mia mente, forse l'ultimo che riuscirò a formulare prima di morire definitivamente. Una storpiatura di quella che dovrebbe essere una preghiera rivolta a Dio, a cui chiedo perdono per i peccati commessi. Una storpiatura di una preghiera, una storpiatura che non riesco ad evitare di fare.
L, nelle tue mani affido la mia vita.

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Capitolo 36
*** Coma ***


CAPITOLO 36
" COMA "



Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche



- Merda, perché non si sveglia? -
- La pallottola le ha quasi sfiorato il cuore, è un miracolo che sia ancora viva. E' una ragazza forte sia psicologicamente che fisicamente, ma ci sono il 2% delle possibilità che si svegli subito  -
- Tu e le tue fottutissime percentuali del cazzo! Sei fortunato che puoi nasconderti dietro a un computer, altrimenti ti avrei già spaccato la faccia e ti avrei mandato in coma al posto suo! -
- Cadendo ha anche sbattuto la testa, e in più ha perso molto sangue. Non mi sorprenderei se non si svegliasse per qualche altro giorno -
- Ti ci metti pure tu, Matt? -
- Non puoi negare l'evidenza -
- Non sto negando un fottuto cazzo, voglio solo che si svegli! -
- Puoi  anche provare a schioccare le dita o a dire qualche formula antica, non si sveglierà, o almeno, non subito -
Sono morta oppure sono ancora viva? Che questo sia il paradiso, o l'inferno? O magari il purgatorio, ammesso che esista davvero? Ma se davvero fossi morta, se davvero fossi caduta nel sonno eterno, perché giungono queste voci familiari alle mie orecchie? Ogni suono mi giunge lontano e ovattato, quasi come se ci fossero interferenze. Riesco a riconoscere le voci attorno a me, ma non riesco a dare un volto ai loro proprietari. 
- Se non avessi sparato ... -
- Saremo ancora in quella merda di baracca -
- E lei sarebbe ancora viva, o meglio, non sarebbe in coma -
- Se solo non si fosse messa in mezzo mentre sparavi a Yagami ... -
- Poca puttana, Mello, possibile che non ci arrivi? Se non avessi sparato avremo potuto evitare tutto questo, che cazzo me ne frega se Yagami è vivo o morto, me ne frega se lei apre quei fottuti occhi che si ritrova o no! -
- Cerca di calmarti, la tua reazione esagerata non accelererà il risveglio di Lena -
- L'albino ha ragione, datti una calmata. Anzi, sai che ti dico? Vai fuori a fumarti una di quelle tue sigarette del cazzo, che ti serve proprio -
- Te la ficco su per il culo la sigaretta, Mello -
Dubito che in paradiso si facciano tutti questi litigi, o almeno, che si usi un linguaggio così scurrile. Mi fa male il petto, respiro a fatica e il mio cuore batte a ritmo irregolare. Eppure giurerei che al momento in cui mi sono addormentata non batteva. Che non sia ancora giunto il momento della mia morte?
- Ora che si fa? -
- L arriverà a momenti. D'altronde, bisogna trovare un mezzo adatto per portare Lena da qui alla sede in cui alloggiava con la squadra investigativa, sono certo che si starà preoccupando di questo -
- Dove alloggia? -
- In un palazzo di ventitré piani, poco distante dal centro della città -
- L deve avere un mucchio di soldi per potersi permettere di vivere in un posto del genere -
- Ha rivelato che progettava la costruzione dell'edificio da quando ha accettato di risolvere il caso Kira. I soldi non sono un suo problema, la sua intelligenza superiore alla norma gli consente di guadagnare somme molto elevate -
Respiro a fatica, mentre il petto mi si alza e mi si abbassa dolorosamente. In qualche modo devono avermi estratto la pallottola, ed è per questo che ho così tante bende avvolte attorno al petto. Dove mi trovo? Ancora a Los Angeles o in Giappone? L e Light dove sono?
- Ci vuole tempo -
- Che cazzo ne sai tu, Near? -
- Questo è ciò che hanno detto i medici -
- Adesso sei diventato anche un fottutissimo dottore? Nel tempo libero ti occupi di un cazzo di ospedale che hai creato tu e ti occupi dei tuoi fottutissimi pazienti in coma? -
- L'idea di costruire un ospedale non è affatto male, ma per ora ho altre priorità di gran lunga più importanti, tra le quali catturare Kira ed assicurarlo alla giustizia. Non so quali siano le tue priorità -
- Non sono cazzi tuoi -
Coma. Che brutta parola. Io non sono in coma, ho solo voglia di dormire. Ma allora perché le palpebre mi sembrano pesanti come macigni, perché non riesco a muovere un solo muscolo, perché la voce non esce per dire che sono sveglia e sto ascoltando tutto?
- Non ce la faccio più ad aspettare -
- Non abbiamo altra scelta -
- Dove cazzo sono i dottori? -
- Nemmeno loro sanno quando si sveglierà di preciso, Mello -
- E allora che cazzo stanno qui a fare, eh? -
- Sono dei medici, porca puttana, non Dio -
- Un coma può durare due settimane così come può durare in eterno. A questo punto, i medici sono impotenti, bisogna affidare le nostre speranze e le nostre preghiere a Dio, se realmente esiste qualcuno in grado di decidere le sorti dell'umanità -
- Cominciamo a pregare, allora -
- Non ho mai pregato in vita mia, non comincerò a farlo adesso -
- Fallo almeno per lei, cazzo -
- Dio perdona sempre i peccati, giusto? Mi perdonerà anche oggi la cazzo di preghiera non fatta -
Eppure io nella mia testa sto pregando, sto pregando di riuscire a svegliarmi. Non so quanti giorni esatti sono passati da quando mi sono addormentata, ma mi sono riposata abbastanza. Voglio svegliarmi, voglio vedere L. Voglio sapere se il signor Yagami sta veramente bene o anche lui è stato ferito. Qualcuno mi sfiora una mano, qualcuno mi accarezza il palmo timidamente con un dito. Non riesco a riconoscere chi sia, la stanza è momentaneamente in silenzio. 
- Svegliati, Monika -
Adesso mi sveglio. Datemi solo un attimo e giuro che sono da voi, fresca e tosta come sempre, pronta a farvi la solita predica che vi riservavo anche alla Wammy's House. Mi sto svegliando. Ma allora perché non mi muovo, perché rimango stesa, immobile come una mummia?
- Voglio tornare a casa, svegliati ... -
Anche io voglio tornare a casa, anche io.
- Stai bene? -
- Si, cazzo, si. Almeno non sono io quello in coma -
- Perché la vita non può essere come un videogame, eh? Perché non si può premere su un semplice tasto rotondo e riavviare il livello da capo, o magari dal check point? Perché non possiamo rifare tutto, ma questa volta sapendo cosa accadrà e cosa dovremo fare? Perché non si può, cazzo, perché? -
- Se la vita fosse un videogame sarebbe vuota, non trovi? Vuota e monotona. Potresti giocarci tutte le volte che vuoi, potresti sbagliare ma poter rifare tutto, ma poi diventa sempre la stessa storia, sempre lo stesso gioco -
- Porca miseria, Mello, non ti ho mai sentito fare un pensiero così profondo -
- La paura gioca brutti scherzi -
- Ti fa male l'occhio? -
- No, non più. Almeno quei cazzo di medici servono a qualcosa! -
- Sei rimasto sfregiato, però. E' strano, io sono uscito indenne dall'esplosione, gli sbirri di L se la sono cavata con qualche livido o qualche graffio. Tu perché sei rimasto sfregiato? -
- Io ero quello più vicino al punto di scoppio -
- Lena è stata fortunata, è rimasta indenne -
- Ci mancava solo che anche lei facesse la mia stessa fine -
Il dito continua a sfiorarmi timidamente la mano, lo tocca e poi si ritrae come scottato. Come se si aspettasse che io da un momento all'altro mi svegliassi e cominciassi a ricambiare il tocco, vorrei farlo ma non riesco a muovermi. I miei muscoli si sono come addormentati.
- L è arrivato -
- Finalmente, era ora! -
- Adesso dovrete cercare di sollevare Lena nella maniera più cauta possibile. Uno di voi due la sollevi per le braccia e l'altro ... -
- Porca puttana, perché non vieni tu a farlo, se sei così esperto? -
- Mi piacerebbe aiutarvi, ma come avrete notato mi è impossibile -
Qualcuno mi solleva con delicatezza e lentezza, sento il mio corpo muoversi mentre abbandono il letto sul quale ero stesa. Vengo posata su una barella, soffice ma non quanto quel comodo letto. La barella si muove, ma non riesco a capire in che direzione stiamo andando.
- E adesso, Matt? -
- Adesso cosa? -
- Adesso cosa facciamo? -
- Aspettiamo -
- Che cosa? -
- Non lo so, Mello, non lo so. Per il momento non vedo L nei paraggi, quindi tanto vale aspettare che arrivi e che ci dica cosa fare. Aspetta, eccolo li -
La barella continua a muoversi. Silenzio. La barella si blocca di colpo, facendomi traballare. Sento dei respiri lenti e trattenuti, delle parole sussurrate che non riesco a distinguere, dei passi lenti e trascinati. La barella riprende a camminare.
- Da quanto tempo? -
- Da qualche giorno, ormai -
- I medici cosa vi hanno detto? -
- I medici non hanno saputo dirci un cazzo, solo che è in stato di coma e che non sanno quando cazzo si sveglierà. Near dice che un coma non ha limite di tempo, quindi non sappiamo quando si sveglierà. Cazzate! -
- Mello ti pregherei di non utilizzare questo genere di linguaggio in mia presenza. Mi infastidisce molto, anzi, moltissimo -
- Scusami, L -
- D'ora in poi preferirei essere chiamato Ryuzaki, non desidero che altre persone oltre a chi mi è fedele e a chi lavora per me conosca la mia vera identità. Watari caricherà il corpo di Lena in macchina. Se lo desiderate l'edificio dove alloggio è fornito di numerose camere vuote, potete restare fin quando lo desiderate -
- Ryuzaki? -
- Dimmi, Matt -
- Tu pensi che ... che Lena si ... risveglierà? -
- Non sono un dottore, non sono esperto in quanto riguarda stati di coma. Non sono nemmeno Dio, quindi non posso decidere la sorte della ragazza. Ma sono un essere umano, e da tale posso solo sperare e chiedere perdono, perché quello che successo è anche colpa mia. Non ho altro da dire. Ora è meglio andare -
Già, andare. Andare dove?

 



* * *



Non so come, non so quando, non so perché, le mie palpebre smettono di pesare e diventano leggere come piume. Apro gli occhi di scatto, quasi sorpresa. Mi trovo nella stessa stanza bianca immacolata dove mi sono risvegliata quella volta che sono svenuta, durante la messa in scena della morte di Light. Allora sono tornata in Giappone. Chissà da quanto tempo ho abbandonato Los Angeles. Chissà quanto ho dormito.
- Porca puttana, Mello, ti ho detto che non si è svegliata! - Matt apre di colpo la porta, fiondandosi nella camera, seguito da un Mello borbottante che lancia imprecazioni e bestemmie a destra e a sinistra. Quando vedono che sono sveglia, subito smettono di parlare e sgranano gli occhi, come se stessero sognando.
Sorrido debolmente, alzando una mano in segno di saluto - Buon giorno -
Nessuno dei due mi risponde. Mello si precipita immediatamente al mio capezzale, il suo corpo premuto contro il mio mentre i suoi capelli biondi e sottili mi invadono la visuale, la sua guancia premuta contro la mia e le sue braccia che mi circondano il corpo e mi abbracciano. Anche io lo abbraccio, stringendo forte il suo corpo snello e sfregando la mia guancia contro la sua. Profuma di cioccolata fondente, ma c'è anche un odore più dolce, come di cioccolata al latte o bianca. Doveva essere davvero disperato per mettersi a mangiare quel tipo di cioccolata. Credo di non aver mai avuto un abbraccio così ... vero ... con Mello.
- Sei una fottutissima eroina piagnucolona- il suo tono minaccioso non rende, è troppo emozionato per giocare la parte del duro e del cattivo, in questo momento. Mi stringe ancora più forte, mi si comprimono i polmoni e mi manca l'aria, ma non protesto - Cazzo, mi hai fatto prendere un'infarto, non azzardarti a fare una cosa del genere mai più o giuro che ti faccio ammazzare per davvero. Adesso stai zitta e stringimi, razza di puttanella che non sei altro -
Obbedisco e stringo forte Mello. Si stacca da me quanto basta per guardarmi in volto, e li vedo il cambiamento del suo viso. Una cicatrice diagonale che va dall'occhio sinistro al lato sinistro della mandibola, deturpandogli il viso ma non celando la bellezza del suo volto. Con un dito, gli sfioro appena la pelle raggrinzita e ruvida al tatto, ritraendo la mano come scottata.
- Hai fatto davvero saltare in aria tutto, allora - dico, non riesco a distogliere lo sguardo dalla cicatrice.
Mello annuisce - Volevo provare a scappare, ma Yagami e i suoi uomini mi hanno preso lo stesso. Matt non ha nemmeno provato a scappare, troppo traumatizzato e caga sotto per mettersi a correre -
- Ma almeno lui ha un cervello, a differenza tua -
- Sappiamo entrambi che quello che hai appena detto è un'enorme cazzata -
Lo spingo via, e lui si allontana con una risata. Il mio sguardo cade su Matt, immobile dove l'ho lasciato, gli occhi ancora sgranati e le labbra strette. Non riesco a vedere bene i suoi occhi da dietro agli occhialini arancioni e rotondi, i suoi capelli rossi sono spettinati come se non li pettinasse da giorni e i vestiti pieni di pieghe. La puzza di fumo arriva fino a me ed è più forte delle altre volte, chissà quante altre sigarette ha fumato. Sicuramente ne ha fumate più del solito. Una lacrima scivola giù dall'occhio destro, appannando la lente dell'occhialino.
Apro entrambe le braccia, un invito silenzioso. Matt non se lo fa ripetere, e lentamente mi si avvicina. Dapprima i suoi passi sono lenti pesanti, per poi diventare a poco a poco sempre più rapidi e veloci. Le sue braccia mi circondano nello stesso istante in cui dalle sue labbra esce un singhiozzo, un rantolo soffocato. E' costretto ad abbassarsi gli occhialini arancioni sul collo per non bagnare le lenti e non appannarli, lo sento mentre si asciuga gli occhi con una mano. Lo stringo forte, inspirando quella puzza di fumo tanto familiare che in questo momento sembra l'odore più buono al mondo.
- Sono un mostro - singhiozza piano, nascondendo il volto nell'incavo del mio collo.
- Non è successo nulla, Matt - gli do dei leggeri colpetti sulla schiena.
- Io ti ho sparato, cazzo! - ribatte Matt, mentre un singhiozzo lo scuote.
- Non è successo nulla - ripeto - Adesso sono sveglia, non è questo quello che conta? -
Matt non risponde. Passano parecchi secondi prima che le sue lacrime cessino di inzupparmi una spalla e il suo respiro torna regolare, mentre la sua stretta su di me si fa più forte e nostalgica.
- Ma guardati - ghigna Mello, poco distante da noi - Sembri una femminuccia, Matt -
- Parlando di femminucce. Quanto è durato il coma? -
- Quattro settimane, cinque giorni e tredici ore - risponde prontamente Mello.
Cavolo, se ho dormito. Ma mi ritengo fortunata, ci sono persone che rimangono in coma tutta la vita, il fatto che mi sia svegliata è un miracolo. Matt si stacca finalmente da me e si siede sul bordo del lettino su cui sono sdraiata, e Mello fa lo stesso. 
Sorrido, guardandoli - Sono felice che alla fine siate venuti in Giappone. Avete già parlato con L, immagino -
Matt annuisce, mentre sempre Mello risponde - Si, abbiamo parlato. Ci ha offerto la sua ospitalità e noi abbiamo accettato. Adesso che la base è saltata in aria, non conosco altri posti dove andare. Quindi tanto vale rimanere qui e collaborare con le indagini del caso Kira, no? -
- L però ha parlato con noi solo quando ti abbiamo portata via dall'ospedale e siamo venuti qui. Sono settimane che non parliamo, è sempre appollaiato sul quella sua sedia girevole e con gli occhi da panda fissi su quei monitor. Da quando sono qui, non l'ho mai visto muoversi da quella postazione - aggiunge Matt.
- Non è mai venuto a ... trovarmi? - domando timidamente.
- Non che noi sappiamo - scuote il capo Mello. Poi mi sorride, anzi, ghigna divertito mentre mi da un colpetto con due dita su un ginocchio - Certo che potevi anche dirmelo che eri fidanzata, avrei evitato certe scene -
Guardo Matt, alzando un sopracciglio - Glielo hai detto tu? -
Matt scuote il capo - In realtà non ce n'è stato bisogno, ha capito tutto da solo. In effetti, non era tanto difficile da capire, L appena ti ha vista in coma sulla barella ti ha guardata come se gli stesse andando a fuoco il caz... -
- Ho capito, ho capito! - lo interrompo bruscamente. La mia reazione fa ridere sia il biondo che il rosso, che sta pulendo le lenti bagnate degli occhialini con l'orlo della maglia a righe. Una domanda mi sorge spontanea - E il signor Yagami? -
Silenzio. Matt abbassa lo sguardo e si concentra sui suoi occhialini da pulire, Mello comincia a studiare con interesse i bottoni piccoli del suo gilet smanicato di pelle. Non c'è una bella atmosfera, mi stanno nascondendo qualcosa.
- Dov'è il signor Yagami? - ripeto, seria e preoccupata come non mai.
Matt fa un sospiro mentre guarda Mello. Si lanciano un'occhiata significativa, come se stessero comunicando intensamente e telepaticamente. Alla fine, dopo qualche istante, Mello stacca gli occhi di ghiaccio da quelli verde smeraldo di Matt per metterli nei miei. 
- Lena - riconosco quel tono di voce. E' lo stesso che ha utilizzato per dirmi che Sabina, la mia compagna di banco segretamente malata di leucemia, alla quale ho visto cadere ogni capello, l'ho vista sbiancare completamente e diventare una sorta d'alieno, era morta. Solo Mello era a conoscenza della sua malattia. Ha aspettato due settimane per dirmelo. Sabina non si presentava a nessuna lezione. Non rispondeva quando la chiamavo in dormitorio. Non c'era in mensa, in biblioteca, nelle aule, in giardino.
- No - sussurro, alzando istintivamente una mano per bloccare le sue parole.
- Lena, Soichiro Yagami non esiste più -




Angolo dell'autrice : Oddio sono in un ritardo tremendo, abbiate pietà di me! Allora, purtroppo sono spiacente di dirvi che d'ora in poi non so più con certezza quando riuscirò ad aggiornare : ho cominciato il liceo linguistico e nonostante sia bello è impegnativo, ho le prove di teatro, nuoto per la mia povera schiena storta e i compiti che arrivano fino alle orecchie. Voi non sapete che sofferenza sia per me non potermi sedere tranquilla a computer per scrivere i capitoli, rispondere alle vostre adorabili recensioni e leggere le ff. Abbiate pietà di me, ve ne supplico! Continuerò ad informarvi di ogni aggiornamento tramite messaggio privato.
Bacioni
Hope







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Capitolo 37
*** Il mio L ***


