Le date del nostro amore

di Gleetar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una luna di miele... da leoni ***
Capitolo 2: *** Halloween party ***
Capitolo 3: *** Una giornata con papà ***
Capitolo 4: *** 13 Luglio 2013 ***
Capitolo 5: *** Nuovi incontri ***
Capitolo 6: *** Natale con sorpresa ***
Capitolo 7: *** Being part of the Monteith family makes you crazy! ***
Capitolo 8: *** Spotted! ***
Capitolo 9: *** Giochi di coppie ***
Capitolo 10: *** Noi & Floyd ***
Capitolo 11: *** La sfida ha inizio! ***
Capitolo 12: *** La guerra dei Monteith ***
Capitolo 13: *** Gelosia & Altri rimedi (prima parte) ***



Capitolo 1
*** Una luna di miele... da leoni ***


17 Febbraio 2012
Lea si stropicciò stancamente gli occhi ancora assonnati. Quando si costrinse ad aprirli per verificare l’orario, subito si pentì di averlo fatto. Spostò il viso dal petto nudo di Cory e si asciugò il lieve strato di saliva che le stava colando dal labbro inferiore. Subito la testa le prese a girare e un conato di vomito raggiunse la sua bocca.  Cercò quindi di raggiungere il più velocemente possibile il bagno della loro suite dove vomitò tutto l’alcool che aveva assunto la sera precedente.
Avevano davvero bevuto tanto la notte prima. Questa era l’unica cosa che ricordava. Si spostò verso il lavandino e guardò la sua immagine riflessa nello specchio. Tracce di trucco erano distribuite su tutto il viso, i capelli erano disordinati e aggrovigliati in uno chignon mal assemblato. Piccoli lividi si diramavano su tutto il collo e le spalle. Oh, quelli ce li aveva anche il giorno prima, pensò. Tutto merito di Cory e dei suoi immancabili succhiotti.
I suoi occhi si spalancarono per l’orrore alla visione della benda posta sulla sua mano sinistra. La fascia bianca le copriva le nocche doloranti, ma il dettaglio ancora peggiore era un altro. La sua fede di nozze non era al suo dito. La giovane donna subito si allarmò e cominciò a correre per la stanza per cercare di trovare l’anello. Guardò anche sotto al letto ma della fede non vi era alcuna traccia.
Decise quindi di dover svegliare Cory. Forse lui aveva una risposta alle millemila domande che in quel momento le stavano ronzando in testa. Prima fra queste: che diavolo avevano combinato la sera prima?!
 
Cominciò quindi a scuoterlo leggermente per farlo svegliare, niente. Lo spinse più forte gridando il suo nome ma nonostante ciò, egli sembrava essere ancora beato nel mondo dei sogni.
Lea sospirò stancamente. C’era solo un modo per far svegliare immediatamente Cory Monteith: sollevò le lenzuola dal suo corpo nudo e posò la mano sulla sua virilità ben visibile. Immediatamente Cory scattò come una molla e si sedette sul materasso.
Dopo aver permesso ai suoi occhi di adeguarsi alla luce del sole che filtrava nella stanza, guardò sua moglie con un sorriso malizioso.
“Ehi, piccola. Bene sono pronto per un altro round, vieni qui!” Cory la prese dalla vita pronto a tirarla sopra di sé ma Lea si staccò dalla sua presa dandogli uno schiaffo dietro alla nuca.
Quando Cory la guardò con aria interrogativa, lei iniziò il suo monologo.
“Mi sveglio stamattina con un dolore perforante alla testa, non riesco nemmeno ad alzarmi che subito la bile mi sale alla gola. Quindi corro in bagno a vomitare Dio solo sa tutto l’alcool che ho bevuto ieri sera. Ma la cosa peggiore è un’altra. Oltre ad avere l’aspetto di una pazza che non sa truccarsi né tanto meno acconciare i suoi capelli, la mia mano sinistra è ricoperta da una benda che copre delle ferite, in più non trovo più la mia fede nuziale. Quindi cerco di svegliare mio marito per cercare un minimo di supporto morale dato che sto impazzendo e lui cosa mi dice appena apre gli occhi?!  ‘Piccola sono pronto per un altro round’ !” Lea ripetè l’ultima frase imitando la sua voce.
 
Cory non poté fare a meno di ridere e di pensare che come al solito Lea era la solita regina del dramma. Ma quando vide il suo sguardo infuriato cercò di nascondere il suo sorriso, stampandosi sul volto uno sguardo forzatamente serio.
“Bene amore hai ragione. Anche a me gira la testa, non ricordo nulla di ieri sera e a quanto pare abbiamo un paio di problemi da risolvere.” Disse con tono veramente preoccupato.
“Un paio di problemi? A me sembrano più di un paio, dal momento che hai persino un tatuaggio sull’anca destra.”
Cory immediatamente controllò la sua anca e guardò con orrore il tatuaggio. Era davvero così ubriaco da essersi fatto un tatuaggio?!
Lea rise per qualche secondo osservando la sua espressione di terrore. “Però Monteith, anche da ubriaco rimani un romanticone”
Il suo tatuaggio era una frase : If you say so… Le parole erano scritte in una calligrafia arricciata e al termine di essa vi era un cuoricino.  Per fortuna anche da ubriaco aveva avuto il buon senso di farsi un tatuaggio in un luogo privato, che nessuno avrebbe potuto vedere. Bene, a parte sua moglie. I suoi amici lo avrebbero preso in giro per sempre, altrimenti.
“Ah ah ah” rise Cory senza allegria “Io non sarei così divertito dato che mi sembra ovvio che ci siamo fatti dei tatuaggi corrispondenti. Scommetto che da qualche parte sul tuo corpo c’è la scritta I love you more…”
Lea guardò inorridita suo marito. Cavolo, aveva ragione. Immediatamente cominciò a setacciare il suo corpo. Bloccò  la ricerca quando vide le famigliari parole scritte sotto il suo seno destro.
“Non ci posso credere!” disse sgranando gli occhi. Cory iniziò a ridere facendosi beffe di lei. “Però signora Monteith, anche da ubriaca rimani una romanticona” disse ripetendo le sue parole.
 
“Vai al diavolo!” gli rispose Lea senza umorismo.
 
Improvvisamente entrambi udirono un lamento provenire dal balcone. Sembrava proprio un lamento umano. Dopo aver indossato delle vestaglie per coprirsi, si recarono verso lo spazio aperto. Entrambi rimasero shockati alla visione di un uomo nudo che dormiva beatamente nel loro balcone.
Dopo qualche secondo, l’uomo si spostò ed aprì gli occhi. Appena si accorse della presenza della coppia, questi si alzò in piedi stiracchiandosi senza timore di mostrarsi nudo.
Lea emise un wow muto alla visione del suo inguine e Cory offeso le coprì gli occhi.
“Ehi ragazzi, buongiorno! Non mi avete fatto dormire molto bene la notte scorsa! Siete davvero delle belve! Ci avete dato dentro per almeno due ore. Argh” disse imitando il verso di un leone. Gli sposi erano muti mentre osservavano l’uomo di fronte a loro.
“E tu chi diavolo sei?” chiese improvvisamente Cory con tono confuso.
Dopo essersi rimesso la biancheria intima il giovane parlò.
“ Cavolo, non ricordate proprio nulla? Dovevate essere davvero ubriachi l’altra sera. Bene, mi presenterò di nuovo a voi. Sono William Sherrod e sono un consulente di viaggi. Ci siamo incontrati ieri sera, non ricordate?”
Entrambi scossero la testa negativamente.” Bene, quindi credo che vi dovrò raccontare quello che è successo ieri!”
 
16 Febbraio 2012 (il giorno prima)
Lea si accasciò stancamente tra i cuscini riprendendo fiato. Era il loro secondo giorno di luna di miele e non avevano praticamente lasciato la camera da letto della loro suite a Cabo San Lucas.
Avevano considerato divertente l’idea di una maratona di sesso, e così era stato ma si stavano perdendo il meraviglioso paesaggio che li circondava.
Quando il sole cominciò a calare, dopo l’ennesimo orgasmo, decisero di esplorare un po’ il luogo e si recarono in spiaggia per una passeggiata romantica.
 
Stavano camminando sulla sabbia quando improvvisamente Cory sentì chiamare il suo nome da una voce femminile. Lui e Lea si girarono di scatto trovandosi di fronte una ragazza alta dai capelli color corvino.
“Non ci credo che ci rincontriamo qui! Ti ricordi di me? Sono Kathline, da piccoli giocavamo sempre insieme!” Cory sembrò scavare nei suoi ricordi per qualche secondo ma subito si ricordò della ragazza. Non la ricordava così … prosperosa. Si diede dell’idiota da solo, l’ultima volta che l’aveva vista aveva otto anni, ovviamente non poteva avere le forme di una donna.
“Katy! Quanti anni sono passati?! Più di venti! Come hai fatto a riconoscermi?” la donna gli saltò fra le braccia dandogli una stretta amichevole. Cory si voltò verso Lea, i suoi occhi erano due fessure e il suo sguardo gli stava praticamente dicendo ‘chi diavolo è questa e per quale motivo ti sta abbracciando?’
Intuendo il fastidio di sua moglie, Cory si divincolò dall’abbraccio.
“Beh ti ho seguito in televisione, è per questo che ti ho riconosciuto!” rispose la donna con voce stridula. Sembrava un tantino folle ma d’altronde, da quel che ricordava, lo era sempre stata.
“A proposito, lei è mia moglie Lea, siamo in viaggio di nozze” per la prima volta da quando la conversazione era iniziata la ragazza si accorse della presenza della brunetta. Lea le sorrise fintamente e le strinse la mano, un po’ troppo forte del normale.
“Vedi Lea, io e Katy ci conosciamo sin da bambini, le nostre mamme erano amiche da giovani e noi giocavamo sempre insieme” Le spiegò Cory, Lea annuì guardando altrove facendogli capire di non essere interessata. Avevano appena messo piede fuori dal loro hotel ed era già nei guai? Forse aveva ragione a voler restare per sempre in quella camera da letto.
Improvvisamente un uomo biondo si avvicinò a Katy e le sussurrò qualcosa, la mora annuì e si rivolse ai novelli sposi.
“Ragazzi, mio cugino Will mi ha appena detto che stasera un suo amico darà una festa, se non avete altri piani per la serata potete venire. Sarà super divertente!”
Cory aprì la bocca per rifiutare l’invito ma Lea lo fermò prendendo la parola.
“Bene grazie, sicuramente saremo lì, non abbiamo altri impegni!” Cory la guardò confuso. Cosa stava cercando di fare?! Katy lasciò loro l’indirizzo e se ne andò con suo cugino.
 
Quando rimasero soli, Cory tentò di scusarsi. “Amore mio, so che quella ragazza ti ha dato fastidio e ti posso assicurare che non devi essere gelosa per lei. Non me la ricordavo nemmeno, e comunque perché hai accettato l’invito? Pensavo che avessimo già dei piani per questa sera!” disse maliziosamente alzando un sopracciglio e stampandosi sul volto il suo classico mezzo sorriso.
“So che non devo essere gelosa di quell’oca svampitella, ho accettato l’invito perché voglio divertirmi e abbiamo bisogno di uscire da quella camera da letto. Quando torniamo a Los Angeles ci terrei ad aver ancora una vagina !” gli rispose Lea seccamente. Non gli diede l’opportunità di replicare che subito aggiunse “Adesso andiamo, non voglio arrivare tardi alla festa!”
 
Quando entrambi entrarono nel locale in cui si stava tenendo la festa, rimasero sconvolti alla visione di tante persone già così ubriache.
“Ciao io sono Will Sherrod, il cugino gay di Katy” pronunciando la frase il giovane guardò Cory come un pezzo di carne e dopo gli fece l’occhiolino.
“Uhm okay, noi siamo Lea e Cory e siamo in viaggio di nozze!” rispose il canadese visibilmente imbarazzato.
“Ma certo che so chi siete sciocchini! Forza, prendete un drink e divertitevi, dall’altra parte della sala c’è uno schiuma party! Non potete perderlo!”
 
Non sapevano quale assurdo motivo gli avesse convinti a farlo, ma entrambi cominciarono a bere e i loro sensi si oscurarono sempre di più. Parteciparono ai diversi giochi che si stavano tenendo. Improvvisamente Lea sentì la necessità di andare in bagno e si allontanò momentaneamente da Cory.
Subito Katy approfittò della solitudine del ragazzone e si fiondò verso di lui.
“Ehi CorCor ti stai divertendo?” disse la donna ancora bevendo il drink alcolico dalla cannuccia.
Cory annuì, si sentiva terribilmente stordito.
 “Sai non ti ricordavo così bello! Sei diventato un macho!” subito la ragazza attaccò le labbra alle sue, Cory era così ubriaco che gli ci vollero circa trenta secondi per capire quello che stava succedendo, ma prima che potesse staccarsi da lei,  la ragazza venne tirata con forza da lui.
Subito si accorse che sua moglie stava tirando i capelli della mora, la ragazza la spinse e Lea subito le diede un gancio sinistro sullo zigomo. “Stai lontana da mio marito!” Le gridò. Katy stava per rialzarsi e Lea prese la mano di Cory ed entrambi uscirono di corsa dal locale.
Lea cominciò a ridere istericamente, aveva appena picchiato una donna, non poteva crederci. In genere non era per la violenza, ma l’alcool aveva completamente inebriato i suoi sensi.
Will si avvicinò alla coppia. “Ragazzi ho assistito alla scena e volevo complimentarmi con te! Mia cugina se lo meritava!” il giovane uomo rise. “Adesso se fossi in voi io mi allontanerei da qui! Venite, andiamo a fare una passeggiata”
 
17 Febbraio 2012 (tempo presente)
Gli sposi ascoltarono attentamente tutta la storia, erano sconvolti. A quanto pare da ubriachi, la loro coscienza e buon senso non li accompagnavano.
“Bene, questo spiega la benda sulle nocche. Ma non spiega perché abbiamo dei tatuaggi o perché non trovo più la mia fede nuziale” disse Lea riflettendo.
“Quando siamo usciti dalla festa siamo andati a fare un giro, siamo passati vicino ad un negozio di tatuaggi ed entrambi avete insistito per farne uno. Io non vi ho fermati, sembravate davvero convinti” spiegò Will.
“Voglio sapere quale razza di tatuatore faccia dei tatuaggi a due persone palesemente ubriache” disse Lea scuotendo la testa incredula.
“Insomma i vostri tatuaggi vi sono piaciuti così tanto che avete deciso di pagare l’uomo con la fede nuziale di Lea, dato che non avevate soldi con voi!” continuò Will ridacchiando.
Entrambi urlarono “COSA?! Un tatuatore in questo momento ha il mio anello di nozze?! Dobbiamo andare a recuperarlo subito!”
 
20 Febbraio 2012
Lea e Cory erano da poco tornati dalla loro luna di miele. Erano seduti nel salotto con i genitori della brunetta e stavano raccontando loro il viaggio. Bene, avevano tralasciato molti elementi come la maratona di sesso o l’incredibile sbronza che si erano presi. Entrambi sorrisero ricordando quello che li era capitato. Non era stata di certo una luna di miele convenzionale, ma d’altronde il loro matrimonio era stato altrettanto folle, quindi questa situazione sembrava abbastanza normale. Lea sorrise quando vide la fede di nuovo al suo dito. Per fortuna il tatuatore era stato ragionevole.
Tirando le somme era stata una bella esperienza: si erano divertiti, avevano passato tantissimo tempo insieme, avevano visitato dei luoghi stupendi e aveva conosciuto un nuovo amico. Will, per quanto fosse estroso e a volte folle, si era rivelato un buon amico e loro si erano ripromessi di rivedersi.
Cory stava mostrando ai genitori di Lea le numerose foto del loro viaggio, notò che c’erano anche dei video e Cory stava per farli partire quando il telefono della bruna squillò annunciando l’arrivo di un messaggio.
Era da Will.
 
Ragazzi mi sono scordato di dirvi che la sera in cui eravate ubriachi,
avete girato un video sexy!
Mettetelo al sicuro mi raccomando ;)

 
Non appena Lea capì il testo del messaggio si fiondò sul televisore e spense lo schermo. Era proprio stata una luna di miele da leoni!









 
Angolo autrice: ed eccoci di nuovo qui con il sequel di "Le Pagine della nostra vita". Sono felicissima di essere ritornata a scrivere e spero che anche questa fiction abbia tante risposte come la precedente. Come avete potuto vedere riprendiamo le cose da dove le avevamo lasciate ma come ho spiegato nell'introduzione non sarà sempre così. Le date varieranno da un capitolo all'altro ( per farvi capire il capitolo successivo potrebbe essere ambientato anche nel 2030 e il prossimo ancora potrebbe tornare nel 2012). Un'altra importante cosa che vi devo dire: la data attuale è 2012. Dovete sempre tenere questo in mente. Cory ha trent'anni e Lea ventisei. Comunque non vi preoccupate, farò in modo che non siate confusi dall'alternarsi degli anni. Ogni volta vi darò delle indicazioni affinchè la storia risulti chiara! Spero che vi siate divertiti leggendo questo primo capitolo. Come al solito cercherò di aggiornare il prima possibile. Aspetto i vostri commenti per capire se siete interessati alla lettura e se devo continuare a scrivere o meno <3

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Capitolo 2
*** Halloween party ***


30 Ottobre 2012
Lea osservò la sua immagine riflessa nello specchio un’ultima volta prima di decidere che fosse pronta per uscire. Entrò nel bagno per salutare Cory che si stava radendo.
“Amore io sto andando, i ragazzi verranno qui più tardi?” gli chiese mentre si sistemava la frangetta sulla fronte.
“Si, vedremo la partita di hockey insieme. Divertiti con le ragazze, ci vediamo stasera” il canadese si abbassò al suo livello per darle un bacio sulle labbra.
Lea uscì dal bagno e prima di andarsene gridò in direzione di  Cory “Divertiti anche tu e ricorda di dare da mangiare a Sheila.” Cory gemette, cavolo si era completamente scordato di dover nutrire la bestiolina, per fortuna sua moglie glielo aveva ricordato.
 
Lea entrò nel locale con Dianna, Heather, Stephanie e Jenna.Le ragazze si guardarono attorno e si sedettero comodamente ad un tavolo libero cominciando a chiacchierare fra di loro. Dopo pochi minuti Nathalie entrò nel locale con in braccio il piccolo Timmy. Lei e Shaun si erano trasferiti da qualche mese a Los Angeles dato che il fratello maggiore di Cory aveva trovato lavoro come avvocato nella città più caotica d’America.
Nathalie si avvicinò al tavolo e ancora con il fiato corto cercò di scusarsi “Ehi ragazze, scusatemi il ritardo ma quella bestia di mio marito ha deciso di non essere in grado di guardare la partita e di badare a suo figlio contemporaneamente, così l’ho dovuto portare con me. Spero che non vi dispiaccia” le donne risero indignate a ciò che avevano appena sentito da Nathalie. Timmy notò la presenza di Lea al tavolò, e il suo volto si illuminò dalla gioia. Il piccolo bimbo di tre anni era assolutamente innamorato di Lea. Subito si dimenò fra le braccia della madre e si andò a sedere sul grembo di Lea che gli fornì una buona dose di coccole.
Lea non si accorse che lo sguardo di tutte le ragazze era rivolto a lei, poteva sentirle bisbigliare e ridacchiare, così alzò gli occhi dal bimbo per capire cosa stava succedendo.
Osservò  le sue amiche con sguardo interrogativo, ma subito Dianna prese la parola “L’ho notato solo io oppure ogni volta che dei bambini sono nei paraggi tu dimentichi  tutto e tutti per giocare con loro?!” chiese la bionda con sguardo malizioso. “Non sarà forse giunta l’ora di pensare ad avere dei figli propri?” aggiunse subito notando lo sguardo basso di Lea. La brunetta era arrossita in volto. Come facevano le sue amiche a capirla sempre così bene?!
Dopo pochi secondi di silenzio Lea ammise“Beh, ho intenzione di affrontare l’argomento con Cory stasera. Io mi sento pronta ma ho paura che lui non lo sia” . Le sue amiche si fiondarono sopra di lei dandole un grande abbraccio emettendo dei gridolini entusiasti.
“è una bellissima notizia! Tu e Cory sarete dei genitori fantastici” Lea decise di non controbattere confessando tutte le sue insicurezze, avrebbe parlato con Cory ma conosceva già la sua risposta. Era ovvio che lui non si sentisse pronto.
La serata proseguì tranquillamente e le giovani discussero di moda, di manicure e soprattutto di uomini.
Durante il dessert Heather fece una proposta “Ragazze, domani è Halloween. Potremmo organizzare qualcosa insieme!” disse entusiasta la bionda.
Lea battè le mani per l’eccitazione “Me ne ero completamente dimenticata, io e Cory stiamo aspettando l’occasione giusta per organizzare una festa a casa nostra. Quale occasione è migliore di questa?”
Tutte le ragazze accolsero l’idea con gioia, fino a quando Dianna parlò “è una bella idea ma non so che costume indossare!”
L’iniziale entusiasmo venne subito smorzato. Lea ci pensò per qualche secondo, improvvisamente un sorriso si diffuse sul suo volto. Questa sua idea poteva rendere le cose molto più interessanti.
“Venite ragazze, ho avuto un’idea ma dobbiamo tornare a casa a parlare con i nostri uomini!”
 
Cory, Michael (Trevino), Shaun, Mark (Salling) e Taylor (Hubbell) erano seduti in soggiorno a guardare la partita. I loro piedi erano distesi comodamente sul tavolino di fronte al televisore senza contare che questi fossero pericolosamente vicini alla pizza.
Quando sentirono la serratura della porta di ingresso aprirsi, subito tutti misero i piedi per terra ed ordinarono il disordine accumulatosi nella stanza.
Gli uomini rimasero sorpresi quando videro entrare in casa tutte le loro fidanzate, una dopo l’altra.
 
“Ehi tesoro, cosa ci fate già a casa?” chiese Cory quando Lea lo raggiunse per sedersi sulle sue ginocchia e dargli un bacio. “Siamo tornate prima perché abbiamo una proposta da farvi, quindi spegnete subito la televisione ed ascoltateci a meno che non vogliate dormire sul divano stanotte” il suo tono era fin troppo dolce. Tutti i ragazzi sbuffarono ma decisero che era meglio fare quello che avevano appena detto.
Quando le donne ebbero l’attenzione su di loro, Lea prese la parola. “Amore ti informo che domani daremo una festa di Halloween qui. Io e le ragazze abbiamo deciso di rendere la serata più interessante: scriveremo i nostri nomi su dei bigliettini e dopo faremo l’estrazione. Il nome che pescherete sarà il nome della persona a cui dovrete comprare un costume di Halloween. È un’idea divertente non credete?”
I ragazzi ci pensarono per un po’ guardandosi fra loro “Certo che è un’idea divertente. Soprattutto se uno di noi prende il nome di una di voi. In questo caso non credo che avrete bisogno di indossare un costume!” disse maliziosamente Shaun facendo l’occhiolino a sua moglie. “Proprio per questo la nudità è vietata. Dobbiamo indossare effettivamente un costume. Nessuno dovrà dire il nome della persona che si è pescata. Lo scopriremo solo quando riceveremo i nostri costumi. Oh e anche Chris e Will vogliono partecipare, quindi inseriremo anche i loro nomi”
Dopo aver spiegato velocemente le regole, Lea inserì in una ciotola i nomi dei partecipanti e procedettero con l’estrazione. Tutti risero soddisfatti da ciò che avevano pescato. Soprattutto Cory, sarebbe stata una serata interessante.
 
Quando finalmente tutte le coppie lasciarono la casa, Lea e Cory rimasero da soli. Erano in bagno intenti a compiere i loro rituali pre-sonno. Dopo essersi passata una maschera tra i capelli, Lea incominciò a lavarsi i denti seguita da suo marito.
La brunetta osservava attentamente suo marito nel riflesso dello specchio. Era arrivato il momento di parlare. Sentì il suo cuore martellare nel petto. Dopo aver sputato il dentifricio, lanciò la bomba.
“Cory, possiamo parlare di una cosa?” disse con tono intimidito. Cory la guardò sorpreso, annuì e si sedette sul bordo della vasca.
Lea prese fiato e cominciò “Volevo solo dirti che da tre giorni ho interrotto l’utilizzo della pillola anticoncezionale, perché ho pensato che se tu fossi pronto potremmo provare ad avere dei bambini” disse in un sol respiro. La bocca di Cory si aprì per lo shock. Non poteva crederci, solo pochi mesi prima la donna che adesso gli stava proponendo di avere figli gli aveva detto di volersi godere la vita come coppia sposata ancora per un po’. Cosa le aveva fatto cambiare idea?
Pensava che il suo istinto materno fosse stato concentrato su Sheila, che era una gattina di soli pochi mesi, ma forse questa lo fece incrementare.
Un bambino. Non era una cosa semplice. Cavolo, non riusciva nemmeno ad occuparsi di un gatto, come poteva occuparsi di un bambino?! Un’altra vita fragile, che piange per qualsiasi cosa levandoti il sonno, la pazienza e il tempo libero. Un bambino era difficile da gestire: i pannolino sporchi, le poppate in piena notte  e i capricci senza senso. Non sapeva il perché ma in quel momento riusciva a vedere solo i lati negativi della storia. Quando guardò nuovamente Lea di fronte a sé e notò lo sguardo di disagio dipinto sul suo volto, decise di doverle rispondere.
Si schiarì la gola e parlò “Beh, questa non è una scelta facile e ti confesso di non averci mai pensato fino a questo momento. Quindi penso che mi dovrai dare del tempo per rifletterci e capire se sono pronto o meno a fare questo passo” disse cercando di non ferirla. Lea annuì silenziosamente abbassando la testa.
Cosa si aspettava?! Ovviamente non sarebbe saltato dalla gioia a questa sua idea.
“Bene, sono contenta che stai considerando la mia proposta. Prenditi il tempo che ti serve. Volevo solo farti sapere che io mi sento pronta”
Cory le diede un bacio sulla tempia ed entrambi si recarono a letto per dormire. O almeno per cercare di addormentarsi.
 
