Sei tu il protagonista

di Psiche_delia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I personaggi (part 1) ***
Capitolo 2: *** I personaggi (part2) ***
Capitolo 3: *** Stayin Alive ***
Capitolo 4: *** Home Visit ***
Capitolo 5: *** Masks ***
Capitolo 6: *** Ma si shippiamoli tutti ***
Capitolo 7: *** Temporali e granelli di sabbia ***
Capitolo 8: *** Terrazza e completini sexy ***
Capitolo 9: *** Date tempo al tempo (fatemi compagnia) ***
Capitolo 10: *** Madri e delusioni ***
Capitolo 11: *** Obbligation or truth (part 1) ***
Capitolo 12: *** Obbligation or truth (part 2) ***
Capitolo 13: *** Baci dati, baci negati ***
Capitolo 14: *** Una nota vale di più di mille parole ***
Capitolo 15: *** Portami dove si vola ***
Capitolo 16: *** La leggenda del pianista sull'oceano ***
Capitolo 17: *** Brothers and Friends ***
Capitolo 18: *** Iniziano i giochi ***
Capitolo 19: *** Come tutto ebbe inizio ***
Capitolo 20: *** On top the world ***
Capitolo 21: *** Fault in our stars ***
Capitolo 22: *** Mi prendi per i fornelli? ***
Capitolo 23: *** I sette punti ***
Capitolo 24: *** I'll never leave you alone ***



Capitolo 1
*** I personaggi (part 1) ***


A tutti piace la musica.. si insomma, a chi non piace cantare a squarciagola nella doccia, o quando si è da soli in casa? Io lo faccio, infatti non mi ritengo una persona normale.

Comunque non siamo qui per parlare di me, si credo che tutti voi abbiate capito chi sia io. 
Piacere sono Psiche_delia l’autrice di questa nuova storia, fanfiction, racconto, come preferite. In questa storia anche voi sarete i protagonisti.
Come? Lo scoprirete poi. Si so ancora cosa state pensando: “Non puoi lanciare la bomba e poi ritirare la mano” (si dice cosi vero?) Comunque ho molte sorprese per voi lettori ma non adesso, adesso ho il compito di presentare i protagonisti giusto?

Bene iniziamo dal primo…


-NICHOLAS DOVE SONO LE MIE CIABATTE A FORMA DI CONIGLIETTO ROSA?- urlò una voce femminile.
Avete presente quando il buongiorno si vede dal mattino? Beh quel “mattino” era iniziato davvero troppo male per poter trasformarsi in un bel giorno. Ancora assonnato si alzò dal letto, infilò le infradito e scese al piano di sotto, da dove provenivano le urla.
-Nicholas, dove le hai infilate le mie ciabatte?- urlò ancora la sua migliore amica, in piena crisi isterica. Come lo sapeva? Lo si capiva dalla sua faccia: sguardo da pazza, orecchie rosse, occhi fuori dalle orbite. Si quel giorno era decisamente nervosa. E quando era nervosa, è meglio per tutti scegliere una delle due soluzioni, scritte e appese sul frigo in cucina:


In caso di emergenza
1° Non dirle di calmarsi altrimenti ne subirai tu le conseguenze.
2°Cerca del cioccolato nello sportello in alto vicino al microonde, se non c'è sei fottuto..


Sinceramente non era dell’umore adatto per discutere, quindi senza ascoltarla si recò in cucina e prese una tavoletta di cioccolato. Glie la diede e aspettò qualche minuto bevendo del latte freddo e mangiando biscotti al miele.

-Ora, che ti sei calmata.. m spieghi perché alle…- e si girò a guardare l’orologio appeso sopra al piano cottura.
-Alle 7.30 di mattina, urli come un’indemoniata?- chiese cercando di essere il più gentile possibile per non farla infuriare. Altra regola da aggiungere sul frigorifero. La ragazza prese un respiro profondo poi parlò.
-Le mie ciabatte pelose rosa a forma di coniglio sono scomparse.. e tu lo sai che se non le indosso la mattina divento petulante ed insopportabile- disse sull’orlo di una crisi di nervi.
-Bec siamo in estate e ancora ti decidi ad andare in giro per casa in mutande, reggiseno e pantofole invernali? Credo che li dentro per il caldo ci abbiano fatto il nido i pidocchi.- Altro punto da aggiungere alla lista: non insultare mai, e dico mai le sue amatissime ciabatte.
-No ferma non iniziare ho capito- disse bloccando il suo istinto omicida con una mano.
-Sono fuori stese, le ho lavate ieri.. e prima che tu possa sbranarmi viva, sono asciutte- Il viso della ragazza si rallegrò di colpo,  con un sonoro baciò salutò l’amico e saltellando facendo ondeggiare le lunghe trecce che si era fatta, andò a recuperare le ciabatte.

E bene, so che siete molto confuse.  In questa prima parte abbiamo due personaggi che “dialogano”. Si diciamo anche che la scenetta era abbastanza stupida, ma è servita ad introdurre due caratteri diversi.
Ora io non ho specificato il sesso  del personaggio principale, quindi potrebbe essere, il pacato “Nicholas” oppure la pazza sclerotica “Rebecca”.
 Badate bene anche se questa è una fanfiction su Mika, non significa che per forza l’altro personaggio principale sia uomo, visto i gusti del cantante, quindi non escludete che sia Rebecca la protagonista, anzi, come ho detto  questo racconto è molto diverso dagli altri.

Quindi vi lascio con questo dubbio e passiamo al prossimo personaggio principale...

-Mel.. no Mel ferma, hey mi hai preso per un.. un lollipop?- il suo italiano non era ancora perfetto, infatti non ricordava ancora molte parole oppure il significato di queste, ma con i verbi e i congiuntivi se la cavava bene.
Quella mattina, si era svegliato grazie a Mel, credo che sappiamo tutti chi sia giusto?
Vi presento Mel, la centenaria fidanzata del cantante anglo-libanese che ha spopolato in Italia e all’estero.. MIKA.
Ok no, sto farneticando, Mel è il golden retriever  (ditemi che non ho sbagliato vi prego) del riccio, anche se visto l’attaccamento dei due, non mi stupirei se avessero una sorta di relazione, stiamo parlando di Mika.. in lui non c’è niente di normale.

Per Mika non ho voluto are nessuna scenetta, o comunque non molto lunga, lo conosciamo, e anche se nella mia storia una parte del suo carattere è diversa, l’altra è esattamente identica a quella che conosciamo o “pensiamo” di conoscere noi.
Questi sono i nostri personaggi, uno è specificato anche se, abbastanza ovvio. L’altro lo dovrete indovinare voi.

Naturalmente recensendo se vi va, naturalmente la storia andrà avanti comunque, con o senza la vostra partecipazione. Mi  sembra un’idea carina far scegliere ai lettori i  nomi dei prossimi personaggi secondari… Ebbene si chiunque voglia partecipare a quello che sembra un “concorso scadente” deve soltanto scrivere nella recensione un nome, uno solo, maschio o femmina che sia, e quello sarà il nome del prossimo personaggio. Prenderò i nomi dei primi tre, visto che me ne servono tre di personaggi.
 La descrizione di questi avverrà mano mano che la storia va avanti, opure la farò nel prossimo capitolo, dipende da come va il piccolo sondaggio.
Comunque spero che la storia sia di vostro gradimento, spero che questa specie di fanfiction/gioco vi piccia, e speroche non vi annoi.
Recensite e divertitevi con me..

Psiche_delia


 

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Capitolo 2
*** I personaggi (part2) ***


I personaggi ci sono, hanno preso forma nella mia mente. Ogni nome ha un suo significato..oppure no, ma ognuno ha una sua personalità.

A lui piaceva cantare, lo faceva sentire vivo. Cantando i suoi ricordi riaffioravano, anche quelli brutti, ma non ho detto che per lui cantare fosse anche piacevole. Certe volte una lacrima o due scendeva dai suoi occhi di ghiaccio, per poi venire asciugata da una mano familiare che lo faceva tornare con i piedi per terra, ma i mostri non scomparivano. Si affievolivano, si placavano ma rimanevano vigili dentro di lui.

-NICK! VAI A RISPONDRE TE PER PIACERE?- non si spiega ancora come mai in quella casa, non ci fosse un giorno in cui, ci si svegliasse dal letto con calma e tranquillità. No era sempre svegliato da qualche urlo, o come quel giorno da un campanello.
Decise comunque di non far innervosire la pazza, anche se gli voleva un mondo di bene, Rebecca era facilmente irascibile. Scese come tutte le mattine e andò ad aprire la porta.

-Luca, Filippo.. che ci fate voi qui alle…- controllò l’orologio attaccato sopra l’angolo cottura tanto per cambiare.
-Alle 6.30 di mattina?- disse innervosito ai due amici davanti alla porta.
-E dai Nick su non ti scaldare.. volevamo farti una sorpresa.. non ci fai entrare?- disse il primo quello più alto. Nicholas si spostò dal ciglio della porta per farli entrare per poi dirigersi in cucina.
Prese un bicchiere e lo riempì di latte, per poi addentare un biscotto ai cereali e miele.
-Seriamente perché siete qui?- domandò poi calmo. Non gli piaceva avere visita la mattina, soprattutto così presto.
-Dobbiamo provare Nick, manca pochissimo ai provini e noi non siamo ancora al massimo delle nostre capacità-  disse poi Filippo il più serio in quel momento dopo Nicholas.
Aveva ragione, mancava pochissimo ai provini e loro avevano provato poco e niente, non erano pronti,  come aveva detto Filippo non erano carichi abbastanza.
-Ok vado a chiamare Becka  e poi iniziamo va bene?- chiese in fine per conferma il biondo. I due ragazzi annuirono per poi continuare a chiacchierare dopo che se ne fu andato.

Non la trovava, in cucina non c’era, in bagno neanche, e la sua stanza era vuota. Anche le sue ciabatte erano ancora posizionate precise vicino al letto. Qualcosa non quadrava. Decise perciò di fare un salto in terrazza.

La trovò lì, affacciata a guardare il bellissimo panorama sul Colosseo. I genitori della ragazza avevano spesso fior di quattrini, per permettere alla figlia di vivere dove voleva, e quando aveva adocchiato questo piccolo loft con terrazza che si affacciava sul Colosseo non aveva accettato alcun no, avrebbe dovuto averlo a tutti i costi.

-Becka.. che ci fai qui fuori- disse poi notando che era scalza. Si preoccupò ancora di più.. odiava camminare senza scarpe o ciabatte.
-Volevo stare un po’ da sola.. quanto è belo questo posto- disse sognante, ma in quello sguardo vide anche molto di più.. sofferenza amarezza, solitudine.
-Cos’è successo Bec?- lei sapeva che quando la chiamava Bec poteva fidarsi di lui.
-Papà ha avuto un incidente sta mattina, stava venendo da me per risolvere delle pratiche per questo appartamento.- disse piatta fredda, senza nessuna emozione.
Decise di non disturbarla di farla sfogare di non porle domande.. sarebbe stato peggio.
-Loro vivono dall’altra parte di Roma, è partito presto per venire qui.. un pazzo ubriaco della sera precedente gli è andato contro, urtandolo con l’auto.- quando poi vide una lacrima solcarle la guancia sinistra scattò, l’abbracciò da dietro poggiando il mento nell’incavo della sua spalla. Li la ragazza si sciolse, si girò ed iniziò a piangere più forte, singhiozzava e non riusciva a calmarsi, ma doveva sfogarsi e questo Nicholas lo sapeva.
-A-adesso è r-ricoverato in o-o-ospedale ed è g-rave- singhiozzò ancora.
-Non preoccuparti Bec andrà tutto bene, tuo padre è forte e determinato, non lascerà da solala sua bambina- cercò di consolarla, odiava vederla indifesa, la sua tigre pazza sclerotica non era così debole.. ma attimi come questo sono umani e vanno presi con delicatezza.
Erano scesi dalla terrazza ed erano tornati in camera della ragazza, avevano discusso molto, e alla fine erano arrivati ala soluzione più giusta. Dato le condizioni di suo padre, Rebecca non si sentiva di rimanere così lontana da casa e dalla sua famiglia, così decisero che  si sarebbe trasferita a casa di sua madre per stare più vicina a suo padre.

Non le aveva chiesto del gruppo, sapeva che non ce l’avrebbe fatta a cantare in quella situazione e di certo lui non l’avrebbe forzata. Il provino sarebbe stato per un altro anno.

Quindi scese in cucina e ritrovo i suoi amici come li aveva lasciati, allegri e carichissimi.
-Ragazzi, Rebecca parte.. suo padre ha avuto un incidente e non se la sente di rimanere qui lontano da lui. E si sente ancora meno di cantare..- disse dispiaciuto passandosi una mano tra i crini biondissimi e lisci.
Se i due ci rimasero male, non lo dettero a vedere. Si salutarono come al solito, con la certezza che si sarebbero visti la sera stessa nel solito locale.
 

La sera dopo aver accompagnato Rebecca da sua madre, iniziò a prepararsi per la serata. Vedeva il suo sogno svanire davanti agli occhi ogni metro più lontano da Rebecca, ma non poteva farci nulla.
Si spogliò ed entrò in doccia, l’acqua fredda lo faceva rilassare, sentiva tutta la rabbia sbollire e i brividi accarezzarlo come fosse una mano gentile. Lui era arrabbiato. Non con la ragazza,  era la sua migliore amica ed aveva un problema.. la capiva ooh si la capiva perfettamente. Era arrabbiato con se stesso. Si era fatto inutili castelli in aria, di come fosse spettacolare cantare in un arena piena di gente, davanti a giudici qualificati come Morgan. E poi in un attimo, in un pomeriggio, in un giorno il suo sogno si è cancellato, svanito davanti ai suoi occhi come un sasso fa svanire il riflesso nell’acqua.
Si asciugò e si preparò con poca voglia, scelse dei jeans neri stretti e una semplicissima camicia bianca. Indossò un paio di scarpe da ginnastica a caso e scese dal loft, pronto per una serata all’insegna della noia e della depressione.

-Dai NICK, TOGLITI QUELL’ESPRESSIONE TRISTE DALLA FACCIA- gli urlò Luca in un orecchio. Erano appena arrivati al locale e già voleva tornarsene a casa.  Il moro non la smetteva di urlargli addosso di divertirsi.. ma a lui non andava proprio, così si sedette in uno dei divanetti che non si sa come fossero riusciti ad ottenere e iniziò a sentire i cantanti emergenti che c’erano sul palco.
Tutti con poca esperienza, ogni ragazzo o ragazza che saliva su quel palco, non aveva quella scintilla che ti ammaliava, come faceva Rebecca. Quando la ragazza cantava tutti rimanevano a bocca aperta per la sua energia e carica.

Era annoiato  e anche innervosito da alcune performance davvero… raccapriccianti. Quando una ragazza salì sul palco.
Il suo look lo colpì subito. Portava una gonna a vita alta a fiori con sopra una magliettina corta con il segno della pace, degli stivaletti marroni e una fascia sulla fronte coloratissima. Portava con se anche una chitarra classica.

Quando iniziò a cantare un suo inedito rimase a bocca spalancata.. non aperta proprio spalancata. Aveva una voce armoniosa ma anche decisa e forte, cantava pezzi allegri ma con significati intensi. Quando finì nessuno nel locale parve averla notata.. tranne Luca e Filippo che come lui la guardavano con occhi fuori dalle orbite.
Con uno sguardo, si capirono. Tra calci e gomitate riuscirono ad arrivare in prossimità del palco.
-Hei tu.. si tu hippie vieni qui- la chiamò poco gentilmente Filippo ricevendo una gomitata da Luca.
La ragazza si avvicinò con aria allegra, aveva dei lunghi capelli biondissimi e gli occhi da cerbiatta di un colore indefinito.. sembravano d’ambra.
-Ciao.. su quel palco sei stata fenomenale- la salutò poi Nicholas cercando di essere il più gentile possibile. La ragazza infatti sembrò sorpresa dal complimento guardando il resto della sala che non le aveva prestato la minima attenzione.
-Davvero? Beh grazie.. io sono Irene- disse la ragazza in tono amichevole, protendendo la mano. La stringemmo tutti dicendo i nostri nomi.
-Irene ti va di prendere un drink con noi?- chiese poi Luca, sapevamo tutti cosa aveva in mente. Voleva proporle un affare.
-Non bevo mi dispiace sono astemia- disse Irene con un sorriso gentile in volto.
-Allora una coca-cola va bene?- insistette ancora una volta il riccio, la bionda si decise ad accettare cosi ci dirigemmo verso il bancone.
 
Quando salimmo in macchina tutta la depressione delle ore prima era svanita.. avevano trovato la ragazza perfetta per il loro gruppo. La sua voce era perfetta. E con un affiatamento del genere ai provini avrebbero fatto scintille.
 
Allora, questi sono i personaggi, non sono tutti anche perché in un capitolo poi era abbastanza pesante non credete? Sono stata molto contenta delle vostre recensioni, anche se non meritavo di certo tutti quei complimenti, che sono sicura non ripeterete per questo capitolo.. anche perché ammetto di non aver messo il massimo nel scriverlo.


Ho un altro giochino da farvi.. Ovviamente tutte avrete notato che: Irene, Nicholas, Luca e Filippo formano un gruppo, mancano due settimane al provino e i ragazzi devono scegliere un nome da dare al loro gruppo.
In una recensione se vi va potete scrivere un nome adatto ad un gruppo musicale. Badate bene, deve essere abbastanza originale anche perché i loro componenti sono abbastanza strani (guardate Irene). E inoltre dovrete (sempre se vi va) scrivere nella recensione, anche una canzone di un gruppo che potrei fargli cantare ai provini.
Come ho detto la storia di questa fan fiction è in mano vostra quindi io a seconda delle vostre recensioni scriverò i prossimi capitoli.
Quindi vi ripeto se volete dare il nome al gruppo scrivetemi una recensione con un nome originale. Oppure potete darmi una mano con il nome di u pezzo scritto da una band a vostro piacimento, che sia comunque inerente ai personaggi (sempre Irene) quindi, niente One direction. Calmatevi non ho nulla contro quella band anzi mi piace moltissimo, ma non credo che un hippie canterebbe una loro canzone e neanche Nicholas a dir la verità.
Spero che vi divertiate a scegliere un nome ed un testo.. un bacione
Psiche_delia


Lui è Nicholas, in memoria al gransissimo Paul Walker.                                                                        


                                                                                                                                                          Lei è Irene
                                                                 

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Capitolo 3
*** Stayin Alive ***


Signore e signori è la vostra Psiche_delia che vi parla… nei miei precedenti due capitoli ho fatto dei mini giochini che sono andati a buon fine, uno lo dimostra il capitolo 2.. se non lo conoscete andate a leggerlo ma ne dubito.. quanto sono modesta.

Allora questo terzo capitolo dovrebbe rappresentare il provino, ok non vi dico altro.. inoltre ringrazio…
Pimpetta20, per il nome del gruppo che leggerete in questo capitolo.
Golden girls penniman, per il brano scelto da lei che leggerete sempre in questo capitolo.
Ok penso di aver risolto le questioni burocratiche quindi beh non mi resta altro che lasciarvi alla storia..
Buona Lettura..
Psiche_delia
 
Dopo due settimane di lavoro intenso, il giorno dei provini era arrivato.  Tra scleri, crisi isteriche, crisi di identità, cervicali, problemi intestinali.. ok no forse l’ultima no.. comunque i ragazzi erano finalmente riusciti a trovare un nome decente da presentare ai giudici, e una canzone adatta alle loro voci.

Quel giorno era il primo dei due che vedevano i provini di xfactor a Roma, la band si trovava al “Palalottomatica” di Roma, (si avete capito bene, l’arena che si trova vicino a Euroma 2) dalle 10 di quella mattina.

Con l’ansia che gli attanagliava lo stomaco, stavano aspettando che i giudici finissero la loro intervista, e che il personale dello staff facesse entrare il pubblico, da quel momento sarebbero iniziati i provini.

Erano precisamente le 23.45 dopo aver assistito dallo schermo nel backstage gli innumerevoli provini della serata finalmente ne mancavano pochi prima di loro, gli avevano fatto provare un paio di volte l’entrata come band, poi lo staff li avevano lasciati alle loro prove, ma l’ansia era forte e di cantare non ne avevano voglia. Neanche Nicholas che dal momento in cui sono entrati in quell’arena fino ad allora non aveva aperto bocca, adesso era leggermente in ansia, ma il tremolio che aveva alle mani non era ceto la paura, come quella degli altri tre componenti, no quel tremolio che aveva era per l’eccitazione, non vedeva l’ora di sfoderare la sua voce.. presunzione? Forse ma si sentiva più carico di un cellulare che è stato una notte sotto carica.
-Voi siete i prossimi giusto?- chiese poi una voce dietro di loro.
Quando si girarono videro una ragazza molto carina, vestita con un vestitino bianco di pizzo svolazzante e un paio di superga rosse.
-Si siamo noi- disse Irene sempre gentile con tutti, Nicholas la guardava annoiato, non aveva voglia di parlare.
-Io sono Ilaria Gavazzi piacere- disse porgendo loro la mano. Tutti la strinsero presentandosi.

Era passato parecchio da quando il concorrente prima di loro era entrato, e si chiesero se fosse così lungo un provino. Poi sentirono una voce femminile annunciare il “prossimo concorrente” . In fila capitanati da Irene, entrarono in studio un po’ tremanti posizionandosi poi davanti ai giudici.

-Ciao ragazzi- li salutò poi Victoria Cabello. Tutti la salutarono tranne Nicholas, non gli piaceva, a dirla tutta a lui non piaceva neanche Simona Ventura dell’altra edizione, per lui non centravano niente con la musica.
-Come state?- chiese ancora, come se gli interessasse, pensò Nick facendo una smorfia che non passò inosservata al giudice britannico che però non disse nulla.
-Un po’ agitati, ma anche molto emozionati- rispose sempre gentile Irene, continuando a torturarsi con una mano il vestitino svolazzante che aveva scelto a fiori mentre con l’altra teneva il microfono come gli altri.
-Va bene, come vi chiamate?- Nicholas era molto innervosito dalle troppe domande che poneva quella donna, non poteva farli cantare e basta? No avrebbe dovuto sapere vita morte e miracoli di tutti noi logico.

Fu comunque sempre Irene a rispondere, era l’unica ragazza del gruppo, e anche la più spigliata visto che Filippo era leggermente in imbarazzo per via della Cabello (ne aveva una cotta da sempre), Luca avrebbe iniziato a parlare di cose stupide finendo poi per scoppiare a piangere dal nervosismo e Nicholas era troppo irascibile (segno che la mancanza da Rebecca era tanta) e avrebbe finito con il rispondere male a qualche giudice. Quindi la hippie era l’unica soluzione.

-Ci abbiamo messo un po’ a trovare un nome che si rappresentava tutti e quattro così abbiamo optato per “The Dreamers”- disse con un sorriso che le illuminava il volto.
In realtà l’aveva scelto lei il nome, dopo tre giorni in cerca di qualcosa di originale avevano optato per quello più semplice della hippie.
Quando pronunciò il nome però uno sbuffo di risata partì dalle labbra del cantante anglo-libanese, che non sfuggì a Nicholas, ma che non gli diede peso, almeno fino a quando questo non parlò.
-The Dreamers, che novità, ne avremmo avuti almeno three tuti con questo nome- disse infatti con il suo masticato accento inglese, il suo commento fece incupire i ragazzi e questo Nicholas lo notò, sembravano scoraggiati come se avessero già perso in partenza.
-Fatemi capire, scommetto quindi che il vostro sogno è quello di cantare giusto?- disse poi Fedez con una chiara sfumatura di derisione nella voce.
Prima che i suoi amici potessero annuire imbarazzati, Nicholas decise di far uscire quella lingua biforcuta che aveva.
-Il nostro sogno è per prima cosa far vedere alla gente, alle persone si anche quelle arroganti e piene come voi, che molte persone sanno cantare, sanno esprimere emozioni vere soltanto aprendo la bocca, soltanto con la voce. Il nostro sogno è quello di dare il meglio di noi in quello che più facciamo meglio e che ci rende orgogliosi di noi stessi. Quindi si il nostro sogno è cantare, e forse per voi star conosciute è poco, ma per noi quattro ragazzi sconosciuti in una grande città come Roma è molto più di quello che noi possiamo desiderare, credere o sperare.- quando finì, con il fiatone e vide le espressioni dei giudici, ghignò per averli azzittiti, poi si girò verso i suoi compagni che gli sorridevano.

-Beh allora dimostratecelo- disse Morgan riferendosi a Victoria sorridente, ad un Mika forse un po’ innervosito dall’espressione (star arrogante e piena di se) e ad un Fedez che li aveva fatti uscire dal panico e dall’imbarazzo.

Prima di iniziare la canzone però Nicholas si rese conto di dover stemperare l’agitazione dei ragazzi..
-ook guys.. then a last advice?- chiese con il primo sorriso sincero, Luca che capì subito dove voleva arrivare rise per poi rispondere.
-Stayin’ alive!- gridò facendo ridere tutta la platea di gente, e sorridere i giudici.

E quando la base parti i quattro si infiammarono.
Well, you can tell by the way I use my walk,
I'm a woman's man, no time to talk.
Music loud and women warm,
I've been kicked around
since I was born.

Cantò Luca con il sorriso sulle labbra e una carica, che solo l’eterno Peter pan poteva avere.

And now it's all right, it's OK.
And you may look the other way.
We can try to understand
the New York Times' effect on man.

Continuò Irene con la sua voce chiara e pura, la canzone rivisitata sulla sua voce stava benissimo rendendola forse più calma dell’originale ma comunque piena di carisma ed energia.
Whether you're a brother or whether you're a mother,
you're stayin' alive, stayin' alive.
Feel the city breaking and everybody shaking,
and we're stayin' alive, stayin' alive.
Ah, ah, ah, ah, stayin' alive, stayin' alive.
Ah, ah, ah, ah, stayin' alive.
 
Quella parte la cantarono tutti insieme guardandosi e sorridendosi a vicenda, camminavano sparsi o in ordine sul palco, l’ultimo acuto del ritornello tocco a Nicholas, che cercò di farlo con tutta la potenza e l’armonia che possedeva in corpo…
Well now, I get low and I get high,
and if I can't get either, I really try.
Got the wings of heaven on my shoes.
I'm a dancing man and I just can't lose.
You know it's all right, it's OK.
I'll live to see another day.
We can try to understand
the New York Times' effect on man.
 
Il vocione di Filippo fu il più difficile da gestire per una canzone di questo genere, ma come avevano pensato subito all’inizio, la rivisitazione del pezzo era la loro unica speranza di essere originali, ma fedeli ai Bee Gees.

Dopo l’ultimo ritornello cantato insieme la canzone finì… i ragazzi contenti della loro performance e anche un po’ accaldati si sedettero, sullo scalino della pedana che divideva il palco dal tavolo dei giudici, per aspettare una sentenza.

Il primo a parlare fu Morgan, rimasto sorpreso ma anche molto contento sulla scelta del pezzo.
-Ragazzi, complimenti per la scelta del pezzo, cioè non che con altre canzoni non foste stati bravi ma questa rivisitazione.. è stata forte.. –

I quattro ringraziarono il giudice, soddisfatti.

-Mi piace molto la rivisitazione per la voce femminile di..- si fermò poi la Cabello per sapere il nome dell’unica ragazza.
-Irene- disse lei dopo sorridendole gentile.
-La rivisitazione per Irene, siete stati però anche molto azzardati, forse sareste dovuti partire con una canzone meno complicata di questa, che rispecchiasse di più le vostre voci.- disse in dubbio la donna scrivendo poi qualcosa sul quaderno.
-La canzone ci rappresentava, e rappresentava soprattutto Irene, tutti noi siamo un po’ Hipster e nessun altro pezzo avrebbe potuto eguagliarlo- disse Nicholas sempre con un cipiglio corrucciato.

I giudici annuirono dall’affermazione di Nicholas.
-Che dire ragazzi, avete spaccato, prima devo ammettere di essere stato duro ma se è servito a farvi tirare fuori la voce allora ne sono contento, a me è piaciuto questo azzardo, complimenti- replicò poi Fedez.
Il pubblico evidentemente d’accordo con il rapper batté le mani  e gridò il suo nome, facendolo girare e ringraziare i fan. Per ultimo poi toccò a Mika, l’unico non molto convinto della loro performance.
-Io.. non lo so.. le parti ri..rivisitate? Erano fate molto bene, ma le altre mi sembravano simili all’originale.. Non ci sono state imperfezioni nella voce e non avete stonato ma... for me non siete stati molto originali scusatemmi- il pubblico fischiò, per poi applaudire ai ragazzi.
-Passiamo ai voti?- Domandò poi Morgan stravaccato sulla sedia. I giudici annuirono.
-Ragazzi, mi avete impressionato lo devo ammettere.. per me è naturalmente si- disse sempre lui girandosi verso il pubblico a ricevere gli applausi..
-Anche se la rivisitazione non mi ha molto convinto sono sicura che voi abbiate un grande potenziale, sapete stare sul palco e siete riusciti a rompere il muro con il pubblico, ho notato che battevano le mani a tempo e cantavano con voi, quindi chi sono io per privarli di questa band? Per me è si..- Il pubblico scoppiò acclamando anche Victoria che ringraziò con un sorriso.
Forse la Cabello non gli stava poi tanto antipatica, pensò Nicholas.
-Ragazzi.. anzi Dreamers.. anzi ditemi i vostri nomi..- chiese Fedez senza motivo.
-Irene- ripete la ragazza bionda.
-Luca- disse l’eterno Peter pan.
-Filippo- sussurrò con il vocione
-Demian- disse poi Nicholas sorprendendo Irene e Filippo.
-Sembra che hai stupito anche i tuoi amici Demian.. che c’è gli hai dato un falso nome?- disse divertito Fedez, facendo ridere il pubblico  gli altri giudici.
-Spiritoso, no loro conoscono il mio primo nome Nicholas.. io ho detto il secondo tutto qua- disse Nicholas alzando le spalle.

Demian era il secondo nome che la madre britannica gli aveva dato. Aveva preso questo nome da un libro tedesco che leggeva tutte le sere e quando era rimasta incinta convinse il marito, il papà di Nicholas a metterlo come secondo nome, peccato che avesse anche un significato..

-Bene.. allora Irene, Luca, Filippo, e Demian/Nicholas.. per me è si- i ragazzi lo ringraziarono, ancora un po’ confusi dall’uscita di Nick, tutti tranne Luca che già ne era a conoscenza.

L’ultimo era Mika, sapevano già di essere passati, ma la simpatica di quest’ultimo era importante per andare avanti, e anche se Nicholas era innervosito da questa veritiera considerazione cercò di non darlo a vedere, sfoderando un ghigno verso il giudice che lo fulminò con gli occhi.
Mika dal canto suo, riteneva quel ragazzo biondo, troppo sfacciato e sicuro di se, come se fosse già arrivato… sapeva che erano già passati ma un suo no sarebbe stato abbastanza pesante per gli altri ragazzi, e anche se il biondo Demian o Nicholas non gli andava a genio, gli altri gli erano molto simpatici. E anche a Morgan molto probabilmente visto che non smette di guardare la ragazza bionda “Irene”. Perciò fece la scelta migliore.

-Tanto ormai siete già dentro.. quindi, per anche è un si- i ragazzi sussultarono, non si aspettavano anche un suo si, il cantante sembrava restio alla loro performance.
Dopo aver ricevuto i loro applausi, i ragazzi salutarono i giudici, Nicholas lo fece con un occhiolino, che li fece ridere, tranne Mika che lo fece irritare per poi tornare nel backstage.. dove una sorpresa li attendeva.. Rebecca aveva le lacrime agli occhi per il suo migliore amico…
 
 

Mika mi piace sempre di più, Morgan idem, Fedez a me non piace ma non è poi così male come giudice, e la Cabello mi sta simpatica, quindi quello che è scritto riguardo a lei cioè che non era il massimo della simpatia non era vero...
Poi quando fanno quella scenetta "so.. the last advice?.. Stayin alive" l'ho presa da Hunger games quando Katniss chiede ad Haimitch "Un ultimo consiglio?... Resta viva" si insomma l'ho un po' rivisitato ma il senso era quello..
Adesso passiamo al prossimo giochino.. Sono 2 quindi potete scegliere quello che volete o tutti e due..

1° Visto che tanto tutti prevedono che i "The Dreamers" passeranno i Bootcamp, mi sembra stupido fare un capitolo su quelli, così ho deciso di passare subito agli "Home Visit" perciò, se volete potete scrivere una recensione su chi volete che insieme al giudice giudichi i ragazzi delle Home Visit, badate bene il giudice già l'ho scelto dovete soltanto scrivere il nome di un cantante famoso italiano o straniero per la decisione..

2° Gli Home visit si svolgono in altre città, quindi potrete avere anche il compito di sceglierla.. quella che volete ialiana o straniera (preferirei straniera ma fate come volete) come per esempio l'anno scorso per Mika è stat Dublino. E inoltro oltre alla città anche il luogo dove si terrà.. Capisco che è un lavoro duro quindi se vuoi vorreste scegliera la prima non mi offenderei, anche se ammetto mi farebbe molto piacere..

Buon divertimento

Psiche_delia




 
 

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Capitolo 4
*** Home Visit ***


Salve ragazzeee è la vostra Psiche_delia che vi parla in diretta dal letto della sua cameretta, oggi mi sento particolarmente ispirata quindi, postero il… terzo capitolo della giornata. (non è vero l'ho aggiornato tardi non ascoltatemi)

Nel capitolo scorso ho chiesto alla fine il luogo e il cantante  che accompagnerà il giudice alla scelta degli Home visit.
Naturalmente le recensioni non sono mancate, ma questa volta non ho scelto nessuna delle vostre idee. Il perché lo scoprirete solo leggendo. La canzone degli Home visit è una canzone che mi ha consigliato una di voi “Wild heart “ dei the Vamps.. vi consiglio di ascoltarla mentre arriva il pezzo in cui cantano..
 
I bootcamp ormai sono da lasciarsi alle spalle, un gioco da ragazzi per i “Dreamers” che ormai hanno ricevuto la piena fiducia dei quattro giudici.
Prossima tappa.. Home visit, l’ultimo ostacolo da superare per entrare nel talent. Un viaggio un cantante famoso e un giudice.. nessuno dei sei gruppi sa però, ne dove si terranno, ne chi sarà il giudice, ne chi sarà il cantante che lo accompagnerà…

Certi adesso sono soltanto i sei gruppi che poi verranno divisi: i Dreamers, gli Ashtag, le Little voices, i Blackheart, gli Hipster e le Dynamo.
Quella mattina tutte le band “sopravvissute” hai bootcamp, si ritrovarono in aeroporto, per sapere la loro destinazione. Tutti parlavano con tutti, la gara ancora non è cominciata, non possono già esserci gelosie. Tutti tranne Nicholas, l’aveva detto, a lui non piace stare in compagnia. Preferisce la solitudine, silenziosa e tranquilla.

Quando arriva il tizio dello staff con la busta, le band si raggruppano intorno ad Irene per sapere la loro destinazione.

-Hei ragazzi.. fer-fermi cosi non riesco a leggere.. porca troia ve ne andate o devo prendervi a calci in culo?- le band che curiose cercavano di sbirciare nella busta si bloccarono di colpo. Nessuno aveva mai sentito parlare Irene in un  modo così… scurrile. Nick sorrise invece, gli piaceva Irene era.. particolare.
-Oh sia ringraziato.. allora ragazzi tutti pronti per…- l’attesa li stava divorando e lei lo sapeva.
-Berlino!- gridò poi iniziando a saltellare di qua e di la.. Adesso la riconoscevano.. la perenne ragazzina con i vestitini strani e una fascia tra i capelli.
-Forza bambi andiamo al gate.. senno ci chiude- le si avvicinò il biondo mettendole un braccio sulle spalle.
Arrivati a destinazione, dopo un giro veloce di Berlino i ragazzi erano pronti per incontrare il loro giudice…

Le indicazioni dicevano:  terrazza dell’E-Werk di Berlino, cattedrale della techno music anni ’90.
Giunti nel luogo prestabilito trovarono ad aspettarli niente popò di meno che Morgan. Dopo le under donne, gli over e gli under uomini, finalmente l’artista più pazzo di xfactor si sarebbe cimentato nei gruppi nelle band.

-Bene ragazzi, eccovi qui. Non ce la facevo più ad aspettarvi dove eravate? Anzi no non ditemelo.. svelti tutti su in terrazza che c’è una sorpresa per voi- senza neanche darci il tempo di mettere in fila due parole, ci condusse  sulla terrazza della cattedrale. Era ampia e ad aspettarci c’era… Elisa.

Dopo le presentazioni, tutte le band vennero portate in una sala adiacente alla terrazza, dove avrebbero dovuto aspettare il loro turno.

Quando entrarono anche loro finalmente, il panico era palpabile. Anche a Nick o Demian tremavano un po’ le mani.

-Ragazzi, eccovi. Hei.. che vi prende tranquilli.- li rassicurò Morgan, mentre Elisa gli sorrideva gentile, quel sorriso che si rispecchiava spesso in quello di Irene.
No cosi non andava, i ragazzi erano tesi, insicuri. Elisa gli faceva paura, Morgan ancora di più. Doveva fare qualcosa. Poi gli venne in mente cosa aveva fatto ai provini per stemperare l’ansia.
-ok guys.. you need a wild heart? Don’t worry… I  got a wild heart- I ragazzi risero alla sua affermazione, poi andarono tutti a mettersi ai propri posti, Irene con la sua chitarra si posiziono su uno sgabello vicino a Nick, Filippo andò alla batteria, e Luca ai microfono vicino a Irene, erano pronti. E avevano un cuore selvaggio.
 
was walking away,
But she’s so beautiful it made me stay
I don’t know her name,
But I’m hoping she might feel the same
So here I go again,
She got my heart again!
 
Adorava quella canzone, infondo l’aveva scelta lui no? Infatti quando iniziò a cantarla, una calma indescrivibile gli attraversò il corpo.  Quella l’avrebbe dedicata a Rebecca, con un cuore selvaggio e isterico come il suo.
Tonight we’ll dance
I’ll be yours and you’ll be mine
We won’t look back,
Take my hand and we will shine
Oh, oh, oh
She needs a wild heart [x2]
I got a wild heart
 
Irene era impazzita quando aveva sentito da Nicholas quale canzone avrebbe voluto cantare agli Home visit, quella canzone gli infondeva gioia e allegria. Quel ritornello lo cantarono insieme, comunicandosi con gli occhi che qualunque fosse la decisione di Morgan, loro non avrebbero mai rinunciato, la musica li accomunava e gli univa e quella canzone ne era la prova. Il connubio delle loro voci era qualcosa di indescrivibile e unico tutti se ne accorsero.
 
Stay here, my dear,
Feels like I’ve been standing right here for years
My mind’s beat up
Tell me that you feel this, and I won’t give up
I won’t give up
 
Luca cantava per dimostrare qualcosa, per dimostrare alla sua famiglia che ce l’avrebbe fatta, che non mollando sarebbe riuscito ad avere il successo. Sarebbe arrivato dove loro non pensavano potesse arrivare. Ci sarebbe riuscito e non avrebbe mollato mai…

And I know it’s late, I know it’s cold
But come right here, I swear I’ll never let you go
The way you move—it’s wonderful
Let’s do it now, ’cause one day we’ll both be old
Oh whoa oh
 
Filippo cantava per lei, la ragazza che non avrebbe lasciato mai, ma che non credeva in lui, cantava per tornare di nuovo su un palco davanti alla Cabello, e per essere acclamato da migliaia di ragazzine. Ma cantava soprattutto per lei, perché in fondo il successo non da amore, ma gioia di vivere…
 
Tonight we’ll dance
I’ll be yours and you’ll be mine
We won’t look back,
Take my hand and we will shine
Oh, oh, oh
She needs a wild heart [x2]
I got a wild heart
Oh, oh, oh
She needs a wild heart [x2]
I’ve got a wild heart
 
Tutti loro cantavano per uno scopo ma soprattutto per loro stessi, perché gli faceva bene, perché  li faceva vivere, li faceva sentire bene, e con un cuore selvaggio come il loro e la forza e l’energia che avevano dentro sarebbero andati lontano…

Quando la canzone finì, si sorrisero, per poi guardare per la prima volta Morgan ed Elisa, che gli sorridevano e li applaudivano contenti della loro performance.
-Ok, ragazzi siete stati fantastici, ma adesso dovete tornare dentro, fra un po’ chiamerò tutti voi per i risultati- disse il giudice. I ragazzi annuirono per poi tornare nella stanzetta. Loro erano gli ultimi, quindi a breve avrebbero saputo la sua decisione.

Si scambiarono un piccolo cenno di buona fortuna e le prime band vennero chiamate.

Quando toccò a loro la stanzetta era vuota, ma non ci fecero molto caso, l’ansia li stava divorando molto di più di prima.
Si sedettero sui divanetti davanti a Morgan ed aspettarono…

-Ragazzi, fin dal primo momento che vi ho visto, ho notato la vostra forza di volontà, volete farvi valere per quello che siete..- i ragazzi sorrisero a quell’affermazione.
-Ma per voi questa è la prima volta su un palco.. e vi ho visto quanto eravate tesi..- i ragazzi si rabbuiarono di colpo, ma lui no sapeva dove Morgan voleva andare a parare infatti gli sorrise. Il giudice quando vide quel sorriso capì che non poteva lasciarseli scappare.
-Ma avete un’ottima valvola di sfogo e un ottimo capitano.. Demian. Risollevali tu quando cadranno.. – il biondo annuì donandogli il suo primo sorriso sincero.
-Siete nella mia squadra..- i quattro saltarono dai divanetti e corsero ad abbracciare il giudice.
-Grazie grazie grazie- continuava a dire Irene mentre saltellava e continuava ad abbracciare il giudice, che non sembrava affatto esserne infastidito.
-E tu bimba, cerca di contenere l’entusiasmo- le disse scompigliandole i capelli.
Quel giorno l’avrebbero ricordato per sempre, avevano capito quale era il loro scopo, e che insieme erano una squadra che andava forte. Adesso sarebbe stata una scalata, ma in cima c’era un grande premio che li aspettava…
 

Allora ragazze spero che il capitolo vi piaccia, è incentrato tutto sugli Home visit e poco su Mika, ma in già dal prossimo capitolo ritroveremo il nostro cantante.
Alloraaa, i ragazzi sono passatii.. (ma va? Guarda pensavamo che li volessi far uscire=.. e lo so sono scontata ma non si poteva fare altrimenti.. anche perché a me piace come l’ho strutturato.

Ora tocca a voi scegliere il tema della prima serata si Xfactor, sbizzarritevi come vi pare, anni 50, 70, 20, rock, pop, dance.. insomma fate come ve pare. Scrivetemi una recensione con un tema, e io inserirò il primo per la prima puntata e gli altri, con le prossime..
E ditemi anche in base al tema che brano volete far cantare alla nostra band.. non dimenticatelo.
Psiche_delia

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Capitolo 5
*** Masks ***


Buongiorno a tutti! Sono sempre io Psiche e vi ringrazio per le vostre recensioni.

Nello scorso capitolo abbiamo visto gli Home visit della nostra band. Ho voluto mettere solo i loro perché poi sarebbe stato abbastanza pesante da leggere.
Da quel capitolo in poi i ragazzi devono partecipare alle prime puntate e sono super contenta di come avete partecipato, riguardo alla scelta del tema.
Riguardo i nostri personaggi, sono molto contenta che vi piaccia la figura di Irene, la nostra hippie un po’ bambina con la voce da angioletto. E non sono rimasta sorpresa riguardo a Nicholas. In parole povere non ci avete capito niente riguardo al suo carattere.

Questo non è assolutamente uno spoiler, voglio soltanto farvi capire a grandi linee che tipo di personaggio è. Dopo la sua lontananza da Rebecca (molto importante ricordatevelo) si è chiuso un po’ in se stesso, calando la sua maschera da persona fredda con la gente che non conosce (tranne i compagni della sua band Irene compresa) gli piace stare da solo, e odia il chiasso e i rumori troppo forti. Non ci avete capito niente lo stesso? Bene, avete presente Draco Malfoy di Harry Potter, una sua versione forse migliore, più umana (non che lui non lo sia, diciamo che non lo dimostra)..
Spero che lo abbiate compreso un po’ di più, comunque lo scoprirete man mano che la storia andrà avanti..
Detto questo vi lascio al capitolo..

Gli Home visit  ormai era, un ricordo del passato ormai. La band dopo il peso tolto in Germania, sono tornati in Italia, tutti con il sorriso dipinto in volto.
Ora l’ostacolo da superare però, è sempre più grande, ma alla fine tutti sanno di poter essere ricompensati.
Nicholas soprattutto, si era sentito più felice, più in pace con se stesso e con la band. Dopo i provini era certo di aver rovinato il loro futuro non riuscendo a gestire la sua lingua biforcuta e offendendo forse anche uno o più giudici.

Ora però arrivato nel loft dove avrebbe dovuto soggiornare fino alla fine del programma, si sentiva sollevato , come se quell’alone di tristezza causato dalla lontananza di Rebecca si fosse affievolito.

-Oh.. sei tu ciao- lo salutò una voce alle sue spalle. Quando si girò, trovo la ragazza che aveva incontrato ai provini.
-Ciao..- le disse, senza sforzarsi di ricordare il nome, non ci sarebbe riuscito. La ragazza, non sembrò turbata dalla sua risposta fredda, perciò si accomodò davanti a lui, sulla penisola della cucina.
-Te sei quel tizio con i due nomi vero?- gli chiese ancora curiosa, senza sprezzo nella voce ne derisione.
Il biondo sembrò sorpreso dalla sua domanda, lo incuriosiva quella ragazza, anche se cercava di trattarla freddamente, lei sembrava non farci caso e continuava a trattarlo gentilmente.
-Così pare.. ma te non hai nient’altro da fare?- le chiese poi dopo alcuni minuti di silenzio.- la riccia non sembrò sorpresa da quella domanda.
-No, le ragazze sono da Mika per farsi dare dei consigli.. io non li voglio quindi eccomi qui..- gli rispose scrollando le spalle.

E quindi la ragazza faceva parte del gruppo del cantante, il biondo ghignò, quando si ricordò di averlo definito un cantante “borioso e pieno di sé”.
-Non dovresti marciarci sopra, comunque- commentò poi la ragazza vedendo il ghigno del biondo quando aveva nominato il suo giudice. Infatti sembrò sorpreso da quel commento, e anche incuriosito.
-Come scusa?- domandò infatti girandosi a guardarla. La ragazza gli sorrise per poi guardarlo negli occhi.
-Potrete anche essere la band più forte qua dentro, ma non remare contro  Mika, perché potrebbe darvi grandi problemi.- gli disse perdendo la dolcezza che le caratterizzava la voce.

Nicholas si irritò, solo perché aveva detto la verità al giudice, questo non avrebbe dovuto penalizzare anche i suoi amici.
-Ecco vedi? Secondo te perché gli “remo contro”? Tutto gira intorno a quel cantante da strapazzo. Vuoi sfondare? Cerca di fartelo amico. Gli stai antipatico perché hai detto solo la verità “beh potrebbe darvi grandi problemi” fatela finita tutti. Se io voglio ottenere qualcosa ci riuscirò, con ila simpatia di Mika o meno- si infervorò il biondo girandosi a guardarla.
-Heu furia io ti ho dato un consiglio.. solo cerca di non sottovalutarlo ok? Ciao Demian- lo salutò poi riacquistando il sorriso che aveva perso sentendo le sue parole dure.
-Ciao Ilaria- La ragazza sorrise, non aveva dimenticato il suo  nome..
 
Quando Ilaria uscì dalla cucina si ritrovò Mika davanti.
-Hei boss, è occupata la cucina- gli disse famigliarmente la ragazza guardandolo divertita.
-Yes, ho notato- affermò il cantante con  astio nella voce.
-Wow, parola nuova?- ci scherzò su la ragazza, notando il suo vocabolario “forbito”. Il giudice le sorrise, per poi passarle un braccio sulle spalle.
-So, Ilary.. non stavi flirtando con Demian right?- le domandò il riccio con un’aria strana in volto. La ragazza sembrò sorpresa ma non perse il sorriso.
-Io? Con Nicholas? Ma dico quei ricci che hai sulla testa ti impediscono di ragionare intelligentemente?-  gli disse strabuzzando gli occhi.
-No, but.. di solito sei timida.. ma con lui-Ilaria non lo fece finire.
-Stop.. non andare avanti, ma dico lo vedi?- disse poi affacciandosi sulla cucina, dove un Nicholas incurante di tutto era seduto a gambe accavallate a fumare una sigaretta.
-E’ più gay di te fra un po’- se ne uscì poi facendo sussultare il riccio.
-What? Are you crazy?- disse infatti il cantante, guardandola come fosse un alieno venuto a dirgli di diventare etero da un momento all’altro.
-No, sei te che sei pazzo se non te ne sei accorto.. sai ho fatto due chiacchiere con Irene e Luca, e sono riuscita a scucirgli qualcosa..- affermò poi cospiratrice la riccia.
-perché vuoi scucirgli i vestiti?- chiese poi Mika confuso.. Ilaria si sbatte una mano in fronte.
-Mika intendevo che sono riuscita a farmi dire qualcosa- disse poi esasperata. Il riccio annuì.
-Pare che questa maschera che si porta dietro, sia per colpa di una persona, un ragazzo.. non mi hanno proprio detto il sesso della persona, ma da come si guardavano impanicati.. beh ho fatto due +due.- concluse fiera la ragazza.
-Ok, ma cosa vuoi dirmi whit… this?- chiese poi leggermente confuso..
-Mikaa.. sintonizzati su questa radio.. provaci no?- urlò allora esasperata la riccia tirandogli uno scappellotto.
-Ai.. ma sei pazza? E poi io e Demian? He is.. arrogante, presuntuoso, he thinks di essere già arrrivato..- disse acquistando sempre di più accento inglese. La riccia sorrise.
-Sono le stesse cose che lui ha detto di te.. pensa un po’ che coincidenza- affermò divertita, dandogli delle giocose pacche sulle spalle.
-Ma io sono già arrivato- disse poi, togliendosi la polvere dalle spalle. La ragazza rise.
-Provaci almeno.. conquistalo, poi la strada sarà tutta in discesa..-

Le parole di Ilaria lo avevano lasciato basito. Per la prima volta nella vita, non aveva risposto, neanche con sarcasmo o sprezzo.
Forse perché la sua idea non era male. Insomma conquistare il ragazzo dal cuore di ghiaccio? Un’impresa, non ce l’avrebbe mai fatta. Quel ragazzo era troppo per lui, tropo arrogante, astioso, bello, sexy, intrigante.

