To lead a better life I need my love to be here…

di Evola Who
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un inizio con sorpresa ***
Capitolo 2: *** For No One ***
Capitolo 3: *** Una discussione.... ***
Capitolo 4: *** Ne riparliamo dopo... ***
Capitolo 5: *** Un amico di nome Brian ***
Capitolo 6: *** Una lettera... ***
Capitolo 7: *** Here, There And Everywhere... ***
Capitolo 8: *** L'amore vice su tutto ***
Capitolo 9: *** E alla fine... ***



Capitolo 1
*** Un inizio con sorpresa ***


To lead a better life
I need my love to be here…
 

Londra; 1966; casa di Paul e Sem

Era una mattinata di inizio primavera, quando Paul era da solo in casa e cercava l’ispirazione per qualche nuova canzone, mentre Sem, la sua ragazza da ormai da anno, stava lavorando alla nuova pubblicità delle “All Star”, essendone testimone da quando i Beatles avevano inciso Rubber Soul.

Paul, era tutto concentrato cercando di finire il ritornello di un abbozzo di canzone, che si era magicamente composta nella sua mente; quando sentì bussare alla porta.

“Strano. Sono le 5:30 del pomeriggio, ma non credo che Sem abbia già finito. Forse sarà John, in fondo, chi se non Lennon può apparire alla soglia di casa mia a quest’ora?” Pensò il bassista destandosi dai suoi pensieri e andando verso la porta.

Quando la sua mano girò abilmente la maniglia, Paul rimase sorpreso e perplesso allo stesso tempo di non trovarsi John davanti, ma bensì una ragazza leggermente truccata, con un cappotto giallo, calze viola, scarpe con il tacco rosa, una borsa blu tra le mani e delle lunghe ciocche di capelli rossi che le cadevano dolcemente sulle spalle. 

Paul la riconobbe subito, conosceva troppo bene quel viso e quei capelli per cercare di dimenticarla.

Diamine, non poteva di certo apparire indifferente di fronte alla presenza di Jane Asher, la sua ex fidanzata, che lasciò per via della sua gelosia nei confronti di Sem e che voleva anche che non vedesse più sia lui che gli altri. nel novembre del 63. 

“Jane!” sussurrò Paul, con il poco fiato che gli rimaneva per la sorpresa.

Alla sua vista, il bassista cercò di appoggiarsi alla porta per non svenire. Non era pronto per quella visita, non era pronto per vedere Jane ora.

“Ciao Paul” le rispose lei, con un piccolo sorriso fissandolo attentamente negli occhi.

 
Note della autrice:
Ecco la mia nuova stroria!
Spero che vi piaccia!
Veramnte era la mia
primisima storia che ho 
pubblicato in questo sito.
Ma poi lo cancerlato e queasta 
è la versone "2.0" diciamo della 
storia. Qundi è miglorata.
Però è ancora in fase di corezzione e qundi
ci vorà un pò per pubblicare i segueti
capitoli,
spero che vi piaccia e...
Apresto!
Ciao!
Evola.

 

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Capitolo 2
*** For No One ***


Un mese dopo; Londra; Abbey Road Studio

La brezza primaverile si percepiva anche all’interno degli Abbey Road Studios, dove nella sala di incisione sia Martin che Sem, stando nella sala di controllo, aspettavano Paul che desse loro un segnale per procedere con la registrazione.

Entrambi guardavano il bassista con circospezione: Paul era solito che durante queste attività, annunciasse sempre il nome della canzone e porgesse a loro due il testo, per analizzarlo meglio.

In fondo era una vita che si procedeva così, ma stranamente quel giorno, Paul sembrava aver dimenticato questi piccoli gesti ed era continuamente assorto nei suoi pensieri, mentre sedeva al piano forte. E Sem era un po’ sospetta su quel atteggiamento quasi mai fatto.
 
Anche Ringo, quel giorno, mentre era alla batteria, si incuriosiva dello strano comportamento del compagno.

Ma per non destare sospetti inutili e per non sprecare un’importante giornata di lavoro; decise di far finta di niente e continuare a lavorare.

Nella sala di incisione, quella mattinata, c’èra anche un ospite speciale: un certo Alan Civil, musicista inglese di corno, che sembrò allentare quel clima di tensione, suonando; mentre Paul cantava l’ultima canzone che aveva scritto.

Terminata la registrazione, sia Ringo che Alan andarono via e Sem, rimasta colpita dal testo della canzone, raggiunse Paul in sala, che era ormai rimasta da solo. 

“Paul, ho sentito il tuo ultimo lavoro: ‘For no one’, e parole della canzone mi hanno davvero sorpreso ed emozionato, ma… mi domando da dove hai preso questa ispirazione.” disse Sem, avvicinandosi a lui e prendendogli dolcemente le mani ma con tono sospetto.

Il bassista, rimase fulminato da quelle parole. Che cosa avrebbe potuto raccontare ora a Sem? 

Si rigirò in torno con lo sguardo fino a capire che non c’èra cosa più giusta di quella di dirle tutta la verità.

Sem era la sua ragazza. Lui la amava e mai avrebbe potuto mentirle spudoratamente, su una cosa che era chiaramente visibile.

E poi lei non era mica stupida, prima o poi la verità sarebbe venuta a galla e di certo non sarebbe stata felice.

Si passò una mano sugli occhi e schiarendosi la voce per l’imbarazzo, rispose: “Beh, ti ricordi di Jane?”

“Si. La tua ex ragazza. Gusto?” Rispose lei passiva.

Paul, a quelle parole; avvertì una strana vampata di caldo colorargli le gote e deglutendo rumorosamente sia per l’imbarazzo che per la tensione; le rispose: “Si… Ecco, è successa una cosa davvero strana: Jane si è presentata a casa e…” 


 
Fine Flash


Paul continuò a guardarla, sapeva che l’arrivo di Jane, così inaspettato, non avrebbe portato a nulla di buona.

