Il coraggio di sognare

di Miss One Direction
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***




 




- Cosa hai detto?! Sei incinta?! Sei impazzita?! Hai solo 16 anni! Ma non intenderai mica tenerlo vero?! - mi urlò mia madre appena le dissi che ero rimasta incinta.

"Ovvio che voglio tenerlo! Non sono mica cretina!” pensai, ma non dissi niente per evitare di peggiorare la situazione. In quel momento si aggiunse alla discussione anche mio padre che era anche più incazzato di mia madre. Non li avevo mai visti così arrabbiati in 16 anni della mia vita.

- Cazzo Emma rispondi!!! - mi urlarono in contemporanea entrambi.

Mi iniziò a girare la testa, non sarei riuscita a sopportare altre urla così corsi via lasciandoli lì ad urlare mentre mia madre continuava a ripetermi di non tornare mai più. Se questa si chiama famiglia giudicate voi! La prima cosa che mi venne in mente fu di andare dall'unica persona che fino ad allora non mi aveva mai giudicata: la mia migliore amica Lena. Mi diressi a passo veloce verso casa sua con la speranza di essere accettata almeno da lei. Avevo sbagliato a non dire subito della mia gravidanza ma avevo temuto proprio la reazione che in qul momento mi stava facendo salire la lacrime. 
Una volta arrivata bussai e dopo neanche 5 minuti venne ad aprirmi proprio lei.

- Emma! Che ci fai qui a quest'ora?! - mi chiese lei con un'espressione sorpresa.

Di solito l'avvertito subito prima di andare a casa sua.

- Sono scappata di casa, i miei genitori l'hanno presa malissimo e mia madre mi ha detto di tornare mai più! - iniziai a raccontare tutto di un fiato agitandomi sempre di più mano a mano che parlavo.
- Emma calmati! Non devi agitarti, ti fa male! - disse con voce preoccupata.

Lei era sempre stata l'unica che si era sempre preoccupata per me ed era stata la prima a sapere della mia gravidanza e quando l'aveva saputo aveva avuto la reazione opposta a quella dei miei genitori.

- Dai entriamo così mi racconti con calma -

Mi mise il braccio intorno alla vita e mi accompagnò in casa; ci sedemmo sul divano e tirando un lungo sospiro per calmarmi iniziai a raccontarle tutto per filo e per segno. Per fortuna che la madre di Lena non era in casa, sarebbe stato imbarazzante piegare come ero stata cacciata! Passai tutto il pomeriggio a raccontarle quanto accaduto e durante il mio racconto Lena non aveva proferito mezza parola. Verso le 20:00 finii di raccontare e finalmente dopo ore di silenzio Lena cominciò a parlare.

- Non ci posso credere! - esclamò visibilmente sorpresa. 
- Lo so! E la cosa che fa più male è che sono i miei genitori capisci? Cioè... non mi sarei mai aspettata una reazione simile soprattutto da loro -

Lena non disse niente, aveva solo la bocca aperta e gli occhi spalancati.

- Lena ti prego di qualcosa! -

Iniziai a schioccare le dita davanti ai suoi occhi e dopo qualche tentativo finalmente mostrò segni di vita. Mi abbracciò con una dolcezza infinita e in quel momento mi resi conto di quanto fossi fortunata ad avere un'amica come lei. Era la sorella che non avevo mai potuto avere e questo suo supporto non aveva fatto altro che farmi sentire speciale per qualcuno. Venimmo interrotte dal rumore di una porta aprirsi e chiudersi subito dopo, dopo nemmeno un minuto entrò nella stanza la madre di Lena con il suo solito sorriso. 

- Amore sono a casa... Oh Emma ciao! Non sapevo ci fossi anche tu - mi salutò con la sua solita aria affettuosa.

La madre di Lena era una donna d'oro, come una seconda mamma e lei mi aveva sempre trattata esattamente come una figlia. Mi asciugai le lacrime che erano scene durante il mio racconto e mi alzai dal divano per andare a salutarla. Quando mi alzai e mi avvicinai la sua espressione però cambiò radicalmente: dal “Oh che bello c'è Emma!” al “Ma che è quella cosa?!”. Rimasi immobile un po' perplessa e Lena, riuscendo a capire il motivo di tutto quello stupore, richiamò subito sua madre a rapporto.

- Mamma. In cucina. Urgente. ORA! -

Indicò con decisione la porta della cucina e sua madre la seguì continuando a fissare la mia pancia. “Cavolo non hai mai visto una ragazza incinta?!” pensai. Lena e sua madre si chiusero in cucina ma dopo non molto si iniziarono a sentire delle urla.

- IO QUELLA IN CASA NON CE LA VOGLIO! NON HO BISOGNO DI UN ALTRO MARMOCCHIO IN CASA! MI SIETE GIÀ BASTATI E AVANZATI TU E TUO FRATELLO! RIMANERE INCINTA A 16 ANNI! MA COME SI FA?! -

A quest'ultimo urlo i miei occhi iniziarono di nuovo a inumidirsi. Rifiutata anche dalla mia migliore amica. Bhe tecnicamente dalla madre della mia migliore amica... Tanto che differenza faceva. Non volevo sentire una parola di più, volevo solo scappare esattamente come avevano fatto tutti. Presa dalla rabbia contro me stessa corsi fuori anche da quella casa senza nemmeno aspettare che uscissero. Mi continuava a frullare in testa la solita domanda: “Ma se nessuno mi vuole perché esisto?!”



Lena uscì dalla cucina dopo una pesante litigata con la madre ma nonostante le sue continue lamentele era riuscita a convincerla: Emma poteva restare ma ovviamente sua madre non voleva avere seccature e tanto meno responsabilità.

- Emma ce l'ho fatta! … Emma? Emma dove sei? -

Si girò verso la porta d'ingresso e vedendola spalancata, presa dal panico, corse in giardino continuando a urlare il nome di Emma. Ma ormai era tutto inutile... Emma se ne era andata. Lena ritornò in casa più arrabbiata che mai e scagliò tutte le colpe a sua madre.

- È TUTTA COLPA TUA! È LA MIA MIGLIORE AMICA! - iniziò a urlarle contro mentre fiumi di lacrime si facevano spazio sulle sue guance.

Sua madre non rispose, si sentiva in un certo senso in colpa perché nonostante tutto il bene che voleva a Emma non era cambiato, però con un'espressione impassibile sul volto iniziò a preparare la cena continuando ad ignorare le accuse della figlia.



Arrivai in un parchetto, dovevo aver camminato minimo 10 km ed ero letteralmente stremata. Mi sedetti sulla prima panchina che vidi e lentamente le mie palpebre iniziarono a chiudersi fino a quando non sprofondai in un sonno profondo.

Mi trovo in una stanza bianca, su un lettino molto scomodo e ho attaccate alle braccia un sacco di fili. Nell'aria si sente una forte puzza di alcool... Non ci vuole molto a capire che mi trovo in un ospedale. Cerco di alzarmi ma faccio molta fatica perché mi fa male da morire la schiena e ho una pancia enorme! Aspettate un attimo: io ero al 3 mese perché ora sono magicamente al 9?! Ma soprattutto che ci faccio qui?! Mentre cerco di staccarmi da tutti quei fili entra nella stanza un'infermiera.

- Scusi che ci faccio qui?! - chiedo cercando di alzarmi
- Signorina, non deve sforzarsi! Ormai manca poco! - risponde con un sorriso a 360° mentre si avvicina e cerca di rimettermi a letto
- Manca poco per cosa scusi?! - chiedo sempre più spaventata.

Prima che lei possa rispondere entra nella stanza un uomo o più che altro un ragazzo in camice a cui però non riesco a vedere il volto.

- Non vedo l'ora che nasca! Sono al settimo cielo! - dice, avvicinandosi al letto dove mi trovo
- Scusa?! - chiedo io più spaventata che mai – Ma chi cazzo sei tu?! -
- Non ti preoccupare ti starò vicino e ci prenderemo cura insieme del bambino. IO e TE! -.



Mi svegliai di colpo con i capelli dritti dallo spavento. Ma che diavolo di sogno era?! Solo quando iniziai a respirare regolarmente mi guardai intorno e mi ricordai di essermi addormentata su una panchina. Mi stiracchiai per stare più comoda e rimasi seduta, non sapendo che fare presi il cellulare e lo accesi trovandomi 10 chiamate e 15 messaggi tutti di Lena. Decisi di cancellarli tutti senza nemmeno leggerli, a cosa sarebbe servito? Alzai lo sguardo e notai uno spazzino poco lontano da me che mi guardava terrorizzato.

- Ha bisogno di qualcosa? - chiesi cercando di essere gentile ma lui scosse energicamente la testa.
- Bhe?! Non ha mai visto una ragazza rimasta incinta dormire su una panchina?! Ma vada a fanculo! -

L'uomo scosse di nuovo la testa e riprese il suo lavoro continuando a guardarmi spaventato. Non avrei voluto essere così dura ma non sopportavo quando la gente giudicava senza conoscere, in fondo non ero un fenomeno da baraccone e non meritavo di essere trattata così.

- Certa gente in questo paese! Che hanno da guardare?! I cazzi loro no?! - borbottai esasperata.

Purtroppo però quello spazzino non era stato l'unico che mi aveva fissata spaventato o incredulo: ovunque andavo trovavo gente che mi indicava e mi fissava. Manco fossi un aliena! Ripresi il mio cellulare e guardai l'ora, accanto all'orologio però c'era una piccola agenda segno che dovevo ricordarmi qualcosa per quel giorno; ci cliccai sopra e si aprì una finestrella dove c'era scritto a caratteri cubitali: “Ore 10:00 : ecografia”. Ma come facevo ad andarci?! L'ospedale era dall'altra parte della città! A meno che non avessi volato sarei dovuta andare per forza a piedi. Per fortuna indossavo le mie comode Blazer verdi, almeno non rischiavo di ritrovarmi con delle vesciche. Mi misi l'anima in pace e iniziai a camminare in direzione dell'ospedale, in fondo erano appena le 08:00. Sarei riuscita ad arrrivare con calma entro le 10:00.

 

*2 ore dopo*

Ero arrivata danti all'ospedale giusto in tempo per l'ecografia ma, una volta davanti all'ingresso, mi tremarono le gambe. Avevo paura di quello che avrebbero detto i medici, del giudizio della gente... ma soprattutto avevo paura che il bambino non stesse bene. Nonostante avessi 16 anni e mezzo, non mi era mai passato nemmeno per l'anticamera del cervello di abortire: era come uccidere un bambino e non sarei stata mai capace di una tale azione. "Dai Emma fallo per tuo figlio" continuai a ripetermi in testa mentre i miei piedi si erano già iniziati a muovere nell'atrio dell'ospedale.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


 

  


Andai nel reparto maternità e mi sedetti su una sedia, tra l'altro pure scomoda, e mi guardai intorno: pareti bianche, luci bianche, sedie scomode, puzza incredibile di alcool, medici che corrono per i corridoi come ad una maratona...

- Ehi! Hai bisogno di qualcosa? - mi chiese una voce.

Mi ritrovai davanti un'infermiera con in mano una cartellina.

- Dovrei fare l'ecografia - risposi un po' titubante
- Nome? - mi chiese aprendo la cartellina
- Weather... Emma Weather -
- I tuoi genitori? - mi chiese facendo scorrere il dito lungo un foglio con una serie infinita di nomi
- Sono sola, sa com'è mi hanno cacciata di casa – 

L'infermiera rimase per un attimo scioccata ma dopo essersi ripresa si girò verso un ragazzo alle sue spalle.

- PAYNE! Vieni un attimo! - urlò con una voce stridula per farsi sentire.

Il ragazzo di spalle si girò e la scena si trasformò come in un rallenty: nella mia testa il ritornello della canzone Lady Marmalade cominciò a suonare mentre quel Dio di ragazzo avanzava verso di noi e la mia bocca si spalancava sempre di più ad ogni suo passo. A riportarmi alla realtà fu proprio la sua voce incredibilmente sensuale.

- Si Mandy? Mi hai chiamato? - chiese mentre mi guardava leggermente stranito
- Puoi accompagnare Emma dal dottor Johnson? - chiese l'infermiera
- Si certo seguimi -

Mi fece segno di seguirlo ma io, ancora nel mio stato di trance, non mossi nemmeno un muscolo.

- Ehi ci sei? Il dottor Johnson è di là – mi ripeté una seconda volta
- Eh?! A si certo come vuoi tu... - risposi inconsapevolmente.

La bellezza di quel ragazzo era qualcosa di assolutamente... wow: aveva i capelli marroni chiaro tirati su in una piccola cresta, gli occhi color caramello, un sorrido dolce ma allo stesso tempo deciso e un fisico da mozzare il fiato nonostante fosse coperto dal camice. Mi alzai dalla sedia e lo seguì sotto uno sguardo malizioso dell'infermiera, nessuno dei due parlò fino a quando arrivammo davanti a una porta grigia. Bussò e dopo qualche minuto mi fece segno di entrare, io però rimasi a fissare la voglia che aveva sul collo e senza pensarci allungai la mano toccandolo dolcemente e, di conseguenza, facendolo sussultare. La sua pelle era così morbida e calda che provai una specie di scossa quando lo toccai.

- Ehi non devi avere paura – mi rassicurò con voce sorpresa e allo stesso tempo dolce
- Io non ho paura! È che... la tua voglia è bellissima -
- Davvero?! - mi domandò scioccato
- Certo! Perché non dovrebbe? -
- No è che... Saresti la prima a pensarlo. La mia ragazza non la sopporta perché dice che le voglie non sono alla moda – mi sorrise per il complimento.

A quelle parole mi si gelò il sangue. Aveva una ragazza?! Bhe un ragazzo così non poteva di certo inosservato, avrei dovuto aspettarmelo...

- Allora non capisce niente – risposi alzando le spalle.

Rendendomi conto dell'enorme cazzata che avevo detto mi coprii la bocca con la mano libera mentre l'altra continuava a disegnare cerchi invisibili intorno alla sua voglia. Sarà stata solo una mia impressione ma sembrava che lo rilassasse molto.

- Scusa non volevo dire questo! - cercai di rimediare ma non feci altro che farlo sorridere di più
- Non ti preoccupare e grazie del bel complimento comunque piacere Liam -.

 Mi porse gentilmente la mano che strinsi con un po' di timidezza.

- Emma – risposi semplicemente
- Liam non sta bene tradire la propria ragazza soprattutto se si tratta di Victoria – ci interruppe una voce maschile e subito apparve accanto a noi un uomo sulla cinquantina, capelli brizzolati e la barba folta.

Dedussi che quello fosse il dottor Johnson.

- No dottore! Ho solo accompagnato la sua pazienta da lei. Deve fare l'ecografia – spiegò tranquillamente Liam
- La signorina Weather deduco – mi chiese il dottore
- Esatto avevo un appuntamento con lei alle 10:00 – risposi.

Il dottore annuì e poi si rivolse a Liam.

- Liam perché non la visiti tu? Sei pur sempre un tirocinante e in più io ho un altro impegno -

Spalancai gli occhi dallo stupore e dalla paura. Sapevo benissimo che l'ecografia non faceva male ma alle altre 2 ero venuta con Lena o con Dave e mi erano stati vicini. In più con un dottore più anziano mi sarei sentita più sicura. Il dottore vedendo la mia agitazione mi mise un braccio sulla spalla e me la strofinò leggermente.

- Non preoccuparti Emma: Liam anche se è solo un tirocinante è molto portato e affidabile. Non ti accorgerai della differenza -.

Annuii leggermente ma prima di andarmene una mia battuta ci doveva stare.

- Ah dottore si ricordi di comprare il Johnson's Baby – gli dissi con la tentazione di scoppiare a ridergli in faccia.
- Dovrei ridere? - mi rispose lui esasperato

Liam scoppiò a ridere in faccia al dottore e a quel punto non potei fare a meno di ridere anche io.

- Liam ti devo ricordare che posso mandarti a casa quando voglio? - gli chiese sarcastico

Liam smise subito a ridere e si ricompose continuando però a ridere sotto i baffi. Ci allontanammo raggiungendo una stanza più avanti mentre il dottore dietro di noi inclinava la testa all'indietro dalla disperazione. Una volta entrati Liam subito si infilò dei guanti di plastica e iniziò ad accendere i macchinari, io intanto mi sdraiai sul lettino e alzai la felpa per permettergli di versare il liquido trasparente e freddo sulla mia pancia. Dopo un quarto d'ora l'ecografia era già finita e devo dire che il dottor Johnson aveva ragione: Liam ci sapeva davvero fare con la medicina.

- Ecco fatto ho finito – mi disse togliendosi i guanti e buttandoli nel cestino lì accanto
- Sei stato velocissimo, bravo – mi congratulai e lui diventò subito rosso
- Ho fatto solo quello che mi è stato chiesto di fare tutto qua – si giustificò.

Sorrisi dolcemente senza che lui se ne accorse e con dei fazzoletti di carta mi pulii la pancia da quel liquido viscido.

- Il bambino sta bene ma non devi sforzarti o stressarti ok? È pericoloso in questo periodo. È il periodo più delicato – mi raccomandò
- Niente sforzi e niente stress ok – ripetei ma non credevo nemmeno io a quelle parole
- Dico all'infermiera di chiamare i tuoi così ti vengono a prendere – mi disse prima di appendere il camice bianco ad un attaccapanni
- Bhe veramente... sono da sola... - risposi in imbarazzo
- Cosa?! E dove vivi? - mi domandò sorpreso
- Bhe... per strada – ammisi con tristezza
- Come?! Una sedicenne incinta per strada?! - 
- Già... - risposi abbassando lo sguardo
- E non hai nessuno? -
- Mi hanno voltato tutti le spalle: la mia famiglia, i miei "amici"... -
- Senti... - iniziò a dire avvicinandosi - non ti posso vedere così ok? Voglio aiutarti e magari... per un po' stai casa mia con me -
- Cosa?! Io?! A casa tua?! E la tua ragazza? - chiesi in preda all'agitazione
- Bhe lei non c'è mai e poi vieni a vivere a casa mia non casa sua – mi rispose come se fosse una cosa ovvia
- Ma non ci conosciamo nemmeno e sono una sconosciuta – mi giustificai
- Preferisci dormire per strada con un bambino dentro di te? Senza lavoro? Minorenne? E poi abbiamo fatto amicizia e diciamo che lo faccio con piacere – mi sorrise.

La situazione era strana ed ero combattuta: accettare l'offerta e dormire sotto un tetto o continuare a vagare per strada senza sapere nemmeno come mangiare? Bhe la cosa mi sembra abbastanza ovvia.

- Non voglio crearti fastidio... -
- Ma quale fastidio! Anzi casa mia è grande e quando Victoria non c'è mi sento solo... In più la casa grande può essere anche utile per quando nascerà il mostriciattolo – sorrise facendo vedere dei denti bianchissimi
- Mi aiuterai con la gravidanza? - chiesi incerta
- Ovvio! Solo perché non sono un medico a tutti gli effetti non significa che non capisco nulla di medicina e poi vivendo con me ti aiuterò nei prossimi mesi, questo finché non troverai un lavoro e potrai pagarti una casa tutta per te anzi per voi – mi spiegò con un so che di saggio
- Si certo anzi finita la gravidanza ce ne andremo subito – cercai di tranquillizzarlo
- Non preoccuparti scommetto che non mi darai alcun fastidio – mi fece un occhiolino e per poco non caddi per la sua troppa perfezione
- Ok è deciso verrai a vivere con me ma ora... ho fame! Vieni andiamo a mangiare un boccone – disse prima di apriemi la porta come un gentiluomo

Passammo le successive 2 ore in un ristorantino carino ma non avevamo parlato molto. Fatte le 16:00 decidemmo di andare a casa e in macchina cominciò un vero e proprio interrogatorio.

- Allora... Come mai sei da sola per strada? - mi chiese con curiosità
- Bhe i miei genitori quando hanno saputo che sono rimasta che sono rimasta incinta non l'hanno presa bene e mi hanno cacciata di casa – raccontai brevemente

Non volevo dirgli di Lena o almeno non ancora.

- E il padre del bambino? -
- All'inizio l'aveva presa bene e mi aveva promesso che non ci avrebbe abbandonato ma dopo i primi giorni del 3 mese è sparito senza dire niente lasciandomi indifesa e sola – raccontai mentre le lacrime incominciarono a salire per l'ennesima volta ma alzai lo sguardo per trattenerle.
- Non hai parenti? -
- Ma sei un poliziotto o un medico?! - chiesi ormai stufa della sua insistenza
- Scusa – mi rispose semplicemente mentre continuava a guardare la strada.

Dopo non molto arrivammo davanti una villa bellissima completa di piscina. E lui abitava in quella casa?!

- Scusa se te lo chiedo ma come fai a permetterti una casa del genere?! - domandai ancora meravigliata
- Quando ho detto hai miei di voler fare medicina me l'hanno regalata loro e pagano tutto loro – mi sorrise soddisfatto.

Eccomi nuova vita arrivo!

                                                                            
                                                                 





                                                                             
Your smile is my kriptonite


 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


 




Mi svegliai in un caldo e comodo letto. Ma non ero per strada?! Mi strofinai gli occhi e mi guardai intorno ancora mezza addormentata. Era una camera stupenda: pareti color crema con un' arredamento leggermente antico. Di buon gusto si si. Mi alzai dal letto e andai in cucina. Indossavo una maglia sicuramente maschile visto che mi arrivava a metà coscia. Poi mi ricordai tutto del giorno precedente: l'ecografia, l'infermiera, Johnson's Baby e Liam. Ecco dove ero: a casa di Liam, che da quel giorno era anche casa mia. Uscii dalla stanza e scesi le scale in cerca della cucina. Certo che quella casa era davvero enorme infatti sbagliai ben 5 volte stanza ma non potevo orientarmi, io ero abituata a una misera villetta di 2 piani no di certo a un palazzo! Finalmente dopo aver esplorato tutta la casa trovai la cucina proprio vicino al salotto. Cioè io mi ero impazzita peggio di Dora L'esploratrice e la cucina stava vicino al salotto?! Sbuffai ed entrai in quella dannata stanza.

- Buongiorno Emma – mi salutò una voce alle mie spalle

Mi girai e vidi Liam con una maglietta aderente bianca e dei pantaloni da corsa. Era perfetto anche così, è mai possibile?!

- Buongiorno – ricambiai il saluto
- Dormito bene? - mi chiese con la sua solita gentilezza
- Sisi il letto era comodissimo -
- Meno male, ieri sera ti sei addormentata sul divano e ti ho portata in una delle tante camere per gli ospiti -
- E la maglia? - gli chiesi indicano la maglia che avevo addosso
- Ah si te l'ho data prima che ti addormentassi completamente e l'hai messa da sola – rispose semplicemente
- A ok comunque Liam volevo ringraziarti -
- Di cosa? - mi chiese ingenuamente mentre preparava la colazione
- E lo chiedi pure?! Mi hai praticamente accolta a casa tua, ti prendi cura di me e tutto questo senza in cambio – iniziai a spiegare
- Solo per questo? Non preoccuparti lo faccio volentieri. Non ti avrei mai lasciata per la strada da sola – rispose facendomi un' occhiolino

Non risposi e mi sedetti a tavola dove trovai così tanto cibo da poter sfamare un esercito! C'erano: fette biscottate, cereali, biscotti di tutti i tipi, cappuccini, cornetti e chissà quanta altra roba.

- Liam non dovevi disturbarti! Davvero bastava un semplice caffè -
- D'ora in poi il caffè è vietato! Non fa bene al bimbo però se puoi proprio rinunciarci ti dovrai accontentare di un semplice cappuccino – mi rispose con tono premuroso mentre si sedeva accanto a me
- Accontentarmi?! Io amo il cappuccino caldo di mattina! Mi fa sentire coccolata! - risposi con un sorriso da ebete in faccia
- Che cucciola che sei – mi sorrise per poi pizzicarmi dolcemente la guancia

Finimmo la nostra colazione e poi dovetti insistere per aiutarlo a lavare i piatti. Una volta finito mi girai verso l'orologio e vidi che erano solo le 8.

- Liam a che ora mi sono alzata? - chiesi
- Alle 7 perché? - mi chiese abbastanza confuso
- No così – risposi non potendo ancora credere di essermi svegliata così presto
- Senti io adesso vado a correre vuoi venire? - mi propose
- La corsa non è proprio il mio forte – ammisi
- Da oggi lo diventerà perché non ti fa male mantenerti in forma – cercò di convincermi
- è un modo gentile di dirmi che sono grassa? - lo provocai

Mi prese per mano, mi fece fare un giro su me stessa e sorrise.

- No al contrario sei in perfetta forma ma più andrai avanti con la gravidanza e più metterai peso quindi per evitare di diventare una barca andiamo a correre -

Mi spinse fino alla mia nuova camera e mi disse di prepararmi.

- Aspetta Liam! Non ho vestiti! - gli feci notare
- Per quello ci ho pensato io – mi disse prima di uscire

Ritornò dopo qualche minuto con in mano una tuta viola.

- Liam dove l'hai presa quella tuta? - chiesi stupita
- è di Victoria. Fino a quando non ti comprerai un guardaroba nuovo userai la sua roba – mi rispose porgendomi la tuta
- Davvero... non posso usarla potrei rovinarla –
- Ma va non ti preoccupare. Scommetto che nemmeno se ne accorgerà. Lei odia l'attività fisica – mi spiegò Liam
- Ok grazie – gli sorrisi e lui subito se ne andò per potermi far cambiare

Indossai quella tuta e per fortuna era della mia taglia. Speravo che Victoria non se ne accorgesse altrimenti scommetto che si sarebbe infuriata. Anche se non l'avevo mai vista da quello che avevo capito già mi stava antipatica. Una volta pronta raggiunsi il salotto dove mi aspettava Liam.

- Per fortuna portate la stessa taglia – mi disse prima di aprirmi la porta come un vero gentiluomo
- Prima le donne e i bambini – mi sorrise
- Ma grazie fututo dottor Payne – risposi fingendo un piccolo inchino
- Non c'è di che signorini Weather – disse chiudendo la porta di casa a chiave

Arrivammo sul marciapiede e Liam subito iniziò a correre mentre io cercavo di mantenere il suo ritmo ma era molto difficile vista la differenza di corporatura.

- Forza pigrona accelera il passo! - mi incoraggiò Liam più avanti
- Voglio vedere come ti sentiresti tu con un bambino dentro di te – risposi già con un po' di fiatone
- Non vorrei provare grazie – disse con una risata

Non risposi ma gli rivolsi un sorriso e lo raggiunsi.

- Lo vedi che ce la fai? -
- Zitto e corri ti prego – risposi con un finto tono arrabbiato

Ricominciammo a correre più lentamente questa volta per permettermi di proseguire più facilmente.

- Allora... ti piace correre – dissi per attaccare a parlare di qualcosa
- Si e non solo mi piace anche la box – rispose fiero di sé
- Bello! Anch'io la facevo ma ho dovuto smettere perché Dave non voleva – affermai sorpresa di questa cosa in comune
- Ragazzo geloso? -
- Più che geloso era … Ossessivo. Ti rendi conto che non potevo parlare con nessun ragazzo sennò lui pensava che lo tradivo? - risposi con una risata

Liam mi guardò scioccato e questo non fece altro che provocarmi una risata ancora più forte.

- Wow lo sai che succede lo stesso con Victoria? - mi disse
- Davvero? Dev'essere adorabile – risposi sarcastica
- Lo so che non sembra ma ha i suoi momenti di dolcezza – rispose con decisione
- Però senza offesa ma non ha gusto – risposi alzando le spalle
- Perché? -
- Ieri mi hai detto che non le piace la tua voglia quando invece è stupenda -

Arrossì di botto per il complimento e con le guance rosse era ancora più cucciolo!

- Direi che è ora di tornare a casa. Victoria dovrebbe essere a casa tra poco - mi informò
- Vic-Victoria? - chiesi allarmata
- Si, la ragazza che secondo te non ha buon gusto – mi rispose con un sorriso
- Non si arrabbierà del fatto che ora abito a casa vostra? - domandai in ansia
- Non preoccuparti. 1) quella è casa mia 2) sei mia ospite e 3) anche se le da fastidio io non ti lascio da sola per strada -

Mi sorprendeva sempre di più la disponibilità di quel ragazzo. Insomma nemmeno mi conosceva e già mi aveva aiutato tantissimo. Chi se lo sposa è davvero fortunata. Tornammo a casa (questa volta camminando per mia fortuna) e continuammo a ridere e scherzare, arrivati Liam aprì la porta e una volta entrati entrambi la richiuse alle sue spalle.

- Io ho bisogno di una doccia. Ci vediamo dopo – mi salutò prima di salire di sopra.

Visto che non volevo in alcun modo rovinare la tuta a Victoria andai nella mia camera e mi rimisi la maglia di Liam. Almeno se l'avessi sporcata Liam non si sarebbe arrabbiato. Riscesi in salotto e mi sedetti comodamente sul divano. Vidi sul tavolino almeno 20 telecomandi e prima di indovinare quello della TV al plasma dovetti provarli tutti facendo partire così: lo stereo, il ventilatore, l'allarme e il poggia piedi del divano. Come faceva a vivere Liam in quella casa era un mistero. Io dopo neanche un giorno solo: mi ero persa, avevo sbagliato tutti i telecomandi e se riuscivo a trovare la mia nuova stanza mi dovevo già ritenere fortunata. Dopo mezz'ora mi stancai della TV e la spensi. Presi il cellulare indecisa e se avvertire o no Lena che stavo bene. Alla fine decisi che non era il caso, in fondo ero un peso anche per lei. A distrarmi dai miei pensieri fu un rumore di chiavi inserirsi nella serratura della porta.

- Liamuccio! Sono tornata! - sentii una voce acuta peggio di una gallina fare il suo ingresso

Subito mi girai e mi ritrovai davanti una ragazza mora, alta 2 metri e quasi anoressica. Indossava una camicetta che dava poco all'immaginazione, una gonna molto aderente e dei tacchi alti minimo 20 cm. Mi alzai e la raggiunsi.

- E tu chi sei?! - mi chiese spaventata, schifata e confusa
- Piacere Emma – mi presentai porgendole una mano – tu devi essere Victoria vero? -
- Esatto. Sei un'amica di Liam? - disse dopo aver stretto leggermente disgustata la mia mano visto che in confronto a lei sembravo più a una barbona
- Più o meno – spiegai

Mi squadrò da capo a piedi e si soffermò molto sulla mia pancia.

- Ma quella maglia è di Liam? - mi chiese sempre più confusa
- Si me l'ha prestata. Io non ho altri vestiti -

Sbatté le ciglia (sicuramente finte visto che erano fin troppo folte per un misero mascara) più volte e stava per dire qualcosa se non fosse entrato Liam senza maglietta solo con i jeans a interromperla...





                                                                                                                                                    



                                                                                  
I did it with pleasure

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***





- Liamuccio! - urlò peggio di prima spaccandomi un timpano

Corse verso Liam e gli saltò praticamente addosso facendolo addirittura cadere. Non sapevo se aiutarlo o rimanere al mio posto. Victoria invece non smetteva di baciarlo su tutta la faccia e ogni minuto mi faceva sempre più disgusto.

- Non sai quanto mi sei mancato! -
- Amore anche tu ma puoi alzarti per favore? - confessò Liam più rosso di un pomodoro maturo

Non riuscivo a capire se lo fosse per l'imbarazzo o per le tracce di rossetto lasciate da quella specie di pazza. Victoria mi lanciò un'occhiata come per dire: “I cazzi tuoi no?” e si alzò risistemandosi la camicetta e la gonna.

- Si può sapere che ci fai ancora qui?! - mi chiese sempre più irritata Victoria
- Ma io veramente... - cercai di rispondere
- Amore è proprio quello che volevo dirti. Lei è Emma e rimarrà a vivere qui – mi interruppe Liam sorridendo e mettendomi un braccio intorno le spalle

Arrossii e abbassai la testa indecisa su cosa dire o fare. Victoria a quella risposta rimase pietrificata con gli occhi spalancati e il braccio, che aveva alzato poco prima nella classica posa da Miss Io Comando Il Mondo, bloccato.

- Liam sei impazzito per caso?! -
- Mai stato più cosciente in vita mia – rispose prontamente Liam

Ero sicura che Victoria volesse uccidermi o per lo meno strapparmi i capelli e in quel momento iniziavo a sentirmi in colpa perché non volevo rovinare anche il rapporto tra Liam e Victoria. Lui aveva in nemmeno 2 giorni aveva già fatto così tanto per me.

- Liam vieni con me un secondo – disse quella gallina a Liam muovendo il dito per farlo avvicinare

Insieme andarono in cucina e si chiusero dentro. Uno dei miei peggiori difetti era quello di essere troppa curiosa infatti anche in quell'occasione non riuscii a non sentire.

- Liam è una pazzia! È un'estranea! - cercava di urlare Victoria
- Allora 1) non urlare e 2) non voglio lasciarla da sola! L'ho conosciuta in ospedale e non ha nessuno! - spiegò Liam cercando di mantenere la calma
- Io quella in casa non ce la voglio! -

"Non sei l'unica tesoro” pensai tristemente. Ormai stavo perdendo le speranze e iniziai a pensare che anche Liam mi avrebbe abbandonata.

- Ma se nemmeno la conosci! -
- Perché tu si?! - 

Ci fu un momento di silenzio e dedussi che Liam stesse riflettendo su come rispondere. 

- È vero non la conosco ancora ma mi sembra una brava ragazza e non voglio lasciarla da sola soprattutto nelle sue condizioni – spiegò Liam con la sua solita calma
- È incinta vero? - chiese Victoria che sembrava aver ripreso la calma
- Si di 3 mesi e non ha nessuno quindi che ti piaccia o no Emma rimarrà con noi fino alla fine della gravidanza – concluse Liam

Non sentii più niente se non un rumore di tacchi avvicinarsi verso la porta. Avrai voluto scappare per non essere beccata a spiare ma purtroppo non riuscii a fare niente perché ormai la porta si era già spalancata all'improvviso e visto che io ci ero praticamente appoggiata caddi a terra proprio ai piedi di Victoria.

- Non solo non hai vestiti ma ora ti metti anche a spiare?! Bella coinquilina! - mi disse con le mani sui fianchi

Non risposi e lei se ne andò al piano di sopra tutto indignata. Cercai di rialzarmi ma mi riuscii piuttosto faticoso con la pancia che avevo così Liam subito si precipitò ad aiutarmi.

- Ti sei fatta male? - mi domandò preoccupato
- No non preoccuparti sto bene – lo rassicurai

Mi aiutò ad alzarmi e una volta in piedi mi risistemai la maglia di Liam per non far vedere troppo le gambe.

- Sicura che va tutto bene? - mi richiese
- Sisi tutto benissimo. Sto bene – risposi sempre più rossa e imbarazzata per la mia figura di merda colossale
- Vado a parlare con Victoria – mi disse Liam

Annuii leggermente ma prima di lasciargli salire le scale gli afferrai leggermente il polso facendolo così girare verso di me con una faccia interrogativa.

- Cosa c'è? -
- Scusa... -
- Per cosa? - mi chiese confuso
- Per aver origliato non dovevo farlo – risposi abbassando la testa sentendomi in colpa

Lui invece di rispondere mi sorrise e mi strinse tra le sue braccia in un abbraccio. Ero rimasta leggermente scioccata da quel gesto improvviso ma per non sembrare impaurita ricambiai l'abbraccio.

- Ti capisco. Al posto tuo avrei fatto lo stesso e non preoccuparti di Victoria, le farò cambiare idea e magari diventerete anche amiche – mi tranquillizzò ancora tenendomi stretta facendo attenzione a non schiacciarmi la pancia

Annui leggermente, anche se dubitavo della sua ultima frase, e rimanemmo abbracciati ancora per qualche minuto. Venimmo interrotti dall'entrata di Victoria che nel frattempo si era cambiata sostituendo quegli abiti mini a dei leggins e una canotta. Appena ci vide abbracciati si irritò anche più di prima e mi staccai subito da Liam. Diventammo entrambi rossi e appena Victoria andò in cucina passando tra di noi scoppiammo entrambi a ridere. Entrammo anche noi e trovai Victoria nell'intento di cercare qualcosa di commestibile.

