Frammenti di una vita

di Adelhait
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nascita ***
Capitolo 2: *** Crescita ***
Capitolo 3: *** Declino ***
Capitolo 4: *** Rimorsi ***



Capitolo 1
*** Nascita ***


Frammenti di una vita

 

 

Nascita

 

 

 

 

***

I ricordi sono come cicatrici.

Essi rimangono indelebili nel nostro cuore…

…nella nostra anima…

Frammenti di un lontano passato

Che non tornerà mai più.

***

Un leggero vento primaverile scompiglia la candida capigliatura di una persona, ch’è comodamente seduta su di una roccia.

Un giovane guerriero dal viso fiero e regale, su cui spiccano due occhi color dell’oro.

Un colore davvero bizzarro, ma non per la sua razza.

Perché egli non è umano, ma bensì un Inu Youkai, uno spirito errante, un essere immortale.

Sta lì seduto, mentre il vento accarezza la sua veste, ad osservare il lento scorrere del tempo.

Intanto la sua mente ritorna a ritroso nel tempo.

Quante cose ha visto?

Quante cose ha vissuto?

Quante battaglie ha combattuto?

Tante, tante e tante…così molteplici che la mente umana non può nemmeno immaginare…

Socchiude gli occhi, mentre le immagini e le parole riaffiorano dalle nebbie del tempo.

 

eee

 

Ormai mi trascino in questo mondo da molto tempo.

Osservo il lento decadere dell’antica civiltà in cui ero abituato a vivere…una civiltà che non mi appartiene più.

Io, un essere soprannaturale è costretto ad osservare la grettezza e la bruttura umana.

Io che ho visto la luce molti secoli fa, in cui ancora l’uomo temeva la figura dello Youkai.

Ricordo le parole della mia nutrice, quando ero fanciullo.

Rammento il suo fervore, quando mi raccontava il giorno della mia nascita.

La nascita dell’essere perfetto, nato dall’unione di due Taiyoukai.

Due demoni d’alto rango.

Io sono l’erede di una stirpe di guerrieri.

Ricordo, come fosse oggi, quelle parole.

Mi disse che venni al mondo in una notte d’inverno, quando la neve cadeva coprendo tutto e tutto.

La notte era calma e placida, solo il buio e il freddo ne erano padroni, quando il vagito di un neonato ruppe quel silenzio spettrale.

La neve di colpo cessò di cadere intimorita da quella voce squillante, le nubi si diradarono mostrando il simbolo della mia casata… La Luna

Mi disse che mio Padre mi prese in braccio e mi portò fuori degli appartamenti di Madre, mi condusse al centro del maestoso giardino e alzandomi alla Nostra Protettrice disse.

"Questo è il mio degno erede. Colui che prenderà le redini del mio maestoso regno…il suo nome è Sesshoumaru".

Mi strinse al petto e continuò a dire, con voce piena d’orgoglio.

"Il suo nome è sinonimo di forza e violenza…perché lui dovrà sopportare sulle sue spalle la grandezza di queste vaste terre, perché un giorno gli apparterranno. Benvenuto in questo mondo Figlio Mio".

Continuò a raccontarmi di com’era orgoglioso di aver avuto come primo genito un figlio maschio, forte e sano.

Padre voi eravate davvero orgoglioso di me?

Una domanda che mai avrà una degna risposta.

Io crebbi con la convinzione che voi foste orgoglioso di me…del vostro puro demone.

Vi ho sempre ammirato, come, quando da piccolo mi rintanavo nel vostro studio, mentre tenevate una delle vostre tante riunioni di guerra.

Io nascosto dietro un byobu ascoltavo il vostro modo di parlare e di come i vostri subordinati pendevano dalle vostre labbra.

Voi eravate e continuate ad essere un valoroso Generale ai miei occhi.

Rammento di come vi accorgevate della mia presenza e di come mi prendevate in braccio.

"Vedete, mio figlio vuole subito divenire un buon generale, anche se ancora troppo fanciullo per comprendere la difficile arte della guerra".

Guerra…

Già in quel periodo, molti demoni di altri territori attentavano al nostro maestoso regno, ma voi ogni volte con maestria li scacciavate via.

Adoravo ascoltare le fantastiche battaglie che voi mi raccontavate prima di addormentarmi.

"Padre, quando potrò venire anch’io in battaglia?".