31 Ottobre 2012
Il mattino seguente Cory uscì con suo fratello Shaun. Il piano era di andare a fare colazione insieme da Starbucks e in seguito andare a scegliere i costumi per Halloween.
Mentre suo fratello era seduto al tavolino, Cory prese la loro colazione e dopo la portò verso Shaun.
“Ehi fratello, che hai? Sembri pensieroso stamattina” Shaun chiese al fratello mentre afferrava una ciambella.
“Cosa?!” disse Cory uscendo momentaneamente dal suo mondo nelle nuvole.
“Ti ho chiesto cosa ti succede! Sei strano” disse suo fratello.
Cory ci pensò per qualche secondo “Shaun, com’è essere genitore?”
Inizialmente Shaun lo guardò stranamente ma subito iniziò a capire cosa stava affliggendo suo fratello e decise di chiarire i suoi dubbi.
“Essere genitori non è facile. Anzi ti devo confessare che è una gran rottura la maggior parte delle volte. I bambini non sono facili da gestire, piangono per ogni cosa. Cambiare i loro pannolini sporchi dovrebbe essere considerato un crimine. Per non parlare che la tua vita sessuale va a farsi una vacanza. Tu e tua moglie non avrete più un momento da soli di privacy e dovrete sempre agire come persone mature e responsabili. Niente più stronzate da giovani, bisogna sempre essere seri.” Cory sbiancò in volto, ma suo fratello continuò a parlare.
“Nonostante ciò posso dirti che se potessi tornare indietro, non rinuncerei mai a mio figlio. Nonostante mi faccia arrabbiare e dare di matto, quando alla fine della giornata lo metto a letto e lui mi dice che mi vuole bene e che sono il suo eroe, capisco che la mia vita sarebbe vuota senza di lui. Mio figlio potrà essere anche la mia più grande fonte di stress sulla Terra, ma è anche la mia più grande fonte di gioia. È per questo che ti consiglio di pensarci bene, so che Lea te lo ha proposto. Me lo ha detto ieri Nathalie, e mi ha anche detto che Lea era spaventata di chiedertelo perché questa è una situazione nuova anche per lei. Ma vi amate, siete sposati da otto mesi, quindi perché aspettare ancora? Un figlio non potrà far altro che unirvi ancora di più. I bambini sono una benedizione”
Cory pensò attentamente alle parole di suo fratello. Non sarebbe stato solo in questa esperienza, avrebbe avuto Lea accanto a sé. Cercò di immaginare un piccolo fagottino avvolto tra le sue braccia. La miscela perfetta tra lui e Lea. Sarebbe stato stupendo. Improvvisamente un sorriso comparve sul suo volto. Non riusciva ad aspettare il momento in cui avrebbe dato la notizia a sua moglie.
 
Più tardi durante il pomeriggio i loro costumi arrivarono a casa. Lea lo chiamò dalla camera da letto per scoprire cosa avrebbe dovuto indossare.
Subito si fiondò nell’ingresso per vedere il suo costume. Quando capì cosa fosse sbiancò in volto. Will aveva scelto il suo costume, era fregato. Le risate isteriche di Lea lo infastidirono.
“Will è stato davvero originale. Come può un uomo alto un metro e novantatre vestirsi da puffo?” disse osservando il costume azzurro e bianco e l’immancabile cappello.
“Ah ah,io non riderei se fossi in te. Prima guarderei il tuo costume” Lea aprì immediatamente l’involucro nero che copriva il costume, curiosa di sapere cosa avrebbe dovuto indossare e soprattutto chi lo aveva scelto.
I suoi occhi si allargarono alla visione dell’abitino “CORY! Tu hai pescato il mio nome e non mi hai detto nulla?” disse colpendogli il petto “Non ti aspetterai che io indossi questo vestito! Sembra che tu lo abbia comprato in un sex shop o qualcosa di simile” disse indignata.
“Ehi, sono le regole! Lo devi indossare per forza. Adoro le poliziotte sexy” disse sussurrandogli in un orecchio. Lea arrossì e decise di giocarsi la carta occhioni dolci. “Che ne dici se indosso questo costume solo per te stasera e adesso andiamo a comprarne uno più decente?” disse con voce sensuale facendo scorrere la mano vicino all’elastico dei  pantaloni. Ma Cory sembrò non demordere. “No, preferisco vedertelo indossare tutta la sera.  Adesso andiamo a preparaci, fra poco i ragazzi saranno qui.” Lea gemette per la frustrazione e si andò a cambiare.
 
Circa un’ora più tardi gli amici cominciarono ad arrivare, erano tutti piacevolmente ridicoli. Ma fu all’arrivo di Shaun che Cory si buttò a terra per contenere le risate. Suo fratello era vestito come una coniglietta di playboy inclusa di coda soffice e tacchi a spillo. “Molto divertente puffo. Purtroppo Nathalie ha pescato il mio nome, dovevo capirlo che non doveva accettare la proposta della pesca”
La festa procedette splendidamente. Tutti si divertirono tantissimo e raggiunta la mezzanotte, tornarono a casa.
Cory raggiunse sua moglie in camera da letto, la radio era ancora accesa in camera e trasmetteva musica soft.
Il canadese si avvicinò a Lea e la strinse dalla vita cominciando a darle morbidi baci dietro all’orecchio.
“Mmh” gemette Lea quando Cory cominciò a palparle un seno.
“Mi scusi agente Michele, so che sono stato un cattivo ragazzo, ma mi permetta di rimediare” disse in tono sensuale.
“è meglio che lei sia molto convincente altrimenti sarò costretta a chiuderla in prigione” disse Lea sorridendogli.
“Vediamo, avevo pensato di scusarmi in questo modo: sono pronto a fare un figlio con te” disse improvvisamente. Lea si staccò dalla sua presa guardandolo negli occhi. Aveva sentito bene? Suo marito le aveva davvero detto di essere pronto?!
“D-davvero?” disse con un sorriso che attraversava il suo volto da un orecchio all’altro.
“Si, sono pronto. L’ho capito solo oggi, penso che prima ero troppo preoccupato dall’idea di fare schifo come padre dato che non ho avuto un esempio maschile nella mia vita. Ma so che tu sarai accanto a me in questo percorso e quindi so che andrà tutto bene. Facciamo un figlio”
Lea gridò dall’eccitazione e gli saltò addosso facendolo cadere di schiena sul letto. “Ti amo così tanto, grazie” disse lei sporgendosi sul suo grembo per dargli un bacio.
“Ti amo anche io” rispose Cory. I due ricaddero fra i cuscini lasciandosi consumare dalla passione. Fecero dolcemente l’amore accompagnati dalle note di “Iris” dei Goo Goo Dolls.
 
Strana come giornata. Soli pochi minuti prima si stavano divertendo come dei ragazzini spensierati e poco dopo avevano  preso insieme la decisione più importante della loro vita. Avrebbero avuto un figlio, sarebbero stati una vera famiglia.










 
Angolo autrice: ed ecco terminato anche il secondo capitolo. Capirete che mi ci vuole più tempo per scrivere dato che questi capitoli sono più lunghi. Okay, quindi siamo rimasti sempre al 2012, spero che il salto di otto mesi non vi abbia confuso. E beh, la piccola Sheila ha fatto il suo ingresso nella storia e nei prossimi capitoli vi spiegherò come è stata accolta nella famiglia Monteith. Altro dettaglio importante: nella mia storia Dianna e Mark stanno insieme, gli adoro come coppia e vorrei che fossero reali. Anyway, grazie per chi sta leggendo  e ovviamente a chi commenta e a chi segue o ha aggiunto tra i preferiti questa storia. Mi motivate davvero tanto. Spero che abbiate apprezzato questo capitolo. Solo l'idea di un baby monchele in arrivo mi fa sorridere! Al prossimo capitolo <3

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Capitolo 3
*** Una giornata con papà ***


Attenzione: In questo capitolo abbiamo un salto temporale di tre anni! buona lettura!







20 Gennaio 2016
“Lea? Iris? Sono a casa!”
Cory rientrò nell’appartamento dopo una stancante giornata di lavoro. Sorrise non appena sentì dei piccoli passi avvicinarsi a lui e prima che se ne potesse anche accorgere fu vittima di un attacco di abbracci. Subito prese la piccola bimba di due anni e mezzo fra le sue braccia e come di consueto le diede una bacio sulla fronte e le solleticò il pancino. Per Iris era diventata una vera e propria tradizione correre verso il padre e salutarlo sempre con gli stessi gesti. Sembrava non stancarsene mai. Osservò che la bimba indossava già il suo pigiamino con i coniglietti rosa, il suo preferito, quindi capì che Lea le aveva già fatto il bagno. Meglio così, adorava trascorrere del tempo con sua figlia, ma il bagnetto non era il momento migliore da condividere con lei. Si poteva dire che non fosse la fan numero uno dell’acqua.
 
“Ehi principessa, dov’è la mamma?” le chiese dolcemente ancora stringendola fra le braccia.
“Mamma butta vestiti brutti di papà, mamma non sopporta” disse Iris, il sorriso di Cory immediatamente scomparve. Lea stava buttando i suoi vestiti. Di nuovo. L’ultima volta che si era trovato nella stessa situazione, sua moglie era al nono mese di gravidanza ed essendo irritabile e nervosa, cercava di placare i suoi nervi con Cory. Peccato che lo facesse o gettando tutti i suoi vestiti, o criticando i suoi capelli o il suo profumo.
Era chiaro che Lea fosse nervosa. Era un momento importante nella sua carriera. Pochi mesi prima aveva lanciato il suo cd da solista e al momento era impegnata con la pubblicazione del suo libro. Conciliare lavoro e famiglia non era facile, ma lei sembrava inarrestabile. Tanto che a volte era compito di Cory fermarla per farle prendere una pausa.
 
Subito posò sua figlia per terra, la prese per mano ed entrambi entrarono in camera da letto. Lea aveva la testa immersa nell’armadio, i suoi vestiti erano sparsi per tutta la camera dato che Lea li prendeva dall’armadio e li gettava direttamente sul pavimento. Il canadese fu accolto ricevendo una delle sue camice preferite in faccia. La ripiegò accuratamente e la nascose dalla visione di sua moglie.
“Ehi tesoro, cosa succede?” chiese con finto tono tranquillo.
Lea si girò di scatto verso di lui facendo una smorfia quando osservò ciò che indossava.
“Levati quella maglia, è orribile. Dobbiamo buttarla.” Disse senza salutarlo..
Cory si avvicinò a lei e avvolse le sue braccia intorno alla vita, tentando di bloccare i suoi movimenti frenetici. Bene, anche cercando di salvare qualche suo vestito.
“Ciao amore, come è andata la giornata? Sono contenta che tu sia tornato a casa, mi sei mancato!” disse Cory imitando ciò che voleva sentirsi dire da sua moglie appena rientrato in casa.
La brunetta si girò fra le sue braccia e lo guardò negli occhi “Giusto, scusami se non ti ho salutato come si deve. Ma sono molto indaffarata al momento” appena finì la frase, diede a suo marito un dolce bacio sulle labbra.
“Vedo, a cosa dobbiamo queste grande pulizie? Come è andato il tuo incontro con il pubblicista del libro?” le chiese casualmente capendo che qualcosa non era andata bene durante la sua giornata lavorativa.
“Non ne parliamo, un disastro. Hanno sbagliato la rilegatura delle pagine e sono costretta a posticipare la data di uscita. È stata una giornata pessima” disse stancamente.
Era più stressata di quanto credesse.
“Avevo capito che c’era qualche problema dato che stai gettando tutta la mia roba. Sembri leggermente folle, amore” affermò sorridendole.
“Non sto gettando la tua roba perché sono nervosa! Lo faccio solo perché è orribile”
“Bene, allora che ne dici di posticipare le pulizie ed andare a cenare? Iris fra poco deve andare a nanna” disse osservando sua figlia che in quel momento stava rincorrendo Sheila per la camera da letto.
“Andiamo a cenare”. Fortunatamente Lea sembrò momentaneamente dimenticarsi di quanto odiasse i suoi vestiti.
 
Dopo cena Cory prese sua figlia assonnata fra le braccia e la portò nel suo lettino. Poggiò vicino a lei il suo peluche preferito di Paperina, e dopo averle dato un bacio sulla fronte, tornò in camera da letto per finire di riordinare tutti i suoi vestiti nell’armadio.
Quando ebbe finito decise di dover far qualcosa per allentare la tensione della moglie. Lea era seduta sul suo lato del letto intenta a leggere un libro. Si avvicinò a lei e le sussurrò sensualmente “Io conosco un modo infallibile per farti rilassare”.
Subito Lea gettò il libro sul comodino e si avventò sul marito. In realtà negli ultimi periodi il suo desiderio sessuale era aumentato notevolmente. Non che Cory si lamentasse di questo, anche perché aveva notato che il sesso era l’unica cosa in grado di calmarla nei suoi momenti di nervosismo. Anche questi negli ultimi periodi erano aumentati notevolmente.
 
La coppia si spogliò velocemente più che pronta a fare l’amore. Le loro menti erano così oscurate dalla passione che nessuno dei due riuscì a sentire la porta aprirsi e i passi di Iris nella loro camera.
“Mamma” la voce della piccola era ancora impastata dal sonno e dalle lacrime che le rigavano il viso.
Lea spaventata spinse Cory lontano da lei che finì sul pavimento con un forte tonfo. Subito indossò la sua camicia, quella che poche ore prima aveva definito ‘orribile’. Dopo essersi assicurata che il marito stesse bene, corse verso sua figlia ancora singhiozzante.
“Ehi principessa, cosa succede? Perché piangi?” la bimba non rispose ma continuò a piangere nel petto della madre. Paperina era stretta al suo corpo, afferrata da una gamba.
Quando finalmente si calmò, raccontò alla madre il suo brutto sogno.
“Timmy… lui ruba Paperina” disse rabbrividendo al ricordo dell’incubo.
Suo cugino Timmy adorava fare scherzi ad Iris. Il comportamento del bambino era peggiorato negli ultimi anni, sembrava odiare tutte le ragazze, persino Lea. Ma d’altronde l’assenza della madre, aveva segnato la sua vita.
 
Dopo quasi un’ora spesa a cercare di calmare Iris, Lea riuscì a farla riaddormentare e tornò dal marito che aveva rindossato il suo pigiama.
Con un sospiro stanco, entrò nel letto.
Cory le diede un bacio sulle labbra. “Mi dispiace che stiamo stati interrotti. Se vuoi possiamo riprendere da dove avevamo lasciato”
Lea gli sorrise “Apprezzo la proposta ma sono stanca, domani devo ritornare dal pubblicista e devo fare tante altre cose. Ho bisogno di riposare”
Cory annuì comprensivo e spense le luci per andare a dormire. Non appena chiuse gli occhi un’idea attraversò il suo cervello. Una grande idea.
 
21 Gennaio 2016
Lea si girò pigramente tra le coperte. C’era molto spazio nel letto e ciò poteva significare solo una cosa: Cory era già sveglio. Lentamente aprì gli occhi, era da molto tempo che non si sentiva così riposata. Osservò la sveglia sul comodino e subito saltò giù dal letto. Le nove e trenta. Erano le nove e trenta e lei aveva un appuntamento con il suo pubblicista programmato per le otto e trenta. Come aveva potuto dormire così tanto?!
Immediatamente corse in bagno e si vestì rapidamente. Quando fu pronta, entrò in cucina rimanendo stupita dall’osservare la scena di fronte a sé: Cory e Iris erano tranquillamente seduti al tavolo e stavano consumando la loro colazione. Non appena il canadese si accorse della presenza della moglie nella stanza le sorrise.
“Ehi dormigliona, ti sei svegliata finalmente!” il volto di Lea si trasformò in un cipiglio.
“Per quale diavolo di motivo non mi hai svegliata?! Sapevi che ho tantissime cose da fare oggi!” disse in tono arrabbiato spaventando Iris che guardava attentamente la discussione tra i suoi genitori.
“Sbagliato, non hai piani per oggi. Ho chiamato il pubblicista e ho fatto rimandare l’incontro così come mi sono preso una giornata libera dal lavoro. Hai fatto bene a prepararti velocemente perché fra mezz’ora ti devo accompagnare nel centro di relax dove ho prenotato un’intera giornata per te. Quindi sbrigati a fare colazione, così possiamo andare!” la bocca di Lea si spalancò venendo a conoscenza di questo nuovo flusso di informazioni.
“Sei per caso impazzito? E chi si occuperà di Iris?” chiese scettica all’idea del marito.
“Ovviamente io, mi devi solo dire quello che devo fare e i posti in cui la devo portare e sarà fatto. Tu devi solo rilassarti” rispose felicemente Cory, contento che sua moglie aveva accettato la sua proposta.
 
Dopo aver accompagnato Lea al centro, padre e figlia tornarono a casa pronti ad iniziare l’intensa giornata che li aspettava.
“Bene, prima dobbiamo andare a fare la spesa e dopo devo accompagnarti a danza. Quindi, cosa ti fa indossare mamma per andare a ballare?” Chiese Cory alla figlia.
“Il vestito da principessa!” disse subito la bimba alzando le braccia per l’eccitazione. Immediatamente Cory ricordò che Lea gli disse che la bimba avrebbe cercato di vestirsi da principessa, ma che in realtà doveva indossare il body.
Accompagnandola in camera, vestì Iris con una calzamaglia nera ed un piccolo body rosa con la stampa di una topina danzante su di esso. Sorrise alla sua visione, era adorabile. Non poteva fare a meno di pensare a quanto assomigliasse a Lea: aveva i suoi stessi capelli e occhi castani, erano entrambe molto piccole e sicuramente avevano gli stessi atteggiamenti. Gli unici dettagli che gli permettevano di capire che fosse sua figlia erano la bocca, il naso e le immancabili fossette. Per lui era la bimba più bella del mondo.
 
Per ora la sua giornata come ragazzo padre stava procedendo bene. Non capiva perché Shaun si lamentasse così tanto su quanto fosse difficile crescere dei bambini da solo. A lui sembrava abbastanza facile.
 
Non poteva essere più sbagliato. I primi problemi si presentarono quando doveva ordinare in uno chignon i capelli di sua figlia. Aveva spesso visto Lea farlo velocemente, come diavolo faceva?
Non aiutava il fatto che Iris continuasse a muoversi e a lamentarsi del fatto che il padre le stesse tirando i capelli cercando di acconciarli ordinatamente.
Dopo numerosi tentativi, decise che per una volta, sarebbe potuta andare a danza con i capelli sciolti. Non ci vedeva nulla di male.
 
Per fortuna fare la spesa era risultato facile, anche se la maggior parte delle cose che avevano comprato erano schifezze, dato che Iris dalla sua postazione nel carrello, metteva dentro di esso caramelle e biscotti senza che suo padre se ne accorgesse. Cory si rese conto della birboneria della figlia solo quando arrivò alla cassa, quando ormai era troppo tardi per disfarsi di tutta la roba in eccesso.
 
Velocemente si recarono alla scuola di danza. La signore Stevenson, una donna di mezza età accolse felicemente Iris, e Cory le spiegò che quel giorno lui avrebbe sostituito la presenza della moglie.
Subito l’insegnante legò i capelli di Iris in uno chignon ordinato, dato che a quanto pare era molto importante avere i capelli legati. Cory guardò imbarazzato la donna cercando di capire come acconciare i capelli della bambina, sicuramente se lo sarebbe fatto spiegare da Lea più tardi quel giorno.
 
Se pensava che i capelli fossero un problema, si ricredette durante la lezione di danza. Non sapeva che i genitori dovessero ballare con i loro figli, cavolo lui faceva schifo a ballare. Questo lo portò ad essere al centro dell’attenzione non solo dei bambini e dei genitori ma soprattutto della signora Stevenson che impiegò la maggior parte della lezione per cercare di insegnargli qualche passo di danza. Ma alla fine si arrese anche lei. Era troppo goffo per il balletto. Nel momento in cui la lezione di danza terminò, le gambe e i muscoli di Cory erano doloranti. Dopo questa esperienza pensava che quel giorno nient’altro sarebbe potuto andare male. Si sbagliava di grosso.
 
Era ora di pranzo e dato che Lea si era più volte raccomandata con lui di cucinare del cibo reale per il pranzo di Iris e di non limitarsi a comprarle qualcosa di già pronto per strada, decise di mettersi ai fornelli.
Posò sua figlia sul bancone al centro della cucina e preparò gli ingredienti necessari per la pasta al sugo.
Ben presto il cucinare si trasformò in una battaglia di cibo fra i due, il sugo dimenticato per troppo tempo sul fuoco si bruciò così come un canovaccio che era posto troppo vicino alla fiamma.
Alla fine Cory si arrese decidendo di ordinare una pizza facendo promettere ad Iris di non raccontarlo a sua madre.
 
Dopo il pisolino pomeridiano, Iris si alzò ancora assonnata sedendosi sul grembo del padre.
“Papà, giochi con me?” gli chiese con voce speranzosa.
“Certo tesoro, a cosa giocate tu e la mamma di solito?”
“Noi ci travestiamo e facciamo le sfilate di moda!” disse entusiasta, ma subito aggiunse “però alla mamma non piace travestirsi” il suo tono di voce si fece triste.
“Cosa? Alla mamma piace tanto travestirsi. Lei gioca sempre a travestirsi per papà”
Cory si diede dell’idiota da solo per avere appena rivelato un dettaglio della sua vita sessuale alla figlia.
“Davvero? E da cosa si veste?” chiese curiosamente Iris.
“Uhm beh, lei si veste da infermiera e noi giochiamo al dottore oppure da maestra o da poliziotta…” Non aggiunse però che proprio grazie ad un travestimento lei era stata concepita.
Cercando di cambiare argomento propose a sua figlia di andarsi a preparare per la sfilata. Purtroppo non era stata l’idea migliore dato che sua figlia aveva trovato divertente l’idea di farlo vestire ridicolmente con un cappello di paglia, le mutande sopra i jeans e i tacchi di Lea.
Non solo i tacchi erano assolutamente scomodi da indossare per un uomo ma questi erano diverse misure più piccoli dei suoi piedi. Il risultato fu disastroso. Quando sfilò per il soggiorno, inciampò nel tappeto e cadde a terra. Immediatamente la caviglia cominciò a gonfiarsi, molto probabilmente aveva preso una storta.
 
“Piccola, devi darmi il telefono. Ho bisogno di chiamare zio Shaun per farmi accompagnare al pronto soccorso!” disse ancora dolorante.
“Ma papà, io devo andare in piscina tra poco!” si lamentò Iris non capendo la sofferenza del padre.
“La caviglia di papà fa davvero molto male, devo andare all’ospedale e solo zio Shaun mi può accompagnare!” Iris sembrò finalmente capire e diede il telefono a suo padre immobilizzato sul pavimento.
 
La permanenza in ospedale fu tremendamente imbarazzante. Non solo non si era accorto di indossare ancora le mutande sopra i jeans ma quando l’infermiera gli chiese cosa gli fosse successo, prontamente suo fratello rispose che lui era caduto mentre camminava sui tacchi. L’infermiera cercò di soffocare senza successo una risata venendo a conoscenza dell’informazione. Suo fratello gliela avrebbe sicuramente pagata.
 
Circa due ore più tardi rientrò in casa con una stampella. La caviglia distorta, una figlia piangente per aver perso la sua lezione di nuoto e suo fratello che si burlava di lui. Sperava davvero che la giornata di relax di Lea le bastasse per un lungo periodo di tempo perché certamente non avrebbe fatto di nuovo tutto questo senza il suo aiuto.
 
Lea rientrò in casa con un sorriso rilassato sul suo volto. Rimase sorpresa dalla visione di suo marito e sua figlia seduti comodamente sul divano a guardare dei cartoni animati. La casa sembrava ancora in piedi e stranamente in ordine. Ma quando vide la caviglia fasciata di Cory, subito capì che qualcosa non aveva funzionato.
“Ehi, i miei tesori! Come è stata la vostra giornata? E Cory, cosa è successo alla tua caviglia?” subito Iris scese con un salto dal divano colpendo Cory nell’inguine che si contorse dal dolore, e raggiunse sua madre per abbracciarla. Non era abituata a stare lontana da lei per così tanto tempo.
“Ho preso una storta mentre giocavo con Iris. Devo usare la stampella per due settimane” disse stancamente. Adesso era lui a sembrare stressato e stanco.
Lea lo raggiunse sul divano seguita dalla bimba e gli diede un bacio consolatore sulle labbra.
“Povero il mio bambino! Mi dispiace tanto!” disse mettendo il broncio.
“Mamma non devi essere triste! Adesso tu puoi giocare con papà al dottore, papà dice che ti piace tanto vestirti da infermiera e giocare con lui” disse Iris ricordando le parole del padre.
La testa di Cory cadde tra le mani e Lea lo guardò arrabbiata capendo subito ciò di cui parlava sua figlia.
 