- Visto che vivrai qui con noi perché non ti rendi utile? - mi rimproverò Victoria chiudendo un cassetto
- Che devo fare? - chiesi allegra
- Ma non preoccuparti non devi fare niente – mi rispose Liam
- Scusa Liamuccio ma non sono d'accordo. Facciamo così: tu ti occupi della casa e noi ti facciamo restare ti va bene? - mi propose quella gallina con un sorrisetto stronzo

Liam la fulminò con lo sguardo ma Victoria non ci fece nemmeno caso e continuò a guardarmi come una vipera mentre aspettava una mia risposta.

- Certo mi sembra giusto – risposi semplicemente annuendo
- Ma non serve! Davvero – mi tranquillizzò Liam
- Nono sono d'accordo. Sono abbastanza brava nelle pulizie -
- Oh ma non solo cara. Cucinerai e tutto il resto. Altrimenti quella è la porta – mi indicò la porta quella specie di essere

Annuii e la raggiunsi per cercare qualcosa da preparare. Intanto sia Victoria che Liam uscirono dalla cucina: lei sculettando soddisfatta e lui cercando di convincerla che non serviva. Per fortuna avevo sempre aiutato mia madre nelle faccende di casa quindi sapevo fare un po' di tutto e avendo origini italiane me la cavavo bene anche in cucina. Per quel giorno avevo deciso di preparare della semplice pasta alla carbonara che alla fine piaceva a tutti. Prima di iniziare preparai la tavola ma ebbi un po' di difficoltà nel trovare tutto. Una volta preparati sia la tavola che i piatti li chiamai e in men che non si dica arrivò subito Liam mentre si strofinava le mani dalla fame.

- Ma che buon profumino! Cos'è? - mi chiese avvicinandosi a me e cercando di sbirciare
- No! Siediti e assaggia poi ti dirò cos'è – scherzai

Lui subito si sedette tutto trepidante e questo non fece altro che farmi ridere. Sembrava un bambino. Gli poggiai il piatto davanti e lui subito iniziò a mangiare. Wow aveva davvero fame! Nel frattempo entrò anche Victoria che al contrario di Liam rimase schifata dal profumo in cucina.

- Che schifo! Che cos'è questa puzza?! - esclamò tappandosi il naso
- Amore è buonissimo e anche il piatto. Complimenti davvero! - si congratulò Liam
- Bhe... Grazie. È una ricetta italiana -

Mi sedetti anch'io e iniziai a mangiare insieme a Liam mentre Victoria camminava per la cucina.

- Cerchi qualcosa? - domandai vedendo che non si era nemmeno seduta
- Si sto cercando qualcosa di leggero. Io quella bomba di carboidrati non la mangio! Non voglio mica diventare come te! - rispose schifata guardando il mio piatto di pasta
- Victoria! - la sgridò Liam
- Che c'è? - chiese ingenuamente Victoria
- Non offendere! Stai benissimo non ascoltarla – mi assicurò Liam con un occhiolino

Arrossii ma non risposi e continuai a magiare insieme a quella specie di cucciolo.

- Mi sono stancata io oggi non mangio! - urlò seccata Victoria per poi uscire e andare al piano di soprattutto
- Mi dispiace non sapevo che non mangiava carboidrati – mi scusai con Liam visto che ormai eravamo rimasti da soli
- Non preoccuparti quando avrà fame mangerà non sei la sua schiava – mi rispose alzando le spalle con noncuranza

Finimmo di mangiare mettemmo i piatti nel lavandino e Liam mi aiutò a lavarmi. In un quarto d'ora scarso riuscimmo a finire e decidemmo di guardare un film in salotto.

- Che genere di film ti piace vedere? - mi chiese mentre cercava nella miriade di DVD che aveva
- Bhe... So che sembra infantile ma.... Adoro la Disney – confessai imbarazzata
- Non ci credo! - rispose ad occhi spalancati
- Non saresti il primo a prendermi in giro -
- Non ne ho intenzione! Anch'io amo la Disney! - urlò dalla felicità

Rimasi piacevolmente sorpresa e insieme iniziammo a saltare sui divani come bambini. La scena può sembrare infantile ma per me era molto tenera. Una volta stanchi scoppiammo entrambi a ridere e Liam si decise a mettere Lilly e il Vagabondo.

- Può sembrare stupido ma io ho pianto quando l'ho visto – confessai ancora sorridendo per i gusti in comune
- Anch'io ma il mio film preferito rimane Toy Story 3 -
- Ottima scelta – mi congratulai stringendogli scherzosamente la mano

Ride anche lui per questo mio gesto buffo e appena il film iniziò prestammo entrambi attenzione a quel capolavoro Disney. Che bello!

 

                                                                                               I'll never leave you alone




Come sapete io non scrivo l'angolo autrice in questa storia ma oggi faccio un'eccezione perché 1) oggi è il 3 anniversario degli 1D e 2) ieri è uscito il video di Best Song Ever
Allora riguardo al 3 anniversario dei ragazzi voglio solo ringraziarli di esistere e di aver dato una ragione alla mia inutile vita. Non potrei vivere senza di voi e I will be a Directioner forever! It's a promise! <3 :') 
Invece riguardo al video sono felice di annunciare che lo AMO letteralmente  e da ieri lo avrò visto più o meno un miliardo di volte :') ho finito. Alla prossima <3

THANK YOU SO MUCH GUYS!I LOVE YOU ONE DIRECTION <3

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***






Come sempre all'ultima scena del film piansi come una fontana. Mi succedeva sempre con ogni film della Disney, era più forte di me. La cosa bella era che piangevo alla fine dei film Disney ma per esempio nei film drammatici non versavo una lacrima! Mi girai verso Liam e vidi che anche lui era sul punto di piangere.

- Liam tutto ok? - chiesi accarezzandogli una spalla
- Sisi... è che non riesco a trattenermi – rispose asciugandosi una lacrima ribelle e sorridendo

Ero sempre più convinta che Liam fosse un ragazzo diverso dagli altri. Non lo conoscevo bene anzi, era quasi uno sconosciuto, ma già dal fatto che non si vergognasse a piangere davanti un film era qualcosa di unico. Sorrisi davanti a quella scena tenera e mi avvicinai per abbracciarlo.

- Guarda anch'io piango – dissi continuando a sorridere

Mi guardò in faccia e vedendo i miei occhi rossi esattamente come i suoi ricambiò il sorriso.

- Allora che succede qui? - disse una voce dalle scale

Ci girammo verso Victoria e la vedemmo con una di quelle maschere verdi che si fanno nei centri estetici che tra l'altro mi aveva sempre fatto schifo visto che puzzava come non so cosa!

- Abbiamo appena guardato un film – risposi asciugandomi le lacrime e stringendomi la coda
- E c'è bisogno di piangere? - chiese stupita lei

“Sai non siamo mica tutti come te!” avrei voluto risponderle ma mi trattenni per non sembrare maleducata.

- Era un film commovente – rispose tranquillamente Liam
- Immagino catastrofico visto come siete ridotti. Soprattutto tu Emma – disse squadrandomi da capo a piedi

“Ma ti sei guardata allo specchio?!” pensai ma con un bel respiro riuscii a restare zitta visto che avevo una voglia sfrenata di strapparle tutte quelle extension una per una!

- No anzi tutt'altro – risposi
- Non ditemi che erano uno di quei film della Disney per poppanti?! - domandò cominciando a far funzionare uno di quei pochi neuroni che si ritrovava
- Eh già! Non ti piacciono? - domandai già conoscendo la risposta
- Per carità! Sto cercando di far smettere Liam con queste stupidaggini e tu continui a farglieli vedere?! - mi incolpò
- Victoria non ti scaldare! Emma non centra niente. Sono stato io a mettere un film Disney visto che anche lei li adora – spiegò alzandosi dal divano Liam

Victoria non vedeva l'ora di incolparmi di qualsiasi cosa per potermi sbattere fuori di casa peccato che contro Liam non poteva dire niente.

- Va bene dai non fa niente. Comunque preparati che dobbiamo uscire – disse velocemente Victoria andando in bagno per togliersi quella mer...meraviglia dalla faccia
- Dove andiamo? -
- Liamuccio! Non ti ricordi che oggi devo andare a comprare un guardaroba nuovo?! - chiese dispiaciuta Victoria
- Sono già le 3. Muoviamoci – rispose Liam visibilmente scocciato

Da un lato lo capisco: a quale ragazzo su questa Terra piacerebbe seguire la propria fidanzata nei negozi?! Neanche un santo come Liam potrebbe sopportarlo. Entrambi salirono al piano di sopra e io rimasi ancora seduta sul divano come una fessa. Immaginavo che non mi avrebbero voluto tra i piedi per questo avevo preferito rimanere in disparte. Dopo non molto Liam scese e vedendomi ancora non preparata mi guardò stupito.

- Emma dai preparati dobbiamo uscire! - mi disse prima di avvicinarsi a me e spingermi letteralmente di sopra
- Liam mica vengo così! - dissi girandomi verso di lui e indicandomi
- Appunto! Cambiati! -
- E con cosa?! - gli feci notare scuotendo la testa
- Aspettami qui -

Mi lasciò in mezzo al corridoio con le braccia incrociate. Sinceramente l'ultima cosa che mi andava di fare era seguire come una schiava Victoria e il suo Liamuccio in giro per negozi.

- Puoi metterti questi – mi propose Liam dietro di me e facendomi così morire di paura
- Liam che spavento! - dissi mettendomi una mano sul cuore
- Scusa non volevo comunque ecco qua – rispose alzando dei vestiti che mai avrei indossato
- Liam mi stai prendendo in giro?! Io non posso mettermi questa roba! - urlai
- Perché? - mi domandò ingenuo
- Allora 1) sono stroppo mini 2) sono incinta e li allargo e 3) non ho mai messo roba così e mai la metterò! -
- Dai Emma dovrai accontentarti dei vestiti vecchi di Victoria finché non avrai un guardaroba nuovo quindi ora basta lamentele e corri a cambiarti – concluse prima di spingermi e chiudermi in camera mia

Una cosa era certa: quella sarebbe stata la prima e ultima volta che mi facevo prestare dei vestiti da Victoria! Mi cambiai più velocemente possibile e corsi (per modo di dire visto che avevo dei tacchi alti 15 cm) verso il bagno per sistemarmi i capelli. Mi sentivo ridicola: i pantoloncini arrivavano a mala pena al sedere, il top era minuscolo e lasciava in evidenza la pancia. Di solito una ragazza o una donna incinta cerca di nascondere la pancia, ecco io per colpa di quella tr...tranquillissima ragazza sarei stata la prima a girare con il pancione scoperto! Uscii a passi lenti dal bagno e scesi le scale altrettanto lentamente. Trovai in salotto Liam tutto preparato che indossava un jeans nero, una maglietta nera, una felpa verde e delle converse bianche. Non appena sentì i tacchi sulle scale si girò verso di me aspettandosi di trovare Victoria ma non appena mi vide assunse un'espressione strana: metà scioccata e metà contrariata. Scosse la testa ripetutamente e io invece annuii per fargli capire che ero ridicola.

- Sai credo che tu abbia ragione... Non è proprio il massimo... - cercò di dire sempre più imbarazzato
- Ma va? - domandai sarcastica
- Scusa è che... Addosso a Victoria era... diverso -
- Forse perché lei non è incinta? -
- O forse perché non sono obesa come te – rispose Victoria alle mie spalle in attesa di poter scendere le scale
- Victoria! - la sgridò Liam
- Sei fortunata che questi stracci sono della vecchia stagione e mi fanno schifo altrimenti stai pur certa che ti avrei fatto uscire in pigiama! - rispose sghignazzando quell'oca in calore

Preferii non dire niente e continuare a camminare verso la porta. Liam e Victoria mi raggiunsero poco dopo e tutti insieme andammo in macchina.
Il viaggio in auto proseguii solo con le chiacchiere infinite e fastidiose di Victoria sulla nuova collezione di Louis Vuitton e di Chanel che “dovevano essere sue!” e con Liam che annuiva senza rispondere. Ero più che sicura che non la stesse nemmeno ascoltando, in effetti a chi mai importerebbe di “un vestito corto rosa assolutamente divino!”?! Nessuno! Arrivati al centro commerciale ci dirigemmo tutti e 3 verso l'entrata, ovviamente Liam e Victoria camminavano davanti a me mano nella mano mentre io cercavo di coprirmi il più possibile la pancia (cosa assolutamente impossibile). Più camminavamo e più mi sentivo osservata. Certo non è normale vedere una sedicenne incinta con il pancione in bella vista. Il primo negozio dove Victoria di fiondò letteralmente dentro fu Louis Vuitton. Passammo 2 ore sottolineo 2 ore in quel benedetto negozio! Ero più che sicura che me li sarei sognati pure la notte tutti quei vestiti! Quando Liam aveva da ridire su qualcosa (cosa molto rara) a Victoria bastava sbattere le sue ciglia finte per essere accontentata e in mente mia pensavo: “Che viziata del cazzo!”. Dopo ben 2 ore lì dentro, 10 sacchetti e quasi 2,000 £ per tutto finalmente Victoria si decise ad andare in altro negozio: Gucci. Wow Liam deve essere più ricco dello stesso Gucci!

- Santo cielo non ce la faccio più! - disse Liam lasciando cadere tutti i sacchetti e sedendosi su una sedia
- A chi lo dici – concordai per poi fare le stesse cose che aveva fatto lui
- Ehi bellezza in bicicletta! Sta attenta! Ci sono orecchini, bracciali, collane e anelli in quelle buste che costano più di te – mi disse Victoria avvicinandosi per far vedere il famoso vestito divino di cui parlava in macchina

Se ci fosse stata Lena in quel momento le avrebbe risposto: “Bellezza di silicone chiudi la bocca o la gente nel centro commerciale penserà che si è attivato l'allarme antincendio”. Già Lena... Chissà se era preoccupata almeno un pochino per me...

- Emma tutto bene? - mi riportò alla realtà Liam mettendomi una mano sulla spalla
- Eh? Sisi tutto ok -
- Senti a te non serve niente? - mi chiese scocciata Victoria
- No non preoccuparti questo non è il genere di negozi che frequento – spiegai sorridendo
- Bhe certo si capisce dal primo sguardo – sussurrò Victoria cercando di non farsi sentire da Liam

Decisi di lasciar perdere perché tanto son serviva a niente perdere tempo e fiato con quell'oca. Ero sempre stata una ragazza abbastanza calma e gentile e non sarebbero state di certo delle provocazioni a farmi innervosire. Finalmente verso le 7 uscimmo da quel benedetto centro commerciale e tornammo a casa. Non vedevo l'ora di togliermi quei tacchi che mi facevano un male incredibile ma soprattutto quel top mini con cui sembravo una spogliarellista. Durante il viaggio di ritorno Victoria ricominciò a parlare di cose inutili e Liam ormai stanco delle sue chiacchiere alzò il volume della radio per coprire la sua voce. Saggia decisione Liam! Una volta attraversato il cancello tirai un sospiro di sollievo, avevo solo voglia di una doccia fredda e un libro da leggere. Purtroppo le mie aspettative si ruppero una per una quando Victoria scese dalla macchina più veloce di un fulmine e si dimenticò di tutte le buste che aveva lasciato.

- Victoria le buste! - la avvertì mentre lei cercava di aprire la porta di casa
- E tu che ci stai a fare? - rispose ovvia
- Victoria dai! - la rimproverò Liam
- Scusa gli accordi sono accordi! -

Annuii e aiutai Liam a portare tutte quelle buste dentro casa.

- No Emma non preoccuparti! Non puoi fare sforzi! -
- Dai sono solo un po' di buste. Che vuoi che sia! - sorrisi per tranquillizzarlo
- Sicura? -
- Si non fa niente -

All'improvviso sentii una fitta incredibile alla pancia e lasciai cadere tutte le buste che avevo in mano facendo così girare Liam.

- Emma! - gridò venendo da me
- Non preoccuparti va tutto be... Ah! -
- Calmati! Dai entriamo in casa e rilassati -

Anche in quella situazione Liam aveva una calma incredibile. Non so da dove la prendeva ma riusciva a essere calmo mentre io stavo morendo di paura. Ero piegata in avanti con Liam che mi accarezzava la schiena e mi aiutava a avanzare di qualche passo. Una volta entrati mi fece stendere sul divano.

- Non preoccuparti va tutto bene. Domani mattina vieni in ospedale con me e vediamo che è successo ok? - mi disse accarezzandomi i capelli
- Liamuccio ho una fame! Oddio che è successo? - chiese Victoria scendendo le scale
- Ha avuto una fitta alla pancia. Senti Victoria io rimango a farla calmare tu vai a prendere le buste fuori -

Sbuffando quell'oca uscii a prendere i suoi acquisti mentre Liam andava in cucina per prendermi un bicchiere d'acqua. All'improvviso ebbi il terrore che il bambino non stesse bene e avevo solo bisogno di un abbraccio di qualcuno a cui importava sul serio di me. Iniziai a piangere dalla disperazione e vedendomi in quello stato penoso Liam si sedette ai piedi del divano iniziando a farmi tranquillizzare.

- Ehi andrà tutto bene non sei sola. Ci sono io qui -
- Lo so ma ho bisogno di mia madre, di Lena e nonostante mi abbia abbandonato ho bisogno di sentirmi amata da qualcuno come mi faceva sentire Dave – risposi tra le lacrime
- Io non potrò mai sostituire l'amore di queste persone visto che ci conosciamo da poco ma prometto che non ti abbandonerò come loro, ti starò vicino e ti aiuterò con la gravidanza. È una promessa – disse mettendosi una mano sul cuore e guardandomi negli occhi

Annuii e lo abbracciai per smettere completamente di piangere. Ecco era quello di cui avevo più bisogno.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***







Mi svegliai grazie ai raggi del sole provenienti dalla finestra. Cercai di alzarmi leggermente ma feci molta fatica per colpa di un dolore fortissimo alla pancia. Preferii non urlare dal dolore per evitare di svegliare sia Liam che Victoria e facendo lunghi respiri cercai di placare quel dolore atroce. Per fortuna era leggermente diminuito da ieri sera. Continuando a respirare profondamente mi alzai dal letto e andai al piano di sotto. Scendendo le scale iniziai a sentire delle voci e non ci voleva molto per capire chi fossero.

- Liamuccio stasera voglio portarti in un posto speciale -
- Tesoro scusa ma preferirei stare vicino a Emma. Mi ha spaventato la fitta che ha avuto ieri sera -

Rimasi ferma, come pietrificata perché le parole di Liam mi avevano sorpresa e non poco. Liam aveva rinunciato a una sera con la sua ragazza... per me?

- Pensi sempre a quella! Sono due giorni che è qui e già non fai altro che pensare a lei! - urlò Victoria
- Victoria non è così! Sono solo preoccupato tutto qui! -
- Si certo e intanto quella che ci rimette sono io! Senti fai quello che vuoi, io però stasera esco a divertirmi! -

Sentii dei passi verso le scale quindi feci finta di essere appena arrivata e di non aver sentito niente. L'ultima cosa che volevo era fare un'altra figuraccia con Victoria. Una volta trovate faccia a faccia Victoria mi guardò come se volesse uccidermi con lo sguardo.

- Buongiorno – dissi sorridendo
- Fottiti – mi rispose per poi salire le scale e darmi una spallata superandomi

Feci finta di niente e continuai a scendere le scale. Una volta davanti alla porta vidi in cucina Liam davanti al tavolo con le mani nei capelli mentre stava sbuffando rumorosamente.

- Buongiorno -
- Emma! - mi rispose sorridendo
- Ehi! - ricambiai il sorriso

Mi avvicinai a lui e anche se stava sorridendo si vedeva lontano un miglio che era triste.

- Ehi tutto bene? - chiesi poggiandogli una mano sulla spalla
- Eh? Si... tutto ok – rispose con non molta convinzione
- Sai... mia nonna mi diceva sempre che chi si fa i fatti suoi campa 100 anni e aveva sempre ragione. Per questo non voglio indagare ma sappi che se vuoi parlare io ci sono – lo tranquillizzai

Sorrise e senza rispondere mi abbracciò.

- Grazie Emma davvero – disse ancora abbracciato a me
- E di cosa? -
- Di essere te stessa, di non smettere mai di sorridere e di aiutare chiunque -
- Ma dai! Lo faccio con piacere -

Ci staccammo dall'abbraccio e per non farlo ricadere nella tristezza cercai di sfoderare il mio sorriso migliore.

- Allora io e questo mostriciattolo abbiamo una fame da lupo! Hai già mangiato? - chiesi sempre sorridendo
- Veramente no – confessò mettendosi una mano sullo stomaco
- No?! Liam Payne che non ha mangiato prima delle 9?! Quale oltraggio! Dobbiamo rimediare! - dissi in tono scherzoso

Lui scoppiò a ridere e iniziò a mettere le cose in tavola mentre io preparavo il caffè. Una volta preparato tutto ci sedemmo e iniziammo a mangiare. Istintivamente allungai la mano verso la macchinetta del caffè ma Liam mi bloccò il passaggio guardandomi come uno che la sa lunga.

- Che mi avevi promesso? - mi chiese guardandomi male

Lo guardai con uno sguardo interrogatorio e lui sorrise.

- Mi avevi promesso che non avresti più bevuto caffè in gravidanza -
- Aaa è vero. Ti prego possiamo fare un'eccezione? Senza caffè non riesco a svegliarmi bene – risposi facendo la mia faccia da cucciola che faceva sciogliere chiunque
- Non guardarmi così... -

Io continuai a guardarlo in quel modo e iniziai anche a sbattere le ciglia velocemente.

- Così non vale! -
- Ti prego ti prego ti prego ti prego! -
- Uff e va bene ma poco -
- Siiii grazie -

Iniziai a versare un po' di caffè nella mia tazza di latte continuando a guardare Liam che non faceva che fissare il caffè.

- Emma basta! Te lo vuoi finire?! -
- Dai è pochissimo! - mi lamentai
- Pochissimo?! Ne hai messo mezza macchinetta! -
- Uffa -

Poggiai la macchinetta del caffè e iniziai a mischiare il mio cappuccino. Una volta finito lo avvicinai alle labbra e ne bevvi pochi sorsi per non scottarmi la lingua. Ma pochi sorsi bastarono per farmelo quasi sputare. Una volta ingoiato feci una faccia schifata e Liam mi guardò stranito.

- Emma che c'è? -
- Fa schifo! -urlai continuando a fare facce disgustate

Lo assaggiò anche lui ma al contrario di me annuii soddisfatto.

- è buono – disse continuando a bere
- Ma sei scemo?! Fa schifo! -

Mi alzai e andai a vedere la marca di quel caffè assolutamente orribile. Lessi la marca e la provenienza e allora capì tutto.

- Liam tu compri del caffè fatto qui in Inghilterra? -
- Prendo il primo che capita perché? -
- Ecco perché fa schifo! Io bevo sempre il vero caffè italiano e quello si che si può definire caffè – dissi posando il pacchetto
- Gli italiani da quello che posso capire hanno il cibo migliore – disse bevendo l'ultimo sorso di quella “sostanza”
- Dobbiamo andare a fare la spesa! Sta finendo tutto e ti prometto che finché rimarrò qui ti farò assaggiare almeno una volta il vero caffè italiano – dissi mettendomi una mano sul cuore
- Va bene dai comunque io devo andare in ospedale e ci vieni anche tu quindi vatti a cambiare – mi disse per poi spingermi di sopra
- Liam è mai possibile che ti dimentichi sempre che non ho vestiti?! -

Mi fece andare in camera mia e andò a prendere altri vestiti di Victoria. Non vedevo l'ora di andarmi a comprare dei vestiti decenti. Dopo pochi minuti Liam ritornò con i “miei” vestiti. Inutile dire che erano inguardabili per me, l'unica cosa positiva questa volta erano le converse bianche. C'era qualcosa che non quadrava.

- Liam, Victoria indossa le converse?! - chiesi sorpresa
- No. Io le adoro e le ho regalato questo paio ma non le ha mai messe – rispose continuando a sorridere ma con un'espressione triste in faccia

A volte mi dispiaceva vedere Liam con Victoria perché erano l'opposto l'uno dall'altra e si vedeva che Liam avrebbe avuto un esaurimento nervoso da lì a poco.

- Comunque grazie -
- Di niente. Alle dieci dobbiamo stare lì – mi avvertii
- Liam io non ci metto secoli a prepararmi -
- Oh meno male! Sono abituato a Victoria che ci mette anni per vestirsi – confessò per poi uscire dalla stanza

Iniziai a vestirmi e una volta finito andai in bagno per sistemarmi i capelli. Andavano abbastanza bene quella mattina fortunatamente. Uscii sentendomi leggermente a disagio per il top troppo corto ma non ci feci caso e raggiunsi Liam al piano di sotto.

- Wow stai proprio bene oggi! -
- Liam sorvoliamo per favore -
- Ok scusa – si scusò ridendo – Victoria!
- Eccomi eccomi quanta fretta! - rispose scendendo le scale con il suo solito completo da z... lasciamo perdere – oh vedo che quelle scarpe orribili hanno trovato una nuova proprietaria! Meno male non ce la facevo più a vederle in giro!
- Non ti piacciono le Converse? - chiesi ingenuamente
- Ovvio che no! Come dice la mia migliore amica: meglio un paio di tacchi scomodi ma bellissimi che un paio di sneakers comode ma orribili -

Ero leggermente contraria a quell'affermazione ma annuii per farla contenta e tutti insieme andammo all'ospedale. Da quello che avevo capito Victoria era un'infermiera e Liam un tirocinante. Non sapevo perché ma avevo la sensazione che fosse stato proprio Liam a trovare un posto di lavoro a Victoria... In ogni caso non erano fatti miei e non avrei di certo indagato sull'argomento. Una volta arrivati ci dirigemmo tutti e 3 verso l'entrata ma Liam e Victoria si comportavano come due perfetti colleghi: niente moine, niente bacetti, niente mani incrociate o roba del genere. Eravamo pur sempre in un ospedale.

- Liamuccio ci vediamo dopo – disse Victoria prima di stampargli un sonoro bacio sulla guancia e andare alla sua postazione sculettando come sempre

Liam invece mi fece segno di seguirlo verso il reparto per le ecografie. Entrammo in una delle stesse stanze e notai che era la stessa stanza dell'altro giorno.

- Aspettami un secondo – disse prima di infilarsi il camice e uscire dalla stanza

Non sapendo che fare iniziai a guardarmi intorno ma non vidi niente di nuovo. Pareti bianche, un lettino, un monitor e tutti gli attrezzi per un'ecografia. Notai però una cosa che l'altro giorno non c'era: attaccato a uno schermo luminoso bianco c'erano delle foto di un'ecografia e leggendo sopra il nome: Emma Weather capii che erano le mie. Mi avvicinai per vederle meglio e quando guardai il mio bambino in quelle foto sentii un brivido in tutto il corpo. Non ci potevo credere: quell'esserino così piccolo era dentro di me e io ero sua madre. Peccato che avesse un padre stronzo come nessun altro. In quel momento tanti dubbi e domande si fecero spazio nella mia mente: “e se non fossi all'altezza?” “E se mio figlio non avrà la vita che merita?” Ero così immersa nei miei pensieri che non mi accorsi nemmeno che Liam era ritornato con il dottor Johnson accanto.

- Emma tutto ok? - mi riportò alla realtà Liam mettendomi una mano sulla spalla
- Eh? Sisi stavo solo... niente. Buongiorno dottore – salutai cordialmente il dottore
- Buongiorno Emma allora... Liam mi ha riferito che ieri sera ti sei sentita poco bene -
- Si ho avuto una fitta terribile alla pancia e anche stamattina appena sveglia ho avuto una fitta simile – iniziai a spiegare
- Sei al terzo mese vero? -
- Si, 3 mesi e mezzo -

Il dottore assunse un'espressione preoccupata e lì iniziai ad agitarmi.

- Dottore, è normale vero? - chiesi cercando di mantenere il controllo
- Bhe Emma sarò sincero: al 3 mese non è normale avere fitte alla pancia. Ma non agitarti ora controlliamo subito -

Mi fece accomodare sul lettino e iniziò a spalmare il liquido sulla mia pancia mentre Liam era seduto accanto a me su una sedia e cercava di farmi calmare stringendomi la mano. Quando apparvero le immagini sullo schermo il dottore si mise gli occhiali e iniziò a osservare attentamente. Faceva facce tutte strane: annuiva poi scuoteva la testa, sgranava gli occhi poi li socchiudeva, a volte inclinava la testa. Non si capiva cosa faceva! Guardai Liam cercando di capire e lui mi sorrise come per dirmi: “Tranquilla andrà tutto bene!”. In quel momento, vedendo quel sorriso sincero mi tranquillizzai e aspettai più pazientemente la fine dell'ecografia continuando a stringere la mano di Liam. Capii che il dottore aveva finito quando vidi che si tolse gli occhi e mi guardò con un mezzo sorriso.

- Allora? - domandai
- Sta bene ma... -

In un attimo ebbi un brivido di terrore e stavo per scoppiare a piangere esattamente come avevo fatto la sera prima. Iniziai a respirare pesantemente e Liam quando se ne accorse mi strinse ancora di più la mano e me la baciò dolcemente.

- Emma calmati sta bene – mi tranquillizzò il dottore
- Ma sta bene perché lei è così preoccupato?! E perché ho avuto quei dolori tremendi?! -
- Erano una specie di avvertimenti. Significa che hai fatto troppi sforzi e ti sei stressata troppo. Questo è il periodo più delicato per te e fare troppi sforzi o agitarsi troppo fa male al bambino – mi spiegò prendendomi la mano e accarezzandomela

Annuii tirando un sospiro di sollievo e Liam riuscì a respirare regolarmente di nuovo. Mi faceva piacere vederlo così preoccupato per me e il bambino.

- Questo significa che d'ora in poi i sacchetti di Victoria non li porterai più ok? - mi chiese sorridendo Liam

Per risposta ricambiai il sorriso e mi pulii la pancia. Una volta alzata allungai la mano al dottore e quando lui me la strinse ricambiai molto volentieri la stretta.

- Dottore davvero non so come ringraziarla – dissi piena di gratitudine
- Non preoccuparti Emma. È stato un piacere e poi è il mio lavoro -
- Io... Grazie -
- Non c'è di che – mi sorrise

Mi avviai verso la porta ma prima di uscire il dottore si rivolse verso Liam.

- Scusa Liam quali sacchetti di Victoria? - chiese ridendo
- Ieri siamo andati a fare shopping e ha svuotato tutti i negozi come al solito – rispose sorridendo Liam
- Anche tu hai dovuto comprare un vestito assolutamente DI-VI-NO? -
- Si secondo Victoria è PER-FECT! -
- Anche mia moglie voleva un vestito rosa corto visto che è appassionata di moda e mi è costato più quello che tutto il mutuo – rispose il dottore continuando a ridere

Liam allora si mise accanto a lui e insieme fecero un gesto con la mano e dissero con una voce da gay: “Ma era PER-FECT!”. Vedendoli scoppiai a ridere anch'io e mi dovetti anche asciugare la lacrime. Il dottore al primo incontro non mi era sembrato molto simpatico ma lo avevo giudicato male. Se si lasciava andare era un uomo simpaticissimo. Una volta finito di ridere lo salutammo e uscimmo dalla stanza senza smettere di sorridere.

Che gente simpatica!


                                                         
You're PER-FECT!

                                       



Il completo di Emma:

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***




                                    



- Certo che è simpatico il dottor Johnson alla fine! - esclamai sempre sorridendo camminando per il corridoio affianco a Liam
- Eh già. Sembra cupo e antipatico ma alla fine è tutto tranne che quello – rispose continuando a camminare con le mani nel camice
- Scusa Liam ma io ora che faccio? - domandai tornando seria
- Bhe... Io non ho ancora finito qui, magari puoi vedere se Victoria ha finito così potete tornare a casa -
- Lei ha la patente?! - chiesi sorpresa con gli occhi sgranati

Sinceramente non riuscivo a immaginarmi Victoria al volante di una macchina. Le si sarebbe potuta spezzare un'unghia.

- è un po' complicato perché lei ha la patente ma non guida – rispose un po' imbarazzato

Cioè la sua ragazza ha la patente e non guida e lui è quello imbarazzato?! Spiegatemi la coerenza di questa cosa!

- In che senso non guida? -
- Bhe... Le fa schifo guidare -
- Ma woow – risposi guardando da un'altra parte

Trovatemi un'altra ragazza a cui fa schifo guidare e vi do un oscar!

- Vabbè dai vado a cercarla. Dove la posso trovare? -
- è l'aiutante del dottor Johnson quindi adesso dovrebbe trovarsi dai suoi pazienti o nell'ufficio del dottore -
- Ok grazie ci vediamo a casa oppure ci vediamo all'entrata –

Scoppiò di nuovo a ridere e dopo pochi secondi iniziai anch'io. La sua risata era qualcosa di troppo contagioso. Lo salutai con la mano e prendemmo strade diverse. Ok dovevo solo capire qual era lo studio del dottor Johnson e avevo fatto. Peccato che in quell'ospedale c'erano più dottori che pazienti. Iniziai a camminare per il corridoio prestando attenzione a ogni ufficio che mi capitava davanti fino a quando non arrivai alla fine senza risultato. Mi guardai intorno cercando qualcuno in grado di darmi delle informazioni e fortunatamente trovai la stessa infermiera che mi aveva affidata a Liam il giorno dell'ecografia.

- Ciao Emma! - mi salutò non appena mi vide
- Salve – ricambiai sorridendo

Si avvicinò e mi sorrise subito. Il giorno dell'ecografia non avevo fatto molto caso al suo aspetto fisico: era una donna sulla quarantina con i capelli biondo scuro e gli occhi azzurri, era piuttosto in forma nonostante la sua età.

- Come mai da queste parti? Per la tua prossima ecografia manca ancora un bel po' – mi disse guardandomi incuriosita
- Non sono qui per l'ecografia. Il fatto è che ieri non mi sono sentita bene, ho avuto dei dolori fortissimi alla pancia e Liam ha detto che era meglio se venivo a controllare – iniziai a spiegare
- Liam?! Vi state sentendo?! Ma è fantastico! - mi disse sorridendo ancora di più
- Nono ha capito male. Io e Liam siamo solo amici. Solo che non avendo un posto dove stare lui mi ha offerto di andare a stare a casa sua -

Perse subito un po' di quell'euforia di qualche minuto prima ma non smise di sorridermi.

- Io l'ho sempre detto che quel ragazzo ha un cuore enorme -
- Ha ragione. È un ragazzo speciale – confessai annuendo
- Ti prego non darmi del “lei”! Mi fa sentire ancora più vecchia di quel che sono! Chiamami Mandy - 
- Ok Mandy – risposi iniziando a ridere
- Stai cercando qualcuno vero? Sembri persa -
- Si infatti. Sto cercando Victoria, la ragazza di Liam -
- Victoria?! Che ci devi fare con quella... - si guardò intorno per accertarsi che nessuno la sentisse e una volta certa riprese a guardarmi – Troia?

Rimasi con gli occhi spalancati e letteralmente senza parole. Una sua collega le dava della troia?! Bhe in effetti chi non la chiamerebbe così?

- Mandy! - la sgridai
- Che c'è? Non dirmi che non hai pensato la stessa cosa appena l'hai vista! Ha più silicone lei che un chirurgo plastico! E poi lo potresti capire anche da come si veste – si difese
- Non ti sta simpatica? - chiesi conoscendo già la risposta
- Simpatica?! Liam non poteva trovarsi fidanzata peggiore! Stanno insieme da appena qualche mese e chissà quante corna gli ha già messo! -
- Ma solo a te sta antipatica? -
- No! A tutto l'ospedale! Perfino al dottor Johnson! Ma è la sua aiutante e non riesce a rimpiazzarla, per questo la difende. È stato Liam a trovarle un lavoro – mi spiegò facendomi sedere su una sedia

Si sedette anche lei pronta a raccontarmi qualcos'altro ma proprio in quel momento una signora anziana con un bastone si avvicinò a noi per chiedere qualcosa a Mandy.

- Ciao Mandy! Scusa l'interruzione ma avrei un appuntamento - disse la donna con gentilezza
- Si mi scusi signora Fletcher. Cerco subito il suo appuntamento e mi dispiace per l'attesa – si scusò Mandy
- Oh non ti preoccupare sono appena arrivata. E chi è questa bella ragazza? Tua figlia? - chiese sedendosi accanto a me
- Io? Nono sono solo una paziente e una sua amica – risposi sorridendole
- Oh piccolo tesoro aspetti un bambino? - mi chiese sorridendo la signora guardandomi la pancia

La guardai anch'io e annuii senza rispondere.

