And I just can't shake you outta my head

di raptasum
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


- Sento di stare per impazzire – borbottò Liam Payne, il bagnino ventiduenne della piscina comunale di Kilkenny, Irlanda.
Non capiva ancora cosa l’avesse spinto ad entrare nel corpo bagnini: era a conoscenza del fatto che avrebbe dovuto tenere a bada dei bambinetti urlanti, ma non avrebbe mai immaginato che sarebbe stato così estenuante.
Non succedeva mai nulla di serio, non che Liam avesse mai desiderato che uno di quei mille mocciosi cadesse in acqua senza saper nuotare; passava la maggior parte dei suoi turni a leggere pigramente qualche libro, amava leggere ed era definito da tutti quelli che avevano avuto il piacere di conoscerlo come “ragazzo intelligente”.
Certo, a prima vista nessuno lo avrebbe creduto capace di dialogare con termini appropriati e specifici come faceva sempre: forse a causa dei suoi bicipiti ben allenati e gli addominali pronunciati (i quali formavano la tipica tartaruga da culturista), o forse a causa del taglio di capelli da bulletto e i tatuaggi che decoravano la sua pelle chiara.
Richiamò per la terza volta un bambino, che correva allegramente sul bordo piscina; se fosse successo ancora, sarebbe stato costretto a sbatterlo fuori.
Ma Liam, oltre a un grande cervello e un grande fisico, aveva anche un grande cuore.
E in tre anni di lavoro estivo da bagnino, non aveva mai espulso nessuno.
Si riconcentrò sul suo libro, uno dei suoi preferiti, “Il miglio verde”. Lo adorava, adorava ogni singolo personaggio, e sebbene conoscesse già la fine piangeva sempre quando leggeva l’ultima parola.
Era un ragazzo sensibile, alla fin fine.
Amava tutti, o quasi, non esitava un attimo a intervenire se notava qualche ingiustizia ed era sempre pronto ad aiutare il prossimo, in cui riponeva una grande fiducia.
Era un bravo ragazzo, Liam Payne.
Aveva deciso di iscriversi al Trinity College, era il migliore di tutta Irlanda, e avrebbe potuto ricevere un’ottima preparazione in campo tecnico.
Mentre finiva il capitolo dieci del libro, sentì delle risate provenire dalla parte opposta della piscina: non ci dette molto peso, a primo ascolto sembravano degli stupidi diciassettenni, i classici ragazzotti che si atteggiavano a fighi quando, in realtà, strisciavano sotto il comando delle loro madri.
Quando, però, tra quelle risa sentì una voce spaventata, alzò lo sguardo mettendo a fuoco il gruppo.
Erano quattro, o meglio, quattro in piedi che tenevano un altro ragazzo ben fermo.
- No, vi prego, non so nuotare, mettetemi giù! – implorava quello: chiaramente non era irlandese, visto e considerato che aveva la pelle nettamente più scura del resto del gruppetto e i capelli mori; Liam riconobbe dei tratti asiatici, nonostante non fosse così vicino.
- Lo sappiamo, i frocetti come te non sanno nuotare, solo sculettare in giro e succhiare cazzi… oppure preferisci prenderli in culo? – rise uno dei tizi che lo teneva, scambiò uno sguardo d’intesa con i suoi amici e insieme lanciarono in piscina la vittima delle loro angherie.
E Liam, che già da prima sentiva una gran voglia di spaccar loro i bei faccini che si ritrovavano, si alzò di scatto lasciando perdere il libro.
- Ehi, ehi! – urlò, quelli si voltarono con un’espressione strafottente, la quale però lasciò immediatamente il posto a puro terrore.
- Via, andiamo! – urlò il ragazzo di prima, e veloce come il vento scomparirono, usciti dalla porta principale della piscina coperta.
Liam imprecò tra i denti, e prima di tornare al libro, si ricordò che l’ultimo del gruppo, quello che avevano lanciato nella vasca, non sapeva nuotare. E il fondo non era così alto.
Lo cercò con lo sguardo, più e più volte, ma la superficie dell’acqua non traspariva abbastanza dal permettergli di localizzarlo: solo quando vide una mano, con un tatuaggio di un volatile in vista, uscire dal liquido Liam non aspettò di più e si buttò in piscina.
Le ragazze, sedute mollemente sul bordo a chiacchierare, soffocarono un’esclamazione di sorpresa quando il ventiduenne si tuffò di testa, non era mai successo e di certo non era un cattivo spettacolo vedere un fascio di muscoli unico spiccare un salto ed entrare elegantemente nell’acqua.
Non dovette cercare molto, Liam.
Vide chiaramente il ragazzo che annaspava e scendeva sempre di più, con due bracciate lo raggiunse e gli circondò la vita con un braccio; tornò su, si avvicinò velocemente al bordo posandoci con delicatezza il moro, immobile.
- Oh, accidenti! – si passò una mano tra i capelli castani, la cresta ormai si era afflosciata sulla fronte, scostò i ciuffi con un movimento nervoso salendo a cavalcioni dell’altro, cominciò a spingergli il petto per fargli buttare fuori tutta l’acqua che aveva ingoiato.
Liam riuscì nel suo intento, lo sconosciuto sotto di lui aprì gli occhi, rivelando due iridi scure e magnetiche.
- Stai bene? – annuì, ma poco dopo le sue palpebre si serrarono e la testa scivolò di lato: il castano si abbassò sul suo petto, non riusciva a sentire il respiro, venne quasi colto da un attacco di panico in piena regola.
Respirazione bocca a bocca furono le uniche parole che gli balenarono nella mente, sospirò frustrato chinandosi sul volto del ragazzo, gli aprì la bocca Ha una bocca perfetta per un pompino pensò, insultandosi internamente mentre si avventava sulle sue labbra e Le labbra più morbide e deliziose che abbia mai toccato cominciava a immettergli aria nella gola.
Bastarono due o tre respiri per riportare il moro “sulla Terra”, ma finse di non accorgersene per godere ancora un po’ di quella bocca divina: e il ragazzo sotto di lui, perfettamente conscio di ciò che stava accadendo in quegli istanti, sapeva che poteva scrollarsi Liam di dosso quando più lo desiderava, ma la verità era che non voleva.
Anzi, era da una vita che desiderava di baciare Liam Payne, il bagnino ventiduenne della piscina comunale di Kilkenny, Irlanda.
Era innamorato da secoli, fin dai tempi del primo giorno di scuola superiore, ma si era sempre limitato ad ammirarlo da lontano e a sospirare, lasciando che nella sua mente le peggiori scene romantiche si generassero liberamente.
Adesso che poteva sentire finalmente il sapore che si era soltanto immaginato, decise di goderselo al meglio.
Liam si staccò dopo non molto, per non dare troppo nell’occhio, e quando si allontanò il ragazzo riaprì gli occhi guardandosi intorno frastornato.
- Che cosa… chi sei tu? – finse alla perfezione di non conoscere il suo salvatore, questo abboccò in pieno.
- Io sono Liam Payne, e ti ho appena salvato da una morte prematura. E tu, invece, come ti chiami? – voglio conoscerlo – E, soprattutto, chi erano quei ragazzi?
- Li-Liam, possiamo andare a parlarne altrove? – chiese il moro, l’altro annuì alzandosi in piedi e porgendogli una mano, che accettò di buon grado.
- Ma certo, tanto il mio turno sarebbe finito cinque minuti fa. Aspetta, mi asciugo, mi cambio e arrivo.
Dopo essersi asciugato, ed essersi infilato un paio di pantaloni lunghi, una maglietta a maniche corte e una felpa con il logo di Batman (il suo supereroe preferito, sin dai tempi dell’asilo), Liam infilò l’asciugamano e la canottiera da bagnino nel borsone dove teneva il cambio, si allacciò meglio le Puma nere e si caricò la borsa in spalla, uscendo poi dallo spogliatoio e fermandosi davanti all’uscita della piscina.
Il ragazzo sconosciuto arrivò poco dopo, tremando di freddo: ovviamente il castano se ne accorse, gli si avvicinò con un’espressione interrogativa sul volto.
- Che hai? – e dopo una seconda occhiata, si accorse che i capelli mori erano ancora umidi, i vestiti bagnati e le labbra livide dal freddo.
- I- io non ho il cambio, cioè, mi… mi hanno trascinato qui c-con la f-forza – balbettò, rabbrividendo di nuovo.
Liam non esitò un attimo, si tolse la felpa (la sua preferita, che teneva sempre pulita e impeccabile) e la porse all’altro, che spalancò i grandi occhi scuri.
- Tienila. Io sto bene anche così. – stava per ribattere, zittì il moro con un – Tienila o ti prenderai qualcosa.
- G-grazie… - se la infilò subito, era estremamente morbida e calda e profumata, le maniche gli scesero a coprire le dita fino a metà scaldando le mani infreddolite.
- Andiamo a prenderci qualcosa di caldo, okay? – chiese il castano, il ragazzo di fianco a lui fece cenno di sì con la testa, e appena usciti dalla piscina comunale entrarono in un bar lì vicino.
Si sedettero a un tavolo, Liam ordinò due tè caldi e appoggiò il borsone ai suoi piedi, mettendo la testa sulle sue braccia che avevano occupato metà del tavolino.
- Grazie per… per tutto quello che hai fatto per me – sussurrò lo sconosciuto davanti a lui, un po’ rosso a causa dell’imbarazzo in cui era scivolato pian piano.
- Di niente. Piuttosto… non so ancora il tuo nome e chi sono quei ragazzi.
- Ah, giusto… io mi chiamo Zayn, Zayn Malik. – Zayn gli porse la mano, celata in gran parte dalla felpa ormai umida, Liam la accettò di buon grado. – Ho diciannove anni, comunque. E quei ragazzi… beh, diciamo che anche se sono più grande di loro anagraficamente, loro sono più grandi di me fisicamente. – sospirò, si strinse le braccia intorno ai fianchi magri. – Non sono molto alto, anzi, sono più basso di un metro e settanta, ho avuto un piccolo problema alla crescita e a quindici anni mi sono fermato – ho notato, ti rende così cucciolo – e non sono “il ragazzo figo e ammirato e temuto”, – simulò le virgolette con le dita, le maniche della felpa gli scesero fino al gomito rivelando numerosi tatuaggi – tutt’altro. E così… così mi odiano.
- Capisco… - le due tazze di tè arrivarono quando Liam si apprestò a parlare – Ho sentito che ti davano del “frocetto”, anche. E’ per quello che ti odiano? Perché sei gay?
- N-no – il rossore del suo viso tradiva le sue parole – è che… mi hanno detto che sembro una ragazza, ho i tratti da ragazza, mi comporto come una ragazza, ma non è vero niente… non sono gay, non lo sono affatto… - il castano non rispose, bevve un po’ dalla sua tazza con mille dubbi che gli frullavano nella mente.
Se questo ragazzo non è gay, io sono inglese. E tutti sanno bene quanto odio quei cani schifosi pensò, ma non disse nulla comunque, per evitare equivoci.
- Non sembri irlandese. Da quanto sei qui? – chiese Liam, aspettò che Zayn bevesse un sorso di bevanda calda: lo guardò mentre trangugiava il suo tè, il pomo d’Adamo che si muoveva, le guance infreddolite ma gli occhi più brillanti che mai, e per poco, da tanto si era incantato ad ammirare la perfezione del volto del moro, non si perse la risposta.
- Io sono irlandese, in realtà, però… però i miei genitori si sono trasferiti in Irlanda dal Pakistan – asiatico, lo sapevo - mentre mia mamma era incinta di me, sono nato a Dublino ma poi, per via del lavoro di mio padre, ci siamo spostati qui a Kilkenny. Non… non sei razzista, vero? Non sei come loro? – sembrava impaurito dalla risposta, evidentemente temeva quello che il castano avrebbe replicato.
- No, tranquillo. Io non odio nessuno solo per le sue origini – Liam si sentì in dovere di tranquillizzarlo non solo con le parole, ma anche con un semplice contatto fisico: poggiò la mano su quella di Zayn, seppur coperta dalla sua felpa, e vide chiaramente il diciannovenne sobbalzare, non se lo aspettava ed era piacevolmente sorpreso.
- Oh, beh, grazie.

Rimasero a chiacchierare per un po’, parlando del più e del meno, quando Zayn gettò uno sguardo all’orologio  a muro attaccato sopra il bancone del bar: le sette e mezza, erano passate due ore da quando aveva baciato Liam Payne (ovvero il suo amore di una vita) ed egli aveva contraccambiato.
O forse no, ed era solo una sua allucinazione?
- Li-Liam, si è fatto tardi… dovrei tornare a casa… - mormorò, si alzò in piedi di scatto chinando la testa.
Ormai i capelli erano asciutti, e i vestiti meno fradici ma pur sempre umidi; il tè lo aveva riscaldato, certo, ma aveva bisogno di una doccia calda.
- Oh, okay. Vuoi un, cioè, ti serve un passaggio? – non fare il timido, stupido Payne si disse subito dopo, dal momento che il tono di voce era tremolante e basso, quasi impercettibile, lo stesso che Zayn aveva mantenuto tutto il giorno.
-Davvero mi accompagneresti a casa? – le iridi scure del moro si accesero, non erano mai state più luminose prima di quel momento.
- Ma certo, solo che… non ti dispiace sederti sulla canna della mia bici, vero?

Pochi minuti dopo due giovani sfrecciavano per le strade di Kilkenny, facendosi insultare da pedoni e automobilisti di tutti i tipi: ma non importava a nessuno dei due.
Liam sentiva il profumo dei capelli di Zayn, il quale era non poco emozionato del fatto che i muscoli ben allenati che lo accompagnavano tutte le sere nel sonno erano a così poca distanza da lui.
Arrivarono a casa Malik dopo una decina di minuti e ventisette (Liam le aveva contate) imprecazioni da parte delle persone incontrate, con un salto goffo il moro scese dalla canna della bicicletta.
- Grazie per l’ennesima volta – sussurrò, fece per levarsi la felpa per riconsegnarla al castano, ma quest’ultimo lo interruppe con un gesto e un grande sorriso.
- Tienila pure, me la ridarai quando ci rivedremo. – disse, pur sapendo che molto probabilmente non si sarebbero rivisti.
Peccato, però: Zayn era davvero un tipo interessante, con un pizzico di mistero che lo attorniava, forse per via del suo aspetto intrigante e attraente; gli sarebbe piaciuto scambiare con lui ancora un paio di chiacchiere.
- Ne… ne sei sicuro? Tanto abito qui, non prenderò freddo in cinque metri – replicò tremante il moro, il quale non riusciva a crederci che gli aveva ceduto la felpa del suo supereroe preferito, ma Liam scosse la testa.
- Meglio prevenire che curare, no? Ciao, Zayn! - partì in quarta, voltandosi un’ultima volta verso il piccolo Zayn. – E mi raccomando, fatti una doccia calda o ti ammalerai!
-Va bene! – urlò in risposta, si precipitò in casa e senza salutare nessuno si chiuse in camera sua, abbracciando il tessuto grigio con il logo di Batman che teneva ancora addosso.
Contemporaneamente, Liam sfrecciò veloce verso la sua abitazione, il vento che gli muoveva i capelli, e mai nella sua vita si era sentito tanto allegro come quel giorno.
Voglio rivedere Zayn Malik, voglio rivederlo assolutamente si disse, ben deciso a raggiungere il suo obiettivo.


E magari testare quella bocca da pompino che si ritrova.







Bella a tutti...



NON PREOCCUPATEVI NON SONO MORTA, AMY E' QUI PIU' VIVA CHE MAI.
Sì, eh, potevo risparmiarmi il "più che mai".
Comunque è da secoli e millenni che non aggiorno, e oggi dovevo scrivere un'altra roba ma BAM!, mi è venuta l'ispirazione per questa e in tre ore di lavoro non stop (paua merenda, ovviamente.) ho scritto questa cazzata.
Perdonatemi, ma Liam bagnino sexy mi fa pensare troppo male. 

E Zayn vittima di bullismo, un piccolo moretto irlandese-pakistano che non sa nuotare ed è alto un metro e una Vigorsol masticata e calpestata da un vombato? (Awww, ciao Lavi ciao <3 (anche se non leggerai sta cazzata)) Mi fa troppa teneressssa.
Chiedo umilmente perdono a Shine_, la cara vecchia Shine_, quella delle costruzioni e dei corsi di equitazione e della (eurgh...) Francia, se gli Ziam della mia FF assomigliano troppo a quelli di Car Wash e dei suoi innumerevoli sequel.
Ma shippo troppo Liam alto e Zayn nano çmç perdonami çmç
E' il caso che io me ne vada, mi fanno male schiena, dita e braccia e oggi non sono nemmeno andata in piscina, che vita sociale del gran cazzo.

Se la FF vi è piaciuta mettete una recensione, cercatemi su Twitter e Tumblr (ebbene sì, ho imparato ad usarlo :D), se non avete ancora inserito la FF nelle seguite/ricordate/prferite aggiungetela e noi ci sentiamo nella prossima OS, bella ragazzi. <3
[Adatt.]

Amy <3
P.s.
Ho deciso di trasformare questa OS in una Long, a pensarci bene potrebbe uscire fuori qualcosa di carino nonostante io non sia assolutamente capace di scrivere Long çmç Grazie dell'attenzione.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Voglio rivedere Zayn Malik, voglio rivederlo assolutamente si disse, ben deciso a raggiungere il suo obiettivo.
E magari testare quella bocca da pompino che si ritrova.
***
Liam arrivò a casa, sistemò la bici nel garage stando attento a non sfiorare la BMW del padre, chiuse la saracinesca ed entrò nella villetta bianca.
- Sono a casa! – urlò, come al solito non ricevette una risposta. Ma ormai era abituato.
Il padre era sempre chiuso nel suo studio, immerso fino al collo di carte e documenti vari, mentre la madre lavorava a pieno regime per la banca.
Insomma, Liam era cresciuto praticamente da solo, ed essendo figlio unico non aveva nemmeno qualcuno con cui passare le giornate senza scuola.
Si buttò sul divano, assaporando il silenzio della casa; certo, era un ragazzo socievole ed estroverso, ma amava anche stare da solo, in particolare accompagnato da un libro e una tazza di cioccolata calda bollente.
Liam si definiva un amante del cioccolato, gli piacevano tutti i tipi, dal fondente più puro al più candido che esisteva, passando per l’aromatizzato al peperoncino, all’arancia e quello strano cioccolato arancione comprato in Italia, a Ischia, al limone.
Non avrebbe potuto vivere senza quel dolce.
Stette un po’ sul divano, ripensando al pomeriggio che aveva trascorso con Zayn Malik: era sicuro di averlo già visto altrove, ma non riusciva a ricordare dove.
Devo farmi una doccia si disse Liam. Portò il borsone in camera, lo appoggiò a terra di fianco al letto e si chiuse in bagno: si spogliò di nuovo, si infilò subito nella doccia aprendo il getto, lasciò l’acqua calda scorrere lungo il suo corpo; certo, era metà luglio, ma nella ventosa Kilkenny, in quel periodo, nelle giornate più calde si sfioravano i 20 gradi.
Uscì dal box, si avvolse un asciugamano intorno ai fianchi, mentre con un altro si frizionava i capelli per farli asciugare.
Ah, ci voleva esclamò tra sé intanto che chissà se Zayn mi ha ascoltato e si è fatto una doccia rientrava in camera per vestirsi; rimpianse di aver lasciato la sua felpa a Zayn, ma sapeva che ne aveva bisogno, e poi era sempre meglio prestarla al bel moro invece che a una delle galline che lo corteggiavano da secoli.

Zayn aveva ascoltato il consiglio, o meglio l’ordine, di Liam e si era fatto anche lui una doccia calda.
Il calore gli entrò dritto nelle ossa, allontanando tutto il gelo che, con il vento, si era fissato sulla sua pelle scura.
E sotto il getto, non poté non tornare con la mente a ciò che era accaduto tra lui e il ragazzo che gli piaceva da secoli.
Non sapeva che Liam lavorasse alla piscina d’estate, e da una parte l’episodio di bullismo di cui era stato la vittima era positivo, almeno per il moro.
Aveva conosciuto il castano alle superiori: era al suo primo giorno, non conosceva nessuno salvo il suo migliore amico Logan; e quando Logan aveva salutato un ragazzo più grande con un amichevole “Ehi, Liam!”, il Liam in questione aveva sfoderato un grande sorriso.
Ed era stato quel sorriso a far capitolare Zayn Malik.
Quello stesso che aveva avuto l’onore di osservare per tutto il pomeriggio: il viso era cambiato, dopotutto erano passati sette anni, ma quando le labbra del castano si tendevano, svelando una fila di denti bianchissimi, Zayn rivedeva il ragazzo di cui si era perdutamente innamorato.
Finita la doccia si avvolse in un caldo accappatoio, si sentiva già meglio: si rivestì, mettendo la solita tuta sgualcita che utilizzava per stare in casa e una maglietta bianca, e stava per infilarsi anche una felpa quando ricordò che Liam Payne, bagnino ventiduenne della piscina comunale di Kilkenny, Irlanda, gli aveva ceduto la sua.
Non mi sembra giusto usarla, visto che non è mia pensò il moro ma al diavolo, è così calda e profumata la usò comunque dopotutto è quella di Liam, devo sfruttarla la mise comunque.
Si gettò a peso morto sul letto, agguantò il cellulare che, fortunatamente, aveva lasciato a casa; se l’avesse avuto in tasca, ora sarebbe già andato in cortocircuito.
Avrei dovuto farmi dare il numero da lui, stupido stupido Zayn imprecò, si era lasciato sfuggire un’occasione d’oro per avere quel tanto sospirato numero, e invece aveva guadagnato “solo” una felpa, la quale, quasi certamente, non sarebbe tornata dal suo proprietario.
E quindi i due non si sarebbero più rivisti.
Troppe emozioni avevano scosso il piccolo diciannovenne, che, accoccolato sul suo letto e tenendosi stretto l’indumento dell’amato, si era addormentato profondamente.
Faceva sempre così, quando succedeva qualcosa di troppo adrenalinico o incredibile Zayn scivolava nel sonno, ovunque egli si trovava; spesso incappava in incubi, da cui usciva urlante e, nel peggiore dei casi, piangente; ma quella volta, il suo inconscio visualizzò due grandi occhi marroni, un viso sorridente e un corpo da favola, o più precisamente da bagnino.

Spero di rivederlo pensò Liam, steso sul divano intento a fare zapping da un canale all’altro.
Spense il televisore, nulla aveva attirato la sua attenzione in modo da fargli dimenticare, almeno per un secondo, le iridi scure e profonde che aveva fissato insistentemente tutto il giorno.
Non che volesse dimenticarle, ovviamente.
Ma almeno distrarsi per qualche minuto.
Capitò per caso su un canale vintage,che in quel momento trasmetteva Grease: ed è appena iniziato notò, appena le note di Summer Nights invasero il salotto.
Solo alla fine della canzone realizzò che, per tutta la durata della melodia, si era immaginato insieme a Zayn.
Che idee malsane ti stanno venendo? si riprese da solo Liam, una parte di lui avrebbe voluto continuare  guardare il film, mentre l’altra voleva a tutti i costi cambiare canale: ascoltò la prima, e intanto che le Pink Ladies spettegolavano su Danny, andò in cucina aprendo un pacchetto di patatine e svuotandolo in una ciotola di plastica; prese poi una birra (usava sempre l’alcol per dimenticare qualcosa, certamente non in dosi esagerate, ma quello che bastava a fargli balbettare cose insensate) dal frigorifero, lo richiuse con un colpo di fianchi e si ributtò sul divano con il cibo per godersi al meglio quel musical capolavoro.

- Zayn… baciami, ti prego, non posso aspettare…– esclama Liam, prende per i fianchi Zayn sbattendolo contro un muro.
- Con piacere, Lee… - si avventa sulle labbra del castano, sempre più vicino…

… e cadde dal letto.
- Zayn? Tutto bene? – strepitò sua madre dalla cucina, lui mugugnò un “Tutto okay” massaggiandosi il naso, la mano ancora coperta dalla felpa grigia.
Troppo bello per essere vero si disse Zayn, si ristese sul materasso mettendosi a fissare il soffitto spero di riuscire a baciarlo un giorno bianco candido.
Annoiato, si alzò per poi sedersi subito dopo sulla sedia girevole davanti alla scrivania di legno scuro: doveva ancora iniziare i compiti delle vacanze, il moro.
Ed era abbastanza indietro rispetto ai suoi coetanei, dal momento che non aveva nemmeno dato una sbirciata a ciò che le professoresse gli avevano rifilato.
Aprì il vecchio diario scolastico, e subito tre titoli di libri gli saltarono agli occhi: il primo era L’importanza di chiamarsi Ernesto, di Oscar Wilde; il secondo era Don Chisciotte, Miguel de Cervantes; mentre il terzo, Robinson Crusoe, Daniel Defoe.
Zayn aveva già letto l’ultimo di questi,non gli rimaneva che cercare gli altri due.
Si alzò, andò in cucina dalla madre e, dopo essersi seduto sul bancone, ruppe il silenzio.
- Ma’, abbiamo L’importanza di chiamarsi Ernesto e Don Chisciotte in casa? – chiese, la donna si girò interrogativa. – Mi servono per le vacanze scolastiche…
- Non credo, o perlomeno non credo che abbiamo Don Chisciotte… no, non ce l’abbiamo – rispose, dopo aver fatto mente locale e aver ripassato nella testa tutti i classici che avevano in casa. – Puoi andare a comprarlo, no?
- Non vedo altro modo di averlo… ci vado subito, così non mi dimentico. – Zayn tornò in camera, si cambiò i pantaloni e la felpa (quest’ultima molto a malincuore), prese cellulare e portafoglio ed uscì, diretto verso la libreria in centro.
Una raffica di vento lo fece barcollare, leggero com’era: recuperò quasi subito l’equilibrio, riprese a camminare vero la  via principale di Kilkenny.

Quando il film finì, dopo circa due ore, la canzone finale fece risvegliare Liam, che si era assopito verso la metà del musical.
Guardò l’orologio, segnava le otto di sera, decise di alzarsi per mangiare qualcosa di leggero: entrò nella grande cucina, come sempre vuota, e intanto che faceva tostare il pane lo sguardo si spostò sulla grande finestra che dava sulla strada.
E nello stesso momento in cui guardava fuori, un piccolo moro con una felpa blu passava davanti a casa sua.
Che ci fa Zayn fuori? pensò subito Liam, mi sembrava di avergli detto di rimanere in casa si infilò e allacciò le scarpe, che si era levato prima, in tutta fretta precipitandosi poi fuori.
- Zayn! Ehi, Zayn! – si mise ad urlare come un invasato, tutti i passanti si girarono nella sua direzione tranne Zayn.
Oh, fanculo iniziò a  camminare velocemente nella direzione del moro come ha fatto a non sentirmi? che, nel frattempo, stava estraendo l’iPod cambiando canzone.
Finalmente Liam riuscì ad arrivare di fianco a Malik, e solo lì realizzò che il più basso stava ascoltando la musica; gli sfiorò un gomito, per attirare la sua attenzione, ma servì solo a farlo spaventare.
- Ehi, ehi, tranquillo! – cercò di calmarlo, e quando vide che il moro si era tolto una delle cuffiette, riprese a parlare più tranquillamente, persino dolcemente, senza rendersene conto. – Sono io, vedi?
- Liam? Come… come hai fatto a trovarmi?
- Sei passato davanti a casa mia, mi sembrava di averti detto di rimanere al caldo, che fai qua fuori? – Zayn si passò una mano tra i capelli, visibilmente in imbarazzo, avrebbe dovuto ascoltare Liam e invece era uscito subito per uno stupido libro.
Ma si sentiva fortunato, dopotutto, se non si fosse intestardito con i compiti non avrebbe incontrato di nuovo il bel bagnino.
- Io… devo andare a comprare un libro per la scuola… - balbettò, il castano sorrise per poi prendere l’auricolare libero e portarselo all’orecchio, chiuse gli occhi seguendo la melodia con la testa, conosceva quella canzone, la ascoltava sempre quando andava a scuola.
- Questa è River Flows In You, vero? – domandò, l’altro annuì arrossendo ancora di più. – La adoro.
 - Già, è molto bella, mia madre la suona sempre al pianoforte, mi incanto sempre ad ascoltarla… - e così sua madre suona, eh? Un altro passo per conoscere il misterioso Zayn Malik.
- Wow, tua madre suona il pianoforte? Comunque… che libro stai cercando?
- Don Chisciotte, non ce l’ho e devo leggerlo entro settembre visto che mi hanno bocciato. – bocciato? Seriamente?
- Forse ce l’ho io, se vuoi te lo presto! – il viso di Liam venne illuminato da un grande sorriso, il moro si voltò nella sua direzione guardandolo sorpreso, gli occhi scuri spalancati.
- Da-davvero? Ma mi hai già prestato la felpa, e non voglio pesarti troppo, insomma, mi conosci a malapena--
- Non importa, me li ridarai tutti e due. Forza, andiamo, il tempo fa anche schifo e se non sbaglio tra poco dovrebbe piovere. – non erano molto lontani dall’abitazione di Liam, non appena si voltarono invertendo la direzione cominciò a piovigginare: la pioggia, man mano che i secondi passavano, diventava sempre più forte tramutandosi così in un temporale in piena regola.
A Kilkenny non c’erano quasi mai temporali, pioveva leggermente quasi tutti i giorni: i due giovani riuscirono ad arrivare all’abitazione del castano senza infradiciarsi troppo, entrarono quasi di corsa e Zayn si chiuse la porta alle spalle.
- Questa è casa tua? – domandò Zayn, scuotendo i capelli umidi per asciugarli.
- Esattamente. Accomodati, io vado a cercare il libro. – si sedette sul divano, mentre Liam saliva al piano di sopra entrando nello studio del padre.
- Sei tu, Liam? – la voce dell’uomo, seduto dietro una scrivania e immerso in un mare di carte e documenti, arrivò cristallina alle orecchie del castano.
- Sì, devo cercare un libro per un amico, non faccio nulla di male. – si avvicinò all’enorme libreria, che girava tutt’intorno alla stanza coprendo ogni parete: arrivò alla sezione Classici, scorse velocemente i nomi fino ad arrivare alla D, Don Chisciotte; e lì trovò una copia del libro, perfettamente conservata. – Ecco qui, ho trovato. Buon lavoro. – il giovane sospirò dopo non aver ricevuto nessuna risposta, si chiuse la porta alle spalle e indossò la maschera da ragazzo tranquillo e pacifico che usava tutti i giorni con quelli che incontrava; ma dentro, nella mente, era tutto il contrario.
Si fermò sul fondo delle scale, per spiare cosa Zayn stesse facendo: e sorrise quando lo vide curiosare tra i soprammobili, un piccolo diciannovenne curioso come un bambino di cinque anni.
Il moro sentì i passi di Liam che si avvicinavano a lui, e, imbarazzato come al solito, si voltò, annegando in quelle iridi calde ed accoglienti che lo avevano stregato sin dall’inizio.
- E-ehi, Liam… io non stavo facendo niente, lo giuro, stavo solo guardando delle foto e--
- Sei sempre così teso, accidenti! – rise il castano – dovresti rilassarti, non ti mangio! – Malik accennò un sorriso, prese il libro che l’altro gli porgeva gentilmente.
- Allora io vado, eh? Grazie del libro e della felpa, te li renderò il prima possibile. – si avviò verso la porta, ma una grande mano lo prese per il polso tirandolo all’indietro.
- No, tu non vai da nessuna parte! Piove a dirotto, non voglio che tu ti ammali. – e soprattutto non voglio lasciarti andare ora che ti ho ritrovato aggiunse Liam mentalmente - Rimani qui.
- Sul serio, devo andare a casa, sono di disturbo… - cercò di sfuggire alla presa di Payne, ma questo spostò le mani sul collo della felpa di Zayn avvicinandolo a sé, quasi petto contro petto, azione che fece rabbrividire di emozione entrambi.
- Ho detto che tu rimani qui. – ringhiò Liam, con un tono possessivo e persino vagamente violento, il quale non gli apparteneva per niente.
E Zayn non trovò niente da ridire.





Bella a tutti...


Devo dire che ho aggiornato davvero velocemente, mi sento realizzata :')
Il piccolo Zayn è sempre più innamorato di Liam, e come biasimarlo?, Payne è un ragazzo da sposare.
E quest'ultimo, intanto, si sta interessando al bel moretto.
D'altronde sono anime gemelle, è perfettamente logico che si attraggano.
Chiedo perdono in anticipo per il fatto che non aggiornerò per le prossime settimane, in quanto, fino alla fine di agosto, sono fuori città (e per un periodo anche fuori Italia, YAAAAY) per vacanze: quando tornerò mi metterò all'opera per riportarmi in pari.
Quiiiindi, se tra voi ci sono ragazze (che ovviamente seguo) che stanno scrivendo Long o hanno in programma di pubblicare OS, dovrete aspettare un po' per ricevere le mie
fantastiche recensioni, lo so che vi mancherò moltissimo v.v (viva la modestia)
Twitter e Tumblr sono qui come al solito, e ci sentiamo prossimamente <3


Amy xx

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


- Sul serio, devo andare a casa, sono di disturbo… - cercò di sfuggire alla presa di Payne, ma questo spostò le mani sul collo della felpa di Zayn avvicinandolo a sé, quasi petto contro petto, azione che fece rabbrividire di emozione entrambi.
- Ho detto che tu rimani qui. – ringhiò Liam, con un tono possessivo e persino vagamente violento, il quale non gli apparteneva per niente.
E Zayn non trovò niente da ridire.


