Brooklyn Baby

di vex194
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Who Is It ***
Capitolo 2: *** Pretty Young Thing ***
Capitolo 3: *** In The Begginning ***
Capitolo 4: *** Try ***
Capitolo 5: *** Broken Hearted Girl ***
Capitolo 6: *** Remember The Name ***
Capitolo 7: *** Magic ***
Capitolo 8: *** West Coast ***



Capitolo 1
*** Who Is It ***


Brooklyn Baby


Who Is It

 

New York, 15 Giugno 2014


Stiles

Lydia

Scott

Allison


Ore 16.03

Vorrei ricordarti che dovevamo incontrarci almeno mezz’ora fa.

Ore 16.03

Davvero? E perché non me l’hai ricordato?

Ore 16.04

Certo che te l’ho ricordato, esattamente 17 minuti fa, con una chiamata.

Ore 16.05

Ho controllato, non ho nessuna tua chiamata.

Ore 16.05

Beh, controlla meglio, perché l’ho fatto e tu eri anche abbastanza alterata. Inizi a soffrire di Alzheimer?

Ore 16.06

In realtà sembri tu quella che ne soffre, Allison.

Ore 16.07

Allison? Chi è Allison?

Ore 16.07

Sei tu. Davvero, hai mai pensato di fare un controllo?

Ore 16.08

No, non sono Allison, chiunque sia. Cora, ti hanno per caso picchiato troppo forte e pugilato?

Ore 16.08

Cora? E chi diavolo è Cora?

Ore 16.09

Sei tu, anche se a questo punto ne dubito.

Ore 16.09

Infatti. Io sono Lydia, tu chi diavolo sei?

Ore 16.10

Uno Stiles.

Ore 16.10

E cosa diavolo è uno Stiles?

Ore 16.11

Volevo dire sono. SONO Stiles.

Ore 16.12

Beh, non è che mi interessi granché.

Ore 16.12

Carina.

Ore 16.13

Non c’è di che.


16 Giugno 2014

Ore 12.09

Ieri per colpa tua ho sbagliato numero e ho mandato un messaggio a una tipa che, secondo me, ha tipo qualche problema.

Ore 12.11

Qualche problema? Sei te che ha sbagliato numero, non io.

Ore 12.11

Oh, no.

Ore 12.12

Oh, si.

Ore 12.12

Perché ho ancora il tuo numero? E perché il mio stupido telefono continua a mandare messaggi a te e non alla persona giusta?

Ore 12.13

Perché forse il tuo cellulare non è così avanzato come sembra.

Ore 12.13

Cosa? Quello che hai appena detto non ha senso.

Ore 12.14

Lo ha per me!

Ore 12.15

Okay, ascolta. Io non voglio problemi e suppongo che neanche tu ne voglia, giusto?

Ore 12.15

Giusto.

Ore 12.16

Facciamo così. Adesso noi due cancelliamo i nostri dannati numeri dai nostri dannati cellulari e ognuno continuerà a vivere la sua vita. Che ne dici?

Ore 12.16

Dire che si può fare.

Ore 12.17

Bene, allora... beh, addio. Suppongo.

Ore 12.18

Sì. Addio.


Ore 18.30

Cora mi ucciderà, me lo sento.

Ore 18.31

Amico, è stato solo un errore casuale. Sono dei stupidi messaggi, li puoi sempre cancellare e niente di tutto questo è mai accaduto.

Ore 18.32

Scott, tu non capisci. Era come se la conoscessi... comprendi?

Ore 18.33

Non particolarmente.

Ore 18.34

Facciamo finta che tu lo sappia, allora. È stato strano, come se ci fosse una connessione.

Ore 18.34

Non so se puoi considerarla una cosa buona, sai... Cora è una tipa tosta, se sai che intendo.

Ore 18.35

Intendi che probabilmente mi prenderà a pugni in faccia?

Ore 18.36

Questo è ESATTAMENTE quello che intendo, amico.

Ore 18.37

Beh, in tal caso i dvd di Guerre Stellari li lascerò a te. Così magari ti deciderai a guardarlo.

Ore 18.38

Ancora con questa storia? Ti stuferai mai?

Ore 18.39

Pensi che io mi stuferò mai?

Ore 18.39

Non credo.

Ore 18.40

Vedi? Ecco perché sei il mio migliore amico, Scott. Mi conosci così bene.


Ore 19.00

Sai quel ragazzo che l’altro giorno mi ha mandato quei messaggi, per sbaglio?

Ore 19.01

Sì, mentre stavamo correndo tu avevi anche il fiato per insultarlo, mentre i miei polmoni stavano per collassare.

Ore 19.02

Mi ha detto di cancellare il suo numero.

Ore 19.03

E tu lo hai fatto?

Ore 19.04

Non ancora.

Ore 19.05

E cosa aspetti?

Ore 19.06

C’è qualcosa che mi blocca. Una sensazione allo stomaco.

Ore 19.07

Lydia, è un semplice sconosciuto. Cancella il suo numero e fai in fretta, stasera abbiamo la NOSTRA serata.

Ore 19.08

So perfettamente che è uno sconosciuto e che non so nemmeno chi sia, ma...

Ore 19.08

Ma cosa?

Ore 19.09

Senti non lo so, al momento so solo che voglio vederti e mangiare tanta cioccolata. Quindi tirala fuori. Ne ho bisogno.

Ore 19.10

Agli ordini!

 

 

 

 

_______________________________________________________________________________________

 

Bene, bene, bene. I’m back. Questa storia è un po’ diversa da quelle solite, come avrete potuto notare.

Non ha narrazione, pensieri o altro. La storia è costruita solo su dei messaggi che i vari personaggi si scambiano.

Per capire chi scrive, basta ricordare in che colore sono scritti i nomi dei personaggi all’inizio di ogni capitolo. Sarà così per ogni capitolo che posterò e spero di non crearvi alcun confusione in testa, se è così, troverò un modo per migliorare le cosa.

Della storia c’è ancora poco da dire, in realtà. È una AU, niente licantropi, cacciatori o banche. Tutti umani e tutti a New York.

Cora e Stiles stanno insieme – oddio quanto li shippavo çç – e, per sbaglio, Stiles sbaglia numero e invia un messaggio a Lydia, così ha inizio la storia. Per il momento posso dirvi solo questo – in realtà non so bene neanche io cosa potrebbe succede – ma spero che vi colpisca.

Se volete qualche spoiler o anche solo chiacchierare, questo è il mio gruppo, dedicato alle mie storie: Another Part Of Me.

In più, se volete, potete aggiungermi tra le amicizie se volete. Ecco il mio profilo Facebook:  https://www.facebook.com/nivei.efp

Bene, ora vado e spero che vi piaccia. In tal caso, fatemi sapere cosa ne pensate con un commentino ;)

Un bacio.

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Capitolo 2
*** Pretty Young Thing ***


Brooklyn Baby

Pretty Young Thing

 

New York, 17 Giugno 2014

 

Stiles

Lydia

Scott

Malia

Cora

 

Ore 14.09

Sai, la chiacchierata di ieri sera mi ha schiarito le idee.

Ore 14.10

Ah sì? È stata bella?

Ore 14.11

Certo che lo è stata... Allison, che ti prende?

Ore 14.12

Devo davvero risponderti, Lydia?

Ore 14.13

Ore 14.14

Dannazione! Non sento mia madre neanche per sbaglio, ma tu... TU! Sei diventato un virus. Anzi, peggio!

Ore 14.15

Ehi, vacci piano. Cosa hai ingerito questa mattina? Pane e antipatia?

Ore 14.16

È colpa tua, solo colpa tua. Hai il numero come quello di Allison, quindi sì. È colpa tua.

Ore 14.17

In realtà è colpa tua. Avevamo deciso di cancellare i nostri numeri di telefono e andare avanti con le nostre vite, o forse mi sbaglio?

Ore 14.18

Sì, ma il numero di Allison lo so a memoria e mi sbaglio, per colpa tua.

Ore 14.19

Spiegami perché stiamo ancora parlando, allora.

Ore 14.20

Infatti adesso non ti risponderò mai più.

Ore 14.21

Mi sembra giusto.

