La figlia di Lord Voldemort di cristal_smeraldo48 (/viewuser.php?uid=371483)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come tutto ebbe inizio ***
Capitolo 2: *** Partenza ***
Capitolo 3: *** Dalle radici... ***
Capitolo 4: *** Primi incontri ***
Capitolo 1 *** Come tutto ebbe inizio ***
~Come tutto ebbe inizio.
Tom Marvolo Riddle non è mai stato un ragazzo come tutti gli altri. Questo è sempre stato chiaro a chiunque. Quel ragazzino dai poteri sorprendenti, diligente e dal principio seducente con quel suo modo di fare molto raffinato, dall'intelletto eccezionale per un bambino. Perchè sì, Tom Riddle aveva poco più di nove anni quando capì che c'era qualcosa in lui che lo differenziava da quegli stupidi dell'orfanotrofio a cui rubava i loro giochi solo per ripicca o per fargli capire di essere superiore. Si dilettava nel vederli soffrire e piagnucolare come poppanti quando lui gli
faceva i dispetti. Perchè oltre a lamentarsi quegli insulsi non potevano sovrastare la sua forza e astuzia.
Le istitutrici erano da sempre preoccupate per gli insoliti episodi che accadevano quando Tom era nelle vicinanze: bambini feriti inspiegabilmente, serpenti che gironzolavano come avvoltoi che aspettano il momento giusto per saltarti addosso, giocattoli distrutti nei modi più atroci. Per non parlare di quella volta in cui, in gita, Tom era scomparso insieme ad altri due bambini, trovati successivamente e dopo continue ricerche per tutta la scogliera, in una grotta buia e fredda: nessuno seppe mai cosa successe lì dentro. Riddle continua a spiegare che lui non ne aveva colpa se erano stati trovati in fin di vita. Del resto la cosa si concluse così, non potendo dare le colpe ad un bambino, che di certo non avrebbe mai potuto ridurre così i ragazzini. Fatto sta che accadevano cose poco ortodosse ad un ambiente che avrebbe dovuto prendersi cura di poveri piccoli pargoli abbandonati, senza un passato e con un futuro incerto, senza una famiglia e sostegno economico. Ecco cosa pensavano le persone di lui; lo dipingevano come un uccellino lasciato da solo a combattere contro il mondo. Ma no, Tom sapeva di valere qualcosa. Tom sapeva di essere speciale, perchè nessun altro bambino sapeva parlare con i serpenti. Riusciva a chiamarli, gli sussurravano cose, erano gli unici che lo capivano e dopo un periodo di smarrimento e di preoccupazione pensando che fosse pazzo, la cosa cominciò a fargli piacere. Insieme terrorizzavano tutto l'orfanotrofio e grazie ad essi, riuscì ad ottenere una stanza tutta per sè. Vedere quegli stupidi correre dalla direttrice, perennemente ubriaca e troppo impauriti per avvicinarsi, gli metteva il buon umore. In questo modo, Tom Riddle era riuscito a creare un muro inviolabile che lo proteggeva dal mondo. Perchè sì, il piccolo Tom non voleva avere niente a che fare con le persone: erano troppo frivole e superficiali per uno come lui.
La sua perfetta vita da lupo solitario era destinata a concludersi un gelido giorno di gennaio, quando la incontrò.
Stava passeggiando pensoso per la via dove si trovava l'orfanotrofio insieme agli altri. Mentre camminava qualcuno lo spinse facendolo finire con il sedere sulla neve. Alzatosi bastò uno sguardo per far fuggire lo sventurato bambino che per casualità si era intromesso tra i suoi pensieri. La sfortuna vuole che Tom, con passo tranquillo ma al contempo frettoloso, volesse vendicarsi per una così frivola sbadataggine e il piccolo si ritrovò schiantato con forza verso i cassonetti di fianco allla più bella casa di quel quartiere: un maniero fatto di marmo scuro con ampie vetrate grigie, cancelli di ferro arruginito per le incessanti pioggie e un giardino il più bello che avesse mai visto anche se ne aveva visti pochi che, d'estate balzava agli occhi per il verde accecante. In questo periodo dell'anno invece era immacolato e l'unico albero al centro, spoglio delle sue foglie, risaltava per quell'altalena dondolante, l'unico gioco in quel maestoso prato, visto passando, prima di quel piccolo incidente. Tom si soffermava sempre a fissarlo cercando di intravedere chi ne usufruiva, ma fino ad allora mai era riuscito ad intravedere chi abitava lì. La sua attenzione fu subito riportata al tipetto che adesso si riagomitolava per sfuggire alla sua furia << Che vorresti fare? Cercare di diventare piccolo piccolo? Patetico...ora che ne dici di giocare un pò prima che la nostra maestra si accorga della nostra assenza? >> il sorrisetto di Tom non prometteva nulla di buono, il piccolo Dan se n'era accorto << N-non volevo Tom...mi avevano spinto e ti sono finito addosso, non v-volevo te lo giuro >> la voce era rauca nello sforzo di trattenere le lacrime. Cosa mai poteva succedergli? Erano all'angolo della strada che univa il loro quartiere con l'altro, in una zona affollata, ma questo non fermava il ragazzino dal dare una lezione al mocciosetto piagnucolone. Un pensiero gli balenò in testa: dopo tutto lo aveva solo spinto, una cosa stupida, banale e lui ne stava facendo una tragedia. Tom non ascoltava la sua voce interiore da secoli e allargando ancora di più il suo oscuro sorriso alzò una mano e Dan volò nuovamente sopra il cassonetto. Stava per fargli fare un altro piccolo volo quando dovette bloccarsi, scocciato.