Promise a se stesso di essere gentile con la ragazza e ascoltare quello che le avrebbe dovuto dire, ma fu inevitabile fermare il suo istinto e la sua curiosità, una volta che il suo sguardo cadde di nuovo sugli occhi azzurri della ragazza che gli era di fronte; portandolo a chiederle:

“Che cosa ci fai qui?”

“Ero da queste parti e volevo salutarti.” si affrettò a risponderle Jane, sfoderando un falso sorriso.

Il bassista se ne accorse subito.

Conosceva Jane, la conosceva fin troppo bene. Diamine, erano stati fidanzati anche  per breve periodo*,  ma ormai aveva imparato a capire quando mentiva e quando diceva la verità.

 E Paul in quel momento era sicuro che la ragazza che le stava nascondendo qualcosa.

“Jane, è da tre anni che non ci vediamo!” rispose alzando furbescamente il sopraciglio sinistro.

“Meglio tardi che mai, no?” sussurrò Jane in un sorriso, prima di chiedergli:
“Sem è in casa?”

Paul a quelle parole, continuò a guardala in modo circospetto ma capendo quali erano le sue reali intenzione, volle tenerle il gioco: “No. Perché?”

“ Semplicemente per curiosità. So che, ultimamente è molto impegnata per fare da testimone alle All Star” gli rispose continuando a tenere uno sguardo basso.

“Sai. Ti ho pensato molto nelle ultime settimane e visto che sto attraversando un brutto periodo, per colma del mio ultimo ragazzo mi ha lasciato, ho avuto un brutto litigio con mia famiglia e in questo periodo non trovo delle offerte di lavoro decenti;però ho capito…. di essere ancora innamorata di te e mi piacerebbe se ci riprovassimo.”

Gli disse Jane singhiozzando rumorosamente a asciugandosi delle finte lacrime.

A quelle parole, Paul rimase semplicemente scioccato. Jane non poteva presentarsi a casa sua dopo ben tre anni ed uscirsene con questa patetica recita sui suoi problemi, per convincerlo a ritornare insieme a lei.

 No, questa volta non ci sarebbe cascato. Paul amava Sem ed era sicuro che volesse passare il resto della sua vita accanto a lei.

“Cosa? Ti presenti qui dopo tre anni, dopo tutti i problemi che abbiamo avuto prima di lasciarci e anche il modo in cui trattavi Sem? No, non questa volta Jane. Sono felicemente fidanzato con lei da un anno!”

Jane, però non convinta dalle parole del ragazzo che le stava di fronte.

“Ah davvero? Ho sentito circolare le voci sulla vostra storia, caro McCartney, e non pensare che io sia all'oscuro sul fatto che lei ti trascuri e tu per ripicca hai composto una tua canzone, intitolandola: ‘You Won't See Me’. Non chi vuole un genio per capire il testo e poi non credo che ti piaccia essere trattato così, o mi sbaglio?” gli chiese avvicinandosi pericolosamente a lui.

Paul si allontanò di scatto e cercando di mantenere la calma, gli rispose:

“No, Jane. Ti sbagli eccome. Noi abbiamo avuto una relazione, è vero, ma è finita. Io amo Sem e non la tradirei per nulla al mondo, le voci che hai sentito, come hai detto anche tu stessa, sono solo voci. E anche se Sem mi trascura lo fa per buoni motivi e poi se ne accorge da sola e si fa sempre perdonare anche se avvolte non c’è bisogno di farlo! Ed io sono felice con lei. Ora vai via. Addio, Jane!”

Fece Paul, chiudendole in faccia la porta e sospirando a lungo, felice di aver preso la giusta decisione ed essersi finalmente liberato di lei.

 

Fine Flash Back.

 
Paul era agitato, tanto agitato. Sapeva che doveva dire la verità a tutti i costi, ma gli occhi di Sem, che sorpresi per la notizia appena saputa ma ancora amorevoli, di certo non lo aiutavano in un frangente tanto difficile. 
Il bassista sospirò e tornandola a guardare disse.

“Circa un’ora dopo, sono andato a casa di John e ho scritto ‘For On One’.”

*Sem conose i beatles del Maggio 63. Paul conose Jane del Luglio dello stesso anno. Si misero insieme 
Ma Paul non disse nulla ha Sem quando ha dicembre John lo dice cosi felie della notiza organiza una serata ha tre tra lei, Paul e Jane.  Dopo la cena Jane è gelosa di Sem e gli dice ha Paul di non vederla mai più e nemmeno gli altri. Cosi Paul la lascia e scopre di essere inamorato di Sem.

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Note della autrice:

Ecco il mio nuovo capitolo!
Spero che vi piaccia!
e un pò lungo el solito per
non allugami troppo 
ma Spero che vi sia piacuto!
Qundi.. Buon Lunedi  tutti
e buona giornata!
Alla prosima!
Ciao!
Evola! 

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Capitolo 3
*** Una discussione.... ***


Ore dopo, Paul si accingeva a frugare nelle sue tasche in cerca della chiave; quando vide Sem scendere dall’auto e arrivare dietro di lui.

La ragazza fissò i suoi occhi per un minuto prima di scomparire dentro la porta e Paul giurò di aver perso qualche battito, quando vide i suoi occhi ancora lucidi e capì che John aveva ragione, questa volta l’aveva fatta grossa.

Sem, entrata in casa, andò immediatamente in salotto e premette un cuscino sulla sua faccia per cercare di contenere la rabbia e la tristezza, represse fino a quel momento. 

“Sem, ascolta io..” sussurrò Paul entrando in salotto e tremando con la voce per l’ansia.

“Insomma … Io non volevo, davvero! Mi dispiace, so che sei arrabbiata ma prova anche a capirmi”

A quelle parole, la ragazza non ci vide più.

Si alzò di scatto dal divano e con uno sguardo di fuoco che avrebbe concretamente dimostrato ciò che provava; si avvicinò al ragazzo urlandogli contro.

“Capirti? Perché mai dovrei capirti, Paul? Come hai potuto tenermi nascosto che Jane era venuta qui, in questa casa, nella nostra casa!  Come hai fatto a non dirmi nulla su ciò che era successo tra di voi proprio tra queste mura, che fedelmente ci siamo promessi di condividere! Come puoi pretendere che io ti capisca o che addirittura ti possa perdonare? E’ finita Paul, è finita davvero!”