Ogni giorno vi ponevo la stessa domanda, ma voi, mettendomi una mano sul capo rispondevate.

"Non aver fretta figlio mio, non aver fretta. Arriverà il giorno in cui entrerai nel campo di battaglia e mostrerai al mondo la tua bravura…non aver fretta".

Aveva ragione, ma io volevo divenire adulto subito per seguirvi in battaglia.

Per questo ogni giorno mi recavo al dojo con il mio Sensei ad allenarmi nell’arte della spada.

Divenivo giorno dopo giorno un vero artista nella raffinata danza di morte.

Eleganza degna di un assassino.

Il mio Sensei era orgoglioso di me e ogni volta mi diceva.

"Mio nobile allievo in voi scorre la linfa vitale di un degno guerriero, presto sarete affianco del vostro Onorevole Padre…statene certo".

Io ero orgoglioso come non mai.

Un giorno corsi da mio padre a chiedergli di portarmi con lui in una delle sue innumerevoli battaglie.

Quel giorno un po’ titubante accettò, ma so che temeva nella mia irruenza giovanile che mi poteva portare a commettere degli errori.

Quella fu la prima volta che uscii dalle mura del nostro Palazzo.

Era iniziata da poca la primavera e noi ci dirigevamo a Sud, ero impaziente di lottare.

Infatti, ogni fibra del mio corpo fremeva, quando sentii sulla mia spalla la vostra forte e possente mano.

Mi voltai e incrociai il vostro sguardo, sorrisi, perché in esso lessi orgoglio.

Sì, quel giorno eravate orgoglioso di me.

Del vostro primo genito.

Finalmente dopo giorni estenuati arrivammo nel luogo dove presto vi sarebbe stata la battaglia.

Io restai nelle retro vie, rimasi deluso di questa postazione, ma voi mi diceste.

"Non posso permettermi ti perderti…resta qui. Vedrai che presto arriverà il tuo turno".

Voi non volevate perdere il vostro erede, giusto Padre?

Mi sentii deluso e frustrato, quando vidi in lontananza un demone di basso rango.

Sorrisi e corsi da lui ero pronto a combattere.

Lottai come meglio potessi, ma lo uccisi.

Sorrisi e provai piacere nel sentire quel liquido caldo, scarlatto, colare dalle mie mani diafane.

Avvicinai il dito indice nella mano destra alla bocca e assaporai il sangue del mio nemico, non provai disgusto, anzi mi piacque.

Mi ritrovai a ridere, quando sentii la voce di mio padre.

"Sesshoumaru".

Mi voltai e lo vidi sorridere.

"Padre avete visto? L’ho ucciso io. Ho ucciso un nostro nemico".

Lui si avvicinò a me, con la manica del suo kimono mi pulì il lato della bocca, dove vi era una piccola macchia di quel sangue.

"Bravo Figlio mio".

Mi lodava, sentii il sangue scorrere veloce nelle mie vene.

"Torniamo a Palazzo".

Annuendo lo seguii.

Quello fu uno dei momenti più belli che trascorsi in Vostra compagnia…

 

eee

 

Sorride sarcastico, mentre riapre i suoi occhi dorati ed osserva il lento scendere del disco solare.

La notte si avvicina, ottima compagna per ricordare momenti piacevoli e spiacevoli della sua longeva vita.

 

Continua.

 

__________________

Piccola agenda:

Taiyoukai: demone di livello superiore.

Youkai: demone o spettro.

Dojo: palestra.

Sensei: maestro.

Byobu: piccolo paravento.

 

Rieccomi a scrivere una nuova storia, non so se risulterà piacevole, ma era da tempo che mi ronzava in testa.

In questa testa bacata XD.

Comunque ringrazio chi leggerà e chi recensirà, un mega bacio.

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Capitolo 2
*** Crescita ***


Crescita

 

 

 

Il sole era ormai calato e le prime stelle brillavano nel cielo, lui era ancora seduto lì a ricordare.

A ricordare il suo lungo passato.

eee

Eravamo tornati nella nostra dimora, io fui accolto fra gli onori, infatti, ero riuscito ad uccidere il mio primo nemico.

Ero orgoglioso, mi sentivo benissimo, ma la cosa che mi rendeva felice era il fatto che voi vi sentivate fiero di me.

Del vostro puro e degno erede.