<< Si può sapere cos'è tutto questo baccano? >> una vocetta ingenua si fece strada nei timpani di Tom, il quale si girò per fronteggiare il nuovo arrivato. " Bene c'è qualcuno che vuole fare compagnia a quest'essere insulso". Ma Riddle si accorse troppo tardi, quando ormai questa sua idea era stata concepita, di non vedere la persona che aveva parlato. << Sono qui testa di zucca >> il ragazzino alzò lo sguardò per incontrare due grandi occhi da cerbiatto marroni che li scrutavano divertiti << Che fate da queste parti? Siete dell'orfanotrofio? Perchè stai sopra la spazzatura? Che gioco strano! >> quella stramba tipa seduta sul muro che cingeva il maniero, con i piedi penzolanti nel vuoti che continuava a muoverli avanti e indietro, un vestitino bianco tutto pizzo e robaccia da femminuccie girava lo sguardo da Tom a Dan e da Dan a Tom con un orribbile sorriso stampato sul volto e ciocche di capelli ribelli rosso fuoco che lo incorniciavano e completavano il tutto. << Ti p-prego aiutami >> disse involontariamente Dan prima di essere colto dall'occhiataccia dell'altro che successivamente si rivolse alla sconosciuta << Io e il mio amico volevamo scavalcare quel muro...come sei riuscita ad entrare lì dentro? >> cercava di sviare il discorso per non far capire all'ultima arrivata ciò che stava succedendo. D'altronde però avrebbe voluto, nel profondo di sè, capire come fosse riuscita ad arrivare lassù, era abbastanza alto. La ragazzina rise << Dal cancello no stupido, io abito qui >> la rabbia per come lo aveva chiamato subito passò nel ricevere le parole successive.
" io abito qui"
"io abito qui"
Quelle parole rimbombavano nella mente del piccolo Tom come un tuono che ti scuote durante la notte e ti fa tremare. << Non ci credo >> si azzardò a dire. La piccola saltò sul cassonetto dove era mezzo sdraiato Dan con un'agilità impressionate per una bambina che si e no doveva avere la sua età << Se vuoi ti faccio entrare...io non ho molti amici...abito qui con mia nonna perchè i miei genitori sono morti durante la guerra contro i Titani. Oh già, voi siete babbani, non sapete chi sono >> Tom non capiva niente di quello che diceva quella pazza, " poi sarei io quello anormale...forse non hanno mai visto questa tipa".
<< Ok, ci sto. Fammi entrare e ti crederò >> disse Tom. La piccola scese dal cassettone e prese un braccio dell'orfano << Tu rimani qui >> ordinò Tom a Dan, che era rimasto sempre nella stessa posizione.
Con un ordine, i cancelli si aprirono da soli " chissà che razza di congegno usa" si ripeteva il moro. << Allora questo è il giardino....e qui c'è l'ingresso, purtroppo non posso farti entrare perchè sei un babbano e....>> Tom la interruppe in modo brusco<< Che diavolo significa babbano? >> la bambina lasciò la presa sul suo braccio per mettere il dito indice della mano destra sotto il mento assumendo una posa che doveva apparire come pensosa, in realtà era molto buffa << Uhm...ecco non posso dirtelo...non capiresti >> Tom ghignò << Come sarebbe a dire?? >> la bambina incrociò le braccia al petto e rispose << Sono le regole altrimenti te lo avrei detto, ora che hai avuto la prova che io abito qui puoi anche andare non posso stare con altri bambini perchè io...io...>> e abbassò la testa. Ma poco importava a Tom di quello che voleva dire quella, nessuno mai gli aveva negato niente, se non glielo davano con le buone sicuramente le avrebbe ottenute con le cattive << Se tu non mi dici cosa significa ti farò male...molto male >> non aspettò nemmeno la risposta della bambina. Già era in procinto di scaraventarla lontano quando dalla finestra qualcuno attirò l'attenzione di Riddle << Gwen..cosa stai facendo? Chi è quel tipo? Vattene subito o chiamo la polizia >> una vecchia signora strepitava contro Tom, il quale ringhiò << Me la pagherai molto presto mocciosetta >> questa invece sorrise << Non credo che tu possa farmi qualcosa testa di zucca...sono molto più forte di te, io ho qualcosa che tu non possiedi >>.
Passarono le settimane e Tom continuava a pensare all'ultima frase detta da quella bambina " Io ho qualcosa che tu non possiedi"...magari si riferiva alla sua fortuna e dopo un pò di tempo Riddle ne divenne sempre più sicuro.
Anche con tutti i soldi del mondo, Gwen, così pareva che si chiamasse, non avrebbe mai potuto avere le sue strabiglianti capacità, di questo Tom Riddle ne era certo.
Povero Tom, si è illuso tutto il tempo.
Finalmente qualcosa cambiò nella vita del giovane Tom. All'età di undici anni l'arrivo inaspettato di un uomo gli fece capire quanto lui fosse speciale. Silente si chiamava quel tale. Ma non importava a Tom, lui si era fermato alla sua affermazione. Lui era un mago. Questo poteva cambiare tutto, questo poteva renderlo importante.
Solo che lui mai si sarebbe aspettato di divenire così terribilmente importante, tanto da renderlo quello che oggi noi conosciamo con il nome di Lord Voldemort.
Buon salve, sono tornata per chi si ricorda di me con questa storia molto revisionata. Ho sempre pensato di non continuare perchè la trovavo troppo stupida, poi si è messa la scuola, poi il computer si rifiutava di collaborare, risultato? Ho mandato tutto a quel paese...beh fatemi sapere come è questo primo capitolo, vi avviso che prima della storia in se per se ci saranno 3-4 capitoli per spiegarvi un pò da dove nasce sta figliola che poi dovrà farsi il sederino in quattro parti ( Dio come sono fine) per salvare tutti quanti.
