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di zombiedrummer13
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Svolte. ***
Capitolo 3: *** Eroi ***
Capitolo 4: *** Senza un perché... ***
Capitolo 5: *** ...NO. ***
Capitolo 6: *** End of life. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Si! Si! Si! Si!
Finalmente... superato!
L'ultimo stressante esame di quest'anno all'università. Derek sarà fiero di me, finalmente non dovrò più avere pensieri riguardanti lo studio durante quest'estate.
Lui è li mi aspetta come ogni giorno sotto la cancellata, gli salto addosso, mi prende, sorride e le sue labbra toccano le mie.
<< Ce l'hai fatta? Oh si piccola te lo leggo negli occhi! >>
Lancia un urlo di soddisfazione, e io muoio nei suoi occhi.
<< Pensavo davvero di non potercela fare sta volta. >>
<< Impossibile, sei la ragazza più in gamba che io conosca. >>
Viaggiamo in macchina ascoltando le canzoni dei Green Day, sorrido al mondo, penso che sta finalmente arrivando l'estate, e rido del suo modo buffo di guidare, ogni tanto lo vedo fissare lo specchietto distratto, ma riesco a farlo tornare con l'attenzione su di me, con i suoi occhi azzurro cielo mi squadra in viso come se un domani dovesse disegnare i miei lineamenti su una tela bianca e avesse la paura di non ricordarli a memoria.
<< Amore! Ho deciso, facciamo una pazzia, andiamo in Grecia! >>
Il mio sguardo mentre lo dico è speranzoso.
Tace.
<< Che ce? Non ti piace l'idea? Ok possiamo andare in America, è il tuo sogno. >>Sorrido.
<< Buona idea l'America... >>
 Non mi guarda, risponde sotto voce, mi sembra strano questo suo cambiamento di carattere improvviso.
Sto zitta, lui continua a fissare lo specchietto e di colpo sterza di lato accostando.
<< Ok. Non ce la faccio a fingere ancora, peggiorerebbe la situazione! >>
 Il suo viso è totalmente rabbuiato, non l'ho mai visto così.
<< Fingere? Derek cosa diavolo stai dicendo? >>
Oddio, cos'è questa sensazione? Paura!
Si schiarisce la voce, e alza lo sguardo, adesso i suoi occhi sono dentro ai miei, anche in questo momento è dannatamente bello, dio solo sa quanto lo amo.
<< Jackie, io... io vado in America. >>
 ... 
<< Il socio di mio padre mi ha trovato un posto in una azienda molto importante, la mia carriera è totalmente in gioco adesso. >>
<< Da quando lo sai? >> Sento le lacrime agli occhi, non è la cosa che vorrei dire in questo momento ma devo rimanere fredda, almeno per ora.
<< Tre mesi! >> Questa risposta mi entra nel cervello, ronza come una zanzara fastidiosa in una notte d'estate.
<< Tre mesi?...Tre mesi ! benissimo De e quando avresti voluto dirmelo? >>
<< Dopo l'esame, non volevo sconvolgerti >> La rabbia comincia a montarmi dentro.
Sto zitta, non voglio dire niente per evitare che l'emozione mi tradisca, e infatti è lui ha parlare.
<< Io, è da un po che ci penso... Ci vado. E non posso lasciarmi niente dietro. >> 
Questa frase fa scattare tutto ciò che ce in me come una bomba ad orologeria, apro lo sportello, esco dalla macchina.
<< Sei un bastardo Derek, e non lo dico perché questa è una di quelle situazioni in cui si impreca tanto per farlo, ma lo dico perché da adesso lo penso con ogni fibra del mio corpo. >>
Scende.
<< Cosa avrei dovuto fare? >>
<> Sto davvero urlando.
<< Magari non dovresti credere a tutto quello che ti si dice! >> Grida anche lui.
Prendo un respiro profondo, il suo tono mi ha fatto cedere un ginocchio, tremo.
<< Io ti amo Derek. Ma forse tu non ami te stesso abbastanza da capire che quello che potrei darti non lo avrai mai dal rumore delle tue azioni che salgono in un lussuoso ufficio di New York >> Mi avvicino piano, gli prendo la faccia tra le mani, mi fissa con uno sguardo di ghiaccio, lo bacio, piano e con dolcezza, lo sento quasi tremare tra le mie mani mentre mi stacco da lui.
<< Spero che tu possa vivere felice e in forma, perché non riesco a mandarti a fare in culo adesso! quindi un giorno vorrò rivederti, e sarà allora che ti ci manderò in modo fottutamente stratosferico. >> Sussurro vicino alle sue labbra, e poi sogghigno.
Cerco di guardare dritto davanti a me mentre cammino con le spalle rivolte all'uomo che amo...o meglio che credevo di conoscere ed amare, che è rimasto come di ghiaccio in mezzo alla strada, davanti a me ce solo vuoto un marciapiede alberato ma infinitamente, vuoto. Volto l'angolo, e appena mi accorgo di essere fuori dal suo campo visivo, inizio a far sgorgare quel fiume in piena che ce nei miei occhi, scendono giù come se fosse naturale, queste maledette lacrime.
Mi ha mollata! così, in mezzo alla strada, lui che diceva di voler stare con me per tutta la vita, che mi diceva che ero la sua piccola rosellina destinata a sbocciare.