Da quel giorno molte volte venni con voi in battaglia, oppure a caccia, anche se mi lasciavate sempre nelle retrovie, ma questo a me non importava bastava vedervi combattere.

Ho sempre ammirato la vostra destrezza nello utilizzare la spada.

Già, voi eravate impossesso di tre meravigliose Zanne, ma io all’epoca ne vidi solo due all’opera.

Tessaiga e Songa.

Due meravigliose spade che mi lasciarono senza fiato e incompleta ammirazione, quando le vidi all’opera.

Potenza, forza e supremazia…questo rappresentavano.

La Tessaiga era in grado con un sol colpo di annientare cento nemici, un vero portento…ma quella che mi lasciò senza parole fu Songa in grado di portare l’inferno sulla terra.

Infatti, ogni giorno mi ripetevo, quasi allo svenimento.

"Presto saranno mie".

Ma un dubbio cresceva in me, quell’altra spada quali erano le sue potenzialità?

Un dubbio che mi rodeva dentro come un tarlo, perciò decisi di chiederlo, ma voi mettendomi una mano sul capo mi rispondeste.

"Tenseiga è una spada che non arreca offesa".

Che non arreca offesa?

Cosa significava?

Lo guardai dritto negli occhi e sbottai.

"Padre piantatela di prendermi in giro. Non esiste una spada che non provoca la morte".

Lo vidi ridere di gusto, ma poi cambiò di colpo espressione…era serio, quando mi disse.

"Figlio mio, non mi burlo di te, sappi che la peculiarità della Tenseiga è di ridare la vita a cento nemici".

"Cosa?".

Per la prima volta rimasi a bocca aperta.

"No, non posso crederci".

"Invece sì".

Ricordo che si allontanò sorridendo, io scossi il capo dicendo fra me e me.

"Non comprenderò mai mio Padre".

Vero, non capii mai perché fece forgiare la Tenseiga, ma poi lo scoprii molto più avanti.

Gli anni trascorsero veloci ed io divenivo giorno, dopo giorno sempre più forte tanto che il mio Sensei mi disse.

"Principe non ho più nulla da insegnarvi, ora la vostra maestra sarà l’esperienza che acquisirete durante il vostro viaggio di formazione".

Aveva ragione, ormai sapevo ogni cosa sulla raffinata arte della guerra ed era arrivato il tempo di intraprendere il mio viaggio di formazione.

Ricordo che mio padre fece forgiare per me una meravigliosa armatura, anche se in verità non mi sarebbe servita a molto, per proteggermi da eventuali nemici più forti.

Nemici più forti?

Io ero il più forte e presto lo avrebbero capito.

Infatti, uscii dal palazzo elettrizzato a cominciare a mostrare al mondo un nuovo essere potente, anche se alcune volte ritornavo a palazzo perché voi dimoravate ancora là.

Perché ancora avevo bisogno di voi, di parlare con voi, di mostrarvi ciò che ero in grado di fare.

Però qualcosa era cambiato negli ultimi tempi, voi eravate sempre più lontano e scostante, cosa vi stava accadendo?

Questo dubbio cominciò a rimbombarmi nella testa giorno, dopo giorno.

Ricordo ancora, quando ritornai al palazzo convito che voi foste lì ad aspettarmi come sempre ogni volta che tornavo, ma non voi c’eravate…io pensai.

"Sarà a caccia?".

Ma non era così.

Quel giorno avevo voglia di rilassarmi, perciò mi diressi nel nostro meraviglioso giardino, mi poggiai con la schiena su il tronco di un salice piangente, ricordo che chiusi gli occhi e rimasi ad ascoltare il calmo rumore del piccolo torrente che scorreva a pochi passi da me.

Non seppi mai per quanto rimasi, quando d’un tratto il profumo di fiori ed essenze mi destarono.

Riaprii gli occhi, voltati il capo e vidi alcune yashe.

"Oiran".

Sospirai infastidito, mi stavo per allontanare, quando le sentii dire tra i risolini.

"Avete saputo? Il nostro Signore si è invaghito di una ningen".

"Oh, che cosa orrenda".

"Giusto".

Restai fermo lì, con gli occhi sgranati.

"Mio padre si è innamorato di una ningen? No, non posso credere a questa menzogna".

Intanto quelle femmine continuavano a ridere, ma quando mi videro uscire da dietro l’albero sbiancarono di colpo.

