Odio o Amore?

di DramioneMalfoy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pioggia di insicurezza! ***
Capitolo 2: *** Sconcertanti rivelazioni! ***
Capitolo 3: *** Scottanti verità! ***
Capitolo 4: *** Finalmente Ti Amo! ***
Capitolo 5: *** Niente di nuovo, bastardo come sempre! ***
Capitolo 6: *** Storie del passato e rivincite personali! ***
Capitolo 7: *** Giochi di sguardi, balli, rivincite e follie! ***
Capitolo 8: *** In un giorno qualunque, tutto cambia... ***
Capitolo 9: *** Vere motivazioni! ***
Capitolo 10: *** Ricordi e rivelazioni! ***
Capitolo 11: *** Amarsi ancora, nonostante tutto! ***
Capitolo 12: *** Per una volta... ***
Capitolo 13: *** Come Draco? ***
Capitolo 14: *** Labirinti di sentimenti e non! ***
Capitolo 15: *** Mondi Paralleli! ***
Capitolo 16: *** L’uomo Ombra – In Un Mondo Di Incubi e Di Inganni ***
Capitolo 17: *** Io son per te l'amore vero! ***
Capitolo 18: *** Tempo per amare, tempo per scusare! ***
Capitolo 19: *** Cinquanta sfumature di gelosia! ***
Capitolo 20: *** Gli eredi del male e di Serpeverde! ***
Capitolo 21: *** Ritorni e allenamenti focosi! ***
Capitolo 22: *** Prima volta! ***
Capitolo 23: *** Missioni pericolose! ***
Capitolo 24: *** Ritorni di fiamma! ***
Capitolo 25: *** Un cielo pieno di stelle! ***
Capitolo 26: *** AVVISO! ***



Capitolo 1
*** Pioggia di insicurezza! ***


Odio o Amore?
Pioggia di insicurezza!




 



Seduta sul davanzale della finestra della mia camera osservo la pioggia, di un breve temporale di fine estate, che incessante e violenta scorre umida e gocciolante sul vetro.
Le gocce di pioggia che battono sul vetro, il loro continuo ticchettio che mi incanta, mi fa sempre fermare a pensare e mi ritrovo a riflettere su tante cose, cose a cui spesso non voglio rimuginare.
Non so mai spiegarmi il perché, non ho mai cercato una motivazione a questo, tutto quello che so è che è sempre stato così, fin da quando sono piccola.
La mia vita va a meraviglia: sto con Ron, il ragazzo che amo; ho degli amici fantastici; sono la Regina dei Grifoni; ho E in tutte le materie, dopotutto anche Piton, nonostante fossi una Grifona, aveva dovuto lodare il mio impegno.
Sono Hermione Granger, la ragazza più intelligente della scuola. Sono stanca di avere tutte queste oppressioni, tutte le aspettative della gente sulle mie spalle. Solo i miei amici non mi fanno pressioni come coloro che si aspettano che io faccia vincere la coppa delle squadre alla mia Casa.
Il destino ha scelto per me una vita diversa da quella che avevo in programma; volevo crescere, andare al liceo, essere popolare e magari perché no diventare una cheerleader e uscire con il capitano della squadra di football: essere una ragazza normale, non una strega alle prese con l’imparare ad usare i suoi poteri; ma non voglio lamentarmi, non posso lamentarmi, ho tutto quello che una ragazza può desiderare: amici, una famiglia che mi ama, una media perfetta e sono una purosangue. Ma allora perché ogni volta che guardo a quel tavolo poco distante dal mio sento di non essere nel posto giusto, perché vorrei essere seduta vicino a lui? Perché ogni volta che incrocio il suo sguardo smetto di respirare? Perché ogni volta che mi rivolge parole poco carine sono comunque felice perché mi ha rivolto la parola?
Ed improvvisamente sento di non essere poi tanto sicura di amare Ron. Insomma Ronald Bilius Weasley è dolcezza, tenerezza, innocenza. Per quanto riguarda Draco Lucius Malfoy, be lui è Draco e basta: arrogante, menefreghista, lussurioso, puttaniere. Insomma Malfoy è il tipico ragazzo cattivo che con il suo atteggiamento fa cadere ai suoi piedi tutte le ragazze, ebbene sì anche mi sono incespicata nella sua trappola. Io Hermione Jane Granger, intelligente strega Purosangue. Mi sono innamorata del mio peggior nemico: Draco Lucius Malfoy.
E questo amore è la mia peggior condanna, ma allo stesso tempo speranza di una vita non fatta di obblighi Purosangue da rispettare in pubblico. Tanto più difficile da nascondere se hai desiderio di gridarlo al mondo e fregartene.
Ho diciassette anni e, come detto in precedenza, all’apparenza la mia vita sembrerebbe perfetta. Pensavo di odiare Draco Malfoy con tutta me stessa, invece, in un battito di ciglia ti accorgi che nel momento in cui hai chiuso gli occhi il mondo si è capovolto e la vita ti avvolge per poi travolgerti con violenza. Tutto ciò in cui credevo è cambiato, non mi riferisco solo a quella testa vuota del platinato che amo, parlo della mia vita in generale. Un tempo i miei scopi erano quelli di essere la più brava della classe, i miei principi erano casti e puritani.
Adesso non mi interessa prendere il massimo dei voti, mi basta andare bene; mentre per quanto riguarda la mia innocenza, ogni volta che vedo quel ragazzo biondo faccio pensieri ben troppo spinti per essere pensieri che dovrebbero essere rivolti solo al tuo peggior nemico.
Nel giro di un anno la mia vita è cambiata: i miei hanno venduto il nostro maniero, mi sono ritrovata ad amare Malfoy, ho desiderato più volte di appartenere alla casata di Salzar Serpeverde. E, come se non bastasse, cosa peggiore che si può definire la ciliegina sulla torta, anche i Malfoy hanno venduto il loro grande maniero e se indovinerete il perché e se non trovate risposta basta che leggiate: i miei genitori e i coniugi Malfoy hanno avuto la brillante idea di comprare un enorme castello in cui ti perdi dove i Granger e i Malfoy avrebbero vissuto insieme. Il motivo? Semplice, vogliono che io e il mio futuro marito Draco Malfoy ci avvicinassimo e legassimo.
Questa è la mia nuova vita: vivrò in un castello pieno di corridoi, stanze e sotterranei; circondata da poveri elfi domestici e per di più nella stessa ala del castello di Draco. I nostri genitori vedono perfetta la nostra unione Purosangue, per questo, non volendo deluderli, io e Draco abbiamo fatto un patto; d’estate avremmo fatto i bravi fidanzatini che si amano e che, con qualche piccola divergenza, andavano d’amore e d’accordo; tornati ad Hogwarts eravamo liberi di tornare a insultarci.
E da quel momento che ho cominciato a provare attrazione per lui e, posso giurare, che parecchie volte a tavola lui sia rimasto a fissarmi più a lungo del dovuto, così come quando ero in piscina in bikini.
Proprio da allora mi sono resa conto che quella convivenza sarebbe stata difficile.
A partire dal momento in i nostri sguardi carichi di odio e di disprezzo si incrociarono dopo che i nostri genitori ci avevano dato la “bellissima” notizia che avremmo vissuto insieme, capii che il confine tra amore e odio non è poi così difficile da oltrepassare…

 

La devo continuare?
A voi la scelta.
E’ una pazzia che mi è venuta in mente,
Spero vi sia piaciuta
Un bacio DramioneMalfoy

 

 

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Capitolo 2
*** Sconcertanti rivelazioni! ***


Odio o Amore?
Sconcertanti rivelazioni!



 

Sono comodamente seduta sul divano di Malfoy-Granger Manor, mentre leggo un libro. Ogni tanto mi soffermo ad ammirare i giochi di colore e le ombre creati dal fuoco nel camino di fronte a me sulla pelle delle mie cosce, scoperte dal vestito.
Poco più in là, seduti al tavolo da pranzo di uno dei tanti salotti di quella casa, ci sono i miei genitori con i Malfoy. Gli uomini parlano di politica e sport e le donne di vestiti e accessori.
Stanca di futili argomenti sull’imminente matrimonio che si sarebbe svolto alla fine dell’anno scolastico, avevo deciso di prendere un libro e di dedicarmi alla lettura.
“Mamma, papà, Signori Granger… a-amore, sto uscendo” ci informa Draco scendendo le scale del castello e pronunciando la frase con evidente sforzo sulla parola ‘amore’. E’ dannatamente sexy, indossa una camicia bianca sbottonata sui primi bottoni lasciando intravedere il petto e un jeans nero, porta i capelli scompigliati e le punte leggermente bagnate, segno evidente che si è appena finito di fare una doccia. Mi viene vicino e, con ostentata tranquillità, mi bacia una guancia per poi indugiare fin troppo con lo sguardo sulle mie gambe. Chissà perché questo comportamento non mi dà fastidio, un tempo sicuramente l’avrei considerato sdegnoso; tutte le ragazze per bene si coprirebbero subito le gambe con la coperta che adesso è ai miei piedi, ma ultimamente sono tutto tranne che una ragazza discreta.
Nonostante non lo dia a vedere, mi fa piacere quando mi guarda come se fossi… donna per lui. E non può che compiacermi quando chiede il mio parere, sebbene sappia che lo fa solo per mostrare ai nostri genitori quanto andiamo “d’accordo”. Tuttavia mi sento bene quando interessato mi chiede come ho dormito e quando la mattina scende a fare colazione, mi bacia la tempia, si siede vicino a me e mi tiene per tutta la durata del pasto mi tiene la mano, sento di essere al sicuro e mi convinco che dopotutto sposarlo non sarebbe così male.
Probabilmente dai quei piccoli gesti ho cominciato ad amarlo. Pensavo che  i matrimoni Purosangue fossero lo sposarsi, avere un erede e tanti saluti, pochi erano i casi dei nostri genitori che si amavano realmente. Forse potevo veramente apprezzarlo per quello che era, nonostante fosse un arrogante e altezzoso. Tutto ciò però non avrebbe cambiato nulla: lui non mi avrebbe comunque amato, ed io mi sarei ritrovata a passare una vita infelice con un uomo che non mi avrebbe mai desiderata come io desideravo lui, destinata a soffrire tutte le notti che lui sarebbe tornato tardi sicuramente da casa di un’altra donna, mentre io lo aspettavo in piedi con in braccio il nostro erede.
Avvolte però immagino quanto sarebbe bello e meno pesante, specialmente per lui, se mi amasse sul serio. Sono convinta che lui non mi ami, ma allora perché l’altra sera mi aveva detto quelle cose?

Flashback
Sono stanca ma non riesco a prendere sonno, non so se sia a causa dei tuoni che si sentono in lontananza malinconici e minacciosi. Mi giro e rigiro nel freddo letto della mia enorme stanza. L’incessante pioggia che continua incessantemente a scendere in questi giorni è il segno che l’estate volge al termine. Ho freddo, ma non sono sicura che il motivo sia l’aria gelida che regna sovrana nell’aria. Mi rifiuto di ammetterlo, nego l’evidenza. L’evidenza combatte contro la bugia e vince. Il motivo della mia tristezza va a braccetto con il fatto che Draco non è ancora tornato, non l’ho sentito imprecare come fa di solito prima di aprire la porta della sua camera, proprio accanto alla sua, dopo aver girato tutti i corridoi della grande abitazione. Non dovrebbe darmi così fastidio questa cosa, infondo io e lui stiamo insieme  ufficialmente solo dinanzi agli occhi dell’intera Comunità Magica, in privato io sto con Ron Weasley e lui con Pansy Parkinson. Consapevole del fatto che finché lui non sarebbe tornato non sarei riuscita a prendere sonno decido di andare a prendere un bicchier d’acqua.
Due delle scomodità del nostro castello sono che prima di saperti orientare bene ti perdi e la seconda è che se hai bisogno di qualcosa devi percorrere parecchia strada, inoltre l’ala dove viviamo io e Draco è parecchio grande e assai distante dal resto delle stanze. Penso che i nostri genitori l’abbiano fatto apposta per testare il nostro legame. Tornando alla situazione, potrei benissimo  chiamare un elfo e farmi portare l’acqua direte voi! Ma io sono una delle poche Purosangue che detesta trattare male quelle creature e considerarle inferiori. Persa nei miei pensieri mi accorgo leggermente in ritardo di essere arrivata in cucina. Mi avvicino e apro il frigo, una ventata d’aria fredda frusta contro la mia pelle coperta solo da una sottana di pizzo nera. Bevo tutto d’un sorso il bicchiere d’acqua e ripercorro la strada di prima per ritornare in camera, ancor con quel peso sullo stomaco: lui non è tornato!
Mentre torno nell’ala ovest del palazzo mi fermo di colpo. Mi avvicino al divano e noto che Draco sta dormendo ancora perfettamente vestito. Subito il magone provato in precedenza scompare e lo osservo dormire tranquillamente, sembra un angelo niente a che vedere con il bastardo egoista che è quando è sveglio. Non l’ho mai visto così tranquillo e rilassato, in questo momento sento di amarlo tanto. E’ incredibile ogni giorno che passa è un giorno che mi fa innamorare ancora di più di lui.
“Accio coperta” pronuncio sottovoce l’incantesimo per poi ritrovarmi tra le mani una coperta di plaid. Gliela metto delicatamente addosso e per un po’ resto lì a guardarlo. Libera da ogni turbamento, sbadiglio e finalmente, sapendo che lui è a casa, decido di andare a dormire. Incredibilmente ironico! Penso mentre gli lancio un ultimo sguardo: solo una persona si preoccupa così tanto dal non dormire finché l’altra persona non torna a casa… ed è la moglie. Mi alzo, e dopo essermi assicurata che non abbia freddo, faccio per andarmene quando una mano mi blocca tenendomi il polso. Mi volto di scatto sussultando spaventata. Incrocio il suo sguardo argenteo e mi sento nuovamente bene, come ogni volta che mi guarda intensamente negli occhi.
“Pensavo dormissi” dico continuandolo a fissare e solo adesso mi accorgo che ha lo sguardo lucido e capisco che, come ogni dannata volta che esce con i suoi compagni di Serpeverde, è sbronzo.
“Questa?” domanda confuso Draco, indicando la coperta che aveva addosso.
“Te l’ho messa io, pensavo avessi freddo. Ti sei addormentato qui” spiego imbarazzata e in questo momento sicuramente sono rossa, ma penso che Draco dopo la bella sbronza non stia minimamente pensando al mio imbarazzo.
“Già ero troppo stanco per fare tutta quella strada” si siede sul divano e si passa una mano sul volto provato dalla stancante nottata.
“Potevi anche ritirarti prima” dico acida per poi pentirmi di quello che ho detto, infondo non sono nessuno per giudicarlo.
“E’ incredibile Granger non sono ancora tuo marito e mi fai già la paternale?” domanda stanco, osservo ogni sua mimica facciale a quella frase, tipo amarezza ma non vedo niente è troppo stanco persino per apparire divertito o menefreghista “Mi accompagni in camera?” domanda poco dopo.
“Si ma stai il più lontano possibile da me, puzzi d’alcool e a quest’ora della notte mi fa veramente vomitare” dico trattenendo a stento un conato di nausea.
“Che ore sono?” chiede alzandosi instabile dal divano, gli vado vicino e per evitare di farlo cadere lo abbraccio. Colto alla sprovvista si irrigidisce e rimane fermo, dopo qualche secondo però lo sento ricambiare la stretta e, inaspettatamente, mi sento bene.
“Le due” rispondo semplicemente staccandomi dall’abbraccio mentre lui sgrana gli occhi sconcertato.
Lo accompagno in camera e lo vedo buttarsi stanco sul letto. Non si muove e penso si sia addormentato, perciò mi avvicino silenziosa e gli tolgo le scarpe lucide nere e poi gli levo la cravatta. Lui apre gli occhi e mi guarda stupito incapace di sillabare una parola.
Gli sfilo la camicia e cerco di guardarlo il meno possibile. Vado nel suo guardaroba e cerco la maglia del pigiamo.
“Io dormo in boxer” spiega capendo il mio smarrimento. Mi volto di scatto, sentendomi a disagio.
“D-dovresti andare a sciacquarti la faccia, p-penso che ti sentiresti meglio” mormoro sconnessamente mentre lui mi sorride ed io perdo il contatto con la realtà. Poco dopo lo vedo tornare lavato e visibilmente più rilassato. E’ solo in boxer, perciò penso di togliere il disturbo e andarmene.
“Rimani” dice e mi volto allibita. Lo squadro e nella sua voce non c’è traccia di pentimento per quello che ha detto.
“Rimani” ripete nuovamente questa volta con voce più sicura “Stai con me” mormora avvicinandosi.
“Draco ti ricordo che la tua camera ha solo un letto ed è matrimoniale per di più quindi…” lascio la frase incompleta aspettandomi che lui capisse, ma fa una cosa che mi stupisce completamente.
“Tanto dormiremo insieme quando saremo sposati no?! Che differenza fa se cominciamo da adesso? Forse dovremmo iniziare a mettere da parte le nostre divergenze e a convivere con quello che ci aspetta” mormora lasciandomi spiazzata e sconcertata. Si avvicina lentamente a me e comprendo che la situazione è pericolosa, nella mia mente si accendono tante luci rosse che gridano allarme. Cerco di mettere il più possibile distanza tra noi spingendolo con una mano sul suo petto nudo.
“Draco sei ubriaco, queste cose non le pensi sul serio, domani non ti ricorderai già nulla!” dico cercando di allontanarlo quando comincia a baciarmi il collo.
“Ti prego Hermione rimani. Sei l’unica che amo, l’unica che mi ascolta quando grido e sento solo il mio eco, l’unica che c’è quando mi sento solo rompipalle come sempre ma ci sei comunque. L’unica che voglio, l’unica donna che vorrei come moglie” dice al mio orecchio ed il mio cervello smette di funzionare “Rimani” dice nuovamente, ma questa volta il suono è lontano, ovattato, troppo impegnata come sono a metabolizzare ciò che mi ha appena detto.
L’unica cosa che riesco a pensare è: rimani. Perciò lo faccio. Lo conduco a letto e mi sdraio accanto a lui. Sento il cuore battere più veloce del normale e tutto questo viene alimentato quando lui… MI BACIA. Oh Santo Merlino, Draco Malfoy mi sta baciando. Sento mancarmi il respiro e il cuore scoppiare di felicità, mi sento bene come se quello fosse il mio posto nel mondo.
“Quindi rimani?” domanda e mi sembra quasi indifeso, l’unica cosa che mi dispiace è che lui non si ricorderà niente domani e probabilmente tutto quello che mi ha detto è stato solo dettato dalla sbronza, ma in quel momento non mi interessa, voglio solo godermi il momento e non pensare alle conseguenze.
Vi starete chiedendo cosa è successo dopo! Semplice: sono andata via prima che si svegliasse e lui non ha dato segni di ricordare qualcosa in questi giorni ed io di certo non ho tirato fuori l’argomento. Mi ha solo ringraziata perché, a quanto pare, ricorda che l’ho accompagnato in camera nulla di più.
“Draco porta Hermione con te, è la tua ragazza” dice perentoria Narcissa per poi riprendere a parlare con mia madre. Vedo Draco roteare gli occhi e sbuffare silenziosamente.
“Non è necessario Narcissa sul serio sono stanca. Tesoro voglio solo sapere dove vai?” domando sapendo che odia quando fingo di essere una fidanzatina apprensiva e premurosa.
“Vado al pub con gli amici” risponde irritato stringendo convulsamente in mano le chiavi della sua auto nera sportiva.
“D’accordo però non fare tardi e non bere, se ci riesco ti aspetto sveglia cucciolo” dico con finta dolcezza vedendo il suo sguardo ancor più carico d’odio all’ultima parola.
“Okay ma se non ci riesci non ti preoccupare amore mio” dice dandomi un bacio sulla tempia.
“Siete proprio belli insieme ed è anche una fortuna che non siate solo destinati ma come noi vi amate” dice commossa mia madre stringendosi ancora di più a mio padre.
“Già è una vera fortuna. Adesso vado a stasera” esclama Draco uscendo di casa.


Draco era, inaspettatamente, rincasato prima a causa di una lite con il suo migliore amico Blaise Zabini. Così ci eravamo ritrovati tutti e sei seduti al tavolo a cenare.
“Penso che dovreste cominciare a dormire insieme” dice di punto in bianco mia madre portando della zuppa alle labbra, sotto la calma glaciale dei Malfoy e l’aria, anche se un po’ contrariata, saccente di mio padre.
Io e Draco, ci guardiamo terrorizzati.
“Mamma non penso sia il caso…” mormoro assai imbarazzata.
“Oh ma dai non posso credere che ad Hogwarts non abbiate mai… oh si insomma avete capito, infondo siete giovani, belli e vi amate” dice mia madre non volendo pronunciare quella parola.
Come spiegare che io e lui ad Hogwarts praticamente ci odiamo e quella a casa è tutta un farsa? Come dire che a scuola era già tanto se ci insultavamo? Semplice non lo dici e accetti la situazione così com’è, come fate sempre per non deludere i nostri genitori.
“Certo Jane penso che sia un’ottima idea” risponde Draco educatamente a mia madre e lanciandomi uno sguardo di incoraggiamento.
Mamma e Narcissa fanno subito portare le mie cose nella sua stanza.
Quella sera arrivati in camera, mi guardo attorno imbarazzata all’idea di dover dormire con lui nuovamente ma questa volta con lui cosciente. Mentre esco dal bagno con la sottana di raso nera lo vedo guardarmi con desiderio per poi fissarmi negli occhi.
“Dai non può essere tanto male, infondo non è la prima volta che lo facciamo no?!” dice facendomi rimanere di stucco: allora lui ricordava, ricordava tutto quello che era successo. In quel momento non seppi se esserne felice o disperata di quella rivelazione.
 

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Capitolo 3
*** Scottanti verità! ***


Chiarimenti: Herm e Dray sono al sesto anno.
Odio o Amore?
Scottanti verità!


 

“Si, Granger ricordo tutto” risponde alla mia muta domanda il biondo, riportandomi bruscamente alla realtà.
Adesso la domanda è: quello che ha detto lo pensava davvero o è stato tutta colpa della sbronza?
“Granger devi fare ancora per molto la bella statuina o puoi venire a letto e spegniamo le luci?! Gradirei dormire” mi dice irritato, ma io gli presto poca attenzione. Voglio sapere, io devo sapere. Non posso rimanere nel dubbio. Ma se poi mi ridesse in faccia dicendomi che ero stata stupida solo per aver pensato che tutto fosse vero?
“D-Draco ricordi tutto? Intendo anche-” non riesco a continuare, non è mai stato da me non trovare il coraggio, adesso capite perché voglio appartenere alla casa di Salazar? Non sono degna di essere una Grifona, tantomeno la Regina.
“Si Granger anche la parte dove ti dicevo che ti amo, che sei l’unica, che ti voglio eccetera eccetera eccetera” ribatte interrompendomi tranquillo, come se niente fosse. Me lo sta dicendo come se è una cosa che ripete spesso, stanco ormai di dirla; me lo dice come se lo provasse sul serio.
“Vuoi sapere la verità Granger?” parla ancora scendendo con uno scatto felino dal letto e raggiungendomi con due falcate, mi viene vicino e mi alza il mento “Non me ne pento” dice per poi baciarmi la clavicola e scendere fino alla scollatura del seno. Sento il suo profumo di One Million che amo tanto, Paco Rabanne, entrarmi nei polmoni attraverso le narici fino a stordirmi, ma in questo momento non me ne curo. In questo momento c’è solo lui di fronte a me. Ma poi penso e, forse, è il pensiero più sensato che riesca a fare adesso: tutto questo finirà ed io non voglio soffrire ancora, non più di quanto abbia già fatto e di quanto tutt’ora è. Voglio andare via, ma le mie gambe non si muovono. Mi guarda in maniera ipnotica e sento che tutto questo è sbagliato. Non posso pensare ad altro, tutto è un grande errore, ma credo che sia il più bello della mia vita. Smetto di pensare al male che proverò, non può essere peggio di quello che provo già ogni giorno sopprimendo i miei sentimenti. Perciò li lascio liberi, stanca di combatterli; stanca di, scusate il gioco di parole, fingere che quando siamo con i nostri genitori sia una finta. Non posso più negare l’evidenza che mi viene sbandierata in faccia ogni giorno di più: lo amo e questo mi sta facendo diventare dipendente, come una droga. Persa nei miei pensieri non mi accorgo neanche che Draco mi ha tolto la sottana nera e adesso sono completamente in intimo dinanzi a lui. Mi sta guardando intensamente negli occhi, quasi… speranzoso, non so se sia una muta domanda di poter continuare quello che ha iniziato. Non faccio nessun cenno, rimango immobile non so cosa fare.
“Allora?” mi domanda. Allora cosa? Deve avermi fatto una domanda, ma io ero troppo impegnata a reprimere il dolore sullo stomaco molto simile a un buco.
“Cosa?” chiedo stanca, ancor più di prima.
“Come cosa? Te ne sto parlando da quindici minuti Granger, io lascio la Parkinson e tu Weasley” mi guarda e non capisco il perché, ma quella situazione sembra un momento già vissuto in precedenza.
Frustrata, mi abbandono ai ricordi.


Flashback (6 anni prima)
E’ il mio primo anno ad Hogwarts e sono felice, non vedo l’ora di imparare, scoprire in che casa verrò smistata e fare nuove amicizie. I miei mi hanno già detto di non socializzare più del dovuto con i Mezzosangue ma sono già pronta a disubbidire, infondo non mi hanno fatto niente e alcuni sono addirittura simpatici. Non che ci voglia molto ad essere più simpatici dei miei “amici” definiamoli più conoscenti ecco dei Purosangue, altezzosi e snob. I miei non lo sanno ma sono fidanzata segretamente con Ron Weasley, Purosangue ma di rango di gran lunga inferiore al mio; non oso immaginare l’inferno che si scaturirebbe se lo rivelassi a mia madre e mio padre, loro sanno che sono fidanzata ufficialmente con Draco Malfoy e sperano che con il tempo la nostra “amicizia” possa sfociare in un passionale amore, che cosa disgustosa: io con Malfoy? Non mi importava se era il mio futuro marito, avrei fatto di tutto pur di non far accadere quel matrimonio, non con uno come Malfoy. Ieri per l’inizio del primo anno scolastico del erede dei Malfoy, quest’ultimi, hanno organizzato una festa nel loro grande salone da ricevimenti del loro imponente Manor. Proprio lì ho conosciuto quell’arrogante, borioso e viziato del loro erede nonché, ahimè, il mio futuro marito.
Ma i suoi genitori devono essere proprio santi se lo sopportano. Evidentemente però pur di accontentarlo gli comprerebbero persino la luna dato tutte le cose che riceve. Con questo non intendo dire che i miei mi facciano mancare qualcosa, tutt’altro anche io vengo considerata una ragazzina viziata se non mi conoscono bene.
Dopo la cerimonia di smistamento e il banchetto, giro per i corridoi e mentre passavo di fronte all’aula di Trasfigurazione. Una mano fredda con dita affusolate mi afferra il polso, non faccio in tempo a urlare che un’altra mano mi tappa la bocca. Guardo negli occhi il diretto interessato e, stranamente, mi rilasso: è solo quello scemo di Malfoy.
“Che cosa vuoi Malfoy?” domando cercando di mettere nel tono  tutto il disprezzo possibile che ho in corpo verso la sua persona.
“Granger è così che si risponde al tuo futuro marito? Mi darai del filo da torcere a quanto pare” dice ghignando divertito, nella sua voce e nella sua espressione non c’è minimamente quella di una persona ferita dalle parole dette in precedenza.
“Ripeto la domanda: cosa vuoi Malfoy?” chiedo volendomi togliere d’impiccio da quella situazione scomoda e fastidiosa.
“Un patto” risponde allentando, seppur di poco, il giusto indispensabile per non farmi male, la presa sui miei polsi.
“Un patto con il diavolo in persona? Non ci penso proprio” dico provando inutilmente a scansarlo.
“Almeno ascoltami Granger, dopo potrai andartene” parla tranquillamente sapendo di avermi incuriosito, perciò mi lascia i polsi consapevole di aver catturato la mia attenzione e che quindi non scapperò. Gli faccio cenno di parlare e dopo qualche secondo lo fa:
“Per tutti noi stiamo insieme ufficialmente, ci sposeremo perciò non intendo tollerare di passare per il cornuto di turno mentre te la fai con Weasley” dice guardandomi minaccioso e mantengo la testa alta fiera, pur volendo scappare e piangere: perciò lui mi considera un oggetto, un trofeo da mostrare.
“Anche tu stai con la Parkinson” dico con apparente tranquillità, ma il mio tono incerto e con una punta di… acidità?!, mi tradisce.
“Se imparassi ad ascoltare fino in fondo sapresti cosa voglio dirti: io lascio la Parkinson e tu Weasley. Tutta la scuola saprà che sei mia” dice ferendomi ancora una volta per il modo in cui mi considera.
“Io non sono una cosa da mostrare Malfoy, non starò ai tuoi ordini. Non mi importa cosa penserà la gente, ognuno vive la propria vita o almeno fino a quando non saremo chiusi in una prigione chiamata ‘matrimonio’” l’intensità delle mie parole lo colpiscono, lo vedo chiaramente, come uno schiaffo proprio come quello che gli ho appena tirato. La mano si è mossa da sola e le cinque dita sono andate a schiaffeggiare la sua diafana guancia, le lacrime ormai scendono copiose non mi preoccupo più di nasconderle.
“A me non interessa cosa vuoi tu Granger. Ti innamorerai di me e in quel momento sarai tu a non voler più stare con Weasley. Sei mia Granger, lo sarai sempre” dice sicuro di sé, prima di farmi una carezza sadica e poi andare via, lasciando dietro di sé una scia di profumo che riconosco come uno dei più costosi del Mondo Magico: Paco Rabanne, di One Million.
Da quel giorno io e Draco Malfoy abbiamo cominciato ad odiarci con tale intensità da farci male ogni volta che ci insultavamo nelle aule, nei cortili, nei corridoi, nella Sala Grande… dappertutto. Da quel giorno, inconsapevolmente, ho cominciato ad amare il profumo dolce e allo stesso tempo forte del mio peggior nemico.

Lui è ancora qui a fissarmi con insistenza. Mi sta chiedendo proprio quello che mi ha domandato sei anni fa, con la stessa muta preghiera. Non voglio soffrire, so che dopo che gli avrò detto ‘sì’ mi abbandonerà, sapendo di essere sua. Mi considererà solamente una vittoria personale, perché è riuscito a far cadere ai suoi piedi anche Hermione Jane Granger, ancor di più di quando ai ricevimenti devo stare sempre con lui.
“Mi dispiace non ho intenzione di lasciare Ron, non voglio farmi del male” dico per poi scappare dalla stanza, lasciandolo lì basito e con gli occhi assenti e vuoti.
Mi rifugio nella stanza accanto, la mia vecchia camera, svuotata di tutto tranne che per il letto. Mi butto lì e piango tutte le lacrime che ho in corpo.
 

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Capitolo 4
*** Finalmente Ti Amo! ***


Odio o Amore?
Finalmente Ti Amo!



 

“Tesoro Draco mi ha detto che stavi piangendo? E’ successo qualcosa? Ne vuoi parlare?” domanda mia madre dolcemente entrando nella mia vecchia stanza. Maledetto Malfoy e la sua boccaccia, secondo lui cosa dovevo dire a mia madre? Abbiamo litigato perché non ho intenzione di lasciare Weasley, perché sono consapevole che lui mi vuole solo come giocattolo da mostrare alla Comunità Magica? L’aveva fatto apposta a dirglielo, sapeva che si sarebbe trovata in difficoltà, l’aveva fatto per avere la sua rivincita sul fatto di essere stato rifiutato… di nuovo.
“Niente mamma, un crollo emotivo. Ogni tanto può capitare no?!” dico sforzandomi di sorridere, mentre mi asciugo le lacrime. Avrei tanto voluto dirgli di si, baciarlo e fregarmene di tutto; ma so che questa felicità durerebbe un attimo e poi scomparirebbe, sarebbe effimera e non ho proprio voglia di illudermi e poi soffrire.
“Non si piange mai per niente! Specialmente una ragazza forte e coraggiosa come te” mi dice sedendosi sul letto e accarezzandomi maternamente una guancia.
“Abbiamo litigato, ma nulla di cui preoccuparsi, succede frequentemente ad Hogwarts” spiego con calma, vedendo ogni suo piccolo cambiamento, aspettandomi delusione ma tutto quello che vedo e dolcezza e comprensione.
“Tesoro se avete ancora bisogno di tempo, potremmo rinviare il matrimonio a data da destinarsi, se ci sono ancora delle piccole divergenze non è sano farvi arrivare all’altare tesi” dice mia madre e sento uno strano groppo in gola, io non voglio tardare a sposarlo. Lo voglio e su questo non cambio idea, allora perché continuo a scappare da lui?
“Ma no mamma, non preoccuparti abbiamo ancora un anno di scuola vedrai che riusciremo ad andare perfettamente d’accordo” mentii, andare d’accordo con Malfoy sarebbe come cercare di spiegare pozioni a Ron: i-n-u-t-i-l-e.
“Chiederò alla McGranit di farvi mettere insieme anche in camera, infondo siete promessi non può dirmi di no, specialmente se l’autorizzazione gliela diamo noi” dice risoluta mia madre per poi alzarsi, aggiustarsi le pieghe del vestito e dirigersi verso la porta.
“Certo, cer-… un momento! COSA?! NO!” alzo di qualche ottava la voce.
“Shh, Herm o sveglierai tutto il palazzo. Specialmente Draco che ce ne ha messo per addormentarsi, voleva assolutamente venirti a parlare, Narcissa stava valutando l’idea di legarlo al letto” mi intima il silenzio mia madre, indicando la porta vicino alla mia dove riposava Draco. Scoppio a ridere cristallinamente per l’idea, purtroppo non attuata, di Narcissa: io quella donna la stimo. Dopo elaboro la cosa: lui voleva assolutamente parlarmi? Io pensavo che dopo quello che gli avevo risposto e il modo in cui l’ho rifiutato, decidesse persino di rompere il contratto matrimoniale, cosa che dubito avesse potuto fare ma infondo lui era Draco Malfoy abituato ad avere tutto.
“Lo stai ancora criticando come facevi prima per quanto è viziato?”
“Mamma non usare la legimanzia con me!” ordino perentoria. Non ho mai smesso. Pensai, ma questo sto molto attenta a non farlo leggere a mia madre.
“Non ho usato la legimanzia, ti ho portato dentro nove mesi non ne ho bisogno, anche io avevo pensieri contorti su tuo padre. Comunque se non vuoi stare in camera con lui ad Hogwarts ed il motivo è che avete litigato, sappi che passerà e stare insieme vi aiuterà a superare i momenti difficili” stranamente mia madre non mi comprendeva, lei sapeva sempre tutto, come confortarmi, sapeva sempre cosa accadeva in ogni situazione ma questa volta no “O magari c’è un altro?!” dicevo? Mia madre sa sempre tutto, ancora una volta ha centrato il punto della situazione: c’è un altro.
“Certo che no, come ti viene in mente mamma? Io amo solo e solamente Draco” mento e mi accorgo di quanto famigliare sembra questa frase, come se avessi aspettato tanto per dirla e prendo consapevolezza che è la realtà. LO AMO E FARO’ DI TUTTO PER LUI, PERSINO LASCIARE RON.
Pov. Draco
Non può averlo detto sul serio, lei deve lasciarlo perché io non posso vivere sapendo che lei ama un’altro quando io amo solo lei. Getto a terra quello che c’è sulla scrivania in un vano tentativo di calmarmi. Evidentemente la violenza sugli oggetti deve aver avuto un impatto tale da svegliare i miei genitori e i Signori Granger. Accorrono e vedono la mia mano sanguinante tagliata da una scheggia di cristallo.
“Draco che è successo?” domanda preoccupata mia madre prendendomi la mano che io, con un movimento brusco e maleducato ritiro subito. Le sue parole sono state molto peggio di uno stupido taglio. L’ha fatto di nuovo, io ho permesso che lo facesse di nuovo. Le ho dato la possibilità di ferirmi di nuovo come sei anni fa, di nuovo mi è entrata dentro con violenza e non ha intenzione di uscire, forse non ce l’avrà mai.
So che questo matrimonio le pesa, perché lei non mi ama, non potrà mai amarmi come la amo io. Dicono che se si ama una persona bisogna lasciarla libera, io non posso di certo dire che non la amo, lei è la mia ragione di vita; sono egoista l’ammetto, la voglio solo per me e non mi interessa se per averla dovrò farle del male, lei mi appartiene ogni sua cosa mi appartiene dal suo primo all’ultimo respiro della giornata, ogni pensiero che fa da quando si alza a quando si addormenta. Weasley non l’avrà mai, non avrà mai ciò che mi spetta di diritto: l’amore della mia vita.
Qualche ora più tardi
Sento una mano riscuotermi dai miei sogni, il torpore del sonno abbandonarmi e gli occhi dischiudersi, per poi mettere a fuoco l’immagine. Hermione è lì, bella come sempre nella sua vestaglia da notte, bella, eterea, ma soprattutto pericolosa. Abile seduttrice seppur non faccia niente per far cadere un uomo ai suoi piedi, è semplicemente bella. La cosa che mi fa impazzire di più di lei è che anche se è consapevole di essere stupenda non la usa come arma per ottenere qualcosa. Allora perché quella piccola strega è riuscita a incantarmi? Non le chiedo il motivo per cui è lì, non dico niente, aspetto che parli.
“Possiamo parlare?” mi domanda con voce… incerta?! Lei è incerta? Sbaglio o sono io quello rifiutato? Le faccio cenno di si e prosegue:
“Fino a che punto sei disposto ad arrivare per avermi?” domanda scettica, lasciandomi spiazzato. Mi sta dicendo che potremmo provarci sul serio o è una mia immaginazione? Apro la bocca un paio di volte senza fiatare e alla fine trovo il coraggio di dire quella parola.
“Tutto” dico sicuro guardandola intensamente nei suoi stupendi occhi nocciola “Farei tutto per te” la sincerità e la veridicità con cui pronuncio quelle parole la colpiscono in pieno petto e non posso che osservarla teneramente alla sua espressione di imbarazzo.
“Sai quando saremo sposati sarà normalissimo stare sdraiati nello stesso letto. Non c’è bisogno di essere in imbarazzo, quando dovrai darmi un erede come farai ti nasconderai?” domando divertito, la vedo boccheggiare un paio di volte in cerca d’aria come spaesata e stupita.
“Q-quindi tu non hai intenzione di annullare il contratto di matrimonio” chiede sinceramente mentre io scoppio a ridere.
“Fammi capire io ti sto dicendo che voglio un figlio da te e tu mi vieni a domandare se ho intenzione di annullare il contratto? Scusa Granger di cose strane ne ho sentite nella mia vita, ma queste le batte tutte” dico ghignando di fronte alla sua evidente espressione sdegnata.
“Ehi” mormora dandomi un pugno leggero sul braccio e facendo il broncio, è terribilmente sexy anche quando si offende.
“Questa è una delle poche conversazioni civili che facciamo da quando ci conosciamo” ci rifletto dopo poco e lo dico ad alta voce, mentre la osservo stupito mettersi sotto le coperte.
“Se togli le volte in cui fingiamo con i nostri genitori” sorride anche lei felice. E’ troppo bella, così dolce ma allo stesso tempo forte, così bambina e allo stesso tempo donna, così fragile ma allo stesso tempo coraggiosa, così pura eppure così viperetta da farmi innamorare ed io non posso non dirglielo:
“Ti amo!” lei si volta sconcertata incapace di pronunciare una sillaba, è stupita ma non è l’unica. Neanche io mi aspettavo che Draco Malfoy potesse amare qualcuno che non è se stesso, ma adesso la mia vita è lì distesa accanto a me nel letto e mi osserva ancora incerta, con gli occhi lucidi e un’espressione felice stampata in volto.
“Draco se questo è uno scherzo dimmelo adesso perché non ho intenzione di soffrire ancora per te” dice con la voce rotta di una persona evidentemente prossima al pianto. Lei è stata male per me e non me ne sono accorto, ma che razza di coglione sono?! Le accarezzo una guancia col pollice, raccogliendole le lacrime e poi la bacio. Finalmente la bacio.
“Ti amo anch’io” mormora poco dopo staccandosi e in quel momento sento che va tutto bene e non posso fare a meno di stringerla desiderandola per me per sempre.
 

