Unhappy Refrain

di Dionisie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 00- Project zero ***
Capitolo 2: *** 01- Project one: Hold and realise ***
Capitolo 3: *** 02- Project two: Mask of Hannya ***
Capitolo 4: *** 03- Project three: Two-faced lovers ***
Capitolo 5: *** 04- Project four: Eh? Ah, sou. ***
Capitolo 6: *** 05- Project five: Fiondate di sentimenti ≠ Remissione ***
Capitolo 7: *** 06- Project six: Flashback ***
Capitolo 8: *** 07- Project seven: Rolling Girl ***
Capitolo 9: *** 08- Project eight: Kagerou Days ***



Capitolo 1
*** 00- Project zero ***


UNHAPPY REFRAIN

00- Project zero

Era stato tradito da tutti. Tutti coloro in cui aveva creduto l'avevano tradito. Il suo ragazzo, suo nonno, i suoi genitori.
Se tutti dovevano tradirlo allora tutto poteva andare all'inferno. Endou alzò lo sguardo, posando gli occhi sulla ragazza di fronte a lui.
Lui sapeva perfettamente chi era lei, e lei sapeva chi era lui. Era un qualcosa di istintivo, una conoscenza che entrambi avevano dentro di sé.
Lei sorrise ed alzò la mano verso di lui, come ad invitarlo. Endou si sporse ed accettò la mano.
-Portami lontano da qui-
La ragazza annuì.
-Certo. Scappiamo assieme ed andiamo più lontano possibile da qui-


Angolo dell'autrice
Unhappy refrain vuol dire "ritornello infelice" e deriva dalla canzone dei Vocaloid. Questa fic è uno sclero perchè sono depressa, quindi scrivo qualcosa di depresso. Io sono convinta che Endou debba ribellarsi e diventare cattivo perché tutti lo sfruttano ù_ù

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Capitolo 2
*** 01- Project one: Hold and realise ***


01- Project one: Hold and realise

 

Endou respirò l'aria frizzante, stirandosi. Il chiacchiericcio allegro che si diffondeva tutto attorno gli dava una sensazione di calma. La pausa da un duro allenamento era sempre così: chiassosa e piena di vita.
-Endou, il telefono!-
Il ragazzo sorrise ad Haruna, annuendo.
-Arrivo, grazie-
Il capitano corse verso l'edificio scolastico, curioso, e si diresse ai telefoni. Afferrò la cornetta e l'appoggiò all'orecchio.
-Pronto?-
Non sentì nulla per qualche istante.
-Endou?-
-Natsumi...? Sei tu?-
-Sì, sono io...-
Il silenzio calò di nuovo tra loro. Endou aggrottò le sopracciglia. Cosa voleva Natsumi?
-Come stai?-
-Bene, tu?-
-Tutto bene, grazie...-
Altro silenzio.
-Natsumi, cosa devi dirmi?-
-Endou-kun...ho fatto delle indagini su tuo nonno e...-
Il capitano trattenne il fiato.
-Tuo nonno è vivo Endou-
-Cosa?-
La mente di Endou girava in circolo, cercando di dare un senso a quello che la ragazza gli aveva appena detto.
Suo nonno era vivo? Dov'era? Perchè non si era messo in contatto con lui? Sapeva della sua esistenza? Sua madre sapeva? Come era scappato? Perchè
non si era messo in contatto con lui?

Le domande affollavano la sua mente, dandogli la nausea. La cornetta gli scivolò dalla mano e si coprì la bocca. Scattò verso il bagno e nella fretta di chinarsi sul wc si fece male alle ginocchia. Percepì lo stomaco rigirarsi e vomitò la colazione. A una parte di lui dispiacque di dover rivedere le uova all'occhio di bue con prosciutto crudo che aveva mangiato, ma era sovrastata dalla parte di lui che si sentiva come se stesse per impazzire.
Sudava e tremava mentre altri sforzi di vomito lo scuotevano. Ed era il turno di rivedere l'insalata russa. Non si accorse che qualcuno lo chiamava fino a che due mani non gli spostarono i capelli dal volto. Era Gouenji, che lo fissava tra lo sconvolto ed il preoccupato.
-Endou, ma tu hai la febbre!-
La febbre? Sì, era probabile da come tremava e da quanto sudava.
-Kidou! Hiroto! Datemi una mano a spostarlo!-
Altre due mani si posarono su di lui, con il risultato di fargli venire un altro sforzo di vomito. Ed ecco i toast.
Nessuno dei presenti si scompose di fronte alla scena schifosa e lo aiutarono ad alzarsi senza fare una piega. Dovettero portarlo su di peso, perchè era troppo debole. A metà delle scale, però, per Endou divenne tutto nero.
Un solo pensiero gli rimbombava in testa.
Nonno.

