They call it 'Stockholm Syndrome'

di Heyale
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno/Prologo: Da quel giorno sarebbe cambiato tutto. ***
Capitolo 2: *** Capitolo due: Mi rapite e poi fate finta di niente?! ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre: Hai mai sentito parlare della Sindrome di Stoccolma? ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro: Io sono qui. ***
Capitolo 5: *** Capitolo cinque: Perfetto: Parker uno, Styles zero. ***
Capitolo 6: *** Capitolo sei: Tu cosa vedi? ***
Capitolo 7: *** Capitolo sette: Te ne sei andato, Louis!!! ***
Capitolo 8: *** Capitolo otto: Sei il mio angelo, Harry. ***
Capitolo 9: *** Capitolo nove: Dimmi quando l'hai scoperto, furbo. ***
Capitolo 10: *** Capitolo dieci: Lascia perdere. ***
Capitolo 11: *** Capitolo undici: Niall. Niall. Niall. ***
Capitolo 12: *** Capitolo dodici: Williams. ***
Capitolo 13: *** Capitolo tredici: Non voglio diventare zio! ***
Capitolo 14: *** Capitolo quattordici: E se il destino non ci vuole insieme? ***
Capitolo 15: *** Capitolo quindici: Harry. ***
Capitolo 16: *** Capitolo sedici: Non lasciarmi. ***
Capitolo 17: *** Capitolo diciassette: Ricordi. ***
Capitolo 18: *** Link per il sequel ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno/Prologo: Da quel giorno sarebbe cambiato tutto. ***


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They call it "Stockolm Syndrome" cap.1
CAPITOLO UNO/PROLOGO
"Da quel giorno sarebbe cambiato tutto."


Kassidy's pov
Mi guardai allo specchio, sistemandomi i capelli.
Non era facile convivere con quel mostro di mio fratello. Ogni mattina mi faceva dannare, e mio papà lo difendeva costantemente. Quando non era a lavoro, certo. La vita mi aveva condannata in una casa che equivaleva alla Casa Bianca, con un padre chirurgo di fama internazionale, una madre in giro per il mondo a fare la manager per chi sa quale persona famosa, un fratello più piccolo e una sorella più grande, entrambi odiosi. La mia vita era odiosa. Tutto era odioso. Con soli diciassette anni sulle spalle ero decisa a voler abbandonare Londra, diretta verso la California. Avevo sempre adorato la California, da quando ci andai in vancanza da piccola e visitammo Sacramento. Ero stanca. Ero stanca di tutta quella merda costosa che mi circondava. Ero stanca delle camicette firmate sempre ben stirate, ero stanca dei capelli sempre raccolti un uno stupido chignon, ero stanca delle belle parole, ero stanca dei voti sempre alti a scuola, ero stanca delle persone che mi guardavano dall'alto al basso. Mi tagliavo, in passato. Non sapevo come scappare da tutto, così mi chiudevo in bagno assicurandomi della presenza di una lametta. In qualche modo dovevo sentirmi viva. Avevo smesso solo quando avevo quasi rischiato la morte e mia sorella mi aveva soccorsa. Ma avevo ancora le cicatrici, le avevo tutte, non avevo mai avuto una mano leggera.
Mi guardai di nuovo, facevo pena. Mi schiarii la voce, sempre decisa. Diedi un'occhiata alle cicatrici sui polsi, non volevano andarsene. Sarebbe stata una delle tante giornate passate a far nulla. Scuola, casa. E basta, la mia vita era finita lì. Mio fratello Ronnie andava a scuola con l'accompagnatore di famiglia, il signor Robin. Mia sorella Stella veniva accompagnata da quel rompicoglioni del suo ragazzo, Ryan. Quando potevo io prendevo l'autobus, al contrario dovevo salire in macchina del signor Robin. Quella mattina potevo prendere l'autobus, e dimenticarmi per un po' della vita fatta di finti amici che vivevo. Io, Kassidy Parker, non avevo aspettative dalla vita. Sapevo che sarebbe stata sempr lineare, monotona. E nessuno avrebbe potuto cambiarla.

Harry's pov
Parcheggiai davanti ad una casa enorme. Non avevo mai visto una casa del genere.
Io e Louis ci guardammo intorno, levando le chiavi dal quadro della macchina, assicurandoci che non ci fosse nessuno. Nessuno, tranne lei.
Stando ai nostri calcoli, il maggiordomo era partito dieci minuti prima e la ragazza che avrebbe dovuto essere la sorella della nostra vittima non era tornata a casa quella notte, quindi aveva presumibilmente dormito da qualcuno. Ma poco importava, non eravamo lì per lei. Sbuffai, era un colpo grosso quella ragazza. Ogni schifoso giorno mi ripetevo cosa ci facevo in mezzo a quella situazione. I miei genitori mi avevano abbandonato quando ero bambino e un uomo di nome Igor mi aveva portato via dalla strada, aprendomi la porta nella sua famiglia. Famiglia, se così si può chiamare. Non aveva figli, solo altri tre bambini che come me non avevano un posto dove stare. Io avevo dieci anni. Nel giro di pochi giorni strinsi amicizia con Louis, di un anno in più di me. Successivamente con Zayn, anche lui più grande. Liam invece aveva la mia età. Avevamo passato tanti giorni insieme, crescendo come una famiglia. Dopo un anno di noi quattro arrivò l'ultimo "fratello": Niall. E così si chiuse il nostro gruppo. Eravamo cinque ragazzi che si trovavano nel posto sbagliato al momento sbagliato. Eravamo una famiglia, e Igor per anni era stato un buon padre, ma all'alba dei nostri quindici anni ci aveva indirizzati sulla cattiva strada: alcool, risse, droga, furti, rapimenti. E quella mattina di dicembre mi trovavo davanti a quell'enorme casa, con un fazzoletto imbevuto di cloroformio tra le mani, pronto ad aggredire la ragazza che da lì a poco sarebbe uscita dalla porta della villa. Da quel giorno sarebbe cambiato tutto. Mettendo piede fuori da quella macchina avrei già commesso uno sbaglio, proseguendo poi con l'addormentare quella ragazza, arrivando poi a sequestrarla. Forse era una delle poche volte, ma avevo paura.



Buonsalveeee :D
E' la matta che scrive questo scempio (?) che scrive ;)
Spero vi piaccia, io ci metto il cuore <3

Ale xx

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Capitolo 2
*** Capitolo due: Mi rapite e poi fate finta di niente?! ***


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They call it "Stockholm Syndrome" cap.2
CAPITOLO DUE
"Mi rapite e poi fate finta di niente!?"



Kassidy's pov
Aprii gli occhi a stento.
Non sapevo dov'ero. Mi sentivo solo scorlata a destra e a sinistra, quindi a occhio e croce dovevo essere in macchina. Mugugnai qualcosa, ma le parole non uscirono scandite, uscirono solo dei borbotii incomprensibili. Mi resi conto di essere stesa sul sedile posteriore, e mi bruciava terribilmente la mano appoggiata sotto la mia guancia per la posizione scomoda. Aprii gli occhi completamente, ma il mio cuore accelerò improvvisamente quando sui sedili anteriori non vidi Robin o mia sorella, bensì due ragazzi che non avevo mai visto. C'era silenzio tra di loro. Il mio respiro si fece irregolare, mentre mi mettevo cautamente seduta.
-Ti sei svegliata, finalmente.- era il ragazzo dai ricci scuri a parlare.
-Chi siete?- chiesi, con voce tremante, mentre iniziavano a pizzicarmi gli occhi per la paura.
-Non ti deve interessare.- mi rispose bruscamente il moro. Invece si girò verso di me l'altro ragazzo dagli occhi color ghiaccio:-Tranquilla, non ti faremo niente.-
-Non sto tranquilla!- sbottai, provando ad aprire la portiera.
-Sono bloccate.- mi informò in uno sbuffo il riccio.
-Fatemi scendere! Chi siete?!- le lacrime iniziarono a solcare le mie guance arrossate per la paura.
-Non frignare.- mi riprese ancora il riccio:-Io sono Harry. Lui è Louis.-
-Bene, ora mettetemi giù!- gridai.
-No.- continuavo a chiedermi perché dovevo parlare proprio con Harry se Louis sembrava più socievole. Per quanto potesse sembrare socievole un sequestratore.
-Perché sono qui?! Chi cazzo siete voi?!-
-E ridaglie...- si lagnò Harry:-...sei qui perché ti abbiamo sequestrata, ok? Ti è chiara la cosa? Non ti faremo niente se farai la brava, nel caso contrario abbiamo una Beretta e un coltellino svizzero nuovi di zecca.- ghignò:-...ma siamo sicuri che non dovremo usarli. Adesso mettiti calma, non fare versi strani, tanto non puoi scappare. Il viaggio è ancora abbastanza lungo.-
-Vi prego...- piangevo quasi istericamente:-...mettetemi giù...- non ero mai stata più spaventata di così.
Harry virò violentemente, accostando sul ciglio della strada:-Louis?-
-Dimmi.- gli rispose il ragazzo dagli occhi color ghiaccio.
-Vai dietro con lei, e falla calmare.-
-Va bene.-
In pochi attimi mi ritrovai il ragazzo castano a pochi centimetri da me:-Non mi calmerò solo perché il mio rapitore è seduto vicino a me!- gridai, agitando i pugni, mentre Harry ripartiva.
-Vedi di calmarti. Non ci servi per forza viva.- sibilò, imboccando una stradina che saliva su per una collinetta.
Rimasi muta, ma mi venne spontanea una domanda pochi secondi dopo:-Dove mi state portando...?- le lacrime ancora scivolavano sulle mie guace.
-Al luna park.- mi prese in giro il riccio.
-Vi prego...- li implorai:-...portatemi a casa.-
-Cazzo.- sibilò ancora una volta Harry.
-Stai calmo, Haz.- gli sorrise Louis:-E te, Kassidy, non ti faremo niente di niente. Prendila come una vacanza, ok? Non ti butteremo in una cantina con pane e acqua una volta al giorno, tranquilla, ci servi solo per chiedere un riscatto. Starai in una casa molto nascosta insieme a noi ed altri tre ragazzi.-
-Vaffanculo...- appoggiai la testa al finestrino, vedendo riflessi i miei capelli castani bagnati sulle punte a causa delle lacrime che continuavano a scendere. Volevo cambiare vita, ma non essere rapita. E non vedevo soluzioni, Harry non mi sembrava tanto il tipo che scherzasse, se aveva detto di avere una pistola ed un coltello, io ci credevo, e dato il fatto che non si era fatto scrupoli a portarmi via da casa dubitavo sul fatto che avesse paura di aizzarmi un'arma contro.
-Come avete fatto a portarmi in macchina? Non ricordo più nulla.- singhiozzai.
-Beh...- iniziò Louis:-...io sono rimasto in macchina, nel caso arrivasse qualcuno, Harry è sceso e tu hai solo gridato un po' cercando di spingerlo indietro ma lui ti ha messo il fazzoletto imbevuto di cloroformio sulla bocca e ti sei addormentata all'istante. Svenuta, direi.-
-Grazie per questa tesi illuminante.-
Socchiusi gli occhi, provando a calmarmi, non avevo assolutamente vie di fuga.

Harry's pov
Vidi che chiuse gli occhi e si appoggiò al finestrino, per fortuna.
Non volevo essere così brusco con lei, fosse era la paura per tutto quello che stavo facendo che disconnetteva il cervello con la bocca, e quindi risultavo stronzo e senza cuore. Anche se nemmeno io sapevo quante buone qualità potesse avere un rapitore. Spostavo costantemente lo sguardo sullo specchietto per vedere cosa stesse facendo Kassidy.  E nel frattempo pensavo a quanto schifosamente verdi erano i miei occhi. Gli occhi di una persona sbagliata come me non potevano essere così chiari. Tutti nel gruppo avevamo gli occhi chiari, e continuavamo a chiedercene il motivo. Eravamo dei criminali: avevamo rubato, preso in giro gente, puntato pistole alle tempie delle persone. Tra di noi eravamo come fratelli: non c'era niente che ci faceva restare arrabbiati per più di mezz'ora. Avevamo vissuto insieme le stesse pene dell'inferno, eravamo cresciuti come una famiglia. All'età di dieci anni i miei genitori mi abbandonarono. Tornavo da scuola quel pomeriggio, bussai alla porta, vidi le tende muoversi, ma non aprirono. Sentivo anche le loro voci, rimasi lì, ma la porta non si aprì mai più. Quando scese la notte scappai via, in lacrime, ero solo. Avevo solo dieci anni, a nessuno importava di me. Ero da solo contro tutti. Vagabondai un mese per le strade, vivendo di avanzi che mi dava un ragazzo che lavorava come cameriere ad un piccolo ristorante a cui andavo spesso. Poi una sera la mia vita fu cambiata. Ero rannicchiato in un angolino, sotto la pioggia, quando un uomo mi si avvicinò. Mi chiese chi ero, come stavo, cosa ci facevo sotto quella pioggia incessante, e sorridendo mi disse che si chiamava Igor e che potevo andare da lui. Poi mi prese con se, offrendomi una casa ed una famiglia. Entrai nel soggiorno di quell'enorme villa, e vidi altri tre bambini giocare sul tappeto davanti al fuoco. Li guardai spaventato, ma loro mi sorrisero. C'era un buffo bambino con le guance rosse e i capelli castani tutti in disordine. Guardai i suoi occhi nocciola, era felice. Poi passai all'altro bambino. Portava i capelli scuri un po' a scodella, e sorrideva guardando il suo disegno. Anche i suoi occhi sorridevano. Ed infine guardai il bambino che mi fissava stranito. I suoi occhi azzurri brillavano, e la sua bocca era aperta in una smorfia divertita. Mi chiesero perché ero bagnato, chi ero, perché ero lì. E dopo pochi giorni facevo già parte della famiglia. Poco tempo dopo arrivò l'ultimo membro della famiglia: Niall. Avevamo tutti storie simili alle spalle: Louis era stato ritrovato da Igor all'età di tre anni dentro un cartone, Liam all'età di sei anni quando suo padre lo costrinse a scendere dalla macchina e abbandonare per sempre la sua famiglia, Zayn all'età di nove anni dopo che sua madre lo aveva picchiato dopo una sbronza e Niall all'età di dodici anni dopo essere scappato volontariamente di casa, intenzionato a non ritornarci più.
Strinsi le mani sul volante, cercando di distrarmi, cercavo di dimenticarmi quell'uomo che mi aveva dato una casa, e che ora mi stava solo usando. Ci stava solo usando.
-Harry?-
Puntai gli occhi su Kassidy attraverso lo specchietto, provando a moderare il tono della voce:-Dimmi.-
-Quanto...quanto dovrò stare con voi?-
-Non lo so. Dipende da tuo padre.-
-Se fosse per mio padre potrei marcire in quella casa.-
-Ma ti prego...- risi amaramente:-...come se tu non avessi tutto quello che vuoi in quella villa in cui vivi.-
-E' una merda. E' tutta una merda la mia vita.-
Rimasi colpito dal tono che usò:-Come mai?-
-Non vado a raccontare ai miei rapitori i beati cazzi miei.- incrociò le braccia al petto, e vidi Louis ridere sotto i baffi.
-Ridi pure, Tomlinson.- lo ammonii:-Poi però stanotte ci dormi te in camera con lei.-
-Cosa? Non erano questi i patti!- si lamentò lui.
-Io non dormo proprio con nessuno!- ecco, ci mancava anche la ragazza.
-Tu dormirai con uno di noi, Kassidy, non viviamo in una reggia. Ma non dormirai con me, il signorino qui sta rigirando le carte in tavola!- affermò soddisfatto Louis.
-Ma andiamo...- sbuffai.
-Senti Haz, tu sei il più piccolo di tutti, quindi ti avvicini di più a Kassidy. Quanti anni hai, Kassidy?-  le chiese, girandosi verso si lui. Entrambi notammo il suo sguardo impaurito.
-Kas? Che c'è?- le domandò, scuotendola per la gamba, che subito lei ritrasse.
-Mi rapite e poi fate finta di niente!? Siete pazzi!!-
-Senti, non possiamo non parlare. Quindi, quanti anni hai?-
-Diciassette.-
-Perfetto, Harry ne ha diciannove appena compiuti. Il più piccolo con la nuova arrivata. E' la legge, Hazza.-
-Vaffanculo, Louis.- sibilai, parcheggiando la macchina sul vialetto davanti alla casa.
Scesi velocemente dalla macchina, aprendo la portiera di Kassidy:-Benvenuta a casa.-
-Sparisci.-
-Simpatica lei.- sbuffai, prendendola per il polso, trascinandola in casa, chiudendo la porta dietro di me.

Kassidy's pov
Entrai in quella casa enorme. Non era molto piccola, ma d'altronde ci abitavano in sei se non avevo capito male.
-Aspetta.- mi allarmai, stringendo a mia volta il polso di Harry:-I miei vestiti! Il mio computer! Il mio cellulare!-
-Allora...- sbuffò lui:-...il tuo cellulare ce l'abbiamo noi, i vestiti ce li hai addosso e il tuo computer...beh, vivi anche senza.-
-Pretendo il mio cellulare.-
-Sì, e io sono Rihanna. Non te lo daremo per un po'.-
-No, cazzo! Ridammi il mio cellulare, Harry!- mi lagnai, iniziando a frugare nelle tasche del suo giubbotto.
Lo vidi sorridere quasi teneramente, oserei dire, nel mio vano tentativo di trovare il cellulare. Mi fermai quando sentii dei passi pesanti raggiungerci lì nel corridoio.
-Cos'è questo baccano?!- un uomo apparve sullo stipite della porta. Vidi il volto di Harry irrigidirsi tutto d'un tratto, staccando con poca grazia le mie mani dalla sua giacca:-Lei è Kassidy.- dichiarò il riccio.
-Mmmh...- sibilò l'uomo, avvicinandosi a me:-...Kassidy Parker. Benvenuta a casa.-
-Gradivo di più la mia.- sussurrai, torturandomi le mani per l'agitazione.
-Immagino, ma vedi, dobbiamo solo farci pagare un riscatto e poi sarai libera, promesso.- disse in tono solenne:-Io sono Igor.-
-Mh.- mugugnai.
-Harry.- si rivolse al ragazzo:-Portala in camera e chiudila dentro, ora dobbiamo parlare di un po' di cose.-
-La lascio da sola?-
-No, c'è Zayn di sopra.-
-Va bene.-
L'uomo sparì dietro la porta, e Harry mi prese di nuovo per il polso, mentre Louis rientrava da fuori.
-Dove mi porti?- gli chiesi, cercando di restare più calma possibile.
-Non hai sentito?-
-Sì, è solo che...-
Mi girò con forza verso di lui, e mi ritrovai a pochi centimetri di distanza dal suo naso:-Senti Kassidy, qui non stiamo giocando, chiaro? Smettila di lagnarti, ora devi stare con cinque ragazzi e te ne stai zitta, ogni tentativo di fuga sarà inutile, chiara la cosa?!- sbuffò, passandosi una mano tra i ricci scuri, mentre i miei occhi si riempivano velocemente di lacrime.
-Vaffanculo.- sibilai, imboccando la via delle scale. Mi stavo asciugando gli occhi con la manica quando presi addosso a qualcuno, perdendo l'equilibrio e cadendo con poca grazia all'indietro.
-Stai bene?- mi chiese.
Alzai gli occhi verso di lui, notando i capelli scuri tenuti in un ciuffo all'insù e gli occhi quasi chiari fissarmi divertiti:-Vai a fanculo pure tu.-
-Hey, che ti ho fatto?!-
-Mi hai rapita. Insieme agli altri due criminali!-
Stava per rispondere quando ci raggiunse Harry:-Zayn, lei è Kassidy.-
-Sì, l'avevo capito.-
-Scansati.- mi alzai da terra, spostandolo con una piccola spinta, facendomi largo nel corridoio. Mi fermai davanti a due porte sulle pareti opposte.
-Dove cazzo devo andare?-
-Io devo andare giù adesso.- dichiarò Harry, sparendo dalle scale.
-Hem...qui.- mi raggiunse Zayn, aprendomi la porta. Entrai timorosa, constatando che era una stanza abbastanza grande. C'era un certo tepore, cosa molto utile in dicembre. C'era un solo letto al centro, peccato che fosse a due piazze, e io avrei dovuto dividerlo con Harry, che a quanto avevo capito era il più piccolo.
-Vorrei il mio telefono.- mugolai.
-Non possiamo dartelo, mi dispiace.- ammise.
-Non me ne frega, cancellate tutti i numeri che ho tanto a nessuno frega un cazzo di me e io non so numeri a memoria.- ero sincera, non avevo mai imparato un numero:-Ho solo bisogno della mia musica.-
Lo guardai dritto negli occhi.
-Non ci posso fare niente. Scusami.-
-Andate a fanculo tutti quanti...- mi massaggiai le tempie:-...vattene.-
-Aspetta, io...-
-Vattene!- gridai, gesticolando all'aria.
-D'accordo...comunque, sono Zayn.-
-Tanto piacere.- lo presi in giro.
-Se hai bisogno mi trovi nella stanza di fronte.-
-Sì, da te posso aver bisogno solo di un'arma per suicidarmi.- sbuffai, chiudendogli la porta in faccia. Sentii la chiave scattare:-Che cazzo fai?!-
-Ho l'ordine di chiuderti dentro.-
-Ma vaffanculo, che non scappo di certo da qui, ma aprimi!-
-No.-
-Zayn come ti chiami di cognome non lo so, aprimi!-
-Il mio cognome è Malik. E poi non posso aprirti, scusami, davvero.-
-Ma muori.- picchiai un pugno sulla porta e mi buttai sul letto, ripensando a quanto la mia vita fosse finita.

Harry's pov
Chiusi la porta dello studio alle mie spalle, di fronte a me avevo solo Igor.
-Allora, Harry...- inziò lui:-...è stato difficile?-
-No.-
-Come avete fatto a sequestrarla?-
-Beh, dopo esserci assicurati che non ci fosse nessuno l'abbiamo addormentata con del cloroformio e poi...eccoci qui.-
-Allora, i piani sono questi: tra due settimane chiamiamo il caro paparino e chiediamo il riscatto.-
-D'accordo.-
-Senti, Harry...- si girò verso di me, appoggiando una mano sulla mia spalla:-...non ti devi affezionare a quella ragazza, ok?-
-Perché dici?- gli chiesi, confuso.
-Sei giovane, e l'affetto può rovinare tutto in questi affari, ok?-
-Non c'è pericolo.- lo rassicurai:-Mi terrò a distanza debita da quella ragazza.-
-Stai attento.-
Sentimmo qualcuno bussare alla porta, ed entrarono anche Niall, Liam, Zayn e Louis. Bene, c'eravamo tutti. Cinque marionette rette in piedi dalle sporche mani di un bastardo. Ci spiegò i nostri turni di guardia, appendendo un piccolo foglio alla porta. Ogni tanto ci scambiavamo qualche sguardo d'intesa, stando attenti a non farci vedere. Sapevamo che tutto quello che stavamo facendo era sbagliato, ma non potevamo opporci. Sapevo che quella ragazza stava soffrendo, glielo si leggeva dagli occhi. Quei piccoli occhietti scuri che guardavano dritti nei miei, cercando una ragione per tutta quella situazione. Ma io non gliela sapevo dare, non sapevo troppo, purtroppo. Sapevo solo quello che c'era da fare, ma di quello che ne sarebbe stato di Kassidy proprio non ne avevo idea. Guardai rapidamente l'ora dal cellulare che tenevo nella tasca interna, ma non era il mio. Rimasi a fissare lo schermo, era una foto di un braccio tagliato da una lametta e una scritta su basso che citava "life sucks". Speravo che non fosse il suo, ma non sembrava una di quelle immagini ben costruite, sembrava una foto scattata da un cellulare qualsiasi, e la scritta poteva essere stata fatta da un normale programma di modifica. Deglutii pesantemente, lasciando la stanza. Era l'una di pomeriggio. Diedi un'occhiata al foglio dei turni, e dato che era giovedì, toccava a me. Così andai di sopra, facendo scattare la chiave nella serratura, entrando bussando senza ricevere risposta.
Era stesa sul letto e mi dava le spalle, i capelli castani li aveva sciolti, mentre prima erano raccolti in una coda, e ricadevano sulle spalle esili, andando a posarsi sul materasso.
-Kassidy?- la chiamai.
Si girò lentamente, rivolgendomi un debole contatto ottico:-Che vuoi?-
-Vieni a mangiare?-
-No.-
-Come no?- fantastico, faceva pure la difficile.
-Non ho fame.-
-Ma c'è l'hamburger!- mi lagnai.
-Hamburger o pasta che sia, quando ti rapiscono non hai fame, cazzo!- sbottò, girandosi di nuovo.
-Mi concederesti l'onore di rivolgermi il tuo sguardo finché ti parlo?-
-E che sei, mio padre?-
-No, dai Kassisdy, vieni a mangiare! Dopo non mangi fino a stasera.-
-Che minaccia.- mi prese in giro.
-Vieni a mangiare.- assunsi un tono più severo.
-No.- e lei non fu da meno.
-Sì!- andai a gran passo verso il letto, guardandola negli occhi:-Ora.-
-No!-
La presi per i polsi, facendola alzare dopo averla strattonata un po'.
-Ahia!- si lamentò.
-Vieni a mangiare.-
-Fanculo.- sibilò, sistemandosi i capelli in una coda fatta lì per lì, raggiungendo la cucina.

Kassidy's pov
Arrivai in cucina, potendo vedere così anche il resto del gruppo.
Era una sala enorme, e al centro c'era un tavolo rotondo. Igor era seduto vicino a un ragazzo biondo dagli occhi azzurrissimi, il quale era seduto vicino a Louis. Dopo Louis c'erano due posti vuoti e a seguito Zayn e un ragazzo dai capelli e occhi castani.
Fu Igor a prendere la parola:-Spero ti piacciano gli hamburger, Kassidy.- mi sorrise.
-Li mangio.- tagliai, secca.
-Puoi sederti vicino a Louis, dato che già vi conoscete. Harry mettiti vicino a Kassidy.-
Notai solo in quel momento la mano del ragazzo appoggiata, credo involontariamente, sulla mia schiena. Sbuffai, sedendomi vicino al ragazzo che non molto tempo prima aveva cercato di calmarmi in auto. Harry si sedette vicino a me. Diedi un'ultima occhiata al biondino e all'altro ragazzo prima di fissare il mio piatto. Prima mi rapivano e poi avevano anche pensato che potessi avere fame. Ma certo, come no.
-Comunque, Kassidy...- continuò Igor:-...loro sono Liam...- indicò il ragazzo castano che mi fece un cenno:-...e Niall.- indicò il biondino che mi rivolse un piccolo sorriso.
-Ok.- sospirai io.
-Non hai fame?- mi chiese Louis.
-No.-
-Dovresti mangiare, non siamo soliti a mangiare nel pomeriggio.-
-Senti, sono appena stata rapita. Non capisco perché non mi butatte in una cantina e evitate di sorridermi, starei meglio!-
-Ma perché non dobbiamo farti del male.- sorrise Niall:-E' solo per un riscatto, non devi morire di fame o stare male, a noi basta che tu non chiami nessuno e che ti attenga alle regole.-
Benché il messaggio fosse minatorio, il tono che usò il ragazzo era tutt'altro che cattivo.
-Beh, non ho fame, d'accordo?-
-Ti ripeto che dovresti mangiare.- asserì Louis.
-Non mi interessa.-
-Harry, dille qualcosa!- ridacchiò scherzosamente Liam.
-Se mangiare non è nel suo interesse che muoia di fame, dico io.-
Nel giro di pochi attimi mi ritrovai tutti gli sguardi puntati addosso, forse aspettavano una reazione. O forse volevano solo rompermi ulteriormente i coglioni.
-Ha ragione.- dichiarai, alzandomi dal tavolo:-Vado in camera.-
-No, aspetta.- mi fermò Igor.
-Che c'è?-
-Non puoi andare da sola.-
-Non mi perdo.- mugugnai.
-Non è per questo, ho paura che tu riesca a scappare.-
-Non vedo vie di fuga, francamente.-
-Resta qui.-
-Posso andare in bagno, per lo meno?-
-Sì, Harry accompagnala.-
Il riccio annuì, alzandosi dal tavolo, facendomi segno di seguirlo. Mi guidò lungo il corridoio, per arrivare davanti ad una porta vicina alla mia stanza.
-Ecco qui. Dopo ritorna in cucina.-
-Ok.-
Entrai chiudendo la porta a chiave. Mi appoggiai al lavandino, tentando di tenermi in piedi. Stavo crollando. Avevo una fottuta paura costante, e quello che temevo di più dovevo anche dormire con me. Aprii l'anta dello specchio, rivelando oggetti che tutti gli uomini avevano, ma i miei occhi caddero su qualcosa in particolare: lamette. Ne presi una, mi tremava la mano. Mi tirai giù la manica, osservando tutte le altre cicatrici. Avevo cominciato all'età di quindici anni, mi ricordavo ancora tutto purtroppo. Avevo appena litigato con una mia amica, una delle quali che credevo tenesse davvero a me. Andai a casa, come il solito non c'era nessuno. Era l'ennesima amica con cui litigavo e che mi diceva apertamente in faccia che ero una stronza piena di soldi, e io ero stufa, ma nessuno ascoltava le mie urla. Così lo feci. Appoggiai la lametta sul mio polso allora liscio e privo di tagli, spinsi e la feci scivolare da destra a sinistra. Scacciai improvvisamente quel pensiero dalla testa, ritrornando a fissare la piccola goccia di sangue che scivolava sul lavandino. Guardai il taglio, non era poi così profondo. Presi velocemente della carta igenica, pulendomi meglio che potevo. Non sapevo nemmeno io perché l'avevo fatto, non stavo di certo meglio. Mi asciugai la lacrima che era scesa, tenendo il pezzo di carta bagnato di sangue e acqua in tasca, non volevo che sapessero qualcosa. Ripulii la lametta e aprii la porta assicurandomi che la manica fosse giù, ma mi ritrovai Harry davanti a me.
-Scusami ma sei stato qui tutto il tempo?!- lo aggredii.
-Sì, ho dovuto! Che hai fatto?-
-Niente che ti possa interessare.-
-Oh sì che mi interessa, dimmi perché non sei andata in bagno per dover andare veramente in bagno.-
-Perché dovevo farmi i cazzi miei.-
Gli scivolai affianco, ma mi fermai dopo aver fatto pochi passi:-Ti prego, posso ritornare in camera?-
-Va bene, ma devo chiuderti dentro.-
-Fai come vuoi.-
Andammo di sopra, ma prima che chiudesse mi feci un po' di coraggio:-Harry?-
-Sì?-
-Avete un mp3? E delle cuffiette?-
-Sì...li vuoi?-
-Ti prego.-
-Va bene...- aprì un cassetto nell'armadio e mi lanciò un piccolo lettore mp3 e delle cuffie enormi:-Tieni.-
-Grazie...- mugolai.
-Se hai bisogno siamo giù, Kas.-
Mi aveva chiamata con una sottospecie di soprannome?
-Non avrò bisogno, credimi.-
Mi sorrise debolmente, facendo schioccare la chiave. Mi stesi sul letto, infilando quelle cuffie, provando ad accendere quel lettore mp3, sperando di trovare buona musica.


Hola vezzzzz
Per il trailer il link è-->
http://www.youtube.com/watch?v=wkVN28eKzIM&feature=youtu.be

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Capitolo 3
*** Capitolo tre: Hai mai sentito parlare della Sindrome di Stoccolma? ***


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They call it "Stockholm Syndrome" cap.3
CAPITOLO TRE
"Hai mai sentito parlare della Sindrome di Stoccolma?"


Harry's pov
Scesi per le scale, come potesse essere talmente importante la musica io non lo sapevo. Quell'mp3 era mio, lo avevo preso all'età di tredici anni e fino ai quindici l'avevo sfruttato veramente tanto, ma da quando ero entrato nel giro di cui Igor faceva parte non avevo avuto più tempo per niente. Mi buttai sul divano, avevo finalmente un momento libero. Chiusi un attimo gli occhi, anche se era solo l'una e mezza ero già stanco. Forse non mi rendevo ancora conto di aver sequestrato una ragazza: dopo l'omicidio, era il crimine più grave. Sbuffai. Non ne potevo già più di quella situazione.
-Hey Harry.-
Alzai gli occhi verso il mittente:-Hey Louis.-
-Tutto ok?-
-Non è tutto ok da quasi dieci anni, Louis, dovresti saperlo.-
-Magari le cose cambiano.- si sedette vicino a me, offrendomi un pezzetto di cioccolato.
-Grazie...- mugugnai, addentandolo:-...prima Igor mi ha detto una cosa strana.-
-Sarebbe?-
-Mi ha detto che devo stare attento che non si venga a creare un legame di affetto.-
-E che c'è di strano?- sorrise lui.
-Che...non so nemmeno cosa sia un legame d'affetto. Non sono mai stato innamorato, se è questo che lui intendeva.-
-Sì. intendeva questo.- confermò:-Lo dice solo perché tu sei il più giovane e magari perdi la testa più facilmente, ma non devi preoccuparti, essere innamorati non è una brutta cosa.-
-E tu come lo sai?-
-Sono cose che si imparano nella vita. Tutti abbiamo visto dei film dove il ragazzo porta dei fiori alla ragazza, oppure dove lui la invita al ballo...sono cose romantiche che fanno le coppie, e anche guardarle attraverso uno schermo ti fa un certo effetto, è inevitabile. A te no, Haz?-
Lo guardai confuso:-Sì, anche a me. Ma Igor ha detto che un qualcosa del genere potrebbe far saltare tutti i piani.-
-Sì, è vero. Senti già qualcosa per Kassidy?-
-No!- sbottai:-Proprio no. E non vedo come io mi possa affezionare a quella ragazza, sono il suo rapitore!-
Si girò verso di me con un ghigno dipinto in viso:-Hai mai sentito parlare della Sindrome di Stoccolma?-
-E cazzo è?-
-E' un legame molto forte che si viene a creare tra due persone obbligate ad una stretta vicinanza, in genere si tratta di vero e proprio amore.-
-Se mai si dovesse innamorare di qualcuno in questa casa quella ragazza, non sarò di certo io.- risi, stiracchiandomi leggermente.
-Non ci giurare, Harry.- mi fissò serio.
-Ci giuro eccome, Lou. Dimmi perché si dovrebbe innamorare di me.-
-Perché sei il più giovane, in genere non ci si innamora di quelli troppo più grandi.-
-Mio padre era più grande di tredici anni!- sbottai:-E poi sono io che non voglio che succeda, anche Igor l'ha detto, no? Rovinerei tutto.-
-Mah...- sospirò:-...io ti dico, Hazza, che sei giovane, devi imparare ad amare. Puoi ancora farlo.-
-Guarda che abbiamo solo un anno di differenza, signor filosofo.- lo presi in giro.
-Beh, ormai io ci ho rinunciato, sono diciassette anni che vivo con Igor, ho imparato i trucchi per non provare emozioni...tu sono nove anni, non sei ancora formato del tutto...se dovessi sentire quella scintilla nel tuo cuore un giorno, non sopprimerla.-
Lo guardai stranito:-Non mi sembra che tu non provi emozioni.-
-Non con le persone con cui posso provarle.-
-Tipo?-
-Con te e con gli altri mi comporto da fratello, come è giusto che sia, sono il più grande sotto tutti i punti di vista, invece con altre persone non mi potevo permettere di sentire qualcosa.-
-Se magari mi fai un esempio.-
-Beh...ti ricordi il negozio di caramelle in centro, quello dove andavamo sempre da ragazzini?-
-Certo...Candysh...giusto?-
-Esatto. Ti ricordi la ragazza che lavorava al bancone?-
-No.- ammisi:-Prima di tutto, dimmi perché mi fai questo genere di confessioni così di punto in bianco.-
-Così...perché non abbiamo mai parlato di queste cose, sarebbe anche il momento.-
-Va beh.- mi passai una mano tra i capelli:-Dimmi della ragazza.-
-Era quella bambina che era sempre seduta sul bancone con sua nonna, poi quando noi avevamo quattordici anni lei ha cominciato a lavorare lì...era quella ragazza castana con gli occhi azzurri. Si chiamava Hailey.-
-Aspetta, forse...quella che ci hai parlato anche un paio di volte?-
-Esatto.-
-E anche quella che...beh...hai capito, no?-
-Sì, proprio quella che io ho minacciato.-
Abbassò lo sguardo. Stavo per rispondere quando sentii la voce di Kassidy:-Parlate di Hailey Thomas?-
Mi girai verso di lei:-Ma io non ti avevo chiuso dentro?!-
Ghignò affilando gli occhi, mostrandomi una forcina:-Sono scappata tante volte da casa.-
-Razza di bastarda...- sospirai, ancora sorpreso.
-Grazie.- sbuffò lei:-...è di lei che parlavi, Louis?-
-Sì.-
-E' una mia cara amica.-
-Davvero?!-

Kassidy's pov
Non ci potevo credere, conoscevano Hailey. Lei era una delle pochissime persone che non mi aeva mai abbandonata. Non avevo un rapporto da migliore amica, ma in parte era colpa mia, ma comunque eravamo buone amiche.
-Sì, davvero.- ammisi, guardando il ragazzo che era appena schizzato in piedi.
-E cosa sai di lei?!-
-In effetti mi parlava di un certo ragazzo che andava nel suo negozio...le hai chiesto il numero, vero?-
Harry si girò di scatto verso Louis:-Tu le hai chiesto cosa?!-
-Il numero.- spiegò Louis arrossendo:-Ci siamo sentiti per un po' di tempo.-
-Non ci credo!- sbottai:-Sei tu il Louis Tomlinson di cui parlava!?-
-Sì.-
-Oddio!- ridacchiai appena, per quanto la situazione mi poteva permettere di divertirmi.
-Perché dici?-
-Ah lascia stare...ma tu quindi sei lo stesso che è andato a rapinare il negozio, vero? Se non sbaglio l'hai minacciaia di sparare.-
-Non ti sbagli, purtroppo...sono io.-
-Come hai potuto giocare così col suo cuore?- diventai improvvisamente seria, infilandomi le mani nelle tasche della felpa.
-Che vuoi dire?-
Sbuffai, andandomi a sedere davanti a lui, sul tappeto, notando lo sguardo insistente di Harry su di me:-Perché l'hai minacciata, in quel negozio?-
-Ero costretto.-
-No, non lo eri. Dovevi puntarle una pistola alle tempie? Come si è sentita lei, eh? Minacciata dal ragazzo di cui era innamorata, ecco come si è sentita, Louis. Mi ha raccontato che in quel momento avrebbe voluto che tu avessi premuto il grilletto, perché non poteva credere di essersi innamorata di un criminale.-
Sgranai gli occhi vedendo quelli di Louis inumidirsi:-Non ti azzardare a piangere, sai?! Sarai pur stato costretto da chi vuoi, ma la pistola non serviva. Punto, finita qui, chiaro?- mi rivolsi a Harry:-Devo fare la doccia.-
-Non puoi fare a meno?- mi guardò con uno sguardo insofferente.
-No, me la sono fatta l'altro ieri, ho bisogno di una doccia. E di vestiti.-
-D'accordo...- si rivolse verso Louis:-Tu riprenditi amico, ok? Dopo ne riparliamo.-
Louis non accennò a movimento, asciugandosi solo le lacrime.
Il riccio mi tese la mano per alzarmi, ma io la rifutai, dirigendomi verso la nostra camera.
-Allora...- iniziò lui:-...tieni questa. E questi.- mi lanciò alla casaccio una maglietta enorme e un paio di pantaloni di tuta.
-Ti ringrazio.- mormorai sarcasticamente.
-Vieni.-
Lo seguii fino al bagno.
-Dopo torni giù un sala, chiaro?-
-Ok.- sbuffai, iniziando a sciogliermi i capelli.
-Usa l'asciugamano azzurro, quello lì attaccato alla porta.- mi indicò un asciugamano.
-Va bene.-
Fece per uscire dal bagno, ma si girò di nuovo verso di me, avvicinandosi notevolmente:-Un'ultima cosa.-
-Sarebbe?-
-Evita di essere così cagna con Louis, ok? Non sai niente di noi, non sei in grado di poter dare un giudizio.-
Si chiuse la porta alle spalle, lasciandomi con un profondo amaro in bocca. Io ero stata cagna con Louis? Non mi sembrava. Avevo detto le cose come stanno, che poi un rapitore di vent'anni avesse dei rimorsi non erano cazzi miei. Chiusi a chiave la porta, per lo meno quella era interna, ed entrai velocemente sotto la doccia. Quanto mi faceva schifo l'idea di lavarmi dentro la doccia dei miei carissimi sei rapitori era inquantificabile. Avevo paura di sfiorare le pareti che mi circondavano anche solo con un dito. Ma dovevo farmi la doccia, e dato che la convivenza era abbastanza lunga dovevo abituarmi all'idea di dovermi lavare in quel buchetto lì. Uscii dopo dieci minuti e mi vestii con gli abiti che Harry mi aveva gentilmente prestato. Allora, una maglietta bianca enorme, le maniche "corte" mi arrivavano a metà dell'avanbraccio, dove iniziavano i braccialetti per coprire i tagli passati e quelli recenti, e un paio di pantaloni con l'elastico sotto, che dire lunghi era dire poco, ma mi dovetti adattare. Lavai velocemente i miei vestiti con acqua e sapone e li stesi su un filo che attraversava il bagno, in modo che fossero pronti per il giorno dopo, sperando bene. Uscii da quel bagno con i capelli che ondulavano ancora bagnati per tutta la schiena, e quando arrivai in salotto Harry e Louis erano ancora lì.
-C'è un phon?- chiesi.
-Siamo maschi, non usiamo il phon.- mi prese in giro Harry.
-Ho bisogno si un phon.-
-Se aspetti un'ora si asciugano lo stesso.- sbuffò lui di nuovo.
-Ma vai a cagare.- lo maledii mentalmente mentre raggiungevo di nuovo la mia camera, stendendomi a pancia in giù, lasciando che i capelli si asciugassero, ma mi addormentai. E non era un bene, perché essendo asmatica dovevo avere sempre le mie medicine vicino a me, nel caso dovessi svegliarmi a causa di un alttacco d'asma. Era una cosa che mi portavo dietro da quando ero bambina, non ero mai riuscita a guarire. Purtroppo grazie a quei deficienti io rischiavo di morire soffocata da un momento all'altro, motivo per cui cercavo di mantenere più possibile la calma, perché non sempre un the caldo poteva sostutire un inalatore, funzionava solo con gli attacchi più deboli, ma non ero solita a quellli.

Harry's pov
Stavo guardando delle carte inerenti alle ultime bollette tanto da capirci qualcosa insieme a Niall, quando Zayn bussò allo studio:-Permesso!-
-Entra!-
-La ragazza?-
-Boh credo sia in camera sua.- sbuffai.
-Valla a chiamare, che è pronta la cena.-
-Farà come oggi, non mangerà.-
-Non ha mangiato per tutto il giorno, se è umana avrà fame.- rise lui.
-Appunto, "se" è umana. Sta lì il fatto.- risi anch'io.
-Dai valla a chiamare.-
-Vado, vado.-
Diedi una pacca sulla spalla a Zayn e andai di sopra, aprendo senza bussare la porta di Kassidy. Quasi mi venne da ridere quando vidi che stava beatamente dormendo. Immaginavo se aveva dormito dalle due fino alle sette e mezza quanto avrebbe potuto dormire la notte. Mi avvicinai piano a lei, e mi scappò un sorriso vedendola così tranquilla, forse era la prima volta nella giornata che non era innervosita. Nella mano stringeva il mio mp3, ma le cuffie erano sul cuscino. Respirava molto lentamente, era veramente strano. Mi avvicinai ancora, per sentire la sua respirazione, ed era davvero strana: tirava dei lunghi e lenti sospiri, e dopo un po' sembrava che avesse il fiato corto e quasi ansimava. I capelli erano asciutti, naturalmente sparsi per tutto il cuscino. Provai a scorlarla un po', ma non si svegliava, perciò la chiamai, alternando piccole scossette a altrettanto piccole schiaffette:-Kassidy...? Kas?-
La sentii mugugnare.
-Dai Kassidy, alzati!- le tolsi le coperte e lei si alzò di colpo
-Ma sei deficiente o cosa?!- esclamò.
-Scusami sai, ma non ti svegliavi!-
-E mi devi scoprire mentre mi urli addosso?! Ma vaffanculo!-
-Mamma mia che rompicoglioni...- sbuffai.
-Grazie, eh.- si alzò dal letto in fretta, facendosi la coda, e devo dire che rispetto a pochi attimi prima aveva cambiato atteggiamento.
-Che hai?- le chiesi.
-Indovina.-
-Se te lo chiedo non lo so, ragazza mia.-
Mi avvicinai a lei, ma fece per uscire dalla camera. Così balzai in avanti e chiusi la porta prima che potesse arrivarci:-Eh no, non vale scappare.-
-Non sto scappando, ho solo fame.-
-Ma guarda te, ero venuto giusto a dirti che era pronta la cena. Mi dici che ti prende?-
Roteò gli occhi al cielo:-Mi avete rapita, cazzo! E pretendete di fare l'allegra famiglia felice con me, ma scherziamo?! Non mi piace stare qui, non mi piacete voi! Evitate di fare le persone che si preoccupano per me, se mi avete rapita mi volete vedere solo morta, cazzo! E se sono rompicoglioni chiediti il perché, che non sono l'unica a non sapere un cazzo di voi, chiaro il concetto?!-
La guardai, ero quasi sconvolto. Sapevo che non era tanto calma ma che avesse tutta questa aggressività proprio non lo immaginavo. E aveva inoltre colpito il segno.
-Chiaro il concetto, ma stai calma, lo facciamo solo per non farti stare troppo a disagio, anche noi sappiamo che non è una bella cosa questa, cara mia!- sospirai, nel tentativo di clamarmi:-Ora deponi le armi Rambo, che a cena devi essere tranquilla.-
-D'accordo.-
-Piuttosto, sai che respiri in modo strano?-
Mi fulminò con lo sguardo:-Come fai per cognome?-
-Styles.-
-Sono asmatica, Styles.-
-Cosa?!-
-Sorpresa!- ironizzò lei:-Soffro d'asma da quando avevo tre anni.-
-E ti servono medicine?-
-Eh...magari.-
-Quali?-
-Dopo ti scrivo il nome, ma serve la ricetta.-
-Cazzo...come facciamo?-
-Non lo so. Se muoio dopo sono cazzi per voi.-
-Non muori, tranquilla.- sbuffai:-Non ci sono altri metodi?-
-Il the caldo, ma funziona solo quando gli attacchi sono deboli.-
-Con che frequenza ti vengono?-
-Non lo so, dipende.-
-Al giorno?-
-Non sempre, a volte mi lasciano in pace anche per due o tre giorni.-
-Cazzo...domani andiamo a farci dare qualcosa, non preoccuparti.- provai a rassicurarla.
-Serve la ricetta, idiota!-
-Ok, allora andremo dal tuo medico!-
-Dove li trovi i dati della mia cartella clinica?! La mia tessera?!-
-Tesoro mio...- ghignai:-...sono un rapitore, vuoi che non sappia muovermi su Internet?-
-In effetti.-
-Dai, domani andiamo a farti prescrivere 'sta roba.- cercai di ricompormi, stavo andando troppo sull'amichevole, volevo tenere il rapporto a livello molto basso.
-Ok.-
-Andiamo a mangiare.-
Riaprii la porta e scendemmo a mangiare, disponendoci come a pranzo.

Kassidy's pov
Stavo mangiando silenziosamente, i ragazzi scherzavano tra di loro e Igor ogni tanto accennava a un sorriso.
-C'è un problema.- inziò Harry, facendosi serio.
-Sarebbe?- chiese Igor.
-Kassidy soffre d'asma, ma non ha l'inalatore con se.-
-Mh...sono attacchi frequenti?-
-Sì.- risposi.
-Tanto forti?-
-Spesso.-
-Ok, più tardi Zayn e Liam scaricano la tua tessera, poi domani vai a fare una visita con loro così ti danno la ricetta, purtroppo so che sono medicinali che senza una ricetta non si va da nessuna parte.-
-Posso chiedere un favore?- mormorai.
-Tutto quello che vuoi.-
-Beh, mi imbarazza un po', è che...beh, può accompagnarmi Harry domani? E' solo perché lo conosco meglio e dato che alla visita mi alzano la maglietta andrei meglio se ci fosse lui.- non che l'idea mi piacesse, ma era la soluzione meno dolorosa.
-Certo. Domani sei libero dagli impegni Harry, accompagna Kassidy dove deve andare e già che ci siete andate a fare la spesa, così Kassidy se trovi dei vestiti puoi prenderli.-
-Ma non ho soldi.-
-Non preoccuparti, sarai spesata per queste due settimane.-
Beh, una notizia positiva c'era per lo meno. Guardai Harry, aveva uno sguardo alquanto indifferente. Strano, doveva passare una giornata con me e non si era nemmeno scomposto. Si vede che era stato abituato a non rispondere quando gli veniva ordinato qualcosa. Fatto sta che dopo una ventina di minuti finii di cenare e andai di nuovo in camera, seguita da Harry, che prima però si fermò in bagno. Tornò in camera con dei pantaloni abbastanza larghi e a torso nudo.
-Ma sei idiota?- lo ammonii subito.
-Perché?-
-Non hai la maglietta e siamo in dicembre.-
-Non ho mai dormito con la maglietta, non sarai tu a farmi cambiare idea.-
-Figurati...- sbuffai, mettendomi sotto le coperte, infilandomi le cuffiette.
-Ti ci fai una vita con quelle cuffie, eh Kassidy?-
-Già.-
Si stese di fianco a me, sfilandosi dalla tasca il mio cellulare.
-Hey!- lo richiamai.
-Hai visto?- me lo mise davanti al naso.
-Dammi subito quel telefono!-
-Abbiamo apportato qualche modifica.- mi informò:-Puoi mandare messaggi e chiamare solo ai numeri che vedi in rubrica.-
Andai velocemente a vedere la rubrica, sulla quale c'erano solo sei numeri: Harry Styles, Igor Clain, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik.
-Troppo buoni.- sbuffai, controllando il disastro che avevano combinato. Nessuna più conversazione, nessuna più fotografia.
-Domani mattina ti voglio sveglia alle otto.-
-Ho il sonno leggero, ti svegli tu e mi sveglio anch'io.-
-Meglio così.-
Accesi l'mp3, ascoltandomi finalmente un po' la musica.

Mi risvegliai con una canzone abbastanza lenta nelle orecchie, Harry stava facndo qualcosa col suo cellulare. Aveva abbassato l'intensità della sua lampadina da quando avevo chiuso gli occhi.
-Che ore sono?- gli chiesi.
-Sono le una. Stavo per spegnere la luce.-
-Harry...- mugolai.
-Dimmi.- il suo tono era molto duro.
-Quando riavrò la mia vita?-
-Non tra molto.-
-Non sto bene con voi, Harry, non mi trovo.-
-Non sono problemi miei.-
-Harry...-
-Smettila di chiamarmi, ok?-
Mi trafisse con i suoi occhi verdi. Mi aspettavo almeno un po' di consolazione, ma non potevo contare su nessuno in quella casa, solo sulle mie uniche forze rimanenti.
-Scusami.- sussurrai:-Non ho sonno.-
-L'avevo notato.- si mise sotto le coperte, spegnendo la luce.

Harry's pov
-Cerca di dormire però.- mi affrettai a dire.
-Posso chiederti solo un favore? Poi giuro che non ti rompo più.-
Continuavo a chiedermi che fine aveva fatto la ragazza che poche ore prima mi aveva urlato contro.
-Chiedi.- sbuffai.
-Posso darti la mano?-
-La mano?-
-Di solito dormo con un mio vecchio pupazzo, ma non ce l'ho. Posso tenerti la mano?-
-Come vuoi.- tagliai, secco.
-Grazie.-
Appoggiò le cuffie sul comodino. Io dormivo sul fianco sinistro, rivolto verso l'interno, anche lei era rivolta verso l'interno appoggiata sul fianco destro. Portò la mia mano sinista all'altezza dei nostri visi, e la intrecciò con la sua. Mi accorsi di quanto fosse più piccola la sua mano, e notai che non aveva i braccialetti. Avevo tutto l'avambraccio di conseguenza appoggiato sul suo, e sentivo che la pelle non era liscia, era frastagliata da piccoli rilievi e graffi. Non si poteva tagliare, non era il tipo. Ma non le chiesi niente. Ero un bastardo, lo sapevo anch'io. Ma non potevo affezionarmi a lei, sarebbe stato un diastro, e facevo tutto questo per evitarlo. Lei avvicnò il viso alle nostre mani, appoggiando le labbra in parte sulla mia mano. Volevo staccarla, ma ero consapevole del fatto che era tutt'altra persona rispetto a poco tempo prima, e non sapevo che reazione potesse avere, così la lasciai fare e mi addormentai dopo poco, provando a dimenticarmi della storia dei tagli e di questo suo lato così vulnerabile.
Mi svegliai di nuovo nel bel mezzo della notte, controllai l'ora ed erano le quattro. Di solito dormivo senza mai svegliarmi, non mi svegliavo facilmente, ma quella notte avevo qualcosa che non andava. Non lo sapevo nemmeno io, ero solo strano. Notai che le nostre mani erano ancora unite, e la sua presa si era un po' indebolita. Ne approfittai del suo sonno per provare a scendere con le dita, per vedere cos'aveva sul braccio.
-Che stai facendo Harry?- aveva davvero il sonno leggero.
-Niente.-
-Ti prego, non lasciare la mia mano.-
-Non la lascio, tranquilla.-
-Grazie...- si addormentò di nuovo. Rimisi la mano al posto di prima, addormentandomi anche io.

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Capitolo 4
*** Capitolo quattro: Io sono qui. ***


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They call it "Stockholm Syndrome" cap.4
CAPITOLO QUATTRO
"Io sono qui."


