Frammenti di vita e di morte

di 365feelings
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nel silenzio della notte (Jon Snow) ***
Capitolo 2: *** Incubo (Sansa Stark) ***
Capitolo 3: *** Cuore ***
Capitolo 4: *** Gelato ***
Capitolo 5: *** Fratello, traditore ***
Capitolo 6: *** Forever young ***
Capitolo 7: *** L'orrore ***
Capitolo 8: *** Non c'è fortuna ***
Capitolo 9: *** Estranei ***
Capitolo 10: *** In un'altra vita ***
Capitolo 11: *** Prima e dopo (Rickon/Shireen) ***
Capitolo 12: *** Sangue (Rickon, Arya) ***
Capitolo 13: *** Il prezzo pagato ***
Capitolo 14: *** L'inverno sta arrivando ***
Capitolo 15: *** From the South (Rickon/Shireen) ***



Capitolo 1
*** Nel silenzio della notte (Jon Snow) ***


Titolo: Frammenti di vita e di morte
Personaggio: Jon Snow
Rating: verde
Avvertimenti: flash fic, spoiler terza stagione (?)
Genere: introspettivo, malinconico
Note: scritta per il geniale Writing day, riparto all’attacco con questo bellissimo fandom e con un personaggio che amo <3 Primo tentativo serio di molti, molti altri di scrivere su GoT, prometto che migliorerò.



 
 
Dedico la raccolta a zombiecch perché mi prompta, mi ascolta, mi sprona.
E io sono così felice di averla conosciuta.
 
 


 
Nel silenzio della notte, Jon Snow alza gli occhi al cielo e non vede nulla, se non una cupola nera, illimitata - un mantello di velluto e ossidiana che gli ricorda ciò che ha lasciato alle spalle. 
Tradimento, sussurra il vento tra i ghiacciai. Tradimento.
Soppesa la parola, riflette e inevitabilmente si perde in quel cielo infinito - senza barriere, senza confini.
Ha iniziato a nevicare, candidi fiocchi, leggeri, che danzano eleganti nell’aria, liberi. Ne segue alcuni, con lo sguardo, li guarda ondeggiare e perdersi nell’oscurità che lì, lontano dalla civiltà, inghiotte ogni cosa - anche lui.
Ed così bello (più di quanto si sarebbe mai aspettato, di quanto avrebbe mai ammesso) sedere su un cumulo di ghiaccio nel sperduto estremo Nord, oltre la Barriera; stare lì, a guardare la neve scendere ed essere così piccolo rispetto l’infinità che lo circonda (il cielo, i ghiacciai - bello e terrificante).
Nel silenzio della notte, per un istante, Jon Snow si chiede se non sia il destino di tutti i Corvi - quello di prendere, alla fine, il volo.

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Capitolo 2
*** Incubo (Sansa Stark) ***


Autrice: KumaCla
Titolo: Frammenti di vita e di morte
Personaggio: Sansa Stark
Rating: verde
Avvertimenti: flash fic
Genere: introspettivo, malinconico
Prompt: 34. Incubo
Note: come tutti, credo, ho iniziato un lento processo di rivalutazione che ad ogni puntata culmina in un “Sansa, tira fuori le palle, sei una Stark”. Sarà una cosa lunga, temo. Quindi per il momento mi limito a descriverla nel suo disagio, ancora prigioniera delle sue fantasticherie. Nel frattempo, quanto bella e brava è Sophie Turner? E quanto sono negata, io, con i banner?
 


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Quando Sansa si addormenta, spera sempre che al suo risveglio ciò che è accaduto fino a quel momento sia stato solo un sogno - un brutto, terribile incubo.
Tirerebbe un sospiro di sollievo e si darebbe della sciocca, per aver bagnato il cuscino, per averci creduto. Poi sentirebbe i familiari rumori di Grande Inverno: il vento tra le pietre, le ruote sull’acciottolato, le voci nella cittadella; sotto i polpastrelli, invece, il pelo soffice di Lady, che, nonostante i rimproveri della septa, continua a far dormire nel suo letto. 
Scoperchierebbe le coperte, rabbrividendo per il freddo, e si vestirebbe per dare inizio alla sua giornata di ricamo e passeggiate, ballate e risate.
Ma quando riapre gli occhi, il mattino seguente, è ancora ad Approdo del Re e suo padre è davvero morto (una fitta) e sua sorella è scomparsa, la sua famiglia dispersa (un’altra fitta) e Lady non c’è più da molto tempo (ancora una fitta).
Anche quel giorno fa caldo, lì al Sud. E lei è una fanciulla del Nord. Non avrebbe mai creduto che il freddo le sarebbe mancato così tanto.

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Capitolo 3
*** Cuore ***


Autrice: KumaCla 
Titolo: Frammenti di vita e di morte
Personaggio: Ygritte (Jon/Ygritte)
Rating: giallo
Avvertimenti: drabble, het
Genere: angst, sentimentale
Note: la faccia di Ygritte quando Jon la lascia a piedi è epica e ancora più epica è la sua reazione. Mi molli? Ti trapasso di frecce. Mi piace come ragiona la ragazza. Mi piace un po' (molto) meno che Robb sia morto e sebbene me lo aspettassi è stato un duro colpo. I prossimi aggiornamenti lo riguarderanno ç____ç




Mentre Jon Snow fugge a cavallo, Ygritte sente qualcosa all'altezza del petto - una dolorosa e opprimente sensazione.
Fa male, più di quanto si aspettasse, perché quel ragazzo le ha fatto provare più della semplice libido, l'ha elevata a sentimenti che trascendono la carne.
Sotto il suo tocco (sotto la sua bocca) si è sentita donna e non selvaggia - si è sentita amata.
Eppure ora se ne sta andando, senza di lei.