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Capitolo 2
*** Svolte. ***


Sono nuda davanti allo specchio, appena uscita dalla doccia, i miei capelli color cioccolato risaltano totalmente sul colore del mio incarnato talmente pallido da sembrare quello di una donna annegata nel Tamigi.
Le ossa del bacino escono totalmente dalla pelle, il mio corpo è come trasparente, non ha emozioni, non ha quasi battito cardiaco.
 
Decido di vestirmi, trascinando i piedi sul pavimento di legno.
Il maglioncino verde acqua risalta i miei occhi, in fondo sono bella... penso.
Un anno, è passato davvero un anno, e io non sono ancora riuscita a dimenticarlo. Derek torna nei miei pensieri ogni giorno, a volte non riesco nemmeno a pensare a me stessa, lui è sempre la, ma ormai non so nemmeno più dove sia questo ''la'', non l'ho più rivisto, non so niente di lui.
Devo riprendere in mano la mia vita!
<< Oh e sentiamo come farai? >>
<< Non lo so... me ne andrò... oddio...SI... io me ne andrò! >>
<< Eh??? te ne andrai??? >>
<< SI... in Grecia... partirò! io da sola ! >>
<< Siamo rovinati... >>

Mi sento molto stupida a parlare con me stessa, ma ormai è deciso! Devo dimenticarlo e devo farlo subito.
 