- Oh piccola non devi essere triste. È vero che forse sei troppo giovane, ma la nascita di un bambino è sempre una cosa positiva – mi confortò strofinandomi una spalla
- Anch'io la penso così ed è per questo che non ho nemmeno pensato all'ipotesi di abortire. Non oso immaginare con quale crudeltà si possa fare una cosa simile -
- Si vede che sei una brava ragazza e scommetto che sarai una mamma perfetta -
- Lo spero signora – sospirai per poi sorriderle di gratitudine

Mi sorrise anche lei ma poi Mandy la richiamò per dirle dove doveva andare. Allora la signora Fletcher prese il suo bastone e si alzò ma prima di andare mi fece cenno di alzarmi. Feci come voleva e inaspettatamente mi abbracciò di colpo. All'inizio rimasi leggermente scossa dal quel gesto ma vedendo Mandy sorridere dietro di lei decisi di ricambiare l'abbraccio. Una volta staccate la signora si diresse verso il corridoio che avevo appena percorso io. La salutai con la mano fino a quando non la vidi scomparire dietro l'angolo.

- Hai visto che persona carina? - mi chiese Mandy avvicinandosi – qui siamo una grande famiglia. Siamo tutti gentili e comprensivi perché da come puoi capire in un'ospedale se ne vedono di tutti i colori
- è una bellissima cosa – risposi
- Secondo me a questa grande famiglia apparterrai anche tu – mi disse per poi farmi un occhiolino
- Una famiglia è proprio quello che mi serve -
- Allora benvenuta – disse alzando la voce Mandy per poi aprire le braccia

L'abbracciai come se fosse una mia cara amica e rimanemmo così per solo pochi minuti perché subito altri pazienti che conoscevano Mandy le chiesero il loro appuntamento.

- Scusa Emma ma il lavoro mi chiama – si scusò guardandomi con un'espressione triste
- Ci mancherebbe anzi scusa tu che ti ho fatto perdere tempo – mi scusai
- Macché anzi! Mi fa piacere parlare con te. In questi giorni dovrei passare a casa di Liam per dirgli alcune cose, magari ci vediamo e andiamo a bere qualcosa che ne dici? - mi propose speranzosa
- Sarebbe fantastico! Mi piacerebbe molto! - risposi entusiasta
- Andata allora! Comunque l'ufficio del dottore è in quell'altro corridoio – mi disse prima di farmi un occhiolino e tornare al suo lavoro
- Grazie di tutto – la ringraziai da lontano

Ritornai sui miei passi e percorsi l'altro corridoio. Non fu difficile trovare l'ufficio del dottore visto che aveva la scritta “Dr. Johnson” più grande rispetto alle altre. Bussai ma non ricevendo subito risposta decisi di entrare comunque. Trovai Victoria con delle cuffie nelle orecchie mentre sistemava delle carte sulla scrivania del dottore. Qualche volta le scappava qualche passetto di danza e ogni tanto “cantava” anche qualcosa. Certo che se aprire la bocca ed emettere versi tipo un tacchino che si strozza è cantare allora doveva vincere gli MTV Adwards. Provai più volte a fingere di tossire per attirare la sua attenzione ma essendo tutto inutile mi avvicinai e le poggia una mano sulla spalla. Grosso errore. La spaventai talmente tanto che si girò di colpo e presa alla sprovvista caddi di culo per terra.

- Mi hai fatto spaventare stronza! - urlò una volta essersi ripresa dallo spavento
- E perché? - chiesi massaggiandomi il mio di dietro
- Sarebbe potuto essere uno stupratore! - continuò ad urlare

“Intanto tu invece di scappare te lo saresti scopato comunque” pensai

- Scusa non volevo spaventarti – mi scusai alzandomi
- Che vuoi? Sempre in mezzo ai piedi stai! Anche a lavoro devi rompermi?! -
- Liam ha detto che se hai finito di lavorare posso tornare a casa con te – spiegai
- Come scusa?! Allora 1) non ti accompagnerei mai a casa a meno che non me lo direbbe Liam poi... -
- Dicesse – la corressi
- Come scusa? - chiese confusa
- Si dice dicesse non direbbe – ripetei
- Sai quanto mi importa?! A scuola non ero una cima! - si giustificò

“Ma va?! Pensavo avessi tutti 10. Peccato che eri impegnata a scoparti qualcuno nello stanzino dei bidelli” continuai a pensare.

- Uff quanta pazienza devo avere con te! Ecco mi hai fatto perdere il filo del discorso! Allora.... Ah si: 2) io odio guidare perché mi si spezzerebbe un'unghia e 3) non voglio e basta. Quindi cercati un autobus, un treno, un aereo, fai l'autostop. Fai quello che ti pare ma ci rivediamo a casa perché non ho proprio voglia di averti tra i piedi anche a lavoro ok?! -

E con questo se ne andò soddisfatta superandomi con uno spintone. Ormai era diventato il suo modo di sorpassarmi. Non sapendo che fare uscii anch'io dall'ufficio del dottore e andai a cercare Liam. Non avevo nemmeno una sterlina in tasca e anche facendo la mia solita faccia da cucciola non sarei mai riuscita a potermi pagare l'autobus. Una volta ritornata nell'atrio rividi Mandy alla sua postazione che non appena mi vide sorrise e mi indicò l'altro corridoio sapendo già che cercavo. Scoppiai a ridere e seguii la direzione della sua mano. Quella donna era troppo forte! Continuai a camminare e una volta arrivata bussai come sempre.

- Avanti -

Entrai e trovai Liam impegnato a parlare con una mamma mentre un bambino giocava in un angolino.

- Emma! Hai trovato Victoria? - mi chiese distogliendo un attimo l'attenzione dalla donna seduta di fronte a lui
- Ehm... si ma potresti venire un attimo? - chiesi titubante
- Certo. Scusi un attimo -
- Sisi non si preoccupi – disse la donna per poi sorridergli

Liam si avvicinò a me e mi chiese con lo sguardo cosa mi avesse detto Victoria.

- Ha detto che lei non vuole riaccompagnarmi quindi mi servono i soldi per l'autobus. Non ho nemmeno una sterlina, non è che potresti darmi tu i soldi? – sussurrai per non farmi sentire da quella donna
- Certo che te li do. Non devi nemmeno chiederlo – mi sorrise Liam
- Grazie – ricambiai il sorriso
- Però ora che ci penso io dopo questo ho finito e ce ne possiamo andare insieme. Ti va di aspettare? - mi propose gentilmente
- Non vorrei disturbare, magari do fastidio -
- No anzi mi potresti aiutare -
- E come? -
- Vedi quel bambino? Ecco ora devo fargli il vaccino ed essendo piccolo ha un po' paura. Magari potresti giocare un po' con lui e tranquillizzarlo -
- Certo! Adoro i bambini! - risposi felice

Mi sorrise per ringraziarmi e mentre lui ritornò dalla donna io andai verso quel bambino. Era castano ma con due occhioni azzurri come il mare, mi ricordava vagamente Dave. Mi avvicinai e lui alzò di poco il suo visino angelico.

- Ciao – dissi sorridendogli
- Ciao – mi rispose ricambiando il sorriso
- Io mi chiamo Emma. Tu sei? -
- Marcus – mi rispose porgendomi la manina
- Molto piacere Marcus. Quanti anni hai?-

Mi fece il numero 6 con le dita come di solito fanno tutti i bambini

- 6? Allora sei un ometto -

Ci scompigliai leggermente i capelli e lui rise trascinando anche me.

- E perché sei qui? -
- Devo farmi il vaccino ma ho paura -
- Lo sai che quando avevo la tua età anch'io avevo paura? Però la mia migliore amica mi abbracciava e mi calmavo subito -
- Io non ho una migliore amica – rispose intristendosi
- Come no?! Rimediamo subito allora. Da oggi io sono la tua nuova migliore amica – dissi sorridendo e aprendo le braccia
- Siii – disse per poi corrermi incontro e abbracciarmi

Iniziammo a giocare con le costruzioni fino a quando Liam non chiamò Marcus per potergli fare il vaccino. Lo accompagnai tenendolo per mano e una volta arrivati quel piccolo angioletto fece una cosa che mi lasciò molto sorpresa. Sua madre, sapendo della paura di suo figlio, voleva tenergli la mano per tranquillizzarlo ma lui non volle dicendo di voler stringere la mia. Io all'inizio ero un po' titubante ma vedendo Liam annuire mi convinsi e gli tenni la mano mentre il “dottore” gli faceva il vaccino.

- Ecco fatto campione – disse Liam buttando i guanti nel cestino
- Di già? - chiese Marcus sorpreso
- Hai visto? Non è niente di che alla fine – dissi io facendogli un occhiolino

Quando arrivò il momento dei saluti abbracciai Marcus abbassandomi alla sua altezza e gli promisi che ci saremmo di certo rivisti. Salutai la madre stringendole la mano mentre lei ringraziò sia me che Liam. Una volta usciti Liam si tolse il camice e lo lasciò sull'appendiabiti.

- Per fortuna che c'eri tu! Marcus era terrorizzato! - disse
- Dai non ho fatto niente di che -
- Stai scherzando?! Quel bambino avevo la fobia dell'ago e da oggi non ne avrà più paura. Tutto merito tuo – si congratulò

Io invece di rispondere arrossi di botto e abbassai la testa spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Insieme uscimmo dall'ufficio e andammo alla ricerca di Victoria che aspettava Liam nell'atrio.

- Ancora qui stai?! Non ti avevo forse detto di prendere un autobus per tornare a casa?! - mi sgridò non appena mi vide
- L'ho convinta io a rimanere – mi difendette Liam

Victoria non poté ribattere e uscii dall'ospedale sculettando mentre Liam mi sorrise. Mi girai verso Mandy per salutarla e ricevetti da parte sua un occhiolino della serie: “Provaci”. Scossi la testa sorridendo e seguii Liam e Victoria verso l'uscita. Il ritorno verso casa proseguii senza una parola da parte di nessuno. In macchina le uniche cose che si sentivano erano le note di Everytime We Touch di Cascada. Manco a farla apposta era la canzone che Dave mi avevo dedicato al nostro primo appuntamento. Mi faceva male sentirla infatti da quando era sparito l'avevo eliminata dal telefono, dalla playlist del computer, in pratica era come se l'avessi bruciata per non rivivere ancora quei ricordi che nonostante tutto facevano ancora male.

- Liam scusa puoi cambiare stazione radio? - chiesi con un filo di voce
- Si... perché? - chiese guardandomi dallo specchietto retrovisore e cambiando subito la stazione radio
- Liamuccio la stai pure a sentire?! - urlò Victoria sull'orlo di una crisi di nervi
- Victoria sta zitta per una volta! Emma tutto ok? -
- Sisi – risposi annuendo con poca decisione e sull'orlo di piangere

Liam preferii non rispondere e in poco tempo fortunatamente arrivammo a casa. Per pranzo mangiammo un semplice piatto di pasta al sugo e passai il pomeriggio chiusa in camera mia. Stetti tutto il tempo sdraiata sul letto indossando solo una maglietta di Liam. che mi andava molto grande, e con un paio di cuffiette nelle orecchie. Non c'era niente di meglio: era l'unico modo per stare bene con me stessa e allontanare i problemi. Era come se la musica creasse una specie di scudo intorno a me che mi teneva lontana dai brutti pensieri e ricordi fin troppo dolorosi da sopportare. Stavo così bene che mi addormentai senza nemmeno accorgermene...


                                                                                     
Thank you so much!
                                                                                                                                                                                                                                                                




Mandy: 



La signora Fletcher (ovviamente senza occhiali da sole):



 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***








Era passata una settimana dalla mia ultima visita in ospedale. Una settimana in cui ero stata chiusa in camera mia praticamente 24 ore su 24. Uscivo solo per andare in bagno. Colazione, pranzo e cena me le portava Liam direttamente in camera ed ero sempre più convinta che sarebbe diventato un santo. Rimanevo chiusa in camera anche quando Liam e Victoria uscivano per andare in ospedale perché volevo stare da sola con me stessa. Sembra una contraddizione perché sarei stata da sola in casa comunque ma non avevo alcuna voglia di alzarmi dal letto ma non per un fatto di pigrizia o stanchezza: semplicemente avevo perso la voglia di fare tutto. Risentire le note di quella canzone maledetta mi aveva letteralmente bruciato l'anima perché con essa mi sono tornati in mente anche le grida di mia madre e di mio padre mentre mi cacciavano di casa, le urla della madre di Lena mentre diceva che non voleva avermi tra i piedi... e tante altre cose che sarebbe meglio non ricordare.
Ero come sempre chiusa nella mia stanza con indosso una maglia di Liam, i capelli legati in una mezza cipolla tutta disfatta, con il telefono accanto a me attaccato al caricatore e le mie immancabili cuffie nelle orecchie. Ero così immersa nella musica che non mi accorsi nemmeno che Liam era entrato nella stanza e si era seduto sul letto.

- Ehi – mi disse mettendomi una mano sul ginocchio

Mi spaventai a morte perché non lo avevo sentito entrare e sentire una mano sul proprio ginocchio non è una cosa da tutti i giorni. Mi coprii le gambe con la coperta e Liam vedendomi così spaventata mi sorrise teneramente.

- Scusa non volevo spaventarti – si scusò
- No figurati è solo che... non ti avevo sentito entrare – spiegai riprendendo a respirare regolarmente e togliendomi una dopo l'altra le cuffie
- L'avevo notato – disse per poi ridere leggermente
- Ma va? Pensavo di essere passata inosservata – risposi con sarcasmo

Continuò a ridere leggermente e dopo qualche minuto iniziai anch'io.

- Senti... è una settimana che sei chiusa qui dentro... Non ti fa bene stare qua dentro 24 ore su 24! - disse con preoccupazione
- Lo so ma non mi va di fare niente -
- Io ho la soluzione – disse prima di farmi un occhiolino

Rimasi confusa da quella frase perché non riuscivo a capire come mi potesse far venir voglia di fare qualcosa ma avevo la sensazione di potermi fidare di lui. Tolse dalla tasca posteriore dei jeans un volantino e me lo porse facendomi segno di leggerlo.

- “Spettacolo di beneficenza per bambini...” - lessi ad alta voce il titolo
- Eh già – concordò Liam
- E cosa centro io? - cercai di capire
- Questo spettacolo lo organizza l'ospedale dove lavoro. Tutto lo staff vuole far capire ai bambini quanto sono importanti. È una specie di premio per tutti quelli che sono stati ricoverati nell'ospedale e che ogni giorno combattono contro la leucemia o malattie del genere ma anche per quelli che vengono a fare anche un semplice controllo – mi spiegò continuando a guardare il volantino
- è una cosa davvero bellissima Liam. Davvero ammirevole – dissi con gli occhi che mi brillavano
- Lo so e quando l'ho saputo ero davvero entusiasta perché mi è sempre piaciuto poter interagire con i bambini -
- Aspetta... Se saranno presenti TUTTI i bambini... - iniziai a dire
- Eh si. Ci sarà anche Marcus – finì la frase
- Oh che bello! Mi sono affezionata a quel bambino! - dissi con una voce da bambina e abbracciando il cuscino
- Sei troppo tenera – disse Liam sorridendo e pizzicandomi per gioco le guance
- Scusa ma io che centro in tutto questo? -
- Visto l'ospedale ha preso l'iniziativa ... Ecco... vorresti partecipare? - mi chiese titubante
- Io?! - chiesi indicandomi
- Si... ormai tutti ti conoscono e ci saresti di grande aiuto -
- Oddio mi piacerebbe tantissimo! - dissi entusiasta e con gli occhi lucidi
- Davvero? - chiese Liam diventando improvvisamente raggiante
- Si! Amo i bambini e per loro questo e altro! -

Mi abbracciò di colpo e io rimasi leggermente scioccata. Ok Liam mi stava abbracciando senza motivo. Calma Emma coraggio! Vedendo che non accennava a staccarsi ricambiai l'abbraccio prima un po' insicura ma poi più decisa. Una volta staccati Liam si alzò dal letto felice come un bambino e questo mi fece sorridere ancora di più.

- Ah Liam! - lo richiamai prima che potesse uscire dalla stanza
- Si? -
- Io ecco... Grazie – dissi sospirando
- Grazie a te di essermi sempre d'aiuto – mi rispose con un occhiolino per poi sparire chiudendo la porta
- Non c'è di che – dissi a bassa voce una volta rimasta di nuovo da sola

Non sapendo cosa fare o quando andare all'ospedale mi alzai dal letto e scesi al piano di sotto. Trovai Victoria che si limava le unghie sul divano e Liam mentre parlava al cellulare probabilmente con qualche suo collega.

- Oh finalmente ci rivediamo eh? Pensavo fossi sparita! - mi disse Victoria guardandomi dal divano
- Eh già sono ancora qui – risposi sorridendo
- Peccato – disse Victoria per poi girarsi e continuare a limarsi quegli artigli

Stavo per rispondere se non ci avesse raggiunto Liam tutto sorridente.

- Emma finalmente sei scesa! Meno male! Senti allora ho appena chiamato Mandy e l'ho avvertita che parteciperai anche tu allo spettacolo e non sta più nella pelle esattamente come me! - mi riferì Liam continuando a sorridere
- Che spettacolo? - si intromise Victoria girandosi verso di noi
- Quello di beneficenza per i bambini dell'ospedale – spiegai
- Liamuccio perché lei lo sa e io no?! - chiese indignata
- Amore guarda che sei stata una delle prime a saperlo solo che hai detto fin da subito che non volevi averci niente a che fare perché lo consideravi una perdita di tempo – puntualizzò Liam
- Aaaaah è vero! Vabbé mica posso ricordarmi tutto! - si giustificò Victoria alzando le spalle e continuando a passare la lima sulle unghie

“Ma se a malapena ti ricordi cosa ti sei mangiata stamattina?!” pensai

- Comunque ho cambiato idea! Voglio partecipare anch'io anzi ti dirò di più: voglio essere quella che organizza tutto! - strillò Victoria alzandosi dal divano e raggiungendoci
- Cosa?! - chiedemmo io e Liam uno più scioccato dall'altra
- Voglio organizzare e scegliere tutto io così questo spettacolo rimarrà nella storia! - urlò muovendo le braccia come per dire: “Sono perfetta e lo so!”
- Amore che bello! Così avrò le mie ragazze a dare una mano! - rispose Liam continuando a sorridere e mettendo un braccio intorno alle spalle a entrambe

Finsi un sorriso ma io a differenza di Liam non ero del tutto sicura che Victoria lo volesse fare per beneficenza perché se non se n'è mai fregata niente eppure da un momento all'altro era super entusiasta. Mmm c'era qualcosa che non quadrava...

- Comunque visto che l'esibizione è domani dobbiamo sbrigarci! - ci informò Liam
- Quando?! - chiesi letteralmente scioccata
- Domani sera -
- Non ce la faremo mai in così poco tempo! - urlò Victoria
- Forse si... Ai bambini piacciono anche le cose semplici quindi un piccolo concertino credo sia l'ideale – provai a chiedere
- Hai ragione! Verrebbe benissimo! Io me la cavo abbastanza bene con il piano e magari tutto lo staff potrebbe cantare qualcosa – concordò Liam
- Mmm a me non piace – si intromise Victoria

Mi sembrava fin troppo bello per essere vero che lei non avesse niente da dire.

- Cosa non ti piace? - chiesi gentilmente
- Tutto. È troppo banale e poi ai bambini non piacciono queste cose – si giustificò
- A me sembra una buona idea... -
- Bhe non lo è quindi ora andiamo in ospedale e mostrerò a tutti cosa fare per far si che questo spettacolo sia davvero PER-FECT -
- Va bene ragazze decideremo all'ospedale ora però Emma vatti a vestire che andiamo -
- Ma Liam con cosa... -
- Victoria vai a darle alcuni tuoi vestiti – le ordinò Liam
- Come?! - chiese scioccata Victoria
- Dalle qualche vestito. Non ha niente da mettersi! -

Ero più che sicura che Victoria volesse mandarmi a farmi fottere in tutte le lingue del mondo ma davanti a Liam non sarebbe stato il caso quindi si limitò a salire le scale indignata seguita come un cagnolino dalla sottoscritta. Non volle nemmeno farmi entrare nella sua stanza, mi spedì direttamente nella mia e dopo qualche minuto mi lanciò dalla porta alcuni vestiti.

- Questi sono degli stracci muoviti! - urlò prima di chiudere la porta e andarsene

Per non farla urlare ancora di più cercai di essere il più veloce possibile e non mi sembrò vero quando mi guardai allo specchio e vidi che la maglietta mi copriva finalmente la pancia. Scesi le scale raggiungendo Liam e Victoria e tutti insieme andammo all'ospedale. Come ogni volta il viaggio proseguì in religioso silenzio... o almeno proseguì così finché non la radio non fece partire Who Says di Selena Gomez. Amavo letteralmente quella canzone perché ogni volta che l'ascoltavo riprendevo a sorridere automaticamente. Iniziai a canticchiare a bassa voce per evitare di disturbare ma Victoria alzò il volume per far sovrastare la mia voce. Continuai a canticchiare sempre a bassa voce e senza un motivo preciso Victoria iniziò a muovere la gamba come in preda a un tic nervoso.

- Senti la vuoi finire?! - mi urlò alla fine guardandomi dallo specchietto retrovisore
- Di fare cosa? - chiesi ingenuamente
- Di urlare come un'oca! Non hai una bella voce quindi sei pregata di chiudere il becco se non vuoi essere trafitta con un tacco 15! - continuò ad urlare scazzata come non mai
- Victoria! - la rimproverò Liam distogliendo per un attimo lo sguardo dalla strada e guardandola
- Che c'è?! Non la sopporto più! -
- Scusate tutti e due non volevo disturbare.... - mi scusai abbassando la testa
- Macché anzi! Hai una bellissima voce! Victoria sta zitta! E tu Emma puoi continuare a cantare se ti va -

Non risposi continuando a guardarmi le scarpe. Liam mi diede un'ultima occhiata tramite lo specchietto retrovisore e vedendomi triste di nuovo perse anche lui il sorriso, spegnendo la radio e continuando a tenere lo sguardo dritto sulla strada. Victoria invece era girata verso il finestrino con le braccia incrociate. Il viaggio proseguì così: senza che nessuno fiatasse e ringraziai mentalmente Liam per essere arrivati subito. Mentre entravamo nell'ospedale nessuno aveva intenzione di parlare e io non facevo altro che fissarmi i piedi.

- Liam! Emma! - ci urlò Mandy non appena ci vide entrare

Sorrisi vedendola avvicinarsi e appena ci trovammo l'una di fronte l'altra ci abbracciammo come due vecchie amiche. Una volta staccate salutò calorosamente anche Liam mentre con Victoria si limitò a salutarla con un misero: “Ciao.” più freddo del Polo Nord. Alla fine però Victoria non ci aveva nemmeno fatto caso, non era una di quelle ragazze che si preoccupano di salutare qualcuno anche quando si è disinteressati.

- Allora avete pensato a qualcosa per lo spettacolo di beneficenza? - ci chiese entusiasta Mandy
- Bhe io avrei pensato a... - iniziai a dire
- Si ho pensato a una bella recita! - si intromise Victoria sovrastandomi come sempre

Mi sorpassò con una spinta e si mise davanti a Mandy e agli altri dipendenti.

- Senza offesa Victoria ma stavo parlando con Emma – le fece notare Mandy alzando le sopracciglia
- E allora? Lei è insignificante. È già tanto che sia venuta anche perché in questa cosa lei non centra -

Questa volta a differenza delle altre le sue parole mi avevano ferita e non poco. Sapevo di non starle a genio ma non pensavo di essere odiata così tanto. Rimasi in silenzio e mi feci in disparte per evitare di creare liti come sempre. Mandy mi guardò tristemente insieme a Liam e a tutti gli altri. Ero più sicura che Mandy avrebbe voluto obbiettare e magari farla stare zitta ma lo spettacolo era il giorno dopo e avevano un sacco di cose da fare quindi o si faceva come voleva Victoria o niente. Annuii leggermente per far capire a tutti che mi andava bene e dopo un sospiro di gruppo Victoria ricevette il consenso di tutti.

- Perfetto! Una volta tanto usate il vostro cervellino! - annunciò orgogliosa di se stessa

Per risposta ricevette un'alzata di occhi comune e lì mi apparve un misero sorriso. Mandy aveva ragione: nessuno sopportava Victoria e anche se è brutto da dire un po' provavo piacere.

- Allora mettevi al lavoro! - ordinò Victoria
- Ma se non sappiamo nemmeno di che riguarda questa recita! - ribatté Mandy
- Ho un' idea! - urlò quell'oca guardandomi con uno strano sorrisetto

Avevo un brutto presentimento...



                                                                   
   You're too cute 






Gli "stracci" di Victoria che deve indossare Emma:

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


           




Mia madre mi aveva sempre detto che leggevo nel pensiero e sinceramente iniziavo a crederlo anch'io. Da cosa l'avevo capito? Avevo ragione sul fatto che Victoria mi avrebbe fatto fare qualcosa di imbarazzante. Eravamo in una mezza specie di teatro organizzato al momento in una stanza molto grande dell'ospedale. Victoria, Liam, Mandy e gli altri erano seduti su delle sedie proprio di fronte a me mentre io ero al centro della stanza ad eseguire una specie di balletto a dir poco imbarazzante.

- No! No e triplo no! Devi girare di più, sorridi! - urlò per la cinquantesima volta Victoria alzando le braccia

Non mi piaceva lamentarmi ma in quella situazione neanche un santo come Liam sarebbe stato zitto! La grande idea di Victoria riguardava una recita con il tema di un giardino fiorito. Io ero la protagonista e dovevo interpretare un girasole gigante e sorridente che cantava e ballava. Nel costume ci potevo tranquillamente navigare e appena facevo un passo se non mantenevo l'equilibrio rischiavo di cadere insieme a tutto ciò che era intorno a me. In quel momento stavo ripassando per l'ennesima volta il balletto dove questo girasole gigante doveva girare su se stesso ma ovviamente avendo un costume extra large non mi riuscivano bene i movimenti.

- Mi sembri un girasole appassito! - continuò Victoria mentre io cercavo di correggermi
- Victoria non so se hai notato ma non è molto comodo girare con quel coso addosso – le fece notare Mandy
- Non si può lamentare per ogni cosa! Se vuole partecipare allo spettacolo deve fare come dico io – puntualizzò Victoria incenerendo con lo sguardo Mandy e tornando a guardare me – E tu girasole gigante vedi di farlo bene o resteremo qui finché non ti verrà bene! -

Non facendocela più di quelle urla da gallina mi impegnai con tutta me stessa e finalmente mi riuscirono quelle benedette giravolte una volta per tutte. Non volendo sprecare l'occasione cantai anche la canzoncina ridicola e mi sforzai di sorridere. Una volta finita la canzoncina mi misi nella posa finale e vedendo l'espressione di Victoria mi venne quasi da ridere. Era un misto tra stupore e rabbia. Al contrario di lei gli altri iniziarono ad applaudire fino ad alzarsi e raggiungermi. La prima che mi raggiunse fu Mandy ma venne subito raggiunta da Liam.

- Sei un genio! Come hai fatto?! - mi chiese stupita Mandy
- Non lo so – confessai ridendo
- Sei stata grande! Certo l'idea è un po' ridicola ma l'hai eseguito davvero bene! - si congratulò Liam
- Grazie – dissi sorridendogli e cercando di mantenermi in equilibrio

Uno dopo l'altro tutto il personale dell'ospedale si avvicinò e mi fece i complimenti e mi sentivo in un certo senso realizzata. Era vero: l'idea di per se era ridicola ma riuscire a farcela dava comunque una grande soddisfazione. Victoria era l'unica rimasta in disparte, fuori dal gruppo e con le braccia incrociate e chissà con quante parolacce e imprecazioni in testa verso di me. Non smetteva di guardarmi come se volesse uccidermi ma non diceva niente. Dopo aver sentito i ringraziamenti di tutti vedendola così in disparte, non calcolata minimamente nemmeno da Liam, mi sentii quasi in colpa e decisi di avvicinarmi lentamente verso di lei.

- Ehi – le dissi sorridendo e mettendomi di fronte a lei

Nessuna risposta.

- Ehm... Sai alla fine l'idea è carina e... secondo me verrà bene – dissi un po' in imbarazzo
- Io l'ho sempre detto che verrà bene. Non ho di certo bisogno di te per saperlo – rispose continuando a tenere le braccia incrociate e alzando lievemente le spalle
- Bhe... complimenti -
- Non mi servono i tuoi complimenti. So di essere perfetta e non mi servono di certo le lodi di invidia di una ragazza insignificante come te. Non montarti la testa solo per una giravolta. Magari oggi ci sei riuscita ma lo spettacolo è domani e quanto è vero che mi chiamo Victoria: non ci riuscirai mai perché già è tanto se ti sai allacciare le scarpe e vestirti -

Non sapevo il perché di quelle cose ma tutto il personale, compresi Liam e Mandy, incuriosendosi di vederci parlare si avvicinarono piano piano mentre Victoria aveva pronti altri insulti.

- Uff quanta pazienza che devo avere con te. Non so cosa mi trattiene nello sbatterti fuori da casa mia proprio in questo momento. Ho avuto fin troppa pazienza con te. Se non ti avesse accolta il mio Liammuccio saresti ancora per strada come una barbona. Ma ti sei vista?! Sei un completo schifo. Esteticamente non ti puoi guardare, non sai fare niente e non sei nemmeno sveglia o intelligente. Forse è per questo che il padre di tuo figlio è sparito: non voleva avere due persone inutili tra i piedi. - continuò guardandomi soddisfatta e con un sorrisetto da vera bastarda sul volto

Dire che avevo le lacrime agli occhi era poco. Gli insulti su di me potevo anche accettarli ma quando qualcuno si azzardava a dire anche una minima virgola su mio figlio o su quello che Dave mi aveva fatto non ragionavo più. Mi si chiudeva lo stomaco e facevo fatica a respirare. Avevo quelle reazioni perché sapevo che era la verità: Dave era sparito perché non voleva rovinarsi la vita con me e il bambino. Anche se era dura da sopportare era quella la verità e non potevo farci niente. Mi morsi il labbro per evitare di scoppiare a piangere ma ormai non c'era molto da fare visto che una lacrima ribelle stava già scendendo lungo la mia guancia sinistra.

- Victoria finiscila! - la minacciò Mandy
- Tu stai zitta Mandy! La tratti bene solo perché non sei riuscita a rimanere incinta di tuo marito e mancando di una figlia la tratti come tale. Lei non è niente e se il suo ex l'ha abbandonata sono sicura che lo ha fatto perché non merita nemmeno di essere guardata in faccia – concluse mantenendo quel sorrisetto che ormai era diventato la sua firma

Avendomi letteralmente ucciso con quelle parole mi sfilai in un secondo quel costume ridicolo e una volta libera corsi più veloce della luce fuori da quell'inferno.

- Emma! Aspetta! - mi richiamò Liam correndomi dietro e cercando di fermarmi – Io e te facciamo i conti a casa! - urlò girandosi verso Victoria

Volevo solo urlare, scappare e che una voragine mi inghiottisse nel vuoto. Non mi ero mai sentita così tanto umiliata, derisa ma soprattutto a pezzi. Piangevo così tanto ed ero così sconvolta che non sapevo nemmeno dove stavo andando, vagavo senza meta per i corridoi dell'ospedale che in quel momento sembravano tutti uguali. Dopo un po' di tempo ero così stremata da non riuscire a reggermi nemmeno sulle mie gambe e dovetti sedermi su delle sedie per non cadere. Continuai a piangere come non avevo mai fatto, tanto che ormai le lacrime scendevano da sole senza fermarsi. Non so quanto tempo rimasi seduta continuando a piangere come una disperata ma a un certo punto venni risvegliata da qualcuno che correva nella mia direzione.

- Emma! Grazie a Dio ti ho trovata! Ho controllato ogni stanza di tutto l'ospedale per trovarti! - iniziò a dire velocemente mettendosi una mano tra i capelli in segno di preoccupazione
- Non merito niente... - dissi come in trans
- Non dire cazzate più grandi di te! Tu meriti questo bambino, tutte le persone che ti vogliono bene e che credono in te come me, Mandy e tutti che adesso staranno dicendo chissà quanti insulti e parolacce a Victoria. Guardami – disse per poi abbassarsi verso di me e alzarmi il viso per guardarmi negli occhi

Eravamo a pochissima distanza e in quel momento solo quegli occhioni nocciola riuscivano a farmi stare meglio. Ero come rapita da quei pozzi e avevo una paura tremenda di rimanerci incantata. Nemmeno negli occhi color ghiaccio di Dave mi ero persa così tanto e provavo una sensazione strana: stavo sudando freddo e mi sentivo accaldata come se avessi avuto la febbre.

- Tu meriti tutto quello che hai. Non dare retta a Victoria. Meriti tuo figlio! Sarai una mamma fantastica. Sei fantastica anche se non te ne rendi conto e hai aiutato un sacco di persone. Sei una ragazza speciale e anche se te lo ripeto per l'ennesima volta non smetterò mai di ripeterlo: meriti di avere persone che ti vogliono bene e soffrire è l'ultima cosa che meriti. Io ho fiducia in te, so che se vuoi puoi fare tutto e posso capire la tua paura di non essere all'altezza ma non lasciare che la paura di perdere ti impedisca di partecipare – mi spiegò con gli occhi lucidi e continuando a guardarmi negli occhi

Non sapevo che se credere a quelle parole ma l'unica cosa che volevo fare era continuare ad annegare in quei pozzi nocciola. Vedendo che non rispondevo Liam preferì passare dalle parole ai fatti infatti mi strinse in uno di quegli abbracci che solo lui sapeva dare e che ti facevano sentire amata almeno da qualcuno. Una volta alzati in piedi percorremmo il corridoio sempre rimando abbracciati e tornammo a casa. Passando per l'atrio dove in quel momento c'erano ancora Victoria e gli altri io abbassi la testa per permettere ai miei capelli di coprirmi la faccia. Liam mi teneva ancora abbracciata e non aveva intenzione di lasciarmi nemmeno quando passammo proprio davanti a Victoria.

- Chiama un taxy per tornare a casa. - le disse freddamente prima di continuare a camminare non guardandola nemmeno in faccia

Come da manuale Victoria rimase senza parole davanti al tono di Liam ma non poteva fare molto visto che ormai eravamo già fuori dall'ospedale diretti verso la macchina. Il viaggio verso casa proseguì senza una parola da parte di entrambi ma Liam aveva guidato per tutto il tempo con una mano sola visto che con l'altra stringeva la mia. Ogni tanto si girava per qualche secondo verso di me per vedere come stavo e per darmi forza con un sorriso ed erano proprio quei piccoli gesti che mi facevano sorridere e sentire amata almeno da qualcuno. La sera passò come quelle precedenti: avevamo cenato, eravamo sul divano a vedere La Bella e la Bestia e con accanto a noi un pacchetto di fazzoletti nel caso avessimo aperto i rubinetti. All'improvviso nella scena finale sentimmo il rumore delle chiavi e la porta aprirsi e chiudersi. Non ci pensai nemmeno un secondo ad alzarmi e ad andare dritta in camera mia. Non avevo la forza di sopportare altri insulti di Victoria quindi preferivo molto di più rifugiarmi nell'unico luogo dove mi sentivo protetta: camera mia. Appena chiusa la porta mi buttai sul letto ma non potei fare a meno di sentire le urla del piano di sotto.

- Cosa cazzo ti è passato per la testa?! Ti sei rincoglionita?! Va bene che non ti sta a genio ma non puoi trattarla così davanti a tutti! Non ti ha fatto o detto niente quindi vedi di finirla! Non merita tutto questo! - urlò Liam ormai in preda a una crisi di nervi
- Senti Liamuccio... -
- Liamuccio un cazzo Victoria! -
- Senti Liam io non dico cose tanto per dire! Se le ho dette c'è una ragione! Non merita neanche di essere guardata in faccia e questo è il motivo per cui sia la famiglia che il fidanzato l'hanno mollata per strada! - ribatté Victoria
- Allora 1) chi sei tu per giudicare?! 2) io l'ho accolta in casa proprio perché non mi fermo alle apparenze! È vero che è incinta ma perché tutto questo dramma?! Emma anche se ha solo 16 anni e mezzo è molto più matura e responsabile di persone anche più grandi di lei! Per esempio di te! -

Rimasi letteralmente scioccata dall'ultima frase e dedussi che lo fosse stata anche Victoria visto che non si sentiva più.