Ciao, Cristal_Smeraldo
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Capitolo 2 *** Partenza ***
Partenza.
Poteva mai esistere un binario chiamato 9 e 3/4 ?
Questa era la domanda che frullava nella testa di Tom, il suo bagaglio
grigio e bucato in mano, mentre camminava senza metà per
tutta la stazione di King's Cross e ogni tanto chiedeva informazioni a
qualche passante sulla posizione del fantomatico binario che lo avrebbe
portato verso la sua nuova vita. << Binario 9 e 3/4 ?
Ragazzino non farmi perdere tempo, non esiste nessun binario con questo
nome!>> ecco cosa gli ripeteva la gente a cui lui si
rivolgeva. " Dannazione!
Possibile che abbiano sbagliato a darmi le indicazioni? Eppure su
questo biglietto è scritto proprio così ";
non era da lui perdere la pazienza e nemmeno la calma, ma in quel
momento Tom si sentiva perso e abbandonato, cosa molto strana per l'
orfano che ormai aveva imparato a convivere con quei sentimenti. Mentre
vagava senza meta, ripensò all'ultima settimana passata
all'orfanotrofio. Molto indaffarato, ecco come si sentiva,
doveva preparare la borsa con dentro tutto il necessario per
poter andare ad Hogwarts: aveva ricevuto la lista, come preannunciato
da Silente, due giorni dopo la fatidica scoperta. All'inizio si era
preoccupato di come potesse comprare i libri e il materiale didattico
ma quando aprì la lettera trovò anche un
biglietto che lo consigliava di trovarsi il giorno dopo all'angolo
della strada. Un pò titubante fece come scritto e la mattina
presto si recò lì dove incontrò
Silente << Salve signor Riddle, sono contento di
rivederla... avendo diversi problemi economici e non sapendo niente del
mondo magico, sono venuto qui per darle qualche consiglio e il mio
completo aiuto >> e finì la frase con un
sorriso, squadrando Tom con quei suoi occhi penetranti.<<
Non deve preoccuparsi professore, sarò anche un bambino,
sarò anche povero ma non sono sciocco, mi dia tutte le
indicazioni che mi servono ma penserò io al resto
>> figurarsi se si faceva aiutare da uno sconosciuto. Lui
se l'era cavata sempre da solo e così volle continuare.
Silente fece un lieve cenno del capo e poi si avviò nella
sua spiegazione.
Fu difficile trovare il Paiolo Magico, il pub dove si poteva accedere
ad un piccolo villaggio, ideale per fare compere in tutta
tranquillità.
Il locale, sporco e logoro, passava in osservato tanto che Tom
pensò che le persone di Londra non lo vedessero proprio.
Si fece accompagnare dal barista fino al retro e con un paio di
colpetti nei punti giusti, il muro si aprì, rivelando un
mucchio di strade con si incrociavano fino ad una via principale dove
c'erano molti negozi. Alla fine di questo viale, c'era un imponente
struttura, che a detta di Silente, doveva essere la Gringott, la banca
dei maghi.
Lo disgustava non poter mettere niente lì dentro,
così evitò di avvicinarsi e si dedicò
al motivo per il quale era venuto.
Era stato straordinario comprare per le vie di Diagon Alley:
il Ghirigoro era pieno di libri, di qualsiasi genere e la cosa
sorprendente e che le figure sulle copertine si muovevano.La divisa
gliela aveva procurata la scuola, anche se un pò vecchia era
sempre meglio di niente, quindi non dovette farsela fare una su misura.
Entrò nel Calderone per comprare le provette di vetro e il
pentolone in peltro misura standard 2. Non voleva un animale da
compagnia perchè odiava i gatti, trovava disgustosi i rospi
e i gufi costavano troppo.
Secondo Silente, e anche la lista delle cose da comperare,
necessitava di una bacchetta. Andò quindi da Ollivander, che
si avvicinò subito con un sorriso un pò
inquietante << Oh, chi abbiamo qui? >>.
<< Mi chiamo Tom Riddle e mi dovrebbe procurare una
bacchetta>> disse con tono atono. Il venditore si
avvicinò agli scaffali e percorse con le dita innumerevoli
scatolette, finchè non ne prese una << Provi
questa >>. Il ragazzo rimase interdetto per un
pò fissando quello stecchetto che non sembrava poi un
granchè << Ehm... mi scusi ma come fa a sapere
che questa potrebbe essere la mia? C'è ne sono a migliaia
qui dentro... magari è una un pò più
maestosa e non questo semplice...>> ma quello lo
fermò alzando la mano in modo plateale <<
è la bacchetta a scegliere il mago, signor Riddle, non
dovrebbe sottovalutare il potere soffermandosi sull'apparenza... forse
questo bastoncino come lo stava etichettando lei è molto
più forte di quanto appaia.... suvvia la agiti
>> facendo arretrare Tom dallo spavento per
quell'improvviso ordine, si ritirò dietro il bancone. Il
ragazzo dimenò con un gesto elegante la bacchetta che
cominciò ad emanare un'aura tutt'intorno. <<
Eh si, legno di Tasso, 13 pollici e 1/2 e... uhm, curioso
>> il ragazzo rimase affascinato da quello che era
riuscito a fare quindi teneva la bacchetta come il più
prezioso dei cimmeri. Ma alle parole di Ollivander alzò gli
occhi infastidito << Cosa curioso? >>
l'uomo si sedè sulla sedia e squadrò Riddle
dall'alto<< Deve sapere che il nucleo, come
potrei dire per farla capire? Il punto di forza, l'energia
della vostra bacchetta e una piuma di fenice, e ne esistono solo due...
questo significa che ha una "gemella">> .