***

- Allora, Zayn… - cominciò a dire Liam, mentre spostava la ciotola vuota e la bottiglia per appoggiarle poi sul tavolino davanti al divano. – Vuoi qualcosa da bere?
- No, grazie. Sto alla grande. – rispose Zayn, sebbene lo sguardo gli fosse caduto più volte sulla birra: e il castano se ne accorse, così si avvicinò di nuovo a lui guardandolo con insistenza visibile.
- Ne sei sicuro? Non ti va una birra? -  scosse la testa in cenno di diniego, ma a quanto pare non ottenne l’effetto desiderato, visto che Liam gli afferrò il polso trascinandolo di peso verso la cucina. – Beh, a me ne va un’altra, quindi tu adesso vieni con me.
- Ma dai…
- Non mi importa, siediti lì. – gli indicò uno sgabello alto da bar, posto al lato del bancone in acciaio, il moro obbedì all’ennesimo ordine e puntò i gomiti sulla superficie perfettamente pulita: l’altro aprì di nuovo il frigorifero, ne estrasse una bottiglia di Guinness e richiuse l’anta, poggiò la birra vicino all’acquaio e, dopo aver aperto un armadietto, la versò in due bicchieri di vetro colorato.
Ne porse uno a Zayn, lo accettò di buon grado mettendosi a sorseggiare il liquido scuro di origini dublinesi.
- A quanto pare ti devo ringraziare per l’ennesima volta… - sussurrò il diciannovenne, le labbra ancora sul bordo del bicchiere.
E Liam desiderò ardentemente che fossero poggiate altrove.
- Beh, sono cose che si fanno tra amici, no?
- G-già… - sì, amici. Non capisce nemmeno che ci sto provando alla grande si disse il castano, si sedette sul bancone facendo dondolare le gambe distrattamente, le iridi marroni che guizzavano tra il moro e la finestra, nella stanza regnava ormai il più totale silenzio. – Piove forte, eh? – ci pensò Zayn a rompere il ghiaccio, Payne fissò lo sguardo su di lui.
- Abbastanza, sì. Se vuoi, ti riporto a casa. Non vorrei che i tuoi genitori si spaventassero. – il moro sollevò la testa, la scosse in modo deciso.
- No, tranquillo. Hai già fatto tanto per me, e non abito molto lontano da qui, lo sai, giusto?
- Sì… sicuro di non volertene andare? Non mi da’ fastidio riportarti a casa… sembrerebbe molto la fiaba di Cenerentola, con la bella principessa che deve tornare prima che tutto scompaia, ho sempre adorato quel racconto! – infilò quel “bella principessa” volutamente, un complimento indiretto verso il moro, che a quanto le sue guance rosse dimostravano, aveva colto alla perfezione il messaggio. – Poi sono cresciuto, e non ho più guardato cartoni animati da femmine… mi piacciono un sacco i supereroi, lo sai?
- Batman in particolare, suppongo – borbottò Malik, cercò in tutti i modi di evitare gli occhi indagatori di Liam, ma quelle iridi per lui erano come il whisky d’annata per un alcolista: impossibili da evitare.
- Esattamente, lo adoro sin da quando ero un bambino, ammiravo moltissimo lui e Robin. Ho sempre sognato poter diventare “il paladino della giustizia” di Kilkenny – mimò le virgolette con le dita – ma, come puoi vedere, non sono andato più in là di un posto da bagnino. Non svento rapine e non salvo vite, certe volte mi sento quasi inutile.
- Non devi dire così! – il tono di voce di Zayn fece sobbalzare il castano, che non si aspettava certamente una simile reazione: guardò il diciannovenne, notando che aveva la stessa espressione delle ragazze nei manga quando chiudono gli occhi e chiacchierano a vanvera, non poté che stare in silenzio ad ammirare quella bellezza. – Tu mi hai salvato davvero la vita, probabilmente sarei annegato se tu non ci fossi stato, sei sempre così buono con tutti e nessuno se ne accorge, anzi!, fanno tutto il contrario. Conoscere te non è un piacere o una fortuna, è solo un onore, e io sono onorato di averti conosciuto. – e appena capì cosa aveva appena formulato, il moro chiuse la bocca, il rossore sulle guance ormai era diventato onnipresente rendendolo ancora più infantile; Liam gli scompigliò i capelli neri con un enorme sorriso, ritirò le dita pochi secondi dopo, passando dal lusingato all’imbarazzato in un secondo.
- Beh, grazie. Nessuno ha mai detto queste cose su di me. Comunque- - un trillo interruppe la frase, Payne tirò fuori il cellulare dalla tasca dei pantaloni: il tempo di vedere il mittente, e subito un’aria corrucciata si impossessò del suo viso.
- Tutto okay?
- Sì, tranquillo – forzò un sorriso mentre poggiava il telefono sul bancone, giusto tra lui e Zayn, saltò giù rimanendo in piedi accanto all’altro ragazzo. – Vado un attimo in bagno, se vuoi aspettami pure in salotto, poi ti raggiungo.
- D’accordo… - e subito dopo che il castano fu scomparso dietro la porta, Malik si avventò sul cellulare del padrone di casa, sperando che non ci fosse alcuna password: e grazie a Dio non c’è si disse, mentre sbloccava lo schermo del Samsung e apriva la casella dei messaggi; e quando lesse l’anteprima del testo, una dolorosa consapevolezza gli attanagliò il cervello e gli spezzò il cuore.
Leeyum, quando vieni da me? Sono-“ e non vedeva altro, se non il nome del mittente, a cui non dette molto peso: c’erano alte probabilità che fosse di una donna, magari la ragazza di Liam, visto il nomignolo confidenziale che era stato utilizzato.
Con le lacrime agli occhi, Zayn bloccò il cellulare e lo ripose quasi esattamente dov’era, appena in tempo per il ritorno del castano nella cucina: stava cercando una scusa plausibile per andarsene quando un altro messaggio arrivò, ma stavolta era diretto a lui e non al bel ragazzo appoggiato allo stipite della porta.
Numero sconosciuto notò il moro, che non sapeva assolutamente di chi lo aveva mandato.
Dopo aver letto per intero quel testo, però, realizzò.
- Zayn? Stai bene? – Liam ruppe il silenzio, si avvicinò a Zayn lentamente, aspettava una risposta che però non arrivò. – Zayn?
- L-Liam… - balbettò Malik, prima di scoppiare rumorosamente a piangere e lasciando cadere il vecchio Nokia sul bancone.
Il primo impulso del castano fu quello di circondare il più piccolo in un abbraccio, ma prima agguantò il telefono scorrendo velocemente il testo (piuttosto lungo, peraltro) del messaggio.
E dire che rimase stupefatto era un eufemismo.
Non aveva analizzato alla perfezione quelle parole, ma “finocchio”, “zingaro” e un “non avresti mai dovuto nascere” gli bastarono a capire tutto quanto.
- Zayn… - sussurrò, vederlo in quello stato lo intristì a tal punto che anche i suoi occhi divennero lucidi come vetro.
- I-io… m-mi dispiace, i-io non… s-scusami… non voglio d-darti ancora più f-fastidio…
- Ma no, tranquillo, ho letto qualche cosa e- - Liam si ritrovò con le braccia di Zayn intorno al collo e la testa del ragazzo contro una spalla, le lacrime calde ad inumidirgli la maglietta rossa che indossava.
E ora che cosa ci combino? si chiese, ma le sue mani si spostarono automaticamente intorno ai fianchi magri del diciannovenne; lo fece scendere dallo sgabello, e una volta che le sue Dr. Martens toccarono il pavimento lo trattenne contro di sé in un abbraccio, che poco e niente aveva dell’amichevole: sembrava più che uno avesse bisogno dell’altro, e viceversa, e la cosa non dispiaceva affatto a Liam.
Il corpo esile di Zayn era scosso da tremendi singhiozzi, i quali non accennavano a terminare nemmeno per un secondo: cominciò ad accarezzargli i capelli neri per tranquillizzarlo, ma sembrava che l’effetto fosse l’esatto contrario.
- L-Liam… non ce la faccio più…
- Lo so, lo so. E’ stato il ragazzo di prima, quello che ti ha buttato in piscina? – il moro annuì, il ventiduenne trattenne un’imprecazione a fatica – Come ha avuto il tuo numero?
- N-non ne ho idea – rispose il più piccolo, la maglietta rossa di Liam stretta tra le dita lunghe: certo, il momento era triste, ma lui si sentiva al settimo cielo con le braccia del giovane che amava intorno ai fianchi, il suo respiro nei capelli e la voce dolce che risuonava solo per lui.
Stettero stretti vicini per un po’, fino a quando la disperazione di Zayn non si affievolì quasi del tutto, a nessuno dei due dispiaceva stare così, tutt’altro: il castano iniziò a ondeggiare, per cullare il più basso e tranquillizzarlo, anche se ormai non serviva a niente.
Perché lo sto facendo?, si chiese, ma avvertiva il bisogno di farlo, come una specie di istinto primordiale che lo spingeva a proteggere il ragazzo piangente contro il suo petto: non si era mai sentito così, ma la cosa gli sembrava giusta, gli sembrava di essere ciò che aveva sempre sognato, un supereroe.
Il suo supereroe aggiunse mentalmente Liam, strinse di più le braccia intorno alla vita di Zayn, il quale, nel frattempo, era riuscito a calmarsi.
Non sopportava più quella situazione, aveva già passato un anno scolastico infernale e i bulli gli venivano a rovinare anche le vacanze; non ne aveva fatto parola con nessuno, come aveva promesso a quella gang di ragazzi viziati e privilegiati, ma poi non aveva mantenuto il giuramento e aveva confessato tutto al bagnino ventiduenne della piscina comunale di Kilkenny, Irlanda.
E sentiva di aver sbagliato, si faceva schifo, non si era mai amato davvero e quella faccenda gli faceva pensare di essere davvero un errore della Natura.
Si staccò di scatto da Liam, aveva bisogno di stare da solo, balbettò un timido “Dov’è il bagno?”, Payne glielo indicò senza fiatare; raggiunse la stanza in una ventina di secondi, e si chiuse la porta a chiave alle spalle.
Si sedette per terra, schiena al muro, si tirò su una delle maniche della felpa sfiorando con le unghie le cicatrici ancora fresche, frutto di un accanito uso di lamette, forbici e oggetti appuntiti. Si faceva schifo anche per quello, per essere un autolesionista, per essere un vittimista troppo arrendevole e debole.
Non era colpa sua se aveva un carattere sensibile, quasi femminile; non era colpa sua se aveva tratti da donna, ciglia lunghe e grandi occhi; e soprattutto, non era colpa sua se preferiva i ragazzi alle ragazze.
Tra le lacrime si mise a grattare furiosamente quei segni, e quelli, non essendo ancora del tutto rimarginati, presero a sanguinare: era la punizione che si infliggeva dopo aver combinato qualcosa, era la sua maniera per togliersi tutti i sensi di colpa, era la sua ancora di salvezza.
Zayn si sciacquò le ferite sotto l’acqua, le tamponò con l’immancabile fazzoletto che portava con sé proprio per usarlo in quel modo, coprì il braccio (che bruciava come fuoco) con la manica della felpa e uscì, visibilmente sollevato: sapeva di sbagliare anche a tagliarsi, ma non ci poteva fare niente, lui voleva soffrire e ci riusciva benissimo.
- Ehi, Zayn. – subito Liam lo accolse in salotto, il moro simulò un sorriso, a quanto pare era abbastanza convincente e l’altro lo ricambiò. – Va meglio?
- Sì, molto meglio. Ora è il caso che io vada, si è fatto tardi e ha smesso praticamente di piovere. – il più grande annuì, infilò il libro in una borsa di plastica per permettere a Zayn di portarlo più facilmente, gli porse il tutto con un’espressione un po’ dispiaciuta.
- Spero di vederti presto.
- Già, anch’io. Dovrò riportarti prima o poi la felpa e il libro, no? – gli fece l’occhiolino, il viso di Liam si distese in un sorriso, accompagnò Malik alla porta aprendola per lui. – Come sei galante!
- I gentiluomini lo sono sempre con le belle principesse. – il diciannovenne diventò rosso, il castano soffocò una risata – Forza, principessa! Stai aspettando il tuo cavaliere?
- No, lui ha appena abbassato il ponte levatoio… - e se continui a essere così sexy, si alzerà anche qualcos’altro oltre al ponte levatoio replicò mentalmente il più grande, allontanò immediatamente il pensiero per evitare situazioni imbarazzanti. – Allora io vado, eh?
- Va bene… ci vediamo – stava per chiudere la porta, ma di nuovo Zayn gli gettò le braccia al collo per abbracciarlo.
Si alzò sulle punte, ma nonostante questo non riusciva ad arrivare alle orecchie di Liam per sussurrargli ciò che voleva: l’altro se ne accorse, gli prese timidamente i fianchi tra le mani sollevandolo poi da terra, non pesava tantissimo e lui era allenato; le punte degli anfibi gli sfioravano le scarpe, cercavano di appoggiarsi a queste ultime senza grandi risultati, lasciarono perdere dopo qualche secondo.
- Grazie di avermi aiutato in tutto, cavaliere.
- Grazie di non saper nuotare, principessa.

 


Bella a tutti...


CHIEDO PERDONO IN GINOCCHIO.
Davvero, scusatemi immensamente se in queste due settimane non mi sono fatta sentire nemmeno un secondo.
Ma ho letto le recensioni di tutti, e risponderò a chi è ancora in sospeso.
Ero in vacanza, fuori casa e senza la possibilità di stabilire una connessione anche solo precaria, e quindi sono scomparsa: ma non temete, sono tornata.
E grazie al cielo mi sono portata avanti con i capitoli (annegherete nel fluff come me, muahahahah), sono riuscita ad arrivare fino al nono e ho iniziato il decimo, quindi per sei settimane mi metto l'anima in pace!
Allora, come vi è parso questo capitolo?
Abbiamo (avete) scoperto altri lati delle personalità dei due personaggi, e poi ci sono quei nomignoli jsdljksf sono morta mentre scrivevo, lo giuro.
Nei prossimi capitoli si aggiungerà un nuovo soggetto, per cui mi picchierete quasi sicuramente a sangue, aiuto. 
Scappicchio, sono scesa dalla bellezza di un'ora dall'auto e ho non poca fame: un grazie a tutti quelli che hanno recensito, o inserito la mia storia in seguite/preferite/ricordate, sono di fretta e quindi non vi metto i link di Twitter e Tumblr, ma li trovate comunque nella mia bio.

Amy <3
P.s. Perrie Edwards in Malik suona mali(k)ssimo, Liam Payne in Malik (in tutti i sensi immaginabili, obv) è moooolto meglio! ;)
P.p.s. non capisco un cavolo dell'editor per HTML nuovo, aiuuuuuto D:

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


- Grazie di avermi aiutato in tutto, cavaliere.
- Grazie di non saper nuotare, principessa.


***

Zayn arrivò a casa quasi saltellando dall’emozione.
Non poteva assolutamente credere a ciò che gli era successo in meno di un giorno: era stato quasi annegato, aveva praticamente baciato l’amore della sua vita, questo lo aveva riportato a casa, e poi lo aveva ospitato da lui appioppandogli anche il soprannome più dolce che il moro avesse potuto immaginare.
Certo, c’erano di mezzo il messaggio razzista e i tagli riaperti ma ormai, per Zayn, bullismo e autolesionismo erano all’ordine del giorno.
- Sono tornato! – annunciò allegramente entrando in casa, incrociò subito sua madre nel corridoio, che lo guardava con un piglio arrabbiato e preoccupato al tempo stesso.
- Come mai ci hai messo così tanto? – lo attaccò subito la donna, incrociò le braccia per assumere una posa ancora più inquietante, ma al diciannovenne non importava, aveva ben altro per la testa.
- Sono stato colto da un temporale e mi sono fermato a casa di un amico, mi ha anche prestato il libro!
- Mh, mi fido. – l’espressione della madre tornò normale, forse ancora un po’ in tensione ma tutto sommato tranquilla, abbracciò forte il figlio. – Mi hai fatto preoccupare un po’, sai?
- Scusami, non era mia intenzione… la prossima volta rispetterò il coprifuoco, d’accordo? – risero insieme, poi Zayn riuscì a svicolare dalla stretta e si chiuse in camera sua: la prima cosa che fece fu posare con estrema delicatezza il libro sulla scrivania, poi andò in bagno e si passò un po’ di acqua ossigenata sui graffi; tornò nella sua stanza, aveva bisogno di sentire ancora il profumo di Liam, si levò la felpa blu infilandosi in seguito quella di Batman, si buttò a peso morto sul letto.
Dovrei iniziare i compiti rifletté, si alzò di nuovo e si sedette alla scrivania, estraendo dal primo cassetto il libro di scienze tanto mangeremo alle nove, come sempre. Che sonno, però…

Mio Dio santissimo, quel ragazzo è una bomba innescata pensò Liam, non appena il piccolo Zayn ebbe lasciato casa sua.
La storia del cavaliere e della principessa lo eccitava non poco, e vagando con la mente non poté non incappare in una scena hard tra lui e il moro; solo ad immaginare i sospiri e le labbra del diciannovenne che si schiudevano per gridare il suo nome, avvertì dei movimenti sospetti nel basso ventre.
Quanto tempo è che non scopo?, si domandò Liam facendo mente locale. Un paio di settimane, forse.
D’altronde, è da secoli che non chiamo- eh no, mi ha mandato un messaggio oggi, quando c’era Zayn! si precipitò in cucina, sbloccò il cellulare e aprì il testo.
Leeyum, quando vieni da me? Sono in astinenza dal tuo cazzo xxperché deve essere sempre così volgare? si disse il castano, mentre cominciava a rispondere al messaggio.
Domani vieni a casa mia? Mio padre dovrebbe essere in tribunale, mia madre sempre al lavoro, ed è il mio giorno libero dalla piscina :P” digitò quelle parole in fretta, senza minimamente pensare alla conversazione: purtroppo, il pensiero di una possibile scopata tra lui e Zayn non lo aveva ancora abbandonato, tutt’altro, si stava insinuando in ogni sua cellula.
Si spostò in camera, si chiuse dentro a chiave buttandosi poi sul grande letto, perfetto per una bella nottata di fuoco che occupava una metà della stanza.
Liam chiuse gli occhi, la scena si presentò limpida nel suo cervello: Zayn sotto, anzi, sopra di lui (adorava quando il passivo stava sopra), i gemiti e i sospiri e il caldo, riusciva quasi a sentire il profumo del piccolo diciannovenne che, nella sua immaginazione, strillava di dolore e piacere; la scena cambiò, stavolta il più giovane stava muovendo la mano sull’erezione del castano, e nella realtà questo prese a masturbarsi violentemente, immaginando che fosse Malik ad occuparsi del suo “problemino” e non lui stesso.
Liam venne la miglior sega di sempre, accidenti con un urletto di appagamento, il viso imperlato di sudore e le guance rosse, aprì gli occhi marroni, per un secondo non realizzò dov’era, poi ricordò tutto e sospirò felice.
Gli arrivò un messaggio, allungò un braccio verso il comodino per prendere il Samsung, aprì il testo svogliatamente: “Perfetto, a domani bellezza xx”.
Non che gli importasse molto dell’appuntamento, a dir la verità.
Aveva la mente piena di Zayn, del suo sorriso, della sua voce… ed era a causa di quest’ultima che aveva imbrattato i pantaloni e i boxer.
Ah, ma ci stava alla grande si giustificò con sé stesso è così sexy e attraente mentre si spostava in bagno e si cambiava.
- Già, temo di essermi preso una gran sbandata per Zayn Malik – disse Liam ad alta voce, senza paura che qualcuno lo sentisse, tanto era praticamente solo.

Zayn si stropicciò gli occhi, gettò uno sguardo all’orologio del Nokia, segnava le nove e quarantacinque di sera possibile che sia passato così tanto tempo? Ho chiuso gli occhi solo per cinque minuti!
Probabilmente i suoi avevano già cenato, e un po’ assonnato andò in cucina, stupito di trovarla vuota: c’era solo un bigliettino giallo, posto al centro del tavolo, che attirò completamente l’attenzione del ragazzo.
Tua sorella è stata male, siamo andati all’ospedale per accertamenti, non preoccuparti, ciao mammaoh, e così Vero è stata male si ripeté nella mente tutta colpa della sua esuberanza, se stesse più attenta non succederebbero robe del genere, mentre voltava il biglietto ma, d’altronde, che ci si può aspettare da una bambina di sei anni? e trovava un’altra scritta.
Ti ho lasciato qualcosa nel microonde, noi non abbiamo mangiato, scaldalo un po’ ed è mangiabile xD” Zayn odiava quando sua madre cercava di fare la finta giovane, utilizzando emoticons stupide e linguaggio finto-adolescenziale, ma alla fine era sua mamma e gli voleva bene per quello che era.
Fece come ordinato, accese solo il piccolo microonde lasciando tutto il lavoro a quell’aggeggio, e poi si sedette a tavola mangiando in silenzio: mangiare da solo gli metteva una terribile tristezza addosso, ma era meglio obbedire ai comandi della “Suprema Inquisitrice”, come aveva soprannominato in segreto sua madre.
Avrei dovuto chiedere il numero a Liam si rimproverò Zayn, ma non amava fare la prima mossa, lui era un tipo abbastanza timido e sicuramente non sarebbe riuscito a chiedere quelle dannate cifre all’amore della sua vita.
Finito di cenare lavò i piatti, come faceva sempre, e si lanciò sul divano: agguantò il telecomando, accese il televisore sintonizzando su un canale a caso, e poi cominciò a fare zapping; quando faceva zapping, significava che era davvero disperato, e in quel momento lo era eccome.
Capitò per caso su una rete a luci rosse, che, in quel momento, trasmetteva un porno lesbo; stette a guardare per un po’, non capendo assolutamente cosa ci trovassero di tanto eccitante tutti i suoi compagni di classe, a lui sembrava solo un porno come un altro.
Va be’ che sono gay, ma questa roba ucciderebbe un cavallo sgozzato commentò mentalmente il moro, cambiò canale di nuovo e le note dell’Opera 40 di Mozart invasero il salotto.
Oddio, che noia pensò Zayn, sebbene non disdegnasse ascoltare canzoni esclusivamente a pianoforte, come River Flows In You: e, da quel pomeriggio in poi, avrebbe attribuito quel titolo a lui e Liam.
Dopo aver constatato che non c’era nulla di interessante quella sera, Zayn optò per una maratona di episodi di George e Mildred, adorava quella serie e aveva rivisto ogni singola puntata almeno cinque o sei volte.
Altro che Cenerentola, avrebbe dovuto chiamarmi la Bella Addormentata sorrise al pensiero, e poi, verso mezzanotte, si addormentò di nuovo.

Liam passò una notte senza sogni, si svegliò la mattina dopo vagamente intontito: si stiracchiò, e riaccese il cellulare passandosi una mano sul viso, la giornata precedente era stata ricca di emozioni che si erano poi trasformate in una gran stanchezza.
Andò in cucina, trovandola ovviamente vuota; non sapeva come definirsi, se autosufficiente o orfano, visto e considerato che sua madre partiva alle sei e tornava a mezzanotte (senza che, peraltro, le fosse richiesto: accanita stacanovista, per lei il lavoro era sopra tutto) e suo padre viveva tra lo studio e il tribunale, a causa del lavoro da avvocato.
Proprio oggi aveva una causa, come recitava il biglietto trovato da Liam sul tavolo, e non sarebbe tornato prima di sera.
Meno male, almeno oggi ho casa totalmente libera rifletté il ventiduenne, intanto che si faceva un caffè e apriva la finestra della cucina.
Sorseggiò pensieroso la sua bevanda, mille dubbi gli affollavano il cervello, primo tra tutti è possibile che mi piaccia qualcuno dopo una sola giornata?
Non aveva una risposta a quel quesito, non avrebbe mai saputo rispondere, chissà che il tempo non gli avrebbe svelato la soluzione.
Cosa starà facendo la mia principessa? si chiese Liam, lavando la tazza del caffè e lasciandola nello scolapiatti forse i compiti, dovrei mettermi a ripassare anch’io qualcosa.

- Naaah, ma non ho voglia di fare i compiti! – Zayn cercava in tutti i modi di svicolare dal suo dovere, ma sua madre non accettava scuse. – Curo Veronica, pulisco la casa, faccio ciò che vuoi ma non i compiti!
- Zayn Malik, muoviti e vai a fare quello che devi fare! (*) – sbuffò sonoramente, si alzò dal tavolo della cucina e si chiuse in camera sua: purtroppo gli ordini erano ordini, e sapeva che sua mamma avrebbe controllato ciò che aveva “prodotto” in una mattinata, ma non aveva alcuna voglia di prendere i libri e lavorare.
Veronica, sua sorella, aveva semplicemente avuto un forte mal di pancia in seguito all’ingestione di erba del parco giochi (quando i suoi genitori gli avevano passato l’informazione, Zayn era rimasto parecchio stupito), dopotutto aveva sei anni da poco ed era ancora una bambina: a settembre sarebbe andata in prima elementare, non si poteva pretendere molto.
Potrei leggere qualcosa gli venne in mente, si avvolse la felpa di Liam intorno alle spalle e, con Don Chisciotte in mano, si stese sul letto rifatto di fresco e si immerse nella lettura.
Ma, ovviamente, non riusciva a concentrarsi abbastanza.
C’erano troppi riferimenti a Liam intorno a lui, tra il libro e la felpa, e soprattutto nella memoria, che si era fissata sulle braccia del castano che lo sollevavano da terra; non ricordava di essersi emozionato così tanto in vita sua.
E poi, quando lo aveva chiamato “principessa”? Temeva di morire, in quel momento.
Adesso giuro che leggo qualcosa si ripromise Zayn, un’idea gli attraversò la mente: potrei riportare la felpa a Liam, oggi pomeriggio. Sì, decisamente.

Un messaggio distrasse Liam dal suo ripasso, lo aprì pigramente: “A che ore vengo oggi? xx
Alle quattro va più che bene.”
Guardò l’orologio del cellulare, segnava le due, il tempo era volato mentre studiava: d’altronde, a lui piaceva persino andare a scuola, non si era stupito di aver passato quattro ore sui libri.
E ora, fino alle quattro, cosa faccio? si domandò, ma evidentemente il suo corpo sapeva già cosa fare; si alzò quasi in automatico, e, una volta arrivato in cucina, infilò nel tostapane due fette di pane bianco.
Mentre aspettava che fosse pronto, Liam si mise a giocherellare con la sua maglietta, conscio che non l’avrebbe tenuta su ancora a lungo.
Sapeva bene cosa sarebbe successo quel pomeriggio, era almeno la milionesima volta che lo faceva, e non era a favore delle scopamicizie ma Dio!, ne aveva bisogno.
Certo, sarebbe stato meglio che ci fosse Zayn al suo posto, ma chi si accontenta gode, e nessun altro proverbio poteva rendere meglio l’idea: per quanto fosse gentile e dolce, sempre disponibile con la gente, con degli ideali e un buon carattere, rimaneva pur sempre un umano.
Il ping! del tostapane lo riportò sulla Terra, il giovane buttò le due fette di pane calde su un piatto, ci mise una fetta di prosciutto e del formaggio e cominciò a mangiare, sapeva che avrebbe avuto bisogno di tante energie quel pomeriggio.
Finito lo spuntino si stravaccò sul divano a gambe aperte, come faceva sempre, con la sola differenza che in quel momento immaginò Zayn tra di esse che gli faceva il miglior pompino della storia.
Forse Liam non era esattamente un bravo ragazzo.
Cercò di non farselo venire duro troppo presto, accese il televisore per distrarsi, e per caso capitò su MTV Music: sobbalzò, cadde dal divano trascinandosi fin sotto lo schermo, stavano intervistando Justin Timberlake, cioè la sua cotta platonica di sempre.
Il servizio finì verso le tre e mezza, concludendosi con Mirrors, l’ultimo singolo del cantante; il castano cantò ogni singola parola, emozionandosi come un bambino davanti ai regali di Natale, o meglio, come una fangirl al concerto del suo idolo.
Ancora in fibrillazione per l’intervista, Liam non si accorse che qualcuno aveva suonato al campanello, e così, dopo tre o quattro squilli, finalmente si decise ad andare ad aprire.
- Ciao, Nì. Sei in anticipo.
- Lo so, non potevo aspettare. – Niall Horan si morse maliziosamente il labbro inferiore, mentre l’altro lo trascinava in camera e lo sbatteva sul letto.


*= citaz. mia madre che mi vuol far fare i compiti. -.-


 

Bella a tutti...


Mi sento in dovere di cominciare queste note con un PORCA MISERIA SONO UNA RINTRONATA TOTALE.
Insomma, avevo detto in un passato sconosciuto che avrei aggiornato ieri (ma quando l'ho detto? Oddio.), ma poi il ritiro spirituale in onore dei miei capelli (passati dall'essere lunghi a metà schiena all'essere poco più corti delle spalle /sob/) e This Is Us perché sì, ci ho accompagnato una mia amica e sono stata molto contenta di azzittire e placare gli ormoni delle bambinette urlanti, mi hanno distolto dall'aggiornare.
E poi ho anche fatto una twitcam, insomma.
Su questo capitolo non faccio commenti, tanto so che tutte voi odiate Niam-Zniam TRANNE ME che sono l'autrice e quindi decido io. eue Niall sarà un personaggio importante, sappiate che non si scollerà tanto presto dai due amorini.
Ringrazio infinitamente la mia sensei, che oggi mi ha twittato tipo "qua qualcuno dice che aggiorna e poi non lo fa, qua qualcuno vuole essere preso a bastonate c: c: c: c:" e mi ha spaventato a morte.
Grazie del trauma infantile, Alexa, grazie davvero. çmç
Me ne vado, spero di non incontrare nessuna di voi con una spranga anche perché questo capitolo è ORRENDAMENTE VOMITEVOLE. E, sicuramente pieno di errori.
Stavolta, però, nessuna divah e i suoi millanta cuori verrà a sapere quando aggiornerò, ecco. TEHEHEH.

Amy xx

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


- Ciao, Nì. Sei in anticipo.
- Lo so, non potevo aspettare. – Niall Horan si morse maliziosamente il labbro inferiore, mentre l’altro lo trascinava in camera e lo sbatteva sul letto.



***

- Sempre più sexy, eh? – domandò ironicamente Niall, intanto che Liam cominciava a levargli la maglia azzurra, in pendant con i suoi occhi color del cielo; si avvicinò al collo del ventiduenne, cominciò a morderlo e succhiarlo solleticandolo con i capelli biondi.
Sorrise, ammirando il perfetto segno rosso che era sbocciato come una rosa sulla pelle del giovane.
- Oddio, non puoi immaginare quanta voglia ho – replicò a mezza bocca l’altro, invertì le posizioni per riuscire ad aprire la cintura del biondino – Di recente ho conosciuto una persona niente male, più giovane di me e te…
- Che fai, ti dai alla pedofilia?
- Ma va, ha diciannove anni – sbottò Liam, con un tono leggermente seccato, riuscì a sfilare i jeans di Niall con un sospiro, vedendo con la coda dell’occhio un principio di erezione.
Ci voleva Zayn, invece di Niall.
- Oh, capisco. Lo fa meglio di me? – il castano sorrise, si levò la maglietta del pigiama e i pantaloni, rimanendo in boxer.
- E chi lo sa, mi piacerebbe provarci! – con Niall era così, parlavano di qualsiasi cosa, si fidavano uno dell’altro sin dai tempi delle medie: e poi, alle superiori, erano diventati scopamici.
Le dita del biondo scesero fino agli addominali dell’altro ventiduenne, perfettamente consapevoli che il solo sfiorare quella zona faceva eccitare Liam, un sorriso malefico gli si dipinse sul viso paffuto mentre torturava i muscoli tesi del giovane sotto di lui.
Niall estrasse un preservativo dalla tasca dei jeans, per poi sfilarseli e abbandonarli su una sedia; lo porse al castano, che si tolse i boxer e strappò l’involucro coi denti, voglioso e violento.
Dopo essersi sistemato e aver svestito totalmente anche il biondino, Liam invertì le posizioni aprendo le gambe dell’altro giovane, quello sorrise mentre Payne si inumidiva le dita e le spingeva dentro il suo corpo già accaldato.
- Ah, finiscila con queste stronzate – tagliò corto Niall, il castano ubbidì, levò la mano e con un colpo secco penetrò l’amico, dando inizio all’ennesima scopata.

- E la miseria, che palle! – sbottò Zayn, dopo almeno due ore che faceva i compiti.
Sua madre lo aveva praticamente chiuso in camera, e sia prima che dopo il pranzo aveva faticato come un matto sui libri; non era riuscito a concentrarsi al massimo, si distraeva molto facilmente, bastava una qualsiasi scusa per fargli perdere attenzione e ci volevano tutti i santi per farlo concentrare di nuovo.
Chiuse il libro di letteratura di scatto, si lasciò andare contro lo schienale della sedia sospirando, non ne posso più pensò alzandosi, e aprendo poi la finestra: il vento tipico di Kilkenny inondò la camera, facendo svolazzare qua e là qualche foglietto, ma Zayn non se ne curò.
Aveva solo bisogno di prendere una boccata d’aria fresca, nient’altro gli importava al momento, e stava per raggiungere il perfetto stato di tranquillità quando sua madre entrò di corsa nella stanza.
- Zayn! Guarda che ho trovato! – il ragazzo sbuffò, si voltò nella direzione della porta, e notò che la donna teneva in mano un libro piuttosto vecchiotto.
- Che cosa sarebbe?
- E’ una mia vecchia copia del Don Chisciotte, l’ha trovata papà in cantina… così puoi riportare il libro al tuo amico! – il moro sorrise, l’idea non gli dispiaceva più di tanto, avrebbe avuto una  buona scusa per ripiombare a casa di Liam e magari chiedergli il numero di telefono.
- Grazie mille, appoggiala pure sulla scrivania. Tra poco vado a riportarlo al mio amico. – la madre sorrise, fece come detto e uscì, tornando alle faccende domestiche che le occupavano gran parte della giornata.
Potrei uscire ora, dopotutto sono le quattro e mezza… però forse Liam è alla piscina rifletté Zayn, ma poi un frammento della conversazione che avevano avuto al bar gli affiorò al cervello.
Oggi è sabato, giusto? sbirciò il calendario, per appurare che fosse davvero sabato, sorrise soddisfatto vedendo che aveva ragione. Dovrebbe essere il suo giorno libero, allora posso andare da lui.
Si cambiò, sostituendo il pigiama con dei pantaloni neri e una maglia rossa scuro, si allacciò le Dr. Martens e si avviò in cucina, dove infilò la felpa di Batman e il libro in una borsa di plastica: praticamente tutta la vita della casa era consumata in cucina, visto che sua madre si trovava quasi sempre lì.
E dove c’era lei, c’era tutto quello che cercava.
- Allora esci adesso? – chiese la donna, premette qualche pulsante sulla lavastoviglie e quella si mise a rombare, era un modello vecchio e andava sostituito al più presto, ma né la madre né il padre di Zayn avevano voglia di cercarne un’altra.
- Sì, torno prima di sei e mezza, d’accordo?
- Perfetto, a dopo. – gli schioccò un bacio sulla fronte, e poi guardò il diciannovenne uscire dalla cucina e chiudersi la porta alle spalle.
Com’è bello, chissà quante ammiratrici ha pensò dolcemente, per poi rimettersi a trafficare con la lavastoviglie.