A quelle parole, il cuore di Paul, metaforicamente parlando, si spezzo in due. Non poteva essere vero.

Sem, la sua dolce Sem, gli aveva urlato in faccia che era finita.

Come darle torto in fondo, quando viene a mancare la fiducia in una relazione, manca tutto.
Ma Paul non poteva lasciarla andare senza aver fatto il minimo sforzo. Sem non poteva lasciarlo, non ora, non così. 

“Sem, non è come credi! Tra di noi non è successo niente, quando lei mi ha proposto la cosa io ho immediatamente rifiutato e l’ho sbattuta fuori di casa!”

“E quando avevi intenzione di dirmelo?” gli chiese la ragazza sarcasticamente.

Paul non le rispose, non sapeva davvero come farsi perdonare.

Non aveva intenzione di riempire la sua bocca dicendo altre cazzate, in fondo se l’era cercata lui ed ora tutto quello che stava accadendo era solamente una conseguenza del suo comportamento sbagliato.

“Un mese, Paul! Un dannato mese di tempo hai avuto per dirmelo ma non l’hai fatto! L’ho dovuto scoprire da sola, ascoltando una tua canzone! Ti sembra normale?”

“Non ti sembra di esagerare ora, Sem? Non c’è molta differenza se te lo avessi detto un mese fa o questa mattina, ormai lo sai! Si, ti ho mentita è vero, ma non ho mai pensato di tradirti nemmeno per un minuto!”gli rispose Paul, avvicinandosi a lei e accarezzandole dolcemente il viso.

Sem, si allontanò bruscamente da quel tocco come fanno i bambini quando cercano di allontanarsi, o meglio di dimenticarsi, di un incubo che hanno appena fatto.

“Per quel che mi riguarda, McCartney te la sei potuta portare anche a letto! Non mi intessa più!”

“Ah si?” chiese il bassista infastidito dalla risposta appena avuta.

“Si!” affermò Sem con sicurezza:

 “Sai cos’è che mi fa imbestialire più di tutto? Che io ti ho sempre raccontato tutto, non ti ho mai nascosto niente né della mia vita sentimentale che di quella lavorativa. Invece tu cosa hai fatto? Hai solamente mandato a farsi fottere la promessa che ci eravamo fatti appena fidanzati di dirci tutto! Mi hai tenuto nascosto che la tua ex ragazza era venuta qui e che probabilmente te la sei portata a letto!” 

Non appena la ragazza sentì la sua voce tradirla proprio su questo punto, cercò di sorpassare Paul per andare lontano da lui, da quella casa; lontano da tutto.

Paul però fu più agile e veloce, afferrò Sem per il braccio e la obbligo a fermarsi di fronte al suo viso e a guardarlo dritto negli occhi dicendo una frase che non pensava neanche me un pezzo secondo:

“Ti ho già detto che non me la sono portata a letto! Visto che insisti tanto su questo argomento devo pensare che ti sarebbe piaciuto se l’avessi fatto! Almeno adesso avresti avuto un motivo migliore per prendertela tanto con me!”

“Oh ma vaffanculo, McCartney!” disse Sem, scrollandosi di dosso la mano di Paul che la teneva ferma davanti a lui e affrettandosi per andare verso la porta.

Paul quando si accorse di quello che aveva appena detto si penti subito, si girò a quel gesto, si voltò istintivamente e pregando che non fosse troppo tardi le chiese:

“Dove stai andando?”

“Il più possibile lontano da qui e lontano da te!” le rispose la ragazza aprendo la porta e sbattendola un attimo dopo tanto da far rimbombare l’assordante rumore per tutta la casa.

Paul sorpreso e addolorato da quel gesto, si accasciò sul divano e dopo essersi portato le mani ai capelli e aver provato un forte dolore nel tirarli; pianse tutte le sue lacrime nel tentativo di trovare qualche rimedio a ciò che aveva causato.

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Note della autrice:

Ecco il nuovo capitolo!
Si è un pò triste e acceso come
capitoli ma traqulli!
Non avrà un finale tragico!
Spero che vi sia piacuto, 
dopo di questa storia guro di
finile le "Sorelle E 2"
e... Alla prosima!
Ciao!
Evola

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Capitolo 4
*** Ne riparliamo dopo... ***


Sem era sempre di più stupita e rapita dalle sue parole, voleva sapere cosa era successo in quel maledetto giorno di inizio primavera, voleva conoscere il motivo che aveva spinto Paul a scrivere quella canzone, ma ancora di più voleva capire se poteva fidarsi ancora di lui.

Lo sguardo che ebbe sul suo ragazzo durò un’infinità di tempo e il suo obbiettivo era quello di riuscire ad intravedere la sincerità nelle parole di Paul, prima che a braccia conserte, guardandolo disse:

“Okay, da quello che ho capito e spero che sia tutto quello che c’era da capire: Jane, quel giorno, è venuta a casa nostra e ti ha supplicato di tornare con lei.”

“Si.” la interruppe Paul, invitandola a continuare.

“E tutto ciò, quando è successo?” 

Eccola la domanda che Paul aspettava più di ogni altra cosa.
Gli cadde addosso come un macigno e seppur il bassista era più nervoso del solito, sapeva che Sem aveva il diritto di porgergliela così come quello di ricevere una risposta.
Anche se a malincuore e preoccupato, in fondo lo sapeva perfettamente che era l’unica cosa giusta da fare a quel punto.

“Un mese fa” gli rispose, sentendo la sua stessa voce che lo tradiva.

Sem lo guardò esterrefatto, ripetendo a sua volta quella stessa domanda: “Un mese fa?”

“Si.”

A quel punto, ascoltate le sue parole; la ragazza si morse leggermente le labbra e con gli occhi lucidi e il sangue che gli ribolliva per la rabbia che Paul, il suo ragazzo, aveva osato tenerle nascosta per così tanto tempo, una cosa importante e che Sem lo avevo scoperto ora, nel peggiore dei modi.
Sospirò e prima di andarsene, si voltò di fronte a lui e gli disse: “Ne riparliamo dopo, Paul.”