«Non so molte cose. Ma so che ti amo. So che mi ami».
Ygritte scocca la freccia e soffre quando la vede c'entrare il bersaglio (non sbaglia mai, lei), ma non si ferma e prende nuovamente la mira. Non vuole amare, non vuole piangere. Tutto quello che Jon le ha fatto, che le sta facendo, fa troppo male.
Ancora una volta lo osserva fuggire a cavallo. Si strapperebbe il cuore dal petto, se questo servisse a non provare più dolore.

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Capitolo 4
*** Gelato ***


Autrice: KumaCla
Titolo: Frammenti di vita e di morte
Pairing: Robb/Talisa
Rating: giallo
Avvertimenti: drabble, het, AU
Genere: angst, pulp
Prompt: Gelato
Note: America anni '50 e i Lannister che spadroneggiano come al solito. Ho avuto la brillante idea di rivisitare le Nozze Rosse (avete tutto il diritto di spararmi) in chiave mafiosa: Robb e Talisa sono le vittime di Tywin come nel telefilm, con la piccola variante che vengono fatti fuori in un bar.



Nella coppa il gelato si scioglie, lentamente. Le palline (cioccolato e panna) senza nessuno a mangiarle, si sono liquefatte nel vetro, una pozza marrone che attira le mosche tanto quanto i due cadaveri riversi sul tavolo di plastica - il ragazzo ha il corpo crivellato di colpi, i bossoli sparsi attorno a lui, e la ragazza ha il ventre squarciato.
Poco prima di morire, le loro mani e i loro sguardi si sono cercati, per un'ultima volta. C'è tutto il dolore del mondo nelle loro iridi, gli occhi ancora aperti, spalancati sul loro stesso sangue ormai rappreso.
Testimone di quella barbarie, solo quel gelato, mentre nell'aria afosa di quel pomeriggio di agosto si mescolano il rombo di una macchina in strada e il brusio lieve di una radio dimenticata accesa.

«Merda, è Robb Stark, il figlio di Ned Stark» dice il poliziotto «E questa dev'essere la ragazza con cui se la faceva».
«Non è stata una rapina, ma un'esecuzione. Hanno ammazzato pure il cane» continua il collega, scostando il corpo della giovane con una mano, mentre con l'altra tiene un fazzoletto contro il naso - l'aria in quel bar è irrespirabile.
«Il padre si era inimicato i Lannister e il ragazzo i Frey. Era solo questione di giorni».

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Capitolo 5
*** Fratello, traditore ***


Autrice: KumaCla
Titolo: Frammenti di vita e di morte
Personaggi: Robb Stark, Theon Greyjoy 
Rating: verde
Avvertimenti: flash fic, song fic (per finta)
Genere: malinconico
Note: io ci provo con le song fiction ma niente. Anche questa è stata scritta per la Settimana tematica di Pseudopolis Yard. E niente, Robbbbbbbb ç_____________ç <3


    Well Frankie Lee and Judas Priest, they were the best of friends
(...) 
Well, the moral of the story, the moral of the song
Is simply that one should never be where ones does not belong
[Ballad of Frankie Lee and Judas Priest - Bob Dylan]



La prima volta che lo vede è un bambino; sono entrambi bambini, due mocciosi che hanno sulle spalle una discendenza illustre e una propensione per le armi.
Robb sa perché Theon è lì, a casa sua, e sa che anche lui ne è a conoscenza. Ma sono solo due ragazzini e basta il tempo di un gioco per cancellare da Theon l'aria di chi ha paura ma vuole mostrarsi superiore.
Quello è il tempo delle spade di legno, delle corse nei boschi, delle prime cacce e il lupo cresce forte insieme al bambino di ferro, crescono amici - l'ostaggio diventa fratello.
L'ultima volta che lo vede è ormai uomo; lo sono entrambi. C'è una guerra, intorno a loro, ci sono cadaveri e sangue, c'è la puzza della morte. Gli volta le spalle, Theon, sta partendo per tornare a casa, per procurargli soldati. E ci crede, Robb; si fida dell'amico, del fratello, si fida ciecamente.
Ma la verità è che nessuno dovrebbe stare in luogo che non gli appartiene ed è troppo tardi quando lo capisce, tutto è perduto: Grande Inverno, i suoi fratelli (quelli veri) sono svaniti in un lampo di orgoglio e fiducia mal riposta - il bambino di ferro è diventato un traditore.

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Capitolo 6
*** Forever young ***


Autrice: KumaCla
Titolo: Frammenti di vita e di morte
Personaggi: Robb Stark, Catelyn Stark
Rating: verde
Avvertimenti: flash fic, song fic 
Genere: angst, malinconico
Note: sempre per la Settimana Tematica <3


  May you build a ladder to the stars
And climb on every rung,
May you stay forever young
May you grow up to be righteous,
May you grow up to be true,
May you always know the truth
And see the lights surrounding you
[Forever Young - Joan Baez]




Robb è abbastanza grande da non volere più né il bacio della buona notte né la candela accesa, ma Catelyn entra lo stesso, in punta di piedi, e lo osserva dormire. Suo figlio ha il respiro pesante di chi sta sognando e l'aria serena di chi non ha incubi: per un istante pensa che sarebbe bello se Robb continuasse a dormire per sempre, al sicuro da ciò che il futuro gli riserva. Non crescere mai, vorrebbe dirgli, resta fanciullo, resta innocente - resta vivo. Ma Catelyn sa di aver messo al mondo il figlio di un lupo: diventerà uomo, diventerà guerriero. Prenderà in mano la spada e combatterà, ucciderà, soffrirà e poi morirà perché questo è il destino di tutti - non di mio figlio, ti prego.
Gli scosta un ricciolo dalla fronte e Robb mugugna; sorride, Catelyn e gli accarezza la guancia, infine lo bacia, prima di uscire dalla stanza. Pregherà gli dei, antichi e nuovi affinché suo figlio possa avere una vita piena, una vita felice, pregherà affinché cresca forte e sano, giusto, pregherà affinché non debba seppellirlo.

