Characters.

di Lylyt26
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Peter Hale. ***
Capitolo 2: *** Lydia Martin. ***
Capitolo 3: *** Ethan. ***
Capitolo 4: *** Chris Argent. ***
Capitolo 5: *** Boyd & Erica Reyes. ***



Capitolo 1
*** Peter Hale. ***


Desclaimer: I personaggi non mi appartengono, non scrivo a scopo di lucro, i diritti dei personaggi sono stati rispettati come previsto dalla legge.

In tutte le storie ci sono personaggi secondari, personaggi che vengono messi nell'ombra da quelli principali, personaggi cattivi, personaggi di cui in realtà, non si sa niente.

Uno di questi è Peter Hale, abituato da sempre al titolo di cattivo, di uomo senza cuore. E forse, un po' cattivo Peter lo è, perché questo non si può negare, ma qualcuno si è mai fermato a chiedersi il perché?

No, nessuno. Ed anche a questo Peter è abituato. Abituato alle accuse, agli sguardi carichi d'odio, allo stare solo. Peter è abituato ad essere il cattivo, è quello che infondo è sempre stato, sin da ragazzo. Lui è sempre stato lo psicopatico, la pecora o meglio, il lupo, nero della famiglia.

Ma nessuno si è mai davvero fermato a pensare che anche Peter come Derek avesse perso la sua famiglia, la sua casa, sua sorella. Sua sorella che amava ed odiava allo stesso tempo, sua sorella che era sempre stata la sua guida e che odiava perché era sempre lei quella che spiccava, lei era l'alpha, lei era quella saggia, quella buona. E Peter ci aveva provato ad imitarla, ad essere come lei, ma lo stesso sangue non fa la stessa persona, e questo Peter l'aveva capito negli anni, con gli sbagli, con le lacrime. E quante lacrime aveva versato, in silenzio, nascosto, perché lui era davvero da solo.

Perchè se Derek aveva Laura lui non aveva nessuno, nessuno che davvero ci tenesse a sapere se fosse ancora vivo o morto, tanto che, in quella stanza di ospedale, i suoi nipoti, il suo stesso sangue, non erano mai venuti. In quei lunghi anni c'era stato solo lui, la sua immobilità e quelle pareti bianche, che probabilmente gli avevano dato alla testa, più del dovuto, ovvio.

Da lì erano iniziati la serie di errori interminabili, le sue colpe inespugnabili, la sua ascesa alla pazzia. Peter cercava potere, perché era l'unica cosa gli era rimasta, e il potere acceca, l'ha sempre fatto, portandolo così a distruggere un membro della sua stessa famiglia reduce di dolore e distruzione, e lui non aveva fatto altro che continuare quello che l'incendio non era riuscito a fare, uccidere sua nipote e se stesso, perchè Peter non era più in sé, perchè Peter, quello razionale, ricordava quando, ancora piccolo, pregava la sua sorellona per affidargli quel fagottino in braccio, Peter ricordava tutte le volte che aveva dato da mangiare alla sua nipotina, ricordava come avesse insegnato a Derek a controllarsi durante la luna piena, probabilmente in metodi poco ortodossi, ma infondo l'aveva fatto, questo non contava? No, ovviamente dopo aver ucciso quel fagottino che ormai era diventata donna no, non aveva il diritto di rivangare quei momenti felici.

Ma la sfilza di cazzate non era finita lì: c'era stato poi il morso a Scott, e infondo, di questo non se ne pentiva poi così tanto, perché senza di lui adesso probabilmente Beacon Hills sarebbe rasa al suolo, perché, ammettiamolo, Peter neanche come Alfa avrebbe saputo gestire delle situazioni che Scott, per quanto un po' tardo e sconclusionato, era riuscito ad affrontare e risolvere, a soli sedici anni. Questo, infondo, molto infondo, sorpassato lo strato consistente di invidia, recava a Peter una quantità d'orgoglio sproporzionata, ma che non avrebbe ammesso neanche sotto le più atroci torture, perché lui era fatto così, e nonostante tutte le cazzate, le uccisioni, qualcosa di buono l'aveva fatto.

Come il morso a Lydia, e si, neanche di quello si pentiva, perché sapeva che comunque prima o poi l'avrebbe scoperto, e serviva che succedesse al più presto. Forse era stato un po' burbero, questo non si può negare, lasciare una ragazza mezza morta dissanguata su un campo di lacrosse non è il modo più elegante, ma lui conosceva solo questo, sangue, dolore, morte. E Peter aveva fatto un sacco di altre cose quasi buone, ma nessuno gliele avrebbe mai riconosciute, e infondo la colpa era in gran parte, o quasi totalmente, la sua.