Il ragazzo scrollò le spalle << Sa quanto mi
interessi, ma mi dica quanto è forte questa piuma qui
dentro? >>.
<< Dipende dalla dimestichezza del suo padrone
>> rispose l'altro.
" Allora io
diventerò il più potente tra tutti "
Già Tom, sei
destinato a grandi cose.... terribile, ma grandi.
Perso nei suoi pensieri, andò a sbattere contro
qualcuno<< Stia attento, stavo passando io qui
>> sbraitò allo sconosciuto <<
Fino a prova contraria, sei tu che mi sei venuto addosso... ehi, ma io
ti conosco... sei il bambino di due anni fa>> Tom si
girò. Come non riconoscere quella vocetta fastidiosa, quei
capelli rosso rame scompigliati e andanti ognuno per i fatti propri e
quegli occhi grandi marrone chiaro << TU... non
è possibile! Che diavolo ci fai qui? >>
gridò indicandola e assumendo un'aria disgustata.
Quante volte, da quando aveva scoperto di essere un mago, si era
preoccupato che quella sottospecie di palla di capelli fosse
come lui.
<< Beh siamo in una stazione... cosa si fa in una
stazione? Si prende un treno, devo partire per un lungo viaggio, e ora
se non ti dispiace devo muovermi >> e così
dicendo prese la sua borsa e si affrettò verso tutt'altra
parte.
"Magari è
solo un caso... il fatto che sia qui non significa che sia una
strega... e poi si sta avviando verso il binario quattro"
Tranquillizzato, Tom alzò lo
sguardo e si accorse con orrore che mancavano solo dieci minuti alla
partenza.
" No, cavolo, non posso
perdere il treno, sarebbe una catastrofe" .
Cominciò a correre con il carrello in tutte le direzioni
possibile. Si lasciò dietro il binario 7, poi
successivamente l'8, e arrivò, colto da spasmi, tra il
binario 9 e 10.
Mancavano cinque minuti alla fatidica ora e Tom aveva perso le
speranze. Stava già facendo marcia indietro per tornare
all'orfanotrofio quando dal muro uscirono due signori. Letteralmente.
Tom dischiuse la bocca e sgranò gli occhi
mentre i due parlavano << Quanto mi mancherà
il mio piccolo tesoro>> diceva la donna. <<
Suvvia, sta andando a Hogwarts mica in guerra tesoro >>
sentendo nominare la scuola dei maghi, Tom si risvegliò
dalla sua paralisi temporanea e si avvicinò alle persone.
Odiava chiedere aiuto ma mancavano si e no due minuti alla partenza,
quindi, messo da parte l'orgoglio, parlò << Mi
scusi, non ho potuto non sentire che stavate parlando di Hogwarts..
ehm, io non ci so arrivare mi potreste spiegare...? >> e
accennò al muro. La signora serrò una mano sul
viso del moro << Oh, piccolo ti diciamo noi come fare...
ascolta, devi prendere la rincorsa e sfrecciare all'interno del muro
capito? >>.
All'inizio un pò titubante, Tom fece come gli era stato
spiegato. Si allontanò dal muro e corse. Corse come non
aveva mai fatto in vita sua. Mancava un minuto per la fine o l'inizio
della sua nuova vita e sperò di non fare la fine di uno
scarafaggio schiacciato.
Invece, attraversò il muro e riuscì ad entrare
nell' Hogwarts Express, giusto qualche secondo prima del fischio che
segnava la partenza.
Bravo Tom,
c'è l'hai fatto... quanto ho sperato che tu,
però, fallissi. Anche a costo di non essere oggi qui.
OOOO
SAAAALVEEE,
ok ok sono in ritardo ma
ehi chi ha sentito la mia mancanza? ( e silenzio fu)
Madòòòòò
ma che carini anche voi mi siete mancati... cooomunque ci avviciniamo
al terzo capitolo che non so quando arriverà... vi prego non
lanciatemi palle di fuoco addosso ma con il caldo scrivere di Tom
Riddle mi metteva depressione XD
Fatto sta che il terzo
capitolo sarà il penultimo di questo pro-storia ( non so
come chiamarlo sinceramente) pooooiii tutto si concentrerà
su la figlia di Voldy Voldoso ( se quello legge come ho osato chiamarlo
so morta)
E va beeeenee non ho
altro da aggiungere, mi farebbe PIACEEEEREEEE avere qualche
recensioncina piccina picciotta per sapere se vi piace non solo la
storia ma se vi sembra una palla, una noia, oppure se non scrivo bene,
se ci sono problemi di qualsivoglia ( Dio che parola, non ho mai
parlato così, forse è la prima parola dcente che
abbia mai pronunciato-scritto) genere,
ARRIIIIIVEEEEDEEEEERCIIIII,
Cristal_smeraldo
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Capitolo 3 *** Dalle radici... ***
Dalle radici...
Non si conobbe mai la
verità sulla
vita di Tom Riddle, studente modello che aveva persino ricevuto una
medaglia per i servigi resi alla scuola, ne tanto meno di quella
ragazzina, invadente, sfacciata, orgogliosa e potente quasi quanto lui.
Più di una volta si era trovato in serie
difficoltà durante gli scontri
amichevoli organizzati dai professori.
Si presentarono per bene il
primo giorno di scuola, quando il Cappello Parlante gridò il
nome della
giovane e la sua rispettiva casa.
Grifondoro.
C'era
d'aspettarlo per una tipa così stravagante e che non aveva
altro
argomento se non il bene. Lo stesso bene che lo aveva fatto allontanare
da tutti e fatto essere la persona che oggi noi conosciamo.
Dai racconti riservati di Silente, il quale ha sempre prestato una
paranoica attrazione verso la loro storia,capii che tra i due almeno
per i primi anni non c'era proprio simpatia; va bene, diciamocelo, si
detestavano.