Per fortuna la serata trascorse in maniera migliore. Lui e Lea erano seduti a letto l’uno nelle braccia dell’altro.
“Sai amore, oggi ho scoperto una cosa!” annunciò improvvisamente Lea.
Cory la guardò curiosamente invitandola a parlare.
“Beh, sono incinta! Avremo un altro bambino!” Il canadese rimase sconvolto da questa nuova notizia. Non era il momento migliore per venire a conoscenza di una cosa del genere. Non dopo aver trascorso una giornata come quella. Non potè fare a meno però di sentirsi felice. Abbracciò sua moglie e cominciò a pensare a come sarebbe stata la sua vita con un secondo bambino.
“Sai che ti dico amore? Spero tanto che sia un maschio! Così almeno non dovrò imparare a fargli uno chignon!”
 













 
Angolo autrice: allora? cosa ne pensate? non sono semplicemente adorabili?! povero Cory, quante ne ha dovute passare! ecco svelata la prima baby monchele: Iris.. Non vi preoccupate, nei prossimi capitoli saprete più cose di lei e sui momenti in cui era più piccola.. ma la seguiremo anche durante la sua crescita... vi state chiedendo cosa è successo a Nathalie, giusto? scoprite questo nei prossimi capitoli..
Vi voglio dare un piccolo spoiler: la data del prossimo capitolo la conoscete tutti benissimo, indovinate?
Bene, vi aspetto al prossimo capitolo e spero di sentire i vostri commenti per questo! a presto <3

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Capitolo 4
*** 13 Luglio 2013 ***


12 Luglio 2013
Dopo nove lunghi mesi di attesa, finalmente questa data era arrivata: era il giorno del baby shower organizzato in onore del primogenito di Lea e Cory. Lea era assolutamente su di giri, non vedeva l’ora di scartare tutti i regali per il bambino e di festeggiare con i suoi amici. Molto gentilmente Will si occupò di tutta l’organizzazione della festa dato che questo era proprio il suo campo lavorativo. Ma dare vita ad un baby party non era stato per niente facile dal momento che i neo genitori avevano deciso di non scoprire il sesso del bambino fino alla nascita. Sarebbe stato più giusto dire, però, che Lea aveva fatto questa scelta, nonostante le continue proteste di Cory che più volte aveva rivendicato il suo diritto di prendere decisioni per suo figlio in quanto padre del bambino. Ma le discussioni finivano sempre nello stesso modo: Lea scoppiava in lacrime e lo accusava di non amarla abbastanza in quanto non l’appoggiava in ogni sua scelta. Con le donne incinta era meglio non discutere, quindi ben presto cessò le proteste facendole credere di essere d’accordo con lei.
Mancava ancora poco più di una settimana alla nascita del bambino. Presto l’incubo di avere in casa una donna isterica sarebbe terminato, pensò Cory. Doveva solo avere un po’ di pazienza.
La festa sarebbe dovuta iniziare alle cinque del pomeriggio, nonostante ciò la casa del canadese era invasa da Chris e da Will già da molte ore prima, dato che avevano deciso di dover iniziare subito a distribuire le decorazione nell’appartamento affinchè tutto fosse perfetto. Stranamente sembravano loro più eccitati di lui. Decise quindi di nascondersi in camera da letto per evitare ogni coinvolgimento nell’allestimento degli addobbi.
 
Improvvisamente la porta della camera si aprì per rivelare la presenza di Lea che gli sorrise appena lo vide. Quel sorriso non gli piaceva affatto, poteva significare solo una cosa: lei voleva qualcosa.
“Amore so che fa caldo e abbiamo già discusso di questo argomento ma ci terrei che tu stasera indossassi giacca e cravatta dato che tutti gli altri tuoi vestiti sono improponibili” gli disse Lea sedendosi di fronte a lui sul bordo del letto guardandolo con occhi da cucciola.
“Cosa? Stai scherzando? Ci sono trentacinque gradi fuori e poi è solo un baby shower! Nessuno si veste elegante in queste occasioni!” sbottò Cory. In fondo anche la sua pazienza aveva un limite, e in questo momento era stato sicuramente sorpassato.
“è una festa in onore di tuo figlio! E poi tu ti lamenti per il caldo? Non pensi che io sia diventata una balena per colpa tua?!” gli chiese Lea già con gli occhi lucidi.
Cory sospirò stancamente. “Prima di tutto non sei una balena. Sei esattamente come prima solo che hai il pancione, persino il medico ti ha detto che hai preso i chili giusti per la gravidanza. Seconda cosa, ricordo perfettamente che sei stata tu quella a chiedermi di metterti incinta. Quindi non è colpa mia. Terza ed ultima cosa, non ho intenzione di vestirmi da pinguino per la festa di mio figlio”
Lea si alzò arrabbiata dal letto e puntò il dito contro di lui “Quindi mi stai dicendo che non volevi un bambino? Non posso credere che tu stia dicendo questo a nostro figlio!” disse la donna mettendo le mani sulla pancia dove immaginava che fossero collocate le orecchie del bambino per non fargli sentire certi discorsi.
Subito la brunetta scoppiò in lacrime. Maledetti ormoni, pensò Cory.
“Amore non sto dicendo questo. Sono felicissimo che avremo un figlio e non mi pento di aver preso questa decisione” Cory si avvicinò a lei e avvolse le braccia intorno al suo pancione. Prese un respiro coraggioso prima di aggiungere “Va bene, se ci tieni tanto indosserò lo smoking questa sera!”
Il volto di Lea improvvisamente si illuminò dalla gioia “Grazie amore mio, sei il miglior marito al mondo” detto questo lo baciò profondamente.
 
Le cinque del pomeriggio arrivarono decisamente troppo in fretta. L’appartamento brulicava di gente che non faceva altro che congratularsi e parlare al pancione di Lea. Lui non conosceva nemmeno la metà di queste persone, il motivo per cui queste ci tenessero a partecipare all’evento gli era ignoto. Improvvisamente suo fratello si avvicinò  a lui cominciando a ridere mentre lo osservava.
“Ehi fratellino, come diavolo ti sei vestito? È un baby shower, non un matrimonio” suo fratello continuò a farsi beffe di lui. Cory cercò di non dargli troppe attenzioni.
 Fallo per Lea e per la bambina, pensò il canadese.
 
E già, la sua bambina. Lea ancora non lo sapeva, aveva dovuto mantenere il segreto per cinque mesi, da quando si era di nascosto recato nello studio del dottor White per farsi dire il sesso del loro bambino. Lea sicuramente lo avrebbe ucciso se fosse venuta a conoscenza di una cosa del genere. Ma in quel momento l’unica cosa che lo uccideva era non conoscere se il suo bambino fosse stato un lui o una lei. In fondo qual era il problema?! Lui lo sapeva, ma di certo non avrebbe rovinato la sorpresa a Lea. Ovviamente non aveva intenzione di dirglielo, anche quando la bambina sarebbe nata.
Ben presto i giochi per il baby shower ebbero inizio. Dovette ammettere che alcuni fra quelli erano davvero divertenti. Soprattutto la gara del cambio di pannolino che fu vinta da suo fratello Shaun.
“Ehi ma non è giusto! Tu lo fai da anni, hai molta più esperienza!” si lamentò Cory essendo stato battuto dal fratello. Sia Shaun che Cory erano molto competitivi, e si stavano sfidando in ogni gioco. Lea sorrise alla faccia sconsolata del marito. Il bambino in quella stanza era lui. Per fortuna era adorabile.
“Bene è arrivato il momento di scartare i regali!” annunciò Will.
Lea e Cory aprirono i pacchetti ricevuti e sorrisero alla visione di tutine, pannolini, ciuccetti, e giocattoli vari per il loro bambino. Ovviamente erano tutti di colore neutro affinchè si adattassero sia ad un maschio che ad una femmina. Anche Cory aveva comprato un regalo speciale per la sua bimba, ma glielo avrebbe consegnato solo alla nascita. Non vedeva l’ora.
 
Il canadese si allontanò un attimo per prendere una birra dal frigo e quando tornò al gruppo di amici questi erano impegnati a segnare delle date su un foglio e a mettere dei soldi in una ciotola.
“Ehi che succede?” chiese curiosamente a Lea.
“Stiamo scommettendo su quando sarà la data della nascita del bambino. Chi indovina, vince tutti i soldi!” rispose Lea allegramente.
“Oh, voglio partecipare anche io! Quali giorni sono rimasti?” chiese speranzoso il canadese.
“Mi dispiace amore, l’unico giorno ancora disponibile è il 13 Luglio: domani” Cory sbuffò sapendo già di aver perso in partenza.
“Bene, voglio partecipare a questo gioco, quindi credo solo che punterò su quella data anche se già so che è impossibile”
 
La festa si concluse splendidamente. Will aveva fatto proprio un bel lavoro.
 
Lea si massaggiò stancamente la schiena, questa non le aveva dato tregua durante tutto il giorno.
“Amore puoi andarmi a comprare del gelato al pistacchio da Barney’s? Il bambino ne ha voglia!” disse Lea praticamente implorandolo.
Durante tutta la gravidanza il gelato era diventato il miglior amico di Lea, soprattutto quello di Barney’s che per sfortuna di Cory era a circa dieci isolati dalla loro casa. In più le voglie di gelato le venivano puntualmente di notte e Cory era costretto a vestirsi e di comprare il gelato altrimenti ‘il bambino sarebbe nato con la voglia di pistacchio’ si disse mentalmente avendo imparato a memoria le parole pronunciate di Lea ogni volta che lui cercava di declinare la sua richiesta.
 
Anche se erano le undici di notte, Cory sospirò ed uscì di casa promettendo alla moglie di tornare il prima possibile con il suo amato gelato al pistacchio.
 
Circa mezz’ora dopo fece il suo ingresso nell’appartamento. Subito sua moglie gli corse velocemente incontro  (per quanto una donna incinta possa correre veloce) e strappò la busta contente il gelato dalle sue mani. Posò la coppa sul bancone della cucina ma non appena aprì la vaschetta il suo sorriso si trasformò in un cipiglio.
“COSA. DIAVOLO. È. QUESTO?” Disse pronunciando ogni singola lettera della frase digrignando i denti.
Cory si allontanò leggermente spaventato dalla moglie. Si grattò la nuca e dopo rispose “Beh, il pistacchio era finito per questo ti ho preso la fragola! Tu adori le fragole! Proprio la settimana scorsa mi hai svegliato in piena notte per scendere a comprartene un po’” disse Cory cercando di scusarsi.
“Non mi interessa quello che dici, io volevo il gelato al pistacchio non alla fragola. Adesso per colpa tua il nostro bambino assomiglierà ad un pistacchio. Complimenti. Questo gelato mangialo tu. Io vado a dormire e non sognarti nemmeno di dormire con me nel MIO letto stanotte.”
Lea si recò in camera da letto e sbattè rumorosamente la porta dietro di sé. In quel momento Cory sperò vivamente di vincere la scommessa se questo significava che la moglie avrebbe partorito il prima possibile.
 
 
13 Luglio 2013
Era da poco scoccata la mezzanotte quando Cory dalla sua postazione scomoda sul divano si sentì chiamare dalla camera da letto. Subito allarmato, corse verso la moglie che giaceva sudata nel letto e si contorceva dal dolore.
“Ehi tesoro che succede? Il bambino sta arrivando?”
Lea non gli rispose ma gli strinse la mano quasi fino a stritolargliela.
“Non esser stupido, mancano ancora un po’ di giorni prima che io possa entrare in  travaglio. Per quanto sia imbarazzante ammetterlo, credo di essermi fatta la pipì sotto.” Disse Lea con le lacrime agli occhi.
Cory scostò le coperte dal corpo della moglie ed osservò le lenzuola bagnate. Sicuramente quella non era pipì. Deglutì pesantemente prima di rivolgersi alla moglie.
“Amore, quella non è pipì. Ti si sono appena rotte le acque. Dobbiamo correre in ospedale”
Lea lo guardò furiosa. “Io non sono in travagl-“ la sua frase fu interrotta da una forte contrazione. Quando questa terminò si aggrappò a Cory e pianse nel suo petto “Non può essere. Ho paura” Cory ricambiò l’abbraccio sentendosi spaventato tanto quanto sua moglie.
 
Dopo essersi cambiata e aver recuperato la borsa ormai pronta da mesi per il parto, Cory accompagnò Lea all’auto che gli avrebbe portati all’ospedale.
 
Dopo circa un’ora Lea era sistemata nella sua camera, il dottor White, il suo ginecologo, le aveva confermato che fosse in travaglio e che tutto sarebbe andato bene anche se non aveva ancora finito i giorni e il bambino sarebbe nato prematuramente.
Ben presto l’ospedale fu invaso da parenti ed amici, tutti ansiosi di dare il benvenuto al nuovo membro della famiglia Monteith.
 
Erano le sei del mattino quando il ginecologo annunciò che Lea fosse sufficientemente dilatata e pronta a spingere. Aveva richiesto un parto naturale senza l’utilizzo di droghe per diminuire il dolore, in quanto queste avrebbero intontito il bambino al momento della nascita. Si pentì di questa scelta quando cominciò a spingere. Ogni spinta era accompagnata da un’imprecata degna di un marinaio che fecero sorridere Cory.
Sorriso che scomparve immediatamente quando Lea infilzò le unghie nella pelle della sua mano.
Cory sbirciò tra le gambe della moglie e vide una chiazza dei capelli castani del bambino. Non appena vide la scena si sentì svenire e cadde a terra. Si svegliò pochi minuti dopo sentendo le urla di un neonato.
 
“è una bambina!” annunciò soddisfatto il dottor White mostrando ai nuovi genitori la loro piccola.
Sua figlia era appena nata. Non poteva crederci, era bellissima.
Dopo averla ripulita, le infermiere cedettero il fagottino alla madre che emozionata l’accolse fra le braccia. Era così piccola e delicata, la sua pelle era ancora arrossata. Le sue labbra rosa erano arricciate in una smorfia. D’altronde anche per lei erano state sei ore davvero difficili. Lea si girò verso Cory che era seduto accanto a lei sul letto, giusto in tempo per vedere una lacrima scorrere sul suo viso. Una lacrima di felicità.
Lea gli sorrise. Le parole in quel momento non servivano. Bastavano solo pochi sguardi e qualche lacrima per capirsi e per condividere l’immensa emozione di aver finalmente messo su famiglia.
Cory prese la manina della bimba nella sua. Immediatamente la piccola strinse la presa sul dito del padre ed aprì gli occhietti castani. Cory e Lea le sorrisero e la bimba sbadigliò stancamente. Entrambi i genitori sapevano che non avrebbero mai più scordato quel momento.
 
Dopo qualche ora il dottor White entrò nella stanza di Lea per controllare lo stato della piccola e di sua madre.
“Allora abbiamo un nome?” chiese ai due neo genitori.
“Si! “ annunciò subito Lea ma Cory prese la parola “Amore, non chiameremo nostra figlia Barbra” Lea sbuffò indignata. Avevano trascorso la passata ora a cercare di scegliere un nome. Durante la sua gravidanza Lea era convinta che la bimba fosse in realtà un bimbo e quindi aveva pensato solo a nomi maschili. D’altra parte Cory, aveva pensato tanto ad un nome, ma nessuno gli sembrava adatto a tanta perfezione.
 
Dopo decine e decine di nomi, un’idea comparve nella mente di Cory mentre Lea gli aveva chiesto di accendere la radio.
“Iris!” disse improvvisamente attirando l’attenzione di Lea che lo guardò con sguardo interrogativo “Iris, dei Goo Goo Dolls. Nostra figlia è stata concepita sulle note di quella canzone. È un segno”
Lea sembrò rifletterci per qualche secondo. Cory prese in braccio la piccola che gli “sorrise” non appena la chiamò con il nome di Iris. Lea osservò la scena sorridendo. “Beh credo che le piaccia. Ma sicuramente non le racconteremo mai la storia del suo nome”
Cory si sedette sul letto accanto a Lea e abbracciò sia la moglie che la figlia “Benvenuta in famiglia Iris Monteith!” disse il canadese.
“Amore, sai che giorno è oggi?” gli chiese improvvisamente Lea. Cory scosse la testa, era così stordito da non essersi reso conto di aver vinto la scommessa.
“è il 13 Luglio, hai vinto la scommessa. A quanto pare nostra figlia è una cocca di papà”.
Cory sorrise alle parole di Lea.
13 Luglio 2013. Quello sarebbe sicuramente stato il giorno più bello della sua vita.











 
Angolo autrice: okay, penso che tutti avevate ormai capito quale fosse la data di questo capitolo. Ho scelto questa data semplicemente per un motivo: cercare di ricordare quel giorno come una data felice anche se è ovviamente impossibile, volevo solo cercare di immaginare come sarebbero potute andare le cose. Ho voluto sostituire la morte con la nascita di una nuova vita, il dolore con gioia e il buio con luce. All'inizio avevo intenzione di pubblicare questo capitolo proprio il 13 Luglio ma poi ho realizzato che quel giorno proprio non ce l'avrei fatta. Spero vivamente di avervi fatto sorridere ed emozionare. Per me è stato così, soprattutto nell'ultima parte. Le cose sarebbero dovute andare così, quindi ancora per qualche giorno ci tengo a nascondermi in questo mio mondo di fantasia.
Spero tanto di sentire il vostro parere riguardo a questo capitolo, voglio condividere queste emozioni con voi, mia seconda famiglia <3

Non vi assicuro che i prossimi aggiornamenti saranno veloci, voi restate sintonizzati perchè l'aggiornamento arriverà e vi posso assicurare già da ora che il prossimo capitolo sarà molto dolce!!! 

Grazie mille per chi segue questa storia e commenta <3 a presto <3

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Capitolo 5
*** Nuovi incontri ***


22 Ottobre 2016
 
Cory si girò pigramente fra le coperte e si stropicciò gli occhi ancora addormentati. Sorrise alla visione di Lea fra le sue braccia e subito osservò la sveglia per controllare l’orario. Erano solo le sette del mattino.
 
Pace. Non c’era un rumore in sottofondo. Niente urla di bambini che piangono, niente stress, niente preoccupazioni. Erano rari momenti del genere, soprattutto da quando il piccolo Christopher si era unito alla famiglia. I suoi pensieri vennero interrotti quando sentì sua moglie girarsi fra le sue braccia emettendo uno sbadiglio. Non appena lei aprì gli occhi, il canadese le sorrise e questo fu subito ricambiato. Non c’era un modo migliore per cominciare la giornata, pensò Cory. Per qualche secondo la sua mente vagò a come tutto era cominciato fra loro. Ne avevano dovute passare tante e se qualcuno a quel tempo gli avesse detto che un giorno lui sarebbe riuscito a mettere su famiglia con Lea, Cory avrebbe subito pensato che fosse una assurdità. Ma invece non era stato così. Aveva la famiglia più bella che potesse desiderare, una moglie perfetta e due meravigliosi bambini. Era stato davvero fortunato.
 
“Buongiorno” gli disse Lea distogliendolo nuovamente dai suoi pensieri.
“Giorno” rispose Cory avvicinandosi a lei per darle un caldo bacio sulle labbra. Il canadese cominciò ad approfondire il bacio ma prima che le cose potessero andare tanto oltre, Lea lo fermò.
“Amore, anche io non vedo l’ora di poter riavere la nostra intimità ma sai benissimo che non possiamo fare l’amore ancora per…” Cory la interruppe.
“Ancora per tre settimane! Lo so! Lo dici ogni volta. È solo che mi manchi” disse stancamente il canadese.
“Mi manchi anche tu ma anche se potessimo farlo, probabilmente non mi sentirei pronta. Ho partorito solo da poche settimane e i geni enormi di tuo figlio hanno completamente distrutto il mio corpo. Non mi sento sexy e quindi non voglio che tu mi veda sotto la vita” ammise Lea preoccupata.
Cory prese il suo mento fra le dita e la costrinse a guardarlo negli occhi “Ehi, tu sei sexy in qualunque momento e non devi sentirti a disagio con me. Ti aspetterò comunque fino a quando non sarai pronta.”
Lea gli sorrise e gli diede un bacio come ringraziamento. “Questo non significa però che non posso aiutarti in altri modi” Lea gli sussurrò civettuola nell’orecchio.
Cory la intrappolò con il suo corpo gigante e cominciò a farle il solletico. La brunetta immerse una mano nei suoi boxer e potè subito sentire la sua erezione cominciare a gonfiarsi per l’eccitazione.
 
Purtroppo vennero nuovamente interrotti dalle urla disperate di un neonato. Lea sospirò e si scusò con il marito prima di recarsi verso la stanza di Chris.
Il bimbo aveva il visino arrossato dallo sforzo del pianto e le ditina delle sue mani erano strette in un pugno. Non appena Chris vide la madre, però, si calmò immediatamente e smise di piangere. Cominciò quindi a muovere freneticamente i piedini per l’eccitazione di essere preso in braccio.
Lea lo cullò dolcemente e accarezzò il lieve strato di capelli biondi sulla sua testolina. Se Iris era la sua copia sputata, poteva dire che Cory aveva avuto la sua rivincita con Chris. E lei non poteva che trovarlo adorabile.
Il bimbo fissò attentamente la madre attraverso i suoi occhioni verdi ancora colmi di lacrime non versate.
Lea si accomodò sulla sedia a dondolo affianco alla culla e lo allattò canticchiando una canzoncina.
Non appena Chris annunciò di essere sazio con un ruttino, Lea potè sentire le urla isteriche di sua figlia nell’altra camera. Portò Chris con sé per analizzare cosa fosse successo e rimase sconvolta quando vide la sua bimba di tre anni attaccata alla spalliera del lettino e suo marito che cercava di farla uscire da quest’ultimo.
“Cosa sta succedendo?” chiese subito preoccupata. Il trambusto spaventò Chris che cominciò nuovamente a piangere. Lea porse il bimbo al marito e si avvicinò ad Iris che aveva ancora una presa ben salda alla sbarra del letto.
“Iris non vuole andare all’asilo” le spiegò Cory mentre cercava di calmare Chris.
Lea guardò sua figlia e le rivolse un sorriso “Tesoro, non devi essere spaventata. L’asilo è un luogo bellissimo dove incontrerai tanti bambini e potrai giocare con loro. Non è divertente?” Iris non sembrava convincersi e cominciò a piangere nuovamente. Fra i singhiozzi disse “I-io non voglio andare dagli altri bambini. V-voglio stare con te” Iris si asciugò il naso gocciolante sul cuscino guadagnandosi una smorfia da parte della madre.
“Tesoro, anche mamma vorrebbe trascorrere tutta la giornata con te ma devi andare all’asilo. Papà non ti ha detto che tutti i bambini ricevono un regalo in premio se vanno a scuola?!” le chiese Lea furbescamente.
Iris sembrò subito interessata a questo nuovo dettaglio e smise di piangere per permettere a sua madre di spiegarle.
“Si dà il caso che una fatina mi abbia detto che desideri tanto la nuova casa delle bambole. Se andrai all’asilo allora papà ti comprerà la casetta e appena torni a casa potrai giocarci” le propose la sua mamma.
Cory sospirò stancamente. Se comprare quella stupida casa avrebbe fatto cessare le urla disperate di sua figlia, sicuramente si sarebbe recato al negozio di giocattoli il prima possibile.
 
Circa mezz’ora più tardi Iris era vestita nei suoi jeans e maglietta rosa. Due adorabili treccine circondavano il suo visino, zaino in spalla e il peluche di paperina in mano. Quando finalmente Lea smise di scattarle fotografie, Cory fu pronto per iniziare una nuova giornata con sua figlia. Lea era davvero dispiaciuta di perdersi un momento così importante nella vita di Iris, ma Chris era ancora molto piccolo e preferiva non esporlo ancora al freddo autunnale. Per fortuna Shaun aveva accettato di fargli compagnia.
Il primo giorno di asilo era in realtà solo un orientamento per i bambini e i genitori potevano rimanere con loro. Cory sperava solo che gli altri genitori non scambiassero lui e suo fratello per una coppia gay con una bambina. Faceva tanto Rachel Berry, pensò il canadese sorridendo.
Non appena entrarono nella scuola, Iris cominciò a piangere e si attaccò saldamente alla gamba del padre “Papino non mi lasciare. Ti prego, non andartene” lo supplicò la figlia.
Cory si chinò alla sua altezza e asciugò le lacrime che le stavano rigando il viso. “ehi, papà non va da nessuna parte! Perché sei tanto spaventata?”
Dopo essersi tranquillizzata, finalmente la bambina parlò “Tu e la mamma mi abbandonerete adesso che c’è Chrif?” chiese innocentemente la piccola non riuscendo ancora a pronunciare esattamente il nome del fratellino.
“Cosa? Assolutamente no! Come ti è venuta in mente un’idea del genere?” le chiese Cory.
“Me lo ha detto Timmy. Ha detto che Chrif è più bello di me e adesso tu e la mamma volete più bene a lui!” rispose con voce tremante.
Cory sospirò e appuntò mentalmente di rimproverare il bambino in seguito. “Tesoro, solo perché adesso è arrivato anche Chris in famiglia questo non significa che io e la mamma ti vogliamo meno bene. Non devi ascoltare Timmy, lo ha detto solo per spaventarti!” le spiegò il canadese.
“Quindi non mi lascerete per sempre all’asilo?” chiese Iris ancora preoccupata.
Cory capì finalmente il terrore della figlia nei confronti della scuola e dopo averle parlato per ancora qualche minuto riuscì a convincerla che non l’avrebbero abbandonata.
 