 

Angolo dell'autrice.
Chiedo scusa per la scena schifosa...il titolo del capitolo è una canzone dei vocaloid che mi piace molto...spero vi piaccia

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Capitolo 3
*** 02- Project two: Mask of Hannya ***


02- Project two: Mask of Hannya

 

La prima cosa che Endou percepì fu' il mal di testa che gli pulsava nelle tempie. Aveva come l'impressione di essere stato investito da una mandria di bufali. Aprì piano gli occhi.
-Endou, come stai?-
Girò la testa.
-Kazemaru...-
Gli sorrise.
-Sto bene...più o meno. Cos'è successo?-
-Avevi la febbre e sei svenuto...hai dormito per tre giorni-
-Tre giorni?...Wow-
Il giovane capitano si passò una mano tra i capelli trovandoli bagnati.
-Ho sudato un bel po', eh?-
-Come se fossi in una sauna-
Kazemaru gli sorrise.
-Posso cambiarmi?-
-Ehm...hai finito i pigiami puliti...-
-...Cosa?-
-Eh, sì, sai, sudavi tanto...allora ti abbiamo cambiato un sacco di volte ma non abbiamo fatto in tempo a lavarti i pigiami sporchi...-
-Capisco...tornerò a casa a prenderne di nuovi, allora-
E gli sorrise. Stare con il suo ragazzo era sempre fonte di nuova energia per lui. Lo amava con tutto il cuore. E sapeva che anche Kazemaru lo amava. Il
turchese si sporse e gli posò un bacio a fior di labbra. Endou sorrise.

-Tornerò in fretta e non ti farò più preoccupare, te lo prometto-
-Bravo il mio capitano-
Endou arrossì appena sentendo il tono malizioso del compagno.

 

Il castano respirò a fondo. L'aria fresca gli solleticò le narici. Si stirò. Aveva una sorta di déjà-vu...
Girò la chiave nella toppa ed entrò in casa.
-Mamma, sono tornato-
-Mamoru, bentornato! Come mai qui?-
-Devo prendere dei nuovi pigiami, ho sudato parecchio perchè mi è venuta l'influenza e non ho più un pigiama pulito...-
Sua madre sospirò.
-Scommetto che ti è venuta l'influenza perchè sei allenato troppo!-
Endou sobbalzò. No, non era per quello. Ma come poteva dirle che il padre che credeva morto da tanto tempo era in realtà vivo da qualche parte chissà
dove? Come poteva dirle che l'aveva abbandonata?

-...Mamoru?-
Che aveva abbandonato lei e sua madre? E che non aveva conosciuto né suo genero né suo nipote? Come poteva dirle la verità?
-Mamoru! Ascoltami quando ti parlo!-
Sbatté le palpebre, preso in contropiede.
-H...hai ragione mamma, scusa...ora vado a prendere i pigiami, ok?-
-D'accordo, ma mi raccomando, non mettere troppo in disordine che ho riordinato ieri!-
Endou salì le scale di corsa e si rinchiuse in camera. Doveva dire quello che sapeva a qualcuno...e anche in fretta...
Scosse la testa e prese a riempire il borsone di cambi. Doveva uscire di casa in fretta, non poteva reggere lo sguardo di sua madre sapendo che suo nonno l'aveva tradita così...
Afferrò il borsone ed uscì. Stava per scendere le scale, ma si accorse che qualcosa non andava. Una porta. Una porta che aveva sempre visto chiusa era aperta. Incuriosito si avvicinò. Era una stanza piccola, dalla carta da pareti rosa, ingiallita dal tempo. Una libreria stava sulla sua destra, mentre sulla sinistra c'era una scrivania con una sedia. Quella era la stanza. La stanza a cui lui era vietato entrare. Si era sempre domandato perchè, ma non aveva mai avuto risposta. Perchè non poteva entrare in quella stanza, se conteneva nient'altro che innocui documenti? Scorse con la mano tra le pile di documenti nella libreria, poi si girò verso la scrivania. Altri documenti. Sbirciò. Trattenne il fiato.
Certificato di adozione.
Cosa significava “certificato di adozione”? Era...stato adottato? Afferrò le carte. Era questo che volevano nascondergli? Che in realtà era adottato? Adesso magari anche scopriva che il nonno per cui aveva sofferto così tanto in realtà non era suo nonno! Aprì il documento con veemenza e rimase spiazzato.
Hiyoko Endou.
Hiyoko? Chi era Hiyoko? Si sedette e iniziò a leggere il documento.


-Mamoru?-
Nessuna risposta.
-Mamoru!-
Atsuko salì le scale a passo di carica.
-MAMORU!-
Spalancò la porta della camera, trovandola vuota.
-...Mamoru? Dove sei?-
Si guardò intorno e la vide. Aveva...lasciato la porta aperta? Scattò verso la porticina e la spalancò. E ci trovò Mamoru, chino a fissare un foglio con occhi
spalancati.