CAPITOLO 37
" IL MIO L



Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche



- No -
Non voglio crederci. La mia mano si abbassa di colpo, cadendo rumorosamente sul materasso sotto di me. Il mio sguardo diventa vitreo e non riesco più a vedere le iridi color ghiaccio di Mello, sebbene lo stia guardando non riesco a vederlo veramente.
Soichiro Yagami è morto. Non esiste più, chissà da quanto tempo. Mentre ero in coma lui era ancora vivo? Forse si, forse no. Ma che importanza ha, adesso che lui non è più qui, adesso che ci ha lasciati?
- Quando? - la mia voce è un sussurro impercettibile.
- Quando lui e i suoi sbirri hanno fatto irruzione nella base, pensavano di aver ucciso tutti i miei gorilla. I suoi sbirri hanno cominciato a perquisire la base, lui è venuto a cercarci nella sala monitor e ... sai quello che è accaduto dopo. Dopo che Matt ti ha sparato, abbiamo cercato di svegliarti. Gli sbirri stavano per arrestarmi, e allora come ultima arma di fuga ... - bloccandosi di colpo, Mello si indica con un dito la cicatrice che deturpa il suo bel viso.
- Ma non è servito a niente - continua Matt - Gli sbirri ci hanno catturati lo stesso. Stavamo abbandonando la base ormai distrutta, quando un proiettile ha trapassato il petto di Yagami. Roy era ancora vivo. Era riuscito a scappare agli sbirri di Yagami, e nemmeno l'esplosione l'ha ucciso. Pensava di fare un favore a me e a Mello uccidendo Yagami, ma uno degli sbirri gli ha sparato e punto. Il proiettile ha trapassato il polmone, bucandolo. Non c'è stato nulla da fare -
Solo quando Matt ha finito il racconto, mi accorgo di stare piangendo. Mi tasto il viso con una mano, è bagnato. Le lacrime mi inumidiscono il viso, cominciando a scendere veloci e copiose, mentre sbatto ripetutamente le palpebre per bloccarle o per spingerle tutte giù. Soffoco un singhiozzo, portandomi le mani alla bocca e chiudendo gli occhi mentre comincio a singhiozzare senza sosta. Soichiro Yagami è morto. Mi sono presa una pallottola in testa per lui, per salvarlo, per farlo vivere, invece è morto lo stesso. Sono andata in coma per settimane intere. Pensavo di essere riuscita a salvarlo. Invece no.
Una mano mi accarezza ripetutamente una coscia - Dolcezza, ascolta ... - Matt cerca di confortarmi, di consolarmi mentre mi accarezza una coscia con lentezza.
- Io ho cercato di salvarlo - mormoro, tra i singhiozzi, ignorando Matt - Pensavo di averlo salvato prendendomi quello sparo al posto suo, pensavo di aver fatto un sacrificio vano, e invece ... -
- Non è colpa tua - Mello si siede su una sedia accanto al mio letto, la stessa in cui era seduto L al momento del mio primo risveglio qui - Hai fatto eccome un sacrificio, cazzo, sei persino andata in coma al posto suo -
- Light ... - mormoro, aprendo gli occhi quasi di scatto. Chissà come si sentirà adesso Light, chissà come si sentirà ad aver perso per sempre il padre. Chissà se avrà pianto, se avrà urlato. Mi dispiace di non essere stata con lui per aiutarlo, confortarlo, come stanno facendo Matt e Mello con me in questo momento.
Matt guarda Mello con aria interrogativa, e il biondo risponde senza nemmeno guardarlo - E' il figlio di Yagami - gli spiega, mentre il rosso annuisce semplicemente e si infila nuovamente gli occhialini arancioni sulla testa.
Lascio cadere le mani in grembo, lo sguardo perso nel vuoto. Mi asciugo velocemente le lacrime con una mano, quando Matt mi porge un fazzoletto bianco di stoffa, sorridendomi debolmente. Cerco di ricambiare il sorriso, ma mi esce solo una smorfia stanca e addolorata, mentre afferro debolmente il fazzoletto e mi tampono la faccia. 
- L dov'è? - chiedo.
- Nella sua solita postazione, credo - mormora Mello. Faccio per posare un piede a terra e scendere dal letto, pronta ad incontrare L dopo settimane e settimane, ma Mello mi blocca, fulminandomi come se stessi cercando di rubargli la cioccolata - Dove pensi di andare? -
- A farmi una doccia, prima di tutto - rispondo - E trovarmi un qualcosa di più comodo da mettermi. Poi vado da L e mi faccio raccontare cosa mi sono persa durante le settimane di sonno che mi sono fatta -
- Non pensarci nemmeno - mi blocca Mello - Adesso rimani qui e facciamo chiamare Watari in modo che possa guardarti e decidere se puoi alzarti o meno, capito? -
Sbuffo sonoramente, mentre il biondo mi costringe a sedermi sul letto - Sto bene - incrocio le gambe e poggio le mani sulle ginocchia - Ascolta, ho dormito per troppo tempo e adesso tutto ciò che voglio e muovermi un po' e tornare a lavorare - Mello sta per ribattere ancora, ma io alzo una mano per bloccare le sue parole - Ho davvero bisogno di una doccia, Mello, mi sento puzzolente come una puzzola che vive in una fogna newyorchese. Se vuoi, puoi aspettare in camera mia, tanto ho il bagno in camera. Così, nel caso ho bisogno, ti chiamo. Okay? -
Mello sembra rifletterci sopra. Alla fine si alza dalla sedia e mi apre la porta, indicandomi il corridoio con un gesto impaziente e facendomi sorridere, mentre balzo giù dal letto - Basta che fai in fretta -



* * *



Adesso mi sento finalmente pulita. Sono stata una buona mezz'ora sotto la doccia, mi sono lavata con cura il corpo e i capelli, adesso profumo interamente di menta piperita e cocco. Mi sono infilata un pantalone nero da ginnastica di cui non ricordavo l'esistenza e una maglietta dello stesso colore, a maniche lunghe e con lo scollo a V che mette leggermente a risalto il mio seno proporzionato. Mi passo una mano tra i capelli corti e ancora umidi, spostandoli e fissandoli all'indietro per non farli ricadere sulla fronte. Accenno un debole sorriso mentre osservo il mio riflesso nello specchio del bagno, sistemandomi la maglietta e i pantaloni morbidi che mi permettono di compiere molti più movimenti rispetto ai miei soliti jeans scoloriti. Sembro quasi in pigiama, ma sinceramente adesso l'ultima mia preoccupazione è quella di sembrare alla moda.
Mi ero portata un paio di calzini da mettermi, ma non credo li metterò. Voglio camminare a piedi nudi, sentire il contatto col freddo pavimento lucido, sentire il piede aderire alla superficie dura. E' come se il coma mi avesse dato una sensazione di insensibilità fisica, come se il mio corpo non fosse più in grado di sentire il caldo o il freddo, il pungente, il morbido. Anche solo sentire i miei piedi strusciare sul pavimento pulito, sentire che il mio piede percepisce il fresco, per me è una grande conquista.
Esco dal bagno e Matt e Mello mi aspettano nella mia camera. Il biondo è stravaccato sul mio letto, mangiucchiandosi una tavoletta di cioccolata fondente che prima nascondeva nella tasca del pantaloni di pelle, lo sguardo perso sul soffitto e la mente altrove. Matt è seduto per terra a gambe incrociate, ed ha estratto la sua amata PSP che emette una musica di sottofondo snervante ma incalzante. Chissà a cosa sta giocando, sembra davvero concentrato mentre il suo corpo oscilla frequentemente a destra e a sinistra, avanti e indietro.
Appena metto piede nella stanza, smettono di fare quello che stavano facendo. Entrambi alzano gli occhi su di me, mentre io mi richiudo la porta del bagno alle spalle. Mello rimane con un quadrato di cioccolata in bocca in equilibrio tra i denti, Matt alza di scatto gli occhi dalla PSP e dopo qualche secondo la musica di sottofondo cessa, segno che è morto e quindi dovrà ricominciare il livello daccapo. Io sorrido rassicurante, allargando le braccia come per mostrarmi mentre faccio una giravolta in modo che possano vedermi.
- Come vedete non sono mai stata meglio! - sorrido.
Matt scuote la testa, mentre un sorriso esasperato si forma sulle sue labbra e riavvia il livello del suo videogioco, riprendendo ad oscillare in tutte le direzioni possibili e immaginabili. Mello alza gli occhi al cielo, mentre ingoia il quadretto di cioccolata che aveva staccato. 
- Bene, adesso mettiti a riposare - dice Mello, alzandosi dal mio letto.
- Non ci penso proprio, ho riposato abbastanza -
- E allora cosa vuoi fare? -
Mi mordo il labbro inferiore, abbassando gli occhi e pensando alla proposta che vorrei fare a Mello. Voglio L. Voglio abbracciarlo, baciarlo, parlargli, accarezzarlo. E' passato troppo tempo dall'ultima volta che l'ho visto. Comincio a strofinare il piede destro nudo su quello sinistro, quel gesto mi ricorda terribilmente L e solo pensarci mi fa sorridere. Alzo coraggiosamente gli occhi, mentre Mello attende che io dica qualcosa - Voglio andare da L -
- Da L? - ripete, alzando un sopracciglio con fare scettico.
- Non dovresti rimetterti a lavorare così presto, ti sei svegliata da solo due ore - mormora Matt, concentrato sul gioco e scattando in piedi con un balzo, mentre il suo busto si china in avanti. Riesco a scorgere qualche immagine del videogioco a cui sta giocando con la PSP. Un gioco di macchine da corsa, la sua è una bellissima macchina stretta e rosso fuoco. 
- Sto bene - ripeto, forse per la millesima volta nella giornata - Voglio solo vederlo, non cominciare a lavorare -
- Gli chiederai novità sul caso Kira - indovina Matt.
- Perché non dovrei? -
- Perché accumuleresti soltanto stress, ed è l'ultima cosa che ti serve - Mello indietreggia fino a posarsi con la schiena sulla superficie dura della porta della stanza, infilandosi le mani nelle tasche troppo strette dei pantaloni di pelle.
Sbuffo sonoramente, guardandolo - Statemi bene a sentire. Apprezzo il fatto che vogliate che io rimanga rilassata e tranquilla per evitare di cadere in un altro eventuale coma, ma il caso Kira è il caso più importante ed estremamente difficile che abbia mai risolto. Ci tengo ad essere di qualche aiuto per arrivare alla conclusione. Anzi, ci tengo a risolverlo, anche da sola. E' il mio lavoro, è ciò per cui sono stata addestrata alla Wammy's House. Quindi, fatemi la cortesia, non cercate di impedirmi di farlo. Okay? - il mio sguardo si sposta dal biondo al rosso mentre parlo.
Matt spegne con un gesto secco la PSP, e i suoi occhi verdi si fermano su di me. Gli occhi di ghiaccio di Mello fanno lo stesso. Tutta quell'attenzione mi mette soggezione, non mi piace essere osservata, non in quel modo. Passano numerosi secondi in cui nessuno si decide a parlare, ma i pensieri parlano anche troppo. Infastidita dalla situazione, faccio cenno con la testa a Mello di levarsi dalla porta, in modo da poter uscire. Mello, strano ma vero, obbedisce, spostandosi di lato. Senza dire una parola, esco dalla stanza.
E' davvero una strana sensazione ripercorrere questi corridoi. Nonostante sia stata in coma per quattro settimane o poco più, nonostante sia stata a Los Angeles qualche settimana, mi ricordo alla perfezione ogni corridoio da percorrere, ogni rampa di scala da scendere o salire per arrivare ovunque io voglia. I miei piedi accarezzano il marmo freddo, le piastrelle pulite, il legno ruvido a seconda dei corridoi che percorro, strusciandoci sopra per una frazione di secondi prima di fare ogni passo. E' un sollievo essere a casa, è un sollievo essere sveglia. Essere viva. Aspiro l'aria di casa, non mi sono mai sentita così al sicuro come adesso.
Indugio, prima di entrare nella stanza principale dell'edificio, quella piena di monitor e di computer, quella dov'è avvenuto la rissa tra Light e L, quella dove L mi ha confessato di essersi innamorato di me, quella dove Near ha svelato a tutti il mio passato, quella dove per la prima volta dopo anni ho risentito la voce di Mello. Mi sporgo appena per controllare cosa stia succedendo al suo interno. Niente di nuovo, ma rivedere dei volti così conosciuti mi fa venire un tuffo al cuore. Matsuda e Aizawa stanno lavorando su due computer separati, le teste chine sulle tastiere e gli sguardi concentrati mentre fissano il monitor luminoso. Anche Light è seduto a un computer, il suo polso è stato nuovamente avvolto dalla manetta lucida. Sebbene siano passate settimane dall'ultima volta che l'ho visto, riesco a notare dei cambiamenti in lui. Prima che io partissi, la sua postura era molto rilassata e tranquilla, mentre adesso è rigida e fin troppo composta. E' così ... freddo, distaccato, serio. Lui non è Light. Cosa gli è successo? Accanto a lui ... c'è proprio la persona che stavo cercando.
Rannicchiato sulla sua sedia girevole in quella posizione che inizialmente è parsa strana mentre adesso è più che normale, i capelli neri e sottili che vanno in tutte le direzioni, spettinati e disordinati come non mai. La schiena curva, la solita maglietta bianca e i soliti pantaloni blu, il suo polso sinistro avvolto nell'altra parte della manetta.
Avanzo lentamente nella stanza, cercando di non fare rumore. Mi fermo a qualche metro di distanza dalla sedia di L, infilandomi le mani in tasca e aspettando che si renda conto della mia presenza. Passano numerosi secondi in cui fisso la sua schiena snella, prima che L smetta di digitare velocemente con le dita bianche e affusolate sulla tastiera del suo computer. Lo vedo portarsi un libro al viso, probabilmente alle labbra.
- Chiunque tu sia, potresti chiedere gentilmente a Watari di portarmi una fetta di torta alle fragole? - la sua voce neutrale mi fa quasi salire le lacrime e mi fa sorridere allo stesso tempo, è incredibile quanto mi sia mancato L.
Sospiro - Mi sono svegliata da appena qualche ora e già mi tratti come se fossi la tua cameriera personale, Ryuzaki? -
Matsuda e Aizawa si voltano contemporaneamente, sbalorditi e increduli allo stesso tempo. Anche Light si volta a guardarmi qualche istante dopo, purtroppo constato che anche l'espressione solitamente brillante e amichevole è cambiata. Adesso c'è un'espressione indescrivibile, ma che mi mette i brividi. Che sia stata la morte del padre a cambiarlo così tanto? Il suo viso è calcolatorio, freddo. Non è lui.
E per ultimo, si volta L. Il mio L. Si volta lentamente, come se temesse che qualcuno gli stesse facendo qualche scherzo. E quando i suoi occhi scuri e uniformi come il mare incontrano i miei color fango, lo vedo strabuzzare gli occhi, un misto tra incredulità e felicità. Lo vedo schiudere la bocca, pronunciare sotto voce il mio nome, il mio vero nome. Detto da lui suona così bene.
- Non posso crederci - sussurra il detective, alzandosi in piedi.
- Lena, sei sveglia! - esclama Matsuda, mostrando un sorriso così ampio da far paura.
- Quando ti sei svegliata? - mi chiede Aizawa.
- Credo una o due ore fa - rispondo, alzando le spalle con indifferenza.
- Grazie al cielo sei viva, Lena - mi sorride Light. Anche il suo sorriso è diverso, non è più aperto come prima, adesso è solo una striscia appena curva, forzata. Mi spaventa. E' come se un demone si fosse impossessato di lui, come se fosse posseduto da qualcuno di malvagio.
Annuisco, non riesco a dire nulla. Guardo L, cercando di trattenere il panico - So che probabilmente sarai molto indaffarato con le indagini, ma ho un urgente bisogno di parlarti - dico - In privato, possibilmente -
 


Angolo dell'autrice : Bene, è da molto che non aggiorno ... che volete farci, il liceo è complicato e in più faccio nuoto, teatro e la ginnastica correttiva per la schiena. Quindi mi rimane appena il tempo per respirare, leggere le vostre meravigliose recensioni ( 170 *.* ) e informarmi per quanto riguarda un anime di nome Psycho Pass che mi intriga parecchio. Sono alla ricerca degli episodi in italiano, quindi se qualcuno di voi ne sa qualcosa o magari conosce l'anime, può contattarmi e sclerale allegramente con me XD Detto questo, grazie mille come sempre per la pazienza, siete davvero dei santi! Non ho mai raggiunto 170 recensioni e sono emozionata. Ce la faccio a raggiungere il 200? Se riesco a raggiungerle giuro che vi coinvolgerò tutti in un progetto che ho in mente e che sto elaborando, naturalmente su Death Note XD
Bacioni e grazie,
Hope








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Capitolo 38
*** Shinigami ***


CAPITOLO 38
" SHINIGAMI "



Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche



L si è liberato temporaneamente delle manette, ammanettando al suo posto Mello, in modo che possa controllare che Light non faccia nulla di sospetto. Non credo sia stata una buona idea, scegliere Mello per questo compito. Io e L rimaniamo soli sul largo tetto dell'edificio, coperto da quattro grosse e alte mura grigie su tutto il perimetro. C'è un'antenna bianca rotonda e molto grande saldata su una delle mura e più in là i due elicotteri di cui aveva parlato L. In tetto è così grande da sembrare una piazza, della stessa tonalità di grigio che ha assunto in questi ultimi minuti il cielo sopra di noi, coperto da nuvole che a poco a poco si sovrappongono e che minacciano pioggia. Si è alzato anche un debole vento, che sposta i miei capelli sulla fronte e davanti agli occhi, sono costretta a passarci più volte le mani sopra per fissarli.
L avanza verso il centro del tetto, le mani sprofondate svogliatamente nelle tasche dei pantaloni e la schiena curva fasciata dalla maglietta bianca immacolata ma piena di pieghe. Le occhiaie sotto i suoi occhi sono diventate più evidenti e marcate, chissà se ha dormito almeno qualche ora di recente. Si ferma al centro del tetto, quasi bruscamente. Rimane in silenzio, attendendo che io faccia lo stesso e lo raggiunga. Lentamente, mi avvicino al detective, mentre sento il cemento ruvido di cui è composto il tetto grattarmi fastidiosamente i piedi e incrociando le braccia davanti al petto, senza staccare gli occhi da quella schiena arcuata.
- Non credo che lasciare Light nelle mani di Mello sia stata un'ottima idea, Ryuzaki - dico, mi fermo a pochi metri da lui, se allungassi una mano potrei accarezzargli quella schiena all'apparenza gracile e potrei sfiorargli i fili sottili scuri come la pece che sono i suoi capelli.
- Purtroppo credo tu abbia ragione - concorda L, senza voltarsi a guardarmi - Ma desidero metterlo alla prova, durante la sua presenza qui. Mello deve imparare a restare concentrato sui suoi obbiettivi e sulle priorità, e deve lavorare nel trattenere la sua impulsività. In più, deve gestire la rabbia che accumula minuto in minuto. Non mi aspetto che riesca nell'intento, almeno, non subito, ma è per questo che ho lasciato che Matt restasse con lui -
Annuisco, sovrappensiero - Per evitare che faccia qualche pazzia -
E' sempre stato così. Matt ha sempre dovuto fare attenzione a Mello, come un fratello maggiore, anche se è più piccolo di lui di un anno appena. E' sempre stato grazie a Matt se Mello non è finito tutte le volte nei guai, sia alla Wammy's House che fuori. Quella volta che Near aveva battuto per l'ennesima Mello in un test di logica e Mello aveva cercato di provocare l'albino per scatenare una rissa, ma Near è rimasto pacato come sempre e questo ha fatto solo infuriare di più Mello, che stava per saltargli addosso, e Matt è stato costretto a trascinarlo fuori con la forza e fargli fare un giro nel giardino per sbollire la rabbia. Anche quella volta che ci siamo messi a litigare pesantemente, stava per saltarmi addosso e io ero talmente arrabbiata con lui che non vedevo l'ora di fargli diventare un occhio nero, Matt è stato costretto a bloccarlo nel bagno del dormitorio per qualche ora prima di farlo uscire e farlo calmare. Oppure quella volta che Roger l'aveva rimproverato per qualche solita rissa in cui era coinvolto anche Mello, Matt è stato costretto a trattenere il biondo con la forza. Queste scene mi scorrono davanti agli occhi come sequenze di un film, facendomi ricordare quanto sia irascibile il biondo e anche quanto sia fragile.
- La gestione della rabbia viene sopravvalutata - mormoro.
- Lo credo anche io - L si volta lentamente a guardarmi - Ma dubito che sia di questo che avevi intenzione di parlarmi, o forse sbaglio? -
Annuisco, mentre i suoi occhi incontrano i miei. Sono passati troppi giorni dall'ultima volta che i suoi occhi mi hanno stregata, ipnotizzata, portata in un mondo parallelo in cui ci siamo solo io e lui. Mi lascio cullare da quel cielo notturno in miniatura, da quel mare in tempesta racchiuso in quelle grandi iridi.
- No, hai ragione - rispondo.
- Di cosa desideri parlarmi? -
Mi mordo ripetutamente il labbro inferiore, prima di rispondere. Ci sono così tante cose che vorrei dirgli, chiedergli, chiarire. Ma non so da dove cominciare, e non trovo nemmeno le parole adatte per farlo.
- Ho saputo che il signor Yagami è morto - comincio.
L annuisce semplicemente, più volte. Il suo sguardo si fa vitreo, è evidente che è sovrappensiero. La malinconia si cela nel suo volto, ma i suoi occhi sono perfettamente leggibili, o almeno, io riesco a leggerli come se fossero un libro.
- Perché l'hai mandato a prendermi? - gli chiedo, seria.
- Sono riuscito a trovare l'arma con cui Kira commetteva gli omicidi. Pensavo non fosse più necessaria la tua permanenza da Mello, quindi ne ho parlato con l'intera squadra e il signor Yagami e gli altri membri si sono fatti volontari per compiere la missione. E ... -
Scuoto il capo, bloccando le sue parole - Ti avevo detto di rimanere qui a svolgere il tuo lavoro, senza cercare di contattarmi o di salvarmi, perché ci sarei riuscita anche da sola. Ti avevo detto di ... -
- Ricordo perfettamente ciò che mi avevi detto, Lena - mi interrompe L.
- E allora perché non mi hai ascoltato? -
L abbassa appena le palpebre, studiando il mio volto colmo di serietà. Il cielo sopra di noi si è fatto ancora più cupo e si sta facendo sera. L sospira, si vede che la sua mente sta elaborando il modo corretto per rispondere.
- Non devo prendere ordini da te, Lena - risponde semplicemente, calcolando ogni parola con estrema cura. Eppure, nonostante sia a conoscenza dell'enorme sforzo che ha appena fatto per dire ciò senza ferirmi, rimango lo stesso delusa.
- Quindi è questo che sono? Un semplice membro della squadra incaricata di catturare Kira ai tuoi ordini che deve fidarsi ciecamente dei tuoi ragionamenti e dei tuoi piani? Sono solo questo? -
L scuote il capo - Non essere sciocca, sai perfettamente che non è così -
Alzo le spalle, cercando di cambiare argomento. Mi faccio improvvisamente seria e terrorizzata allo stesso tempo, mentre comincio a torturarmi le mani con insistenza, nervosa - E' una mia impressione oppure Light è ... cambiato? Anzi, peggiorato? -
L annuisce appena, distogliendo lo sguardo dal mio e osservando il cielo - Non è una tua impressione, me ne sono accorto anche io. Da quando ha toccato il quaderno della morte per aiutarmi ad esaminarlo, non è più lo stesso -
Aspetta. Quaderno della morte? Che cos'è?
- Il quaderno della morte? - ripeto, confusa - Di cosa stai parlando? -
L continua a fissare il cielo sopra di noi, minacciosamente scuro - Quella è l'arma che Kira utilizzava per uccidere le sue vittime. Death Note, il quaderno della morte, e al suo interno ci sono tutte le regole necessarie da sapere che Kira seguiva per commettere gli omicidi. L'abbiamo trovato la sera prima che spedissi il signor Yagami e il resto della squadra a Los Angeles per riportarti qui. A commettere gli omicidi era Kyosuke Higuchi, uno dei membri del consiglio dei dirigenti del gruppo Yotsuba, sul quale stava indagando Near per me. Higuchi è un individuo arrogante e cinico, disposto a tutto pur di privilegiare i propri interessi personali, e grazie a Misa siamo riuscito ad ottenere una registrazione in cui confessava di essere lui Kira -
Alzo un sopracciglio, a metà tra il sorpreso e l'incredulo - Misa Amane? -
- Si è dimostrata incredibilmente furba. Sinceramente, da lei non mi sarei mai aspettata una tale intelligenza. Ha corso un grosso rischio, ma è stato molto utile. Higuchi era innamorato di Misa, quindi per lei è stato abbastanza facile ottenere la registrazione. Abbiamo attirato Higuchi in una trappola, e lui ha confessato quasi subito l'arma che utilizzava per commettere gli omicidi. La sua condanna a morte si terrà a breve -
- Il Death Note - sussurro. Come può un semplice quaderno uccidere delle persone? Un pensiero mi invade la mente, e non posso fare a meno di esporlo a L - Hai detto che Light è cambiato da quando ha toccato il quaderno. Suppongo che il Death Note abbia dei poteri paranormali, se è in grado di uccidere delle persone. Quando abbiamo rinchiuso Light per cinquanta giorni, nelle prime due settimane sembrava totalmente indifferente. Ma quando ha pronunciato la parola rinuncio ... ha cominciato ad implorare di essere tirato fuori di li. Ed è completamente cambiato. Una volta mi hai detto che molto probabilmente Kira è capace di tramandare il suo potere di persona in persona, quindi chiunque potrebbe avere il suo stesso potere. Prima di essere rinchiuso, Light era Kira. Quando ha detto rinuncio, era solo Light. Quando ha toccato il quaderno, è tornato ad essere Kira. Lui ... è Kira - dico tutto d'un fiato.
L sembra riflettere qualche secondo, come se stesse analizzando attentamente ogni parola da me appena pronunciate. Il suo volto si fa serio, concentrato mentre il mio cuore batte veloce nel petto e i suoi occhi tornano nei miei.
- E' davvero ... interessante - commenta, la sua voce è inespressiva - Ammetto di aver tratto anche io una simile conclusione. Tutto ha un senso, tutto si collega. Light Yagami è davvero Kira -
- Possiamo dichiarare il caso chiuso e arrestare Light - dico, mentre l'euforia cresce in me ogni secondo di più, adesso sappiamo chi è il vero colpevole, il vero Kira, e possiamo arrestarlo, possiamo finalmente porre fine a questo incubo.
L alza una mano, frenando il mio entusiasmo - Non ancora - dice - Non abbiamo prove sufficienti per incastrare Light, e anche se lo arrestassimo, c'è un 80% delle probabilità che possa tramandare il suo potere a un'altra persona, come ha fatto con Higuchi, che verrà ugualmente condannato a morte per aver contribuito agli omicidi di Kira. Dobbiamo solo attendere -
- Attendere? - ripeto, contrariata - Attendere che altra gente muoia? -
L sospira, mentre vedo l'ombra di un sorriso illuminargli appena il viso - Temo che Mello ti abbia contagiato con la sua eccessiva impulsività -
Ma io non sorrido - Non è assolutamente vero -
- Comunque sia - cambia lentamente argomento L - E' meglio cominciare ad adottare la massima prudenza, da adesso in poi. Desidero informare Near di questa nostra ipotesi su Light Yagami e chiedere un parere anche a lui. Naturalmente, desidero convocare anche Matt e Mello, dato che anche loro due sono miei due possibili successori, sarebbe scorretto da parte mia non farlo -
Annuisco, poi osservo timidamente L - Posso vedere il quaderno? -
L sembra inizialmente sorpreso dalla mia richiesta, quasi riluttante. Ma poi mi fa cenno col capo di seguirlo, e io obbedisco. Mi porta in un labirinto di corridoi bui e umidi, come quelli della base di Mello, ma questi sono di gran lunga più puliti e non c'è puzza di muffa. Non c'è nemmeno uno spiraglio di luce che possa illuminare il pavimento sul quale sto poggiando i piedi, ma L mi precede con una tale sicurezza che sembra riuscire a vedere anche al buio. Sento la sua mano sfiorare inizialmente la mia, e sussulto a quel contatto, al contatto con quella pelle cadaverica che da tempo non toccavo. La sua mano si chiude attorno alla mia, le sue dita s'intrecciano alle mie diventando una cosa sola mentre mi lascio guidare dalla stretta della sua mano e dal suo intenso profumo di vaniglia e cannella, un profumo così dolce da essere imparagonabile e meraviglioso. Dopo minuti eterni passati a camminare e a distinguere figure indistinte nel buio, riesco a scorgere una debole luce azzurra, uno spiraglio piccolo quanto illuminato, la forma di una serratura di una porta che ai miei occhi è invisibile. L si ferma e le sue dita scivolando via dalle mie, mettendosi a frugare in una delle due tasche profonde dei suoi pantaloni blu. Sento un tintinnio, un rumore di chiavi che vengono sbattute di qua e di la. L estrarre un mazzo di chiavi e senza alcuna difficoltà riesce a trovare quella da infilare nella serratura illuminata d'azzurro. Osservo incantata i riflessi argentati della chiave mentre incontra la luce, mentre armeggia nella serratura per aprire la porta. 
La porta si apre e la luce azzurra che prima illuminava solo la fessura adesso m'inonda e mi costringe a chiudere gli occhi. Sono costretta a sbattere le palpebre più volte per sopportare la luce troppo forte e per riuscire a vedere che lentamente strascica i piedi dentro alla stanza. Lo seguo, e il detective mi fa cenno di chiudermi la porta alle spalle.
La stanza è molto piccola e c'è una lampadina al neon azzurro che pende dal soffitto, pericolosamente. Il pavimento e le quattro pareti della stanza sono anche loro azzurri e immacolati, al centro della stanza si eregge un blocco di cemento verniciato d'azzurro e sopra una teca di vetro quadrato. Al suo interno, c'è un quaderno nero. Che sia quello il Death Note di cui mi ha parlato L? Quella è l'arma più pericolosa che sia mai esistita? Un semplice quaderno?
L avanza verso la teca, ma io sono troppo timorosa per seguirlo, improvvisamente ho freddo e sono costretta a stringermi nelle spalle e incrociare le braccia davanti allo stomaco. Il solo pensiero di vedere così da vicino un'oggetto così banale ma allo stesso tempo così pericoloso ... mi affascina e mi spaventa allo stesso tempo. L mi fa cenno di avvicinarmi, e io lo affianco con esitazione.
- Eccolo - sussurra, semplicemente - Il Death Note -
E' un semplice quaderno nero, con la scritta Death Note al centro. A vederlo così da fuori non sembra letale, ma chissà cosa c'è al suo interno. Mi sporgo più in avanti per vederlo meglio, chinandomi sopra alla teca. L si avvicina a una parete, c'è un piccolo schermo rettangolare e dei tasti che prima non avevo notato. Compone un numero di sette cifre e la teca comincia a sollevarsi automaticamente, scoprendo il quaderno. Sto per allungare la mano e afferrare il quaderno, ma L mi fa cenno di aspettare e compone un altro numero, questa volta di nove cifre. Ha preso molti precauzioni ed è seriamente interessato a custodire il quaderno.
- Adesso puoi toccarlo senza che l'allarme scatti - mi spiega, tornando verso di me.
- E' incredibile come un semplice quaderno possa uccidere così tanta gente - mormoro, non riesco a distogliere gli occhi da quell'arma così letale. 
- Abbiamo controllato i nomi delle vittime della Yotsuba che Near era riuscito a fornirmi, e coincidono perfettamente con i nomi scritti sul quaderno. Higuchi usava questo quaderno per uccidere persone scomode alla società, ma gli altri membri lo chiamavano semplicemente Kira per mantenere segreta la sua identità nel caso qualcuno fosse riuscito ad origliare o a spiarli. Sono stati furbi, ma non abbastanza -
Allungo una mano verso il quaderno, questa volta decisa ad afferrarlo e a sfogliarlo, a leggere coi miei stessi occhi i nomi e a studiarlo. Sfioro appena la copertina col palmo della mano, poi le mie dita si chiudono attorno al profilo del libro e lo sollevo. La copertina è liscia e a tratti ruvida, perfettamente lucida e la scritta bianca Death Note scritta in un carattere che non riconosco è appena incisa. 
- Sembra un semplice quaderno - dico, continuando a studiare il Death Note.
- L'apparenza può ingannare, quello non è un semplice quaderno - dice una voce a me sconosciuta.
Mi volto di scatto, questa non è la voce di L. E' una voce profonda ma allo stesso tempo debole, una voce che sembra quasi ironica e canzonatoria. Non conosco questa voce, mi guardo attorno per accertarmi che nella stanza ci siamo solo io e L. Ma quando incontro quella figura, quel mostro ... sono costretta a ricredermi. 
Distante pochi metri dalla teca ormai completamente sollevata, c'è un mostro alto più di tre metri, con un paio di ali enormi e piumate, nere come la pece. La sua pelle è grigia e pallida, sembra quasi azzurra e i suoi capelli scuri sono sparati verso l'alto. La sua schiena è curva e ha le braccia talmente lunghe che toccano terra. La vita incredibilmente sottile, uno strano sorriso che mostra tutti i denti aguzzi e strani occhi ... rossi. Fatico a trattenere un urlo per lo spavento, ma più che terrorizzata sono confusa, incredula.
- Riesci a vederlo pure tu, Ryuzaki? - la mia voce è ridotta a un sussurro per l'incredulità, mentre con una mano strattono la maglietta bianca di L, dapprima lentamente, poi sempre con più forza.
- Lui è uno Shinigami, Lena, un dio della morte - mi spiega L, pacatamente. Ma come fa ad essere così tranquillo davanti a un mostro? Davanti a uno Shinigami? Gli dei della morte ... appartengono alla cultura giapponese e sono stati introdotti da poco, questi esseri chiamati Shinigami. Non è possibile che esistano davvero, è assurdo.
- Gli Shinigami ... esistono davvero? -
- Ma certo che esistono! - esclama lo Shinigami, la sua voce è talmente canzonatoria da sembrare quasi umana - Io mi chiamo Ryuk, e sono lo Shinigami di quel quaderno che hai in mano - 
- Qualsiasi domanda tu abbia da fare, ti conviene porla direttamente a lui - mi consiglia L, indicandomi Ryuk con un cenno del capo. 
Annuisco e smetto di strattonare la sua maglia bianca. Ci sono così tante domande che vorrei porre a uno Shinigami, ma non so da dove cominciare. Cerco di riordinare le idee mentre mi faccio coraggio - Da dove vieni, esattamente? -
- Dal mondo degli Shinigami, naturalmente - mi risponde Ryuk - E' un'altra dimensione popolata da creature come me e comandate dal Re degli Shinigami. Solo chi ha usato il Death Note durante la propria vita terrena vi può accedere dopo la morte -
Una domanda mi sorge spontanea - Questo è l'unico Death Note che esiste al mondo o ce ne sono altri? -
- Ogni Shinigami possiede il proprio Death Note, ma su di noi non ha alcun effetto. Solo sugli umani è in grado di funzionare. Una volta che il Death Note tocca il suolo, diventa proprietà della Terra. Il primo che lo tocca ne diventa il proprietario, e lo Shinigami non può fare altro che seguire il nuovo proprietario -
- E come fa ad uccidere le persone? -
- Ci sono delle regole ben precise. Apri il quaderno alla prima pagina -
Obbedisco e apro il quaderno. Sul retro della copertina ci sono delle regole, incise di bianco, delle istruzioni per l'uso. Quindi ... il potere di Kira, ammesso o non ammesso che sia Light, deve seguire delle regole precise. Delle regole che metteva in pratica sotto i nostri occhi, delle regole scritte. Passo un dito sulle parole incise, su quelle parole, quelle frasi che formano le regole del quaderno più temibile al mondo.
- Ryuk - non riesco a staccare gli occhi dal quaderno, cominciando ad immergermi poco a poco nella lettura e nella comprensione delle regole - Non ti dispiace se do un'occhiata al quaderno, vero? -



* * *



Mi è quasi tutto chiaro, finalmente.
Il nome della persona che verrà scritta sul Death Note morirà di arresto cardiaco entro quaranta secondi, ma si possono specificare le cause della morte, l'ora e il giorno nei seguenti sei minuti e quaranta secondi. E' necessario avere bene in mente il volto della persona che si vuole uccidere, per evitare di colpire omonimi. Una pagina presa dal Death Note, o anche un solo frammento della pagina, mantiene tutte le caratteristiche del quaderno. E' incredibile la precisione con cui vengono scritte queste regole.
Ma ci sono due regole che mi lasciano perplessa. Se il possessore del Death Note non uccide entro tredici giorni dall'ultima annotazione, lui o lei morirà. Se il Death Note viene bruciato, distrutto o altrimenti danneggiato in qualsiasi modo, tutti quelli che hanno toccato quel Death Note moriranno. Quindi ... è possibile dimostrare la propria innocenza seguendo la regola del tredici giorni. Se Light fosse Kira sarebbe già morto nel periodo della sua incarcerazione. Se solo non fosse per questo ...
- Quindi ... tu non stai più scrivendo nessun nome su questo quaderno, Ryuk? - chiedo, alzando la testa dal quaderno per incontrare le iridi giganti e rosse dell Shinigami che mi sta comodamente seduto di fronte.
- No, non sto più scrivendo alcun nome - mi rivela Ryuk - Ma potrei farlo, chiunque sia il nuovo proprietario umano del Death Note. Nulla mi impedirebbe di farlo -
- Puoi dirmi chi è l'attuale proprietario umano? -
- Potrei -
- Me lo puoi dire, per favore? -
La risata beffarda e glaciale di Ryuk mi fa venire la pelle d'oca, ancora non riesco a capacitarmi del fatto che una creatura che fino a stamattina credevo inesistente ride e si siede davanti ai miei occhi, rispondendo a tutte le mie domande - Cosa ci guadagnerei nel tradire la fiducia dell'umano che tuttora possiede il mio quaderno? -
- Pensi che eliminerebbe il quaderno, se tu lo tradissi? -
- Anche se lo facesse, sarebbe una cosa stupida, non trovi? Nel mondo degli Shinigami posso sempre trovare un altro quaderno su cui scrivere i nomi degli umani da uccidere. E poi, si compirebbe la regola secondo la quale chiunque cerchi di rendere il quaderno inutilizzabile è destinato a morire. Non sono immortale, ma certamente non è questo il modo in cui morirò. Quindi, cosa ci guadagnerei? -
Guardo L, chiedendogli telepaticamente aiuto. Le sue iridi scure rimangono fisse nelle mie per qualche secondo, prima di concentrarsi su Ryuk che con pazienza attende una risposta.
- Ryuk ... - comincia L, il suo tono è concentrato e neutrale allo stesso tempo - Suppongo che come Shinigami non avrai alcun tipo di problema nell'ottenere tutto ciò che desideri. E poi, se non erro, il tuo unico desiderio e l'unico motivo per cui rimani coinvolto nella faccenda nel ruolo di spettatore è per puro svago e divertimento. Giusto? -
- In effetti, si - annuisce Ryuk - Voi umani siete proprio uno spasso, nonostante facciate delle cose noiose e vivete in un mondo noioso. Siete anche una razza stupida, ignorante e terribilmente arrogante se non per alcune rare eccezioni -
- Purtroppo, concordo con quello che dici - dice L - Quindi, ho intenzione di aiutarti a goderti lo spettacolo mentre cerchiamo di stanare il nostro avversario, sebbene non ne conosciamo l'identità. Ma per farlo, è necessario che tu mi dica cosa desideri maggiormente -
Mi volto di scatto a guardare L, confusa e incredula per quello che ha appena detto. Sto per aprire bocca e ribattere, ma L alza una mano in aria per bloccare le parole non ancora uscite dalla mia bocca, continuando a fissare Ryuk con estrema concentrazione. A fatica reprimo una protesta.
- Tu vorresti offrirmi la cosa che desidero maggiormente ... in cambio dell'identità dell'attuale proprietario del quaderno? - sintetizza velocemente Ryuk, quasi impaziente.
- Esatto - annuisce L.
Ryuk ride ancora, i suoi denti aguzzi sono gialli e appuntiti come lame. I suoi occhi rossi si fermano prima su L e poi su me - In effetti, c'è qualcosa che desidero ardentemente ... -



Angolo dell'autrice : Bene! Ecco il nuovo capitolo e, rullo di tamburi, appare anche il mitico e insostituibile Ryuk! So che vi è mancato, ma adesso la sua presenza all'interno della storia è fondamentale. E ho deciso che da questo capitolo coinvolgerò moltissimo anche voi lettori, che mi aiuterete a sviluppare da qui in poi la storia per renderla più bella e avvincente possibile. Vorrei che voi rispondiate sinceramente a questo quesito tramite recensione o messaggio privato :
Che cosa potrebbe desiderare Ryuk così ardentemente da tradire Light?
Condizioni : deve essere qualcosa di folle, che riguardi L oppure Lena ( o se volete tutti e due insieme eh eh eh ), possibilmente qualcosa di macabro con una lieve sfumatura di ironia e divertimento. Potete sbizzarrire la vostra fantasia!
Nei miei prossimi angolini continuerò a coinvolgervi, così tutti insieme potremo contribuire a rendere fantastica questa storia. La trovate una bella idea? :-)

Bacioni,
Hope

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Capitolo 39
*** Condizioni ***


CAPITOLO 39
" CONDIZIONI "



Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche




L'ultima frase alleggi nell'aria, come un eco lontano di una caverna buia e misteriosa, come il finale di un film tanto atteso, come l'ultima pagina di un libro che hai letto recentemente. Mentre l'ansia mi divora, attendo che Ryuk termini la frase. Cosa può desiderare tanto ardentemente da tradire la fiducia dell'attuale proprietario del suo Death Note? Come dio della morte, dovrebbe essere in grado di ottenere tutto ciò che desidera, perché mai dovrebbe cedere a un ricatto?
Con la coda dell'occhio osservo L, in piedi accanto a me. Nonostante il suo viso sia neutro e calcolatore, riesco ad avvertirgli come una sorta di ansia, freme al solo pensiero di sapere cosa deve fare per ottenere l'informazione chiave per chiudere il caso. Se riusciamo ad accontentare Ryuk, riusciremo a scoprire chi è Kira e catturarlo.
- In realtà, quelle che sto per proporvi non sono richieste, ma condizioni - esordisce finalmente Ryuk, i suoi occhi rossi e troppo grossi sono macabri e inquietanti. Istintivamente, la mia mano cerca quella di L accanto a me, che subito intreccia le sue dita alle mie. La mia mano è calda, la sua è fredda. La sua mano è piccola, la mia lo è ancora di più. Lui riflette, io agisco. Siamo una squadra, due elementi somiglianti ma contrastanti che si sono avvicinati a tal punto da diventare una cosa sola, inseparabili. Siamo diventati qualcosa che non riusciamo a capire e a descrivere, qualcosa che non sappiamo come ci ha cambiati. Ho bisogno di lui, lui ha bisogno di me. Lui è l'ancora, io la barca.
- L - continua Ryuk - Non'appena ti rivelerò il nome del vero Kira, il proprietario del mio Death Note, dovrai cercare di architettare un piano infallibile per catturarlo, umiliarlo e costringerlo a confessare ... in modo brutale, naturalmente - la sua risata mi fa venire la pelle d'oca, e la mia stretta si fa più forte attorno alla mano di L - Ma non è tutto. In questo piano dovrà essere coinvolta anche Lena, non mi interessa che ruolo abbia, mi interessa che sia coinvolta. Dopo che avrete catturato Kira e lo avrete condannato come meglio ritenete giusto nel mondo umano, Kira verrà con me nel mondo degli Shinigami per continuare a divertirmi. E poi, prima che io mi riprenda il mio Death Note ... dovrete scrivere un nome ciascuno sul quaderno. E non possono essere criminali -
L'ultima frase è come una pietra scagliata in pieno viso. Scrivere un nome su quel quaderno equivale ad uccidere una persona. Se fosse un criminale, forse la cosa non mi scandalizzerebbe. Ma qualcuno di innocente, qualcuno che non mi ha fatto nulla ... è da Kira. Io non sono Kira. Io non voglio essere Kira e non voglio diventarlo.
- E dopo tornerai nel mondo degli Shinigami con Kira e il Death Note - conclude lentamente L.
- Esattamente. Accettate le condizioni? -
Strattono la mano di L, con insistenza, prima che possa accettare senza il mio consenso. L capisce il messaggio che sto cercando di mandargli e mi stringe la mano con troppa forza, per costringermi a smetterla di strattonarlo. Allenta la presa solo quando riprende a parlare con Ryuk - Concedici un minuto, per cortesia -
- Va bene - le lunghe e troppo sottili gambe di Ryuk fanno un minimo di quattro passi prima di scomparire nella parete più vicina. Il suo gesto mi lascia completamente senza parole e mi terrorizza, protesterei del fatto che se ne sia andato chissà dove, oppure è solo diventato invisibile e ci sta origliando, ma sono troppo scioccata dalle condizioni che quello Shinigami ci ha imposto.
L si volta finalmente a guardarmi, le sue iridi nere mi sembrano più grandi del solito. Il suo volto è serio, concentrato mentre col pollice mi sfiora il palmo della mano, per poi cominciare ad accarezzarlo e a trattaciare ripetute linee e ghirigori indefiniti.
- Scrivere un nome sul quaderno ... - comincio - Ci renderebbe assassini, proprio come Kira. Uccidere una persona che non mi ha fatto assolutamente nulla e che forse meriterebbe di vivere altri cent'anni ... non posso ... -
- Tu lo faresti? -
- Tutto ciò che desidero è trovare Kira e assicurarlo alla giustizia, dandogli la punizione che merita per aver commesso questa serie di omicidi senza precedenti -
- Quindi lo farai? -
L sospira, non so se è esasperato o combattuto. Nonostante la sua determinazione, so che non ucciderebbe mai. Invece di rispondermi, mi stringe una mano un'ultima volta prima di lasciarla cadere lungo il mio fianco e di rinfilarsi la sua in tasca. 
- Accettiamo le tue condizioni, Ryuk - dice, voltandosi verso la parete in cui Ryuk è scomparso. Lo Shinigami ritorna nel giro di pochi secondi, attraversando nuovamente la parete e raggiungendoci. Si ferma a pochi metri da noi, l'espressione visibilmente compiaciuta.
- Molto bene - annuisce - Adesso farò la mia parte -
Silenzio. Trattengo il fiato, tra pochi secondi Ryuk annuncerà il nome. Con tutte le mie forze prego il buon Dio, se ne esiste uno, di far in modo che il nome che pronuncerà non sia quello di Light. Qualsiasi altra persona andrà bene. Misa. Matsuda. Aizawa. Watari. Qualsiasi altra persona, ma non Light Yagami. Anche se il suo comportamento è sospetto, anche se è cambiato visibilmente da quando sono tornata da Los Angeles, anche se ogni indizio e la sua innocenza quasi inverosimile svia ogni sospetto ... non lui.
La voce di Ryuk è solenne, ma mantiene la solita sfumatura beffarda e cinica. A fatica sento il nome che pronuncia, e quando lo realizzo, maledico per la prima volta in vita mia il Dio che ho pregato, perché evidentemente non mi ha ascoltata.
- Light Yagami -