Ricordo che si prostrarono ai miei piedi, sento ancora il fruscio della loro seta che tocca la tenera erba.

L’avrei volute uccidere, ma frenai la mia collera.

Passai accanto a loro senza degnarle di uno sguardo.

"Luride femmine".

Sibilai, ero davvero furioso.

Infatti, mi recai verso il dojo per scaricare quella rabbia.

Intanto mi ripetevo di non dar retta a quella maledetta menzogna, ma purtroppo essa cominciò ad avvelenare la mia mente.

Intanto notai che anche mia Madre era diversa in quel periodo.

Era triste e delusa, ma era abile a mascherare tutto.

Anche se i suoi occhi rossi, per le troppe lacrime versate, mi facevano comprendere che quella menzogna fosse la verità.

Ma io testardo non volli crederci.

"Menzogne, luride bugie…anche se…".

Scossi violentemente il capo affinché quelle parole sparissero dalla mia testa, ma esse rimasero fino a quel maledetto giorno…

eee

Alza il viso ad una pallida Luna, rammentando quei momenti che segnarono la sua longeva vita.

 

Continua…

 

___________________

Piccola agenda:

Oiran: dama di corte.

Rieccomi con il secondo capitolo, non so se vi è risultato gradevole.

Comunque ringrazio:

Ary22: grazie per aver recensito e per i complimenti, un bacione grande.

Intery: beh, spero di riuscire a descrivere la sua vita in questa fanfic, lo spero tanto. Un bacio a presto.

Yoi: come vedi ho aggiornato, so che adori il bel Papone Inu no Taisho ^^, beh, lo adoro anch’io. Un grosso bacio e a presto.

KaDe: grazie mi fai arrossire per i complimenti, spero che questo capitolo ti piaccia. Un bacio e a presto.

Kaimy_11: ho grazie sorelluccia per aver recensito, anch’io adoro l’infanzia di Sesshomaru, spero che riesco a descriverla bene. Un bacio e a presto.

Miriel67: hai perfettamente ragione non ci sono nozioni sulla sua infanzia, un vero peccato. Però esiste l’immaginazione no? Speriamo che riesca a descrivere la sua vita, grazie per aver recensito, un bacio.

Mikamey: grazie per la bella recensione, ma come vedi non è finita ^^. Spero che continuerai a seguirla, un bacio e ancora grazie.

Ringrazio anche chi solo legge.

P.S: questo capitolo lo dedico a Yoi una mia grandissima amica ^^

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Capitolo 3
*** Declino ***


Declino

 

 

 

Era intento ad osservare la sua eterna compagna, La Luna, mentre una leggera brezza accarezzava il suo viso smuovendo la sua frangia argentea.

 

eee

 

Rammento ogni attimo, ogni respiro di quei momenti che segnarono il Vostro allontanamento da me.

All’epoca mi sentii tradito dal Vostro comportamento, un Nobile Guerriero mischiato con un essere impuro, una Ningen.

I giorni, le settimane e i mesi volarono e di Voi neanche l’ombra, intanto un nuovo nemico era alle porte del Nostro Regno…Riokotsusei…

Un infido essere che astutamente divorava le nostre terre, ma Voi eravate impegnato con Lei.

Pensieri degni di un giovane ferito nel suo orgoglio.

Pensieri di un figlio tradito.

Sì, mi sentivo tradito dal Vostro comportamento.

Ricordo quel giorno, quando voi tornaste al palazzo, un giorno d’autunno.

Dove la natura si assopisce in attesa di rinascere a primavera.

Ero lì di fronte lo shoji del Vostro Studio, allungai la mano e lentamente lo feci scorrere.

Cosa avrei detto?

Cosa avrei fatto?

Non lo sapevo, ma di una cosa ne ero certo volevo rivedervi.

Volevo dissipare quella menzogna, anche se… era la dura e cruda realtà.

Entrai lentamente, sentivo il rumore dei miei piedi sotto il tatami, mentre vi osservavo intento a leggere una delle tante pergamene riposte sul ripiano di fronte a Voi.

Mi avvicinai di più, quando un odore a me sgradevole…disgustoso, mi fece formulare questa frase.

"Allora è la verità! Voi avete disonorato la Nostra Famiglia!".

Mi voltai ed uscì dalla stanza senza attendere alcuna risposta, ma ricordo perfettamente la Vostra espressione incredula.