OK, sono qui, davanti all'agenzia di viaggi, ferma, immobile, i miei piedi mi vogliono impedire di entrare. Basta! entro, spalanco quella porta più decisa che mai appena arrivo proprio davanti alla scrivania è come se mi fossi scordata di essere vicino a delle persone, sbatto una mano contro il tavolo, e urlo.
<< GRECIA! SUBITO >> forse sto impazzendo...
La donna seduta di spalle alla scrivania si volta con aria sconvolta, la mia visuale si fissa su di lei mentre immagino cosa stia pensando ancora inconsapevole di quello che ho fatto, poi però mi accorgo che non siamo sole, un uomo, anzi no un ragazzo si volta verso di me con una rivista in mano, ha gli occhi spalancati, ma lo sguardo è totalmente divertito. E' così buffo con quei suoi pantaloni larghi, ma forse io lo sono di più in questo momento.
<< Come prego? >> La donna parla per prima.
<< Ehm... credo abbia detto GRECIA! SUBITO >> Il ragazzo si mette ad urlare come ho fatto io, e scoppia a ridere, rido anche io ma in modo sarcastico.
<< Tom, sta zitto! Dicevo, cosa desidera s-signora? >> Bene, sono riuscita a spaventare una donna.
<< Bhè...ecco...ecco io volevo un biglietto. >>
<< Questo mi pare chiaro, ed è chiaro che è anche diretta in Grecia... ma deve darmi le informazioni, magari c-con calma >>
Mi siedo, e le chiedo scusa.
<< Biglietto sola andata grazie! >> Mi sono calmata, e sono anche rossa come un peperone.
Il ragazzo si volta di nuovo, mi fissa da capo a piedi con uno sguardo intenso, poi si dirige verso l'uscita e va via.
La donna si accorge della direzione dei miei occhi che lo seguono lungo il suo percorso,  sorride.
<< Tom? no... non è il suo tipo! >>
<< Eh?... no... io...io non >>
<< Stia calma, so che è un bel bocconcino, ma è un perdigiorno! >>
<< Si ma guardi, non mi interessa... >> ... << Devo partire! >>
<< Ok Ok... stia calma. >>
Finisco di acquistare il mio biglietto, e esco da quel luogo orrendo, o almeno imbarazzante.
<< Hey! >>
Una voce mi chiama da dietro appena fuori dall'agenzia, mi volto, è lui a meno di 5 centimetri da me, nel girarmi quasi vado a sbattere sul suo petto.
<< Oh... ciao >>
<< Nevrotica?... ehm cioè scusa voglio dire... problemi? >>
<< NO >> Che maleducato.
<< Scusa, davvero! Senti ti va se ti offro un caffè? >>
<< Offrire un caffè ad una nevrotica non è una buona mossa >> Rido, e lui pure, questo non so perchè mi fa stare bene, è davvero bello, i suoi occhi nocciola mi scrutano.
<< Un po' d'acqua? Dai, mi annoiavo. E poi hai trattato male Roxy... mi stai già simpatica >>
Accetto, mi guida verso un bar piccolissimo all'angolo della stradina, mi porge l'acqua e ci sediamo ad un tavolino, lui mi fissa intensamente, io faccio la vaga.
<< E quindi... che problema hai? >>
<< Preferisco non parlarne... scusa... ma tanto tra poco finirà >>
<< Ma io sono l'uomo delle cose impossibili! Racconta bambina. >> Mi schiaccia l'occhio, cristo comè affascinante!
<< Bhè... >>
Non mi fa nemmeno iniziare a parlare che parla subito sopra di me.
<< So cosa stai per dire... noi uomini siamo tutti bastardi! E' così giusto? Bene bambina l'ho letto nei tuoi occhi. >> Oddio... mi ha letto dentro?
<< Non chiamarmi bambina! avrò 5 anni più di te ''Cocco'' >> Mi va proprio di giocare con lui.
<< Oh bene... allora vecchietta, prima di tutto ho 22 anni, secondo... >> Fa una pausa << Lo sai che sei proprio affascinante quando ti arrabbi? >> Sorride, con quei suoi denti bianchissimi, resto un minuto a fissarlo poi mi alzo e vado verso l'uscita, non so cosa voglio dimostrare ma esco senza voltarmi, sento i suoi occhi pesare sulle mie gambe, so che mi sta osservando con quei suoi occhietti da furbetto.
 
Tom... Che nome affascinante.
Sta notte non riesco davvero a prendere sonno, penso a lui. Ma perchè? Quel tizio è uno sconosciuto, so solo il suo nome e la sua età, la donna lo ha definito un ''perdigiorno'' ma allora perchè io lo vedo più come un uomo che mi piacerebbe portarmi a letto?
Mi avvolgo totalmente nella coperta, e mi addormento.
 
Gemiti, urla, il suo nome.
TOOM....Oh si TOOM. E poi lui, su di me, perfettamente estraneo ma anche così irresistibile.
Le sue labbra sulla mia pancia, scorrono come lame taglienti.
Non vorrei mai staccarmi da lui, e da questa passione.
 
Mi sveglio di soprassalto. Stavo solo sognando, ma mi sento così scossa, sta sera è il grande giorno, partirò, e non so proprio quando tornerò qui a Berlino.
Ce qualcosa che mi frena sta mattina.
Voglio rivederlo! almeno una volta prima di partire, Si.