* * *



Non ricordo come sono arrivata in camera mia. Ricordo solo che il Death Note mi è caduto di mano e che sono corsa fuori, correndo mentre nella mia testa rimbombava il nome di Kira, come uno sparo. Ma il resto della corsa, di come non mi sia persa e di come sono riuscita a tornare in camera mia, quello non lo ricordo. Non sono svenuta, ma i ricordi e i pensieri devono avermi affollato la mente in modo talmente invadente da impedirmi di concentrarmi sul tragitto da percorrere.
Seduta sul mio letto, accarezzo con entrambi i palmi delle mani la coperta liscia e morbida. Il mio respiro è regolare. Mi aspettavo di piangere, di urlare. Invece non ho fatto nulla, semplicemente, sono scappata lontano da quella arma e da quel dio. Non piango. Ricordo e penso, ed è peggio che piangere.
Light a casa sua. Light che mi accompagna a casa. Light che mi chiama. Light che mi porta a cena fuori. Light che mi bacia. Light che parla con L per la primissima volta. Light in università. Light in ospedale. Light in cella. Light in macchina, con la pistola puntata sulla fronte. Light che mi abbraccia quando mi risveglio nella stanza bianca. Light che mi saluta prima di non vedermi più, quando sono partita per Los Angeles. Light che mi guarda coi suoi occhi macabri e cattivi. 
E' sempre stato lui, Kira. Ho sempre avuto l'artefice di questi omicidi sotto gli occhi e non sono nemmeno stata capace di riconoscerlo. Non sono nemmeno stata capace di mettere da parte orgoglio, sentimenti e cuore per ammettere che L aveva sempre avuto ragione, che Light è sempre stato Kira. Quello che credevo mio amico ... è solo un'assassino, uno psicopatico. Mi è difficile accettarlo, ma è così.
Qualcuno bussa alla porta due volte, e prima che io possa dire qualcosa, la testa di L s'infila nella stanza. I suoi occhi incontrano i miei e senza dire nulla, entra. Si richiude la porta alle spalle con una mano e lentamente, a piccoli passi trascinati, mi si avvicina.
- Avevi ragione - sussurro appena - Hai sempre avuto ragione -
L mi ignora - Come ti senti? -
Scuoto il capo - Non lo so. Quando chiamerai Near, Mello e Matt per avvertirli di tutto ciò che abbiamo scoperto sul quaderno e su quello che ha detto Ryuk? Quando li chiamerai per decidere il piano per catturare Light? -
- Intendo farlo stanotte stessa, quando tutti saranno troppo impegnati a dormire per preoccuparsi di me. Andremo nella stanza dov'è custodito il Death Note e chiederò a Near di raggiungermi al più presto qui in Giappone, per discutere del piano -
Annuisco, semplicemente - Ottimo -
- Desideri prendere parte anche tu all'incontro, stanotte? -
Una luce improvvisa mi illumina gli occhi e il volto. Mi alzo in piedi, mentre uno strano sorriso che non mi appartiene mi illumina il volto. Light sarà certamente un'ottima mente calcolatrice, ma se messo alle strette anche lui darà precedenza alla fretta e all'impulsività. E' inevitabile, qualunque essere umano da precedenza alla fretta davanti ad imprevisti disastrosi e determinanti. Non so come sono arrivata a formulare questo pensiero.
Mi volto a guardare L, mentre il sorriso sul mio volto si allarga - In realtà, Ryuzaki, io ho già in mente un ottimo piano -




 

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Capitolo 40
*** La falsa regola ***


CAPITOLO 40
" LA FALSA REGOLA "



Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche



L'orologio che ho al polso segna la mezzanotte precisa, ed allora alzo lo sguardo sui tre ragazzi che ho davanti. Ci siamo tutti riuniti nella stanza dove viene custodito il Death Note e abbiamo chiuso la porta a chiave, in modo che nessuno possa disturbarci durante la nostra riunione. Il mio sguardo si sposta sul detective accanto a me, che pensieroso fissa i tre ragazzi. Mi vengono improvvisamente in mente le origini, il passato, gli avvenimenti che ci hanno tutti condotti qui. In un certo senso mi sarei aspettata una sorta di riunione come questa, ma pensavo che saremo stati tutti ad ascoltare L e le sue idee e i suoi piani infallibili. Non me.
Siamo tutti seduti a un tavolo che non avevo notato la prima volta che sono entrata nella stanza, distante pochi metri dal blocco su quale è posato il Death Note, coperto da una teca di vetro e da un'anti furto infallibile. Mello, col giubbotto nero di pelle ancora addosso e i pantaloni dello stesso colore e dello stesso materiale stropicciati, la cicatrice sull'occhio gli conferisce un'aspetto minaccioso. Matt, seduto accanto al suo migliore amico, le mani sprofondate nei jeans strappati e gli occhialini arancioni sugli occhi che lo fanno sembrare una strana mosca. E Near, arrivato solo da qualche ora, è rimasto identico ai tempi della Wammy's House. Lo stesso candore, i stessi capelli bianchi come il latte, gli stessi occhi grigi come le nuvole, e perfino lo stesso pigiama. Sta rannicchiato sulla sua sedia, con una ciocca dei capelli bianchi fra l'indice e il pollice della mano destra. Non c'è il minimo segno di stanchezza nei suoi occhi, sebbene sia arrivato solo due ore fa.
E accanto a me, L. Lui non è seduto, preferisce rimanere in piedi. I suoi occhi neri scrutano i suoi tre successori con lentezza, studiandoli come per imprimere nella mente i loro volti. Non l'ho mai visto così concentrato. La sua mano si posa sulla mia spalla, accarezzandola dolcemente prima di fermarsi e stringerla appena.
- Vi ringrazio per esservi riuniti con noi, nonostante la tarda ora - comincia L, lentamente, come se non avesse fretta di raccontare di Ryuk, del quaderno e del piano che ho in mente - Io e Lena siamo venuti a conoscenza di importanti dettagli riguardanti il caso Kira, determinanti per la sua cattura e per la risoluzione del caso. Adesso vi pregherei di rimanere in silenzio e ascoltare il racconto di Lena su quanto abbiamo scoperto, quando lei avrà terminato, allora potrete porre tutte le domande che ritenere necessarie -
Near, Matt e Mello sembrano tre studenti che pendono dalle labbra del maestro. Annuiscono tutti e tre in coro, e i loro occhi e la loro attenzione si spostano su di me, mettendomi a disagio. Facendo un mentale respiro profondo per infondermi coraggio, comincio a raccontare tutto. Dal mio risveglio dal coma, dall'insolito comportamento di Light ...
- Che c'entra Light Yagami in tutto questo? - borbotta Mello, interrompendomi.
- Avevo detto di porre le domande a fine racconto - gli ricorda pazientemente L.
Ignorandoli, proseguo. Racconto del Death Note, delle regole lette, dell'apparizione dello Shinigami Ryuk, delle informazioni raccolte sul mondo degli Shinigami, sulle condizioni che ci aveva posto per poter scoprire l'identità di Kira, e infine il nome.
Quando pronuncio il nome di Kira, il nome di Light, mi si forma un nodo in gola. Deglutisco per scioglierlo, per scacciarlo, ma non ci riesco. I tre successori sembrano abbastanza sorpresi dal mio racconto, sopratutto dell'esistenza degli Shinigami. 
Rimaniamo in silenzio, ognuno troppo concentrato nell'analizzare il racconto nei minimi dettagli, nel cercare un qualcosa.
- Quindi il quaderno assassino appartiene a uno Shinigami che può essere visto solo da chi possiede il quaderno - riflette sommessamente Mello, tenendo gli occhi bassi sulla superficie liscia del tavolo - Quindi gli Shinigami esistono -
- Ma ci sono due regole che sono ... strane - continuo, quasi a bassa voce - Se il possessore del Death Note non uccide entro 13 giorni dall'ultima annotazione, lui o lei morirà, e se il Death Note viene bruciato, distrutto o altrimenti danneggiato in qualsiasi modo, tutti quelli che hanno toccato quel Death Note moriranno. Sul fatto che il quaderno venga distrutto o bruciato ... il quaderno esiste ancora e non è possibile fare una prova. Con la regola dei tredici giorni, invece, sarebbe possibile dimostrare la propria innocenza -
- Una falsa regola? - la voce pacata di Near mi fa rabbrividire, erano anni che non la sentivo.
Non avevo mai preso in considerazione l'idea che una regola potesse essere falsa. Come possiamo dimostrarlo? Quelle regole sono state scritte da uno Shinigami. 
- Se c'è una falsa regola è quella secondo la quale se non si scrive un altro nome entro tredici giorni si muore - continua Near - Ci sono parecchie cose che vorrei provare a chiedere a quello Shinigami, quello che in particolare mi interessa sapere riguarda le regole riportate sul quaderno, e il fatto che forse non tutte sarebbero vere. Pensi che questo sia possibile, Ryuzaki? -
Invece di rispondere, L toglie la mano dalla mia spalla, lasciandomi come una sensazione di vuoto. Lo sento camminare alle mie spalle, e dopo qualche secondo il rumore metallico della teca quadrata che si solleva per permettere di poter prendere il Death Note. Dopo pochi secondi, L torna col quaderno tra le dita, e lo posa al centro del tavolo. Mello e Matt si sporgono curiosi per osservarlo, mentre L lo apre alla prima pagina, dove sono riportate le prime regole. Near rimane composto al suo posto.
- Toccate tutti il quaderno - dice L, semplicemente. Riluttanti, i tre successori fissano incuriositi e inquietati il Death Note. Il primo che allunga coraggiosamente la mano è Matt. Tocca la prima pagina, piena di nomi, per poi ritrarla subito. Lo stesso gesto lo fa Mello e poi anche Near. Li vedo alzare in contemporanea gli occhi, le loro facce lasciano trasparire lo stupore e l'accumulo di curiosità, mentre Mello sgrana gli occhi, Matt apre appena la bocca per lasciarsi scappare una bestemmia e Near tenta di rimanere impassibile, ma gli è impossibile.
- Non è possibile - sussurra Matt - Quello è ... lo Shinigami? -
Mi volto, e non mi sorprendo nel vedere Ryuk, in piedi in tutta la sua altezza. Gli sorrido appena, come se fosse un vecchio amico. L si siede sulla sedia vuota, rannicchiandosi nella sua solita posizione e cominciando a rosicchiare l'unghia del pollice mentre i suoi occhi sono fissi su Ryuk.
- Prego, Near - sussurra.
Dopo qualche momento di esitazione, Near comincia a parlare - Signor Shinigami, vorrei la sua opinione a riguardo della questione. Suppongo che lei abbia ascoltato il racconto di Lena e anche le nostre ipotesi riguardanti l'esistenza di una falsa regola. Secondo lei, se ci fosse una regola falsa, quale potrebbe essere? -
Inizialmente penso che Near sia scemo. Perché porre una domanda del genere a uno Shinigami? Anche se fosse vero, se la regola fosse falsa, lo Shinigami non lo ammetterebbe mai. Anche se Ryuk ci ha posto delle condizioni, potrebbe mentire.
Ryuk sembra pensieroso - Andando per esclusione ... quella secondo cui si muore se entro tredici giorni dall'ultimo nome che si è scritto sul quaderno non si perpetua la serie di omicidi -
Near annuisce - Bene, immaginavo lei sarebbe arrivato alla mia stessa conclusione -
Questa volta è Mello a parlare - Shinigami, tra le regole scritte sul quaderno ce sono di false? -
- No, assolutamente no - risponde Ryuk. Ma troppo in fretta, troppo precipitosamente. Non conosco bene Ryuk, ma immagino non sia da lui. No?
- Bene, bene -Near sorride, soddisfatto, vederlo sorridere così è inquietante. Non l'ho mai visto sorridere da quando lo conosco. Sorride come se avesse trovato tutti i pezzi perduti del puzzle, come se avesse finalmente capito la figura del puzzle che da tempo non riusciva a capire - Credo di aver capito, grosso modo. Light Yagami è Kira -
- Ha indotto lo Shinigami a mentire? - domanda Matt, quasi perplesso.
- Proprio così - annuisce Near.
- La reclusione di Light non conta più nulla. Se la regola dei tredici giorni fosse falsa, il fatto che Light non abbia compiuto alcuna azione per più di tredici giorni non proverebbe un bel niente - concludo, sovrappensiero. Mi volto verso Ryuk, il mio sguardo si fa improvvisamente serio e minaccioso, quasi da competere con quello di Mello - Volevi divertirti, Ryuk? Adesso il gioco è finito, si fa sul serio. E adesso tocca a noi -
Mi alzo in piedi, mentre gli occhi dei tre successori si puntano su di me. La soggezione è scomparsa del tutto, lasciando il posto a una totale voglia di giustizia e a una totale stanchezza. Sono stanca di Kira, degli omicidi. Adesso basta. Adesso tocca a noi. Adesso tocca a me - Io ho in mente un piano per poter mettere Light Yagami alle strette e attirarlo in una trappola, rispettando le condizioni che Ryuk ha imposto a me e a Ryuzaki. Naturalmente, per evitare spiacevoli malintesi o inconvenienti, vi spedirò il piano e tutti i suoi dettagli tramite un file che sarete costretti a cancellare non'appena terminato di leggere. Non saranno ammessi errori, perciò leggete con attenzione -
Ho chiesto a L di riservare un computer portatile o un cellulare ai tre successori. In questo modo, Ryuk non potrà sentirci mentre discutiamo del piano e non potrà riferirlo a Light. Near, Mello e Matt sono furbi e so che leggeranno il file facendo ben attenzione ad essere soli e nascondendosi.
Mello poggia rumorosamente la schiena allo schienale della sedia, lasciandosi scappare un ghigno mentre i suoi occhi glaciali fissano gli stivali stretti e neri - Fin'ora è andato tutto come ti aspettavi, vero Near? -
L'albino non si muove, attorciglia semplicemente una ciocca di capelli attorno all'indice, per poi sciogliere il tutto e compiere nuovamente l'azione - Si, immagino di si. Devo confessarti che è anche grazie a tutto quello che hai fatto se mi sono avvicinato all'identità di Kira -
Questo non doveva dirlo, no. Prima che qualcuno potesse prevederlo, Mello scatta in piedi ed estrae la pistola dalla cintura dei pantaloni, puntandola sulla nuca candida di Near. Matt scatta in piedi subito dopo di lui, afferrando il migliore amico per le braccia e cercando di farlo arrestare, ma Mello si dimena con forza.
- Ti avverto che io non sono uno strumento per completare il tuo puzzle! - urla Mello.
- Mello! - mi avvicino velocemente, mettendomi tra l'albino e il tedesco, con una mano riesco a spostare la traiettoria della pistola dalla nuca di Near alla superficie del tavolo - Cosa ci ricaveresti a sparare a Near, eh? -
- Non preoccupatevi - mormora Near - Se Mello desidera spararmi, è liberissimo di farlo -
Rabbiosa, mi volto verso l'albino - Non sei di nessun aiuto in questo modo, Near! -
L si alza in piedi, e tutti e quattro ci zittiamo da bravi studenti - Mello, Near, le vostre provocazioni reciproche sono futili e inappropriate, quindi vi pregherei di smetterla. Schierarci l'uno contro l'altro aiuterebbe soltanto Light Yagami a continuare la sua costruzione del suo ideale mondo migliore. Adesso vi prego di sedervi, e di continuare a parlare di cose più importanti -
Da bravi studenti, i tre successori si siedono. Io torno al mio posto. E' incredibile come L sia rimasto in silenzio durante questa riunione, osservandoci e studiandoci come per metterci alla prova. Riesco a cogliere un lieve bagliore, una lieve luce d'orgoglio nei suoi occhi. Anche se non lo da a vedere, è orgoglioso dei suoi tre successori. E anche della sua Monika.

 


* * *



So per certo che il file è arrivato a tutti e tre i successori. Ho richiesto loro di fare un gesto stupido, ovvero il segnale che mi ha consentito di capire che hanno letto il file che ho mandato : tirarsi l'orecchio destro. L'hanno fatto, e anche se stupido questo gesto mi ha sollevata. Ci riuniremo a mezzanotte per discutere degli ultimi dettagli prima di mettere in atto il piano. Ma prima, è necessario che io faccia una cosa.
Siamo tutti riuniti nella stanza principale dell'edificio, l'immenso schermo nero appeso alla parete spento mentre tutti sono seduti su una sedia o su una poltrona con un computer e dei file da analizzare o dei dati da leggere. Aizawa sta sfogliando una pila di fogli stampati a computer, il suo sguardo va dai fogli al computer per accertarsi che siano stati stampati correttamente e senza errori. Matsuda guarda svogliatamente lo schermo, i suoi occhi leggono assenti un file molto lungo. Near è seduto a terra, una pista di macchinine che lo circonda mentre delle piccole macchine sfrecciano silenziose in cerchio, percorrendo sempre lo stesso tragitto. Dimenticavo che i giocattoli aiutano molto la concentrazione di Near. Mello è stravaccato su una poltrona, mordicchiando la tavoletta di cioccolato fondente e leggendo con attenzione dei fogli scritti. Matt gioca con la PSP, seduto sulla poltrona accanto a quella di Mello, facendo l'ennesima pausa dal suo lavoro, il computer portatile abbandonato sulle ginocchia e l'attenzione tutta su gioco della PSP. Light sta scrivendo qualcosa a computer, freneticamente, le sue dita corrono veloci sulla tastiera e i suoi occhi sono concentrati. L è rannicchiato nella sua posizione, mangiando una fetta di torna al cioccolato e menta mentre i suoi occhi pensierosi fissando il nulla. Io? Io faccio finta di leggere il computer, ma in realtà sto controllando mentalmente che il mio piano possa funzionare.
Il mio sguardo cerca quello di L, attendo il segnale. L annuisce impercettibilmente, senza nemmeno guardarmi, troppo impegnato a mettere in bocca un pezzo troppo grosso della sua torta. Ed è allora che agisco. 
Fortunatamente, Light è seduto proprio accanto a me e non è una coincidenza. Distogliendo l'attenzione dal computer, osservo Light cercando di assumere l'espressione più innocente possibile - Perdonami, Light, sai per caso dirmi che ore sono? -
Light smette di scrivere a computer e osserva l'orologio - Sono le undici e mezza - risponde.
- Grazie. E' veramente una scocciatura lavorare senza sapere che ore sono, sai? Purtroppo non ho mai avuto orologi, non mi sono mai piaciuti particolarmente. Ma solo adesso mi rendo conto che sono essenziali per il lavoro, che sciocca! - faccio una pausa, prima di sorridere a Light - Mi presteresti il tuo orologio almeno per un giorno, Light? -
Light mi osserva, perplesso. Potrebbe sospettare qualcosa, certo, ma non è a conoscenza del piano e non è una persona particolarmente legata agli oggetti materiali. Se negasse, sarebbe sospetto.
- Certamente - annuisce, sorridendo appena. Si slaccia l'orologio dal polso e me lo porge, quasi con riluttanza. Io lo afferro, sorridendo per ringraziarlo e allacciandomelo al polso destro. Osservo l'ora, sono le undici e trentadue minuti. Come immaginavo, ci sono due rotelle all'estremità laterale dell'orologio. Light per uccidere deve aver usato innumerevoli volte anche solo un frammento del quaderno sotto i nostri occhi, e quale posto migliore per nasconderlo se non l'orologio che non si toglie mai? 
Stiracchiandomi, mi alzo e annuncio la mia temporanea assenza per andare ai servizi. Mi alzo, sorridendo a Matt e Mello che con lo sguardo mi osservano scomparire. Matt mi rivolge uno sguardo interrogativo e ansioso, e io annuisco semplicemente.
Come da copione vado in bagno e trovo un borsone. Si, un semplicissimo borsone e al suo interno ci sono gli asciugamani. Sistemo gli asciugamani al loro posto, accanto al lavandino immacolato, ma ne lascio solo uno nel borsone. Quando mi chino per prendere l'ultimo asciugamano, nascondo le mani nel borsone e li comincio ad armeggiare con noncuranza. Anche se Ryuk mi stesse seguendo o vedendo, non potrebbe vedermi mentre agisco. Metto mano alle due rotelle all'estremità laterale dell'orologio. La prima non si tira, si può solo girare e indubbiamente è quella per regolare l'ora. La seconda si tira. Una volta, due volte. La base dell'orologio si apre lateralmente, in un dischetto piatto. Con un dito tocco il dischetto, e come immaginavo ... un pezzo quadrato, un pezzo del Death Note. 
Ora non resta solo che mostrarlo a L e agli altri stanotte, a mezzanotte e mettere immediatamente in atto il piano.
E' fatta.