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Capitolo 5
*** Niente di nuovo, bastardo come sempre! ***


Odio o Amore?
Niente di nuovo, bastardo come sempre!



 

L’estate è finita e, come ogni 11 settembre, la scuola è ricominciata impegnativa e laboriosa come sempre.
Il clima, nonostante le nuvole minacciose, che preannunciano un inverno freddo e tetro, che regnano nel cielo, è piuttosto scirocco.
Hogwarts si staglia imponente sullo sfondo della Foresta Proibita, sembra il gelido castello di Durmstrang nei mesi in cui è ricoperto di neve.
Il paesaggio può essere paragonato a quello di una fiaba sul quale sono stati lanciati incantesimi oscuri che rendono il tutto malinconico e deserto. Già perché nessuno del castello osa uscire con questo freddo, nessuno tranne me: Regina Elettra Malfoy.
Strano per una Black come nome vero? Già lo penso anch’io, ma non siamo qui per parlare del mio nome, ma bensì della mia migliore amica e di mio fratello.
A questo proposito, a passo di marcia mi dirigo nuovamente verso il castello di Hogwarts e sento il cambiamento d’aria tra il fuori e il dentro, non me ne curo e, sempre determinata, mi dirigo verso la mia Sala Comune.
Dopo aver pronunciato la parola d’ordine, il Barone Sanguinario si sposta ed io entro, mettendo a fuoco lo stemma enorme di Salazar Serpeverde che mi si presenta dinanzi.
Mi giro con espressione omicida, simile a quella di una pantera pronta ad attaccare, osservo con malignità la figura che è comodamente sdraiata sul divano verde. Servito e riverito, proprio come un principe con le sue mille puttanelle. Ecco è proprio qui il problema: quel coglione di mio fratello non è cambiato per niente.
Dice di amare tanto Hermione e intanto oggi non ha perso occasione, come ogni inizio anno fino alla fine, di insultarla. Lei, ovviamente, da brava Grifona testarda e fiera, dopo lo sbigottimento iniziale gli ha risposto a tono. Riprendendo quello che ormai ad Hogwarts è tradizione: Malfoy contro Granger.

Flashback (Sala Grande; cena, 19.30)
Dopo aver disfatto le valige ed essersi preparati ad un nuovo anno scolastico, Serpi, Grifoni, Corvi e Tassi si sono riuniti, come ogni sera, nell’ala adibita ai pasti, nella quale il preside fa il solito discorso d’inizio anno.
Finita anche la cerimonia di smistamento alla quale ho prestato poca attenzione, Silente fa apparire le pietanze sulle quattro tavolate e la maggior parte dei presenti comincia a mangiare, altri chiacchierano, altri ancora si raccontano dell’estate passata, infine persone troppo eccitate per mangiare: i primini.
Da bravi Re e Regina delle Serpi ed anche Prefetto e Caposcuola, mio fratello Draco ed io, a fine cena, abbiamo accompagnato i nuovi studenti alla Sala Comune indicandogli la strada e comunicandogli la parola d’ordine.
Sfortunatamente durante il tragitto dalla Sala Grande alla Sala Comune ci incontrammo con i primini di Godric Grifondoro, diretti alla torre dei Grifoni accompagnati dai Caposcuola Granger e Weasley. Mentre ci passavamo di fronte, lancio uno sguardo ostile a Weasley e un sorriso alla mia migliore amica. Weasley tiene il braccio intorno alla vita di Hermione, segno che lei evidentemente ancora non gli aveva parlato e quindi non l'aveva ancora lasciato, fortunatamente Draco non dice o fa niente, si limita al silenzio lanciando sguardi disgustati al gruppo dei rosso-oro. Nonostante avessi pregato in tutte le lingue che conoscevo, si sentono risuonare chiaramente e nitide delle parole nell’aria:
“Granger a furia di stare con la feccia lo stai diventando anche tu” Draco ormai alla fine del corridoio con tutte le Serpi al seguito, mette tutto l’odio e il disprezzo in quelle parole. Ho sperato troppo presto che Draco facesse correre e non commentasse il suo disgusto verso Weasley, ma, come ogni anno, stava dando la prova di essere una Serpe al cento per cento, degno del cognome che portava.
Non vedo l’espressione di Hermione, ma sono sicura che il suo sorriso adesso e scomparso, si volta lentamente pallida e lo guarda:
“C-come Draco?” chiede chiamandolo per nome e non curandosi di nasconderlo a Ron che sentendo il nome del suo peggior nemico pronunciata dalla sua ragazza è piuttosto sbigottito.
“Da quando sono Draco? Io per te sono sempre stato e sarò sempre Malfoy, non importa quale posto occuperai nella mia vita in futuro, Granger” sputa freddo e insensibile facendomi rimanere allibita anche a me.
“Stai scherzando vero?” quando Hermione nota che Draco continua a guardarla con odio, decide di riprendere ad essere Granger per lui e fiera a testa alta dice: “Io lo amo Malfoy, non mi interessa ciò che pensi tu. Meglio diventare una feccia che imparare a strisciare” mi chiede silenziosamente scusa con lo sguardo per l’allusione alla mia famiglia e alla casata delle Serpi. Mio fratello se lo merita, è tornato ad essere lo stronzo bastardo menefreghista di sempre.
“Vorrei continuare a dirti cose poetiche Granger, ma devo sbrigarmi a portare i compagni della mia casata ai loro dormitori. Ho preso un impegno e tu sai che quando prendo un impegno lo mantengo, sarebbe scortese dare buca ad una ragazza e al suo calore non credi?!” a quella frase lei cerca di trattenere le lacrime, Ron la guarda confuso: da quando piange agli insulti di Malfoy? Io guardo semplicemente piena di odio mio fratello, posso anche essere stronza, cinica e fredda; ma non può umiliarla davanti a tutti quando solo una settimana prima diceva di volerla sposare non per contratto ma perché lo desiderava sul serio.
Mio fratello se ne va, mentre io rimango ferma a guardare con occhi dispiaciuti Hermione che dopo poco non ce la fa più e scappa via in lacrime. Faccio cenno a Weasley di continuare il giro della scuola con i Grifoni e che a Hermione ci avrei pensato io.

“Idiota” sibilo e immediatamente tutte le ragazze che ronzano intorno a mio fratello, spaventate dal mio tono e dal mio sguardo minaccioso, si allontanano.
“Sorellina anche io penso che il bene tra fratelli non è mai troppo e tu in questo momento me ne hai dato la prova concreta” sbotta sarcastico mentre fa cenno ad una ragazzina del quinto anno di avvicinarsi al divano dov’è disteso.
“Perché hai trattato così Hermione?” vado dritta al punto e lui, impegnato a lambire il collo della ragazza, smette di fare quello che fa e si alza con lo sguardo improvvisamente serio, per niente celato dal lieve sarcasmo precedentemente utilizzato.
“Per quanto mi riguarda la Granger è solo una puttanella che non rispetta gli accordi. Avevamo fatto un patto se non mi sbaglio e lei non l’ha neanche preso seriamente in considerazione” dice con odio e disprezzo per niente celati facendo intimorire la ragazza che poco prima stava illudendo di volere “La tua amichetta troppo vuole e nulla ottiene. Vuole giocare sia con me che con Weasley, si accorgerà che presto neanche Weasley la vorrà dopo tutto quello che gli racconterò: ovvero che la sua cara Hermione-casta-purissima-Granger non è la santerellina verginella che crede ma solo una grandissima prostituta che si è assicurata un matrimonio propizio e fruttante. Si sposerà con un buon partito, avrà un altro cognome rispettabile e in più tutti i benefici dei Malfoy, ma nel contempo tradisce suo marito con Weasley. Penso che Rita Skeeter avrebbe molto da scrivere su questo scandalo non lo credi anche tu?” domanda sadico e in quel momento mi accorgo di non conoscere per niente mio fratello. Io che mi vanto di essere l’unica ad aver superato le barriere del suo cuore facendolo sfogare e parlare con me, non l’ho mai visto così folle e stronzo.
L guardo giocare con una ciocca dei capelli della ragazza e capisco che la cattiveria e la freddezza di mio fratello non avranno mai limite.
“Ora se vuoi scusarmi, non abbiamo da fare. Non è vero dolcezza?” dice rivolgendosi alla ragazza mora che annuisce eccitata all’idea di andare a letto con il grande Draco Malfoy, non sospettando che proprio quel grande pezzo di merda di mio fratello la lascerà sola. Prima che se ne vada gli tiro uno schiaffo e lo vedo guardarmi furioso, mentre intanto nella Sala Comune è calato il silenzio e tutti guardano il Re e la Regina, noi, io e lui, fratello e sorella, per una volta gli uni contro l’altro.
“E dimmi tu hai lasciato Pansy o la usi ancora come puttanella personale?” domando cattiva e incurante che la ragazza in questione adesso ci sta fissando con le lacrime agli occhi.
Me ne vado sotto lo sguardo sconcertato di tutti: per una volta sono io ad aver lasciato mio fratello senza parole e non il contrario. La Regina delle Serpi ha avuto la vittoria anche sul Re.

Intanto nella torre dei Grifoni
(Pov. Hermione)
Mi ha ingannato, di nuovo. Ce l’ha fatta, ha avuto quello che voleva: mi ha fatto sua e poi si è stancato. Tipico di Malfoy, non mi aspettavo altro e la colpa di credere in un futuro felice è tutta mia, perché sapevo che la mia era solo un’illusione. Perché dovrei essere diversa da tutte le altre? Solo perché sono la sua futura moglie? Sai che se ne frega, è da Malfoy promettere e poi spezzare, dare amore e poi portarlo via.
E’ riuscito a farmi piangere e il motivo di tutto quel rancore neanche lo so, probabilmente perché non ho ancora lasciato Ron, come se fosse facile.

Ma adesso guardandomi allo specchio, mi asciugo gli occhi determinata e rifletto sul fatto che lui stesse cercando di cambiarmi. Stava provando a trasformarmi in una persona che non sono; io non sono lussuriosa, io non disdegno mai lo studio. Mente penso a tutto l’egoismo che ha in corpo quel ragazzo, penso anche che non c’è niente che Hermione Jane Granger faccia meglio della vendetta e questo lo scoprirete con i fatti a venire.
 

Spazio della tizia che scrive xD
Scusate per l’assenza ma non sono stata bene.
Allora mi serviva un personaggio che descrivesse le scene indirettamente e che stesse a scuola. Così ho inventato Regina Elettra Malfoy.
Baci ;)
 

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Capitolo 6
*** Storie del passato e rivincite personali! ***


Odio o Amore?
Storie del passato e rivincite personali!


 

(Pov Regina)
Sala Comune Serpeverde


“Adesso basta con questa storia, ora tu le chiedi scusa” dico esasperata mettendomi dinanzi a mio fratello che, prima di rientrare nella Sala Comune, ha insultato la Granger, Potter e Weasley.
“Di cosa? Di darle tutta questa libertà?” mi risponde sarcastico con aria annoiata “Fa quello che vuole mi sembra, vuole stare con Weasley e sposarsi con me? D’accordo se lo ama come ha detto lei ieri non posso di certo impedirglielo, ma non si aspettasse fedeltà da me” continua dando poco peso alle parole.
“Eh no caro, tu con me non lo usi questo tono, lei non ha rispettato l’accordo e quindi non ha lasciato Ronald è vero ma tu non sei tanto migliore visto che non hai lasciato Pansy. Non sei giustificato solo per il cognome che porti, cresci Draco. Il mondo non gira intorno a te” sputo fuori disgustata. Da due settimana, (da quando sono tornata dalla vacanza-studio a Durmstrang), ho potuto appurare che mio fratello è peggio di una donna nella fase premestruale: lontano da occhi indiscreti è il perfetto ragazzo che ama la fidanzata, a scuola ritorna il solito bastardo; non cambia mai.
“Basta, signorina. Non te lo permetto più, mi hai già zittito una volta davanti a tutti la seconda non sarò così clemente da lasciar correre. Sono tuo fratello, sono più grande di te ed esigo rispetto” mi prende un polso prima che io possa andare via e, come ieri sera, il brusio presente si interrompe e gli sguardi calano tutti sulle nostre figure. Mai visto io e lui uno contro l’altro, così ostinati nelle proprie idee due volte nell’arco di quarantotto ore. Mai visti carichi di disprezzo verso l’altro, e mai avrei creduto di poterlo odiare, mi sbagliavo.
“Sei più grande di un anno Draco non fare l’uomo vissuto. Vuoi rispetto tanto quanto ne pretendo io, non ho intenzione di dartene fino a quando non imparerai a trattare le persone sul tuo stesso livello d’importanza, essere un Malfoy non significa necessariamente stima, solo in parte, il resto devi guadagnartelo e tu non stai facendo niente per guadagnare quello della tua futura moglie”
“Ti sei mai domandata se io non abbia voglia di farlo? Non mi interessa avere il rispetto di quella puttanella, presto sarà mia moglie e dovrà sottomettersi a me che lo voglia o no, più di quanto non lo faccia già adesso ai ricevimenti. Non sono tipo da cose romantiche lo sai, a me piace essere libero, fregarmene di tutto e andare con tutte senza preoccuparmi di quello che provano, di deluderle perché alla fine tornano tutte, sorellina”
“Ti rendi conto di come ragioni Draco? Abbi un minimo di riguardo nei confronti della tua futura moglie e attuale fidanzata, lei non si merita il tuo comportamento e dovresti solamente lodare i nostri genitori per aver scelto la Granger come futura moglie, preferivi una di quelle stupide oche che ti porti a letto adesso e che sono qui ad ascoltare in questa stanza, che ti riscalderebbero il letto e basta, quando lei può amarti così tanto?” domando furiosa e incurante che le ragazze sentano tutto, essere la Regina delle Serpi è comodo: di diritto mi devono ubbidire.
“Sbaglio o mentre ci insultavamo ha detto di amare Weasley ieri?” chiede sarcastico e per un momento riesco a cogliere nei suoi occhi una scintilla di delusione che subito nasconde con uno sguardo freddo e penetrante “Quello che fa non mi riguarda, quando sarà mia moglie capirà parecchie cose con le buone o con le cattive” dice concludendo e marcando molto sulle ultime tre parole.
“Vuoi tutto servito su un piatto d’argento Draco, abituato a vivere da principe come sei, uno schiocco di dita e tutto e alla tua mercé. Mi hai proprio delusa” dico con tutto il disgusto che provo in quel momento e lo vedo guardarmi quasi dispiaciuto per come mi sta trattando davanti a tutti, ma si premura di nascondere le sue emozioni dinanzi alle Serpi.
“Da quando sei così sentimentalista sorellina? Da quando ti interessa se una persona soffre? Sei una Malfoy, tutto questo amore non fa per noi” mi dice canzonandomi, girandomi intorno un paio di volte per poi fermarsi di fronte a me e guardarmi penetrante con i suoi occhi grigi uguali ai miei.
“Scegli Regina, o sei dalla mia parte o dalla sua. Allora?” mi dà un’ultima possibilità di fare pace e tornare a splendere insieme come Regina e Re, come fratello e sorella. No Draco mi dispiace, non posso far soffrire così la mia migliore amica, Re e Regina stanno per dividersi e te lo comunico:
“Io sono dalla parte del giusto Draco e sicuramente non è la tua” lo lascio lì immobile e tutti hanno lo sguardo sgranato, non possono credere ai loro occhi: io la cara sorellina di Draco Malfoy ho scelto qualcuno che non è lui e non me ne pento.
Scusa Draco, ma Hermione non merita tutto questo, non se il primo sei tu a non essere disposto a rinunciare alla tua vecchia vita per incominciarne una nuova con lei.

(Pov. Hermione)
Giorno dopo; Sala Grande, colazione


Questa mattina la professoressa McGranit ha annunciato a tutti che ci sarà un ballo d’inizio anno domani sera e subito tutte le ragazze hanno iniziato ‘casualmente’ a sfilare continuamente di fronte ai ragazzi da cui vogliono essere invitate, altre eccitate vanno da una parte all’altra della scuola, altre ancora corrono in giro per negozi cercando l’abito adatto e poi altre come me e Regina sono perfettamente tranquille, siamo Purosangue, ovvero: le nostre madri provvederanno a farci recapitare dei vestiti di alta classe, in più faremo la nostra bella figura già di per sé. Viva la modestia!
Seduta alla tavola dei Grifoni osservo Regina farmi dei segnali dalla tavolata delle Serpi. L’unica cosa che capisco è che dopo colazione devo uscire in cortile. Annuisco col capo e mi riconcentro sul mio pasto. Non ho fame, perciò sposto lontano da me il piatto. Da ieri sera mi si è chiuso lo stomaco, neanche l’idea della vendetta mi sembra più tanto allettante. Infondo perché sembro così stupita del comportamento di Draco? C’era d’aspettarselo, me lo aspettavo, ma chissà perché quando aveva pronunciato quelle parole circa una settimana fa, gli avevo creduto. Sono sempre stata sciocca. A credere che lui potesse amarmi, che potesse superare i suoi pregiudizi e amare una Grifona, che potesse accontentarsi di avere una relazione seria, una sola ragazza da amare. Inutile piangere sul latte versato, capisco che non toccherò cibo perciò faccio cenno a Regina di uscire in cortile adesso. Smette di bere il succo di zucca e mi segue.
Arrivo nei pressi delle rive del Lago Nero e sento il vento freddo solleticarmi la pelle e una leggera brezza mattutina scompigliarmi i capelli.
“Venire in cortile non è stata una delle mie migliori idee fa freddo” dice Regina arrivandomi alle spalle ed io faccio un sorriso appena accennato “Ho parlato con mio fratello” mormora di punto in bianco, io rimango in silenzio e lei accoglie il gesto come un invito a continuare, perciò lo fa:
“Si è sentito come dire… tradito perché al contrario delle sue aspettative non hai lasciato Weasley come promesso” mi giro con sguardo amareggiato e dico:
“Perché lui ha lasciato la Parkinson?”
Lei non mi risponde e capisco da sola la risposta.
“Un tempo l’amava sul serio quella ragazza lo sai?” mi confida, non so il perché me lo sta dicendo e tantomeno so il motivo che mi spinge a chiedere quello che le sto per chiedere:
“Poi cos’è successo?”
“Poi sei anni fa ha conosciuto te”
Sento il respiro mancarmi alla sua frase e il pavimento diventare un’instabile piattaforma di ciottoli e pietra sospesa a mezz’aria.
“Ti ama ma è orgoglioso per ammetterlo” dice infine e non posso che darle ragione.
“Sono così contenta che tu sia tornata, quest’estate senza di te è stata un incubo” ammetto sincera, ricordando il periodo estivo in cui lei era in vacanza-studio.
“Mi sei mancata anche tu, adesso però dobbiamo occuparci di una cosa più importante” dice risoluta e con aria autoritaria e perentoria.
“Ovvero?” domando confusa.
“Revenge” risponde con un ghigno da vera Serpe, ecco dov’era finita quella stronza della mia amica.
“Non ho intenzione di vendicarmi di tuo fratello” dico decisa e irremovibile.
“Vedila più come una… rivincita, si come una rivincita personale”
Dicevo? Irremovibile? Be sto per contraddirmi, perché pensata come la pensa Regina l’idea è molto allettante.
Rientrate in Sala Grande inizia il nostro piano. Lei mi invita dinanzi a tutti a mangiare al suo tavolo, vicino al suo posto da Regina.
“Allora Granger, immagino che al ballo andrai con il tuo futuro marito” dice un’odiosa Serpeverde rosicando che viene messe al suo posto da un’occhiataccia della sua Regina.
“No in realtà penso di andare con il mio ragazzo: Ron” dico incurante e nascondo un sorriso quando sento tutta la Sala Grande zittirsi, persino i professori.
Alzo lo sguardo e incrocio quello infuriato e lancia-fulmini di Malfoy, ghigno nella sua direzione e penso:
Questo è solo l’inizio Malfoy, per una volta sono più che d’accordo con i piani di vendetta di Regina: perché questi servono a far soffrire te.Con questo pensiero continuo a mangiare la colazione, sotto lo sguardo soddisfatto e leggermente stupito dalla mia risposta di Regina Elettra Malfoy.

 

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Capitolo 7
*** Giochi di sguardi, balli, rivincite e follie! ***


http://www.polyvore.com/regina_elettra_malfoy/set?id=47457887#fans  abbigliamento festa Regina Elettra Malfoy!

http://www.polyvore.com/hermione_jane_granger/set?id=47458503  abbigliamento festa Hermione Jane Granger!

Odio o Amore?
Giochi di sguardi, balli, rivincite e follie!

(Come avrete capito dal titolo questo cap è pieno di avvenimenti xD)

(Pov. Hermione)
Camera di Regina; giorno del ballo, ore 18.00

“Herm mi ascolti? Pronto, terra chiama Hermione” un voce mi riporta alla realtà, quella della mia migliore amica che reclama la mia attenzione.
“Eh? Ah si Ele scusa ero sovrappensiero” mi giustifico frettolosamente usando il suo secondo nome e tornando a concentrarmi sul libro di Rune Antiche.
“Ascolta anche io vorrei pensare ad ogni singolo modo per vendicar…” non appena vede il mio sguardo intimidatorio si corregge “Per avere la rivincita su mio fratello, ma ti ricordo che dobbiamo consegnare questa relazione domani e dopo dobbiamo prepararci per il ballo, perciò dobbiamo sbrigarci”
Mezzora dopo abbiamo finito. Sto per entrare nel bagno della camera di Regine quando nella stanza entra niente di meno che Draco Malfoy.
“Regi blu o nera?” chiede indicando due cravatte, fa poco caso a me e questo mi indispettisce non poco.
“Nera” dice concedendogli poco più che uno sguardo freddo, che venne prontamente restituito ancor più gelido dal fratello.
“Regina non pensi che quel vestito è troppo corto? Ma cosa è saltato in mente alla mamma? Tu non metterai quel vestito vero?” domanda mentre si volta per andarsene e nota un vestito, rosso, poggiato sul letto.
Lei fa spallucce e guarda il fratello andare via leggermente irritato dal fatto che la sorella avrebbe indossato un vestito così corto e scollato. Ghigno.
Entro in bagno e mi faccio un bagno nella comoda vasca a idromassaggio di Regina.
Osservo la schiuma attorniarsi vicino al mio corpo e mi rilasso.
Finita di farmi il bagno, esco trovando Regina già lavata e perfettamente preparata.
“Regina sei stupenda” dico sincera mentre la osservo finire di sistemarsi il trucco.
“Mai quanto la Regina dei Grifoni” esclama voltandosi e squadrandomi, fasciata nel mio abito rosso.
“Non pensi che a Blaise darà un po’ fastidio quel vestito?” domando conoscendo la gelosia del mio migliore amico, nonché fidanzato di Regina.
“Non pensi che a Draco darà un po’ fastidio quel vestito?” risponde anche lei allo stesso modo e scoppiamo a ridere. Finita di truccarmi, ci decidiamo a scendere le scale che portano alla Sala Comune di Regina.
A fine scalinata ci sono due ragazzi dalla pelle diafana, uno moro e l’altro biondo: Blaise e Draco.
Sentendo il ticchettio dei tacchi stridere sul freddo marmo dei gradini, si voltano e rimangono incantati a fissarci fino a quando non arriviamo di fronte a loro.
“Quindi il vestito rosso era tuo” sibila, quasi ringhiando, tra i denti Draco.
“Problemi mister-ovvietà?” chiedo falsamente irritata, mentre dentro sono estremamente compiaciuta.
“No…Granger” sputa il mio nome come un disprezzo e questo mi ferisce, ma non lo do a vedere.
“Be Ron mi aspetta fuori, devo andare a più tardi” saluto tutti e tre, ma Blaise e Regina non mi considerano più di tanto impegnati a fare altro sotto lo sguardo indispettito di Draco, geloso della sorella.
Proprio mentre sto per superare il Barone Sanguinario vedo arrivare la Parkinson che si butta addosso a Draco, nel suo elegante vestito blu di pizzo. PIZZO?! Certo che per sedurre Draco rinuncerebbe persino alla sua eredità; penso disgustata uscendo finalmente dal quel covo di Serpi.

Più tardi alla festa

E’ più di mezzora che balliamo e ormai sono stremata. Regina poco più in là, abbracciata al suo Blaise non dà segni di stanchezza, merito di tutti i balli a cui ormai era abituata a partecipare organizzati dai suoi genitori.
Durante il corso della serata io e Malfoy ci siamo completamente ignorati, se non per qualche saluto accennato a causa della Parkinson che si era avvicinata falsamente cordiale, per mostrare in realtà ancora una volta la sua vincita, in questo caso: l’aver avuto Draco tutto per sé.
Non do segni di seccatura, lui non se li merita e poi rovinerebbero il piano mio e di Regina.
Ogni tanto ci lanciamo qualche sguardo e lo trovo intento a ballare stringendo Pansy che fa la gatta morta su di lui anche durante un lento: si struscia languidamente, perfettamente a suo agio, come se sapesse tutti i punti deboli e le parti più nascoste del corpo di Draco Malfoy; perché dico come se sapesse? Lei li sa, li sa e come.
Continua a guardarmi, senza preoccuparsi di celare la sua attenzione verso la mia persona. Io mi stringo più a Ron e vedo Draco serrare la mascella irritato. Poso la guancia sulla sua spalla e continuiamo a ballare il lento, Malfoy ancor più furioso mi guarda minacciosamente mimando un: attenta a quello che fai Granger!
Non ho paura, non mi fai paura Malfoy.
“Perché lo guardi sempre?” domanda ad un certo punto Ron, esasperato, accorgendosi dei nostri giochi di sguardi celati da altri carichi di disprezzo.
“C-come?” rispondo con un’altra domanda rimanendo spiazzata. Cosa credevo che Ron fosse uno stupido? Era ovvio che prima o poi si sarebbe accorto di tutto questo. A quanto pare l’unica a non accorgersi di niente, o a non volersene accorgere, è Pansy Parkinson che va ancora a letto con Draco nonostante, almeno a quanto mi ha detto Regina, si è sentita dire più volte che l’avrebbe lasciata per me, per la sua futura sposa.
“Oh avanti Hermione, mi reputi così scemo? Se ti piace basta che me lo dici ed io mi faccio da parte” Draco continua a guardarmi e, nonostante non mi piacesse usare Ron, sento di doverlo fare. A lunghe falcate raggiungo il dj e gli prendo il microfono dalle mani e davanti a tutti pronuncio parole che probabilmente se avessi pensato di più non avrei mai detto:
“Ti amo Ronald Bilius Weasley e sì, accetto la proposta che mi hai fatto ieri sera. Voglio diventare tua moglie, annullerò il contratto con i Malfoy, per te non è un problema vero Draco?” Regina e Blaise rimangono scandalizzati, insomma l’idea di vendetta si doveva fermare al farlo ingelosire, non al domandare davanti a tutti se per lui andasse bene l’annullamento del matrimonio. Dopo aver rivolto questa domanda a Draco, la reazione di tutti è stupefatta come quella dei miei due migliori amici.
Draco mi fissa furioso, non lo faccio neanche rispondere. Mi avvicino a Ron, sotto lo sguardo di tutti e camminando nel silenzio assordante di ogni singolo presente in quella stanza e lo bacio.
La reazione di Malfoy non si fa attendere e gli tira un pugno staccandolo da me, dinanzi allo sguardo allibito dei professori.
“Draco che diamine fai?” chiedo mentre mi accovaccio su Ron che si ferma la fuoriuscita di sangue dal naso con una mano.
“Insegno al pezzente che ciò che è mio dalla nascita, rimane mio sempre, non faccio sconti né per lui né per te” dice per poi prendermi un polso e trascinarmi via.
“Draco mi fai male, lasciami” mi porta nei sotterranei e sono sicura che anche se urlo nessuno mi sentirà. Neanche Regina e Blaise, ai quali Draco ha fatto cenno di non azzardarsi a venire a cercarci.
“Draco! Mi fai male! DRACO, LASCIAMI. TI PREGO DRACO MI STAI FACENDO MALE” dico con le lacrime agli occhi e il labbro tremante vellutato di rossetto rosso, ormai bagnato dalle mie lacrime.
“Adesso chiariamo una volta per tutte Granger” dice lasciandomi il polso solo quando arriviamo in camera sua, quella privata. Ha lo sguardo furioso e folle, non l’ho mai visto così ed adesso ho paura. Mi sbatte contro il palo del letto a baldacchino e ad un centimetro dal mio viso sibila tagliente:
“Non ho intenzione di dividerti Granger, né tantomeno di condividerti, né di passare per il cornuto di turno e neanche di annullare il matrimonio” mi tira i capelli, facendomi reclinare il collo e prende a baciarlo possessivamente.
“Ricordi che serve anche la mia firma vero?” dice sadico e le mie lacrime ormai scendono incontrollate: mi sta prendendo contro la mia volontà.
Mentre penso che sta per abbassarmi la cerniera del vestito, molla la presa sui miei capelli e si allontana fissandomi con disprezzo.
“D’ora in avanti dormirai qui, mangerai al tavolo delle Serpi accanto a me, ti siederai vicino al sottoscritto  e non comunicherai più con i Grifoni, tantomeno con Potter, Weasley e la piattola; sono stato abbastanza chiaro? Altrimenti mi vedrò costretto a fare del male al tuo caro Ron e tu non vuoi questo vero?” domanda maligno mentre mi spinge con forza e malamente sul letto, io scuoto la testa in un cenno di diniego mentre cerco di contenere le altre lacrime che premono per uscire.
“Sei uno stronzo” dico amareggiata da quello che sta per fare.
“Sei tu che mi costringi ad esserlo, se tu facessi la brava fidanzatina questo non accadrebbe” sbotta in un momento d’ira.
“IO NON SARO’ MAI TUA” gli tiro uno schiaffo e lui, costretto a voltare la testa, non fa in tempo ad afferrarmi ed io di corsa esco dalla sua stanza.
Con i tacchi è difficile correre. Sento una mano afferrarmi nuovamente il polso arrossato già dalla precedente presa e girare il mio corpo con forza, tanta da farmi male.
“Allora non mi sono spiegato bene Granger. Tu non andrai da nessuna parte. TU SEI MIA” urla arrabbiato per poi sbattermi contro il muro, mentre si toglie rabbiosamente la camicia bianca che indossa questa sera.
Mi prende con la forza. La nostra prima volta e lui mi prende senza il mio consenso.
“Ti prego Draco no, non farlo, non voglio. Ti supplico” io fiera Grifondoro adesso lo sto supplicando di non farlo.
“Perché dovrei avere pietà Granger? Non ti sei fatta scrupoli a sputtanarmi di fronte a tutti prima, perché dovrei avere pietà di una sporca traditrice?” domanda furioso mentre tira un pugno al muro, vicino al mio viso ed io non posso fare a meno di sussultare.
“Perché ti amo e non voglio perdere così la mia verginità”
“Sei vergine?” domanda rendendosi conto del casino che stava per combinare.
“ Ho aspettato tanto, proprio perché volevo farlo con la persona che amavo e credo di averla trovata” dico annuendo e  cominciando a singhiozzare, non riuscendo a terminare la frase scossa.
“Weasley” sibila seccato tra i denti Draco.
“No, sei tu. Credevo di poter finalmente essere felice con te quando l’altra notte mi hai detto quelle cose, ma evidentemente per te le promesse valgono meno di zero e non mi va di soffrire, di patire un’eterna infelicità accanto a te. Perciò Draco ti prego, lasciami libera, se almeno provi un quarto di quello che hai detto quella sera lasciami andare per la mia strada. Fammi fare la mia vita che, evidentemente, non è accanto alla tua” sussurro tristemente e lo vedo passarsi una mano sul viso.
“Entra in camera Granger, ORA” dice freddo e impassibile, come se non gli avessi detto niente. Le soluzioni sono due: O non mi stava ascoltando o non prova niente di quello che ha detto l’altra sera e, almeno, sta avendo la decenza di non dirmelo verbalmente.
“E comunque io le promesse le mantengo sempre Herm, qualunque sacrificio debba fare, la mia parola la rispetto sempre e non la rimangio mai” dice questa volta con un tono un po’ più accomodante.
Mi ricordo di non avere le mie cose in camera sua e perciò faccio per andare al mio dormitorio, ma quando mi vede dirigermi verso la porta mi domanda:
“Dove stai andando?”
“A prendere le mie cose, non posso di certo dormire in intimo” dico arrossendo al solo pensiero.
“E perché no scusa? Di certo non causeresti la mia infelicità” esclama sarcastico “Hai già dormito nello stesso letto accanto a me nuda” dice alludendosi alle due notti in cui avevamo dormito in camera sua a Malfoy-Granger Manor.
“Avevo una sottana Draco” ribatto piccata, mi sta dando della facile?
“Oh andiamo Mione quella cosa era di pizzo e di certo non copriva molto, perché fai tutte queste storie se dici di amarmi?” domanda sospettoso, sta veramente dubitando dei miei sentimenti? C’è praticamente meno di due minuti fa ero lì a supplicare di non prendermi con la forza perché non volevo che la nostra prima volta fosse ricordata come un atto di violenza e adesso dubita del mio amore? Ah Malfoy, bravo chi li capisce. Penso, riportando alla memoria il carattere difficile anche di Regina che, nonostante tutto, dava l’anima, cuore, mente e corpo per le persone che amava.
“Come vuoi. Sai penso che dovresti fare pace con Regina” dico di punto in bianco e lui mi osserva serio.
“Granger di certo tra noi non basta un ‘mi dispiace’ nessuno dei due vuole cedere, troppo testardi e poi il rancore tra me e mia sorella dura da troppo tempo, da prima che succedesse tutto questo casino fra me e te” dice amaramente, fissando un punto indefinito della stanza: il crepitio del fuoco nel camino che riscalda l’ambiente.
“Come? Scusa voi siete i fratelli più legati della scuola, del Mondo Magico oserei dire” sbotto confusa, guardandolo.
“Non ti sei chiesta perché proprio quest’anno ha deciso di andare in vacanza-studio ad Hogwarts? Proprio la prima estate in cui avrebbe avuto la possibilità di stare e vivere sempre con la sua migliore amica in casa?”