Iris e Cory entrarono mano per mano all’interno della classe colorata. Subito l’attenzione della bimba venne rapita da un bambino che aveva in mano un pupazzo di Topolino.
Iris staccò la presa dalla mano del padre e corse verso il bimbo. Cory sorrise. Era proprio uguale a Lea. Non era mai stata una bambina timida.
“Ciao io sono Iris! Tu come ti chiami?” disse la piccola rivolgendosi al bambino. Questi inizialmente la guardò timidamente ma non appena si accorse che aveva un pupazzo di Paperina simile al suo, si presentò.
“Io sono Kyle. Giochiamo!” Soddisfatto dalla visione della scena, Cory si allontanò momentaneamente per rispondere alla chiamata di Lea. Gli aveva già mandato centinaia di messaggi a cui non aveva risposto, decise quindi di dover tranquillizzare sua moglie. Chiese a Shaun di badare ad Iris e uscì dall’aula.
 
Lo zio Shaun si avvicinò alla nipote e cominciò a giocare con i bambini. Improvvisamente una voce femminile lo distolse dal gioco.
“Tu devi essere il padre di Iris. Io sono Jessica, la madre di Kyle” Shaun rimase momentaneamente incantato dalla visione della bellissima donna di fronte a sé. In effetti assomigliava parecchio al figlio. Aveva i suoi stessi capelli scuri ed occhi blu.
 
“Uh, in realtà io sono lo zio di Iris. È la figlia di mio fratello. Anche se ho già due figli miei: Timmy e Jade.” Rispose Shaun mostrandole una foto dei suoi bambini.       Jessica annuì delusa dall’informazione. Sicuramente aveva anche una moglie.
Grattandosi la nuca nervosamente, Shaun chiese la sua successiva domanda. “E tu? Sei qui da sola? Tuo marito non è con te?”
“Beh in realtà, io e mio marito abbiamo divorziato. Lui non si è mai interessato della vita di Kyle. E tu? Suppongo che tu abbia una moglie” chiese con tono imbarazzato Jessica.
“Beh, ce l’avevo. Ma circa due anni fa se ne è andata lasciandomi con i nostri due bambini. Diceva che non era pronta per la stabilità di una famiglia e voleva ancora divertirsi. Ci ha letteralmente abbandonati”
 
I due genitori continuarono a parlare della loro vita. Da quando Nathalie lo aveva lasciato, l’unico interesse di Shaun erano stati i suoi figli e non aveva mai guardato nessun’altra donna. Ma Jessica era diversa. Lei era speciale.
 
Cory riattaccò il telefono e ritornò nell’aula alla ricerca di sua figlia. Individuò inizialmente suo fratello che stava palesemente flirtando con una donna e sicuramente non stava guardando Iris come gli aveva chiesto.
Quando trovò Iris, il suo volto sbiancò alla visione di ciò che stava accadendo proprio davanti ai suoi occhi. Sua figlia di tre anni e quel Kyle si stavano scambiando un bacio. Sulle labbra.
La vena sul suo collo si gonfiò improvvisamente e prima che se ne potesse anche accorgere si fiondò verso sua figlia e allontanò il bambino da lei. Cercando di non sembrare troppo arrabbiato per spaventarla, Cory si inginocchiò davanti sua figlia e chiese spiegazioni. “Cosa stavate facendo?” disse cercando di mantenere la pazienza.
“Ci stavamo baciando” rispose Iris facendo spallucce e sorridendo a Kyle che osservava confuso la scena.
“Tesoro, sei troppo piccola per baciare i ragazzi” cercò di spiegarle Cory.
“Ma Kyle è il mio fidanzato! Quindi ci possiamo baciare!” disse convinta la piccola, noncurante del fatto che il padre fosse sbiancato in volto.
Cory pensò velocemente ad una scusa e dopo aggiunse “Beh, voi non siete sposati e quindi non potete baciarvi”
Iris mise il broncio, incrociò le braccia al petto e battè il piede per terra per la frustrazione. Aveva proprio gli stessi atteggiamenti di Lea.
“Non dire le bugie papà! La mamma mi ha fatto vedere le foto in cui voi vi baciavate e ha detto che eravate fidanzati” Cory si allargò il colletto della camicia sentendosi momentaneamente in imbarazzo e accaldato per essersi fatto mettere con  le spalle al muro da sua figlia di tre anni.
“Beh non importa. Se vuoi baciare qualcuno devi avere il permesso di tuo padre. Io avevo il permesso di nonno Mark per questo baciavo la mamma. Tu non hai il mio permesso quindi non puoi baciare nessuno fino a quando avrai trent’anni!” spiegò Cory sperando che la figlia si bevesse almeno questa scusa.
Gli occhi della bimba si allargarono per la sorpresa. “Io non lo sapevo! Fra quanto tempo avrò trent’anni papà?” gli chiese curiosa.
“Hai ancora un po’ di strada da percorrere. Per ora sei la mia bimba e l’unico uomo che puoi baciare sono io!” Cory prese in braccio Iris e la condusse a prendere il suo zainetto.
 
Dopo aver comprato l’enorme casa delle bambole secondo quanto promesso in mattinata, Cory e Iris ritornarono a casa e subito furono accolti da una Lea che non se la finiva più di fare domande e di baciare affettuosamente sua figlia.
 
Quella stessa sera Lea e Cory erano sdraiati a letto ognuno nelle braccia dell’altro.
“Sai che nostra figlia oggi ha dato il suo primo bacio?” chiese improvvisamente Cory dopo alcuni momenti di silenzio.
Lea sgranò gli occhi alla nuova informazione e guardò incredula suo marito.
“Cosa? Ha solo tre anni! Non può baciare i ragazzi” disse sedendosi immediatamente sul materasso.
“è la stessa cosa che le ho spiegato. Credo che lo ha fatto solo perché vede noi farlo. Ma penso che la mia scusa l’abbia convinta. Le ho detto che non può baciare nessuno senza il mio consenso fino a quando avrà trent’anni!” disse il canadese sorridendo.
Lea gli diede un pugno leggero nel petto e scoppiò a ridere “Sei pessimo! Sai che nostra figlia prima o poi crescerà e vorrà baciare per davvero dei ragazzi! Non puoi opporti a questo. Sarà pur sempre la sua vita” gli spiegò Lea con calma.
“Diamine, sta crescendo così in fretta. Non voglio che crescano. Voglio che siano i miei bambini per sempre.” Disse riflettendo.
“Lo saranno. Sarai sempre il loro papà anche quando saranno adulti e vaccinati. E tu sarai sempre il mio bambino” Gli disse Lea stampandogli un bacio sulle labbra.
“Adesso andiamo a dormire. Domani sarà una grande giornata e dobbiamo pensare ad un nuovo regalo da fare a nostra figlia per convincerla ad andare all’asilo”
“Non vedo l’ora” rispose Cory stancamente.
 Le luci si spensero e i due genitori sprofondarono in un sonno profondo. Il tempo stava decisamente passando troppo in fretta.
 
 
 





 
Angolo autrice: mi scuso immensamente per il ritardo di questo aggiornamento ma dovete capire che è estate anche per me e non voglio trascorrere il mio tempo libero incollata ad un computer. Detto questo vi ringrazio per aver letto e spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Aspetto i vostri commenti.
Vi annuncio che sto ancora cercando di riprendermi dall’aver visto Lea dal vivo al Giffoni Film Festival. Qualcuno c’era? È stata l’esperienza più bella della mia vita. Mi è letteralmente passata a pochi centimetri di distanza e posso dirvi che è ancora più bella che in televisione. È stata sempre molto disponibile e gentile. Ed è stata tenerissima quando salutava i fan dicendo “ciao” o quando ha nominato i nomi dei suoi cugini italiani con pronuncia tenerissima. Non scorderò quel giorno facilmente e volevo condividere questo mio pensiero con voi.
Altro annuncio. Ormai sappiamo tutti che Lea e Matt stanno insieme e sono felicissima per lei se è contenta e serena. Io voglio comunque continuare a scrivere sui Monchele perché loro saranno sempre il mio eterno amore.
p.s. cosa ne pensate del piccolo Chris? a breve saprete la storia del suo nome. e del piccolo Kyle? io già li shippo ahahah.

Spero di poter aggiornare il prima possibile ma non vi garantisco nulla! Voi restate collegati! A presto <3

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Capitolo 6
*** Natale con sorpresa ***


Attenzione: Per rendere chiara la lettura di questo capitolo vi fornirò le date di nascita dei piccoli componenti della famiglia Monteith.
Iris Monteith: 13 Luglio 2013 (9 anni)
Christopher Monteith: 1 Ottobre 2016 (6 anni)
Dylan, Marc Monteith: 22 Novembre 2017 (5 anni)
Connor Monteith: 26 Febbraio 2020 (2 anni)



 
24 Dicembre 2022
Era la quinta volta che si trovava in questa situazione. Ma come poteva essere possibile? Lei e Cory avevano deciso che quattro figli fossero sufficienti e quindi avevano preso ogni precauzione possibile per evitare una nuova gravidanza. Ma aspetta un attimo, solo quattro mesi prima Cory aveva fatto una vasectomia e lei da allora aveva interrotto l’utilizzo della pillola, non che avesse informato Cory di questa novità. Allora perché lei era incinta? Questo non era possibile, lei non poteva aspettare un altro bambino. Eppure il bastoncino color rosa nelle sue mani affermava il contrario.
Suo marito le aveva assicurato che l’intervento fosse riuscito e lei di certo non l’aveva tradito. Quindi le ipotesi rimanenti erano soltanto due dal momento che era da escludere l’idea che non fosse incinta, d’altronde i sintomi ce li aveva tutti. O lei era la prossima Vergine Maria destinata a portare in grembo il futuro Salvatore, oppure suo marito le aveva mentito.
 
Lea si sedette comodamente sul coperchio del water raggomitolando le gambe al petto. Aveva trascorso gli ultimi dieci minuti ad osservare il test di gravidanza sul lavabo.
Cinque figli. Se ci pensava bene questo non era un gran problema. Aveva sempre desiderato una famiglia molto numerosa e lei adorava i bambini. Di certo un settimo membro in famiglia non avrebbe causato problemi. Quando il momentaneo shock dall’apprendimento della notizia cessò, si ritrovò ad essere felice. Posò una mano sulla sua pancia e solo in quel momento notò un piccolo rigonfiamento. Molto probabilmente era già al quarto mese di gravidanza e lei non si era accorta di nulla fino a quando quella mattina non aveva controllato il calendario del suo ciclo. Una piccola vita stava crescendo da mesi nel suo grembo e lei aveva completamente ignorato questa situazione. Si chiese immediatamente se il bambino fosse già abbastanza grande per capirne il sesso. Dopo due maschi aveva desiderato ardentemente una femminuccia. Era così che era arrivato Connor solo due anni prima. Cory era sicuro che fosse una bambina ma a quanto pare il suo sesto senso si sbagliava. Quindi il numero dei maschietti Monteith si era portato a tre, quattro se considerava il suo altro bambinone. Bambinone che le doveva un bel po’ di spiegazioni. Come aveva potuto mentirle? Se non voleva fare l’intervento non era più facile parlare con lei?
A volte non riusciva proprio a capire la mentalità degli uomini.
I suoi pensieri vennero interrotti da un bussare alla porta e dalla voce di Iris.
“Mamma sei pronta? Dobbiamo andare a comprare l’albero di Natale!” sentì dire dall’altro capo dell’uscio. Subito Lea si affrettò a nascondere il test di gravidanza, non era ancora pronta a condividere questo segreto con altre persone.
Quando aprì la porta fu sorpresa di vedere sua figlia già con in dosso un cappotto pesante, guanti e cappello. A quanto pare erano tutti pronti e ben accucciati. Il freddo di New York durante il periodo di Natale si faceva sentire.
Cory e Lea avevano deciso di comprare casa a New York poco dopo la nascita di Iris. Trascorrevano molto tempo nella città natale della brunetta e, avendo dei figli, non era più sufficiente alloggiare in hotel.
Per mesi e mesi si impegnarono nella ricerca della casa perfetta e quando finalmente la trovarono non potevano chiedere di meglio.
Lea sorrise a sua figlia e dopo aver preso il cappotto scese in soggiorno dove Cory era intento a vestire Connor e cercare di separare Dylan e Chris che si erano lanciati in una lotta sfrenata. Osservò la scena sorridendo: poteva sicuramente abituarsi all’idea di un quinto bambino nella sua vita.
“Cory finisco io di vestire Connie, tu assicurati che quei due non si facciano male!” gli disse Lea, mettendo subito il cappottino al figlio  che si dimenava fra le sue braccia. Connor non poteva essere considerato esattamente un’amante dei vestiti. Molte volte Lea se lo era ritrovato a correre nudo per casa per sfuggire dalle grinfie dei suoi genitori che cercavano di vestirlo.
Iris alzò gli occhi al cielo “Perché i miei fratelli sono tutti così stupidi?! Perché non ho una sorella?” si lamentò la bambina. Sia Lea che Cory la fissarono con sguardo di rimprovero. Ormai questo tipo di battute erano diventate abituali per Iris, che si sentiva un alieno in mezzo a tanti maschi. Lea si ritrovò per un attimo a pensare a quale sarebbe stata la reazione della sua primogenita se avesse avuto un altro fratello. Di certo non ne sarebbe stata entusiasta.
“Mi dispiace tesoro, ma ormai hai perso ogni occasione di avere una sorellina dato che io e papà non possiamo avere più figli! Vero amore?” chiese Lea innocentemente a Cory.
Cory la fissò per qualche secondo e dopo rispose “Uhm, si … bene adesso andiamo o tutti gli alberi migliori finiranno!”
Ogni sospetto di Lea era appena stato confermato!
 
Dopo essere riusciti finalmente a vestire Connor e aver separato Dylan e Chris, il clan dei Monteith si recò a comprare l’abete di Natale.
Girarono per la fila degli alberi per un paio di minuti fino a quando si ritrovarono di fronte ad un maestoso pino.
Lea sorrise e si rivolse ai suoi figli “Guardate questo albero ragazzi! Non vi ricorda papà? Così forte, robusto e … fertile!” aggiunse subito la brunetta notando lo sguardo di confusione che si dipinse sul volto del marito alla menzione dell’ultimo aggettivo.
 
Fertile. Cosa cavolo aveva voluto dire Lea utilizzando quella parola riferendosi a lui?
 Beh, in effetti lui poteva essere considerato molto fertile dato che le aveva dato quattro figli. In realtà gliene poteva dare anche altri dal momento che non aveva avuto il coraggio di affrontare la vasectomia. Fortunatamente Lea continuava a prendere la pillola quindi lui non doveva preoccuparsi.. Notò lo sguardo della moglie fisso su di lui e si affrettò a rispondere.
“Credo che sia davvero un bell’albero. Cosa ne pensate bambini? Vi piace?” chiese il canadese cercando di spostare il soggetto della conversazione lontano da lui.
“Siiii” tutti i suoi figli risposero in coro saltellando. Avevano appena trovato l’albero.
 
Lea e i bambini entrarono nel salotto e si sistemarono comodamente sul divano intorno al caminetto. Dietro di loro vi era Cory che cercava con fatica di trasportare l’albero dentro casa.
“Amore, mi dai una mano?” chiese il canadese esausto dai suoi numerosi tentativi falliti di far spostare l’abete.
Lea sospirò stancamente e si avvicinò al marito per aiutarlo. “Bene, ti aiuterò. Anche se non potrei sollevare pesi”
Il commento non sfuggì all’attenzione di Cory che si ritrovò sempre maggiormente in uno stato di confusione.
Qualcosa bolliva in pentola. Qualcosa che lo riguardava e che stava portando Lea a trattarlo in uno strano modo. Doveva scoprire cosa.
 
Quasi un’ora più tardi i Monteiths al completo circondavano l’albero ormai decorato. Le lucine rosse e gialle si riflettevano nelle palline lucide appese ai rami provocando un bellissimo gioco di luce che illuminò la stanza in maniera suggestiva. Il camino era ricoperto con le classiche calze rosse che fra poche ore sarebbero state riempite da diversi doni. L’aria era colorata da un cd natalizio e dal profumo di cioccolata calda e da dolci che si stavano cuocendo in forno per il pranzo natalizio del giorno successivo.
L’atmosfera era perfetta! Lea cercò di scordare momentaneamente quanto fosse arrabbiata con suo marito, d’altronde era pur sempre la vigilia di Natale e non voleva rovinare la festa alla sua famiglia.
I bambini cominciarono a ballare al ritmo della musica e Cory e Lea ne approfittarono per scambiarsi qualche bacio sotto il vischio.
 
Lea si recò in cucina per controllare la cottura del tacchino e non si accorse che Cory la seguì.
“Ehi Lee, devo mostrarti una cosa!” Il canadese estrasse una bussa da dietro la sua spalla e l’apri rivelando un enorme costume da Babbo Natale munito di barba e cappello.
Lea rise alla visione dell’abito “Sarai un perfetto Babbo Natale! Spero solo che Iris non cerchi di nuovo di convincere i suoi fratelli che Babbo non esiste!”
“Oh non devi preoccuparti per questo! Ho già parlato con lei e le ho detto che se farà qualche commento sgradevole riguardo Babbo Natale non riceverà nemmeno un regalo!” le spiegò Cory.
Lea fece una smorfia e gli diede un buffetto nel petto.
“Ma in realtà quello che volevo chiederti era un’altra cosa! Vuoi essere il mio elfo sexy stasera?” Cory estrasse dalla busta un altro abito, questo molto più piccolo in pizzo rosso e verde.
Lea sgranò gli occhi alla visione dell’abito, doveva ammetterlo: non aveva mai visto niente di così sexy!
Pensò  che in effetti Cory non meritava di vederla in un abito del genere né tantomeno poter divertirsi con lei. Ma immediatamente un’idea le giunse in testa, quella era l’occasione perfetta per punirlo. Non poteva perderla.
Dopo aver osservato attentamente il vestito, lo prese dalle mani del marito e gli sussurrò in un orecchio “non vedo l’ora, Babbo”.
Detto questo, uscì dalla cucina lasciando dietro di se un Cory molto eccitato.
 
“Oh Oh Oh Babbo Natale è arrivato!” disse Cory nella sua miglior voce da anziano. Chris, Dylan e Connor lo circondarono immediatamente entusiasti di ricevere finalmente i doni tanto bramati. Cory distribuì i grandi pacchi ad ognuno dei suoi figli che subito si gettarono sul pavimento intenti a scartare i regali. Quando i bambini erano abbastanza distratti, corse in camera da letto e si cambiò con i suoi abiti abituali.
 
Giunta la mezzanotte i bambini sprofondarono nelle braccia di Morfeo. Lea e Cory pensavano che non si sarebbero più addormentati a causa dell’adrenalina provocata dall’aver ricevuto nuovi giocattoli e dalle enormi quantità di zucchero presenti nel loro sangue dato che si erano abbuffati di dolci.
 
Cory era seduto sul lettone aspettando che Lea uscisse dal bagno in cui si stava cambiando. Aveva indossato nuovamente l’abito da Babbo Natale più che pronto a giocare con lei.
La porta si aprì improvvisamente rivelando la presenza della moglie con in dosso il meraviglioso abitino da elfo. Subito Cory saltò in piedi come una molla per avvicinarsi a lei.
“Ho un regalo per te!” disse Lea sensualmente spingendo il marito verso il letto. Si mise a cavalcioni sulle sue gambe e cominciò a sfregare il suo centro contro la sua erezione ricoperta dai pantaloni rossi di Babbo Natale.
“Non vedo l’ora di scartare questo regalo, signora Natale!” disse Cory iniziando a piantare baci umidi sul suo collo.
Lea si fermò improvvisamente soddisfatta dal sentire la presenza del membro gonfio del marito.
Cory aprì gli occhi e piagnucolò per la perdita del contatto. Lea si avvicinò al comodino e vi estrasse una scatola rettangolare ricoperta da carta da regalo.
Il canadese la guardò in confusione ma poi prese la scatola fra le mani e l’aprì.
Il cuore gli salì immediatamente in gola. Osservò il bastoncino nella scatola. Su di esso vi era un segno rosa. Cavolo.
“Sorpresa!” disse Lea con un finto sorriso. La brunetta prese il cellulare e prontamente scattò una foto alla faccia sconvolta del marito.
“Sai, la mia espressione era molto simile alla tua quando l’ho scoperto! Immagina come mi sono sentita quando ho realizzato non solo di essere incinta ma anche che il mio amato maritino mi ha mentito!”
Cory era ancora a corto di parole e si limitò ad abbassare la testa per la vergogna.
Lea gli prese il mento tra le mani costringendolo a guardarla negli occhi.
“Non dici nulla? Ho bisogno di un paio di spiegazioni!” gli gridò la brunetta.
Il suono più forte fece trasalire Cory che si risvegliò dal suo momentaneo stato di torpore.
“Io, io non ho fatto la vasectomia” ammise finalmente suo marito.
“Beh, questo lo avevo già capito! Per quale diavolo di motivo non me lo hai detto?” gli chiese Lea alzando maggiormente la voce.
“Mi dispiace, è solo che mi vergognavo troppo. Non volevo dirti che l’idea dell’intervento mi spaventava a morte. Poi pensavo che tu prendessi la pillola quindi non c’era alcun motivo per preoccuparsi”
“E secondo te per quale motivo avresti dovuto fare l’intervento? Solo per interrompere l’utilizzo della pillola!”
Cory non sapeva cosa rispondere. Lea lo guardò negli occhi, i suoi erano pieni di lacrime non ancora versate.
“Devo ammettere in realtà di essere contenta di essere incinta. Pensavo di non volere più bambini ma a quanto pare mi sbagliavo. Il problema è un altro, non avrei mai voluto che mio marito mi mentisse per una cosa del genere. Ci siamo sempre detti tutto, ma adesso hai tradito la mia fiducia”
Lea cominciò a piangere per davvero e si nascose in bagno.
Aveva combinato davvero un gran casino.
 
25 Dicembre 2022
Lea si svegliò quando sentì una mano accarezzarle i capelli. Aprì pigramente gli occhi e subito le sue narici furono inebriate dal profumo di caffè e dolci ripieni di frutta.
“Ehi” le disse Cory sorridendole timidamente.
Lea si mise in una posizione seduta ed osservò attentamente suo marito.
“Non credere di cavartela solo perché mi hai portato la colazione a letto!” lo avvisò la brunetta prendendo un sorso di caffè.
“Lo so, ma speravo che questo avrebbe risolto  le cose!” disse Cory porgendole un foglio di carta.
Lea lesse le prime righe e subito realizzò che era un certificato medico. Uno che testimoniava che suo marito si era sottoposto all’intervento.
Lea guardò il canadese in confusione. “So che forse è troppo tardi ma questa volta l’ho fatto sul serio, per te. Mi sono comportato da sciocco e non avrei mai dovuto mentirti. Ho dovuto cercare a lungo un laboratorio aperto disposto a farmi una vasectomia proprio la mattina di Natale, ma ce l’ho fatta. Il medico ha detto niente sesso per almeno una settimana. Beh, sempre che tu voglia ancora fare sesso con me!”
Lea lo fissò senza dire nulla per qualche secondo ma subito dopo gli saltò in grembo baciandolo con passione. Cory gemette dal dolore quando Lea si strofinò contro di lui.
Subito la brunetta si accorse del suo errore e gli diede un bacio di scusa.
“Buon Natale Cory! Che tu ci creda o no, mi hai fatto accidentalmente il miglior regalo di sempre! Avremo un altro bambino, te ne rendi conto?” gli chiese Lea sorridendo.
Cory la baciò dolcemente. Magari questo Natale non era iniziato nel migliore dei modi, ma sicuramente sarebbe terminato magnificamente!
 