Angolo dell'autrice : Vi prego siate clementi non tiratemi nessun pomodoro, ortaggio, surgelato ( sto parlando proprio con te, Lils! ) perché giuro che c'è una spiegazione a tutto. Domani ho la verifica di inglese e quella di latino e quindi mi sono messa a studiare come una pazza perché in latino non ho problemi, ma il mio prof di inglese è una checca isterica calva ossessionata dalle parole storpiate, non scherzo.
Comunque ecco che appare Near in bianco e giocattoli! Non poteva mancare la provocazione di Mello, certo che no, se no non sarebbe stato divertente. Mi sono impegnata moltissimo per scrivere questo capitolo e spero che i risultati siano ben visibili. Allora, so che siete curiosi di scoprire cos'ha in mente la nostra eroina Monika Gilman, conosciuta come Lena Burners, ma non ve lo dirò. Lo scoprirete molto presto, perché nei prossimi capitoli lo metterà in atto seguita dal super figo genietto L, dal super figo mafioso Mello, dal super figo nerd Matt, e dal super figo albino Near. Non ci sarebbe stato divertimento se io avessi fatto spiegare il piano a Lena, no? 
Vi adoro!
Hope

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Capitolo 41
*** Tramonto ***


CAPITOLO 41
" TRAMONTO "



Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche




Chiudo gli occhi, cercando di riflettere. Abbandono la schiena contro lo schienale rigido della sedia, mentre attorno a me le voci di L e dei suoi tre successori che discutono sui dettagli del piano e su quando sia giusto metterlo in atto mi fanno venire il mal di testa. Ho trovato un pezzo di carta quadrata nell'orologio di Light, ma come faccio a sapere che si tratti veramente del Death Note? Togliendo la confessione di Ryuk e anche il fatto che quello sia un posto insolito per mettere un pezzo di carta, anche se magari lo teneva li solo in caso di emergenza, qualunque essa sia. No, non è una scusa plausibile. Light è Kira, ma come dimostrarlo?
- ... e l'ideale sarebbe provare a scrivere un nome su quel pezzo di carta, attendere quaranta secondi e verificare se la persona da noi citata muore oppure no - sta dicendo L, la sua voce pensierosa. Scommetto che in questo momento ha alzato gli occhi per fissare il soffitto e che mi sta torturando il labbro inferiore con l'indice della mano destra, spingendolo all'indentro e all'infuori ogni due secondi contati.
- Abbiamo avuto conferma dallo Shinigami che Light Yagami è Kira - ribatte Mello.
- Ci servono prove concrete che ci spingano a mettere in atto il piano progettato da Lena, e per farlo dobbiamo essere certi che quel pezzo di carta provenga dal Death Note originale - spiega Near, pacato. Scommetto che tra giocando con una ciocca dei suoi capelli arruffati e candidi come la neve.
- Mettiamo caso che decidessimo di mettere alla prova quel cazzo di pezzo di carta, scrivendoci sopra un nome - ribatte ancora Mello - Scriviamo un nome a caso, magari il nome di qualche fottutissimo criminale che varrebbe la pena vedere crepare come un cane. E mettiamo caso che il pezzo di carta sia effettivamente un pezzo del quaderno assassino. Il criminale schiatta per arresto cardiaco. E mettiamo che Light Yagami sia veramente Kira. Viene a sapere che il criminale è morto. Che succede se viene a sapere che siamo stati noi ad ammazzarlo? Tutto salterebbe -
- Potrebbe pensare che sia stata opera della biondina - dice Matt, sento uno scatto. Scommetto che si è appena infilato in bocca una sigaretta e che l'ha appena accesa. Dopo qualche secondo, infatti, sento una lieve puzza di fumo invadere l'aria circostante - Light Yagami non sospetterebbe mai che la modella gotica bionda ossigenata possa tradirlo in qualche modo, considerando che lei venera Light come se fosse il modello più figo apparso sulla sua rivista di gossip preferita -
- Dimentichi che io ho il suo orologio - riapro gli occhi. L'orologio giace al centro del tavolo, aperto e col pezzo di carta perfettamente al suo posto, incastrato nel dischetto della base dorata. Come immaginavo, Matt sta fumando una sigaretta, Near sta giocando con una ciocca del suoi capelli e L si sta torturando il labbro inferiore, con lo sguardo perso nel vuoto. Prevedibili - Anche se uccidessimo il criminale più pericoloso al mondo, i sospetti di Light ricaderebbero immediatamente su di me, che ho il suo orologio. Non importa se Misa lo aiuta a condannare i criminali o meno, l'indiziata principale sarei io. E tenterebbe in tutti i modi di uccidermi, di eliminarmi -
- Quindi cosa proponi? - mi chiede Matt, appoggiando entrambi i gomiti sul tavolo sporgendosi verso di me, i suoi occhi velati dalle sottili lenti arancioni e ovali gli danno un'aria spiritosa e stravagante.
Scuoto il capo in segno di nego, abbattuta e sconsolata - Non lo so -
- Finché non riusciremo a stabilire se quel pezzo di carta è effettivamente una parte del Death Note per poter mettere in atto il piano - dice Near, e purtroppo so che ha ragione - Se decidessimo di metterlo in atto senza accertarci dell'autenticità del pezzo di carta, per Lena sarebbe come firmare la sua condanna a morte, dato che Light Yagami conosce sia il suo nome di battesimo che il suo volto. E' meglio non rischiare -
Improvvisamente, mi torna in mente qualcosa. Non so come richiamo l'immagine degli occhi rossi dello Shinigami Ryuk. Identici a quelli rossi del signor Yagami, nel covo di Mello, prima di morire. Identici a quelli di ... Misa Amane.
- Ryuzaki, potrei vedere per un momento il quaderno? - chiedo.
L annuisce e dopo aver eliminato tutti gli anti furti necessari, mi porge il quaderno nero assassino con cautela. Lo afferro, e subito apro alla pagina dove sono scritte tutte le regole. Con gli occhi scorro i fiumi di parole e le frasi incise bianco su nero, col dito cerco la frase che sto cercando e che probabilmente mi darà la risposta del perché gli occhi dello Shinigami, del signor Yagami e di Misa erano oppure sono rossi.
Quando trovo la riga, ci picchietto sopra con il dito e poi comincio a leggere ad alta voce - L'umano possessore del quaderno può barattare metà del tempo che gli resta da vivere con gli occhi di un dio della morte, che consentono di conoscere il nome e il tempo di vita rimanente degli altri umani semplicemente guardandoli - scandisco lentamente ogni parola,  come se ognuna fosse una bomba pronta ad esplodere da un momento all'altro. Alzo immediatamente gli occhi, incontrando quelli confusi color ghiaccio di Mello - Quando il signor Yagami è entrato nel covo a Los Angeles, i suoi occhi erano rossi -
Mello alza un sopracciglio, pensieroso - E allora? -
- In quel momento era in possesso degli occhi degli Shinigami. E' per questo che sapeva il tuo vero nome, per questo era in grado di minacciarti scrivendo il tuo nome sul Death Note. Riusciva a vedere il tuo vero nome - dico.
Mello sembra pensieroso, lo vedo tornare indietro e rivivere quelle scene. Quando vedo il suo viso illuminarsi, intuisco che ha capito il mio ragionamento e che lo approva. Prima che possa dire qualsiasi cosa, mi volto a guardare L.
- Quando il secondo Kira ha mandato il suo primo messaggio alla Sakura TV e la polizia ha tentato di interrompere il programma, gli agenti che avevano inviato sul posto morirono di arresto cardiaco, ed erano a viso scoperto. Il secondo Kira riusciva ad uccidere anche solo vedendo il nome delle persone. Light non poteva essere stato, perché era con noi quando il fatto è avvenuto. Ma gli occhi di Misa Amane, così rossi, sempre rossi ... era lei il secondo Kira. E anche lei ha perso la memoria del Death Note e di tutto quello che aveva fatto durante il suo periodo di prigionia -
L segue il mio ragionamento senza battere ciglio, i suoi occhi concentrati su di me, la sua mente analizza ogni parola e la interpreta, il suo cervello cerca di collegare i fatti passati a possibili ipotesi e possibili verità. Quando parla, la sua voce è pacata e inespressiva - Adesso è possibile dare una spiegazione a tutto. In un altro caso decreterei che il tuo ragionamento è completamente privo di fondamenta e del tutto inverosimile, ma dato che stiamo parlando di un quaderno omicida proveniente da un altro mondo e di un assassino incredibilmente intelligente ... non me la sento di escludere queste tue ipotesi, Lena -
- Quindi cosa faremo? - chiede Matt.
- Rapiremo Misa e faremo in modo che non possa contattare Light o vedere alcun notiziario - dice L - La convinceremo a liberarsi dei suoi indumenti liberi dicendole che deve posare per una rivista d'intimo e deve indossare particolari indumenti. In questo modo ci accerteremo che nei suoi vestiti non ci sia nulla di sospetto -
- E poi? -
- Vi invierò un altro file, perché in questo caso il piano di Lena sarà costretto a subire delle modifiche. Se permetti, Lena, desidererei apportare io queste modifiche e inviare io stesso il file -
- Certamente - annuisco. Nascondo nuovamente il pezzo di Death Note nel dischetto piatto della base dell'orologio di Light e lo rimetto al polso, controllando l'ora. Le tre e mezzo del mattino, dopo tre ore e mezza di riunione, discussione e ragionamento mi sento esausta.
- E quindi cosa faremo col pezzo di carta? - chiede Mello.
L comincia a torturasi nuovamente il labbro inferiore, ma questa volta usando l'altra mano e il pollice - L'ideale, come ha detto Near, sarebbe assicurarci che quel pezzo di carta sia parte del Death Note. Ma chi dovremmo uccidere, senza destare sospetti e senza coinvolgere notiziari e stampa? -
- Potremo uccidere qualche piccolo criminale insignificante e poi disfarci del corpo - suggerisce Mello, con una nota di inquietudine nella voce. Faccio una smorfia, come suggerimento non mi piace per nulla.
- Che ne dite dei malati senza rimedio? - suggerisce a bassa voce Matt. Gli occhi e l'attenzione di tutti si ferma sul rosso, e lui continua - Quei malati che non hanno alcuna speranza di tornare a vivere in modo normale. Potremo spacciare l'effetto del Death Note per una morte di non so quale tipo, comunque sia la morte di uno di quei malati, e assicurarci in questo modo l'autenticità del pezzo di carta -
Dopo un attimo di silenzio, Near annuisce - Potrebbe essere una soluzione. Ma chi di noi scriverà il nome di quella persona, chiunque essa sia? -
Silenzio. Io non me la sento. Già mi sarà difficile ammazzare una persona per mezzo di quell'arma infernale, figuriamoci mettere fine a una vita che è destinata a finire in qualsiasi caso. Mi inquieta, mi terrorizza, mi spaventa. 
- Io non me la sento - sussurro con un filo di voce.
- Lo farò io - si offre svogliatamente Mello.
Lo sguardo di Matt si posa immediatamente sul suo migliore amico, premuroso e preoccupato allo stesso tempo - Sei sicuro di volerlo fare? -
Mello alza le spalle, tentando di sembrare indifferente e distaccato, ma ormai sappiamo tutti cosa c'è sotto la maschera e quindi non è più credibile continuare a credere alla recita - Ricordati che non sarebbe la prima volta. Ho già ucciso, quindi una persona in più non farà altro che sporcare ancora di più la mia fottutissima coscienza, ma che cazzo me ne frega? - ride, una risata spenta, non sua.
- Quanto metteremo in atto il piano, Ryuzaki? - domanda Near, cambiando argomento, facendo un favore sopratutto a Mello. E' incredibile come Near sia disposto ad aiutare Mello, ma non il contrario. Una gentilezza a senso unico.
- Domani stesso. E Near, ti chiedo cortesemente di mettere a mia disposizione gli agenti dell'SPK -
Domani tutto finirà. Domani, se tutto andrà bene, cattureremo Light e metteremo fine a questa serie di omicidi scandalosi. Domani, se tutto andrà bene, se vivremo tutti.



* * *



Il Death Note non tornerà nella sua teca, al sicuro. Ci servirà per il piano, quindi tanto vale lasciarlo fuori. Non credo che riuscirò a dormire per quelle poche ore che mi sono rimaste, quindi non avrò problemi a fargli da guardia e a curare che rimanga al suo posto fino al momento del piano. Ma il detective e i suoi tre successori sembrano del mio stesso parere, nessuno sembra eccessivamente stanco, anzi, sembriamo così svegli da sembrare appena alzati dal letto.
E' strano pensare che domani tutto finirà. Le indagini, gli spostamenti, gli indizi. Ma sono felice di sapere che in qualche modo anche questo caso che sembrava impossibile da risolvere, abbia una fine. Ma mi chiedo, che fine farò io? Resterò qui in Giappone o tornerò in Inghilterra cercando un'altra associazione investigativa simile alla YB Corporation per cui lavorare? L che fine farà? Semplice, lui continuerà a spostarsi da una parte all'altra del globo, risolvendo i casi più difficili. Ma noi due, che fine faremo? Sorgeremo o tramonteremo?
Mello cosa farà? Tornerà a Los Angeles cercando un'altra banda mafiosa da comandare? E Matt lo seguirà o cercherà di fargli capire che non sarebbe una buona idea? E Near cosa farà? 
Domani potrebbe essere anche il mio ultimo giorno di vita. Potrei morire nel tentativo di mandare alla forca Kira, e ne sono pienamente consapevole. Oppure potrebbe morire Matt. Oppure potrebbe morire Mello. Oppure potrebbe morire Near. Oppure potrebbe morire L. Potremo morire tutti, insomma, tentando di attuare un piano che sebbene promettente potrebbe rivelarsi troppo fantastico per poterlo far funzionare.
Sospiro, attirando l'attenzione di tutti. Incontro quella varietà di iridi colorate che sempre mi hanno ipnotizzata e incuriosita, come pagine di libri. Quelli di Near, nuvole grigie minacciose e tranquille allo stesso tempo. Quelli di Mello, lastre di impenetrabile e fresco ghiaccio. Quelli di Matt, verdi boschi immensi da esplorare. E poi, i miei preferiti, e poterebbero sembrare i più banali, gli occhi di L. Pozzi infiniti dove potresti trovare di tutto, te stesso, lui e tutto ciò che desideri. Quegli occhi che mi hanno guardata, sgridata, accolta, amata. Quegli occhi che mi apparterranno per sempre, viva o morta che io sia.
Sorrido debolmente. Struscio i piedi per terra, le mie mani accarezzano il tavolo sul quale mi sto appoggiando, inspiro profondamente l'aria attorno a me. Solo ora capisco che ciò che è attorno a me non durerà per sempre. Forse questo è uno dei miei ultimi respiri. Forse i miei piedi non toccheranno più questo pavimento.
L mi porge improvvisamente un cellulare, piccolo ma moderno. Io lo guardo, confusa e incuriosita allo stesso tempo.
- Qui ci sono le modifiche e i dettagli del piano - mi spiega a bassa voce L - Leggilo in un luogo isolato e prestando attenzione che nessuno ti segua o ti veda. Sopratutto, presta attenzione a ciò che leggerai, e poi elimina il file -
Annuisco, prendendo il cellulare in una mano. Me lo infilo in tasca, pronta ad andarmene e leggere con calma le modifiche e i dettagli.



* * *



Assicurandomi che nessuno mi stia guardando, mi rannicchio e striscio sotto al letto. Esatto, sotto al letto. Mi stendo in posizione prona, poggiando la testa per terra e accendendo il cellulare che mi ha dato L. Solo la luce dello schermo bianco illumina il mio viso, la coperta che arriva a toccare terra crea una luce soffusa e macabra. Ma almeno qua sono sicura che nessuno possa spiarmi, me ne accorgerei, e se qualcuno venisse a cercarmi in camera penserebbe che io non ci sia.
Apro il file del piano e comincio a leggere con attenzione, immaginando ogni scena nella mia mente. Ogni parola s'imprime nella memoria, ogni frase è un filmato che prende vita nella mia mente e a volte anche davanti ai miei occhi. 
Cancello immediatamente il file appena arrivo al punto dell'ultima frase. Lo schermo s'illumina di azzurro, e una scritta gialla mi conferma che il file è stato cancellato e che ora non esiste più. Spengo il cellulare, e adesso non c'è più nulla ad illuminarmi. Sono persa nel buio, nelle tenebre.
Questo piano ... non so se funzionerà. Non so se Light cadrà nel panico e agirà esattamente come previsto. Nulla è certo, ma sono speranzosa. Sperare è l'unica cosa che ci rimane, pregare a qualcuno che vive in un mondo che non sia quello degli dei della morte, essere positivi. Ma come fai ad essere positivo quando sai che la tua vita è appesa un filo? Come fai ad essere positiva se sai che domani è certo che morirai, come scritto nel file?



Angolo dell'autrice : Sto cosa state pensando, ma mantenete la calma. Avete appena letto e riletto l'ultima frase e avete gli occhi a forma di punto interrogativo, e probabilmente starete correndo al supermercato per comprarmi dei surgelati da tirarmi addosso ( Lils, resta ferma dove sei o ti crucio! ). 
Allora, non è come sembra. Naturalmente non posso svelarvi come stanno veramente le cose, ma vi prego di confidare in me almeno per questi ultimi capitoli che sto scrivendo con moltissimo impegno.

Io ho una proposta per il prossimo/prossimi capitoli :
Che ne dite se inserisco delle sorte di colonne sonore? Cioè, la mia idea era di fare una cosa del genere :
* - bla bla bla <--- ( titolo della 1° canzone inserito all'inizio o alla fine del capitolo, come preferite basta dirlo, per far da sottofondo a ciò che state leggendo. Gli asterischi aumentano a seconda del numero della canzone, ma anche per essere più ordinati e precisi, così trovare subito il titolo della canzone che cercate per leggere quel determinato momento del capitolo )
** - na na na <--- ( titolo della canzone e bla bla bla come sopra )

Voi che ne pensate? A me piacerebbe molto inserire delle colonne sonore, mi sembra una cosa carina, voi cosa ne pensate? Aspetto i vostri pareri, consigli e suggerimenti con ansia!
Bacioni!
Hope


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Capitolo 42
*** Il piano (parte 1) - Conto alla rovescia ***


CAPITOLO 42
" IL PIANO (PARTE 1) - CONTO ALLA ROVESCIA "



Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche. ATTENZIONE! GLI ASTERISCHI RIGUARDANTI I TITOLI DELLE CANZONI ( CHE TROVERETE A FINE CAPITOLO IN ROSSO ) AUMENTANO A SECONDA DEL NUMERO DELLA CANZONE. BASTA POI CLICCARE SUL TITOLO DELLA CANZONE.