Kassidy's pov
Sentii dei rumori confusi. Ero perecchio intontita. Realizzai di avere la mano ancora intrecciata a quella di Harry. Era bellissimo. I ricci gli ricadevano sul naso, aveva un'espressione rilassata. Le labbra erano dischiuse e il respiro era lento e regolare. Non potevo negare che non fosse un bel ragazzo. Sentivo il mio avanbraccio bruciare e ne capii il motivo: quello di Harry era appoggiato sul mio. Speravo ce i tagli non si fossero riaperti, altrimenti sarebbero stati guai. Lanciai un'occhiata alla sveglia alle spalle del ragazzo, erano le otto e un quarto. Senza pensare gli appoggiai una mano sulla guancia, e inziai a chiamarlo. Ci andavo piano, non volevo che si arrabbiasse se mi mettevo ad urlare:-Harry...? Harry?-
-Mmmh...- aprì lentamente gli occhi:-Buongiorno.-
-Buongiorno. Sono le otto e un quarto.-
-Porca miseria...dai sbrighiamoci, abbiamo un po' di cose da fare.-
-Ok...- mi affrettai a nascondere le braccia scoperte sotto le lenzuola, dovevo ricordarmi di mettere i braccialetti per dormire. Lui si alzò in fretta, prendendo dall'armadio un paio di vestiti.
-Ho controllato ieri sera.- iniziò Harry:-Cambiati pure in bagno, i tuoi vestiti sono pronti.-
-Ok, grazie.-
Mi guardò, indifferente, mentre io mi dirigevo verso il bagno, dopo aver ovviamente infilato tutti i braccialetti.
Alle otto e mezza scendemmo entrambi per la colazione. Trovammo solo Zayn in cucina.
-Buongiorno principessa.- mi sorrise lui.
-Buongiorno.-
-Cosa vuoi da mangiare?-
-The.-
-The?-
-The.- riconfermai.
-E da mangiare?-
-Niente.-
-Non mangi?- mi guardò stranito.
-Mi basta il the, tranquillo.-
-Come vuoi...-
Alle nove uscimmo di casa, in borsa avevamo un foglio col mio codice sanitario e alcuni dei miei ultimi esami che erano riusciti a scaricare. Con Harry il dialogo era inesistente, come sottofondo c'era solo la musica della macchina. Non sapevo nemmeno io perché non parlavamo, d'accordo che tra rapitore e rapita in genere non si instauravano rapporti troppo amichevoli. Fatto sta che salimmo le scale di un edificio schifosamente bianco, fino ad arrivare ad una porta di legno. Bussai alla porta ed aprì un uomo sulla sessantina:-Kassidy Parker!- sorrise lui:-Da quanto tempo!-
-Eh sì.- risi:-E' da un po' che non ci si vede, vero Alfred?-
-Eh già...come sei diventata grande...-
-Grazie. Hem...mi servirebbe la ricetta per l'inalatore.-
-Certo, ti faccio la solita visita.- si girò verso Harry:-Lui chi è?-
-Sono...- vidi Harry un attimo in palla, ma subito si riprese:-Sono il suo ragazzo. Il signor Parker non ha potuto venire per impegni di lavoro e ha mandato me.-
-Capisco...beh, entrate pure.-

Harry's pov
Entrammo nell'ambulatorio ancora più schifosamente bianco. C'era un lettino affiancato al muro, e Kassidy ci si sedette tranquillamente.
-Bene, puoi toglierti la maglietta.- la informò Alfred. Lei mi guardò:-Harry?-
-Sì?-
-Girati, amore.- rise, rischiando di far saltare la recita.
-Ma sono il tuo fidanzato, ti ho già vista nuda...- scherzai io.
-Suvvia, non fare il bambino...girati.-
-No.-
Sbuffò, portandosi le mani ai lembi della maglietta.
-Harry?-
La guardai.
-Ti prego.- mi sorrise.
-Negativo.-
-Oh, ma vaffanculo.- si sfilò la maglietta con un colpo secco, finché io la fissavo con una faccia apposta inebetita.
Il dottore le sentì la respirazione, e poi le diede una pastiglia strana.
-Che è quella roba?- le chiesi, avvicinandomi a lei, raccogliendo la maglietta che era caduta a terra.
-E' una pastiglia che serve a farmi venire un attacco d'asma.-
-Cosa?! Ma è un suicidio!-
-No no.- sorrise lei dolcemente:-Non preoccuparti, serve per vedere se gli attacchi si sono indeboliti.-
-Ah...d'accordo. Ti aiuto con la maglietta?-
-Grazie.-
Accennai un piccolo sorriso, per poi aiutarla ad infilare la maglia.
Ad un tratto vidi il suo viso colorarsi di rosso, mentre lei strinse il telo del lettino con le dita, sbarrando gli occhi. Iniziò ad ansimare velocemente, alternando le strette sul lenzuolo alla mano che andava dal materasso al suo collo. Io mi stavo preoccupando. Era tutto regolare, ma io mi stavo preoccupando, avevo paura per lei. Guardai il dottore, lui stava fissando Kassidy, senza muoversi.
-Le dia qualcosa!- sbottai:-Sta soffocando!-
-Stia tranquillo.- sorrise lui, porgendomi un inalatore arancione:-Glielo spruzzi in bocca. Due spruzzi.-
Guardai sconvolto quel matto, aveva messo nelle mani di un diciannovenne la vita di una ragazza che stava soffocando. Appoggiai la mano sul retro del suo collo, cliccando due volte sul bottone in cima all'oggetto arancione, vedendo Kassidy espirare asciugandosi una lacrima.
-Stai bene?-
-Sì sì, tanquillo.- mi sorrise:-E' normale.-
-Non del tutto.- ci interruppe Frankenstein:-Sono peggiorati. Ti prescrivo qualcosa di più forte, tesoro.-
-D'accordo, grazie.-
Uscimmo di lì dopo poco per fortuna. Kassidy era normalissima, come se non fosse successo nulla.
-Era la prima volta che vedevi un attacco d'asma, Harry?-
-Sì.-
-Ti vedo sconvolto.- scherzò.
-Abbastanza.-
-Adesso andiamo in farmacia?-
-Esatto, poi a fare la spesa.-
-Va bene.-
Chiuse gli occhi appoggiandosi allo schienale. Aveva ancora un rossore sulle guance, mi chiedevo come avesse fatto a rimanere viva. Avevo visto tante persone in fin di vita, e tra le tante non avevo mai visto una cosa del genere. Si stava soffocando, non respirava. Eppure ora era come se nulla fosse successo: stava lì, lasciandosi cullare dal movimento del sedile. Mi sembrava già che fosse cambiata rispetto al giorno prima. Volevo evitare che si venisse a creare un rapporto d'affetto, eppure stavo solo peggiorando le cose. E il bello era che stavo facendo tutto da solo.
Arrivammo in farmacia dopo dieci minuti di macchina, che Kassidy impiegò per recuperare il fiato speso poco prima, dopodiché andammo a far spesa. Uscimmo dal supermercato a mezzogiorno.
-Mi sta chiamando Louis.- mi avvisò.
-E rispondi, no?-
-Pronto? Ciao. No siamo in macchina. Cosa? Alle tre? Penso di sì. Ok. A dopo.-
-Novità?-
-Possiamo rientrare solo alle tre.-
-Ah, ormai ci sono abituato a questi cambi di programma.-
-Andiamo a mangiare?-
-Mi fa piacere sapere che sei umana.- scherzai:-Dove vuoi che andiamo?-
-Dove vuoi tu.-
-C'è una pizzeria in centro...andiamo lì?-
-Ok.-
Arrivammo davanti a questa pizzeria in poco tempo, così scendemmo e prendemmo posto.
-Cosa prendi di solito?- mi chiese.
-Beh...margherita. Te?-
-Pure io!- esclamò, come se fosse un affare di Stato.
-Ok, però vedi di non esaltarti solo per questo.- la presi in giro. Arrivò il cameriere e ordinammo.
-Cosa mi racconti di te, Styles?-
-Di me? Niente. Non ho chissà quale bel passato da poterne andare fiero.- ammisi:-Te?-
-Finché non mi racconti qualcosa nemmeno io racconto nulla.-

Kassidy's pov
Lo guardai in quelle iridi smeraldo. Volevo che mi raccontasse qualcosa di lui, forse se lo avessi conosciuto meglio poi sarebbe migliorato anche il nostro rapporto. In fondo quel ragazzo non era male. Se fosse stato davvero cattivo non lo avrei visto preoccupato quando ero alla visita, non avrebbe dialogo con me, non saremmo andati in una pizzeria. Però c'era qualcosa di strano in lui. Aveva un comportamento davvero strano: un secondo prima mi sorrideva, e un secondo dopo aveva già distolto lo sguardo.
-Cosa vuoi che ti dica?- mi chiese, distogliendomi dai pensieri.
-Qualcosa. Quando sei nato?-
-L'uno febbraio, ho diciannove anni.-
-Ma Louis non aveva detto che li avevi appena compiuti?-
-Louis è idiota.- sorrise:-L'ha detto per rendere le cose meno fiscali. Lui ragiona così.-
-Beh, è un bel modo di ragionare. Vai avanti, dai.-
-Sono stato portato in casa Clain da Igor nove anni fa. A proposito di questo, devo dirti una cosa.-
-Dimmi.-
-Io lo so che è una brutta situazione. Non volevo portarti via da casa, non volevo sconvolgere la tua vita. Mi hanno costretto, non posso ribellarmi, Kassidy. Igor mi ha ospitato sotto il suo tetto per tanti anni, conosce i miei punti deboli, sa come ricattarmi...giuro che non avrei mai voluto farti questo.-
Lo guardai sorpresa. Era davvero così che si sentiva? Stava davvero così?
-Forse mi hai salvata.- sussurrai.
-Cosa?- si ritrasse, confuso, mentre il cameriere ci portava le pizze.
-Perché la gente pensa che solo perché si hanno tanti soldi si è felici? Io non ero felice. Non sono mai stata felice!-
-Che vuoi dire?-
-Mio padre è un chirurgo, mia madre una manager. Non li vedo mai, a volte la sera. Ho un fratello più piccolo, Ronnie, e una sorella maggiore, Stella. Non ho un buon rapporto con nessuno...di amici non ne ho, avevo solo Hailey. Non sono mai stata una ragazza apprezzata, forse perché ho un carattere di merda, so di essere diversa. E so che sicuramente non te ne frega nulla di ciò che sto dicendo, ma io mi sento tremendamente sbagliata e non so come uscirne.- tirai un sospiro di sollievo. Non mi ero mai confidata con nessuno, e in quel momento mi ritrovavo a confessarmi col mio rapitore.
-Non sto cercando di capirti.- sospirò:-Sai cos'è la Sindrome di Stoccolma?-
-No.-
-E' un legame molto forte che si viene a creare tra due persone obbligate ad una stretta vicinanza...può essere d'odio come d'amore. Lo voglio evitare, in tutti i modi possibili.-
-Perché sei saltato fuori così?-
-Se cerco di capirti, poi mi innamoro.- sgranai gli occhi. Mai sentita una cosa del genere.
-Ma che vai a dire?-
-Una volta ho sentito dire questa frase..."non illuderti se ti guarda, non sognare se ti sorride, non cercare di capirla. Finiresti solo per amarla".-
-E' una cazzata.- me ne uscii:-Non vuol dire proprio niente. Non ti puoi innamorare di me, e io di te, di conseguenza. Andiamo, non ci si può innamorare in un contensto del genere! E poi ci vogliono mesi per innamorarsi...non due settimane.-
-Due? Tre.-
-Come tre?-
 -Non te l'ha detto Igor? Chiede il riscatto tra tre settimane.-
-Beh, non bastano nemmeno tre settimane.- sdrammatizzai:-Dai, non preoccuparti, Harry. Non succederà niente.-
-Se lo dici tu.-
-Tranquillo.- gli sorrisi.
-Stai davvero così male?-
-Ti riferisci al discorso di prima?-
-Esatto.- bevve un sorso dal bicchiere di cocacola.
-Non sto nemmeno bene...è difficile, sai? Certo, non metto in dubbio che anche la tua vita sia uno schifo, senza offesa, per carità, ma nemmeno la mia è facile.-
-Immagino.- sorrise:-Mi hai chiesto di raccontarti qualcosa di me, no?-
-Certo.-
-Odio a morte i miei genitori. Li vedo qualche volta in giro, loro non mi salutano, non so neanche se mi riconoscano a dirla tutta. Ho scoperto solo due mesi fa di avere una sorella...se potessi cambiare vita, lo farei, andrei a vivere in un altro posto, cambierei tutto. Ma non vorrei mai dividermi dai ragazzi, loro sono la mia unica famiglia.-
-Ci sei attaccato, eh?-
-Sì. Loro mi hanno accolto a braccia aperte, ci aiutiamo sempre se abbiamo un problema.-
-Dev'essere bello avere delle persone su cui contare.- addentai l'ultima fetta.
-Già...- indugiò un attimo:-...comunque ti faccio una promessa, Kassidy.-
-Sarebbe?-
-Non ti permetterò mai che ti venga fatto del male.-
-Grazie.- gli sorrisi, finendo velocemente la pizza.

Allungammo il giro con la macchina, così alle tre e un quarto arrivammo a casa. C'erano solo Louis e Zayn.
-Ciao ragazzi!- gridò Harry appena chiusa la porta.
-Ciao Haz.- le risposte furono immediate, e i due ragazzi ci raggiunsero all'ingresso.
-Tutto bene?- chiese Louis.
-Sì, tutto ok. Esami fatti e medicina presa.- lo informò Harry:-E pure la pizza.-
-Insomma ve la siete passata via, eh?-
-Sì dai.-
Stavo andando di sopra quando venni farmata da Louis, che mi trascinò in cucina:-Devo chiederti una cosa.-
-Dimmi....anzi, prima dovrei dirtela io una cosa.-
-Sarebbe?- sgranò i suoi occhi color ghiaccio.
-Beh, mi dispiace per ieri, se sono stata così dura.-
-Non preoccuparti.- mi diede un buffetto sulla guancia:-Proprio di Hailey volevo parlarti...cosa diceva di me?-
-Beh, diceva che eri molto carino, sia nell'aspetto che nel carattere. Si era presa una bella cotta, forse era proprio innamorata. D'altronde se non sbaglio era una cosa che andava avanti da un po' di anni, no?-
-Esatto. Ci vedevamo fin da bambini.-
-Un giorno ci ritorniamo lì, Louis. Te lo prometto.-
-Cosa?- lo vidi sorprendersi.
-Ci andiamo.-
-Ma sei matta? Poi lei lo va a dire alla polizia, farai saltare tutto...-
-No, tranquillo. Lei mi capisce. Se io le dico di stare zitta, lei sta zitta. In più se le dico che ci sei tu di mezzo...-
-E' una cazzata.- si passò una mano tra i capelli chiari.
-Non ne sei convinto però, Tomlinson.- sorrisi:-Si può fare, sai?-
-Lo credi davvero?-
-Ne sono certa.-
-Sei...cambiata.- mi scrutò da capo a piedi.
-Che vuoi dire?-
-Ieri eri un'altra persona...e ora guardati, mi aiuti anche.-
-Dobbiamo convivere tre settimane, no? Poi Harry mi ha detto che voi non volevate farlo, ma siete stati costretti. Quindi non vedo perché avercela con voi.-
-Ottimo ragionamento.-
-Dammi quel telefono.- indicai la punta metallica che fuoriusciva dalla tasca della felpa.
-Domani, ok?-
-Ma domani sono con Zayn, mi pare.-
-Che peccato...dopodomani.-
-Ok, ma ti tocca caro mio. Lo faccio per te.-
-Grazie.-
Mi abbracciò di slancio. Era uno dei pochi abbracci che avevo ricevuto, e lo stavo ricevendo dal mio rapitore. Appoggiava il mento nell'incavo del mio collo, e i suoi capelli mi solleticavano la guancia. Si dondolò un po' sulle sue gambe prima di staccarsi:-Davvero, grazie.-
-Di niente.-

Harry's pov
Seguii la scena dal corridoio. Vidi Louis abbracciare Kassidy, e qualcosa mi bruciò dentro. Non sapevo cos'era, ma non era di certo gioia.
-Hazza!- fui richiamato dalla voce squillante di Zayn.
-Dimmi!- sbottai.
-Beh che ti prende?-
-Niente. Cosa vuoi?-
-Ho delle notizie da darti...abbastanza importanti. Se vuoi seguirmi andiamo nello studio.-
-Certo.-
Arrivammo allo studio, e Zayn si chiuse la porta alle spalle.
-La ragazza è in pericolo.- iniziò.
-Che vuoi dire?-
-I fatelli O'Neil, ricordi?-
-Dio, ancora quei figli di troia...cosa vogliono?-
-Rivogliono i soldi per quella partita di droga che abbiamo passato due anni fa.-
-No, senti, guarda che ci eravamo sistemati.- lo contestai.
-Sì, ma ora vogliono gli interessi.-
-Col cazzo, la persona che l'ha ricevuta è morta dopo due mesi di overdose!- picchiai una mano sulla scrivania.
-Appunto...li vogliono da noi.- mi trafisse con i suoi occhi come solo Zayn sapeva fare.
-Ma non li abbiamo...quanto sarà, dieci mila?-
-Due milioni.-
-Siamo fottuti.-
-Già, ma il punto è che hanno scoperto di Kassidy.-
-Come hanno fatto?!- sbottai:-Non mi sono ancora accorto io della sua presenza e se ne accorgono loro?!-
-Evidentemente sì...- ridacchiò lui.
-Beh, e cosa c'entra la ragazza adesso?-
-Hanno detto che se non diamo loro i soldi, loro si vengono a prendere Kassidy.-
Persi un battito. Giusto un'ora prima le avevo promesso che non le si sarebbe mai fatto del male, e ora rischiava di venire portata via da due bestioni assetati di sesso e droga. Persi un altro battito, mi stavo affezionando troppo a quella ragazza. Ero così coglione che stavo facendo tutto da solo.
-Come facciamo?- gli chiesi.
-Non lo so. Potrebbero arrivare da un momento all'altro per prendere gli ipotetici soldi, se la trovano siamo tutti quanti morti, lei in primis.-
-Cazzo...speriamo che ci lascino qualche giorno. Igor lo sa?-
-Sì, e sta cercando dei prestiti.-
-Non è possibile...- mi passai una mano sulla fronte:-Voglio proteggerla, Zayn.-
-L'avevo notato. Abbi cura di lei, allora.- Zayn lasciò lo studio. Cosa voleva dire? Certo che mi sarei preso cura di lei, magari in modo distante, ma l'avrei fatto.
Uscii anch'io dallo studio, iniziando a sistemare la spesa. Mi raggiunse Kassidy.
-Tutto bene, Harry?-
-Sì.- mentii:-Perché?-
-Non ti vedo normale.-
-Non mi hai mai visto normale.-
-Come...?-
-Non mi conosci, Kassidy, resto di quest'opinione.-

Kassidy's pov
Quanto fosse lunatico quel ragazzo solo Dio lo sapeva. Cambiava umore come una regina cambiava abito. In un momento sorrideva, nell'altro diventava uno sconosciuto. Non lo sopportavo quando faceva così. Ed erano solamente due giorni che lo conoscevo, speravo che nell'arco di una settimana per lo meno le cose si sarebbero sistemate, anche se forse ci vedevo troppo distante. Sbuffai, incorciando le braccia al petto, fissandolo in quelle iridi verde acqua. Passai ad osservare tutti i particolari del suo viso, amavo quei ricci.
-Ma hai il ciclo, Harry?-
-Prego?-
-Cambi costantemente umore!-
-Scusami, vai a lamentarti con quei due bastardi che mi hanno messo al mondo. Lamentati da quando l'hanno fatto con l'intenzione di una normale scopata.-
-Parli della tua esistenza come una cosa orribile.-
-Lo è.-
-Ma no. Sei tu che non la sai sfruttare, caro mio.-
-Non è vero.- mi contraddì:-Come posso vivere, così, mh? Ti sembra una vita questa? Se hai dei motivi ti prego di dirmeli, sono curioso.- mi sfidò con gli occhi.
-Dovresti essere curioso sul perché del tuo carattere, non per questo, Harry.-
-Sei impossibile.-
-Già, come qualcun altro.-
Sbuffò, tornando a sistemare la roba. Io mi diressi in camera, iniziando a sistemare i vestiti che mi ero presa.

Arrivò presto la sera, fu una giornata tranquilla rispetto al giorno prima. In bagno mi fasciai i polsi con delle garze che avevo preso con una scusa assurda, così i bruciori si attenuarono un po', perciò decisi di mettermi una maglietta a maniche lunghe per non far vedere a Harry le garze, anche se avevo caldo. Sciolsi i capelli che fino a quel momento avevo sempre tenuto in una coda di cavallo, e così andai a letto. Harry arrivò un po' dopo, e credendo che stessi dormendo appena si accorse della mia presenza alleggerì il passo e si infilò silenziosamente sotto le coperte.
-Harry?-
-Non dormivi?-
-No.- sussurrai.
-Cosa c'è?-
-Puoi darmi la mano?-
-Quanto andrà avanti questa cosa?-
-Non lo so. Ti dispiace tanto?-
Sbuffò:-Ma no...- intrecciò le dita con le mie, e ci sistemammo come la notte precedente.
-Ho freddo.- biascicai.
-Devo...?-
-Come vuoi.-
Si lamentò leggermente, per poi sciolgliere la presa sulla mano e stringermi dalla vita, lasciando che la mia testa si sistemasse nell'incavo del suo collo. Intrecciò le gambe con le mie, mentre io appoggiavo le mani sul suo petto. In fondo ne avevo bisogno, avevo bisogno di sentirmi protetta in quel pericolo che mi circondava. Harry me l'aveva promesso che non mi sarebbe successo nulla di male, e io mi fidavo di lui. Era l'unico di cui mi fidavo veramente, era l'unico con cui ero riuscita ad aprirmi.
-Un'ultima cosa, Kas.-
-Dimmi.-
-Non voglio che ci sia più bisogno delle fasce su quei polsi, chiaro?-
Deglutii:-Come fai a...?-
-Ieri sera li ho sentiti tutti quei tagli. Ma domani ne riparliamo, ora dormi.-
Mi scese una piccola lacrima per l'impatto di quel momento. Non ne avevo mai parlato con nessuno. Essendo però appoggiata alla pelle nuda di Harry, lui la sentì subito:-Che ti prende, adesso?-
-Niente.-
-Devi stare tranquilla, resta tra me e te.-
-Grazie.-
Mi stampò un bacio delicato sulla fronte:-Buonanotte.-
-Non mi lasci, vero?-
-Ti sembra che ieri abbia lasciato la tua mano?-
-No.-
-Non ti lascerò nemmeno stanotte. Dormi tranquilla, io sono qui.-
-Buonanotte.-
-Buonanotte.-
Fece una leggera pressione con le mani, forse per farmi sentire che lui era veramente lì, che lui mi stava veramente aiutando. Potevo solo ringraziarlo, mi stava salvando.


Heyyyy

Ringrazio tutte quelle che hanno recensito e che mi seguono, siete meravigliose e mi scuso per gli errori grammaticali, sono a little bit dislessica.
Davvero, non è per fare la leccaculo. Se non l'avete già ascoltata, ascoltate Little me, delle Little Mix, dire stupenda è dir poco *-*
Vi lascio il link per il trailer-->
http://www.youtube.com/watch?v=wkVN28eKzIM&feature=youtu.be

Kisses

Ale xx

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Capitolo 5
*** Capitolo cinque: Perfetto: Parker uno, Styles zero. ***


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They call it "Stockholm Syndrome" cap.5
CAPITOLO CINQUE
"perfetto: Parker uno, Styles zero"


Harry's pov
Era la prima notte in cui abbracciavo qualcuno, e dovevo riconoscere che non era per niente male. Non capivo come Kassidy la sera potesse diventare totalmente un'altra persona. E non capivo perché aveva pianto qando le avevo detto dei tagli, in fondo era un aiuto che le stavo dando. La sua era una bella vita, non era costretta da nessuno a fare ciò che non voleva. Lei aveva la sua vita, la sua libertà. Certo, magari avrà avuto anche lei le sue incomprensioni, ma per lo meno era libera. Ed oltre avere la libertà nel senso che poteva fare ciò che voleva, poteva essere libera di provare emozioni. Cosa che io ero strettamente obbligato a non fare. Però per lei stava nascendo qualcosa, e non sapevo se parlane o meno. Louis mi avrebbe aiutato, in fondo era stato lui a dirmi che nel caso in cui avessi sentito una "scintilla" (anche se non sono mai andato a fuoco...ok, era pessima.) non avrei dovuto farla spegnere. Però forse la stavo alimentando troppo, e si stava venendo a creare qualcosa che volevo evitare. Speravo che con la mia assenza di quattro giorni per andare in Nuova Zelanda con Igor, mi sarebbe passato tutto. Forse non avercela vicino mi avrebbe fatto bene. A lei non lo avevo ancora detto, e non volevo dirglielo. Speravo che alzandomi presto avrebbe dormito e non avrebbe badato a me. Quando aprii gli occhi lei aveva cambiato posizione: ora era tutta attaccata a me, appoggiava le mani e il viso sul mio petto, le sue gambe esili si intrecciavano perfettamente tra le mie. Aveva un'espressione tranquilla dipinta sul volto, era una delle poche volte che era così durante il giorno. Le diedi un picolo bacio sulla guancia prima di riuscire ad alzarmi senza svegliarla, dirigendomi verso il bagno. Alle sette ero in salotto con Liam, stavamo solo aspettando Igor che finisse di prepararsi.
-Come ti trovi con lei, Haz?- mi chiese lui.
-Beh, così così. Te?-
-Bene direi...Zayn ti ha detto dei fratelli O'Neil?-
-Purtroppo sì.-
-Cosa faremo?-
Lo guardai, di sicuro la risposta io non l'avevo:-Non ne ho idea. Due milioni non li abbiamo.-
-Infatti facciamo questo viaggio in Nuova Zelanda proprio per vedere se dei lontani parenti di Igor possono darci dei soldi.-
-Che vita, ragazzi...-
-Dillo che ti stai affezionando a Kassidy.-
-Non è vero.- mentii:-E' un incarico, nulla di più.-
-Non dovresti parlare di lei così, si vede che state bene quando siete insieme.-
-Non è così, credimi. E'...un lavoro, quella ragazza.-
-Stamattina, quando sono passato per chiuderti la porta, non mi sembrava che la pensassi così.- mi sorrise Liam.
-E' lei che lo vuole...- provai a sbrigarmela:-...non io. Di sicuro non io.-
Quelle parole non convincevano nemmeno me stesso, ero curioso di sapere chi ci sarebbe cascato a quel punto.
-Fai male a non ammetterlo.- incalzò.
-Davvero, sono serio. Kassidy è solo un incarico, nulla di più.-
Liam stava per ribattere quando Igor si fece vivo e, varcata la soglia di casa, partimmo diretti in Nuova Zelanda.

Kassidy's pov
Mi stavo aggrappando al muro per riuscire a reggermi in piedi. Quando piangevo ero solita a finire per terra per lo sfogo, come in quel caso. Le parole di Harry mi erano arrivate come un pugno in pieno stomaco. Ero sveglia da quando mi aveva dato un bacio sulla guancia, doveva saperlo che avevo il sonno leggero. Cercavo di singhiozzare il più silenziosamente possibile, ma non ero mai stata brava a nascondere le cose. Non riuscivo nemmeno a nascondere il male che mi avevano fatto quelle poche parole. Mi sentivo una stupida: stavo piangendo per delle parole che in fondo conoscevo già. Non ero più di un lavoro, non era stato lui a cercare me, l'avevano costretto, e non capivo perché avevo voluto a tutti i costi instaurare un rapporto. Cosa mi aspettavo da quel ragazzo? Che mi fosse sempre stato accanto? Che fosse serio quando diceva "nessuno ti farà mai del male"? Non gli importava di me a tal punto da non avvisarmi della sua partenza, ed era l'unico di cui mi fidavo in quella casa, ma era solo una delle mie solite illusioni.
Mi accucciai su me stessa, raccogliendomi tra le ginocchia.
Aprii di nuovo gli occhi solo quando sentii qualcuno sedersi accanto a me. Mi girai appena, tanto da riconoscere due occhi nocciola fissi sulla sigaretta che teneva stretta tra i denti, mentre con la mano si sistemava il ciuffo scuro. Si limitò a guardarmi di sottecchi, forse aspettava una mia reazione. Ma non ci riuscivo, ero troppo impegnata a piagnucolare per un non nulla, in fondo.
-Perché piangi, Kas?-
-Lascia stare.-
-Guarda che ritornano tra quattro giorni.-
-Lo so, Zayn, li ho sentiti parlare.-
-Aah...- buttò fuori il fumo:-Allora sta lì il problema.-
-Forse.-
-Diciamo di sì.- sorrise lui:-Dai, non fare così...- raccolse le lacrime col pollice, accarezzandomi appena la guancia:-Perché piangi?-
-Tranquillo, non è niente.-
-Non mi sembra. Forza Kassidy, puoi fidarti di me.-
-L'ultima volta che ho sentito queste parole poi è finita così.- indicai i miei occhi gonfi.
-Perché dici così?-
-A nessuno importa di me.- le parole mi uscirono dalla bocca senza che io riuscissi a controllarle.
-Non è vero. A me importa.-
-No. Sono solo un incarico.- feci di spallucce.
-Ti sbagli, sei più di un incarico. Sei una persona, Kas, ed è ora che cominci a capire anche te che vali più di quanto credi.-
Alzai lo sguardo fino ad incrociare il suo:-Fai prima a dire che non te ne frega niente di me, mi faresti stare meglio.-
Si schiarì la voce ed iniziò a cantare una canzone che non avevo mai sentito:-Baby you light up my world like nobody else, the way that you flip your hair gets me overwhelmed, but when you smile at the ground it ain't hard to tell, you don't know what makes you beautiful. If only you saw what I can see, you'd understand why I want you so desperately. Right now I'm looking at you and I can't believe. You don't know what makes you beautiful.-
Restai muta, riflettendo sulle parole di Zayn.
-Allora, hai capito?- mi chiese, sorridendo.
-No.-
-Non capisco perché tu ti deva sminuire, Kassidy, sei una ragazza meravigliosa.-
-Se lo pensi davvero, allora è solo agli occhi tuoi. Non piaccio a nessuno.-
-Che gran cazzata...-
-Senti, ho diciassette anni e non ho ancora dato il mio primo bacio, ok?!- sbottai in modo improvviso.
-Davvero?-
-Davvero.- confermai, abbassando lo sguardo.
Zayn ridacchiò un attimo, per poi farsi serio. Mi richiamò all'attenzione accarezzandomi i capelli:-Kas?-
-Dimmi.-
Mi girai verso di lui. Ma non mi resi conto della situazione fino a quando lui non appoggiò definitivamente le labbra sulle mie. La sua mano aveva raggiunto la mia guancia, mentre i miei circuiti andavano a puttane. Si staccò poco dopo molto tranquillamente, sorridendomi appena, mentre io avevo lo stomaco in pezzi:-Ecco il tuo primo bacio.-
-Wow, grazie.- sorrisi anch'io.
-Ecco, vedi? Voglio vedere un sorriso, non delle lacrime!-
-Proverò ad accontentarti...- sbuffai.
-Brava ragazza.- si alzò da terra:-Vado a preparare la colazione. Vedrai, ce la spasseremo questi quattro giorni, sei con me, Louis e Niall. Così avrai occasione di conoscerci meglio.-
-Lo spero.-
Fece per andare in cucina, ma io lo fermai:-Zayn?-
-Mh?-
-Grazie.-
Mi sorrise annuendo, sparendo poi dietro la porta.
Non capivo il gesto di Zayn , forse era il gesto di qualcuno a cui avevo fatto pietà, d'altronde avendo diciassette anni era quasi un'umiliazione non aver mai baciato nessuno. Ma non volevo buttarmi giù di prima mattina, anche se la situazione non mi concedeva tanto altro, avevo anche ricevuto il mio primo bacio, dovevo essere felice. Mi alzai da terra, asciugandomi quelle poche lacrime che ancora avevano il coraggio di scendere. Raggiunsi Zayn in cucina, e lo aiutai a sistemare le tazze in tavola. Era simpatico, di sicuro meno lunatico di Harry.
-Cosa vuoi fare oggi, Kassidy?-
-Non lo so, non credo di avere molta scelta.-
-In effetti...cosa facevi a casa tua, di solito?-
Lo guardai stranita:-Cioè, fammi capire una cosa...mi rapite e poi mi chiedete cosa voglio fare?-
-Esatto.- sorrise lui:-Non avendo intenzioni di violenze da farti subire dobbiamo trovare anche noi dei passatempi, no?-
-Lo trovo più che giusto.-
-Perfetto, quindi?-
-Ti ripeto che non lo so.- sorrisi.
-La metti così, eh? Ok, allora stasera ti metto in programma un film. Con i popcorn.-
-Ma guarda te...- scoppiai a ridere.
-Che c'è tanto da ridere, signorina?-
-E' impressionante! Giuro che sto meglio di quando ero libera.-
-Oh ma ti prego, avevi tutto che volevi in quella villa, Kas.-
-Nah...- mi sedetti al posto del giorno prima:-Non è vero.-
-In fatto di cose materiali direi di sì.- si sedette vicino a me.
-Beh, su quello hai ragione...ma mancava qualcosa.-
-Tipo?-
-Affetto, credo.-
-Affetto...- ripeté lui:-...cosa vuoi dire?-
-Hai presente in quei film romantici, quella persona che ti abbraccia prima che tu vada a letto, i regali sotto l'albero di Natale, le fotografie in casa...non c'erano queste cose. Non ci sono mai state, vivo in una casa davvero troppo silenziosa.-
-Non hai fratelli?-
-Beh, ho una sorella maggiore, Stella, che è una troia, in poche parole. Non ci parliamo mai, lei è il mio opposto, non ci sopportiamo. Non credo che si stia preoccupando per me, sinceramente. Poi ho un fratello minore, Ronnie, che è davvero un rompicoglioni, sta sempre lì a dire "voglio questo" e "voglio quello" e mio padre sembra vivere solo per lui.-
-E per te? Non c'è tuo padre?-
Mi strinsi nella felpa che avevo addosso:-No. Non c'è mai stato, io non faccio parte della famiglia, purtroppo.-
-Non è possibile questo, Kas.-
-Sì invece. In un certo senso non vorrei mai andare via da qui...-
-Non ti rendi conto che ti abbiamo rapita?- ridacchiò lui tranquillamente.
-Sì, so di essere solo un incarico per voi.- ripensai alle parole cattive che Harry aveva pronunciato poco prima:-Ma in generale, mi piace di più qui.-
-Hey, non sei solo un incarico.-
-Per Harry sì.-
-Specialmente per lui non sei un incarico!-
-Ma che cazzo vai a dire...- sbuffai:-L'ho sentito poco fa.-
-Quindi piangevi per lui.-
-Non per lui, per quello che ha detto.- provai a sviarlo.
-Come no...puoi dirlo che ti piace, eh.-
-Non mi piace, è solo che credevo che a lui importasse qualcosa di me, invece mi sono sbagliata.-
-Senti, lo conosco Harry, non è come dici tu. Se ha detto quelle cose c'è un motivo, lui non dice cose a caso.-
-Non credo. Era serio.- mi persi nel movimento del the sotto il mio naso.
-So che non ti tira su più di tanto, ma a me importi. E ci sarò sempre per te.-
-Grazie, Zayn.- gli gettai le braccia al collo, trasferendomi sulle sue ginocchia. La sua mano si posò sui miei capelli, iniziando ad accarezzarli lentamente.
-Sempre.- ribadì lui.
Non risposi, semplicemente mi accoccolai tra le sue braccia, lasciandomi cullare dal suo respiro caldo che si appoggiava sul mio collo.

Harry's pov
Eravamo partiti da due ore. Io ero alla guida, Liam di fianco a me e Igor dietro nascosto da un cappello e degli occhiali scuri. Ripensavo continuamente alle parole che avevo detto, e non capivo il motivo che avevo in quel momento per pronunciarle. Io ci tenevo a Kassidy, ci tenevo davvero tanto. E questo stava mandando tutto a puttane. Non poteva mancarmi la persona che avevo rapito, era completamente sbagliato. Io non dovevo avere rimorsi, ero stato plasmato per non provare emozioni, ma quella ragazza mandava in panne i miei circuiti. Era capace di innervosirmi in un nano secondo, e nella metà del tempo impiegato riusciva anche a calmarmi: magari era la sua voce, o magari i suoi occhi, ma dovevo vederla, avevo bisogno di lei. Quello che avevo cercato di evitare era successo nel giro di quarantotto ore, non ero più lo stesso. E se non avessi cercato di starci così lontano, non sarebbe successo. Sarebbe tutto come prima se fossi stato semplicemente me stesso, ma ormai il danno l'avevo provocato, mi ero fatto condizionare dalle aprole di Igor e di Louis "non ti devi affezionare a quella ragazza, ok? Sei giovane, e l'affetto può rovinare tutto in questi affari." e ancora "lo dice solo perché tu sei il più giovane e magari perdi la testa più facilmente, ma non devi preoccuparti, essere innamorati non è una brutta cosa". Si erano contraddetti a vicenda, e questo mi mandava solo in confusione, non capivo più cosa dovevo fare. Speravo con tutto me stesso che in quei quattro giorni avrei capito cosa dovevo fare, senza più indecisioni, non erano mai state da me.
-Vai piano Harry.- rise Liam, facendomi notare l'indicatore che oscillava tra i 110 e i 120 km/h:-Qualcosa non va, fratello?-
-Nulla.-
-Non me la racconti giusta.-
-Possiamo parlarne dopo?-
-Perché?- sorrise lui da ebete, sapendo perfettamente a cosa alludevo, ma lo faceva solo per farmi ridere un po'.
-Perché potresti farmi arrivare a toccare i 200.-
-Ma che esagerato il ragazzo.-
Lo guardai con aria di sfida, prima di affondare il piede sull'acceleratore, facendo scoppiare dal ridere Liam, mentre Igor borbottava infastidito.
-Quella ragazza ti dà alla testa, Haz.- il coglione che mi stava seduto di fianco mi tirò una pacca sulla spalla.
-Mh.- sorrisi io.
-Te la passi bene con lei, Harry?- mi chiese Igor.
-In che senso?-
-State legando?-
-Dipende da quale risposta vuoi.- sbuffai.
-Ma è una domanda normalissima, rispondi come più ti pare.-
-Sì, stiamo legando.- affermai:-Ma non troppo. Ci scontriamo ancora su parecchie cose.-
-Ti ricordi quello che ti ho detto, vero?-
-Certo.- espirai profondamente, un solo movimento brusco e mi avrebbe scoperto.
-Mi raccomando, non perdere la testa.-
-Non succederà.-
Ingranai la marcia, rallentando leggermente, entrando nel suore della Nuova Zelanda.
Un amico di Igor ci avrebbe ospitato, così quando arrivammo ci sistemammo in questa piccola casetta sulla costa. Io e Liam rimanemmo in casa, mentre Igor e questo tizio uscirono a cercare prestiti a gente di loro conoscenza. Mi stesi sul letto, dopo aver guidato quasi sei ore ero parecchio stanco. Era una casa molto grande: c'erano quattro stanze da letto, due soggiorni, una cucina e due bagni. E ci viveva solo un individuo. In quel momento avrei voluto avere il mio mp3, ogni giorno mi lamentavo di non avere mai tempo per me, ma quando ne avevo non sapevo come impiegarlo. Ero una mina vagante, non avevo un posto nel mondo. Forse non riuscivo a capire davvero Kassidy, non mi rendevo conto di quanto anche la sua situazione fosse schifosa. Avere un padre che nemmeno ti guarda, una madre assente, e due fratelli rimpicoglioni. A quel punto era meglio non averla una famiglia, io per lo meno la pensavo così.
-Hai detto proprio una bella cazzata oggi, Hazza.- iniziò Liam, sedendosi sul letto di fianco al mio.
-A che ti riferisci?-
-"Non stiamo legando troppo"- imitò una vocina alquanto deficiente:-Come no, dai si vede distante un chilometro.-
-Non dire stronzate. Non si vede niente perché non c'è niente.-
-Due negazioni fanno un'affermazione, sapevi?-
-Ma fottiti.- sorrisi.
-Guarda che a me puoi dirlo, non capisco perché tu ti tenga tutto dentro. Ti sembra che vada a dire a Igor "mio fratello si è innamorato dell'ostaggio"?-
-Boh, ne saresti anche capace.-
-Certo, molto realistico, Hazza.-
-Non so cosa sento per lei, d'accordo? Mi sembra che tutti i pensieri che faccio su di lei siano in continua contraddizione, a volte la vedo come una vittima, a volte come una carnefice, cogli il nesso? E non ci capisco più niente! Volevo evitare tutto questo casino, ma sono solo andato a complicarmi la vita...-
-Lei ti piace, Harry?- mi guardò dritto negli occhi, cambiando espressione.
-Non so nemmeno come accorgermi se mi piace o meno.-
-Non ti ricordi com'era Louis con Hailey?-
-No. Com'era?-
-Come te.-
Guardai male il ragazzo di fronte a me, ma non stava scherzando.
-Lei non mi piace. Sto solo cercando di non affezionarmi a lei, ci sto mettendo tutto me stesso. E poi potrei rovinare tutto.-
-Da quando essere innamorati ti può rovinare?-
-Quando se ne andrà, eh? Ho solo tre settimane, non ho tempo per mettermi dell'idea che lei tra poco sarà già sparita.-
-Ma non la vedi, Harry? Lei ha bisogno di te. Vi ho visti stamattina, ti stringeva. Ha bisogno di affetto quella ragazza. Si capisce distante chilometri che ha avuto più giochi che baci nella sua vita. Ha diciassette anni, Haz, è ancora una ragazzina. Puoi darle una casa, puoi darle qualcuno da amare. E' lo stesso che lei può fare con te...lei può aprirti gli occhi, può farti vedere il suo mondo.-
Provai a riflettere su ogni singola parola pronunciata da Liam, ma nella mia testa non esistevano più logiche:-Lei...no, non ha bisogno di me. Lei ha solo bisogno di tornare a casa.-
-No, Harry. Ascoltami bene, ok? Perché hai paura di amare?-
-Perché lo vedo sempre nei film...quando lei va via, lui sta male.- mi passai una mano tra i capelli, non c'era più religione.
-La vita non è un film...- si sedette vicino a me:-E' tanto piccola dentro quella ragazza, deve avere qualcuno che le stia accanto.-
-E perché io? Sono quello più sbagliato per lei.-
-Mettila così, perché lei ha esplicitamente chiesto che ci fossi solo tu ieri?-
Non risposi. Sapevo bene anche io che non voleva dire nulla, era solo perché mi conosceva meglio. Ma non avevo tanto da darle, non ero quello giusto per lei. Non ero giusto per nessuna ragazza.
-Chiamala.- mi suggerì, alzandosi in piedi.
-Nemmeno morto.-
-Dille che siamo arrivati, trova una scusa. In fondo so che vuoi farlo. Vado in cucina.-
-D'accordo...-
Liam mi sorrise, sparendo dietro la porta. Così composi il numero della ragazza, portandomi il telefono all'orecchio.
-Pronto?- la sua voce era piatta, indifferente.
-Ciao Kassidy, sono Harry.-
-Che vuoi?-
-Beh, volevo dirti che siamo arrivati.-
-Buon per voi.- ecco, sapevo io che c'era qualcosa che non andava.
-Che ti prende?-
-Assolutamente nulla.- scandì bene le parole, segno che stava mentendo.
-Dai, dimmi. Così mi fai sentire ancora di più la tua mancanza.- scherzai io.
-Sì, raccontamene un'altra, ti prego.-
-Che ti ho fatto adesso?!- sbottai.
-Senti la mia mancanza? Non ero solo un incarico? Sai, Harry, con un bacio sulla guancia io mi sveglio, ho il sonno molto leggero.-
Perfetto, aveva sentito quello che avevo detto a Liam. Cosa si aspettava? Che con Igor in casa mi mettessi a parlare delle mie crisi esistenziali (più che altro megaseghe mentali)?
-Aspetta, ti posso spiegare. Io non lo volevo assolutamente dire, ma...-
-Vaffanculo. Mi hai illusa per niente! E poi che bisogno c'era di tenermi nascosta la tua partenza?! Io mi fidavo di te! Eri l'unico con cui avevo un po' di confidenza, ma ora è finito tutto a puttane, per colpa delle mie stupide fantasie e per colpa della tua doppia faccia.- attaccò.
Perfetto: Parker 1, Styles 0.

Kassidy's pov
-Chi era, Kas?-
La voce angelica di Louis risuonò per i corridoi vuoti della casa.
-Era Harry!- risposi dal salotto.
-D'accordo.- annuì lui, raggiungendomi:-Che ti ha detto?-
-Lascia stare. E' uno stronzo.-
-Non state nemmeno insieme e sembrate già una coppia sposata.- rise lui, con conseguente cuscinata in faccia da parte mia.
-Cosa stai insinuando, signorino?-
-Io? Nulla.- fece di spallucce, mentre sul suo viso comparve un ghigno malizioso:-Spiegami dov'è finito Malik.-
-Zayn era qui con me poco fa, è uscito per...boh, so che è uscito.- lo informai.
-Bene, esce e nemmeno me lo dice.-
-Massì, non ha fatto niente, dai.- gli sorrisi, alzandomi diretta verso la cucina:-Posso farmi un the?-
-Fai quello che vuoi.-
-Sicuro?-
-Sì sì, non preoccuparti. Noi siamo fiscali solo con Igor in casa, quando lui non c'è siamo...beh, diversi.-
-Diversi?- quel ragazzo era capace di sorprendermi ogni volta che apriva bocca.
-Sì. Siamo più delle persone, e meno dei burattini.-
-Bella frase, Louis.-
-Grazie.- mi sorrise, passandomi una busta di biscotti:-E che rimanga un segreto, in genere non facciamo merenda.-
-Grazie. Passami il tuo telefono, Tomlinson.-
-E perché?-
-Non dovevamo fare una certa cosa?-
Il suo viso si colorò rapidamente di rosso, non doveva essere abituato ad affrontare quell'argomento. Ero solo al terzo giorno, e bene o male avevo inquadrato tutti. Zayn era premuroso, ed era davvero dolce. Niall era davvero simpatico, aveva provato a fare qualche battuta anche a tavola, nella presunta speranza di farmi ridere. Con Liam non avevo avuto troppo dialogo, ma tutto sommato non doveva essere un cattivo ragazzo. Louis era davvero buffo, e poi questa cosa di Hailey ci stava facendo avvicinare, e non mi dispiaceva, perché in Louis vedevo un vero amico. E poi c'era Harry, che per due giorni si era sempre preso cura di me, ma che con poche parole era riuscito a distruggere tutte le mie fantasie.
-Louis?- lo chiamai, attirando la sua attenzione.
-Dimmi.-
-Dormi tu con me, stasera?-
-Sicura?-
-Sì. Insomma...dopo Harry, sei quello che conosco meglio, no?-
-Beh, ti ho vista in buoni rapporti anche con Zayn.-
-Sì, ma...non lo so. Ti va?-
-Non c'è problema.- mi abbracciò. Non sapevi il perché di quell'abbraccio, eppure non avevo fatto niente di che. Ma lo strinsi anch'io. In quell'abbraccio sentivo di avere una casa, ma non sapevo se fidarmi o meno, dopo la breve esperienza di Harry non sapevo più di chi fidarmi.
-E se io non volessi più tornare a casa?- gli chiesi, ancora stretta a lui.
-Purtroppo ti abbiamo sequestrata...dobbiamo anche riconsegnarti.-
-Non avevo una vita prima, Louis. Con voi ora sento qualcosa, e trovarmi dentro a questo pericolo mi sta facendo sentire viva.- ammisi.
-Ci penseremo, ok?-
-D'accordo.-


Ringrazio tutte quelle che sono arrivate a leggere fin qui, che mi seguono e che mi recensiscono, vi amo ♥

Ale xx

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Capitolo 6
*** Capitolo sei: Tu cosa vedi? ***


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They call it "Stockholm Syndrome" cap.6
CAPITOLO SEI
"Tu cosa vedi?"


Kassidy's pov
Erano le nove di sera. Io, Niall, Louis e Zayn avevamo appena finito di cenare, e Zayn aveva messo in programma un film. Erano secoli che non vedevo un film, i miei pomeriggi ero solita a passarli ascoltando la muscia, ascoltando le lamentele di mia sorella, ascoltando i pianti di mio fratello, e ancora ascoltando musica. Poi la gente diceva che io non sapevo ascoltare. Niall e Louis erano andati a prendere la pizza, così io e Zayn decidemmo il film: The Shining, un classico. Certo, un classico che non avevo mai visto però. Non mi sarei mai aspettata che Zayn avesse un carattere così amorevole. Lo vedevo sempre duro nei suoi movimenti, nei suoi modi di fare, con me era tutt'altra persona. Per tutta la giornata mi aveva chiesto se stavo meglio rispetto la mattina, anche Niall. Niall era davvero unico, rideva sempre. Mi chiedevo come aveva la forza di ridere trovandosi in quella situazione. Forse era grazie agli altri quattro che riusciva a stare bene, ed era un discorso speculare. Mi sorprendevano sempre, ogni secondo che passava. Tra di loro c'era qualcosa di incredibile: sorridevano, ma ognuno sapeva le profonde cicatrici che gli erano state incise nell'anima, e rispettivamente gli altri quattro le conoscevano, e facevano il possibile per fargliele pesare di meno. Erano più fratelli loro rispetto a me e Stella, ad esempio. Tra di loro c'era affetto, fiducia, rispetto, cose che nella mia famiglia non c'erano mai state. Ecco perché volevo restare lì con loro. Perché c'era una famiglia tutta da scoprire, e già sentivo che loro non erano cattivi. In fin dei conti, quella vita mica se l'erano scelta. Restava il fatto che una persona cattiva non mi avrebbe chiesto perché piangevo, non mi avrebbe stretta a lei durante tutta la notte, non avrebbe tentato di farmi ridere, non mi avrebbe dato il mio primo bacio. Sorrisi tra i miei pensieri, ma mi mancava Harry. Già, era strano ammetterlo, ma mi mancava quel ricciolino dagli occhi verde acqua.
Anche se con Zayn, Louis e Niall non stavo affatto male.
Appena finito di cenare ci mettemmo in divano, io seduta tra Louis e Zayn, mentre Niall stava facendo popcorn per sei eserciti. E quando finalmente il biondino ci raggiunse, Louis premette play, e così iniziai a guardare uno dei miei primi film horror. Era davvero inquietante, certe scene cercavo di guardarle il meno possibile, a volte mi nascondevo tra il collo di Zayn, e lui rideva affettuosamente, accarezzandomi appena il dorso della mano. Niall rideva, rideva e basta. Anche quando Jack guardava con sguardo satanico fuori dalla finestra, a Niall afecva ridere la sua espressione. Louis si era perso la maggior parte delle scene per calmare il biondino, mantre Zayn cercava di calmare me. Insomma, eravamo un bel quadretto.

Zayn's pov
Il film stava finendo.
Niall si era quasi calmato, e Louis finalmente provava a farsi raccontare le scene perse proprio da Niall, con conseguenti risate. Io invece né ridevo, né guardavo il film. Semplicemente guardavo la ragazza che si era addormentata sulla mia spalla. I capelli castani erano distesi lungo la sua schiena, mentre una ciocca le ricadeva sulla spalla. Aveva la bocca dischiusa, intenta a far uscire l'ossigeno, a tratti irregolarmente, a tratti più lentamente. Le gambe erano raccolte sul suo stomaco, una mano stretta intorno alla mia, un'altra lungo il fianco. Mi era impossibile fare a meno di sorridere, perché lei in fondo aveva quest'effetto su di me. Mi faceva sorridere.
Non ero mai stato un ragazzo in cerca di relazioni, anche quando ne avevo occasione. Ad esempio, quando avevamo quattrodici anni avevamo conosciuto un gruppetto di ragazze. Louis aveva Hailey e Niall non ne volle sapere, mentre io, Harry e Liam ne approfittammo per la nostra prima relazione. Ma io lo feci per seguire un po' la corrente, non ci tenevo veramente. Così arrivarono le prime coccole, i primi baci e sì, anche le prime esperienze, per me e per Harry, Liam decise di non approfondire troppo la cosa. Eppure con Kassidy era diverso, perché di lei mi importava, ed era una cosa che sentivo già molto forte, in me. Era incredibile, forse troppo presto, e non mi importava di quello che Igor andava blaterando. Se a me la ragazza importava, perché dovevo fare finta di no? Capivo Harry, per lui era più difficile, perché era il più giovane e doveva cercare di non legarsi troppo a Kassidy, ma quando accendi la miccia, la bomba esplode.
-Zayn?- la voce di Louis mi risvegliò dai miei pensieri.
-Dimmi.-
-Forse dovresti portarla a nanna.-
-Io?-
-E' in braccio tuo.- ridacchiò appena.
-Hem...certo. Ci dormi tu con lei, ok?-
-No problem.-
Provai a sistemarla in braccio prima di alzarmi, ma lei si svegliò:-Dove mi porti?-
-A nanna. E' tardi.-
-Che ore sono?-
-Mezzanotte.-
-D'accordo.-
Si sistemò tra le mie braccia, così riuscii ad alzarmi e portarla fino al letto di sopra. La stesi delicatamente sul materasso, mentre lei si sistemava sotto le coperte.
-Cosa facciamo domani, Zayn?- mi chiese con un fil di voce.
-Non lo so, quello che vuoi.-
-E' stata una bella giornata. Grazie.-
-E di cosa?- le sorrisi, passando una mano sulla sua guancia.
-Per esserci. Per esserci anche se io sono così.-
-Così come?-
-Sbagliata.-  
Mi sorpresi della parola che aveva appena pronunciato. Sicuramente Harry sapeva a cosa si riferiva, ma io non potevo saperlo, e volevo evitare figure di merda.
-Non sei sbagliata. Perché lo dici?-
-Perché è vero. Non ho uno scopo nella vita, se non quello di essere vittima di me stessa.-
-Ma cosa vai dicendo?- mi stesi di fianco a lei, stringendole la mano, e sentivo la felpa tenuta fino alla punta delle dita:-Non dirlo nemmeno...-
-Ma ti prego.-
Era tutt'altra persona. Era debole, probabilmente non sarebbe stata in grado di sostenere una discussione come lo sarebbe di norma:-Ascoltami Kassidy, ok? Lo so che è una brutta situazione, né noi né te vorremmo trovarci qui, lo capisco, ma non puoi dire di essere sbagliata. Tu sei la cosa più giusta che esista, Kas, resta quella che sei e non cambiare mai. Per nessuno.-
Puntò i suoi occhi nocciola sui miei del medesimo colore, dischiudendo appena le labbra:-Grazie.-
Era un "grazie" flebile, sofferto, probabilmente non si era mai sentita dire quelle cose. Mi avvicinai di più al suo viso:-Questo è perché non mi devi rigraziare.- le diedi un bacio sulla fronte:-Questo è perché non ti rendi conto del valore che hai.- le diedi un bacio sulla guancia:-E questo è perché sei una ragazza che merita di essere amata.- ed infine la baciai sulle labbra. Un piccolissimo bacio: leggero, pulito.
-Ti voglio bene, Zayn. Anche se ci conosciamo solo da tre giorni.-
-I più belli della mia vita.- sorrisi nel buio, lasciando la stanza.