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Capitolo 3
*** Eroi ***


Fa freddissimo, eppure è mezzogiorno.
Ho voluto a tutti i costi mettermi la maglietta scollata al posto del maglione, solo per... Non lo so nemmeno io.
Sono davanti all'agenzia, guardo dentro, Lui non ce. Provo a vedere al bar, ma niente.
No ti prego ....
Sento una voce, è molto simile alla sua, solo che ha un tono diverso.
Giro un angolo di una stradina che non avevo visto mentre venivo qui, in lontananza noto che è un vicolo cieco, e alla fine vi sono degli uomini, intenti a litigare l'uno con l'altro, credo sia meglio andarmene. Mi volto verso la direzione opposta, ma qualcosa mi blocca la spalla, è una mano.
<< Che ci fa un piccolo coniglietto in mezzo a questa via buia. >> La voce è quella di un uomo, ma non suona minacciosa anzi sembra più provocativa, ed è proprio la voce che mi ha ricordato Tom.
Mi volto piano, sento qualcosa premere sulla mia schiena, oddio, è un coltello.
<< La prego, non mi faccia del male, stavo cercando le mie chiavi... m-mi sono cadute. >>
<< Questo coniglietto non sa dire le bugie... no no >> Ora la voce è inquietante sembra una cantilena.
Mi volta di scatto sbattendomi al muro, e quello che mi trovo davanti è totalmente diverso da ciò che pensavo, un ragazzo altissimo, dai lunghi capelli neri e dagli occhi color cioccolato, e una lunghissima cicatrice che gli squarcia la guancia sinistra.
Punta il suo coltello alla mia gola, e continua a respirarmi addosso, i suoi vestiti di pelle nera sono logori.
<< Che ci fai qui? ragazzina. >>
<< Io ... cercavo le mie chiavi glielo giuro. >>
<< Oh... no no bambolina... non darmi del lei! Chiamami Bill >> Penso sia davvero pazzo.
<< B-Bill... senti, io non ho fatto niente, perché non mi lasci andare?! >> Non devo urlare, mi ucciderebbe.
<< Oh perchè prima voglio giocare un po' con te... è tanto che non tocco una ragazza sai? >> Mentre parla affonda le labbra nei miei capelli, poi sul mio collo, sento la sua mano libera su di me, ma non ho paura, so che quel ragazzo ha qualcosa che non va, ma non puzza come un uomo di strada, no, su di lui ce l'odore di pazzia.
<< BILL >> Una voce distoglie il ragazzo dalla chiusura dei mie pantaloni.
Conosco questa voce.
<< Oh... fratellino! Come te la passi? >> Il tono del mio aggressore è affettuosamente di sfida.
<< Lasciala andare! >>
<< NO!!! Non dirmi che è una delle tue amichette... guarda tu le coincidenze. >>
<< Ho detto lasciala Bill... non costringermi a fare quello che non voglio. >> A queste parole Bill mi lascia e io corro verso Tom, che mi abbraccia istintivamente.
<< Va via! >> Mi sussurra all'orecchio.
Esco dalla stradina, devo cercare aiuto, da li escono grida e colpi, Tom e Bill se le stanno dando.
Chiamo la polizia, stanno arrivando, io ho l'adrenalina a mille, ma devo calmarmi.
Vado al bar a sedermi, prendo una cioccolata calda.
Tom... spero vada tutto bene.
Fratellino? l'ha chiamato fratellino.
Oddio... è vero... cicatrice a parte quei due sono molto simili.
Ora mi è chiaro... sono gemelli!
Mi sembra tutto così assurdo... guardo l'orologio le quattro e mezza CAZZO non può essere così tardi. Devo scappare in aereoporto,ma Tom? non potrò ringraziarlo devo partire.
 
 Odio gli aerei, mi fa paura volare.
Il sedile è abbastanza comodo, cerco di non pensare a niente ma non riesco.
Tom... mi dispiace.
Non saprò cos'è successo ne a lui ne a Bill, quando io sarò in Grecia dovrò scordare tutto, quindi devo smetterla di pensarci.
Il volo in aereo trascorre lento.

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Capitolo 4
*** Senza un perché... ***


La Grecia è davvero spettacolare, in questi cinque giorni la mia testa si è totalmente azzerata. Derek sembra essere andato in letargo, non ci penso più. Per quanto riguarda Tom, lui è l'unico che mi viene a trovare ogni notte nei miei sogni.
 
Il mare qui è bellissimo, per non parlare della gente, così accogliente così perfetta.
Eppure mi manca un po' Berlino, la Germania rimane pur sempre la mia patria, ma voglio far durare la mia permanenza qui un bel po' di tempo.
<< Posta. >> Il postino non passa mai dalla mia casetta sulla spiaggia, in effetti chi mai dovrebbe scrivermi qui? eppure sta volta è per me. Scendo giù, mi consegna un blocchetto contenente tre lettere.
Mi siedo sulla panca di vimini in terrazza, e inizio a leggere la prima.
 
24 Maggio 2011       
 
Cara Jackie.
 
Ti starai chiedendo chi sono, per saperlo leggi tutta la lettera.
So dove sei in questo momento...
Dal giorno della rissa sono stato chiuso in cella, ed è da qui che ti scrivo. Sono passati ormai tre giorni, non so perchè scrivo proprio a te ma quasi ogni notte ti vedo nei miei sogni, so che ci conosciamo appena, ma ce uno strano legame tra di noi.
Bill ormai è stato chiuso in un istituto, non so per quanto dovrà restarci.
Vorrei rivederti, per conoscerti meglio.
Ho preso i tuoi dati dal computer di Roxy, prima di essere portato via.
Se non vorrai tornare, non preoccuparti per me.
 