- Dio santissimo, ci voleva! – Liam uscì da Niall, con i capelli spettinati e gli occhi lucidi, e si stese di fianco all’altro giovane cercando di calmare il fiatone.
- Approvo e sottoscrivo… - si infilarono entrambi sotto le lenzuola, il biondino si raggomitolò contro Payne, un braccio di questo gli passò sulla vita per stringerlo.
Si coccolarono un po’, lo facevano sempre dopo le loro scopate, poi Niall si tirò seduto e allungò una mano verso i jeans, tirando fuori da una tasca un pacchetto di sigarette e un accendino giallo.
Se ne accese una, fece un lungo tiro sotto gli occhi di Liam, il quale lo guardava seccato.
- Quante volte ti ho detto che in casa mia non si fuma? – lo rimbeccò, il biondo gli sputò in faccia tutto il fumo facendolo tossire.
- E io quante volte ti ho detto che non mi importa?
- Bah, sei sempre il solito… - il castano si mise supino, fissava il soffitto come se fosse la cosa più bella che abbia mai visto, stava per aggiungere qualcosa ma il campanello lo batté sul tempo, mettendosi a trillare insistentemente.
- Datti una mossa e vai ad aprire, pigrone! - si alzò di mala voglia, si vestì con un paio di boxer puliti e una maglietta, e andò pigramente ad aprire alla porta.
Per poco non ci rimase secco.
- Zayn?
- Io, hm, ciao, Liam.

Arrossito per l’ennesima volta, Zayn balbettò un “ciao” poco convinto, temendo di aver disturbato Liam in un momento topico.
Ed effettivamente, lo aveva fatto.
- Perché sei qui? – domandò il castano, visibilmente in imbarazzo: il più piccolo lo osservò, aveva i capelli sconvolti e le guance in fiamme, per non parlare del succhiotto sul suo collo, che spiccava come un elefante in un campo di fragole.
Ah, perfetto.
Zayn sentì il suo cuore sbriciolarsi in un milione di pezzettini, e quei pezzettini distruggersi in pezzettini ancora più piccoli, e così via, finché non rimase più nulla se non un’immensa tristezza.
- Io… ho disturbato?
- No, tranquillo, non-
- Eeeehi, bella gente! – la voce di Niall irruppe nel salotto, Liam si voltò a guardare il suo migliore amico, il quale indossava solo le mutande.
Non ora, Nì, ti imploro.
- Niall? Puoi cortesemente tornare in camera? – quella frase ebbe il potere di calpestare i rimasugli di cuore di Zayn, e contemporaneamente di far sprofondare il castano nel più totale imbarazzo.
- Ma senza di te è inutile… allora, tu chi saresti?
- I-io? – balbettò il diciannovenne, Niall scoppiò a ridere circondando i fianchi dell’amico con le braccia, allacciandole sulla pancia del giovane.
Appoggiò la testa sulla spalla sinistra di Liam, dalla parte del succhiotto: era un pochino più alto persino di lui, che sfiorava il metro e ottanta.
- No, Leeyum! – oh, diamine, che sia il mittente del messaggio di ieri? si chiese il più basso dei tre. – Sì, stupidotto. Chi saresti tu?
- Niall, ho il piacere di presentarti Zayn Malik. Zayn, lui è Niall Horan, il mio… hm, migliore amico. – nonché re dei rompipalle, guastafeste supremo e imperatore degli equivoci ultraimbarazzanti… si intromise Payne.
- Piacere, Niall… comunque, Liam – spostò le iridi scure dal biondino all’altro – ti ho riportato questi. Io vado, hm? – gli porse la borsa con mani tremanti, il castano abbozzò un sorriso timido e la afferrò.
- S-se vuoi puoi rimanere, a me non da’ assolutamente fastidio-
- A me invece sì, visto che stavamo facendo qualcosa di importante. – esclamò Niall, prese a baciare piano il segno rosso sul collo di Liam, Zayn ormai aveva le lacrime agli occhi. – Perciò, caro nanerottolo, a mai più rivederci! – e, ignorando le proteste dell’amico, sbatté la porta in faccia al piccolo moro.

Dire che Zayn era distrutto era sminuire il suo dolore.
Rimase per un paio di secondi ad osservare la porta chiusa, poi, piangendo silenziosamente, si avviò verso casa: ma non ci arrivò, si fermò prima ad un piccolo parchetto, si sedette sull’unica panchina che c’era con le ginocchia premute contro il petto, per lasciare libero sfogo alle lacrime.
Avrei dovuto immaginarlo, un ragazzo così perfetto non poteva essere libero, e ora non ho più niente per cui lottare si ripeteva nella mente, ora so che non ci potrò mai stare insieme, non ho speranze, quel Niall è perfetto e io sono solo uno stupido illuso, non ho più nulla, lo sapevo che mi stavo spingendo troppo oltre!

- Niall James Horan, tu sai cosa cazzo hai combinato con la tua maledettissima lingua? – sbraitò Liam, non appena Niall ebbe chiuso la porta.
- Ho scacciato un rompiscatole?
- No, caro il mio furbacchione, hai scacciato Zayn Malik! Testa di cazzo che non sei altro! – quando si arrabbiava, Liam diventava peggio di uno scaricatore di porto.
Il biondino si appoggiò alla porta, incrociò le braccia con uno sguardo strafottente.
- E dovrebbe importarmene qualcosa? – cambiò subito atteggiamento quando vide la preoccupazione dipingersi sul volto dell’amico, questo si precipitò in camera seguito a ruota da Horan.
- Tu… tu hai mandato via la persona di cui ti ho parlato prima, il diciannovenne che mi piace, sei un totale deficiente!
- Oh, ma era lui? Caaavolo, non lo sapevo! – si sedette mollemente sul letto, guardando Liam che si vestiva in fretta e furia e si sistemava i capelli il più rapidamente possibile. – Si può sapere cosa stai facendo adesso?
- Sto andando a cercarlo, lui è più fragile del cristallo, sarà distrutto, lui si fidava di me e io… ah, tu rimani qui o ti strangolo personalmente – Niall deglutì, sapeva che l’amico manteneva sempre le promesse.
Quello finì di allacciarsi le scarpe, prese il cellulare e uscì di casa quasi di corsa, con un solo obiettivo nella testa: trovare Zayn.

Ho voglia di morire pensò Zayn, le lacrime gli scorrevano ancora sulle guance.
Non sapeva più che cosa fare, ora che aveva perso sia un amico sia l’amore della sua vita, se avesse avuto un ponte o una scogliera a portata di mano si sarebbe buttato senza esitazione.
Certo, era una reazione esagerata per un due di picche, ma il moro era fatto così: estremamente sensibile, debole, empatico e con una strana tendenza al fidarsi troppo delle persone.
Che, il più delle volte, finivano per deluderlo o ignorarlo dopo averlo usato senza ritegno.
Come quella volta che aveva raccontato a Logan di essersi innamorato di un ragazzo, in prima superiore, e quello aveva spifferato tutto quanto a un altro, il quale faceva parte dei futuri persecutori di Zayn.
Non ci ho più parlato, con Logan rifletté e probabilmente non ci parlerò mai più.
Dopotutto, aveva anche mandato un sms a Liam, nello stesso giorno, con scritto più o meno “Hai un pretendente, belloccio”.
Ma, a quanto pareva, Liam non aveva capito che quell’ammiratore era Zayn.
Avvertì dei passi leggeri ma concitati, non ci fece caso, tanto nessuno si sarebbe fermato per lui.
E invece sentì delle mani spostargli le braccia dal viso, per poi sollevargli quest’ultimo: incontrò due occhi color del cioccolato, proprio all’altezza dei suoi e lucidi come un vetro lavato di fresco.
- Smetti di piangere, principessa… il tuo cavaliere è qui per te.

 

Bella a tutti...


E rieccomi qui, con un capitolo fresco fresco.
Qualcuno (tutti) mi uccideranno per la scena Niam, ovviamente: vi faccio un piccolo spoiler, ci saranno altre scene del genere, non so ancora quante ma sicuramente due.
Oggi, nella mia città, sono ricominciate le scuole çmç ed è per questo motivo che ho deciso di aggiornare oggi, uhuh.
Volevo ringraziarvi tutti quanti, perché siete davvero tantissimi, e non mi aspettavo tanto. 
Un GRAZIE enorme alle persone che recenciscono, ma anche a quelli che, silenziosamente, hanno inserito la mia long nelle preferite, seguite e ricordate. Siete i migliori, davvero non mi aspettavo questo successo, probabilmente in confronto ad altre FF non è niente ma per me è moltissimo. Vi voglio bene <3
Quando, ancora ad agosto, ho scritto questo capitolo il mio cuoricino fluff ha sofferto per il piccolo Zayn. Povero tato :'3
Ho in programma qualche os, ma siuramente non riuscirò mai a pubblicarle (troppa fatica...), al massimo le linkerò nei capitoli futuri; poi, volevo aprire l'ennesima parentesi.
Tempo fa sono andata a vedere This Is Us (lo ammetto,ma la mi migliore amica ci teneva e l'ho acompagnata v.v), e mi sono trovata davanti nerd!Zayn con il bellissimo Liammino che se lo mangiava con gli occhi.
Allora, non so perché lo scrivo mA ODDIO SONO MORTA CON QUELLA SCENA, NON POTETE CAPIRE CHE SALTO HO FATTO.
Sigh. çmç quei due mi ammazzeranno, qualche giorno. Loro, e anche i Larry çmç morite male, gayini del diavolo. <3
Mi scuso per eventuali errori,ma non ho ricontrollato. Se vedete qualche schifezza segnalatemela, e provvederò immediatamente a correggere. 

Ho deciso di aggiornare ogni sei giorni, quindi a mercoledì bellezze :3

Amy <3

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Avvertì dei passi leggeri ma concitati, non ci fece caso, tanto nessuno si sarebbe fermato per lui.
E invece sentì delle mani spostargli le braccia dal viso, per poi sollevargli quest’ultimo: incontrò due occhi color del cioccolato, proprio all’altezza dei suoi e lucidi come un vetro lavato di fresco.
- Smetti di piangere, principessa… il tuo cavaliere è qui per te.


***

- Che… che ci fai t-tu qui? – domandò Zayn, ancora piangente.
- Vengo a salvare la mia bella principessa, no? – il moro si passò il dorso della mano sugli occhi, per asciugarli, e poi si mise a fissare Liam: il giovane si era inginocchiato a terra, in modo da essere alla stessa altezza del diciannovenne, piegò le labbra in un sorriso.
- Ma tu… tu eri con quello, e io… io ho solamente disturbato voi due… mi dispiace di aver combinato un casino.
- Ma va’, fidati di me. Ogni cavaliere ha una sola principessa nel cuore! – Zayn arrossì di botto, quella suonava come una dichiarazione d’amore in piena regola, non era ancora psicologicamente pronto a un’evenienza del genere. – Forza, asciugati quelle lacrime, non sei il tipo che piange per ogni cosa. – il moro annuì, l’altro si sedette al suo fianco, aveva una gran voglia di stringerlo contro il suo petto ma preferì evitare: già aveva praticamente annunciato che Zayn gli interessava, figurarsi abbracciarlo di nuovo.
- L-Liam… mi fai arrossire quando mi chiami così – confessò il più piccolo, lasciò cadere le gambe giù dalla panchina sospirando.
- Così come?
- Principessa… cioè, io sono un maschio, e… non lo so, francamente – si passò una mano tra i capelli, sapeva che aveva gli occhi rossi e gonfi, e a causa di questo guardare Liam era venti milioni di volte più difficile.
- Non ti piace? – il moro sbarrò gli occhi, scosse deciso la testa.
- No no, mi piace da morire, ma-
- E allora non vedo dove sia il problema, principessa! – rise il castano, si avvicinò di più al diciannovenne. – Cerca di non morire, però… dai, ti riporto a casa. Temo che il parlare con Niall potrebbe ucciderti definitivamente, visto la reazione che hai avuto poco fa. A tal proposito… vuoi dirmi, che ne so, perché ti sei comportato così?
- Io… non lo so, è stato una specie di istinto, quando i miei amici sono impegnati mi succede sempre – quanto puoi essere bugiardo? pensarono insieme, uno che si rivolgeva a sé stesso e l’altro che commentava ironicamente quelle parole – e quindi… beh, visto che tu stai diventando mio amico…
- Capisco. Beh, andiamo a casa. A casa tua, si intende! – Zayn sorrise e si alzò, seguito subito dall’”amico”, insieme si avviarono verso casa Malik.
Liam avrebbe voluto prendere la mano del moro, stringerla forte per infondergli il coraggio che gli mancava, ma si limitò ad uno sguardo piuttosto eloquente.
Erano più o meno a metà del percorso, quando, di colpo, il diciannovenne spinse il più grande in un vicolo.
- Sta zitto. – gli ordinò, Liam obbedì, si lasciò spostare spalle al muro nascondendosi nell’ombra.
- Zayn, - sussurrò il castano – che sta succedendo?
- Stanno passando loro – rispose soltanto, sul suo viso passò un’espressione visibilmente impaurita.
Risuonarono le risate di un gruppo di ragazzi, voci da adolescenti, passarono proprio davanti al vicolo ma ignorando totalmente Liam e Zayn, che tirarono un sospiro di sollievo.
- Non puoi continuare a farti trattare così. – commentò il più grande, uscendo dal vicolo e ricominciando a camminare verso la casa del moro.
- Lo so, ma muoio di paura, se mi vedessero con te ci ammazzerebbero di certo…
- Ma dai, ti fai mettere i piedi in testa da quattro nanerottoli di diciassette anni? – replicò Payne, l’altro si fermò in mezzo al marciapiede a braccia conserte.
- Ti ricordo che sono alto uno e sessantotto, e quelli sono almeno uno e settantacinque! – protestò, Liam annuì.
- Già, dimenticavo. Comunque devi farti rispettare, non prendere legnate tutte le volte. E’ questo il tuo problema, tu sei così… debole.
- Wow, grazie mille del complimento. – disse Zayn, il castano fece per aprire bocca ma quello lo fermò sul nascere – Senti, da qua in poi riesco a tornare da solo. Magari ci sentiamo, eh?
- Non dirmi che ti sei offeso! – ribatté il maggiore, afferrando il moro per un polso e girandolo nella sua direzione.
- Se vuoi non te lo dico. – levò la mano dalla stretta di Liam, e con un cipiglio visibilmente arrabbiato si avviò verso casa.
Non era veramente offeso, ma non gli piaceva che la gente lo definisse debole, sebbene sapesse meglio di chiunque altro di esserlo.
Forse non gli piaceva che le persone lo notassero.

Liam rimase fermo sul marciapiede a guardare Zayn, il suo Zayn, tornare a casa.
Non voleva assolutamente che gli succedesse qualcosa.
Sapeva che aveva passato il segno, anche se il moro era la persona più debole che avesse mai incontrato: e proprio per questo gli piaceva, perché lo doveva proteggere, lo doveva tenere fuori dai guai in cui, sicuramente, si sarebbe cacciato; la voglia di raggiungerlo di corsa e abbracciarlo era tanta, ma Liam seppe dominarsi alla perfezione e si voltò, ritornando da Niall.
Il quale, non appena il ventiduenne fu entrato in casa, lo assalì riempiendogli la testa di domande.
- Come sta? Cosa avete fatto? Lo hai baciato? Ti ha baciato lui? L’hai consolato? – la parlantina a mitraglia del biondino massacrò i timpani di Payne, che, dopo essersi seduto sul divano, rispose pazientemente a tutti i quesiti.
- Ora sta bene, non abbiamo fatto niente, purtroppo non l’ho baciato e lui non ha baciato me, e spero vivamente di averlo consolato…
- “Purtroppo non l’ho baciato”? Avresti dovuto, accidenti. Ci sarebbe stato, ci scommetto. – sentenziò Niall, accomodandosi accanto al migliore amico.
- E come fai ad esserne così sicuro?
- Beh, forse tu non l’hai notato, ma quando mi sono messo a sbaciucchiarti la mia splendida opera – accarezzò il succhiotto sul collo di Liam – stava quasi per mettersi a piangere.
- E ha pianto, effettivamente. Ha pianto davvero tanto. E sai come si è giustificato? “Mi viene sempre da piangere quando io sono single e i miei amici stanno con qualcuno” – imitò la voce di Zayn, scoppiando a ridere con il biondino subito dopo.
- Nah, ma non ci credo! Allora è cotto marcio di te, Lee. Forse più di quanto lo sei tu di lui.
- Tu dici? – Niall annuì con aria saggia, che non gli si addiceva per nulla.
- Dico, dico. Poco ma sicuro che si è già segato pensando a te.
- Niall! Che linguaggio è? – gli tirò una cuscinata scherzosa, l’altro giovane incassò il colpo sorridendo.
- E tu, invece?
- E io invece cosa? – si alzò a prendere un bicchiere d’acqua, ne versò uno anche per l’amico, e si sedettero entrambi sul bancone della cucina.
- Ti sei già seg- ehm, masturbato pensando a lui?
- E lo dovrei venire a dire a te?
- Beh… sì! – Liam sorrise, bevve un sorso e appoggiò il bicchiere di fianco a lui.
- Okay, lo ammetto, l’ho fatto. – Niall esultò con un “lo sapevo!” – E devo dire anche che è stata la miglior sega della mia vita… oh, accidenti.
- Non ti avevo mai visto più cotto di qualcuno in vita tua, sai? – il castano alzò le spalle, non gli importava il passato quanto il presente.
E, soprattutto, il futuro.
Che sperava vivamente di vivere con Zayn al suo fianco.

Sono la principessa di Liam. Oddio, Liam mi chiama principessa. Temo che morirò a breve. si ripeteva Zayn, sotto le coperte, mentre ripensava al pomeriggio trascorso.
Non aveva fatto molto dopo essere tornato a casa, aveva solo cenato, guardato un po’ di televisione con i genitori e la sorellina, e poi alle undici si era infilato a letto.
Era la persona più pigra del mondo, probabilmente.
E anche la più felice.
Insomma, Liam Payne gli aveva detto che c’era solo lui nel suo cuore. Liam Payne! Non era una cosa che capitava certo tutti i giorni.
E quindi quel biondino non centra nulla, constatò spegnendo la luce. Meglio così, non potrei avere chances contro di lui. E’ dannatamente più carino di me, e simpatico a modo suo, mentre io sono capace solo di piangere a fontana, farmi picchiare e arrossire… non so disegnare, suonare il pianoforte, non ho un gran fisico, non ho un bell’aspetto. Niente che gli possa interessare, eppure…
Zayn si massaggiò i tagli sulle braccia, sospirò sentendo che facevano davvero male sotto le sue dita, ma lo faceva volutamente: ecco un’altra cosa che so fare, tagliarmi e fare la figura del deboluccio.
Si addormentò così, tormentato dai dubbi più stupidi, a cui cercava di trovare risposte convincenti a del tutto false; in cuor suo era a conoscenza del fatto di essere di bell’aspetto, di saper scrivere (aveva vinto anche un paio di premi, a scuola, grazie a dei suoi racconti) e recitare, ma non lo voleva ammettere.
Sì, era un tipo ben strano.
Forse era proprio questo che aveva attirato Liam come il polo positivo è attratto dal polo negativo, e viceversa.
Perché Liam era una persona abbastanza stabile, conscio delle sue idee, che rispettava ciò che la gente pensava e aveva il coraggio di difendere le sue opinioni, e soprattutto era un tipo senza paura, “rispetto per tutti e paura per nessuno”; mentre Zayn, al contrario, era sempre indeciso, lunatico, timido e incapace di affermarsi nella società, vittima di qualcuno più forte di lui che pretendeva di comandarlo a bacchetta, “rispetto per tutti e paura per… beh, per tutti”.

Quella notte, più o meno verso le due, Liam si scaricava River Flows In You e la ascoltava una volta, due volte, dieci volte.
Quella notte, più o meno verso le due, Niall si rigirava nel letto, colto da un incredibile attacco di gelosia nei confronti del migliore amico.
E quella notte, più o meno verso le due, Zayn si svegliava di colpo dopo un sogno erotico che lo aveva lasciato sudato e inebetito.


 

Bella a tutti...


Sono le 17. 13 di mercoledì pomeriggio. 
Ciò significa che mi sono svegliata da 13 minuti dal sonnellino, uhuh. Il sonnellino dopo la scuola è una cosa fantastica, lo giuro.
E poi Liam fuma. Cioè, Liam James Payne cioè il più figo dell'intero universo fUMA. E si sa, ragazzo figo + sigaretta = strafigaggine: e non posso fare a meno di pensare agli Ziam che si rubano le Marlboro a vicenda dopo averci dato dentro, arriverà sicuramente una OS con Liam che fuma, ve lo dico.
Mi sento in dovere di scriverla, uhuh *U*
Allora... questo capitolo è tanto, tanto brutto.
E' una schifezza di passaggio, altrimenti avrei fatto succedere tutto nel giro di pochi capitoli e tengo davvero tanto a questa FF che, comunque, è la mia prima Long Slash v.v
Zayn è un amorottolo. Ma questo lo sappiamo già, lo strapazzerei di coccole *U*
Liam è un tenero maniaco. Più maniaco che tenero, ma va bene coì, al piccolo Zee va alla perfezione.
E Niall è un gran rompicoglioni... vedrete che combinerà eue mi cercherete con le torce e i bastoni, ne sono più che convinta.
Anche se lo so che TUTTI amate Zniam. Eheheh ^3^
Vi lascio con una perla del mio prof di greco:
"Qual è la differenza tra omicron e omega? ...boh."

Amy <3

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Quella notte, più o meno verso le due, Liam si scaricava River Flows In You e la ascoltava una volta, due volte, dieci volte.
Quella notte, più o meno verso le due, Niall si rigirava nel letto, colto da un incredibile attacco di gelosia nei confronti del migliore amico.
E quella notte, più o meno verso le due, Zayn si svegliava di colpo dopo un sogno erotico che lo aveva lasciato sudato e inebetito.


***

La sveglia di Liam ruppe il silenzio in cui era sprofondata la sua camera da letto.
La spense con un colpo ben deciso della mano, come faceva tutti i giorni, e dopo essere andato in bagno e aver svuotato la vescica, si concesse una bella colazione con latte e cereali.
Avrei dovuto chiedere il numero a Zayn. Probabilmente non ci rivedremo mai più, visto il casino che ho combinato ieri.
Sospirò sconsolato, si riavviò i capelli castani con una mano mentre metteva la tazza vuota e il cucchiaio nella lavastoviglie, devo riuscire almeno a prendergli il cellulare.

Zayn si svegliò verso le dieci, la sveglia del Nokia che gli bucava i timpani: quell’affarino avrà avuto all’incirca un milione di anni, era quel modello che potevi lanciare dall’Empire State Building e non si sarebbe nemmeno scheggiato, così per spegnerlo lo sbatté per terra per la centesima volta.
Giuro che qualche giorno lo butto nel cesso e tiro l’acqua, si ripromise il moro intanto che si alzava e si spostava in cucina.
- Fratellone! – strepitò sua sorella Veronica, facendo sfoggio del suo tono di voce da bambina di sei anni.
- Ciao, Vero – sospirò Zayn, le schioccò un bacio sulla testa e si sedette di fianco a lei, con una tazza di caffè caldo tra le mani.
- Hai dormito bene? – chiese la bambina. – Mi passi il pennarello rosa?
- Sì, tieni – gli diede il pennarello, la piccola ringraziò mettendosi a colorare felice sotto gli occhi del fratello, che la osservava dolcemente.
Era la bambina più calma e gentile che avesse mai conosciuto, sebbene fosse un po’ curiosa, e la adorava; in genere odiava i nanerottoli della sua età, erano tutti troppo irrequieti, ma lei era un caso a parte, non perché fosse sua sorella ma perché era piuttosto silenziosa e soprattutto ubbidiente.
- Ben svegliato, Zayn – lo salutò sua madre, la quale aveva appena finito di lavare il pavimento in salotto e spolverare tutte le foto di famiglia.
- ‘giorno… oggi vado a trovare un amico in piscina, gli avevo promesso che passavo a fargli compagnia, è un bagnino.
- Sono felice che tu abbia un amico! Come si chiama? – Zayn abbassò lo sguardo sulla sua tazza, le guance che già cominciavano ad arrossarsi.
- Liam Payne, non so se lo hai mai sentito nominare…
- Hm, no. A che ore vai? – il ragazzo finì di bere il caffè, si alzò e depositò il contenitore nell’acquaio.
- Verso le quattro, non saprei. Vado a fare un po’ di compiti. – se ne tornò in camera, chiuse la porta a chiave, non aveva assolutamente intenzione di fare i compiti.
Si sedette comunque alla scrivania, e dalla libreria estrasse un quaderno giallo, lo aprì su una pagina bianca e la strappò: aveva bisogno di scrivere, di stendere parole su un foglio immacolato, era una delle sue tante abilità.
Zayn prese una biro dal portapenne, usava sempre il nero perché il blu non gli piaceva affatto, e con le dita vagamente tremanti cominciò a descrivere gli occhi di Liam.
Color cioccolata calda, morbidi ed accoglienti, quegli occhi marroni sarebbero capaci di stregare persino il più riluttante degli uomini.
Grandi iridi da cerbiatto poste su un viso dolce, il più dolce mai visto.
Chiunque si innamorerebbe dei suoi occhi, che, curiosi e impertinenti, squadrano tutto per assimilare ogni singola informazione: e quando scintillano, sono più brillanti della Stella Polare.
E’ impossibile non perdersi in quell’infinito che costituiscono quelle pozze color cioccolato, e, purtroppo, sono naufragato in quel caldo mare che sono le sue iridi.


- Oh, io vado in piscina! – strillò Liam, in direzione dello studio del padre.
- Va bene – gli giunse forte e chiara la risposta, una volta tanto si è degnato di rispondere, ributtò il borsone in spalle ed uscì di casa, aprendo il garage per tirare fuori la bicicletta.
E anche oggi una gran bella giornata buttata nel cesso, pensò mentre svoltava nella via della piscina. Se magari ci fosse Zayn, sarebbe tutto molto più semplice. Ma non sa nuotare, dubito fortemente che si farà vedere là… soprattutto ora che l’ho offeso.
Arrivò davanti all’edificio, legò la bici ad un cartello di divieto di sosta ed entrò nell’enorme padiglione: l’odore di cloro gli arrivò nelle narici, non gli dispiaceva neanche tanto quel posto, se non fosse stato che brulicava di mocciosi stupidi.
Liam adorava i bambini, davvero.
Ma non quel tipo di bambini.
Entrò nello spogliatoio maschile, come sempre pieno di vapore ma senza anima viva, abbandonò il borsone su una delle panche di legno: si sfilò maglietta, pantaloni, boxer e scarpe, cambiandoli con un paio di bermuda bianchi e rossi e delle infradito gialle; chiuse i vestiti nella borsa, che, a sua volta, incastrò nel piccolo armadietto rosso che gli era stato assegnato; non prima di aver estratto la sua copia de “Il miglio verde”.
Chiuse l’anta scrostata a chiave, tornò nel locale principale e si sedette su una delle tante sedie di plastica bianche, aprì il libro alla pagina contrassegnata da un segnalibro e si immerse nel suo mondo di parole, dimenticando quasi tutto il resto.
Quando, con la coda dell’occhio, vedeva un bambino correre o fare altre cretinate, lo richiamava: ma ormai nessuno lo considerava più.
Aveva quasi terminato il capitolo dodici, quando una voce timida e sottile lo interruppe.
- Ehi, Liam…
- Ciao, Zayn!

Zayn, già rosso come un pomodoro, prese una sedia e la pose di fianco a quella di Liam.
- Sono davvero contento di vederti, cosa sei venuto a fare qui? – domandò il castano, chiudendo il libro e tenendolo in grembo.
Il più piccolo cercò di non badare a tutti quei muscoli in bella vista, o sarebbe accaduto qualcosa di estremamente equivoco: preferiva di gran lunga fissare le sue mani macchiate di inchiostro, aveva descritto gli occhi di Liam in maniera quasi furiosa, e ora i suoi palmi erano pieni di linee nere.
- Hm, non avevo nulla da fare, e so che anche tu qui ti annoi, così… ho pensato di venire a trovarti.
- Allora sei venuto qui per me? Sei stato gentilissimo, ti ringrazio di cuore. Comunque… non sei vestito un po’ troppo leggero, per l’aria di Kilkenny? – effettivamente, il moro stava tremando.
Aveva indosso solo una canottiera bianca, che gli stava addirittura un po’ larga a causa della sua scarsa forma fisica, un paio di pantaloncini di jeans al ginocchio e delle Converse nere, sdrucite e macchiate in più punti; e un paio di polsini, per coprire i segni rossi in via di cicatrizzazione.
- No, tranquillo, sto bene così.
- Ne sei sicuro? Non mi sembri molto a tuo agio… - ti prego, abbracciami e tienimi stretto contro i tuoi muscoli, scaldami con il calore del tuo corpo, ho un dannato bisogno di te…
- Macché, sto benissimo!

***

I due giovani rimasero a chiacchierare fino alla fine del turno di Liam, cioè verso le sei di pomeriggio, e nelle due ore Zayn si era abituato al freddo e al casino che regnavano nella piscina; aveva persino superato il suo imbarazzo iniziale verso il corpo statuario del castano, e ora riusciva addirittura a guardarlo negli occhi senza arrossire.
- Okay, io devo tornare a casa, il mio turno è finito. – Liam si alzò, si stiracchiò tenendo gli occhi chiusi, così non vide come lo sguardo famelico dell’altro si stava avventurando su di lui: studiò i bicipiti, i tricipiti, gli addominali, scese fino a quella V ultra sexy (stava quasi per sbavare) e risalì verso le spalle possenti, stette a guardare a lungo i pettorali e ogni singolo muscolo fosse visibile.
E mi sembra superfluo aggiungere che oh, dannato Liam, che effetto mi fai…!
- I-io devo andare un secondo in bagno, poi ti aspetto all’uscita, okay? – il castano annuì, sorrise mentre guardava Zayn camminare con quella sua andatura ondeggiante verso i bagni.
A quanto pare lo stiracchiamento ha funzionato si complimentò con sé stesso, avviandosi verso gli spogliatoi.
Il moro entrò quasi di corsa, si chiuse in uno dei cubicoli lasciandosi cadere contro la porta di legno.
Tutta quella sensualità lo aveva fatto eccitare, tutta quella sensualità avrebbe fatto eccitare anche un sasso, diamine.
E sentiva il bisogno di masturbarsi, ovviamente pensando all’amore della sua vita in costume da bagno o magari senza, con tutti i muscoli in tensione: mentre stava per mettersi all’opera, però, considerò il fatto che quello era un luogo pubblico e chiunque avrebbe potuto sentirlo, persino Liam.
E sarebbe stato davvero imbarazzante spiegargli che cosa stava combinando sussurrando continuamente il suo nome tra i gemiti.
Zayn cercò di calmarsi pensando a qualsiasi altra cosa, come ad esempio i compiti delle vacanze, la cosa meno eccitante dell’universo; ci riuscì, ma sicuramente non sarebbe resistito a lungo, ed era meglio darsi una mossa e arrivare a casa il prima possibile.
Dio, quel figone mi farà impazzire. E mi devo fare anche una doccia.
Uscì dai bagni, e appena si fermò davanti all’uscita la voce di Liam lo accolse allegramente.
- Che fai, torni a casa con me? – il minore notò che, nel frattempo, il ventiduenne si era rivestito; rimane di un sensuale fuori dal normale, ma perlomeno non espone tutto… tutto quel ben di Dio, cavolo.
- No, tranquillo, riesco ad arrivarci da solo. – il castano si avvicinò pericolosamente a lui, uno strano sorriso sul volto.
- Dai, sono in bici, ti porto in canna come l’altra volta! Tanto facciamo la stessa strada, che ti costa farmi compagnia ancora un po’? – vorrei vederti su un’altra canna, a dir la verità… pensò Liam.
- Okay… - uscirono insieme dall’edificio, una folata di vento fece barcollare il piccolo Zayn, che rischiò di cadere rovinosamente a terra; due braccia forti lo sostennero, ringraziò il ventiduenne con uno sguardo che diceva tutto.
Il più grande slegò la bici, montò sulla sella facendo cenno all’altro di salire.
Pochi secondi dopo, stavano già sfrecciando verso l’abitazione del moro.
- Eccoci qui, principessa. – gli sussurrò a un centimetro dall’orecchio Liam, Zayn rabbrividì.
- Grazie di nuovo, qualche giorno ti dovrò ringraziare per tutto quello che hai fatto per me. – avrei giusto un paio di idee niente male pensò immediatamente il ventiduenne. – Magari potrei offrirti qualcosa da bere, qualche volta – cos’è, piccola principessa, stai chiedendo al tuo cavaliere di uscire?
- Vedremo, okay? – stava per ripartire, quando si ricordò del numero di telefono. – Zayn, ehi, aspetta un secondo. – quello si voltò, interrogativo, il castano abbozzò un sorriso. – Mi dai il tuo numero?
- Ma-ma certo, come no, ovviamente… - estrasse il Samsung dal borsone, si fece dettare il numero e lo salvò sotto “principessa <3”, se solo lo fosse venuto a sapere, il più piccolo sarebbe svenuto.
- Grazie mille, ci sentiamo presto! – ripartì in quarta verso casa sua, il cuore più leggero e le labbra piegate in un sorriso inquietante. O forse era solo un sorriso innamorato.