Catelyn ha pianto quando Robb è nato (il dolore, la paura, la felicità) e piange ora, mentre lo guarda crollare a terra. Ha pregato, ma non è stata ascoltata e ora suo figlio muore - non diventerà mai padre, non rivedrà più la luce del sole, non tornerà torna a casa.

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Capitolo 7
*** L'orrore ***


Autrice: kuma_cla 
Titolo: Frammenti di vita e di morte 
Personaggi: Robb Stark
Rating: verde
Avvertimenti: drabble
Genere: angst, pulp
Prompt: «L'orrore! L'orrore!» F.F. Coppola, Apocalipse Now; «This is a gift it comes with a price | Who is the lamb and who is the knife» Rabbit Heart (Raise It Up), Florence and the Machine; «when the rain begins to fall | I believe I've seen the end of it all» Someone else's bed, Hole
Note: seconda storia per la Settimana Tematica.
 


I corvi che banchettano sui caduti sembrano gridare «Il tradimento! Il tradimento!», mentre dal becco penzola ancora la carne. I Frey non si sono curati di seppellire i cadaveri, di celare il massacro: il sangue imbratta ancora le pietre, abbbevera il terreno, tinge di rosso il fango. I morti resteranno lì, fino a quando non ci sarà più niente da spolpare, fino a quando la pioggia inizierà a cadere e allora, forse, arriverà la fine. 
Dal castello esce un corteo, in trionfo c'è un re dalla testa di lupo e i corvi volteggiano sopra la carcassa, attendono di soddisfarsi su quel corpo straziato.
Eccolo, il dono di nozze, sogghigna Walder, mentre un soldato getta in un fossato ciò che resta del Lord di Grande Inverno: la testa rotola fino a cozzare contro il corpo del metalupo e si adagia al fianco della moglie - la famiglia è riunita. 
«L'orrore! L'orrore!» sembra gridare il corvo, mentre affonda il becco nel ventre della donna.

 

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Capitolo 8
*** Non c'è fortuna ***


Autrice: kuma_cla 
Titolo: Frammenti di vita e di morte 
Personaggi: Jon Snow/Ygritte
Rating: verde
Avvertimenti: drabble
Genere: sentimentale
Prompt«I start spinning slipping out of time» Rabbit Heart (Raise It Up), Florence and the Machine; «Oh, and you'll be the end of me» Someone else's bed, Hole; immagine




Ygritte si chiede dove sia finita, la sua buona stella. Baciata dalla fortuna, le dicevano; dalle labbra escono una risata roca, infelice e un'imprecazione che sa di abbandono.
Ha ancora il suo calore addosso, il ricordo delle sue mani, della sua bocca: le ha fatto girare la testa, il Corvo, le ha fatto ballare lo stomaco. E ora? Ora che tutto è finito? Saggia la punta delle sue frecce, Ygritte, per non pensarci; controlla che uccidano, che non lascino scampo. Ma la testa continua a girare e lo stomaco a ballare e non c'è fortuna in tutto ciò: Jon Snow sarà la sua fine.


 

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Capitolo 9
*** Estranei ***


Autrice: kuma_cla
Titolo: Frammenti di vita e di morte
Personaggi: Rickon Stark, Arya Stark
Rating: verde
Genere: angst, malinconico
Avvertimenti: flash fic, future!fic
Note: torno finalmente a scrivere su GoT e come di consueto utilizzo la famiglia Stark; dovrò modificare i soggetti della raccolta. In questo headcanon (perché ne ho diversi) Rickon e Arya hanno passato così tanto tempo lontani da non riconoscersi nemmeno. Mi piace immaginare adult!Arya come Olga Kurylenko in Centurion (se non avete visto il film, correte! C'è Fassbender!), io e Nocturnia abbiamo deciso che è perfetta come presta volto.





È Cagnaccio a riconoscerla. Senza di lui l'avrebbe sicuramente attaccata, probabilmente uccisa.
Sembra una bruta, considera.
Non che lui sia preso meglio; i capelli aggrovigliati e la barba di diversi giorni prima, il fango e il sangue che insozzano le pellicce gli conferiscono un'aria selvaggia.
Gli viene da ridere. Gli hanno raccontato che il lord loro padre era una persona onorevole e fiera, un raro esempio di candore in mezzo a tanto marciume e corruzione. Ora i suoi figli si ritrovano, quelli che rimangono per lo meno, e di onorevole hanno ben poco — l'istinto di sopravvivenza spinge a fare cose riprovevoli.
«Rickon?» chiede la ragazza, soffermandosi sui lineamenti di un volto sconosciuto. Chissà cosa sta cercando, si chiede scrutandola a sua volta, Chissà cosa sto cercando.
Mentre continuano a studiarsi, pochi metri a separarli, Rickon capisce che la distanza che corre tra loro e che nessuno dei due si decide a colmare è quella degli ultimi dieci anni trascorsi lontani — ognuno con il proprio dolore. Non si riconoscono, non si conoscono.
Sorella.
Rigira la parola sulla punta della lingua e ne cerca il significato, senza trovarlo.
Sono due estranei.

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Capitolo 10
*** In un'altra vita ***


Autrice: kuma_cla
Titolo: Frammenti di vita e di morte
Pairing: Rhaegar/Lyanna
Rating: verde
Genere: malinconico, sentimentale
Avvertimenti: drabble (ho un po' sforato, ma concedetemelo), het, per-got
Prompt: in un'altra vita di dio_niso — partecipate anche voi al Drabble!meme e lasciatemi dei prompt sperando che io riesca a scrivere drabble e non flash fic
Note: è la prima volta che provo a trattare questa coppia, da sempre una delle mie preferite, ma di cui tuttavia ho letto poco o niente. Purtroppo non ho ancora sviluppato un headcanon, ma sono certa che con i bellissimi prompt che mi hanno lasciato riuscirò a dire la mia su di loro.