“Che succede tra voi due, Draco?”

 

****
Mmm questo capitolo non mi piace per niente, l'ho scritto di fretta e non è uscito come volevo.
A voi spetta giudicare.
Baci ;)








 

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Capitolo 8
*** In un giorno qualunque, tutto cambia... ***


Odio o Amore?
In un giorno qualunque, tutto cambia…


 


(Pov. Regina) Sala Grande, dopo la dichiarazione di Hermione.
C’era una volta,… no, la mia storia non inizia così; né tantomeno credo che finirà con un vissero felici e contenti. Apparentemente sono la tipica ragazza perfetta, desiderata da tutta la popolazione maschile del castello, impegnati e non; Purosangue, intelligente, Serpeverde, Reginetta della scuola. Niente di tutto quello che vogliono far credere nella mia vita è perfetto. Tutto è una maschera di equilibrio e armonia: sono figlia di una delle più potenti e antiche famiglie Purosangue del Mondo Magico, eppure tutto è falso.
Tutto quello che tocco viene considerato oro. Ogni tanto vorrei urlare e scappare, vorrei disubbidire ai miei genitori: Blaise è il mio migliore amico, così come io lo sono per lui, lui ama Pansy, fingiamo di amarci solo per far felici le nostre famiglie; un po’ come fanno Draco e Hermione, con la differenza che, fortunatamente, a noi non ci è voluta una convivenza per farci avvicinare.
Non so il perché di tutto quest’odio nei confronti della mia vita o, forse, il perché di tutto l’odio che provo nei confronti di mio fratello.
Il rancore nei suoi confronti è aumentato ancor di più qualche minuto fa, quando ha afferrato la mia migliore amica e, di fronte a tutti, è sparito dalla visuale con Hermione. D’accordo, ammetto che lei ha esagerato, ma lui non ha nessun diritto di trattarla come una servetta dinanzi ai nostri compagni e professori. Mi ha intimato di non andare a cercargli?! E chi se ne frega! Corro a perdifiato per i corridoi tetri e scuri dei sotterranei, sono sicura che Draco l’abbia portata nella sua camera da Prefetto. Arrivata sento dei bisbigli e accosto l’orecchio alla porta, per capire se le sta facendo del male. Tutto ciò che sento è calma piatta, interrotta ogni tanto dal respiro irregolare di Hermione: ha pianto, bastardo! Osservo dal piccolo spiraglio che da all’interno della camera e noto il mascara della mia migliore amico scolato a causa delle lacrime.
“Che succede tra voi due, Draco?” è appena un sussurro, ma lo sento nitidamente spiccare e diffondersi nell’aria. Inizialmente non capisco a cosa si riferisce, né tantomeno quale sia l’argomento in discussione.
“Non lo so, Hermione” cosa non sa? Il perché è cosi bastardo?! Be potrei ricordarglielo io.
“Come non lo sai?” domanda piccata la mia migliore amica. Non si sono accorti della presenza oltre la porta e, finchè non avrò capito il succo della questione, non ho intenzione di rivelarmi.
“Granger, l’odio tra me e Regina, o meglio, il suo odio nei miei confronti, va avanti da troppo tempo, troppo per ricordare quanto. Forse un anno o due” Oh si che lo sai Draco, lo ricordi benissimo, così come lo ricordo io. Appena le parole arrivano al mio cervello smetto di respirare, non ci riesco: semplicemente non ricordo come si fa. Quella realtà mi colpisce, per l’ennesima volta, al petto come uno stiletto; mi blocca le vie respiratorie e ancora una volta si impossessa della mia mente e ritorna sempre sulle stesse note dolorose.
Le parole nella stanza ormai suonano ovattate, una canzone propria ed io ormai, stanca, non ascolto pù nulla e mi perdo nei ricordi.
FlaschBack
(Un anno e mezzo prima)
“Fratellino, guarda che ho trovato!” esclamo scendendo verso le 22 di sera le scale dei dormitori che portano alla Sala Comune, trovandola deserta.
Draco seduto sul divano in pelle verde, si volta e mi sorride. Amo quando mio fratello mi sorride: solo a me riserva sorrisi così, sorrisi veri.
“Dimmi mon amour” con infinita calma si alza e guarda la foto che gli mostro.
“Ricordi quando è stata scattata?” domando nostalgica mentre indico la casa alle spalle.
“Alla villa di zia Meda, l’ultima volta che l’abbiamo vista” dice sicuro e io annuisco, sorridendo. La foto rappresenta me e lui, in estate, alla villa di zia Andromeda, quando io avevo 8 anni e lui 9. Quella fu l’ultima volta che vidi mia zia, a cui ero molto affezionata, so che si è sposata con un Babbano e che ha avuto una figlia: Ninfadora mi pare si chiami; la ammiro: si è opposta ai suoi doveri, andando contro tutti e tutto, onore, rispetto, famiglia ed ha pensato solo all’amore.
“Ti voglio bene tesoro, adesso vai a dormire domani il quarto e il quinto anno escono ad Hogsmeade, devi riposare” dice baciandomi i capelli appena lavati.
“Già è vero, con chi andrai?” domando furba.
“Come se non lo sapessi, devo farmi vedere in pubblico con la mia futura moglie” dice sprezzante, ma io so benissimo che è tutt’altro che riluttante all’idea.
“Dai che lo so che muori dalla voglia di rivederla e fantasticare su…”
“Ok basta così signorina, non ho di certo intenzione di parlare di queste cose con mia sorella minore” dice e solo io so quanto in realtà è geloso di tutti i miei ammiratori.
“Come vuoi. ‘Notte” mi alzo sulle punte e gli do un bacio sulla guancia. Vado a dormire ma, non ci riesco, sono troppo eccitata per domani.
La mattina seguente…
“Allora Malfoy dove hai lasciato tuo fratello?” mi domanda il mio ragazzo-segreto, avvicinandosi e dandomi un bacio. Siamo in un vicolo isolato del villaggio: se dovessero vederci sarebbe la fine: per me e per lui.
“Con Hermione Granger. Abbiamo tutto il giorno per noi” mormoro sensuale al suo orecchio. Penso che se mio fratello mi vedesse in questo momento darebbe di matto, ucciderebbe il moro di fronte a me e dopo gli verrebbe un infarto. Rido e il giovane dinanzi a me chiede da cosa è scaturita questa ilarità. Mi limito a baciarlo appassionatamente, mentre lui accarezza le curve del mio corpo con le sue mani.
“Regina Elettra Malfoy, che cazzo stai facendo” una voce fredda, tagliente e sibile a un biascico, una voce che conosco molto bene, ci distrae dal nostro bacio. Mi volto spaventata e incrocio lo sguardo furioso e minaccioso di mio fratello.
“D-Draco, tu eri con Hermione… io, posso spiegare” mi stacco di colpo dal moro e mio fratello mi allontana con uno scatto da lui.
“Hermione è tornata al castello non si sentiva bene. Non mi interessano le tue spiegazioni. Tu non lo rivedrai più sono stato chiaro?” mio fratello è furioso, non l’ho mai visto così arrabbiato: non l’ho mai visto arrabbiato con me.
“Sono stato buono, ho sempre accettato tutto: i fiori, gli ammiratori, gli auguri a San Valentino… ADESSO BASTA, QUESTO E’ TROPPO!” sibila e dopo urla con voce rauca. Mi tira uno schiaffo e sento la guancia bruciarmi mentre delle lacrime scendono copiose.
“Per quanto riguarda te invece…” dice avvicinandosi a quello che ormai è il mio ex-ragazzo e mi metto fra di loro.
“Basta non lo rivedrò più ma non fargli del male ti prego” dico e il mio orgoglio ormai è andato a farsi fottere.
“Torna con me al Castello, promettimi che non lo rivedrai più e non gli accadrà niente” annuisoc spaventata alle sue parole e lo seguo, lanciando un ultimo sguardo di scuse e…. di addio al moro.
 
Ricordi fratellino? Un tempo ti chiamavo così se non sbaglio, è passato troppo tempo non ricordo più. Scappo lontano dalla camera e non mi preoccupo di levarmi i tacchi. Ricordi il perché ti odio? Mi hai allontanato dal mio unico amore, solo per la tua stupida gelosia, solo per la tua stupida rivalità. Hai allontanato l’unica possibilità di vita e di amore per una Malfoy, sei la causa della mia infelicità e per questo ti maledico ogni giorno, però ti voglio bene ugualmente; anche se tu mi hai allontanato dal mio grande amore: da Harry James Potter.
 

 
 

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Capitolo 9
*** Vere motivazioni! ***


Odio o Amore?
Vere motivazioni!


 

(Pov. Regina)
Sala Comune Serpeverde; dopo il ballo, ore 00.35

Dopo essere scappata lontano dalla camera da Prefetto di mio fratello, sono scappata nella Sala Comune ed adesso sono sul divano verde, mentre fisso il fuoco verde-argento scoppiettare nel camino.
“Pensavo dormissi” dice una voce che si rivela essere quella di mio fratello che scende le scale dei dormitori.
“Pensavo stessi con Hermione” ribatto atona, non degnandolo di uno sguardo e continuando ad ammirare i giochi di colore nel camino.
“E’ crollata addormentata, non ce la faceva più” spiega e si siede vicino a me. Ci siamo solo io e lui nella Sala Comune e tutto tace.
“Immagino visto quanto l’avrai fatta penare prendendola con la forza” dico senza peli sulla lingua, continuo a non guardarlo ma lo sento irrigidirsi affianco a me.
“Mi reputi così cattivo?” chiede furioso ed io non posso fare a meno di sorridere amaramente.
“Be ormai da te ci si può aspettare di tutto. Soprattutto le scenate di gelosia” esclamo questa volta girandomi per scrutare la sua espressione: una maschera di ghiaccio e freddezza, come sempre del resto.
“Sbaglio o non stiamo più parlando di me ed Hermione” dice ironico e mi viene da prenderlo a schiaffi, osa anche fare dell’ironia?
“Vedo che i neuroni ancora ti funzionano, pensavo che il troppo tempo passato con la Parkinson avesse deteriorato gli ultimi bricioli di intelligenza che ti è rimasta” sibilo tagliente e lo vedo guardarmi male, cosa mi interessa infondo?
“Sai benissimo perché l’ho fatto. Papà non ne sarebbe stato felice” sussurra stancamente ed io lo guardo con disprezzo.
“Per una volta prenditi le tue colpe Draco, papà non l’avrebbe scoperto. Gliel’avrei detto poco alla volta, con calma a tempo debito. Il problema sei tu Draco, non puoi sopportare che un Grifone si avvicini a una delle donne della tua vita che subito dai in escandescenza. Sei solo un vigliacco Draco, una sola dannatissima volta ammetti di essere tu ad aver sbagliato” rispondo esasperata.
“Cambierebbe qualcosa?” domanda freddo.
“Si dannazione Draco, si che cambierebbe. Cambierebbe tutto, imparare a chiedere scusa non è una vergogna Draco. Tu non chiedi mai scusa, perché secondo te tutto ti è dovuto, perché sei il grande Draco Lucius Malfoy, metti un po’ i piedi per terra e accorgiti di quante ragazze hai ferito non chiedendo mai scusa” rispondo frustrata e al limite dell’esasperazione.
“Una di queste sei tu? EH REGINA, RISPONDI! SEI TU?” sbotta urlando e ho paura che possa svegliare qualcuno ma, a quanto pare, non se ne cura “Ho fatto quello che andava fatto, quello che ogni fratello farebbe per la propria sorella” dice un po’ più calmo ma adesso ad infuriarmi sono io.
“COME? RENDENDOMI INFELICE?” urlo tirandogli uno schiaffo, volta la testa e quando mi riguarda negli occhi vedo la sua espressione fredda e infuriata allo stesso tempo.
“Proteggendoti” risponde tagliente bloccandomi la mano con cui stavo per tirargli nuovamente uno schiaffo.
“L’unica persona da cui dovrei difendermi sei tu, Draco. Sei stato l’unico in grado di ferirmi veramente. Pensavo che il mio fratellino mi avrebbe sempre protetta, invece ha firmato un patto con la mia infelicità” mormoro flebilmente ed adesso le lacrime mi scorrono copiose sul viso, cerca di avvicinarsi e abbracciarmi ma indietreggio e lo vedo colpito dai miei gesti e dalle mie parole.
“Non volevo che ti facesse del male cazzo Regina perché non lo capisci?! Ci ha già provato una volta” ribatte esasperato e per un attimo mi sembra quasi… umano, preoccupato per qualcosa in cui crede veramente.
“Ma sono ancora qui se non sbaglio Draco”
“Sei stata fortunata Regina, hai evitato la morte per un pelo; devo per forza aspettare che ti succeda qualcosa per fare da fratello maggiore, intervenire e proteggerti?!” mi accarezza una guancia e sento quanto mi è mancato.
“Mi hai comunque allontanata da lui Draco e questo non posso accettarlo né tantomeno perdonartelo” rispondo atona e seppur ho una tremenda voglia di abbracciarlo e fare pace, mi sottraggo nuovamente dal suo tocco; orgogliosa.
“Come vuoi Regina, ma sappi che farei di tutto per proteggerti, non mi importa quanto sarà doloroso per gli altri. Tu.vieni.sempre.prima.di.tutti.e.tutto” sussurra stanco, scandendo bene, però, le ultime parole e andandosene. Sento calore a quelle parole e ricordo tutto il bene che ho voluto, e che, anche se non vorrei, voglio tutt’ora a mio fratello.
Mi lascia sola e inconsciamente ritorno a quando per un pelo mi aveva salvata da morte certa.


Il giorno dopo, Sala Grande; colazione

“Mione, dormito bene?” chiedo sedendomi accanto a lei che, a sua volta, è seduta vicino a mio fratello. Faccio un cenno a mo di saluto a mio fratello e ascolto la risposta della mia amica:
“Benissimo” sorride; buon segno, significa che ancora mio fratello non ha fatto una delle sue brillanti e meravigliose uscite.
“Che avete alla prima ora?” domando curiosa mentre bevo del succo di zucca.
“Pozioni” risponde indifferente mio fratello mentre un gruppetto di terza gli lanciano occhiate languide e lui risponde con alcuni dei suoi sorrisi che fanno cadere Hogwarts ai suoi piedi. Hermione si irrita ma non lo dà a vedere.
“Pedofilo” sibilo e lui si gira ghignando.
“Tesoro mio, i pedofili sono persone adulte che molestano oralmente, fisicamente o anche solo psicologicamente bambini. Io non ho ancora compiuto i diciassette anni, gli compio tra due mesi, nel caso te ne fossi dimenticata. Comunque sono loro che mi sbavano dietro, sarebbe un peccato deluderle non credi” ribatte dedicandosi poi alla sua colazione.
“Già e soprattutto un oltraggio a Merlino non concedergli una notte da Dio nel tuo letto vero Malfoy” ribatte la mia migliore amica piccata, per poi alzarsi e andarsene.
“Stronzo” dico all’orecchio di mio fratello per poi alzarmi e seguirla.

 


Presso i confini di Hogwarts e la Foresta Proibita

“Herm” la raggiungo e la trovo di spalle, scossa da singhiozzi. Si gira e mi guarda ed io non posso che fare a meno di restituirle lo sguardo dispiaciuto e colpevole, come se fosse colpa mia la stronzaggine di mio fratello.
“Perché fa così Regina? Perché il giorno prima dimostra di tenerci e quello dopo ti tratta come se fossi una pezza per lavare a terra”
“Non lo so Hermione, non lo so” rispondo abbracciandola e lei si stringe a me “So solo che tu sei troppo sciocca e altruista a servirgli tutto su un piatto d’argento. Mio fratello è così, pensavo che l’avessi capito ormai: vuole tutto e lo ottiene come fa un bambino capriccioso quando vuole un giocattolo, poi ce l’ha e smette di volerlo. Non devi soffrirci è nel suo carattere e di certo non merita le tue lacrime” le accarezzo la schiena e si calma un poco.
“Perché mi dici tutto questo?” domanda “Voglio dire perché sei dalla mia parte e non dalla sua, infondo è tuo fratello. Perché parli di lui in questo modo?” aggiunge vedendo la mia espressione confusa.
“Hai presente quando ti ho detto che ho lasciato Harry perché amavo Blaise? Be era un’enorme, gigantesca balla. L’ho lasciato perché Draco è venuto a sapere della nostra relazione, seppur da prima era contrario alla fine l’ha accettato e aveva promesso di non dirlo a nostro padre, fino a quando…” mi interrompo incapace di continuare.
“Fino a quando?” domanda impaziente la mia migliore amica.
“Fino a quando Harry non ha provato a uccidermi!” concludo.
“CHE COSA?” urla sbigottita e anche furiosa con il suo migliore amico.
“Non trarre conclusioni affrettate: non era in sé, era posseduto… lascia perdere. Il punto è che Draco mi ha salvata per un pelo, arrivando in tempo e da allora mi ha definitivamente allontanata da lui; nonostante io lo amassi comunque ancora incondizionatamente” sussurro e, come la sera precedente, mentre osservo l’acqua calma del Lago Nero mi perdo nel ricordo di quel momento.
  
FlashBack…

      

 

***
Tre recensioni e aggiorno per le 18.30
Spero vi sia piaciuto.
Baci ;)
 

 

        

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Capitolo 10
*** Ricordi e rivelazioni! ***


Odio o Amore?
Ricordi e rivelazioni!



 

Pov. Regina
FlashBack
“Harry questa cosa si sta impossessando di te, dobbiamo cercare il modo di non darle il via libera” dico riferendomi al demone che troppo spesso si impossessava di lui “Cerca di non dormire ok? Ginny sta cercando il modo di combatterlo e il perché, se è sempre vissuto in te, è uscito solo adesso. Resta sveglio” mormoro dolcemente al suo orecchio.
“’kay” risponde visibilmente stanco. Sono giorni che non dorme ed io cerco di tenerlo sveglio in tutti i modi. Nessuno sa niente di tutta questa storia, solo io, Ginny e il sottoscritto. Ginny si è accorta di comportamenti strani da parte di Harry nei confronti di tutti, poi sveniva e al risveglio aveva vuoti di memoria. Una volta al lago l’aveva quasi spinta nell’acqua gelida. Dopo quegli episodi Ginny si era premurata di riferirmi tutto per la mia sicurezza. Da quel momento in poi non ho mai lasciato Harry da solo e, spesso, mio fratello mi rimprovera sapendo dove ho passato la notte. Sono l’unica in grado di calmare l’assassino che possiede Harry e non avevo intenzione di lasciarlo solo. Siamo sul divano dell’appartamento che Silente ha messo a disposizione per i Malfoy nel castello.
“Vado a preparare il letto” dico alzandomi, anche se il letto sarebbe servito solo per distendersi e non per dormire: se Harry si addormentava c’erano più possibilità che il demone si impossessasse di lui.
“HARRY NON DORMIRE” alzo la voce qualche minuto dopo per farmi sentire dalla camera da letto al salotto.
“Si, si sono sveglio” dice e lo sento alzarsi e raggiungermi, gli sorrido e lo vedo avvicinarsi fino a baciarmi la spalla scoperta dallo scollo a barca della maglietta leggera.
“Hai mai pensato di farla pagare a tuo fratello per averci impedito di stare insieme due mesi?” dice e sento dei brividi percorrermi la spina dorsale, vendetta? Non è da Harry. Il sorriso scompare dalle mie labbra, mi volto e vedo i suoi occhi lucidi di… SONNO?! No,no,no… non può essersi addormentato, sono stata ben attenta a non farlo dormire. L’appartamento è troppo lontano dal resto dei dormitori: urlare sarebbe inutile. Perciò provo a calmarlo.
“Harry, ehi amore sono io. Harry, calmati non c’è motivo per cui tu debba fare del male a qualcuno” indietreggio quando vedo i suoi occhi contornati da vene violacee, pupille rosse e dilatate.
Corro di sopra e lo vedo seguirmi più veloce rispetto al solito. Correndo più veloce le gambe mi fanno male, bruciano, ma non me ne curo. Sulle scale lo vedo tirare fuori dei canini; vampiro direte voi. Si una specie, peccato che non succhi sangue, si perché il demone di Harry succhia la vita.
“HARRY PER FAVORE CALMATI! SONO REGINA” mi raggiunge, mi sbatte con violenza contro il muro e affonda i canini nell’incavo del mio collo. Sento piano, piano la vita affluirmi via e le forze abbandonarmi. Un liquido verdastro bagnare i vestiti, le scale e il corrimano: è la mia essenza di Serpeverde che piango defluisce da me.
“Harry ti prego basta! Harry mi fai male” cerco di staccarlo, ma ormai sono debole e la sua presa troppo forte “Harry fermati, sono io Regina” ormai stanca chiudo gli occhi e mi abbandono all’oblio.
“STUPEFICIUM” sento una voce gridare e un tonfo sordo.
Non apro gli occhi, troppo stanca. So già chi è: mio fratello, l’ho capito dalla voce.
“Che cazzo gli hai fatto Potter? E che cazzo sei tu?” dice, probabilmente, vedendo gli occhi e i canini.
Stringo le braccia al suo collo e lo sento accarezzarmi i capelli.
“R-Regina?!” sussurra Harry cercando di accarezzarmi, apro gli occhi e vedo Draco spostarsi con me imbraccio evitandomi così la carezza di Harry.
“Mi dispiace amore, avrei dovuto proteggerti da quel mostro” dico con le lacrime agli occhi, poi non ce la faccio più e svengo.
“N-no NO REGI! Apri gli occhi Regina non posso averti fatto del male, ti prego non me lo perdonerei. Regina ti amo, apri gli occhi e dimmi che stai bene, che mi odi, che sono un mostro, tutto ma svegliati” sento distrattamente queste parole mentre sono circondata dal buio.
“Sta lontano da lei Potter hai fatto già abbastanza. Ringrazia che non ti uccido qui a scuola ma ti consiglio di non farti vedere per le vie del Mondo Magico, tutti ce l’avranno con te dopo aver saputo cosa hai fatto a una Malfoy” sorrido, so che non lo dirà: mi metterebbe in difficoltà con mamma e papà e questo non lo vuole fare.
Fine FlashBack
“Regina non è stata colpa tua, hai fatto tanto per lui. Ma perché non è ha mai parlato. Ascolta tuo fratello non te l’ha più fatto rivedere?” chiede Hermione dopo che le ebbi raccontato tutto. Scuoto in un cenno di diniego la testa e la vedo chiudere un attimo gli occhi per poi riaprirli e mostrare il suo splendido color nocciola “Merlino, come hai fatto a tenere dentro questa situazione per tutto questo tempo?”
“La cosa peggiore è che Draco non capisce che io voglio stargli vicino in un momento del genere. Ho promesso ad Harry che ci sarei stata, sempre nel bene e nel male. Finché morte non ci separi” tiro fuori dalla tasca l’anello che mi lega, segretamente, sposata ad Harry e lo mostro per la prima volta ad Hermione che comprende il senso della mia frase e guarda l’anello sconcertata, pallida e allibita.
“Si Herm, qualche mese fa sono diventata Regina Elettra Malfoy Potter, ma questo non lo sa nessuno”


***
Sconcertate?
Capitolo corto senza senso e di passaggio.
Baci ;)

 

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Capitolo 11
*** Amarsi ancora, nonostante tutto! ***


Odio o Amore?
Amarsi ancora, nonostante tutto!

ciao


 

(Pov. Regina)
Dopo la rivelazione del matrimonio
“R-Regina hai idea di cosa hai fatto?” domanda ancora pallida Hermione, mentre io giocherello ancora con la fede.
“Si, ho promesso la mia vita ad Harry”
“No hai firmato un patto con un mostro e di conseguenza con la morte. Merlino dovevi almeno aspettare che questo demone venisse sconfitto e dopo magari l’avresti sposato” ribatte sull’orlo di una crisi di nervi e leggermente… furiosa?! Si è quello che scorgo nella sua espressione.
“Perché quando l’ho detto io non suonava così male?!” domando ironica “Ascolta che differenza fa? Siamo i tuoi migliori amici e dovresti essere felice per noi. Cos’è Hermione? Offesa perché non te l’abbiamo detto? Be di certo non potevamo appendere gli annunci per le vie di Diagon Alley” continuo sarcasticamente piccata.
“Non intendevo questo e lo sai. Adesso nascondi questa fede” dice venendomi vicino, strappandomi di mano la fede e rimettendola nella mia tasca “Se la vede tuo fratello sei morta! Immaginati quando lo verrà a sapere” borbotta istericamente. Mi volto di scatto e la guardo supplicante:
“Non glielo dirai vero?”
“Certo che no, siamo tutti e tre giovani per morire. Sarai tu a dirglielo…” la guardo allucinata e prosegue “Al momento adatto. Oh andiamo Regina, è inutile che mi guardi così prima o poi lo dovrà sapere. Non adesso, ma un giorno si”
“Un giorno” mormoro assorta.

(Pov. Hermione)
Sposata…
La mia migliore amica è sposata; con il mio migliore amico.
Il mio migliore amico è sposato; con la mia migliore amica.
Sposati…
Ok, basta; continuarlo a ripetere non cambierà le cose.
Mi scoppia la testa, troppe rivelazioni in due giorni: Regina e Draco si odiano, contrariamente a quello che tutti pensano; Harry è una specie di mostro assatanato di vita e lui e Regina sono sposati di nascosto. Oh povera me, credo che mi verrà qualcosa prima o poi.
Mi affretto a rimetterle in tasca l’anello, tutto quello che non so. Tutto quello che io e Regina non sappiamo è che qualcuno in questo momento ci sta osservando da dietro a una siepe, fumando furiosamente una sigaretta.
Solo più tardi saremmo venute a conoscenza della sua presenza, quando sarebbe venuto a bussare e a fare i conti con tutta questa situazione.

Più tardi…
“Herm, possiamo parlare?” domanda Harry, mentre cammino per i corridoi con Draco. Il biondo accanto a me si irrigidisca, mi circonda possessivo la vita, si gira e fa per rispondergli male; gli lancio uno sguardo supplichevole e annuisce impercettibilmente.
“Non più di cinque minuti” mi informa subito e lancia uno sguardo di avvertimento e di… minaccia al mio migliore amico.
“Harry come stai? Regina mi ha raccontato tutto e mi disp…” comincio ma mi interrompe.
“Hermione mi serve un favore. Ho bisogno che tu mi faccia incontrare Regina” dice a bassa voce, per evitare che Draco, che sicuramente è nei paraggi, senta ciò che mi sta chiedendo. Mi sussurra all’orecchio quello che devo fare.
Annuisco e lo vedo sorridermi, poi mi fa segno di non dire nulla a nessuno e va via.
 
(Pov. Regina)
In camera da letto
Piove. Proprio come il giorno in cui ci siamo dati il nostro primo bacio. Lo ricordo ancora: io facevo il terzo anno, lui il quarto. L’atmosfera era intrisa di umido. Le sue dita erano fredde come la rugiada sulle foglie del gelido inverno. Il vento frustava gli alberi. Il cuore batteva frenetico e irregolare.
“Regina” mi volto di scatto spaventata e guardo con sollievo il ragazzo moro e dalla pelle diafana.
“Che ci fai qui?” dico alzandomi e guardandolo intensamente negli occhi. C’è qualcosa di strano in lui, di diverso.
“Mi mancavi” dice semplicemente e rimango confusa. Si avvicina e comincia a baciarmi il collo, non dovremmo farlo? Perché lo sta facendo? Eppure non riesco a sottrarmi. Sento i brividi e non voglio staccarmi da lui.
“Basta dobbiamo fermarci, Blaise. Basta” dico quando scende a baciarmi la clavicola; protesto debolmente, è sbagliato ma Regina Elettra Malfoy è sempre stata attratta da ciò che è sbagliato e proibito. Probabilmente l’avrete già capito dal mio matrimonio con Harry James Potter. Mi sono sempre chiesta perché ciò che è sbagliato ci fa sentire tanto bene, perché ci attrae così tanto, ho smesso di cercare risposte ed ho semplicemente vissuto la vita così come veniva e questo mi ha portato ad Harry.
Neanche ora, con il pensiero di mio marito in testa, riesco a fermarmi. Adesso provo attrazione e dolcezza per Blaise qui dinanzi a me e lo bacio, lo bacio come non l’ho mai baciato prima d’ora. Lo bacio proprio come baciavo Harry.
“Blaise no!” ribatto debolmente.
“Regina non puoi lottare contro una cosa del genere, non contro quello che vuoi. Sai che non vuoi. Non possiamo” dice baciandomi il seno dalla scollatura della maglietta.
“Ma dobbiamo”
“Non riesco a fermarmi, provaci tu. Io non ci riesco, non ce la faccio” i suoi baci diventato frenetici e mi travolge in sentimenti primordiali “E non ci riesci neanche tu. Non ci stai provando perché non vuoi, sai che è la verità”
Ha ragione, ha maledettamente ragione. Lo voglio e non mi sento in colpa per Harry, come posso essere così crudele?
Mi bacia e perdo il senso della realtà. I miei sensi sono inebriati. Sembriamo perfetti insieme, sprofondo nel suo abbraccio e rifletto sul fatto che non ho mai provato un bacio così carico d’amore. E’ come se ci fossimo cercati per tanto tempo e finalmente ci fossimo ritrovati. Smetto di pensare, non riesco più a formulare un pensiero coerente. Vengo sopraffatta da emozioni profonde, forti e… e mi accorgo che io sto rispondendo con tutta me stessa al bacio. Sento un ringhio lamentoso, selvaggio; qualcosa di appuntito pungermi il labbro. Tutto succede velocemente: apro gli occhi e non incontro quelli azzurri di Blaise, ma quelli verdi, stupendi, di Harry.
Lo guardo sinceramente stupita e gli accarezzo i capelli senza proferire parola, per calmare il suo demone.
“Harry. Merlino Harry mi sei mancato tanto” inizio baciandolo nuovamente passionalmente. Lo sapevo infondo, infondo, che era lui. Ecco perché ho risposto totalmente e incondizionatamente al bacio “M-ma come hai fatto a prendere le sembianze di Blaise?” domando sconcertata.
“Mi ha aiutato Hermione. Era l’unico modo in cui ci potevamo vedere senza che tuo fratello mi avadakedavrizzasse” mi dice e lo guardo con le lacrime agli occhi: ha veramente fatto tutto questo, con il rischi di essere scoperto, per me.
Gli butto le braccia al collo e, non preoccupandomi di fratelli, demoni, doveri purosangue, lo amo totalmente. Ci amiamo. Come solo noi due sappiamo fare.

(Pov. Hermione)
Camera di Hermione e Draco
“Che voleva Potter?” domanda Draco una volta tornati in camera dopo le lezioni.
“Appunti” rispondo distrattamente, ancora impegnata a pensare se Draco avesse scoperto quello che Harry sta facendo per vedere sua sorella.
“Appunti?!” chiede scettico a riguardo.
“Appunti” ripeto piccata.
Mi siedo sulla scrivania e comincio a fare la relazione di Trasfigurazione, mentre lui prende a vagare per la camera ed intorno a me. Questo mi dà sui nervi e mi fa sentire oppressa. Mi sembra un cane da guardia, pronto a criticare ogni mio minimo errore o a cruciare chiunque si avvicini a me. Dalla notte del ballo non mi ha più lasciata sola e, come previsto, ho mangiato sempre al tavolo delle Serpi, alle lezioni sono sempre stata seduta accanto a lui e non avevo più rivisto i miei amici, fatta eccezione quel pomeriggio con Harry.
“Bello l’anello vero?” domanda distrattamente chiudendomi il libro. Mi volto lentamente spaventata, ma cerco di nasconderlo.
“Q-quale anello?”
“Quello che oggi ti ha fatto vedere mia sorella” ripete innocentemente.
“N-n-non s-so di cosa tu stia parlando” continuo a mentire, ma non mi riesce molto bene; ennesimo motivo per cui preferirei essere una Serpe: riuscirei a cavarmi d’impiccio con il mio futuro marito.
“Granger, Granger, Granger non sai per niente mentire” dice abbassandosi fino a sfiorare il suo viso con il mio “Ora parla chi è?” dice baciandomi le labbra e ritirandosi subito dopo, stuzzicandomi. Cerco di non cedere e, non volendo aspettare, mi richiede.
“Granger parla. Chi le ha dato quell’anello?” domanda più autoritario adesso, non rispondo e continua “Sei proprio una sgualdrinella che copre un'altra sgualdrinella. Non vuoi dirmelo? Andrò dritto al dunque” apre la porta e si incammina per i dormitori femminili di Serpeverde. Lo inseguo e, nonostante stia semplicemente camminando, riesco a malapena a tenere il suo passo.
“No Draco, ti prego non farlo. Fidati di lei una buona volta” lo blocco per la camicia e mi faccio male ai tendini della mano ma me ne curo ben poco. Si ferma un attimo e si volta incenerendomi con lo sguardo.
“Mi pare che le abbia dato fin troppa fiducia e si è quasi fatta ammazzare” riprende a camminare e, arrivato a destinazione, spalanca la porta.
Ciò che vediamo lascia me basita e Draco furioso.
Harry e Regina sono nello stesso letto, nudi e addormentati, lei abbracciata a lui e lui che la stringe.
Inconsapevolmente mi ritrovo a desiderare di essere al posto della mia migliore amica e che a stringermi fosse Draco Lucius Malfoy.