Ma perché se per Derek c'era anche solo un minimo di compassione e di comprensione, per lui non ne esisteva? Infondo, il suo amato nipote, non ci aveva pensato due volte ad aprirgli in due la gola per strappargli il potere nello stesso modo in cui lui l'aveva conquistato. Ed a nessuno era passato per l'anticamera del cervello di chiedere a Peter perché anche lui avesse gli occhi azzurri, gli occhi di qualcuno che ha ucciso da giovane. Che ne sappiamo noi che non sia successo in un modo tragico come per Derek? E, se a Scott non aveva dato la possibilità di scegliere, a Stiles l'ha data, e non ha mosso un muscolo quando il ragazzo si è opposto.

E poi ripensandoci, Stiles e Peter non sono poi così diversi, l'unica difesa di entrambi è il sarcasmo, ma una differenza sostanziale c'è comunque. Stiles ha suo padre, Scott, il branco. Peter cos'ha? Un nipote che lo odia, una nipote che si ricorda a malapena di lui ma che comunque lo detesta, una casa troppo grande e vuota e nessuno che si preoccupi davvero per lui, nonostante lui sia sempre lì, in mezzo ad ogni combattimento, ad ogni ricerca, anche se quel branco non è il suo. Perché Peter è così, un'omega psicopatico alla ricerca costante di quel qualcosa che lo faccia sentire vivo, e se quel qualcosa è il potere, chi può contraddirlo? Che poi i suoi metodi siano ampiamente 
anti-sociali e macabri beh, è un'altra storia.

Minuscolo angolo scrittrice: Tutte le OS sono state betate da RevengeXXX, mia unica salvezza.
ILY SUN!

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Capitolo 2
*** Lydia Martin. ***


Desclaimer: I personaggi non mi appartengono, non scrivo a scopo di lucro, i diritti dei personaggi sono stati rispettati come previsto dalla legge.

E se prima abbiamo parlato di personaggi secondari, adesso parliamo di un altro tipo di personaggio, parliamo delle mascotte, se così le vogliamo chiamare.


Lydia Martin è la mascotte del branco, è a suo modo importante, perchè è lei che riesce a capire sempre cosa ci sia sotto, e non importa che per farlo Lydia passi le notti in bianco, non importa che si sia svegliata una mattina scoprendo che le sue urla avrebbero richiamato l'intera comunità sovrannaturale, no, questo non importa.

Perchè, infondo, Lydia è quella bella ed intelligente, quella irraggiungibile, la tipica snob che si da troppe arie. Ma, anche su Lydia, c'è così tanto che la gente non vede, o meglio, che la gente 
non vuole vedere. Nessuno si è mai posto il problema che Lydia sia stata scaraventata in un mondo di cui a malapena conosceva l'esistenza, se non per le storielle horror che le raccontavano i suoi cugini quando da bambini facevano campeggio.

Nessuno ha mai pensato a quanto Lydia stia male tutte le volte che è lei a trovare cadaveri, perchè arriva sempre troppo tardi, perchè i suoi poteri le comunicano solo quello, morte.

Lydia non riesce mai ad arrivare in tempo, non arriva mai quando la situazione si può ancora salvare, Lydia trova i cadaveri ed urla, e nessuno sa che lo fa anche la notte, con la faccia schiacciata contro il cuscino, che negli ultimi mesi è sempre più bagnato e pieno di strisce nere, ricordi passati del suo mascara costoso.

Nessuno pensa a quanto Lydia può essere fragile, a quanto è fragile, perchè è sempre stata una brava attrice, e nasconde tutto: le notti passate a piangere, l'odore persistente del sangue sui suoi vestiti, le nottate in bianco, le nasconde dietro quel trucco leggero e quel sorriso arrogante, che di arrogante in realtà non ha nulla, è solo il sorriso di una persona distrutta, stanca di andare avanti. Perchè nessuno ha pensato che vedere il suo ragazzo sotto forma di lucertolone gigante l'abbia ferita, nessuno ha minimamente pensato quanto possa essere stata male a vedere il suo ragazzo cercare di uccidere lei e i suoi amici, nessuno c'ha pensato, troppo presi a cercare di ucciderlo.