TOM
 
Questa cosa mi sembra impossibile, Tom è stato rinchiuso per colpa mia.
Vado avanti con la seconda lettera.
 
25 Maggio 2011
 
Jackie,
 
So che nella lettera di ieri ti ho detto di stare tranquilla, ma la sentenza di stamattina ha dichiarato che non potrò uscire senza una cauzione.
So che chiederlo a te potrebbe non portare a niente, in fondo perchè pagare per uno che non conosci nemmeno?.
Spero che mi aiuterai, baci.
 
Il tuo Eroe.
 
 
Il tuo eroe....
Continuo a ripetere questo finale nella mia testa.
Prendo la terza lettera, questa ha un timbro sopra, e viene dall'America, sopra porta il nome Derek. Fisso quella lettera sigillata tra le mie mani, ma non la apro, non ora che finalmente mi sto dimenticando di lui.
Devo aiutare Tom, devo comprare un biglietto!
 
Berlino è così fredda, anche se siamo a fine Maggio. In Grecia si stava così bene, mi dirigo dall'aereoporto direttamente alla stazione di polizia.
Le porte sono sbarrate, ma io inizio a bussare velocemente, fino a quando un poliziotto in divisa mi apre, mi fa accomodare.
<< Quindi è qui per il signor Kaulitz? >> Kaulitz...
<< Ehm... si! >> Non avevo idea che il suo cognome potesse essere quello.
<< Lei è?? una parente? La ragazza? >>
<< La ragazza! >> Mi affretto a dire, senza pensarci.
Il poliziotto storce il naso. Mi conduce in un corridoio stretto e buio, con alla fine una cella.
<< Bravo Wesley mi hai portato da mangiare? >> La voce di Tom echeggia da dentro la cella con tono scherzoso.
<< Kaulitz , ce la tua ragazza! >>
<< La mia...? >> Tom si gira verso di me dalla sua brandina, e appena mi vede spalanca gli occhi incredulo. << Ma certo... la mia ragazza. >> Il poliziotto ci lascia soli.
Mi vado a sedere sulla brandina vicino a lui, l'unica cosa che non è come l'ultima volta è la sua barbetta che ora si nota sul viso che prima ricordavo candido.
<< E così ecco la mia ragazza >> Mi strizza l'occhio sorridendo.
<< Un grazie non farebbe male >>.
<< Ahah anche tu dovevi ringraziarmi quindi siamo pari. >> La galera lo ha reso più affascinante, o forse sono io a sentirmi così attratta da lui, la mia mano finisce automaticamente sulla sua guancia.
<< Mi dispiace. >> Lo accarezzo, delicatamente, lui mi guarda dritto negli occhi, mi sembra un momento così perfetto.
<< A me no! >> Si avvicina lievemente, siamo a 2 centimetri l'uno dalle labbra dell'altra.
<< Ti ci vedo proprio in galera . >> La mia voce è un sussurro.
Si avvicina di più, questi istanti stanno durando un infinità, almeno per me.
E poi eccolo li, quel bacio, che non so perchè avevo atteso, labbra contro labbra, la mia mano sul suo petto, sentendo il suo cuore battere, le sue posate sulla branda, e i suoi occhi chiusi.
Ci stacchiamo.
<< Io non so perchè... Non so chi sei. >> Adesso è lui a sussurrare, apre gli occhi piano mentre parla, e mi guarda da vicino.
<< Piacere Jackie. >> Sorrido, poi di nuovo le sue labbra sulle mie.

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Capitolo 5
*** ...NO. ***


Sono due settimane che io e Tom non ci vediamo, quasi ogni sera mi manda un messaggio con scritto che vuole vedermi, e altre cose bellissime, ma alla fine non si fa vedere mai.
Oggi ho deciso di andare a fare shopping.
 
Guess è sempre troppo lontano da casa mia, ma non rinuncio mai ad andarci la domenica mattina. Le vetrine sono così perfette con quei loro manichini addobbati, eppure non ho voglia di prendere niente nemmeno un misero fulard, mi manca troppo. Prendo il cellulare dalla borsetta di jimmy choo e compongo il suo numero.
1...2....3 squilli poi la sua voce.
<< Ja... >>
<< Hey... sono io >>
<< Lo so sennò non avrei risposto >> Ride.
<< Sono fuori per negozi, e mi chiedevo se ti andasse di raggiungermi. >>
<< Io e lo shopping??? assolutamente NO... Raggiungimi tu >> Fa la voce ammiccante.
<< E dove? >> Mi da la via poi mi saluta, e io mi metto in cammino.
 