-Io...-
Alzò lo sguardo su di lei ed Atsuko capì.
-Io...avevo una sorella gemella?-
Il silenzio si poteva tagliare con un coltello.
-Hai...hai dato mia sorella in adozione? Come hai potuto? Quando...quando me l'avresti detto?!-
-Non eri ancora pronto!-
-NON POTEVI SAPERLO!
Atsuko indietreggiò e Mamoru corse fuori dalla stanza stringendo il foglio tra le mani ed afferrando il borsone mentre passava.
-MAMORU! TORNA QUI!-
Endou corse fuori, lontano dalla casa. Come potevano averlo fatto?! Non dirgli nulla! Non si poteva più fidare della sua famiglia? In mezzo a quel turbinio di pensieri, un unico nome gli venne in mente.
Kazemaru

 

 

Angolo dell'autrice.

Ho scelto Mask of Hannya perchè è un duetto e parla di ciò che sembra e di ciò che è. E' una canzone inquietante ma che mi piace molto. Ebbene sì, Endou ha una gemella! E due su 3 delle delusioni colossali che gli devo rifilare sono andate. Povero piccolo, ma vedrete che poi si riprenderà...prima o poi >w>

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Capitolo 4
*** 03- Project three: Two-faced lovers ***


 03- Project three: Two-faced lovers

 

Dove si era cacciato? Dov'era il suo Kazemaru? Lui c'era sempre quando ne aveva bisogno! Beh, a parte quella volta con gli alieni...ma era stato un momento di debolezza e l'aveva perdonato! Ora aveva solo bisogno di stare con lui, di parlargli...
Aveva controllato a casa sua, a scuola, alla torre....eppure non l'aveva ancora trovato. Tutto quello che riusciva a fare era correre con il borsone in spalla ed il certificato di adozione in mano. Gli avrebbe mostrato quello, perchè delle sue parole non si fidava.
Si fermò. C'era ancora un altro posto in cui poteva pensare che fosse andato. Il loro posto speciale, dove lo avevano fatto per la prima volta.
Riprese a correre verso il campetto sul fiume. Era lì, ne era sicuro. Lui lo avrebbe distratto, lo avrebbe fatto sentire amato e necessario, unico. Spinse di più sulle gambe anche se i muscoli bruciavano. Aveva troppa voglia di vederlo.
Si fermò a prendere fiato solo quando arrivò al campo. Avanzò verso gli spogliatoi. Non era il posto più romantico del mondo, lo sapeva, ma era lì che avevano vissuto il loro momento magico. Alzò la mano e la posò sulla maniglia, quando si accorse all'improvviso dei gemiti e dei sospiri che provenivano dall'interno. Arrossì. Probabilmente qualcun altro aveva deciso di vivere lì il momento magico. Girò i tacchi ma non riuscì nemmeno a fare un passo.
-Ka...Kaze...maru-
Si fermò. No, eh...non anche lui...lui non poteva tradirlo. Non poteva. Non anche lui. Non era pronto anche per quello! Ma no...magari era solo una sua fantasia...vero?
Tremante, spinse leggermente la porta. Kazemaru era avvinghiato ad un ragazzino biondo...sì, lo riconosceva...era quello che voleva farlo tornare nel club di atletica, quello che voleva rubarglielo. Beh, sembrava ci fosse riuscito da come si stavano impegnando.
Il petto di Endou sembrò svuotarsi di ogni emozione. Il vuoto. Era ironico come il vuoto potesse togliergli l'aria. Ogni sua cellula era come anestetizzata, percepiva ma non sentiva nulla.
Che piccolo bastardo.
Ed eccola, la rabbia. La furia corrodeva ogni suo muscolo e le sue interiora.
Prima era con lui, tutto “guarisci presto” e “non farmi preoccupare” e poi dopo nemmeno mezz'ora era impegnato a sbattersi un kohai che probabilmente non
sapeva nemmeno quello che faceva.

Gli prudevano le mani, era come i suoi denti fremessero per mordere e strappare ed ogni suo muscolo lo stesse pregando di entrare lì e picchiarli entrambi a sangue. Avrebbe voluto sottoporli alle peggiori torture.
Annaspò, sorpreso dai suoi stessi pensieri. Stava odiando. Non credeva che un giorno avrebbe provato tanta rabbia ed odio. Non pensava che in vita sua avrebbe mai odiato. Aveva amato tanto...era quello il rovescio della medaglia? Era quell'inferno il prezzo per la vita tranquilla che aveva vissuto fino ad allora?
Strinse il pugno libero dal certificato e caricò. Non gli importava se quello era il prezzo. Ora voleva solo vendetta. Con un pugno spalancò la porta. I due amanti smisero immediatamente di ansimare e lo fissarono con occhi sbarrati.
-E...Endou!-
Kazemaru sembrava che avesse visto un fantasma.
-Non...non è come sembra!-
-Ah, no? Allora cosa state facendo?-
Il castano incrociò le braccia dietro la schiena ed inclinò la testa di lato, come un bambino curioso. Kazemaru boccheggiò.
-Kazemaru-kun? Allora, mi rispondi?-
Silenzio. Di nuovo.
-Capisco...allora magari vi lascio un po' di privacy-
Uscì dalla porta con passo svelto.
-ENDOU!-
Sentì del baccano dietro di lui, ma non ci diede peso. Ora basta. Non gli importava più di nulla. Non c'era più nessuno di cui poteva fidarsi. Né i suoi genitori, né suo nonno, né il suo ragazzo erano stati sinceri con lui. Forse...l'unica che avrebbe potuto capito era...la sorellina che fino a poco fa non sapeva di avere...ma dove avrebbe potuto trovarla? Si fermò. Dove? La sua testa rimase ferma su quella domanda, lavorando per una risposta. La torre. Per l'ennesima volta i suoi muscoli furono sollecitati a correre. Attraversò strade, schivò persone, fino a che la torre non iniziò ad avvicinarsi. Salì gli scalini che salivano sulla collinetta e la vide. La riconobbe come se fossero cresciuti assieme, come se l'avesse sempre avuta sotto gli occhi, come se conoscesse tutto di lei. Era sicuro al 100% che fosse lei. L'unica. La metà che gli era sempre mancata. Sua sorella.