Ma Lydia è forte, Lydia è quella che sa sempre tutto, ed è quella che quando non sa va a cercare, fin quando gli occhi non le diventano rossi, fin quando non riesce a trovare qualcosa che aiuti davvero i suoi amici.  E dopo il Kanima, nessuno ha pensato quanto le facesse male che il suo ragazzo, quello con cui aveva condiviso buona parte dell'adolescenza ancora in corso, l'avesse scaricata per un po' di muscoli in più e per due zanne affilate. Un po' come aveva fatto Peter, che l'aveva quasi fatta impazzire pur di essere riportato in vita, e solo, indovinate un po'? Per il potere.

Lydia era stanca, lo era davvero, ma una scintilla di vita era riapparsa in lei quando era comparso Aiden, che inzialmente l'aveva usata pure lui, tutto per arrivare alla supremazia, all'estrema potenza. Lydia era una fonte immensa di potere, e questo tutti l'avevano capito. Ma nonostante tutto con Aiden era stato diverso, dopo le prime divergenze qualcosa stava nascendo davvero, qualcosa che Lydia non provava da quando il suo ex-ragazzo aveva tentato di conficcarle le unghie avvelenate nel cranio. 

Lydia ci teneva ad Aiden, a modo suo, ma ci teneva. Era la sua via di fuga, nonostante lui facesse parte integrante di quel casino che era la sua vita. Aiden era un po' il suo tornare ad essere una normale sedicenne, Aiden era del sano sesso, Aiden era importante. Ma anche lui le venne strappato via, e tutto, di nuovo, per il potere. E non fu l'unico, Lydia perse anche parte integrante della sua vita, la sua metà femminile, Allison. 

Se all'inizio la loro amicizia poteva sembrare una stupida pretesa da una ragazza altrettanto stupida e snob, per Lydia, Allison era diventata importante come l'acqua, e sapere che non aveva potuto dirle addio, che non aveva neanche potuto tenerla tra le braccia, che non aveva potuto ricordarle che non poteva morire, perchè le doveva fare da damigella al suo futuro e poco probabile matrimonio con Johnny Depp, perchè doveva ancora accompagnarla dal parrucchiere, semplicemente non poteva morire perchè doveva ancora stare lì con lei.

Ma non aveva potuto, perchè lei, come detto prima, arrivava a trovare i cadaveri, e con la sua migliore amica, la situazione non era stata diversa. E nessuno aveva pensato a Lydia, tutti stavano male per Scott, che si, aveva perso anche lui l'amore della sua vita, ma in un giorno solo lei aveva perso il suo quasi-ragazzo e la sua migliore amica, senza contare inoltre che era stata intrappolata per chissà quante ore in un campo di concentramento con uno psicopatico con le sembianze di uno dei suoi migliori amici.

E nonostante tutto questo, Lydia si alza tutte le mattine, si guarda allo specchio e si dice che ce la farà anche oggi, perchè deve farcela, deve per Aiden, per Allison, per Jackson, per il branco, per se stessa. Perchè per quanto gli altri possano pensare il contario prima di Lydia viene sempre il branco, prima della sua tranquillità viene quella degli altri, ma questo i suoi amici non lo sapranno mai, perchè Lydia continua a nascondere tutto dietro quel sorriso, aspettando qualcuno che la stringa forte e che le dica che finalmente è passata, e che ora, le sue urla si sentiranno solo quando la mano le trema e si sbava lo smalto.

Ma nonostante questo non succeda, Lydia va avanti e riesce a sorride comunque.



My little corner: Iniziamo col dire, ehi! Tanti auguri a me! Pubblico questo capitolo il giorno del mio compleanno perchè sono in fibrillazione da giorni, detto molto sinceramente amo questo capitolo, ci sono molto affezionata e non vedevo l'ora che qualcuno oltre me e la mia fantastica beta RevengeXXX lo potesse leggere. Ringrazio con l'anima Adelaide Bonfamille che si è presa la briga di recensire il primo capitolo, e ringrazio anche tutti quelli che l'hanno anche solo letto. Fatemi sapere, vi prego! Dai, che è il mio compleanno, fatemi questo regalo. 
Con affetto,

Lylyt. 

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Capitolo 3
*** Ethan. ***


Desclaimer: I personaggi non mi appartengono, non scrivo a scopo di lucro, i diritti dei personaggi sono stati rispettati come previsto dalla legge.

Avendo già parlato di personaggi cattivi e di mascotte, adesso parleremo di quei personaggi che vanno ridimensionati, quei personaggi un po' confusi, ma che infondo sono parte integrante della storia.

 

Ethan è uno di questi, Ethan è l'alpha senza cognome, perchè in realtà di lui sappiamo davvero pochissimo, o forse proprio niente. Ethan è comparso così, dal nulla, insieme a suo fratello, portando insieme a lui odore di morte e distruzione, perchè conosce solo questo.