Louis's pov
Entrando nella stanza Zayn mi fece segno che qualcosa non andava.
Così mi avvicinai al letto, cercando di sdrammatizzare la situazione:-Contenta di dormire con me, Kas?-
Mugugnò qualcosa in segno di assenso.
-Stai bene?-
-Sì.-
-Maddai...- risi io, buttandomi nel letto:-Dimmi che hai.-
-Nulla.-
-Ti manca Harry?-
Alzò lo sguardo verso di me, scontrandosi con i miei occhi attenti su di lei:-Cerco di non farmelo mancare.-
-Perché avete paura dell'amore, voi due?-
-Zayn mi ha baciata, lo sai?-
-Davvero?- non mi scandalizzi, conoscevo Zayn, se l'aveva fatto c'era un fine preciso.
-Già...Harry mi teneva la mano di notte. Puoi tenermela anche tu?-
-Non c'è problema. Posso sapere il motivo?-
-Sì, beh...a casa c'è un pupazzo con cui dormivo tutte le sere, e non è lo stesso senza di lui.-
-D'accordo...- presi la sua mano tra la mia:-Sicura che vada tutto bene, a parte Harry?-
-Non lo so.-
-Aspetta...- vidi un oggetto illuminarsi sul comodino, così le allungai il telefono:-Hai un messaggio.-
Lesse velocemente il contenuto, per poi leggerlo anche a me:-E' da Harry. Dice: "Non parlavo sul serio oggi, ok? C'era Igor in casa non potevo dire nulla!". Che gli devo rispondere?-
-Quello che ti senti.-
-Ok, allora gli scrivo: mi fidavo di te, sei un idiota, sto male per colpa tua, ma non vedo l'ora di poterti rivedere. Dici che va?- abbozzò una risata.
-Un po' più contenuta.- risi anch'io:-Trova una risposta che gli dia modo di rispondere, così lo senti per un po'.-
-Non ci avevo pensato...- ammise, digitando velocemente una risposta. Bloccò lo schermò, ma poi alzò gli occhi verso di me con un'espressione interrogativa:-Chi ha messo una tua foto mentre guardi il film come blocco schermo?-
Scoppiai a ridere:-Colpevole, vostro onore!-
-Maddai...-
-Non mi piaceva quel braccio copero di sangue.- sospirai.
Le arrivò un messaggio:-Lo so, purtroppo è la realtà di qualcuno...- sussurrò distrattamente.
-Anche la tua?-
Distolse lo sguardo dallo schermo, rimanendo muta, ma riprese parola cambiando argomento:-Allora, io ho scritto a Harry "Ah sì? Sembravi serio." e lui ha risposto "Non ero serio...ti prego. Domani ti chiamo, ok?" Cosa gli dico? Chiedo a te perché lo conosci meglio di me, e quindi...-
-Sì, no problem. Scrivigli una cosa che lasci intendere che vuoi, ma non vuoi.-
-Ah, interessante.- sorrise:-Ci sono!- digitò poche lettere:-"Fai come ti pare." Che dici?-
-Perfetto.-
-Non ho sonno, Louis.- si stiracchiò leggermente.
-Ma se prima in braccio a Zayn hai dormito come un sasso?!-
-Scusami, ma ero stanca. E poi Zayn è comodo.- scherzò:-Comunque sappi che non ce l'ho con voi, in fondo non l'avete chiesta questa vita.-
-Speravo che lo capissi in fretta.- le diedi un bacio sul dorso della mano:-Visto che non hai sonno, parlami un po' di te, piccola Kassidy.-
-Beh, sono nata il 25 dicembre di sedici anni fa, questo mese diventeranno diciassette.-
-Aspetta, sei nata il giorno di Natale?-
-Sì.- sbuffò.
-Io la Vigilia! Sono più grande di te di un giorno e tre anni.-
-Forte.- sorrise.
-Dai, vai avanti.-
-Che altro dovrei dirti?- si sistemò una ciocca castana che le era appena caduta sulla spalla, sbuffando leggermente.
-Chi è il tuo migliore amico?-
-Non ho migliori amici, mai avuti. Forse Hailey, ma non mi sono mai esposta più di tanto...triste la cosa, eh?-
-Abbastanza.- constatai:-Sarò io il tuo migliore amico!- sorrisi.
-Che? Ma se ci conosciamo da appena tre giorni!-
-Rettifico...- guardai l'orologio, che segnava mezzanotte e dieci:-Quattro giorni.-
-Quello che è.- sorrise lei.
-Ti prego...- feci gli occhi da cucciolo.
-Non ho mai avuto un migliore amico, Louis. Non credo che il mio rapitore di tre anni in più di me possa diventarlo.- si stese a pancia in su, fissando il soffitto. La imitai, avvicinandomi leggermente a lei.
-Cosa vedi di bello?-
-Nulla. E' un soffitto.-
Spostai per un attimo gli occhi su di lei, per poi ritornare a guardare la parete soprastante. Come faceva a non vedere niente? Sulle pareti si possono proiettare i propri sogni, tutti fissiamo una parete quando abbiamo un sogno, e lì lo immaginiamo. Ma lei no, non era capace di sognare. Aveva gli occhi chiusi, non riusciva a vedere oltre la realtà. Io ci provavo a volte, e su quella maledetta parete vedevo il viso sorridente di Hailey fissarmi e arrossire appena i miei occhi incontravano i suoi.
-Tu cosa vedi?- proseguì.
-Una vita migliore. Vedo una vera famiglia, una ragazza da amare.-
-Hailey?-
-Già...- sospirai appena.
-Mi racconti bene cos'è successo?-
-T'interessa?-
Annuì sorridendo, prendendo la mia mano:-Sai, fa bene parlare di certe cose.-
-A te sembra che faccia male.-
-E' così, perché sono sempre stata abituata a tenermi tutto dentro. Ma possiamo cambiare tutti e due, Louis. Se tu lo fai, io giuro che ci provo.-
-Giuri?-
-Giuro.- mi sorrise, stringendo appena la presa.
-Va bene. Beh, cosa vuoi sapere?-
-Tutto. Come è iniziata, come è finita...-
-Beh, ci vedevamo fin da quando eravamo piccoli, perché i suoi gestivano quel negozio di caramelle dove Igor ci portava sempre. Lei era sempre lì sul bancone, di solito con un leccalecca in mano, un sorriso contagioso e i capelli chiari lasciati sciolti. Non ci parlavamo spesso, magari lei mi offriva una caramella e io ricambiavo con una carta dei Pokémon, ma il vero cambiamento è stato a quattordici anni, quando le ho chiesto il numero. Abbiamo inziato così a messaggiare, io aspettavo sempre un suo messaggio, e lei dopo un po' mi confessò che ne aspettava sempre uno mio. Io speravo con tutto il cuore di piacerle, perché lei era davvero importante per me, anche se aveva solo dodici anni...-
-Sì, te lo posso assicurare.- mi interruppe:-Eri tutto per lei. Mi raccontava di questo suo eroe che la sera le mandava sempre la buonanotte, e che aspettava per tutta la settimana il weekend per vederti. Però, beh...poi è successa quella cosa.-
-Già. Mi ricordo ancora lo schiaffo che Igor mi stampò sulla guancia quando gli dissi che non volevo farlo. Lui diceva che avevo quindici anni, non potevo provare emozioni, non per una ragazza. Anzi, mi disse che aveva fatto apposta a scegliere quel negozio, perché aveva notato questa simpatia tra me e Hailey. Così andai lì. C'erano tutti e quattro con me, mi dissero di non entrare, ma poi fortunatamente ci accorgemmo che Igor ci stava spiando dall'edificio di fronte, se non fossi entrato sarebbe stato il casino. Così entrammo...- sospirai, la cicatrice bruciava ancora dopo cinque anni:-...lei mi venne incontro e...e mi abbracciò. Mi disse che aveva aspettato tanto quel momento, che aveva voglia di abbracciarmi.- mi si formò un nodo alla gola, proseguire diventava sempre più difficile:-...mi sono staccato, non le ho permesso di finire l'abbraccio, ho sfilato quella pistola dalla giacca e gliel'ho puntata sulle tempie, intimandola di aprire la cassa. Lei mi ha guardato, non...capiva.- inziai a vedere quel fottuto soffitto in modo confuso, notando come le lacrime stavano inziando a solcare le mie guance:-Beh, ha aperto la cassa e ci ha consegnato i soldi. Aveva le guance arrossate per le lacrime che continuava a far uscire dai suoi occhi celesti, la coda che aveva ondulava sulla sua schiena, mentre lei si accasciava al pavimento, e io con quella pistola priva di proiettili continuavo a minacciarla. Ci guardavamo, ma nessuno dei due parlava. Io avevo quindici anni, e ho traumatizzato la ragazza di tredici anni che amavo. Che amo.- sottolineai, passandomi una manica su entrambe le guance. In breve tempo mi ritrovai le braccia di Kassidy che in quache modo mi stringevano, mentre la sua testa era appoggiata sul mio petto che si alzava e abbassava velocemente per farmi calmare:-Sai Kas, è dura questa vita. Non puoi permetterti di cadere.-
-Hey Louis, ora devi starmi a sentire, ok? Ci sono qui io adesso, non c'è Igor, siamo solo tu ed io. Puoi cadere, non c'è nulla di male se cadi, perché ci sono io per rialzarti. Ci conosciamo da poco, lo so, tutti e due abbiamo i nostri problemi, ma forse è ora di metterli da parte e finché ne abbiamo l'occasione possiamo essere noi stessi. Puoi cadere, piangere, gridare, ma io resterò sempre qui, d'accordo? A me dispiace per quello che è successo, anche perché io ho assistito a tutte le fasi di recupero di Hailey, e ci ha messo tanto per fidarsi di nuovo dei ragazzi. Non ha mai cancellato le voste conversazioni da quel cellulare, ogni tanto le rileggeva e le faceva leggere a me. Ma ora puoi riaverla, Louis. Lei non aspetta altro. Sarà difficile, te lo posso garantire, ma dopo lei sarà di nuovo tua. Non ti ha mai dimenticato, Louis, non è mai riuscita a farlo.-
La guardai. Nella sua voce trovai sicurezza, coraggio. E speranza. La speranza di poter rivedere Hailey, di poterla abbracciare di nuovo, e di poterla baciare per la prima volta.

Kassidy's pov
E lo abbracciavo. Abbracciavo quel ragazzo che era stato costretto ad uccidere il suo amore verso Hailey. Lui aveva provato a difenderlo, ma la vita che era stato obbligato a condurre glielo aveva impedito.
-Sarò qui con te, Louis. Per qualsiasi cosa.- gli sorrisi, appoggiandogli una mano sulla guancia umida:-Per sempre.-
-Non so come ringraziarti. E pensare che ti abbiamo rapita, cazzo...scusami. Non volevo farlo. Nessuno di noi voleva...-
-Non preoccuparti, davvero. Non l'avete scelta voi questa vita.-
-Puoi giurarci.-
Gli diedi un buffetto sulla guancia, controllando il cellulare. Mi ero scordata di rispondere a Harry. Così in fretta lessi il suo messaggio che diceva "Chi dormirà con te stanotte?" e gli risposi "Louis. Ora lasciami dormire.". La risposta arrivò quasi subito "Ok...buonanotte Kas."
-Dormiamo, Lou?- gli chiesi, appoggiando il cellulare sul comodino, sorridendo alla vista della sua foto come blocca schermo.
-Certo...ma dimmi, seriamente, provi qualcosa per Harry?- mi trafisse con i suoi occhi color ghiaccio.
Ci pensai un po' su:-Forse...ma mi ha fatto male quello che ha detto, anche se c'era Igor in casa e cazzate al seguito. Però...beh...ho sentito qualcosa di strano nell stomaco quando Zayn mi ha baciata...come se mi si fosse capovolto tutto.-
-Quindi ti piace Zayn? Cazzo qui c'è una doppia Sindrome di Stoccolma.-
-Ah sì, me ne ha parlato Harry. Comunque no, te lo assicuro, forse era perché era il mio primo bacio, ma non è che sono innamorata di Zayn o di Harry.- sospirai, sistemandomi meglio sul cuscino:-E' impossibile innamorarsi in queste situazioni.-
-Le ultime parole famose...- ridacchiò lui.
-Fottiti.- gli sorrisi:-Buonanotte Louis.-
-Notte Kas.- mi diede un piccolo bacio sulla fronte per poi prendere la mia mano:-Se hai bisogno stanotte io sono qui.-
-D'accordo.-
E chiusi gli occhi.
Louis si addormentò poco dopo, mentre io continuavo a rigirarmi nel letto. Alle tre di notte decisi di scendere in cucina per bere qualcosa di freddo, ne avevo bisogno. Cercai di fare più piano possibile, e una volta arrivata alla cucina mi versai del latte nel bicchiere, bevendo piano il liquido ghiacciato. Pensavo a quello che Louis mi aveva detto poche ore prima, non pensavo che delle persone così in realtà stessero così male. Abbassai le maniche del pigiama, liberandomi dalle garze. Fissavo quelle cicatrici dipinte sui miei polsi. Alcune si erano rimarginate, altre erano più arrossate, più recenti. C'erano le persone forti come Louis, che dopo mille sofferenze riuscivano a tirarsi su contando sulle proprie forze, e poi c'erano le persone come me, che non avevano la forza necessaria per guarire dalle proprie paure, e trovavano sollievo in un taglio. Mi facevo schifo da sola: per stare bene dovevo ricorrere all'autolesionismo. Ero debole, troppo debole. Mi persi nel movimento del latte nel bicchiere, tanto che non sentii la porta aprirsi, così presi un colpo quando sentii una voce alle mie spalle:-Non riesci a dormire, eh?-
Mi girai verso il mittente, e sorrisi nel vedere Zayn.
-No.-
-Già, nemmeno io.- si sedette sul tavolo, vicino a me, ed io cercai di nascondere meglio che potevo i polsi con le maniche.
-Come mai tutta quella furia per sistemarti le maniche?- rise lui.
-Ah, lascia stare...-
-Sicura?-
-Sicura.- gli sorrisi, mentre lui appoggiò una mano sulla mia gamba.
-Perché non riesci a dormire?-
-Non lo so, ho tanti pensieri per la testa. Te invece?-
-Non lo so nemmeno io, semplicemente non ho voglia di starmene lì a letto. Andiamo un po' in divano, che dici?-
-Va bene.-
Raggiungemmo così il divano. Lui si stese a pancia in su e io su di lui, sotto suo invito. Avevo le mani perse tra i suoi capelli color ebano, e a volte riuscivo a guardare i suoi occhi perfetti senza essere scoperta.
-Sicuro che non peso?- gli chiesi.
-Sei uno scricciolo, cosa vuoi pesare?- sorrise lui, allacciando le mani dietro la mia schiena.
-Non voglio che mi riportiate a casa.-
-Perché?-
-Prima non avevo una vita...ma ora sì. Ora ci siete voi cinque e mi state facendo capire cosa vuol dire essere vivi.-
-Siamo obbligati a riportarti indietro, Kas, non è una vacanza.-
-Al mio fianco non ho mai avuto un amico come Louis, una persona che mi facesse ridere come Niall, una persona lunatica come Harry, una persona che mi desse consigli come Liam e una persona dolce come te.-
-Mi dispiace per questo, ma non puoi restare qui con noi...-
-Lo so.-
Mi sistemai meglio su di lui, per poi chiudere gli occhi. Era vero, non potevo restare lì con loro, ma era la cosa che maggiormente desideravo. Erano i miei rapitori, erano tutti più grandi di me, ma con nessuno mi ero mai sentita agitata, emozionata, felice, triste...le emozioni che in genere si sente quando si è vivi. Mi avevano sconvolto la vita, probabilmente non sarei più uscita da casa, ma doveva tanto a quei cinque ragazzi, davvero tanto. Sì, dovevo loro anche cinque o sei anni di psicologo, ma del resto anche la vita.


Aprii gli occhi a fatica. C'era silenzio in casa, probailmente stavano dormendo ancora tutti. Compreso il ragazzo sotto di me, che respirava profondamente, lasciando che il suo respiro si posasse sulle mie spalle. Aveva un'espressione dolcissima, sembrava quasi un bambino. Il mio respiro invece era più veloce, ma era davvero strano che non mi fosse venuto un attacco d'asma in quei giorni. Di solito ne avevo anche uno al giorno, non per niente l'inalatore era diventato un oggetto indispensabile alla mia sopravvivenza.
Piano piano mi alzai -vorrei dire dal divano, ma purtoppo no- dal corpo di Zayn e raggiunsi la cucina. Avevo fame. Avevo fame per la prima volta in quattro giorni. Era un buon segno in fondo. Stavo versando dell'acqua nel pentolino per il the quando della mani si posarono sui miei occhi facendomi spandere dappertutto.
-Chi sono?- mi chiese.
-Mia nonna...Louis, tira via quelle mani.-
Davanti agli occhi mi si riaprì la visuale, mentre il ragazzzo dagli occhi ghiacciati rideva portandosi una mano alla bocca per non fare rumore.
-Dormito bene con Zayn?-
-E tu come fai a saperlo?-
-Sai com'è, ti addormenti con una persona e alle cinque è sparita, ti chiederai anche dov'è finita, no?-
-Già, forse.- gli sorrisi, abbracciandolo:-Vuoi un po' di the?-
-No grazie preferisco caffè. Come mai questo abbraccio?-
-Ti dà fastidio?- mi preoccupai io, allentando la presa, ma lui subito mi strinse.
-Per niente.-
-Scusa se non ho dormito con te, è solo che non riuscivo a dormire.-
-Hey guarda che non devi preoccuparti, anzi sono felice che tu abbia dormito con Zayn. Ma spiegami una cosa...cioè, tu e lui...?-
-No! Niente di tutto ciò che pensi tu...E' solo che...boh.-
-Devi dirlo se ti piace.-
-E' solo un amico, Louis. Non può piacermi una persona nel giro di quattro giorni.-
-Sì invece. Te lo garantisco.-
-Tu sei di parte, lascia stare.- gli sorrisi, allontanandomi dalle sue braccia.
-Probabile. Sei mai stata in discoteca?-
-Assolutamente no.-
-Allora stasera ci andiamo, ok?-
-No!-
-Eddai...- mi abbracciò da dietro:-Ti divertirai un casino!-
-Senti, con voi tre ubriachi rischio di venir stuprata, quindi io passo.- gli sorrisi.
-No, ti costringo. Vedrai che ti diverterai! Poi comunque rientriamo presto, per le una siamo a casa. Giuro.-
Lo fissai con sguardo omicida:-Non ho niente da mettermi per la discoteca.-
Perfetto, non avrebbe obbiettato e mi avrebbe lasciata a casa.
-Andiamo a fare shopping!-
-Nah.-
-Dai, vengo io con te.-
-Perché tu?-
-Niall è una frana in fatto di vestiti e Zayn si ecciterebbe vedendoti con un vestito corto. Io sono l'unico normale.-  sorrise nella sua affermazione, mentre io morivo dall'imbarazzo per il fatto di Zayn.
-Senti, se non voglio venire ti crea tanti problemi?-
-Esatto! Ti prego...-
-Ok. Solo se tu mi fai parlare con Hailey al telefono.-
-Uh, sei scorretta ragazza mia...-
Sorrisi soddisfatta:-O questo, o niente. Anche perché ti ricordo che mi avete rapita e volendo potrei accidentalmente scappare stasera, quindi tanto vale che ti aiuti ora con Hailey, no?-
-Grazie per avermelo detto, sai? Stasera ti lego a me con le manette.-
-Simpatico lui.-
-Ok, puoi chiamarla. Però stasera vieni.-
-Ma guarda che non ho seriamente nulla da mettere.-
-Ma guarda che prima ero serio.-
Sbuffai. Proprio con i miei rapitori dovevo andare in discoteca.
Quei cinque ragazzi mi stavano cambiando la vita. Dopo averla distrutta partendo da un fazzoletto imbevuto di cloroformio, la stavano ricostruendo pezzo per pezzo. Era una situazione orribile, all'inizio non credevo di farcela. Ma poi li ho conosciuti. Ho conosciuto la risata di Niall. Ho conosciuto la saggezza di Liam. Ho conosciuto la profondità di Harry. Ho conosciuto la dolcezza di Zayn. Ho conosciuto il dolore di Louis. Non potevo giudicarli senza conoscere le loro storie, perché nemmeno loro la volevano quella vita. Capivo il loro desiderio di essere come gli altri ragazzi. Di potersi divertire, di avere una ragazza, di fare esperienze, di conoscere cose nuove. Erano gli stessi desideri che avevo io. Mi restava solo da conoscerli solo più a fondo e instaurare un rapporto con ognuno di loro, in modo da poter rendere quei giorni ancora più magnifici nel pericolo in cui mi trovavo.



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#angoloautrice
PS. IL NUMERO E' DI UNA MIA AMICA XD

PPS. crediti a @ShakespeareInLove per l'idea dell'immagine :)

Ciao a tutte :D Ho deciso di fare un angolo autrice fatto bene, non ne faccio mai :(

Comunque, spero che la storia vi piaccia, a me personalmente non dispiace, ma sono di parte, cosa ci posso fare? :') Beh, se vi piace come scrivo se vi va potete passare dall'altra mia ff, Do you remember summer '09. Quest'altra storia ha una trama più classica, e più scontata devo dire, ma l'ho scritta per una mia amica e solo dopo averla finita ho iniziato a pubblicare. Dal testo del I° capitolo:
" Dopo mezz'ora in cui non mi rivolse la parola, iniziai a sentire uno strano odore.

Così mi guardai intorno, ma non c'era nulla di strano. Poi guardai Sun, che era nascosta nel suo libro, anche lei che si sventolava davanti al naso.
Le mimai un "cosa succede" e lei per tutta risposta mi fece il segno di una sigaretta. Così tenni guardato Zayn per tre minuti buoni, fino a quando non lo vidi estrarre qualcosa dalla manica.
-Cos'è quello?- gli chiesi, a bassa voce.
Mi fulminò con lo sguardo:-Sigaretta elettronica.-
-Tu fumi...in classe?-
-Non è evidente?-
-Se ti sgamano?-
-Mai successo.-
-Da quando lo fai?-
-Cazzi miei.-
-E se ti facessi sgamare io?-
-E se ti tappassi quella bocca?-"
Boh, io spero di avervi incuriosite :3 Ho finito di pubblicarla proprio oggi, che è il 26 dicembre 2013. Sull'ultimo capitolo, alla fine, troverete tutti i link dei miei video e anche della mia pagina facebook :)
Beh, con chi vedete meglio Kas? Zayn o Harry? Io sono ancora un po' indecisa a dirla tutta XD Va beh, notte mondo ♥

Ale xx

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Capitolo 7
*** Capitolo sette: Te ne sei andato, Louis!!! ***


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They call it "Stockholm Syndrome" cap.7
CAPITOLO SETTE
"Te ne sei andato, Louis!!!"



Kassidy's pov
Louis era di fronte a me che si torturava le dita per il nervosismo. Io avevo il numero di Hailey salvato nel telefono, e non dovevo far altro che premere la cornetta verde. Zayn e Niall si erano già svegliati ed erano nello studio a discutere di qualcosa a me ignoto.
-Sei pronto, Louis?-
-No.-
-Beh, ho già premuto cornetta verde.- mi portai il telefono all'orecchio, proprio quando lui scattò in avanti e tentò di strapparmelo di mano.
-Niente discoteca, ma metti via quel coso!- gridò, mentre io correvo in salotto, attirando lo sguardo curioso di Zayn dalla porta dello studio. Louis mi rincorse per tutta la casa, e io che ridevo stando attenta che Hailey non rispondesse. Stavo giusto urlando al ragazzo "stai fermo, idiota!" che la voce tranquilla di Hailey mi rispose:-Pronto?-
-Ciao Hailey, sono Kassidy.-
Guardai Louis che si era immobilizzato. Deglutì un paio di volte, facendomi segno di spegnere la telefonata. Ma non lo feci.
-Kas? Oddio ma dove cazzo sei finita?! Qui a scuola non abbiamo più tue notizie, dei tuoi genitori nemmeno, che fine hai fatto!?-
-Ho bisogno di vederti, Hay, ma dobbiamo essere da sole. Non portare nemmeno il cellulare, ok?-
-No, scusami, adesso mi spieghi che succede!-
-Te lo spiegherò...oggi. Sei libera?-
-Oggi pomeriggio sì...Kassidy, sicura che vada tutto bene?-
-Va tutto benissimo, devo solo vederti e chiarirti un paio di cose.-
-Non mi convinci. Dimmi dove sei.-
-Non posso dortelo...ti prego, Hay. Ci vediamo oggi davanti al tuo negozio, va bene?-
-D'accordo...a che ora arrivi?-
-Per le tre.-
-Va bene. Sii puntuale, devo chiederti un po' di cose.-
-Certo. A dopo.-
-A dopo.-
E attaccai. Guardai Louis, che si portò una mano al cuore.
-Fatti bello Lou, oggi la rivedi.-
-Cosa?! E il "dobbiamo essere sole" che fine ha fatto?!-
-Tu arrivi solo quando te lo dico io. Ti faccio uno squillo e arrivi.-
-No! Non se ne parla!-
-Louis...- mi avvicinai a lui:-...è la tua occasione. La rivuoi indietro sì o no?-
-Certo, ma non sono pronto...sono cinque anni che non ci parliamo, come minimo chiama la polizia.-
-Non chiamerà mai la polizia.- risi:-Perché credi che le abbia detto di venire senza il cellulare?-
-No, senti, io non ce la faccio.-
-Hai vent'anni, cazzo! Vuoi avere una vita normale? E allora impegnati!-
Mi guardò stranito, per poi sorridere e abbracciarmi. Eccolo, il Louis che conoscevo. Quello che sorrideva, quello che prendeva le cose per com'erano, senza ingigantirle. Feci un salto nello studio per avvisare i ragazzi, ma trovai solo Zayn.
-Niall dov'è?- gli chiesi, entrando senza farmi sentire.
-Prego, entra pure.- scherzò lui, sorridendomi:-E' in cucina. Qual buon vento ti porta qui, Kas?-
-Oggi Louis e Hailey si incontreranno.-
Sgranò gli occhi nocciola, puntandoli suoi miei:-Merito tuo?-
-Direi.-
-Ma sei mitica!- esclamò, cingendomi la vita con le braccia e alzandomi di circa un metro da terra.
-Zayn, mettimi giù.- mi lamentai.
-No, ti tengo qui su.-
-Non ci provare!- mi dimenai nella sua presa, ma niente da fare, continuavo ad essere sospesa a mezz'aria:-Dai Zayn, ti prego...-
-E va bene...- mi appoggiò delicatamente a terra, sorridendomi appena. Così restai ferma lì a guardarlo. E lui guardava me, dritta negli occhi. Si avvicinò a me, intrecciando le mani dietro la mia schiena. Io invece portai le mani dietro il suo collo, giocherellando con quei ciuffi d'ebano che aveva, avvicinandomi a lui. Avevo lo stomaco a pezzi, per la seconda volta. Forse era agitazione, ma era una cosa che non avevo mai sentito con altre persone. Con Harry, a volte, ma ripensando al male che mi aveva provocato quella bella morsa allo stomaco svaniva. Ma stavo bene anche con Zayn, tra le sue braccia, sentendo il suo respiro caldo posarsi sul mio collo.
-Ti voglio bene, Kas.- mi sussurrò all'orecchio, stringendomi appena.
-Anche io.-

Hailey's pov
Erano le tre in punto.
Kassidy non si vedeva da quattro giorni e non avevamo più sue notizie, io ero preoccupatissima. Sapevo dei suoi problemi, e sapere che non l'aveva fatta finita una volta per tutte mi aveva sollevata, e sentire le sua voce era stato un tuffo al cuore. Doveva aver cambiato cellulare, o sim, perché il numero non era il suo. Io stavo davanti la porta colorata del negozio di mia nonna, lei stava al bancone, io continuavo a guardare a destra e sinistra se la vedevo arrivare. Controllai velocemente se avevo messaggi, ma il dito scivolò giù, fino a toccare il fondo della rubrica. Fissai quel nome per svariati secondi: Louis. Non ero mai riuscita a cancellarlo, non ero mai riuscita a dimenticarmi di lui. Quel ragazzino che arrivava in negozio ogni weekend, portandomi il sorriso. E che un giorno con quella sua voce angelica mi chiese il numero, e la sera stessa iniziammo a scriverci. Era semplicemente magico quel periodo, aspettavo sempre sue notizie. E dopo quasi un anno è entrato nel negozio, non permettendomi di abbraciarlo, e mi puntò quella pistola alle tempie. Fu quasi traumatico, ma nessuno lo venne a sapere. Mia mamma sapeva di questo Louis, ma non sapeva che era il Louis che veniva a prendere le caramelle, così le raccontai che erano semplicemente due rapinatori, e che non mi avevano fatto niente. In realtà ero sconvolta, e Kassidy era l'unica che lo seppe. Di amiche ne avevo sempre avute tante, ma di Kassidy sapevo di potermi fidare ciecamente. Bloccai lo schermo del cellulare, cercavo di ricordare quel ragazzo il meno possibile.
-Hailey!-
Mi girai verso il mittente. Kassidy camminava a passo svelto, il volto coperto da un paio di occhiali scuri, anche se di sole non ce n'era. Arrivò di fronte a me e mia bracciò stretta.
-Ciao Kas...Dio mio non sai quanto ero preoccupata per te...-
-Sto bene, tranquilla. Però ti devo parlare, è importante. Vieni.-
Mi guidò in un vicoletto.
-Dimmi dai, devi spiegarmi un po' di cose.-
-Certo...allora, hai il telefono con te?-
-Beh...sì.-
-Ok, dammelo.-
Le consegnai il mio cellulare, e se lo mise in tasca.
-Bene, ora ti spiego le cose come stanno.- sospirò, portandosi una mano al fianco:-Però mi devi giurare che non darai in escandescenze, perché non è una cosa facile...non devi urlare, cercare aiuto, o...fare qualsiasi cosa che ci potesse mettere nei guai. Perché se vado nei guai io, tu mi segui a ruota, ok?-
-Mi spaventi. Comunque va bene.- deglutii.
-Allora, premetto che io sto bene, d'accordo? Non soffro, non c'è nulla che mi possa fare del male...- deglutì anche lei:-...mi trovo nel mezzo di un rapimento. In questo momento, io sono rapita.-
Spalancai gli occhi:-Che cosa?!- urlai:-E perché sei...?!-
Mi diede uno schiaffo sul braccio:-Stai zitta un po'!- sorrise:-Ti ho detto che sto bene, solo il fatto di essere fuori da lì vuol dire che non sto male, no?-
-Sì...dimmi chi ti ha rapi...-
-Non dirlo ad alta voce, per favore. Beh, qui entri in scena tu, Hailey. Innanzi tutto, giurami che non te ne andrai, dovesse scendere il Signore.-
-Nemmeno se c'è una sparatoria?-
-Esatto.-
-Giuro.-
-Anche perché il tuo cellulare ce l'ho io, e io so cos'hai lì dentro di importante...-
Alluse al numero di Louis.
-Ok, giuro, giuro.-
-Qui ho una delle cinque persone che mi ha rapita...-
-E io che c'entro scusa?! Dovrei farci conoscenza?!-
-In un certo senso...sei pronta? E' una cosa che faccio per te e per questa persona...ma non te ne dovrai andare per niente al mondo.-
-Va bene.-
La vidi tirare fuori il suo cellulare e fece uno squillo ad un numero che non mi permise di vedere.
-Mi raccomando...- sussurrò, prendendomi la mano:-...tranquilla, ok? Non ti succederà niente...-
Avevo i battiti a mille, quasi non riuscivo a parlare. Eppure era lei a dover essere agitata, invece mi sembrava tranquillissima, come se essere rapiti fosse una quotidianità. E pretendeva che io fossi tranquilla, dopo che mi aveva resa ansiosa dalla telefonata di quella mattina. Chi mi si stava per presentare di fronte? E inoltre mi stava minacciando col numero di Louis, era davvero importante per lei che restassi lì, evidentemente. Guardavo la strada davanti a me, il vicolo aveva due uscite, e io guardavo quella a nord. La mano di Kassidy mi strinse quando sentii dei passi avvicinarsi a noi da dietro, aveva una stretta molto potente. Eppure io ero immobile, troppo agitata. Ero sempre stata una persona che si agitava facilmente, ma non mi immaginavo che avrei reagito in quel modo.
-Puoi girarti...- sorrise Kassidy.
Così piano mi girai, finché quel giro di 180° non fu completo io non aprii gli occhi. Deglutii pesantemente prima di aprirli di scatto.
Tutto si fermò, io ero immobile.
Immobile davanti a quel ragazzo che mi fissava preoccupato con i suoi occhi glaciali.
Immobile a quel ragazzo che già conoscevo.
Fece due passi verso di me, e io ne feci due indietro.
-Hailey?- mi chiamò Kassidy:-Va tutto bene. Adesso ti metti tranquilla, non è qui per farti del male.-
-Io...Kassidy, portami via da qui.-
-No. Ormai ci sei dentro...è qui solo per risolvere.-
-Io...no.-
I miei occhi si riempirono velocemente di lacrime piene di bei ricordi, spezzati da quella maledetta pistola puntata alla mia tempia.
-Ti prego, Hailey...- ed ecco la sua voce. Quella voce che tanto avevo sperato di sentire sussurrare un "ti amo" al mio orecchio, ma che stava dicendo tutt'altro.
Kassidy si schiarì la voce:-Se io ti lascio qui da sola, mi giuri di non scappare?-
-Sarà la prima cosa che farò.- sussurrai.
-Hey, prima mi hai giurato che non te ne saresti andata. Dai Hay, ti prego.-
La guardai, maledicendomi per non avere il coraggio di mandare tutti a fanculo ed andarmene.
-D'accordo.-
Kassidy mi sorrise, mollando la presa, allontanandosi di una decina di metri. Louis si avvicinò a me:-Hailey, giuro, non voglio farti niente.-
-Cosa vuoi da me?-
Non c'era niente da fare, i sentimenti erano rimasti gli stessi. Il cuore batteva forte, molto forte. Ma ero bloccata dalla paura. Quella paura che mi impediva di saltargli addosso ed abbracciarlo. Era cambiato parecchio dall'ultima volta che l'avevo visto. Era più alto, il suo fisico si era asciugato, aveva un accenno di barba su quel volto sorridente. I capelli si erano infoltiti, e invece che averceli tutti spettinati ora li teneva in un ciuffo quasi all'insù.
-Voglio chiarire...ti voglio spiegare il mio gesto di cinque anni fa.-
-Non c'è niente da spiegare. Mi hai puntato una pistola addosso, volevi ammazzarmi se non aprivo la cassa.- le lacrime ancora solcavano le mie guance per la paura. La paura che estrasse di nuovo una pistola dal suo giubbotto, la paura che mi abbandonasse di nuovo.
-Era vuota quella pistola, non c'erano proiettili al suo interno. Ed era l'unica pistola che avevamo lì al momento, se non l'avessi fatto io e qualcuno avesse premuto il grilletto al mio posto non ti sarebbe mai stato fatto del male. Sai, avevano incaricato me di caricare la pistola...-
-Bene, mi fa piacere sapere dopo solo cinque anni che non ero in pericolo di vita. Hai finito con le spiegazioni?-
-Mi parli come se fossi un estraneo.- constatò, avvicinandosi a me. Io continuavo ad indietreggiare, ma ben presto mi ritrovai spalle al muro. Maledetta quella volta che entrai in quel vicolo.
-Beh, è così, no?-
Le sue braccia si posarono sul muro ai lati della mia testa, imprigionandomi tra la prete e il suo corpo:-Non mi risulta di esserti estraneo.-
-Quando lasci che una ragazzina di tredici anni si innamori di te e poi le punti una pistola addosso, credimi, non puoi conoscerla. Come lei non può conoscere te.- le parole mi uscirono senza che io potessi fermarle, erano un flusso continuo:-Mi raccontavi dei tuo genitori che conducevano una bella vita, che tu volevi loro molto bene, che tutto andava bene, che ti mancava solo una ragazza. Mi dicevi poi che ci tenevi a me, che mi avresti sempre protetta, che mi volevi bene. Dimmi, non erano forse tutte stronzate?- trovai finalmente il coraggio di sfidarlo con gli occhi.
-Sì, la prima parte. Sai, non ho mai avuto quella che si direbbe una "famiglia". Sono cresciuto con altri quattro ragazzi tra le mani di un criminale, perché quei bastardi di miei genitori mi abbandonarono che avevo appena tre anni in un cartone, vicino al cassetto dlla spazzattura. Non puoi immaginare quanto io mi senta solo un errore...ma non sono qui per fare la vittima.- si schiarì la voce:-La seconda parte no, io lo pensavo veramente e lo penso tutt'ora. Io ci tengo a te, e non ho messo un proiettile in quella pistola perché l'idea di poter premere il grilletto non mi ha mai sfiorato il cervello. Ora tu hai diciotto anni, e io venti, ho lasciato correre troppo tempo, lo so. Sono cinque anni che continuo a pensarti, ogni fottuto giorno nella mia mente ci sei tu. E grazie a Kassidy ho ritrovato il coraggio di venire qui e parlarti, ma stavolta sono deciso a non lasciarti più andare.-
Affondò i suoi occhi nei miei, apettando una mia risposta. Anche io cercavo una risposta convincente da potergli dare, ma non trovavo nulla all'altezza delle sue affermazioni.
-E cosa vorresti fare ora, eh? Massì dai, cos'ho fatto, dopotutto? Ho solo fatto innamorare una ragazzina di me e poi l'ho minacciata di ucciderla...- mi schiarii la voce dall'imitazione:-...non funziona così, Louis. Mi hai...traumatizzata. Non sono più riuscita a parlare con un ragazzo per mesi, perché l'unico di cui mi ero innamorata davvero eri stato solo tu, e poi hai mandato tutto a farsi fottere!-
-Credi che l'abbia chiesto io di puntarti addosso una pistola?! Credi che quel bastardo che sta sopra di me non abbia fatto apposta a sciegliere il tuo negozio e mandare me di punta?!-
-Te ne sei andato, Louis!!!- gridai, facendo uscire tutte le lacrime che avevo cercato di trattenere:-Sei entrato nel mio negozio e mi hai minacciata di uccidermi e sei uscito senza fare altro mentre i tuoi compagni hanno derubato la cassa! Mi sarebbe bastata una tua parola, ma te ne sei andato senza degnarmi di una spiegazione! Io credevo di essere importante per te! E anche...-
Non mi lasciò finire la frase. Non me lo permise. Forse non voleva sentire il resto, o forse era solo stufo delle mie lamentele. Le sue labbra mi fecero morire tutte le parole in gola nel mentre in cui si appoggiarono sulle mie. Il mio cuore si fermò per qualche istante. In pochi minuti tutta la mia vita era stata stravolta, e quel bacio mi stava mandando in tilt. Mosse delicatamente le labbra contro le mie, ma io non risposi al bacio, anche se giuro, era ciò che aspettavo da cinque anni. Stavo inziando a realizzare la situazione quando si staccò piano da me, lasciandomi con un'espressione inebetita dipinta in viso.
-Adesso devo andare.- iniziò:-Ho ancora il tuo numero, mi faccio sentire io. Giuro.-
Non gli risposi, mi spaventava l'idea di stargli dicendo addio un'altra volta.
-Hey, ci ritroveremo, va bene? E staremo insieme ancora di più la prossima volta, te lo prometto. A presto, Hailey.- mi fece una piccola carezza per poi correre verso Kassidy, e si allontanarono salutandomi agitando le mani.

Harry's pov
Mancavano due giorni al mio rientro, ed io ero già stufo di stare in quella casa. Non potevamo nemmeno uscire, Igor ce l'aveva proibito, in sostanza gli servivano due persone che guidassero quasi sei ore a testa. In più non avevamo un merito cazzo con cui poter passare il tempo io e Liam, perciò la maggior parte delle ore la passavamo chiacchierando del più e del meno, oppure mangiando tutto quello che ci capitava a tiro. Liam era molto d'aiuto in certi casi, ad esempio quando ti serviva un consiglio, ma in altri casi non faceva altro che peggiorare tutto, come ad esempio quando tirava fuori l'argomento "Kassidy".
-Quando la chiami?- mi chiese, sedendosi senza motivo sul tappeto, mentre io ero seduto sul divano.
-Non so...dopo.-
-Aha. Dopo? Sono già le cinque!-
-Amen.- sbuffai.
-Io non ti capisco, Harry. Dici di volerla chiamare e poi non vuoi neanche sentire pronunciare il suo nome.-
-Sì, sono come il tempo.-
-No, sei un coglione.- mi corresse lui.
-Grazie, davvero. Sei d'aiuto Liam.-
-Dai, chiamala.-
-Sì, certo, e le dico "hey, volevo sentirti."? Cazzo, l'ho rapita, Liam!-
-Amen lo dico io a 'sto giro.-
Gli feci una smorfia, componendo il numero di Kassidy, portandomi il telefono all'orecchio.
-Pronto?- la sua voce risultò stranamente allegra.
-Ciao Kas, sono Harry.-
-Lo so, ho letto il tuo nome.-
-Sì, ok...beh, tutto bene?-
-Sì sì, tutto ok.-
-Sento confusione, dove sei?-
-Sono in giro con Louis, ha insistito perché andassimo a prendere qualcosa per uscire stasera. Così ora lo sto aiutando io.-
-Dove andate?-
-In discosteca.-
-Ah...- avrei voluto dirle di no, che era una pessima idea, che ero preoccupato per lei:-D'accordo. Stai vicina a Louis, mi raccomando.-
-Certo.-
-Comunque, mi lasci spiegare il discorso di ieri sera?-
-Non c'è niente da spiegare, Harry, davvero. Non c'è problema, capita di farsi illusioni. Devo andare, ci vediamo tra due giorni.-
-Aspetta, Kas...- troppo tardi, aveva già attaccato.

Kassidy's pov
Alle otto eravamo davanti a quest'enorme discoteca.
Io ero parecchio agitata, lo ammetto. Zayn mi teneva la mano, Louis era in esubero e Niall mi rassiurava che nessuno dei tre avrebbe bevuto. Le ultime parole famose, insomma.
Appena entrammo Louis ci guidò al bancone, così inizammo col primo giro. Per un inizio soft, Gin Tonic. Zayn della Tequila, Louis e Niall della Vodka. Quindi poi ci portammo al centro della pista e iniziammo a ballare. C'era un sacco di gente, e la confusione non faceva altro che amplificare il suono già alto delle casse. Però lì per lì mi sorse un dubbio, che non tardai a chiarire:-Louis!- gridai nel casino.
-Dimmi!-
-Ma siete sicuri di poter girare senza problemi?!-
-Tranquilla, non ci conosce nessuno, non c'è pericolo!-
-Ah...d'accordo!-
E riprendemmo a ballare. E a bere.
Stavamo in pista una ventina di minuti, e poi ci recavamo di nuovo al bar, e giù con l'alcool. Non avevo mai immaginato che l'alcool potesse avere un effetto del genere su di me. Avevo perso la testa, non ragionavo più. Era appena mezzanotte e io ero già partita. Le luci avevano preso il posto delle persone, e ogni piroetta mi sembrava un giro della morte. Ero finita più volte addosso a Zayn, e lui cercava di starmi più vicino possibile per non perdermi di vista. Diverse ragazze in abiti succinti si strusciavano contro di loro, ma si vedeva distante un chilometro che non ci stavano, d'altronde non potevano permettersi di farsi conoscere troppo. Erano quasi le dieci e mezza quando corsi in bagno per vomitare, e Niall mi seguì e mi aiutò a tenere i capelli, fu davvero un gesto molto apprezzato. Ma comunque la sbronza non mi passava, e continuavo a bere, mentre la musica a palla quasi copriva i miei pensieri. Per lo meno, ha continuato a coprirli finché Zayn non mi prese la mano e non mi trascinò fuori
-Come stai?- mi chiese, mentre mi aiutava a sedermi su una panchina. Non avevo mai sentito così caldo in quasi diciassette anni della mia vita. Facevo fatica a ricordarmi la data, tutte le informazioni recepite negli ultimi quattro giorni vagavano per la mia mente provocandomi delle fitte abbastanza dolorose alle tempie.
-Che giorno è?- fui colta da un girone di testa e caddi in avanti, ma per fortuna Zayn mi tenne e mi riportò alla posizione di prima.
-E' il diciassette dicembre.-
-Ok.-
-Allora, come stai?-
-Sto da ubriaca!- esclamai:-Oh aspetta...- guardai il mio cellulare:-E' prestissimo!-
-Sei ridotta male ragazza mia, tra poco andiamo a casa. Tu e Niall siete già partiti.-
-Non è vero!- sbottai, non controllando pienamente l'intonazione con cui uscirono le parole.
Zayn non rispose, semplicemente si portò una sigaretta alla bocca e l'accese.
-Igor sa che fumi?-
-Dio mio sei davvero ubriaca.- constatò, osservando la cera che avevo:-Comunque sì, lo sa.-
-Mh.-
Nonostante avessi una giacca sopra, che avevo messo solamente per non mostrare i polsi, avevo freddo. Più che altro, sentivo l'aria fredda darmi fastidio, del resto io avevo caldo. Un caldo che veniva da dentro, e bruciava.
-Andiamo a casa, Zayn?- gli chiesi, sbilanciandomi verso di lui. Immancabilmente persi l'equilibrio e finii con le testa sulle sue ginocchia, gli occhi puntati in alto dritti sui suoi.
-Sarebbe il caso, io direi.- mi sorrise:-Faccio uno squillo a Louis. Anche se guido io.-
-Fai guidare me!-
-No ragazza mia, non sai quello che dici, fidati.-
-Allora no, voglio restare ancora un po' qui con te.-
-Ti piace l'aria fredda con l'alcool nelle vene, vero?-
-No, in realtà mi dà fastidio. E' solo che mi piace stare qui con te.-
-Ho capito.- sorrise:-Come si sta qui con noi, Kas?-
-Non bene, non male...ma non vorrei mai tornare a casa mia.-
-Non sai quello che dici.-
-No, questo l'ho detto anche da sobria!- accentuai le ultime lettere.
-A casa dritta a letto, signorina.- mi riprese scherzosamente.
-Va bene.-

Zayn's pov
Arrivammo a casa alle undici e mezza a causa della forte sbronza di Kassidy e di Niall.
Il biondino e Louis si fecero una doccia, mentre io aiutai Kas a mettersi il pigiama. La portai a letto e crollò nel giro di due minuti, così le posai un bacio sulla fronte e la lasciai nelle braccia di Louis che nel frattempo si era ripreso del tutto.
Nel momento in cui eravamo riusciti a sgattaiolare fuori da quella discoteca avrei voluto che il tempo si fermasse. Immobile, fermo, solo io e Kassidy. Quel vento che le scompigliava i capelli lasciati ricadere sulle spalle, le sue gunace arrossate. Forse stava succedendo qualcosa, ma era anche quello che Harry provava, e non potevo entrare in conflitto con lui. Se ci fossimo arrabbiati io e lui sarebbe stata la fine, perché eravamo inseparabili. Non c'era mai stata cosa che ci avesse fatto allontanare, e non volevo che nemmeno una ragazza si mettesse tra di noi. Anche se non di sangue, ma eravamo fratelli. Ero sicuro che nessuno ci avrebbe mai diviso.

Kassidy's pov
Tutti convinti che io dormivo.
No, non mi addormentavo facilmente.
Fissavo lo schermo del mio cellulare e poi il mio polso sanguinante.
Era mezzanotte inoltrata, il mio cellulare segnava un orario sbagliato, ma non volevo portarlo avanti. Harry mi aveva mandato un messaggio.
"HAI BACIATO ZAYN?!"
E dopo la conversazione era andata avanti.
"Lui ha baciato me! Primo: chi te l'avrebbe detto?! Secondo: cosa te ne frega?!"
"Primo: Zayn, perché gli ho chiesto come stavi. Secondo: me ne frega perché sei incazzata con me e nel frattempo vai a baciarti Zayn!"
"Vedi, non capisci niente! Ero in lacrime per te, e Zayn mi ha consolata!"
"...stavi piangendo per colpa mia?"
Aveva anche il coraggio di chiedermelo. Nella mia gola già si stava formando uno strano nodo.
"Lascia stare, ok? Non sono importante per te, se tu stai bene così idem per me. Tanto non perdiamo nulla: ci conosciamo solo da pochi giorni."
"Non capisci che non puoi essere importante per me? Ti ho rapita, cazzo! Ed è più difficile per me, credimi."
"Non lo metto in dubbio. Ma prova a vivere morendo. Nulla ti salva, solo una lametta può alleviarti il dolore."
Nella mia testa avevo l'immagine del primo giorno che mi avevano portata lì. Il sangue che scorreva sul polso, le lacrime con esso. E la scena sentivo che si sarebbe ripetuta da lì a pochi minuti.
"Non avvicinarti a quella lametta. Non provarci."
"Ciao Harry."
Digitai quelle parole davanti al lavandino, con le lacrime agli occhi. Ma mi arrivò subito la sua risposta.
"NON FARLO!!! Stai ferma Kas, ti prego. Al mio rientro giuro che quelle garze te le tolgo, non ti permetterò mai più di tagliarti, chiaro?"
Primo taglio. Secondo. Terzo.
"Kassidy?"
Quarto. Quinto.
"KASSIDY RISPONDI."
Sesto. Settimo. E poi l'acqua a mescolarsi con quel liquido cremisi.
"Smettila." digitai appena mi fu possibile.
"Ti scongiuro, ho promesso che ti avrei protetta ma non posso proteggerti da te stessa. Ti prego."
Non risposi più. Fasciai i polsi e andai a letto, stringendo, per quanto il dolore mi permettesse, la mano di Louis.
-Dov'eri?- a quanto pareva non dormiva nessuno.
-In bagno.-
-A far che?-
-Robe mie.- mi difesi:-A proposito Lou, avrei bisogno, beh...sai com'è, sono una donna e...-
-Ho capito, domani andiamo a comprarli, tranquilla. La sbronza? Passata?-
-Sì, passata.-
Si schiarì appena la voce:-Grazie con Hailey, oggi.-
-Figurati.-
-Ti voglio bene, Kas.- mi diede un piccolo bacio sulla guancia.
-Anche io, Lou. Buonanotte.-
-Buonanotte.- sorrisi nel buio, mentre una lacrima solitaria scivolava sulla guancia per il dolore causato dai tagli.




Scià belle :D

Come sempre crediti a  (schiacciate le parole in blu/azzurro, sono i link diretti) ShakespeareInLove

Se mi cercate su facebook, sono Moon Promise Reds
 

Poi, qui ho il trailer di una mia prossima nuova ff con protagonisti Louis e Niall nei panni dei veri loro, quindi componenti dei One Direction, e due ragazze, California e Ocean, che riusciranno ad incontrarli a causa dello stalking di una di loro :') 
Video trailer :) Piccola trama: Louis è stanco della farsa con Eleanor, ora vuole qualcosa di più. Niall è stufo di essere sempre in disparte, ora vuole vivere anche lui. Ocean è la classica cheerleader bionda, ma che viene sfruttata da tutti. Nelle persone cerca qualcosa di più, ma non l'ha mai trovato. California è una ragazza dal carattere forte e rivoluzionario, al di fuori dell'ordinario, che ha come migliore amica Ocean, e l'accompagnerà al concerto.
Spero di avervi incuriositi :3

Poi, se vi piace come scrivo (seeee magari) vi do il link dell'altra mia ff già completa Do you remember summer '09?
 

Kisses :*

Ale xx

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Capitolo 8
*** Capitolo otto: Sei il mio angelo, Harry. ***


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They call it "Stockholm Syndrome" cap.8
CAPITOLO OTTO
"Sei il mio angelo, Harry."






I'm an angel with a shotgun, fighting til' the wars won,
I don't care if Heaven won't take me back,
I'll throw away my faith babe, just to keep you safe.
Don't you know you're everything I have?
And I wanna live, not just survive, tonight.
-Angel with a shotgun, The Cab

Zayn's pov
Eravamo seduti a tavola per la colazione.
Finalmente vedevo Kassidy mandare giù qualcosa di mattina, fino a quel giorno non aveva toccato cibo. Solo e solamente the. Si vedeva che cominciava a prendre un po' di confidenza, perciò si sentiva anche più libera. Anche nel parlare era decisamente più sciolta, e vedevo che con Louis aveva stretto davvero una bella amicizia. Anche se eravamo appena al quinto giorno di convivenza.
Verso le dieci della mattina Louis e Niall uscirono per andare a fare spesa, così io rimasi con Kassidy.
-Zayn?- spuntò dalla porta del salotto con due o tre asciugamani in mano.
-Dimmi.-
-Vado a fare la doccia.-
-Ok. Se preferisci puoi riempirti la vasca...non so, se vuoi un po' di relax.-
-Sicuro che non disturbo?-
-Se è per questo che ti preoccupi, c'è un tappetino nuovo sotto il lavandino.-
Arrossì leggermente:-Beh, grazie...vado.-
-Vai vai.- le sorrisi, mentre lei sparì di sopra.
Ne approfittai della sua assenza per mettere un po' di ordine nello studio.
C'erano carte di tutti i tipi: fogli, bollette, fatture, ricevute, entrate, uscite. Igor era davvero un uomo incasinato. Il più ordinato tra di noi era senza dubbio Liam, lui odiava vedere le cose fuori posto, anche se a volte era proprio lui a buttare a soqquadro la stanza. Poi vidi un foglio con la scrittura di Harry:
"Kassidy Phoebe Parker, 25 dicembre 1996. Capelli castani, occhi castani. Morris street, 23."
Doveva essere la scheda che Igor gli aveva fatto compilare sulla prossima "vittima". Non avevo la minima idea che fosse nata il giorno di Natale. Mi immaginavo come poteva essere la sua vita. Lei diceva che era uno schifo, che nulla andava bene. Poi facevo il confronto con la nostra vita, e mi chiedevo quale fosse la peggiore. Non avevo la minima idea di come ci si sentisse ad essere ignorati dai propri genitori o fratelli, perché per quanto riguardava Igor potevo dire che mi considerava fin troppo, i miei fratelli poi, beh...eravamo una cosa unica, ed ero sicuro che nulla ci avrebbe mai diviso.
Presi un grosso contenitore e sistemai tutti i fogli che conoscevo, gli affari di igor restavano suoi.
Così passai una buona mezz'ora, poi mi rimisi in divano.
Stavo guardando tranquillamente la tv quando un tentativo di urlare il mio nome da parte di Kassidy mi fece alzare di scatto dal divano. Sembrava che avesse usato tutto il fiato a lei disponibile per chiamarmi in quel modo, c'era qualcosa che non andava. Corsi su in bagno, ma aveva la porta chiusa a chiave:-Kassidy! Stai bene?!-
Non ricevetti risposta, sentivo solo qualche respiro sconnesso.
-Kassidy!!!-
Ancora nessuna risposta.
Con il cuore a mille cercavo di aprire la porta, ma la chiave non scattava mai, così feci la cosa che mi venne più spontanea: sfondare la porta. Nel frattempo riuscii a capire il problema, c'era solo una cosa che si ricollegava a quel grido senza fiato e a quei respiri sconnessi: asma. Però sorse un altro problema, io non avevo la minima idea di dove fosse l'inalatore. Così finché continuavo a dare spallate alla porta chiamai Harry.
-Cosa vuoi Zayn? Stavo dormendo!- si lamentò.
-Dove cazzo è l'inalatore di Kassidy?!- gridai.
-Cosa...perché? Cosa succede?!- notai nella sua voce una forte nota di preoccupazione.
-Ha un fottuto attacco d'asma...è in vasca e...ahia, cazzo!-
-Che cazzo stai facendo?!- aveva letteralmente urlato.
-Sto cercando di aprire la porta a spallate, si è chiusa dentro!-
-Porca troia, sbrigati!-
-Parla quello in Nuova Zelanda, cazzo! Dimmi dov'è l'inalatore!-
-Dovrebbe essere nell'anta dello specchio in bagno! Cazzo Zayn butta già quella cazzo di porta!-
-Scusami stavo facendo una partita a scacchi, adesso vado!- gridai sarcastico, poi mi rivolsi alla porta:-Tieni duro Kassidy, sto arrivando!-
Con un'ultima spallata decisiva riuscii a rompere la serratura ed entrai, scaraventandomi sulla vasca, con Harry ancora in linea. Avevo scordato però un piccolo disguido tecnico: una ragazza in vasca non ci entrava mica vestita. Così mi limitai a sentire il battito cardiaco sul collo, ed era esageratamente veloce. Così mi fiondai sull'anta, tirando fuori un oggettino arancione.
-Come cazzo si usa?!- sbraitai a Harry.
-Mettiglielo in bocca e premi il bottone finché non vedi che si è calmata!-
-Porca troia, è nuda!-
-E la lasci morire perché è nuda?! Cazzo muoviti!-
Mi inginocchiai davanti alla vasca, immergendo una mano nell'acqua calda, portando la schiena di Kassidy leggermente più in alto, spruzzandole quella cosa dritta in gola. Lei aprì gli occhi di scatto, stringendo improvvisamente la presa sulla mia mano che tenevo sott'acqua, stretta alla sua. Mi guardò debolmente, per poi chiudere gli occhi di nuovo, abbandonandosi nell'acuqa.
-Cazzo!- imprecai, prendendo al volo un asciugamano.
-Come sta?- mi chiese Harry, ancora costantemente in linea.
-Non lo so, penso sia svenuta...adesso la tiro su e la metto a letto.-
-Io sono già in macchina, sto arrivando.-
-Cosa?! Ma stai distante circa...-
-Nove ore e arrivo, falla riposare, vestila e che stia al caldo, ma non approfittarne, ok?-
-D'accordo...fai veloce.-
-Certo.-
Misi il telefono in tasca, mettendo in piedi Kassidy ed avvolgendola con l'asciugamano. Solo in quel momento mi accorsi di avere le lacrime agli occhi, così mi affrettai a ricacciarle indietro, ma avevo davvero avuto paura, e non poca. Ma ora stava bene, il suo cuore contro le mie mani impegnate a reggere l'asciugamano batteva lentamente, quasi a recuperare il fiato perso. E io con lei mi sentivo meglio, per fortuna si era ripresa, ma non l'avevo vista bene. Inoltre quell'episodio non mi aveva di certo aiutato nello far svanire quella cosa che sentivo per lei. Sapevo che Harry ne era innamorato, glielo leggevo negli occhi. Anche se solo da pochi giorni, ma era giusto quel che era giusto, non poteva essere altrimenti. Io tenevo molto a Harry come fratello, non gli avrei mai potuto fare una cosa del genere. Certo, con Kassidy comunque non mi sarei mai comportato da stronzo insensibile, avrei sempre cercato di essere un fratello per lei. Un fratello e basta.