 

****
Ok questo capitolo non è molto importante, per questo non mi piace più di tanto.
A voi giudicare.
Baci ;)

 








 

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Capitolo 12
*** Per una volta... ***


Odio o Amore?
Per una volta…

(Pov. Hermione)
Camera di Regina

“Lasciamoli soli” biascico dopo lo schock iniziale cercando di tirare indietro Draco. Il suo sguardo, però, è fisso su Harry e sulla sorella, non dà segni di avermi sentito, nonostante ci provi è troppo forte e rimane dov’è.
“Hai veramente detto quello che hai detto Granger?” dice fulminandomi con lo sguardo, per poi volgerlo nuovamente ai due ragazzi “Mi stai veramente dicendo di andarmene e far finta di non aver visto niente?”
“E’ grande” ribatto alla sua collera.
“E’ una ragazzina che non sa come va il mondo”
“Perché tu sì Draco? Ha quindici anni sa cosa è meglio per lei” rispondo esasperata mentre si avvicina al letto.
“Di certo il meglio per lei non è Potter. Se vuoi restare a guardare, altrimenti puoi benissimo andartene la tua presenza non mi frenerà dal cruciare questo stronzo, Granger” sibila acido.
“POTTER, REGINA” grida Draco perentorio nelle loro orecchie. Entrambi si svegliano di soprassalto. Mettono a fuoco la situazione mentre Regina assume un’espressione spaventata e preoccupata allo stesso tempo. Harry si limita a fissare glacialmente il biondo che gli restituisce lo sguardo carico d’odio.
“D-D-Draco che ci fai qui?” chiede Regina terrorizzata dallo sguardo del fratello.
“No, Regina vedi” le accarezza calcolatamente e sadicamente la guancia “La domanda è:…” continua ancora calmo, finalmente si è calmato “COSA CAZZO CI FA LUI QUI” ho parlato troppo presto. Urla e la sorella sussulta, vedendo lo sguardo del fratello infuriato a pochi centimetri dal suo volto. Harry l’allontana dalla furia del fratello e la stringe, sussurrandole parole dolci all’orecchio: probabilmente sta cercando di calmarla. Troppo tardi però, Draco è sempre stato quello che capiva meglio la sorella, che riusciva a consolarla, l’unico; però, al tempo stesso, Draco era anche capace di essere la sua peggior sofferenza.
“Allontanati da lei Potter”
“Io.non.mi.allontano.da.mia.moglie” scandisce bene queste parole e lo sguardo di Draco diviene ancora più incollerito. Si avvicina con calcolata lentezza, degna di una Serpe, alla coppia e strappa Regina dalle braccia del moro e la sbatte contro il muro.
“DRACO MI FAI MALE, LASCIAMI” urla divincolandosi la mia migliore amica: Draco le sta stringendo al muro i polsi e, dall’espressione della mia migliore amica, anche piuttosto dolorosamente.
“Draco, fermati le fai del male” dico ma non pare ascoltarmi, sembra che l’unica cosa di cui gli importi sia ferire sua sorella. Vedo Harry prendere la bacchetta dal comodino e lo vedo pronunciare a bassa voce un incantesimo che capisco subito: CRUCIATUS.
“EXPELLIARMUS” sono più veloce e disarmo Harry, ritrovandomi subito dopo la bacchetta di Harry tra le mani.
Regina e Draco si voltano finalmente a guardarmi e vedo la collera del biondo pian, piano svanire e la presa sui polsi di Regina allentarsi.
“Perché l’hai fatto?” chiede avvicinandosi stupito, mentre Regina si rituffa nelle braccia di Harry, prendendo a piangere sommessamente “Perché hai impedito all’incantesimo di colpirmi quando sarebbe servito a lasciare andare la tua migliore amica?” domanda ancora giocando con una mia ciocca.
“I-io… non lo so” rispondo.
“Si che lo sai Herm, lo sai benissimo. Anche se io non so come tu faccia ad amare un mostro del genere” dice Regina smettendo di piangere e guardando con odio, disprezzo e disgusto il fratello “Come puoi amarlo Hermione? Fa solo del male, a me, a te, a tutti quelli che gli vogliono bene. Però stranamente tutti tornano da lui, persino te. Non chiede mai scusa eppure tutti sono al suo servizio, proprio come una corte al Principe. La domanda è: come fai ad amarlo? Come riesci ad amare una persona che ti ha arrecato tanta gioia quanto dolore?”  chiede e capisco il perché lo sta facendo: vuole che io e Draco ci dichiariamo definitivamente e mettiamo un punto a questa situazione. Pare essersi dimenticata che il soggetto in questione è suo fratello: non ammetterebbe mai di aver sbagliato.
“Tu come fai ad amare Harry, Regina? E’ la stessa identica cosa. Ognuno ha i propri mostri da amare no?!” sorrido sarcastica e la vedo sorridermi, evidentemente pensa che sto per confessare il mio amore per Draco ma, sorprendendo tutti, prendo la mia decisione.
“Spesso però l’amore non è abbastanza per convincerti a vivere per sempre con una persona” dico e vedo Draco guardarmi confuso, Harry e Regina lo stesso “Non si può fingere di stare bene su bugie” continuo e una strana consapevolezza si fa strada sul volto di Draco, mentre Regina mormora assente:
“NO! Herm non puoi farlo sul serio, hai idea del caos che combinerai tra le nostre famiglie? Non devi assolutamente dirlo, neanche per scherzo” faccio spallucce e vedo i due biondi guardarmi allibiti, Harry è l’unico a non capire: come potrebbe infondo? E’ una cosa che riguarda me e Draco e di cui, nonostante fosse il mio migliore amico, non gli ho mai parlato; non l’ho mai considerato un dettaglio importante.
“Se lo dici andranno di matto, Merlino Hermione non puoi parlare sul serio” continua Regina supplicandomi con lo sguardo.
Ma sono decisa, determinata e assolutamente sicura di quello che dirò stasera ai nostri genitori. Nessun pentimento, nessun ripensamento e nessuna insicurezza, non è da Hermione Jane Granger.
Stasera dirò quel che dirò, accettando tutte le possibili conseguenze, probabilmente dolorose. Ma, almeno, sarò finalmente libera…
Questa sera, al ballo a Malfoy-Granger Manor, di fronte a tutti ammetterò la verità e, sicuramente, finirà in prima pagina. Il motivo? Semplice, il matrimonio tra Hermione Granger e Draco Malfoy è il matrimonio più atteso dell’anno e considerato la più grande unione Purosangue di tutti i tempi. Di certo, se tutto fosse mandato all’aria dopo anni di accordi non passerebbe inosservato vero?!


Più tardi…

“Come vanno i polsi?” domando mentre sono con Regina in camera mia e mi preparo per il ballo a cui andremo tra poco.
Non mi risponde, lo fa da quel pomeriggio.
“Harry lo sa che verrai al ballo con Blaise?” domando ancora ma anche questa volta lei non mi risponde e penso che lo faccia più per ripicca che per altro.
“Regina, basta. E’ da oggi pomeriggio che non mi parli. Dimmi qualcosa” sbotto esasperata e vedo la mia migliore amica guardarmi per la prima volta con aria di disprezzo e mi fa male.
“Cosa vuoi che ti dica? Che sei brava? Vuoi che ti faccia un applauso? Tutti hanno i propri mostri da amare. L’hai detto tu, se tu amassi mio fratello non faresti quello che stai facendo” sibila maligna.
“Ascolta tra me e te le cose rimarranno sempre uguali, sarai sempre la mia migliore amica quasi una sorella. Questa è una cosa fra me e Draco. Sono stufa di fare quello che mi dice di fare e non essere mai riconosciuta per questo. Per lui sono solo un trofeo da mostrare e niente di quello che diceva di provare è vero. Ha infranto tutte le promesse e, ormai, di lui non mi fido più. Quando non c’è fiducia non c’è amore”
“Sai cos’è che mi fa arrabbiare? Di certo non che tu lasci mio fratello, ti do più che ragione per questo, anche io lo farei al posto tuo. Ciò che mi dà tanto fastidio è che tu non riesca a gestire una cosa così semplice: per una volta pensa a te, sii egoista; per una volta prenditi ciò che vuoi senza preoccuparti di far soffrire altri; per una volta credi in te stessa e non in ciò che dicono gli altri. Vuoi mio fratello? Be prenditelo, è a un passo da te. La verità è che tu non ci stai neanche provando ad avere un rapporto sano con mio fratello. Lui dice di fare una cosa e tu ti sottometti senza fiatare, mi sembra più che ovvio che di conseguenza ti tratti come un trofeo. Sei la sua vincita personale poiché è riuscito a piegare Hermione Jane Granger. Apri gli occhi e per una sola dannatissima volta dimostragli che per avere ciò che vuole deve combattere. Non credere che dicendo quello che vuoi dire stasera cambierà qualcosa, per lui eri inarrivabile, adesso sei sua e, per questo, pensa di non doverti dimostrare niente ” finisce per poi smaterializzarsi al nostro castello, lasciandomi qualche minuto lì a pensare
Si ha ragione; Draco Malfoy conoscerà la vera Hermione Granger e, questa volta, per averla dovrà lottare. Basta indecisione, solo determinazione.
Non mi abbasserò ai suoi livelli: non dirò ai nostri genitori che non ci amiamo e la nostra è solo una messa in scena.
Metterò a dura prova il suo orgoglio però. Si perché stasera ho intenzione di far penare Draco Malfoy e, andando contro ai miei principi, di farlo ingelosire.
Fino a dove è disposto ad arrivare Malfoy per avermi? Be lo scopriremo presto.


***
Perdono. P-E-R-D-O-N-O. SCUSA, scusa, scusa: lo so questo cap è orrendo.
E' il meglio che mi è uscito. Ancora scusa.
Baci ;)

 




 

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Capitolo 13
*** Come Draco? ***


Vestito Ballo Hermione http://www.polyvore.com/hermione_jane_granger/set?id=47968634&.locale=it 
Vestito Ballo Regina http://www.polyvore.com/regina_elettra_malfoy/set?id=47968362&.locale=it 

 

Odio o Amore?
Come Draco?


 

(Pov. Hermione)
Ancora nel suo dormitorio ad Hogwarts

Regina aveva assolutamente ragione. Dopo aver passato qualche minuto a riflettere, la seguii e mi smaterializzai a casa mia.
Arrivata venni investita da importanti Ministri, nobili celebri e altezzosi Purosangue.
Nella massa riuscii a scorgere la pettinatura bionda della mia migliore amica che, facendo gli onori di casa da brava padrona, chiacchierava animatamente con alcuni ospiti. Come se il fatto di essere stata aggredita da suo fratello proprio quel pomeriggi le fosse scivolato sopra.
Faccio qualche passo verso di lei ma, dinanzi alla mia traiettoria, mi si para davanti mia madre che mi squadra dalla testa ai piedi e, dopo aver appurato che sono abbastanza elegante, mi rivolge un caldo sorriso e un abbraccio.
“Tesoro sei stupenda” dice mio padre e, imbarazzata, gli sorrido mentre mi stacco dall’abbraccio di mia madre.
“Hermione, tesoro stai benissimo” mi si avvicinano i signori Malfoy e Narcissa mi fa i complimenti.
“Grazie Narcissa, anche tu stai molto bene” rispondo sinceramente mentre con lo sguardo, sperando di non essere vista, cerco una sola persona.
“E’ nello studio” risponde alla mia muta domanda Lucius, lo ringrazio e decido di andare a parlare con Regina.
Non andrò io a cercarlo, sarà lui a venire a chiedermi scusa per tutto quello che mi ha fatto e tutt’ora mi fa passare.
Dopo essermi avvicinata a Regina e Blaise, saluto i Signori con cui stanno parlando e noto quanto tra quei due, nonostante tutto, ci sia complicità. Troppa.
 

Più Tardi…

“Tu devi essere la giovane figlia dei Granger. Abbiamo tanto sentito parlare di te, sei famosa” dice un uomo sulla trentina con un accento americano
“Sul serio? Perché?” domando nervosa: sono passate due ore dall’inizio della festa e Draco non è ancora uscito dallo studio.
“Si dice che sei riuscita a far mettere la testa apposto a Draco Malfoy, non deve esser stato semplice. Devi essere veramente brava” risponde lascivo l’altro, alludendo a ben altro. Decisa a voler andarmene il prima possibile apro la bocca, ma una voce fredda e tagliente parla prima di me:
“Già, Marcus. Hermione è veramente brava, in tutto è una perfetta moglie Purosangue” il braccio di Draco, fasciato nel più costoso vestito di Armani che abbia mai visto, mi cinge possessivo la vita e non sono mai stata così contenta del suo tempestivo arrivo. Mi stringo a lui e vedo l’uomo americano piuttosto piccato.
“Immagino, ma se non erro non siete ancora sposati” ribatte altrettanto freddamente l’altro, sottolineando bene le parole. Sembra una sfida tra Purosangue, fatta di sguardi freddi e indifferenza: chi è il più stronzo vince.
Non mi preoccupo più di tanto: Draco sa sempre come zittire qualcuno, non è mai capitato il contrario se non qualche volta con sua sorella.
“E’ come se lo fosse no? Si sa Draco Malfoy ha sempre tutto quello che vuole. E’ il bello di portare il mio cognome. La fortuna è anche che questo matrimonio non sia solo un matrimonio combinato” risponde Draco abbastanza divertito, anche se non lo dà a vedere.
“Ah no?” domanda quello che ho capito si chiama Marcus.
“No. E’ riuscita a farmi mettere la testa apposto, non l’hai detto tu stesso scusa?”
“E’ una vera fortuna” risponde Marcus e lo vedo ribollire di rabbia.
“Si, pochi ce l’hanno. Ci sposiamo a fine maggio, appena finisce la scuola. Ti è arrivato l’invito? Sai abbiamo invitato solo persone veramente importanti del nostro rango, solo che in tutti quei nomi non riesco proprio a ricordare se ci fosse il tuo. Be in ogni caso è stato un piacere rincontrarti in un’occasione che non siano debiti di gioco, ma adesso io e la futura Lady Malfoy dobbiamo proprio andare. Buona serata”
Marcus 0 – Draco 100. Ancora una volta ha smerdato qualcuno.
“Perché ti sei intromesso?” domando sottovoce mentre passiamo tra gli invitati, solo adesso noto che non mi ha ancora lasciato e la sensazione del suo tocco sopra al leggero vestito mi piace.
“Perché ciò che è di Draco Malfoy è esclusivamente di Draco Malfoy e non venirmi a fare il discorsetto che non sei un oggetto, perché lo so e la frase non era intesa in quel senso. Prendila come dolce possessività” risponde semplicemente e lo guardo scettica mentre saluta qualche invitato.
“C’è qualcosa di dolce che riguardi Draco Malfoy? La dolcezza non è per te” ribatto ironica.
“Si è vero. Fiero di non essere uno smieloso, pappamolle come Weasley” dice mentre gli lancio uno sguardo contrariata. Ci fa poco caso e mi porta fin dove sono fermi a parlare i nostri genitori con dei nobili Purosangue. Educatamente ci presentiamo e facciamo conversazione.
“Lucius, Narcissa ci farebbe piacere conoscere vostra figlia, se è bella come questi due giovani…” lascia volutamente la frase in sospeso la donna, evidentemente imbarazzata ma le sorrido e vedo rispondermi, mentre Draco dice un ‘grazie’ più per educazione che per altro, visibilmente annoiato.
Gli tiro una gomitata nelle costole e lo vedo guardarmi truce. Rispondo altrettanto cruciale allo sguardo e non lo vedo per niente intimorito.
“Certo” risponde Lucius “Taffy chiama la padrona” ordina ad un elfo appena comparso.
“Ma le padrone sono qui” risponde con un labbro tremante, gli accarezzo impercettibilmente la testa per dirgli che non c’è niente di cui aver paura e vedo Draco guardarmi male, ma non me ne curo.
“Non loro Taffy, l’altra padrona di casa” dice esasperato Lucius. Taffy, vedendomi lì, capisce di dover chiamare Regina e un attimo dopo è scomparso alla ricerca della ragazza in questione.
“Mamma, papà, mi cercavate?!” arriva la bionda fasciata in un abito lilla e nero, corto, accompagnato da stivali col tacco alto, sotto lo sguardo contrariato del fratello.
“Si tesoro, volevamo presentarti i Signori Smith” presenta la madre “Signori Smith, questa è nostra figlia” conclude Narcissa.
“Buonasera, è un piacere conoscervi” risponde cordiale la ragazza dando la mano a entrambi i coniugi.
“Noi siamo lieti di fare la sua conoscenza signorina Malfoy”
“Potter” corregge Draco ed io mi volto a guardarlo.
“Come Draco?” domanda confuso suo padre.
La sorella lo guarda spaventata. Ed adesso anch’io: non può averlo detto sul serio.
 

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Capitolo 14
*** Labirinti di sentimenti e non! ***


Odio o Amore?
Labirinto di sentimenti e non!



 


(Pov. Hermione)

“Noi siamo lieti di fare la sua conoscenza signorina Malfoy”
“Potter”
“Come Draco?”
“Potter” ripete semplicemente indicando dietro di noi. Ci voltiamo e vediamo Harry che fa la sua entrata nel grande salone vestito in giacca e cravatta.
Regina riprende, visibilmente, a respirare e con le anch’io.
“Harry, caro stai benissimo” richiama l’attenzione del moro mia madre, che provava simpatia per il mio migliore amico, pur non essendo del tutto Purosangue. Ma infondo eravamo cresciuti insieme.
“Signora Granger, la ringrazio. E’ la prima volta che vengo nella nuova casa di Mione ed è stupenda” risponde educatamente Harry mentre mi trattengo dal ridere: è comico lui che interpreta un Purosangue.
“Harry loro sono i Signori Smith” presenta mio padre Andrew.
“Piacere” dice Harry e il resto della serata lo trascorriamo piacevolmente a parlare. Intorno a noi ci sono persone che scherzano, che mangiano, che ballano e che si divertono. Esito della festa: un successone. Si, per il momento.
“Mamma, papà. Signori Malfoy, Signori Granger” arriva un ragazzo, salutando cordialmente i nostri genitori. Per un attimo rimango incantata dalla sua bellezza, così come Regina.
“Zack tesoro, loro sono Draco Malfoy, Hermione Granger, Regina Malfoy, Blaise Zabini e Harry Potter” risponde la madre, presentando tutti noi.
“Incantato” risponde facendo il baciamano sia a me che a Regina.
Si sofferma molto a guardare Regina, cosa che infastidisce Harry e…Blaise?! Sarà una mia impressione o magari gli dà fastidio perché infondo è la sua promessa sposa. Ma qualcosa mi dice che non è così, in quei giorni lui e Regina si erano molto avvicinati. Questo l’aveva capito tutta la scuola.
“Signorina Malfoy le andrebbe di fare un giro nello splendido giardino del vostro palazzo?” domanda cortesemente Zach mentre guarda Regina con occhi magnetici.
“Certo” risponde titubante, dopo uno sguardo incoraggiante della madre.
“Madre, padre, noi andiamo di sopra. Scusate” informa Draco e mi trascina al piano superiore nella su… nostra camera.
“Che diavolo fai Draco è maleducazione andarsene così”
“Non mi interessa, hai visto come guarda quello lì mia sorella?” sbotta innervosito.
“E allora? Punto primo: si chiama Zach; punto secondo: mi sembra di avertelo già detto: Regina è grande e sa quello che fa; punto terzo: non è di certo il primo ragazzo che fa il filo a tua sorella dov’è il problema?” domando esasperata e mi fulmina con lo sguardo.
“Tu…non capisci. E’ diverso, c’è qualcosa in lui che non mi piace. Un fratello lo sente quando sua sorella è in pericolo” risponde con aria di uno che sta spiegando qualcosa di troppo difficile al suo interlocutore.
“Io penso soltanto che tu sia paranoico, Malfoy” sghignazzo io.
“Senti chi parla di paranoie, Granger” in un attimo mi trascina vicino al muro e mette le mani vicino alla mia testa, intrappolandomi con il suo corpo. Essere nuovamente a quella vicinanza e come tornare a respirare dopo aver trattenuto l’aria per settimane ed è così, l’ultima volta che siamo stati così vicini è stato meno di un mese fa: la sera del ballo a scuola.
“Sei la persona più paranoica che conosca” sbotto dopo lo shock iniziale, lo vedo avvicinare il viso al mio, mentre io non muovo un singolo muscolo.
“Strano, honey, potrei dire la stessa cosa di te” ribatte a un centimetro dalle mie labbra. Stiamo per congiungerle quando una voce ci interrompe bruscamente e ci riporta alla realtà.
“Regina è scomparsa” ci voltiamo e vediamo Harry piuttosto trafelato e Blaise impassibile ma visibilmente preoccupato.
“COME SAREBBE A DIRE CHE E’ SCOMPARSA POTTER?” urla Draco facendo tremare il maniero, fortunatamente la musica di sotto è alta e nessuno sente le sue grida. Vedendo che Harry non risponde si rivolge al suo migliore amico:
“Blaise?”
“Non lo so come sia possibile Draco ok? Fino a prima era qui e l’hai visto anche tu. Poi è uscita con quel tizio e, vedendo che non tornava, siamo andati a cercarla fuori ma non c’è” risponde semplicemente preoccupato.
“Merda!” sibila Draco e lo vedo tirare un pugno al muro.
“Smettila Draco, imprecare non ci farà trovare Regina” dico fredda.
“Ascoltate la cosa importante non è come ha fatto a sparire, ma è trovarla e dopo, se vorrà, ci dirà che è successo ok?”


Più tardi…

“Draco basta cercare, dobbiamo dirlo ai nostri genitori” dico mentre io e lui perlustriamo l’ala est del giardino. Pare non sentirmi e mi snobba, continuando a cercare dietro i cespugli.
“Draco sono venti minuti che la stiamo chiamando sarebbe giù uscita se si fosse allontanata di sua spontanea volontà… dobbiamo avvisare i nos…”
“Ti stai zitta Granger?” ordina freddo e con sguardo minaccioso “Sei stanca? Torna dentro. Stiamo parlando di mia sorella, non tornerò dentro in casa aspettando che quegli idioti degli Auror la trovino perché, come ho già detto, sono degli idioti che non sanno ritrovarselo neanche nei pantaloni, figuriamoci se riescono a trovare una persona” sibila tagliente e penso che adesso se la prende con i poveri Auror che non centrano niente, ma è così: Draco Malfoy deve sempre sfogarsi su qualcosa o qualcuno senza preoccuparsi di far soffrire questo qualcosa o qualcuno. La sua risposta così fredda mi ferisce a tal punto da pensare che una mezzoretta prima non fosse lui quando eravamo in camera.
“Vengo con te”
“Zitta” ma questa volta non è un ordine. Si mette ad ascoltare e sente dei gemiti e poi un urlo squarciare l’aria.
“REGINA” prende a correre nella direzione delle grida e, non curandomi dei tacchi, lo seguo.
Entra nel labirinto di famiglia e mi chiedo perché abbia disubbidito ai nostri genitori e ci fosse entrata. Per noi quel labirinto era offlimits, solo loro e Draco, che era uomo, potevano entrarci.
Non sappiamo perché ci sia questo divieto e, a quanto pare, Regina ha voluto capirlo e, sfortunatamente, con qualcuno. Probabilmente con il figlio degli Smith.
Arrivati nel corridoio in cui era Regina la vediamo in terra svenuta e con due fori al collo, uguali a quelli che gli aveva fatto l’anno prima Harry.
“Merlino, Regina” dico precipitandomi di fianco a lei e tamponandogli l’essenza verde di Slytherin che le usciva dal collo.
“Potter” sibila Draco ancora fermo di fronte a noi.
“Non può essere stato lui Draco ragiona, è con Blaise dall’altra parte del giardino” dico allibita, è vero che Harry non ha ancora risolto il problema con il suo demone ma non penso che si permettesse il lusso di fare di nuovo del male a sua moglie; conoscendolo non se lo sarebbe mai perdonato.


Un’ora dopo, in camera di Regina

Regina è stesa sul suo letto, ancora dormiente. Sembra una bambola di porcellana: bella ed eterea. Harry le ha dato il suo sangue di demone in modo che possa guarire prima dalla ferita che gli è stata inferta dalla sua stessa specie.
Draco cammina avanti e indietro per la stanza, facendomi venire mal di testa; Blaise è seduto con regale eleganza, degna di un Purosangue Zabini, sulla poltrona a sorseggiare Firewhiskey; Harry continua a fissare Regina come se fosse lui il colpevole, mentre è appoggiato all’anta della finestra. Io, invece, sono seduta sul letto vicino a Regina, preoccupata, cercando di contenere le lacrime. Le tengo la mano e dopo qualche minuto la sento muovere le dita e la vedo dischiudere le labbra.
“Regi” dico sollevata con le lacrime agli occhi, mentre tutti si voltano a guardarla come se non si aspettassero di rivederla sveglia. Idioti.
“Come stai?” domando apprensiva mentre la osservo sedersi con grazia sul letto.
“Un po’ dolorante, ma penso che l’hai già intuito” sbotta sarcastica e l’ammiro molto per la sua vena spiritica anche nei momenti peggiori.
“Harry” dice voltandosi vero suo marito e sorridendogli, come se ci fosse solo lui nella stanza “Ci lasciate cinque minuti da soli per favore?” domanda ancora continuando a guardare il moro e nessun altro.
Dopo uno sguardo inceneritore di Draco a Harry, usciamo e li lasciamo soli.
 

(Pov. Regina)

Escono e continuo a guardare Harry.
Perché evita il mio sguardo? Poi una strana sensazione si fa largo in me e capisco, mi affretto a dire:
“Amore non è colpa tua. Non stai pensando questo vero?” domando sconcertata non riuscendo a muovere un singolo muscolo, un po’ per i dolori un po’ per lo shock.
“Si invece Regina, è colpa mia” ribatte calmo.
“No, non lo è” ripeto e lo vedo sorridermi amaramente.
“Oh andiamo Regina, lo sappiamo bene che sono stato io. Lo so io, come lo sai tu. Non è la prima volta che succede. Faccio determinate cose senza rendermene conto e poi me ne dimentico. Solo non so perché continui a coprirmi con Mione, con tuo fratello e con i tuoi amici”
“Perché ti amo Harry. E’ cosi difficile da credere?” chiedo esasperata “Non è colpa tua, non puoi controllare questa cosa è più grande di te. E’ colpa mia, non mi sarei dovuta lasciar convincere da Zach e non sarei dovuta entrare nel labirinto. Ma lo sai sono sempre attratta dal proibito. In quel labirinto… ho… visto cose…. prima che tu arrivassi che” non riesco a finire ma poi mi faccio coraggio “sono ben peggiori di te” rispondo.
“Lì c’è chi ti obbliga ad essere ciò che sei Harry e se distruggerlo è il modo per farti tornare come prima allora lo affronteremo” dico sicura riuscendomi finalmente ad alzare “Insieme” concludo e gli accarezzo il viso.
“No Regina, devi starne fuori. E’… è meglio se non ci vediamo più, è meglio per te. E’ meglio per entrambi, non voglio più farti del male” dice staccandosi dal mio abbraccio e portandomi a letto, mentre io lo guardo ferma, ghiacciata.
“Mi dispiace” sussurra “Non era questa la vita che ti avevo promesso. Ti amo” conclude e in un lampo, con la sua velocità di demone, è scomparso. La finestra è aperta e sento un leggero vento frustarmi la pelle scoperta dalla camicia di seta.
Prendo a piangere e i miei singhiozzi vengono sentiti anche da Mione, Draco e Blaise che sono fuori. Entrano e Mione, abbracciata a Draco, mi guarda dispiaciuta. Blaise mi si avvicina e mi abbraccia, mi butto fra le sue braccia e lo stringo come se fosse la mia unica salvezza. Lo sento accarezzarmi i capelli e mi beo di quel contatto.
Dopo…. solo l’oblio. Svengo tra le braccia di Blaise.
 

(Pov. Hermione)

“REGINA” grido vedendola svenire e Blaise mi fa segno di abbassare la voce.
“Respira, è stanca. Penso” mi informa e lo vedo distenderla nel letto.
Un biglietto si materializza sul bordo del cuscino di Regina e Blaise con naturalezza lo prende e legge, dopo lo vedo irrigidire la mascella e guardare me e Draco con un’espressione poco rassicurante. Lo porge a Draco e lo leggiamo, è scritto con calligrafia ordinata, recita:

Nelle grinfie del male riposa,
bella, splendente come la Dea Regina.
Meno di un  mese e
il cuore smetterà di battere,
la vita l’abbandonerà.
Salvarla a voi spetterà.

“Che vuol dire?” chiedo stringendomi di più a Draco.
“Significa che è appena cominciata una corsa contro il tempo” spiega flebilmente Draco guardando Blaise.
“Come?”
“O vive o muore” continua Blaise, infondo le Serpi sono loro, solo loro sono in grado di interpretare messaggi contorti “Se entro un mese non abbiamo sconfitto tutte le prove che ci sono in quel labirinto; il suo cuore si congelerà, proprio come quello della Dea Regina della bellezza” conclude e rimango con la bocca asciutta. La saliva si è prosciugata.
“Abbiamo un mese per salvarla? Solo un mese per attraversare quell’immenso labirinto?” chiedo sconcertata guardando le loro facce serissime.
Oh Merlino…
“Ma chi l’ha scritto?” domando ancora.
“Adesso chiedi troppo Herm” risponde Blaise mentre è alla finestra e osserva dall’altro il grande labirinto che occupa l’ala est del giardino di villa Malfoy-Granger.
“Penso che sia il Principe dei Demoni, colui che controlla anche Harry” dice Draco.
“Be allora non perdiamo tempo, andiamo” rispondo semplicemente decisa.
“Non è così semplice. Ci sono delle cose orrende in quel labirinto Hermione, sei pronta ad affrontarle?” mi chiede Draco con aria… premurosa?! Si per la prima volta Draco è preoccupato per me.
“Solo se al mio fianco ci sei tu” rispondo e lo vedo guardarmi sconcertato dalla rivelazione così spontanea e sincera.


***
Mmm, chi facciamo mettere con Regina: Harry, Blaise o Zach? A voi la scelta.




Spero vi sia piaciuto
baci ;)


 




 

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Capitolo 15
*** Mondi Paralleli! ***


Odio o Amore?
Mondi Paralleli!


 


(Pov. Hermione)
“Mamma, papà dobbiamo farlo. E’ una cosa che va fatta” dico cercando di rassicurare mia madre in lacrime, abbracciata a mio padre anche lui preoccupato. Lucius è poco più in là rispetto a noi sorseggia del whiskey al centro della sala che poco prima aveva ospitato la festa. Narcissa è di sopra, in camera di Regina a vegliarla.
“Ma possiamo andare noi. Non è giusto che andiate voi, siete giovani e inesperti, come farete con la scuola e…” sussurra tremante mia madre ma la interrompo abbracciandola.
“Mamma basta, è una cosa che dobbiamo fare noi. Capisci che non potrei mai tornare a scuola con questo peso sul cuore sapendo che la mia migliore amica è in bilico tra la vita e la morte? Non potrei mai convivere con una situazione del genere, standomene con le mani in mano. Affronteremo tutto quello che c’è lì dentro, sono pronta e i ragazzi mi proteggeranno promesso. Non accadrà niente, o meglio, a noi non accadrà niente. Giuro che appena trovo il responsabile di questa storia lo faccio sbattere ad Azkaban” dico con rabbia.


In un universo parallelo… Nel mondo Babbano

Tutto cominciò in un giorno uggioso, nella grande città di Londra. Era un giorno come tutti gli altri, solo più desertico del solito nella grande piazza di Londra, usualmente gremita di gente. Il paesaggio sembrava intorpidito, come se la gente alle otto del mattino non si fosse ancora svegliata: la città era dormiente. Nel grigio plumbeo di Londra volavano stormi di uccelli lontani mille miglia dal suolo, tanto da sembrare solo puntini in movimento nel cielo. Correva l’anno 2006.
Una figura non ben riconoscibile, a causa della nebbia, si aggirava per i vicoli deserti della città. Proprio nelle stradine meno raccomandate. La giovane non aveva mai osato incamminarsi per una di esse ma, quella mattina, era in orrendo ritardo per la prima lezione: filosofia. Come detto in precedenza nessuna vista, neanche la più acuta, avrebbe potuto scorgere la sua figura stagliarsi nei bassifondi della cittadina.
La figura altro non era che quella di una studentessa impegnata nelle intricate vie della città, sembrava essersi smarrita ed era proprio così perché non era per niente abituata ad orientarsi in certe stradine malfamate. Seguì un’indicazione piuttosto malandata che a stento si reggeva sul palo di ferro arrugginito. La scritta, infatti, era penzolante e contribuiva a rendere il paesaggio ancora più spettrale: il tutto era inquietante. La ragazza parve tranquillizzarsi un po’ quando vide la nebbia dissiparsi proprio come le nuvole dopo un temporale. Riuscì finalmente a scorgere una luce e, con essa, la fine della strada. 
Arrivata alla fine del vicolo, scorse la piazza principale di Londra e si stupì di trovarla deserta. Non avendo tempo per domandarsi cosa stesse succedendo a causa dell’enorme ritardo, attraversò la piazza a passo deciso e svelto, per poi arrivare ad un altro vicoletto con i mattoni rotti. Di colpo arrestò il passo e valutò bene la strada. Quello stretto spazio compreso tra due muri metteva più inquietudine degli altri, non perché avesse qualcosa di peggiore: non poteva esserci qualcosa di peggiore dei precedenti. Era una strana sensazione però quella che attanagliava la ragazza. Un magone che le chiudeva gola e stomaco, impedendole il respiro. Sentiva un’insolita aura alleggiare nell’aria sciroccata. Aura?! Ma di cosa stava parlando? Era semplicemente agitata per il ritardo e farneticava cose insensate. Non preoccupandosi più delle sue inutili preoccupazioni senza fondamenta, percorse la stradina cercando di tranquillizzarsi continuando a ripetere che era tutta paranoia, che non c’era nulla di cui avere paura. Eppure il cuore continuava ininterrottamente il suo martellio nel petto e, di certo, la nebbia che le si distribuiva davanti nel vicolo, non aiutava.
Decisa ad arrivare il prima possibile a scuola e a lasciarsi quella brutta sensazione alle spalle, accelerò il passo diretta alla High Style School. Una scuola inglese dove insegnavano a disegnare, creare uno stile e cucire, per poi lanciarti nel mondo della moda come stilista. Quella mattina era proprio lì che la giovane ragazza di sedici anni era diretta.
Quello che però lasciò tutti i cittadini sconcertati e la famiglia addolorata fu la sua scomparsa proprio in quella desertica mattina uggiosa.
Si, perché Hermione Jane Grange non arrivò mai a scuola quel giorno.
Scomparve misteriosamente in quella umida mattina, in quel fetido vicolo. Di lei non si seppe più niente… o meglio, la famiglia non fece sapere più niente…


Mi risveglio completamente intorpidita. La testa mi pulsa dolorosamente e, con estrema difficoltà, cerco di ricordare dove sono e perché sono lì.
Ah già, sono nella tana del lupo. Io sono voluta entrarci. Tutto quello che ricordo è che, entrati nel labirinto, due braccia mi hanno strappata via da quelle di Draco e Blaise…     


CHIEDO PERDONO!
Scusate
per il ritardo immenso durato quasi un mese ma ho avuto alcuni esami e non ho proprio avuto tempo di aggiornare spero di riuscirci con più regolarità.
Baci ;)     
 

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Capitolo 16
*** L’uomo Ombra – In Un Mondo Di Incubi e Di Inganni ***


Odio o Amore?
L’uomo Ombra – In Un Mondo Di Incubi e Di Inganni


 


(Pov. Hermione) 