Ero furioso come non mai, uscì di corsa dal palazzo dirigendomi nel folto della foresta, dove placai un po’ della mia ira su alcuni demoni di bassa lega.

Adoravo sentire il sangue scorre sui miei artigli.

Adoravo sentire lo scricchiolio delle ossa che si rompevano.

Amavo la Morte che io donavo.

Rimasi per molti giorni a vagare tra quella vegetazione, quando avvertii di nuovo quell’odore nauseante…gelsomino…

Il profumo di quella Femmina Umana.

Affrettai il passo, volevo eliminare quel problema…

Arrivai a destinazione…

"Un Hokora".

Pensai, mentre mi fermavo al limitare del bosco che divideva la struttura da esso.

Ricordo che lei era ferma lì ad attendere la Vostra venuta, ma non era sola, con lei c’era un’altra ningen, una serva.

Era in piedi di fronte la struttura, ricordo i suoi lunghi capelli neri come l’oblio che risaltavano con il candore del suo viso, leggermente truccato.

Era di nobile famiglia, infatti, sentii la serva chiamarla.

"Principessa Izayoi…non dovreste prendere freddo nelle vostre condizioni".

Lei mosse il capo in segno di no, facendo ondeggiare la sua lunga capigliatura nera…intanto poneva le mani, ben protette dalle lunghe maniche dell’haori, sul proprio ventre, come a proteggere qualcosa di prezioso.

Io il momento non capii quel gesto, ma poi in futuro mi fu tutto più chiaro.

Mi mossi, volevo eliminare quel fastidioso essere, quando avvertii un odore a me familiare.

"Padre".

Sussurrai, mentre mi fermai.

Infatti, Voi arrivaste in quel preciso istante…nel momento in cui Io ero pronto ad ucciderla.

Restai nascosto dietro un albero ad osservarvi, mentre Voi andavate da lei, che aveva aperto le braccia accogliervi in un abbraccio.

Ricordo perfettamente che storsi le labbra in segno di disgusto.

Un essere perfetto, puro e potente tra le braccia di un parassita.

Sì, i ningen sono Parassiti indegni di vivere su queste vaste terre.

Pensavo a questo, mentre avvertivo nell’aria odore di sale.

Piangeva, mentre diceva tra i singhiozzi.

"Mio Signore, finalmente siete arrivato. Ma presto vi vedrò partire, questa volta ho timore di non rivedervi mai più".

Intanto Voi le accarezzavate il capo, come faceste con me, quando ero ancora piccolo.

"Izayoi, non piangete".

"No, non posso arrestare queste mie lacrime…che scendo di tristezza, ma anche di felicità…perché molto presto un essere vedrà la Luce".

Un essere vedrà la Luce?

Ricordo che mi porsi di più ad ascoltare quell’assurda discussione.

"Un essere vedrà la Luce? Questo vuol dire che Voi siete…".

La vidi che si staccò da Mio Padre per mettere una mano sulla bocca per trattenere una risatina, per poi dire, fievolmente.

"Sì, Mio Signore".

Era incinta!

Provai orrore, disgusto…ricordo perfettamente che serrai la mascella, mentre stringevo le mani facendo affondare i miei artigli nelle carni.

Sangue.

Il mio sangue colò sul bianco del mio hakama, per poi cadere sul terreno.

In quel preciso istante fui scoperto da Voi che voltaste il viso verso la mia direzione.

"So, che sei qui! Esci fuori".

Lentamente uscii, camminai a testa alta facendo capire a quella Femmina che Io ero un essere superiore.

Infatti, la vidi che si nascondeva dietro le Vostre spalle.

"Voi ci avete disonorato Padre. Avete generato con lei un essere impuro, imperfetto…Un Hanyou…".

Dissi, mentre dirigevo verso di Voi…verso di Lei.

"Ma non temete Padre, sarò io ad eliminare il problema…così nessuno saprà di questo vostro errore".

Ricordo perfettamente che alzai la mano destra, facendo scrocchiare i miei artigli, affamati di sangue.

Rammento bene il Vostro volto.

Furente.

Deluso.

"Sesshoumaru, tu non le torcerai neanche un capello, finché sarò Vivo Io".

"Padre, allora mi costringete ad uccidervi".

Dissi beffardo, mentre mi lanciavo contro di Voi, ma d’un tratto mi ritrovai a terra con il labbro rotto, la guancia sinistra gonfia e dolorante.