Cazzo Mika riprenditi, stiamo parlando di Demian, la persona che ti eri ripromesso di odiare per quella stagione di xfactor.
Certo però non aveva messo in conto del fascino di quella persona. Misterioso, intrigante.. con un passato tutto da svelare e da scoprire…
Quando si era seduto al banco dei giudici poi aveva fatto la sua decisione, sarebbe riuscito a sedurlo.. fosse l’ultima cosa che avrebbe fatto..

-Bene signore e signori, i giudici ci imparziali e capaci ci sono, un pubblico caloroso anche, mancano solo loro.. i concorrenti. Facciamo un applauso alle band di Morgan…- urlò nel microfono Cattelan, seguito dagli applausi del pubblico.
-Gli Hipster, le Dynamoe e i Dreamers- un boato di applausi seguì la loro presentazione.
-Calma pubblico, li rivedremo più tardi.. continuiamo con le under donne di Mika.. Ilaria, Giulia e Giada- altri applausi ancora più forti, che gli fecero gonfiare il cuore nel petto, le sue ragazze più belle che mai.
-Voglio ancora più applausi per gli under 24 uomini di Fedez… Marco, Fabrizio e Dirty- quando annunciò l’ultimo nome il pubblico scoppiò, Mika sapeva il motivo, Dirty era il ragazzo forse il più originale che aveva visto fino ad adesso, una versione moderna di Bob Marley ma con un tocco in più che non riusciva a comprendere.
-E ultimi ma non ultimi gli over di Victoria Cabello.. Chiara, Alberto e Andrea- Dopo un ultimo grandissimo applauso, Cattelan mandò i ragazzi a prepararsi per la prima manche.
-Allora giudici, sono stati difficili questi Home visit?- chiese amichevole Cattelan.
-Molto difficili, sono tutti ragazzi con molto talento e sono molto contenta della mia squadra- annunciò la Cabello, forse la meno esperta in quel campo.
-Credo che la mia squadra, spacchi come i nomi dei personaggi che ne fanno parte, non c’è gara la mia squadra è la migliore- rispose Fedez orgoglioso più che mai dei suoi ragazzi.
-You’re crazy,  le mie ragaze sono le migliori, Morgan quest’anno hai del filo da torcere- commentò divertito, sapendo che Morgan gli avrebbe risposto con sarcasmo.
-Beh Mika, in questa serata anni 80 nessuno ha scampo ne ora ne mai. Le mie squadre sono tutte diverse, tra hippie e rockstar i miei ragazzi farebbero impallidire i vostri, ma forse un quarto posto potreste riuscire ad ottenerlo..-  commentò invece Morgan, continuando poi a punzecchiarsi con il cantante.

Mika intanto cercava di distrarsi chiacchierando con Morgan e la Cabello. In realtà stava cercando il modo migliore per far rimanere senza parole il biondo. Doveva far abbassare le sue difese per andare a fondo dentro di lui.

-Bene giudici i ragazzi sono carichi, ricordo inoltre al pubblico, sia quello in studio che quello a casa, che metà del giudizio è vostro quindi votate chi pensate meriti di vincere questa puntata a tema anni 80.. partiamo con una delle tue Mika…- annunciò Cattelan, ricordando poi al pubblico la procedura.
-Oh tocca già a me. Alora oggi sul questo palco, avremo una forza della naura. La mia Ilary, è un concentrato di dolceza e di bravura. Ma ha anche un animo selvagio, che vi sorprendera. Ecco a voi.. Ilaria- Non sapeva neanche lui quello che aveva detto, forse la verità, forse quello che si era scritto, o forse una completa bugia. Ma in quel momento non sapeva nulla, faceva anche fatica a capire i suoi pensieri.. Il motivo però non gli era ancora molto chiaro.
Ilaria, come al solito era stata stupenda, aveva cantato come se non ci fosse un domani, aveva dato l’anima per quella canzone, e il pubblica l’aveva ricompensata con una standing ovation degna della sua bravura. 

Era finita la prima manche, i primi sei concorrenti si sono scatenati con le canzoni pop anni 80 più svariate, della sua squadra avevano mostrato la loro performance Ilaria e Giada, mentre della squadra di Morgan, solo le Dynamo avevano presentato il loro pezzo. Molto stupito dalla scelta di Morgan si era complimentato molte volte con le ragazze, ma la sua Ilaria era migliore, superiore a tutti quanti.

-Bene inizia ora la seconda manche, e ricominciamo proprio con te Morgan-il giudice, vestito come sempre in una maniera assai eccentrica, sorrise per i prossimi che avrebbero dovuto salire sul palco.
-Benissimo pubblico di xfactor siete carichi?- gridò il giudice girandosi un’attimo verso la platea.
-Benissimo, perché state per assistere ad una performance che vi lascerà senza fiato e senza voce. Il loro nome li fa sognare, ma oggi vedremo se farà sognare anche voi. Pubblico di xfactor, ecco a voi i Dreamers..-
Si rizzò subito sulla sedia, era ormai abitudine di quella band non annunciare il brano da loro scelto. Lo avrebbe introdotto Demian prima di esibirsi, e questo li rendeva ancora più originali.

Quando la band entrò in studio, capitanata da un affascinante Demian il pubblico impazzì, inutile dire che di membri belli quel gruppo non ne mancava, guardate Irene che ha suscitato l’ammirazione di Morga, o Filippo che già dalle audizioni è diventato l’idolo delle ragazzine.
- Guys, in this situation we need someone that save us. Yes guys we need a hero.. i need a hero!- affermò Demian facendo come al solito ridere I ragazzi per la sua improvvisazione e anche il pubblico.

Quando iniziarono a cantare la canzone di Bonnie Tayler, il pubblicò restò in silenzio. Quando Mika si girò a guardarlo li vide incantati a fissare i ragazzi che stavano facendo scintille su quel palco. Molte volte Demian aveva cantato il ritornello, pronunciando la frase “i need a hero” e quante volte Mika avrebbe voluto prendere il microfono davanti a lui e gridargli. “I will be your hero” ma sarebbe stato stupido e insensato, infondo lui lo odiava, doveva soltanto conquistarlo per fargli togliere quella maschera da superbo re del pop. Ma quel  faccino da angelo in qualche modo lo bloccava.

Nicholas d’altro canto, cercava di esibirsi con tutta l’energia che aveva in corpo, per dimostrare a tutti, a Ilaria, Rebecca, a Mika, a tutti che anche senza l’appoggio del giudice sarebbero riusciti ad andare avanti. Voleva dimostrargli che lui valeva, che loro insieme erano una band con i controcoglioni come dicevano a Roma. E nessuno gli avrebbe fatto cambiare idea.

-Bene, questa era la performance dei Dreamers, venite qui ragazzi così sentiamo l’opinione dei giudici.. Fedez- chiamò poi Alessandro con il suo inseparabile microfono rosso in mano.
-Ragazzi, l’ho detto alle audizioni e lo ripeto anche adesso, avete un’energia che poche band hanno, dovete solo rilassarvi un po’ di più.. se non fosse per la scenetta comica che fate a inizio brano voi sareste come ciocchetti di legno e questo non va bene, dovete rilassarvi. Tranne questo beh, il silenzio del pubblico mi fa capire che li avete lasciati davvero senza fiato come aveva detto Morgan.- affermò il rapper giocando con la medaglietta che aveva al collo. I ragazzi lo ringraziarono.
-Victoria- chiese poi Cattelan alla donna.
-Siete stati bravi come al solito nulla in contrario, forse un po’ la scelta del brano che mi ha lasciato perplessa. Morgan forse avresti dovuto essere più rock.- giudicò la Cabello suscitando il malcontento del pubblico.
-Victoria naturalmente devo rispettare il tema della serata e li non ci piove, ma devo anche rispettare l’identità della mia  band… se non ci avessi fatto caso, quelli li sono mezzi Hipster, anzi una lo è proprio tutta… senza offesa Irene- disse poi rivolta alla ragazza che arrossì, lasciando Mika un po’ sospettoso.
-Te li immaginavi, a fare del rock? Io no, sarebbero stati bravi comunque, ma sarebbero anche stati parecchio a disagio.- il pubblico parve molto entusiasta della risposta esaustiva del giudice, che si girò verso di loro per ricevere gli applausi.
-Mika, tocca a te- specificò poi il presentatore verso l’ultimo giudice rimasto.
-OK ragazzi se prima non mi avevate convinto ora.. beh.. cazzo siete stati bravi, mi piace soprattuto l’introduzione di Demian, è geniale. In fondo non si poteva aspettare altro da un ragazzo come lui- affermò poi lasciando tutti un po’ basiti. Soprattutto Nicholas, che dopo un attimo di smarrimento riprese a fulminare con gli occhi il giudice.
-Cosa intendi dire Mika- chiese infatti Cattelan, che come tutti non aveva capito la sua allusione.
-Oh nothing, solo che è un ottimo cantate e anche molto originale- fece spallucce il giudice facendo cadere il discorso.
-Bene ragazzi, se volete che i Dreamers passino alla prossima puntata votate lo 07.. e ora continuiamo con uno dei tuoi Fedez..-

Quando Nicholas scese dal palco, era infuriato. Quel cantante da strapazzo voleva metterlo in ridicolo davanti a tutti, se con i giudizi negativi lo faceva irritare con le falsi lodi lo faceva proprio infuriare. Voleva giocare? Beh allora avrebbe giocato anche lui.. 

-Tocca a me la prossima mossa, stai attento Mika ci andrò giù pesante..-
 

Allora ragazze… spero abbiate notato che questo è stato una specie di presentazione, prima quella di Ilaria, poi quella delle squadre dei giudici… mi sono divertita soprattutto a scrivere l’ultima parte.

Ora il gioco si fa duro.. e quando il gioco si fa duro,, i duri iniziano a giocare.
Qui vediamo un Mika convinto di riuscire a conquistare il nostro protagonista, solo per fargli abbassare la sua maschera. Il motivo? Pensate un po’ non lo sa manco lui.
Poi vediamo un Nicholas abbastanza irritato dal comportamento del cantante.
Credo, anzi ne sono sicura che nel prossimo capitolo non metterò nessuna puntata, quindi i ragazzi non canteranno quindi  non ci sono giochini musicali.

Quindi visto che qui siete voi i protagonisti scegliete:
1° volete un capitolo molto intenso su Mika e Nicholas?
2° volete un capitolo incentrato oltre ai due personaggi principali, anche altri personaggi?
3° volete continuare con un’altra puntata.
Sbizzarritevi con le idee, consigliatemi quello che devo fare.. ricordatevi però che sarò sempre io a scrivere il capitolo quindi siate precise.
Spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento e mi scuso per l’ora tarda, ma pare che la buona ispirazione mi venga solo di sera.
Ringrazio inoltre tutte le persone che hanno messo la storia nelle seguite e nelle preferite…  c’è anche un’altra categoria ma non la ricordo.
Vi ringrazio poi per tutti i complimenti che mi fate. Non sapete quanto questa mi possa far sentire felice.
Nelle ultime recensione mi avete scritto una area di canzoni, che non verranno dimenticate, ma che inserirò nei prossimi capitoli.

Che altro dire? Vi amo da impazzire, amo Mika, Nicholas/Demian, amo Morgan e anche Irene, Filippo è il mio preferito perché è amato da un migliaio di ragazzine arrapate e Ilaria è quella che mi somiglia di più soprattutto perché sfotte Mika come fosse sua amica da sempre. I nomi delle band me li sono inventati anche se ci sono degli spoiler riguardo le audizioni che si sono tenuti a Roma sabato e che io ho partecipato… non ve ne frega una ceppa? Peggio per voi, perché sono riuscita a toccare Mika e a vederlo da vicino (ora se non vi interessa rosicate)

Oggi sono un tantino logorroica, ma adoro scrivere e non riuesco oiù a fermarmi.

Buon divertimento per i giochini

Psiche_delia



 
 

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Capitolo 6
*** Ma si shippiamoli tutti ***


Heilaaa Psiche_delia come baack! Lo scorso capitolo ho fatto delle domande su quale personaggio dovrei incentrare questo capitolo. Naturalmente le risposte sono state tutte diverse, chi vuole un capitolo tutto Mika/Demian.. dovrei trovare un nome per shipparlo… O chi vuole la storia degli altri personaggi, Ilaria, Irene, Luca e Filippo per esempio.

Per questo la mia mente durante la notte (cioè la mattina) ha elaborato una soluzione, scriverò due capitoli, uno Mikenian (?) e un altro per gli altri personaggi…
Spero comunque che vi piaccia.. continuate a seguirmi e a recensire la storia, e questa continuerà ad andare avanti. Vedremo se riusciremo a farla entrare tra le più popolari (see mo voi troppo però).

Buona lettura e buon divertimento dalla vostra Psiche che vi ama (non più dei suoi personaggi ovvio)…

Quella mattina si era svegliato più presto del solito. Erano quasi le 7 e lui era già in giro nell’immenso loft, che divideva con gli altri concorrenti, che non si sarebbero svegliati prima delle undici di quella mattina.

Era inutile esplorare la casa, visto che c’erano solo camere e bagni, così si infilò un paio di pantaloni grigi della tuta, e a torso nudo (tanto non si sarebbe scandalizzato nessuno) scese in cucina per fare colazione.

Quella giorno (come tutte del resto) non si era svegliato con il piede giusto, aveva fatto un sogno strano, che non si poteva definire un incubo.
Non sa perché ma nel sogno c’era qualcuno che lo inseguiva, e lui per scappare invece di correre camminava.. non riusciva ad andare più veloce. Mano a mano che l’uomo si avvicinava iniziò a  strisciare, quando poi non ebbe la forza di fare anche quello, aspettò che l’uomo lo raggiungesse.

Prima di svegliarsi, sudato ed inquieto, riuscì a vedere solo la sagoma di quell’uomo molto alta..
Certo di Nicholas si poteva dire di tutto, tranne che credesse nei sogni, o che questi lasciassero messaggi, ma quello in particolare l’aveva lasciato senza fiato, come se avesse corso davvero.. Bah forse era sonnambulo.

Prese il latte che bolliva sul fuoco, e lo mise in una tazza. Prese i suoi pan di stelle, ed iniziò a fare colazione.

-Non sapevo fossi un tipo così mattiniero..- quella voce improvvisa gli fece andare il latte di traverso, facendogliene  sputacchiare  anche parecchio da tutte le parti.
-Ma dico, ce l’hai un cervello, ho il criceto che hai in testa è in prognosi riservata? Volevi per caso uccidermi?..- sbottò il biondo già di cattivo umore.
Ilaria d’altro canto se la rideva allegramente da quella reazione, dando delle leggere pacche dietro la schiena del ragazzo.
-Scusami, non credevo fossi facilmente spaventabile- commentò poi divertita prendendo un pan  di stelle e mangiucchiandolo.
-Non sono io che mi spavento facilmente sei tu che sei un’idiota- si irritò ancora di più il biondo.
-Hei biondino calmati, altrimenti ti vengono le rughe, poi quel tuo bel faccino non lo vorrà più nessun ragazzo-  ammiccò la ragazza cercando di smuoverlo un po’. Il biondo a quell’affermazione sbiancò, giusto un secondo per poi tornare a calzare la sua perfetta maschera gelida di indifferenza.
-Ok Ilaria, vai al punto.. che cosa vuoi sapere?- chiese infatti cercando di rimanere impassibile. Anche se dentro stava scoppiando.. come faceva a saperlo? Nessuno lo sapeva, forse solo Irene e Luca. Ma loro sono i suoi migliori amici, lei la conosceva appena.
-Io? Niente non ti conosco neanche, cosa ti fa pensare che voglia sapere qualcosa su di te?- chiese la ragazza vaga. Prendendo un altro biscotto.
-Beh.. non lo so, forse per raccontarlo ad un cantante di nostra conoscenza.. sai quale? Quello ricciolo, alto.. molto alto, mezzo libanese e mezzo inglese. Dai credo tu ci sia arrivata- la scimmiottò lui. Ilaria, che scoperta con le mani nella marmellata, nel sacco, nel barattolo dei biscotti.. beh fate voi.. divenne tutta rossa, iniziando a muoversi nervosamente sulla sedia.
-C-come.. cioè.. come hai fatto? Cazzo che cogliona- si arrese la ragazza poggiando la fronte sulla penisola della cucina.
-La prossima volta non parlate davanti a quella porta, che qui si sente benissimo. – la prese ancora in giro lui, facendola sprofondare sempre di più..
-Che cosa hai sentito?- gli chiese poco dopo, tornando dritta con il busto.
-Niente di che, solo che io ho una maschera, che non voglio calare per colpa di una persona.. poi mi è squillato il telefono e non ci ho più fatto caso ma… rimane il fatto che ti devi fare i cazzi tuoi, che hai miei ci penso da solo. Ho già troppe rogne con quel giudice, ti prego per favore di non mettertici anche tu. – l’attaccò brusco, alzandosi dalla sedia per uscire dalla stanza.
-Di cosa esattamente hai  paura?- gli chiese lievemente la ragazza prima che riuscisse ad uscire.
-Io non ho paura di niente e di nessuno- sbottò il biondo girandosi.
-Certo Nick-dal-cuore-di-pietra, lui non ha paura di nulla, è cinico un bastardo di prima categoria, freddo e chi più ne ha e più ne ,metta. Ma cosa sul serio ha creato questo Nicholas?  Cosa è successo  Demian? Prima secondo Luca non eri così..- lo riprese Ilaria, che si era alzata anche lei dalla sedia per fronteggiarlo.
-Tu non sai niente.. niente di me. Quindi non ti permettere di giudicarmi. Perchè solo questo sapete fare voi, puntare il dito contro qualcuno.- E per la prima volta davanti ad una persona, Nicholas o Demian.. abbassò gli occhi. Non riuscì a fronteggiare quelli determinati della ragazza. Il suo passato gli pesava ancora troppo per poterlo affrontare a sguardo alto.

-E allora sfogati Nick.. fammi conoscere il vero te, quello che non vale la pena da giudicare, perché perfetto così com’è- addolcì il tono la riccia.
-Ma cosa te ne frega a te di me… a nessuno importa, perché a te dovrebbe?- rispose ancora iroso l’altro.
-Perché voglio esserti amica Nicholas, in questa casa, in questo programma, tutti mi credono strana. Persino le mie compagne di gruppo, mi prendono in giro..Perchè? Io sono quella che va in giro a far amicizia con tutti, che capisce tutti. Gentile, dolce sempre a disposizione di chi ne ha bisogno. Poi quando io ho bisogno di qualcuno tutte le persone a cui ho dato una mano spariscono, si volatilizzano...  cos’è questa? Una maschera, si perché io solo in parte sono così.. la gentilezza, la delicatezza, sono piccole parti del mio carattere, ma lo sai che c’è? A me va bene così, perché con queste “doti” io non faccio male a nessuno, riesco  ad aiutare tutti perché aiutare la gente mi fa stare bene. Ma spesso questa non mi rivolge la stessa gentilezza che io dono, ferendomi e lasciandomi sola. Ma con te, io voglio continuare ad essere quella persona, perché io ti vedo Demian, ti vedo da come canti, da come ti esprimi da come ti muovi che vuoi dire qualcosa, che vuoi essere ascoltato e capito. Ma tu una mano non la vuoi.. sei ostinato a rimanere solo con te stesso, a riparare da solo i tuoi problemi..- affermò sull’orlo delle lacrime la ragazza. Aveva svelato quella parte di se che aveva tenuto nascosto, l’aveva fatta uscire, sfogandosi con l’ultima persona che avrebbe mai immaginato. Nicholas invece, non aveva fatto nulla, era rimasto ad ascoltarla, recependo tutte le cose che diceva, facendola sfogare.  Non si rendeva conto, quanto quella piccola ma forte ragazza si tenesse dentro.
-Allora raccontami la tua storia.. Ilary.. sfogati, ti sentirai meglio- le disse gentile accarezzandole il viso rigato dalle lacrime.
-Io prima non ero così… prima di entrare qui intendo.  Ho 19 anni, e al liceo ero la ragazza più popolare della scuola… I miei ricci ribelli erano il must in quel liceo, e tutte le ragazze mi invidiavano per via della mia voce.
Avevo tutto, una buona reputazione, una famiglia che mi amava e che m i ama tutt’ora, scarpe vestiti appariscenti, cellulari di ultima tecnologia. Insomma non mi mancava nulla, solo qualcuno con cui condividere la mia gioia..- si fermò un attimo per riprendere il controllo delle lacrime, le asciugò, poi con un sorriso amaro continuò il racconto.

-Prima la gentilezza, non faceva parte di me, non conoscevo quel vocabolo e neanche come si esprimesse, tutto quello che volevo lo ottenevo, per il “potere” che avevo acquisito o con le maniere forti. Poi un giorno, il ragazzo dei miei sogni mi si presentò davanti, biondo, occhi di ghiaccio, un bellissimo carattere.. gentile e pacato, il contrario di me in pratica. Feci di tutto per conquistarlo, finsi di essere molti tipi di ragazza, ma niente funzionò. Quando un giorno arrivai a scuola, vidi la mia migliore amica delle medie baciarsi con quel ragazzo, si erano messi insieme il giorno prima, lei dolce gentile, una ragazza acqua e sapone era riuscita a conquistarlo, mentre io l’esatto opposto no. Ma allora non mi fermai a pensare al perché, agì  e basta.- le lacrime ricominciarono ad uscire copiose dai suoi occhi, Nicholas la abbracciò, non forzandola a continuare.
-Non avrei dovuto farlo, non ero cattiva, solo accecata dalla rabbia, di una vita perfetta andata in fumo. Partì  in quarta, iniziai a litigare con la mia ex-migliore amica, che mi pregava di smetterla di urlare, che saremmo potute continuare a rimanere amiche, che per me avrebbe anche lasciato quel ragazzo, ma ogni parola gentile, mi faceva solo arrabbiare di più, fino a quando non la spinsi violentemente per togliermela di dosso. Il più grande sbaglio che feci.. perdendo l’equilibrio andò a sbattere con la nuca contro l’estintore dietro di lei  . Nessun danno , per fortuna. Quando realizzai quello che avevo fatto, mi chiusi in casa a ragionare sulle mie azioni. Da quel momento decisi di rinchiudere la me ribelle, cinica in un angolo remoto nella mia testa…- quando finì di raccontare e alzò lo sguardo, nel volto del biondo non vide compassione o dispiacere, solo un grande rispetto verso la ragazza.
-Non cambiare mai Ilary, sei fantastica così, cerca di farle uscire quelle emozioni più forti che hai rinchiuso, modellale, affinché possano adattarsi con il tuo bellissimo carattere e diventare pregi.- le disse donandole un bacio sulla fronte.
-Grazie Nick.. mi sento meglio.. – lo ringraziò lei, abbracciandolo.
-Nick.. mi ci chiamava sempre la mia migliore amica.. – la ragazza sorrise.
-Ora tocca a te raccontarmi la tua storia..- affermò poi lei rallegrandosi. Il biondo le sorrise, forse il primo sorriso sincero o forse il secondo che le avesse mai donato.
-Magari un altro giorno scricciolo- dopo aver riso alla buffa faccia della ragazza, uscì dalla cucina, notevolmente di buon umore, rispetto a quando ci era entrato…
 

-Commuovente vero?- affermò una voce alle sue spalle. Sobbalzò per lo spavento e non so come non urlò. Quando si girò Morgan era davanti a lei, strambo come al solito.
-Ma sei scemo? Mi hai fatto perdere venti anni di vita- cerco di sembrare infuriata, ma la verità è che la situazione, era abbastanza comica.
-Bimba lo sai che non si origlia vero?- commentò divertito il giudice. Irene sentendo quel nomignolo arrossì, e per mascherarlo iniziò a parlare a macchinetta.
-Non mi chiamare, bimba, non sono piccola, ho 25 Anni. E smettila di sorridere, lo sai che è più faticoso sorridere che fare una smorfia? O era il contrario?... si molto probabilmente è il contrario, non mi ricordo quanti muscoli ci vogliano però.. erano tanti.. 35? No forse troppi. Ok ma resta il fatto che mi sono spaventata e adesso sono diventata logorroica non per l’imbarazzo per lo spavento.. e non so neanche perché te lo sto dicendo e non riesco più a fermarmi e..- Morgan le mise una mano davanti alla bocca, ridendo come un matto. Vederla parlare tanto, senza sapere cosa stesse dicendo era esilarante. E tutto questo soltanto perché l’aveva chiamata Bimba. 

Capiva di avere un certo ascendente su di lei.

-Comunque, non cambiare discorso piccola hippie, non si origlia. A meno che non ci sia anche io…. Allora che si sono detti?- disse smettendo di fare il padre che sgrida la figlia. Irene lo guardava senza parole, prima di scoppiare a ridere insieme al giudice.
-Te sei più schizzato di me, è la vecchiaia ammettilo- lo punzecchiò la ragazza, Morgan fece finta di offendersi.
-Hei, qui non sono io che sono troppo vecchio, sei te che sei una bambina… quasi quasi mi pento ad averti fatto entrare nella mia squadra..- disse poi serio strofinandosi il mento. Irene, si intristì di colpo.
-Ma… ma.. ma io.. non sono piccola Morgaaan- fece poi gonfiando le guance come una bambina e allungando le vocali del suo nome. Il giudice se la rise di nuovo di gusto, rendendo le due guance tra il pollice e l’indice e sgonfiandole.
Non si rese conto però del gesto che aveva appena compiuto, fino a quando la ragazza si fece seria di colpo. L’uomo, tolse subito le mani dal suo viso per poi metterle nelle tasche dei suoi eccentrici pantaloni.
-Allora.. tu non hai una storia da confessare? Magari un passato che mi vorresti svelare?- chiese Morgan. Irene fu colpita dalla sua schiettezza, poi gli sorrise gentilmente.
-Morgan io sono un libro aperto, tutti sanno come sono fatta, quella che vedi è la vera me.. non ho maschere. Ho un passato tranquille e un presente ancora da vivere. Penso che io qui sia l’unica ad aver avuto fino ad adesso una vita semplice come  lo sono i vestiti che indosso.- ammise, giocando con il semplice vestito panna di pizzo.
-Se mi guardi realmente vedi la mia storia, guarda per esempio come sono vestita oggi e prova ad immaginarne il significato- gli disse indicandosi successivamente.

L’uomo la guardò incerto.

-Non ti mangio Morgan, dai ti aiuto. Porto un vestitino bianco di pizzo, questo rappresenta la mia vita, monotona certo ma felice come quella che una ragazza della mia età dovrebbe avere, il pizzo però rappresenta le piccole avventure che da adolescente fino ad adesso ho compiuto, la fascia colorata tra i capelli invece rappresenta il mio stato d’animo perenne. Cerco sempre di trovare il lato positivo in tutto, e un animo buono in tutti. Amo i colori vivaci e quelli pastello, raramente indosso vestiti accessori o scarpe nere.  Le scarpe non rappresentano nulla, quelle mi piacciono e basta, disse indicando le espadrillas bianche, con delle piccole borchie piatte.-  disse al giudice, tutto con un tono gentile ed amichevole, un tono confidenziale che a Morgan piacque e anche molto…
-Sei molto brava nel parlare lo sai? Quando parli, incanti tutti quelli che ti stanno intorno, con il tuo tono dolce riesci ad ammaliare le persone..- la ragazza arrossì di nuovo.
-Visto che sei brava a riconoscere le persone sull’abbigliamento… descrivimi- se ne uscì poi  Morgan, guardandola curioso.
-Come?- strabuzzò gli occhi la ragazza, non se lo aspettava.
-Cosa ti verrebbe in mente guardandomi, guardando il mio abbigliamento la mia acconciatura?- disse allargando le braccia per farsi notare meglio.
-Indossi una giacca eccentrica, con fantasie talmente fitte che non si riescono a distinguere, questo potrebbe rappresentare un animo tormentato o un passato tormentato, oppure un carattere molto forte, quasi incomprensibile da capire per quanto è contorto. Sotto alla giacca porti una semplice camicia bianca, questo sta a significare che dietro il tuo carattere forte, misterioso ed originale c’è una persona semplice, ma che vuole distinguersi dal resto del mondo. Tutto condito on delle borchie e fari accessori… forti che vanno a sottolineare il tuo carattere.. si insomma forte..- finì, non tanto convinta di quello che stava dicendo. Morgan d’apprima sorpreso le sorrise.

-Dai intenditrice di abiti andiamo che gli altri ti stanno aspettando- la ragazza gli sorrise per poi correre verso il salone dove di solito si ritrovavano tutti. Deve ammettere che quella ragazza lo aveva stregato, era riuscita solo guardando i suoi vestiti a descrivere il suo carattere perfettamente… Gli avrebbe riservato grandi sorprese….
Allora girlss… spero che il capitolo vi sia piaciuto.. lo so mancano molti perso aggi da approfondire ma, raccontare più storie in un solo capitolo sarebbe abbastanza pesante, per me da scrivere  e per voi da leggere. Nella prossima vedremo i nostri “Mikenian” ahahaha. E poi cercherò di inserire anche Luca e Filippo visto che poverini li ho lasciati in balia del loro destino.
Il racconto di Ilaria, l’ho scritto senza mai fermarmi, quindi mi scuso per eventuali errori, ma me lo sentivo proprio dentro.. Spero che a voi sia piaciuto.. Poi per stemperare un po’ l’atmosfera ho inserito Morgan e Irene, che adoro… Irene è la mia preferita l’ho già detto^ Probabilmente si…
E quando pensavate che Nicholas si stesse per aprire con Ilaria.. ta daan.. è lei che si apre, facendoci scoprire il suo passato! Eh eh vi sto tenendo sulle spine!!
Spero che il capitolo vi piaccia..
Ora una cosina un po’ diversa dalle altreee… sempre il nostro solito giochino.. gli ho dato anche un nome “Ma si.. shippiamoli tutti”. In questo giochino dovrete formare le coppie che più vi piacciono, io l’ho fatto con Morgan e Irene, voi potete farlo anche in modo diverso. Giocateci fate come vi pare, poi le inserirò a modo mio nei capitoli che succederanno questo..
Mi raccomando voglio vedervi fantasiosi.. shippate anche Mika e Demian con chi volete, non per forza devono stare insieme…
Spero che vi divertiate a leggere questo capitolo e.. magari che vi tocchi anche un po’ il cuore.. non fa mai male essere gentili con il prossimo..
Un bacione, vi amo tutte e vi voglio un mondo di bene
Psiche_delia
 

La nostra hippie!!!                                                 
 
 
 She is Ilary!!




I miss you.. hai iniziato correndo.. te ne sei andato correndo.. rimani sempre l'uomo senza il qual fast and furios sembrerebbe niente in confronto a peppa pig!



 

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Capitolo 7
*** Temporali e granelli di sabbia ***


Salveee. Scusate il ritardo, ma ho avuto una miriade di cose da fare in questi giorni.. infatti non ho neanche risposto alle vostre recensioni (quando avrò finito di scrivere questo capitolo lo farò). Comunque, le ho lette comunque, per mia grande gioia e fortuna,  a tutti piace la “Mikenian” o come l’avevo chiamata.
Non ho molta voglia di perdermi in chiacchiere, quindi ci rivedremo alla fine del capitolo, con i miei “giochini”..
Buon lettura-

Era buio, molto buio. La casa era immersa nel silenzio, solo una luce era accesa, quella della cucina.
In quella stanza, tutta la famiglia Cavalli era riunita. Chiunque si aspetterebbe, che stessero giocando a qualche gioco da tavolo, parlando, scherzando, e anche Nicholas avrebbe preferito fosse così, purtroppo facevano tutto tranne che parlare e il quasi dodicenne Nick era molto spaventato.

-Non puoi decidere da solo della sua vita, è anche mio figlio se permetti..- gridava la donna, molto simile al figlio, stessi capelli biondi, stessa pelle diafana, solo gli occhi erano diversi, di un verde brillante nei quali risplendeva una scintilla di determinazione, che solo la morte gli avrebbe tolto.
-Una madre a suo figlio non avrebbe mai dato come nome “Demone”, sei una pazza non una madre, e io non ti permetterò di toccare MIO figlio, o anche soltanto di vederlo.- l’uomo invece, il padre del bambino, non urlava, rimaneva calmo, e forse era proprio questa calma a presagire il peggio.
-Non puoi farlo.. io sono la madre, Demian deve rimanere con me- adesso la donna piangeva, indicando il bambino che ormai senza lacrime attendeva in un angolo che smettessero.
-Nicholas, è questo il suo nome, e adesso per favore sparisci, non voglio più vederti- disse l’uomo con una calma gelante. Nicholas scattò in piedi, avrebbe voluto tutto, tranne che i suoi genitori si odiassero.

-Voi non potete decidere per me, non potete litigare per me..- lacrime silenziose scendevano dai suoi occhi, ma la sua voce era calma e fin troppo fredda per la sua età.
-Nick, per favore vai nella tua stanza, ne parliamo dopo va bene?- addolcì la voce il padre, avvicinandosi e accarezzando piano i capelli del figlio.
-No, io non voglio che voi vi lasciate.. io..- le parole gli morirono in gola, era in quel momento che capì che i suoi genitori si stavano separando, lasciandolo da solo.

Senza finire la frase e sentire le urla dei suoi genitori uscì di casa, diretto verso l’unica persona che gli era sempre stata vicino.. Rebecca..


Aprì gli occhi lentamente, ormai non si sorprendeva più di questi sogni… Sogni, no, non era la definizione giusta. Sempre più spesso sognava quella notte, sempre più spesso sentiva la mancanza di Rebecca, sempre più spesso si sentiva solo.
Decise di uscire dalla sua stanza, si sentiva opprimere… aveva solo bisogno di pensare.

Scese le scale a piedi nudi, quando passò davanti al salotto, vide la televisione accesa, probabilmente si erano dimenticati di spengerla, non era di certo la prima volta. Sospirando si diresse verso il salotto, quando si girò verso il divano però, sobbalzò dallo spavento. C’era Mika che dormiva, raggomitolato in quel divano che anche se spazioso forse un po’ troppo corto per lui.

Sorrise a quella vista, il cantante poggiava la testa sul bracciolo del divano, con un braccio sotto la testa, che andava a poggiarsi sullo schienale del divano, le gambe erano leggermente piegate e appoggiate anch’esse allo schienale.
Non doveva essere una posizione comoda, anche per la statura del  riccio.  Mosse un passo verso di lui, ma poi si fermò.. mentre dormiva mugugnava delle parole sconnesse. “Michael”, “Morgan”, “vincere”, “Demian”..

Aveva pronunciato anche il suo nome, e si agitava sempre di più, rischiava quasi di cadere dal divano. Demian decise di svegliarlo altrimenti sarebbe caduto.
-Mika… dai svegliati- sussurrò piano, agitandolo un po’, ma il riccio non si svegliava e non si calmava neanche. Continuava a ripetere parole senza senso, e qualche volta anche il suo nome.. per un secondo Demian si fermò a pensare al perché lo stesse sognando, poi notando che stava iniziando ad agitarsi di più si riscosse dai suoi pensieri.
Fece di tutto, gli urlava il suo nome, di svegliarsi, lo agitava prima piano e poi forte, si stava spaventando, e il cantante non la smetteva di agitarsi. Così fece l’unica cosa che non aveva fatto, lo abbracciò..
Si stese sul  divano vicino a lui e gli cinse il petto con le braccia, in un primo momento continuava ad agitarsi, poi smise tutt’un tratto, si rilassò, ma non si svegliò..
Che cosa assurda, continuava a ripetersi Demian, stava abbracciando colui che più odiava li dentro e soltanto perché stava avendo degli incubi.. assurdo. Eppure anche Rebecca molte volte aveva dovuto fare quella  pratica per farlo calmare…  Si mise più comodo vicino al corpo di Mika, ora non gli andava di allontanarsi, gli piaceva avere quel corpo caldo tra le braccia, sentiva il bisogno di proteggerlo, perché quando lo aveva visto rannicchiato su se stesso e in preda agli spasmi, aveva sentito la voglia di calmarlo di fargli sentire che qualcuno era al suo fianco, come Rebecca aveva fatto con lui per anni, anche se voleva odiarlo, una parte di lui glie lo impediva..  Quando però si stava per addormentare il riccio aprì gli occhi, sembrava abbastanza confuso, non sapeva il perché si ritrovasse nel salotto del loft, quando la sera prima era andato a trovare le ragazze, e neanche perché qualcuno lo stava abbracciando, quando alzò gli occhi e vide che le braccia che aveva intorno erano di Demian, per lo spavento si spinse lontano da lui, con il risultato di far cadere tutti e due giù dal divano.

-Oh my Gosh..- urlò mentre cadeva il cantante.
-Ma io dico, quei ricci che hai in testa non ti permettono di pensare ragionevolmente o sei semplicemente tardo?- sbraitò irritato invece Demian, che in dormiveglia era stato buttato giù dal divano dal cantante..
-Mi ripetete sempre tutti le stesse cose, gli ho tagliati i ricci.. now sono pochi..- disse sbuffando il cantante toccandosi i capelli e ricordandosi la conversazione con Ilaria.
-E poi, tu mi eri abbracciato- masticò in italiano, alzandosi e massaggiandosi il fondoschiena che aveva sbattuto.
-Forse perchè mentre eri addormentato come un coglione sul divano, hai iniziato ad agitarti come un ossesso..-  disse acido alzandosi anche lui e sistemandosi la maglietta che si era alzata.
-Nessuno te l’ha chiesto- rispose ora Mika irritato dal tono del biondo.. si era ancora il cantante apprendista montato che aveva conosciuto, non era cambiato di una virgola.
-Si infatti, la prossima volta mi faccio gli affari miei e ti lascio sfracellarti per terra.. cosa che hai fatto lo stesso perché sei un idiota- sbottò irritato dirigendosi verso la cucina, seguito dal riccio che non intendeva farsi mettere i piedi in testa da nessuno.
-Io non sono idiota e tu non sei… polite.. dicendo a me queste cose- continuò ancora sedendosi sullo sgabello in cucina.
-Non me ne frega un cazzo di essere educato, la prossima volta non mi disturbo neanche a calmarti..- affermò  prendendo i suoi biscotti e una tazza di latte freddo.
Il cantante non ricordava di aver fatto un brutto sogno, a dir la verità non ricorda mai i sogni che fa.
- I don't remember to have done no nightmare- sussurrò fra sè il cantante grattandosi la testa. Il biondo lo osservò cercare di ricordare il sogno e sorrise divertito dalla faccia buffa he stava facendo. Un’altra cosa che non si sapeva di Demian, è che sapeva essere molto lunatico a volte.
-Già ti agitavi molto, e farfugliavi alcuni nomi e parole sconnesse e senza senso.- affermò facendo alzare di scatto la testa al cantante.
-What.. ho deto.. something?- ora era abbastanza agitato, avrebbe potuto dire qualunque cosa di compromettente e imbarazzante, di solito non gli sarebbe fregato nulla, ma stiamo parlando di Demian e non voleva farsi vedere debole o imbarazzato da lui.
-Si, ma giusto qualche nome per esempio quello di Morgan e anche “Michael”- disse, omettendo senza neanche sapere il perché il suo. Era stato molto incuriosito quando aveva sentito sussurrare il suo secondo nome  dal cantante, e anche se voleva saperne il perché, per orgoglio non glie l’avrebbe chiesto, anche perché se era vero quello che aveva detto, non ricordava l’incubo che aveva fatto.. Poi quel nome.. “Micheal”, era famigliare..

Il riccio sospirò di sollievo, non aveva detto niente di che mentre dormiva.
-Chi è Michael?- chiese ad un certo punto il biondo, volendo spezzare quel silenzio imbarazzante che si era creato fra i due. Il riccio sobbalzò, non si aspettava quella domanda, non da lui almeno.
-Io mi chiamo Michael- disse semplicemente guardandolo in quei occhi color del ghiaccio, che rispecchiavano alla perfezione il ragazzo che aveva davanti. Se Demian era sorpreso non lo diede a vedere, non sapeva quasi nulla di quel cantante, se non il nome d’arte e la nazionalità. Non sapeva che si chiamava Michael, un nome molto bello si ritrovò a pensare, ma scacciò subito via quel pensiero assurdo.
-Non lo sapevo.. bel nome- commentò soltanto continuando a mangiare quei biscotti che a Mika non piacevano per niente, infatti fece una smorfia.
-Come fai a mangiare questi.. cosi- disse infatti afferrando un biscotto al miele e cereali, i preferiti di Demian. Il ragazzo alzò gli occhi dalla tazza per posarli in quelli del riccio.
-Sono i preferiti di Rebecca..- commentò senza pensarci.
-Chi è Rebeca?- continuò il riccio cogliendo, l’opportunità di riuscire a conoscerlo almeno un po’ di più.
Demian d’altro canto, aveva capito le intenzioni di Mika, voleva capirlo, conoscerlo, e la domanda che gli aveva fatto era sufficiente per svelare tutto il suo passato.
-La mia migliore amica..- rispose soltanto, non era ancora pronto per raccontare quel passato ancora troppo doloroso per lui.
-Perché non vuoi che io ti capisca?-
-Nessuno può capirmi, soprattutto se non mi conosce-
-Io volio conoscerte-
-Anch’io… ma non è questo il momento..- era sincero, prima o poi avrebbe dovuto fare i conti con i suoi ricordi.. con i suoi “demoni”, chi lo sa magari con Mika, infondo dall’abbracciarsi allo svelare tutto sul tuo passato non manca molto.. giusto No, sbagliato.. ma ci avrebbe provato, avrebbe provato a fare amicizia con il giudice, magari non era il cantante montato e pieno di se che lui pensa che sia… magari.. magari..
-A penny, per i tuoi pensieri..- se ne uscì il riccio incuriosito. Demian sorrise, infondo era simpatico.
-Se ti dessi un penny per tutti i miei pensieri, diventeresti ricco- ammise divertito.
-Ma io sono già ricco- ammise allargando le braccia con fare teatrale. E per la prima volta da quando era entrato in quel programma, Demian rise, rise di cuore, lasciando i suoi pensieri fuori da quella cucina.

Mika invece, era contento di essere riuscito a farlo ridere, un impresa che neanche Ilaria o Irene o Luca erano riusciti a fare in quei giorni. Guardandolo ridere si accorse che aveva una bella risata, che contagiava anche lui. Peccato che era sempre nascosta dietro ad un viso costantemente serio e freddo…
Non aveva mai molto tempo per pensare, con tutta la gente che gli ronzava in torno il tempo di lasciare che la sua mente viaggi tra i suoi ricordi e le sue emozioni, era praticamente zero, mentre quando era insieme a Demian, il silenzio che si creava tra di loro, gli permetteva di lasciarsi un po’ più andare…

Demian invece, era abituato al  silenzio quando stava con una persona, non gli piaceva molto parlare, di cosa poi proprio non lo sapeva, non era capace a fare conversazione. Come si inizia a fare una conversazione? Parli del tempo? Nah.. sarebbe imbarazzante… Non aveva la più pallida idea si come attaccare bottone, ma spesso non ne aveva bisogno, con i ragazzi bastava quel ghigno che lo caratterizzava e una sgrullatina ai capelli biondi, con le ragazze invece.. beh le sue uniche amiche femmina per ora erano solo Rebecca, Irene e Ilaria, per il resto non andava molto d’accordo con le altre…
-You know? Tu sei per me, like l’ultimo granello di una… come si dice in italian?.. Clessidra yes.. l’ultimo granello di una clessidra..- se ne uscì poi il cantante destandolo dai suoi pensieri, a quella frase però aggrottò la fronte, che intendeva? Notando la sua faccia il riccio sorrise.
-Stai sempre da solo e in disparte, sei silenzioso e tranquillo, ma sei il primo che si mette in gioco, come il primo granello che scende dalla clessidra quando viene capovolta, ma anche l’ultimo, perché chiudi il tutto..- era sorpreso, non solo perché aveva fatto un discorso senza errori grammaticali, lessicali o di pronuncia, ma anche perché non si era mai aspettato che lo paragonasse a un granello di sabbia. Questo lo fece anche un po’ accigliare, forse senza motivo, ma gli dava un po’ fastidio essere paragonato all’ultimo granello di sabbia di una clessidra.
-E dimmi tu saresti il primo?-
-No, il penultimo.
-E perché?-
-Così potrei starte vicino..-
 
Se quando si era svegliata, il sole brillava, ora i fulmini squarciavano il cielo in un modo che Irene sembrò pauroso.
Quando da piccola c’erano i temporali, si arrampicava nel lettone dei suoi genitori e dormiva con loro, quando invece era cresciuta, bastava che si rintanasse nel buio della sua stanza per farla stare più tranquilla. Ora invece, la stanza del loft, la divideva con altre ragazze e non le andava di farsi vedere in quello stato da loro, e non poteva andare nel letto di qualcuno per farsi tranquillizzare, così se ne stava rannicchiata in un angolo del divano del salotto, cercando di concentrarsi sulla ricetta che trasmettevano in tv. Non che le piacesse cucinare, diciamo che da quando aveva dato fuoco alle crepes che aveva intenzione di fare, aveva dato forfè e si era dedicata al canto e alla sua chitarra. Peccato, che in quei momenti neanche la musica riusciva a calmarla.
-Irene, che ci fai qui? Dovevi provare con i ragazzi mezz’ora fa..- riconobbe quella voce, da quando era li se lo ritrovava da tutte le parti. Ma non le dava fastidio, la sua voce le trasmetteva calma e tranquillità.

Non gli rispose, troppo concentrata nel cercare di non tremare dalla paura.
-Hei tutto apposto?- le chiese poi preoccupato Morgan, tremava come una foglia e aveva uno sguardo terrorizzato. Lei scosse la testa, negando la sua domanda, poi notò, che ogni volta che un lampo appariva nel cielo, sbarrava gli occhi e si premeva le mani sulle orecchie, preparandosi al suono che lo avrebbe successo. In quel momento, gli sembrava una bambina, piccola e indifesa, la fascia bianca che portava sulla fronte, si era spostata sui capelli, e il vestitino pesante ricamato era stropicciato dalle sue mani, che nervose stringevano il tessuto. Quindi non fece nulla, le si avvicinò, le si sedette accanto, le circondò con un braccio la vita e le fece nascondere il viso nell’incavo del suo collo. Irene sembrò sorpresa, talemnte tanto che all’inizio trattenne il respiro, scordandosi per un attimo del temporale, quando però un altro tuono, ancora più forte rimbombò per il salotto, si strinse contro il giudice cercando calma e familiarità, e le trovò..
 