Zayn stette a guardare Liam scomparire dietro l’angolo, e non appena fu uscito dal suo campo visivo corse dentro casa, salutò frettolosamente la madre e si chiuse in bagno; si spogliò del tutto, infilandosi poi sotto la doccia e attivando il getto caldo, adorava farsi le docce calde anche se era estate.
E con il corpo dell’amato nella mente, prese a masturbarsi in modo quasi disperato.
Venne con un sospiro, si abbandonò contro le mattonelle bianche che rivestivano tutto il bagno, lasciando che l’acqua lo lavasse e rilassasse al tempo stesso.
Una volta terminato si avvolse nell’accappatoio, la spugna ruvida lo asciugò nel giro di una decina di minuti, poi si rivestì e si stese sul letto, ricominciando a leggere il Don Chisciotte: Cervantes lo annoiava da morire, ma doveva legger quella “grandissima opera di epica cavalleresca”, come era stata definita dal suo prof di letteratura.
E nell’esatto momento in cui Zayn cominciava ad interessarsi alle prodezze di Don Chisciotte e Sancho Panza, gli arrivò un messaggio che lo fece sobbalzare.

Da: sconosciuto
Ehi, principessa <3 salva il mio numero, credo che tu abbia già capito chi sono :D


Porca puttana, maledettissimo Liam. Porca puttana.



 

Bella a tutti...


Ed eccomi qui, con un capitoletto nuovo nuovo.
Vorrei COSI' TANTO dirvi quando finalmente avremo un bacio Ziam, ma non posso. Non vi dico quanto dovrete aspettare né in quale capitolo accadrà, uhuh.
Allora, parto col dire che voi fortunelli avrete ben due aggiornamenti nella stessa settimana, cioè lunedì e domenica prossima. E dico fortunelli a voi, perché a me tocca lavorare per continuare a scrivere qualcosa: e la scuola sta diventando più pesante (ovviamente...), quindi non so se riuscirò ad aggiornare in orario dopo il capitolo di domenica.
Se ciò non dovesse accadere, i casi sono due. O perdo totalmente la voglia di continuare la Ziam, che finirà in un limbo con tutte le storie che non ho terminato, oppure arriverà il capitolo con qualche giorno di ritardo.
Ma non so ancora, visto che la mia voglia di scrivere è pari a diecimila. Sotto lo zero.
Ringrazio tutti quelli che puntualmente recensiscono (sapete chi siete :33) e le tantissime persone che hanno aggiunto tra preferiti, seguite e ricordate. Voi >>>>>>>>>>>> l'universo, sappiatelo.
QUI il mio Twitter (ebbene sì, ho cambiato nickname in onore di Dean Winchester di Supernatural, oddio lo adoro) e QUI il mio Tumblr, a lunedì prossimo <3

Amya l'unicorno

P.s. donate tutti un euro all'associazione "Salviamo gli unicorni Ziam shippers dalle bastonate", il vostro aiuto può essere determinante. Grazie per la vostra cortese attenzione.

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


E nell’esatto momento in cui Zayn cominciava ad interessarsi alle prodezze di Don Chisciotte e Sancho Panza, gli arrivò un messaggio che lo fece sobbalzare.

Da: sconosciuto
Ehi, principessa <3 salva il mio numero, credo che tu abbia già capito chi sono :D


Porca puttana, Liam. Porca puttana.

***


Erano passate quasi due settimane da quando Liam e Zayn si erano conosciuti.
Ogni tanto il diciannovenne (che non aveva più sentito l’impulso di tagliarsi da quel pomeriggio) andava a trovare il più grande in piscina, ma negli ultimi quattro o cinque giorni non si era fatto vedere; e il castano si era preoccupato, gli mancava Zayn e il suo perenne rossore sulle guance scavate, i suoi occhi scuri sempre scintillanti, i sorrisi timidi che abbozzava…
Decise di chiamarlo un sabato mattina, magari per proporgli di uscire, digitò il numero (che aveva imparato a memoria) di telefono del moro e, con il cuore che seguiva il ritmo del “tu-tu” del telefono, stette in attesa per interminabili secondi.
Pronto?” una voce debole lo fece sobbalzare, Liam quasi scattò in piedi dalla felicità.
- Zayn, sono io, Liam. Ti volevo chiedere come stavi, visto che non ti ho visto questa settimana…
Sì, scusami se non mi sono fatto vedere, ma ho l’influenza, avrei dovuto avvertirti, mi dispiace
- Ma dai, tranquillo! – mentre il castano non era tranquillo per niente, tutt’altro. Forse potrei andarlo a trovare pensò, ma intanto che considerava l’idea la sua bocca parlò da sola. – Posso venire a farti compagnia, se vuoi.
L-lo faresti davvero? Poi rischi di ammalarti anche tu e non voglio assolutamente che-
- Non m’importa, vengo da te alle tre e mezza, ciao! – e gli chiuse la telefonata in faccia, lasciandolo con un palmo di naso e il cuore che batteva a mille.

- Oggi viene Liam a trovarmi – annunciò Zayn durante il pranzo.
- Davvero? Oh, che bella notizia! – trillò sua madre, mentre cercava inutilmente di imboccare la piccola Veronica.
- A che ore arriva? – si intromise il padre del moro – Ah, Zayn, mi passi l’acqua?
- Alle tre e mezza, più o meno. – rispose il diciannovenne, prese la bottiglia dell’acqua e la passò all’uomo seduto a capotavola.
- Fammi sentire la febbre – prima che potesse protestare, la madre aveva già messo il dorso della mano sulla fronte di Zayn. – Mh, credo si sia abbassata, ma oggi non uscire e rimani in casa, non vorrei ci fossero ricadute.
- Non avevo assolutamente intenzione di uscire, infatti. Anzi, credo che andrò a dormire un po’ ora. – si alzò da tavola, e barcollando si chiuse in camera sua infilandosi sotto le coperte.
Speriamo che a Veronica non venga la geniale idea di venirmi a infastidire oggi… e cadde preda di un colpo di sonno, tipico degli ammalati.

- Niall, secondo te è ora che dica a Zayn che mi piace da morire? – domandò di punto in bianco Liam, mentre pranzava con l’amico.
Aveva portato un po’ di pasta anche al padre, che aveva ringraziato con un mugugno, nello studio.
- Non lo so, personalmente. Io ti dico con certezza che lui è innamorato di te, poi è una scelta tua.
- Ma se non fosse vero, e lui avesse addirittura la ragazza? Insomma, non mi parlerebbe più e non so come farei a- - si zittì subito dopo aver intercettato lo sguardo di Niall, che diceva tutto.
- Finiscila di fare l’ansioso (*), buttati e basta!
- Mah, ci proverò. Ma non ti garantisco niente, okay? Oggi devo andare da lui, comunque. Pensavo di dirglielo. – il biondino, che nel frattempo aveva finito di mangiare, lasciò il piatto sporco nell’acquaio e batté una solenne pacca sulle spalle all’amico, in modo da rassicurarlo.
- Questo è lo spirito giusto, caro Liam. Ora, io devo andare al negozio, se ti serve qualcosa chiamami al cellulare perché sicuramente non ci sarà nulla da fare. Anzi, chiamami quando torni a casa, così mi fai sapere. Ciao, Leeyum – Niall schioccò a Liam un bacio sulla guancia, gli scompigliò i capelli con una mano e lasciò la casa, un po’ triste: sentiva che, prima o poi, il migliore amico lo avrebbe abbandonato per stare con quello Zayn.
E lui non voleva, non voleva per nulla.
Liam lavò i piatti, per la testa aveva mille pensieri, dalle parole da dire per dichiararsi a Zayn ai vestiti che avrebbe dovuto indossare, non riusciva a non stare in ansia per quel pomeriggio: e non aveva tutti i torti, dopotutto era praticamente un appuntamento galante.

Zayn si svegliò con un raggio di sole che entrava dalla finestra.
Non fraintendete, non era certo stato un risveglio poetico come quello delle pubblicità, anzi, aveva persino imprecato quando quella luce molesta gli aveva fatto aprire gli occhi: lui era fatto così, se qualcuno o qualcosa osava interrompere il suo sonno, poco ma sicuro che si sarebbe arrabbiato.
Si stiracchiò, si voltò verso la sveglia sul suo comodino, segnava le tre e un quarto oddio, tra poco Liam sarà qui e io sono in condizioni disastrose!
Si alzò a malincuore, costringendosi a lavarsi i denti e sistemarsi i capelli: dovrei anche cambiarmi i vestiti?, si chiese Zayn squadrandosi nello specchio dell’armadio. Nah, sa che sono malato, è già tanto che io mi sia alzato.
Si rimise sotto le coperte, non aspettava altro che il suono del campanello annunciasse l’arrivo di Liam, e si stupì quando si accorse di essere addirittura in ansia: preda di una strana sensazione si levò in piedi di scatto, chiuse tutti i libri di scuola nei cassetti della scrivania e i vestiti sparsi nell’armadio, si sentì soddisfatto al vedere che la camera era perfettamente in ordine.
Ora, devo solo aspettare che Liam arrivi. Fa’ che venga presto…

Sono a posto vestito così? Andrò bene? O sono troppo elegante?, Liam si faceva mille domande sul suo look, fra l’altro molto semplice: jeans scuri, scarpe da ginnastica bianche e una maglietta nera con la scritta “Il karma è come il 69, ricevi quello che dai”.
Fece per prendere su anche una felpa a caso, quando una strana idea gli attraversò il cervello; estrasse dal cassetto quella di Batman, che aveva lavato proprio quella mattina, e se la mise addosso.
Non sarebbe rimasta a lui per molto, aveva l’intenzione di prestarla a tempo indeterminato al piccolo Zayn, gli faceva davvero troppa tenerezza vedere le mani sottili coperte dal tessuto grigio.
Erano le tre e venti quando Liam lasciò casa sua (“Papà, io vado” “Va bene”, si trattenne dall’imprecare solo perché quello era suo padre), il cuore leggero e lo stomaco sottosopra.
Era al colmo della felicità, non si era mai sentito così, nemmeno quando aveva perso la verginità; sebbene avesse già raggiunto e superato i vent’anni fisicamente, mentalmente rimaneva un adolescente di sedici anni inesperto e alle prese con il suo primo vero amore.
Arrivò a casa di Zayn in perfetto orario, persino un po’ in anticipo, e con i brividi che gli scuotevano il corpo premette il campanello.
- Chi è? – una donna comparve sul pianerottolo, Liam notò che assomigliava moltissimo al moro.
Avevano la stessa scintilla negli occhi vivaci, la forma del mento e degli zigomi: sembrava Zayn al femminile e con qualche anno in più.
- Buongiorno, mi chiamo Liam, sono venuto a trovare Zayn – si presentò gentilmente il giovane, la signora sorrise ampiamente.
- Così tu sei l’amico di mio figlio, eh? Entra, entra pure, Zayn è in camera sua. La prima stanza a sinistra nel corridoio.
- Grazie mille, piacere di conoscerla. – entrò nell’abitazione cavolo, è più ordinata di casa mia guardandosi attorno, gli occhi marroni che guizzavano da un particolare all’altro per ricordarsene il più possibile, fece come ordinato e bussò alla porta della prima stanza a sinistra.
- Avanti – disse Zayn, la voce indebolita dall’influenza e dal mal di gola, Liam spinse la maniglia in giù ed entrò nella camera: non vide altro che un piccolo diciannovenne steso nel letto, non gli importava nient’altro, solo quel bellissimo viso su cui spiccava un sorriso allegro.
- Ehi, Zayn! – salutò, non sapeva assolutamente che dire, si chiuse la porta alle spalle e si sedette sul bordo del materasso, si beò del rossore che già aveva decorato le guance di Zayn. – Come stai?
- Bene, cioè, non tanto bene… diciamo che sto meglio, grazie mille. Scusa ancora per non essermi fatto sentire… - si tirò seduto a gambe incrociate, si grattò la testa imbarazzato.
- Non fa nulla, l’importante è che tu stia bene. Hai fatto i compiti?
- Che? – il moro avvampò – Sì, più o meno, sono un po’ indietro con il lavoro e- - qualcuno bussò piano alla porta, Zayn mugolò un “Avanti”, e nella camera entrò di corsa una bambina di sei anni con un foglio in mano.
- Fratellone! – strillò Veronica, saltò sul letto mettendosi tra Liam e il fratello – Ti ho fatto un disegno, ti piace?
- Ciao, Vero… senti, potresti andare? C’è qui un mio amico, vedi?
- Ciao! E tu chi sei? – la piccola puntò gli occhi castano chiaro sul ventiduenne, quello sorrise.
- Io mi chiamo Liam, e tu?
- Io mi chiamo Veronica Malik, abito a Kilkenny in via… - cominciò a snocciolare una serie interminabile di nomi, evidentemente i suoi genitori le avevano insegnato a spiegare dove abitava in caso di smarrimento: Zayn scosse la testa sconsolato, interruppe Veronica mentre stava per dire anche l’indirizzo della scuola.
- Fammi vedere questo disegno, dai. Che cos’è? – la piccola gli porse il foglio, una specie di donnina vestita di rosa si distingueva da tutto il bianco che aveva attorno.
- E’ la regina delle fate, vedi? Ti piace?
- Oh, sì. Sei molto brava a disegnare, sai? – si intromise Liam, la bambina gli saltò addosso abbracciandolo.
- Grazie Liam! Lo sai che mio fratello scrive molto bene? – il ventiduenne negò con la testa, alzò gli occhi su uno Zayn ormai totalmente rosso in viso.
- No, non lo sapevo… il tuo fratellone non me l’aveva detto, che cattivo.
- Guarda! – Veronica saltò giù dal letto, zampettò allegra verso la scrivania e prese un foglio di quaderno, lo porse al castano. – Leggi!
- Dunque, vediamo… Color cioccolata calda, morbidi ed accoglienti, quegli occhi marroni- - non riuscì a leggere altro, il moro gli aveva strappato letteralmente il pezzo di carta dalle mani e lo aveva nascosto dietro di sé.
- Veronica! Te lo devo dire in cinese di non curiosare tra la mia roba? – strepitò il diciannovenne, la bambina rispose sbuffando.
- Le principesse delle fate possono fare quello che vogliono!
- Sei la principessa delle fate? – domandò Liam, evidentemente ci sapeva fare con i bambini: prese in braccio la piccola Veronica, lei piegò le labbra in un sorriso soddisfatto.
- Sì, aspetta un attimo – uscì di corsa dalla stanza, Zayn pensava di essersela tolta di torno, stava già per riprendere a parlare che lei tornò con in testa una coroncina di plastica tempestata di gemme finte. – Vedi? Questa è la corona delle principesse!
- Wow, è davvero fantastica… - Veronica saltò di nuovo sul letto, stavolta si sedette in braccio a Liam nascondendo la testa nella sua felpa di Batman.
Giù le mani, piccola stupida, lui è mio pensò subito il moro, che aveva raggiunto e superato il suo limite di gelosia. – Puoi prestarmela un secondo?
- Sì! – il castano le sfilò delicatamente la corona, si sporse in avanti e la pose sul capo di Zayn, che stava per mettersi a piangere da tanto era imbarazzato. – Sei bellissimo, fratellone!
- Già, è la principessa più bella di tutte. – sentenziò teneramente il più grande, gli occhi fissi in quelli scuri dell’altro ragazzo.
- Veronica! Vieni via e lascia in pace Zayn e il suo amico! – la voce della signora Malik rimbombò in tutta la casa, la bambina obbedì e scomparve dalla vista dei due giovani, chiudendosi la porta alle spalle.
- Finalmente se n’è andata, accidenti… - sussurrò il diciannovenne, stava per togliersi la coroncina quando Liam gli bloccò il polso.
- Tienila su, principessa. Sei… la perfezione. E ti ho portato un regalo, anche.
- N-non dovevi disturbarti così tanto, davvero. – il castano scosse la testa divertito, si sfilò la felpa e la porse a Zayn.
- Tieni, ecco il tuo regalo. O meglio, te la presto e puoi tenerla quanto vuoi. – il più piccolo strabuzzò gli occhi, incredulo, si tolse la corona e si infilò l’indumento in meno di un minuto stringendosi la stoffa grigia sui fianchi.
- Gra-grazie, ma se continui così mi farai diventare rosso permanentemente – protestò dolcemente, si coprì gli occhi con le mani intanto che Liam gli rimetteva la tiara di plastica: non sapeva se impazzire di gioia o morire d’emozione, optò per una calma e dolorosa morte interna per non fare figure da ragazzina innamorata.
Anche se in realtà lo era.
- Hai degli occhi così belli, principessa, perché li copri? Spostiamo queste mani altrove… - il castano gli afferrò i polsi, e sotto lo sguardo scioccato e sempre più incredulo di Zayn li spostò dietro alla sua testa, sui capelli marroni: i loro volti erano a meno di un palmo di distanza, il ventiduenne spinse la fronte contro quella del moro facendole combaciare.
Sentì le dita di quest’ultimo stringersi tra loro, in modo da rinsaldare la presa, sorrise debolmente; il profumo di Liam aveva invaso le narici del più piccolo, e mai nella sua vita aveva desiderato più ardentemente voler baciare qualcuno.
- L-Liam… non ti consiglio di starmi così vicino… - sussurrò debolmente Zayn – Potresti ammalarti anche tu…
- Ne vale la pena, se questo è il prezzo da pagare per averti allora sarò ben disposto a sacrificarmi. Sai cosa fanno le principesse per ringraziare i loro cavalieri?
- Non lo so… - il più grande sorrise, intenerito da quella ingenuità, gli pareva fosse falsa ma non ne era più tanto sicuro.
- Mi pare ovvio, li baciano. E tu vuoi baciarmi, principessa? – basta, ti amo da star male, stupido ventiduenne dannatamente bello e sexy e provocante il moro annuì, le pelli delle loro fronti si sfregarono facendo sospirare entrambi i giovani. - Dove preferisci baciarmi?
- Liam…
- Okay, ho capito, ti bacerò io. – Liam poggiò le labbra tremanti sulla guancia calda di Zayn, si staccò ridendo. – Ops, scusami ma ho una cattiva mira… - lo baciò poi all’angolo della bocca, e di nuovo scoppiò a ridere debolmente. – Ho sbagliato ancora, perdonami. – ormai il moro non riusciva più ad aspettare, di lì a poco, se l’altro non si fosse sbrigato, sarebbe esploso.
E dopo attimi che parvero giorni, Liam Payne baciò Zayn Malik nel modo più dolce che conosceva.


 


Bella a tutti...


SIETE FELICI? 
Okay, si sono baciati. Dopo secoli che si sbavavano dietro, si sono dati una mossa (= Liam si è dato una mossa) e si son decisi a dichararsi.
çmç anch'io aspettavo il gran momento, perché adesso voglio ed esigo le vostre reazioni.
So che c'è solo un piccolo accenno, perché il prossimo capitolo sarà fluffofluffoso *^* sì, piccolo spoiler, ma ve lo meritate perché siete fan fedeli.
Intanto le cifre delle visualizzazioni, seguite/preferite/ricordate e recensioni aumentano in gran velocità, sono davvero contenta.
Ed ebbene sì, ho trovato anche i ticketsss per il 29 giugno, fksfj (un grazie mille alla mia Marghe che si è spaccata il cu...ore per trovarli, ehehe ^^") e non vedo l'ora!
Sono di fretta, quindi taglio qui.
Ciao bellezze, a domenica :33
Amy <3

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


 Liam poggiò le labbra tremanti sulla guancia calda di Zayn, si staccò ridendo. – Ops, scusami ma ho una cattiva mira… - lo baciò poi all’angolo della bocca, e di nuovo scoppiò a ridere debolmente. – Ho sbagliato ancora, perdonami. – ormai il moro non riusciva più ad aspettare, di lì a poco, se l’altro non si fosse sbrigato, sarebbe esploso.
E dopo attimi che parvero giorni, Liam Payne baciò Zayn Malik nel modo più dolce che conosceva.



***

Nessuno dei due voleva approfondire quel contatto.
Era delicato, delicato da star male, il bacio più casto che Liam avesse mai dato e il primo vero per Zayn, si staccarono solo quando l’aria venne a mancare e persino in quel momento avrebbero voluto prolungare quello sfiorarsi piano, quel dolce amarsi e coccolarsi e volersi bene che avevano la fortuna di sperimentare.
- Mi piaci da impazzire, Zayn – confessò Liam con un sospiro, prima che le labbra dell’altro si posassero di nuovo sulle sue.
- Anche tu mi piaci da impazzire, Liam – rispose Zayn staccandosi a malincuore, uscì dalle lenzuola per riuscire a gettarsi tra le braccia del castano, come sua sorella aveva fatto solo una decina di minuti prima.
- Io… non so cosa dire, davvero – il più grande aveva gli occhi lucidi, stava per commuoversi, sognava quel momento da giorni e ora lo stava vivendo, aveva il diciannovenne per cui si era preso una cotta tra le sue braccia, sarebbe potuta scoppiare la Terza Guerra Mondiale e a lui non sarebbe importato minimamente.
- E allora non dire niente… - si baciarono di nuovo, stavolta Zayn chiese l’accesso alla bocca di Liam mordendogli il labbro inferiore, pochi secondi dopo le loro lingue si stavano accarezzando appassionate mentre tutti e due i giovani erano al settimo cielo, ovviamente insieme.
Le mani del più grande si spostarono sui fianchi magri del moro, le dita di quest’ultimo stavano giocherellando con i capelli corti del castano: il diciannovenne, preso dal momento, si lasciò cadere all’indietro facendo combaciare la schiena con il materasso, Liam aveva puntato le mani sul letto per non pesare troppo sul corpo esile di Zayn, la sua bocca si spostò sul collo del ragazzo sotto di lui mordicchiando la pelle scura e morbida.
- Zayn, calmati, ti ricordo che hai la febbre… - sussurrò, per poi accorgersi che il suo cellulare aveva cominciato a squillare, Take On Me [link] come suoneria.
Perfetto, mi fa così impazzire che non sento nemmeno il cellulare sbuffò, estrasse il Samsung e accettò la chiamata.
Liam! Sei ancora vivo?
- Sei un gran rompipalle. – chiuse la telefonata in faccia a Niall, se lo meritava, aveva interrotto un gran momento e il minimo che potesse fare era ignorarlo bellamente e magari tirargli pure un insulto.
- Era il tuo amico? – domandò Zayn, l’altro annuì nascondendo il viso nell’incavo del suo collo.
- Non badare a lui, è un po’ geloso, ha sempre avuto pochi amici. Te l’ho detto, no? Ogni cavaliere ha una sola principessa nel cuore… – ma che mi fa diventare, non mi sono mai sentito più diabetico in tutta la mia vita… stavano per baciarsi di nuovo, ma dei passi veloci li interruppero.
Il più grande si rialzò subito, rimettendosi seduto, mentre il moro non riuscì a fare altro che spostare la testa sul cuscino prima che la madre entrasse nella camera.
- Ho portato un’aspirina a Zayn, avete bisogno di qualcosa? – chiese gentilmente, appoggiò un bicchiere d’acqua con una pastiglia sul comodino aspettando una risposta.
- No, grazie – replicò il castano, la donna annuì e lasciò la camera con un sorriso, Zayn tirò un sospiro di sollievo alzandosi dal letto per stiracchiarsi.
- Non oso immaginare cosa sarebbe successo se ci avesse scoperti…
- Ma non l’ha fatto – anche Liam lasciò il materasso, abbracciò da dietro il più piccolo per tenerlo contro il suo petto – e non lo farà mai, vero?
- Vero… lo sai che sei perfetto? – il moro si girò per incontrare con i suoi occhi quelli dell’amato, gli lasciò un bacio sul mento.
- Senti chi parla, se continui a essere così sexy mi verrà voglia di scoparti proprio qui, in piedi…
- Liam! – il più grande piegò le labbra in un sorriso, un delizioso colorito rosso si era impadronito delle guance del ragazzo tra le sue braccia, quanto sei bello quando arrossisci appoggiò le labbra sulla fronte di Zayn.
- Sei caldo, sicuro di non aver di nuovo la febbre?
- No, è l’effetto che mi fai – replicò quello, si alzò sulle punte per incontrare la bocca di Liam con la sua ma la mancava di pochissimo: il castano se ne accorse, spostò le scarpe sotto i piedi di Zayn per rialzarlo di qualche centimetro.
- Prova ora… - si baciarono timidamente, o almeno, il moro era timido come non mai; non era colpa sua se era nato con un carattere così tanto femminile, e dopotutto era alle prese con il suo primo amore, visto che nel corso degli anni nessuno lo aveva voluto.
E adesso che aveva trovato Liam, era ben deciso a non lasciarlo andare.
- S-scusa… - borbottò staccandosi, uscì dall’abbraccio e si sedette di nuovo sul letto.
- Perché ti scusi? – domandò il più grande, si accomodò di fianco a lui con aria interrogativa.
- Perché… hm, mi sono lasciato trascinare, okay? E’ che… vedi, tu sei la prima persona che mi vuole bene e-
- Mi stai dicendo che sono il tuo primo bacio? – Zayn annuì, visibilmente a disagio, cercò riparo nella felpa che indossava calandosi le maniche sulle mani ancora di più. – Beh, mi sento onorato.
- Non giudicarmi, ti prego. Nessuno mi ha mai voluto al suo fianco, forse perché non sono nulla di speciale, quindi- - si bloccò solo quando venne coinvolto in bacio, non tentò nemmeno di staccarsi dalle labbra morbide di Liam, tanto esse non gliel’avrebbero permesso comunque.
- Se tu non sei speciale io sono inglese – sorrise il castano, allungò un braccio per passarlo intorno ai fianchi del più piccolo ma sfiorò con la mano un foglio, lo prese di scatto e si alzò per leggerlo. – E questo ne è la prova! Dunque, dov’eravamo arrivati…? Color cioccolata calda, morbidi ed accoglienti, quegli occhi marroni-
-
Ridammi quel foglio! – strepitò il moro, Liam gli fece la linguaccia spostandosi dal letto e continuando a leggere imperterrito.
Zayn gli saltò addosso, l’altro stese il braccio in alto per allontanare ulteriormente il foglio ma senza smettere di guardarlo, e il più piccolo si arrese all’evidenza che non sarebbe riuscito a nascondere quelle parole dagli occhi del ventiduenne.
Il quale, quando finì di leggere, spostò l’attenzione dallo scritto al viso paonazzo del moro.
- Zayn… è bellissimo ciò che hai scritto… - commentò soltanto, lasciò la pagina di quaderno sulla scrivania e si accomodò sulla sedia girevole davanti al tavolo in legno: fece cenno a Zayn di avvicinarsi, e quando fu abbastanza vicino lo tirò a sé, trattenendolo dolcemente sulle sue gambe.
- T-ti piace davvero?
- Lo adoro, è fantastico! Ma dimmi… da chi ti è stato ispirato? – il tono di voce era maledettamente malizioso, il moro abbassò lo sguardo mugugnando qualcosa di indefinito. – Chi?
- L-lo sai benissimo! – protestò il più piccolo, non era mai stato più rosso in vita sua, e di nuovo ricordò a Liam le ragazze nei manga, nei momenti in cui si imbarazzavano per qualcosa.
Il castano scoppiò a ridere, iniziò a baciare la pelle sotto il lobo dell’orecchio destro di Zayn con le labbra ancora tese in un sorriso scherzoso, mentre teneva stretti i fianchi del ragazzo sopra di lui con le braccia forti.
- Volevo solo prenderti un po’ in giro, principessa! Perché non mi dici chi ha questi occhi stupendi?
- Tanto non te lo dico. – il moro incrociò le braccia, Liam assunse una finta espressione malefica.
- Ah, vedo che resisti… a mali estremi, estremi rimedi, è così che si dice, no? – e pochi secondi dopo prese a fare il solletico al diciannovenne, che a quanto pareva lo soffriva moltissimo. Furono i cinque minuti migliori delle vite di entrambi i giovani. – Allora, adesso me lo dirai o no?
- No… io… non… okay, okay lo dico! – il castano smise di colpo di muovere le dita, Zayn si accoccolò sul suo petto finendo di ridere. – Sei tu ad avere quegli occhi fantastici, Lee…
- Anche io ti voglio bene, piccolo.

Passarono così quel pomeriggio, a coccolarsi e parlare, e spesso e volentieri scappò un bacio o una parola dolce, nessuno dei due si lamentò.
Liam rimase da Zayn fino alle sette, cioè quando il suo cellulare suonò di nuovo.
Si puntellò con le spalle e le gambe contro il letto (“Andiamo a letto, Lee?” “Questo mi suona tanto di doppiosenso”), per riuscire a sollevare il bacino ed estrarre il Samsung dalla tasca posteriore dei pantaloni: rifiutò l’ennesima chiamata di Niall, sospirò carezzando distrattamente i capelli mori del diciannovenne.
- Zayn, sono le sette. E’ ora che io vada a casa, hm? Ti lascio riposare un po’. – esordì il castano, si preoccupò un po’ quando non ricevette risposta.
Scostò il più piccolo dal suo petto, lasciando che poggiasse la testa sul cuscino, e solo in quel momento realizzò che Zayn si era addormentato.
Quanto può essere dolce? Le palpebre serrate e il respiro regolare intenerirono il ventiduenne, che non aveva mai visto una persona più bella del piccolo Malik mentre dormiva.
Liam si guardò un po’ attorno, fin quando non trovò con lo sguardo una coperta: la posò sul corpo del moro, poi si avvicinò a questo e gli lasciò un bacio sulle labbra, sorridendo quando quello socchiuse gli occhi incuriosito.
- Liam…?
- Shh, continua a dormire, principessa. Ci sentiamo presto. – Zayn annuì, richiuse le palpebre rimettendosi a dormire, il castano scosse la testa divertito e fece per uscire dalla camera, quando una grande idea gli balenò nella mente.
Prese il foglio con la descrizione dei suoi occhi, lo rivoltò e una biro a caso dal portapenne.

La prima cosa che pensò Zayn al suo risveglio fu dov’è finito Liam?
Era ancora mezzo addormentato, non sapeva che ore fossero ma sicuramente era notte, visto che non si vedeva nient’altro che l’oscurità.
Si passò una mano sugli occhi, rabbrividì al ricordo delle labbra di Liam sulle sue, sul suo collo, sui suoi capelli, e avrebbe davvero voluto spingersi più avanti, ma era ancora troppo presto.
E poi non erano fidanzati, non ancora: in teoria, il più grande avrebbe potuto ancora passare la notte con Niall, non erano ancora legati da qualcosa di ufficiale e quindi Zayn non avrebbe potuto lamentarsi.
Quest’ultimo si girò un paio di volte nel letto, qualcuno gli aveva steso addosso una coperta, e quando se la tolse di dosso per andare in bagno sentì un foglio di carta cadere per terra: accese la lampada sul comodino, rischiarando gran parte della stanza, e si chinò per raccogliere quel foglio.
Da una parte c’era la descrizione degli occhi di Liam (arrossì quando si ricordò che ora il giovane sapeva tutto), ma dall’altra campeggiava uno scritto con una grafia che non apparteneva al piccolo Zayn.

Ciao Zayn,
quando leggerai questa lettera, io sarò a casa mia a ripensare a quello che è successo oggi pomeriggio.
Non avrei mai immaginato qualcosa di più bello, davvero.
Sicuramente queste mie parole non sono all’altezza delle tue, quelle che hai utilizzato per descrivermi gli occhi, ma provo comunque ad esprimere ciò che voglio dirti.
Volevo dirti che… beh, che sei timido. E fragile come il cristallo.
Sei piccolo, ingenuo, così tanto bisognoso di affetto che non provenga dai tuoi famigliari.
Hai bisogno di protezione, perché sei troppo debole per affrontare tutto il casino intorno a te da solo: e io voglio aiutarti ad affrontarlo, stare al tuo fianco e sorreggerti sempre, asciugarti le lacrime che verserai per qualche insulto.
Forse ti chiederai il perché.
La risposta è molto semplice, lo faccio perché voglio farlo, ma soprattutto perché ti voglio un bene dell’anima.
Mi piaci da impazzire, non ricordo a cosa pensavo prima di conoscere te, visto che ora sei sopra tutti i miei pensieri e le mie azioni… e vorrei che tu diventassi mio.
In più di un senso, ovviamente! –
Zayn arrossì per l’ennesima volta, aveva capito bene a cosa Liam si stesse riferendo.
So che ora sarai arrossito, e volevo aggiungere che sei bellissimo anche quando arrossisci, ti rende ancora più piccolo e tenero di quanto tu già non sia.
Tornando al discorso di prima… ti stavo chiedendo se volevi diventare mio in tutti i sensi.
Da una parte lo sei già, sono stato il tuo primo bacio e quindi, in un certo senso, un po’ di te mi appartiene: però… beh, Zayn, vuoi diventare il mio fidanzato?
Lo dico senza tanti giri di parole, io voglio che tu sia il mio ragazzo. Così sarai mio per almeno due terzi, se dovessi dirlo matematicamente.
Per l’ultimo terzo c’è ancora tanto tempo, ma credo che tu abbia già capito a cosa mi riferisco, è vero che sei ingenuo ma non così tanto!
E adesso, mentre sto scrivendo, ti sto guardando dormire.
Sei… bellissimo, Zayn. Sei la Bella Addormentata, perfetta e dormiente.
Ma tu sei sempre perfetto… -
una freccia indicava l’altro lato del foglio, quello con la descrizione degli occhi di Liam, Zayn lo voltò di scatto trovando un’altra parte di scritto.
Anche quando ti commuovi, quando ridi e piangi e sei triste e sei felice, quando curiosi nelle mie foto di famiglia e, soprattutto, quando indossi la mia felpa preferita.
Adoro pensare che il ragazzo che mi piace ami mettere i miei vestiti, specialmente se il ragazzo in questione è alto un metro e sessantotto… sei la tenerezza.
Accetterai la mia proposta?, è l’unica cosa a cui penso ora. Continua a dormire, angelo mio.
Ti voglio bene,
Liam

P.s. ti devo far vedere una foto quando verrai da me!