Mentre il ragazzo cercava di mettere insieme delle parole che dovevano suonare alle orecchie di Sem come delle dolci scuse, vide la ragazza letteralmente sorpassarlo e dirigersi a passo veloce verso la porta.
 Non appena provò a stendere il braccio per afferrare la sua mano e implorarla di rimanere lì con lui, vide John spuntare da dietro alla porta, che avendo sentito tutta la loro discussione, provava una certa pena nei confronti di Sem e sicuramente avrebbe voluto avere chiarimenti a riguardo dal suo migliore amico.

“Cosa è successo, che le hai fatto?” gli chiese, avvicinandosi a Paul.

“Le ho rivelato un accaduto, che le ho tenuto nascosto per tanto tempo. Troppo tempo.” 

“Ah, capisco.” gli rispose il maggiore, cambiando completamento il tono di voce assunto poco tempo prima.

“John?”

“Si?”

“Secondo te che significa Ne riparliamo?” chiese dubbioso Paul, torturandosi una ciocca dei suoi capelli color corvino.

“Che la questione non si è chiusa qui, e che non appena si sarà ripresa, dovrete riaffrontare di nuovo l’argomento, mio caro Paul.” gli rispose John ridacchiando, dopo averci pensato e scandito le ultime parole con un simpatico tono femminile.

Ma Paul in quel momento, avrebbe preferito fare di tutto, piuttosto che accompagnare John in quella risatina di poco gusto visto che per lui, la frase che l’amico aveva appena pronunciato, rappresentava un vero e proprio pericolo.

“Secondo te, è arrabbiata?” chiese preoccupato.

“Hmm..vediamo un po’.” fece John sfoggiando uno dei suoi miglior toni ironici e accarezzandosi il mento con le dita; prima di continuare a dire:
“Tenendo presente che tu le hai nascosto l’accaduto di Jane e che lei lo sia venuto a sapere in questo modo  e sta pensando anche male i te? Direi proprio di no, in fondo, nessuno se la sarebbe mai presa!” finì John sottolineando l’ultima frase.

“Lennon, quando usi quel tono ironico con me non significa mai nulla di buono! Devo preoccuparmi?”

“Direi proprio di si, caro il mio Macca.” gli rispose John, dandogli una pacca sulle spalle e raggiungendo la porta per andarsene via.

Paul sorrise a quel gesto tanto genuino che gli aveva infuso coraggio e guardò John andare via.
Prima di sospirare e sentire un senso di preoccupazione salire in lui. 

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Nota della autrice:
Ecco il nuovo capitolo!
Spero che vi piaccia!
Si, lo so...
Siete percuoait per Paul...
ma.. vedrete che andrà bene...
Allora spero che vi sia piacuto 
rigrazio a tutti qeulli che mi seguano
e buona giornata a tutti!

A presto!
Ciao!
Evola

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Capitolo 5
*** Un amico di nome Brian ***


Circa mezz’ora dopo, Sem era a casa di Brian, essendosi diretta da lui ogni volta che era arrabbiata, aveva trovato in Brian la persona adatta per sfogarsi e lasciarsi alle spalle quella che era stata una delle più brutte e terrificanti giornate della sua vita.

“Versamene un altro” disse la ragazza, alzando il bicchiere per fare segno all’uomo.

“Sem, basta, ne hai già bevuti quattro!”

“Ti ho detto di versarmene un altro!”

L’uomo di fronte a lei, non le oppose di nuovo resistenza e rassegnandosi le versò altro sorso di Coca-Cola  nel bicchiere e dopo averglielo passato, le disse:

“Okay, Sem ne ho abbastanza, dimmi chi ti ha fatto arrabbiare.” 

“Paul.” rispose timidamente la ragazza, ruotando il bicchiere, di nuovo vuoto, tra le mani.

“Ah capisco, vedendo la tua espressione e il modo in cui ti stai tracannando un bicchiere di Coca- Cola dopo l’altro, non deve essere nulla di buono.”

“Infatti non lo è! Quel miserabile mi ha tenuto nascosto che la sua ex fidanzata è andata a trovarla a casa nostra un mese fa e che probabilmente se l’è anche portata a letto, nonostante lui si ostini a dire il contrario!” rispose Sem, asciugandosi di tanto in tanto le lacrime che prepotenti si facevano strada sulle sue gote.

“Capisco, Sem. So come ti senti ora e che di certo quello che sto per dirti non ti aiuterà; ma vedi, conosco Paul e sono certo che non ti avrebbe mai tradito. Si, ti ha tenuto nascosta una cosa così importante e non è giusto, ma sono certo che l’ha fatto solamente per non farti preoccupare e che tu ora sia accecata dalla gelosia.” le disse Brian, porgendole un delicato fazzoletto di stoffa e accarezzandole dolcemente la schiena.

“Cosa? Io sarei gelosa?”

“Si, Sem. Tu sei gelosa ed è giusto che sia così! E come quando Paul scrisse Michelle, ricordi? E tu pensavi che era dedicata ad una sua ex, mentre in realtà l’aveva scritta per te, usando il tuo secondo nome.” gli rispose Brian fisandola.

“E tu, questo come lo sai?” rispose lei sorpresa e lo guardò.

“Eh mia cara, io so tante cose. Come so che tu, in questo momento hai paura.”

“Paura di cosa?” chiese la ragazza.

“Che Paul possa lasciarti per Jane o per qualcuna altra, che il vostro rapporto sia finito per questo piccolo incidente di percorso; che tu possa non avere più fiducia in lui e sentiti sola.” 

Sem lo fissò a lungo.

Come faceva Brian a sapere tutte quelle cose, come poteva solo immaginare che i sentimenti da lui appena descritti e ipotizzati erano davvero quelli provati da lei.

Sem non riusciva a rispondersi, con Brian non c’era mai stato bisogno di grandi spiegazioni, capiva sempre tutto al volo e fu un sollievo per lei vedere come ogni volta non sbagliasse mai.