Ore 14.22

E cancellerò anche il tuo numero.

Ore 14.23

Allora lo ammetti che lo avevi tenuto!

Ore 14.24

Chi se ne frega, ora verrai eliminato dal mio cellulare e dalla mia vita.

Ore 14.25

Era quello che avevamo deciso.

Ore 14.26

Sul serio, lo sto facendo.

Ore 14.27

Bene. Fallo.

Ore 14.28

Lo faccio.

Ore 14.29

Bene, allora ciao.

Ore 14.30

Sì. Ciao.

Ore 14.31

Questo è un vero ciao. Tipo a mai più.

Ore 14.32

Ciao.

 

Ore 16.33

Qui la situazione si sta mettendo male.

Ore 16.34

In che senso?

Ore 16.35

Nel senso che Cora ha in mano il cellulare di Stiles e la sua faccia è in continua mutazione e con mutazione, non intendo in senso positivo.

Ore 16.36

Quindi... pugni in arrivo?

Ore 16.37

Più che altro... morte in arrivo.

 

Ore 22.05

Ti prego, deciditi a rispondermi. Sto tipo andando fuori di testa.

Ore 22.06

Perché dovrei risponderti? Non hai la tua nuova migliore amica con cui messaggi?

Ore 22.07

Oh, ma dai Cora! Te l’ho spiegato come è andata.

Ore 22.08

Sì e a me non è piaciuto per niente come è andata.

Ore 22.09

Quindi... quello che mi hai detto oggi è tipo a titolo definitivo?

Ore 22.10

Credo di sì. Ciao Stiles.

 

Ore 22.37

Allora? Cosa ti ha detto Cora?

Ore 22.38

Beh, non è trapelata nessuna minaccia di morte e questo mi rasserena in fin dei conti.

Ore 22.39

Quindi... è finita?

Ore 22.40

Sì, credo di sì. È finita.

 

Ore 23.40

Tutto questo è completamente assurdo. Non so neanche perché lo sto facendo.

Ore 23.41

Io non ci credo, sul serio.

Ore 23.42

Sì, neanche io.

Ore 23.42

Oggi ho litigato con Cora. Ci siamo lasciati.

Ore 23.43

Cora è la mia ragazza. Cioè, era la mia ragazza. Ora è la mia ex ragazza.

Ore 23.43

Ma perché ti sto dicendo queste cose?

Ore 23.44

Non lo so. Dimmelo tu perché mi stai inviando messaggi nel cuore della notte, senza un apparente motivo.

Ore 23.45

Avevo solo voglia di parlare. Credo.

Ore 23.46

E perché non parli con qualche tuo amico? Così, tanto per darti un suggerimento.

Ore 23.47

Scott si è addormentato. Derek è fuori discussione. È il fratello di Cora e non so neanche se è mio amico, in tutta sincerità. Mi guarda sempre con uno sguardo tipo “Spezzale il cuore e io ti spezzo il collo”. Da brivido.

Ore 23.48

Un tipo amichevole, insomma.

Ore 23.49

Dipende dai punti di vista.

Ore 23.49

Poi c’è Isaac, ma l’ho insultato per il modo in cui si veste. Non credo che mi voglia rivolgere la parola al momento.

Ore 23.50

Insomma, si mette la sciarpa! Hai mai visto una persona con la sciarpa a Giugno?

Ore 23.50

Diciamo che la tua situazione mi ha colpito al cuore e, per questa sera, sarò disponibile ad ascoltare i tuoi problemi. Solo se poi sarai disposto ad ascoltare i miei.

Ore 23.51

Credo che si possa fare. Che problemi hai tu? Se si tratta di ragazzi, mi tiro già indietro.

Ore 23.52

Quanto ne sai su gli smalti?

 

 

 

 

 

_______________________________________________________________________________________

Sono triste. Devo ancora vedere la 4x01, voglio scrivere una OS sul funerale di Allison e, in tutto questo, devo anche avere una vita sociale. Quindi sì, sono triste.

Allora, eccoci con il nuovo capitolo e con altri personaggi in entrata. Abbiamo Malia, con il viola e Cora, con l’arancione. Amo entrambe e vorrei che ci fossero meno persone che odiano Malia, perché – veramente – è davvero interessante come personaggio. E poi la shippo pure con Stiles, quindi...

Amo anche Cora, anche se non so se lei ci sarà ancora nella storia, e vorrei che Adelaide facesse almeno un’apparizione come guest çç Kaine torna in Teen Wolf invece di fare la Stuarda che salta da un pisello reale a uno bastardo! È ironia, non ve la prendete a male, ovviamente xD

Bene, mmm... non so che dire. Come lo vedete lo sviluppo della storia? I colori vi confondono? Spero di no e spero che questo capitolo vi piaccia :)

Come sempre vi ricordo il mio gruppo Facebook riguardante tutte le mie storie, potete richiedere l’iscrizione qui. Inoltre ho anche una pagina Stydia, se cliccate MI PIACE mi fareste un favore. Voglio farla diventare attiva, anche se non ho molto tempo per starci, ma farò del mio meglio :3

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Un bacio.

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Capitolo 3
*** In The Begginning ***


Brooklyn Baby

In The Begginning

 

New York, 19 Giugno 2014

 

Stiles

Lydia

Scott

Allison

Isaac

 

Ore 06.23

Sai, penso che la pioggia sia così noiosa.

Ore 06.24

Cosa? Sono le sei e mezza del mattino!

Ore 06.25

Sono le sei e venticinque del mattino, a dire la verità.

Ore 06.26

Buongiorno, in ogni caso.

Ore 06.27

Buongiorno anche a te.

Ore 06.27

Sul serio, non credi che New York con la pioggia sia noiosa? Quando c’è il sole è più luminosa. Più affascinante.

Ore 06.28

Non saprei. C’è differenza?

Ore 06.29

Ovvio! Il sole che si riflette sui palazzi di New York e creano quel gioco di luci che ti illumina il viso, oppure la luce del tramonto all’orizzonte dell’isola di Manhattan. È quasi poetico.

Ore 06.30

Poetico quasi quanto svegliarsi otto del mattino perché la scuola è agli sgoccioli e ci sono gli esami della maturità alle porte.

Ore 06.31

Era ironico?

Ore 06.32

Era DECISAMENTE ironico.

 

Ore 10.07

Che scuola fai?

Ore 10.08

La scuola in cui se mi beccano con il cellulare in mano, mi sequestrano quest’ultimo e mi mettono in punizione all’ora di pranzo.

Ore 10.09

Che schifo.

Ore 10.10

Eh già, la burocrazia scolastica fa pena. Dovrebbero farci tenere i cellulari in bella vista. Anche durante i compiti in classe, magari.

Ore 10.11

Sei un tipo molto ironico, non è vero?

Ore 10.12

E tu sei una tipa piuttosto sveglia, non è vero?

 

Ore 12.44

Okay, con chi diavolo stavi massaggiando in classe?

Ore 12.45

Scott, sono seduto accanto a te. A tipo un centimetro.

Ore 12.46

Lo so, ma volevo essere discreto. Allora?

Ore 12.47

Allora cosa? Non era nessuno.

Ore 12.48

Nessuno, eh? Era quella ragazza, vero? Lydia.

Ore 12.49

Cosa? Assolutamente no!

Ore 12.49

Okay. Forse.

Ore 12.50

Sì, va bene. Era lei. E con questo?

Ore 12.51

Non si era parlato di cancellare il suo numero?

Ore 12.52

È... complicato. Diciamo.

Ore 12.53

Complicato? Sei te che lo rendi complicato, Stiles! Se ti piace non c’è nulla di male.

Ore 12.53

A parte il fatto che non sai chi è, ovviamente.

Ore 12.54

Avete finito, per caso? No, perché io sono qui davanti a voi e ho capito perfettamente che state massaggiando, anche se non so il perché.

Ore 12.55

Perché hai il mio numero, Isaac? E perché hai la sciarpa? È Giugno, maledizione!

Ore 12.56

Voglio mettermi la sciarpa, okay? Mi piacciono.

Ore 12.57

È Giugno. Non lo concepisco!

Ore 12.58

State litigando per la sciarpa, vero?