Il battere frenetico del mio cuore è come un avvertimento, una preparazione psicologica a quello che devo affrontare. Non sarà facile ma lo affronterò. Devo solo ritrovare Blaise e Draco, capire come raggiungerli in questo inferno di labirinto. Barcollo leggermente all’inizio, ma inseguito i miei occhi si abituano all’oscurità e proseguo dritta per la mia strada entrando in vicoletti cespugliosi del labirinto. Ho sempre odiato i labirinti, persino solo sentirli nominare mi mette una strana angoscia. Non ho mai capito il perché della scelta di abbellire un giardino proprio con un labirinto così grande e tortuoso e soprattutto non ho mai compreso il perché fosse vietato entrarci se non per i grandi e per Draco. Alcune volte l’ho visto uscire di qui e non era più lo stesso. Non so niente, non so cosa aspettarmi rimango in attesa di qualcosa con un peso sul cuore. Ma nulla accade. Tutto tace. Ho paura, ma sto facendo del bene a Regina, a Harry e probabilmente alla mia famiglia. Magari riuscirò a liberare il labirinto dalle forze malvagie che lo abitano. Continuo a cercare disperatamente, in una folle corsa tra i corridoi, Draco e Blaise.
“Non li troverai” risuona chiara una voce dietro di me. Mi giro di scatto spaventata e vedo chi non volevo vedere: il demone che rovina la vita di Harry e la persona che sta uccidendo lentamente Regina.
“Tu?!” domando schifata e allo stesso tempo spaventata. Indietreggio ma lui avanza. Arrivo al limite del corridoio, comincio a correre ma non so come, senza aver usato la magia, me lo ritrovo davanti.
“STUPEFICIUM”  urlo con tutti i polmoni quando vedo che l’unico aiuto a cui posso ricorrere è la magia, nessuna forza fisica: Lui è più forte di me.
Non succede nulla, l’incantesimo lo attraversa. E’ come se fosse immune ad ogni tipo di incantesimo che gli lancio e mentre continuo a correre e incespicare rifletto sul fatto che ho utilizzato anche incantesimi che richiamano della Magia Nera.
Non ho tempo per rimproverarmi, guardo nuovamente indietro e scorgo solo l’oscurità e la nebbia che cela la fine del corridoio. L’ho seminato. Mi nascondo in un vicolo quando sento qualcosa strisciare nella mia direzione. Trattengo i singhiozzi e spero di trovare al più presto Draco e Blaise e di salvare in tempo i miei amici per poi uscire da questo inferno. Il sibilo di qualcosa che striscia si fa ancora più vicino. Mi costringo a guardare e proprio di fronte a me noto la testa di un serpente con le fauci spalancate. E’ enorme e sembra non finire mai, il suo corpo continua oltre il vicolo e questo testimonia la sua lunghezza.
“Dracoooo!!!” lancio un urlo senza neanche sapere se mi sente o se è vicino a me. Non so perché ho chiamato proprio lui e non il mio migliore amico Blaise. Infondo a Draco interessa solo salvare sua sorella, non penso che per lui faccia differenza uscire con o senza di me da questo posto, o forse si. Non riesco più a ragionare e comincio a scappare e arrivo alla fine del vicolo: chiuso. Mi giro e guardo spaventata il serpente che si avvicina sempre di più minacciosamente, ascolto e finalmente capisco, con orrore, cosa sibila… ODDIO! Oddio no! NO! No no no! Continua a sibilare una parola: Famished, affamato…
“DRACO!” urlo nuovamente ma non penso che mi possa sentire. Questo labirinto è troppo grande e sicuramente Lui ci avrà catapultati dalla parte opposta.
Nessuna risposta. Dietro di me vedo solo cespugli che sbarrano la strada. Un ramo sporgente mi strappa il pantalone e mi graffia la coscia. Non penso al bruciore. Il serpente si fa sempre più vicino e non so come uscire da questa situazione. Panico, si propaga in ogni nervo, vena, terminazione nervosa, dappertutto. E’ la fine, lo sento. Lo guardo avvicinarsi e la sensazione che i suoi occhi color cremisi cercano sempre di più di dirmi qualcosa. In un momento penso lucidamente e rifletto sul fatto che ha detto famished prima. Ha detto famished!! Perciò conosce la mia lingua.
“Fermo!” ordino aspettandomi che capisse il mio ordine, ma non è così. Il serpente continua ad avanzare e non ci sono vie di uscita, anche se ci fossero non riuscirei a scappare, sono immobile e terrorizzata. I muri sembrano rimpicciolirsi e chiudersi. Metto meglio a fuoco la situazione e scopro che è solo una mia impressione. Guardo ancora il serpente e oramai è a pochi centimetri da me. Inaspettatamente è come se si apre un varco di comunicazione tra me e il serpente. Con mio sommo orrore inizio a parlare la lingua dei serpenti, il Serpentese. Improvvisamente il serpente sembra capirmi e si ferma proprio a pochi millimetri. Sento un applauso irrompere il tragico silenzio e spezzare l’ancor presente tensione che si stava consumando negli attimi precedenti.
“Brava, sono sinceramente stupito e come dire…commosso dal modo in cui sei riuscita a comunicare con il mio serpente” disse il demone con aria teatrale. C’era sul serio d’ammettere che aveva un fascino ammaliante, degli occhi color azzurro elettrico e dei capelli neri corvini spettinati che gli davano l’aria da bello e dannato. Ma che cosa penso?! L’ho appena detto che è dannato e penso al suo fascino?! Hermione riprenditi, maledizione.
“Che hai fatto a Regina ed Harry?” domando con voce apparentemente coraggiosa.
“Bha di loro in realtà non mi interessa. Sono solo pedine” dice accarezzando la testa del serpente che sembra quasi fare le fusa. Un serpente le fusa?! Ok sto seriamente delirando. “Sai io voglio te…” continua con voce enigmatica e fermo di tremare, di pensare, il mio respiro si congela nell’aria intrisa di tensione. “…cara erede di Salazar Serpeverde” che cosa sta blaterando? Il suono della sua voce pare così lontano e ovattato. Io erede di Serpeverde? Ecco perché desideravo essere in quella, ecco come riuscivo a comunicare con il serpente. NO! Non può essere, io sono la Regina di Grifondoro. Ormai non riesco neanche più a convincermene, non riesco più a pensare lucidamente. E’ come se le rivelazioni di Zack mi avessero disarmata e spogliata di ogni mia certezza.
Incredibile pensare a solo qualche ora prima quando lui era alla festa come un normale invitato,  rampollo di alcune delle più potenti famiglie di maghi dell’Inghilterra. Ed ora è qui, proprio di fronte a me a rivelarmi di essere il demone che impossessa Harry, che piano piano sta consumando Regina e che crede che io sia l’erede di Salazar. Questo non sa cosa dice.
“Ti sento sai!” dice, facendomi ridestare gelidamente dai miei pensieri. Maledetto ma come fa ad essere così bastardo? Ma è anche tanto carino. Riprenditi cazzo Hermione, è cattivo lui.
“Grazie, so di avere fascino” esclama e mi do della stupida per averlo pensato.
“Smettila!” alzo la voce innervosita.
“Di fare dolcezza?” mi domanda sarcastimente.
“Di entrarmi nella mente!” grido e le urla risuonano per il labirinto. Chissà se Draco mi sente, mi domando.
“No, non ti sente” risponde alla mia domanda Zack, ancora no eh.
“Perché ho sognato quella specie di mondo parallelo?” domando ignorando il fatto che mi entra nel pensiero.
“Oh andiamo da soli in un labirinto dove nessuno può trovarci vuoi sul serio metterti a farmi domande?” chiede, avvicinandosi con aria provocatoria. Lo guardo truce.
“Okok. Sapendo che tu sei l’erede di Salazar qual è l’incubo peggiore per una Serpe? Essere Babbano no?!”
“Ancora con questa storia?! Io non sono l’erede di Salazar! Non può essere!”
“Dolcezza come lo spieghi tu il fatto che hai parlato con un serpente? Be i dettagli chiedili ai tuoi, se esci di qui.”
“Cosa vuoi da me?” domando decisa a capirci qualcosa in più.
“Il tuo cuore” risponde con nonchalance. Scoppio a ridere fragorosamente, dimenticando la situazione tesa. “Che cosa hai da ridere?” domanda visibilmente spazientito.
“No, cioè..ahahahah tu impossessi il mio migliore amico, uccidi quasi la mia migliore amica, mi rapisci e vuoi il mio cuore? Ahahahahah questa mi è nuova” continuo ignorando la sua specie di broncio.
“Non ti ho rapita, sei voluta venire tu” ribatte con aria di ovvietà. Ma che presuntuoso! “E’ una mia dote”
“Smettila di entrarmi nella mente Zack” urlo arrabbiata seriamente stavolta.
“Come dici bene il mio nome” dice inclinando da una parte il capo. E’ così affascinante, con degli occhi bellissimi che ti catturano. Quasi come quelli di Draco.
“Dimenticalo, probabilmente non lo vedrai mai più. Avete un mese per uscire di qui, dovrete superare i vostri peggiori incubi e non so se riuscirai a rivederlo..vivo!”
“NON TOCCARE DRACO!” urlo e penso proprio che adesso lui, ovunque sia mi abbia sentito.
“Uh quanto amore, peccato che non sia destinato a sbocciare. Resta con me Hermione, ti farò Regina dell’oscurità. Avrai tutta l’armata oscura ai tuoi piedi, verrai trattata da signora” continua baciandomi il palmo della mano, la ritiro disgustata dalla sua affermazione.
“L’amore non si compra Zack. E’ un dono. Ma cosa puoi saperne tu?! Tu non sai cos’è l’amore” gli urlo addosso e vedo i suoi occhi infuriarsi e diventare cremisi. Mi sbatte con prepotenza al muro, tanto che per un attimo smetto di respirare.
“Ti ho portata qui, ti offro tutto quello di cui hai bisogno. Amore, ricchezza, potere e tu osi dire che non ti amo. Io ci sono da quando sei nata Hermione, ti seguo da sempre. Non ti sei mai fatta del male perché c’ero sempre io a proteggerti, ogni notte ti guardavo dormire e dici che non so cos’è l’amore? Come puoi amare quel pezzo di ghiaccio di Malfoy” mi urla addosso e posso percepire tutta la sua rabbia. Questa cosa mi mette inquietudine, sapere che non ero mai sola, in nessun momento.
“Io lo amo perché lui è la mia vita Zack capiscilo, non voglio rimanere qui con te perché io amo lui. Lui è il mio tutto” lo vedo ferito e scosso dalle mie urla. E’ la prima volta che urlo al mondo di amare Draco Malfoy. “Non importa quante prove dovrò affrontare, uscirò di qui” continuo imperterrita.
“Vedremo” sibila “risolvi questo indovinello, dammi la risposta e magari risparmierò Draco:
Sono solo due di due. Sono caldo. Sono freddo.
Genero moltitudini che no si possono contare.
Sono un dono oltre misura, una cosa scontata
e sono accolto con piacere-se preso con la forza.

Dammi la risposta e Draco sarà salvo” mi dice con aria maligna. “A più tardi dolcezza” e in un attimo scompare con il serpente.
Riprendo a respirare e mi preparo mentalmente per la prima prova d’affrontare. Penso alla risposta all’indovinello e nel frattempo mi incammino verso un’altra strada, pronta a tutto. 


***
Perdono, perdono, perdono.
Lo so, sono in enorme ritardo. Prometto che aggiornerò come gli inizi: ogni giorno d’ora in poi.
Spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo lungo e che vi piaccia.
Un bacione :*
DramioneMalfoy

 

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Capitolo 17
*** Io son per te l'amore vero! ***


CHIEDO P-E-R-D-O-N-O! PERDONO ASSOLUTO.
Sono sparita per più di un anno e non ci sono giustificazioni che tengano. Mi dispiace tantissimo, ma ho avuto una serie di problemi che mi avevano portato a sospendere anche l’altra mia storia. Ma per il nuovo anno mi sono prefissata nuovi propositi. Tra cui CONTINUARE QUESTA STORIA.
PERDONATEMI. Aggiornerò con regolarità. Scusatemi ancora. Aggiornerò presto e spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo lungo.
AGGIORNO PRESTO STAVOLTA. ANZI, QUANDO QUESTO CAPITOLO RAGGIUNGERA’ CINQUE RECENSIONI, CONTINUERO’, PERCIO’ LASCIO FARE A VOI.
MI SIETE MANCATE. GRAZIE DI TUTTO L’APPOGGIO.
DramioneMalfoy

Odio o Amore?
Io son per te l'amore vero!


 

Sono solo due di due. Sono caldo. Sono freddo.
Genero moltitudini che no si possono contare.
Sono un dono oltre misura, una cosa scontata
e sono accolto con piacere-se preso con la forza.

Hermione continuava a camminare. Camminava e pensava. Pensava e ripensava a quell’indovinello. Non aveva  la più pallida idea di cosa potesse essre. Zack era sparito così, senza nemmeno lasciarle un indizio di più. Era una strega intelligente e la cosa che l’esasperava da quando aveva ripreso a camminare, era che non riuscisse a venire a capo di quell’indovinello postole dal demone. Non riusciva a concentrarsi come avrebbe voluto, pensava ad Harry che era impossessato e che non riusciva quasi più a riconoscere. Pensò a Regina, che avrebbe tanto voluto salvare. Pensava e ripensava. E il suo pensiero tornava fisso a quell’indovinello che l’aveva lasciata interdetta. Ma Hermione Granger, la strega più brillante dell’ultimo secolo, avrebbe potuto immaginare di rimanere spiazzata di fronte ad un semplice quesito. Camminava da tempo, non sapeva esattamente quanto, forse ore, forse giorni. Aveva perso la cognizione del tempo, era esausta, i suoi vestiti erano sgualciti, i capelli arruffati e due profonde occhiaie solcavano il suo viso.

Sono solo due di due. Sono caldo. Sono freddo.
Genero moltitudini che no si possono contare.
Sono un dono oltre misura, una cosa scontata
e sono accolto con piacere-se preso con la forza.

Non capiva. E aveva quella voglia pungente di piangere, le lacrime le pizzicavano gli occhi. Voleva solo uscire di lì, scoprire  che era un brutto sogno. La testa le martellava freneticamente, a ricordarle che lei era Hermione Jane Granger, e non si sarebbe mai data per vinta. Continuava a camminare, cercando uno spiraglio di luce, che purtroppo per lei, era ancora troppo lontano. Incespicò un paio di volte.

Sono solo due di due. Sono caldo. Sono freddo.
Genero moltitudini che no si possono contare.
Sono un dono oltre misura, una cosa scontata
e sono accolto con piacere-se preso con la forza.

Aveva voglia di gridare. Voleva salvare tutti, ma..alla fine chi avrebbe salvato lei?! Si fermò un attimo, credendo di aver visto un’ombra passarle di fronte. Ma ormai, ciò che vedeva le pareva tutto un’illusione. Era troppo stanca per poter vedere lucidamente. Si sentì quasi svenire, ma, si impose di rimanere calma, e proseguì il suo cammino. Sempre con quella fastidiosa vocetta che le premeva in testa:

Sono solo due di due. Sono caldo. Sono freddo.
Genero moltitudini che no si possono contare.
Sono un dono oltre misura, una cosa scontata
e sono accolto con piacere-se preso con la forza.

Pensò a Blaise, che doveva essere lì da qualche parte in quel grande labirinto. Amava quel ragazzo, in un modo o nell’altro riusciva a farla ridere e a farla sentire protetta. Come un fratello maggiore, desiderò di trovarlo e potersi stringere tra le sue braccia.

Pensò alle parole di Zack. Erede di Serpeverde, non poteva essere. Lei era una Grifona, coraggiosa e fiera fino all’ultimo respiro. Era confusa, non sapeva nemmeno più se i Granger fossero davvero i suoi genitori..

I suoi genitori..già, chissà cosa stavano facendo in quel momento. Sicuramente sua madre piangeva insieme a Narcissa vicine al corpo di Regina. Regina, la sua migliore amica, era bella ed eterea, la degna principessa delle Serpi. Neanche il Principe dell’Oscurità aveva potuto scalfire la sua bellezza.

ERA TUTTA COLPA SUA! Si ripetè più volte. Colpa sua se Harry era impadronito da un demone, colpa sua se Regina rischiava di morire. Colpa sua se ora si trovavano in quella situazione. Il demone voleva lei e, nonostante lui avrebbe lasciato andare tutti i suoi amici, lei gli si negò. Avrebbe combattuto, perché lei non era l’erede di Salazar. Zack gliel’aveva sicuramente detto solo per destabilizzarla, per poterla portare ad odiare i suoi genitori, la sua famiglia. Traendola in inganno, cercando di allontanarla dalle sue origini, così lei gli avrebbe odiati e sarebbe rimasta con lui. E probabilmente anche per poterle dare troppe cose su cui rimuginare, in modo da sottrarle tempo. Lei non era una Serpeverde, lei era la regina dei Grifoni e da tale avrebbe salvato tutti. Ce l’avrebbe fatta.

Sono solo due di due. Sono caldo. Sono freddo.
Genero moltitudini che no si possono contare.
Sono un dono oltre misura, una cosa scontata
e sono accolto con piacere-se preso con la forza.

Doveva riuscire a decifrare quell’indovinello, almeno avrebbe potuto rivedere Draco e sentirsi al sicuro se fosse riuscita a deficrarlo. Sperò che lui stesse bene.

Pensò a Draco per tanto tempo. Era troppo stanca per alimentare una guerra tra cuore e mente. Il cuore vinse e dovette ammettere che l’amava e, per un attimo, si sentì mancare al pensiero che forse non avrebbe più potuto dirglielo. Draco era strano, era lunatico, un giorno era dolce, un giorno era freddo. Ma amava anche quello di lui e, nonostante il grande stronzo che era, era il suo tutto. Voleva essere stretta al suo petto e sentirgli sussurrare che era solo un brutto incubo e che non esisteva nessun Mondo delle Ombre. Voleva sentirsi rassicurare che non era entrato nessun Zack nella loro vita. Voleva sentirgli dire che era stata tutta una sua immaginazione, la più brutta della sua vita. Voleva farsi cullare dalle braccia del suo futuro marito e illudersi che il suo migliore amico non fosse impossessato e che la sua migliore amica non fosse caduta in un sonno profondo. Voleva che la baciasse, esattamente come aveva fatto altre volte.

Hermione sembrò illuminarsi e scoppiò a ridere. Ma non c’era gioia nel suo ridere, era una risata isterica. Sembrava reduce di mille Crucio e sembrava impazzita dal dolore che essi le avevano procurato. Ma aveva capito. Aveva finalmente capito e se non fosse stato come aveva dedotto, allora sarebbe sprofondata di nuovo negli abissi dell’oscurità. Questa volta, però, senza uno spiraglio di speranza. Aveva pensato a Draco ed era arrivata alla soluzione dell’indovinello, lui la salvava sempre.

UN BACIO!

La risposta all’indovinello era “un bacio”.

Sono solo due di due

DUE LABBRA!

Sono caldo. Sono freddo

Un bacio può essere passionale o può essere freddo e tagliente. Ed Hermione ne sapeva qualcosa di entrambi i casi.

Genero moltitudini che no si possono contare

Le labbra creano moltitudini di parole.

Sono un dono oltre misura, una cosa scontata

Un bacio è una cosa preziosa, ma a volte viene reputata scontata poiché può essere un semplice gesto d’affetto d’amicizia.

e sono accolto con piacere-se preso con la forza

A molte persone piaceva essere baciate con aggressività, lei stessa, casta e puritana Hermione Granger, amava quando Draco possedeva e lambiva le sue labbra, facendole chiaramente capire che lei apparteneva a lui.

Ce l’aveva fatta, era finalmente riuscita a risolvere l’indovinello che la tormentava da ore. Sperò di averci visto chiaro e pregò che fosse quella la risposta, così avrebbe potuto stringere Draco. Si sentì svenire ancora una volta, ma non era proprio il momento e impose alla sua mente di rimanere chiara e nitide. Doveva finire quel che aveva cominciato. In fondo, lei era la causa di tutto e lei avrebbe salvato i suoi amici.

Si domandò come potesse fare a rincontrare Zack. La volta precedente le era apparso perche l’aveva deciso lui e le aveva creato non pochi problemi e aveva portato scompiglio nella sua testa. Ma aveva dimenticato di avere a che fare con la strega più intelligente che avesse mai messo piede ad Hogwarts. L’aveva seguita fin da quando era piccola, aveva detto. Ma aveva dimenticato quei piccoli dettagli che contraddistinguevano Hermione dalle altre purosangue senza cervello: l’intelligenza e l’astuzia.

Hermione perciò pensò che il piano del demone di rapirla non doveva essere poi così geniale e metodico, non era stato studiato a tavolino. Ma probabilmente improvvisato appena aveva avuto il momento giusto. La giovane strega sperò di riuscire a trovare altri punti deboli di quella situazione, al momento dominata da Zack, aveva ragione Draco a non fidarsi di lui. Voleva al più presto riabbracciarlo e uscire da quella situazione alquanto fastidiosa e scomoda.

Cominciò a chiamare il nome di Zack ripetutamente, sperando che potesse funzionare e farlo apparire. Così fu, dopo qualche minuto in cui Hermione non cessò nemmeno un attimo di chiamarlo, egli si materializzò di fronte ai suoi occhi.

“Dimmi dolcezza” cominciò mentre accarezzava la testa del suo fedele serpente. “Hai per caso cambiato idea e hai deciso di unirti a me e diventare la Principessa delle Tenebre?” continuò avvicinandosi pericolosamente a lei con eleganza. 

Era bellissimo, ma non era il suo Draco. L’eleganza e la bellezza di Draco erano rinomate nel mondo magico e Rita Skeeter l’aveva addirittura impaginato in copertina come “L’uomo più sexy e seducente che fosse mai esistito nel mondo magico”. Sorrideva ora, mentre all’epoca avrebbe voluto schiantare la giornalista. Si riscosse dai suoi pensieri e rispose:

“Ho trovato la risposta al tuo indovinello” enunciò semplicemente la ragazza, indietreggiando un poco e allontanandosi da lui. Ma purtroppo, dietro di lei vi era un muro. Un muro che lei era convinta che prima non ci fosse. Non ci penso più di tanto, perché doveva essere vigile, per quanto la sua mente stanca le permettesse. Zack avrebbe fatto di tutto per poterla avere con sé, non si sarebbe fatta scrupoli e lei doveva prestare attenzione ad ogni singolo gesto e movimento del demone. Così da poterlo studiare e trovare punti deboli.

Gli occhi del ragazzo diventarono per un attimo cremisi e un guizzo di rabbia comparve nei suoi occhi. Ma non si scompose più di tanto e le sorrise ipocritamente.

“Intelligente, Granger. Spero per te che sia  la risposta giusta, altrimenti non ti concederò più il beneficio di provare a salvare Draco e dovrà cavarsela da solo. Senz ala sua adorata streghetta a preoccuparsi per lui. Inutile dirti anche che se la risposta fosse sbagliata le condizioni di Regina peggiorerebbero ulteriormente, facendola cadere in un sonno sempre più profondo, rendendole difficile il suo risveglio” puntualizzò calmo e tagliente il demone, creando una sfera di ghiaccio con le mani.

Hermione ebbe paura e fu tentata di scappare e cercare Draco, ma sarebbe stato inutile. Non l’aveva trovato prima e non l’avrebbe di certo trovato ora, con Zack che la inseguiva. Erano nel loro mondo e lui poteva creare le illusioni e le ombre che voleva. Probabilmente era un’illusione anche che lui li tenesse tutti e tre in ostaggio nello stesso Mondo Oscuro. Magari erano tutti e tre in mondi diversi e forse quello ero il motivo per cui non li aveva trovati, nonostante le tante ore di cammino.

Zack la video spaventata e ne fu compiaciuto. Abbassò di nuovo lo sguardo e si concentrò su quella sfera di ghiaccio. Poi freddamente le chiese:

“Cosa c’è Hermione? D’un tratto hai perso tutta la tua spavalderia?” rise e lei credette di star vivendo in un film horror. Che poi così era, non vi erano differenze tra un film horror e la casa degli orrori in cui era rinchiusa.

Lei non rispose e continuò a guardare quella sfera ghiacciata che si formava vicino a Zack e che divenne enorme.

“Tranquilla Granger. Non ti ho protetta sin da piccola, vegliata, rapita e non ho organizzato tutto ciò per poi ucciderti” la tranquillizzò divertito il demone, avvicinandosi alla ragazza di cui era innamorato.

“Voglio solo farti vedere una cosa” finì la sua spiegazione l’affascinante ragazzo dagli occhi argentei.

In un attimo nella sfera ghiacciata comparvero delle immagini e vi riconobbe Blaise. Blaise che lottava contro uno strano animale. Vide un leone. Anzi no, un drago. No nessuno dei due, un serpente. Le immagini si alternarono e diventarono più chiare e nitide e sobbalzò quando finalmente riuscì a riconoscere quale creatura fosse. Una chimera! Ne avevano studiate diverse a Hogwarts, ma solo leggermente accennate. Non approfonditamente, perché era programma di fine anno. Sapeva che Blaise amava quel tipo di lezione, ma sapeva anche che aveva paura delle chimere, poiché suo fratello maggiore era morto proprio combattendo contro una di queste.

“Posso entrare nelle vostre menti e creare delle illusioni Mione. Ho riprodotto la sua più grande paura” le sussurrò il demone pericolosamente vicino al suo orecchio, ma Hermione non lo ascoltava. Rimase ferma, come congelata, a guardere il susseguirsi delle azioni che si alternavano nella sfera ghiacciata. Aveva paura per il suo amico, era il suo fratellone, e non voleva che gli succedesse nulla e non per causa sua, non se lo sarebbe mai perdonato. Nonostante la paura che Blaise avesse delle chimere, non le sembrò per niente spaventato, anzi, sembrava si stesse divertendo. E con salti felini, tipici eleganti dei purosangue della casata dei Serpeverde arrivava alle spalle della chimera e si divertiva a vedere come essa, stordita, non lo vedeva.
Si sentì sollevata perché, a differenza di Zack, aveva capito che Blaise aveva compreso che era solo una sua illusione. Perciò con un semplice Aguamenti e un Ardemonio, affogò e incendiò la chimera. Hermione riprese a respirare, e fu fiera di lui. Erano due incantesimi difficili e li avevano studiati solo due settimane prima.

La scena cambiò e vide se stessa. C’era lei. Lei che correva ad abbracciare qualcuno, qualcuno che però non vedeva. E improvvisamente vide la sua figura essere colpita da un raggio verde, la maledizione mortale. Vide il suo corpo cadere al suolo privo di vita e una voce urlare disperata il suo nome. La scena si spostò e notò che era Draco, il suo cuore perse dei battiti. Non lo vedeva da tempo, e se pure fosse solo un’illusione, era sempre bellissimo. Draco era tenuto fermo da due uomini incappucciati e mentre si dimenava, Zack si avvicinava al corpo senza vita dell’Hermione nell’illusione, svegliandola e rendendola la Regina delle Tenebre, protandola così via di fronte agli occhi di Draco che, stupendola, scoppiò a piangere. Un altro raggio verde si sprigionò, da una bacchetta sconosciuta, ma questa volta colpì Draco. Poi fu il buio e la sfera scomparve.

“La sua più grande paura è perderti e a quanto pare anche la tua” rise sprezzante il giovane quando guardò Hermione in lacrime che tremava, inginocchiata a terra, priva di ogni forza.

La ragazza pianse per qualche minuto che le sembrò interminabile, tremava e le mancava il respiro. Ma poi capì che era un’illusione. La voleva indebolire, ma lei non avrebbe mai permesso che quell’illusione diventasse realtà. Perciò prese tutte le sue forse tra le mani e si rialzò a testa alta, fiera come non mai. Lo guardò sprezzante.

“Un bacio. La risposta al tuo indovinello è questa. Un bacio” lo guardò vittoriosa con quegli occhi gonfi per le lacrime e violacei a causa delle occhiaie.

Il ragazzo la guardò e con eleganza si appoggiò al muro, tornando ad accarezzare il serpente, impassibile, senza far trasparire nessuna emozione sul suo viso.

“Ti ho detto che ti avrei permesso di ricongiungerti a Draco e affrontare le illusioni insieme, questo è vero Hermione. Peccato che mi ero illuso che la tua intelligenza potesse essere sopra qualsiasi altra cosa” cominciò il demone. Hermione non capì e la confusione stava quasi per attanagliarla nuovamente. Ma rimase lucida e battagliera, aspettando spiegazioni.

“Non ti ho detto che l’avrei liberato se tu mi avessi detto la risposta giusta dell’indovinello, ma bensì se tu me l’avessi data” il demone guardò la ragazza in modo serafico.

Hermione volle sprofondare, avendo capito cosa intendeva il giovane. Non l’avrebbe mai baciato, nonostante fosse un bel ragazzo. Lei amava solo Draco e non si sarebbe concessa così facilmente. Il demone scomparve lasciando Hermione in stato di trans. Le diede il tempo di pensarci, e questo lo apprezzò. Si affrettò a prendere una decisione, perché non sapeva quanto tempo avrebbe avuto.

Le parve di scorgere di nuovo un’ombra e questa volta fu sicura, ma non vi prestò attenzione. Ormai sapeva di essere nel Mondo delle Ombre con certezza e tutto ciò che accadeva intorno a lui era un’illusione.

Le venne in mente un’idea, degna di una strega intelligente come lei. Pregò che funzionasse e non perse tempo.

Mise in pratica l’incantesimo Geminio, non ancora studiato ma che lei aveva letto in biblioteca, e si sdoppiò. Ora vi erano due Hermione. Avendo visto Blaise combattere, aveva capito che in quella casa degli orrori non funzionavano solo gli incantesimi fatti con la bacchetta. Zack, probabilmente non aveva messo in conto che lei e i due ragazzi erano così abili a scuola da riuscire a praticare alcuni incantesimi senza bacchetta. Aveva intenzione di baciare Zack, così lui sarebbe stato soddisfatto. Ma a baciarlo non sarebbe stato lei, ma bensì la sua copia. Ringraziò Harry che le aveva dato il suo mantello dell’invisibilità e si nascose dietro quello.

La finta Hermione chiamò Zack come aveva fatto la vera Hermione la volta precedente. Il demone comparse davanti a lei. Bello come sempre e ignaro dell’inganno che Hermione gli aveva preparato.

La finta Hermione parlò chiara e fredda:

“Ti bacerò, ma devi giurare con un voto infrangibile”

“Potrei ingannarti, ma sono leale e perciò ti dico no. Perché io non sono un mago, con me il voto infrangibile non funziona. Anche se non mantenessi la promessa, io non morirei. E poi non vi è una terza persona a suggellare il patto Granger. Ma posso giurartelo in quanto Principe delle Tenebre”

Prese la mano della finta Hermione e pronunciò il suo giuramento:

“Io, Principe delle Tenebre e padrone delle ombre, giuro a te, Hermione Granger, di farti ricongiungere con il tuo amato se tu mi baci” dalle mani congiunte uscì una linea rossa che andò a imprigionarsi in una sfera ghiacciata, vorticandoci dentro. “Se non dovessi mantenere questa promessa, finirò negli inferi della terra e non sarei più il Principe delle Tenebre” slegarono le mani e il patto fu suggellato.

“In questa palla vi è il mio giuramento, se non dovessi rispettarlo, farei la fine di quanto detto in precedenza” indicò la sfera di ghiaccio nelle sue mani.

La finta Hermione, senza indugiare, baciò il demone, che, ricambiò passionalmente spingendola al muro. Finito il bacio, il demone si sentì trionfante e vittorioso di essere riuscito a piegare la strega più brillante di Hogwarts.

La finta Hermione scomparve, nello stesso istante in cui la vera uscì dal mantello dell’invisibilità. Lasciando il demone spiazzato. 

“Ti ho tratto in inganno, caro Zack. E’ il tuo mondo, eppure sottovaluti le mie potenzialità” disse Hermione spavalda, sicura che adesso il demone non poteva fare nulla.

“Non è finita qui Granger, avete ancora tante prove da affrontare, anche se d’ora in poi sarai con Draco. D’ora in poi comincia il tuo vero inferno” urlò arrabbiato il ragazzo, i cui occhi erano diventati rosso sangue.

Dovette comunque mantenere la promessa e poco dopo Hermione fu materializzata nello stesso luogo buio in cui si trovava Draco.

Gli corse incontro e a Draco non sembro vero di poterla tenere nuovamente tra le sue braccia. Pregò tanto che non le fosse successo nulla. Non ce l’avrebbe fatta. Senza lei stava impazzendo e non si fece più problemi ad ammetterlo. La strinse forte per poi baciarla passionalmente. Hermione pianse lacrime salate e sfinita, a causa degli incantesimi e dalle tante ore di cammino, si lasciò cullare da Draco. Si strinse forte  a lui e sentì che la forza le tornava in corpo. Si sentì al sicuro, si sentì protetta. Loro erano l’incarnazione dell’amore pure e, in quel momento, entrambi lo stavano capendo. Lo abbracciò più stretto che potè e sperò che non fosse un illusione.

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Capitolo 18
*** Tempo per amare, tempo per scusare! ***


Capitolo 18
Tempo per amare, tempo per scusare!


(Pov. Hermione)

Era passato già qualche mese da quando eravamo riusciti ad uscire dal labirinto, sconfiggere Zach, liberare Harry e risvegliare Regina. Vi erano ancora notti in cui mi 
svegliavo
di soprassalto, notti in cui gli incubi erano tali da riuscire a ricordarmi il dolore vivido sulla pelle. Scottante e bruciante, perchè le atrocità viste in quel
labirinto erano state tantissime. E molte volte faticavo a concepire come fossimo riusciti a superarle e a suffigre.
Mi svegliavo con un grosso magone nello stomaco e una morsa alla gola. Draco accanto a me, ignaro, proseguiva i suoi sonni tranquilli.
Draco, già. Con Draco la situazione era tornata come prima, nulla di nuovo. A un punto di partenza. A un punto di stallo.
In quei mesi Harry era sparito, nonostante non fosse più impossessato dal demone non era tornato a scuola. E Regina, rirpesasi dallo schok, fu affincata in ogni attimo 
dal suo migliore amico Blaise.
Nessuno nelle mura di quella scuola era più tanto sicuro che il ragazzo provasse ancora sentimenti per la Parkinson, piuttosto tutti erano più che convinti che tra lui
e la giovane Malofy stesse nascendo un'intesa fin troppo amichevole.
Nonostante le mie ripetute insistene, Regina ha sempre negato con cenni del capo e dinieghi sicuri. Ma di sicuro nelle sue espressioni non vi era nulla. Conoscevo 
fin troppo bene quella ragazza, da sapere quando mentisse e quando no.
Soffriva per l'assenza e l'improvvisa sparizione di Harry, questo lo sapevo ed era ben noto. Ma quasi a non volerci pensare, passava ogni secondo con Blaise.
Non vi era un solo secondo nel quale i due rampolli delle famiglie più potenti non fossero insieme. Erano più che migliori amici.
A Draco questo stava bene, era il suo migliore amico, uno dei maghi più potenti dell'ultimo secolo, ma gli sarebbe stato bene tutto tranne che Harry James Potter.
Regina, dopo tutto quello che il fratello aveva affrontato nel labirinto del Manor per lei, stava cercando di recuperare il suo rapporto con Draco e le cose tra loro
stavano andando bene.
 

(Flashback)

Io e Draco siamo nella nostra stanza, richiesta dai nostri genitori, ad Hogwarts. Siamo da poco ritornati a scuola e siamo tornti alla 'tranquillità' giornaliera. 
Ci salutiamo quando ci svegliamo al mattino. Ci incrociamo sulla soglia del bagno. Ci diamo la buonanotte la sera quando rientriamo alla cena. Non ci sfioriamo nemmeno
con lo sguardo quando siamo al letto. Io sono rivolta da una parte e lui è girato da quella opposta.
La normale vita di Draco Malfoy ed Hermione Granger.
Eppure pensavo che la paura e tutte le emozioni provate all'interno del labirinto ci avrebbero uniti, come ci avevano uniti allora. E invece mi sbagliavo. 
Sembra aver perso del tutto interesse in me. Ha persino permesso che io tornassi a mangiare al mio tavolo e che parlassi con..Ron. Ora, non che sia una cosa che mi 
dispiacesse più di tanto, Ron è pur sempre un mio caro amico nonostante ci siamo lasciati bruscamente, ma vederlo di nuovo così poco interessato alla mia vita mi fa
male.
'Forse perchè in realtà quell possessività e quella gelosia che tu hai sempre definito come rivolta ad un oggetto, ti piaceva piccola Granger' penso nella parte più
remota della mia mente.
Mentre io sistemo i vestiti nell'armadio, Draco è elegantemente sdraiato sul letto e legge un libro di un famoso mago-scrittore.
Siamo in questa stanza da un'ora e mezza e non ci siamo scambiati nemmeno una parola. Lui ha alzato gli occhi dalle pagine del libro solo qualche volta e poi gli ha
frettolosamente riportati tra quelle righe impaginate.
Ad un tratto, sentiamo un lieve bussare alla porta. Quasi impercettibile, se non l'avessimo udito entrambi.
Draco sbuffa e la persona dietro la porta, senza nemmeno aspettare l'invito, entra nella stanza abbassando la maniglia in ottone.
'Deve essere sicuramente qualcuno che sa che la vita sessuale mia e di Draco è uguale a quella di due bradipi, perciò non ha paura di disturbare o di assistere a 
scene poco gradite' penso sarcastica, mentro vedo una testa biondo platinata, come quella del mio ragazzo, spuntare dalla porta.
Mi saluta brevemente, in questi giorni Regina per qualche motivo sconosciuto è davvero sfuggente, e volge lo sguardo verso suo fratello.
"Draco, possiamo parlare?" chiede la ragazza quasi a mò di supplica.
"Io non sono lo stronzo, freddo e cinico fratello da tenere a distanza?" risponde sarcasticamente il mio futuro sposo, senza alzara lo sguardo dal libro. Vedo lo 
sguardo di Regina visibilmente ferito e capisco che doveva parlargli di qualcosa di importante. Regina non rimane mai delusa per sciocchezze.
Draco mi guarda un attimo e ne approfitto per lanciargli uno sguardo assassino. Nel frattempo la giovane Malfoy stava per andarsene. Il fratello rotea gli occhi al 
cielo e con un agile scatto, degno di allenamenti e allenamenti di Quidditch, si alza dal letto e segue la sorella fuori dalla stanza.
So che non dovrei farlo, ma, la curiosità di una Grifondoro è sempre troppa. Specie se la questione riguarda una cosa importante per la tua migliore amica e il 
ragazzo che ami. Perciò mi metto a spiarli a uno spiragli semischiuso di porta.
"Draco" comincia la ragazza visibilmente in difficoltà. Regina in difficoltà? Mai vista una situazione più strana della sua in quei giorni. "A me..a me piacerebbe
poter chiarire e riavere il rapporto che avevamo prima" prosegue prendendo un respiro profondo "siamo sempre stati uniti. E non posso permettere a un ragazzo di 
mettersi tra me, te e il nostro legame. Nemmeno se è colui che amo. So che lo fai per proteggermi e mi hai dato un ulteriore prova affrontando Zach"
Vedo che Draco sta per ribbattere, ma Regina non gli da il tempo e prosegue:
"Fammi finire. So di non essere esattamente docile di zucchero, di non essere esattamente la sorella più affettuosa del mondo. Ma tu per me sei davvero il ragazzo più
importante e non posso immaginare di essere arrabbiata con te nemmeno un secondo di più. Non se tutto quello che fai per me lo fai per il mio bene" finisce 
dolcemente la ragazza.
Draco non dice nulla e la stringe forte a se. Sono tanto fiera di loro, le mie vite strette in un abbraccio dopo tanto tempo. Fratello e sorella come prima, bellissimi
come sempre. Draco affonda il viso nei capelli profumati della sorella e sussurra poche parole, le più dolci che abbia mai sentito uscire dalla bocca di un Malfoy:
"Tu sei la parte migliore della mia anima sorellina, l'unica che abbia mai abbattutto tutte le mie barriere. Io ti proteggerò sempre, da tutto e tutti"
Regina lo stringe forte e ribbatte sarcasticamente:
"Ti ricordo che la tua bellissima fidanzata è riuscita a farti perdere la testa insultandoti. Perciò non sono l'unica" dice fintamente offesa.
"Siete le donne più importanti della mia vita" confessa Draco serio e con una verdicità strabiliante. 
"A te l'ho detto tante volte da più piccoli. A lei mai, ma voglio rimediare. Per me è tutto e l'ho capito nell'attimo esatto in cui ho temuto di perderla e di perdere
così tuttoil mondo. Voglio impegarmi sul serio con lei ora Regi, giuro che lo farò. Ho bisogno solo di lei. Niente più puttanelle o altro. La renderò felice, promesso"
In quel momento il mio cuore scoppia di felicità e non posso far a meno di pensare che tutto ciò che desidero è lui, e lo prenderò. Ad ogni costo.