Kassidy's pov
I polsi bruciavano terribilmente.
Forse mi svegliai per quelli, mi ero scordata di mettere la crema e le garze. La sera prima ci ero davvero andata giù pesante, non avrei mai potuto immaginare di arrivare a quel punto per un ragazzo. Ma restava il fatto che mi trovavo a letto, e mi ricordavo di essere in vasca da bagno. Poi piano piano iniziai a ricollegare i pezzi. Avevo chiuso gli occhi che ero ancora in ammollo, quando mi prese un attacco d'asma. Uno dei più forti forse, non trovavo più ossigeno, respirare mi era difficile, provai ad alzarmi, ma scivolai, riuscendo a gridare il nome di Zayn con quel poco fiato che mi rimaneva. E tutto cominciava a farsi sempre più buio, ad essere luce ci pensava solo la voce di Zayn e il nome di Harry pronunciato dalla stessa voce. Quando poi Zayn riuscì a farmi ingerire quello spray, per un momento mi sentii viva, e vidi chiaramente il suo viso, e poi di nuovo tutto buio, ma stavolta con una respirazione più regolare e la sola voglia di riprendere fiato.
Però in quel momento c'era qualcun'altro lì a letto con me, e mi stava accarezzando leggermente la mano. Aveva un tocco caldo, delicato, quasi mi faceva venire i brividi dalla dolcezza che usava con quelle carezze. Ogni tanto sentivo che con le dita passava anche sui tagli, sfiorandoli appena. Forse era per quello che bruciavano, ma quel tocco quasi era piacevole. Quasi mi faceva bene nel suo far male. E poi mi strinse di nuovo la mano, continuando ad accarezzarne il dorso molto lentamente. Ero completamente sveglia, ma non sapevo se volevo scoprire chi era quel ragazzo. Avevo paura di non trovare chi aspettavo, e mi sentivo quasi in ansia per questo. Ma gli occhi avrei dovuto aprirli prima o poi, quindi presi coraggio e decisi di farlo. Piano li riaprii, ma stranamente non fui colta dalla luce che di solito mi accecava di mattina, bensì da una luce fioca proveniente dalla lampada sul comodino. Così girai piano la testa, fino a ritrovarmi un paio di occhi verdi smeraldo fissarmi, e una bocca rossa aprirsi in un piccolo sorriso:-Finalmente ti sei svegliata.-
-Che ci fai qui, Harry?-
-Beh, stamattina quando Zayn mi ha chiamato ho preso la macchina e sono corso qui.-
-E Igor? E Liam?-
-Diciamo che mi prenderò carne, ma non importa.- sorrise di nuovo:-Come stai?-
-Normale...che ore sono?-
-Sono le nove di sera.-
-Cosa?! Erano le undici quando mi sono addormentata!-
-Magari ti fossi solo addormentata...hai avuto un attacco d'asma, e poi dopo che Zayn ti ha spruzzato quel coso in bocca sei svenuta...non so perché.-
-E tu da quanto sei qui?-
-Un'ora e mezza.-
-Per tutto questo tempo...sei stato qui con me?-
Annuì, posando il suo sguardo sui polsi pieni di graffi e cicatrici.
-Sì, sono stato qui. Kas, ti avevo detto che te le avrei tolte le garze. Non voglio più che tu lo faccia, va bene? Ieri sera ci hai calcato troppo la mano, non so nemmeno quanto sangue tu abbia perso con dei tagli del genere. Fa male, Kassidy, non lo capisci? Non ti devi far buttare giù da nessuno, nemmeno da un bastardo come me...non sai quanto mi hai fatto preoccupare ieri sera, porca troia. Continuavo a pensare a te, a quello che ti stavi facendo. Devi parlarne con qualcuno, ok? Almeno con Louis, se con me non vuoi parlare...o con Zayn, dato che state insieme.-
-Oh no no no, io e Zayn non stiamo insieme.-
-Io so che due persone si baciano quando stanno insieme.-
-Anche Louis e Hailey si sono baciati, ma mica stanno insieme.-
-Sì, me l'ha detto Louis...scusami, è solo colpa mia per questi tagli.-
-No, sono io che sono troppo debole.- ammisi:-Mi faccio trascinare troppo, e dopo ne esco ferita.-
-Nessuno ti ferirà mai più, ora ci sono io qui, ok? E anche se tu non vuoi, ma ti proteggerò sempre, dovesse un proiettile colpirmi il cuore.-
-Grazie.- una piccola lacrima scivolò sulla mia guancia, mentre Harry si avvicinò a me.
-Sei già troppo importante per uscire dalla mia vita.- sussurrò.
-Vale lo stesso per me.-
-Vedi...mi è stato proibito di affezionarmi a te. E' per questo che ho detto quelle cose. Devo tenermi a distanza da te.-
-Non capisco perché Igor non lo dica anche agli altri.-

Harry's pov
La fissai negli occhi.
Quegli occhi che il primo giorno ammiravo di soppiatto dallo specchietto, quegli occhi che avevo visto pieni di lacrime, quegli occhi del colore più bello. Quegli occhi di cui mi ero innamorato, quegli occhi che avrei voluto vedere per tutta la vita.
Forse la verità le avrebbe fatto male, o forse bene, non sapevo che effetto poteva avere su di lei. Perché quello che le avevo detto fino a quel momento non era tutto ciò che dovevo dirle. Purtroppo alcune cose facevo fatica a capirle pure io, ma a quel punto non potevo più nascondergliele.
-Beh, c'è un motivo.- iniziai.
-Sono qui solo per ascoltarti.-
-All'inizio eri solo un mio incarico. Dovevo occuparmi io di te, ma poi ho chiesto che mi aiutassero anche i ragazzi, perché non sapevo se ce la facevo. Poi c'è anche una ragione se Igor mi ha detto di non affezionarmi a te.-
-Dimmela, no?-
-Ecco...il ventisei parto.-
-Per dove?-
-Devo andare a Sacramento, in California.-
-Per quanto tempo?-
-Due settimane.- evitai il suo sguardo, ma mi costrinse a guardarla stringendo la mano attorno alla mia.
-Com'è possibile due settimane? Al venticinque saranno due settimane che sono qui e hai detto che il riscatto lo chiedete dopo tre settimane, come facciamo se tu sei via? E poi, Igor viene con te? Chi altro viene con te?-
-Dovremmo andare solo io e Louis.-
-No, aspetta...quindi io me ne vado che voi due non ci siete più?-
-Credo di sì.-
-Vaffanculo!-si alzò di scatto, legandosi nervosamente i capelli.
-Che c'è adesso?!-
-Per un momento ho pensato "wow finalmente è tornato, mi è mancato" e poi no, ora mi dici che il giorno dopo al mio compleanno te ne vai per altre due settimane, tanto cosa vuoi che te ne freghi di me, no?! E anche Louis, cazzo, lui è il mio migliore amico! E ve ne andate tutti e due, siete le persone più importanti per me e non ci sarete quando sarò costretta ad andarmene!-
-Scusami sai, ma non ci possiamo fare niente!-
-Andarvene a fanculo sì, però!- lasciò a gran passo la stanza, per poi riaffacciarsi dopo qualche attimo:-E per la cronaca, dopo non chiederti perché faccio questo!- si scoprì lievemente il polso, facendo per andare via di nuovo. Ma io scattai giù dal letto, correndo verso di lei, riuscendo e fermarla prendendole la mano, trascinandola di nuovo in camera, chiudendo la porta a chiave dietro di me.
-Lasciami!- gridò, cercando di prendere la chiave che tenevo in mano.
-No! Ora mi ascolti!-
-Mai!-
-Allora non te ne andrai mai da qui!-
-Harry, con te sono incazzata a morte, quindi fammi uscire da qui!-
-No, qui comando io e tu mi devi ascoltare!- inchiodai il suo corpo al muro, bloccandole le mani. Abbassai per qualche secondo la testa, abbassando anche il tono della voce:-Posso farti una domanda?-
-Se devi.- sbuffò.
-Sono importante per te?-
-Cosa...? Certo! E' per questo che sono incazzata!-
-Ok, e lo capisci che tu non puoi essere importante per me per il semplice fatto che non devo stare male, quando te ne andrai? Igor me l'ha detta pochi giorni prima del tuo arrivo questa cosa, e io gli dissi che non mi sarei mai affezionato, che essendo sempre stato costretto a non provare emozioni non le avrei provate nemmeno per te. Ma poi ti ho conosciuta nel giro di due giorni, e le carte in tavola sono cambiate.-
-Sarei solo una prima esperienza, se fosse così.-
-No. Io le mie prime esperienze le ho già fatte, nel caso in cui tu dovessi piacermi non saresti solo un'esperienza. Non la prima per lo meno, ma forse l'ultima.-
-Nel caso in cui io dovessi piacerti sarebbe solo sindrome di Stoccolma.-
-Vedi la sindrome di Stoccolma come una cosa negativa.- sorrisi appena, avvicinandomi leggermente al suo corpo.
-Anche tu la vedevi così.- rise anche lei, finalmente la vedevo allegra.
-Ho cambiato prospettiva.-
-Già, ho notato.-
Le sorrisi appena, prendendole la mano:-Andiamo giù?-
-Va bene.-
Mi sorrise.
Aveva il potere di farmi arrabbiare in un nano secondo e nello stesso arco di tempo di riuscire a farmi sorridere.

Louis's pov
Probabilmente sulla fronte avevo un led luminoso che brillava la scritta "ebete".
Sì, dovevo avere una faccia da ebete. Da quando avevo parlato con Hailey era così, guardavo tutti con una faccia da ebete. O forse era una faccia da innamorato, non lo sapevo nemmeno io. Ero sicuramente più allegro, per quanto la mia situazione in generale me lo potesse permettere. A cena, vedere tutti parlare mi mise allegria, peccato che quell'allegria il giorno dopo non ci sarebbe più stata. Harry aveva evitato tutte le undici chiamate di Igor, mentre aveva risposto a tutti i messaggi di Liam, che lo informava su quanto Igor fosse furioso.
Kassidy e Harry li vedevo molto bene tra di loro, si sorridevano spesso e ridevano insieme. Sì, di sicuro si sarebbero messi insieme da lì a poco. Però poi Kassidy mi trascinò in camera, così per potermi parlare. E appena chiuse la porta, si fece improvvisamente seria.
-Non mi hai detto che tu e Harry ve ne andate il ventisei.-
-Se è una domanda, manca il perché. Se è un'affermazione, cosa dovrei dirti?-
-Sei il mio migliore amico, Louis! Perché non me l'hai detto?-
-Non potevo. Non poteva nemmeno Harry in teoria, ma quando è con te i suoi circuiti vanno a puttane.- sospirai, abbracciando la ragazza davanti a me:-Lo so Kas, nemmeno io vorrei lasciarti così. ma non posso fare altrimenti.-
-Promettimi che continueremo a vederci.-
-Giuro.-
-Anche se solo da cinque giorni, ma sei il mio migliore amico, Lou.-
-Anche te, Kas.- le diedi un piccolo bacio sulla fronte, per poi ritornare in cucina insieme agli altri.

Harry's pov
Erano le undici e mezza.
Io e Kassidy eravamo in divano insieme agli altri, la sua piccola mano era stretta intorno alla mia mentre guardavamo The Ring.
Ogni tanto la stringeva per i colpi di scena, e io la calmavo sussurrandole delle battute che conoscevo sul film all'orecchio.
Intanto però ripensavo anche alle parole che Louis mi disse nei giorni precedenti, sembrava che con solo quarantotto ore lui avesse già conosciuto Kassidy, e tutte le cose che aveva detto su di lei erano vere. Lei aveva ricevuto veramente più giochi che baci, dalla vita. Si vedeva in come cercava gli abbracci, in come sorrideva timidamente quando era in imbarazzo, in come stringeva la mia mano quando stava per addormentarsi. Non avrei mai potuto farle del male, né fisico né psicologico. Lei era molto più di un'esperienza, in quel momento. Lei era tutto ciò a cui ruotava attorno la mia vita. Solo in quel momento iniziai a capire cosa voleva dire essere innamorati, perché m stavo innamorando di lei. Purtroppo però sentivo che alla fine del libro, non avrei trovato un "e vissero per sempre felici e contenti".
Era una cosa strana, non la capivo nemmeno io. Avevo paura, ma non paura di Igor, avevo paura di perdere Kassidy. Per la prima volta nella vita sentivo che una  persona a cui tenevo se ne sarebbe andata. Con i miei fratelli non era mai stato così, sapevo che con loro avrei vissuto per sempre.
-Harry?- fui risvegliato dalla flebile voce della ragazza che avevo affianco a me.
-Dimmi.-
-Andiamo su?-
-D'accordo.-
Dopo aver salutato tutti ci recammo in camera nostra, e lei si chiuse la porta dietro di se.
-Vuoi già dormire?- le chiesi, stendendomi sul letto:-Sono appena le undici e mezza.-
-Lo so, ma ero solo stanca di vedere il film, anche se mi piaceva.-
-E allora cosa vuoi fare?-
-Non lo so...- si stese accanto a me:-...forse godermi quello che mi rimane per stare con te.-
-Mi mancherai tantissimo, Kas.-
-Anche tu. Dimmi che ci scriveremo.- mi trafisse con i suoi occhioni nocciola.
-Lo giuro. Non potrò mai dimenticarti, Kas, anche se deciderai di dimenticare me.-
-Non credo succederà.- mi sorrise teneramente.
-Adesso ti uccido.- scherzai io per interrompere la dolcezza di quel momento, afferrando dal comodino una pistola vuota che tenevo per sicurezza.
-Cosa?- mi guardò confusa, fissando impietrita la pistola davanti a lei.
-Sì, Igor mi ha detto che ti devo uccidere.- cercavo di trattenere le risate.
-Ma cosa stai...?-
-Addio.- risi, ma non capii il perché di quell'urlo disumano che cacciò quando premetti per gioco il grilletto, speravo che avesse capito che era uno scherzo, dal momento che stavo ridendo come un deficiente. Ma lei no, si portò le mani davanti al volto come a volersi proteggere e si ritrasse velocemente da me.
-Hey, va tutto bene?- le chiesi.
Si tolse le mani dal viso e notai come le lacrime solcavano velocemente le sue guance arrossate. Il respiero era irregolare, ma non da asma, proprio da spavento.
-Kas, stavo scherzando, io...-
-Mettila via.- mi interuppe, allontanandosi ancora.
-Certo, certo.- la riposi al suo posto, provando ad avvicinarmi a lei:-Stavo scherzando Kas, non hai visto che ridevo? Tranquilla, non ti farei mai niente.- le presi piano la mano:-Kassidy, mi parli?-
Mi guardò da quello spesso strato di lacrime che velava i suoi occhi nocciola:-Scusami, avrei dovuto capirlo...-
-Hey...- si mise seduta, e io l'abbracciai di slancio:-...non ti sfiorerei mai, giuro.-
Indugiò un attimo, poi si aggrappò alla mia maglietta, sfogando quello che restava delle sue lacrime. Io le accarezzavo piano la schiena, stringendola a me più che potevo. In quel momento la stavo proteggendo, e mi sentivo bene. Sentivo finalmente di aver trovato qualcosa per cui vivere, invece di sopravvivere solamente. Lei era la mia Kassidy, quella ragazza che addormentai con del cloroformio, quella ragazza che spiavo mentre dormiva, quella ragazza che mi aveva dato un motivo per sorridere. Credevo che la mia vita sarebbe rimasta sempre la stessa, anche se altre persone ci fossero entrate in mezzo, come ero convinto che quella ragazza non mi avrebbe mai fatto né caldo, né freddo. Invece no, mi aveva radicalmente cambiato la vita. I miei modi di fare, i miei modi di parlare, i miei modi di vivere. Credevo che sarei riuscito a mantenere sempre quel distacco generale che bene o male avevo su tutto, a parte i miei fratelli, e invece no, tutto sembrava improvvisamente catturare il mio interesse, soprattutto ciò che riguardava Kassidy.  Soprattutto Kassidy. Forse giocava anche il fattore "età". Lei aveva tre anni in meno di me, e questo forse era un pretesto in più per poterla tenere al sicuro, per non mandarla allo sbaraglio nella vita, per darle un punto di riferimento. Non andava bene che volessi essere io quel suo punto, ma ormai era successo. "Se dovessi sentire quella scintilla nel tuo cuore un giorno, non sopprimerla", così mi disse Louis, ma non avevo idea che il suo "un giorno" sarebbe stato dopo appena una settimana. Quella scintilla mi si stava accendendo dentro, sentivo bruciare lo stomaco quando litigavo con Kassidy, perché era l'ultima cosa che volevo fare.
-Tutto ok?- le chiesi, provando a guardarla negli occhi.
-Sì. Tutto a posto.- mi sorrise appena, rifugiandosi di nuovo tra le mie braccia.
-Fosse l'unica cosa che faccio, ma ti proteggerò ad ogni costo, te lo giuro.-
-Non dovresti essere il mio rapitore?-
-Tu non dovresti essere la vittima?- le risposi, richiamando la sua attenzione con una carezza.
-Sono vittima solo di una cosa.-
-E cioè?-
-Di quest'emozione che mi lega a te.-
Sorrisi involontariamente.
-Sei il mio angelo, Harry.- riprese.
-Davvero?-
-Sì.-
-Perché?-
-Non lo so...mi hai salvata. Mi stai salvando.-
-E continuerò a farlo. Anche se mi costerà la vita.- le lasciai un piccolo bacio sulla fronte.
-Non te le permetterò mai.-
-Non potrai proibirmelo, perché me ne sarò già andato, ma sarò felice, sapendo di averti salvata. Saremo per sempre tu ed io contro tutto, ok?-
Sorrise contro il mio petto, mentre vedevo le sue guance dipingersi di un rosso acceso:-D'accordo.-
La coccolai ancora un po'.
-Sei un angelo.- sussurrò:-Un angelo con una pistola.-
-Che userò solo per tenerti al sicuro.- la baciai di nuovo sulla fronte, mentre entrambi ci stendavamo.
Le presi la mano, lasciandole un buffetto sulla guancia. lei mi sorrise, socchiudendo gli occhi.

Kassidy's pov
Lui era il mio angelo. Solo mio, di nessun altro.
Mi salvava, i faceva vivere. Avevo avuto paura quando aveva tirato fuori quella pistola perché già avevo visto morire una persona a causa di un proiettile. Ero ancora piccola, giravo con i miei genitori e mia sorella, eravamo andati a fare compere solo per lei, perché doveva andare ad una cerimonia con i professori e allora i miei genitori subito l'avevano accontentata sul fatto di rifarsi il guardaroba. Fatto sta che eravamo in un negozio di abiti firmati costosissimi, ed entrò un rapinatore, che sparò alla commessa e lei cadde a terra, venendo velata dal sangue che piano si diffondeva nella sua camicetta immacolata. I miei mi portarono fuori in pochi attimi, ma quell'immagine tormentò la mia mente per diversi mesi. Non lo dissi a Hary, forse era meglio così. Non potevo rovinare ogni momento con qualche stupidaggine.
Per la prima volta non avevo timore di dormire senza le garze, lui ormai lo sapeva. Gli volevo davvero bene, forse troppo. Forse mi stavo legando molto più del previstoo a Harry, ma lui mi aveva presa ormai.
Lui era
mio, io ero sua
.
Dentro di me sentivo che di lui mi sarei sempre potuta fidare. Perché da quei pochi giorni avevo capito non tutti gli angeli avevano le ali.




SALVEEEE
Mi scuso per il ritardo, spero che il capitolo vi piaccia :3
Giuro che è stato un parto vero e proprio, mi mancavano idee :(
Poi, vorei farvi conoscere il Louis che abita in me, che sta emergendo in ogni mia recensione che lascio :)
Ciao a tutte :) Io romperò i coglioni di miss -seee miss per l'anima del pio- Ale3103 in questi angoli autrici. Sono Louis, piacere :3
Bene, spero poi che il video che ho messo a inizio capitolo vi piaccia, ci ho messo un bel po' ♥
Vi ricordo anche che se nel caso vi piaccia il mio modo di scrivere, ho scritto un'altra ff-->Do you remember summer '09?

Vi lascio con un'immagine di Hazza, da cui ho tratto il capitolo ♥

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Ale xx

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Capitolo 9
*** Capitolo nove: Dimmi quando l'hai scoperto, furbo. ***


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They call it "Stockholm Syndrome" cap.9
CAPITOLO NOVE
"Dimmi quando l'hai scoperto, furbo."


"-Hey Denise, che ti prende?-
-Sono in vena di ridurti impotente.-"
Pezzo preso dalla storia della mia migliore amica c:


Louis's pov
-Kassidy!!!-
La mora aprì gli occhi di scatto, maledicendomi in tutti i modi che potesse:-Ma che cazzo vuoi?! Stavo dormendo!-
-E fortuna che avevi il sonno leggero, signorina!-
-Che vuoi dire...?- si stropicciò gli occhi, mettendosi seduta nel letto.
-Harry si è svegliato già mezz'ora fa.-
-Beh, avevo semplicemente sonno.- si difese, sistemandosi i capelli.
-Vi ho fatto una foto, stamattina.- sorrisi.
-Prego?!-
-Sì, l'ho anche già stampata.-
Le porsi la foto stampata a tutta pagina. Erano davvero dolci insieme. Le braccia lasciate nude di Harry cingevano la vita di Kassidy, e le sue piccole mani erano appoggiate sul petto di mio fratello.
-Sì, beh...si dorme comodi con lui.- arrossì lei.
-Non devi preoccuparti. Ti capisco, eh.-
-A tal proposito...con Hay?-
-Beh, dovevo parlarti proprio di questo.-
-E allora parla.-
-Sì, allora...sono riuscito a convincerla ad uscire con me...-
-Oddio ma è fantastico!!!- si lanciò addosso a me, abbracciandomi.
-Lo so, lo so...ma dice che vuole che ci sia anche qualcun altro. Cioè, ha detto che si fida di me, ma vorrebbe evitare situazioni scomode.-
-Ho capito. E cosa c'entro io?-
-Beh, stasera tornano Liam e Igor. Quindi volevo chiedere a te e Harry se volevate godervi una giornata prima di restare segregati in casa.-
-E Niall e Zayn?-
-Sono già partiti per Manchester, ritornano stanotte.-
-Vedo che qui è un abitudine non avvisare.- sbuffò, alzandosi dal letto, allungandomi la mano. La seguii in cucina, riprendendo il discorso.
-Igor l'ha detto stanotte a Zayn che doveva partire con Niall.-
-Oh...-
-Dai, non preoccuparti.- le diedi un buffetto sulla guancia:-Siamo abituati a queste cose.-
-Come vuoi.-
-Allora...ci stai per oggi?-
-Dobbiamo sentire Harry. Per me va bene. In pratica se ci scoprono...beh, siamo tutti morti.-
-Esatto!- risi io, seguito da lei.
-Harry dov'è?-
-E' andato a fare la spesa, ci siamo dimenticati, beh...le robe per te...se capisci quello che intendo.-
-Sì, capisco, credimi. Beh, lo chiamo.-
-Come vuoi.-
Misi sul fuoco due uova strapazzate, mentre la sentivo cinguettare allegramente al telefono. Non ci voleva molto per capire che quei due erano innamorati. Il nostro Hazza era cambiato tantissimo. Si vedeva, ora sorrideva anche in presenza con Igor. Sorrideva dal primo giorno che Kassidy era arrivata qui, sembrava un'altra persona. Era una settimana soltanto che si conoscevano, ed entrambi erano diventati tutt'altra persona. Ero davvero contento per loro, e li avrei aiutati a mantenere il segreto di una possibile relazione, se solo si fossero decisi a farsi avanti.
-Ha detto di sì!- squittì Kassidy, tutta allegra.
-Quindi quando si parte?-
-Ha detto che ci aspetta a mezzogiorno alla pizzeria del centro, quella che sai tu mi ha detto, e ha detto anche di avvisare Hailey che mangiamo lì.-
-Ah, d'accordo.- sorrisi, componendo il numero di Hay.
-Pronto?- ed ecco che mi prese la tachicardia.
-Ciao Hay, sono Louis.-
-Sì, ti avevo riconosciuto.- ridacchiò:-Dimmi Lou.-
-Riusciamo ad anticipare a mezzogiorno?-
-Non c'è problema, tanto oggi non c'è scuola.-
-Ok, beh vengono anche Harry e Kassidy.-
-Va bene. A dopo.-
-A dopo.-
Sorrisi a Kassidy, che dopo aver mangiato si cambiò velocemente e poi uscimmo di casa, diretti verso il centro.

Kassidy's pov
Continuavo a chiedere a Louis se eravamo in regola, e lui mi ripeteva che comunque non saremmo andati in posti troppo conosciuti, mi aveva spiegato che la pizzeria che intendevano loro non era affatto in centro. Se non riconoscevano loro, potevano riconoscere me, anche se non so quanto mio padre si fosse preoccupato per me. Se non sbagliavo, si trovava in Spagna per quel suo fottuto lavoro di chirurgo, non so a far cosa. Mia madre non sapevo nemmeno quanti anni aveva, a stento ricordavo il suo cognome, ma non mi era mai importato più tanto di lei. Nemmeno di mio padre, avevo un carattere egoista proprio per questo. Ero sempre stata solo io nella mia vita, non c'era mai stato qualcun altro. Né mia sorella Stella, né mio fratello Ronnie. Non avevo una famiglia, per lo meno la famiglia che avevo per me non c'era mai stata. Tutti i parenti abitavano a Lima, in Ohio. Ma non avevo nemmeno mai sentito la loro mancanza, a parte il fatto di non averli mai visti. La famiglia che avevo davvero avuto, solo per pochi giorni, erano loro. Questi cinque ragazzi che mi avevano cambiato la vita. Niall, Liam, Harry, Zayn e Louis. Tutti a loro modo mi avevano dato qualcosa per cui sorridere dopo tante lacrime, finalmente. E non potevo fare altro che ringraziarli.
-Hey ragazzi!- Harry sventolò la mano dall'angolino della piazzetta, era in compagnia di Hailey. Louis doveva averle descritto Harry, perciò non avevano fatto fatica a riconoscersi.
-Buongiorno!- esultai io, abbracciando Hailey, per poi soffermarmi su Harry. Lui mi sorrise dolcemente, stringendomi tra le sue braccia:-Buongiorno principessa.-
-Ciao Harry.- arrossii io, abbracciandolo più forte che riuscivo. Dio, quanto mi era mancato.
-Andiamo dentro, ragazzi?- propose Louis dopo aver abbracciato Hailey.
Così raggiungemmo l'interno della pizzeria, sedendoci nel locale mezzo vuoto. Io e Harry vicini, Hailey di fronte a me e vicino a Louis. Loro erano davvero un amore insieme, ogni tanto si guardavano e poi ridevano, come due piccioncini che si sono appena messi insieme.
Ordinammo e poi ci mettemmo a parlare del più e del meno, come amici di vecchia data.
-Ma quindi...- iniziò Harry:-Voi due quando vi metterete insieme?-
Vidi Hailey arrossire di botto, mentre Louis cercò di non farsi prendere dalle sue solite tachicardie:-Beh, noi...aspetta, e cosa dovrei dire di voi?-
-Cosa dovresti dire, sentiamo?- lo sfidò Harry.
-Cosa dovrei...oh, così mi offendi, Styles.- ridacchiò Louis.
-E allora offenditi pure, Tomlinson, non cambio idea.-
-Non cambi idea su cosa?-
-Sul fatto che tu e Hailey dobbiate mettervi assieme.-
-Se posso permettermi, Harry...- s'intromise Hailey:-Io sono ancora leggermente traumatizzata. Vorrei aspettare almeno un po'.-
-Sì sì Hailey, non preoccuparti. La frecciatina era rivolta a mister occhi azzurri.-
-Beh, allora se è per questo non mi pare che Kassidy sia traumatizzata, mister occhi verdi.- ghignò Louis.
Chiamata in causa decisi così di rispondere:-No che non sono traumatizzata, ma con questo cosa dovrei fare?-
-Mettetevi insieme, no?-
-E per quale oscura divinità dovremmo farlo?- sorrisi io, seguita da Harry.
-Già, voi due non durereste nemmeno cinque giorni.- sbuffò il mio migliore amico, ma sapevo dove stava mirando.
-Che vorresti dire?- s'intromise Harry.
-Nulla, carissimi, nulla...solo che non durereste.-
-E' una stronzata.- sbuffò Harry:-Non sarà mica difficile.-
-Provamelo.-
Harry si girò verso di me, con uno sguardo esasperato a causa di Louis, e io alzai le mani in segno di resa.
-Quindi, Styles e Parker?- ci sorrise Hailey. Bene, ci si metteva pure lei.
-Accetto la sfida.- dichiarai io, prendendo un pezzo di pizza che i camerieri ci portarono.
-Tu, Harry?- chiese Louis, facendo cenno con la testa.
-Se devo.-
-Bene, ufficializza la cosa. Avanti.-
Vidi il riccio sbuffare pesantemente, passandosi una mano tra i capelli, girandosi verso di me:-Kassidy...beh, vuoi essere la mia ragazza per far vedere a Louis che dureremo più di cinque giorni?-
Ridacchiai per la proposta alquanto idiota:-Accetto, mio caro Harry.- gli sorrisi, seguita da lui.
-Non ci credo.- rise Louis:-Vi siete decisi a mettervi insieme, porca troia, ci volevo io?!-
-A quanto pare.- sbuffai io, avventandomi sulla pizza.
-Hey furbona.- mi riprese Harry:-Hai il naso sporco di pomodoro.-
-Amen.-
-E vieni qui...- mi prese il viso tra le mani, scrutando la macchietta rossa sulla punta del mio naso.
-Beh, Harry...?- ridacchiò Louis:-Cos'hai intenzione di fare?-
-Senti, non sono un romanticone.- replicò il moro.
-Nemmeno con la tua ragazza?-
-E che è, devo leccarle il naso?!-
Scoppiai a ridere per l'esclamazione del mio nuovo ragazzo, inevitabilmente seguita da Louis.
-Ma no, idiota! Dalle un bacio, anche se è sulla punta del naso!-
-Devo baciarle...il naso?-
-Esatto.-
-Oh.- Si avvicinò a me, appoggiando delicatamente le labbra sul mio naso, e sono sicura che presi un colorito acceso a quel contatto:-Fatto.- sorrise Harry.
E così finimmo di pranzare, continuando a lanciarci frecciatine. Ogni tanto ridevo tra me e me, ripensando a quale stratagemma aveva pensato Louis per far sì che io e il riccio ci mettessimo assieme. Cercavo di ridere piano, perché volevo evitare strane figure, ma Harry mi vedeva sempre, e a tratti si univa a me. Uscimmo così di lì verso le due.
-Harry?- inziò Louis, ghignando.
-Che c'è ora? Vuoi che le proponga il matrimonio?-
-No, ma forse, beh...dovresti prenderle la mano.-
-Ci arrivavo anch'io se mi davi tre minuti, genio.-
Mi prese delicatamente la mano, intrecciando le dita con le mie. Louis fece lo stesso con Hailey, mentre il riccio mi trattenne per restare indietro di qualche metro.
-Sì, beh...scusa la fretta di Louis.- mi sorrise.
-Ah non preoccuparti. Lo conosco bene.-
-Stiamo insieme, eh.-
-Dimmi quando l'hai scoperto, furbo.- lo presi in giro.
-Giusto due secondi fa.- rise il riccio, accarezzandomi leggermente il palmo della mano.
-Hai una gran cognizione del tempo, Styles.-
-Lo so, Parker.-
Si fermò dopo pochi passi, fermando anche me.
-Che succede?- gli chiesi, stringendo appena la sua mano.
-Aspettavo solo che si allontanassero un po'.-
-Per far cosa?-
Portò la mano libera sulla mia guancia, appoggiando le labbra sulle mie, facendole combaciare perfettamente. Sentivo lo stomaco in pezzi, il cuore mi batteva forte contro il petto. Portai istintivamente una mano al suo collo, spingendolo leggermente verso di me. Volevo che quel bacio non finisse mai, volevo che quella storia non finisse mai.
-Sono contento che ci sia stato Louis, oggi.- sussurrò dolcemente.
-Già anche io.- gli diedi un altro piccolo bacio, per poi proseguire di nuovo.

Hailey's pov
Ci eravamo fermati tutti e quattro su alcune panchine sistemate ai lati di altrettante aiuole.
Di sicuro sarebbe stato un giorno che avrei ricordato a vita, perché tutto ciò che volevo lo avevo lì, tra le mani. Louis era finalmente lì con me, e io ero la ragazza più felice del mondo. Mi chiedevo com'era possibile aver superato un trauma del genere dopo appena pochi giorni dalla vista di Louis, mi ero giurata che non mi sarei fidata mai più di nessuno, e invece mi ero fregata di nuovo. Ci ero ricascata, ma ero felice, perché sapevo che Louis era quello giusto. Sapevo che era lui il mio infinito.
-A cosa pensi, Hay?- Louis mi riportò alla realtà con la sua voce d'angelo.
-Nulla.-
-Nulla?- ripeté, lasciandomi sistemare sulla sua spalla.
-Nulla, solo che mi sembra tutto strano.-
-Beh, allora pensi a qualcosa.-
-Sì, penso a molte cose in effetti...ma non sempre le dico. Louis, tu a cosa pensi invece?-
-Che non sono mai stato felice come ora.-
-Davvero?- arrossii parecchio.
-Sì. Guardaci, porca miseria. Tu ed io, e Harry e Kassidy. Era da tanto che nessuno dei due sapeva più cosa voleva dire amare. Io lo sapevo da tempo, solo che dovevo rispolverare il manuale, mentre Harry lo sta imparando...-
-Già, sono davvero bellissimi insieme.- guardammo sulla pachina di fianco, dove Kassidy era distesa sulle gambe del riccio.
-Anche noi.- mi sorrise, mentre le sue guance si dipingevano di un rosso acceso.
-Cosa siamo noi?-
-Quello che vuoi. Potremmo essere qualsiasi cosa.-
-Prima di diventare quel "qualsiasi cosa", voglio prima che tu mi racconti della tua storia. Se non sbaglio, io non l'ho mai saputa realmente.-
-Beh, in effetti...cosa vuoi sapere?-
-Tutto.- lo guardai dritto negli occhi.
-Tutto, eh?-
-Tutto.- ripetei, accarezzandogli appena la mano.
-Beh, abito insieme ad altri quattro ragazzi, che considero miei fratelli: Harry, Liam, Niall e Zayn. Vivo lì da quando avevo tre anni, quando un uomo di nome Igor mi raccolse dalla strada e mi portò in casa sua. Pensavo mi avesse salvato, che fosse un buon padre, ma con l'arrivo dei quindici anni iniziò a chiederci di commettere furti, rapine...insomma, quello che è successo anche a te. Lui aveva notato che c'era qualcosa, e per farmi imparare a non affezionarmi più alla gente aveva messo me davanti alla situazione...ma sapevo che non avrei mai potuto farti del male, così la sera prima non caricai la pistola. Nessuno ti avrebbe fatto del male in mia presenza.-
-E se tu non ci fossi stato?-
-L'avrei fatta pagare a chiunque ti avesse anche solo sfiorata.-
-Maddai...- sorrisi istintivamente contro le sue parole.
-Dico davvero. Tu sei tutto per me, Hay.-
-Hai ben altro...anche più importante di me.-
-Non dirlo nemmeno.-
Mi trafisse con i suoi occhioni color ghiaccio, assumendo un'espressione seria. Non sapevo se potergli dire <> così su due piedi, in fondo non potevo dire di conoscerlo bene. In cinque anni erano cambiate tantissime cose. Ma io mi sentivo davvero legata a Louis, era l'unica cosa che contava per me. Lui e Kassidy, ma era Louis a darmi la forza di andare avanti, secondo per secondo, minuto per minuto, ora per ora, giorno per giorno. Lo pensavo continuamente, mi chiedevo quando ci saremo rivisti, perché non potevo più aspettare, io lo amavo. Sapevo che era un sentimento vero. Un sentimento di quelli che dici "ma che cazzo mi sta succedendo?", qualla morsa allo stomaco che per quanto dolorosa sia, non vuoi mai che finisca. Louis era così, Louis era la mia vita. Tutta la mia vita avevo sperato di incontrare un principe azzurro, ed ora era davanti a me. Magari non il ragazzo perfetto, ma di una cosa ero sicura: era il ragazzo giusto per me.
-Ora mi dici a cosa stai pensando?- sorrise lui.
-No.-
-Ti prego...- fece gli occhi da cucciolo.
-Ho detto di no.- scherzai io, ma me ne pentii subito, quando Louis iniziò a farmi il solletico dappertutto, riducendomi a farmi stendere sulla panchina, e lui mi seguì a causa dello spazio troppo ristretto. Così mi ritrovai sovrastata dal suo corpo, anche se coi gomiti si era appoggiato ai lati delle mie spalle. Mi incantai su quei cristalli che mi fissavano, ma un bacio spezzò l'incantesimo. Appoggiò teneramente le labbra sulle mie, quasi avesse paura di una mia reazione. Sentii l'agitazione farsi via via più debole, mentre rispondevo animatamente al bacio. E quando si staccò, adagiò la fronte sulla mia.
-Ti amo.- sussurrò.
-Anche io.- gli diedi un bacio a fior di labbra, per poi gettargli le braccia al collo ed abbracciarlo. Era il momento più bello della mia vita.

Harry's pov
-Guarda quei due.- ridacchiai vedendo Louis e Hailey continuare a baciarsi.
-Sì, ok che stiamo insieme, ma una cosa così te la scordi.-
-Nemmeno ci pensavo.- ghignai:-Aspetta, ho un'idea. Louis!!- gridai.
Il castano si girò verso di me:-Che c'è?-
-Ti va se andiamo alla piscina?-
-Buona idea!-
-Aspetta...- mi interruppe Kassidy, appoggiata ancora sulle mie ginocchia:-...siamo in dicembre.-
-No, mi cade un mito. Io pensavo di essere in marzo.-
Mi arrivò uno schiaffo in testa.
-Grazie Kas, hai una delicatezza unica.-
-Grazie. Poi, senti...io non ho nemmeno il costume.-
-Lo puoi prendere lì, tranquilla. E' una piscina al chiuso.-
-No, senti, io...non so.-
La guardai nei suoi perfetti occhi nocciola. Vedi riflessi i miei verdi, per la prima volta mi piacevano. Era la prima volta che non mi sentivo fottutamente sbagliato:-Hey piccola, ci sono io con te. Non ti succederà niente. Ok?-
La vidi arrossire. Dio, quanto era tenera.
-D'accordo...- borbottò. Le tesi la mano e l'aiutai a rialzarsi, così come fecero Louis e Hailey.
-Prendiamo la mia macchina?- propose Lou.
-Tu vai con Hailey, io porto Kassidy con la mia.- feci cenno a mio fratello, per poi dividerci verso le rispettive macchine. Fortunatamente Igor ne aveva ben tre. Una per "lavoro", che non usavamo praticamente mai; e le altre due erano macchine normali, prese in parte con soldi illegali. Sapevo che quella sera sarei finito, perché non avevo mai risposto a Igor, e a Liam avevo dato poco più che le notizie indispensabili. Per quello mi godevo quello che mi rimaneva con Kas. La presi per mano, guidandola fino alla macchina. Così poi raggiungemmo gli altri due in piscina. Hay e Kas si presero il costume, sparendo poi in spogliatoio. Io e Louis invece, avendo già programmato tutto precedentemente per messaggio, avevamo già il costume sotto mano. L'ambiente era molto caldo e umido, ma eravamo abituati io e Louis, quando potevamo ci andavamo. Ovviamente raggiungemo le vasche prima noi delle ragazze, anche se loro arrivarono pochi minuti dopo. Dovevo tenere a bada i miei spiriti bollenti, di certo non potevo farmi vedere così facilmente impressionabile da Kassidy.
-Ci sei, Kas?-
-Ci sono, ci sono...- appoggiò l'accappatoio agli attaccapanni, entrando piano dalle scalinate in acqua, seguita da Hailey, che si tuffò direttamente dal bordo. Così l'andai a prendere.
-Vuoi una mano?- la presi in giro.
-...no no.- con le mani muoveva l'acqua attorno a se, creando dei piccoli movimenti.
-Dai, vieni.- la presi per la vita, trascinandola fino agli altri due. Restava attaccata a me, con le braccia mi stringeva, e la testa era nascosta nel mio petto.
-Stai bene, Kas?-
Annuì leggermente, facendo un piccolo cenno.
-Vieni qui...- ci allontanammo leggermente:-Che ti prende?- la fissai nelle iridi nocciola.
-Beh, io...ecco...-
-Sì?-
-Non so nuotare.-
-Cosa?- mi misi a ridere, ma vedendo il suo sguardo intristirsi decisi di smettere:-Tu...davvero non sai nuotare?-
-Già. Aggiungila alla lista di cose per cui sono umiliante.-
-Tu non sei umiliante, Kas, anzi, sei meravigliosa. Cosa ti fa credere che io possa solo pensare una cosa del genere?- l'abbracciai stretta, ritornando nella parte bassa dell'acqua. Era in quei momenti che la proteggevo, forse la proteggevo prorpio da me, ma mi sentivo bene.
-Grazie, Harry.- sussurrò flebilmente:-Ti voglio bene.-
-Anche io, Kas, anche io.- le diedi un bacio sulla guancia umida, per poi ritornare da Louis e Hailey. Io rimanevo fermo, vicino al muro, sostenendo Kassidy, e a tratti le facevo battere le gambe, così per insegnarle la base, e sembrava davvero brava. Stavamo chiacchierando quando la sentii imprecare sonoramente, per poi nascondersi dietro di me.
-Che ti prende?- risi.
-C'è uno che conosco!-
-Cazzo. Beh, è quello biondo?-
-Sì.- sbuffò, picchiandosi una mano in fronte:-Perché?-
-Beh, sta venendo verso di noi.-
Si tirò fuori dal suo nascondiglio, sorridendo appena:-Ciao Klaus.-
-Guarda chi si vede, Kassidy! Che fine avevi fatto?-
Squadrai quel tizio, era tipo un palestrato con l'abbronzatura spray.
-Beh, io...vacanza.-
-Con lui?- mi indicò ghignando.
-Sì, lui...lui è mio cugino!- sorrise, convinta di ciò che aveva appena detto.
-Ho capito...quando tornerai a scuola?-
-Non lo so...siamo tornati solo per una sosta.-
-Ah...ho capito.- sorrise il bellimbusto:-Devo andare, ci vediamo Parker!-
-Ciao Klaus!-
Mastrolindo si allontanò da noi, mentre Kassidy si mise a ridere per l'espressione che avevo.

Kassidy's pov
Più guardavo Harry e più mi veniva da ridere.
La sua bocca era un misto tra una smorfia di disgusto e gelosia.
-Beh, che hai da ridere?- mi sorrise, ritornando normale.
-Ora nulla.-
-Come vuoi...- sospirò:-Vieni qui, piccola.-
Mi cinse la vita con le sue braccia forti, per poi baciarmi sulle labbra. I baci si facevano via via più appassionati ripetto al primo, e  di questo non potevo essere che contenta. Quando si staccò, lo baciai sulla punta del naso arrossato.
-Oh, aspetta...- nella confusione causata dal suono ovattato dell'acqua riuscii a riconoscere la suoneria del mio cellulare, così mi fiondai all'accappatoio, e notai che la chiamata era di Zayn. Così risposi, andando velocemente in spogliatoio per poter sentire meglio.

-Pronto?-
-Ciao Kassidy, sono Zayn.- era molto agitato.
-Cosa succede?-
-I fratelli O'Neil sono arrivati a casa e...-
-Chi sono i fratelli O'Neil?- iniziavo a preoccuparmi a causa del tono che usava.
-Sono due uomini a cui dobbiamo dei soldi che al momento non possiamo restituire, e...-
-Aspetta, dove sei tu?-
-In ospedale. Io e Niall siamo tornati a casa, e loro erano già lì...-
-Perché siete in ospedale?!-
Tirò su col naso:-Si tratta di Niall...-


Angolo autrice
Salveeeee gente :D
Spero che questo capitolo vi piaccia, ammetto che è il mio preferito...come abbiamo visto le cose si complicano, cosa potrebbe essere successo a Niall? Si vedrà nel prossimo capitolo...♥
Ringrazio tutte le persone che mettono la storia tra le preferite/ricordate/seguite, ogni capitolo aumentano, e io ne sono felicissima ♥
Grazie di cuore, anche alle mie recensitrici ♥

Sally_Styles

beatosiss

Protectmeidols

Valentina 5

Yellow Daffodil

Vi lascio con un trailer nuovo, una specie di seguito per Do You Remeber Summer '09 ♥
Cliccate qui per "Even me, even you...well, even us."




Ale xx

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Capitolo 10
*** Capitolo dieci: Lascia perdere. ***


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They call it "Stockholm Syndrome"
CAPITOLO DIECI
"Lascia perdere."

Wake you up, in the middle of the night
to say "I will never walk away again".
I'm never gonna leave this bed. So you
say "go, isn't working" and I say "no, it
isn't perfect", so I stay instead
I'm never gonna leave this bed.
Maroon 5- Never gonna leave this bed


Harry's pov
La vidi sbiancare all'improvviso per quello che riuscivo a vedere dalla vasca. Mi stavo preoccupando. Non mi aveva nemmeno detto chi era, avevo paura che fosse qualcuno che beh...non doveva conoscere. La vidi gesticolare parecchio prima di sparire completamente negli spogliatoi. Così andai da Louis.
-Ragazzi, esco un attimo.-
-Dove vai? mi sorrise Hailey:-Aspetta...ma Kas dov'è?-
-Appunto, è uscita per rispondere al cellulare, vado lì con lei.-
-D'accordo.-
Mi issai con le braccia sul muretto, per poi uscire di fretta. Quando arrivai Kassidy aveva già messo giù, ma si muoveva avanti e indietro cercando di mettersi i pantaloni. Notai che aveva le lacrime agli occhi, e questo mi fece preoccupare ancora di più.
-Che succede, Kas?-
Si accorse della mia presenza, e allacciato il bottone dei jeans corse verso di me abbracciandomi stretto. Sentivo che cercava di trattenere i singhiozzi.
-Chi era al telefono?-
-Era Zayn...-
-E che ti ha detto?-
-Perché non mi hai detto dei fratelli O'Neil?!- sbottò, spingendomi via.
-Io, beh...non volevo...-
-Cosa non volevi?! Non volevi informare di una cosa che poi è andata ad ingigantirsi?!-
-Che ti ha detto Zayn?!- mi scaldai parecchio, odiavo quando si arrabbiava così senza ragione.
-Che è in ospedale!- gridò:-Si tratta di Niall!-
-Che cazzo gli è successo?!-
-L'hanno picchiato quei figli di puttana, ecco che è successo! Sono arrivati a casa prima e li hanno trovati lì!-
-Merda!- imprecai, prendendo i miei vestiti e facendo cenno a Louis di seguirmi. Così fece e dopo poco eravamo già fuori dalla piscina. La situazione era critica: Hailey mezza impaurita in generale, Louis era tutto un fascio di nervi e Kassidy era arrabbiata con me. Insomma si viaggiava bene.
-Allora, i piani sono questi.- dichiarai infine, dopo averci pensato un po' su:-Io e Kassidy andiamo su in ospedale e stiamo lì con Niall e Zayn, Louis accompagna Hailey a casa e poi ritorna a casa nostra, per accogliere Liam e Igor e spiegare loro la situazione. Tutto chiaro?-
-Va bene.- sospirò Louis:-Fateci sapere.-
-Ok.-
Si allontanarono a passo veloce, dopo che Hailey abbracciò me e Kassidy. Poi io presi la mora per mano e la trascinai alla macchina, mentre lei non spiaccicava una parola. Beh, mi sembrava ovvio, quando mai passavamo una giornata senza arrabbiarci io e quella lì? Sbuffai pesantemente, ingranando la marcia. Arrivammo in ospedale senza parlarci, nemmeno per un non nulla, sembrava che stesse facendo lo sciopero della parola. Così parcheggiai a pochi metri dall'edificio e mi infilai in fretta un cappello verde che fortunatamente trovai sul sedile anteriore. Appena lo infilai però, Kassidy scoppiò a ridere.
-Spiegami che cazzo hai da ridere.- m'innervosii io.
-Guardati allo specchio e capirai.- continuava ininterrottamente a ridere.
-Sì, ok, è messo male, ma...-
Non riuscii a finire le frase che Kassidy mi gettò le braccia al collo, spostandosi sulle mie gambe, continuando a tenere le mani intrecciate dietro il mio collo. Si strinse a me, permettendomi di riscaldare il suo corpo che notai solo allora essere congelato.
-Scusami.- bisbigliò contro il mio petto. L'abbracciai stretta.
-Tranquilla piccola, succede.-
Le lasciai un piccolo bacio sui capelli.
-Davvero, non volevo...è solo che sto malissimo per Niall.-
-Lo so, e ora andiamo da lui. Così saremo tutti più tranquilli. Ok?-
-Va bene.-
Scendemmo in fretta dalla macchina, raggiungendo poi uno degli ultimi piani dell'ospedale, che non ricordavo essere così enorme. Non ero mai stato troppe volte in ospedale, per Igor meno soldi si spendevano e meglio era. Ma grazie al Cielo avevo sempre goduto di una buona salute.
Arrivammo davanti ad un corridoio bianco molto silenziono, guidati da una donna sulla cinquantina che passava la scopa in giro. Kassidy riconobbe Zayn seduto tra le sedie del medesimo colore della pareti con la testa tra le mani.
-Zayn!- gridò, attirando l'attenzione del moro.
-Finalmente!- esclamò lui, venendoci incontro. Abbracciò prima me, poi Kassidy.
-Che è successo?- gli chiesi, mentre tutti e tre ci sedevamo.
-Beh...in poche parole ci hanno ammazzato di botte.- ci mostrò la sua caviglia fasciata:-Ma Niall è decisamente messo peggio. Ora sta riposando, ha l'omero sinistro distrutto.-
-Cazzo.- mormorai, alzandomi di scatto, mentre l'adrenalina si impossessava del mio corpo:-Io li uccido, quegli schifosi figli di troia!-
-Haz, calmati.- mi rassicurò Zayn, con la voce tremante.
-Un cazzo, io non mi calmo! Nessuno si permette di toccare i miei fratelli!- iniziai a fare avanti e indietro per il corridoio:-Quando cazzo deve uscire da 'sto posto, Niall?!-
-Non si sa...- Zayn abbassò lo sguardo.
-Io giuro che...-
-Stai buono, cazzo.- mi interruppe Kassidy:-Se fai così non risolverai mai nulla, mister "uccido due assassini e sono da solo"! Anzi, ti farai solo ammazzare!-
-Non me ne frega, Kas, hanno disintegrato il braccio a Niall, gliela dobbiamo far pagare!-
-Sì, bravo, fai di testa tua, che finisci in un lettino d'ospedale pure tu.-
-Grazie, sei di conforto.- sbuffai, serrando istintivamente i pugni lungo i fianchi.
-Sto parlando sul serio, non fare cazzate!- esclamò, portandosi le mani alle tempie.
-Non sarebbe mai una cazzata, se fatta per questa causa.-
-E per quale causa io dovrei rischiare di perdere te? Cioè...noi.-
Vidi che arrossì un istante, ma non feci in tempo a notare la tenerezza delle sue guance perché ormai la miccia era già stata accesa:-Tu non puoi capire quali sono le cause, Kassidy, perché stando a quanto ci racconti tu non hai mai avuto una famiglia, quindi stanne fuori!-
-Sembra che tu voglia dare la colpa a me se queste cose non posso capirle, ma non sono stata io a chiedere di essere esclusa dalla mia famiglia!- mi scansò via appoggiando le mani sul mio petto, spingendo meglio che poteva, e poi si allontanò a gran passo. Perfetto, non riuscivo a mantenere calma la nostra relazione nemmeno per dieci fottutissimi minuti.