Ore 12.59

Ovvio! Ce lo impiccherei con quella sciarpa. Che poi, sciarpa? Ti sembra una sciarpa quella? Sembra una stringa.

Ore 12.59

Una stringa con cui lo strozzerei.

Ore 13.00

Io lo odio, Scott. Giuro che lo odio.

 

Ore 18.09

Ma quindi fammi capire, tu e lui state diventando tipo amici, o cosa?

Ore 18.10

Amici mi sembra una parola grossa. Quando mi annoio ci parlo. È più... una distrazione.

Ore 18.11

Lo stesso tipo di distrazione che avevi con Aiden?

Ore 18.12

Non credo proprio.

Ore 18.13

Oh, dai... ti piace un pochino.

Ore 18.14

Non so neanche chi è. Come può piacermi uno sconosciuto?

Ore 18.15

Una persona può piacerti semplicemente per il carattere, non solo per il suo aspetto fisico.

Ore 18.16

Tu lo sai che non conta solo l’aspetto fisico, vero?

Ore 18.17

Beh, a me importa.

Ore 18.18

Prova ad essere più aperta. Cerca di farti coinvolgere mentalmente. Cerca una connessione psicologica.

Ore 18.19

Non tentare di psicoanalizzarmi, Allison.

Ore 18.20

Sto cercando di fare l’amica. Provare non costa nulla.

Ore 18.21

Diciamo che proverò a provare, okay?

Ore 18.22

Va bene :*

Ore 18.23

Ti voglio bene, lo sai vero?

Ore 18.24

Ovvio che lo so. Sono la migliore amica del mondo.

Ore 18.25

Altezzosa. Mi piace!

 

Ore 20.45

Ehi, ehi, ehi. Girati, con fare discreto.

Ore 20.46

Come faccio a girare e, contemporaneamente, ad essere discreto?

Ore 20.47

Tu fallo. Hai visto la ragazza con la gonna verde? Quella con i capelli biondo fragola?

Ore 20.48

Biondo fragola? Ma da dove le tiri fuori certe cose? Non ci dormi la notte?

Ore 20.49

Rimane il fatto che è davvero, ma DAVVERO carina. Anche l’amica non è male. Vi ci vedo bene insieme. Io vostri bambini saranno davvero belli.

Ore 20.50

Sì e saranno anche immaginari. Sei un tantino fuori stasera, fattelo dire.

Ore 20.50

Oltretutto siamo ad una distanza minima e tu mi mandi messaggi. Secondo me stare qua dentro, con tutto questo fumo passivo, ti fa male.

Ore 20.51

Oh, ma sta zitto.

Ore 20.52

Oddio, dove sono andate?

Ore 20.53

Sono andate via?

Ore 20.54

Sì, maledizione. Colpa tua, ovviamente.

Ore 20.55

Chiudi la bocca. Porta al tavolo quelle dannate bibite e facciamoci una partita a biliardo. Una serata tra uomini ci vuole.

 

 

 

 

_______________________________________________________________________________________

Ben trovate, signore! Nuovo capitolo, nuova corsa (?). Vediamo nuove interazioni tra Stiles e Lydia. Sto cercando di renderli il più IC possibile, specialmente Lydia, che è terribilmente da mantenere tale. Spero solo di esserci riuscita.

Poi rivediamo Isaac. Non lo so perché, ma secondo me Stiles odia le sue sciarpe e io non posso fare a meno che farli battibeccare su questa cosa.

Allison (la mia cara o dolcina Allison çç) tenta di fare l’amica, facendo capire a Lydia che – oltre al bel fisico e agli addominali – c’è di più. Lo dice solo perché lo pensa per davvero oppure pensate che, forse, lo dice per altri motivi? Voi che dite?

Il prossimo capitolo è già concluso e, alla fine, rimarrete sorprese. Nel quinto ci saranno vari tentennamenti, ma alla fine tutto andrà per il meglio, ma mi fermo qua. Aspettate e vedrete.

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Un bacio a tutte.

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Capitolo 4
*** Try ***


Brooklyn Baby

Try

 

New York, 20 Giugno 2014

 

Stiles

Lydia

Scott

Allison

 

Ore 12.18

Io vorrei tanto, ma tanto sapere, dove diavolo ti sei cacciato.

Ore 12.19

Sono in bagno.

Ore 12.20

No, non ci sei.

Ore 12.21

Che fai? Mi pedini?

Ore 12.22

Scott, sei sparito dal bar da qualcosa come dieci minuti! Era mio dovere, ripeto DOVERE, controllare se eri in bagno. Magari avrei potuto ritrovate qualche resto del tuo corpo.

Ore 12.23

A quel punto però non ti avrei mandato nessun messaggio.

Ore 12.24

Resta il fatto che io sono in bagno.

Ore 12.25

Sì, ma in quale mi domando. Quello di casa tua?

Ore 12.26

No. Quello del secondo piano.

Ore 12.27

Secondo piano? Scott, perché sei al secondo piano?

Ore 12.28

Perché sì.

Ore 12.29

Perché sì?

Ore 12.30

Sì.

Ore 12.31

Giuro su Dio che se quando torni non mi racconti con chi sei, ti prenderò a calci in culo, Scott.

 

Ore 14.23

Oggi, al centro commerciale, sei sparita. Con chi eri?

Ore 14.24

Cosa? Con nessuno!

Ore 14.25

Sarò paziente, ma non più di tanto. Con chi eri?

Ore 14.26

Con nessuno. Giuro.

Ore 14.27

...

Ore 14.28

Oh e va bene.

Ore 14.29

Io sono qui che aspetto.

Ore 14.30

I tuoi puntini di sospensione mi mettono addosso un’agitazione che neanche ti immagini.

 

Ore 16.45

Allora?

Ore 16.46

Allora cosa?

Ore 16.47

Come cosa? Mi devi dire dove diavolo ti sei cacciato oggi. Avevamo deciso “Ehi, oggi andiamo a pranzo in quel bar dove fanno dei panini ripieni fino a farli scoppiare e poi a casa a studiare”. Ora che è finita la scuola e che c’è il diploma alle porte non vorrei farmi bocciare perché ti vengo a cercare per i reparti del centro commerciale.

Ore 16.48

Tra l’altro sei in ritardo di quasi venti minuti.

Ore 16.49

Da quando sei così pignolo? Comunque, credo che sia un po’ troppo complicato da spiegare con un messaggio.

Ore 16.50

Allora scomplicalo, Scott. Parla. Adesso.

Ore 16.51

Ho... incontrato qualcuno. Diciamo.

Ore 16.52

Qualcuno chi? Non voglio tirarti fuori le parole dalla tua boccaccia con la pinzetta. Mi irrita!

Ore 16.53

Su Facebook ho conosciuto una ragazza, qualche tempo fa.

Ore 16.54

E giustamente tu le hai dato appuntamento al centro commerciale, che è un luogo così romantico e adatto per un primo appuntamento. Tipico di te, McCall.

Ore 16.55

Te l’ultima volta che hai dato appuntamento ad una ragazza è stato davanti al negozio di fumetti. Direi che a me è andata decisamente meglio.

Ore 16.56

Sì, beh, a me piacciono i fumetti. Volevo farle presente la mia passione.

Ore 16.57

La tua ossessione, più che altro.

Ore 16.58

Stai sviando l’argomento. Come si chiama?

Ore 16.59

Almeno è carina?

Ore 17.00

È molto carina.

Ore 17.01

Rispondi alla prima domanda, ritardatario che non sei altro.

Ore 17.02

Allison.

Ore 17.03

E apri, che sono di sotto. Questi libri pesano un quintale.

 

Ore 21.09

Voglio morire.

Ore 21.10

Non credi di essere troppo giovane? Hai una vita intera davanti a te.

Ore 21.11

Era sarcasmo.

Ore 21.12

Oh, lo so. Anche il mio.

Ore 21.13

Il tuo sarcasmo è strano.

Ore 21.14

Lo sai cosa è strano? Quello che c’è scritto sul libro di biologia. E su quello di chimica. E quello di fisica. Facciamo anche su tutti i libri che ho aperti sulla mia scrivania.