Sono sotto casa sua, citofono.
Il palazzo sembra molto vecchio ma appena arrivo davanti casa di Tom la porta sembra essere nuova di zecca. Mi apre, e mi si smorza il fiato. Tom ha i pantaloni del pigiama ma è totalmente a torso nudo.
<< Ma che piacere. >> Mi schiaccia l'occhio, e si avvicina per baciarmi. Io lo guardo perplessa, per quanto mi piacerebbe baciarlo mi tiro indietro e lo scanso entrando, l'appartamento è bellissimo, luminoso, e arredato di bianco.
<< Wow Tom bel posticino. >>
<< Già! Accomodati pure... che cos'è questa freddezza nei miei confronti bambina? >> Si siede accanto a me nel divano.
<< Bhè... non ci vediamo da molto, non ci sei mai e noi non siamo niente in fondo. >> Il suo sguardo diventa cupo.
<< Senti... >> Oddio... l'ho fatto incazzare, ma era totalmente il contrario di quello che volevo, io volevo solo giocarci su, ma vista la situazione smetto di giocare e faccio ciò che realmente voglio, gli alzo il viso e lo bacio.
<< Lunatica?...Ahah così va meglio! >> Mi attira a se mettendomi a cavallo sulle sue ginocchia.
Ci baciamo appassionatamente, le nostre labbra sembrano non volersi staccare fino a quando Tom mi sbottona il primo bottone della camicetta.
<< Hey... Non correre >> Lo blocco, lui mi bacia sorridendo e continua, << ...Sono seria Tom >>.
<< Che ce che non va? ... Dai ... ho voglia di farlo! >> Mi sembra così diverso dal dolce Tom di poco fa. Continua a sbottonarmi la camicia, e a baciarmi il collo, sospiro.
<< Non l'ho più fatto con nessuno dopo Derek... >>
<< Ci sono qui io.. .>> La sua voce torna dolce , ma mi sembra solo apparenza, mi lascio baciare mentre mi stende sul divano mettendosi su di me.
Gli sfilo il primo tratto di pantaloni, e gli accarezzo i fianchi, lui mi ha già tolto il reggiseno, lo sento che si eccita su di me, il suo respiro è più pesante, e anche il mio. 
Sta per sfilarmi le culotte, quando bussano alla porta, lui la guarda un secondo poi continua, ma ribussano.
<< Ma chi cazzo è? >> Grida contro la porta alzandosi, io mi rivesto velocemente, mentre lui va, il gonfiore nei suoi pantaloni si nota a distanza.
Apre. << Chi cazz...? >> Sono due uomini vestiti di nero, gli sussurrano qualcosa, non riesco a sentirli.
Tom si gira con sguardo sconcertato verso di me, poi dice agli uomini di aspettarlo di sotto.
<< Devo andare. >> Dice rivestendosi.
<< Dove? Cosa? Tom... >>
<< Devo andare. >> Esce dalla porta lasciandomi in soggiorno.
Decido di aspettarlo li, non mi muovo dal divano, fisso un punto davanti a me, passano i minuti ... forse le ore.
 