Mentre si riveste attento a non fare rumore, la osserva dormire, la spalla scoperta in un inconsapevole invito a restare. Potrebbe tornare a letto e chinarsi su di lei, baciare quella porzione di pelle nuda fino a destarla e poi cercare le sua labbra, quindi amarla nuovamente. Lo vorrebbe.
Ma ad est il cielo inizia a rischiararsi ed è la stessa alba a farlo desistere, a ricordargli chi sono e qual è il rischio ad essere trovato nelle stanze di Lyanna Stark invece che in quelle di sua moglie.
Finisce di vestirsi con l'amaro in bocca, il sapore di una notte che non dovrebbe esistere e che tuttavia desidera rivivere per tutto il resto dei suoi anni.
In un'altra vita la corteggerebbe e chiederebbe la sua mano al padre, invece di ridursi a sotterfugi da cortigiana per poterla incontrare — accarezzare, baciare, amare.
Gli Dei lo sanno, quanto vorrebbe tutto questo: la luce del sole sui loro corpi nudi e non quella delle candele.
In una vita migliore, considera mentre la lascia, sarebbero liberi di amarsi.

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Capitolo 11
*** Prima e dopo (Rickon/Shireen) ***


Autrice: kuma_cla
Titolo: Frammenti di vita e di morte
Pairing: Rickon/Shireen
Rating: verde
Genere: malinconico, sentimentale
Avvertimenti: drabble (ho un po' sforato, ma concedetemelo), het
Prompt: prima e dopo di Nocturnia — partecipate anche voi al Drabble!meme e lasciatemi dei prompt sperando che io riesca a scrivere drabble e non flash fic
Note: lasciate che vi presenti il mio nuovo, amatissimo, sconosciutissimo otp: Rickon/Shireen. Niente, io li shippo troppo, trovo che siano perfetti insieme. Lui le farebbe conoscere il mondo, lei gli insegnerebbe a leggere e scrivere. Ho così tanto headcanon su di loro, spero proprio di avere l'occasione di scrivere per bene su di loro; se vi dovesse interessare cosa sto plottando non esitate a contattarmi e vi ammorberò per bene.
In ogni caso sono convinta che a ricondurre Rickon nel mondo civilizzato sarà Ser Davoos, che porta al cospetto di Stannis.




Prima il mondo di Rickon è freddo e buio, neve a perdita d'occhio e l'ombra di Osha da seguire, il pelo ispido di Cagnaccio da abbracciare nelle notti di Skagos.
Dopo il mondo di Rickon si fa più caldo, ci sono un tetto sopra la sua testa e tre pasti fissi al giorno, che è più di quanto lui e Cagnaccio abbiano mai avuto — Grande Inverno non conta, perché è un ricordo, un sogno e forse non è mai esistito.
Ma dopo c'è soprattutto Shireen; Shireen che non ha mai visto il mondo ma sa più di tutti gli uomini che ha incontrato, che gli chiede degli unicorni e conquista l'affetto del suo meta-lupo, che lo cerca quando tutti gli altri lo allontanano.

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Capitolo 12
*** Sangue (Rickon, Arya) ***


Autrice: kuma_cla
Titolo: Frammenti di vita e di morte
Personaggi: Rickon Stark, Arya Stark
Rating: verde
Genere: angst, malinconico
Avvertimenti: flash fic, future!fic
Prompt: Sangue (La sfida dei duecento prompt)
Note: questa storia è collegata a quest'altra fan fiction. Al momento ho molti headcanons sui due fratelli, alcuni dei quali si escludono a vicenda, altri invece possono coesistere; insomma, dal mio punto di vista il futuro di Rickon e Arya è nebuloso. Mi piace però pensare che se si ritrovassero sarebbero degli estranei. Questa scena si colloca in un momento imprecisato dopo che Davos è andato a riprendere Rickon a Sakagos e prima che lo stesso Davos decida che per il bene dell'accampamento militare il ragazzo se ne deve andare e lo porti da Shireen Stannis.
La questione dei meta-lupi è, secondo me, qualcosa che fa scattare gli Stark anche a distanza di anni per quanto possano essere cambiati nel frattempo. Rickon gira il dito nella piaga perché lui ha sempre vissuto insieme a Cagnaccio e gli sembra inconcepibile abbandonare il proprio compagno; Arya scatta perché in realtà se ne dà ancora la colpa. 
Guest star: Bran perché secondo me è l'unico in grado di arginare la furia distruttiva di entrambi e Gendry perché Arya/Gendry è cosa buona e giusta.