Ma poi qualcosa cambiò.
Al suo quinto anno Tom Riddle aveva racimolato abbastanza informazioni
sulle sue vere origini e scoprì di essere l'ultimo
discendente di Salazar Serpeverde; escludendo quel puzzone dello zio,
intendiamoci... ma chi se ne frega tanto lo uccide, così
come suo padre e i suoi nonni, bello eh?
Comunque investigò sull'ultimo tesoro del macabro fondatore,
quello più interessante, il gioiello della sua corona: la
Camera Dei Segreti.
Certo, voi non credete che tale stanza esista, e non lo credeva
possibile nessuno perchè la scuola era stata perquisita
molte volte, come mi ha detto zia Minerva, e nemmeno l'ombra di un
ripostiglio che potrebbe contenere oscure magie; ma per qualche
infausto motivo, lui continuava a cercare senza sosta. Voleva ottenere
uno straccio di indizio e dopo vari buchi nell'acqua, ci
riuscì.
Solo lui, a mio parere, poteva arrivare alla soluzione, solo colui che
presto sarebbe ricordato come il malvagio per eccellenza.
Ma per quanto potente, caparbio e ostinato, un orfano, riuscito ad
arrivare al successo e a conoscere così tante cose, non
avrebbe comunque potuto riuscire vittorioso in un impresa come questa
contando solo sulle proprie forze: forse il lavoro più
grosso lo ha fatto lui, ma è stato spinto da qualcun'altro.
La ragazzina dai capelli rossi ottenne facilmente tutte le informazione
di cui aveva bisogno il moro contando sull'importanza del suo nome e
sul suo ruolo all'interno del mondo.
Non poteva certo sapere a quali conseguenze questa storia l'avrebbe
portata: qualche sera dopo la fatidica scoperta venne trovata nel bagno
una ragazza morta.
A nulla è servito cercare di costringere Riddle a vuotare il
sacco. E lei aveva le mani legate.
Non avrete mica pensato che la ragazza avesse aiutato Tom in quella
folle missione per pura bontà del cuore o per qualche altra
sciocchezza vero? No, fu costretta ad immischiarsi perchè
minacciata.
Nelle sue morbose ricerche nel reparto proibito, scovò un
antico libro dove lesse dei Titani.
Ad ogni parola, rigo, paragrafo e capitolo ebbe la sfortuna di
conoscere il più grande segreto mai celato dalle
più antiche e nobili famiglie purosangue. Ma quello che
colpì maggiormente Riddle fu la figura di un medaglione
diviso in sette spicchi: in uno era inciso una pietra, in un altro un
fulmine, poi una goccia, una fiamma, una croce e un sole. Essi
rappresentavano l'essenza vitale, la base della vita magica racchiusa
in potenti esseri umani, maghi e streghe, formanti l'Ordine dei Titani,
che fecero entrare la magia nel nostro mondo e per conseguenza loro
dovevano equilibrarla.
Uno di questi però,preoccupato che un giorno avrebbe dovuto
lasciare il suo "trono", convinse gli altri a convertirsi alla magia
oscura per avere il potere assoluto e regnare incontrastati.
Solo un Titano si oppose a quell'assurda idea: il loro compito era di
far vivere tutti in pace senza che ci fossero lotte tra chi doveva
avere la supremazia sugli altri, ma a quanto pare, se ne erano
dimenticati, accecati dal potere.
Ci fu una guerra dolorosa e sanguinaria che vinse il Titano buono: gli
altri vennero segregati in un universo parallelo chiusi tramite un
sigillo.
Gli anni passarono e la pace comportò conseguenze
inaspettate: coloro che non avevano magia guardavano con astio quei
pochi fortunati, fu così che l'ultimo Titano nascose la
magia agli occhi stolti dei babbani.
Però, un'altra minaccia si avvicinava, a poco a poco le
anime dei maghi e delle streghe che formavano l'Ordine si trasformarono
in mostri, così come i loro innaturali poteri.
Il sigillatore, ormai sul punto di morte, trasmesse i suoi poteri al
figlio, con la promessa che lui e i suoi discendenti avrebbero fatto lo
stesso; ma non si fermò qui: predisse che un giorno il
sigillo si sarebbe spezzato grazie alla nascita del figlio
dell'oscurità e della luce.
Questo sarà l'unico che potrà ottenere tutti i
poteri dell'universo e così sconfiggere quegli esseri.
Potrebbe sembrare una storia per bambini, ma sorsero dubbi nella testa
di Tom quando si ricordò della collana della Grifondoro.
Fu così che riuscì ad avere nelle sue
mani la ragazza.
Comunque la faccenda della Camera dei Segreti fu velocemente liquidata,
il presunto colpevole trovato ed espulso e la vita a Hogwarts
continuò a scorrere tranquilla.
Quante assurdità... con Tom Riddle non si potrebbe mai star
sereni; difatti aveva già in mente da un pò un
piano diabolico per ottenere l'immortalità e una potenza
inaudita.
Raggiunto anche questo obiettivo, grazie ai viaggi e allo studio, si
presentò nuovamente a Hogwarts e i loro destini si
incrociarono una seconda volta.
Ebbe la meglio nello scontro perchè lei non riusciva a
controllare i suoi poteri: si, quella ragazzina sempre allegra e solare
che lo aveva ostacolato non poche volte era la discendente del Titano
buono.
Anche se trovava ributtante quello che stava facendo, si unì
a lei.