E Zayn scoppiò a piangere.


 

Bella a tutti...


Allora, parto subito dicendovi che il prossimo capitolo molto probabilmente tarderà ad arrivare, perché ho cominciato a scriverlo ma mia sorella mi ha cancellato il vecchio capitolo 9 e il 10.
Ciò che avete appena finito di leggere, infatti, è tutto quello che riuscivo a ricordare del mio vecchio scritto più qualche cosa aggiunta.
Il prossimo capitolo dovrebbe, in teoria, arrivare sabato prossimo ma non sono sicura di riuscirci: al massimo, se tutto dovesse andare per il meglio, pubblicherò con un paio di giorni di ritardo.
In caso contrario, aggiornerò a novembre (conoscendomi).
Passando a cose meno serie... v'è piaciuto il fluff?
E la lettera? Spero tanto di sì, perché le parole mie/di Liam mi fanno sempre commuovere, sigh.
La sorella di Zayn si chiama Veronica NON perché volevo fare un riferimento a Best Song Ever (forse in parte), ma perché non volevo rischiare di sbagliare clamorosamente i nomi delle vere sorelle Malik çmç 
Lo scorso capitolo ha battuto tutti i miei record, è arrivato a 13 recensioni contro le 11 di una Het su Zayn (mi vergogno tanto per questo), e questo intendo solo per recensioni a un chapter di una Long (?). 
Oggi ho deciso che vi linkerò la mia ultima OS Ziam perché sì.
Il link della FF è 
questo, mentre il mio Twitter è questo: se avete domande varie, curiosità o avete voglia di sentire cazzate, contattatemi lì.

Un ciao grande come il mondo, spero di riuscire a trovar voglia e tempo di scrivere ahah :')
Mi scuso per i milioni di errori che sicuramente ci saranno, ma ho scritto davvero di corsa per rispettare i tempi... ve lo avevo promesso, no? ;)

Amy <3



 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Accetterai la mia proposta?, è l’unica cosa a cui penso ora. Continua a dormire, angelo mio.
Ti voglio bene,
Liam

P.s. ti devo far vedere una foto quando verrai da me!

E Zayn scoppiò a piangere.



***


Allora? Che avete fatto?” Liam sospirò, il cellulare era in vivavoce accanto a lui mentre cenava, come al solito era solo a tavola: escludendo Niall, che era al telefono con il castano.
- Gli ho detto che mi piaceva… - rispose questo, si versò un bicchiere d’acqua distrattamente.
E poi?
- E poi… e poi ci siamo baciati. Un sacco di volte. – si sentì un fischio d’ammirazione, Liam sorrise.
Qualcuno ha fatto colpo, eh? Quindi ora state insieme? Posso venire da te stasera?
- Okay… no, non stiamo insieme, o meglio, io gliel’ho chiesto… per lettera. Si è addormentato poco prima che io tornassi a casa!
Wow, si vede che era davvero interessato a te. Vengo alle dieci, ci vediamo dopo”
il ventiduenne non poté ribattere, Niall aveva già chiuso la telefonata.
Liam sospirò, decise di spegnere il cellulare nonostante stesse aspettando una chiamata o un messaggio da Zayn.
Forse sarebbe arrivato il giorno dopo.

Che ore sono?, si chiese Zayn asciugandosi le lacrime.
Non aveva pianto molto, in realtà: si era commosso, chiunque si sarebbe commosso davanti a una lettera del genere.
Accese il cellulare, e quando riuscì a vedere qualcosa oltre alla coltre di lacrime, l’orologio del Nokia segnava le dieci di sera.
Avrebbe voluto rispondere alla lettera di Liam con un messaggio, o una telefonata, ma aveva la strana sensazione che lo avrebbe disturbato per la terza o quarta volta, e non voleva assolutamente essergli un peso.
Gli avrebbe risposto il giorno dopo, magari.
Zayn si alzò dal letto, si stiracchiò un po’ ed uscì dalla sua stanza, per andare in cucina e trovare possibilmente qualcosa da mettere sotto i denti.
- Ben svegliato, Zayn. – lo accolse suo padre, che aveva appena acceso il fuoco sotto la caffettiera. – Il tuo amico se n’è andato due o tre ore fa. Potevi anche non addormentarti, hai fatto una pessima figura.
- No, Liam mi ha mandato un messaggio… – sì, una specie… - Non gli importa che io mi sia addormentato, ha detto che mi capisce, che con la febbre ha sempre sonno anche lui.
- Beh, meno male. Ma la prossima volta, cerca di non crollare. – il moro annuì, il padre gli scompigliò bonariamente i capelli e tornò in salotto, dove il televisore trasmetteva una partita di calcio che a Zayn non interessava minimamente.
Ho bisogno di Liam qui, devo vederlo al più presto…

- …poi verso le sette lui si è addormentato e io gli ho scritto la lettera. – Liam concluse così il suo racconto, un’espressione sognante si era impadronita del suo viso, e i suoi occhi non erano mai stati più brillanti.
- Pensavo che tu fossi un ragazzo romantico, davvero, ma non pensavo fino a questo punto! – Niall finì la sua birra, ne prese un’altra dalla cassetta di Guinness che aveva portato e la stappò.
Liam, invece, era ancora a metà della prima, e probabilmente unica, bottiglia della serata.
Non voleva ubriacarsi, a differenza del suo migliore amico: non reggeva bene l’alcol, gli bastava una pinta di birra per perdere la memoria, e invece Niall poteva bere qualsiasi cosa ma appariva sempre perfettamente sobrio.
Forse sa recitare bene considerò Liam, mentre guardava il biondino tracannare la birra.
- Lo devo prendere come un complimento?
- Ma è ovvio! – gettò uno sguardo alla bottiglia del castano, scosse la testa divertito – Quanto sei responsabile… almeno oggi ti puoi prendere una sana sbronza o devi rimanere perfettamente cosciente? Divertiti, festeggiamo, stai quasi per imbrigliarti in una relazione, prendilo come un addio al celibato.
- Davvero, Niall. Non voglio ubriacarmi. – ribatté Payne, anche se a pensarci… - Okay, okay, ci sto. Ma se comincio a non camminare più portami a dormire tu, va bene?
- Perfetto! – allora stasera si fanno le corna al piccoletto, eh?, pensò Niall con un finto sorriso sul volto.

Zayn doveva scrivere.
Le mani gli prudevano quasi, la testa elaborava mille e più parole, gli succedeva sempre quando aveva l’ispirazione.
Dopo aver mangiato un panino in tutta fretta, si sedette alla scrivania e strappò un’altra pagina dal quaderno giallo: non sapeva ancora cos’avrebbe scritto, molto probabilmente qualcosa riferito a Liam.
O forse… qualcosa per Liam.
Sì, era la scelta migliore.
E, armato di inchiostro nero, si mise a stendere su quelle righe tutto ciò che sentiva.
Magari gli avrebbe dato lo scritto quando si sarebbero visti, e sperava che quel momento arrivasse il prima possibile; voleva scrivere, sentiva quasi il bisogno di farlo, e davanti a quel pezzo di carta immacolato tutto ciò che voleva dire fluì letteralmente dalla sua mente e si impresse sul foglio.

Liam continuava a ridere senza un perché.
- E-e poi il pesciolino nell’acqua frizzante si rassoda le branchie! – balbettò, scoppiò in una risata condizionata dall’alcol sotto le iridi azzurre di Niall. – Nì, abbraccia Liam, dai, Liam ha bisogno di un abbraccio!
- Certo che reggi davvero male, eh? – commentò il biondino, strabuzzò gli occhi quando l’amico si tolse la maglietta e la gettò alle sue spalle.
- Niall, piccolo Niall, tu lo sai che non voglio uno stupido abbraccio... – il castano gli prese il polso, guidò la sua mano praticamente inerte e la lasciò cadere sul cavallo dei jeans che indossava.
- Liam, dai… ci sono i tuoi genitori, non ricordi?
- Che mi importa, voglio solo scoparti a sangue. – Niall, forse per la prima volta in tutta la sua vita, arrossì di colpo e spostò la mano sulla guancia di Liam.
- E allora vieni qui, irlandese ubriaco che non sei altro. – bacio all’alcol, le labbra di entrambi sapevano di birra, ben presto anche la polo del biondino finì a terra. – Leeyum, non… non qui, okay? – il castano, che ricordava a malapena il suo nome, si alzò e prese in braccio l’amico: gli sollevò le gambe, facendogli circondare i suoi fianchi con esse, passò le braccia sotto le cosce di Niall e lo portò all’altezza del suo viso, coinvolgendolo in un bacio che non aveva amore da nessuna parte.
O almeno, non aveva amore dalla parte di Liam.
Sempre baciandosi arrivarono nella stanza del castano, questo gettò sul letto il biondino e chiuse la porta a chiave, mentre l’altro si sfilava i pantaloni e li lasciava ai piedi del materasso.
- Allora, bellezza mia… - rise ad alta voce Payne, si levò i jeans e si posizionò tra le gambe di Niall, cominciò a sfregare il bacino contro quello del ragazzo sotto di lui, non riusciva nemmeno a pensare a ciò che stava facendo: stava già tradendo il suo futuro fidanzato, forse.
Ma non ci rifletté minimamente, l’alcol gli aveva fritto il cervello.
Prese dal cassetto del comodino un preservativo, una parte di lui gli imponeva di fermarsi, di rivestirsi e spiegare all’amico che non poteva farlo, ma era ciò che Liam avrebbe pensato da sobrio: e in quel momento non lo era, proprio per niente.
Nell’esatto momento in cui stava per sfilarsi i boxer, la sua testa prese a girare vorticosamente costringendolo a sedersi sul materasso, accanto a uno sconcertato Niall che lo fissava.
- Ehi, Liam, stai bene? – gli chiese, con il tipico tono del ragazzo innamorato preoccupato della sua cotta, l’altro scosse la testa prima di cadere all’indietro sul letto, decisamente non si sentiva bene.
- N-no, mi g-gira la testa e… - riuscì a correre in bagno prima di rigettare sul pavimento della sua camera, seguito a ruota dal biondino che gli tenne la fronte mentre vomitava.
- Non pensavo davvero che tu potessi reggere così poco, mi hai stupito.
- Zitto, deficiente. – gli intimò il castano, mentre si stava rialzando dal pavimento nel bagno irruppe sua madre, con un cipiglio preoccupato e arrabbiato al tempo stesso.
- Liam, stai bene? – gli chiese, il giovane non la degnò di uno sguardo e tirò lo sciacquone, passando al lavandino per lavarsi i denti e il viso.
- Sì, tutto a posto.
- Oh, ciao Niall – questo rispose con un sorrisetto, acchiappò Liam per un braccio quando ebbe finito di sistemarsi, trascinandolo di nuovo in camera e ben lontano dalle grinfie della signora Payne.
La quale non sapeva ancora dell’omosessualità del figlio, e menchemeno era a conoscenza del rapporto tra il castano e il suo migliore amico Niall.

Zayn gettò uno sguardo all’orologio del Nokia.
Come succedeva sempre, la scrittura lo aveva preso totalmente: quando si sentiva ispirato, il giovane perdeva la cognizione del tempo e, in alcuni casi, persino dello spazio; così come era accaduto quella sera.
Si stiracchiò, si alzò dalla sedia della scrivania per sgranchirsi le gambe, e sebbene la mezzanotte era passata da una buona mezz’ora, non aveva per niente sonno.
Forse perché ho dormito tutto il giorno, si convinse Zayn, ma la pura e semplice verità era che l’adrenalina scorreva ancora in ogni sua vena.
Liam lo aveva sconvolto, in un solo pomeriggio tutti i suoi peggiori filmini mentali si erano realizzati: certo, mancavano ancora quelli più spinti, ma c’era ancora un sacco di tempo disponibile.
Ho così tanta voglia di sentire la sua voce… andò in cucina per versarsi un bicchiere d’acqua, finito di bere si incantò davanti alla finestra, che mostrava una gran bella nottata irlandese.
Le nuvole coprivano quasi interamente il cielo, salvo alcune piccole parti: e in quei pozzi scuri si vedevano le stelle, luminosi puntini che Zayn amava collegare fra loro liberamente.
Non c’era quasi inquinamento, lì a Kilkenny.
E quelle rare volte in cui il cielo notturno si mostrava agli occhi degli abitanti, era uno spettacolo unico.
Devo sfruttare tutto questo il moro tornò in camera sua, prese il panno con cui Liam lo aveva coperto ore prima e il quaderno giallo, ci infilò una biro nera e uscì di casa; si sedette sull’erba, nel giardinetto davanti alla sua abitazione, si sentiva al settimo cielo con la coperta stretta intorno al suo corpo infreddolito e tante pagine bianche davanti agli occhi, pronte per essere riempite di pensieri.

- Stai meglio ora? – Niall e Liam erano sotto le coperte del letto del castano, raggomitolato tra le braccia del più alto che gli accarezzava teneramente i capelli.
- Sì, grazie mille – il biondino sorrise quando l’altro sollevò la testa e sfregò il naso contro il suo, a volte riusciva ad essere di una dolcezza disarmante: ed era proprio del Liam sensibile, buono e quasi diabetico che Niall si era innamorato.
Certo, non sapeva ancora di amarlo.
Ma la verità era che non riusciva a non pensare al suo volto, alla sua voce e in particolar modo al suo corpo, che conosceva più di chiunque altro; e sarebbe stato così per sempre, anche se nella vita del bel castano era entrato quello stupido diciannovenne, quello Zayn… doveva ammetterlo, Horan, Zayn non era per niente male: aveva dei bei lineamenti, anche se era troppo giovane e troppo basso per i suoi gusti, e persino un po’ troppo debole.
Ma, a quanto sembrava, a Liam piacevano le sue caratteristiche.
Niall stava pensando troppo, non era abituato a concentrarsi così tanto su una certa faccenda, decise di lasciarsi tutto alle spalle e avventarsi sulle labbra del ventiduenne steso accanto a lui; stranamente conscio che avrebbe ricevuto un cenno di disaccordo da parte del castano, rimase piacevolmente sorpreso quando questo ricambiò, in una maniera così delicata che lo fece quasi star male.
E’ ancora ubriaco, pensò istantaneamente il biondo, ma preferì godersi quel momento perfetto.
- Buonanotte, Leeyum.
- Buonanotte, Zayn.

 


Bella a tutti...



SCUSATEMI çmç
Ho avuto un po' di problemi di tempistica, ci stanno già caricando di compiti e capite bene che dopo tre ore di versioni di latino/greco la voglia di scrivere mi passa.
E, come se non bastasse, questo capitolo è osceno.
Non succede niente, proprio niente.
Tranne il fatto che capiamo che Niall è innamorato di Liam, ma credo ve lo siate immaginato almeno per un secondo. Il biondino va tenuto molto d'occhio, perché è un bastardo fatto e finito.
Mentre, invece, Zayn fa lo scrittore pazzo. Povero cucciolo, capisco bene come riesce a perdersi nella scrittura, visto che io mi ci perdo regolarmente durante matematica e non capisco più una minchia quando devo studiare.
Sto lavorando a una Nosh, e al tempo stesso a quindici milioni di Ziam una peggio dell'altra. Non riuscirò a pubblicare niente, sicuramente, e la mia fantastica (...) DevinexHoran rimarrà soltanto scritta a mano; spero di troare tempo e voglia, ma... /sob
Ringrazio tanterrimo tutti voi lettori, e anche voi recensori che vi fate il culo per lasciarmi un parere, tanto amore per voi.
Mi scuso con chi non ha ricevuto una mia risposta dopo aver recensito, ma come ho detto ventordicimila volte, non ho proprio sbattito di mettermi a digitare; è già un miracolo che io aggiorni ora, anche se con questa cosa oscena che è il capitolo (di passaggio).
Vi prego, non bastonatemi.  
Mi trovate su 
Twitter, Tumblr l'ho perso per strada e non lo aggiorno quasi mai nonsoperché. 
A presto,
Amy(a) <3

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Niall stava pensando troppo, non era abituato a concentrarsi così tanto su una certa faccenda, decise di lasciarsi tutto alle spalle e avventarsi sulle labbra del ventiduenne steso accanto a lui; stranamente conscio che avrebbe ricevuto un cenno di disaccordo da parte del castano, rimase piacevolmente sorpreso quando questo ricambiò, in una maniera così delicata che lo fece quasi star male.
E’ ancora ubriaco, pensò istantaneamente il biondo, ma preferì godersi quel momento perfetto.
- Buonanotte, Leeyum.
- Buonanotte, Zayn.


***

Niall temeva di aver capito male.
Liam lo aveva chiamato davvero Zayn, o era stata solo una sua impressione?
Il biondino non sapeva più cosa pensare, né cosa fare: indagare o lasciar correre?
- Liam… baciami. – scelse la prima opzione, e di nuovo la bocca di Liam si posò sulla sua, coinvolgendola in un lento e zuccheroso bacio.
- Oh, Zayn… - non era stata una sua impressione, allora.
- Ehi, senti, io non sono… cioè, io sono Niall. – allontanò il castano da sé, questo si mise seduto sul letto con un’evidente confusione nella mente.
- Come? Tu non sei Zayn? Dov’è lui?
- Senti, sei ubriaco marcio. Non so dove sia il tuo adorato Zayn, fatto sta che io- - stava per dirgli tutto, confessargli il segreto che gli opprimeva il cervello, ma rimase di stucco quando Liam si alzò dal letto e si infilò una maglietta e un paio di jeans. – Ma che stai facendo?!
- Vado a cercare Zayn. – disse semplicemente, finito di allacciarsi le scarpe uscì dalla camera e, successivamente, dalla sua abitazione.
Non sapeva ciò che stava facendo.
Solo il pensiero di Zayn gli occupava il cervello, obnubilato dall’alcol e dal sonno, e camminò il più velocemente possibile a casa Malik; Niall lo seguiva a distanza, non troppo ravvicinata ma nemmeno estesa, quel tanto che serviva per farlo sentire libero tuttavia per controllarlo.

Zayn aprì piano gli occhi, rendendosi conto di non essere più sul praticello di casa sua.
Si passò una mano sul viso, per poi stringersi la coperta addosso e, ancora un po’ assonnato, guardarsi intorno.
Era nel suo letto, i suoi fogli erano posati ordinatamente sul suo comodino, e la coperta era piegata e poggiata alla fine del materasso.
- Ma che diamine… come ci sono finito qui?

- Dai, Lee… torniamo a casa, sono le due di notte, e non fa nemmeno caldo! – Niall prese Liam per un braccio, costringendolo a voltarsi, ma con uno strattone il ventiduenne si liberò dalla stretta del biondino.
- Tu non capisci, io devo trovare Zayn... è in pericolo, la mia principessa è in pericolo, e io devo salvarla perché- - divenne preda di un giramento di testa, l’altro ragazzo lo sostenne al volo prima che potesse cadere a terra.
- La tua principessa sta bene, ma tu no, quindi ora torni al castello con il tuo fido scudiero e ti metti a letto.
- Va-va bene, ma Niall… io voglio vedere Zayn, lo devo vedere, ti prego. – davanti a quegli occhi marroni, Niall si intenerì non poco: stava quasi per cedere, e concedergli di andare a casa Malik, ma si seppe dominare e lo trascinò verso la sua abitazione. – No, lasciami andare, devo sapere se sta bene o meno…
- Liam, ascoltami. Ora torna a casa, infilati nel letto e dormi, io vado a vedere se Zayn sta bene. Ci siamo capiti? -  Liam annuì, in un’altra occasione avrebbe rifiutato, ma si lasciò portare fino alla villetta dove abitava, e poi in camera.
- Digli che gli voglio bene. – disse soltanto il castano, poi poggiò la testa sul cuscino e crollò addormentato quasi subito.
Il biondino si sedette ai piedi dell’altro ventiduenne.
Trovava che fosse così adorabile mentre dormiva.
Gli carezzò una guancia con il dorso delle dita, salendo fino ai capelli, e poi, il più leggero possibile, si avvicinò alle sue labbra sfiorandole con le sue.
Liam non si sarebbe mai accorto di quel bacio rubato, un fugace segno di affetto destinato a rimanere segreto, era la cosa migliore da fare: poi, sebbene fosse molto restio, Niall si alzò dal letto e uscì di nuovo, per esaudire il desiderio dell’amico.

Zayn non ricordava affatto come fosse tornato nel suo letto.
Sicuramente i suoi genitori non lo avevano spostato, perché, come diceva la sveglia sul comodino, erano le otto di mattina e nessuno dei Malik si svegliava prima delle undici durante il periodo estivo.
Magari sono riuscito a trascinarmi fin qui prima di crollare, ipotizzò mentre andava in bagno.
Tuttavia, per quanto si scervellò alla ricerca di una spiegazione, non trovò risposta alle sue domande.
Un unico, piccolo ricordo gli riaffiorò nella mente: qualcuno che si chinava accanto a lui e lo osservava.
Liam?

Come diamine faccio a sapere dove abita?! imprecò mentalmente Niall, si ficcò le mani nelle tasche della felpa sbuffando infastidito.
Non aveva mai amato obbedire agli ordini, ma, a quanto pareva, Liam aveva uno strano effetto sul suo inconscio; quella notte, però, lo avrebbe preso seriamente a schiaffi.
Certo, avrebbe lenito il dolore con tanti piccoli baci, anche se l’altro non gliel’avrebbe mai permesso.
Il biondino era ancora insicuro, non sapeva ancora di essere innamorato di Payne, eppure sapeva bene che i suoi sogni erano mutati radicalmente: da vaghi, insensati e, il più delle volte, a sfondo sessuale erano diventati dolci, romantici, pieni di baci e carezze e passeggiate al parco al tramonto… ovviamente in compagnia di Liam.
Perso nei meandri del suo cervello, Niall passò davanti a una casa uguale a tutte le altre: si bloccò pochi secondi dopo, quando vide qualcuno steso sul prato antistante l’abitazione.
Si avvicinò piano, sorprendendosi non poco nel momento in cui scoprì che quel qualcuno non era altri che Zayn Malik.
Dovrei portarlo dentro…? si domandò Horan.
Si intenerì quando Zayn si strinse nella coperta, anche se un’ondata di gelosia lo invase mentre – Liam – il moro prese a parlare nel sonno: si chinò accanto a lui, gli scostò un ciuffo di capelli dal viso un po’ corrucciato notando quanto fosse perfetto.
La pelle morbida e tremante, l’espressione serena dipinta sul volto, le dita lunghe e sottili che stringevano il tessuto per prendere tutto il calore possibile lo rendevano ancora più bello, quasi quanto Liam.
Niall provò l’irresistibile desiderio di accarezzargli la testa, tanto dorme e non si accorgerà mai di nulla, come Leeyum considerò il ventiduenne, e senza altri pensieri passò la mano nella chioma scura del più piccolo.

Una mano che gli carezzava i capelli.
Un altro ricordo, un altro punto a favore di Zayn.
Si sforzò di portare a galla ogni minimo dettaglio, cosa estremamente difficile per uno che non si ricordava mai nulla.

E ora come faccio?, continuava a chiedersi Niall riflettendo sul modo migliore per “salvare Zayn”, come aveva esplicitamente chiesto Liam.
Optò per la più semplice scelta, ossia suonare a casa Malik e trascinare il moro al suo letto.
Si rialzò da terra, si dette una pulita ai jeans un po’ sporchi d’erba e premette il campanello due o tre volte: dopo qualche secondo la porta davanti a lui si spalancò, rivelando una donna piuttosto arrabbiata in vestaglia.
- Chi saresti tu? Sai che ore sono? – domandò seccata quella, Niall sorrise accondiscendente indicando Zayn, steso ancora sul prato.
- Salve, lei deve essere la signora Malik. Mi dispiace davvero tanto disturbarla a quest’ora, ma suo figlio Zayn si è addormentato fuori e, beh, ho pensato di segnalarvelo. – subito l’espressione della madre di Zayn mutò, addolcendosi visibilmente, annuì borbottando poi qualcosa.
- Quante volte gli ho detto che non deve uscire di notte… finisce sempre così. Grazie mille per avermelo fatto notare, se vuoi puoi portarlo dentro…?
- Niall, Niall Horan, sono un vecchio compagno di classe di suo figlio. – completò per lei il giovane (aggiungendo inoltre una bugia necessaria), tornò di nuovo verso Zayn e lo prese in braccio, avvolto nella coperta, e con i fogli in una mano entrò nella casa e poi nella stanza indicatagli dalla signora Malik.
Lo posò delicatamente sul letto, i pezzi di carta scritti fittamente finirono sul comodino con la penna nera, ma prima di andarsene Niall si concesse il lusso di osservare ancora il più giovane.
Diamine, era bello da star male. Un po’ gli dispiaceva che fosse esclusivamente di Liam, e che Liam fosse esclusivamente di Zayn.

Qualcuno che lo portava in braccio, sì, ecco cos’altro riaffiorò nella memoria del diciannovenne.
Si ristese sul letto, fissando il soffitto come se fosse stata la cosa più bella del mondo, in cerca di una qualche ispirazione per ricostruire la situazione.

Seguì con gli occhi azzurrissimi la forma del corpo di Zayn, Niall, sentendosi anche un po’ maniaco dal momento che stava ammirando il (quasi) ragazzo del suo migliore amico.
Si inginocchiò per terra, di fianco al bell’addormentato, spinto da una forza sconosciuta gli carezzò di nuovo i capelli; sfiorò per sbaglio anche la guancia del più piccolo, accorgendosi così di quanto fosse calda e morbida la sua pelle…
Il biondino si rialzò, allontanò quella torma di pensieri dal cervello scuotendo la testa, e dopo aver salutato la signora Malik tornò a casa Payne, dal suo angelo dormiente.

Zayn si arrese all’evidenza: non sarebbe mai riuscito a capire cosa fosse successo la notte prima.
Aveva ancora addosso la felpa di Liam, del suo Liam, e questo gli bastava e avanzava.
Era eccessivamente romantico? Forse, anzi, sicuramente.
Ma non che gli importasse più di tanto, stava vivendo quell’amore in maniera quasi infantile, il tipico amore che tutte le adolescenti quattordicenni sognano, ed era giusto visto che era la sua prima storia.
Prese il cellulare dal comodino, in tutta fretta digitò un messaggio a Liam in cui chiedeva se poteva passare da lui quella mattina.

Chi cavolo rompe?, Liam fu bruscamente risvegliato da un cinguettio molesto, imprecò quando, con la coda dell’occhio, vide lo schermo del suo cellulare lampeggiare.
- Ti è arrivato un messaggio – puntualizzò un semi addormentato Niall, il quale sorrise e arrossì mentre il castano si sporse oltre il suo corpo e lo schiacciò con il suo per afferrare il Samsung. – Chi è?
- Zayn, mi chiede se può venire da me alle nove… che ore sono? – sbiancò. – Niall, muovi quel culo e rivestiti, sono le otto e quaranta e io voglio assolutamente vedere Zayn. Dio, che mal di testa!
- Forse perché ieri ti sei ubriacato? – il più basso annuì, non si ricordava molto della scorsa notte, se non praticamente nulla: faceva fatica persino a digitare un “Ma certo, principessa <3” in risposta.  – Buongiorno, Lee. – sentì le labbra di Niall sulle sue, lo allontanò gentilmente premendogli una mano sul petto.
- Scusami… ma lo sai che sono impegnato.
- Teoricamente no! Oh, andiamo, ti costa così tanto dare un ultimo bacio al tuo migliore scopamico? – Liam rise, lasciò che la bocca dell’altro si scontrasse con la sua: voleva che tutto fosse molto casto, ma a quanto pareva Niall non era d’accordo, e si impegnò per approfondire quella loro unione il più possibile.
Scivolò sopra il corpo del castano, lieto di sentire le mani del giovane sopra la sua schiena, ma quando quello capì che il biondino non era intenzionato a fermarsi al bacio, lo allontanò gentilmente.
- Ehi, ehi, ora alzati e vestiti. E’ già tardi, hm?
- E va bene… - Liam costrinse l’amico ad alzarsi, cosicché egli lo lasciasse libero di muoversi: si infilò una maglietta pulita e una vecchia tuta, per chiudersi poi in bagno per lavarsi i denti e sistemarsi al meglio.
Mentre preparava del caffè, con l’intenzione di offrirne anche a Zayn, il campanello trillò annunciando il tanto agognato arrivo del piccolo moro.

 

Bella a tutti...


SCUSATE A LOT >.<
Sono in ritardo pazzesco, come sempre.
Ma vbb sapete che continuerò, comunque vadano le cose. Ah, non ve lo avevo detto?
Sì, continuerò a prescindere. 
Aggiornerò in ritardo, probabilmente male, ma la Ziam non finirà qui.
Io vi voglio bene, voi mi volete bene, e allora continuo per voi. :33
Su questo capitolo non posso dire niente, fa schifo ma è un po' più lungo degli altri, giuro che con il prossimo mi rifaccio. ...o almeno spero, eheh
Passo a  qualcosa di più importante: in questi giorni non posso scrivere né, eventualmente, prendere appunti perché sono al Lucca Comics! ^^
Quindi per la nuova OS dovrete aspettare, ma spero che ne varrà la pena.
Hm, aggiungo un saluto a quella fetente top che è Juli, perché... boh, è una fetente top. <3
Byeee,
Amya <3

P.s. Buon Halloween, gentaglia. 
P.P.S. il mio Twitter è 
questo.

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Scivolò sopra il corpo del castano, lieto di sentire le mani del giovane sopra la sua schiena, ma quando quello capì che il biondino non era intenzionato a fermarsi al bacio, lo allontanò gentilmente.
- Ehi, ehi, ora alzati e vestiti. E’ già tardi, hm?
- E va bene… - Liam costrinse l’amico ad alzarsi, cosicché egli lo lasciasse libero di muoversi: si infilò una maglietta pulita e una vecchia tuta, per chiudersi poi in bagno per lavarsi i denti e sistemarsi al meglio.
Mentre preparava del caffè, con l’intenzione di offrirne anche a Zayn, il campanello trillò annunciando il tanto agognato arrivo del piccolo moro.
 