Ore 21.15

Invece, dimmi se questo è strano. Oggi la mia migliore amica mi ha abbandonato al bar del centro commerciale per “andare a vedere dei vestiti”. Come se lo facesse sul serio senza di me.

Ore 21.16

Anche il mio migliore amico lo ha fatto con me. Mi ha bidonato perché doveva “andare al bagno”.

Ore 21.17

Strano.

Ore 21.18

Già.

Ore 21.29

Già.

 

Ore 21.20

Okay, questo non va bene.

Ore 21.21

Cosa?

Ore 21.22

Secondo te cosa?

Ore 21.23

Oddio... hai seguito il mio consiglio, non è vero?

Ore 21.24

No, non l’ho seguito, ma mi sento strana. Gli ho appena risposto con un “già” imbarazzante. Ti sembra normale?

Ore 21.25

Quindi ti piace! Ti piace ti piace ti piace.

Ore 21.26

Non lo so. Forse?

Ore 21.27

Lydia Martin è per caso confusa?

Ore 21.28

Lydia Martin ha bisogno di incontrare questo ragazzo per sapere se è confusa o meno.

Ore 21.29

È inquietante quando parli di te stessa in terza persona.

Ore 21.30

È terrificante. Non lo farò mai più.

 

Ore 22.00

Ehi, volevo chiederti una cosa.

Ore 22.01

Dimmi pure.

Ore 22.02

Domani potremmo... tipo incontrarci?

Ore 22.05

Intendi, incontrarci incontrarci?

Ore 22.06

Oddio... sì, Stiles. Incontrarci incontrarci.

Ore 22.07

Beh, per va bene. Sì. Va bene.

Ore 22.08

Bene.

Ore 22.10

Un caffè, per te va bene?

Ore 22.11

Perfetto, direi.

Ore 22.12

Perfetto.

 

 

 

 

_______________________________________________________________________________________

Vorrei iniziare dicendo che ho visto le prime due puntate di Teen Wolf di seguito, una dopo l’altra, e devo ancora riprendermi.

Mi erano mancati tantissimo, specialmente i miei bimbi çç Sono sempre più belli. Per non parlare di Satan in a V-neck. Peter Hale, se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo.

Chiusa questa parentesi, iniziamo a parlare della storia. Siamo arrivati ad un punto in cui vediamo una Lydia quasi – anzi, leviamo il “quasi” – OOC. Purtroppo non è facile mantenere i personaggi sempre IC, ma spero di non essere andata troppo oltre.

Insomma, Lydia sente che con questo ragazzo c’è qualcosa, una specie di connessione e non riesce a capire da dove venga questa cosa e, per schiarirsi le idee, ha bisogno di incontrarlo. Di renderlo più concreto di quello che è al momento. Stiles, dal canto suo, non può non accettare e – nel prossimo capitolo – vedremo se si incontreranno o meno e, se lo faranno, come andrà a finire.

Nel prossimo capitolo – per l’appunto – ci saranno due parti narrative che mi sono servite a descrive le emozioni dei ambedue i personaggi, perché qualcosa accadrà certamente, ma dei semplici messaggi non sarebbero bastati. Sicuramente, più avanti, ce ne saranno altre.

Vi ricordo i miei contatti Facebook, per chi volesse aggiungermi :3

https://www.facebook.com/nivei.efp

Un bacio.

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Capitolo 5
*** Broken Hearted Girl ***


Lydia

Brooklyn Baby

Broken Hearted Girl

 

New York, 21 Giugno 2014

 

Stiles

Lydia

Scott

Allison

 

Ore 09.32

Oddio. Sono nervoso. Sono molto nervoso. Troppo nervoso.

Ore 09.33

Okay, amico. Calmati. È solo una ragazza. Insomma, da quanto tempo vi parlate? Una settimana?

Ore 09.34

Sei giorni.

Ore 09.35

Cosa? Cioè vi parlate da neanche una settimana e già volete incontrarvi?

Ore 09.36

Parli proprio tu? Da quanto conosci quella tipa del centro commerciale, uhm?

Ore 09.37

Due mesi e mezzo.

Ore 09.38

Oh.

Ore 09.39

Già, oh. Resta il fatto che devi restare calmo e respirare. Altrimenti ti sudano le mani, lo sai.

Ore 09.40

Okay, sono calmo. Calmo come quando studio biologia, ma sono calmo.

 

Ore 10.08

Che faccio?

Ore 10.09 

Come che fai? Aspetta!

Ore 10.10

Avevamo detto alle dieci! Sono le dieci e dieci! È in ritardo.

Ore 10.11

Lydia...

Ore 10.12

Forse non gli interessa così tanto incontrarmi. Insomma, ci parliamo a malapena da una settimana, cosa vuoi che gli importi. No?

Ore 10.13

O mio Dio, Lydia. Calmati. Non ti ho mai vista così agitata da quando ti conosco. Non è da te.

Ore 10.14

Giusto, non è da me. Lo sai cosa, invece, è da me? Venire a casa tua, rapirti e portarti a fare shopping fino a che le nostre gambe non si staccheranno da sole per la disperazione e la stanchezza.

Ore 10.15

Dai, altri cinque minuti! Sono sicura che verrà!

 

New York, 23 Giugno 2014

 

Ore 11.18

Mi dispiace. Sul serio, mi dispiace.

Ore 11.19

Sto studiando.

Ore 11.20

Lo so, mi dispiace disturbarti, ma sul serio. Mi dispiace.

Ore 11.21

Ah sì? E per cosa, esattamente?

Ore 11.22

Lo sai perfettamente per cosa.

Ore 11.23

No, non lo so.

Ore 11.24

Oh, e dai Lydia.

Ore 11.25

Oh e dai Lydia, cosa? Mi hai lasciata da sola! Sembravo una cretina mentre camminavo su e giù per il marciapiede guardando il cellulare e osservando l’orizzonte sperando che tu arrivassi! Anche se non penso che ti avrei riconosciuto, per il semplice motivo che non so chi sei.

Ore 11.25

Ti sei per caso chiesto come mi sono potuta sentire?

Ore 11.26

Tiro a indovinare... uno schifo?

Ore 11.27

No, una cretina!

Ore 11.27

Mi sono sentita una cretina perché per un momento, un solo momento, avevo pensato che a qualcuno potesse importare di me. Importare davvero, su un lato umano e non fisico o estetico, capisci? Tu mi hai fatto male, Stiles, e non riesco a capire perché sto dicendo tutto ciò. L’unica cosa che capisco è che questa  cosa non dovrebbe essere importante, invece sta diventando anche troppo importante per una persona a cui non dovrebbe importare perché non ho la più pallida idea di chi tu sia!

Invio annullato.

Ore 11.28

Senti non so più come dirtelo, davvero. Sono dispiaciuto per non essere venuto. Ci tenevo.

Ore 11.29

Forse non così tanto.

Ore 11.29

Perché sto perdendo ancora tempo con te? Questo è quello che mi domando.

Ore 11.30

Cosa vuol dire?

Ore 11.31

Lydia?

Ore 11.32

Okay, non puoi fare sul serio.

Ore 11.35

Okay, mi sa che fai sul serio.

 

Lydia Martin era stesa sul suo letto, fresco e confortevole. Le gambe nude a penzoloni, che sfioravamo a malapena la moquette bordeaux a terra. Il ventilatore faceva girare l’aria fresca per la sua stanza, facendo smuovere qualche ciuffo ribelle sfuggito alla sua coroncina fatta di trecce. Guardava il soffitto, dipinto di un rosa pastello, molto tenue, uno dei suoi colori preferiti. Il cellulare in mano, con le dita curate ancorate attorno ad esso, che continuava a vibrare contro il suo petto, coperto da un grazioso abitino blu con una stampa a fiori, che le arrivava a metà coscia. Continuava a sentire quella vibrazione contro di sé e, in un certo senso, la odiava. La odiava perché non voleva che, oltre al suo cellulare, vibrasse anche quello che era il suo cuore. Quello non doveva vibrare. Non doveva, per il semplice fatto che – degli stupidi messaggi con chissà chi – non le avrebbero di certo cambiato la vita. Eppure, in un punto remoto della sua mente, una voce estranea le continuava a dire di controllare. Di rispondere. Di non mettere il muso e di non fare la bambina capricciosa che era un tempo. Ma Lydia Martin era molto più testarda di una vocina interiore senza senso, così spense il telefono e lo buttò malamente all’interno del cassetto accanto al suo letto. Sbuffò malamente e, dopo aver osservato il cassetto reprimendo l’impulso di aprirlo e riaccendere il cellulare, afferrò la sua borsa a tracolla e si infilò degli stivaletti alti fino alle caviglie, scendendo frettolosamente le scale – senza neanche avvisare sua madre. Uscì dalla porta principale e si avviò a passo svelto verso il lato sinistro del viale un cui abitava, arrivando ad una abitazione con colori sobri, che non davano nell’occhio – un bianco opaco, unito al verde petrolio del tetto e qualche macchia di colore data dai fiori appena spuntati dalle cocce in veranda – tipico degli Argent.