Anche lui come Aiden si nutre di potere, ma, a differenza di suo fratello, Ethan ha sempre cercato anche accettazione, e perchè no, forse anche un po' d'amore. Ed è vero che quando ha cercato di conquistare Danny era tutto per far soffrire Scott, ma, andando avanti, alla fine l'unico che ci ha sofferto davvero è stato lui, perchè Danny era diverso, perchè Danny lo guardava come semplicemente si guarda una persona che ti piace, non un assassino che da un momento all'altro può diventare un bestione alto due metri.

E quando Aiden ha scoperto che in realtà quella importante era Lydia, Ethan non se l'è sentita di lasciare andare la sua àncora, la sua parte umana, il suo amore. Ed è anche difficile chiamarlo così, amore, perchè in realtà Danny non sa, ed Ethan non può parlargliene, e non solo perchè Deucalion lo farebbe a pezzi, ma anche perchè Danny non se lo merita, merita di potersi svegliare con la sola preoccupazione di un compito in classe, e non che il suo ragazzo sia stato ucciso da qualche parte.

Ethan è complicato, ma è sempre stato quello più razionale, quello più pacato rispetto ad Aiden, e si, neanche lui si è fatto poi così tanti scrupoli ad uccidere il suo branco per avere il potere, ma Ethan è quello che la notte, mentre suo fratello dorme, ripensa ai suoi genitori, si chiede se siano ancora vivi, se ancora pensino a loro, se ancora soffrano per loro. E questo solo Ethan lo sa, perchè con Aiden non ne può parlare, perchè è Aiden quello forte trai due, quello che è andato avanti senza mai voltarsi indietro, ed Ethan l'ha seguito, perchè è suo fratello, perchè sono la stessa cellula, ma non la stessa persona.

Ethan è diverso da quello che mostra, vorrebbe davvero far parte di un branco, di una famiglia, essere buono, ma come può? Dopo tutto quello che ha fatto, dopo tutto quello che ha lasciato che succedesse, come può anche solo sperare in un po' di comprensione? Come può essere accettato dopo aver obbligato Derek ad uccidere il suo beta? Come può essere accettato dopo aver cercato di uccidere Isaac e di rovinare la vita a tutti gli altri? Ma questo, stranamente succede, ad Ethan e Aiden viene data un'altra possibilità, la possibilità di cambiare, di diventare quasi-normali, viene data la possibilità di poter scegliere.

Cosa che si, anche Deucalion gli aveva dato, ma al tempo potevano scegliere solo tra la morte certa e il potere, e chiunque avrebbe scelto il potere, almeno, era quello che Ethan si ripeteva quando prima di chiudere gli occhi tutti i volti delle persone uccise gli scorrevano davanti come nel peggiore dei film horror, ed Ethan non dimenticherà mai come Stiles l'abbia salvato, come l'abbia risvegliato da quell'incubo che si sarebbe tramutato nella sua fine, e tutte le notti Ethan si chiede perchè Stiles l'abbia fatto, infondo, il suo piano, o meglio, quello di Deucalion, era ucciderli tutti, se Ethan fosse morto avrebbero avuto un probelma in meno, ma Stiles aveva lottato, letteralmente, per tenerlo in vita.

Ed Ethan tutte le volte che ci pensa rabbrividisce, perchè sinceramente lui non sa se avrebbe fatto lo stesso per loro. E come se Ethan non avesse sofferto abbastanza, dopo aver finalmente trovato il suo posto, dopo essere stato accolto tra gli altri, Aiden muore. Per colpa di alcuni stupidi samurai che sembrano fatti d'ombra, e nonostante quello colpito sia stato Aiden, Ethan è morto con lui, e su questo non ci sono dubbi, non solo perchè hanno condiviso lo stesso dolore atroce grazie al loro essere gemelli, ma anche perchè ora Ethan è solo, non ha più nessuno.

Suo fratello, l'unico che davvero lo capiva ed accetteva non c'era più, e con Danny la storia non era andata avanti, perchè Ethan sa che merita di meglio di un ragazzo che si alza dal letto per cercare di uccidersi con una motosega, sa che merita di meglio di un ragazzo che una volta al mese rischierà di ucciderlo, di un ragazzo che deve stare attento a toccarlo per non fargli male, Danny merita di meglio che Ethan, e questo lui lo sa. E quando Ethan decide di lasciare Beacon Hills nessuno lo ferma, nessuno gli dice di restare, e forse è meglio così, perchè lui non vuole restare.