 







 
Angolo autrice: Capitolo Natalizio per stemperare leggermente la temperatura afosa di questo Agosto! Come avete notato questo capitolo conteneva un notevole salto temporale, è per questo che vi ho dato un paio di indicazioni utili! E così avete conosciuto altri due membri della famiglia Monteith e a breve ne arriverà un altro! Spero come al solito di poter aggiornare il prima possibile, aspetto i vostri commenti! Tenetemi compagnia! A presto e grazie di tutto <3

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Capitolo 7
*** Being part of the Monteith family makes you crazy! ***


Attenzione: ed ecco a voi un nuovo capitolo! Mi scuso sempre se vi faccio aspettare così tanto tempo per gli aggiornamenti ma comunque ahimè, l'estate sta quasi finendo e quindi presto riuscirò ad aggiornare più velocemente. Spero quindi che voi non stiate perdendo interesse per questa storia. Come sempre vi do delle indicazioni affinché la lettura del capitolo risulti chiara:
Siamo nel 2022
Cory ha 40 anni,
Lea ha 35,
Iris ne ha 8,
Chris ne ha 5,
Dylan ne ha 4,
Connor ne ha 2.
Buona lettura :)




11 Maggio 2022
L’odore della pancetta e delle uova che proveniva dalla cucina, contribuì a svegliarlo dal suo sonno. Era strano sentire questi aromi a prima mattina in casa sua. Nonostante il fatto che cinque dei sei membri della famiglia fossero carnivori, Lea si ostinava a ridurre le portate di carne durante i pasti. ‘Lo faccio per la tua salute, perché ad una certa età bisogna stare attenti al colesterolo’ , Cory ripetè le parole di sua moglie fra sé e sé. 
Immediatamente fu portato a chiedersi quale grande evento fosse stato in grado di rompere la sua normale routine alimentare.
Oh, ma aspetta un attimo: come aveva fatto a scordarsene? Era il giorno del suo compleanno! Tutti avevano il compito di viziarlo in questo giorno!
Soddisfatto, scese dal letto pronto a cominciare una nuova giornata dedicata solo a lui…
Pensò che forse Lea gli volesse portare a letto la colazione come aveva fatto tutti gli anni durante il giorno del suo compleanno da quando si erano sposati, ma quando vide l’orario segnato sulla sveglia, decise che fosse meglio scendere in cucina da solo per ricevere il suo pasto e le sue coccole! 
Girò l’angolo per la cucina stampandosi sul volto un grande sorriso. Sorriso che scomparve non appena vide tutti i suoi figli alzarsi pigramente dalle sedie intorno al tavolo non appena si accorsero della sua presenza nella stanza.
“Giorno papà!” dissero i bimbi senza allegria quando gli passarono accanto per recarsi alla porta d’ingresso.
Subito Lea emerse da dietro ai fornelli e accompagnò i suoi figli verso la porta, sembrava davvero molto occupata.
“Cory, noi stiamo andando dal dentista e dopo abbiamo un appuntamento dal dottore per il vaccino. Non aspettarci per pranzo perché probabilmente torneremo tardi. La colazione è già pronta, buona giornata” gli disse Lea velocemente dandogli alla fine un bacio rapido sulla guancia. Tutti i suoi figli erano già in macchina.

Cory rimase a fissare la porta davanti a sé per almeno un minuto. Nella sua mente continuavano a vorticare immagini di ciò che era appena successo. La sua famiglia si era scordata del suo compleanno. Non era mai successo prima. Si sentiva ferito ed abbandonato.

Lea ed i bambini entrarono in macchina, la brunetta mise in moto e guidò senza dire nulla fino ad arrivare ad un semaforo rosso. Subito si girò verso i suoi figli e sorrise a tutti loro. “Ragazzi, siete degni figli dei vostri genitori! Voi tutti avete un futuro come attori! Papà non sospetta nulla!” disse battendo le mani insieme.
“Già, ma mi è dispiaciuto vedere papà così triste. È pur sempre il giorno del suo compleanno!” disse Iris mettendo leggermente il broncio.
“Non vi dovete preoccupare, sono convinta che papà ci perdonerà non appena vedrà la sua sorpresa. Adesso andiamo o perderemo il volo!”

Cory finì la sua colazione tutto solo. Erano davvero rari i momenti di solitudine in casa sua. C'erano sempre bambini che correvano e gridavano per tutta la casa, Lea che cantava oppure parenti che li facevano visita. Invece in quel momento c'era il silenzio più assoluto. Per quanto questo la maggior parte delle volte potesse essere considerato terapeutico e rilassante, oggi non era proprio il giorno più giusto per non sentire rumori. Che diavolo, in questo momento i suoi bambini avrebbero dovuto circondarlo con la loro presenza e colmarlo di tanto affetto, così come sua moglie. Avrebbe dovuto ricevere chiamate su chiamate da parte dei parenti lontani e non avere un attimo di respiro dal dover ringraziare tutti. Ed invece eccolo là, ancora una volta solo.
Si rianimò non appena sentì il suo cellulare squillare. Si accorse subito che era Tom, il direttore del nuovo film canadese che stava girando.
"Ehi Tom!" rispose allegramente pensando che finalmente le chiamate per gli auguri stessero cominciando.
"ciao Cory, mi scoccia veramente disturbarti soprattutto quando le riprese del film sono ormai concluse ma ho bisogno di te. Oggi stavamo controllando il montaggio del film e ci siamo accorti della presenza di un errore molto grave e quindi dobbiamo rigirare la scena. Ti ho prenotato un volo per Vancouver fra un'ora. Mi serve la tua presenza qui. Non ti preoccupare, entro stasera sarai di nuovo a casa!"
"Cosa?! Tom io oggi non posso proprio!" disse Cory ancora scioccato dalla piega che gli eventi stavano prendendo quella mattina.
"Cory non ti avrei chiamato se non fosse urgente. Devi fare un sacrificio" rispose Tom dall'altro capo del telefono.
Il canadese sospirò stancamente. "Buon compleanno a me" si disse.
"Bene, ci sarò. Ma prima devo avvisare Lea"

La successiva ora passò in una sfocatura per Cory intento a recarsi all'aereoporto il più velocemente possibile e cercare di rintracciare Lea, ma di sua moglie non vi era traccia. Le lasciò quindi un messaggio in segreteria sperando che l'ascoltasse.
Arrivato sul set, Tom gli venne incontro sorridente. "Ehi Cor! Grazie per essere venuto con così poco preavviso. Prima di iniziare a girare abbiamo bisogno di andare in un posto. Seguimi."
Adesso Cory era davvero molto confuso: il suo capo gli aveva dato tantissima fretta ma adesso insisteva di dover recarsi in un altro posto prima di iniziare le riprese. Lui certamente non aveva tutta la giornata da perdere. Era pur sempre il suo compleanno.

Intanto, sempre a Vancouver, Lea correva per la casa cercando di preparare gli addobbi per la festa a sorpresa di suo marito.
"Tom mi ha appena mandato un messaggio. Fra mezz'ora saranno qui" disse in ansia la brunetta leggendo il messaggio inviatole dal suo più grande complice per la festa.
Tutti gli invitati erano già presenti nella loro villetta a Vancouver, pronti ad aiutare Lea con i preparativi.
Lea dovette sforzarsi dal trattenere un urlo quando notò Connor immergere le manine nella panna della torta insieme a Lizzy e Peter, i due adorabili (non così tanto adorabili in quel momento) gemelli di Chris e Will. 
Certo, gli adulti le stavano dando una grande mano nell'organizzazione della festa. Ma i loro figli stavano mettendo sottosopra la casa. E la villa era davvero piena di bambini. Sembrava che tutti i loro amici e parenti avessero improvvisamente deciso di mettere al mondo una vagonata di bambini, così come avevano fatto Cory e Lea. Non che ci fosse nulla di male in questo, ma a volte la confusione che si creava era a dir poco insopportabile.

Tom parcheggiò l'auto di fronte casa sua. Era ormai ora di pranzo. Forse aveva fame? Ma per quale motivo erano proprio davanti alla sua villetta? Lui e Lea non ci erano tornati da quasi un anno e doveva ammettere che gli era davvero mancato il suo Canada. 
Tom non disse una parola ma scese dalla macchina recandosi vicino alla porta d'ingresso aspettando che Cory lo seguisse. E così fece Cory, notando immediatamente il post it celeste attaccato alla porta. Su di esso vi era scritta soltanto una parola : giardino. 
Cory aprì la porta stupito dal trovarla senza mandate della serratura. Attraversò la casa buia e si recò fino al giardino. 
La sua bocca si aprì per la sorpresa non appena capì quello che aveva di fronte a sè.
Fu riportato subito indietro a quello che fu il suo primo vero appuntamento con Lea. Aveva dei bellissimi ricordi di quella serata, bene, anche se la mattina seguente litigarono a causa di Jon perchè lui pensava che fosse il suo fidanzato. Un sorriso apparve sulle sue labbra alla visione del ricordo. 
Pensò  a quanto tempo fosse passato da quella data, a quanta strada avevano percorso insieme lui e Lea e immediatamente un'ondata di tristezza lo attraversò al solo pensiero di star invecchiando. Ma poi si accorse subito di non essere poi così vecchio. Aveva dei bambini e una moglie stupenda con cui condividere il resto dei suoi anni. E solo all'ora si rese conto di quello che stava realmente succedendo. Lea era a Vancouver, lui era a Vancouver, Tom lo aveva portato a casa sua con una scusa, Lea era di fronte a lui circondata dallo stesso scenario che lui aveva preparato per il giorno del suo compleanno solo qualche anno prima.
Attraversò il giardino per avvicinarsi a sua moglie che per tutto quel tempo lo aveva guardato sorridendo.
Finalmente Lea parlò "Ho pensato di organizzare la festa per il tuo compleanno in questo giardino, perchè siamo completamente soli. Niente paparazzi. Se l'avessi organizzata in un ristorante lì non avrei potuto fare questo" la brunetta si alzò sulla punta dei piedi per raggiungere le labbra del marito, dove posò un morbido bacio.
Cory alzò un sopracciglio sorridendo "Beh allora sono davvero felice che tu abbia scelto questo posto" disse riproducendo la conversazione che i due ebbero nel giardino in Australia. Entrambi si trovarono increduli dallo scoprire di ricordarsi le battute che si scambiarono quella sera. Ogni dettaglio, ogni ricordo creato con sua moglie per Cory rappresentava un tesoro importantissimo. Stessa cosa per Lea.
Improvvisamente fu distratto dalla luce di alcuni flash e dal rumore delle foto scattate. Tutti i suoi figli avevano una macchina fotografica in mano e scattavano foto ai loro genitori con pose da paparazzi. 
Cory sorrise alla scenetta che sua moglie e i suoi bambini avevano messo su. Subito Iris, Chris, Dylan e Connor saltarono tra le braccia del padre e tutta la famiglia si strinse in un abbraccio. "Sorpresa" gridarono i cinque. 
"Okay, spiegatemi: Come avete organizzato tutto questo?" Chiese finalmente il canadese.
"Oh, non hai visto ancora nulla Monteith! Vieni con me!" disse misteriosamente Lea prendendolo per mano e trascinandolo verso un'altra parte del giardino. 

La sua bocca si spalancò ancora maggiormente quando vide una mini pista da hockey. Riuscì a scorgere Colton, Nathan e Josh, i figli di Jon e Matt vestiti come i Canucks. Mentre Timmy, Kyle e il piccolo Paul (uno dei due figli di Mark e Dianna) vestiti come la squadra avversaria. Tutti i bambini erano in campo e simulavano una partita. Seduti nelle tribune vi era un sacco di pubblico. Sorrise a tutti i suoi amici che fingevano di guardare interessati la partita, sorrise a sua madre e a Shaun e Jessica che si trovavano al centro del pubblico intenti a scambiarsi un bacio. Un faretto era puntato su di loro. 
Subito Cory notò Jade e June nascoste dietro ad un cespuglio. Le due scattavano foto alla coppia che si stava baciando. 
il canadese capì allora quello che aveva organizzato Lea. Gli stava facendo fare un tour nei lori ricordi più importanti. La scena di fronte a sè rappresentava il loro uscire allo scoperto come coppia. 

Subito Lea lo trascinò poco più lontano verso la zona giochi dei bambini dove vi era una porzione di sabbia. Dietro di essa un grande cartellone raffigurava l'immagine di un tramonto. Nello scenario non c'era nessuno questa volta. Solo lui e Lea.
"Questa è l'ultima scenetta che abbiamo creato, proprio perchè  credo che sia il luogo più importante per noi. Qui è cominciato tutto, con un bacio ubriaco che inizialmente pensavo fosse ubriaco a causa dell'alcool ma solo con il tempo ho capito che fosse ubriaco d'amore. Qui mi hai chiesto di sposarti. Qui è iniziata la nostra vita come coppia ma anche come singole persone perchè mi sembra di aver davvero iniziato a vivere solo quando ho conosciuto te" gli spiegò Lea dolcemente.
"Ti starai chiedendo perchè ho organizzato questa cosa folle. Beh, i quarant'anni non si compiono mica tutti i giorni. Stai diventando anzianotto e volevo solamente farti fare un viaggio della memoria, giusto per rinfrescarla un po'" disse Lea ridendo quando Cory le strinse il naso fra due dita simpaticamente.
"Non avremmo mai potuto scordare il giorno del tuo compleanno e per un po' di settimane siamo stati tutti complici nell'organizzare una giornata perfetta per te. Sai perchè ho voluto organizzare tutto ciò in Canada? Principalmente per due motivi: punto primo, mi sono accorta di tutte le volte in cui sospiravi tristemente quando nominavamo Vancouver e quindi sapevo che ti mancava questo posto. Seconda cosa, questa città è un'altra tappa fondamentale nella storia della nostra relazione. Anche se nessuno oltre noi due lo sa, noi ci siamo sposati qui... quindi... ti lascio tirare le somme. Spero che ti sia piaciuta la tua sorpresa. Buon quarantesimo compleanno amore mio" disse infine Lea dandogli un bacio.
Subito tutti gli invitati lo circondarono e lo riempirono di abbracci e di auguri. In pochissimo tempo il compleanno più brutto della sua vita si era trasformato in quello più bello. Tutto grazie alla sua famiglia e i suoi amici. 
Nel corso della giornata Cory apprese che la pista da hockey era una vera pista su cui si poteva giocare, era decisamente uno dei migliori regali di sempre! insieme a Bonnie, un cucciolo di husky bianco dagli occhi chiari. Quello non era di certo un regalo che si aspettava. Aveva desiderato quel cane dall'età di dodici anni ma sua madre non gli aveva mai permesso di comprarlo. Adesso, ventotto anni dopo si ritrovò con il cucciolo tra le braccia. Cosa che lo stupiva ancora maggiormente, Lea aveva approvato l'entrata in famiglia del cagnolino. Con quattro figli piccoli, Sheila e dei lavori che li tenevano molto impegnati, Lea aveva sempre pensato che non era l'ideale l'adozione di un altro animale domestico... Ma i suoi figli erano stati più forti di lei nel tentativo di convincerla.

Più tardi quella sera, quando la festa era finita e i bambini erano finalmente a letto, Cory e Lea si recarono nel giardino dove al momento erano ognuno nelle braccia dell'altro. 
"Sai Cory, mi piacerebbe ricreare un'altra scena con te. Siamo già in giardino, siamo già abbracciati ma manca qualcosa" disse Lea guardandolo negli occhi.
Subito Cory capì a cosa si stesse riferendo la moglie, voleva ricreare la loro prima vera volta.
"Ti amo" disse semplicemente il canadese.
"Io ti amo di più" rispose prontamente Lea.
"Se lo dici tu..."



 
Angolo autrice: Capitolo pieno di ricordi! Ovviamente erano tutti estratti dalla mia precedente ff "Le pagine della nostra vita". Se non l'avete ancora letta vi consiglio di farlo :)
Bene, spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Magari adesso non avete le idee molto chiare su tutti i nomi che ho introdotto all'interno della storia (soprattutto questi nuovi piccolini). È per questo motivo che ho creato delle immagini di tutte le famiglie e quindi dei bambini che vengono presentati in questa storia. Vi lascio qui sotto la prima immagine che raffigura i piccoli di Lea e Cory. Nella mia testa i bambini hanno questo aspetto ma ci tenevo a dire una cosa per sicurezza: NON POSSIEDO I DIRITTI DEI BAMBINI IN QUESTA IMMAGINE. SONO SOLO DEI MODELLI DI UN NOTO MARCHIO DI ABBIGLIAMENTO E LI HO UTILIZZATI SOLO PERCHÉ SONO ESATTAMENTE COME ME LI IMMAGINAVO. È SOLO UN GIOCO. 

IMPORTANTE: ho creato tante altre immagini riguardanti la storia. Le posteró tutte sul mio tumblr @noemigleek "Of course I know what Monchele is"
Qui vi lascio il link.  http://noemigleek.tumblr.com  apprezzerei tanto se ci proteste passare, seguitemi e vi seguo e per chi non ha tumblr potrete comunque vedere sul mio profilo le immagini inerenti alla storia. Lì posteró le foto dei piccoli Monteith cosi potrete vedere il loro aspetto nel corso della loro crescita, così come posteró le immagini della casa di Lea e Cory oppure le foto del piccolo Bonnie ecc.. È solo un modo carino per rendervi più partecipi al mondo che ho creato con questa storia e anche per conoscerci meglio :) spero che questa mia iniziativa venga apprezzata.
Aspetto i vostri commenti per questo capitolo! A presto <3

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Capitolo 8
*** Spotted! ***


25 Settembre 2028

Iris rientrò in casa con i suoi fratelli al seguito dopo una lunga giornata di scuola. Si recò subito in cucina, ma se ne pentì non appena vide i suoi genitori intenti a coccolarsi davanti ai fornelli. 
Una smorfia di disgusto attraversò il suo viso. Ma quei due non se la smettevano mai di essere sempre così appiccicosi?! Insomma, dopo sedici anni di matrimonio si comportavano ancora come degli adolescenti ormonali. Tanto che almeno due volte alla settimana portavano lei e i suoi fratelli a pregare di essere sordi quando in piena notte decidevano di “fare ginnastica”. Iris ripensò alla scusa assurda che suo padre trovò quando solo cinque anni prima, lei era entrata nella loro camera e li vide fare sesso. Ancora oggi si pentiva di aver aperto quella porta. Poteva sentire i suoi occhi bruciare solo al pensiero di quello spiacevole ricordo.
Fortunatamente le urla di Chris e Dylan li riportarono sulla terra ferma e smisero di succhiarsi il volto a vicenda. A quanto pare i suoi stupidi fratelli stavano litigando per ottenere la supremazia sull’x-box. Ormai Iris era abituata a sentire i suoi fratelli bisticciare e la maggior parte delle volte era felice in quanto le loro urla impegnavano l’attenzione dei genitori su di loro, questo voleva dire maggiore libertà per lei.
Ormai era un’adolescente, aveva bisogno dei suoi spazi e stava sicuramente affrontando quella fase in cui i genitori rappresentano dei nemici. Amava sua madre e suo padre, ma a volte erano estremamente protettivi e la trattavano ancora come una bambina. Questa situazione doveva cambiare.

Iris fece per recarsi nella sua stanza e chiudersi nel suo santuario almeno fino all’ora di cena, ma sua madre la fermò.
“Ehi signorina, vieni un po’ qui! È da tanto che non parliamo. Come è andata la scuola?” chiese Lea consapevole del fatto che sua figlia fosse arrabbiata con lei e Cory.
“Tutto bene! Adesso posso andare?” Iris stette davanti a sua madre indossando un’espressione scocciata.
“Non ancora. Io e tuo padre dobbiamo dirti una cosa!”annunciò Lea gioiosa.
“Oh vi prego, non ditemi che aspettate ancora un altro bambino. L’ultima volta sono stata fortunata ed ho avuto una sorella, ma non so per quanto ancora possa durare questa fortuna” disse Iris evidentemente preoccupata dall’idea di avere un altro fratello.
Cory e Lea si guardarono e condivisero una risata. Suo padre subito la rassicurò “No, Iris, tua madre non è incinta. Volevamo solo dirti che abbiamo molto pensato a quello che ci hai detto e abbiamo preso una decisione”
La ragazzina guardò i suoi genitori in silenzio.
 Solo pochi giorni prima, i tre avevano avuto un’accesa discussione. Lea e Cory dovevano uscire per un evento e proprio non riuscivano a trovare una babysitter disposta a controllare i ragazzi con poco preavviso. Subito Iris si era offerta di badare a i suoi fratelli, ma i suoi genitori erano scettici nei confronti di questa idea. Tale argomentazione aveva portato in seguito ad un dibattito in cui Iris affermava di essere abbastanza matura nonostante Cory e Lea la vedessero ancora come una bambina. La discussione terminò ben presto con Iris che arrabbiata sbattè la porta in faccia a i suoi genitori e un successivo castigo per quel suo gesto tanto scortese. 
“Io e tua madre abbiamo capito di aver sbagliato a non averti dato fiducia. Ormai hai quindici anni e stai crescendo e sei in grado di controllare i tuoi fratelli. Per questo ti vogliamo mettere alla prova. Questa sera dobbiamo uscire con zia Jessica e zio Shaun. Kyle, Jade e Chanel verranno qui e tu e Kyle potrete badare ai più piccoli.” Disse Cory sorridendole pur non essendo molto entusiasta all’idea. Sperava di ritrovare la casa ancora in piedi quando sarebbe tornato dalla sua serata fra adulti.
Iris ascoltò attentamente le parole di suo padre e le ci vollero circa trenta secondi prima di riuscire a registrare completamente la notizia che le era appena stata riferita. 
Non solo i suoi genitori le stavano dando fiducia, ma in più aveva l’opportunità di trascorrere un’intera serata con Kyle in una casa senza la presenza di adulti. Le cose si facevano sempre più interessanti.
“Oh grazie mille” gridò improvvisamente abbracciando contemporaneamente entrambi i suoi genitori. “Non ve ne pentirete! Ve lo prometto”.
“Lo spero” dissero in silenzio Cory e Lea.

“Mamma ha scritto tutti i numeri per le emergenze su un foglietto attaccato al frigo. Se ci sono problemi chiamateci subito. Potete ordinare una pizza, i soldi sono in cucina. Mi raccomando, comportatevi bene” 
Iris spinse i suoi genitori verso la porta d’ingresso. “Volete stare tranquilli?! Ho tutto sotto controllo e sono convinta che loro faranno i bravi” disse Iris indicando i suoi fratelli accanto a sé.
“Oh saremo degli angioletti” disse Chris con un finto sorrisetto angelico, anche Dylan e Connor avevano la stessa espressione mentre Sophie sembrò realmente tranquilla. 
L’espressione dei suoi figli non sfuggì all’attenzione di Lea che si chinò leggermente per guardare tutti i suoi bambini negli occhi “Conosco quelle facce e se Iris ci dice che l’avete fatta disperare potrete dire addio alla vostra amata x-box per almeno un mese. Sono stata chiara?” chiese Lea dolcemente.
“Si mamma” gridarono i tre bimbi in coro. Solo una persona era in grado di poterli calmare e quella persona era Lea. Nonostante il fatto che tutti e tre i maschietti adorassero la loro mamma, la temevano anche tanto. Non era bello trovarsi nella stessa stanza con Lea quando lei era arrabbiata. Ancora peggio se lei era arrabbiata con te.
Quando Kyle, Jade e Chanel entrarono in casa Monteith, finalmente Lea e Cory lasciarono i figli alla loro serata.
Chanel e Sophie subito presero a giocare tranquillamente con la loro casa delle bambole mentre Jade si buttò stancamente sul divano e cominciò a fare zapping fra i canali tv.
Chris, Dylan e Connor si ritirarono nella stanza di Chris. I tre sembravano abbastanza tranquilli. Troppo tranquilli. Ma Iris non se ne curò, lei e Kyle si chiusero in cucina.
Non appena la porta si chiuse alle loro spalle, Kyle attaccò le labbra a quelle di Iris.
“Mi sei mancata così tanto” disse il giovane quando si staccò dal loro bacio appassionato.
“Anche tu. Sai che questo è estremamente pericoloso, vero? Se qualcuno dei miei o dei tuoi fratelli dovesse vederci mentre ci baciamo saremmo fritti dato che lo direbbero sicuramente ai nostri genitori.” Disse Iris riprendendo fiato.
“Ne sono consapevole. Eppure questo rende le cose soltanto più eccitanti” disse Kyle riprendendo a baciare la sua ragazza.
Entrambi erano ancora increduli a quello che stava succedendo tra di loro. Erano stati migliori amici per dodici anni, quindi gran parte della loro vita. Per loro era strano scoprire di provare sentimenti così forti nei confronti dell’altro. La cosa più difficile sarebbe stata annunciare la notizia alle loro famiglie. Insomma, potevano essere considerati cugini anche se in effetti non avevano alcun legame di sangue. Nessuno dei due sapeva quale sarebbe stata la reazione dei genitori se questi fossero venuti a conoscenza del loro rapporto. Per ora non destavano sospetti. Fin dalla tenera età erano stati inseparabili, adesso lo erano ancora ma solo in un'altra maniera.

I due continuarono a pomiciare appoggiati al bancone al centro della cucina per svariati minuti, così presi ognuno dall'altro tanto da non accorgersi che Chris era entrato in cucina per un bicchiere di acqua.
Silenziosamente, Chris estrasse il telefono dalla tasca dei suoi pantaloni e scattò una foto ai due mentre si baciavano.
"Bene, bene, bene" disse il ragazzino schiarendosi la voce per annunciare la sua presenza.
"O MIO DIO" Iris e Kyle gridarono all'unisono. 
"Chris, tu non..." disse la bruna balbettando.
"Vi ho scattato una foto. Penso che mamma e papà saranno davvero molto interessati a vederla" disse Chris con un sorrisetto diabolico.
Iris stava per gettarsi sul fratello ma Kyle la fermò intuendo che questo avrebbe provocato solo maggiori guai. 
"Cosa vuoi in cambio di quella foto?" chiese Kyle tranquillamente.
"Uhm, vediamo..." disse Chris grattandosi il mento in contemplazione.
"Venite con me!" aggiunse subito.
Prima che Iris e Kyle se ne potessero anche accorgere, erano legati ad una sedia nel bel mezzo del salotto. I suoi fratelli stavano praticamente distruggendo la casa. Dopo aver mangiato tutti gli alimenti pieni di zucchero presenti nel loro frigorifero, iniziarono a correre per il salotto lanciandosi in una battaglia di cuscini. Peccato che i cuscini fossero in piuma d'oca quindi si ruppero velocemente disseminando per terra tutte le piume. Ci sarebbe voluto molto tempo per ripulire tutto il disordine che avevano provocato in pochi minuti. Mentre correva, Dylan inciampò accidentalmente nella casa delle bambole di Sophie distruggendola. Non solo, questa provocò la caduta di Connor che correva dietro Dylan. Il bimbo prese una botta in pieno viso e non appena il dolore si diffuse sulla sua fronte, cominciò a piangere.
Le urla isteriche della piccola Sophie si unirono a quelle del fratello, quando vide la sua amata casetta distrutta.
Iris era disperata. Stava per uccidere Chris.
In un impeto di rabbia, Iris riuscì a sciogliere le corde che circondavano i suoi polsi e si liberò.
Subito corse per raggiungere Chris e quando il ragazzino era vicino a lei gli prese il collo per strangolarlo ma Kyle la fermò. Improvvisamente tutte le luci della casa si spensero. C'era stato un blackout.