 Brian era l’amico e il confidente perfetto, Sem non avrebbe potuto desiderare di meglio. Per lei era un po’ come un secondo padre.

“Come fai, Brian?” 

“In che senso?”

“Voglio dire, come fai a sapere sempre ciò che provo senza nemmeno farmi aprire bocca?” gli chiese la ragazza sinceramente.

“Perché ti conosco mia cara Sem, e conosco anche Paul. Perciò credimi quando ti dico che le tue paure sono infondate: lui ti ama, ti ha sempre amato e sempre lo farà. E anche lui ha paura di perderti, di farti soffrire ed è per questo che evidentemente ti ha tenuto nascosto tutto. Parla sempre di te con me e i ragazzi, ha fatto tanto per conquistarti in questi anni e credimi: né Jane Asher e né nessuna delle sue ex o ragazza, potrà mai portartelo via.” le rispose Brian, prima di attirarla in un caloroso e affettuoso abbraccio.

“Brian.”

“Si?”

“Io lo amo.”

“Oh Sem, lo so. Vedrai che si aggiusterà tutto.” rispose l’uomo.

“Grazie, Brian. Grazie di tutto.” terminò Sem, baciandogli la fronte e stringendosi a lui in un secondo abbraccio.

Sem si sciolse dall’abbraccio di Brian con tanta naturalezza, che l’uomo non esitò a stringere fortemente le sue mani, per darle la forza e il sostegno di cui aveva bisogno; prima di dire:

“Sem. So che in questo momento non vuoi certamente che io ti dica cosa fare, insomma sei un’adulta responsabile e dovresti capire da sola, ma vista la circostanza voglio che tu sappia la verità su ciò che penso.”

“Brian, tu devi dirmi la verità e anche se fa male l’accetto, perché ho bisogno di una persona che sia sincera con me fino in fondo. Quindi, non esitare e dimmi tutto quello che pensi riguardo a questa situazione.” gli disse Sem interrompendolo, e guardandolo dritto negli occhi.

“Secondo me la verità è che avete sbagliato tutti e due. Vedi, Sem, Paul ha sicuramente sbagliato a non dirti tutto prima, facendoti arrabbiare; ma tu anche hai sbagliato nel non cercare un dialogo con lui. Ti sei subito impuntata sulle tue convinzioni, e quelle, non portano mai da nessuna parte. Sei andata via furiosa e non gli hai dato nemmeno il tempo di poterti spiegare, ora invece di stare qui a piangere su te stessa e a bere bevande che ti fanno gonfiare lo stomaco, dovresti stare con lui e chiarire.” 

A quelle parole, la ragazza capì che Brian aveva ragione.

Paul le aveva tenuto nascosto il fatto di Jane, è vero.

Ma Sem non aveva mai fatto in modo che si verificasse tra di loro una situazione propizia per cui Paul ne potesse parlare apertamente con lei.

Inoltre, quando l’aveva fatto, lo aveva aggredito e tra le lacrime era scappata via.

Brian aveva fatto centro con le sue parole e ora a Sem non rimaneva che dargli ragione, chinare la testa e continuare a piangere tutti i suoi sbagli per l’ennesima volta.

“Oh Sem, non fare così. Io non volevo dirti quelle cose, ma è quello che penso e ritengo che è meglio che tu lo sappia.” le sussurrò Brian, accarezzandole amorevolmente i capelli.

“No, Brian. Tu hai ragione, hai fatto bene a dirmelo. Ho sbagliato anche io ed era giusto che me ne rendessi conto. A volte la verità non è così facile da accettare, ma so benissimo che Paul non è stato l’unico a sbagliare, in fondo come è che si dice: gli errori si commettono sempre in due.” rispose la ragazza, sollevando il viso e appoggiandosi allo schienale del divano.

Mentre la sua mente era ancora assorta in quei pensieri, Sem notò l’anello sulla sua mano destra e immediatamente il suo pensiero si allacciò con quello di Paul.

Quel piccolo anello d’argento con un diamante al centro infatti glielo aveva regalato proprio Paul pochi mesi prima, nel giorno del loro primo anniversario di fidanzamento.

E non appena Sem ritornò con la mente a quella magnifica giornata, comprese che le parole di Brian oltre ad essere sincere, esprimevano anche le sue emozioni in quel momento.

“Ci siamo comportati come due ragazzini.” disse Sem, rivolgendo un ultimo sguardo al suo anello e imprecando più volte mentalmente contro la stessa sorte.

“Direi che vi siete comportati più come due persone immature.” la corresse Brian, nel vano tentativo di risollevarle il morale.

“Brian, sono ancora in tempo secondo te?” 

“A fare cosa?”

“A ritornare a casa da Paul, a parlare con lui, a chiarire con lui” rispose la ragazza con un certo entusiasmo nel pronunciare le ultime parole.

“Certo, Sem. Si è sempre in tempo per cercare di rimediare ai propri errori.” la incoraggiò l’uomo con un dolce sorriso sulle labbra.

Sem si alzò dal divano, riprese in mano il suo soprabito e si asciugò gli occhi dalle molteplici lacrime che avevano deturpato il suo dolce viso.

“Grazie Brian, grazie di tutto.” fece la ragazza per andarsene dopo averlo baciato sulla fronte.

“Di niente, quando vuoi.” concluse l’uomo, salutandola.



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Note della autrice:
Ecco il nuovo capitolo!
Spero che vi sia piacuto!
E... non so a voi ma io
quando penso mi 
imagnino sempre un uomo

saggio che riesce a capire ogni cosa.
Allora... spero che vi sia paicuto
Buona domecia
e...
Alla prosima!
Ciao!
Evola


 

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Capitolo 6
*** Una lettera... ***


Sem uscì da casa di Brian e si incamminò tra le strade buie per giungere finalmente da Paul e chiarire tutto.

Aveva provato ad essere arrabbiata ma non ci era riuscita, semplicemente per il motivo che Sem amava Paul più di ogni altro al mondo e sapeva che era l’uomo perfetto per lei.