Rumore di chiavi mi distoglie dal mio sonno, mi ero addormentata. Tom è sulla soglia che mi guarda, gli corro incontro e lo abbraccio.
<< Tom puzzi di alcool. >> Sono sconcertata, il ragazzo puzza come un bar il sabato sera, guardo l'orologio, è mezzanotte.
<< Perchè sono ubriaco... sgualdrina. E adesso finiamo ciò che stavamo facendo. >>
Mi mette le mani addosso e mi sbatte al muro.
<< No ... Tom sei ubriaco ... Lasciami!!! >> Mi spinge il suo corpo sempre più sul mio.
Mi divincolo nella sua stretta, scalcio, ma ho paura di fargli male.
<< Sta ferma...Sta.... >> Tom molla la presa e si affloscia sulla mia spalla piangendo come una fontana.
<< Tom...Tom....shhh >> Gli accarezzo la testa ricoperta di treccine.
Cerco di accompagnarlo verso il divano nonostante sia più alto e più pesante di me, lo sdraio li, sembra un corpo inerte, riesce solo a continuare a piangere.
<< Ce la fai a parlare?....che  successo? >>
<< B....Bill... >>
<< Bill cosa?? che ha fatto? >>
<< Non ce... >>
<< Dove Tom??? dov'è Bill? >>
<< Non ce... più >> Oddio...
<< Tom...Oddio...No Non piangere.... Tesoro sono qui >>
Mi sdraio vicino a lui nella sua stessa posizione abbracciandolo da dietro, mi perdo nel suo calore, e nella regolarità dei suoi singhiozzi.
<< Bibu...Bibu >> Continua a ripetere mentre lo stringo forte, è così tenero, l'uomo deciso che ho conosciuto ha lasciato spazio alla ragilità.
<< Shhh... tesoro >>
Si volta verso di me guardandomi con i suoi occhi pieni di lacrime, che io gli asciugo, lasciando una scia di bacetti sulla sua fronte, sembra quasi un bambino.
<< Si è impiccato... lasciando un messaggio per me... dicendomi che mi voleva bene nonostante tutto. >>
<< Tutto cosa? >> La situazione è tragica ma voglio chiarezza.
<< Noi... i nostri genitori ci hanno lasciato quando eravamo piccoli dicendoci che non volevano avere responsabilità... Io avevo giurato di badare a Bill. Il mio piccolo Bibu....NO NO >>
<< Va avanti... so che poi farcela. >>
<< Lui... ha avuto un incidente... una rissa quando aveva 15 anni... io dovevo proteggerlo... ma sono un cacasotto ! sono scappato... quel ragazzo Rick che lo ha menato gli ha inflitto quella cicatrice. Quando lui è venuto da me... gli ho detto che doveva cavarsela da solo... non avevo voglia di mettermi nei guai... Cacasotto! >>. << e Bill è diventato un ragazzo di strada... non mi ha più parlato tranne che nelle numerose volte in cui ci siamo scontrati, e dopo che l'anno chiuso in quell'istituto....si è ucciso. >> Scoppiò a piangere.
<< No...Non sei un cacasotto... shhh shhh... sei un eroe ricordi? >> Lo bacio, le sue labbra sanno di lacrime e alcool.
<< Perchè sei ancora qui?...Non merito nessuno >>
<< Non è vero Tom... Non è colpa tua...shh...non piangere ci sono io... >> E con queste parole e il calore dei nostri due corpi e delle lacrime che ormai rigavano entrambi i nostri visi ci addormentammo.

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Capitolo 6
*** End of life. ***


I raggi del sole illuminano la mia faccia, sento l'odore di Tom vicino a me, ma quando allungo una mano non ce nessuno al suo posto. Salto in aria, mi alzo pensando di trovarlo in cucina ma trovo solo un biglietto.
ASCENSORE.
Vado nel pianerottolo immediatamente, chiamo l'ascensore e salgo, ce un altro biglietto.
STRADA.
Cazzo Tom ma ti sembra il caso di giocare agli indovinelli?
Scendo in strada e proprio davanti al portone ce un altro biglietto.
ANGOLO.
Giro, e attaccato all'edicola vi è un altro biglietto ma sta volta ce scritto di più.
Non ho avuto tempo di dirti che....HOT DOG.
Vado verso il camion degli Hot Dog e prendo il biglietto.
Mi sono innamorato di te...AMBULANZA.
Proprio nella strada davanti vedo un ambulanza ferma con una folla enorme attorno, e vedo l'ormai familiare biglietto.
Grazie.... TERRA.
Cosa diavolo vuol dire terra Tom?
Mi faccio strada tra la folla insistente che si accerchia attorno all'ambulanza, arrivo in prima fila, il mio sguardo si punta verso il corpo del ragazzo a terra, chiedo alla signora accanto a me che cosa è successo, mi risponde che quel ragazzo si era buttato dal sesto piano di un grattacielo dopo essersi inciso una frase enigmatica sull'addome con un coltello.
Inciso???...
L'infermiere volta il ragazzo, e a me si ferma il cuore.
Tom è li a terra, fermo, con gli occhi chiusi, e le labbra sorridenti, ed è.... non riesco a dirlo ....
è così bianco,mi butto in ginocchio a terra iniziando a singhiozzare incredula, i miei occhi sconcertati si fermano sul suo petto, ce una frase.
IL TUO EROE.

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