 

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Capitolo 5
*** 04- Project four: Eh? Ah, sou. ***


 04- Project four: Eh? Ah, sou.

 

Il vento soffiava tra i capelli castani della ragazza che fissava il tramonto sulla città. Chiunque altro l'avesse vista lì avrebbe pensato fosse un maschio. Il viso tondo era uguale al suo e sporco di fango. I capelli erano corti e tenuti su dal gel. Erano incrostati dal fango e troppo corti per una ragazza. Il corpo era avvolto da vestiti troppo larghi per lei, rendendola ancora meno femminile di quanto già non fosse. Si mosse e lo guardò. Occhi color cioccolato profondi e sofferenti. Ad Endou parve di guardarsi ad uno specchio.
Sapeva che era lei. E lei sapeva che era lui. Infatti sorrise e tutta la femminilità che era sopita nel suo aspetto. Le sue labbra si dischiusero e le labbra si mossero in un movimento leggero.

 

Kazemaru si guardò intorno, pallido come un cencio. La squadra era affiatata e si allenava con energia e sintonia. Era tutto cambiato dopo la partita con la Corea: tutti gli elementi si erano incastrati perfettamente. Perfino Tobitaka e Fudou avevano lasciato il loro atteggiamento scontroso e si erano lasciati trasportare dall'entusiasmo di Endou...che non si vedeva ancora. Il celeste si chiese dove poteva essere andato. Stava per andare a parlare con Kidou per sapere se aveva verso il capitano, quando sentì qualcuno urlare il nome della persona che cercava, segno che era arrivato.
Il difensore si girò e guardò il suo ragazzo. Era pallido e sul suo viso non c'era la minima traccia del sorriso rassicurante a cui erano abituati. Tutta la squadra intera si fermò, congelata dall'inusuale atmosfera.
-Endou?-
Gouenji fu il primo ad avere il coraggio di muoversi, avvicinandosi al capitano. A fermare il suo avanzare fu una terza figura che si frappose fra l'attaccante ed il portiere. Non le si vedeva il volto a causa di un cappuccio, ma era chiaro che non voleva che qualcuno si avvicinasse al ragazzo con la fascia.
-Che significa Endou?-
Il portiere lo fissò per qualche istante, poi iniziò ad avanzare. Attraversò il campo con passo calmo e distaccato. I giocatori si scansarono al suo passaggio, lasciandolo raggiungere l'edificio della scuola. All'entrata, il coach Kudou lo aspettava.
-Kudou kantoku, posso parlarle?-
L'uomo lo guardò senza muovere un muscolo.
-Vorrei lasciare la squadra-
Lo sbalordimento era tangibile. Nessuno riusciva a muoversi, non riuscivano a dare un significato a ciò che stava capitando.
-Endou-kun?! Che ti prende?! Perchè parli così?!-
Hiroto era stato il primo a riprendersi e corse verso di lui, ma anche lui fu bloccato dalla figura incappucciata.
-E tu levati di torno!-
Il rosso alzò la mano per cacciare la persona davanti a lui.
-HIROTO!-
L'ex capitano della Genesis si bloccò, congelato e fissò Endou scioccato. Lui lo fissava con occhi marroni vibranti di rabbia e delusione. Le sue prossime
parole furono un sibilo minaccioso.

-Non osare toccare Ko-
Il rosso indietreggiò, spaventato dallo sguardo del castano, ma anche Fubuki si diresse avvicinò.
-Capitano, non ci lasciare...finalmente siamo diventati una squadra unita...-
Kudou avanzò di un passo, attirando di nuovo l'attenzione su di lui.
-Se vuoi lasciare la squadra non sarò io a fermarti-
Endou annuì e lo sorpassò, entrando nell'edificio, seguito da Ko.
Appena entrambi furono fuori dalla vista dei giocatori, in campo si scatenò il putiferio. Solo Gouenji non si espresse, allontanandosi dal casino scatenato dai
compagni.