Kassidy's pov
Mi chiusi violentemente la porta del bagno alle spalle, facendo scoccare la chiave all'interno della serratura.
Se avesse fatto un solo passo fuori dall'ospedale avrebbe scatenato il putiferio. In fondo cosa credeva di fare? Era da solo, e voleva affrontare due "cosi" che avevano appena fratturato l'omero a Niall. Non sapevo se essere più preoccupata per Harry, per Niall o per Igor quando sarebbe ritornato. Ma in nessuno dei tre casi avrei potuto fare qualcosa: Harry non mi avrebbe mai ascoltata, avrebbe fatto di testa sua. Per Niall non avrei potuto fare nulla, perché non essendo medico il massimo che potessi fare sarebbe stato stare in sua compagnia. E Igor poi chi l'avrebbe sentito. Mi avrebbe uccisa, me lo sentivo.
Mi appoggiai al muro di quel maledetto bagno, a volte non avevo più la forza di reggermi in piedi.
E per l'ennesima volta, stavo piangendo.
Doveva essere una buona giornata, era partito tutto per il verso giusto: Harry, la pizza, la piscina. E poi no, tutto si era complicato: la telefonata, Niall e di nuovo Harry. Mi chiedevo come potesse essere possibile che Harry fosse in tutte le cose belle e in tutte le cose brutte. Costantemente lui era in mezzo a tutto.
Mi vibrò la tasca dei pantaloni, così estrassi il telefono e risposi alla telefonata di Zayn.
-Pronto?-
-Stai piangendo?-
-No, sto sudando dagli occhi.-
-Beh, se vuoi raggiungermi Harry è appena andato via.-
-...se n'è andato?-
Il suo silenzio mi fu da conferma.
-D'accordo, arrivo.-
Attaccai e dopo essermi data una veloce sistemata ritornai da Zayn.
-Che fine avevi fatto?- mi chiese, abbracciandomi.
-Bagno.-
-Ah...ho capito.-
-Che ore sono, Zayn?-
-Sono le otto e mezza.-
Sbuffai, lasciandomi cadere sulla sedia:-Igor sarà già tornato.-
-Esattamente.-
-Cosa?-
-Liam ci ha avvisati che sono a casa. Igor è furioso.-
-Harry?-
-Non so dove sia andato.- si sedette accanto a me proprio nel momento in cui si aprirono le porte di una stanza:-Il signor Malik?-
-Eccomi!- si rialzò velocemente, prendendomi per mano, trascinandomi dal medico:-Come sta Niall?-
-Beh, ora sta riposando...- l'uomo sospirò:-Ma non sta bene. Ha una microfrattura anche al polso dello stesso braccio dell'omero rotto, perciò gli abbiamo ingessato fino a metà bacino, quasi.-
-Quando potrete dimetterlo?-
-Non si sa...quattro giorni andrebbero bene.-
-D'accordo...grazie.-
Il signore col camice appoggiò una mano sulla spalla del moro, e poi si allontanò, mentre ci faceva cenno di entrare nella stanza. Così Zayn aprì la porta, e la richiuse subito dopo che entrai anch'io. Niall era sdraiato su un lettino al centro della stanza. Così ci avvicinammo.
Zayn guardò per qualche istante Niall, per poi girarsi di scatto, dandomi le spalle.
-Tutto bene?- gli chiesi. Lui mugugnò qualcosa, perciò gli andai di fronte.
Stava piangendo.
Così lo abbraccai, almeno in quel momento dovevo essere forte. Dovevo farlo per lui.
-Zayn, dai va tutto bene...ora Niall sta riposando, non è troppo grave. Devi tirarti su...-
-Sono stanco, Kas. Sono stanco di tutto questo, vorrei che tu non fossi mai arrivata.-
-Cosa?-
-Vorrei che tu non fossi mai arrivata qui, perché ti abbiamo messa in casini che tu non c'entravi. E ora mi stai impedendo di farla finita solo con la tua presenza.-
-Che vuoi dire?-
-Voglio smetterla di vivere.-
Mi staccai di colpo da lui, e il mio gesto fu forse troppo istintivo.
Bam.
Una manata lo colpì in piena guancia, facendolo indietreggiare.
-Io ci sto passando, lo sai?! E' solo grazie a voi che sto guarendo, anche io ero stufa di vivere! Ma sai cos'ho imparato da voi cinque? Che il pericolo ti fa sentire vivo. Quindi prendi questo dolore, questo pericolo per andare avanti...è difficile, perché a volte cadi, e fa male. Ma se hai le persone giuste al tuo fianco, niente ti può toccare, Zayn.-
-Le persone giuste, dici? Io le ho sempre avute al mio fianco...sono i miei fratelli. Ma ora non mi fermano nemmeno loro, capisci?-
-Allora devi essere capace di fermarti da solo, perché nessuno può salvarti da te stesso.-
-E tu come fai? Chi hai di speciale al tuo fianco?-
-Ho te, ho Liam, ho Niall, ho Louis...ho Harry. E anche se può sembrare che io odi Harry, in realtà no. Io lo amo, sono innamorata di lui. Solo che non ho il coraggio di dirglielo, perché credo di piacere appena a lui. Comunque è questo che mi fa andare avanti. E poi ci sei tu, che con le tue debolezze mi sembri uguale a me. Cerchi di farti vedere forte, ma in realtà sei stanco, come me. Che dire poi, Niall è unico. Lui che con le sue risate riesce a far tornare bella una giornata storta. E ora che è qui dobbiamo essere forti anche per lui. Liam forse è quello che conosco meno, però lo vedo come un fratello, capisci? E' come se a lui potessi dire tutto senza aver paura di essere giudicata. E poi Louis, che è il mio migliore amico. Anche lui è debole, dentro. L'ho visto nell'insicurezza che aveva quando era con Hailey...vedi, ognuno ha i propri punti di debolezza, e l'abilità sta nel non farli vedere a nessuno.-
-E secondo te io sono bravo?-
-Certo, ma a volte è normale crollare...soprattutto in situazioni del genere.-
Ci abbracciammo un'ultima volta, poi io decisi di lasciare la stanza per farli rimanere un po' da soli.
Tornò fuori dopo dieci minuti.
-Mi ha chiamato Igor...-
-Ossignore.-
-Sì beh, bisogna fare la notte a Niall. Quindi io adesso devo andare a casa, tu stai qui con lui, ok? Tra una ventina di minuti ti manderemo su Liam, credo.-
-Va bene, vai tranquillo.-
-Ah...Kassidy?-
-Sì?-
-Grazie per quello che hai fatto. Davvero.-
-Figurati.-
Gli sorrisi prima che si girasse di spalle e si avviasse verso l'uscita da quel labirinto. Così entrai da Niall.
Presi la sedia e l'avvicinai al suo letto, in modo da poter stare comoda. Gli presi la mano, era congelata. Dio, quanto mi dispiaceva. Era strano non vederlo sorridere. Lui sorrideva sempre, era praticamente un angelo. Anche se da lontano, ma lui c'era sempre stato per me. E era arrivata l'ora di ricambiare. Sarei stata lì anche un anno per lui, perché non si era meritato ciò per cui stava in ospedale. Gli volevo bene. E non avrei mai potuto lasciarlo solo.
Avvicinai la sedia, e appoggiai la testa vicino alla sua, continuando a tenergli la mano.
-Niall, tieni duro, ok? Ci sono io qui, e sta arrivando Liam. Forza.- gli sussurrai, chiudendo gli occhi, sentendo una strana stanchezza prendermi all'improvviso.

Aprii gli occhi a fatica.
Sentivo un costante vociare, e forse era stato quello a farmi svegliare.
Avevo un dolore pazzesco alla schiena, di certo la posizione non mi aveva favorita. Per fortuna riuscii a riconoscere le voci. C'erano tutti e cinque e anche Igor.
-Si è svegliata!- sorrise Niall, steso proprio vicino a me.
-Ah sì.- constatò Igor, avvicinandosi a me:-Stai bene, Kassidy?-
-Credo di sì.-
Mi alzai in piedi. Mi sorpresi nel vedere che né Louis né Harry si degnarono di saluatrmi nemmeno, ma feci finta di niente. Anche se in fondo ci rimasi male.
-Cosa devo fare io, ora?- chiesi timorosa all'uomo davanti a me.
-Assolutamente nulla.- mi sorrise:-Starai qui con Niall, i ragazzi si turneranno per tenerti compagnia. Ora io devo ritornare a casa, qui ti lascio Liam e Harry.-
-Come vuoi.- sbuffai, appoggiandomi al muro.
Mi rivolse un ultimo sorriso, mentre con Louis e Zayn varcava la soglia d'ingresso. Nemmeno li guardai uscire, mi ero offesa in qualche modo. Ero ancora arrabbiata con Harry, con Liam non avevo mai parlato più di tanto. L'unica compagnia in quel momento poteva essere Niall. Quello che doveva essere il mio ragazzo non mi aveva cagata di striscio, perciò non vedevo perché dovevo farlo io.
-Allora Niall, come va?-
-Insomma.- sorrise il biondo:-Potrebbe andare meglio.-
-Ti fa tanto male?-
Abbassò lo sguardo:-Abbastanza.-
-Vedrai che andrà tutto bene.-
-Lo spero.-  le sue guance ripresero un po' di colore, mentre le sue labbra si aprivano in un altro piccolo sorriso.
Mi lasciai scivolare sulla parete, finendo per terra. Ero una sottospecie di straccio.
-Che c'è, Kas?- mi chiese Liam, sedendosi vicino a me.
-Nulla, non preoccuparti. Sono solo un po' stanca.-
-Immagino.-
Mi raccolsi tra le ginocchia.
-Sei sicura che vada tutto bene?-
Mi scontrai con lo sguardo di Harry per qualche istante:-Sì.- mormorai, secca.
-Che ti ho fatto adesso?- si lamentò il riccio.
-Nulla. Figurati.-
-Spiegami che ti ho fatto.-
Era una gioia quel ragazzo. Nervoso già di prima mattina.
-Lascia perdere.- sbuffai, stropicciandomi gli occhi.
-Mh.-
Lo fulminai con lo sguardo. Era impressionante il modo in cui lo odiavo e allo stesso tempo lo amavo.
-Vieni con me.-
Mi prese la mano e mi alzò strattonando appena, guidandomi fino al bagno, mettendomi spalle al muro.
-Che hai?- non ricordavo che la sua voce fosse così profonda.
-Niente, ok?-
-Ti sei arrabbiata perché non ti ho salutata?-
-Io, beh...no...-
Sorrise dolcemente:-Non potevo.-
-Come non potevi?-
Sospirò, alzandosi la maglietta fino al torace, scoprendo un livido viola.
-A Igor non va che io faccia di testa mia.- sorrise amaramente.
-Che cazzo ti ha fatto?!-
-Un semplice pugno, nulla di che. Non gli va nemmeno che ti difenda, pensa te.-
-Harry, io...- mi trovavo davvero in imbarazzo:-Scusami.-
Lo abbracciai di slancio, stando attenta a non fargli male.
-Figurati. A me basta averti qui. E mi passa tutto.-
Mi abbracciò a sua volta, lasciandomi un piccolo bacio sulla fronte.
-Ti fa male?-
-Sto attento a non prenderci addosso, tutto qui.-
-Davvero, io...se l'avessi saputo...- balbettai, cercando di trovare una buona ragione per far sentire Harry meno in imbarazzo.
-Hey, smettila di scusarti. Non mi devi spiegazioni, ok?-
-Perché sei così buono con me?-
-Sono...buono?- ridacchiò apppena, accarezzandomi i capelli.
-Sì, cazzo. Io ti tratto da schifo e tu sei sempre pronto a perdonarmi...non sembra la tua prima relazione seria.-
-Beh, in realtà ho avuto un'altra relazione. Ma è stata anni fa, e di serio non aveva nulla. Giusto le prime esperienze.-
-Hai anche fatto...?-
Annuì sorridendo:-Prime esperienze, no?-
-Giusto.- sorrisi anch'io, stringendomi ancora di più a lui:-Grazie per esserci, Harry.-
-Grazie a te.-
Sciogliemmo l'abbraccio. Subito dopo però m'incatenò con le sue iridi smeraldo, per poi appoggiare velocemente le sue labbra sulle mie.
-Andiamo?- mi chiese, prendendomi la mano.
-Andiamo.-

Louis's pov
Erano le nove di sera.
Un altro giorno passato a subire le sgridate di quel bastardo.
Per fortuna mi stavo dirigendo verso l'ospedale, io e Liam ci saremmo dati il cambio. Avevo sentito Niall poco prima, e diceva di entrare facendo piano. Questa mica l'avevo capita, però. Se stava messaggiando di certo non dormiva, perciò non capivo perché dovessi fare piano. Ma non ci pensavo più di tanto. In quel momento pensavo ad Hailey. Non eravamo per nulla una coppia, ma eravamo riusciti a dirci "ti amo". Quel "ti amo" che avevo sognato per ben cinque anni. Dovevo la vita a Kassidy.
Mentre io gliel'avevo distrutta, lei mi aveva dato il coraggio di andare avanti ed ero riuscito a parlare con Hailey. Anzi, meglio. Mi ero dichiarato, avevo potuto rivederla. Non capivo Kassidy. Aveva un carattere davvero particolare. Lei aiutava, ma non voleva essere aiutata.
Sapevo di aver fatto la cosa più giusta aiutandoli a "dichiararsi", perché con Harry vicino sarebbe riuscita ad essere se stessa. E poi erano l'amore fatto a persona, quei due.

Bussai piano alla porta della camera 329, così l'aprii, non ricevendo risposte.
E immediatamente capii l'avviso di Niall.
Harry era seduto sulla poltrona accanto al letto di Niall, e in braccio aveva Kassidy, che teneva la testa all'indietro, appoggiata alla spalla del riccio. Ovviamente entrambi dormivano.
-Già dormono questi due?- risi, battendo il pugno al biondo.
-Sì, ma guarda te. Li lasciamo da soli una giornata e si mettono insieme.-
-Merito mio.-
-Lo sapevo io che c'era il tuo zampino, Tomlinson.-
-Come sempre, Horan.-
-Ah...- vidi il suo sguardo incupirsi:-Devo darti una cosa.- tenò di prendere qualcosa da sotto una piccola borsa sul comodino, ma riuscì solo a mugugnare che non ne era capace.
Perciò presi io ciò che doveva darmi. Si trattava di un foglio schizzato leggermente di sangue, ma non riconobbi nessuna delle loro calligrafie.
Lessi velocemente.
Deglutii.
Eravamo tutti morti.
A partire da Harry.



Ciaoooo belle :D
Allora, ringrazio tantissimo chi continua a seguirmi e recensire, e ringrazio tutte le persone che hanno messo la storia tra le preferite/ricordate/seguite ♥ Mi scuso per eventuali errori, spero siano solo di battitura ^^
PICCOLO SPOILER
Nel prossimo capitolo entrerà un nuovo personaggio, che darà un po' più di vita alla storia di un ragazzo che sta emergendo solo in questi ultimi due capitoli...♥
Lo so che ad ogni capitolo tiro su 'sta storia, ma nel caso vi piacesse il mio modo di scrivere vi lascio i link diretti per "Do you remember summer '09?" e due spin off a seguito: "Just me, Harry." e "Do you remember summer '09?_C'mon C'mon", che ho pubblicato da poco :)


Do you remember summer '09?

Just me, Harry.

Do you remember summer '09?_C'mon C'mon

Ora un'immagine fatta da me con l'aiuto di una mia amica, il numero non è quello eh, ma non sapevo come coprirlo XD

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E vi lascio poi con l'immagine che ha ispirato la parte del cappello ♥


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Ale xx

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Capitolo 11
*** Capitolo undici: Niall. Niall. Niall. ***


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They call it "Stockholm Syndrome" cap.11
CAPITOLO UNDICI
"niall. niall. niall."


Louis's pov
"Vi avevamo avvisati.
Ci è stato saldata solo la metà dei soldi richiesti, ora la pagherete.
Vi diamo altri cinque giorni, poi cominceremo dalla coppietta felice.
Il riccio e la castana sono morti.
Cinque giorni.

Vicktor & Paul O'Neil"

Merda.
Quei bastardi dovevano averci seguiti almeno nel primo pomeriggio per sapere di Harry e Kassidy, di conseguenza la sera avevano dato quel biglietto a Niall.
-Cosa facciamo?- chiesi al biondo.
-Non lo so. Non li abbiamo tutti quei soldi.-
-Cazzo!-
-Parla piano, che svegli i fidanzatini.-
-Beati loro che stanno nel mondo dei sogni.-
-Dovresti dormire anche tu, Lou.-
-Ah, non ci riesco.- mi lamentai, iniziando a girovagare per la stanza.
-Provaci, no? Piuttosto, che ti ha detto Igor?-
-Non sono autorizzato ad utilizzare termini di quel genere.- scherzai.
-E' stata davvero così dura?-
-Direi.- mostrai a Niall il segno della fibbia di una cintura che avevo stampato sulla schiena.
-Porca troia...Louis, senti. Noi scapperemo.-
Mi sorpresi a quanto aveva appena detto Niall.
-Scapperemo?-
-Sì, e vivremo una vita migliore. Promettilo...-
Vidi gli occhi oceano del biondo inumidirsi.
Con Niall avevo sempre avuto un rapporto particolare. In ordine di arrivo io ero il più vecchio, e lui il più giovane. Niall era sempre stato il sognatore della banda. Aveva sempre desiderato andarsene, vivere una vita migliore, trovarsi una ragazza. L'amore era uno dei suoi più grandi sogni. Me l'aveva sempre raccontato. Parlava di un amore fantastico, difficile da capire. Ne parlava solo con me, diceva che avendo vissuto quell'esperienza con Hailey ero l'unico in grado di capirlo.
-Te lo prometto.- gli spettinai i capelli con la mano:-Ma ora ti conviene dormire. Sono le nove.-
-Va bene.-

Niall's pov
Perfetto.
Erano le tre di notte e tutti dormivano.
Louis era seduto a terra appoggiato al muro con la testa a penzoloni, mentre Kassidy era in braccio a Harry che dormiva tranquillamente.
Il problema era che io avevo un acuto bisogno di andare in bagno. Porca troia.
A fatica mi allungai fino al bottoncino della campanella, e grazie a Dio riuscii a farlo scattare, e questo si illuminò per qualche istante. Non riuscivo nemmeno a tirarmi su dal letto col gesso tutto intorno a me, in più avevo una flebo attaccata al braccio, e avevo paura di staccare qualcosa. Sentii bussare appena:-Avete chiamato?-
Affilai gli occhi nel buio, ma stranamente era una voce molto più giovane del previsto.
-Hem...sì.-
-Niall, giusto?-
-Giusto.-
Accese una piccola lucetta vicino al mio letto. E credo che la sorpresa fu la più grande di quasi tutta la mia vita.
Davanti a me si illuminò una ragazza che avrà avuto sì e no la mia età. I capelli molto lunghi e biondi le ricadevano sulla spalla e i suoi occhi celesti vagavano per la stanza, per poi posarsi sui miei.
-Hem...- balbettai, leggermente in imbarazzo:-Se non sono indiscreto, quanti anni hai?-
-Diciotto.- sorrise lei:-Ah sì, sono la figlia dlla caporeparto...e sto imparando.-
-Tutto chiaro.-
-Avevi bisogno?-
-Sì, beh, io...-
Sapere che quella ragazza aveva la mia età mi metteva leggermente in imbarazzo. Leggermente tanto.
-...dovrei andare in bagno.-
-Certo.-
Sorrise di nuovo, alzadomi dalla schiena. Riuscii a mettermi finalmente seduto dopo un giorno intero.
-E ora?- chiesi insicuro.
-E ora ti aggrappi a me e ti tiro giù.-
-No! Ti faccio male.-
-Ma no, figurati. Sono abituata.-
-Sicura?-
Ridacchiò appena:-Sicurissima.-
Non troppo convinto mi aggrappai alle sue spalle, e senza neanche accorgemene ero in piedi.
-Porca troia il fianco!- esclamai, sentendo un dolore lancinante al fianco destro.
-Fa male?-
Bravo Niall, continua a fare figure di merda sai.
-Un...po'...tanto. Un po' tanto.-
-Dai, vai piano.- mi fece aggrappare alla sua spalla, e iniziò a camminare verso il bagno.
-Ti sto facendo male.- constatai, quando eravamo quasi arrivati.
-No, non preoccuparti...- la sua voce era parecchio traballante.
-Hey...aspetta.- mi fermai:-Come ti chiami?-
-Hazel.-
-E lo pronunci "Heizel" o "Hazel"?-
Rise alla mia domanda:-"Heizel", ha detto bene.-
-Bene, perfetto...sei la seconda persona che conosco con questo nome. Ti va bene se ti chiamo Haze?-
-Ok, ok.-
-Haze?-
-Dimmi.-
-Ti sto facendo male.-
Scoppiò a ridere di nuovo. E io mi incantai a guardarla. Rideva piano, ma si divertiva. I capelli oscillavano sulla sua schiena, e i suoi occhi erano costantemente incatenati ai miei.
-Mi hai chiesto il nome solo per ribadire che mi stavi facendo male?-
-Anche perché sembro un ubriaco, quindi almeno non volevo chiamarti "hey tu".-
-Giusto...dai, siamo arrivati. Ti aspetto qui.-
-Diciamo che non avevo dubbi.- sorrisi appena, chiudendomi la porta alle spalle.

Hazel's pov
Niall.
Niall.
Niall.
Solo quello c'era nella mia testa.
Quegli occhi maledettamente azzurri.
Quei capelli maledettamente biondi.
Quel sorriso maledettamente perfetto.
Era un'attesa snervante, volevo vederlo. Avevo sempre detestato mia madre perché ogni volta mi appioppava compiti orribili, ma quella volta le ero grata, perché mi aveva permesso di conoscere Niall.
Stanza 329.
Ci sarei "casualmente" passata diverse volte. No, non potevo comportarmi così. Anche se avrei voluto. Se non sbagliavo poi, se ne doveva andare dopo pochi giorni. Ci avrei semplicemente fatto amicizia magari, dato che probabilmente era la sua ragazza quella nella stanza.
-Eccomi!-
-Buonasera.- scherzai io.
-Buonasera.- mi sorrise lui.
-Ti riporto in stanza.-
-No, senti...non è che posso stare un altro po' in piedi?-
-In realtà non potresti.-
-Ti prego.- mise il labbruccio, guardandomi con occhi da cucciolo.
-E va bene. Ma solo dieci minuti.-
-D'accordo.-
Si appoggiò piano al muro, anche se il gesso gli faceva da ostacolo.
-E così...- iniziò lui:-...stai facendo pratica?-
-Già. Più che altro mia madre mi obbliga. Dice che sono destinata a diventare medico, perché vengo da generazioni di medici.-
-Capisco. E' dura?-
-Fai un po' tu. Sono le tre e un quarto e sono qui a parlare con te.-
-Non ho l'intuito troppo sviluppato.- rise, alzando le mani in segno di resa.
-Era la tua ragazza la morettina in camera con te?-
-Assolutamente no. Kassidy è un'amica.-
-Ah. E gli altri? Anzi no, scusa la domanda, non dovrei essere così curiosa.-
-Non preoccuparti, in fondo ci siamo conoscendo, no?-
-Esatto.- sorrisi, passandomi una mano tra i capelli per metterli a posto.
-Comunque gli altri sono i miei fratelli. E Kassidy è la ragazza del riccio, per spiegarci.-
-Tutto chiaro.-
-Te invece? Sei fidanzata?-
Sbuffai, appoggiandomi al muro accanto a lui:-No. Non ho tempo per una relazione. Anzi, non mi danno tempo per una relazione.-
-Però ti piacerebbe, eh?-
Lo guardai dritto negli occhi:-Si nota tanto?-
-Solo un po'.- mi sorrise debolmente.
-Quanti anni hai, Niall?-
-Venti. Mi hai detto diciotto tu, vero?-
-Che memoria di ferro.-
-Lo dico anch'io.- scherzò, staccandosi dal muro lentamente.
-Dai, devi far ritorno alla tua casetta.-
-Devo?- mi supplicò di nuovo con lo sguardo, ma se qualcuno ci avesse visti saremmo morti tutti e due.
-Devi, biondino.-
-Potrei chiamarti anch'io biondina.-
-No. Solo Haze.- scherzai.
Sbuffò pesantemente, dirigendosi verso la stanza 329, mentre io gli stavo dietro.
-Hai notato che siamo identici?- mi chiese all'improvviso, sulla soglia della sua stanza.
-Vero. Potremmo anche essere fratelli.-
-Già, ma non lo siamo. Sai, ho l'impressione che tu ed io ci rivedremo ancora.- ammiccò, prima di entrare.
-Come la devo prendere?- sorrisi.
-Come un "vieni a trovarmi".-
-Farò quello che posso.-
Lo aiutai a sdraiarsi sul lettino, cercando di fare meno rumore possibile. Mi stavo dirigendo verso l'uscita quando mi chiamò ancora.
-Haze?-
-Dimmi.-
-Grazie per la compagnia.-
-Grazie a te, mi hai rallegrato la nottata.- arrossii, facendogli un cenno con la mano.
-Spero di vederti tra poco.-
-Passerò appena riesco, promesso. Buonanotte Niall.-
-'Notte Haze.-
Chiusi la porta alle mie spalle, raggiungendo il ritrovo delle infermiere.
-Dove sei stata?- mi ammonì subito mia madre.
-Nella stanza 329.-
-Ah, ora capisco perché ti sei trattenuta tanto. C'è il ragazzo biondo lì, vero?-
-Esatto. Ma doveva andare in bagno. Ecco perché c'abbiamo messo tanto. Solo per questo.- mi feci una coda veloce, passando lo sguardo sulle cinque arpie che aspettavano la risposta ironica di mia madre.
-Come sempre, mai una volta che fai quello che ti dico. Ti pare, non potrai mai essere come tua sorella.-
-Lascia stare quella stronza, adesso!- esclamai, attirando l'attenzione di un paio di pazienti.
-Come hai chiamato tua sorella?!- mi madre si rizzò in piedi, alzando le mani in segno di minaccia.
-Ma vaffanculo.- mi sfilai il camice buttandolo a terra, andando via, lasciandomi alle spalle le grida di mia madre e le risate della altre cinque zoccole.
Ogni sera era così. Ogni fottuta sera trovavamo un modo per litigare.

Harry's pov
Venni svegliato dal tonfo della porta e dal carrello che entrava.
Così mi vidi costretto ad aprire gli occhi, notando che erano già tutti svegli.
Kassidy stava finendo di pettinarsi nell'angolo della stanza, Louis e Niall stavano tranquillamente conversando e la signora che guidava il carrello appoggiò svogliatamente un vassioio sul comodino e si dileguò.
-Buongiorno, eh.- attirai gli sguardi dei presenti su di me.
-Buongiorno, principessa sul pisello.- mi sorrise Kassidy, allungandomi la mano per alzarmi.
-Meglio di no, preferirei evitare.- scherzai, dandole un buffetto sulla guancia-Ah, Niall?-
-Dimmi Haz.- il biondo mi degnò della sua attenzione, prima concentrata in una pastina.
-Che hai combinato stanotte? C'era un baccano terribile.-
-Beh, dovevo andare in bagno, così ho chiamato l'emergenza.-
-E dovevi svegliare tutti?- sorrisi, ironico.
-A quanto pare.- mi sorrise a sua volta con la bocca piena. Così ritornai su Kassidy.
-Andiamo a fare colazione giù al bar?-
-Andiamo.-
-Lou, vieni?-
-No no, sto con Nì.- Louis ci fece cenno con la testa.
-Sicuro?-
-Vai tranquillo, fratello.-
Così presi per mano Kassidy e ci dirigemmo verso il bar.
-Tra tre giorni è il compleanno di Lou.- sorrise, dondolando le mani unite.
-Già. E tu quando compi gli anni?-
-A Natale.-
-Non ci credo.- ridacchiai, convinto che mi stesse prendendo in giro. Ma il suo sguardo si fece severo, mentre con la testa mimava una negazione.
-Giuro.- si lamentò.
-Ok ok.- le diedi un veloce bacio sulla guancia:-Cosa mangi?-
-Quello che c'è.- sorrise, ricambiando il bacio.

Raggiungemmo il bar in silenzio. Ma mi piaceva quel silenzio, perché eravamo solo io e lei. Mano nella mano, da soli. Avrei voluto che il tempo si fermasse, perché era uno dei momenti più belli della mia vita. Kassidy era unica. Non avrei mai potuto chiedere di meglio. Dentro di me però, sapevo che avrei dovuto dirle addio. Era questione di poco meno di una settimana, e io sarei partito. E sei giorni dopo la mia partenza, il primo gennaio, Igor avrebbe chiamato suo padre per il riscatto. E sarebbe finito tutto, esattamente come era iniziato. Stavo morendo per questo, ma non volevo che Kas se ne accorgesse. In qualche modo dovevo pur essere forte anch'io, anche se sapevo che dopo sarebbe stato ancora peggio.
-Harry?-
-Dimmi.-
-Beh...ordini o cosa?- mi sorrise, indicandomi la ragazza con in mano un block notes.
-Sì, io...certo. Un cappuccino.-
La ragazza ci sorrise e ritornò al bancone. Mi spostai su Kassidy, che mi stava fissando scuotendo la testa.
-Beh? Che ti prende?- le chiesi.
-Un cappuccino. Cioè, tu passi due giorni in ospedale con me in braccio per tutta la notte e cosa prendi la mattina?! Un cappuccino!-
Scoppiai a ridere, notando il suo veloce gesticolare.
-E non ridere!-
-Ma guarda te...- sospirai:-...ti fai delle gran seghe mentali solo perché non prendo niente da mangiare?-
-Esatto.- sbuffò, incrociando le braccia al petto.
Sorrisi tra me e me. Forse ero innamorato di Kassidy. Forse non era una semplice cotta. Forse non volevo che finisse tutto.
Non gliel'avrei mai detto però.
Avevo paura. Avevo tremendamente paura di quel maledetto 26 dicembre. Mi restavano solo cinque giorni per poter stare con lei, quindi avevo intenzione di sfruttarli al massimo.
-Harry?- mi guardò dolcemente, accarezzando appena il dorso della mia mano, ferma a pochi centimetri da lei.
-Sono qui.- le sorrisi, arrossendo leggermente.
-Grazie.-
-Per cosa?-
-Per...esserci. Sempre. A partire da qual tuo "evita di essere così cagna con Louis"...è vero, io non potevo permettermi di giudicarvi. Mi scuso solo ora perché me ne vergogno, lo so di avere un carattere di merda. Sono troppo viziata...per quanto riguarda le cose materiali, ho sempre avuto troppo dalla vita. Ecco perché mi sono legata così tanto a te fin dall'inizio...- si bloccò un attimo, ebbi l'impressione che la sua voce inziasse a tremare:-...perché tu sei realista, Harry. Tu non hai avuto nulla, mentre io ho avuto troppo...tu mi hai fatto capire subito cosa stavo sbagliando, permettendomi di migliorare. E io...non voglio lasciarti andare.- alzò finalmente lo sguardo su di me.
-Anche se saremo distanti, io giuro che non smetterò mai di pensare a te. Mi hai rivoluzionato la vita, Kas. E te ne sarò per sempre grato. Che dire...mi hai dato la possibilità di voler bene a qualcuno, di potermi affezionare. E non pensare che tu sia solo un'esperienza, perché sei molto di più. Anzi, sei tutt'altra cosa. Ora come ora, sei tutto ciò che ho al di fuori della mia famiglia. E se sono con te, allora va tutto bene. Anche nel caso in cui avessi un proiettile al cuore, se tu fossi lì con me, io non sentire il dolore. Sarei troppo impegnato a fissare i tuoi occhi probabilmente...dovrei ringraziarti io.-
Sorrise timidamente, assumendo un colorito acceso sulle guance, mentre una ragazza appoggiava sul tavolo le ordinazioni di poco prima.


Erano le dieci di sera.
Zayn stava arrivando per darmi il cambio, così io e Kassidy ci stavamo salutando. Durante la giornata non avevamo fatto nulla di particolare. Hailey era venuta a conoscere Niall, così era stata anche un po' con Louis. Stavano benissimo insieme quei due. Ero davvero felicissimo per Lou, meritava di essere felice dopo cinque anni di agonia. Avevamo conosciuto anche una certa Hazel, che a quanto pareva aveva fatto compagnia a Niall durante la notte prima. Era davvero una ragazza simpatica. Ci raccontò di sua madre, di quella sottospecie di pratica che aveva iniziato da poco, della sua vita in generale. E io mi divertivo a vedere Nì guardarla con occhi sognanti. Stavano nascendo davvero tante cose da quando Kassidy era lì con noi: io e lei, Louis e Hailey, Niall e Hazel. Più ci pensavo però, più mi faceva male, perché avrei doveuto lasciarla troppo presto. Non l'avrei mai più rivista, e forse sarei anche sparito dalla circolazione, per Igor era impensabile avere contatti con qualcuno di esterno. Mi mancava anche se era lì davanti a me, perché avrei voluto che fosse una cosa seria, la nostra.
Avrei voluto dirle "ti amo" sotto la luce della luna, magari quando l'avrei portata a cena fuori. Avrei voluto costruire qualcusa di eterno con lei. Ma purtroppo la mia non era una vita normale. Igor mi aveva condannato: io non ero destinato a fare di testa mia. Io avrei dovuto essere solo una pedina di uno stupido gioco per il resto della mia vita.
Non le avrei mai detto "ti amo". Avrei saputo fermarmi in tempo.
In quel momento io ero appoggiato al muro appena fuori dalla stanza e lei era davanti a me che mi raccontava dei suoi cugini in Ohio.
-Ci sei, Harry?-
-Presente.-
-Oh...c'è Zayn.- accennò al moro che entrò nella stanza.
-Già, allora io levo il disturbo.-
-Come faccio io a dormire senza la tua mano?- mi guardò con i suoi occhioni nocciola.
-Ci sono col telefono, non  preoccuparti.-
-Grazie.-
-'Notte Kas.- la baciai leggermente sulle labbra.
-Buonanotte, Harry.- mi abbraccò stretto, per poi lasciarmi andare.



ANGOLO AUTRICE
Ciao amuuri miei :*
Scusate se ci sono errori, non ho avuto tempo per controllare come si deve!
Grazie un sacco a chi continua a seguirmi anche dopo il pattume che produco, e grazie ovviamente a chi continua a recensire *-*
Vi lascio il link del mio account facebook, se volete chiedermi qualcosa--> Promise Tomlinson Reds Efp
E per la prima volta metto le foto delle tre coppie principali, non immagini strane tipo banner però :)

Harry


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Kassidy


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Niall


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Hazel


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Louis


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Hailey


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Ciao a tutti :3

Ale xx

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Capitolo 12
*** Capitolo dodici: Williams. ***


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They call it "Stockholm Syndrome" cap.12
CAPITOLO DODICI
"Williams."


Niall's pov
Ventitrè dicembre.
Nel pomeriggio avrebbero dovuto dimettermi, così la mattina la stavo passando con Hazel.
Quella ragazza mi piaceva. E speravo anch'io di piacere a lei. Forse ci avevo messo troppo poco per prendermi una cotta per lei, ma d'altronde non avevo più di settantadue ore. Così il sentimento era stato costretto a crescere in pochissimo tempo. Non che me ne fossi pentito, perché in Hazel vedevo tutto ciò che potevo chiedere. Lei era fantastica, era molto allegra. Rideva spesso, e quando si trovava in imbarazzo iniziava a borbottare qualcosa di incomprensibile e diventava tutta rossa. Grazie a lei avevo potuto respirare anche un po' d'aria, in quanto in quel momento ci trovavamo sulla terrazza dell'ospedale. C'erano altre due o tre persone, ma Haze aveva scelto un posto leggermente nascosto, così potevamo parlare in pace. Era la prima vota che non era vestita in divisa, perché essendo sabato non aveva scuola di mattina. E devo ammettere che era...beh, perfetta. A differenza del giorno prima era leggermente truccata, e sulle sue palpebre luccicava un'ombretto verde, esattamente come la maglietta che aveva, che le ricadeva elegantemente sulle gambe fasciate da dei semplici leggins. Il cuore mi batteva forte solo a guardarla, e quando incatenava i suoi occhi ai miei quasi dovevo deglutire dall'agitazione.
-Quando ti dimettono, Nì?-
-Stasera. Vengono Zayn e Louis a prendermi, così recuperano anche Kassidy e Liam, Harry è a casa.-
-Si vede distante chilometri che quei due stanno insieme...come si sono conosciuti?-
-Beh, loro...sì, ecco...a scuola.-
-Sicuro?- alzò un sopracciglio, accennando ad un sorriso.
-Certo.-
-D'accordo...e in famiglia? Tutto bene?-
Famiglia. Non andava bene che continuassi a riempirla di bugie, questo era sicuro.
-Beh...no. Non va tutto bene.-
-Con i tuoi fratelli però mi sembra che andiate d'accordo.-
-Sì. Beh, a dirla tutta non sono miei fratelli di sangue. Siamo tutti quanti fratellastri.-
Vidi i suoi occhioni sgranarsi per la sorpresa.
-Com'è possibile?-
-Storia lunga...lascia stare, Haze.-
-Se ne vuoi parlare comunque, io ci sono.-
-Grazie...-
Sorrise dolcemente. Guardai l'orologio, mi restavano solo pochi minuti di libertà, poi avrei avuto un'ultima visita prima di inizare a sistemare i vestiti per il ritorno. Così non esitai più, e mi avvicinai a lei. Al contrario di quello che mi aspettavo però, fu lei a fare il primo passo, e dopo aver intrecciato la sua mano fredda alla mia, mi baciò.
Appoggiò lievemente le sue labbra sulle mie, mentre si alzò con le punte dei piedi. Avrei voluto sostenerla con la mano, ma essendo ingessata non sapevo come fare, avendo la destra già intrecciata alla sua. E quando la ragazza si staccò, mi guardò quasi confusa, sorridendo appena.
-Quindi?- chiesi, ridendo appena.
-Quindi mi piaci.- ammise lei, fissando il suolo come se le sue scarpe fossero diventate la cosa più interessante così di punto in bianco.
-Quindi anche tu mi piaci.- sorrisi io, dandole un buffeto sulla guancia.
-Davvero?-
Annuii in silenzio.
-Beh, sono felice.- si appoggiò alla ringhiera, facendo leva sui gomiti per staccarsi dal suolo:-Sono felice!!- gridò, ridendo.
-Ok, ma stai attenta, miss felicità, che cadi in avanti.-
-Ma no, mister sono molto fiducioso.-
Le stampai un piccolo bacio sulla guancia:-Raccontami tu della tua famiglia.-
-Beh, è un po' un disastro...come vedi sono obbligata a passare la mia vita qui, e non ho tempo per nulla. Né per la scuola, né per gli amici, né per un ragazzo. E dire che ci sono stati diversi ragazzi che mi hanno chiesto di stare insieme a loro...ma mia madre me lo impedisce sempre.-
-Insomma, è una tipa tutto lavoro, no?-
-Sì, ma c'è stato un evento che l'ha fatta diventare così.-
-E sarebbe?-
Il suo sguardo si perse nell'orizzonte:-Avevo un cugino una volta...si chiamava come te. Non mi ricordo nemmeno il suo aspetto, ci saremo visti una decina di volte in dieci anni che avevo allora. Non aveva un buon rapporto con i miei zii. Così un giorno è scappato di casa. Aveva solo dodici anni...non l'abbiamo più ritrovato.- le scivolò una lacrima sulla guancia candida, mentre il mio cuore si fermava lentamente:-...io volevo bene a Niall. Anche se lui non l'ha mai saputo, ma io non vedevo l'ora che ci potessimo vedere. E pensare che ora è morto...perso, chissà dove...scusami.- si accasciò a terra, raccogliendosi tra le ginocchia.
-Non te l'ho mai chiesto Haze, come fai di cognome?-
-Williams.- rispose, tra i singhiozzi.
Williams.
Zia Dorothea e zio Marty Williams.
Hazel Williams.
Quella bambina che mi inseguiva tra gli scivoli del parco vicino a casa a Mullingar, quando stavamo ancora lì, con i codini biondi che oscillavano teneramente sulle sue spalle, gli occhioni celesti sempre allegri e spalancati. Gli Horan e i Williams. Era lei. Non conoscevo due persone che si chiamavano Hazel. Ne conoscevo una sola, e portava il cognome Williams. Quello però voleva dire che avevo appena baciato mia cugina. Io mi ero preso una cotta per mia cugina.
-Haze...- sospirai con la voce carica di delusione:-...tuo cugino non è morto.-
-Cosa? No, lui...non è più stato ritrovato...-
-Hazel.-
Alzò gli occhi a me, probabilmente non capiva la durezza del mio tono.
-Che c'è?-
-Non è morto tuo cugino, perché è qui davanti a te.- le presi la mano:-E ti sta tenendo la mano. Haze, io sono Niall Horan.-
Spalancò gli occhi, portandosi una mano alla bocca. Il suo respiro divenne affannato, e lei cominciò a sventolarsi una mano davanti al viso.
-Mi...mia madre lo sapeva...e non me l'ha detto. Lei sapeva...che eri tu e non mi ha detto...un cazzo...io...-
L'abbracciai come meglio potei. Anche se mi faceva male il fianco, in quando ero appoggiato sulle ginocchia, ma non potevo lasciarla sola. Dovevo contare il fatto che l'avevo appena sconvolta.
-Mi dispiace, Hazel, se ti ho fatto preoccupare così tanto in questi anni.-
-Sono otto anni che io mi dispero per mio cugino e tu sbuchi fuori solo ora col tuo "sto bene"!? Vaffanculo!-
Mi spinse via, alzandosi repentinamente.
-Hazel, no, aspetta...io non potevo dire niente!- mi alzai a fatica anche io, andavo meglio quando la differenza di statura era più evidente.
-E io anche...Ossignore! Sono innamorata di mio cugino!- si portò una mano alla fronte, agitando l'altra nervosamente.
-Vale anche per me, se ti consola...-
-Non mi consola, anzi, perché vuol dire che nella merda ci siamo tutti e due, non solo io!-
Corse via.
Conoscendo la strada meglio di me le fu facile sparire nel nulla, mentre io rimasi lì come una statua, consapevole del casino in cui mi trovavo. In cui ci trovavamo. Mi ero innamorato per la prima volta, e mi ero innamorato di mia cugina. Cos'avrei pouto fare? Non mi rimanevano più di sette ore da poter passare con lei e le avevo mandate già tutte a puttane. Cosa mi restava da fare?

Kassidy's pov
Io e Liam stavamo facendo una partita a carte seduti sul letto di Niall nell'attesa del ritorno del biondino. Liam in vantaggio di due parite, eravamo alla settima. Niall non arrivava mai, a me mancavano terribilmente Zayn, Louis ed Harry, anche se con Liam me la stavo passando bene. Lui era molto simpatico, mi raccontava di quello che erano abituati a fare da piccoli. Mi raccontò di quando Louis per Natale ricevette la sua prima macchina telecomandata, di quando Niall mangiò il tubetto di tempera gialla di Zayn scambiandola per crema, di quando Zayn si vendicò scrivendo "ZAP!" sulla maglietta di Niall, di quando Liam stesso si preparò la torta di compleanno all'età di nove anni perché nessuno sapeva ancora le date dei compleanni, e di quando Harry nel periodo natalizio preparava latte e biscotti da lasciare in salotto, in attesa di Babbo Natale. Me li immaginavo tutti e cinque bambini, senza pensieri per la testa, solo la visione di un bel futuro.

Lanciai l'ultima carta riuscendo così a chiudere la partita nel momento in cui Niall rientrò.
-Hey Nì.- lo salutò Liam:-Come stai?-
Ci guardò sconvolto entrambi:-Sono innamorato di mia cugina.-
-Cosa?!- esclamammo in coro.
-Hazel, ve la ricordate?-
Annuimmo insieme.
-Io, beh...ho appena scoperto di essere suo cugino.-
-Cazzo...mi dispiace Niall.- provai a consolarlo, ma era davvero abbattuto. Non disse una parola, solo mi consegnò un foglietto macchiato leggermente di sangue, su cui lessi chiaramente una minaccia rivota a me e Harry:-Ok, uno...come fai a sapere di essere suo cugino? Due...come fanno 'sti due a sapere di me e Harry?!-
-Vi hanno seguiti.- sospirò:-E non voglio più parlare di Hazel. Ho combinato un casino già per conto mio.-
-Niall...davvero, io...-
-Vai con Liam, adesso. Dovete fare una cosa.-
Lo guardai stranita, non ci capivo più nulla. Il moro fece un cenno al biondo trascinandomi fuori dalla stanza.
-Spiegami che è successo!-
-Allora, con Niall non so, ma ora abbiamo un lavoretto da fare.-
-Del tipo?-
Fece un sorriso malizioso:-Dobbiamo trovare dei soldi. Non permetteremo mai che vi venga fatto del male, chiaro?-
-Va bene...abbiamo già un piano?-
Scosse il capo, sbuffando leggermente.
-Ok, allora io so cosa fare.- sorrisi, rivolgendomi al moro.
-Non stai sparando cazzate, vero?-
Lo guardai seria:-Ti sembro una che spara cazzate?-
Sorrise, scompigliandomi i capelli con la mano.
-Dobbiamo andare a casa mia.-
-Cosa?!-
-Sì, a casa mia.-
-E cosa devi...?
-Stai tranquillo.- lo rassicurai, mentre salivamo in macchina.
Durante il tragitto chiamai Harry, che era a casa con Louis e Zayn. Mi mancavano tantissimo.
Quando arrivammo davanti a casa mia ovviamente non trovammo nessuno. Di sabato mia sorella era via con quel suo fidanzato, e di solito andavano a visitare città famose e mio fratello era sicuramente col maggiordomo a comprare giocattoli. A lui bastava rendere un otto a settimana e il sabato si dedicavano ai "premi" per l'impegno.
Sapevo bene come fare ad entrare. All'ingresso c'erano due telecamere di sicurezza, quindi anche avendo le chiavi non avrei potuto fare niente. C'erano anche sul retro, e quelle erano abilitate ad inviare un messaggio in caso di rilevamente di movimenti umani non avendo disabilitato l'allarme. Quindi mi ritrovai a fare una cosa che non facevo dall'estate prima. Sul tetto c'era un lucernario che mio papà aveva installato quando erano arrivati i ladri, che avevano perforato il tetto del bagno, quindi al suo posto ora c'era un vetro spesso quindici centimentri. Ma io avevo scoperto che esisteva una serratura all'angolo di quel vetro, e mi sarebbe bastata forzarla con una forcina, in quanto era davvero minuscola come serratura. Avevo impiegato un bel po' di tempo per convincere Liam, perché credeva fosse pericoloso arrampicarmi per i cornicioni delle varie finestre, ma alla fine riuscii a convincerlo. Così arrivai sul tetto senza problemi, e una volta fatta scattare la serratura scivolai dentro casa. Purtroppo però ci fu un imprevisto...
-Aiutooo!!!-
Spalancai gli occhi verso la porta maledettamente aperta del bagno, e vi trovai Rosalia che urlava come un'ossessa agitando la scopa che teneva la mano. Merda, la donna delle pulizie. Mi era scordata che sabato c'era lei a casa.
-Rosie, sono io, Kassidy!-
Corsi verso di lei e le tappai la bocca, nella speranza che si calmasse.
-Signorina Kassidy! Santo Cielo dov'è stata?!-
-Rosie...beh, è una storia lunga. Io...sono scappata di casa.-
-Non le credo, ci avrebbe dato notizie!-
-Come se a qualcuno importassero.- sbuffai, dirigendomi verso camera mia.
-A me sì! A sua sorella  e anche a suo fratello, ma ho detto io di non chiamare la polizia prima di avvisare i suoi genitori.-
-Dove cazzo sono quei due?-
-Sua madre è irraggiungibile poiché le si è rotto il cellulare e con gli impegni non riesce a comprarne uno, mentre suo padre è sempre in giro per ospedali in Spagna, non è mai reperibile purtroppo. Sono riuscita a chiamarlo solo una volta, e ci ho conversato per ventisette secondi.-
-Wow. Che famiglia di merda.-
-Mi dice cosa le è successo?-
Mi sedetti sul letto, dicendo a Liam che stavo bene e che doveva tornare in macchina per evitare inconvenienti.
-Sono stata rapita.-
-Mi dica subito chi è stato! Io lo denuncio!-
-No, non fare nulla Rosie. Loro sono importanti per me.-
-Ma cosa dice...?- vidi il suo sguardo confondersi nel mio.
-Sono cinque ragazzi...hanno all'incirca la mia età. Sono costretti da un uomo a commettere crimini.-
-Ma signorina, non posso permettere che le facciano del male.-
-Non mi hanno mai toccata. E ora c'è un ragazzo proprio qui fuori con la macchina, e io devo ritornare.-
-No! Lei non può farlo! Glielo proibisco!- appoggiò le mani ai fianchi, alzando il tono della voce.
-Se io non ritorno Igor farà loro del male! Io non posso permetterlo, ok?! Loro sono la mia famiglia ora!-
-Non può sostituire i suoi genitori con i suoi rapitori!-
-Ma non capisci, Rosie?! Non mi hanno mai considerata, non sono figlia di nessuno! Ora questi cinque ragazzi mi hanno accolto nella loro famiglia, e io mi sono innamorata di uno di loro!-
-C...che cosa? E' un amore insano, Santo Cielo!-
-La chiamano Sindrome di Stoccolma.-
-Ma...signorina...-
-Ti prego, Rosie. Io sono tornata per prendere dei soldi dalla cassaforte, perché nel caso in cui delle persone non dovessero avere quei soldi io e il mio ragazzo moriremmo. Ci hanno minacciati di morte.-
-Io non posso starmene zitta.- era disperata poverina, continuava a camminare avanti e indietro per la mia camera.
-Ti prego...Rosie, fallo per me. Chiederanno i riscatto tra poco, ormai non manca molto. Devi solo lasciarmi portare via dei soldi e tenere la bocca chiusa, altrimenti ucciderai cinque ragazzi. Sei, compresa me.-
-Ahi Dios mio, que tengo que hacer...?-
-Prego?- ridacchiai per l'accento spagnolo della donna.
-Dio mio, cosa devo fare?-
-Ti prego.- la raggiunsi vicino all'armadio, prendendole le mani congiunte in preghiera:-Per me.-
Scosse la testa, sfilandosi dal collo una piccola chiave:-Il codice è l'anno di nascita di sua madre.-
-Grazie!- sorrisi, abbracciandola forte, dirigendomi poi verso la cassaforte.
Misi in un sacchetto quasi tre milioni, in pratica la svuotai, e mi misi d'accordo con Rosie che se avessero chiesto avrebbe detto che i ladri avevano portato via tutto, entrando dal bagno. La ringraziai tante di quelle volte che dissi più "grazie" rispetto a tutte le parole che avevo detto prima. Così uscii da dove ero arrivata, evitando di farmi vedere dalle telecamere. Solo che per la fretta riuscii anche a scivolare da un cornicione, così caddi di schiena sul giardino, e per fortuna che avevano tagliato l'erba da poco. Non guardai nemmeno i danni, pensai a correre verso la macchina.
Entrai sbattendo la porta, gemendo dal dolore quando la schiena incontrò il sedile.
-Tutto ok?- mi chiese Liam, notando la mia espressione.
-Insomma...mi sono fatta male. Ma ho comunque i soldi.-
-Non mi importa dei soldi, cosa ti sei fat...- vidi che sbiancò di punto in bianco.
-Che succede?-
-La tua maglietta è sporca di sangue...-
Provai a toccare il tessuto sulla schina, riconoscendone l'umidità.
-Porca troia!- esclamai.
-Dai, andiamo in ospedale, così ti fai medicare e aiutiamo Niall con i suoi problemi esistenziali.-
-Va bene.-
Provai a sistemarmi meglio per non sentire male sulla schiena, e a breve fummo di nuovo in ospedale.
Liam andò da Niall, lasciandomi prima al pronto soccorso. Aspettai mezz'ora, poi mi portarono in ambulatorio e mi fecero una piccola visita, in cui mi medicarono e misero una benda grande quansi tutta la schiena. Quando avevano messo l'alcool per disinfettare imprecai un paio di volte, e per questo mi diedero una piccola pezza da mettere in bocca, così strinsi i denti.
Alle due andai su da Niall e sistemammo le ultime cose.

Hazel's pov
Erano le sei e mezza di sera.
Per tutta la giornata non avevo fatto altro che starmene da sola evitando ogni genere di contatto. Ero ancora sotto shock per la rivelazione di Niall...era lui quel ragazzino con cui giocavo ai Pokémon da piccola, era lui quel bambino che con un sorriso mi faceva sciogliere. Come avevo potuto dimenticare di quella volta che mi confidò di voler scappare di casa e io ignorai la sua richiesta d'aiuto?
Mi sentivo un mostro, io potevo fare qualcosa, ma me ne stetti zitta perché avevo paura.
Quindi che vita aveva Niall? L'avevo visto bene, braccio a parte, ma non mi sembrava maltrattato o altro. Forse era stato adottato, dato che aveva quattro fratelli adottivi.
La testa mi scoppiava, non ci capivo più nulla.
Avevo appena una mezz'ora e Niall se ne sarebbe andato.
Però lui mi piaceva, e non riuscivo più a nasconderlo nemmeno a me stessa. Anche se era mio cugino. Anche se era sbagliato.
Cosa stavo facendo?
Mi alzai di scatto da quella sedia della mensa deserta, e corsi ad uno degli ultimi piani, stanza 329. Lui non c'era. C'erano solo Kassidy e Liam.
-Ciao Haze.- mi sorrise la mora.
-Ciao ragazzi...dov'è Niall?-
-E' uscito poco fa. Non so dove...anzi sì, ha detto che andava aprendere una boccata d'aria. Quindi immagino sia fuori.-
-Grazie.-
Scattai verso la terrazza, perché non ci avevo pensato?
Ed ecco che lo vidi.
Era fermo davanti al panorama ormai buio di Londra. Solo in quel momento mi ricordai di non essere coperta da alcun genere di giacca, avevo solo una maglietta a maniche corte.
-Niall!- gridai. Il biondo si girò verso di me, fissandomi immobile.
Io mi avvicinai di corsa, nella speranza anche di riscaldarmi.
-Ho sbagliato.- ammisi:-Ho sbagliato perché tu mi piaci!-
Sorrise appena:-Se potessi in questo momento vorrei abbracciarti.-
-Già, a chi lo dici...-
-Ti stai forse congelando?-
-Nah...leggermente.-
Rise tranquillamente, per poi tornare serio e posare le sue labbra sulle mie, avvicinandomi a lui appoggiando la mano destra sul mio fianco.
-Non mi interessa se siamo cugini.- sussurrò:-Perché tu mi piaci, e dato che ci rimane poco ancora, non ho intenzione di perdere un solo secondo.-
E mi baciò di nuovo. Mi raccontò poi della sua vita, in quali casini era in mezzo, chi era realmente Kassidy. Mi raccontò di lei e Harry, di come il loro rapporto si era evoluto, di tutto ciò che riguardasse i suoi fratelli nell'ambito dell'amore. E le sette e mezza arrivarono in un batter d'occhio. Durante queste poche ore lo conobbi davvero, ma nemmeno quel legame di sangue che ci legava mi impediva di provare quello strano sentimento allo stomaco, quella voglia tremenda di stampargli un bacio su quelle labbra ogni qualche minuto.
-Devo andare, Haze.- sospirò, alzandosi da terra.
-Lo so.-
-Mi dispiace...-
-Anche a me. Ma non importa...ora ti ho ritrovato come cugino. E ti ho trovato come ragazzo. E...non credo mi sarà facile dimenticarti, anche se sei un criminale, o quello che vuoi.-
-Come la metterai con tua mamma?-
-Con mamma...beh, non so se fare finta di niente o dirglielo. Insomma...è una cosa troppo grande per me, forse.-
-Dici il fatto di sapere che sono vivo dopo otto anni?- rise appena, come se fosse una cosa normalissima sparire per otto anni.
-Esatto. E non ci trovo niente da dire, per la miseria. Guarda che ero disperata.-
-Immagino.- mi aiutò ad alzarmi come meglio poté, forse per fare il cavaliere.
Lo guardai attentamente in quegli oceani celesti:-Ah no, tu non immagini nemmeno.-
-Non ci scommetterei. Ti ricordi quando ti ho detto che eri la seconda persona che si chiamava Hazel?-
-Certo.-
-Ecco, in realtà no. Io mi ricordavo di te. Sei solo tu la persona con questo nome che conosco.-
-Sì beh...è un nome un po' particolare.-
-Particolarmente bello.- mi scoccò un piccolo bacio sulle labbra:-Andiamo?-
Annuii, anche se controvoglia, intrecciando la mano sinistra con la sua destra, dirigendoci verso la stanza 329.
Alle otto arrivarono Louis e Zayn, e ci fu l'addio.
Lo strinsi più che potei, perché sapevo che probabilmente non l'avrei più rivisto.
Me l'aveva detto lui che sarebbe stato meglio per entrambi, perché conduceva una vita troppo pericolosa per mettermi in mezzo. Anche se contro la mia volontà, non gli lasciai il numero. Me lo proibì.
Certo, beh...il numero no. Ma l'indirizzo sì.
Niall.
Niall.
Niall.
Ora quel nome rimbombava ancora più forte nella mia mente vuota e libera da ogni pensiero. Tutto mi sembrava diverso. Persino il divano del salotto di casa mia, su cui ero stesa provando a distrarmi un po' con la tv. Purtroppo era un pensiero fisso su Niall, non mi veniva in mente altro a cui pensare. Quegli occhi azzurri. Quei capelli dannatamente biondi. Quel sorriso perfettamente perfetto.

-Mi macherai, Niall.-
-Ma siamo cugini, saremo sempre uniti. Anche se non vicini.-
-Ma se non ti do il mio numero come faremo?-
-Se il destino ci vuole insieme, ci ritroveremo, poco ma sicuro.-
-Ti voglio bene.-
-Io ti voglio qualcosa di più di un solo "bene", ma mi fermo qui. Per adesso.-

Kassidy's pov
-Harry è a casa?- chiesi, sperando in una risposta positiva.
-Hem...- Louis fece qualche calcolo sulle dita della mani, per poi sorridermi:-Probabilmente.-
Sbuffai, sempre via era quello. Io lo volevo vedere e lui non c'era. Mi mancava tantissimo. Harry per me era come un tatuaggio...indelebile. Mi mancavano i suoi occhioni smeraldo, le sue fossette, i suoi ricci, il suo sorriso. Il suo...essere lui. Mi restavano tre giorni per poter stare con lui. Il ventisei sarebbe partito per Sacramento, e io probabilmente non l'avrei più rivisto. Era una cosa che mi bruciava tantissimo nel petto, volevo far svanire quel bruciore che mi rodeva l'anima, ma purtroppo non se ne sarebbe mai andato, perché io stavo perdendo Harry. E il peggio era che non avrei mai avuto il coraggio per dirgli veramente quello che provavo nei suoi confronti.
Io lo amavo, cazzo.
Non avevo mai sentito un sentimento più sbagliato per la persona più sbagliata di questo mondo e non ero mai stata più felice prima. Lui mi aveva conosciuta fin dal primo istante, e forse era per quello che non si era allontanato da me. Forse perché mi aveva conosciuto per quella che ero. Tutti e cinque l'avevano fatto, ecco perché erano loro la mia famiglia. Perché loro mi conoscevano, perché non si erano fermati ai pregiudizi. Perché Harry era riuscito a rubare il mio cuore, e sapevo che non me l'avrebbe più restituito.