Se volete prendermi a sprangate sulle gengive, giuro che non mi ribellerò… lo so, sono terribilmente in ritardo, ma diciamo che queste, non sono state le settimane più belle di questa estate, quindi per non trasmettere questo mio stato d’animo alla storia l’ho lasciata un attimo perdere. Ma adesso sono tornataaaaaa, e continuerò a scrivere… Alloraa, qui vediamo per la prima volta Mika e Demian da soli (ho deciso di lasciare questo come nome definitivo perché ho notato che piace di più, ma Nicholas rimarrà sempre il suo nome) lo so, forse mi sono lasciata troppo trasportare, ma io li adoro come coppia e l’ultima frase.. beh non potevo non metterla.  Se non vi piace potete anche dirmelo anche perché è a questo che servono le recensioni, se non siete troppo arrabbiate per non scrivermele.. Irene e Morgan sono un’altra coppia che adoro, premetto che saranno sempre più frequenti, e mi devo anche decidere ad inserire gli altri personaggi secondari, lo so.. ma amo troppo queste coppie!!
Ora… ho dedicato due capitoli, anche se molto corti, sui personaggi, come vedete non ho svelato molto del passato di Demian, forse per voi quello che ho scritto è tanto, oppure no, infatti non lo è. Demian non è pronto a parlarne con qualcuno che non sia Rebecca, e con Mika sarebbe troppo precipitoso..
Quindi vi chiedo, dopo questi due capitoli, volete che io continui a concentrarmi sulle coppie, e su altri personaggi o volete che io passi a parlare della gara, del gruppo, dello show insomma. Naturalmente ci staranno parti inerenti alle coppie come Mika e Demian…
Un bacione…
Camilla

                                








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Capitolo 8
*** Terrazza e completini sexy ***


Buongiorno!! Allora ho letto le vostre recensioni (come al solito del resto) sono molto contenta che la storia vi continui a piacere… Irene e Morgan? I preferiti di tutti.. wow sono sorpresa. Mika e Demian (mi raccomando c’è la e dopo la d.. ho letto certe oscenità.. non è Damian o Damien..) i credo di non stare andando di fretto ma se non fosse così.. beh ditemelo perchè come dice il detto “la penna score” quindi certe volte per l’euforia non mi rendo conto di star correndo troppo, quindi devo cercare di afferrare questa penna, e spero che voi mi aiutiate… Benissimo, nelle recensioni ho avuto idee contrastanti, alcune volvevano un altro capitolo incentrato sulle coppie, altre un po’ del talent, insomma ne ho ricavato una via di mezzo, quindi spero.. si lo spero tanto che vi piaccia…

Ok un’altra cosa poi giuro che me ne vado, perché molto probabilmente ci rivedremo di sotto… sono passate due settimane da quando è iniziato xfactor.. non mi andava di fare tutte le puntate quindi molto probabilmente anche in futuro ne salterò qualcuna… comunque, dopo che io me ne sar andata, c’è un piccolo riassuntino di quello è accaduto, non è descritto da me, (infatti ho fatto un po’ un pastrocchio) comunque.. immaginatevi che a raccontarvi sia un presentatore inerente alla storia… potete anche dargli un nome (poi fatemelo sapere che sono curiosa).. mi raccomando un nome originale (non mi uscite fuori con Gianni, o Carlotta) siate divertenti… a proposito di divertimento.. ok no ve lo dico dopo mi sto perdendo in chiacchiere, vi lascio al nostro presentatore per adesso senza nome…

Psiche_delia

Erano passate due settimane dalla prima puntata in cui abbiamo visto i Dreamers esibirsi con il bellissimo pezzo “i need a hero” di Bonnie Tyler, da quelle settimane sono successe un po’ di cose nel talent..
Un gruppo di Morgan è uscito dalla gara, si, le Dynamo non si sono dimostrate all’altezza degli altri concorrenti, e neanche Andrea, l’over di Vittoria Cabello, non ha convinto molto i giudici e il pubblico…

Il pubblico aveva già trovato qualcuno per cui tifare e i giudici si stavano incominciando a dare battaglia, nel vero senso della parole, perché ci sarebbe mancato poco che Fedez e Morgan si picchiassero, ma per loro fotuna o sfortuna c’erano di mezzo Mika e la Cabello a fare da intermediari. Naturalmente poi hanno risolto con una stretta di mano, ma non nutrono l’uno per l’altro nessuna affinità e simpatia.

Quel giorno, ci sarebbe stata la terza puntata i xfactor, e il tema scelto, era semplicemente il pop. Forse perché i produttori non avevano voglia di sceglierne un altro, o forse perché era quello che preferiva il pubblico, nessuno si è opposto a questa scelta.
In questa settimana tutte le squadre si sono date da fare, i giudici si sono sbizzarriti e hanno prodotto maggiore affinità verso i loro concorrenti…
Insomma, sono state delle settimane molto intense, tra il lavoro e il divertimento sono volate, ora c’è la terza puntata… ecco a voi..

Buona lettura e spero che questo riassunto introduttivo vi sia piaciuto

Il presentatore senza nome.

Mancavano circa due ore prima della puntata, i ragazzi ne approfittavano per ripassare, farsi aggiustare dalle truccatrici e costumiste o farsi fotografare per i prossimi articoli dei vari giornali.

I ragazzi avevano appena finito di vestirsi e ora stavano chiacchierando nei camerini, Demian si fermò a guardare il lavoro delle costumiste, a lui avevano fatto indossare una camicia nera con sopra una cravatta nera, i pantaloni dello stesso colore, gli altri ragazzi erano simili a lui, solo con delle camice grigie. Irene non la vedeva molto a suo agio nel suo abbigliamento, a lei avevano fatto indossare una tutina a pantaloncino nera, con sopra un giubotto di pelle con delle borchie piatte, i capelli biondi erano lisci e lasciati liberi senza lacca forcine o mollette varie, solo una cosa aveva voluto tenere, la sua fascia sulla fronte, solo che le costumiste glie ne avevano procurata una, in tinta con l’abbigliamento. In fondo aveva dato un tocco suo all’outifit .

-Irene tutto bene?- le chiese gentilmente, con lei cercava sempre di sembrare gentile, era molto fragile anche se non lo dava a vedere. La ragazza lo guardò terrorizzata.
-No- piagnucolò.
-Sembro vestita anzi svestita come Lady Gaga in uno dei suoi video- continuò poi lamentandosi della tutina neanche troppo scollata. Il biondo sorrise, non glie lo disse ma era molto sexy.
-Guarda il lato positivo stai facendo strage di cuori, gli under di Fedez di stanno mangiando con gli occhi e anche Filippo non te li toglie di dosso, per non parlare di Morgan che… aspetta era uno scappelloto quello che ha dato a Filippo?-  poi rise di gusto, seguito da Irene che aveva visto il gesto del giudice, infondo era stato lui a volere quell’abbigliamento.

Quando infatti la ragazza alzò gli occhi, trovò quelli di Morgan che la stavano fissando, arrossì vistosamente, girandosi subito verso Demian che le stava parlando. In quel periodo lo vedeva un po’ più allegro del solito, rideva molto più facilmente, peccato che lo facesse solo con i ragazzi del gruppo e Morgan…
Morgan d’altro canto si era pentito di quella scelta, certo non aveva visto ragazza più bella di Irene vestita così, ma non aveva messo in conto che questo l’avessero notato anche la maggior parte dei ragazzi e dei concorrenti di quello show, che non le staccavano gli occhi di dosso, perfino Filippo le stava sbavando dietro, quindi senza troppe cerimonie gli diede uno scappellotto che lo fece cadere dal divanetto, tutti risero… Mentre sotto sotto Morgan stava rodendo dalla gelosia.

Quando infatti rimase da sola le si avvicinò.
-La bambina si è trasformata- disse solamente avvicinandosi a lei, che sobbalzò, dall’improvvisata del giudice.
-Non sono una bambina- disse, mettendo il broncio facendo sollevare un sopracciglio a Morgan.
-E poi, tu hai insistito a farmi vestire cosi.. sono ridicola..-si lamentò la biondina guardando il giubotto di pelle con le maniche a tre quarti e i guanti anch’essi di pelle..
-Sei sexy invece..- si fece scappare Morgan, Irene arrossì vistosamente, per poi girare i tacchi e scappare letteralmente da quella stanza, lasciando un Morgan sogghignante ad ammirare la sua figura.

Demian invece aveva bisogno di concentrazione, per questo era salito al piano più alto dell’edificio, aveva trovato una piccola terrazza, che dava su Milano, e tirando fuori una sigaretta si era appoggiato al muretto guardando il panorama. In quella settimana si era divertito, ogni sera Morgan stava con loro.. in verità, stava con Irene che stava con il resto del gruppo, ma nessuno a parte lui ci fece caso. Mangiavano pizza insieme agli altri ragazzi e i rispettivi giudici e giocavano oppure vedevano un film.

Più di una volta aveva sorpreso Mika guardarlo, non era di certo il tipo che abbassava lo sguardo o arrossiva, ma quegli occhi un po’ verdi e un po’ marroni gli avevano smosso qualcosa dentro.. sarà stata la birra.. si sicuramente era la birra.  Dal loro ultimo incontro nella cucina, non si erano più parlati, qualche frase di circostanza e basta, a dir del vero a Demian aveva dato un po’ fastidio il suo comportamento, prima litigavano, se ne dicevano di tutti i colori, e poi se ne usciva con quella frase, che lo deve ammettere lo aveva fatto arrossire. Infatti aveva cercato di nascondere quel rossore, che anche se per pochi minuti, sulla sua pelle pallida era come una spruzzata di colore su un foglio bianco…

-Oh… i’m sorry- Mika era davanti alla porta che lo aveva portato fin li, non si sorprese, molte volte aveva visto foto di Mika sopra questa terrazza l’anno precedente.
-Ah, sei tu- disse soltanto, tornando a fumare la sua sigaretta. Mika invece era abbastanza irritato da come l’aveva salutato, anzi a dir la verità a lui non sembrava neanche un saluto.
-You can’t smoke here- disse poi avvicinandosi, rubandogli e la sigaretta e buttarla di sotto. Il biondo era abbastanza irritato dal gesto, ma decise di ignorarlo.
-Che c’è hai esaurito le parole in italiano?- disse sarcasticamente, girandosi verso di lui con un ghigno, e appoggiare i gomiti sul muretto alle sue spalle. Il cantante si infervorò, nessuno poteva umiliarlo così… nessuno.
-Qual è il tuo problema?- gli disse con la faccia rossa dall’ira, quella reazione fece sogghignare ancora di più il biondo, che sotto sotto si stava divertendo.
-Hei furia, ritira gli artigli, non era un’offesa- disse divertito più che mai staccandosi dal muretto.
-Risparmia questa grinta per i giudici, io non ti ho fatto niente giusto?- gli soffiò all’orecchio mentre gli passava vicino. Mika invece era irritato dal suo comportamento, sembrava che dal quel giorno i rapporti tra loro si fossero.. calmati, invece Demian era tornato quello di prima…  Si appoggiò al muretto dove pochi minuti c’era il biondo e sospirò…

Per la serata a tema pop, i giudici si erano sbizzarriti più che mai, tra Katy Perry, Jessy j, si sono sfidati a colpi di musica… Stava per finire la seconda manche, nella prima era a rischio eliminazione Fabrizio, uno degli under uomini di Fedez, secondo gli altri tre giudici la sua performance, era stata poco originale, sia nell’abbigliamento che nella performance aveva dimostrato poco carattere, Fedez invece non era affatto d’accordo  su quei commenti e infatti aveva cercato di difendere il suo concorrente con le unghie e con i denti, e anche Mika aveva difeso le sue idee verso il nuovo giudice.
Ora mancava solo una parformance… la loro. Erano nervosi, tutte le volte le erano, tutti i concorrenti in gara erano… bravissimi e loro non volevano essere da meno, ma a loro, come gruppo, la paura non li paralizza, ma li carica… e di questo hanno bisogno di carica e adrenalina.

-Bene Morgan siamo arrivati all’ultima esibizione di questa, magnifica, serata.. ed è uno dei tuoi ad esibirsi..- sentirono annunciare da Cattelan, perfetto non suo completo spezzato beige..
-Beh di talento ne hanno tanto, di grinta anche, la personalità che li caratterizza è maggiore di quella di tutti i concorrenti qua dentro.. e non guardatemi così non sto esagerando…- disse poi guardando gli altri giudici che se la ridevano.
-Signori e signori, sono quelli che chiudono questa serata e saranno quelli che chiuderanno il talent… Hei Mika piano con le parole, ti ricordo chi ha vinto la scors edizione? E quella prima ancora?.. –
-Signore e signori ecco a voi.. i “Dreamers”-  il pubblico esplose, c’erano cartelloni ovunque.. ok non esageriamo non ovunque ma almeno c’erano.. il gruppo carico entrò sul palco.. per la loro esibizione, i tecnici  avevano preparato la batteria per Filippo e un basso per Luca, tutto compreso di microfoni, Irene per questa volta non avrebbe suonato la sua chitarra, quindi si posizionò vicino a Demian.. come al solito, toccava a lui fare le presentazioni del pezzo, Morgan ormai non ci provava neanche più..
-Ognuno di noi aspetta qualcosa, l’anima gemella, un amico o un parente lontano e chissà anche il pony che avevi chiesto per natale… capito Luca?.. Non preoccupatevi però.. quello che aspettate arriverà.. si “Arriverà”. I ragazzi gli sorrisero, e Luca invece ammiccò, facendolo ridere. Morgan era molto contento da questo tocco originale che non si era mai visto, e anche il pubblico sembrava apprezzare… La base partì e come succedeva spesso il mondo intorni a loro scompariva, c’era soltanto il palco, la band e i giudici, nient’altro…
Piangerai come pioggia tu piangerai e te ne andrai
Come le foglie col vento d'autunno triste tu te ne andrai
certa che mai ti perdonerai

Demian iniziò con la prima strofa, voltandosi verso Irene, che lo guardava già. In genere questo sarebbe dovuto essere un duetto, ma tutti i componenti del gruppo avrebbero dovuto cantare, quindi Morgan aveva pensato di lasciare tutte le arti femminili a Irene, mentre quelle maschili le avrebbero alternate tra Luca, Filippo e Demian.

Ma si sveglierà il tuo cuore in un giorno d'estate rovente in cui il sole sarà
E cambierai la tristezza dei pianti in sorrisi lucenti tu sorriderai

La voce di Irene faceva il suo effetto, non era graffiante come quella di Emma, ma era proprio questo che donava originalità alla band.

E arriverà il sapore del bacio più dolce e un abbraccio che ti scalderà
Arriverà una frase e una luna di quelle che poi ti sorprenderà
Arriverà la mia pelle a curar le tue voglie… la magia delle stelle

Nel ritornello si alternavano le voci di Luca, Filippo e Irene, un connubio di voci talmente diverse, ma che tutte insieme creavano un’armonia unica. Irene era completamente impazzita, la musica che le scorreva letteralmente le vene, l’aveva fatta scatenare, e anche Filippo con la sua batteria stava facendo miracoli, lasciando alla base poco da fare…

Penserai che la vita è ingiusta e piangerai
e ripenserai alla volta in cui non ti ho detto no… non ti lascerò mai
poi di colpo di buio intorno a noi..

Luca invece cantava a seconda delle sue emozioni, sentiva le parole, le capiva e le faceva sue, riusciva ad emozionare il pubblico, con l’intensità in cui le pronunciava. Detta l’ultima frase, come se la band avesse predetto qualcosa, i riflettori sopra si loro si spensero…ma si sveglierà il tuo cuore in un giorno d'estate rovente in cui il sole sarà
ma si sveglierà il tuo cuore in un giorno d'estate rovente in cui il sole sarà
E cambierai la tristezza dei pianti
in sorrisi lucenti tu sorriderai
E arriverà il sapore del bacio più dolce
e un abbraccio che ti scalderà

I riflettori si accesero, soltanto quelli di Irene e Demian però,che cantarono guardandosi negli occhi tutto il tempo, quando arrivarono a quella frase, smetterono di guardarsi negli occhi, e li puntarono verso i giudici, Demian verso Mika, il quale ricordò la mattina in cui si ritrovò abbracciato al biondo, e arrossì.. vistosamente, facendo sorridere Demian. Irene invece quando incontrò lo sguardo di Morgan divenne completamente paonazza e si girò verso Filippo e Luca per non farsi vedere, ma il giudice l’aveva già visto e sogghignò.

Dopo un altro ritornello la canzone finì, Irene abbracciò Demian, e diede un bacio sulla guancia agli altri ragazzi, cercò di non darlo a vedere, ma quella era stata la canzone che l’aveva fatta commuovere di più, ma non per il ritmo che era, invece, abbastanza energico, ma per le parole e il significato…

Dopo aver ricevuto gli applausi del pubblico, i ragazzi si sedettero come di consuetudine, sul gradino che divideva la pedana che andava poi verso il tavolo dei giudici, diciamo che avevano  inventato delle abitudini e dei modi di fare che in altre puntate non si erano mai viste…

-Bravissimi ragazzi, non c’è bisogno che io vi dica venite con me, vi siete già messi comodi… volete anche caffè e pasticcini?- commentò Alessandro Cattelan divertito dalla famigliarità che avevano i ragazzi del palco.
-Beh se ce li avete… io li vorrei- aggiunse serissimo Luca. Cattelan sorrise, per poi fare un cenno ai tecnici che pochi minuti dopo portarono dei dolci dentro un vassoio, e li diedero a Luca. Tutti, compresi i giudici e gli altri componenti della band lo guardarono a bocca aperta, ad osservare uno dei biscotti al cioccolato, per poi divorarlo in un boccone, poi iniziarono a ridere come delle iene..
-Che c’è… ne volete un po’?- chiese poi allungando i pasticcini ai giudici. Mika non se lo fece ripetere due volte, e alzandosi velocemente dalla sedia corse letteralmente addosso a Luca prendendone una grossa manciata e portarla al suo posto.

Da fuori la cosa era molto comica, ma anche molto spaventosa visto che dovrebbe essere un programma serio..

-Bene.. ora che i bambini hanno finito la merenda possiamo passare al giudizio?- chiese un po’ imbarazzato Alessandro.
-Dai Cattelan non rompere e siediti a mangiare biscotti con noi.. che c’è vai di fretta?- sbuffò Demian burbero come al solito. Il presentatore si sedette accanto a lui dandogli una spinta, che lo fece sorridere.
-Bene.. ora che ci siamo messi comodi- e lanciò un occhiata a Demian che sogghignò.
-Passiamo al giudizio.. Fedez partiamo da te..- annunciò indicandolo. Fedez si mise più comodo sulla sedia, poi osservando tutti i ragazzi uno per uno parlò.
-Semplicemente fantastici, Irene ti adoro, adoro la tua voce e la tua originalità, anche se credo che questo pezzo sia più un duetto che per una band.- commentò poi girandosi verso Morgan.
-Beh si, ma siccome qui ad xfactor devono cantare tutti, ho dovuto modificarla un po’- si giustificò alzando le spalle.
-Comunque a me siete piaciuti- finì, ricevendo poi gli applausi del pubblico e delle fan che gridavano il suo nome.
-Bene, Victoria tocca a te-
-Beh che dire, io li ho sempre adorati, ma forse sono stati troppo fedeli all’originale, o mi sbaglio? Comunque per me va bene, siete bravi, sapete stare sul palco e sapete come coinvolgere il pubblico, siete fantastici..- non volle starci troppo sul fatto dell’originalità, non avrebbe trovato nessuno d’accordo con lei.
-Ragazzi, you’re formidable, mi piace l’introduzione che fa Demian, l’originalità di Irene che anche se non è.. a suo agio? Si a suo agio ha dato un tocco hipster al suo abbigliamento. Filippo e Luca io adoro la vostra grinta e il vostro modo di cantare. Voi coinvolgete il pubblico…- le sue fan impazzirono, e i ragazzi lo ringraziarono, Demian invece gli sorrise, Mika non sapeva più come prenderlo non lo capiva più, prima era freddo e distaccato, e adeso arriva anche ad ammiccare mentre canta una canzone e gli sorride.. sapeva del bipolarismo ma non credeva che anche Demian ne soffriva..
-Morgan, sembra che questa band vada alla grande- commentò Cattelan, molto sorpreso che tutti i giudici siano d’accordo sulla loro performance.
-Che dire ragazzi, alle prove siete stati fantastici, ma sul palco… ci mancava poco e lo buttavate giu.. complimenti..- i ragazzi ringraziarono tutti, salutarono il pubblico e tornarono dietro le quinte, molto più euforici di prima..
-Ragazzi siete stati pazzeschi..- urlacchiò Ilaria, abbracciando Demian, con il ragazzo aveva un rapporto molto più sereno dopo l’ultima volta, in quelle settimane avevano parlato molto e si era ritrovato a pensare che gli faceva piacere passare del tempo con la ragazza..
-Grazie Ilary.. anche te sei stata fenomenale..- la ragazza gli sorrise.
Continuarono a parlare, a ridere a scherzare, fino a quando uno dei tecnici non li interruppe..
-Scusate ragazzi, ma avrei un messaggio per te Luca- disse rivolto al riccio, che fece un cenno per farlo continuare.
-Hanno chiamato dall’ospedale.. tuo padre ha avuto un infarto…-
 
Ed eccoci qui.. spero che voi leggiate anche i miei spazi oltre al capitolo, anche perché scrivo due pagine solo per voi… anche se la maggior parte delle cose che scrivono qui dentro non hanno senso in effetti.. quindi se non volete leggerle non vi biasimo anzi.. anche io non lo farei.
Allora come avete visto abbiamo un colpo di scena alla fine, con questo voglio aprire una parentesi per il passato di Luca, quindi nel prossimo capitolo vedremo lui, ma comuqnue anche gli altri concorrenti.. Lo so che questa fan fiction non dovrebbe essere drammatica, quindi vi avverto già da subito che non morirà nessuno… non commetterò nessun omicidio, anche perché tutti i personaggi di questa storia li adoro.. sono come i miei figli (ma quanto sono dolce):
Poi.. devo dire che mi fate sbellicare dalle risate quando recensite le mie storia, devo ammetterlo siete delle pazze sclerotiche, sovraeccitate.. mi piace da matti, questo vuol dire che non sono l’unica schizzata qua dentro.. vi prego di recensir perche mi diverto un mondo a leggere le vostre recensioni, ieri sono stata un ora e dico un ora perché l’ho contata a ridere per una ragazza che aveva recensito…
Allora, non ci sono molti giochini da fare anche perché nel prossimo capitolo vedremo soprattutto la storia di Luca, ma voglio comunque fare un sondaggio..
Allora, naturalmente, oltre al nome del presentatore senza nome (per ora) decidete se volete un capitolo tuuutto interamente su Luca, oppure volete che lo divida anche con le coppie Mika-Demian e Irene-Morgan o volete che metta altri personaggi.. insomma decidete voi, sarete come Dei in questa storia, deciderete voi le sorti dei nostri personaggi.. ricordate però NON POTETE ASSOLUTAMENTE E DICO ASSOLUTAMENTE UCCIDERE NESSUNO.. ok sto farneticando , la mia mente è partita… direi che è la notte che mi fa un certo effetto, a una certa ora il mio cervello va in stand-by..
Va bene… credo di aver detto tutti quindi.. si divertitevi a scegliere un nome pazzo e originale per il nostro presentatore (ah no vedete mi sono dimenticata… non deve per forza essere un umano, può anche essere un incrocio fra un cane e un cavallo non mi interessa potete fare quello che volete) ditemi cosa preferite che faccia nel vostro capitolo e soprattutto… divertitevi perché è questo lo scopo della mia storia, e spero vivamente che voi lo stiate facendo.. per questo vi do anche un altro compito..
La prima cosa che dovete scrivere nella recensione è se vi divertite.. è questo che mi interessa, poi se la storia fa schifo.. problemi miei…
Un bacione… vi amo tutte
La pazza sclerotica complessata.. Psiche_delia
O Camilla come preferite… non credete che Camilla sia un nome da vecchia?.. ok ok me ne vado non c’è bisogno di essere così aggressivi…
 
Watankaaaaaaaaa



 

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Capitolo 9
*** Date tempo al tempo (fatemi compagnia) ***


Salvee ragazzuolee!! Fra poco se saprete aspettare arriverà il nuovo capitolo... Mia madre mi ha sottratto il computer per giocare a candy crush proprio mentre lo stavo scrivendo.. Adesso sono con il telefono ma di certo cosi non riusciró a postare nulla!! Anzi sapete che vi dico?? Vi do delle anticipazioni!! Yep ! Allora il presentatore ha già un nome!! Un nome moolto lungo! Poi ci sarà la storia di Luca, ma ance molti pezzi "Mikenian" !!! Vi prego non abbandonatemi ora!! Senza computer mi sento tanto solaaaaa!!! Remember i love you!! Psiche_delia

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Capitolo 10
*** Madri e delusioni ***


Buona seraa! Allora.. sono molto contenta di sapere che questa storia vi diverta.. non sapete quanto mi renda felice, ho notato anche che tenete molto anche a Luca.. c’è un personaggio che non sopportate nella mia fan fiction? (scrivetemelo sul serio sono curiosa). Il presentatore senza nome? Siete state non esilaranti.. di più!! I nomi più assurdi, mi avete fatto sbellicare delle risate, e sono anche contenta che la parte dei biscotti vi sia piaciuta, ad alcune di voi già l’ho detto, ma quella parte l’ho scritta solamente perché aveva fame!! Mi vado a nascondere!!

Noi ci rivediamo giù vi lascio alla nostra new entry… tutti pronti per…

Pier Oreste Ferdinando,  l’ornitorinco della Somalia che ama fare cruciverba e bere infuso di ribes e zucchero di canna.
Vi giuro mi sto sbellicando dalle risate…

Un omaggio a miketta99, che è senza ogni dubbio la pazza sclerotica schizzofrenica, e anche sovraeccitata tra tutte voi…
Ok vi lascio a Pier Oreste Ferdinando.. ci vediamo giù…

Le ultime ore che avevano successo la cattiva notizia, erano trascorse molto lentamente, era come se il tempo si fosse fermato, congelandosi in quella stanza d’attesa dell’ospedale… Erano tutti lì, la band, Morgan, Ilaria e anche Mika…
(riassuntino un po’ cortino..) spero che la storia vi piaccia, noi ci rivedremo al prossimo capitolo, mentre non mancate a quello con la nostra Psiche di sotto..

Buona lettura.. Pier Oreste Ferdinando…

Non era molto che erano lì, se teniamo conto gli orari degli ospedali tre ore in fondo non sono tante. Luca era letteralmente sconvolto. Dopo aver ricevuto la cattiva notizia era corso da Morgan, pregandolo di accompagnarlo con l’auto. Il resto della band notando il suo stato d’animo non se la sentì di lasciarlo da solo, per questo chiesero a Mika un passaggio, il quale accettò facendo stringere tutti nella sua mini cooper rossa.. (so che la sua macchina non è una mini cooper a non conosco la marca quindi invento XD).

Arrivati in ospedale Luca aveva trovato la madre in lacrime seduta sulle sedie della sala d’aspetto. Quando si era avvicinato la madre gli aveva urlato addosso tutta la sua rabbia e la sua frustrazione, continuando a ripetergli che se suo padre ora era in quelle condizione era solo sua la colpa, perché invece di stare con loro e farli stare sereni era andato in quel.. citando parola per parola “circo per fenomeni da baraccone”. Luca per niente scalfito da quelle parole l’aveva abbracciata facendola sfogare sulla sua spalla…

-Mamma.. ora che ti sei calmata cosa..- non finì la frase, non gli fu dato tempo.
-Cosa gli è successo? Se tu fossi stato a casa l’avresti saputo- gli rispose con amarezza, non lo guardava neanche negli occhi, questo era peggio di qualsiasi coltellata..
-Non puoi costringermi a fare quello volete voi, sono adulto posso fare le mie scelte- ripetè per l’ennesima volta quella litania che aveva recitato per molti anni a quella parte.
-Non finchè sarai sotto il mio tetto, ti ho permesso di fare quel provino solo perché sapevo che non ti avrebbero preso.. ma evidentemente mi sbagliavo- gli disse la madre sprezzante, fissando accigliata anche Morgan che qualche sedia più in là aveva calato il cappello e si era chiuso nel mutismo.
-Che ci fa lui qui? Non gli è bastato rovinare la nostra famiglia?- urlò quasi la donna indicando il giudice che sentendo le urla si riscosse dai suoi pensieri, facendo cadere il cappello a terra.
-Morgan non centra nulla, la nostra famiglia era già rovinata, e di certo la colpa non è né sua, ne tantomeno mia, ma tua, sei sempre stata tu che mi demoralizzavi, che mi scoraggiavi ogni cosa buona facessi.  Andavo in bicicletta senza pedali a 6 anni? I ciclisti sono dei falliti è inutile imparare ad andare in bicicletta. Suonavo la chitarra a 9? Che importanza c’è a saper suonare uno strumento? Tanto non ti ascolta nessuno. Prendevo otto ad un compito a scuola? Potevi fare di meglio, almeno per ripagarci dei sforzi che stiamo facendo… In tutta la mia vita tu, madre, non mi hai mai dato una, e che fosse una soddisfazione.. e non provare a dire che io non te ne ho data neanche una perché le possibilità di essere una buona madre le hai avute. L’unico che mostrava interesse era papà, che mi consolava quando tu mi sgridavi e mi tenevi lontano dalla tua vita. Lui mi ha sempre appoggiato, sempre, anche quando gli avevo comunicato il mio sogno di suonare in una band. Quindi non venirmi a dire che la causa per la quale si è sentito male è colpa mia, perché diresti una marea di sciocchezze oltre a sembrare terribilmente patetica..- aveva il fiatone, le aveva gettato addosso tutta la frustrazione che aveva accumulato in anni e anni. Sarà stato anche un mostro, ma in questo momento si sentiva più leggero, sollevato. Per niente in colpa.

La madre invece non aveva parole, aprì qualche volta la bocca, ma queste non volevano proprio uscire, alla fine decise di arrendersi, chiuse la bocca e abbassò lo sguardo. Dopo minuti interminabili si alzò dal suo posto.

-Io… io credo di.. di voler andare a prendere un caffè.. si.. a-a dopo- balbettò , allontanandosi frettolosamente dalla sala d’aspetto.
Luca si accasciò sulla sedia, si sentiva svuotato da ogni emozione, perfino dalla rabbia, poi vide con la coda dell’occhio che qualcuno si era seduto al suo fianco. Quando si voltò incontrò gli occhi ghiaccio del suo migliore amico..
-Non avresti dovuto.. era distrutta- commentò senza nessuna nota di accusa nella sua voce.. Il riccio sospirò.
-Io lo sono stato per anni, eppure lei non se ne è mai accorta- commentò stranito dalle parole dell’amico.
-Si, ma tu avevi noi che ti consolavamo, avevi tuo padre. Ora che invece lui sta male, tua madre ha solo te-  rispose piano, quasi che avesse paura di farlo scoppiare da un momento all’altro. Luca sospirò di nuovo.
-Non farmi la predica Nick.. tu hai fatto la stessa cosa con tuo zio- gli disse girandosi a guardarlo in volto. Lampeggiò una nota di amarezza negli occhi del biondo, che poi venne sostituita dalla sua solita e apparente calma.
-Si, hai ragione, ma con mio zio volevo farlo, l’ho allontanato perché volevo.. tu non lo vuoi- commentò saggiamente alzandosi poi anche lui dalla sedia.
-Che ne sai tu che io non voglio?-
-Ti conosco da una vita, non riesci a nascondermi niente, e io a te.. te lo si legge negli occhi che infondo le vuoi bene.-

Demian si alzò, e raggiunse Mika, Irene e Ilaria, che parlavano tra loro vicino alla macchinetta del caffè.
-Che gli hai detto?- gli chiese Irene osservando Luca avvicinarsi alla madre.
-La verità- disse soltanto il biondo inserendo una moneta da cinquanta centesimi nel distributore, e premendo il tasto del caffe nero, senza zucchero. La bionda annuì, tornando a parlare con la riccia.
Sorseggiò il suo caffè in pace, fino a quando un infermiere non uscì dalla stanza del padre di Luca, e si avvicinò a loro.
-Voi siete dei parenti?- domandò hai quattro ragazzi, che scossero la testa.
-No, noi siamo degli amici, lì c’è la moglie del paziente e il figlio.. può parlare con loro- indicò Irene le due figure che parlavano affacciati alla finestra.
Videro l’infermiere parlare un po’ con Luca e con la madre, dopo dieci minuti buoni se ne andò, loro si avvicinarono a Luca.
-Come sta?-  chiese Irene cauta. La madre alzò gli occhi verso di lei, non la conosceva, non sapeva che faceva parte anche lei della band.
-Per ora tutto apposto, è molto stanco, ma si è ripreso, l’hanno salvato in tempo.- commentò la donna, per poi presentarsi ai ragazzi poco dopo.
-Comunque piacere, io sono Caterina Petrova. Scusatemi se non mi sono presentata prima.- disse stringendo la mano prima a Irene e Ilaria, per poi girarsi verso Mika.
-Oh.. emh.. piacere io sono Michael- disse un po’ impacciato, trovando sconveniente presentarsi con il suo nome d’arte. Caterina lo guardò a lungo, per poi stringergli la mano.
-Si, so chi sei.. tu sei il cantante quello straniero, Mika giusto?- disse guardandolo inespressiva, il riccio annuì.
-Piacere..- poi si girò verso il figlio, che la guardò come per incoraggiarla. La donna sospirò.
-Se potete scusarmi, devo andare a fare le mie scuse a l’uomo lì giù- disse poi riferendosi a Morgan, ancora abbandonato da solo sulla sedia della sala.
Videro la sagoma della donna avvicinarsi a Morgan e sedersi accanto a lui. Iniziarono a parlare, ma la distanza era troppa per sentire quello che si stavano dicendo.
-Bhe, ragazzi, ora mio padre sta meglio, potete anche tornare al loft, sarete stanchi è molto tardi.- guardando poi l’orologio appeso al muro, erano le quattro di notte. I ragazzi annuirono.

Chiamarono Morgan che intanto stava parlando con Caterina..
-Mi scusi signora ma adesso devo proprio andare.- disse poi esibendosi in un galante baciamano. La donna ritirò la mano, anche se si vedeva benissimo che in viso il sangue le era affluito fin sulle gote.
Usciti dall’ospedale si divisero, Irene e Ilaria andarono in macchina con Morgan, mentre a Demian, toccò andare con Mika, per non “lasciarlo da solo” almeno era quello che avevano detto a lui. Filippo era voluto rimanere con l’amico, non l’aveva mai visto così scosso…
-Bella macchina..- commentò Demian guardandosi in torno, il riccio si girò e gli sorrise.
-Grazie, è un regalo delle mie sorelle-  disse serafico, continuando a guardare la strada.
-Forse un po’ troppo appariscente..- commentò poi a bassa voce sperando di non essere sentito dal biondo. Ovviamente non fu così.
-Ti rispecchia- era a disagio in quella macchina, non si spiegava il perché, ma dopo la performance di quella sera, vedere il riccio  arrossire quando gli aveva fatto l’occhiolino.. era strano.. quasi piacevole. Si sbattè una mano in fronte, cosa andava a pensare, piacevole? Neanche un po’..
-Are you crazy?-
-Senti chi parla-
-ti stavi pichiando.. alone-
-Tu hai creato una canzone cantando in “lecande” sul letto.. adesso chi è il più pazzo?- lo sapeva.. questo era un colpo basso, ma si stava divertendo troppo. Vide Mika arrossire, e ridere istericamente, prima di assestargli una gomitata.
-Hei sei violento.. calma i bollenti spiriti- gli disse ammiccando, se possibile arrossì ancora di più.
-What? Boll..bollenti spiri..- cercò di ripetere il parola. Facendo una faccia buffa, che fece sorridere il biondo.
-Sai, quando sei molto accaldato prima di..- fece per spiegare..
-Oh.. no no stop.. i understand- era più forte di lui, quando era in imbarazzo iniziava a parlare in inglese. Demian invece si stava divertendo un mondo a metterlo in imbarazzo.
-eh Mika… Mika  quest’aria pudica non ti si addice per niente- per la grande fortuna di Mika però erano arrivati, e con una velocità, che avrebbe fatto impallidire un super eroe, schizzò fuori dalla macchina. Intanto Demian se la rideva allegramente, chiudendo anche lui lo sportello dell’automobile. Risata che gli si bloccò in gola, quando mentre  passava davanti al cofano della macchina, non si ritrovò schiacciato tra questo e un corpo caldo e slanciato. Mika non aveva digerito quello scambio di battute che era avvenuto nell’auto poco prima, così quando lo vide prendersi gioco di lui, non ci pensò due volte e lo spinse intrappolandolo. Erano vicini, troppo vicini, Demian era paralizzato, non si aspettava questo atto di intraprendenza da parte del riccio, che lo sovrastava in quanto ad altezza, aveva le sue braccia ai lati del corpo, era completamente intrappolato alla sua mercè, ma non si sarebbe fatto sorprendere impreparato da lui.. mai. Quindi sfoderò la sua più falsa faccia tosta e sorrise, sorprendendo il riccio che era sicuro di averlo nel sacco.

-eh hai capito il cantante, fa tanto il puritano e poi ti inchioda alla prima cosa che ti capita- lo sfottè con un sorrisetto che mandò in bestia Mika, che si spinse ancora di  più verso di lui.
-Cosa vorresti fare adesso eh? Scusa baby ma non ho tutta la notte.- continuò a provocarlo, ignorando i brividi che stava contraendo per colpa della sua vicinanza, si sentiva piccolo in confronto a lui, ma non avrebbe ceduto alla tentazione di toccare quel petto che aveva a due centimetri di distanza.
-I think, tu eri cambiatto, maybe, i hope- disse forse un po’ più a se stesso che al ragazzo che aveva intrappolato tra le braccia. Il biondo lo guardò confuso.
-Cambiato? Ti droghi per caso?- continuò, sapeva di quello che stava facendo, lo stava facendo infuriare, voleva farlo, neanche lui sapeva il perché.. Mika lo guardò amareggiato, tolse le mani dal cofano e si girò, prese a camminare verso la macchina, avrebbe voluto scappare, credeva che dopo quella mattina e per tutte le volte che avevano parlato fosse cambiato, gli avesse mostrato un po’ di gentilezza come aveva fatto con Ilaria e gli altri… evidentemente non è stato così.. Demian invece era confuso, ok che forse aveva un po’ esagerato, ma non si aspettava una reazione così esagerata dal cantante, si aspettava che gli rispondesse a tono come al solito, magari che lo picchiasse, non quella reazione.. delusa.
-Mika.. hei- lo chiamo. Il riccio si girò, quello che lesse nel suo volto lo pietrificò, era delusione e amarezza.
Il cantante salì in macchina e senza dire niente partì… non aveva avuto neanche il coraggio di fermarlo.. si sentiva un codardo e un vigliacco, ma anche un mostro, perchè quelle che vide sul viso di Mika prima che girasse l’angolo erano lacrime…


Buona sera.. lo so è molto corto dai solito capitolo, ma ho voluto concentrarlo un po’ di più su Mika e Demian e anche su Luca.
Avrei potuto allungarlo con Irene e Morgan, ma loro non sono i protagonisti di questa storia, poi non me la sono sentita. Sinceramente il capitolo non me lo aspettavo così, ma quando ho iniziato a scrivere non mi sono più fermata. Ho scritto di un litigio, un litigio che forse ne Mika ne Demian si spiegano, il secondo poi si era sentito distrutto da quello che aveva fatto a Mika, aveva continuato a provocarlo, ma non si aspettava una reazione del genere da parte del cantante, che era rimasto deluso dal suo comportamento freddo e cattivo..
Vi prego perdonatemi, ma questa è la tempesta prima della quiete ve lo prometto, spero di non avervi deluse..
Per il prossimo capitolo, scrivetemi quali sono i vostri personaggi preferiti e quali quelli che non vi piacciono per niente, poi decidete volete che risolva subito le cose con Mika e Demian o volete che le prolunghi ancora per un po’?? E ancora.. volete che continui con lo show nel prossimo capitolo??
Scusate se vi sono sembrata un po’ fredda, ma ve lo ripeto è il capitolo che mi rende triste, la prima parte l’ho scritta come me l’ero immaginata, mentre nella seconda parte ho lasciato che il cervello si spegnesse, e che continuasse il mio cuore.. scusatemi se vi ho deluso o se il capitolo è una schifezza.. giuro he non mi offendo..
Un bacione..
Psiche…

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Capitolo 11
*** Obbligation or truth (part 1) ***


Buongiorno… scrivo questo capitolo adesso che sono le… 12.54, ma molto probabilmente non lo completerò, quindi lo finirò sta sera e lo pubblicherò, quindi la rifaccio!
Buona seraaa!! Sono molto contenta che il capitolo precedente vi sia piaciuto, la litigata tra Mika e Demian è stata tosta, riusciranno a fare pace?? Eh eh.. sono molto crudele, tutte voi mi hanno scritto di farli ricoinciliare…mmmh vedremo!
Ho già un mente la storia, quindi l’unica cosa che mi rimane è augurarvi  buona lettura…

Passo la linea a Pier Oreste Ferdinando..

Allora.. si, è passata precisamente una settimana da quando la band e soprattutto Luca ha saputo che suo padre aveva avuto un infarto, in questa settimana è andato a trovarlo molte volte con il consenso dei produttori, e accompagnato da Filippo. Dopo aver saputo che ormai era fuori pericolo, tutti  tornarono al loft sereni… almeno quasi tutti..

Dopo la litigata di quella sera, Mika e Demian non facevano altro che litigare, si urlavano contro cose che gli altri ragazzi che vivevano nel loft non capivano, a volte si insultavano anche pesantemente, tanto che le ragazze di Mika erano andate a casa sua a scegliere i pezzi…
Quella sera ci sarebbe dovuta essere la quarta puntata, a quella scorsa, Fabrizio, l’under di Fedez, non era riuscito a convincere il pubblico e la giuria, quindi è stato costretto ad abbandonare lo show. Bene fredo di aver detto tutto vi lascio al capitolo… Pier Oreste Ferdinando.

Non ce la facevano più… in tutti i sensi. Dopo una settimana estenuante di grida urla e insulti che volano da tutte le parti, la produzione, aveva dato un giorno libero a tutti. Sarebbero potuti uscire dal loft e andare dove avrebbero potuto andare, sempre con la minima discrezione però. Era mattina, mattina presto, Mika era andato a trovare le ragazze, per chiedere loro di fare un giro per Milano, l’ora gli sembrava perfetta, almeno non avrebbe incontrato quel buzzurro con i capelli biondi.
Purtroppo aveva fatto male i calcoli, quando entrò nell’appartamento, si imbattè subito in un Demian abbastanza assonnato che appena lo vide inciampò per le scale, rovinando a terra.

-La prossima volta stupido di un vatusso, avverti quando arrivi alle 7 di mattina, almeno  a nessuno nel vederti non prende un infarto.- disse gelido rialzandosi e camminando come ogni mattina verso la cucina, dove stranamente c’erano già tutti. Infatti Demian quando entrò sembrò un po’ sorpreso, ma poi si ricordò della giornata libera, quindi prese una sedia e si sedette accanto a Ilaria.
-You’re crazy..- biascicò soltanto Mika, non avendo voglia di litigare anche quel giorno.
-Pazzo, codardo.. qualcos’altro? Dammi anche del coglione, del ladro dell’omicida.. così la prigione non me la toglie nessuno.- ribattè acidamente, tutti nella stanza alzarono gli occhi al cielo. Irene seduta accanto al biondo per la disperazione sbattè la testa sul bancone della cucina.
-Uccidetemi..-
-Pss.. Irene..- sentì chiamarsi.. quando si girò, vide Ilaria che si affacciava dalla sedia di Demian. Le fece segno di seguirla.
Irene non se lo fece ripetere due volte, uscì dalla cucina a passo di marcia, e si infilò nella camera che condividevano…
-Dobbiamo fare qualcosa- disse entrando, e notando che nella stanza c’era anche Morgan.
-Sono d’accordo, quei due non li sopporto più nemmeno io- le do ragione il giudice, Ilaria annuì.
-Ma non dobbiamo solo farli smettere di gridarsi contro, ma anche farli… ricoinciliare.. Ok che non sono mai andati d’accordo, ma mi sembrava che in queste settimane fosse andato tutto liscio..- commentò la bionda sedendosi sul letto vicino a Morgan.
-Hai ragione, poi non farebbe bene alla band, che con questo comportamento ci rimettere, conosco Mika, non è cattivo anzi è il ragazzo più gentile di questo mondo, ma potrebbe distruggerti se volesse..- replicò sconsolato mettendo il viso tra le mani..
-Ragazzi.. ho un’idea a dir poco geniale..-

Irene e Morgan si guardarono negli occhi, erano sicuri che non sarebbe stata un’idea semplice, sarebbe stata folle, pazza come la ragazza che l’ha inventata, ora capivano perché era in squadra con Mika..
Guardarono Ilaria e le fecero cenno di continuare… Quando ebbe finito, Irene e Morgan si guardarono di nuovo… si.. era un’idea geniale..

-sei un complessato del cazzo, te l’ho detto prima e te lo ripeto.. curati- sibilò gelido Demian. Avevano iniziato a litigare un’ora fa, in mezzo a tutti i concorrenti, poi erano rimasti da soli. Non sapevano neanche perché stavano litigando, ogni parola è un pretesto per attaccare briga.
-Stop.. non ti soporto più- rispose il riccio sedendosi.
-Tu non mi sopporti più? E io che devo stare anche a sentire tutti i tuoi errori grammaticali? E stancante..- commentò divertito guardandolo con sfida…
Stava per ribattere, quando Morgan entrò nella cucina. Indicò i due poi parlò..
-Voi due, in  camera di Ilaria… subito!- disse gelido, nessuno dei due lo avevano mai visto così, si guardarono negli occhi, poi deglutendo seguirono il giudice..

Quando entrarono nella stanza, videro Ilaria e Irene che parlavano normalmente, quando però si accorsero della loro presenza sorrisero sadiche..
-Bene.. ora voi ci spiegate perché litigate..- disse chiara e coincisa la riccia.
-Fatti i cazzi tuoi.- rispose burbero Demian, fulminandola con gli occhi. La riccia sussultò, poi sorrise maggiormente.
-Mika… dimmi, perché state litigando?- puntò sul riccio, sicuramente non gli avrebbe detto nulla, ma tentar non nuoce.
-Sorry, Ilary…- rispose, chiamandola con il suo soprannome.. la ragazza si innervosì.
-Bene, visto che non volete che non vi aiutiamo a chiarire, qualunque cosa ci sia da chiarire, allora fatevelo da soli.. ma non rompeteci il cazzo a noi..- disse facendo cenno a Irene e Morgan di seguirla.
-Ora ve lo risolvete da soli…. Ah e naturalmente non uscirete fino al live di stasera..- disse chiudendosi la porta della stanza alle spalle.
-Che cazzo dici? Apri subito questa stramaledetta porta, o giro su quanto mi chiamo Nicholas Demian Cavalli che appena esco commetterò un omicidio.. un omicidio di massa!- urlò continuando a spingere sulla maniglia della porta, incazzato nero.
-Keep calm, mi stai faccendo venire il mal di testa- disse Mika, arreso all’idea di poter uscire con le sue ragazze,
-Io ti sto facendo venire il mal di testa? Ma ti senti? Forse non l’hai notato, ma siamo chiusi qui dentro da soli.. e io non ti sopporto..- esclamò infervorato dando poi un calcio alla porta.
-Tirare calci agli ogetti, non ci farà uscire da qui..- rispose calmo, facendo finta di non aver sentito il suo commento acido.
-Adesso mi dici io che faccio dalle..- smise un attimo di sbraitare per guardare l’ora sul suo casio..
-Nove di mattina, fino alle nove di stasera?? Mi giro i pollici?- sbraitò andando avanti e indietro per la stanza.
Mika alzò un sopracciglio.. ma non era lui quello calmo e calcolatore? Qui l’unica forma di vita calma è la piantina che sta cercando di allevare Ilaria (e che è praticamente già morta) sul davanzale della finestra..
-Ok… now mi hai stuffato.. tu ti calmi, ti meti seduto su quella stramaledettissima sedia, e la smetti de breaking my balls!!- si innervosì.
-Ma sentitelo..- sbuffò sedendosi sul letto…

Intanto Ilaria, Irene e Morgan erano scesi in salone, pronti per uscir insieme agli altri ragazzi..
-Credete che abbiamo esagerato.. a chiuderli in quella camera intendo..- chiese Irene infondo dispiaciuta a quello che avevano fatto hai due ragazzi..
-‘Rene.. sai qual è il tuo problema? Sei troppo buona.- disse Ilaria mettendo un braccio intorno alle spalle dell’amica..
-Fai come Morgan, che se la sta ridendo allegramente da 10 minuti buoni davanti alla nostra stanza.- lo indicò, scoppiando poi a ridere, non seguita dalla ragazza che invece era arrossita.
Questo non sfuggì alla riccia che la guardò sgranando gli occhi…
-Non ci credo..- quasi urlò, lasciando la presa sulla bionda, che la guardò confusa.
-A.. a te piace Marco..- non era una domanda, questo Irene l’aveva capito, l’unica cosa che invece non capiva, era come era arrivata a quella  deduzione.. completamente sbagliata, perché era sbagliata vero?
-Ma sei completamente matta? Che c’è quei bei rici che hai sulla testa ti hanno soffocato il cervello?- sbottò poco finemente e con una voce fin troppo acuta Irene.. Ilaria si mise una mano tra i capelli..
-Ancora non ho capito che cosa avete contro i capelli ricci.. comunque, non raccontarmi balle.. lo stavi guardando come fosse una torta con i pan di stelle panna e nutella..- disse sgranando gli occhi e indicandolo. La bionda ormai con il viso in fiamme le saltò addosso tappandole la bocca.
-Stai zitta, io non lo guardavo così.. e poi non mi piace- Ilaria rise da quella sua dolcissima reazione.
-Si certo, e io me la faccio con Fedez-
-Non scherzare.. dicevo la verità- si innervosì la bionda.
-Si.. si anch’io..- le due si guardarono negli occhi per poi scoppiare a ridere come due pazze.
Quello, sarebbe stato l’inizio di una nuova amicizia..