Ancora oggi spero che avesse almeno un minimo di interesse per quella
donna, che non la abbia sfruttata come si fa con la più
infida creatura. Ma temo proprio che il mio ragazzo abbia ragione
<< Sei troppo buona!! Lui non ha sentimenti te lo sei
dimenticata? Lui non può amare... è fatto solo di
odio e di dolore >>, non posso non essere d'accordo con
lui; allo stesso tempo c'è una parte di me, remota e
nascosta, che cerca di spiegarmi che per quanto si possa essere
cattivi, per quanto si possa aver superato il limite consentito non si
può smettere di essere umano... sono dell'idea che non
esiste l'immortalità anche se si superano le strade
più putride e oscure non si può smettere di avere
un cuore. E ne sono sicura, lui ne aveva uno ed è solo colpa
sua se ha deciso di non seguirlo. Lui
non ha voluto amare.
Comunque sia nacque una bambina, il sigillo si
spezzò eccetera eccetera.... insomma una buona parte della
leggenda era vera.
La sera del 31 ottobre 1981, quando Lord Voldemort era troppo impegnato
a farsi sgretolare dalla sua stessa magia e ad uccidere poveri
innocenti, il Titano del Ghiaccio, insieme a quello del Fuoco, uccisero
la madre della bimba e lo avrebbero fatto anche con lei se l'avessero
trovata in casa.
Ella si era accorta che i Titani si stavano muovendo, ma non si seppe
spiegare perchè non entravano subito in azione ma, per
precauzione, qualche settimana prima, diede sua figlia all'unica
persona in grado di proteggerla ed istruirla a dovere: Albus Silente.
Ecco, questo è in sintesi quello che è successo.
Adesso vi starete chiedendo chi io sia.
E avrete sicuramente capito che i fatti narrati mi sono stati
illustrati da ricordi e storie varie.
Io sono un'ombra, un
essere di poca importanza, una persona destinata al macello
già prima di nascere. Senza che nessuno chiedesse la mia
opinione sono stata addestrata per salvare il mondo dalla minaccia
incombente dei Titani.
Eh si, io sono figlia di Guendalina Suppermack, custode del medaglione
e Titano della Luce; ma soprattutto sono la figlia dell'essere
più spregevole mai visto, ripugnante, l'uomo il cui solo
nome incute terrore anche ai più valorosi... mio padre
è Tom Marvolo Riddle; alias Lord Voldemort.
Il mio nome è Charlotte Eleonor Merope Riddle e questa
è la mia storia... quella in cui ho trovato tanti
meravigliosi amici e ho perso persone a me care, quella in cui io sono
la predestinata che sconfiggerà l'Ordine dei Titani e
riporterà la pace nel mondo.
Sarà pure mezzanotte
passata ma me ne frego e pubblico questo capitolo, urrà per
meee,
Comunquee mie balbi giovani con questo capitolo spero di aver
gettato le basi per una lettura un pò più facile
e concludo questa sottospecie di pro-storia!!
Urra nuovamente per meeeee!!
No okay ho capito che non mi pensa nessuno me ne farò una
ragione :'(
Ovviamente non posso dirvi tutto adesso perchè la storia
altrimenti si conclude subito invece penso che sarà una
delle più lunghe nella storia delle fanfiction... ahhahaha
non è vero, non lo so quanto dura spero solo di non
annoiarvi troppo!!! Leggendola vi sembrerà abbastanza veloce
perchè aapunto non voglio rovinarvi tutte le sorprese, e poi
diciamocelo, non sono proprio brava ad allungare il brodo ahahhah.
Con questo concludo e spero vi sia piaciuto!! Una recensioncina me la
lasciate *-*???
Baci e a presto,
Cristal_smeraldo
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Capitolo 4 *** Primi incontri ***
Primi incontri
<< Silente Charlotte >> urlò il magico cappello parlante quella sera del 1 settembre 1992 a Hogwarts la scuola di magia e stregoneria più importante del Regno Unito.
Erano passati undici anni dalla scomparsa di Lord Voldemort e dei misteri legati ad egli. Allora nessuno si sapeva spiegare cosa fosse successo quella notte, se realmente il Signore Oscuro ea stato distrutto da un innocente pargolo, diventato un eroe a solo un anno di vita.
I misteri non finiscono lì; pochi giorni dopo l'agognata liberazione, si scoprì che Silente, un mago dal passato avvolto nell'oscurità, avrebbe avuto un figlio, il quale sarebbe stato ucciso insieme alla moglie dagli scagnozzi di Lord Voldemort per ottenere delle informazioni su dove alloggiassero la coppia Potter. La notizia ha suscitato scalpore e sgomento: nessuno si aspettava che la vita di Silente fosse così piena di misteri. IL giovane figlio era rimasto nell'ombra per la sua sicurezza poichè il padre supponeva che se la notizia fosse trapelata, i suoi nemici non lo avrebbero lasciato in pace, di sicuro sarebbe stato attaccato più di una volta per essere usato come ostaggio.
Questa scusa è stata accettata e Silente fu elogiato e definito un grande padre che aveva cercato di far vivere in serenità suo figlio. Non mancarono naturalmente le critiche negative: chi diceva che il mago era pazzo, altri lo ritenevano responsabile della morte della coppia e così via. Ma non gli dava tanto peso essendo offese campate in aria solo per giustificare i suoi comportamenti bizzarri. Anzi lui si divertiva nel riceverle: capiva sempre di più quanto erano sciocchi gli esseri umani specialmente con una bacchetta alla mano. Ma il suo divertimento raggiunse l'apice quando informò i giornalisti di doversi occupare di sua nipote. L'incredulità era al massimo: non solo era riuscito a nascondere un figlio e una nuora ma addirittura una piccola erede. E mentre le malelingue crescevano e si diffondevano la piccola viveva con tranquillità e amore. Silente notava il potere di cui Charlie era dotata e si chiedeva se fosse stato in grado di proteggerla da una simile minaccia quali erano i Titani e l'oscurità che albergavano nel suo cuore.