* Faccio un respiro profondo, ne faccio un altro, ma l'aria non vuole riempire i miei polmoni. Ogni respiro è una fiamma che incendia i polmoni, ogni secondo scorre nel mio cervello, lento ma veloce. Sento il cuore battermi nelle orecchie, ogni battito è un secondo ormai trascorso e perso. Sento i muscoli irrigidirsi, contrarsi, per poi distendersi e rilassarsi subito dopo e ricominciare l'azione da capo. Sento la gola bruciare, andare a fuoco. Cercando di svegliare le mie gambe ormai addormentate, mi muovo verso il bagno. I piedi sono pesanti, come se avessi dei blocchi di cemento che strusciano sul pavimento, e le gambe sono troppo deboli e sottili per poterli trascinare.
Quando arrivo al bagno, quasi inciampo sul lavandino. Mi aggrappo con entrambe le mani al bordo freddo e bianco, respirando a fatica. Ansimo per lo sforzo, le mie spalle che si alzano in contemporanea al petto. Mi guardo allo specchio : i capelli sono in ordine, pettinati e perfettamente lucidi sotto la luce del neon freddo. Le labbra sono secche e screpolate, sono semi chiuse. Le pupille degli occhi, però, sono troppo dilatate e gli occhi sono stranamente sgranati. Il mio colorito non promette bene.
Forse è l'ansia, forse è la paura, forse è la consapevolezza, forse è la tensione. Forse è tutto. Che mi succede? Non lo so. Non voglio morire, non voglio mettere fine alla mia vita. Non volevo questa battaglia, non volevo dover morire sul campo di battaglia.
Stringo il bordo del lavandino con tutte le mie forze, facendo sbiancare le nocche. Non so quanto manca esattamente all'inizio del piano, ma so che è poco tempo. 
- Non voglio morire - sussurro all'immagine di me stessa riflessa nello specchio, quasi speranzosa che possa rispondermi, sorridermi, parlarmi. La fisso con insistenza, ma nulla - Non voglio morire, non voglio -
Quando nello specchio vedo riflessa l'immagine pacata di Near, quasi sussulto e mi metto a piangere. Mi volto a guardarlo, trattenendo un sussulto. E' la primissima volta che vedo Near in piedi, e la cosa mi spaventa e mi sconcerta. Non è molto alto, come immaginavo, ed è incredibilmente magro. Sembra uno stuzzicadenti che cammina, mi chiedo come faccia a stare in piedi. Ma forse è per questo che sta sempre seduto, perché è cosi gracile e debole che non riesce a sostenersi. Il suo aspetto è ordinario, i soliti capelli bianchi e il solito pigiama dello stesso colore. Mi osserva, sembra un bambino piccolo e indifeso.
- E' giunta l'ora - dice semplicemente, ignorando, per mia fortuna, la scena in cui mi trovo. Annuisco semplicemente, voltandomi nuovamente a guardare il mio riflesso nello specchio. Dopo qualche secondo, la mia mano tremante si sposta per aprire il rubinetto dell'acqua fredda, e il fruscio dell'acqua che incessante accarezza il lavandino immacolato mi invade le orecchie. Lascio che le mie mani si bagnino sotto l'acqua, e quando quel ghiaccio liquido mi accarezza i polsi quasi gemo dal piacere. Chiudo gli occhi, restando qualche secondo in intimità con quel freddo accogliente. Passo le mani bagnate sul viso, cercando di alleviare quell'orribile sensazione di caldo e di soffocamento.
- Hai paura? - la voce di Near mi fa aprire gli occhi.
- Sono umana anche io, ricordi? - rispondo, la voce impastata e tremante, ho le labbra screpolate e secche.
- Certamente, non l'ho dimenticato nemmeno per una volta -
Lo ignoro, non sapendo cos'altro dire. Allungo una mano verso un asciugamano immacolato e lo tampono sul viso, asciugando almeno in parte la scia bagnata tracciata dalle mie mani e faccio la stessa cosa coi polsi. Poi strofino le mani sui pantaloni neri e troppo larghi. Sembra quasi che io stia fuggendo : pantaloni neri e larghi risvoltati almeno una quindicina di volte per non inciamparci dentro, maglia a maniche corte nera e felpa nera, anche questa troppo grande, e stivali del medesimo colore.
- Sono già tutti pronti? - chiedo.
Near annuisce. Annuisco anche io, da adesso in poi comincia il conto alla rovescia.
- Monika, sei sempre stata una persona estremamente intelligente, nonostante il tuo essere frettolosa e l'impulsività ereditata col tempo da Mello. Sei entrata a far parte della polizia giapponese col solo scopo di poter entrare in contatto con L e poter smascherare la sua identità così segreta e poterla renderla pubblica alla YB Corporation, e poi al resto del mondo, naturalmente. Ti sei ritrovata coinvolta in questo caso contro la tua volontà, in un certo senso. Non è vero? -
Alzo le spalle, tentando di rimanere indifferente. Ha ragione, Near. Perché sono qui? Come ho fatto ad arrivarci? Se avessi cercato di arrivare a L prendendo un'altra strada, senza entrare a far parte della polizia giapponese, adesso sarei qui a fare il conto alla rovescia per la morte? Cosa ci sarebbe tra me e L?
- Come ben sai, la Wammy's House ha molto a cuore la giustizia, ed è per questo motivo che fin dalla più tenera età hanno cercato di farci capire che la giustizia è il bene e il male è la condanna. Ogni orfano, così come ogni uomo, ha un proprio senso della giustizia. Se il mio è così alto, così particolare, lo devo sopratutto agli insegnamenti ricevuti alla Wammy's House -
- Hai partecipato al caso solo per questo tuo senso della giustizia? -
- Mi ritenevo indispensabile -
- Lo sei stata -
- Lo so -
- Ma non è questo il motivo che ti ha spinta ad arrivare fin qui, fino a rischiare la tua stessa vita in un tentativo che ha le possibilità di funzionare pari a quelle di fallire miseramente -
- Credo di no -
- Che cosa ti ha spinto a farlo, allora? -
Anche il mio cervello si pone la stessa domanda. Che cosa? Il mio cuore, invece, bisbiglia la risposta nella speranza che le mie labbra si schiudano per pronunciarla. Lui. La sua determinazione, la sua sete di giustizia, il suo mito che mi ha sempre spinta ad avere voti alti nei test che Roger proponeva. Anche da bambina lui era la sostanza dei miei sogni, dei miei desideri, dei miei progetti. Pensandoci adesso, quando decisi di scappare dalla Wammy's House ebbi il forte desiderio di cercare L, di rintracciarlo, di mettermi in contatto con lui. La YB Corporation arrivò dopo, e fu la mia seconda scelta, un passatempo per tenere sempre allenate le mie doti intellettive senza sprecarle, sarebbe stato un peccato. Da piccola, invece di avere chissà quale attore o cantante preferito, bello da mozzare il fiato e che seguisse il modello di ragazzo perfetto, sognavo un detective abile, con occhi incredibilmente profondi e capacità pari alle mie. Forse non proprio pari, perché da L ho imparato molte cose.
- Lui - sussurro, infine.
- Lui? - ripete Near.
- Esatto - annuisco - Lui -
- Immagino tu ti stia riferendo a ... -
- Una lettera, la decima dell'alfabeto - lo interrompo - Se hai capito, allora taci -
Detto questo, lancio un'ultima occhiata al mio riflesso nello specchio. Non ho dei genitori per cui sacrificare la mia vita, perché se ce li avessi, lo farei per loro. Non ho fratelli minori da proteggere, o fratelli maggiori da rendere orgogliosi. Non ho alcun tipo di parente che possa proteggermi con quel legame familiare che ci unisce. Ma ho due migliori amici fantastici. Un ragazzo che so mi riserverà i suoi sguardi intensi per sempre. Un nemico da sconfiggere. Si, credo che mi batterò per loro. 
Parte il conto alla rovescia, Monika. Pronta a contare?



 
***


** Le mani di Matt afferrano il volante con forza, avvolte da due guanti neri e spessi che gli arrivano a coprire le braccia fino a metà gomito. Lo sguardo concentrato, nascosto dietro agli occhialini arancioni, è ben fisso sulla strada mentre lo vedo pronto a scattare col piede sull'acceleratore. Probabilmente, questa sera infrangeremo parecchie regole del codice stradale, ma non ha importanza quando sai che lo fai per catturare un pericoloso serial killer psicopatico che può ucciderti in qualsiasi momento. Ma la cosa che più ammiro in Matt, è che riesce a nascondere le emozioni meglio di una bambola di plastica, costretta a stare nel suo corpo minuto e con un sorriso perennemente costruito sulla faccia, senza provare alcuna emozione o sentimento. Matt è esattamente così, con la sola differenza che parla e respira.
Aspettiamo in segnale da venti minuti. Appena vedremo passare un'ambulanza a sirene spiegate sotto i nostri occhi, allora partiremo. Matt comincia a tamburellare le dita sul volante, partendo dall'indice fino ad arrivare freneticamente al mignolo e poi ricominciare da capo. Il suono delle sue dita scandisce alla perfezione i battiti del mio cuore, come se fossero sincronizzati.
Appoggiando la testa allo schienale, mi volto a guardare il mio migliore amico - Sei sicuro di volerlo fare, Matt? - gli chiedo. Naturalmente, è troppo tardi porre questa domanda dato che non ci è più possibile tirarci indietro. Adesso bisogna solo agire.
Matt sogghigna, una mano si stacca dal volante per infilarsi nella tasca dei soliti pantaloni di jeans strappati e cercare il pacchetto di sigarette e l'accendino - Stai scherzando? E' da quando sono arrivato qui che non aspetto altro -
- Non vedi l'ora di morire? -
- Perché dovremo morire, dolcezza? -
- Abbiamo il 40% di probabilità di vincere, il 40% di probabilità di morire e il 20% delle probabilità di rimanere vivi. La cosa non ti sconcerta nemmeno un po'? - gli chiedo.
- Ho una teoria tutta mia, a riguardo - commenta sarcastico Matt, estraendo dalla tasca il pacchetto di sigarette ormai ultimato e l'accendino. Apre il pacchetto e rimango sorpresa nel vedere che dentro c'è solo una sigaretta, solitamente fa molta attenzione a procurarsene una buona scorta. S'infila la sigaretta tra le labbra strette e l'accende con l'accendino - Se il piano fallisce, moriremo ma almeno ci avremo provato. Se il piano funziona e moriamo, allora diventeremo degli eroi. Se il piano funziona, allora siamo dei geni - s'infila l'accendino in tasca.
Non faccio nemmeno in tempo a ribattere che l'ambulanza passa davanti a noi a sirene spiegate, veloce come una saetta. Ecco il segnale. Matt preme immediatamente il piede sull'acceleratore e partiamo, sfrecciando sulla strada veloci come il vento. Come da programma, mi assicuro di avere il Death Note nascosto accuratamente nella felpa enorme. Matt giuda talmente veloce che mi è impossibile riconoscere la strada davanti a noi e la zona in cui siamo.
- Secondo te quanti secondi passeranno ancora prima di sentire le sirene della polizia? - mi chiede Matt, con tutta la naturalezza del mondo.
- Ti sembra questo il momento di fare scommesse del genere? - gli chiedo, estraendo il Death Note dalla felpa e avvolgendolo attorno a uno straccio molto lungo. Lo infilo poi in un sacco di cuoio e lo lego con uno spago, proprio come richiesto dal piano.
- E' solo per sdrammatizzare un po', dolcezza - sorride Matt, beffardamente - Allora, secondo te quanti secondi passeranno? -
Alzo gli occhi al cielo, sospirando. E questo lui lo chiama sdrammatizzare? - Direi che non si tratta di secondi ... grosso modo ... ancora cinque minuti? Massimo dieci? -
- Secondo me ci restano ancora trenta secondi ... un minuto, a voler essere generosi - ribatte Matt, girando bruscamente una curva e facendomi rischiare di cadere rovinosamente addosso a lui. Cerco di restare ferma, tenendomi al finestrino con una mano.
- Comincia il conto alla rovescia, allora - dico.
- Se vinco, dovrai comprarmi le sigarette per un anno -
- A proposito, come mai hai lasciato che quella fosse l'ultima sigaretta e non ne hai comprate altre? -
- L'ultima sigaretta ha un sapore diverso dalle altre. la mente si svuota per fare spazio a ciò che stai facendo al momento, e in questo caso ne ho proprio bisogno dato che non devo distrarmi. E poi - sorride, mentre il suo piede preme con forza contro l'acceleratore - Una certa ragazza mi disse che le mie labbra assumevano una bella forma mentre fumavo -
Chiusi gli occhi, nel tentativo di trattenere una risata. Glielo dissi io, quando lo vidi fumare per la prima volta in giardino, non so cosa mi stesse passando per la testa in quel momento. Sbuffo, riaprendo gli occhi - Avevo tredici anni -
- Ma l'hai detto - mi fa notare il rosso.
Non faccio nemmeno in tempo a ribattere che in lontanaza si sente il suono, l'eco delle sirene della polizia. Dapprima è solo un suono confuso, per poi diventare vicino e frequente. Il cuore mi batte nel petto a velocità anormale, mentre mi volto istintivamente indietro. Saranno almeno quattro macchine che in contemporanea arrivano nella nostra direzione, veloci. Ci raggiungeranno presto.
- Accelera! - dico, cercando di non farmi prendere dal panico.
Quasi dimenticavo che i seguaci di Kira sono aumentati negli ultimi tempi. E' incredibile come molta gente lo segua, lo inciti a continuare la strage. E anche la polizia è stata corrotta. Premendo il viso contro il finestrino, riesco a scorgere le immagini di uno degli schermi enormi posti sulle facciate degli edifici nella zona centrale della città, dove ci troviamo adesso. Riesco a scorgere le nostre immagini, o meglio, la macchina rossa di Matt che sfreccia a tutta velocità per sfuggire alla polizia. Siamo in diretta, perfetto.
- Perché così tanta gente non vuole che il segreto di Kira venga svelato? - chiedo.
- Hai presente Spiderman? -
Alzo un sopracciglio - Certo, ma cosa c'entra con Kira? -
- Se tu togliessi la maschera a Spiderman, sveleresti il mistero. Tutto ciò che questa società corrotta desidera è un eroe in cui credere. Se rendi pubblica l'arma che Kira usa per commettere gli omicidi, insieme alla sua vera identità, allora sveleresti il mistero -
- La società vuole che il mistero rimanga tale? -
- Esattamente. Un ragionamento idiota, non trovi? -
- L'hai detto tu stesso che cercano un paladino in cui credere -
Vado in panico totale quando vedo altre quattro macchine della polizia arrivare. Ma questa volta davanti a noi, bloccandoci il passaggio e impedendoci di proseguire. Matt gira pericolosamente una curva, frenando rumorosamente, e questa volta afferro prontamente il sedile per rimanere ferma e non cadere. La macchina fa cinque giri completi su se stessa, e la mia testa gira come una trottola nel tentativo di non perdere il controllo e le mie orecchie sono stordite dal rumore del freno. Intanto, le ormai otto macchine della polizia ci circondano, impedendoci ogni via di fuga.
Non noncuranza, Matt si appoggia con entrambe le braccia al volante, sporgendosi per vedere meglio la situazione attorno a se. La sua calma è snervante.
- Mi hanno tagliato la strada - mormora, indifferente ma scocciato allo stesso tempo - Non credevo che Kira avesse tutti questi uomini a sua disposizione. E comunque sia, dolcezza, ho vinto la scommessa -
Le mie dita mi tengono ancorata al sedile, mentre le parole di Matt entrano da un'orecchio ed escono dall'altro. L'indice della mano sinista accarezza il piccolo bottone appena sotto di me, accarezzandone il perimetro con calcolata lentezza, aspettando il momento giusto per premerlo e far partire il secondo segnale. Devo solo aspettare che ci ordinino di uscire dalla macchina, quello è il momento giusto.
La voce di un uomo, per mezzo di un megafono, invade le mie orecchie - E' la polizia giapponese che vi parla! Siete arrestati per furto aggravato! Uscite fuori con le mani in alto e l'oggetto da voi rubato in bella vista e vi risparmieremo la vita! -. L'uomo nemmeno finisce di parlare che una quindicina di uomini in divisa ci accerchia, le pistole puntate su di noi e con le dita pronte sui grilletti.
Matt sbuffa - Certo che Kira nella polizia giapponese ha inserito un bel po' di coglioni - sbuffando sonoramente per una seconda volta, apre la portiera e esce fuori dalla macchina, alzando le mani e richiudendosi la portiera con un piede - Hey, da quando in qua ai giapponesi è permesso andare in giro armati di pistola? -
- Matt, non fare il deficiente! - gli sussurro, nella speranza che mi senta.
- Ragazzina, esci da quella macchina o vengo a prenderti io! - sbraita l'uomo senza troppa finezza. In fin dei conti, Kira avrebbe potuto scegliere persone un po' più decorose per proteggere la città. Senza esitare, premo il pulsante. Mentre apro la portiera per uscire, Matt continua a parlare.
- Lascia stare la ragazzina - gli intima, al metà tra il serio e il canzonatorio  - E comunque noi in fondo siamo soltanto complici dei veri rapitori -
- Veri rapitori? - ripete l'uomo - Di che stai parlando, ragazzino? -
- Ho diciannove anni compiuti e sono vaccinato, amico - ribatte Matt, ghignando beffardamente mentre lo vedo appoggiarsi alla portiera della macchina, con disinvoltura - Chiamarmi ragazzino è un vero e proprio insulto, non ti pare? -
Alzo le mani, imitando Matt. Nella mano sinistra stringo il sacco di cuoio contenente il Death Note, ed è la mano più vicina a Matt. La mano destra è libera, il palmo aperto e le dita ben distese verso l'alto. Non è una scelta casuale, naturalmente.
Quasi mi spavento nel sentire l'impercettibile rumore di un motore, un rombo. Un lieve rombo in lontananza, appena udibile. Stringo il sacco di cuoio nella mano, ogni dito preme e aderisce perfettamente a quel materiale ruvido, mentre comincio ad abbassare molto lentamente il braccio e la mano liberi. E' solo una questione di secondi, il ruggito della moto nera di Mello diventa sempre più forte, più vicino mentre evita le macchine della polizia e i poliziotti che accerchiano me e Matt. Appena il biondo toccherà la mia mano, salterò sulla sua moto e procederemo col piano.
- Immagino vogliate chiederci un po' di cose - Matt continua a prendere tempo, il suo tono sfacciato sembra irritare molto i poliziotti davanti a lui. Riesco a vedere un sorriso farsi strada sul volto del rosso, evidentemente anche lui riesce a sentire il rumore ruggente della moto di Mello. Adesso chiunque lo sentirebbe, la polizia si guarda attorno. Comincio il conto alla rovescia.
Ma tutti realizzano tutto troppo tardi. La mano di Mello sfiora la mia.
- Quindi non vi conviene ... -
*** Tutto accade in una frazioni di secondi, tutto troppo velocemente. Nello stesso istante in cui spicco il volo per atterrare bruscamente sul sellino di pelle della moto di Mello, partono gli spari. Mello china automaticamente il capo coperto e riparato dal casco color fango, e io lo imito nascondendo il volto nella sua schiena, aggrappandomi con tutte le mie forte alla vita del biondo con un braccio mentre con l'altro stringo il sacco contenente il Death Note al petto. Ma solo dopo aver fatto quel gesto, solo dopo che io e Mello ci lasciamo alle spalle la polizia e Matt, mi accorgo che gli spari non erano indirizzati a noi. Mentre la moto sfreccia sull'asfalto, mi volto a guardare indietro e faccio appena in tempo a vedere il corpo di Matt cadere all'indietro, trivellato dai proiettili, accasciandosi a terra urtando la macchina rossa. Sotto di lui si allarga sempre di più una pozza di sangue scuro, il suo sangue, si allarga a dismisura imbrattandogli i vestiti, i capelli, il volto. Tra le labbra stringe ancora la sigaretta accesa, la sua ultima sigaretta. Non riesco però a vedere oltre gli occhialini arancioni, perché sono troppo lontana e mi allontano sempre di più.
- L'hanno ucciso - sussurro, non riuscendo a distogliere gli occhi da quella scena. Il vento mi s'infila tra i capelli, mandandoli in tutte le direzioni, facendoli cadere poi davanti agli occhi lucidi, quasi volessero nasconderli - E' morto -
- Hanno sparato a lui pensando di poterci fermare - dice Mello, la sua voce è inespressiva e bassa, come se si stesse preparando a far esplodere tutta insieme. Quando continua, la sua voce è colma di rabbia - Figli di puttana! Appena avrò finito qui tornerò li e spaccherò il culo a quei bastardi! -
- Non puoi farlo! - cerco di alzare la voce, nonostante le lacrime me lo impediscano - Abbiamo promesso a L che saremo andati avanti, qualsiasi cosa successa, che avremo continuato a mettere in atto il piano! -
- Che si fotta lui e il piano! - ribatte Mello - Forse per Matt non è troppo tardi, forse se ci diamo una mossa possiamo salvarlo, se lo lasciamo li a morire come un cane ... - si blocca. Forse Matt è ancora vivo, forse invece ha già lasciato questo mondo. Sento i muscoli della schiena di Mello contrarsi, irrigidirsi, in una scarica nervosa e rabbiosa.
Istintivamente, lo abbraccio, stringendo di più la sua vita possente.
- Sapeva quello che faceva - dico semplicemente.
Mello non risponde. Continua a guidare, e di tanto in tanto mi volto indietro per controllare che la polizia non ci segua. Durante il lungo tragitto verso la nostra destinazione, mi metto a pensare a Mail Jeevas. Il mio primo ragazzo. Il mio primo bacio. Non piango, non riesco a piangere. Forse se fosse morto in una maniera umana, se fosse morto per cause naturali e non per colpa di qualche proiettile, per colpa di un serial killer da catturare, forse allora mi sarei messa a piangere. Ma le scene che il mio cervello ha registrato, gli spari sentiti ...