- Cioè fammi capire: tu stai dicendo c-che quella ragazzina è meglio di me?! - urlò indignata e schifata come non mai
- è proprio di questo che parlo Victoria! Ti comporti come una bambina viziata che se non ottiene quello che vuole comincia a sbattere i piedi, ha urlare e a frignare! Cazzo non sono queste le cose importanti nella vita! - sbottò Liam alzando ancora di più il tono di voce
- La pensi davvero così?! Bene sappi però che stanotte dormirai sul divano o in una delle camere degli ospiti! - concluse Victoria per poi girare i tacchi e salire le scale

Sentii Liam sbuffare persino da camera mia seguito subito dopo da una porta sbattuta con violenza. Dopo non molto tempo sentii picchiare alla mia porta.

- Avanti – dissi prima di sistemarmi meglio sotto il piumone caldo caldo

Subito da dietro la porta fece capolino la testolina di Liam sempre con il suo solito sorriso in volto.

- Posso? - chiese restando sempre dietro la porta
- Ovvio – rispondi sorridendogli

Entrò chiudendo la porta dietro di lui e si sedette sul letto accanto a me. Sembrava la scena del papà che da la buonanotte alla figlia.

- Come stai? - chiese guardandomi preoccupato
- Non sono al 100 % felice ma meglio di oggi sicuramente -
- Meno male. Sono passato solo per sapere come stavi e per darti la buonanotte -

Si allungò verso di me e mi diede un bacio in fronte.

- Sogni d'oro – mi disse prima di rimboccarmi le coperte e spegnere la lampada sul comodino

Prima che potesse andarsene mi ricordai di dovergli chiedere una cosa.

- Liam aspetta – dissi velocemente
- Che c'è? - chiese rientrando
- Ho sentito che... bhe devi dormire sul divano – dissi insicura – e bhe... mi dispiace... -

Non volevo fare la parte della spiona o di quella che non si fa i fatti suoi.

- Non ti preoccupare. Dormirò in una delle tante camere per gli ospiti – rispose facendomi un occhiolino e sorridendo
- No! Cioè... mi faresti compagnia? - chiesi in imbarazzo come non mai

Liam mi guardava un po' sorpreso e ogni secondo che passava mi pentivo sempre di più della grande cazzata che avevo detto.

- Scusa non dovevo chiedertelo – dissi abbassando la testa e sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio
- Mi farebbe piacere – rispose sorridendo anche più di prima – cioè... se ti senti sola mi fa piacere dormire con te -

La mia espressione in quel momento era un misto di felicità e stupore. Mi aspettavo che sarebbe scappato a gambe levate invece mi aveva detto di si. Wow. Sorrisi anch'io e gli feci spazio accanto a me.

- Aspetta un secondo vado a mettermi il pigiama – disse prima di precipitarsi fuori.

In un lampo mi si ripresentò davanti con indosso una maglietta a mani corte bianca e dei pantaloni di tuta. Era perfetto anche così. Gli feci di nuovo spazio e ci sistemammo per bene nel lettone. Si allungò per spegnere di nuovo la lampada e poi si rigirò verso di me. Mi diede un altro bacio in fronte e mi augurò la buonanotte di nuovo.

- Buonanotte – risposi abbracciandolo stile koala

Mi sorrise per risposta e iniziò ad accarezzarmi i capelli mentre io mi addormentai tra le sue braccia. Si stava così bene...


                                                                                                   
                                                                             
                                                               
 You're perfect. Don't listen her

    

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***









Mi svegliai dolcemente grazie a qualcuno che mi stava accarezzando i capelli. Era una scena praticamente da sogno e se quella fosse stata la mia sveglia per sempre allora sarei rimasta a letto tutti i giorni della mia vita! Mi stiracchiai leggermente sorridendo e una volta aperti gli occhi mi trovai davanti un Liam altrettanto sorridente.

- Ma buongiorno signorini Weather – disse continuando a sorridermi e abbassandosi leggermente verso di me per poi darmi un bacino in fronte
- Buongiorno signor Payne – risposi ridendo leggermente
- Dormito bene? -
- Benissimo tu? -
- Magnificamente -

Sorridemmo entrambi e per la seconda volta in 2 giorni annegai letteralmente in quegli occhioni nocciola. Non riuscivo a staccarmene e mi sentivo come se tutto intorno a me fosse sparito all'improvviso. Non eravamo molto distanti e se fossimo rimasti ancora così ci saremmo potuti addirittura baciare. Peccato che un'oca di nome Victoria entrò all'improvviso rompendo tutta la magia che si era creata.

- Liamuccio buongiorno! - urlò una volta entrata per poi sistemarsi con la mani sui fianchi di fronte al letto
- Ehi – rispose freddamente Liam
- Allora dormito bene? - chiese incrociando le braccia e guardandoci male
- Benissimo – rispose a tono Liam guardandola allo stesso suo modo
- Vedo vedo -

Io ero imbarazzata al massimo anche se non avevamo fatto niente di male.

- Non dovevi dormire sul divano? -
- Ho preferito fare compagnia a Emma – rispose sempre freddamente Liam
- Brutta zoccola che non sei altro... - sussurrò leggermente Victoria mordendosi una delle sue unghie finte

Fortunatamente per lei Liam non aveva sentito mentre io si ma non sarebbe cambiato niente anche se lo avessi riferito a Liam.

- Comunque ho preparato la colazione quindi scendete che sennò di raffredda – disse ritornando allegra Victoria sforzandosi di sorridere

Senza darle troppa soddisfazione Liam scese lentamente dal letto e mi offrì un braccio per farmi alzare.

- Voi andate. Io vado un attimo in bagno e vi raggiungo – risposi sorridendo
- Va bene ti aspetto sotto – rispose Liam raggiungendo la porta e uscendo

Mi sedetti a gambe incrociate sul letto e tirai un sospiro. Non facevo che pensare a come si stava bene tra le braccia di Liam e a quanto potessero essere belli i suoi occhi. Non mi era mai capitato nemmeno con Dave e anche se era una sensazione abbastanza strana per me mi sentivo in paradiso. Continuando a pensare mi alzai finalmente dal letto e andai in bagno. Mi lavai la faccia con dell'acqua fredda per schiarirmi le idee e una volta asciugata mi poggiai al lavandino e guardai dritta davanti a me. Non avevo idea di cosa stava succedendo e avevo paura stessi facendo una cosa sbagliata ma ormai era troppo tardi per tornare indietro. Scuotei la testa tornando alla realtà e scesi al piano di sotto. Prima di entrare in cucina però sentii Liam e Victoria parlare ed essendo una curiosa cronica mi fermai dietro al muro per sentire cosa dicevano.

- Dai Liamuccio mi dispiace per quello che ho detto. Ti prego dai non fare l'arrabbiato. Mi perdoni? - disse Victoria prima con una voce da bambina e poi con una voce più sensuale
- Victoria dai -
- Dai lo sai che ti amo mi conosci: non sarei mai capace di fare male a qualcuno – continuò Victoria con la sua voce mezza infantile e mezza sensuale
- Anch'io ti amo... - rispose Liam con la voce un po' più bassa

Non sentendo più niente intuii che si stessero baciando e in quel momento ero davvero felice di non assistere a quella scena o mi sarebbe venuto da vomitare. Però allo stesso tempo avevo una fame da lupi e non vedevo l'ora di poter addentare qualcosa. Presi coraggio ed entrai ritrovandomi però davanti la scena più disgustosa della mia vita: Victoria letteralmente spalmata su Liam mentre si stavamo dando un bacio tutto tranne che casto. Cercai di non guardare e andai dritta verso il tavolo dove mi sedetti. Notando la mia presenza Liam cercò subito da staccarsi da Victoria che però aveva altre intenzioni. Ero più che sicura che anche quella vipera mi avesse vista ed era proprio per quello che si teneva ancora più stretta il suo tanto amato Liam. Cercavo in tutti i modi di non guardare ma era più forte di me e più di una volta infatti sbirciai pentendomene subito dopo. Un po' mi dava fastidio vederli insieme ma non potevo farci niente, Liam amava lei e non potevo cambiare i suoi sentimenti. Dopo alcuni minuti finalmente si staccarono e per evitare di rifarlo Liam venne subito verso di me e si sedette proprio accanto a me. Non lo avevo mai visto così rosso e un po' mi faceva ridere perché cercava di comportarsi come se non fosse successo niente. Victoria invece era in piedi poggiata al lavello intenta ad “ammirare” i suoi artigli rosso fuoco.

- Ah Liamuccio! - urlò di colpo facendoci prendere letteralmente un colpo – oggi non ci sono. Vado a fare shopping sfrenato con Crystal -
- Va bene tanto io starò all'ospedale tutto il giorno per le prove. Ma quindi stasera non vieni ad assistere allo spettacolo? - chiese Liam girandosi verso di lei con una tazza di caffè in mano
- E perdermi i saldi di Chanel e Louis Vuitton?! Non ci penso neanche lontanamente! - rispose indignata Victoria
- Va bene come vuoi tu. Ora vado a vestirmi che devo andare in ospedale, Emma vieni che ti do qualcosa per cambiarti – mi incoraggiò Liam facendomi segno di seguirlo

Mi alzai, bevvi in fretta e furia l'ultimo sorso del mio cappuccino e seguii Liam al piano di sopra. Mi avviai verso camera mia ma Liam mi fece segno di seguirlo. Mi condusse nella sua camera e lo seguii molto lentamente. Avevo sempre pensato che camera sua fosse un argomento tabù ma almeno potevo togliermi la curiosità di vederla. Varcai la soglia e rimasi letteralmente a bocca aperta da quel paradiso. Era abbinata al resto della casa ma era davvero immensa! Il letto secondo me era la cosa più bella e sembrava comodissimo. Mentre io ammiravo ogni angolo della camera Liam cercava dei vestiti e una volta trovati me li porse. Li presi ma mentre stavo per uscire dalla stanza Liam mi afferrò saldamente il polso ma senza farmi male.

- Qualcosa non va? - chiesi gentilmente vedendo che non mi lasciava
- Bhe... devo chiederti una cosa importante – rispose sedendosi sul letto e facendomi segno di sedermi accanto a lui
- Dimmi – risposi sentendomi
- Ecco... so che dopo quello che è successo ieri non vuoi nemmeno sentire parlare dello spettacolo... -

Smisi di guardarlo pensando ad “ammirare” i miei piedi e sistemandomi dietro l'orecchio una ciocca di capelli uscita per sbaglio dalla mia crocchia.

- Ehi... - mi richiamò Liam prendendomi il mento con due dita e facendomi girare di nuovo verso di lui

Ecco: ero fottuta! Fottutissimi occhi! Mi ritrovai davanti a lui e notai la sua espressione triste... Mi si spezzava il cuore quando faceva così.

- Te lo chiedo per favore: aiutaci! O tutto quanto andrà in fumo e non potremmo donare soldi per i bambini. Non farlo per me se non vuoi, fallo soprattutto per quei poveri bambini che ogni giorno lottano in ospedale! Le parole di Victoria non hanno importanza. Te l'ho già detto e te lo ripeto: tu sei perfetta così come sei e sarai una madre fantastica. Di questo ne sono più che sicuro – mi rassicurò guardandomi intensamente negli occhi

Come facevo a dire di no a un cucciolo così?! Il cuore mi si era letteralmente sciolto ed ero come ipnotizzata dal suo sguardo.

- Ok... - risposi semplicemente
- Parteciperai?! - chiese più entusiasta di un bambino il giorno di Natale
- Si... Ma lo faccio solo per te e per quelle povere creature – puntualizzai

Alla mia risposta saltò letteralmente dal letto e iniziò a ballare in modo strano preso dall'entusiasmo e dalla felicità. Scoppiai a ridere appena lo vidi e non riuscivo a fermarmi.

- Si! Sei un mito! Non so come ringraziarti! Davvero! - urlò abbracciandomi di colpo
- Di niente – risposi continuando a ridere
- Su non c'è tempo da perdere! Dobbiamo andare all'ospedale, informare gli altri e provare! Susu o non ce la faremo! - iniziò a dire così velocemente che a stento riuscivo a capirlo
- Signor si signore! - risposi facendo il gesto dei militari

Sorrise e tutto saltellante andò a decidere cosa indossare. Io ne approfittai e altrettanto contenta andai in camera mia dove mi cambiai. Una volta pronta mi fiondai in bagno prima che potesse entrarci Victoria: l'ultima volta che era entrata prima lei ci era rimasta 1 ora! Una volta chiusa la porta mi guardai allo specchio e mi sistemai i capelli ed essendo leggermente in anticipo decisi di truccarmi dopo tanto tempo. Non ero una di quelle ragazze che per uscire si mettono chili e chili di trucco anzi ero l'opposto infatti al massimo mettevo un po' di matita e mascara. Non come Victoria che si metteva: ciglia finte, mascara, eyeliner, autoabbronzante, 3 ombretti diversi, rossetto e chissà quanta altra roba. Cercai tra i trucchi di Victoria e dopo ricerche infinite finalmente trovai una matita nera nuova di zecca, molto probabilmente non l'aveva mai usata. Me ne misi quanto bastava per essere notata ma niente di più. Ero soddisfatta del risultato e per la prima volta dopo tanto tempo mi sentivo... carina anche se indossavo abiti da prostituta. Uscii dal bagno e aspettai Liam al piano di sotto dove trovai Victoria che si metteva chili e chili di mascara.

- Ma guarda cosa abbiamo qui! I brutti anatroccoli si sono preparati per bene eh? Non ti preoccupare che se anche se indossi la matita sei orripilante comunque – disse sorridendo soddisfatta e squadrandomi da capo a piedi

Non facevo più caso ai suoi insulti e facendo finta di non vederla mi sedetti sul divano. Dopo pochi minuti scese anche Liam più felice di prima e vedendomi rimase a bocca aperta.

- Wow Emma sei... Wow – disse semplicemente sorridendo e scuotendo la testa ancora incredulo

Diventai rossa e guardai per terra come sempre. C'era un imbarazzo pazzesco da pare di entrambi ma alla fine dopo un mio colpo leggero di tosse uscimmo e andammo in macchina. Liam e Victoria si salutarono con un semplicissimo bacio sulla guancia e questo mi sorprese e non poco ma preferii non fare domande. Una volta arrivati all'ospedale mi tremarono leggermente le mani e vedendo questo mio segno di nervosismo Liam mi mise un braccio intorno alle spalle come incoraggiamento. Mi sentii subito più sicura ed entrammo sotto gli sguardi stupiti ma felici dei dipendenti. La prima che ci venne a salutare ovviamente fu Mandy e non appena notò la mia piccola novità per poco non ebbe un mancamento.

- Emma?! Sei davvero tu?! - mi chiese incredula
- Pare di si ma chissà magari sono una sosia – risposa sarcastica e sorridendo alla mia stessa battuta

Per risposta mi abbracciò più felice che mai e capendosi con uno sguardo lei e Liam mi portarono in un ufficio.

- Allora stasera è lo spettacolo e non abbiamo uno straccio di idea. Dobbiamo pensare a qualcosa! - urlò Mandy in preda alla disperazione
- Prima che Victoria avesse quell'idea assolutamente ridicola Emma aveva pensato a un mini concerto – propose Liam indicandomi
- Bhe... Non è il massimo ma credo che possa funzionare... -
- Stai scherzando?! È un'idea geniale! L'unico problema è: chi è che lo fa? -
- Io so suonare un po' il piano e la chitarra e Emma ha una voce bellissima. Magari possiamo farci uscire qualcosa -

Diventai bordeaux per l'ennesima volta perché di certo non pensavo che sarei stata io a cantare!

- Nono non se ne parla nemmeno! - dissi subito
- Dai Emma ti prego è la nostra ultima opportunità! - mi implorarono Liam e Mandy mettendosi in ginocchio davanti a me
- E se poi stono?! - chiesi agitata
. Andrai benissimo! Canteremo Who Says di Selena Gomez visto che la canti perfettamente e in più ha un significato bellissimo – mi suggerii Liam
- Però serve anche un'altra o sarà troppo breve – ci ricordò Mandy
- Bhe... Io amo Gift Of A Friend di Demi Lovato e ha un significato bellissimo – proposi
- Certo va benissimo e io la suo suonare! - rispose entusiasta Liam

L'idea non era bruttissima e non mi dispiaceva cantare ma dopo tutte le cattiverie di Victoria la mia autostima era andata a fare un viaggio tutto compreso ai Caraibi. Dopo una serie si preghiere infinite finalmente mi convinsi e provammo tutto il resto della giornata. Ogni volta che mi bloccavo Liam puntualmente mi incoraggiava ad andare avanti. Erano arrivate le 21:00 finalmente e io non vedevo l'ora di poter esibirmi. Tutti quanti erano venuti ad incoraggiarmi e mi sentivo meglio a ogni complimento che ricevevo. Il momento più bello però fu vedere da lontano la madre di Marcus da lontano. Man mano che si avvicinava riuscivo ad intravedere il bambino a cui mi ero tanto legata.

- Marcus! - urlai per poi corrergli incontro
- Emma! - urlò di rimando lui correndo verso di me

Appena arrivò lo abbracciai più forte che potei e la stessa cosa fece lui.

- Come sei bella! - mi disse sorridendomi
- Ma grazie! Lo sai che anche tu sei bellissimo? - rispose sorridendogli
- Mi sei mancata – disse prima di abbracciarmi di nuovo
- Anche tu piccolo – risposi sussurrando e stringendolo ancora di più
- Canterai tu? -
- Si e tu mi ascolterai? -
- La mia mamma ha i posti in prima fila quindi sono il tuo fan numero 1! - urlò in preda alla felicità
- Mi dispiace piccolo ma sarai il suo fan numero 2 perché il numero 1 è già prenotato – rispose tutto convinto Liam
- No! Sono io il numero 1! - urlò di nuovo Marcus per poi fare una linguaccia a Liam

Risi alla scena e purtroppo fui costretta a salutare Marcus visto che dovevamo salire sul palco. Una volta ritrovata davanti a tutta quella gente con il riflettore puntato ebbi un po' di incertezza ma vedendo il sorriso di Liam mi rassicurai quasi subito.

- Buonasera a tutti e benvenuti al nostro spettacolo di beneficenza. Ci sarà una piccola esibizione canora e poi potrà partire la festa dove tutti i bambini e i loro genitori potranno divertirsi, Buon divertimento – dissi per sedermi sulla sedia dietro di me mentre Liam si sistemava accanto a me

Partii un applauso di incoraggiamento e sei sentì tutto il personale urlare dal fondo della sala: “Vai Emma!”. Sorrisi sentendo quelle urla e una volta iniziata la melodia di Gift Of A Friend presi il microfono e iniziai a cantare impegnandomi al massimo:

Sometimes you think You'll Be Find by Yourself
Cause a Dream is a Wish You Make all alone
It's Easy to Feel Like You Dont Need Help
But Its Harder To Walk On Your Own

You'll Change
Inside
When You
Realize
The World Comes To Life
And Everythings alright
From Beginning To End
When You Have a Friend
By Your Side
That Helps You To Find
The Beauty you are
When You'll Open Your Heart and
Believe in
The Gift of a Friend (x2)

Someone Who knows When Your Lost and Your Scared
There through The Highs and The Lows
Someone who Count On, Someone Who Cares
Besides You Where Ever You Go

You'll Change
Inside
When You
Realize
The World Comes To Life
And Everythings alright
From Beginning To End
When You Have a Friend
By Your Side
That Helps You To Find
The Beauty you are
When You'll Open Your Heart and
Believe in
The Gift of a Friend

And When Your Hope Crashes Down
Shattering To The Ground
You, You Feel All Alone
When You Dont Know Which Way To Go
And There's No Such Leading You On
You're Not Alone

The World Comes To Life
and Everythings Alright
From Beginning To End
When You Have a Friend
By Your Side
That Helps You To Find
The Beauty you are
When You'll Open Your Heart and
Believe In
When You Believe In
You Can Believe In
the gift of a friend


Alla fine della canzone mi vennero gli occhi lucidi perché il significato di quella canzone era qualcosa di unico e cantarla davanti ai bambini meno fortunati mi aveva emozionata. Finita la canzone gli applausi che ci furono dopo furono così forti che mi stupii io stessa di tutta quella calorosità. Anche Liam mi si avvicinò e mi abbracciò con gli occhi lucidi esattamente come me.

- Te l'avevo detto che sei speciale e che puoi fare tutto – disse ancora stringendomi e lasciandosi sfuggire una piccola lacrimuccia

Per la prima volta riuscii a essere fiera di me stessa ed era una sensazione stupenda.


                                 
                                                                     
You can do everything

                     



La camera di Liam e Victoria:




Il completo di Emma:

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***






- Emma.. -
- Mm... - mugugnai coprendomi la testa con il cuscino
- Emma dai è mezzogiorno -

Aprii lentamente gli occhi e mi trovai a pochi centimetri da Liam. Imbarazzooo!

- Ehm... buongiorno – dissi diventando improvvisamente bordeaux
- Buongiorno – rispose ridendo leggermente di sicuro per il mio cambio di colore – dormigliona è mezzogiorno e non penserai mica di stare a letto tutto il giorno!
- E se avessi quest'intenzione? - chiesi sfidandolo e riprendendo il mio colore naturale
- Allora ti farò alzare a forza mi dispiace – rispose sfidandomi come avevo appena fatto io

All'improvviso mi prese in braccio stile principessa e mi portò al piano di sotto. Non facevo che ridere ma quella posizione non mi dispiaceva per niente!

- Perché ride signorina Weather?! Questo è un sequestro di persona e non dovrebbe ridere! - mi sgridò Liam sul punto di ridere esattamente come me
- Che devo fare?! Piangere?! - dissi ancora tra le risate
- Non ci provare! Mi si spezzerebbe il cuore – si addolcii continuando a scendere le scale piano piano

Mi ero letteralmente sciolta come il ghiaccio al sole per la bellissima frase che aveva appena detto e avevo una voglia incredibile di dargli un misero bacino. L'unica cosa che mi tratteneva era il fatto che lui fosse fidanzato con quella troia di Victoria che tutto meritava tranne che l'amore di Liam!

- Qualcosa non va? - mi chiese vedendo che ero immersa nei miei pensieri e non proferivo parola
- Eh? Nono niente ero solo sovrappensiero – risposi sorridendo come se niente fosse -

In risposta mi sorrise anche lui e una volta arrivati in cucina mi fece scendere.

- Liam scusa ma perché hai tutta questa fretta? - chiesi bevendo molto velocemente un sorso d'acqua da un bicchiere che avevo trovato sul tavolo
- Perché oggi andremo a fare shopping! - mi rispose entusiasta

L'acqua per poco non mi andò di traverso per quello che aveva appena detto. Liam a fare shopping?!

- Scusa?! - chiesi a dir poco scioccata
- Visto che ieri sera lo spettacolo è stato un successo, e tutto per merito tuo, mi sono preso una giornata libera così andremo a comprare un guardaroba nuovo. Almeno non userai più i vestiti di Victoria – rispose continuando a sorridermi
- Solo io e te? -
- Ovvio. Se venisse anche Victoria comprerebbe tutto il negozio e oggi sarai tu la protagonista della passerella – rispose prendendomi la mano e facendomi fare una giravolta sul posto

Era una scena da film e come una perfetta principessa sorrisi come non mai. Finimmo uno di fronte l'altro e per un attimo pensai addirittura che saremmo finiti in un bacio come in tutte le favole. Purtroppo la vita non è una favola...

- Liamuccio buongiorno! - urlò Victoria non appena varcata la soglia della cucina

Appena la vidi mi venne un vero e proprio colpo! Aveva una maschera verde che puzzava come non so cosa, due fette di cetrioli sugli occhi, un turbante in testa e girava con un accappatoio rosa Barbie. Mi sembrava Hulk!

- Buongiorno ma che ti sei messa in faccia?! - chiese schifato Liam esattamente come me
- Una crema che mi ha consigliato Crystal ieri. Dice che fa scomparire le rughe – spiegò Victoria con una voce molto tirata
- Victoria scusa ma tu non hai le rughe – le feci notare
- Lo so tonta! Questa le fa scomparire anche prima che compaiano. Come sei stupida. - mi rispose indignata prima di togliersi una fetta di cetriolo da un occhio

Una crema che fa scomparire le rughe anche prima che compaiano, wooooow... Nonostante tutto mi dispiaceva un po' dover lasciare Victoria a casa, Liam aveva ragione ma mi dispiaceva comunque.

- Hai programmi per oggi? - le chiesi cercando di cambiare argomento

Liam girò di scatto la testa verso di me e mi fece capire dallo sguardo di starmi zitta. Era evidente che non la voleva tra i piedi.

- Si devo preparare le valige e mi ci vuole tempo – rispose mangiandosi la fetta di cetriolo che fino a qualche secondo prima stava sul suo occhio
- Valige?! - chiesi legandomi i capelli in una coda
- Si. Vado a trovare la mia famiglia a Parigi per questo fine settimana –
- Ah... non lo sapevo -
- Scusa che ti frega a te? - domandò con il suo solito modo da Miss Io Comando Il Mondo

Non risposi abbassando lo sguardo e tornai di sopra. Non sapevo se essere felice o triste della partenza di Victoria: da un lato ero felice perché mi risparmiavo una rottura di palle infinita ma dall'altra parte comunque un po' mi dispiaceva. Con questi pensieri ritornai in camera e mi sedetti sul letto. Girando per un attimo lo sguardo notai sul comodino accanto al letto il mio cellulare che ormai avevo tenuto spento da ben 3 giorni. Mi mancava da morire Lena: i suoi abbracci, tutte le cavolate che dicevamo senza fermarci un attimo, anche solo la sua voce mi mancava. Sentivo il bisogno di sapere almeno come stava e senza pensarci presi il cellulare e lo accesi tenendo premuto sul pulsante di accensione. In pochi secondi mi apparì davanti il mio bellissimo sfondo con una foto di me e Lena in una delle nostre solite facce cretine. Una volta composto il suo numero presi un bel respiro e premetti il tasto verde per far partire la chiamata. Calma Emma calma. Uno squillo, due squilli...

- Emma sei tu?! - mi chiese con un fiatone pazzesco
- Ciao Lena – risposi con le lacrime agli occhi
- Emma mamma mia non puoi capire come sono felice! Mi hai salvato la vita! Ti ho inviato più di 30 messaggi in una settimana, chiamata chissà quante volte! Mi è venuto un colpo! Dove stai ma soprattutto come stai?! - urlò peggio di un'assatanata
- Come stai? - chiesi ignorando del tutto la sua sfuriata
- Io?! Come sto io?! Più che altro come stai tu! -
- Io sto bene. Anche il bambino sta bene – la tranquillizzai

Sentii un sospiro dall'altra parte del telefono e fui molto felice di averla fatta tranquillizzare.

- Meno male. Senti... mi dispiace da morire per quello che è successo. Io volevo farti rimanere ma mia madre non ha voluto sentire ragioni. Però sono riuscita a convincerla e... Emma puoi stare qui! Puoi vivere qui finché non trovi una sistemazione tutta tua! - mi disse entusiasta

Ero molto felice della notizia ma non mi era passato nemmeno per l'anticamera del cervello di tornare in quella casa. Sapevo perfettamente che ero un peso per loro e non ci sarei tornata.

- Lena è fantastico ma... io sto bene qui. Sono felice, ho incontrato persone meravigliose e non potrei vivere meglio di così – le risposi nervosa sperando che non mi mandasse a quel paese
- Ma... Emma andiamo siamo amiche da una vita! E preferisci stare con degli sconosciuti?! - mi chiese arrabbiata e scioccata allo stesso tempo
- Mi trovo bene e... stanno diventando la mia famiglia -
- Emma tu hai già una famiglia! -
- E tu chiami famiglia delle persone che appena hanno saputo che sono incinta mi hanno praticamente sbattuta fuori di casa a calci in culo?! - risposi perdendo la calma
- Uff... si hai ragione scusa – si scusò dopo aver preso un sospiro

Ero più che sicura che si sentisse in colpa per quello che aveva detto e già la immaginavo mentre si metteva le mani nei capelli dal rimorso.

- Però... Emma sei la mia migliore amica e... non voglio perderti di nuovo. Non vuoi tornare? Ok decisione tua. Ma ti prego non tagliamo i ponti di nuovo. Non lo sopporterei! In questi giorni tenevo il cellulare acceso anche di notte sperando anche in un tuo semplice messaggio – mi chiese implorante

Io provavo esattamente lo stesso ed era per quello che stavo per scoppiare a piangere. Avrei dato di tutto per abbracciarla in quel momento.

- Ti volevo chiedere la stessa identica cosa – confessai ridendo per non commuovermi

Sentii una leggera risata anche da parte sua e per il quarto d'ora successivo parlammo di quello che era successo in quelle 2 settimane. Non c'era molto da dire ma a me bastava solo sentire la sua voce: mi era mancata da morire. Non le avevo ancora detto di essere a casa di Liam: le avevo solo detto che quelle persone stavano diventando davvero importanti nient'altro. Non mi sentivo ancora pronta per confessarglielo, se avessimo mantenuto i rapporti glielo avrei confessato più in là. A un certo punto però entro nella stanza Liam e vedendomi parlare al telefono mi fece segno a gesti di muovermi.

- Lena ora devo andare ci sentiamo presto. Ti voglio bene – dissi per cercare di chiudere la chiamata in fretta
- Sapessi io Emma. Ci sentiamo presto e non fare sciocchezze –
- Non ti preoccupare starò benissimo – la tranquillizzai sorridendo

A volte assomigliava a una sorella maggiore per quanto era protettiva. Però le volevo un bene dell'anima e sarebbe rimasta sempre la mia migliore amica. Dopo averla salutata di nuovo chiusi la chiamata e mi girai sorridendo verso Liam.

- Chi era? - mi chiese curioso avvicinandosi
- La mia migliore amica. L'ho chiamata per dirle come sto e per tranquillizzarla -
- Hai fatto benissimo e se vuoi un consiglio: dovresti chiamare anche la tua famiglia – mi consigliò con il suo solito modo comprensivo
- Meglio di no. Non cambierebbe niente. - risposi secca
- Emma – m disse prima di avvicinarsi ancora di più e prendermi per le spalle – so benissimo che ti manca la tua famiglia. Ed è per questo che ti dico di avvertirla. Anche solo dicendo che va tutto bene -

Non sapevo cosa fare, aveva ragione sul fatto che mi mancava la mia famiglia ma in fondo avevo solo 16 anni (quasi 17), era una cosa normale.

- Ci penserò ok? - dissi semplicemente cercando di uscire da quella situazione fin troppo imbarazzante
- Questa è l'Emma che conosco – rispose baciandomi delicatamente la fronte

Sorrisi appena si staccò e come sempre mi porse i vestiti che avrei dovuto indossare per l'ultima volta finalmente. Come sempre erano vestiti da vera e propria tr... calma Emma! L'unica cosa carina era il cappello nero. Dopo aver ringraziato Liam decisi di cambiarmi e per farlo contento ci misi meno di 5 minuti. Mi stupii di me stessa. Andai saltellando in bagno dove però trovai Victoria impegnata a togliersi quel vomito dalla faccia. Si perché dalla puzza e dal colore sembrava vero e proprio vomito!

- Oh scusa aspetto fuori – mi scusai dopo averla vista
- Usare l'altro bagno no? - mi fece notare mentre si strofinava con dell'ovatta
- Quale bagno? -
- Sono quasi 3 settimane che vivi qui e ancora non sai che la casa ha 3 bagni?! Tonta la ragazza – rispose dandomi una leggera occhiata per poi continuare a strofinare

Avevo appena fatto una madornale figura di merda e come da manuale abbassai lo sguardo imbarazzata verso i miei stivali.

- Quelli sono miei vero? - mi chiese senza nemmeno guardarmi
- Si... li ha presi Liam -
- Ma va? Ti devi solo azzardare ad aprire il mio armadio e ti picchio così a sangue che il bambino te lo faccio uscire dalla bocca – mi rispose secca

La guardai spaventata e schifata allo stesso tempo e non riuscivo a smettere. Farmi uscire il bambino dalla bocca?! Ma che è?! Annuii ancora stordita e uscii dal bagno aspettando in corridoio che uscisse dal bagno.

- Bagno occupato? - mi chiese Liam raggiungendomi
- Si – risposi sorridendo

Solo vedendo il suo sorriso ero riuscita a dimenticare quella cosa che orribile che mi aveva appena detto Victoria. Ok una cosa era certa: Liam Payne mi faceva girare la testa qualsiasi cosa facesse!

- Tu sei già pronto vedo -
- Ho usato l'altro bagno – mi rispose alzando le spalle come se fosse una cosa più che normale

Ma io dico: sono io che sono cieca o mi stavano prendendo per culo?!

- Senza offesa ma questi vestiti non ti donano per niente -
- Ma va? Sto solo soffocando – risposi sbuffando
- Questo perché la pancia inizia a vedersi – mi spiegò guardandomi

Mi sentivo nuda con quella specie di top. Per non parlare dai pantaloncini! Ne avevo fin sopra i capelli di vestiti striminziti che si potevano strappare da un momento dall'altro!

- Victoria hai fatto?! - urlò Liam bussando forte alla porta
- Mamma mia quanta fretta! - disse Victoria finalmente con la sua pelle arancione e non più verde

Amore almeno non ti mettere così tanto fondotinta o sembri una carota! Finalmente entrai in bagno ma al contrario di quella carota gigante ci misi a mala pena 10 minuti per prepararmi. Una volta finito scesi al piano di sotto e trovai Liam davanti alla porta anche più perfetto di prima. Diventava ogni secondo più bello, doveva essere una cosa genetica sicuramente.

- Emma! Pronta per lo shopping? - mi chiese tutto sorridente offrendomi un braccio da vero gentiluomo
- Ma non eri tu quello che odiava fare shopping? - gli feci notare prendendolo sotto braccio e sorridendogli
- Ti svelo un segreto... - mi disse sottovoce prima di farmi uscire e chiudere la porta alle nostra spalle – io amo fare shopping ma non con Victoria perché poi finisce sempre che pensa solo a sé stessa -
- Immagino -
- Però scommetto che con te mi divertirò – affermò annuendo
- Non sono tutta questa compagnia che credi -
- Io penso di si e scommetto quello che vuoi che ci divertiremo – mi rassicurò

Raggiungemmo la macchina ancora a braccetto e sempre da perfetto gentiluomo mi aprii addirittura la portiera. Liam finiscila sennò ti salto addosso! Di certo in una città come Wolverhampton il posto migliore dove andare per comprare qualcosa era un centro commerciale e infatti Liam si stava dirigendo proprio lì. Una volta arrivati ci dirigemmo subito nel primo negozio che vedemmo e dire che mi fece provare tutti i vestiti è poco!

- Liam non credi che siano troppi?! - chiesi con una montagna enorme di vestiti in braccio
- I vestiti non bastano mai ricordatelo – rispose continuando a mettermi vestiti tra le braccia

Il mucchio era diventato così grande che riuscivo a mala pena a vedere Liam in faccia!

- Susu forza in camerino! - mi disse per poi spingermi letteralmente in camerino

Provai una quantità infinita di vestiti e le frasi di Liam erano sempre le stesse: “Questo non mi piace!” “Ti prego toglietelo!” “Questo ti sta benissimo!” “è perfetto!” ecc. Aveva ragione però: mi stavo divertendo e a quanto pare anche lui. A un certo punto dopo essermi cambiata per l'ennesima volta guardai l'orologio per vedere che ore fossero ed erano già passate due ore! Wow!

- Liam sono le due e mezza e noi abbiamo fame – dissi non appena uscii dal camerino
- In effetti anch'io – mi rispose ridendo

Andammo insieme alla cassa e appena vidi la cifra di tutto per poco non mi uscirono gli occhi dalle orbite!