Cory si aggiustò la cravatta intorno al collo per quella che sembrava la milionesima volta. Lea lo guardò consapevolmente. 
"So che sei nervoso, ma dobbiamo fidarci di lei" disse prendendo la mano del marito fra le sue tentando di calmarlo.
"Io voglio fidarmi di lei, ma non mi fido dei bambini. Sai quanto possono essere disubbidienti e si divertiranno a far impazzire Iris!"
"Beh io ho già detto loro quali saranno le conseguenze se una cosa del genere dovesse accadere" rispose Lea ancora accarezzandogli le nocche.
Improvvisamente Cory si alzò in piedi. "Torno subito. Vado a casa, sbircio dalla finestra e vedo se va tutto bene. Dopodichè possiamo continuare a cenare". Lea cercò di trattenerlo dalla camicia.
"Sei impazzito? Se Iris ti vede penserà che non abbiamo fiducia in lei" disse la brunetta avvertendolo.
"Non mi farò vedere da lei! Torno subito!"
Detto questo il canadese si allontanò dal ristorante.
Arrivato davanti casa sua, Cory rimase stupito dal trovare tutte le luci spente. Cosa stava succedendo? Tentò quindi di sbirciare dalla finestra della veranda. Si alzò su una sedia per avere una visione migliore ma sbadatamente cadde sbattendo la gola sullo spigolo del tavolo. Per qualche secondo gli mancò il respiro e quando provò a parlare la sua voce risultava decisamente roca.

Intanto i ragazzi avevano cessato la loro lotta per trovare delle torce per illuminare la casa. Improvvisamente un rumore proveniente dalla veranda li fece trasalire. Il gruppo si strinse in un abbraccio per la paura. C'erano i ladri?!
Kyle si recò verso il contatore elettrico e riuscì a ripristinare la corrente.

Stanco di giocare, Cory si recò verso la porta d'ingresso e cercò di aprirla ma questa era bloccata con una catenella dall'interno.

I ragazzi furono spaventati nuovamente quando sentirono la porta aprirsi, per fortuna c'era la catenella.
Tutti urlarono terrorizzati quando una voce inquietante giunse dalla porta. "Ragazzi, apritemi"
Sophie saltò fra le braccia di Iris e persino Chris si nascose dietro alla sorella in cerca di protezione.
Iris prese coraggio e corse verso la porta intrappolando tra di essa e la parete la mano che stava cercando di raggiungere la catenella. 
Il ladro gridò per il dolore e finalmente Iris fu in grado di chiudere la porta.

Cory immerse la mano nella piscina cercando di alleviare il dolore che si stava diffondendo su di essa.
Fu stupito quando vide sua moglie arrivargli incontro.
"Cory che diavolo stai facendo? è da più di mezz'ora che sei qui!" disse Lea con tono di rimprovero.
Subito il canadese le raccontò quello che era successo. I ragazzi erano sicuramente spaventati. Avranno pensato che fosse un ladro.

Lea bussò gentilmente alla porta.
"Bambini, apritemi. Sono io, mamma!" Subito la porta si aprì e Lea fu vittima di un attacco di abbracci. Connor, Sophie e Chanel stavano piangendo mentre li altri tremavano dalla paura.
"Ehi calmatevi non è successo niente. Era solo papà" spiegò la bruna cercando di rassicurare i bambini.

Cory entrò in casa e subito notò il disordine. "Cosa diavolo avete combinato?" disse con voce roca facendo trasalire ancora una volta i ragazzi.
"Mi dispiace tanto, è colpa mia..." cominciò a dire Iris con le lacrime agli occhi.
Solo allora Lea si rese conto che i cuscini del divano erano completamente distrutti così come la casa delle bambole di Sophie. Piume d'oca erano sparse per tutto il pavimento e Connor aveva un bel bernoccolo sulla fronte.
"Okay, chi mi spiega quello che è successo?" chiese Lea respirando pesantemente cercando di calmarsi.
Iris prese la parola "Andava tutto bene fino a quando Chris ha legato me e Kyle ad una sedia e dopo non ho capito più nulla perchè hanno creato disordine. Ma questo non significa che io non sia una brava babysitter, insomma... io... io..."
"Credo che sia evidente che non sei una brava babysitter, Iris!" disse Cory duramente. "E poi per quale motivo Chris vi avrebbe dovuto legare?" chiese Lea scettica rivolgendo uno sguardo furioso al suo secondogenito.
"Beh io..." disse Chris non sapendo esattamente come rispondere. Fissò per qualche secondo sua sorella negli occhi e lì vide un'espressione di terrore. Non poteva mostrare ai genitori la foto, anche se questo significava che sarebbe stato messo in punizione a vita.
"Io volevo solo dare fastidio ad Iris, volevo rovinarle i piani e farle fare brutta figura con voi. Ma lei in realtà è stata una brava babysitter." disse Chris abbassando la testa per la vergogna. Non riusciva proprio a fissare negli occhi i suoi genitori quando questi avevano in viso uno sguardo deluso.
"Bene, non solo adesso dovrai ripulire tutto questo macello ma puoi anche considerarti in punizione. Più tardi io e tuo padre discuteremo riguardo al tuo castigo. Adesso ti conviene iniziare a ripulire." disse Lea con voce arrabbiata.

Più tardi quella sera, Chris era seduto sul suo letto e ripensava alla giornata appena trascorsa. I suoi pensieri vennero interrotti da un bussare alla porta e dalla successiva presenza di Iris in camera sua.
La ragazza aveva lo sguardo basso e si contorceva le mani per il nervosismo.
"Ehi Chris, volevo solo ringraziarti per non aver mostrato la foto a mamma e papà e per esserti preso tutte le colpe. È stato un gesto maturo da parte tua!" disse Iris sorridendogli mentre si sedeva accanto al fratello.
Chris annuì ricambiando il sorriso della sorella. "Così tu e Kyle..." disse improvvisamente.
"Già" rispose Iris sospirando.
"Lo sai che mamma e papà, soprattutto papà, impazzirebbero se venissero a conoscenza di una cosa del genere, vero?" chiese Chris alzando un sopracciglio.
"Lo so, è per questo che deve rimanere un segreto" annunciò Iris.
"Bene, anche se inizialmente mi sono comportato da immaturo sappi che adesso il tuo segreto è al sicuro con me!"
"Grazie, ti voglio bene fratellino" Iris si sporse verso Chris e gli diede un abbraccio.
"Anche io, ma non lo dire in giro. È un segreto..."
I due fratelli risero e si abbracciarono nuovamente.
Era stata una giornata dura per Iris: i suoi genitori le avevano finalmente dato maggiore fiducia ma alla fine non si era rivelata una decisione così buona. Era sicura che non avrebbe voluto sentir parlare di babysitter per un po' di tempo. 
Anche la sua relazione con Kyle era stata messa a dura prova. Anche se si stavano frequentando da solo un paio di mesi, lei si sentiva sempre più cotta del ragazzo. Forse e solo forse si stava innamorando. 
Prima o poi i suoi genitori avrebbero scoperto la sua relazione con Kyle. Sperava solo che quel giorno loro avessero la mente molto aperta.





 
Angolo autrice: e sono tornata prima con un nuovo aggiornamento questa volta! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto anche se non c'erano tanto i nostri Monchele ma bensì era incentrato su Iris. Ditemi cosa ne pensate :)
questo capitolo è stato vagamente ispirato ad una puntata di Lizzie Mc Guire! Trovavo l'idea della babysitter esilarante! Povera Iris.

Per ora ho postato solo una foto su tumblr ma fra pochi minuti ho intenzione di postarne altre. Sono @noemigleek e mi farebbe tantissimo piacere se poteste fare un salto sul mio profilo! 

Qui vi lascio il link, spero che si apra altrimenti potete semplicemente cercarmi su tumblr.

. https://www.tumblr.com/blog/noemigleek al prossimo capitolo <3

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Capitolo 9
*** Giochi di coppie ***


4 Luglio 2012


“Uhm, non mi convince … credo che dovremmo spostare il barbecue più vicino al mini bar” disse Lea battendo pensierosa la mano sul suo mento.
Cory, di fronte a lei, si asciugò la fronte dal sudore e respirò fittamente.
Era tutta la mattina che la moglie gli faceva trasportare mobili pesanti da una parte all’altra del giardino, ripetendo che tutto doveva essere perfetto per la festa del loro primo quattro Luglio come coppia sposata.
“Amore, meno di cinque minuti fa mi hai detto che non ti piaceva troppo vicino al mini bar” affermò Cory con pazienza, cercando di far ragionare la brunetta.
“Beh, adesso ho cambiato idea. Sbrigati, dobbiamo ancora sistemare le sdraio” detto questo, Lea si allontanò verso i tavoli disposti sul manto erboso e cominciò a spostare le sedie.
Cory si permise il lusso di riposarsi per qualche secondo fino a quando la voce stridula della moglie non lo richiamò dalla cucina.
Entrato in casa, la moglie lo abbracciò entusiasta. “Will mi ha appena mandato un messaggio dicendomi che verrà alla festa! Non è una notizia stupenda?! Adesso gli potrò presentare Jon!” disse Lea saltellando con fervore.
“Beh si ma ti ricordo che, l’ultima volta che abbiamo avuto a che fare con Will, ci siamo ubriacati, ci siamo fatti dei tatuaggi, abbiamo perso la tua fede di nozze e beh, abbiamo girato dei sex tapes. Non so fino a che punto ci sia convenuto invitarlo. Devo ammettere di essere un po’ scettico all’idea” ammise Cory mettendo leggermente il broncio.
“Oh andiamo, bisogna anche dire però che ci siamo divertiti un sacco … e poi magari chi lo sa, potremmo girare nuovi video io e te …” affermò Lea suggestivamente, facendo immediatamente cambiare opinione al marito nei confronti di Will.
“Hai ragione, sarà una festa fantastica e vedrai che Jon e Will subito si troveranno bene insieme” disse Cory sorridendo, chinandosi verso la moglie per baciarla sulle labbra.
“A proposito, hai invitato Matt? Chris vuole conoscerlo da secoli … penso che abbia una cotta per lui!” disse Lea iniziando a piegare i tovaglioli che sarebbero serviti per il party.
“Matt chi?” chiese Cory confuso, aiutando la moglie nella sistemazione.
Lea si fermò momentaneamente e si girò verso il marito appoggiando le mani sui fianchi.
“Stai scherzando?! Matt Bomer ovviamente!” gli disse con tono di rimprovero.
“Ah si, me ne ero dimenticato. Comunque stai tranquilla … Ha detto che verrà. Credo che durante questa festa si potrebbero creare un paio di coppie interessanti” rifletté il canadese.
“Beh lo spero, ed il merito sarà soltanto il nostro!” disse Lea con un sorriso.
 
Lea era intenta a preparare una spremuta di limone, aiutata da sua madre, quando riuscì a sentire del baccano provenire dall’ingresso. Presto i rumori si avvicinarono sempre più verso la cucina fino a quando non fu in grado di vedere con i propri occhi ciò che stava succedendo. “Ecco la mia pornostar!” annunciò Will con un sorriso smagliante stampato in volto e una bottiglia di champagne fra le braccia.
“Will!” disse Lea con entusiasmo, correndo verso il suo amico e ignorando il nomignolo che le aveva affibbiato. Persino Edith guardò la figlia con confusione e Lea sperava vivamente che la madre non le avrebbe mai chiesto da dove provenisse un soprannome del genere.
“Sembrano secoli che non ci vediamo!” disse ancora Lea, divincolandosi dall’abbraccio con il biondo.
“Già, Cory mi ha aperto la porta e devo dire che quasi non l’avevo riconosciuto con i vestiti addosso!” affermò William ridendo, facendo approfondire il cipiglio sul viso della povera ed inconsapevole Edith.
Proprio in quel momento, per sbaglio, Lea pestò il piede del giovane, invitandolo di nascosto a smetterla di fare certi commenti in presenza della madre.
Cory entrò nella camera ancora rosso in viso, la brunetta non riusciva ad immaginare cosa gli avesse potuto dire Will per renderlo così imbarazzato, pensò pigramente che la presenza del giovane alla loro festa sarebbe stata in grado di fornire a parenti ed amici dettagli sulla loro luna di miele che fino a quel momento erano stati taciuti. Forse Cory non sbagliava ad essere preoccupato dall’invitare Will.
“E lei signora deve essere la madre di Lea!” disse subito il giovane.
“Oh si, Will ti presento mia madre Edith. Mio padre è in giardino, te lo presenterò più tardi. Invece mamma, lui è William Sherrod, io e Cory lo abbiamo conosciuto in viaggio di nozze” Edith strinse la mano al biondo ed annuì alla presentazione della figlia. Forse le cose stavano iniziando a diventare più chiare. Si erano conosciuti in viaggio di nozze, ecco spiegato il motivo dei nomignoli e dei riferimenti osceni.
“Amore posso parlarti un attimo?” chiese Cory, attirando su di sé l’attenzione di tutti i presenti. Lea già prevedeva guai e si scusò con sua madre e con Will, ignorando nuovamente i commenti del giovane su come sicuramente lei e suo marito avrebbero messo in piedi una loro festa privata in camera da letto.
 
“Okay, so già quello che mi vuoi dire” annunciò Lea non appena fu sola con il marito.
“Lo sai? Appena entrato in casa ha detto praticamente a mia madre che ci ha visti fare sesso più volte e che era strano in quel momento non vedermi nudo” disse il canadese digrignando i denti.
“Ti rendi conto?! Davanti a mia madre, la poveretta non riusciva nemmeno a guardarmi in faccia mentre le parlavo dopo quel commento” continuò il canadese.
“Mi dispiace tesoro, ma Will è così, si sa. Non possiamo farci nulla. Dobbiamo solo sperare che non riveli troppi episodi della nostra luna di miele” disse la brunetta alzando le spalle.
“Bene, quando arriva Jon? Magari se inizia a flirtare con lui, dimenticherà di volerci mettere in imbarazzo!” propose Cory.
“Hai ragione, dovrebbe essere qui a minuti” appena Lea terminò di pronunciare la frase, Edith chiamò i due coniugi annunciando l’arrivo di ospiti.
Lea e Cory sospirarono prima di uscire mano nella mano pronti ad accogliere i loro amici.
Sulla porta di ingresso vi erano Matt e Jon, ognuno con le braccia colme di dolci e bottiglie di vino.
“Ehi” Lea abbracciò il suo migliore amico, contenta che il piano potesse avere inizio.
“Conosci Matt?” chiese la brunetta a Jon.
“Beh, ci siamo appena conosciuti in realtà” annunciò il moro e Lea perse del tutto la visibile attrazione presente tra i due uomini quando si scambiarono uno sguardo.
Ma Cory la notò e scosse la testa per la disperazione. Adesso come avrebbero fatto a tenere Will occupato?!
In quel momento il citofono suonò nuovamente annunciando l’arrivo di Chris. La porta gli fu aperta da William stesso ed i due giovani si fissarono negli occhi per più tempo del normale. A quanto pare il piano di Lea stava funzionando, ma non come da previsto.
 
“Gli hamburger sono pronti” annunciò il canadese dalla sua postazione al barbecue. La casa era stracolma di gente e, per fortuna, fino a quel momento, Lea e Cory non avevano subito nuove umiliazioni per mano del biondino.
Lea mise il broncio rendendosi conto che Will e Jon non si erano ancora scambiati una parola. Decise quindi di intervenire e si avvicinò verso il biondo che stava ridendo e scherzando con Chris.
“Ehi Will, vorrei presentarti una persona. Hai un momento?” Lea ignorò completamente lo sguardo di delusione sul volto dei due uomini alla notizia di doversi separare momentaneamente.
“Certo. Torno tra poco Chris!” disse Will, ammiccando al ragazzo.
“Jon, lui è Will” annunciò Lea quando portò il giovane vicino a Matt e Jon.
Jonathan strinse educatamente la mano a Will, ma sul suo volto traspariva il desiderio di continuare la sua conversazione con Matt.
“Penso che avete molto in comune, perché non parlate un po’?!” chiese la brunetta con un sorriso enorme e spinse praticamente i due uomini verso una parte più tranquilla del giardino, costringendoli a passare del tempo assieme.
Soddisfatta dall’aver appena creato una coppia, si dedicò a fare le presentazioni tra Chris e Matt.
Lea era leggermente confusa quando colse lo sguardo di delusione sul volto di Christopher, non aveva sempre avuto una grande cotta per l’uomo ora di fronte a lui? Allora perché sembrava così disinteressato e cercava di guardarsi attorno alla ricerca di Will?
Forse era soltanto timido, ma era sicura che alla fine della giornata, le due coppie l’avrebbero ringraziata per averli presentati.
 
Per fortuna per la restante parte della serata, Cory si accorse che le due coppie non volevano essere scocciate dagli assurdi tentativi di Lea di creare legami improponibili ed il canadese si impegnò a tenere la moglie distratta ed occupata. Fu così che Lea riuscì a scolarsi un’intera bottiglia di vino e dopo aver ballato su un tavolo, si addormentò fra le braccia del marito emettendo un forte russare che fece sorridere Cory.
Appena prima dell’accensione dei fuochi, Cory svegliò con premura sua moglie, i cui occhi svolazzarono aperti lentamente.
Appena cercò di sedersi in posizione eretta, la testa cominciò a girarle ed una fitta di nausea la obbligò a correre in cucina per rimettere nell’immondizia.
Dopo essersi pulita, lasciò che Cory la coccolasse al suo petto in attesa che la sbornia passasse.
“Dovremmo uscire in giardino! Stanno iniziando i fuochi!” annunciò la brunetta.
“Si, sei sicura? Potrebbero peggiorare il tuo mal di testa!” chiese Cory preoccupato.
“Fa nulla, ne varrà la pena” rispose Lea, già trascinando dietro di sé il marito verso il giardino.
 
“Cavolo, essendomi ubriacata non sono riuscita a controllare la situazione tra le due coppie!” ricordò Lea dopo aver ammirato per qualche secondo lo spettacolo bellissimo di luci e colori nel cielo.
“Beh, io credo che sia stato meglio così” il canadese indicò alla sua destra dove Chris e Will si stavano scambiando un bacio.
La bocca di Lea si aprì leggermente per lo shock quando si rese conto che poco dietro loro c’erano Matt e Jon che si tenevano per mano e si scambiavano sguardi di ammirazione.
 
Lea si stampò in volto un sorriso contento ma allo stesso tempo deluso.
“Beh, non importa come sia andata, mi prenderò comunque il merito di averli fatti mettere insieme” disse la brunetta rivolgendosi al marito facendo spallucce.
Cory non poté fare a meno di ridere della logica assurda della moglie e la baciò con passione sulle labbra.
I due coniugi vennero interrotti quando la voce di Will richiamò la loro attenzione.
“Ehi Cory, Lea, questi fuochi di artificio sono quasi belli quanto quelli che fate in camera vostra. Non credete?” disse Will ridendo.
Lea immerse la testa nel petto del marito e Cory si grattò la nuca in imbarazzo cercando di non catturare lo sguardo di nessuno degli invitati che in quel momento li stavano fissando con un sorriso.
 
“Credimi, ci vendicheremo al loro di matrimonio” gli sussurrò Lea con un ghigno.
“Non vedo l’ora” rispose il canadese riprendendo ad abbracciare la sua dolce metà.
 
A quanto pare il Quattro Luglio era una data magica per le coppie. Prima aveva unito Lea e Cory, poi Chris, Will, Jon e Matt.
Per fortuna i giovani riuscirono a trovare la strada ognuno nelle braccia dell’altro, nonostante gli insensati tentativi di Lea di sabotare il loro rapporto. E fuochi e scintille furono!







 
Angolo autrice: Ed ecco un nuovo capitolo  come promesso ... cavolo, non aggiornavo da secoli e mi scuso immensamente con tutti per aver "abbandonato" questa fanfiction per così tanto tempo. Spero che non ricapiti più. Anyway, in questo periodo sto lavorando per voi e mi sto impegnando a scrivere il maggior numero possibile di capitoli in modo da poter aggiornare periodicamente. 
Spero che voi siate ancora interessati a leggerli! 

PROSSIMO CAPITOLO VENERDì 15 MAGGIO (lo so, è fra due settimane e due settimane è molto tempo. Ma abbiate pazienza, la scuola mi soffoca e per ora le tempistiche di aggiornamento sono queste!)

Grazie a chi ha letto, mi piacerebbe sentire il vostro parere sul capitolo! A presto <3

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Capitolo 10
*** Noi & Floyd ***


 

 

13 Ottobre 2027

“Allora, come sono andati gli allenamenti?” chiese Cory allontanando momentaneamente lo sguardo dalla strada per rivolgersi al figlio.
Quando non ottenne risposta, riprese a guidare senza fare altre domande: evidentemente non erano andati tanto bene.
“L’allenatore mi ha detto che oggi ho fatto schifo” aggiunse in seguito Chris mettendo il broncio.
Immediatamente le mani di Cory si strinsero sul volante e gli ci volle tutta la forza che possedeva per non fare dietro fronte e dare una bella lezione al coach stupido di suo figlio! I ragazzi non dovrebbero essere motivati?
“Non capisco, perché questo idiota si è permesso di dirti che fai schifo? Soprattutto quando so che non è vero! Ti ho visto giocare, sei davvero bravo!” disse Cory cercando di calmarsi.
“Diciamo che è un coglione, lo odio” aggiunse Chris sbuffando di nuovo ed appoggiando la testa sul suo braccio destro.
Cory rivolse al figlio un’occhiata brusca “Sai che non devi usare certi termini, anche se in questo caso farò finta di non aver sentito nulla! Penso che è l’unico aggettivo in grado di descrivere una persona del genere!” entrambi risero di gusto a questo.
Poi Chris vide qualcosa muoversi impercettibilmente sul ciglio della strada. La visione non era molto chiara a causa della pioggia ma potè giurare che si trattasse di un cucciolo.
“Papà, accosta!” disse improvvisamente facendo sussultare il padre, che frenò prontamente.
La confusione di Cory aumentò quando Chris si fiondò fuori dalla macchina non rispondendo alla sua domanda: “Ehi, che stai facendo?”
Il canadese spense il motore e raggiunse Chris che era inginocchiato accanto ad un cucciolo di labrador che sembrava tanto spaventato.
“Papà, dobbiamo portarlo con noi! Guarda, lo hanno abbandonato!” disse Chris con gli stessi occhi di sua madre, gli occhi che tutti i suoi figli sapevano utilizzare quando volevano qualcosa.
“Chris, lo sai che mamma darebbe di matto! Non possiamo prenderlo” cercò di rispondere Cory con voce autoritaria.
“Ma papà…” Chris lo stava praticamente implorando.
“Niente, questa conversazione finisce qui” continuò Cory con sguardo di pietra, questa volta non si sarebbe lasciato convincere tanto facilmente. I suoi figli erano viziati proprio a causa della sua incapacità di dire loro di no.
 
Peccato che anche questa volta la sua autorità di padre non aveva vinto e questo costrinse Cory e Chris a farsi strada dentro casa in maniera furtiva, nascondendo il cucciolo dentro la giacca del canadese per timore che Lea fosse già rincasata.
Iris, che era in sala da pranzo a fare i suoi compiti, guardò suo padre e suo fratello con un cipiglio.
“Che sta succedendo?” chiese confusa.
Cory le indicò di abbassare la voce e con un sussurro aggiunse “Mamma è a casa?”
“No” rispose immediatamente Iris, stampandosi sul volto un’espressione di rimprovero.’ Cosa avranno combinato questa volta?! Qualcosa che sicuramente farà arrabbiare mamma’ pensò silenziosamente la ragazzina, ed i suoi sospetti vennero confermati quando Cory estrasse dalla giacca un piccolo labrador adorabile ed infreddolito.
“Un cucciolo? State scherzando?” disse alzando la voce di qualche ottava.
Subito Sophie, Connor e Dylan accorsero in sala da pranzo rimanendo sorpresi alla vista di un cane in casa loro.
“Papino, è così piccolo e tenero!” disse Sophie saltellando e cercando di afferrare il labrador dalle braccia del padre.
“Tesoro, non lo puoi ancora tenere in braccio! È sporco” le spiegò pazientemente Cory guadagnandosi uno sguardo deluso dalla sua ultimogenita.
“Mamma ti ucciderà, lo sai?” disse Dylan rivolgendosi al padre.
“Beh, probabilmente la mamma inizialmente si arrabbierà ma sono sicuro che se glielo diciamo nella maniera opportuna, ci permetterà di tenerlo!” Cory sorrise ai suoi figli che lo guardarono scettici, sapevano anche loro che la reazione di Lea sarebbe sicuramente stata esagerata, come sempre d’altronde.
“Dobbiamo fare in modo che mamma sia di buon umore quando glielo diciamo!” propose Connor, sembrava l’unico ad essere speranzoso.
“Esatto, ed io so come fare!” disse Cory soddisfatto.
Iris fece una smorfia schifata “Ti prego papà, risparmiaci il racconto su come riuscirai a mettere mamma di buon umore! Non vogliamo sapere certe cose, né tantomeno vederle!” la ragazzina scosse la testa cercando di rimuovere tali pensieri ‘Anche se siamo costretti a sentirle’ aggiunse Iris tra sé e sé.
Cory fissò Iris con sguardo tagliente prima di spiegare il piano per la serata a tutti i suoi bambini.
 