Dovette per forza spiegare al resto del mondo da dove sbucava una bambina orfana che si muoveva indisturbata per le stanze dell'immenso castello. Così grazie all'aiuto di Minerva McGranitt riuscì a costruire l'intera menzogna.
Il silenzio che regnava nella sala era insostenibile. Tutti i presenti sapevano che quell'anno una delle quattro case avrebbe ospitato la rampolla di Silente che avrebbe dato gloria al proprio gruppo. Dopotutto era scontato pensare che la piccola, avendo un nonno tanto talentuoso, avesse ereditato l'incredibile intelligenza e forza.
Dei piccoli passi rimbombavano in quella quiete innaturale e dal gruppo di tremanti novellini ne uscì una bambina dai capelli rossi ramati legati in due simpatiche treccine e occhi verde molto scuro quasi tendenti al nero. La piccola si stropicciava le mani con fare nervoso ma con sguardo altezzoso e fiero per non far trasparire la sua inquietudine. Quando vide il volto sereno e amorevole del nonno prese coraggio e si sedette sullo sgabello. << Ciao zia Minerva >> sussurrò così lievemente per non farsi sentire se non dalla diretta interessata << Stai composta e non chiamarmi zia, ricordati che ora sono la tua insegnante signorina >> disse gravemente la donna, la quale era sempre molto severa, anche se si trattava di lei. Le mise il capello in testa: era così grande per la piccola testolina rossa che gli cadde fin giù al naso, togliendole la vista << Bene bene, chi abbiamo qui?? La piccola Charlotte Silente eh? Vediamo un pò... si... vedo che sei determinata... anche se da come ti sei presentata non sembri affatto sicura di te... ma forse è perchè sei piccola... noto anche un gran cervello e orgoglio... non sei una che si arrende eh? Uhm... sei altezzosa, una grande stratega e talvolta arrogante ma hai a cuore le persone che ami... qualità ammirevoli ma dove ti metto? >> diceva la voce gracchiante del vecchio cappello << Accetto qualunque casa >> la voce di Charlotte apparve chiara e sicura anche se un pò traballante per l'emozione e la trepidazione << Parole eccezionali e di grande maturità per la tua giovane età... direi che la tua casa ideale anche se apparterai anche se per un terzo ad un'altra è.... SERPEVERDE >> urlò l'ultima parola così da farsi sentire da tutti.
Un boato di approvazione venne dal tavolo destro verso l'estremo dove tutti aspettavano la bambina. << Beh non abbiamo Potter ma lei vale anche di più >> sghignazzò uno.
" Potter".
Charlotte ascoltò di sfuggita cosa aveva detto il ragazzino e si girò per osservare il ragazzino dagli occhiali tondi. Sorrise spontaneamente e si avviò al suo posto. Aspettò la fine dello smistamento che durò parecchi minuti soprattutto per una bambina dai folti capelli castani che si unì ai Grifondoro.
<< Ciao >> persa nei suoi pensieri non aveva parlato con nessuno finchè non si presentò una buffa ragazzina dagli occhi grigi e i capelli biondi << Quindi tu saresti Charlotte Silente? Tutti non fanno altro che parlare di te >> continuò lui infastidendola non poco.
Sin da quando muoveva i primi passi tutti avevano grandi aspettative su di lei. La ritenevano un prodigio: a soli tre anni si manifestarono i primi segni di magia e verso i sette era in grado di controllarla. Era un fenomeno unico che tutti riconducevano alla sua parentela. Fatto sta che non si conobbe mai il nome della madre della piccola, Silente era stato ben muto su questo. << Si, che vuoi? >> disse con stizza tanto da far scomparire il sorriso dal volto del suo interlocutore << Non volevo essere scortese... certo deve essere difficile... >>.
<< Lucy che stai facendo? Non vedi che la disturbi? >> un ragazzino dai capelli castani e gli occhi blu come il mare si sedette vicino alla bambina. << Jimmy sto facendo conoscenza non vedi? >> rispose lei indicando con l'indice Charlotte. Il ragazzo l'allontanò e guardo dispiaciuto l'altra << Mi dispiace mia sorella può essere invadente alcune volte...>> alzando le mani al cielo la bionda urlò << Ma non gli ho fatto nessuna domanda strana!!! Le ho chiesto se lei era Charlotte Silente!!! Lei mi ha risposto arrabbiata >>.
<< Non ho risposto con rabbia ma con freddezza, carina >> disse con aria monotona e tenendosi la guancia con la mano e con il gomito della stessa appoggiato sul tavolo. << Certo che sei presuntuosa... mi piaci >> sorrise la bambina di nome Lucy mentre il fratello rimaneva stralunato. << Mi chiama Lucinda Flaid e questo qui è mio fratello Jimmy >> il bambino sorrise di rimando << Piacere di conoscerti... >> e pose la mano in avanti in segno di saluto, prontamente presa da Charlotte, notando come erano simili i due << Si, siamo gemelli se te lo stai chiedendo... e si, lei è la combina guai per questo l'ho subito sgridata quando vi ho viste >> al che sentendosi chiamare in quel modo fronteggiò il fratello << Io non combino guai, sono loro che cercano me >> e si rigirò incrociando le braccia al petto e facendo volare i codini biondi sul viso del fratello << Santo Merlino, sei proprio una capricciosa >> in risposta ricevette una linguaccia. Charlotte assistè alla scena in silenzio osservando il comportamento pacato del moro e quello irruento della bionda.
" Non si direbbe che sono fratelli".
<< Sei irritante >> diceva lui << E tu un vecchiaccio >> rispondeva lei. Andarono avanti per chissà quanti minuti, perdendosi anche il discorso di Silente.