- Liam no ti prego! -
- Cosa?! Non ti piacciono? - mi chiese preoccupato esattamente un attimo prima di consegnare la carta di credito alla cassiera
- Nono sono tutti stupendi ma non puoi spendere così tanti soldi per me! Non è giusto! -
- Mi stai prendendo in giro vero?! -

In quel momento la cassiera mi sorrise molto gentilmente ma io continuai a guardare Liam in modo strano. Non sarebbe stato giusto e mi sarei sentita in colpa per il resto della mia vita!

- è la prima volta che sento una ragazza dire queste cose – si intromise la cassiera sempre con il suo solito sorriso
- Già. È una ragazza speciale – concordò Liam iniziando a sorridere anche lui
- E vedo che è in dolce compagnia – continuò la cassiera fissando la pancia

Diventai subito bordeaux ed ero sicura che stesse pensando cose del tipo “O mio Dio a 16 anni già incinta povera ragazza!”.

- Non ti preoccupare tesoro non ti sto giudicando – mi rassicurò la cassiera – un bambino è sempre qualcosa di meraviglioso e sono sicura che tu e il tuo ragazzo sarete dei bravissimi genitori -

In quel momento io e Liam ci guardammo entrambi imbarazzati. Non pensava mica che...

- Nono lui non è il mio ragazzo! È solo un amico – precisai subito
- Davvero? Oh scusate non lo sapevo. Comunque è davvero un peccato perché sareste perfetti insieme -

Ecco: seconda figura di merda. Aiuto! Certo dovevo ammettere che stavo iniziando a provare qualcosa in più per Liam ma... lui era innamorato di Victoria e non mi sarei mai messa in mezzo. Anche Liam era imbarazzato tantissimo ed ero più che sicura che volesse andarsene tanto quanto me. Dopo aver pagato tutto e dopo essere usciti da quel negozio andammo al Mc Donald's e passammo tutto il resto del pomeriggio continuando a fare shopping fino a diventare matti. La cosa migliore era che nonostante tutto quello che era successo Liam si comportò come se non fosse successo niente continuando a sorridere, aiutarmi e starmi vicina. Era una delle tante cose che adoravo di lui: ti faceva sentire a tuo agio anche solo con un abbraccio o un misero sorriso. Alla fine della giornata tornammo a casa e trovammo all'entrata almeno una decina di valige rosa Barbie. Mi limitai a non fare domande e andai a passo veloce in camera mia iniziando a mettere apposto tutti i vestiti. Mi scappò un sorriso ripensando a quel pomeriggio in cui mi ero divertita da morire. Forse stavo iniziando a provare qualcosa di più per Liam...


                                                                         
You're perfect togheter
                                                                  



Lo sfondo del cellulare di Emma:




I vestiti di Emma:


 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***








- Victoria chi cazzo era?! - urlò per l'ennesima volta Liam al cellulare

Victoria era partita da appena un giorno e già la situazione si stava complicando. Da quel poco che avevo capito in pratica Liam , la sera prima, l'aveva chiamata per sapere se era arrivata e invece di Victoria gli aveva risposto una voce maschile. Entrambi non avevamo dormito tutta la notte: lui perché non aveva fatto altro che camminare avanti e indietro per casa e io perché ero preoccupata per lui. In quel momento Liam era in cucina al cellulare e stava urlando tantissimo. Io invece ero dietro il muro per poter capire cosa stesse succedendo, so che non spiare non è una bella cosa ma non avrei potuto vedere Liam così ancora per molto!

- Victoria mi sto innervosendo! Tu non hai fratelli! Non inventare sc... smettila di dire cazzate! Ora che torni a casa ne riparliamo. Liamuccio sto cazzo! - continuò ad urlare prima di chiudere la chiamata e lanciare il cellulare contro il muro

Sussultai appena sentii quell'orribile rumore e in quel momento per la prima volta stavo iniziando ad avere paura. Non sapevo nemmeno io che fare: avrei voluto con tutta me stessa potergli andare vicino e abbracciarlo con tutto l'affetto possibile ma... dall'altra parte avevo anche paura di scatenare la sua ira ancora di più. Non si meritava un tradimento simile... perché diciamocelo chiaramente: se al cellulare di Victoria aveva risposto una voce maschile e lei non aveva fratelli mi sembra molto difficile che un ragazzo qualsiasi fosse andato da lei per giocare a carte! Liam stava respirando affannosamente... si sentivano i suoi sospiri fin dalle scale e questo basta per poter immaginare quanto fosse arrabbiato. Non potevo vederlo così... mi faceva troppo male. Prendendo un bel respiro decisi di entrare in cucina e senza dire niente mi buttai tra le braccia di Liam. Di solito una persona normale sarebbe rimasta stupita da un gesto così improvviso ma lui al contrario mi strinse più forte a sé e iniziò a piangere. Stava crollando e si vedeva.

- Shh va tutto bene – lo tranquillizzai accarezzandogli i capelli
- Mi ha tradito Emma – singhiozzò immergendo la testa nella mia felpa
- Significa che non ti merita – gli spiegai continuando a tranquillizzarlo
- Io l'amavo -
- Liam ascoltami – gli dissi prima di prendergli il viso tra le mani e guardarlo negli occhi – come credi sia stata io quando Dave mi ha abbandonata? Volevo piangere fino a non avere più lacrime ma dopo un po' mi sono resa conto che non ne vale assolutamente la pena. Lei non merita nemmeno una tua misera lacrima e sai perché? Perché sei un angelo. Il mio angelo. Anzi... il nostro. Ti rendi conto che se non fosse per te questo mostriciattolo nella mia pancia a quest'ora probabilmente non esisterebbe più? Ci hai salvato la vita. E ora ti preoccupi di una che non riesce ad apprezzare cosa si perde? -

Non mi sarei aspettata nemmeno io un discorso così profondo e quasi sicuramente nemmeno Liam a giudicare dalla sua espressione. Aveva ancora gli occhi lucidi ma almeno ero riuscita a farlo smettere di piangere.

- Io... - rispose semplicemente continuando a guardarmi
- Tu niente. Non ti devi sentire in colpa di niente perché non è colpa tua. Se Victoria non riesce a capire quanto vali e quanto sei speciale allora non capisce niente – continuai annuendo per cercare di convincerlo

Lo abbracciai di nuovo e questo bastò per farlo finalmente calmare del tutto.

- Non so come ringraziarti Emma davvero – mi sussurrò lasciandomi un bacio tra i capelli
- Bhe... tu mi hai praticamente salvata quindi diciamo che siamo pari – scherzai facendolo sorridere
- Sai una cosa? Hai ragione. Non ne vale la pena e sinceramente mi sto pendendo ogni secondo di più di aver passato questi mesi con lei. Ma che mi è saltato in mente?! -
- Ah non lo so – risposi ridendo

Ci staccammo dall'abbraccio ma rimanemmo comunque uno di fronte all'altra.

- Forza fammi uno di quei sorrisi che solo Liam Payne sa fare – gli ordinai toccandogli le guance come per un bambino piccolo

Fece un sorriso così bello, ma così bello... che se fossi stata a fissarlo ancora per un po' sarei potuta svenire.

- Allora.. visto che non vogliamo pensare a cose tristi: che ti va di fare oggi? - proposi battendo le mani in attesa di poter fare qualcosa
- Non lo so. Una cosa è certa: voglio uscire da questo posto -
- Idea! Recupera il cellulare e prendi le chiavi che ti porto in un posto stupendo – dissi velocemente prima di correre al piano di sopra per mettermi le scarpe

Avevo il posto perfetto per far sorridere di nuovo Liam e non farlo soffrire per quella vipera di Victoria. Una volta infilate entrambe le mie Blazer verdi tornai di sotto e trovai Liam perfetto come sempre accanto alla porta.

- Mi dici dove mi porti? - mi chiese curioso mentre mi aprì la porta di casa
- Sorpresa – risposi guardando in alto per non dire nulla
- Daiii – mi supplicò facendo la faccia da cucciolo una volta chiusa la porta
- No – risposi decisa anche se dentro stavo morendo dalla voglia di coccolare quel cucciolo che avevo davanti
- Cattiva – disse con un broncio da perfetto bambino arrabbiato

Per risposta mi sporsi verso di lui e gli lasciai un bacino sulla guancia, che per fortuna lo fece tornare normale. Perché per fortuna? Perché se avesse continuato così sarei stata capace di stuprarlo proprio lì! Una volta messi in auto Liam seguì tutte le mie istruzioni e dopo una mezz'oretta più o meno arrivammo davanti al posto misterioso. Si trattava di una bellissimo campo fiorito circondato da alberi di ciliegio. Mi ci portava sempre Dave quando stavamo insieme e ogni volta che ci andavo mi sentivo quasi rinata: sarà stata per la brezza, per il profumo che emanavano i fiori, per la pace che c'era... Non lo so sinceramente ma ogni volta rimaneva un luogo dove poter quasi rinascere.

- E qui devo girare? - mi chiese per sicurezza Liam
- Si qui gira a sinistra -
- Ma Emma se giro su questo sentiero siamo nel nulla -
- Tu fidati -

Fece come gli avevo detto e proseguì lungo lo sterrato fino ad arrivare davanti al famoso ciliegio. Perché famoso? Perché lì io e Dave ci eravamo scambiati il nostro primo bacio e sul tronco doveva esserci la scritta che avevo inciso con un coltellino qualche tempo prima.

-Arrivati! - urlai una volta che la macchina fu ferma
- Emma aspettami! - mi richiamò Liam scendendo dalla macchina per cercare di starmi dietro

Io però stavo già analizzando il tronco del ciliegio per vedere se la scritta fosse rimasta. Dopo aver ispezionato bene la vidi ancora lì ma stranamente non provavo nessun tipo di emozione: non provavo tristezza, né rabbia... solo delusione ma ormai a quella mi ci ero quasi abituata.

- Perché mi hai portato qui? - mi chiese stranito Liam una volta avermi raggiunta
- Non ti piace? - chiesi andando al suo fianco

Dopo essersi guardato intorno rimase quasi incantato dal panorama e rimase quasi senza fiato quando si accorse della collina in lontananza dove sarebbe tramontato il sole tra on molto tempo.

- è... wow – rispose meravigliato quasi quanto me

Per non farlo ricadere nella depressione decisi di farlo divertire e iniziai a comportarmi come una bambina.

- Dai prendimi – lo sfidai tirandogli un pugno sul braccio

Iniziai a correre ma notando che non stava facendo niente mi rigirai e lo guardai male.

- Allora?! -
- Dai Emma non mi va -
- Muoviti medico dei miei stivali! - lo sfidai
- Come mi hai chiamato?! - rispose scioccato ma divertito
- Medico dei miei stivali – ripetei per poi fargli una pernacchia
- Ah si? Ora ti faccio vedere io! -

Iniziammo a correre per quell'enorme prato e nell'aria si sentivano solo le nostre risate accompagnate da qualche urletto da parte mia per cercare di sfuggire da Liam. Mi sentivo finalmente felice dopo tanto tempo e non avrei voluto trascorrere quella giornata meravigliosa con nessun altro. Liam essendo un po' più alto di me non ci mise molto a raggiungermi nonostante tutti i miei sforzi.

- Presa! - esultò abbracciandomi da dietro

Sia io che lui non la finivamo di ridere e mi stavo divertendo come non avevo mai fatto. Ero più che contenta di averlo fatto sorridere di nuovo, anche perché ormai la sua risata era diventata praticamente la cosa migliore che mi fosse mai capitata. Lui era la cosa per cui valeva continuare a resistere.

- Aiuto! - continuavo a urlare e ridere mentre lui mi faceva girare da dietro
- Nessuno fugge dalle grinfie di Liam Payne! - urlò lui in risposta sempre ridendo

Una volta vermi messa giù tornammo al punto di partenza ma io non volevo andare via.

- Mica andiamo via? - chiesi con il mio faccino da cucciola
- Mah! Si sta troppo bene qui e nemmeno io me ne voglio andare – rispose sorridendomi

Una volta arrivati di nuovo al ciliegio iniziai subito ad arrampicarmi su di esso. Ero sempre stata agile e un po' di pancia in più non mi avrebbe di certo negato una sana arrampicata.

- Emma scendi subito! - mi ordinò Liam dal basso
- Su papà so quello che faccio – lo tranquillizzai iniziando a cercare delle ciliege mature
- Ti devo ricordare io che sei quasi al 4° mese di gravidanza?! - mi ricordò continuando a guardarmi preoccupato
- Uff che palle che sei! Non sto mica facendo chissà che! Sto solo cercando qualcosa da mangiare e cosa c'è di meglio di un paio di bellissime ciliege mature? - gli spiegai iniziando a raccogliere
- Fai attenzione ti prego -
- Si! -

Una volta aver preso un bel po' di ciliege scesi con un salto a terra e mi sedetti per terra iniziando a mangiare. Dopo qualche minuto mi raggiunse anche Liam e gli porsi una di quelle delizie.

- No grazie non ho fame -
- Dai! So che te le stai mangiando con gli occhi! - cercai di convincerlo
- No davvero... -
- Non sai che ti perdi – risposi offesa sputando un seme dall'altra parte
- Mmm... in effetti sono particolarmente invitanti – si corresse strofinandosi le mani dalla fame

Iniziò a mangiare anche lui e passammo il tempo così: a mangiare ciliege circondati dalla natura mentre il sole stava tramontando lentamente davanti a noi.

- è uno spettacolo bellissimo – disse Liam masticando
- Già... - risposi stringendomi le ginocchia e guardando come incantata quella scena meravigliosa
- Niente è più bello del sole di luglio che tramonta – continuò
- Una cosa c'è... - risposi senza pensare
- Cosa? - chiese girandosi verso di me
- Eh? No niente – mi corressi per evitare di parlare di nuovo a vanvera
- No dai sono curioso – insistette mettendosi a gambe incrociate
- Il sole di luglio è la seconda cosa più bella del mondo perché la prima è... vedere la persona che si ama sorridere – risposi iniziando a sorridere come una stupida

Chissà se aveva capito che mi stavo riferendo proprio a lui. Amare forse era qualcosa di troppo grosso ma una cosa era certa: non riuscivo più a vedere Liam come un semplice amico e nemmeno come un fratello.

- Grazie Emma davvero – rispose sorridendomi

Rimasi un po' sorpresa e lo guardai un po' stranita per non aver capito bene cosa intendesse.

- Grazie di essere entrata nella mia vita. Mi hai insegnato e fatto capire così tante cose che non avrei capito grazie a nessun altro. Sei di quasi 5 anni più piccola ma hai un comportamento e un senso di responsabilità che potresti insegnare anche alle persone di 20 anni più grandi. Sei... speciale. Voglio dire: sei rimasta incinta a 16 anni, sei stata cacciata di casa, il tuo ragazzo ti ha abbandonata... Un'altra persona a quest'ora sarebbe già uscita di testa ma tu... tu hai affrontato tutto col sorriso. Un bellissimo sorriso a parere mio! - aggiunse sorridendo alla fine

Mi tinsi leggermente di rosso per i complimenti e più lo guardavo più assomigliava ad un angelo. Un magnifico angelo. Con la piccola cresta tenuta su con chissà quanto gel, quei occhi nocciola che la luce del tramonto rendeva ancora profondi, quel misero accenno di barba che però lo rendeva ancora più perfetto di quanto già non fosse...

- Comunque... promettimi una cosa – mi chiese tornando serio e avvicinandosi per guardarmi negli occhi
- Dimmi – risposi quasi incantata da quegli occhi che ormai me li sognavo pure la notte
- Promettimi di non cambiare mai. Di continuare a sorridere davanti a tutto e tutti. Di andare avanti facendo così andare avanti anche me. Promettimelo Emma ti prego -

Quasi commossa da quella promessa gli sorrisi dolcemente e gli presi il viso con una mano continuando a guardarlo negli occhi.

- Te lo prometto. Anzi te lo giuro – risposi sicura facendo sorridere di conseguenza anche lui

Il sole era appena tramontato e aveva lasciato spazio a uno spettacolo ancora più bello: l'orizzonte quasi diviso in due tra il cielo stellato e i colori tipici del tramonto. Iniziamo entrambi a chiudere gli occhi e nel momento in cui le nostre labbra si sfiorarono sentii dei brividi lungo la schiena che non avevo mai sentito in vita mia. Era una sensazione strana... strana ma in un certo senso unica. Non avevo mai provato emozioni di quel genere ma sinceramente se avessi potuto non avrei masi smesso. Ero più che sicura che si sarebbe straccato subito ma al contrario di quello che mi aspettavo continuò a baciarmi sempre più dolcemente e stranamente... sembrava quasi un bacio pieno di amore da parte di entrambi. Una volta staccati lo guardai confusa ma lui mi sorrise dolcemente.

- Liam che... -
- Scusa ma... aspettavo da tanto questo momento... - mi spiegò imbarazzato
- Anch'io... - risposi titubante scatenando la sorpresa di Liam che di sicuro non lo aspettava
- Davvero? -

A interromperci fu la suoneria del suo cellulare e, continuando a guardarmi negli occhi, lo prese dalla tasca e diede una rapida occhiata sullo schermo. Dopo aver visto il numero continuò a farlo squillare mentre io lo guardavo mezza stranita e mezza curiosa.

- Liam rispondi magari è importante – cercai di convincerlo spostando lo sguardo da lui al telefono
- No. Non è nessuno. - rispose fermo e questo mi bastò per capire che a chiamarlo era proprio Victoria
- Liam so che sei arrabbiato ma... Ascolta almeno quello che deve dirti – continuai per persuaderlo
- E ascoltare altre palle? No grazie sono stanco di essere preso in giro – rispose arrabbiato e deluso allo stesso tempo
- Se ti ha chiamato vuol dire che forse è successo qualcosa -

Mi guardò di nuovo negli occhi e dopo un po' si decise a richiamarla. Si alzò da dove eravamo seduti e si poggiò dall'altro lato del ciliegio. In quel preciso momento mi iniziai a sentire in colpa per averlo baciato; in fondo lui amava ancora Victoria e tecnicamente stavano ancora insieme... Non avrei mai dovuto farlo ma era stato più forte di me! Non riuscivo bene a capire cosa stesse dicendo Liam ma da quello che potevo intuire doveva essere stato molto freddo. Dopo qualche minuto ritornò da me con un sorriso forzato e mi porse una mano per farmi alzare.

- Che ha detto? - chiesi afferrandola e tirandomi in piedi
- Torna domani mattina – spiegò brevemente tornando alla macchina stringendomi la mano come per non lasciarmi andare
- Ah... -
- Si ma questa volta niente mi impedirà di essere felice e... - si fermò girandosi verso di me – e niente mi impedirà di starti vicino

In quel momento per la seconda volta mi ribaciò con una dolcezza sovrannaturale e il mio cuore perse un battito di nuovo. Sbaglio o Liam mi aveva appena detto di voler stare con me?! Una volta staccati sorrisi come una bambina e lo strinsi a me più forte che potevo. Ricambiò l'abbraccio e iniziò a strofinarmi la schiena così giusto per farmi morire un po' di più.

- Non cederò anche questa volta. Lei non conta più niente per me. - concluse prima di staccarsi e raggiungendo la macchina continuando a tenere la mia mano

Eccola. La felicità che ero convinta di aver perso per sempre.






                                                                             
I just wanna be happy... with you
 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***







- Amore... -
- Mmm – mugugnai chiudendo gli occhi
- … Domani mattina quando parlerò con Victoria... Mi starai vicino? - mi chiese un po' timoroso Liam

Avevamo appena finito di cenare e in quel momento eravamo comodamente sdraiati sul divano a farci le coccole. Aprii gli occhi e, alzando la testa dal suo petto, gli sorrisi per tranquillizzarlo.

- Ma certo. Non dovevi nemmeno chiedermelo – risposi continuando a sorridere

Ricevetti un tenero bacino sulla fronte e continuammo a coccolarci ancora per un po' finché non cominciai a provare un certo timore... In fondo Victoria era molto più bella di me, era stata con Liam per molto più tempo, ci sapeva fare con i ragazzi ma la cosa che mi spaventava di più era che... Quando voleva qualcosa (o in questo caso: qualcuno) non guardava in faccia a nessuno pur di averla. Non volevo perdere Liam: era l'unica persona che riusciva a farmi sentire amata finalmente e il solo pensiero di non averlo più accanto a me mi faceva rabbrividire. Mi sentivo... felice con lui e cominciai a pensare che forse poteva essere Liam quello giusto... Un padre perfetto per mio figlio, un compagno che mi avrebbe amata per quello che ero... In fondo avevo sempre sperato di trovare un ragazzo così e ora che era mio non lo avrei lasciato andare con una cretina che non riusciva nemmeno a rendersi conto di cosa si stava perdendo.

- A che pensi? - mi chiese continuando ad accarezzarmi con una delicatezza incredibile il collo e le spalle
- Eh? -
- Sei così silenziosa... qualcosa non va? -
- Ho solo paura – risposi accucciandomi di più al suo petto
- Di cosa? -
- Di perderti – confessai cercando di non scoppiare a piangere
- Amore guardami – mi ordinò sollevandomi il mento per poterlo vedere negli occhi
- Ora stiamo insieme. Anzi ti chiedo scusa se mi sono accorto solo ora di avere la mia vita davanti agli occhi e di non averlo mai notato. È dal primo momento che ti ho vista che la mia vita è cambiata radicalmente, forse perché tu sei diventata la mia vita. Sembro uno stupido lo so perché... fino a ieri tutte queste cose me le sarei tenute per me ma ora... ora sento che senza di te non posso vivere. Voglio solo prendermi cura di voi, stare con te, ricominciare a vivere... Si perché con Victoria quella non si poteva chiamare vita. Essere considerato inferiore a tutto, troppo all'antica, troppo preciso... Solo con te sento di poter essere me stesso e non potrei chiedere di meglio. Quant'è vero che mi chiamo Liam James Payne ti giuro che mai niente ci potrà dividere. Ora che ti ho trovata niente mi permetterà di separarmi da te. - confessò con una mano sul cuore e gli occhi lucidi

Non stava per piangere solo lui. Anche io avevo le lacrime agli occhi e da lì a poco sarei scoppiata in un pianto di gioia fino a morire. Nessuno mi aveva mai detto quelle cose ma soprattutto nessuno mi aveva mai parlato con quella sincerità. Si perché ero più che sicura che Liam fosse sincero. Di solito non mi fidavo molto velocemente delle persone ma con Liam tutto quello che avevo fatto in passato era andato a puttane. Già il fatto che non mi avesse sbattuta fuori di casa per il bambino era una dimostrazione di affetto se non addirittura di amore.
Mi asciugai una lacrimuccia ribelle con la manica del pigiama e, con un sorriso che non sfoderavo da non so nemmeno io quanto tempo, mi allungai verso di lui e lo baciai con tutto l'amore che provavo. Ci continuammo a baciare con delle lacrime di gioia e qualche sorriso fino a quando non ci addormentammo sul divano, sotto un plaid, l'una tra le braccia dell'altro. Finalmente.





- Liamuccio?! Liamuccio! Sveglia! - sentii urlare all'improvviso

Iniziai a sbattere subito gli occhi e cercai di mettere a fuoco la situazione. Ci misi qualche minuto per adattarmi alla luce del sole e finalmente riuscii a vedere Victoria davanti al divano con le mani sui fianchi, arrabbiata come non mai.

- Buongiorno – dissi flebilmente cercando di sistemarmi
- E tu che vuoi?! Sempre in mezzo alle palle stai! Perché non te ne vai per strada a prostituirti?! Almeno hai qualcosa da fare e non rompi le palle a nessuno! - urlò spingendomi

Per colpa del pancione mi sbilanciai e con un colpo secco caddi di culo per terra ai piedi del divano. In quel momento finalmente anche Liam si iniziò a svegliare e vedendomi per terra per prima cosa cercò di aiutarmi.

- Emma! Che le hai fatto stronza?! - sbottò arrabbiato come non lo avevo mai visto
- Io?! Lei dorme sul petto del mio ragazzo e alla fine è pure colpa mia?! - si difese Victoria sedendosi sulla poltrona, accavallando le gambe

Liam, invece di continuare a litigare, mi porse una mano per farmi alzare e, una volta in piedi, iniziò a farmi mille domande per sapere se stavo bene.

- Tutto ok tranquillo – lo tranquillizzai sorridendogli

Chiedendomi un'ultima volta con uno sguardo se stessi bene, ricevette un si da parte mia e si concentrò di nuovo sulla figura della sua ex ragazza seduta comodamente in attesa di una risposta.

- Sono fatti tuoi? - le chiese prepotentemente Liam
- Dal momento che sei il mio ragazzo forse si che dici? - rispose sarcasticamente Victoria accendendosi una sigaretta
- Da quanto fumi?! - chiesi scioccata con un filo di voce
- E tu che vuoi?! Sempre in mezzo a cose che non ti riguardano! - urlò di nuovo Victoria alzandosi per potermi alitare in faccia

Avevo sempre odiato il fumo e mi dava sui nervi chiunque avesse una sigaretta in mano. Mia zia era morta per un cancro ai polmoni e da allora mi aveva fatto schifo qualsiasi cosa sapesse di fumo.
A proteggermi da Victoria ci pensò Liam mettendosi in mezzo e nascondendomi dietro la sua possente schiena, alquanto tesa in quel momento.

- Se osi anche solo sfiorarla fai una brutta fine Victoria Anderson ti avviso! - la minacciò guardandola negli occhi
- Oh andiamo Liam non farmi la predica! Fumi da più di me e ora ti lamenti per una sigaretta? Non essere patetico ti prego – rispose scuotendo la testa quella vipera continuando a fumare come se niente fosse

Rimasi scioccata da quello che aveva appena detto e non potevo crederci. Liam fumava?! E quando avrebbe voluto dirmelo?! Mi staccai a piccoli passi dalla sua schiena ancora basita dalla sorpresa. Primo segreto di coppia. Perfetto direi.

- Ormai di me non te ne deve fregare più niente! Niente! Ammesso che te ne sia mai fregato qualcosa. Devi sparire dalla mia vista, ma soprattutto dalla mia vita! - gli disse Liam arrabbiato anche più di prima
- Su una cosa hai ragione. Non me n'è mai fregato niente di te. Volevo solo i tuoi soldi e quelli che hai lasciato sul mio conto in banca sono più che sufficienti. Sei stato un po' stupido Liam no? Insomma: chi mai andrebbe a versare una cifra tanto alta sul conto di una ragazza che ha conosciuto in un night club? Ti facevo più intelligente per essere un medico. Divertiti con quella puttanella incinta. Però quando vorrai correre di nuovo da me ricordati che io sarò già lontana. Arrivederci Liam – concluse posando la sigaretta nel posacenere per poi togliere il disturbo
- Victoria! - urlò Liam con quanta più voce aveva in corpo mentre la sua ex stava per chiudere la porta
- Cosa c'è? -
- Le chiavi. Non ti voglio vedere mai più e le chiavi sono mie. - rispose sul punto di esplodere

Victoria gliele lanciò con indifferenza e, mettendosi i suoi occhiali da sole firmati, chiuse la porta alle sue spalle lasciandoci in un silenzio totale. Liam era bollente di rabbia e non si abbassò nemmeno per raccogliere le chiavi per terra. Sembrava una bomba sul punto di esplodere, non ci può essere paragone più adatto per descriverlo. In quel momento, come non mai, non sapevo davvero che fare. Non sapevo se abbracciarlo, se baciarlo, se essere arrabbiata con lui per il fatto del fumare, se lasciarlo solo, se farlo ragionare, se parlargli... Non avevo la più pallida idea su come avrei potuto aiutarlo. Non avrei mai immaginato, nemmeno nei miei sogni più selvaggi, che sarebbe andata a finire così. Ero rimasta scioccata quasi quanto Liam e non avevo il coraggio di muovere nemmeno un muscolo. Il respiro di Liam si era fatto pesante e potevo solo immaginare quanto fosse arrabbiato e deluso in quel momento.
Non facendocela più a stare ferma iniziai ad andare al piano di sopra finché una presa molto forte non mi fece girare nuovamente verso la figura, in quel momento minacciosa, del mio ragazzo. La sua espressione era dura, arrabbiata e il meraviglioso marrone dei suoi occhi era diventato all'improvviso più scuro. Mi fidavo ciecamente di Liam, mi ero sempre fidata dall'inizio ma in quel momento... incontrando i suoi occhi mi irrigidii al punto di voler scappare via.

- Non te ne andare anche tu – mi disse all'improvviso quasi supplicante con gli occhi lucidi

Non persi nemmeno un secondo e lo abbracciai fortissimo per farlo sfogare completamente. Dopo nemmeno un secondo iniziai a sentire la spalla bagnata e gli fui molto grata del fatto che si fidasse di me esattamente come mi fidavo io. Come capitava spesso anche a me, la rabbia si era trasformata in lacrime. Lacrime molto probabilmente amare e piene di tristezza, cariche di delusione e di senso di colpa nell'essersi illuso in un amore impossibile. Sapevo benissimo cosa stava provando e per questo ero decisa ad aiutarlo in tutti i modi possibili.
Iniziai ad accarezzargli la schiena per poi passare ad accarezzargli i capelli. Il respiro si stava iniziando a regolarizzare, cosa positiva.

- Shh calmati -
- Non... - iniziò a dire sul punto di scoppiare di nuovo
- Shh tranquillo -

Tirò su con il naso e dopo avermi stretta di nuovo si staccò per guardarmi in faccia. Non mi sorpresi più di tanto vedendo i suoi occhi rossi circondati da due grandi segni violacei. Era proprio disperato. Non dicemmo niente, i nostri sguardi parlavano da soli e in quel momento capii quanto fosse vera la frase “uno sguardo vale molto più di 1000 parole”. Era come se mi stesse supplicando di rimanere con lui, di non illuderlo, di non abbandonarlo ma soprattutto di cercare di farlo sentire a suo agio. Anche se ero stata con lui solo un mese avevo capito i suoi atteggiamenti quando stava con Victoria. Mi era bastato osservarlo. Vedere come ci rimaneva male quando voleva un momento di privacy solo con lei e riceveva puntualmente un “no” secco come risposta, vedere quanto fosse scocciato nel sentire le chiacchiere inutili sulla nuova collezione di Victoria Secret e tante altre cose che avevo imparato a riconoscere.

- Sai che facciamo? - gli proposi asciugandogli le guance con le mani

Non ricevendo risposta, ma sapendo che era curioso, continuai.

- Ti faccio rilassare in un centro benessere -

Mi guardò un po' stranito ma continuai a guardarlo in attesa di una risposta.

- Amore scusa ma non mi va di uscire -
- E chi ha detto che dobbiamo uscire? - puntualizzai allacciandogli le braccia dietro al collo

Così facendo, come previsto, lo incuriosii ancora di più e dopo avergli lasciato un bacio a stampo (pieno di amore) salii al piano di sopra per preparare tutto. Avrei fatto qualunque cosa per farlo sorridere.





                                                                                             
  Don't go you too...
 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***







- Mmm... questa si che è vita – disse Liam sorridendo

Gli avevo promesso una giornata rilassante e cosa c'è di meglio di un centro benessere per distendere i nervi? Dopo quello che era successo con Victoria non avevamo voglia di uscire così, arrangiandomi con quello che avevo trovato, addobbai la stanza di Liam fino a trasformarla in un autentico centro relax. Le luci offuscate rendevano l'aria rilassante mentre le candele profumate ai fiori tropicali rendevano il tutto ancora più romantico. Mi avevano sempre fatto i complimenti per i massaggi che facevo di tanto in tanto e per la prima volta mi sentii fiera di me stessa: stavo riuscendo a far sorridere di nuovo Liam e in fondo era solo quello che mi importava.
In quel momento eravamo sul lettone, lui steso di pancia (senza maglia) e io sopra di lui intenta a massaggiargli la schiena per farlo rilassare ulteriormente.

- Aspetta di provare il massaggio alle tempie per dirlo – risposi sorridendo anch'io

Mi misi un altro po' di crema sulle mani e, con movimenti lenti e sinuosi, continuai il lavoro. All'inizio del massaggio la tensione della sua schiena mi aveva quasi spaventata, mi ci era voluta mezz'ora per riuscire a farlo sciogliere. Ovviamente però non avevo dimenticato tutto... Il fatto che Liam mi avesse tenuto nascosto il fatto che fumasse mi aveva lasciata perplessa. Perché non me lo ha detto? Forse non si fida ancora di me? Sempre le solite domande che in un modo o nell'altro continuavano a girarmi in testa fino a farmela scoppiare.

- Amore tutto ok? - mi risvegliò Liam girandosi leggermente verso di me

Mi ero immersa così tanto nei miei pensieri da non accorgermi nemmeno che mi fossi fermata. Una volta essermi resa conto di tutto annuii con non molta convinzione e continuai a massaggiargli la schiena.

- Ehi – disse deciso prima di girarsi e sedersi a gambe incrociate di fronte a me – che succede?
- Dovresti essere tu quello triste non io – scherzai con un debole sorriso
- Più che triste dovrei essere deluso e infatti lo sono. Però non riesco a capire perché sei così pensierosa – mi spiegò accarezzandomi leggermente una guancia
- Liam perché non mi hai detto che fumi? - arrivai subito al punto

Avevo sempre odiato i giri di parole, preferivo sbattere di fronte alla realtà piuttosto che irritarmi davanti una predica infinita di “ma” e “forse”. La mia domanda gli fece subito cambiare espressione ma non mi sorpresi più di tanto, in fondo non si aspettava di certo una schiettezza così netta da parte mia.

- Sei arrabbiata per questo? - mi chiese in risposta
- Non si risponde a una domanda con un'altra domanda – risposi cercando di non divulgare in un altro argomento
- Non te l'ho detto perché ormai ho smesso. Ho smesso da quando ho conosciuto te. Prima fumavo per non pensare: era una specie di sfogo per i turbamenti che mi portava Victoria e grazie alla nicotina mi chiudevo nel mio piccolo mondo. Dopo che ho conosciuto te però... è come se avessi riniziato a guardare il lato bello della vita. Anche io ho avuto problemi... - spiegò per poi fermarsi

Era pensieroso e forse anche un po' triste, per questo gli presi una guancia tra la mano e gli sorrisi per farlo continuare. Non riuscivo ad essere arrabbiata con lui per più di 10 secondi. In più mi sentivo sollevata e felice: si stava aprendo e questa era la prova che si fidava di me, in più mi aveva detto che grazie a me aveva smesso di fumare.
Lo incitai con lo sguardo a continuare e dopo qualche secondo di incertezza riprese a parlare.

- Quando andavo a scuola ho subito atti di bullismo – sbottò chiudendo gli occhi forse ancora scosso

Mi sarei aspettata tutto tranne quella risposta. Non riuscivo a comprendere l'oscuro motivo per il quale quei ragazzi lo avessero fatto, in fondo Liam era perfetto in tutti i sensi. Ma pensandoci... forse era proprio questo il problema. Una creatura troppo perfetta crea invidia in quelli che non sono come lei e l'invidia, insieme alla gelosia, è una brutta bestia.

- Io non... scusa Liam non lo sapevo – mi scusai cercando di rimediare al pasticcio che avevo creato
- Ehi tranquilla non lo potevi sapere e in più per la prima volta ne parlo con qualcuno – mi tranquillizzò sorridendomi teneramente

Girai lo sguardo verso un punto indefinito del letto e vedendomi ancora dispiaciuta Liam si allungò verso di me e, con una dolcezza che sono lui poteva avere, fece combaciare le nostre labbra perfettamente. Non volevo fargli rivivere brutti ricordi, volevo solo sapere il motivo per cui fumasse...

- Liam... - sussurrai una volta esserci staccati
- Mm? -
- Mi prometti che non ricomincerai più? - gli chiesi con una voce dolce e dispiaciuta allo stesso tempo

Con il suo solito sorriso mi prese la mano e me la poggiò sul suo petto per farmi ascoltare il battito costante del suo cuore.

- Te lo giuro – rispose sicuro provocando in me una felicità immensa

Lo abbracciai più forte che potei ma ricordandomi di non aver finito con i massaggi lo feci sistemare di nuovo.

- Amore dai sono rilassato ora – disse ridendo leggermente mentre lo sistemavo nella giusta posizione
- Si ma io non ho ancora finito -

Essendo in ginocchio, gli posizionai la testa sulle mie gambe e, con molta delicatezza, iniziai a tracciare piccoli cerchi intorno alle tempie. Personalmente amavo quel massaggio: mi bastavano pochi minuti per liberare la mente e, secondo il parere degli altri, mi riusciva bene.