***

Era un po’ teso, Zayn.
Insomma, non che gli capitasse tutti i giorni di ricevere una dichiarazione, in particolare da un bel ragazzo come Liam.
Suonò il campanello timidamente: mentre aspettava che la porta davanti a lui si aprisse, si sistemò ansiosamente i capelli un paio di volte prima di decretare che andavano già bene.
Calmati, dai si rimbeccò, tuttavia i suoi migliori propositi scomparvero così com’erano nati davanti al volto allegro di Liam.
- Ciao, Zayn.
- Ehi, Liam… come stai? – chiese, l’altro gli fece segno di entrare in casa e chiuse la porta dietro il più piccolo.
- Io bene, mi gira un po’ la testa ma niente di che. Tu, invece?
- Alla grande… - si guardarono per un po’, senza sapere cosa fare, il moro abbozzò un sorriso alzandosi sulle punte e sporgendosi verso le labbra del ventiduenne, il quale le incontrò con le sue pochissimi secondi dopo.
- Vuoi del caffè? L’ho messo su apposta. – mormorò Liam, dopo aver chiuso il corpo esile di Zayn tra le sue braccia.
- Volentieri, grazie. – si baciarono ancora, meno timidamente e più sicuri di sé stessi, ed erano anche sul punto di approfondire quando un visibilmente teso Niall strepitò un “Liam, c’è il caffè?”.
- Sì, se trovi la pazienza di aspettare!
- Grazie mille, simpaticone – il castano sospirò, tornando ad occuparsi del suo… amico? Ragazzo? Non aveva ancora ricevuto una risposta chiara.
Anzi, non aveva ancora ricevuto una risposta.
- Zayn… io e te…? – lasciò intendere le sue parole, il più piccolo stava quasi per rispondere, ma le parole gli morirono sulle labbra; il ventiduenne aveva preso i suoi polsi, premendo forse un po’ troppo sui vecchi tagli, soffocò un gemito di dolore spingendosi contro la bocca di Liam, il quale non si accorse di nulla. – Lo devo prendere come un sì? – annuì, tolse i polsi da quella stretta per gettarsi tra le braccia forti del suo ragazzo.
Quanto era emozionato, solo definire il castano così lo faceva tremare di felicità.
- Era da tanto che sognavo questo momento… - confessò, una leggera sfumatura rossa gli tinse le guance magre e incavate.
- Non mentirò, è lo stesso per me. Ti voglio bene, Zayn – gli lasciò un bacio sui capelli, prima che uno stizzito (e geloso) Niall irrompesse nel piccolo atrio e:
- Se a qualcuno può interessare io ho versato il caffè! – se ne tornò in cucina, asciugò sbrigativamente una lacrima senza farsi notare.
Sì, ci stava veramente male, anche se non sapeva ancora spiegare perché, siccome non era conscio di ciò che provava.
- Su, andiamo di là. Il tuo amico andrà in escandescenze. – mormorò Zayn, Liam mugolò con il volto affondato nei suoi capelli neri.
- No, ti prego, rimaniamo ancora un po’ qui…
- Dai, Liam. Dopo rimango qui, ma ora no. Muoviti! – lo prese per mano, trascinandolo in cucina, alla vista delle loro dita intrecciate saldamente Niall si sentì ribollire di rabbia.
E’ vero, lui aveva condiviso un sacco di cose con Liam, se lo era persino scopato, eppure non gli aveva mai tenuto la mano quando camminavano.
Non erano fidanzati, ma gli sarebbe piaciuto da matti sentire la presenza (nonostante la avvertisse quasi ogni venerdì sera) dell’amico, un qualcosa che gli comunicava protezione e affetto e, sì, magari anche amore
- Lì ci sono le vostre tazze, io ho finito – il biondino pose la tazza nell’acquaio a mo’ di spiegazione, seccamente, lasciando intendere tutto il suo disagio, e dopo aver agguantato la giacca se ne andò come una furia.
Liam non tentò nemmeno di fermarlo.
Non sapeva cosa avesse colto l’amico, ma sapeva che quando egli era di cattivo umore era meglio lasciarlo stare.
Finì il caffè in fretta, voleva avere Zayn vicino, ma questo era silenzioso, non lo guardava nemmeno di sottecchi.
Dio, cos’hanno tutti stamattina?, pensò infastidito.
- Che facciamo ora? – chiese il maggiore, non ricevette nessuna risposta. – Zayn… cos’hai?
- Io me ne vado, non so te. – cosa?!
- Perché? Cos’ho fatto? Ma cos’avete tutti quanti stamattina? – Zayn puntò gli occhi color nocciola addosso a lui, sul suo volto non c’era tristezza o malinconia o altro, solo un’immensa rabbia.
- Lo sai cosa hai fatto, fai schifo, mi fai schifo, io-
- Zayn, cazzo, spiegati o giuro che ti tiro un pugno! – lo spinse contro il frigorifero, comprimendolo tra esso e il suo corpo.
- Liam, andiamo, non prendermi in giro! Il tuo amico, quel biondino, aveva un segno rosso sul collo ed era qui e… su, trova una spiegazione plausibile, ti ascolto. – il moro incrociò le braccia, interrogativo, ed effettivamente Liam non seppe cosa rispondere.
Non ricordava molto della sera prima, anzi, proprio nulla, solo una tremenda sbronza: e sì, qualcosa cominciava a ricordare, come… come quando aveva sbattuto Niall sul letto.
Si sentì terribilmente stupido.
- Io… io ero ubriaco, ieri sera, te lo giuro. – Zayn tirò su col naso, trattenne un debole singhiozzo e sgomitò, nel vano tentativo di scollarsi dal castano e scappare: era codardo, molto codardo, avrebbe potuto fermarsi e parlare e chiarire con il giovane che tanto amava, ma non poteva.
Aveva un bruttissimo problema con la timidezza, ovvio.
- Non mi importa! – gli urlò infine in faccia – Non mi importa di te e tutte le tue bellissime bugie, non mi importa proprio niente!
- Finiscila, ti prego, ero ubriaco e poi… e poi ieri sera non stavamo nemmeno insieme. Mi hai risposto solo oggi, non c’era niente di ufficiale. – il minore si bloccò, riflettendo: aveva ragione, purtroppo, aveva ragione e non poteva negare l’evidenza.
- Ma me lo avevi chiesto, si presumeva che tu non andassi con altri, a quanto pare non è andata così. Togliti, me ne vado.
- Tu non vai da nessuna parte. – e Zayn, che si aspettava una reazione da film, rimase di sasso.
Avrebbe desiderato rispondergli a tono, fece per aprir bocca ma si sentì sollevare e, nel giro di qualche secondo, era finito sulla spalla destra di Liam come un sacco di farina.
- Mettimi giù, razza di imbecille che-
- Shh, principessa, che parole sono? Non si adattano per nulla a una bella fanciulla come te, non trovi? – Malik sbuffò, prese a tempestare la schiena dell’altro di pugni, ma quello non sembrava accorgersene ed uscì dalla cucina; entrò nella sua camera da letto, lasciò cadere il diciannovenne sul materasso e il più velocemente possibile tornò in corridoio e chiuse la porta a chiave.
- Liam, ti giuro che se non apri questa porta ti ammazzo, lasciami andare  a casa! – strepitò il moro, prendendo a pugni l’uscio fermamente serrato.
- Nemmeno per sogno, io ti ho detto che ero ubriaco, tu pensaci su e decidi se credermi o meno, ma qui e non altrove.
- Dimmi solo perché. – Liam sospirò: si sentiva a disagio in quella situazione, tuttavia pensava che doveva trattenere Zayn da lui il più possibile.
- Non voglio che tu te ne vada. So che sei arrabbiato con me e-
- Continua a parlare, ti ascolto. – il castano si lasciò scivolare per terra, la schiena poggiata contro la porta, e lasciò uscire dalle proprie labbra un vero e proprio fiume di parole.
Si sfogò, disse tutto ciò che gli passava per la mente, eppure, nonostante fosse in loop, teneva sempre un orecchio attento sulle reazioni di Zayn; dopo cinque o sei minuti si accorse che, nell’altra stanza, non proveniva un suono.
Diamine, la finestra.

Zayn non riusciva nemmeno più a parlare, da tanto aveva corso.
Era riuscito ad aprire la finestra della camera di Liam, ed era sgattaiolato via il più velocemente possibile.
Gli dispiaceva di averlo ingannato così, tuttavia non poteva neanche pensare al semi tradimento del castano: si sentiva pugnalato alle spalle.
Probabilmente
Si avviò verso casa magari potremmo sentirci per telefono mentre si tastava le tasche dei pantaloni alla ricerca del Nokia, salvo ricordare che l’ho lasciato sul letto di Lee, porca troia. Maledetto lui e io che guardo l’ora ogni tre secondi.
E si trovò costretto a tornare indietro.
Diviso tra due linee di pensiero (una che gli diceva “Vatti a scusare con Liam, sai anche tu che ha ragione” e l’altra che gli imponeva di non parlarci), si voltò verso l’abitazione del castano.

Liam era deluso.
Pensava davvero che a Zayn interessasse almeno un pochino la sua versione dei fatti, e invece, alla prima occasione, se n’era sgattaiolato via senza farsi notare.
Non aveva nemmeno avuto modo di chiarire con lui a fondo, magari scusarsi per bene, e poi stringerlo tra le sue braccia e trascinarlo sul divano e… smise di pensare, o meglio, ignorò i pensieri e entrò in camera sua, chiuse la porta a chiave appoggiando quest’ultima sul comodino.
Quando non voleva essere disturbato da niente e da nessuno, faceva così; e il metodo funzionava.
Si lasciò cadere sul letto, sconsolato, quando la sua mano avvertì un qualcosa.
Che ci fa qui il cellulare di Zayn?, si chiese Liam rigirandoselo tra le dita.
- Liam, dammi quel cellulare. 


 

Bella a tutti...

Agh, sono in ritardo estremo.
Lo so, e mi scuso davvero tanto con tutti voi.
La scuola, la maledetta scuola mi ha levato tanto tempo; il computer con il virus; la chiavetta USB perduta; e tante tante altre scuse.
Pensavo che sarei riuscita ad aggiornare lunedì, o martedì, e invece non ce l'ho proprio fatta.
E' stata una gran bella settimana di merda, e questo deve aver influito su questo capitolo che, seriamente, è uno dei più brutti mai scritti nella storia delle Ziam.
Lo odio, se potessi lo cancellerei, ma non ho altre idee migliori e le poche che ho sono troppo premature: nel senso che, se dovessi pubblicarle ora, non avrei più belle scene da descrivere, e trovo che mettere tanti avvenimenti fluff/angst/ecc tutti filati sia... boh, non mi piace, ecco.
Aggiungo un ringraziamento piccino picciò a
@lovenothide, che dice di avermi rotto le palle ma no, hai fatto solo bene ad "assillarmi" (che poi non è vero, perhé sei una delle poche persone che mi calcola, chuuu) e così sono riuscita a pubblicare.
Okay, fa schifo tanto, ma perlomeno è qualcosina.

Qui il mio modestissimo Twitter, semmai qualcuna di voi voglia venire a fare un salto nel magico mondo di Amy.
Infine mi scuso con tutte le persone che mi hanno lasciato una recensioncina e a cui io non ho risposto, ma ribadisco il fatto che questa è stata una brutta settimana: mi metterò in pari, prima o poi. Più poi che prima. ARGHHHH-
Qui il link della mia ultima OS, se avete voglia di farci un salto, ovviamente è una Ziam :D

Amy xx

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Si lasciò cadere sul letto, sconsolato, quando la sua mano avvertì un qualcosa.
Che ci fa qui il cellulare di Zayn?, si chiese Liam rigirandoselo tra le dita.
- Liam, dammi quel cellulare. 


***

Zayn era entrato dalla finestra.
Sapeva bene il perché, non voleva incontrare Liam di nuovo e parlargli faccia a faccia.
Rimuginando sulla questione, era giunto alla conclusione che avrebbe dovuto lasciare un’altra possibilità al ventiduenne, o discutere con lui per capire meglio la dinamica: anche se, in realtà, sapeva com’era andata e che il castano aveva ragione.
Tuttavia non lo avrebbe mai ammesso.
Alla faccia del tenero ragazzino che Liam credeva di aver conosciuto, il moro aveva deciso che sarebbe cambiato, e così sarebbe stato: non aveva più voglia di farsi mettere i piedi in testa dopo quel cuore spezzato.
- Liam, ti ho detto di darmi quel cellulare. – ripeté fermamente, protese una mano verso il giovane seduto sul letto.
Si sentiva forte come un toro, saldo, ma era l’adrenalina del momento e lui era sempre il vecchio Zayn.
- E se ti dovessi dire di no? – il più piccolo sussultò, non si era preparato a una risposta del genere, in particolare detta con quel tono secco e un po’ possessivo.
Liam non era mai stato egoista, ma se qualcuno gli avesse chiesto di chi era il moro, o anche semplicemente il cellulare di quest’ultimo, avrebbe risposto che era suo; Zayn gli apparteneva, e lui apparteneva a Zayn, e nei suoi confronti provava una specie di ossessiva possessività.
Dovrei farmi curare, pensò solamente il castano.
Si alzò e, con una lentezza disarmante, passò di fianco al diciannovenne e chiuse la finestra con un colpo.
- Quello è il mio cellulare – sottolineò Zayn – Quindi ridammelo, e io me ne vado così come sono venuto.
- Tu non affronti i problemi. – colpo basso per il minore, il quale abbassò timidamente lo sguardo ben sapendo di essere in torto. – Ecco qual è il tuo problema, non affronti i problemi. Non sei così debole, me lo stai dimostrando ora, solo che hai paura di mostrare la tua forza perché sei basso. – Liam ridacchiò per la sua affermazione, e la risatina divenne una risata in piena regola quando il moro gli colpì un braccio con un pugno.
- Non è vero, finiscila di dire balle, io non voglio dimostrare proprio niente!
- Non sono balle, lo sai anche tu, e- la smetti di picchiarmi? – spinse il minore sul letto, salì a cavalcioni del suo corpo prendendogli i piccoli polsi in una mano e portandoglieli sopra la testa.
- Lasciami andare. – ringhiò Zayn, gli occhi nocciola squadravano duramente il castano come se potesse spaventarlo.
- Ho detto di no, lasciami parlare. Zayn, davvero, ieri sera non ero in me, ero più che ubriaco, non reggo così tanto bene l’alcol… devi credermi, non farmi citare i cliché della fiducia reciproca nei rapporti.
- Io mi fidavo di te, ma a quanto pare la fiducia è rimasta la bellezza di quanto, una notte? Vergognati. E adesso lasciami tornare a casa. – Liam sospirò sconfortato, ormai non c’era più nulla da fare, e Niall l’avrebbe pagata cara.
Mollò i polsi di Malik, scese dal letto e gli tirò addosso la chiave della porta.
Un atteggiamento strafottente, troppo persino per lui, che si pentì immediatamente della sua azione.
- Ehi, senti… - il castano spezzò il silenzio, e contemporaneamente fece voltare Zayn, il quale si stava massaggiando i polsi appena usciti dalla stretta ferrea del ventiduenne; azione che non sfuggì alle iridi cioccolato di Liam. – Ti ho fatto male? Fammi vedere.
- Stammi lontano, non mi hai fatto nulla. – il castano desistette dal suo intento, si appoggiò con la schiena al muro e si concesse di osservare il più basso che armeggiava con la porta, la apriva… e magicamente si trovava per terra. – Cosa cazzo fai, toglimi le mani di dosso, io ti denun-
- Ma taci. – erano entrambi seduti sul pavimento, ma Zayn fu ben presto confinato contro la parete del corridoio.
- Ma tu capisci quando la gente parla oppure ti serve un apparecchio acustico? Mi devo mettere a parlare in arabo? Guarda che un paio di parolacce le so anche e- ah, levati! – Liam allargò le gambe trascinando il moretto tra esse e si stese sulla moquette con il più giovane, facendogli così perdere l’equilibrio e cadere sul suo torace.
- Sei tu quello che si dovrebbe levare, non credi? – sogghignò, premette le labbra su quelle di Zayn per evitare ulteriori repliche.
Sto baciando Zayn o un pezzo di legno?, il moro non contraccambiava per nulla, il castano non poté negare di esserci rimasto un po’ male.
Ci riprovò, nonostante il diciannovenne continuasse a muoversi per uscire dalle braccia da bagnino che, nel frattempo, si erano spostate sulla sua schiena; non c’era niente da fare, nessuna reazione positiva o negativa.
- Non ti voglio baciare. – ringhiò Malik, tuttavia la bocca di Liam si posò di nuovo sulla sua, e resistere era sempre più difficile per lui.
Dopotutto, quella bocca su cui passava la lingua in quel momento era stata la sua salvezza e la sua condanna.
- Ah, certo… - accompagnò le sue parole con un sospiro, mentre il più piccolo prendeva l’iniziativa e lo costringeva con rapidi morsi al labbro inferiore a concedersi a lui.
Si baciarono seriamente per pochissimi secondi, e poi Zayn si staccò, sorridendo in un modo che il castano non riuscì ad interpretare.
- Ciao, stellina – il moro gli schioccò un bacio sonoro sulla guancia, si divincolò velocemente da quella sorta di abbraccio e si alzò, avviandosi come se nulla fosse verso la porta dell’abitazione; e Liam rimase lì a guardarlo, interdetto, ancora steso per terra.

Zayn si sentiva più che potente, in quel momento.
Avrebbe voluto tantissimo rimanere lì, baciando il suo quasi ragazzo fino allo sfinimento, ma egli si meritava una punizione e questa era più che sufficiente: se n’era andato non appena aveva capito che Liam era eccitato, ossia quando sentì qualcosa (chissà cosa, poi) premergli contro.
Non poteva negare che finisce che me lo porto a letto, o più probabile, lui ci porta me il castano era la persona più eccitante del mondo, o meglio del suo mondo, e mi mancano già le sue mani dopo il pomeriggio prima non poteva più farne a meno.
Sarebbe tornato da lui anche subito. Ma il succhiotto sul collo di Niall gli tornava in mente ad ogni secondo, facendolo ribollire di rabbia e di una certa impotenza.
Liam era lì che lo aspettava. Ma l’orgoglio gli imponeva di andarsene una volta per tutte senza voltarsi indietro.
Le sue labbra tremavano ancora, persino loro erano inebriate dal sapore della pelle del ventiduenne. Ma doveva, anche se non voleva, dominarsi.
Quindi… tornare o andare? Concedersi o scappare?
Ammettere i propri errori o agire come se nulla importasse?

Liam si rialzò, rassegnato.
Era finita, la storia tra lui e Zayn, sempre se mai era esistita.
Ritrovò la chiave di camera sua per terra, la infilò nella toppa con un sospiro; si portò una mano alla nuca, massaggiandola, si era preso una botta tremenda quando si era tirato addosso il corpicino esile del diciannovenne.
Decise di andare in cucina, dopotutto non aveva ancora fatto colazione e il suo stomaco protestava: ma nel momento in cui il suo sguardo mesto si scontrò con quello quasi divertito del moretto, ancora in casa sua, la fame gli passò quasi totalmente.
- Che ci fai ancora qui? Non te n’eri andato? – chiese Liam, con un tono di voce che rasentava il nulla.
- Hm, a dir la verità no, ho fame e solo un caffè non mi basta alla mattina. Quindi credo proprio che farò colazione da te, ti dispiace?
- No, affatto… - Zayn sorrise, andò tranquillamente in cucina seguito da uno stupitissimo bagnino.
Tutta la sua sicurezza non gli era familiare, conosceva il Malik sempre rosso in volto e timido e piccolino, non quello dal portamento fiero e il sorrisetto ironico.
- Dunque, io credo proprio che prenderò una tazza di cereali. – il diciannovenne si alzò sulle punte, aprì un armadietto e si mise a cercare una scatola di cereali e una tazza; li trovò, ma dannazione, non ci arrivo…
- Tieni, nanerottolo. – Liam gli arrivò alle spalle, allungò un braccio prendendo i cornflakes e la ciotola davanti a lui. – Cos’è tutta questa confidenza?
- Tra amici si fa, no? Sai, rovistare nelle dispense, guardare i film horror insieme e sfidarsi ai videogames, non hai presente? E visto che siamo amici, non vedo dove sia il problema!
- Amici? – Zayn scoppiò a ridere, posò la scatola e la scodella sul tavolo della cucina e spalancò il frigorifero, alla ricerca del latte.
- Ma certo che sì. Io ti voglio, certamente, ma credo sia meglio partire da zero. Insomma, ci conosciamo da una settimana, anzi, tu mi conosci da una settimana… quindi, per il bene di tutti quanti, io cambierò e saremo solo amici. Nulla di più. Poi, col tempo, si vedrà…
- Anche io ti voglio, Zayn… ma sono d’accordo con te.  Posso almeno decidere quando partirà questa sorta di tregua? – il moro annuì, ben consapevole di cosa intendesse Liam con le sue parole: infatti si lasciò docilmente sollevare e far sedere sul bancone della cucina, e non si ribellò alle mani del castano che stringevano le sue cosce mentre le labbra del più grande si posavano sul suo collo, sul suo mento, e poi sulla sua bocca.
Il ventiduenne sorrise quando le dita magre dell’altro scivolarono sulla sua nuca, gli morse morbidamente il labbro inferiore per approfondire, smanioso di possedere Zayn di nuovo.
- Cosa sei, Lee… - mugolò il moro; allacciò le gambe intorno alla vita di Liam per tenerlo più vicino di quanto già non fosse, quello sembrò apprezzare il gesto e spostò le mani sui suoi fianchi.
Reclinò la testa intanto che il maggiore si occupava della sua gola, sensuale, gemette al sentire piccoli morsi alla base del collo, dove la felpa che la celava era stata accuratamente spostata di lato.
Che fosse a conoscenza di ciò che lo faceva impazzire?
Tornarono a baciarsi appassionati, e Zayn terminò le sue conoscenze in materia, che peraltro gli erano state donate da film e serie TV varie: come avrebbe dovuto comportarsi con il ventiduenne, il quale aveva iniziato a giocherellare con il bordo della sua felpa?
 Ci pensò Liam a terminare tutto: decise di punirlo, come il minore aveva fatto prima.
- Ah, il frigorifero è ancora aperto! – uscì con noncuranza dalla stretta e con una mano chiuse lo sportello, sorridendo, fiero del suo buon comportamento da casalinga responsabile.
Bloccò le mani del più basso tra le sue non appena le avvertì sui suoi fianchi, si voltò ghignando e godendosi le reazioni del moro.
- Perché mi hai abbandonato così? – si lagnò quello, l’altro scoppiò a ridere.
- Perché adesso inizia la tregua. Su, muoviamoci a fare colazione. Devi accompagnarmi a fare la spesa, amico mio. – gli schioccò un ultimo bacio sulla fronte e, ancora ridacchiando, si versò un’altra tazza di caffè.





 

Bella a tutti...


Buonasera, belle figliole.
Dico buonasera perché ormai, anche se sono le quattro di pomeriggio, c'è già scuro in cielo. Quindi boh.
Finalmente riesco ad aggiornare, dopo svariati millenni. 
Non so, questo è uno dei miei attuali capitoli preferiti. Zayn meno timido e più "cattivo" mi piace di più rispetto al nano sempre dolce che vi ho proposto in precedenza.
E darà del filo da torcere a Liam, specialmente con la questione del "siamo-solo-amici-ma-ti-salto-addosso-comunque" (sì,  molto probabilmente non resisterà a lungo... ç.ç) ma non disperatevi per la scomparsa del tenero e indifeso Malik, perché il suo lato checchina tornerà sicuramente.
Spostiamo l'attenzione sul vostro personaggio preferito, ossia Niall: io lo so che lo amate tutte, sciocchine, stateci bene attente che si rifarà vivo. Molto presto.
Ragazzi cari, ho l'onore di annunciare che abbiamo raggiunto (e superato, di uno LOL) le 100 recensioni!
Mi avete fatto commuovere, non mi aspettavo che mi accoglieste così, vi cuoro tutte quante <3
Non sapendo che dire, me ne vado. Vi lascio QUI il mio Twitter (nuovo nickname ultrateneroso, awawaw), se avete voglia di idolatrarmi o prendermi a sputi per questo aggiornamento sapete dove trovarmi e QUI il link della mia ultima OS.
Voglio bene a tutti voi, huggatemi \(*0*)/
Amy xx

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


Bloccò le mani del più basso tra le sue non appena le avvertì sui suoi fianchi, si voltò ghignando e godendosi le reazioni del moro.
- Perché mi hai abbandonato così? – si lagnò quello, l’altro scoppiò a ridere.
- Perché adesso inizia la tregua. Su, muoviamoci a fare colazione. Devi accompagnarmi a fare la spesa, amico mio. – gli schioccò un ultimo bacio sulla fronte e, ancora ridacchiando, si versò un’altra tazza di caffè.


***

- Devo per forza venire anch’io? – chiese Zayn con tono lamentoso, Liam annuì fermamente.
- Non posso lasciarti a casa mia da solo, no? – lasciò la tazza ormai vuota nell’acquaio; si portò alle spalle del moro (seduto al tavolo) e si chinò sulla spalla destra di quest’ultimo, le labbra sfioravano la sua pelle calda e scura. – Non è quello che fanno gli amici, migliore amico?
- Ho come l’impressione – il più piccolo girò il viso affinché la sua bocca finisse a poco più di un centimetro da quella del castano – che questa tregua non durerà a lungo…
- Oh, io so resistere alle tentazioni… non so cosa farai tu. – Zayn socchiuse gli occhi quando l’altro si avvicinò ancora di più a lui, sperando di ricevere anche solo un bacio a stampo, ma non era ciò che Liam aveva progettato.
Questi si rialzò, sogghignando, e liquidò il diciannovenne con un semplicissimo – Muoviti, lo Spar non è esattamente dietro l’angolo.
- Ti odio. – borbottò il minore, tornando ad occuparsi dei suoi cereali, che proprio suoi non erano.
- Non è vero. – ed entrambi sapevano che il ventiduenne aveva ragione.

- Allora, ricapitoliamo. Io ho scritto che servono la pasta, magari dell’insalata, le birre, un paio di yogurt e basta, credo. Ti viene in mente dell’altro? – Liam scosse la testa, Zayn piegò il foglietto su cui aveva scritto tutto ordinatamente e se lo infilò nella tasca posteriore dei pantaloni. – Va bene, andiamo.
- Direi di sì. – il castano prese le chiavi di casa, il cellulare, il portafoglio e uscirono dall’abitazione.
Chiuse la porta, e si fermò un secondo o due a guardare di sottecchi il diciannovenne, il quale era uscito prima di lui: e stabilì che no, la tregua non durerà proprio per niente.
- Ci sei? – lo rimbeccò l’oggetto dei suoi pensieri, si risvegliò dal piccolo coma e gli sorrise.
- Sì, ovviamente. Andiamo in bici o a piedi?
- Direi a piedi…
- Come preferisci! A che ore devi essere a casa? Se vuoi puoi pranzare da me, ma c’è anche Niall. – al solo sentire quel nome il moro rabbrividì, scosse la testa con ben poca decisione; era palese che avrebbe voluto con tutto il cuore rispondere di sì.
- Magari domani, oggi è domenica e suppongo che tu voglia stare con la tua famiglia – quale famiglia?, avrebbe voluto rispondergli il maggiore solo Niall è la mia famiglia al momento che non importava affatto, però tenne la bocca chiusa limitandosi ad annuire.
- Okay, hai ragione. Andiamo, dai.
- Aspetta, Lee. – chiamami ancora Lee… - Ma gli Spar non aprono alle due, di domenica? – Liam sorrise, effettivamente Zayn aveva ragione un’altra volta.
- Forse non sei così stupido come dai a vedere…
- Lo prendo come un complimento! – ridacchiarono insieme, e il moro si lasciò trascinare in casa dal più grande.
- Sei capace di giocare a Tomb Raider? C’è questo pezzo, nell’ultimo uscito, che non riesco a passare e Niall è un impedito in queste cose.
- Ovviamente, l’ho finito un mesetto fa, al cento per cento. – si vantò, il castano scosse la testa divertito e accese la Playstation, e mentre prendeva il controller e lo accendeva borbottò qualcosa che il minore non capì. – Potresti cortesemente non parlare tra i denti e ripetere ciò che hai detto? Grazie, eh.
- Ho detto che sei un nerd di merda! – gli arrivò uno schiaffo sulla spalla, e lui e Zayn si accomodarono sul divano: gli passò il controller: sorrise vedendo una scintilla passare negli occhi del più piccolo non appena egli prese in mano l’oggetto, accese la televisione per poi sintonizzarla sul canale della consolle.
- Tu non giochi? Se vuoi ti spiego come fare mentre provi.
- No, ti guardo giocare. – il moro annuì, si sistemò un po’ meglio sul divano: non era a suo agio con Liam così vicino come era in quel momento, o meglio, era troppo a suo agio per riuscire a concentrarsi sul videogioco e non fare la figura dello sfigato.
Il tempo di far partire il caricamento, e si ritrovò catapultato sull’isola in cui si era avventurato, per così dire, già un mese prima.
- Amo questo gioco… a che punto sei arrivato?
- Devo arrivare al bunker, ma c’è pieno di nemici... – il ventiduenne si indispettì un poco quando il minore trattenne una risata. – Perché ridi? Guarda che è un pezzo davvero difficile!
- L’ho superato in dieci minuti, al primo colpo. Sei tu che sei estremamente scarso – intanto che parlavano, Zayn era riuscito a uccidere di soppiatto la prima guardia con Lara Croft, e stava per raggiungere la seconda, ci era vicinissimo… - Mi stai distraendo. – fu tutto quello che disse quando Liam, messo a gattoni sul divano, si mise a strofinare il naso contro il suo collo teso.
- Ma i nerd esperti come te non sono infallibili? Non ti curar di me, continua a giocare. – fece come ordinato, tuttavia le attenzioni che gli venivano gentilmente donate dall’amico erano difficili da ignorare.
In particolare nella situazione in cui si trovavano, ossia di tregua. O almeno, quella che sarebbe dovuta essere una tregua.
- Che cazzo stai facendo, ma ti pare un comportamento da amici?! – il minore imprecò ogni volta che le labbra del ventiduenne si posavano sulla sua pelle: ad un certo punto la situazione diventò insostenibile, e mise il gioco in pausa voltandosi, fintamente esasperato, verso Liam. – Mi sembrava che ci fosse una tregua, te ne sei già dimenticato?
- Scrivimi qualcosa. – disse solo l’altro, avvicinandosi di più e costringendo Zayn in un angolo del divano. – Dai, scrivimi qualcosa come l’altro giorno…
- C-cosa? Ma non pensarci minimamente, non ti scriverò proprio nulla. No, ti arrangi. – incrociò le braccia, arrossì quando il castano gli baciò di nuovo il collo, e a malincuore lo allontanò con una mano. – Smettila, lo sai che siamo amici.
- Ma io voglio che mi scrivi qualcosa, ti prego, fallo per il tuo amico Lee… - il ventiduenne baciò anche il palmo posato sulla sua faccia, beandosi dell’espressione stupefatta e un po’ arrabbiata del più piccolo. - Mi offendo, guarda che mi offendo seriamente, e poi sono affari tuoi. – aggiunse con voce capricciosa, l’altro sbuffò rimettendosi a giocare. – Almeno dimmi perché non vuoi, fammi felice… - anche se per farmi felice servirebbe ben altro
- Mi vergogno un po’, ecco tutto. Perché non sono tanto bravo a scrivere, e soprattutto non voglio farlo con te che leggi tutto quanto.
- Lo leggerei comunque, genietto. Comunque ci rinuncio, sono scelte tue. Però non devi dire che scrivi male, perché – si accostò di nuovo alla guancia di Zayn – sei bravissimo. – Liam lo morse piano, carezzandogli anche la pelle con le labbra, e ridendo se ne tornò al suo posticino nell’altro angolo del divano.
- Ma tu non eri d’accordo sulla tregua? Com’è che ti comporti così, ora? – il castano sorrise, il minore aveva ragione per l’ennesima volta.
Ma c’era una spiegazione molto semplice per il suo comportamento ammiccante, e non esitò un attimo a dargliela.
- Diciamo che mi sono accorto che è più divertente starti molto vicino e vederti soffrire, rispetto a starti lontano e vederti soffrire. Insomma, tu stai male comunque, almeno ti rendo un pochino felice. O sbaglio? – l’altro tentennò visibilmente, indeciso tra l’annuire e fingere un profondo disaccordo, tuttavia venne battuto sul tempo dal padrone di casa. – No, non sbaglio per niente… a che punto sei con il gioco, comunque?
- Sto cercando di non farmi vedere dalla guardia con il faro, se entro nel campo di luce mi nota e mi arrivano tutti addosso, diventa difficile e-
- Oltre che nerd pure chiacchierone, mi sono scelto proprio un bel ragazzo. – Zayn fece uno strano verso con la bocca, a metà tra lo sbuffare e il fischiare, si riconcentrò di nuovo sul videogame cercando di tralasciare al meglio il ventiduenne: il quale, intanto, si era steso portando la testa sulle gambe del moro. – Mi sto annoiando a morte, non potremmo fare altro?
- Io sto solo cercando di darti una mano, non è colpa mia se sei un incapace- lasciami la maglia o ti faccio perdere la verginità anale con il controller. – agitò l’oggetto che aveva in mano, Liam ignorò la minaccia del più giovane tanto non sono più vergine da un pezzo, e gli sollevò la felpa e la maglietta mettendo in mostra la sua pancia non troppo piatta.
- Arrivi in ritardo di qualche annetto, sai? Certo, io preferisco stare sopra, ma essere passivo ha un non so che di particolare. Dovresti andare in palestra un po’ di più, invece di finire Tomb Raider al cento per cento… anche se, a dir la verità, ti dona abbastanza.
- Mi sembra carino che in una coppia ci sia il super palestrato, con i bicipiti allenati e tonico fino al midollo, e quello un po’ più piccolino e sfigato. E poi non sono il tipo da palestre. – l’unica parola che il castano ricordava era “coppia”.
Non erano una coppia, non stavano insieme, o perlomeno non del tutto.
Perché aveva usato quel termine tanto semplice quanto profondo? Per il ventiduenne “far parte di una coppia”, possibilmente con Zayn, era una cosa importantissima.
- Da quando siamo una coppia, noi due? Apprezzo il tentativo di fidanzamento, comunque, sei furbo! – il moro avvampò, rendendosi finalmente conto di ciò che aveva detto.
- No, non hai capito – si affrettò a spiegare – intendo in una coppia di amici… e io e te siamo in due e siamo amici, mi pare.
- Come dici tu, anche se non sono del tutto convinto che tu abbia pensato a una coppia di amici. – lasciò cadere la maglietta e la felpa del diciannovenne, entrambe tornarono al loro posto e il ragazzo più piccolo tirò un sospiro di sollievo.
Poi Liam afferrò di scatto il controller della Playstation, e lo lanciò con poca delicatezza il più lontano possibile da Zayn, ossia nella parte del divano occupata dalle sue gambe.
- Stavo per vincere, cavolo – sbuffò il moro, l’altro sogghignò soddisfatto mentre si rimetteva seduto.
- Tu hai – sussurrò il più grande, afferrò le spalle minute del minore e se lo tirò addosso, facendolo finire sdraiato su di lui e arrossire indicibilmente – qualcosa che mi appartiene. Sai di che parlo, giusto?
- N-no, ma mi stai spaventando – balbettò, per tutta risposta sentì una mano infilarsi nella tasca posteriore destra dei suoi jeans, e lì realizzò cos’era quel qualcosa. – La lista della spesa, intendi? Dio mio, non puoi essere serio…!
- Oh, invece sì. – ribatté Liam.
- Ora toglimi le mani dal culo e non ti succederà niente di male – puoi toccarmelo quando e quanto vuoi, giuro si disse invece Zayn.
- Ho sbagliato tasca, magari è nell’altra…? – esclamò beffardo il ventiduenne, e mentre con le dita della mano sinistra fingeva di cercare la lista, con l’altra teneva stretto il corpo esile sopra di lui contro il suo petto. – Niente, non la trovo. Provo a cercare di nuovo nella tasca destra.
- In realtà la lista è qui – il moro svicolò da quella specie di abbraccio, e sollevò vittorioso il pezzetto di carta con un sorriso divertito. – E piuttosto di dartela me la mangio, stai sicuro che lo faccio.
- E tu stai sicuro che verrò a cercare quella lista con la lingua, mentre la stai masticando. Vuoi provarci? Per me non c’è assolutamente problema, anzi. – capì dopo una manciata di secondi cosa realmente intendeva il giovane, stava per ribattere ma – E se te la infili nelle mutande sarò anche molto più contento, sai?
- Ma fai così anche con Niall?
- Con lui faccio molto peggio – Zayn si sentì morire di gelosia, ma piegò le labbra in un sorriso e addentò un angolo della lista della spesa.
- Forza, vienila a prendere! – riuscì a dire in qualche modo, sempre tenendo in bocca il foglio: Liam accettò di buon grado il suo invito, si alzò anche lui e morse la parte opposta del tanto agognato oggetto.
Dio benedica le liste della spesa, pensò il più piccolo.
Il padrone di casa mugolò qualcosa che doveva assomigliare a un “togliti”, che ovviamente non intendeva sul serio, infatti intrecciò le sue dita con quelle del moro, per avvicinarlo un pochino di più a lui.
Nessuno dei due si spostava, o provava a tirare il foglietto.
Anzi, si studiavano attentamente negli occhi, senza mostrare momenti di cedimento o insicurezza.
Tuttavia, a differenza di ciò che entrambi pensavano, il primo a cedere fu il castano; mollò la presa sulla lista, ma non sciolse le loro mani.
- Hai vinto – sospirò rassegnato, sul viso di Zayn spuntò un sorriso sincero come quello dei bambini.
- Lo so – si tolse il pezzo di carta dalla bocca e lo infilò di nuovo in tasca – sono davvero un grande.
- Sì, come dici tu. Sei bollente… e io sono un tipo molto fredd- - Liam venne interrotto dal trillo del campanello, andò ad aprire trovandosi davanti Niall, il quale entrò in casa senza nemmeno salutarlo. – Ciao, Niall.
- Ciao, Liam. E’ ancora qui il nanerottolo? – gli chiese ad alta voce il biondino, prima di entrare in salotto.
- Sì, Zayn è ancora qui. Non ti dispiace, vero? – Horan scosse allegramente la testa, e si avvicinò quasi saltellando al minore dei tre con un ampio sorriso.
- No, affatto. La presenza di un bel ragazzo mi è sempre gradita, se poi sono due ancora meglio! Allora, che si fa? – afferrò una mano del moro, lo trascinò accanto a lui sul divano; il ragazzo, però, perse l’equilibrio e si ritrovò in braccio a Niall.
- Oddio, scusami, giuro che non volevo arrivarti addosso… - cercò di scusarsi subito, era vero che stava cercando di cambiare il suo atteggiamento, ma arrossì vistosamente e si gettò il più veloce possibile in un punto libero del sofà.
Inutile dire che Liam sarai pure il mio migliore amico, ma ti spezzerei le ossa minacciò mentalmente l’amico mentre, con un’espressione fintamente contenta, si accomodava tra gli altri due giovani.
- Allora, Niall, hai voglia di qualcosa? – chiese cortese, ho pronto un pugno per quando vuoi.
- Magari una birra…
- E tu, Zayn? – il castano si alzò, passò una mano nei capelli di Zayn amorevolmente.
- Sono a posto così, grazie. – al giovane in piedi sembrava quasi che il moro stesse facendo le fusa, abbandonandosi alle sue carezze sulla testa, ma forse era solo una sua meravigliosa impressione.
Si allontanò, entrando in cucina, e lasciando soli gli altri due sul divano.
- Ho sentito che sei un diciannovenne… mi sembri più un ragazzino di sedici anni, in realtà. – affermò il biondo, facendosi più vicino al minore.
- Lo so, ho avuto qualche problema. Senti, volevo chiederti una cosa… tu e Liam, insomma, credo ti abbia raccontato di-
- Mi ha detto tutto. Vuoi sapere in che rapporti siamo? – annuì, gli occhi azzurri di Niall si illuminarono con una scintilla che non era assolutamente di felicità.
Gelosia, infatti, era l’unica cosa che provava in quel momento.
E anche un po’ di rabbia, sommata a un velo di invidia, ma quest’ultima verso chi era indirizzata?
Invidia di Zayn, che poteva possedere Liam quando e quanto voleva, o invidia verso Liam, che aveva un fantastico ragazzo quale Zayn al suo fianco?
- Se non ti da’ fastidio, sì.
- Siamo scopamici. O meglio, eravamo scopamici fino a ieri sera. – fortunatamente il moro era seduto, perché sentì che le membra non lo avrebbero retto.
Alla faccia del migliore amico, pensò subito, immaginavo che ci fosse qualcosa ma non pensavo a questo mentì a se stesso, visto e considerato che l’idea di un’eventuale scopamicizia tra il suo Liam e Niall lo aveva gettato nel dubbio due o tre volte.
- Oh, capisco. Grazie per l’inform-
- E’ bravissimo, comunque. Giuro, è l’attivo migliore che abbia mai incontrato e il passivo più provocante della Terra. – il più piccolo avvampò fino alle orecchie, non che gli fosse mai passato per la mente di chiedere al biondo come se la cavava Payne a letto, al massimo se lo era solo immaginato; annuì, sorridendo imbarazzato, cercò di sviare la conversazione ma – Tu, invece? Sei ancora vergine?
- Io non-
- Sì, e penserò personalmente a questo suo “problema” – Liam si introdusse nella conversazione, che aveva bellamente origliato nascosto dietro la porta della cucina, lasciò la birra per l’amico sul tavolino e afferrò fermamente un braccio di Zayn, facendolo alzare e circondandolo in un abbraccio possessivo. – Vero, principessa?
- Liam…
- Shh, non preoccuparti. Te l’ho scritto, no? Devi essere mio a tutti gli effetti. – Niall, dietro di loro, sbuffò sonoramente e incrociò le braccia stizzito.
- Ti dirò la verità, piccolo Zayn, io e il tuo bel ragazzone abbiamo perso la verginità insieme… io in un senso e lui nell’altro, ma non importa, Leeyum se l’è cavata egregiamente. – il castano, sempre tenendo contro di sé il minore dei tre, si voltò verso l’amico per lanciargli uno sguardo che diceva tutto. – Sì, insomma, magari i primi momenti e soprattutto il giorno dopo il bel sederino che ti ritrovi farà un po’ male, dipende ovviamente da quanto selvaggio è il tuo “amico”, ma poi col tempo e tanto esercizio ti abituerai. Detto fra parentesi, quando Liam ha voglia è veramente molto violento…
- Fa davvero così male? – il bagnino sbuffò, non ne poteva già più di quella situazione, e se Zayn gli aveva garantito che sarebbe cambiato, tra le sue braccia era tornato ad essere l’impaurito ragazzino dei primi giorni.
In più Horan stava apertamente dicendo che erano andati a letto insieme un sacco di volte, non poteva esistere situazione più imbarazzante secondo Liam.
- Non crederci, sta raccontando un sacco di cazzate per metterti paura. Starai benissimo. Non ti va di diventare davvero mio? – carezzò una guancia del moro con il dorso delle dita, un sorriso dolce si dipinse sui volti di entrambi; tuttavia uno era imbarazzato, e l’altro aveva un velo di nervosismo ben mascherato.
- S-sì, ma potremmo parlare di altro? Non che mi vada particolarmente di parlare della mia verginità, ecco.
- Carissimi, io dovrei proprio andare. Torno per pranzo, okay? Ciao, bel ragazzone, – Niall si alzò e schioccò un sonoro bacio sulla tempia del castano – ciao anche a te, piccolo verginello… - scompigliò i capelli del più basso passandoci una mano, si avviò pigramente verso l’uscita della casa come suo solito.
- Va bene, ora vai – esclamò secco Liam, Zayn lasciò cadere la testa contro il petto ampio del più grande godendosi quell’abbraccio il più possibile. – Ci vediamo dopo.
- Ah, Liam! Poi mi racconti com’è Zayn, così me lo faccio passare anch’io, sai che approvo la regola del “ciò che è tuo è mio”!