Circa due ore dopo, dopo aver fatto il bagno al cucciolo ed averlo nascosto con una copertina in garage, il clan dei Monteith si recò in cucina pronti per preparare una cena con i fiocchi in onore di Lea.
“Papà, bisogna estrarre le lasagne dal forno, o si bruceranno!” ricordò Iris mentre affettava del formaggio vegan.
“Giusto” disse Cory correndo per la cucina. Aperto il forno, cercò di prendere la casseruola senza nemmeno un canovaccio, scottandosi immediatamente la mano e gridando dal dolore “Caaz-“ quando i suoi figli lo guardano con espressioni corrispondenti di divertimento, Cory si corresse “Cavolo, volevo dire cavolo”
I bambini continuarono a cucinare scuotendo la testa e sorridendo per la goffaggine di loro padre.
 
“Tesoro, bambini, sono a casa!” annunciò Lea rimuovendo il trench bagnato dalle sue spalle alla ricerca della sua famiglia. Era strano non vedere nessuno di loro in giro, erano così tanti da riuscire ad occupare un’intera casa.
“Siamo tutti qui!” la voce di Cory la richiamò dalla cucina e solo allora si rese conto che la casa era avvolta da un odore buonissimo.
Lea sorrise entrando in cucina alla scena di tutti i suoi ragazzi intenti a collaborare per la preparazione della cena.
“Wow, dovete per caso dirmi qualcosa?” chiese Lea ridendo.
Cory si allargò il colletto della camicia cercando di non sembrare nervoso.
Per fortuna Iris parlò “Certo che no, abbiamo solo pensato che sicuramente saresti tornata a casa stanca, quindi per aiutarti abbiamo preparato la cena!” Iris terminò la frase con un sorriso smagliante, piegando la testa di lato invitando gli altri ad appoggiarla.
“Già” disse Cory annuendo, così come tutti gli altri bambini.
“Oh” disse Lea sorpresa. Sembrava davvero scioccata, da quel che ricordava era molto raro ricevere un qualsiasi aiuto in casa, per questo aveva subito pensato che suo marito ed i suoi figli avessero  messo in piedi questa farsa solo per addolcirla per poi prepararla alla batosta. Ma evidentemente questa volta non era così, o almeno lo sperava. Voleva soltanto essere fiduciosa.
“Che dolci! Grazie mille, sono davvero stanca in effetti” aggiunse subito dopo crollando su uno sgabello.
Cory raggiunse le sue spalle cominciando a massaggiarle.
“Che ne dici di andare ad indossare il pigiama mentre noi finiamo di apparecchiare?” le propose il canadese baciandole il collo.
Lea si girò verso il marito, baciandolo sulle labbra prima di recarsi al piano di sopra.
Cory sospirò sollevato, contento che la prima parte del piano era giunta a buon fine.
 
“Devo dire di essere piacevolmente sorpresa! È tutto eccellente! Dovrei lasciarvi cucinare più spesso!” disse Lea mandando giù un’altra forchettata di lasagne.
Cory ed i bambini si erano scambiati occhiate strane durante tutta la durata della cena e queste non erano esattamente sfuggite all’attenzione di Lea che divenne sempre più sospettosa.
Lea smise momentaneamente di masticare quando sentì una specie di ululato che sembrava provenire dal loro garage.
“Lo avete sentito anche voi?” chiese Lea poggiando le posate, stava per alzarsi quando Connor parlò.
“Si, ero io! Uuuh” il bimbo cercò di riprodurre il suono. Lea lo guardò scettica, ma non accennò più ad alzarsi riprendendo a mangiare.
“Tesoro, non è molto educato fare versi a tavola” lo rimproverò Lea dolcemente.
“Scusa mamma!” rispose prontamente Connor con un sospiro.
 
La cena venne nuovamente interrotta quando si sentirono dei latrati. Prima che Lea potesse insospettirsi, Sophie iniziò ad abbaiare.
La fronte di Lea si corrugò in confusione “Avete per caso mangiato cibo per cani voi due?” chiese divertita e tutti intorno al tavolo si sforzarono di ridere, anche se la situazione non era per niente a loro favore.
Quando un altro latrato poté essere udito e Lea si accorse che nessuno al tavolo aveva prodotto quel suono, si alzò immediatamente dal suo posto avviandosi verso il garage.
“Tesoro, non credo che tu debba entrare lì…” la frase di Cory venne interrotta quando Lea ritornò nella sala da pranzo con il labrador tra le braccia.
“E questo che diavolo è?” disse serrando la mascella.
“Possiamo spiegare!” affermò Chris, guadagnandosi un’occhiata aguzza da sua madre.
“Bene, che qualcuno parli allora. Vediamo, tu Cory, mi spieghi cosa ci fa un cane nel nostro garage?” la sua voce cominciò ad alzarsi di qualche ottava.
Cory si grattò la nuca in imbarazzo, prendendo un bel respiro prima di parlare “Beh, lui è un cucciolo che io e Chris abbiamo trovato sul ciglio della strada quando stavamo tornando dal football… Era infreddolito e pioveva e semplicemente non potevamo lasciarlo lì, così lo abbiamo portato a casa”
Lea poggiò il labrador sul pavimento, anche il cucciolo cominciò ad osservare il dibattito in corso tra i due adulti, così come stavano facendo i piccoli Monteith.
“Quindi avete pensato bene di nasconderlo dalla mia vista e di prepararmi la cena sperando che questo avrebbe diminuito le vostre colpe?!” chiese Lea chiaramente delusa.
“Beh, in realtà si… Speravamo di riuscire a metterti di buon umore con la cena in famiglia” ammise Cory.
“Papà, la prossima volta provaci con il sesso. Penso che funzionerà meglio di una cena” suggerì Iris che chiuse immediatamente la bocca quando i suoi genitori la guardarono con rimprovero.
“Sapete che avevamo detto niente più animali domestici dopo l’esperienza di Bonnie!” disse Lea cercando di ragionare.
“Lo sappiamo mamma, ma questa volta sarà diverso!” promise Chris, stampandosi in volto un’espressione addolorata.
“Come potrà essere diverso? Bonnie è fuggito dopo tre settimane! E voi avete pianto per due mesi! Non voglio una ripetizione di ciò che è accaduto!” avvertì Lea.
“Ti prego mamma, dacci un’altra occasione. Mi occuperò io di lui, davvero!” pregò ancora una volta Chris.
“è un labrador, adesso è piccolo ma fra qualche mese sarà praticamente più alto di me. Come potrai occuparti di un cane così grande?” chiese Lea scettica.
“Mi aiuterà papà, ci occuperemo noi di lui!” lo sguardo di Lea si posò prima sul cucciolo e poi sui volti tristi e pieni di speranza di tutti i suoi figli.
Emise un respiro rassegnato prima di dire “Va bene, possiamo  tenerlo” a tali parole Lea venne soffocata da un abbraccio di gruppo e subito dopo i bambini si fiondarono a giocare con il cane.
“Beh, come dovremmo chiamarlo?” chiese Cory improvvisamente.
“Il nostro primo cane si chiamava Bonnie in onore della band di papà, dato che questo sarà il mio cane ho intenzione di chiamarlo come il mio gruppo rock preferito, Floyd!” disse Chris.
Tutti in famiglia sembravano apprezzare il nome, “E che Floyd sia!” confermò Lea.
 
Dopodichè la brunetta si avvicinò all’orecchio del marito e gli sussurrò “Devo ammettere però che Iris aveva ragione, sicuramente il sesso sarebbe stato più convincente.” Disse la donna con malizia.
“Bene, allora lascia che rimedi!” propose Cory prendendo sua moglie fra le braccia facendola sghignazzare e portandola al piano di sopra.
Iris scosse la testa consapevolmente. “Ragazzi, che ne dite di ascoltare della musica ad un volume veramente alto?” propose sorridendo. I suoi fratelli la guardarono confusi ed Iris non poté fare a meno di sentirsi comunque felice e soddisfatta della sua famiglia, anche se erano assolutamente pazzi.
Povero Floyd!” pensò la ragazzina “In che famiglia sei capitato!”
 



 


Angolo autrice: spero che vi sia piaciuto questo capitolo. Ringrazio tutti coloro che stanno ancora leggendo questa storia e soprattutto chi mi lascia dei commenti, mi invogliate sempre a scrivere di più!

PROSSIMO CAPITOLO VENERDì 29 MAGGIO! A PRESTO! <3

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Capitolo 11
*** La sfida ha inizio! ***


Cory 47 anni, Lea 43 anni, Iris  16 anni, Chris 12 anni, Dylan 11 anni, Connor 9 anni, Sophie 6 anni
 



8 Settembre 2029

 
“Allora Giovani Raggi di Sole, dichiaro ufficialmente l’inizio del primo incontro del nostro club!” disse Lea battendo le mani per l’eccitazione e stampandosi in viso un sorriso acquoso! Era così fiera di avere l’opportunità di condurre il club di beneficenza di Sophie e le sue compagne.
Le bambine, vestite tutte rigorosamente in giallo, la guardarono annoiate.
“E cosa dovremmo fare esattamente?” chiese Chanel, l’ultimogenita di Shaun e Jessica.
“Beh, insieme faremo tante cose divertenti! Venderemo biscotti, intratterremo gli anziani, puliremo i parchi. Non è eccitante?” chiese ancora una volta Lea saltellando.
Ma tutto ciò che ottenne in risposta fu il suono di uno sbuffo.
Tutte e sei le bambine, compresa Sophie si accasciarono sul divano non per niente contente delle attività che avrebbero doluto svolgere.
Proprio mentre Lea stava per proporre di fare un puzzle, Cory tornò a casa dal lavoro salutando tutti a gran voce.
“Ehi, giovani principesse del sole … o qualcosa del genere!” disse Cory ridendo non riuscendo a ricordare esattamente il nome del club.
“Come procede il vostro incontro?” chiese il canadese avvicinandosi a sua moglie e salutandola dolcemente con un bacio sulla tempia.
Sophie tirò suo padre per la camicia costringendolo ad abbassarsi alla sua altezza in modo che gli potesse sussurrare all’orecchio. “Papà, ci stiamo annoiando” confessò la piccola, mettendo il broncio.
Cory si voltò verso Lea che sembrava momentaneamente in stato di crisi. Sapeva quanto sua moglie ci tenesse a quel progetto e quindi decise di salvare la situazione.
“Bene, bimbe, io direi che per festeggiare questo primo incontro dovremmo andare tutti a prendere del gelato! Cosa ne pensate?” chiese Cory facendo convogliare l’attenzione su di sé.
Immediatamente tutte le bambine si alzarono in piedi pronte ad esultare.
Lea rivolse al marito un sorriso grato e sospirò contenta.
 
Lea osservò i volti sorridenti e soddisfatti delle bimbe che stavano gustando il gelato offerto gentilmente da Cory.
“Mi trovano noiosa, non è vero?” chiese poi a suo marito, attenta a non farsi sentire dalle altre.
Cory tentennò per qualche secondo e questo le diede la conferma che la sua ipotesi era giusta.
“Non sei noiosa, devi pensare a delle attività che riescano a coinvolgerle maggiormente. Qualcosa che sia utile ma divertente. Hanno tutte circa sei anni, è ovvio che il loro indice di attenzione è molto basso. La maggior parte del tempo pensano a giocare.” Le spiegò pazientemente Cory.
“Lo so, ma pensavo che le attività che avevo ideato sarebbero state accolte con entusiasmo” la brunetta mise leggermente il broncio e Cory le massaggiò la schiena per il conforto.
“Per oggi ti aiuterò io, okay? Nel frattempo puoi pensare a qualcosa di divertente da proporre nel prossimo incontro”.
 
Tornati a casa dopo il gelato, Cory ebbe un’idea brillante che era sicuro avrebbe coinvolto le giovani donne presenti in sala.
“Allora, sto per lanciarvi una sfida. Dobbiamo preparare dei biscotti che venderemo in seguito. Sarete divise in due gruppi da tre e ogni squadra preparerà dei dolci. Alla fine della sfida, io assaggerò e giudicherò la vostra cucina. Il gruppo che avrà preparato i biscotti più buoni, vincerà l’incredibile opportunità di fare un giro sulla giostra umana di papà. Che sarei io” Cory sorrise alle bambine che sembravano voler assolutamente vincere la sfida. Sophie aveva raccontato alle sue amichette quanto fosse divertente la giostra creata da suo padre, e adesso erano decise a sperimentarla.
 
Circa un’ora più tardi e molti ingredienti gettati a terra dopo, le due squadre aspettavano impazienti il responso della sfida culinaria. Cory assaggiò i biscotti: in realtà entrambe le squadre avevano prodotto dei dolci fantastici, quindi a malincuore dovette darla vinta a tutte le bambine, preparandosi preventivamente ad avere un forte mal di schiena dopo aver sollevato e fatto volteggiare in aria sei piccoli raggi di sole.
 
Cory si gettò sul divano esausto ignorando le voci stridule delle piccole che gli chiedevano un altro giro, poco dopo, però, in stanza c’era solo del silenzio e per quanto si sforzò di sentirsi grato di questo, non poté fare a meno di essere sospettoso e temere il peggio.
“Papà, ho parlato con le mie amiche e abbiamo deciso di volere te come caposquadra del nostro gruppo!” annunciò soddisfatta Sophie perdendosi del tutto lo sguardo di disagio e di tristezza della madre.
Cory si voltò subito verso Lea che dopo il momentaneo shock, cercò di dissimulare. “Beh, se loro preferiscono te credo che dovresti accontentarle. D’altronde hai fatto un gran lavoro oggi!” la brunetta tentennò per qualche secondo prima di stamparsi in viso un sorriso finto che non raggiungeva gli occhi.
Sophie e le sue compagne cominciarono ad esultare saltellando e circondando Cory in un grande abbraccio, ma il canadese continuò a fissare i movimenti della moglie che si ritirò  in camera da letto senza dire una parola. Era sicuro che la questione non era chiusa lì.
 
9 Settembre 2029
Cory si svegliò di soprassalto sentendo dei forti rumori provenire dalla cucina. Si stropicciò stancamente gli occhi soffocando uno sbadiglio prima di alzarsi dal letto per capire cosa stesse succedendo.
La sua cucina era invasa da una moltitudine di maschietti, fra cui i suoi figli Connor e Dylan. Riuscì subito a riconoscere Colton, Nathan, Josh, Paul e Peter. Tutti indossavano una stramba divisa da scout e solo quando intravide sua moglie intenta ad armeggiare con dei cartoncini colorati, si rese conto di cosa stava succedendo.
“Okay Giovani Tarzan, l’attenzione su di me” richiamò Lea a gran voce facendo zittire immediatamente tutti i bambini.
“Bene, dobbiamo preparare dei cartelloni che promuovano la difesa della natura. Il gruppo che realizzerà il cartellone migliore, vincerà la possibilità di giocare per un’ora ad un videogioco che ho appena comprato: BlackWar VII” annunciò Lea soddisfatta, agitando lentamente la custodia del gioco.
Gli occhi di tutti i maschietti si spalancarono per lo stupore. “Wow, sei la migliore mamma! Forza ragazzi, vinciamo questa sfida!” disse Dylan incoraggiando il suo gruppo.
Cory si avvicinò a Lea sorridendole. “Giovani Tarzan, eh?”
“Si, e per ora le cose stanno andando alla grande. Devo dire che i miei maschietti sono molto competitivi quindi ti suggerirei di preparare a sufficienza il tuo gruppo per la sfida dei club in campeggio di questo fine settimana” avvisò Lea sentendo già l’adrenalina della gara.
“Sfida dei club? Davvero? Non ho nemmeno iscritto le ragazze!” chiese Cory confuso dall’apprendere queste nuove informazioni.
“Beh, l’ho fatto io. Ti conviene darti una mossa Monteith, o ti batterò ancora una volta!” dopodiché Lea si recò nuovamente verso i bambini per motivarli. Era molto competitiva ed una cosa era certa, questa volta non avrebbe lasciato suo marito vincere, non avrebbe subito una nuova umiliazione.
 
12 Settembre 2029
“Non capisco, se è una sfida dei vostri stupidi club, perché anche io e Chris siamo dovuti venire in campeggio?” chiese Iris sbuffando rivolgendosi ai suoi genitori.
“Per la centesima volta, Iris, ci sei venuta perché te lo abbiamo imposto noi. Non voglio sentire più lamentele!” Cory disse allontanandosi subito dopo lasciando alle sue spalle la moglie con la figlia.
“Papà ha ragione. Niente più lamentele se non vuoi che io gli racconti un nostro piccolo segreto che riguarda Kyle. Intesi?!” chiese Lea attenta a non farsi sentire da nessun’altro.
“Chiarissimo” disse subito Iris deglutendo fittamente. Se passare una giornata in campeggio avesse impedito a sua madre di raccontare al padre in che stato aveva trovato lei e Kyle un paio di settimane prima, allora era certa che si sarebbe trasformata improvvisamente in un’amante della natura.
“Shaun, aiutami a prendere la legna per il fuoco!” sentì il padre gridare in lontananza.
‘Se c’è zio Shaun allora significa che anche Kyle è venuto’ pensò Iris pigramente trovando da subito più interessante la giornata. E come volevasi dimostrare, non si sbagliava.
 
“La prima sfida è il tiro alla fune!” annunciò un uomo paffuto che aveva il ruolo di giudice delle gare svoltesi durante la giornata.
Il secondo turno della sfida vedeva schierati l’uno contro l’altra la squadra di Lea e quella di Cory.
“Via!” gridò l’uomo suonando una piccola trombetta rossa.
I ragazzi di Lea sembravano inizialmente in vantaggio ma il consistente aiuto del canadese al suo gruppo permise alla squadra dei Giovani Raggi di Sole di guadagnare la prima vittoria della giornata.
Connor gettò il suo berretto per terra, non contento della loro sconfitta.
 
Le sfide continuarono per tutta la mattinata ed il pomeriggio ed i partecipanti alla gara si ridussero a tre principali squadre: I Giovani Raggi di Sole, I Giovani Tarzan ed un terzo gruppo composto da bambini disabili.
L’ultima sfida che avrebbe decretato il vincitore era la corsa dei sacchi. Ormai la competizione e la voglia di vincere fra le squadre di Lea e Cory era alle stelle, provocando battibecchi e tensione tra i ragazzi.
Non appena la sfida cominciò, i maschietti spinsero le bambine per terra facendole cascare nel fango e cancellando ogni loro possibilità di vittoria. Arrabbiato dal gesto tanto maleducato della squadra concorrente ed accorgendosi che la moglie era in vantaggio, Cory si sbrigò a raggiungere Lea e, appena furono vicini, la prese per la vita impedendole di proseguire con i suoi salti. Lea si dimenò fra le sue braccia cadendo per terra trascinando Cory con se.
La squadra dei bambini disabili vinse la sfida e la gara tra i club.
Lea, Cory ed i bambini avviarono una battaglia di fango che terminò ben presto quando l’uomo paffuto intimò loro di calmarsi e di dimostrarsi sportivi ognuno nei confronti dell’altro.
“Tregua” disse Cory con il fiatone porgendo la mano sporca di fango alla moglie.
“Tregua” confermò Lea stringendogliela.
Entrambe le squadre avevano davvero toccato il fondo. In primis Lea e Cory si erano trasformati in bambini capricciosi e disposti a tutto pur di vincere.
Cory decise di andare  a prendere degli asciugamani dalla propria tenda per ripulirsi, ma il suo cammino venne interrotto quando sentì dei gemiti provenire dalla tenda di Iris.
Immediatamente aprì la zip della tenda, sentendo il sangue raggiungere il suo cervello quando vide sua figlia ed il suo ragazzo intenti ad amoreggiare. Una mano di Kyle era sul seno di Iris, mentre l’altra era sotto la sua gonna.
Subito Cory afferrò Kyle per il colletto della camicia a quadri obbligandolo ad uscire dalla tenda.
“Papà” gridò Iris spaventata dal comportamento del padre.
Cory sembrava sul punto di strozzare Kyle quando Lea li raggiunse chiedendo immediatamente cosa stesse succedendo.
“Cosa sta succedendo? Succede che ho appena beccato nostra figlia ed il suo fidanzato intenti a raggiungere la terza base” urlò Cory scuotendo Kyle per le spalle. Il giovane era immobile ed assolutamente terrorizzato.
“Cory, calmati. Sono giovani, è ovvio che vogliano sperimentare. E poi non devi preoccuparti, almeno usano le precauzioni!” disse Lea cercando di convincere il marito a lasciare in pace il povero Kyle.
“Precauzioni? Di che cavolo stai parlando, Lee?” disse Cory girandosi lentamente verso la moglie che si coprì la bocca realizzando l’errore appena commesso.
Cory allentò la presa sulla camicia del ragazzo prima di rilasciarla completamente. Immediatamente il giovane corse verso Iris ed i due si abbracciarono spaventati.
“Ho solo una domanda da farvi” disse con voce tremendamente calma il canadese.
“Iris è ancora vergine?” Cory rivolse la sua domanda a nessuno in particolare. Posò il suo sguardo su quello della moglie e poi su quello della figlia.
“No” disse Iris in un sussurro.
Cory serrò la mascella abbassando lo sguardo prima di voltarsi e dirigersi verso il lago.
 
Lea si assicurò che i due giovani stessero bene prima di seguire il marito.
Lo trovò seduto affianco ad un albero , con lo sguardo perso nel vuoto.
“Tu lo sapevi vero?” chiese Cory dopo qualche secondo di silenzio.
“Si, li ho beccati proprio dopo la loro prima volta. Erano terrorizzati e mi hanno pregato di non dirti nulla. Sapevano che la tua reazione sarebbe stata esagerata” spiegò Lea sedendosi accanto al marito.
“Senti Cory, Iris non è più una bambina. Sta crescendo ed è innamorata e sente il bisogno di esprimere questi forti sentimenti attraverso il suo corpo. Loro sono dei bravi ragazzi, non arrabbiarti tanto” lo pregò la brunetta cercando di farlo ragionare.
“Non sono arrabbiato con loro, beh, forse un po’. Ammetto di voler uccidere Kyle in questo momento per aver deflorato la mia primogenita, ma capisco i loro impulsi. Sono arrabbiato con me stesso, e con il tempo che passa troppo in fretta. Mi sembra ieri che Iris mi chiedeva di leggerle una storia prima di addormentarsi. Quelli erano i tempi in cui io ero l’unico uomo della sua vita, non è facile condividere questa posizione con qualcun altro.” Disse Cory riflettendo.
Lea annuì non dicendo nulla.
“Ti senti più calmo in questo momento?” gli chiese poi sua moglie.
“Beh, si. È stata una giornata davvero difficile. La sfida a squadre, la lotta di fango, lo scoprire che mia figlia non è più vergine e che mia moglie mi ha mentito per un po’ di tempo!” disse il canadese facendo spallucce.
“Ehi, io non ti ho mentito! Ho semplicemente omesso alcuni dettagli!” disse Lea sorridendo.
“Beh, in qualche modo adesso mi devo vendicare!” affermò Cory maliziosamente.
Il canadese fece alzare in piedi la moglie sollevandola sulla sua spalla e schiaffeggiandole  giocosamente una natica quando lei continuava a dimenarsi.
“Mettimi giù Raggio di Sole!” disse la brunetta ridendo di cuore.
“Eh no Tarzan, prima facciamoci un tuffetto in acqua!” detto ciò il canadese entrò nel lago portando con se la moglie che strillava a causa della temperatura bassa dell’acqua.
 
I coniugi continuarono a ridere e scherzare per qualche minuto prima di raggiungersi finalmente in un abbraccio affettuoso.
“Non ti preoccupare, tu sarai sempre l’unico uomo della mia vita” gli disse Lea mordendosi maliziosamente un labbro.
“Beh, dimentichi tuo padre!” disse Cory mettendo il broncio.
“Già, ma con mio padre non posso fare questo!” affermò Lea prima di baciare con passione il marito sulle labbra.
“Menomale che non viviamo in Kentucky!” disse Cory ridendo, ricordando una vecchia battuta di Finn.
 
È vero, la giornata era stata abbastanza intensa per Cory ma per fortuna essa si era conclusa nel migliore dei modi: nelle braccia di sua moglie!