Osserva Cagnaccio aggirarsi per l'accampamento e avverte un dolore al petto. Rimpianto? Malinconia? Un senso di vuoto che non l'ha mai lasciata. Anche lei, al suo fianco, dovrebbe avere il suo meta-lupo; anche Sansa.
Rickon le si avvicina indolente, un'ascia appesa alla cintura e una pelliccia fin troppo logora e leggera per il clima rigido che costringe tutti sotto strati di vestiti. Ma lui ha vissuto a Skagos, ricorda con un moto di stizza, lontano da tutti gli orrori del mondo — che ne può sapere un ragazzino allevato da una bruta di ciò che ha dovuto passare la sua famiglia? Nulla. Non è nemmeno più uno Stark.
«Che hai da guardare, sorella
C'è scherno nella sua voce, nessun rispetto per il sangue che condividono, mentre lo sguardo è duro. Loro due, più degli altri, sono estranei. Bran è stato il fratello con cui ha passato più tempo, condiviso più orrori, l'ultimo a cui ha detto addio; Sansa gli ricorda una madre lontana, perduta nel tempo e nel sangue. Arya invece è solo un nome, una sorella che non sente di avere.
«Non potevi scegliere un nome più bello di Cagnaccio?»
«Come Nymeria?» le risponde e la voce perde ogni sfumatura di scherno «A proposito, dov'è?»
Arya si irrigidisce, ma non abbassa lo sguardo: sa bene dove vuole arrivare Rickon (è lo stesso pensiero che la coglie prima di addormentarsi) e non intende dargliela vinta.
«Hai abbandonato il tuo meta-lupo e ucciso quello di tua sorella».
Ed eccola, infine, l'accusa che per troppo tempo è rimasta taciuta e che ora viene pronunciata dall'ultimo degli Stark, l'ultimo che ne ha il diritto.
«Sono stati i Lannister» sibila «Non provare a darmi la colpa, fratello, non ci provare».

Gli affonda le unghie nella carne, ma è lei a gridare. L'ha morsa, quel bastardo l'ha morsa a sangue.
Accecata più dalla rabbia che dal dolore, trova la forza di divincolarsi e lo prende a pugni; la nocca si schianta una volta, due volte, tre volte contro la mandibola di Rickon.
Attorno a loro, gli uomini dell'accampamento li incitano e scommettono, ma Arya non sente nulla se non il suono dei suoi colpi e non capisce altro che la cieca furia che la pervade — potrebbe ucciderlo, sì potrebbe farlo, se lo meriterebbe.
Come osa e sferra un altro pugno, come osa!.
Rickon incassa senza mostrare sofferenza e all'ultimo le assesta una ginocchiata nello stomaco che le mozza il respiro; coglie quel secondo di stordimento e senza pietà le rompe il naso.
Il sangue di sua sorella schizza sui vestiti e gli macchia la mano, mentre Cagnaccio ringhia da qualche parte alle sue spalle.
L'ha appena afferrata per i capelli e sta per infierire, quando Bran interviene e gli rivolge uno sguardo di gelido disappunto. Fosse un'altra persona, si vergognerebbe. 

L'ha vista più volte imbrattata di sangue, la spada sporca fino all'elsa; non ci ha ancora fatto l'abitudine e mai se la farà, ma almeno sa che è dei suoi nemici. Questa volta, invece, quello che le si coagula sul volto e macchia gli abiti è il suo ed è stato Rickon Stark a ridurla così. Una parola di troppo, una scommessa degenerata o l'ennesima divergenza di opinioni e si sono avventati l'uno sull'altra come due belve rabbiose, desiderosi di ferirsi. Non sa cosa sia accaduto questa volta e non è nemmeno sicuro di volerlo sapere.
Arya non parla mentre le porge un secchio di neve e un panno con cui ripulirsi; è già tanto che gli abbia permesso di avvicinarsi e gli consenta di restare, persino di aiutarla. Da quando è tornata a Westeros è ancora più cupa e letale, della ragazzina di un tempo non resta che un amaro ricordo.
«Non capisce, non capisce nulla» sputa con rabbia e poi aggiunge con un tono più basso che è quasi un ringhio «Non sanno niente».
La neve, intanto, assorbe velocemente il sangue e Gendry distoglie lo sguardo; tutto quel rosso è sbagliato.

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Capitolo 13
*** Il prezzo pagato ***


Autrice: kuma_cla
Titolo: Frammenti di vita e di morte
Pairing: Rhaegar/Lyanna
Rating: verde
Genere: malinconico, sentimentale
Avvertimenti: drabble, het
Prompt: il prezzo pagato di Nocturnia — partecipate anche voi al Drabble!meme e lasciatemi dei prompt così che io possa scrivere tante drabble tristi trsisti
Note: se non ricordo male (e in tal caso perdonatemi l'inesattezza) il primo a morire è Rhaegar, poi Elia e i suoi figli vengono uccisi, infine Lyanna. Quando Rhaegar cade, pensa che la sua disfatta possa bastare, non immagina ciò che poi verrà fatto a sua moglie (cioè sì, potrebbe immaginarlo, ma è anche vero che si parla di Elia Martell, non di una tizia qualsiasi; in un mondo in cui la Montagna non passa per Approdo del Re, secondo me Elia sarebbe sopravvissuta) né tanto meno che Lyanna morirà consumata dalla febbre. Tutto questo discorso per dire che lui crede di aver pagato il prezzo delle proprie azioni, quando invece toccherà proprio agli innocenti, cioè ad Elia e ai suoi figli.






Mentre la mazza gli sfonda il petto e i rubini schizzano nell'acqua come scintille di un fuoco morente, mentre crolla a terra e Robert bestemmia non pago del suo sangue, Rhaegar accetta la propria morte come il prezzo finale per aver preteso un sorso vita — i baci di Lyanna, il suo corpo e il suo cuore, l'amore di una donna che non gli apparteneva.
Avrebbe potuto fermarsi, avrebbe potuto salvarsi ma non lo ha fatto e si è condannato a quel presente di morte.
Eppure il prezzo pagato, la propria rovina, gli pare un buon prezzo per quello che ha fatto.

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Capitolo 14
*** L'inverno sta arrivando ***


Autrice: kuma_cla
Titolo: Frammenti di vita e di morte
Personaggi: Famiglia Stark
Rating: verde
Genere: angst, malinconico
Avvertimenti: drabble, pre-got
Prompt: inverno (festeggiate anche voi il compleanno dello Pseudopolis Yard)
Note: credo che un po' tutti abbiano dedicato almeno una storia all'intera famiglia Stark e alla fine lo faccio pure io, quindi nulla di particolarmente originale, solo tutti i miei feelings concentrati in un'unica ff. Il pezzo finale è una citazione dal primo libro.