 

Bella a tutti...


Tanti auguri, carissimi lettori.
Ho aggiornato realtivamente presto perché sì, è Natale tra tre giorni e ci tenevo a farvi gli auguri (visto e considerato che una OS natalizia è fuori discussione).
In più questo è capitolo è di ben 2 pagine più lungo del solito, quindi viva me e anti applausi.
Niall è un badass. Lo ammetto, ma mi piace. 
Liam è un genio. Effettivamente il ragionamento del "è più divertente starti molto vicino e vederti soffrire, rispetto a starti lontano e vederti soffrire" non fa una piega.
Zayn è un verginello cutie. E su di lui non c'è molto da dire.
Così abbiamo scoperto tante belle cosine, ad esempio che Liam è principalmente attivo (ricordatevelo, mi raccomando) e Niall è principalmente passivo, che si sono dati alla pazza gioia per la prima volta insieme e altro, che al momento non ricordo.
Dovrei lasciare una parte di merito a una persona, ma no, non la menziono e non dico nemmeno chi è :-----------)) vabeh, comunque quella persona sarebbe la Bia, che sì ok va bene mi ha mandato in crisi ma poi mi ha dato una mano col capitolo, quindi ringraziate anche lei.

Twitter è qui, come sempre, e ancora tanti auguri di Natale e felice Anno Nuovo *sparge brillantini e festoni*

Amy <3


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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


- Carissimi, io dovrei proprio andare. Torno per pranzo, okay? Ciao, bel ragazzone, – Niall si alzò e schioccò un sonoro bacio sulla tempia del castano – ciao anche a te, piccolo verginello… - scompigliò i capelli del più basso passandoci una mano, si avviò pigramente verso l’uscita della casa come suo solito.
- Va bene, ora vai – esclamò secco Liam, Zayn lasciò cadere la testa contro il petto ampio del più grande godendosi quell’abbraccio il più possibile. – Ci vediamo dopo.
- Ah, Liam! Poi mi racconti com’è Zayn, così me lo faccio passare anch’io, sai che approvo la regola del “ciò che è tuo è mio”!


***

Passarono un paio di settimane dalla creazione della tregua tra Zayn e Liam.
Mentre il primo cercava di mantenere la parola data in tutti i modi, l’altro tentava in ogni modo di far cedere il minore, arrivando a lasciargli un succhiotto in bella vista sul collo, che il diciannovenne ha tentato di coprire alla meglio con il trucco di sua madre e una sciarpa leggera.
Ovviamente sua madre non credeva alla versione del “colpo di freddo improvviso”, anche se Kilkenny era famosa per il vento; ma essendo estate, era un po’ improbabile che Zayn si fosse preso un raffreddore.
Ogni volta che si vedevano, poi, Liam cercava di rimarcare la sua posizione di vantaggio rispetto agli altri, abbracciando il moro e lasciandogli dolci baci sulla testa e sul collo, cose che facevano impazzire il più basso ma che lo istigavano a tener duro sulla tregua.

Venerdì pomeriggio, casa di Zayn.
Liam non aveva il turno alla piscina, quel giorno, poiché una ragazza era entrata nel giro bagnini (composto, in precedenza, unicamente da Liam) e, da quella settimana, dividevano i turni: al ventiduenne toccavano il martedì e il giovedì; all’altra il lunedì, il mercoledì e il venerdì, visto che si era resa disponibile per sobbarcarsi più giorni di lavoro. Il sabato e la domenica, invece, la piscina rimaneva chiusa.
Zayn e Liam erano sul divano, intenti a guardare un film d’azione che aveva portato il maggiore; il moro era seduto normalmente, mentre l’altro si era tirato le gambe al petto e si era bellamente accoccolato contro l’amico, il quale circondava timidamente il suo corpo con un braccio.
Cosa che Liam aveva voluto interpretare come la prima crepa nella barriera chiamata “tregua” da Zayn creata.
- Mi annoio – protestò il castano, si mosse impaziente sul divano, sorridendo quando la stretta dell’altro aumentò di pochissimo.
- E cosa vorresti fare? A me questo film piace, a te no?
- Sì, ma mi annoio. Voglio le coccole. – Zayn sbiancò, e le sue guance assunsero un colore rossastro pochi secondi dopo.
- Ti devo ricordare che tu sei il mio migliore amico? – ribadì il moro, con tono saccente. In tutta risposta, Liam agguantò il telecomando e spense il televisore. – Ehi! Mi interessava.
- A me no. Dai, coccoliamoci un po’, sarà bellissimo, te lo assicuro… - si tirò seduto, poi in ginocchio, avvicinandosi pericolosamente al collo del minore, dove era ancora vagamente visibile il succhiotto.
- Non so quale sia il significato che attribuisci alla parola “coccole”, non voglio neanche venirlo a sapere, sicuramente sarà qualcosa di perverso ed eccessivamente spinto per i miei gust- dove vai? – il castano si era steso dall’altra parte dal divano, con la schiena poggiata al bracciolo opposto, le gambe leggermente divaricate e piegate, e un’espressione offesa ben visibile sul suo volto morbido.
- Mi credi davvero un maniaco? Ovvio che ti desidero, Zayn. Ma lo so che non sei pronto, e so che non sei il tipo da perversioni fuori dal limite della decenza. Il problema è che tu non conosci me, non veramente, non hai lasciato che mi esprimessi davvero ponendo la tregua. Grazie per considerarmi solo un maniaco, che vuole appena sbatterti in un letto e poi, dopo aver soddisfatto i suoi bisogni, andarsene senza dirti nulla.
- Lee… mi dispiace, non penso questo di te, io- - venne zittito con un mugugno infastidito: e con quello, si rese conto di aver combinato un gran casino.
Le parole non funzionavano più, tra loro. Ci volevano i fatti, delle scuse serie e non lettere mischiate in una frase sdolcinata.
Così prese coraggio, Zayn, e si decise a darsi una mossa.
Cautamente, si infilò tra le gambe di Liam e abbracciò il suo torso, nascondendo infine il viso contro il suo collo e respirando contro la sua pelle.
- Scusami. – esalò soltanto, senza alzare la testa per incontrare gli occhi color cioccolato del maggiore.
- Ti terrei stretto tra le mie braccia, - esordì, dopo un paio di minuti di silenzio totale, il castano
 – lasciandoti ogni tanto un bacio sulla testa. Staresti tra le mie gambe, con la schiena contro il mio petto, carezzeresti le mie braccia con la punta delle tue dita affusolate e morbide. Parleresti dei tuoi sogni, mentre io inspiro il profumo del tuo shampoo alle mandorle, il tuo preferito, e ti perderesti per lunghi attimi silenziosi nella tua mente, ricominciando poi a parlare come se niente fosse. Poi ti gireresti, sorridente, mi chiederesti se ho ascoltato il tuo lungo discorso. – Zayn ormai tremava come una foglia, una piccola fogliolina appena nata – Ti risponderei che è sempre bello capire un po’ cosa frulla nella tua testolina, ti passerei il dorso della mano su una guancia mentre il tuo sorriso diventa più grande e i tuoi occhi più brillanti, ti lasceresti andare alle mie carezze e ti accoccoleresti meglio sul mio corpo, ascoltandomi mentre ti dico quanto sei dolce e quanto sei fantasioso. E poi ti rialzeresti, mi guarderesti negli occhi e- - il bellissimo discorso di Liam venne bruscamente interrotto da una suoneria reimpostata, sicuramente proveniente da un Nokia ridotto male poggiato su un tavolino da caffè davanti al divano.
- Scusami, dovevo metterlo in silenzioso, mi dispiace tanto – si giustificò malamente Zayn, cercando di sparire dalla faccia della Terra serrando stretti gli occhi.
- Rispondi o no? Se non ti muovi lo faccio io…
 - Sì, oddio, mi hai scombussolato e adesso vaneggerò fino alla fine dei tempi, santo cielo! – il castano si inorgoglì un po’, fiero di aver raggiunto il suo intento anche se era stato costretto a mostrare uno dei suoi sogni, e passò gentilmente il cellulare al moro.- Pronto? …no, mi dispiace, credo lei abbia sbagliato numero… no, le assicuro che non mi chiamo Patrick… nessun disturbo, arrivederci.
- Davvero? Seriamente? Io parlo con il cuore in mano e tutto viene interrotto così?! – scherzò Liam, sentendosi però fortunato come pochi a non dover dire che quella descrizione sarebbe finita in un bacio, e riuscì persino a strappare un sorriso al più piccolo, che tornò steso contro di lui in meno di un attimo.
- Facciamolo. – disse soltanto, poi si voltò e fece aderire perfettamente la sua schiena al petto ampio del maggiore, il quale, per una rara volta, arrossì un poco. Ma solo un poco, lui non era un sentimentale come Zayn. Forse era addirittura peggio.
- Non c’è bisogno, sono cose da fidanzati, la mia era solo un’idea stupida e niente di che, non eri tu che volevi la tregua?
- Ma no, nel senso, sì alla tregua ma non credo che sia una cosa da fidanzati… se proprio ti senti in colpa puoi evitare i baci sulla testa e le carezze, non hai detto tu che eri affettuoso con Niall? – ormai era cristallino, anche il moro aveva rinunciato a resistere e si stava impegnando ad abbattere il muro che aveva, stupidamente, eretto tra lui e Liam. Era stata una punizione, non solo per il castano (anche se se ne era infischiato della tregua e faceva ciò che voleva), ma soprattutto per Zayn: si sarebbe volentieri concesso al più grande più volte, ma chissà come era riuscito a mantenere una certa stabilità; e ora che Liam si era messo a flirtare (sì, stava decisamente flirtando) con lui in modo così dolce, non era riuscito proprio a resistere.
- E allora va bene, se proprio ci tieni…! –disse con un tono leggermente sarcastico. Il maggiore si tirò un po’ più su, mettendosi quasi seduto, e subito circondò la vita del più piccolo con le sue braccia muscolose.
Incredibile come, in pochi secondi, i suoi filmini mentali eccessivamente melensi si stavano avverando. Da un lato, si vergognava di aver messo i suoi pensieri così esposti, mentre dall’altro pensava che fosse stata la scelta giusta; d’altronde, non aveva mai pensato a sé e a Zayn come migliori amici, ma come fidanzati, quindi era buono e giusto che volesse fargli le coccole in quella maniera.
Solo che il moro era stato chiaro, erano solo amici, e nulla di più: a Liam, però, sembrava che quell’assurda convinzione stesse scomparendo velocemente com’era apparsa anche per Zayn.
- Il mio sogno più grande, perlomeno per ora, è andare all’università, alla facoltà di Letteratura… sai che mi piace tanto scrivere, e anche leggere, ma ancora non sono sicuro dell’indirizzo che sceglierò. Magari qualcosa di poco frequentato, non mi piace stare tra la gente, odio le folle e la gente non mi vede neanche, a volte. Con la scusa che sono incredibilmente basso, ovvio.
- A me piaci, così basso e magrolino. – ribatté Liam, sottovoce, lasciando cadere piano il mento sulla testa di Zayn e stringendo di più l’abbraccio.
Sentì il minore sistemarsi meglio contro di lui, sorrise contento. Ciao ciao, tregua.
- Ma tu non fai nemmeno testo! – ridacchiò l’altro, che, nel frattempo, si era messo a giocherellare con le dita del più grande e a misurarle con le sue. L’immagine di quella mano che lo sfiorava dappertutto, e davvero dappertutto, lo lasciò ammutolito per alcuni secondi.
Poi riprese a chiacchierare tranquillo, proprio come Liam aveva detto.

Zayn parlò indisturbato per almeno un’ora.
Non riusciva proprio a fermarsi, nonostante stesse ciarlando dei suoi desideri, di cui non aveva fatto parola con nessuno, escludendo i fogli accatastati alla rinfusa sul fondo dell’armadio.
Liam fece di tutto per fargli capire che c’era, che lo stava ascoltando, intervenendo ed esprimendosi sugli argomenti più disparati che il monologo del minore aveva toccato.
Alla fine, dopo due o tre minuti di silenzio, il moro si voltò proprio come nella fantasia dell’altro e mormorò un incerto:
- Mi hai ascoltato?
- Certo, è bello sentirti parlare e fantasticare. Sei una macchina incredibilmente complessa, principessa, sono felice di esser riuscito a capirti un poco di più. – Zayn sorrise imbarazzato, si sistemò sul fianco destro e portò le mani giunte sotto la testa, chiudendo gli occhi per rilassarsi il più possibile.
- Prima non hai finito di parlare, come finiva la tua idea di coccole? – Liam avvampò, si era sentito fortunato a non dover terminare la sua stupida fantasia, ma a quanto pareva aveva sottovalutato la memoria del più piccolo.
- N-non importa, finiva così com’è finita, nient’altro.
- Non sei capace a mentire… volevi che ci baciassimo, vero? – eccolo, colto con le mani nel sacco, il rosso sulle sue guance si fece più intenso quando Zayn si tirò seduto e lo fissò innocentemente, con i suoi occhi da Bambi impaurito. Dio, quello sguardo sì che faceva capitolare Liam, il quale avrebbe voluto possedere il “verginello” (come lo chiamavano, tra di loro, lui e Niall) su quel divano.
Di nuovo i pensieri molesti si fecero largo nel suo cervello, e questa volta era più difficile allontanarli.
- No, ovvio che no – sì, cazzo -, so che siamo amici e basta. Tranquillo, non fa nulla. -
- Lo pensi davvero? - Liam aveva assunto uno sguardo da cagnolino abbandonato, le labbra erano più in fuori del solito, senza contare che aveva le pupille estremamente dilatate e aveva poggiato le mani sulle cosce di Zayn non appena quello si era spostato a cavalcioni su di lui.
Neanche si era accorto di quello che era accaduto, era perso totalmente per il più piccolo, per i suoi occhi imploranti e la sua bocca morbida e il suo corpo caldo e minuto… si guardò intorno, non capendo cosa diamine era successo e perché il diciannovenne fosse passato dal rifiutare qualsiasi contatto fisico con lui a saltargli addosso.
- E, sentiamo, perché ora fai così? – esordì il ventiduenne.
- Forse mi sono accorto che starti lontano non è davvero la scelta migliore… - il moro poggiò gli avambracci sui pettorali di Liam; portò così il suo viso, decorato da un sorrisetto malizioso che faceva concorrenza a quelli del suo bagnino preferito, a pochi centimetri dal suo, e si impegnò a fissare il giovane dritto nelle pupille  – Tu che dici?
- Non staccare più le mani da me. –  esalò soltanto, senza trovare il coraggio di muovere un muscolo, temendo di fare la cosa sbagliata e far terminare tutto.
In cuor suo, sapeva che avrebbe soltanto dovuto sporgersi un po’ e gettarsi a capofitto sulle labbra di Zayn, torturarle e farsi torturare fino a perdere il respiro, tuttavia il possessore della splendida bocca posta giusto davanti alla sua era scostante, lunatico, e avrebbe potuto persino sbatterlo fuori di casa se avesse voluto.
- Mi fai sentire quasi potente così, e tu sottomesso, pendi dalle mie labbra… le vuoi?
- Sta diventando una scena molto hot, lo sai? – ribatté Liam. Già eccitato, peraltro, dal nuovo Zayn che gli era addosso in quel momento.
- La mammina non ti ha insegnato a non rispondere a una domanda con un’altra domanda? – il moro fece ondeggiare il bacino per sistemarsi meglio su quello del giovane sotto di lui, il quale era scivolato in posizione quasi stesa molto simile a un gelato che si scioglie al sole.
Il movimento risultò più sensuale del previsto, il castano si sentiva sull’orlo della pazzia e tutto per colpa di un nanerottolo che si era messo in testa di essere provocante. Lo odiava, bonariamente, perché nemmeno i suoi precedenti ex ragazzi erano riusciti, in un lasso di tempo così breve, a farlo comportare così.
- Avevo immaginato un bel bacio romantico e di passare il resto del pomeriggio abbracciati e a fare i melensi, ma se ti comporti in questo modo, tutto va a farsi fottere in meno di un secondo… - le sue mani si spostarono in automatico, una sulla schiena del minore e l’altra sul suo culo, stringendolo possessivamente.
Il diciannovenne sussultò, ma tornò calmo subito e si concesse un lungo sospiro al tocco delle dita calde del più grande che si erano intrufolate sotto la maglietta, e stavano saggiando la pelle della sua schiena tremante.
Cercava di non darlo a vedere, ma era emozionato da morire e le ginocchia lo avrebbero abbandonato presto, se non fosse stato seduto.
- Dio, Liam, non devi parlare così o mi verrà duro e ti toccherà risolvere il problema personalmente.
- Dov’è finita la principessina? – scherzò Liam, Zayn ridacchiò e mosse di nuovo il bacino per sfregarlo contro il basso ventre del più grande.
Già, dov’era il vecchio Zayn, quello che arrossiva e si scandalizzava per nulla? Che fosse solo una specie di corazza ben poco protettiva, per qualcosa di più forte e provocante e sensuale? Lui non lo sapeva. L’unica cosa che al momento riusciva a capire è che stava per scoppiare…
- Fa caldo, eh? Tanto, tanto caldo… tu non hai caldo? – si chinò, il castano si aspettava un bacio ma le labbra dell’altro si avventarono lente sul suo collo teso, lo marchiarono invisibilmente con il nome che usciva, in quel momento, dalla bocca del ventiduenne.
- Zayn, Zayn, Zayn … è la prima volta che cerchi di sedurre qualcuno? Ti faccio i miei complimenti, hai un talento naturale – ecco che Zayn ondeggiò di nuovo, più volte.
- Qualcuno qui è eccitato, direi! – Liam gemette, il moro era passato alla pelle del suo petto lasciata scoperta dalla canottiera bianca che indossava quel giorno, si concesse alla più dolce tortura senza lamentarsi e, nel frattempo, iniziò a impegnarsi per slacciare il cordino che teneva, a mo’ di cintura, i pantaloni della tuta nera di Zayn.
- Senti chi parla, eh? Credo proprio di essere costretto a “risolvere il problema personalmente”. Non accetto un “no”, caro ‘migliore amico’.
- Non qui. Se sporchiamo il divano, mia madre mi ammazza. – il diciannovenne si alzò, afferrò fermamente un polso del più grande e lo trascinò in camera sua, chiuse la porta a chiave per precauzione: se, per caso, i suoi genitori fossero tornati e Veronica avesse avuto la geniale idea di comparire in camera sua, non avrebbe saputo dare una spiegazione alla dolce sorellina.
- Perdona la domanda, non eri un verginello inesperto solo venti minuti fa?
- Infatti sto improvvisando … insegnami, ti va? – Liam annuì, non avrebbe potuto far altro, e fece stendere il più giovane sul materasso alle sue spalle.
- Scopriamo un po’ di pelle – propose, in una manciata di secondi la maglietta a maniche corte e i pantaloni di Zayn finirono ai piedi del letto, a cui, poco dopo, andarono a far compagnia la canottiera e i jeans al ginocchio di Liam.
Al contrario del moro, lui aveva una temperatura corporea tanto alta che il primo, tempo addietro, lo aveva paragonato al bel licantropo della saga di Twilight: “alto, muscoloso e bollente” erano state le sue parole; si era poi beccato un morso amichevole sul collo.
Amava, poi, girare per casa a piedi nudi, qualunque fosse la stagione in cui si trovava. Aveva infatti lasciato le scarpe e le calze in un angolo dell’atrio di casa Malik, abituato com’era a farlo.
Secondo lui, i calzini erano la cosa meno erotica che si potesse immaginare, lo innervosivano addirittura, li odiava a morte e, quel pomeriggio, Liam sfilò quelli da tennis di Zayn sentendosi già più libero.
- Mi piacciono le tue lezioni, fai così anche per matematica?
- Regola numero due: battute squallide o a sfondo sessuale vanno sempre bene, in qualsiasi occasione e in qualsiasi momento – morse il labbro inferiore del minore, facendolo fremere senza baciarlo davvero, e da lì scese al collo, alle spalle, accarezzando con la bocca ogni parte e andando sempre più giù, fino ad arrivare all’elastico dei boxer larghi del giovane sotto di lui.
Il ventiduenne si mise poi seduto, obbligò il moro a tirarsi su e a poggiare la schiena contro la testiera del letto: si spostò a cavalcioni su di lui, evitando di lasciarsi cadere sulle cosce magre dell’altro e tenendosi un poco sollevato, ma i movimenti e gli sguardi di Zayn trascinarono giù Liam a forza.
Quest’ultimo sorrise, avrebbe tormentano i sensi del minore ancora per un po’, tuttavia aveva la consapevolezza che, se non lo avesse appagato, non avrebbe ricevuto le giuste attenzioni neanche lui.
Così, senza tanti preamboli, intrufolò le dita nei boxer del moro e prese in mano il suo membro, iniziando a pompare lentamente e godendosi il suo nome, mascherato in sospiri pesanti, che usciva dalla bocca invitante del più piccolo abbattendo una volta per tutte la barriera, il patto. Quanto avevano atteso quel momento?
Settimane intere avevano sognato di trovarsi uno nelle braccia dell’altro, uno sotto il dominio dell’altro, finalmente i loro tanti sogni e desideri si erano risolti.
Stretti vicini, ognuno sensuale a modo suo; amati e amanti, si cercavano con gli occhi e con le labbra, senza trovarsi mai.
- Ti prego, muoviti – formulò a fatica Zayn, gemette di nuovo e più forte quando la mano di Liam aumentò il ritmo all’improvviso. Si lasciò cadere contro il petto del giovane, nascose il viso accaldato contro il suo collo continuando a respirare pesantemente e mugolando, di tanto in tanto, qualche imprecazione che non si addiceva per niente al suo aspetto di diciannovenne santerello.
Nel frattempo, il castano aveva preso a masturbarsi con la stessa velocità con cui si occupava del più piccolo, arrivando velocemente all’apice e cadendone al di là pochi minuti dopo.
Il moro non si premurò di informare il ventiduenne del raggiungimento dell’orgasmo, venne con un urletto di piacere e si rilassò, felice e finalmente a posto con il mondo. Non voleva più pensare a nulla, non riusciva neanche a formulare una frase di senso compiuto.
- Zayn, povera, piccola e indifesa principessa – sussurrò Liam con una voce leggermente stanca -devo dedurre che ti sia piaciuto. Le tue opzioni sono un “Dio, sì”, un “Fantastico” o un “Cazzo, Liam”, cosa preferisci?
- Zitto, stai solamente zitto.
 
Dopo essersi ripuliti a vicenda (Liam aveva protestato per sistemare Zayn con l’utilizzo della sua lingua, ma l’altro si era rifiutato e sosteneva che si sarebbe eccitato di nuovo, sicuramente), si rintanarono, ancora in mutande, sotto il lenzuolo sgualcito del letto, assumendo la tipica posizione del cucchiaio.
Liam abbracciava Zayn da dietro, facendo aderire il suo petto alla schiena del minore e stringendolo a sé tramite la mano sul fianco del moro.
- Eri bellissimo, sai? – “Tu sei sempre bellissimo” avrebbe voluto aggiungere, ma si trattenne. Il castano si accostò all’orecchio del ragazzo accoccolato contro di lui, lo sentì rabbrividire e trattenne un sorriso soddisfatto.
- Volevo farti venire io però, mi hai rovinato i piani -  Liam fece girare Zayn verso di lui e si trovarono faccia a faccia, il primo mise giù un broncio che di serio non aveva proprio nulla e l’altro non si poté trattenere dal sorridere.
- Sarà per la prossima volta, hm? Intanto, però, mi accontenterò del primo bacio da tre settimane a questa parte. Ci stai?
- Non sono bravo a baciare. – il maggiore scosse la testa, sorridendo ancora per l’ingenuità del più piccolo e rialzò il mento dell’altro con due dita per portarlo alla sua stessa altezza, e poi, finalmente, le sue labbra finirono dritte su quelle frementi del ragazzo steso davanti a lui.

In quel modo avvenne il primo bacio di Zayn e Liam dopo un’infinità, almeno così appariva ai loro occhi, di tempo.
Il moro intrecciò le gambe e le dita con quelle dell’altro giovane, concesse di buon grado alla sua lingua di esplorargli curiosa la bocca, capì di aver fatto la scelta giusta quando si staccarono e si guardarono, stranamente timidi e insicuri.
- Lo devo ammettere, ho incontrato gente che sa baciare molto meglio di te…
- Grazie mille – protestò il minore, incrociò le braccia al petto sbuffando.
- …ma non ti scambierei con nessuno di loro. Sei la mia principessa verginella, devo insegnarti tutto, te l’ho promesso, no? Voglio che tu sia mio. – il lato selvaggio di Zayn scomparve nel momento in cui, ovvio, arrossì e abbassò lo sguardo imbarazzato. – Rivestiti, ho voglia di un bel tè caldo. – il castano lasciò al minore un ultimo bacio, che produsse uno schiocco quasi comico; si alzarono, si rivestirono con tutta la calma del mondo e dettero anche una sistemata al letto. Dopodiché si rifugiarono in cucina, subito Zayn preparò il bollitore per l’acqua e, quando quella fu arrivata alla giusta temperatura, la versò elegantemente in due grandi tazze e ci fece cadere una bustina di tè al limone ciascuna.
Sorseggiarono silenziosi la calda bevanda, ognuno perso nei suoi pensieri: Liam ancora non si capacitava sì, cazzo, ora sì che ho una buona impressione di quanto sia da impazzire il mio nanerottolo quando gode di essere riuscito a tirare Zayn più vicino a lui, mentre Zayn rimuginava sugli insegnamenti che Liam gli aveva offerto; si squadrarono un po’, entrambi a braccia conserte e lontani, senza toccarsi o avvicinarsi uno all’altro.
E il moro non poté non esplodere in un: - Mi insegnerai tutto davvero? –, senza balbettare o arrossire o abbassare lo sguardo.
- Ma certo, tutto ciò che vuoi. – ribadì il castano, intanto che provvedeva a sistemarsi i capelli un po’ sconvolti da tutto quel pomeriggio.
- Anche a cavalcare? – gli occhi scuri del diciannovenne luccicarono, un sorriso sognante comparve sul suo viso e il più grande annuì, compiacendosi del saltello contento del ragazzo di fronte a lui.
- Certo, anche a cavalcare. Vedi, piccolo… - si staccò dal bancone dove si era appoggiato di schiena, passò un avambraccio intorno ai fianchi del padrone di casa tirandolo prepotentemente a sé – ti insegnerò come far eccitare, ti svelerò tutti i miei segreti, ti farò i pompini migliori del mondo, poi imparerai ad assumere il comando o a farti dominare, e alla fine, se vorrai, potrai sperimentare tutto ciò che hai appreso con il sottoscritto. Ti va?
- Se mi va? Mi va da morire! – Zayn saltò letteralmente al collo di Liam, lo circondò con le braccia tirandosi su per riuscire a baciare il ventiduenne, quello gli sollevò le gambe e le fece allacciare al suo bacino, tenendolo in braccio e approfondendo impaziente il contatto tra le loro bocche.
Lo mise a sedere sul bancone, per sistemarlo in una posizione più comoda e meno faticosa, gli prese i fianchi minuti, si eccitò un po’ al sentire le gambe magre che aveva carezzato solo una ventina di minuti prima aumentare la stretta intorno alla sua vita.
Persi nel loro piccolo mondo parallelo, non si accorsero che la madre di Zayn aveva ascoltato ogni singola parola della loro conversazione, e così anche la piccola Veronica, anche se, di tutta quella situazione, aveva capito solo che il suo amato fratellone era davvero la principessa del suo amico.
Strattonò via la sua piccola manina da quella della donna, che aveva tentato inutilmente di trattenerla: corse nella piccola cucina, ammirando la bella scena d’amore, e dovette per forza dire la sua.
- Ma fratellone! Tu ami Liam! – urlò eccitata.
I due si interruppero, scioccati dall’intrusione fuori programma: dalla porta fece capolino anche la signora Malik, pochi secondi dopo il signor Malik si aggiunse all’allegra comitiva, nessuno osava muovere un muscolo o spiccicare parola salvo la bambina, che aveva abbracciato una gamba del ventiduenne felice come una pasqua.
Zayn non poteva inventarsi scuse, le mani di Liam erano ancora sul suo corpo, e le sue gambe e le sue braccia lo tenevano ancora ancorato all’altro giovane.