Non voleva lasciarselo scappare, aveva bisogno di lui e del suo amore, non avrebbe mai permesso a nessuno di portarglielo via, figuriamoci a Jane Asher e quell’equivoco che si era creato a causa sua.

La ragazza arrivò immediatamente a casa e dopo essere entrata, si precipitò in salotto.

Mentre si accingeva ad entrare nella stanza, non pensò nemmeno a quali parole avrebbe dovuto dire, si precipitò ad improvvisare come meglio poteva:

“Paul, sono io, Sem! Sono tornata per dirti che sono stata un’idiota ad aggredirti in quel modo e che mi dispiace tanto, io lo so che mi ami, come del resto ti amo anche io!”

Nessuna risposta.

“Paul?” chiese lei un po’ spaventata.

“Paul, dove sei?” domandò di nuovo la ragazza, quando si accorse che in salotto, così come in tutta la casa, non c’èra praticamente nessuno.

Quanto non udì nessuna risposta ma bensì l’eco della sua voce che si espandeva per tutte le stanze, Sem perse uno, o forse due, battiti e il mondo sembrava esserle letteralmente caduto addosso.

Dove era andato Paul? Si era forse annoiato di tutta quella situazione? Aveva preferito la compagnia di qualcun altro a quella di Sem? ma soprattutto, quando sarebbe tornato?

Quelle domande rimbombavano nella sua mente come un martello pneumatico.

Sem stava per scappare via di nuovo, probabilmente sarebbe tornata da Brian o chi lo sa in qualche locale del sobborgo di Londra pur di non pensare a quello che era successo; quando vide che sul piccolo tavolino da tè in sorgono era appoggiata una lettera con su scritto “Per Sem

La ragazza si asciugò immediatamente le lacrime e l’aprì ansimando sia dalla tensione che dai troppi singhiozzi che le rompevano la voce:


 

“Cara Sem,
Se stai leggendo questa lettera significano solamente due cose: La prima è che, nonostante il tuo orgoglio, sei ritornata da me e ciò non può fare altro che rallegrarmi e farmi innamorare di te ancora di più e l’altra che non trovandomi, ti sarei fatta le solite paranoie. Prima di iniziare a piangere e a disperarti inutilmente sappi che non sono emigrato in nuova Delhi, come penserai, ma che ti aspetto agli Abbey Road Studios per chiarire e spiegarti tutto.

Con tutto il mio amore,
Tuo, Paul.


La ragazza rimase impietrita di fronte a quelle parole.

Non appena realizzato il suo significato, piegò la lettera e stringendola al suo petto, come fosse Paul, giurò di poter percepire il suo dolce profumo attraversarle le narici.

 Anche se un po’ sorpresa e dubbiosa al riguardo, sistemò il foglio sul tavolino e con il sorriso sulle labbra decise di correre nel posto che Paul le aveva indicato.


Non appena Sem entrò in studio, ai suoi occhi si mostrò una scena che mai avrebbe potuto immaginare.

Le luci della sala d’incisione erano tutti accessi e sopra il piano forte nero, che si innalzava al centro della stanza, era appoggiato un mazzo di profumate margherite, i suoi fiori preferiti.

Anche se le gambe le tremavano per l’emozione, la ragazza decise di scendere in quella sala e non appena, e quando arrivò davanti al piano forte partì una canzone:

 

"I need my love to be here To lead a better life”


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Nota della autrice:
Ecco il mio nuovo capitolo!
Devo dire una cosa.
Forse la prosima settiimana
crica... vado della mia vecchia casa
in motagnia... e non so se c'è interte...
Qundi... non so se riesco a pubblicare i
capitoli ma... spero che ce la faccio!
Spero che vi piaccia il capitolio e
al prosima capitolo!
A presto!
Ciao!
Evola.

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Capitolo 7
*** Here, There And Everywhere... ***


Sem si voltò immediatamente non appena sentì quel suono e vide Paul, in un completo elegante di colore nero, che dalla sala di controllo, stava per raggiungere Sem sfoggiando uno dei suoi sorrisi più dolci. 

La ragazza ricambiò immediatamente quel gesto e i suoi occhi non poterono che umidirsi di nuovo per le lacrime, che dall’emozione stavano già rigando le sue guancie. 

 

“Here, making each day of the year
Changing my life with a wave of her hand
Nobody can deny that there's something there.”


Quando finalmente Paul la raggiunse, la strinse tra le sue braccia e cominciò a lasciarle baci umidi sul collo, che non fecero altro che aumentare tutta quell’aria di romanticismo a cui Sem sapeva di non poter resistere a lungo.
 

“There, running my hands through her hair
Both of us thinking how good it can be
Someone is speaking, but she doesn't know he's there.”


“I want her everywhere
And if she's beside me I know I need never care
But to love her is to need her
Everywhere, knowing that love is 
to share
Each one believing that love never dies
Watching her eyes and hoping I'm always there”


Paul le porse il mazzo di margherite che aveva preso, precedentemente, da sopra il piano forte e le pose una margherita tra i capelli, prima di tornarla a baciare con sempre più foga. Sem si abbandonò alle sue dolci carezze e ai suoi baci e mentre il cuore le batteva forte, strinse Paul di nuovo a se per non lasciarlo mai più andare via.
 

“I want her everywhere
And if she's beside me I know I need never care
But to love her is to need her
Everywhere, knowing that love is to share
Each one believing that love never dies
Watching her eyes and hoping I'm always there
Here, there, and everywhere
Here, there, and everywhere.”


Quando la canzone finì, Paul la guardò negli occhi e le chiese con dolcezza: “Allora, cosa ne pensi?”

“Una bellissima canzone, però mi aspettavo sinceramente che tu volessi parlare.” 

“Così è stato più originale, quante ragazze possono dire lo stesso?” le chiese Paul ridacchiando.

“Nessuna credo” e risero.

“Ah..” fece Paul mentre rovistava nella tasca della sua giacca, in cerca di qualcosa.

“Prima che dimentico, ecco a te!” finì di dirle, porgendole l’oggetto in questione in mano.

“Una rosa gialla?” chiese stupita la ragazza ma allo stesso tempo molto emozionata.