 
L'inverno sta arrivando
 


Non farai in tempo a vederlo.
Quando Lyanna lascia la sua casa, lo fa con reticenza. Che bisogno c'è di andare a sud? Lei, fanciulla del nord, lo intuisce per prima — che i lupi devono restare nella neve, che appartengono all'inverno, che la dolcezza della primavera li fiacca e il calore dell'estate li avvelena. Che errore, andare a sud. Quando alla fine la sua famiglia lo comprende è troppo tardi: Lyanna ha ormai indossato la sua corona di rose e aperto il cuore ad un principe dell'estate. Lo aveva detto, che doveva restare a casa, sarebbe stato meglio per tutti. 
Quello che Ned riporterà a Winterfell sarà il suo cadavere; bianca e fredda come la neve, Lyanna Stark appartiene al nord e lì ritorna. Morta prima del suo tempo, diranno, morta prima che l'inverno sia arrivato.

 

Non riuscirai ad avvertirli.
Eppure sua sorella ne era stata la prova inconfutabile, che al sud non c'è niente per i lupi — solo morte. Ma lui ci è tornato, il ricordo di un'amicizia al di sopra del buon senso, e questa volta ci ha portato le sue figlie. Catelyn non glielo perdonerà mai, lo sa bene, ma Ned non sarà lì per subire la sua furia, non sarà lì per proteggere la sua famiglia. 
In ginocchio, costretto a morire lontano da casa, non può nemmeno metterli in guardia; state attenti, vorrebbe dire ai suoi figli, e siate forti, siate uniti perché l'inverno sta arrivando e sarà lento, ma inesorabile. Solo il branco può sopravvivere, solo il branco.

 

E non potrai fare nulla.
Robb avrebbe voluto vendicare suo padre e portare in salvo le sue sorelle, quindi tornare al nord per crescere suo figlio; del sud, a lui, non è mai importato nulla. Avrebbe voluto vedere l'orgoglio negli occhi di sua madre, non altro dolore, e il ventre di Talisa regalare a Ned fratelli con cui giocare.
Delle molte cose che si era immaginato, certo non si sarebbe mai aspettato che la sua vita sarebbe finita in quel modo, senza onore e senza qualcuno a reclamare il suo cadavere, senza qualcuno ad impedire lo scempio. E nemmeno che Tywin sarebbe stato così sciocco da credere che l'inverno avrebbe cessato la sua avanzata solo perché i suoi uomini avevano portato in trionfo un re dalla testa di lupo.

 

Ti ritroverai ad invocarlo.
Non sono leoni quella che la tengono tra le proprie fauci e dilaniano la sua famiglia, possono anche averne l'aspetto ma non lo sono, non lo saranno mai. E il loro non è un ruggito, è il rantolo di una bestia malata che non ha mai assaggiato altro che il sole del sud. Arroccati ad Approdo del Re, si credono forti, invincibili, ma cosa accadrà quando anche lì cadrà la prima neve?
Tenuta in catene, Sansa non vede l'ora che l'inverno arrivi e arriverà, lo sa bene. Perché per quanto umiliata, piegata, ferita lei rimane una fanciulla del nord e più i Lannister se lo dimenticano, più lei se lo ricorda.

 

Neppure tu hai compreso quanto sia vicino.
Jon lo ha visto, quell'inverno a cui gli Stark si preparano da generazioni, da cui il popolo libero fugge, a cui nessun altro vuole credere, ed è riuscito a scappargli — non per molto sembra sussurrargli la neve. Lo sente il soffio gelido sul suo collo, il brivido lungo la schiena, il freddo che gli entra dentro. L'inverno è così vicino e porta con sé orrori di cui al sud si sono già dimenticati, talmente prossimo che nemmeno lui, che lo ha visto, ha compreso davvero quanto sia vicino. 
Mentre guarda gli occhi rossi di Spettro, si chiede se saranno in grado di affrontarlo. 

 

Non smettere mai di crederci.
Suo padre si era raccomandato di restare con Sansa. Ma come puoi formare un branco quando i tuoi genitori sono morti, tua sorella è perduta e così anche la tua casa con ciò che rimaneva di voi, quando vedi tuo fratello venire assassinato per mano di chi si era fidato? Arya non può continua ad inseguire il fantasma di una famiglia senza più eredi, è meglio sparire per un po' o forse per tutta la vita. Ma dimenticare, quello mai. Il nord non dimentica, perfino Tyrion lo ha intuito, ed è impietoso nelle sue memorie. 
Dove sta andando forse la neve non cadrà mai, ma l'inverno arriverà lo stesso — sarà lei stessa a portarlo, nel cuore.

 

Ti conviene sbrigarti.
Casa è alle spalle, solo un mucchio di macerie e sangue che la neve presto scenderà a coprire. Quando ci sarà solo bianco a perdita d'occhio e non riuscirà più a riconoscere Winterfell, allora forse smetterà di soffrire. Perché lì non rimane nulla per lui, eppure c'è ancora tutto e fa male come se il corpo bruciato fosse davvero il suo. Ma sa che non può fermarsi a piangere, deve proseguire oltre la Barriera e non fermarsi mai anche se questo significa mancare quel poco che gli rimane della sua famiglia — o perdere qualcuno che ama.
Il nord sta chiamando a sé uno dei suoi figli e Bran ubbidiente risponde, ma deve sbrigarsi, perché l'inverno sta arrivando e, forse, è già lì.