- Oddio questo è anche meglio di quello di prima – concordò Liam a bassa voce
- Lo vedi? Io ho sempre ragione – risposi convinta con un sorriso

Continuai a fargli massaggi fino all'ora di pranzo dove mangiammo le nostre solite schifezze sul divano mentre alla televisione trasmettevano Tarzan. Mi sembrava di ritornare bambina ogni volta che vedevo un film Disney: ritornare a quando avevo 6 anni e facevo finta di essere Cenerentola, a quando con mia cugina giocavamo alle principesse, a quando mio padre mi raccontava una delle tante storie Disney per farmi addormentare... Tanti ricordi stupendi che riaffioravano tramite un semplice film per bambini.

- Amore oggi pomeriggio che facciamo? - mi chiese Liam durante i titoli di coda
- Quello che vuoi... stamattina ho deciso io quindi oggi pomeriggio decidi tu -
- Che ne dici di andare a fare shopping? - mi propose allegramente
- Ancora?! - richiesi sorpresa del fatto che amasse così tanto fare spese
- Non per noi... per il bambino – rispose teneramente accarezzandomi la pancia
- Ora che ci penso non ho niente di pronto per quando nascerà... - riflettei ad alta voce
- Perfetto allora! Facciamo acquisti per il bebè! - rispose più contento di prima per poi trascinarmi al piano di sopra
- Liam aspetta un secondo: non sappiamo nemmeno se è maschio o femmina – gli ricordai fermandomi di colpo
- Scopriamolo allora! -

Lo guardai leggermente confusa e per risposta mi sorrise come un angioletto. Pochi minuti dopo prese il cellulare e chiamò Mandy per non so cosa... Ero curiosa di sapere che cose stesse per fare ma allo stesso tempo ero entusiasta del fatto che fosse così partecipe della mia vita. Un ragazzo qualsiasi sarebbe stato perplesso nel frequentare una ragazza incinta di un altro ma Liam no... Non si era mai fatto problemi di nessun tipo: mi aveva accettata per quella che ero, aveva accettato il bambino come se fosse suo, mi aveva fatta sentire importante per qualcuno... e questa era l'ennesima ragione per cui ero sempre più convinta che fosse un ragazzo da sposare.

- Ci vediamo tra poco. Grazie Mandy davvero! - rispose entusiasta Liam al cellulare prima di chiudere la chiamata
- Perché hai chiamato Mandy? - gli chiesi curiosa
- Che c'è? Sei gelosa? - mi chiese sorridendo maliziosamente
- E anche se fosse? - risposi sempre con un po' di malizia, allacciando le braccia al suo collo
- Non ce n'è motivo amore mio – disse dandomi un bacino tenerissimo sul naso – comunque andiamo in ospedale
- Perché? L'ecografia ancora non l'abbiamo programmata -
- Appunto. L'ho appena programmata ed è... tra un quarto d'ora – rispose come se fosse la cosa più naturale del mondo
- Eh?! - chiesi scioccata
- Susu che facciamo tardi! - rispose spingendomi di sopra

Una volta arrivata in camera mia presi dall'armadio una semplice canotta e, aggiunta a un jeans chiaro e una felpa, ero pronta in 5 minuti. Raggiunsi di nuovo Liam e in quel momento mi resi conto che dormivamo ancora in camere separate...

- So che stai pensando e stasera faremo il cambio di camera così d'ora in poi dormiremo insieme – esclamò tutto contento leggendomi nel pensiero
- Siiii – risposi sorridendo entusiasta
- Dai andiamo -

Insieme ci dirigemmo all'ospedale e durante il tragitto in macchina mi potei divertire per la prima volta con Liam. Con Call Me Maybe a tutto volume iniziammo a cantare come due perfetti gay. Sentire le nostre risate mescolate l'una con l'altra formava una melodia molto piacevole se non pure magica...

- Amore dai spegni che siamo arrivati – disse Liam finendo per l'ennesima volta di ridere
- Va bene andiamo – risposi spegnendo la radio e avviandomi all'entrata

Quel luogo lo stavo imparando a conoscere meglio di casa mia ma mi ero così legata a quelle persone che mi faceva sempre piacere andarle a trovare.

- Emma! - si sentì un coro non appena varcai l'entrata

Risi leggermente, sorpresa da tutta quell'accoglienza, e salutai tutti con un cenno della mano e un sorriso.

- Splendore! - urlò Mandy venendomi ad abbracciare di corsa
- Mandy! - la salutai stringendola come se non la vedessi da secoli
- Ehi cos'è quella manina incrociata?! - ci chiese analizzando per bene ogni centimetro delle nostre mani incrociate – Liam ti rendi conto che se Victoria vi vedesse urlerebbe peggio di una gallina in colore?!
- Victoria non lavora più qui – si intromise il dottor Johnson comparendo alle nostre spalle come per magia

In quel momento ci raggiunse tutto il personale prestando molta attenzione a quello che disse il dottore.

- Come?! - urlarono tutti in coro
- Ha dato le sue dimissioni prima di partire per Parigi – spiegò con le mani nelle tasche del camice
- è una storia lunga ma... ora sono felice – continuò Liam baciandomi la mano
- Si! Si! Lo sapevo che prima o poi sarebbe successo si! - esultò come una bambina Mandy iniziando a fare il trenino insieme a tutti gli altri

Scoppiai a ridere dalla felicità seguita a ruota da Liam e da un sorrisetto divertito del dottore: sembravano bambini a una festa di compleanno.

- E non è finita qui – proseguì il dottore cercando di finire quella pazzia improvvisa

All'improvviso si fermarono tutti quasi terrorizzati: ero più che sicura che avessero paura di un probabile rientro di Victoria o qualcosa che centrasse con lei e la cosa mi divertiva perché significava che non ero l'unica a detestarla.

- Visto che il posto di assistente è vuoto, ne ho appena trovata una perfetta per me – disse mettendomi un braccio intorno alle spalle
- Io?! - chiesi scioccata indicandomi
- Eh già. Tu hai bisogno di un lavoro che centri con la scuola e io ho bisogno di un'infermiera che mi aiuti. Sei bravissima con i bambini, sei molto ordinata e responsabile... e poi non è un lavoro pesante così non fa male nemmeno al bambino – continuò spiegandomi passo passo tutti i benefici se avessi accettato
- Emma lavorerai con noi! Ti rendi conto?! Ci vedremo tutti i giorni, sarai più seguita durante la gravidanza, starai più tempo con Liam! Oddio questa giornata è da ricordare! - ricominciò ad esultare Mandy insieme a tutti gli altri
- Ragazzi per favore! Non se ne fa niente se Emma non è d'accordo – riportò l'ordine il dottore

Mi sentii decine di occhi addosso impazienti di sapere la mia risposta che però non sapevo nemmeno io. Ero indecisa: non era esattamente nei miei sogni quello di lavorare a quasi 17 anni, esattamente come non avevo previsto di rimanere incinta. Più ci pensavo però e più mi convincevo che in fondo non era una cattiva idea: avrei guadagnato qualcosa di mano mia, avrei passato più tempo con Liam e gli altri, avrei fatto qualcosa invece che annoiarmi sul divano dalla mattina alla sera, sarei stata con i bambini...
Anche lo sguardo di Liam era puntato su di me e, girandomi un secondo per capire cosa ne pensasse, riuscii quasi a percepire la felicità nei suoi occhi. Forse era stato proprio lui a raccomandarmi al dottore.

- Se non sono di troppo disturbo... - risposi a bassa voce arrossendo

Partirono urla di felicità da tutte le parti, anche dai pazienti. Il dottor Johnson inaspettatamente mi diede un bacio in testa e un secondo dopo mi ritrovai tra le braccia di Liam, contento forse anche più degli altri. Iniziai a festeggiare anch'io con la stessa gioia di tutti e in quel momento dopo tanto tempo riniziai a sentirmi parte di una famiglia...





                                                                                   
Mmm... this's the life!

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***








- È maschio? È femmina? Allora?! - chiesero per la decima volta Mandy e Liam al dottore

Stavo facendo l'ecografia per scoprire finalmente il sesso del bambino e quei due sembravano più emozionati e impazienti di me. Non vedevo l'ora di saperlo e, in un certo senso, condividere quel momento con le persone a cui volevo più bene era una gioia immensa. Liam soprattutto sembrava tesissimo ed emozionato... In un certo senso non riuscivo a capire il motivo di tutto quel suo entusiasmo: in fondo il bambino non era suo e a rigor di logica sarebbe dovuto restare come minimo indifferente ma era tutto tranne che quello. Forse mi voleva così bene da riuscire a passare anche sopra al fatto che il bambino fosse di Dave. Mandy poi! Non ci conoscevamo da nemmeno un mese e già era diventata come una seconda mamma. Ero più che sicura che ci avesse avvicinate molto il fatto che lei non avesse potuto avere figli... forse in me vedeva la figlia che purtroppo non aveva mai avuto.
Il dottore passò per l'ennesima volta il macchinario sulla mia pancia e, dopo un'altra occhiata accurata allo schermo del computer, sorrise sincero facendomi salire ancora di più la curiosità.

- Liam perché non vieni a vedere? - lo invitò

Liam lo raggiunse, più emozionato che mai, e dopo aver tirato un sospiro si decise a guardare.

- Allora? - chiesi con Mandy accanto a me curiosa quasi quanto me
- Dobbiamo fare spese doppie amore... - rispose girandosi verso di me con gli occhi lucidi
- Sono... -
- 2 – concluse la frase per poi darmi un bacino in fronte

Quasi non riuscii quasi a credere a quello che mi disse. Avrei avuto 2 gemelli... La gioia che seguì subito dopo fu inspiegabile. Mi vennero gli occhi lucidi e dopo aver abbracciato Mandy mi concessi un pianto di gioia, non riuscendo ancora a crederci. Non avrei avuto una sola ragione di vita ma ben 2!

- Per essere precisi sono un maschietto e una femminuccia – specificò il dottore indicandoci lo schermo
- è la notizia più bella che mi sia mai stata data – risposi ancora tra le lacrime
- Amore ancora non ci credo! - disse Liam entusiasta stringendomi ancora di più
- Dobbiamo decidere i nomi! Comprare tutto, prepararci, avvertire gli altri... - iniziai a preoccuparmi
- Emma calma! Sei ancora al 4 mese eh – scherzò Mandy forse anche più contenta di noi – corro ad avvertire tutti!

Scomparì subito dietro la porta e si riuscivano persino a sentire le sue urla di felicità per il corridoio. Scoppiammo tutti e 3 a ridere per il comportamento di Mandy e, dopo essermi pulita la pancia con dei fazzolettini, mi abbassai di nuovo la canotta e mi sistemai nella mia felpa abbastanza larga. Tutti i vestiti che avevo comprato con Liam erano abbastanza larghi, così da permettermi di stare più comoda per via del pancione che si stava già facendo vedere.

- Congratulazioni davvero – ci disse il dottore stringendo la mano a Liam – ci rivediamo lunedì alle 9 con tutti e due va bene? -
- Certo – rispondemmo in contemporanea

Una volta essere usciti dallo studio Liam fece una cosa che mi lasciò sorpresa ma felice: mi abbracciò subito e iniziò a farmi girare. Iniziai a sentire lo stomaco sotto sopra ma non mi importava, quel momento era perfetto e non sarebbe stato di certo un mal di pancia a rovinarmelo.

- Sono 2! Ancora non ci credo! - continuò ad esultare
- Liam aiuto mi si vede tutto! - mi lamentai ridendo cercando di coprirmi il sedere per paura che mi si vedesse qualcosa
- Non importa ora! Sono 2! Sono 2! -

Sembrava un bambino a cui era stato appena regalato un giocattolo nuovo e questa era la prova che, nonostante avesse quasi 21 anni, nell'anima era ancora quell'eterno bambino che amava Batman e Toy Story. Quel bambino che grazie a me aveva rivisto la luce e che aveva rivelato il vero “io” di Liam. In sintesi ci eravamo salvati la vita entrambi: lui perché mi aveva accolta e accudita dalla strada e io perché lo avevo fatto ritornare a vivere, lontano da quella nuvola grigia chiamata Victoria che gli imponeva di essere quello che in realtà non era. Solo in quel momento riuscii finalmente a immaginare il mio futuro insieme al ragazzo che amavo: una casa solo per noi, con i bambini per casa, lui diventato un medico di successo... Alla fine se ci pensavo bene era il futuro che avevo sempre sognato per me.
Dopo avermi messa giù finalmente tornammo nell'atrio dell'ospedale e fummo subito accolti da almeno una cinquantina di persone. Era pazzesco l'affettuosità di tutta quella gente e del bene che mi dimostrassero, in fondo non ci conoscevamo da nemmeno un mese. Ricambiai tutti gli auguri, i baci e gli abbracci finché il dottor Johnson non richiamò tutti al lavoro, eravamo pur sempre in un ospedale. Io e Liam ne approfittammo per uscire e uno sguardo bastò per capirci al volo. Shopping! Ci dirigemmo di nuovo alla macchina e tra una chiacchiera e l'altra andammo verso il centro commerciale.

- Liam a te come ti piacerebbe chiamarli? - gli chiesi girandomi verso di lui curiosa
- Mmm.... sinceramente non ne ho idea – confessò ridendo distogliendo per un attimo lo sguardo dalla strada

Onestamente non lo sapevo nemmeno io con precisione, non ci avevo mai pensato seriamente e per questo non avevo idea su quali scegliere.

- Dal tuo silenzio comprendo che non lo sai nemmeno tu – mi disse ridendo di nuovo
- In effetti no – risposi sorridendo anch'io
- Questo significa che compreremo un libro di nomi -
- Va bene... Idea! - risposi entusiasta dell'incredibile idea che mi era appena venuta

Corrugò le sopracciglia e questo mi fece capire di spiegargli meglio cosa avevo pensato.

- Io scelgo il nome del maschietto e tu della femminuccia ci stai? - gli proposi
- Ok ci sto – rispose sicuro stringendomi la mano in segno di patto

Continuammo a parlare di quello che dovevamo comprare e in pochissimo tempo ci ritrovammo davanti a quell'enorme edificio. Mano nella mano entrammo e subito Liam mi trascinò letteralmente in un negozio di giocattoli.

- Liam dai ci sono cose più importanti da comprare – dissi ridendo cercando di oppormi
- Il divertimento prima di tutto – rispose sicuro continuando a tirarmi

Nonostante tutte le mie proteste continuò a trascinarmi ma una volta entrati non potevo di certo andarmene senza comprare nulla, sarebbe sembrato scortese. Iniziammo a girare per gli scaffali pieni di pupazzi, puzzle, caramelle, Barbie, Lego, giochi di società e tutti i giocattoli possibili e immaginabili e per un momento mi sentii come se fossi tornata indietro nel tempo. L' espressione di ogni bambino che entrava era la dimostrazione che quel posto avesse una specie di magia in mezzo a tutti quei giochi...
Per un attimo persi di vista Liam e girandomi sia a destra che sinistra lo trovai poco dopo davanti a un pupazzo gigante di Woody di Toy Story. Lo fissava come se fosse l'oggetto più incantevole del mondo e per poco non mi sciolsi per la sua troppa dolcezza...

- In un certo senso ero sicura che saresti stato qui – lo risvegliai incrociando le braccia sotto il seno e sorridendo
- Eh? Oh amore sei tu -

Mi avvicinai a lui e lo abbracciai di lato, poggiando la testa sulla sua spalla.

- Guarda che lo so che muori dalla voglia di comprarlo -
- Eh?! Nono che hai capito io lo guardavo per i bambini... - rispose non molto sicuro
- Liam – dissi guardandolo come per dirgli che era inutile continuare a fingere
- E va bene... il fatto è che... non ho mai avuto un pupazzo così grande – rispose imbarazzato
- E allora che aspetti? Questo d'ora in poi farà parte della famiglia – dissi prima di prendere in braccio il pupazzo – mamma mia è enorme!

Ed era davvero così. Era così grande che a mala pena riuscivo a tenerlo e vedere in faccia Liam. Per farlo ridere di nuovo me lo misi davanti alla faccia e mi comportai come una bambina.

- Cucu... Settete! - dissi ad alta voce prima di lasciar vedere il mio sorrisone

Scoppiò a ridere anche lui come avevo sperato e subito usai le braccia di Woody per abbracciarlo.

- Mi dispiace cowboy ma sono etero e questa bella donzella è mia – rispose spostandolo e facendomi sprofondare tra le sue braccia

Poggiai il pupazzo per terra, non riuscendo a tenerlo in una mano sola, e mettendomi sulle punte strinsi Liam ancora di più. Il suo profumo della Calvin Klein Shock, il suo tocco leggero, il respiro regolare, tutta la dolcezza e la forza di quel benedetto ragazzo erano una cosa fin troppo grande. Perché Liam anche se non sembrava, era la forza fatta persona. Era nato morto, aveva vissuto i suoi primi 18 anni di vita con un rene solo, era stato vittima di bullismo e nonostante tutto aveva affrontato tutto con il suo bellissimo sorriso ed era andato avanti. Non sono molte le persone con una forza tale ed ero più che entusiasta di avere un angelo così tra le mie braccia, solo con i suoi abbracci e i suoi baci ero finalmente riuscita a capire una cosa: se non ci fosse stato lui accanto a me, ero più che sicura che non ce l'avrei mai fatta da sola ad affrontare la vita come avevo fatto fino a quel momento.

- Ok allora. Woody farà parte della famiglia – conclusi una volta essermi staccata
- Siiiiiiiiii! - continuò ad esultare come un bambino

Continuammo i nostri acquisti di giocattoli ancora per molto tempo e una volta aver pagato tutto ci ritrovammo con circa 20 sacchetti.

- Non credi che bastino? - scherzai cercando di portare tutto
- Mmm... direi di si – rispose ridendo per poi dirigerci di nuovo verso la macchina

Comprare le altre cose era impensabile, nonostante la macchina fosse una Range Rover. Una volta arrivati posammo tutto nel bagagliaio e nei sedili posteriori e Liam diede un'ultima occhiata per accertarsi che ci fosse tutto.

- Allora: le Barbie sono qui, le macchinine anche, Woody è sul sedile, i pupazzi sono sono lì davanti, i Lego sono accanto a Woody, il castello delle principesse è nel bagagliaio... -
- Si abbiamo tutto – dissi allacciando al cintura
- Dove le ho messe... Ah eccole! - esultò dopo aver preso un sacchetto di orsetti Haribo
- E queste? - chiesi divertita non sapendo nemmeno che le avesse comprate
- Abbiamo faticato tanto e ce le meritiamo – rispose alzando le spalle
- Hai capito tutto della vita Payne – dissi prima di scoppiare a ridere seguita da lui

Tornammo a casa verso le 7 e proseguimmo la serata mangiando Haribo, ballando, cantando e guardando film con montagne di pop corn fino a quando non mi addormentai sul divano con un bellissimo sorriso sulle labbra. Il motivo? 3 parole: Liam. James. Payne.



            

                                                                                   
He has became my reason to live

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***








- Liam hai preso tu la crema solare? - chiesi controllando nella borsa mare ma non riuscendo a trovare quel benedetto oggetto
- è l'unica cosa che non abbiamo ancora preso amore, per questo non la trovi – rispose Liam scoppiando a ridere

Lasciai cadere le braccia sulla gambe e dopo averlo guardato come per dire: “Mi stai prendendo in giro?” scoppiai a ridere anch'io. Forse il fatto di andare al mare con Liam mi stava leggermente emozionando... Ok mi stava emozionando tantissimo! Era passata circa una settimana dalla “scoperta” del sesso del , anzi dei, bambini e quell'angelo del mio ragazzo mi aveva letteralmente pregata in ginocchio di andare al mare. In fondo lo potevo capire: stare a Wolverhampton a luglio con un caldo così afoso da non riuscire quasi a respirare non era proprio il massimo e, per quanto stare attaccati al ventilatore fosse rilassante, non faceva esattamente parte dei nostri programmi per l'estate. Avevo comunque esitato alla sua richiesta perché sapevo di essere ingrassata parecchio per via della gravidanza e tutto avrei voluto tranne che di farmi vedere in bikini da qualche centinaia di persone... Liam però aveva così tanto insistito che non riuscii a dirgli di no, sapevo che ci sarebbe rimasto male. Quella mattina fui anche più emozionata di quanto mi aspettassi, ero preoccupata che tutto andasse per il meglio e avevo preparato ogni minimo dettaglio alla perfezione: dalla borsa mare piena di roba al cestino per il picnic che avremmo fatto in spiaggia, dalla macchina con il pieno di benzina al costume perfettamente intonato con il prendisole e il resto. Non volevo certo deludere le aspettative di Liam; anche se ero incinta volevo comunque renderlo felice e ogni minimo particolare doveva essere controllato, così che non succedesse niente di inaspettato ma soprattutto spiacevole. Diciamo che ero abbastanza stanca di ricevere brutte sorprese e stavo imparando a controllarle per mia fortuna.
Dopo altre risate salì le scale scuotendo la testa divertito e ne scese qualche minuto dopo con il tubetto tra le mani.

- è la protezione 30... Dici che va bene? - mi chiese controllando l'etichetta
- Liam secondo me ti bruci – lo avvertii immaginandomelo già sul divano rosso come un pomodoro maturo, un po' come me quando mi faceva un complimento
- Io?! Ma sai con chi stai parlando?! Io sono Liam James Payne e questo ragazzo – disse indicandosi tutto fiero – non si è mai bruciato e mai si brucerà -
- Contento tu – cedetti alzando la braccia in segno di resa prima di infilare anche la crema nella borsa

Forse notando il mio nervosismo, mi si avvicinò e cercò di fermare il mio irreparabile istinto di muovermi come se avessi l'orticaria. Avevo sempre fatto pena a mentire o a nascondere le cose e Liam aveva imparato a conoscermi bene da quando avevo messo piede per la prima volta in casa sua, quindi circa un mese prima.

- Amore – richiamò la mia attenzione afferrandomi per le spalle
- Cosa c'è? - gli chiesi sospirando e guardandolo negli occhi
- Se non vuoi andare al mare non ci andiamo, per me non ci sono problemi -
- No! No non è per questo è che... Voglio che sia tutto perfetto – ammisi lasciandomi andare in un altro sospiro
- Senti – continuò guardandomi intensamente negli occhi – andrà tutto benissimo e sai perché? Te lo dico io: perché staremo insieme. Io non desidero altro; non mi interessa nient'altro capito? Potrebbe anche nevicare all'improvviso ma non mi interesserebbe perché l'unica cosa che desidero è passare una giornata in compagnia della mia ragazza - concluse accarezzandomi delicatamente il mento con il pollice

Annuii finalmente sollevata e lo abbracciai fortissimo poggiando la testa sulla sua muscolosa spalla. Ero davvero fortunata ad averlo e me ne stavo rendendo conto con ogni momento che passavo con lui: dal “buongiorno” accompagnato da un bacio e un sorriso la mattina, dalle coccole fino a tarda sera, dalle carezze alla pancia scherzando sui vari nomi... Ogni cosa che per una semplice coppia innamorata può sembrare banale ma che per noi non lo era. Ogni giorno era speciale, con un nuovo ricordo, con un briciolo di amore in più...

- Allora marinaia siamo pronti a salpare? - mi chiese allegramente facendomi comparire un mega sorriso da orecchio a orecchio
- Pronta signor capitano! - risposi pronta mettendomi di fianco a lui
- Allora su! 1, 2, 1, 2! - iniziò a comandare accompagnandomi a braccetto
- Ma Liam quelli sono i militari! - gli ricordai ridendo
- Come siamo precisini! - mi sgridò offeso per poi chiudere la porta
- Si ma ti amo – risposi sicura per poi avvampare un attimo dopo

Mi faceva in un certo senso... emozionare il fatto di potergli dire quelle 2 semplici, ma pesanti, paroline. Forse perché mi ero ripromessa di non dirle più, forse perché non glielo avevo mai detto o quasi sicuramente perché amavo sul serio Liam e avrei fatto di tutto pur di farlo felice.
Mi sorpresi molto quando vidi quelle guanciotte paffute colorarsi leggermente di rosso e in quel momento, troppo intenerita, feci la faccia da cucciola. Mi capitava ogni volta che vedevo qualcosa di tenero ed ero sicura che non esistesse creatura più dolce di Liam in quel momento. Non avevo nemmeno fatto caso al fatto che non mi avesse ancora risposto e me ne resi conto solo quando, dopo avermi presa per mano, mi fece fare un mini casquè.

- Mai quanto me milady – rispose baciandomi dolcemente mentre io iniziai a sorridere sulle sue labbra

Dopo esserci ricomposti ci infilammo entrambi gli occhiali da sole e proseguimmo tutti contenti il vialetto per poi andare alla macchina. Finalmente avrei passato una giornata fuori! Il viaggio verso Brighton sarebbe durato più o meno 2 ore e mezza quindi avevo tutto il tempo per rilassarmi come si deve. La macchina di Liam inoltre aveva un vantaggio che io amavo letteralmente nelle macchine: poteva essere anche decappotabile! Senza preoccuparmi molto del suo permesso, premetti il pulsante per togliere la cappotta e in pochi minuti potei tranquillamente alzare le braccia al cielo per godermi ancora di più quel viaggio rilassante.

- Bambina cattiva si chiede il permesso sai? - mi chiese scherzando Liam girandosi per un attimo verso di me

Pensando che fosse serio feci il faccino da cucciola e, vedendomi così, non poté fare a meno di pizzicarmi la guancia leggermente.

- Lo avrei fatto presto anch'io tranquilla – continuò facendomi un occhiolino che riuscii a mala pena a vedere, causa i suoi Rayban scuri

Sorrisi di nuovo come una bambina e iniziai a guardarmi intorno mentre tutto si allontanava velocemente al nostro passaggio. Con le braccia in aria, l'aria finalmente fresca in pieno viso, i capelli scompigliati dal vento... mi sentivo finalmente libera, senza regole o divieti, senza giudizi. Una di quelle sensazioni che aspetti di provare ma che non arrivano mai, con Liam poi sarebbe stato tutto più semplice e bello. L'unica cosa di cui non ero ancora sicura era la scuola: in fondo avevo quasi 17 anni e avrei dovuto sopportare un altro anno scolastico prima di potermi ritirare definitivamente. L'ultima cosa che volevo però era andare in quel liceo infernale, dove tutti mi avevano voltato le spalle, con un pancione tra poco più grande di me; non volevo di certo sentire le prese in giro alle spalle, le occhiate disgustate e accusatrici dei professori e dei bidelli... No, non sarei tornata a scuola durante la gravidanza. Ovviamente però non potevo di certo restare a casa quando la legge prevedeva l'obbligo di andarci, in più i miei genitori avrebbero dovuto preoccuparsi almeno della mia istruzione.
Già i miei genitori... Chissà se erano almeno un po' preoccupati per me, se si fossero pentiti di avermi cacciata di casa, se stessero male per avermi abbandonata come un cane. Io non potevo negare di sentire la loro mancanza: mi mancava il Coco Mademoiselle di mia madre, il dopobarba di mio padre, il profumo di casa la mattina, le coccole che mi facevano entrambi la sera prima di addormentarmi, i “siamo così orgogliosi di te” ogni volta che tornavo con il massimo voto di un compito in classe... Per fortuna c'era Liam che riusciva a farmi sentire di meno la loro mancanza: la sua protezione nei miei confronti era come un anestetico che mi faceva dimenticare i problemi e il passato. Un passato che non riguardava solo i miei genitori ma anche quel fantasma di Dave che, nonostante fosse passato un mese, continuava a tormentarmi la notte dicendomi le peggio cose: con quegli occhi color ghiaccio, i capelli neri come la pece, la voce roca, il suo One Milion che mi riempiva le narici ogni volta che lo sentivo... Dovevo mettere la parola “fine” a quel nome insistente e sempre presente anche se sapevo che non sarebbe stato facile, in fondo avevo comunque qualcosa di suo dentro di me. Dall'inizio mi ripromisi che ai miei bambini avrei detto subito la verità, ovvero che il loro vero padre non era Liam ma quello stronzo di Dave; non avrei mai permesso di farli vivere in una madornale bugia. Molte persone mi avevano detto che il mio cervello era sempre troppo carico di pensieri e in quel momento fui d'accordo anch'io: in un contesto così bello non potevo di certo rovinare tutto con le mie paranoie.
Dopo aver acceso la radio subito partirono le note di Bitchin' Summer di Avril Lavigne e insieme a Liam iniziai a cantare a squarciagola dimenticando, per l'ennesima volta, tutto quanto. L'ho già detto che Liam era la mia medicina? Il viaggio proseguì con le note di varie canzoni estive, con le nostre urla, gli sguardi incuriositi e divertiti dei passanti ma con tanto divertimento da parte nostra. Arrivammo a Brighton verso le 11 e mezza circa ma, esattamente come ci aspettavamo, per trovare un parcheggio libero fummo costretti a girare in tondo per almeno un'altra mezz'ora. Sarebbe continuato così tutto il resto della giornata se un signore molto gentile non se ne fosse appena andato lasciandoci così un bel posticino largo e comodo per arrivare in spiaggia. Una volta aver preso tutto ci avviammo con le mani incrociate, e solo dopo aver sentito la sabbia tra le dita dei piedi iniziai davvero a rilassarmi. L'ultima che volta che ero andata lì era stata l'estate prima, la stessa estate dove conobbi Dave. Nonostante fosse andata a finire così non potevo di certo dire che quelli fossero brutti ricordi anzi, forse erano stati proprio i momenti più belli della mia vita. Ovviamente quelli con Liam non ne erano lontanamente paragonabili; erano semplicemente... diversi.
Dopo aver deciso il punto dove montare l'ombrellone ci sistemammo per bene e subito mi sistemati sul lettino per prendere il sole.

- Amore mettiti la crema che sennò vi ustionate tutti e 3 – mi raccomandò Liam con la classica voce di un padre che si preoccupa per la figlia
- D'accordo papà – risposi con una piccola linguaccia iniziando a passarmi la crema per la pancia e le gambe – Liam mi spalmi la crema sulle spalle per favore? -
- Certo amore -

Dopo essersi messo un bel po' di crema sulle mani iniziò a massaggiarmi lentamente le spalle e devo dire che ci sapeva davvero fare!

- Mmmm ci sai fare Payne complimenti -
- Davvero? Mmm interessante... così quando la mia principessa ha voglia di un massaggio sono libero di farlo – rispose con voce roca lasciandomi un umido bacio sul collo

Sorrisi alle sue parole e una volta finito mi preoccupai anche io per lui.

- Liam vieni che ti spalmo la crema – lo richiami
- No amore non serve -
- Liam -

Lo guardai come una mamma che sta per sgridare il figlio.

- Si? -
- Se non vuoi che ti prenda a sculacciate, fatti spalmare la crema – insistetti
- Chissà per quale motivo ma l'idea di farmi prendere a sculacciate da te mi attira molto – rispose facendomi un occhiolino da perfetto pervertito per poi allungarsi quasi su di me
- Liam il lettino si spacca così! - alzai la voce attaccando a ridere
- Fa niente, lo ricomprerò – rispose alzando le spalle come se la cosa non lo scalfisse minimamente
- Che bad boy che sei Payne – lo accusai in tono divertito mentre le mie mani avevano iniziato ad accarezzargli le guance ruvide, coperte da una barbetta appena accentuata
- E tu sei la mia ad bad girl Weather – sussurrò sorridendo e iniziando a baciarmi

Su quella spiaggia, su quel lettino, incuranti degli sguardi di tutti... il nostro amore stava crescendo sempre di più e solo in quegli attimi ebbi la mia prima certezza: niente mi avrebbe mai separato da quel ragazzo.






                                                                           
 What a bad boy that you are Payne! 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***









*1 mese dopo*


- Ma seria?! - le chiesi ridendo non riuscendo quasi a crederci
- Te lo giuro! Si è inginocchiato davanti a me e mi ha chiesto di andare al ballo di inizio anno con lui. Stavo morendo! - rispose Lena iniziando a ridere esattamente come me

Finalmente avevo trovato il coraggio di chiamare una volta per tutte Lena e di incontrarci; avevo preso prontamente il telefono e avevo parlato a ruota libera non fermandomi un attimo, dire che era rimasta entusiasta è poco. Anche io però ero felice: avevo rivisto la mia migliore amica dopo un tempo che mi era sembrato infinito e già dal primo abbraccio mi ero sentita come se non fosse mai cambiato niente tra di noi. Le uniche differenze erano il mio pancione e il suo fisico: le si erano allungati i capelli, era leggermente pallida e dimagrita... Lena aveva superato la bulimia tempo prima e, non appena notai che le si vedevano senza fatica le costole, ebbi per un attimo il terrore che ci fosse ricascata. Mi ero ricreduta però vedendola divorare il suo hamburger con gusto e senza paura di sembrare infantile o maleducata, tipico di lei. Non mi aveva fatto domande di nessun tipo, nessun Dove vivi ora? Come ti trovi?. Aveva iniziato a raccontarmi gli affari suoi e io ero più che felice di non doverle dare spiegazioni di nessun genere. Non era esattamente il tipo di domande che gradivo...
In quel momento mi stava raccontando che Ronald, un nerd del nostro liceo che era sempre stato innamorato di lei, le aveva chiesto in ginocchio di andare al ballo di inizio anno insieme. Mi immaginavo quel povero ragazzo con gli occhialoni, tutto sudato e rosso come un peperone mentre senza vergogna si metteva in ginocchio e le “le chiedeva la mano” nel centro della città. Non stavo ridendo per cattiveria nei confronti di Ronald ma più che altro non riuscivo a trattenermi immaginando la faccia di Lena alla sua proposta. Conoscendola non si sarebbe fatta molti problemi nel dirgli un chiaro e secco no, Lena era fatta così: semplice, concisa e diretta ma allo stesso tempo misteriosa e tutta da scoprire.
Stavo ridendo così tanto che mi dimenticai persino del mio Mc Chicken, cosa che da quando ero rimasta incinta non avrei rifiutato nemmeno se mi avessero pagata.


- Immagino Ronald – commentai tra una risata e l'altra
- Non me lo sarei masi aspettata una cosa del genere giuro – rispose ripensandoci e scuotendo la testa ancora scioccata
- Dai racconta ogni particolare -
- Allora: stavo in giro per negozi con mia madre per comprare un regalino alla figlioletta della mia vicina di casa. Eravamo tutte tranquille a mangiare un gelato quando ad un tratto spunta occhioloni -
- Lena – la sgridai con lo sguardo

Anche se non era una ragazza cattiva non erano rare le volte in cui magari prendeva in giro altre persone. Questa cosa non mi era mai andata bene perché in fondo sapevo che Ronald fosse solo timido, non sopportavo le prese in giro in generale: che gusto c'è a sfottere una persona? Vederla piangere o triste vi rende contenti? Forse la pensavo così perché ne avevo subito tante anch'io ma l'unica cosa che so è che mi ribolliva il sangue ogni volta: avrei potuto tranquillamente essere io a esagerare ma non avrei mai seguito la massa, sapevo quanto era brutto essere giudicati e anche se quelle fossero state solo sciocchezze io comunque non avrei approvato.

- Va bene scusa. Volevo dire Ronald – si corresse annuendo un po' annoiata
- Così va meglio – risposi prima di dare un sorso alla mia Coca Cola e farla continuare
- Comunque ti stavo dicendo: a un certo punto spunta da non so nemmeno io dove, con i suoi soliti occhialoni e il suo gilè a quadri rosso degno di mio nonno – continuò sorridendo per l'ultimo paragone
- Ma come sei cattiva! Io amo quel gilè! - risposi divertita e offesa allo stesso tempo
- Mi fai finire?! - sbottò ridendo cercando di finire quel benedetto racconto
- Si scusa -
- In pratica all'improvviso appena mi vede si mette in ginocchio e caccia una rosa. Io ero paralizzata perché non me l'aspettavo proprio e tutt'intorno a noi la gente ci fissava intenerita. Persino mia madre! Ti rendi conto?! Comunque, all'improvviso se ne esce con delle frasi poetiche tipo... ehm... ah si: sei la ragazza che mi ha fatto battere il cuore già dal primo sguardo quel 13 settembre di tre anni fa. Per questo ora sono qui a chiederti: Lena vuoi venire al ballo di inizio anno scolastico con me? Io ero immobile! Immagina la scena: lui davanti ai miei piedi con questa rosa e io con dei sacchetti sui polsi e un gelato che si stava sciogliendo in mano – continuò iniziando a gesticolare per farmi capire meglio la scena
- E tu che hai risposto alla fine? - le chiesi cercando di concentrarmi sul panino
- Mi sembrava scortese rifiutare... in fondo lo ha fatto sul serio senza preoccuparsi degli altri e ho apprezzato molto il gesto. Magari alla fine mi divertirò pure! - esclamò pulendosi la bocca dagli ultimi residui di cibo con un tovagliolo
- Scommetto che ora è felice come una Pasqua. Hai fatto bene secondo me: in fondo Ronald è un bravo ragazzo e magari andando al ballo con te imparerà anche ad aprirsi un po' di più – concordai orgogliosa della mia amica

Passammo un altro paio d'ore in giro per il centro prima che la domanda fatale arrivasse. Da un lato me l'aspettavo: conoscevo troppo bene Lena e sapevo perfettamente che prima o poi me lo avrebbe chiesto.