“Si, una rosa gialla per la gelosia del linguaggio dei fiori no?” 

“Non era gelosia! E poi non sei un fiorista!.” sentenziò la ragazza con un amabile sorriso sulle labbra.

“Ne sei sicura?”

“Di cosa?”

“Che non si trattasse di gelosia.” chiese Paul retorico.

“In realtà no. Paul, ci tengo a te in un modo che non si può descrivere o spiegare a parole, quando abbiamo litigato, il mondo mi è crollato addosso. Ho sbagliato ad aggredirti in quel modo e ad andare via.” rispose la ragazza, fissandolo negli occhi.


“No, Sem. Ho sbagliato io a non dirti nulla su Jane e su tutto il resto. Ci siamo sempre promessi di dirci tutto e di affrontare i problemi insieme, ma questa volta ho sbagliato ed ho capito che tu sei più importante di ogni cosa: io ti amo, e non ti abbandonerò mai.” disse il ragazzo, stringendole le mani e circondandole la vita.


“Lo so, Paul. E’ che a volte ho paura.”

“Di cosa?”



“Di perderti. So che mi ami, ma a volte mi sento molto insicura. Insomma.. Tu sei uno splendido ragazzo, con questi occhi e il viso d’angelo che ti ritrovi, potresti benissimo far prostrare tutte le ragazze del mondo ai tuoi piedi. Mentre io, sono  solo un maschiaccio che adora i jeans, le t-shirt, le All Star e che odia ogni cosa che sia femminile. Ma che a volte pensa che se tu trovassi qualcuna più carina di me, come Jane, potresti tradirmi e lasciami per sempre.” le confessò la ragazza abbassando lo sguardo. 


“Oh, Sem. Non devi dirlo nemmeno per scherzo! Tu sei la ragazza perfetta per me ed ogni giorno che passa io ne sono sempre più sicuro. Sei bellissima come sei, sia fisicamente che interiormente e credimi: nessuna ragazza potrà mai eguagliarti. Io non ti tradirò mai!”


Paul prese dolcemente il mento della ragazza tra le sue mani e lo baciò appassionatamente.

“Sei sicuro?” chiese Sem, allontanandosi il giusto che bastava per pronunciare la domanda e riprendere fiato.

“Certo, tu per me sei la ragazza più bella del mondo! Sei la mia Brigitte Bardot in versione mora, con gli occhiali e con un bel accento italiano, che io adoro.”

“Davvero?”

“Certo! Mi sono innamorato di te dal primo momento e non smetterò mai di farlo!” ripete il ragazzo, accarezzandole la schiena.

“Ti amo, Sem.” 

“Anche io, Paul.” rispose lei e Paul prese i fianchi di lei per attirarla nuovamente in un bacio che sembrava non finire mai.

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Note della autrice:

Ecco il mio nuovo capitolo!
Spero che vi sia piacuto e...
ammetetelo! Vi seite sogliti tra le sence romatice! ;)
Beh... io spero di pubblicarlo anche quando andrò della
mia vecchia casa in motaglia con il pc potatile,
spero che vi sia piacuto e...
alla prosima!|
Ciao!
Evola

 

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Capitolo 8
*** L'amore vice su tutto ***


Era ormai calata la sera e l’aria che aleggiava nello studio si era fatta talmente intrisa d’amore, che Paul e Sem erano quasi contenti di aver avuto quella discussione, in fondo chiarendosi su determinate cose; non avevano fatto altro che dimostrarsi reciprocamente quando tenessero ad entrambi e quando grande fosse il loro amore.

La ragazza si allontanò dal viso del compagno il giusto che bastava per riprendere fiato e avvertendo il suo dolce profumo, chiese stringendogli le mani:

“E adesso?” 

“E adesso, cosa?” ripeté il ragazzo sorpreso ma allo stesso tempo entusiasta nell’ascoltare la dolce voce di Sem farsi strada nelle sue orecchie.

“Si, insomma. Adesso cosa facciamo?”

“Beh non saprei. Il mio obbiettivo in fondo era quello di farmi perdonare e dimostrarti che sono stato un vero coglione.” rispose Paul, accarezzandogli dolcemente la guancia.

“Sul fatto del coglione ci sei riuscito perfettamente a dimostrarmelo.” 

Una serena e sana risata riempì immediatamente tutta la sala.
Paul non si aspettava una battuta del genere, non in quel momento.

E sentire il modo in cui Sem gliela aveva detta con tutta sicurezza e calma, lo diverti.

Si, lei era proprio la ragazza perfetta per Paul.
Il ragazzo in quel momento, guardandola, non si rendeva conto della grande fortuna che aveva avuto.

Sem era la ragazza perfetta per tutti: era simpatica, dolce, sensibile, bella e soprattutto aveva un cuore grande. Una cosa che aveva fatto innamorare Paul sin dal primo momento. 

“Ah si?” chiese il ragazzo nel tentativo di solleticarle i fianchi.

“Si.” rispose la ragazza con decisione, mentre si divincolava tra le braccia del suo amato.

“Però sono riuscito anche a farmi perdonare, vero?” 

“Si, direi che anche in questo sei riuscito alla perfezione.” confermò Sem, sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi.

“Allora, cosa facciamo?” chiese di nuovo la ragazza impaziente.

Paul amava quel tratto del suo carattere.

Ogni volta che aveva la possibilità di vederlo, si emozionava al tal punto che gli brillavano gli occhi.

Sem era una ragazza semplice e sincera in tutte le cose che faceva, ma spesso non riusciva a frenare quel suo innato entusiasmo e quella sua buona sete di curiosità, che l’avevano caratterizzata sin da bambina.

 Il ragazzo molte volte si sorprendeva piacevolmente a notare questo suo comportamento e in quel momento Sem, non faceva altro che ricordarle una dolce bambina che con occhi speranzosi, per sapere la risposta.

Paul, impazziva letteralmente a vederla così.

Gli trasmetteva talmente tanta dolcezza, che avrebbe solamente voluto stringerla a se e non lasciarla mai andare via. Dio, se era vero.