- Come ti chiami, bambina? - il bambino dai capelli rossi e gli occhi verdi la guardava divertito, mentre il braccio allungato verso il soffitto stringeva una bambola di pezza.
- Non sono una bambina! Ho compiuto nove anni tre giorni fa! - la bambina dai capelli corti e gli occhi color fango saltava, nel tentativo di riafferrare la sua bambola, ma il bambino dagli occhi verdi era troppo alto.
- Io ne ho undici, sono molto più grande di te - rise il bambino dai capelli rossi.
- Ridammi la mia bambola! -
- Ma come, hai nove anni e giochi ancora con le bambole? Non hai detto tu stessa di non essere più una bambina? -
- E tu non pensi di essere un po' grande per giocare a fare l'allegro pilota? - la bambina indicò gli strani occhialini arancioni del bambino dagli occhi verdi, che pendevano dal suo collo.
Il bambino fulminò la bambina con uno sguardo - Credo che io e la tua bambola andremo a farci un bel giretto ... -
- Se ti muovi giuro che vado a chiamare Roger! -
- Non ce la fai a difenderti da sola? -
- E tu non ce la fai ad abbassare quel braccio che ti ritrovi? -
- Che ha che non va il mio braccio? -
- Appartiene al tuo corpo, tanto per cominciare! -
Il bambino rise - Sei un peperino, eh? -
La bambina in risposta tirò fuori la lingua e gli fece una smorfia, strizzando gli occhi. Poi tornò a saltare nel tentativo di raggiungere la sua bambola penzolante - Ridammela! -
- Te la ridò se mi dici come ti chiami -
- No! -
- Se mi dici come ti chiami, ti dico come mi chiamo io -
- Non me ne frega nulla del tuo nome, stupida testa di pomodoro! -




Il litigio era continuato fino a tarda sera, in cui mi stancai di saltare e di fare smorfie e gli dissi come mi chiamavo. Quello fu il mio primo incontro con Matt. Da li, dopo che mi rubò tutte le bambole, gli orsi di pezza e i libri di mitologia greca, e io cominciai a rubargli le sigarette che nell'orfanotrofio erano proibite e lo minacciai di rivelare il suo segreto a Roger, diventammo ottimi amici. 
Ero decisa e ripercorrere tutti gli avvenimenti, tutte le tappe che avessero condotto me e Matt fino ad oggi, ma il motore della moto di Mello smette di ruggire e mi accorgo che per me è arrivato il momento di scendere. Sono arrivata.
Salto giù dalla moto di Mello, che ha appoggiato un piede a terra per mantenere stabile la moto in modo che io possa scendere senza problemi, stringendomi il sacco di cuoio al petto. Mi passo una mano tra i capelli, schiacciandoli in modo che il vento non possa più muoverli, e fissandoli dietro alle orecchie. Mello rimane teso nella posizione di guida, spostando la moto in avanti per poi girarla nella direzione opposta alla quale siamo appena venuti. Nonostante il vetro scuro del casco gli oscuri il viso, riesco a scorgere i suoi occhi incredibilmente chiari, incredibilmente arrabbiati e malinconici. So dove vuole andare, so cosa vuole fare, so cosa sta pensando.
Passano altri pochi secondi mentre sento la moto tornare a ruggire, come una bestia feroce pronta a scattare per acciuffare la preda, una bestia che rispecchia perfettamente l'attuale stato d'animo del mio migliore amico, l'unico che forse mi è rimasto. E' pronto a partire, eppure il suo piede non vole staccarsi da terra per darsi la spinta per partire.
- Ti prego, stai attento - gli dico, guardandola con preoccupazione.
Mello annuisce semplicemente.
Gli rivolgo la stessa identica domanda che ho posto a Matt, seduta in quella macchina rossa adesso trivellata dai colpi dei proiettili - Sei sicuro di volerlo fare? - cerco di sciogliere il nodo che mi si è formato in gola.
- A questo punto non c'è altra soluzione - la sua voce sembra lontana, come se stesse viaggiando altrove con la mente. Forse anche lui sta ripercorrendo tutti i momenti passati col suo migliore amico, forse anche lui sta ricordando tutto - Solo io posso farlo -
- Avevo posto questa domanda anche a lui, sai? -
- E cosa ti aveva risposto? -
Per quanto io continui a deglutire, il nodo rimane li, senza sciogliersi o allentarsi nemmeno di poco, anzi, sembra diventare più resistente - Che era pronto. Che era da quando era arrivato qui in Giappone che non aspettava altro -
Mello emette un verso, non so se una risata, un singhiozzo, un ghigno - Lo disse anche a me, quel bastardo. Se non altro, ha ottenuto ciò che voleva, no? - finalmente, il suo piede si stacca dal suolo, dandogli la spinta necessaria per partire e correre veloce come il vento verso il suo amico, senza aggiungere altro.
Lo osservo allontanarsi, fino a diventare una macchiolina nera e indistinta nella notte. Con le lacrime agli occhi il mio sguardo si sposta verso il cielo, verso quel mantello nero che stanotte non è punteggiato nemmeno da una stella, non c'è nemmeno la luna a regalare qualche bagliore argentato. E se ci sono le nuvole, io non riesco a vedere. Tutto ciò che riesco a vedere è un paio di occhi verdi come germogli appena nati, occhi che a poco a poco si chiudono per sempre.
Matt ... perdonami. Non pensavo ti avrebbero ucciso.
E distogliendo gli occhi dal cielo, giro sui tacchi e procedo col piano.



* - Canzone 1 - 
Musica Triste in Eb minor Pianoforte - Sad Music LADY OSCAR arr. by Coski
** - Canzone 2 - Death Note matt's theme
*** - Canzone 3 - Lady Oscar - Musica Triste




Angolo dell'autrice : Allora, prima che voi cominciate a tirarmi dietro l'intero supermercato, mi sembra giusto spiegarvi un paio di cosette. Allora da lunedì fino alle prossime due settimane sono piena zeppa di interrogazioni, verifiche, temi e tutte quelle armi che i professori usano per far soccombere noi studenti. Ma credetemi se vi dico che penso sempre a questa fan fiction, infatti il pezzo della morte di Matt fino all'arrivo di Lena nella meta sconosciuta (ancora per poco) l'ho scritto durante l'ora di epica.
Come avrete notato, ho inserito come al solito alcuni dialoghi ripresi dall'anime. Mi sembrava assolutamente indispensabile. Il pezzo dove Matt parla di Spiderman e sul fatto che la società cerca un paladino in cui credere, mi è venuto in mente affrontando il tema dell'eroe a scuola e anche vedendo il film su Disney Channel (canale che AMO) "Pete il galletto" e non mi ricordo nemmeno se si chiama così. Sempre riguardante Matt, il fatto che abbia riservato la sua ultima sigaretta a quel momento. Il tema dell'ultima sigaretta l'ho preso dal mitico Italo Svevo, che ho studiato l'anno scorso in terza media ma che mi è rimasto impresso. E come avrete notato, la prima colonna sonora l'ho presa dall'anime Lady Oscar, che amavo quando ero piccola. Spero di aver fatto un buon lavoro con le colonne sonore :-)
Un bacione a tutti!
Hope

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Capitolo 43
*** Il piano (parte 2) - Kira ***


CAPITOLO 43
" IL PIANO (PARTE 2) - KIRA "



Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche. ATTENZIONE! GLI ASTERISCHI RIGUARDANTI I TITOLI DELLE CANZONI ( CHE TROVERETE A INIZO CAPITOLO IN ROSSO ) AUMENTANO A SECONDA DEL NUMERO DELLA CANZONE.


* - 
Kira Theme
** - Most Epic Anime OSTs Ever: Makishima Shougo Theme
*** - Death Note Soundtrack - L's Theme




*Lo Yellow Box è stato proposto da Near come luogo isolato in cui catturare Kira. E' completamente circondato dal nulla, in un'aria arida e di pietra che è totalmente separata dalla città. Lo Yellow Box è un magazzino in disuso da ormai tantissimo tempo, di forma rettangolare e Near ci ha assicurato che è praticamente impossibile spiare al suo interno per la totale mancanza di finestre. Non sono claustrofobica, ma il pensiero di un buco completamente privo di finestre non mi conforta.
Percorro la distanza tra il punto in cui mi ha lasciato Mello e l'entrata dello Yellow Box correndo il più veloce possibile, guardandomi di tanto in tanto alle spalle per controllare di non essere seguita e tenendomi ben stretta il Death Note al petto. Come da programma, la vecchia porta di ferro arrugginito è socchiusa. Devo ricorrere a tutta la mia forza per aprirla in modo da entrare, e all'interno del magazzino trovo Hal Ridner ad aspettarmi.
Saranno mesi che non vedo Hal, che conoscevo come Halle. Il suo aspetto fisico non è affatto cambiato, il suo fisico snello è rimasto tale e i capelli biondi, che ancora mi fanno sorgere la domanda se siano tinti o naturali, sono rimasti identici a come me li ricordavo. Si è messa un rossetto rosso acceso e indossa il suo miglior completo.
Osservandomi, si passa una mano nella frangetta ben pettinata - Ce ne hai messo di tempo - mi rimprovera, guardandomi coi suoi occhi severi e piccoli - Pensavo di dover contattare Matt per sapere se eri ancora viva o no -
Mi mordo il labbro inferiore, dapprima lievemente, poi sempre più forte mentre pronuncio la frase - Matt è morto -
Hal Ridner non si scompone. I suoi occhi strabuzzano per una frazione di secondi, prima di tornare impassibili - Sapeva a che cosa andava incontro - dice semplicemente, voltandosi per darmi le spalle. Per lei è sempre stato così, questa è sempre stata la sua filosofia lavorativa e di vita : se sei vivo hai vinto, se sei morto hai perso. L'ho sempre odiata per questa sua filosofia che ha sempre cercato di seguire, e sempre lo farà.
Dietro a Hal riesco a scorgere la telecamera, montata su una strana apparecchiatura. E' una di quelle telecamere professionali e lavorative, di quelle che si usano per fare le riprese di un programma televisivo. Mi chiedo come abbiano fatto a trasportarla qui e a montarla.
Mi passo una mano nei capelli corti, appiattendoli. Mi avvicino alla telecamera, e una luce rossa e microscopica comincia a lampeggiare, avvisandomi che la telecamera si è accesa. Hal si sistema dietro alla telecamera, sistemandosi un auricolare all'orecchio e premendoci sopra per attivarlo - Siamo pronti - mormora. Dopo qualche secondo in cui la bionda ascolta l'auricolare, la luce rossa smette di lampeggiare e Hal mi fissa.
La telecamera sta cominciando a riprendere, sono in diretta. Faccio un respiro profondo prima di cominciare a parlare, alzando la voce e scandendo ogni parola, fissando la luce rosse.
- Chi vi parla è colei che è in possesso dell'arma utilizzata da Kira per commettere gli omicidi. Il mio nome è Lena Burners - quando pronuncio il mio nome, un brivido mi percuote la spina dorsale. Questi potrebbero essere i miei ultimi istanti di vita - Facevo parte della polizia giapponese, quando ancora era incaricata della cattura di Kira. Ma quando la polizia ha deciso di farsi da parte, io ho cominciato a lavorare insieme a un gruppo di persone che come me desideravano porre fine a una serie di omicidi a dir poco scandalosi, insieme al detective più abile conosciuto al mondo : L. Fino a un'ora fa, sono stata inseguita dalla polizia con l'accusa di furto aggravato e ... - interrompendomi, mi torna in mente l'immagine di Matt, sanguinante e morto. Dimentico improvvisamente il discorso che mi ero accuratamente preparata, il mio impegno nell'impararlo tutto e anche quello nell'interpretarlo nel migliore dei modi. Ma tutto questo scompare quando mi torna in mente il fumo che usciva dall'ultima sigaretta di Matt, le sue battute sfacciate rivolte alla polizia, la sua scommessa - E di questo non farò una colpa alla polizia. Perché è stata costretta ad interrompere le indagini su Kira, è stata costretta ad interrompere il lavoro che svolge, è stata costretta a rimanere ferma davanti ad omicidi che un normale corpo di polizia avrebbe tentato in tutti i modi di contrastare. Per colpa di Kira siamo diventati una società corrotta dalla paura e dal terrore, pensiamo che il modo di Kira di giustiziare i criminali sia corretto. Ma non si dovrebbe combattere l'odio con altro odio, se davvero vogliamo un mondo di pace, allora dobbiamo essere i primi a dire no alla violenza e tentare di ottenere le cose nella maniera giusta. Consideriamo Kira un dio dai poteri sovraumani, ebbene io ho qui la prova che Kira è un comune umano con un potere sovraumano, certo, ma un potere vergognoso - alzo il sacco di cuoio contenente il Death Note, mettendolo bene in mostra in modo che Hal possa riprenderlo con la telecamera - Insieme alla squadra con la quale ho continuato a svolgere le indagini e insieme a L stesso, si è deciso di rendere pubblico a tutto il mondo l'arma di Kira, gli indizi raccolti e ogni singola prova che vi condurrà a capire chi è il colpevole, l'umano che ha avuto la presunzione di decidere le sorti della gente. Il nome di questa arma è ... -
Uno sparo interrompe le mie parole, facendomi sobbalzare. Mi porto una mano al petto, sentendo il cuore battere a velocità anormale, e subito controllo di non essere stata colpita dal proiettile. Ma poi, quando i miei occhi tornano sulla telecamera che stava riprendendo il mio discorso, mi accorgo che Hal Ridner è stata ferita alla spalla. La vedo reggersi la zona colpita dal proiettile con una mano, ricoprendola presto di sangue. Le gocce rosse cadono per terra, punteggiandolo e formano una piccola pozza, mentre il sangue imbratta i vestiti di Hal e le insudicia la mano.
**Subito il mio sguardo si mette a cercare chi sia stato a ferirla. E quando i miei occhi incontrano quelli di Light Yagami, in piedi sull'entrata dello Yellow Box, capisco che la fine è vicina. Light, con la pistola in mano e il dito pronto sul grilletto, la camicia stropicciata e i pantaloni piene di pieghe, i capelli spettinati e sul volto un'espressione da farmi rabbrividire, la pazzia che esce dai suoi occhi. La sua pistola rimane puntata su Ridner - Interrompi la trasmissione! - le ordina - Spegni tutto, subito! -
Ma Hal Ridener, invece che obbedire per salvaguardare la sua vita, cerca in ogni modo di girare la telecamera col braccio sano nella direzione di Light, in modo che la telecamera possa riprenderlo e di conseguenza trasmettere la sua immagine in diretta. Ma il braccio colpito dal proiettile le fa male, lo capisco dalle smorfie che aleggiano sulla sua faccia, ed è troppo lenta. Prevedendo la sua mossa, Light le pianta un proiettile in pieno petto. E davanti ai miei occhi, Hal Ridner cade a terra, con un tonfo secco. Adesso anche il suo petto sanguina, e il suo corpo è tutto imbrattato del suo sangue. La bocca semiaperta, gli occhi sgranati, i capelli ancora composti sulla fronte. Morta.
Mi porto istintivamente una mano davanti alla bocca, reprimendo un'urlo di paura e terrore. Light si fionda sulla telecamera, con un calcio la fa cadere in avanti, riducendola in mille pezzi il vetro e metallo, cominciando a tirarle calci su calci, ammaccandola e rompendola, e quando vedo che la luce rossa si spegne, capisco che ha ottenuto il suo obbiettivo. Light ride mentre prende a calci la telecamera ormai rotta, ride come un pazzo, come un folle assetato di potere. Con un colpo di pistola, riduce in un cumulo di cocci la telecamera, ultimando il lavoro. L'espressione da pazzo si è impressa sul suo volto, mentre ride soddisfatto.
Poi punta la pistola verso di me - Metti giù il quaderno e alza le mani, se non vuoi fare la sua stessa fine! - con un cenno del capo indica Hal Ridner, ormai morta.
Obbedisco, lasciando cadere il sacco di cuoio con dentro il quaderno e alzando le mani sopra alla testa. Sento il cuore battermi nelle orecchie, ogni battito è un secondo che passa. Light mi si avvicina, tenendo la pistola puntata contro di me. Sento la canna della pistola posarsi sulla mia fronte, premerci contro come se volesse traforarmi il cranio, mentre la risata di Light si spegne piano piano.
- Dove sono gli altri bastardi, eh? - Light si guarda attorno - Dove si sono nascosti? -Un proiettile potrebbe uccidermi da un momento all'altro, ponendo definitivamente fine alla mia vita. Light continua a guardarsi attorno, cercando Near e gli altri. Non posso digli dove si trovino veramente.
- Light, che stai facendo? - cerco di mantenere la voce ferma.
- Stai zitta! - mi ordina, con rabbia - Ero certo che prendermi l'orologio fosse una scusa per cercare di incastrarmi! Solo perché hai trovato un pezzo di carta! Ma cosa ti assicura che si tratti di un pezzo di Death Note, eh? Cosa? -
- Non ho avuto bisogno di accertarmi che quel pezzo di carta fosse effettivamente un pezzo di Death Note per arrivare alla conclusione che tu sei Kira - rispondo - La regola dei tredici giorni è falsa, così come quella secondo la quale si muore nel tentativo di eliminare il Death Note. Quindi il tuo periodo di reclusione di cinquanta giorni non prova assolutamente la tua innocenza. Nei primi giorni di reclusione i criminali cessarono di morire, ma appena pronunciasti la parola rinuncio, ricominciarono gli omicidi. E basta pronunciare quella parola per perdere la proprietà del quaderno, oltre a perdere ogni singolo ricordo collegato a quest'oggetto. E dopo la morte di Higuchi, gli omicidi cessarono per un breve periodo prima di riprendere. E tu avevi toccato il quaderno, recuperandone il potere e i ricordi. E il tuo Shinigami, Ryuk, mi aveva confermato che eri tu Kira -
Light sgrana gli occhi, oltre alla pazzia riesco a leggere lo stupore e il terrore nei suoi occhi. Preme ancora di più la canna della pistola sulla mia fronte - Maledetto Shinigami! - urla, in preda alla rabbia.
- E poi, Light, uccidendo Ridner e mandando in frantumi la telecamera hai confermato i miei sospetti - aggiungo, stranamente calma - Se tu fossi stato innocente, non avresti commesso quest'atto di follia. Sei una persona talmente intelligente da non lasciare spazio alla fretta, ma essere metto alle strette con la minaccia di rivelare al mondo intero la tua arma e la tua identità, con tanto di prove e indizi che riuscirebbero a condurre qualsiasi persona a te, ti ha fatto dimenticare la logica e la furbizia che fino ad adesso ti ha fatto uccidere così tante persone -
- Bastarda! - urla Light.
- No, Light, qui il vero bastardo sei tu - sibilo.
Non faccio nemmeno in tempo a finire la frase che il comandante Lester e Stephen Gevanni, membri del SPK che eseguono gli ordini di Near, si fanno avanti puntando le pistole su Light, seguiti da Aizawa e Matsuda che li imitano. I quattro uomini accerchiano Light, le pistole puntate e pronti a sparare e far partire qualche proiettile nel caso le cose si mettano male, come previsto.
La canna della pistola impugnata da Light continua a premere sulla mia fronte, mentre il suo sguardo apparentemente tranquillo studia la situazione attorno a se, soffermandosi a guardare i volti dei quattro uomini che lo circondano uno ad uno. Dopo molti istanti di silenzio, in cui c'è talmente tanta tensione nell'aria che un semplice battito d'ali di farfalla riecheggerebbe nella stanza attirando l'attenzione di tutti, Light si lascia scappare un debole sorriso. Abbassa lentamente la pistola e china il capo, come sconfitto, e questo gesto mi sorpende e mi allarma allo stesso tempo.
- E così ... - la sua voce è bassa e tranquilla, mentre sorride debolmente - E così pensi davvero che io sia Kira, Lena? - pronuncia il mio nome lentamente, con apprensione, come se per una frazione di secondi stesse cercando di mettersi nei miei panni e riuscisse a capire il mio punto di vista - Ma cosa ti da tale certezza? Cosa ti rende così sicura? -
- Ti ho appena spiegato le ragioni, Light - rispondo, con una lieve sfumatura di fastidio. Non mi piace ripetere le cose due volte, sopratutto in un momento del genere. E' come se Light non mi avesse ascoltata, e la cosa mi fa infuriare parecchio.
- Certo, hai ragione - annuisce Light, alzando lentamente il capo per tornare a guardarmi. I suoi occhi sono ... terrificanti. Rossi. Non quel rosso che si ha dopo un lungo pianto, e nemmeno quel rosso che sta a segnare il possesso degli occhi dello Shinigami. Light non farebbe mai uno scambio così sciocco. E' un rosso di ... pazzia. Follia pura. Una follia che esploderà come una bomba, spazzando tutto se non fermata all'istante - MA IO NON HO INTENZIONE DI PERDERE!! -
Con una mossa fulminea, Light mi afferra per una spalla e mi punta la pistola alla tempia, premendoci contro forte. Con un braccio mi circonda la gola, la mia schiena aderisce con forza al suo petto ansimante, sento il suo cuore battere. La stretta attorno alla mia gola diventa sempre più forte e stretta. Tossisco più volte, cercando di prendere fiato, con entrambe le mani tento di allentare e spostare il braccio di Light, ma lui è più forte di me.
- Fate anche solo un passo, e giuro che sparo! -minaccia Light.
Il comandante Lester, Gevanni, Aizawa, Matsuda. Nessuno di loro può sparare, rischierebbero di colpirmi. Adesso devo contare solo sei secondi, come stabilito. I secondi riecheggiano nella mia mente, come se avessi un orologio interno, come se riuscissi a vederne le lancette muoversi sotto i miei occhi. Uno. Due. Tre. Quattro. Cinque. Sei. 
Uno sparo, un tonfo secco.
Tutto accade in pochi secondi.
Light comincia ad accasciarsi su di me, e io approfitto del suo momento di debolezza per liberarmi dalla sua stretta. Nel tentativo di liberarmi, cado in avanti e mi accascio a terra. Comincio a tossire, mi sento improvvisamente debole e priva di forze, la gola brucia e sento i polmoni andare a fuoco nel tentativo di tornare a respirare regolarmente. Mi volto a guardare Light, che si tiene una mano sanguinante, mentre per terra gocce del suo sangue mi fanno venire la nausea. Light ansima, guardando la sua mano ferita con occhi sgranati, colmi di rabbia e di pazzia. La pistola, adesso, giace a qualche metro da lui. Light strascica i piedi nel tentativo di recuperarla, ma qualcuno da un calcio all'arma, allontanandola dal killer.
Stephen Gevanni. E' un giovane attraente, serio e diligente. Punta la pistola contro Light, imitato da Aizawa e Matsuda, mentre il comandante Lester prende tra le mani il Death Note che era stato abbandonato a terra. 
- Mi dia il quaderno, comandante Lester - la voce di Near riecheggia attorno a me, come se ci fosse un'eco. Appare alle spalle di Light, nel pigiama bianco, gli occhi seri ed accusatori mentre lo vedo sedersi per terra scompostamente. Il comandante Lester gli si avvicina, porgendogli il quaderno. Near lo afferra cautamente con due dita, lasciandoselo cadere in grembo.
La voce di Near rimbomba nello spazio circostante - Light Yagami. Kira. Questa è la tua sconfitta - scandisce ogni parola.
- Non è vero! - urla Light - Non hai prove contro di me! -
- Le registrazioni contenenti il tuo periodo di reclusione di cinquanta giorni sono una prova più che sufficiente per colpevolizzarti, Light Yagami. E poi - Near estrae un quaderno nero, identico a quello che ha in grembo. Stressa scritta incisa di bianco, stessa copertina nera. Un altro Death Note - Abbiamo trovato questo secondo Death Note attirando Misa Amane con un inganno, dicendogli che avrebbe dovuto girare una pubblicità di biancheria intima. Abbiamo perquisito i suoi vestiti e la sua borsa, e anche la sua stanza. Ed ecco, un Death Note identico al primo con sopra scritti altri nomi di criminali. I criminali che le facevi giustiziare tu quando eri in posizioni scomode per farlo di persona. E tutto questo per contribuire alla costruzione di quello che tu oseresti chiamare mondo perfetto - Near lascia cadere il secondo Death Note sopra al primo, sovrapponendoli - Poco fa hai detto che non avresti perso. E questo equivale a una confessione. Come ha detto Lena, se tu fossi stato innocente, non avresti avuto nulla da temere -
Un secondo Death Note. Una seconda arma. Questo vuol dire la presenza di un secondo Shinigami. Comincia a girarmi la testa, non pensavo che una tale arma potesse esistere più di una sola volta.
- Comandante Lester, mi porti il computer. Sono certo che L desideri vedere la scena da più vicino - dice Near. Il comandante Lester porta a Near un computer portatile aperto, acceso, e sullo schermo completamente illuminato di bianco è posizionata al centro una L nera in stile gotico. Il simbolo di L. Near posiziona il computer accanto a lui, con cura - Desideri dire qualcosa, L? -
***Dopo alcuni secondi di silenzio, L risponde, la sua voce storpiata e metallica, erano mesi che non la sentivo e sentirla così artificiale in un momento in cui vorrei semplicemente una sua carezza per consolarmi, mi fa salire le lacrime agli occhi - In effetti, all'inizio eri sul punto di vincere, Light, mentre io stavo perdendo. Non essendo a conoscenza dell'esistenza di un'arma come il Death Note, non avevo modo di colpevolizzarti se non basandomi proprio su quelle registrazioni ottenute durante la tua reclusione. Gli omicidi cessarono di colpo, e questo mi assicurò una momentanea vittoria. Ma quando ricominciarono, tutto ciò che potei fare era quello di liberarti, poiché non mi rimaneva nulla che potesse incastrarti. E infatti, in quel periodo mi ero parecchio demoralizzato. Ne sei testimone. Ma poi, quando catturammo Higuchi, feci la conoscenza di Ryuk lo Shinigami, lessi le regole, tutto tornò. Tentasti di imbrogliare tutti scrivendo la regola dei tredici giorni. E se solo non fosse stata per quella, avrei potuto incastrarti molto prima. Ma grazie all'intelligenza dei miei successori, e di Lena, e naturalmente anche grazie alla collaborazione di Ryuk, siamo arrivati a questo punto. Perché la giustizia, che tu lo voglia o no, trionfa sempre -
- Avanti, prova a discolparti, se ci riesci - aggiunge Near, con una lieve sfumatura di cattiveria che non gli avevo mai visto. Le sue sopracciglia si aggrottano verso il basso, i suoi occhi grigi come nuvole di pioggia fissano con ostinazione Kira.
Per tutto il tempo in cui Near e L hanno parlato, Light è sempre rimasto col volto in preda al panico, allo stupore alla rabbia. Digrigna i denti con forza, mentre i suoi occhi sgranati bruciano ed inceneriscono tutto ciò che c'è intorno a lui. Lo vedo ansimare, il suo petto di alza e si abbassa freneticamente, mentre stringe con forza la mano sanguinante. Comincia improvvisamente a singhiozzare chinando il capo in avanti, poi i singhiozzi si trasformano in una risata, dapprima composta, poi il suo capo scatta all'indietro, e la risata è talmente pazza e malvagia che mi fa arretrare dal punto in cui mi trovo. Una risata folle, pazza, la risata di un'assassino.
Light smette di ridere, i suoi occhi sono iniettati di sangue, che si mischiano col normale marrone delle sue iridi. Sorride, malignamente, follemente - Si, è vero. Io sono Kira - si lascia scappare una bassa risata - Proprio così, io sono Kira. E con questo? Volete uccidermi? - Light fa qualche passo in avanti, alzando il capo con aria di superiorità -Ascolta, L. Essere Kira fa di me il dio di un nuovo mondo. Devi capire che adesso è Kira a rappresentare la legge, ed è solo lui che può mantenere l'ordine. Ormai reincarno la giustizia, e le speranze di tutta l'umanità! Vuoi uccidermi? Sei sicuro che sia la cosa migliore - comincia a camminare avanti e indietro, con disinvoltura, come se stesse facendo una tranquillissima conversazione - Dall'avvento di Kira sono scomparse le guerre, e il numero di criminali è diminuito del 70%. Tuttavia nel mondo continua ad esserci ancora del marcio, c'è ancora troppa gente corrotta! E qualcuno doveva pur eliminarla! Appena ho preso in mano il quaderno, ho pensato che sarei stato l'unico ad averne la possibilità, o meglio che soltanto io ne sarei stato capace. Sono consapevole del fatto che uccidere sia un crimine, ma era l'unico modo per dividere il mondo! Dovevo adempire alla mia missione! Solo io potevo riuscirci! CHI ALTRI POTEVA FARLO? CHI POTEVA ARRIVARE A QUESTO PUNTO? CHI POTEVA CONTINUARE LA MIA OPERA? - fa una pausa, come per riprendere fiato - Solo io. Io sono l'unico che può costruire un nuovo mondo. Soltanto io -
- No - Faccio un grandissimo sforzo per alzarmi in piedi. Barcollante, mi alzo e cerco di ignorare le gambe tremanti. Stringo con forza i pugni, conficcandomi le unghie nei palmi delle mani, mentre Light si volta a guardarmi - Tu sei solo un'assassino, e questo quaderno è la peggiore arma mai apparsa sulla faccia della terra. Sei stato soggiogato dallo Shinigami e dal potere del quaderno. Sei solo un serial killer psicopatico, che si illude di poter diventare un dio. Ecco cosa sei, niente di più! -
Gli occhi di Light si riducono a due fessure mentre alta gli occhi al cielo - Inutile discutere, tanto non capireste mai. Ma, Near - si volta a guardare nuovamente l'albino, con tono di sfida - Tu sei veramente sicuro che entrambe i quaderni che hai ora siano veri? -
- Stai bleffando - sibilo a denti stretti.
- Solo io so dove si trovino i veri quaderni - mi ignora Light, muovendo qualche passo - Se vuoi sconfiggere Kira, dovresti verificare entrambi i quaderni ... scrivendovi sopra il mio nome. Secondo te quei quaderni sono veri? -
- Tuo padre per cos'è morto, Light? - dico improvvisamente, cambiando discorso, sia in modo volontario che involontario. Le mie parole riecheggiano nell'ambiente, mentre Light si volta a guardarmi, reggendosi la mano.
- Mio padre? - ghigna - Soichiro Yagami, eh? Hai ragione, Lena. Le persone oneste come lui alla fine ci rimettono sempre! E a te sta bene un mondo che lo permette? - zoppica qualche passo verso di me, improvvisamente preso dal panico e dalla rabbia - Ma non capisci? E' loro che devi ammazzare, non me! -
Improvvisamente si getta addosso a me, pericolosamente, e io tento di scansarmi. Mentre barcollo all'indietro, partono altri colpi di proiettile. Mi rannicchio a terra, mentre Light giace a terra, i proiettili che gli inzuppano i vestiti di sangue e la bocca aperta, gli occhi sgranati. Lo sento ansimare, respirare affannosamente e a fatica. Non è ancora morto, ma ci è vicino.
- Ma perché ... - geme, lamentoso - Perché tutto questo? Shinigami, uccidili! Uccidili! -
Quasi muoio di paura alla vista di Ryuk. Sta tranquillo in piedi, composto, accanto al corpo di Light. Il ragazzo tenta di afferrarlo, inutilmente, ma Ryuk si sposta. Sembra indifferente di fronte all'intera faccenda - E' finita, Light - dice semplicemente.  Poi alza i suoi occhi rossi e tondi come palle da calcio su di me e sul computer da dove L sta guardando l'intera vicenda - Come d'accordo, porterò Light con me. E per quanto riguarda la condizione ... - aspetta alcuni secondi prima di proseguire - Tornerò -
Improvvisamente, Ryuk, Light e uno dei quaderni in grembo a Near spariscono nel nulla, come cenere nel vento, senza lasciare traccia. Rimango a bocca aperta, guardandomi attorno come se potessi vederli riapparire da un momento all'altro. Il cuore mi batte veloce nel petto, come inferocito. Cosa vuol dire che tornerà? Quando, e come? 
Mi siedo per terra, le gambe incrociate, tenendomi i gomiti con le mani, premendomi le braccia contro lo stomaco presa da un'improvviso attacco di panico. Comincio a dondolare col busto avanti e indietro, ansimando rumorosamente, mentre lacrime calde inzuppano il mio viso. Le forme attorno a me diventano indistinte e i contorni sfocati, tutto gira come una trottola e chiudo gli occhi nella speranza che il mondo si fermi per almeno qualche secondo. Qualcuno mi si avvicina, e io emetto qualche verso strozzato nel tentativo di allontanarmi, scalciando coi piedi e agitandomi. Qualcuno mi posa una giacca sulle spalle, qualcuno mi si avvicina.
- Lasciatela respirare, vi prego - quasi sussulto nel sentire la voce di L. Non quella storpiata e metallica, non quella mostruosa. No, questa è la sua vera voce, quella voce pacata e tranquilla, quella dolce e premurosa, quella voce che non mi stancherei mai di sentire. Apro gli occhi di scatto, immaginandomi la sua figura davanti a me pronta ad abbracciarmi. Ma c'è solo il computer posato di fronte a me, la L gotica e nera che mi fissa. E' così strano sentirlo parlare con un computer, ma utilizzando la sua voce - Lena, ti prego, cerca di calmarti - mi dice, premuroso - Adesso è tutto finito -
Scuoto il capo - Ryuk tornerà! Tornerà e non sappiamo quando! - ribatto.
- Adesso non pensarci - risponde L - Adesso torna qui da me, che ti aspetto. Sei stata bravissima, coraggiosa e sono molto orgoglioso di te. Torna da me, amore mio. Adesso è tutto finito, adesso è veramente tutto terminato -
Annuisco, e cerco di respirare regolarmente, continuando a dondolarmi in avanti e indietro nel tentativo di calmarmi. Adesso è tutto finito, mi ripeto all'infinito nella mia mente, e a volte anche a voce, adesso è veramente tutto finito.