- A te come va? Come ti trovi da queste nuove persone? - mi chiese cauta, cercando le parole giuste per non farmi affondare
- Bene... Liam è un ragazzo fantastico e lo amo – risposi sorridendo lasciando da parte tutto il resto
- Ti sei tirata la zappa sui piedi da sola tesoro perché ora mi devi raccontare vita, morte, miracoli e starnuti di questo Liam e, conoscendo i tuoi gusti in fatto di uomini, deduco già da ora che si tratta di uno di quei foto modelli che mi fanno sempre scoppiare le ovaie – rispose con uno strano luccichio negli occhi

Lena e la sua ossessione per i bei ragazzi... a volte ero convinta che non esistesse altro per il suo cervellino. Da una parte però la capivo: ero sempre stata con ragazzi bellissimi senza nemmeno accorgermene. Basta pensare che Dave ero un ex modello e Liam avrebbe potuto tranquillamente diventarlo. Un po' mi vergognavo a raccontarle esattamente ogni particolare però in fondo sapevo che non avrebbe mollato facilmente così, mettendomi l'anima in pace, iniziai il racconto dall'inizio senza tralasciare niente. Alla fine tutto quello che mi ero tenuta dentro per quei 2 mesi stava venendo fuori e durante la storia mi sentii quasi sollevata, mi ero liberata di un peso che stava diventando opprimente. Le dissi anche tutti i casini provocati da Victoria e la mia relazione con Liam, a un certo punto ebbi quasi paura di annoiarla con le mie chiacchiere ma al contrario lei sembrava entusiasta di ascoltarmi e ogni tanto mi faceva anche qualche domanda per capire meglio. Mi faceva piacere: fino ad allora avevo pensato che solo Liam e Mandy fossero interessati alla mia vita e invece grazie a quell'uscita mi ero resa conto che Lena era ancora parte integrante della mia vita. La parte più bella però fu la fine dove le svelai, dopo attimi di esitazione, il sesso dei bambini e con mio grande entusiasmo mi abbracciò fortissimo. Sapevo che le avrebbe fatto piacere e mi ero già ripromessa che il nome per il maschietto lo avremmo scelto insieme, Lena sì che aveva gusto nello scegliere i nomi. Mi ricordo ancora quando eravamo piccole e mi facevo sempre consigliare da lei i nomi per mie bambole...

- Allora come li chiamerete?! - chiese entusiasta continuando a saltellare dalla gioia
- Non lo sappiamo ancora – risposi sorridendo
- Sei felice vero? - mi chiese all'improvviso lasciandomi un po' sorpresa

La guardai confusa e lei continuò a sorridere come una bambina.

- Si vede. Prima eri Miss non so cosa fare della mia vita mentre ora sei Miss felicità che ho ritrovato la voglia e un motivo in più per vivere –
- Ne ho 3 – sussurrai con un sorriso accarezzandomi la pancia

Fino ad allora la gravidanza l'avevo vissuta come una cosa astratta, quasi immaginaria ma soprattutto che non riguardasse me. In quel momento però provai una specie di brivido e continuavo a pensare sempre la stessa cosa: sto per diventare mamma. Io. E questa consapevolezza non faceva che farmi piangere dalla gioia; sin da piccola avevo sempre sognato di avere tanti bambini e fare la mamma con tanto amore e, anche se non me l'ero immaginato così, era comunque una sensazione meravigliosa. Anche se non li avevo ancora visti, stavo già iniziando ad amare quelle due creature dentro di me più di me stessa. Una cosa era certa: non avrei mai fatto pesare la mancanza del loro vero padre, oltre al fatto che c'era Liam volevo che non vivessero l'abbandono come una cosa brutta. Avrei dato tutta me stessa per farli sentire amati almeno dalla loro mamma.
Non sentendo nessuna risposta da parte mia Lena si fermò un attimo e mi abbracciò fortissimo facendomi capire che ci sarebbe sempre stata, lo avevo sempre saputo ma dimostrarlo in questo modo era stato mille volle meglio di un semplice non ti abbandonerò mai.


- Ricordati sempre una cosa Emma – mi sussurrò nei capelli
- Cosa? -
- Sarò sempre fiera di te. Lo sono sempre stata e, anche se in futuro il destino ci dovesse dividere di nuovo, ricordati che non smetterò mai di volerti bene e accetterò qualsiasi tua decisione o scelta. Ti sarò sempre accanto e ti sosterrò sempre. Sempre. - disse scandendo bene l'ultima parola e facendo scendere sulla sua guancia una lacrimuccia ribelle che andò a finire tra i miei capelli

Lì non riuscii a trattenermi e anche io scoppiai a piangere tra le sue braccia, protetta da quelle specie di sorella che mi era sempre stata vicina... anche quando tutto sembrava finito o senza senso.

- Ehi! Non piangiamo che ci si rovina il trucco! - esclamò a un certo punto staccandosi per potersi sistemare il mascara

Le sorrisi divertita e proseguimmo a braccetto per il marciapiede scherzando su alcuni nomi che potevano sembrarci carini.

- Dai Lena dobbiamo essere serie! - la sgridai smettendo per l'ennesima volta di ridere
- Ok va bene – rispose alzando le braccia in segno di resa – che ne dici di... Robert? -
- Nah mi sembra il nome di un idraulico – confessai stranita
- Vabbé – rispose ridendo – allora... Marcel? -
- Non è un nome da femmina? - chiesi incuriosita per poi beccarmi un'occhiataccia da parte sua – Scusa ne ero convinta -
- Mm... ma certo! Josh! - esclamò iniziando a camminare all'indietro
- Che centra tuo fratello? -
- è stato il tuo “primo amore” ricordi? -

In effetti non aveva tutti i torti: nel periodo tra la seconda media e il primo liceo ero stata innamorata pazza del fratello di Lena, Josh. Era un ragazzo molto simile alla sorella ma con quel lato misterioso che mi aveva sempre attratta nei maschi, ricordo persino che avevo torturato Lena con mille domane per sapere ogni particolare su di lui: dalle sue fidanzate a cosa aveva ricevuto per Natale o per il compleanno ogni 18 aprile. Ripensandoci mi veniva da ridere perché io non avevo mai smesso di sperare che quel ragazzo bellissimo notasse quella ragazzina bionda e con gli occhialoni e timida che ero allora. Lena però non aveva mai voluto che Josh mi riservasse tante attenzioni: sapeva che lui fosse un donnaiolo di prima categoria e non voleva di certo consolarmi per un tradimento fatto proprio da suo fratello. A costo di proteggermi lo avrebbe preso a pugni ne ero convinta. Comunque me ne ero fatta una ragione solo alla fine del primo liceo quando avevo iniziato a prendere in considerazione l'idea di farmi suora, sembra stia scherzando ma vi posso assicurare che non è una presa in giro. L'idea di farmi suora in passato mi era venuta veramente e solo perché, sentendo sempre in tv di coppie separate, avevo deciso a restare da sola. Meglio soli che male accompagnati no? In quel momento però ringraziai il mio cervellino per non avermi fatto commettere quello che sarebbe potuto essere l'errore peggiore della mia vita, soprattutto perché se fossi diventata suora non avrei conosciuto Liam e tutto il resto. Possibile che quell'angelo fosse sempre nei miei pensieri? Non mi ero mai sentita così... innamorata. Nemmeno con Dave avevo mai provato quelle cose, anzi! In quel caso stavo diventando io l'ossessione del ragazzo in questione: ero arrivata al punto di non poter nemmeno messaggiare con i miei compagni di classe. Da un lato ero contenta che mi avesse lasciata: almeno non sarebbe diventato ossessivo anche con i miei MIEI bambini. Uso il “miei” perché ormai non consideravo nemmeno lontanamente la presenza di Dave nelle nostre vite. Per fortuna che Liam non era così... Ritornando al discorso di Josh: il nome mi piaceva molto e mi piaceva ancora di più il fatto che fosse legato a così tanti ricordi importanti della mia vita. Avevo deciso, mio figlio si sarebbe chiamato Josh. Ora però serviva anche un secondo nome: non mi erano mai piaciuti i nomi incompleti. I miei genitori avevano deciso di chiamarmi solo Emma e ricordo che da piccola invidiavo sempre gli altri bambini che avevano a volte anche 3 nomi. Persino Lena lo aveva: Lena Light Levon. Eh già: la sua famiglia amava la lettera L. Più ci pensavo e più innamoravo di quel nome...

- Lo adoro! - esclamai aprendo le braccia per far capire di essere davvero felice
- Ok è fatta! -
- No! Voglio un secondo nome! - mi lamentai con un broncio come una bambina piccola
- Emma ti prego mi fondi il cervello così! -
- Va bene va bene ci penso io... -

Il primo nome riguardava la mia vita ma il secondo non doveva riguardare solo me... Doveva comprendere anche Liam, perché era diventato così importante per me da non farmi vedere altro e senza di lui non so davvero dove sarei stata a quel punto. Pensando al mio angelo mi veniva subito in mente la Disney quindi... ma certo!

- Woody! - urlai entusiasta di quei nomi
- Cosa centra Toy Story con tuo figlio? - mi chiese incuriosita Lena non riuscendo a capirne il legame
- è una storia lunga... comunque si chiamerà così! Josh Woody Payne! È perfetto! - continuai a urlare saltando leggermente, per quanto la pancia me lo permettesse

Scatenai la risata di Lena per l'ennesima volta ma non mi importava di risultare pazza: avrei reso felice di nuovo l'uomo che amavo e questo era l'importante.
Passai il resto del pomeriggio con Lena a parlare fin quando non fummo costrette a salutarci di nuovo. Mi dispiaceva da morire anche perché sapevo che non ci saremmo riviste così spesso come un tempo: casa di Liam si trovava dall'altra parte della città rispetto all'abitazione di Lena e il lavoro comunque mi impediva di poter uscire con lei. Non furono necessarie parole o altro, bastò solo un abbraccio per salutarci come si deve, una stretta che raccoglieva tutti i Ti voglio bene e le parole dolci che si potevano dire in quelle circostanze. Le promisi con le lacrime agli occhi che ci saremmo riviste presto e con un ultimo sorriso la lasciai andare verso la macchina della madre mentre da lontano agitavo la mano, sperando che potesse vedermi. Una volta rimasta da sola iniziai a camminare per le strade calde di Wolverhampton con le mani nelle tasche dei jeans; nonostante fosse agosto inoltrato di stava benissimo e l'aria per fortuna non era così afosa come nei giorni precedenti, era un piacere passeggiare. Avrei potuto tranquillamente chiamare Liam per farmi venire a prendere ma non ne sentivo il bisogno. Stavo bene così per il momento e non mi era capitato da molto tempo di stare un po' da sola con me stessa. Passando per un parchetto però vidi in lontananza un ragazzo venirmi incontro.


- Scusa potresti farci una foto? Sai abbiamo affrontato una relazione a distanza per 1 anno e ora che ci siamo finalmente rivisti vorrei un ricordo insieme – mi spiegò con un sorriso gigante mentre mi porgeva gentilmente la macchina fotografica

Annuii felice ed emozionata mentre mi avvicinavo anche alla sua ragazza per poter scattare una bella foto. Come posa decisero di mettersi l'uno di fronte all'altra e guardarsi intensamente negli occhi, si vedeva lontano chilometri quanto fossero innamorati e il fatto che avessero aspettato così tanto per stare insieme rendeva il tutto ancora più emozionante. Una volta scattata la foto restituii la Nikon e fui soddisfatta di me stessa per aver fatto un buon lavoro: era importante per me.

- Grazie è perfetta! - esclamarono contenti
- Meno male. È stato un piacere – risposi sorridendogli
- Louis muoviti sennò perdiamo il pulman! - gli ricordò la ragazza indicando l'orologio
- Va bene amore e comunque – rispose riferendosi ancora a me – grazie ancora ma soprattutto auguri -
- Grazie... - sussurrai finalmente entusiasta di non vergognarmene più
- Alice aspettami! -

Ero felice di averli fatti contenti e mi sarebbe piaciuto ancora di più se fossero rimasti insieme ancora per molto tempo: andiamo un legame così non dovrebbe mai rompersi no?
Continuando a sorridere mi allontanai lungo il marciapiede fino a quando non arrivai davanti alla fermata di un pulman. Ero indecisa: andare a casa da sola e far risparmiare a Liam tutta quella strada o farmi venire a prendere? Mi sarebbe piaciuto non farlo scomodare ma col pancione che mi ritrovavo quella che avrebbe dovuto essere una passeggiata piacevole poi si sarebbe potuta rivelare un inferno. Mi dispiacque molto doverlo chiamare ma alla fine gli diedi appuntamento davanti a uno Starburcks lì vicino, non mi era sembrato per niente scocciato... anzi sembrava quasi felice di rivedermi. Che bella sensazione l'essere amati da qualcuno...                            





                                                                                                                  
                                                                                 I'll never leave you... It's a promise

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***







Bussai leggermente alla porta di Liam, sperando che mi facesse entrare in fretta per avvertirlo che sarei tornata a casa. Era passato a mala pena un mese dal mio ultimo incontro con Lena e per l'ennesima volta in una settimana ero letteralmente piegata in due dal dolore alla schiena; avevo sempre saputo che una gravidanza portava dolori alla schiena, nausee, voglie ecc ma di certo non avrei mai immaginato che al 6° mese avrei sofferto così tanto. Era davvero insopportabile e, dopo aver chiesto anche al dottor Johnson, avevo ricevuto sempre le solite risposte: “Emma stai tranquilla, sono dolori normalissimi” ed ero uscita dal lavoro prima per poter riposare. Bussai una seconda volta finché un sonoro “Avanti!” non mi permise finalmente di entrare.


- Amore! - esclamò contento non appena mi vide sulla porta
- Tesoro... - sussurrai per il dolore troppo forte
- Ancora dolori alla schiena? - mi chiese premuroso avvicinandosi per poi scambiarci il nostro solito bacio a stampo
- Si... mamma mia sto morendo -
- Perché non vai a casa? Ti prepari qualcosa di caldo, ti stendi sul letto, ti riposi e vedi come va? Così sono più tranquillo anch'io – continuò accarezzandomi la guancia con uno sguardo preoccupato
- Va bene... mi potresti dare i soldi per l'autobus per favore? - chiesi imbarazzata nel dovergli chiedere del denaro
- Ho un'idea migliore: Mandy deve andare via tra poco. Perché non ti fai dare uno strappo da lei? Chiamami subito se il dolore continua ok? -
- Ok – sussurrai chiudendo gli occhi non appena le sue labbra mi toccarono la fronte

Lasciai il suo ufficio subito, per lasciarlo lavorare in pace e mi diressi verso l'ingresso per cercare Mandy. Più camminavo e più mi convincevo che non avrei resistito ancora per molto... In più quel giorno mi ero svegliata con un brutto presentimento: era come se sapessi che sarebbe successo qualcosa di brutto. Il mio istinto per fortuna era l'unica cosa che azzeccava sempre ma alla fine mi convinsi che forse era solo la mia immaginazione. Si può sempre sbagliare no? Mi guardai in giro ma non riuscii ancora a vedere Mandy, forse se ne era già andata...

- Raggio di sole cerchi qualcuno? - mi chiese una voce affettuosa dietro di me

Mi girai quasi spaventata e subito riconobbi la figura magra e sempre elegante della mia amica, con il suo completo perfettamente stirato e il profumo inconfondibile di lavanda. Nonostante io fossi ancora una ragazza e lei una donna di una certa età, c'era una gran sintonia tra di noi: era come se riuscisse a capirmi perfettamente in qualunque situazione. Dal punto di vista fisico ci assomigliavo anche: gli occhi azzurri erano molto simili e anche il colore di capelli mostrava poche differenze, forse era per questo che in più di un'occasione ci avevano scambiate per madre e figlia. Purtroppo durante i 3 mesi passati avevo scoperto che Mandy non poteva avere figli e, nonostante tutti i tentativi vani, alla fine era propensa all'adozione. Mi si spezzò il cuore per lei quando me lo disse, sarebbe stata di certo una madre magnifica e meritava in pieno di avere una famiglia tutta sua. Però mi ero rincuorata quando mi confessò che avrebbe voluto una figlia esattamente come me, con il mio carattere e tutto quello che riguardasse me; stava diventando una seconda mamma e di certo non l'avrei mai delusa o lasciata, nonostante la differenza d'età saremmo rimaste sempre insieme. Mi aveva affibbiato molti nomignoli in quel periodo di tempo: da splendore a tesorino, da cucciola a perfezione e molti altri. Mi facevano sorridere quei nomignoli così affettuosi anche perché nessuno mi aveva mai chiamata così, in quei giorni si era fissata con raggio di sole a quanto pare.

- Mandy! - esultai cercando di mascherare il dolore
- Stavi cercando qualcuno? - mi chiese gentilmente accarezzandomi il braccio
- Veramente stavo cercando proprio te... Non mi sento molto bene e Liam ha pensato che potessi darmi un passaggio... - risposi un po' imbarazzata
- Ma certo! Non devi nemmeno chiederlo, andiamo! - rispose pronta e sorridente togliendosi il camice e mettendomi un braccio intorno alle spalle

La seguii allegra verso la sua macchina e, tra battutine sui vari dottori, ci avviammo verso casa di Liam; per fortuna che l'ospedale non distava molto. Appena arrivata avrei subito preso un antidolorifico o qualcosa del genere nel grande armadietto dei medicinali in bagno, non l'avrei detto a Liam poco ma sicuro: si sarebbe preoccupato e avrebbe provato a convincermi che in realtà non servivano a nulla, io però non potevo sopportare ancora un dolore così forte e avrei pagato oro per un attimo di tregua. Arrivammo dopo non molto per fortuna e salutai con un bacio sulla guancia Mandy, salii subito i gradini nel vialetto e proseguii fino ad aprire la porta con il mazzo di chiavi di Liam; purtroppo ci eravamo dimenticati per l'ennesima volta di farne una copia per me. Appena entrai posai subito la borsa sul divano e mi precipitai al piano di sopra, dritta e spedita verso il bagno; potere dei medicinali allevia la tortura per favore. E voi amori miei, ve lo chiedo da mamma disperata davvero: per favore smettete di muovervi così tanto!
Non appena aprii l'armadietto subito notai montagne di cerotti, boccette e roba varia con etichette così complicate da leggere che per un attimo persi anche quella speranza. In quell'attimo però partì subito una fitta così forte da farmi piegare sul lavandino, avrei voluto urlare con tutta la voce che avevo in corpo pur di sfogarmi. Successe tutto in un attimo: il pranzo di nemmeno un'ora prima iniziò a salire velocemente su fino a farmi rimettere tutto per alcuni minuti, ebbi a malapena il tempo di piegarmi sul wc. Per fortuna che mi trovavo in bagno e non in qualche altra parte della casa, non credo che sarei riuscita a salvare qualche tappetto o altro. Una volta finito mi asciugai la bocca con un asciugamano preso lì vicino e, non so nemmeno io con quale forza, riuscii ad alzarmi fino a tornare davanti allo specchio. Guardai la mia immagine riflessa e mi spaventai da sola nel notare quei due grandi segni violacei che ormai si erano impossessati dei miei poveri occhi per tutta la settimana, nemmeno tutto il correttore del mondo avrebbe potuto nascondere quelle maledette occhiaie. Sinceramente più mi guardavo e più provavo disprezzo verso di me e non potei fare a meno di notare la grande pancia che ormai si riusciva a vedere da lontano, non osavo immaginare come sarebbe stata al nono mese... I capelli mi si erano allungati, gli occhi erano stanchi e quell'azzurro che mi era sempre piaciuto sembrava addirittura essersi scolorito, il viso si era arrotondato e non avevo di certo un bel colorito. Non so nemmeno io come fosse possibile ma almeno non ero ingrassata tantissimo... Certo, qualche chilo in più c'era ma era comunque nella media; mi mancava solo diventare una balena. Mi lavai il viso con dell'acqua fresca e mi dimenticai completamente delle medicine che prima avrei voluto prendermi, meglio un film Disney stravaccata sul divano. Intenta a volermi mettere il pigiama mi diressi in camera ma proprio mentre stavo per aprire la porta senti I Wanna Go di Britney Spears dal piano di sotto: se fosse stata Lena le avrei intimato di chiamare più tardi, non ero dell'umore e nella condizione giusta per parlare o scherzare con nessuno. Scesi pigramente le scale ma, nonostante ci avessi messo molto tempo, il telefono continuò a suonare senza problemi. Testardo eh. Risposi senza problemi ma non appena sentii quella voce mi si gelò il sangue nelle vene.


- Emma! -

Chiusi immediatamente la chiamata e guardai ancora il cellulare con le mani tremanti. Come faceva ad avere ancora il mio numero...? Impallidii al solo pensiero di aver sentito la sua voce di nuovo e le gambe iniziarono a tremare, se non mi fossi seduta subito sarei caduta all'istante sul pavimento. Ero completamente sotto shock: lo sapevo io che quel giorno sarebbe successo qualcosa di brutto ed ecco qua. Con la poca forza rimasta composi subito il numero di Liam e provai un minimo di sollievo solo nell'udire la sua voce.

- Amore mio! Meno male che mi hai chiamato, stavo iniziando a preoccuparmi – rispose subito con voce finalmente tranquilla

Anche se non potevo vederlo già me l'immaginavo con il viso tirato e la preoccupazione che gli divorava lo stomaco, mi bastò questo per farmi comparire il primo sorriso in quella giornata praticamente da schifo.

- Liam... puoi venire? - chiesi recuperando tutto quel terrore che quel semplice “Emma!” mi aveva provocato
- è successo qualcosa?! Stai bene?! -
- Ti prego non mi chiedere niente... -
- 10 minuti massimo e sono lì. - rispose fermo

Annuii alla risposta anche se sapevo che non avrebbe potuto vedermi. Sapere che avrei sempre potuto contare su di lui era una buona soluzione per non terrorizzarmi di nuovo. Apprezzai molto anche il fatto che non mi avesse fatto domande scomode, se mi era tornato un minimo di forza a quel punto sarebbe di nuovo andata a puttane.
Rimasi seduta sul divano col cellulare in mano ancora per qualche minuto fino a quando non venni risvegliata dal suono del campanello. Wow, quella che si dice velocità! Corsi ad aprire senza nemmeno preoccuparmi del mio aspetto e un Liam tutto sudato e col fiatone mi si parò davanti per poi stringermi a sé fortissimo. Una delle tante cose che amavo di lui era l'accoglienza che mi riservava sempre: potevamo non vederci anche solo per 10 minuti ma lui mi avrebbe sempre abbracciata come se non ci vedessimo da anni.


- O tu sei Flash o io sono così rincoglionita da non essermi accorta del tempo passato – scherzai tra le sue braccia per smorzare la preoccupazione
- Diciamo entrambi – rispose ridacchiando per poi mettermi giù

Chiusi la porta alle sue spalle e, nemmeno il tempo di respirare, che mi sommerse di attenzioni. Controllò la pancia, i miei occhi, la bocca... mi sentivo come se fossi andata dal pediatra che mi visitava quando era piccola: un omone simpatico e allegro che però aveva sempre preso sul serio il suo lavoro. Ecco, Liam sembrava suo figlio.

- Hai vomitato vero? - domandò cauto osservandomi bene il viso
- è normale, vomito tutti i giorni – risposi come se fosse tutto normale
- Si ma dal tono della tua voce al telefono dev'essere successo qualcosa -
- Mi ha... mi ha chiamata – balbettai non riuscendo a pronunciare nemmeno il suo nome- Chi ti ha chiamata? -

Il tono calmo ma allo stesso tempo preoccupato di Liam riuscii a calmarmi solo per pochi minuti. Lo guardai negli occhi e iniziai a singhiozzare durante una crisi di nervi, è proprio vero che il passato ritorna sempre...

- Amore, se non mi parli non posso aiutarti – mi sussurrò abbracciandomi e cercando di tranquillizzarmi

Nello stesso istante in cui mi decisi a dirglielo sentimmo il campanello, chi mai poteva essere? Non aspettavamo nessuno, o almeno non io. Il mio ragazzo si staccò lentamente da me e, continuando a guardarmi, andò ad aprire con un'espressione dubbiosa.

- Cercate qualcuno? - chiese confuso Liam non appena aprì la porta
- Amore chi è? - lo raggiunsi

L'avessi mai fatto. Prima la telefonata, ora loro...

- Ciao Emma... -
- Mamma... papà... - sussurrai

La testa riniziò a girarmi e le gambe ricominciarono a tremare. Che diavolo volevano da me? Mi avevano abbandonata per 3 mesi e tutto a un tratto si ricordavano di avere una figlia? Mi salirono i brividi lungo la schiena perché solo lì, vedendoli di fronte a me sull'uscio della casa di Liam mi resi conto dell'immaginabile: mi resi conto di avere paura di loro. Paura che mi portassero via, paura che mi togliessero i bambini... mai, mai e sottolineo mai mi sarei aspettata di avere paura dei miei genitori.
Cercai di nascondermi il più possibile dietro la schiena di Liam volendo improvvisamente scomparire ma, sapendo di non poterlo fare, preferii non guardali nemmeno in faccia.


- Siamo i genitori di Emma: io mi chiamo James e lei è mia moglie Christine. Lei è? - chiese mio padre con la sua solita cordialità da perfetto inglese
- Liam. Liam Payne. - rispose freddo il mio ragazzo solo per dire qualcosa

Scommetto che fosse scioccato quasi quanto me: come avevano fatto a trovarmi? Io non avevo detto niente a nessuno, solo Lena sapeva della mia permanenza qui ma non volevo pensare che fosse stata lei a rivelarglielo: non l'avrebbe mai fatto... vero? Poi il mio pensiero si rivolse di nuovo al ragazzo davanti a me: se mi avessero obbligato a tornare a casa con loro e lasciarlo, lui cosa avrebbe fatto? Avrebbe lottato per me pur di restare insieme? Una cosa era certa: io non sarei mai andata con loro, a costo di incatenarmi alla porta di casa non sarei più tornata alla mia vecchia vita. Sì perché ormai sapevo perfettamente che niente avrebbe fatto ritornare tutto come prima, c'erano i gemelli di mezzo e non erano di certo una sciocchezza qualunque da poter dimenticare da un giorno all'altro. Stavo vivendo la mia favola finalmente e non avrei mai permesso a nessuno di strapparmela di nuovo.

- Molto piacere Liam. Potremmo entrare? - chiese mia madre con un sorriso forzato
- Si certo, ci mancherebbe – rispose gentilmente il mio ragazzo facendogli spazio

Accompagnai il movimento di Liam continuando a nascondermi ma una volta chiusa la porta non potei più proteggermi. Dovevo affrontare la situazione ma più di tutto dovevo dimostrare ai miei genitori e a me stessa di essere cambiata, di essere diventata una donna e non più quell'adolescente insicura e perfetta che non sapeva cosa farne della sua vita.
Seguirono vari minuti di silenzio nei quali respirai profondamente per mettere quanta più aria nei polmoni, mi decisi una volta per tutte solo quando la manona del mio ragazzo si intrecciò perfettamente con la mia e mi diede una scarica di adrenalina pura. 'Uscii' da dietro di lui e mi parai davanti alle due figure dei miei cari cercando di non dare a vedere il misto di terrore ed eccitazione che stavo provando: ero sempre stata brava a nascondere le mie emozioni, perché proprio in quell'occasione avrei dovuto cedere?


- Amore mio... - sussurrò mia madre con gli occhi lucidi e coprendosi la bocca con le mani, sicuramente scioccata di un cambiamento così radicale

La potevo capire... in fondo anche io meno di mezz'ora prima avevo fatto fatica a riconoscermi davanti allo specchio. Approfittai di quell'occasione per osservarli meglio: i signori Weather, sempre perfetti e impeccabili in tutto in quel momento sembravano altre persone. Non avevo mai fatto caso a quei capelli bianchi di mia madre o alle rughe sotto gli occhi di mio padre, possibile che in 3 mesi fossero invecchiati così tanto? O forse, spiegazione molto più probabile, prima avevano nascosto così bene quegli effetti dell'età che era impossibile pensare anche solo che li avessero. Il viso di mia madre aveva perso lucentezza e gli occhi, azzurri esattamente come i miei, sembravano essersi scavati una fossa da soli; mio padre invece aveva il viso stanco, la classica faccia di chi passa le notti insonni e per qualche ora di sonno ha bisogno dei tranquillanti o sonniferi. Mi sentii avvampare e scoperta nel vedere le loro lunghe occhiate commosse ed emozionate, ero l'unica lì che invece di provare entusiasmo stava provando terrore? Non sentendo più niente da parte loro mi girai perplessa verso Liam ma mi resi conto che non avrebbe potuto farci niente, in fondo non erano i suoi genitori ma i miei. I signori Weather con la figlia 16enne rimasta incinta, perché questo ero diventata: un'attrazione circense. Non ce la feci più a stare in silenzio ma proprio mentre i miei piedi si convinsero a girarsi per correre di sopra sentii un movimento da parte di mia madre. Aveva fatto un passo in avanti con le braccia distese. “Ti prego non mi abbracciare” pregai guardandola come per farle recepire il messaggio, per fortuna parve capirlo e si limitò ad accarezzarmi le spalle. Anche se una parte di me avrebbe fatto di tutto per sprofondare nelle sue braccia, la parte ragionevole mi urlava di resistere e non scoppiare. Sembrava una battaglia in pieno campo aperto: da una parte il cuore e dall'altra il cervello, chi avrebbe vinto?
Mio padre la raggiunse ed entrambi iniziarono a sorridere come se avessi scoperto una cura contro qualche malattia, io invece non avevo espressione. Liam, percependo la tensione, mi aiutò moltissimo con una sola frase.


- Bhe... perché stiamo in piedi? Prego fate come fosse casa vostra – li rassicurò con un sorriso dolce e facendoli accomodare sul divano

Per fortuna che la casa era in ordine: non avrei sopportato anche delle lamentele per il disordine. I miei genitori si sistemarono su un divano mentre io e Liam ci sedemmo sull'altro, meglio mantenere distanza di sicurezza. L'unica cosa che mi aveva convinta a restare era stata la mano del mio ragazzo, ancora intrecciata perfettamente alla mia. Era come se quella mano mi spronasse ad affrontarli, a darmi la forza necessaria per parlare liberamente e senza paura.

- Da quanto tempo... - sussurrai non sapendo nemmeno io che dire

Mi era uscito spontaneo e, dalle espressioni intristite dei miei, capii che avessero capito il senso accusatorio della frase. Doveva essere stata come una doccia fredda o un fulmine a ciel sereno ma io non potevo cambiare la realtà: certo, rimanere incinta era stata in parte colpa mia ma non ero di certo stata io ad averli cacciati di casa a calci in culo. I genitori sono le uniche persone che non dovrebbero mai giudicarti o farti del male ma in quel caso il male maggiore lo avevano provocato loro a me, per un attimo volevo farli sentire come mi ero sentita io per tutta quell'estate passata da sola.
Mia madre si sistemò meglio la borsa Chanel sulle gambe e tirò su col naso ed in quel momento pregai ogni santo che non scoppiasse a piangere perché sapevo che se lo avrebbe fatto io non sarei riuscita a mantenere la calma. Liam, capendolo, mi strinse un po' più forte la mano e mi rimproverò con lo sguardo: avevo esagerato...


- Però... sono felice di vedervi – aggiunsi facendoli girare verso di me

Ed era vero: avrei potuto essere arrabbiata quanto volevo ma niente avrebbe potuto nascondere quel briciolo di felicità che stavo provando. Nel vederli lì, di fronte a me mi ritornò subito alla mente un ricordo meraviglioso della mia infanzia. Un ricordo dimenticato da tempo, sostituito dai problemi e le lacrime di un'adolescenza spezzata...


- Mamma! Papà! - esulto facendoli sedere sul divano per dargli la buona notizia
- Cosa tesoro? - mi chiede mio padre chiudendo la telefonata con un cliente
- La maestra mi ha detto che sono la più brava della classe! - urlo iniziando a saltellare

Mi prendono per i fianchi ed entrambi mi abbracciano forte, facendomi ridere ma allo stesso tempo amata. Quella gioia di una una bambina di 6 anni nell'annunciare un piccolo complimento per rendere orgogliosi i suoi genitori.

- Siamo fieri di te amore mio – mi sussurrano entrambi per poi lasciarmi un bacino sulla fronte


Ricordarmi di tutto mi fece venire le lacrime agli occhi, possibile che quella bambina dolce e ubbidiente in futuro sarebbe diventata la loro più grande delusione? Era quello il pensiero che mi divorava lo stomaco, deludere le persone che mi avevano messa al mondo era l'ultima cosa che avei mai sperato di fare... se il telefono non avesse suonato sarei potuta addirittura scoppiare a piangere.

- Scusate, torno subito – si scusò Liam andando a rispondere

Non so cosa avrei dato per poterlo raggiungere ma sapevo che non potevo lasciare i miei genitori così. Mi sistemai meglio sul divano e guardai il volto di mia madre, ogni volta mi sembrava di guardarmi allo specchio per quanto le somigliassi. Da mio padre invece avevo preso il sorriso e il carattere forte e deciso, classico dei Weather.

- A quanto pare abbiamo un sacco di cose da dirci – aggiunsi giusto per dire qualcosa

E quello sarebbe diventato di sicuro il pomeriggio più lungo ed emozionante della mia vita...






                                                  Don't worry my love, everything is gonna be alright

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***










- E così... sei già al 6° mese... - affermò mia madre con un piccolo sorriso

- Si. Ho da poco iniziato il 6° mese – risposi decisa sorseggiando un po' di thè caldo dalla tazza che mi aveva preparato Liam
- Wow e... come stai? Hai nausee? -
- Si, qualche volta mi capita -

Quella conversazione si stava prolungando verso la mezzora e io ero già stufa di rispondere alla loro miriade di domande, dentro di me avevo una voglia pazzesca di urlare: “Se voi fosse stati con me sapreste tutto della gravidanza!” ma sentivo di non poterlo fare. Per quanto mi avessero fatto male non sarei mai stata capace di provocare lo stesso dolore, erano pur sempre i miei genitori e gli volevo bene. Liam era sempre stato lì accanto a me, da quando era tornato dalla telefonata non mi aveva lasciato per un solo momento la mano; non sapevo però se la sua presenza fosse una specie di costrizione a restare o un incoraggiamento, diciamo... un po' entrambi. L'aria era così affilata e tesa da poter essere tagliata col coltello e se fossi stata da sola in una situazione così ero più che sicura che non ce l'avrei fatta ad affrontarla. Apprezzavo lo sforzo da parte dei miei nel cercare di mostrarsi preoccupati per me ma, nonostante questo, non riuscivo ancora a credergli: sapevo che erano venuti per uno scopo. Inoltre non sapevo nemmeno come avevano fatto a scoprire il mio “nascondiglio”... avevo solo paura che fosse stata Lena a rivelarglielo: se fosse stato così non sarei stata cosciente delle mie azioni. Il pollice di Liam sfregava continuamente il dorso della mia mano come per darmi una “spinta” a parlare ma, più loro mi facevano domande, e più sentivo il thè andarmi di traverso.