Mika non ce la faceva più, erano più di quattro ore che erano rinchiusi in quella stanza e Demian non la smetteva più di borbottare come una pentola di fagioli… lui aveva pure fame.. Dopo l’ennesimo sbuffo poi decise di intervenire..
-You know? Ho fato un gioco with Morgan l’altro giorno..- disse guardando il soffitto, era seduto sul tappeto con la schiena poggiata affianco al letto su cui stava Demian..
-Ah ah… non mi interessa.- disse per niente interessato.
-i don’t remember the name- disse poi fra se e se non facendo caso al poco interessamento del compagno di “cella”.
-E io ti ho detto che mi interessa..- replicò ancora il biondo annoiato.
-C’era a truth.. but also something else..- continuò il riccio arriccindo il naso in una smorfia buffa. Il biondo stufo dei borbottii del ragazzi si chinò verso il lato del letto per vedere cosa stava facendo, e quando vide quell’espressione, si trattenne quasi da ridere.
-uff… non ricordo.- disse alla fine imbronciato come un bambino.-
-Sembri un bambino.-
-I’m più vecchio di te-
-Non in quel senso..- disse sedendosi sul tappeto accanto a lui.. Il riccio si girò a guardarlo, senza quell’espressione perennemente arrabbiata con il mondo, e con il viso disteso, Demian era proprio bello. Ma non quella bellezza perfetta, non aveva i capelli perennemente apposto, anzi proprio per niente, non aveva la pelle perfetta e diafana, piuttosto era un po’ pallida. Ma erano quelle imperfezione che lo rendevano affascinante agli occhi del cantante, che non si rese conto di stare facendo una figura di merda.

-Mika, so che sono bello, ma guardarmi così spudoratamente non è da te- disse vantandosi.
-Allora fai finta di niente- il biondo urlò, facendo urlare anche lui, che si girò a guaradrlo spaventato.
-Hai fatto una frase senza sbagliare nessun verbo e nessuna parola… miracolo.. fermo qui che cerco un calendario..- disse poi alzandosi.             Il riccio lo guardò a bocca aperta.
-You are crazy..- disse solamente. Il biondo si risedette accanto a lui con uno sbuffo di risata.
-Allora questo gioco?- chiese dopo alcuni secondi di silenzio.
-But.. non avevi detto che non te interesava?- chiese acigliato, ma con un mezzo soriso. Il biondo sbuddò.
-Devo rimanere chiuso qua dentro ancora per parecchie ore, tanto vale che io trascorra il tempo.- disse mettendosi poi più comodo.
-Allora?- chiese come un bambino che sta per ricevere il suo zucchero filato.
Mika era così confuso.. prima era furioso, non gli si poteva parlare, litigavano ogni due minuti. Ora invece aveva un’aria serena, come se quello che fosse successo in quei giorni.. beh.. non fosse mai successo.
-Oh.. i’m so confused..- mormorò grattandosi la nuca.
-Cosa?-
-Nothing.. well, non mi ricordo il nome del gioco..- continuò poi.
-Descrivilo..-
-Io chiedo a te verità.. o something else..and you devi dire la veritàà.. oh non ricordo..- disse poi frustrato dalla sua memoria alla Dory.. Il biondo ghignò, aveva capito che gioco intendeva..
-Oh.. ok, allora Mika obbligo o verità- gli chiese.. Il riccio saltò in piedi..
-Yes.. Obligo and verità..- esclamò alzando il bracio in segno di vittoria senza motivo.
-Siediti coglione e rispondi.. già è abbastanza ridicolo questo gioco, e io mi sento a dir poco patetico a farlo con te..- il riccio sbuffando si risedette.
-Emh.. truth..- rispose poi pensandoci un po’.
-Cominciamo con qualcosa di semplice?- chiese il biondo.. Mika annuì.
-E’ vero che hai quattro fratelli?- chiese, volendo sapere un po’ di più.. sulla sua vita… solo semplice e costruttiva curiosità…vero?
-No.. really, io ho cinque fratelli, tre sorelle one brother and me..- disse tenendo il conto con la mano.
-Oh.. e come si chiamano?- chiese facendo finta di non essere minimamente interessato alla cosa, Mika però non se ne accorse.
-Emh.. Paloma, Yasmine, Zuleika and my brother Fortunè- finì soddisfatto di aver ricordato tutti i nomi. Demian annui.
-OH.. toca a me.. Obligation or truth?- gli chiese interessato.
-Verità- un po’ aveva, avrebbe potuto chiedergli qualunque cosa.. e questo lo spaventava a morte
-Sono molto confuso.. Luca ti chiama Nick gli altri Demian.. what is il tuo reale nome?- chiese.. Demian tirò un sospiro di sollievo.
-Tutti e due, Nicholas è il mio vero nome, mentre Demian è il secondo..- rispose semplicemente senza girarci intorno…

Continuarono a giocare a quel gioco per molto tempo, si stavano scoprendo mano mano, facendo domande che realmente gli interessavano, sulla loro vita, non troppo approfondite… ormai il gioco non era più: obbligo o verità, ma solamente verità… per il sollievo del biondo. Poi una domanda da questo fece irrigidire Mika.
-Perché sei scappato l’altra sera.. hai detto che pensavi che fossi cambiato.. in che senso?- il riccio abbassò la testa facendo ricadere i riccioli che aveva provato a domare. Non sapeva cosa rispondergli.. era contento di quello che era riuscito a costruire in quelle ore.. aveva paura che con una sola parola sbagliato quella pallida imitazione di serenità potesse distruggersi, come un proiettile distrugge una lastra di zucchero..
-Oh.. emh.. i don’t know..- rispose cercando di svagare un po’. Questo fece innervosire il biondo.
-Non è vero, tu lo sai benissimo..solo che non vuoi dirmelo.. che cosa ti aspettavi da me… perché mi avevi detto quella frase?- cercò di sembrare il più calmo possibile, senza ottenere grandi risultati pero, notò Mika guardando i suoi pugni serrati.. sospirò.
-I think.. that dopo quela matina in the kitchen tu saresti… cambiato.- mormorò talmente lievemente che si stupì che il biondo l’avesse capito.
Ma Demian aveva capito benissimo.. e si sentiva..svuotato. Da settimane si interrogava sul perché avesse letto tanta delusione nel suo viso.. e quello che viene a sapere, è che si era comportato in quel modo perché credeva che fossero diventati amici… che lui non gli avrebbe rivolto tutto quell’astio che gli aveva dimostrato dal primo momento che era salito sul palco di xfactor..
-Tu… io.. non so che dire..- era vero.. non sapeva niente.. non capiva più niente.
-Nothing- aveva ragione, sarebbe stato stupido continuare a parlare di quel giorno. Poi un’idea pazza gli si formò nella mente. Era completamente ridicola che la disse.
-Obbligo o verità Mika?-
-Verità..-
-Io ti piaccio?- era assurdo, non poteva piacergli.. era.. assurdo,  non trovava nessuna parola migliore. Non poteva piacergli l’aveva trattato a pesci in faccia per tutto questo tempo, a meno che non fosse un tipo masochista.. ma lui non si era pentito di averlo trattato così.. aveva fatto quello che si sentiva, e lui seguiva sempre le sue sensazioni. Il riccio invece aveva sgranato gli occhi.. non poteva credere che gli avesse posto proprio quella domanda, era assurdo. Da dove gli era uscita poi. Cercò nei suoi ricordi se avevano trascorso un momento in cui avesse potuto dirgli qualcosa del genere ma non trovò nulla. Certo Demian era un bel ragazzo, alto forse non proprio come lui, con un fisico scolpito, degli occhi di ghiaccio bellissimi che lo incantavano.. e che capelli, sembravano fili di seta d’orata avrebbe voluto toccarli… ma questo non significava nulla… giusto?
-What.. ma che.. hai la febbre?- gli chiese mettendogli una mano in fronte, a quel contatto rabbrividì, ritraendola subito dopo.
-Non hai risposto- gli fece notare Demian, ora invece dubbioso sul fatto che la sua domanda in fondo non era infondata.
-I.. i don’t know.. mi piaci come cantante- cercò di salvarsi il riccio.
-Non come cantante Mika.. come persona.. come uomo- rettificò la domanda. Mika era in imbarazzo, cosa avrebbe dovuto dirgli.
-Demian… i don’t know..- il biondo annuì, ma di certo non lo avrebbe lasciato in pace facilmente…
-Ok.. tocca a me.. Obbligo o verità- gli chiese il riccio.
-Verità..-
-Perché quella domanda?..- chiese curioso di sapere di più.
-Curiosità- Mika annuì,aspettando la domanda che arrivò.
-mm.. obbligation..- era stanco e non voleva altre domande imbarazzanti. Ma facendo questo non sapeva di aver firmato la sua condanna. Demian sorrise sadico…

-Baciami…-

Mika sgranò gli occhi.. non glie lo aveva chiesto sul serio… non poteva averglielo chiesto sul serio. Lo guardò in viso, e vide soddisfazione e sfida nei suoi occhi.
-Baciami.. se non ti piaccio non hai nessun problema a dimostrarmelo. Se mi baci e non provi nulla non te lo chiederò più.-  Demian sapeva che chiedendogli quel bacio, poi anche lui se ne sarebbe pentito, ma non sapeva spiegarselo, quelle parole gli erano uscite dalle labbra. Questo non glie lo disse, ma desiderava quel bacio..
-I can’t- rispose Mika allontanandosi verso la finestra, era quasi il tramonto, molto probabilmente erano le sei o le sette di pomeriggio. Demian si alzò dal letto e lo seguì.
-Tu non è che non vuoi.. tu hai paura che baciandomi possa provare qualcosa.. alla fine il codardo non sono io.- lo stava provocando, come aveva fatto quella sera di ritorno all’ospedale.. e Mika lo sapeva, sapeva quello che aveva in mente. Eppure avrebbe voluto baciarlo..
-Tu non sai cosa io volio- rispose continuando a guardare il panorama.
-Forse.. ma tu lo sai..-

Demian sorrise amaramente, quello codardo non era lui, lo aveva appena dimostrato. Non aveva neanche il coraggio di baciarlo.
Dopo svariati minuti bussarono alla porta.

-Ragazzi, ho schiavato la porta potete uscire, siamo di sotto- era la voce di Morgan, finalmente erano liberi… Avevano chiarito? Forse.. ma non del tutto..
Mika gli passò vicino e corse letteralmente verso la porta a testa bassa. Si fermò in prossimità della maniglia e la abbassò, poi si bloccò. Demian non fece niente, non fece nessuna delle sue battutine sarcastiche, non si avvicinò alla porta, aspettò soltanto che Mika facesse qualcosa.. e la fece.
-Oh fuck off-  lasciò la maniglia e si girò verso Demian. Non lo guardò negli occhi, se l’avesse fatto avrebbe perso il coraggio.
Demian aprì la bocca per dire qualcosa, ma un secondo dopo, si senti schiacciato sulla porta della stanza, con le mani del cantante vicino alla testa. Non aspettò una reazione da parte del biondo, non aspettò nulla.

Premette energicamente le labbra contro le sue. Demian spalancò gli occhi, si aspettava di tutto, che gli urlasse contro, che lo picchiasse, che lo violentasse (?) ma di certo non che lo baciasse. Chiuse gli occhi, lo prese per la vita e girò le posizioni, ora era Mika con la schiena alla porta, con un mugolio di dolore si staccò un secondo dalle sue labbra, ma Demian glie lo impedì, spingendogli la testa contro la sua, riunendo le loro labbra.
Era un normalissimo bacio a stampo, dato forse con troppa foga, ma sentendo il buonissimo sapore e la morbidezza delle sue labbra, decise di farsi più audace.. tracciò con la punta della lingua le labbra di Mika, che piacevolmente sorpreso sorrise, approfondendo il bacio. DEmian sapeva di liquirizia e cioccolato? Qualcuno può avere un sapore di liquirizia e cioccolato? SI lui sapeva di liquirizia e cioccolato. Le loro lingue si cercavano per poi allontanarsi di nuovo, era una piacevole tortura per tutti e due. Mika muoveva le sue labbra contro quelle di Demian in un impeto di eccitazione e di disperazione. Sapeva che quel bacio avrebbe complicato moltissime cose..
Quando si staccarono il biondo poggiò la testa su quella riccia di Mika che aveva il fiatone.. sospirò..
-Non avremmo dovuto..- detto questo aprì la porta e la chiesa alle sue spalle, lasciando Mika da solo in quella stanza che adesso era diventata vuota…
 
Non ho parole… scusatemi, ma come lo scorso capitolo mi sono fatta prendere la mano, alloraaa questo qui.. è soltanto la prima parteee. Quindi prima di uccidermi pensateci, altrimenti non saprete come va a finire questo capitolo..
Diei che ne pensate.. incrocio le dita.. spero siano pensieri positivi..
Ho scritto fin troppo, ho finito le parole. Me le hanno rubate tutte Mika e Demian..
Un bacione
Psiche_delia

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Capitolo 12
*** Obbligation or truth (part 2) ***


Salveee… come al solito aggiorno la sera.. Non  so il perché , ma mi sento più ispirata! Bene, ora che ho detto cose che non interessano nessuno passiamo alle questioni burocratiche… Allora, ho un paio di domande da farvi. A voi, va bene che io aggiorni la storia così velocemente, o volete che abbia una scadenza? Per me non c’è nessun problema, decidete voi. Poi chiedo gentilmente ai lettori silenziosi, se possono almeno aggiungere la storia alle preferite, o alle seguite o a quello che vi pare… vi preego!

Ok credo io abbia finito, quindi passiamo al capitolo scorso… (Pier Oreste Ferdinando, si è preso qualche giorno di ferie, ho provato a contattare Perry l’ornitorinco, ma è impegnato con la sua seconda vita da agente segreto, quindi non ci sono più ornitorinchi che io possa ingaggiare). Abbiamo lasciato un Mika solo soletto nella stanza, e un Demian abbastanza confuso che scappava letteralmente, il più lontano possibile da lui. Il motivo? Un bacio rubato (o quasi) , un bacio sbagliato, ma di certo, un bacio voluto da entrambi. Un gioco, che li ha fatti riavvicinare, ma che allo stesso modo li ha fatti separare, e questo tutto all’insaputa di Irene, Ilaria e Morgan che speravano solo in una riconciliazione. Voliamo dare la colpa a loro? Potremmo, ma le cose si fanno in due, non sono stati costretti, e credo che Demian e Mika erano pienamente coscienti delle  loro azioni…  Dovevano riconciliarsi, riavvicinarsi, forse ci sono riusciti, o forse si sono allontanati ancora di più…lo vedremo, vedremo se L’happy ending arriverà…

Lo ammetto, ho fatto un introduzione fantastica (modestia a parte),non preoccupatevi non è finita, e questo non è l’ultimo capitolo, amo questa storia e di certo non voglio che finisca tanto presto..
Buona lettura, noi ci vediamo giù..
Psiche_delia

Era stato un cretino, un emerito idiota, un codardo meschino figlio di puttana. Se lo riconosceva, mentre correva per mettere più distanza possibile tra lui e Mika.  Non avrebbe dovuto farlo, ma la cosa che lo faceva più imbestialire, era il fatto che era stato lui a chiedergli quel bacio… pure coglione! Era stato lui a sfidarlo, una parte di lui in quel momento gli diceva che non l’avrebbe mai fatto, l’altra parte invece sperava che lo facesse. Non sapeva neanche lui il motivo di quell’ “obbligo”, non avrebbe avuto senso, avrebbe potuto chiedergli qualunque cosa… ma di Demian potevano dire tutto tranne che era un tipo stupido, quindi avrebbe dovuto per forza avere un motivo, ma in quel momento gli sfuggiva.. o forse non voleva trovarlo..

Rabbia, delusione, umiliazione, era questo  che qualunque persona avrebbe trovato negli occhi del cantante, se lo avesse guardato negli occhi. Mika ancora impalato davanti alla porta spalancata della stanza di Ilaria e Irene, si sentiva umiliato, ma anche incazzato nero. Stava andando tutto liscio nelle ultime ore, stavano giocando a quel maledetto gioco che a lui prima piaceva tanto, si stavano divertendo, si stavano… scoprendo piano piano. Poi quel bacio, la sua audacia e la sua sorpresa quando Demian lo aveva ricambiato, sorpresa che non ci sarebbe dovuta essere.. LO AVEVA CHIESTO LUI QUEL MALEDETTISSIMO BACIO. Diede un calcio alla porta, lo stesso gesto che aveva compiuto Demian molte ore prima.  L’aveva umiliato come il peggiore degli infami, a lui, che non gli aveva fatto niente, se non supportarlo in gara. Ma questa non glie l’avrebbe fatta passare liscia.. oh no, stava giocando con il fuoco, poteva essere anche l’uomo più gentile di questo mondo, ma l’umiliazione non l’avrebbe mai accettata, voleva giocare? Bene, avrebbero giocato… con le sue regole però.. Con un sorriso gelido sul viso, il cantante uscì dalla stanza. Arrivato alla fine delle scale, vide Irene inseguire una figura, non ci badò, entrò in salotto e si sedette accanto a Ilaria che gli sorrise. Lui ricambiò, ma Ilaria notò una scintilla nei suoi occhi che non le piaceva per niente…

Sentiva che qualcosa non andava, come faceva? Beh, dopo che un Demian l’aveva superata come una furia, ed era uscito a passo di marcia fuori dalla porta del loft, aveva capito che l’idea che aveva avuto la sua amica, non era stata poi così geniale. Ma quello che si sarebbe aspettata, era che al posto del biondo ci fosse stato Mika. Quello, le fece capire che c’era veramente qualcosa che non andava.. qualcosa di grande.
Perciò decise di seguirlo, prese la giacca e si chiuse la porta alle spalle. Vide che Demian era già molto lontano, e si rese conto che ormai era inutile raggiungerlo, quindi si limitò a seguirlo.

Quando era abbastanza vicino da poterla udire, aprì la bocca per chiamarlo, ma quando vide che si stava recando in un parco, chiuse la bocca e lo seguì. Era un parco molto grande, ma lo trovò comunque, seduto su una panchina umida con soltanto una magli a maniche corte indosso e con il viso in mezzo alle mani.  Si.. c’era veramente qualcosa che non quadrava.. Si avvicinò, e senza farsi vedere si sfilò il cappotto mettendoglielo sulle spalle. Il biondo sussultò e si girò di scatto verso di lei, quando la riconobbe però si tranquillizzò e sospirò.

-Fa freddo, avresti almeno potuto prendere una giacca.- gli disse soltanto sedendosi accanto a lui.
-Prendi il cappotto, avrai freddo- mormorò a bassa voce, che quasi si stupì del fatto che lei lo avesse sentito.
-No, tienilo ho la felpa- indicò l’indumento che aveva indosso e il biondo annuì, stringendosi alla giacca della ragazza… Rimasero molti minuti in silenzio, Demian sommerso da pensieri, e Irene aspettando che parlasse.. poi lo fece.
-Ti è mai capitato di commettere un’enorme cazzata, ma di commetterla volontariamente?- si girò a guardarla, la ragazza.
-Le cazzate se le vuoi fare le fai, e si.. io ne ho fatte talmente tante..- disse per poi abbassare lo sguardo.
-Ah già.. Morgan.- Irene iniziò a tossire.
-Che.. che cosa hai detto? Tu.. tu.. oh cazzolina-  disse mettendosi una mano tra i capelli. Demian scoppiò a ridere.
-Irene, dai si vede lontano un miglio che gli sbavi dietro. Le comunicò sincero sorridendole gentilmente.
-Io non gli sbavo dietro..-  disse mettendo uno dei suoi soliti bronci.
-Come no? Ieri mi sono quasi ammazzato scivolando sulla tua saliva..- continuò a prenderla in giro. Irene riusciva sempre a metterlo di buon umore, quella sua aria spensierata da eterna bambina, ma anche quella maturità che caratterizza la sua età..
-Eh smettila.. a me non piace Morgan.. che avete tutti che me lo chiedete?- disse incrociando le bracci al petto.
-Si certo e io me la faccio con Mika.. se tutti continuano a ripetertelo vuol dire che è vero no?-  cercò di non farglielo notare, ma appena aveva pronunciato il nome del giudice aveva sussultato e piccoli brividi l’avevano colto..
-Demian.. non sto scherzando..- continuò gridando davvero come una bambina.
-Neanche io..- disse, cercando di dare alla sua voce una nota di divertimento.
-Ilaria mi ha detto la stessa cosa-
-Cosa che se la fa con Mika?-
-No con Fedez..- ammettè strofinandosi il mento, cercando di ricordare la loro conversazione.
-Ah, si li ho visti infrattati la settimana scorsa dopo la fine della prima manche..-  se non fosse stata seduta Irene sarebbe caduta come un sacco di patate..
-COSA? Allora non mi stava prendendo in giro e quindi… aspetta…- disse poi ritrovando la sua solita calma e guardandolo negli occhi..
-Quindi è per questo che sei qui?- Demian sgranò gli occhi, anche se involontariamente, alla fine glie l’aveva detto. Ora, o era lei tremendamente astuta, oppure lui tremendamente idiota… credo più la seconda.
-Questo cosa?- fece il vago girandosi i pollici. Irene sospirò
-Te lo sai che puoi fidarti di me vero?- il biondo annuì guardandola negli occhi.
-Me lo dirai un giorno?-
-… Si-  sospirò..
-Un giorno te lo dirò…-

E rimasero così, abbracciati mentre il sole calava, e il cielo si tingeva dei colori del tramonto. E’ cosi che li trovò Morgan, venuto ad avvertirli di tornare al loft, perché sarebbero dovuti andare in studio..
Non sapeva cosa provava in quel momento,  rabbia, irritazione…. Gelosia. Gelosia? Non poteva essere, anche se.. doveva  ammettere che la ragazza fin dal primo momento che era salita su quel palco, con quel vestitino leggero, quella fascia colorata e quell’animo puro, beh. L’aveva affascinato, come soltanto una donna era riuscita a fare.

Ma ora, mentre vedeva quei due ragazzi abbracciati, tutto era cambiato, si era reso conto che quello che provava per quella ragazzina.. anzi no, per quella piccola donna. Era un sentimento strano, che riusciva a scaldare il suo cuore sommerso da ragnatele. Ma tra loro non sarebbe mai potuto funzionare, lui era nero.. era marcio dentro. Mentre lei era bianca, pura…


-Dove caspita eravate finiti tutti e due? Siamo tutti in ritardo per colpa vostra..- gli stava gridando contro Ilaria. Erano tornati dopo un oretta dopo il loro incontro, Morgan alla fine non li aveva avvisati, non sapeva il perché, semplicemente aveva girato i tacchi e se ne era andato.

-Avevate detto che dovevamo partire intorno alle sette..- mormorò Irene con la testa incassata fra le spalle, mentre Demian cercava in tutti modi di non posare lo sguardo sul riccio che stava poggiato sullo stipite della porta e che non gli toglieva gli occhi di dosso. Se fosse stato in un’altra circostanza, mai e poi mai avrebbe abbassato lo sguardo, ma in quel momento aveva torto marcio, e se lo riconosceva.
-Morgan non eri andato a chiamarli?- si rivolse poi al giudice che era appena entrato dalla porta di ingresso.
-No, sono stato sommerso dalle fan appena uscito dal loft.- si, era abbastanza convincente come scusa, infatti Ilaria non replicò.
-Beh, fatto sta che ora siamo in ritardo, quindi muovete quei culi pelosi e uscite da questo loft!_ disse puntando il dito verso la porta. Per prenderla in giro tutti si misero in fila indiana e marciarono verso la porta, l’ultimo che chiudeva la fila era Mika, ma lo bloccò con un braccio e lo prese in disparte..
-Cosa hai in mente?- gli disse serissima guardandolo negli occhi. Mika era sorpreso, aveva cpito fin dal primo sguardo che qualcosa in lui non andava.
-Me?- disse indicandosi.
-Si razza di celebroleso vedi qualcun altro qui dentro?- Ilaria era “leggermente” nervosa.
-A brain?- tentò di prenderla in giro.. senza ottenere buoni risultati però.
-No, è da quando sei uscito da quella maledetta stanza che sei strano, non guardi in faccia a nessuno, quando qualcuno ti dice qualcosa che a te non piace gli rispondi che è pazzo, hai lo stesso sguardo di….- poi impallidì. Forse aveva capito.
-Allora è per questo..- disse addolcendo lo sguardo. Mika la guardò confuso.
-What?-
-Che è successo con Demian?-
-Malintesi..-
-Uh, nuova parola? Dico sul serio, sputa il rospo.- Mika fece una faccia disgustata che rese di buon umore la riccia.
-Non è sucesso niente-
-Si e io sono Megan Fox e me la faccio con Fedez- ripetè per la seconda volta quella frase.
-Sulla prima non sono d’acordo- sorrise divertito Mika, che ricevette una gomitata.
-I’m not jocking.. sto decendo la verittà- disse poi tornando serio.
-Perché io no? Senti, puoi anche non dirmelo ok? Sai che c’è non mi interessa. Ma fa qualcosa che possa nuocere in qualche modo hai ragazzi di quella band, e ti giuro su quanto mi chiamo Ilaria Gavazzi che tu qui dentro non mi ci vedrai più! Sono stata chiara? Se ce l’hai con Demian, prenditela con Demian , ma solo e soltanto con lui. Quei ragazzi sono gli unici amici che oltre a te sono riuscita a farmi in questi anni, quindi se per proteggerli devo perdere una grande opportunità come questa.. beh, lo farò.-  non aspettò una sua reazione, non aspettò nulla, si diresse verso la porta aperta infervorata come mai era stata in quelle settimane.
-Ho baciato Demian- poi cadde… facendo scoppiare a ridere il riccio.
-Porca puffola pigmea e ME LO DICI COSì RAZZA DI CELEBROLESO?-  sbottò alzandosi e spolverandosi i vestiti.
-Come dovevo dirtelo?- chiese Mika ora tornato serio.
-Come.. no.. cioè.. oh cazzolina mi sta andando in pappa il cervello…- disse mettendosi una mano sulla fronte.
-Quindi aspetta fammi capire..- il riccio annuì.
-Tu mi stai dicendo che hai baciato Demia, tu.. di tua spontanea volontà..-
-Beh… se devo dire te la verità.. me l’ha chiesto lui- disse facendosi piccolo piccolo.
-E QUESTO QUANDO AVRESTI VOLUTO DIRMELO?... Ok manteniamo la calma, quindi lui di punto in bianco, ti ha detto “hei Mika, visto che siamo chiusi qui dentro senza fare niente, perché non mi dai un bacio?- lo prese in giro la riccia. Non era andata direttamente così, pensò il riccio.. ma decise di non dirle di obbligo o verità
-Più o meno.. yes- ammise, guardandola.
-Ok.. quindi, se vi siete baciati, perché hai quello sguardo omicida?- chiese allora curiosa. Mika aggrotto la fronte, per poi incrociare gli occhi. Ilaria scoppiò a ridere..
-Sguardo omi..omi che?- chiese poi passandosi una mano sugli occhi..
-Niente lascia perdere, comunque perché ce l’hai con lui?- si grattò la testa, indeciso se dirglielo o no.
-Dopo.. che ha.. how do you sayin italian “reciprocated”..- disse poi un po’ in imbarazzo.
-Ricambiato..-
-Ok, dopo che ha rica.. ricambiatto il bacio, mi ha detto che era stato uno sbaglio..- disse riassumendo la cosa…
-And.. runa way..- aggiunse a voce bassa. Ilaria annuì dispiaciuta per il giudice..
-Quindi che vuoi fare?- aveva paura a sapere quello che avrebbe potuto fare.
-i don’t know.. ma non volio fargliela pasare liscia..- Ilaria annuì, in fondo aveva ragione, lo aveva lasciato come un coglione dentro la stanza. Poi gli venne un idea..
-Ma per te.. gli piaci?- chiese quasi vergognandosene.. Il riccio ci pensò su.. se non era interessato a lui, allora non avrebbe ricambiato, anzi non glie lo avrebbe chiesto neanche.. Ma non ne era sicura, non riusciva mai a capirlo completamnete.
-Maybe.. or maybe not- Ilaria annuì… oh si.. aveva un idea geniale.
-Bene ricciolone, ora entra in atto la missione…- gli si avvicinò esponendogli la sua “geniale” idea.
-Ilary.. tu sei una regina del male…- Ilaria rise.
-Dai andiamo che ci stanno aspettando.- Mika annui, poi sorrise. Amava tutte le sue ragazze incondizionatamente, ma Ilaria gli era entrata dentro, con la sua grinta e la sua tenacia, anche per la sua insicurezza e la difficoltà a relazionarsi con gli altri.

Quando arrivarono tutti agli studi trovarono il caos..  truccatrici e costumiste che correvano da una parte all’altra cercando i concorrenti a cui erano state assegnate, fotografi e produttori che gli dicevano quello che dovevano fare, Morgan che invece se ne stava solo soletto in un angolo con una faccia non molto allegra..
In tutto quel caos, Demian non si spiegava come aveva fatto ad indossare i vestiti, ad essere truccato e acconciato, fatto sta che non si ricordava neanche che se li era infilati quegli indumenti, il tema di quella serata sarebbe stato per la gioia di Morgan (frase detta tanto per dir, visto che Morgan in quel momento era tutto tranne che allegro). 
Questo lo notò anche Irene, che vestita di tutto punto con un tubino aderente nero, un paio di Jeffrey Campbell del medesimo colore, un giacchetto di pelle arrotolato fino ai gomiti, e un paio di guanti dello stesso materiale e naturalmente non era mancata la sua fascia, con le adeguate modifiche, (nera con delle fantasie bianche), si era incamminata tremolante su quei tacchi vertiginosi, verso il giudice, che non alzò lo sguardo quando la vide.

-Tutto apposto capo?- le chiese con il loro modo scherzoso di chiamarlo. Morgan per un attimo sorrise.
-Certo.. perché non dovrebbe?- le rispose forse un po’ troppo freddamente, non come al solito.
-Stai qui da solo, mentre di solito scherzi con Mika, oppure litighi scherzosamente con Demian..- aveva perfettamente ragione, ma non gli andava di fare niente, men che meno scherzare con Demian.
-Non ne ho voglia.. e non ho voglia neanche di parlare con te, quindi se non ti dispiace..- le indicò gli altri ragazzi. Irene cerco di non farlo notare al giudice, ma era molto delusa dal suo comportamento e anche molto dispiaciuta.
-Ah..o-ok.. scusami- balbettò andandosene. Morgan in quel momento stesso si rese conto di aver fatto una grane cazzata. Lei era venuta lì apposta per lui e lui l’aveva mandata via molto poco gentilmente. Si mise una mano in faccia.. era un coglione.


-Bene signore e signori, benvenuti alla quarta edizione di Xfactor..- grido Cattelan in uno smagliante completo verde smeraldo, che faceva impallidire il completo scozzese che indossava Mika.. era semplicemente inquietante pensò Demian, che sistemava i guanti di pelle.
-Questa serata la dedicheremo completamente al rock psichedelico.. Morgan la tua specialità- disse divertito verso il giudice, quel giorno senza nessun travestimento..
-Eh già- disse con poca enfasi e poche parole, cosa che non si era mai vista ad xfactor, tutti se ne accorsero, ma non gli dissero niente.
-Emh.. bene, iniziamo con Fedez, tocca a uno dei tuoi..-

Rock psichedelico, pensava Demian, era quello più difficile di tutti, fare un brano che rappresenti questo tema, ma che non cada nello scontato e naturalmente nel ridicolo..

Intanto era finita la prima manche ed erano a metà della seconda, loro sarebbero stati gli ultimi, siccome erano una band un po’ diversa dalle altre, dovevano approfittare della pausa prima dell’ultima pubblicità per allestire i loro strumenti, cosa che a loro non faceva tanto piacere. Potevano essere anche la band con più talento lì dentro, ma riguardo a calma e tranquillità erano al livello dei bambini dell’asilo.  La loro ansia era ingestibile,  solo quando ormai erano sul palco e la musica entrava nelle loro orecchie si rilassavano, prima di quello niente, neanche un sedativo per elefanti sarebbe riuscito a calmarli…

-Ragazzi tocca voi, muovetevi.- li avvertì, la band annuì e lo seguì, poi quando Morgan fece la loro abbastanza fiacca presentazione entrarono, accolti dagli applausi del pubblico…

Ecco, su quel palco si sentiva se stesso, sentiva l’adrenalina scorrergli nelle vene, li sopra non arrivavano i problemi, li sopra lui non aveva giocato ad obbligo o verità con Mika, non gli aveva chiesto nessun bacio, non ne aveva ricevuto nessuno e non era scappato. Sul quel palco, la vita ricominciava da zero. Quindi preso da una nuova forza, decise di improvvisare, la sua personale presentazione (visto che quella di Morgan faceva un tantino schifo). Sorrise al pubblico, per poi prendere la mano di Irene e avvicinarla a lui..

-Come on baby.. “Light my fire”- il pubblico rise, mentre Irene diventava tutta rossa.

Mentre i ragazzi cantavano, il pubblico li seguiva cantando a loro volta, urlando o battendo le mani, i cameramen riprendevano il tutto con la loro fedelissima videocamera, e due dei giudici stringevano i denti. A uno perché non stava bene la presentazione (indovinate chi?) e l’altro odiava il fatto che per un attimo si fosse dimenticato di quello che era successo (beh, questa è facile).

Quando la canzone finì, i ragazzi come al solito ringraziarono, e si sedettero sul loro gradino, riprendendo fiato.

-Benissimo ragazzi, grande performance, vediamo cosa ne pensano i giudici.. Victoria.- disse Cattelan sedendosi ormai di consuetudine vicino a Demian.
.Veramente una grande performance, la scelta del pezzo mi è piaciuta, e anche la presentazione iniziale di Demian.. l’hai fatta diventare tutta rossa però..- disse ammiccando a Irene che arrossì di nuovo. Morgan strinse i pugni..
-Mika..-
-A me non è piacciuta the presentation sorry..- disse poi meritandosi i fischi del pubblico.
-Mi sembrava un po’ esageratta.. ma la performance mi è piaciuta, soprattutto la voce di Filippo. Non avevo mai notato che hai una bella voce congratulation..- disse poi girandosi verso Filippo che lo guardava con gli occhi fuori dalle orbite. Di solito, faceva complimenti a Demian o  a Irene, oppure alla band in generale, ma questa volta l’aveva fatti proprio a lui.. Demian invece lo guardava stranito, cercava di capire a quale gioco stesse giocando, perché è ro che Filippo ha una bella voce, ma non di più di quella di tutti loro..
-Oh.. emh grazie..-
-Fedez..-
-A me invece la presentazione è piaciuta, grande Demian, se fossi lì ti batterei il cinque…- Demain, senza farselo ripetere due volte si alzò e andò verso il tavolo dei giudici, diede una rapida occhiata a Mika, seduto proprio vicino al rapper, gli diede il cinque, poi sorrise a tutti gli altri giudici e se ne tornò al suo posto.
-La performance.. si mi è piaciuta come tutte quelle che abbiamo visto… ma diciamocelo Morgan, era abbastanza prevedibile da parte tua scegliere i “The Doors”. –  Morgan si girò svogliato verso di lui.
-Beh, ma la canzone era adatta a loro, e l’hanno fatta anche molto bene, non vedo quale sia il problema.. Forse però un po’ aveva ragione Mika, quella presentazione potevi anche risparmiartela. Non che fosse brutta, forse un po’ troppo eccessiva- disse con un sorrisetto sghembo, verso Demian, che improvvisamente irritato stava per rispondere, quando la mano di Irene si posò sulla sua. La ragazza scosse leggermente la testa come se volesse dire: “oggi è così, lascialo perdere.”. Demian rilassò i pugni, annuì soltanto verso Morgan, non sciogliendo però la sue espressione corrucciata.

Quando tornarono nel backstage, sia Irene che Demian erano abbastanza confusi, ognuno dei due per un motivo diverso, Demian lo era perché gli sembrava strano quel comportamento da parte di Mika, per Irene la stessa cosa, solo di Morgan. Da quando erano rientrati dal parco tutti e due erano diventati strani.. Si guardarono negli occhi per poi scoppiare a ridere…. Che situazione assurda..



Chi non muore si rivede!!! Esatto sono tornata, ci ho messo un po0 di più a pubblicare questo capitolo, perché il mio cervello ha preso come Pier Oreste Ferdinando qualche giorno di pausa, e non riuscivo a scrivere niente. Ma ora sono qui!!!! Spero che il capitolo vi piaccia, se non dovesse essere di vostro gradimento ditemelo, anche perché lo ammetto di averlo creato un po’ alla cazzo, non sapevo che scrivere. Spero che mi darete un’altra opportunita…

Allora, adesso vi chiedo una cosuccia…

Le punatate di xfactor, come ben sapete, sono molte… tantissime, io ne ho saltata una, ma mi rendo conto che non posso scriverle tutte, quindi in una recensione, (se vi va) scrivetemi se per voi, è meglio che continui così, o che salti e vada.. che ne so alla quart’ultima puntata o giù di lì. Ci tengo perché è una cosa molto importante..
Poi vi sfido a scoprire una cosa…

Indovinello…
Quale è stata l’idea geniale di Ilaria??

La prima persona che riesce a rispondere correttamente, potrà apportare qualche modifica, o aggiungere qualcuno, o qualcosa alla mia storia..
Spero che questo vi intrighi!!
Un bacione
Camilla, o sotto pseudonimo.. Psiche_delia
 
 
 

 
Sbavo..  :Q___
 
 
 
 

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Capitolo 13
*** Baci dati, baci negati ***


Voi volete uccidermi! Dite la verità, volete farmi scrivere tutte quelle puntate, perché sperate che io muoia prima.. eh eh eh ma non succederà! Ok a parte gli scherzi, sono super ultra mega iper contenta che la storia vi piaccia talmente tanto da volere tutte le puntate, affinchè duri di più.. a meno che non vogliate davvero uccidermi.
Comunque, io non ho niente in contrario alla vostra scelta, ma almeno un paio di puntate devo saltarle, perché altrimenti la storia non sarebbe più dinamica, ma resterebbe ferma…

Ok, detto questo, passiamo all’indovinello dello scorso capitolo: “Quale idea geniale era venuta ad Ilaria”.. ragazze mi avete un po’ delusaaa!! Ma è normale no? Far ingelosire Mika!! Pff… vi devo insegnare tutto io… Ok basta con gli scherzi, comunque il premio che ho assegnato, lo sapremo soltanto io e la vincitrice, perché altrimenti farei degli spoiler assurdi, e io non voglio rovinarvi la sorpresa. Ma non crucciatevi (?) ne farò altri…

Pier Oreste Ferdinando è bloccato a Antananarivo (capitale del Madagascar), non credo che stare ancora di più in vacanza gli dispiaccia, spero che non dispiaccia a voi invece…

Faceva un freddo cane,  era ottobre, ma quel giorno aveva deciso di venire giù pure lui…
Erano passate due settimane, dal bacio con Mika, ma da quel momento, il cantante, era come se si fosse completamente dimenticato di lui. Non che a Demian interessasse, per lui era normale stare da solo, ma bisticciare con il riccio occupava da quando era iniziato il talent, tutte le sue giornate. Ora invece Mika passava tutto il tempo con le ragazze, oppure con Filippo e Luca. Qualche volta aveva provato a fare qualche battutina sarcastica contro il riccio, ma lui l’aveva ignorato, continuando a parlare beatamente con Filippo. 

Questo lo faceva irritare, nessuno lo aveva mai ignorato, lui ignorava le persone, non il contrario.

In quelle due settimane erano state trasmesse altre due puntate, nella quinta, era uscita un'altra band gli “Hipster”, da quel momento, erano rimasti il solo gruppo che aveva Morgan. Si era aspettato che il giudice ci fosse rimasto male, magari che si fosse arrabbiato, ma non aveva mosso ciglio, semplicemente, non aveva fatto niente per far cambiare idea agli altri giudici. Lo stesso nella sesta puntata, non erano andati bene alla prima manche, infatti erano stati eliminati, nella seconda manche, era andata al ballottaggio una delle ragazze di Mika, per fortuna la loro performance aveva convinto la Cabello e Mika, perché altrimenti sarebbero stati eliminati. E anche in quel momento Morgan non aveva mosso ciglio, come se non gli importasse più vincere, o farli vincere.

Ora tutta la band, era con la vocal coach , ad aspettare l’arrivo di Morgan con il loro pezzo, era molto in ritardo, quasi di mezz’ora, ma la speranza era l’ultima a morire, quindi aspettarono chiacchierando con la coach o come Demian, standosene buono buono infagottato in una sciarpa extralarge grigia.

Quando era passata oltre un’ora Irene si alzò di scatto dal divanetto della sala prove, avevano tutti sentito la porta del loft chiudersi, e in quel momento tutti i concorrenti erano con i propri giudici a provare i loro pezzi, quindi poteva essere solo Morgan alla porta.

Irene era furiosa, capiva che forse era giù perché gli Hipster se ne erano andati, ma era passata quasi una settimana, non poteva permettersi di perdere anche loro, scese a passo di marcia le scale, e appena arrivata di fronte a Morgam gli diede un ceffone talmente tanto forte che se la testa non fosse stata attaccata al collo sarebbe andata al posto del vaso sul tavolino del salone.

-Cosa pensi di fare eh? Sei completamente impazzito?- Morgan era sorpreso, Irene era la ragazza più calma che avesse mai conosciuto, ma in quel momento si era trasformata, le guance rosse di rabbia, gli occhi fuori dalle orbite e respirava velocemente.
-Stai calma, mi fa male la testa, e tu peggiori solo le cose..- forse non avrebbe dovuto dirlo, forse non avrebbe dovuto neanche aprire bocca, fatto sta che Irene scoppiò.
-Brutto figlio di puttana, ma cosa hai al posto del cervello segatura? Oggi per colpa tua, non abbiamo potuto avere e tantomeno provare il pezzo che in teoria avremmo dovuto esibire sul palco giovedì, e forse non te ne rendi conto, ma qui dentro di band hai solo noi, quindi se non vuoi perdere il primato delle volte che hai vinto xfactor, beh ti conviene muoverti perché noi qui stiamo diventando vecchi.. E sai che c’è? Forse a te può anche non interessare una nostra vincita o meno, ma a noi interessa, e anche tanto, e non permetteremo a un bambino borioso e viziato come te, di distruggere i nostri sogni…- Irene era furibonda, più di ogni altra persona lì dentro. Morgan invece era sorpreso, non credeva che in una ragazza minuta come lei ci fosse tanta grinta.. faceva quasi paura.
-Non rispondi? Che c’è il gatto ti ha mangiato la lingua o forse la tua coglionaggine te l’ha fatta ingoiare.. avanti parla.. giustificati, perché porca puffola pigmea non ti sforzi almeno un po’, non ti impegni come facciamo noi, per portare avanti la nostra band?..- Morgan stava per aprire bocca, quando Irene continuò..
-E spera che quello che dici sia una cosa seria e una spiegazione valida, altrimenti niente e nessuno qui dentro mi impedirà di farti diventare donna..- Il giudice sorrise, era proprio arrabbiata.
-Vuoi sapere perché ho questo comportamento nei vostri confronti?- chiese tanto per irritarla, lei annuì.
-Bene, te lo dirò, è per te!-
-Non mi sembra una spiegazione valida... aspetta cosa?- chiese poi capendo quello che aveva detto.
-Hai capito bene, è colpa tua se io sto così, è solo e soltanto colpa tua.-
-Ma che dici ti sei bevuto il cervello? Perché sarebbe colpa mia? Sentiamo..-  Irene era sorpresa, non capiva che cosa aveva fatto di sbagliato..
-E’ colpa tua, perché mi sei entrata completamente dentro, perché da quando sei salita su quello stramaledettissimo palco, con quel vestitino, adorabile.. cazzo non facevo che pensare a te.
Questo comportamento dolce che avevi con me, tu vedevi il buono che c’è in me, mentre invece non c’è.. Quando poi ti ho vista con quel completino di pelle nero, ti ho desiderata come non ho mai desiderato nessun’altra donna in vita mia. Credevo che tu, con questo animo puro potessi migliorarmi.. ma mi sbagliavo, poi ti ho visto quel giorno con Demian e ho capito, io non posso fare niente per te, e tu non puoi migliorare il mio animo marcio…- disse poi, quasi sollevato dalla sua confessione. Irene invece non sapeva cosa pensare o provare, era stupita, stordita, sorpresa, ma anche incredibilmente felice. Poi come se quello che aveva detto, non era un discorso serio, scoppiò a ridere. Morgan se la guardava invece irritato da quel comportamento, ma come, lui le aveva aperto il cuore, dicendole quello che lo affliggeva, e lei rideva… rideva. Poi tutto ad un tratto smise, tornando seria, ma con un sorrisetto in volto.

-Sei un coglione…- Morgan rimase interdetto, poi tutto accadde, Irene si avvicinò sorridente a lui e lo baciò, posò le mani sul suo viso e premette le labbra contro le sue. Morgan invece ripresosi dallo shock, mise sulla sua vita, pronto per approfondire quel bacio, ma Irene si staccò.
-No, prima vai di là, ti scusi con tutti per il tuo comportamento, ci assegni la canzone, e poi avrai il tuo bacio… ora muovi quelle chiappette.. su avanti..- Morgan la guardò divertito, ma anche un po’ deluso..
-Ma come, tutte queste cose?...- chiese come un bambino che deve svolgere delle faccende, prima di ricevere le caramelle.
-Si, quindi prima finisci, prima otterrai quello che vuoi, poi parliamo… intesi? Ora sbrigati…- Il giudice si incamminò verso le scale con al seguito Irene.. Arrivati davanti alla porta della sala Irene si fermò.
-Ah, un’ultima cosa, Demian è un tantino irritante, quindi.. stai attento appena entri..- Morgan annuì, un po’ irritato. Appena aprì la porta, un porta penne gli arrivò addosso, seguito da un cuscino trovato chissà dove, poi pensando che fossero finiti, riaprì la porta, da cui si era protetto, a un tomo di trecentonovantaquattro pagine sulla storia della musica gli arrivò direttamente in fronte, facendolo cadere per terra.
-Cazzo che dolore..- disse poi rialzandosi. Demian se ne stava seduto nella stessa posizione di prima, solo con le sopracciglia aggrottate e le braccia incrociate, sembrava un bimbo…
-Cazzo lo dovrei dire io, sono stato quasi due ore qui a aspettare che il principino di sto cazzo  si facesse vivo, mi si sono gelati i coglioni, ora muoviti, o giuro che ti lancio contro anche il piano forte.- disse molto alterato alzandosi e mettendosi vicino agli altri.

Quando finalmeente uscirono dalla sala, era tardissimo, mezzanotte passata. Demian, era tutto intorpidito, non che in quella sala non ci fossero termosifoni, ma quella pazza sclerotica sociopatica della vocal coach aveva aperto tutti e tre i finestroni, affermando che l’aria fredda aiutasse la circolazione e a concentrarsi. Demian le aveva risposto, gentilmente come al solito, che era completamente impazzita, e con quell’aria gelida si stava “cagando sotto dal freddo”. Irritata non solo non l’aveva ascoltato, ma aveva aperto anche un'altra finestrella. A quel punto era arrivata Irene, che gentilmente le aveva chiesto se potevano chiudere le finestre, altrimenti le sue corde vocali, avrebbero potuto avere delle ripercussioni, così senza nessuna protesta, e con uno sguardo mieloso verso la ragazza, aveva chiuso tutte le finestre, ma ormai avevano finito.

Quindi ora si trovava come al solito in cucina, a mangiare i suoi biscotti al miele e cereali e a scaldarsi con una tazza di cioccolata calda.

Quando aveva finito la sua cioccolata, prese la tazza e la poggiò nel lavello, in quel momento la porta si aprì, sicuramente era Luca che era venuto a dirgli di andare a dormire.

-Ecco Lu adesso vengo, non rompere anche tu, che oggi non è giornata..- quando però nessuno rispose capì il perché. Quando si girò, vide Mika aprire lo sportello del frigo e prendere una tazza di latte e metterla a scaldare.
-Ah sei tu..- disse solamente, tornando al tavolo e continuando a mangiucchiar i suoi biscotti, Mika non gli rispose, si limitò a fargli un cenno. Era poggiato con i fianchi sul piano cottura, portava una maglia bianca a maniche corte, e quello che molto probabilmente era il pezzo sotto di un pigiama.
-Cosa pensi di ottenere?- chiese quindi, forse un po’ irritato dal suo comportamento, ma in quel momento non aveva neanche la forza di litigare.
-What?- chiese Mika, capendo però perfettamente, quello che il biondo voleva dire.
-Non fare il finto tonto Mika hai capito.. Cosa pensi di ottenere evitandomi così come la peste?- chiese come se stesse parlando con un bambino, questo diede un po’ fastidio al riccio, che però non rispose.
-Ecco appunto..- disse poi alzandosi e posando i biscotti.
-Avrò anche sbagliato a scappare quel giorno, sarò sembrato anche un codardo, ma tu in questo momento non stai facendo niente di meglio di quello che ho fatto io, ti stai comportando come un bambino..- disse tranquillo, non era arrabbiato o innervosito, quella cioccolata lo aveva calmato, ora parlava però con una calma gelida nella voce, metteva quasi paura. Mika non rispose ancora, Demian fece spallucce.
 