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Capitolo 19
*** Cinquanta sfumature di gelosia! ***


Capitolo 19
Cinquanta sfumature di gelosia!


Erano passati già svariati giorni da quando avevo, poco elegantemente, origliato quella conversazione tra Draco e Regina. La loro relazione andava via via
ricostruendosi, con numerosi alti e bassi. Momenti di estrema dolcezza, quasi impensabili da associare a due Malfoy, a momenti di estrema indifferenza e freddezza.
Loro erano così, orgogliosi e testardi. Ma il loro rapporto era l'unico in cui si permettevano dolcezza smisurata.
Era quasi il mio compleanno, 19 settembre. Quasi 17 anni. Chissà perchè, ma l'idea mi era assolutamente distaccata e indifferente.
Ginny e Regina, le mie due migliori amiche, mi pregavano di organizzare qualcosa.

"La Regina di Grifondoro non può lasciare correre così il compimento di un'età così importante" sostenevano.

E non so perchè, pur loro due essendo assai diverse caratterialmente, il fatto che erano allo stesso anno e avevano tutte le lezioni insieme mi preoccupava seriamente.
Non avevo voglia di nulla in grande stile. Non era da me.
Volevo lui.

Lui avrebbe soddisfatto ogni aspettattiva e ogni richiesta del compleanno migliore del mondo.

Mi riscossi dai miei pensieri e guardavo Ginny prepararsi per il suo appuntamento. Ero talmente distratta che persino avevo dimenticato con chi uscisse, mi pare
fosse un ragazzo di Corvonero.
Nonostante cercasse di darla a bere, io sapevo che anche a lei mancava Harry, per il quale aveva sempre avuto una cotta segreta fin da piccola.

Il loro rapporto era andando sceemando quando nella testa di Harry era entrata una tempesta dagli occhi grigi. Una bufera di passione, lussuria e sensualità. 
Chiamata Regina Elettra Malfoy.
Come biasimarlo, Regina era bellissima. Era sensualità e donna.
Era sempre stata il tipo di ragazza che tutti avrebbero voluto affianco al loro risveglio la mattina. Era qualcosa di irraggiungibile 
per tutta la popolazione maschile di Hogwarts. Non permetteva mai a nessuno, che non fossero il suo ragazzo Harry, il suo migliore amico Blaise e suo fratello Draco,
di avvicinarsi più del dovuto. Per la somma felicità di quest'ultimo potremmo dire.

Ginny invece era la tipica ragazza fragile, con il sogno del principe azzurro e della favola dal 'vissero felici e contenti'. Un tornado dai capelli rossi. Dolce e
infantile.
Una ragazza spensierata, con tanti sogni nel cassetto e una manciata di desideri, alcuni impossibili, da realizzare.
Mi accorsi che le mie due migliori amiche erano, seppur coetanee, completamente diverse in gusti e comportamenti.
Ginny era la ragazza dolce. Regina la ragazza fredda.
Eppure Harry amava alla follia quella freddezza.

Harry, già.
Chissà dov'era o cosa stava facendo in quell'esatto momento. Mi mancava così tanto e avevo tanto bisogno di sfogarmi con lui.

Qualcuno bussò alla porta e Ginny, piuttosto eccitata, frettolosamente si diede un ultima spazzolata di capelli e si guardò allo specchio soddisfatta. 
Andò ad aprire alla porta e un ragazzo dai capelli corvini e gli occhi azzurri le diede un bacio sulla guancia. Alto, muscoloso e capitano della squadra di Quidditch
dei Corvonero.

'Bel colpo Ginny Weasley, davvero bel colpo amica mia' pensai maliziosamente.

La ragazza mi rivolse un veloce sguardo di saluto e, quasi scappando, uscì dalla sua stanza lasciandomi sola.

Sospirando, decisi di tornare nella stanza mia e di Draco. Mi alzai silenziosamente dal letto della rossa e mi diressi verso la porta. 
Scesi le scale ed arrivai fino al nostro dormitorio.

Draco, come previsto, non c'era. Probabilmente era all'allenamento di Quidditch con i suoi amici. Sospirai sommessamente e mi sedetti alla grande scrivania in mogano
e presi il libro di Trasfigurazione.

Avevo già fatto tutti i compiti, ma, da brava studentessa modello, mi piaceva sempre portarmi avanti con gli argomenti delle nuove lezioni. 
Strano vero?! Bhe io lo trovavo un ottimo modo per passare il tempo.
Leggevo un capitolo interessante sulla trsfigurazione degli oggetti babbani, quando una furia bionda si precipitò in camera sbattendone la porta.

Dracò buttò fuori l'aria rabbiosamente e mi guardò livido. Non capii il perchè di tale comportamento e lo guardai con aria scettica a mò di:

"Questo è un pazzoide furetto con il ciclo in piena".

Feci finta di nulla e tornai a studiare. In quel momento Draco sembrava stesse per straripare come un fiume. Era una furia e immaginavo i poveri ragazzi che avevano 
dovuto incontrarlo durante il suo percorso dal campo d'allenamento alla loro camera.
Tutti in fondo sapevano la potenza di Draco Malfoy e tutti ne erano spaventati. Io no, perciò non diedi importanza e avrei aspettato che fosse lui a spiegare.

"Adesso basta Granger. Sono stata tollerante più di una volta. Ora sono stufa. Io lo ammazzo. Ancora non ha capito che ciò che è mio non si tocca?" cominciò urlando 
Draco.

Lo guardai piccata dal suo tono e dal suo 'Granger'. Che odio quando mi chiamava per cognome.

"L'ho risparmiato fin troppe volte e la mia clemenza sta solo maturando un grandissimo schiantesimo alla sua persona. O, se lo vogliamo risolvere alla babbana, 
un grandissimo cazzotto nelle palle" continuava a sbraitare senza arrivare al punto della situazione, che mi era ancora ignoto.

"Posso sapere di cosa stai parlando, Draco?" in quell'ultima parola, pronunciata con voce vellutata, cercai di mettere tutta la dolcezza e l'amore per tentare di
calmarlo. Invano.

"Sto parlando di Weasley, che sembra non aver ancora capito dove sia il suo posto. Tu sei mia chiaro?! La mia ragazza, la mia futura sposa e il mio mondo. Lui non ti
porterà via da me, e non ci deve nemmeno provare. Perchè altrimenti si ritrova seriamente al San Mungo. E i biglietti, e la collana, che tra l'altro si sarà anche
indebitato per comprartela, pezzente com'è. Adesso la lettera appesa pubblicamente nella Sala Grande della scuola. Io ora vi sto avvisando. La prossima volta non 
rispondo di me, agisco e me la vedrò io. Intesi?!" non aspettò nemmeno la mia risposta e, senza il minimo imbarazzo, si spogliò, per poi scomparire in bagno e farsi la 
doccia.

Rimasi ferma a pensare ed effettivamente, erano numerosi giorni che qualcuno mi mandava biglietti e mi aveva persino comprato una collana di diamanti. Ma mai avrei 
mai potuto arrivare a pensare potesse essere Ron. E infatti, di questa supposizione di Draco ero dubbiosa. Ron non avrebbe mai potuto permettersi quella collana e 
non era mai stato così poetico da scrivere simili frasi su biglietti anonimi. E poi, a quale lettera si riferiva?! Sinceramente, nonostante la curiosità, a me non 
interessava per niente sapere chi si celasse dietro a tali gesti. A me importava solo di quel mestruato ragazzo che mi ritrovavo al posto fidanzavo, per me esisteva e
avevo la consapevolezza che sarebbe sempre e solo esistito lui per me.
Ma a Draco quelle piccole attenzioni che qualcuno all'interno di Hogwarts stava avendo per me non piacevano di certo e la sua gelosia me lo faceva amare di giorno in 
giorno sempre più.

Perchè con lui, e mai credevo sarei mai potuta arrivare a pensarlo, mi sentivo al sicuro.

Uscì dalla doccia nudo, bellissimo come sempre. Non potetti che fare a meno di ammirare i suoi muscoli. Il suo fisico tonico e scolpito. Era un dio, una di quelle
bellezze che vedi sulle copertine dei giornali babbani. 
Ed era MIO, il mio ragazzo.

"Chiudi la bocca Granger, o potresti sbavare anche il tappeto pregiato" ghignò il ragazzo e in poco mi ricomposi.

"Sei..sei bellissimo" pronunciai senza nemmeno rendermene conto e dopo pochi attimi, mi diedi mentalmente della stupida per la frase appena pronunciata.

Draco si girò stupito a guardarmi e il suo sguardò mi penetrò, entro fin dentro le mie viscere e mi analizzò. Come a voler scrutare e capire se ciò che avevo detto era
reale e lo pensassi sul serio.
Certo che si, era il ragazzo più sexy del mondo magico.

"Ripetilo" e fu a due passi da me, i nostri volti erano divisi da pochi centimetri.

"Sei bellissimo..amore" ripetei incantata dal suo sguardo magnetico. Oro e argento si incatenarono e si fusero.

In un attimo le sue labbra furono sulle mie e tutto intornò a me cominciò a vorticare. Non mi baciava da tanto, da quando avevamo sconfitto Zach.

Non avevamo quegli attimi, nostri intimi, da molto tempo e il contatto con le sue labbra mi fece disconnettere il cervello da tutto il resto che vi era intorno a noi.

Sentivo il suo profumo fresco del bagnoschiuma alla menta entrarmi nelle narici. Spinse la sua lingua più affondo nella mia bocca e le nostre lingue danzarono per un
tempo indefinito.

Mise una mano dietro la mia nuca e un braccio lo fece passare dietro alla mia spalla. Mi stava abbracciando e non provavo quel senso di calore da tanto.
Mi stringeva a lui, quasi potessi scappare. Non l'avrei mai fatto. Non ci sarei mai riuscita.

Mi sdraiò sul letto e rimanemmo a baciarci per un tempo indefinito. Passai le mie dita sui suoi addominali scolpiti e intercciai le mie braccia dietro il suo collo.

"Ti amo" pronunciò Draco ansimante mentre mi toglieva la maglia.

"Anch'io" la spontaneità con cui avevamo pronunciato quelle parole era disarmante. 

Non eravamo più Draco Malfoy ed Hermione Granger.
Non eravamo più serpeverde e grifondoro.
Eravamo due ragazzi, che si amavano.

Scese a leccarmi il seno, mentre faceva scorrere la sua mano ai miei fianchi, per poi arrivare alla cerniera del jeans. Misi la mano sulla sua e sorrisi leggermente.

"Non fraintendermi, lo voglio con tutta me stessa. E lo voglio con te. Ma non me la sento, non sono ancora pronta. Ho ancora bisogno di tempo. Per me è una cosa
importante e tu sei già esperto. Capiscimi" lo guardai intensamente negli occhi, per poi scendere a baciargli il collo e il petto scoperto.

Era nudo e ciò non mi procurava imbarazzo.

"Tranquilla, ti aspetto" mi sorrise rassicurante e vidi un Draco diverso. Un Draco dolce.

Mi riaggiustò il reggiseno e si vestì.

Lo amavo da morire. Si avvicinò e mi lasciò una scia bagnata di baci sul collo.

"Scendiamo a cenare amore?" mi chiese e sgranai gli occhi. I miei occhi si riempirono di lacrime e chiesi di ripetere.

"Scendiamo a cenare ho detto" ripetè confuso.

"No, la parte di dopo" dissi con le lacrime di felicità.

Fu prima un attimo confuso e spaesato, poi sorrise e capì:

"Amore, bhe si lo sei. E' inutile che te lo nego ormai. Sei l'amore della mia vita"

Gli buttai le braccia al collo e lo bacia come mai avrei creduto di fare. Con una dolcezza che non sapevo nemmeno di avere in corpo.

Scendemmo a cena e mi prese la mano durante il tragitto. Tutti in Sala Grande furono stupiti dal nostro arrivo mano nella mano e un brusio sulla nostra coppia si alzò.
Non ce ne curammo, noi eravamo felici e ci stava bene.

"Ceni al mio tavolo?" mi chiese dolcemente "non voglio staccarmi da te nemmeno un attimo" spiegò "e poi non voglio che tu stia con..quello" finì disgustato lanciando
uno sguardo al tavolo dei grifondoro dove sedeva Ron.

Gli lanciai uno sguardo inceneritorio, era pur sempre mio amico. Draco per tutta risposta fece spallucce. Strinsi la sua mano e lo seguii al suo tavolo.
Cominciammo a cenare e, mentre Draco parlava di tattiche e schemi sul Quidditch con Blaise e Theo, io intrattenevo una conversazione con Regina.

Proprio quell'attimo arrivò Gazza, al quale fu rivolta l'attenzione generale. Si diresse al nostro tavolo, o meglio a quello dove ero seduta, cioè quello dei 
serpeverde e si avvicinò alla sottoscritta.

Mi lasciò un mazzo di rose senza darmi nessuna spiegazione e in poche falcate uscì dalla grande sala.

Tutti erano stupiti dal grande gesto d'amore, mai credevano che potesse essere adottato da Draco Malfoy.

Il ragazzo in questione, io e chi lo conosceva, però, sapeva che non era lui l'artefice di quel pensiero babbano.

Nella grande sala calò il silenzio più totale e tutti gli occhi erano fissati su di me. Imbarazzata, posai lo sguardo sui fiori e notai qualcosa che vi spiccava sopra.

Vi era un biglietto:

A te che sei la stella più splendente del cielo da quasi diciassette anni.

Senza bisogno di altre parole o altri gesti, nel silenzio totale, una belva di nome Draco Malfoy si alzò diretto verso il tavolo adiacente.
La sua espressione non assicurava nulla di buono..

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Capitolo 20
*** Gli eredi del male e di Serpeverde! ***


Capitolo 20
Gli eredi del male e di Serpeverde!



 
 
Draco Malfoy, nel brusio che era nuovamente tornato ad alleggiare nella Sala Grande, si alzò come una belva. Nessuno si accorse di lui che, con l'espressione adirata, si preparava a rompere più di qualcosa a Ronald Bilius Weasley.
 
Camminava diretto verso il tavolo adiacente, pronto a dare una, non opportuna per un Malfoy, sceneggiata. Mai si sarebbe immaginato di dover dare spettacolo nella sua vita, specie per una ragazza.
 
 Ma per qualche oscura ragione, lui lo stava per fare. La ragione non era realmente del tutto oscura, sapeva benissimo che quella sensazione di fastidio e bruciore che aveva all'altezza dello stomaco era gelosia, e non si faceva nessun problema ad ammetterlo a se stesso.
 
Con poche falcate raggiunse, sotto gli occhi attenti di Hermione, Regina e Blaise, il tavolo dei Grifondoro. Nonostante i ripetuti strattonamenti di Hermione alla camicia di Draco, la ragazza non era riuscita a fermarlo. E ora quest’ultima, lo guardava impotente con un senso di angoscia. Le dispiaceva per quello che un tempo era stato il suo migliore amico e fidanzato, Ron.
 
Regina nascondeva un ghigno alla Malfoy, sotto la sua regale espressione fredda e indifferente. Blaise, invece, non si faceva nessuno scrupolo a far trasparire la sua felicità nel pregustare la lenta tortura del rosso.
 
Che serpi.
 
 Pensò Hermione, e giurò che se la situazione non fosse stata quella che era, si sarebbe fatta anche lei una bella risata sulla questione.
 
Nessuno ormai prestava più attenzione a loro. Tutti erano tornati a chiacchierare e a consumare il loro pasto. Lo stupore iniziale che “il regalo di Draco” aveva scaturito, era del tutto scomparso. Non per tutti però.
 
Nel momento in cui Draco stava per scaturire tutta la sua ira sul rosso, Silente si alzò in piedi, nella stanza ritornò il silenzio totale e gli occhi erano tutti puntati sull’anziano uomo, cosicché il preside cominciò a parlare ai suoi alunni:
 
"Signor Malfoy, la prego di seguirmi nel mio ufficio assieme alla signorina Granger, devo informarvi di una questione piuttosto delicata" l'anziano uomo, dagli occhi stanchi, segnati dall'età e nascosti dagli occhiali a mezza lunetta, parlò con tono austero e asciutto, guardando i due ragazzi in questione.
 
Hermione, piuttosto stranita, lanciò uno sguardo confuso alle sue migliori amiche, Regina e Ginny. E, nel silenzio tombale piombato all'interno della Sala Grande, lasciò i fiori sul tavolo e seguì in religioso silenzio il preside assieme a Draco.
 
Quest’ultimo, seppur di malavoglia, si allontanò dal tavolo dei Grifondoro e si ripromise di pensarci dopo a quella fastidiosa “situazione”, chiamata Ronald Weasley.
 
A quel punto il silenzio regnò durante tutto il proseguimento della cena, che, ormai, stava volgendo al termine. Tutti nel loro mutismo cercavano di capire cosa mai di tanto segreto avesse da dire Silente ai due giovani rampolli.
 
Di tanto in tanto, qualcuno lanciava qualche sguardo fugace a Blaise, Ginny o Regina, cercando di capire se loro ne sapessero qualcosa.
 
Ma la realtà è che loro ne sapevano quanto tutti gli altri ed erano confusi da quell'improvviso e segreto annuncio di Silente. Non avevano la più pallida idea di cosa potesse celarsi dietro le parole che l'anziano preside aveva da dire ai due ragazzi.

 
Nel frattempo
 
Draco e Hermione non si guardarono per tutto il tragitto. Entrambi troppo immersi nei loro pensieri. Seguivano silenziosamente il preside, che li conduceva rapidamente al suo ufficio.
Quest’ultimo si trovava nella torre più alta del castello e la scala per accedervi era protetta da due imponenti e massicci Gargoyles di pietra, che permettevano l’ingresso alla stanza solo se si era in possesso della parola d’ordine. Silente farfugliò qualcosa come “scarafaggi a grappolo” e i Gargoyles permisero l’accesso alla grande stqanza semicircolare. Hermione poté constatare che l’odore di miele, che era sempre alleggiato in quella stanza, era rimasto forte ed immutato. Appesi alle pareti vi erano i ritratti di tutti i vecchi presidi che si erano succeduti ad Hogwarts. La grande ed imponente finestra dava sul Lago Nero, che, ghiacciato, poteva sembrare un grande cristallo. Sotto il grande lago, vi erano l’aula di pozioni, l’ufficio di Piton e la sala comune dei serpeverde, che era collegata da una scala a chioccia ai dormitori di delle serpi.
L’ufficio di Silente era pieno di oggetti magici di tutti i tipi e di tutti i generi, erano disposti ordinatamente su tavoli e mensole. Hermione notò subito il trespolo d’oro di Fanny, la fedele Fenice di Silente. Un animale ormai stanco e dall’aria decrepita.
 
Hermione e Draco riconobbero oggetti importanti, quali: il pensatoio, il Cappello Parlante e la spada di Godric Grifondoro. Il preside fece cenno ai due ragazzi di sedersi e così fecero.
Versò del tè in due tazze, che poi porse alla grifona e alla serpe.
 
Con aria angustia, quasi stesse per accadere qualcosa di terribile di lì a poco, il vecchio uomo si diresse all’imponente finestra. Osservò per lunghi attimi il campo da Quidditch prima di parlare. Prese ad accarezzare lentamente la testa di Fanny e, di spalle ai due ragazzi, cominciò il suo lungo discorso:
 
“Ragazzi miei, sono stato informato degli ultimi avvenimenti che sono accaduti al Manor. Dopotutto, la vostra inspiegabile assenza famigliare mi è stata subito comunicata e giustificata dai vostri genitori” sospirò voltandosi e guardando per la prima volta veramente negli occhi i due ragazzi.
 
Hermione e Draco si scambiarono per un attimo uno sguardo d’intesa. Quanto Silente sapesse?
 
“D’altra parte ciò che avrete affrontato con quel Zack, non è nemmeno una minima parte di ciò che dovrete affrontare”
 
Sempre più confusi, i due ragazzi non proferivano parola e continuavano a fissare silenziosamente il preside. Quest’ultimo cercò di cogliere una minima mimica facciale sul volto dei due rampolli o l’ombra di qualche domanda, ma non ne trovò traccia..ancora. Perciò proseguì, esattamente come i due giovani stavano aspettando.
 
“Infondo tutti sapevamo sarebbe arrivato questo momento, lo aspettavamo con ansia. Il giorno che finalmente foste stati abbastanza grandi e coscienti per poter affrontare una guerra”
 
Per un attimo Hermione temette di aver capito male e scollegò il cervello. Chiuse gli occhi cercando di assimilare o collegare quanto più potesse di quello che le aveva detto Zack. Ma non trovò nessuna possibile spiegazione, nessuna parola plausibile che potesse ricollegarsi ad una guerra. Tutto ciò che sapeva, perché era stato Zack stesso a dirglielo, era che lui aveva sempre avuto una specie di ossessione per lei, da quando era nata, che la volesse con sé per sempre come regina delle tenebre e che l’aveva protetta da piccola. Sapeva che aveva fatto del male alle persone che lei amava e aveva ferito la stessa lei, la donna che diceva di amare da quando era nata.
 
Il suo pensiero andò per un attimo ad Harry. Le montò una rabbia incredibile dentro. Era solo colpa di Zack, se adesso Harry era andato via senza più lasciare tracce o inviare lettere. La sua unica scusa: “Tornerò!”
 
“Hermione stai bene?” una mano si posò sulla sua palla, sollevò lentamente lo sguardo e vide due occhi cerulei guardarla apprensivi. Non si era minimamente accorta di aver rimuginato e aver tenuto gli occhi chiusi per minuti e di aver smesso di ascoltare già da molto, adesso Draco e Silente la guardavano un po’ preoccupati.
 
“Sto bene. Continui” si limitò a dire la ragazza, intenzionata ad andare sino in fondo alla verità.
 
“Vede, signorina Granger, so benissimo a cosa lei stia pensando. In realtà ciò che le ha detto Zack è la pura verità. Ha sempre vegliato su di lei e non ha mentito su ciò che diceva di provare per lei. Questo sentimento è nato con la tua nascita stessa, Il Principe Delle Tenebre avrebbe potuto desiderare solo una degna Regina al suo fianco. In grado di poter regnare accanto a lui ed esserne una buona moglie” spiegava molto caldamente Silente, come se avesse tutto il tempo del mondo.
 
“Potremmo saltare la parte del deficiente con la mania di fregare ragazze e andare avanti per favore?!” sbottò spazientito Draco stringendo i pugni e assottigliando lo sguardo. Non gli era mai piaciuto sin dalla prima volta Zack e ne aveva avuto la conferma dopo ciò che aveva fatto. Guardò Silente in cagnesco, non preoccupandosi che quell’uomo sarebbe stato capace di ridurlo in cenere anche solo alzando un dito.
 
Il preside fece finta di non aver sentito e continuò il suo racconto. Hermione accarezzava la mano di Draco nel tentativo di calmarlo e continuava ad ascoltare assorta le parole dell’anziano uomo dalla barba lunga che le stava di fronte.
 
“Solo una donna in grado di poter tenere testa alle oscurità di quel mondo. Ma il perché lo scoprirai a tempo debito cara Hermione. La guerra di cui vi parlavo, è programmata da oltre cent’anni. Una guerra tra questo mondo e quel mondo. Magia contro tenebre” gli occhi dei due ragazzi si sgranarono e per un attimo Hermione strinse convulsamente la mano di Draco che precedentemente stava accarezzando.
 
All’interno della grande stanza calo il silenziò. Adesso si che i due ragazzi cominciavano a porre alcune domande, essenziali per poter comprendere ciò che Silente voleva farli sapere.
Il primo a spezzare quello scomodo silenzio fu Draco, che si alzò e prese a camminare per la stanza come se fosse l’ingresso di casa sua.
 
“Si spieghi meglio. Voglio dire, se è una guerra programmata da oltre cent’anni e blah blah blah, perché si deve scatenare solo ora? Cioè, noi cosa abbiamo a che fare con ciò?” chiese e si appoggiò allo stipite del grande muro di pietre.
 
“Perché non sono mai esistiti maghi così potenti da poter scatenarla. Entrambe le fazioni ne sarebbero uscite illese e distrutte, sconfitte. Ma tutti noi sapevamo che questa guerra, a parità di maghi potenti, sarebbe arrivata e una delle due fazioni avrebbe vinto. Non sono mai esistiti tali maghi, fino ad ora. Ma ora sono arrivati ed è tempo per voi di prepararvi e preparare Hogwarts alla grande battaglia” spiegò tranquillamente l’anziano, come se stesse chiedendo se gradissero una caramella tutti i gusti+1
 
Hermione sconvolta cercava qualcosa nell’espressione dei due uomini lì presenti, che le comunicasse che si erano messi d’accordo e le stessero facendo uno scherzo. Perché Draco era tranquillo, come se sapesse. O magari gli anni passati ad imparare come un Malfoy deve comportarsi, si stavano mostrando in quell’attimo. “Mai farsi trovare sorpresi da qualcosa, il nemico attaccherà in quel punto”, sosteneva la pover’anima di Abraxas Malfoy, il nonno di Draco. Il suo sguardo, però, era pensieroso, come rivolto a chissà quale ricordo tentando di ricordare.
 
“Perché lo sta dicendo solo a noi? Perché non l’ha comunicato apertamente a tutti in Sala Grande prima?” Hermione riuscì finalmente a spiccicare parola e quella fu la prima domanda sensata che era riuscita a formulare. Draco continuava a pensare ed era assorto nei suoi ricordi, pareva che nemmeno li sentisse.
 
“Perché sarebbe un colpo molto grosso, ho cominciato dalle persone coinvolte in prima linea. E voi provvederete ad addestrare i vostri compagni e a prepararli alla grande guerra. Così stanno facendo i Murdhows* nel loro regno” spiegò pacatamente l’uomo aggiustandosi gli occhiali sul naso e riprendendo ad accarezzare Fanny.
 
“Chi sono i Murdhows?” chiese la ragazza al preside.
 
“Sono i maghi più potenti del Mondo delle Tenebre,  i più fedeli sudditi di Zack. Coloro di cui vi parlavo prima, i maghi che si aspettavano da oltre un secolo. La guerra sta per cominciare sul serio ragazzi” esclamò Silente sorridendo, quasi eccitato all’idea di un po’ di azione.
 
Alla sua età? Potrebbe rimanerci secco. Pensò ghignando Draco.
“Perché siamo le persone in prima linea?” chiese Draco, sospettando già la risposta. Aveva letto qualcosa su quella guerra su qualche libro o vecchio articolo di giornale o qualcosa roba del genere. Ma non aveva mai immaginato che lui e Hermione ne sarebbero stati mai coinvolti. Pensava fossero dicerie. E invece no, e ora la sua piccola Hermione si trovava ennesimamente a combattere per altri. Per difendere le persone che amava, come aveva fatto con Zack. E non poteva permettere che le succedesse qualcosa. La guardò in silenzio e, in cuor suo, sapeva che non si sarebbe rifiutata in battaglia. E la paura di perderla gli attanagliò lo stomaco, ma si preoccupò di rimanere freddo e impassibile davanti al preside. Come un degno Malfoy.
“Perché il Mondo delle Tenebre aspettava i Murhows, i due maghi più potenti, gli eredi del male. E il Mondo della Magia aspettava altrettanto due maghi più potenti della storia del mondo magico. E siete voi.” Disse il preside. Nessuno dei due ragazzi ora aveva più alcuna domanda da porre. Erano ancora intontiti dalla scoperta.
“Gli eredi di Serpeverde” concluse finalmente il preside.
 
Hermione sollevò lo sguardo e le parole del preside e di Zack le continuavano a rimbombare nella mente, come suoni lontani ed ovattati.
 
…cara erede di Salazar Serpeverde
gli eredi di Serpeverde
…cara erede di Salazar Serpeverde
gli eredi di Serpeverde
…cara erede di Salazar Serpeverde
gli eredi di Serpeverde
…cara erede di Salazar Serpeverde
gli eredi di Serpeverde
 
Tutto le fu più chiaro, strinse la mano di Draco e decise che avrebbe combattuto. Per i suoi amici. Come aveva sempre fatto.


 



Eccoci qui, *Murdhows è un incrocio da "murder" che significa assassino e "shadows" che significa ombre.
Mi scuso per eventuali errori otrografici e grammaticali, ma non ho avuto il tempo per rileggere. Spero vi piaccia. 
Un bacione, DramioneMalfoy.
 

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Capitolo 21
*** Ritorni e allenamenti focosi! ***


Buonasera bellissime,
non voglio annoiarvi o farvi perdere tempo. 
Giusto qualche parolina. Volevo ringraziare chi segue, chi recensisce, chi legge silenziosamente.
Grazie per il sostegno che mi date. Siete fantastiche.

SE VI INTERESSA, LEGGETE LA MIA NUOVA FANFICTION SU DRAMIONE. UN'ALTRA PAZZIA. VI RIPORTO IL LINK SE VI INTERESSA: 
Devil's Bets,
Un bacio e buona lettura.


Capitolo 21!
Ritorni e allenamenti focosi!


Hermione, adesso in piedi, fece delle ultime, ma fondamentali, domande che inistente le martellavano in testa:

 "Come faremo a sbloccare i grandi poteri che, a quanto lei ha detto, io e il signor Malfoy possediamo?" chiese Hermione, preparata a qualsiasi risposta. Per difendere le persone che amava, sarebbe stata disposta perfino ad affrontare Merlino in persona.

 "Vede, signorina Granger, quei poteri sono sempre risieduti in voi. Non è di certo un caso che siete i maghi più eccelenti della scuola" spiegò Silente facendo riferimento agli ottimi voti che i ragazzi riuscivano ad avere senza sforzarsi troppo.

 "Perchè non sono mai venuti fuori allora?!" quella di Draco era più un'esclamazione stizzita che una domanda.

 Aveva sempre avuto i poteri del più grande mago di tutti i tempi, con i quali avrebbe potuto schiantare Weasley e Potter con un solo sguardo e lui lo scopriva solo ora?

 Si disse Draco.

 "Non vi è mai stata la necessità. Sono poteri molto grandi, che vanno ben altro a quello che possiate mai immaginare ragazzi miei. E non usciranno nemmeno ora. Potrebbero causare catastrofi di una portata maggiore di quanto si possa spoegare. Siete potenti e letali. Quei poteri usciranno solo in battaglia. Quando un evento abbastanza terribile li chiamerà a sè" rispose pacatamente il preside al giovane rampollo di casa Malfoy.

 Draco lo guardò come voler dire che aveva capito e stette in silenzio.

 "Perchè, se sono l'erede di Salazar, sono stata smistata a Grifondoro?" domandò ancora Hermione piuttosto confusa, guardando il viso dell'anziano uomo in cerca di risposte.

Silente le rivolse un sorriso paterno, di quelli che ti sciolgono il cuore e poi rispose:

"Vede, signorina Granger, lei è dotata di grande coraggio, lealtà ed audacia. Proprio le qualità di una Grifondoro. Ma altrettanto intelligente, intraprendente e furba come una Serpeverde. Non è stato facile per lui" spiegò indicando il Cappello Parlante che era posizionato su uno sgabbello in un angolo della stanza "il Cappello ha solo accontentato ciò che la tua mente desiderava così ardentemente: essere a Grifondoro. La casa dove erano stati smistati gli amici che avevi appena conosciuto" il volto dell'anziano uomo si incupùì al nominare Harry. Aveva stima di quel ragazzo. Ma si era rovinato da solo e aveva deciso di assentarsi un po' di tempo e stare via. Dove lo sapevano solo lui e Merlino "non so onestamente dove ti avrebbe destinata il cappello se tu non avessi espresso il desiderio di essere a Grifondoro. Ciò non toglie che lei, insieme al signor Malfoy, sia l' erede di Salazar. Forse a quest'ora potresti essere la Regina delle Serpi, ma credo che la signorina Malfoy ti avrebbe dato del filo da torcere" rise all'ultima affermazione Silente, coinvolgendo anche Hermione stavolta che per un attimo si distrasse e si concesse di ridere a quell'affermazione su Regina. 

Termineate le risate, ci fu un attimo di silenzio, breve ma intenso. Draco, annoiato dalle spiegazioni troppo lunghe di quell'uomo, si appoggiò allo stipite della porta in legno intarsiato, sperando che quel colloquio potesse finire al più presto.

"Comunque, ragazzi miei, siete autorizzati dal Ministero stesso ad utilizzare qualsiasi tipo di incantesimo voi conosciate in battaglia. Persino magia oscura, se sarà necessaria per proteggere la nostra scuola" informò amaramente Silente, mai avrebbe voluto vedere due suoi alunni dover combattere per una causa più grande di loro.

"Quando dovremo avvisare gli altri?"  chiese Draco, dopo molto tempo che era stato in silenzio.

Silente lo guardò un attimo e sembrò pensarci su, poi rispose:

"Quando volete voi ragazzi, dovete però tener conto che la guerra avrà luogo a fine anno" rispose tranquillamente il preside. Come se fosse troppo lontana.

Tre mesi in realtà, mancavano solo tre mesi. Avevano così poco tempo. Hermione era convinta che potesse finalmente passare un sereno, per quanto le cose fatte con un Malfoy potessero definirsi tali, Natale con Draco. Ora che finalmente le cose tra loro stavano andando bene. E invece dovevano di nuovo pensare a qualcos'altro prima di lei. Tre mesi e poi sarebbe scoppiato l'inferno. I maghi più potenti che il Mondo Magico avesse mai avuto. Dovevano combattere per cause sconosciute, difendere l'intero Mondo dei maghi che era nelle loro mani. Avevano un compito più grande di loro stessi da portare sulle spalle. Dovevano preparare tutti alla guerra. E loro?! A loro chi li preparava, chi ci pensava a ricordarli che si sarebbero nuovamente dovuti negare attimi di tranquillità. Non sapevano che volto avessero i loro nemici, probabilmente dovevano essere peggio di Zack. Sapevano solo che tutto dipendeva da loro e dalle loro scelte.
Hermione trattenne a stento le lacrime, forse non era ancora il suo momento per essere felice con Draco. Pensò la ragazza con una punta di delusione.

"Signor preside, se ha finito, noi torneremmo alla nostra stanza per pensarci su e poi informarla domani delle nostre decisioni" disse Draco cortese, ma in realtà voleva smetterla di sentire quel vecchio parlare. Si era annoiato abbastanza e le sue parole erano servite solo ad accrescere la paura di perdere Hermione in guerra. Non lo avrebbe sopportato.

Il preside non disse nulla, semplicemente si avviccinò ai due ragazzi e sfregò la sua bacchetta quattro volte sul braccio destro di entrambi i rampolli. Dalle mani di quest'ultimi uscirono due luci verdastre che andarono ad intrecciarsi tra loro, proprio come le spire di un serpente. Quella era la prova inconfutabile che erano gli eredi di Serpeverde. Poi la luce scomparve e tornò tutto come prima.