-Dove accidenti è?!-
Ovviamente lui non c'era. Beh, perché avrebbe dovuto presentarsi, dopotutto?
-Kas, è via con Igor.- rise Louis:-Rilassati.-
-Forse dovrei. E tu dovresti andare a letto, Tomlinson, che domani è il tuo compleanno. Ormai mancano solo due ore e mezza.-
-Lo so, ma non ho sonno.- si buttò sul divano in braccio a Zayn, che imprecò sonoramente contro di lui.
-Sempre il solito sei. Niall, vieni un attimo?- feci cenno al biondo di seguirmi.
Così si chiuse la porta della cucina dietro le spalle e mi guardò interrogativo:-Allora?-
-Allora...con Hazel?-
-Beh...nulla.- sorrise tre se e se:-Ci siamo dati appuntamento al destino.-
-Questa me la segno.- scherzai:-Comunque sono felice per voi.-
-Grazie, davvero. E' stata una fortuna averti qui, Kas, lo sai? Hai migliorato le cose a tutti.-
-Nah...le ho cambiate. Ma non migliorate.-
-Non sminuirti sempre.-
Mi rivolse un ultimo sorriso, prima di tornare di là con i ragazzi, mentre io mi avviai verso la camera da letto. In pochi minuti mi lavai velocemente e mi misi il pigiama, così mi infilai sotto le coperte in attesa della mano di Harry.

-Kas...Kassidy...Parker!-
Aprii gli occhi di scatto, trovando a pochi mentri di distanza degli smeraldi che mi fissavano sorridenti.
-Harry!- mi lanciai contro di lui, inciampando anche sulle coperte.
-Sei sempre la solita maldestra.- mi sorrise, stringendomi a se:-Che diavolo hai combinato alla schiena?!-
Probabilmente notò le fasce a causa della canottiera.
-Diciamo che ti ho salvato io la vita, per questa volta.-
-Che vuoi...ah, ti riferisci ai fratelli O'Neil?-
-Esatto.- sorrisi contro il suo petto, ero davvero tanto felice per aver fatto qualcosa di buono per una volta.
-Liam mi hai detto che ti sei messa a fare Tomb Raider...ma come hai fatto a farti questa roba?-
-Sono scivolata e sono caduta per terra. Tutto qui.-
-Tutto qui un cazzo, io non voglio che ti succeda nulla.- mi baciò leggermente la fronte:-Sono le tre di notte, dovresti dormire piccola.-
-No, devo fare una cosa. E tu mi devi aiutare.-
-Che devi fare...?-
Lo guardai con aria di sfida:-Torta di compleanno.-


ANGOLO AUTRICE
Bene.
Bene.
Bene.
Finalmente sono riuscita a finire questo schifo. Dire che il capitolo non mi piace è dire davvero poco, credetemi.
Credo di sospendere momentaneamente la storia, perché ho una sovrabbondanza di ispirazione, e ho 4 storie da scrivere. Questa, una quasi finita, una appena inizata e una ancora da iniziare. Quindi ora mi sto dedicando alla terza, I Love You Like A Dj Remix Vedrò se pubblicare, non lo so. Ha una trama diversa dalle altre che ho scritto, perché non ci sarà solo un "protagonista" maschile, o due, bensì tutti, ognuno abbinato ad una ragazza che sto studiando per bene. Certo, ci saranno i due principali, ma gli altri di certo non saranno uno sfondo. Solo che per convenzione nel banner ho messo i principali. Quindi una storia a dieci personaggi, non sarà facile. Ma la trama mi ispira. Spero di non deludervi mai, io ci metto me stessa.

Ale xx

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Capitolo 13
*** Capitolo tredici: Non voglio diventare zio! ***


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They call it "Stockholm Syndrome" cap.13
CAPITOLO TREDICI
"Non voglio diventare zio!"


Harry's pov
Ero seduto sul bancone della cucina, Kassidy stava sfogliando un ricettario.
Si era fissata con la storia della torta e voleva a tutti i costi farne una. Mi aveva legato i capelli in una piccola coda all'insù con uno dei suoi elastici e mi aveva anche messo una fascia marrone. Aveva paura che un capello potesse cadere nell'impasto...e naturalmente i suoi li lasciò sciolti. Giustamente, aggiungerei.
-Red Velvet.- sorrise soddisfatta, indicandomi una torta rossa e bianca.
-E come lo fai il rosso?-
-Beh, colorante. Ne avrete un po', no?-
-Beh...no. E comunque se ci vede Igor siamo fottuti.-
-E come facciamo?- fece gli occhioni dolci, così mi vidi costretto a cedere.
-Allora ho un piano. Igor va via alle quattro per affari, quindi dalle quattro abbiamo casa libera. Resta il fatto che manca il colorante.-
Si sedette anche lei sul bancone, appoggiando la testa sulla mia spalla:-Beh, c'è il discount aperto, no? E' sempre aperto. E aspettando le quattro potremmo andare a prendere il colorante.-
-Vedi che quando vuoi ti applichi?- la presi in giro, scendendo dal ripiano.
-Ma vaffanculo, Styles.- mi sorrise, lasciandomi un piccolo bacio sulla punta del naso.

In pochi minuti raggiungemmo il discount, così dopo essere stati dieci minuti a discutere sul colorante da prendere finimmo per prendere quello fucsia perché il rosso era finito, anche se io avevo proposto il verde. Sarebbe stata tipo la torta di Shrek, ma avremmo inventato una Shrek Velvet. Versione alternativa.
Una volta arrivati a casa nascondemmo la busta e andammo a letto, facendo finta di dormire.
Cercai la sua mano, ma invece della mano mi ritrovai a stringere il suo intero corpo tra le mie braccia. Aveva appoggiato la testa al mio petto e le gambe le aveva intrecciate alle mie.
Così le diedi un bacio sulle labbra nel silenzio, quasi avendo paura di fare rumore. Nessuno dei due si decideva a parlare, e questo mi andava bene. Tutti e due zitti, stretti l'uno contro l'altra, con i battiti del cuore che correvano parallelamente. Il suo respiro caldo si appoggiava delicatamente sul mio collo, solleticandolo appena, mentre con le mie dita giocavo con le punte dei suoi capelli.
Stavo per prendere sonno quando sentii la stretta sulla mia maglietta aumentare improvvisamente per poi indebolirsi nel giro di pochi secondi, e il suo petto iniziò a muoversi irregolarmente. Non ci misi molto a capire che si trattava di un attacco d'asma.
-Tieni duro, Kas.- saltai giù dal letto, andando a prendere l'inalatore. Subito poi glielo spruzzai in bocca, nella speranza che si calmasse. Ero inginocchiato sul letto, e lei stesa su di me, sorretta dalle mie braccia. Continuava a respirare sempre più velocemente, gli spruzzi non stavano facendo effetto. I mei occhi si velarono di lacrime per il panico, mentre continuavo a scuoterla leggermente.
-Kassidy, ti prego, riprenditi!-
Spinsi per la terza volta il bottone sopra l'inalatore appena in mezzo alle sue labbra, e finalmente il respiro tornò normale.
Il suo corpo si abbandonò tra le mie braccia, e la mano che prima era stretta al collo scivolò sul fianco. Lentamente provò a tirarsi su, mugugnando ogni tanto.
-Resta qui.- le imposi, riportandola tra le mie braccia.
-Harry, sto bene. Capita. Ma, aspetta...stai piangendo?-
Ridacchiò appena, asciugandomi le lacrime con la manica.
-Io...sì, beh ho avuto paura.-
-Ma non devi averne.-
La strinsi a me prima che potesse aggiungere altro, avevo bisogno di sentirla mia. Perché non volevo lasciarla andare, non volevo perderla. Io l'amavo, ma non avrei mai avuto il coraggio di dirglielo. E questo mi faceva dannatamente male, ma dovevo smetterla di pensarci, perché il mio destino era già stato scritto e non avrei mai potuto cambiare strada.
Ricordavo perfettamente le parole che Igor mi disse poche ore prima che Kassidy ritornasse dall'ospedale.

**
-C'è qualcosa tra te e la ragazza, Harry?-
-No, assolutamente. Perché?-
-Vi vedo molto uniti.-
-Forse forse come amica. Ma nulla di più. Lei è solo un incarico.-
-Molto bene...anche perché ti avevo avvisato. Inoltre, se dovessi scoprire che tra voi c'è qualcosa, la ucciderò. E' chiaro?-
-Trasparente.-

**

Non poteva ucciderla. Se avesse ucciso lei, avrebbe ucciso me, perché Kas era fondamentale per la mia vita. E quando muore una parte di te, muore tutto dentro.  Perciò dovevo stare molto attento alle parole che usavo in presenza di Igor, anche perché conoscendo Kassidy si sarebbe potuta arrabbiare se non le avessi spiegato il motivo di tanta freddezza.
-Perché mi stai spupazzando, Harry?-
-Perché voglio sentirti mia.-
Premetti le mie labbra sulle sue, lasciando che si stendesse sul materasso, mentre i baci si spostarono sulla guancia, percorrendo la mascella, arrivando al collo. Appoggiai le ginocchina ai lati dei suoi fianchi, mentre con le mani mi sorreggevo per non darle peso. Succhiai appena un punto indefinito sulla sua pelle nivea, sentendola sospirare appena, forse dal dolore.
-Avevi bisogno di qualcuno da amare, vero Harry?- mi sorrise teneramente, scompigliandomi i capelli.
-No. Avevo bisogno di te.-
Arrossì violentemente, facendomi sorridere. Si passò un dito sul punto che avevo appena lasciato libero dalle mie labbra, gemendo appena.
-Idiota, mi hai fatto un succhiotto.- scosse la testa scherzosamente, baciandomi sulla guancia.
-Per fortuna hai i capelli lunghi.-
Stavo per baciarla quando sentimmo una porta aprirsi, così mi spinsi via da lei, e le feci cenno di dormire. Restammo così in silenzio venti minuti buoni, fin quando non sentimmo la porta d'ingresso chiudersi.
-Via libera.- le sorrisi, prendendola per mano, trascinandola giù. Ci preparammo sul ripiano tutti gli ingredienti: farina, latte, uova, lievito, vanillina, colorante, zucchero e ulteriori uova.
-Allora Harry, tu fai la crema, e io l'impasto. Ti va?-
-Ok, ma non possiamo fare con il frullatore, se no facciamo casino.-
-Lo so, immaginavo. Hai una frusta normale?-
-No, usiamo le uova per mescolare.-
Sbuffò, tirandomi una sberla leggera sui capelli:-Ma quanto sei deficiente, Styles?-
-Già, grazie Parker.-
-E mettiti a lavoro.-
-Ok capo.-
Così mi preparai tutto in una terrina enorme e iniziai a mescolare gli ingredienti alla cazzo di cane. Vedevo Kassidy che leggeva tre minuti e poi faceva qualcosa con le uova, e avanti così: leggeva e faceva. Era decisamente più concentrata di me, io non stavo combinando niente. Solo dei gran casini. Anche se anche io leggevo, ma in qualche modo mi sembrava tutto alla rinfusa. Così decisi di calmarmi e procedere con ordine. Passati venti minuti tutti e due finimmo i rispettivi incarichi, e iniziammo a versare l'impasto nello stampo che avevamo preso prima al discount. Io tenevo la terrina inclinata, mentre Kassidy faceva scivolare l'impasto nello stampo.
-Harry?-
-Dimmi.-
Rallentò il ritmo, disegnando dei piccoli cerchi nell'impasto quasi rosso.
-Cosa ne sarà di noi?- mi guardò negli occhi. In quelli sapeva di trovare la risposta.
-Non lo so.-
-Non hai nemmeno una vaga idea?-
-Dopo essere riuscito a scappare da qui, ti voglio sposare.-
Si girò di scatto verso di me, sorridendo allegramente:-Sposare?-
-Sì.-
-Ma, Harry, hai solo diciannove anni.-
-E allora? Non vuol dire niente l'età. Dovesse essere l'ultima cosa che faccio, ma io ti porterò all'altare e ti metterò la fede al dito. Perché lo so che posso sembrare sbagliato, Kas, ma in questo sbaglio c'è dell'amore. Ed è verso di te...io lo so che non avrei mai dovuto prendermi una cotta per te...- altro che cotta, ero innamorato di lei:-...ma è stato più forte di me.-
-Allora, intanto tu non sei sbagliato. Casomai dovrei dirlo io, che sono sempre stata un peso per tutti. Ma a te è stata imposta questa vita, non hai mai potuto farci nulla. Io invece potevo, ma non ho avuto il coraggio, perché avevo una tremenda paura di sbagliare. E è sempre questa maledetta paura che ti frega, perché vedi tante strade diverse davanti a te, ma non sai mai quale finirà con un burrone...e posso solo ringraziarvi di avermi rapita, perché io ho scoperto cosa vuol dire "vivere". Prima stavo solo sopravvivendo.- si girò verso di me, e le sue guance si imporporarono leggermente:-Voglio assaggiare l'impasto.-
-E assaggialo, no?-
Immerse un dito nell'impasto rosso, ma non se lo portò alla bocca. Diversamente lo spalmò sulle mie labbra, appoggiandoci immediatamente dopo le sue. Così dopo aver appoggiato la terrina sul bancone la presi per i fianchi, fino a far aderire perfettamente i nostri bacini.
-Così è più dolce.- sorrise lei, distanziandomi per poter inserire lo stampo in forno.
-Immagino. Allora, sono le quattro e venti, alla torta ci vogliono quaranta minuti. Vuoi dormire un po' intanto? Magari in divano, così sei qui.-
-Va bene.-
Posò i guanti da forno sul bancone, raggiungendo il divano.
-Vieni anche tu, vero Harry?-
-Non ci stiamo in due.-
-Ti prego.-

Kassidy's pov
Provai a scongiurarlo con lo sguardo, non riuscivo a stare senza di lui. Ormai era diventato una dipendenza quel ragazzo, avevo bisogno di vederlo lì con me per stare bene. Perché sentivo il mio cuore battere forte solo quando ero con lui. Harry era stato quella persona in grado di farmi cambiare, in grado di rompere la corazza di cristallo in cui mi ero rinchiusa. All'inizio era odio per entrambi, io ero solo una ragazzina snob che non voleva dar retta a nessuno...ma lui era stato capace di farmi sognare per la prima volta.
-Allora?- quasi lo supplicai.
-Ok. Mettiti sopra di me.-
Si stese sul divano, e io mi sdraiai sopra di lui. Appoggiai la testa sul suo petto, infilando le mani tra i suoi ricci.
-Harry?-
-Dimmi.-
-Ti voglio bene.-
Sorrise teneramente, incatenandomi a lui con lo sguardo:-Anche io, Kas.-
Mi abbandonai al suo corpo, addormentandomi per poco tempo.

-Kassidy?-
Riaprii gli occhi.
-Sì?-
-La torta è pronta.-
-Va bene.-
Mi alzai da Harry, raggiungendo la cucina, seguita da lui. Tirammo fuori la torta, e sembrava essere venuta bene. Così dopo averla lasciata raffreddare ci spalmammo in mezzo la crema alla vaniglia, dopodiché la decorammo un po' in cima, ed infine la mettemmo in frigo. Erano le cinque e mezza quando riuscimmo ad andare finalmente a letto.
Harry si levò di fretta la maglietta, per poi accogliermi tra le sue braccia.
-Hai freddo?- mi chiese, sfregando leggermente sulla mia schiena.
-No, ma stai fermo che non ho pelle sulla schiena.-
-Ah già, scusa.-
-Figurati. Ci conviene dormire.- gli diedi un piccolo bacio sulla guancia, abbandonandomi a lui.
-Buonanotte, Kas.-

Mi vidi costretta a riaprire gli occhi a causa di quel deficiente che stava saltando sul letto senza ritegno. Dalla fessura dei miei occhi riuscivo a vedere solo una massa indefinita di capelli andare su e giù, accompagnata da un sorriso stupefacente.
-Dimmi, Harry...- inziai io, col tono seccato:-...perché hai diciannove anni?-
-Non lo so, alzati!- mi strattonò dalla mano, facendomi alzare.
-Cosa c'è?!-
Corse giù in soggiorno, fermandosi davanti all'albero di Natale, indicando il basso.
-Dei regali.- lo guardai confusa, non capivo il nesso.
-Guarda quello.- mi fece notare un pacchetto rosso nascosto tra gli altri:-E' per te. Da me.-
-Cosa?!- lo abbracciai di slancio:-Ma non dovevi!-
-Figurati, l'ho fatto con piacere.- ricambiò la stretta, alzandomi leggermente da terra.
-Ma io non ho niente per te...-
-Tranquilla, l'importante è che tu sia qui. E' il regalo più bello che tu potessi farmi.- mi baciò sulla punta del naso, dirigendosi in cucina:-Louis e Niall stanno ancora dormendo, Liam e Zayn sono andati a prendergli un regalo.-
-Va bene.-
-Ah, quasi dimenticavo...buona Vigilia.-
-Grazie, altrettanto.-
Sorrisi al riccio, che mi baciò sulla guancia, prendendomi poi per mano per accompagnarmi in soggiorno. Guardai l'ora, erano le dieci. Avevo dormito appena cinque ore, ed ero distrutta. Ma per loro avrei fatto qualsiasi cosa, perché loro stavano facendo davvero tantissimo per me. Mi restavano due giorni da poter passare con Louis ed Harry. Stavo cominciando a sentire una morsa allo stomaco, un qualcosa che sapevo non aveva rimedi.
Io e Harry aspettammo in divano fin quando non sentimmo i due alzarsi, così accogliemmo Louis con un abbraccio e con tanti auguri di buon compleanno. Io e Harry riuscimmo a farlo stare lontano dal frigo per tutta la giornata, quindi a cena ci fu davvero una sorpresa per quei quattro. Liam e Zayn gli avevano preso una maglietta con il numero "22" stampato su, tutto colorato. Per poco a Louis non vennero le lacrime agli occhi, non erano abituati ai regali probabilmente.
-Ragazzi...- picchiai la forchetta sul bicchiere, attirando l'attenzione dei ragazzi:-Io e Harry vi abbiamo fatto una sorpresa.-
Vidi Louis scuotere la testa, mormorando qualcosa di incomprensibile.
-Cosa, Lou?-
-Non voglio diventare zio!-
Sgranai gli occhi, diventando paonazza, mentre Harry non finiva più di ridere.
-Non abbiamo mai fatto cose del genere!- gridai, ero la metà tra il disperato e il divertito.
-Dai, Kas...- fu il biondino a parlare:-...vi abbiamo sentiti.-
-E quando, scusa?!-
-Stanotte.-
Tirai un sospiro di sollievo, per lo meno sapevo che non soffrivano di allucinazioni.
-Non abbiamo fatto nulla stanotte...di quel genere, per lo meno. Anzi, abbiamo fatto questa...-
Presi dal frigo la torta, appoggiandola al centro del tavolo. Gli occhi di Louis si illuminarono, mentre faceva il giro degli abbracci.
-Complimenti!- sorrise Liam, addentando la prima fetta.
-E' buona?...ok, è buona.- Harry in un morso fece fuori metà fetta, sorridendomi sornione.
-Bene, buona torta.- addentai anch'io la mia porzione, riconoscendone la bontà. Non pensavo sarebbe venuta fuori così bene.
Igor non diede sue notizie per tutto il giorno, mandò solo un messaggio di buon compleanno a Louis.
-Tutti sotto l'albero!- gridò Zayn, facendoci notare che ormai mancavano pochi minuti a mezzanotte.
Ci sedemmo a cerchio attorno all'albero, io in braccio a Harry. In poche parole ognuno aveva un regalo, perché quattro di loro si mettevano insieme e sceglievano un regalo.
Natale.
Era una festa che non avevo mai sentito, forse perché coincideva col mio compleanno. In famiglia non la festeggiavo mai con gli altri. Loro si riunivano in cucina a scartare i regali costosissimi che si erano fatti, mentre io me ne stavo da sola sotto l'albero a scartare i miei. Non chiedevo mai niente, perché sapevo di essere un nulla per loro, perciò nemmeno mi preoccupavo. Mancavano pochi giorni e me ne sarei andata, cominciavo a sentire questa cosa.
Scattò la mezzanotte.
Il primo ad accorgersene fu Louis, che balzò in piedi cantando una delle tante canzoni natalizie.
Mi lasciai andare sulla spalla di Harry, ma sentii un brivido percorrermi la spina dorsale quando il riccio appoggiò le labbra sul mio collo, sussurrandomi un "buon compleanno". Diciassette.
Erano diciassette anni che ero in vita, e mi sentivo viva solo da poche settimane. Tutti quanti mi fecero gli auguri con un abbraccio, e poi ritornammo ai regali. Quando arrivò il mio turno, notai che le mie mani stavano tremando, ero davvero agitata. Tutto mi sembrava surreale in quel momento: stavo aprendo un regalo di Natale dal mio fidanzato, nonché mio rapitore. Mi sembrava quasi di vivere in una fiaba.
-C'è anche un biglietto.- sorrise Harry:-Ma quello lo dovrai leggere la sera del ventisei, quando me ne sarò andato.-
-Va bene...-
Scartai il pacchettino rosso, e continuai a slegare fiocchetti fin quando non arrivai ad un braccialetto. Era un filo d'argento da cui pendevano le lettere H e K.
-Lo so che non è molto, ma comunque...-
-No, Harry, è meraviglioso. Io...non so cosa dire. Grazie.- nella posizione in cui ero un abbraccio era impossibile, perciò mi limitai ad un bacio sulla guancia:-Non vedo l'ora di leggere la lettera.-
-Già, anche se vuol dire che me ne sarò andato.-
-E' l'unico lato negativo.-
Mi cinse la vita con le braccia, mentre gli altri ci guardavano come se stessero guardando una scena di Titanic.
Già, Harry non mi piaceva nemmeno un po'.
Perché io ero innamorata di lui. Ero innamorata del suo sorriso, dei suoi occhi, del suo caratteraccio, delle sue fossette. Lui era ciò di cui avevo sempre avuto bisogno: qualcuno che mi riportasse sempre alla realtà, qualcuno a cui non importava dei soldi. Eppure, avevo trovato questo amore nel mio rapitore. E quel giorno era l'ultimo che potessi passare con lui. 
Per chiudere la serata stappammo uno Champagne e poi andammo a letto.
Riuscii a cambiarmi davanti a Harry senza un minimo di vergogna, perché ormai sapevo che potevo fidarmi di lui. Anche lui fece lo stesso, infilandosi poi rapidamente sotto le coperte preso da brividi di freddo. Così lo raggiunsi, sistemandomi accanto a lui.
-Kas?-
-Mh?-
-A che ora sei nata?-
Mi sorpresi della domanda. Mi aspettavo di tutto, ma una domanda del genere no, per lo meno non da Harry.
-Non lo so. Non l'ho mai chiesto ai miei, non mi interessa particolarmente saperlo.-
-Come mai?-
-Così...non c'è un motivo.-
Si appoggiò sul gomito, girandosi verso di me:-Buon Natale.-
-Grazie, altrettanto.-
-E anche buon compleanno.-
-Grazie.-
Non c'ero con la testa.
La mia mente era proiettata alla sera del ventisei, quando Harry non sarebbe più stato lì con me. Sentivo già un vuoto dentro di me, e sapevo che sarebbe stato impossibile da colmare. L'idea di tornare a casa non mi piaceva nemmeno un po'. Io avevo trovato una famiglia con quei cinque ragazzi in poche settimane anziché con i miei genitori in dicissette anni.
-Hai più preso in mano la lametta, Kas?-
Sprofondai in quella distesa d'erba, concentrandomi sulle venature più scure.
-No.-
-Va tutto bene?-
Annuii poco convinta.
-Non ti credo. Dimmi cosa succede.-
-Niente, davvero.-
-Credi sul serio di riuscire a mentire a me?- sorrise appena, dandomi un buffetto sulla spalla.
-Ci provo.-
-E' difficile anche per me, se ti consola. Lo so che...beh...cazzo, di solito riesco a spiegarmi. Vedi, è dura lasciar andare ciò che si ha cercato per tutta la vita. Ma non ci possiamo fare niente. Tu non appartieni a questo mondo, non devi vivere così.-
-E se questa vita fosse proprio quella che ho sempre desiderato?-
-Prima prova a cambiare la tua, se poi non ti piacerà, allora ne cercherai un'altra. Ma non puoi sconvolgere la tua vita senza aver prima provato a cambiarla.-
Quelle parole mi arrivarono sullo stomaco come una pugnalata.
Facevano male, perché erano tremendamente giuste. Non avevo mai fatto nulla per cambiarla, avevo sempre e solo pensato che fosse una vita di merda, senza però fare mai nulla per migliorarla. Quella di Harry era una brutta vita, non la mia. Perché io potevo cambiarla, lui no.
-Niente mano stanotte, Kas.-
-Cosa?!-
-Cominciamo da stasera. Ti dovrai abituare alla mia assenza.-
-Ma...Harry...-
-'Notte.-
Mi baciò leggermente la guancia, girandosi poi dall'altra parte.
Ci rimasi male per tutta quella freddezza. Pensavo che le ultime ore le avremmo passate insieme, ma ora era saltato fuori con questa storia dell'abituarmi, e non ne capivo il motivo. Volevo quell'abbraccio che alla sera mi faceva addormentare, non volevo che la solitudine mi ingoiasse.
Provai a dormire, ma i tentativi furono inutili. Avevo sempre dormito stretta alla sua mano, e da poco abbracciata a lui, ormai non riuscivo più a chiudere occhio senza essere a contatto con lui. Contai le pecore, cantai mentalmente della canzoni, riflettei un po' su tutto, ma niente. Provavo a capire le parole di Harry, ma l'unica spiegazione che mi venne in mente fu che voleva staccarsi da me. Non gli davo torto, semplicemente non lo capivo. Anche io sapevo che presto o tardi ci saremmo dovuti separare del tutto, ma almeno speravo di passare le ultime ore con lui, invece mi sembrava tutto più distante. Tutto più grigio...né nero, né bianco. Come il verde dei suoi occhi. Era un colore indefinito: né scuro, né chiaro...ma perfetto. Era quel verde che io avrei voluto rivedere ogni mattina della mia vita. Quel verde che infondeva tranquillità, pace, serenità. Quel mix di emozioni di cui io avevo sempre sentito il bisogno. Quel ragazzo di cui io avevo sempre sentito il bisogno. Era lui che amavo, era lui che io volevo avere al mio fianco. Ma era una cosa impossibile, e questa concezione mi stava logorando l'anima. Scesi dal letto, avevo troppo caldo. Mi stavo facendo soffocare dai miei stessi pensieri. Tolsi velocemente i pantaloni lunghi e la maglietta, coprendomi con una felpa di Harry che trovai vicino al letto. Con le sue felpe sapevo di avere la certezza di essere coperta almeno fino a metà coscia.
Scesi al piano di sotto, cercando di fare meno rumore possibile. Osservai per un bel po' le foto dei ragazzi da piccoli, ed erano davvero dolcissimi.
Avevo un vuoto dentro di me...era terrificante. Stavo perdendo Harry e Louis. Questione di poche ore e non li avrei mai più rivisti. Mi sedetti sul divano, cominciavo a crollare. I piedi nudi a contatto col pavimento freddo davano fastidio, ma non ci badai, perché era l'ultimo dei miei pensieri. Appoggiai i gomiti sulle ginocchia, chiandomi con la schiena, sentendo le lacrime iniziare a solcare le mie guance. Stava finendo. Tutto stava avendo una fine. Cercai di soffocare i singhiozzi contro le mani, e la cosa risultò alquanto difficile. Le maniche della felpa assorbirono una buona parte di lacrime, coprendo fin sopra la punta delle dita.
Mi addormenai così in divano, ma dormii male tutta la notte. Continui piccoli incubi, senza una sosta. Sentii freddo, ma non riuscii ad alzarmi da quel divano. Ero inchiodata da troppi ricordi.


-Kassidy?!-
Aprii di scatto gli occhi. Ero congelata, sentivo freddo ovunque.
Misi a fuoco la figura davanti a me: Louis.
-Cosa c'è?-
-Sei mezza nuda sul divano, ecco che c'è!- sbottò lui, agitandosi inutilmente.
Mi alzai velocemente, abbassando la felpa:-Scusami, non riuscivo a dormire. E avevo caldo. Così sono venuta in divano.-
-Sì, certo. Non riuscivi a dormire...cos'è successo? Guarda che cera che hai.-
-Lascia perdere.-
Mi alzai in piedi, perdendo l'equilibrio all'indietro, sentendomi improvvisamente esausta.
-Che ore sono?- chiesi a Louis, mentre mi aiutava a riualzarmi, sorreggendomi per la vita.
-Sono le sette e mezza.-
-Ci credo che sono stanza, cazzo.-
-A che ora ti sei addormentata?-
-Saranno state le quattro.-
Scosse la testa, prendendomi in braccio, iniziando a camminare.
-Dova andiamo?-
-In camera tua, devi vestirti, sei un ghiacciolo.-
-Harry starà dormendo.-
-Non credo...ma aspetta, lui sa che hai dormito giù?-
Allacciai meglio le braccia dietro il collo del mio migliore amico:-No.-
-Cos'avete combinato voi due?-
-Non mi ha voluto dare la mano ieri sera, e non sono riuscita a dormire. Tutto qui.-
-Ne riparliamo meglio dopo. Adesso mi sa che sarà leggermente arrabbiato, vedendoti così.-
-Ok.-
Louis aprì la porta della nostra camera con un calcio, e dentro trovammo Harry intento a mettersi la maglietta. Quando ci vide però, andò su tutte le furie.
-Che ci fai tu con lei?!- attaccò subito Louis, non badando nemmeno a me.
-L'ho appena svegliata, era in divano!-
-E tu!- si rivolse a me:-Che cazzo ci facevi in divano...mezza nuda?!-
-Stavo a farmi il divano, problemi?!- mi feci mettere a terra, sentendo la stabilità andare a farsi fottere.
-Ma che cazzo dici?!-
Lo trucidai con lo sguardo:-Non riuscivo a dormire!-
Harry tirò un sospiro, rivolgendosi a Louis:-Puoi lasciarci da soli due minuti?-
-Certo.-
Il neoventiduenne uscì dalla stanza, mentre io incrociai le braccia al petto, mettendomi di fronte a Harry.
-Perché non riuscivi a dormire?-
-Non c'è un motivo.-
-Oh sì che c'è, e lo so anch'io!-
-E allora dato che lo sai lo potevi evitare!- lo sorpassai, infilandomi dei pantaloni presi a caso dall'armadio.
-Kassidy, io...volevo solo...-
-Cosa?! "Abituarmi" alla tua assenza?! Beh, novità del giorno, a me fa male che tu te ne vada, porca troia! Era la penultima notte che potevamo passare insieme e tu ti metti a predicare su cose che nemmeno sai! E ti sorprendi anche se non sono riuscita a dormire!-
-Ok, adesso calmati.-
-No! Non mi calmo, perché cazzo, io ti amo e non volevo finire in divano con gli incubi, se permetti! Volevo che fosse tutto come le altre notti, volevo per un attimo sperare che da domani non sarebbe cambiato niente!-
Mi resi conto troppo tardi di quel casino che avevo combinato in pochi istanti. Il mio petto si alzava e si abbassava troppo velocemente, e le lacrime scendevano copiosamente sul mio viso. E la cosa peggiore era che nella sfuriata gli avevo detto "io ti amo".
-Scusami.- mi affrettai a dire:-Lascia stare. E' stato tutto uno sbaglio.- corsi fuori dalla stanza, andandomi a rifiugiare sotto il porticciolo della casa che dava sul piccolo giardino. Certo, c'erano solo un paio di gradi sopra lo zero, ma non ci diedi peso. Ero troppo presa dalla situazione. Mi raccolsi sulle ginocchia, cercando di regolarizzare il respiro. Non ce l'avrei mai fatta senza Harry dalla sera dopo in poi.
Passarono appena tre minuti che la macchina di Igor parcheggiò davanti a casa.
-Ciao Kassidy, che ci fai qui fuori?- agitò la mano venendomi vicino.
-Hem...attacco d'asma, volevo recuperare un po' di ossigeno.-
-Capisco. Vieni in casa?-
-Certo.-
Seguii l'uomo in casa, trovandomi Harry e Louis seduti sul divano con un borsone in mezzo.
-Pronti, ragazzi?-
I due si alzarono, con un'espressione dipinta in volto che non avevo mai visto prima.
-Aspetta...- mi rivolsi verso Igor:-Non dovevate andare via domani?!-
-Partenza anticipata.-
Guardai disperata verso Harry, mentre Igor era distratto a parlare con Niall, ma lui mi fece segno di stare zitta.
-Va bene.- non aggiunsi altro, per evitare di venir tradita dal'incrinazione della mia voce.
L'uomo si schiarì la voce:-Louis, Harry...se volete dare un ultimo saluto a Kassidy, questa è l'ultima volta che vi vedete. Vi aspetto in macchina.-
Igor uscì dalla stanza, lasciandomi sola con i due ragazzi. Abbracciai prima Louis, mentre le lacrime ricominciarono a scendere in un pianto quasi isterico. Lui mi strinse a se:-Kas, senti...grazie di tutto. Scusa se ti abbiamo fatto passare questo Inferno, ma sta per finire. Grazie per avermi aiutato con Hailey...- mi baciò sulla fronte, e notai le sue guance rigate da grossi rivoli bagnati:-...sei la mia migliore amica, Kas. Ti voglio bene.- mi diede un'ultima stretta, varcando poi la soglia di casa. Mi portai una mano al cuore, un quinto della mia vita se ne stava andando. Non avrei mai più rivisto il mio migliore amico. Non ero mai stata così male per un addio. Abbracciai Harry di slancio, come se in qualche modo potessi tenerlo ancora lì con me:-Harry, mi dispiace, io...ti prego, scusami, non volevo prima...-
-Tranquilla.- mi accarezzò dolcemente i capelli:-Ora calmati. Sapevamo che sarebbe arrivato questo momento, e se non era oggi era domani. Ti devo la vita, Kas. Mi hai insegnato cosa vuol dire amare, cosa vuol dire essere gelosi, cosa vuol dire aver qualcuno da proteggere...non sarai mai sola. Non cadere più nell'oblio della lametta, chiaro? Se ti dovesse succedere prima mi chiami, o mi mandi un messaggio, io per te ci sarò sempre.-
Sfregò la sua mano grande contro il tessuto che ricopriva la schiena, nel tentativo di calmarmi. Ma non ci riuscivo, stavo dicendo addio a due delle parti più importanti della mia vita. E quando muore una parte di te, muore tutto.
-Kas?-
-Mh?- quella monosillaba era l'unica cosa che il pianto mi permetteva di dire.
-Ti voglio bene.- mi lasciò un lieve bacio sulle labbra:-Devo andare.-
-Ti prego, Harry, resta...- mi portai le mani alla bocca per riuscire a placare i continui singhiozzi. Harry mi rivolse un ultimo sguardo:-Ho fallito in una cosa sola nella mia vita. Avevo detto a Igor che non mi sarei mai affezionato a te, che ti avrei vista sempre e solo come un incarico...già, è stata proprio una bella bugia.- sospirò, girandosi, femrandosi sullo stipite della porta aperta. Non si girò per pronunciare le sue ultime parole, ma sono sicura di aver sentito la sua voce spezzarsi:-La chiamano Sindrome di Stoccolma.-
E se ne andò.
Vidi la sua figura svanire nella nebbia mattutina di quel 25 dicembre. Caddi a terra, sfinita dalle lacrime. Iniziava il crollo.



Angolo autrice.
Ok, non ammazzatemi.
Premetto che ho pianto scrivendo e rileggendo l'ultimo pezzo, forse sono troppo emotiva. Non ho nulla da dire, se avete dubbi chiedete pure per chiarimenti, io sono sempre on-liam (♥)
Vi lascio due...o tre...o quattro... :') link.

Il primo è il link di una mia One Shot (a mio parere carina), vi metto la trama:
Harry è destabilizzato. Vuole i suoi quattro fratelli lì con lui, non distanti, e si domanda come un accordo di chitarra può aver causato la rottura degli One Direction. Le risposte che cerca gli arriveranno tramite una lettera che ognuno di loro gli scriverà, raccontando come si sente, quali sono i suoi sbagli, chiedendogli scusa. Harry acquista e perde costantemente speranza, fin quando non riceve l'ultima lettera.

E' incredibile la magia che quattro lettere possono fare su un ragazzo come Harry Styles, ormai vuoto dentro, che aspetta solo di avere i suoi amici lì vicino.
"Perfetto, ora la speranza è maggiormente fastidiosa.
Non so più se contattarlo o no, forse rimarrei deluso dalla sua -non- risposta, e già con Liam è stata una brutta botta, non vorrei essere costretto a sopportare il doppio.
(...)
E' passata una settimana dalla lettera di Zayn.
Non gli ho mandato un messaggio, non ho più voluto farmi sentire."
LINK--> Letters to Harry

E poi anche il link del terzo spin off della mia long Do you remember summer '09? (vi lascio anche le trame e i link degli altri, tanto per pubblicizzarmi XD)

-LONG
E poi c'è lei, che il suo passatempo preferito pare sia l'essere acida verso di me, e ci riesce senza alcun problema.

---
E poi c'è lui, che il suo hobby preferito pare sia l'auto venerazione più completa. Lui e il suo amico, forse.
---
"Io e Sun ci rivolgemmo un ultimo sguardo di conforto, mentre Zayn si sedette vicino a me. Lanciò sotto il banco il suo cellulare e tirò fuori dalla cartella un quaderno tutto sgualcito, non degnandomi di uno sguardo. Non che mi aspettassi qualcosa."
"Sbuffai, e poi guardai Promise. In effetti mi stava guardando, ma mi stava guardando assai male. Così risposi al suo sguardo con un sorrisetto, che fu ricambiato da un vaffanculo mimato. Quanta simpatia. Se solo non fosse così maliziosa, potrebbe essermi stata simpatica."
---
Moon Promise e Sunrise Anderson, pronte ad un anno scolastico insieme a Zayn Malik e Harry Styles. Più avanti, magari si conosceranno, e chissà...
LINK--> Do you remember summer '09?

-PRIMO SPIN OFF
Harry decide di raccontare a qualcuno le sue emozioni, le sue storie, i suoi ricordi.

Si apre completamente con voi, raccontando cosa vive all'interno della storia e specialmente racconta dei problemi con Sun, che dopo riuscirà a risolvere. Dal testo
"Che qualcuno si sia mai chiesto io cosa sento?
Che qualcuno si sia mai chiesto perché proprio Sun mi aveva rubato il cuore?
Che qualcuno si sia mai chiesto "che ruolo ha Harry nella sua vita?"
LINK--> Just me, Harry.

-SECONDO SPIN OFF
E' una sera di luglio, e Zayn e Promise si ritrovano in discoteca dopo aver litigato.

Sulle note di C'mon C'mon, riusciranno a risolvere?
Dal testo:
"C'mon c'mon ain't no way you're walkin' out.
Ero a pochi passi da lei.
Incrociò le braccia al petto, squadrandomi come solo lei sapeva fare. Anche io la squadrai, cercando di mantenere i miei spiriti bollenti buoni buoni, ma così mi rendeva tutto più difficile quella ragazza. Sentivo il calore impossessarsi del mio corpo.
C'mon c'mon show me what you're all about.
Perfetto, ero a pochi centimetri da lei.
-Ciao Prom.-
-Malik.-
-Dai, sei ancora arrabbiata?-
-No, cosa ti salta in testa?...sono incazzata nera.- puntualizzò.
-Ti prego, Promise...non puoi perdonarmi?-
-No.- tagliò secca.
Yeah, I've been watchin' you all night.
-Sai, ti ho guardata tutta la notte.-"
LINK-->Do you rememer summer '09?_C'mon C'mon

-TERZO SPIN OFF
...ok il mio piccì non riesce a copiare la trama. Va beh, ve ne metto una io.
Sono passati quattro anni dal primo incontro di Zayn e Promise, e per la prima volta Prom sogna tutti gli avvenimenti precisi del loor primo -dimenticato- incontro. Ricorderà quindi le emozioni, i fatti, tutto ciò che nessuno dei due si ricordava più.
Farà letteralmente un tuffo nel passato, per poi darsi così tutte le risposte di cui lei e Zayn avevano bisogno.
LINK--> Do you remember summer '09?_Memories

Grazie in anticipo se farete un salto, ma vi lovvo lo stesso :*

Ale xx
Lou xx

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Capitolo 14
*** Capitolo quattordici: E se il destino non ci vuole insieme? ***


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They call it "Stockolm Syndrome" cap.14
CAPITOLO QUATTORDICI
"E se il destino non ci vuole insieme?"


Harry's pov
Fissavo inerme il paesaggio scorrere dal finestrino oscurato della macchina. Mi ero ripromesso di non lasciar trasparire nessuna emozione per non mettere in pericolo Kassidy, perché nel caso di una sola lacrima, Igor non ci avrebbe messo molto per capire cosa stava in realtà succedendo.
Ogni tanto mi sentivo lo sguardo di Louis puntato addosso, ma non ero capace di sostenerlo. In quel momento mi sentivo incapace di fare qualsiasi cosa. Non avrei più rivisto Kassidy, e non ero nemmeno riuscito a dirle "ti amo". Non che mi sembrasse una parola troppo grossa, ma non avevo trovato il coraggio per dirglielo. A lei invece era venuto spontaneo nella sfuriata, ma non dissi nulla per non metterla in imbarazzo. Mi sentivo un emerito stupido, perché avevo lasciato andare l'ultima occasione per dirle ciò che realmente provavo. Avevo bisogno solo di lei in quel momento. Di lei e di nessun altro.
-Harry?-
La voce di Igor mi risvegliò dal coma.
-Sì?-
-Ho chiamato già sette volte il padre e la madre di Kassidy, e non ho ricevuto risposte.-
-E allora?-
-Riproverò tra un paio di giorni. Ma se non daranno segni di vita, non ci sarà un lieto fine per quella ragazza.-
-Aspetta, cosa vuoi dire?-
Allentai la cintura per girarmi e poter guardare quel figlio di puttana negli occhi.
-Vuol dire che noi non ce ne facciamo niente. La uccidiamo e chiudiamo qui la questione.-
Stavo per dare di matto. Sapevo che i suoi genitori non erano mai reperibili, Kassidy era già morta. Ma avrei fatto di tutto per proteggerla, avrei dato la mia vita per salvare la sua. Non potevo permettere che le succedesse qualcosa, lei era tutto ciò di cui avevo bisogno per sopravvivere.
Non risposi ad Igor, perché avrebbe sicuramente notato la mia voce cambiare tono. Semplicemente ritornai alla posizione di prima, serrando i pugni stretti alla mia maglietta. Louis mi lanciò uno sguardo d'intesa, lasciandomi capire che non dovevo agitarmi troppo.
Arrivammo a Sacramento verso le tre di notte e durante le ore di viaggio scrissi un solo messaggio a Kassidy, dicendole di non mandarmi messaggi rischiando di venir scoperta. Appena arrivammo a casa Igor ripartì subito, avendo dormito tutto il pomeriggio, verso un suo vecchio amico d'affari.
Quando si chiuse la porta, mi venne istintivo fare una cosa sola: piangere.
Picchiai diversi pugni contro il muro, mentre la mia lucidità andava a farsi fottere. Piangevo per Kassidy, perché non avrei potuto più rivederla. Non l'avrei più abbracciata, non l'avrei più baciata.
-Harry?!-
Alzai lo sguardo verso Louis.
-Che vuoi?-
-Che cazzo ti prende?...guarda che mano che hai!-
Osservai i tagli sulle nocche della mia mano.
-Non me ne frega, Louis.-
-Harry, mi dici che hai?-
S'inginocchiò davanti a me, appoggiando una mano sulla mia spalla.
-Louis...i suoi non risponderanno. I suoi genitori non sono mai reperibili, cazzo! E io non l'ho detto che la amo, invece glielo dovevo dire!-
-Harry, stai calmo. Vedrai che vi vedrete ancora. Se è destino vi ritroverete. Lascia che il tempo faccia il suo corso.-
-E se il tempo è un bastardo? Se i genitori di Kassidy non risponderanno? Louis, Kas...non può essere uccisa. Io dovevo rifiutarmi di raprila, piuttosto era meglio essere ucciso che trovarmi in questa situazione!- picchiai un altro pugno contro la parete.
-Smettila di farti male. E comunque vedrai che risponderanno. Pensa se ti fossi fatto uccidere...non l'avresti mai conosciuta. Non avresti mai amato una persona. Lei ti ha cambiato, e questo non è un vero addio. Io sono sicuro che vi rivedrete, è destino.-
-Non ci credo.-
-Chiamala, così ti senti meglio.-
-No, non la chiamo. Non voglio sentirla se lei è così lontana. Devo solo abituarmi all'idea che lei non c'è più...-
Mi arrivò uno schiaffo in piena guancia.
-Ahia!- gridai.
-Senti razza di deficiente, se la ami tanto come vai dicendo, allora non puoi mollare! Quello che hai appena detto mi fa pensare che tu sia solo un idiota che non ha ancora imparato ad amare davvero quella ragazza!-
Fissai Louis confuso. Aveva pienamente ragione, ma ancora non riuscivo a parlare con Kassidy. Sapeva fin troppo bene che sarei crollato a piangere sentendo la sua voce, e volevo essere forte almeno per lei.

Kassidy's pov
Mi svegliai molto tardi.
Quando guardai l'ora era mezzogiorno.
Ero davvero uno straccio. Facevo fatica a reggermi in piedi, il mio viso era solcato da tutte le lacrime versate il giorno prima. La mia testa stava scoppiando, non sopportavo nemmeno il minimo scricchiolio del letto. Sentivo che giù erano già tutti svegli, non volevo che mi vedessero così, ma non avevo tempo per riprendermi del tutto. Così barcollai fino alla cucina, venendo accolta subito dall'abbraccio di Zayn.
-Come stai, Kas?-
Non risposi. La mia voce si sarebbe subito rotta dal pianto, quindi preferii tenerla chiusa e stringere più che potevo Zayn, nella speranza di sentire quel calore che provavo quando abbracciavo il mio Harry. Ma non c'era nulla da fare, Harry non era lì.
Zayn mi lasciò un piccolo bacio sui capelli prima di lasciare posto a Liam, che mi strinse ugualmente a se.
-Kas, non devi preoccuparti. Vedrai che vi rivedrete.-
-Ormai non ci credo più...-
-Devi stare tranquilla. Noi conosciamo Harry, farà di tutto per rivederti.-
Non trovai più la forza di rispondere, semplicemente aumentai la presa su di lui. Ma nessun abbraccio era paragonabile a quelli del ragazzo di cui ero innamorata.
Non avevo per niente fame, perciò ritornai di sopra dopo essere stata abbracciata da Niall. Erano passate poco più di ventiquattro ore dalla partenza di Harry e già non ne potevo più, volevo averlo lì con me. Sapevo che questo momento sarebbe arrivato, e fin dall'inizio credevo che ne sarei stata felice, invece ero a pezzi. Il suo cuscino portava ancora il suo odore, e la cosa mi fece venire ancora più nostalgia. Non mi serviva un cuscino per ricordarmi il suo odore, ma ricordando tutti i momenti passati in quel letto, dal primo giorno, era impossibile mantenere una stabilità mentale. Aprii l'armadio, trovando alcune felpe che lui aveva lasciato a casa. Ne presi così una e me la misi addosso. Mi tolsi sia la mia maglietta che i pantaloni, perché volevo avere freddo per sentire il suo calore. Poi mi ristesi nuovamente sul letto, accendendomi l'mp3. Non avevo mai trovato una canzone che mi piacesse lì dentro, ma aiutava il fatto che era di Harry una volta.
Stavo ascoltando qualcosa di rap quando squillò il telefono, e mi sbrigai a rispondere.
-Pronto?-
-Ciao Kas, sono Louis.-
Un sorriso per pochi attimi riuscì a farsi largo sul mio viso:-Ciao Lou.-
-Come stai?-
-Male. Mi mancate tantissimo. Io...non so più cosa fare senza di voi. Cioè, per carità, ma non ho con gli altri il rapporto che ho con voi...specialmente con Harry.-
-Lo so, non devi giustificarti, ti capisco.-
-Louis, io sto cadendo a pezzi.-
Come da copione la mia voce venne interrotta da un notevole singhiozzo.
-Lo so Kas, lo so che è difficile. Ma sta per finire tutto.-
-E' questo il punto, non voglio che finisca...Louis, io amo Harry.-
-Credimi, l'avevo capito.- rise appena, mi era mancata molto a sua risata d'angelo. Mi era mancato molto il mio migliore amico, ecco cosa. Volevo solo averlo lì con me, perché lui avrebbe saputo come sistemare ogni situazione triste. Fin dal primo giorno Louis era stato un punto di riferimento su cui contare e sapere di non averlo più al mio fianco faceva terribilmente male.
-Lou?-
-Basta piangere, Kas. Dimmi.-
-C'è Harry, lì?-
-Sì, solo che non se la sente di parlarti.-
Ci rimasi male. Volevo almeno sentire la voce del mio ragazzo.
-Ok, digli...no, non dirgli niente. Ora vado.-
-Tutto ok?-
Era chiaro che no, non era tutto ok.
Di ok non c'era proprio nulla. Volevo sentire la voce di Harry. Volevo per qualche istante dimenticarmi dei chilometri che ci separavano e immaginarmelo lì accanto a me, con la sua mano stretta intorno alla mia, pronto per accogliermi tra le sue braccia. Nemmeno io ero pronta per parlargli, era certo che sarei scoppiata in lacrime, ma avrei fatto di tutto per poterlo sentire.
-Louis, metti il vivavoce.-
-D'accordo...Harry, sei in vivavoce.-
-Cosa?- finalmente lo sentii. Sorrisi tra le lacrime.
-Ciao Harry.-
-Stai piangendo, Kassidy?- le sue solite preoccupazioni.
-No, io...io sto ricordando. Non sto piangendo.-
Non sentii una sua risposta, ma dopo qualche istante sentii il brusio del vivavoce sparire, lasicando il posto solo alla voce di Harry.
-Cosa stai ricordando?-
-Tutti i nostri momenti.-
-Vorrei che non fossero finiti.-
Già, lo desideravo anch'io.

Nono giorno, mattina.
-Kassidy, prendi quella cazzo di marmellata.-
-Per la ottava volta, alzi il tuo culetto d'oro e la prendi!-
Io e Harry stavamo litigando come il solito per chi dovesse passare cosa e a chi.
-In linea d'aria ci sei più vicina tu però!- gestiolò all'aria con le mani, quasi sembrava una diva.
-Tu hai diciannove anni buttati nel cesso.-
-E tu diciass...-
-Sedici.- sbuffai, lanciandogli il vasetto di marmellata.
-Quello che è.-

-Già. Mi mancano quei giorni.- fu Harry a parlare di nuovo:-Basta piangere, ok Kas?-
-Harry, mi vuoi bene?-
-Che domande sono? Certo che te ne voglio. Però devo andare, Igor sta arrivando. Ci sentiamo stasera per messaggio. Un bacio piccola mia.-
-Ricambio il bacio. A dopo.-
Appoggiai il cellulare sul comodino dopo aver spento la chiamata. La sua voce era sempre stata un calmante. Ma col non averlo qui aveva un effetto contrario.
Non avrei più visto il mio migliore amico e il mio ragazzo. Probabilmente avrei dovuto cominciare a farmene una ragione, ma in cuor mio speravo di non dover mai accettare questa cosa, sperando sempre in un loro ritorno. Sapevo anche io che erano solo sogni, ma a volte è bello sognare, anche se sai che i sogni spesso sono solo frutto della tua fantasia.
Tornai al piano inferiore, dovevo decidermi a tirarmi un po' su se volevo almeno andare avanti con i minuti senza vegetare a letto.