 

Ore 11.45

Mi ha mollato.

Ore 11.46

Non credi che “mollare” sia un termine inappropriato?

Ore 11.47

E che termine “appropriato” dovrei usare?

Ore 11.48

Ti ha bidonato. Direi che così è perfetto.

Ore 11.49

Ti sembra divertente, Scott?

Ore 11.50

Sei te che sei andato nel panico e che poi, nella fretta di tagliare un pomodoro per il pranzo, ti sei quasi maciullato una mano.

Ore 11.51

Oh, ma sta zitto.

 

Il tempo, fuori, era bello. Il cielo stava imbrunendo, creando sfumature aranciate, da qualche parte anche sul rosato. Un rosa tenue, quasi pastello, che andava poi a sfumare con il bianco delle poche nuvole presenti. Stiles Stilinski era seduto sulla sedia di legno della sua scrivania, dove le pagine sottili e logore dei libri aperti venivano smosse dalla legger brezza che entrava dalla finestra aperta. Guardava di fuori, osservando la strada ormai in movimento per l’ora di cene che era arrivata più veloce che mai. Stiles non si era mai distratto così tanto dallo studio, o almeno non l’aveva mai fatto prima di conoscere quella ragazza. Erano sei giorni, solo sei giorni, che la conosceva – per così dire – eppure c’era sempre quella convinzione di averla conosciuta da molto più tempo, perché lui ormai l’aveva capita... o almeno un po’. Era stato stupido, Stiles, a non andare a quello che poteva essere il giorno più indimenticabile della sua vita, eppure si era fatto frenare da un taglio, dalla più banale degli imprevisti, ma non ci aveva pensato due volte a correre da suo padre e farsi portare al pronto soccorso, dove solo dopo qualche ora di attesa lo avevano medicato, in quanto il taglio non sembrava così grave quanto Stiles voleva, nonostante la copiosa quantità di sangue fuoriuscito. Era stato un gesto vigliacco e dettato da quello stupido istinto che doveva smettere di inseguire. Non gli aveva mai portato a nulla di buono. Cosa gli era preso? Si sarebbe potuto medicare benissimo da solo, un po’ di disinfettate, qualche cerotto e via.

All’improvviso, il suo cellulare che teneva stretto in mano, vibrò vistosamente e – preso dalla foga di sapere chi fosse – cadde dalla sedia, rotolando malamente a terra.

 

Ore 19.08

Forse ho risolto il tuo problema.

Ore 19.09

Sono appena cascato dalla sedia. Avrei potuto rischiare il trauma cranico se avessi sbattuto contro lo spigolo della scrivania. Te ne rendi conto, Scott?

Ore 19.10

Io penso a risolvere i tuoi casini e tu mi rispondi così? Mi puoi ricordare perché siamo ancora amici?

Ore 19.11

Perché sono diventato tuo fratello. Da quasi 5 anni.

Ore 19.12

Non sei letteralmente mio fratello.

Ore 19.13

Beh, per almeno un settanta percento lo sono! Ci conosciamo da quando eravamo grandi come due puffi e mio padre si è sposato tua madre. Ergo...

Ore 19.14

Senti, la fai finita? Lo vuoi sapere come ho risolto i tuoi problemi con Lydia o no?

Ore 19.15

Scusa. Avanti. Spara.

Ore 19.16

Ce l’hai presente la ragazza di Facebook?

Ore 19.17

La tua ragazza di Facebook?

Ore 19.18

Non è la mia ragazza.

Ore 19.19

Di certo non è la mia.

Ore 19.20

Oh ma che cavolo, mi vuoi ascoltare?

Ore 19.21

Okay, scusa.

Ore 19.22

Allora, senti qua. Allison è la sua migliore amica e, visto che Lydia da ascolto praticamente solo a lei, forse riesce a convincerla a riaccendere il cellulare, così puoi cercarla. Credo che però prima la debba convincere a riuscire almeno sentire pronunciare il tuo nome.

Ore 19.23

Uhm... era tanto tempo che una ragazza non mi odiava così tanto.

Ore 19.24

Sto facendo tutto il possibile, un grazie sarebbe gradito.

Ore 19.25

Stai solo facendo il tuo dovere da fratello :D

 

 

 

 

_______________________________________________________________________________________

Finalmente sono riuscita a postare il nuovo capitolo, con qualcosa in più rispetto ai precedenti. Ho inserito qualche parte narrante per trasmettere le emozioni che, sia Stiles e sia Lydia, hanno provato.

Lydia è testarda, orgogliosa e sappiamo tutti quanto sia più forte di una cosa come questa. Così decide di estraniarsi dal mondo, spegnendo il cellulare e rinchiudendolo nel cassetto del suo comò, andando a trovare Allison.

Stiles, invece, si è lasciato coinvolgere dalla paura, andando nel panico e trovando il primo ostacolo abbastanza convincente come scusa per non presentarsi all’appuntamento con Lydia. La cosa positiva è che se n’è pentito alla grande e ora ci sta male.

Chi è causa del suo mal, pianga sé stesso.

Abbiamo anche un altro elemento, che collega altri personaggi della storia. Allison e Scott.

Voi non potete capire quanto mi manchi Allison in questa quarta stagione. È davvero brutto non vederla più nella sigla, ma di una cosa ne sono certa. Nessuno sarà mai come lei. E, dicendo un’ultima cosa riguardante lo show stesso, non mi piace che la gente continui a confrontare Kira e Allison. Allison è Allison, è la nostra Argent cazzuta, brava con le frecce e i coltelli ad anello. Kira non è una sua sostituta e non lo sarà mai e non perché non è all’altezza di Allison o altro, semplicemente per il fatto che nessuno dei produttori – Jeff in primis! – ha mai pensato di poterla rimpiazzare con qualcuno.

Detto questo – scusate dello sfogo – spero che vi sia piaciuto e vorrei avvisarvi che ho in mente un’altra Stydia, completamente diversa da tutte quelle che ho scritto fin ad ora.

Se volete qualche informazione, iscrivetevi al mio gruppo Facebook, che trovate qui .

Un bacio. 

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Capitolo 6
*** Remember The Name ***


Lydia

Brooklyn Baby

Remember The Name

 

New York, 25 Giugno 2014

 

Stiles

Lydia

Scott

Allison

 

Ore 15.16

Non credo di poter fare più di così.

Ore 15.17

Nel senso?

Ore 15.18

Nel senso che, almeno per il momento, non lo vuole sentire neanche nominare. Ci ho parlato fino adesso e, quando ho cercato di dire il suo nome, mi ha quasi sbranato.

Ore 15.19

Wow. Accidenti, è davvero arrabbiata.

Ore 15.20

Credimi, Lydia Martin arrabbiata non è un bel vedere. L’unica cosa positiva in tutto ciò è che ha riacceso il telefono.

Ore 15.21

Credi che Stiles possa provare a cercarla?

Ore 15.22

Non so. Rischia di farla infervorare ancor di più, ma può tentare.

Ore 15.23

E nel tentativo fallire.

Ore 15.24

Sì, ma questo non dirglielo Scott.

Ore 15.25

Direi che dobbiamo solo aspettare e vedere quello che succede, a questo punto.

 

Ore 16.23

Scott mi ha detto che hai il cellulare acceso.

Ore 16.24

Non ti voglio parlare.