- Si può già vedere se è maschio o femmina? - mi chiese speranzoso mio padre

Sapevo che lo avrebbe chiesto: era sempre stato il suo sogno nascosto avere un erede maschio che tenesse alto il nome di famiglia, sapevo però che anche davanti a una femmina non avrebbe avuto da obbiettare. Annuii flebilmente e chiesi con lo sguardo a Liam di andare a prendere le immagini dell'ultima ecografia, fatta appena 3 giorni prima; anche se non ne ero ancora convinta, potevo capire dai loro occhi quanto le volessero vedere quindi perché non accontentarli? Il mio ragazzo tornò pochi minuti con la cartellina in mano e, con un sorriso che avrei tanto voluto avere anch'io, le passò cordialmente ai miei genitori. Dagli occhi lucidi di entrambi potei intuire quanto fossero emozionati nel vederle e mi fu ancora più chiaro quando intravidi una lacrima scendere lungo il viso di mia madre... Erano davvero così felici di diventare nonni o mi stavano solo prendendo in giro? Strinsi di nuovo la mano di Liam finché non sentì un singhiozzo che mi fece quasi cadere la tazza di mano.

- Sono due... - sussurrarono entrambi quasi sconvolti
- Si e precisamente un maschio e una femmina – aggiunse tutto contento il ragazzo accanto a me, quasi come se i bambini fossero suoi
- Emma non potevi darci soddisfazione più grande! - esclamarono entrambi alzandosi per abbracciarmi
- Pff ne dubito – sussurrai non riuscendo a tenere a freno la lingua

Bastò quello a far precipitare di nuovo la situazione nella tensione più totale e mi pentii amaramente di non aver tenuto la bocca: perché non potevo semplicemente fidarmi di loro e vivere di nuovo in pace? Perché era tutto così fottutamente difficile? Mi facevo ribrezzo da sola: ridotta a guardare i miei genitori dall'alto al basso domandandomi se volessero farmi un'altra cattiveria. Ma come avevo fatto a ridurmi così?
I miei genitori socchiusero per un attimo gli occhi, forse per non scoppiare a piangere o per trovare le parole giuste, e subito dopo si risistemarono sul divano.


- Senti Emma. - disse duro mio padre – sei nostra figlia. L'unica. Abbiamo sbagliato in passato lo sappiamo... -
- Ah? Che bella cosa. Dopo 3 mesi vi ricordate di avere una figlia e vi preoccupate all'improvviso di lei! - sbottai alzandomi dal divano

Nemmeno la mano di Liam era riuscita a farmi restare seduta, avevo liberato tutta la rabbia repressa e niente avrebbe potuto farmi smettere. Né Liam, né Lena e tanto meno quei due signori che avevo davanti. Per una volta toccava a me sfoderare le unghie e farmi valere.

- Emma! - mi rimproverarono entrambi, alquanto scioccati di questa mia reazione improvvisa

Non avevo mai risposto alle grida dei miei genitori ma non sarebbe stato nemmeno quello il motivo per cui mi sarei fermata.

- Emma niente! Mi avete abbandonata a giugno da sola con una, anzi due creature dentro di me! Quali razza di genitori farebbero una cosa del genere?! Nessuno! Nemmeno un animale merita di essere trattato così! Non mi avete nemmeno chiamata o mandato un messaggio! Mi avete semplicemente sbattuta fuori di casa e chi si è visto si è visto! - sbraitai con tutta la voce che avevo in corpo

Se fino a quel momento avevo tenuto tutto dentro e avevo cercato di trovare le parole giuste, lì non risparmiai nessuno. Avevo fatto tabula rasa ma potevo andare fiera di dire che per una volta avevo deciso io per me, sì perché io quei bambini li volevo davvero più di qualsiasi altra cosa e non sarebbero stati di certo due bastardi come loro a strapparmeli via. Ormai non mi sarei fatta mettere i piedi in testa.

- Emma basta – sussurrò arrabbiato nero mio padre
- Basta niente! Ho cercato aiuto da Lena ma sua madre per poco non mi sputava dietro esattamente come voi due! Se non avessi incontrato Liam chissà che fine avrei fatto! -
- C-come? - chiese mia madre sbiancando di colpo

Aveva addirittura il coraggio di fingere di non saperlo?

- Scusa e Dave? -

Mi irrigidii sul posto non appena sentii quel nome ricordandomi della sua chiamata quello stesso giorno. Lì mi venne un'illuminazione improvvisa e sperai con tutta me stessa che quella fosse la soluzione alla sottospecie di problema algebrico che mi ero costruita nel cervello.

- Aspettate un attimo... È stato lui a dirvi dov'ero vero? - chiesi confusa ma speranzosa allo stesso tempo
- Si. Ha detto che ti ha chiamata, poi ha rintracciato il luogo dove il tuo cellulare ha risposto e siamo arrivati fino a qui – spiegò pazientemente mia madre

Dave e la sua maledetta passione per la tecnologia... possibile che fossi stata così stupida da non averlo capito subito? Avevo persino pensato che fosse stata Lena... Guardai esitante i volti dei miei genitori, ancora seduti davanti a me, e per un attimo mi sentii sprofondare un'altra volta. Tutto li muro di sicurezza e determinazione si era sgretolato in un solo attimo... E se fossero venuti da me perché erano davvero preoccupati?

- Tesoro mio... - sussurrò mia madre avvicinandosi di nuovo per poi accarezzarmi le spalle

Lì però non riuscii a urlare contro o ad allontanarla, sentivo il bisogno di sentirla vicina finalmente... avevo bisogno della donna che mi aveva messa al mondo. Rimasi zitta e iniziai a fissare il parquet per non crollare davanti al suo sguardo ma così facendo fui molto più esposta all'uscita delle lacrime che di sicuro quel giorno sarebbero scese anche da parte mia.

- Abbiamo sbagliato e non puoi capire quanto ci dispiace. Siamo tornati apposta, pur di trovarti siamo stati costretti a contattare Dave e non puoi capire quanto ci sia costato dopo quello che ti ha fatto... – iniziò cercando di essere comprensiva
- Forse non avete capito: all'inizio la mia gravidanza poteva sembrare o meglio... era un problema ma ora sono felice. Nonostante mi dispiaccia che Dave sia il padre, non smetterò mai di ringraziarlo per avermi regalato le persone più importanti della mia vita – spiegai commossa accarezzandomi con entrambe le mani il pancione

Sapevo benissimo che i miei genitori non si sarebbero mai aspettati una risposta simile e per questo non mi stupii per niente quando non sentii nessuna parola da nessuno dei due. Liam era l'unico che ne stava fuori ma, nonostante non lo stessi nemmeno toccando, capii subito quale fossero i suoi stati d'animo: stupore, commozione, orgoglio ma allo stesso tempo anche un pizzico di imbarazzo nel parlare di una faccenda in cui effettivamente lui non centrava un bel niente. Non avevo il coraggio di guardare nemmeno lui, volevo solo continuare a fissare quel bellissimo pavimento di legno d'acero e aspettare che qualcuno si decidesse a parlare. Se prima avrei dato qualsiasi cosa per del silenzio, lì sperai con tutta me stessa che qualcuno pronunciasse anche una misera vocale.

- Bhe... dei bambini sono sempre un regalo dal cielo... - cercò di smorzare la tensione mio padre alzandosi anche lui
- Comunque... ci è costato tanto e ti possiamo assicurare che non è passato un solo giorno in cui non pensassimo a te. Eravamo ogni giorno più preoccupati, abbiamo chiesto a tutti quelli che ti conoscevano dove saresti potuta essere e... ora che ti abbiamo davanti agli occhi ci sentiamo ancora di più in colpa per il madornale errore che abbiamo commesso – concluse mia madre passandomi una mano sotto al mento e con una voce quasi rotta

Una specie di spinta interiore mi diede la forza di guardarli e non appena lo feci crollai definitivamente: le saltai al collo con tutta la forza che avevo in corpo e la strinsi così forte da non riuscire quasi a respirare. Non mi importava più di niente; mi bastava stare lì, in un abbraccio che solo una mamma può dare e dal quale non vorresti più uscirne. Scoppiai a piangere nel vero senso della parola insieme a lei e mi commossi ancora di più quando sentii anche la presenza di mio padre intorno a noi, quel gigante buono che si sarebbe cavato gli occhi da solo pur di vedermi sorridere. È proprio vero che l'amore dei propri genitori non può essere paragonato a nient'altro... La famiglia Weather di nuovo unita e stranamente più forte.

- Bambina mia... - mi sussurrò all'orecchio quella stessa donna dal famoso Coco Mademoiselle che mi avvolgeva sempre
- Mamma... - ricambiai strofinando il viso nel suo maglione

Ancora alcuni attimi in quel grande abbraccio e mi comparii un sorriso enorme sul volto. In quel momento capii: la mia famiglia mi avrebbe sempre sostenuta. Certo, c'era stato qualche piccolo intoppo all'inizio ma ebbi la convinzione che in futuro sarebbe andato tutto per il meglio. Rivolsi una piccola occhiata anche a Liam, in piedi di fronte a noi, e mi intenerii moltissimo quando lo vidi sul punto di piangere… Awww il mio cucciolo! Finsi un colpo di tosse per staccarmi ma la reazione del mio babbo fu del tutto inaspettata sia da parte mia che da parte del mio ragazzo: allentò la presa ma allo stesso tempo invitò Liam a unirsi. Inutile dire che quest'ultimo diventò bordeaux dall'imbarazzo... mio padre era sempre stato un uomo abbastanza risoluto e fermo, per questo vederlo così amichevole mi fece quasi uscire gli occhi dalla orbite. Dopo svariati incoraggiamenti alla fine anche Liam si decise e tutti e 4 ci stringemmo in un abbraccio super coccoloso; stavo facendo fatica a respirare ma sapete una cosa? Non ero mai stata così felice in vita mia. Le persone più importanti per me tutte in un a solo stretta... cosa si può chiedere di più?







                                                                       I've never been so happy

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***









- Molto bene. E ora... respirate profondamente tenendovi in equilibrio sulla palla, coraggio – ci ordinò di nuovo Mandy cambiando posizione

Cosa stavo facendo? Corso di respirazione pre-parto... non potete capire che palla mortale. Mancavano poche settimane alla fine della gravidanza e Liam si era messo in testa di farmi frequentare quel benedetto corso per evitare ulteriori dolori quando avrei dovuto partorire... peccato che già dalla terza lezione ne avevo le scatole piene. Mandy era “l'insegnante” e già lo trovavo abbastanza ridicolo: lei che non poteva avere figli faceva un corso di respirazione... mah. Dal famoso riavvicinamento con i miei genitori era passato un bel po' e in quell'ultimo periodo non avrei potuto essere più felice. Mia madre e mio padre avevano accettato con gioia i gemellini ma, per una questione di pudore, mi avevano pregata di tornare a casa con loro continuando però a frequentare Liam. Personalmente mi andava bene, a me bastava stare col ragazzo che amavo. Con Lena andava tutto alla grande, c'era anche una novità: il ballo di inizio anno era andato anche meglio del previsto e si era finalmente decisa a dare una possibilità a quel povero ragazzo di Ronald. Al lavoro avevo chiesto il periodo di maternità e il dottor Johnson era stato molto felice di cedermelo, una ricompensa però la meritava: per questo avevo chiesto espressamente che fosse proprio lui a far nascere i bambini, non avevo intenzione di scegliere nessun altro. Per quanto riguarda la scuola bhe... diciamo che una soluzione l'avevo trovata: i miei genitori si erano offerti di assumere un'insegnante privato per tutto l'anno, da quello che avevo capito era come frequentare la scuola solo... a casa. Avevo già messo le cose in chiaro: quando i miei bambini sarebbero stati abbastanza grandi (1 anno più o meno) avrei cambiato indirizzo scolastico così non dovevo preoccuparmi di niente. Dave? Era sparito, come sempre del resto. Da quella telefonata per localizzarmi e farmi trovare era come sparito nel nulla ma a me andava benissimo così: meglio non averlo che litigare giorno e notte. Le cose con Liam, al contrario, miglioravano di giorno in giorno: ci amavamo ogni giorno di più e mi aveva addirittura presentata alla sua famiglia che, esattamente come il figlio, mi aveva accolta a braccia aperte nonostante la mia situazione. Finalmente sembrava essere spuntato un arcobaleno anche per me, invece della solita pioggia triste e malinconica.
Smisi per un secondo di fare gli esercizi per stringermi di più nella felpa, per colpa di un vento gelido di inizio dicembre, e mi chiesi per l'ennesima volta il motivo per il quale le lezioni fossero ancora all'aperto: posso capire a settembre quando fa ancora caldo ma non a dicembre!


- Emma! - mi richiamò Liam

Feci segno a Mandy di andarmene e, dopo un breve cenno col capo da parte sua, corsi (per quanto l'enorme pancia me lo permettesse) verso il mio ragazzo con un sorrisone sul volto. Per tutta la lezione avevo sperato che “fosse venuto a salvami” ed eccolo lì, in tutta la sua perfezione. Gli saltai al collo abbracciandolo forte mentre lui, per non schiacciarmi, mi strinse un po' più delicatamente; lui e quella maledetta delicatezza che amavo.

- Meno male che sei arrivato! - esultai ancora tra le sue braccia
- Sono venuto proprio per salvarti – scherzò dandomi un bacino a stampo
- Che succede? - gli chiesi guardandolo negli occhi
- Bhe... ho una notizia stupenda -

Lo guardai incuriosita ma continuai anche a sorridere come una bambina, Liam riusciva sempre a farmi sentire spensierata.

- Il mio tirocinio è finito! Sono un medico a tutti gli effetti amore! - urlò super emozionato
- Oh mio Dio! È fantastico! - concordai allacciandogli di nuovo le braccia al collo

Aveva sempre studiato e dato il meglio di lui per diventare dottore: nonostante venisse da una famiglia benestante, aveva sempre studiato per ottenere risultati e lo consideravo un gesto molto più che onorevole. Ero fiero di lui, in tutti i sensi e la felicità che stavo provando era indescrivibile.

- Si! Finalmente posso fare cose più importanti e... oh no – disse prima eccitato per poi cambiare subito umore
- Cosa c'è? - chiesi preoccupata che fosse successo qualcosa di brutto
- Ecco... il dottor Johnson si fida molto di me. Per questo mi ha proposto uno stage in Irlanda per 2 mesi – sussurrò col capo chino

In quel preciso istante sentii il vuoto sotto i piedi, era come se una voragine nel terreno mi stesse per risucchiare nel vuoto. Stare senza di lui per... 2 mesi?! Si sarebbe perso la nascita dei bambini, non mi avrebbe aiutata o altro... no, non poteva essere serio. Doveva assolutamente essere un incubo dal quale mi sarei svegliata da lì a poco.

- C-come? - chiesi scioccata, sentendomi all'improvviso senza aria nei polmoni

Non poteva andarsene, non per così tanto, non proprio nel momento in cui avevo più bisogno di lui. Avevo già paura di partorire, figuriamoci se Liam non fosse stato con me...

- Lo so che non è proprio una bella notizia ma... - iniziò per poi concludere l'affermazione con un sospiro
- Liam i... i bambini. Io non posso partorire senza di te -
- Amore. È un'occasione unica per me, non posso lasciarla sfumare davanti ai miei occhi così -

Non avrei mai voluto metterlo davanti a una scelta ma non potevo nemmeno non pensare a quello che sarebbe successo: quelle povere creature dentro di me già dovevano nascere senza un padre, non volevo che nascessero anche senza l'amore della mia vita. Dall'altra parte però sapevo perfettamente quanto quello stage fosse importante per la carriera di Liam, sarebbe potuto essere notato e da lì avrebbe potuto iniziare il suo successo... Non sarei mai stata così tanto egoista dal farlo rinunciare ad un'occasione simile.
Lo guardai negli occhi intensamente, come la volta del nostro primo bacio, e cercai di capire cosa stesse provando: era triste, si stava sentendo in colpa ma allo stesso tempo vedevo anche un piccolo barlume di speranza che lo lasciassi andare. In fondo sarebbero stati 2 mesi, mi sarebbe stata vicina Mandy e i miei genitori mi avrebbero aiutata all'inizio; finiti quei mesi Liam sarebbe tornato da me, per stare con me e perché aveva scelto ME. Avevo paura, paura che qualcosa sarebbe potuto andare storto ma sarei stata mille volte peggio se il mio ragazzo avesse visto il suo sogno svanire.


- Ok... - sussurrai abbassando la testa, sentendo all'improvviso un peso enorme in quell'intensità dei nostri sguardi
- So che non vuoi davvero ma... -
- Liam vai. È la tua vita, io non posso costringerti a stare qui e tanto meno farti rinunciare ai tuoi sogni. Noi saremo qui, pronti ad aspettarti – lo rassicurai cercando di mostrarmi felice quando in realtà stavo per scoppiare a piangere
- Davvero vuoi che vada? - mi chiese accarezzandomi le spalle
- Si. -

In risposta mi abbracciò fortissimo sussurrando una miriade di “Grazie” e promettendomi che sarebbe sempre tornato da me. Lo sapevo già, lo avevo sempre saputo ma sentirselo dire in un momento così mi fu di grande conforto. Sarebbe partito tra una settimana e gli promisi anche che lo avrei accompagnato a Londra e all'aereoporto. Lo rassicurai con un piccolo sorriso forzato e, dopo averlo salutato, tornai da Mandy per farle segno che me stavo andando; la lezione era durata fin troppo secondo me e sinceramente avevo voglia di tutto tranne che di continuare con la respirazione pre-parto. Volevo solo andare a casa, chiudermi in camera mia e non fare assolutamente niente. Non mi preoccupai nemmeno che avesse recepito il messaggio e, senza guardare in faccia a nessuno, proseguii spedita verso l'atrio dell'ospedale per poter prendere il cellulare, il cappotto e il cappello.
Mi ritrovai in poco tempo per le strade fredde di Wolverhampton e mi avviai subito verso la fermata dell'autobus, con un po' di fortuna sarei riuscita a beccare quello giusto per arrivare direttamente sotto casa mia. Presi le cuffiette dalla borsa e, una volta averle collegate al cellulare, feci subito partire Bring Me To Life dei Evanescence; non avrei dovuto ascoltare canzoni depressive ma in un momento come quello nemmeno Nicky Minaj avrebbe potuto tirarmi su di morale. Attesi in silenzio l'arrivo del mio autobus ma dopo una buona mezzoretta mi decisi a dare un'occhiata agli orari, come una stupida non ero nemmeno ero andata a vedere quando sarebbe passato. Mi pentii amaramente di essere rimasta lì così tanto quando un: 18.30 mi si parò davanti, a quel punto sarei potuta tranquillamente tornare a piedi. Decisi di lasciar perdere e iniziai a incamminarmi mentre il vento freddo di dicembre mi sbatteva in faccia, era incredibile come non riuscissi nemmeno a provare dolore per quella potenza. Diciamo che la notizia di Liam mi aveva talmente fatto male che ero diventata improvvisamente indistruttibile a qualunque dolore fisico. Mi sentivo come se mi avessero strappato il cuore dal petto e lo avessero distrutto. Si, perché quel ragazzo questo rappresentava per me. Sembravo una morta che cammina ma non mi importava, volevo solo che Liam non se ne andasse e per la prima volta... quasi non volli partorire, nonostante sapessi che fosse inevitabile. Può sembrare esagerato, me ne rendo conto, ma dopo una vita piena di illusioni distrutte e prese in giro da parte di tutti non potevo rinunciare anche all'unica persona che era riusciva a risollevarmi. Istintivamente i miei piedi presero tutt'altra direzione, non erano diretti verso casa e non avevano intenzione di obbedire a nessuno. Ogni nota di quella canzone gotica ma allo stesso tempo assolutamente meravigliosa mi dava una spinta in più e sentivo una sorta di scarica di adrenalina nelle vene, avrei fatto un giro per la città prima di tornare a casa. Mi capitò più di una volta di sentire sotto le mie mani la vibrazione del cellulare, segno di una chiamata o di un messaggio, ma quella canzone riusciva a nascondere tutto e a farmi vivere in un'altra dimensione. Ai miei occhi Wolverhampton era diventata tutto di colpo buia e un po' gotica ma, per la prima volta, non ebbi paura né del buio né di chi avrei potuto incontrare.
Fu una cosina piccola e fredda a farmi ritornare alla realtà, un piccolo fiocco di neve candido che si era posato sul mio naso con un movimento dolce e delicato. Mi fermai un attimo e, guardando in alto, mi apparvero all'improvviso centinaia e centinaia di fiocchi che, con il loro movimento, riuscirono a calmarmi quasi completamente. Allargai istintivamente le braccia e iniziai a girare su me stessa per godermi ancora di più quella pace assoluta, e fu proprio lì che mi venne quasi un'illuminazione: Liam sarebbe partito e sarebbe stato da spregevoli fermarlo... quindi perché piangersi addosso invece di passare più tempo possibile con lui? Controllai il cellulare, che in quel lasso di tempo aveva trasportato tutta la sua concentrazione su Mine di Taylor Swift, e sorrisi quando notai che il mio unico amore sarebbe tornato a momenti a casa sua. Mandai un messaggio veloce ai miei genitori, spiegandogli che avrei dormito da Liam, e iniziai a correre. Volevo il suo profumo, il suo profumo buonissimo... volevo lui. Non so cosa mi fece cambiare idea... forse il destino, forse qualche spirito guida... sinceramente non lo so ma sentivo un bisogno assoluto di correre verso quell'abitazione e fregarmene di tutto il resto.


- You are the best thing that's ever been mine – canticchiai insieme a Taylor durante la mia instancabile corsa








                                                                                             You can't go away...




Spazio Autrice: ehi ragazze! Io non faccio mai gli 'spazi autrice' ma oggi è necessario: QUESTO è IL PENULTIMO CAPITOLO! Lo so, avevo detto che sarebbe arrivata a 25 ma diciamo che mi sono incartata da sola XD spero comunque che la seguirete fino alla fine *-* grazie a tutte <3 Peace and Love
Xx Manuela

 

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Capitolo 21
*** Epilogo. ***









Il 6 gennaio. Sola. Sul divano. Che bella cosa eh? Ormai ero arrivata (finalmente) all'ultima settimana di gravidanza e quasi non mi sembrava vero, sarebbero potuti nascere da un giorno all'altro... ancora non riuscivo nemmeno a realizzare l'idea. Liam mi chiamava ogni giorno, sembrava quasi che fosse incollato al cellulare. Sentire la sua voce per telefono però non era lontanamente paragonabile al sentirla dal vivo, mi mancava da morire e la cosa peggiore era che non potevo dirglielo: si sarebbe fatto mille complessi e avrebbe di sicuro preso il primo aereo per precipitarsi qui e così rinunciare alla sua carriera. No, non potevo permetterlo.
Avevo passato Natale e Capodanno con i miei genitori, la famiglia di Lena, Mandy e suo marito e la famiglia del dottor Johnson. A quanto pare la tavola di casa Johnson era stata fatta per sopportare un esercito ma, nonostante fossimo una ventina se non pure di più, mi ero divertita come poche volte in vita mia. La notte di Capodanno soprattutto: a mezzanotte spaccata avevamo brindato tutti insieme il nuovo anno e si sentiva nell'aria l'unione delle varie famiglie. Ero ancora più felice per il fatto che i miei genitori fossero tornati quelli di un tempo: i miei adorati eroi che non pensavano sempre e solo al lavoro e si dedicavano alle cose davvero importanti nella vita. Nonostante abbia comunque passato bellissimi momenti con le persone che mi volevano più bene... la mancanza di Liam si era fatta sentire e anche parecchio. Avere una nostra foto come sfondo del cellulare non aveva di certo aiutato... Dovevo però pensare che lui era felice, quindi dovevo esserlo anche io per lui. Il regalo migliore che potesse farmi era stato di certo la chiamata a mezzanotte precisa per augurarmi “Buon Anno”, mi aveva fatta sentire speciale e i pensieri tristi erano stati sostituiti per un po' con il suo “Ti amo” finale che ancora mi rimbombava nelle orecchie.
Mandy e il dottor Johnson erano già tornati a lavorare in ospedale e Lena era impegnata con gli ultimi compiti da fare, visto che il giorno dopo sarebbe dovuta tornare a scuola. Non che la invidiassi... però stare in casa 24 ore su 24 non era proprio un bel programmino. I miei genitori cercavano di farmi pesare il meno possibile la noia stando con me, aiutandomi con gli ultimi acquisti e standomi vicina ma rimanevo comunque molto tempo da sola. Per fortuna che c'era Rio. Chi è Rio? Il mio shitzu che avevo da quando ero piccola. Mi era sempre stato vicino, mi aveva sempre fatto compagnia e le mie giornate ormai le passavo facendogli le coccole.
In quel momento ero sul divano, con una ciotola di orsetti Haribo accanto a me, impegnata a giocare con Rio. I miei genitori erano andati a lavoro, come sempre del resto, e ormai avevo già svuotato tutta la quantità industriale di film presenti in camera mia...
Girai lo sguardo verso il mio cagnolino e mi scappò un sorriso davanti al suo musetto curioso, in attesa di ricevere un altro orsetto alla frutta. Era incredibile come riuscisse a farmi tornare il buon umore con una sola occhiata. Gli lanciai al volo una caramella e lui, con un piccolo salto, la prese al volo meritandosi così un piccolo applauso da parte mia. All'improvviso squillò il telefono di casa e, facendo più attenzione possibile, andai a rispondere.


- Pronto? -
- Amore mio! - sentii Liam dall'altra parte
- Amore! - esultai con un sorriso sincero
- Come stai? Tutto a posto? I bambini? - iniziò a domandare a raffica facendomi ridere
- Si tut... - iniziai a dire prima di bloccarmi di colpo

Una fitta incredibile alla pancia mi fece piegare in due e il respiro iniziò a diventare irregolare. Oddio no...

- Liam? Liam aiuto – lo chiamai reggendomi al mobiletto e con voce tremante
- Amore? Amore?! Emma sta calma, ti prego – cercò di tranquillizzarmi anche se, di sicuro, era pure più agitato di me
- Liam – sussurrai quasi disperata – Liam ti prego vieni qua -

La paura si era impossessata di me in un attimo e sentivo perfettamente il sudore scendermi lungo la fronte. Non ero pronta, non mi sentivo pronta e mi tremavano le gambe. Oltre al dolore alla pancia, la schiena mi tirava in un modo tremendo. Avevo bisogno di lui.

- Amore non... -
- Liam! I bambini hanno bisogno di te. IO ho bisogno di te! - alzai la voce sedendomi per terra quasi esausta

Seguì un breve silenzio e in quei momenti mi sentii quasi morire. Lo avevo posto davanti a una scelta e lì, oltre al dolore fisico, ci si stava mettendo anche il senso di colpa.

- Amore respira. Respira profondamente e chiama subito un'ambulanza. Oddio, sto per diventare padre... - esclamò ad alta voce sul punto di piangere

Il fatto che li considerasse come figli suoi mi strappò un misero sorriso in quegli attimi strazianti, che si ampliò quando lo sentii correre in cerca di un taxi. Stava tornando... da me. Cercai di respirare profondamente, come mi aveva detto lui, ma a un certo punto persi del tutto la calma: la linea era caduta. Merda. Non avevo la forza nemmeno di raggiungere il cellulare per chiamare qualcuno e sapevo che urlare non sarebbe servito a niente. Avevo bisogno di un'ospedale e subito.
Rio, capendo forse la situazione, corse fuori dalla porticina fatta apposta per lui, e iniziò ad abbaiare ininterrottamente. Apprezzavo molto il gesto ma con un dolore simile non riuscivo a pensare ad altro che ai miei bambini: l'incubo di ogni mamma è il dover far nascere i propri figli in casa e in quel momento come non mai capii perfettamente quella maledetta sensazione. Le gambe mi tremavano, ero un bagno di sudore, il respiro irregolare e mi scappò in più di un'occasione qualche urlo straziante. Il mio cagnolino fuori sembrava quasi indemoniato ma sapevo che non sarebbe servito a molto, chi mai ci sarebbe potuto essere di lunedì mattina? Ero nel panico, non sapevo cosa fare, non volevo che i miei figli nascessero nel corridoio di casa mia...
Solo dopo aver sentito dei passi sul vialetto di casa iniziai a sperare di nuovo, forse Rio aveva ottenuto l'attenzione di qualcuno o, meglio ancora, i miei genitori erano tornati prima.


- Emma! - sentii urlare mia madre, presa dal panico anche lei – James chiama un'ambulanza, ora! -

Mi si avvicinò subito, stringendomi a lei e dicendomi di continuare a respirare. Anche se il terrore non mi aveva ancora abbandonata, ero sollevata del fatto che ci fosse lei con me. Tante volte avevo sperato che mi fosse stata accanto e in quel momento c'era davvero, ad aiutarmi nel modo migliore e preoccupandosi per me come non aveva mai fatto.
Il tempo in cui aspettammo l'ambulanza fu di certo il più lungo della mia vita, quegli attimi sembravano non passare mai e provavo ogni secondo più dolore. Fu un urlo strozzato di mio padre che mi fece riaprire gli occhi e per poco non svenni: un liquido mi stava scendendo lungo le gambe... mi si erano appena rotte le acque. Cazzo.
Solo quando sentii la sirena dell'ambulanza mi sentii davvero sicura, anche se il dolore e il terrore mi stavano ancora accompagnando.


- Amore, andrà tutto bene. Guardami – mi sussurrò mia madre prima che mi mettessero sulla barella – andrà tutto bene. Io sono qui. -

Annuii flebilmente e il tragitto verso l'ospedale fu anche peggio, un dolore che sembrava uccidermi lentamente e che mi faceva a mala pena respirare. Cazzo, avevo bisogno di Liam. Pregai in tutti i modi che arrivasse il prima possibile ma la mano di mia madre mi stava trasmettendo più sicurezza di quanto avessi mai potuto immaginare. L'ambulanza sfrecciava tra le vie di Wolverhampton e sperai davvero che Lena venisse a darmi conforto, cosa molto improbabile visto che casa sua era dall'altra parte della città... L'infermiera mi consigliò come fare per respirare nel modo giusto e cercai di darle ascolto anche se ormai il panico si era impossessato completamente di me, avevo paura. Una paura tremenda, soprattutto perché non mi sentivo pronta e perché l'amore della mia vita non era lì con me.

- Mamma... - sussurrai quasi disperata
- Si amore, sono qui -
- Ho bisogno di Liam, voglio lui. Ti prego – la supplicai stringendole ancora di più la mano

Mia madre, ovviamente, mi guardò un po' perplessa ma continuò ad accarezzarmi i capelli ormai fradici. Non mi accorsi nemmeno di essere arrivati, lo capii solo quando aprirono di scatto le porte dell'ambulanza e ci avviammo all'interno dell'ospedale. Mandy, vedendomi, lasciò tutti i documenti che stava consultando e si precipitò da me. Cercò di tranquillizzarmi nel miglior modo possibile ma ormai ero quasi incosciente delle mie azioni, il dolore peggiorava sempre di più e ormai le urla mi salivano in gola da sole. Fu solo quando vidi accorrere il dottor Johnson tirai un mezzo sospiro di sollievo, ci avrebbe pensato lui e tutto sarebbe andato perfettamente... più che una certezza somigliava a un pensiero per essere positiva e non perdere la calma.

- Emma... - mi disse emozionato

Avrei voluto ricordargli che ero io quella in travaglio e non lui ma preferii stare zitta e cercare di calmarmi. Mi portarono subito in sala operatoria e feci esattamente tutto quello che mi ordinò il dottore: respiro quasi regolare ma profondo, spinte quando me lo diceva lui... Qualsiasi cosa mi ordinasse io obbedivo senza discutere.
Quando mi ritrovai in braccio quei piccoli fagottini rosa, con quei corpicini così delicati, con quelle manine praticamente minuscole... scoppiai a piangere. Ero diventata mamma. Non me ne fregava niente se la gente avrebbe avuto da ridire sulla mia età, io quei bambini li avevo voluti e non potevo essere più felice di così. Per i nomi ero quasi a posto: il maschietto si sarebbe chiamato Josh Woody mentre la femminuccia... avrebbe dovuto deciderlo Liam. Preferii aspettare che arrivasse per poterle dare il nome e, con un sospiro di sollievo, restituii i neonati alle infermiere.
Mia madre, Mandy e il dottore si trattennero dal piangere insieme a me e li ringraziai uno dopo l'altro con un sorriso sincero, in fondo era merito loro se era andato tutto bene. Mi condussero in una stanza finalmente, con i bambini sotto osservazione, e mi lasciarono riposare. Ero la ragazza più felice dell'universo e, per questo motivo, dormii finalmente sonni tranquilli.




                                                                                                            *****



Mi svegliai dopo non so quanto tempo con un sorriso stampato in faccia e mi stiracchiai per bene nel letto, avevo sognato Liam e subito ero tornata spensierata. Mi ricordai tutto l'accaduto in pochi secondi e subito mi guardai in giro, in cerca dei miei figli.
Faceva strano doverli chiamare “miei figli”... in fondo ero solo una quasi 17enne eppure ero già diventata mamma... e di due gemellini poi!
Rimasi quasi senza parole quando vidi il mio ragazzo girovagare per la stanza con Josh in braccio... Era davvero lì?


- Ehi dormigliona! - mi salutò entusiasta avvicinandosi – Josh hai visto che bella la vostra mamma? -

Sorrisi come non mai e subito mi allungai per lasciargli un bacino a stampo, solo salutandolo mi accorsi anche della “bambina senza nome” accanto al letto, nella culla. Guardai entrambe quelle piccole creature come le cose più preziose della mia vita, cosa che erano veramente, e infine rivolsi uno sguardo pieno d'amore a Liam. Eravamo diventati una famiglia a tutti gli effetti e finalmente sarei potuta essere felice anch'io.

- Ho deciso che la piccola impertinente la chiameremo... Jessica Daisy Payne. Ti piace? - mi propose sempre con il suo solito sorriso mentre mi lasciava Josh tra le braccia e prendeva Jessica
- è perfetto... - sussurrai entusiasta, giocando con quelle piccole manine - … come te del resto -

Mi guardò con gli occhi lucidi e mi sussurrò un "ti amo" quasi impercettibile, che però scaricò in me brividi di tutti i generi. Quasi non mi sembrava vero... Liam, un ragazzo che avevo conosciuto per caso e che non centrava niente con me, era lì. Era lì per me, per stare con me. I bambini poi resero il tutto ancora più magico: ci guardarono nello stesso momento, con quegli occhi azzurri uguali ai miei e sembravano quasi analizzarci. 

- Eh già, amori miei. Noi siamo la vostra mamma e il vostro papà - mi lasciai sfuggire strofinando leggermente il naso contro la guancia di Josh

Liam fece altrettanto e e subito dopo mi lasciò un bacino in testa. Niente, niente e sottolineo niente avrebbe potuto spiegare quanto lo amassi.
Dopo non molto si aggiunsero a noi anche Mandy e tutti gli altri. Insistetti per avere una foto insieme e subito ci scattarono milioni di fotografie con Liam accanto a me, Josh tra le mie braccia e Jessica tra le sue. In quel momento si che la mia vita poteva ritenersi completa.






                                                                                                      My life is complete.




Ultimo spazio autrice: hello girls! Eccoci qua con l'ultimo capitolo e spero mi perdoniate per questa cacchetta di Kevin XD no sul serio: questo capitolo l'ho scritto in un giorno e mezzo e non stupirei se faccese schifo. Ci tenevo a fare questo ultimo spazio autrice per varie ragioni... questa storia ha significato parecchio per me, mi ha aiutata a crescere pur non avendo una trama molto semplice da sviluppare. Ha rappresentato un pezzo della mia vita che... sotto certi aspetti vorrei persino dimenticare. All'inizio doveva essere una cosa a due ma poi, per motivi che nemmeno io ho compreso, mi sono ritrovata da sola in una storia più grande di me. Sono davvero felice che qualcuno mi dica che scrivo bene, che il capitolo emoziona ecc. perché significa che questa storia non è stata un vero e totale fallimento. L'unica cosa che vi posso dire è: GRAZIE. Di averla messa tra le preferite/seguite/ricordate, di aver recensito ogni capitolo e vi ringrazio anche delle critiche perché mi hanno fatta riflettere molto. Non so davvero che altro dire o rischierei davvero di scoppiare a piangere. Spero che vi sia piaciuto anche quest'ultimo capitolo e che la Fan Fiction in generale vi abbia fatto emozionare :') Ci rivedremo di sicuro ;) e se non volete perdermi di vista potete seguire anche l'altra mia storia "Amore, odio... e un paio di Converse". Grazie ancora di tutto <3 Peace and Love
Xx Manuela

 

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