Niall's pov
Stavo tranquillamente guardando la tv inisieme a Zayn quando mi arrivò un messaggio.
Da: Harry
Siamo nei guai con Kassidy.
Risposi così senza pensarci due volte.
A: Harry
Che vuoi dire fratello?
Per un po' non ricevetti più risposta, così lo chiamai.
Sapevo di non essere il migliore amico di Kassidy come Louis, ma le volevo bene, e sapere che si trovava in pericolo mi faceva preoccupare davvero molto.
-Pronto?-
Fortunatamente mio fratello aveva sempre il telefono attaccato.
-Ciao Haz, sono Niall.-
-Ciao Nì, hai ricevuto il mio messaggio?-
-Certo, ti ho anche risposto.-
-Ah...non l'ho ricevuto. Va beh, comunque, Kas è in pericolo.- notai l'accentuato cambio di tono.
Mi allontanai dal salotto sotto lo sguardo interrogativo di Zayn. Controllai prima che Kassidy non fosse scesa, ma dato che non la vidi in soggiorno o in bagno, decisi di andare in cucina.
-Perché è in pericolo?-
-Igor ha detto che se i suoi non risponderanno al telefono entro stasera dovremmo ucciderla...anzi, dovrò ucciderla. E' come a suo tempo con Louis, ha detto a me di ucciderla perché ha notato qualcosa. Niall, io non ho la forza nemmeno di alzare le mani contro di lei, ti pare che le possa aizzare una pistola addosso?!-
-Lo so, Harry, stai calmo...vedrai che risponderanno. Credo che a loro importi della loro figlia.-
-Il punto non è che a loro non importa di Kassidy, il punto è che non sono mai reperibili per lavoro.-
-Gliel'hai detto a Igor?-
-Mi pare ovvio!- tirò un sospiro, dal tono si poteva riconoscere quasi la paura che aveva di pronunciare le sue stesse parole:-Niall, Kassidy è già condannata. Ma noi non possiamo lasciare che le accada nulla...io, specialmente. Perciò aspetto di sapere che cazzo vuole fare Igor e poi vi so dire, va bene?-
-Certo, non preoccuparti. Harry, vedrai che non le succederà niente, fidati di noi.-
-Non è questo, Nì. E' che io tengo troppo a lei.-
-L'amore non è mai troppo, Haz, tienilo a mente.-
Lo sentii ridere appena dall'altro capo del telefono:-Ci proverò. Ora vado Nì, ci sentiamo presto.-
-Ok, mi raccomando, prima di pensare a farti sentire con noi, pensa a Kas.-
-Sarà fatto. Ciao fratello.-
-Ciao Harry.-

Kassidy's pov
Il brutto di quella casa era che in ogni posto c'era un angolo d'ombra in cui nascondersi. In quel caso mi nascosi tra i primi scalini delle scale appena avevo sentito il soprannome di Harry. Anche quando andò in cucina continuai a sentire Niall parlare, perciò non rischiavo di essere sorpresa.
Sapevo di essere già morta.
I miei genitori non avrebbero mai risposto, e anche se Niall non l'aveva esplicitamente detto, cosa poteva fare un rapitore con una ragazza tra i piedi i quali genitori non sono reperibili?
L'amore non è mai troppo.
Wow, che bella frase.
Probabilmente era quello che Niall provava nei confronti di Haze, quello che Louis provava nei confronti di Hailey, quello che io provavo nei confronti di Harry.
La vita era stata estremamente ingiusta con quei cinque ragazzi, e lo stava per essere con me. La vita mi aveva fatto trovare l'amore in un ragazzo come Harry: riservato, schivo, lunatico...ma perfettamente Harry. E ora me lo stava per portare via. In fondo, sarebbe bastato un proiettile a mettere un punto a tutta la storia, no?
Eppure, se fosse stato uno di quei cinque ragazzi a premere il grilletto, non sarei mai riuscita ad odiarlo. Perché uccidendomi mi avrebbe messa in salvo.
Mi avrebbe messa in salvo da tutti quei soldi che mi circondavano, mi avrebbe messa in salvo dal ricordo del ragazzo che amavo, mi avrebbe messa in salvo da tutto ciò che mi opprimeva. Solo una cosa chiedevo però: poter vedere Harry e Louis. Erano stati loro due a farmi ambientare, erano stati loro il mio primo migliore amico e il mio primo ragazzo.
Allo stesso modo gli altri avevano fatto tantissimo per me, e non li avrei mai ringraziati a sufficienza.
Zayn era un ragazzo molto importante per me.
Lui, anche se fulminea, era stata la mia prima cotta. Lui era stata la mia prima canzone. Lui era stato il mio primo bacio.
Bene o male c'era sempre stato, e a lui dovevo molto. Era sempre riuscito a calmare le situazioni agitate, e con lui stavo tremendamente bene. Ero sempre stata bene con lui, non c'erano mai stati particolari momenti di antipatia, come invece c'erano stati per Harry.
Liam era il ragazzo più serio che io conoscessi.
Ma una di quelle serietà divertenti, non opprimenti. Lui metteva calma tra i ragazzi quando stavano litigando, mi era capitato quattro volte di vederlo all'azione. Liam era quel raro sorriso che illumina la stanza se sfoggiato. Quel ragazzo all'apparenza timido ma con un gran cuore da donare. Quel ragazzo che si era preoccupato facendomi mille raccomandazioni quando ero salita sul tetto di casa mia. Era un ragazzo unico, difficile da trovare. Quello stampo più unico che raro. E io potevo solo ringraziare il fato per avermelo fatto incontrare.
Niall.
Solo il nome era una risata. Il biondo della famiglia era davvero un ragazzo...speciale era poco. Lui era sopra il semplice "speciale". Lui era il sole che splende nella notte. E' un concetto strano, perché il sole di notte non splende. Ma lui era in grado di sorridere anche nella più brutte situazioni. Lui affrontava le sue giornate ridendo; anche con la vita che aveva, riusciva a ridere. Ammiravo la sua forza, era un concetto troppo grande per me. Non ero mai stata forte, né tantomeno sorridente. Invece Niall nel sorriso trovava la sua forza.
Louis era semplicemente Louis.
Lui era quel mix di allegria e sensibilità che ogni ragazza cercava. Quel ragazzo a tratti tenero, a tratti dolce, a tratti romantico. Lui era semplicemente se stesso, e con tutte le sue forze riusciva in qualsiasi impresa che si prefissava. Io avevo aiutato lui con Hailey, lui aveva aiutato me con Harry. C'eravamo sempre stati l'uno per l'altra, tra di noi c'era sempre stata una forte amicizia. Mi chiedevo come avevo fatto a non innamorarmi di Louis, sarebbe stato più facile rispetto a Harry, ma è stata comunque una fortuna che i sentimenti non siano cambiati nei suoi confronti. Anzi, ero stata davvero contenta di essergli stata d'aiuto con Hailey, loro due erano davvero la coppia perfetta.
E poi c'era Harry.
Harry Styles, quel riccio che mi aveva accolta con la massima freddezza. Quel ragazzo che mi aveva inizialmente addormentata con del cloroformio, successivamente con i suoi abbracci. La sua prima volta che sentii la sua voce roca fu con la frase "ti sei svegliata, finalmente." per poi lasciarmi con "la chiamano Sindrome di Stoccolma.". Al telefono non era la stessa cosa, non riuscivo a sentire le vibrazioni delle sue corde vocali, un suono che mi mancava ogni secondo di più. Harry aveva un caratteraccio di quelli difficili: era lunatico e seriamente instabile, era scorbutico e testardo. Ed erano le sue qualità migliori. A lui non apparteneva la sensibilità di Louis, la risata di Niall, la serietà di Liam o il romanticismo di Zayn. Perché Harry era solo Harry, e andava benissimo così. Lui era quel ragazzo stronzo dolce solo con la sua ragazza. Certo, anche con me a volte era stato stronzo ma -quasi- sempre in contesti scherzosi. Lui che aveva provato a darmi una ragione di vita, e che mi aveva proibito di fare di lui stesso l'unica cosa per cui vivere. Ma non si era mai reso  conto che dal momento in cui era entrato a far veramente parte della mia vita ne era diventato l'unica luce.
Sapevo che ero destinata a morire. Ma prima di ciò, mi sarei dichiarata. E se non avrei avuto Harry davanti a me, avrei detto a qualcuno di farglielo sapere. Perché io l'amavo, era un sentimento davvero tanto forte nei suoi confronti, qualcosa che non avevo mai lontanamente sentito.
Sarei morta amando.
E quell'amore mi avrebbe sempre tenuta in vita.

Louis's pov
Non avevo mai visto Harry così.
Se ne stava sul divano con la testa china, intento a bere una tazza di caffè, anche se erano appena le tre di pomeriggio. Non era nemmeno riuscito a mangiare, era semplicemente rimasto a fissare il piatto con lo sguardo perso chissà dove. Invece io avevo solo in mente il pomeriggio del ventitrè dicembre, quando ero andato a casa di Hailey e avevamo fatto l'amore.
Già, mi ero deciso a farmi avanti.
Fu senza dubbio una delle esperienze più belle della mia vita, anche perché l'avevo vissuta con la persona che amavo, e non avevo rimpianti. Non l'avevo raccontato a nessuno però, perché non mi sembrava il momento. Era successo tutto su due piedi, quindi non eravamo nemmeno agitati, al contrario delle mie aspettative.
-Louis?-
Mi sedetti accanto a Harry:-Dimmi.-
-Ho paura.-
Sorrisi all'affermazione del riccio, era la prima volta che lo ammetteva a voce alta. Probabilmente dentro di se aveva molta più paura rispetto a quella che dimostrava, ma ammetterlo era già un passo avanti.
-Lo so. Ma vedrai che andrà tutto bene, non le succederà niente finché ci siamo noi.-
-Le ho promesso che l'avrei sempre protetta, ma come posso fare se non sono lì con lei?-
-Se mai arriverà il momento, e speriamo di no, sono sicuro che saprai cosa fare...d'altronde, non sapevi nemmeno come riconoscere una cotta, e ora sai perfettamente di amare Kassidy. Perciò saprai cosa fare al momento esatto, credimi.-
Sorrise flebilmente, scuotendo la testa.
-Ti sta squillando il cellulare.-
Vidi lo schermo del mio cellulare illuminato, così saltai giù dal divano per poi rispondere.
-Pronto?-
-Ciao Lou, sono Hailey.-
-Heilà, tutto ok?-
-Non troppo.-
Sapevo che qualcosa non andava. L'avevo capito dal suo saluto che il tono non era quello di sempre.
-Che succede?-
-Beh...siamo nella merda più totale. Tu ed io.-
-Dai, spara.- non ero molto preoccupato, in fondo non ci poteva essere nulla di troppo grave.
-Non ce la faccio.-
-A fare cosa?-
-A dirtelo.-
In quel momento il cuore mi si fermò per qualche istante. Ecco la frase che non avrei mai voluto sentire ma che sarebbe arrivata al mio orecchio entro pochi secondi. "Ti lascio" è una delle parole più brutte. Quando si lascia qualcuno si è decisi a non vedersi più, e visto dall'altra parte faceva terribilmente male.
-Provaci.- le suggerii io, anche se me ne pentii subito.
-Mia mamma...ci ha scoperti.-
-E...che significa questo?-
-Io...beh, non lo so.-
Mandai giù il nodo alla gola che mi si era appena formato, non sopportavo di dover piangere.
-Hay, se devi dirlo, dillo adesso.-
-No! Io non posso lasciarti andare, Lou. Ho passato cinque anni ad aspettarti e adesso che ti ho trovato non me la sento di dirti addio.-
Tirai un sospiro di sollievo, per lo meno la mia Hailey sarebbe rimasta tale per un po'.
-Senti furba, accendo il computer e ti aspetto con Skype.-
-Arrivo subito.-
Spense la chiamata, così dopo aver fatto un cenno a Harry andai di sopra col computer e aspettai che Hailey entrasse su Skype, così la videochiamai.
-Eccomi qui!- sorrise, agitando la mano.
-Ti vedo.- ironizzai io, prendendola in giro.
-Che simpaticone. Ritorniamo alle cose serie però, mia mamma mi ha proibito di vederti, o sentirti...-
-Le sto tanto antipatico?-
-No, è solo che non vuole che io abbia un ragazzo perché devo passare la maturità per poi andare all'università. E mi rompe per questo.- si passò una mano tra i capelli, sbuffando sconsolata.
-Ti capisco. Comunque se vuoi prenderti una pausa, non c'è problema...-
-Non dirlo nemmeno. Tra tutto questo casino, sei solo tu che riesce a mettere un po' d'ordine nella mia testa. Quindi, ti prego, resta.-
-Hey, non ti abbandonerei mai se non fossi tu a dirmelo.-
-Ti amo.-
-Anche io.-

Niall's pov
Kassidy era stesa sul letto suo e di Harry, intenta ad ascoltarsi la musica. La tenevo guardata da un po' dalla mia camera, che dava sulla sua, perché avevo paura che svenisse da un momento all'altro. Per tutto il giorno era stata un cadavere e ogni tanto sul suo viso si potevano chiaramente distinguere delle lacrime.
Dopo quasi un quarto d'ora di osservazione decisi così di andare da lei.
-Si può?-
-Entra.-
Mi sedetti sul letto, saltandoci appena.
-Come stai Kas?-
-Bene. Tu?-
-Bene. Ma tu non stai bene.-
-Nemmeno tu.-
La guardai negli occhi. In fondo, gli occhi sono lo specchio dell'anima. Sapevo quello che stava passando perché era ciò che stavo passando anch'io. Lei non avrebbe più potuto rivedere Harry come io non avrei potuto fare lo stesso con Hazel. Era ovvio che la nostra storia non potrebbe essere durata a lungo, in fondo era mia cugina, e bene o male dovevamo tener conto di questo legame di sangue. Per un bacio non sarebbe mai successo nulla, ma se ci fossimo mai spinti oltre i problemi ci sarebbero stati, e pure tanti. Ci sentivamo sempre però per telefono, perché bene o male la cotta c'era, e quindi dovevamo raffreddarla prima di chiudere del tutto. Il problema era che più io la sentivo, più sentivo di esserne innamorato. Purtroppo funzionava anche a distanza, anche se non la potevo vedere, anche se sapevo che era sbagliata.
-Già, ma ci dobbiamo fare forza, Kas. Altrimenti non ne veniamo fuori in nessun modo.-
-Lo so. Ma vedi, io non accetto l'idea di non poter rivedere più Harry. Volevo fare ancora tanto con lui, per me non è stata una cosa passeggera.-
-Credimi, nessuno ha mai pensato che la vostra fosse una storia passeggera. Si vede che siete innamorati, vi si legge negli occhi anche se non vi state guardando. E per quanto riguarda il fatto di dover accettare l'idea....invece di accettarla, limitati ad abituarti. Nella vita troverai tante cose che non riuscirai ad accettare, e potrai solo abituartici. Non ci sono rimedi.-
-Dov'è finita la tua vena comica?- mi rivolse un debole sorriso. Probabilmente le faceva male la verità.
-Non c'è bisogno di chiamarla in causa. Almeno per adesso.-
-Adesso che ne avrei bisogno?-
-Forse non ne hai realmente bisogno...Kas, se vuoi io ci sono.-
Mi guardò confusa, e subito dopo i suoi occhi si velarono di lacrime. Si buttò contro di me, abbracciandomi stretto. Continuavo ad accarezzarle la schiena ancora fasciata, nella speranza che si calmasse, ma la sentivo piangere solo per sfogarsi, per buttare fuori ciò che cercava di reprimere da quasi un giorno.
-Vedrai che rivedrai Harry. Siete destinati a stare insieme.-
-E se il destino non ci vuole insieme?-
-E se noi facciamo a meno di credere nel destino?-
Sorrise debolmente, lasciando le mie braccia:-Grazie, Nì.-
-Figurati. Vedrai, riusciremo a scappare di qui, e io so che Harry ti verrà a prendere e ti porterà con lui.-
-Lo spero. Lo spero più di qualsiasi cosa al mondo.-


Angolo autrice
Eccoci col capitolo 14 :D
Non dico che è la fine, ma ci stiamo avvicinando. Il prossimo capitolo sarà...aiuto. Mioddiocielo. Ho paura a scriverlo.
Più che altro perché se non mi viene come voglio io mi metto a ballare la danza della pioggia...sotto la pioggia. :')
Detto questo io vi saluto dal mondo della Sindrome di Stoccolma, spero di aggiornare presto ma non so...

Ale xx
Lou xx

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Capitolo 15
*** Capitolo quindici: Harry. ***


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They call it "Stockholm Syndrome" cap.15
CAPITOLO QUINDICI
"Harry."

"Quando tu non sarai più parte di me,
ritaglierò il tuo ricordo in tante piccole stelle,
e il cielo sarà così bello perché tutta la
 gente si innamorerà della notte.
Trova un senso perché è un sentimento surreale,
sono un sognatore.
trova un senso perché non è un gioco di parole,
io sono un sognatore."

Harry's pov
Io e Louis eravamo seduti in divano nella snervante attesa dell'arrivo di Igor.
Erano le tre di notte, era scaduto da poco il tempo disponibile perché i genitori di Kassidy rispondessero. E Igor doveva arrivare con l'esito da lì a pochi minuti.
Se avessero risposto, Kassidy se ne sarebbe andata dopo due giorni. Nel caso contrario, Kassidy se ne sarebbe andata. Del tutto, però.
Sentimmo la porta aprirsi, io feci per alzarmi ma Louis mi trattenne.
-Ciao ragazzi.-
Quel mostro entrò in salotto facendo un cenno con la mano.
Mi feci subito avanti, non riuscivo più a starmene zitto:-Allora hanno risposto?-
-No.-
Mi sentii morto per qualche istante.
-Louis, lasciaci da soli un attimo.-
Louis lasciò il posto a Igor, che si mise di fronte a me.
-Sai già cosa devi fare, Harry.-
-No, non lo so.-
-Tu parti tra quindici minuti e per mezzogiorno di domani sei a Londra. E uccidi Kassidy. Chiaro?-
Uccidi Kassidy.
Si era sicuramente accorto di quello che stava succedendo tra me e lei, tanto da ripetere la storia di Louis. Come al tempo aveva affidato a lui il compito di fare del male a Hailey a causa del loro rapporto, stavolta era il mio turno. Ma sapevo che non sarei mai riuscito a fare una cosa del genere. All'inizio ero convinto che tutto sarebbe finito come se nulla fosse, ora solo la mia partenza mi era costata una mano viola e un paio di guance solcate dalle lacrime che in quel momento cercavo di reprimere. Non riuscivo a capire se tutto ciò che avevo fatto con Kassidy fosse stato solo uno sbaglio.
In fondo, se avessi preso posizione avrebbe potuto dormirci Louis con lei, invece no, era toccato a me. La prima notte, quando mi chiese la mano, io non la capivo. Ero la persona che stava odiando di più in quel momento ma aveva lo stesso bisogno di un contatto fisico per riuscire a dormire. Ricordavo perfettamente come mi sentii quando capii che soffriva di autolesionismo. E mi diedi la colpa per ciò che fece la sera stessa in cui arrivò, perché cosa poteva fare una vittima di rapimento in bagno quasi cinque minuti? Anche se non la conoscevo, anche se non la potevo soffrire, anche se mi seccava guardarla negli occhi, quella notte cercai di stringere più che potevo quella piccola mano intrecciata alla mia. Anche per le notti seguenti feci così, fino a sentire il suo corpo avvicinarsi sempre di più al mio, di giorno in giorno.
Ricordavo del primo vero sorriso che le rivolsi: entrando nello studio di Frankestein, quando dissi di essere il suo ragazzo. Lì le sorrisi per la prima volta, e mi divertì molto la sua occhiataccia quando mi rifiutai di girarmi. In fondo, la recita non sarebbe durata sennò...o sbaglio?
Comunque sia, non potevo nemmeno sfiorare l'idea di fare del male a quella ragazza, perché da quando avevo imparato a conoscerla era diventata una parte fondamentale della mia vita. Anche se litigavamo ogni giorno per un non nulla, io non potevo dire addio a quegli occhi nocciola che mi guardavano seccati, a quei capelli scuri spesso disordinati, a quel sorriso malizioso che ogni giorno mi facevano ricordare perché la amavo.
-Non credo di poterlo fare. Non sono pronto.-
-Sei nato per questo. Ora ti prepari un revolver e con un colpo la fai fuori.- si avvicinò a me, abbassando la voce:-Io verrò con te. Se la tua amata non muore entro quarantotto ore sarai costretto a subire la sua morte in prima fila.-
Deglutii pesantamente, raggiungendo Louis al piano di sopra.
-Allora?-
Mi guardò preoccupato e in tutta risposta mi buttai addosso a lui, abbracciandolo stretto.
-No, non metterti a piangere Harry, non è la soluzione giusta. E nemmeno spaccarti la mano al muro. E nemmeno deprirmerti.-
-C'è una cazzo di soluzione?-
-Sì, calmati.-
Provai a prendere un respiro:-Ok, con una scusa parti subito e raggiungi più in fretta che puoi Kassidy.-
-Cosa?! Ci metterò tipo una giornata!-
-Lo so.- gli misi una mano sulla spalla, sperando nella sua comprensione:-Io cercherò di prendere tempo. Igor vuole che io uccida Kassidy e vuole venire con me. Ora corri e avvisala, portala via se riesci. Mettila in salvo.-
-Ma, Harry...così non potrai più vederla.-
-Preferisco non vederla mai più che vederla morta. Corri!-
Fece un piccolo cenno e corse al piano inferiore. Lo sentii inventare una scusa, vidi poi una delle due macchine sparire di fretta.
Misi qualche vestito nella borsa e scesi più lentamente possibile. Sapevo che Louis se voleva riusciva a correre fino ai 200 km/h per strada se si trattava di emergenze. E sapevo che anche lui era disperato, anche se non lo dava a vedere. Aveva sempre avuto un invidiato autocontrollo, tranne quando si trattava di Hailey. Ma anche lui a volte i freni inibitori si allentavano e scoppiava.
-Sei pronto, Harry?-
Feci un cenno con la testa.
-Anzi no.-
-Cosa c'è, ora?-
-Devo andare in bagno.-
-Sbrigati.-

Louis's pov
Non avevo mai corso così velocemente per strada. La lancetta toccava spesso i 200, e si spostava rapidamente ai 50 in presenza di autovelox. Non potevo assolutamente permettere che succedesse nulla a Kassidy.  In veste di suo migliore amico in primo luogo, ma anche come persona, non potevo permettere che le venisse fatto del male. Le ne avevamo inflitto fin troppo, anche se lei sembrava averlo trasformato in bene.
Mi squillò il telefono, così dopo averlo collegato in malomodo all'auricolare risposi.
-Pronto?-
-Ciao Lou, sono Hailey.-
-Amore mio, come stai?-
Tirò un sospiro, abbassando il tono della voce:-Male.-
-Che succede?-
-E' per mia madre...-
Inserii la quarta nel mentre in cui la sentii singhiozzare-
-Che ha fatto?-
-Vuole che ti lasci.-
-E...quindi?-
-Io non so cosa fare, cazzo.-
Decellerai leggermente, e anche se al momento avrei voluto fermarmi del tutto non accostai a causa del mio pensiero sempre fisso su Kassidy.
-Hailey, io...non so cosa fare nemmeno io, solo tu sai che limiti ti ha messo tua mamma, io non posso sapere fino a che punto arriva.-
-Va tutto bene, Louis?-
-Hem...perché?-
-Non mi sembri quello di sempre.-
E se non lo riconosceva lei, chi altro potevo imbrogliare?
-Lo so, scusami. Ma Kassidy è in pericolo e io e Harry stiamo facendo di tutto per proteggerla. Ora sono in autostrada e sto correndo come un deficiente.-
-No, aspetta, se vuoi io raggiungo Kassidy a casa vostra.-
-Non ci provare!- mi schiarii la voce, in quanto l'avevo appena alzata di molto:-Non voglio che ti succeda niente Hay, questa non è una bella situazione.-
-Beh, novità del giorno, anche io tengo a te e a Kassidy e non voglio che vi succeda nulla. Perciò io parto adesso.-
-Se lo fai, giuro che...Hay? Hailey?!-
Guardai lo schermo del telefono, osservando la scritta "chiamata terminata". Ci mancava solo lei a farsi male, tre non erano già abbastanza. Speravo che non avesse davvero preso la macchina e guidato fino a casa nostra.

Kassidy's pov
-Liam, basta!-
-Oh maddai, ridi un po'!-
Erano cinque minuti che Liam continuava a farmi il solletico mentre cercavo di dormire. Le avevano provate tutte per tirarmi su il morale: film comici, battutacce, strani teatrini con altrettanto strani calzini e ora ci mancava il solletico.
-Non ho voglia di ridere!-
-Ma ridere allunga la vita!-
Si fermò qualche istante, stendendosi di fianco a me.
-Vedrai che vi rivedrete.-
-Non credo.-
-Perché sei così negativa?-
Si appoggiò sul gomito e si girò verso di me, sospirando leggermente.
-Non trovo elementi positivi nella vicenda.-
-Solo perché non li trovi non vuol dire che non ci siano.-
-Ne vedi?-
Mi rivolsi a lui con lo sguardo, mentre prima avevo sempre cercato di tenerlo al soffitto, nella speranza di ricacciare quelle maledette lacrime indietro, anche se il risultato non sembrava dei migliori.
-Sì, ne vedo tanti. La distanza vi rafforza, anche se voi non riuscite ad accorgervene. E poi quando vi ritroverete sarà più bello che mai, perché finalmente rivedrete la persona che amate.-
-Sono stata una stupida.-
-Perché?-
-Non gli ho detto che lo amo.-
Sospirò leggermente, alzandosi dal letto, tendendomi poi la mano:-Sono sicuro che avrai occasione di dirglielo.-

Niall's pov
Nemmeno mangiare mi faceva più stare meglio.
Ero appoggiato al bancone della cucina con una tazza di cioccolata calda in mano, ma nella mia testa avevo solo Hazel. Cercavo in ogni modo di non pensare a lei, ma non riuscivo a fare diversamente. Ogni cosa mi ricordava Haze. Sapere di essere suo cugino era stata una delle notizie più brutte in vent'anni di vita, perché era qualcosa di enorme ad impedirmi di stare con lei. Purtroppo era questione di legge, tra familiari non ci potevano essere rapporti di affetto. Quella legge doveva essere abolita secondo me, perché io amavo Hazel. Ero sicuro di poterla dimenticare nel giro di poco tempo, ma non avevo fatto i conti di quei suoi capelli biondo grano, di quei suoi occhioni color oceano, di quel sorriso maledettamente perfetto.
Preso da una piccola scarica di adrenalina, accesi il telefono e le inviai un messaggio.
A: Lei.
"Ciao Hazel, sono Niall.
Ascolta, mi manchi davvero tanto, ma anche se sono messo male con la gamba posso venire a trovarti dovunque tu voglia, perché ho una voglia matta di vederti. Spero che per te quel bacio non sia stato qualcosa di passeggero, perché io ci ripenso ogni istante. Scusa il disturbo, Niall xx"
Fissai sorridendo come un ebete la schermata con scritto "messaggio inviato" e forse ero pure arrossito, ma poco mi importava, perché finalmente qualcosa si accese in me.
Scesi dal bancone, sentivo che qualcuno era sveglio nonostante fosse notte fonda. Andai così a controllare, trovando Zayn steso a leggere qualcosa in camera sua e decisi di raggiungerlo.
-Sera!-
Si girò di scatto verso di me, stropicciandosi gli occhi.
-Sveglio anche tu, Nì?-
-A quanto pare. Non riesco a dormire, ho la testa tra le nuvole. Tu invece?-
-Semplicemente non ho sonno, così mi sono messo a leggere. Sai, sono preoccupato per Harry. Gli ho mandato tipo sette messaggi ma non mi risponde.-
-Sarà impegnato...dai, non può stare così male. E' in California, per la miseria!- provai a far ridere un po' Zayn, anche se ottenni sono una debole risata.
-Dai Zazà, vedrai che sta bene.-
Sentimmo la porta aprirsi, e con essa il dolce sorriso di Kassidy:-Sembra che vi dobbiate dichiarare da un momento all'altro.-
-Difatti è così.- scherzai io:-Ho sempra amato Zayn, fin da quando gli vidi il piripillo da bambino.-
Scoppiai a ridere mentre Zayn si alzò dal letto sconvolto:-Tu mi hai visto cosa?!-
-Eh già, stavi facendo la doccia e sono entrato per prendere lo spazzolino, così ne ho approfittato. E porto dentro questo amore da moltissimo.-
Kassidy si buttò a letto a ridere, seguita anche da Liam che aveva le lacrime agli occhi. Così guardai Zayn che stava girando in tondo con gli occhi spalancati mentre borbottava qualcosa di incomprensibile. Io mi godevo la scena complessiva scuotendo la testa, pensando che finalmente stavamo vivendo un momento felice dopo due giorni di malinconia.

Hailey's pov
Parcheggiai la macchina fuori dal grande cancello della casa di Louis e una volta scesa non ci misi molto a scavalcarlo. Arrivai di corsa sotto la porta, cercando di non bagnarmi a causa della pioggia insistente e suonai il campanello. Aspettai diversi minuti prima che arrivasse qualcuno ma essendo sotto il portico per fortuna non mi bagnai.
-Chi è?-
Non riuscii a riconoscere la voce, così sperai che lui riconoscesse me.
-Sono Hailey.-
Sentii la chiave scattare nella serratura, e davanti a me spuntò un ragazzo biondo dagli occhi azzurri, seguendo le descrizioni che Louis mi aveva dato doveva essere Niall.
-Ciao, sono Niall. Che ci fai qui a quest'ora?-
-Ho chiamato Louis e sembrava che ci fossero dei problemi, perciò sono venuta qui anche io.-
-Oh...certo. Entra pure.-
Sorpassai il biondo, arrivando in soggiorno, dove trovai Kassidy. Le corsi addosso abbracciandola, mentre lei mi guardava confusa.
-Che cazzo ci fai qui?!- mi ammonì lei subito.
-Se mi lasci parlare te lo spiego.-
-Ok, certo...Niall, vado in cucina con lei.-
Il biondino sorrise a Kassidy, mentre lei mi prendeva per mano e mi trascinava in un'altra stanza.
Era davvero una gran bella casa,  di certo non me la immaginavo così: sui muri di legno erano appese diverse foto dei cinque ragazzi da piccoli. Li riconobbi tutti: Zayn, con i suoi capelli scuri e gli occhi quasi chiari che in una foto stava saltando la corsa assieme al biondo di poco prima. In un'altra foto, vidi Liam, un bambino dagli occhi e dai capelli color nocciola, mentre stava cucinando forse dei biscotti, ma non si capiva bene dalla foto. Per ultima vidi una foto di Harry e Louis, entrambi seduti su un'altalena che sorridevano. Avranno avuto sì e no sette anni, ed erano entrambi bellissimi con quegli occhioni enormi.
-Che ti salta in testa, eh?- mi girai verso Kassidy che mi aveva appena chiamata in causa.
-Scusami, è che ero preoccupata per Louis. L'ho chiamato e quando mi ha risposto era tutta un'altra persona. Ha detto che tu sei in pericolo e lui e Harry stanno facendo di tutto per proteggerti, e poi stava correndo in macchina che tra poco volava fuori dall'asfalto.-
-Cosa?! Io sono in pericolo e Harry e Louis stanno facendo di tutto per proteggermi?-
-Esatto!-
-Oddio santo.-
Si portò una mano alla fronte, legandosi nervosamente i ciuffi castani in una coda frettolosa.
-Ecco perché non mi ha risposto quando l'ho chiamato!- sbuffò pesantemente, abbandonandosi alla sedia:-Io ci tengo troppo a lui per sapere che sta correndo dei rischi per proteggere me, capisci Hay?-
-Sì, vale lo stesso per me con Louis.-
Vidi il suo sguardo addolcirsi, mentre si portava una mano al cuore:-Sai, mi ricordo di uno dei primi giorni che ero qui. Eravamo seduti in divano, c'eravamo io, Harry e Niall. Niall era seduto sulla poltrona e stava leggendo un libro di cui ora non ricordo il titolo, mentre io e Harry stavamo guardando passivamente la tv. Io giocherellavo con il cellulare, mentre lui era occupato a scrivere fogli su fogli, probabilmente di cose segrete, non me l'ha mai voluto dire. Fatto sta che stavo crollando dal sonno e allora mi sono appoggiata alla spalla di Harry involontariamente. Lui mi ha guardata male in un primo momento, ma quando ho fatto per alzarmi lui mi ha trattenuta, stringendomi la mano, dicendo che potevo mettermi come poco prima a patto che non arrivasse Igor. Perciò stesi le gambe sul divano e appoggiai la testa sulla sua spalla, e in quel momento pensai a quanto meraviglioso fosse Harry. Anche se ancora non provavo nulla per lui, ma credo che quello sia stato l'inizio di tutto. Devo ammettere che però la mia prima cotta è stata per Zayn, anche se fulminea.-
-Sei cambiata tantissimo, Kassidy.- sorrisi alla mora che arrossì appena:-Davvero, non sto scherzando. Mi sembra solo ieri che te ne stavi in disparte o seduta solo vicino a me a mensa, che evitavi tutti gli sport di squadra, che se ti scontravi con qualcuno eri la prima a chiedere scusa...ora sei un'altra persona. Sei sicura di te, sei aperta, hai imparato a sognare.-
-Perché, prima non sognavo?-
-No.-
Ridacchiò dolcemente, alzandosi dalla sedia:-Mi manca tanto il mio Harry. Non gli ho detto che lo amo. Ma voglio farlo.-
-Sarebbe il tuo primo "ti amo"?-
-Sì...è imbarazzante, lo so.- prese dalla credenza un barattolo di Nutella, porgendomi un cucchiaio.
-No, anzi, trovo che sia dolcissimo.- immersi il cucchiaio nel vasetto, portandomelo poi alla bocca.
-E ora sono preoccupatissima per lui.-
-E sono sicura che lui lo sia per te.-
-Ti fermi a dormire?-
-Va bene.- l'abbracciai di slancio, non seppi il perché, avevo solo voglia di un abbraccio.

Harry's pov
L'agitazione si faceva sentire sempre di più, mentre cercavo costantemente di rallentare anche se potevo andare veloce.
Ogni tanto Louis mi mandava un messaggio e dall'anteprima del contenuto riuscivo a leggere che aveva circa 20 km di vantaggio, e speravo che andassero aumentando. Solo l'idea di non poter più rivedere Kassidy faceva male, sapere addirittura che non ci fosse più mi avrebbe ucciso. Avrei dato la mia vita per lei, l'avevo promesso.

**
-Qual'è la tua canzone preferita, Harry?-
-La canzone del dormi e stai zitta.-
Sorrisi strafottente, guardando seccato la sveglia, che segnava le due di notte. Era solo la sesta notte che Kassidy stava da noi, e il nostro rapporto iniziava a cambiare leggermente. Giusto il giorno prima le avevo permesso di appoggiarsi alla mia spalla per quasi un'ora e mezza in divano, e non me ne ero pentito. In fondo, per quanto potesse essere acida e incomprensibile era una persona anche lei, e data la situazione in cui si trovava, forse aveva bisogno anche di un punto di riferimento su cui contare.
-Non la conosco.- sorrise dolcemente. Non avevo mai capito il suo lato dolce che emergeva durante la notte.
-E' molto famosa. Se vuoi te la canto...così dormi e stai zitta, magari.- sorrisi anch'io, nella speranza che capisse la vena di ironia.
-No no, te la risparmio.-
-La tua?-
-When the darkness comes, di Colbie Caillat. Conosci?-
-Sì, devo averla sentita in giro. Quindi, ti piace il genere lento?-
-Non è molto lenta. Se l'ascolti ha il suo ritmo, è molto melodica, fa quasi piangere.-
Accennai un sorriso, prendendo la sua mano tra le mie, avvicinandomi a lei.
-Lo so che è una brutta situazione, Kassidy, ma se vuoi...beh, io ci sono. Anche se posso sembrare il ragazzo più bastardo della Terra, ma per te ci sono, ok? Se avrai mai dei problemi, o se ti servirà aiuto, non so per cosa...io ci sono. D'accordo?-
Mi guardò con i suoi occhioni da cerbiatta, e la vidi arrosssire, anche se la luce diffusa dalla piccola lampadina attaccata al muro non era molta. Era una gran testa calda ed era fastidiosa a volte, ma non riuscivo a negare il fatto che fosse estremamente dolce.
-D'accordo...ma non vorrei diventare un peso poi. Già so che non sono la persona più gradita qui, se mi mettessi poi a chiederti aiuto sarebbe finita.-
-Ma te l'ho detto io che ci sono per te, ti converrebbe approfittarne. Non mi capita sempre di essere così buono.-
Sorrise alla piccola battuta, intrecciando le gambe alle mie.
-Buonanotte, Harry.-
-'Notte Kas.-
**

Non avrei mai permesso che le fosse successo qualcosa. L'avrei lasciata veramente andare quando sarei stato sicuro che non avrebbe più corso pericoli...il che si prospettava un lungo periodo, senza dubbio. Ma non potevo farci niente. Avevo fatto tutto da solo: partendo dal dire che non mi sarei mai dovuto innamorare di lei, arrivando a dire che l'avrei sempre protetta.
"Angelo con la pistola", ecco come ero stato definito da lei. La sua faccia spaventata mi rimase impressa nella mente per molto tempo dopo quell'episodio con la pistola, difatti nei giorni seguenti fui molto attento a ciò che dicevo.
Sorrisi involontariamente tra me e me, ogni ricordo di Kassidy mi faceva quell'effetto.

Zayn's pov
Dopo quella piccola pausa assieme a Kassidy, Liam e Niall ero finalmente ritornato sul mio libro.
Stavo leggendo passivamente però, non capivo fino in fondo le parole del libro. In casa c'era un subbuglio generale, nessuno riusciva a dormire. Liam e Niall stavano guardando la tv in salotto mentre Kassidy e Hailey stavano parlando in cucina. Non era mai successa una cosa del genere, ma si poteva chiaramente avvertire la tensione in circolo. Noi cinque eravamo sempre stati empatici: ci capivamo senza bisogno di parole, sapevamo quando uno di noi si trovava nei guai. E in quel momento era così per Harry.
Sentii il telefono vibrare dalla tasca, così lo estrassi ma mi stava chiamando un numero sconosciuto. Il che era strano, dato che il mio numero l'avevano solo sei persone sulla faccia della Terra. In più, era davvero bizzarro l'orario.
-Pronto?-
Controllai meglio l'ora sull'orologio che avevo al polso, mi sembrava impossibile che qualcuno potesse chiamare alle cinque di mattina.
-Zayn Malik?-
Mi sorpresi del fatto che fosse stata una ragazza a parlare, mi aspettavo di essere ricercato da qualcuno.
-Cosa vuoi?-
-Ok, sei tu. Scusa per l'ora, spero di non averti disturbato...-
-Mi dici chi sei?-
-Certo, scusa.- si schiarì leggermente la voce:-Mi chiamo Coreen.-
-Piacere. Ora, che vuoi?-
-Devo incontrarti, è molto urgente. Verrò da sola, te lo giuro. Ma devo parlare con te.-
Deglutii pesantemente, quella ragazza mi stava mettendo paura.
-Sei sicura di stare bene cara?-
-Certo...- sbuffò seccata.
-Ok, beh...negozio di vestiti in centro, quello tutto rosa, dietro l'angolo. Va bene?-
-Ottimo, Zayn. Ci vediamo lì per le due di oggi pomeriggio, quando non c'è movimento.-
-D'accordo...-
-A dopo.-
Attaccai il telefono con una faccia alquanto sconvolta. Forse ero stato stupido o imprudente, ma qualcosa mi aveva preso fin da subito.

Kassidy's pov
Aprii gli occhi con molta fatica.
Sorrisi vedendo Hailey dormire beatamente tutta attorcigliata nelle coperte. Guardai l'ora, era mezzogiorno.
Ricostruii velocemente tutti gli avvenimenti della sera prima: la chiacchierata con Liam, quel momento di risate, Hailey, e infine la cioccolata calda delle cinque e mezza. Dopo ci ciò eravamo andate a letto, con noi anche Liam, mentre Niall e Zayn rimasero svegli.
Appoggiai i piedi per terra, rabbrividendo al contatto col pavimento freddo. Controllai il telefono, nessun messaggio. Sorrisi nel vedere la foto di sfondo: eravamo io e Harry mentre dormivamo, era la foto che ci aveva fatto Louis la mattina del giorno in cui ci mettemmo insieme.
Barcollai fino alla cucina, trovandovi Zayn.
-Buongiorno!- mi sorrise lui, abbracciandomi.
-Ciao Zazà. Come stai?-
-Bene...non hai freddo?-
Scrutai velocemente il mio abbigliamento, e se fossi stata una persona normale, con solo una felpa lunga addosso avrei sentito freddo. Invece no, in quella felpa stavo benissimo, perché era la felpa di Harry.
-No. Ho quasi caldo.- lo presi in giro, dirigendomi verso il soggiorno.
Ero nel corridoio quando la porta d'ingresso si aprì di colpo, e spalancai gli occhi vedendo Louis. Aveva il fiatone e la fronte era imperlata di sudore.
-Kassidy!- mi si precipitò addosso, prendendomi la mano, guidandomi frettolosamente verso il garage.
-Louis?! Che cazzo ci fai qui?-
Ovviamente non mi rispose, si preoccupò invece di non farmi cadere per le scale che seguivano alla porta del garage. Lo seguii fino al centro del garage, quando si mise di fronte a me, respirando pesantamente.
-Scusami, ma sei in pericolo Kas, dobbiamo andarcene.-
-No! Qui c'è Hailey, non puoi andartene!-
-Chi c'è qui?!- spalancò gli occhi cristallini.
-Hailey! Ha dormito con me stanotte...-
-Cazzo, io le avevo detto di no!-
-Era preoccupata...- la difesi, anche se in tutta risposta ricevetti un abbraccio:-Louis, che diavolo ti prende?- sorrisi contro la spalla del mio migliore amico.
-Mi sei mancata.-
-Anche tu...-
Davo le spalle all'entrata del garage dall'esterno, e Louis ci era di fronte. Mi stringeva a se come era solito a fare. Mi era mancato davvero tanto, e benché la situazione non fosse delle migliori, riuscii a trovare qualche modo per godermi quell'abbraccio dopo troppo tempo.
-Come sta Harry?-
Aspettavo con ansia una risposta, ma sentii solo la porta del garage aprirsi e dei passi veloci correre verso di me. Sentii l'altra porta spalancarsi e un urlo investì i miei timpani. Il cuore di Louis, a contatto col mio, accelerò improvvisamente, mentre sentii i suoi muscoli irrigidirsi. Fu tutto questione di pochi frammenti di istante: uno sparo forte che rimbombò per la stanza vuota, un acuto proveniente dalla scalinata, il Suo corpo a terra, sangue ovunque, e lacrime che iniziarono a scendere fuori controllo.
-Harry!!!-


WRITER'S WALL
Vas happeninnnn gente :)
Scusatemi il ritardo, ma ho un periodo non di merda, peggio santoddio.
Davvero, mi va tutto malissimo e quindi anche l'ispirazione era andata a puttane, ma ora ha gentilmente bussato alla mia porta e sembra che non mi voglia più lasciare sola. Scusatemi per questo schifo che vi ho presentato, ma ho dei progetti importanti. Intanto, curiosi di questa Coreen? Io sì :) (?)
Vado gente, bacioooo :*
Se vi va di passare qui è una one shot che ho scritto tempo fa, vi metto la trama:

Harry è destabilizzato. Vuole i suoi quattro fratelli lì con lui, non distanti, e si domanda come un accordo di chitarra può aver causato la rottura degli One Direction. Le risposte che cerca gli arriveranno tramite una lettera che ognuno di loro gli scriverà, raccontando come si sente, quali sono i suoi sbagli, chiedendogli scusa. Harry acquista e perde costantemente speranza, fin quando non riceve l'ultima lettera.
E' incredibile la magia che quattro lettere possono fare su un ragazzo come Harry Styles, ormai vuoto dentro, che aspetta solo di avere i suoi amici lì vicino.
"Perfetto, ora la speranza è maggiormente fastidiosa.
Non so più se contattarlo o no, forse rimarrei deluso dalla sua -non- risposta, e già con Liam è stata una brutta botta, non vorrei essere costretto a sopportare il doppio.
(...)
E' passata una settimana dalla lettera di Zayn.
Non gli ho mandato un messaggio, non ho più voluto farmi sentire."

Link--> Letters to Harry


Ale xx
Lou xx

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Capitolo 16
*** Capitolo sedici: Non lasciarmi. ***


They call it "Stockholm Syndrome" cap.16
Hey :) Scusate gli errori, non ho avuto tempo per ricontrollarlo tutto...
Buona lettura :)


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CAPITOLO SEDICI

"Non lasciarmi"


"Wake you up, in the middle of the night
to say "I will never walk away again",
I'm never gonna leave this bed.
So you say "go, it isn't working"
And I say "no, it isn't perfect",
so I stay instead,
I'm never gonna leave this bed"


Kassidy's pov
Fui lasciata dalle braccia di Louis che si catapultò su Igor, atterrandolo con un pugno sulla mandibola.
Hailey scese di corsa le scalinate, andando verso Louis, seguita da Zayn.
Niall saltò la ringhiera e corse verso di me, scuotendomi le spalle:-Kassidy! Alzati, dobbiamo aiutare Harry!-
Mi prese la mano, trascinandomi verso il riccio steso per terra.
Arrivò anche Liam, che aiutò Louis ad atterrare Igor.
Mi inginocchiai accanto a Harry, prendendo a chiamarlo nella speranza che aprisse gli occhi. Con la mano si teneva il petto da cui continuava ad uscire sangue che andava ad aggiungersi a quello già sul pavimento. Sentivo Niall urlare il nome di Liam perché venisse ad aiutarlo, ma era troppo occupato con Igor.
-Chiama l'ambulanza, Kassidy, sbrigati!-
Mi voltai verso Louis che mi aveva appena ordinato di chiamare, così afferrai il telefono dalla tasca e chiamai l'ambulanza.
Dissero che nel giro di pochi minuti sarebbero arrivati, ed era quello che continuavo a sperare.
-Kas, stai qui con Harry, io vado ad aiutare gli altri!-
Niall mi lasciò da sola con Harry, che continuava a dimenarsi per il dolore, senza avere la forza di aprire gli occhi, raccogliendosi le gambe allo stomaco.
-Harry, ascoltami...- gli andai più vicino possibile, accarezzandogli la guancia:-Tu ce la farai, d'accordo? Devi farcela, starai bene, ora ti fa male, ma vedrai che passa in fretta...te lo prometto Harry, tutto questo sta per finire. Ce ne andremo tutti da qui, te lo giuro...- deglutii pesantemente, mentre le lacrime continuavano a scendere, appoggiandosi sulle guance arrossate del riccio:-...e verrete a vivere con me, ce ne andremo tutti insieme, vivremo una vita migliore, ma tu devi farcela. Non puoi mollare ora, hai capito? Ne hai superate tantissime, e non dovevi proteggere me, perché diavolo l'hai fatto?!- spostai la mano sul suo collo, appoggiando la fronte alla sua:-Perché cazzo l'hai fatto, eh?!-
Uno sbuffo caldo lasciò la sua bocca, mentre lui provava a dire qualcosa, anche se le parole non erano altro che un flebile sussurro:-Perché te l'avevo promesso...anche se mi sarebbe costata la vita. E tu...- prese un profondo respiro, gemendo dal dolore:-...hai detto che non l'avresti permesso, ma io ti ho detto che anche se sarei morto sarei stato felice, sapendo di averti salvata.-
Aprì leggermente gli occhi, e in quell'istante riuscii a rivedere quel verde che tanto amavo, offuscato dalla fatica di tenerlo alla luce.
-Sei uno stupido Harry, perché io non posso comunque vivere se tu non ci sei.-
-Non dire così. Tu crescerai, troverai degli altri ragazzi, ti sposerai, avrai dei figli...questo è stato solo l'inizio della tua vita.- sorrise debolmente, per quanto il proiettile glielo permettesse.
-Però tutta la mia vita ora sei tu. Ti prego Harry, non abbandonarmi...-
-Ho sempre odiato vederti piangere...Kas, ho freddo, mi tieni la mano?-
Avrei voluto dirgli di no, avrei voluto dirgli che se aveva freddo doveva sentire caldo, avrei voluto dirgli di non mollare, ma non ci riuscii, perché sapevo bene quel genere di freddo lì a cosa corrispondeva.
-Certo.- gli sorrisi appena e gli strinsi la mano tra le mie. Nel frattempo mi girai verso i ragazzi: Igor era a terra privo di sensi, dal naso colava un bel po' di sangue, Louis e Liam avevano il fiatone, mentre Zayn provava a tranquillizzare Hailey. Anche lei era sconvolta, le lacrime scendevano anche sulle sua guance.
La porta si spalancò di colpo ed entrarono dei medici con una barella, seguiti da altri uomini. Agitai le mani e corsero da Harry, e in pochi secondi fu caricato in barella e portato in ambulanza. Non mi permisero di salire, non lo permisero a nessuno, così lasciammo Liam con Igor, mentre aspettava che arrivasse la polizia per denunciarlo, mentre io partii con Hailey, Louis e Niall; Zayn restò a casa perché doveva incontrare una persona. In realtà insistì per venire, ma non ci sembrava giusto, perciò lo lasciammo libero.
Arrivammo in ospedale di corsa, e salimmo al pronto soccorso. Un medico prese da parte Louis, e per qualche istante il cuore smise di battere quando vidi il mio migliore amico iniziare a piangere.
Dopo che il dottore gli appoggiò una mano sulla spalla, Louis ci raggiunse barcollando, asciugandosi le lacrime con la manica.
-Louis?- Hailey provò ad abbracciarlo, ma lui si allontanando, facendomi segno di raggiungerlo distante dagli altri.
Mi appoggiai al muro con le spalle, e anche se al momento avrei preferito scoppiare a piangere, cercai di trattenermi e incitai Lou a parlare:-Allora?-
-Il proiettile gli ha perforato il polmone sinistro, ora la sua vita è appesa al fino del rasoio.- prese un lungo respiro:-Non mi hanno detto se ce la farà o no, hanno solo detto che è molto grave e che l'operazione potrebbe non riuscire.-
-Ah...d'accordo...- deglutii per cercare di trattenermi, ma la cosa stava funzionando ben poco.
-Kas, se devi piangere, fallo, ci siamo in due in questa situazione.-
Il tempo di guardarlo negli occhi e mi scaraventai addosso a lui, abbracciandolo stretto, singhiozzando contro il suo petto. La sua mano vagava tra i miei capelli, accarezzandoli appena, mentre le sue spalle si muovevano in modo irregolare.

Niall's pov
Ero seduto sulle sedie della sala d'aspetto assieme a Hailey, che guardava passivamente le persone passare davanti a lei.
-Ce la farà?- mi chiese, tutto d'un tratto, fissandomi negli occhi.
-Sicuramente. Harry è molto forte...ce la farà, è certo.-
-Allora perché stanno piangendo?-
-Perché magari la situazione è critica. Anzi, senza magari. E' un brutta situazione.-
Alzai lo sguardo verso la segreteria, c'era un via vai di infermieri che non finiva più. Chiusi per un istante gli occhi, e quando li riaprii per poco non saltai giù dalla sedia. A pochi metri da me, Hazel era appoggiata alla colonna intenta a scrivere un messaggio.
-Hailey, vado un attimo da quella ragazza, ok?-
-Tranquillo, Louis sta ritornando.-
Sorrisi a Hay, dirigendomi poi da Hazel. Il cuore batteva forte, perché finalmente era lì davanti a me.
-Buongiorno.-
Alzò di scatto la testa verso di me, aprendosi in un meraviglioso sorriso.
-Niall!-
Mi abbracciò di slancio e io la strinsi a me più che potevo.
-Come stai, Haze?-
-Bene, ti stavo rispondendo adesso.- mi mostrò la schermata del telefono, aperta sul mio messaggio.
-Beh, ora sono qui.-
Si staccò dalle mie braccia, sorridendo dolcemente.
-Mi sei mancato.-
-Anche tu.-
Feci scontrare le mie labbra con le sue, chiudendole in un bacio.
Sapevo che non era il contesto migliore, ma non potevo lasciarla andare un'altra volta.

Zayn's pov
Ero raccolto nel mio giubbino all'angolo di quel negozio ormai da dieci minuti. Mi continuavo a chiedere chi mi sarei trovato davanti, e soprattutto se mi fossi trovato qualcuno. Quella chiamata era stata probabilmente una delle cose più strane della mia vita, e di quell'appuntamento avrei fatto volentieri a meno, sapendo cosa stava succedendo a Harry. Ma secondo Kassidy gli impegni erano impegni, così non riuscii a convincerli a portarmi in ospedale con loro.
-Zayn?-
Mi voltai verso la figura nascosta dall'ombrello che stava venendo verso di me. Era completamente vestita di nero: i leggins neri le fasciavano le gambe snelle e la felpa del medesimo colore ricadeva quasi fino a metà coscia. Gli occhi erano nascosti da un paio di occhiali scuri e dal cappuccio usciva qualche ciuffo castano.
-Coreen.-
Ci stringemmo la mano, dopodiché lei si sfilò il cappuccio e gli occhiali. La somiglianza ad Harry fu una cosa impressionante, tranne per la tonalità più chiara del colore degli occhi e le punte rosa dei capelli.
-Scusa se ti ho disturbato Zayn, ma devo parlarti di una cosa.-
-No, prima mi spieghi chi sei e come hai fatto a trovarmi.-
Sbuffò leggermente, portandosi dietro l'orecchio una ciocca ramata:-Sono Coreen e...- si tirò su la manica destra del giubbotto, scoprendo un simbolo che ricordava l'ariete, contornato da una fiamma. Ce ne aveva parlato Igor: chi aveva quel simbolo tatuato sul polso faceva parte della Gang, una delle bande più pericolose di Londra.
-Sei una della Gang, vero?-
-Esatto.-
-Non sapevo ci fossero anche femmine.-
-Difatti, siamo in due.- abbassò di nuovo la manica, guardandomi fisso negli occhi:-Ma non sono qui per questo. Ora la Gang non c'entra...cioè, sì, c'entra...solo in minima parte però.-
-Quanti anni hai?-
-Diciassette compiuti il ventisette marzo.- sorrise come una bambina, aveva un'espressione molto dolce, contraddetta però dal simbolo tatuato sul polso.
-Bene, Coreen, cosa devi dirmi?-
-Il mio nome completo è Coreen Joyce...Styles.-
Spalancai gli occhi per la sorpresa. Sapevo che Harry aveva una sorella, ma non avrei mai immaginato di conoscerla faccia a faccia.
-Sì, sono la sorella di Harry, e ti ho contattato perché so che tu lo conosci.-
-Se lo conosco...? Lui è mio fratello, cazzo!-
Sorrise debolmente, avvicinandosi a me, appoggiando timidamente le mani alle mie spalle, chiudendosi in un abbraccio. Le cinsi confusamente la vita con le braccia, e fu questione di una manciata di secondi prima che scoppiasse a piangere.
-Che ti prende ora?!-
Si ricompose in fretta al suono del mio tono duro della voce, e si staccò immediatamente, prendendo le distanze.
-Scusami.-
-No, cioè, io...- ok, non ero mai stato bravo a consolare ragazze, per la miseria:-Non volevo spaventarti, volevo solo sapere che avevi, ecco.-
-Io ho bisogno di vedere Harry...lui è mio fratello, e io devo vederlo.-
Sorrisi amaramente. Sarei stato contento di dirle di seguirmi, che l'avrei portata da lui, ma purtroppo fui costretto a dirle tutt'altro:-Lui è in ospedale, ora.-
-Come?!-
-Allora, è una storia lunga...-
-Ti ascolto.-
-Vieni.-
Intrecciai la mano alla sua e senza dire nulla uscii allo scoperto, fino ad entrare in un bar, sedendoci ad un tavolo.
-Allora Coreen, la storia è questa: io, Harry, Louis, Niall e Liam viviamo con un criminale di nome Igor che ci fa fare tutto ciò che vuole. Tre settimane fa abbiamo dovuto rapire una ragazza, Kassidy, e ora quella ragazza è la fidanzata di Harry. Il loro è stato un rapporto molto strano: i primi giorni era un litigio continuo, verso lo scattare della seconda settimana però le cose sono cambiate e si sono addolcite, finché un giorno si sono decisi e grazie a Louis si sono messi insieme...- sorrisi tra me e me, il ricordo di quei due che continuavano a battibeccare era quasi divertente:-Harry è cambiato, da quando c'è Kassidy. Però ora lui è in pericolo di vita. Ritornando a Igor, giusto un paio d'ora fa, ha sparato un proiettile contro Kassidy. Certo, il proiettile era rivolto verso di lei, ma Harry lo intercettò, facendo da scudo a Kas. Ora sono tutti in ospedale, e non ho ancora ricevuto notizie. So comunque che non si sa se ce la farà.- mandai giù quel pesante nodo alla gola che mi si era formato.
Alzi gli occhi verso la ragazza di fronte a me, e non mi sorpresi vedendo le lacrime scorrere sulle sue guance arrossate.
-Ti posso capire Coreen, Harry è un fratello per me come lo è per te. Se vuoi ti porto in ospedale.-
-Certo. Direi che va bene.- passò la manica della felpa sulle guance, sospirando pesantemente.
Provai a sorriderle. Ma non un sorriso da amico, perché nemmeno la conoscevo. Un sorriso di quelli rari, un sorriso fatto solo per un vero motivo. La capivo davvero, perché il fatto di non aver mai visto Harry non la esonerava dal fatto di essere sue sorella. Mi chiedevo però come avesse fatto una ragazza come lei ad entrare nella Gang. Quella banda era famosa per furti e contrabbandi di droga, e tutti i membri erano dei tipi particolari. Per quel genere di affari non dovevi essere troppo emotivo e dovevi mantenere costantemente il distacco da tutte le persone, perché poteva essere ucciso anche il tuo migliore amico da un momento all'altro. Eppure Coreen non mi sembrava per niente apatica. Anzi, appena le avevo detto di Harry era scoppiata a piangere, e se qualcuno della Gang veniva sorpreso a piangere, veniva subito cacciato.