Ethan vuole solo trovare il suo posto, vuole trovare il suo branco, da alpha o beta non importa, vuole solo lasciarsi tutto alle spalle ed essere solo lui, Ethan. Senza Aiden, senza Deucalion, senza Kali, senza nessuno. E sarà difficile, perchè la vita di Ethan è sempre stata vissuta in due, e adesso che è da solo sembra sempre più dura da affrontare, ma deve farlo, perchè lui è forte, e nonostante non sia mai stato il tipo che crede in queste cose, sa che Aiden è sempre con lui, a ricordargli quando sbaglia, a ricordargli di essere forte, di essere felice, per entrambi. 

My little corner: Buona sera ragazzuoli/e, oggi non mi sento proprio benissimo, così pubblico 'presto' (a differenza degli altri capitoli pubblicati alle 2/3 del mattino.) E niente, ci tengo a questo capitolo quasi quanto quello di Lydia, e spero di non essere stata O.O.C, ma in ogni caso fatemi sapere. Grazie per chiunque legga e ad Adelaide Bonfamille che continua a recensirmi e rendermi sempre più orgogliosa di queste storie. Come sempre amo alla follia la mia beta RevengeXXX e la ringrazierò sempre per queste betature fantastiche. 
Con affetto,

Lylyt.

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Capitolo 4
*** Chris Argent. ***


Desclaimer : I personaggi non mi appartengono, non scrivo a scopo di lucro, i diritti dei personaggi sono stati rispettati come previsto dalla legge.

 

Se precedentemente abbiamo parlato di mascotte, di cattivi e di personaggi confusi adesso parliamo di quei personaggi indistruttibili, di quei personaggi che, nonostante il mondo gli crolli addosso vanno avanti, senza mai voltare lo sguardo.

La vita di Chris Argent non è mai stata una passeggiata in riva al lago bensì il pandemonio più totale. Di solito, quando sei piccolo, i tuoi genitori ti insegnano che i mostri sotto il letto non esistono, che niente ti potrebbe fare del male. Per Chris invece la vita non è stata così facile perché i suoi, di genitori, gli avevano insegnato l'esatto contrario, che quei mostri erano reali come non mai, e che non aspettavano altro che staccargli la testa per poi ballare sulla sua tomba. Il cacciatore non è cresciuto tra i campi di calcio e le serate con gli amici, è cresciuto invece tra i campi di addestramento e le riunioni ricognitive, dove l'obbiettivo non era una sbronza allegra, ma un omicidio ben ingegnato. Per anni Chris aveva vissuto nella convinzione che quello che la sua famiglia facesse fosse la cosa più giusta, infondo, proteggevano solo l'umanità, quella che il mondo soprannaturale conosceva per i film. L'uomo aveva accettato questo peso senza indugi, senza rifletterci troppo, perché era tutto progettato, tutto organizzato dal codice. Quel codice che nella sua famiglia in realtà, col tempo, aveva capito di seguire solo lui.

Chris non era mai stato solo in questa avventura, o meglio, tortura che è la sua vita, con lui c'era sempre stata Kate, sua sorella. Che lui stesso si era preso la briga di addestrare, cercando di crearla a sua immagine e somiglianza, ma, come ben sappiamo, questo non era accaduto. Kate era sempre stata un po' fuori dagli schemi, sembrava che quasi ci godesse a veder morire gli altri, che godesse alla vista del sangue e del dolore, cosa che a Chris, invece, aveva sempre fatto accapponar la pelle.
Chris e Kate sono sempre stati diversi, tanto che lui ignorava completamente che sua sorella stesse frequentando, al tempo, un Derek ragazzino per estorcergli informazioni sulla sua famiglia e, come Chris ha sempre negato, che l'incendio fosse colpa della sua famiglia perché c'era il codice, perché loro volevano solo il bene dell'umanità, e non distruggere delle vite per puro divertimento. Ma Chris non sapeva, perché credeva davvero nel valore del suo codice, della morale, ma tutto si era distrutto al suo arrivo a Beacon Hills. All'inizio era come stare in qualsiasi città, aveva la sua famiglia, il suo lavoro, tutto come sempre ben organizzato. Ma poi tutto si era sgretolato, la verità era venuta a galla, e Chris si era trovato per la prima volta in vita sua a dubitare di quello a cui aveva sempre creduto. Chris Argent è un uomo forte, aveva affrontato la morte di sua sorella a testa alta, e non solo perché in cuor suo ha sempre saputo che il karma esiste, e che tutto torna indietro, ma perché è abituato alle perdite, ed era andato avanti.