Alzai lo sguardo e vidi la Vostra mano destra ancora alzata, sgranai gli occhi…quell’azione significava…

Padre voi mi avevate schiaffeggiato, una cosa mai fatta in tutti quegli anni ed ora…

Mi alzai furente, mi pulii il sangue che colava dalla ferita e sibilai.

"Padre, non vi perdonerò mai…ucciderò quella yotaka e quell’essere indegno che porta in grembo".

Mi allontanai furente, non volevo restare un minuto di più in quel luogo.

Veloce sparii nel bosco dovrei avrei sfogato la mia frustrazione…intanto questo era solo l’inizio del Vostro Declino…

 

 

eee

Il vento cessò d’un tratto, come cessò la vita di una persona a lui cara.

Lui è ancora lì ad osservare l’astro celeste, mentre continua ricordare momenti tristi della sua longeva vita…

 

Continua…

______________________________

Scusate il ritardo, ma ho avuto un po’ da fare ^^’.

Comunque ringrazio di cuore chi recensisce e chi legge…

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Capitolo 4
*** Rimorsi ***


Rimorsi

 

 

 

Ricorda.

Ricorda ogni minimo particolare.

Ogni minima sfumatura di un lontano passato.

Continua ad osservare quel astro celeste che lento si adagia all’orizzonte.

 

eee

 

 

Ero furioso nei Vostri confronti.

Nel Vostro comportamento.

Perché?

Perché sceglieste una Ningen come amante?

Perché accettaste di avere un figlio da Lei?

Un Ibrido…Un essere incompleto?

Queste domande mi hanno sempre assillato ogni giorno della mia lunga vita.

Camminavo nell’oscurità del bosco per sbollire quella rabbia che veloce aveva avvelenato il mio sangue, il Mio Spirito.

Gli esseri che incrociavano il mio cammino venivano eliminati senza pietà.

Pietà?

Padre voi avete avuto pietà per i miei sentimenti?

Suppongo di no, visto che tradiste me, vostro degno e puro erede, e la vostra consorte, macchiando il Vostro onore con il Sangue Infetto di quell’immonda razza.

Rammento quel terribile giorno, come se fosse oggi.

L’autunno era cessato ed aveva dato il posto all’Inverno…freddo e temibile come Me.

Voi vi eravate recato a Nord del nostro regno a sconfiggere quello Youkai…Riokotsusei…

Avrei potuto seguirvi come il mio solito, ma quella volta il mio orgoglio ferito mi impose di rimanere nelle mie stanze.

Ricordo con precisione che risposi ad un servo, che venne ad avvertirmi della Vostra partenza, che sarei rimasto a Palazzo.

"No. Questa volta non verrò…resterò qui".

Ero davvero furioso nei Vostri confronti, ma una voce insistente nel mio animo mi urlava di venire…di cercarvi, ma scossi il capo violentemente affinché quegli assurdi pensieri svanissero.

Erano segni premonitori?

Sì, lo erano.

Mi diressi lentamente verso lo shoji che apriva sul piccolo giardino, leggermente ricoperto dalla prima nevicata.

Lo feci scivolare lentamente, mentre pensavo alla Vostra immane Sciocchezza.

D’un tratto un vento freddo mi sfiorò il viso, chiusi gli occhi e respirai a pieno quell’aria gelida come il mio spirito ferito.

Mi poggiai sul legno e mi feci scivolare al suolo, intanto dal cielo bianco scendeva calma e placida la neve.

La osservavo rapito, mentre pensavo.

"Padre cosa state facendo? Avrete sconfitto quell’essere, anche senza il mio aiuto?".

Socchiusi gli occhi e mi trovai a ridere…a ridere di commiserazione.

"Sì, l’avrete sconfitto…dopotutto Voi siete un Demone Forte e Temuto".

Poggiai il capo e mi assopii, non seppi per quanto tempo dormii, ma mi destai con il suono dei corni delle nostre truppe che rientravano dalla battaglia.

Mi alzai e mi diressi calmo verso l’ingresso, come facevo, quando ero fanciullo e vi correvo incontro…ora non l’avrei fatto sarei rimasto lì, in piedi sulla scalinata ad osservarvi.

Indifferenza.

Ecco ciò avreste trovato in me, una fredda indifferenza.

Arrivai sul limitare della grande scalinata, dove vi era anche mia Madre in compagnia delle sue ancelle.