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Capitolo 6
*** 05- Project five: Fiondate di sentimenti ≠ Remissione ***


05- Project five: Fiondate di sentimenti ≠ Remissione

Endou alzò lo sguardo sulla persona che aveva avanti. Hiyoko viaggiava dall'armadio al suo borsone, prendendo i suoi indumenti e riponendoli ordinatamente nel bagaglio. Alzò una mano e le sfiorò una guancia; portandola ad alzare lo sguardo.
-Andiamo il più lontano da qui, Ko-
Lei gli sorrise, poggiando la sua mano su quella del fratello.
-Sì. A me basti solo tu-
Lui le sorrise tristemente e poi afferrò la borsa. Lei si rimise il cappuccio e lo seguì fuori.
All'esterno l'aria era carica di tensione. Endou attraversò di nuovo il campo, ignorando i richiami dei suoi compagni. Una volta uscito dal cancello, ad aspettarli c'era Gouenji. Endou fece un cenno alla sorella e si allontanò col ragazzo di qualche metro.
-Cosa vuoi?-
-Sapere perchè te ne vai-
Sotto gli occhi carbone dell'attaccante i grandi occhi marroni di Endou si rattristarono.
-Non posso dirtelo-
L'albino annuì, comprensivo.
-D'accordo. Ma sappi che io ti aspetterò.-
Gli occhi di Endou erano ancora più tristi di prima.
-No...non aspettarmi, vai avanti, ti prego...-
-Non posso. Tu sei il mio capitano-
Un leggero sorriso solcò il viso di Gouenji, che poi si girò per andarsene.


Intanto, Hiyoko era stata raggiunta da Tobitaka che la fissava in silenzio, con le mani in tasca.
-Cosa vuoi dal capitano?-
Lei lo guardò da sotto il cappuccio con occhi pieni di dolore.
-Allora?-
Hiyoko sorrise tristemente e portò un dito sulle labbra, per poi raggiungere il fratello.

********

Il vento soffiava sul campo da calcio, mentre i giocatori si allevano sotto il sole cocente. Erano passati sei mesi. Sei interminabili mesi in cui nessuno di loro aveva più avuto notizie del capitano.
-Scusaaaate!-
Una ragazza dai capelli neri e ricci era entrata dal cancello, trascinando un'altra ragazza dai lunghi capelli marroni che sembrava contrariata e continuava ad
opporre resistenza alla ragazza più bassa.

-Potrei avere un'informazione?-
Chiese la corvina avvicinandosi ai calciatori con aria angelica
-Ma certo...-
La ragazza più bassa sorrise.
-Potrei sapere chi è Kazemaru?-
-Mari...andiamo, dai...-
-Ma dai, sono curiosa!-
Ad interrompere lo scambio tra le due ragazze fu lo stesso Kazemaru.
-Sono io-
La ragazza che rispondeva al nome di Mari lo fissò.
-Ma dai...-
-Mari, ora andiamo-
La castana strattonò l'amica.
-Andiamo prima che arrivi lui...-
Le tirò nuovamente un braccio.
-Troppo tardi.-
La castana fissò corrucciata Mari.
-Sembra che tu ti stia divertendo...-
-Volevo solo conoscere la “causa”...-
La castana si girò verso Kazemaru che le guardava perplessa.
-Chiedo scusa per il disturbo-
Poi si girò e corse verso il cancello, dove era apparsa una figura con il cappuccio tirato su.
-Tormenta di fuoco!-
Il tiro di Gouenji curvò pericolosamente verso la ragazza, che fece solo in tempo a girarsi per vedere la palla di fuoco che sfrecciava verso di lei.
-Martello del colosso-
La palla si incagliò nel terreno, schiacciata dalla forza del pugno del ragazzo incappucciato.
-Sei tornato...Endou-

Angolo dell'autrice
Ehm, sì, mi sono accorta di non aver pubblicato il capitolo 5...chiedo scusa...*va a seppellirsi da sola*

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Capitolo 7
*** 06- Project six: Flashback ***


 06- Project six: Flashback

 