Ore 16.25

Non devi parlare, ma per favore, leggi quello che voglio dirti. Lo puoi fare?

Ore 16.26

Posso provarci.

Ore 16.27

Okay, allora. Io voglio seriamente spiegarti perché non sono venuto quel giorno. Sono andato nel panico e quando dico che sono andato nel panico, intendo letteralmente. Mi stavo preparando il pranzo e mi sono tagliato (Scott dice che mi sono quasi tranciato via una mano, ma non credergli. Lui tende sempre ad ingigantire le cose. Megalomane che non è altro). Il fatto è che, quando è successo, ho preso questa cosa e l’ho utilizzata come scusa per non venire.

Ore 16.28

Avevo paura. Paura di vederti e magari non essere alla tua altezza. Avevo paura di deluderti e fare una figuraccia, una delle mie solite, anche se credo che sia successo ugualmente.

Ore 16.29

Anzi, credo di aver fatto un vero e proprio casino.

Ore 16.30

Se non vuoi rispondere lo capisco, tranquilla.

Ore 16.33

Grazie.

Ore 16.34

Per cosa?

Ore 16.35

Per essere stato sincero.

Ore 16.36

Era il minimo che potessi fare.

 

Ore 17.56

Credi che... credi che potrei rimediare al casino che ho fatto?

Ore 17.57

E come vorresti rimediare?

Ore 17.58

Uscendo. Magari.

Ore 17.58

Sempre se vuoi, ovviamente.

Ore 17.59

Sì. Sì, mi va di uscire.

Ore 18.00

Bene. Perfetto. Allora, a stasera? Davanti al Mèt? Verso... le otto?

Ore 18.01

Sei solito fare sempre così tante domande insieme?

Ore 18.02

Scusa. Sì, va bene. A stasera.

 

 

Ore 18.09

Okay, qualcosa si è smosso.

Ore 18.10

Sì, posso notarlo da come Stiles sia diventato improvvisamente nevrotico. Neanche avesse il ciclo.

 

Lydia amava New York. Amava i suoni di quella grande città, amava i suoi colori, le emozioni che le dava. Il vento – leggero e caldo – le smuoveva i lunghi capelli raccolti in una coda bassa, laterale. Impaziente, si tirò una ciocca dietro l’orecchio, sistemandosi poi le pieghe del vestitino che le arrivava fino a metà coscia. Alzò i grandi occhi verde foglia verso il cielo; era privo di ogni traccia di nuvola e le stelle brillavano come non mai. Si beò di quella visione, dei taxi che ancora sfrecciavano sull’asfalto asciutto e sporco della strada, i rumori delle persone che passeggiavano e il suono ritmico del suo cuore che batteva nel suo petto. Ascoltò quel suono con attenzione, senza mai distrarsi, stringendosi poi i gomiti, sentendo sotto le sue dita il tessuto morbido del cardigan che aveva indossato per coprire le spalle che erano lasciate scoperte dal vestito. Improvvisamente sentì qualcuno sospirare vicino a lei.

Si girò, sulle alte zeppe che le slanciavano le gambe in quella tiepida serata d’estate, e si incrociò con un paio di occhi dal colore scuro. Erano marroni – quasi ci giurò – ma le luci del locale sopra di loro creavano delle naturali sfumature dorate, rendendoli caldi e confortevoli. Poteva Lydia Martin, la ragazza che quasi non si fidava della sua stessa ombra, voler esplorare gli occhi di uno sconosciuto? O forse non era uno sconosciuto?

“Lydia?”

 

 

 

 

_______________________________________________________________________________________

Finalmente! Scusate per l’attesa per questo capitolo, ma al momento sono molto concentrata sulla pagina che ho appena creato su Facebook e sull’altra storia che sto iniziando a scrivere.

Allora, so che probabilmente è molto corto come capitolo, ma ho intenzione di rimediare con il prossimo. Molto probabilmente ci sarà un bel po’ di parte narrante all’inizio, per poi concludere con i soliti messaggi. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e spero anche di concludere il prossimo il più velocemente possibile, anche perché ho anche tra le mani Shades Of Cool, il cui prologo potete trovare qui.

Vi ricordo anche il mio gruppo. È chiuso, quindi dovete richiedere l’iscrizione qui.

Vorrei anche farvi vedere la mia pagina. Sono una grande fan di True Blood, di Eric e di conseguenza anche di Pam e non ho potuto fare a meno (dopo giorni e giorni di ripensamenti) di creare una pagina su quest’ultima.

Pam ϟ The Lady “Go Fuck Your Self”

Un bacio.

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Capitolo 7
*** Magic ***


Brooklyn Baby

Magic

 

New York, 25 Giugno 2014

 

Stiles

Lydia

Scott

Allison

 

Ore 19.58

Oh cazzo. Oh cazzo! Tu non hai idea di chi sia Lydia.

Ore 19.59

Neanche tu, ma confido nel fatto che presto lo scoprirai.

Ore 20.00

No, no, no! Tu non capisci! La conosco, l’ho già vista!

Ore 20.01

Cosa? Io e Allison abbiamo fatto tutto questo casino e tu già sapevi chi era?

Ore 20.02

Sapevo chi era, ma non sapevo che fosse lei.

Ore 20.03

Ti ricordi quella sera che avevo visto quelle due ragazze in quel pub dove andiamo sempre? E ti avevo detto che c’era una ragazza molto carina e che vi ci vedevo bene insieme? E che i vostri figli sarebbero stati davvero molto belli?

Ore 20.04

Sì e io ti ho risposto che sarebbero stati anche immaginari.

Ore 20.05

Una di quelle due ragazze era Lydia! Molto probabilmente l’altra era Allison, ma non l’hai riconosciuta. Sei un pessimo fidanzato.

Ore 20.06

Probabilmente non l’ho neanche vista. Non ti stavo dando ascolto quella sera, Stiles.

Ore 20.07

Anzi, mi sono appena reso conto che non ti do mai ascolto.

Ore 20.08

Ti odio.

Ore 20.09

Sì, anche io ti voglio bene amico.

 

Stiles era lì e la guardava, quasi estasiato. Conosceva quella ragazza. L’aveva riconosciuta non appena il colore dei suoi capelli era spiccato sotto ai suoi occhi; quel colore così particolare, così acceso e così meravigliosamente brillante che Stiles non poteva fare a meno di ammirare. Dopo qualche secondo, lei si girò di qualche centimetro verso di lui, scontrandosi con il suo viso. Stiles era stato catturato dal colore dei capelli di Lydia, quel magnifico biondo-fragola (come lo aveva chiamato lui), ma mai aveva visto i suoi occhi. Erano grandi, leggermente sgranati e lucidi in quel momento, così profondi che sembravano scavarti dentro ad una velocità immane. Ed erano così estremamente verdi. Non di un verde qualsiasi, ma un verde splendente, scintillante, come quello delle foglie in piena estate. Verdi, brillanti... belle e fresche.

“Lydia?” chiese lui, tanto per essere certo che quella creatura così bella e minuta fosse lei.

Lei si morse l’interno della bocca, Stiles lo vide perfettamente, mentre Lydia annuiva leggermente con la testa, stringendo spasmodicamente la tracolla della piccola borsetta tra le dita. Lui si avvicinò di qualche passo, sorridendole cortese. Non sapeva come comportarsi esattamente, forse era stato tutto precipitoso e stava sbagliando di nuovo tutto quanto con lei, ma dentro di sé – qualcosa – lo aveva fortemente spinto a chiederle nuovamente di uscire. Voleva sapere chi fosse, voleva conoscerla e sapere più cose possibili sul suo conto.

“Non pensavo saresti venuto” mormorò lei, ancorandosi ancora di più alla sua borsetta.

Lydia lo aveva aspettato e, come la volta prima, dopo qualche minuto aveva già voglia di andarsene, ma stavolta rimase. Aspettò che un ragazzo la chiamasse e si presentasse a lei come il ragazzo dei messaggi, perché era così che lei lo chiamava ormai. Aveva aspettato e ora, l’unica cosa a cui poteva aggrapparsi, era la sua borsa con all’interno il minimo indispensabile; il rossetto rosso, la cipria, qualche antidolorifico in caso di emergenza e il suo inseparabile cellulare, con la sua nuova copertina fatta di brillantini lilla.