L’amava talmente tanto al punto che la sua vista si era annebbiata da quel comportamento.

“Sem, ho una gran voglia di fare l’amore con te.” rispose il ragazzo, guardandola dritta negli occhi.

Sem a quelle parole rimase impietrita. Non fu la richiesta in se a colpirla, ma il modo in cui Paul le aveva manifestato questo bisogno impellente. Anche per lei era così, amava il suo ragazzo.

Ma anche  lei voleva fare l’amore con Paul Ormai per lei cosa più naturale e semplice di questo mondo. Ormai stanno insieme da un anno e vivono della stessa cosa, anche se a volte si imbarazza un po’ su questo argomento.

Ma ora aveva voglia di legarsi a lui, di mostrargli la propria anima e soprattutto di risentire la piacevole sensazione di due corpi che non fanno altro che ritrovarsi e unirsi dopo questa brutta giornata.

“Anche io ne ho voglia, Paul.” rispose la ragazza con naturalezza, tanta che portò Paul a cingerle i fianchi da dietro e posare umidi baci lungo il suo collo; che la fecero immediatamente arrossire e rabbrividire al tempo stesso. 

“Sem?” 

“Hmm?” rispose in un mugolio la ragazza, destandosi per un minuto dalle dolci e sensuali carezze che Paul le stava riservando proprio in quel momento.

“Perché non riesco mai ad essere geloso di te?”

Quella domanda colpì la ragazza come un fulmine.
 Si voltò di scatto e prese il volto del bassista tra le mani. Sapeva che prima o poi, le sarebbe toccato rispondere a quella domanda e appunto per questo, sapeva perfettamente la risposta che doveva dargli.

“Perché io non te ne do mai motivo. Paul, io ho te. E nessun ragazzo potrebbe mai sostituirti. Pertanto non mi interessa avere compagnie maschili, semplicemente mi accontento di essere amica dei ragazzi e soprattutto di rimanere tua e non destare inutili sospetti.” rispose la ragazza prima di posare le sue labbra su quelle del compagno.

“Si. Tu sei sola mia, Sem.” ribatté Paul con decisione, intrecciando insieme le loro mani.

“Tua.”

A quella risposta, Paul sollevò delicatamente la ragazza da terra, e prendendola tra le braccia; sorridendo disse:

“Adesso possiamo andare.”

“Mettimi immediatamente giù, McCartney.” protestò debolmente la ragazza, ricambiando il suo sorriso e nascondendo il suo volto nell’incavo del collo di Paul.

“Non voglio che la mia principessa si affatichi, quindi per questa volta ti porto io.” 

Arrivati in cima alle scale, Paul fece scivolare delicatamente la ragazza dalle sue braccia e si assicurò che avesse entrambi i piedi ben saldi a terra, prima di accarezzarle il viso e dire:

“Oh Sem, sei così bella.”

“Ti amo, Paul.” disse timidamente la ragazza, spostando il suo sguardo su di lui.

“Udite, udite. Sem sta confessando i suoi sentimenti per prima! E’ davvero qualcosa di raro.” Fece il bassista divertito, facendo sorridere anche la ragazza che le era di fronte.

“Va bene, McCartney. E’ stata la prima e ultima volta che mi hai sentito dire certe parole.” Rispose Sem ridacchiando e cercando di superarlo.

Paul però si mostrò ancora una volta più agile e pronto in quest’ennesima situazione.
Strinse la ragazza per il polso e velocemente l’attirò a se.

“Aspetta, non ho mica detto che non mi piace sentirtelo dire.” Riconfermò il bassista sorridendola.
 “Ti amo tanto anche io, Sem. Più della musica, più del mio basso.”

“Anche più di te stesso?”

“Adesso stai esagerando!” Rispose beffardo Paul, provocando anche in Sem una sonora e divertita risata.

“Paul, mi prometti una cosa?” 

“Cosa?”

“Che non rivedrai mai più Jane o qualunque altra tua ex. E che se succedesse, verresti immediatamente da me per dirmelo.” Terminò Sem con gli occhi lucidi nell’attendere una sua risposta.

“Te lo giuro.” le rispose Paul, stringendola talmente tanto a se da avvertire il suo inebriante profumo di rosa.
“E ora andiamo a casa.”

Sem a quelle parole si sentì rassicurata e felice.

Sapeva che ora si poteva fidare di lui e che Paul, il suo dolce ragazzo e nonché uno dei suoi migliori amici, la amasse con tutto il cuore e non l’avrebbe mai lasciata per niente al mondo. 


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Note  della autrice:
Ecco il nuovo capitolo!
Spero che vi piacca e che mi è 
è conmoso!
lo, so, lo so...
è mo,to romatico!
Spero che vi sia piacuto!
Buon sabato 
e...
Ciao!
Evola


 

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Capitolo 9
*** E alla fine... ***


Insieme passarono un’incredibile serata tra carezze e baci inaspettati a riscoprirsi l’uno con l’altra sempre più innamorati e desiderosi di star insieme.

Quella notte, facendo l’amore e Sem poté giurare di non essersi mai sentita meglio in vita sua.

Tutte le sue paure e le sue incertezze erano svanite sotto il tocco amorevole di Paul e ora lei si sentiva davvero sicura e protetta tra le sue braccia.

Dimenticarono per sempre Jane e il brutto equivoco che si era creato a casa loro.

E a distanza di anni, ascoltando la canzone “For no one”, non avevano fatto altro che sorridere e gioire su come il loro amore, alla fine aveva trionfato su tutto.

 

FINE.
 
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Note della autrice:

Ecco la fine delle mio libro!
Spero che vi sia piaciuti
e rigrazio a tutti quelli che
mi anno seguto la mia storia
e soprattuto a Chiara_LennonGirl06
che mi ha coretto tutta la storia e che gli
è piacuta molto. Qundi grazie tante con
il cuore! :)
Sto scrivendo un altre storie.
Una breve e una lunga. 
Ma... sono di pubblicarlo presto.
Spero che vi sia piauta
Buona gironata
Allora... alla prosima!
Ciao!
Evola

 

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