Angolo dell'autrice : Non azzannatemi, non finisce tutto qui! tenetevi stretti le verdure da lanciare! Allora so di aver modificato moltissimo la trama originale. Ci ho messo moltissimo a cercare di escogitare un piano degno di L e spero di esserci riuscita almeno in parte. Chiedo perdono per il ritardo, ma sono stata piena di verifiche e interrogazioni e non vado molto daccordo con tutti i miei compagni di classe, purtroppo. Gente che si trucca come delle matriosche solo per venire a scuole, certe che si credono Emma Watson e invece sono il doppio di quella, ragazzi che si credono fighi solo loro ... ma okay.
Spero che le colonne sonore vadano bene, ci ho messo una faticaccia per relazionarle con il testo!
Vi ringrazio moltissimo per il sostegno e per l'appoggio, sopratutto Lils per essermi venuta a cercare armata di pomodori pelati da lanciarmi dietro e minacciandomi con quelli per continuare il capitolo dopo sedici giorni di assenza ... grazie Lils ;-)
Allora, dato che abbiamo superato largamente le 200 recensioni ( vi amo *.* ) eccovi la sorpresa che vi avevo promesso :
QUESTA STORIA AVRA' UN SEQUEL!!!!!!!!!
Okay, basta sclerare. Vado a studiare latino, che è meglio! XD
Bacioni,
Hope








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Capitolo 44
*** Fine ***


CAPITOLO 44
" FINE "



Avvertenze : alcuni elementi di questa fan fiction sono differenti dall'opera originale e i fatti accaduti nell'opera hanno subito lievi modifiche. ATTENZIONE! GLI ASTERISCHI RIGUARDANTI I TITOLI DELLE CANZONI ( CHE TROVERETE A INIZIO CAPITOLO IN ROSSO ) AUMENTANO A SECONDA DEL NUMERO DELLA CANZONE.

* - 
Zero Kiryuu's Theme



* Pensare che Matt è morto è così strano. Ricordo il giorno in cui l'ho conosciuto come se fosse stato ieri. Per quanto pericolosa e piena di emozioni e avventure, la vita di Mail Jeevas è stata breve, troppo breve per essere già conclusa. Era conscio del fatto che la missione per catturare Kira gli avrebbe procurato per il 90% delle possibilità la morte, era conscio del pericolo al quale andava incontro, e sembrava non preoccuparsene eccessivamente. Anzi, il pensiero di morire non lo preoccupava minimamente, parlava della morte come un bambino parla del compito di storia al quale è certo che prenderà un buon voto. Credo che nessuno riuscirebbe mai a parlare della morte con la stessa leggerezza con la quale ci riusciva lui, e per questo lo invidio.
Davanti alla tomba di Mail, lascio che la lieve brezza che il calar del sole ha alzato mi accarezzi il collo scoperto e che mi rinfreschi la pelle attraverso la camicetta leggera. Il funerale si è concluso circa due ore fa e i componenti dell'SPK e della squadra investigativa sono tornati alle loro abitazioni o alla sede dove fino ad adesso L ci ha dato ospitalità. Non tutti, naturalmente. Near chiacchiera indisturbato col parroco che ha tenuto il funerale, distanti solo qualche metro dalla tomba di Mail. L passeggia inditurbato tra le file di lapidi e tombe, fermandosi di tanto in tanto per leggere qualche nome inciso sulla pietra bianca, la stessa dove hanno inciso il nome di battesimo di Mail, la data di nascita e la data di morte. Mello, invece, stringe nel pugno della mano destra la carta di cioccolata fondente finita stamattina, accanto a me. In tutta la giornata ha mangiato una sola tavoletta di cioccolata, e questo vuol dire che ha deciso di rimanere in astinenza forzata, o forse la morte del suo migliore amico gli ha chiuso lo stomaco.
Appoggio la guancia sulla sua spalla, stringendogli la mano libera. Confortarlo e consolarlo sarebbe del tutto inutile, perché tutti sanno che senza Mail non esiste Mihael e che senza Mihael non esiste Mail. Per Mello, Matt era come un pezzo della propria anima e della propria personalità, la persona che lo tratteneva nel commettere qualche pazzia. Era come un fratello, quel migliore amico al quale non rinunceresti mai. Mello mi stringe forte la mano, talmente forte da sgretolarmi le ossa della mano, ma con una smorfia sopporto il dolore e lo faccio fare.
Lo sento singhiozzare, quasi sommessamente, e la presa sulla mia mano si allenta notevolmente - Stupido Nerd - 
Allora sono io che gli stringo la mano, e lui se la lascia stringere, come se non avesse più la forza per ricambiare quel gesto. Sfrego la mia guancia contro la sua spalla, mentre la sua tempia si posa sulla mia nuca. Rimaniamo così per qualche minuto, entrambi assorti nei propri pensieri per poter dire qualcosa, ognuno troppo impegnato nel ricordare i momenti personali passati con Mail Jeevas o contemplando la foto sulla sua lapide. Sorride, i capelli rossi spettinati, gli occhi verdi, la sigaretta in bocca. Odiavo l'odore del fumo delle sue sigarette, ma adesso darei qualsiasi cosa per poterlo risentire. Darei qualsiasi cosa per vederlo mentre si cala gli occhialini arancioni sugli occhi, mentre fissa attentamente un computer portatile dallo schermo troppo illuminato. 
- Sono fiera del mio nerd - sorrido improvvisamente.
- Anche lui sarebbe fiero di te, bimba - il suo pollice accarezza il dorso della mia mano, disegnando piccoli ghirigori confusi, disegni senza senso che spariscono nella mia mente senza lasciare traccia.
Improvvisamente, una mano si posa sulla mia spalla. Alzando il viso dall'incavo del collo di Mello, vedo L che mi sorride debolmente. Ricambio il sorriso, e con la mano libera afferro la sua, così pallida e così piccola, le sue dita affusolate s'intrecciano alle mie diventando un'unica cosa, creando quel legame speciale che sono poche persone sono capaci di avere, rafforzandolo ancora di più, come se fosse possibile.
- Credo che difficilmente riusciremo a dimenticarci di Matt - dice lentamente L, la sua voce ha una sfumatura di tristezza e di malinconia.
- Non lo dimenticheremo mai - concorda qualcuno, accanto a Mello. Near, con la testa china e il pigiama pieno di pieghe, si avvicina timidamente. E quasi salto addosso a Mello dalla felicità e dalla commozione quando lo vedo allungare, sebbene con un'accenno di riluttanza, una mano verso l'albino. Near l'afferra senza esitare, e Mello gliela stringe visibilmente.
E allora formiamo una catena, davanti alla tomba di Mail Jeevas, stringendoci le mani a vicenda e trattenendo qualche singhiozzo, sussurrando qualche preghiera e rivolgendo gli occhi al cielo arancio e rosa, nella speranza che Matt ci stia osservando da lassù. Quasi riesco a distinguerli, i suoi lineamenti gentili, l'arancione del cielo che imbrunisce si confonde con quello naturale dei suoi capelli, i suoi occhi verdi ci osservano con amore e nostalgia, mentre le nuvole rosa e bianche assumono la forma del suo sorriso. Sorrido a quel Matt che mi osserva, mentalmente gli dico che mi manca da morire e gli prometto che non mi dimenticherò mai e poi mai di lui. Mello rivolge lo sguardo al cielo, come se anche lui riuscisse a vedere quello che vedo io. Vedo una lacrima solcargli il viso, calare lentamente lungo la guancia, cadere sull'erba fresca.
Passano parecchi minuti prima di sentire che la stretta di L attorno alla mia mano si fa più forte. Abbasso il viso per guardare il suo volto, coperto dai capelli scuri e spettinati. I suoi occhi, il mio nascondiglio e il mio paradiso, sono una carezza in questo momento di solitudine interiore. Con un cenno del capo mi indica la strada, e mi tira leggermente.
- Vieni, amore mio - mi sussurra, sorridendomi debolmente. E quando sorride, giuro che è la fine del mondo, del mio mondo, ma è anche il motivo per cui esiste, il sole attorno al quale gira, il motivo per il quale sono iniziata io - Andiamo a casa -
E lo seguo, trascinandomi dietro anche Mello e Near. E camminando, ognuno fa una piccola preghiera mentale, per Matt ma anche per se stesso. E la mia preghiera, è che da adesso in poi tutto vada per il meglio, che da adesso in poi il mondo diventi un posto migliore in cui vivere con le persone che amo.





E' così difficile scrivere e pensare la parola fine. Sinceramente, è così strano che la fan fiction sia finita. Cioè, che questa prima parte sia volta al termine. E non trovavo fine migliore di questa, davvero non riuscivo ad immaginarla.
Un grazie speciale a :
- Ogni lettore che ha letto senza recensire : anche il solo fatto che abbiate perso qualche minuto del vostro prezioso tempo per dare un'occhiata alle mie idee è un qualcosa di speciale.
- Le 33 persone che l'hanno messa tra le preferite : non pensavo che vi sarebbe piaciuta così tanto, grazie di cuore!
- Le 3 persone che l'hanno messa nelle ricordate : ricordatevi di me, sempre. Perché io mi ricordo di voi, e vi ringrazio.
- Le 37 persone che l'hanno messa nelle seguite : grazie per avermi seguita, vi adoro!
Un grazie speciale a quegli angeli che mi hanno lasciato la bellezza di 213 e passa recensioni, che hanno impiegato il loro tempo nel leggere la mia storia, imprecarmi contro, incoraggiarmi, farmi milioni di complimenti anche esagerati. Vi amo, davvero!
Chiedo perdono per ogni mio ritardo, ma come potete vedere nemmeno la scuola, la piscina e il teatro mi hanno potuta separare da questa storia di cui sono molto orgogliosa e dai miei seguaci tanto amati. Spero di rimanere in contatto con ognuno di voi!
Per chi ama o segue l'anime Vampire Knight, sto scrivendo una fan fiction su quel fandomi, spero veniate a dare un'occhiata!
Grazie mille a tutti per tutto, davvero.
Vi voglio bene :-)
Hope









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