Il ragazzo davanti loro era diverso dal capitano che conoscevano. Era più magro e pallido, con i capelli più lunghi e senza la fascia a trattenerli. La cosa che era cambiata più di tutte, tuttavia, erano gli occhi la parte di lui ad essere più cambiata. Non erano più gli occhi caldi, dolci ma pieni di passione. Erano freddi, pieni di dolore.
-Che succede qui?-
Una ragazza dai corti capelli castani spuntò da dietro Endou; subito seguita da altri due ragazzi ed una ragazza. Uno dei ragazzi era albino, con grandi e vivaci occhi color oro, mentre il secondo aveva i capelli neri e occhi color del ghiaccio. La ragazza aveva capelli neri su cui portava un cappello con le orecchie da gatto e lucenti occhi viola. Mari si rivolse alla giovane donna che aveva parlato.
-Cass, abbiamo trovato la “causa”!-
La ragazza sembrava eccitata, mentre Hiyoko guardava preoccupata la nuova venuta di nome Cass, che le carezzò teneramente la testa.
-Tranquilla Hiyo, va tutto bene, ci siamo qua noi-
La castana annuì, non molto convinta. Qualcuno osò parlare.
-Endou-kun-
Solo allora Cass si girò verso la squadra e si mise vicino a Endou.
-Io sono Cassandra, il capitano della squadra di cui fa parte Mamoru-
Un brusio sorpreso si levò dai ragazzi dell'Inazuma Japan.
-Se avete qualche cosa da dire dovete prima parlare con me-
Dalla squadra si levarono varie voci che si accavallavano tra loro. Con un movimento tranquillo Cassandra si spazzolò i pantaloni dalla fantasia militare, in
tono con il suo top. Sospirò.

-Se volete parlare dovete farlo uno alla volta o non vi sentirò-
Il silenzio calò di nuovo sugli atleti. Hiyoko approfittò della distrazione dei ragazzi per abbracciare il fratello, scatenando un urlo da parte di Tachimukai.
-Che...che...che?!-
L'ex capitano non lo guardò nemmeno; stava fissando la sorella e le carezzava delicatamente il capo. Il ragazzo albino rise.
-Si è incantato il disco-
-Irie, sei il solito delicato...-
Fu il commento gelido dell'altro ragazzo
-Grazie per il complimento Vlail, anche io ti amo-
Vlail fulminò l'albino.
-Chiudi il becco, idiota-
Irie gli si lanciò addosso gridando un “Non chiamarmi così, io ti amoooo”, bellamente respinto dall'altro che gli piazzò una mano sulla faccia.
-Vlail, Irie, per favore...-
Cassandra guardava i due con aria annoiata, come se vedesse quella scena tutti i giorni. Nel caos totale Kidou si avvicinò, schiarendosi la voce ed attirando
l'attenzione di tutti.

-Vorremmo parlare con Endou...vorremmo che tornasse con noi-
Sul volto di Hiyoko si formò un'espressione spaventata e strinse il fratello, scuotendo la testa. Il ragazzo riprese ad accarezzarle la testa per calmarla.
-Non voglio tornare. Sto bene qui, con mia sorella-
-Tua...COSA?!-
Momenti di panico seguirono quell'affermazione. Gouenji si avvicinò a Kidou.
-E' una squadra la vostra, no?-
-Sì, giochiamo calcio a 5-
-Che ne dite di una partita?-
Il consenso fu unanime da entrambi le parti: il calcio era una cosa che sapevano gestire, al contrario della situazione creatasi. 
 

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Capitolo 8
*** 07- Project seven: Rolling Girl ***