“Dovevo rimediare al casino che ho fatto” disse lui, infilandosi le mani in tasca.

Fece scendere i suoi occhi marroni – lui li considerava abbastanza anonimi, ma Lydia aveva capito subito che non lo erano – verso il marciapiede, imbarazzato da quegli sprazzi di silenzio che caratterizzavano quella loro uscita appena iniziata.

Lydia sorrise di fronte al piccolo broncio formatosi sul viso giovane del ragazzo davanti a lei. Da quanto si erano “accidentalmente” conosciuti, si era sempre chiesta quale fosse il suo aspetto fisico. Se fosse uno di quei soliti palestrati con due quintali di muscoli e solo mezz’etto di cervello, se fosse uno di quei nerd che non sanno neanche che cosa sia una vagina, oppure se era un ragazzo normale, con un normale taglio di capelli, un normale abbigliamento e un normale comportamento.

Stiles era normale, ma allo stesso tempo, non lo era.

Sembrava uno di quei classici sfigati della scuola – quelli che Lydia aveva sempre evitato come la peste – perché quella camicia scozzese non gli dava l’aria di un capitano della squadra di lacrosse o football, ma le spalle larghe e il petto evidenziato dalla maglietta di cotone grigio lo rendeva abbastanza bello da essere preso in considerazione.

I capelli andavano decisamente sistemati, forse Lydia avrebbe potuto dargli qualche consiglio su come non fare avere vita propria a quella indomata chioma scura, il guardaroba andava rivisto, ma l’unica cosa che era perfettamente al suo posto, era il sorriso.

Bello, sincero, rassicurante e caldo.

“Che dici... entriamo?” chiese lui, inclinando la testa verso la porta del locale.

“Certo” asserì lei.

Stiles cedette il passo a Lydia che, ancora non del tutto a suo agio, si mordicchiò il labbro inferiore. Si torturò tutto l’interno della bocca con i denti, fino a sentire il sapore del sangue.

Assurdo, pensò tra sé e sé.

Stiles, dal canto suo, non smetteva di grattarsi la nuca e non riusciva a stare fermo con la mani. Continuava a muoverle e con la coda dell’occhio, osservò le gambe di Lydia. Quelle zeppe marroni gliele slanciavano, assottigliandole le caviglie e le ginocchia, il colore chiaro dell’abito si sposava terribilmente bene con il colore della sua pelle che era così chiara e delicata, quasi fosse porcellana.

Era bella e, se non fosse stato così stupido, l’avrebbe scoperto tempo prima.

 

Ore 01.09

Grazie.

Ore 01.10

Grazie a te. Dopo il casino che ho combinato non mi sarei aspettato un’altra possibilità da parte tua.

Ore 01.11

Già, probabilmente non avrei dovuto darti ascolto, ma hai pagato tu, quindi...

Ore 01.12

Oh, ah sì? Carina.

Ore 01.13

Scherzo. Davvero, grazie. È stata una bellissima serata.

Ore 01.14

Figurati, è stato un piacere.

 

Ore 02.02

Allora? Mi dici come è andata questa serata?

Ore 02.03

È... andata.

Ore 02.04

Solo andata? Cioè, non hai niente da raccontarmi? Tipo, com’è lui, se ti piace o meno? Se è un troglodita mentre beve oppure sembra una ragazzina?

Ore 02.05

Diciamo che... potrebbe essere carino. E simpatico. Ed estremamente ironico e con la battuta sempre pronta.

Ore 02.06

Interessante. Continua...

Ore 02.07

È estremamente logorroico, parla molto. Troppo, forse. Ha una strana fissazione per Guerre Stellari... e per i fumetti. Credo.

Ore 02.08

E siete arrivati ad un punto in cui avete concretizzato che avete qualcosa in comune?

Ore 02.09

Probabile.

Ore 02.10

Habemus Coppiam!

 

Ore 06.09

Sei consapevole del fatto che mi devi raccontare tipo tutto quello che è successo?

Ore 06.10

E tu sei consapevole che sono le sei del mattino e che ti verrò ad uccidere, non appena avrò la forza motoria di alzarmi dal letto?

 

 

 

 

_______________________________________________________________________________________

Okay, probabilmente non è così tanto lungo quanto vi avevo promesso, questo capitolo, ma è decisamente meno corto di quello precedente.

Ho inserito un’altra parte narrante e, devo dire, mi è piaciuto tanto scriverla. Specialmente dal punto di vista di Stiles. Amo entrargli dentro e poter scrivere quel che sente per Lydia, adoro dover descrivere lei dagli occhi di Stiles, davvero. Spero solo di non essere stata troppo OOC.

Quello che è successo durante l’appuntamento non l’ho descritto, ma voglio lasciare l’immaginazione a voi. È andato bene, comunque, e questo è l’importante.

Ho inserito la fissazione per i fumetti per Stiles, perché mi ricorda tanto Seth Cohen, che io amo tanto.

Bene, vi ricordo il mio fake, il mio gruppo e la mia pagina su True Blood ^^

Un bacio.

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Capitolo 8
*** West Coast ***


Lydia

Brooklyn Baby

West Coast

 

New York, 4 Luglio 2014

 

Stiles

Lydia

Scott

 

Ore 14.09

Odio l’estate.

Ore 14.10

E buon giorno anche a te.

Ore 14.11

È da un bel po’ che è giorno.

Ore 14.12

Sì, beh, ma visto che non ci siamo sentiti fino ad ora.

Ore 14.13

Oddio, ma sei sempre così te?

Ore 14.14

Sempre.

Ore 14.15

Rincominciamo. Buon giorno Stiles.

Ore 14.16

Buon giorno Lydia.

Ore 14.17

Okay, basta fare i buffoni. Odio il caldo.

Ore 14.18

È Luglio, è normale.

Ore 14.19

Beh, io odio comunque il caldo!

Ore 14.20

Va bene, va bene, non ti arrabbiare con me però.

Ore 14.21

Non sono arrabbiata con te. Non lo sarei mai.

Ore 14.22

Verso le quattro scendo a Coney Island. Vieni? Così combattiamo il caldo insieme.

Ore 14.23

Mi vieni a prendere tu?

Ore 14.24

Alle quattro da te. Prendiamo la metro.

Ore 14.25

A dopo.

 

Ore 16.09

Perché mi prendo sempre la briga di organizzare le cose con te? Me lo spieghi?

Ore 16.10

Non sono poi così tanto in ritardo!

Ore 16.11

Alle quattro avevamo la metro per arrivare a Coney Island e sono le quattro e dieci! Spiegami cosa diavolo stai facendo, ti prego.

Ore 16.12

Mi sto sistemando i capelli.

Ore 16.13

I capelli? Lydia, dobbiamo andare in spiaggia, non ad una sfilata!

Ore 16.14

La spiaggia è il luogo in cui ci sono più ragazze carine con cui competere. Voglio essere al meglio.

Ore 16.15

Basta. Non voglio sapere altro. Scendi.

 

Lydia scese le scale di casa sua, arrivando fino al portone, aprendolo con uno slancio. Stiles era seduto su uno dei tre scalini davanti a lei, che giocherellava con il gioco, sicuramente facendo qualche sfida con Scott su Facebook. Per attirare la sua attenzione, si schiarì la voce e, quando lui si alzò e si voltò verso di lei, rimase a bocca aperta. I lunghi capelli erano lunghi, più lunghi della prima volta in cui l’aveva vista (nel corso di quei mesi, in tutte le loro uscite, la prima cosa che Stiles guardava in lei erano quegli splendidi capelli) ed erano ricchi di boccoli che si muovevano come delle molle ad ogni passo della ragazza. Indossava un abitino corto, le arrivava a malapena a metà coscia, un paio di zeppe in corda chiara e una borsa da spiaggia molto spaziosa, da dove si intravedeva un telo da mare verde smeraldo.