-I’m not a child..- disse soltanto il riccio, Demian si bloccò.
-Non lo sembri..-
-Tu sei uno stronzo.-
-Me ne hanno dette di peggio fidati..- sorrise Demian.
-Io sono un bambino, ma tu sei un codardo.- Demian perse il sorriso.
-Tu hai chiesto me di baciarte, tu mi hai sfidato, io ti ho baciato, tu hai rica..ricambiato. poi sei scapato come gli infami…- aveva ragione.
-Tu mi stai evitando da settimane, non mi parli, non mi lanci frecciatine, non fai niente. Con me sei passivo, se in queste settimane fossimo rinchiusi in una stanza, li dentro ci sarei solo io, perché quando io sto con te tu diventi invisibile..E’ terribilmente irritante vederti chiacchierare allegramente con Filippo, rimanere quello di sempre con lui, con tutti gli altri. Mentre a me mi eviti, come fossi qualcuno con cui non vale la pena rimanere…- disse tutto di un fiato, ritrovando la voglia e la forza di discutere con quell’uomo che lo aveva fatto sentire debole.
-Tu mi ha umiliato, lasciando me da solo in quella maledetta stanza.- Solo ora, anzi forse l’aveva sempre saputo, quanto grande fosse stata quella cazzata, e quanto fosse pesata su Mika..

Gli si avvicinò, spense il latte che stava bollendo sul fuoco e gli si mise davanti.
-Beh… permettimi di rimediare..- disse sensuale poggiando le mani sui suoi fianchi e unendo i loro corpi.
-Permettimi… di.. rimediare- sibilò ad un centimetro dal suo viso..
Mika sorrise, si avvicinò ancora di più a lui, poi iniziò a camminare verso di lui, facendolo indietreggiare, fino a quando Demian non andò a sbattere contro la porta chiusa della cucina.
-Una porta.. sul serio?- disse con un ghigno, pensando alla serata di due settimane prima. Mika annuì, per poi avvicinarsi al suo collo e lasciandoci un bacio, quando risalì verso le sue labbra si fermò, fece un ghigno molto simile a quello che aveva fatto Demian poco prima..
-Now you don’t.. te lo devi guadagnarre..- disse prima di aprire la porta e andarsene.
Demian rimase impalato davanti allo stipite della cucina, lo aveva fregato, lo aveva ripagato della sua stessa moneta “Ora no” ecco cosa gli aveva sussurrato. “Te lo devi guadagnare” detto con la sua pronuncia inglese, era furbo il ragazzo, lo stava ripagando con la sua stessa moneta.
Intanto al piano di sopra, Ilaria se la rideva allegramente al racconto di Mika. Era stato un grande, l’idea di Ilaria, era stata quella di farlo penare ancora un po’, ma quello che aveva fatto Mika era cento volte meglio..

Che i giochi abbiano inizio…


Heila genteee… spero che il capitolo vi sia piaciuto, forse un po’ troppo smielato, ma a me piace così, spero che piaccia anche a voi.
Scusa “miketta” se non ho fatto proprio quello che avevamo programmato, ma non riuscivo più a controllare le mie dita sulla tastiera, era come se andassero da sole. Spero che tu possa perdonarmi.
Ora, volete un altro capitolo su di loro, o volete passare alle punatate?
Volete un capitolo un po’ diverso?
Ditei quello che volete perché diciamocelo sta diventando un po’ noiosa questa storia…
Un bacione
Psiche_delia

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Capitolo 14
*** Una nota vale di più di mille parole ***


Heila ragazzuole!!  Ho visto che le recensioni stanno un po’ calandoo, non abbandonatemi vi prego, altrimenti dovrò creare due mila account diversi, e dovrò recensirmi da solo! (credete che io non se sia capace?? Eh eh eh aspettatevi di tutto)…

Spero che la storia non vi stia annoiando o comunque deludendo, ce la sto mettendo tutta lo giuro!

Bene, ora che ci siamo pianti un po’ addosso, passiamo al capitolo… In quello che ho pubblicato ieri, vediamo un’Irene molto matura, insieme ad un Morgan un po’ depresso, chissà, magari dopo il bacetto piccolo piccolo che si sono scambiati le cose cambieranno tra loro.. Passiamo alla Mikenian… sinceramente nel capitolo scorso non ci ho capito niente neanche io, un Demian molto intraprendente, forse addirittura un po’ geloso delle attenzioni di Mika verso altri ragazzi, e un Mika che con un gesto abbastanza sadico da parte sua, lo lascia come un coglione in cucina, dicendogli che quel bacio se lo sarebbe dovuto guadagnare.. Cosa succederà in questo capitolo?? Demian raccoglierà la sfida lanciata da Mika, o vincerà il suo orgoglio di ferro? Morgan, riuscirà a conquistare Irene (anche se non lo sa, ma l’ha già fatto… coglione) oppure Irene si stancherà di aspettarlo e se la farà con uno dei tecnici? E in fine, ce la faranno i nostri eroi a farla franca? O sarà Franca a farsi i nostri eroi? Ok sto schizzata, cambiando argomento, spero che il capitolo vi piaccia, e superi le vostre aspettative, che vi diverta, per il resto beh.. non è molto importante…
Buona lettura

Ps: Mentre leggete ascoltate queste canzoni a ripetizione: (Billy Beown, Grace Kelly e The origin of love..) poi capirete..

Psiche_delia

“Now you don’t.. te lo devi guadagnarre”, ecco cosa gli aveva sussurrato all’orecchio, prima di sorridere sadico e uscire trionfante dalla cucina. L’aveva ripagato con la sua stessa moneta, solo che quella mezza sfida che gli aveva lanciato.. lo eccitava, si sentiva come un bambino che avrebbe partecipato alla sua prima gara. Non se lo spiegava neanche lui il perché, ma voleva sorprendere quel giudice, voleva fargli capire, che li dentro è lui che comanda, e che quella scenetta in cucina, (abbastanza ridicola per i suoi gusti) non si sarebbe dovuta ripetere. Lui era Nicholas Demian Cavalli, e non si sarebbe fatto mettere i piedi in testa da nessuno, pensava di conquistarlo con quei mezzucci? Beh si sbagliava di grosso, sarebbe stato lui a farlo cadere hai suoi piedi, in un modo o nell’altro, in fondo cosa diceva sempre Rebecca? “In guerra e in amore tutto è concesso”, ora era da scoprire se quella si trattava di guerra o di amore… ghignò,  che i giochi abbiano inizio…

Mika invece seduto sul letto si casa sua, non riusciva a togliere quel sorriso di trionfo sulle labbra. Quando dopo essere uscito dalla cucina, aveva visto la faccia sbigottita di Demian, si era sentito orgoglioso di se stesso, poi quando quell’aria di sorpresa si era dissolta, lasciando il posto a un sorriso sadico e un bagliore negli occhi, Mika aveva iniziato  a tremare, quella mezza sfida che gli aveva lanciato, lo aveva riacceso, e Mika sapeva che, in un modo o nell’altro sarebbe riuscito a guadagnarsi quel bacio, ma intanto sdraiato sul suo letto con accanto Melachi.. beh si stava gustando il sapore della vittoria..quello che non si riusciva a spiegare, era perché il sapore della vittoria sapesse di “liquirizia e cioccolato”.

-Demiaaaan!.- si svegliò di colpo, e senza neanche infilarsi qualcosa, scese le scale.
-Demian, cazzolina mettiti qualcosa addosso..- quando poi riconobbe Irene, si incupì. Non voleva farle vedere quell’aria triste che aveva contratto, ma quell’urlo gli era sembrato tanto familiare, gli ricordava Rebecca….
-Eh? Ah si.. adesso vado, comunque che vuoi?- Irene sorrise, per poi iniziare a saltellare per il salotto, come faceva di solito quando aveva ricevuto una bella notizia..
-Oggi abbiamo la giornata liberaa! La produzione, ci permette di uscire da questo loft pallosoo!- disse continuando a saltellare, poi si bloccò, e fissò le telecamere perennemente accese del loft.
-Meraviglioso, loft meraviglioso giuro..- Demian scoppiò a ridere, solo lei riusciva a farlo ridere così.
-Quindi mi vado a preparare vuoi uscire?- le chiese, stropicciandosi gli occhi, e stiracchiandosi, mettendo in mostra gli addominali scolpiti.
-Eh? Si..  no cioè.. no.. cazzo Demian copriti sono una ragazza, potrei violentarti su quel tavolino..- disse poi facendo finta di asciugarsi la bava. Demian sembrò un attimo sorpreso dal suo comportamento, ma prese una maglia dal divano (non sapeva di chi era, ma ormai li dentro non si capiva più niente) e se la infilò.
-Comunque.. emh.. no, avrei un altro impegno..- disse vaga, guardando da tutte le parti tranne che nella sua direzione. Demian ghignò.
-Va bene, allora buon divertimento, io me ne torno a dormire..- disse iniziando a salire le scale. Poi d’un tratto si fermò, girandosi teatralmente.
-Ah, di a Morgan, che la canzone che ha scelto fa un attimo schifo..- si godette la sua faccia sbigottita, per poi scoppiare a ridere e tornare in camera.
Irene invece era rimasta come un pesce lesso a fissare il punto dove prima c’era Demian. E’ possibile che le si leggesse in faccia tutto quello che riguardava Morgan?.

Poi suonarono alla porta, quado andò ad aprire, vide il giudice in tutta la sua bellezza, allora si rese conto di una cosa.. si, glie lo si leggeva in faccia.

-Oh.. emh, Buongiorno, vieni entra- disse facendosi da parte. Morgan le sorrise ed entrò.
-Allora sei pronta?- Irene annuì, un po’ imbarazzata. Poi si ritrovò Morgan di colpo davanti al viso.
-Non è che per caso ti dimentichi di qualcosa bimba?- le chiese riferendosi alla sera prima.
-No.. non mi pare.- rispose vaga, come aveva fatto prima con il biondo.
-Sbaglio o mi avevi promesso un bacio?- le soffiò sul viso a pochi centimetri di distanza.
-Sbagli..- balbettò quasi la ragazza.
-Ma davvero?- la sua voce ora era più sensuale, che a Irene quasi cedettero le gambe, poi annuì, non molto convinta però.
-Benissimo, allora andiamo- disse poi tutt’a un tratto, staccandosi da lei e avviandosi verso la porta. Per la seconda volta in quella mattina, Irene si ritrovò con gli occhi fuori dalle orbite, perché si prendevano tutti gioco di lei. Senza pensarci due volte prese la manca del giubotto di pelle del giudice e lo fece voltare. Morgan non stava aspettando altro, quando aveva sentito la sua mano afferrarlo, si era girato di scatto, avventandosi verso le labbra della bionda, che indietreggiò. Per non cadere, Irene, poggiò entrambe le mani sul petto del giudice, che l’aveva presa per i fianchi. Era un bacio profondo, passionale, che tutti e due volevano, si baciavano quasi con disperazione, come se agognassero  da mesi quel contatto così intimo, poi la ragazza si staccò a fatica da quelle morbidissime labbra che sapevano di fumo e menta.
-Wow.. cioè andiamo..- disse poi completamente rossa, prendendo la mano del giudice e trascinarlo letteralmente fuori dal loft.


Quando sentì la porta sbattere, segno che tutti i ragazzi erano usciti, Demian si alzò dal letto. Mentre aveva fatto finta di dormire, per non venire trascinato da Luca Filippo e le ragazze di Mika in giro per negozi, aveva pensato a qualcosa da fare, per poter sorprendere Mika. Poi alla fine si era addormentato sul serio, quindi ora era diretto a piedi verso casa del riccio, senza un piano e con un sorriso da psicopatico in volto. Se la gente non lo conoscesse, penserebbe che fosse un serial killer che stava andando a uccidere qualche innocente.
Intanto Mika, ignaro della visita che stava per ricevere, si era andato a fare un bella doccia, allo scuro che ovviamente quando il campanello suonerà, si presenterà davanti a Demian solo con un asciugamano legato alla vita.

E infatti fu così, quando andò ad aprire la porta, di fretta ancora gocciolante e con un asciugamano azzurro con delle paperelle gialle legato alla vita, si ritrovò davanti un Demian tutto sorridente, che appena vide le sue condizioni, prima lo squadrò per bene con un sorrisetto compiaciuto sul volto, quando poi però  guardò l’asciugamano scoppiò a ridere come un demente, perdendo la sua aria da gelido ragazzo che era andato a fare la sua ennesima conquista e acquistando quella da povero coglione che raramente esprimeva.

-Paperelle.. sul serio?- disse poi entrando non aspettando nessun invito da parte del giudice che invece era arrossito come una ragazzina.
-Io no sapevo che tu saresti pasato..- disse ancora rosso in viso sfrecciando verso la sua camera.
-Non preoccuparti! Andavi bene anche così!- urlò in direzione del riccio, che non si schianto contro il pavimento per miracolo.
Quando entrò nella sua stanza, iniziò a ridere come un coglione anche lui, era assurdo, il ragazzo con cui non faceva altro che litigare da quando era iniziata quella stagione di xfactor, gli si era presentato alla porta, tutto sorridente, e poi aveva iniziato a ridere per il suo asciugamano, abbassò lo sguardo verso il pezzo di stoffa, (Non ci trovava in niente di buffo, era carino), disse per poi toglierlo e indossare i suoi indumenti, decise per un paio di jeans semplici e stretti, una maglietta bianca, le all star bianche e una felpa. Poi scese in salotto, dove Demian ancora con quel sorrisetto idiota, si era seduto sul divano.
-Ok.. and perché sei.. here?- chiese un po’ in imbarazzo, dirigendosi verso la cucina , seguito dal biondo, non se lo spiegavano, ma quei due ogni volta che stavano insieme si ritrovavano sempre in cucina-
-Passavo di qui..- certo, Mika sorrise, ma non disse nulla.
-Ok, volevi, talk me?- provò ancora. Demian scosse la testa.
-Sei sordo? Te l’ho detto passavo di qui e volevo romperti un po’ i coglioni, se sapevo che mi avresti fatto tutte queste domande non sarei venuto..- disse poi sbuffando.
-Relax..- disse infatti Mika.
-Vuoi un caffè?- chiese poi non sopportando di stare in silenzio.
-Si, ma non qui.. usciamo?- gli chiese alzandosi dalla sedia.
-Oh.. emh, va bene- disse prendendo la giacca e seguendolo verso la porta, quando Melachi gli corse incontro.
-Mel, you stay here ok?- le disse in inglese accarezzandole il dorso. Demian lo guardava con un sorriso.
-Puoi portarla se vuoi- gli disse, abbassandosi e accarezzandola a sua volta, Mel sembrava gradire tutte quelle attenzioni.
-Good- disse poi prendendo il guinzaglio e mettendolo alla cagnolina, che scodinzolò felice.
Quando uscirono dalla casa di Mika però, si ritrovarono centinaia di fan davanti alla porta. Demian sbuffò, possibile che avesse così tante fan rompicoglioni?
-Solo un minuto, please- disse implorandolo con lo sguardo, vedeva che ci teneva alle fan, così annuì e prese il guinzaglio che aveva tra le mani, spostandosi un po’ dalla traiettoria delle fan.
-Ma tu non ti stufi delle sue fan Mel?- la cagnolina scodinzolò abbaiando, come a dargli ragione. Demian sorrise, continuò a giocare con lei per molto, fino a quando Mika non lo raggiunse.
-Scusa, but i love them..- disse indicando le fan che tutte contente se ne andavano con in mano cd autografati.
-Contento te..- disse solamente alzando le spalle, e riconsegnandogli Melachi.
-Senti, ti dispiace se prima facciamo un salto da una parte?- gli chiese, avrebbe voluto andare a trovare Rebecca, l’aveva avvertito che era lì a Milano dalla nonna paterna, per stare un po’ con lei e rassicurandola delle condizioni del padre.
-No, dove vuoi andare?- disse poi indicandogli  la sua Austin Healey Sprite rossa del '66.
-Grazie mille Mika- disse poi fermandolo e guardandolo negli occhi. Mika rimase un attimo interdetto dal suo gesto, per poi annuire e salire in macchina.

Quando poi arrivarono a destinazione, Demian si fiondò fuori dalla macchina, andando a suonare al campanello. Quando Mika lo raggiunse ancora non gli aveva aperto nessuno, quindi riprovò. Al secondo suono, la porta si aprì.

-Oh Gesu, Giuseppe e Maria..- disse la donna anziana davanti a lui, abbracciando calorosamente, il riccio sorrise, da quando era sceso dalla macchina, quella freddezza che lo caratterizzava si era dissolta, lasciando spazio ad un viso pieno di emozioni.
-Margherita.. quanto è bello rivederti..- Mika rimase stupito, Demian aveva le lacrime agli occhi, quando quella donna lo aveva abbracciato si era commosso.
-Non sei cambiata per niente, sei sempre bellissima..- la donna arrossì, per poi sorridere.
-Sei sempre così bravo con i complimenti Nicholas, ma come ti ho detto che mi devi chiamare?- disse poi mettendo su un cipiglio che voleva essere severo, sia Mika che Demian sorrisero.
-Va bene, Nonna Marge..- i due risero, Mika sembrava quasi fuori posto, in quel bellissimo quadretto, poi la donna si accorse di lui.
-Oh.. Demian hai portato anche il tuo fidanzato vedo…che carino, piacere io sono Margherita, ma puoi chiamarmi Marge.. sei proprio alto però..- disse presentandosi, Mika era un po’ in imbarazzo, non solo per la sua altezza, ma soprattutto per l’appellativo che gli aveva dato..
-Oh no.. lui no  è il mio fida..fidanzato..- disse cercando di non parlare inglese.
-Oh, che dolce è anche straniero, che fidanzatino carino che ti sei trovato Nico…com’è che hai detto che ti chiami giovanotto?- chiese come se non l’avesse ascoltato. Mika guardò Demian, che divertito alzò le spalle con noncuranza.
-Michael..- disse stringendole la mano.
-Bene, vi prego entrate, posso offrirvi qualcosa?- disse poi facendoli sedere sul divano, molto antico secondo Mika.
-No grazie Nonna Marge, in effetti cercavo Rebecca- disse un po’ in imbarazzo, odiava rifiutare qualcosa da lei, in fondo quella donna era come fosse stata una nonna vera per lui.
-E’ uscita a comprarmi delle cose, adesso torna, sicuri che non volete niente? Michael.. un  pezzettino di torta al limone?-  disse poi guardando Mika, che non se la sentiva di dirle di no, quindi annuì ringraziandola. Quando Marge, tornò con un vassoio, stra colmo di dolci a Mika prese un infarto. Non erano tutte per lui quelle cose.. vero? Guardò Demian allarmato, il quale invece faceva di tuto per non ridere, poi si abbassò al suo orecchio.
-Ti conviene mangiare almeno la metà delle cose che ci sono in quel vassoio, altrimenti passerà ad altri metodi, ancora più persuasivi della dolce vecchietta che offre dolci..- Mika impallidì, e senza farselo ripetere due volte si avventò sul vassoio di dolci.

Quando dopo due ore, Mika finì tutto il vassoio, sotto gli elogi di Marge, Rebecca arrivò a salvarli, dopo un messaggio SOS NONNA che le aveva mandato Demian.

-Niiiick.- urlò come al suo solito, andando verso il divano e saltandogli al collo, per poco non dette un calcio in faccia  a Mika, che si sposto un po’ più in la con gli occhi fuori dalle orbite.

Quando finalmente Rebecca si stacco da Demian e si girò verso il ragazzo vicino a cui era seduto, ci mancò poco che cadesse con la faccia per terra.

-Oh porca paletta impalettata, Nonna Marge, dimmi che non sembravo un Koala attaccato a un ramo di bamboo o una cozza attaccata a uno scoglio..- Marge scoppiò a ridere.
-Non posso dirtelo cara…- disse guardando divertita la nipote che guardava con gli occhi strabuzzati Mika.
-Nicholas.. avresti almeno potuto avvertirmi, che avevo in casa una star di fama mondiale, per di più ancora più gnocca dal vivo..- disse infervorata girandosi a guardare l’amico sotto di lui, forse non rendendosi conto della frase che aveva appena detto. Mika era diventato tutto rosso.
-Oh.. emh grazie per il complimento?- Rebecca si girò verso di lui di scatto, per poi mettersi una mano in faccia.
-Nonna Marge, ti prego dimmi che non gli ho detto che è uno gnocco da paura ti prego..- disse scuotendo la testa. La nonna rise ancora.
-Beh, da paura non l’avevi detto prima..-
-Sono una cogliona..- continuò a piagnucolare, per poi tornare seria e tendere una mano verso il riccio.
-Piacere io sono…- ma il riccio non la fece finire.
-Rebecca, yes, i know, Demian parla spesso di te..- disse sincero, facendo per la prima volta da quando l’aveva conosciuto, arrossire il biondo.
-Ma davvero? Beh spero che dica cose belle. Disse sorridendo al cantante.
-Sure!- disse ovvio.
-Se non ve ne siete accorti io sono qui!-  disse Demian irritato, ricevendo uno scappellotto da Rebecca.
-Si lo so platinato..Mika.. mi canti una canzone? Ti preego..- disse poi come fosse una bambina. Il cantante sembrò sorpreso dalla sua richiesta.
-Ma, non c’è… the music.- disse cercando di essere il più gentile possibile.
-Oh, caro non preoccuparti, nell’altra stanza c’è un pianoforte..- disse la nonna facendogli strada.

Quando entrarono nella camera, Mika rimase a bocca aperta, lì davanti ai suoi occhi, c’era un bellissimo piano forte a coda nero.

-E’ il mio, me l’ha regalato la nonna per il mio undicesimo compleanno..- disse Rebecca accarezzandolo guardando dolcemente la nonna che le sorrise con affetto..
-Oh.. emh, va bene.-  disse sedendosi davanti al pianoforte.
-Can i.. fare quello che voglio?- tutti annuirono, e Mika sorrise.
Quando toccò i tasti di quel bellissimo pianoforte, una scarica di brividi gli partì dalle dita, facendogli rizzare i peli sulle braccia, poi sorrise, lasciando che fosse il suo cuore a scegliere quale canzone suonare.
Oh Billy Brown had lived an ordinary life.
Two kids, a dog, and a cautionary wife.
While it was all going according to plan
Then Billy Brown fell in love with another man.
 
Adorava quella canzone, era quella che lo rappresentava di più, e quando cantò quella frase aprì gli occhi, ma non li puntò verso Demian, sicuramente avrebbe capito da solo..
He met his lover almost every single day
Making excuses through his dodgy holiday
(Unto religion that he said and duty found
They didn't know his faith was (earthlic) bound)

Le dita scorrevano veloci sulla tastiera, in quel ritmo gioioso, solare scorrevole che lo faceva sorridere mentre cantava.
Demian, Rebecca e Marge invece lo guardavano incantati, quando suonava, pensò Demian, era in un mondo tutto suo, dove nessuno sarebbe potuto entrare, poi la musica cambiò…
Do I attract you?
Do I repulse you with my queasy smile?
Am I too dirty?
Am I too flirty?
Do I like what you like?

Questo invece è stato il pezzo che aveva spopolato in tutto il mondo, non c’era persona che non conosceva quella canzone, e anche se non si conosceva il cantante, quella musica, quelle parole quel ritmo tutti sapevano cantarlo…
I could be wholesome
I could be loathsome
I guess I'm a little bit shy
Why don't you like me?
Why don't you like me without making me try?
 
Demian adorava quella canzone, e quando vide Mika alzare la testa, alla pronuncia delle ultime due frasi, aveva capito che quelle erano dedicate a lui.. “Perché non ti piaccio”, beh se pensava che non gli interessava, allora era proprio stupido.. Poi la canzone cambiò di nuovo, la riconobbe “The oirigin of love..”

Love is a drug and you are my cigarette
Love is addiction and you are my Nicorette
Love is a drug, like chocolate, like cigarette
I'm feeling sick got to medicate myself

Avrebbe dovuto cantare solo una canzone, per far contenta Rebecca, ma da quando aveva cominciato, non aveva più trovato il pretesto per interrompersi, forse Mika non se ne stava accorgendo, ma stava svelando i suoi sentimenti. Demian era sempre più sbalordito… ora capiva tutto, prima Billy Brown, poi Grace kelly, ora The Origin o Love.. Ora toccava a lui, non sarebbe stato un codardo, si sarebbe fatto valere anche lui, se lo sarebbe guadagnato.. cosa? Non lo sapeva ma sapeva di doversi guadagnare quel qualcosa…
I want your love don't try to stop me
Can't get enough, still hanging on me
Your guilty heart don't let it break you
And if you pray well no one's gonna save you
 
Mika, si bloccò subito, sentendo la sua voce leggermente roca, ma non per questo meno perfetta dalla sua, non smise di suonare, anzi lo accompagnava ascoltandolo, in fondo commosso dal suo gesto…
I gave you all that you feel and everything you hold dear
Even the book in your pocket
You are the sun and the light you are the freedom I fight
God will do nothing to stop
The origin is you
 
Demian continuava a cantare, seguito in sottofondo da Mika, le loro voci insieme erano un connubio indescrivibile, questo lo capirono anche Marge e Rebecca, che con uno sguardo e un sorriso, compresero che era il momento di andarsene, uscirono dalla camera senza che i due se ne accorgessero.
Quando poi Mika smise di suonare, Demian tornò con i piedi per terra, senza che se ne accorgesse, era riuscito ad entrare nel piccolo mondo di Mika, e anche se per un piccolo lasso di tempo.. ci era riuscito.

Quando girò lo sguardo, vide che il riccio lo stava già guardando….
-Te lo sei meritato..- disse solamente alzandosi. Demian era ancora stordito dalla musica dalle parole..
-Cosa?- chiese ancora in confusione…
-This..- il riccio si avvicinò e poggiò le labbra sulle sue, in quel momento tutto cambiò, le note e le parole delle canzoni appena cantate uscirono dalla sua testa, facendogli tornare per un attimo la lucidità, che svanì come era arrivata, quando la lingua del cantante si insinuò nella sua bocca, senza il minimo autocontrollo, lo spinse contro il pianoforte, mettendogli una mano sulla nuca, per sentire ancora di più quel bacio, che tutti e due aspettavano da tempo, Mika invece teneva ancora le mani sul suo viso, quando ne fece scivolare una sopra la vita del ragazzo, terminarono il bacio solo per riprendere fiato, Mika poggiò la fronte contro quella di Demian.

-E’ stato un erore..- disse ripetendo la frase che il biondo aveva pronunciato qualche settimana prima..
-Forse..- sospirò il biondo alzando la testa e guardandolo negli occhi.
-Ma è stato l’errore più bello della mia vita..- disse, per poi rifiondarsi sulle labbra del riccio lambendole come fossero  talmente preziose da non dover essere sprecate.

Forse avevano fatto davvero un errore, ma nella vita non si smette mai di sbagliare, avranno tempo per pentirsene, ma in fondo è meglio un pentimento che un rimpianto…


Ragazze, vi giuro mi credete se vi dico che sono senza fiato?, Ho scritto questo capitolo con le mie emozioni, è un p’ lungo, ma non me la sentivo di tagliarlo, spero comunque che non vi annoiate a leggerlo.. e spero che vi piaccia, perché io lo adoro..
Camilla
 
 
 
 

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Capitolo 15
*** Portami dove si vola ***


Heila ragazzuole, oggi non mi sento in vena di fare commenti lunghi, quindi mi limiterò allo stretto indispensabile!! Perciò, dalle vostre recensioni, ho capito che il capitolo scorso vi è piaciuto (per fortuna XD),  che amate più di me sia la Mikenian che la Morene(?)  (boh decidete voi come scipparli!), e che quindi la storia ve gusta! Sappiate che ne sono molto felice, e che quindi continuerò con nuovi capitoli, quello che vedrete dopo di me, è uno di questi, quindi spero che vi piaccia.

Ho intenzione di continuare i giochini, quindi per tutti coloro che me l’hanno chiesto, preparatevi perché ne arriveranno molti..
Ok credo di aver detto tutto, quindi non mi rimane che lasciarvi al capitolo.

Non ho voluto finire la giornata che ho lasciato nel corso dello scorso capitolo, per questo quello nuovo, ripartirà da subito dopo il bacio di Mika e Demian…
Buona lettura.

Psiche_delia la più schizzofrenicha che ci sia (?)
 
Erano appena usciti dalla villetta di nonna Marge, quando Mika e Demian salirono sulla macchina del primo, sempre in religioso silenzio. Da quando erano usciti dalla sala del pianoforte, non avevano spiccicato parola, se non per ringraziare Marge e salutare Rebecca.

-So.. dove vuoi andare?- chiese il riccio salendo nell’auto. Demian alzò le spalle, accomodandosi accanto a lui.
-Dovevamo andare a prendere un caffè no?- chiese Demian, girandosi a guardarlo.
-Oh God.. no please- disse Mika, pensando all’abbondante colazione che gli aveva preparato la nonna. Demian rise.
-Potevi anche non mangiare tutto, ti avevo detto almeno la metà..-
-Non volevo esere.. scor-scortese?- chiese poi sperando di averci azzeccato, Demian  annuì per poi chiudersi nei suoi pensieri come al solito.
-A penny per i tuoi pensieri- il biondo si girò di scatto, sorridendo lievemente.
-Se ti dessi un penny per tutti i miei pensieri diverresti ricco.- il riccio sorrise, se l’era ricordato.
-Ma io sono già ricco. – sbottò in modo ovvio, facendo ridere il ragazzo, che scosse la testa per l’assurdità del momento.
-Pensavo a Rebecca, non sono abituato a starle troppo lontano..- ammise tornando a guardare il finestrino.
-You and Rebecca..- iniziò Mika cauto, quando poi Demian annuì facendogli capire di continuare lui proseguì.
-Siete da.. molto, amici?- chiese con una voce molto flebile, avendo quasi paura di farlo innervosire. Demian invece sorrise, aveva capito che Mika era terrorizzato dal fatto che potesse saltare come una molla da un momento all’altro.
-Si, da tredici anni..- il riccio sgranò gli occhi.
-Wow..- disse solamente senza parole.
-Si è molto tempo, più che amica è una sorella..- Mika si trovò quasi ad invidiare quella ragazza, lei aveva l’affetto infinito di Demian, e forse nella parte più remota di lui, avrebbe voluto avere anche solo una piccola parte, una piccola porzione di quell’affetto, molto prezioso secondo lui.
-Volio andare al parco.. Do you want to?-  chiese, vedendo un parco in prossimità del loft in cui stavano tornando.
-SI.. perché no?- chiese Demian ricordando quel parco, in cui aveva visto lui e Irene in uno dei momenti belli che aveva trascorso con lei.

Quando entrarono nel parco, trovarono solo due o tre bambini che giocavano, faceva molto freddo, quindi non c’era molta gente in giro.
Si sedettero sulla stessa panchina della volta scorsa, rimanendo in silenzio a guardare  quei pochi bambini giocare con un super santos.
-Mi piacciono i bambini..- affermò il biondo guardandoli con un sorriso.
-Me too..- tornarono in silenzio. Avevano mille cose da dirsi, ma nessuno dei due avrebbe voluto iniziare un discorso di cui non si poteva prevedere l’esito.
-We must talk..- Mika era curioso, ma aveva anche molta paura di quello che sarebbe potuto succedere.
-Sai? Quella sera sono venuto qui.. ero su questa panchina.. la sera del nostro primo bacio intendo..- iniziò il biondo dando nessun segno di aver sentito le parole del riccio.
-Ero distrutto, mi rendevo conto che ero stato un codardo, un bambino che per dispetto aveva fatto un guaio e che poi non era riuscito ne a risolverlo ne ad affrontarlo. Poi mi ha raggiunto Irene, si è seduta accanto a me, non ha voluto sapere perché ero in quello stato, mi era rimasta vicina, solo vicina, dicendomi che poi sarebbe tutto andato al suo posto…- prese un respiro, era il discorso forse il più lungo che faceva a Mika.
-Quel giorno, mi sono reso conto che per quanto io possa essere cinico, cattivo, per quanto io voglia apparire freddo e distaccato, le persone a cui ho fatto vedere uno spiraglio di me stesso, quello vero  non mi abbiano più lasciato, vogliono di più, vogliono che io mi apra, facendo scomparire quella maschera, che anche se con molte crepe, è ancora in piedi… Persone che mi vogliono bene, e a cui io non ho fatto altro che del male…- sospirò, non era pronto.
-No è la verità.. tu non ha..- ma venne bloccato.
-No fammi finire… per favore- il ricciò annuì, non l ‘aveva mai visto così.
-Ma questo non è il punto, il punto è che ogni persona che si affeziona a me, poi soffre, rimane delusa quando vede che la maschera con la crepa non è caduta… come hai fatto tu.- Mika non ribattè, aveva ragione, quando avevano parlato quel giorno, lui aveva visto una parte del vero Demian, che il giorno dopo poi era tornata quella di prima, senza aver dato nessun cenno di scalfimento.
-Tu,  Irene,  Ilaria e Rebecca però non vi arrendete, continuate ad essere gentili, continuate a cercare di capirmi, a farvi mille domande e mille supposizioni, del perché io non tolga questa maschera che ormai hanno capito tutti, che non è il mio vero volto. Ma voi non potete capire, l’unica che ci è riuscita è stata Rebecca, ma non perché io glie l’abbia detto, ma perché è stata lei a farmi rialzare quando ero caduto..- Demian continuava a parlare, senza guardare nulla e nessuno in particolare, guardava i bambini che giocavano, senza vederli veramente.
-Cosa ti ha fatto cadere?- chiese serio Mika, con un tono chiaro, senza esitazioni, non era quello il momento per esitare.
-Perché vuoi saperlo?-
-Perché non vuoi dirmelo?-
-Non voglio la compassione-
-Io non so neanche cosa significa la parola “compassione”- il biondo sorrise, per poi tornare serio.
-La leggerei nel tuo volto, e tu leggeresti nel mio..-  avrebbe letto nel suo volto la sofferenza, la delusione il disgusto, avrebbe calato la maschera, ma a lui serviva.. quella maschera per lui era protezione.
-Sono dislessico..- continuava Mika, restando nella linea sottile tra serietà e divertimento, linea che però Demian non vedeva.
-Non serve essere dislessici per non vederla, solo analfabeti..-
-Diventerò analfabeta..-
-E’ impossibile..-
-Nothing is impossible, the word itself say I’m possible*-          avrebbe insistito all’infinito, se questo avrebbe aiutato Demian a sentirsi meglio.
-Nothing is impossible, basta crederci..- continuò, imperterrito, mentre Demian scuoteva la testa.
-E’ la convinzione che fotte le gente..- Il biondo invece continuava a negare, continuava a voler rifiutare il suo aiuto.
-Yes, la convinzione, ma la speranza invece no..- Demian sapeva cosa voleva dire, avrebbe anche vinto la battaglia, ma la guerra era ancora da combattere, e lui non si sarebbe arreso.
-Why don’t you like me?- ripetè quella frase, come se stessero di nuovo nella sala con il pianoforte.
-Se pensi che tu non mi piaccia sei un idiota..- disse ora guardandolo dritto negli occhi.
-Alora, sono un’idiota..-
-Lo penso anche io..-
-Alora, qual è il problema? What the matter?- continuava il riccio, non si voleva arrendere, gli avrebbe fatto cambiare idea, in un modo o nell’altro.
-Se io ti piaccio, e tu piaci a me… qual è il problema?- fora era la frase più lunga he aveva fatto in quel discorso e anche quella con più grammatica.
-E’ sbagliato, siamo noi sbagliati, sono io quello sbagliato.-
-No è la verità..-
-Si che lo è-
-E invece no, tu hai paura che affezionandoti troppo a me, poi io possa farti soffrire..- Demian era stupito, se serviva farlo arrabbiare per farlo parlare bene allora lo avrebbe fatto sempre, ma quello non era il momento di scherzare.
-Sbagli..-
-No damn.. sei tu che non vuoi vedere the truth..- verità non gli centrava proprio in testa, pensava invece Demian, cercando di non pensare alla veridicità delle sue parole.
-Forse hai ragione,  ma puoi biasimarmi? Tutte le persone che sono passate nella mia vita mi hanno fatto solo soffrire, l’unica forse è…- ma non lo fece finire.
-Rebeca, yes i know.. ma solo perché tu ha tolto la maschera con lei..-  Demian scosse la testa, mettendosela poi tra le mani. Il tempo, sembrava rispecchiare le sue emozioni, ora era nero, e sembrava che la pioggia premesse, sulle nubi per poter cadere.
-Io non posso.. tu non puoi.. noi non possiamo..-
-Conosco i verbi.. perché no?..-
-non lo so va bene?- sbottò poi all’’improvviso, alzandosi dalla panchina.
-ma cosa pretendi tu da me eh? Vuoi che ti racconti la storia della mia vita? Non posso farlo, perché io ancora non l’ho superata, io non posso stare con te  e sai perché? Perché ho troppa paura che quello che è accaduto alle persone a cui volevo bene, possa accadere anche a te.. ecco perché non possiamo stare insieme, perché io faccio solo del male…
-Io non pretendo niente..- disse poi abbassando il capo. Intanto piccole gocce scendevano dal cielo.
-E fai bene, perché io non posso darti niente..- disse per poi muovere un passo verso il loft.
-Che vuoi fare ora? Run away? Di nuovo?..- Demian si fermò, in effetti aveva ragione, non poteva scappare di nuovo, ma sapeva che se rimaneva li sarebbe scoppiato.
-No..- disse rimanendo fermo. Mika si alzò e strinse la mano sul suo polso.
-Vuoi andare via?- chiese ancora, facendolo voltare verso di se.
-Si...- disse flebilmente.
-E allora vai… vattene, ma questo non risolverà nulla, nothing..- Demian rimase fermo.
-Non ci riesco..- Mika tolse la mano dal su polso alzandola.
-Non sei neanche tu che mi trattieni..- non alzava il viso, sapeva che se lo avrebbe fatto avrebbe trovato uno sguardo accusatorio nei suoi occhi.
-Look at me- Demian scosse la testa.
-Guarda me..- disse poi alzandogli il mento.
-Io non pretendo niente..- intanto la pioggia scrosciava, bagnava i loro capelli, i loro volti, i loro vestiti, ma nessuno dei due sembrava accorgersi di niente.
-Non pretendo che tu stia con me, but.. i hope che tu un giorno possa capire..- aveva messo fine al discorso, aveva posizionato un punto, e ora non ci potevano essere più parole. Per questo Mika si abbassò e premette con disperazione le labbra su quelle di Demian, che ricambiò, strizzando gli occhi cercando di non piangere, non davanti a lui..


Poi il contatto finì, Mika guardò un’ultima volta gli occhi color ghiaccio di Demian, spostò con una carezza i capelli bagnati appiccicati sul viso del ragazzo davanti a lui, per poi voltarsi ed andarsene verso la sua macchina, senza voltarsi, neanche una volta a guardarlo.
Se teneva a lui, avrebbe fatto qualcosa, glie l’avrebbe dimostrato, altrimenti l’avrebbe dimenticato per sempre…

E mentre si allontanava questi pensieri gli rimbombavano nella testa, convincendolo che quella era l’unica soluzione. Se non si fosse fatto avanti, se non avrebbe affrontato i suoi problemi l’avrebbe perso, lo stesso pensiero che balenava nella testa di Demian, le sue lacrime che si confondevano con la pioggia, e un’espressione di sofferenza che accompagnava il suo pianto…

Doveva fare qualcosa, si sentiva solo, ma non voleva farlo soffrire, doveva fare qualcosa, così, prima che potesse salire in macchina e andare via, fece l’unica cosa che gli riusciva meglio… cantare. Così, con la pioggia che gli confondeva le lacrime cantò, mettendoci tutta l’angoscia che aveva dentro… (ascoltare "Dove si vola" Marco Mengoni)
 
Cosa mi aspetto da te
cosa ti aspetti da me
Cosa sarà ora di noi,
cosa faremo domani
Potremmo andarcene via, dimenticarci
oppure giocarci il cuore, rischiare...
 
Sentendo la sua voce, Mika si fermò di scatto, la pioggia cadeva senza sosta e il rumore che faceva era insistente e penetrante, ma riusciva comunque a sentire la sua flebile voce, spezzata qualche volta dal pianto.
Fammi respirare ancora
portami dove si vola
Dove non si cade mai
Lasciami lo spazio e il tempo
E cerca di capirmi dentro
dimmi ogni momento che ci sei
Che ci sei che ci sei
 
Si girò lentamente, ascoltando parola per parola quella canzone, gli aveva lasciato tempo, aveva cercato di capirlo dentro, ma lui non gli permetteva di andare più affondo, ma lui ci sarebbe sempre stato. Iniziò a camminare lentamente verso di lui, fino a quando non gli arrivò di nuovo davanti. Demian non smise ne di cantare ne di piangere lacrime amare.
cosa ti aspetti da me 
Cosa mi aspetto da te 
Adesso che siamo qui 
nudi sul tetto del mondo, del mondo 
Potremmo dirci bugie tranquillamente 
Oppure andare per mano per sempre 



La musica leniva la sua angoscia, dandogli la forza di continuare a cantare, quando arrivò all’ultima frase della strofa gli strinse la mano, continuandolo a guardare negli occhi, quanto le lacrime glie lo permettessero
E non fermarti a quest'attimo 
Che non ritornerà 
E dimmi che ogni momento per noi 
sarà fantastico 

Cercava di convincersi, di convincerlo che tutto sarebbe tornato al suo posto, che non avrebbero più dovuto pensare a quel momento, aveva i nervi a pezzi e cercava solo conforto in quella mano, e in quelle parole. Poi sussurrò l’ultimo pezzo, stringendogliela sempre di più…
Fammi respirare ancora 
portami dove si vola 
Dove non si cade mai 
Lasciami lo spazio e il tempo 
E cerca di capirmi dentro 
dimmi ogni momento che ci sei 
Che ci sei che ci sei

cosa mi aspetto da te 
Cosa ti aspetti da me


Ora continuava a piangere, non sapeva il perché ma lo faceva solo sentire meglio. Quello che poteva l’aveva fatto, sapeva che non era sufficiente ma quel piccolo che poteva in quel momento l’aveva compiuto. Mika lo capì, per questo gli si avvicinò, e gli asciugò le lacrime.
-Non piangere..- gli disse lasciandogli un bacio sulle labbra, dolce quasi a sfiorarle.
-No- no- c-ci riesco..- disse solamente come un bambino.
-Tu provaci..-
-Non a-andartene..-
-Tu non piangere..-
Gli lasciò un ultimo bacio sulle labbra, per poi voltarsi entrare in macchina ed andarsene. Aveva apprezzato quel gesto. Ma non bastava, non sarebbe mai bastato..








Non ho intenzione di fare alcun commento, piove, io odio la pioggia forse è per questo che ho creato un capitolo così struggente.
A me piace, spero che possa piacere anche a voi.
Ora però passiamo alle cose forse un po’  più importanti, avevo promesso che avrei continuato con i giochini, ed  così.
Questo però è molto impegnativo, e capirò se nessuno voglia svolgerlo.
Per i prossimi capitoli ho bisogno di una new entry, di un altro personaggio, che svolterà la storia, sarà il cantante ripescato che parteciperà al programma, chi riuscirà a vincere il giochino, potrà creare questo personaggio, il nome, l’aspetto fisico quello caratteriale, il passato, tutto. Devo mettere dei limiti però, non deve diventare il personaggio principale, deve essere obbligatoriamente uomo, e non troppo vecchio, non deve superare i 35 anni.
Ora iniziamo con questo contest.
In questi capitoli, dal primo fino all’ultimo, vi ho dato parecchie informazioni sul carattere di Demian, io voglio che voi mi scriviate in una recensione, cosa secondo voi sta provando in questo momento il nostro protagonista.  Deve essere un pensiero intenso e profondo, come lo è il premio che vincerà colui che riuscirà a descrivermi il personaggio più complicato della mia storia.
Il vincitore, lo nominerò nel prossimo capitolo, che sarà uno di passaggio, per quello in cui entrerà in scena il nostro nuovo personaggio.
Quindi spero che vogliate partecipare..
*Nothing is impossible the word itself say I’m possible: Niente è impossibile, la parola stessa dice “io sono possibile….”
                       Audrey Hepburn
Un bacione
Camilla
 
 
 

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Capitolo 16
*** La leggenda del pianista sull'oceano ***


So I was sitting there in the bar and this guy comes up to me, and he said "My life stinks" and I saw his gold credit card, and I saw the way he was looking at people across the room and I looked at his face and you know, what a good looking face, and I just said…. "Dude, your perspective on life sucks".

Ok.. buon pomeriggioo!! A dir la verità non so perchè ho scritto l’introduzione di “Blame it on the girls”, l’ho scritta un po’ a casaccio, come la canto io, quindi spero che non ci siano “orrori” grammaticali. E’ da un po’ di giorni che ho in mente la canzone, ma soprattutto questo pezzo iniziale, perché ci fa capire quanto egoista può essere la gente.
Quindi adesso che ho scritto la mia solita introduzione senza senso, anche perché non centra niente con la storia passiamo alle cose burocratiche.

NON AVETE CAPITO UNA MAZZA DEL GIOCHINO DELL’ALTRA VOLTA.  Ora, per voi potrebbe sembrare che io sia un tantino alterata… non è così, appena ho letto le vostre recensioni, mi sono messa a ridere. Perché, tranne una persona, nessuno ha capito quello che avrebbe dovuto fare…

LA COLPA NON è ASSOLUTAMENTE VOSTRA, anzi, questo mi fa capire quanto incomprensibile io sia, anche perché sono andata a rileggere lo spazio che avevo scritto dopo il capitolo, e ho capito, perché non avete capito (?). Quindi ve lo rispiego, il giochino, era quello di scrivermi, cosa provava Demian in quel momento, e il premio era la creazione del personaggio, quindi sulla recensione, non dovevate scrivermi come vi immaginate il personaggio!

Poi, mi scuso per non aver risposto.. ma ho avuto mooltissime cose da fare. Comunque leggendo quello che avete scritto sullo stato d’animo di Demian ho scelto una vincitrice…

Pimpetta20, è riuscita a capire veramente Demian, e non solo come si sentiva in quel momento, m anche in tutta la storia. Quindi starà a te, creare il nuovo personaggio, che inserirò nel prossimo capitolo.
Quindi vi lascio, e spero che questo qui sotto possa piacervi…
Spoiler? Irene e Morgan a go go..
 
-Mmmh.. vediamo.. genere preferito?- chiese Irene addentando la cialda del suo gelato.
-Davvero me lo chiedi?- la guardò con un sopracciglio alzato Morgan. Irene rise.
-Beh in effetti.. aspetta come fai?- chiese poi osservandolo attentamente. Il giudice corrugò la fronte.
-A fare cosa?- chiese alzando di nuovo il sopracciglio.
-Ad alzare il sopracciglio in quel modo- disse muovendo i muscoli del viso, cercando di far alzare solo un sopracciglio. Morgan scoppiò a ridere scuotendo la testa.
-Sei proprio una bambina..- le disse scompigliandole i capelli.
-Morgaan non sono una bambina smettila.- disse mettendo un broncio che fece sorridere il giudice.
-Sei la mia bambina..- il broncio scomparì dal viso della bionda, facendo spazio an un sorriso smagliante, ricambiato dal giudice.
-Ok.. adesso andiamo- disse alzandosi dalla panchina dove si erano fermati a mangiare un gelato a novembre…
-Dove?- chiese la ragazza, afferrando la mano che Morgan le stava porgendo.
-Devo raccontarti la mia storia no?- disse con fare ovvio iniziando a camminare per le vie di Milano.

Quando poi dopo 10 minuti di cammino, si fermarono davanti a un portone, Irene capì che quello era il loft in cui viveva il giudice.

Quando entrarono in casa, Irene fu stupita dallo stile semplice dell’arredamento, non sapeva il perché, ma lo faceva di più un tipo eccentrico che metteva l’originalità dei suoi vestiti sull’arredamento.

-Bello..- disse solamente guardandosi intorno.
-Grazie, ma non siamo qui per questo, vieni seguimi- disse afferrandole la mano, e conducendola in un’enorme stanza luminosa. Le pareti erano completamente bianche, una parete era completamente occupata da un finestrone, che emanava una luce intensa, al centro della stanza era posizionato un bellissimo pianoforte nero a coda, mentre le altre pareti, erano tappezzate da scaffali pieni di libri o spartiti. Accostato ad un altro muro poi, c’era un piccolo sofà nero, in contrasto con la superfice bianca.
-Perché non dici nulla?- chiese Morgan dopo dieci minuti di silenzio.
-Questa è diventata la mia stanza preferita- farfugliò solamente camminando verso il pianoforte e accarezzandolo. Morgan sorrise a quella scena. Poi andò verso di lei, si sedette sul seggiolino del pianoforte e le fece cenno di sedersi accanto a lui. Quando lo fece, Irene si aspettava che iniziasse a suonare, invece se ne stava fermo, a guardare i tasti del grande strumento.
-Conosci la leggenda del pianista sull’oceano?- chiese poi girandosi verso di lei. Irene scosse la testa, non aveva mai sentito quella storia.
-Il primo giorno del 1900, un macchinista del transatlantico “Virginian” trovò, in prima classe una cesta con dentro un bambino. Non sapeva cosa fare, era illegale allevare bambini che non hanno neanche un certificato di nascita, ma a quell’uomo non erano mai piaciute le regole, quindi senza dare ascolto ai rimproveri del capitano della nave, iniziò ad allevare questo bambino, dandogli il suo nome, Danny Boodman, più il nome della cesta in cui l’aveva trovato T.d Lemon, più l’anno in cui si trovavano. Danny Boodman T.d Lemon Novecento, era il bambino più amato in quella nave, lì, non aveva trovato solo un posto dove vivere, ma anche una famiglia..- quando iniziò a raccontare quella storia, con la sua voce bassa e roca, guardando davanti a sé, Irene sentiva che non si sarebbe mossa da lì , finchè non l’avesse sentita tutta, fino alla fine.