 

Ti coglierà impreparato.
Nessuno, tantomeno un bambino, riuscirebbe a sopravvivere nel selvaggio nord, non ora che l'inverno è sopra di loro. A Skagos lo sanno bene che il lupo solitario muore quando la neve cade e lui è solo un cucciolo figlio dell'estate, sarà questione di qualche giorno e il ghiaccio se lo mangerà. Ma Rickon sembra intenzionato a sopravvivere ed è feroce almeno quanto Cagnaccio e c'è Osha ad aprirgli la strada; sembra in fondo che abbia il suo branco — poco male, pensano, ci vorrà qualche giorno in più. O forse qualche mese o forse nemmeno a distanza di anni il bambino avrà smesso di ululare alla luna.
Mentre i Sette Regni congeleranno, il cucciolo crescerà forte e selvaggio; è un figlio del nord, lui.




 
Ogni nobile Casa aveva il proprio. Motti di famiglia, punti di riferimento, invocazioni di speranza. Frasi che parlavano di onore e gloria, promettevano lealtà e verità, giuravano fede e coraggio. Gli Stark erano diversi. "L'inverno sta arrivando": questo era il loro motto. Strana gente, questi uomini del Nord. Per l'ennesima volta, Catelyn non poté evitare di pensarlo.

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Capitolo 15
*** From the South (Rickon/Shireen) ***


Autrice: kuma_cla
Titolo: Frammenti di vita e di morte
Personaggi: Rickon Stark, Shireen Baratheon 
Rating: verde
Genere: introspettivo, malinconico
Avvertimenti: one shot, future!fic
Prompt: non lo posso svelare, ma in qualche modo ha a che fare con il prompt precedente festeggiate anche voi il compleanno dello Pseudopolis Yard)
Note: urgono spiegazioni lo so. Questo capitolo è legato agli altri su Rickon e Arya e sul loro possibile ricongiungimento. Dopo che Davos recupera lo Stark e lo porta in uno degli accampamenti (perché Stannis è ancora al nord, intento a debellare la piaga dei Bolton insieme ai Greyjoy e a presidiare la Barriera perché è l'unico con un po' di sale in testa: sveglia, ci sono gli Estranei!), questi crea un po' di problemi perché è un selvaggio e non va d'accordo con la sorella, così viene spostato nuovamente. Davos intuisce che al ragazzo manca una figura di riferimento, qualcuno da rispettare e temere, e lo porta da Stannis, che lo riceve, gli intima di darsi una regolata e poi lo molla in un castello perché non è la balia di nessuno. Il compito di rieducare Rickon viene assunto invece con entusiasmo da Shireen e sebbene a Davos non piaccia la soluzione è costretto a lasciarli insieme perché il dovere lo chiama. È un headcanon un po' lungo e in fase di perfezionamento, ma la sostanza è questa.
Se ve lo state chiedendo, sì; Dunbroch è il castello di Merida.