Il suo mondo va definitivamente in pezzi quando anche sua moglie Victoria muore.

Victoria che era sempre stata dedita alla sua causa, forse anche più di lui, che l'aveva sempre sostenuto e amato. Chris aveva visto la vita di sua moglie spegnersi davanti ai suoi occhi, e nessuno aveva potuto impedire che le sue lacrime scorressero insieme alla vita di sua moglie. Victoria aveva preferito morire allo stare con lui ed essere un licantropo, e nonostante per lui, cacciatore di nascita, questa dovrebbe essere l'unica soluzione, Chris si era sentito ferito dalla facilità con cui sua moglie aveva deciso di lasciare questo mondo, di lasciare lui, Allison e tutti quelli che la conoscevano, ma per amore della sua metà aveva acconsentito al suo ultimo desiderio, mischiando il sangue della sua donna alle sue lacrime per l'ultima volta.

Ma le sventure del cacciatore non potevano finire qui perchè suo padre, Gerard, era tornato in città per reclamare vendetta e proprio in quel frangete Chris si era reso conto che era ormai l'unico a cui del codice fregasse davvero qualcosa.

Christopher si era visto così scivolare via tra le dita anche la vita di suo padre, e oltre a quella, anche le certezze che ha sempre avuto e sopratutto scivola via la fiducia in quello che fa, perché era stato proprio suo padre ad insegnargli i valori dei cacciatori, ed è stato proprio lui il primo a prendere e mandarli a puttane solo per un po' di potere in più. Chris non ce la faceva più, gli rimaneva solo Allison, la sua bambina, quella che aveva cercato di tenere fuori dal suo mondo più tempo possibile, perché era così fragile, così umana che non meritava una vita del genere, era già obbligata a subire traslochi continui e bugie su bugie, non poteva togliergli quel minimo di normalità rimastale.

Ma la vita non andava mai nel verso giusto per la famiglia Argent, ed Allison aveva scoperto quel mondo in un modo così agghiacciante da far venire i brividi anche a suo padre.

Ma sua figlia si credeva forte, pronta ad affrontare quel mondo che molte volte neanche suo padre riusciva ad arginare, e si era imbarcata in una vita più pericolosa di quanto potesse credere. Il cacciatore c'aveva provato a vivere da uomo normale, ma non poteva starsene con le mani in mano mentre degli innocenti morivano quando lui sapeva che avrebbe potuto evitarlo. E quindi rieccolo li, in quel mondo che ormai è il suo, pronto a combattere di nuovo, fin quando la sua ultima speranza gli viene strappata via senza esitazioni. Chris vede la vita della sua piccola affievolirsi e spegnersi del tutto davanti ai suoi occhi, e lui non ha potuto fare niente per impedirlo, se non drizzare le spalle e mandare indietro le lacrime, perché è questo che i cacciatori fanno, non hanno altri appigli, se non la forza e l'autocontrollo, e nonostante Argent non abbia più niente, va avanti, in nome di sua figlia, che è morta pur di proteggere quel mondo, quegli amici che l'hanno fatta sentir viva davvero.  Chris lotta, lotta come se non avesse nient'altro per cui vivere, ed infondo è davvero così, ma lui è un cacciatore, e niente lo può fermare.

My little corner: Bonsoir mes amis, come state? Io bene, estremamente felice per la pubblicazione di questo -penultimo- capitolo. Chiariamo, se per le shot di Lydia ed Ethan ero elettrizzata perchè orgogliosa, per questa sono elettrizzata perchè insicura a livelli estremi. Quando l'ho scritta ero talmente in ansia di farla risulatare un polpettone lacrimoso che sono andata in tilt, e solo grazie alla mia meravigliosa beta RevengeXXX, -che l'ha praticamente riscritto lei tanti erano gli errori-, che voi vi potete 'gustare' questa mia '''''opera'''''. E quindi se fa schifo la colpa è sua, io mi dileguo ahaha. No seriamente, ero arrivata al punto di cancellarla e riscriverla, ma mai mettersi contro una beta che possiede armi letali, quali foto tue con espressioni oscene e ricordi imbarazzanti, e quindi ecco a voi il capitolo. Come sempre grazie ad Adelaide Bonfamille che continua ad emozionarmi con le sue recensioni. E niente, come sempre vi prego di informarmi del vostro parere.
Con affetto,

Lylyt.

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Capitolo 5
*** Boyd & Erica Reyes. ***


 

Desclaimer: I personaggi non mi appartengono, non scrivo a scopo di lucro, i diritti dei personaggi sono stati rispettati come previsto dalla legge.