“Ciao”

“C-ciao”

Stiles ancora non riusciva a non balbettare qualcosa quando la vedeva. Era sempre così incredibilmente bella. Da stare male. E non riusciva minimamente a credere che, proprio in quel momento, lei si stava avvicinando a lui e lo stava baciando. Era il loro primo bacio, in realtà, anche se Stiles l’avrebbe voluta baciare fin dal primo momento in cui l’aveva vista. Quelle labbra erano sempre state molto invitanti e si era sempre chiesto come sarebbe stato baciarle. Ora lo stava scoprendo. Erano morbide, vellutate e sapevano di fragola.

Sapevano di Lydia.

“Andiamo?”

“Sì. Sì, andiamo. Altrimenti perdiamo di nuovo la metro”

Si presero per mano e, zig-zagando per le strade di Brooklyn, si infilarono tra il flusso di persone che risalivano lungo la scale della metropolitana salendo nella linea D, scendendo poi a Coney Island, la più storica delle spiagge a Brooklyn.

 

Ore 19.00

Stiles, dove diavolo sei?

Ore 19.01

Da Lydia.

Ore 19.02

Da Lydia?!

Ore 19.03

Sì, da Lydia. Perché, che succede?

Ore 19.04

Stasera c’è la cena. Te lo sei dimenticato?

Ore 19.05

Maledizione.

 

Stiles era sdraiato sul letto di Lydia. Il materasso era morbido, comodo, ma la miglior cosa era che Lydia, con solo indosso un vestito di flanella, era accoccolata su di lui, con la testa posata sul suo petto e una mano che disegnava cerchi immaginari sul tessuto della maglia grigia. Avevano passato un bel pomeriggio sulla spiaggia, facendosi scherzi cretini, schizzandosi con l’acqua salata e buttandosi a terra stremati. Lydia lo aveva baciato non appena lo aveva visto, sotto casa sua, e non se n’era per nulla pentita. Era stato un bel bacio e in quel momento, mentre alzava il capo per osservarlo digitare con le sopracciglia aggrottare qualcosa sul cellulare, si soffermò sulla forma delle labbra. Erano così perfette.

“Chi è?”

“Era Scott che mi intimava di rientrare perché questa sera ho una cena di famiglia. Che cosa deprimente”

“Stiles”

“Mhm?”

Lydia si lanciò contro di lui, prendendo possesso della sua bocca, baciandolo di nuovo in quella giornata. Solo che, rispetto al bacio delle quattro, questo delle sette era molto più approfondito e urgente. All’improvviso una voce li fece staccare da quel bacio che li stava lasciando letteralmente senza fiato.

“Lydia?”

Stiles si alzò dal letto e con lui anche Lydia che lo accompagnò verso la porta d’ingresso.

“Sarà meglio che vada” borbottò lui, mentre si issava a sedere sul limite del materasso.

Quando arrivarono nel salone, Allison guardò Stiles e Stiles guardò Allison. Lei aveva uno strano sorriso dipinto sul viso; era un sorriso fatto per mascherare l’imbarazzo di quel momento.

“Tu devi... essere Stiles” disse Allison, cercando si spezzare quella tensione, ma nessuno le diede corda, in quanto sia Lydia che Stiles annuirono semplicemente con un movimento della testa.

“E tu... devi essere Allison”

“Sì, sono io. Scott come sta?”

“Oh, sta bene quel testone”

Allison rise, forse un po’ troppo forte e un po’ troppo forzatamente alle parole di Stiles, così si creò di nuovo un certo imbarazzo.

“Okay, credo che sia stato abbastanza imbarazzante, è meglio che vada”

Stiles salutò Lydia con un tenero bacio sulla guancia e Allison con una formale stretta di mano, dopo un’imbarazzante indecisione se dare anche a lei un bacio, oppure optare per un abbraccio.

“Imbarazzante” disse Lydia, mentre osservava Allison che si alzava i capelli in una piccola coda di cavallo.

“Sì, molto”

 

Ore 23.00

Sei sveglia?

Ore 23.01

Sì, sono affacciata alla finestra. Sto aspettando i fuochi d’artificio.

Ore 23.02

Io sono sulla spiaggia con i miei.

Ore 23.03

Fuochi sulla spiaggia. Bello.

Ore 23.04

Già. Beh, non molto in realtà.

Ore 23.05

Oh, dai. Quanto noiosa potrà mai essere la tua famiglia?

Ore 23.06

Non è per loro.

Ore 23.07

Forse è per Scott. Quando non sta con Allison o quando non è stato con Allison o quando non si scambia messaggi con Allison o non sta al telefono con Allison è davvero una palla. Mi piaceva di più prima.

Ore 23.08

Oh, wow. Hai praticamente insultato la mia migliore amica. Lo sai?

Ore 23.09

Ho insultato mio fratello. Di le cose come stanno.

Ore 23.10

Me le vuoi dire te come stanno, le cose?

Ore 23.11

Cioè?

Ore 23.12

Cioè perché hai detto che è noioso aspettare dei bellissimi fuochi d’artificio sulla spiaggia.

Ore 23.13

È una cosa da adolescente. Non farmela dire.

Ore 23.14

Ormai sei obbligato.

Ore 23.14

Okay.

Ore 23.15

È brutto... perché non sei qui.

 

Stiles si sentì un cretino a dire quelle cose. Era una frase così da adolescente, così infantile che si diede dell’idiota per aver mandato quel messaggio. All’improvviso qualcuno gli toccò leggermente la spalle e lo fece voltare e, quando lo fece, i suoi occhi nocciola dorati (così li aveva definiti Lydia) si sgranarono.

“Chi te l’ha detto che non ci sono?”

“Non eri a casa, sul tuo balcone?”

“Ho detto una bugia”

I due ragazzi scoppiarono a ridere, l’uno di fronte all’altra e proprio mentre le loro risate stavano scemando, in cielo, scoppiò il primo botto, con un tuono che rimbombò in tutto il cielo scuro. Era rosso, acceso, che risplendeva nel manto stellato del quattro luglio, a New York. Subito dopo, un altro. Stavolta bianco. Poi blu.

Tra quei rumori sordi, le esclamazioni della gente con gli occhi rivolti verso l’alto, Stiles si avvicinò al viso di Lydia e, con una mano affondata tra i suoi boccolo biondo-fragola, l’attirò a sé e la baciò. Fu un bacio lento, dolce e aveva anche degli spettatori, perché più in la, Scott e Allison (stretti in un abbraccio) li guardavano.

“Abbiamo fatto un bel lavoro” disse Scott, mentre lasciava un bacio sulla testa ad Allison.

Le prese la mano e cominciarono a camminare lungo la spiaggia affollata.

“Io ho fatto un bel lavoro. – precisò la mora, orgogliosa. – Se non fosse stato per me, Lydia, avrebbe cancellato Stiles dalla sua vita prima ancora di conoscerlo”

Scott alzò gli occhi al cielo e poi sorrise, dandole un piccolo bacio sulle labbra.

“Hai ragione, dovrebbero almeno ringraziarti”

“Non preoccuparti. Riscuoterò presto la mia ricompensa”

I due ridacchiarono, continuando a camminare lungo la spiaggia a piedi nudi, sentendo i piccoli granelli solleticare le loro piante, mano nella mano.

Stiles e Lydia si staccarono per riprendere fiato.

Lui guardò lei e lei guardò lui.

Un messaggio mandato alla persona sbagliata li aveva portati fin lì.

Poteva rivelarsi un semplice vicolo cieco e invece si era rivelato molto di più.

 

 

 

 

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È tutto un po’ improvviso, lo so, ma questo è l’ultimo capitolo. Non l’avevo calcolato, ma se fossi andata avanti – con il tempo – non avrei saputo più cosa fare. Spero solo che tutta la storia vi sia piaciuta.

Questo finale mi è piaciuto molto da scrivere, specialmente il finale. Ho voluto inserire entrambe le coppie. Insomma, sono quelle che amo di più, come potevo non trattarla entrambe, in questa conclusione.

Non so perché ho scelto il 4 luglio, ma l’idea di Stiles e Lydia sulla spiaggia, di sera, con i fuochi d’artificio che fanno da sfondo è tipo la cosa più bella del mondo.

Ora vado, spero che vi sia piaciuto questo finale e ci ritroveremo presto con l’altra mia mini-long Stydia, che potete trovare qua. Dategli un’occhiata ;)

Un bacio.

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