-Quando però una notte, il suo patrigno morì, Novecento, fu costretto a scappare per non essere portato all’orfanotrofio, tutti, il capitano della nave, i macchinisti, i camerieri, gli chef, credevano che avesse fatto una brutta fine, fino a quando una notte non sentirono una dolce musica provenire dalla sala principale..- Poggiò le mani sui tasti, e iniziò a suonare una dolce melodia, chiudendo gli occhi, poi li riaprì e continuò il racconto.
-Da quel giorno, fino a quando Novecento non crebbe, diventò il pianista della nave, deliziando tutti i passeggeri della prima classe con la sua musica alternativa. Mentre nel tempo libero, scendeva in terza classe e suonava con un altro pianoforte la sua musica..- La melodia dolce, si trasformò in una sempre più veloce,  Irene era impressionata, mentre suonava, sembrava avesse quattro mani invece di due.
-Questo continuò per anni, fino a quando un uomo, che faceva parte della piccola band di cui faceva parte Novecento, non gli domandò, perché non era mai sceso da quella nave. Era vero, in 32 anni non era mai sceso da quell’imbarcazione, Novecento non rispose all’amico, che scuotendo la testa lasciò perdere. Un giorno però, comunicò a tutti che sarebbe sceso nel prossimo sbarco a New York, tutti stupiti, quel giorno erano affacciati alla grande ringhiera, per vedere il “grande miracolo.

Nessuno seppe cosa realmente Novecento vide, sulle scalette di quella nave, qualunque cosa fosse lo convinse a non scendere, tornando sui suoi passi…- Continuava a raccontare senza mai finire di suonare quella bellissima musica, ad una velocità impressionante.

-Morgan, non capisco cosa centri tu con questo..- disse sincera Irene guardandolo.
-Fammi finire, ho quasi fatto..- Irene annuì, interessata alla storia, ma ancora più interessata a quello che avrebbe voluto dirle.
-Dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale però, la nave venne abbandonata, musicisti, chef, macchinisti. Tutti abbandonarono la nave. Nessuno seppe se Novecento scese, e nessuno andò a controllare che fine avesse fatto. Solo dopo la guerra l’amico trombettista salì sulla nave che sarebbe poi stata distrutta il giorno stesso. Iniziò con la tromba, a suonare la musica che Novecento aveva creato, sperando di trovarlo ancora lì su quella nave.. e lo trovò. Iniziarono a parlare, della guerra, l’amico gli faceva domande sul perché non fosse sceso, e su che cosa avesse fatto per tutto il tempo. Novecento non gli rispose, anzi gli disse... “Lo sai perché non sono sceso dalla nave? Quella volta a New York intendo” secondo te Irene, che cosa ha fermato Novecento su quella scaletta?- le chiese poi girandosi per la prima volta a guardarla.

-Io.. non lo so- disse abbassando la testa. Morgan sorrise, per poi poggiare due dita sotto il mento e alzarlo..
-Guarda i tasti.. cosa vedi?- le chiese dopo averla guardata a lungo negli occhi. Irene abbassò lo sguardo verso i tasti del pianoforte.
-Sono bianchi e neri?- disse ovvia, Morgan rise scuotendo la testa.
-No, prova ancora..- la incitò con un sorriso, la ragazza corrugò la fronte, continuando a guardare i tasti.
-Sono 88?-  gli chiese poi.
-Ci sei quasi, si sono 88… quindi?- Irene non riusciva a capire, cosa centravano i tasti del pianoforte, del perché Novecento non era sceso dalla nave?.
-Morgan non lo so..-
-Sono finiti..- disse sorridendo. Irene era ancora più confusa.
-Cosa?-
-I tasti sono finiti.. con questi 88 tasti, puoi creare una musica infinita, tu stesso che la suoni sei infinito, ma i tasti sono finiti..- disse con una strana luce negli occhi. Irene ancora non capiva.
-Quando ha visto sulla scaletta la grandezza di New York, si è spaventato. Quella città era infinita, lui aveva vissuto in una nave, che aveva un inizio e una fine, i tasti che suonava erano 88 e avevano un inizio e una fine, quando ha visto New York, è stato come se una tastiera infinita gli si fosse srotolata davanti, ma lui non era in grado di suonarla… era infinita, questo dimostrava che lui era un essere finito.- Irene era affascinata da quel racconto, ma ancora non capiva cosa centrava questo con lui. Morgan comprese la sua tacita domanda e guardandola negli occhi gli svelò il perché di quella storia.
-Se fosse per me, io rimarrei in questa stanza per sempre, a suonare questi tasti finiti, diventando io e la mia musica infiniti. Non avrei bisogno di nient’altro, quello che io a volte non mi spiego, è come gli uomini, tutti gli uomini riescano a scegliere che strada prendere, quale donna scegliere, che lavoro fare, queste cose sono infinite. Io voglio avere tutto dalla vita, non soltanto il necessario…- disse guardandola negli occhi. Irene capì.. quella scintilla che vedeva nei suoi occhi, era determinazione, e un sogno.. quello di avere tutto dalla vita.
-E’ bellissimo Morgan..- gli disse prendendogli le mani. Poi però il giudice abbassò gli occhi.
-A volte ho paura però..-
-Di cosa?-
-Il mondo è infinito, io ora lo sto vivendo, si… facendo quello che mi piace, ma non vivendolo a pieno. Il mondo per me è una strada troppo lunga, una donna troppo bella, un profumo troppo intenso… un luogo troppo lontano. Ho paura di non riuscire ad ottenere quello di cui ho bisogno per essere felice..- disse sciogliendo la presa dalle sue mani e alzandosi, andando davanti al finestrone e guardando il panorama con aria triste. Irene non si alzò, rimase seduta, cercando di elaborare qualcosa da dirgli.. poi comprese che non ci sarebbe riuscita, quindi lo raggiunse, abbracciandolo da dietro, e poggiando la testa sulla sua spalla.

-Marco Castoldi, forse tu non te ne rendi conto, ma la tua vita l’hai vissuta appieno. Hai una bella famiglia, due figlie meravigliose, in passato hai formato due band, e una è ancora molto famosa, hai fan in tutto il mondo, hai conosciuto più artisti internazionali tu che zia Betta..- Morgan sorrise dal modo in cui aveva chiamato la Regina Elisabetta.
-.. Hai girato il mondo anche se non l’hai visto tutto, sei l’artista più grande di tutta l’Italia, e forse anche di altri paesi.. e hai me. Forse a te questo non basta, ma te lo posso assicurare che neanche la metà anzi meno della meta delle persone normali hanno avuto il privilegio di una vita come la tua… cosa vuoi di più? Morire a cinquant’anni su una nave che hanno fatto esplodere, perché non hai avuto le palle per scendere quattro gradini e affrontare la vita reale?.. poi già ce li hai cinquant’anni non vorrai morire adesso vero? Almeno aspetta che finisca xfactor..- Morgan scoppiò a ridere girandosi.
-Allora la conoscevi..- disse solamente guardandola negli occhi e prendendola per la vita. Irene sorrise.
-Forse..- disse avvicinandosi a lui.
-Piccola bimba.. sei furba, vediamo se sei più furba di me- sogghignò avvicinandosi e facendo scontrare le loro labbra. Irene incrociò le braccia dietro al suo collo, tirandogli un po’ i capelli. Il giudice insinuò la lingua nella bocca della ragazza, facendola sospirare. Nessuno le aveva mai fatto provare queste cose, questi brividi intensi. Le mani della bionda andarono ad accarezzare l’addome del giudice, facendolo sorridere.
-Allora non sei tanto mansueta, piccola bimba cattiva..- farfugliò tra un bacio e l’altro, poi si sedette sul sofà nero e facendola sedere a cavalcioni su di lui senza far allontanare le loro labbra di un millimetro. Le mani di Morgan vagavano sul corpo di Irene, procurandole piccoli brividi, poi quando arrivò all’orlo della maglia, non se lo fece ripetere due volte e la sfilò. Irene era sorpresa da quel gesto, ma dopo averlo guardato intensamente, si rifiondò di nuovo sulle sue labbra portando le braccia ai lati della sua testa, poggiate allo schienale del divano.

Non andavano oltre, non riuscivano a stare senza le labbra dell’altro, quando Irene stava per sbottonare la camicia di Morgan però, suonarono alla porta.
-Scocciatori..- disse per poi tornare a torturare il collo della ragazza, che si sciolse sotto al suo tocco. Il campanello suonò di nuovo.
-Vai… sembra che chiunque ci sia alla porta non se ne andrà.- disse alzandosi e infilandosi la maglietta. Il giudice sbuffò andando ad aprire la porta.
Morgan era stralunato, non gli faceva mai visita nessuno (non che volesse che qualcuno venisse a rompergli l’anima) e ora che stava facendo qualcosa di ‘Interessante’ dovevano venirgli a rompergli le scatole.

Quando però poi alla porta gli si presentò un Mika in lacrime, ringraziò Irene per non averlo ignorato.
-Hei piccola star che è successo?- gli chiese preoccupato, usando il nomignolo che gli aveva affibbiato.
-D-Demian..- disse soltanto singhiozzando. Morgan si girò verso l’ingresso della sala da pranzo, Irene era ferma sullo stipite della porta.
-Che cosa ha combinato quel coglione?- disse furibonda avvicinandosi a Mika, che sobbalzò, non pensando ci fosse anche lei.
-Oh.. Irene.. nothing don’t worry- disse asciugandosi frettolosamente le lacrime e sorridendole leggermente.
-Si certo e io me la faccio con Filippo..- sbottò, per poi arrossire ricevendo un’occhiataccia da Morgan.
-Niente, only an argument..- cercò di convincerla, non riuscendoci ovviamente.
-Bene, se non hai intenzione di dirmelo tu, andrò da lui.- disse prendendo al volo il cappotto e salutando con un frettoloso bacio sulle labbra Morgan, prima di uscire e sbattersi la porta alle spalle.
-Mi sono perso.. something?- disse Mika stralunato.. Morgan sorrise con un’espressione ebete in volto.
-Niente che non possa essere detto dopo.. avanti spara.. che cattiveria ti ha detto Demian?- Mika quasi si vergognò, era stato lui quello crudele, lo aveva abbandonato in lacrime in un parco, dopo che lui gli aveva pregato di restare, si sentiva un verme.
-It’s a long story..- disse pentito di essere andato lì.
-Oh.. non preoccupati, grazie a te ho molto tempo, dai spara..- Mika sospirò, per poi raccontandogli tutta la giornata, filo per segno. Dalla mattinata a casa di zia Marge, al bacio, alle parole di Demian, fino alla discussione al parco.. tutto, riprendendo fiato solo alla fine del racconto.
-Wow, mi sembra di stare in una di quelle soap-opera argentine..- disse Morgan un po’ divertito dalla situazione.
-God Morgan, è una cosa seria..- disse disperato il riccio, ancora più pentito di essere andato dal giudice.
-Mika, amore mio.. te lo dico chiaro e tondo, sei l’uomo più sfigato dell’universo…- Il riccio annuì, per poi sospirare.
Sarebbe stata una lunga chiacchierata, e Mika sapeva già, che non ne sarebbe uscito incolume, sperava almeno che a Demian stesse andando meglio..
 
Alors…. Spero che il capitoletto vi sia piaciuto, non è un granchè, ma ho voluto lasciare un po’ di spazio a quei due che mi stanno tanto tanto simpatici..
Passando alle cose serie, “La leggenda del pianista sull’oceano” esiste davvero, anche perché io non sarei riuscita a scrivere un capolavoro del genere, se ne avete la possibilità, andate a vedere il film (potete trovarlo comodamente su youtube) è davvero fantastico, altrimenti ancora più fantastico è il libro “Novecento” di Charles Dickens, io l’ho letto un paio di anni fa, ma è come uno dei libri di Harry Potter, anche a distanza di anni lo ricorderai sempre..
Spero che abbiate capito quello che Morgan abbia  voluto far capire ad Irene, e spero che le battute che ci sono nel film, e che ho inserito nel testo vi piacciono, quelle delle strade da prendere, la donna da scegliere ecc… Insomma spero che vi abbia coinvolto..
Ricordo a Pimpetta 20, che mi deve una descrizione del nuovo personaggio che devo inserire, (mi raccomando non dimenticarti nulla)
E ora vorrei chiedervi.. volete una svolta nel rapporto di Mika e Demian, volete che facciano pace subito? Volete farli penare ancora un po’? Decidete voi, vi do carta bianca…
Un bacione..
Psiche_delia
 
 
 

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Capitolo 17
*** Brothers and Friends ***


Heilaaa bella gentee!! Lo so.. sono un mostro, non rispondo più alle vostre recensioni, non ho ne motivo ne voglia di raccontarvi una frottola, quindi vi dico la verità… Mi annoio a morte a rispondere, ma non perché le vostre recensioni siano noiose, ma sono proprio io una sfaticata a cui non va proprio di fare niente… poi con ‘sta pioggia…

Quindi dopo aver detto tutta la verità, nient’altro che la verità, passiamo al capitolo precedente… Ad alcune di voi è piaciuto, mentre ad altre no, lo comprendo non a tutti può piacere la coppia Irene Morgan, e forse non ho fatto bene a scrivere un capitolo, completamente su di loro.

Ora passiamo direttamente alla fine del capitolo… Mika in lacrime avanti alla porta di casa di Morgan, e un’Irene che sta per andare a fare una ramanzina a Demian, che poveretto questa volta in parte non centra nulla…

Arrivati a questo punto, spero che il capitolo vi piaccia… (alle vostre recensioni risponderò a fine capitolo..)

Buona lettura..
Psiche_delia

Quando Morgan aveva visto Mika in lacrime davanti alla porta di casa, sapeva che era successo qualcosa di grave.. In quei due anni, in cui aveva vissuto a stretto contatto con lui, non l’aveva mai visto così scosso, forse soltanto quando il ragazzo lo aveva lasciato, con la scusa  “dello stare troppo lontani”, mentre pochi giorni dopo era uscito su tutti i giornali di gossip, una gigantografia del fidanzato mano nella mano con un uomo, che di certo non era Mika… Quella era stata la prima volta che aveva visto l’amico così distrutto.. e quella, beh quella era la seconda.

-Però diciamocelo Mika, hai fatto proprio una stronzata enorme..- replicò Morgan seduto accanto al riccio sul divano. Mika sbuffò.
-Così tu non me consoli però..- era avvilito, Morgan lo vedeva, dopo che gli aveva raccontato come era andata, l’aveva visto afflosciarsi, come un gonfiabile.
-Se volevi che qualcuno ti consolasse, saresti andato da Ilaria, e questo tu lo sai bene, invece sei venuto da me..-
-Pessima idea..- replicò il riccio sbuffando per l’ennesima volta in quell’ora.
-Lo penso anche io.. passando alle cose serie, cosa intendi fare?- disse alzandosi dal divano e facendo segno di seguirlo.
-Buttarmi da una rupe?- Morgan sorrise, forse l’aveva notato solo lui, ma quando Mika era arrabbiato o frustrato, iniziava a parlare tremendamente bene l’italiano.
-Wow, parola nuova?- scherzò infatti varcando la soglia della cucina.
-I’ m not joking Morgan.-
-Neanche io… senti non posso dire che tu non abbia fatto una stronzata, ma quelle si fanno tutti i giorni e poi diciamocelo non è che Demian è uno stinco di santo, avete sbagliato entrambi ed evitandovi a morte, o sputandovi addosso insulti di tutti i tipi, di certo non avete risolto nulla.-

Molto probabilmente era per questo che Mika era andato da Morgan invece che da Ilaria, quest’ultima lo consolava, gettava sul biondo epiteti poco carini, si infuriava, per poi addolcirsi e sparare idee impossibili sotto il falso nome di “geniali”. Mentre Morgan non faceva niente di tutto questo, lui gli sbatteva in faccia la più totale e cruda verità, non consolandolo, né attaccandolo. Dava un parere da esterno, e se eri fortunato forse poteva uscirci anche qualche consiglio..

-Non so che fare..- si accasciò sullo sgabello della cucina, rifiutando i biscotti che gli aveva offerto il giudice e affondando la testa tra le braccia.
-Nulla..-
-What?-
-Hai fatto fin troppi casini per ora.. adesso non fare nulla. Aspetta che le cose si risolvano per conto proprio.- Per Mika, quello era stato senza ombra di dubbio il consiglio più stupido eppure il più fattibile che Morgan gli avesse mai dato.
-Devo evitare lui?- chiese allora un po’ confuso.
-Comportati come fai con me, o con Filippo o con Luca. Normalmente..- non ne era molto convinto. Oppure non sapeva di  potercela fare, però annuì prendendo la sua tazza di caffè e trangugiandola in un sol sorso..
 

Quando Luca entrò nel loft, si era aspettato di tutto… gente che urlava, che faceva a botte, che si fosse trasformato in un bordello di terz’ordine, ma non si sarebbe mai aspettato di trovare un’Irene che metteva la parola “porco” davanti a tutti i nomi di fiori, piante o animali, che lui non conosceva neanche, e che bussava ripetutamente alla porta di Demian minacciandolo di morte.

Doveva ammettere che la situazione vista dal suo punto di vista era esilarante, la stessa cosa però non la pensava Irene, che a passo di marcia si dirigeva verso di lui, per.. ucciderlo, urlargli contro la sua frustrazione, picchiarlo, violentarlo…

-Và da quel pazzo sclerotico già morto figlio dei fiori -per non dire parolacce- che abita dentro alla tua stanza, di uscire immediatamente, altrimenti potrei mandare a quel paese le mie buone maniere dei figlia dei fiori e passare a epiteti poco carini, verso di te e verso tutto il popolo maschile che ora si trova in questo loft- sibilò irata verso il povero riccio che terrorizzato indietreggiava ad ogni parola che gli diceva..
-Oh..emh.. ma se lui non..-
-Ma se lui niente.. giuro su quanto è vero che me la faccio con Morgan che se non esce da quella stanza entro 10 minuti, tu sarai incolpato di omicidio di massa..- Fosse per il terrore o fosse per incredulità, per la fortuna di Irene Luca era sparito dalla sua vista alla frase “giuro su quanto è vero”  altrimenti la sua “segreta” relazione con il giudice sarebbe andata a puttane..

Il riccio invece era stupito, terrorizzato, divertito, dalla scena appena vissuta. Mai e dico mai, aveva visto la ragazza così arrabbiata. Con Demian poi, che è stato il primo ragazzo del gruppo con cui si è ritrovata..

Scuotendo la testa bussò alla porta della stanza sua e di Demian, aspettando che gli aprisse..
-Irene hai rotto i coglioni- sentì urlare da dietro alla porta.
-Non so te, ma io non voglio morire a 23 anni, quindi se per te non è un problema… potrei entrare nella mia stanza?- disse sarcastico Luca. Dall’altra parte poi non sentì nessun rumore, stava per bussare, quando sentì una chiave girare. Dopo svariati minuti, sentì la voce di Demian.
-Entra.. in fretta, Irene starà già correndo verso la tua direzione.- Il riccio non capì subito le sue parole, quando poi si girò verso le scale, vide un’Irene versione bufalo che correva verso la sua direzione. Impanicato come non mai, si infilò nella stanza, sbattendo la porta e chiudendola a chiave. Subito dopo sentirono un botto.
-Porca puffola pigmea che ficozzo..- Ma non ci fece caso.

Entrato nella stanza, la prima cosa che notò, era il buoi più totale. L’unica fonte di luce, era il computer, posto molto probabilmente sulle ginocchia del biondo, che sdraiato sul letto con un paio di cuffiette, non sembrava dare molto peso alla presenza del riccio. Quindi si avvicinò verso il suo letto, posò la borsa e tutta la sua roba, per poi sdraiarcisi sopra. Certo non si poteva dire che non era curioso da tutta quella faccenda, ma non voleva essere invadente. Conosceva il suo migliore amico, e sapeva che la cosa che odiava più di tutto, era che qualcuno si impicciasse dei suoi affari. Quindi optò per un approccio più pratico e meno pericoloso per la sua salute.
-Sai, tra un urlo e l’altro della pazza di sotto, ho capito che sei rinchiuso in questa stanza dalle due di questo pomeriggio, ora sono le otto.. Bene , mi spieghi che cosa hai fatto per cinque ore, chiuso qui dentro?- sapeva, che in quel momento i casi erano due… la prima, quella che alla fine si avverava sempre, è che gli avrebbe raccontato quello che gli era successo, la seconda.. beh, gli avrebbe risposto svogliatamente continuando a fare quello.. beh che stava facendo…
-Ho visto un film..- quella volta si sbagliava.
-Un film molto lungo..- cercò di farlo parlare il più possibile.
-Due saghe..- rispose soltanto, togliendosi una cuffietta per ascoltare l’amico.
-Tu…tu hai visto due saghe in 5 ore?- chiese sbalordito, mettendosi seduto sul letto.
-Precisamente..- di poche parole insomma.
-Sei capace di fare una frase, con soggetto, verbo e complemento oppure dobbiamo start a sentire mentre parli come un’ameba?- sbottò un po’ irritato dall’atteggiamento che Demian fino ad allora non aveva mai avuto nei suoi confronti.-
-Sono qui dalle due, e ho visto tutta la saga di “Street dance” e sono a metà di quella di “Step up”.. contento ora?-  disse guardandolo per un moemnto annoiato, per poi infilarsi nuovamente la cuffietta nell’orecchio e continuando a vedere il film.

Luca era deluso, forse anche un po’ arrabbiato, lo conosceva da quando era bambino, e si erano sempre confidati, non capiva perché questa volte fosse diverso.
-Cosa.. cosa ti è successo?- chiese flebilmente, dubitando che il biondo l’avesse sentito.
-Scusa? Puoi ripetere? Ero distratto..- affermò togliendosi svogliatamente le cuffiette e guardandolo per la prima volta in faccia da quando era entrato nella stanza.
-E’ questo il punto… sei sempre distratto..- sbottò il riccio. Demian alzò un sopracciglio confuso.
-Si cazzo, da quando siamo entrati in questo cazzo di talent show, sei cambiato.. sei distratto, stai in un mondo tutto tuo, sparisci e non ti fai vedere fino alla sera, riesco a parlarti solo alle prove, e soltanto perché siamo costretti ad interagire… Sono il tuo migliore amico porca puttana.- più che rabbia, Demian vedeva nei suoi occhi, delusione e tristezza.

-Io..- cercò di dire ma venne subito fermato dal riccio, che si era alzato e si era diretto verso di lui. Sedendosi sul suo letto.
-No fammi parlare.. Io ti devo molto.. sul serio. Per me sei  un fratello, quando avevamo 4 anni, e i miei genitori erano troppo accecati dalle possibili soddisfazioni o delusioni che io avrei potuto dargli in futuro, tu mi hai tenuto compagnia, giocavi con me, mi difendevi con gli altri bambini che non volevano farmi giocare a calcio perché troppo basso e un po’ bruttino, stavi tutto il tempo con me strimpellando con quella che era una chitarra giocattolo e facendo finta di giocare alle rock star… Tu mi hai cresciuto, mi sei stato affianco quando nessuno mi dava mai delle certezze e delle soddisfazioni, e eri solo un bambino. Se io ora, sembro sicuro di me, forte e determinato, è solo merito tuo, che sei riuscito a farmi uscire dal mio guscio di bambino insicuro e stando accanto a me..- mentre ricordava quei momenti aveva un sorrisino stampato sulle labbra. Demian abbassò il capo, il suo fratellino..
-Ricordi Nick?- disse poi alzandosi la manica destra del maglioncino, per fargli vedere la scritta sull’avambraccio che lo stesso Demian aveva solo che all’altro braccio.
-Io te e Rebecca, Always and Forever.. Sempre e per sempre, insieme come tre fratelli che non si separano mai. Quando io cadevo, c’eri tu che mi rialzavi, e a tua volta quando cadevi, il compito di rialzarti era il mio e di Rebecca..- Demian sorrise, quando da piccolo gli era caduto tutto il mondo addosso, a rialzarlo e a spolverargli i pantaloni Luca e Rebecca c’erano sempre stati.
-Ora però sei cambiato, dal primo giorno che abbiamo messo piede, in quel maledetto studio di Roma non sei più lo stesso.. non sei più il Nicholas…  non ti dico.. sorridente e spensierato, ma prima eri una persona diversa.. serena e forse per la prima volta in pace con te stesso, ora invece sei diventato Demian.. il ragazzo cupo, gelido contro tutti e tutto. Un giorno sei sereno e spensierato, mentre gli altri torni ad essere indifferente. Credevo che almeno con me, saresti rimasto sempre lo stesso, ma probabilmente mi sbagliavo. Credevo che anche tu mi considerassi tuo fratello, mi sarei accontentato anche di semplice amico, ora mi rendo conto, che per te sono a mala pena un conoscente..- non aggiunse altro, si alzò dal letto e camminò verso la porta.
-Come puoi solo lontanamente pensarlo?- luca si bloccò, aveva sentito perfettamente le sue parole, anche se dette in un sussurro. Quando si girò, rimase sorpreso, erano rare le volte che vedeva Nicholas piangere, quella volta i goccioloni che scendevano dai suoi occhi, erano lacrime represse che con un semplice discorso lui aveva scatenato facendolo sfogare.
-Come puoi solo pensare che tu per me sia alla stregua di un amico, o peggio un semplice conoscente? Luca, te sei il mio fratellino, sono cresciuto  e ho vissuto la mia infanzia, con la convinzione che avrei dovuto proteggerti, da tutte le persone che avrebbero potuto farti del male, in realtà, non mi rendevo conto che io avevo bisogno di sentirmi utile, forse fino a qualche anno fa.. beh avevi bisogno della mia protezione.. ma ora mi rendo conto che tu non ne hai più bisogno, non sei più il bambino timido e impacciato che ho incontrato a tre anni al parco con la mamma che per fargli fare un giro sullo scivolo lo disinfettava da capo a piedi..- Luca sorrise, anche lui con le lacrime agli occhi.
-Tu ora sei un uomo forte e sicuro di te.. e in parte io mi sento orgoglioso, sia di te che di me stesso, perché so che se tu ora sei così.. è perché una parte del merito è anche mia..- Demian si alzò e andò contro il fratello e lo abbracciò.
-Non puoi pensare che ora tu per me sia meno importante, sei e sarai il mio fratellino…-
-Ti voglio bene..-
-Anche io te ne voglio.. anche io-


Erano a malapena le nove di sera, con le tapparelle ancora chiuse, e la luce che li rifletteva, Luca e Demian erano stretti sul letto a ricordare tutte le figure di merda, o i dispetti che facevano e che si facevano quando erano piccoli. A Demian era mancato stare un po’ con il suo migliore amico, e adesso abbracciato a lui, si sentiva al sicuro, come quando erano bambini e la zia lo sgridava  per essere tornato tardi da casa di Luca.
-Spiegamelo.. almeno provaci.- Il biondo sapeva dove voleva andare a parare.
-Mika- disse soltanto. Luca annuì su quello non aveva dubbi.
-Oggi.. sono uscito con lui. Avevo saputo che Rebecca era qui a Milano dalla nonna, quindi l’ho convinto ad accompagnarmi.. Adesso non chiedermi come ci siamo finiti, ma davanti ad un pianoforte ci siamo fatti una mezza dichiarazione cantando. Non lo so cos’è stato.. forse lo stordimento di quelle parole, la musica troppo forte.. ma ad un tratto ci siamo ritrovati avvinghiati in un bacio che ti giuro Luca… sapeva di disperazione.- mentre parlava Luca non fiatava, certo al momento del bacio aveva sussultato di sorpresa, ma non aveva aperto bocca.
-La cosa che mi spaventa di più però.. è che io non mi sono affatto pentito, a me quel bacio è piaciuto, è stato dannatamente bello.. Poi ce ne siamo andati, abbiamo fatto un giro, per poi ritrovarci in un parco, abbiamo parlato del più e del meno… poi le cose si sono fatte complicate.. e lo sai come sono fatto io Luca, quando le cose si complicano come un codardo scappo… e così ho fatto, mi sono alzato dalla panchina e me ne stavo andando, poi lui mi ha fermato, sbattendomi in faccia tutta la verità. Impossibile come in un mese, lui sia riuscito a capirmi così bene.. la verità fa male Luca.. ma non me la sentivo di affrontare una relazione con lui.. io.. io non sono adatto per lui, ne per nessuno. Con quest’alone nero che mi circonda ucciderei anche la persona più pura del mondo.. guarda Irene.. Mi ha implorato di raccontargli un po’ di me, di aprirmi, di farmi capire un po’ di più da lui. Ma ho rifiutato.  Poi lui se ne è andato, e credimi se ti dico che quando ha girato l’angolo con la sua auto, sono crollato e ho pianto come non ho mai fatto…-

Quando il racconto finì Luca aveva le lacrime agli occhi, incredibile cosa abbia dovuto affrontare suo fratello in questi giorni, e la cosa che lo rendeva triste e insofferente, era che lui  non era riuscito a stargli vicino come avrebbe voluto.  Però sapeva.. sapeva che lui aveva paura dei suoi sentimenti..

-Nick.. perché pensi questo?- Demian lo guardò confuso.
-Perché tu pensi di non meritare nessuno? Sei una ragazzo fantastico, ci sei sempre per tutti, non neghi il tuo aiuto a nessuno. Questo alone nero che tu descrivi… beh fattelo dire amico, lo vedi solo tu…Sai di cosa hai veramente paura?- non aspettò nessun cenno da parte del biondo.
-Del tuo passato, hai paura che dicendolo a qualcuno, che non conosci, in questo caso Mika. Hai paura che sapendo cosa hai dovuto passare, possa scappare da te deludendoti, o peggio provando compassione per te. Ecco di cosa hai paura, di rimanere da solo, ma fattelo dire, tu non sei affatto solo..-

Quando Luca finì il suo discorso, si sentì fiero di se, era riuscito a dire tutto quello che avrebbe voluto dirgli, e Demian glie ne era grato. Mika gli aveva detto le stesse cose, eppure lui non gli aveva dato ascolto. Questo forse era stato lo sbaglio più grande che lui avesse mai fatto..
-Grazie..-
-Tutto per mio fratello..-
Dopo averlo ringraziato, non se lo fece ripetere due volte, e scese di corsa le scale per andare verso la porta. Aveva sentito Morgan urlare che lui e Mika erano arrivati.

Doveva scusarsi con il riccio, aprirsi, abbassare la maschera.

Quando lo vide però il sorriso che aveva avuto stampato in faccia scomparì, i suoi occhi erano gonfi e il suo viso era uno straccio… e la cosa che lo faceva stare più male, era sapere che la colpa era soltanto sua.

-Hei Mika..devo parlarti..-disse davanti a tutti. Il riccio sembrava abbastanza sorpreso, ma si ricompose subito.
-Hi.. later- disse sorridendogli. Demian non cercò di nascondere un pizzico di delusione.
-Ah.. ok- farfugliò abbassando per la prima volta davanti a tutti la testa. Per poi rialzarla e sfoderando uno dei suoi sorrisi più falsi.
-Io… io non ho fame mangiate voi..- disse poi guardando le pizze che aveva in mano Morgan.
-Ok.. see you later..- questa, fu la cosa che però gli fece più male. Vide un Mika completamente cambiato, non si rivolgeva a lui come  un…non sapeva neanche lui come.. non c’erano etichette per la loro strana relazione. Gli si rivolgeva come uno.. sconosciuto.

Con la testa fra le spalle, si diresse verso la sua stanza, dopo aver rassicurato Luca, se ne ornò a letto a guardare New Moon…
 


Buona seraaaaaaa… scusate il ritardo, ma ho avuto una miriade di cose da faree!! Lo so sono capitoli noiosissimi, solo che non voglio che i due facciano pace subito, non è da me, spero che per questo voi non smettiate di seguirvi. Spero comunque che questo capitolo non vi annoi.. per il resto.. beh, buona visione..
Per il prossimo capitolo volete..
1: che ci sia una nuova puntata di xfactor, facendo continuare lo show
2: una giornata al loft..
3: non c’è una terza opzione, anzi inventatevela voi… cosa voleta che succeda nel prossimo capitolo??
Spero comunque che vi sia piaciuto…
Un bacione..
Camilla
 

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Capitolo 18
*** Iniziano i giochi ***


Qualche volta mi chiedo se qualcuno legga questi miei poemi di introduzione.. sul serio non ci dormo la notte con questa curiosità. Potrei benissimo passare al capitolo, senza spendere parole inutile, ma non ci riesco. E’ come se le mie dita avessero un cervello tutto loro.

Bene dopo aver riflettuto sull’identità delle appendici delle mie mani, facciamo i seri, visto che sinceramente la cosa che ho scritto qui sopra non ha senso.

Passando al capitolo scorso, credo che tutti abbiano capito che Mika si sta comportando, -anche se in modo molto più lieve- come faceva Demian appena entrato nello show, mentre il biondino che in un universo parallelo dove Hogwarts è l’unica scuola che esista lui è il principe delle serpi, sta facendo l’esatto opposto cercando aprirsi a quel riccio che anche se un genio per quanto riguarda la musica è un po’ ottuso riguardo ai sentimenti..
In questo capitolo non so cosa scriverò, le idee mi vengono mentre scrivo, quindi non posso darvi nessuno spoiler..

Beh.. dopo questo mio scritto in parte senza filo logico io vi lascio al capitolo, sperando che questo vi piaccia..
Un bacione..

-La scrittrice che si sente molto l’Albus Percival Wulfric Brian Silente della storia…


Quando Luca si alzò quella mattina, si rese conto che Demian non era ancora sceso per la colazione, cosa molto strana visto che lui era sempre il primo ad entrare in cucina, e l’ultimo ad uscirne…

Decise di svegliarlo, era mezzogiorno e il pomeriggio avrebbero avuto le prove, conosceva bene il suo migliore amico, se non si svegliava presto, non si sarebbe alzato fino alle quattro del pomeriggio…

-Hei.. su svegliati- lo scosse leggermente. Demian però non si svegliò, bensì si girò dall’altro lato mugugnando qualcosa di incomprensibile.
-Demian, giuro che se non ti alzi ti butto un secchio di acqua gelida addosso- lo minacciò scuotendolo ancora più forte..
-Mmmh.. è possibile che neanche quando dormo posso stare in pace? Levati dai coglioni Lu..- gli rispose con la bocca impastata tirandosi le coperte fin sulla testa come i bambini.
-Bene l’hai voluto tu..- disse alzandosi minaccioso. Prese un bacinella e la riempì di acqua gelida, per poi recarsi nella camera affianco. Sorrideva già, mentre avanzando,  vedeva Demian che pensando di essere stato lasciato in pace si stava togliendo le coperte dal viso. Peccato che talmente era concentrato a pregustarsi la vista di un Demian bagnato come un pulcino, che non si accorse dell’ammasso di vestiti e scarpe sul suo cammino, preso alla sprovvista invece di cadere in avanti come tutte le persone sane di mente avrebbero fatto, si slanciò all’indietro, cadendo con il fondoschiena per terra e rovesciandosi tutta l’acqua addosso.

-Porco Demian.. che male- solo allora il biondo aprì gli occhi, e quando vide un Luca fradicio e dolorante scoppiò a ridere, non notando gli sguardi minacciosi dell’amico.
-Sei un coglione.. che volevi fare?- cercò di dire tra le risate.
-Non è divertente..- sibilò l’altro.
-Oh si che lo è- rise di nuovo.
-Dai cambiati, io scendo a fare colazione- disse poi il biondo. Forse per la prima volta li dentro si era alzato con il piede giusto.. e il merito era tutto di Luca..

Quando scese in cucina vide un via vai di persone, che gli davano il buongiorno, o che lo evitavano come la peste..  Molti dei concorrenti non lo sopportavano e da come Victoria Cabello lo evitava si capiva  che non era molto a suo agio quando c’era lui.
-Buongiorno Victoria..- la salutò con un ghigno. La donna si fermò per poi arrossire.
-Heila Demian.. bella giornata vero? Scusa ma devo andare, ci vediamo dopo ciao..- Demian la salutò poi sorrise.. già la metteva proprio a disagio… chissà perché…

Quello era il giorno delle prove, per cui tutti i giudici erano arrivati al loft. Fino all’ultimo Mika era convinto di non andare, la sera prima si era fatto coraggio per affrontare la presenza di Demian, e si era recato al loft insieme a Morgan, quando però aveva rifiutato la sua richiesta di parlare e se ne era andato, si era sentito in colpa verso Demian. Sapeva benissimo che doveva evitarlo, non sarebbe riuscito a guardarlo negli occhi e trattarlo come se non fosse accaduto niente in quei pochi giorni…Quando l’aveva lasciato li nel parco da solo e sull’orlo di una crisi di lacrime, si era dato del coglione, Demian in quel momento aveva bisogno di lui, mentre lui gli aveva dato un ultimatum, lasciandolo da solo e a pezzi. Non lo aveva mai visto in quel modo, il freddo e calcolatore Demian che si mostrava per la prima volta debole davanti a qualcuno che non fosse Rebecca o Luca. Peccato che lui non sia riuscito a cogliere quell’attimo per conquistarlo, e l’abbia lasciato da solo. Ma mentre entrava nel loft, si chiedeva se non avesse fatto una cazzata a dare ascolto a quel pazzo di Morgan, e di evitarlo. L’aveva notato, come lo aveva guardato la sera precedente, in quei bellissimi occhi d’argento aveva notato una scintilla di insicurezza e speranza miste insieme, in quel momento non era riuscito a vedere quei sentimenti perché un velo di convinzione era calato invece sui suoi di occhi, lasciandosi convincere da Marco a proseguire con quel piano folle che sicuramente non l’avrebbe portato da nessuna parte. Quando infatti la sera prima se ne era andato in stanza con la testa incassata tra le spalle dopo il suo rifiuto si era accorto di star facendo una enorme cazzata, purtroppo però, ormai era troppo tardi.

In quei giorni, non ha avuto neanche il tempo di pensare a quello strano rapporto, quando stava con lui si sentiva strano, i battiti del cuore aumentavano furiosamente e si sentiva nervoso a stare ad una certa vicinanza da lui, quando poi si erano baciati nella stanza del pianoforte, aveva sentito come se quel posto fosse l’unico dove avrebbe voluto essere, tra le braccia della persona con cui avrebbe voluto stare, quando le labbra del biondo si erano poggiate sulle sue, era stato come se fino a quel momento non avesse mai respirato. Poi le insicurezze di lui, le lacrime e la bellissima canzone che gli aveva sussurrato per non farlo andare via, la delusione nelle sue parole, l’impossibilità dello stare insieme… Questo lo aveva distrutto oltremodo lasciandolo con la convinzione che per davvero la loro presunta relazione fosse folle, impossibile..

Fu un attimo, il tempo di girare l’angolo con l’auto, ad avergli aperto gli occhi, era stato il più infame tra gli infami, lo aveva lasciato da solo in preda allo sconforto più assoluto, con una decisione difficile da prendere e poco  tempo per pensarci. Deve ammettere però che neanche Morgan gli è stato molto d’aiuto, invece di ascoltarlo magari dirgli qualche parola di conforto, aveva stroncato tutti i suoi buoni propositi, inculcandogli in testa la convinzione che avrebbe dovuto cedere il passo a Demian, che sarebbe dovuto essere lui a prendere l’iniziativa, lui si sarebbe dovuto far perdonare, e non Mika. 

Il riccio, non dava di certo la colpa al giudice, anzi comprendeva benissimo che avevano modi di pensare differenti e  in nessun modo sarebbero arrivati a pensarla uguale su un qualcosa o su qualche decisione che non sia la musica…

Per questo in preda allo sconforto entrò nel loft che era un via vai di persone, che provavano con gli spartiti in mano, che suonavano strumenti o come una familiare testa bionda che faceva colazione seduto sul suo solito sgabello della cucina, mentre parlava con poco entusiasmo a una Ilaria invece euforica e piena di energia.  Appena la riccia si girò e lo vide, gli corse incontro abbracciandolo come se si conoscessero da una vita. Infatti con la ragazza aveva legato moltissimo, lei si confidava spesso con Mika, e lui faceva lo stesso parlandogli dei suoi problemi sia discografici che di cuore.

-Hey keep calm Ilary- le dissi sorridendo e mettendola giù.
-Mika… ho ricevuto dalla vocal coatch il pezzo.. è meraviglioso!- gli gridava nell’orecchio.
-Oh.. si sono contento che ti piace- disse un po’ in imbarazzo per la leggera figuraccia che stavano facendo, tutte le persone che erano in cucina infatti, si erano fermati a guardarli alcuni con un sorriso sulle labbra, altri infastiditi dal baccano che la piccola Ilaria stava facendo.
-Mi piace mi piace mi piace tantissimo! Anzi adeso vado subito a provarla.. ci vediamo dopo, ciao Dem- salutò anche il biondo con un bacio sulla guancia e usci in fretta e furia dalla cucina.

Mika si girò a guardarla mentre se ne andava saltellando come spesso faceva Irene  e sorrise, per poi tornare a guardare il biondo che era tornato al suo latte.
-Vuoi rimanere lì impalato ancora per molto?-  gli domandò poi no staccando gli occhi dalla sua colazione.
-What?- chiese il riccio guardandosi intorno per accertarsi che stesse parlando con lui.
-Siediti, vattene, fai come vuoi basta che non stai lì in piedi che mi metti l’ansia..- disse allora guardandolo per una frazione di secondo e riportando lo sguardo altrove.
-Oh.. sorry.- disse per poi andarsene. Demian si girò allora a guardare la stanza che ormai era diventata vuota. Forse aveva sbagliato a rivolgersi a lui con quel tono, ma si sarebbe aspettato che si sarebbe seduto accanto a lui, non che se ne sarebbe davvero andato.. Alzò le spalle, chi lo capisce è bravo quello lì.
( Non so il motivo ma da qui in poi ho iniziato a scrivere in prima persona con il punto di vista di Demian, spero che vi piaccia, altrimenti dovrei cambiare tutto XD)

-Bene ragazzi, non so cosa prende ai produttori in queste settimane, ma a nessuno va di scegliere i temi, quindi potremo fare tutto quello che ci va.. Lo so che oggi avrei dovuto presentarvi il pezzo, ma questa volta voglio sceglierlo insieme a voi, quindi aprite la vostra mente e sparate canzoni che vi piacciono a raffica..- disse più elettrizzato lui che tutti noi messi insieme. Erano neanche cinque minuti che eravamo lì e avrà detto almeno due mila parole. Evidentemente stare con Irene gli faceva  bene.

Tutti iniziarono ad elencare le canzoni che preferivano, di tutti i tipi, di tutti i generi. Io soltanto avevo quella canzone in testa e non riuscivo a dimenticarla. 
-Demian te non hai detto niente, quale canzone vuoi?- mi chiese dopo un po’ Irene, facendo smettere di litigare Luca e Filippo che cercavano di convincere Morgan a scegliere la canzone che piaceva a uno ma che non convinceva l’altro.
-Dove si vola..- risposi ancora in trance. Quando mi accorsi di averlo detto e ad alta voce mi riscossi.
-Cioè, è da un po’ che ho in mente quella canzone…- cercò di giustificarsi.
-Non so se è il caso Dem.. siamo una band,e non lo so non mi convince.- disse non molto convinta della scelta Irene. Io annuì rassicurandola con un sorriso, per farle capire che non me l’ero presa. Morgan mi guardava in un modo strano, come se sapesse cosa questa canzone significasse per me.
-Beh proviamola , poi se non vi piace la cambiamo ok?-  chiese Morgan guardandomi ancora con quello strano sguardo.
-Io non la conosco..- dissero insieme Luca e Filippo, scoppiando a ridere subito dopo. Irene li guardò ed annuì.
-Neanche io me la ricordo tanto..- mormorò grattandosi la testa in imbarazzo.
-Demian ti metto la base, tu cantala vediamo se piace a tutti va bene?- io annuì sospirando.

Quando la base partì i flash di quella sera, iniziarono a scorrere davanti a me come un fiume in piena…
Il bellissimo e mozzafiato bacio che ci eravamo scambiati, le mie parole e la delusione dipinta nei suoi occhi, le mie rivelazioni e il suo ultimatum, poi le mie lacrime amare e la canzone che gli avevo cantato per non farlo andare via.. Tutto indelebile nella mia mente, come scritto con un inchiostro che impregna tutto quello che incontra.. Mentre cantavo mi rendevo conto che non sarei mai più riuscito a cantare quella canzone, in quel momento facevo fatica a trattenere le lacrime e anche i singhiozzi che volevano uscire dalla mia gola.

Quando finì di cantare fu come se l’aria mi fosse ritornata nei polmoni, le immagini che furiose mi sfilavano davanti si dissolsero, facendomi vedere le espressioni esterrefatte dei miei amici, ero riuscito a non piangere, e a non far tremare la voce, ma quell’espressione di sofferenza che avevo dipinto in volto, fece capire a tutti che quella non sarebbe stata la canzone adatta.

Quando poi decidemmo il pezzo, era ormai primo pomeriggio, eravamo stati lì per molte ore, mangiando giusto qualche tramezzino portato da Irene e bevendo succo di frutta all’arancia.

Erano usciti tutti dalla stanza, Irene mi aveva lasciato li da solo, dopo aver parlato un po’ della situazione, dopo la scenata della sera prima siamo riusciti a parlare senza nessun intoppo e con serenità, ma ancora non ero dell’umore per stare in compagnia, così decisi di rimanere lì un po’ di più. Sapevo che tra qualche minuto sarebbe arrivato Mika, per prepararsi all’arrivo delle sue ragazze,  e sapevo anche che se non volevo incontrarlo sarei dovuto uscire in fretta da lì, ma una parte di me, forse quella più irrazionale, faceva in modo che il mio corpo non si muovesse dallo sgabello di quel pianoforte…
-Le parti si sono invertite- sobbalzai al suono di quella voce..
-Già.. un dejà-vu bello e buono..- dissi continuando a guardare i tasti e cercando di non guardarlo.
-Perché tu sei here?- mi chiese dopo alcuni minuti di silenzio.
-Ho appena finito le prove..- affermai, ripiombando in quell’imbarazzante silenzio.
-I wanna talk to you..- decise di spezzare lui quel silenzio, riconobbi subito quella frase.
-the last time we talked Mr. Penniman you reduced me to tears. I promise you that won’t happen again..- gli risposi.. non c’era frase che rispecchiasse di più quello che era successo. Mi girai per guardarlo in viso, sorrideva…
-Mi dispiacce di averti fatto piangere- disse abbassando le spalle.
-Si anche a me..-
-E also per averti lasciato alone..-
-Potevi pensarci due volte..- non sapevo il perché, forse il mio essere lunatico o il mio bipolarismo mi avevano portato un nervoso.. Appena mi aveva ricordato quelle cose mi ero sentito… male.
-Sorry..-
-Sorry.. sorry.. sorry, sai fare qualcos’altro oltre che scusarti? Non le voglio le tue scuse, non sei stato tu a farmi piangere e non voglio rivivere quei momenti va bene?- gli risposi forse un po’ troppo velocemente e con troppa foga.. Lui abbassò la testa. Per poi rialzarla co decisione.
-I konw.. ho fato degli sbagli, but anche tu ne hai fatti…- disse, ora infervorato.
-Ma davvero? Per esempio?- replicai, ora prendendolo in giro, sapevo che odiava quando gli rispondevo con quel tono derisorio e devo ammettere che adoro quando perde le staffe..
-For example, tu hai paura di tutto, sei.. how do you say in italian? Oh fuck.. coda, no not coda.. tardo? Not quello è when a person is stupid… Tu sei un.. un.. una persona senza spina dorsale.. non affronti i problemi e scappi, sempre..- disse dopo una lotta interiore contro se stesso.  La mia ilarità per il suo ragionamento ad alta voce scomparì.
-Non sono un codardo, se io ho fatto quello che ho fatto è perché non voglio che le persone soffrano..-
-Oh please Demian non fare il martire che non ci riesci, tu hai paura che the others possano fare del male a te..-
-Ma cosa ne sai tu di me eh? Tu non mi conosci, credi di conoscermi invece tu non sai niente.. niente, fattelo entrare in quel capoccione pieno di ricci che ti ritrovi!- gli ringhiai contro ora imbufalito..
-It’s true.. io no conosco te, but only perché tu non mi dai the opportunity!- fece lo stesso Mika contro di me.
-Certo ora la colpa sarebbe la mia..- sbottai irritato..
-Yes.. – disse con un sorrisino derisorio.

Con un urletto irritato uscì dalla stanza  con un Mika ghignante dentro, mi dava ai nervi, non lo sopportavo. Crede di conoscermi mentre lui non sa nulla di me, e la cosa che mi fa più innervosire è il fatto che ha una fottuta ragione!

Ero furioso, anzi no a pensarci bene non ero furioso, ero innervosito dal suo comportamento, voleva sempre averla ragione lui e questo non lo sopportavo. Tutti e due sappiamo che nessuno ha ragione anzi che abbiamo torto marcio, ma nessuno vuole ammetterlo, orgoglio maschile, la peggior cosa che ti possa capitare in un rapporto..