La salutai chinando il capo, ma notai nel suo sguardo ambrato, così simile al mio, un velo di tristezza, ma anche di preoccupazione…perché?

Voltai il capo verso le nostre truppe e notai con disappunto che Voi non c’eravate.

Scesi la scalinata in direzione del Vostro fidato attendente-amico Kisoku, arrivai da lui e gli domandai senza mezzi termini dove Voi eravate.

"Dov’è mio Padre?".

Assottigliai lo sguardo, mentre capivo dove poteva trovarsi.

"E’ andato da Lei?".

Lo vidi sospirare e dirmi.

"E’ in riva al mare".

"E’ in riva al mare? Per quale arcano motivo si trova là? Ditemelo Kisoku-kun".

Lo vidi abbassare lo sguardo, ancora ricordo il colore di quegli occhi azzurri come il cielo, ma tristi, mentre mi riferiva la terribile notizia.

"E’ rimasto ferito…".

Veloce come un fulmine mi diressi verso la meta, mentre sentivo la voce di Kisoku.

"…non è niente di grave…".

Mentiva, dentro di me sentivo che questa era l’ultima volta che vi avrei rivisto.

Corsi nella notte scura, velata dalla neve che cadeva…l’ultima nevicata.

Gli ultimi momenti che ci restavano, che io scioccamente sprecai per colpa del mio Orgoglio.

Ancora mi incolpo per ciò che dissi e per ciò che non feci.

Perché?

Già perché?

Volevo forse punirvi?

Forse sì, o forse no…solo domande, stupide domande.

Stupidi errori che non potranno mai più essere rimediati.

Finalmente arrivai, Voi eravate là, in piedi di fronte ad un mare nero come la notte.

La neve cadeva e si intrecciava nei Vostri lunghi capelli, uguali ai miei.

Il vento portava con sé l’odore salmastro del mare, misto all’odore del sangue…del Vostro Sangue.

Ma avvertivo un altro odore…Morte…

Essa era qua ad osservarci ridendo malefica, perché consapevole che presto avrebbe avuto un degno premio da portarsi negli inferi.

Osservavo le gocce di sangue cadere sul manto nevoso, una rosa scarlatta formatasi al Vostro fianco.

Rammento ch’ero furioso, perché sapevo che presto sareste andato da quella Maledetta Femmina Umana e dal quel Bastardo che presto avrebbe visto la luce.

Vi fissavo pieno di ira, mentre il vento, freddo e tagliente, scompigliava i miei capelli.

Padre questo sarebbe stato il nostro ultimo momento insieme…il nostro ultimo dialogo.

L’ultimo istante…prima della Grande Fine…

 

eee

Rimpianto.

Ecco ciò che prova, mentre osserva la sua Eterna Amica, spettatrice del triste declino di essere Immortale.

Socchiude gli occhi, mentre ispira l’aria fresca della notte…sua degna Consorte…

 

Continua…

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Rieccomi ad aggiornare questa fanfiction, che adoro come il personaggio XD.

Ringrazio:

Mikamey: sono felice che il passato capitolo ti sia piaciuto ^^. Spero che anche questo ti piaccia, un grazie enorme corredato da un bacio.

KaDe: oh grazie, me arrossisce fino alle punte delle orecchie. Sono contenta che questa nuova fanfiction è di tuo gradimento ^^. Sai credevo che Sesshoumaru risultasse un po’ OOC, visto che adora il padre, ma penso che dopotutto gli volesse bene…anche se un modo diverso rispetto ad un umano ^^. Un bacio ed ancora grazie.

Miriel67: grazie Zietta Elfica ^^, ricevere un complimento da te mi fa sobbalzare di gioia, tanto che i miei fratelli sono tentati di chiamare il reparto di psichiatria XD (dementi). Un bacio ed ancora grazie.

Roro: non ti preoccupare mi puoi chiamare come vuoi, basta che non mi chiami bestiaccia come fa mio fratello minore (copia caratteriale sputata di InuYasha è_é). Mi lusinga il fatto che tu abbia messo la fanfiction tra i preferiti, saltello per casa XD. Un bacio enorme e ancora grazie.

Ringrazio anche chi solo legge, mi rendete tanto felice ^^…ci vediamo con il prossimo capitolo dove leggerete la scena più emozionante del Terzo Movie di InuYasha…

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