Poco male... lei conosceva a memoria tutte le raccomandazioni, dopotutto viveva lì. Arrivò la cena e quei due continuavano a battibeccare << Ehm... scusate per quanto ancora andrete avanti? >> sorrise leggermente Charlotte quando vide Jimmy girarsi e scusarsi nuovamente << Sempre colpa tua >> disse esasperato rivolgendosi alla gemella << Ma dai sempre la colpa a me!! >>.
" Merlino dammi la forza tra un pò ricominciano" pensò la bambina divertita. Dopotutto gli stavano simpatici, erano così diversi da lei sempre riservata e solitaria; magari era la volta buona di farsi qualche amico.
Jimmy stava per ribattere ma venne prontamente fermato da Charlotte << No... per favore non ricominciate... comunque chiamatemi Charlie... così mi chiamano tutti qui >> Lucy inarcò le sopracciglia << Conosci molte persone? >> il fratello alzò gli occhi mormorando un " ci risiamo" abbastanza udibile. Per questo ebbe un calcio da sotto il tavolo con un occhiataccia << Beh è normale...io abito qui >> a quella affermazione la bionda si avvicinò << Me li presenti... io amo fare amicizia >> accigliandosi annuì con la testa e sgranò gli occhi quando quella sorrise e si agitò sul posto tutta contenta. Nel frattempo il fratello con la testa appoggiata sul palmo della mano sghignazzò << Lo sai che hai firmato la tua condanna a morte vero? >>.
Insieme cominciarono a fare conoscenza mentre mangiavano tutte le deliziose pietanze della tavola preparate dagli elfi << Nostra madre lavora al Ministero Della Magia... si occupa dei rapporti con i maghi degli altri paesi... sa parlare sette lingue più quello dei naidi e di alcuni goblin >> disse orgogliosa Lucy mentre si rimpinzava di pollo e patatine sotto lo sguardo sbalordito e disgustato degli altri Serpeverde. << Lucy per carità, mangia correttamente sembri una cavernicola >> lei sbuffò e mise una coscietta di pollo dinanzi al viso del fratello << E tu sembri un principino del'Ottocento ma guardati... tutto perfettino bleah >> agitava il cibo in tutte le direzioni facendo storcere il naso al resto del gruppo. Charlie volle intervenire per salvare la reputazione della nuova amica << Ti conviene essere più educata se vuoi farti dei nuovi amici >> lei si bloccò e si sistemò meglio sulla sedia, mentre il fratello la ringraziò.
La cena stava volgendo al termine quando si avvicinò un ragazzino dal viso pallido e i capelli biondissimi << Piacere Charlotte, il mio nome è Draco Malfoy >> ma sentendosi ignorato si sedette di fianco << Perdonami forse non mi hai sentito, il mio nome è..>>
<< Non sono diventata sorda e so chi sei... che cosa vuoi >> gli occhi della rossa diventarono più scuri mentre si volgeva con sguardo freddo al bambino che rabbrividì sotto quello sguardo << Volevo fare amicizia >> poi rivolgendo lo sguardo ai due gemelli riacquistò la sua sicurezza << Di certo i Flaid non sono con te... sono feccia >> disse con scherno. Lucy si alzò di scatto ma venne presa per il polso dal fratello << Almeno non siamo sporchi come te Malfoy e non parlo di quello che sta sui vestiti >> Charlie sorrise all'amico e poi si rivolse al " piccolo pavone" << So scegliermi da sola gli amici ora vai per cortesia... odio chi si crede superiore >> e si alzò seguita dai due, lasciando l'altro con le guance rosse per la rabbia.
<< Un giorno lo uccido >> disse tra i denti Lucy << Stai calma e vediamo di non perdere il gruppo >> l'ammonì il fratello.
Quelli del primo anno seguivano i loro prefetti osservando il grandissimo castello con tutti suoi incredibili segreti. Charlie guardava diritta davanti a sè conoscendo il castello a memoria << Deve essere bello vivere qui... ci sono così tante magie fantastiche e di sicuro tantissime cose da scoprire >> la ragazzina diede un'occhiata intorno e alzò le spalle << Per te che è la prima volta è normale trovarlo stupendo... ma per me ormai è routine e...attenta Lucy è la terza volta che cadi >> e aiutò la ragazzina ad alzarsi << Lo so, mi dispiace è che è davvero meraviglioso >>.
Arrivati nella Casa Comune dei Serpeverde nei sotterranei le due salutarono Jimmy che doveva andare verso destra nel dormitorio maschile << A domani Jim, buona notte >> disse Charlie e tirata dall'altra che non stava più nella pelle si diresse verso la sua stanza.
<< Sarà stupendo stare insieme solo io e te... faremo tantissimi pigiama party e ci... oh no >> la bionda si fermò davanti la porta e la rossa poco dopo la raggiunse, sbuffando sonoramente trovandosi Pansy Parkinson e Baronessa McLittle << A quanto pare dovremmo dividera la stanza con la feccia e Miss "mio nonno è Albus Silente" >> squittì la seconda toccandosi gli ispidi capelli neri e squadrando con i suoi occhi neri le due arrivate.
" Ci aspetta una convivenza movimentata" pensò Charlotte mentre si poggiava sul letto più lontano che ci fosse.
Salve a tuttiiiii,
ok prima che mi lanciate qualunque tipo di ortaggio vi chiedo perdono per il grandissimo ritardo non so come farmi perdonare mi dispiace tantissimo.
comunque ho ripreso in mano la storia e la continuerò ovviamente.
Mi lasciate una recensicina piccina piccina *-* plisssssss
Alla prossima sperando non tra 10 anni,
CIAOOOOO |
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