E se in tutto questo tempo abbiamo analizzato le figure dei personaggi cattivi, di quelli confusi, di quelli coraggiosi e delle mascotte, adesso analizziamo la figura dei personaggi sacrificio, quei personaggi che la storia ha voluto far terminare lì, senza poter dare la possibilità di farli andare avanti.

Questi personaggi sono Boyd ed Erica Reyes. Di questi due in realtà non si sa praticamente niente, tanto che Boyd in realtà è il cognome del personaggio e non il nome. Erica e Boyd sono quel tipo di personaggio che serve alla storia per iniziare una nuova fase, una svolta. Erica e Boyd sono stati i primi membri del branco di Derek, per motivi diversi, per esigenze dettate da causa maggiore. Ma qualcuno si è mai fermato a pensare cosa fossero prima di tutto ciò? Prima di essere il branco? No.

Erica Reyes era una ragazza particolare, estremamente timida, ma allo stesso tempo testarda e cocciuta, Erica era affetta da epilessia, e per questo nessuno l'aveva mai guardata davvero. Erica era sempre lì, sempre nel suo banco nell'ultima fila, per non essere notata più di tanto, perchè era talmente invisibile agli occhi del mondo che nessuno si rendeva conto di quando passava in corridoio, ma nonostante questo nessuno smetteva di parlare male di lei. Ed Erica sentiva tutto, perchè era epilettica e non sorda. Sentiva di quanto facessero schifo agli altri i suoi capelli, di quanto agli altri facesse pena quando aveva degli attacchi, di quanto al mondo facesse schifo la sua sola presenza. Ma Erica andava avanti, aspettando il momento giusto per riscattarsi, con pazienza, con gli occhi sempre umidi, e le labbra sempre troppo screpolate a causa dei morsi continui per manterli solo lucidi quegli occhi. E neanche i nostri eroi si erano accorti della sua presenza, del suo bisogno di qualcuno che la guardasse per davvero e l'abbracciasse stretta senza poi schifarsi quando il suo corpo impazziva e veniva scosso dai quei fremiti così dolorosi. Erica non aveva mai voluto abbattersi, sapeva che un giorno qualcosa sarebbe cambiato, e il giorno in palestra sembrava esattamente la sua occasione: erano tutti lì, ed Erica per una volta voleva sentirsi accettata, ma tutto era andato storto, il suo corpo si era ribellato al suo coraggio, ed era crollato. Ed era stato così dannatamente umiliante, Erica avrebbe voluto morire lì, non uscire mai da quell'ospedale, ma qualcuno aveva voluto che quello fosse davvero il giorno del suo riscatto, ecco perchè l'incontro con Derek.

Derek che le aveva promesso la bellezza, Derek che le aveva promesso la forza, Derek che finalmente le aveva proposto una vita normale. E per quale assurdo motivo Erica avrebbe dovuto rinunciare? Era quello che sognava da una vita intera e così non si era fatta indietro, anche quando gli occhi di Derek erano diventati color del sangue, anche quando le aveva afferrato con forza il braccio e le aveva sussurrato che le avrebbe fatto male, lei non ci aveva mai ripensato. E il giorno dopo la trasformazione ad Erica non sembrava vero, aveva buttato tutte quelle stupide medicine, tutte quelle stupide magliette che si ostinava ad indossare per nascondere il suo corpo ed era uscita di casa, bella come non mai. E tutti, per la prima volta in vita sua l'avevano notata, avevano notato i suoi lunghi capelli fluenti, le sue morbide curve, il suo sorriso sagace. Non si era mai sentita così viva, e finalmente poteva farla pagare a tutti quelli che per anni l'avevano demoralizzata fino a trasformarla in un cumulo di ansia e fobie, poteva farla pagare a tutti quelli che in quegli anni l'avevano ignorata, o guardata come se fosse affetta da qualche malattia contagiosa. Ed Erica era davvero arrabbiata, ferita, schifata, perchè bastavano due tacchi a spillo per far sospirare tutti i ragazzi e far ingelosire tutte le ragazze, e questo ad Erica faceva davvero ribrezzo.