Anche se ora abita in un castello ed è costretto ad adeguare il suo stile di vita a quello del nuovo ambiente, sebbene ci tenga a precisare che è una situazione provvisoria, non ha dimenticato nemmeno per un istante nessuna delle abitudini che si è portato da Skagos e a molte di queste non ha rinunciato.
Appena può il suo sguardo corre al nord, alle colline che si frappongono tra il castello e la Barriera, al cielo da cui soffiano venti sempre più freddi.
Shireen lo trova seduto sul bordo di una finestra, una gamba a penzoloni nel vuoto, intento ad osservare proprio il pendio di una di quelle colline; ne scruta il profilo con un'intensità tale che pare stia cercando qualcuno o forse qualcosa, non saprebbe dirlo con certezza.
«Guardi sempre verso nord» gli dice, grattando le orecchie a Cagnaccio che le è corso incontro. Il ragazzo indugia ancora un po' sulla linea dell'orizzonte, poi porta l'attenzione su di lei. Non sembra seccato dell'interruzione, forse, pensa Shireen, riusciranno addirittura a parlare. Le interessano molto le storie che le può raccontare; sebbene abbia vissuto per dodici anni su un isola, ha visto molto più lei, che della Barriera è riuscita a catturare solo il bagliore del ghiaccio. Se ci tornasse adesso, forse le lascerebbero raggiungere la cima e guardare i Sette Regni dall'alto di quella imponente muraglia di ghiaccio. Chissà se si vede Dragonstone; ma no, certo che no, che sciocca, lo sa bene lei che è impossibile. Ma quando era più piccola le piaceva pensare che dalla Barriera avrebbe potuto vedere Westeros e forse anche Essos, da lì avrebbe avuto il mondo intero in uno sguardo.
«Non bisogna mai perdere di vista il nord» le risponde, usando le parole che un tempo erano state di Osha. «Non bisogna mai perdere di vista il nord, tienilo bene in mente. E del sud dimenticatene pure, non c'è niente lì per te».
«Soprattutto ora che l'inverno è arrivato» aggiunge e il suo non è solamente un motto; l'inverno è davvero arrivato arrivato su tutti loro e ogni giorno che passa avanza impietoso stringendo i Sette Regni in una morsa gelida. Le nevicate non sono ancora abbondanti, ma non mancherà molto a che l'intero suolo sarà una distesa bianca senza fine, in cui i soldati non potranno più combattere e i rifornimenti si perderanno nelle bufere.
«E non guardi mai al sud?»
«Perché dovrei? Gli Estranei arrivano dal nord».
«È poco saggio ignorare il sud» riflette Shireen.
«Non c'è niente al sud» replica lui seccamente.
«Non è vero. Ci sono molte cose, molti nemici. I Martell di Dorne sono dei temibili avversarsi, non dovresti sottovalutarli. Inoltre se Daenerys Targaryen dovesse davvero giungere a Westeros lo farebbe conquistando un porto del sud».
«Sono nemici di tuo padre, non miei. Vogliono il Trono, no?»
«E tu, non lo vuoi?»
«Non mi interessa, non so che farmene di un Trono di Spade».
Shireen si lascia sfuggire una risata lieve che le fa guadagnare un'occhiataccia, ma a differenza di molti altri, non sembra per nulla impaurita da Rickon Stark.
«Non ve ne farete nulla, del vostro Trono, se gli Estranei superano la Barriera. Diglielo, questo, ai Martell di Dorne, che l'inverno è arrivato e che devono guardare al nord» continua lui, con un tono più aspro di quanto in realtà volesse, per evitare che gli venga posta la successiva domanda. "Se non vuoi il Trono di Spade, allora cosa vuoi?" A Rickon piacerebbe rispondere Winterfell, ma la verità è che se la tua casa viene bruciata quando hai solo quattro anni e i successivi dodici li trascorri su un'isola con una bruta, tutto ciò che è venuto prima si perde inesorabilmente.
Quando era a Skagos, all'inizio, c'erano notti in cui sognava i suoi genitori e si svegliava piangendo; non c'era alcuna porta da cui sarebbe passata sua madre per consolarlo, nessun letto su cui si sarebbe seduta per accarezzargli testa. C'era solo Cagnaccio da abbracciare, la pelliccia incrostata di fango in cui soffocare i lamenti. All'inizio pensava a Bran e a tutti gli altri fratelli e sorelle che aveva, si chiedeva dove fossero. All'inizio c'erano giorni in cui era solo un bambino e allora Osha lo prendeva sulle ginocchia e gli raccontava storie su ciò che c'è più a nord della Barriera.
Poi ogni ricordo di ciò che era stato è diventato sfocato, ha iniziato a perdere il conto dei suoi fratelli e a non ricordare più il volto di suo padre; infine ha dimenticato. Ogni tanto qualcosa, frammenti di sogno, gli tornano alla mente, ma sono lampi fugaci di una vita che non gli appartiene più.
E ora Rickon è un ragazzo solo ed arrabbiato che non sa chi è né cosa vuole; un bambino sperduto, ha pensato Shireen un giorno.
«Anch'io vengo dal sud» risponde, evitando di porgli quella domanda a cui non sa rispondere.
Che non fosse una fanciulla del nord, Rickon lo aveva capito subito. Ma lo stesso rispetto che suo mal grado si è trovato a nutrire verso Stannis, si è riversato sulla figlia. E collegarli entrambi al quel sud assassino che gli ha tolto tutto, che ora è così cieco da pensare alla corona piuttosto che alla sopravvivenza, lo lascia per qualche istante con un'espressione attonita.
«Sono una Baratheon. Le nostre terre e i nostri castelli sono a sud» risponde «Credevo lo sapessi».
L'espressione di Rickon ora si fa dura e arrogante, un'espressione che Shireen ha imparato a riconoscere. Non si vergogna della sua ignoranza e non si cura del proprio analfabetismo, ne è quasi orgoglioso, ma non gli piace quando vengono date per scontate alcune informazioni — gli ricordano il motivo per cui lui non le conosce e quello, sebbene non lo ammetta, gli fa ancora male.
Sta per replicare in malo modo quando lei lo precede.
«Vieni, ti faccio vedere» gli dice e senza aspettare una risposta si avvia verso la libreria che lei stessa ha allestito. Il primo a seguirla è Cagnaccio: il meta-lupo sembra gradire la sua presenza, a volte addirittura la cerca. Rickon sospetta che il suo compagno si stia rammollendo, qualche carezza e il feroce animale è ammansito, ma in fondo, molto in fondo, sa che non è così; è Shireen, che li ha conquistati entrambi e lo ha fatto con qualcosa che non si vede, che ha dentro, che rende il soggiorno in quel castello quasi sopportabile.
«Allora?» chiede spazientito. Non sopporta riflettere sulla principessa, cosa che ultimamente gli capita di fare sempre più spesso, né trovarsi circondato da libri polverosi e pergamene.
Da una mensola la ragazza prende un grande tomo rilegato in cuoio e lo apre su una mappa dei Setti Regni.
«Noi siamo qui» e indica Dunbroch «La mia famiglia, invece, proviene da Storm's End, che è da secoli la dimora dei Baratheon. Prima della guerra era tenuto da mio zio, Renly, mentre mio padre governava su Dragonstone» e sposta l'indice verso l'alto «Ma veniamo tutti da Storm's End. Questo fa di me una ragazza del sud».
Rickon osserva la cartina senza comprendere le scritte, soffermandosi sui disegni stilizzati dei castelli.
Osha gli aveva detto che al sud per lui non c'era nulla, che avrebbe dovuto guardare verso nord perché da lì sarebbe arrivato il vero nemico e sempre da lì, forse, sarebbe sarebbe tornato suo fratello.
Con l'unghia gratta distrattamente la superficie ruvida della carta, all'altezza del punto in cui gli è stato indicato Dragonstone.
Non gli aveva mai detto, però, che dal sud sarebbe potuto giungere un esercito per proteggere il nord, né che uno straniero avrebbe potuto riportarlo dalla sua famiglia o che avrebbe mai potuto conoscere una fanciulla come la principessa. E ora non sa cosa fare o cosa dire, nemmeno cosa pensare.
Ha sempre tenuto lo sguardo puntato verso la Barriera e tuttora continua a farlo, ma Shireen (che non ha paura di lui, che gli chiede di Skagos e gli legge libri impolverati, che piace a Cagnaccio, che gli fa dimenticare di essere arrabbiato) proviene da terre che non gli sono mai interessate, che ha imparato a disprezzare.
«Beh, non vieni così dal sud» commenta alla fine, chiudendo di scatto il tomo e andandosene imbronciato sotto lo sguardo divertito della ragazza.
Forse Osha avrebbe dovuto dirgli anche che certe cose, certe persone, arrivano proprio da dove meno te lo aspetti.

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