"Ora potete fare magie senza la bacchetta, ma badate bene a controllare i vostri sentimenti di rabbia o odio, perchè potreste essere letali senza volerlo. Ora le vostre emozioni sono del tutto amplificate. Ah, un'altra cosa: siete legati. Quando uno dei due starà male, starà male anche l'altro. Potrete parlare mentalmente e sapere sempre dove sarà l'altro in battaglia. Ora potete andare"


 Tornando al dormitorio..

Nessuno dei due, sulla strada verso il dormitorio, aveva osato rivolgere parola all'altro. Erano troppo immersi nei loro pensieri.
Draco continuava a pensare che Hermione non poteva affrontare una guerra. Non poteva perchè era percioloso. Non poteva perchè lei doveva stare lontana dalla morte e la disperazione. Non poteva..perchè non poteva e basta. Era la sua piccola testarda e niente doveva toccarla. Con questi pensieri in testa, Draco pronunciò la parola d'ordine al ritratto del Barone Sanguinario. Parola che ormai sapeva anche Hermione, in quanto ormai viveva lì insieme al suo futuro marito.

Entrati nella Sala Comune, una luce verdastra, proveniente dai cinque camini in pietra, investì i loro occhi, costringendoli a socchiuderli appena e abituarsi alla luce. Ma non fu l'unica cosa a travolgerli. Una ragazza dai capelli biondissimi si fiondò dalle braccia di Blaise a quelle di Draco, appena quest'ultimo mise passo all'interno della stanza.

Senza dire o chiedere nulla, Draco strinse a sè Regina, portandola sul suo petto. Per un attimo calò il silenzio  nella sala comune, dove alcuni ragazzi chiacchieravano amabilmente, e tutti gli occhi erano puntati su loro. Era strano vederli prodigarsi in gesti di affetto, non erano esattamente all'ordine del giorno. Erano atteggiamenti più che rari per i due Malfoy e, ormai, non li vedevano più così da tempo. Ma stavano cercando di recuperare.
Draco lanciò uno sguardo omicida a tutti i suoi compagni di casata e questi, di tutta risposta, frettolosamente ripresero a parlare tra loro. Avevano paura di Draco, forse perchè era il loro Principe e quindi il più spietato tra le serpi o perchè era un Malfoy.
Oppure, molto più probabilmente, si aspettavano di origliare cosa Silente avesse detto ai due ragazzi.

"Che è successo?" chiese Draco, continuando a stringere la sorella e prendendo ad accarezzarle i capelli con fare tranquillizzante.

"Nulla, avevo solo paura che Silente dovesse dirvi qualcosa di brutto. Magari sui nostri genitori. Ora va meglio" gli assicurò la sorella che continuava ad abbracciarlo. Guardò Hermione che era alle spalle del fratello e poi, non riuscendo a sostenere lo sguardo, lo abbassò verso il pavimento. Ispirò il profumo di Draco e  quest'ultimo le diede un fraterno bacio sul collo, per poi lasciarla andare.

"Sicura?" domandò ancora Draco guardandola intensamente negli occhi, cercando di cogliere ogni emozione e ogni cambiamento repentino all'interno degli occhi di Regina. Ma era una Malfoy come lui, abile nella freddezza e bravissima a nascondere i suoi sentimenti, perciò non trovò nessuna traccia di insicurezza.

"Si" sorrise e chiese cosa avesse comunicato Silente ai due ragazzi.

"Domani lo saprai. Io salgo. Vieni?" si girò Draco verso Hermione.

"Tu inizia a salire, io ti raggiungo" e così Draco fece. Hermione, appena fu certa che fosse sparito sopra le scale, seguito da Blaise, prese Regina per un polso e la trascinò sul divano in pelle nera più vicino.

"Che diavolo succede? A me non la dai a bere, ho visto il tuo sguardo mentre sei corsa ad abbracciare Draco" la ragazza cominciò il discorso la riccia. Era stanca di parlare quel giorno, ma non sarebbe mai andata a dormire sapendo che una delle sue due migliori amiche stava male.

"E' tornato Harry" rispose semplicemente la ragazza e, in un attimo, il cuore di Hermione prese a battere velocemente e a fare le capriole. Harry. Il suo migliore amico era tornato. Quante volte l'aveva pensato e si era chiesta come stasse, con chi fosse o cosa facesse.

"Bhe ma è una notizia fantastica. Perchè lo dici come se fosse morto qualcuno?" chiese ancora confusa Hermione.

"Perchè non è solo" disse con voce spezzata Regina, guardando un punto indefinito della stanza.

"Che intendi dire?" un'altra domanda, la cui risposta era temuta.

"Intendo dire che io e Blaise l'abbiamo incontrato per i corridoi. E' arrivato oggi pomeriggio e non mi ha nemmeno avvisata. Era troppo impegnato con..Selena. La sua nuova fidanzata" Regina sputò quelle parole con tutto l'odio che aveva in corpo. Ma poi, come era solita fare, riprese la sua maschera di freddezza e indifferenza.

Hermione rimase sconvolta qualche attimo. Poi parlò a sillabe:

"Ma..tu..lui ama te..lui..non può averlo fatto, è sposato con te e solo lui sa quanto ti ami" parole sconnesse, scollegate, senza più un senso per Regina.

"Non più. Abbiamo capito perchè se ne è andato, aveva un'altra da pensare. Io non gli andavo più bene evidentemente. Va bene così" falso.

"No, non va bene così. Lui ama te e lo sanno pure i muri. Deve esserci una spiegazione e tu te lo devi riprendere, è tuo marito" sentenziò Hermione con fare materno, pretendendo che la sua migliore amica l'ascoltasse e facesse come le stava suggerendo.

"Lei è bellissima" protestò debolmente la più piccola di casa Malfoy.

"Non esiste nessuna al mondo più bella di Regina Elettra Malfoy. Sei il sogno erotico di tutto il Mondo Magico. Ci sarà assolutamente una spiegazione. Harry non è tipo. Ti ama e lo farà fino alla fine dei suoi giorni" asserì con voce sicurame Hermione. Non cercava solo di convincere la sua amica, ma anche se stessa. Davvero il suo migliore amico era capace di qualcosa del genere oppure lei lo stava proteggendo perchè lo conosceva bene?

"Quando domattina la vedrai, cambierai idea" si alzò in piedi Regina, mettendo in mostra tutta la sua bellezza. "Sono stanca ora, buonanotte" stampò un bacio sulla guancia della sua riccia migliore amica e salì le scale, scomparendo anche lei come avevano fatto pochi minuti prima Blaise e Draco.

Decise di andare a dormire anche lei dopo la giornata avuta. Il giorno dopo sarebbe stato un giorno importante, l'indomani avrebbe parlato con Harry e avrebbe cercato di capire che diavolo stesse combinando. In realtà quella notte non dormì affatto, troppo impegnata nei suoi mille pensieri.

 
      Il giorno dopo..

Il discorso che fecero Draco ed Hermione il giorno dopo in sala grande lasciò soddisfatti i professori e interdetti o sorpresi i loro compagni. Impegno e determinazione erano le principali caratteristiche da adottare durante gli allenamenti. Quella mattina i due ragazzi avevano parlato e si erano consultati. Prima cominciavano, meglio era. perciò di comune accordo decisero di comunicare tutto quella mattina. Sconvolto, ognugno, dopo la colazione aveva raggiunto le proprie classi, dove avrebbero seguito le solite lezioni.
Hermione aveva incrociato Harry, ma, purtroppo la sua nuova fidanzata, non l'aveva lasciato nemmeno un attimo e non era riuscita a parlarci. Dovette dare ragione alla sua migliore amica. Era davvero bella, non più della sua migliore amica però. Regina era di una bellezza simile e sconvolgente. Molto simili fisicamente le due ragazze, ma Selena aveva l'aria di un'ochetta senza cervello. Harry le aveva solo fatto un mezzo sorriso e un gesto con la mano. Poi era stato portato via da Selena.

Il pomeriggio tutta la scuola si riunì nella Stanza delle Necessità e, in coppia, i ragazzi si allenavano. Draco ed Hermione facevano coppia insieme e mostravano come tenere la bacchetta o come pronunciare gli incantesimi o a cosa pensare, erano sul serio gli alunni più brillanti di sempre. Loro ormai non la bacchetta non la utilizzavano più e lo trovavano molto più comodo. Mentre pian piano gli altri imparavano, i due eredi di Salazar scoprivano sempre più i loro poteri e le loro potenzialità

Mentre i ragazzi continuavano ad esercitarsi in coppia, Draco ed Hermione passavano per vedere il lavoro che stavano svolgendo. Ogni tanto Silente e Minerva andavano ad aiutarli con la loro esperienza. Gli allenamenti erano duri e impiegavano tutto il pomeriggio. Da dopo pranzo fino alla cena.

"Weasley più alta la bacchetta" sibilò Daco vicino a Ron.

"Cosa ne sai tu Malfoy? Ti atteggi solo perchè adesso Silente ti ha messo qualcosa di strano in mente e ti credi sul serio il miglior mago mai esistito? Non puoi sapere nulla più di me" esclamò Ron infastidito da quella rappresaglia di Malfoy. Preferiva averli da Hermione i consigli, non da quel borioso viziato.

"Weasley fa come t'ho detto e basta, i Malfoy non sono conosciuti per la loro pazienza" continuò ad intimare il biondo stringendo i pugni e cominciandosi a irritare non poco.

Ron, a dispetto, continuò a tenere la bacchetta nello stesso modo in cui la teneva prima.

"Non ti hanno mai detto di non infastidire un Malfoy vero?" aveva alzato ora il tono di voce Draco, attirando gli sguardi di tutti, che smisero di lanciare incantesimi ed esercitarsi.

"Non penso tu sia abbastanza importante perchè qualcuno possa dirmi di stare attento a te" ribbattè Ron e solo Regina poteva sapere quanto fosse sbagliato far irritare suo fratello.

"Tu hai qualcosa da scontare ancora mi pare Weasley" gli occhi di del biondo rampollo di casa Malfoy divennero cremisi, la sua rabbia montò fino a diventare incontrollabile. In un attimo Ron si ritrovò sbattuto al muro opposto da uno schiantesimo. Uno stupeficium non verbale, che i poteri di Draco avevano scagliato contro quell'essere fastidioso senza che lui l'avesse deciso. Non che gli dispiacesse di certo. Se non lo aveva ancora fatto era per Hermione. Ora era soddisfatto.

E mentre tutti guardavano scandalizzati la potenza di Draco nel schiantare qualcuno senza bacchetta e senza nemmeno pronunciare l'incantesimo, i due eredi di Salazar si rendevano conto di cosa Silente intendesse dire quando aveva detto che i loro poteri erano letali, incontrollabili e molto potenti.

Draco fece un sorrisino di scherno in direzione di un Ron mezzo stordito e si girò sorridente verso gli altri ragazzi:

"Direi che qualcuno ha avuto ciò che si meritava dopo tanto, riprendiamo pure"

Un ghigno si disegnò su tutti i volti appartenenti alla casata Serpeverde.

 

****

LEI E' REGINA:




LEI E' SELENA:





 

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Capitolo 22
*** Prima volta! ***


PREMESSA: Il capitolo presenta una descrizione minuziosa.
Penso che fosse anche ora che dopo 22 capitolo questo accadesse.
Ho voluto dedicare un unico capitolo solo a questo perchè mi sembrava importante.
Spero vi piaccia e vi abbia soddisfatta,
un bacio.
DramioneMalfoy
Capitolo 22!
Prima volta!



 
Draco ed Hermione quella sera andarono a letto senza cenare. A nessuno dei due andava e, dopo gli allenamenti, erano esausti. 

Silente si aspettava grandi cose da loro, e per questo li spronava. E loro cercavano di dare il meglio, ma utilizzavano molte energie. Per questo la sera arrivavano stremati. 

"E' per quella ragazza con cui è tornato Potter che mi sorella è strana vero?! E' la fidanzata?" domandò improvvisamente Draco, mentre erano abbracciati a letto.

A Hermione non sembrava vero di poter passare quei momenti con Draco, li aveva attesi tanto e ora finalmente si godeva un po' di "tranquillità". Per quanto potesse definirsi tale l'ansia che l'attanagliava ogni attimo nel sapere della guerra, delle responsabilità. Draco la stringeva da dietro con un braccio e lei si lasciava cullare dal dolce profumo del ragazzo.

"Non lo so sinceramente. Spero Harry non faccia nulla di cui poi si possa pentire. Regina non lo perdonerebbe mai" risponde pochi secondi dopo la riccia, sistemandosi meglio tra le bracia del suo bellissimo futuro marito.

"Non sarebbe male come idea" suggerì Draco, che continuava a non poter sopportare il pensiero di sua sorella e il suo acerrimo nemico insieme. Sposati per di più. Il biondo strinse i pugni involontariamente e Hermione, sentendolo, prese ad accarezzargli il braccio possente. Il quale sentì rilassarlo sotto il suo tocco dolce e delicato.

"Non ti succederà nulla in guerra, vero?" domandò Hermione a bruciapelo. Smise di accarezzare improvvisamente Draco e si girò finalmente verso Draco, ancora tra le sue braccia. Aveva davvero tanta paura, nonostante lui fosse potente, come aveva dimostrato negli ultimi allenamenti. Era sicuramente il Mago migliore che avesse mai visto, l'erede di Salazar, il mago più potente del Mondo Magico. Come lei. 

Dracò sembrò rifletterci bene, soppesando le parole. Poi rispose:

"E a te?" anche Draco rivelò la sua paura, e si guardarono intensamente. I loro sguardi sembravano ipnotizzarsi a vicenda. Erano fuoco ed acqua. E sapevano alimentarsi o spegnersi a vicenza. Hermione non rispose. Non aveva certezze. La sua unica certezza era lui e l'amore che per lo stesso provava.


Letteralmente si avventò sulle labbra di Draco e lo baciò passionalmente, prendendogli il volto tra le mani. Non sapeva rispondere, eseguiva solo gli istinti che il suo corpo le stava suggerendo in quel momento.

Sentì le mani di Draco che, quasi a volerla torturare, salirono lentamente sulla sua schiena per poterla stringere forte a sè. Erano davvero rari quei momenti di tanta intimità, e stare stretta sul suo petto era una bella sensazione. Le mani del ragazzzo scesero ad accarezzarle l'incavo del collo e in seguito una si spostò verso la nuca della ragazza, approfondendo il bacio e accarezzando i bellissimi boccoli.

"Non ho nessuna certezza, solo quella di sapere che sei tu. Sei sempre stato tu e lo sarai sempre, incodizionatamente. Prima di chiunque altro. E ho paura, però questa paura mi ha convinta. Io sono pronta. La voglio ora la mia prima volta, con te..amore" pronunciò ansimante, mentre Draco le lambiva il collo abilmente. Ormai era esperto, ma con lei era delicato e dolce.

Si fermò e la guardò desideroso. Prese a baciarla nuovamente, mordendole il labbro inferiore. L'afferrò per le natiche e la fece sedere sulle sue gambe. Adesso le loro intimità erano divise solo dai sottili tessuti che vestivano. Hermione, leggermente imbarazzata per ciò che aveva detto e nuova a quel turbinio di emozioni che stava provando, si aggrappò alle possenti braccia del suo fidanzata, stringendosi sempre più a lui.

Non sapeva cosa l'avesse spinta finalmente a decidersi, probabilmente era stato il pensiero di perderlo. Non le importava sinceramente. L'aveva deciso spontaneamente e si sentiva pronta.

I loro corpi erano caldi e Hermione si sentì a casa, stare sul petto di Draco la faceva sentire protetta. Perchè lui la proteggeva. Era cambiato sul serio e, ora, si ritrovava a baciare ogni centimetro dei suoi addominali scolpiti dal Quidditch. Lui intando le passava le mani fameliche  sui glutei, tenendola leggermente sollevata e stretta a sè.

Hermione allacciò le braccia intorno al suo collo e presero a guardarsi intensamente negli occhi. Draco capì il suo imbarazzo e decise di iniziarla a quel mondo, che lui conosceva benissimo. Per Hermione era la prima volta, era tutto nuovo. Sarebbe stato lui a guidarla.

La guardò con occhi desiderosi e osservò ogni centimetro del viso della sua fidanzata. Le alzò piano la sottana e accarezzò le gambe liscie di Hermione, facendola ansimare ancora di più. La ragazza boccheggiò, cercando di prendere aria. Poi si sorrisero e si baciarono nuovamente.

Draco la spinse delicatamente sotto di sè, facendola distendare. Lui si posizionò sopra di lei e si puntellò sulle braccia per non pensarle adosso. Poi cominciò la sua lenta tortura, leccandole e mordendole il collo. Le lasciò una scia bollente di baci che partirono dall'incavo della spalla, fino alla scollatura della sottana sul seno.

"Farà male" spiegò Draco, quasi a volerle dire che era ancora in tempo.

"Lo voglio" si strinse tra le sue braccia e pronunciò quelle parole sicura di sè.

"Non voglio che tu te ne penta" si giustificò il ragazzo, baciando l'incavo tra i due seni.

Hermione gemette e gettò il capo all'indietro, stringendo tra le mani il lenzuolo candido.

"Ti amo Draco" disse di tutta risposta Hermione.

"Ti amo anche io Hermione" cinque parole ed Hermione si sentì la ragazza più felice del mondo. 

Draco prese a giocare di nuovo con la bocca umida della riccia. Sollevò nuovamente la sottana nera di Hermione e gliela sfilò abilmente. Era bellissima Le sfilò il reggiseno e osservò i seni sodi. I capezzoli ora erano turgidi. La grifona ora passava le mani sulla schiena nuda del ragazzo. Intanto Draco prese tra le mani i seni duri e iniziò a mordere l'aureola più scura, mentre la ragazza si eccitava sempre di più sotto il suo collo e il suo membro caldo. 

Il biondo tracciò una linea di baci dal ventre fino alla sua intimità. Le divaricò dolcemente le gambe e, sotto il suo sguardo desideroso, le sfilò le mutandine, nere anch'esse.

"Sei bellissima" le sussurrò all'orecchio facendola avvampare. 

Hermione circondò la vita di Draco con le sue gambe e si aggrappò a lui, abbandonandosi alle sue mani esperte. Poi, insieme all'aiuto di Draco, gli sfilò i pantaloni.

La ragazza accarezzò i muscoli possenti della serpe e lo attirò nuovamente a sè, in un baciodolce e carezzevole. I boxer di Draco sparirono poco tempo da qualche parte sul pavimento, insieme agli altri indumenti. Ora erano entrambi completamente nudi e i loro corpi caldi erano a contatto l'uno sull'altro.

"Pronta?" domandò Draco sperando di farle il meno male possibile. L'aveva fatto con tante ragazze, di cui si era preoccupato ben poco. Ma lei era tutt'altra cosa. Era il suo amore vero e sapeva che la prima volta faceva molto male. Hermione, però, era più che convinta e annuì sicura di Draco.

Quest'ultimo si abbassò e incontrò l'entrata dell'intimita di Hermione, che era calda e bagnata per l'eccitazione. La ragazza strinse le braccia sulle spalle del fidanzato ed egli penetrò in lei con una spinta decisa. La ragazzà si irrigidì e represse un urlo. Emise solo un leggero gemito che indicavano un dolore e una sopresa causata da quelle nuove emozioni. 

Poi si rilassò nelle sue braccia e una strana sensazione crebbe in lei. Si sentiva felice e completa. Il ragazzo cominciò piano a muoversi e lei mordicchiò il collo del biondo ragazzo. Nessuna preoccupazione, nessuna guerra in quel momento. Sentiva il membro di Draco muoversi lentamente dentro di lei, che, per tutta risposta, impaziente aumentò le spinte muovendo il suo bacino con quello di Draco. Allo stesso ritrmo.

Entrambi ansimavano e con foga si cercavano, baciandosi e accarezzandosi. Mentre lui ancora era dentro di lei, Hermione li carezzò le spalle muscolose. Si lasciò totalmente andare e Draco, per tranquillizzarla a quella nuova sensazione, le lasciò baci caldi ovunque.

Fecero l'amore tutta la notte, Hermione scoprì quelle nuove sensazioni coinvolgenti. Sussurri e gemiti regnarono nell'aria tutta la notte.

Arrivarono all'apice del piacere insieme, appagati e soddisfatti. Si sorrisero, ancora caldi. Draco uscì da lei e si sdraiò accanto. La cinse possessivamente con un braccio e la strinse al petto.

"Sei la mia vita" si, era sul serio cambiato. Era un Draco migliore. Le accarezzò dolcemente i capelli.

"Tu sei la mia amore, buonanotte" lei si rannicchiò tra le sue braccia e così si addormentarono.

La loro prima volta. Una macchia rossa macchiava il lenzuolo candido. La sua verginità.

Il segno del loro amore, forte ed indelebile.



 
 

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Capitolo 23
*** Missioni pericolose! ***


Capitolo 23
Missioni pericolose!


 
Da quando Draco e Hermione si erano concessi la prima volta, ogni attimo libero era buono per soddisfarsi. Ormai presenziavano ben poco ai pasti e, nonostante non le fosse ancora stato detto nulla, Regina sospettava che la sua amica avesse finalmente deciso di fare l’amore con suo fratello.
 
Neppure gli allenamenti, seppur duri ed estenuanti, riuscivano a stremarli al punto di rifiutare il corpo caldo dell’altro. Si assaggiavano e assaporavano in ogni momento che vi si potesse. In tutte le aule vuote, nei sotterranei dopo il coprifuoco, dopo gli allenamenti quando tutti erano andati via.
 
Erano l’una la droga dell’altro ed erano completamente assuefatti da loro e dal piacere che sapevano darsi reciprocamente.
 
Erano schivi e continuavano ad evitare i loro amici, troppo desiderosi di potersi di nuovo ricongiungere in quella stanza piena d’amore. Ormai tutti li vedevano poco e nessuno poteva dire di aver passato più di cinque minuti con uno dei due. Andavano sempre di fretta e, come tutti immaginavano, si separavano solo per le lezioni, raramente per qualche pasto e obbligatoriamente per gli allenamenti.
 
Quest’ultimi procedevano piuttosto bene. Ron non aveva più osato sfidare o alzare lo sguardo su Draco e ciò l’aveva salvato da numerosi incantesimi poco piacevoli.
 
Hermione scopriva sempre più ogni sfumatura dei suoi poteri e poterli realizzare senza bacchetta le sembrava ancora un po’ strano. Si stava abituando a quella situazione troppo in fretta. Aveva dovuto farlo, perché la guerra si avvicinava e non sapevano cosa o chi aspettarsi.
 
Tutto ciò che loro stavano facendo era per i loro amici e per la loro famiglia, per una speranza di vittoria e di pace. I loro poteri erano senz’altro i più potenti che il Mondo Magico avesse mai visto.
 
E, seppure qualcuno era ancora scettico a tutta quella storia degli eredi di Salazar, non potevano non crederci davanti alle loro smisurate capacità magiche.
 
Erano capaci di mandare a fuoco un oggetto senza nemmeno guardarlo o sapere che esso fosse all’interno della stanza. Perché, molto probabilmente, erano capaci persino di bruciarlo senza che fosse sotto il loro stesso tetto.
 
Le loro doti “rinvenute” dopo circa diciassette anni dalla loro nascita e la rivelazione sull’imminente guerra, fece scalpore e girò per tutto il mondo Magico.
 
Non vi era giornale che non pubblicasse una loro foto, un’intervista a Silente. Non c’era notizia nel Mondo dei Maghi che aveva mai ricevuto tale importanza.
 
La scoperta dei nuovi eredi di Serpeverde era sulle bocche di tutti. Ancor più stupiti che la Grifona potesse essere in realtà un’abile e scaltra Serpe.
Tutti cercavano di strappare un’intervista. Ma i due ragazzi, come precedentemente già detto, sfruttavano tutti i momenti liberi per stare insieme.
 
Perché non sapevano quanto tempo nella loro vita avrebbe occupato e cosa la guerra avrebbe causato, e volevano poter dirsi e fare tutto. Così da non avere troppi rimpianti nel periodo che avrebbero dovuto essere attenti e tesi come corde di violino.
 
“Nessuna distrazione!”Aveva detto Silente.
 
Proprio quel giorno, infatti, Silente aveva rivelato loro la mazziata..
 
Adesso Draco ed Hermione erano nella loro camera. Nessuno dei due fiatava, nessuno dei due osava alzare lo sguardo sull’altra. Perché vi avrebbe letto la tristezza nel lasciare quello che era stato il loro nido e che li aveva accolti nelle braccia di Morfeo diverse notti. Insieme, nudi, stretti nella morsa incredibile che era il loro amore.
 
Ora si preparavano alla missione, prendevano le ultime cose. Ciò che più di necessario sarebbe servito per quella settimana. Non avrebbero avvisato nessuno. La loro assenza sarebbe stata comunicata agli altri da Silente.
 
I loro amici, con tutte le probabilità, se la sarebbero presa. Ma erano certi che la loro rabbia si sarebbe subito tramutata in preoccupazione. Preoccupazione per Draco ed Hermione, che andavano chissà dove ad affrontare chissà quali atrocità.
 
Per davvero non sapeva nemmeno Silente cosa attendesse i due ragazzi, era stata un’avvisaglia dell’ultimo minuto. Qualcuno stava avanzando verso il Mondo Magico. Qualcuno di oscuro, qualcuno che stava lasciando una traccia oscura e di morte dietro di sé.
 
Il Ministero era subito informato di questa oscura presenza e aveva immediatamente provveduto ad avvisare Silente.
 
Probabilmente un Murdhows, fin troppo esperto per poter essere lasciato libero e combatterlo solo una volta arrivato nel Mondo Magico.
 
Ora i due ragazzi stavano lanciando gli ultimi sguardi a quella camera che sapevano avrebbero rivisto dopo qualche giorno o che, con molte probabilità, non avrebbero rivisto affatto.
 
 
Nel frattempo..
 
“Tu sei qui per lei” tuonò furiosa una ragazza bionda, alzandosi in piedi e mostrando così le sue gambe bianche e perfette. La camicia del ragazzo di fronte a lei fasciava perfettamente tutte le curve del suo corpo, sinuose e aggraziate.
 
Ma non perfette come le sue.
 
“Ti ho già detto di smetterla” sibilò freddo il ragazzo di tutta risposta. Le lanciò uno sguardo truce e le intimò di non continuare quella conversazione.
 
Ma la ragazza, per niente spaventata, proseguì la sua sfuriata e lanciò un ‘Muffliato’ alla stanza, insonorizzandola. Così nessuno avrebbe potuto udire il loro litigio nel bel mezzo della notte.
 
Nonostante l’ora la ragazza non era intenzionata a smettere o a lasciar correre. Quella era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.
 
“Ti ho visto come la guardi, sai?!” continuò la misteriosa ragazza, puntando il dito accusatorio in direzione del moro.
 
“L’hai osservata durante tutta la cena. E ora le chiedi anche di incontrarvi?” domandò al limite di ogni umana sopportazione la ragazza. Riferendosi alla lettera che il suo fidanzato aveva mandato a quella..viziata.
 
“Sai benissimo che devo farlo, tesoro” mormorò il ragazzo, abbracciando la vita della ragazza e abbassandosi a baciarle il collo candido. Sperando che la finisse di sfuriare e si calmasse. Aveva già un gran mal di testa di suo e lei non aiutava.
 
Rivederla l’aveva destabilizzato.
 
“Lo so. Ma..ami me..vero?” domandò sospirando la ragazza quando il fidanzato prese a leccare l’incavo tra i due suoi seni. Gettò la testa indietro e si godette quel senso di pace. La guerra era vicina e gli allenamenti erano stancanti.
 
“Solo te. Te l’ho già detto ieri, lei è solo una questione scomoda di cui presto ci libereremo. Per ora fa ancora parte del piano” sussurrò roco il ragazzo. Mentre, ancora una volta, prendeva a soddisfare i piaceri della ragazza.
 
Qualche giorno dopo..
 
“Cazzo” sussurrò con voce stanca un ragazzo che aveva tutta l’aria di non aver dormito e la carnagione più pallida del solito.
 
Con un salto elegante, degno di qualsiasi purosangue, Draco si tuffò con Hermione in un angolo dell’immenso e tetro corridoio. La spinse sul pavimento e si stese sopra lei, attento a non pesarle.
 
Intravidero la bomba esplodere. Ansimante, Hermione si appiattì contro la parete per isolarli. La vampata di fuoco si diradò fino a pochi centimetri dalle loro figure e, nel crepitio violento delle fiamme che raggiungevano le loro gambe, Hermione sentì una sensazione di calore ai suoi piedi.
 
Poi tutto finì e Draco l’aiutò a sollevarsi. La ragazza si aspettò di sentire una folata fresca, invece l’aria nella stanza era calda e rarefatta. Strizzò gli occhi per abituarsi alla poca luce e lanciò per un attimo lo sguardo ai cadaveri dei Murdhows che avevano appena affrontato.
 
Draco continuava ad avere la sua espressione dura e glaciale in volto, quasi come stesse giocando una partita di Quidditch. La studiò in volto, poi le accarezzò una guancia e le sussurrò:
 
“Stai bene?”
 
La ragazza, ancora incapacitata di parlare, si limitò ad annuire. Poi prese un profondo respiro e chiese di risposta:
 
“Tu?” riferendosi alla camicia bruciata di Draco e alla pelle scottata che si era procurato per proteggerla dallo scoppio della bomba. Si morse il labbro e mise la sua mano sulla pelle bruciata del biondo per curarla. Ma quest’ultimo la fermò:
 
“Non c’è tempo. Sopravviverò. Andiamo”
 
Salirono di corsa le scale, alla ricerca degli ultimi Murdhows. Hermione sentì i piedi dolerle a ogni passo. Erano giorni che non riposavano decentemente, alla ricerca di tutti coloro che in quel momento stavano minacciando l’avanzamento nel Mondo Magico.
 
Stordita, rimase a fissare l’oscurità della stanza in cima alla scala. Dalla stanza accanto si udirono degli schianti, lo scricchiolio del legno che si frantumava contro la pietra e clangori metallici. Le stanze sotterranee stavano cadendo a pezzi.
 
“Dobbiamo andare via di qui” urlò Hermione per farsi sentire, mentre le macerie cominciavano a cadere nelle stanze a loro sottostanti.
 
Draco annuì, dotato del suo solito sangue freddo e la prese per mano. Quasi a volerla confortare. Infatti quel contatto riscaldò Hermione, che per tutta risposta gli sorrise e lo seguì correndo.
 
In poco tempo trovarono un passaggio di quel grande edificio che portava chissà dove. Decisero di seguirlo, sperando di trovare l’uscita. Lo percorsero affrettando il passo e facendosi guidare dalle linee cure delle pareti.
 
“C’è una luce fioca lì, la vedi?” intimò silenziosamente il ragazzo, mentre tirava dietro di sé la fidanzata.
 
Sentirono il rumore di un camino che si accendeva. Poi presero a correre. Ogni passo strappava una lacrima di dolore alla riccia, ma l’agonia dei piedi era diventata una tale tortura che non la sentiva nemmeno più. Aveva cominciato a far parte di lei da qualche giorno.
 
Si fermò, vedendo che due dei Murhows stavano per scomparire all’interno del camino. Di colpo una porta alla loro destra si spalancò e ne uscì una Murdhows.
 
Aveva un’aria fetida e malaticcia. Avanzò barcollando con i denti aguzzi e una baccetta nella mano monca e malferma. Senz’alto era la peggiore che avessero visto quel giorno. I quattro maghi già presenti nella stanza si fermarono a guardarla.
 
Erano tre contro due. I Murdhows vrebbero vinto, se solo i due non fossero stati gli eredi di Salazar. I Murdhows che si stavano smaterializzando spaventati, ora ghignavano divertiti. Sapendo che Lady Savana, la donna dall’aspetto putrefatto che era appena entrata nella stanza, aveva tutta l’esperienza per poter uccidere quei due ragazzi. Era un misto tra un Murdhows e un mago. Un mix molto potente.
 
Hermione sgranò gli occhi alla vista di tale orrore, mentre Draco si limitò ad esibire un’espressione disgustata. Tirò nuovamente Hermione dietro di sé, proteggendola.
 
“Malfoy, Granger, finalmente” sussurrò debolmente la donna che doveva essere ora in fin di vita. I Murdhows smisero di ghignare e si resero conto che probabilmente ‘stavolta nemmeno Lady Savana li avrebbe potuti salvare.
 
“Devo essere in paradiso” scoppiò in una risata rauca e si mise a fissare Hermione con gli occhi iniettati di sangue.
 
Tentò di sollevare la bacchetta, ma barcollò e andò a sbattere contro la parete opposta. Per poi rimettersi subito in piedi. La donna era avvolta da una nube d’oppio.
 
Non ci volle molto per ucciderla, risparmiandole così una morte ben peggiore. Mentre il suo corpo era in putrefazione da qualche altra parte, la parete continuava a crollare. Hermione e Draco avevano cominciato a combattere con gli altri due Murdhows che, non vedendo altra via d’uscita, si tuffarono nuovamente nel camino tentando di smaterializzarsi.
 
Draco urlò il nome di uno dei due e si lanciò in avanti, ma un’altra esplosione dall’interno della stanza lo fece bloccare di colpo. Un lungo blocco di scisto si staccò dal soffitto sopra la sua testa.
 
“DRACO” fu l’unico urlo che Hermione riuscì a emettere.
 
L’unico urlo strozzato che uscì dalle labbra secche di Hermione Jean Granger, alla vista del blocco di cemento cedere dall’alto soffitto sotto il quale vi era Draco Lucius Malfoy..


 
*************
Spazio autrice:
AAAAHHH LO SOO CHE SONO CATTIVA,MA NON PER QUESTO MI AMMAZZERETE (SPERO)
Ringrazio chi recensisce, segue e mi appoggia.
Per me il vostro sostegno è tutto, spero il capitolo vi sia piaciuto.
Al prossimo aggiornamento,
un bacione grandissimo.
La vostra DramioneMalfoy.
 
 

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Capitolo 24
*** Ritorni di fiamma! ***


Capitolo 24
Ritorni di fiamma!


 
Hermione stringeva spasmodicamente il fazzoletto che aveva tra le mani, pregando di risvegliarsi presto da quel brutto incubo. Sperando fosse veramente solo un brutto sogno. Piangeva lacrime salate e non si curava della fitta al petto, perchè il suo pensiero era rivolto a lui. Continuava a farfugliare qualcosa, parole sconnesse e illogiche.

Aveva visto il soffitto crollare sopra la testa di Draco, e con lui stava cadendo a pezzi anche tutto il suo mondo. Poi l'oblio. Non ricordava più nulla, si era solo risvegliata esattamente dove si trovava in quel momento

Ora si ritrovava sola, nel bel mezzo della Sala Grande di Hogwarts, a osservare impotente con le lacrime agli occhi la guerra che si stava scatenando nell'ampia stanza.

Sapeva di dover agire e dover fare qualcosa, era l'unica in grado di poter fermare le minacce che incombevano sul Mondo Magico, le aveva detto Silente. Ma non avrebbe avuto più senso per lei reagire e lottare per un mondo senza Draco.

L'odore del sangue dei caduti di entrambe le fazioni le stava riempendo le narici e l'odore acre di morte le stava macchiano a fuoco la pelle. Sapeva che il Mondo Magico non ce l' avrebbe fatta senza i suoi poteri, ma, in fondo, nemmeno lei ce l'avrebbe fatta senza Draco.

Rimase a piangere con le mani congiunte per molto, mentre il dolore al petto si faceva sempre più insopportabile e intenso. Osservava il fuoco che si alzava in alcuni punti della stanza, bruciando il tappeto.

Vedeva bacchette sguainarsi e combattere per difendere il proprio mondo. Incantesimi di vario colore che venivano lanciati da una parte all'altra dell'atrio. Maledizioni senza perdono scagliate come se fossero quotidiani incantesimi. Era ferma, seduta vicino al camino. Si era risvegliata lì, aveva visto Harry parlarle, ma non l'aveva ascoltato. Poi qualcuno l'aveva trascinato via. E lei non aveva fatto nulla per fermarlo, era come immobile. In una realtà tutta sua, troppo lontana o differente da quella che stava vivendo.

Ricordava solo che Draco era...morto? Rivedeva la scena ripetersi milioni di volte nella sua mente. Quel blocco di cemento staccarsi dal soffito sotto il quale vi era Draco, continuava a riaffiorarle nei ricordi.

Aveva preso a piangere sommessamente e di lì aveva visto scatenarsi l'inferno. Aveva sentito dei boati ed aveva intuito che il castello era stato attaccato.

Forse da altri Murdhows, ma non fece nulla per accertarsene. Non le importava. 