Finalmente si sentiva viva, libera, ma la ragazza non sapeva che tutto ha un prezzo, e che lei l'avrebbe pagato con la vita. Perchè Erica col morso aveva deciso di cambiare totalmente, di cambiare non solo il suo aspetto fisico, ma anche il suo modo di fare, il suo carattere. E tutta quella sicurezza era sfociata in un immensa arroganza e prepotenza, che l'aveva automaticamente portata a credersi indistruttibile, immortale. Ma la realtà l'aveva bruscamente riportata coi piedi per terra, e le aveva tolto anche quell'ultima possibilità che le aveva dato, ed è questo che ci rimane di Erica Reyes: un ricordo dolce amaro, un ricordo che non è una memoria, ma qualcosa che col tempo si dimentica. Perchè in sostanza, di Erica non è mai importato a nessuno, ne da donna ne da licantropo. Non è mai importato a nessuno tranne che a Boyd.

Boyd che non ha un nome, Boyd che è sempre stato solo il ragazzone di colore tutto muscoli e zero simpatia. E nessuno si era messo davvero a parlargli, a cercare di capire, no, tutti tiravano avanti, senza degnarlo di uno sguardo, senza mai degnarlo di un pensiero.

E a Boyd andava bene così, perché era convinto che nessuno potesse capirlo, aiutarlo, a meno che qualcuno non avesse magicamente inventato una macchina del tempo e dei soldi. Perché era di questo che Boyd aveva bisogno, più tempo per avere più soldi. Lui non era come Lydia, lui aveva una famiglia da mantenere, un peso costante sulle spalle di un ragazzo di soli diciassette anni, un peso che niente avrebbe potuto cancellare.

Boyd si sentiva responsabile per una marea di cose, per l'alcolismo di sua madre, per la mancanza di soldi, per la scomparsa di sua sorella.

La sua sorellina, il suo ultimo pensiero prima di chiudere gli occhi ed abbandonarsi ad un sonno pieno di incubi, pieno di dolore, esattamente come la sua vita ad occhi aperti. E c'è da dire che neanche lui Erica l'aveva notata, ma non per cattiveria, ma semplicemente perché il ragazzo era sempre stato troppo preso a cercare di sgrovigliare la sua vita ricca di problemi per notare qualcos'altro o qualcun'altro.

Come avrebbe potuto rifiutare la proposta di Derek? Una proposta che trasudava forza, che trasudava sicurezza, che trasudava la possibilità di andare a lavorare in quel cantiere, quello dove facevano sedici ore filate di lavoro senza mai fermarsi, così da poter avere i soldi per poter mandare la sua mamma in centro di riabilitazione.
Boyd poteva anche solo prendere in considerazione l'idea di rifiutare quell'offerta? No. Ma anche per lui c'erano stati i problemi, nonostante la forza, nonostante tutto quello che la licantropia aveva comportato.

Boyd si era innamorato, o comunque troppo affezionato ad Erica. Una ragazza che gli aveva fatto vedere com'era la vita senza responsabilità, senza madri alcoliste, senza sorelle scomparse.

C'erano solo lui ed Erica, nient'altro. E quando Erica era morta Boyd non aveva avuto la forza di reagire a niente. Così, quando gli alpha l'avevano attaccato non aveva neanche utilizzato tutte le sue forze per contraccambiare l'attacco, perché voleva che finisse tutto, che per lui era stato abbastanza. Vivere anche solo quei pochi mesi con la possibilità di un'altra strada da percorrere era stata la cosa più bella di sempre per Boyd, che era morto felice, senza finalmente più preoccupazioni.

N.D.A: Chiedo scusa per aver inserito in un capitolo due personaggi, ma era l'unico modo per rendere il capitolo più lungo di 30 parole. 
N.D.A²: Ho usato buone dosi di fantastia per questo capitolo, come per il dettaglio della madre alcolista di Boyd. 

My little corner: Buona sera ragazzi, sarò breve, perchè non mi piacciono gli addii lacrimosi e i discorsi tristemente infiniti. Questo è -momentaneamente- l'ultimo capitolo, fin quando non mi riprenderà l'ispirazione, ma potrebbero passare anche anni, sarò sincera. E niente, grazie per essere stati quì con me, grazie per aver letto, recensito, o anche solo sorriso leggendo,per aver anche solo pensato a questa storia, per averla messa nei preferiti/nelle seguite e nelle ricordate. Un grazie speciale va sicuramente alla mia beta RevengeXXX, che ha sopportato il mio isterismo e il mio cattivo rapporto con alcuni verbi italiani. Grazie anche ad Adelaide Bonfamille, che si è presa la briga di recensire ogni capitolo, rendendomi orgogliosa e felice del mio lavoro. Un grazie a tutti, davvero. Ora scappo, in tv c'è 'Quel pazzo Venerdì' ed io lo amo. 
Con un'enorme quantità di affetto,

Lylyt. 

 

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