Avevo  bisogno di sbollire un po’, per questo tornai in camera.. Luca non c’era per cui mi distesi sul letto, pensando e ripensando al casino in cui mi sono cacciato. Ma dico io, non potevo starmene buono buono a casa mia, lasciando perdere questo show, suonando con la band nei bar e ricevere paghe mediocri… Non ci misi poco ad addormentarmi, sognando un parco, la luce del giorno illuminava tutto il perimetro di esso, rendendolo accogliente e con un’aria di pace.. Non facevo nulla, semplicemente sedevo su quella panchina con gli occhi chiusi, ascoltando il silenzio che mi circondava.. Poi tutto finì, facendomi aprire gli occhi.

Un sogno abbastanza strano, durato si e no cinque minuti, coì controllai l’orologio, per accorgermi che… porca paletta erano passate due ore! Mi sedetti sul letto strofinandomi il viso e scompigliandomi i capelli.

-We must talk..- ormai non facevo più caso al suo irrefrenabile talento di non salutare, ed apparire alla cazzo in qualunque posto vada, ci dev’essere qualcuno lì su che mi odia, non trovo nessun’altra spiegazione in merito.
-Si.. no, perché due non fa tre..*-
-I don’t want  sapere la radice quadrata di Pi greco..-
-La conosci..-
-Stop quote twilight.. sono serio..- devo ammetterlo, mi ero abbastanza divertito a sfotterlo, e la saga che mi aveva costretto a vedere Rebecca, beh mi ha aiutato.
Quando vide che mi ero alzato e stavo per andarmene (da camera mia, per essere precisi) con due falcate riuscì ad arrivare alla porta e chiuderla a chiave.
-Divertente, ora schiava..- affermai guardandolo truce. Lui sogghignò, non sembrava neanche il Mika che conoscevano tutti.
-Now you don’t, te l’ho deto, dobiamo parlarre..- testardo come un mulo, incrociai le braccia al petto indispettito, gli girai le spalle e mi diressi verso la finestra, non volevo dargliela vinta, guardandolo negli occhi.
-Parla, ti ascolto..-affermai quindi, guardando il panorama ma non vedendolo realmente.
-SeI un bambino..-
-Iniziare con un insulto, non ti aiuterà a conquistarti la mia attenzione..- lo fermai più nervoso di un minuto fa. Lo sentì sospirare, per poi iniziare a camminare, forse per la stanza, o forse verso di me. Poi senti una pressione sullo stomaco, quando abbassai lo sguardo, notai due braccia che mi stringevano da dietro. Sorrisi, fortunatamente ero di spalle.
-Ho sbagliato ok? Ti ho tratato male in this day, e volio dirti che mi dispiace.. pensavo che evitando te like tu facevi con me.. avrebbe aiutato but non è stato così.- disse con un sussurro caldo accanto al mio orecchio che mi fece rabbrividire, maledette mezze maniche a Novembre, ora vede la pelle d’oca e gongola. Cosa che non successe.. Misi da parte i miei pensieri stupidi per concentrami sulle parole del riccio che aveva poggiato il mento sulla mia spalla sospirando.
-Tu mi piaci, and also a lot, ma tu.. mi freni con le tue para..paranoie and le tue paure and this fa pensare me che tu non sei interessato a me.- questo fu un sussurro, frasi dette debolmente con un amarezza che mi fecero stringere il cuore. Mi girai sciogliendo quel mezzo abbraccio che dovevo ammetterlo mi aveva rilassato. Ma ero innervosito dalle sue parole, non poteva dire questo, come se io non tenessi a lui.
-Come puoi pensare di non interessarmi? Se tu non mi interessassi non ti avrei baciato, non avrei pianto per te non ti avrei cantato una canzone stupido idiota..- mi infervorai.
-M-ma..-
-No ascoltami, perché non te lo ripeterò un’altra volta stupido celebroleso che non sei altro, tu mi piaci ok? Come non mi era mai piaciuto nessuno, non sarò uno stinco di santo, non sarò simpatico, ne dolce ne coccoloso, non sarò uno dei pinguini di Madagascar ne Mortino non sarò perfetto non sarò il tuo tipo, ma ci tengo a te..- finì il mio monologo respirando affannosamente.
-You’re perfect to me..-
-No.. no non lo  sono..- dissi abbassando la testa. Poi lo vidi avvicinarsi. Sapevo quello che voleva fare, lo sapeva benissimo, e sapeva anche che sarebbe stato per l’ennesima volta sbagliato, dopo un bacio non si sarebbero chiariti, tornando di punto a capo.
-No.. no non farlo..- lo bloccai anteponendo le mie mani al suo corpo, facendo il madornale errore di accarezzargli il petto sopra la stoffa.
-Non fare.. cosa?- chiese con una voce ora sensuale, avanzando e facendomi così arretrare fino a quando non trovai la superfice del muro accanto alla finestra a bloccarmi, facendogli poggiare le mani sul muro, ai lati del mio viso.
-Non baciarmi-
-Perché?- chiese con falsa innocenza.
-Perché non voglio- bugia..
-I don’t believe in you..- sussurrò ora ad una spamma dal mio viso.
-Fermami se non vuoi che io ti baci.. stop me..- sussurrò al mio orecchio. Mi tremarono le gambe, e in quel momento odiai i suoi quasi due metri di altezza. Non riuscì a spingerlo via, probabilmente perché non avevo la forza necessaria, o forse perché non volevo che lui se ne andasse, come era successo questa mattina in cucina. Così feci una liee pressione sul suo petto.
-It’s not enough..- detto questo, calò sulla mia bocca lambendola con la lingua come un prezioso tesoro, sospirai da quelle emozioni come una dodicenne alla sua prima cotta. Quando il bacio si fece più passionale, poggiai una mano dietro al suo collo per spingerlo di più verso di me, volevo approfondire ancora di più quel contatto, volevo che rimanesse impresso per sempre nella mia mente. Incoraggiato dal mio gesto, Mika si spinse ancora di più verso il mio corpo, facendoli aderire perfettamente e facendo sospirare entrambi.

-Tu fai impazzire me Demian..- disse staccandosi dalle mie labbra e scendendo verso il mio collo, soffro molto il solletico, e le parti più vulnerabili del mio corpo sono il collo ed i fianchi, e in questo momento il riccio stava baciando e leccando il mio collo e tenendomi per i fianchi. Direi che invece di far impazzire lui, stia facendo il contrario. Sospirai chiudendo gli occhi e accarezzandogli il petto.
-Cazzo.. non puoi continuare così- cercai di dire tra un sospiro e l’altro. Mika sorrise sul mio collo, per poi alzare il viso.
-Now, tu non sei più strafottente..- ghignò il riccio,  io sorrisi per poi staccarmi da lui a fatica. Al giudice si spense il ghigno che aveva in faccia quando lo spinsi sul letto mettendomi a cavalcioni su di lui. Sgranò gli occhi, facendomi sorridere. Guardai quello che avevo sotto di me, e pensai a quando fossi fortunato in questo momento..
-Sai.. non so se qualcuno te l’abbia mai detto, ma giocando con il fuoco rischia di bruciarsi, e tu stai giocando spudoratamente..- sussurrai malizioso accarezzandogli gli addominali leggermente accentuati. Lo sentì trattenere il respiro e io ghignai per il controllo che avevo su di lui.
-But.. i like the risks..- io sorrisi, era strafottente anche in una situazione come questa. Sussurrai un bene, poi catturai le sue labbra, posizionandomi bene su di lui e bloccando le sue mani che stavano per circondarmi i fianchi.
-A cuccia..- gli sussurrai all’orecchio.
-Ora è il mio turno..-  lo vidi annuire, quindi continuai da dove avevo lasciato, facendo vagare le mani sul tuto il suo corpo, facendolo fremere sotto il mio tocco. Stavo per continuare, quando bussarono alla porta.
-Hei amico, perché ti sei chiuso dentro?- senti Luca da dietro la porta. Mi staccai da lui, scendendo dal mio letto e sistemandomi.
-Non volevo che mi disturbasse nessuno- gli urlai andandogli ad aprire sotto lo sguardo attonito di Mika, evidentemente non si aspettava che gli aprissi facendogli ben capire quello che stavamo facendo.

Prima di avvicinarmi alla porta però lo attirai a me e lo baciai per l’ultima volta.
-Noi due abbiamo un conto in sospeso, ricordatelo.- soffiai poi, prima di aprire al mio migliore amico, che appena ci vide sgranò gli occhi, per poi ammiccare verso di me. Io sorrisi, intanto Mika se l’era data a gambe imbarazzato più che mai.
-Tu devi darmi un bel po’ di spiegazioni Dem..-
-Appena le trovo te le dico..-
 

Heila ragazzuolee! Spero di essermi fatta perdonare per questo ritardi increscioso, ma la mia fantasia e la mia immaginazione avevano preso le ferie.. Spero che il capitoletto vi sia piaciuto e non vi abbia annoiato, per il resto.. beh scrivetemi una reensione..
So che la storia sta proseguendo lentamente, e anche se con questo passo avanti nella relazione dei due protagonisti, sembra che i due si stiano avvicinando, mi rendo conto che comunque la storia è in stallo.

Per il prossimo capitolo, vi do il libero arbitrio:
1; volete più “Mikenian”?-
2: volete la coppia Irene Morgan?
3: Volete che ci siano tutte e due le coppie, magari dividendo il capitolo in due parti?
4: volete che continui con le puntate di xfactor?
5; altro?

Spero che comunque non vi annoiate a leggere la mia storia.
Un bacione a tutte

Psiche_delia

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Capitolo 19
*** Come tutto ebbe inizio ***


Il signore e la signora Cavalli erano orgogliosi di poter affermare, che erano perfettamente normali. Una coppia di coniugi sposati da più di trent’anni e residenti in uno dei quartieri più conosciuti di quel paese. Il signor Cavalli, era il direttore di una fabbrica di trapani, mentre la signora Cavalli, beh lei si poteva definire una casalinga dalla bocca larga, oltre al collo lungo. Collo che oltremodo le era utilissimo per espandere la sua conoscenza di pettegolezzi “succulenti” riguardo tutti i vicini del quartiere.

 Chi non aveva mai avuto il piacere di conoscerli, sarebbero potuti sembare  una coppia normale, sposata e senza figli, credetemi se vi dico che anche loro preferirebbero fosse così, in fin dei conti non erano stati genitori molto a lungo, a dir del vero genitori non lo erano mai stati.. (non come avrebbero voluto essere)

Se avrete tempo di ascoltarmi, potrei raccontarvi la loro storia. Mentirei se vi dicessi che questa sia una di quelle piacevoli, per questo se non vorrete leggerla non vi giudicherei. Quindi, per le persone coraggiose, le invito a mettersi comodi, perché questa che starete per leggere non sarà una storia affatto graziosa.

Come tutti i racconti, si inizia dal principio… Come vi avevo già accennato, la famiglia Cavalli, non è mai stata molto numerosa, due persone entravano perfettamente in quella piccola ma deliziosa casa, in quell’innocuo quartiere. I due coniugi, vivevano una vita all’insegna della pace e della serenità.. Quando poi, nacque il loro primo bambino, questa pace venne spezzata.

So cosa state pensando, di solito i bambini portano sempre buoni propositi in famiglia, purtroppo questa non era una famiglia normale.

Sin dalla nascita, il bambino sembrava dare dei problemi ai genitori, appena uscito dalla pancia della mamma, dopo il naturale vagito iniziale, il piccolo biondastro non aveva più fiatato. Neanche più un gemito. Per i medici era abbastanza normale, ma per degli accertamenti, e spinti dalle paranoie dei due coniugi, si convinsero a fare al nascituro ulteriori analisi. Il risultato però, fu sempre lo stesso. Il piccolo era sano come un pesce, del perché sembrasse completamente apatico non si seppe, per questo il signore e la signora Cavalli, si arresero, portando comunque felici, il loro bambino a casa.

Pensate sia finita? Credetemi se vi dico che vorrei anche io che fosse così, purtroppo però, il mio compito è quello di narrare la vera storia, e non di raccontarla come voglio io o come farebbe più piacere al lettore..

Come in tutte le famiglie, i primi giorni non erano mai i migliori, ma per i due genitori, fu ancora più tremendo. Non sapevano come prendere il bambino, c’erano attimi in cui sembrava rispondere ai loro gesti, altri si assentava ignorandoli come se non esistessero. Questo preoccupò molto la signora Cavalli, che per la depressione di non avere –sue testuali parole- un figlio normale, si rinchiuse nella camera padronale, a guardare film e serie tv, lasciando il povero marito ad occuparsi del figlio.

Questo continuò per alcune settimane, e mano a mano che i giorni passavano il signor Cavalli ed il bambino, sembravano andare sempre più d’accordo, riuscendo a trascinare il pargolo fuori dal suo stato di apatia. La mamma, contenta di quello sviluppo, decise di prendere a sua volta parte a quell’idillio tra padre e figlio, restando però sempre un po’ fuori campo, si sentiva come fuori posto.

Il giorno del battesimo, i due genitori erano convinti del nome che avrebbero voluto dare al loro bellissimo bambino dagli occhi di uno strano grigio brillante e con i capelli d’oro. Quando il prete chiese ai genitori il nome del bambino, tutti e due in coro risposero “Nicholas”.

Da quel giorno, Nicholas Cavalli faceva ufficialmente parte della loro famiglia.

E vissero tutti felici e contenti…

Purtroppo però, non fu così, i rapporti tra madre e figlio si stavano mano mano allontanandosi, il bambino, sembrava come non riconoscere quella donna, come la figura della madre, per lui, esisteva solo suo padre, con il quale aveva instaurato un rapporto duraturo.

La signora Cavalli, vuoi per gelosia vuoi per rancore, fece una scelta che segnò suo figlio e la sua famiglia per sempre.

Un giorno di metà Novembre, si presentò all’ufficio anagrafe con l’intenzione di cambiare il nome del suo bambino. Le fu impossibile però cambiare del tutto il suo nome, per questo la donna, prese un’altra decisione… ne aggiunse un altro.

Da quel giorno Nicholas Cavalli, non esisteva più.

Da quel giorno, in quel piccolo quartiere  e in quella deliziosa villetta, esisteva un altro bambino Nicholas  Demian Cavalli. Lì per lì il bambino non comprendeva l’importanza di quel secondo nome, all’età di sei anni lo trovava addirittura carino. Il signor Cavalli però non perdonò mai sua moglie per ciò che aveva fatto. Non avrebbe potuto cacciarla di casa, in fondo quella villetta era sua quanto della coniuge, per questo chiuse un occhio. Continuando ad accudire amorevolmente il figlio, e a guardare con astio la moglie.

L’ infanzia di Nicholas Demian per cui, non fu del tutto felice. Compiuti i 12 anni iniziava a sentire ogni notte le grida dei suoi genitori che discutevano in cucina.
Una notte, decise di raggiungerli, per capire quale fosse il motivo di tanto rancore. Quella notte, scoprì che il nome Demian, non era altro che la traduzione tedesca di Demone.  Quella notte odiò con tutto se stesso quel nome. Ma infondo non poteva dire di odiare sua madre. Per arrivare all’odio si deve avere una base di conoscenza, lui, sua madre era come se non l’avesse mai conosciuta. Era una donna che lo aveva messo al mondo, e lo aveva guardato già dalla prima volta con compassione e paura.

Quella notte, scoprì che il suo nome era stato il pretesto per far scattare un meccanismo. Un meccanismo che poi avrebbe fatto scoppiare la bomba che c’era nel signor Cavalli. Quella notte, l’imprenditore di trapani cacciò sua moglie dalla sua vita e da quella di Nicholas, intimando alla moglie di non provare neanche a cercare suo figlio. Lo stesso figlio che aveva rovinato dandogli quel nome.
Anche se quello che Nicholas provava per la madre era un pallido spiraglio di conoscenza, bastò per far farlo scoppiare.

Non avrebbe mai voluto essere il pretesto per la separazione dei suoi genitori, anche se era a malapena un ragazzino di dodici anni, sapeva che in passato la sua mamma e il suo papà avevano vissuto attimi di serenità infinita. La loro rottura, sarebbe stata la certezza che quegli attimi di felicità si fossero dissolti per causa sua. Anche se molto piccolo, capì che non avrebbe mai voluto l’infelicità di quelle persone, per cui, mentre erano distratti ad iniziare un’altra lite, prese il suo cappotto e uscì di casa, diretta verso quella della sua migliore amica.
Rebecca, lo accolse con gentilezza ed ospitalità, lo stesso che fecero anche i suoi genitori, trattandolo sin dal primo momento come fosse loro figlio. Nicholas quella stessa notte, spiegò ai genitori di Rebecca il motivo della sua fuga, i coniugi, commossi dal discorso troppo prematuro per un ragazzino della sua età, acconsentirono a farlo rimanere a casa loro fino a quando non avrebbe voluto tornare a casa.

Il giorno seguente, il piccolo Nicholas però, si sentiva già in colpa per aver fatto preoccupare suo padre, quindi con un sorrisetto stampato sul viso, si era vestito ed era sceso in cucina per comunicare la sua decisione di tornare a casa ai coniugi. Quando però entrò nella stanza, trovò tutta la famiglia riunita con la testa bassa e un’aria triste.

Quando chiese cosa fosse accaduto, Rebecca lo abbracciò, intimandogli di sedersi.
Credo sia inutile descrivere cosa sia successo in seguito… Se avete mai perso una persona a voi cara, allora sapete cosa si prova.. Ma se non è così, non lo immaginate neanche lontanamente.  

I coniugi Cavalli erano morti in un incidente d’auto proprio quella sera, preoccupati per il loro unico figlio, si erano precipitati in macchina per raggiungerlo.. La fretta però giocò a loro svantaggio, la grande preoccupazione non fece notare al signor Cavalli il camion che era sbucato sul lato sinistro della strada, travolgendo la macchina come uno spazzaneve  si fa largo tra la strada.

Per i due genitori non ci fu niente da fare, la signora Cavalli morì sul colpo, il signor Cavalli, la mattina successiva. Nessuno, tra medici e specialisti, sapeva come aveva fatto a resistere così a lungo, dopo il tragico incidente che aveva subito. Fatto stà che il signor Cavalli aspettò suo figlio. Quado questo trafelato entrò nella stanza, rimase fermo sulla soglia della porta, lo fece avvicinare, e dopo averlo abbracciato gli sussurrò…

Ricorda sempre che io sono orgoglioso di te, hai un cuore grande capace di non portare rancore per nessuno. Non sprecare queste tue qualità, non chiuderti nel tuo guscio. Sei un ragazzo meraviglioso, e io non avrei mai voluto un figlio diverso da come sei te. Ricorda che sarò sempre al tuo fianco e ti amo, più della mia stessa vita. Anche la mamma ti voleva bene, l’ho capito troppo tardi purtroppo. Il nome Demian non è una condanna, ma ti sprona ad essere forte.. E tu lo sei mio piccolo grande uomo. Ti voglio bene.!”  

Felice e con un sorriso sul volto, lasciò quel mondo, convinto che suo figlio sarebbe cresciuto sano e forte proprio come lui.
I giorni che seguirono non aiutarono Demian a uscire da quella depressione in cui si era chiuso. Per colpa sua le persone che aveva amato più di se stesso erano morte. Convinto di aiutarle andandosene, non aveva fatto altro che peggiorare le cose, uccidendoli..

Ci vollero anni, prima che Demian  ritornasse come prima.  La compagnia di Rebecca lo aiutò nei momenti più  difficili, e piano piano iniziò a farsi anche altri amici, tra questi Luca…

All’età di 18 anni alla porta dei genitori di Rebecca, si presentò un uomo. Dall’aspetto non avrà avuto più di una cinquantina d’anni. Disse di essere lo zio di Demian, e
aveva intenzione di portarlo a vivere con lui.

Pensare a quell’uomo come il fratello di suo padre, lo fece per un attimo ricadere nella nostalgia e nel dolore, ma decise di conoscere quell’uomo e la moglie, pensando di poter di nuovo creare una famiglia, che lui stesso aveva distrutto.

Quelle persone però, non somigliavano neanche lontanamente al padre, tutto ciò che gli interessava era il patrimonio che la famiglia Cavalli aveva lasciato al figlio. Gli sguardi d’amore e di falsa gentilezza, poco dopo erano stati sostituiti da disgusto e compassione. Non volle più vedere quelle persone.

Da quel giorno, scoprì che non avrebbe mai potuto avere una famiglia tutta sua. Cercava però di costruirne una, Rebecca e Luca ne facevano parte, e i genitori di Rebecca erano inclusi nel pacchetto.. Dopo pochi mesi, si aggiunse Filippo.

Forse quello, era l’inizio di una nuova vita, magari con la felicità che non aveva mai potuto avere…

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Capitolo 20
*** On top the world ***


Non dite nulla.. lo so, sono una persona pessima.. (alla Rapunzel). Scusatemi, so che praticamente non aggiorno da…beh, da molto molto  molto molto molto tempo, ma sembra che la mia fantasia si sia presa delle ferie molto più lunghe di quelle che mi aspettavo, diciamo che oltre ad Antananarivo, abbia scelto come meta turistica, anche di visitare in lungo e in largo, l’intera America, per poi farsi un altro viaggetto verso l’Australia.

Non so cosa sia più deprimente, il fatto che io non aggiorni dagli anni del cucco, o che stia scrivendo della mia fantasia come se fosse una persona in vacanza. Penso che debbano rinchiudere me al Radley non Spencer (Chi ha visto Pretty Little Liars può capire), chi non l’ha visto, beh il Radley è un manicomio, quindi.. beh potete immaginare di cosa soffra la mia sanità mentale, che piano piano si sta  dissolvendo come neve al sole, o come Bellatrix nei doni della morte parte 2.

Quindi, appurato il fatto che io non stia completamente bene, e che non ho un briciolo di fantasia o di sanità mentale, vi lascio a questa sottospecie di capitolo, che ancora non ho scritto, e che date le mie condizioni non so cosa possa uscire fuori.. forse troveremo un Mika dominatore e un Demian sottomesso (il fatto che io abbia visto il trailer di 50 sfumature di grigio può influenzare il capitolo vi avverto) oppure che x factor si trasformi da show televisivo prestigioso e che sforna talenti a gogo, a bordello, comunque di primordine contando i personaggi illustri come Morgan all’interno, che si appartano in ogni angolo dello studio, sfornando bambini a gogo.

Bene, ora che avete avuto un assaggio di quello che accade perennemente nella mia testa, vi auguro  buona fortuna, e spero che comunque il capitolo vi piaccia.
La psicopatica, sociopatica, sovraeccitata, vostra..

Psiche_delia alias (perché fa più figo scrivere alias invece della sbarretta) Camilla.
 
Lo stare seduto su quel letto a stringere il pupazzo preferito di luca tra le braccia, fa pensare a Demian se le sue condizioni siano, quelle di un ragazzo depresso che sta giorni interi sul letto a stringere tutto quello che gli capita sottomano, o quelle di una dodicenne con gli omoni a palla che ha appena visto l’Ice Bucket Challenge di Robert Downey jr, e che ha un sorriso ebete stampato sulla faccia, mentre stringe, come il depresso tutto quello che le capita sotto mano. Se non fosse per il sorriso ebete, Demian prenderebbe in considerazione la prima opzione , purtroppo però, avrebbe preferito mille volte la depressione che ammettere a se stesso, che la compagnia del riccioluto, cantante libanese (ormai mi sono rotta di scrivere sempre gli stessi nomignoli per Mika).. beh insomma Mika.. gli faccia piacere, a tal punto da stampargli un odioso e fastidiosissimo sorrisino ebete sulla faccia.

E’ inutile dire, che tutto questo preoccupa non poco Luca, Irene, Filippo e Morgan che entrati nella sua stanza, dopo un appuntamento mancato prima della nuova puntata, lo avevano visto sdraiato a pancia in su steso per orizzontale con la testa a penzoloni, e che faceva saltare il teddy bear di Luca, per poi riprenderlo e stringerlo tra le braccia. Con la bocca spalancata, avevano richiuso la porta poco prima che Luca svenisse  a terra blaterando parole a caso del genere “Demian, contento, ragazzina, ormoni, Robert Downey Junior, Teddy bear, saltare, povero” seguite da una serie di epiteti poco carini, verso il suo peluche, definendolo un traditore.

Se il manicomio fosse stato aperto e a pochi passi dal loft, Morgan non ci avrebbe pensato due volte, e li avrebbe rinchiusi tutti li dentro, per la loro, e per la sua sanità mentale.

Riguardo Mika, beh lui faceva quello che gli riusciva meglio, cioè stare ore e ore in simbiosi con il suo pianoforte a comporre canzoni sul suo stato d’animo, dalla sera prima perennemente sognante, che per la fortuna dei fan e della sua casa discografia, non avrebbe mai inciso.

Insomma, se troviamo un Demian sotto forma di dodicenne innamorata e un Mika compositore di canzoni a dir poco orripilanti e sdolcinate.. beh significa che il mondo sta andando in frantumi più velocemente di quanto ci aspettassimo, e non sto esagerando.

Morgan e Irene, erano peggio di Licia e Mirko, si punzecchiavano, lui la prendeva in giro per il suo essere un po’ bambina e anche la più piccola, lei gonfiava le guance e gli dava dei pugnetti che non avrebbero mai fatto male  a nessuno. Poi, come sicuramente non avevano mai fatto Mirko e Licia (anche se sotto sotto sono sicura che anche loro fuori dagli schermi inciuciavano) iniziavano a sbaciucchiarsi come due fidanzatini delle medie sotto lo sguardo schifato di Luca e Filippo.

Tutto in quel loft, stava andando a catafascio, coppiette amorose a parte, abbiamo il cantante di ghiaccio che stringe un orsacchiotto di peluche, inseguito da un Luca arrabbiatissimo, non nei confronti dell’amico, ma dell’orsacchiotto, un Filippo che faceva di tutto per ricevere un po’ di attenzioni da parte di Victoria, che invece parlava con Fedez, anzi lei parlava, perché lui stava mangiando con gli occhi Ilaria, che in tutto quel trambusto se la rideva allegramente spaparanzata sul divano...

Arrivata la sera, sarebbero dovuti tutti andare in studio, per la puntata imminente, dopo la ridicola scenetta del pomeriggio diciamo che alcuni di loro si erano ripresi,  per esempio Demian, era tornato in taciturno ragazzo di sempre, appena aveva visto Mika entrare negli studios. Non si sarebbe mai e poi mai fatto vedere dal cantante in quello stato, per carità avrebbe sicuramente pensato che la causa del suo comportamento da ragazzina in piena crisi ormonale era lui. Pensiero assolutamente giusto, visto che era così. Demian scacciò quei pensieri dalla testa, per entrare nel suo camerino seguito dagli altri ragazzi della band.

Quella sarebbe stata la sesta puntata, in gara c’erano ancora: Loro, (The dreamers), Ilaria, Giada, Dirty, Marco, Giulia e Chiara.. come band gareggiavano solo loro, visto il fatto che Morgan si era lasciato un po’ andare gli ultimi giorni.. Le costumiste avevano dato a tutti i componenti della band, libera scelta sul loro outift, un’idea di Morgan che le ragazza addette ai costumi non hanno contestato. In accordo generale, contando che genere di canzone avrebbero dovute presentare, decisero di vestirsi come facevano di solito, solo un po’ più allegri. Inutile dire, quanto questo faceva contenta Irene, che dopo due minuti, era tornata dai ragazzi, con una camicetta morbida, dalle maniche larghe a fiori, un paio di pantaloncini in jeans e dei comuni stivaletti beje con un  po’ di tacco, inutile dire che sopra ai bellissimi capelli biondi lisci, aveva posto una fascia che le copriva in parte la fronte, ricamata color panna. A tutti era piaciuto il suo outfit, così sotto sua iniziativa, aveva iniziato a vestire gli altri membri della band, Morgan compreso. Visto che il tema non era Hippie, decise comunque di essere sobria, lanciando a Demian una camicia azzurra e un paio di pantaloni neri (anche perché il biondo non avrebbe indossato niente di più colorato), una camicia gialla a Luca, e una rosa  Filippo.

Tutti in quel camerino se la ridevano allegramente. Irene aveva avuto la geniale idea secondo Demian, di abbigliare anche Morgan secondo il suo stile, l’interpellato aveva sbarrato gli occhi per poi cercare di fuggire il più in fretta possibile dalla stanza, ma senza ottenere nessun successo.

La sua biondina, gli aveva messo in mano, una camicia larga come la sua,  azzurra con dei ricami astratti sopra, e un paio di jeans a zampa di elefante. Gli aveva fatto indossare una collana secondo lei molto chic, e una fascia sottile sulla fronte. Aveva completato il tutto con degli occhiali rotondi da sole.
-No ragazzi, io da qui non ci esco manco morto- aveva urlato l’artista dal bagno. Tutti erano scoppiati a ridere, tranne Irene, che invece se ne stava con le braccia incrociate davanti alla porta.
-Marco Castoldi, se non esci immediatamente puoi scordarti tutto quello che ti ho promesso stamattina- doveva avergli promesso qualcosa di molto grosso, perché dopo aver pronunciato quelle parole, Morgan era uscito sbuffando incassando la testa tra le spalle, cercando si sembrare piccolo piccolo.

Appena fu fuori, scoppiarono tutti a ridere, il suo stile nero e “sobrio” quasi mai, era stato sostituito dagli abiti hippie che la ragazza gli aveva costretto ad indossare.
-Morgan sei stupendo- squittì lei andandogli incontro ed abbracciandolo.
-Ma sono ridicolo- sbuffò invece lui.
-Beh, ridicolo o meno, non hai tempo per cambiarti, quindi muoviti e cammina- intanto Demian, Luca e Filippo stavano cercando di non esplodere dalle risate, era ridicolo…-

Benvenuti signore e signori alla sesta puntata si xfactor- urlò Alessandro Cattelan, vestito oggi tutto di rosso.- il pubblico impazzi, inutile dire, quanto apprezzato fosse il conduttore.
-Non perdiamo tempo, vi sento in fermento, quindi presentiamo i giudici e i loro concorrenti!- esclamò urlando ancora di più e conquistando le urla e gli applausi del pubblico.. eh già ci sapeva proprio fare…
-Iniziamo con i nuovi arrivati.. e secondo il galateo.. prima le signore.. Victoria Cabello- il pubblico accolse in modo caloroso la giudice.
-Con lei abbiamo, Chiara..- i fan si alzarono in piedi applaudendole con fervore. Chiara, ringraziò il pubblico per poi tornare nel backstage.
-Subito dopo abbiamo Fedez, e con lui Dirty e Marco..- fan di Fedez, Dirty e Marco esplosero nello studio, agitando striscioni e ragazze con scritto in faccia “Fedez il nostro re” se Demian, non fosse stato il prossimo, sarebbe andato da quelle ragazzine e gli avrebbe sciolto il viso nell’acido, per poi urlare “Weasley è il nostro re.. babbane”, ma Luca fortunatamente dopo aver intercettato lo sguardo furibondo dell’amico lo aveva placcato, poco prima di essere presentati.
-Il campione in carica, nonché novello Hippie… aspetta hippie? Morgan ti sei fumato una pianta di Maria per caso?- il pubblico scoppiò a ridere fragorosamente, mentre Morgan a passo di marcia si dirigeva verso il tavolo dei giudici.
-Seguito.. anzi cercando di seguirlo.. dai Dreamers- anche loro avevano un mucchio notevole di fans, con striscioni e addirittura magliette, se ne sarebbe dovuto far prestare una alla fine dello show, pensò Demian, salutando e tornando nel backstage.
-Andiamo avanti va, oddio, aspettate che mi riprendo dalle risate..- disse asciugandosi una lacrima dagli occhi per il troppo ridere intanto Morgan si era attaccato alla lattina di burn.
-Ok, proseguiamo con il rivale dell’hippie.. il cantante anglo-libanese più famoso di tutti.. Mika- il pubblico esplose, Demian non sapeva che Mika avesse così tante fan, era bravo e anche parecchio famoso, ma non credeva così tanto.

Presentarono anche le ragazze di Mika, per poi presentare i concorrenti che avrebbero dovuto partecipare alla prima manche.. i Dreamers erano i primi.
-Bene, Morgan tocca proprio a te..- disse Cattelan cercando di non scoppiare a ridere, sotto lo sguardo omicida di Morgan.
-Questi fanno tutto da soli, quindi non c’è bisogno che li presenti io… dai Dreamers tocca a voi- disse con finta aria menefreghista.

Quando entrarono si posizionarono tutti ai loro posti, anche quella volta toccava a Demian presentare il pezzo, e non aveva niente in mente. Decise di ripetersi in testa le parole della canzone, poi parlò. E lo fece in italiano…

-Molte volte ci capita di apprezzare una cosa solo quando questa ci manca, bisogna apprezzare la vita, e quello che ha da offrirci già da ora… bisogna cogliere l’attimo e saperlo sfruttare, solo così, si è sul tetto del mondo…- disse per poi girarsi verso i ragazzi.
-Oh yeah guys.. On top the world..- loro gli sorrisero, per poi iniziare a suonare… (vi consiglio di ascoltarla mentre leggete questo pezzo della storia)
If you love somebody
Better tell them while they’re here ’cause
They just may run away from you
 
You’ll never know quite when, well
Then again it just depends on
How long of time is left for you

Il primo pezzo toccò a Irene, che lo canto con entusiasmo, guardando un imbronciato Morgan e sorridendo.  Per poi improvvisare un balletto guardando Demian  mentre cantava spronandolo a seguirlo. Demain si arrese e la segui battendo le mani a tempo.

I’ve had the highest mountains
I’ve had the deepest rivers
You can have it all but life keeps moving

A quel punto toccò a Luca, che affiancandosi a Irene e Demian con la chitarra in mano iniziò ad improvvisare anche lui insieme ai due ragazzi. Poi tutti insieme cantarono:
I take it in but don’t look down
 
‘Cause I’m on top of the world, ‘ay
I’m on top of the world, ‘ay
Waiting on this for a while now
Paying my dues to the dirt
I’ve been waiting to smile, ‘ay
Been holding it in for a while, ‘ay
Take you with me if I can
Been dreaming of this since a child
I’m on top of the world.

Si stavano divertendo un mondo, improvvisando i passi di Irene, battendo le mani a tempo, ed alzando il braccio destro ogni volta che cantavano ‘ay. Il pubblico era stato coinvolto da quei quattro ragazzi, tanto da cantare anche loro la canzone, e ad alzare anche loro la mano ad ogni frase ed a ogni ‘ay.
I’ve tried to cut these corners
Try to take the easy way out
I kept on falling short of something
 
I coulda gave up then but
Then again I couldn’t have ’cause
I’ve traveled all this way for something

Quando toccò a lui, Demian non smise di cantare, ma invece di rivolgere il suo sguardo al pubblico in delirio o ai suoi compagni, lo rivolse a Mika, come a comunicargli quelle parole, come se fossero solo loro, li dentro in quello studio.

Cantarono per due volte il ritornello, trascinando anche Filippo con loro e facendo prendere il suo posto da un altro musicista, iniziarono a ballare quella coreografia che ora iniziava ad avere un senso, alzavano le mani e le bracci ad ogni ‘ay, e smettevano di cantarlo quando toccava al pubblico pronunciarlo.

I giudici a loro volta si erano alzati, si erano girati verso il pubblico e avevano cominciato anche loro a farsi trascinare dalla melodia.
And I know it’s hard when you’re falling down
And it’s a long way up when you hit the ground
Get up now, get up, get up now.
 
And I know it’s hard when you’re falling down
And it’s a long way up when you hit the ground
Get up now, get up, get up now.

Iniziò Filippo a cantare quella strofa, per poi essere seguito da tutti i component del gruppo, che presi dall’atmosfera non potevano fare a meno di cantare.
Finito anche l’ultimo ritornello, si inchinarono agli applausi del pubblico e dei giudici, per poi sedersi al loro solito posto. Una standing ovation però, parti ancora dal pubblico, quindi furono costretti ad alzarsi e a sorridere e ringraziare.

-Wow ragazzi, avete infuocato il palco, cos’è volete farlo fuori e farci fuori tutti?- commentò Cattelan sedendosi come al suo solito accanto a Demian, che gli mise un braccio sulle spalle.
-Non sparare cretinate Cattelan, ti ho visto vicino al palco, che ballavi insieme a noi.- lo prese in giro il biondino, facendolo diventare dello stesso colore del suo vestito. Sia il pubblico che i giudici risero, seguiti dal resto della band.
-Fedez..- disse poi riprendendosi.
-Cosa ne pensi si questa grande performance?- 
-Alex, corri a chiamare la polizia, questi qui hanno infranto qualche legge per essere così maledettamente magnetici- disse alzandosi e ricevendo gli applausi e i ringraziamenti misti a risate dei quattro.
-Vedrò cosa posso fare.. Victoria tocca a te..-
-Neanche in discoteca ballo così tanto ragazzi, avete dato il meglio di voi oggi complimenti…- Demian stava rivalutando la Cabello, anche perché lo divertiva come Filippo cercava di conquistarla e lei gli dava costantemente il due di picche.
-Mikaa..-
-God, un giorno di questi, ci rimango secco- tutti interpretarono quell’affermazione positiva, quindi ridendo passarono a Morgan. A Demian però  non sfuggì l’occhiolino che gli aveva fatto il riccio.
-Te l’ho detto io che fanno tutto da soli, scommetto che adesso si elogeranno anche al posto mio..-

Tutti i componenti della band, ringraziarono, per poi andare nel backstage, dove trovarono ad attenderli tutti i concorrenti che contenti gli battevano le mani. Poi videro Ilaria fiondarsi verso Demian, per poi abbracciare anche Ilaria, complimentandosi poi con il resto della band.
Dopo essersi riposati nel loro camerino, vennero richiamati per sapere l’esito della prima prova, quindi dopo essersi sistemati, salirono nuovamente sul palco.
Si disposero, ognuno accanto al proprio giudice, i Dreamers accanto a Morgan, Chiara accanto alla Cabello, e Giada accanto a Mika.
-Bene signore e signori, in questa busta, ho i nomi  dei cantanti o band che passeranno alla prossima puntata..-
-Vi ricordo in oltre che non verranno detti secondo nessuna classifica e..- ma venne subito bloccato da Demian.
-Cattelan ti vuoi muovere? Sto mettendo le radici, lo sanno tutti tanto quello che stai dicendo, lo ripeti ogni volta, quindi dacci un taglio- sbuffò irritato facendo ridere il pubblico.
-Regia potete darmi il permesso di ucciderlo?- chiese Cattelan ad un uomo li vicino, che scosse la testa.
-Prenderlo a parole?-  ancora una volta segno di diniego.
-E va bene..- sbuffò, prima di aprire la busta.
-Forsa levatevi dalle scatole Dreamers siete salvi..- scoppiarono tutti a ridere dall’uscita del presentatore.
-Chiara, sei salva, puoi tornare nel backstage..- dopo aver salutato la Cabello, anche lei torna nei dietro le quinte, mentre Mika da un bacio sula guancia a Giada e la rassicura.

L’eliminato della seconda manche si sfiderà con Giada, e tra i due chi perderà uscirà direttamente dallo show. Intanto però, venne annunciata una pausa, così sia i giudici che i concorrenti andarono a riposarsi o ad abbuffarsi con il buffet. Demian, decise di tornare nel suo camerino e riposarsi.

Non sapeva da quanto tempo era lì, ma si sentiva rilassato, dopo essersi scatenato entrava in uno stato catatonico che quasi nessuno riusciva a tirarlo fuori. Poi quella bolla di relax si dissolse quando qualcuno bussò alla porta.
-E’ aperto, e spera chiunque tu sia che sia una cosa seria, altrimenti potrei ucciderti.- sbuffò, sedendosi meglio sul divanetto. Sapeva benissimo chi era…
-Sono un giudice, you can’t kill me..- disse Mika entrando e chiudendo la porta.
-Chissà perché non mi stupisco..-
-What?-
-Non mi stupisco che tu sia qui..- disse aprendo un occhio e fissandolo.
-oh and..-
-Come? Beh quell’occhiolino fa capire molte cose sai?- Mika arrossì di colpo, facendo riprendere subito Demian, che si alzò e gli andò incontro.
-Sei arrossito- gli sussurrò a pochi centimetri di distanza..-
-Non è vero.-
-Oh si invece, e sei adorabile..- Adorabile? E Da quando in qua usa parole come adorabile? Si sbattè una mano in fronte mentalmente.
-E abbiamo anche un conto in sospeso..- gli sussurrò ad un orecchio, facendolo rabbrividire. Mika si staccò e lo guardò confuso.
-Oh, non fare il finto tonto, sai benissimo di cosa sto  parlando- detto questo, lo spinse, facendolo cadere sul divano.
-Sei matto?- urlacchiò il riccio con gli occhi sgranati, mentre Demian gli si stendeva sopra.
-Tutti i migliori sono matti- si vantò, facendo alzare gli occhi al cielo a Mika.
-E modesto..-
-Si anche..- sorrisero tutti e due. Demian si avvicinò alle sue labbra, ma subito il riccio parlò.
-Bella performance..-
-Già..- non era convinto neanche di starlo a sentire, era ipnotizzato da quelle labbra.
-Bella canzone..-
-Ah ah..- avvicinò il suo volto a quello dell’altro e gli sfiorò le labbra facendolo tremare. Sorrise a quella reazione, bloccò le mani del riccio vicino alla sua testa, ed iniziò a baciargli il collo, alternando i baci a piccoli morsi. Mika aveva sgranato leggermente gli occhi, per poi respirare sempre più pesantemente. Non poteva fargli ogni volta quell’effetto.
-Non ti trattenere.- gli aveva sussurrato vicino al lobo dell’ orecchio che gli stava mordendo sensualmente.
-Po-potrebbe a-rrivare..- ma l’altro lo zittì con un bacio mozzafiato, che gli fece scordare anche il suo vero nome, si era sistemato meglio sopra di lui, e liberandogli le mani, aveva posto le sue ai lati del volto del riccio, approfondendo quel bacio che di casto non aveva proprio nulla. 
Quando si staccarono in uno schiocco, neanche il tempo di capire cosa stesse succedendo, che Demian si tolse da sopra di lui.
-Ci stanno chiamando..- sbuffò irritato.
-Sto cominciando ad odiare questo show..- detto questo usci dalla stanza, non dopo aver scoccato un’occhiata maliziosa al riccio, che era arrossito fin sulla punta dei capelli…
 

Hei hei hei amici.. cosa ne pensate?? Spero che vi piaccia, anche se il ritardo è mostruoso spero comunque che non ve la riprendiate con la storia,..
Vorrei fare dei giochini, ma a questo punto della storia, credo che non si possano più fare.
Oltre a chiedervi cosa volete nel prossimo capitolo, non posso fare altro..
Un bacione
Psiche_delia/ L’Albus Percival Wulfric Brian Silente della storia..

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Capitolo 21
*** Fault in our stars ***


Amava l’inverno, stare sotto le coperte a guardare la pioggia che cadeva, e il freddo che appannava i vetri della finestra.
Spesso a casa di Rebecca quando non era di buonumore, e lei non c’era si sedeva sulla poltrona dove era solita sedere lei, e guardava fuori dal grande finestrone. Guardava tutto, la pioggia che cadeva, lieve o forte che fosse, i passanti che camminavano svelti sul marciapiede, chi con l’ombrello, chi colto all’ultimo momento, con solo un cappuccio a coprirli dall’acqua imminente.

Era capace stare lì per ore, raggomitolato in una coperta, in silenzio, in attesa che lei ritorni, per sfogarsi dei brutti pensieri che gli sfioravano la testa.
Nel loft, non aveva avuto il piacere di starsene da solo, almeno senza che qualcuno lo disturbasse. Così, quel giorno cupo di Dicembre, aveva preso una coperta, e si era seduto su una delle poltrone del salotto, sperando che nessuno lo notasse, per poter stare in pace e serenità con se stesso.

Erano passati parecchi mesi, da quando aveva lasciato casa sua, eppure non si sentiva nostalgico come pensava di divenire stando staccato per troppo tempo dalla sua migliore amica. Si era abituato a quel clima, alle persone che gli stavano intorno e che lo trattavano come un amico. Prima questo non succedeva, se qualcuno vedeva in lui un carattere chiuso ed introverso, girava alla larga, cercando di non avere niente a che fare con quella negatività che spesso emanava.

Pensava a tutte quelle persone, che nello show gli erano state vicine. Luca e Filippo che nonostante tutto gli erano rimasti vicini sempre. Irene.. in lei aveva trovato una sorella minore, da coccolare e proteggere. Morgan, un nuovo amico e accantonando le volte che si comportava peggio di lui, anche un padre con cui confidarsi. Ilaria, un’amica sincera, senza peli sulla lingua, forte e coraggiosa all’esterno ma timida e sola dentro di se.

E poi Mika… non sapeva cosa rappresentava il cantante per lui, un amico? Un confidente? Un compagno? Si stupiva solo al pensiero di poterlo definire compagno, in fondo non avevano nulla in comune, non si erano mai comportati come amici, e men che meno confidenti. Il loro era uno stato sentimentale complesso, che Demian non avrebbe mai voluto scoprire, per paura che possa diventare qualcosa di più per lui, ma in fondo bisognoso d’affetto.

Si strinse ancora di più nella coperta, era in momenti come quelli che avrebbe voluto avere accanto a se un fratello o una madre, era in momenti come quelli che rimpiangeva di essere scappato dalla famiglia che in fondo gli voleva bene, era in momenti come quelli che si sentiva solo come un cucciolo abbandonato a se stesso.
 Sentì schiavare la porta, qualcuno sarebbe entrato, e lo avrebbe visto.. non voleva farsi vedere in quello stato… chiuse gli occhi, sperando che chiunque lo vedesse, pensasse che stesse dormendo, lasciandolo in pace.

Quando Mika entrò nel loft quella sera, e vide Demian accucciato sulla poltrona, come un cucciolo acciambellato, non poté fare a meno di guardarlo dormire. Peccato però che quella che vedeva nel viso del ragazzo, non era la solita aria di beatitudine che caratterizzava le persone che dormono, aveva un’espressione addolorata in volto. Allora Mika capì che Demian non stava affatto dormendo, voleva essere lasciato solo. Così, allontanandosi dalla poltrona si diresse verso le scale.
-Non andartene di nuovo- un sussurro però lo bloccò. Pensava di esserselo immaginato, ma quando si girò, vide che Demain lo stava guardando.
-Come?-
-Non andartene- ripeté ancora, stavolta evitando i suoi occhi. Mika sospirò, ritornò sui suoi passi, togliendosi la giacca e le scarpe. Fece spostare di poco Demian, e si sedette insieme a lui sulla poltrona, lo abbracciò, posando il mento sul capo del biondo, che si era accucciato ancora di più sul suo corpo.

Non parlarono, Mika era sorpreso e anche un po’ triste per il comportamento dell’altro, mentre Demian, aveva solo bisogno di qualcuno che lo abbracciasse, aveva un tremendo bisogno di sfogarsi con qualcuno.
-Quando ero piccolo sono scappato di casa, temendo che i miei genitori si separassero per colpa mia..- iniziò sistemandosi meglio sull’altro, mentre Mika restava in silenzio, sorpreso da quel gesto.
-Non avevo un posto dove stare, per questo decisi di passare la notte da Rebecca,  già a quel tempo eravamo migliori amici, così i suoi genitori, non volendo sapere nulla del perché della mia decisione, mi ospitarono.-
Mika notava quanta fatica facesse a raccontare quella storia, ad ogni frase, dopo ogni parola sospirava, come se potesse racchiudere in quei sospiri tutte le parole che lui non riusciva a tirare fuori. Così, fece quello che si sentiva di fare in quel momento; lo strinse ancora più forte, infondendogli tutto il suo coraggio.
-Quando la mattina dopo mi svegliai, venni a sapere che i miei genitori avevano avuto un’incidente d’auto quella sera stessa. Preoccupati per me, erano saliti in macchina a quell’ora tarda, per venirmi a cercare. Fosse per la preoccupazione o per i continui litigi tra i due, non si accorsero di una macchina che gli veniva incontro… avevano avuto un’incidente stradale..- non doveva piangere, non doveva e non voleva. Ma quelle gocce di acqua salata continuavano a scendere dai suoi occhi, come se avessero un cervello proprio.

Mika non sapeva come si sentiva, poteva solo immaginare l’immenso dolore che stesse provando Demian a raccontargli quella storia, lui non aveva mai perso qualcuno a lui caro..
-Mia madre morì sul colpo, mio padre la mattina dopo in ospedale, stava aspettando me..-  non sapeva perché gli stesse raccontando quelle cose, sentiva solo il bisogno di essere compreso. Avrebbe potuto parlarne con luca, lui sapeva la sua storia, ma sentiva in cuor suo, che avrebbe dovuto condividere qualcosa con il riccio.
-Quando arrivai al suo capezzale, mi disse che era fiero di me. Mi disse che anche la mamma lo era e che mi amavano più di ogni altra cosa al mondo… poi spirò con un sorriso sulle labbra.- Lì Mika capì che il racconto doloroso era finito. Non sapeva come comportarsi.
-E’ passato tanto tempo, così tanti anni, eppure questa cicatrice che mi porto dentro non la vuole smettere di sanguinare copiosamente. Fa male, molto male..- si strinse ancora di più al ragazzo accanto a lui. Si era sfogato, e questo lo faceva sentire come quando era Rebecca a consolarlo.. sicuro.
-E’ questo il problema del dolore… Esige di essere sentito..-
-Colpa delle stelle- sussurrò Demian, sorpreso dalle parole del riccio. Alzò la testa e gli sorrise, un sorriso dolce, di quelli che raramente donava alle persone.
-Grazie..-
-For what?-
-Per esserci..-


Rimasero in quella posizione per molto, minuti, ore, forse anni, protetti da un silenzio rilassante. Non avevano bisogno di parole, bastavano quelle mani intrecciate e quei lievi sorrisi sulle labbra di ognuno per capire che le parole erano inutili in quei momenti…

-Piacere io sono Nicholas Demian Cavalli.- disse ad un certo punto Demian alzandosi e porgendo la sua mano al riccio ancora seduto sulla poltrona, che lo guardava con uno sguardo del tipo “Che s’è fumato questo l’erba pipa?”.
-Ricominciamo… Mika ricominciamo e conosciamoci meglio..- credeva in quello che stava dicendo, lo si capiva dai suoi occhi, limpidi e sinceri. Mika gli sorrise e si alzò a sua volta.
-Michael Holbrook Penniman Junior, in arte Mika..- gli strinse la mano il riccio, sorridendogli incredulo per quella scenette abbastanza ridicola.
-E che sei un principe?- ripetè quella frase divertito.
-Più  a guy con i genitori che piacciono nomi strani..- risero insieme, per poi tornare a sedersi sulla poltrona.