 07- Project seven: Rolling Girl

2 a 0, palla al centro.
Hiyoko abbracciò il fratello. Amava il calore corporeo, quindi approfittava di ogni istante di distrazione o pausa per poter godere appieno del contatto fisico. Per lei il calore di suo fratello o di chiunque altro a cui volesse bene era come aria. Tristemente, sciolse la presa dal ragazzo e si posizionò poco lontano da lui, in posizione d'attacco. Voleva segnare in fretta, così avrebbe potuto di nuovo bearsi del calore umano che trasmetteva suo fratello. Era come se fosse in balia del freddo e solo un altro corpo avrebbe potuto salvarla.
-HIYOKO-
Ed eccolo, il gelo. La ragazza si girò. Un uomo grande almeno 2 volte lei si stava avvicinando velocemente. Non riuscì a muoversi, rimase ferma dov'era per non avrebbe saputo dire quanto. Poi, suo fratello era entrato in visuale e lei cadde in ginocchio.
-TU! RESTITUISCIMI MIA FIGLIA-
Mamoru non si spostò di un millimetro; anche gli altri componenti della squadra si erano avvicinati. Mari abbracciò Hiyoko, nascondendo il viso della castana nella sua spalla. Un clic metallico fece fermare l'uomo. Cassandra si era frapposta fra il gruppo di ragazzi e lui, puntandogli contro una pistola.
-Come puoi definirla ancora figlia dopo averla picchiata a sangue più volte?-
L'uomo ringhiò.
-Meriteresti che ti trivellarsi ora e subito-
Una risata cristallina fece girare la castana. Mari rideva divertita.
-Cass, non si fa così!-
Mamoru si avvicinò alla corvina e da lei prese Hiyoko, permettendo all'altra ragazza di alzarsi.
-Se Hiyoko stesse bene ti direbbe che non si va in giro armati...ma non è in condizioni di dirtelo, quindi va bene lo stesso-
La più piccola si avvicinò alla più grande.
-Ma non si uccide così un uomo! Si tortura, soprattutto dopo quello che ha fatto a HiyoCchi-
Il silenzio divenne pesante e carico di tensione.
-Hai ragione, Mari, non ci avevo pensato-
Un paio di gemiti scandalizzati si alzarono lievi nell'aria. L'uomo davanti loro poi si girò e cominciò a correre lontano.
-Non puoi scapparmi!-
-Cassandra Andrei metti giù quella pistola-
Cass si girò di scatto per vedere l'uomo che era arrivato e si illuminò.
-Reirei!-
La ragazza corse verso Kageyama Reiji, che però la fermò con una mano.
-Non osare avvicinarti a me con quell'arma fuori dalla fodera.-
-Ma dai Reirei sai che non potrei mia farti del male!-
Cass mise il broncio come una bambina.
-Ka...Kageyama Reiji!-
L'uomo abbassò lo sguardo su un ragazzo con gli occhialini ed il mantello.
-Kidou.-
Mari roteò gli occhi.
-No, non ricominciare con la storia che è ciò che è perchè sennò potrei spararti io KageCchi-
Kidou si avvicinò a Mamoru.
-Endou...Endou come puoi stare con Kageyama! Dopo tutto quello che ha fatto!-
Il ragazzo si alzò e portò con lei la sorella, attaccata saldamente a lui. L'ex capitano fissò Kidou in modo freddo.
-Cosa vuoi sapere di quello che ha fatto per noi Kageyama?-
-Lui è un uomo spregevole!-
-CHE COSA NE SAI?!-
Kidou indietreggiò e Endou lo guardò con rabbia e dolore.
-Semmy-
La ragazza con il cappello con le orecchie da gatto si avvicinò e fece un leggero inchino.
-Sono Samantha. Sono stata utilizzata come una cavia. E' stato Kageyama a salvarmi, ma non ha salvato solo me-
Il suo sguardo vuoto si diresse su Cassandra e Vlail.
-Cassandra era una bambina soldato, come Vlail che però è stato mandato a curare i feriti di guerra.-
La castana fece schioccare il collo, mentre Vlail puntava una pistola contro Irie che aveva provato a saltargli addosso.
-Irie era costretto dalla madre a spacciare cocaina. Fu tirato fuori di prigione da Kageyama-
Irie si girò e salutò con la mano i ragazzi dell'Inazuma Japan come se Semmy avesse detto la cosa più normale del mondo. Di fianco all'albino Mari fissava
incuriosito Mamoru e Hiyoko ancora abbracciati.

-Mari era costretta dai suoi a prostituirsi. Odio ripetermi, ma anche qui è stato Kageyama a salvarla-
La corvina alzò lo sguardo dalla compagna e sorrise dolcemente; gesto che fece rabbrividire le manager della squadra.
-Hiyoko era picchiata dal padre adottivo ed è stata portata via da Mamoru, suo fratello. Kageyama ha evitato che morissero di fame.-
La ragazza si mosse appena tra le braccia del fratello per poter guardare i ragazzi della squadra con un viso carico di lacrime. Cassandra si avvicinò a Semmy.
-Il primo che cercherà di far del male a Reirei se la vedrà con me. E vi avverto che non mi fanno impressione i cadaveri-
Ci fu un bisbiglio spaventato che fu interrotto dal brusco “andiamo” dell'uomo. I ragazzi iniziarono a spostarsi.
-Endou!-
Kidou afferrò il braccio dell'ex capitano e a quel movimento Hiyoko si mosse, prendendo il volto del ragazzo con gli occhialini tra le mani.
-Quegli occhi...io li conosco. Sono gli occhi che aveva mio fratello-
Sul volto della ragazza si dipinse un'espressione triste.
-Occhi carichi di gelosia e dolore...Oto-san ti ha sempre trattato come un figlio. Me lo ha raccontato, sai?-
Endou carezzò la schiena della sorella.
-Tuo padre non ti considerava e lui si comportava con te come un padre...che invidia...anche io avrei voluto avere una persona così-
-Hiyoko-
La ragazza si allontanò dal ragazzo coi rasta, con un sorriso malinconico.
-Sono davvero invidiosa-
 

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Capitolo 9
*** 08- Project eight: Kagerou Days ***


 08- Project eight: Kagerou Days
 

-Capisci ora? Capisci perchè lui può avere tutto da noi?-
Hiyoko scosse la testa, come se fosse incredula.
-Lui ci ha salvato la vita, ci ha reso persone capaci di prendere le nostre decisioni, ci ha reso liberi-
La ragazza portò le mani al petto.
-Da noi può avere tutto. La nostra anima, il nostro cuore, il nostro corpo-
-Eh, no, Hiyoko!-
Cassandra si avvicinò alla più piccola, abbracciandola.
-Di corpo può avere solo il mio, sai che sono gelosa!-
Hiyoko rise.
-Ancora non ti sei arresa?-
-No e non mi arrenderò presto!-
-E' inutile, Kageyama-san non accetterà mai di sposarti, Cassandra. Andiamo.-
La strattonò Vlail, costringendo la castana a lasciare la più piccola e a seguirlo verso la macchina dell'uomo. Hiyoko tornò a guardare Kidou, riprendendo a
parlare come non fosse successo nulla.