 
Angolo autrice: Povero il nostro Cory! cosa ha dovuto scoprire in questo capitolo! ma vi assicuro che la sua reazione è oro rispetto a quando scoprirà la relazione di Iris con Kyle (leggerete quel capitolo molto presto ;) ) Spero proprio che questo capitolo vi sia piaciuto e vi abbia divertito! Grazie a tutti coloro che continuano a seguire questa storia e soprattutto recensiscono..
Un grazie in particolare va alla carissima @FrancyF che mi ha insegnato ad inserire le immagini nei capitoli (ahahah lo so, sono impedita) e per avermi ispirata a ricercare in angoli remoti del mio computer queste immagini (ormai mi ero arresa, dato che non avevo idea di come postarle!).
Ed ecco la famiglia Monteith al completo! Sappiate che nella mia testa loro hanno questo aspetto.
Va bene, Cory e Lea li riconoscete sicuramente, accanto a Cory potete vedere Iris, al suo fianco Chris, poi la piccola Sophie, accanto a lei Connor ed infine Dylan all'estrema sinistra. (p.s. molti di questi ragazzini sono attori di una certa importanza. Chissà se ne conoscete qualcuno :D )

PROSSIMO CAPITOLO VENERDì 12 GIUGNO! A presto <3

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Capitolo 12
*** La guerra dei Monteith ***


4 Aprile 2017


“Sono tornato!” annunciò Cory dall’ingresso di casa cercando di richiamare l’attenzione della sua famiglia. Subito Iris sgambettò verso il padre e si aggrappò alla sua gamba.
“Papino, in alto” chiese la piccola indicando di voler essere presa in braccio. Cory le sorrise prima di sollevarla e baciarle la testa affettuosamente.
Recandosi in soggiorno trovò Chris nel suo box intento a rosicchiare l’orecchio di un peluche. Appena il bambino lo vide, cercò di aggrapparsi alle barriere del box, sbattendo animatamente i piedini quando si accorse di non riuscirci. Cory afferrò anche il suo bimbo di sei mesi in braccio e gli baciò una guanciotta paffuta.
“Ehi principessa, dov’è la mamma?” chiese Cory notando che Lea non era in giro.
“è corsa in bagno, sta vomitando” annunciò la bambina battendo le mani. Iris sembrava davvero entusiasta ogni volta che la madre aveva delle nausee da quando i suoi genitori le avevano spiegato che queste erano la prova che il bimbo nella pancia della mamma stava crescendo bene.
 
“Okay, restate un attimo qui e fate i bravi” il canadese posò Chris nuovamente nel box mentre Iris raggiunse il tavolo dove ricominciò a disegnare.
Entrato in bagno, Cory accarezzò i capelli della moglie ancora china sul water.
“Ehi amore, come va?” le chiese offrendole un fazzoletto per ripulirsi. Lea lo afferrò e guardò il marito con espressione infastidita.
“Non capisco perché si chiami nausea mattutina se viene ad ogni ora del giorno. Avevo dimenticato quanto fosse brutta questa prima fase della gravidanza” disse la donna esasperata.
Cory annuì in comprensione, avendo imparato ormai ad assecondare la moglie durante tutto il percorso della gravidanza.
Lea si alzò dal pavimento, recandosi verso il lavandino per sciacquarsi il viso.
“Come è andata la tua giornata?” gli chiese poi tamponandosi la fronte sentendosi immediatamente meglio.
“Al lavoro tutto bene, poi sono andato da mio fratello ed, indovina? Lui e Jessica stavano litigando un’altra volta.” Disse Cory alzando le spalle in frustrazione.
“Davvero? Ma non la smettono mai di litigare?” chiese la donna stupita da quanto appreso.
“Penso che dovremmo fare qualcosa per loro. Si amano e non voglio che la loro storia finisca come quanto successo con Nathalie” rispose il canadese sbuffando.
“Beh, potremmo invitarli a cena, magari domani sera. Li costringeremo a chiarirsi” Propose la brunetta uscendo dal bagno e prendendo in braccio il piccolo Chris.
 
“Forse hai ragione. Ma adesso basta parlare di mio fratello e concentriamoci su di noi, non mi hai nemmeno dato un bacio di bentornato” disse il canadese avvolgendo le braccia attorno al piccolo rigonfiamento sulla pancia della moglie e ponendo un bacio nell’incavatura tra la spalla ed il collo.
Chris, ancora nelle braccia di Lea, ne approfittò per afferrare il naso del padre, rompendo così il momento intimo che Cory stava cercando di creare con sua moglie.
“A quanto pare qualcuno è molto geloso e protettivo!” disse Lea ridendo.
“Ehi, tu hai già accesso illimitato alle tette di mamma, lascia almeno che la baci!” disse Cory scherzando con tono di rimprovero nei confronti di suo figlio.
“Cory!” disse Lea sgridandolo per il suo linguaggio.
“Va bene, organizziamo la cena di domani … credo che al momento sia l’unica cosa che possiamo fare!”
 
“Entrate ragazzi, Lea sta finendo di preparare la cena!” disse Cory accogliendo Jessica, Shaun ed i bambini in casa.
Subito Timmy e Kyle raggiunsero Iris e cominciarono a giocare anche loro alla wii, mentre Jessica posò Jade nel box di Chris.
“Ciao, siete arrivati!” disse Lea quando Shaun e Jessica entrarono in cucina seguiti da Cory.
“Si” risposero a bassa voce gli amanti, facendo trasparire il loro stato di litigio.
Lea scambiò una rapida occhiata con Cory prima di apparecchiare per la cena dei bambini.
“Bambini, venite a mangiare!” chiamò la brunetta e subito Iris, Timmy e Kyle si fiondarono in cucina pronti a spazzolare il cibo presente nei loro piatti colorati.
“Allatto Chris e torno subito” annunciò Lea lasciando Cory solo fra i due litiganti.
Quando un silenzio imbarazzante si diffuse nella stanza Jessica si schiarì la voce prima di dire “Io vado a vedere se Lea ha bisogno di aiuto”
I due fratelli annuirono consumati entrambi dall’imbarazzo della situazione.
“Allora Shaun, che si dice?” chiese Cory con un grugnito, tentando di rompere il silenzio.
“Hai visto come si comporta? Non mi guarda nemmeno in faccia. Quella donna è isterica” disse con un mezzo sorriso il fratello.
“Beh, se si comporta in quel modo significa che avrai fatto qualcosa di male. Andiamo, Jessica non ti ha mai dato problemi come Nathalie” affermò Cory facendo ragionare il fratello.
“Infatti è così. Jessica è completamente diversa e sicuramente migliore di Nathalie, ma in questo ultimo periodo sembra come impazzita. Le dà fastidio anche se respiro” disse Shaun alzando leggermente la voce per la frustrazione. Proprio in quel momento, Lea e Jessica tornarono in cucina, sentendo involontariamente l’ultima affermazione del canadese.
“Il tuo comportamento da cafone mi disturba, ecco qual è il vero problema. È inutile che cerchi di giustificarti con tuo fratello. Ha vissuto con te per anni e sa quanto puoi essere assillante a volte” rispose Jessica prontamente, avviando poi un’accesa discussione con il compagno.
“La cena è pronta!” disse improvvisamente Lea, cercando di appianare i litigi. “Che ne dite se continuiamo a discutere dopo dei vostri problemi coniugali in modo da poter gustare in pace la maledetta cena che ho preparato per tutta la sera?!” questa volta la voce di Lea non lasciava spazio di dibattito ed il silenzio calò di nuovo nella stanza.
Cory pensò sorridendo che, se in quel momento nella stanza c’era una donna isterica, allora era Lea. Maledetti ormoni della gravidanza.
 
“Questo salmone è fantastico” disse Shaun complimentandosi con Lea per il pasto cucinato.
Jessica guardò il compagno con sfida “Già, tu ti sai lamentare solo della mia cucina”
Lea alzò gli occhi al cielo cercando di non sentirsi offesa dal commento di Jessica.
“Quando le cose sono buone, allora lo dico!” disse con voce più alta Shaun, sbattendo i pugni sul tavolo spaventando tutti i presenti a tavola.
“Okay basta. Mi spiegate che diavolo sta succedendo fra di voi?” intervenne Cory esasperato.
“Non fate altro che litigare e ci state rovinando la cena.”
“Cory, vuoi sapere cosa succede? Succede che tuo fratello è ancora sposato ed io non ne sapevo nulla. Ecco cosa succede” urlò Jessica.
Tutti si ammutolirono immediatamente apprendendo le nuove informazioni.
“Tu- Tu, come lo sai?” chiese Shaun balbettando, riconoscendo di essere stato messo con le spalle al muro.
“Ho fatto le mie indagini. Ti rendi conto che vivo insieme ad un uomo sposato?! Questo mi rende una sgualdrinella da quattro soldi?” disse Jessica alzandosi in piedi, cercando di sovrastare la stazza del compagno.
“Jessica, posso spiegare. Sto cercando di divorziare ma Nathalie non ha ancora firmato le ultime pagine. Non te l’ho detto perché non volevo turbarti, non per nascondertelo”
“Io non credo che il tuo gesto fosse così in buona fede” replicò Jessica. “Come possiamo iniziare una vita insieme se non ci diciamo ogni cosa?!”
“Oh andiamo, anche le coppie che sembrano perfette si dicono delle bugie. È così che funziona il matrimonio!” Shaun cercò di dimostrare il suo punto.
“Davvero? Sono sicura che Lea e Cory si dicano tutto!” affermò nuovamente Jessica.
“La pensi così? Beh io so una cosa di Cory che Lea non sa!” affermò il canadese.
Le orecchie di Lea si drizzarono immediatamente per l’interesse e guardò con sospetto il marito.
“Shaun, che dici?!” disse Cory grattandosi la nuca nervosamente.
“Cory sapeva che Iris fosse una femmina prima di Lea. Anche se lei voleva aspettare per conoscere il sesso solo alla nascita del bambino, Cory è andato dal dottore e se lo è fatto dire lo stesso. Vedi? Tutte le coppie hanno i loro segreti!” Disse Shaun e solo alla fine del suo sfogo si rese conto di aver appena messo nei guai il fratello minore.
“Tu cosa?!” chiese Lea alterandosi. “è vero quello che ha detto Shaun?” chiese Lea impassibile.
La sua voce calma stava terrorizzando il canadese che non potè fare altro che annuire mandando in bestia la moglie.
“Come hai potuto farmi una cosa del genere? Pensavo fossimo d’accordo nello scoprire il sesso solo alla nascita!” replicò Lea con voce tremante, con le lacrime che le raggiunsero immediatamente gli occhi.
“Amore, so di aver sbagliato ma non conoscere il genere di nostra figlia mi stava uccidendo e quindi non ce l’ho fatta a resistere!” ammise Cory, sentendosi terribilmente in colpa.
Lea nascose il volto tra le mani e cominciò a singhiozzare. Subito Cory la raggiunse per abbracciarla e lei non si oppose.
“Contento? Hai fatto piangere una donna incinta!” disse Jessica rimproverando Shaun.
“Basta!” urlò Lea quando si fu calmata.
“Smettetela di litigare” aggiunse ancora la brunetta “Il matrimonio è esattamente questo: amarsi, nascondersi delle cose, dirsi bugie, cercare di nascondere quelle bugie che però prima o poi verranno a galla, litigare ma perdonarsi subito ed amarsi anche più di prima” disse Lea tutto d’un fiato soffermando il suo sguardo su quello di Cory.
“In questo momento vorrei strozzare mio marito per avermi nascosto una cosa del genere per quasi quattro anni, ma in fondo l’ho già perdonato. Abbiamo sbagliato entrambi in quanto in quel periodo non abbiamo dialogato a sufficienza e non ho saputo ascoltare la sua opinione. Ma non continuerò a non comunicare con lui come state facendo voi. Voi non comunicate, urlate”
Alla fine del discorso di Lea, Jessica e Shaun avevano entrambi la testa china al pavimento assomigliando a due bambini che erano stati appena  sgridati.
“Beh, hai ragione Lea!” disse Jessica con un filo di voce mentre Shaun si limitò ad annuire prima di aggiungere “Prometto che cercherò di ottenere il divorzio il prima possibile e prometto di non nasconderti più nulla” affermò umilmente lui.
“Va bene, ti perdono” disse             Jessica prima di baciare con passione il compagno.
Cory e Lea osservarono la scena sorridendosi.
“La prossima volta che questi due litigano, non ho assolutamente intenzione di invitarli a cena … Finiscono solo per mettere nei guai anche me” sussurrò il canadese all’orecchio di Lea.
La donna gli diede un leggero pugno nel petto “Se fossi stato da subito sincero con me, non saresti incorso in alcun guaio”
Cory pensò all’osservazione della moglie per qualche secondo “Beh forse hai ragione, ma così il nostro matrimonio non sarebbe divertente come lo è. Almeno non siamo monotoni ed abbiamo sempre argomenti di cui discutere”
Entrambi i coniugi risero di gusto prima di abbracciarsi. “Sappi che per farti perdonare mi dovrai massaggiare i piedi per tutta la gravidanza” lo avvertì Lea. “Anzi, ti consiglio di iniziare da questo momento”
La brunetta trascinò il marito verso il divano, sentendosi soddisfatta di come la giornata si era conclusa.
Lea tralasciò di ammettere una cosa, però: anche lei conosceva il sesso di Iris già da prima della nascita della piccola. Ma questo, Cory, non l’avrebbe saputo mai.



 
Angolo autrice: spero che questo capitolo vi sia piaciuto... mi sto impegnando a scriverne degli altri ma il mio tempo è molto limitato. Tra qualche giorno parto in vacanza e starò via per due settimane, quindi non avrò tempo per scrivere. è per questo che devo prendermi un'altra pausa dalla fanfiction... Odio deludervi e farvi aspettare ma purtroppo la vita è frenetica. Ma non vi preoccupate, già da ora vi dico la data dell'aggiornamento in modo che saprete esattamente quando cercare un nuovo capitolo di questa fic.

PROSSIMO AGGIORNAMENTO VENERDì 24 LUGLIO... So che è tantissimo tempo, spero infatti che continuerete a leggere.

Buone vacanze a tutti :D

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Capitolo 13
*** Gelosia & Altri rimedi (prima parte) ***



 
6 Giugno 2026
Era una domenica come tutte le altre: noiosa; e proprio pensando a questo, Cory allungò i piedi sul tavolino di fronte al divano, sbuffando sonoramente. Doveva assolutamente trovarsi qualcosa da fare altrimenti, ne era sicuro, avrebbe poltrito sul divano per tutto il pomeriggio.
 
Proprio mentre stava per accendere la tv, sua moglie entrò nel soggiorno. La scrutò per qualche secondo sorridendo. Era in tenuta sportiva e aveva sulla spalla un borsone da palestra. Si perse per qualche secondo nell’ammirare il suo corpo sodo e snello ma presto il suo sorriso scomparve quando si rese conto di cosa significasse quel tipo di abbigliamento.
“Davvero? Yoga? Anche di domenica?” chiese il canadese mettendo il broncio.
“Certo! Ho bisogno di rilassarmi. E poi Jake mi ha assicurato di poter seguire le sue lezioni anche tutti i giorni. Io ne approfitto.” Disse Lea con sguardo sognante, non rendendosi conto che il marito la stesse guardando con sospetto.
“Già, è tutta la settimana che parli di questo Jake. Che tipo è?” chiese Cory guardando la moglie direttamente negli occhi.
Questa domanda bastò a far scendere la brunetta dalle nuvole, percependo immediatamente la gelosia del marito.
Lea si affrettò quindi a balbettare qualcosa in risposta. “Beh, vediamo, lui è …” giovane, attraente, sexy pensò Lea, ma di certo non poteva descriverlo in questo modo al marito. “è una persona come tutte le altre. Svolge bene il suo lavoro. Non ti preoccupare, non è di certo il mio tipo. A dirti la verità lo trovo anche un po’ bruttino” disse la bruna mettendo in atto le sue doti di attrice con successo dato che il marito sospirò visibilmente di sollievo.
“Beh, ora vado o farò tardi a lezione. Ci vediamo dopo, ti amo!” gli disse sua moglie prima di allontanarsi in fretta verso la porta, per evitare altre sue domande.
 
Cory si grattò la testa in confusione, non sapendo se fidarsi o meno della moglie.
Entrò in cucina dove trovò Iris intenta a messaggiare. Ma non si staccava mai da quel cavolo di telefono?!
Vedendo sua figlia, gli venne in mente una cosa. Cercando di apparire disinvolto, si sedette di fronte alla bambina.
“Ehi principessa, qualche giorno fa la mamma ti ha portato in palestra con lei vero?”
Iris si limitò ad annuire con il capo senza nemmeno staccare lo sguardo dal display del suo cellulare.
“Beh, che ne pensi dell’istruttore di mamma?” continuò Cory.
Finalmente Iris alzò la testa e fissò suo padre. “Oh, ti riferisci a Jake?” disse la bambina distogliendo momentaneamente lo sguardo. Cory giurò di aver visto le guance di sua figlia colorarsi di una leggera sfumatura di rosa. Ma che diamine, pensò il canadese.
Rendendosi conto che la figlia sembrava come su un altro mondo, Cory schioccò le dita per attirare la sua attenzione.
“Oh beh lui è … bravo!” disse Iris ancora pensierosa.
“Bravo eh? Nient’altro?” chiese il canadese, serrando la mascella.
In quel momento Iris si alzò dal tavolo pronta a rintanarsi nella sua camera, ma prima di andarsene aggiunse.
“Papà, non sei di certo un uomo stupido, se ultimamente la mamma frequenta sempre il corso di yoga un motivo ci sarà.”
A quelle parole il canadese si alzò di scatto dal suo posto e corse in camera da letto. Forse aveva trovato qualcosa da fare durante il pomeriggio, e quella cosa prevedeva una tuta, un borsone e magari chissà, anche una mazza da baseball.
 
“Buonasera, vorrei partecipare al corso di yoga di Jake” disse il canadese, rivolgendosi alla signorina attualmente seduta al banco reception della palestra.
“mi dispiace, ma il corso di Jake è aperto soltanto alle donne. Può parteciparvi solo con sua moglie” disse la bionda.
Cory sorrise della sua fortuna. “Mia moglie è già dentro. Il suo nome è Lea Michele Monteith” Cory fornì alla donna la sua patente in modo che questi potesse verificare la sua identità.
“Oh bene, allora può prendere il tappetino all’ingresso. Il corso è iniziato da un paio di minuti” il canadese annuì e si recò in fretta nella grande sala di yoga.
 
Entratovi si rese conto di quante donne in realtà fossero presenti in sala. Si guardò attorno in cerca di sua moglie, ma senza successo.
“Signore, è qui per la lezione?” sentì pronunciare da un uomo ed improvvisamente  almeno venti paia di occhi erano puntati su di lui.
Cory guardò verso la parte anteriore della sala e finalmente riuscì a guardare in faccia il famoso Jake.
Bruttino un cavolo. Pensò il canadese, quest’uomo sembrava un dio sceso in terra. Alto, muscoloso, capelli castani tendenti al biondo, occhi profondi di una rara tonalità d’azzurro, leggera barba incolta e un sorriso degno di una pubblicità di dentifricio.
 
Solo dopo qualche minuto di silenzio imbarazzante, Cory comprese che l’uomo stava ancora aspettando la sua risposta. Riuscì ad intravedere sua moglie, che aveva un’espressione di confusione stampata in viso. Decise quindi di doversi divertire un po’.
 
Con fare decisamente goffo, si avvicinò verso la parte anteriore della palestra, pronto a sistemarsi in prima fila accanto a Lea.
Durante il suo percorso, ne approfittò per spingere maldestramente qualche donna, guadagnandosi degli sguardi di indignazione, delle risate e dei bagliori di morte da parte della moglie.
“Ehi tesoro, non è bellissimo poter fare yoga insieme?” chiese Cory ad alta voce una volta avvicinatosi a Lea.
“Che diavolo stai facendo qui?” chiese la brunetta digrignando i denti.
“non potevo di certo perdermi la lezione del mitico James” affermò Cory con un sorrisetto complice, sbagliando di proposito il nome dell’istruttore.
“Uh in realtà è Jake” disse il giovane, ma né Cory né Lea fecero tanto caso alla correzione. Entrambi erano troppo occupati a comunicare silenziosamente con gli occhi, guadagno l’attenzione di tutti i presenti in sala.
 
“Beh, benvenuto alla nostra lezione, ….?” Disse Jake schiarendosi la voce.
“Oh, Cory. Mi chiamo Cory e sono il marito di Lea” disse il canadese, dando una pacca sul sedere della moglie quando disse il suo nome.
Lea prontamente sussultò al gesto volgare del marito e si affrettò a rimuovere la sua mano dal suo fondoschiena, sperando di non aver attirato l’attenzione di Jake.
“Okay, credo che possiamo continuare. Lea per favore, puoi venire a mostrare le varie posizioni alla classe mentre io le spiego?” chiese Jake casualmente.
Lea subito annuì con entusiasmo e si sistemò con il tappetino davanti a tutti i partecipanti alla lezione.
“Bene, partiamo dalla posizione del cane con la testa in giù” spiegò Jake, e subito Lea si affrettò a mostrare le mosse da fare.
“Per prima cosa, appoggiate i palmi delle mani e le ginocchia per terra” Jake ne approfittò per utilizzare Lea come un manichino, manovrando il suo corpo per indicare come gli altri si dovessero muovere. Gli occhi di Cory era concentrati su ogni movimento fatto dal ragazzo. Un passo falso e sarebbe stato pronto a prenderlo a calci ‘lì dove non batte il sole’, sapeva che l’idea della mazza da baseball era buona .
 
“Adesso espirate e sollevate le ginocchia dal pavimento. Una volta trovato l’equilibrio, sollevate anche i talloni.”
Jake osservò i suoi alunni assicurandosi che questi stessero eseguendo per bene la posizione.
“Guardate come Lea riesca a spingere le cosce indietro e sollevare il bacino al tempo stesso. Vi dovete assicurare di stare facendo anche voi in questo modo” disse l’istruttore ponendo entrambe le mani sui fianchi della brunetta.
Lea alzò improvvisamente lo sguardo verso Cory che aveva il volto rosso dalla rabbia. Intuendo che stesse per scoppiare, si alzò velocemente in piedi, rompendo in questo  modo il contatto con Jake.
 
La lezione proseguì allo stesso modo. Sembrava che ad ogni nuova posizione, Jake trovasse un’occasione per mettere le mani addosso a Lea.
Per fortuna, prima che Cory potesse entrare in una rissa con l’istruttore, la lezione fu dichiarata conclusa.
 
“Adesso capisco perché vieni sempre a yoga” disse Cory con un tono di accusa nei confronti della moglie.
“Non so a cosa tu ti stia riferendo” affermò la brunetta, facendo spallucce e continuando a sorseggiare la sua acqua.
“Bruttino no? Non prendiamoci in giro. È davvero un bel ragazzone, in più non smetteva di toccarti” replicò il canadese, serrando la mascella.
“Sei geloso?” chiese Lea ridendo del marito.
“Tu cosa dici? Non credo che ti piacerebbe vedere un’altra donna toccarmi in quel modo”
“Beh, non avrei assolutamente alcun problema al riguardo. Capirei che lo stia facendo solo per il suo lavoro e non per interesse personale. Adesso vado a farmi la doccia, ci vediamo all’uscita” disse la brunetta allontanandosi verso gli spogliatoi.
Lea non si accorse del ghigno che attraversò il volto di Cory nel momento in cui un’idea gli balenò in testa.
 
Cory si affrettò verso la reception dove la signorina bionda lo occhieggiò prontamente. “Posso esserti utile?” gli chiese chinandosi verso il banco per esporre la sua scollatura, sperando di catturare la sua attenzione.
“Beh, mi chiedevo se si tenessero corsi per soli uomini. Magari con un’istruttrice” chiese casualmente il canadese.
“Si, ci sono tutti i pomeriggi. L’insegnante è Jalaja. Oh, eccola lì, sta arrivando!” disse la bionda.
Cory si girò appena in tempo per notare una mora seducente dai caratteri esotici incamminarsi verso di lui.
“Ehi, Jal … qui abbiamo un nuovo interessato al tuo corso” disse la receptionista riferendosi a Cory.
La donna gli sorrise, mostrando i suoi denti perfettamente bianchi.
“Beh, sono veramente felice di sentirlo. Come ti chiami?” chiese Jalaja.
“Cory” rispose in fretta il canadese. “è un piacere conoscerti Cory. Spero di vederti domani pomeriggio a lezione!” disse ancora la mora, allontanandosi subito dopo.
 
Cory si voltò verso il banco reception, un sorriso entusiasta gli abbelliva la faccia. “Bene, mi iscrivo”. Lea avrebbe cambiato idea presto. Ne era sicuro.




 
Angolo autrice: So che l'aggiornamento era previsto per ieri, ma non ero a casa dato che sono andata al Giffoni ad ammirare quella meraviglio di Darren Criss <3.<3 
Ma ecco qui un nuovo capitolo che sarà diviso in due parti.

In realtà stavolta non so quando riuscirò a pubblicare il prossimo capitolo, spero abbastanza presto ma non garantisco nulla, dipende da quando la musa della scrittura mi colpirà di nuovo ahahah

Intanto mi piacerebbe sapere cosa ne pensate di questo capitolo!

Sono sicura che vogliate dare un'occhiata ai due istruttori di Lea e Cory. Ebbene eccoli qui, i volti sono prestati da Chris Evans e Freida Pinto.


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