Ora iniziano i problemi con la P maiuscola.
 


Buonasera, cari lettori.
Il mio orrendo comportamento, purtroppo, non ha scusanti.
Mi dispiace davvero di non aver aggiornato prima, vi prego di perdonarmi e di non fustigarmi pubblicamente.
Da parte mia, cerco di difendermi a qualche maniera dicendovi che ho avuto problemi e, soprattutto, il numero delle recensioni allo scorso capitolo era relativamente basso, cosa che non mi ha incentivato per niente. Io son stata cogliona ad aggiornare tre giorni prima di Natale, ovvio, ma non do' la colpa a voi della mia mancata voglia/tempo/ispirazione.
Due giorni fa mi è partito l'embolo Ziam e ho buttato giù queste belle sei facciatine di capitolo (mi sento fiera di me!) in soli due giorni. "Soli" perché ci metto due mesi a scrivere tre pagine a malapena, sobsob.
So già che criticherete il fatto che la vicenda del supermercato è decaduta, poveretta lei, ma ho intenzione di lavorare a uno spin-off riguardante quella situazione, e un altro di cui non vi svelo nulla. ((nei prossimi capitoli qualcosa mi sfuggirà sicuramente ohoho))
Finalmente abbiamo il piccolo Zayn che tira fuori le palle, in tutti i sensi: e i nostri due carini innamoratini alleggeriscono un po' la tensione tra loro, ma poi ZAN ZAN ZAN la famiglia Malik scopre l'arcano e l'omosessualità evidente del figlio.
In favore di Zayn posso dire che aveva il cervell fritto e che si è scelto proprio un bell'ometto, sìsì.
Ringrazio tutti voi che avete recensito e recensirete, dal momento che non so proprio quando aggiornerò di nuovo, al momento sono abbastanza lanciata ma non garantisco proprio nulla.
Un grazie megagalattico alla Bia, su Twitter @lovenothide, che mi beta tutto quanto e sistema le boiate che scrivo. Aw <3
Un consiglio: se avete sbattito, potete rileggere il capitolo tenendo, come sottofondo, questa playlist: 
 http://8tracks.com/cxlifornixll/high-for-this perché, anche se non si tratta di una playlist taggata #ziam, è adattissima e mi ha accompagnato durante la stesura del capitolo.
Quindi, su Twitter mi trovate sotto @fillmyblankpage, non capisco perché non riesco più a fare i collegamenti con i link di Twitter e con gli altri siti sì... se qualcuno sa qualcosa mi può informare? Grazie mille :3

A presto,
Amy xx



 

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


Zayn non poteva inventarsi scuse, le mani di Liam erano ancora sul suo corpo, e le sue gambe e le sue braccia lo tenevano ancora ancorato all’altro giovane.

Ora iniziano i problemi con la P maiuscola.
 

***

- C-ciao, mamma. – mormorò Zayn, sempre tenendo stretto Liam a sé. Il quale non capiva più nulla, non era più sicuro di niente, e la presenza del moro gli era di grande aiuto per rimanere attaccato alla Terra con la mente.
- Zayn, io non… non capisco, davvero, pensavo di averti cresciuto bene e- ho sentito la vostra discussione, ti ho visto addosso a lui e- io non mi aspettavo che tu fossi un- un cavolo di-
- Gay. – completò il diciannovenne per lei, si scusò con lo sguardo con il castano e saltò giù dal bancone, avvicinandosi ai genitori; gli venne da piangere quando sua madre, istintivamente, si ritrasse e si rifugiò piangente tra le braccia di suo marito.
Che squadrava i due giovani con un’aria feroce.
- Io vado…? – chiese, goffo, Liam, sentendosi davvero di troppo. Era un affare della famiglia Malik, quello, anche se centrava pure lui.
Ma – Rimani qui – dissero, in coro, tre persone: Zayn, bisognoso di un’ancora a cui aggrapparsi per non annegare nel dolore e nel senso di colpa nonostante non avesse fatto proprio nulla di male; suo padre, ben deciso a concludere la faccenda; e la piccola Veronica, che non accennava a staccarsi dal principe di suo fratello, ma sua mamma il silenzio più totale.
- In salotto, subito. – ordinò il signor Malik autoritario,ma dal volto si capiva la confusione, rimase in cucina a calmare la moglie e a riordinare le idee mentre gli altri tre si sedevano sul divano: il diciannovenne e il ventiduenne si sistemarono uno di fianco all’altro, mentre la bambina aspettò un secondo in piedi, immersa in un pensiero.
- Perché non ti siedi? – disse il moro con voce spezzata e malinconica, Liam gli circondò le spalle con un braccio e lo trattenne contro di sé per infondergli un po’ di coraggio, e Zayn per una frazione di secondo immerso nell’incavo del collo di Liam si sentì meglio.
- Posso mettermi in braccio a Liam, fratellone? Non sei geloso?
- Vieni qui, piccoletta – ridacchiò il più grande, lei gli saltò addosso tutta contenta abbracciandolo con le sue braccine da bimba, Liam le bisbigliò – Tu e tuo fratello siete le mie principesse preferite – in modo che Zayn non potesse sentire e Veronica rise divertita accoccolandosi al petto del maggiore.
Il moro sorrise, aveva afferrato un paio delle parole della frase dell’altro, ma si incupì pensando ai suoi genitori e a che probabilmente gli avrebbero vietato di rivedere Liam.
Una decina di minuti dopo, i coniugi Malik si presentarono in salotto e, prese due sedie dalla cucina, invitarono il figlio e il suo probabile (o forse è meglio dire improbabile) ragazzo ad accomodarcisi.
Non chiesero loro esplicitamente di spostarsi, ma lo lasciarono intendere, e il diciannovenne si sentì ancora più in colpa; tenendo in braccio Veronica, entrambi si alzarono e cambiarono posto.
- Dunque, Zayn. Quando avevi intenzione di dircelo? – parlò l’uomo, facendo anche le veci della scioccatissima moglie.
- Cosa, che sono gay o che io e Liam stiamo insieme? – dunque stiamo insieme?, si domandò il castano.
Strinse una mano al più giovane per fargli forza.
- Entrambe, certamente.
- Beh, ho scoperto di preferire i ragazzi quando ho incontrato lui, quindi… circa cinque anni fa. Mi dispiace, avrei dovuto dirvelo, io- - singhiozzò, si asciugò un paio di lacrime col dorso della mano e ricominciò a parlare con voce incerta e traballante – non importa. E la storia tra me e lui è iniziata solo oggi, ve lo giuro, prima eravamo solo amici, ma io sono sempre stato gay.-
La signora Malik sussultò sull’ultima parola e Zayn se ne accorse, e voltando verso di lei fissandola con uno sguardo furioso
- Due persone che stanno insieme da così poco non scopano sul bancone della cucina! – esplose la madre di Zayn, riprendendo a piangere e a disperarsi.
- Amore, per favore, non dire così davanti alla bambina. Comunque, come fai ad essere.. –Il signor Malik non riuscì neanche a finire la frase pensando a suo figlio in quel modo. Zayn notò anche questo e con rabbia sempre più crescente ringhiò – si gay mamma, papà, non è una parolaccia si può dire, ed io lo sono-.
- Non devi permetterti di parlare così a tuo padr-
- Non mi importa, sai? – lo interruppe Zayn, furioso come Liam non lo aveva mai visto – Non ti va giù che tuo figlio sia gay, eh? Ti brucia troppo. Credi che io sia un errore, lo crede anche la donna che mi ha messo al mondo, e sono sicuro che state facendo un bel brainstorming per capire cosa avete sbagliato con me, ma mi dispiace tanto, non sono uno stupido sbaglio. Vaffanculo, tutti e due. – si alzò di scatto, guardò per un’ultima volta i due seduti sul divano e, scosso da violenti singhiozzi, scomparve nella sua stanza dove finalmente si lasciò andare e pianse, un pianto silenzioso, che come ogni cosa in Zayn, non voleva attirare l’attenzione e disturbare nessuno.
- Io non- - balbettò Liam, non si era mai, ringraziando il cielo, trovato in una situazione del genere e non sapeva come comportarsi.
Il padre di Zayn lo fulminò con lo sguardo, solo – Vattene – disse, e il ventiduenne obbedì, non prima di aver lasciato Veronica sulle gambe della signora Malik e averla rassicurata con un buffetto sulla piccola testolina.
Raggiunse il moro dentro la camera, si chiuse la porta alle spalle, e lo trovò steso prono sul letto.
- Zayn, tesoro, vieni qui. - si sedette di fianco a lui, gli carezzò gentilmente i capelli e pochi secondi dopo si trovò stretto in un abbraccio disperato. – Su, smetti di piangere, non è certamente caduto il mondo… è colpa mia, non dovevo insistere per venirti a trovare, o dovevi venire da me, sono un idiota.
- Se io no-non ti avessi chiesto di q-quelle lezioni e-e non ti fossi saltato addosso non- - non finì la frase, i singhiozzi ben poco maschili erano aumentati e gli impedivano di continuare.
- Ti ho detto di stare tranquillo, okay? Ti prometto che troveremo una soluzione, anche se ci impediranno di vederci, se ti chiuderanno in casa, io entrerò dalla finestra come hai fatto tu, ricordi…? – Zayn sorrise a quel ricordo, cercò di asciugarsi un po’ il volto con il braccio, cosa che servì a ben poco – come Romeo e Giulietta, sii la mia principessa rapita da un gigante, la mia Bella Addormentata protetta dal bosco di rovi, io sarò il tuo bel principe, ucciderò il gigante e oltrepasserò le spine. Sii la mia Giulietta, sarò Romeo, ma ti assicuro che noi non moriremo.
- Dovrebbero succedere se-sempre cose brutte, sei c-così diabetico – sussurrò, un po’ imbarazzato e divertito, il moro e si strinse di più contro il petto del maggiore chiudendo gl’occhi.
- Lo prendo come un complimento, piccolo.
- Lo è, tu s-sei il migliore del mondo. Sono i-io che sono un danno unico. – riprese a parlare balbettando, con voce incerta e un filo piagnucolosa – Non dovevo dire nulla, starti lontano. S-sono inadeguato, non f-faccio mai nulla… di buono per nessuno, n-non sono mai all’altezza di nessuno, tutti- tutti migliori di me, e io sono solo un buono – singhiozzò – a nulla, non servo, so-sono la persona più inutile del mondo- la gente fa bene… fa bene a criticarmi, ad odiarmi, non- - venne interrotto dalle labbra di Liam, che, prepotenti, soffocarono la frase.
Zayn riprese a piangere, spostò le braccia, precedentemente avvolte intorno alla vita del castano, e circondò il collo di quest’ultimo, avvicinandolo di più a lui e continuando a versare calde lacrime che parevano infinite.
Ad un certo punto i singhiozzi si fecero troppo forti, il minore si staccò e nascose il viso contro il petto dell’altro, il quale si perse nel suo mondo, iniziando ad accarezzargli i capelli e a sussurrargli di calmarsi.
Nulla sembrava funzionare, però. Dunque Liam si arrese, lasciò sfogarsi il suo presunto ragazzo finché la presa sulla sua maglietta si indebolì, i singhiozzi cessarono di scuotere il corpo minuto del moro e il suo respiro si fece quasi regolare.
- Non mi credi se ti dico che nulla di ciò che hai detto è vero, ho ragione? – ruppe il silenzio, tanto per vedere cosa sarebbe successo, temendo già una terribile reazione e una nuova crisi di pianto. Non avvertendo, tuttavia, nessun segno di un imminente pianto, riprese a parlare sottovoce – Non sei inadeguato, okay? Sono loro che sono dei perfetti imbecilli, e tu sei intelligente e sei decisamente migliore di tutte quelle persone, per questo. Nessuno fa bene a criticarti, sei un ragazzo fantastico, hai un carattere complicatissimo e non vedo l’ora di scoprirne tutti i lati, per poterti apprezzare come meriti davvero. Ascolta me, ascolta Liam, non loro, me. Prendi un bel respiro, asciugati le lacrime e rivela la tua parte combattiva e selvaggia. Fai vedere ai tuoi genitori che vuoi lottare duramente per ottenermi. Mi vuoi? – il diciannovenne fece un respiro profondo per calmarsi e annuì – Sei disposto a combattere per noi due? Mi hai aspettato cinque anni. Vuoi stare con me? – di nuovo un cenno di assenso – Allora tira fuori le unghie, piccolo, e spacca il culo a tutti quanti.
- Non ci riesco, sono troppo timido per-
- Vietato dire “non ci riesco”, Zayn. Vai a lavarti il tuo bel visino, calmati e poi andiamo dai tuoi e gli diciamo che non abbiamo intenzione di mollarci. Non proprio ora che si siamo ritrovati, no? – Zayn abbozzò un sorriso, si alzò e, senza guardare Liam neanche per un secondo, si nascose nel bagno, non molto lontano da camera sua.
Il ventiduenne rimase seduto sul letto, sospirò e si prese la testa tra le mani. Sentiva che sarebbe scoppiata da un momento all’altro. Un minuto prima stava baciando la sua principessa in cucina, e il minuto dopo era davanti alla Santa Inquisizione Malik. Ancora non ci credeva, poteva un’esperienza così bella e coinvolgente venir rovinata in un battito di ciglia?
Intanto che rimuginava, il moretto tornò dal bagno: si era lavato il volto, sistemato un po’ i capelli fin troppo spettinati ed era riuscito a rilassarsi quel tanto che bastava per non accasciarsi a terra e inondare la casa di lacrime.
- Liam? Stai bene? – mormorò, l’altro alzò il volto e gli rivolse un rassicurante sorriso.
- Certamente. Andiamo dai tuoi, sei pronto? – Zayn fece segno di sì, porse timido una mano a Liam per alzarsi e quello interpretò il suo movimento come un – Va bene, ti tengo anche la mano, se ti fa stare più tranquillo…
- Co-cosa? No, era per farti alzare, non- tienimi la mano, ti scongiuro, reggimi e dammi coraggio o io fuggo dalla finestra e nessuno mi troverà mai più. – il castano mascherò una risatina, trascinò quasi a forza il più piccolo di nuovo in sala e si posizionò, insieme a lui, davanti ai signori Malik.
- Avete preso una decisione? – esordì il ventiduenne.
- Zayn, Liam, noi non vogliamo che voi due stiate insieme. Non possiamo minimamente accettarlo, ne abbiamo discusso e pensiamo che Liam sia fuorviante per te, Zayn. Da parte mia, posso aggiungere che il solo pensiero di voi due sul bancone della mia cucina mi fa rivoltare lo stomaco. – Liam stentava addirittura a credere che parole del genere potessero uscire dalla bocca di un padre, era altamente schifato da quella sua linea di pensiero, e per questo lo avrebbe odiato anche se fosse stato etero. Ma si trattenne dall’urlargli in faccia una serie di sproloqui, un po’ per via della piccola Veronica ancora seduta sulle gambe di sua madre, un po’ per evitare di provocare ulteriori danni. Era già nei casini abbastanza, cazzo. – Comunque, ci troviamo costretti a darvi un ultimatum. Vi lasciamo… - l’uomo sollevò il braccio e diede una rapida occhiata al suo orologio da polso – una mezz’ora per decidere, okay? Zayn, hai due possibilità: o lasci Liam, o non metterai mai più piede dentro questa casa. – boom. Come un blackout in una nottata d’inverno, o un temporale in una giornata di sole, il fulmine lanciato dai coniugi Malik spezzò il cielo dei due giovani, che rimasero interdetti per una decina di secondi. – Ovviamente, - riprese a parlare il signor Malik – se deciderai di rimanere con noi, non potrai più vederlo, essendo lui la causa del tuo problema mentale… pensaci su bene.
No, non è possibile, non l’ha detto davvero pensava il più grande, mentre l’altro non capiva più nulla, si limitava a stringere forte le dita del castano, ancora intrecciate alle sue.
Non sarebbe mai più riuscito a guardare i suoi genitori in maniera normale, probabilmente. Tutto quell’amore incondizionato che gli avevano dato durante gli anni, svanito. Meno male che gli avevano promesso più volte, in passato, che ci sarebbero sempre stati e non l’avrebbero mai abbandonato; e la consapevolezza che fossero state tutte bugie si insinuò repentinamente in Zayn, che aveva già il bisogno di sfogare tutto il suo dolore e la sua tristezza. Gli era successo in un mucchio di situazioni, e la sua ancora di salvezza era stato, ogni volta, un oggetto affilato di qualsiasi tipo. Invece, in quel momento, l’unico su cui poteva manifestare i suoi sentimenti non era lui, ma Liam. Lo sapeva bene, il moro. Sarebbe riuscito a calmarsi solo tormentando le labbra del castano, mordendole e succhiandole nel modo più inesperto del mondo, vista la sua ignoranza in materia; tuttavia le avrebbe molestate fino a farle sanguinare, per poi succhiar via il sangue da esse e ricominciare tutto da capo.
Si odiava per quei pensieri. Liam, poco ma sicuro, non gli avrebbe mai permesso di lasciargli così tanta libertà, stavano insieme ma era successo tutto davvero troppo in fretta. E poi ci si metteva l’ultimatum… gli venne quasi da vomitare.
- Vado a pensarci. – esalò. Batté in ritirata, accompagnato dal suo ragazzo, in camera sua e si chiuse la porta alle spalle. Girò la chiave nella toppa una, due volte, desiderando con tutto il cuore di riuscire a fare la scelta giusta.
Insomma, la perdita era grande in entrambi i casi: se avesse deciso di non troncare la relazione, addio casa. Se avesse deciso di rimanere senza Liam… beh, niente Liam.
- Zay. – sentì, si voltò e incontrò con gli occhi quelli del giovane accanto a lui.
- Cosa c’è?
- Nulla, volevo solo vedere se mi stavi ascoltando. Sto solo parlando da un paio di minuti, niente di che. – Zayn sprofondò nel totale imbarazzo. Se avesse avuto una pala, si sarebbe già sotterrato dalla vergogna. Si lasciò docilmente trascinare fino al suo letto, si stese di fianco al ventiduenne e si voltarono entrambi su un lato, per guardarsi negli occhi. – Stavo dicendo che io ti appoggerò in ogni tua scelta, che sia quella di restare con me o di andartene via come se nulla fosse successo. Lo sai, giusto?
- Lo so, lo so. Credimi se ti dico che mi sta per esplodere la testa! Non ci capisco più niente, Lee. E’ tutto così… incasinato. Peggio del solito. – guardò Liam poggiare la testa su una mano, piegare il gomito e sollevarla – E non voglio rinunciare né alla mia casa né a te. Sai che ti voglio un bene che non riesco a quantificare, morirei per te, e la cosa peggiore è che non mi importerebbe di mettere in pericolo la mia incolumità per avere un tuo sorriso! Sono un caso perso, assolutamente. – la mano libera del più grande si intrufolò sotto la sua maglia, per accarezzare la pelle calda e invitante del moro e cercare di calmarlo. Cosa che non successe: anzi, il punto sfiorato dal castano prese a bruciare come fuoco vivo.
- Se posso esprimere la mia opinione… - Liam si portò più vicino a Zayn, sussurrandogli languidamente quelle parole a poco meno di un palmo di distanza dalla sua bocca – non voglio rinunciare a queste – spostò la mano dal fianco alle labbra del moro, le accarezzò con i polpastrelli – né a questo – sfiorò il collo – né alla morbidezza di questi qui – affondò le dita nei suoi capelli, giocherellando con qualche ciocca disordinata – oppure al calore della tua pelle… e non voglio rinunciare a questo – Zayn sussultò e ridacchiò, visibilmente imbarazzato, sentendo la mano di Liam poggiarsi sul suo sedere e lasciargli una stretta maliziosa – ma, soprattutto, morirei sapendo di non poter più avere questo. – e, alla fine, il suo palmo sostò sul cuore del moro, ascoltandone i battiti veloci e piegando le labbra in un sorriso, sempre mantenendo il contatto visivo con il più piccolo.
Amava anche i suoi occhi, ma non lo disse: decise di tenerlo per sé, era una cosa a suo parere eccessivamente romantica per una relazione appena nata. Avrebbe aspettato il giusto tempo, e poi avrebbe aggiunto quelle splendide iridi al suo elenco.
- E io non voglio rinunciare ai tuoi baci, è possibile? – sorrisero uno contro la bocca dell’altro.
Si trovarono quasi immediatamente avvinghiati, una gamba di Liam serrata tra quelle di Zayn e la sua coscia che sfregava contro il suo bacino; e, mentre il più grande scendeva a baciare il collo del moro e infilava le mani sotto la sua maglia per la milionesima volta, l’altro sentì subito di essersi eccitato non poco e avvampò. Incrociò mentalmente le dita, magari il suo amato non si sarebbe accorto di-
- Calma i bollenti spiriti, tigrotto… di là c’è la tua famiglia al completo. – venne rimbeccato dal castano, che gli pizzicò la pancia amichevolmente.
- Ma io ti desidero tanto, Lee! – piagnucolò, e sbuffò nel momento in cui Liam uscì dal suo abbraccio e si alzò in piedi. – Io non voglio lasciarti. – aggiunse poi, sempre con tono lagnoso.
- Mi sembra di averlo capito, a giudicare dalla tua reazione alle mie coccole innocenti. E nemmeno io voglio che finisca, perciò- ma la smetti di borbottare?
- Non è colpa mia se mi baci in maniera così sexy, cosa vuoi che faccia il mio corpo? – il maggiore strabuzzò gli occhi, fissi sul diciannovenne, quando quello spalancò le gambe oscenamente e sussurrò qualcosa che lui non capì. – Voglio ancora sentire le tue dita addosso a me, che mi accarezzano, ti prego – vedendo Liam scuotere la testa in cenno di diniego, accennò un sorriso e fece scivolare la sua mano fino al laccio della sua tuta, tirandolo lentamente e slegando così il nodo che teneva i pantaloni.
- E’ inutile, non voglio toccarti di nuovo, sai in che casino finiremmo se-
- La porta è chiusa a chiave, doppia mandata, e posso essere molto silenzioso se voglio. – ricevette di nuovo un taciuto no, ma meno deciso del precedente. Ovvio che il castano stava cominciando a cedere davanti ai modi provocanti di Zayn, che non capiva proprio da dove trovasse l’ispirazione per il suo comportamento. Saranno stati tutti quei porno che aveva guardato durante la sua adolescenza? – Non cedi proprio? Puoi avermi come, dove e quando desideri. Sono tutto tuo, da anni.
- Cristo, Zay, smettila… ti stai eccitando anche tu, da solo, te ne sei accorto? – Liam si morse il labbro e spostò lo sguardo dagli occhi del moro al suo corpo: sospirò quando vide il suo bacino muoversi, dando spinte decise contro l’aria, le gambe aprirsi ancora di più e la mano poggiarsi sul rigonfiamento dei pantaloni.
- Lo so, e tu ti sei accorto di avere indossato jeans troppo stretti?
- Piantala, non cederò facilmente, so contenermi. – e invece no, non seppe contenersi per nulla quando Zayn incrociò il suo sguardo, abbassò le palpebre ed emise un piccolo gemito, una cosa discreta; il che, sommato alla sua mano che si era nel frattempo intrufolata nei pantaloni, ai movimenti languidi del bacino e alle gambe spalancate al massimo, risultò essere la goccia che fece traboccare il vaso.
Liam quasi si lanciò sul letto, si stese tra le gambe del più piccolo e gli baciò ferocemente il collo, segnandolo in più punti; poi, gli calò i pantaloni della tuta, allontanandosi per pochissimo e solo per togliersi i jeans. Zayn, intanto, sospirava e ansimava piano per via dei baci e dei tocchi del castano.
- “So contenermi”, eh? – ridacchiò, e infilò le dita tra i capelli scompigliati dell’altro giovane, intento a penetrargli l’ombelico con la lingua simulando atti sconci. E questo sì che faceva morire il moretto. Si lasciò scappare un gemito quando Liam scese di più e gli lasciò un segno rosso sull’interno coscia, a poca distanza dal suo membro eretto già bagnato di liquido preorgasmico.
- Ti ricorderai per sempre di questa sega, piccino. – mormorò, con le labbra posate stavolta sul suo fianco e le mani impegnate a sfilargli i boxer: prese in mano il suo sesso e iniziò a pomparlo veloce immediatamente, beandosi dei gemiti soffocati e delle parole sconnesse che giungevano da Zayn. Gli passò il pollice sulla punta, consapevole dell’effetto che quel determinato movimento generava, e fu ben contento del risultato che ottenne, ossia un giovane diciannovenne ansimante e dalle pupille dilatate al massimo.
- Li-Liam, voglio… voglio toccarti, Liam, ti prego – riuscì a dire il moro tra i sospiri e i gemiti: con uno sforzo stoico scacciò la mano di Liam e ribaltò miracolosamente le posizioni, trovandosi pure davanti agli occhi l’erezione del giovane. Non sapeva perché, ma si leccò piano le labbra e gli abbassò le mutande di scatto, le lasciò cadere a terra e spostò lo sguardo fino agli splendidi occhi luccicanti del ventiduenne.
- Fallo, allora. – esalò soltanto, prima di gemere forte e tapparsi subito la bocca: Zayn, infatti, non se l’era fatto ripetere due volte e stava mettendo in pratica tutto ciò che Liam gli aveva “insegnato”.
A parer suo, vedere qualcuno provare piacere grazie a lui era addirittura meglio che masturbarsi e raggiungere l’orgasmo soli soletti; non che avesse mai dato piacere a qualcuno prima di allora, ma è la volta buona, perché non sfruttarla?, si chiese.
Toccò Liam fino a farlo venire, e al solo vederlo in quello stato, con la testa reclinata, la bocca semiaperta nel tentativo di dire il suo nome, gli occhi socchiusi e la schiena un poco inarcata, raggiunse l’apice anche lui imbrattando le coperte del letto.
- Beh, io- wow – commentò a mezza voce il minore, crollò addosso all’altro giovane: le gambe gli tremavano, il fiato era ancora un po’ corto per via del travolgente orgasmo avuto poco prima, e si lasciò stringere e baciare dal castano senza spiccicare una parola.
- C’è casa mia, se vuoi. – alzò la testa per incontrare lo sguardo del ventiduenne, non capendo cosa intendesse. Quello, forse, notò il suo sguardo interrogativo e si affrettò a spiegare: - Intendo, se ti cacciano di casa… puoi venire a stare da me, temporaneamente o no.
- Da-davvero? – gli occhi di Zayn si illuminarono di botto, cominciò a schioccare tanti piccoli baci sul mento a Liam, sorridendo come un bambino davanti ai regali di Natale. Dal canto suo, l’altro sapeva bene che, sicuramente, i suoi non avrebbero accettato senza battere ciglio, ma non che gli importasse in realtà. Tutto ciò che contava era Zayn, solo e unicamente lui, la sua felicità e la loro storia appena nata. – Io- io non so cosa dire, sul serio, sei un tesoro! Comunque non resterò molto da te, l’anno scorso un mio ex compagno del corso di trigonometria aveva messo in affitto una camera, credo sia ancora libera.
- Puoi rimanere quanto vuoi, principessa. Solo… non abbiamo una stanza degli ospiti, dovrai accontentarti del mio letto, ti va bene ancora?
- E me lo chiedi?! Io ti- - si trattenne dall’aggiungere “amo”: era vero che sognava Liam Payne dal primo anno di liceo, ma si conoscevano troppo poco per dirgli già le due fatidiche paroline. – Ti voglio bene, più di quanto tu possa immaginare. – si allungò per prendere i loro vestiti da terra, porse i boxer e i jeans al castano e si ricompose. Sgattaiolarono insieme in bagno, per ripulirsi un po’, e solo lì il maggiore si accorse delle macchie bianche che adornavano la maglietta del moro.
- Zay, ehi…
- Sì? – si voltò quello, con gli occhioni da cerbiatto ingenuo e indifeso sgranati, e Liam si sentì sciogliere e scivolare via in rivoletti.
- La tua maglia è macchiata, vedi? – indicò la zona sporca e, tanto per cambiare, Zayn assunse un colorito più rosso del normale.
- Oddio, non- non me n’ero accorto, io credo- credo che sia tuo, Lee. – agguantò una salvietta e ci nascose il viso, per non mostrare il suo già evidente rossore e il suo sorriso a metà tra l’imbarazzato e il fiero; era la prima (di tante, poco ma sicuro) seghe che avrebbe fatto al suo ragazzo, e se aveva imbrattato la sua maglietta con il suo seme, allora Zayn aveva davvero qualche capacità in quel campo.
- Sì, tesorino mio. Forse dovresti cambiarla, che ne dici?
- Direi proprio di- di sì, decisamente sì. – tornò in camera e si infilò una maglia simile alla precedente, in modo che i suoi non si accorgessero subito del cambiamento e non avessero capito: anche se il moro aveva gemuto, un paio di volte, così forte che persino i sordi lo avrebbero sentito. – Possiamo… andiamo a parlare con i miei, tanto ho già preso una decisione. – dopo un ultimo, rapidissimo bacetto raggiunsero il salotto, sedendosi di nuovo sulle due sedie di fronte al divano.
- Allora? – incalzò il signor Malik, squadrò i due giovani e in particolare Zayn torvamente e strinse la moglie contro di sé.
- Allora, beh – iniziò a parlare il moro – ho deciso che me ne vado. Vado a stare da Liam per un po’, fino a quando non troverò qualcuno a cui serve un coinquilino.
- Zayn, mi dispiace così tanto, ma io- non posso sopportare di avere un figlio come te sotto- sotto il tetto di casa mia. – si intromise sua madre, che si stava addirittura trattenendo: se non ci fosse stato Liam, gli avrebbe urlato contro molto peggio.
- E io non so cosa risponderti, mamma. E’ per questo che me ne vado. Posso andare a preparare i miei bagagli, ora? So che mi volete fuori dai piedi il prima possibile. – l’uomo fece un cenno d’assenso, mentre la signora Malik si lasciò sfuggire un singhiozzo disperato e si accasciò, nuovamente, tra le braccia del marito. Zayn li ignorò bellamente, anzi, afferrò la mano di Liam e se lo trascinò via, diretto verso la sua stanza.
- Vuoi che ti dia una mano? – chiese il più grande.
- Se tu vuoi, accetto volentieri. Prendo la valigia, tu comincia… beh, puoi tirare fuori qualche maglietta, sono nel primo cassetto. – uscì dalla camera, e il castano cominciò ad estrarre gli indumenti come gli era stato ordinato. Solo che, da una di esse, comparve un piccolo oggetto argentato, che generò un rumore metallico non appena colpì il pavimento.
E Liam, temendo di aver fatto cadere qualcosa di importante, si chinò a raccogliere una lametta macchiata di sangue rappreso.
 



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Buon pomeriggio, miei cari ciccini. E buona estate a tutti voi! <3
Dopo solo quattro mesi circa, aggiorno. Lo so, dovrei vergognarmi, e correre per casa frustandomi con rami di salice bagnati e invocando il perdono di Buddha, ma non fa nulla. 
Aggiornato tardi e male, poi, bah. Comunque, l'autolesionismo sarebbe dovuto saltar fuori almeno due capitoli fa, ma ho ben deciso di posticipare la cosa e ho sfruttato l'occasione per terminare un capitolo per il quale non avevo idee: quindi viva me e la mia pigrizia, una volta tanto.
Btw non ho nulla da dire su quest'aggiornamento, quindi passo direttamente ai ringraziamenti.
In primis ringrazio quella nana chiamata Bia, che mi beta sempre tutto e ha protestato per farmi il banner (se riuscirò, con le mie ben poche capacità, a metterlo nel prossimo capitolo); poi, mi sento in dovere di aggiungere anche Alex, che mi ha liberamente ispirata per il finale del capitolo; poi, last but not least, tutte voi che leggete e/o commentate, siete splendide :') 
Su Twitter mi trovate sotto @meowryen (e no, non è riferito alla casa Targaryen di GoT. Ma va. Ma cosa dite. Voi siete fatti. Bah.) e nel mio profilo trovate anche la mia ultima, penosissima OS, melt your popsicle. (ho già detto che non mi fa i collegamenti con i link? E datemi una maaano. T.T)
Alla prossima-mica-tanto-prossima,

Amy xx

 

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