-Tu non odi Oto-san. Tu odi te stesso per non aver impedito che sprofondasse nelle tenebre.-
Il regista indietreggiò, stordito come se gli avessero dato un pugno nello stomaco.
-E ora sei invidioso perché io e Mamoru abbiamo preso il tuo posto. O almeno lo pensi. Ma non ti preoccupare.-
Hiyoko sorrise, facendo rabbrividire Kidou.
-Ci siamo noi al fianco di Oto-san, non hai più bisogno di rimproverarti per non averlo protetto perchè ora ci pensiamo noi-
 

C'era voluto parecchio tempo prima che la squadra intera si calmasse, scossa dall'intensità degli ultimi avvenimenti. Kidou era quello che più di tutti aveva faticato a mandare giù il discorso di Hiyoko: stava seduto sulla panchina, riflettendo con sguardo vacuo sulle sue parole, rendendosi conto di quanto fossero vere. Aveva sempre finto di odiare il suo Comandante, costringendosi a detestarlo, ritenendola l'unica opzione logica. Eppure sapeva bene di non essergli avverso, era solo deluso dal comportamento dell'adulto e dalla sua stessa mancanza di attenzione. Quando il Comandante, l'uomo che l'aveva trattato come un figlio, aveva preso a comportarsi in quel modo spietato? Quando aveva perso di vista lo spirito del calcio? Da quanto tempo aveva distolto lo sguardo dall'uomo che gli aveva insegnato tutto, permettendogli di andare così a fondo senza alzare un dito? Tutto attorno a lui pareva essere sparito, sentiva solo la testa vorticare di domande a cui non trovava risposta. Si sentiva male, veramente male. Il senso di colpa gli opprimeva il petto, rendendogli faticoso anche respirare.
-Kidou-
Il ragazzo alzò lo sguardo, incrociando gli occhi color pece di Gouenji.
-Cosa c'è?-
L'attaccante non si scompose alla freddezza dell'amico: sapeva che era scosso.
-Sai dove abita Kageyama?-
Il regista lo guardò sorpreso e perplesso.
-Sì, perché?-
-Puoi portarmici? Penso che siano andati lì e voglio parlare con Endou-
Kidou rifletté qualche istante, poi sospirò.
-Va bene. Vuoi avvertire gli altri?-
Il bomber di fuoco scosse la testa.
-No, scatenerei un putiferio-
Il ragazzo con i rasta annuì comprensivo e si alzò.
-Vieni-
 

Il silenzio era quasi tangibile. Kidou era ancora concentrato su quello che aveva detto Hiyoko, mentre Gouenji, silenzioso di natura, lo seguiva guardando davanti a sé con decisione, come se ci fosse un ostacolo invisibile di fronte a lui che era deciso a superare. Non avevano fatto tanta strada quando l'albino si fermò di colpo, costringendo anche Kidou a fermarsi.
-Che c'è Gouenji?-
L'attaccante non rispose e si girò soltanto. L'amico imitò il suo gesto, spalancando gli occhi, sorpreso di vedere Tobitaka che si stava avvicinando.
-Posso venire con voi?-
Gouenji guardò Kidou, che gli restituì lo sguardo. Poi il castano annuì.
-Certo, non c'è problema.-
Il silenzio tornò a pesare su di loro. Kidou era troppo preso dai suoi dissidi interiori per parlare e né Gouenji né Tobitaka amavano particolarmente le chiacchiere, entrambi concentrati sulle domande che avrebbero voluto fare, sulle risposte che volevano ottenere. Fu così che giunsero di fronte ad una grande villa che a primo sguardo pareva quasi diroccata per via dell'edera che ingoiava metà della candida facciata. Soffermandosi a fissarla bene, però, si poteva notare che il cortile davanti ad essa era curato perfettamente, come la pianta rampicante stessa che non aveva la minima foglia fuori posto. I vetri, incorniciati da infissi di legno chiaro, erano perfettamente puliti e privi di scheggiature. Dal retro della villa, poi, si potevano sentire urla e schiamazzi divertiti. Kidou fissò sorpreso la villa: era cambiato molto in quella casa dall'ultima volta che l'aveva vista, così tanto che dovette sincerarsi di non aver sbagliato posto guardando il numero civico. Che fine aveva fatto la villa grigia, dagli infissi di pesante legno scuro? Anche il suo proprietario era parecchio cambiato, certo: si era fatto la tinta bionda ed indossava abiti bianchi...che si fosse sbagliato a giudicare il suo cambiamento superficiale?
-E' questa?-
Domandò Tobitaka, stufatosi di aspettare.
-Sì...è cambiata tantissimo, ma è questa, non c'è dubbio.-

 

 

 

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