Continuarono a stare ognuno nei suoi pensieri, Mika era contento di essere riuscito a compiere un passo così importante nella vita del biondo, mentre Demian era sollevato per essere riuscito ad ammettere le sue debolezze e a confessarle a qualcuno. Era riuscito anche a ricominciare un qualcosa con Mika, e questo lo faceva sentire bene. Solo una cosa ancora non gli era chiara…

-Mika?- lo chiamò.
-Mh, mh..- rispose il riccio rilassato e con gli occhi chiusi.
-Noi cosa siamo?- a quella domanda Mika aprì di scatto gli occhi, per poi puntarli in quelli argentei del biondo…
-I don’t know.. Noi ci baciamo, poi litighiamo.. non lo so- rispose come se fosse la cosa più normale di questo mondo…
-Io credo che tu mi piaccia..- buttò fuori di fretta.
-I know..- Demian lo guardò confuso.
-Me l’avevi già detto, quando abiamo giocato a obligo and truth..- e aveva ragione,  gli aveva già confessato che era interessato a lui, e anche il riccio aveva ricambiato. Ma qualcosa non lo convinceva… i suoi sentimenti erano diversi.. erano diversi da quelli aveva provato quel giorno chiuso in quella stanza.

Dopo quello scambio di parole, erano stati in silenzio, un silenzio più teso di quello precedente. Un silenzio carico di significati. Demian non riusciva più a sopportare quel silenzio e buttando un occhio sul suo orologio, notò che forse era il momento di darsela a gambe.
-Si è fatto tardi, io vado..- annunciò alzandosi e destando Mika dal leggero dormiveglia in cui era caduto.
-Oh, yes it’s late..- borbottò strusciandosi con i pugni gli occhi.
-Come mai sei venuto al loft qualche ora fa?- gli chiese notando che era stato con lui tuto il tempo.
-Volevo vedere come stava Ilaria, you know.. dopo l’eliminazione di Giada..- annuì, il giorno prima Giada era stata eliminata e questo aveva rattristato molto Ilaria, erano diventate molto amiche.
-La vedrò domani… Goodnight..- Demian lo salutò, per poi dirigersi verso la sua camera…

Quando si mise a letto, notò che Luca dormiva già, quando lui si era rintanato sulla poltrona, il suo migliore amico come al solito stava vedendo qualche film al computer..
Non riusciva a dormire, si rigirava da un parte all’altra del letto, senza però prendere sonno. Tutti i pensieri che gli affollavano la testa, gli impedivano di assopirsi e questo lo faceva innervosire molto.  Si era finalmente aperto a Mika, aveva fatto un passo avanti. Eppure c’era qualcosa che ancora lo bloccava, aveva ammesso a se stesso e al ragazzo che nutriva un interesse per lui, lo aveva già fatto, però sentiva che in lui qualcosa era cambiato. Qualcosa di importante che non lo faceva dormire la notte, e che occupava la maggior parte dei suoi pensieri.

Cercava di rivivere tutti i momenti avuti nel loft, eppure non riusciva a capire cos’era quel qualcosa dentro di lui che lo faceva sentire diverso dal Demian di molte settimane fa.

Da quando era entrato era stato il Demian che conoscevano tutti, freddo cinico e calcolatore. Aveva conosciuto molte persone e si era fatto a sua volta conoscere da queste, aprendo mano mano la porta del suo cuore. Poi i vari litigi con Mika, i baci e le discussioni. I pianti e le sofferenze che gli avevano attanagliato il cuore, poi di nuovo la serenità..

In quel momento si sentiva un’analfabeta, non riusciva a leggere dentro di sé, non riusciva a capire di cosa avesse bisogno, poi sentendo dei rumori provenienti dal piano di sotto capì… un fulmine lo colpì e tutto si fece più chiaro…

Lui non aveva bisogno di qualcosa per sentirsi bene e in pace con se stesso.. lui aveva bisogno di qualcuno che lo comprendesse e che lo rassicurasse. Qualcuno che fosse l’opposto di lui, estroverso e solare, qualcuno che bilanciasse il suo perenne cattivo umore.. qualcuno che gli dimostrasse tutto l’affetto che non aveva avuto in quegli anni.

Scese di corsa dal letto, si vestì con le prime cose che gli passavano sotto mano, prese il giubotto e senza neanche chiudere la porta del loft, si immerse nel buio di Milano, schiarito solo dai lampioni, e dai fari delle poche macchine ancora in giro a quell’ora. Sapeva dove andare, e sembrava come se i suoi piedi avessero sempre fatto quella strada. Poi un portone e un campanello… suonò.

Mika aveva sempre amato le cose colorate, in quel momento stava sognando di viaggiare su una nuvola, e che tutto intorno a lui fosse colorato da colori pastello… era tutto talmente dolce e colorato che quando il suono del campanello lo svegliò, si stupì di essere contento che qualcuno lo avesse interrotto. Poi guardando l’ora tarda il riconoscimento verso quella persona sparì.. Quale persona sana di mente girerebbe a quell’ora di notte e suonerebbe il suo campanello?

Ancora in pigiama, scese le scale e aprì la porta di casa sua, con un diavolo per capello, pronto a sbraitare nel suo “perfetto” italiano contro chiunque si fosse presentato alla sua porta. Quando però notò la figura di Demian, fasciato in  dei jeans rossi mai visti addosso a lui e una maglietta al contrario, tutti gli improperi che aveva intenzione di scagliargli contro gli morirono in gola..
-Demian you’re sleepwaling?- poi si sbattè una mano in testa mentalmente, se era un sonnambulo non avrebbe risposto no?  Si preparò a doverlo svegliare, anche se sapeva che se si sveglia un sonnambolo lo si potrebbe traumatizzare, ma era il minimo visto il fatto che lo aveva svegliato alle tre del mattino.
-Non sono un sonnambulo, devo…devo dirti una cosa.- l voce del biondo, fece smettere Mika che intanto stava progettando un piano per non traumatizzare un sonnambulo.
-Oh.. emh, yes.. so?- chiese in imbarazzo
-Eh.. si ecco.. lo sapevo io dovevo prima prepararmi un discorso..- borbottò tra se e se contorcendosi le man, mentre il riccio lo guardava divertito e confuso..
-Prima mi hai citato una frase di “colpa delle stelle” ricordi?- Mika annuì ancora più confuso.
-Ecco, se non riesco a dirti quello che provo a parole mie, lo farò con quelle di qualcun altro..- il riccio non riusciva a capire, cosa intendeva dire?
-Demian, sei sicuro di star be..-
-No non mi interrompere..- Mika chiuse subito la bocca.
-Ho capito perché mi sento così diverso in questi giorni.. “Mi sono innamorato come ci si addormenta; piano piano, e poi tutto in una volta…-
 


Bene ragazzuole, non ho scritto niente all’inizio del capitolo, perché mi era appena venuto un colpo di genio e se iniziavo uno dei miei soliloqui poi mi sarei dimenticata tutto. Ho appena finito di leggere “Colpa delle stelle” un libro di Jhon Green molto bello, ho visto anche il film e me ne sono innamorata, in due giorni mi sono disidratata per quante lacrime ho versato..
Qui abbiamo un capitolo interamente dedicato a Demian e Mika, so che non è molto lungo, me essendoci solo loro due come coppia, non volevo poi cadere nell’ovvio  o nel banale continuando e comunque inserendo dettagli che non sarebbero serviti al fine della storia…
Spero che questo finale vi sia piaciuto, non me la sentivo di continuare per questo dopo la bellissima frase tratta dal libro ho messo un punto…
Ora decidete voi cosa fare, volete che nel prossimo capitolo, io continui da quella frase, oppure volete che passi direttamente al giorno dopo con gli sviluppi?
Un bacione, e spero che vi sia piaciuto… l’ho scritto di getto, quindi mi scuso per eventuali errori grammaticali o di sintassi..
Un bacione

Psiche_delia che si sente molto Jhon Green..


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Capitolo 22
*** Mi prendi per i fornelli? ***


Buon giorno, buon pomeriggio, buona sera e buona notte… perfetto li ho scritti tutti. Siccome non so quando precisamente pubblicherò questo capitolo, meglio essere preparati.
Sono le 14.46, ho appena iniziato a scriverlo e non saprò mai quando lo finirò, se stasera, domani mattina, o domani pomeriggio. Resta il fatto che dovrò comunque postarlo e farvi felici lo stesso.

Il capitolo scorso è piaciuto… fiu tiro un sospiro di sollievo. Credevo che stesse succedendo tutto troppo in fretta, ma pare che le fans della “Mikenian” non vedono l’ora di vedere (scusate il gioco di parole) insieme in atteggiamenti  come posso dire… intimi.

Non posso farvi nessuno spoiler, in quanto non so cosa scrivere, posso solo dirvi che mi sento di buon umore, quindi non dovrebbe uscire un capitolo troppo depresso.. hei non vi prometto niente, mia sorella vuole rubarmi il computer, potrei commettere un omicidio e cambiare il mio stato d’animo, da buon umore a killer impazzito… e qui sarebbero cazzi perché ci sarebbe un fatal finale… cioè ucciderò qualcuno.

Bene, premesso questo, spero il capitoletto qui in basso sia di vostro gradimento, alle cinque e mezza devo andare agli allenamenti quindi non so se riuscirò a finirlo… e la cosa di cui non mi rendo conto è che a voi sicuramente non frega una cippa lippa di quello che faccio io nel tempo libero..  vi vedo già..
-Cosa vogliamo?-
-Il capitolo!!-
-E quando lo vogliamo?-
-Oraaa!!-
Bene afferrato il concetto.. buona lettura.

-La vostra sclerotica, sociopatia, sovraeccitata, psicopatica, schizzofrenica e chi più ne ha più ne metta.. Psiche_delia..
 
-Ho capito perché mi sento così diverso in questi giorni.. “Mi sono innamorato come ci si addormenta; piano piano, e poi tutto in una volta…-
Prese un grande respiro, ecco… glie lo aveva detto, aveva ammesso tutto quello che si teneva dentro ad alta voce. Ora si sentiva svuotato, libero, leggero, non gli importava la reazione che avrebbe avuto Mika, era riuscito a superare le sue paure, sarebbe riuscito a superare anche tutto il resto…. Purtroppo però, più il silenzio si divulgava tra i due, più le convinzioni di Demian vacillavano.

-Ti prego di qualcosa..- Mika si risvegliò dal suo torpore.. Non si aspettava che il biondo lo venisse a svegliare, alle tre del mattino o della notte.. comunque era sempre presto. Non poteva pretendere di vederlo lucido e pimpante… Cazzate, la verità era che Mika era entrato completamente in palla, l’ultima persona che gli aveva fatto una dichiarazione, era stato il suo ex-fidanzato, -che per altro lo aveva pure tradito-. Inutile dire però che gli faceva anche un immenso piacere…
-Ho sonno- Avete presente, quando nei cartoni animati, una personaggio dice una cosa completamente inaspettata, e quelli che lo ascoltano cadono per l’assurdità della cosa? Beh se Demian fosse stato un personaggio dei cartoni animati, avrebbe fatto la stessa fine..
-Mika, ma sei sordo o cosa più plausibile completamente scemo?- gli chiese stralunato. No per dire, si è fatto tutta quella strada al freddo, vestito come un coglione per fargli una dichiarazione che in confronto, quelle dei libri gli avrebbero pulito casa, e lui che cosa fa? Vuole andare a dormire? Ma io dico, quando Dio distribuiva il cervello lui era al cesso per caso?
-Non sono scemo, ho sonno .. damn sono le tre..- piagnucolò come un bambino, dopo un altro sbuffo del biondo, lo prese per il gomito o lo fece entrare in casa. Salì gli scalini del suo loft, trascinandosi appresso un Demian, che si sentiva vagamente un cagnolone al guinzaglio, in balia del padrone.

Quando il riccio aprì la porta della sua camera, lasciò il biondo, per poi tuffarsi sull’enorme letto matrimoniale. Demian era rimasto invece fermo ad ammirare la stanza. Era semplice, per un carattere eccentrico come quello del cantante. Il letto sul quale si era tuffato, era sfatto ma si potevano intravedere le lenzuola celesti, e il piumone di un colore un po’ più scuro. Affianco, vi era un comodino basso con sopra un libro, una sveglia e il cellulare. Per il resto, a parte un piccolo divanetto e una pianola, la stanza era completamente deserta. I muri erano semplici, bianchi ma con su delle scritte nere che rappresentavano frasi di canzoni, di libri o di discorsi celebri.
-Come here- borbottò Mika già mezzo addormentato. Demian alzò le spalle, togliendosi la maglia, e facendosi spazio vicino al riccio.

Era molto stanco, e anche se gli aveva dato fastidio non aver ricevuto una risposta, lo stare nello stesso letto dell’altro, lo faceva sentire notevolmente bene. E con quella sensazione, si addormentò…

Quella mattina, si svegliò con la sensazione che qualcosa non andava,  togliendo il fatto che fuori stava facendo il diluvio universale, e che i tuoni lo avevano svegliato, sentiva un calore sul petto, e un braccio intorpidito, ma tutto sommato si sentiva anche più rilassato di quando era andato a dormire quella notte.
Aveva fatto un sogno abbastanza strano, e solo a pensarci il sangue gli affluiva fin sulle gote. Aveva sognato che aveva aperto durante la notte, a un Demian con un paio di pantaloni rossi.. già che aveva quell’abbigliamento dimostrava che era un sogno, e poi gli aveva fatto una dichiarazione che avrebbe fatto invidia a quella dei miglior romanzi rosa.. Demian non avrebbe mai fatto una cosa del genere dai… era già tanto se aveva ammesso che lui non gli era indifferente. Si sentiva stupido ad aver fatto quel sogno, e ad aver pesato che fosse vero.

Decise di aprire gli occhi, era inutile rimanere ancora al letto, e poi aveva anche un certo languorino. Quando mise a fuoco la stanza, la trovò come l’aveva lasciata la sera prima, solo una maglietta che lui non aveva mai vista, era abbandonata sul divanetto vicino al finestrone. Corrucciò la fronte, la sera prima non c’era… quando poi abbassò lo sguardo, e notò la testolina bionda di Demian posata sul suo petto, ci mancò poco che non si mettesse ad urlare.
Come… Perché.. ma che cazz..Erano questi gli unici pensieri che affollavano la sua testa. Poi si ricordò del sogno e arrossì ancora di più.. Se Demian si trovava nel suo letto, abbracciato a lui e con indosso ancora i jeans rossi, allora significava che…. Non era stato affatto un sogno, era successo sul serio, Demian gli aveva davvero detto quelle parole..

Si rilassò, non voleva più uscire dal letto, sorrise alla visione del biondo che se la dormiva allegramente incurante che lui lo stesse osservando. Scostò con una carezza la ciocca di capelli fini che gli ricadeva sugli occhi, facendogli storcere il naso. Anche da addormentato aveva quell’espressione corrucciata in volto, con le labbra arricciate. Avrebbe voluto che si svegliasse per poterle baciare quelle labbra.. e vedere quegli splendidi occhioni grigio-argento che aveva amato sin dalla prima volta che avevano incontrato i suoi. 
-Sono sveglio, smettila di accarezzarmi.. non sono ancora diventato un animaletto domestico..- e scorbutico come al solito, ma infondo se voleva Demian, avrebbe dovuto ottenerlo con tutti i pregi e i difetti.. Un pacchetto completo insomma.
-Scorbutico..- borbottò il riccio a bassa voce, non troppo bassa però da non permettere al biondo di sentire.
-Che hai detto scusa?-
-Nothing- urlacchiò con una vocina isterica. Demian rise.
-Mi hai appena dato dello scorbutico?-  indagò, alzandosi dalla superfice comoda su cui aveva dormito..
-Io? Non so neanche cosa significa, non poso averla detta- il biondo scosse la testa, stava iniziando a parlare troppo bene l’italiano per i suoi gusti, e anche ad essere paraculo come gli italiani. Sorrise maligno, la cosa che aveva imparato, stando a stretto contatto con il riccio, era che soffriva il solletico in una maniera assurda.

Quando si erano baciati, nella sala del pianoforte, e Demian gli aveva sfiorato il collo, se non fosse stato il braccio del biondo ad incastrarlo in una morsa ferrea, si sarebbe allontanato di scatto.
-Sai? Non amo che mi si prenda per i fondelli..- sussurrò con la voce roca per il sonno, e gli occhi stretti a due fessure, comunque molto divertiti. Mika si agitò, alzandosi con il busto, e poggiandolo sulla testiera del letto, aspettandosi un attacco dal biondo. Una cosa che invece aveva imparato Mika, era che nessuna azione contro Demian passava impunita, senza che lui si vendicasse… Stava iniziando a sudare freddo, e a ridacchiare in modo isterico. Demian dentro di sé rideva per le reazioni fin troppo esagerate del riccio.
-Non sono bravo a cucinare- se ne uscì in un moto di panico. Demian si bloccò di scatto, ancora carponi sul letto. Passò un secondo, poi due.. alla fine scoppiò a ridere in maniera isterica. Non riusciva a fermarsi.. poteva sopportare i peggio strafalcioni, come per esempio choosare o developpare, ma quella le superava tutte.
Mika intanto si chiedeva del perché stesse ridendo, non lo prendeva per i fornelli, non era bravo a cucinare e non aveva compreso appieno la sua battuta, voleva cucinare? Non sembrava che avesse fame, cosa centravano i fornelli?
-Are you hungry?- le risate convulse del biondo aumentarono, rischiando di farlo cadere dal letto. Il riccio si stava innervosendo, ci stava che lo prendevano in giro le persone che non lo conoscevano, passano i suoi errori lessicali, ma addirittura a ridere sguaiatamente per dei fornelli.. gli sembrava esagerato! Se aveva fame, gli avrebbe portato qualcosa dal bar qui sotto, ma di cucinare non se ne parlava proprio..

Mise su il broncio, incrociando sia le braccia che le gambe, aspettando che il biondo finisse di prenderlo in giro per una cosa che non aveva nemmeno capito.
Quando le risate convulse si affievolirono, Demian stava cercando di riprendere fiato. Non aveva mai riso tanto in vita sua, e di momenti divertenti ce ne sono stati. Per esempio, quando Rebecca  era finalmente riuscita  a farsi fare un autografo da Marco Mengoni dopo un suo concerto, e lei invece di andarsene trionfante con il pezzetto di carta firmata tra le mani, si era messa ha fare il balletto della vittoria (che avevano inventato in terzo superiore per il loro primo 6- in matematica) davanti appunto al cantante. Dopo aver trascinato via, una Rebecca che avrebbe voluto sotterrarsi come uno struzzo nel cemento, era scoppiato a ridere per l’assurdità del momento.
-It’s not funny- borbottò il riccio imbronciato. Demian sorrise, sembrava che quella mattina il sorriso era costretto ad aleggiare sulle sue labbra.
-Oh si che lo è- continuò la sua salita verso il bel cantante. Dopo le risate e il broncio sexy di Mika, la sua vendetta poteva anche essere posticipata, magari di un ora..  due.
-Ricordi? Noi avevamo qualcosa in sospeso mi sembra..- gli soffiò in un orecchio malizioso. Sentì Mika rabbrividire, e questo non poteva non fargli piacere.
-you’re wrong.- cercò di dire il riccio muovendosi cautamente per non sfiorare nessuna parte del corpo del biondo, che avrebbe potuto infiammare tutti e due. Demian lo sentiva muoversi come un anguilla, mentre cercava di liberarsi dalla sua morsa. Aveva approfittato infatti del suo disagio, per mettersi a cavalcioni su di lui, con le braccia rispettivamente vicine ai lati della testa del cantante. Lo vedeva, vedeva quell’espressione timida in volto, ingenua e tesa allo stesso tempo, anche se ormai vantava i suoi trent’anni, Mika ai suoi occhi sembrava un bambino alla prima cotta, con le guance rosse e l’espressione di chi non sa cosa fare e come si deve muovere. Aveva fatto tanti sbagli nella vita, se ne rendeva conto, eppure quello di sbaglio non gli pesava. Sentiva di star facendo la cosa giusta e per la prima volta nella sua vita, diede ascolto al suo istinto, con calcolata lentezza, si calò sulle sue labbra, gli stava dando una scelta, il tempo per ritirarsi, ma quando le labbra timide del riccio sfiorarono le sue, quella passione repressa che era racchiusa ormai da troppo tempo dentro di lui, si scatenò travolgendoli entrambi in un bacio appassionato.

Leccava quelle labbra, come se fossero il frutto più dolce che il mondo abbia da offrire, sospirava ad ogni piccolo gemito del riccio… Mika era in estasi, nessuno l’aveva mai baciato a quel modo, nessuno l’aveva mai accarezzato con la dolcezza e la passione che invece ostentava Demian, il suo cuore scoppiava di felicità ed eccitazione. Con un colpo di fianchi ribaltò le posizioni, vide il biondo storcere le labbra evidentemente non amava non avere il controllo su un qualcosa, il cantante invece sorrise… le danze erano aperte, tanto vale iniziare a ballare… mentre le sue mani accarezzavano gli addominali del biondo iniziò a mordergli leggermente il collo, facendo gemere arrabbiato Demian che odiava essere così in balia di Mika che sembrava così… così… esperto, mentre lui pensava a quei denti e a quella lingua che riempivano il collo di attenzioni, gli infilò le mani sotto la maglietta alzandola sempre di più verso l’alto, fino a quando non glie la tolse definitivamente. Erano in balia delle emozioni, e Mika se ne rendeva perfettamente conto, sapere che Demian era innamorato di lui, la bellissima dichiarazione (anche se per niente originale) gli avevano gonfiato il cuore di gioia. Demian intanto, approfittando della distrazione del riccio, ribaltò di nuovo le posizioni, spalmandosi su  di lui spudoratamente.

-Prima regola scricciolo.. mai distrarsi quando stai con me, potrei offendermi  vedendo che le tue attenzioni si stanno facendo un viaggetto a fantasilandia- Mika rise ammirandolo, seduto a cavalcioni su di lui con la luce del mattino che gli faceva risplendere i capelli biondissimi.. sembrava un angelo, il suo angelo.
-Come mi hai chiamato?- si alzò sui gomiti Mika, il biondo rise, spingendolo nuovamente sul materasso.
-Scricciolo..- ripetè sulle sue labbra, ma Mika girò il viso dall’altra parte.
-Sono più grande di te little angel, e non solo di età..- gli disse accigliato.
-Vuoi rovinare questo momento con precisazioni inutili?- commentò acido il biondo sfregando il suo bacino contro quello del riccio, che si trattenne dal gemere spudoratamente, se fosse sopravvissuto, si sarebbe dovuto fare una doccia fredda..
-Quale momento?- decise di scherzarci un po’su… Demian lo guardò con sfida, non sarebbe riuscito a metterlo in imbarazzo.
-Hai capito Mika.. sembra che quando sei eccitato il tuo italiano migliori.. il momento cantante dei miei stivali… in cui il piccolo angelo sopra di te- e si indicò con una nota sadica nella voce che fece vacillare la spavalderia del riccio.
-Ti farà urlare talmente tanto, che i vicini saranno costretti a chiamare la polizia per disturbo della quiete pubblica..- Se con quella frase Demian pensava di far arrossire di vergogna il ragazzo sotto di lui, allora si sbagliava di grosso.. stava parlando con l’uomo che aveva scritto canzoni del tipo “Succhia forte i tuo lecca lecca” o ancora peggio “Quando io e te facciamo Boum Boum Boum”..
-Oh…. Tu intendi boum boum boum?
-Oh.. così mi tenti- ripeté facendo sorridere Mika. Era impossibile come anche in situazioni come queste riuscissero a lanciarsi frecciatine e scherzarci su. Demian infondo, si sentiva così bene, leggero.. anche se la sera prima non aveva ricevuto risposta alla sua –secondo lui- patetica dichiarazione, in cuor suo sperava che il momento del verdetto fosse sempre più lontano. Gli piaceva quella tranquillità, che loro modo di dialogare e di stuzzicarsi, lo faceva sentire.. felice. E se questa felicità derivava dall’ignorare una risposta che per quanto possa essere agognata, potrebbe distruggerlo , allora avrebbe preferito bloccare il tempo in quel preciso momento, lui disteso sopra Mika mentre li coglieva un bacio appassionato.

Non aveva bisogno di risposte, aveva tutto ciò di cui aveva bisogno, per le risposte ci sarà tempo dopo..


Vi prego… non prendete decisioni affrettate, e non fate gesti inconsulti… si esatto, dico a te ragazza con la fiaccola e il forcone in mano.. e anche a te con la spranga chiodata! Lo so lo so… non aggiorno dai tempi della rivoluzione francese, ma giuro che ho un ottimo movente!
La scuola mi sta risucchiando più tempo di quanto io mi aspettassi, e adoro moltissimo questa storia, quindi comunque non ho intenzione di lasciarla incompresa, dovrete però aspettare un attimo di più per la pubblicazione dei prossimi capitoli, non cos’ tanto tempo ovvio, però non sarà ogni due giorni come facevo prima.
Spero comunque che questo capitolo –se pur corto- vi sia piaciuto.. non mi andava di renderlo troppo pesante, era un capitolo di passaggio e lo so che dopo tutta questa attesa volevate un bel capitolo ma… devo rinfrescarmi un po’ le idee.
Fatemi sapere se siete ancora interessate alla storia, se ve la siete dimenticata scrivetemelo così nel prossimo capitolo faccio un breve riassunto, anzi lo fa il nostro racconta storie.. com’è che si chiamava? Poi lo vado a rileggere..
Perdonatemi anche per il faatto che il capitolo è imperdonabilmente corto... non uccidetemii!!

Eeeeh quindi niente, spero di aver detto tutto.
Un bacione
Psiche_delia

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Capitolo 23
*** I sette punti ***


Non sono qui per pregarvi di non uccidermi, sembrerei solo patetica. Mi dispiace di lasciare questa storia in balia di se stessa ma la scuola e tutto il resto mi stanno uccidendo.
Avevo intenzione di scrivere altri capitoli, l’idea c’era, la voglia anche mancava solo una cosa…. Avevo dimenticato completamente la storia. Lo so scusatemi ma non mi ricordo niente e non riesco a trovare negli altri capitoli le giuste informazioni che mi servono
Cosa c’entra questo? Beh qui entrate in atto voi, ho letto che vi mancano molto quei giochini demenziali che anche a mio parere erano stupendi!
Bene, chi per primo mi scrive in una recensione le cose di cui ho bisogno potrà scegliere il pezzo da far cantare ai dreamers nel prossimo capitolo… siete pronti?
Bene iniziamo.
  1. I nomi degli eliminati dell’edizione.
  2. Ho fatto aprire Demian con Mika riguardo il suo passato?
  3. (Questa è per voi) Volete un sequel?
  4. (sempre per voi) o volete che la finisca qua?
  5. (questo è un mio capriccio) io voglio fare un sequel quindi guardate il punto 3
  6. Volete una –o più- scene lemon tra Mika e Demian
  7. Volete una scena lemon tra Irene e Morgan?
 
Bene credo che lo abbiate capito, la numero 1 e la numero 2 sono le uniche a cui dovete per forza rispondere per scegliere il brano, le altre mi servono ma fate come volete! L’unica cosa… la canzone che potrete scegliere deve essere per forza un duetto!
Spero che non vi siate dimenticate di me!
Un bacione
Psiche_delia alias (perché fa più scena) Camilla

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Capitolo 24
*** I'll never leave you alone ***


Mi hanno rapito, giuro che sono stata rapita da una schiera di my little pony inferociti. Ok  non ho scuse per questa lunghissima pausa, ma avete presente il blocco dello scrittore? Beh altro che blocco il mio era un vero e proprio muro di cemento armato rinforzato in titanio. Eh niente ogni volta che cercavo di mettere due lettere in riga, finivo per scrivere tante di quelle cretinate che alla fine ne uscivo con una pagina bianca e un martello pneumatico infilato nel cervello… non è una bella immagine lo so! Anyway, non so ancora se il muro della scrittrice di cemento armato e rinforzato in titanio l’abbia abbattuto, anche perché sto scrivendo queste cretinate che spero vivamente che leggiate altrimenti mi sentirei abbastanza inutile… che tristezza.
No davvero non ho uno stralcio di idea in testa per questo nuovo capitolo, volevo far fare bunga bunga, boom boom boom, fiki fiki o come volete chiamarlo voi, tra i due protagonisti ma mi rendo conto che le mie nozioni in materia sono scarsissime quindi se durante il capitolo mi venisse la malsana idea di inserire una scena lemon… beh mi affiderò alle innumerevoli fanfiction slash che ho letto “non prendetemi per una pazza psicopatica vi prego, io amo le slash”  ma leggere è un conto e scrivere è un altro, me ne rendo conto dal fatto che sto scrivendo come un alpaca incinta di 8 gemelli maschi, cosa che non ha senso e che ho inserito per dirvi che ci sono frasi che scrivo completamente prive di grammatica come questa, e frasi in cui metto talmente tante virgole che se dovessi fare davvero una pausa per ognuna non riuscirei a completare il capitolo neanche in tempo per la prossima eclissi.

Bene ora che ho completato il mio soliloquio o sproloquio o monologo… mi vergogno a dirlo ma non ho mai capito la differenza e ora non mi va di cercare su internet… inizierò a scrivere questo capitolo.
Benissimo spero che non vi faccia schifo, spero che qualcuno si ricordi la storia, spero che almeno una mini recensione riuscirò ad ottenerla.
Un ultimissima cosa! Mi sono completamente dimentica dei concorrenti che ho fatto uscire dal programma quindi chiedo venia per qualunque strafalcione io stia per scrivere!
Ho finito!!
OPSiche_delia


Demian POV

Non so cosa mi prende, mi sono rincretinito di punto in bianco! Sorrido come una ragazzina che ha appena dato il suo primo bacio a un ragazzo più grande di lei, ok forse ho inserito troppi dettagli ma il succo è questo, Dio mi sento ridicolo. Dopo quel piccolo discorso costruttivo su vicini e boom boom boom siamo rimasti nel letto, io vergognosamente spalmato su di lui e Mika che tiene posata una mano sotto il mio sedere e una sulla schiena, si sta talmente tanto comodi in questa posizione che non mi passa neanche per l’anticamera del cervello di spostarmici. Sposto leggermente la gamba in avanti e.. non l’avessi mai fatto con quello spostamento i nostri bacini si scontrano, provocandomi una lieve scossa nel basso ventre, anche Mika deve essersene accorto perchè sento che sta trattenendo il respiro. –Se ci tieni to my mental health, smettila di struscirti su di me- mi scappa un sorriso, non solamente per la parola sbagliata ma anche perché so che lui mi desidera quanto io desidero lui, ma ancora non riusciamo ad andare più infondo di così. –Hei libanese me la spieghi questa cosa?- lui mi guarda con la fonte corrugata. –Perché non riusciamo ad approfondire il nostro.. emh rapporto?- perché mi sento come se fossi una verginella pudica che sta per farlo per la prima volta? Vedo che corruga la fronte ancora di più.
Ma come non era migliorato con l’italiano? –Sveglia gigante di un inglese perché non riusciamo a fare sesso?- forse ero stato troppo diretto perché lo vedo arrossire di botto.. ma andiamo con tutte le canzoni a sfondo sessuale che ha scritto si scandalizza per così poco? –Andiamo non fare la verginella pudica che non ti si addice affatto-  sorrido, lo so mi sto divertendo un sacco a prenderlo in giro, lui sembra mettere il broncio. –Enough, non sembro una verginella pudica- Evvai ha imparato parole nuove! Se non fossi già rincretinito di mio mi sarei stretto la mano da solo. –Oh andiamo darling non dirmi che la parola sesso ti imbarazza perché la mia autostima potrebbe abbassarsi- credo di averlo punto sul vivo perché appena finisco di pronunciare queste parole, ribalta le posizioni e con un colpa di fianchi mi ritrovo un vatusso a cavalcioni sullo stomaco. –Now vedi chi è la verginella- senza che io possa ribattere, le sue mani mi prendono la testa per far combaciare le nostre labbra, quello che ci scambiamo è un bacio profondo, inserisco le mie mani nei suoi ricci e lo sento stringersi sempre di più a me, sospiro, gli schiocchi dei nostri baci rimbombano per tutta la stanza fino a quando Mika non decide di aver torturato abbastanza le mie labbra, alzando leggermente il viso dal mio, inizia a sbottonare uno per uno i bottoni della mia camicia lasciando carezze e scie di baci umidi ad ogni bottone tolto dall’asola, il mio corpo inizia a pompare sangue per tutto il corpo ed ogni bottone è una scarica di puro piacere al basso ventre, continuando ad accarezzarmi il busto e le spalle mi toglie la camicia, ricominciando la sua lenta tortura lentamente dal collo, quando poi morde una parte particolarmente delicata dietro l’orecchio, cerco di trattenere un gemito inutilmente, socchiudendo gli occhi. –Oh oh ho trovato something- riapro gli occhi fulminandolo, dannazione quel suo sguardo non posso reggerlo, gli occhi leggermente socchiusi e le sue labbra semi aperte e con un ghigno a deformarle. –Zitto Babbo Natale e continua- lo vedo sorridere mentre continua  quelle lenta ed agonizzante tortura.

Chiudo gli occhi per godermi ogni attimo di quelle labbra, poi non le sento più. Apro gli occhi e mi rendo conto che Mika si è fermato e ora mi sta guardando torturandosi il labbro inferiore con i denti. –Beh?- gli faccio leggermente scazzato dal suo stop improvviso. Lui sorride per poi chinarsi verso di me e scostandomi un ciuffo ribelle dal viso. –You’re beautiful you know?- e il mio cuore si scalda un pochino di più, non glie l’ho mai detto ma sentirlo parlare in inglese con quel tono di voce misto tra sensualità e dolcezza mi fa impazzire adoro quando parla inglese con me, perché è la sua lingua madre e ciò significa che con me si sente a casa. Scuto leggermente la testa sorridendo invertendo le posizioni e mettendomi sopra di lui. –Tu sei bellissimo cazzo!- dico prima di baciarlo per poi scendere sul suo collo.

Sentirlo gemere solo per dei semplici baci è eccitazione pura, liquida, che mi score nelle vene e che fa pompare sangue al cervello e a qualcos’altro, accarezzando ogni lembo di pelle che posso, gli sfilo la t-shirt tirandola verso l’alto, senza rendermene conto Mika mi sfila i pantaloni del suo pigiama che mi aveva prestato la sera prima, notando che i suoi già hanno fatto una brutta fine sul pavimento. –Quando li hai tolti?- mormoro rituffandomi a baciare e toccare quei leggieri addominali, -Ah, p-prima- sapere di averlo eccitato solo con dei baci mi fa capire quanto sia preso da me in questo momento e quanto io sia felice di questo.  Scendo sempre più giù fino ad arrivare all’elastico dei boxer che a quanto vedo sono strani quanto colui che li indossa e sorrido. –Mi prendi in giro Mika? Anche i boxer a forma di pacco regalo?- lui riapre gli occhi leggermente socchiusi per poi borbottare qualcosa in inglese.. o era francese? – Holy shit! You're out of your mind- sbotta sempre in inglese, cerco di non scoppiare a ridere, è talmente preso da non riuscire a selezionare la parola italiano nel google traduttore che ha in quella fottuta testa. –Keep calm bambi- mi fulmina con lo sguardo, prima di strabuzzare gli occhi, le mie mani stanno accarezzando le sue gambe lentamente salendo e scendendo in un lieve massaggio che piano piano sale sempre di più, fino ad arrivare fino all’interno coscia, dove lo sento ansimare sempre più pesantemente. –D-Demian- mormora con il fiato corto. –I hate you- ridacchio divertito, amo farlo impazzire due metri  e una coscia di Taylor Swift di uomo completamente alla mia mercè.

-Vogliamo scartare questo bel regalo?- soffio nel suo orecchio, lo sento mugugnare un assenso mentre sento la sua erezione pompare sulla mia coscia nuda. Sorrido è tempo di terminare i giochi. Gli tolgo lentamente i boxer liberando la sua intimità lo sento sospirare e mi rendo conto di quanto io l’abbia torturato, si vendicherà.. ooh sì che lo farà. Mi sfilo anche io i boxer e la mia espressione cambia di punto in bianco, ora sono serio e preoccupato che non voglia la stessa cosa che voglio io. Mika sembra capire le mie paure perché apre completamente gli occhi e mi tira su accarezzandomi il viso. –I love you.. e volio quello che vuole te- il mio cuore si riempie di gioia, non rispondo non abbiamo bisogno di parole e sono felice che mi abbia parlato con il suo italiano un po’ sgrammaticato.

Lo bacio, con passione, con amore, lo bacio trasmettendogli tutta la sicurezza e l’affetto che provo per lui, poi continuando ad accarezzarlo lo giro con la pancia rivolta verso il materasso e continuo ad accarezzare la sua schiena e i suoi fianchi per farlo rilassare. –Relax Micheal i’m here-  sento la sua schiena tendersi per poi rilassarsi un pochino. Prendo il lubrificante e il preservativo, indosso il secondo e uso il primo per far sentire a Mika meno dolore possibile. Lo sento sospirare pesantemente e mi chiedo perché tutta questa agitazione, ma non mi sembra il caso di parlare.  

Mika’s Pov

Sospiro pesantemente, non voglio mostrargli la mia ansia ma sono agitato, molto agitato  non so spiegarmi neanche io il perché. Lo sento trafficare con il lubrificante e lo ringrazio mentalmente per l’uso di quell’oggetto, sento qualcosa intrufolarsi nella mia apertura e mugolo, è una sensazione sgradevole non normale il mio corpo si deve abituare a quell’intrusione, quando lo fa però Demian introduce un altro dito facendomi tendere ancora di più, lo sento abbassarsi e con l’altra mano accarezzarmi la nuca e giocando un po’ con i miei ricci, gli sono molto grato per la sua dolcezza, poi lo sento sospirare e togliere le dita. E’ arrivato il momento trattengo il respiro mentre Demian mi circonda la vita con un braccio per tirami su e farmi aderire al suo petto, mentre sento premere il suo bacino verso di me. Sento un dolore lancinante e affondo la testa nel cuscino artigliando le coperte con le man, fa male cazzo tanto male. Sento le sue labbra sulle mie spalle e sul mio collo, non è andato in profondità e ho paura di scoprire cosa si provi se lo facesse, sono teso molto e il dolore non accenna a diminuire. – Just breath- sussurra vicina al mio orecchio accarezzandomi e baciandomi la nuca. Faccio un respiro profondo come mi ha consigliato e cerco di distendere i muscoli. Il dolore piano piano diminuisce e gli accarezzo una mano per dargli il via libera, lui avanza sempre di più distendo la schiena e respiro ora il piacere sta sopraggiungendo e mentre le spinte si fanno sempre più decise ho dimenticato anche cosa sia il dolore, sento Demian gemere con me mentre mi accarezza l’addome e lascia dei baci e dei morsi sulle mie spalle e sul collo che non aiutano a mantenere il controllo, poi lo sento toccare quel punto e urlo, urlo perché l’emozione e il piacere sono troppo forti, urlo perché tenermi dentro quelle sensazioni mi farebbero scoppiare, mentre sento Demian ansimare forte e ringhiare mentre aumenta le spinte toccando ripetutamente quel punto. Non so quanto sia passato, un anno un minuto, un secondo ma ad un tratto il piacere esplode cogliendoci insieme. Lo sento accasciarsi ansimante ancora dentro di me. Quelle sensazioni, quel piacere, io non le avevo mai provate con nessuno.

Demian si distende accanto a me  e mi abbraccia. –Grazie- mi sussurra dolcemente. –For what?- gli chiedo rilassato e con un sorriso stampato sulle labbra. –Per essere te- sento il cuore pompare sangue sempre più velocemente e sorrido, questa è la cosa più dolce che mi abbiano mai detto.
-I love you- mormoro emozionato. –Me too Micheal-
 
Pov Demian

Non so se sono ancora perfettamente sveglio, sento soltanto un gran freddo e un braccio caldo che mi circonda la schiena, poi capisco, ho freddo perché ho addosso solo un lenzuolo a Dicembre e ho un braccio caldo intorno alla schiena perché ho fatto l’amore con il ragazzo migliore del mendo. Sorrido rivivendo i  momenti di quella mattina, e lo guardo dormire, domandandomi se si può provare tanto amore per una sola persona. Quando dorme Mika è ancora più bello, e mi rendo conto che quando ci siamo addormentati l’ho scoperto prendendomi tutto il lenzuolo, vedo infatti la sua schiena nuda, e le fossette alla fine di questa talmente bella che mi verrebbe da posarci le dita, il lenzuolo poi copre il suo sedere coprendo anche una sua gamba e lasciando scoperta l’altra, noto infatti che sta tenendo il lenzuolo con una mano infilata sotto alla sua pancia, mi chiedo se stia scomodo in questa posizione, con un braccio così e l’altro intorno a me mentre la sua testa è rivolta verso la finestra.

Sono passati solo pochi minuti quando lo sento mugugnare e muoversi nel sonno rannicchiandosi verso di me lasciando che il lenzuolo lo scopra del tutto, sorrido, sembra un bambino che cerca calore dalla mamma. Tolgo il suo braccio dalla mia vita e mi alzo avvicinandomi all’armadio e tirandone fuori una coperta, indosso i boxer e la parte sotto del pigiama per poi coprire lui con la coperta.

Scendo giù in cucina, ormai era inutile rimanere nel letto, anche se sarei rimasto ore ad osservare quella meraviglia dormire, do un occhiata all’orologio e noto che sono le quattro passate di pomeriggio, abbiamo dormito tutta la mattina e mi rendo conto di avere un certo languorino.

Quando sto per addentare il panino che mi ero fatto con le poche cose che il cantante ha in frigo (davvero poche, mi chiedo come possa sopravvivere) sento il campanello suonare. Mi chiedo sempre perché ogni volta che sto mangiando suoni sempre qualcosa. Sbuffando mi dirigo verso la porta, noncurante che la casa non sia mia, quando la apro mi trovo davanti un Morgan incavolato nero seguito da Irene e Luca, quando però si accorgono che ad aprirgli la porta sono io e non Mika si bloccano e mi fissano.

Mi rendo conto di non essere presentabile, noto Irene spostare lo sguardo da tutte le parti tranne che sul mio petto nudo e Morgan intimarle con uno sguardo di non fare apprezzamenti, mentre Luca mi guarda a bocca aperta. La scena sarebbe abbastanza esilarante se io non fossi appunto io e in questa situazione.
Non so in effetti quanto tempo sia passato prima che Morgan giri il viso rabbioso (di nuovo) verso di me. –Ah allora sei qui, almeno non ho dovuto chiamare nessuno per denunciare la tua scomparsa razza di ragazzino senza cervello- strabuzzo gli occhi, Morgan non mi aveva mai parlato in questo modo, l’ho fatto davvero arrabbiare. –I-io senti Morgan..- cerco di spiegare ma lui mi ferma. –Morgan un cazzo, porca puttana Demian non puoi uscire dal loft quando cazzo ti pare senza avvisarmi per giunta!
Sono il tuo coach e se dovesse succederti qualcosa la colpa sarebbe la mia- Bene anzi, non bene è davvero arrabbiato.

Rimaniamo così per un po’, Morgan che mi guarda come se mi volesse far evaporare in un soffio e io che lo guardo intimorito, quando sentiamo dei passi scendere le scale. Mika appare in soggiorno con i capelli tutti spettinati con indosso soltanto i boxer, strofinandosi gli occhi con un pugno. Non si è ancora accorto di noi, e quando finalmente riesce a metterci a fuoco sobbalza. –Oh.. Goodmorning?- domanda confuso notando le facce di tutti. Cerco di trattenere le risate mentre vedo Irene diventare tutta rossa e tossire ripetutamente, mentre Luca fa uno strano fischio di apprezzamento. –Hai capito il giudice- lo fulmino con lo sguardo mentre Morgan ci sta letteralmente intimando di andarci a vestire con lo sguardo. –Non che non apprezzi il panorama, ma potreste mettervi qualcosa di un po’ più coprente addosso per favore?- sentiamo dire da Irene ancora rossa in volto. 

Io e Mika ci dirigiamo velocemente verso la sua camera, dove io indosso i miei vestiti e lui una tuta, quando scendiamo di sotto troviamo gli ospiti seduti sul divano in silenzio. Non so perché ma questa cosa mi preoccupa.  Mi scambio uno sguardo confuso con Mika che mi guarda con un espressione molto simile alla mia. Quando ci sediamo sul divano davanti a quello dei tre il silenzio diventa assordante.
-Demian, lo so che queste non sono state delle settimane facili-  inizia Morgan con un tono leggermente più calmo. –Ma lo show sta per finire, e tu non puoi sgattaiolare via dal loft a notte fonda e dirigerti qui.- lo guardo senza capire, lui sospira. –Girano delle voci Demian, delle voci che parlano di una vostra ipotetica relazione- Mi si gela il sangue nelle vene, non può essere vero! Siamo stati sempre attenti,  mai passi avvenati in pubblico niente, come hanno potuto sapere una cosa simile? –Se per caso dovessero uscire delle foto oh non lo so qualcuno dello staff dovesse vedervi è la fine Dem, potrebbero squalificare la band e mettere nei guai Mika, io so come vanno queste cose, ci sono già passato, se pensano che Mika ti sta aiutando nel concorso, non chiederebbero neanche spiegazioni e la vostra carriera sarebbe rovinata.. rovinata per sempre- non riesco a parlare, faccio fatica a respirare. Ha ragione.. fottutamente ragione, con il mio comportamento sto mettendo a rischio la band, non ci rimetto solo io ma tutti e non posso permettermelo, ma non posso neanche stare lontano da Mika, Cristo ho appena scoperto quello che provo per lui non posso lasciarlo! Sento qualcosa accarezzarmi il braccio, vedo lo sguardo di Mika fissarmi preoccupato, devo essere rimasto in questo stato catatonico per un po’.
-I-io non volevo creare problemi alla band- esclamo,  non è da me essere nel panico cazzo perché non mi riprendo? Dov’è finito Nicholas-cuore-di-ghiaccio? –Lo sappiamo Dem, tutti noi lo sappiamo- mi guarda con apprensione Irene, scostandosi i lunghi capelli biondi da viso –Ma non possiamo rischiare capisci? Ne va del nostro futuro- e poi capisco, capisco dallo sguardo che si scambia con Morgan che anche loro in questo momento stanno soffrendo, neanche loro possono farsi vedere in giro e la frustrazione attecchisce dentro di me.
-Hai ragione Irene, Morgan scusami per il mio comportamento- ammetto guardandolo negli occhi. Lui annuisce per poi fare segno a lei e a Luca che non la smette di sorridere a  me e a Mika  e se ne vanno, di botto cos’ come sono arrivati.

La rabbia prende possesso di me, mi alzo rabbioso e prendo a calci il divano. Diavolo, come ho fatto ad essere così stupido da rischiare di far eliminare la mia squadra, la mia band! Sono un egoista. Mika si alza preoccupato e mi stringe le braccia intorno, cercando di calmarmi, ma non voglio essere calmo, voglio fare a pezzi ogni cosa, è talmente ingiusto! Perché un attimo prima sto toccando il cielo con un dito e un attimo dopo devo veder crollare tutta la mia felicità in un batter di ciglia? –Hei, hei keep calm- mi sussurra all’orecchio. –Keep calm un cazzo! E parla italiano porca puttana.- esplodo prendendomela con lui, ma Mika non sembra offeso, anzi mi stringe sempre di più verso il suo petto. –Si, scusa me, te deve stare tranquillo, supereremo tutto together- mi sussurra lentamente in un orecchio. –Ti amo, e niente ci separerà- mi calmo un po’ e sfogo la mia rabbia bagnandogli la t-shirt, sono lacrime di frustrazione quelle e lui lo sa. –Shh, stop crying, così tu  uccidi me- faccio un ultimo singhiozzo per poi strofinare il viso sul suo petto e stringere trai pugni la sua maglietta. –Dimmi che non ci dobbiamo separare ancora, dimmi che sei mio e che non mi lascerai.- mormoro ancora con le lacrima agli occhi. –I’ll never leave you alone- sospiro, avevo bisogno di sentirmelo dire.

Ho Mika, ho tutto ciò d cui mi serve.

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