Qualcuno, visi amici e non, l'aveva scrollata e strattonata più volte. Ma anche se si fermava a osservare i loro volti carichi di espressioni supplichevoli, non li ascoltava. Come aveva fatto con Harry.
Nessuno era riuscito a strapparla dal tropidio in cui si era assopita.

Senti qualcosa colpirle allo stomaco, una sensazione di bruciore si propagò nelle sue vene e si irradiò per tutto il corpo. Sentì il respiro mozzarsi e l'aria venire meno. Cadde dalla sedia e strinse convulsamente la ferità, causata probabilmente da un cruciatus. Sentì mille aghi trafiggerle ogni centimetro di pelle. 

Poi fu nuovamente tutto buio, perse i sensi. L'unica cosa che percepì in quello stato di incoscienza fu una voce famiglaire pronunciare uno schiantesimo, due braccia sollevarla e portarla via.

Un profumo di menta e tabacco le investì le narici, sostituendosi alla puzza acre del sangue dei caduti in guerra.

"Draco" fu l'unica parola che riuscì a sussurrare, per poi perdere definitivamente i sensi.


Nel frattempo, in cortile..

"Dov'è la tua Barbie?" domandò in senso dispregiativo la Malfoy in direzione di Harry, mentre combatteva contro un Murdhows.

Ghignò in direzione di questo, poichè gli stava dando filo da torcere. Un altro solo colpo e sarebbe caduto stramazzato al suolo.

Aveva combattuto già con diversi Murdhows, avendo la meglio. Aveva sentito qualcosa colpire il castello e i professori accorrere con naturalezza. Quasi come se stessero attendendo quell'avvenimento. Tutti i ragazzi, incuriositi, si erano precipitati fuori al castello. Aveva visto materializzarsi i suoi genitori, di genitori di Blaise e i signori Granger. Altri auror e gli alunni delle altre due scuole magiche. Erano tutti schierati contro un'ampia squadra di Murdhows che avanzavano a passo sicuro verso l'imponente castello.

Ora si ritrovava a combattere al fianco di Harry, l'ultima persona con cui avrebbe voluto fare coppia. 

Stavano combattendo con tre Murdhows contemporaneamente, coprendosi le spalle a vicenda. Involtontariamente si sfiorarono più di una volta e quei pochi contatti, servirono a caricarli di adrenalina.

"Gelosa amore?" sussurrò malizioso al suo orecchio. Con uno scatto abile e veloce strappò il cuore dal petto di due Murdhows, mentre Regina uccideva il terzo con un 'Avada Kedavra".

Harry lasciò cadere i due muscoli sanguinanti, sotto lo sguardo scioccato di Regina.Il moro, per tutta risposta, fece spallucce.

"Mi sono rimasti alcuni dei poteri che avevo quando ero un demone"

La bionda lo guardò compiaciuta, per poi distogliere lo sguardo e puntarlo su tutti i suoi compagni di scuola e non combattere contro i Murdhows.

"La velocità" cominciò Harry.

Regina fu attirata velocemente dai fianchi contro il corpo del ragazzo. In un attimo si ritrovò dall'altro capo del cortile, completamente opposto rispetto a dove si trovava pochi attimi prima.

"L'agilità" continuò il Potter.

Nel giro di qualche secondo i due ragazzi erano sulla torre più alta di Hogwarts.
Di lì potevano vedere la battaglia. Tutto ciò che accadeva era visto con precisione da quell'altezza.

Harry era dietro di lei e l'abbracciava dai fianchi. I loro corpi erano attaccati e Regina poteva sentire la calda eccitazione di Harry premere esigente contro il suo fondoschiena. Scariche di elettricità si propagarono dai due corpi che, atratti l'uno dall'altro, si incatenarono in una stravolgente passione.

Harry la girò con violenza e si impossessò delle sue labbra umide, prendendo a morderle avidamente. La spinse contro una colonna e le sollevò la gonna, portando le sue mani ad accarezzare le sue cosce calde.

Regina gemette quando, irrazionalmente, strinse i capelli corvini del ragazzo tra le sue lunghe dita affusolate. Harry scese a baciarle il collo, tracciando una scia di baci bagnati e bollenti dall'incavo del suo collo fino alla scollatura della maglia. Strinse le cosce morbide 

Staccò in maniera frenetica tutti i bottoni della camicia del moro e scese ad accarezzare la sua erezione eccitata. Harry strinse un pugno e prese a mordere il collo della ragazza, violentemente, senza darle tregua dagli spasmi che la loro vicinanza le stavano procurando.

In pochi attimi furono nudi, uno sopra l'altra. E furono di nuovo un'unica cosa, dopo tanto tempo. Si sentirono pienti e completi, saziandosi a vicenda.

Harry infilò due dita nell'intimità della ragazza, che prese a muoversi ritmicamente per l'eccitazione. 

Vennero insieme, appagati. Pochi metri più sotto una guerra infuriava, mentre un'altra guerra si era scatentata nei loro corpi.


Nel frattempo, nei dormitori di Grifondoro..

"Perchè avete già attaccato? Non erano questi i piani. Dovevamo aspettare" infuriò la ragazza mentre i suoi occhi diventavano cremisi.

"Calmati sorellina, non potevamo di certo aspettare che tu riuscissi nella tua impresa amorosa. Ti ho già detto che il tuo compito è capire cos'hanno in mente, non giocare alla ragazzina innamorata" incalzò tranquillamente il ragazzo, mentre udiva il 'piacevole' suono delle maledizioni senza perdono che venivano scagliate di sotto.

"Non dovete toccarlo" alzò ancora di più il tono di voce.

In un attimo il fratello le fu dietro, le prese i capelli e le piegò il collo.

"Non sei nella posizione di dare ordini. Non innamorati Jules,una petulante ragazzina con gli ormoni a mille è l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno. Non rovinare i nostri piani. Abbiamo aspettato e lavorato tanto. Un ragazzo non ne vale la pena. Sei così bella, puoi avere chi vuoi. Tranne lui" le guardò famelico il collo candido ed ebbe la tentazione di morderlo e gustarne il tanto prelibato sangue.

"Tieni a bada il tuo piccolo demone, fratellino. Non è giornata per nutrirti di me. Non lo amo. Ma non dovete toccarlo. Niente intralcerà il nostro piano" rispose sicura la ragazza, strattonandosi dalla sua presa.

"Non scenderemo in battaglia adesso noi due, aspetteremo" la informò il ragazzo, ma la sua sembrava più una minaccia che un avviso "Per nessuno. Nemmeno se 'qualcuno' fosse in pericolo. Non rischiare piccolina, non metterti nei casini. Rimani nella tua stanza e attendi la fine di tutto. Quando finirà questa battaglia, cerca il tuo..non farmelo dire, disperatamente. Piangi e fai finta che tu stia male. Sei brava a fingere" le andò vicino e le strappò una manica per rendere più realistico il fatto che avesse combattutto per cercare il ragazzo per tutta Hogwarts.

"Sono potente quanto te, fratellino. Non darmi ordini" avvisò minacciosamente la ragazza, senza scalfire minimamente il ragazzo, che prontamente ghignò.

"La tua parte di Murdhows è potente quanto la mia, Jules. Non la tua parte di vampiro" sottolineò il ragazzo, per poi sparire.

La ragazza stava per ribbattere. Ma, vedendolo scomaprire, imprecò solamente il suo nome:

"Damon!"


In cortile..

Harry e Regina correvano per mano a perdifiato per i corridoi di Hogwarts, evitando maledizioni e incantesimi. Arrivarono alla grande porta in mogano del castello, che dava sull'ampio cortile. 

Lo scenario era orribile. Vi erano corpi senza vita ovunque, il cielo era plumbeo, come a voler sottolineare quegli attimi atroci. Il dramma che si stava consumando era evidente per entrambe le fazioni che stavano perdendo maghi egualmente.

Regina scorse Blaise, mentre faceva fuori un Murdhows.Camminò in sua direzione, stando ben attenta, mentre Harry, che ancora la teneva per mano, le copriva le spalle.

"Blaise" mormorò al moro, quasi non potendo credere di scorgere un viso familiare. Aveva perso di vista i suoi genitori e suo fratello "Blaise dov'è mio fratello?" 

Il ragazzo si voltò in sua direzione e le rivolse un sorriso stupendo, come se non stesse infuriando una guerra intorno a loro.
Amava il suo migliore amico, era capace di infonderle sicurezza in ogni tipo di situazione in cui si trovassero. Sapeva rassicurarla e farla sentire a casa.

Un amore fraterno, forse..

Sentiva solo un calore propagarsi in tutto il corpo quando era seduta sul divano davanti al camino nella Sala Comune abbracciata a lui. Si sentiva protetta e a casa.

"Regina, ho avuto così paura che.." ma poi Blaise si fermò improvvisamente. Il suo sorriso scomparve nell'appurare chi ci fosse dietro le spalle della ragazza. Harry Potter.

Avevano i capelli scompigliati, la gonna di Regina era stropicciata e la camicia di Harry semiaperta. Immaginò la scena di loro due avvinghiati, poi preferì cancellarla. Era solo una sua amica, non doveva importargli. Doveva essere felice per lei. Ma non lo era. Scese con lo sguardo sulle loro mani intrecciate, poi serio e di una freddezza degna di Serpeverde rispose:

"E' andato a cercare Hermione" 

Si allontanò dai due e riprese a combattere.

Regina sapeva di averlo ferito e in quel momentò si sentì ferita lei stessa. Sapere di avergli fatto male le toglieva il respiro e sentì una voragine divorarle lo stomaco.

Un Murdhows stava per attaccarla, ma Harry fu alle sue spalle in meno di un secondo e gli spezzò il collo con la sua forza di demone.

"Non c'è di che" mormorò ghignando in direzione di Regina.

"Per una volta l'hai salvata Potter" mormorò tagliente una voce alle sue spalle, lanciandogli un'evidente frecciatina.

"Draco per favore non è il momento" supplocò Regina riferendosi alla guerra che stava consumandosi intorno a loro.

"Come stai Hermione?" domandò Harry vedendo la sua ferita.

"Un cruciatus" spiegò semplicemente la ragazza, per poi sorridere stanca. Erano notti che lei e Draco non dormivano, ma ora avevano tutti bisogno di loro "Sto meglio, Draco mi ha passato le energie con la mente" spiegò. 

"E' il momento amore, so che sei stanca. Ma devi fare un piccolo sforzo" sussurrò il biondo all'orecchio della fidanzata. 

Lei annuì e gli prese le mani. Pronunciarono qualche incantesimo e una fiamma si sprigionò dalle loro mani, avvolgendo e cenerizzando tutti i Murdhows presenti su quel suolo.

L'incantesimo riuscì facilmente, così tanto che i due ragazzi se ne stupirono. Era davvero solo questo il pericolo?!

Il silenzio alleggiò per tutta la scuola, il castello era semidistrutto e l'aria era carica di morte e distruzione. Nessuno disse nulla o sollevò lo sguardo.

Hermione e Draco li avevano salvati tutti e l'unica cosa che potevano fare, ma che non sarebbe bastata, era ringraziarli.

"E' stato solo l'inzio. Non sarà sempre così facile. Vi voglio nel mio ufficio stasera alle otto" disse semplicemente il preside, per poi rientrare insieme agli altri professori. Sotto lo sguardo attonito e sconvolto di tutta la scuola. Gli adulti continuavano ad avere quella tranquillità e quella pacata calma.

Draco ed Hermione scorsero i loro genitori salutarli da lontano e rivolgerli uno sguardo carico di orgoglio. Poi si smaterializzarono come tutte le altre famiglie purosangue e gli auror.

I quattro ragazzi, intenzionati a darsi una ripulita, rientrarono nel castello. Dove scompiglio e caos regnavano nei corridoi e nelle Sale. Prese a piovere. Il cielo piangeva i suoi figli che erano morti per un ideale.

"HARRY" una voce urlò e il ragazzo menzionato si voltò in direzione di questa "HARRY!" ripetè nuovamente la voce, in maniera più intensa.

Finalmente il moro capì l'origine della voce. Selena, che portava sui vestiti i segni della lotta, corse incontro al ragazzo, per poi gettarsi tra le sue braccia.

Hermione e Draco assistevano alla scena, mentre Regina accanto a loro li osservava con disgusto.

"Sono incinta" 

Due parole. Il momento peggiore per avere un figlio. Regina ed Harry si gelarono sul posto. Doveva essere il loro momento, e invece non lo sarebbe mai stato.

Marito e moglie erano destinati a separarsi per sempre questa volta. Quella piccola creatura non aveva colpa.

Poi Selena svenne tra le sue braccia. Regina scappò via, seguita da Hermione. Il suo migliore amico l'aveva combinata grossa.

Eppure anche lei aveva da dire qualcosa a Draco. La cosa più giusta del loro amore nel momento più sbagliato dell'universo. 

 
****
Perdonatemi l'assenza, ma ho avuto brutti problemi in famiglia e non sono riuscita a collegarmi.
Spero possiate capirmi. Un grazie a chi mi segue. Appena potrò aggiornerò anche "Devil's Bets"
Un bacione,

DramioneMalfoy

 
 

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Capitolo 25
*** Un cielo pieno di stelle! ***


Odio o Amore?
Un cielo pieno di stelle!



Correva, correva a perdifiato lungo i tenebrosi corridoi dei sotterranei. Quella era un'ala del castello che le era sempre stata proibita visitare. Eppure lei era una bambina curiosa, troppo. Aveva ceduto alla tentazione ed ora si ritrovava a correre per non farsi scoprire dagli elfi che l'avrebbero detto a suo padre, che con un dito puntato ogni sera le raccomandava di rintanarsi nel suo letto e non uscirne fino a quando il sole non sarebbe sorto e soprattutto di non addentrarsi per i tetri corridoi che portavano all'oscura ala proibita.
Ma lei non aveva saputo resistere e, con poche falcate aveva guadagnato il lungo percorso che tracciava la sua camera all'altra parte del castello. 

Sapeva di essere destinata al male. Lo era anche suo fratello Damon. Quando gliel'avevano detto la bambina non aveva battuto ciglio.

Era piccola, ma sapeva di essere diversa dalle altre bambine figlie degli amici di suo padre. A volte le accadevano cose strane, eventi paranormali, sua madre era morta inspiegabilmente quando lei aveva solo 7 anni, molti ospiti scappavano dalla loro casa come impazziti affermando di aver visto o essere stati posseduti da demoni o entità sovrannaturali.

Perciò era arrivata ad una conclusione: era la sua famiglia ad essere destinata al male.

Ora Jules aveva 11 anni e si perdeva nei lunghi corridoi che la portavano all'ala misteriosa. Arrivata davanti all'enorme porta in legno massiccio sentì qualcosa avvolgerla. Come se qualcosa, o meglio qualcuno, le stesse reclamando l'anima. Come se stesse richiamando il suo potere, la sua oscurità. Si sentiva come se qualcuno stesse cercando di indicarle precocemente la via del male.
Poggiò la mano sul pomello in ottone e sentì una scarica d'adrenalina e di pura elettricità percorrerle il midollo e la spina dorsale. Stava per sospingere la porta e scoprire finalmente cosa si celava in quell'ala, poi udì un tonfo e, temendo d'essere scoperta, scappò via.

Jules adesso ha 17 anni, ma non ha mai dimenticato quella sensazione provata dinanzi a quella porta. Mai ci è tornata. Ora è la regina del male. Ora si prepara alla battaglia. Ora è una Murdhows. Ora è un vampiro. Ora lei è il male.
 

Hogwarts, presente
 
Un ragazzo alto, moro e dagli occhi color cielo, stava seduto sulle sponde del Lago Nero scrutando distrattamente l’orizzonte, mentre la sigaretta che aveva tra le dita si consumava sempre più ad ogni aspirata.
Accanto a lui sedeva una ragazza che gli ripeteva la lezione di Pozioni. In realtà, lui non sapeva nemmeno dove la ragazza fosse arrivata a leggere, impegnato a pensare ad altro.
“Blaise? Blaise mi stai ascoltando?” domandò la ragazza finalmente accorgendosi che il bel Serpeverde aveva la testa altrove.
Il ragazzo in questione sbuffò sonoramente per poi buttare via i resti della sua sigaretta.
“Mi ‘spiace Hermione non riesco a concentrarmi. Non hai bisogno di leggermi il tuo tema di Pozioni, sei sempre brava in tutte le materie” spiegò Blaise scacciando una mosca.
Hermione lo guardò assorta per un attimo, poi lamentò:
“Ma tu sei un Serpeverde, voi siete tutti bravi con la materia di Piton”
L’osservazione di Hermione non fece una piega, infatti tutti i ragazzi appartenenti alla casata di Salazar sembravano avere un innato dono per quella materia.
Blaise voltò piano il viso e scoppiò a ridere quando notò l’espressione infantile sul viso della ragazza.
“Anche tu sei una Serpeverde adesso o sbaglio?!” continuò a prendersi gioco di lei il moro.
“Ma Zabini ti pare che posso correggermi il compito da sola?” sbottò indignata la ragazza mentre tirava uno scappellotto sulla nuca del ragazzo di fronte a lei.
Lo guardò un attimo e ammise che le ragazze di Hogwarts non avevano tutti i torti a cadergli ai piedi. Blaise era il tipico ragazzo bello ma dannato, come Draco e Theodore Nott. Ammirati ma temuti da tutta la scuola.
“Fattelo correggere da Draco, è il primo della classe in pozioni. Il cocco di Piton” ghignò Blaise, immaginando e pregustando la scena del suo migliore amico che cerca di scappare dalla fidanzata e dalla sua ossessione per quel compito di Pozioni con tutte le scuse possibili.
“Appena gliel’ho chiesto ha detto di dover discutere una faccenda sui Murdhows con Silente. Patetica scusa!” commentò la ragazza sbuffando apertamente.
Si lisciò le pieghe della gonna della divisa e guardò in direzione del Lago Nero anch’ella.
Blaise le fece un sorriso a 32 denti e le scompigliò i capelli:
“Perché pensi sia una scusa Granger?”
“Perché se riguardasse la guerra Silente avrebbe convocato anche me. E poi perché siete delle serpi nate” digrignò i denti Hermione e osservò una farfalla svolazzarle intorno e poggiarsi sulla sua spalla.
“Senti chi parla, l’erede di Salazar” rise Blaise mentre la ragazza stringeva gli occhi a due fessure, fin quando Blaise non si fece serio e proseguì “Ma come fai?”
 
“Come faccio cosa?” sospirò confusa la ragazza mentre si sdraiava a pancia in su, godendo di quell’attimo di tranquillità e di quel caldo sole baciarle la pelle. Rivolse il proprio sguardo a Blaise e attese una sua risposta.
“Ad essere così indifferente quando una guerra che ti vedrà protagonista sta per scoppiare. Come fai a essere così tranquilla e a pensare al tema di Pozioni?”
“Perche sono l’erede di Salazar” imitò ridendo le parole che aveva precedentemente detto il ragazzo.
Il ragazzo non rispose e si limitò a prendere un’altra sigaretta dal pacchetto.
“Questa è la terza che fumi in due ore, sei assorto nei tuoi pensieri e non hai ascoltato nemmeno una parola sul tema. Ciò significa che sei pensieroso, a cosa pensi?” Hermione abbandonò definitivamente ogni tentativo di studiare, sentendosi inadeguata all’aria carica di guerra. Quell’anno erano stati sospesi tutti i G.U.F.O e i M.A.G.O, proprio per la guerra. Si sarebbero svolti alla fine di essa, sperando che la magia ne uscisse vincitrice.
Hermione nei dormitori tra dieci minuti, non tardare.
Sentì la voce di Draco rimbombarle nella mente e rispose immediatamente:
Quindici minuti, non prima. Sto parlando con Blaise.
Poi isolò la mente, così Draco non l’avrebbe più distratta.
Il moro però non sembrava intenzionato a rispondere e, di spalle al castello, disse solamente:
“Ti sta raggiungendo in questo momento l’oggetto dei miei pensiero” pronunciò socciato il ragazzo mentre aspirava dalla sigaretta.
Hermione si voltò e notò Regina che, con passo lesto, si dirigeva verso di loro. Bella e radiosa come sempre.
“Ma come hai fatto a sapere che era dietro di noi?” domandò stupita dai sensi del ragazzo. Quell’attimo di stupore le impedì di continuare a schermare la mente e la voce di Draco tornò di nuovo urgente tra le sue pareti:
Hermione. Hermione no. Cinque minuti da adesso, non di più. E’ urgente.
La riccia si alzò e, mormorando qualcosa nell’orecchio di Blaise, forse un ‘ne parliamo dopo’, rispose a Draco e si diresse verso la sua migliore amica.
Arrivo.
“Regina, come stai?” domandò frettolosamente la Granger alla sua migliore amica.
“Considerando che quest’anno avrei dovuto affrontare i G.U.F.O e invece non devo studiare bene Herm, ma perché sei così di fretta? Cos’ha Blaise?” domandò la bionda osservando le possenti spalle del ragazzo in questione, allenate dai tanti allenamenti di quidditch.
“Suppongo sia stanco. Devo andare da tuo fratello” fece per andarsene, quando sentì una voce richiamarla.
“Hermione” ma stavolta no, non era Draco. Il tono in tal caso non sarebbe stato così paziente visto il suo ritardo.
Si voltò e fissò interrogativa Blaise che, con una breve accelerazione del passo, la raggiunse in poche falcate. Le prese il foglio che stringeva tra le mani e spiegò semplicemente:
“Appena ho un po’ di tempo me lo leggo”
Hermione gli sorrise grata e, dopo avergli lasciato il suo tema di Pozioni, raggiunse in tutta fretta Draco che doveva essere davvero spazientito.
La ragazza ci mise precisamente 7 minuti e 43 secondi ad arrivare dal cortile, attraversare le scale che di starsene ferme non volevano saperne, raggiungere l’altra ala del castello, arrivare ai sotterranei e giungere fino alla porta della camera sua e di Draco.
Aprì la porta e immediatamente un dolce profumo le avvolse le narici, mentre due braccia forti e possenti le cingevano la vita.
Chiuse un attimo gli occhi e inspirò il piacevole odore che si propagava in tutta la stanza, godendo dei brividi che i baci sul collo di Draco le stavano donando.
“Non dovevi parlarmi di una questione urgente?” mormorò mentre rabbrividiva di piacere sotto l’esperto tocco del biondo. Si voltò tra le sue braccia e guardò i suoi profondi occhi grigi perdendosi ennesimamente in quello sconfinato spettacolo di sfumature.
“Ho detto che era urgente, non che dovevo parlarti” sussurrò rocamente il ragazzo al suo orecchio, mentre le spostava i capelli e abbassava la spallina della sua divisa scolastica estiva.
Inspirò profondamente il profumo di menta e tabacco di Draco che copriva quello che alleggiava nell’aria.
In un attimo furono sul letto, nudi, uno sull’altro. Ad amarsi, come facevano tutti gli attimi che passavano insieme.
Hermione inarcò la schiena sotto la piacevole tortura che Draco le stava infliggendo con baci bollenti che le stava tracciando dal collo fino alla sua intimità.
Quando fu dentro di lei, furono ancora una volta un’unica cosa.
Vennero insieme, soddisfacendosi e appagandosi a vicenda. Poi, stremata, Hermione si stese su un fianco e poggiò la sua guancia sul petto scolpito di Draco. All’altezza del cuore che si stava regolarizzando man mano dopo l’amplesso.
Il biondo prese a giocare con morbide e ricce ciocche dei capelli della sua ragazzo. Attorcigliò una ciocca profumata intorno al dito e tirò leggermente, costringendo Hermione a inclinare la testa e a donargli un casto bacio sulle labbra.
Rimasero in silenzio per un po’, la sera stava calando e nessuno dei due aveva voglia di scendere in Sala Grande a cenare.
“E di cos’è che parlavi con Blaise?” apostrofò con una punta di acidità Draco mentre alzava il sopracciglio.
“Non puoi veramente essere geloso anche di uno dei tuoi due migliori amici. Ma se mi merito un amplesso del genere in seguito alla tua gelosia vuol dire che passerò molto più tempo con Blaise e Theo” rise di gusto Hermione e la sua risata cristallina riempì l’aria.
Riempì anche il cuore di Draco, che si era ravveduto dal pensare che la sua Hermione fosse troppo fragile per affrontare una guerra. Era da proteggere è vero e questo continuava a pensarlo, ma sapeva anche rappresentare al meglio le due casate alle quali apparteneva, coraggiosa come un grifone che sfodera i propri lunghi artigli e letale come un serpente che mostra i suoi denti affilati e mortali.
Dopo attimi di silenzio, in cui il biondo aveva disegnato ghirigori immaginari sulla spalla nuda della ragazza, le posò un baciò tra i capelli e le mormorò rauco e sensuale all’orecchio:
“Vieni con me, voglio farti vedere una cosa”
Detto ciò, si vestirono di fretta e abbandonarono il letto sfatto e ancora caldo e intriso dei loro profumi, del loro amore.
Hermione, incuriosita come sempre, lo seguì velocemente.
 

Nel frattempo
 
“Blaise” l’aveva chiamato radiosamente la ragazza raggiungendolo. La sua migliore amica era appena andata via e lei si era diretta a passo svelto dal migliore amico che sedeva sulle sponde del lago.
Regina era conosciuta non solo per la sua invidiabile bellezza da modella di copertina o per la sua linea purissima di sangue, ma anche per le sue innumerevoli sfaccettature del sorriso. Alcuni erano ghigni, altri erano sorrisi di circostanza, altri ancora erano finti o falsi, e poi sfoderava sorrisi di scherno degni di una vera purosangue. Ma quella mattina indossava decisamente il tipico sorriso che mostrava che quel giorno niente e nessuno avrebbe potuto scalfire l’umore di Regina Elettra Malfoy.
“Malfoy” aveva semplicemente risposto il ragazzo non degnandola di uno sguardo e continuando a stringere in una mano il compito di Hermione e nell’altra la sigaretta che stava fumando.
Come detto precedentemente, il sorriso raggiante della ragazza le morì sulle labbra e assottigliò gli occhi, per poi sedersi sull’erba accanto a lei, ben attenta a non pungersi le gambe scoperte con l’erba fresca e incolta.
“Malfoy?! Da quando la tua migliore amica è Malfoy?!” la sua non era una domanda, era più un’affermazione.
Ma il moro non le rispose, continuò a guardare dritto davanti a se e a perdersi con lo sguardo e a vagare oltre le profondità del lago. Ma se c’era una cosa che Regina odiava più della Piattola Weasley e di tutta la sua famiglia, era l’essere ignorata. Perciò continuò imperterrita:
“Pronto, pianeta magico chiama Blaise. Non vorremmo disturbarla, ma quando ha finito dovrebbe riscendere qui tra noi” sbottò spazientita la bionda per la poca considerazione che stava ricevendo.
Blaise continuò a rimanere in silenzio e spense la sigaretta con la pregiata scarpa italiana di pelle. Poi si voltò a fissarla e Regina si scontrò con un mare freddo e glaciale, come congelato.
“Ma cosa vuoi ancora Regina? Cosa vuoi che il tuo ego e il tuo essere viziata sentono ancora insoddisfatto? Non hai trovato Potter nei paraggi che ti potesse scopare? O è troppo preso dalla sua fidanzata in dolce attesa?” beffeggiò Blaise, ma in realtà nelle sue parole c’era una punta di amarezza.
Regina lo scrutò attentamente, quasi volesse scandagliarli l’anima come faceva suo fratello Draco con la gente. Ma Blaise la conosceva fin troppo bene dalla nascita.
“Non provare a usare la Legilimanzia su di me Elettra, non riusciresti a sorpassare il mio muro di Occulmanzia. Non sprecare le tue energie” sputò duro il ragazzo mentre schermava la sua mente, evitando così che Regina entrasse nei suoi pensieri e vi leggesse qualcosa che non doveva, ma che lui stesso stava per tirare fuori.
L’acidità e il nervosismo di Blaise erano percepibili dal fatto che l’aveva chiamata con il suo secondo nome e quando lo faceva era perché era parecchio incazzato.
“Sei geloso Blaise?” domandò semplicemente la ragazza senza nessuna espressione in viso. Voleva un ‘si’ o un ‘no’.
“Perché dovrei essere geloso scusami?! Infondo quello sfigato si sbatte solo la mia migliore amica e la mia futura moglie. Ah ma no, dimenticavo che da grandissima viziata ed egoista che sei hai dimenticato di dire ai tuoi genitori che sei già sposata. Perché dovrei essere geloso della ragazza che amo scusa?! Non ho proprio nessuna ragione” sbottò infuriato il ragazzo mentre si alzava e faceva per andarsene, conscio che rimanere non era la scelta più giusta.
Qualcosa però lo trattenne dal braccio e, se avesse voluto farle male, le sarebbe semplicemente bastato strattonare. Ma nemmeno ora che era incazzato con lei riusciva a sfiorarla con un dito e si domandava come avesse fatto Potter a farle del male.
Quando si voltò, Regina fu di nuovo costretta a fare i conti con quei gelidi zaffiri. Ma stavolta anche lei si stava innervosendo e qualcosa la turbava più di altro: il fatto che lui fosse innamorato di lei. Era il sogno di tutta Hogwarts e non poteva immaginare che si sarebbe andato ad innamorare di lei che era la sua migliore amica. Non aveva mai pensato sotto quest’ottica, ma di sicuro non le sarebbe dispiaciuto se non fosse stata sposata con Harry.
Pensandoci, però, aveva riflettuto che lui non si era fatto scrupoli a sparire senza far sapere nulla per poi ricomparire con un’altra, incinta per di più. Blaise le era sempre stato accanto e l’aveva sempre protetta come una sorella, o forse di più. Draco e Theo l’avevano sempre protetta da fratelli, ma con Blaise c’era sempre stato dell’altro che aveva sempre preferito accantonare e non affrontare per non rovinare l’amicizia, pur sapendo che era destinata a sposarlo. Poi fece quella che ora definiva la cazzata della sua vita: sposare Harry.
Nonostante ciò che le aveva appena detto Blaise, non poté fare a meno di sputare ciò che pensava con cattiveria ed acidità, dettato da un sentimento che non conosceva. Al quale, però, si ripromise di dare un nome più tardi.
“Bhe non penso tu sia il più adatto per giudicare. Sei il sogno idilliaco di tutta Hogwarts e non c’è mai la stessa ragazza nel tuo letto per più di una sera”
“Sei gelosa Elettra?” ripeté le parole che aveva pronunciato poco prima la ragazza.
Regina non rispose e portò lo sguardo all’orizzonte, mentre sentiva che Blaise si liberava dalla sua presa.
“Vedo che non hai niente da dirmi” osservò il ragazzo per poi allontanarsi infuriato.
Arrestò un attimo il passo e si voltò lanciandole uno sguardo carico di risentimento:
“Non scopo una ragazza da due mesi, mi blocco tutte le sere ormai e le caccio via per te. Non sono più la macchina del sesso come credi tu”
Detto ciò si voltò nuovamente e riprese a camminare verso il castello, che non era ormai troppo lontano da lui. Regina metabolizzò quelle parole, Blaise non aveva mai disegnato il sesso e ora l’aveva fatto per lei e tutto ciò che lei aveva saputo fare era il suo essere una Malfoy, il suo essere una serpe.
Improvvisamente, cominciò a correre e a seguirlo chiamandolo più volte, inutilmente.
Il ragazzo scomparve nel castello diretto chissà dove. Arrivata all’entrata del castello riprese fiato e si scontrò con qualcuno.
Alzò la testa pronta a sputare qualche cattiveria e si bloccò. Davanti a lei c’era Harry che la guardava con aria nervosa.
“Regi..ehm cercavo proprio te, volevo parlarti di quel che è succes-“
“Mi ‘spiace Potter, non ho più tempo per i tuoi drammi” malignò Regina, per poi sorpassarlo e continuare a cercare Blaise.
Lasciò Harry lì da solo a bocca aperta. Per la prima volta Regina Elettra Malfoy aveva piantato il grande e decantato e impossibile amore della sua vita, per Blaise Zabini. Perché forse si, quello che aveva provato prima probabilmente era gelosia e forse quello che provava adesso era proprio amore.

Foresta Proibita

 
“Draco..perchè siamo qui?” domandò intimorita la ragazza dai capelli ricci.
“Paura Granger?” ghignò il ragazzo mentre teneva per mano la ragazza e faceva luce con la bacchetta mentre camminavano tra gli alberi.
“Se si chiama Foresta Proibita c’è una ragione sai? Ti prego Draco torniamo indietro, se ci scoprono siamo nei guai” si lamentò Hermione attenta a non inciampare tra le radici.
“Cioè tu ti preoccupi più di una punizione che Silente non darebbe mai alla sua alunna preferita che di essere uccisa da qualche creatura che si aggira nei dintorni?” ghignò Draco, sapendo esattamente di aver isolato la zona.
“Non mi aiuti razza di idiota di un ossigenato” mormorò frustrata Hermione.
“Almeno se hai paura hai un motivo per stringerti di più a me no?! Siamo arrivati” sorrise Draco trionfante mentre indicava lo spiazzo e la radura in mezzo alla foresta con un gesto plateale delle braccia.
Davanti a lei s’innalzava un’alta cascata naturale. Un posto magnifico, dove i fiori erano già perfettamente sbocciati e floridi.
“Come conosci questo posto?” domandò stupita e deliziata Hermione, mentre toccava l’acqua con un dito.
Draco fece spallucce e rispose:
“Ci vengo sempre a fumare con Blaise e Theo le notti d’inverno”
“Sdraiati” le sussurrò poi il biondo abbracciandola da dietro.
Di colpo la riccia sussultò e spalancò gli occhi, deglutendo rumorosamente.
“Malfoy ma ti ha dato di matto il cervello? Potrebbe arrivare un animale da un momento all’altro” constatò frenetica e nervosa la ragazza, guardando il ragazzo di fronte a lei come se fosse uno spiritato.
“Da quando Hermione Jane Granger ha paura di qualcosa? Fidati con me, siamo insieme e non permetterei che ti accadesse qualcosa”
Hermione, seppur ancora un po’ titubante, decise di fidarsi e fece come Draco le aveva detto. Un’espressione di stupore subito le si disegnò in viso e capì cosa in realtà Draco volesse che vedesse.
Un cielo pieno di stelle e di un intenso azzurro sfumato era padrone del cielo che, visto da li, sembrava infinito e sconfinato.
Si strinse sul petto di Draco e dimenticò tutte le preoccupazioni, ora c’erano solo loro.
“E’ bellissimo Draco” mormorò osservando quella tavola blu macchiettata di tenui colori tra il bianco e il giallo pallido.
“Non abbastanza, manca la stella più grande. Ma non l’avranno mai. Perché è mia” sussurrò il biondo mentre le baciava la fronte.
“Ti amo Draco”
Si scambiarono un bacio intenso, dolce e carico di passione. Carico di voglia di appartenersi, di nuovo.
“Ti amo Hermione”
Era tutto perfetto, loro erano perfetti.
La guerra era lontana, il loro amore era più forte, acceso e vicino.

 


* * * * * *
Eccomi qui ragazze,
so di essere di nuovo terribilmente in ritardo,
ma spero che questo capitolo soft e lungo mi abbia scusata.
Grazie mille come al solito per il sostegno e, appena potrò, cercherò
di aggiornare anche l'altra mia Dramione, 
Devil's Bets
Baci, DramioneMalfoy

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Capitolo 26
*** AVVISO! ***


ATTENZIONE AVVISO IMPORTANTE!

Questo avviso verrà cancellato con la pubblicazione del prossimo capitolo.
Volevo dirvi che ho appositamente aperto una pagina di facebook dove pubblicherò spoiler, anticipazioni e banner dei nuovi capitoli di 'Odio o Amore?' e 'Devil's Bets' e in futuro anche su altre Dramione. Spero mi seguirete in tanti come siete tanti qui, ecco il link:

https://www.facebook.com/pages/DramioneMalfoy-FF/243395622512780

Invece se avete domande o dubbi sui capitoli e le storie o volete chiedermi qualche anticipazione in particolare, ho creato anche un account ask dove potrete farmi quesiti sulle due storie e quelle future senza dovervi iscrivere.
Ecco il link:

http://ask.fm/DramioneMalfoyHG

PUBBLICAZIONE CAPITOLI!
Per quanto riguarda, invece, l'aggiornamento di 'Devil's Bets' verrà, finalmente oserei dire, dopo un ritardo pazzesco, aggiornata tra oggi e domani.

Spero che le mie iniziative possano esservi gradite e aiutarvi nella comprensione delle storie e anticiparvi qualcosa.
Un bacione davvero enorme,
DramioneMalfoy.





 

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