Kassidy's pov
Il mio mondo era totalmente immobile.
Davanti ai miei occhi le persone camminavano, parlavano allegramente tra di loro, prendevano un caffè, chiedevano i voti dei loro figli a scuola, ma io non riuscivo a vederle.
Niall, poco distante da noi, stava raccontando ad Haze di Harry.
Louis, vicino a me, teneva in braccio Hailey, mentre quest'ultima mi reggeva la mano.
Ma nemmeno un contatto fisico poteva riportarmi alla realtà. Quell'immagine di Harry steso per terra, inerme, debole, cosparso di sangue, sofferente, era impressa nella mia mente. Era lo sfondo di tutte le immagini che vedevo attraverso gli occhi vuoti.
Aveva anche il coraggio di pensare che io sarei andata avanti, che avrei saputo trovarmi un altro ragazzo, ma forse non si rendeva conto che ero innamorata di lui. Forse anche perché non glielo avevo mai detto ufficialmente. Un "ti amo" o un "sono innamorata di te" non c'era mai stato, e continuavo a maledirmi per quello. Speravo che fosse riuscito a capire che a me lui non piaceva soltanto, che quell'emozione che provavo con lui andava ben oltre una cotta.
Purtroppo però, in quel momento tutto era in bilico. Ogni mi certezza andava via via affievolendosi, perché non potevo dire addio al mio Harry. Lui era quel ragazzo solo mio, quel ragazzo che mi aveva cambiata, fatta crescere, quel ragazzo che mi aveva fatta innamorare per la prima volta. E anche se si sa che il primo amore non si scorda mai, io non volevo avere altre esperienze, perché volevo avere solamente Harry al mio fianco. Era stato lui a darmi della cagna il primo giorno, e chiamarmi "piccola" verso il quindicesimo.
Fu quando mi addormentai per un istante e caddi in avanti che mi risvegliai e mi rizzai dirtta in piedi, il tempo per vedere di fronte a me Zayn e una ragazza che non avevo mai incontrato prima.
Quest'ultima mi guardò confusa, per poi schiarirsi la voce e presentarsi:-Ciao Kassidy, sono Coreen.-
-Piacere...- mugugnai:-...no, aspetta, come fai a conoscermi?-
-Zayn mi ha parlato di te.-
-E come fai a conoscere Zayn?!- cercai lo sguardo del moro che era però impegnato a parlare con Louis.
-L'ho contattato io questa notte, credo ti abbia detto che doveva vedersi con qualcuno.-
-Ah sì...- mi stropicciai gli occhi leggermente offuscati dal sonno e dalle lacrime:-Devi scusarmi, non ho un bel momento.-
-Tranquilla, so tutto. Sono la sorella di Harry.-
Spalancai gli occhi alle parole della ragazza. In effetti ci assomigliava parecchio al riccio.
-Piacere di conoscerti Coreen, io sono Kassidy Parker, la ragazza di Harry.-
Mi sorrise dolcemente, sistemandosi i capelli. Notai che aveva delle bellissime punte rosa che cadevano elegantemente all'altezza dello stomaco.
Stavo per parlarle quando un dottore uscì dalla camera di Harry e chiamò Louis a gran voce. Così il mio migliore amico corse dal vecchio, seguito da me.
-Allora ragazzi, per ora la situazione non è ancora stabile, il signor Styles sta riposando.-
Louis si schiarì la voce:-Ma starà bene, vero? Cioè, guarirà?-
-Non possiamo dirlo questo, signor Tomlinson. Nulla è certo, la situazione potrebbe peggiorare da un momento all'altro. Per ora abbiamo fatto tutto il possibile, ma la situazione si potrebbe ribaltare.-
-Possiamo vederlo?-
-Mmh...potete entrare, ma evitate di parlargli, ok? Deve riposare.-
-Va bene, grazie.-
Ringraziammo il dottore e corremmo dagli altri per dire loro tutto ciò che ci era stato riferito. Harry non era salvo, ma una speranza si era accesa in me.
Ci accordammo per fargli visita: per primi sarebbero entrati Zayn e Coreen, successivamente io e Louis ed infine Niall e Hailey.

Coreen's pov
Zayn continuava a tenermi la mano. A uno della Gang quel contatto avrebbe sicuramente dato fastidio, ma non a me, perché avevo bisogno di qualcuno in quel momento per andare avanti ed entrare in quella stanza silenziosa senza scoppiare a piangere.
-Sei pronta?- mi sussurrò il moro, stringendo appena la presa.
-Diciamo di sì.-
Aprimmo così la porta.
C'era un silenzio rotto solo dal tichettìo del respiratore. Camminai verso il ragazzo steso sul lettino, e mi vennero le lacrime agli occhi quando finalmente riuscii a vedere mio fratello. Erano anni che non lo vedevo, ormai non lo ricordavo più. In casa erano state eliminate tutte le sue fotografie, ma io ne avevo sempre tenuta una dentro il mio diario, e la guardavo ogni sera prima di andare a dormire.
I ricci che sfuggivano alla fascia gli ricadevano sulla fronte, quasi appoggiandosi sugli occhi chiusi. Le labbra erano quasi dischiuse, ricordava molto il mio modo di dormire. E difatti solo in quel momento notai la straordinaria somiglianza anche nell'aspetto fisico.
Però volevo conoscerlo. Morivo dalla voglia di conoscere mio fratello, di sentire com'era la sua voce, di poterlo abbracciare.
Mi rivolsi a Zayn, lasciandogli la mano:-Com'è lui?-
-In che senso?-
-Di carattere.-
-Beh, lui...lui ha sempre avuto un forte temperamento. Certo, è permaloso e testardo, però ha un gran cuore da dare. Dovresti vederlo quando parla di Kassidy, gli brillano gli occhi. Del resto è un tipo piuttosto allegro quando non c'è Igor nei dintorni.-
Sorrisi involontariamente, per lo meno sapevo com'era di carattere.
-Guarirà, vero?-
-Ma certo.-
Il moro mi strinse in un abbraccio, così anche io lo strinsi a me. In teoria non avrei mai dovuto nemmeno conoscerlo, perché quelli della Gang non potevano avere contatti con altre "bande". Eppure io con Zayn stavo bene, e non avevo intenzione di allontanarmi da lui solo per la Gang. Certo, ero affezionata anche a tutti i membri della mia banda: Michael, Jack, Dylan, Amy, Klaus, Ace e Wiley; però Zayn in quel momento mi era vicino, pur sapendo i rischi che stava correndo.
-Dai usciamo.- mi prese di nuovo per mano:-Lasciamolo a Kassidy.-
-Okay.-

Louis's pov
Vedemmo finalmente i due ragazzi uscire a mano dalla camera, così entrammo io e Kassidy.
Così ci scambiammo uno sguardo d'intesa e ci alzammo, entrando così nella grande stanza bianca. Era tutto molto anonimo, non c'erano elementi che scpiccavano: era tutto schifosamente bianco. A fare un po' di distacco c'erano i capelli scuri di Harry, tirati su da una fascia.
-Forza, Kas.-
Misi un braccio intorno alla spalla della ragazza, così ci avvicinammo ad Harry. Respirava lentamente, mentre il continuo tichettìo del respiratore ci faceva capire che il suo battito cardiaco era regolare. Sul suo viso però non c'era un espressione rilassata, di chi dormiva: c'era l'espressione di chi sta soffrendo, di chi sta combattendo per la vita.
-Louis?-
Mi girai verso Kassidy, mentre lei si avvicinava ad Harry dall'altro lato.
-Dimmi.-
-Credi che ce la farà?-
-Non posso dirti di sì, Kas, non voglio illuderti. Quando hai danni come questi la tua sopravvivenza non è scontata, e anche se dovesse uscire da qui non è detto che dopo andrà tutto bene. Purtroppo un polmone perforato non è un problema da niente...-
Alzai lo sguardo verso di lei, notando come le lacrime stavano scendendo sulle sue guance candide.
-Louis, è colpa mia.-
-Cosa? Non dirlo nemmeno. Non sei stata tu a dirgli di buttarsi, lui ha voluto proteggerti. E' stata una sua scelta. Credimi, sapeva a cosa stava andando in contro, ma non gli importava. Lui tiene di più a te che a se stesso.-
-Se io non fossi esistita non sarebbe successo niente.- portò fulmineamente la mano sul polso destro, tirandosi su la manica, mostrandomi infinite cicatrici:-Perché non mi sono uccisa quando potevo?!-
La raggiunsi dall'altro lato del letto, stringendola forte a me:-Sono tutte cazzate, non dirlo mai più. Sei una ragazza fantastica Kassidy, hai dato tanto e hai ancora di più da dare, non puoi pensare che a diciassette anni la tua vita sia finita. E se ti ribecco a toccare ancora quella lametta te la faccio pagare, ok?-
Non mi rispose, semplicemente picchiò un leggero pugno contro il mio petto, affondandoci poi la testa, scoppiando a piangere nuovamente. Se Harry non ce l'avesse fatta, nemmeno Kassidy ci sarebbe riuscita. Era chiaro che la sua vita dipendeva da quella del riccio, e stavo sperando con tutto me stesso che entrambi ce l'avessero fatta.
-Mi lasci da sola con lui, per favore?-
-Certo.- le sorrisi appena, liberandola dall'abbraccio e uscendo così dalla stanza, liberandomi rapidamente della lacrime che ero riuscito a trattenere con molta fatica. Infilai la mano in tasca, trovandovi una scatolina. Quella sctaola conteneva un anello, me l'aveva data Harry da dare a Kassidy in caso di emergenze. Ed io, appoggiato con le mani al lavandino di quel bagno, con le guance solcate da pesanti lacrime, pregavo con tutto me stesso che non fosse arrivato il momento di consegnarla.

Kassidy's pov
Presi la sedia e la misi accanto al letto dove era steso Harry, così mi ci inginocchiai su e riuscii ad essere alla sua altezza, quel minimo che bastava per poter ammirare i suoi occhi chiusi in una smorfia di sofferenza. Non mi sembrava vero. Tutto quello che avevamo costruito in tre settimane poteva andare perso per colpa di uno stupidissimo proiettile. Se lui non ce l'avesse fatta, sarei crollata anch'io.
Lo guardai un po'. Le braccia, lasciate libere dalla maglietta, uscivano dalle coperte. Mi persi nei suoi tatuaggi, mi erano sempre piaciuti molto. Gli presi la mano, e anche se sapevo di non poterlo fare, gli dissi tutto ciò che mi venne spontaneo.
-Harry...beh, e così sei finito in ospedale. Dio, che stupida che sono...come se non lo sapessi anche tu. Il dottore mi ha detto che non posso parlarti, ma siccome nulla più è certo, colgo l'occasione per dirti ciò che realmente sento. Non capisco per quale motivo tu abbia giocato a fare l'eroe. Lo sapevi bene che quando sarei tornata a casa, senza di voi, io sarei morta di nuovo, quindi potevi lasciare a me il proiettile. Andiamo, tu hai ancora tanto da vivere, Harry, porca puttana. Come cazzo ti sei permesso di portarti via la vita in questa maniera? Ora stai combattendo, lo so, riesco a vederlo, ebbene continua a farlo. Tu mi dimenticherai, ne sono sicura, hai tanto da dare ancora, mentre io ero finita prima di iniziare a vivere.- sospirai pesantemente, cercavo di non piangere:-Io invece non ho più nulla, dovevi lasciare a me il proiettile. Quando ti risveglierai, perché sono sicura che potrò vedere i tuoi occhi ancora una volta, ti darò uno schiaffo che ti ricorderai per il resto dei tuoi giorni!- risi appena, non sapevo più cosa stavo dicendo:-Eri davvero antipatico, sai? Io non ti sopportavo. Poi però ti ho conosciuto...anzi, ti sei fatto conoscere. Ti sei fatto conoscere da questa rompicoglioni, e ti sei fatto amare. Adesso devo andare, Harry...- gli posai un bacio sulle labbra socchiuse, riponendo la sedia dov'era. Appoggiai la mano sulla maniglia, ma mi girai nuovamente verso di lui:-Ah, riccio? Devo dirti una cosa...- sospirai appena:-Io sono innamorata di te.- gli rivolsi un ultimo sorriso, e anche se sapevo che non mi aveva sentita, sentii di essermi tolta un gran peso dallo stomaco.
Varcai la soglia della porta, chiudendola alle mie spalle.
Ritornai da Louis, e feci un cenno a Niall e Hailey perché entrassero. Una volta salutata Hazel, andai da Coreen. Zayn nel frattempo si era spostato da Louis.
-Hai finalmente visto tuo fratello, eh?-
-Già...sai, credo che lui non mi voglia conoscere.-
-Ma cosa dici?-
Ci sedemmo sulle sedie che ci cedettero Zayn e Louis, mentre loro andarono a telefonare a Liam per sapere come andava alla questura con Igor.
-Dico la verità. Credo mi odi...insomma, non vorrei che pensasse che per colpa mia i nostri genitori quella sera non gli aprirono più la porta.-
-Ma no, non lo pensa affatto. Mi diceva che a volte si ricordava di te e ti descriveva secondo la sua memoria. Vedrai, sarà una gioia per lui vederti.-
La mora mi sorrise:-Ti piace davvero, eh?-
-Se...mi piace? Oh no, io sono innamorata di lui.-
-Sono contenta che al suo fianco abbia una persona speciale come te, Kas.-
-Grazie.- arrosii leggermente:-E io sono contenta che abbia una sorella come te.-
Ci stringemmo in un piccolo abbraccio, per poi dividerci: io andai da Louis, mentre Zayn la accompagnò al bar a prendere qualcosa per tutti.
-Sai Lou, sono fiduciosa. Harry...ce la farà. Porca troia, stiamo parlando di Harry Styles!- sorrisi forzatamente. Ciò che dicevo lo dicevo solo per farmi forza.
-Sicuramente...è molto più forte di quanto crediamo. E poi, sapendo che potrebbe ancora vederti, scommetto che salterebbe giù dal letto in un istante...se non stesse dormendo.-
Sorrisi veramente, dopo tutti i sorrisi forzati. Ormai ci credevo: lui sarebbe uscito da lì.

Passarono così tre ore e mezza.
Erano le cinque di pomeriggio. Fuori c'era già buio, mentre la fine dell'anno si avvicinava. Di Harry non avevamo notizie, sapevamo solo che pochi minuti prima un dottore era entrato con altri due medici e non erano ancora usciti. Zayn e Coreen erano andati a fare un giro per l'ospedale, mentre io e Louis ormai chiacchieravamo anche con le infermiere pur di passare un po' il tempo. Il pensiero di Harry era sempre più insistente da quando quei dottori erano entrati nella sua stanza, perché forse avrebbero saputo dirci se la situazione si era stabilizzata.
Finalmente, dopo un'altra snervante mezz'ora, gli uomini uscirono dalla stanza, facendoci cenno di raggiungerli. Fu Louis a parlare per primo:-Allora?-
-Beh, ora è sveglio...-
-E come sta? Cioè, uscirà da qui, vero?- il mio migliore amico era un misto tra l'euforico e il disperato.
-Vi dirà tutto lui. Ha voluto saperlo a tutti i costi e ha insistito perché fosse lui a rivelarvi l'esito dell'operazione.-
Mi schiarii la voce, stringendo la mano di Louis:-Possiamo entrare?-
-Certo.-
I medici si allontanarono, mentre un sorriso si fece largo sul mio viso. Ci avevano praticamente detto che Harry ce l'avrebbe fatta, quindi ero al settimo cielo.
Louis strinse la mia mano, entrando nella stanza bianca. Il riccio appoggiava la schiena alla testiera del letto e davanti a lui c'era un vassoio rialzato con dei piatti sopra. Appena ci vide sorride debolmente, provando ad agitare la mano, ma evidentemente l'anestesia aveva effetto ancora sui muscoli.
-Ciao ragazzi.-
-Ciao Harry!- Louis si catapultò vicino a lui, abbracciandolo appena.
Io lo raggiunsi più lentamente, quasi agitata.
-Ciao Kas.- il sorriso debole del mio ragazzo mandò a puttante tutti i miei neuroni funzionanti, così cercando di trattenere le lacrime (di gioia, fortunatamente), mi avvicinai a lui per poi lasciargli un bacio sulla guancia.
-Come stai, Harry?-
-Potrei stare meglio...- ridacchiò appena, per poi rivolgersi a Louis:-Lou, so che mi sono appena svegliato e avrai sicuramente delle cose da dirmi, ma mi puoi lasciare un attimo con Kas? Lei poi ti dirà tutto. Questione di dieci minuti.-
-Certo, che domande sono? A dopo.-
Così il moro uscì dalla stanza, lasciando me e Harry da soli.
-Avvicinati, Kassidy.-
-Sono qui.-
Presi posto accanto a lui, scompigliandogli appena i capelli.
-Come stai?-
Lo guardai quasi male:-Come sto io? Ma come stai tu! Io sto bene, lo sai. Soprattutto adesso che so che puoi parlare, insomma...che ti sei svegliato.-
-Sei sempre la solita...- sorrise di nuovo, cercando la mia mano con la sua:-Sempre permalosa e rompicoglioni.-
-Sì, direi che ti sei ripreso.-
Accarezzò a fatica il dorso della mano stretta intorno alla sua, continuando a sorridere appena:-Kassidy?-
-Dimmi.-
Il suo sguardo si perse nel mio, mentre dalla sua bocca uscì un sussurro:-Io...-
-Sì?- il cuore mi batteva forte, ero felicissima.
-Io non ce la farò.-
Il mondo mi cadde addosso con quelle poche semplici parole. Lo guardai spaventata e lui sembrò non capire la mia espressione.
-Come...ma, i dottori ci hanno detto che tu ci avresti fatto sapere l'esito dell'operazione...-
-Appunto, non è riuscita. Mi restano poche ore, sto finendo l'ossigeno che mi rimane. Il polmone è troppo danneggiato, anche se dovessi uscire poi non sopravviverei.- mi sorrise, di nuovo, mentre io lentamente iniziavo a piangere.
-Come...come puoi dirlo col sorriso, eh? Cazzo, Harry, come puoi sorridermi dopo avermi detto queste cose?! Perché cazzo mi hai voluto proteggere, eh?!-
-Hey, abbassa la voce, non possiamo fare le nostre scenate anche qui. Kas, come potevo dirtelo? Piangendo? Ci mancava solo che mi mettessi a piangere mentre te lo dicevo, sapendo che tu mi avresti seguito a ruota. Perciò ho sorriso, e continuerò a farlo finché tu non sarai uscita da questa stanza.-
Perfetto, si metteva pure a giocare a fare l'eroe. In quel momento avrei voluto prenderlo a schiaffi, e urlargli che non doveva fare niente, perché se non mi avrebbe uccisa Igor sarei morta una volta tornata a casa.
-Sei uno stupido, Harry. Quella pistola era rivolta a me, non a te!-
-Lo so che era rivolta a te, porca troia Kassidy, dovevo essere io a spararti!-
Mi immobilizzai alle parole dure di Harry, che sbuffò per calmarsi e rallentare il battito cardiaco, accentuato dal respiratore.
-Kas, Dio mio, dovevo essere io a spararti. Ma come avrei potuto? Perciò mi sono ribellato, ho detto di no a Igor pochi metri prima di andare in garage, e lui mi ha colpito con la canna della pistola sulla gamba per atterrarmi. Solo che sono riuscito ad andare avanti, fino ad arrivare da te e salvarti da quel proiettile. Io sono felice di averlo fatto, capisci?-
Vedendo che non riuscivo a rispondere, proseguì con il discorso:-Avrei tante cose per cui piangere anch'io. Non rivedrò più i miei fratelli, non vedrò l'incarcerazione di Igor, non rivedrò più te, non potrò mai vedere nostro figlio...eppure non piango, perché ora sono felice che tu sia qui e stia bene. E preferisco che sia così piuttosto che i ruoli siano invertiti.-
-Harry, io...ti prego, non lasciarmi.-
-Hanno detto che se supero la notte allora resterò vivo, ma c'è solo il trenta per cento delle probabilità che io la superi.-
-Beh, il trenta va bene Harry, non è un dato da sottovalutare.-
Sorrise tranquillamente, stringendo appena la presa sulla mia mano:-Contro il settanta per cento di probablità che io non la superi. Kassidy, non essere triste.-
-E come faccio? Sei tutta la mia vita, Harry.-
-Posso dirti una cosa, per una buona volta?- usò un tono ironico, quasi a sottolineare il fatto che avessi da ridire su tutto ciò che diceva.
-Ti ascolto.-
-Prima asciugati le lacrime, poi te la dico.-
-Devi essere sadico anche qui?
-Certo!- rise appena, come trovasse le forze per farlo non lo sapevo.
-Dai, dimmi.- col viso quasi asciutto riuscii a guardarlo nei suoi occhi perfettamente verdi.
-Sicura di volerlo sapere?-
-Sì...-
-Sicura sicura?-
M'innervosii parecchio:-Sì, per Dio!-
-Sono innamorato di te, Kassidy.-
Riuscii finalmente a sorridere anch'io:-Anche io.-
-Ed è perché ti amo che ho fatto questo. E non lo rimpiango.-
Stavo per ribattere quando si aprì la porta della stanza ed entrò un dottore:-Signorina Parker, sarebbe meglio che lasciasse riposare il signor Styles.-
-Io, beh...Harry...-
Lo guardai per l'ultima volta, anche se la sua immagine si sfocò velocemente a causa delle lacrime.
-Kassidy, ti amo.- mi sussurrò. Non volevo rendermi conto che quello era un addio, che io non l'avrei mai più rivisto.
-Harry, ti prego, combatti, non lasciarmi! Io ti amo!-
Il dottore sorrise tristemente, chiudendo la porta, mentre riuscii sentire Harry che con la voce rotta dal pianto, come quando mi disse che si era reso conto di essere stato affetto dalla Sindrome di Stoccolma, sussurrò:-Anche io ti amo.-


Angolo autrice
Heeeeey bella gente :D
Scusate il ritardo. Ebbene, questo era il penultimo capitolo. Ahimè il prossimo sarà l'ultimo capitolo di They Call it "Stockholm Syndrome". Grazie a tutte le magnifiche persone che mi hanno accompagnata fino ad ora, spero che la storia vi piaccia e vi sia piaciuta in ogni suo difetto. Grazie a tutti!

Ale xx
Lou xx

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Capitolo 17
*** Capitolo diciassette: Ricordi. ***


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They call it "Stockholm Syndrome" cap.17
CAPITOLO DICIACCETTE
"Ricordi."

"Take a look past our innocence
Take a step back to yesterday
When life would move slower, we would never grow up
All we knew that love was for when we're older
Anything could happen, secretly imagine
They could never tear us apart too young to fall"

Kassidy's pov
Non era per niente facile guardare Louis piangere. Non solo lui, piangevano tutti: Niall, Zayn, Coreen, Hailey ed io.
Fuori dall'ospedale, dopo ore ed ore, stavamo piangendo e non c'era modo di fermare le lacrime. Scendevano, come quasi ognuno di noi le stesse trattenendo da anni, invece avevamo smesso giusto una mezz'ora prima. Ero riuscita a finire il discorso di Harry in ben dieci minuti, era troppo difficile pensare che non l'avrei mai potuto rivedere.
Lui era la mia vita.
Lui era il ragazzo che amavo.
Lui era il ragazzo che mi aveva fatta innamorare.
Lui era il ragazzo antipatico ma tenero.
Lui era la perfezione.
E la perfezione non può morire.
Ma, oltre a Harry, sorse un altro problema. Ora che Igor era stato sistemato, che fine avremmo fatto noi? Lì, appoggiati alla panchina esterna dell'ospedale, mille domande tormentavano la nostra mente. Io mi chiedevo cosa avrei fatto da quel momento in poi, senza Harry. Per quasi un mese era stato lui ad accendere le mie giornate: facendomi ridere, piangere, arrabbiare, innervosire, urlare, amare. Però in quel momento lui non c'era, e dovevo rendermi conto che non ci sarebbe più stato.
-Kassidy?-
Mi girai lentamente verso Louis, quasi del tutto calmo.
-Dimmi.-
-Dove...dove dormirai stanotte?-
-Tornerò a casa...però non da sola. Non è che qualcuno potrebbe venire con me? Sapete, non ho il coraggio di parlare ai miei genitori da sola, ora...ora è tutto diverso. Forse, con Harry...sarebbe stato più facile.- sorrisi amaramente, avrei voluto che lui fosse lì per dirmi che sarebbe andato tutto bene, che nulla ci avrebbe mai separati veramente. Ma non tutti i suoi calcoli erano perfetti.
-Se vuoi, vengo io.- fu Louis a parlare.
Mi rivolsi prima a Hailey:-Per te va bene?-
-Certo.- mi mise una mano sulla spalla:-Non devi nemmeno chiedere.-
-Grazie...- mi strinsi a lei, a cui poi si unirono tutti gli altri. Tutti insieme, come una famiglia. Coreen inizialmente restò fuori, ma Zayn la chiamò dentro con la mano, e la strinse insieme a tutti noi. In quel momento eravamo una cosa unica, tutti a sostenerci a vicenda, perché avevamo subito un colpo davvero troppo duro da superare.
I dottori, poco prima, ci dissero di tornare la mattina seguente per la notizia definitiva.
Rimanemmo lì fuori quasi un'ora prima di riuscire a calmarci tutti quanti, anche se nessuno nel suo profondo era calmo. Tutti a pensare a quel fantastico riccio che non avremmo più rivisto. Coreen avrebbe perso il suo unico vero fratello senza nemmeno conoscerlo; Hailey avrebbe perso un amico fidato; Louis, Liam, Niall e Zayn avrebbero perso un fratello, un migliore amico, un compagno di avventure; io avrei semplicemente perso la mia vita.

Alle nove di sera ero davanti a casa mia. La macchina di mia madre era parcheggiata appena dentro il cancello, e la luce accesa in cucina e in salotto mi faceva pensare che fosse tornata a casa. Erano quasi due mesi che non vedevo mia madre e la cosa cominciava a farmi agitare.
-Sei pronta, Kas?-
-Più o meno.-
Suonai così il campanello. Si aprì la porta d'ingresso e uscì Rosie, e per poco non svenì. Chiamò immediatamente mia madre a gran voce, facendo echeggiare il "Cynthia" per tutto il quartiere. Ed ecco che la vidi. Mia madre se ne stava incredula a metà giardino, un vestito elegante le copriva fino a metà ginocchio quasi, e lo scialle le proteggeva le spalle.
Balbettò il mio nome un paio di volte, prima di fiondarsi al cancello.
-Oh tesoro mio, dove sei stata?! Io e tuo padre eravamo così in pensiero, abbiamo chiesto a tutti ma nessuno ti aveva vista, io...- si fermò un attimo, posando una mano sul cuore, mentre con l'altra apriva il cancello, permettendo a me e Louis di entrare:-...lui chi è?-
-Mamma, ti racconterò tutto dopo, ok? Ora sto bene. Non vado più via.-
Mi guardò con incertezza, forse non si ricordava nemmeno che avevo compiuto gli anni. Bastarono però pochi secondi perché si riprendesse e trascinò me e Louis in casa.
Ci fece sedere sul divano, e dopo aver preso posto sulla poltrona davanti a noi non esitò a chiedere spiegazione.
-Allora Kas: dove sei stata, cosa ti hanno fatto, chi è lui, chi dobbiamo denunciare e se ti hanno stuprata.-
-Mamma!- sbuffai. Ci mancava solo lei col suo stupido interrogatorio, non bastava già tutta la vicenda di Harry, no.
Louis sorrise appena. In altre situazione sarebbe scoppiato a ridere, ma il pensiero di Harry ci impediva di essere felici un solo secondo.
Così, dopo aver preso un profondo respiro iniziai a raccontare tutto a mia mamma. Non mi ero scordata nemmeno un minuto di que giorni che avevo vissuto. Mi ricordavo perfettamente le date, le ore, il tempo che faceva fuori, le persone con cui ero, che cosa mangiavo. Erano stati i giorni più belli della mia vita, se non fosse stato per Igor. Mia madre ascoltava in silenzio assieme a Rosie, guardandomi ogni tanto con una faccia sconvolta. Non le raccontai dei tagli o della mano a letto, le dissi solo che ero innamorata di Harry e che lui era il mio ragazzo. Mi ci volle un po' per convincerla a non denunciare nessuno, ma con l'aiuto di Louis e della sacra parola di Rosie riuscii a non farle chiamare la polizia.
Però, dopo quasi un'ora di racconto, lei chiese a Louis di lasciare il salotto, dicendo di volermi parlare seriamente.
Così rimasi da sola con lei, dopo davvero troppo tempo.
-Quindi, Kassidy? Cosa hai intenzione di fare ora?-
-Io...domani saprò di Harry, mamma, e ti saprò dire.-
-Cosa...ho sbagliato, Kassidy?-
La guardai confusa, non riuscivo a capire come non sapesse in che maniera lei non c'era mai stata.
-Sul serio non lo sai, mamma?- annuì sconfitta:-Non ci sei mai stata. O meglio, quando c'eri, non c'eri per me. La tua vita è sempre girata attorno a Stella e Robbie, io non sono mai stata come loro. E mi sorprende che tu e papà non abbiate mai capito che io odio questa casa e odio la mia vita. Per lo meno, l'ho odiata fin quendo non ho incontrato loro cinque.-
-Ma come potevamo accorgercene?-
-A tavola quando non mangiavo niente. Al mio compleanno, quando l'unico regalo era una pastina. A Natale, quando aspettavo da sola sotto l'albero. A scuola, quando tutti i genitori c'erano e voi no. In generale, quando non portavo mai nessuno a casa, mentre tutte le mie amiche uscivano col proprio ragazzo o la propria migliore amica...-
-Tu non sai in che modo mi dispiaccia, Kassidy...ma ormai è tutto finito, da oggi cambieremo tutto vedrai, cominceremo una nuova vita. Siamo stati davvero tanto in pensiero per te.-
Rimasi colpita dalle parole di mia madre, di sicuro non credevo fosse capace di pronunciarle.
-Questa notte...- iniziai io, deviando l'argomento precedente:-...Louis dorme a letto con me, ok?-
-Se ti fa sentire meglio direi che va bene tesoro...-
-Grazie.-
Mi alzai dal divano, raggiungendo la cucina. Feci cenno a Louis di venire di sopra, così gli feci vedere la mia casa per la prima volta, e lui ne rimase assai affascinato. Essendo abituato alla casa di Igor, la mia doveva sembrargli una reggia.
-Dormiamo subito, Kas?-
Lo guardai per qualche istante, sbadigliando appena.
-Non riuscirò mai a dormire. A che ora andiamo domani in ospedale?-
-Per le dieci, cosa dici?-
Annuii leggermente. Per quanto ci provassi, nulla riusciva a farmi sorridere. La mia mente era focalizzata solo su Harry, sulle sue ultime parole. Solo alla fine ero riuscita a dirgli ciò che provavo. E solo alla fine avevo avuto la mia conferma: anche per lui era così. Sorrisi appena verso Louis, che mi mise una mano sulla spalla.
Ormai ero morta dentro.

Louis's pov
Ci stendemmo contemporaneamente sul letto, nessuno dei due aveva l'appetito necessario per sedersi a tavola e mangiare. Non avevamo nemmeno la forza di ridere almeno un po', sembrava tutto nero. In effetti, non c'era nulla di bianco. Pochi giorni prima avevo fantasticato sul futuro di Harry e Kassidy: la ragazza, con i capelli raccolti in disordine avrebbe svegliato il riccio di domenica mattina, ricordandogli che avrebbe dovuto badare ai bambini dato che lei sarebbe dovuta andare a lavoro. Così lui brontolando avrebbe lasciato le coperte e avrebbe accolto tra le sue braccia i suoi figli, dicendo loro di amarli, chiedendo se avessero voluto che li portasse al parco.
Era quasi uno strano ricordo quella fantasia, non sapevo nemmeno io come definirlo. Capivo Kas, sapevo che era distrutta. Come tutti noi d'altronde.
**
"Quindici settembre 2005.
Nonostante fossimo ancora in autunno, fuori c'era molto freddo. Pioveva tanto, forse troppo, e noi tre a casa avevamo paura a stare da soli. Io, Liam e Zayn stavamo ognuno facendo qualcosa di diverso per non pensare al temporale.
-Dite che il papà tornerà?- chiesi io, sperando in una risposta affermativa.
-Igor tornerà presto. Comunque Lou, non è il nostro papà.- precisò Liam:-Lo sai.-
-Sì...- provai a giustificarmi:-E' che a volte mi confondo.-
Zayn mi sorrise, mostrandomi un disegno:-Siamo noi!-
Guardai meglio il foglio: aveva disegnato quattro patate (con i capelli di tre marroni diversi noi bambini, Igor invece era una patata pelata), con dei nasi rossi e una bocca storta.
-E' bellissimo Zay.- mentii:-Sei un artista!-
Le sue guance piene si colorarono di rosso, mentre si ristese sul pavimento alle prese con un altro disegno. Stavo per risedermi anche io, quando finalmente si aprì la porta di casa. Entrò così Igor, tra le mani aveva diverse borse della spesa, stavamo per corrergli incontro quando da dietro di lui sbucò un bambino che non avevamo mai visto. Aveva i capelli bagnati sparsi per tutta la fronte, ma anche se dalle punte cadevano delle gocce d'acqua si poteva chiaramente vedere che era riccio. Gli occhi poi furono la prima cosa che notai: erano enormemente enormi. Li teneva spalancati come un cucciolo appena adottato, e con la luce del caminetto il verde che li riempiva risaltava ancora di più. Igor lo prese delicatamente per le spalle esili e lo portò davanti a noi:-Ragazzi, lui è Harry, vostro nuovo fratello.-
Il ricciolino sorrise appena, venendoci incontro. Però fui più veloce io e lo abbracciai di slancio.
-Ciao Harry, io sono Louis! Se vuoi giochiamo a palla, andiamo a giocare a palla? Sai, sono bravo a calcio, anche Liam mi dice che sono bravo, lui è Liam!- gli indicai frettolosamente il castano che stava ridendo per la mia parlantina:-Lui invece è Zayn!- gli indicai l'altro bambino, occupato ad ammirare il suo (patatoso) disegno:-Ma noi lo chiamiamo solo Zay, o Zazà, invece loro due mi chiamano Lou, oppure Louis, anche se Louis è il mio nome, quindi no, mi chiamano solo Lou! Quanti anni hai? Per me ne hai nove. Wow, sei alto come me, spero di essere io il più grande quando diventeremo adulti, perché sai, io ho dodici anni e credo di essere il più grande di voi, quindi il fratello maggiore deve essere il più alto!-
-Louis.- mi interruppe Igor:-Lascialo respirare un po'. Harry, fai come se fossi a casa tua. Anche perché da oggi questa sarà casa tua.-
Il riccio sorrise, rivolgendosi poi a me:-Se piove non possiamo andare a giocare. Comunque ho dieci anni...e non ho mai avuto un soprannome.- sembrò dire la cosa con rammarico, perciò decisi di dargliene uno inventato al momento.
-Allora te ne darò io uno! Tu sarai...Hazza. Che dici, ti piace?-
-Sì, mi piace!- sorrise lui, andando poi da Liam e Zayn, iniziando a parlare anche con loro. Vidi Igor sorridere alla scena, per poi sparire nello studio, lasciandomi solo con un cenno verso Harry."
**
E quello fu il nostro primo incontro. Provai a dormire con quel ricordo, stringendo la mano debole di Kassidy, lasciandomi cullare dalla risata cristallina di noi bambini.

Coreen's pov
Io e Zayn ce ne stavamo appoggiati con le spalle attaccate alla muretta di casa sua. Quella notte avrei dormito lì, anche se tutta la situazione mi sembrava solo uno dei tanti -già provati- effetti delle canne. Entrambi tra le dita tenevamo una sigaretta, anche se la mia si consumava più in fretta della sua. Negli sbuffi che facevo rivedevo mio fratello, con quei ricci che gli incorniciavano il viso, gli occhi chiusi e la bocca dischiusa in una smorfia di dolore. Non avrei mai voluto vederlo così per la prima volta. Avrei voluto vederlo come Zayn me lo descrisse: lo sguardo serio ma in uno strano modo allegro, la bocca spesso aperta in un sorriso che risaltava due bellissime fossette e la risata sempre pronta a scattare.
-Zayn?-
-Dimmi.-
-Domani a che ora andiamo in ospedale?- guardai il moro di sbiego, osservandolo mentre inspirava il fumo.
-Ci conviene aspettare notizie da Louis e Kassidy, prima di fare una strage in ospedale nel caso Harry...non fosse più lì.-
-Già, forse è meglio.- mi avvicinai a lui, appoggiando la testa sulla sua spalla, mentre l'aria fredda graffiava le mie guance.
Zayn mi strinse la mano, trasmettendomi un po' di calore. Non capivo come fosse stato possibile essere stata accolta da loro in quella maniera in meno di una giornata. Nonostante tutto ciò che stesse succedendo, quella famiglia -ormai già formata- era riuscita ad aprire le porte anche a me.
Anche se ero la sorella di Harry, quella sparita per anni. Anche se non ero una ragazza standard, quella con diversi tatuaggi e le punte colorate. Anche se non appartenevo al loro mondo, quella che faceva parte della Gang.

Finimmo di fumare quella sigaretta e poi rientrammo. In casa c'eravamo io, Zayn e Niall, mentre Liam aveva accompagnato Hailey a casa sua. Vedevo il biondo preso sempre dal cellulare, probabilmente scriveva alla ragazza bionda con cui stava insieme, mi sembrava di aver capito. Anche se lo vidi arrossire diverse volte sullo schermo del telefono, non lo vidi mai sorridere. Eravamo tutti a terra, non c'era nulla in grado di tirarci su.
Niall ci venne a chiamare verso mezzanotte per rientrare, così una volta essere entrati in casa ci mettemmo sotto le coperte, provando a dormire, sperando in quello che doveva essere un lieto fine.

Niall's pov
Rimasi steso sul divano con lo sguardo puntato al soffitto, cercando di ricordare quanti più episodi di vita passati con Harry. Quelli più importanti, quelli che ogni tanto bisogna rispolverare per evitare di dimenticarli del tutto, e un giorno trovarsi da soli col presente e non poter più fare un tuffo nel passato.
Uno dei primi che mi venne in mente fu una delle prime volte che entrammo da Candysh.
**
"-Niall, non correre!-
Liam mi teneva per la manica della maglia, tentando di rallentarmi. Sapeva che avevo un debole per quel negozio e cercava di farmi trattenere dall'irrompere dentro come la Dea farebbe in un covo di drogati.
-Dai Liam, sbrigati!-
In cinque minuti arrivammo finalmente dentro il negozio. Come il solito Louis si catapultò nella zona vicino a Hailey, seduta sul bancone insieme alla nonna. Liam e Zayn andarono verso le liquirizie, mentre io e Harry verso il reparto cioccolato.
-Cosa prendi?- chiesi al riccio, mentre osservavo rapito delle ranocchie di cioccolato bianco.
-Penso quello.- mi indicò una tavoletta piuttosto grande di cioccolata alle nocciole.
-Ma non faremo spendere troppo a Igor?-
-No, lui ci porta qua tre volte al mese così noi possiamo fare rifornimenti che ci durano fino alla volta dopo. Sta a noi risparmiare.-
Sorrisi a Harry, prendendo un sacchetto e riempiendolo di rane bianche, mentre lui afferrò la tavoletta arrampicandosi sullo scaffale.
Quando arrivammo a casa, noi cinque ci sedemmo sul tappeto e cominciammo ad ammirare i nostri acquisti. Io mi guardavo intorno spaesato, non avevo mai fatto cose del genere con la mia famiglia. Era passato solo un mese da quando facevo parte di quella nuova famiglia, e tutto mi sembrava strano. Harry, vedendomi perso, mi porse un pezzo della sua tavoletta.
-No, Harry, è tua.- gli sorrisi io.
-Siamo fratelli, e i fratelli condividono le cose.- rise lui allegro, costringendomi ad accettare il suo regalo:-Grazie.-
Gli diedi un abbraccio, e anche lui strinse me, e quello rimase uno degli abbracci più belli di sempre."
**
Sorrisi involontariamente, asciugandomi quella lacrima che era scesa senza che io me ne accorgessi. Ogni molecola del mio corpo stava implorando perché Harry stesse bene, perché quando saremo andati in ospedale, il giorno dopo, lui sarebbe stato ancora lì.

Zayn's pov
Anche se continuavo a stringere la mano di Coreen, avrei tanto voluto correre via da quel letto e piangere fino ad esaurire tutta quella rabbia che avevo in corpo. Quello schifosissimo figlio di puttana aveva rovinato la vita a troppe persone per permettergli di restare in vita. Se in quel momento l'avessi avuto lì davanti, avrei voluto vederlo morire e non avrei fatto nulla per fermarlo. Harry rischiava la vita solo per colpa sua. Mio fratello avrebbe potuto andarsene da un momento all'altro, e io non avrei potuto farci niente. I ricordi riaffioravano come nulla, e mi sembrava di rivivere tutti quei giorni in cui non avevamo pensieri per la testa.
**
"Io avevo quindici anni appena compiuti mentre Harry tredici quando combinammo uno dei più grandi casini.
Per qualche strano motivo decidemmo di andare sul tetto della casa. Ci arrampicammo per i cornicioni, per poi arrivare sulla tettoia del garage e finalmente raggiungemmo il tetto.
Ci eravamo portati lo stereo per passare un po' di tempo in tranquillità, però ci eravamo scordati il cd in casa.
-Io non ho voglia di ritornarci là sotto!- mi lamentai io.
-Ma nemmeno io!- rise Harry, stendendosi tra le tegole.
-Dai, ok, facciamo squadra.-
-E cosa vorresti fare? Sentiamo.-
Lo guardai con sguardo complice, indicandogli una fune legata al camino che sbucava dal tetto. Lui capì al volo, e dopo cinque minuti mi stava calando dal lucernario che c'era in camera di Liam. Avendo lo stesso peso, ogni tanto la corda gli scivolava tra le mani, e io cadevo verso il basso in velocità, ma riuscii lo stesso a toccare terra senza farmi male.
Slegai la fune che avevo in vita e presi due o tre cd a caso, per poi ritornare in camera di Liam. Nel frattempo Louis mi chiese che diavolo stavamo combinando, io gli risposi che stavamo semplicemente provando a fare Lara Croft. Lui alzò le spalle e ripese a leggere un libro.
Mi legai di nuovo la fune in vita, e Harry provò a tirarmi su. Peccato che però perse l'equilibrio all'indietro e cadde rovinosamente sulle tegole ruvide, imprecando sei o sette volte per la botta sulla schiena. Purtroppo però, urtò il lucernario che cadendo troppo velocemente si ruppe con un tonfo, mentre una trave mi colpì in testa.
Mi ritrovai così, dopo quasi due ore, a letto insieme a Harry che continuava a lamentarsi per la schiena. In sostanza Niall, Liam e Louis portarono me (svenuto) a letto, e poi aiutarono Harry a rientrare dal lucernario rotto. Le parole che poi ci disse Igor furono davvero molte."
**
Anche se al solo ricordo risentivo il bernoccolo sulla testa, avrei voluto rivivere quell'esperienza con Harry, anche perché da lì imparammo ad andare meglio sul tetto e soprattutto a non dimenticarci più i cd. Imparai anche cosa un fratello può fare per te: nel bene e nel male, come aiutarti a calarti e farti cadere una trave in testa.

Louis's pov
Aprii gli occhi a fatica a causa della sveglia impostata sul cellulare. Trascinai il dito sullo schermo e il rumore assordante finalmente si fermò. Guardai alla mia sinistra e Kassidy non c'era, come mi aspettavo d'altronde. Ero riuscito a dormire solo per tre ore, purtroppo Kas nemmeno una. Durante la notte sentivo che si girava di continuo, che sospirava, provò a dormire, ma non ci riuscì mai.
Mi alzai così dal letto, raggiungendo la cucina.
-Ciao Louis.-
Mi girai verso il fornello, dove la mora stava cucinando qualcosa.
-Ti ho preparato le uova, se vuoi.- tentò un sorriso, porgendomi il piatto su cui era disposta la frittata.
-Grazie mille, ma non ho fame, davvero.-
-Capisco.-
Si avvicinò a me, abbracciandomi stretto.
-Andiamo, Kas?-
-D'accordo.-
Prendemmo la macchina dopo nemmeno dieci minuti e ci recammo in ospedale. Le presi la mano, guidandola per le scalinate dell'enorme edificio. Nessuno dei due parlò mai, la paura di non vedere Harry nella stanza del giorno prima era più grande di qualsiasi altra cosa. Salivamo i gradini con una lentezza esasperante, quasi a volere che il tempo si fermasse e non permettesse che a nessuno fosse fatto del male.
Quando arrivammo alle porte del reparto in cui avevamo passato tutta la giornata prima, ci fermammo.
-E se lui non c'è?- mi chiese Kassidy con un fil di voce, mentre la sua voce veniva rotta da alcuni singhiozzi.
-Se lui non c'è, noi andremo avanti. Lui non voleva vederti così, Kas, lui ha sempre voluto che tu viva la tua vita e che tu vada avanti senza girarti indietro. E comunque resteremo insieme, per qualsiasi cosa, va bene? Ormai siamo una famiglia: io, te, Zayn, Liam, Coreen, Hailey, Niall, Hazel e Harry. Resteremo per sempre una famiglia, anche se ne mancherà sempre una parte. Ok?-
-Va bene...-
Strinsi per un'ultima volta la sua mano, mentre entravamo nella sala d'aspetto. Il cuore batteva forte, e cresceva l'ansia non vedendo alcun medico nei dintorni a cui chiedere. Sapevamo dov'era la stanza di Harry: sarebbe bastato voltare l'angolo e avremmo avuto tutte le risposte.
Così fu.
Rivolgemmo i nostri occhi alla stanza, mentre il nostro cuore si fermò vedendo la porta aperta e il letto vuoto. Sul cartellino appeso appena fuori non c'era più scritto "Harry Styles", ora era vuoto. Kassidy si girò di scatto verso di me, abbracciandomi stretto, iniziando a piangere istericamente. Cercavo di non piangere, ma fallii nella mia impresa, e scoppiai anch'io.
Lui non c'era più.
Mio fratello, Harry Styles, io non l'avrei mai più rivisto.
Nella mia testa si formarono tanti di quei ricordi da farmi quasi perdere i sensi. Tutti i ricordi più belli vissuti con lui, con tutti i nostri fratelli, quelle ultime parole che gli avevo sentito dire. Piangevo disperatamente, non mi era mai successo di piangere in quella maniera. Sapevo che non stavo aiutando Kassidy piangendo anch'io, ma non riuscivo a fare altrimenti. In me si stava creando una voragine che non avrei mai più saputo colmare, perché mio fratello se ne era andato.
-Kas, fatti forza.- le parole uscirono in un flebile sussurro, diretto all'orecchio della ragazza che stava singhiozzando contro il mio petto.
-Anche tu.-
Ci stringemmo un'ultima volta, per poi sciogliere l'abbraccio. Nulla mi sembrava avere più un dannato senso in quel momento.
-Hey, ma che succede qui?-
Ci voltammo di scatto all'indietro.
Davanti a noi, Harry se ne stava seduto su una sedia a rotelle con un sorrisone dipinto in viso.
Io e Kassidy ci guardammo allibiti, per poi correre da lui. Fu Kas a prendere per prima la parola:-E tu che ci fai qui?!-
-Oltre a respirare e vivere, direi che gironzolavo finché non vi ho visti.- sorrise di nuovo, mentre la ragazza si abbassò per abbracciarlo e scoccargli un bacio a fior di labbra. Nel frattempo io scattai loro una foto e la inviai a tutti, e nel giro di venti minuti erano tutti presenti.
Sentivo il mio cuore battere veloce, ma non per tristezza o ansia, bensì per felicità, finalmente dopo troppo tempo. Mio fratello era lì, e non se ne sarebbe più andato. Stava bene, e tutto inziava a riprendere colore.
Quando i ragazzi arrivarono, essendo al massimo dell'euforia, a turno, abbracciarono Harry e gli chiesero come stava, come aveva passato la notte. Quando fu poi il turno di Coreen, Harry la guardò stranito.

-Chi...sei?-
-Sono Coreen, piacere.- si strinsero la mano, lei con convinzione, mentre lui con diffidenza:-Non mi riconosci, Harry?-
-Direi di no.-
-Sono tua sorella. Coreen Joyce Styles.-
Il riccio sgranò gli occhi verdi, uguali a quelli leggermente più chiari della ragazza di fronte a lui.
-Sapevo di avere una sorella, sì, ma non sapevo che ci avrei parlato faccia a faccia, così da un giorno all'altro...sono comunque felice di conoscerti.-
Lo sguardo di Harry si ammorbidì, mentre Zayn raggiunse Coreen, così ci avvicinammo tutti.
Restammo così lì a parlare per due ore. Harry ci disse che durante la notte per qualche istante il suo cuore aveva smesso di battere, ma i medici erano riusciti a salvarlo con il defibrillatore. Noi ascoltavamo ogni minimo dettaglio, gioiendo ogni volta per ogni respiro che faceva, pensando che ormai era tutto passato. Avremmo continuato a vivere come una famiglia.

Harry's pov
-Mi lascereste un attimo con Kassidy, per favore?-
Chiesi a tutti, ricevendo dei sorrisi generali, mentre io guidavo la mia ragazza fino alla terrazza dell'ospedale.
Si chiuse la porta di vetro alle spalle, raggiungendomi alla ringhiera.
-Sono tanto felice che tu stia bene, Harry.- sospirò felice, mentre il chiaro sole invernale le accarezzava le guance:-Non sai quanto sono stata in pensiero.-
-Mai quanto me. Non mi capacitavo dell'idea che non ti avrei più rivista.- le sorrisi appena, prendendole la mano:-Comunque non mi fanno uscire subito, hanno detto che prima devo riposare un paio di settimane. Se fosse per me sarei già fuori, lo giuro.-
-Non dovevi prendere quel proiettile Harry, dovevi lasciarlo a me.-
-Ancora con questa storia? Kas, ora che sono vivo te lo ripeto, se dovessi rifarlo non mi tirerei indietro, ok? L'ho fatto per salvare te e questa per me è la causa più giusta che possa esistere.-
-D'accordo. Non devo più infierire, non è così?-
La guardai sorridendo:-Vedo che cogli velocemente il nesso.-
Rise timidamente, appoggiandosi meglio alla ringhiera.
-Kas?-
-Dimmi.-
-Lo sai che io non potrò più restare qui, vero?-
-Cosa?-
Si girò di scatto verso di me, guardandomi stranita.
-Sì, beh. Non sono un santo, la polizia mi continuerebbe a cercare. Devo andarmene da qui...-
Stranamente non obbiettò. Per la prima volta mi sorrise, appoggiandomi una mano sulla spalla:-Se è quello che ritieni giusto, sei libero di andare. Sono stanca di trattenerti per niente, finirei solo per diventare un peso. Se ami qualcuno, lascialo andare, dicono.-
-Se poi ritorna, è tuo per sempre.- completai la sua frase, guardandola negli occhi. Lei arrossì leggermente, baciandomi sulla guancia.

Kassidy's pov
Passarono due settimane.
Andai ogni giorno della prima settimana a trovare Harry, poi gli lasciai la seconda settimana per riposarsi prima della sua partenza. Avrei voluto fermarlo e tenerlo lì con me, per poterlo vedere ogni giorno, e iniziare entrambi a vivere per davvero. Però purtroppo non era possibile, e non me la sentivo di costringerlo a restare, sapendo che dopo avrebbe potuto correre dei rischi. Gli altri però decisero di restare lì a Londra, con me.
Coreen, dopo aver discusso con la Gang, riuscì a convincerli ad entrare in rapporti con noi, così si sarebbero calmate le acque. Lei, Hazel, Zayn, Liam e Niall tornarono a vivere ufficilmente in casa Clain, che poi prese il cognome del maggiore lì dentro, quindi Malik. Niall e Haze decisero di non mettersi insieme. Per lo meno, non di fare coppia fissa ma di certo i baci non mancavano, quindi era come se stessero insieme. Per Coreen e Zayn invece bastarono pochi giorni perché entrambi dichiarassero il proprio interesse verso l'altro, così finirono per unirsi un Malik e una Styles.
Louis ed io ci trasferimmo in una piccola casa poco distante dalla città dopo aver chiarito con i miei per circa tre ore e mezza. Mio padre mi disse che non era mai stato reperibile per via del lavoro, ma che avrebbe sollevato il mondo pur di trovarmi. Mia madre mi promise che mi avrebbe lasciato i miei spazi, ed entrambi acconsentirono per affidarmi a Louis. Dividemmo i soldi che Igor teneva nascosti per tutta la casa, e risultò essere una bella somma a testa. A Hailey non fu concesso trasferirsi da noi, così si limitò a venirci a trovare quasi ogni giorno.
Così, era il quattordici gennaio quando Harry uscì dall'ospedale.
Non sapevo a che ora sarebbe ritornato, e dato che lo stavo aspettando a casa nostra decisi di aspettarlo in giardino. Era una bella casa: stava in uno di quei viali lunghi, dove ai fianchi c'erano molte altre case simili. Aveva due piani, era parecchio comoda. Adoravo il giardino poi, perché era piccolo e accogliente, e al centro aveva una vecchia altalena, sulla quale mi stavo dondolando quando vidi la macchina di Harry parcheggiarsi pochi metri dopo. Per fortuna faceva caldo quel giorno, perciò non era necessario il giubbotto. Vedevo i miei capelli muoversi col vento che li scompigliava mentre correvo verso il cancello, vestita solo con una felpa e un paio di pantaloncini corti.
-Ciao Kas.-
Il riccio arrivò alla staccionata bianca sorridendo, mentre si sistemava il cappello grigio che aveva in testa.
-Ciao Harry.-
Ci baciammo per un attimo, poi gli aprii il cancello:-Vieni in casa?-
-No grazie, devo ripartire subito. Sono appena passato a casa da Zayn per prendere tutte le mie cose e ho trovato anche Louis e Hailey. Sei qui da sola?-
-Sì, Lou voleva che ci salutassimo da soli. Allora, sei pronto?-
Sorrise allegro, dandomi un buffetto:-Quando mai sono pronto io, Parker?-
-Già, non posso darti torto, Styles.-
Rise, sollevato. Quella sua partenza mi stava uccidendo, ma non potevo dargli ulteriori pensieri.
-Kassidy, promettimi che non toccherai più la lametta, ok? Lo sai che per qualsiasi cosa io ci sono. Basta una chiamata o un messaggio.-
-D'accordo, te lo prometto.-
Si sedette sulla staccionata, così io mi appoggiai al cancello, mentre entrambi guardavamo distrattamente la casa di fronte.
Lo sentii sospirare, per poi prendere la parola:-E alla fine ci siamo fatti prendere dalla Sindrome di Stoccolma.-
-E tu che ne avevi tanta paura...alla fine, cosa vuoi che sia?-
-Esatto, alla fine vuol dire solo essermi innamorato. Una passeggiata, insomma.- scherzò lui, scendendo dalla staccionata:-Devo andare.-
-Ok...stammi bene.-
-Anche tu.-
Ci baciammo un'ultima volta.
-Addio, Styles.-
Mi sorrise, mentre lasciavamo le nostre mani allontanarsi.
-Arrivederci, Parker.-


Angolo autrice

E' finita.
D'accordo, addio mondo.
Aaaaa è finita! WE ARE THE CHAMPIONS ♥
Allora, grazie mille a chi mi ha sempre recensito, a chi ha messo le storia tra le preferite/seguite/ricordate. Grazie a voi sono andata avanti, superando anche un brutto periodo della mia vita. Siete magnifiche, se avete domande fate pure. Vi saluto dal pianeta della Sindrome di Stoccolma, credo che per ora la mia attvità di scrittrice si fermerà un bel po' ♥
Se volete passare qui, è il trailer di una mia nuova storia (forse), non so se vi piacerà-->


Vi metto anche tutti i link delle mie storie, se a qualcuno dovesse venire la malsana idea di leggerle :')
Letters to Harry
Do you remember summer '09?
Do you remember summer '09?_Just me, Harry.
Do you rememer summer '09?_C'mon C'mon
Do you remember summer '09?_Memories



P.s. La canzone all'inizio del capitolo è Our Story, di Mako. Ascoltatela, è bellissima!

Ale xx
Lou xx

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Capitolo 18
*** Link per il sequel ***


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Sequel SEQUEL: When the Stockholm Syndrome ends

A distanza di due anni dal rapimento, Kassidy si ritrova ad affrontare il ritorno di Harry dopo due anni di assenza. Nel frattempo però, niente è rimasto com'era. Zayn e Kassidy ora sono una coppia, ma riuscirà la ragazza a rimanere al fianco di Zayn con la presenza di Harry? Nel frattempo, Louis e Hailey stanno organizzando il matrimonio, Liam e Coreen stanno progettando di trasferirsi e Niall e Hazel stanno provando a riallacciare i rapporti con le rispettive famiglie. Più avanti poi, si verrà a scoprire di un'improvvisa gravidanza.
 
La Sindrome di Stoccolma sarà svanita dal cuore della giovane Kassidy? Harry riuscirà a far capire alla ragazza che è lui tutto ciò di cui lei ha realmente bisogno?
 
Resta solo da capire cosa succede quando la Sindrome di Stoccolma finisce.

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